CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 10 giugno 2010
335.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO

Comunicazioni del presidente sulla missione svolta a Firenze e Prato, il 18 maggio 2010.

1. Una delegazione della Commissione cultura della Camera dei deputati, guidata dalla presidente Valentina Aprea e formata dai deputati De Torre, segretario della Commissione, Capitanio Santolini, Centemero e Parisi, ha svolto una missione a Firenze e Prato, nella giornata del 18 maggio scorso. La missione ha avuto ad oggetto l'approfondimento del fenomeno della crescente dimensione multilinguistica e multiculturale della popolazione scolastica italiana, anche in riferimento all'indagine conoscitiva sulle problematiche connesse all'accoglienza di alunni con cittadinanza non italiana nel sistema scolastico italiano, svolta dalla Commissione.
2. All'arrivo a Firenze, la delegazione ha visitato il Centro di alfabetizzazione «Gandhi», facente parte di una rete di Centri istituiti dal Comune di Firenze, di intesa con l'Assessorato alla pubblica istruzione, all'Ufficio scolastico regionale per la Toscana e all'Ufficio scolastico provinciale CSA di Firenze, al fine di promuovere politiche ed esperienze di integrazione di alunni con cittadinanza non italiana.
La dottoressa Giuliana Danti, direttore istruzione del Comune di Firenze, ha sottolineato in particolare il valore dell'esperienza decennale realizzata tramite tali Centri, che hanno assunto nel tempo sempre più la funzione di servizi permanenti per le scuole e per la città, mettendo a disposizione operatori-docenti qualificati per l'insegnamento dell'italiano come seconda lingua, nonché esperti pedagogici, mediatori e docenti facilitatori bilingui. La professoressa Bizzarri, dirigente di istituto ha evidenziato invece la tipologia di utenza dei cosiddetti «centri-alfa», che annoverano studenti di trenta/quaranta nazionalità diverse, che affluiscono anche nel corso dell'anno, insieme ai genitori. La dottoressa Fontana, e le operatrici didattiche presso i Centri di alfabetizzazione Ilaria Raspanti, Cecilia Froson e Maria Amodeo hanno rimarcato come l'alfabetizzazione dei bambini consente ai ragazzi, sin da una settimana dopo l'arrivo, la frequenza scolastica, grazie alla rete esistente fra gli istituti comprensivi che consente il migliore inserimento dei ragazzi. Il professore Testi, dirigente di istituto comprensivo, ha precisato che, dopo un primo insegnamento in classe per la durata di due/tre ore a giorni alterni, si svolgono lezioni in laboratorio, con classi di venticinque alunni, per portare i discenti al medesimo livello di alfabetizzazione. Nell'ambito della seconda fase di alfabetizzazione, invece, denominata «la lingua per lo studio», si svolge un percorso più mirato, con gruppi di cinque o sei allievi. Nel corso degli interventi è, altresì, emerso che tra i bambini che presentano maggiori difficoltà vi sono i cinesi, che non hanno lingue di mediazione; si è reso necessario quindi istituire gemellaggi con alcune scuole situate in Cina, consentendo così scambi culturali con quel territorio. È stato sottolineato peraltro che anche questi bambini riescono, una volta scolarizzati, a riconoscere l'alfabeto occidentale, ottenendo un apprendimento disciplinare soddisfacente, grazie al lavoro svolto in gruppi di studio personalizzati.
È quindi intervenuta l'onorevole Capitanio Santolini, per chiedere se siano previsti gruppi analoghi anche per i genitori stranieri, e le ragioni per le quali le comunità cinesi e filippine tendono a mandare i neonati di un anno di età nelle proprie terre d'origine, dove rimangono fino ai dieci anni. È stato quindi chiarito che il progetto «Anche le mamme a

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scuola», consente ai genitori di imparare la lingua italiana frequentando la stessa scuola dei figli, con risultati molto interessanti. Il problema del ritorno nell'area di origine è legato alla mancata conoscenza della lingua da parte delle famiglie; i genitori, facendo fatica ad ambientarsi, non intendono così affidare i propri figli ad educatori che parlano un'altra lingua. I Centri, in ogni caso, favoriscono in tutti i modi la frequenza della scuola da parte dei bambini, anche modificando gli orari di entrata.
È quindi intervenuto l'onorevole Parisi per chiedere un confronto tra le situazioni scolastiche di Firenze e di Prato e le percentuali di alunni cinesi presenti. Il professor Testi ha evidenziato, al riguardo, che le famiglie cinesi si spostano con notevole frequenza da un Comune all'altro, evidenziando in particolare che nella scuola media il quaranta per cento dei ragazzi è straniero, per lo più cinese, ma anche nordafricano e rom.
La Presidente Aprea ha quindi inteso approfondire il tema dell'efficacia educativa, chiedendo agli interlocutori le percentuali di successo scolastico degli allievi; fino a che età, poi, i ragazzi frequentino la scuola; il raffronto inoltre tra le prove di valutazione a carattere nazionale previste dall'Invalsi di questi ragazzi rispetto i dati nazionali. Il professor Testi ha osservato, in proposito, che i bambini più piccoli sono inseriti nelle classi per età, mentre i più grandi generalmente frequentano un anno indietro rispetto ai loro coetanei, per favorirne un inserimento più graduale. Sono comunque attivi i rapporti con gli istituti di orientamento per creare un ponte verso le classi successive, in modo che i ragazzi con maggiori difficoltà siano accompagnati e seguiti con percorsi specifici. Quanto alle prove Invalsi, è stato rimarcato che, nel complesso, i risultati acquisiti rispecchiano quelli previsti a livello nazionale. È quindi intervenuto l'assessore all'educazione del Comune di Firenze, Rosa Maria Di Giorgi, la quale ha osservato che i Centri di formazione professionale presenti sul territorio comunale concorrono a completare il quadro delineato nei vari interventi, poiché annoverano anch'essi un'elevata presenza di stranieri. Ha quindi evidenziato la presenza di quattrocento ragazzi ogni anno, di cui il dieci per cento torna a scuola, mentre gli altri trovano inserimento nel mondo del lavoro, con risultati positivi rispetto agli obiettivi proposti. L'onorevole De Torre ha ricordato infine come rispetto a due anni fa - quando in qualità di Sottosegretario di Stato per l'istruzione, si era recata a Firenze per approfondire la conoscenza dell'esperienza sviluppata dai Centri di educazione, rimanendo positivamente colpita - i risultati raggiunti sono stati più soddisfacenti, invitando gli interlocutori a proseguire con il pregevole lavoro svolto.
3. La delegazione si è quindi recata a Prato, dov'è stata accolta dall'Assessore ai rapporti con l'Unione europea, relazioni con il pubblico e politiche di integrazione, Giorgio Silli. Si è, quindi, svolto un incontro presso l'Istituto comprensivo «Marco Polo» di Prato al quale hanno preso parte il sindaco di Prato, Roberto Cenni, l'Assessore all'istruzione pubblica, università e pari opportunità, Rita Pieri, e alcuni dirigenti scolastici di istituti particolarmente interessati dal fenomeno dell'immigrazione.
Dopo una visita della delegazione ad alcune classi dell'Istituto, i rappresentanti istituzionali del territorio hanno ringraziato la delegazione per l'importante testimonianza di attenzione e sensibilità manifestata all'approfondimento tematiche di grande rilievo per la vita scolastica locale. L'Assessore Pieri si è soffermata in specie sulla necessità di sviluppare le potenzialità dei bambini e aiutarli ad integrarsi al di là delle possibili differenze di etnia. Anche in questo caso, è stato posto l'accento sul fatto che i bambini stranieri nati a Prato emigrano nel corso del primo anno di vita, per ritornare solo verso gli otto/nove anni, perdendo così ogni contatto col territorio e con la lingua. È stato quindi evidenziato come risulti problematico rispettare il tetto del trenta per cento massimo di presenza di alunni non italiani nelle classi - previsto dalla normativa vigente - in aree, come quella locale, in cui il fenomeno

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dell'immigrazione è cospicuo. L'Assessore Silli ha, quindi, ribadito che a Prato è stata varata la «Carta dei valori, della cittadinanza e dell'integrazione», al fine di definire una serie di principi etici rivolti per gli immigrati, nella convinzione che il tentativo di integrazione non possa essere unilaterale ma necessiti di vera e autentica condivisione.
La Presidente Aprea ha quindi evidenziato come la situazione peculiare di Prato determini la necessità di riconsiderare il limite del trenta per cento di alunni stranieri per classe, in accordo con l'Ufficio scolastico regionale. Ha sottolineato, in particolare, che in una realtà tanto peculiare, con punte dell'ottanta per cento di alunni immigrati per classe, appare indispensabile procedere all'adozione di Protocolli speciali ad hoc. Ha espresso quindi pieno apprezzamento per l'attività svolta dal Comune di Prato, che ha saputo delineare un modello di multiculturalità di grande interesse. Il dirigente scolastico dell'Istituto ospitante, professore Imperatrice, ha quindi concluso l'incontro, ringraziando la delegazione parlamentare per la visita, evidenziando la difficile situazione in cui lavorano gli insegnanti, sempre pronti in ogni caso ad assicurare la piena collaborazione per la migliore riuscita dell'integrazione di alunni stranieri.