CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 2 luglio 2008
25.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013 (Doc. LVII, n. 1).

PARERE APPROVATO

La I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni),
esaminato, per le parti di propria competenza, il documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013;
preso atto con favore che il documento in questione:
individua quattro obiettivi di carattere strategico per l'azione di Governo: la riduzione del costo complessivo dello Stato, senza aumento del carico fiscale e senza riduzione dei servizi e delle garanzie sociali essenziali; l'incremento dell'efficacia dell'azione della pubblica amministrazione, attraverso un suo ridisegno all'interno di un nuovo apposito «piano industriale»; la riduzione degli oneri burocratici e, infine, la promozione dello sviluppo dell'apparato economico, attraverso la rimozione di vincoli ed interventi pubblici;
evidenzia come nel settore della pubblica amministrazione esistano ampi margini per interventi normativi volti a migliorare i livelli di efficacia e di efficienza dell'azione amministrativa;
sottolinea come le misure contenute nel «piano industriale» elaborato dal ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione Brunetta - e da lui illustrato a questa Commissione in occasione dell'audizione programmatica svolta il 5 e l'11 giugno scorsi - possano assicurare, nel triennio 2009-2011, una riduzione annua della spesa corrente pari a circa l'1 per cento del prodotto interno lordo;
sottolinea l'importanza di rafforzare i principi di trasparenza e accessibilità, a vantaggio dei soggetti che interagiscono con le amministrazioni;
richiama stime effettuate a livello comunitario in base alle quali una riduzione degli oneri amministrativi del 25 per cento, quale quella che il Governo intende realizzare entro il 2012, consentirebbe all'Italia di conseguire un aumento potenziale di 1,7 punti percentuali del prodotto interno lordo;
sottolinea la rilevanza della semplificazione normativa, non solo ai fini dello sviluppo economico, ma anche della certezza del diritto, anticipando una serie di interventi in materia di semplificazione che saranno attuati con i provvedimenti che accompagnano la manovra di finanza pubblica;
in materia di federalismo fiscale, preannuncia la presentazione, da parte del Governo, di un disegno di legge delega, collegato alla manovra di finanza pubblica, finalizzato all'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, con riguardo ai seguenti punti: perequazione delle risorse finanziarie per i territori con minore capacità fiscale; individuazione dei principi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; individuazione delle compartecipazioni di regioni ed enti locali al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio (con la garanzia dell'autonomia di entrata e di spesa); individuazione di regole e presupposti per l'erogazione, da parte dello Stato, di risorse aggiuntive e per gli interventi

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speciali ai sensi dell'articolo 119, quinto comma, della Costituzione; nonché individuazione dei principi generali concernenti il patrimonio di regioni ed enti locali, fermo restando che ad essi potranno essere trasferite parti del demanio statale;
preannuncia altresì la presentazione, da parte del Governo, di un disegno di legge delega per la redazione di un codice delle autonomie, nel quale saranno individuate le funzioni fondamentali degli enti locali, in attuazione della previsione dell'articolo 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione, e nel quale sarà definita la disciplina dell'ordinamento di Roma capitale, in attuazione dell'articolo 114, terzo comma, della Costituzione;
considerato che alcune disposizioni in materia di semplificazione sono contenute già nel decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, attualmente in corso di esame alla Camera: in particolare, la disposizione «taglia-leggi» (articolo 24), la soppressione e il riordino di enti pubblici (articolo 26); la disposizione relativa all'«impresa in un giorno», volta alla semplificazione dei controlli amministrativi a carico delle imprese (articolo 38); le norme volte al contenimento degli sprechi relativi al mantenimento di documenti cartacei (articolo 27);
osservato come anche diverse altre norme contenute nel citato decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, siano volte a facilitare il raggiungimento degli obiettivi previsti nel documento, ed in particolare: l'articolo 25, che reca una disposizione volta alla misurazione degli oneri amministrativi derivanti da obblighi informativi nelle materie affidate alla competenza dello Stato ed alla loro riduzione, entro il 31 dicembre 2012, per una quota complessiva del 25 per cento, in attuazione dell'impegno assunto dall'Italia in sede di Unione europea; nonché le disposizioni del Capo VIII del Titolo II, che reca misure relative all'attuazione del «Piano industriale per la Pubblica amministrazione»;
considerato che sono altresì previsti interventi di semplificazione in materia di lavoro, salute e fisco;
esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013 (Doc. LVII, n. 1).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEL DEPUTATO AMICI

La I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni),
esaminato, per le parti di propria competenza, il documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013;
premesso che:
il Governo unilateralmente ha deciso «che la prossima Legge finanziaria: a) viene anticipata nella sua parte sostanziale a prima dell'estate da un provvedimento legislativo che affianca e dà corpo al DPEF; b) questo provvedimento non è basato sulla tradizionale scissione tra parte cosiddetta programmatica, con proiezione pluriennale e parte attuativa (questa limitata al solo anno immediatamente successivo); c) ma piuttosto è basato sulla integrale convergenza tra parte programmatica e parte attuativa, così da dare fin da subito, piena, organica e responsabile attuazione ai citati impegni europei»;
i provvedimenti legislativi presentati dal Governo sono stati predisposti senza che il Parlamento abbia avuto la possibilità di valutare il quadro programmatico e l'efficacia degli obiettivi che il Governo è tenuto a fissare e ad illustrare alle Camere;
è stata arbitrariamente rovesciata l'impostazione della sessione di bilancio, cosicché è il DPEF a recepire i contenuti del decreto legge e dei disegni di legge collegati;
è una violazione gravissima che svilisce il Parlamento, sottraendogli di fatto la funzione di indirizzo che la Costituzione all'articolo 81 gli attribuisce in ordine alla destinazione e allocazione delle risorse pubbliche per i fini da perseguire nell'interesse della collettività;
considerato che:
la politica economica del Governo, illustrata dal DPEF 2009-2013, non è all'altezza dei problemi del Paese ed è controproducente ai fini dell'aggiustamento della finanza pubblica. Essa non affronta le vere priorità: l'anemia della produttività e la perdita di potere d'acquisto dei redditi da lavoro e pensione;
l'assenza di interventi significativi per lo sviluppo e per il sostegno al potere d'acquisto delle famiglie è riflessa dalle previsioni sull'andamento della produttività e del Pil nell'arco temporale della legislatura: anche per l'ultimo anno della previsione (2013), l'aumento della produttività è inferiore all'1 per cento e permane un significativo differenziale di crescita con i Paesi dell'area-euro;
sull'andamento dei redditi da lavoro e, conseguentemente, della domanda interna, pesa l'obiettivo di inflazione programmata. Il Governo ha indicato un'inflazione programmata dell'1,7 per cento per l'anno in corso e del 1,5 per cento dal 2009 in poi, un livello troppo basso per essere credibile che potrebbe generare conflittualità, incertezze, ritardi nella negoziazione e, inevitabilmente, effetti negativi sugli investimenti e sui consumi;
per quanto riguarda la finanza pubblica, la correzione per il 2009 avverrà attraverso un aumento della pressione fiscale, che nel quadro programmatico rimane significativamente al di sopra degli

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andamenti tendenziali, e una riduzione delle spese per gli investimenti, nonostante l'enorme deficit infrastrutturale di cui soffre il Paese, esattamente il contrario di ciò che sarebbe necessario per rilanciare l'economia;
infatti, nonostante l'ipotizzata riduzione della spesa per 35 miliardi, l'impegno di riportare il bilancio in pareggio nel 2011 non avviene attraverso riduzioni di imposte che anzi vengono aumentate per oltre 5 miliardi a partire dal 2009;
l'azione correttiva si concentrerà principalmente sulla spesa pubblica. Oltre ai previsti risparmi di spesa per le Amministrazioni centrali per un ammontare pari a circa 14,5 miliardi nel triennio, di cui circa 5 miliardi nel 2009, il DPEF prevede misure specifiche, con un effetto di recupero pari nel triennio a circa 20 miliardi, che si concentreranno in particolare nei settori del pubblico impiego, della finanza decentrata, dalla quale dovranno provenire 9,2 miliardi di euro di risparmi nel triennio, di cui un terzo nel 2009, della sanità, che dovrà fornire risparmi per 3 miliardi dal 2010 e della previdenza;
essendo molti servizi sociali forniti dagli enti territoriali questo si tradurrà in una riduzione dei servizi e delle garanzie sociali essenziali;
sul piano della crescita economica, le stime del DPEF vanno dallo 0,9 per cento del 2009 all'1,5 per cento del 2011, con una media nel triennio dell'1,2 per cento, una crescita così bassa che rivela implicitamente lo scetticismo dello stesso Governo circa l'efficienza della manovra a favore dello sviluppo e tale da far sembrare irrealizzabili gli obiettivi di finanza pubblica, primo fra tutti il pareggio di bilancio nel 2011;
sono completamente assenti misure di rilancio dei consumi interni mediante un incremento del reddito disponibile della famiglie;
valutato che:
il Dpef tace in merito alle politiche di sicurezza mentre il decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008 riduce le risorse destinate all'ordine pubblico e alla sicurezza di più di 270 milioni di euro per il 2009, di più di 300 milioni di euro per il 2010 e più di 500 milioni di euro per il 2011; lo stesso decreto legge all'articolo 66 stabilisce per i Corpi di Polizia una drastica riduzione delle assunzioni con tagli di risorse e di agenti per 6 milioni e 693 mila euro nel 2009, 39 milioni e 901 mila euro nel 2010, di 131 milioni e 837 mila euro nel 2011, di 237 milioni e 602 mila euro nel 2012, di 277 milioni e 945 mila euro nel 2013; ancora il decreto mortifica le Forze di polizia riducendo la progressione automatica delle retribuzioni ed escludendo per le stesse i trattamenti economici aggiuntivi in caso di infermità dipendenti da causa di servizio;
sul Piano industriale della Pubblica Amministrazione, sulla riforma organica dei sistemi di contrattazione collettiva e della disciplina dei rapporti di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, il DPEF è generico e rende impossibile una compiuta valutazione nel merito;
le misure del decreto legge n. 112 del 2008, che per la riduzione della spesa delle amministrazioni statali riproducono la logica dei tagli lineari, non corrispondono alla logica del Piano industriale e anzi «precarizzando» i bilanci dei ministeri impediranno qualsiasi seria programmazione;
la semplificazione normativa è un obiettivo condivisibile che non può passare però attraverso una procedura come quella stabilita dall'articolo 24 del decreto legge n. 112: andrebbe infatti valutata l'opportunità del ricorso alla decretazione d'urgenza, in relazione sia ai requisiti costituzionali di straordinaria necessità ed urgenza, sia alla presenza nell'ordinamento di una disposizione di delega, nota come taglia-leggi che scadrà il 16 dicembre 2009 e nell'attuazione della quale è stata già compiuta una ricognizione a tappeto delle norme vigenti;
esprime

PARERE CONTRARIO.