CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 28 aprile 2011
473.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
Pag. 31

ALLEGATO

Sulla missione a Ginevra in occasione della Riunione della NATO Partnership for Peace sul ruolo dei Parlamenti per il controllo degli armamenti, per il disarmo e per la non proliferazione delle armi di distruzione di massa (30 marzo-1o aprile 2011).

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Dal 30 marzo al 1o aprile 2011 si è tenuta a Ginevra la Riunione della NATO-Partnership for Peace sul ruolo dei Parlamenti per il controllo degli armamenti, per il disarmo e per la non proliferazione delle armi di distruzione di massa. La Riunione, alla quale ha preso parte l'onorevole Giorgio La Malfa in rappresentanza della III Commissione, nonché in qualità di presidente del Comitato permanente per la politica estera dell'Unione europea, è stata promossa dalla Confederazione elvetica, dall'Alleanza atlantica, dal Centro per la sicurezza, lo sviluppo e lo Stato di diritto (DCAF) e dal Centro per le politiche di sicurezza di Ginevra.
Quanto agli esiti della Riunione, essa ha consentito di fare il punto su alcuni aspetti di fondo e sulle prospettive dell'azione internazionale finalizzata all'eliminazione di tutte le armi nucleari. È risaputo che durante gli anni della Guerra Fredda l'enorme potenziale di armamenti nucleari degli Stati Uniti dell'Unione Sovietica si tradusse nei fatti in un fattore di stabilità internazionale. La circostanza per cui non si è mai fatto uso di tali armi, utilizzate a solo fine di deterrente, non deve sminuirne la pericolosità, come se il possederle aumentasse di per sé il grado di responsabilizzazione degli Stati. La situazione ad oggi è la seguente: ci sono cinque potenze nucleari (Stati Uniti, Russia, Francia, Regno Unito e Cina), cui si aggiungono India, Pakistan e la Corea del Nord. Israele è considerato una potenza nucleare, anche se il suo governo non ha mai fatto esplicite ammissioni in merito, e l'Iran è in procinto di dotarsene. La Libia è stata in passato indotta a desistere da un programma nucleare, diversamente la situazione attuale avrebbe livelli di allarme e pericolosità ben diversi. In generale il contesto internazionale oggi è diverso da quello precedente alla caduta del Muro di Berlino: oltre al rischio connesso al terrorismo internazionale, oggi non si può del tutto escludere il ricorso all'arma nucleare come strumento di risoluzione di controversie tra Stati. L'esistenza di armi nucleari costituisce una minaccia per l'umanità e l'obiettivo deve essere l'eliminazione totale di tali armi. Si tratta di una posizione condivisa ormai a livello internazionale e che ricorre in tutti i mezzi di comunicazione. Occorre poi sottolineare che la competizione internazionale basata sul possesso delle armi nucleari ne incoraggia la diffusione ed è destinata ad erodere le pratiche di buona cooperazione pacifica tra gli Stati. Nel percorso di eliminazione totale sono stati compiuti passi significativi, come ad esempio il New Start Agreement, ratificato di recente dai Parlamenti di Stati Uniti e Russia. La posizione assunta dagli Stati Uniti in tale occasione può avere influito su soggetti multilaterali importanti, come la NATO, secondo quanto documenta la Strategia e la Dichiarazione adottate a Lisbona nel 2010. Si tratta di testi poco vincolanti ma ispirati ad una prospettiva di impegno sul tema dell'eliminazione delle armi nucleari. L'ulteriore questione che si pone alla NATO riguarda la riduzione delle cosiddette armi nucleari tattiche, ancora presenti

Pag. 32

sul territorio europeo (circa 150-200 distribuite in cinque Paesi). Non appaiono sussistere le condizioni, al momento, per negoziati tra Russia e Stati Uniti a tale riguardo, anche se sarebbe auspicabile da parte europea una presa di posizione contraria allo stazionamento di tali armi sul proprio territorio.
Paesi rilevanti come gli Stati Uniti e la Russia non esprimono al momento una capacità di persuasione su paesi come l'Iran o la Corea del Nord. In questo senso i Parlamenti possono esercitare un ruolo per promuovere progressi su tale terreno, incidendo sulla pubblica opinione, aprendo canali di comunicazione tra gli Stati e incentivando un clima di reciproca fiducia. La European Leadership Network for Multilateral Arms Control rappresenta un'iniziativa di rete parlamentare che potrà contribuire positivamente in questa direzione e che pertanto merita la più elevata attenzione da parte italiana.