CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 aprile 2011
467.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Libro verde: sulla modernizzazione della politica dell'Unione europea in materia di appalti pubblici. COM(2011)15 definitivo.

PROPOSTA DI DOCUMENTO COME RIFORMULATA DAL RELATORE

La VIII Commissione,
esaminato, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento della Camera, il Libro verde sulla modernizzazione della politica dell'UE in materia di appalti pubblici. Per una maggiore efficienza del mercato europeo degli appalti (di seguito «Libro verde»),
premesso che:
sul Libro verde si è avviata una consultazione esterna - che si chiuderà il 18 aprile 2011 - finalizzata ad acquisire elementi di informazione e di valutazione in vista della revisione della disciplina europea degli appalti pubblici, e quindi delle direttive n. 17 (settori speciali) e n. 18 del 2004 (settori ordinari);
il metodo adottato anche in questa circostanza dalle istituzioni dell'Unione Europea appare particolarmente apprezzabile in quanto favorisce un preventivo e ampio confronto sulle diverse problematiche (di carattere giuridico, di efficienza amministrativa, economico e di regolazione del mercato per la tutela della concorrenza) che riguardano la materia degli appalti, attraverso una puntuale ricognizione dei problemi emersi con riferimento all'attuazione della normativa europea vigente e alla possibilità di apportare ad essa le correzioni e le integrazioni che risulteranno necessarie;
l'Unione europea riconosce al settore degli appalti pubblici un ruolo fondamentale nel perseguimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020, trattandosi di uno degli strumenti necessari per promuovere l'innovazione nelle imprese, per favorire la transizione verso un utilizzo più efficiente delle risorse anche ambientali, nonché per migliorare il contesto imprenditoriale, soprattutto per le piccole medie imprese (PMI);
la revisione a livello europeo degli strumenti e dei metodi degli appalti pubblici sarebbe finalizzata ad adeguare tale settore alle evoluzioni del contesto politico, sociale ed economico, anche al fine di perseguire una maggiore efficienza della spesa pubblica, il rafforzamento della concorrenza, nonché un miglior uso degli appalti pubblici a sostegno di obiettivi sociali comuni, quali la tutela dell'ambiente, la maggiore efficienza energetica, la promozione dell'innovazione e dell'inclusione sociale;
il Libro verde riconosce particolare rilevanza alla costruzione di un mercato europeo degli appalti capace di rendere più agevole l'accesso alle piccole e medie imprese, che rivestono un'importanza strategica nell'economia italiana e che hanno grandi potenzialità di creazione di posti di lavoro, di crescita e di innovazione;
il Libro verde considera importante coniugare il perseguimento degli obiettivi sopra indicati con l'esigenza di trasparenza nelle gestione degli appalti pubblici per evitare prassi commerciali scorrette, conflitti di interessi, nonché favoritismi e corruzione;

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considerato che:
nell'ordinamento interno le direttive n. 17 e n. 18 del 2004 sono state recepite con il Codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, successivamente novellato da tre decreti legislativi correttivi;
il regolamento di attuazione del suddetto codice, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207, entrerà in vigore l'8 giugno 2011 (salve alcune eccezioni) e, pertanto, alcuni istituti introdotti in recepimento della normativa europea - quali ad esempio il dialogo competitivo, l'asta elettronica, l'accordo quadro - non sono ancora stati sufficientemente sperimentati a livello nazionale;
l'esame del Libro verde ha rappresentato una importante occasione per avviare un utile confronto tra la Commissione e i soggetti istituzionali ed economici impegnati nel settore degli appalti pubblici, al fine di individuare gli elementi di criticità del sistema italiano, e quindi di indirizzare, alla luce di tali criticità, l'attività di negoziato del Governo per le modifiche della normativa europea di riferimento,
dal richiamato confronto è emersa la peculiarità del mercato degli appalti pubblici in Italia contraddistinto dall'eccessiva frammentazione sotto il profilo degli attori, dalla rigidità della regolazione e da un elevato contenzioso;
durante il confronto è stato da più parti rilevato come la prospettiva di una modifica della disciplina a livello europeo del settore degli appalti pubblici debba comunque coniugarsi, da una parte, con l'esigenza di garantire a livello nazionale un quadro coerente e ordinato di regole certe e stabili per gli operatori del settore, e dall'altra, con la necessità di evitare una eccessiva regolamentazione in fase di recepimento nazionale (cosiddetto gold plating),
esprime una

VALUTAZIONE POSITIVA

sottolineando, in relazione alla posizione da assumere per la definizione di proposte normative europee, l'esigenza di promuovere interventi che contribuiscano a risolvere talune criticità del sistema degli appalti in Italia, e quindi volti a:
a) con riferimento all'ambito di applicazione delle norme sugli appalti pubblici:
a innalzare le soglie di rilevanza comunitaria, valutando l'opportunità di prevedere forme di pubblicità semplificate in relazione agli appalti «sottosoglia» di importo tale da generare un interesse transfrontaliero, e cercando comunque di coniugare l'esigenza di semplificazione con quella di garantire la massima concorrenza tra gli operatori comunitari;
a circoscrivere la sezione degli «appalti esclusi», alla luce degli impegni internazionali dell'Unione Europea;
b) con riferimento al miglioramento degli strumenti a disposizione delle amministrazioni aggiudicatrici:
perseguire l'obiettivo di una migliore qualità dei progetti, già nella fase preliminare, presupposto indispensabile per una accurata valutazione della loro fattibilità e favorire una maggiore qualificazione delle stazioni appaltanti, utilizzando tutti gli strumenti già a disposizione, con particolare riguardo alla promozione di forme di aggregazione della domanda attraverso una razionalizzazione delle funzioni amministrative delle stazioni appaltanti, nel rispetto delle autonomie dei singoli enti e tenendo conto dell'oggetto dell'appalto e della localizzazione territoriale dell'opera da realizzare, in modo da consentire alle stazioni appaltanti non strutturate di delegare le funzioni amministrative di committenti ad amministrazioni più organizzate, ovvero di esercitarle in forma associata;
prevedere l'estensione anche ai settori ordinari - quantomeno con riferimento a specifiche categorie di lavori aventi caratteristiche omogenee e ripetitive - del ricorso ai sistemi di qualificazione

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tipici dei settori speciali, con la predisposizione da parte delle diverse amministrazioni aggiudicatrici di elenchi di operatori economici aventi requisiti rispondenti a specifici criteri oggettivi, garantendo comunque piena concorrenzialità, parità di trattamento e non discriminazione degli operatori medesimi;
prevedere l'estensione dell'utilizzo, come mezzo di pubblicità, dell'avviso periodico indicativo che l'amministrazione aggiudicatrice intende indire nel corso dell'anno mediante procedura ristretta o negoziata senza previo bando, negli appalti di forniture, servizi o lavori caratterizzati dall'omogeneità della prestazione o dei prodotti richiesti;
prevedere - ferma restando la tutela della concorrenza, della parità di trattamento e di non discriminazione tra le imprese e con le necessarie garanzie in ordine alle condizioni economiche al fine di preservare l'efficienza della spesa pubblica - l'ampliamento delle possibilità di utilizzo della procedura negoziata previa pubblicazione del bando negli appalti più complessi;
prevedere la possibilità di ricorrere alla procedura negoziata senza pubblicazione del bando, previo innalzamento della soglia a 1,5 milioni di euro per l'appalto di lavori, con contestuale adozione di strumenti quali l'aumento del numero delle imprese da invitare, l'adozione del criterio della rotazione di tali imprese e la pubblicazione ex post degli atti della procedura, a garanzia dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza;
introdurre criteri che consentano alle stazioni appaltanti di verificare, in relazione ai singoli lavori pubblici, l'affidabilità delle imprese, anche prevedendo meccanismi premiali, quali il rispetto dei tempi di esecuzione di precedenti lavori, la mancata presentazione di eccezioni e riserve ovvero di eccessivi ribassi in precedenti lavori;
limitare il criterio di aggiudicazione del massimo ribasso, prevedendone comunque il ricorso nel caso di appalti di importo non elevato, e privilegiare quindi il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, al fine di valorizzare la qualità, non solo finanziaria, ma anche tecnica, progettuale dell'offerta, nonché elementi legati alla valenza ambientale, sociale dell'offerta medesima, riducendo per quanto possibile il tasso di discrezionalità che è insito in esso;
prevedere la possibilità di verifica del possesso dei requisiti di qualificazione solo nei confronti del soggetto aggiudicatario, quanto meno in presenza di un sistema che riconosca in capo alle amministrazioni aggiudicatrici la possibilità di verificare direttamente il possesso dei requisiti di qualificazione e in relazione agli appalti aggiudicati al valore più basso;
c) con riferimento all'accessibilità al mercato europeo degli appalti:
sostenere l'accesso delle piccole e medie imprese al mercato degli appalti pubblici, senza comunque determinare condizioni suscettibili di pregiudicare le economie di scala potenzialmente conseguibili, prevedendo la possibilità di: 1) introdurre meccanismi di aggregazione nella partecipazione alle gare di appalto; 2) suddividere il progetto in lotti funzionali; 3) consentire agli operatori di autocertificare la sussistenza dei requisiti per la partecipazione alle gare, escludendo in ogni caso la possibilità da parte dell'amministrazione aggiudicatrice di richiedere documentazione amministrativa reperibile presso altre amministrazioni;
d) con riferimento all'uso strategico degli appalti pubblici in risposta alle nuove sfide:
incentivare un miglior uso degli appalti pubblici a sostegno di obiettivi sociali, e quindi i cosiddetti «appalti verdi», attraverso la previsione di criteri di selezione delle offerte che facciano riferimento a tali obiettivi con particolare riguardo agli obiettivi dell'innovazione e della lotta ai cambiamenti climatici;

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e) con riferimento alla garanzia di procedure corrette:
prevenire il rischio di infiltrazioni delle organizzazioni criminali nonché di fenomeni di corruzione e di conflitti di interesse, attraverso la revisione delle cause di esclusione del candidato o dell'offerente, l'introduzione di una definizione comune di conflitto di interesse fino a prevedere forme efficaci di scambio delle informazioni tra gli Stati membri concernenti ipotesi di corruzione e un sistema informatico per la notifica delle frodi.

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ALLEGATO 2

5-04380 Bocci: Sulle ricostruzioni terminate nella provincia di Campobasso.

TESTO DELLA RISPOSTA

In relazione all'atto di sindacato ispettivo presentato dalla S.V. onorevole, concernente la ricostruzione in Molise conseguente al sisma 2002 e in conformità a quanto comunicato dal Dipartimento della protezione civile e dal Ministero dell'economia e delle finanze, si fa presente quanto segue.
Anzitutto si precisa che lo stato di emergenza per i gravi eventi sismici verificatisi il 31 ottobre 2002 nel territorio della provincia di Campobasso, dichiarato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 31 ottobre 2002, è terminato il 31 dicembre 2009 e che, con successiva ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3839 del 12 gennaio 2010, è stato regolamentato il passaggio dalla gestione straordinaria a quella ordinaria.
In riferimento al presunto ampliamento dei comuni dichiarati terremotati si fa presente che, con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3253 del 29 novembre 2002, è stato fissato il principio che la normativa emergenziale si applica «ai comuni delle province di Campobasso e di Foggia [...] in cui siano state riscontrate situazioni di danneggiamento degli immobili (articolo 1, comma 2)».
Sulla base di questo principio i sindaci hanno documentato, con appositi sopralluoghi, le situazioni di danno sismico e il Presidente della regione - Commissario delegato ha applicato la suddetta ordinanza di protezione civile.
Con propri decreti nn. 5, 7 e 21 del 2003 il Commissario ha delimitato l'area del danneggiamento, includendo 83 degli 84 comuni della provincia di Campobasso (escluso il comune di Guardiaregia).
Con la stessa ordinanza 3253 è stata, inoltre, disposta la sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali nei confronti dei soggetti residenti, alla data del 31 ottobre 2002, sul territorio interessato dal sisma.
Laddove, invece, il legislatore dell'emergenza ha voluto delimitare l'ambito di applicazione della suddetta normativa, esso è intervenuto espressamente.
Ne è un esempio l'articolo 5 dell'ordinanza 3253 che differenzia le autorizzazioni alle assunzioni di personale da parte dei comuni sulla base della intensità sismica rilevata.
Infatti, con crisi tettoniche di intensità superiore al sesto grado della scala Mercalli (MCS), i sindaci sono stati autorizzati ad assumere due unità a tempo determinato, due collaborazioni a contratto (Co.Co.Co.) e due unità in posizione di comando o di distacco, mentre con crisi tettoniche di intensità inferiore al sesto grado, sono state previste assunzioni per una Unità a tempo determinato, un contratto di collaborazione coordinata e continuativa e un'unità in posizione di comando o di distacco.
Riguardo alle agevolazioni fiscali concesse ai residenti dei comuni maggiormente colpiti dagli eventi sismici (14 della provincia di Campobasso e 2 della provincia di Foggia), cori decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 14 novembre 2002, in esito alle informazioni della Prefettura di Campobasso, relative a

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crolli di edifici e al conseguente allontanamento degli occupanti, sono stati sospesi, fino al 31 marzo 2003, i termini degli obblighi tributari per i soggetti residenti nei comuni di Castel del Biferno, Colletorto, Larino, San Giuliano di Puglia e Santa Croce di Magliano.
Con successivo decreto del 15 novembre 2002, in relazione ad una nota del Commissario delegato, allora Capo del Dipartimento della protezione civile, con la quale è stata evidenziata l'esigenza di inserire i comuni danneggiati da un movimento tellurico di intensità pari o superiore al sesto grado MCS, sono stati aggiunti i comuni di Bonofro, Ripabottoni, Montelongo, Casacalenda, Montorio nei Frentani, Morrone del Sannio, Rotello, Ururi della provincia di Campobasso e Casalnuovo Monterotato della provincia di Foggia.
Con un ulteriore decreto del 9 gennaio 2003, su richiesta del Dipartimento della protezione civile, per gli stessi motivi sopra rappresentati, sono stati inseriti anche i comuni di Provvidenti (Campobasso) e Pietra Montecorvino (Foggia).
I tre decreti ministeriali, definendo l'applicazione dei benefìci concessi, hanno delimitato una particolare area di danneggiamento, rappresentata come «cratere sismico» - comprendente 14 comuni - per distinguerla dal resto del territorio della provincia di Campobasso colpito dalla crisi tettonica.
La stessa ordinanza n. 3253 del 29 novembre 2002, con cui sono stati disposti i primi interventi urgenti per fronteggiare i danni della crisi sismica e altre misure di protezione civile, per esigenze di omogeneità normativa con i precedenti due decreti ministeriali, ha sospeso, sino al 31 marzo 2003, i versamenti dei contributi socio-previdenziali e i premi per le assicurazioni obbligatorie (infortuni e malattie professionali), relativi ai soggetti residenti o aventi sede legale ovvero operativa, nel territorio della provincia di Campobasso e in alcuni comuni della provincia di Foggia.
Pertanto, con i tre decreti ministeriali e l'ordinanza presidenziale è stato determinato un doppio regine:
i soggetti del «cratere sismico» hanno beneficiato della sospensione, sia dei tributi, sia degli oneri previdenziali e assicurativi (per i lavoratori dipendenti è stata prevista una «busta paga pesante», cioè senza le ritenute di legge, fiscali e previdenziali, e per i datori di lavoro la disponibilità delle risorse destinate al versamento degli oneri previdenziali);
i soggetti degli altri comuni della provincia di Campobasso hanno beneficiato solo della sospensione degli oneri previdenziali e il loro vantaggio economico è stato ristretto.

In proposito si precisa che la ratio dei benefìci economici, sempre concessi per le emergenze da eventi straordinari, è connessa alla necessità di favorire l'uscita delle situazioni di disagio. Il doppio regime, invece, tende a garantire un equilibrio tra le aree vicine di uno stesso contesto socio-territoriale, influenzate, in modo diverso, dalle conseguenze dannose verificatesi ed aventi, comunque, relazioni di interdipendenza.
La stessa ratio si estende ai meccanismi di restituzione, secondo i princìpi della rateizzazione degli oneri dovuti e degli «abbattimenti» (ulteriore beneficio solo per i comuni del «cratere»), applicati con successive normative, sempre per alleviare i disagi sociali e per favorire la ripresa economica.
Per i comuni esterni al cratere, la sospensione ha operato fino al 31 dicembre 2005, mentre per quelli interni ad esso è stata in vigore fino al 30 giugno 2008.
In relazione alla situazione finanziaria della Struttura commissariale, la somma assegnata, nel periodo novembre 2003-marzo 2011, per l'attuazione delle attività connesse alle funzioni commissariali relativo alla ricostruzione post-sismica, è stata di 825.204.606,78 euro, modulata nella misura del 34 per cento per la ricostruzione del patrimonio edilizio privato danneggiato (infrastrutture, cimiteri, chiese,

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messa in sicurezza, scuole, edifici pubblici o ad uso pubblico, manutenzione scuole ed abitazioni provvisorie), del 21 per cento per il superamento dell'emergenza (assistenza primaria alla popolazione, gestione della struttura commissariale e gestione delle strutture costitutive presso gli enti locali) e del 29 per cento per piano generale delle opere infrastrutturali e private nel comune di San Giuliano di Puglia.
Gli impegni di cassa, complessivamente assunti, sono stati di 822.333.083,64 euro, pari al 99,7 per cento a fronte di una somma effettivamente trasferita alla contabilità speciale pari ad 677.055.672,20 euro (82 per cento). I pagamenti effettuati ai soggetti attuatori sono stati di 663.649.636,07 euro, pari al 98 per cento della somma disponibile.
Dai dati citati si evidenzia una positiva attività della struttura Commissariale che ha erogato una quota significativa delle somme effettivamente disponibili ai vari soggetti attuatori, attivando le revoche nei confronti delle Amministrazioni inadempienti (decreto commissariale n. 12 del 19 febbraio 2010) per 26.642.541,86 euro e la fissazione dei termini predefiniti e perentori nell'utilizzazione dei fondi assentiti per le opere pubbliche.
Relativamente al fabbisogno per le abitazioni principali danneggiate della Classe di priorità «A», secondo l'articolo 17 dell'ordinanza commissariale 13/2003, questo è stato di circa 513,6 milioni di euro e, ad oggi, sono stati concessi circa 180 milioni di euro.
Permane un fabbisogno residuo di circa 360 milioni di euro, comprensivo delle spese tecniche di gestione e di quelle emergenziali, necessarie fino al totale completamento della classe A, con la conseguente eliminazione dei contributi di autonoma sistemazione e l'abbandono dei moduli abitativi temporanei da parte della popolazione.
Inoltre, si evidenzia che circa 500 progettazioni esecutive di riparazione/ricostruzione post-sisma hanno già ottenuto l'autorizzazione sismica preventiva e sono in attesa del finanziamento per la cantierazione dei relativi interventi.
La normativa in merito ai primi soccorsi e alla ricostruzione è frutto dell'esperienza già maturata in altri precedenti terremoti, tuttavia con talune differenze causate dalle specificità del terremoto molisano e dalla espressa volontà del Commissario delegato - Presidente della regione - di dare risposta ai bisogni e alle aspettative della popolazione colpita.
Nella fattispecie ha, infatti, pesato in modo determinante l'aspetto socio-economico dei territori interessati che ha dato luogo, in particolare, alla concessione dei contributi di autonoma sistemazione alle famiglie oggetto di ordinanza di sgombero, fino alla recuperata agibilità della propria abitazione ovvero ad altra idonea definitiva sistemazione alla concessione di contributi in forma «personalizzata», per la ripresa delle attività produttive, artigianali e professionali, nonché al finanziamento di iniziative volte a potenziare il tessuto dei rapporti commerciali e lo sviluppo dell'intera regione, al fine di non vanificare la stessa concessione di contributi a sostegno dell'imprenditoria locale.
Queste ultime iniziative sono state sostenute non con i fondi destinati alla «ricostruzione» in senso stretto, ma con i fondi dell'articolo 15 dell'ordinanza dei Presidente del Consiglio dei ministri n. 3268 del 12 marzo 2003 che, in modo determinante, sono stati destinati a favorire lo sviluppo economico dell'intera regione.
La normativa, sotto il profilo amministrativo-finanziario della ricostruzione vera e propria è stata modellata dalla normativa post-sisma del 1980-81 in Campania, Basilicata e Puglia, da quella post-sisma del 1984, che ha colpito, in Molise, la provincia di Isernia, da quella post-sisma del 1997 in Umbria e Marche e dalla normativa post-sisma del 1998 in Basilicata.
Sulla questione attinente alla possibilità di ricorrere all'aumenta delle imposte regionali per il reperimento di fondi per la ricostruzione post-terremoto, il governo locale ne sta valutando l'opportunità, anche in un'ottica di confronto interregionale.

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Per quanto riguarda le iniziative che il Governo intende adottare per assicurare il completamento della ricostruzione e per la messa in sicurezza del territorio, si fa presente che le risorse stanziate per il Molise e la Puglia sono, ad oggi, di 1.374.896.000 euro.
Per il Molise, cessato lo stato di emergenza il 31 dicembre 2009, il Presidente della stessa regione - Commissario delegato è stato autorizzato a provvedere, ai sensi dell'articolo 6 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3916 del 2010, al completamento in regime ordinario, entro e non oltre il 31 dicembre 2011, delle iniziative per il definitivo superamento del contesto di criticità, ciò nell'ambito delle risorse già autorizzate.
Pertanto, laddove si volessero destinare ulteriori risorse al completamento della ricostruzione in Molise, occorrerebbe un'apposita iniziativa legislativa che rechi la necessaria copertura finanziaria degli oneri.
Circa gli interventi per la messa in sicurezza del territorio, si fa presente che l'articolo 2, comma 240 della legge n. 191 del 2009 - legge finanziaria per il 2010 - nell'ambito delle risorse relative alla programmazione FAS 2007/2013 in favore del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha destinato a misure di compensazione ambientale e dissesto 1 miliardo di euro, dei quali permangono 800 milioni di euro per accordi di programma con le regioni, tenuto conto delle riduzioni apportate, per complessivi 200 milioni di euro, dal decreto-legge n. 195 del 2009 e dal decreto-legge n. 225 del 2010.
Si precisa che 100 milioni sono stati già trasferiti al suddetto Dicastero per le finalità del citato articolo 2, comma 240.

  Descrizione Importi  
A Risorse assegnate anni 2003-2011825.204.606,78  
 Impegni assunti822.333.083,64 99,7%
 Somme riscosse dallo Stato677.055.672,20 82%
 Pagamenti effettuati663.649.636,07 98%
B Piano di ricostruzione S. Giuliano di Puglia240.000.000,00 16%
C Opere pubbliche135.061.502,27 16%
D Ricostruzione privata classe A e A-bis180.405.248,50 22%
E Riparazione funzionale94.959.220,59 12%
F Superamento dell'emergenza174.778.653,42 21%
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ALLEGATO 3

5-04263 Motta: Sull'attribuzione dei punteggi nelle gare d'appalto per i servizi di pulizia.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito alle problematiche poste nell'interrogazione in esame, faccio presente che l'intera questione è oggetto di gravame giurisdizionale proposto innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio dalla FISE Federazione Imprese di Servizi, Legacoop Servizi, Ansip - Associazione Nazionale Servizi Integrati e Pulizie, Soc. Roma Multiservizi S.p.A contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministero per le politiche europee, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero per i beni e le attività culturali, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell'Economia e delle Finanze.
In considerazione di quanto appena comunicato non posso che limitarmi ad informare che il Dicastero da me rappresentato sta predisponendo un rapporto informativo per l'Avvocatura generale dello Stato ai fini della conseguente difesa in giudizio.

TESTO DELL'INTERROGAZIONE
Seduta n. 438 di mercoledì 23 febbraio 2011

MOTTA, MARIANI e BRAGA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in data 10 dicembre 2010 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 288, supplemento ordinario n. 270, il decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207 «Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163», recante «Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE»;
l'articolo 286 del sopraccitato regolamento riguarda la modifica dei criteri di aggiudicazione nelle gare per l'affidamento di servizi di pulizia già definiti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 marzo 1999, n. 117, introducendo una formula che, in luogo al sistema di confronto tra i prezzi, introduce una modalità di determinazione del punteggio che mette a raffronto i ribassi percentuali delle offerte trasformando le gare prezzo/qualità di fatto in gare al solo prezzo;
il nuovo sistema introdotto con il regolamento di cui sopra, introducendo un sistema di valutazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa che rende quasi irrilevante la valenza del progetto nei confronti di uno sconto maggiore, determina un sistema di assegnazione che solo formalmente premia l'offerta più vantaggiosa, data l'impossibilità sostanziale di poter recuperare sul progetto gli elevati differenziali di punteggio determinati dai valori di sconto percentuale;
il regolamento prevede, all'allegato P, l'introduzione di ulteriori criteri di valutazione delle offerte più vicine al valore minimo, criteri che tuttavia presentano una maggiore complessità e che, a giudizio delle associazioni di categoria delle imprese che si occupano di servizi integrati, non consentirebbero di conseguire i risultati auspicati;

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il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 117 del 1999 venne varato a seguito di un impegno del Governo nei confronti delle imprese del settore e delle organizzazioni sindacali, al fine di superare una grave situazione di illegalità e lavoro nero che coinvolgeva aziende che operavano con forti ribassi per garantirsi quote di mercato, recuperando poi con l'evasione fiscale e contributiva gli sconti presentati in offerta;
con l'introduzione del criterio di assegnazione all'offerta economicamente più vantaggiosa, in questi anni, si è favorita la stabilizzazione e lo sviluppo del settore e si è permessa la creazione di decine di migliaia di nuovi posti di lavoro regolari;
le nuove modalità di confronto, introdotte dal decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010 rischiano al contrario di produrre effetti molto negativi sulle imprese che si attengono a maggiore scrupolosità e correttezza nella determinazione dei costi e rischiano di arrecare un danno anche alle amministrazioni che si troverebbero costrette ad assegnare un appalto anche qualitativamente peggiore, a fronte di una minima variazione del prezzo offerto, oltre ai possibili danni sotto il profilo occupazionale, contributivo, fiscale e anche della sicurezza del lavoro -:
quali siano le ragioni che hanno indotto il Governo a modificare i criteri di attribuzione dei punteggi nelle gare d'appalto per i servizi di pulizia già efficacemente definiti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 117 del 1999;
se, a fronte delle sollecitazioni avanzate dalle imprese e dalle organizzazioni sindacali per il tramite dell'ONBSI (Organismo nazionale bilaterale servizi integrati), il Governo non ritenga di rivedere i contenuti del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010.(5-04263)