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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 739 di martedì 22 gennaio 2013

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 11,35.

GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 21 dicembre 2012.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Antonione, Bergamini, Bongiorno, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Gianfranco Conte, Corsini, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Dozzo, Dussin, Gianni Farina, Renato Farina, Fava, Tommaso Foti, Franceschini, Galletti, Giancarlo Giorgetti, Jannone, Leo, Lombardo, Lucà, Malgieri, Mazzocchi, Migliavacca, Migliori, Milanato, Mura, Nirenstein, Pisacane, Rigoni, Stefani, Stucchi, Tenaglia, Valducci, Vitali e Volontè sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente quarantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio delle dimissioni del Governo.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 21 dicembre 2012, il Presidente del Consiglio dei Ministri, senatore Mario Monti, ha inviato la seguente lettera:
«Onorevole Presidente, La informo che in data odierna, tenuto conto della situazione politica venutasi a determinare, ho rassegnato al Capo dello Stato le dimissioni del Gabinetto da me presieduto.

Il Presidente della Repubblica ha preso atto ed ha invitato il Governo a restare in carica per il disbrigo degli affari correnti. Firmato: Mario Monti».

Annunzio dello scioglimento della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Repubblica, sentiti i Presidenti delle Camere, a norma dell'articolo 88 della Costituzione, ha disposto lo scioglimento della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, con decreto in data 22 dicembre 2012, n. 225, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 24 dicembre 2012, n. 299.

Modalità e limiti all'esercizio delle principali funzioni parlamentari in periodo di prorogatio.

PRESIDENTE. Ricordo che l'articolo 61, secondo comma, della Costituzione Pag. 2dispone che, fino a quando non siano riunite le nuove Camere, sono prorogati i poteri delle precedenti.
Per quanto riguarda i poteri della Camera in periodo di scioglimento, essi sono disciplinati secondo la prassi formatasi nel corso delle precedenti legislature (vedi da ultimo le sedute del 19 febbraio 2008, del 14 febbraio 2006 e del 14 marzo 2001).

Approvazioni in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di giovedì 21 dicembre 2012 sono state approvate, in sede legislativa, le seguenti proposte di legge:
Dalla VII Commissione (Cultura):
Distaso ed altri: «Istituzione del "Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno" e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione Di Vagno, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921» (4333);
Narducci ed altri: «Concessione di un contributo al Centro Pio Rajna, in Roma, per il sostegno degli studi danteschi e delle attività di ricerca sulla lingua e sulla letteratura italiana» (5309);
Verini ed altri: «Disposizioni per la celebrazione del centenario della nascita di Alberto Burri» (5397).
Dalla VIII Commissione (Ambiente):
Lanzarin ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e altre disposizioni in materia ambientale» (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (4240-B), con modificazioni e con l'assorbimento della seguente proposta di legge: Faenzi ed altri: «Modifiche ai decreti legislativi 3 aprile 2006, n. 152, e 3 dicembre 2010, n. 205, e altre disposizioni in materia di rifiuti di attività agricole e di materiali vegetali, agricoli e forestali» (5060), che pertanto sarà cancellata dall'ordine del giorno.
Motta ed altri: «Disposizioni per il coordinamento della disciplina in materia di abbattimento delle barriere architettoniche» (4573).

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Vincenzo Antonio Fontana.

PRESIDENTE. Comunico che in data 28 dicembre 2012 è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera dell'onorevole Vincenzo Antonio Fontana:
«Onorevole Presidente, in risposta alla richiesta di opzione di cui alla Sua lettera del 17 dicembre 2012, che ha fatto seguito alla dichiarazione di incompatibilità da parte della Giunta delle elezioni della mia carica di deputato regionale siciliano, rassegno le mie dimissioni dal mandato parlamentare, al fine di optare per la predetta carica.

La saluto con viva cordialità e formulo a Lei e a tutti i colleghi deputati i miei più sentiti auguri di buon lavoro.
Firmato: On. Vincenzo Antonio Fontana».
Trattandosi di un caso di incompatibilità, accertato dalla Giunta delle elezioni nella seduta del 12 dicembre 2012, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Vincenzo Antonio Fontana dal mandato parlamentare.

Proclamazione di un deputato subentrante.

PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto delle dimissioni del deputato Vincenzo Antonio Fontana, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato, nella seduta del 18 dicembre 2012 - ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati (decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del Pag. 31957) - che il candidato che, nell'ordine progressivo della lista n. 15 - Il Popolo della Libertà nella XXIV Circoscrizione Sicilia 1, segue immediatamente l'ultimo degli eletti risulta essere Eugenio Randi.
Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XXIV Circoscrizione Sicilia 1, Eugenio Randi.
S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Pippo Gianni.

PRESIDENTE. Comunico che in data 10 gennaio 2013 è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera dell'onorevole Pippo Gianni:
«Onorevole Presidente, in risposta alla richiesta di opzione di cui alla Sua lettera del 17 dicembre 2012, che ha fatto seguito alla dichiarazione di incompatibilità da parte della Giunta delle elezioni della mia carica di deputato regionale siciliano, rassegno le mie dimissioni dal mandato parlamentare, al fine di optare per la predetta carica.
La saluto con viva cordialità e formulo a Lei e a tutti i colleghi deputati i miei più sentiti auguri di buon lavoro. Firmato: onorevole Pippo Gianni».
Trattandosi di un caso di incompatibilità, accertato dalla Giunta delle elezioni nella seduta del 12 dicembre 2012, la Camera prende atto di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Pippo Gianni dal mandato parlamentare.

Proclamazione di un deputato subentrante.

PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto delle dimissioni del deputato Pippo Gianni, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato, nella seduta del 18 dicembre 2012 - ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati (decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957) - che il candidato che, nell'ordine progressivo della lista n. 8, Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro, nella XXV Circoscrizione Sicilia 2, segue immediatamente l'ultimo degli eletti risulta essere Domenico Sudano.
Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XXV Circoscrizione Sicilia 2, Domenico Sudano.
S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.

Modifiche nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico le seguenti modifiche nella composizione di gruppi parlamentari: con lettera pervenuta in data 22 dicembre 2012, il deputato Sergio Michele Piffari, già iscritto al gruppo parlamentare Italia dei Valori, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto; con lettera pervenuta in data 8 gennaio 2013, il deputato Giuliano Cazzola, già iscritto al gruppo parlamentare Popolo della Libertà, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto; con lettera pervenuta in data 9 gennaio 2013, il deputato David Favia, già iscritto al gruppo parlamentare Italia dei Valori, ha chiesto di aderire alla componente politica Diritti e Libertà, costituita all'interno del gruppo Misto; il rappresentante di tale componente, con lettera in data 10 gennaio 2013, ha comunicato di aver accolto tale richiesta; con lettera pervenuta in data 11 gennaio 2013, il deputato Alessandro Maran, già iscritto al gruppo parlamentare Partito Democratico, ha dichiarato di aderire al gruppo Misto, cui risulta pertanto iscritto; con lettera pervenuta in data 16 gennaio 2013, la Pag. 4deputata Angela Napoli, già iscritta al gruppo parlamentare Futuro e Libertà per il Terzo Polo, ha dichiarato di aderire al gruppo Misto, cui risulta pertanto iscritta; infine, con lettera pervenuta in data 17 gennaio 2013, il deputato Savino Pezzotta, già iscritto al gruppo parlamentare Unione di Centro per il Terzo Polo, ha dichiarato di aderire al gruppo Misto, cui risulta pertanto iscritto.

Trasmissione dal Senato di disegni di legge di conversione e loro assegnazione a Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato, con lettere in data 17 gennaio 2013, ha trasmesso alla Presidenza i seguenti disegni di legge, che sono stati assegnati, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni:

alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa):
S. 3653 - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione» (Approvato dal Senato) (5713) - Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XIV;

alla VIII Commissione (Ambiente):
S. 3658 - « Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2013, n. 1, recante disposizioni urgenti per il superamento di situazioni di criticità nella gestione dei rifiuti e di taluni fenomeni di inquinamento ambientale» (Approvato dal Senato) (5714) - Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X e XIV.

I suddetti disegni di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, sono stati altresì assegnati al Comitato per la legislazione.

In morte degli onorevoli Luigi Spaventa e Maria Giulia Cocco.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Luigi Spaventa, già membro della Camera dei deputati nella VII e nella VIII legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Comunico, altresì, che è deceduta l'onorevole Maria Giulia Cocco, già membro della Camera dei deputati dalla III alla VI legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Su lutti dei deputati Gianpaolo Dozzo e Aurelio Salvatore Misiti.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Gianpaolo Dozzo è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
Comunico inoltre che il collega Aurelio Salvatore Misiti è stato colpito da un grave lutto: la perdita del fratello.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire al collega le espressioni Pag. 5della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, il deputato Sesa Amici in sostituzione del deputato Giovanna Melandri, cessato dal mandato.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ricordo che, con lettera del 18 gennaio, il presidente della Commissione affari esteri, anche a nome del presidente della Commissione difesa, ha chiesto, con il consenso dei rappresentanti di tutti i gruppi, che lo svolgimento del primo punto all'ordine del giorno dell'odierna seduta, recante la discussione sulle linee generali del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia sia differito all'ultimo punto della parte antimeridiana della seduta, al fine di poter procedere, congiuntamente con le omologhe Commissioni del Senato, alle comunicazioni del Governo sui recenti sviluppi della situazione in Mali.
I gruppi e il Governo sono stati già avvisati per le vie brevi. Procederemo pertanto in questo senso.

Discussione del disegno di legge: S. 3658 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2013, n. 1, recante disposizioni urgenti per il superamento di situazioni di criticità nella gestione dei rifiuti e di taluni fenomeni di inquinamento ambientale (A.C. 5714) (ore 11,53).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 5714: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2013, n. 1, recante disposizioni urgenti per il superamento di situazioni di criticità nella gestione dei rifiuti e di taluni fenomeni di inquinamento ambientale.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 5714)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che il presidente del gruppo parlamentare Italia dei Valori ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
Avverto, altresì, che la VIII Commissione (Ambiente) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Alessandri, ha facoltà di svolgere la relazione.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, abbiamo concluso stamattina l'esame in Commissione.
Il decreto-legge n. 1 del 2013, recante disposizioni urgenti per il superamento di situazioni di criticità nella gestione dei rifiuti e di taluni fenomeni di inquinamento ambientale, è stato modificato nel corso dell'esame in prima lettura al Senato.
Nella mia relazione ho dato conto sinteticamente delle disposizioni in esso contenute, in conseguenza delle modifiche apportate dall'altro ramo del Parlamento.
L'articolo 1, comma 1, proroga al 30 giugno 2013 la durata della fase transitoria prevista fino al 31 dicembre 2012 dall'articolo 11, comma 2-ter, del decreto-legge n. 195 del 2009, durante la quale le attività di raccolta, spazzamento, trasporto rifiuti, smaltimento e recupero inerenti alla raccolta differenziata continuano ad essere gestite secondo le attuali modalità e forme procedimentali dei comuni della regione Campania.
La norma prevede inoltre che, a partire dalla scadenza del termine del 30 giugno Pag. 62013, si applicheranno anche sul territorio della regione Campania le disposizioni di cui all'articolo 14, comma 27, lettera f), del decreto-legge n. 78 del 2010, che attribuisce ai comuni l'organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, biosmaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi.
La modifica approvata dal Senato è di carattere formale, in quanto il testo originario del decreto-legge fa riferimento all'articolo 19, comma 1, del decreto-legge n. 95 del 2012, che ha sostituito il citato articolo 14, comma 27, lettera f), del decreto-legge n. 78 del 2010.
L'articolo 1, comma 2, proroga di un ulteriore anno, cioè al 31 dicembre 2013, il termine, previsto dall'articolo 6, comma 1, lettera p), del decreto legislativo n. 36 del 2003, di entrata in vigore del divieto di smaltimento in discarica dei rifiuti urbani e speciali con potere calorifero inferiore (PCI) superiore a 13 mila.
L'articolo 1 comma 2-bis, introdotto durante l'esame al Senato, novella il comma 2 dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 151 del 2005, in materia di rifiuti e di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), rendendo a regime la previsione in base alla quale il produttore può indicare esplicitamente all'acquirente di nuovi prodotti i costi sostenuti per la raccolta, il trattamento, il recupero e lo smaltimento dei RAEE storici, cosiddetti ecocontributi RAEE (ECR). In tale caso, il distributore indica separatamente dall'acquirente finale il prezzo del prodotto e il costo, identico a quello individuato dal produttore, per la gestione dei rifiuti storici.
Segnalo che la norma è identica ad una disposizione contenuta in una proposta di legge di iniziativa parlamentare che reca importanti modifiche al decreto legislativo n. 152 del 2006 (codice ambientale), che è stata approvata dalla VIII Commissione e trasmessa al Senato il 21 dicembre 2012.
L'articolo 1, comma 3, reca la clausola di invarianza finanziaria, volta a specificare che dall'attuazione dell'articolo non derivano nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
L'articolo 1-bis, introdotto durante l'esame al Senato, posticipa, per il solo anno 2013, al mese di luglio il termine di versamento della prima rata del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, la TARES, precedentemente fissato al mese di aprile dalla legge di stabilità 2013, ferma restando la facoltà per il comune di posticipare ulteriormente tale termine.
L'articolo 2, comma 1, proroga al 31 dicembre 2013, in deroga al divieto di proroga o rinnovo delle gestioni commissariali previsto dal decreto-legge n. 59 del 2012, le gestioni commissariali riguardanti gli interventi urgenti di messa in sicurezza e bonifica delle aree di Giugliano e dei laghetti di Castel Volturno in Campania, la situazione di inquinamento determinatasi nello stabilimento Stoppani sito nel comune di Cogoleto in provincia di Genova, il naufragio della nave da crociera Costa Concordia nel comune dell'Isola del Giglio.
Nel corso dell'esame al Senato l'applicabilità della disposizione è stata estesa anche alla gestione commissariale relativa all'emergenza idrica nel territorio delle Isole Eolie. La norma dispone, inoltre, che, sino allo stesso termine, continuano a produrre effetti non solo le disposizioni citate nella norma, che fanno riferimento ad alcune ordinanze della Protezione civile che disciplinano le predette gestioni commissariali, ma anche i provvedimenti rispettivamente presupposti, conseguenti e connessi.
L'articolo 2, comma 2, precisa che alla copertura degli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 2 si provvede con le risorse già previste per la copertura finanziaria delle ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri richiamate nel comma 1 del medesimo articolo.
L'articolo 2-bis, introdotto nel corso dell'esame al Senato, novella l'articolo 3, comma 1, del decreto-legge 6 giugno 2012, n, 74, che disciplina, tra l'altro, la concessione dei contributi per la ricostruzione e riparazione delle abitazioni private e immobili ad uso non abitativo nei territori dei comuni della provincia di Bologna, Pag. 7Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo colpiti dagli eventi sismici del 20-29 maggio 2012.
In particolare, la norma prevede la possibilità di concessione dei contributi di cui all'articolo 3, comma 1, del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 74 anche in modo tale da coprire integralmente le spese correnti per la riparazione, il ripristino e la ricostruzione degli immobili, consentendo, pertanto, un incremento delle percentuali di sostegno rispetto al costo sostenuto, e conseguentemente un maggiore utilizzo dei predetti contributi, come è stato evidenziato nel corso del dibattito al Senato.
L'articolo 3, infine, prevede l'entrata in vigore del decreto-legge il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, abbiamo aperto questa legislatura discutendo di rifiuti riguardo alla triste emergenza campana e la chiudiamo, anche se a Camere sciolte, sempre con un provvedimento che tratta di situazioni emergenziali collegate al ciclo integrato dei rifiuti, a testimonianza, purtroppo, che in questi cinque anni, in questo settore, i problemi, più che essere risolti, sono di fatto aumentati.
La Campania non ha risolto questa annosa emergenza: la percentuale di raccolta differenziata aumenta di pochissimi punti, a fronte di un'esportazione di oltre 600 mila tonnellate all'anno di questi rifiuti fuori dalla regione. Relativamente al periodo 1o gennaio 2012-30 settembre 2012 - questi sono i dati ufficiali della regione Campania - sono stati smaltiti fuori dal territorio regionale 392 mila tonnellate di rifiuti circa; 340 mila tonnellate di questi rifiuti sono state smaltite in regioni italiane e solo 55 mila tonnellate sono state indirizzate verso l'Olanda (trattasi, in questo caso, della cosiddetta frazione secca tritovagliata). Questo testimonia che un semplice cambio di codice non è esaustivo per risolvere il problema. Si è trattato solo di spostare l'ammontare dei rifiuti da un comparto, quello dei rifiuti urbani, e quindi in privativa con l'obbligo di smaltimento nella regione, ad un altro comparto, che è quello del libero mercato, quello dei rifiuti speciali.
Nel Lazio la situazione sta precipitando a causa della chiusura della discarica di Malagrotta. Il rinvio continuo delle decisioni e la completa assenza di istituzioni quali regione e comune di Roma hanno portato a commissariare la stessa provincia di Roma, sperando, così, di imporre un percorso che portasse all'individuazione di una nuova discarica.
Dopo quasi due anni circa di commissariamento, non si riesce ad intravedere ancora la soluzione. In Calabria e in Sicilia permane uno stato di emergenza ormai continuo. Anche in Puglia abbiamo assistito ad episodi che hanno comportato l'accumulo di rifiuti in strada.
Diventa sempre più difficile in questo Paese la costruzione di impianti dedicati al ciclo integrato dei rifiuti, e non parlo, ovviamente, solo di inceneritori, ma di impianti di compostaggio, di impianti di selezione e di tutta quella vasta gamma impiantistica necessaria per un ciclo virtuoso dei rifiuti, mentre latitano ancora, purtroppo, politiche virtuose di riduzione dei rifiuti e di recupero della materia.
È pur vero - questo lo dobbiamo ammettere, ed è anche fonte di orgoglio per il nostro Paese - che in Italia si è sviluppato un settore del riciclo che, per alcuni materiali, costituisce un'eccellenza produttiva, ma è anche vero - lo voglio ricordare - che circa 3 miliardi di euro all'anno, sottratti dalle ecomafie sul ciclo dei rifiuti speciali, rappresentano una risorsa enorme che viene presa dal mercato legale. Pag. 8
Questa è stata la legislatura che, nonostante il quadro normativo europeo ci spingesse sempre di più verso la chiusura delle discariche, la riduzione dei rifiuti, il recupero della materia, ha visto aumentare le emergenze nel nostro Paese, il fallimento del sistema di tracciabilità dei rifiuti (Sistri) - ne abbiamo parlato tante volte in questo contesto - e lo stallo delle bonifiche. Abbiamo saputo recentemente che, con un decreto, l'attuale Ministro ha proposto di ridurre il numero dei siti di interesse nazionale da cinquantasette a circa ventisette, ventotto, il che non significa risolvere i problemi.
In questa legislatura vi è stato un utilizzo discutibile, come il gruppo del Partito Democratico ha sempre rilevato, della società in house Sogesi. Anche in questo caso, il Ministro Clini aveva promesso di procedere al suo scioglimento, ma, in realtà, essa continua ad operare attivamente.
È una legislatura che, comunque, ha dimostrato, credo definitivamente, come i regimi speciali, i commissariamenti, le procedure di emergenza, non abbiano risolto i problemi. Sono stati centri di spesa incontrollata di denaro pubblico e hanno spesso favorito infiltrazioni della malavita organizzata.
Veniamo ora al provvedimento in esame, che contiene una norma assolutamente indispensabile, altre importanti e alcune che riteniamo negative. Credo che lavoreremo e provvederemo a cambiarle, una volta che, speriamo, riusciremo ad essere al Governo.
È positiva la previsione della proroga di un ulteriore anno, sino al 31 dicembre 2013, del termine previsto dal decreto legislativo n. 36 del 13 gennaio 2003 per l'entrata in vigore del divieto di smaltimento in discarica dei rifiuti, urbani e speciali, con un potere calorifico inferiore (PCI) superiore a 13 mila chilojoule per chilogrammo. La restrizione in parola rischiava di impedire, di fatto, lo smaltimento in discarica di rilevanti flussi di rifiuti generati, per quanto concerne quelli provenienti da attività economiche, da diversi ed importanti settori industriali produttivi del nostro Paese quali, ad esempio, l'industria alimentare, la cartaria, i pulper, il tessile, nonché i flussi di rifiuti derivanti dal trattamento e recupero di altri rifiuti, in particolare dei veicoli a fine vita, per i quali, comunque, sino ad oggi, per effetto di ripetute proroghe dell'entrata in vigore di questa norma, la discarica ha rappresentato una situazione praticabile ed ambientalmente sicura.
A nostro avviso, questa, probabilmente sarebbe una norma da abrogare definitivamente - mi riferisco, appunto, all'articolo 6, comma 1, lettera p), del decreto legislativo n. 36 del 13 gennaio 2003 - perché non è prevista dalla direttiva 1999/31/CE, non deriva da questa direttiva, a differenza dell'obbligo di pretrattamento, sul mancato rispetto della quale la Commissione dell'Unione europea puntualmente attiva procedure di infrazione, quali quelle nei confronti di Roma per la discarica di Malagrotta. Si tratta di una norma che, nell'intenzione di chi l'ha introdotta, doveva servire a favorire il percorso dell'incenerimento con produzione energetica.
Comunque, in gran parte dell'Italia questa norma potrebbe essere rispettata solo in due modi, o fermando la raccolta dell'umido - il che andrebbe contro l'obiettivo del 65 per cento di raccolta differenziata e quello europeo del 50 per cento di recupero della materia - o fermando il pretrattamento nei territori dove gli impianti già vi sono. Per esempio i sopravagli degli impianti del trattamento meccanico-biologico hanno poteri calorifici ben superiori al limite citato in precedenza. Per questo motivo infatti negli ultimi giorni questi impianti avevano cessato la loro operatività, in attesa del provvedimento che stiamo esaminando.
Bene veniva anche ricordato dal relatore l'articolo 2-bis, che modifica il decreto-legge 6 giugno 2012, n. 74 che comporta la possibilità nelle aree terremotate di riconoscere l'opportunità di coprire integralmente con i contributi le spese occorrenti per la riparazione, il ripristino e la Pag. 9ricostruzione degli immobili. Crediamo che sia un provvedimento assolutamente giusto.
Molti dubbi, per non dire molte contrarietà, abbiamo riguardo all'articolo 1, comma 1, che contiene la proroga per la regione Campania, fino al giugno 2013, del regime sulla gestione dei rifiuti, che tarda, per così dire, ad assegnare ai comuni quelle che sono le funzioni proprie di questi enti, così come tra l'altro era stato previsto dal decreto-legge del 6 luglio 2012, n. 95.
Abbiamo sempre contestato la scelta di dare alle province funzioni che in Campania, in tema di gestione dei rifiuti, sono specifiche appunto per la Campania, ma non sono contemplate dalla normativa nazionale. Pur consapevoli che oggi la situazione è di una certa complessità - perché ci troviamo proprio in un momento in cui alcune province hanno già fatto delle scelte, che prevedono anche la gestione diretta di tutta una serie di servizi, e altre ancora no - riteniamo che si debba rientrare il prima possibile nell'ordinarietà. Avevamo presentato anche un disegno di legge a questo riguardo. Non si comprende, infatti, perché solo in Campania vi sia un regime speciale di competenza delle province.
Anche la proroga delle gestioni commissariali in materia ambientale non ci convincono, anzi non ci piacciono per niente. Mentre appare chiaro che è necessario prorogare una situazione di emergenza per quanto riguarda il naufragio della nave da crociera Costa Concordia nel comune dell'isola del Giglio, non altrettanto ad esempio vale per la proroga che riguarda la situazione delle isole Lipari, Eolie. Si tratta di una proroga, di cui non esiste nessuna necessità, del mandato di un commissario alquanto discusso e oggetto di indagini della magistratura. Addirittura su questo emendamento, che tra l'altro è stato proposto al Senato dal Popolo della Libertà, il Governo aveva dato (al Senato) un parere negativo. Di fatto nessuno lo vuole e non si capisce - bisognerebbe chiederlo a questi esponenti del Popolo della Libertà - perché abbiano introdotto al Senato questa proposta.
Voglio ricordare poi che con il decreto-legge n. 59 del 2012, si era approvato il divieto di concedere proroghe per le gestioni commissariali e, quindi, di deroga in deroga, si sta di fatto ripristinando una situazione su cui noi avevamo già dato dei pareri estremamente negativi.
Sbagliata riteniamo sia anche la proroga della prima rata della Tares, tributo che passa da aprile a luglio. Ricordo che, a legislazione vigente, la Tares è in vigore dal 1o gennaio 2013. Questo tributo non rappresenta, dal punto di vista ambientale, una soluzione virtuosa per incentivare la raccolta differenziata. Probabilmente risolve il pasticcio dell'applicazione dell'IVA, ma riteniamo che sia completamente da ripensare.
La dilazione del pagamento, poi, della prima rata da aprile a luglio - tutto in chiave, a nostro parere, demagogica e un po' elettoralistica - rischia di mandare in emergenza rifiuti gran parte dell'Italia. Infatti, se non cambiano le modalità di riscossione in termini reali, le aziende che eseguono il servizio di gestione integrata dei rifiuti non introiteranno proventi fino alla fine del 2013 con il rischio, nel frattempo, di fallire. Ciò non potrà capitare per le grandi multiutilities, perché svolgono altri servizi, ma per quelle aziende che gestiscono solo la gestione integrata dei rifiuti - e sono la stragrande maggioranza in Italia - questa potrebbe essere una situazione di crac definitivo con la conseguenza di avere i rifiuti in strada.
Abbiamo avuto però stamattina in Commissione - questo lo devo dire - rassicurazioni da parte del sottosegretario Fanelli, che il Governo ha intenzione al più presto di provvedere con un atto legislativo per trovare una soluzione a questo problema. Speriamo davvero che questo succeda.
Noi riteniamo, signor Presidente, che il problema della gestione integrata del ciclo dei rifiuti vada davvero risolto definitivamente. Occorre sicuramente: una semplificazione delle norme e delle procedure, Pag. 10ma anche un controllo più efficace; prevedere l'inserimento dei reati ambientali rilevanti nel codice ambientale; una riforma incisiva di settore che consenta di avere un'uniformità di costi dei servizi erogati e la necessaria dotazione impiantistica; poi, soprattutto, la fine dell'emergenza dei commissari.
Sono tutte cose che in questa legislatura non si sono attuate anzi, in un certo senso, purtroppo, alcune situazioni critiche si sono aggravate mentre - vogliamo ricordarlo qui - è fallito ancora una volta il tentativo di riformare i servizi pubblici locali. Ora, signor Presidente, e concludo, questo provvedimento non ha sicuramente l'ambizione di risolvere le questioni che da anni sono presenti nel Paese, ma certamente vede l'introduzione di alcune norme che noi da sempre abbiamo ritenuto non funzionali ad una realizzazione di un ciclo moderno di gestione integrata dei rifiuti e che spesso, come nel caso dei commissariamenti, costituiscono una modalità per aumentare lo sperpero di denaro pubblico, purtroppo senza risolvere alcuna situazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, questo decreto-legge legge si limita a differire alcune scadenze e perde anche la norma, inizialmente prevista, volta ad accelerare la raccolta differenziata a Roma; quindi riguarda essenzialmente la questione dei rifiuti in Campania, con una proroga del regime temporaneo che era stato introdotto, ed anche una proroga al 2013 della possibilità di smaltire in discarica rifiuti con potere calorico inferiore (PCI) al di sopra dei 13000 kJ/kg.
Viene poi spostato - lo ha già detto qualcuno - di tre mesi il versamento della prima rata della Tares, e sono prorogate per tutto il 2013 alcune delle gestioni commissariali in scadenza, e questo in palese deroga al divieto di proroga o rinnovo delle gestioni commissariali che è stato espressamente previsto dal decreto-legge 15 maggio 2012, n. 59, che riguarda e riordina la Protezione civile. Siamo di fronte ad una violazione di un provvedimento approvato nel 2012 da questo Parlamento, perché si proroga qualcosa per il quale è sancito, da un altro decreto-legge, il divieto di proroga o di rinnovo, ed anche questo lo mettiamo sul conto di ciò che ha fatto e di ciò che fa questo Governo.
Quello che risulta, come dire, se vogliamo, considerando anche che questa sarà probabilmente l'ultima seduta di quest'Aula, è che possiamo anche fare un bilancio di cosa ha fatto questo Governo per l'ambiente: deludente l'attenzione dedicata all'ambiente, deludenti le risorse che sono state destinate all'ambiente. Si sono perse le occasioni, ad esempio, per aggiornare la normativa contro gli inquinatori, si sono perse le occasioni per colpire davvero i danni ambientali. Per esempio non si è inserito il delitto ambientale nel codice penale; si sono facilitate le trivellazioni e perforazioni che in molti casi saranno inutili, se non dannose. Alla fine ciò che resta come atto finale è poi quella sanatoria di fatto concessa all'Ilva e sulla quale la Corte costituzionale credo che dirà parole importanti. Quindi in materia di consumo del suolo nulla è stato detto o fatto e per l'efficienza energetica siamo molto lontani dalla stabilizzazione degli incentivi.
Nella regione Campania c'era questo regime temporaneo. La legge prevedeva il passaggio delle competenze a quello ordinario a partire dal 1o gennaio e, due settimane dopo questa data, noi introduciamo una nuova norma transitoria che prolunga il tutto fino al 2013. Già nel 2010, inspiegabilmente, non si era voluta accogliere una proposta emendativa di Italia dei Valori, che era una proposta di buon senso, con la quale si chiedeva di non esautorare dai propri compiti e dalle proprie competenze i comuni campani che avevano rispettato, raggiunto e superato i livelli di raccolta differenziata e gli standard di gestione del servizio, quindi quei comuni che erano stati virtuosi da questo punto di vista. Qui si è fatta una norma per colpire tutti, parificando quelli virtuosi Pag. 11a quelli inadempienti. È una misura irragionevole, una misura contraddittoria rispetto proprio alla finalità del superamento dell'emergenza.
Addirittura c'è quella sullo smaltimento in discarica dei rifiuti con potere calorifico inferiore. Pensate che è una norma che doveva entrare in vigore nel 2003. Ma come è possibile? Dieci anni dopo andate a prorogare una norma che doveva entrare in vigore nel 2003? È scandaloso, perché se in dieci anni non siamo stati capaci di mettere in atto quello che era necessario riguardo ad un divieto stabilito - ripeto - dieci anni fa, vuol dire che siamo in presenza di soggetti tecnicamente incapaci, di un Ministero incapace di fare il suo lavoro. Questo è, e di questo ne porta le conseguenti responsabilità, certamente non solo il Governo Monti, ma anche il Governo Monti, che in questo anno, anche da questo punto di vista, non ha fatto nulla. Che dire di più? Non aggiungo altro se non evidentemente la conclusione che il giudizio di Italia dei Valori è un giudizio assolutamente negativo su questo decreto e che quindi il nostro voto non potrà che essere contrario.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, la ringrazio per la parola accordatami. Su questo decreto-legge sui rifiuti, per la verità, non saprei da dove iniziare, atteso che rispetto a come è stata mal gestita in Campania l'emergenza rifiuti da inizio legislatura appena insediato in questo Parlamento, cominciai a prendere le parti di quei napoletani e di quei campani che vivevano sulla loro pelle una emergenza rifiuti che era costruita volutamente da partiti e da politici, perché sui rifiuti in Campania c'è stato un grande magna magna. Insomma, nel piatto della spazzatura campana ci sono partiti e politici che hanno fatto affari, che hanno costruito carriere politiche, che hanno permesso naturalmente l'ingresso di un ospite quale la camorra (perché era un altro convitato al banchetto della spazzatura in Campania, la camorra). Tante volte noi vi abbiamo detto: basta con questa gestione scriteriata e criminale dei rifiuti in Campania; basta con le deroghe previste in passato per lo smaltimento in discarica dei rifiuti speciali, rifiuti tossici, nocivi, industriali, di cui veniva consentito lo smaltimento in discarica.
Ebbene, dopo ormai cinque anni, ancora nel provvedimento di oggi, che prevede interventi per risolvere le criticità dello smaltimento dei rifiuti, della gestione dei rifiuti in Campania, che cosa mi ritrovo? Mi ritrovo ancora una volta, all'articolo 1, comma 2, una proroga per consentire una deroga al divieto che è previsto per lo smaltimento in discarica di rifiuti speciali, rifiuti urbani, rifiuti che debordano il limite massimo dei 13 mila chilojoule per potere essere sversati in discarica, cioè la tolleranza calorifica minima. Insomma, ancora una volta si parla di deroghe, ancora una volta si scherza e si gioca con la pelle, con la vita, con la salute dei napoletani e dei campani. Ancora una volta c'è questa tendenza criminale a far pagare ai campani, a quei campani che hanno già pagato un prezzo troppo alto per l'emergenza rifiuti nella nostra regione.
Abbiamo visto negli anni passati quando i cumuli di immondizia arrivavano ai primi piani delle abitazioni, e poi abbiamo visto come in Campania c'è stato purtroppo il più alto tasso di mortalità per malattie tumorali, leucemiche: il 71,83 per cento delle morti in Campania dipendono da fattori tumorali, da malattie leucemiche.
Perché succede tutto questo? Perché c'è stato un avvelenamento continuo - complice la politica - dei territori campani: sversamenti di rifiuti speciali, di rifiuti industriali, di rifiuti nocivi e tossici. E oggi, ancora una volta, volete far pagare ai campani un prezzo che è stato già altissimo. Noi abbiamo territori dove c'è un preoccupante livello di mortalità per tumori: penso al triangolo della morte - Nola, Acerra, Marigliano -, dove c'è un'altissima percentuale di morti per tumori; penso alle discariche nelle quali ci sono Pag. 12state tali realtà, a differenza di quanto sostiene il Governo tecnico che, in Commissione, due ore fa, mi diceva che non c'è rischio per la salute.
Per noi campani una deroga allo smaltimento dei rifiuti è un atto criminale che non vogliamo più sentire: basta deroghe per lo smaltimento dei rifiuti. I campani hanno già pagato troppo, tanto, e non vogliono più sentir parlare di deroghe per consentire una proroga al 31 dicembre 2013 per lo smaltimento in discarica di rifiuti speciali debordanti le tolleranze massime consentite.
Per non parlare, poi, del fatto che, in questo provvedimento, all'articolo 2, vengono previste ancora proroghe per i commissariamenti, per i commissari nelle gestioni straordinarie. Noi, specialmente in Campania, abbiamo visto come hanno funzionato i commissari straordinari con riferimento alla questione dei rifiuti; abbiamo visto quanti danni hanno fatto in Campania, ma soprattutto, quanta attività illegale e criminale è stata portata sul settore dei rifiuti. Vi leggo un articolo: «Il ricordo di quella giornata campale è il ricordo di una resa. Fu in quei mesi del 2003 (...) che gli uomini dello Stato incontrarono la camorra. Una riunione ufficiale, con i dirigenti del commissariato di Governo, e i commissari di Governo erano Massimo Paolucci e Giulio Facchi, che scesero a patti con un gruppetto di imprenditori in odor di mafia che quei buchi avevano disponibili. (...) Le discariche (...) erano piuttosto illegali, e appartenevano a Cipriano Chianese, a Gaetano Vassallo, a Elio e Generoso Roma: nomi di uomini poi diventati assai noti alle cronache giudiziarie che trattavano di ecomafia».
Insomma, in quella giornata, fu definitivamente segnato il destino di quei territori: si parla di un accordo tra pezzi dello Stato e la camorra per la gestione dei rifiuti nel 2003. Questo articolo, invece, è del novembre 2011 scorso, e sapete da chi fu scritto? Da una giornalista de Il Mattino che si chiama Rosaria Capacchione, la quale, poiché denunciava questi intrecci tra la gestione dei rifiuti, la camorra, pezzi dello Stato, la politica e le istituzioni, naturalmente, ha avuto tutto l'apprezzamento. Infatti, mi compiaccio con il Partito Democratico che l'ha inserita come capolista in Campania, a guidare la lista del Senato. Però, guarda caso, le vicende che denunciava la dottoressa Capacchione su Il Mattino di Napoli erano riferite ad un tale Massimo Paolucci, che pure ho visto, scorrendo le liste del Partito Democratico, essere candidato in Campania. Cioè, si candida la camorra e l'anticamorra.
Dunque, quando Vendola, ieri, parla a proposito dei partiti, che naturalmente parlano di presenze di camorra all'interno, forse, voleva riferirsi a questi suoi alleati del Partito Democratico che tengono come candidati in lista persone che sono state da loro stessi dichiarate in contatto con la camorra per l'organizzazione dei rifiuti in Campania? E poi, adesso, sono tutti affettuosamente insieme, tutti candidati: tutti candidati quelli che hanno determinato la questione dei rifiuti.
Anzi, se è per questo, Vendola ne tiene proprio uno in casa sua, perché oltre a Paolucci, che era subcommissario di Bassolino, c'era anche il presidente della provincia dell'epoca, tale Di Palma, anche lui subcommissario dei rifiuti in Campania per il sottosuolo. E Di Palma mi sembra di averlo visto, pure lui, in posizione eleggibile proprio nelle liste di Vendola.
Insomma, questa è la «munnezza» che si vuole riportare in Parlamento. Insomma, questo è il cambiamento che il Partito Democratico e che Vendola vogliono portarci in Parlamento. Allora, a proposito di rifiuti, l'unica cosa che si è saputo fare è addirittura far pagare anche di più agli italiani.

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la invito a concludere.

FRANCESCO BARBATO. Mi avvio alle conclusioni. Infatti, io ho visto con la TARES quello che è successo: un ulteriore tentativo di mettere le mani nelle tasche degli italiani, aggravando la posizione degli italiani perché la TARES prevede - a differenza della TARSU che era solo per i Pag. 13rifiuti - di aggiungere anche i servizi indivisibili dei comuni. E addirittura c'è stata poi una «marchetta» fatta al Senato, che ha spostato il pagamento della prima rata da aprile a luglio, e che cosa succede? Mica gli italiani non pagheranno la prima rata che scade a luglio, ma ne pagheranno una a doppio, a luglio, quella del primo trimestre più il secondo trimestre, e chi campa con una pensione di 400 euro non so proprio come farà!

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, il collega Barbato ci ha abituato a tante cose. Io mi auguro che ci sarà la possibilità, per la persona a cui ha fatto riferimento quando testualmente ha detto che il Partito Democratico in Campania candida la camorra e l'anticamorra, riferito a un candidato nelle liste del Partito Democratico, di agire - come sicuramente spero e sono certo farà - sul piano della querela come è giusto che sia, e spero di poter votare a favore del non utilizzo dell'immunità parlamentare che certamente il collega Barbato non opporrà, visto che è così sicuro di quello che dice.

FRANCESCO BARBATO. Negli atti dei tribunali, nelle procure, vattele a trovare queste cose!

ROBERTO GIACHETTI. Sul piano politico, però, signor Presidente, noi ci troviamo in un'Aula parlamentare, nel corso di un dibattito politico, e credo che comunque vadano respinte al mittente delle accuse così risibili, così ingiustificate...

FRANCESCO BARBATO. Così evidenti e così palesi!

ROBERTO GIACHETTI. ...e, soprattutto, così improprie rispetto ad un'Aula parlamentare.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 5714)

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore, onorevole Alessandri, rinunzia alla replica.
Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, così come ho già fatto in Commissione, vorrei intanto preannunziare che il Governo, anche se ritiene che alcuni degli emendamenti introdotti al Senato, in particolare quello relativo alle isole Eolie, meriterebbero senz'altro una riflessione, in ogni caso la posizione del Governo è che valuterà negativamente e, quindi, esprimerà parere contrario su ogni emendamento, perché non ritiene opportuno correre il rischio che l'intero provvedimento possa non essere convertito in legge.
In particolare, sulla questione relativa alla TARES, mi trovo a rappresentare agli onorevoli deputati la volontà del Governo di intervenire per ridurre e possibilmente annullare gli effetti finanziari sui gestori del servizio rifiuti, che vedono dal provvedimento uscito dal Senato comunque allontanarsi la possibilità di avere ricavi dalla loro gestione.
Infine, vorrei precisare che il divieto di conferimento in discarica dei rifiuti con potere calorifico superiore ai 13 mila Kj/kg, la cui decorrenza viene prorogata di un anno da questo provvedimento, non attiene né alla pericolosità dei rifiuti, né di conseguenza alla salute.
Tale divieto, infatti, attiene solo l'inopportunità, valutata, appunto, nel 2003, di conferire in discarica questa tipologia di rifiuti per indirizzarli verso un'altra tecnologia di smaltimento ovvero i termovalorizzatori. Tutto ciò premesso, quindi, il parere del Governo sugli emendamenti Pag. 14sarà sempre negativo, ma esiste naturalmente la possibilità di valutazione positiva di ordini del giorno orientati secondo quanto ho appena detto.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato alla ripresa pomeridiana della seduta.

Organizzazione dei tempi di discussione dei disegni di legge di ratifica.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 5586 e 5585.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati all'esame dei disegni di legge di ratifica all'ordine del giorno è in distribuzione ed è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Discussione del disegno di legge: S. 3299 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica araba di Egitto sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Il Cairo il 15 febbraio 2001 (Approvato dal Senato) (A.C. 5586) (ore 12,35).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica araba di Egitto sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Il Cairo il 15 febbraio 2001.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 5586)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, presidente Stefani, ha facoltà di svolgere la relazione.

STEFANO STEFANI, Relatore. Signor Presidente, l'Accordo italo-egiziano sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Il Cairo il 15 febbraio 2001, è finalizzato allo sviluppo della cooperazione bilaterale per il trasferimento nello Stato di cittadinanza dei cittadini detenuti nel territorio dell'altro Stato contraente, in modo che tali soggetti possano scontare la pena comminata nel proprio Paese. L'esigenza di un accordo bilaterale nasce dall'assenza di strumenti internazionali al riguardo, atteso in particolare il fatto che la Repubblica egiziana non ha aderito alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate promossa dal Consiglio d'Europa e aperta alla sottoscrizione e all'adesione anche di Stati che non ne fanno parte, sottoscritta a Strasburgo il 21 marzo 1983 e ratificata invece dal nostro Paese nel 1988. L'Accordo mira al raggiungimento del sostanziale scopo della pena, ossia il reinserimento sociale della persona condannata. Il trasferimento dei detenuti potrà avvenire se la sentenza di condanna sia passata in giudicato, se la parte della condanna ancora da espiare sia pari, almeno, ad un anno, se il fatto che ha dato luogo alla condanna costituisca un reato anche per la legge dello Stato in cui il detenuto deve essere trasferito e se lo Stato di condanna e lo Stato di esecuzione siano d'accordo sul trasferimento. Secondo i dati forniti dal Governo, nel corso dell'esame in sede referente, nelle carceri italiane scontano oggi una pena oltre cinquecento cittadini egiziani mentre nessun cittadino italiano risulta recluso in Egitto. Più nel dettaglio, l'articolo 6 contempla i casi di rifiuto del trasferimento del condannato da parte di uno degli Stati contraenti che si verificano se la richiesta di trasferimento concerne una pena inflitta per fatti giudicati definitivamente nello Stato di esecuzione e per i quali la pena eventualmente inflitta è stata eseguita o prescritta, ovvero qualora la condanna sia stata pronunciata per un reato di carattere puramente militare. L'articolo 7 elenca le Pag. 15fattispecie facoltative del rifiuto di trasferimento del condannato da parte di uno dei due Stati contraenti.
Il disegno di legge in esame si compone di quattro articoli, i primi due recano rispettivamente l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione. In particolare, l'articolo 3, comma 1, quantifica gli oneri derivanti dall'applicazione dell'accordo, che sono valutati in 5.806 euro annui a decorrere dall'anno 2012.
In conclusione, nel raccomandare il più celere iter del provvedimento, già approvato dal Senato, colgo l'occasione per ribadire la necessità di seguire con attenzione l'evolversi della situazione politica in Egitto dopo l'esito referendario dello scorso dicembre che ha portato all'adozione della nuova Costituzione voluta dal Presidente Morsi.
Mi preme anche sottolineare quanto constatato nelle mie missioni all'estero che, al riguardo dello sconto della pena da parte di condannati in Italia nei Paesi di provenienza, che sono peraltro disponibilissimi ad accogliere questa gente, c'è una carenza enorme della parte burocratica di competenza delle nostre autorità giudiziarie.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

STAFFAN de MISTURA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, ringrazio il relatore e vorrei evidenziare un punto e fare due commenti.
Il punto è che sosteniamo la ratifica mentre dei due commenti, uno è già stato menzionato ma vorrei sottolinearlo ed è che tale trasferimento dei detenuti potrà avvenire solo con il consenso dello stesso, come ha detto giustamente il Presidente Stefani.
Il secondo commento, che è doveroso e opportuno specificare, lo cito: secondo i principi generali e le norme costituzionali l'adozione dei provvedimenti di grazia, amnistia e indulto rimane, nonostante l'omessa specifica indicazione nello strumento internazionale, comunque consentita nei confronti dei condannati trasferiti in esecuzione dell'accordo oggetto della ratifica. È molto specifico, come vedete, e ci è stato richiesto di menzionarlo da parte di un altro ministero.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Borghesi, iscritto a parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 5586)

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Il seguito del dibattito è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.

Discussione del disegno di legge: S. 3144 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli di studi universitari rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica di San Marino ai fini del proseguimento degli studi, con Allegati, fatto a San Marino il 24 agosto 2011 (Approvato dal Senato) (A.C. 5585) (ore 12,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli di studi universitari rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica di San Marino ai fini del proseguimento degli studi, con Allegati, fatto a San Marino il 24 agosto 2011.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 5585)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente. Pag. 16
Il Presidente della III Commissione (Affari esteri), onorevole Stefani, ha facoltà di svolgere la relazione in sostituzione del relatore.

STEFANO STEFANI, Presidente III Commissione. Signor Presidente, l'accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli di studio universitari rilasciati dal nostro Paese e dalla Repubblica di San Marino ai fini del proseguimento degli studi, stipulata a San Marino il 24 agosto 2011, è intesa a rafforzare le relazioni bilaterali tra le due parti e recepire i mutamenti dei rispettivi ordinamenti in materia di istruzione universitaria intervenuti dopo il precedente accordo del 1983.
L'accordo in esame consentirà agli studenti universitari iscritti negli atenei italiani e nelle università degli studi della repubblica di San Marino di trasferirsi dagli uni agli altri e viceversa per proseguire negli studi dopo il completamento del primo livello di studi nell'università del Paese d'origine.
Particolare rilievo assume l'articolo 3 che contiene una tabella in base alla quale viene stabilita la corrispondenza di livello dei titoli accademici rilasciati dalle università delle due parti; l'equipollenza dei titoli è però riconosciuta solo in assenza di differenze rilevanti nei percorsi formativi.
L'articolo 5 prevede l'equipollenza degli esami e l'equivalenza dei periodi di studio sulla base di una certificazione rilasciata dalle istituzioni di provenienza sulla quale l'istituzione di accoglienza esprime un giudizio.
L'articolo 6 assegna alle istituzioni di accoglienza la competenza a giudicare altresì sulla corrispondenza sostanziale dei titoli di studio universitari conseguiti nell'istituzione di origine richiesti per il proseguimento degli studi in quella di accoglienza.
L'uso del titolo accademico è regolato dall'articolo 7.
L'articolo 9 demanda ad esperti designati dalle parti la corretta interpretazione dell'attuazione dell'accordo.
Mi preme sottolineare che l'Accordo, al di là del suo specifico contenuto, testimonia del significativo cambiamento di clima tra l'Italia e San Marino, che sta contribuendo a creare un'aria di fiducia dopo talune tensioni e incomprensioni degli anni precedenti; un nuovo corso positivo e dinamico che anche l'iniziativa e l'attenzione della Commissione Affari esteri della Camera ha favorito attraverso il dialogo diretto con la rappresentanza parlamentare sammarinese. Mi rammarico, comunque, che a causa della fine anticipata della legislatura le Camere non abbiano potuto portare a compimento anche il percorso di ratifica dell'importante Accordo italo-sammarinese sulle doppie imposizioni fiscali, firmato nel giugno scorso ma presentato soltanto il 18 dicembre. Benché la Commissione Affari esteri ne abbia prontamente iniziato l'esame il 21 dicembre, non sussistono ad oggi i tempi per l'approvazione in entrambi i rami del Parlamento. Auspico, pertanto, che il nuovo Parlamento possa procedere ad una rapida ratifica di tale Accordo, che costituisce un passo fondamentale nel percorso intrapreso dalla Repubblica del Titano sul versante della trasparenza in materia finanziaria.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

STAFFAN de MISTURA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, ringrazio il relatore e ho soltanto un commento da fare: San Marino ha notificato nell'ottobre 2011 l'avvenuta ratifica. Il nostro Governo è in favore di tale ratifica, anche per i motivi bene spiegati dal presidente Stefani.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Borghesi, iscritto a parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali. Il seguito del dibattito è rinviato alla ripresa pomeridiana della seduta.

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Discussione della proposta di legge costituzionale: S. 3057 - D'iniziativa del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia: Modifica dell'articolo 13 dello Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato) (A.C. 5148-B) (ore 12,45).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge costituzionale, d'iniziativa del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato: Modifica dell'articolo 13 dello Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione sulle linee generali è in distribuzione e sarà pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 5148-B)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di svolgere la relazione, in sostituzione del relatore, l'onorevole Bruno, presidente della I Commissione (Affari costituzionali).

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, ricordo che l'Assemblea è chiamata oggi soltanto a perfezionare il lavoro già svolto nei mesi passati, completando, con la seconda deliberazione, il procedimento di formazione della legge costituzionale che modifica lo statuto speciale della regione Friuli Venezia Giulia in materia di numero dei consiglieri regionali. Il provvedimento, come tutti ricorderanno, è stato approvato dalla Camera in prima deliberazione il 3 ottobre 2012, data a partire dalla quale si calcolano i tre mesi di intervallo che ai sensi dell'articolo 138 della Costituzione devono intervenire perché si possa procedere alla seconda delle due deliberazioni sul testo identico richiesta per l'approvazione delle leggi costituzionali. Ricordo che il testo, che il Senato ha già approvato sia in prima che in seconda deliberazione, stabilisce che il numero dei consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia sia determinato in ragione di uno ogni 25 mila abitanti o frazioni superiori a diecimila abitanti in base ai dati dell'ultima rilevazione ufficiale annuale dell'ISTAT movimento e calcolo della popolazione residente antecedente il decreto di convocazione dei comizi elettorali.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

PIERO GNUDI, Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport. Signor Presidente, il Governo è favorevole al provvedimento in esame.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo anch'io brevemente per testimoniare in quest'Aula la volontà del gruppo dell'UdC - e, ovviamente, anche la mia, in quanto parlamentare eletto nella circoscrizione del Friuli Venezia Giulia - rispetto a questa quarta lettura della riforma costituzionale che riguarda la riduzione dei consiglieri regionali della nostra regione, cioè della regione Friuli Venezia Giulia.
Devo dire che questo momento ricopre un aspetto fondamentale e significativo, se non altro perché inserito in una situazione nazionale molto delicata, dove si parla sempre e sempre di più dei costi della politica, dove si parla di riduzione non solo dei consiglieri regionali ma dei parlamentari, dove si parla di abolizione delle Pag. 18province, dove si parla di aggregazioni di comuni, in altre parole, praticamente, dei costi degli apparati pubblici. Si tratta in sostanza di una rincorsa, da parte di tutti, a cercare di ridurre tutte le spese cosiddette superflue, o comunque eccessive, per quanto attiene alla politica.
Allora oggi il Parlamento, per la seconda volta per quanto riguarda la Camera, per la quarta volta tra Camera e Senato, ha la possibilità di dare un primo segnale concreto per quanto attiene alla riduzione dei consiglieri regionali e inizia proprio dal Friuli Venezia Giulia. Devo dire che il Parlamento non è artefice di questa soluzione da solo. Il Parlamento fa questa modifica di carattere costituzionale perché la stessa regione, come la regione Sicilia, che seguirà a questo punto all'ordine del giorno, e la regione Sardegna, guarda caso tutte e tre regioni a statuto speciale, hanno scelto, e deciso prima loro la riduzione, quindi l'autoriduzione, dei consiglieri regionali.
Per quanto riguarda la nostra regione, se questo dovesse passare, come mi auguro, se ci sarà la presenza necessaria, perché sappiamo che non basta la maggioranza semplice dei votanti ma ci vogliono i 316, non solo presenti, ma votanti a favore, se questo, come mi auguro, dovesse avvenire, sarà immediatamente percepibile, in quanto la regione Friuli Venezia Giulia, regione a statuto speciale, andrà al voto il 21 aprile. Non è andata al voto con l'election day assieme alle elezioni politiche perché, per fare quello, il presidente della giunta si sarebbe dovuto dimettere, in quanto la finestra che la legge regionale prevede non contemplava il 24 febbraio.
Però, comunque, al di là di questo, al di là dei tempi e dell'opportunità o meno di fare l'election day, sta di fatto che il 21 aprile si vota in Friuli Venezia Giulia e, se questa Camera approverà in quarta lettura la riduzione dei consiglieri regionali, avremo il primo segnale preciso di una volontà comune che parte dalla regione Friuli Venezia Giulia, e quindi di quasi tutto o, credo, tutto, meno uno, il consiglio regionale. Il Parlamento ha, secondo me, il dovere di recepire questo. Queste parole bastano, secondo me, per giustificare il punto all'ordine del giorno di oggi.
Per la verità non si dovrebbe nemmeno parlare, perché oggi essere responsabili, politicamente parlando, significa dare dei segnali precisi alla comunità, dare dei segnali precisi alla nostra popolazione, soprattutto a quella popolazione, che sono di fatto gli elettori, che in questo momento vede nella politica, non a torto, la grande causa di tutte le colpe che poi si ripercuotono nelle difficoltà del nostro Paese. Così non è - in parte è vero - ma così non è. Adesso la politica deve dare dei segnali, deve dare dei segnali precisi e questo è un primo segnale che può dare. Alcuni li ha dati anche qui, in Parlamento. Ricordo la riduzione dei costi della politica, la riduzione del finanziamento ai partiti. Tuttavia sono forse segnali che si sono già dimenticati e forse anche insufficienti, non lo so.
Certo è che abbiamo il dovere e la responsabilità, da adesso in avanti, di dare segnali precisi e forti. Questo è il primo che il Parlamento può dare. Questo è il primo e quello che andrebbe in vigore subito: nell'arco di un paio di mesi ci sarebbe già il primo risultato della riduzione dei costi della politica.
Per questo, personalmente, ma a nome ovviamente del gruppo dell'Unione di Centro, nel dichiararmi favorevole alla riduzione e, quindi, all'approvazione di questa riforma di rango costituzionale, mi auguro che nel pomeriggio alle 18 si approvi questo disegno di legge. Infatti, è stato così deciso dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, perché anche la scelta di votare alle ore 18, sospendendo eventualmente, se dovesse essere ancora in corso, il dibattito sugli altri punti all'ordine del giorno, è per mettere nella condizione tutti i parlamentari di dare un segnale forte al nostro Paese, ancorché minimo nella complessità, ma importantissimo per la sua valenza di responsabilità nei confronti dei cittadini.
Uno ogni 25 mila abitanti saranno, come diceva prima il presidente Bruno, i consiglieri eletti, quindi con una riduzione, secondo l'ISTAT, di circa 10 consiglieri regionali. Si tratta di un bel segnale di Pag. 19serietà, di responsabilità e di coerenza rispetto alle parole che vengono dalla bocca di tutti i politici e della riduzione dei costi. Mi auguro che l'Aula di Montecitorio e, quindi, i parlamentari attualmente ancora in carica siano presenti e abbiano la forza, il coraggio e la responsabilità di dare in quel senso un segnale per essere, come dicevo prima, in grado di rispondere seriamente e fattivamente al grido di cambiamento, di pulizia e di riduzione dei costi della politica che viene dal resto del Paese.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, aggiungo poche parole essendo questa la quarta lettura di questo provvedimento che è stato fortemente voluto nella sua calendarizzazione dal nostro gruppo, ma che ha trovato un accordo unanime da tutti i gruppi di questa Camera. È frutto di una scelta del consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia che noi abbiamo condiviso ed apprezzato nella necessità di dare segnali chiari e fare scelte coerenti rispetto alla necessità di una riduzione dei costi della politica, ma di conservare una rappresentanza dei territori.
Penso che oggi ci sarà un momento importante, quello di verifica se il percorso che abbiamo fin qui portato avanti arriverà a buon fine con la maggioranza assoluta degli aventi titolo a votare e, quindi, consentendo che la norma entri immediatamente in vigore e, quindi, fin dalle prossime elezioni regionali sia efficace. Mi auguro che tutti i gruppi sentano questa stessa responsabilità e facciano venire i loro colleghi parlamentari, sia pure in un momento in cui le Camere sono sciolte. Questo è il primo caso in cui a Camere sciolte si approva una legge di rango costituzionale. Mi auguro veramente che i numeri ci siano.
Credo che la riduzione dei consiglieri regionali, che rappresenta un momento importante nel cammino verso un riavvicinamento con i nostri concittadini che sentono ancora la politica lontana proprio per la ridondanza di certe istituzioni, si accompagni con un cammino che il prossimo Parlamento deve fare assolutamente, ovvero quello della riduzione del numero dei parlamentari, della fine del bicameralismo perfetto e di un Senato così come lo abbiamo conosciuto e, quindi, ci sia un ridisegno complessivo delle istituzioni parlamentari che consenta maggiore efficienza, ma che nello stesso tempo conservi quella rappresentanza e quella partecipazione che è indispensabile nel sistema parlamentare.
Chiudo con un'unica osservazione che riguarda la mia regione, che è caratterizzata ed è anche motivo per la sua specialità dalla presenza di minoranze linguistiche e culturali che vanno tutelate.
Noi abbiamo una legge che consente la tutela della minoranza slovena attraverso la legge elettorale regionale, ma abbiamo anche partiti come il nostro, che ha sempre fatto la scelta di rappresentare all'interno delle sue liste la minoranza slovena. Io credo che la riduzione dei consiglieri regionali richiamerà ancora di più la politica a tener conto di questa esigenza di rappresentanza delle minoranze all'interno delle liste affinché, attraverso un sistema di scelta politica molto chiara, il pluralismo anche linguistico e culturale possa essere garantito all'interno del consiglio regionale.
Concludo questo mio intervento veramente con l'auspicio che tutto il cammino fatto fin qui non si esaurisca di fronte all'assenza di qualche gruppo parlamentare che, magari distratto da altre cose, dimentichi i suoi obblighi istituzionali e quindi la sua presenza in aula. Attendiamo le ore 18 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, d'accordissimo con la riduzione dei costi della politica, come si fa anche ora con la modifica dello statuto della regione Friuli Venezia Giulia. Proprio lì, in Friuli Venezia Giulia, ho potuto Pag. 20seguire l'esempio di un consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia, Alessandro Corazza, che due mesi fa propose al consiglio regionale di non attribuire il vitalizio ai consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia medesimo. Purtroppo però fu l'unico a votare, insieme ad un altro consigliere regionale, la non attribuzione del vitalizio ai consiglieri regionali, mentre tutti gli altri gruppi regionali votarono per «incicciarsi» anche il vitalizio come consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia. Purtroppo la casta è dura a morire e siamo in pochi, come appunto il consigliere regionale Corazza, che si è battuto per ridurre i costi della casta anche in Friuli Venezia Giulia, dove purtroppo invece tutti gli altri gruppi consiliari regionali hanno votato per questo ennesimo privilegio a favore della casta.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente e colleghi, approvare in via definitiva questi tre provvedimenti, fra cui quello sul Friuli Venezia Giulia, che modifica lo statuto e riduce il numero dei consiglieri, andando in direzione della volontà di ridurre i costi della politica, nasce da un provvedimento regionale, nasce per iniziativa del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, quindi per iniziativa regionale, voluta espressamente dal presidente Tondo. Oggi ringrazio l'Ufficio di Presidenza, che all'unanimità ha accettato di calendarizzare questo provvedimento, fatto del tutto eccezionale, nonostante l'avvenuto scioglimento delle Camere: è un fatto di serietà dal punto di vista istituzionale e consente a questa legge - parlo per il Friuli Venezia Giulia, ma anche per la Sardegna, che voterà prossimamente - di produrre effetti immediati e quindi di avere anche, proprio sulla spending review del Paese e in particolare della nostra regione a statuto autonomo, un'efficacia immediata.
Questo provvedimento è nato per iniziativa regionale. Ascoltavo ora il collega Barbato e le cose sono esattamente all'opposto: il Friuli Venezia Giulia ha immediatamente, in forza del primo provvedimento del Governo Berlusconi, ottemperato alla trasformazione dei vitalizi, secondo disposto, con il sistema contributivo. La giunta regionale è stata ridotta autonomamente non dalla prossima legislatura come fanno tutti, ma il presidente ha ridotto il numero degli assessori, ha voluto la riduzione dei consiglieri, cosa che ha comportato un taglio del debito pubblico di 800 milioni in una legislatura e quindi lo ha letteralmente dimezzato, ben prima che le leggi imponessero la spending review e dimostrando la serietà storica di una regione a statuto autonomo e speciale, che ha sempre fatto della sua autonomia un segno di responsabilità e di virtuosità.
Non mi risulta che vi sia un consigliere regionale che lo abbia voluto; in particolare il consigliere regionale Corazza dell'Italia dei Valori è fra coloro che hanno votato contro la riduzione del numero dei consiglieri, sostenendo esattamente la tesi opposta, ovvero che si dovesse mantenere il numero dei consiglieri e ridurre gli stipendi. Quindi tutto è sostenibile, ognuno ha la sua volontà purché non si vogliano sostanzialmente personalizzare le questioni. È noto che il consigliere Corazza non era d'accordo sulla riduzione del numero dei consiglieri.
Detto questo, non è questo il punto, quello che ci sta a cuore è che questa volontà - nata spontaneamente e inizialmente dal presidente della giunta regionale, che avvertiva la necessità, fin dal suo insediamento nel 2008, di dare segnali forti di riduzione della spesa e che la politica per prima desse l'esempio - sia tradotta in questo provvedimento. L'auspicio è che oggi ci sia il numero sufficiente di parlamentari - la metà più uno - per votare a favore di questi provvedimenti e quindi consentire l'entrata in vigore, dopo il lavoro che è stato svolto, sempre con l'approvazione unanime da parte anche di questo ramo del Parlamento, oltre che del Senato.

Pag. 21

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 5148-B)

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore, onorevole Bruno, rinuncia alla replica.
Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

PIERO GNUDI, Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport. Signor Presidente, confermo quanto detto prima, ossia che siamo favorevoli all'approvazione di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato alla ripresa pomeridiana della seduta, a partire dalle ore 18.

Discussione della proposta di legge costituzionale: S. 3073 - D'iniziativa dell'Assemblea regionale siciliana: Modifiche all'articolo 3 dello Statuto della Regione siciliana, in materia di riduzione dei deputati dell'Assemblea regionale siciliana. Disposizioni transitorie (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato) (A.C. 5150-B) (ore 13,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge costituzionale d'iniziativa dell'Assemblea regionale siciliana, già approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato, n. 5150-B: Modifiche all'articolo 3 dello Statuto della Regione siciliana, in materia di riduzione dei deputati dell'Assemblea regionale siciliana. Disposizioni transitorie.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione sulle linee generali è in distribuzione e sarà pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 5150-B)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di svolgere la relazione, in sostituzione del relatore, l'onorevole Bruno, presidente della I Commissione (Affari costituzionali).

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, anche in questo caso l'Assemblea è chiamata oggi soltanto a perfezionare il lavoro già svolto nei mesi passati, completando con la seconda deliberazione, il procedimento di formazione della legge costituzionale che modifica lo Statuto speciale della regione siciliana in materia di numero dei consiglieri regionali.
Il provvedimento è stato anche in questo caso approvato dalla Camera, in prima deliberazione, il 3 ottobre 2012, data a partire dalla quale si calcolano i tre mesi di intervallo che, ai sensi dell'articolo 138 della Costituzione, devono intervenire perché si possa procedere alla seconda delle due deliberazioni sul testo identico, richieste per l'approvazione delle leggi costituzionali.
Ricordo che il testo, che il Senato ha già approvato sia in prima che in seconda deliberazione, è teso a ridurre a settanta il numero dei componenti dell'Assemblea regionale siciliana. Il testo reca inoltre alcune disposizioni transitorie da applicare nel caso in cui, in occasione del primo rinnovo dell'Assemblea regionale siciliana successivo alla modifica di cui si tratta oggi, non dovessero essere state ancora approvate le modificazioni alla legge elettorale regionale conseguenti alla modifica dello Statuto.

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PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Borghesi, iscritto a parlare. Si intende che vi abbia rinunziato.
Signor Ministro, intende intervenire?
Non ci sono iscritti a parlare quindi deve farlo ora.
Ne ha facoltà.

PIERO GNUDI, Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport. Signor Presidente, vorrei esprimere il parere favorevole del Governo che, notoriamente, è a favore di questa proposta di legge che va anche nel solco delle altre regioni in cui si sta cercando di ridurre il numero dei consiglieri regionali. Quindi, noi siamo assolutamente d'accordo e speriamo che oggi pomeriggio ci sia il numero legale per far sì che questa proposta di legge divenga legge dello Stato.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
Il seguito del dibattito è rinviato alla ripresa pomeridiana della seduta, a partire dalle ore 18.

Discussione della proposta di legge costituzionale: S. 2923-2991 - D'iniziativa dei senatori Sanna ed altri; d'iniziativa del Consiglio regionale della Sardegna: Modifica degli articoli 15 e 16 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia di composizione ed elezione del Consiglio regionale (Approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dal Senato, approvata, in prima deliberazione, dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato) (A.C. 5149-B) (ore 13,08).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge costituzionale d'iniziativa dei senatori Sanna ed altri; d'iniziativa del Consiglio regionale della Sardegna, già approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dal Senato, approvata, in prima deliberazione, dalla Camera e approvata, in seconda deliberazione, dal Senato, n. 5149-B: Modifica degli articoli 15 e 16 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia di composizione ed elezione del consiglio regionale.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione sulle linee generali è in distribuzione e sarà pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 5149-B)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di svolgere la relazione, in sostituzione del relatore, il presidente della I Commissione, onorevole Bruno.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, ricordo che anche in questo caso l'Assemblea è chiamata oggi soltanto a perfezionare il lavoro già svolto nei mesi passati, completandolo con la seconda deliberazione del procedimento di formazione della legge costituzionale che modifica lo Statuto speciale della regione Sardegna in materia di numero dei consiglieri regionali.
Il provvedimento - come tutti ricorderanno - è stato approvato dalla Camera in prima deliberazione il 3 ottobre 2012, data a partire dalla quale si calcolano i tre mesi di intervallo che, ai sensi dell'articolo 138 della Costituzione, devono intervenire perché si possa procedere alla seconda delle due deliberazioni su testo identico richieste per l'approvazione delle leggi costituzionali.
Ricordo che il testo che il Senato ha approvato, sia in prima sia in seconda deliberazione, riduce a sessanta il numero dei consiglieri regionali della Sardegna e Pag. 23prevede, inoltre, che la legge elettorale per l'elezione del Consiglio regionale possa disporre al fine di assicurare la rappresentanza di aree territoriali geograficamente continue e omogenee, interessate da fenomeni di rilevante riduzione della popolazione residente.
Infine, si prevede che al fine di conseguire l'equilibrio tra uomini e donne nella rappresentanza, la legge elettorale regionale promuova condizioni di parità nell'accesso alla carica di consigliere regionale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

PIERO GNUDI, Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport. Signor Presidente, ripeto quello che ho detto prima. Il Governo è favorevole all'approvazione di questo progetto di legge.

PRESIDENTE. L'unico iscritto a parlare è assente: s'intende che vi abbia rinunziato.
Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta, a partire dalle ore 18.

Discussione del disegno di legge: S. 3653 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (A.C. 5713) (ore 13,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 5713: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 5713)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che il presidente del gruppo parlamentare dell'Italia dei Valori ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
Avverto, altresì, che le Commissioni III (Affari esteri) e IV (Difesa) si intendono autorizzate a riferire oralmente.
Il relatore per la IV Commissione (Difesa), onorevole Garofani, ha facoltà di svolgere la relazione.

FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, Relatore per la IV Commissione. Signor Presidente, il provvedimento che abbiamo all'esame reca le misure di attuazione delle missioni internazionali e di finanziamento delle medesime.
A differenza di quanto avvenuto nel 2012 con il decreto-legge n. 201 del 2011, la proroga delle missioni e degli ulteriori interventi per il 2013 non ha carattere annuale, ma riguarda solo i primi nove mesi dell'anno, cioè fino al 30 settembre 2013. Hanno, invece, carattere solo semestrale le autorizzazioni di spesa per la partecipazione di personale del Corpo della guardia di finanza alla missione ISAF in Afghanistan e alle operazioni in Libia, quest'ultima finalizzata al ripristino dell'efficienza delle unità navali cedute dall'Italia al Governo libico in attuazione degli accordi di cooperazione per fronteggiare i fenomeni di immigrazione clandestina e tratta degli esseri umani.
Per i profili che riguardano in maniera specifica la competenza della Commissione difesa, richiamo le norme di proroga Pag. 24della partecipazione italiana alle missioni internazionali delle Forze armate e delle forze di polizia già previste nel precedente decreto-legge all'articolo 1.
Sono altresì finanziate due nuove missioni dell'Unione europea. La missione Eucap Nestor è finalizzata ad assistere lo sviluppo nel Corno d'Africa e negli Stati dell'Oceano Indiano occidentale di una capacità autosufficiente per il costante rafforzamento della sicurezza della governance marittima, compresa la lotta alla pirateria. Tale missione integra EUTM Somalia, già prevista dal precedente decreto-legge, che è volta a contribuire al rafforzamento del Governo federale di transizione in Somalia.
Al riguardo, la relazione tecnica specifica che il personale autorizzato per le due missioni sarà pari a 101 unità, a fronte di un impegno di 22 unità autorizzate dal precedente decreto-legge per la sola missione EUTM Somalia.
Vi è poi la missione Eucap Sahel Niger, che mira a supportare le autorità locali nel contrasto al terrorismo e alla criminalità organizzata. È previsto al riguardo l'invio di 9 unità di personale sulle 24 complessivamente autorizzate dal comma 17, la cui autorizzazione di spesa, per circa un milione e 900 mila euro, copre altresì la partecipazione di personale militare italiano all'iniziativa dell'Unione europea in Mali.
Se nelle intenzioni iniziali vi era l'idea di lanciare una nuova missione internazionale EUTM Mali, con l'obiettivo di contribuire alla stabilizzazione del Paese attraverso l'invio di addestratori delle forze di sicurezza locali, si può immaginare che su questo teatro, che è stato oggetto dell'informativa resa stamani dai Ministri Di Paola e Terzi, vi sarà un significativo mutamento del quadro di intervento internazionale per le note vicende che in questi giorni hanno aperto una crisi dai risvolti internazionali molto seri e drammatici, come testimonia anche la massiccia operazione militare condotta in primis dalla Francia.
Non è più prorogata rispetto allo scorso anno la missione EUPM in Bosnia Erzegovina, né la partecipazione della Guardia di finanza nell'unità di coordinamento interforze JMOUs, nonché l'autorizzazione di spesa per la presenza di personale del Ministero della giustizia nell'ambito delle missioni EULEX Kosovo ed EUPOL COPPS in Palestina.
In termini più generali, dobbiamo sottolineare che si assiste ad una riduzione della presenza di contingenti italiani, che si attesta intorno a 6.100 unità, mentre nel precedente anno erano state autorizzate 7.300 presenze.
Significativa, in tal senso, è la consistente riduzione del contingente italiano in Afghanistan, pari a 3.100 unità, mentre il precedente decreto-legge di proroga aveva previsto per le missioni ISAF e EUPOL l'impiego di 4.000 unità. Ciò comporta anche una corrispondente e significativa riduzione della relativa autorizzazione di spesa. D'altra parte, l'impegno della comunità internazionale in favore dell'Afghanistan sta vivendo forse la sua fase più importante, quella denominata di transizione, di progressivo rilascio delle responsabilità alle autorità afgane. In tale fase, si prevede un primo appuntamento a metà 2013, in cui le forze ISAF assumeranno solo compiti di supporto, mentre l'assunzione piena di responsabilità dell'apparato statale afgano avverrà solo a fine 2014, a conclusione della missione ISAF.
Non assistiamo invece ad alcuna modifica della consistenza del personale impiegato nella missione in Libano, pari a 1.100 unità, dunque identica al 2012. Le missioni nei Balcani sono invece ridimensionate, sia pure in misura non particolarmente significativa. Con riferimento al Kosovo, si passa dalle 848 unità previste per l'anno scorso, a 465 unità. Si deve ricordare tuttavia che, nel 2012, all'Italia era stato chiesto di dispiegare per sei mesi in tale contesto un contingente aggiuntivo di riserva.
Meritano una specifica menzione le diverse iniziative sul fronte del contrasto alla pirateria. In primo luogo, sono prorogate le diverse missioni antipirateria in atto: quella della NATO, denominata Active Endeavour, che opera nel Mediterraneo Pag. 25orientale, per la quale si dispone un incremento del personale da 287 unità a 347 unità; quella condotta dall'Unione europea, denominata Atalanta, che opera al largo della Somalia e nel Corno d'Africa, quella della NATO denominata Ocean Shield, che vede una riduzione del personale impegnato, che passa da 762 unità a 671 unità.
Si è già evidenziato come, con l'affiancamento della nuova missione EUCAP Nestor a quella EUTM Somalia, già prevista nel precedente decreto-legge, risulti significativamente implementata la partecipazione italiana a missioni dell'Unione europea volta al contrasto della pirateria internazionale.
Come di consueto, nel provvedimento che disciplina le missioni internazionali trovano ingresso anche norme che non prorogano missioni in atto, ma che si riconnettono all'impegno dei nostri contingenti all'estero.
In particolare, mi riferisco alla previsione di un finanziamento per il Corpo militare volontario della Croce rossa e al Corpo delle infermiere volontarie, finalizzato al loro impiego in Afghanistan e negli Emirati Arabi Uniti nel contesto delle missioni in corso. L'autorizzazione di spesa si riferisce a sette unità di personale.
Analogamente, le norme autorizzano il Governo italiano ad effettuare cessioni di materiale vario a titolo gratuito. In particolare, si autorizza, ai commi da 29 a 32, la cessione alle forze armate libiche di vestiario e materiali per l'igiene personale e la cessione a Gibuti di tre veicoli blindati leggeri e di dieci semoventi di artiglieria M109L, nonché di 5 mila uniformi e paia di stivaletti, nell'ambito dell'attività di cooperazione con la Repubblica di Gibuti nel settore della difesa, prevista con accordo bilaterale già ratificato dal nostro Parlamento.
Inoltre, è prevista la cessione al Pakistan di 500 veicoli M113 nell'ambito dell'attività di cooperazione tra l'Italia e il Pakistan nel settore della difesa (dalla relazione illustrativa emerge che si tratta di veicoli di trasporto truppe già dismessi dal Ministero della difesa, ceduti nello stato in cui si trovano e senza armamenti a bordo). Infine, vi è la cessione all'Eritrea di materiale ferroviario dichiarato fuori servizio (la relazione illustrativa specifica che sono sette locomotori diesel e quattro locotrattori diesel dell'Aeronautica militare).
Anche l'articolo 4, comma 2, interviene sulla disciplina della cessioni di beni mobili a titolo gratuito nell'ambito delle missioni internazionali, modificando l'articolo 312 del codice dell'ordinamento militare.
L'articolo 2 detta disposizioni in materia di personale impiegato nelle missioni internazionali, che sostanzialmente riproducono quelle attualmente vigenti, salvo qualche opportuna precisazione con riferimento al computo dell'indennità di missione basata sulla diaria prevista con riguardo ai teatri operativi.
Il medesimo articolo 2 interviene anche sul turnover della Polizia di Stato. La norma, in relazione alle esigenze organiche connesse alla partecipazione della Polizia di Stato alle missioni internazionali, utilizza le vacanze organiche nel ruolo dei sovrintendenti per l'assunzione dei volontari delle Forze armate vincitori del concorso per l'accesso al ruolo degli agenti e assistenti della Polizia di Stato.
Gli articoli 3 e 4 recano disposizioni in materia penale e contabile che rinviano integralmente alla disciplina già vigente riferita alle missioni internazionali.
Merita una segnalazione particolare la previsione che estende la possibilità di portare con sé il coniuge anche ai dipendenti pubblici inviati all'estero per prestare servizio di lunga durata presso rappresentanze diplomatiche e consolari, compreso, quindi, il personale delle Forze armate (articolo 7).
Infine, l'articolo 8 reca le disposizioni relative alla copertura finanziaria.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia relazione.

PRESIDENTE. Onorevole Garofani, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Pag. 26
Il relatore per la III Commissione, onorevole Boniver, ha facoltà di svolgere la relazione.

MARGHERITA BONIVER, Relatore per la III Commissione. Signor Presidente, preannunzio la mia intenzione di consegnare il testo integrale della mia relazione. Questa mattina vi è stato un dibattito dopo che abbiamo avuto occasione di sentire, per la seconda volta nel giro di pochi giorni, un'informativa molto approfondita, aggiornata e doverosa da parte dei Ministri della difesa e degli affari esteri, non tanto sul complesso di questo decreto-legge di proroga delle missioni, che è, in qualche modo, un atto dovuto, anche se molti di noi hanno criticato il fatto che vi sia una proroga soltanto per nove mesi, invece che per dodici, ma, ovviamente, per riferire sulla situazione nel Mali, che è precipitata negli ultimi giorni e che ha visto dapprima l'intervento delle forze francesi, e poi, a seguire, un po' a cascata, un po' in confusione, l'appoggio di molti altri attori in Europa, ma, ovviamente, anche delle forze armate africane, che poi saranno quelle che decideranno la svolta sul campo.
Vorrei semplicemente sottolineare che, dal punto di vista formale e giuridico, la copertura di questo nostro impegno logistico, per il momento, in Mali è totale, perché vi è la risoluzione n. 2085 dell'ONU, vi è una decisione presa il 20 dicembre in ambito europeo e fatta oggetto di discussione qualche giorno fa nell'ambito del Consiglio dei Ministri degli esteri in Europa. L'appoggio logistico, fino ad ora, ha significato l'invio di circa 24 unità di personale militare per coordinare ed istruire le forze armate maliane, che sono, ovviamente, collassate.
A questo intervento si aggiungerà, come ci ha informato il Ministro della difesa, anche un supporto logistico dal punto di vista aereo. Quindi, questo comunque, molto probabilmente, sarà l'oggetto di un ordine del giorno che discuteremo in modo più approfondito nella seduta pomeridiana.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia relazione.

PRESIDENTE. Onorevole Boniver, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo della seduta.
È iscritto a parlare l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor deputato Presidente, la ringrazio per la parola accordatami. Sul provvedimento in oggetto, che riguarda le missioni internazionali, per la verità già la scorsa settimana, il 16 gennaio, al Senato - dove le Commissioni III (Affari esteri) e IV (Difesa) già erano riunite in seduta congiunta - sollevai al Ministro degli affari esteri dubbi circa l'opportunità di portare avanti queste missioni internazionali, soprattutto per una ragione.
In linea di principio siamo d'accordo sul fare missioni internazionali di pace, per motivi umanitari. Per l'amor di Dio, nessuna contrarietà, in linea di principio, ad una missione internazionale di pace, umanitaria o di ricostruzione e di sviluppo, però chiesi al Ministro degli affari esteri se - per l'attuale situazione del nostro Paese, cioè per la grande crisi nella quale ci troviamo, di dimensioni inenarrabili, drammatica, che gli italiani stanno vivendo sulla loro pelle, in un momento come questo - è più opportuno che un padre di famiglia provveda a procurarsi da mangiare per portarlo ai propri figli, per dare da mangiare e far vivere la propria moglie, la propria famiglia, o vada a comprare - come affermai testualmente - dei biglietti per il teatro?
Diciamoci la verità, si tratta di una questione di priorità. Una cosa del genere significa voler fare una spesa che, in questo momento, l'Italia non può permettersi. In questo momento l'Italia ha delle difficoltà, in seguito a provvedimenti anche violenti che sono stati presi sulla pelle degli italiani - come, non a caso, l'ormai famigerata spending review - che hanno Pag. 27visto, ad esempio, dei giovani partecipanti ad un concorso bandito per 1.886 carabinieri, alla stragrande maggioranza dei quali - che venivano da tutta Italia, dalla Sicilia, dalla Sardegna, dalla Campania, dal Nord Italia, che hanno sostenuto delle spese, che hanno investito, che si sono recati a fare il concorso, che, insomma, hanno fatto sacrifici, hanno studiato e hanno vinto il concorso -, a concorso terminato, a graduatoria esposta, con i nominativi dei 1.886 giovani che dovevano diventare carabinieri, che volevano servire lo Stato e garantire la sicurezza degli italiani, è stato detto: «abbiamo scherzato, non ci sono soldi, non potete essere assunti. Questo concorso che è stato fatto è stato uno scherzo». Questo non è serio, non è credibile per uno Stato con la schiena dritta, con la «S» maiuscola. Come dicevo questa mattina nuovamente al Ministro della difesa, in questi giorni andrò da lui per chiedergli chiarimenti.
La stessa cosa nella Marina militare: bandiscono un concorso per 157 posti, 80 ne assumono e ad altri 77, vincitori di concorso, dicono che non se ne può fare nulla, perché c'è la spending review; e poi mi dicono che l'8 dicembre scorso è stato bandito un nuovo concorso, sempre per assunzioni alla Marina militare. Ma a che gioco stiamo giocando? Ma siamo al gioco delle tre carte? Ma si può mai scherzare così sui giovani? Si può mai continuare a prendere in giro i giovani? Dite perché non ci stanno soldi e poi, invece, il Ministro per gli affari esteri mi risponde e mi dice che con le missioni all'estero l'Italia conquista credibilità internazionale e in modo tronfio mi dice che bisogna mettere enfasi - ripete sempre la parola «enfasi» - sulla componente civile, perché è la componente civile che ha una prevalenza in queste missioni.
Allora vorrei fare una domanda al signor Ministro per gli affari esteri ed al Governo, poiché vedo proprio il testo della norma che abbiamo oggi in esame e che dice testualmente: «sostegno ai processi di ricostruzione»; sostegno per i processi di ricostruzione negli altri Paesi, nei Paesi dove andiamo a fare le missioni. Ma, scusate, se ne è accorto questo Governo che in Italia necessitano dei processi di ricostruzione, ad esempio a L'Aquila, che ancora è stesa al solo per il terremoto che abbiamo avuto in Abruzzo? Ma se ne è accorto questo Governo che occorre la ricostruzione in Emilia-Romagna, dove l'anno scorso abbiamo avuto un altro terremoto che ha flagellato quelle popolazioni? Addirittura, nell'altro provvedimento, che pure è oggi all'ordine del giorno, il cosiddetto decreto rifiuti, l'ultima parte riguarda proprio gli interventi che i governatori possono fare per la zona terremotata dell'Emilia-Romagna.
Allora, scusatemi, a proposito di priorità, se non ci sono i soldi per fare rialzare L'Aquila e per far rivivere le nostre città flagellate dal terremoto, come L'Aquila in Abruzzo, o come in Emilia-Romagna, come facciamo a preoccuparci dei processi di ricostruzione negli altri Paesi? Insomma, si vuole governare gli italiani, ovvero questo Paese, o ci si vuole «distrarre»? Infatti così devo esprimermi rispetto ad operazioni all'estero. Non possiamo permettercelo! Lo volete chiamare sano egoismo? Sì, va bene: io amo gli italiani e voglio battermi oggi per difendere gli italiani, per questa ragione sono in Parlamento e sto cercando di portarvi sulla strada giusta. Infatti dissi al Ministro per gli affari esteri: non può permetterselo oggi l'Italia di fare delle missioni internazionali, non può permettersi di spendere come l'anno scorso un miliardo 280 milioni 477 mila euro per le missioni. Quest'anno, nel nostro testo, si dice che la spesa sarà pari a complessivi 935 milioni 471 mila 703 euro, fino a settembre 2013. Ciò significa che, per arrivare poi a fine anno, debordiamo anche in questo caso il miliardo di euro.
Allora mi chiedo: ma non è più importante mantenere noi credibilità nel nostro Paese? Ma se ne è accorto questo Governo che la guerra voi l'avete fatta scatenare nelle case degli italiani? Quando voi avete portato l'IMU, quando avete assediato e bombardato gli italiani con l'IMU, voi avete portato la guerra nelle case degli italiani! Allora oggi io penso Pag. 28che, piuttosto che una missione di pace all'estero, occorra fare una missione di pace nelle case degli italiani, una missione di pace nelle case degli italiani che non ne possono più.
Tra l'altro abbiamo visto che cosa succederà con l'IMU e con le nuove tasse - abbiamo visto proprio oggi la Tares - che addirittura si accavalleranno a luglio insieme ad Irpef, Irap e a tutto il resto. Ed allora è più giusto, signori del Governo, finanziare le missioni all'estero?
Il Ministro degli esteri in modo tronfio si vantava di mandare 250 formatori per addestrare gli eserciti stranieri. Allora vorrei chiedere a questo Governo, ma soprattutto a quella maggioranza «ABC» che lo sostiene e che lo ha sostenuto e che ha approvato tutti questi provvedimenti, compreso l'ultimo relativo alle missioni estere: piuttosto che mandare i formatori all'estero non è meglio formare i lavoratori della Irisbus di Avellino, l'unica industria in Italia che costruiva gli autobus, perché ora gli autobus la FIAT li va a realizzare a Lione in Francia e nella Repubblica Ceca? Allora bisognava formare i lavoratori dell'Irisbus di Avellino e riaprire i cancelli di quella fabbrica che da un anno, cioè dal gennaio 2012, sono stati licenziati e cacciati via e non hanno più un futuro, non hanno più lavoro, mentre l'Italia non ha un'industria per la produzione degli autobus e li andiamo a comprare all'estero. Non era più opportuno formare, piuttosto che gli eserciti stranieri, i lavoratori della Vinyls, l'unica industria chimica italiana? Noi oggi andiamo ancora a comprare il PVC che serve per fabbricare le scarpette da ginnastica dalla Germania, mentre a Porto Torres, a Porto Marghera e a Ravenna non formiamo, i nostri stabilimenti sono chiusi e la nostra industria chimica è chiusa da quattro anni. Non era più importante formare i lavoratori dell'Alcoa, insomma di tutti quei centri che stanno soffrendo, di tutte quelle fabbriche che stanno chiudendo e che erano poi il nerbo forte dell'industria italiana, perché noi funzioniamo sull'industria manifatturiera? Ebbene, si preferisce andare a portare i soldi, spendere un miliardo e 200 milioni di euro per andare all'estero ed invece non riusciamo a fare il minimo essenziale qui in Italia. I soffitti delle scuole in Campania sono crollati con i ragazzi sotto perché non ci sono neanche i soldi per fare l'ordinaria manutenzione per le scuole.
Nella ricerca l'Italia è il Paese fanalino di coda in Europa. Siamo all'1,26 per cento di investimenti per la ricerca sul prodotto interno lordo. Gli Stati Uniti d'America spendono esattamente il doppio e la Germania con la Merkel ha messo, per i prossimi tre anni, dieci miliardi di euro in più per la ricerca. Insomma, così si fa crescere un Paese se le risorse non ci sono: bisogna dare priorità assoluta alle esigenze degli italiani. Stiamo parlando delle esigenze minimali, penso ad esempio alla cassa integrazione: quando ad aprile non ci sarà più un euro, che farete? Una nuova manovra? Nuove tasse per gli italiani? Allora bisogna raddrizzare il tiro. Questo è il lavoro che io da quattro anni e otto mesi sto facendo in Parlamento, perché non solo vi dico che cosa non bisogna fare perché è sbagliato, ma soprattutto come modificare i vostri percorsi sbagliati che stanno affondando un Paese. E non a caso anche sul provvedimento oggi in esame ho formulato due proposte emendative soppressive, l'una degli articoli 1, 2, 3 e 4 per la parte che riguarda le missioni e il sovvenzionamento delle Forze armate, e l'altra degli articoli 5, 6, 7 e 8, per quanto riguarda la cooperazione e la ricostruzione dei Paesi.
Vedo che in questi giorni è partita la campagna elettorale in cui si promettono favole e si dicono solo sciocchezze. Questa casta, che è qui dentro, sa solo continuare a dire sciocchezze. Parla dell'IMU che adesso vuole togliere. Tutti vogliono togliere ora l'IMU dopo che l'hanno appena messa, proprio questo Governo; Monti mette l'IMU e lui per primo dice che bisogna rivederla. Volete fare le cose serie? Volete davvero dare delle risposte concrete?
Possiamo farlo già oggi, perché con i due emendamenti che ho presentato si dà la possibilità di prendere queste risorse Pag. 29per andare a finanziare il fondo che abbiamo costituito, che può eliminare l'IMU almeno per la prima casa, e per i meno abbienti, per le fasce sociali più deboli, e può andare ad incidere per ridurre la tassazione delle imprese, delle piccole e medie imprese. Sabato scorso ero a Napoli con i commercianti, con le PMI, che protestavano che non ce la fanno più a sostenere questa pressione fiscale debordante (il 54 per cento). Per quanto riguarda questo incontro con i commercianti di Napoli di sabato scorso, vi metto sull'avviso, signori del Governo, signori dell'«ABC», signori della maggioranza che ha sostenuto questo Governo e queste scelte demenziali che stanno affondando il nostro Paese (mi riferisco a tutti i partiti, PD, PdL, UdC, FLI, quanti ce ne state). Questi commercianti, le piccole e medie imprese a Napoli, mi hanno detto che pure loro vogliono fare le primarie. Mi hanno detto sabato scorso a Napoli: perché non iniziamo le primarie? Ho detto: ma quali primarie? Si, le primarie del non voto.
Questa casta si riproduce tutta interamente con questa schifosissima legge elettorale con cui non si dà la facoltà ai cittadini di poter scegliere chi mandare in Parlamento, e allora ritornerà tutta così com'è integralmente. Tutte queste mummie che stanno da vent'anni, da trent'anni in Parlamento...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, o ritorna nell'ambito dell'argomento, o altrimenti le tolgo la parola.

FRANCESCO BARBATO. Certo, e mi hanno chiesto: ma noi a tavola che cosa mettiamo? Un negozio al giorno chiude a Napoli. Tra l'altro dissi loro che ho scoperto anche un'altra cosa, che qui a proposito di spese militari (oltre ai famigerati F-35, che sono una spesa incredibile, perché questo Paese si deve attrezzare dell'arma aerea più micidiale e potente, che sono gli F-35) c'è addirittura un'altra roba, signor deputato Presidente: due sommergibili. È mai possibile che questo Governo e questa maggioranza finanzi due sommergibili da acquistare dalla Germania? Dobbiamo pagare pegno alla Germania ed acquistare due sommergibili. A tal proposito il Ministro della difesa nella scorsa audizione al Senato, alla mia domanda se fosse vero che vi erano questi due sommergibili, ha risposto che è vero e che servono per l'alimentazione di un programma con il quale ci prepariamo un futuro. Il programma serve perché con questi due sommergibili si può avviare un lavoro di raccolta occulta di informazioni, per avvicinarsi ed ascoltare e raccogliere informazioni in molto non visibile (servono mezzi del genere). Allora chiedo agli italiani: vi servono mezzi del genere, cioè sommergibili che devono raccogliere informazioni in modo occulto? Vi serve ancora la spesa militare? Servono ancora gli F-35? Servono ancora agli italiani i sommergibili? Ho visto che c'è un programma di spesa di 915 milioni di euro, quasi un miliardo di euro. E i commercianti di Napoli mi dissero: ma sulle nostre tavole, alle nostre famiglie, che cosa portiamo? I pezzettini di sommergibile, li tagliamo e li distribuiamo sulla tavola? Mangiamo sommergibili a tavola? Di fronte a scelte così violente e dannose per il Paese ancora una volta vi chiedo davvero di cambiare direzione. Si è in tempo, non facciamo come questa mattina nelle Commissioni (Ambiente, Finanze, Difesa ed Esteri) dove si dice: «no, ma i provvedimenti poi dovrebbero ritornare al Senato per essere riapprovati, dovrebbe esserci addirittura una quarta lettura».
Scusatemi, sia noi che gli onorevoli senatori (anzi in questo mese abbiamo già avuto un acconto della paghetta il 20 di gennaio) il 28 gennaio percepiremo il resto della nostra paghetta che è già abbastanza importante. Si può lavorare un poco in più per fare delle leggi che servono agli italiani, ma non delle leggi che li affossano ancora di più.
Allora, con questa posizione chiara, che voglio portare avanti per i cittadini, per continuare ad essere deputato dei cittadini, vi invito a cambiare strada e a non danneggiare gli italiani e i cittadini italiani.

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PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Mogherini Rebesani. Ne ha facoltà.

FEDERICA MOGHERINI REBESANI. Signor Presidente, questo decreto-legge conferma il nostro impegno, nel quadro multilaterale, di sostegno alle organizzazioni internazionali per la promozione della pace e della stabilità in aree di crisi che, purtroppo, il mondo conosce in modo sempre più diffuso. In questo decreto-legge, vi sono alcune novità rispetto agli anni scorsi e ai passaggi precedenti: alcune positive, altre, forse, un po' più critiche.
Quello che vedo con maggiore criticità, che però, forse, può anche costituire un'opportunità - ci tornerò alla fine -, è un aspetto che è stato sottolineato anche dai relatori: mi riferisco al fatto che la copertura finanziaria per questo decreto-legge torna ad essere di 9 mesi e non più di un anno. Può sembrare un dettaglio, un tecnicismo: in realtà, noi del Partito Democratico abbiamo sempre contestato le scelte, che spesso il Governo Berlusconi aveva fatto negli anni passati, di frammentare il finanziamento delle missioni internazionali, a volte addirittura arrivando ad una sorta di precarizzazione dei nostri militari e civili impegnati nelle missioni internazionali, arrivando a finanziarle addirittura per tre mesi, in un caso. Io capisco che vi siano necessità di bilancio complicate anche quest'anno, ma avevo apprezzato il fatto che, l'anno scorso, il Governo avesse scelto di finanziare le missioni internazionali per tutto un anno, e penso sia un passo indietro, invece, quest'anno regredire ai soli nove mesi.
Ci sono poi alcuni aspetti positivi: sembrano piccole cose, ma non sono piccole per le persone che ci lavorano. Le cito perché mi fanno particolarmente piacere: vi è il rifinanziamento del fondo per lo sminamento ed un finanziamento per lo Staff College dell'ONU che ospitiamo a Torino, che credo sia un investimento importante che l'Italia fa, ospitando un'istituzione importante, e che va esattamente nella direzione giusta, cioè quella di investire - come il sottosegretario De Mistura ci ha ricordato questa mattina in Commissione - nelle risorse umane che possono prevenire lo scoppiare delle crisi internazionali.
Vi è un piccolo dettaglio - si tratta di pochissime risorse -, che però mi sembra stonare rispetto al quadro del decreto-legge: è un piccolo finanziamento all'istituto Villa Vigoni, un istituto culturale per le relazioni bilaterali tra Italia e Germania, che sinceramente non vedo cosa c'entri con il provvedimento sulle missioni internazionali. Penso che, pur essendo un piccolo finanziamento, sia in controtendenza rispetto al fatto che, purtroppo, si sono ampiamente tagliati i fondi per gli istituti di cultura italiani in questo periodo. Quindi, penso sia un segnale non propriamente positivo.
Vengo adesso alle cose positive. Prima di tutto l'Afghanistan. C'è una diminuzione - non c'è alcuna novità, in realtà, in questo -, in linea con ciò che è stato deciso al vertice di Chicago del maggio scorso della NATO, ma, adesso, iniziamo a vedere la concretizzazione di queste scelte internazionali: vi è una riduzione di 900 uomini e donne del nostro contingente in Afghanistan, il che significa che c'è una realizzazione concreta del passaggio di poteri e, quindi, di controllo del territorio, pieno alle autorità e alle forze di sicurezza afgane. Penso che nei prossimi mesi dovremo continuare a lavorare in modo molto serio e molto attento all'accelerazione di questo percorso di fine della missione ISAF, concordata con i nostri partner e i nostri alleati internazionali, chiaramente tenendo presente il fatto che il redeployment a volte è molto più complicato in termini di sicurezza del deployment; quindi, sappiamo che ci sono anche problemi tecnici da affrontare nel momento in cui si torna a casa.
Sull'Afghanistan c'è un sostanziale mantenimento degli investimenti per la cooperazione, una leggera flessione, che però mi sembra sia positivamente bilanciato da un finanziamento della legge n. 49 del 1987, che era stato fatto già con un provvedimento precedente, e che mi fa sperare - chiederei, anzi, su questo una Pag. 31conferma da parte del Governo - che gli ottimi progetti della cooperazione italiana, che sono stati fatti a Kabul e in tutto il resto dell'Afghanistan, possano essere continuati nei prossimi mesi con un impegno almeno equivalente a quello del passato, se non addirittura maggiore. Penso, in particolare, alla realizzazione della casa della società civile realizzata dalla rete afgana, ma anche ad altri progetti realizzati in modo egregio dalla nostra cooperazione, dalle nostre ONG in un teatro così difficile come quello dell'Afghanistan.
E poi c'è tutta la partita - ma non riguarda il decreto missioni, riguarderà piuttosto i lavori del prossimo Parlamento - sul post 2014: vi sarà la necessità di maggiore impegno politico e diplomatico per stabilizzare la regione, nonché di continuare ad investire nella società civile afgana, soprattutto rispetto all'impegno delle donne e degli attivisti dei diritti umani che, altrimenti, rischiano, dopo il 2014, di restare vittime di un ritorno al passato.
Vorrei dire un'ultima parola sul Mediterraneo, nei confronti del quale credo sia molto positiva la conferma della nostra presenza, sia nel teatro dei Balcani, sia nel teatro libanese, nonché, connesso con questo, sulla vicenda del Mali. In realtà, il decreto contiene soltanto una minima parte del nostro impegno e di quello che forse sarà il nostro impegno in Mali. Vi è, cioè, soltanto l'intervento di 15-20 addestratori, da un minimo di 150 ad un massimo di 400, a quello che ho capito, addestratori della missione dell'Unione europea di addestramento.

PRESIDENTE. Onorevole Mogherini Rebesani, la invito a concludere.

FEDERICA MOGHERINI REBESANI. Concludo, signor Presidente. Si tratta di una presenza che risponde ad un quadro internazionale che, più indiscutibile di questo, penso che non si possa determinare: Nazioni Unite, Unione europea, Paesi africani, lo stesso Mali, Russia e Cina. Non credo vi siano dubbi rispetto al contesto di legittimità internazionale e di opportunità internazionale. Credo che sarà utile valutare nei prossimi mesi e nelle prossime settimane un ulteriore supporto puramente ed esclusivamente logistico del nostro Paese alla missione francese.
Voglio, però, rapidissimamente citare tre punti sui quali penso che l'Italia possa fare di più in futuro: in primo luogo, l'aiuto umanitario; in secondo luogo, l'accelerazione su una dimensione più integrata di politica estera e di difesa europea: vediamo in questo frangente quanto ci sia bisogno di arrivare non semplicemente a sostenere da parte di altri Paesi europei una missione che qualcuno ha doverosamente cominciato, ma avere un quadro istituzionale e politico più chiaro, più definito, più efficace in sede di Unione europea; da ultimo - forse sarò visionario - noi sapevamo che lì si stava muovendo qualcosa. Dobbiamo essere in grado, in futuro, di agire prima che le crisi precipitino in modo così drammatico. Dobbiamo essere in grado di mettere in campo politiche innanzitutto di cooperazione economica, civile, politica e diplomatica di lungo periodo, più lungimiranti, per prevenire realmente le crisi internazionali.
Sicuramente a settembre torneremo sul quadro delle missioni internazionali, sicuramente si dovrà fare un lavoro per definire le priorità, forse rivedere alcune nostre presenze, accelerarne e aumentarne altre, ma sicuramente andrà fatto - e credo che sarà questo il modo migliore per garantire la pace nel mondo - un lavoro più di lungo periodo, più lungimirante, sulla prevenzione dei conflitti con strumenti molto più civili e molto meno militari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sospendo, a questo punto, la discussione sulle linee generali sul provvedimento in esame, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento dei due interventi residui e delle eventuali repliche. Sospendo, quindi, la seduta.

La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15,10.

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Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Paniz è in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente quarantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione A.C. 5713.

(Ripresa discussione sulle linee generali - A.C. 5713)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è iniziato lo svolgimento della discussione sulle linee generali.
È iscritto a parlare l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, vanno fatte alcune riflessioni, anche se, come dire, al termine dell'anno scolastico, affinché alcune testimonianze di presenze in quest'Aula e nelle Commissioni, possano servire come ulteriore approfondimento, non come insegnamento, sulle questioni che ci hanno visto, in questi anni, in qualche modo protagonisti, tra i pro e i contro, tra le spinte in avanti e la voglia di fermare alcune scelte, per introdurre degli elementi di riflessione e di approfondimento. In queste parti, in queste vesti, mi sono battuto e riconosciuto molto in questi anni e volevo rappresentare in quest'ultimo atto - che pur essendo l'ultimo rimane comunque quello più importante sotto il profilo del nostro impegno nella sicurezza e nella difesa della patria e anche degli interessi internazionali - credo, dicevo, che bisogna anche dire cosa fare e come indirizzare taluni sforzi e alcune scelte di carattere eminentemente politico all'interno del Governo che verrà e del Parlamento che disporrà poi tali scelte, gli indirizzi e anche la capacità di controllo.
In questo decreto-legge, evidentemente, si portano gli antichi vizi; ci sono luci e ci sono ombre, ma gli antichi vizi della eterogeneità del provvedimento rimangono e permangono quasi come marchio forte di distinzione rispetto a quello che, invece, poteva e doveva essere; ancora una volta non vi è stato un elemento di coesione che vedesse insieme l'intero Parlamento. Quindi, abbiamo da una parte l'eterogeneità del provvedimento e dall'altra un aspetto fortemente critico che fa anche cedere il provvedimento sotto la spinta di osservazioni che, peraltro, in alcune parti sono mancate pur sostenendo le azioni del Governo: l'assenza di una relazione quadrimestrale che desse forza alle scelte del Governo e alla maggioranza che lo sostiene. Infatti, in questi casi, avere la capacità di mettere in campo trasparenza e capacità di lettura anche per altri, sta a significare che la proposta che si mette in campo ha una forza tale da coinvolgere le intelligenze politiche, personali e culturali di coloro che siedono in questo Parlamento.
Ricordo solo - e poi tutto il resto lo dirò nella dichiarazione di voto finale - che abbiamo lavorato in questi anni con grande impegno e abnegazione alla definizione di una legge quadro ed eravamo arrivati, maggioranza e opposizione, partendo da distanze siderali, a definire un testo unico. Il non aver utilizzato questo anno e mezzo di attività da parte del Governo e del Ministro per la realizzazione di una legge quadro rappresenta una grande occasione persa perché, oggi, si poteva mettere il nuovo Parlamento nelle condizioni di poter lavorare su uno strumento già operativo. Evidentemente gli aggiustamenti messi in campo dal nuovo Governo hanno dato forza e vigore a tali iniziative e le hanno irrobustite sotto il profilo della presenza istituzionale e diplomatica, le hanno irrobustite sotto il profilo di un equilibrio istituzionale e costituzionale che prima non c'era; ma Pag. 33non basta perché, evidentemente, bisogna fare qualcosa di più e anche di meglio, soprattutto perché gli uomini e le donne di questo Governo tecnico avevano ed hanno gli strumenti per fare la differenza e segnare una discontinuità che in alcuni momenti c'è stata e in altri è mancata.
Le missioni internazionali sono state da sempre la cifra di una nostra differenziazione forte rispetto agli altri Paesi dello scenario mondiale. Noi siamo caratterizzati fortemente per le capacità umanitarie e per le operazioni di peace keeping. Abbiamo messo in campo tutto uno scenario e un corollario di iniziative fatte di umanità, di capacità, legate alla formazione, all'addestramento e che ci hanno caratterizzato fortemente sotto il profilo della presenza umana in questi territori e ci hanno conosciuto e riconosciuto in questi termini.
Quando abbiamo sposato cause diverse orientate più verso la belligeranza piuttosto che verso la cooperazione siamo stati in qualche modo perdenti.
Cito alcuni aspetti che oggi mi hanno colpito negli interventi fatti dal sottosegretario De Mistura riferiti giustamente all'Afghanistan. Lo voglio dire anche ai miei: quando parliamo delle missioni non si tratta solo dell'Afghanistan, smettiamola con questo atteggiamento demagogico e propagandistico, diciamo che le missioni sono tutte quelle dove siamo caratterizzati fortemente e in Afghanistan, dove abbiamo perso la caratterizzazione, siamo stati fagocitati e ci abbiamo anche rimesso in termini di vite umane e di credibilità. In quel caso abbiamo sbagliato, ma non si tratta solo dell'Afghanistan; comunque se questa è la cartina di tornasole, evidentemente, nel momento in cui, si diceva questa mattina, vi è la difficoltà nel passaggio di consegne tra noi partecipanti alle missioni internazionali e le popolazioni ed il Governo afgano, evidentemente c'è qualche difficoltà a recepire gli indirizzi posti dalla comunità internazionale. Se questo è, qualcosa dovremmo fare, porre dei paletti e credo che uno di quelli citati oggi dal sottosegretario, ossia quello di subordinare il finanziamento alla lotta alla corruzione e alla realizzazione dei diritti umani, debba essere uno di quegli aspetti che non può dare scampo al Governo di Karzai.
Evidentemente bisogna lavorare su questi temi e bisogna anche fare in modo che tutto quello che si mette in campo, all'interno delle realtà delle missioni internazionali, sta a significare che noi dovremmo ritornare a quella che è la nostra forte caratterizzazione ovvero, intanto, ad una ricerca costante di nuovi equilibri che ci vedano protagonisti sotto il profilo politico e diplomatico; infatti in ogni occasione, soprattutto in questi momenti, la soluzione indispensabile è quella politica, che non può essere subordinata né essere relegata in secondo ordine.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

AUGUSTO DI STANISLAO. Si, signor Presidente, il resto del tempo lo impiegherò per la dichiarazione di voto finale.
L'altro aspetto è che bisogna spendere meno e spendere meglio.
Il tema finale, che è però il tema principale che tiene insieme tutti questi elementi, è che noi dovremmo riprendere quel vecchio dettato, quella stella polare, che per noi è stata fortemente caratterizzante, e ci ha fatto comprendere dall'universo mondo a tutti livelli, ossia che noi dobbiamo fare della cooperazione internazionale, appunto, la nostra stella polare.
Se noi riprendiamo questo cammino, anche se sicuramente il futuro di questi paesi non è nel destino ma nelle loro mani, e finalmente attraverso il nostro aiuto, che deve essere ormai portato ad un tempo limite, ce la potranno fare e finalmente potremo avere un Parlamento ed un Governo che si riuniscono e si riconoscono tutti insieme in uno sforzo congiunto, affinché su questi temi, che sono il welfare, la difesa e la sicurezza, non ci sia diversità, ma ci sia il senso e la matrice comune di uno stare insieme per far sì che emerga il senso della patria e della comunità nazionale.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

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STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, conosciamo le vicende che hanno condotto all'emanazione del decreto-legge di cui oggi stiamo esaminando il provvedimento di conversione, atto già esaminato ed approvato in prima lettura dal Senato.
È noto che il termine del precedente decreto-legge di proroga delle missioni è caduto dopo le dimissioni del Governo Monti e il conseguente scioglimento anticipato delle Camere. Purtroppo questa volta non sarà possibile sviluppare un dibattito approfondito come invece vorrebbe la delicatezza e l'importanza della materia trattata.
Discutere oggi della proroga di interventi militari italiani in atto da tempo all'estero nella cornice di missioni multinazionali a vario titolo, sarebbe già di per sé un argomento estremamente rilevante, dato che coinvolge almeno seimila soldati del nostro Paese e le loro famiglie. Alla Lega Nord Padania interessa invece confrontarsi soprattutto sul modello di presenza dell'Italia sulla scena internazionale, che in noi suscita molti punti interrogativi e sotto vari profili.
Ci pare per questo indispensabile spendere qualche minuto in un ragionamento che speriamo possa essere in qualche modo condiviso, anche se il tempo è compresso e tutti abbiamo la testa rivolta altrove. Dal panorama degli interventi autorizzati o prorogati emergono, a nostro avviso, i vizi di sempre: smania di presenzialismo, dipendenza acritica da scelte altrui, frammentazione e parcellizzazione che impediscono di cogliere pienamente i ritorni politici di quanto investiamo con gli interventi delle nostre truppe.
Smania di presenzialismo significa assecondare l'impulso istintivo di mostrare la bandiera ovunque, o quasi, emerga un focolaio di crisi. Questo andrebbe bene se l'Italia fosse una grande potenza, ma non lo è. Invece, come tutti sanno, ma fingono di ignorare, è una media potenza coperta di debiti. È perciò velleitario a nostro avviso insistere su questa strada, che ci porta ad essere irrilevanti, o quasi, in tutti i teatri dove andiamo. Se proprio volessimo contare, secondo noi, sarebbe meglio scommettere su uno o due teatri maggiori e lì conquistare un ruolo ed una visibilità. Sono cose che diciamo da sempre e ripetiamo anche oggi. Non siamo più neanche i soli ad esprimerle, ma capiamo che selezionare gli interventi implica lo scegliere, operazione questa evidentemente difficile. Preferiamo, invece, accontentare tutti, senza farci troppe domande sulla strategia di chi guida le missioni.
Prendiamo il caso dell'Afghanistan: finalmente riportiamo a casa un terzo dei ragazzi, ma lo facciamo solo dopo che gli americani hanno fatto la stessa cosa e per giunta dopo che altri Paesi europei hanno compiuto passi più radicali, come la Francia e l'Olanda, che hanno ritirato tutte le proprie truppe da combattimento. Lealtà all'America e alla NATO sono certamente sacrosante, anche per noi della Lega Nord, ma non si capisce perché si debba essere più realisti del re anche in queste circostanze. A Washington sta prendendo quota il partito del ritiro completo dall'Afghanistan nel 2014, e forse prima, ne parlano le testate più autorevoli e anche adesso lo staff della Casa Bianca. Auspichiamo di non essere proprio noi italiani quelli che ne prenderanno atto per ultimi, anche se il rischio esiste. Nel frattempo raccomandiamo almeno ai nostri comandanti sul campo e al Governo di essere prudenti e di non far correre rischi inutili ai nostri ragazzi. Eventuali perdite oggi sarebbero infatti intollerabili ed ingiustificabili, considerata la loro inutilità ai fini di una guerra che potrebbe anche incredibilmente concludersi con la completa riabilitazione dei talebani, ormai invitati anche in Europa a prendere parte a convegni e ad attività accademiche che coprono preliminari di negoziato. Questi sono gli orientamenti che stanno infatti emergendo, anche se la nostra stampa ne parla poco o per niente.
Anche in Libano manteniamo un contingente di 1.100 uomini in una missione ONU, l'UNIFIL 2, che era originariamente pensata per indebolire hezbollah e separarlo dallo Stato ebraico. Ma nel frattempo, Pag. 35però, hezbollah si è impadronito del Governo libanese e volge le proprie armi non contro Israele, ma contro gli insorti siriani. Verrebbe da chiedersi che senso abbia rimanere ancora nel Paese dei cedri e per quali ragioni ci si resti, ma è un quesito al quale noi dell'opposizione non siamo in grado di rispondere.
Comprendiamo bene, invece, e confidiamo pienamente nella proroga delle missioni in contrasto alla pirateria marittima, in quanto la difesa della libertà di navigazione, specialmente quella di cui beneficiano i mercantili del nostro Paese, è sicuramente un interesse nazionale meritevole di tutela, ma con una precisazione importante: occorre prudenza. E se vogliamo evitare altri incresciosi incidenti come quello occorso ai nostri marò catturati nel Kerala, è bene essere consapevoli dei limiti territoriali della nostra attività in contrasto alla pirateria, che deve focalizzarsi nelle acque antistanti la Somalia e non spingersi sino alle coste dell'India, qualsiasi forma assuma.
Siamo lieti di osservare che la cooperazione con la Libia nel contrasto dell'immigrazione clandestina è stata riattivata, anche se comprendiamo come sia inevitabilmente soggetta ai limiti imposti da una situazione obiettivamente difficile, stigmatizzando ancora una volta, tuttavia, la sottovalutazione delle conseguenze provocate dall'abbattimento del regime del colonnello Gheddafi, che stanno ormai interessando non solo province devastate come la Cirenaica, ma l'intera regione magrebina.
Ci preoccupa oggettivamente l'espansione degli impegni militari terrestri nel Corno d'Africa, e vorremmo sapere qualcosa di più a proposito dello schieramento di ventiquattro militari italiani nel Sahel, messi preventivamente a disposizione della missione europea per il Mali, che sta ora prendendo corpo. Si dice che sarà esclusivamente addestrativa e a profitto delle truppe africane e che è escluso l'impegno dei nostri uomini in combattimento. Questo va bene, almeno a noi. Per i francesi che stanno laggiù, vedersela con i tagliatori di mani forse è poco, ma in fondo è affare loro. Vorremmo, però, conoscere l'ammontare dei costi previsti per l'impegno degli aerei da trasporto che metteremo a disposizione, per i droni, per la concessione delle basi. A quanto capiamo, infatti, le risorse disponibili sono scarse.
Prima di concludere vorremmo, inoltre, attirare l'attenzione su due ulteriori punti. In primo luogo, il provvedimento contempla anche delle cessioni a titolo gratuito di materiale militare a Paesi esteri. Si tratta di roba vecchia, obsoleta, ai margini della servibilità, o almeno così si dice. Però mi sembra lo stesso un azzardo, quantomeno un'inutile provocazione, regalare al Pakistan 500 blindati, M 113 per il trasporto di truppe, proprio mentre si negozia con l'India il rilascio dei marò, trattenuti in vista della sottoposizione del loro caso a un tribunale speciale, appositamente costituito, in quanto il provvedimento è politicizzato. Islamabad e Delhi sono ai ferri corti, e non da oggi. Davvero non si poteva procrastinare questo dono?
In secondo luogo, il decreto-legge copre solo nove mesi del 2013, rimettendo al prossimo Governo, che si insedierà dopo le elezioni, il compito di trovare i soldi per arrivare fino al 31 dicembre. Concludo e lascio l'intervento scritto agli Uffici per definire e descrivere il nostro disappunto sul decreto-legge. Per questo e tanto altro, anche se non ci opporremo alla conversione del decreto-legge, riteniamo opportuno rimandarci al buon senso delle cose e far ritornare i nostri soldati, i nostri concittadini, in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Allasia, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

Pag. 36

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 5713)

PRESIDENTE. Prendo atto che i relatori e il rappresentante del Governo rinunziano alle repliche.
Il seguito del dibattito è rinviato al prosieguo della seduta. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,30 è ripresa alle 16,04.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,04).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,25.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 3653 - Conversione in legge del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (Approvato dal Senato) (A.C 5713).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione.
Ricordo che, prima della sospensione della seduta, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 5713)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 5713), nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A - A.C. 5713).
Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A - A.C. 5713).
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 5713).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, Relatore per la IV Commissione. Signor Presidente, il parere delle Commissioni è contrario sull'emendamento Barbato 1.1 (sul quale è contrario anche il parere della Commissione bilancio). Il parere è altresì contrario sugli emendamenti Maurizio Turco 1.2, 1.3 e 1.4.

PRESIDENTE. Il Governo?

STAFFAN de MISTURA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il parere del Governo è contrario sull'emendamento Barbato 1.1 ed è contrario Pag. 37sugli emendamenti Maurizio Turco 1.2 e Maurizio Turco 1.3. Anche sull'emendamento Maurizio Turco 1.4 il parere è contrario, con rispetto, ma contrario.

PRESIDENTE. Invito il relatore Boniver ad esprimere gli altri pareri.

MARGHERITA BONIVER, Relatore per la III Commissione. Signor Presidente, il parere sull'emendamento Barbato 5.1 è contrario, è contrario anche il parere della Commissione bilancio. Sull'emendamento Di Stanislao 7.2 il parere è contrario, in quanto sopprime la possibilità di mantenere il costo del coniuge dipendente da datore di lavoro privato per il personale all'estero.

PRESIDENTE. Il Governo?

FILIPPO MILONE, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, è contrario anche il parere del Governo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbato 1.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, con questo emendamento propongo di eliminare le missioni internazionali, perché in questo momento il nostro Paese non può permettersi di spendere neanche un euro per l'estero, per altri Paesi. Il Ministro degli esteri, tronfio, ha detto che si tratta di inviare 250 formatori per addestrare gli eserciti stranieri, ma preferisco, per la verità, nel momento in cui non ci sono risorse, che si vadano ad addestrare i lavoratori dell'Irisbus di Avellino, un'industria che costruisce gli autobus e che è stata chiusa da gennaio dello scorso anno; occorre quindi riaprire l'Irisbus di Avellino, restituire lavoro, futuro e dignità a quei lavoratori, riaprire la Vinyls, che è l'unica industria che costruisce e realizza il chimico il Italia, il polo chimico in Italia che è chiuso da quattro anni. Quindi sarebbe meglio addestrare quei lavoratori e riaprire porto Torres, riaprire gli stabilimenti di Porto Marghera, di Ravenna e rimettere in circuito i 12.000 lavoratori del chimico. Infatti noi oggi importiamo ancora dalla Germania il pvc che serve per la realizzazione di scarpette di gomma. Io penso a riaprire Alcoa. Insomma, noi dobbiamo aiutare le industrie italiane, non possiamo andare a formare gli eserciti e ad addestrare gli eserciti stranieri.
Noi dobbiamo pensare che le nostre scuole cadono a pezzi. Nel napoletano sono caduti gli intonaci dei soffitti di alcune scuole, cadendo sui bambini. A me interessa difendere i bambini e proteggere la sicurezza dei bambini nelle scuole.
Se mancano risorse, allora risparmiamo sulle missioni estere e tuteliamo i bambini e gli studenti delle scuole, mettendo in sicurezza gli istituti. Ad aprile non ci sarà più un euro per la cassa integrazione; a me sta a cuore difendere i lavoratori che sono a rischio lavoro, di Napoli come di Pordenone, di Catania come di Milano. Bisogna pensare a loro, a me interessa pensare ai giovani italiani con riferimento ai quali noi siamo il fanalino di coda in termini di investimenti nella ricerca. La ricerca italiana è all'1,6 per cento del PIL, la Germania investirà 10 miliardi nei prossimi due anni, gli Stati Uniti d'America investono il 2,8 per cento del proprio PIL in ricerca. Così si fanno rimanere i giovani in Italia, così si sviluppa la ricerca. Insomma, se con le missioni all'estero si pensa che si deve procedere alla ricostruzione di Paesi, questo Governo dimentica - e dimenticano i partiti che sostengono questo Governo, Partito Democratico, Popolo della Libertà e Unione di Centro - che in Italia abbiamo delle ricostruzioni da fare, c'è L'Aquila che è «stesa», lì c'è stato un terremoto che ha distrutto una città e una regione. Dimentichiamo che il terremoto ha distrutto una parte importante dell'Emilia-Romagna.
In questo momento bisogna portare una missione di pace nelle case degli italiani, perché questo Governo e questi partiti hanno portato la guerra nelle case degli italiani, ad esempio con l'IMU e con Pag. 38le altre tasse. Per questa ragione ritengo che dobbiamo dedicarci agli italiani e pensare agli italiani, al lavoro per gli italiani, ai giovani italiani e non all'estero.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbato 1.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 395
Votanti 371
Astenuti 24
Maggioranza 186
Hanno votato
14
Hanno votato
no 357).

Prendo atto che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 402
Votanti 399
Astenuti 3
Maggioranza 200
Hanno votato
20
Hanno votato
no 379).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Fioroni, non riesce a votare?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 412
Votanti 407
Astenuti 5
Maggioranza 204
Hanno votato
22
Hanno votato
no 385).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 408
Votanti 404
Astenuti 4
Maggioranza 203
Hanno votato
21
Hanno votato
no 383).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbato 5.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, con questo emendamento si interviene dove è previsto che si pongano in essere iniziative per consentire lo sviluppo, cioè avviare processi di sviluppo negli altri Paesi. Ma, io non lo so e chiedo a lei, deputato Presidente, e a tutti i colleghi che sono qui in Parlamento: ma, ci siamo accorti che noi abbiamo un Pag. 39problema di crescita in questo Paese? Ci siamo accorti che tutti parlano - nella propaganda, naturalmente - che occorre sviluppo in questo Paese e che finora non è stato possibile perché mancavano le risorse? Allora, mancano le risorse per creare lo sviluppo in Italia, mentre troviamo un miliardo e duecento milioni di euro, perché tale è stata la copertura finanziaria per le missioni internazionali del 2012 e, sostanzialmente, pari sarà la cifra che servirà per il 2013 perché con questo finanziamento, fino a settembre 2013, è prevista una copertura finanziaria per circa 950 milioni di euro.
Allora, io vi domando: ma come si può essere così scellerati davvero se si trascura la crescita del proprio Paese, la crescita degli italiani, lo sviluppo in casa nostra, e ci si preoccupa, invece, dello sviluppo degli altri Paesi? Qui non è che si vuole essere egoisti, ma noi non siamo in condizione di portare il pane a casa dei nostri figli, a casa delle nostre mogli, a casa delle nostre famiglie e ci preoccupiamo, invece, di portare denaro e creare sviluppo negli altri Paesi. Ma, forse questa è la ragione per la quale la gente e i cittadini si allontanano sempre di più da questa politica e da questi partiti. Questi sono i partiti che, ancora oggi, mettono in previsione spese militari. Oltre ai famigerati F-35 che l'Italia continua ad acquistare e che sono gli strumenti bellici più potenti nello spazio aereo e più micidiali, addirittura il Ministro della difesa ha confermato che l'Italia acquisterà due sommergibili. Gli italiani devono sapere che questo Governo e i partiti che mantengono questo Governo consentono l'acquisto di due sommergibili dalla Germania. Cioè, noi portiamo i soldi in Germania per acquistare due sommergibili! Ma che cosa metteranno a tavola gli italiani? Pezzetti di sommergibili, grazie alla vostra politica, del Partito Democratico, del PdL, dell'UdC e di tutti quelli che hanno sostenuto il Governo Monti e che continuano ad alimentare spese militari?
Il Ministro della difesa ha detto che servono perché, in modo occulto, si riesce a navigare nei fondali e si hanno conoscenze di informazioni, si sanno cose che diversamente non si potrebbero sapere e così si crea il futuro.
Ma il futuro degli italiani non deve essere questo. Voi state continuando a scherzare con la tasca degli italiani, perché con questo emendamento io vi ho proposto di non sprecare soldi per lo sviluppo all'estero e di costituire e rinforzare invece il fondo, che può servire per ridurre effettivamente l'IMU sulla prima casa o per le piccole e medie imprese. Alimentando il fondo, si può ridurre la pressione fiscale per le piccole e medie imprese, i cui rappresentanti ho incontrato sabato scorso a Napoli. A Napoli i commercianti, i negozianti e le piccole e medie imprese, che chiudono una saracinesca al giorno, mi hanno detto che lunedì prossimo vogliono iniziare le primarie del non voto, per mandare a quel paese questa classe politica e questi partiti, che sono delle mummie, perché state qui da venti-trent'anni e continuerete a fare danni anche nella prossima legislatura. Per questa ragione, propongo di votare questo emendamento, che è un emendamento per i cittadini, per gli italiani.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbato 5.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 417
Votanti 413
Astenuti 4
Maggioranza 207
Hanno votato
12
Hanno votato
no 401).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Stanislao 7.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo. Pag. 40
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 422
Votanti 417
Astenuti 5
Maggioranza 209
Hanno votato
21
Hanno votato
no 396).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 5713)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 5713).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto al contenuto del provvedimento, l'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/5713/1.
Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?

FILIPPO MILONE, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il Governo non accetta l'ordine del giorno Di Pietro n. 9/5713/2.

STAFFAN de MISTURA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Frattini n. 9/5713/3 ed accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/5713/4, purché riformulato.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, deve leggere la riformulazione.

STAFFAN de MISTURA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, la riformulazione dovrebbe essere la seguente: «La Camera, premesso che la cooperazione allo sviluppo è il settore che merita più coraggio nelle azioni perché è l'unico modo per favorire il reale rilancio dei Paesi fragili e devastati da conflitti interni e perché questo deve essere il fine ultimo delle nostre missioni; una rappresentanza di ONG, associazioni e organizzazioni ha in questi giorni lanciato un appello alla politica e alle istituzioni affinché le politiche...

PRESIDENTE. Va bene, signor sottosegretario. L'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/5713/4 è già formulato nel senso auspicato dal Governo.

STAFFAN de MISTURA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Esatto. Il Governo accetta gli ordini del giorno Boniver n. 9/5713/5 e Garofani n. 9/5713/6.

FILIPPO MILONE, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il Governo accetta l'ordine del giorno Paglia n. 9/5713/7, a condizione che il dispositivo sia riformulato, premettendo le seguenti parole: «a valutare la possibilità di».

STAFFAN de MISTURA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Barbato n. 9/5713/8. Signor Presidente, se mi permette, posso aggiungere qualcosa?

PRESIDENTE. Se lo desidera. Non ha l'obbligo di motivare il parere.

STAFFAN de MISTURA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Grazie, signor Presidente. Vorrei dire questo: dato che questa è l'ultima occasione per noi di salutarvi, a nome dei sottosegretari, vorremmo ringraziarvi per l'aiuto che ci avete dato e il privilegio di avere lavorato qui. Grazie (Applausi).

Pag. 41

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, a nome di tutti i colleghi, ricambio il saluto.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Pietro n. 9/5713/2, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Pietro n. 9/5713/2, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 418
Votanti 415
Astenuti 3
Maggioranza 208
Hanno votato
15
Hanno votato
no 400).

Prendo atto che la deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che il deputato Distaso ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Frattini n. 9/5713/3, Di Stanislao n. 9/5713/4, Boniver n. 9/5713/5 e Garofani n. 9/5713/6, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paglia n. 9/5713/7, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Barbato n. 9/5713/8, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barbato n. 9/5713/8, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 418
Votanti 414
Astenuti 4
Maggioranza 208
Hanno votato
14
Hanno votato
no 400).

Prendo atto che il deputato Distaso ha segnalato che avrebbe voluto astenersi. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5713)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà per dieci minuti.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, rispetto al tema delle missioni internazionali bisogna avere un atteggiamento di grande sensibilità e di grande concretezza, ma bisogna anche stare attenti affinché non si diano alcune riflessioni in pasto alla «pancia» della comunità nazionale, ma si parli alla sua intelligenza e anche al suo cuore.
Infatti, in questo caso, evidentemente, non possiamo fare dell'Aula parlamentare un teatro delle ambiguità, dei paradossi, della demagogia e della propaganda. Si può anche arrivare a definire un percorso che ci porti, come abbiamo fatto, a non votare le missioni internazionali, ma una cosa è arrivarci con il ragionamento e con la costruzione di una proposta alternativa, e non di una semplice protesta, e altro è mettere in campo facili strumentalizzazioni, dalle quali io mi dissocio nettamente. Pag. 42
Il lavoro di questi anni non può essere buttato all'ultimo momento, perché credo che il lavoro da noi fatto abbia rappresentato anche un piccolo grande patrimonio di riflessione e di concretezza per l'Aula e per la Commissione.
Evidentemente questo non ci esime da valutazioni finali che ci portano a dire, ancora una volta, che il decreto-legge in oggetto è lacunoso perché propone delle eterogeneità all'interno del provvedimento, perché vi è l'assenza della relazione quadrimestrale che va ad intaccarlo e che rappresenta un vulnus per il disegno di legge stesso perché non consente di capire e di decifrare se vi sia o meno una bontà nella proposta del Governo.
Altro elemento fondamentale che ci fa prendere le distanze, tenendone conto in termini di riferimento e di quadratura della politica di difesa e sicurezza nazionale, è quello per cui, a distanza di oltre un anno, non si è provveduto a finire un lavoro che noi avevamo iniziato. Lo scorso anno avevamo trovato la quadratura tra maggioranza e opposizione, lavorando alacremente, per la definizione di una legge quadro con un testo che aveva finalmente trovato la condivisione di tutti. Bastava che fosse portato in Aula o migliorato da parte del nuovo Ministro della difesa. Evidentemente per quest'Aula è un'occasione persa. Mi auguro che quella proposta di legge quadro - che è rimasta non nel cassetto, ma a disposizione dei nuovi parlamentari che seguiranno, perché io non sarò tra questi - serva a mettere in campo una proposta importante che dia piena legittimità al Parlamento, che faccia maturare e prendere consapevolezza alla comunità nazionale e che ci ridia prestigio come nazione, come patria e come Stato.
Credo che siamo mancati rispetto a questi temi perché all'interno delle politiche di difesa e sicurezza nazionali ed internazionali abbiamo, avete, svolto un ruolo residuale. Non siete stati all'altezza delle vostre ambizioni, pur avendo noi cercato di indirizzarvi direttamente e avendo anche contribuito, secondo me con intelligenza e con proposte importanti e migliorative, a fare in modo che questo prodotto risultasse quanto più vicino possibile alle sensibilità della nostra comunità e partecipato anche dai cuori e dalle menti dei nostri cittadini.
Credo che quello che è mancato in questi anni, rispetto alla proposta delle missioni internazionali, sia stata la soluzione politica, una chiara regia politica che ci rimettesse dentro al flusso internazionale e che ci facesse guadagnare credibilità all'interno di questo. Infatti - come ha ribadito Obama nel suo discorso di insediamento, in cui si è preoccupato più delle questioni interne e lavora con lentezza nel prendere atto dello scenario internazionale e mondiale che è cambiato - in questa fase è necessario che qualche altra nazione - e qui l'Italia può e deve svolgere un ruolo fondamentale - riprenda in mano il destino politico, istituzionale e, soprattutto, diplomatico del mondo e produca un avanzamento, non facendolo fare solo alla Cina. All'arretramento degli Stati Uniti è necessario rispondere con una proposta complessiva che ci veda protagonisti e non subalterni.
Il tema delle missioni internazionali è fondamentale, dà la cifra di uno Stato in grado di essere emancipato, credibile, culturalmente avanzato, che vuole sfidare se stesso e portare ad uno stadio diverso anche la comunità internazionale.
Credo che rispetto a questa ricerca costante di nuovi e diversi equilibri avremmo dovuto giocare una partita tutta in attacco, fatta di proposte, perché il Governo che è subentrato aveva tutte le caratteristiche per affermare non solo se stesso, in termini di credibilità, ma anche per portare avanti l'intero lavoro del Parlamento e per dare finalmente una chance di credibilità all'interno del panorama internazionale della NATO e dell'Unione europea.
Avremmo dovuto fare qualcosa di più e di meglio, spendere meno e meglio - evidentemente sì -, fare in modo di riprendere in mano il tema della cooperazione internazionale, dove entrano anche i temi del militare e del civile, in modo che questa diventasse e diventi sempre più la nostra stella polare di caratterizzazione a Pag. 43livello mondiale, altrimenti non ce la faremo più perché avremo quei problemi di cui ci parlava questa mattina il sottosegretario De Mistura, avremo difficoltà nel passaggio di consegne, per esempio, agli afgani, che non è che la polarizzazione degli interessi delle missioni internazionali, ma non è solo questo, non esaurisce la nostra proposta riguardo le missioni internazionali. Ancora, il finanziamento in Afghanistan, e anche in qualche altro Paese, deve essere subordinato alla lotta alla corruzione in quei Governi. Questa è la forza del nostro Parlamento e del nostro Governo, di quello che è e di quello che sarà. Soprattutto, in Afghanistan e in altri Paesi bisogna combattere fortemente e duramente per l'emancipazione delle donne e dei bambini per far sì che i loro diritti umani vengano sempre tutelati.
In questo siamo stati in qualche modo anche carenti.
Vorrei concludere dicendo che condivido alcune affermazioni oggi del sottosegretario de Mistura. Noi abbiamo un imperativo etico ed un impegno strategico da mantenere, mettere in campo e far pesare fortemente alla comunità internazionale, alla NATO e all'Unione europea. Dovremmo giocarci l'opportunità sin da subito nel Mali. In questo caso è inutile fare demagogie, propagande e strumentalizzazioni: il tema del Mali non è il tema della nuova e diversa colonizzazione che vogliamo proporre come europei. Forse la colonizzazione è fatta da qualcun altro, che è Al Qaeda, non siamo noi. Noi stiamo cercando di fare qualcosa di diverso e dovremmo sposare anche questi elementi che sono degli elementi di distinzione. Il convitato di pietra, che è la politica, deve riprendere sicuramente in mano i destini di questi mondi.
Credo che noi dovremmo fare tesoro degli insegnamenti fino a questo punto messi in campo e dovremmo fare qualcosa di più e di diverso.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Di Stanislao.

AUGUSTO DI STANISLAO. Non è più tempo, rispetto ai temi del welfare, della difesa e della sicurezza nazionale e internazionale, di dividersi. Ci possiamo dividere su tutto, ma non su questi temi. Uno Stato, una nazione, un Parlamento serio, adulto ed emancipato non può lavorare su queste divisioni: ha bisogno di portarsi avanti, portando con sé un patrimonio di cultura, di intelligenza, di politica, di istituzione che ci faccia guadagnare credibilità, che dia la cifra della nostra maturità e che finalmente ci faccia dire: bene, siamo in grado di reggere l'urto della sfida del cambiamento e siamo in grado di ridare in mano il destino a quelle popolazioni, dopo aver lavorato all'interno delle missioni internazionali con una forte caratterizzazione di peacekeeping (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO PAGLIA. Signor Presidente, visto il futuro incerto, ritengo che per me sia veramente un onore chiudere questa legislatura con il decreto missioni ed è per questo motivo che dichiaro con grande convinzione il voto favorevole di Futuro e Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, esprimo con molta convinzione l'approvazione per questo disegno di legge di conversione, che rifinanzia le missioni che sono in corso in aggiunta agli aspetti della cooperazione internazionale, che sono importanti e fondamentali, ai quali non possiamo sottrarci. Quindi questa è un'annotazione ulteriormente positiva.
Vorrei, però, non sottrarmi ad alcune valutazioni che brevemente voglio fare, tenendo conto che in questo momento nel mondo - e vediamo gli episodi di Mali e gli episodi anche di quanto accaduto con l'attacco in Algeria all'impianto di gas metano - siamo in presenza di una recrudescenza Pag. 44molto grave e molto pesante di un terrorismo che si era già manifestato e che è stato contrastato dal mondo occidentale in ultimo anche in Afghanistan. Certo è che oggi noi abbiamo uno scenario meno preoccupante in Afghanistan, grazie alle missioni militari della comunità internazionale, ma forse molto più preoccupante nel contesto internazionale.
Credo che il tenere desti l'attenzione e l'impegno su questa prospettiva di stabilizzazione nel mondo contro il terrorismo e contro tutte le azioni che mirano alla destabilizzazione, in una fase anche difficile e delicata per la congiuntura finanziaria ed economica che l'Europa sta vivendo, non debba esimerci da compiere sforzi guardando oltre il confine dei nostri Paesi e della stessa comunità internazionale.
Naturalmente occorre grande prudenza, occorre grande attenzione, perché io credo che riguardo ad alcuni degli accadimenti che si sono manifestati - si pensi alla questione libica, si pensi alla situazione in Egitto - forse non sempre il mondo occidentale si è reso conto che, alimentando il ricambio di certi regimi, anziché migliorare una situazione paradossalmente ha finito per peggiorarla. Ed allora ci vuole grande attenzione, grande prudenza e il compito dell'Italia deve essere valutato con parametri di assoluta certezza, perché ci siamo sempre mossi con questa capacità di cogliere un interesse generale al di là di aspetti particolari che talvolta sembrano animare alcuni Paesi del mondo occidentale. Ecco perché, signor Presidente, annuncio, a nome del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo, il voto favorevole su questo disegno di legge, dicendo che non è la conclusione di niente ma è l'inizio di un impegno e di una riflessione molto profonde.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gidoni. Ne ha facoltà.

FRANCO GIDONI. Signor Presidente, è chiaro che la conversione di questo decreto-legge avrebbe meritato un momento politico migliore, non un clima da fine anno scolastico ma, tant'è, cade in questo momento e quindi va convertito. Alcuni argomenti li abbiamo già trattati, li abbiamo già affrontati questa mattina in sede di Commissione, li abbiamo affrontati in fase di discussione del provvedimento e li richiamiamo adesso per l'Aula.
Questo decreto-legge è importante già di per sé perché coinvolge 6 mila soldati che sono oggi all'estero e che si aspettano da questo Parlamento una proroga - evidentemente coinvolge anche le loro famiglie - ma è chiaro che alla Lega interessava anche ampliare il livello della discussione e volevamo anche affrontare altri temi. Quello che ci sta ovviamente a cuore è, ad esempio, come abbiamo già detto in sede di discussione sulle linee generali, il ruolo che questa nazione intende giocare sullo scacchiere internazionale. Mi sembra che il numero delle missioni, tante anche inutili, sia anche un po' sovrabbondante rispetto alle nostre ambizioni, che sarebbero quelle di essere una grande potenza ma, evidentemente, un Paese indebitato come il nostro può solo aspirare ad un ruolo da media potenza. Quindi, nell'ambito delle missioni oggi in corso, richiameremmo l'attenzione del Governo a cercare di ridurle, magari limitandosi ad un paio di missioni, quelle più importanti, quelle che magari ci darebbero più visibilità, quelle che magari potremmo anche condurre noi e non essere a rimorchio, seguendo gli ordini di altri responsabili di queste missioni.
È chiaro che nel decreto-legge in esame la Lega vede con favore la riduzione del nostro impegno in Afghanistan: è una cosa che avevamo chiesto ormai da anni per cui stiamo andando veramente in questa direzione auspicata. Una cosa che teniamo a ribadire al Governo è che abbiamo una road map per uscire dall'Afghanistan. Gli americani pare accelerino lungo la via del ritiro. Naturalmente quello che anche noi chiediamo è di accelerare, di non aspettare le decisioni degli USA ma quanto meno di agire in autonomia e, se le condizioni ce lo permetteranno, sganciarci anche prima del 2014. Lo abbiamo già detto: ci restano Pag. 45sempre dubbi sul nostro contingente di 1.100 uomini in Libano (UNIFIL 2). Ci resta ovviamente da chiarire - ed aspettiamo che magari qualcuno lo faccia - che cosa succederà al nostro contingente qualora la missione si estendesse alla Siria o se accadesse che l'instabilità siriana si riversasse nel Paese dei cedri.
Restano ovviamente da determinare le regole di ingaggio, le norme a cui i nostri soldati dovrebbero attenersi. Ci sono due missioni importanti che sono poco conosciute, che sono quella in Somalia, nel Corno d'Africa, e quella in Libia.
Per quanto riguarda la missione in Libia, ricordo che è stata riavviata l'operazione di contrasto all'immigrazione clandestina e questo ci fa piacere; quello che riteniamo un po' scarso è il personale impiegato perché cinque uomini della Guardia di finanza veramente ci sembrano pochini. Siamo preoccupati per la situazione in Mali: questa mattina ci è stata spiegata nell'audizione con i Ministri degli affari esteri e della difesa. Ci è stato detto che per la missione in Mali si sta pensando ad un nuovo decreto e restiamo in attesa di questo per capire anche l'impegno economico ed evidentemente anche i rischi a cui i nostri soldati andrebbero incontro.
C'è un passaggio che abbiamo anche sottolineato sia in Aula sia in sede di Commissione riunite: restiamo perplessi sul regalare al Pakistan 500 blindati M113 per il trasporto truppe. Abbiamo capito che sono mezzi disarmati che vengono dati al Pakistan perché questo Paese ha 200 blindati M113 di cui non riesce più a trovare i pezzi di ricambio. Resta però l'atto politico; noi oggi, che siamo impegnati a riportare a casa i marò, regaliamo al Pakistan, che è il nemico storico dell'India, dei mezzi blindati. Credo che questo non sia un segnale politico che vada nella direzione auspicata.
Concludo dicendo che la Lega vorrebbe che si fosse più cauti nel momento in cui si decidono le sorti dei nostri soldati all'estero, però ciò non ci solleva dall'approvare la conversione di questo decreto-legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, colleghi, nel corso di questi anni il Partito Democratico, nel manifestare il sostegno convinto alle missioni internazionali dell'Italia, ha sempre sottolineato l'esigenza che, pur gradualmente, il nostro impegno in questi teatri evolvesse da un impegno di carattere militare di peacekeeping ad un impegno che valorizzasse soprattutto il valore delle capacità italiane in materia costitution building, di ricostruzione, di sviluppo, valorizzando tutte quelle attività che rientrano sotto il cappello della cooperazione internazionale allo sviluppo.
Penso che il giudizio che diamo di questa ulteriore legge di continuazione di attività della missione internazionale dell'Italia ci consente di dare, da questo punto di vista, una valutazione positiva. Sarà la prossima legislatura a completare l'opera quando il grosso dell'impegno italiano in Afghanistan avrà cambiato modalità, funzione, obiettivi, e diventerà uno strumento di pace, ma questa è la direzione che comincia a prendere questo decreto missioni e, quindi, da questo punto di vista la nostra valutazione è positiva.
Naturalmente alle spalle di questo dibattito, affrettato per qualche verso, c'è una discussione che latita, che manca, e che sarà - questa, sì, davvero - costitutiva della prossima legislatura; una discussione sugli orientamenti generali della politica estera italiana, con tutti i cambiamenti che si sono determinati nel quadro internazionale, ma soprattutto con tutti i grandi cambiamenti che riguardano le aree di maggiore interesse per l'azione internazionale del nostro Paese.
Noi abbiamo in questo contesto - e vengo ad un aspetto che mi preme sottolineare - in modo pubblico, aperto, espresso (l'ha fatto il segretario del nostro partito, Bersani) un orientamento positivo di solidarietà nei confronti dell'azione che la Francia del Presidente Hollande ha Pag. 46messo in atto per corrispondere ad un preciso dettato della Comunità internazionale e per ovviare ad una difficoltà - diciamo così - organizzativa che la Comunità internazionale aveva nei confronti di un'emergenza gravissima che era insorta nel Mali.
Io penso che questa solidarietà, che abbiamo voluto manifestare anche con un ordine del giorno che il Governo ha accolto e che riguarda la possibilità che ha il nostro Paese di corrispondere ad alcune esigenze logistiche - come hanno fatto nella stessa identica modalità Paesi come Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Belgio e Danimarca -, sia non soltanto funzionale ad un'emergenza Mali, ma a ciò che questa esigenza comporta. Mi riferisco alla necessità di corrispondere - in questo senso, quindi, la solidarietà che abbiamo espresso ed esprimiamo alla Francia va al di là del teatro maliano - a quello che per i Paesi mediterranei, come l'Italia, la Francia e la Spagna, è un rischio che dobbiamo assolutamente sconfiggere: che dal Sahel possano venire elementi gravi di turbativa, elementi gravi di sommovimento della già difficile stabilità che hanno i Paesi della costa sud del Mediterraneo.
Non ho difficoltà, naturalmente, a mettere in questo conto principalmente la Libia. Ciò accade nel Sahel è direttamente aggressivo, pericoloso per la stabilità della Libia e per la stabilità del Maghreb ed è, quindi, gravemente pericoloso per un'idea che abbiamo, credo, noi potenze mediterranee dell'Unione europea - torno a ripetere, in particolare, Francia, Italia e Spagna - di un ruolo unitario, capace di restituire al Mediterraneo un ruolo positivo di stabilizzazione, di pace e di sviluppo.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FRANCESCO TEMPESTINI. È questo l'orientamento che ci ha guidato nel corso della discussione sul voto positivo alle Nazioni Unite per quello che riguarda l'Organizzazione per la liberazione della Palestina; l'idea, cioè, che i Paesi della sponda nord del Mediterraneo - concludo, signor Presidente - andassero insieme in quest'opera di costruzione di un assetto mediterraneo più stabile. Ecco perché abbiamo manifestato solidarietà all'iniziativa francese, un'iniziativa coperta dalle Nazioni Unite, sulla quale esprimiamo, come abbiamo fatto con il citato ordine del giorno, il nostro consenso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicu. Ne ha facoltà.

SALVATORE CICU. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il Popolo della Libertà anche al Senato ha sostenuto l'approvazione di questo provvedimento, rimarcando soprattutto la necessità di guardare, anche per quanto concerne le risorse, al termine ultimo della nostra presenza in Afghanistan. Sappiamo che, nel dicembre del 2014, l'impegno preso è quello di andare via, lasciando naturalmente una presenza relativa alla formazione, con obiettivi, quindi, diversi da quelli che stiamo vivendo e viviamo in questi mesi.
Colleghi, voglio approfittare di questo momento, di questa fine legislatura, per ringraziare, da parte del gruppo del PdL, gli uomini e le donne che oggi sono in un contesto internazionale a svolgere uno dei ruoli più delicati e a mantenere la credibilità del Paese, del sistema Paese, dei valori e della bandiera italiana. A quegli uomini io voglio rivolgere questo momento, questa riflessione per dire che il PdL sostiene convintamente l'approvazione di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lehner. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, a proposito di questo disegno di legge, sono costretto a dichiarare il mio assoluto dissenso. A me piace una semantica diretta e non truffaldina. Pag. 47
Noi qui parliamo di missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, niente meno, per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Lehner.

GIANCARLO LEHNER. Direi che dovremmo avere perlomeno il coraggio intellettuale di dire che questa è una forma moderna di imperialismo, di classico imperialismo occidentale collegato al capitalismo finanziario che in questi anni ci ha fatto sentire il suo polso pesante, e con una caratteristica anche comica, perché è un imperialismo per conto terzi, non è un nostro imperialismo. Noi che abbiamo bombardato la Libia per conto terzi, adesso andiamo a finanziare sovvenzioni e aiuti al povero esercito libico. Credo che dovremmo dire «no» a questo imperialismo un po' «straccione», come è tipico della nostra storia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Meroni. Ne ha facoltà.

FABIO MERONI. Signor Presidente, intervengo concludendo il mio mandato di parlamentare in questa assise, da autonomista, federalista, secessionista ma, soprattutto, pacifista. Intervengo in dissenso dal mio gruppo per un semplice motivo e colgo l'occasione della presenza del sottosegretario Dassù, per ricordarle che non ha ancora risposto alla mia famosa interpellanza per quanto riguarda la tecnologia che la Fondazione Keshe ha trasmesso all'ambasciatore italiano; sottosegretario, le ricordo che è partita una petizione mondiale perché i Governi rispondano in merito a quella famosa tecnologia. Bene, sottosegretario, oggi è il 22 gennaio, ieri sono scattati i sessanta giorni che permetteranno a questo Governo, a questa nazione, di avere un futuro nell'umanità di questo pianeta; dia la risposta, lo ripeto, dia la risposta e noi saremmo contenti di sapere chi sta analizzando la chiavetta USB. Pacifista per sempre, e la pace non dipende da voi, dipende...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Meroni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Frattini. Ne ha facoltà.

FRANCO FRATTINI. Signor Presidente, alla conclusione del mio impegno parlamentare è evidente che non posso non prendere la parola a titolo personale su un tema su cui molte volte mi sono espresso dinanzi a quest'Aula. In questi anni l'azione caratterizzante dell'Italia per le missioni internazionali è stata quella di porre il proprio impegno al servizio di un progetto e di una visione. Abbiamo saputo coniugare l'intenso sforzo diplomatico con la eccezionale capacità e il coraggio dei nostri militari di pace e dei nostri cooperanti della cooperazione civile. È dunque un bilancio positivo, un bilancio di onore per l'Italia che i nostri partner sempre ci hanno riconosciuto e ci riconoscono. Avremmo voluto vedere più Europa, avremmo voluto vedere un lavoro più forte per la difesa europea, in complementarietà e in coordinamento con l'Alleanza atlantica.
In conclusione, signor Presidente, credo che di fronte a degli scenari che cambiano sia sempre valido il principio che il costo di uno Stato fallito da cui partono attacchi all'occidente sia enormemente superiore, per gli interessi nazionali dell'Italia rispetto al costo della prevenzione, della ricostruzione dello Stato di diritto, del rilancio dello sviluppo economico, della garanzia delle persone. Questo è il senso delle missioni internazionali, per questo le nostre risorse sono state e sono spese bene.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5713)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. Pag. 48
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 5713, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(S. 3653 - Conversione in legge del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione) (Approvato dal Senato) (5713):

(Presenti 421
Votanti 408
Astenuti 13
Maggioranza 205
Hanno votato
384
Hanno votato
no 24).

Prendo atto che i deputati Cirielli, Angela Napoli e Cazzola hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Siragusa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 3658 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2013, n. 1, recante disposizioni urgenti per il superamento di situazioni di criticità nella gestione dei rifiuti e di taluni fenomeni di inquinamento ambientale (Approvato dal Senato) (A.C. 5714) (ore 17,27).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2013, n. 1, recante disposizioni urgenti per il superamento di situazioni di criticità nella gestione dei rifiuti e di taluni fenomeni di inquinamento ambientale.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali ed il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 5714)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 5714) nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A - A.C. 5714).
Avverto che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A - A.C. 5714).
Ricordo che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 5714).
Avverto che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Bratti 1-bis.2; Rubinato 1-bis.3, 1-bis.7, 1-bis.5, 1-bis.9; Siragusa 2.2; Realacci 2.020.
La Presidenza ha valutato l'ammissibilità delle seguenti proposte emendative, non previamente presentate in sede referente, ovvero presentate, ma ritirate prima della relativa pronuncia di inammissibilità da parte della presidenza della Commissione: Barani 1.6, volta a consentire l'individuazione nel comune di Villa Literno del sito per la realizzazione di un impianto di recupero dei rifiuti già prodotti e stoccati per la produzione di energia; Barani 1.7, diretta a continuare a riconoscere ai termovalorizzatori di cui al decreto-legge n. 90 del 2008 gli incentivi cosiddetti «CIP 6»; Barani 1.8, recante disposizioni incidenti sulla gestione del termovalorizzatore di Acerra; Barbato 1-bis.20 e 1-bis.22, che prevedono, rispettivamente, l'abrogazione dell'articolo 14 del decreto-legge n. 201 del 2011, istitutivo Pag. 49del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi e del comma 13 del medesimo articolo 14, relativo alla maggiorazione della tariffa a copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni. Si tratta di modifiche di natura ordinamentale alla disciplina generale del Tares, laddove il provvedimento in esame si limita a differire al mese di luglio, per il solo anno 2013, il termine di versamento della prima rata di tale tributo.
Rilevo che le proposte emendative in esame non rispondono al criterio della stretta attinenza al contenuto del decreto-legge di cui all'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento e, comunque, anche a prescindere da tale parametro, non sono conformi al dettato dell'articolo 86, comma 1, che, con riferimento alla valutazione di ammissibilità degli emendamenti, prevede che le proposte emendative presentate direttamente per l'esame in Assemblea debbano riguardare gli argomenti già considerati nel testo o negli emendamenti giudicati ammissibili in Commissione.
Pertanto, tali proposte emendative sono da considerarsi inammissibili.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo solo per lasciare agli atti che noi siamo intervenuti in sede di discussione sulle linee generali e abbiamo chiaramente detto che vi erano alcune parti di questo provvedimento che ci convincevano e, ovviamente, vi erano delle proposte emendative che riguardavano la traduzione logica di questo. Lei ha dato ovviamente l'annuncio che noi abbiamo ritirato alcuni emendamenti: li abbiamo ritirati ovviamente perché siamo nella condizione di emergenza e non possiamo certo pensare che il decreto-legge decada, però vorrei che ciò fosse chiaro.

PRESIDENTE. Grazie a lei per aver chiarito.
Nessuno chiedendo di parlare sull'articolo unico e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Barbato 1.1, Lanzarin 1.2, Barbato 1.3, Barbato 1.4 e Barbato 1.5.

PRESIDENTE. Ricordo che gli emendamenti Barani 1.6, Barani 1.7, Barani 1.8 sono stati dichiarati inammissibili.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Barbato 1.9 e 1-bis.1.

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Bratti 1-bis.2 è stato dichiarato inammissibile.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, per fare prima espongo le motivazioni, anche poco fa citate. Nel dibattito in Commissione è emerso - faccio questa premessa perché è utile - un impegno, da parte del Governo, di risolvere alcune delle problematiche che sono contenute in questo decreto-legge, mentre, per evitare che le parti buone vadano in decadenza, si è ridotto anche in Commissione il dibattito, per fare in modo che ci sia una pulizia senza un ulteriore passaggio parlamentare. Quindi, per questa motivazione fondamentalmente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere contrario, su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Sta bene.
Il Governo?

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 50

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Barbato 1.1.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Barbato 1.1, formulato dal relatore.

FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, in attuazione del principio di sussidiarietà, così come espressamente previsto dalla nostra Costituzione, e, tra l'altro, anche in attuazione del decreto-legge n. 78 del 2010, con il quale si prospettava di affidare definitivamente ai comuni la gestione del ciclo dei rifiuti, sottraendolo alle province, perché in Campania c'era stata questa deroga, propongo con questo emendamento, piuttosto che chiedere una proroga sino al 30 giugno 2013, di far essere immediatamente attuativo l'ingresso dei comuni nella gestione del ciclo dei rifiuti senza necessità di applicare delle proroghe. Ciò in quanto, come detto precedentemente, questo è già previsto dall'articolo 118 della nostra Costituzione, in ossequio al principio della sussidiarietà, e, tra l'altro, recepito nel decreto-legge n. 78 del 2010.
Quindi, è un invito a fare delle leggi che abbiano una dinamica più ordinata, ma soprattutto per riaffidare agli enti locali, e ai comuni segnatamente, un'attività e cancellare definitivamente la parola province, sperando, tra l'altro, che questo ente inutile delle province, che costa 16 miliardi di euro agli italiani, venga soppresso. Questi sono i veri costi della politica, che la politica medesima non ha avuto la forza di cancellare e di eliminare, cioè non ha eliminato le province e si tratta di una cosa gravissima perché questo costo continua a riverberarsi sulle spalle dei cittadini.
Questi sono gli sprechi della politica a cui questo Parlamento, che vuole riprodursi e riproporsi anche nella prossima legislatura, continua sprecando. Io, invece, propongo di dare ordine ai nostri enti locali e, poiché è previsto - lo ripeto - anche in via ordinamentale questo tipo di assetto, cioè che venga dato ai comuni l'affidamento della gestione del ciclo dei rifiuti, che si inizi immediatamente e senza dover fare ricorso a una inutile proroga al 30 giugno 2013. Quindi, chiedo che il mio emendamento 1.1 venga messo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbato 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Zeller...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 393
Votanti 388
Astenuti 5
Maggioranza 195
Hanno votato
65
Hanno votato
no 323).

Prendo atto che il deputato Sposetti ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Siragusa e Genovese hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Lanzarin 1.2.
Chiedo all'onorevole Lanzarin se accede all'invito al ritiro del suo emendamento 1.2, formulato dal relatore.

MANUELA LANZARIN. Signor Presidente, anche il nostro emendamento va nella stessa direzione di quello appena votato: riteniamo che non si possa parlare ancora di proroga per quanto riguarda la gestione dei rifiuti della Campania e, quindi, sia necessario tornare ad un regime ordinario dopo 18 anni - ricordiamolo - di emergenza. Questo vuol dire restituire ai comuni (e, quindi, agli enti locali e non alle province come previsto con questa proroga) l'onere e il compito della riscossione, nonché di tutta la gestione del ciclo integrato dei rifiuti.
È chiaro che qui mette in evidenza una responsabilità da parte degli enti locali che Pag. 51effettivamente - è sotto gli occhi di tutti - non ha funzionato. Però è giusto che come negli altri territori (al Nord, ma un po' in tutto il nostro Paese) gli enti responsabili della gestione di tutto il ciclo integrato dei rifiuti siano i comuni. Non riusciamo a capire perché in Campania debba continuare ancora questa emergenza, dobbiamo prorogare alla provincia, perché mette in evidenza effettivamente non solo l'incapacità degli enti locali e dei comuni, ma dei territori, in questo caso del Sud e della Campania, di gestire un settore strategico importante come quello dei rifiuti. Quindi, chiediamo che venga abrogato e che ci sia il ritorno completo ad una situazione di ordinarietà (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Barbato ha posto la sua firma all'emendamento Lanzarin 1.2.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzarin 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 407
Votanti 404
Astenuti 3
Maggioranza 203
Hanno votato
54
Hanno votato
no 350).

Prendo atto che la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto.
Passiamo all'emendamento Barbato 1.3.
Chiedo all'onorevole Barbato se accede all'invito al ritiro del suo emendamento 1.3, formulato dal relatore.

FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, è un po' il seguito dell'emendamento precedente, con il quale si chiede di dare una certa ordinarietà in Campania dopo appunto 18 anni di emergenza rifiuti e di commissariamenti straordinari. Quindi, si chiede di sopprimere il comma 2 dell'articolo 11, sopprimendo il quale si sottrae alla gestione delle province in Campania appunto la gestione del ciclo dei rifiuti, per riaffidarlo in modo ordinario e definitivo ai comuni. Quindi, si chiede semplicemente di portare un minimo di ordinarietà e di normalità in Campania, consentendo ai comuni di ritornare nella gestione dei rifiuti, sottraendola alle province.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbato 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 411
Votanti 408
Astenuti 3
Maggioranza 205
Hanno votato
20
Hanno votato
no 388).

Prendo atto che i deputati Verducci e D'Incecco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Barbato 1.4.
Chiedo all'onorevole Barbato se accede all'invito al ritiro del suo emendamento 1.4, formulato dal relatore.

FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, con l'emendamento precedente si chiedeva, con l'abrogazione del comma 2, di eliminare, di sottrarre la gestione alle province del ciclo rifiuti e affidarlo ai Pag. 52comuni. Invece, con il seguente emendamento si chiede di sopprimere il comma 3, perché con il comma 3 è prevista la eliminazione della riscossione, a differenza del precedente emendamento.
Quindi sottrarre anche la riscossione alle province e affidarla, come è normale e giusto che sia, ai comuni, ai sindaci, alle amministrazioni comunali, che devono essere responsabili della gestione del ciclo dei rifiuti, ma devono anche essere coloro che incamerano, che riscuotono, che incassano i proventi derivanti dal tributo per i rifiuti.
Per questa ragione si propone un emendamento per avviare un semplice processo di normalizzazione in Campania, e quindi chiedo che venga messo in votazione, per avviare una normalizzazione, se i partiti lo vogliono consentire. Ben capisco che dopo 18 anni di emergenza straordinaria, di «magna magna» nel piatto della spazzatura in Campania cui hanno fatto parte in modo consociativo «bassoliniani» e «cosentiniani», capisco che parlare di normalità, di regole, di evitare sprechi e «magna magna» sia qualcosa che sia poco digeribile da quei partiti. Io mi sforzo, anche in questa circostanza, di chiedere normalità e regolarità per la Campania.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbato 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 413
Votanti 408
Astenuti 5
Maggioranza 205
Hanno votato
19
Hanno votato
no 389).

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Barbato 1.5, formulato dal relatore.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, per la verità ad inizio legislatura, nel 2008, ci imbattemmo in una serie di deroghe che venivano previste per lo smaltimento dei rifiuti nelle discariche, cioè nelle discariche stranamente - solo in questo Paese succedono queste robe - veniva consentito lo smaltimento di rifiuti tossici, velenosi, industriali, di rifiuti che hanno trasformato la Campania in una sorta di pattumiera dell'Italia e, a causa di queste deroghe che consentivano di non rispettare i divieti che sono espressamente previsti dalle norme ambientali e dalla Comunità europea, la regione Campania è una regione nella quale i decessi avvengono per il 78 per cento per cause imputabili a malattie tumorali e leucemiche. Ci sono delle parti della Campania - penso ad esempio al triangolo della morte Nola-Acerra-Marigliano - dove l'incidenza dei tumori è in un modo incredibile superiore alla media nazionale, e ce ne sono tantissime di queste realtà. Perché? Perché si è fatto scempio del territorio con una gestione malsana, maldestra, criminale del ciclo dei rifiuti in Campania, dove tutto veniva interrato. I campani per questa ragione sono stanchi di sentir parlare di deroghe ai divieti che tutelano la salute e la vita dei napoletani e dei campani, ed è per questa ragione che chi vuole davvero difendere i cittadini... io amo i napoletani ed i campani e lo faccio con atti parlamentari, cercando di cancellare questa parola «deroghe» in materia di rispetto delle norme ambientali, «deroghe» a norme sulla salute, sulla vita, sulla pelle dei campani.
Infatti ancora una volta abbiamo una deroga, cioè viene eliminato il divieto di smaltire i rifiuti in discarica per quei rifiuti speciali urbani che abbiano un KJ, cioè un limite calorifico inferiore, cioè si superano le percentuali massime consentite e con una deroga si consente ancora una volta di smaltire a discarica dei rifiuti speciali, cosa che, secondo la normativa, Pag. 53non è consentita. Per questa ragione, per il bene, per la salute e per la vita dei napoletani e dei campani, io voglio dire: «basta» alle deroghe, e con questo emendamento chiedo che non vi sia più alcuna deroga.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, anche questa mattina in Commissione proprio su questa questione abbiamo provato a spiegare all'onorevole Barbato che il tema del potere calorifico dei rifiuti ed i problemi di sanità relativi ad una gestione illecita di rifiuti, che purtroppo esiste nei territori campani e non solo, sono due cose che non c'entrano assolutamente nulla. Anzi, ho cercato anche di far comprendere - e probabilmente non ci sono riuscito - che la proroga che stiamo prevedendo, oltre ad essere necessaria per consentire lo smaltimento in discarica controllata di una serie di rifiuti speciali che altrimenti difficilmente troverebbero un luogo di smaltimento, è anche una proroga necessaria soprattutto per quei sistemi virtuosi, che sono oggi molto caldeggiati soprattutto dai comitati, che prevedono l'utilizzo del cosiddetto trattamento meccanico biologico e non l'utilizzo come smaltimento finale dell'inceneritore. Tra l'altro non mi risulta che né l'onorevole Barbato né tanti comitati siano in accordo con la filosofia dell'incenerimento. Su questo potremmo ovviamente aprire una discussione assolutamente interessante, ma certo è che questo provvedimento, di cui noi oggi andiamo in proroga, non è un provvedimento richiesto dalla normativa europea, ma fu introdotto nel 2003, allora dall'onorevole Matteoli, come un incentivo all'incenerimento. Questa è la filosofia e non tanto rientra nello schema deliberativo della direttiva comunitaria 2008/98. Quindi oggi in realtà il Governo chiede e noi siamo convinti che sia un provvedimento giusto quello di derogare, sperando, come abbiamo già detto e dirò anche in dichiarazione di voto finale, che questa normativa venga completamente abrogata successivamente.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbato 1.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ravetto, Mondello, Calderisi, Roccella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 409
Votanti 405
Astenuti 4
Maggioranza 203
Hanno votato
20
Hanno votato
no 385).

Passiamo all'emendamento Barbato 1.9.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbato 1.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 386
Votanti 383
Astenuti 3
Maggioranza 192
Hanno votato
20
Hanno votato
no 363).

Pag. 54

Prendo atto che i deputati Duilio, Gnecchi e Zinzi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Verducci e Cardinale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbato 1-bis.1, per il quale il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, con questo emendamento si cerca di eliminare una scelta, che mi permetta di definire quanto meno demenziale, che è stata apportata in questo provvedimento. Infatti è stato proposto al Senato che, relativamente al primo trimestre della Tares, cioè gennaio, febbraio e marzo 2013, piuttosto che pagare la prima rata il primo di aprile, la si paghi a luglio, cioè congiuntamente alla scadenza del secondo trimestre.
Significa non che non si paga la prima rata della Tares - che sia ben chiaro -, perché non è che al Senato hanno modificato la norma prevedendo che il primo trimestre gli italiani non lo debbano pagare. No! È stato semplicemente previsto, in modo davvero incosciente, che si cumuli il pagamento della prima con quello della seconda rata. Abbiamo visto che al costo medio della Tares - rispetto alla Tarsu, che era il precedente tributo riferito solo ai rifiuti - si aggiunge ora un'ulteriore quota derivante dall'applicazione dei servizi indivisibili che i comuni devono applicare, e si passa da una media, per famiglia, di 300 euro a circa 400 euro l'anno. Allora, domando una cosa ai colleghi parlamentari: ma, un pensionato che ha una pensione media di 400-500 euro, se deve pagare una rata ad aprile paga 80, 100 euro. Se deve pagare insieme due rate a luglio deve pagare, invece, 200 euro. Quindi, si mangia quasi metà della sua pensione.
Poi, voglio anche ricordare ai colleghi, riguardo allo spostamento del pagamento di questo tributo a luglio 2013, che in VI Commissione (Finanze) ho appreso che vi è la concomitanza col pagamento di altri tributi e di altre tasse. Non dimentichiamo che in quel periodo scade la odiosa IMU, con la quale avete messo le mani nelle tasche degli italiani. L'IMU scade il 17 giugno e, quindi, nello stesso periodo. In quel periodo medesimo, inoltre, vi è il pagamento delle tasse per le piccole e medie imprese, vi sono la Tares e l'Irpef. Insomma, vi è un ingorgo - giusto per usare un termine che spesso usiamo in Parlamento -, un ingorgo di tasse da far pagare agli italiani, e questo significa che in questo modo, per fare una semplice «marchetta elettorale» - perché spostare il pagamento da aprile a luglio era una «marchetta elettorale», perché in vista delle elezioni si cercava di annacquare e di spostare quanto più in là un pagamento - si fa cadere, per meglio dire, un'ulteriore tegola sulla testa degli italiani, perché la Tares è un'ulteriore tassa e, inoltre, aumenta ancora di più la Tarsu.
Allora, io vi chiedo di eliminare e rimandare la faccenda ai senatori, sebbene stamattina in Commissione mi dicessero che i senatori non possono più riunirsi perché una terza lettura è improponibile. Ma, io dico e domando: benedetto Iddio, io ho già preso, come tutti quanto noi, la prima quota della paghetta di gennaio 2013 e il 28 prenderemo il resto della paghetta. I senatori faranno la stessa cosa e, poiché hanno anche una bella paghetta, possono lavorare un'altra volta. La paghetta la prenderemo e la prenderanno anche a febbraio...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbato 1-bis.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 55
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 401
Votanti 399
Astenuti 2
Maggioranza 200
Hanno votato
18
Hanno votato
no 381).

Prendo atto che il deputato Santori ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Barbato 1-bis.21.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Barbato 1-bis.21, formulato dal relatore.

FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, è fin troppo evidente che i dati negativi che espone il Governo Monti ed i partiti che lo hanno tenuto in vita, ci fanno rilevare che vi è stata una pressione fiscale che ha debordato ogni record. Cioè, siamo oltre il 45,1 per cento di pressione fiscale in capo agli italiani.
Per questa ragione, avendo avuto già gli effetti nefasti derivanti dall'introduzione dell'IMU, noi pensiamo che con la Tares si accentui il gravame fiscale per quanto riguarda questo tributo, perché alla originaria Tarsu si aggiungono i servizi indivisibili, che vanno ad incidere ancora maggiormente e a pesare ancora di più sulle tasche degli italiani e delle italiane. Allora, per questa ragione, abbiate un minimo di buonsenso, se volete andare nelle piazze durante la corrente campagna elettorale, altrimenti la gente vi prenderà davvero a colpi di scopa, tutti i partiti, perché se fate applicare anche la Tares nel 2013 gli italiani faranno bene a prendervi a colpi di scopa. Per questa ragione, chiedo che la Tares venga rimandata al 2014, ritornando all'impostazione originaria di un tributo applicato semplicemente allo smaltimento rifiuti, e che non ci sia un ulteriore appesantimento della pressione fiscale sugli italiani. Faccio questo soprattutto nel vostro interesse, cari partiti morti, perché in questo modo potrete almeno avere la faccia di girare per le piazze, di andare nelle città e di fare campagna elettorale, altrimenti gli italiani non ve la faranno neanche fare e vi prenderanno davvero a calci nel sedere.

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, usi un linguaggio consono a quest'Aula.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbato 1-bis.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cicchitto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 400
Votanti 397
Astenuti 3
Maggioranza 199
Hanno votato
56
Hanno votato
no 341).

Passiamo all'emendamento Lanzarin 1-bis. 4.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

MANUELA LANZARIN. Signor Presidente, anche noi con questo emendamento ritorniamo sul discorso dell'applicazione della Tares. Abbiamo sentito cosa significa per il Paese la sua applicazione dal 1o gennaio 2013, che adesso è slittata ad aprile. Parliamo della prima rata della Tares a luglio, dopo tutti i balzelli e le tasse che si sono susseguite e che hanno messo in ginocchio il Paese, le attività produttive e i nuclei familiari, senza pensare che non c'è ancora molta chiarezza sull'applicazione di questo nuovo balzello. Si è parlato infatti di particolarità relative alla quantità dei rifiuti, ai vani e alle Pag. 56superfici catastali. Quindi anche i comuni stessi sono molto in difficoltà, come le società che dovrebbero riscuotere o che fanno questo servizio, di cui non capiscono bene l'applicazione. Poi ricordiamo che ancora una volta il Governo Monti con la Tares ci ha regalato un balzello per cui sono gli enti locali che diventano esattori per il comune, dovendo applicare gravami più alti. Quindi, alla fine è l'ente locale, la municipalità, che passa come l'esattore nei confronti delle attività produttive dei cittadini, mettendoli in grossa difficoltà. Quindi il minimo che si può fare è quello di far slittare l'applicazione di questo ridicolo balzello al 1o gennaio 2014.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzarin 1-bis. 4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Concia, Nizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 400
Votanti 396
Astenuti 4
Maggioranza 199
Hanno votato
55
Hanno votato
no 341).

Passiamo all'emendamento Lanzarin 1-bis.6.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lanzarin 1-bis.6 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzarin 1-bis.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 373
Votanti 370
Astenuti 3
Maggioranza 186
Hanno votato
53
Hanno votato
no 317).

Passiamo all'emendamento Lanzarin 1-bis.8.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lanzarin 1-bis.8 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzarin 1-bis.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gnecchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 402
Votanti 399
Astenuti 3
Maggioranza 200
Hanno votato
56
Hanno votato
no 343).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Lanzarin 1-bis.10.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lanzarin 1-bis.10 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti. Pag. 57
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzarin 1-bis.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Villecco Calipari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 398
Votanti 394
Astenuti 4
Maggioranza 198
Hanno votato
56
Hanno votato
no 338).

Passiamo all'emendamento Barbato 2.1.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Barbato 2.1 formulato dal relatore.

FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, con questo emendamento si chiede di porre la parola fine ai commissariamenti. Commissari straordinari, emergenze e poteri straordinari sono dei fenomeni che servono semplicemente per devastare i territori, per non rispettare le regole, per violare puntualmente la legge e per stringere, a volte, anche patti criminali, specie nei rifiuti, deputato Presidente.
Voglio leggere quello che era scritto in un articolo del novembre 2011 su Il Mattino: «Il ricordo di quella giornata campale è il ricordo di una resa. Fu in quei mesi del 2003 (...) che gli uomini dello Stato incontrarono la camorra. Una riunione ufficiale con i dirigenti del commissariato di Governo, Massimo Paolucci e Giulio Facchi, che scesero a patti con un gruppetto di imprenditori in odore di mafia che quei buchi avevano disponibili. Il resoconto di quell'incontro fu fatto in pubblico a un gruppetto di allibiti cittadini. Le discariche c'erano, erano piuttosto illegali, e appartenevano a Cipriano Chianese, Gaetano Vassallo, Elio e Generoso Roma: nomi di uomini poi diventati assai noti alle cronache giudiziarie che trattavano di ecomafie. Fu in quella giornata - era primavera - del 2003 che il destino di Villa Literno e delle vicinissime Giugliano e Parete fu definitivamente segnato».
Deputato Presidente, questo articolo è meritorio per chi lo ha scritto, e lo ha scritto la dottoressa Rosaria Capacchione, giornalista de Il Mattino, capolista in Campania per il Partito Democratico, a cui va il merito di aver fatto questo scoop nel 2011, a seguito del quale la procura di Napoli aprì un'indagine.
Infatti, per la procura antimafia di Napoli fu una scelta che rispondeva a strategie di espansione camorristica. Deputato Presidente, come fanno commissari straordinari tipo quelli che vi ho appena nominati, come Paolucci, che trafficavano e trovavano intese con la camorra, che scendevano a patti con la camorra, a stare nella stessa lista nella quale si trova la dottoressa Capacchione?
È mai possibile che il Partito Democratico schieri un simbolo dell'anticamorra come Rosaria Capacchione e poi candidi un soggetto che ha rapporti con la camorra, che stringe patti con la camorra, che fa affari con la camorra? Ma a che gioco volete giocare? Forse Vendola quando ieri parlava di liste fatte all'insegna della camorra si riferiva a questi casi, a queste persone, a questi subcommissari dell'epoca che avevano rapporti con la camorra e che oggi il Partito Democratico ci porterà in Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Il Partito Democratico porterà veramente la «munnezza» in Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché se ci porta queste persone...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato.

FRANCESCO BARBATO. ...ci porta dei candidati che avevano rapporti con la camorra, nella gestione della loro attività con il commissariato straordinario che loro gestivano. Vi pare mai possibile tollerare Pag. 58queste cose e chi ha partecipato al «magna magna» dei rifiuti in Campania? Parlo ai subcommissari di Bassolino, perché oltre a quello citato vi è anche il presidente della provincia, Di Palma, candidato per SEL nelle prossime elezioni. Allora, le liste pulite, signor Presidente, dove stanno se ci portano personaggi con questi profili? Questi sono i commissariati straordinari...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbato.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo semplicemente perché vorrei che lei sapesse che l'onorevole Barbato questa mattina, intervenendo in sede di discussione sulle linee generali, è andato addirittura oltre le già gravi cose che ha detto, affermando che il Partito Democratico - è testuale quello che ha detto l'onorevole Barbato - ha candidato l'anticamorra e la camorra.
Allora, io ho già fatto presente al Presidente che in quel momento presiedeva la seduta che sicuramente l'onorevole Barbato avrà modo, nelle sedi giudiziarie, di motivare queste affermazioni. Sono sicuro che, in coerenza con la sua personalità, darà l'assenso a non utilizzare l'immunità parlamentare, però, signor Presidente, per la seconda volta, l'onorevole Barbato, mettendola in un modo leggermente meno diretto, si permette di parlare di persone candidate che trafficano con la camorra senza che nessuno, neanche la Presidenza, gli consigli che siamo in un'Aula parlamentare e accuse di questo tipo, al di là di quello che accade nella sede giudiziaria, se le deve risparmiare. Non è che se le può, se le deve risparmiare, perché non è un giudizio politico, sono accuse che infangano le persone senza minimamente avere una base giudiziaria per affermare quello che afferma.
Lui è abituato a fare così sempre, è anche l'ultimo intervento che farà in quest'Aula e quindi questo sicuramente ci allieta, però non è che possiamo lasciare che qui dentro uno si alzi e dica quello che gli passa per la testa, anche ingiuriando persone che non sono neppure in grado di difendersi in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, a nome del gruppo Italia dei Valori, poiché credo che qui dentro ci sia per forza libertà di parola, ma che le accuse vadano documentate e provate, ci dissociamo dalle dichiarazioni del collega Barbato (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbato 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 400
Votanti 397
Astenuti 3
Maggioranza 199
Hanno votato
2
Hanno votato
no 395).

Prendo atto che il deputato Zaccaria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo Pag. 59l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 5714)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 5714).
La Presidenza non ritiene ammissibile l'ordine del giorno Barani n. 9/5714/3 che, essendo volto ad impegnare il Governo con riferimento al contratto di gestione dell'impianto di termovalorizzazione di Acerra, non è riconducibile al contenuto del provvedimento in esame.
Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/5714/1, a condizione di premettere nel dispositivo le parole: «a valutare la possibilità di».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Alessandri n. 9/5714/2.
Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Bratti n. 9/5714/4.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Nannicini n. 9/5714/5, a condizione che nel dispositivo, anzi nell'invito al Governo, dopo le parole: «a tener presente di quanto in premessa», siano inserite le seguenti parole: «e a valutare la possibilità di ridurre...» e via dicendo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Naro n. 9/5714/6.
Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Barbato n. 9/5714/7.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Rubinato n. 9/5714/8, a condizione di sostituire, al quinto rigo del secondo capoverso del dispositivo, la parola «distorsive» con la parola «onerose» e allo stesso rigo di sopprimere la parola «rilevante».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Lanzarin n. 9/5714/9, a condizione di premettere nel dispositivo le parole: «a valutare la possibilità di».

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno di Stanislao n. 9/5714/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Alessandri n. 9/5714/2 e Bratti n. 9/5714/4, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Nannicini n. 9/5714/5, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Naro n. 9/5714/6 e Barbato n. 9/5714/7, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rubinato n. 9/5714/8, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lanzarin n. 9/5714/9, accettato dal Governo, purché riformulato.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5714)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, ribadisco quanto già detto in sede di discussione sulle linee generali e cioè il voto contrario dell'Italia dei Valori per svariati motivi.
Intanto siamo in presenza di un atto che contiene una norma che è illegale, perché è in contrasto con quanto previsto Pag. 60dal decreto-legge n. 59 del 2012 sul riordino della Protezione civile, che stabilisce che le gestioni commissariali non sono suscettibili di proroga o rinnovo, se non per una sola volta e comunque non oltre il 31 dicembre 2012. Qui noi andiamo a prorogare, invece, per tutto il 2013 e quindi siamo in contrasto con una norma che questo Parlamento ha approvato soltanto qualche mese fa. Credo che sia una vergogna porsi in antitesi con le norme appena approvate.
L'altra questione riguarda il fatto che noi abbiamo prorogato per un altro anno la possibilità di smaltire in discarica rifiuti con PCI (potere calorifico inferiore) sopra i 13 mila chili/Joule a chilogrammo. La cosa molto grave è che si tratta di una norma che risale al 2003, cioè sono dieci anni che proroghiamo, anno per anno, l'entrata in vigore di una norma.
Abrogatela! Abrogatela, perché non si può per dieci anni impedire che una norma già decisa entri in vigore. Questi sono alcuni dei motivi e non sono solo questi, così come il fatto che i comuni delle aree della Campania virtuosi in termini di raccolta di smaltimento delle immondizie siano stati messi sullo stesso piano di quelli inadempienti. È un'altra cosa di carattere vergognoso, che non poteva e non doveva essere continuata.
Questo Governo, in realtà, per l'ambiente ha fatto poco e niente. Non è colpa certamente solo sua, perché il Governo che veramente non ha fatto nulla per l'ambiente è il Governo Berlusconi, però in quest'anno qualcosa si poteva fare e nulla è stato fatto.
Per questi motivi noi diciamo «no» a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Biagio. Ne ha facoltà.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, il provvedimento che ci accingiamo a votare rappresenta senza dubbio un atto di dovuta responsabilità nei confronti di alcune regioni particolarmente gravate dall'emergenza rifiuti e da tutto quello che ne consegue. Esso affronta alcune proroghe e alcune riaperture di termini in materia ambientale con riferimento all'attività di gestione dei rifiuti urbani nella regione Campania fino al 30 giugno 2013 rispetto a quanto delineato nel decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95. Anche i termini per il conferimento in discarica dei rifiuti con specifico potere calorifico viene prorogato al 1o gennaio 2014. Sul versante dell'emergenza ambientale di alcuni comuni si dispone la proroga fino a dicembre 2013, sebbene si configuri più che altro come una riapertura dei termini.
Il provvedimento in questione rappresenta l'ultima iniziativa di questo Governo in materia ambientale. Questo a mio parere porta con sé un significato molto forte, caratterizzato da un impegno sentito e concreto nei confronti di quelle istituzioni di emergenza che creano impasse e bloccano nei fatti la rinascita del Paese. Non dimentichiamo che il provvedimento si presenta anche in armonia con quanto delineato nell'ultima direttiva comunitaria in termini di rifiuti, proprio perché orientata alla semplificazione e a una nuova riconfigurazione della classificazione dei rifiuti. Malgrado le condizioni operative in cui si trova attualmente il Parlamento in attesa di una nuova consultazione elettorale, abbiamo deciso di mettere al primo posto le esigenze del Paese per creare le basi per una ripresa economica. Come Futuro e Libertà per il Terzo Polo abbiamo deciso di non rallentare ulteriormente l'iter con proposte di modifica o di nuove riflessioni, proprio per ottimizzare al massimo il processo legislativo, con responsabilità e con lungimiranza. Per tale ragione, rinnovando anche i ringraziamenti al Ministro Clini per il pragmatismo che ancora una volta ha dimostrato, voglio rappresentare il voto favorevole del mio gruppo al provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzarin. Ne ha facoltà.

MANUELA LANZARIN. Signor Presidente, premetto già che il nostro sarà un Pag. 61voto di astensione per quel senso di responsabilità che ci ha contraddistinto in questo anno di Governo di opposizione. Quei provvedimenti che vanno a risolvere problematiche, come in questo caso, prorogando quindi situazioni che altrimenti metterebbero in difficoltà interi settori delle piccole e medie industrie oppure che vanno a risolvere alcune problematiche collegate all'ultimo terremoto nelle regioni dell'Emilia Romagna, della Lombardia e del Veneto, non possono che trovarci favorevoli. Proprio in questo senso quindi il nostro voto sarà di astensione, proprio perché siamo convinti che la proroga che è stata inserita e dovuta, quella che sposta di un anno la possibilità di smaltire in discarica i prodotti con potere calorifico di un certo tipo - e qui mi riferisco anche a tutto un settore del mio territorio, ossia quello della concia nel territorio di Arzignano che altrimenti sarebbe stato messo a dura prova e quindi in difficoltà - non può che trovarci favorevoli, come non può che trovarci favorevoli il fatto che le spese per la ricostruzione del terremoto dell'Emilia Romagna, della Lombardia e del Veneto siano rimborsate al 100 per cento e non in maniera ridotta. Sappiamo già quanto hanno sofferto questi territori, sappiamo già quanto è stato latitante il Governo e quindi penso sia una cosa dovuta. Non siamo però d'accordo per quanto riguarda la questione dei rifiuti in Campania e per quanto riguarda l'ulteriore proroga dello stato di emergenza. Riteniamo che un'emergenza che dura da 18 anni non possa più chiamarsi emergenza e che ci sia la necessità di tornare ad uno stato di ordinarietà, che i comuni debbano assumersi la responsabilità e che quindi debbano essere adempienti per quanto riguarda tutto il ciclo dei rifiuti, tutta la filiera dei rifiuti fino alla riscossione e non invece dell'ennesima proroga in capo alle province. Così funziona negli altri territori, così funziona nei territori del nord. Ricordiamo i territori virtuosi - penso al Veneto e alla Lombardia - in cui c'è efficienza da questo punto di vista, la raccolta differenziata ha raggiunto livelli di eccellenza molto superiori al 65 per cento, livello previsto come norma entro il 2012, in cui le amministrazioni e gli enti locali hanno saputo, anche con difficoltà a volte e con un grosso sacrificio, programmare l'impiantistica per poter poi smaltire i rifiuti. Proprio per queste motivazioni, lo ripeto, e senso di responsabilità, il nostro sarà un voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, probabilmente il nostro atteggiamento, se fossimo stati in un altro momento della legislatura, non sarebbe stato favorevole ma sicuramente avremmo messo in discussione diverse parti di questo decreto, ma per senso di responsabilità voteremo a favore anche perché soprattutto su uno dei punti che riteniamo fondamentali, cioè lo slittamento del tributo della Tares, abbiamo avuto rassicurazioni sia in Aula che in Commissione da parte del sottosegretario che il Governo già prima del 25 febbraio metterà in atto un provvedimento che consenta di non mandare in emergenza l'intero Paese. Perché questo sistema, questa deroga che sembra in realtà solo una mera posticipazione di un tributo in realtà scatena un meccanismo per cui le aziende pubbliche che gestiscono il ciclo integrato dei rifiuti, se non sono delle grandi multiutilities, rischiano di non avere la necessaria liquidità per pagare i propri dipendenti e quindi di lasciare i rifiuti in strada.
Dicevamo che questo era uno dei punti fondamentali ma c'è un'altra questione che non ci piace che riguarda la proroga dei commissariamenti, soprattutto c'è una proroga di commissariamento che riguarda le isole Eolie, introdotta con un emendamento un po' misterioso al Senato e che oggi noi ci ritroviamo, di cui non si comprende la motivazione (di questa proroga) in quanto tutto il sistema degli enti locali e tutto il sistema imprenditoriale del luogo ha mostrato da tempo contrarietà a questo tipo di gestione. E non c'è solo questo riguardo i commissariamenti, ma - Pag. 62lo sappiamo - questa è stata la legislatura dove io credo che su tante questioni, dalla Protezione civile alla gestione dei rifiuti e delle bonifiche, ci si sia resi conto come i commissariamenti oltre a non risolvere i problemi sono una delle fonti principali di spreco di denaro pubblico. Quindi pensavamo che questa stagione fosse completamente finita. Non ci piace nemmeno, sempre nella logica del commissariamento, il fatto che si continui a far lavorare come se niente fosse questa società in house Sogesi di cui invece il Ministro ci aveva più volte detto che avrebbe provveduto al suo graduale smantellamento, ma così non è stato. Quindi tante motivazioni per criticare duramente questo decreto, però ci sono alcune cose improrogabili assolutamente importanti. Una per tutte è sicuramente quella del terremoto, questo articolo che consente per le aree terremotate alle persone che hanno subito dei danni di poter avere la copertura del 100 per cento dei danni subiti; lo riteniamo assolutamente fondamentale, così come riteniamo importante anche la deroga sul potere calorifico dei rifiuti speciali rispetto alla quale ho provato a spiegare prima le motivazioni per cui noi siamo stati favorevoli. Ha ragione il collega Borghesi quando dice che, dopo avere derogato dieci anni tra l'altro da una norma che non è nell'ordinamento comunitario, non si capisce perché dobbiamo continuare ad averla e tanto vale quindi eliminarla completamente.
Quindi ripeto, questo decreto sicuramente è un decreto che non ha l'obiettivo di risolvere le problematiche legate alla gestione dei rifiuti che in questa legislatura, devo dire purtroppo e amaramente, sono invece peggiorate: perché non si è risolta la situazione della Campania; rischiamo l'emergenza nel Lazio; la Calabria e la Sicilia sono in situazioni pesantemente critiche; addirittura in Puglia abbiamo avuto dei casi di rifiuti per strada; non siamo riusciti a portare a termine per mille motivi un sistema di tracciabilità dei rifiuti serio in questo Paese; sul sistema delle bonifiche non abbiamo fatto niente di ciò che era stato previsto dal Governo precedente in termini di risanamento. Quindi il bilancio è assolutamente un bilancio sulla gestione integrata dei rifiuti negativo a cui si somma il fallimento del tentativo della riforma sui servizi pubblici locali. Quindi ripeto, in altre occasioni avremmo dato un parere diverso. Per senso di responsabilità e per le motivazioni che ho detto, e perché ci sono alcuni provvedimenti inderogabili e indispensabili e anche per le promesse che ha fatto il Governo anche accettando gli ordini del giorno che abbiamo proposto, daremo un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gibiino. Ne ha facoltà.

VINCENZO GIBIINO. Signor Presidente, intervengo molto, ma molto brevemente per annunciare il voto favorevole del mio gruppo e per chiedere che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Gibiino, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barani. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per annunciare la mia astensione per tre motivi. Signor Presidente, è irrituale che un ordine del giorno sia dichiarato inammissibile, perché l'ordine del giorno, per sua natura, è un indirizzo che si dà, non è qualcosa di formativo come l'emendamento. Quindi, mi sembra che la decisione sia stata più politica che tecnica. Il secondo motivo riguarda il fatto che dobbiamo dire che noi non abbiamo voluto modificare il provvedimento in oggetto perché non vogliamo riconvocare il Senato. Questo non è giusto, perché la Tares è una vessazione, come tutti hanno detto, che i nostri cittadini non meritano. Pag. 63In ultimo, credo che il Governo non abbia tenuto in debito conto quelle che sono le criticità della regione Campania, criticità che non ha voluto tenere in considerazione perché non ha voluto prorogare ed intervenire su una completa gestione dei rifiuti.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

LUCIO BARANI. Ha voluto fare in modo che regioni e province rimanessero in stand by, come se questo Governo volesse il cumulo dei rifiuti in Campania: questo non è né giusto né corretto. Quindi, il mio voto di astensione è per le motivazioni suddette: è un decreto che va veramente contro la Campania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonciani. Ne ha facoltà.

ALESSIO BONCIANI. Signor Presidente, intervengo per annunciare, a nome del gruppo dell'UdC, il voto favorevole e l'apprezzamento per l'impegno assunto dal Governo in Commissione ad intervenire tempestivamente per modificare la questione della Tares.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5714)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 5714, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato? Onorevole Rampelli... Attendiamo che all'onorevole Rampelli sia cambiato il terminale del voto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(S. 3658 - Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2013, n. 1, recante disposizioni urgenti per il superamento di situazioni di criticità nella gestione dei rifiuti e di taluni fenomeni di inquinamento ambientale) (5714):

(Presenti 397
Votanti 337
Astenuti 60
Maggioranza 169
Hanno votato
325
Hanno votato
no 12).

Prendo atto che il deputato Boccia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Siragusa ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Poiché l'ordine del giorno prevede che a partire dalle ore 18 si passi alla seconda deliberazione sulle proposte di legge costituzionale di modifica degli statuti delle regioni Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna, procederemo ora all'esame di tali provvedimenti; al termine avrà luogo l'esame dei disegni di legge di ratifica nn. 5586 e 5585.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,28).

GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, la ringrazio di avermi dato la parola poiché oggi è l'ultimo giorno della mia attività parlamentare. Volevo ringraziare lei per il lavoro e tutti i dipendenti della Camera per la cortesia e la professionalità che hanno dimostrato in tutti questi anni. Volevo ringraziare anche tutti quei colleghi che ho conosciuto, di tutte le forze politiche, che in questi diciannove anni hanno avuto la cortesia di supportarmi. Pag. 64
Naturalmente, ho conosciuto tanta gente professionale, capace e, in questo momento, scusate... (Applausi), dal punto di vista politico, checché ne dica la stampa, qui dentro troviamo gente che sa interpretare veramente il sentimento umano e la volontà dei cittadini. Da ultimo, signor Presidente, vorrei ringraziare il mio gruppo parlamentare, questi ragazzi che mi hanno sostenuto in questo anno, che hanno lavorato sodo e che hanno dimostrato capacità non solo legislativa ma anche umana. Voglio veramente ringraziare tutti voi e augurarvi un grande in bocca al lupo per le prossime elezioni; chi sarà eletto, certamente, saprà condurre questa Camera e questa politica verso un rinnovamento; un rinnovamento nel segno di quelli che sono stati i grandi valori di questa Repubblica (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Dozzo; credo che l'applauso di tutti i settori dell'Aula alle sue parole sia anche una conferma della stima che tutti i colleghi, applaudendola, le hanno voluto manifestare; si associa anche la Presidenza.

Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale: S. 3057 - D'iniziativa del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia: Modifica dell'articolo 13 dello Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato) (A.C. 5148-B) (ore 18,30).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge costituzionale, già approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato, d'iniziativa del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia: Modifica dell'articolo 13 dello statuto speciale della regione Friuli Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunziato.
Avverto che trattandosi di seconda deliberazione su una proposta di legge costituzionale, a norma del comma 3 dell'articolo 99 del Regolamento, si procederà direttamente alla votazione finale.

(Votazione finale e approvazione - A.C. 5148-B)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Avverto altresì che a norma dell'articolo 138, primo comma, della Costituzione, in seconda deliberazione i progetti di legge costituzionale sono approvati a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge costituzionale n. 5148-B, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

S. 3057 - «Modifica dell'articolo 13 dello Statuto speciale della regione Friuli Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1» (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato) (5148-B):

Presenti 400
Votanti 399
Astenuti 1
Maggioranza assoluta dei componenti dell'Assem-
blea 316
Hanno votato 397
Hanno votato no 2
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Pag. 65

Prendo atto che i deputati Lamorte e Rampelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale: S. 3073 - D'iniziativa dell'Assemblea regionale siciliana: Modifiche all'articolo 3 dello Statuto della Regione siciliana, in materia di riduzione dei deputati dell'Assemblea regionale siciliana. Disposizioni transitorie (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato) (A.C. 5150-B) (ore 18,34).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge costituzionale, già approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato, d'iniziativa dell'Assemblea regionale siciliana: Modifiche all'articolo 3 dello statuto della regione siciliana in materia di riduzione dei deputati dell'Assemblea regionale siciliana. Disposizioni transitorie.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali, il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunziato.
Avverto che, trattandosi di seconda deliberazione su una proposta di legge costituzionale, a norma del comma 3 dell'articolo 99 del Regolamento, si procederà direttamente alla votazione finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5150-B)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Avverto che a norma dell'articolo 138, primo comma, della Costituzione, in seconda deliberazione i progetti di legge costituzionale sono approvati a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge costituzionale n. 5150-B, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 3073 - «Modifiche all'articolo 3 dello Statuto della Regione siciliana, in materia di riduzione dei deputati dell'Assemblea regionale siciliana. Disposizioni transitorie» (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato e dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato) (5150-B):

Onorevoli Rampelli, Gnecchi...

Presenti 404
Votanti 402
Astenuti 2
Maggioranza assoluta dei
componenti dell'Assem-
blea 316
Hanno votato 401
Hanno votato no 1
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Prendo atto che i deputati Margiotta, Gnecchi e Cenni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 18,40)

Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale: S. 2923-2991 - D'iniziativa dei senatori: Sanna ed altri; d'iniziativa del Consiglio regionale della Sardegna: Modifica degli articoli 15 e 16 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia di composizione ed elezione del Consiglio regionale (Approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dal Senato, approvata, in prima deliberazione dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato) (A.C. 5149-B) (ore 18,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta Pag. 66di legge costituzionale, già approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dal Senato, approvata, in prima deliberazione dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato, d'iniziativa dei senatori Sanna ed altri; d'iniziativa del Consiglio regionale della Sardegna: Modifica degli articoli 15 e 16 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia di composizione ed elezione del Consiglio regionale.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali.
Avverto che, trattandosi di seconda deliberazione su una proposta di legge costituzionale, a norma del comma 3 dell'articolo 99 del Regolamento, si procederà direttamente alla votazione finale.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5149-B)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, prendo la parola per due secondi, chiedendo pazienza ai colleghi. Voterò contro questo provvedimento, come ho votato sui due precedenti provvedimenti, non perché dissento sulla diminuzione dei consiglieri regionali, ma, così come ha fatto in Commissione affari costituzionali e anche durante di dibattito in quest'Aula, vorrei richiamare l'attenzione sull'anomalia che noi abbiamo, cioè la permanenza di regioni a statuto straordinario ed ordinario. Mi auguro che il prossimo Parlamento possa modificare e possa ristabilire un equilibrio ordinario, soprattutto di parità, tra le regioni, senza due velocità che sono certamente, come dicevo poc'anzi, un'anomalia. Per questo motivo confermo la mia posizione che ho assunto precedentemente e voterò sfavorevolmente su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5149-B)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Avverto che a norma dell'articolo 138, primo comma, della Costituzione, in seconda deliberazione i progetti di legge costituzionale sono approvati a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge costituzionale n. 5149-B, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nicchi, Strizzolo, Calvisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

S. 2923-2991 - «Modifica degli articoli 15 e 16 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia di composizione ed elezione del Consiglio regionale» (Approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dal Senato, approvata, in prima deliberazione dalla Camera dei deputati e approvata in seconda deliberazione dal Senato) (5149-B):

Presenti 406
Votanti 404
Astenuti 2
Maggioranza assoluta dei
componenti dell'Assem-
blea 316
Hanno votato 400
Hanno votato no 4
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Prendo atto che il deputato Bachelet ha segnalato di aver espresso un voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne Pag. 67uno favorevole e che la deputata Siragusa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,42).

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente sull'ordine dei lavori per esprimere soddisfazione sui voti che abbiamo appena espresso qui, in Aula, con l'approvazione, seppur in «zona Cesarini», a conclusione della legislatura, di tre provvedimenti di legge costituzionale, che quindi ora entrano in vigore, che prevedono la riduzione del numero dei consiglieri regionali delle regioni Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia. È un passo importante che si inserisce in un ampio contesto di riforma e di riorganizzazione del sistema politico e istituzionale del nostro Paese.
Devo dire grazie a tutti i componenti del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia che, nei vari passaggi, hanno sempre sostenuto questo intervento. Un grazie, ovviamente, a tutti i colleghi di Camera e Senato che hanno consentito, con la presenza anche oggi, qui, così significativa, che era forse messa in dubbio dal periodo particolare che i parlamentari stanno vivendo, ma che invece ha trovato conferma, dando un segnale di serietà, di coerenza e di impegno di quest'Aula. Grazie Presidente, grazie colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 3299 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica araba di Egitto sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Il Cairo il 15 febbraio 2001 (Approvato dal Senato) (A.C. 5586) (ore 18,45).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica araba di Egitto sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Il Cairo il 15 febbraio 2001.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è distribuito in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 5586).

(Esame degli articoli - A.C. 5586)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica (Vedi l'allegato A - A.C. 5586).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, volevo solo chiederle se sugli articoli possiamo procedere, se non ci sono obiezioni, per alzata di mano anziché con il sistema elettronico, perché credo che questo ci aiuti, se è possibile.

PRESIDENTE. I gruppi parlamentari della Lega e dell'Italia dei Valori hanno chiesto il voto nominale. Se essi vi rinunciano, possiamo procedere per alzata di mano.

RAFFAELE VOLPI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, per noi si può procedere anche per alzata di mano, non c'è alcun problema.

Pag. 68

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, anche da parte nostra non c'è alcun problema.

PRESIDENTE. In tal caso la proposta viene accolta.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 5586), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 1.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 5586), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 2.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 5586), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 3.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 5586), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 4.
(È approvato).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5586)

PRESIDENTE. Per accordi intervenuti tra i gruppi, non ci sono domande di intervento per dichiarazione di voto finale.
Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica, già approvato dal Senato, n. 5586, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Verducci... onorevole Sanga... onorevole Gozi... onorevole Castagnetti... onorevole Mondello... onorevole Rampelli... onorevole Razzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(S. 3299 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica araba di Egitto sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Il Cairo il 15 febbraio 2001) (5586):
(Presenti 361
Votanti 360
Astenuti 1
Maggioranza 181
Hanno votato
359
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Sereni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 3144 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli di studi universitari rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica di San Marino ai fini del proseguimento degli studi, con Allegati, fatto a San Marino il 24 agosto 2011 (A. C. 5585) (Approvato dal Senato) (ore 18,47).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli di studi universitari rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica di San Marino ai fini del Pag. 69proseguimento degli studi, con Allegati, fatto a San Marino il 24 agosto 2011.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 5585)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 5585), che è distribuito in fotocopia.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 5585), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 1.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 5585), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 2.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 5585), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 3.
(È approvato).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5585)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica, già approvato dal Senato, n. 5585, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gnecchi... onorevole Mondello... onorevole Meroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(S. 3144 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli di studi universitari rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica di San Marino ai fini del proseguimento degli studi, con Allegati, fatto a San Marino il 24 agosto 2011) (5585):
(Presenti 360
Votanti 359
Astenuti 1
Maggioranza 180
Hanno votato
359).

Annunzio della presentazione della relazione del Ministro della giustizia sull'amministrazione della giustizia (ore 18,50).

PRESIDENTE. Avverto che, in data odierna, il Ministro della Giustizia ha presentato la relazione sull'amministrazione della giustizia nel precedente anno, nonché sugli interventi da adottare ai sensi dell'articolo 110 della Costituzione e sugli orientamenti e i programmi legislativi del Governo in materia di giustizia per l'anno in corso, corredata della relativa nota di sintesi.
Come già precisato in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo dello scorso 14 gennaio, essendo il Governo dimissionario ed essendo la Camera in regime di prorogatio, l'obbligo di rendere comunicazioni alle Camere di cui all'articolo 86 del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, si intende adempiuto con la presentazione, da parte del Governo, della predetta relazione, che verrà pubblicata nell'allegato A al Resoconto stenografico della seduta odierna.
Così rimane stabilito.

Pag. 70

Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare (ore 18,51).

PRESIDENTE. Comunico che il deputato Domenico Sudano, proclamato in data odierna, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-ADC, Intesa Popolare).

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 18,50).

CLAUDIO D'AMICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, onorevole D'Amico, tuttavia mi consenta, prima di darle la parola, di fare i migliori auguri a tutti i colleghi, a quelli impegnati nella campagna elettorale e a quelli che non saranno impegnati nella campagna elettorale, ma sicuramente daranno ancora importanti contributi per il bene ed il progresso del popolo italiano: auguri a tutti (Applausi).
Prego, onorevole D'Amico.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, intervengo a fine legislatura per sottolineare una cosa che ritengo che non sia assolutamente corretta. Infatti devo sollecitare per l'ennesima volta la risposta ad alcune interrogazioni. Ce ne sono molte che non hanno avuto risposta e questo va a vanificare la possibilità che ogni parlamentare ha di presentare interrogazioni, e sottoporre al Governo problemi importanti e chiedere una risposta.
Io le dico, signor Presidente, che ho interrogazioni addirittura del 2008 alle quali non è stata data risposta. In particolare, voglio ricordare e chiedere magari di avere prima delle elezioni una risposta all'interrogazione del 14 novembre 2008, la n. 3-00233, indirizzata al Ministro della giustizia, che era relativa ad un carcere che è stato costruito. Noi sappiamo che il Governo ha cercato e ha continuato a liberare delinquenti, dicendo che le carceri sono piene e che non c'è più spazio nelle carceri. Ricordiamolo, allora: la mia interrogazione fu fatta per chiedere al Ministro il perché non veniva costruita una strada che avrebbe permesso di collegare un carcere ormai costruito alla strada, in modo da poterlo utilizzare. Questo carcere non è stato ancora aperto, per quello che ci risulta. È il carcere di Arghillà, in provincia di Reggio Calabria. Allora, perché il Ministro non risponde dal 2008 ad un'interrogazione su una questione così importante?
Signor Presidente, io spero che il Governo ancora in carica per l'ordinaria amministrazione sia interessato al più presto da lei per una risposta a breve a questa interrogazione.
Allo stesso modo, sottolineo un'altra interrogazione che ho presentato il 6 dicembre 2012, relativa alla situazione della fabbrica Nokia Siemens Jabil di Cassina de' Pecchi, che è stata praticamente chiusa con più di 900 persone messe in mobilità e per la quale il Ministero dello sviluppo aveva già detto che avrebbe incaricato Invitalia per un progetto di ristrutturazione industriale. Questo a luglio scorso, ma ad ora non è ancora avvenuto. Quindi, anche con questa interrogazione sottolineavamo e chiedevamo una risposta al Governo su una questione molto importante.
Signor Presidente, noi non possiamo continuare ad arrivare a fine legislatura con una sfilza di interrogazioni alle quali non ci è stata data risposta. Il minimo è che la Presidenza della Camera si attivi con il Governo affinché si risponda, almeno nei termini di questa legislatura (hanno ancora due o tre settimane di tempo per farlo); almeno che rispondano alle interrogazioni di parlamentari come il sottoscritto, che non ne hanno prodotte 10 mila giusto per scrivere un pezzo di carta: le abbiamo centellinate su questi argomenti importanti. Quindi, signor Presidente, chiedo che almeno a quelle due interrogazioni che ho indicato espressamente Pag. 71quest'oggi venga data risposta. Grazie e arrivederci (Applausi dei deputati del gruppo Lega nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole D'Amico, ci faremo parte diligente perché questo avvenga.
Il problema che lei ha sollevato ha però una portata più ampia e meriterebbe di essere oggetto di attenzione in sede di revisione dei Regolamenti. Non essendovi altro da deliberare, la seduta è tolta.

Sui lavori della Camera.

PRESIDENTE. Avverto che la Camera sarà convocata a domicilio.

La seduta termina alle 18,55.

TESTO INTEGRALE DELLE RELAZIONI DEI DEPUTATI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI E MARGHERITA BONIVER IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE A.C. 5713

FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, Relatore per la IV Commissione. Il provvedimento reca le misure di attuazione delle missioni internazionali e di finanziamento delle medesime. A differenza di quanto avvenuto nel 2012 con il decreto-legge n. 201 del 2011, la proroga delle missioni e degli ulteriori interventi per il 2013 non ha carattere annuale ma riguarda solo i primi nove mesi dell'anno, fino al 30 settembre 2013.
Hanno invece carattere solo semestrale le autorizzazioni di spesa per la partecipazione di personale del Corpo della guardia di finanza alla missione ISAF in Afghanistan e alle operazioni in Libia (articolo 1 commi 23 e 25), quest'ultima finalizzata al ripristino dell'efficienza delle unità navali cedute dall'Italia al Governo libico in attuazione degli accordi di cooperazione per fronteggiare i fenomeni dell'immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani.
Per i profili che riguardano specificamente la competenza della Commissione Difesa, richiamo le consuete norme di proroga della partecipazione italiana alle missioni internazionali delle Forze armate e delle Forze di polizia già previste nel precedente decreto (articolo 1).
Sono altresì finanziate due nuove missioni dell'Unione europea:
1) EUCAP NESTOR, finalizzata ad assistere lo sviluppo nel Corno d'Africa e negli Stati dell'Oceano Indiano occidentale di una capacità autosufficiente per il costante rafforzamento della sicurezza e della governance marittima, compresa la lotta alla pirateria; tale missione integra EUTM Somalia (già prevista nel precedente decreto) che è volta a contribuire al rafforzamento del governo federale di transizione somalo. Al riguardo, la relazione tecnica specifica che il personale autorizzato per le due missioni sarà pari a 101 unità, a fronte di un impiego di 22 unità autorizzate dal precedente decreto, per la sola missione EUTM Somalia (comma 13).
2) EUCAP SAHEL NIGER, che mira a supportare le autorità locali nel contrasto al terrorismo e alla criminalità organizzata.
È previsto, al riguardo l'invio di 9 unità di personale sulle 24 complessivamente autorizzate dal comma 17, la cui autorizzazione di spesa (per circa 1.900.000 euro) copre, altresì, la partecipazione di personale militare italiano alle iniziative dell'Unione europea per il Mali.
Se nelle intenzioni iniziali vi era l'idea di lanciare una nuova missione internazionale (EUTM Mali) con l'obiettivo di contribuire alla stabilizzazione del paese attraverso l'invio di addestratori delle forze di sicurezza locali, si può immaginare che, su questo teatro, vi sarà un significativo mutamento del quadro di intervento internazionale, per le note vicende di questi giorni che hanno aperto una crisi dai risvolti internazionali molto rilevanti, come testimonia anche la massiccia operazione militare condotta dalla Francia. Pag. 72
Credo che su tale aspetto si possa rinviare alle comunicazioni rese dal Governo.
Per i profili relativi all'iniziativa per il Mali di cui al decreto in esame, sembrerebbe che l'Unione europea intenda portarla avanti in tempi rapidi (al più tardi a metà febbraio), che sarà altresì confermato il numero attualmente previsto di addestratori (circa 200 istruttori, di cui 15 unità di personale italiano) - oltre al personale di appoggio e ad una forza di protezione di circa 450 persone - che la missione risponderà politicamente al Consiglio Ue e che il mandato è fissato, per ora, a 15 mesi.
Non è più prorogata, rispetto allo scorso anno, la missione EUPM in Bosnia-Erzegovina, né la partecipazione della Guardia di finanza alle unità di coordinamento interforze JMOUs, nonché l'autorizzazione di spesa per la presenza di personale del Ministero della giustizia nell'ambito delle missioni EULEX Kosovo e EUPOL Cops in Palestina.
Come di consueto, evidenzio preliminarmente i principali mutamenti che riguardano la partecipazione italiana nei diversi teatri operativi, peraltro nel solco di una sostanziale continuità delle linee di azione del nostro Paese sul piano internazionale.
In termini generali, si assiste ad una riduzione della presenza dei contingenti italiani, che si attesta intorno alle 6100 unità, mentre nel precedente anno erano state autorizzate circa 7300 presenze.
Significativa, in tal senso, è la consistente riduzione del contingente italiano in Afghanistan, pari a 3.100 unità, mentre il precedente decreto di proroga aveva previsto per le missioni in loco (ISAF e EUPOL) l'impiego di 4.000 unità. Ciò comporta anche una corrispondente riduzione della relativa autorizzazione di spesa (comma 1 e comma 23).
D'altra parte, l'impegno della comunità internazionale in favore dell'Afghanistan sta vivendo la sua fase forse più importante, quella (denominata «transition») di progressivo rilascio delle responsabilità alle Autorità afgane. In tale fase, si prevede un primo appuntamento a metà 2013, in cui le forze ISAF assumeranno solo compiti di supporto, mentre l'assunzione piena di responsabilità dell'apparato statale afgano avverrà solo a fine 2014, a conclusione della missione ISAF.
Rilevo che, per il post 2014, occorrerà determinare le forme e la quantità del sostegno, sotto il profilo operativo e finanziario, nonché definire il contenuto della Enduring Partnership fra NATO e Afghanistan.
Non si assiste invece ad alcuna modifica della consistenza del personale impiegato nella missione in LIBANO, pari a 1100 unità, dunque identica al 2012 (comma 2).
Le missioni nei Balcani sono invece ridimensionate, sia pure in misura non particolarmente significativa. Con riferimento al Kosovo, si passa dalle 848 unità previste per l'anno scorso, a 465 unità (commi 3, 4, 21 e 24). Si deve però ricordare che, nel 2012, all'Italia era stato chiesto di dispiegare per sei mesi in tale contesto un contingente aggiuntivo di riserva.
Meritano una specifica menzione le diverse iniziative sul fronte del contrasto alla pirateria. In primo luogo, sono prorogate le diverse missioni antipirateria in atto:
quella della NATO, denominata Active Endeavour, che opera nel Mediterraneo orientale, per la quale si dispone un incremento del personale da 287 unità a 347 unità (comma 5);
quella condotta dall'Unione europea, denominata Atalanta, che opera al largo della Somalia e nel Corno d'Africa,(comma 11);
quella della NATO denominata Ocean Shield, che vede una riduzione del personale impegnato, che passa da 762 unità a 671 unità (comma 11).

Si è già evidenziato come, con l'affiancamento della nuova missione EUCAP Nestor a quella EUTM Somalia (già prevista nello scorso decreto), risulti significativamente Pag. 73implementata la partecipazione italiana a missioni dell'Unione europea volta al contrasto alla pirateria internazionale.
Come di consueto, nel provvedimento che disciplina le missioni internazionali trovano ingresso anche norme che non prorogano missioni in atto ma si riconnettono all'impegno dei nostri contingenti all'estero.
Mi riferisco, alla previsione di un finanziamento per il Corpo militare volontario della Croce rossa e al corpo delle infermiere volontarie, finalizzato al loro impiego in Afghanistan e negli Emirati arabi uniti nel contesto delle missioni in corso. L'autorizzazione di spesa si riferisce a sette unità di personale (comma 28).
Analogamente, i commi da 29 a 32 autorizzano il Governo italiano ad effettuare cessioni di materiale vario a titolo gratuito. In particolare, si autorizza:
la cessione alle Forze armate libiche di vestiario e materiali per l'igiene personale (comma 29);
la cessione a Gibuti, di 3 veicoli blindati leggeri (VBL Puma-4x4) e di 10 semoventi d'artiglieria M109-L, nonché di 5.000 uniformi e paia di stivaletti, nell'ambito dell'attività di cooperazione con la Repubblica di Gibuti nel settore della difesa, prevista con accordo bilaterale già ratificato (legge n. 32/2003);
la cessione al Pakistan di 500 veicoli M113, nell'ambito dell'attività di cooperazione tra la l'Italia e il Pakistan nel settore della difesa. Dalla relazione illustrativa si apprende che si tratta di «veicoli trasporto truppe già dismessi dal Ministero della difesa, ceduti nello stato in cui si trovano e senza armamenti di bordo»;
la cessione all'Eritrea di materiale ferroviario dichiarato fuori servizio; la relazione illustrativa specifica che «sono 7 locomotori diesel e 4 locotrattori diesel dell'Aeronautica militare (...). Il materiale oggetto della cessione verrà utilizzato nell'ambito dei programmi di sviluppo dell'infrastruttura ferroviaria eritrea».

Anche l'articolo 4, comma 2, interviene sulla disciplina della cessione di beni mobili a titolo gratuito nell'ambito delle missioni internazionali, modificando l'articolo 312 del Codice dell'ordinamento militare.
Ciò al fine di prevedere, a regime:
a) che i mezzi e materiali presenti in teatro possano essere ceduti anche a organizzazioni internazionali diverse da quelle non governative;
b) che la convenienza della cessione rispetto al rimpatrio sia riferita non solo ai costi di trasporto, ma anche agli ulteriori oneri che l'Amministrazione deve comunque sostenere (quali, ad esempio, quelli connessi con lo smontaggio in teatro, la bonifica dei siti occupati, l'eventuale ricondizionamento dopo il rimpatrio).

L'articolo 2 detta disposizioni in materia di personale impiegato nelle missioni internazionali, che sostanzialmente riproducono quelle attualmente vigenti, salvo qualche opportuna precisazione con riferimento al computo dell'indennità di missione basata sulla diaria prevista con riguardo ai teatri operativi.
Il medesimo articolo 2, al comma 5, interviene sul turn over della Polizia di Stato.
La norma, anche in relazione alle esigenze organiche connesse alla partecipazione della Polizia di Stato alle missioni internazionali, utilizza le vacanze organiche nel ruolo dei sovrintendenti (pari a circa 7000 unità) per l'assunzione dei volontari delle Forze armate vincitori del concorso per l'accesso al ruolo degli agenti ed assistenti della Polizia di Stato.
La disposizione mira, inoltre, a favorire l'accesso alla qualifica di vice sovrintendente della Polizia di Stato, in forma semplificata, con l'obiettivo di evitare di bandire singoli concorsi per i posti disponibili, annualmente, dal 31 dicembre 2004 al 31 dicembre 2012 e realizzare, in via straordinaria, il rapido ripianamento dell'organico del ruolo dei sovrintendenti.
Dalla relazione illustrativa si apprende che i reclutamenti dovrebbero avvenire con concorsi per soli titoli, e che il corso di formazione per i vincitori dovrebbe avere una durata limitata al fine di anticipare i tempi per l'impiego. Pag. 74
Gli articoli 3 e 4 recano disposizioni in materia penale e contabile che rinviano integralmente alla disciplina già vigente riferita alle missioni internazionali.
Merita una segnalazione anche la previsione che estende la possibilità di portare con sé il coniuge anche ai dipendenti pubblici inviati all'estero per prestare servizio di lunga durata presso rappresentanze diplomatiche e consolari, compreso quindi il personale delle Forze armate (articolo 7, comma 11).
Viene così sanata una disparità di trattamento con i dipendenti pubblici che prestano servizio all'estero in qualità di funzionari internazionali, i quali, ai sensi della legge n. 227 del 2010, hanno già la facoltà di ottenere che i coniugi siano collocati in aspettativa senza assegni se sono anch'essi dipendenti pubblici ovvero posti in aspettativa con sospensione del trattamento economico e mantenimento del posto di lavoro se sono dipendenti privati.
La relazione illustrativa evidenzia che la norma consente di incrementare la disponibilità di personale di elevata professionalità presso le nostre rappresentanze estere, in quanto «uno degli ostacoli che si frappongono alla provvista di tale personale è costituito dalla difficoltà dei dipendenti pubblici ad accettare siffatti impieghi, giacché essi comportano, nella quasi totalità dei casi, la necessità di separarsi dal proprio nucleo familiare per i lunghi periodi di tempo richiesti».
La norma in commento - in linea con un apposito ordine del giorno accolto dal Governo al Senato - estende quindi al suddetto personale militare e civile l'applicazione delle misure previste dalla citata legge n. 227.
Infine, l'articolo 8 reca le disposizioni relative alla copertura finanziaria.
Al netto delle spese riferire alla ristrutturazione del quartier generale del Consiglio atlantico e del contributo all'Associazione culturale «Villa Vigoni», sono utilizzati 935.471.703 milioni di euro.
Tale finanziamento riguarda ovviamente anche le spese per la cooperazione civile (pari a 81 milioni di euro). Pertanto, i costi riferiti alle operazioni militari, con riferimento ai soli primi nove mesi dell'anno, sono di circa 853 milioni di euro, di cui 832 milioni specificatamente relative alla presenza delle Forze armate nei teatri operativi, 11 milioni per le attività delle Forze di polizia e 10 milioni per l'AISE (per il mantenimento del dispositivo info-operativo a protezione del personale impegnato nelle missioni).

MARGHERITA BONIVER, Relatore per la III Commissione. Le comunicazioni rese dal Governo, per due volte a distanza di una settimana, hanno confermato l'importanza della partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, vale a dire l'assunzione di una precisa responsabilità nel conseguimento degli obiettivi della sicurezza internazionale e del consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione.
Il più recente caso del Mali si inserisce pienamente in un contesto mondiale in cui le crisi regionali risultano sempre più strettamente interdipendenti e condizionano fortemente gli equilibri internazionali, soprattutto nel caso in cui è evidente la minaccia terroristica. Non a caso, il provvedimento che è oggi all'esame della Camera, dopo essere stato approvato dal Senato, già prevede il contributo italiano alla missione europea nel Sahel per quanto concerne l'attività di addestramento. È da tempo, purtroppo, che il Mali sta subendo la saldatura tra l'antica rivendicazione autonomistica delle popolazioni Tuareg e le infiltrazioni terroristiche di Al-qaeda. La mobilitazione dei paesi limitrofi, rappresentati nell'organizzazione ECOWAS, non è stata sufficiente a debellare l'insurrezione, pur costituendo senz'altro un'apprezzabile esempio di cooperazione regionale. Ancora una volta, tuttavia, verifichiamo l'inadeguatezza della politica estera dell'Unione europea, che non ha saputo prevedere la dinamica di questa crisi e predisporre per tempo una risposta adeguata, tanto da rendere inevitabile l'iniziativa diretta da parte della Francia, anche in quanto ex potenza coloniale. In ogni caso, è importante che da Pag. 75parte francese si sia manifestata esplicitamente la volontà di acquisire la solidarietà degli altri partner europei. D'altra parte, la tragica vicenda dell'attentato terroristico che ha scosso l'Algeria testimonia la correlazione tra le vicende del Sahel e quelle del Mediterraneo, anche a seguito delle rivoluzioni arabe ed in particolare del crollo del regime libico,
È diffusa la preoccupazione che in quell'area dell'Africa si possa delineare uno scenario non dissimile da quello afgano.
Una preoccupazione più che legittima, se si considera che l'intervento internazionale in Afghanistan ha valicato il decennio ma non ha ancora raggiunto l'obiettivo della stabilizzazione e della democratizzazione del paese. La partecipazione alla missione ISAF continua infatti ad essere la più rilevante delle attività contemplate dal presente decreto-legge, prevedendo uno stanziamento complessivo di circa 426 milioni di euro, quasi la metà del totale della somma destinate alle missioni, benché sia stimata una riduzione del contingente militare da 4.000 a 3.100 unità.
Ci stiamo avvicinando al 2014, la scadenza prevista dal vertice NATO di Chicago dello scorso mese di maggio per il completamento del passaggio dei poteri alle autorità afgane, ma la transizione non sembra essere ancora accompagnata dal necessario processo di riconciliazione nazionale anche a causa dell'estrema difficoltà di portare avanti il dialogo politico con l'insorgenza talebana. Né vengono segnali incoraggianti dal vicino Pakistan che dovrebbe affrontare quest'anno un delicato passaggio elettorale in cui, auspicabilmente, per la prima volta dopo tanti anni, il potere dovrebbe restare in mani civili, evitando interventi militari.
Bene ha fatto allora il Governo italiano a sottolineare, molto decisamente con il sottosegretario De Mistura, in occasione della Conferenza di Tokyo del luglio 2012, come il sostegno finanziario all'Afghanistan debba essere subordinato all'attuazione concreta della lotta alla corruzione e della tutela dei diritti umani, con particolare riferimento alle donne e ai bambini. È soltanto in questa prospettiva, infatti, che risulta giustificato l'ulteriore stanziamento di 15 milioni di euro per la cooperazione allo sviluppo in Afghanistan, anche alla luce della recente approvazione e l'importante trattato bilaterale di partenariato.
Come è noto, la seconda missione all'estero rilevante per l'Italia è quella in Libano, che mantiene inalterato il suo contingente pari a 1.100 unità, anche perché il relativo comando è tornato sotto responsabilità italiana. È superfluo sottolineare l'importanza strategica di questa missione a fronte della sempre più drammatica guerra civile in corso nella vicina Siria. Nonostante la nomina di ben due inviati speciali, le Nazioni Unite non hanno fatto registrare alcun cambiamento della situazione. Si susseguono stragi efferate ai danni della popolazione civile senza che si intraveda alcuna via di uscita politica. In tale ottica, appare senz'altro utile prevedere interventi di cooperazione in Siria, soprattutto per rispondere all'emergenza umanitaria, ma, come sottolineato da un ordine del giorno accolto dal Governo in Senato, le proposte descritte nella relazione tecnica che accompagna il provvedimento dovranno essere valutate e programmate sulla base degli sviluppi della situazione. Non sussistono infatti in alcun modo ad oggi le condizioni per valorizzare il patrimonio archeologico siriano ovvero per promuovere il dialogo con il Parlamento di Damasco.
Per quanto concerne le missioni nei Balcani occidentali, che costituiscono la terza area regionale di maggiore impegno italiano, si conferma la tendenza a ridurre il contingente militare che passa a 470 unità. I progressi dei Paesi della regione verso l'integrazione europea sono innegabili, ma permangono le preoccupazioni circa la minoranza serba il Kosovo, anche alla luce della svolta politica intervenuta a Belgrado con l'elezione del Presidente Nikolic.
Di particolare rilievo per l'Italia è naturalmente la situazione nel Mediterraneo in cui opera la missione Active endeavour.Pag. 76Significativi stanziamenti riguardano la Libia, per la prosecuzione della formazione di personale per il controllo dei flussi di merci e persone, oltre al ripristino della funzionalità dell'Istituto italiano di cultura a Tripoli. In proposito, ricordo la visita appena svolta a Roma dal Presidente del Congresso libico e capo provvisorio dello Stato Mgarief, che ha rilanciato il partenariato strategico con l'Italia. Personalmente, come ha fatto anche il collega Pistelli, mi sono recata a Tripoli per contribuire al programma europeo di formazione dei nuovi parlamentari libici e confido che quanto prima la cooperazione parlamentare italo-libica possa sostanziarsi e consolidarsi.
Prosegue l'impegno in Corno d'Africa nelle missioni Atalanta e Ocean Shield, a cui si aggiunge il contributo alla missione dell'Unione europea (EUCAP Nestor) finalizzata allo sviluppo di una capacità autonoma di garanzia della sicurezza marittima, compresa la lotta alla pirateria, che riguarderà inizialmente Gibuti, Kenya, Seychelles, Somalia e Tanzania. Al riguardo, prendiamo atto del primo benché tardivo sviluppo favorevole della vicenda giudiziaria dei due marò detenuti in India, chiedendo al Governo ragguagli sul prosieguo della vicenda stessa.
Il presente decreto-legge conferma in ogni caso la partecipazione italiana ad altre missioni minori soltanto per l'entità del nostro contributo, ma non certo per quello politico e strategico, come in Georgia, Sudan e Sud Sudan, Medio Oriente e Cipro.
Con riferimento agli interventi di cooperazione allo sviluppo e di natura civile, il cui stanziamento complessivo è pari a circa 81 milioni di euro, oltre a quanto già evidenziato, segnalo l'interesse per il Myanmar, paese che sta affrontando un processo di apertura internazionale e di sviluppo politico dopo lunghi anni di isolamento e di dittatura. Ricordo altresì il sostegno alle istituzioni della Somalia, reso ancor più necessario dalla fine della transizione intervenuta nell'agosto del 2012, ivi incluso il programmato invio in missione di un funzionario diplomatico presso il pool delle istituzioni europee in via di costituzione a Mogadiscio per rafforzare la presenza europea in Somalia.
Come di consueto, il decreto-legge rifinanzia il Fondo per lo sminamento umanitario e la partecipazione italiana ad iniziative multilaterali, come la partecipazione ai fondi fiduciari della NATO ed ai programmi dell'Unione europea nel campo della gestione delle crisi in ambito PESC-PSDC, nonché dell'OSCE, dell'INCE e dell'Unione per il Mediterraneo. Stanziamenti specifici riguardano lo Staff College dell'ONU di Torino, il contributo straordinario a favore del Comitato Atlantico, che ai primi di febbraio ospiterà a Roma ancora una volta il congresso dell'Atlantic Treaty Association, ed il contributo al Centro italo-tedesco di Villa Vigoni per la promozione delle relazioni bilaterali in una prospettiva europea.
Una quota significativa, pari a circa 30 milioni di euro, è destinata ad interventi per la tutela dei cittadini italiani e degli interessi italiani e per il rafforzamento delle strutture fisiche della rete estera nei territori ad elevato rischio e per la messa in sicurezza delle stesse sedi diplomatiche.
Avviandomi alla conclusione, debbo purtroppo osservare criticamente che il presente provvedimento, a differenza dello scorso anno, non copre tutto il 2013, ma soltanto i primi nove mesi, a quanto pare per ragioni di bilancio.
Tale circostanza è grave e preoccupante, anche perché il complessivo contingente italiano all'estero è stato significativamente ridotto a poco più di 6 mila unità. In realtà, tuttavia, gli oneri previsti risultano anzi incrementati rispetto alla proiezione su nove mesi di quelli previsti nel 2012 (853 vs. 846 milioni di euro). A quanto pare perché gli accresciuti impegni in Africa finirebbero per reintegrare i risparmi conseguiti nelle altre aree.
D'altra parte, anche i fondi per la cooperazione allo sviluppo risultano proporzionalmente inferiori, con l'effetto di limitare se non vanificare l'incremento che la legge di stabilità ha recato ai fondi della legge n. 49 del 1987. Pag. 77
È pertanto un peccato che la valenza annuale, recuperata nel 2012, non sia stata confermata e si torni ad una duplicazione legislativa che inevitabilmente si ripercuote negativamente sulla programmazione e sulla gestione delle missioni e degli interventi. Francamente, appare pretestuoso richiamare al riguardo l'imminente scadenza elettorale e quindi il rinnovo delle Camere, che avranno comunque a disposizione tutti gli strumenti politici ed istituzionali di indirizzo e di controllo. A tale proposito, è immaginabile che solo per una sorta di riserbo verso l'autonomia del Parlamento il Governo non abbia inserito nel testo del decreto-legge la norma sulla relazione quadrimestrale al Parlamento stesso. Tale obbligo di relazione, di cui anche in questi giorni abbiamo sperimentato l'utilità, va certamente mantenuto e ribadito, così come ha già fatto il Senato con un apposito ordine del giorno, che auspico anche questo ramo del Parlamento voglia adottare.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO STEFANO ALLASIA IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE A.C. 5713.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, conosciamo le vicende che hanno condotto all'emanazione del decreto-legge di cui oggi stiamo esaminando il provvedimento di conversione, atto già esaminato ed approvato in prima lettura dal Senato.
È noto che il termine del precedente decreto di proroga missioni è avvenuto dopo le dimissioni del Governo Monti ed il conseguente scioglimento anticipato delle Camere. Purtroppo questa volta non sarà possibile sviluppare un dibattito approfondito come invece imporrebbero la delicatezza e l'importanza della materia trattata.
Discutere oggi della proroga di interventi militari italiani in atto da tempo all'estero nella cornice di missioni multinazionali a vario titolo, sarebbe già di per sé un argomento estremamente rilevante dato che coinvolge almeno seimila soldati del nostro Paese e le loro famiglie. Alla Lega interessa invece confrontarsi soprattutto su un modello di presenza dell'Italia sulla scena internazionale, che in noi suscita molti punti interrogativi e sotto vari profili.
Ci pare per questo indispensabile spendere qualche minuto in un ragionamento che speriamo possa essere in qualche modo condiviso, anche se il tempo è compresso e tutti abbiamo la testa rivolta altrove.
Dal panorama degli interventi autorizzati o prorogati emergono, a nostro avviso, i vizi di sempre: smania di presenzialismo, dipendenza acritica da scelte altrui, frammentazione e parcellizzazione che impediscono di cogliere pienamente i ritorni politici di quanto investiamo con gli interventi delle nostre truppe.
Smania di presenzialismo significa assecondare l'impulso istintivo di mostrare la bandiera ovunque o quasi emerga un focolaio di crisi. Questo andrebbe bene se l'Italia fosse una grande potenza, ma non lo è. È invece, come tutti sanno ma fingono di ignorare, una media potenza coperta di debiti. È perciò velleitario, a nostro avviso, insistere su questa strada, che ci porta ad essere irrilevanti o quasi in tutti i teatri dove andiamo. Se proprio volessimo contare, secondo noi, sarebbe meglio scommettere su uno o due teatri maggiori e lì conquistare un ruolo ed una visibilità. Sono cose che diciamo da sempre e ripetiamo anche oggi. Non siamo più neanche i soli ad esprimerle, ma capiamo che selezionare gli interventi implica lo scegliere: operazione questa evidentemente difficile.
Preferiamo invece accontentare tutti, senza farci troppe domande sulla strategia di chi guida le missioni. Prendiamo il caso dell'Afghanistan: finalmente, riportiamo a casa un terzo dei ragazzi, ma lo facciamo solo dopo che gli americani hanno fatto la stessa cosa e per giunta dopo che altri Paesi europei hanno compiuto passi più radicali, come la Francia e l'Olanda, che Pag. 78hanno ritirato tutte le proprie truppe da combattimento.
La lealtà all'America ed alla Nato sono certamente sacrosante, anche per noi della Lega Nord, ma non si capisce perché si debba sempre essere più realisti del re, anche in questa circostanza.
A Washington sta prendendo quota il partito del ritiro completo dall'Afghanistan nel 2014. E forse prima: ne parlano le testate più autorevoli e adesso anche lo staff della Casa Bianca. Auspichiamo di non essere proprio noi italiani quelli che ne prenderanno atto per ultimi, anche se il rischio esiste.
Nel frattempo, raccomandiamo almeno ai nostri comandanti sul campo ed al Governo di esser prudenti e non far correre rischi inutili ai nostri ragazzi. Eventuali perdite oggi sarebbero infatti intollerabili ed ingiustificabili, considerata la loro inutilità ai fini di una guerra che potrebbe anche incredibilmente concludersi con la completa riabilitazione dei talebani, ormai invitati anche in Europa a prender parte a convegni ed attività accademiche che coprono preliminari di negoziato. Questi sono gli orientamenti che stanno infatti emergendo, anche se la nostra stampa ne parla poco o per niente.
Anche in Libano, manteniamo un contingente di 1.100 uomini in una missione Onu, l'Unifil II, che era stata originariamente pensata per indebolire l'Hezbollah e separarlo dallo Stato ebraico. Nel frattempo, però, l'Hezbollah si è impadronito del Governo libanese e volge le proprie armi non contro Israele, ma contro gli insorti siriani. Verrebbe da chiedersi che senso abbia rimanere ancora nel Paese dei Cedri, e per quali ragioni ci si resti, ma è un quesito al quale noi dell'opposizione non siamo in grado di rispondere.
Comprendiamo bene, invece, e condividiamo pienamente la proroga delle missioni di contrasto alla pirateria marittima, in quanto la difesa della libertà di navigazione, specialmente quella di cui beneficiano i mercantili del nostro Paese, è sicuramente un interesse nazionale meritevole di tutela. Ma con una precisazione importante: occorre prudenza. E se vogliamo evitare altri incresciosi incidenti, come quello occorso ai nostri marò catturati nel Kerala, è bene essere consapevoli dei limiti territoriali della nostra attività di contrasto alla pirateria, che deve focalizzarsi nelle acque antistanti la Somalia e non spingersi sino alle coste dell'India, qualsiasi forma assuma.
Siamo lieti di osservare che la cooperazione con la Libia nel contrasto all'immigrazione clandestina è stata riattivata, anche se comprendiamo come sia inevitabilmente soggetta ai limiti imposti da una situazione obiettivamente difficile. Stigmatizziamo ancora una volta, tuttavia, la sottovalutazione delle conseguenze provocate dall'abbattimento del regime del colonnello Gheddafi, che stanno ormai interessando non solo province devastate come la Cirenaica, ma l'intera regione maghrebina.
Ci preoccupa oggettivamente l'espansione degli impegni militari terrestri nel Corno d'Africa e vorremmo sapere qualcosa di più a proposito del rischieramento di 24 militari italiani nel Sahel, messi preventivamente a disposizione della missione europea per il Mali che sta prendendo corpo, l'Eutm. Si dice che sarà esclusivamente addestrativa, a profitto delle truppe africane dell'Ecowas, e che è escluso l'impegno dei nostri uomini in combattimento. Questo va bene, almeno a noi: per i francesi, che stanno laggiù a vedersela con i tagliatori di mani, forse è poco, ma in fondo è affar loro. Vorremmo però sapere che costi sono previsti per l'impiego degli aerei da trasporto che metteremo a disposizione, per i droni e per la concessione delle basi: a quanto capiamo, infatti, le risorse disponibili sono scarse.
Prima di concludere, vorremmo inoltre attirare l'attenzione su due ulteriori punti.
Il primo: il provvedimento contempla anche delle cessioni a titolo gratuito di materiali militari a Paesi esteri. Roba vecchia, obsoleta, ai margini dell'inservibilità. O almeno così si dice.
Però a noi sembra lo stesso un azzardo, o quanto meno un'inutile provocazione, regalare al Pakistan 500 blindati M113 per il trasporto truppe proprio Pag. 79mentre negoziamo con l'India il rilascio dei marò trattenuti in vista della sottoposizione del loro caso ad un tribunale speciale appositamente costituito e quindi probabilmente «politicizzato». Islamabad e Delhi sono ai ferri corti e non da oggi. Davvero non si poteva procrastinare questo dono?
Il secondo: il decreto copre solo nove mesi del 2013, rimettendo al prossimo Governo che s'insedierà dopo le elezioni il compito di trovare i soldi per arrivare fino al 31 dicembre. Pare che siano necessari quest'anno 1.200 milioni di euro, di cui 935 impegnati con il provvedimento al nostro esame. Secondo noi, si poteva tagliare di più, specialmente sulla missione afghana, che da sola assorbe il 45% dei fondi stanziati dal decreto, e rientrare finalmente nel tetto del miliardo, prima di comprimere ulteriormente questa sorgente di spese, come noi auspichiamo accada nel prossimo futuro.
Queste cose le abbiamo già dette in Senato e le ripetiamo qui oggi alla Camera.
Anche se abbiamo espresso una serie di dubbi e perplessità - Signor Presidente, onorevoli colleghi e rappresentanti del Governo - in questa occasione la Lega non verrà meno per senso di responsabilità al dovere di permettere la prosecuzione degli interventi deliberati.
Siamo infatti consapevoli del fatto che è impossibile lasciare i nostri soldati privi delle necessarie garanzie economiche e giuridiche mentre rischiano la loro vita all'estero. Siamo grati ai ragazzi per quanto fanno e desideriamo ribadirlo in questa sede anche con il nostro atteggiamento. Vorremmo solo che si fosse più cauti nel modo in cui decidiamo della loro sorte.
Per questo e per tanto altro ancora non ci opporremo alla conversione del decreto.
Grazie.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO VINCENZO GIBIINO SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE A.C. 5714.

VINCENZO GIBIINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento in esame, non è una mera proposizione di una proroga termini. Esso contiene alcune norme che hanno un significato politico e anche di verifica rispetto alle volontà e alle posizioni delle forze politiche presenti in questo Parlamento. Il provvedimento ha assunto, nelle modifiche apportate con alcuni emendamenti, anche un significato ulteriore rispetto ad un'espressione che oggi la Camera darà dal punto di vista politico sulla insoddisfazione, sulla inaccettabilità e sulla carenza dal punto di vista istituzionale e strutturale dell'imposta sui servizi che con questo provvedimento verrà differita.
I lavori parlamentari di questa legislatura si aprirono con l'emergenza Campania si sono chiusi dopo 5 anni con un provvedimento con il quale si proroga ancora la situazione emergenziale. Noi prendiamo atto con soddisfazione, che oggi questo provvedimento di proroga del commissariamento è votato da quelle forze che quando il commissariamento che oggi è prorogato veniva presentato dal Governo Berlusconi, dicevano che non era necessario un provvedimento commissariale, che non erano necessarie norme straordinarie. In funzione quindi di chi siede nei banchi del Governo problemi e provvedimenti identici hanno un significato diverso.
L'aspetto più importante e significativo, per cui annuncio convintamente il voto favorevole del Popolo della Libertà, è il giudizio che il Parlamento oggi esprime, non strangolato da una legge di stabilità e da un voto di fiducia, rispetto all'ingiustizia legata alla TARES. Questa tassa sui servizi aumenta del 30 per cento indiscriminatamente, senza che i Comuni lo possano modificare, il costo delle tariffe dei rifiuti che sono vigenti, e snatura - com'è stato ricordato - la stessa logica della tariffa ambientale e del principio del diritto ambientale per cui chi inquina paga, in base alla quale quindi ciascuno dovrebbe corrispondere un contributo in funzione dei rifiuti che produce. Questo rappresenta il modo in cui nell'ultima legge di stabilità si è travisato un impianto normativo previsto nei decreti di federalismo Pag. 80fiscale. Di fatto, ai proprietari di prima casa, che sono stati sottoposti in maniera inusitata all'IMU, verrà richiesta anche un'ulteriore tassa sui servizi che colpirà lo stesso bene che hanno in uso come abitazione.
La campagna elettorale porrà questi temi all'attenzione vigile del popolo sovrano. A nome del Gruppo del Popolo della Libertà, auspico per la prossima legislatura un ritorno alla ragionevolezza e all'equità fiscale.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DI ARGOMENTI ISCRITTI ALL'ORDINE DEL GIORNO

Pdl cost. n. 5148-B - Modifica Statuto speciale del Friuli-Venezia Giulia

Discussione generale: 5 ore e 30 minuti.

Relatore 15 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Interventi a titolo personale 53 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 7 minuti
Popolo della Libertà 33 minuti
Partito Democratico 33 minuti
Lega Nord Padania 31 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 30 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 30 minuti
Popolo e Territorio 30 minuti
Italia dei Valori 30 minuti
Misto: 30 minuti
Grande Sud - PPA 6 minuti
Italia Libera-Popolari Italiani-Popolari per l'europa-Liberali per l'Italia-Partito Liberale Italiano 6 minuti
Diritti e Libertà 2 minuti
Centro Democratico 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Autonomia Sud - Lega Sud Ausonia - Popoli sovrani d'Europa 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Pag. 82

Pdl cost. n. 5149-B - Modifica Statuto speciale per la Sardegna

Discussione generale: 5 ore e 30.

Relatore 15 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Interventi a titolo personale 53 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 7 minuti
Popolo della Libertà 33 minuti
Partito Democratico 33 minuti
Lega Nord Padania 31 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 30 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 30 minuti
Popolo e Territorio 30 minuti
Italia dei Valori 30 minuti
Misto: 30 minuti
Grande Sud - PPA 6 minuti
Italia Libera-Popolari Italiani-Popolari per l'europa-Liberali per l'Italia-Partito Liberale Italiano 6 minuti
Diritti e Libertà 2 minuti
Centro Democratico 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Autonomia Sud - Lega Sud Ausonia - Popoli sovrani d'Europa 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Pag. 83

Pdl cost. n. 5150-B - Modifica Statuto della Regione siciliana

Discussione generale: 5 ore e 30 minuti.

Relatore 15 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Interventi a titolo personale 53 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 7 minuti
Popolo della Libertà 33 minuti
Partito Democratico 33 minuti
Lega Nord Padania 31 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 30 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 30 minuti
Popolo e Territorio 30 minuti
Italia dei Valori 30 minuti
Misto: 30 minuti
Grande Sud - PPA 6 minuti
Italia Libera-Popolari Italiani-Popolari per l'europa-Liberali per l'Italia-Partito Liberale Italiano 6 minuti
Diritti e Libertà 2 minuti
Centro Democratico 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Autonomia Sud - Lega Sud Ausonia - Popoli sovrani d'Europa 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
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Disegni di legge di ratifica nn. 5585 e 5586

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 13 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 27 minuti
Popolo della Libertà 12 minuti
Partito Democratico 12 minuti
Lega Nord Padania 13 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 6 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 5 minuti
Popolo e Territorio 5 minuti
Italia dei Valori 12 minuti
Misto: 22 minuti
Grande Sud-PPA 2 minuti
Italia Libera-Popolari Italiani-Popolari per l'europa-Liberali per l'Italia-Partito Liberale Italiano 2 minuti
Diritti e Libertà 2 minuti
Centro Democratico 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Autonomia Sud - Lega Sud Ausonia - Popoli sovrani d'Europa 2 minuti
Iniziativa liberale
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 5713 - em. 1.1 395 371 24 186 14 357 25 Resp.
2 Nom. em. 1.2 402 399 3 200 20 379 25 Resp.
3 Nom. em. 1.3 412 407 5 204 22 385 25 Resp.
4 Nom. em. 1.4 408 404 4 203 21 383 25 Resp.
5 Nom. em. 5.1 417 413 4 207 12 401 25 Resp.
6 Nom. em. 7.2 422 417 5 209 21 396 25 Resp.
7 Nom. odg 9/5713/2 418 415 3 208 15 400 25 Resp.
8 Nom. odg 9/5713/8 418 414 4 208 14 400 25 Resp.
9 Nom. Ddl 5713 - voto finale 421 408 13 205 384 24 23 Appr.
10 Nom. Ddl 5714 - em. 1.1 393 388 5 195 65 323 22 Resp.
11 Nom. em. 1.2 407 404 3 203 54 350 22 Resp.
12 Nom. em. 1.3 411 408 3 205 20 388 22 Resp.
13 Nom. em. 1.4 413 408 5 205 19 389 22 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.5 409 405 4 203 20 385 22 Resp.
15 Nom. em. 1.9 386 383 3 192 20 363 22 Resp.
16 Nom. em. 1-bis.1 401 399 2 200 18 381 22 Resp.
17 Nom. em. 1-bis.21 400 397 3 199 56 341 22 Resp.
18 Nom. em. 1-bis.4 400 396 4 199 55 341 22 Resp.
19 Nom. em. 1-bis.6 373 370 3 186 53 317 22 Resp.
20 Nom. em. 1-bis.8 402 399 3 200 56 343 22 Resp.
21 Nom. em. 1-bis.10 398 394 4 198 56 338 22 Resp.
22 Nom. em. 2.1 400 397 3 199 2 395 22 Resp.
23 Nom. Ddl 5714 - voto finale 397 337 60 169 325 12 23 Appr.
24 Nom. Pdl cost. 5148-B - voto finale 400 399 1 316 397 2 23 Appr.
25 Nom. Pdl cost. 5150-B - voto finale 404 402 2 316 401 1 23 Appr.
26 Nom. Pdl cost. 5149-B - voto finale 406 404 2 316 400 4 22 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. Ddl 5586 - voto finale 361 360 1 181 359 1 23 Appr.
28 Nom. Ddl 5585 - voto finale 360 359 1 180 359 23 Appr.