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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 738 di venerdì 21 dicembre 2012

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 10,35.

RENZO LUSETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati De Biasi, Lamorte e Lo Moro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Discussione congiunta dei disegni di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013) (A.C. 5534-bis-B); Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015 (e relative note di variazioni) (Approvati dalla Camera e modificati dal Senato) (A.C. 5535-B).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei disegni di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013); Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015 (e relative note di variazioni) già approvati dalla Camera e modificati dal Senato).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione sulle linee generali congiunta è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 20 dicembre 2012.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,40).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Avverto che il testo dell'A.C. 5534-bis-B (legge di stabilità 2013) reca un errore materiale: all'articolo 1, Pag. 2comma 272, del testo approvato dal Senato, a pagina 112 dello stampato, la dicitura: «identico» deve intendersi sostituita dalla seguente: «Per gli interventi di pertinenza del fondo per le non autosufficienze di cui all'articolo 1, comma 1264, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, ivi incluse quelle a sostegno delle persone affette da sclerosi laterale amiotrofica, è autorizzata la spesa di 275 milioni di euro per l'anno 2015». È stato predisposto comunque un apposito errata corrige in corso di stampa.

(Discussione congiunta sulle linee generali - A.C. 5534-bis-B e A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione congiunta sulle linee generali.
Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari Lega Nord Padania e Italia dei Valori ne hanno chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
Avverto, altresì, che la V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore sul disegno di legge di stabilità n 5534-bis-B, onorevole Brunetta, ha facoltà di svolgere la relazione.

RENATO BRUNETTA, Relatore sul disegno di legge n. 5534-bis-B. Signor Presidente, è con soddisfazione, ma anche una certa qual dose di amarezza, che relaziono in questa terza lettura sulla legge di stabilità. Esprimo soddisfazione considerando il lavoro fatto nell'intera legislatura per quanto riguarda il cambiamento della normativa della legge finanziaria, che si è trasformata in legge di stabilità su indicazioni europee, e il passaggio dalle leggi finanziarie omnibus, che provocavano l'assalto alla diligenza, e in questa legislatura molto è maturato, molto è successo e una grande riforma è stata fatta.
Grazie alla volontà dei Governi e grazie ai vincoli posti dall'Europa, ci siamo trovati già l'anno scorso la prima sperimentazione della legge di stabilità, ma anche quest'anno in prima lettura qui alla Camera, con uno strumento profondamente modificato, profondamente «ossificato» dal punto di vista dei saldi, dal punto di vista della struttura, che faceva ben presagire rispetto al futuro.
Così come soddisfacente - signor Presidente, io la leggo tutta insieme - è stata l'esperienza della modifica dell'articolo 81 della Costituzione sul pareggio di bilancio, nonché la relativa approvazione della legge rafforzata di applicazione di quella modifica dell'articolo 81. Ricordo il lavoro fatto in Commissione bilancio alla Camera, ricordo i lavori preparatori fatti da una Commissione apposita.
È stato un lavoro straordinario che, forse per primi in Europa, ci ha portato ad avere una struttura costituzionale e una normativa rafforzata assolutamente in linea con il rigore richiesto dai tempi, ma, soprattutto, dalla credibilità della nostra finanza pubblica e dalla sua sostenibilità.
Quindi, guardando il bicchiere mezzo pieno, potremmo dire che in questa legislatura sono cambiati profondamente la strumentazione di finanza pubblica, le leggi di bilancio, le leggi finanziarie, le leggi di stabilità, la Costituzione all'articolo 81 - il nobilissimo articolo 81 - con il relativo rafforzamento attraverso la normativa a maggioranza assoluta per quanto riguarda l'applicazione del six pack e del fiscal compact.
Quindi, questa è la parte positiva, che ha avuto il suo completamento in una riscrittura della legge di stabilità, in prima lettura qui in questo ramo del Parlamento, che, anche con la collaborazione del Governo, ha di fatto riscritto e rivisto completamente la legge di stabilità com'era stata proposta dal Governo, nel senso della maggiore equità, della maggiore finalizzazione allo sviluppo, nel rispetto dei saldi e nel rispetto soprattutto dell'obiettivo del pareggio di bilancio al 2013.
L'amarezza deriva, signor Presidente, dal fatto che, nel passaggio all'altro ramo del Parlamento, in ragione di questo meccanismo perfetto, che a volte è bicameralismo perfetto alternato e a volte continua Pag. 3ad essere bicameralismo perfetto, e pure in ragione dei tempi finali della legislatura, si è modificata la natura della legge di stabilità com'era prevista dalla legge e com'era stata definita in prima lettura qui in questo ramo del Parlamento. Il Senato l'ha modificata per volontà del Governo, l'ha modificata per volontà dei colleghi senatori, di fatto cambiandone la natura.
Allora, io penso che l'eredità che noi lasciamo alla prossima legislatura debba essere quella della legge di stabilità originaria, quella della modifica dell'articolo 81 della Costituzione, quella della legge rafforzata, che dà strumenti di flessibilizzazione alle politiche di bilancio nel rigore europeo, e non l'episodio, forse oggettivamente necessitato dai tempi, del passaggio al Senato.
Quindi, non giudico né accuso: vorrei solo che si lasciasse alla prossima legislatura e alla cultura parlamentare della Camera e del Senato quello che è stato fatto nell'intera legislatura, nella nostra prima lettura, nel lavoro svolto in questa Camera e anche al Senato nell'approvazione della legge rafforzata, lasciando come episodio eccezionale le modifiche recentemente introdotte al Senato, che adesso il collega Baretta illustrerà e di cui illustrerà anche la parte «oscura».
Per questa ragione, io sono naturalmente ottimista e spero che con lo straordinario lavoro di riforma fatto rispetto alla gestione finanziaria dello Stato noi possiamo segnare con albo lapillo - come dicevano i latini - la parte positiva, cancellando la parte negativa di questa esperienza finale della legislatura.

PRESIDENTE. Il relatore sul disegno di legge di stabilità n 5534-bis-B, onorevole Baretta, ha facoltà di svolgere la relazione.

PIER PAOLO BARETTA, Relatore sul disegno di legge 5534-bis-B. Signor Presidente, evidenti ragioni di carattere politico ed istituzionale ci fanno scegliere di concludere più rapidamente possibile il voto sulla legge di stabilità, che noi consegniamo al voto, che chiediamo sia favorevole, della Camera esattamente come l'abbiamo ricevuto dal Senato, senza nessun intervento correttivo ed aggiuntivo, non soltanto perché queste evidenti ragioni di carattere politico e istituzionale rendono non consigliabile una quarta lettura, ma anche perché siamo di fronte sostanzialmente a due leggi di stabilità: la legge di stabilità così com'è uscita dalla Camera, che aveva una sua precisa coerenza e logica, e una legge di stabilità, in parte arricchita, secondo gli impegni che ci eravamo presi, e in parte profondamente modificata.
Quindi, in questo senso noi ci siamo limitati a prendere atto del lavoro fatto dai colleghi del Senato, senza sindacare ovviamente nel merito, ma ritenendo che, se anche fossimo in una situazione normale, il tempo di cambiamento e di rilettura sarebbe stato troppo rilevante. Essendo la situazione eccezionale, ci siamo fatti l'idea che fosse meglio concluderne l'esame così come istituzionalmente ci siamo detti.
Mi limito quindi a tre osservazioni, senza entrare neanche io, diversamente da come annunciato dal collega Brunetta, troppo nel merito per le stesse ragioni. La prima è che io ringrazio oggi qui, a conclusione di questo iter - che probabilmente è anche la conclusione della legislatura - la Camera dei deputati, i colleghi della Commissione bilancio, innanzitutto, e dell'Aula per la parte che ci ha riguardato relativa alla legge di stabilità che abbiamo consegnato al Senato. Abbiamo rispettato i saldi, abbiamo corretto con il Governo alcuni elementi di merito orientandoli a scelte condivise, abbiamo introdotto elementi innovativi. Non eravamo riusciti a fare tutto - e questo lo avevamo convenuto -, ma credo che quello che avevamo fatto resti ancora un elemento di seria considerazione della bontà possibile della politica e anche di possibile positivo raccordo tra il Governo e il Parlamento.
Non riprendo quei temi, mi limito soltanto a ricordare la manovra fiscale, con l'intervento a favore dei figli e l'intervento Pag. 4a favore dell'impresa, che ha segnato una svolta a favore della crescita, oltre che a favore del sostegno sociale.
Devo riconoscere - e lo faccio volentieri - che, su alcuni degli impegni che ci eravamo presi rispetto a problemi che non eravamo riusciti a risolvere e che sono stati affidati al lavoro del Senato, sono stati fatti dei passi in avanti. Non entro nel merito di nessun giudizio, ma sul Patto di stabilità, sulla ricongiunzione, sulla stessa Tobin tax il Senato ha operato rispettando perlomeno l'impegno di applicare quei temi che non avevamo qui completato. Su un punto, quello della copertura dell'agricoltura, non c'è stato il rispetto di questo impegno: lo voglio solo sottolineare perché pacta sunt servanda in ogni caso. Ma devo dire che questi sono aspetti che arricchiscono la legge di stabilità.
C'è un terzo elemento - e con questo mi avvio rapidamente alla conclusione - che riguarda invece le ulteriori modifiche. So bene che l'introduzione della parte relativa alle «indifferibili» del cosiddetto decreto mille proroghe, a causa dei tempi istituzionali, ha obbligatoriamente alterato il testo, ma anche gli emendamenti parlamentari hanno in qualche modo comportato una lettura diversa della natura stessa della stabilità.
Sia chiaro: io non entro nel merito dei singoli provvedimenti, che rientra nella libertà delle due Camere approvare. Sottolineo però un aspetto: la natura stessa della legge n. 196, ben modificata per due volte, e a maggior ragione la natura stessa del nuovo articolo 81 della Costituzione e della sua coerente applicazione, peraltro approvata - e ne siamo soddisfatti - ormai definitivamente dalla Camera prima e poi dal Senato, e la natura stessa di questo processo hanno cambiato radicalmente negli ultimi due anni e, a maggior ragione quest'anno (che era l'anno fondamentale di avvio), quella che da legge finanziaria è diventata legge di stabilità.
Questo è un elemento politico che va preso in seria considerazione. Va preso in seria considerazione dal Governo, perché non c'è dubbio che il Governo qui ha coerentemente gestito la nuova legge n. 196. Probabilmente, per le ragioni istituzionali e politiche che sono state da me evidenziate e che anche il sottosegretario Polillo in Commissione ieri sera ci ha ricordato, al Senato la gestione è stata - diciamo così - più flessibile rispetto al concetto stesso della legge n. 196.
Tuttavia, questo va sottolineato, perché derogare dai principi in questo momento può essere rischioso.
A questo proposito, signor Presidente, ho il dovere di sottolineare un aspetto apparentemente formale, ma molto politico. Noi non possiamo più continuare - e lo lascio come monito e come impegno alla prossima legislatura - con regole così vistosamente diverse sia in termini di ammissibilità, innanzitutto, sia in termini di lettura del contenuto proprio, che dovrebbe essere invece non interpretabile, da parte della Camera e del Senato. Non sindaco sulla natura, dico che oggi ciò è insostenibile. I termini di ammissibilità della Camera sono assolutamente rigorosi e penso che siano validi, mentre i termini di ammissibilità del Senato sono flessibili: il risultato è che, ogni volta che la Camera dichiara inammissibile un intervento, è legittimamente possibile che questo venga ripreso dal Senato. Credo che a nessuno sfuggano le conseguenze istituzionali e politiche di questo aspetto.
Quindi, mi auguro che uno dei primi impegni del prossimo Parlamento e della prossima legislatura sia di riorganizzare, mettere ordine e rendere omogenee le regole di accesso e di ingaggio delle leggi tra Camera e Senato.
Concludo, dicendo che la legge rinforzata con riferimento all'articolo 81 della Costituzione oggi ci vincola ancora di più. Quindi, da questo punto di vista, io invito tutti noi, e tutti coloro che succederanno a noi negli incarichi parlamentari, di assumere come prima riflessione, in particolare nella nuova Commissione bilancio, un approfondimento serio sul nuovo articolo 81, perché sia un monito e un impegno su come gestire le prossime sessioni di bilancio.
Con questo spirito e con queste precisazioni, noi consegniamo il provvedimento, Pag. 5come ho detto, senza alcuna modifica al voto della Camera - che, lo ripeto, mi auguro sia favorevole -, ma anche con le precisazioni che il collega Brunetta ed io abbiamo voluto fare in questa particolare situazione, che è anche di conclusione della legislatura (Applausi).

PRESIDENTE. Il relatore sul disegno di legge di bilancio n. 5535-B, onorevole Ciccanti, ha facoltà di svolgere la relazione.

AMEDEO CICCANTI, Relatore sul disegno di legge n. 5535-B. Signor Presidente, signor sottosegretario Polillo, signor sottosegretario Ceriani, noi ci troviamo, oggi, ad approvare in seconda lettura il disegno di legge di stabilità e il disegno di legge di bilancio.
Il disegno di legge di bilancio non ha avuto grandi modifiche al Senato: esso, in qualche modo, riassume su di sé, sconta, cioè, gli effetti finanziari delle precedenti manovre, ovviamente, al netto delle misure che sono contenute nel disegno di legge di stabilità. Queste grandezze finanziarie erano già state, in qualche modo, indicate in merito agli obiettivi finanziari nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, e comprendevano anche le rimodulazioni all'interno delle missioni e, per quanto ancora concesso soltanto per questo esercizio finanziario, tra missioni.
Tale questione merita un'attenzione particolare proprio per quanto ha detto il collega Baretta. Mi riferisco all'auspicio che è stato richiamato di rivedere, in qualche modo, i Regolamenti parlamentari di Camera e Senato, perché possano meglio attagliarsi alle nuove norme di contabilità pubblica. Ciò doveva essere stato già fatto per quanto riguarda la legge n. 196 del 2009, ma sicuramente i Regolamenti parlamentari dovranno essere rivisti per quanto riguarda la cosiddetta legge rinforzata di attuazione dell'articolo 81 della Costituzione.
Perché è importante questo adeguamento dei Regolamenti parlamentari, oltre che per l'aspetto indicato dal collega Baretta sulle ammissibilità? È importante perché questa è l'ultima legge di stabilità che noi approveremo al Parlamento. Le prossime manovre finanziarie saranno interne alla legge di bilancio, perché la legge di bilancio avrà natura sostanziale, non più formale.
La modifica del comma 3 dell'articolo 81 della Costituzione è importante proprio sotto questo aspetto. Prima, infatti, bisognava approvare norme sostanziali per la modifica delle grandezze finanziarie contenute nel bilancio, che le registrava, così come la norma sostanziale e, quindi, le vecchie finanziarie e oggi la legge di stabilità, le modificava e registrava, appunto, gli effetti che esse producevano sugli equilibri di bilancio. Bene, tutto questo non ci sarà più, perché all'interno delle missioni, attraverso le rimodulazioni tra programmi - che diventeranno comunque l'unità di voto del Parlamento, rispetto alle vecchie unità previsionali di base (UPB) - noi avremmo su un arco del triennio, in qualche modo, la flessibilità necessaria per rispettare gli impegni assunti in sede europea, in sede Ecofin, e avremmo soprattutto la possibilità di svolgere quel compito importante che i prossimi Governi hanno in capo, ossia l'applicazione della spending review. Quest'ultima è indispensabile proprio per l'ottenimento degli equilibri di bilancio di cui noi abbiamo finora parlato e che diventerà un impegno non soltanto di natura costituzionale, ma un impegno anche di carattere internazionale dopo avere approvato il Trattato sulla stabilità meglio conosciuto come fiscal compact.
Quindi noi avremo un appuntamento che è il pareggio di bilancio dal 1o gennaio 2014. Ovviamente non si tratterà di pareggio di bilancio nominale, perché l'equilibrio di bilancio, come è meglio dire, ha un parametro diverso dal pareggio nominale in quanto è un pareggio che si ottiene sugli obiettivi di medio termine stabiliti in sede europea. Ecco, con questa filosofia, in qualche modo, noi avremo una nuova valutazione dei documenti di finanza pubblica.

PRESIDENTE. Onorevole Ciccanti, la invito a concludere.

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AMEDEO CICCANTI, Relatore sul disegno di legge 5535-B. Mi avvio alla conclusione, signor Presidente, dicendo quali sono le due modifiche che sono apportate a questo disegno di legge di bilancio. La prima riguarda l'articolo 6, comma 6, dove le variazioni compensative interne alla missione cooperazione allo sviluppo non sono più di competenza del solo Ministro degli affari esteri, ma anche del Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione. Poi vi è una modifica della tabella 3 del Ministero per lo sviluppo economico, con variazioni compensative rispetto alla tabella 2 del Ministero dell'economia e delle finanze, che hanno una riduzione e riguardano 500 mila euro per il 2013 e 100 mila euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015.
Quindi, signor Presidente, con queste riflessioni chiedo il voto alla Camera per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio (Applausi).

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
È iscritto a parlare l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, limiterò il mio intervento a qualche flash. Nel primo passaggio alla Camera, ovviamente, abbiamo votato contro il parere del relatore. Riteniamo che l'intervento del Senato, ciò che è stato aggiunto, sia qualcosa che ha modificato del tutto questa legge di stabilità; la cosa bella sarebbe sentire i Ministri delle finanze e i Presidenti del Consiglio che si sono via, via susseguiti, a partire da Tremonti arrivando al Presidente Monti, dire che è stato fatto un ottimo lavoro con il cambiamento per aderire al semestre europeo, così con la legge di stabilità non ci saranno più assalti alla diligenza come c'erano nelle finanziarie. Io penso che peggio degli assalti alla diligenza cui abbiamo assistito con questa legge di stabilità al Senato, non ci possa essere. È una tragedia perché per fare questi assalti alla diligenza il Senato ha aggiunto quasi 4 miliardi di euro di maggiori entrate, che vuol dire un nuovo aumento della pressione tributaria a carico dei cittadini. Questo è stato fatto dal Senato. Non bastava la vergogna di una pressione fiscale che è la più alta in assoluto in tutta Europa, dovevamo aggiungere altri 4 miliardi di euro a quella pressione fiscale! Ciò alla faccia delle famiglie, delle imprese che non trovano modalità o convenienza di investire in questa situazione. Ma come si crea l'occupazione se non si riducono le tasse alle imprese? A proposito di questo, invece, qui dentro, ci sono i regali, i regali alle banche, ancora una volta; la Tobin tax, nonostante un ordine del giorno accolto dal Governo in quest'Aula, a prima firma del collega Bocci e al quale aggiunsi anch'io la mia firma, è stata fatto, esattamente come già si paventava allora, come un regalo a favore delle banche perché non va a colpire i derivati. E poi diciamo che non è vero che questo Governo è un Governo delle banche!
Questo è un esempio, ma lo stesso regalo riguarda il sostegno al Monte dei Paschi di Siena. Il Monte dei Paschi di Siena è una azienda bancaria fallita! Lo ripeto, fallita! E dove c'è un amministratore delegato che proviene da un'altra azienda da cui era stato cacciato e dove si era fatto dare 40 milioni di euro di buonuscita e oggi si trova là. E chi ha portato quella banca al fallimento fa il presidente dell'ABI, guadagnando qualche milione di euro di indennità annua. Ma cosa dice il ministro Passera che le remunerazioni dei manager delle banche sono adeguate? Sono le più alte d'Europa! Il Governo spagnolo le ha tagliate a tutte le banche che hanno avuto bisogno di aiuto pubblico. Il Governatore della Banca d'Italia da mesi dice che è ora che le banche abbassino le indennità ai manager e, invece, da qui arrivano continui regali. Non parliamo dei piccoli condoni fiscali, non parliamo di una riduzione della tassazione alle imprese di assicurazione.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Borghesi.

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ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, so che ho indicato un tempo abbastanza breve, non serve che mi inviti a concludere. Concludo rapidamente con poche parole. Si è ridotto persino l'8 per mille che i cittadini possono lasciare allo Stato; i cittadini lo sanno che d'ora in avanti quando danno l'8 per mille allo Stato, questo non verrà più utilizzato per gli scopi che ci si immaginava. Le scuole non statali fuori dal Patto di stabilità, fondi vari per strade, non si capisce perché sì alla Tirreno-Adriatica o perché sì alla Pedemontana piemontese e non ad altre; perché fondi per il turismo alla regione Basilicata e non ad altre regioni; nuovi fondi all'editoria, soldi al CONI, deroghe alle auto blu prolungate nel tempo e così via. Riguardo alle province, è uno scandalo. Tutti che volevano abolire le province e queste sono ancora qui. Mi fermo qui, ho un elenco molto più lungo, ma mi fermo qui; noi certamente siamo, assolutamente, contro questa legge di stabilità e quindi preannuncio già la posizione del gruppo Italia dei Valori.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole D'Anna, iscritto a parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
È iscritto a parlare l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, che forse non è più Presidente del Consiglio, ma non lo sappiamo; signor Presidente del Consiglio, che deciderà quando arriverà la stella natalizia se essere ancora riserva di tutti o se, invece, essere solamente di parte; signori Ministri cattolici, che all'ONU votate per il controllo delle nascite e per i gruppi abortisti; Ministri cattolici, che andate a costituire un «polo» nuovissimo, magari con i Cirino Pomicino o De Mita o con altri, e che vi alleate sicuramente con grandi difensori dei valori cattolici pronti a difendere il matrimonio omosessuale e a tassare la Chiesa; signor Ministro che non c'è; Ministro Grilli, che è arrivato e a cui va un saluto e un plauso per quello che ha potuto fare, questa notte è arrivato un dromedario carico di 550 emendamenti, che - viene detto - sarebbero peggiorativi rispetto a quanto è stato fatto.
Sì, sicuramente, sono micro-settoriali, ma non è che al Senato c'erano i marziani o c'era un'epidemia di pigmei che hanno preso il potere e che hanno imposto una serie di norme, leggine e «leggiucole». Al di là, poi, del micro-settoriale, vi era una maggioranza con dei deputati, non è colpa del destino cinico e baro e dei meccanismi del Senato, ma è anche colpa di determinate scelte fatte all'ultimo momento e anche non proprie dal Governo, non si sa bene da chi, forse da qualche Ministero non controllato o da qualche funzionario. È giusto che si rivendichi la politica del rigore, ma possiamo prelevare 2 miliardi 850 milioni di euro dai crediti di imposta delle aziende per il fondo di contabilità n. 1178, è possibile che da una parte si invochino regole europee, si invochi il rigore e la «solidità del loden», della presentazione, e poi si decida di prendere da un fondo non ancora finito, per coprire in qualche modo?
Stiamo parlando del credito di imposta, che non si sa ancora come sarebbe stato utilizzato. Ebbene, da tale fondo si è prelevato. Si poteva prelevare magari per dare un respiro, ma questo è un elemento peggiorativo, non del destino cinico e baro, ma di un gioco delle tre carte dell'ultimo minuto. Così come, dobbiamo dirlo, adesso magari arriverà qualche contentino, ma le mine sui saldi sono in futuro, nel prossimo anno: nel 2014 un aumento della pressione fiscale, un aumento delle entrate, un miliardo 194 milioni di euro, e poi via, nel 2015 102 milioni di euro. Abbiamo portato novelli Robin Hood al contrario. Siamo andati a prendere nelle tasche dei giocatori d'azzardo, sì: 130 milioni di euro. Si vincerà di meno nelle macchinette, perché in qualche modo questi soldi andranno allo Stato, ma lo Stato biscazziere e amico di qualche amico a cui questa tassa dei poveri fa comodo, voleva aprire mille nuove sale. Eravamo pronti a buttare sul mercato mille nuove sale e ci siamo fermati, perché qualche giornale cattolico Pag. 8giustamente ha cominciato a scandalizzarsi. Meno male. Meno male che c'è un'operazione di vigilanza! Ci siamo fermati, ma, è stato detto, che forse ci ripenseranno. Intanto parte e se qualcuno si distrarrà, come è stato fatto sui Bingo in passato... ricordo che all'epoca, il leader del mio partito minacciò di far cadere il Governo, quando si volevano mettere le macchinette nelle sale Bingo.
Oggi è evidentemente cambiato. Non ho salutato prima i banchieri, da cui ci aspettavamo forse qualcosa per lo sviluppo. Hanno parlato una volta e quella volta hanno fatto cadere il Governo. Questo è stato il grande intervento. Ancora 4,6 miliardi al Monte dei Paschi di Siena che - è stato detto - ha un nome «Partito» e un cognome «Democratico». Ora, che questi vadano a investire - benissimo - sulla squadra di calcio del Siena, ma con i miei soldi non mi sta bene, anche perché tifo un'altra squadra, Presidente, mi dispiace, o su una squadra di basket. Ma è giusto, è possibile che, nel momento in cui noi andiamo a nazionalizzare di fatto - perché è tre volte quello che costa questa banca - non gli diamo una regola ancora? Non diamo una regola? Non mettiamo qualcuno che possa controllare ed indirizzare questa banca, che potrà continuare a fare quello che ha voglia? Ma facciamo la stessa cosa anche con le nostre aziende, facciamo la stessa cosa anche con le persone che dovranno andare a chiedere, e quindi l'altro intervento fenomenale è stato fatto sull'IMU.
Sì, lasciamo ai comuni questa parte. Bene. Però andiamo a prendere la parte di ICI. Ciò vuol dire che oggi, per quanto riguarda i capannoni, le attività produttive e gli alberghi, se uno ha più alberghi - e lo diciamo alla riviera romagnola, ma lo diciamo anche nelle belle zone turistiche del nostro Paese - aveva un bel rapporto con il suo sindaco. Il sindaco li faceva arrivare, faceva sviluppare i capannoni, faceva sviluppare l'attività industriale e, in qualche modo, questa ricchezza ricadeva sulla collettività. Non è più stato così, perché andrà tutto a Roma, e allora questa è un'operazione scientifica, è l'anticipo, è l'anticipo di quello che sarà il futuro Governo di sinistra, un Governo che ha messo due patrimoniali e non ce ne sarà neanche uno che si schiererà con il centrodestra. Per forza, è un centrodestra che sta cercando di riorganizzarsi, che sta cercando di essere alternativo alla sinistra, non con i giochini: andiamo al Senato, li condizioniamo, tiriamo fuori Vendola, entriamo noi. Per carità! Per carità, piuttosto Vendola meglio qualunque cosa, non per la serietà. Personalmente, per le scelte, io rispetto la storia e tutto, ma è antitetico a quello che può essere una mia credenza e alcuni miei valori politici. Allora, due patrimoniali: la patrimoniale dell'IMU, quindi sulla casa, non sui soldi, non sui soldi, non sulla rendita, non su chi ha i soldi che magari ne ha un po' meno, ma li può mettere lì, ma sul patrimonio! Ma cosa volete che abbiano i soldi i pensionati che si sono comprati una casa trent'anni fa? Devono dire addio alla spesa di Natale, devono dire addio alla tredicesima. La seconda sarà la Tares, che non incide su quanto rifiuto si fa, ma sui metri quadrati, e questa è la seconda patrimoniale. È la filosofia di questa sinistra che aumenterà la spesa pubblica. Hai voglia di dire «seguiremo l'agenda Monti». Questo è l'ultimo pezzo dell'agenda Monti a trazione sinistra e non ci sarà rigore, ci sarà un rivolo di spesa, perché non saranno in grado di chiedere un sacrificio agli insegnanti. Per carità, in un progetto condiviso si poteva chiedere il sacrificio di un'ora in più. Non ce l'abbiamo fatta, perché questi sono voti sicuri, sono clientele, e il futuro sarà una compressione della classe media e un aumento di quella parassitaria.
Presidente, ci sarebbero altri elementi. Per esempio, nella Tares sappiano i cittadini che pagheranno l'ex ECA, soppressa dal 1987. Presidente, tutte queste cose le rimarchiamo, con serenità, con un'opposizione ferma e con proposte di miglioramento che abbiamo fatto al Senato.
Mi consenta, però, Presidente, di fare un ringraziamento e delle scuse. Iniziamo dalle scuse: le scuse che vorrei rivolgere, così, a titolo personale, in questo finale di legislatura, sono a chi ci ha eletto e non ha Pag. 9visto realizzate le promesse della formazione che aveva vinto le elezioni. Le scuse vanno a questi elettori; sono, qualche volta, a titolo personale, per la troppa indulgenza sui nostri difetti e la poca criticità su quelli degli altri, a cominciare dal sottoscritto. Le scuse sono per la pigrizia, molte volte, parlo sempre per il sottoscritto, nell'approfondire e nel trovare le ragioni che uniscono e non quelle che dividono, la pigrizia nel duro lavoro parlamentare. I ringraziamenti vanno ai meravigliosi militanti che ci hanno sempre sostenuto, agli elettori che non ci hanno fatto mancare le critiche e il sostegno e ai due uomini che mi hanno consentito di avere questo grande privilegio: a Umberto Bossi, che mi ha dato questa possibilità, e a Silvio Berlusconi.
Presidente, vorrei ringraziare anche lei e tutti gli amici, anche dell'opposizione, che hanno sopportato con pazienza, qualche volta, qualche intemperanza, anche da parte del sottoscritto. Credo che ci debba accomunare l'amore per la politica, oggi un po' bistrattata. Dobbiamo pensare che la vita e la politica molte volte sono sangue, sudore e altri umori. Noi non nasciamo puliti e belli e non ce ne andiamo puliti e belli; nasciamo nel modo che abbiamo detto e moriamo probabilmente in quell'altro modo. Tutta la vita, però, è degna di essere vissuta, tutta la politica è degna di essere vissuta, non soltanto quella dei talk show belli e profumati, dove si prendono gli applausi, ma anche quelli dove si lavora con difficoltà, dove si cuce nel silenzio, dove si ascolta e dove si dice magari la verità anche ai cittadini, che hanno diritto di conoscerla e magari, giustamente, di arrabbiarsi con noi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.

MAINO MARCHI. Signor Presidente, nel primo passaggio del disegno di legge di stabilità alla Camera avevamo sottolineato il ruolo del Parlamento nel modificare il disegno di legge del Governo, con la collaborazione dello stesso, a saldi invariati. Si è trattato di modifiche avvenute, in particolare, su tutta la materia fiscale, con scelte a favore delle famiglie con figli e i redditi medio bassi, poi sulla scuola, le politiche sociali, gli esodati, la sicurezza, l'alluvione. Avevamo consegnato al Senato, in particolare, alcuni temi: in primo luogo, il Patto di stabilità interno, poi l'editoria, l'università, la cultura, una ridefinizione della Tobin tax, il completamento delle modifiche sugli invalidi di guerra, in materia agricola e poi, ancora, per la sicurezza.
Poi, in sede di conversione del decreto-legge n. 174, avevamo rinviato al disegno di legge di stabilità la risoluzione di alcuni problemi sul terremoto di maggio. Ora dal Senato arriva un testo che ha affrontato molti dei temi che ho citato, ma questo ha aggiunto l'inserimento di molte altre misure, fino ad assumere una dimensione e un contenuto non tipico della legge di stabilità e con la Camera dei deputati costretta ad un esame alquanto sommario. Perché? Una motivazione sta nei diversi regolamenti tra Camera e Senato sull'ammissibilità degli emendamenti, ma la motivazione più profonda è di carattere politico ed è ascrivibile completamente alla responsabilità del Popolo della Libertà.
Il Governo Monti è nato per evitare il fallimento dell'Italia, e c'è riuscito in questo obiettivo, per avviare riforme e interventi che unissero rigore, crescita ed equità. Non sempre i provvedimenti hanno corrisposto pienamente. Abbiamo avuto problemi sul versante dell'equità, in primo luogo gli esodati ma anche tanti altri. Non sono state sufficienti le politiche industriali per la crescita. Il Partito Democratico ha sempre avuto un atteggiamento leale dall'inizio fino alla fine: ha sostenuto il Governo, ha operato per correggere e modificare i provvedimenti e sempre ha mantenuto coerentemente e lealmente l'impegno per arrivare alla fine naturale della legislatura. È stato il PdL a cambiare gli impegni assunti con la decisione di passare all'astensione sulla fiducia al Governo nel merito dei provvedimenti. Si è trattato di una decisione grave, che non ha in alcun conto gli interessi del Paese ma Pag. 10solo ciò che ritiene siano gli interessi di parte del Popolo della Libertà e di Berlusconi.
Come sempre, i calcoli sulla convenienza di parte hanno prevalso sugli interessi del Paese: l'esatto contrario di ciò che ha guidato le scelte del Partito Democratico e del suo segretario (ora, dopo le primarie, candidato Presidente del Consiglio per il centrosinistra) durante la crisi del 2011 che ha portato alla nascita del Governo Monti.
Non era certamente pensabile che il Governo potesse continuare fino alla fine naturale della legislatura: era inevitabile accelerarne la fine dopo l'approvazione della leggi di stabilità e che, quindi, confluissero su questa contenuti dei decreti-legge in corso d'esame (che non richiamo) e contenuti tipici del «milleproroghe». La responsabilità, quindi, di questo snaturamento della legge di stabilità - lo rimarco ancora - è tutta del Popolo della Libertà.
In un altro contesto, ci si sarebbe concentrati sul contenuto proprio e si sarebbe potuto fare meglio, evitando diverse contraddizioni come gli aumenti consistenti delle entrate e delle spese finali. Credo però siano da rimarcare positivamente alcune modifiche anche da questa Camera richieste sulla reversibilità delle pensioni di guerra, sulle società agricole, sul Fondo per la non autosufficienza che aumenta, sulla sicurezza, sull'editoria, sulla ricongiunzione dei contributi pensionistici, sugli ammortizzatori in deroga, ma anche su cose come il Comitato paraolimpico nazionale (i fondi per questo), le prime risorse per le celebrazioni del 70o anniversario della Resistenza e della Liberazione. Sull'università abbiamo avuto più risorse, ma non sufficienti, così come occorrerà tornare sulla Tobin tax in un contesto, anche europeo, da valutare fino in fondo.
Una materia fondamentale e principale è stata quella del Patto di stabilità interno e tutta la finanza locale. C'è più autonomia per i comuni per quanto riguarda l'IMU, anche se tutto avviene a saldi invariati. Si passa dal Fondo di riequilibrio al Fondo di solidarietà e alla riduzione dei tagli previsti. Sull'IMU e su questo passaggio sarà necessario avere anche un corredo di conti precisi da parte del Governo su tutto quello che è avvenuto in questo anno. Il Patto di stabilità vede misure di allentamento.
Nel complesso un segnale è venuto, pur consapevoli che in questa legislatura ci sono stati molteplici interventi contraddittori, che determinano una situazione su cui si dovrà porre mano complessivamente. Infine, sul terremoto dell'Emilia-Romagna hanno avuto una risposta le due questioni fondamentali che erano state poste sulle imprese che hanno avuto un danno indiretto e sulla «busta pesante», comprensiva anche dei contributi.
Signor Presidente, ringraziando i relatori, tutta la Commissione bilancio e il Governo, mi consenta un'ultima riflessione: in una fase preelettorale, pur con contraddizioni e limiti, questa legge di stabilità, cambiata rispetto al disegno di legge iniziale, è importante per ribadire il percorso che l'Italia ha intrapreso sul fronte del rigore con alcune innovazioni sul piano fiscale e sul piano delle politiche sociali. Dà garanzie all'Europa e al mondo sull'affidabilità dell'Italia e dimostra, ancora una volta, che c'è una forza, il Partito Democratico, su cui il Paese può contare per la ricostruzione economica e democratica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervenire oggi in Aula nel momento conclusivo della legislatura su un provvedimento così importante come il disegno di legge di stabilità, significa lasciare un segno e una traccia di quanto fatto e per quanto si farà. Procederò per flash consegnando poi l'intero intervento, ma accolgo innanzitutto con attenzione la sollecitazione che ieri il Ministro Profumo ha inviato proprio al Parlamento e a noi forze politiche per prendere un impegno serio per la scuola e per l'università. Pag. 11
Signor Presidente, onorevoli colleghi, la scuola e l'università hanno già dato moltissimo. Sono state chiamate in questa legislatura fin dalla legge finanziaria per il 2008 a dare il loro contributo. Oggi questo sistema non regge più, per cui abbiamo certo bisogno di risorse, ma soprattutto di riqualificare la spesa per il funzionamento dell'intero sistema scolastico e universitario. Questo non può che passare attraverso una nuova e diversa organizzazione del sistema, per permettere proprio il pareggio di bilancio e l'equilibrio finanziario per cui prima il Presidente Berlusconi, oggi il Presidente Monti e poi il prossimo Presidente del Consiglio si sono impegnati e si impegneranno.
Per cui i nostri cittadini, ricordiamocelo, e noi tutti abbiamo fatto immensi sacrifici, ma abbiamo bisogno di politiche diverse. Il Popolo della Libertà, noi, ci siamo impegnati per la scuola, l'università e la ricerca, e il nostro spirito innovatore non è mai venuto meno. Mi riferisco al Ministro Moratti ma soprattutto al Ministro Gelmini, nell'ottica di due principi fondamentali che sono due principi europei: l'occupabilità e l'inclusione sociale. Su questa strada noi proseguiremo per dare un forte impulso alla dimensione europea della nostra scuola e della nostra università, affinché l'Europa divenga un'istituzione vicina e affinché si possa compiere quel progetto di integrazione europea in un'Europa delle regioni e dei popoli com'era nei sogni dei nostri padri fondatori.
Europa nei cuori e nella vita dei nostri giovani: più Europa significa sviluppare competenze chiave, significa spazio della conoscenza indicato nella Strategia di Lisbona e nella Strategia Europa 2020, ma per il Popolo della Libertà e per noi l'Europa nella scuola e nell'università significa cittadinanza attiva, equità, coesione ed inclusione sociale, occupabilità, formazione continua, qualità ed efficacia dell'istruzione, ma soprattutto significa mobilità dei giovani, dei docenti, dei dirigenti e dei lavoratori.
Noi continueremo in questa direzione e continueremo anche nell'Agenda digitale che ha perseguito il Ministro Profumo, continueremo nell'internazionalizzazione per dare quella ventata europea e internazionale alla scuola italiana, ma soprattutto il disegno di legge di stabilità ha posto al centro della nostra riflessione il ruolo dei docenti, il compito della scuola e le risorse da utilizzare e da investire. Noi valorizzeremo i docenti passando attraverso un nuovo contratto, ma soprattutto attraverso un nuovo sistema di valutazione che permetta una carriera, un impegno lavorativo e soprattutto che permetta alla scuola e all'università di diventare il centro della vita di questo Paese.
Ribadisco, non c'è bisogno solo di nuove risorse, c'è bisogno di una spesa pubblica impiegata diversamente, di investire meglio, di non investire a pioggia, di un controllo e di una rendicontazione rigorosa e sociale e c'è bisogno della libertà di scelta per questo Paese in un sistema scolastico integrato. Da ultimo, l'edilizia scolastica sarà il centro del nostro programma, noi pensiamo ad un piano straordinario nazionale, l'edilizia scolastica e le scuole saranno una grande infrastruttura.
Concludo, dicendo che ringrazio per questi cinque anni in cui ho dato tutto il mio apporto, tutto il mio impegno e tutta la mia passione, la passione che alimenta la mia vita e che alimenta il mio lavoro al mio Paese e l'ho data in questa istituzione, alta e importante. Di questo ringrazio il Presidente Berlusconi, ne sono onorata e tengo a dire che proseguirò, con la stessa dedizione e con la stessa competenza ancor più forte e ancor più grande, a servire questo Paese per il bene di questo Paese e soprattutto per il bene dei nostri giovani, della nostra scuola e della nostra università, e continuerò con un rispetto rafforzato per questa istituzione e con un grande rispetto per lo Stato e un amore forte per la mia terra, la Lombardia (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

Pag. 12

PRESIDENTE. Onorevole Centemero, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. È iscritto a parlare l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, durante la prima lettura qui alla Camera del disegno di legge di stabilità il Presidente della Camera, recependo integralmente un parere della Commissione bilancio, aveva escluso, stralciato, eliminato la parte che riguardava 600 mila euro da dare a UNIDO, cioè l'Ufficio per la promozione tecnologica e degli investimenti.
Questo perché era un microintervento e quindi era incompatibile con la legge di stabilità, che è una legge di bilancio, una legge sui grandi temi. Invece, ieri sera, in Commissione bilancio ho ritrovato questa roba. Ma è il gioco delle tre carte? Ci si era ubriacati allora o, ieri sera, quando è stato nuovamente infilato questo provvedimento? Non è l'unico, perché interventi microsettoriali ce ne sono tantissimi, da Villa Taranto al castello di Udine. Insomma, si è riscoperta durante l'approvazione di questa legge di stabilità un antico modello: si ritorna alla «Pomicino maniera». Complimenti ad «ABC» che sono riusciti a riproporci e a far rivivere il modello Pomicino, la spesa pubblica allegra e l'assalto alla diligenza, spese elettorali per mantenere le clientele! Complimenti! In tutto questo naturalmente non poteva mancare l'«aiutino» alle banche che si fa col sangue degli italiani! Non poteva mancare l'«aiutino» al Monte dei Paschi di Siena, alla banca partito o al partito banca, se preferite. Complimenti, Bersani, per aver aiutato una banca: il Monte dei Paschi di Siena! Complimenti, Bersani, per aver fatto il partito banca; complimenti, Bersani, per aver fatto la banca partito, naturalmente facendo crescere la legge di stabilità (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
È aumentata la pressione fiscale, perché dai 15 miliardi con cui era arrivato al Senato, oggi ci torna alla Camera con 18 miliardi: più spese, che devono essere alimentate come? Nel solito modo: spremendo gli italiani. Allora, lunedì scorso l'IMU, che porterebbe addirittura 24 miliardi rispetto i 22 previsti, il mese prossimo spetta agli italiani qualche altra cosa in più. Ci sarà la Tares, modificheranno anche la tassa per i rifiuti e le spese per l'illuminazione. Tra poco, se ci sarà ancora «ABC», faranno pagare agli italiani anche l'aria che si respira. Poi, alla fine, con questi soldi si aiutano le banche ed i clienti. Insomma, si è tornati alla vecchia politica «pomiciniana». Questo è quello che state facendo, mentre in Commissione ieri sera quale è stato il mio lavoro di deputato per i cittadini? Di presentare un emendamento per l'agricoltura, per fare rivivere e per far continuare il regime tributario agevolato per l'agricoltura e per gli agricoltori, che sono stati mortificati e sono diventati la Cenerentola del nostro Paese, mentre ho visto che il regime fiscale agevolato l'avete previsto per i giochi, per i concessionari dei giochi. Complimenti a questi partiti, a questi politici ed associazioni che hanno «pappato» dal rubinetto dei concessionari dei giochi. State avvelenando il Paese con la legge di stabilità. Questa è una polpetta avvelenata (Commenti)...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Barbato.
Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
Prendo atto che i relatori e il rappresentante del Governo rinunziano ad intervenire in sede di replica.

Seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015 (e relative note di variazioni) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 5535-B) (ore 11,28).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Bilancio di previsione Pag. 13dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015 (e relative note di variazioni).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi relativi al seguito dell'esame del disegno di legge di bilancio è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 20 dicembre 2012.
Ricordo che dopo l'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti non si procederà alla votazione finale del disegno di legge di bilancio. L'esame degli ordini del giorno ed il voto finale avranno pertanto luogo dopo la conclusione dell'esame del disegno di legge di stabilità.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo solo per precisare, come ho detto stamattina anche in V Commissione (Bilancio), che l'onorevole Barbato, pur appartenendo al gruppo Italia dei Valori, non è, come lui ha più volte detto, iscritto al partito Italia dei Valori (Commenti del deputato Barbato). Quindi, si intende che sia intervenuto a titolo personale.

(Esame degli articoli - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo approvato dal Senato.
Avverto che non sarà in posto in votazione l'articolo 17, in quanto non modificato dal Senato. I restanti articoli saranno posti in votazione in quanto il Senato ne ha modificato il testo, ovvero le corrispondenti Tabelle.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1, con l'annessa Tabella 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Renato Farina. Ne ha facoltà per un minuto.

RENATO FARINA. Signor Presidente, volevo segnalare questo. Noi dobbiamo esprimere tutti voti favorevoli e lo sappiamo. Però, devo denunciare qualche cosa di molto piccolo e di molto grave e offensivo accaduto in Senato. In sostanza, è stato eliminato il finanziamento alle norme per favorire l'attività lavorativa dei detenuti. Era una piccola cosa ma era un grammo di speranza, perché avrebbe consentito quel lavoro di rieducazione e l'umanità della pena, che tanto solennemente affermiamo quando parliamo di Costituzione. Purtroppo, siamo costretti a votare un provvedimento che contiene un'infamia. Questo lo dico con grande dolore, sperando che altri si facciano portavoce di questa protesta (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, con l'annessa Tabella 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bene colleghi, adesso con un po' di pazienza aspettiamo che tutti prendano posto. È il primo voto. Onorevoli Vella, Centemero, Peluffo, Torazzi, Paolo Russo... Vi aspettiamo, vi aspettiamo. Magari affrettatevi... Onorevoli Tommaso Foti, Crosio, Meroni, Volpi, Palomba, Ferranti, Tocci, Barani, Galletti... L'onorevole Crosio ha votato... Onorevoli De Nichilo Rizzoli, Barani, Fucci... Pag. 14
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 369
Votanti 367
Astenuti 2
Maggioranza 184
Hanno votato
319
Hanno votato
no 48).

Prendo atto che le deputate De Girolamo e Giammanco hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole e che la deputata Laura Molteni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2, con l'annessa Tabella 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, con l'annessa Tabella 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Binetti, Tommaso Foti, Barani, Coscia, Calderisi, Mondello, Montagnoli, Lussana... Onorevole Calderisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 372
Votanti 370
Astenuti 2
Maggioranza 186
Hanno votato
320
Hanno votato
no 50).

Prendo atto che le deputate De Girolamo e Giammanco hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole e che la deputata Laura Molteni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3, con l'annessa Tabella 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, con l'annessa Tabella 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti, onorevole Benamati, onorevole Laffranco, onorevole Lussana, onorevole Di Vizia, onorevole Mastromauro, onorevole Laura Molteni, onorevole Rota...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 379
Votanti 377
Astenuti 2
Maggioranza 189
Hanno votato
326
Hanno votato
no 51).

Prendo atto che i deputati Scalera, De Girolamo e Giammanco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Laura Molteni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4, con l'annessa Tabella 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti. Pag. 15
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, con l'annessa Tabella 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti, onorevole Mura, onorevole Bossi, onorevole Centemero, onorevole Scalera, onorevole Goisis, onorevole Boccuzzi, onorevole Catanoso, onorevole Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 383
Votanti 381
Astenuti 2
Maggioranza 191
Hanno votato
326
Hanno votato
no 55).

Prendo atto che le deputate De Girolamo e Giammanco hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5, con l'annessa Tabella 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, con l'annessa Tabella 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Razzi, onorevole Leo, onorevole Barani, onorevole Malgieri, onorevole Crosio, onorevole Palmieri, onorevole Frattini, onorevole Trappolino, onorevole Maurizio Turco, onorevole Rosato, onorevole D'Anna, onorevole Petrenga...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 390
Votanti 388
Astenuti 2
Maggioranza 195
Hanno votato
332
Hanno votato
no 56).

Prendo atto che le deputate De Girolamo e Giammanco hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6, con l'annessa Tabella 6 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, con l'annessa Tabella 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lussana, onorevole Di Pietro, onorevole Razzi, onorevole Meroni, onorevole Leo onorevole Marchioni, onorevole Servodio, onorevole Sanga...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 391
Votanti 389
Astenuti 2
Maggioranza 195
Hanno votato
331
Hanno votato
no 58).

Prendo atto che le deputate Giammanco e De Girolamo hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7, con l'annessa Tabella 7 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), Pag. 16al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, con l'annessa Tabella 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti, onorevole Vella, onorevole Gatti, onorevole Pugliese, onorevole Agostini, onorevole Frattini, onorevole Goisis, onorevole Livia Turco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 393
Votanti 391
Astenuti 2
Maggioranza 196
Hanno votato
334
Hanno votato
no 57).

Prendo atto che i deputati Duilio, De Girolamo, Giammanco e Genovese non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 con l'annessa Tabella 8 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8 con l'annessa Tabella 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Montagnoli, Lussana, Tommaso Foti, Quartiani, Fogliardi, Boccuzzi, Sanga, La Malfa, Pepe Mario (Misto), Messina...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 393
Votanti 391
Astenuti 2
Maggioranza 196
Hanno votato
333
Hanno votato
no 58).

Prendo atto che i deputati De Girolamo, Giammanco e Genovese hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 con l'annessa Tabella 9 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, con l'annessa Tabella 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sanga, Barbareschi, Meroni, Boccuzzi, Touadi, Rossomando, Calderisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 398
Votanti 396
Astenuti 2
Maggioranza 199
Hanno votato
338
Hanno votato
no 58).

Prendo atto che i deputati Giammanco, De Girolamo e Genovese hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Pag. 17

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 con l'annessa tabella 10 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, con l'annessa Tabella 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Pianetta, Cassinelli, Sisto, Scilipoti, Marchioni, Narducci, Tommaso Foti, Meroni, Galletti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 390
Votanti 388
Astenuti 2
Maggioranza 195
Hanno votato
332
Hanno votato
no 56).

Prendo atto che i deputati De Girolamo, Giammanco, Genovese, Simeoni, Argentin e Zaccaria hanno segnalato che non sono riusciti riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 con l'annessa Tabella 11 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, con l'annessa Tabella 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Sanga, Fogliardi, Lussana, Meroni, Damiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 393
Votanti 391
Astenuti 2
Maggioranza 196
Hanno votato
335
Hanno votato
no 56).

Prendo atto che i deputati Giammanco, De Girolamo, Genovese, Simeoni e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 con l'annessa Tabella 12 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, con l'annessa Tabella 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Sanga, Montagnoli, La Malfa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 393
Votanti 391
Astenuti 2
Maggioranza 196
Hanno votato
333
Hanno votato
no 58).

Prendo atto che i deputati De Girolamo, Argentin, Genovese, Verducci e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Pag. 18

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 con l'annessa tabella 13 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, con l'annessa Tabella 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Giro, Vella, Sbai, Frattini, Mosella, Sanga, Di Girolamo, Giammanco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 404
Votanti 402
Astenuti 2
Maggioranza 202
Hanno votato
343
Hanno votato
no 59).

Prendo atto che i deputati Argentin, Genovese e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14, con l'annessa Tabella 14 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, con l'annessa Tabella 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti, Lussana, Meroni, Sanga, Mecacci, Boccuzzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 403
Votanti 401
Astenuti 2
Maggioranza 201
Hanno votato
342
Hanno votato
no 59).

Prendo atto che i deputati Argentin, Genovese e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lussana, Vella, Scilipoti, Montagnoli, Meroni, Capitanio Santolini, Vanalli, Motta, Scanderebech, Verducci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 399
Votanti 397
Astenuti 2
Maggioranza 199
Hanno votato
339
Hanno votato
no 58).

Prendo atto che i deputati Genovese, Argentin e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Pag. 19

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Razzi, Scilipoti, Orlando, Marchioni, Castagnetti, Lussana...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 402
Votanti 400
Astenuti 2
Maggioranza 201
Hanno votato
341
Hanno votato
no 59).

Prendo atto che i deputati Genovese, Simeoni e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Essendosi concluso l'esame degli articoli del disegno di legge di bilancio, sospendo l'esame del provvedimento. Come già ricordato, l'esame degli ordini del giorno e il voto finale sul disegno di legge di bilancio avranno luogo dopo la conclusione dell'esame del disegno di legge di stabilità.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 5534-bis-B).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 5534-bis-B: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi relativi al seguito dell'esame del disegno di legge A.C. 5534-bis-B di bilancio è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 20 dicembre 2012.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 5534-bis-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico e degli emendamenti ad esso presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 5534-bis-B).
Avverto che nel fascicolo degli emendamenti non sono pubblicati gli emendamenti che riproducono proposte emendative già dichiarate inammissibili in Commissione.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 5534-bis-B)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro dell'economia e delle finanze, Vittorio Grilli. Ne ha facoltà.

VITTORIO UMBERTO GRILLI, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, a nome del Governo pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 5534-bis-B recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013)», nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, secondo quanto convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, si passerà direttamente alle dichiarazioni di voto dei Pag. 20rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto con ripresa televisiva diretta.
Poiché la ripresa televisiva diretta è prevista a partire dalle ore 12,15, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 12,15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 5534-bis-B)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porfidia. Ne ha facoltà per due minuti.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Presidente Monti, noi di Autonomia Sud-Lega Sud Ausonia-Popoli Sovrani d'Europa non abbiamo mai creduto nel suo Governo, che ci è sembrato distante dalla gente comune e bisognevole, ma vicino alle lobby forti e potenti, che, oggi, grazie a voi, detengono il potere assoluto in Italia.
Presidente, soprattutto nell'ultimo periodo lei ha ripetuto parole magiche quali sviluppo, crescita e stabilità, ma la situazione reale in effetti è tutt'altra ad oggi. I dati ISTAT, Svimez e Banca d'Italia indicano in ogni settore dei trend negativi: PIL in calo maggiormente al sud, un incremento del tasso di disoccupazione; i dati Svimez parlano di un sud allo sbando, sempre più isolato dal resto dell'Italia.
Le banche, che ricevono soldi dall'Unione europea, aiutano le imprese che già stanno bene, mentre non aiutano le piccole e medie imprese in difficoltà. E per foraggiare l'industria bellica e soprattutto straniera, avete sacrificato settori importanti delle Forze armate, addirittura bloccando concorsi già espletati e riducendo l'organico, rendendo così vani i sacrifici di molti nostri giovani che si sono offerti alla Patria.
La vostra politica ha fatto sparire la classe media, concentrando il 50 per cento della ricchezza nel 10 per cento delle famiglie. Avete spalmato le tasse in modo lineare, per cui chi ne ha risentito soprattutto sono state le fasce deboli, che già erano in difficoltà.
Presidente del Consiglio, Governo, potete fare tutti i programmi che volete, ma un dato è incontrovertibile: il debito pubblico ha superato i 2 mila miliardi di euro.

PRESIDENTE. Onorevole Porfidia, la invito a concludere.

AMERICO PORFIDIA. Presidente del Consiglio, anche se non c'è, glielo dico: in tema di spending review, molti speravano che lei fosse il Robin Hood italiano; lei, invece, è stato per gli italiani lo sceriffo di Nottingham. Per questi motivi ed in nome dei cittadini che sono in enorme difficoltà, noi non voteremo questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melchiorre. Ne ha facoltà per due minuti.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la seconda legge di stabilità del Governo Monti, pur rappresentando l'atto conclusivo della legislatura in corso, aggiunge una delle tessere tra le più importanti all'articolata attività portata avanti dall'Esecutivo in poco più di un anno. Ricostruire intorno al Paese la credibilità e la stima internazionale ha significato agire tempestivamente per mettere in sicurezza i conti pubblici, gettare le basi per la crescita e la ripresa economica e ridurre la spesa pubblica, anche incidendo a fondo sulla struttura amministrativa del Paese.
Il traguardo che l'Italia è chiamata a raggiungere ha, senza dubbio, un orizzonte Pag. 21molto più ampio di quest'anno e di questa legislatura. Abbiamo agito e agiremo - è bene ricordarlo - secondo una linea di azione condivisa con l'Europa sin dal momento in cui il nostro Paese ha assunto severi e non prescindibili impegni, volti al risanamento dei conti pubblici e all'adozione di riforme radicali, a partire dalla previdenza, dal mercato del lavoro, fino alla revisione dell'intera macchina statale.
Noi liberal democratici abbiamo votato con convinzione e senso di responsabilità tutte le fiducie che il Governo ha inteso richiedere a questo Parlamento. Non lo abbiamo fatto per una pregressa e aprioristica adesione all'attività del Governo, qualunque essa fosse stata, ma perché, pur nella gravità e durezza delle misure poste in essere, abbiamo apprezzato e condiviso il progetto di salvare il Paese da una drammatica crisi economica e sociale, che, diversamente, ci avrebbe condotto ad un avvitamento economico e finanziario dalle conseguenze difficilmente immaginabili.

PRESIDENTE. Onorevole Melchiorre, la invito a concludere.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente del Consiglio, i liberal democratici con questo voto di oggi auspicano che l'Italia non abbandoni per nessun motivo il virtuoso percorso intrapreso. Gli sforzi e i sacrifici compiuti dagli italiani e dalle loro famiglie impongono di proseguire il lavoro iniziato, nell'immediato futuro, con ancora più forza e determinazione.

PRESIDENTE. Onorevole Melchiorre, deve concludere.

DANIELA MELCHIORRE. Oggi, forse per la prima volta dopo tanti anni, abbiamo la consapevolezza di potercela fare ed è per questo che confermiamo la nostra fiducia, che, sin dall'inizio, abbiamo posto in lei e nel suo progetto per salvare il Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Aniello Formisano. Ne ha facoltà per tre minuti.

ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, su questo provvedimento, sul quale avete posto la questione di fiducia, noi abbiamo difficoltà a seguirvi.
Qualche giorno fa abbiamo votato a favore di un vostro provvedimento perché ci eravamo detti, come gruppo Misto-Diritti e Libertà, di continuare a fare così, valutando atto per atto quello che voi proponete al Parlamento. Tuttavia, su questo provvedimento ci risulta oltremodo difficile seguirvi.
Avete posto in essere un provvedimento degno dei peggiori provvedimenti finanziari della prima Repubblica. Quello che perviene oggi all'esame della Camera e sul quale voi avete posto la questione di fiducia è un provvedimento che poco si discosta da quelli che venivano adottati in precedenza e che venivano definiti, da parte di tutti, «provvedimenti omnibus». Siete stati capaci di infilare di tutto - o avete tollerato che venisse fatto - in questo provvedimento. Vi sfido a dimostrare agli italiani quale necessità vi sia stata, in una legge di stabilità, come la stiamo definendo, di inserire una disposizione che riguarda i maestri di sci, oppure una che riguarda la ricostruzione dei giardini botanici di Villa Taranto a Verbania. Sono cose difficili da spiegare agli italiani, che sanno che stiamo discutendo e votando la legge di stabilità dell'Italia.
Ovviamente, non siete stati capaci o non avete voluto fare una cosa diversa da quella che si faceva prima, cioè un provvedimento omnibus in cui ci si infila di tutto; qui c'è di tutto e il contrario di tutto e quindi perde anche l'efficacia e l'autorevolezza della legge di stabilità, che diventa un'altra cosa. Se questo è, Diritti e Libertà ha difficoltà, così come, invece, non ha avuto difficoltà, la settimana scorsa, a votare a favore di alcuni vostri provvedimenti, oggi ha difficoltà a dare la fiducia che chiedete e a dare il voto favorevole che chiedete a quest'Aula.
Da ultimo - ce lo dovete consentire -, tutto ciò avviene sulla base di un Governo tecnico che, quindi, probabilmente non avrebbe avuto neanche bisogno di seguire Pag. 22i percorsi e le modalità con le quali si costruivano le leggi finanziarie precedenti. Vi siete definiti e siete stati - o avreste voluto essere - un Governo tecnico, ma di punto in bianco, ad un certo punto della vicenda, è diventato politico. Questo, probabilmente, se lo leggiamo da quest'altro punto di vista, dà qualche spiegazione rispetto allo snaturamento di un atto che tecnico non è più e, forse, politico è diventato. Non possiamo dunque darvi la fiducia che chiedete.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mario Pepe (Misto-R-A). Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (Misto-R-A). Signor Presidente, con l'approvazione della legge di stabilità si chiude il sipario sulla XVI legislatura, una legislatura che ha messo a nudo i limiti dell'azione legislativa, di un Parlamento che si muove con i metodi di cento anni fa, in cui il culto del rito ha prevalso sull'efficienza.
Non siamo riusciti a riformare i Regolamenti, le istituzioni, il numero dei parlamentari, la legge elettorale. Nelle prossime elezioni i cittadini saranno chiamati ad eleggere, non i propri rappresentanti, non i propri fiduciari, ma i fiduciari dei partiti.
Il timore di una deriva antidemocratica cresce nel Paese, perché i partiti non sono riusciti ad essere strumento nelle mani dei cittadini e i cittadini sono rimasti strumento nelle mani dei partiti.
Alcuni giorni fa, Beppe Grillo ebbe a dire che il suo movimento è l'unico argine alla deriva totalitaria o al dispotismo. Il nostro timore è che il dispotismo di cui parla Grillo non sarà un dispotismo di tiranni, ma un dispotismo di tutori, che non ti obbliga a fare, ma impedisce che tu faccia, che non ti obbliga a creare, ma che impedisce che tu crei, che non ti obbliga ad agire, ma impedisce che tu agisca.
Signor Presidente, già nei giorni scorsi il futuro Premier ha preso contatti con l'Unione europea, che sarà la regia del prossimo Governo, ma noi continueremo la nostra battaglia in difesa dei nostri valori e delle nostre idee, che hanno mani e piedi e quindi camminano e combattono in quella parte del Paese che non si vuole rassegnare.
Con queste parole prendo congedo da voi tutti e annuncio il voto favorevole al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Repubblicani-Azionisti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà, per tre minuti.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, signori del Governo, non siamo certamente soddisfatti delle modifiche che sono state introdotte al Senato sulla legge di stabilità. Il Parlamento ha perso un'altra occasione per dimostrare di saper resistere alle pressioni e agli interessi più disparati e contraddittori sotto l'azione di lobby senza pudore e con la scelta di elargire mance a micro-questioni, perdendo di vista l'interesse generale. Vale per tutti quel senso di inadeguatezza che ci pervade di fronte all'emendamento sul gioco d'azzardo. Soffiare sul gioco è una scelta disperata di un Paese alla deriva.
La legge di stabilità avrebbe dovuto essere, piuttosto, l'occasione per dare attuazione agli obiettivi programmatici del Governo. Purtroppo abbiamo assistito in questi giorni, sconcertati, alla fine di questa legislatura, che ha intrecciato ricatti esaltati dall'espressione di un conflitto di interessi così evidente da strangolare la Repubblica e l'esibizione di particolarismi sfacciati e senza dignità. Così la politica non guida e mostra il peggio di sé. Votiamo la legge di stabilità e giriamo pagina. Speriamo di esserne capaci.
Entriamo in una campagna elettorale difficile, in cui la politica italiana rischia il corto circuito. In quest'ultimo anno non ho mai nascosto la mia simpatia e il mio apprezzamento per il Presidente Mario Monti. Glieli ribadisco volentieri, così come gli do volentieri atto del lavoro svolto alla guida del Governo e del grande recupero operato in sede di credibilità internazionale, ma non posso sottacere, in questo ultimo intervento in Aula, la mia Pag. 23preoccupazione che la sua eventuale scelta di farsi parte, in una fase così delicata come questa campagna elettorale, ne riduca non solo il ruolo di garanzia, ma anche quello di risorsa istituzionale imprescindibile per il Paese. Ne deriva una responsabilità ancora più rilevante per una coalizione di centrosinistra, che con Pier Luigi Bersani deve dimostrare non solo di saper muovere la politica europea nella direzione di una qualificata e non drogata ripresa dello sviluppo. C'è bisogno di grande serietà, di rigore morale, di misurata sobrietà. Berlusconi ha ripreso la sua strategia delle promesse mirabolanti che hanno ubriacato l'Italia in questo ventennio. Le tentazioni populiste sono forti e diffuse in tutto il continente e hanno anime e radici non certo di una sola parte, ma sono le ricette di un illusionista. Ad esse bisogna resistere con fermezza e con coerenza, prospettando la forza di un nuovo civismo, di una visione solidale dell'interesse generale, di un'affermazione dei diritti garantiti da una solida rete di doveri e di responsabilità, di una radicale azione riformatrice.
Noi deputati del centro democratico crediamo nell'alleanza di centrosinistra e nel suo dinamismo, e avvertiamo che un centro geometrico sul terreno politico rischia di diventare ora il luogo delle convenienze e delle furbizie. Meglio dichiarare prima agli elettori cosa si intende fare, non scommettere sullo stallo: è quello che abbiamo fatto in queste settimane e che ci accingiamo a prospettare agli elettori del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pugliese. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

MARCO PUGLIESE. Signor Presidente Fini, intervengo in nome e per conto della componente politica Grande Sud, per annunciare il nostro voto favorevole al provvedimento di stabilità in esame quest'oggi alla Camera. Signori Ministri, Grande Sud ha sempre votato la fiducia al Governo Monti, anche quando si è fatto qualche contenuto più rigoroso come la spending review o addirittura il decreto «salva Italia». Oggi, invece, Grande Sud voterà questa manovra con convinzione; con convinzione perché crediamo in tre validi motivi di questa manovra economica. Il primo, perché è l'ultimo decreto-legge che verrà convertito in legge da questo Parlamento. Il secondo, perché credo sia doveroso da parte di noi parlamentari richiamarci al senso di responsabilità nazionale, fortemente richiesto dal Presidente della Repubblica Napolitano in questo giorno.
Infatti, si è visto che i mercati finanziari italiani e lo spread stanno acquisendo più credibilità rispetto ai parametri di politica economica europei. Il terzo motivo è perché, insieme ai colleghi, insieme al capogruppo Misiti, insieme al presidente Miccichè, abbiamo esaminato punto per punto i contenuti di questo provvedimento, valutando positivamente gli effetti che vanno nella giusta direzione e nell'interesse della collettività italiana.
Ne cito alcuni tra i più importanti, come per esempio l'IMU. Il gettito dell'imposta municipale passa ai comuni che, da subito, incasseranno 7,6 miliardi di euro nel biennio 2013-2014. A queste risorse si aggiungono, poi, quelle del fondo di solidarietà per i comuni pari a 8,9 miliardi di euro nel biennio successivo. Nell'ambito del Patto di stabilità, salgono a 1,4 miliardi di euro le risorse per gli enti (comuni e province), di cui un miliardo arriverà da un meno rigoroso Patto di stabilità interno e i restanti 400 milioni da minori tagli per i comuni.
È stata cancellata la trattenuta del 2,5 per cento sul TFR per i dipendenti pubblici. Bene anche gli investimenti nella sicurezza, nell'università, nel settore aerospaziale e nelle infrastrutture, con particolare attenzione anche alle zone colpite dal sisma dell'Emilia. Fondamentale, invece - ne approfitto perché c'è la Ministra Fornero - è stato per le imprese e per i lavoratori aumentare le risorse per finanziare la cassa integrazione in deroga, con i 900 milioni che si aggiungono agli 800 già previsti precedentemente. Pag. 24
Di fondamentale importanza sono state anche le proroghe contenute in questo decreto, su tutte quella di aver prorogato fino al 31 luglio il contratto per i lavoratori precari della pubblica amministrazione. È stata «congelata» la riforma sull'abolizione delle province e sulla riorganizzazione delle province, che comunque aveva creato non poche tensioni sociali e campanilistiche e sono state quindi prorogate le funzioni delle province. Bene anche la proroga che riguarda le energie alternative, in particolare il fotovoltaico per la pubblica amministrazione, il cui investimento sarà prorogato per altri sei mesi.
Signor Presidente Fini, onorevoli colleghi, cari componenti del Governo, Grande Sud ha apprezzato molto i contenuti di questa finanziaria che, oltre a dare rigore ed equità, creano i presupposti essenziali per uscire dalla crisi rispetto a una politica di austerità. E per fare questo c'è bisogno di investire e puntare sullo sviluppo del Mezzogiorno, che potrebbe rappresentare la vera crescita del Paese.
Il Presidente Monti l'altro giorno si è recato nello stabilimento produttivo della FIAT di Melfi e ha detto, testuali parole: «Il rilancio del polo produttivo è speranza per il Sud». Ebbene, magari Monti si è dimenticato di andare nello stabilimento produttivo della FIAT a Termini Imerese, in provincia di Palermo, magari ha dimenticato anche di andare a quello della Irisbus, stabilimento della FIAT in provincia di Avellino, così avrebbe dato maggiori speranze per il lavoro e per la ripresa nei confronti del Mezzogiorno.
In Italia abbiamo raggiunto record di negatività in alcuni settori fondamentali, anzitutto sulla pressione fiscale, sulla disoccupazione giovanile e sull'inflazione. In conclusione, vorrei condividere con voi Ministri una riflessione, citando Carlo Levi, che nel 1945 scrisse Cristo si è fermato a Eboli. Ebbene, purtroppo, in questa finanziaria in cui abbiamo dato circa 150 milioni di euro per realizzare la TAV, non siamo riusciti ancora ad evitare che le autostrade italiane e le Ferrovie dello Stato italiane si fermino ancora a Salerno. Evidentemente, Carlo Levi già nel 1945 aveva ragione.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Pugliese.

MARCO PUGLIESE. Non ci può essere, secondo una mia previsione, uno sviluppo senza infrastrutture. Non ci dovranno essere discriminazioni tra nord e sud del Paese. L'auspicio di Grande Sud, Presidente Fini, è quello che il prossimo Governo che verrà metterà al centro della propria agenda la crescita e lo sviluppo del Mezzogiorno per la crescita del Paese. Solo se sarà così, il prossimo Governo avrà anche il nostro consenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signori del Governo, signori candidati alle prossime elezioni, voi vi siete presentati a noi, all'opinione pubblica, ai cittadini italiani, come un Governo tecnico e, invece, risultate essere un Governo di truffatori, politici s'intende, perché voi state facendo semplicemente pubblicità per presentarvi alle vostre elezioni, a cominciare dal vostro Presidente del Consiglio, che racconta un sacco di frottole rispetto alla verità che stanno vivendo gli italiani. Gli italiani, nella maggior parte dei casi, non arrivano a fine mese perché la disoccupazione è aumentata, la recessione è aumentata, il debito pubblico è aumentato, le speranze di futuro sono diminuite.
Per questa ragione, tutto ciò che voi state raccontando, come lo avete raccontato e lo state raccontando con questo disegno di legge di stabilità, altro non è che fumo. Ad esempio, in questo disegno di legge di stabilità, che ancora una volta ci accingiamo, vi accingete, a rendere legge, voi fate credere di aver fatto una finanziaria per il bene degli italiani. Noi vi diciamo: di quali italiani? Agli italiani diciamo che il servizio sanitario nazionale, Pag. 25quello pubblico, è stato ridotto di 30 miliardi di euro, in contemporanea è stato aumentato di molto il servizio sanitario privato. Agli italiani diciamo che sono stati tolti da 300 milioni di euro a un miliardo di euro all'università e alla scuola e sono stati dati, nella maggior parte dei casi, alle università e alle scuole private.
Di quali italiani, quindi, state facendo gli interessi? Di quelli che hanno più bisogno o di quelli a cui siete più ammanicati? Ecco perché non vi diamo la fiducia, perché noi riteniamo che voi in questo anno avete semplicemente cercato di illudere i cittadini, facendo credere che con voi si poteva stare meglio. Oggi, invece, volete far credere che nella prossima legislatura, ancora con voi, si possa stare meglio. Allora, vorrei ricordare al vostro Presidente del Consiglio, che qui non c'è neanche nell'ultima occasione della cinquantesima e passa fiducia che chiede, vorrei ricordare cosa ha fatto ieri. Ieri è andato alla FIAT a fare campagna elettorale. È andato alla FIAT, ma ha fatto finta di vedere che tutto andava bene. Forse avrebbe dovuto chiedersi perché i capi della FIAT permettevano di entrare in FIAT ad ascoltarlo soltanto ai sindacati e ai lavoratori che lo applaudivano e non a quelli che stavano fuori, per quale ragione la FIOM e il segretario della FIOM, Landini è stato messo fuori e non è stato fatto entrare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Forse il vostro Presidente del Consiglio avrebbe dovuto chiedere a Marchionne per quale ragione la FIAT non rispetta le sentenze della magistratura italiana. Lo sa il vostro Presidente del Consiglio che ben dodici giudici - dico dodici - hanno disposto che tre operai licenziati dalla FIAT, Barozzino, La Morte e Pignatelli, devono essere riassunti perché licenziati illegittimamente? Ebbene, lui li paga ma non li fa rientrare. Neanche ieri li ha fatti rientrare, anche quelli ha lasciato fuori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Quel miliardo che oggi, e solo oggi, si ricorda Marchionne di voler mettere per rilanciare l'azienda è un miliardo vero o è un miliardo elettorale? Vorrei ricordare che Volkswagen nel frattempo ne ha messi 50 di miliardi di euro. È vero. Vorrei ricordare, invece, che nel frattempo la FIAT si avvale soltanto di fondi statali e si avvale di attività all'estero per produrre quel che doveva produrre in Italia, dopo che ha preso una marea di soldi dallo Stato. Vorrei ricordare agli italiani, perché a voi interessa soltanto apparire e non realizzare quel che dite, vorrei ricordare agli italiani che proprio l'altro ieri avete chiesto il voto di fiducia su un altro provvedimento, il decreto Ilva, stabilendo una norma addirittura omicida. Avete stabilito che il corpo di reato, cioè l'acciaio prodotto, che, così come prodotto, produce tumori, danni alla salute e all'ambiente, quello può essere utilizzato perché serve per far quadrare i conti. Questo non è un modo di fare politica, questo è un modo per far quadrare i conti alle spalle dei più deboli e dei più onesti. Questa è la ragione per cui noi siamo contro questo Governo, perché è un Governo che ha fatto gli interessi non di tutti gli italiani, ma solo del sistema finanziario, solo del sistema bancario.
Mi spiega per quale ragione avete dato 3 miliardi al Monte dei Paschi e li avete tolti, invece, al Servizio sanitario nazionale, alle fasce sociali più deboli e all'assistenza sociale (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)?
Mi spiegate per quale ragione andate in giro per il mondo ad acquistare aerei da combattimento e, invece, qui non ci stanno neanche i servizi essenziali per le fasce che non riescono a mandare bambini all'asilo o gli anziani negli ospizi? Credo che voi dovete rifletterci. Soprattutto mi rivolgo a quelli che vi ringraziano in questo fine di legislatura.
Vorrei sapere dell'articolo 18 che si farà nella prossima legislatura? Infatti, vi state già accordando: una parte, che si chiama centrosinistra e che non si esprime sul punto perché la metà sta raccogliendo le firme con noi per abrogare la riforma dell'articolo 18, e l'altra metà dice che, se non si accorda con voi, nemmeno si candida Pag. 26(Ichino docet), e voi che vi presentate alle elezioni per continuare proprio la politica che state portando avanti.
Vorrei ricordare, soprattutto al Capo dello Stato, che noi abbiamo raccolto quasi un milione di firme per abrogare l'articolo 8 e la riforma dell'articolo 18, cioè per abrogare quelle norme che prevedono che, anche se un operaio viene licenziato illegittimamente, può essere licenziato lo stesso, che prevede che azienda e lavoratore debbono stabilire tra di loro quanto è il minimo, come avessero lo stesso peso nello stesso piatto della bilancia.
Noi riteniamo che chi si accinge a voler governare si debba esprimere su questi temi in modo chiaro prima, non dopo, non come ho sentito dire che intanto si fanno le elezioni e poi ci si accorda con i moderati. Quali moderati? Questi non sono moderati! Caro signor Monti, caro signor Marchionne, voi siete i padroni, non siete i moderati e i padroni fanno parte del Medioevo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
Ecco perché noi dell'Italia dei Valori denunciamo ancora qui, e per l'ennesima volta, che non si tratta di un Governo tecnico, ma di un finto Governo tecnico che si presenta alle elezioni, che ha cominciato a fare campagna elettorale sulle spalle dei bisogni dei lavoratori e che addirittura è arrivato a fare riunioni politiche a Palazzo Chigi: invece di occuparsi del Paese, si occupa di come costruire le proprie liste e di come accordarsi sottobanco (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Ecco perché noi denunciamo al Paese che, per poter apparire quel che non è, state facendo una serie di finte leggi. Oltre alla finta legge di oggi (la finta legge di stabilità dove avete tolto al pubblico per dare al privato, soprattutto per quanto riguarda la sanità e l'università), avete fatto una finta legge sulla incandidabilità. Di quali liste «mani pulite» stiamo parlando? State parlando di liste in cui chi è condannato fino a due anni può candidarsi lo stesso! Chi è condannato anche in appello, magari per strage di bambini innocenti, può candidarsi lo stesso! Chi è condannato, se non definitivo, anche per fatti mafiosi, può candidarsi lo stesso! Ma di quale legge sulla incandidabilità state parlando?
Avete parlato di una legge anticorruzione. Quale legge anticorruzione? Avete cancellato il reato di concussione, avete ridotto le pene per il reato della corruzione. Di quale legge della trasparenza state parlando? Avete lasciato bloccata - voi e la vostra maggioranza - la legge elettorale. Anzi, addirittura, dopo questa fiducia, ci accingiamo a votare un altro scampolo di legge elettorale che permette a chi sta dentro il Parlamento neanche di fare lo sforzo di andare a raccogliere le firme per potersi presentare alle elezioni. Si fanno leggi ad personam fino all'ultimo minuto, a seconda di come serve a chi sta qui dentro e alle spalle e alla faccia e contro chi sta fuori e che magari rappresenta la maggioranza del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Voi avete detto che bisogna risolvere il conflitto di interessi. Ho sentito dire che come prima cosa, nei primi 100 giorni, il prossimo Governo risolverà il conflitto di interessi. Vorrei ricordare che in questa legge di stabilità avete previsto la proroga del divieto degli incroci tra le proprietà della stampa e le proprietà della televisione. Perché avete prorogato tutto questo? La volete smettere di raccontare una cosa e di farne un'altra (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)?
La verità è una e una sola: la fotografia dell'agenda Monti è la fotografia di un Governo padronale, un Governo medievale, un Governo degli annunci, un Governo appunto che non ha alcun conto della realtà.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, la prego di concludere.

ANTONIO DI PIETRO. Ed allora a noi non resta che costruire una colazione alternativa di tutti coloro che non si riconoscono nell'agenda Monti, invitare, invitare i veri riformisti a creare una coalizione unitaria e avvertirli comunque Pag. 27che questa coalizione ci sarà per dare la possibilità al Paese, nel caso non si possa fare una lista unitaria, di costruire un'alternativa alla politica dei padroni, che si chiamano Monti, che si chiamano Berlusconi, che si chiamano Marchionne (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, signori del Governo, colleghi, ci accingiamo ad affrontare in questo ultimo scampolo di legislatura una delle leggi più importanti che è appunto la legge di stabilità e dico con franchezza, a nome del gruppo di Popolo e Territorio, signor Ministro dell'economia e delle finanze, che, se dovessimo ragionare in maniera pacata e con spirito di approfondimento rispetto al testo che oggi è stato consegnato alla Camera dopo l'incursione del Senato, non avremmo alcuna difficoltà a dirle che ci troviamo di fronte ad un provvedimento completamente diverso da quello che avevamo immaginato e in qualche modo costruito, sia pure con qualche difficoltà, proprio in questo ramo del Parlamento.
Vede, lo voglio dire perché una delle caratteristiche fondamentali che ha contraddistinto questo Esecutivo, nel momento in cui si è presentato in Parlamento, è stata quella di segnare un elemento di discontinuità anche nella legislazione, anche e soprattutto in riferimento a leggi come quelle fondamentali che riguardano l'impegno finanziario del Paese e la garanzia di tenuta dei conti e di costruzione di un percorso di bilancio per il prossimo anno che fosse fuori da quelle che erano state ormai nel tempo le prassi consolidate e molto criticate per il lavoro parlamentare delle ultime ore. Invece, ci troviamo - questa è un'accusa esplicita che noi facciamo certamente alle forze politiche ma anche all'Esecutivo - di fronte all'ennesimo provvedimento «omnibus» dove in Senato abbiamo assistito ad un vero e proprio suk con il tentativo fino all'ultimo minuto, spesso riuscito, di capovolgere anche quello che poteva essere un disegno organico di una legge di stabilità per inserire tante cose che aumentano il livello della spesa e abbattono anche quel briciolo di condizioni di sviluppo che, pure in qualche modo, eravamo riusciti a costruire qui alla Camera dei deputati.
Una pioggia di micro-interventi e, quindi, la testimonianza che si è persa l'ennesima occasione, anche di serietà, rispetto ad un documento fondamentale che ci porta oggi a dire che abbiamo di fronte un provvedimento confuso, senza anima e senza progetto, e non è esattamente quello che si aspettavano gli italiani, non è esattamente quello che speravamo, pur affrontando con rigore la crisi economico-finanziaria che si è abbattuta sulle economie occidentali, ossia che ci fosse perlomeno un barlume che ci consentisse di uscire dal tunnel e imboccare la strada della crescita. Ci voleva una visione, lo dico fra virgolette, «rivoluzionaria», qualcosa di diverso che ci facesse immaginare come uscire dalla crisi, con quali provvedimenti concreti costruire la strada della crescita, e invece abbiamo ancora un atto che aumenta a dismisura la pressione fiscale e che porterà dei rincari incredibili per il 2013, basta leggere i giornali di stamani: abbiamo quattro punti di PIL, tutti di nuovi balzelli, sia centrali che locali, che, tradotto a livello di famiglia, significa 2 mila euro in più di imposte, di tariffe, di tasse. Tutto questo in un solo anno, una bolletta enorme e insostenibile. Noi stiamo uccidendo le famiglie e le imprese del nostro Paese! Di questo dovremmo avere contezza e lo stiamo facendo anche con trasformazione di alcune tasse in tariffe, come quella per esempio dei rifiuti, che anche individua un percorso assolutamente inaccettabile in un Paese che non riesce a trovare la capacità di costruire un sistema industriale nel campo dei rifiuti e che continua a vessare le famiglie, per cui aumenteranno terribilmente le aliquote e le imposizioni su Pag. 28quel terreno perché vengono agganciate ai metri quadri e non ai consumi effettivamente prodotti.
Questa è la realtà: vi sono interventi tassativi ancora più pesanti. Anche il possibile ammorbidimento delle addizionali IRPEF nel 2013 che, in qualche modo, eravamo riusciti ad ottenere alla Camera e che riguarda ovviamente le regioni, viene spostato al 2014. Io vorrei chiedere al Capo dello Stato che cosa ne pensa di un decreto omnibus, dopo che ha richiamato più volte il Parlamento ad essere molto attento a rimanere nel merito delle questioni, quando si tratta di affrontare questi sistemi legislativi. Invece, abbiamo capitoli di spesa che si aprono in maniera molto diversa dal passato. Vediamo che ci sono anche le risorse. Per carità, noi siamo anche, per certi aspetti, lieti, ma non era certamente questo il momento di intervenire per il restauro della basilica di San Francesco d'Assisi; forse questo era il frutto della visita francescana di Monti dell'ultima ora. Oppure abbiamo - come dire - altri interventi per l'editoria. Ciò, a fronte di quello che è accaduto in Italia negli ultimi tempi, grazie alle politiche che oggi in qualche modo persino l'ABI richiama all'attenzione, ricordando quello che è accaduto grazie agli interventi della BCE e grazie al fatto che noi abbiamo ingrassato enormemente il sistema bancario, salvandolo certamente dalla crisi, ma abbiamo fatto in modo che tutto questo potesse poi tornare a creare condizioni di salvataggio per l'Italia, acquistando BTP e CCT, senza dare assolutamente nulla alle famiglie ed alle imprese; con il risultato, che voi avete salvato forse l'Italia, ma non avete salvato gli italiani perché sono costretti oggi ad avere meno accesso ai mutui (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio), perché sono costretti oggi a pagare una patrimoniale aggiuntiva, quale quella dell'IMU ed un'ulteriore patrimoniale quale quella della tassa sui rifiuti, con bilanci sempre più ristretti, che anche per le banche si dimostrano essere una zavorra. O forse non è vero che Banca Intesa, secondo Mediobanca, ha oggi 80 miliardi in titoli e questi titoli rappresentano addirittura una volta e mezza il capitale netto e che Unicredit conserva oggi 41 miliardi di titoli - due terzi del capitale disponibili - e tutto questo costituisce un patrimonio di risorse che però costituiscono una zavorra perché bisognerà aspettare tempi migliori per metterle sul mercato? Ciò significa togliere possibilità di impiego di queste risorse per la crescita.
Ecco perché diciamo che avete salvato l'Italia, ma non avete salvato gli italiani. Avevamo cercato in tutte le maniere di indicare anche qualche strada che potesse consentire l'impiego di risorse oggi disponibili, ma non impiegate correttamente. C'eravamo confrontati anche con lei, signor Ministro, per quanto riguarda i fondi della previdenza complementare. Si tratta di 100 miliardi che continuano a fluire nei fondi internazionali e che consentono di alimentare le imprese straniere che fanno concorrenza alle imprese italiane. Questo è il risultato di una politica sbagliata, oppure usare la Cassa depositi e prestiti non perché debba diventare la nuova IRI del nostro Paese per salvare le aziende decotte e magari qualche banca che sta in difficoltà, ma perché potesse essere il volano per far sì che la vendita dei beni immobiliari pubblici avvenisse in maniera trasparente e chiara e non alimentando ancora i circuiti speculativi. Noi di Popolo e Territorio avevamo indicato queste strade, cercando di trovare anche i mezzi necessari per alimentare una crescita.
Ci avviamo alla fine di una legislatura, che segna anche la difficoltà epocale delle forze politiche grandi di rigenerarsi e di rimettere in campo un progetto per il Paese, di mettere in campo anche il coraggio di modificare una legge elettorale che rimane quella che tutti abbiamo criticato. Questo è il limite oggi della politica: non tornare ad essere protagonista e magari aspettare che qualcuno intervenga per procura per liberare il Paese da questa costrizione. Siamo riusciti persino a immaginare che sia possibile candidarsi per procura. Aspettiamo il verbo del Presidente del Consiglio. Pag. 29
Intanto, nel momento in cui ci apprestiamo a un Natale molto triste e molto duro per le famiglie, vogliamo sottolineare l'unico aspetto che, in qualche modo, ci rallegra e che è il ritorno dei nostri marò in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio). Lo diciamo veramente con grande spirito di partecipazione ma anche con, come dire, il tremore di chi sa che non ha certo brillato l'Italia che pensava, in qualche modo, di aver recuperato credibilità nel mondo, ma che non è riuscita a portare i marò in Italia se non pagando. E questa è un'autentica vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, il gruppo di Futuro e Libertà per il Terzo Polo esprimerà voto favorevole, come ha sempre fatto, con convinzione e, forse, ancora oggi con maggiore convinzione, facendo un bilancio mentre votiamo la questione di fiducia al disegno di legge del bilancio per lo Stato.
Signor Presidente, potremmo discutere sul fatto che questo disegno di legge di stabilità e la definizione del bilancio dello Stato per il prossimo triennio probabilmente sia un'occasione perduta ai fini di un vero salto di qualità per quanto riguarda la spesa pubblica, nei suoi numeri, nelle sue quantità e nelle sue qualità e obiettivi. Cioè, perdiamo forse l'occasione di focalizzare più sulla crescita le misure, ma il clima elettorale ha impedito un disegno coerente e, peraltro, anche l'impianto che avevamo definito in prima lettura alla Camera è stato ampiamente, secondo logiche elettoralistiche, rivisto al Senato in modo caotico.
Ma, se oggi è il tempo del bilancio, è il bilancio di questo anno di governo che abbiamo di fronte. Possiamo avanzare molte critiche al Governo, e, io direi, soprattutto al Parlamento e alle forze che hanno sostenuto il Governo, sull'occasione persa oggi, sulle tante occasioni e anche sui tanti errori che sicuramente sono stati fatti nel corso di questi dodici mesi. Ma, è chiaro che questo disegno di legge di stabilità, questo bilancio dello Stato che ci apprestiamo ad approvare oggi non è un bilancio emergenziale come fu quello dell'anno passato, come fu quello che approvammo dodici mesi fa. Non prevede misure straordinarie di riduzioni di spesa pubblica o di nuove imposizioni e, anzi, con questo provvedimento si cominciano ad introdurre misure di redistribuzione, di alleggerimento del carico fiscale per le famiglie. Si cancella l'aumento di un punto percentuale di IVA che il Governo Berlusconi aveva previsto e votato; si attenua il peso dell'IRAP sulle imprese, in particolare in relazione alle donne e ai giovani, le categorie occupazionali più deboli; ci sono i fondi per i contratti di produttività.
Ciascuno di noi avrebbe voluto fare di più. Avremmo voluto fare di più in questi dodici mesi e avremmo voluto fare di più oggi. Ma, vi chiedo e chiedo a coloro che sproloquiano sull'anno buttato: sappiamo misurare bene la distanza tra come eravamo solo dodici mesi fa, in quest'Aula a imporre e proporre al Paese le lacrime e il sangue, come allora si disse, e come siamo oggi, che possiamo permetterci di finanziare interventi di segno opposto, interventi di segno espansivo? Lo ripeto a scanso di equivoci: è un segno che diamo, non è la soluzione ma è un segno importante.
Sappiamo misurare la distanza e abbiamo ancora il coraggio - lo sentiamo da tutte le televisioni e da tutte le radio d'Italia - di fare lo sproloquio sull'anno buttato e sui guasti del Governo Monti. Ma, io dico ai colleghi e a chi ci ascolta in televisione: misuriamo bene la distanza. Il bilancio dell'anno di Governo Monti è nella legge di stabilità dell'anno passato, con il taglio e con l'intervento di riforma sacrosanto sulle pensioni, con la reintroduzione dell'IMU dopo che qualcuno lo aveva irresponsabilmente eliminato. Io avevo votato l'abolizione dell'ICI. L'avevo votata nella convinzione - non ero al Governo - che chi la proponesse avesse un disegno diverso da quello della corsa verso Pag. 30il baratro. Un anno fa dovemmo reintrodurre l'IMU. Oggi siamo di fronte a un disegno di legge di stabilità ordinario, anzi che dà qualcosa agli italiani ai quali abbiamo chiesto tanto in quest'anno.
L'Italia oggi sta meglio di come stava un anno fa.
Io la metterei così: un anno fa il Paese aveva una malattia gravissima e si rischiava di perderlo e il Capo del Governo di allora taceva la verità sulla malattia - ristoranti pieni, gli aerei che non si prenotano - taceva la verità a se stesso e ai cittadini. È cambiato il Governo. Il Presidente Monti ha detto la verità, nient'altro che la verità sulla malattia e ha somministrato una cura tanto urgente e necessaria quanto dolorosa. Io oggi darei questo bilancio e farei questa fotografia: l'Italia è fiaccata dalle cure in dosi massicce, ma la malattia non fa più paura e si può guardare al futuro con una prospettiva diversa. Noi abbiamo un compito davanti e lo possiamo affrontare, partendo da un dato di stabilità, da un dato di rassicurazione che abbiamo dato al mondo sul fatto che l'Italia avesse capito i suoi problemi, avesse cominciato ad affrontarli e avesse anche cominciato in parte a risolverli. Quelle che abbiamo davanti sono le politiche per ridurre la disuguaglianza che si sta producendo, senza compromettere la crescita. Per questo occorre proseguire una stagione di radicali politiche riformatrici. L'Economist le ha chiamate politiche centriste radicali, cioè lontane dai populismi e dai sogni ideologici di un pezzo della sinistra europea ed italiana e lontane soprattutto dal populismo antieuropeo inconcludente delle destre di questo continente. Riforme ed Europa, questa è l'agenda Monti. Il buon Governo di quest'anno passato noi vogliamo - vorremmo e lavoreremo perché così sia - venga assicurato all'Italia anche in futuro. Le riforme del lavoro, della scuola, dell'università, del fisco, della pubblica amministrazione e della politica non sono mai riforme a costo zero, ma le riforme non sono la nostra condanna, sono la nostra speranza. Le riforme non sono il nostro problema, possono essere il problema di qualche politico che deve cominciare a dire dei «no», ma le riforme non sono il problema dell'Italia, sono la soluzione. Si è molto discusso e se ne discuterà in campagna elettorale, già in questo scampolo di campagna elettorale cominciata in modo improvviso e lo abbiamo visto. L'Europa non è un'agenzia esterna che ci trasmette ordini in tedesco, come pensa qualcuno che magari è stato al Governo e che ai tedeschi ha detto di «sì», come il Presidente Berlusconi, perché non aveva la credibilità per andare con la schiena dritta a dire dei «no»; l'Europa siamo noi, noi siamo un prezzo d'Europa e siamo tornati ad essere un pezzo importante dell'Europa e questo è cruciale per il destino dell'Italia, dei cittadini italiani e delle imprese italiane. Le regole europee che sono un pezzo fondamentale delle regole con cui vive il Paese, con cui operano le imprese, con cui lavorano i lavoratori italiani, si scrivono e si cambiano tutti assieme in Europa, perché si possono cambiare e si possono cambiare nel migliore interesse dell'Italia. Ma se non rispettiamo le regole, se vogliamo rottamare, come qualcuno anche a sinistra dice, l'agenda Monti in modo unilaterale, allora non avremo voce forte ed autorevole dove le regole si scrivono (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo). L'impegno in Europa sarà centrale, la credibilità in Europa sarà un fatto vitale per i cittadini italiani nei prossimi cinque anni, anche per rivedere i tempi e le modalità del consolidamento fiscale. Il Ministro Grilli ha detto che non ci saranno nuove manovre di aggiustamento dei conti nel corso del 2013. Ha potuto dirlo in modo credibile per il lavoro che è stato fatto in questi dodici mesi in Italia. L'Europa sarà cruciale anche per avviare politiche comuni con risorse comuni per la crescita, magari secondo quella strategia contenuta nel rapporto sul mercato unico al servizio della società e dell'economia europea che il professor Monti curò per conto della Commissione del 2010. Sarà centrale anche per creare le condizioni. Tutti dicono che manca la BCE. Lo abbiamo sentito da Pag. 31un ex Presidente del Consiglio: ci vorrebbe una BCE diversa altrimenti usciamo dall'euro.
Io spero, e sono convinto, che gli italiani sapranno rispondere picche a queste illusioni demagogiche, ma anche per cambiare la politica monetaria in Europa, perché si può cambiare la politica monetaria in Europa, perché la BCE può, nei limiti del mandato e nell'assoluta autonomia che lo statuto gli riconosce, modificare la propria politica. L'ha fatto quest'anno, l'ha fatto sugli spread, l'ha fatto sulle iniezioni di liquidità, l'ha fatto nell'interesse vitale dell'Italia. Ha potuto farlo, e il Governatore Draghi, che ringraziamo per il lavoro che ha fatto e per il prestigio che per un pezzo, immeritatamente, ricade sull'Italia grazie al suo lavoro, ha potuto operare riforme nella politica monetaria, proprio perché l'Italia era cambiata. Se l'Italia fosse rimasta il malato d'Europa che era, nemmeno la politica monetaria migliore avremmo avuto. Concludo, Presidente, abbiamo bisogno di meno propaganda e maggiore realismo. Nel corso della campagna elettorale non misuriamoci su ciò che ciascuno di noi pensa sarebbe bello fare, misuriamoci solo su ciò che ciascuno di noi pensa di potere realisticamente fare nei prossimi semestri (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo è l'ultimo atto di questa legislatura, è l'ultima legge di stabilità che approviamo in questa legislatura. Ma facciamo bene a fare un po' di storia e ricordare che cosa succedeva un anno fa in questa Aula, quando approvammo la legge di stabilità di quell'anno senza alcuna discussione parlamentare, sotto la pressione dei mercati e dello spread. Ricordiamolo bene, il Parlamento era sull'orlo del fallimento. Subito dopo l'approvazione di quell'atto, ricorderete - colleghi - l'onorevole Berlusconi, allora Presidente del consiglio, consegnò le chiavi del Governo al professor Monti affinché con il suo impegno e con la sua credibilità internazionale ci portasse fuori da quella situazione difficile. Oggi, dopo un anno, possiamo dire che la situazione è radicalmente cambiata. Un anno fa con Berlusconi eravamo un problema per l'Europa, oggi invece con Monti siamo una risorsa per tutta l'Europa. Ma non dobbiamo dire grazie solo a Monti di tutto questo, non sarebbe giusto dire grazie solo a Monti, soprattutto lo dobbiamo dire agli italiani che in questo anno hanno fatto sacrifici pesanti (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo). Si, sacrifici pesanti, non lo nascondiamo. Però guardate è importante che noi impariamo dalla nostra storia. Cosa ci hanno insegnato questi cinque anni di legislatura?
Semplicemente una cosa, colleghi, che con la demagogia e il populismo si fanno solo dei danni. Un Paese si può salvare solo con una politica di responsabilità e di serietà come quella che è stata fatta in quest'ultimo anno a costo di chiedere sacrifici al popolo italiano. La demagogia qual è? La demagogia è quella di chi ha tolto l'ICI, e guardate, è paradossale che chi ha tolto l'ICI irresponsabilmente oggi accusi il Governo Monti, di cui ha fatto parte, di aver introdotto l'IMU. L'IMU è stata un'imposta emergenziale, dobbiamo dirlo con chiarezza agli italiani. L'IMU è stata una imposta emergenziale, messa in un momento di emergenza per il Paese, ed è chiaro che quando la situazione tornerà alla normalità anche l'IMU potrà essere un'imposta normale più bassa di quella che è oggi (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo). Anzi noi diciamo già da oggi che non siamo disponibili ad accettare una campagna elettorale fra i pro IMU e i contro IMU. Lo diciamo subito, anche noi vogliamo abbassare le tasse e non solo l'IMU, vogliamo abbassare le tasse sul reddito, vogliamo abbassare le tasse sul lavoro, vogliamo abbassare, ancora di più di quello che abbiamo fatto, l'IRPEF sulle famiglie. Pag. 32
Ma la storia ci insegna una cosa. La storia ci insegna che le tasse non si tolgono per puro calcolo elettorale, quando non ci sono le condizioni economiche. Perché se così facciamo il risultato è uno solo, che le tasse tornano e tornano più forti di prima. Allora noi dobbiamo fare una cosa, dobbiamo dire con responsabilità e serietà che le tasse si tolgono nel momento in cui noi riusciamo davvero a ridurre strutturalmente la spesa pubblica. Guardate, è quello che è stato fatto in questo anno.
Infatti, la spesa pubblica si riduce solo con le riforme. Lo so che le riforme non danno risultati elettorali nell'immediato. La politica di responsabilità e di serietà è quella dei sacrifici e delle riforme, ed ha un problema evidente, che i sacrifici li vedi subito e, invece, probabilmente, i benefici che ci vengono dalle riforme li vedi nel medio periodo. Ma noi questo l'avevamo già detto all'inizio di questa esperienza del Governo Monti; l'avevamo detto con chiarezza. Nessuno ha la bacchetta magica, nessuno pensi che in un anno sia possibile mettere a posto i disastri che in questo Paese si sono creati in tanti anni di bipolarismo muscolare, che ha portato male al Paese. E l'abbiamo detto con chiarezza. Tuttavia alcune cose sono state fatte, come la riforma delle pensioni. Capisco che noi ci siamo presi una grande responsabilità davanti agli italiani. Noi abbiamo detto a milioni di italiani che li avremmo fatti andare in pensione più tardi. Non sono così ingenuo da pensare che questo porti bene elettoralmente, ma quando ho votato quell'atto ho pensato ad un'altra cosa, ho pensato ai 20 miliardi di euro in meno di spesa pubblica che questo provvedimento farà nel 2020. E, allora, ho pensato ai miei figli che oggi non sono maggiorenni e nel 2020 saranno maggiorenni e potranno godere di quei 20 miliardi di euro in meno di spesa pubblica. Certo, forse loro non saranno riconoscenti a noi, non sapranno che quei 20 miliardi di euro non ci sono perché noi ci siamo assunti questa responsabilità. Ma l'etica morale e l'etica politica mi fanno stare tranquillo con la mia coscienza. So di aver fatto il bene del Paese, di essermi assunto le mie responsabilità e se l'UdC l'ha voluta con forza, è proprio perché questa è la politica di serietà che noi vogliamo per il Paese.
Per le liberalizzazioni è uguale; si poteva fare di più? Certo, si poteva fare di più, però qualcosa è stato fatto. Noi abbiamo chiesto dei sacrifici ad alcuni, siamo andati intorno ad alcuni poteri forti che si erano creati in questo Paese e sapevamo benissimo che i benefici non sarebbero venuti immediatamente. Ma se voi andate a vedere le stime, non nostre, ma degli organismi internazionali, vedete che quel provvedimento farà crescere l'Italia nel 2015 del 2,4 per cento in più. È questo il risultato. Certo, anche di questo nessuno ce ne darà atto, però noi sappiamo che questa è la politica giusta. E ancora: la riforma della giustizia, la riforma delle semplificazioni, la crescita, lo sviluppo. Insomma, noi vogliamo realizzare quel grande patto intergenerazionale per cui noi siamo disposti a fare e a chiedere dei sacrifici oggi per dare un futuro migliore ai nostri figli. Noi siamo quelli che non vogliono lasciare ai propri figli un Paese peggiore di quello che hanno ereditato dai propri genitori.
E, guardate, i primi risultati di questa politica si vedono proprio già dalla legge di stabilità. Noi - lo sapete, penso di non dire niente di nuovo - siamo affezionati alla politica della famiglia. Noi crediamo che la famiglia sia un grande elemento di coesione di questo Paese e siamo anche sicuri che se in questo Paese si è mantenuta la coesione sociale lo si deve proprio al nucleo fondamentale della nostra società, cioè la famiglia. All'interno della famiglia, all'interno di quella solidarietà in questi anni si è salvato il Paese e, quindi, siamo particolarmente orgogliosi che, con questo provvedimento, anche su nostra iniziativa, si diano 3 miliardi di euro, nel triennio 2012-2015, proprio alle famiglie e li si dà alle famiglie con basso reddito e in proporzione al numero dei figli che hanno. È questo il modo giusto di operare e questo è uno dei primi risultati della politica di riforme che abbiamo fatto in questi anni. Pag. 33
Secondo dato: si dice che non c'è nulla per la crescita. Credo che, invece, siano importanti due manovre che sono in questa legge di stabilità. La prima è la detassazione dei salari di produttività: credo che questo sia un giusto strumento per poter rilanciare la crescita in questo Paese. Il secondo elemento è la detassazione dell'IRAP. Noi siamo stati abituati per anni a dire nei dibattiti che l'IRAP è un'imposta ingiusta. Sono d'accordo: l'IRAP è un'imposta ingiusta perché colpisce anche le imprese che sono in perdita. Quindi, dobbiamo incominciare a ridurre l'IRAP.
Con questa legge di stabilità dal 2014 incominceremo a ridurre l'IRAP per le imprese, soprattutto per le piccole imprese, per quelle che assumono nuovi dipendenti e, soprattutto, per quelle che assumono nel sud (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo). Credo che questo sia un grande risultato che abbiamo ottenuto. Ma dico: tutto questo è sufficiente? No, signori.
Anche noi sappiamo che tutto questo non è ancora sufficiente, ma sappiamo che questa però è la strada giusta, che abbiamo intrapreso la strada giusta, e che questa è la politica che noi vogliamo continuare. Bisogna continuare questo lavoro. Il pericolo è quello di un ritorno al passato. Il ritorno al passato sarebbe deleterio, per prima cosa perché vanificherebbe tutti i sacrifici che noi abbiamo chiesto agli italiani in questo anno. E i germi si vedono già in questa legge di stabilità. Infatti, quando la legge di stabilità è passata al Senato, abbiamo visto un ritorno preoccupante al passato. Ecco, noi non vogliamo tornare a quel passato, vogliamo continuare questo lavoro forte di riforme. La proposta che porteremo in campagna elettorale agli elettori è proprio questa: è una proposta autonoma da una destra populista e demagogica; è una proposta autonoma rispetto ad una sinistra che ha delle tentazioni massimaliste e ideologiche; è una proposta di serietà e di responsabilità, e di quel patto intergenerazionale che ricordavo prima; è una proposta che non vuole un ritorno ad un bipolarismo muscolare, per cui in campagna elettorale bisogna essere sempre gli uni contro gli altri, destra contro sinistra. No, non è più quel tempo. C'è una nuova politica e noi vogliamo continuare quella politica, quella politica di serietà e responsabilità. Queste sono le ragioni per cui voteremo convintamente la legge di stabilità (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente e onorevoli colleghi, oggi scopriamo che le previsioni dei Maya di centinaia di anni fa non sono poi state sbagliate di molto: avevano annunciato per oggi la fine del mondo, intanto però oggi finisce, per fortuna, il Governo Monti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Eppure, per oltre un anno ci avevate detto che grazie al lavoro, alla credibilità internazionale, al risanamento dei conti pubblici del Governo Monti, il fatidico spread, che regola ormai la vita e la morte degli Stati nazionali, era definitivamente e strutturalmente sceso. Nei giorni scorsi abbiamo visto titoloni cubitali e annunci catastrofici al preannunciarsi delle dimissioni di Monti. Si scriveva che lunedì, passato il fine settimana, all'apertura delle borse avremmo subito un attacco internazionale, le agenzie di rating avrebbero declassato ancora il nostro Paese, lo spread sarebbe cresciuto a dismisura, intaccando i risparmi dei cittadini ed innalzando il debito pubblico nazionale. Insomma, una visione apocalittica che ci ha seriamente preoccupato.
Vi faccio notare che allora il vostro teorema non torna, l'annuncio delle dimissioni del professor Monti ha avuto invece un effetto contrario: lo spread è diminuito di colpo e oggi veleggia a livelli inferiori a due anni fa. Allora, delle due l'una: o lo spread non c'entra nulla con il lavoro del Governo precedente, oppure questo improvviso calo è una sonora bocciatura dell'operato di Monti e del suo Pag. 34Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). I mercati mondiali finalmente capiscono che è finita l'era delle tasse, l'era dell'IMU, dell'aumento dell'IVA, insomma l'era Monti, del Governo tecnico e del Presidente Monti, che da tecnico si scopre politico. Noi della Lega l'abbiamo detto più volte: è un Governo che ha creato dei danni irrimediabili per la nostra economia. Altro che stabilizzazione, rigore e crescita! Basta guardare i dati: in un anno, con la riforma Fornero, avete creato 350.000 esodati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), persone prive di prospettive; una crescita della disoccupazione dall'8 all'11 per cento, con disoccupazione giovanile e femminile che ha raggiunto il preoccupante tasso del 35 per cento; aumento del disavanzo del 3 per cento; debito pubblico che supera i 2.000 miliardi (Il Ministro Fornero fa il gesto di coprirsi le orecchie con le mani - Proteste dei deputati del gruppo Lega NordPadania).

PRESIDENTE. Colleghi! Che succede? Che succede colleghi? Che succede? Continui, onorevole Bitonci.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, mi dispiace perché io non ho nient'altro che riportato quello che oggettivamente è successo, cioè che con la riforma Fornero ci sono state 350.000 persone che avevano firmato dei contratti e sono rimaste senza posto di lavoro e senza pensione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Questa è la realtà, e qualcuno vuole scappare da questa realtà. E voi cosa fate? Invece di aiutare le nostre imprese strozzate dal credito delle banche, dai mancati pagamenti, anche della pubblica amministrazione, e dalle tasse, invece di presentare una proposta seria che aspettavamo sul cuneo fiscale - non questa presa in giro del fondo alimentato con le entrate dell'evasione fiscale -, cosa fate? Voi regalate 3,9 miliardi al Monte dei Paschi di Siena: salvate una banca (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Per carità, signor Ministro, questi sono vostri colleghi, probabilmente, sono anche dei soci, ma ve ne fregate altamente delle 35 imprese che falliscono oggigiorno; sono 8 mila le imprese che quest'anno sono fallite, signor Ministro: 8 mila. E, poi, è una grande truffa: diamo più soldi di quello che essa vale, più soldi della sua capitalizzazione di borsa; tanto valeva comprarsela, signori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Così non avete certamente fatto gli interessi della gente, ma, forse, gli interessi di qualcun altro.
Perché non avete fatto lo stesso con le 1.800 imprese del veneziano, che dovranno restituire 114 milioni di sgravi contributivi del 1995-1996? Aiuti che l'Europa ha dichiarato illegittimi, perché incompatibili con le norme del mercato comune. Dove siete quando bisogna difendere i nostri artigiani? Dove siete (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)? Non avete avuto la stessa premura per migliaia di persone che sono fallite, perché è lo stesso Stato che non paga le ditte che forniscono servizi alla pubblica amministrazione.
In realtà, signor Presidente, questa è una legge di stabilità inaccettabile. Come potete parlare di coniugare rigore e crescita con un documento che contiene norme che stanziano oltre 500 milioni di euro per un fondo agli enti locali in dissesto? Non per i comuni virtuosi del nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Una norma che è stata fatta - e lo sapete tutti - appositamente per Napoli, Alessandria e Reggio Calabria. Andate voi ora a spiegare ai nostri sindaci dei paesini del nord, voi che avete introdotto questa nuova regola del patto di stabilità anche per i comuni sotto i 5 mila abitanti; andate voi a spiegare a questi sindaci che hanno, per anni, gestito con cura e parsimonia i loro bilanci comunali che lo stesso Governo, che un giorno dichiara di non avere soldi, poi, stanzia ben 130 milioni per i comuni in dissesto oppure 159 milioni a favore della regione Campania per ripianare il debito dell'anno 1990 (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Pag. 35
E non venite a dirci che con la revisione dell'IMU avete risolto il problema degli enti locali, lasciando l'intero gettito ai comuni. L'IMU era nata come un'imposta federalista e voi - voi - l'avete trasformata in una tassa centralista. Non raccontate falsità, cari amici dell'UdC, quando addebitate a noi questa scelta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Noi, cari colleghi, avevamo già abolito l'ICI sulla prima casa, voi l'avete voluta reintrodurre; voi avete già anticipato l'IMU; voi avete fatto i tagli più pesanti. Nel 2013, avete previsto 6 miliardi di tagli agli enti locali. La novità è che avete promesso di lasciarla tutta ai comuni Ma, in realtà, ai comuni resterà l'intero gettito delle abitazioni, non quello degli immobili e delle imprese. E secondo voi, dove sono i capannoni? Sono al sud i capannoni? I capannoni sono al nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Andate a colpire in maniera scientifica solo i comuni virtuosi del nord, perché è proprio qui che si trova il maggior numero di capannoni di imprese.
Un anno di tasse su imprese e famiglie, tasse che hanno portato ad un'ovvia diminuzione delle entrate tributarie, meno 2 per cento dell'IVA; un calo dei consumi dovuto alle politiche economiche di aumento delle imposte di questo Governo. Molti cittadini non ce la fanno più e, oltre a non pagare l'IMU, addirittura, saranno costretti a richiedere finanziamenti alle banche per pagarla, per saldare la quota di debito pubblico che il Premier Monti ha deciso di scaricare su un bene di importanza primaria, che è la casa. Perfino l'ex Ministro Brunetta ha dichiarato di aver avuto problemi a pagare l'imposta. Perfino l'ex Ministro Brunetta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Smettiamola di chiamare evasori i cittadini che non riescono a pagare quanto il Governo esige. Conviene solo agli strozzini di Stato derubricare come semplice evasione fiscale quella che è invece una lotta per la sopravvivenza.
Nel 2013 tutti quelli che ci ascoltano pagheranno la Tares, questa nuova imposta che in parte andrà allo Stato: per le famiglie ci sarà una stangata media di circa 80 euro, che si aggiungono ai 225 euro delle vecchie TIA e Tarsu. Non vi basta? Il carico fiscale complessivo si mangia in Italia il 68,3 per cento dei profitti dell'azienda, mentre la media europea è del 42,6 per cento.
E mentre gli Stati Uniti mettono in discussione il fiscal cliff, che prevede un aumento delle tasse per i ceti medi e maggiori investimenti di spesa pubblica, pensando invece a una drastica riduzione della spesa statale, noi siamo la maglia dell'Italia, la maglia nera nei pagamenti, siamo il Paese che perde in inadempimenti burocratici mediamente 270 ore all'anno. Avevate promesso di ridurre il peso della macchina statale, ma dov'è la spending review tanto decantata? Dove sei, professor Giavazzi, dove sei (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)?
E cosa tagliate, gli sprechi? No! Il decreto Balduzzi taglierà, nel 2013, 7.400 posti letto negli ospedali, e tutti nelle regioni più virtuose del Nord: ben 2.400 in Lombardia, 2.000 in Veneto, 2.500 in Emilia-Romagna, con 8 miliardi di taglio. Vergogna! Proprio voi che avete in vita ospedali con 1.000 dipendenti e 70 posti letto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Altro che Europa!

PRESIDENTE. Onorevole Bitonci, la invito a concludere.

MASSIMO BITONCI. Noi abbiamo - e adesso chiudo - un grande progetto, professor Monti, un progetto che si chiama Euroregione del Nord: partiamo da quello per poi guardare all'indipendenza del Nord, come succede in Scozia e in Catalogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania): popoli come il nostro, che voteranno i loro referendum per l'indipendenza nel 2014!
Se questa è la vostra idea di sviluppo e di diminuzione della spesa pubblica, comprendiamo perché i mercati fanno calare lo spread appena Monti se ne va.

PRESIDENTE. Onorevole Bitonci, deve concludere.

Pag. 36

MASSIMO BITONCI. C'è, tuttavia, in tante disgrazie una nota positiva, signor Presidente: questo è l'ultimo provvedimento di questo Governo e ciò è, per noi e per tutti i cittadini, il più bel regalo che Babbo Natale poteva farci (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Voglio che rimanga agli atti della nostra Assemblea, in relazione alla protesta del gruppo della Lega Nord Padania di poc'anzi, che, così come è assodato che i deputati hanno il dovere di usare un linguaggio consono alla dignità di quest'Aula, i rappresentanti del Governo hanno anch'essi il medesimo dovere di rispettare le opinioni che vengono espresse.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Veltroni. Ne ha facoltà.

WALTER VELTRONI. Signor Presidente, oggi sarebbe dovuto finire il mondo, ma non è successo, almeno fin qui. Lo aveva predetto un popolo geniale e moderno, che pensava che il tempo fosse semplicemente un ripetersi di eventi ciclici sempre uguali. Ma avevano torto: la vita e il tempo sono sempre inediti: sono le opere degli uomini, il loro pensiero, le loro azioni, che possono ripetersi. Ma se una previsione apocalittica incontra tanta attenzione è perché la nostra civiltà è oggi dominata dal più pericoloso dei sentimenti, l'unico del quale avere davvero paura: la paura.
Oggi più prosaicamente finisce una legislatura, non la vita degli uomini. Ma possiamo per una volta non rivolgere il nostro sguardo al passato? Possiamo non rimproverarci responsabilità dalle quali ciascuno in misura diversa, nessuno tra i soggetti organizzati della società italiana, è esente? Possiamo parlare agli italiani di ciò che sarà e non di ciò che è stato? Lo dico per uscire dal carattere ciclico, da quella specie di maledizione dei Maya che riporta in televisione, come uno stanco cinegiornale Luce, le parole di una lingua senza significato che ripete le stesse cose da troppo tempo e che è fatta dalla cicuta della politica: le promesse facili e ciniche, quelle parole che vengono da chi, in questi anni, sembra sia stato in vacanza su Saturno e non a Palazzo Chigi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Il passato ha bisogno di verità per chiudersi, come si chiude questa legislatura, dopo la quale il Paese è più fragile, le istituzioni più logorate dal non essere, in particolare, state cambiate da un disegno di insieme e il sistema politico è più frammentato ed esposto ad ondate emotive che trovano reale alimento in fenomeni ormai dilaganti: la corruzione e l'illegalità che sono - ce ne vogliamo rendere conto - il primo problema italiano.
L'Italia ha bisogno di futuro, e non di passato, e ha bisogno di idee serie e di persone serie che possano guidarla fuori da questo tunnel come ha saputo fare - e dobbiamo tutti ringraziarlo - Giorgio Napolitano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Siamo nel momento più drammatico della nostra storia, della nostra storia di italiani del secondo Novecento. Negli anni Trenta la recessione in Europa ha significato il nazismo e poi la guerra, perché a Weimar le istituzioni collassarono sotto i colpi dell'instabilità politica e delle conseguenze economiche e sociali della recessione; e venne la dittatura, che è la faccia politica della paura, la stessa che armava la mano nel portafoglio degli agrari che foraggiavano le squadre fasciste, la stessa che individuava nei bambini ebrei una minaccia. La paura, figlia e madre dell'odio, genera un altro mostro, che è il problema italiano: il populismo.
Gobetti diceva che, senza conservatori e senza rivoluzionari, l'Italia è diventata la patria naturale del costume demagogico e per un liberale le uniche e vere rivoluzioni sono quelle che non si sono trasformate, come accadde a quella russa e a quella fascista, in dittature: le rivoluzioni democratiche, quelle che preludono a nuove libertà, a nuovi diritti, a nuove opportunità per esseri umani nuovi. Ma nel limbo limaccioso, impastato di risse ideologiche e Pag. 37di immobilismo, che è stata la storia italiana di questi anni, può davvero prosperare il più pericoloso dei mali per un Paese sfibrato e impaurito: il populismo, ossia dire a tutti quello che si vogliono sentire dire, bellicare conservatorismi e particolarismi, fare politica urlando quello che i sondaggi sostengono essere la cosa più popolare in quel momento. La politica è straziata, ridotta a merce fasulla, illusionismo da circo di provincia: «fuori dall'euro», «abbasso la Germania», togliere tutte le tasse a tutti e condonare ogni orrore; promesse irrealizzabili, inganni cinici, è voto contraffatto, è voto di scambio: io potente ti vendo un'illusione, tu, cittadino, ci metti la tua disperazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Così si distrugge un Paese, così si uccide la politica. L'Italia ha bisogno di altro! Da vent'anni, come un maleficio, una delle otto potenze del mondo è paralizzata da una dialettica rumorosa e immobile. Con le urla e gli insulti di questi anni ci si può riempire l'oceano. Ma cosa è cambiato in Italia dal 1994? È migliorata la scuola? Si è aumentata la produttività? Si è garantito un lavoro stabile ai nostri ragazzi? Si è resa più trasparente la vita pubblica? Promesse e urla, il nostro inferno. Paralizzata dal berlusconismo e dell'antiberlusconismo la seconda Repubblica ha consumato anche il bipolarismo, che è stato dialettica negativa, ostruzione, tatticismo.
Io, come è noto, non sarò più parlamentare, con altri colleghi, e colgo l'occasione per ringraziare tutti voi, a cominciare dalle donne e dagli uomini del mio gruppo e, in particolare, lei, Presidente, e tutto il meraviglioso personale della Camera, dai commessi al segretario generale, per avere potuto vivere questa esperienza di confronto e di democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Credo mi si possa dare atto di aver ascoltato e sempre rispettato anche le idee più lontane dalle mie, perché ho sempre pensato che è l'esistenza del pensiero degli altri che salva il mondo e la libertà. A quelli di voi che saranno qui vorrei dire che il nostro Paese non può tornare al tempo, che fu anche di stragi e di debito pubblico alle stelle, che è dietro le nostre spalle. Futuro, non passato.
Mi auguro che il nostro Paese evolva verso un bipolarismo civile, fatto principalmente da un centro democratico e da uno schieramento riformista, da persone che si riconoscano e si stimino e possano collaborare, ciascuna nel suo ruolo, nell'interesse della nazione, come fanno i democratici e i repubblicani americani o come succede in Germania o in Inghilterra.
L'Italia non può più permettersi odio e immobilismo: ha bisogno di una profonda rivoluzione, una rivoluzione democratica; ha bisogno di riprendere il viaggio magnifico che iniziarono quegli italiani che, smarriti, si guardarono negli occhi nell'aprile del 1945. Intorno a loro c'erano macerie e nelle famiglie i vuoti della guerra e dei bombardamenti, delle leggi razziali e dell'odio tra fratelli.
Vent'anni di demagogia e di populismo, di dittatura e di intolleranza, avevano devastato persone e cose, ma gli italiani seppero rialzarsi e inventarono cose da produrre e idee che hanno attraversato il mondo. Siamo stati un Paese di innovatori e di coraggiosi, di contadini che venivano in città ad aprire bottega, di padri di famiglia che lasciavano la loro terra per andare lontano a cercare di sopravvivere; lo stesso viaggio che - non dimentichiamolo mai - fanno ora a migliaia su battelli che nessuno ha il diritto di affondare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Siamo caduti e siamo risorti perché siamo un grande Paese, che ha bisogno della stessa energia di innovazione di allora. È questa oggi la grande sfida del centrosinistra riformista che Bersani è stato chiamato a guidare.
Perché l'Italia riparta c'è una precondizione: bisogna dichiarare una guerra alle mafie e a ogni illegalità, costi quel che costi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico, Misto-Alleanza per l'Italia e di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Futuro e Libertà per il Terzo Polo). Pag. 38E ora che inizia la campagna elettorale il mio appello a tutti, nessuno escluso, è: rifiutate i voti sporchi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Bisogna unire i produttori, capire che c'è una comunità di destino tra il piccolo imprenditore e il suo operaio, che insieme cresceranno e insieme perderanno. Questo significa più produttività e salari più civili, uno Stato amico che anche fiscalmente colpisca i furbi e premi chi investe, chi rischia e fatica per creare ricchezza, una ricchezza che sia equamente distribuita. Non si può avere insieme il 10 per cento della popolazione che controlla la metà del patrimonio privato nazionale e 11 milioni di persone che non sanno come arrivare alla fine del mese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Non si può avere insieme 280 miliardi di euro di evasione fiscale e aliquote sulle imprese o sulle persone ben oltre il 50 o 60 per cento. Per me, dal Lingotto, valgono le parole del socialdemocratico Palme: noi non siamo contro la ricchezza, siamo contro la povertà.
E poi dobbiamo convincerci che lo Stato non può far tutto, che ci vuole responsabilità sociale diffusa, protagonismo sociale. Lo Stato e le istituzioni devono essere lievi, gestire di meno e preoccuparsi di promuovere e garantire diritti. Poi, il bello della nostra società: la scuola, la ricerca, la cultura, l'ambiente, il nostro talento, ciò che nessuno potrà mai riprodurre o delocalizzare.
Il Presidente Monti ha fatto molto, in un breve periodo, per questo Paese: ha tenuto insieme una maggioranza innaturale, che è nata dall'emergenza e che non si ripeterà; si è caricato sulle spalle responsabilità non sue; ha restituito all'Italia l'onore e il prestigio che meritiamo; ha chiesto al Paese sacrifici. Non riconoscerlo ora, in ragione delle sue scelte future, sarebbe intellettualmente disonesto, anche perché lo abbiamo fatto insieme, come lo facemmo con Ciampi e come lo abbiamo fatto con Romano Prodi. Noi non faremo come chi, in questi giorni, un giorno dice che Monti ha distrutto il Paese - con norme che, peraltro, sono state votate dagli stessi - e il giorno dopo invita Monti a guidare i moderati e quello dopo ancora dice che è un piccolo uomo.
Noi consideriamo quest'anno importante, ma vogliamo andare oltre. Noi siamo una forza seria, che vuole più Europa, che sa prendersi le responsabilità più difficili, che sa che prima di tutto viene l'interesse della nazione. Noi pensiamo che l'Italia abbia bisogno di qualcosa di inedito, di una rivoluzione democratica che sfidi tutti i conservatorismi e proponga a ciascuno in questo Paese un destino in una missione collettiva.
Non ho citato fin qui l'onorevole Berlusconi, perché ho sempre pensato che l'Italia debba andare al di là di lui, che non basti additarlo come nemico per cambiare radicalmente il Paese. È lui che fa così da anni e per questo porta più responsabilità di ogni altro italiano per lo stato del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma ora voglio citarlo, perché un giorno Berlusconi, senza accorgersene, ha reso lineare e plastica la differenza tra noi, la differenza tra conservatori e riformisti o, se si vuole, fra destra e sinistra.
Era il 2006 e Berlusconi partecipava all'unico confronto che abbia mai fatto in TV dal 1994, e disse la frase che cito dall'Ansa: «La sinistra propone di rendere uguali il figlio del professionista e quello dell'operaio». Vede, noi non vogliamo che nessuno sia uguale all'altro, la società aperta misura capacità e ambizione di ciascuno e valorizza queste differenze, ma - e questa è la profonda storica diversità tra noi - noi vogliamo proprio che il figlio del professionista e quello dell'operaio abbiano le stesse possibilità di riuscire nella vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Noi vogliamo che l'Italia che produce, che paga le tasse, che lavora e fatica onestamente, che rischia da poliziotto o da magistrato, che insegna o ricerca, si senta chiamata fuori dalla trincea e si renda disponibile ad una nuova stagione di dinamismo e di innovazione. È questa - Pag. 39unire i riformisti, creare le condizioni del più radicale cambiamento di cui l'Italia ha bisogno - la nostra missione, la missione del Partito Democratico: fare incontrare i riformismi, far ripartire il Paese. Buon lavoro a voi e buon futuro all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico, Misto-Alleanza per l'Italia e di deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi sembra evidente che quest'ultimo dibattito che noi facciamo oggi - l'ultimo dibattito di questa legislatura - sia anche l'occasione per un bilancio di quello che abbiamo fatto, di quello che non abbiamo fatto, degli errori e delle cose giuste che, per quello che riguarda il centrodestra, il Governo Berlusconi e il PdL, sono stati realizzati nel corso di questi anni.
Voglio anche dire, preliminarmente, che io conosco vari tipi di populismo. Conosco anche un populismo fondato sulla sottile retorica e fondato sul giustizialismo, che comporta sempre una demonizzazione dell'avversario. È una delle tante versioni del populismo che alligna specialmente nella sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
E allora, rispetto a certe cose e anche ad altre che ha detto poco fa l'onorevole Galletti, io voglio in primo luogo rivendicare quello che ha fatto il Governo Berlusconi: la riforma della scuola, la riforma dell'università, la riforma della pubblica amministrazione, il federalismo, la riforma dei servizi pubblici locali, l'aver messo in campo degli ammortizzatori sociali che in quella fase hanno consentito di padroneggiare lo scontro sociale, la lotta all'evasione fiscale, non portata nei termini estremisti con cui la stanno facendo adesso, e una lotta alla mafia che noi rivendichiamo come elemento caratteristico del Governo e dell'azione del Ministro della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) sul filo di quei precedenti che si richiamano a Borsellino e a Falcone, che erano alieni dalla strumentalizzazione, e quindi una lotta alla mafia che è esattamente l'opposto di quella caricatura della lotta alla mafia che sta facendo Ingroia per farsi la campagna elettorale e per demonizzare i propri avversari (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Ma voglio anche dire - lo dico all'onorevole Galletti - che non è affatto vero che il Governo Berlusconi ha portato il Paese alla catastrofe. Il Governo Berlusconi fece manovre di politica economica per 260 miliardi. Fece quindi un'azione che ha consentito di tenere i conti pubblici in difesa e noi abbiamo risposto e reagito a chi ci veniva a proporre di fare un'operazione di crescita con un punto di PIL in debito. Era la proposta dell'onorevole Bersani. Oggi staremmo in Grecia e non in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Certamente noi poi ci siamo trovati, fra il luglio e l'ottobre, di fronte ad un aggravamento della situazione economica e ci trovammo anche di fronte ad una lettera della BCE, ma io ricordo - rispetto a questa lettera della BCE che la sinistra faccia un gioco assai doppio - perchè allora fummo sfidati dalla sinistra, che ci disse che non saremmo stati in grado e capaci di fare anche quello che era il punto duro della proposta della BCE, cioè il rientro nel pareggio nel 2013. Noi lo abbiamo fatto e ci siamo svenati su quello e su quello siamo andati ad una crisi di Governo.
Credo che qualcuno dovrebbe riconoscere il nostro senso di responsabilità. Noi potevamo benissimo portare il Paese ad uno scontro frontale e alle elezioni, non l'abbiamo fatto e abbiamo dato vita al Governo Monti.
Francamente aspettiamo ancora dal Presidente Monti un cenno di riscontro e di riconoscimento non solo per l'azione di responsabilità che noi abbiamo fatto, ma perché gli abbiamo votato cinquanta fiducie e dato queste cinquanta fiducie su una Pag. 40linea che non condividevamo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Non è che quella fiducia non l'abbiamo condivisa nel discorso di Alfano. Noi non l'abbiamo condivisa per molti aspetti dall'inizio, perché noi preferiamo il taglio della spesa pubblica più che l'aumento della pressione fiscale. Questo Governo ha scelto un'altra strada, che noi abbiamo rispettato, quella dell'aumento della pressione fiscale, di un aumento della pressione fiscale che ha avuto poi la sua forma più barbarica nell'aumento dell'IMU.
Allora, voglio ricordare all'onorevole Galletti, che la storia dell'ICI è una storia che bisogna conoscere, perché la storia dell'ICI è una storia che risale al Governo Amato, poi Prodi ridusse del 40 per cento l'ICI e il Governo Berlusconi la annullò e il peso fu di un miliardo 700 mila euro. Io sfido l'onorevole Galletti a dimostrarmi che è quel miliardo 700 mila euro che ha portato il Paese alla rovina (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Balle, bugie che state dicendo senza possibilità di riscontro. Quindi vi dico, e lo dico nel quadro di una sfida politica ed elettorale, che certamente, se noi vinciamo le elezioni, la prima cosa che faremo sarà il taglio dell'IMU sulla prima casa, cioè 4 miliardi di euro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Diciamo anche la copertura, che può essere di due tipi o sommandoli: una operazione di abbattimento del debito pubblico, quell'operazione di abbattimento del debito pubblico al quale abbiamo più volte invitato il Governo di misurarsi, che invece non ha fatto nulla, tranne qualche riflessione politico-culturale, e, insieme all'abbattimento del debito pubblico, anche una riorganizzazione della fiscalità del settore del tabacco e del gioco legale. Quindi, gli elettori devono sapere che la nostra proposta di riduzione dell'IMU è una proposta vera, che si fonda anche su proposte precise per quello che riguarda la copertura.
Ma voglio dire anche un'altra cosa, e cioè che eviterei di fare demagogia che si fa sul populismo e sull'europeismo. Noi siamo europeisti e, proprio perché siamo europeisti, siamo degli europeisti critici, non degli europeisti acritici e beoti, perché evidente che l'euro va difeso, è evidente che va difesa la tenuta dell'Europa, ma credo che tutti quanti debbano riflettere sul fatto che c'è qualcosa che non funziona se tutta l'Europa sta in recessione e l'Italia è in recessione ancor di più, che c'è un nodo determinato da una contraddizione, costituita dal fatto che non si dà moneta unica senza una banca di riferimento.
Voglio anche aggiungere, a proposito degli spread, che, ebbene, a un certo punto gli spread sono aumentati durante il Governo Berlusconi, il paradosso ha voluto che sono aumentati anche durante il Governo Monti. Quand'è che gli spread sono stati depotenziati? Quando la Banca europea ha cambiato la sua politica, cosa che era proprio quello che noi sosteniamo e che non sostiene, certo, chi, onorevole Veltroni, è subalterno alla Germania e non accetta e non si misura per discuterla con le politiche della Germania (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). La Germania è uno Stato come tutti gli altri, non degno di tanta reverenza. Nel passato questa reverenza la avevate rispetto all'URSS, non passate da una reverenza all'altra (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Con la Germania ci si deve misurare da Stato a Stato, perché la Germania, attraverso l'Europa, sta difendendo benissimo i suoi interessi. Ma voglio dire che la nostra critica poi si è misurata su un'astensione, perché noi non abbiamo mai votato la sfiducia a questo Governo.
C'è stato anche un procedimento atipico perché - lo ha ricordato Marcello Pera - sarebbe stato forse auspicabile che, una volta posto il problema, il Presidente della Repubblica rimandasse il Governo in Parlamento per vedere se aveva o meno una fiducia. È un interrogativo istituzionale che noi poniamo, perché si tratta di un problema serio.
Però, voglio dire che noi ci siamo misurati con una situazione nella quale la Pag. 41vostra politica economica per un verso ha tenuto i conti pubblici in condizioni di tenuta (e di questo vi diamo atto), però ha portato il Paese alla più grave recessione degli ultimi anni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Si vuole fare una riflessione su questo o si vuole demonizzare chi pone il problema?
Ma siccome la nostra valutazione rispetto al Presidente Monti è una valutazione che - debbo dirlo, consentitemi - è molto maggiore, come riferimento di statura politica, rispetto a quella dei suoi ministri tecnici - molti dei quali non hanno dato in questo Parlamento e nel Paese una grandissima prova - noi abbiamo sfidato, ma anche invitato il Presidente Monti, se decidesse di scendere in campo, a fare una grande operazione politica e culturale: scendere in campo per aggregare tutto il centrodestra. Il tanto vituperato Berlusconi ha detto che avrebbe fatto un passo indietro per consentire questa aggregazione, che ridarebbe nobiltà e chiarezza al sistema politico italiano.

PRESIDENTE. Onorevole Cicchitto, la prego di concludere.

FABRIZIO CICCHITTO. Infatti, la sinistra - gliene diamo atto - si è ristrutturata e ha costituito un ticket collocato molto a sinistra, tra Bersani e Vendola. Ebbene, questo ticket ha bisogno di un'alternativa e, a nostro avviso, noi ci auguriamo che il Presidente Monti possa aggregare tutto lo schieramento di centrodestra.
Certo, se il Presidente Monti vuole scendere in politica e fare un'operazione in cui fa a meno del PdL si condanna in anticipo alla sconfitta o, meglio, fa un'altra operazione: viene in soccorso di due amici e colleghi che stimo, l'onorevole Casini e il Presidente Fini, che risolvono in questo modo alcuni problemi elettorali assai rari, ma non è che in questo modo il Presidente Monti fa quel salto di qualità che potrebbe fare prendendo la guida e la leadership dello schieramento di centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Cicchitto, dovrebbe concludere.

FABRIZIO CICCHITTO. Questo è il nodo politico che, insieme a quello dei contenuti, noi poniamo al centro del dibattito politico. È un nodo che certamente non interessa la sinistra, che ha risistemato - e gliene diamo atto - le sue forze, che interessa i moderati e i riformisti e che dovrebbe, quindi, coinvolgere non soltanto il PdL, ma anche altre forze.

PRESIDENTE. Onorevole Cicchitto, deve concludere.

FABRIZIO CICCHITTO. Concludo dicendo che, se questo non avviene, per quello che ci riguarda, per quello che riguarda il PdL, per quello che riguarda altre forze che si aggregheranno con noi, noi condurremo a viso aperto la nostra battaglia, di alternativa alla sinistra, quale ci è richiesta dagli elettori e da una parte delle forze sociali di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Popolo e Territorio - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lehner. Ne ha facoltà, per due minuti.

GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, sono costretto a consegnare al Governo, in dissenso dal mio stesso gruppo, due «no» secchi. Io sono un garantista, non condanno assolutamente nessuno a priori. Però, io credo che un Governo che chiede sacrifici agli italiani debba avere al suo interno ministri non sospettabili e non sospettati.
In questi giorni, due giorni fa per l'esattezza, è venuta fuori una vicenda inquietante, che spero possa essere poi spiegata naturalmente, del Ministro Grilli, che è un Ministro fondamentale direi di questo Governo, il quale avrebbe acquistato un appartamento ai Parioli ad un Pag. 42prezzo possiamo dire simile a un villino a Coccia di Morto, vicino Fiumicino, a Roma.
Non è tanto questo problema, il prezzo troppo basso, quello che inquieta è un mutuo di 1 milione e mezzo di euro, 141 per cento in più del costo dichiarato dell'appartamento (Applausi di deputati del gruppo Italia dei Valori). Io con tutta la stima e il rispetto per Grilli, dico che avrebbe fatto bene al suo Governo, a sé stesso, al Presidente Monti e anche alla costruenda lista Monti se si fosse dimesso due giorni fa, non perché colpevole, ma perché, attenzione, consapevole che quando si chiedono sacrifici e tagli non bisogna essere sospettati di alcunché.

PRESIDENTE. Avverto i colleghi che il Senato ha testé trasmesso un'errata corrige segnalato dal Governo al messaggio relativo al disegno di legge di stabilità, ovviamente non possiamo che prenderne atto. Affinché la Commissione bilancio possa prenderne contezza, sospendo per quindici minuti la seduta, che riprenderà alle ore 14,10 per lo svolgimento della votazione per appello nominale.

La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 14,20.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, è di tutta evidenza che il testo sul quale la Commissione bilancio ha lavorato, sul quale ha espresso il parere al relatore e sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia risulti ora diverso, considerata questa aggiunta che arriva ora dal Senato, che prevede l'inserimento, dopo il penultimo comma, di un nuovo comma su materia non discussa, né trattata, così come la sostituzione di una tabella che riguarda l'imposta sulle transazioni finanziarie.
È del tutto evidente, signor Presidente, che la fiducia è stata posta su un altro testo e che, quindi, la cosa più ragionevole che possa essere fatta ora è quella di riportare il testo in Commissione affinché la Commissione valuti queste modifiche, affinché dia nuovamente il parere al relatore e affinché il Governo ponga la questione di fiducia sul nuovo testo, che sarebbe lo stesso uscito dal Senato. Invito la Presidenza, ai sensi del Regolamento, a procedere nel modo indicato.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, come lei sa, il cosiddetto messaggio trasmesso dal Senato certifica il contenuto del testo approvato da quel ramo del Parlamento e la correzione testé trasmessa integra tale messaggio e di essa, che riguarda l'attività del Senato, la Camera non può che prendere atto. Tale circostanza non influisce sulla posizione della questione di fiducia che il Governo ha posto sul testo approvato dal Senato - non trasmesso, approvato dal Senato - e, quindi, evidentemente comprensivo dell'errata corrige. Il richiamo al Regolamento non può essere, pertanto, accolto e si procederà alla votazione per appello nominale.
La sospensione della seduta, disposta dalla Presidenza, aveva proprio lo scopo di consentire a tutti i gruppi ed al Governo stesso di prendere conoscenza dell'errata corrige trasmesso dal Senato.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, capisco che l'opposizione ormai non debba avere più voce, però noi abbiamo discusso, prima in Commissione e poi in Aula, anche in sede di discussione sulle linee generali, un testo diverso, perché manca un articolo rispetto a quello che ci è pervenuto dal Senato. Tutto il resto sono chiacchiere. Pag. 43
Noi abbiamo discusso un testo di legge che non è quello approvato dal Senato. Quindi, credo che sia necessario ricominciare daccapo la discussione sul testo di legge «vero», che ci è arrivato dal Senato. Il problema non è sul gioco delle parole. Il Governo ha posto la fiducia sul testo approvato dal Senato, a parte il fatto che sono andato a leggere quello che ha detto esattamente il Governo. La verità è un'altra, che noi abbiamo discusso, sia nella discussione sulle linee generali, sia nell'esercizio del diritto di voto, su un testo diverso da quello approvato dal Senato. Adesso vi può piacere o meno. Questa opposizione vi può dare fastidio quanto vi pare, ma fino a che punto volete mortificare Parlamento, dopo tutti i voti di fiducia e quant'altro? Chiediamo quindi che il testo ritorni in Commissione, abbia il voto della Commissione, ritorni in Aula e si riproponga la discussione, dopodiché il Governo rimette la fiducia e noi andremo a verificare se questa volta qualcuno gliela vuole dare o meno la fiducia.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, le sue osservazioni sono identiche a quelle dell'onorevole Borghesi, al quale peraltro ho già dato risposta, quindi penso che possiamo procedere.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo Unico - A.C. 5534-bis-B)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge n. 5534-bis-B, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza, seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto.
Avverto che, anche in questa circostanza, la Presidenza ha accolto alcune richieste di anticipazione del turno di voto di deputati appartenenti ai vari gruppi, che ne hanno fatto motivata richiesta per gravi ragioni personali o per impegni legati alla loro carica.
Sento di dover confermare che, come è successo nelle ultime votazioni, impieghiamo circa mezz'ora in meno se, a parte l'elenco iniziale, non facciamo altri inserimenti impropri nell'elenco previsto per ordine alfabetico. Quindi, anche oggi procederemo così: coloro che hanno chiesto precedentemente di poter votare prima lo faranno; coloro che lo chiedono a metà della votazione non verranno esauditi.
Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.
(Segue il sorteggio)

La chiama avrà inizio dall'onorevole Realacci.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 15,30)

(Segue la chiama)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione dell'articolo unico, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sulla cui approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti 455
Votanti 440
Astenuti 15
Maggioranza 221
Hanno risposto 373
Hanno risposto no 67

(La Camera approva - Vedi votazioni). Pag. 44

Si intendono così respinte tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Abrignani Ignazio
Adinolfi Mario
Adornato Ferdinando
Agostini Luciano
Albini Tea
Albonetti Gabriele
Alfano Angelino
Alfano Gioacchino
Amici Sesa
Aracu Sabatino
Argentin Ileana
Bachelet Giovanni Battista
Baldelli Simone
Barani Lucio
Barbareschi Luca Giorgio
Barbaro Claudio
Barbi Mario
Baretta Pier Paolo
Bellanova Teresa
Beltrandi Marco
Benamati Gianluca
Berardi Amato
Bernardini Rita
Bernardo Maurizio
Bernini Anna Maria
Bertolini Isabella
Biancofiore Michaela
Biasotti Sandro
Biava Francesco
Bindi Rosy
Binetti Paola
Bobba Luigi
Bocchino Italo
Bocci Gianpiero
Boccia Francesco
Bocciardo Mariella
Boccuzzi Antonio
Bonavitacola Fulvio
Bonciani Alessio
Boniver Margherita
Bordo Michele
Bosi Francesco
Bossa Luisa
Braga Chiara
Brandolini Sandro
Bratti Alessandro
Bressa Gianclaudio
Briguglio Carmelo
Brunetta Renato
Bruno Donato
Buonfiglio Antonio
Calabria Annagrazia
Calderisi Giuseppe
Calgaro Marco
Calvisi Giulio
Cambursano Renato
Capano Cinzia
Capitanio Santolini Luisa
Cardinale Daniela
Carella Renzo
Carfagna Maria Rosaria
Carlucci Gabriella
Carra Enzo
Carra Marco
Casini Pier Ferdinando
Cassinelli Roberto
Castagnetti Pierluigi
Castellani Carla
Causi Marco
Cavallaro Mario
Cazzola Giuliano
Ceccacci Rubino Fiorella
Cenni Susanna
Centemero Elena
Cera Angelo
Ceroni Remigio
Cesa Lorenzo
Cesario Bruno
Ciccanti Amedeo
Cicchitto Fabrizio
Cilluffo Francesca
Ciriello Pasquale
Codurelli Lucia
Colaninno Matteo
Colombo Furio
Colucci Francesco
Compagnon Angelo
Concia Anna Paola
Consolo Giuseppe
Conte Gianfranco
Conte Giorgio
Corsini Paolo
Coscia Maria
Cosenza Giulia
Craxi Stefania Gabriella Anastasia
Crimi Rocco
Crolla Simone Andrea
Cuomo Antonio
Cuperlo Giovanni Pag. 45
D'Alema Massimo
Dal Moro Gian Pietro
Damiano Cesare
D'Antona Olga
De Biasi Emilia Grazia
De Girolamo Nunzia
Delfino Teresio
Della Vedova Benedetto
Del Tenno Maurizio
De Micheli Paola
De Nichilo Rizzoli Melania
De Pasquale Rosa
De Poli Antonio
De Torre Maria Letizia
Di Biagio Aldo
Di Caterina Marcello
D'Incecco Vittoria
Dionisi Armando
D'Ippolito Vitale Ida
Distaso Antonio
Di Virgilio Domenico
Duilio Lino
Esposito Stefano
Fabbri Luigi
Faenzi Monica
Fallica Giuseppe
Farina Gianni
Farina Renato
Farina Coscioni Maria Antonietta
Farinone Enrico
Ferranti Donatella
Ferrari Pierangelo
Fiano Emanuele
Fioroni Giuseppe
Fitto Raffaele
Fluvi Alberto
Fogliardi Giampaolo
Fontana Gregorio
Fontanelli Paolo
Formichella Nicola
Formisano Anna Teresa
Foti Antonino
Franceschini Dario
Frattini Franco
Froner Laura
Fucci Benedetto Francesco
Galati Giuseppe
Galletti Gian Luca
Galli Daniele
Garagnani Fabio
Garavini Laura
Garofalo Vincenzo
Garofani Francesco Saverio
Gasbarra Enrico
Gatti Maria Grazia
Gava Fabio
Gelmini Mariastella
Genovese Francantonio
Gentiloni Silveri Paolo
Ghiglia Agostino
Ghizzoni Manuela
Giachetti Roberto
Giacomelli Antonello
Giammanco Gabriella
Ginefra Dario
Ginoble Tommaso
Giorgetti Alberto
Giovanelli Oriano
Girlanda Rocco
Giulietti Giuseppe
Golfo Lella
Gottardo Isidoro
Gozi Sandro
Granata Benedetto Fabio
Grassi Gero
Graziano Stefano
Guzzanti Paolo
Holzmann Giorgio
Iannuzzi Tino
La Forgia Antonio
Laganà Fortugno Maria Grazia
Lainati Giorgio
La Malfa Giorgio
Landolfi Mario
Lanzillotta Linda
Laratta Francesco
Lenzi Donata
Leo Maurizio
Leone Antonio
Letta Enrico
Levi Ricardo Franco
Libè Mauro
Lisi Ugo
Lolli Giovanni
Lo Monte Carmelo
Lorenzin Beatrice
Losacco Alberto
Lovelli Mario
Lucà Mimmo
Lucchese Francesco Paolo
Lulli Andrea
Lunardi Pietro
Lusetti Renzo
Madia Maria Anna Pag. 46
Malgieri Gennaro
Mantini Pierluigi
Mantovano Alfredo
Maran Alessandro
Marantelli Daniele
Marcazzan Pietro
Marchi Maino
Marchignoli Massimo
Marchioni Elisa
Mariani Raffaella
Marinello Giuseppe Francesco Maria
Martella Andrea
Martino Pierdomenico
Mastromauro Margherita Angela
Mattesini Donella
Mazzarella Eugenio
Mazzocchi Antonio
Mazzoni Riccardo
Mazzuca Giancarlo
Mecacci Matteo
Melchiorre Daniela
Menia Roberto
Mereu Antonio
Merlo Giorgio
Merloni Maria Paola
Meta Michele Pompeo
Migliavacca Maurizio
Miglioli Ivano
Milanato Lorena
Milanese Marco Mario
Minasso Eugenio
Minniti Marco
Miotto Anna Margherita
Misiani Antonio
Misiti Aurelio Salvatore
Mistrello Destro Giustina
Misuraca Dore
Mogherini Rebesani Federica
Mondello Gabriella
Morassut Roberto
Moroni Chiara
Mosca Alessia Maria
Mosella Donato Renato
Motta Carmen
Murer Delia
Muro Luigi
Naccarato Alessandro
Nannicini Rolando
Napoli Angela
Napoli Osvaldo
Narducci Franco
Naro Giuseppe
Occhiuto Roberto
Orlando Andrea
Paglia Gianfranco
Palmieri Antonio
Paniz Maurizio
Parisi Arturo Mario Luigi
Parisi Massimo
Patarino Carmine Santo
Pedoto Luciana
Pelino Paola
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
Pepe Mario (Misto-R-A)
Pepe Mario (PD)
Perina Flavia
Pescante Mario
Petrenga Giovanna
Pezzotta Savino
Pianetta Enrico
Picierno Pina
Pisicchio Pino
Pistelli Lapo
Pizzimbone Pier Paolo
Pizzolante Sergio
Poli Nedo Lorenzo
Pollastrini Barbara
Pompili Massimo
Porcu Carmelo
Porta Fabio
Portas Giacomo Antonio
Prestigiacomo Stefania
Proietti Cosimi Francesco
Pugliese Marco
Quartiani Erminio Angelo
Raisi Enzo
Rampi Elisabetta
Rao Roberto
Ravetto Laura
Realacci Ermete
Repetti Manuela
Ria Lorenzo
Rigoni Andrea
Roccella Eugenia
Romele Giuseppe
Rosato Ettore
Rossa Sabina
Rossi Luciano
Rosso Roberto
Rossomando Anna
Rotondi Gianfranco
Ruben Alessandro
Rubinato Simonetta
Ruggeri Salvatore Pag. 47
Rugghia Antonio
Russo Paolo
Saglia Stefano
Saltamartini Barbara
Sammarco Gianfranco
Samperi Marilena
Sanga Giovanni
Sani Luca
Santagata Giulio
Santori Angelo
Sarubbi Andrea
Savino Elvira
Sbai Souad
Scajola Claudio
Scalera Giuseppe
Scanderebech Deodato
Scarpetti Lido
Scelli Maurizio
Sereni Marina
Servodio Giuseppina
Simeoni Giorgio
Sisto Francesco Paolo
Speciale Roberto
Sposetti Ugo
Stanca Lucio
Stasi Maria Elena
Stracquadanio Giorgio Clelio
Strizzolo Ivano
Tanoni Italo
Tassone Mario
Tempestini Francesco
Testa Federico
Testa Nunzio Francesco
Testoni Piero
Toccafondi Gabriele
Tocci Walter
Tortoli Roberto
Toto Daniele
Touadi Jean Leonard
Trappolino Carlo Emanuele
Tullo Mario
Turco Livia
Turco Maurizio
Urso Adolfo
Vaccaro Guglielmo
Valducci Mario
Vassallo Salvatore
Vella Paolo
Velo Silvia
Veltroni Walter
Ventucci Cosimo
Ventura Michele
Verducci Francesco
Verini Walter
Versace Santo Domenico
Vignali Raffaello
Villecco Calipari Rosa Maria
Viola Rodolfo Giuliano
Vito Elio
Volontè Luca
Zaccaria Roberto
Zampa Sandra
Zamparutti Elisabetta
Zani Ezio
Zucchi Angelo
Zunino Massimo

Hanno risposto no:

Alessandri Angelo
Allasia Stefano
Barbato Francesco
Beccalossi Viviana
Bitonci Massimo
Bonino Guido
Borghesi Antonio
Bossi Umberto
Bragantini Matteo
Callegari Corrado
Castiello Giuseppina
Cavallotto Davide
Cesaro Luigi
Ciccioli Carlo
Comaroli Silvana Andreina
Crosio Jonny
Dal Lago Manuela
D'Amico Claudio
Desiderati Marco
Di Pietro Antonio
Di Stanislao Augusto
Di Vizia Gian Carlo
Dozzo Gianpaolo
Dussin Guido
Fabi Sabina
Fava Giovanni
Fogliato Sebastiano
Forcolin Gianluca
Foti Tommaso
Frassinetti Paola
Fugatti Maurizio
Gidoni Franco
Giorgetti Giancarlo
Goisis Paola
Lanzarin Manuela Pag. 48
Lehner Giancarlo
Lussana Carolina
Maggioni Marco
Maroni Roberto
Meroni Fabio
Messina Ignazio
Molteni Laura
Molteni Nicola
Monai Carlo
Montagnoli Alessandro
Munerato Emanuela
Mura Silvana
Mussolini Alessandra
Nizzi Settimo
Nola Carlo
Palomba Federico
Paolini Luca Rodolfo
Pastore Maria Piera
Pini Gianluca
Polledri Massimo
Porfidia Americo
Rainieri Fabio
Rivolta Erica
Rondini Marco
Rota Ivan
Scilipoti Domenico
Simonetti Roberto
Togni Renato Walter
Torazzi Alberto
Vanalli Pierguido
Vatinno Giuseppe
Zazzera Pierfelice

Si sono astenuti:

Bergamini Deborah
Contento Manlio
D'Anna Vincenzo
De Camillis Sabrina
Iannarilli Antonello
Laboccetta Amedeo
Milo Antonio
Moffa Silvano
Moles Giuseppe
Mottola Giovanni Carlo Francesco
Nicco Roberto Rolando
Picchi Guglielmo
Polidori Catia
Razzi Antonio
Santelli Jole

Sono in missione:

Antonione Roberto
Brugger Siegfried
Buttiglione Rocco
Caparini Davide
Cirielli Edmondo
Commercio Roberto Mario Sergio
Formisano Aniello
La Loggia Enrico
Lamorte Donato
Lombardo Angelo Salvatore
Lo Moro Doris
Lupi Maurizio
Martini Francesca
Migliori Riccardo
Nucara Francesco
Palumbo Giuseppe
Stefani Stefano
Stucchi Giacomo
Vitali Luigi

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 5534-bis-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 5534-bis-B).
Avverto che analogamente a quanto già stabilito in occasione della prima lettura da parte della Camera del presente provvedimento, la Presidenza ritiene l'ordine del giorno Iannaccone n. 9/5534-bis-B/16 ammissibile limitatamente alla parte riconducibile alla competenza del Governo e nel cui ambito non rientra la disciplina degli organi costituzionali né quella di taluni organi elettivi disciplinati dai rispettivi ordinamenti.
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito i rappresentanti del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno Trappolino n. 9/5534-bis-B/1, mentre accetta l'ordine del giorno Cenni n. 9/5534-bis-B/2, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: sostituire le parole «ad inserire» con le parole «a valutare di inserire». Pag. 49
Il Governo accetta, inoltre, l'ordine del giorno Sani n. 9/5534-bis-B/3, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: sostituire le parole «a rivedere» con le parole «a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di rivedere».
Il Governo accetta, quindi, gli ordini del giorno Miserotti n. 9/5534-bis-B/4, Cavallaro n. 9/5534-bis-B/5, Cazzola n. 9/5534-bis-B/6, Pianetta n. 9/5534-bis-B/7 e Nizzi n. 9/5534-bis-B/8.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno D'Antoni n. 9/5534-bis-B/9, si tratta di effettuare una piccola correzione affinché il Governo lo accetti: alla prima riga del terzo capoverso della premessa, eliminare la parola «erronea».

PRESIDENTE. Quindi sostanzialmente si tratta di una riformulazione?

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì, inoltre, signor Presidente, il dispositivo andrebbe riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare l'adozione di iniziative di carattere normativo per consentire agli enti interessati il ricorso alla procedura di riequilibrio».

PRESIDENTE. Quindi, per quanto riguarda l'ordine del giorno D'Antoni n. 9/5534-bis-B/9, vi è una sorta di correzione, come l'ha definita lei, e in più vi è una riformulazione del dispositivo. Sta bene.

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta, inoltre, gli ordini del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/5534-bis-B/10 e Bocci n. 9/5534-bis-B/11.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Giovanelli n. 9/5534-bis-B/12, purché nel testo corretto, espungendo le parole «per questi motivi». Si tratta di una piccola correzione di drafting.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Leo n. 9/5534-bis-B/13.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Porfidia n. 9/5534-bis-B/14, purché riformulato con la seguente piccola correzione: al terzo capoverso del dispositivo, sostituire la parola «umano» con «clemente», altrimenti potrebbe sembrare che davvero ci siano delle torture.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Belcastro n. 9/5534-bis-B/15. Si tratta di una serie di ordini del giorno che chiedono la ricostituzione dei tribunali e quindi in questo caso, per tutti, il Governo invita al ritiro.
Il Governo formula altresì un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Iannaccone n. 9/5534-bis-B/16 per la parte ammissibile.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Armosino n. 9/5534-bis-B/17.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Pizzolante n. 9/5534-bis-B/18, purché riformulato in modo che nel dispositivo le parole «a togliere comunque, prima della fine della legislatura» siano sostituite con le parole: «a valutare l'opportunità di escludere prima possibile».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Contento n. 9/5534-bis-B/19.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Santelli n. 9/5534-bis-B/20.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno De Torre n. 9/5534-bis-B/21, il Governo si rimette all'Assemblea. Si tratta di procedure molto interne al Parlamento, quindi è giusto che il Governo si astenga dall'intervenire su una materia che storicamente è riservata alle determinazioni del Parlamento.

PRESIDENTE. È molto istituzionale.

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine dell'ordine del giorno Caparini n. 9/5534-bis-B/22.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Consiglio n. 9/5534-bis-B/23, Goisis n. 9/5534-bis-B/24 e Grimoldi n. 9/5534-bis-B/25. Pag. 50
Il Governo accetta l'ordine del giorno Stucchi n. 9/5534-bis-B/26, purché riformulato premettendo al dispositivo le parole «a valutare l'opportunità».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Rainieri n. 9/5534-bis-B/27, Pastore n. 9/5534-bis-B/28, Vanalli n. 9/5534-bis-B/29, Negro n. 9/5534-bis-B/30, Fogliato n. 9/5534-bis-B/31, Callegari n. 9/5534-bis-B/32 e Forcolin n. 9/5534-bis-B/33.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Fava n. 9/5534-bis-B/34.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Cirielli n. 9/5534-bis-B/35, Di Biagio n. 9/5534-bis-B/36 e Milo n. 9/5534-bis-B/37.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli ordini del giorno Nicola Molteni n. 9/5534-bis-B/38 e Lanzarin n. 9/5534-bis-B/39.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Esposito n. 9/5534-bis-B/40. Il Governo accetta l'ordine del giorno Verini n. 9/5534-bis-B/41 purché riformulato nel seguente modo: dopo le parole «a valutare l'opportunità di» inserire le seguenti: «nel rispetto dei saldi di finanza pubblica». Il Governo accetta l'ordine del giorno Schirru n. 9/5534-bis-B/42.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Strizzolo n. 9/5534-bis-B/43. Il Governo accetta l'ordine del giorno Realacci n. 9/5534-bis-B/44. Il Governo accetta l'ordine del giorno Frassinetti n. 9/5534-bis-B/45 purché riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica, di adottare provvedimenti» e così via; quindi, sopprimere le parole da «ad assicurare» sino ad «approvazione». Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli ordini del giorno Zaccaria n. 9/5534-bis-B/46, Iannarilli n. 9/5534-bis-B/47 e Capitanio Santolini n. 9/5534-bis-B/48.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Anna Teresa Formisano n. 9/5534-bis-B/49 purché l'impegno sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica, di adottare iniziative» e così via.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Enzo Carra n. 9/5534-bis-B/50 purché l'impegno sia riformulato nel seguente modo: sopprimere le parole «anche di tipo normativo». Il Governo accetta gli ordini del giorno Ruggeri n. 9/5534-bis-B/51 e Binetti n. 9/5534-bis-B/52.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Costa n. 9/5534-bis-B/53. Il Governo accetta l'ordine del giorno Marinello n. 9/5534-bis-B/54.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Pini n. 9/5534-bis-B/55 purché l'impegno sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica, di realizzare» e così via. Il Governo accetta l'ordine del giorno Faenzi n. 9/5534-bis-B/56 purché l'impegno sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di prevedere» e così via.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Garofalo n. 9/5534-bis-B/57 purché riformulato nel seguente modo: al secondo capoverso del dispositivo sostituire le parole «a prevedere in caso di esito negativo» con le seguenti: «a studiare in caso di esito negativo». Il Governo accetta gli ordini del giorno Nastri n. 9/5534-bis-B/58, Delfino n. 9/5534-bis-B/59, Maurizio Turco n. 9/5534-bis-B/60 e Toto n. 9/5534-bis-B/61.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Gottardo n. 9/5534-bis-B/62 purché riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di dare continuità» e così via. Infine, il Governo accetta gli ordini del giorno De Pasquale n. 9/5534-bis-B/63, Quartiani n. 9/5534-bis-B/64 e Compagnon n. 9/5534-bis-B/65.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Trappolino n. 9/5534-bis-B/1, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Cenni n. 9/5534-bis-B/2 e Sani n. 9/5534-bis-B/3, accettati dal Governo, purché riformulati. Pag. 51
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Miserotti n. 9/5534-bis-B/4, Cavallaro n. 9/5534-bis-B/5 e Cazzola n. 9/5534-bis-B/6, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Pianetta n. 9/5534-bis-B/7 e Nizzi n. 9/5534-bis-B/8, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno D'Antoni n. 9/5534-bis-B/9, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/5534-bis-B/10, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bocci n. 9/5534-bis-B/11, accettato dal Governo.
Sottosegretario Polillo, sull'ordine del giorno Giovanelli n. 9/5534-bis-B/12 ha proposto una riformulazione, se non sbaglio. C'è l'ordine del giorno Pastore n. 9/5534-bis-B/28 che è analogo, anzi identico all'ordine del giorno Giovanelli n. 9/5534-bis-B/12 e vedo anche all'ordine del giorno Santelli n. 9/5534-bis-B/20.

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, le chiedo scusa, ma nell'ordine del giorno Giovanelli n. 9/5534-bis-B/12 c'era un errore nella formulazione, poiché diceva «per questi motivi si impegna il Governo» e noi abbiamo suggerito di togliere le parole «per questi motivi» che non sono molto opportune nel lessico parlamentare. Adesso non so, siccome ho una fotocopia... ma l'ho accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Giovanelli n. 9/5534-bis-B/12?

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. E l'ordine del giorno Pastore n. 9/5534-bis-B/28? Mi risulta un parere favorevole, e anche sull'ordine del giorno Santelli n. 9/5534-bis-B/20.

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Per quanto riguarda tutti gli ordini del giorno che incidono direttamente sulle elezioni delle province, correggendo il precedente parere, li accogliamo tutti come raccomandazione.

PRESIDENTE. Allora, facciamo un chiarimento globale. Gli ordini del giorno Giovanelli n. 9/5534-bis-B/12, Pastore n. 9/5534-bis-B/28 e Santelli n. 9/5534-bis-B/20 sono comunque analoghi, non saranno simili, ma sono analoghi (stessa materia) e sono tutti accolti come raccomandazione dal Governo.
Torniamo all'ordine del giorno Giovanelli n. 9/5534-bis-B/12 accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giovanelli n. 9/5534-bis-B/12, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesaro, Parisi, Cambursano, Fiano, Moffa, Golfo, Damiano, Lusetti, Goisis, Rosato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 311
Votanti 306
Astenuti 5
Maggioranza 154
Hanno votato
168
Hanno votato
no 138).

Prendo atto che il deputato Verducci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere Pag. 52voto favorevole e che il deputato Enzo Carra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, prendo atto della volontà della Camera. Avevo cercato di spiegare che l'accoglimento come raccomandazione era dovuto al fatto che in Senato si è molto discusso per quanto riguarda le province, cercando una soluzione di compromesso che aveva soddisfatto l'intera maggioranza parlamentare. Se la Camera è di diverso avviso, non essendo a questo elemento legata in modo particolare la posizione del Governo, prendo atto che c'è una volontà contraria della Camera al semplice accoglimento come raccomandazione e, quindi, sugli ordini del giorno analoghi mi rimetto all'Assemblea.

PRESIDENTE. Sta bene. Pertanto, sottosegretario Polillo, sugli ordini del giorno Santelli n. 9/5534-bis-B/20 e Pastore n. 9/5534-bis-B/28, il parere del Governo è favorevole.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Leo n. 9/5534-bis-B/13, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Porfidia n. 9/5534-bis-B/14, accettato dal Governo, purché riformulato.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, potrei risentire la riformulazione proposta dal Governo? Non l'ho ascoltata prima, purtroppo non c'ero. Se è possibile.

PRESIDENTE. Sottosegretario Polillo, può ripetere la riformulazione sull'ordine del giorno Porfidia n. 9/5534-bis-B/14, per cortesia?

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, la riformulazione riguarda la penultima riga, dove i presentatori prevedono «a valutare la possibilità di un provvedimento che sia più umano verso coloro che saldano i debiti». Francamente, siccome non esiste l'istituto della tortura in questo Paese, invece della parola «umano» il Governo propone di inserire le parole «più clemente».

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Porfidia n. 9/5534-bis-B/14, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Belcastro n. 9/5534-bis-B/15 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Belcastro n. 9/5534-bis-B/15, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lisi, Ravetto, Mazzuca, Iannuzzi, Rampi, Verducci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 348
Votanti 340
Astenuti 8
Maggioranza 171
Hanno votato
41
Hanno votato
no 299).

Prendo atto che la deputata Servodio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Iannaccone n. 9/5534-bis-B/16 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione. Pag. 53
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Iannaccone n. 9/5534-bis-B/16, nella parte ammissibile, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesaro, Mazzuca, Tanoni, Meroni, Murer...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 351
Votanti 344
Astenuti 7
Maggioranza 173
Hanno votato
9
Hanno votato
no 335).

Prendo atto che il deputato Verducci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Armosino n. 9/5534-bis-B/17, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pizzolante n. 9/5534-bis-B/18, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Contento n. 9/5534-bis-B/19, accettato dal Governo.
Ricordo che l'ordine del giorno Santelli n. 9/5534-bis-B/20, accettato dal Governo, è già assorbito dal voto favorevole dell'ordine del giorno Giovanelli n. 9/5534-bis-B/12.
Passiamo all'ordine del giorno De Torre n. 9/5534-bis-B/21, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea. Onorevole De Torre insiste per la votazione?

MARIA LETIZIA DE TORRE. Signor Presidente, colleghi, vi chiedo un attimo di attenzione. Questo ordine del giorno, su cui il Governo si rimette all'Assemblea, riguarda quel Fondo che tutti conosciamo come «legge mancia». Nel testo scritto potete trovare la genesi di questo Fondo, che ultimamente era di circa 70, 90 milioni di euro e che, con il parere delle Commissioni, veniva poi erogato a vari enti dal Governo. Non vi è dubbio che attraverso questi finanziamenti siano state fatte anche cose di grande utilità locale, perché è un finanziamento dello Stato, pulito, neutro e grazie ad esso si possono fare cose molto buone.
Ma in democrazia - e massimamente oggi - è importante che sia virtuosa anche la forma del finanziamento. Se noi vogliamo un Paese nel quale tutti - dal Nord al Sud e ovunque - possano godere di pari opportunità, se vogliamo un Paese legale in cui non si vada avanti per raccomandazioni, conoscenze, pizzi e quant'altro, se noi vogliamo che l'uso delle risorse sia sempre corretto e monitorato, beh, allora dobbiamo fare delle scelte. Non possiamo pensare che qualcuno riceva di più perché ha un amico parlamentare, perché conosce qualcuno, perché troviamo una scorciatoia per far arrivare queste riforme.
Ma vorrei dire qualcosa di più: c'è anche un motivo legato alla coesione sociale, che è un grande bene del Paese, un motivo legato ai valori della Costituzione. Essa dice che la Repubblica è costituita dai comuni, dalle province, dalle città metropolitane, dalle regioni e dallo Stato. Notiamo che incomincia dai comuni. Se una strada, una scuola, un bosco o un'associazione appartengono a quella comunità, ad esempio un comune, non è secondo i principi né dell'autonomia, né della sussidiarietà e unità del Paese che un parlamentare - uno di noi - si infili e finanzi direttamente una data realtà, che non appartiene allo Stato, ma vive a livello locale la sua dimensione democratica.
Del resto, molti enti locali - e dovremo incoraggiarli - stanno mettendo in atto processi partecipativi per le decisioni e per le priorità dell'agenda. Noi non possiamo scombinare queste cose. Come ho detto, ho messo in evidenza solo aspetti delicati Pag. 54e problematici, ma in fondo positivi. Però vi sono anche gli elementi distorsivi che conosciamo bene e quelli che possono vedere legato il finanziamento al consenso. Penso che non debbo spiegare di più anche per tutti i fatti accaduti nelle regioni che conosciamo bene.
La legge di stabilità presente non finanzia questo Fondo, lo tiene come un cassetto vuoto, perché la scarsità di risorse e la prudenza per l'antipolitica che gira ci hanno consigliato questo, ma quel cassetto c'è e noi non chiediamo solo che sia vuoto, ma che venga buttato via, perché è necessario che la democrazia, anche nelle sue forme e anche nei suoi modi, sia più vera, più vissuta e questo Paese sia più trasparente in tutti i modi. Quindi, buttiamo via il cassetto della «legge mancia»!

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, le vorrei far notare che mancano i fascicoli degli ordini del giorno. Vorrei sapere almeno che cosa votare, su che cosa si vota. Vorrei almeno conoscere. Vorrei fare bene il mio lavoro da parlamentare se possibile.

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, ci sono i fascicoli. Se vuole glieli spediamo a casa, la prossima volta (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, mi rendo conto che è molto complicato per tutti fare i conti con una prassi che viene stracciata in questo modo, ma vorrei invitare i colleghi almeno a leggere i giornali e a guardare il telegiornale. Nonostante tutto - pur essendo, lo ripeto, la prassi ben diversa da quella che dovrebbe essere - noi stiamo parlando con un Governo che fra un minuto è dimissionario. Stiamo illustrando ordini del giorno che impegnano un Governo che non c'è più. Avrei gradito anch'io che Monti venisse in quest'Aula a beccarsi la sua fiducia o la sua sfiducia. Purtroppo siamo messi così, prendiamone atto!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Torre n. 9/5534-bis-B/21, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 358
Votanti 347
Astenuti 11
Maggioranza 174
Hanno votato
182
Hanno votato
no 165).

Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Caparini n. 9/5534-bis-B/22 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/5534-bis-B/22, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesaro, Bocchino, Meroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 362
Votanti 358
Astenuti 4
Maggioranza 180
Hanno votato
50
Hanno votato
no 308).

Pag. 55

Prendo atto che il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Consiglio n. 9/5534-bis-B/23, Goisis n. 9/5534-bis-B/24 e Grimoldi n. 9/5534-bis-B/25, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Stucchi n. 9/5534-bis-B/26, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Rainieri n. 9/5534-bis-B/27, Pastore n. 9/5534-bis-B/28, Vanalli n. 9/5534-bis-B/29, Negro n. 9/5534-bis-B/30, Fogliato n. 9/5534-bis-B/31, Callegari n. 9/5534-bis-B/32, Forcolin n. 9/5534-bis-B/33, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Fava n. 9/5534-bis-B/34 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fava n. 9/5534-bis-B/34, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Farina Coscioni, Scilipoti, Razzi, Capano, Tocci, Di Pietro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 372
Votanti 364
Astenuti 8
Maggioranza 183
Hanno votato
48
Hanno votato
no 316).

Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cirielli n. 9/5534-bis-B/35, accettato dal Governo. Onorevole Di Biagio, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/5534-bis-B/36, accettato dal Governo?

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, considerando così pregnante l'argomento che riguarda settanta lavoratori di RetItalia Internazionale Spa, insisto per la votazione, ringraziando in ogni caso il Governo per aver accolto l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Biagio n. 9/5534-bis-B/36, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 368
Votanti 355
Astenuti 13
Maggioranza 178
Hanno votato
327
Hanno votato
no 28).

Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Milo 9/5534-bis-B/37, accettato dal Governo. Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Nicola Molteni n. 9/5534-bis-B/38 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nicola Molteni n. 9/5534-bis-B/38, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Granata, Trappolino, Scanderebech, Moles, Patarino...

Pag. 56

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 378
Votanti 368
Astenuti 10
Maggioranza 185
Hanno votato
53
Hanno votato
no 315).

Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Lanzarin 9/5534-bis-B/39, formulato dal Governo, ed insiste per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lanzarin n. 9/5534-bis-B/39, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Granata, Della Vedova, Benamati, Paolo Russo, Ghizzoni, Centemero, Boniver, Frattini, Pianetta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 379
Votanti 376
Astenuti 3
Maggioranza 189
Hanno votato
159
Hanno votato
no 217).

Prendo atto che il deputato Borghesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno Esposito n. 9/5534-bis-B/40. Il Governo ha accettato questo ordine del giorno, però sull'ordine del giorno 9/5534-bis-B/47, di identico contenuto, ha espresso un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Chiediamo al Governo chiarimenti sul punto.

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, chiedo scusa ma è stata una svista. Il Governo ha accettato entrambi gli ordini del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo, quindi, atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Esposito n. 9/5534-bis-B/40, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Verini n. 9/5534-bis-B/41 formulato dal Governo.

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, sull'ordine del giorno Verini 9/5534-bis-B/41 il Governo non aveva espresso un parere contrario, ma aveva accettato l'ordine del giorno purché riformulato nel senso di inserire nell'impegno del Governo, dopo le parole: «a valutare l'opportunità di» le parole «nel rispetto dei saldi di finanza pubblica».

PRESIDENTE. Onorevole Verini accetta la riformulazione dell'ordine del giorno a sua prima firma?

WALTER VERINI. Si, signor Presidente, accetto la riformulazione e non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Schirru n. 9/5534-bis-B/42, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Strizzolo n. 9/5534-bis-B/43, non accettato dal Governo.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, chiederei al Governo - visto che so per certo che sono in corso degli approfondimenti tra la segreteria tecnica del Ministro Pag. 57e l'amministrazione comunale di Tolmezzo su questo problema - se può almeno accoglierlo come raccomandazione, visto che sono in corso questi approfondimenti tecnici.

PRESIDENTE. Il Governo?

SABATO MALINCONICO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, poiché l'ordine del giorno riguarda uno specifico caso, il Governo, per correttezza, non ha potuto accoglierlo come raccomandazione.

PRESIDENTE. Onorevole Strizzolo insiste allora per la votazione del suo ordine del giorno non accettato dal Governo?

IVANO STRIZZOLO. No, signor Presidente: siccome questo è un argomento sul quale si ritornerà lo ritiro e lo trasformo in una mozione che depositerò.

PRESIDENTE. Prendo quindi atto che l'ordine del giorno Strizzolo n. 9/5534-bis-B/43 è stato ritirato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Realacci n. 9/5534-bis-B/44, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Frassinetti n. 9/5534-bis-B/45, accettato dal Governo, purché riformulato.

PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, interverrò brevissimamente. Questo ordine del giorno, riguardante tagli che mettono a rischio tutte le università italiane, vorrei venisse posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Frassinetti n. 9/5534-bis-B/45, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Centemero, Barani, Scilipoti, De Camillis, Tommaso Foti, Nunzio Francesco Testa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 387
Votanti 380
Astenuti 7
Maggioranza 191
Hanno votato
336
Hanno votato
no 44).

Passiamo all'ordine del giorno Zaccaria n. 9/5534-bis-B/46.

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, l'argomento di questo ordine del giorno riguarda un tema che abbiamo affrontato più volte, anche in sede di prima lettura del disegno di legge di stabilità. Riguarda il rinnovo della convenzione con Radio radicale.
Devo dire che ho sempre avuto, quando ho trattato argomenti di questo genere, una sorta di conflitto di interesse, perché è una radio che personalmente stimo moltissimo per il contenuto informativo che dà. Comunque, di fronte alle difficoltà che abbiamo, chiedo di potere un attimo accantonare questo ordine del giorno, per verificare un po' quale sia...

PRESIDENTE. Chiedo scusa, sottosegretario. Il Governo ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Intende cambiare il parere? O, forse, il Governo intende rimettersi all'Assemblea?

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, in questo caso devo Pag. 58cambiare il parere già espresso e mi rimetterei all'Assemblea. Però chiederei, contemporaneamente, se fosse possibile, di accantonare questo ordine del giorno per riprenderlo alla fine.

ROBERTO ZACCARIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, chiedo scusa. Prendo due minuti, ma il problema è importante. Riguarda le trasmissioni parlamentari che vengono fatte da Radio radicale. Io, come il sottosegretario, ascolto Radio radicale, ma la legge n. 224 del 1998 dice che i 10 milioni che vengono dati per queste trasmissioni via radio devono essere attribuiti via gara, cioè attraverso una gara pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Allora, desidero dire una cosa molto chiara, perché non voglio che vi siano equivoci. Nell'ordine del giorno che è già stato accolto a gennaio scorso da questo Governo - il Governo l'aveva già accolto e si era impegnato a fare la gara - ho aggiunto un elemento importante: che, comunque, chi vince la gara deve mantenere il personale che lavora in questo momento e che non vi sia il rischio che qualcuno perda il posto di lavoro. Ma, il principio della gara è sacrosanto. Una legge del 1998 lo impone e sono 10 anni che Radio radicale ottiene una proroga.
Aggiungo - è l'ultima parola - che queste proroghe sono date in maniera contorta, attraverso provvedimenti incomprensibili e illeggibili. Nessuno di noi riesce mai a intervenire nel merito di questi provvedimenti. Quindi, per una questione di principio, come ultimo atto in quest'Aula, chiedo che il voto sia dato con consapevolezza sul principio della gara. Poi vinca il migliore e il personale viene preservato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma a questo ordine del giorno, perché auspico sempre gare e trasparenza nella pubblica amministrazione.

PRESIDENTE. Il Governo è in grado di dire qualcosa ora o lo poniamo in votazione alla fine?
Prendo atto che il Governo chiede che l'ordine del giorno Zaccaria n. 9/5534-bis-B/46 sia accantonato per essere posto in votazione alla fine dell'esame degli ordini del giorno.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Iannarilli n. 9/5534-bis-B/47, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/5534-bis-B/48, formulato dal Governo.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, chiedo che questo ordine del giorno sia comunque posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/5534-bis-B/48, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Landolfi, Rosato, D'Anna...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 383
Votanti 357
Astenuti 26
Maggioranza 179
Hanno votato
338
Hanno votato
no 19).

Onorevole Anna Teresa Formisano, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/5534-bis-B/49, accettato dal Governo, purché riformulato?

Pag. 59

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, mi rendo conto della necessità di questa riformulazione, però vorrei sottolineare ai sottosegretari presenti che in questo provvedimento noi abbiamo finanziato lo start up delle imprese e le assunzioni dei ricercatori. Contemporaneamente, però, non è stata prorogata una misura che permetteva ai ricercatori di fare contratti con le università e con le aziende.
Allora, io accolgo la riformulazione, ma l'invito è a provvedere immediatamente con un decreto che ripristini lo status quo ante.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Enzo Carra n. 9/5534-bis-B/50, accettato dal Governo, purché riformulato.

ENZO CARRA. Signor Presidente, ringrazio il Governo per la riformulazione, ma chiedo il voto, trattandosi di un argomento già previsto in un altro ordine del giorno che è stato votato da quest'Assemblea nella sua interezza e senza riformulazioni.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Enzo Carra n. 9/5534-bis-B/50.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Enzo Carra n. 9/5534-bis-B/50, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tanoni, Sposetti, Cosenza, Crosio, Landolfi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 384
Votanti 376
Astenuti 8
Maggioranza 189
Hanno votato
359
Hanno votato
no 17).

Prendo atto che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato De Angelis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ruggeri n. 9/5534-bis-B/51, accettato dal Governo.
Onorevole Binetti, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/5534-bis-B/52, accettato dal Governo?

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, se da un lato ringrazio il Governo del parere favorevole, chiedo ugualmente il voto per due motivi. In primo luogo, perché pochi giorni fa si era sparsa la voce che sarebbero stati attivati mille nuovi punti gioco e, secondariamente, perché nella legge attuale è passato il rimandare al 30 giugno l'istituzione di tutte quelle norme che dovrebbero essere a tutela delle ludopatie. Il combinato disposto della mancata presa in carico dei pazienti attuali, in un contesto e in un momento di grande trasformazione politico parlamentare del Governo, richiede per questo tema la massima attenzione e io chiedo ai colleghi di sostenerlo, perché è un impegno che prendiamo nei confronti di tutti coloro che sono esposti al rischio del gioco d'azzardo patologico.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'ordine Pag. 60del giorno Binetti n. 9/5534-bis-B/52, per contrastare le ludopatie provocate dall'odioso mondo dei giochi.

PRESIDENTE. Prendo atto che anche gli onorevoli Palomba e Di Stanislao aggiungono la loro firma all'ordine del giorno Binetti 9/5534-bis-B/52.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Binetti n. 9/5534-bis-B/52, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Benamati, Marchioni, D'Anna, Boniver...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 384
Votanti 377
Astenuti 7
Maggioranza 189
Hanno votato
370
Hanno votato
no 7).

Prendo atto che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Costa n. 9/5534-bis-B/53 formulato dal Governo.

ENRICO COSTA. Signor Presidente, quest'ordine del giorno è finalizzato a correggere degli errori contenuti in un provvedimento del Governo, ma a correggerli con un criterio, impegnando il Governo a riprendere il parere approvato all'unanimità dalla Commissione giustizia della Camera. La questione riguarda la chiusura e la soppressione dei tribunali, di oltre 30 tribunali e 160 sezioni distaccate. Noi, attraverso questo ordine del giorno, vogliamo impegnare il Governo non a salvare tutti i tribunali che si prevedeva di chiudere, ma a farlo con un certo criterio.
Evitare la chiusura di quei tribunali per i quali sono stati fatti rilevanti investimenti, evitare la chiusura di quei tribunali che insistono su grandi circoscrizioni territoriali, evitare la chiusura di quei tribunali che costituiscono dei presidi in zone di criminalità organizzata! Quindi, il mio invito è quello di votare favorevolmente affinché questo Governo o il successivo Governo (non lo so) possa in qualche modo riprendere l'argomento, e tutto in conformità rispetto alla posizione della Commissione Giustizia della Camera.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma su questo ordine del giorno, e soprattutto per segnalare come effettivamente mai come in questo caso una valutazione programmatica dell'Aula può in qualche maniera consentire di porre rimedio a quello che è stato uno dei più gravi errori - a mio avviso - di questo Governo, cioè quello di tradire la delega che era stata offerta allo stesso Governo per poter in qualche maniera razionalizzare questo intervento. L'intervento non è stato razionale, questo ordine del giorno può consentire comunque una scelta che per il futuro promette sicuramente bene.

AMEDEO LABOCCETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, intervengo solo per apporre la mia firma.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, i tribunali sono sempre dei presidi Pag. 61di legalità, specie in alcuni territori, e aggiungo la mia firma all'ordine del giorno in esame.

UGO LISI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

UGO LISI. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma.

MARCO PUGLIESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO PUGLIESE. Signor Presidente, intervengo non solo per apporre la mia firma sull'ordine del giorno Costa n. 9/5534-bis-B/53, sottoscritto anche da altri miei colleghi, ma mi fa piacere che proprio alcuni esponenti del PdL, come Costa e Sisto, hanno capito l'errore più brutto compiuto dal Governo Berlusconi, ossia quello di delegare il Parlamento alla riorganizzazione dei tribunali. Oggi ci troviamo di fronte ad un paradosso assurdo, si stanno sopprimendo i tribunali minori, accorpandoli a quelli più grandi, quelli metropolitani, che non hanno né gli spazi, né le strutture idonee per poterli accorpare. Non solo - ripeto - sostengo fortemente questo ordine del giorno ma spero che tutti i colleghi, anche del PD, voteranno a favore di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Palomba, Di Stanislao, Pelino, Giammanco e Montagnoli intendono apporre la firma sull'ordine del giorno in esame.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Costa n. 9/5534-bis-B/53, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Centemero, onorevole Consolo, onorevole Ruben...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 383
Votanti 378
Astenuti 5
Maggioranza 190
Hanno votato
176
Hanno votato
no 202).

Prendo atto che i deputati Zaccaria e Consolo hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marinello n. 9/5534-bis-B/54 accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Pini n. 9/5534-bis-B/55.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, mi rivolgo al Governo. Dato che nella riformulazione c'è la parte dove chiaramente si chiede il rispetto dei vincoli di finanza pubblica (è una mia dimenticanza non averla inserita), il fatto stesso della valutazione è nelle premesse. Quindi, se si accetta l'ordine del giorno, è chiaro che la valutazione dell'opportunità di armonizzare norme, su una materia che in questo momento vede norme contrapposte, la valutazione della richiesta è già stata fatta. Chiaramente mantenendo nella riformulazione il rispetto dei vincoli di finanza pubblica vi è tutto quello che ne consegue perché la valutazione è di fatto nelle premesse. Chiedo questo.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, va benissimo, accogliamo la controproposta dell'onorevole Pini.

PRESIDENTE. Sta bene. Quindi è favorevole.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per Pag. 62la votazione degli ordini del giorno Faenzi n. 9/5534-bis-B/56 e Garofalo n. 9/5534-bis-B/57, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Nastri n. 9/5534-bis-B/58, Delfino n. 9/5534-bis-B/59, Maurizio Turco n. 9/5534-bis-B/60 e Toto n. 9/5534-bis-B/61, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gottardo n. 9/5534-bis-B/62, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno De Pasquale n. 9/5534-bis-B/63, Quartiani n. 9/5534-bis-B/64 e Compagnon n. 9/5534-bis-B/65, accettati dal Governo.
A questo punto, dobbiamo tornare all'ordine del giorno Zaccaria n. 9/5534-bis-B/46. Il Governo?

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, pregherei i presentatori, se fosse possibile, di apportare una leggera modifica del testo, ossia sopprimere, nella parte dispositiva, le parole: «ad evitare qualsiasi ulteriore proroga della convenzione» e, nelle more in cui si fa l'eventuale gara, consentire intanto che le trasmissioni vadano avanti, tanto più che, come la Camera ben sa, nel decreto crescita è contenuta una norma che stabilisce l'esigenza di garantire la pubblicità dei lavori parlamentari. Quindi, se questa riformulazione potesse essere accettata da parte dei presentatori, in questo caso il parere del Governo potrebbe essere favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole Zaccaria, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/5534-bis-B/46, proposta dal Governo?

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, qui non si tratta di impuntarsi su una formuletta, non siamo in sede legislativa, ma si tratta di un ordine del giorno. Il testo dell'ordine del giorno è esattamente uguale a quello accettato dal Governo nel gennaio 2012, quindi è semplicemente un impegno. Ora, se noi ci mettiamo a trattare sul fatto di togliere la proroga o aggiungerla, siccome sono dieci anni che la proroga viene fatta, credo che daremmo un segnale equivoco. Quindi, l'ordine del giorno rimane così com'è. La responsabilità politica è del Governo e si attrezzi, il Governo medesimo, ad adottare i provvedimenti perché questa gara sia fatta subito.

MARIO LANDOLFI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO LANDOLFI. Signor Presidente, comprendo le motivazioni che stanno alla base dell'ordine del giorno presentato dall'onorevole Zaccaria. Ritengo stia commettendo, ma è una mia valutazione, un errore a non accettare la riformulazione proposta dal Governo perché penso che nessuno in quest'Aula sia contrario ad una gara, ma, naturalmente, se la gara non c'è, c'è una convenzione in essere che può essere naturalmente prorogata. Poi aggiungo all'onorevole Zaccaria che prima è stato presidente della RAI, che gli italiani pagano un balzello strano, la cui natura non è perfettamente nota ai più, che è il canone RAI, canone RAI che va ad un'impresa, ad un'azienda. Perché gli italiani dovrebbero finanziare un soggetto imprenditoriale e non un oggetto? Perché dovrebbero finanziare il contenitore e non il contenuto? Perché si deve finanziare la RAI e non l'oggetto del servizio pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico)? Perché non mettiamo in gara anche il canone che potrebbe essere attribuito, non ad un'azienda predeterminata e prefissata, ma ad un'azienda che si impegnasse a fare, secondo i dettami del Parlamento, vero servizio pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico)? Lo dico, onorevole Zaccaria, e risento un po' della Pag. 63mia antica appartenenza politica, perché la RAI, che tanti meriti ha nella crescita e nell'evoluzione del Paese, è stata a lungo una TV di regime, a lungo un TV che ha discriminato.
La mia parte politica di un tempo non aveva accesso alla televisione pubblica pagata dai soldi del contribuente. Era Radio Radicale che trasmetteva i congressi di tutti i partiti politici. Era Radio Radicale che rappresentava una voce di libertà e di democrazia (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico) e oggi io non ho alcuna difficoltà, se resta questo l'ordine del giorno, cioè dove non c'è la proroga, nonostante non ci sia la gara, a votare contro questo ordine del giorno, che pure ha dalla sua delle motivazioni assolutamente comprensibili (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sull'ordine dei lavori vorrei proporre la seguente procedura di votazione, nel senso di chiedere la votazione per parti separate del dispositivo dell'ordine del giorno. In altre parole, credo che sostanzialmente dovrebbero essere tre le votazioni: una votazione sulla premessa; un'altra votazione sulle prime due righe della parte dispositiva, che vengono estrapolate, ossia: «ad evitare qualsiasi ulteriore proroga della convenzione per il servizio di trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari», e, l'altra, sulla parte, che viene mantenuta, in cui si impegna il Governo «a voler tempestivamente provvedere, in caso di mantenimento del servizio, affinché il Ministero dello sviluppo economico disponga (...)» e via dicendo.
Mi spiego rapidamente in una parola, signor Presidente, se posso contribuire. Il tema è il seguente: è del tutto evidente che tutti coloro, credo, che sono intervenuti su questo tema, anche da anni, sono convinti dell'esigenza, della necessità e non solo dell'utilità di procedere all'attribuzione di questo servizio attraverso una gara. Fino a questo momento il servizio è stato fornito con una procedura non di gara non perché chi sta facendo il servizio non volesse la procedura di gara, ma semplicemente perché chi doveva fare la procedura di gara non l'ha mai fatta. Quindi, chiarito che tutti siamo d'accordo affinché si faccia la gara e credo che sia parere comunque molto diffuso che l'utilità del servizio, a prescindere da chi lo fa - poi chi vi sta parlando pensa che chi lo fa lo faccia molto bene - è un'utilità reale, scrivere le prime due righe significa che se, non per colpa di chi fa il servizio, ma per colpa di chi dovrebbe fare la gara, la gara non si fa, noi abbiamo deciso che quel servizio finisce e termina, perché abbiamo previsto nelle prime due righe che quel servizio non si possa prorogare. Quindi l'intento - e ho concluso, signor Presidente - mio personale, ma credo della gran parte di coloro che hanno seguito questa vicenda, sia assolutamente che si proceda con gara, ma contemporaneamente che si salvaguardi questo servizio. Speriamo che chi deve fare la gara la faccia anche rapidamente e chi deve svolgere questo servizio possa averlo attribuito con gara e non, come accade effettivamente da tempo, attraverso una procedura di affidamento (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

RITA BERNARDINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che ci riconosciamo al cento per cento nelle parole pronunciate sia da Roberto Giachetti sia dall'onorevole Landolfi, ribadendo che Radio Radicale ha sempre chiesto che si facesse una gara, non truccata possibilmente, come avviene in molti altri settori. Credo che possiamo veramente adeguarci a quello che ha suggerito, con la votazione Pag. 64per parti separate, l'onorevole Giachetti (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO ZACCARIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, mi dicono che siamo all'ultimo giorno, all'ultimo voto e via dicendo. Signor Presidente, io chiedo solo una cosa; so che il Governo c'è oggi e non so se ci sarà domani, però io chiedo una cosa di principio: che il Governo si alzi e si impegni formalmente, perché è il Governo della Repubblica, a fare la gara nei tempi più brevi possibili. Con questa affermazione noi possiamo votare l'ordine del giorno, con la riformulazione indicata. Però voglio un impegno formale del Governo in quest'aula a fare la gara al più presto.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, ma inizio ad entrare in uno stato confusionale... Vi era una richiesta del responsabile dei lavori dell'Aula del gruppo del Partito Democratico rispetto alla possibilità di votare - come è possibile -, per parti separate, vale a dire in tre parti separate. Il presentatore può, naturalmente, opporsi a quella richiesta. Quindi, vorrei capire quale delle due deve passare.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico, a fronte della situazione che conosciamo, con il parere espresso dal Governo, ed anche in base alla discussione che c'è stata, propone esattamente ciò che lei ha riassunto, e cioè la votazione per parti separate. A meno che - e le chiedo di verificare prima questo -, il Governo dovesse pronunciarsi in maniera più esplicita rispetto alle ultime cose dette dal collega Zaccaria: in questo caso, a fronte di una condivisione tra Governo, Aula e così via, il parere diventerebbe positivo e, quindi, non si procederebbe al voto e decadrebbe il voto per parti separate.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, io ribadisco il fatto che procedere per gara anche nell'assegnazione di un servizio così importante fa parte del DNA di questo Governo. Abbiamo sostenuto più volte il principio di liberalizzazione; molte volte abbiamo incontrato delle difficoltà a realizzare ed attuare quei principi. Io non posso che riconfermare che la nostra stella polare rimane quella di fare gare ovunque sia possibile, naturalmente, tenendo conto di quella che è la situazione politica italiana. Quindi, può essere solo un impegno che prendiamo per realizzare nei tempi compatibili con l'evoluzione della situazione in politica italiana.

PRESIDENTE. Quindi, con questa premessa, rimane quella riformulazione. Prendo atto che l'onorevole Zaccaria accetta la riformulazione.

FLAVIA PERINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FLAVIA PERINA. Signor Presidente, credo che le rassicurazioni del Governo siano importanti, ma penso anche che sarebbe importante, visto che condivido la linea espressa dal collega Giachetti ed anche le valutazioni di Mario Landolfi, un voto dell'Aula su questo tema, che incardini, in qualche modo, questo principio e renda trasparenti le posizioni di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che i presentatori accettano la riformulazione e insistono per la votazione dell'ordine del Pag. 65giorno Zaccaria n. 9/5534-bis-B/46, accettato dal Governo, purché riformulato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zaccaria n. 9/5534-bis-B/46, nel Testo riformulato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Pietro, Nola, Raisi, Granata.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 391
Votanti 390
Astenuti 1
Maggioranza 196
Hanno votato
389
Hanno votato
no 1).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5534-bis-B)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Constato l'assenza dell'onorevole Iannaccone, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melchiorre. Ne ha facoltà.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la seconda legge di stabilità del Governo Monti, pur rappresentando l'atto conclusivo della legislatura in corso, aggiunge una delle tessere tra le più importanti all'articolata attività portata avanti dall'Esecutivo in poco più di un anno.
Ricostruire intorno al Paese la credibilità e la stima internazionale ha significato agire tempestivamente per mettere in sicurezza i conti pubblici, gettare le basi per la crescita e la ripresa economica e ridurre la spesa pubblica. Il traguardo che l'Italia è chiamata a raggiungere ha senza dubbio un orizzonte molto più ampio di quest'anno e di questa legislatura.
Abbiamo agito e agiremo - è bene ricordarlo - secondo una linea di azione condivisa con l'Europa fin dal momento in cui il nostro Paese ha assunto severi e non prescindibili impegni volti al risanamento dei conti pubblici e all'adozione di riforme radicali, a partire dalla previdenza e dal mercato del lavoro fino alla revisione dell'intera macchina statale.
Noi Liberal Democratici abbiamo votato oggi con convinzione e senso di responsabilità la fiducia al Governo, così come abbiamo fatto in tutti quei casi in cui il Governo ha inteso richiedere a questo Parlamento un voto di appartenenza e lealtà politica. Non lo abbiamo fatto per una pregressa e aprioristica adesione all'attività del Governo, qualunque essa fosse stata, ma perché, pur nella gravità e durezza delle misure poste in essere, abbiamo apprezzato e condiviso il progetto di salvare il Paese da una drammatica crisi economica e sociale, che, diversamente, ci avrebbe condotto ad un avvitamento economico e finanziario dalle conseguenze difficilmente immaginabili.
Signor Presidente del Consiglio, i Liberal Democratici auspicano che l'Italia non abbandoni per alcun motivo il virtuoso percorso intrapreso. Gli sforzi e i sacrifici compiuti dagli italiani e dalle loro famiglie impongono di proseguire il lavoro iniziato nell'immediato futuro con ancora più forza e determinazione.
Oggi, forse, per la prima volta dopo tanti anni, abbiamo la consapevolezza di potercela fare, di restituire fiducia non solo all'Europa tutta, ma a tutti noi. È per questo che voteremo favorevolmente questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Liberal Democratici-MAIE).

Pag. 66

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabbri. Ne ha facoltà.

LUIGI FABBRI. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, con questo provvedimento ci avviamo verso la fine di una legislatura travagliata e difficile, nella quale si sarebbero potute avviare quelle riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno da anni, ma che sono, di fatto, mancate, anche per l'urgenza di arginare le conseguenze drammatiche della crisi economica che stiamo attraversando.
Potremmo ritenerla un'occasione persa, che, tuttavia, solo nel corso dell'anno che si sta chiudendo, ha segnato un'inversione di tendenza, che è coincisa con l'insediamento del Governo Monti. Abbiamo cercato di sfruttare con responsabilità e coerenza questo scorcio finale di legislatura, approvando, di volta in volta, i provvedimenti e le scelte, anche dolorose, che il Governo ha sottoposto all'esame del Parlamento.
In questo modo, oltre ad avere messo in sicurezza i conti pubblici, avere riacquistato credibilità e autorevolezza agli occhi dei partner europei e internazionali e avere salvaguardato la stabilità economica del Paese, siamo convinti che si siano create le basi per dar vita, nella prossima legislatura, ad un vero e proprio rinnovamento e a quelle riforme di sistema invocate da molti, ma, nei fatti, mai realizzate.
Il provvedimento in esame, nel merito, torna in quest'Aula dopo essere stato in parte stravolto al Senato; una serie eterogenea di piccoli e micro interventi che danno un'idea confusa e casuale del futuro per la mancanza di un disegno complessivo e certamente per l'ormai avviata campagna elettorale. Pertanto, non possiamo non esprimere il nostro dissenso di fronte alle numerose modifiche introdotte, perché riteniamo che si sia perso di vista l'obiettivo principale, quello della crescita e della possibilità di ripresa dell'economia reale.
Vi sono, certamente, alcuni aspetti positivi, che andavano, forse, valorizzati e che avrebbero dovuto caratterizzare il disegno di legge in esame, che, al contrario, come sempre è accaduto nel passato, ha assunto le sembianze di un provvedimento omnibus.
Meritano in ogni caso apprezzamento le norme relative all'aumento delle detrazioni per i familiari a carico, i nuovi fondi per finanziare la cassa integrazione in deroga, la proroga dei contratti dei precari della pubblica amministrazione, il tanto auspicato ritorno dell'IMU ai comuni e, soprattutto, la gratuità delle ricongiunzioni pensionistiche, solo per citarne qualcuna.
Il nostro auspicio è che si possa partire dal lavoro svolto in questi mesi e dai sacrifici che gli italiani hanno affrontato con dignità, senza sprecare altre occasioni, per proseguire nel cammino già avviato anche nella prossima legislatura e dare un segnale forte di determinazione, di serietà e di concretezza, come strumenti essenziali di una politica volta alla crescita e al futuro.
Per queste ragioni, il nostro gruppo voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, noi riteniamo che l'intervento del Senato, cioè ciò che il Senato ha aggiunto, sia qualcosa che ha modificato profondamente, ma in peggio, questo disegno di legge di stabilità.
La cosa bella sarebbe oggi risentire cosa dicevano Ministri e Presidenti del Consiglio, da Berlusconi a Tremonti, da Monti a Grilli, a proposito di questa legge di stabilità che ha sostituito la vecchia legge finanziaria, in adesione al Semestre europeo. Dicevano tutti: non ci saranno assalti alla diligenza, come avveniva invece nelle vecchie leggi finanziaria. Ebbene, io penso invece che peggiori assalti alla diligenza di quelli che sono contenuti in Pag. 67questa legge di stabilità, non ci possano essere. Ed è una tragedia, perché questi assalti alla diligenza hanno fatto aggiungere al Senato 4 miliardi di nuove entrate, il che vuol dire che un nuovo aumento della pressione fiscale colpirà i cittadini ed i contribuenti italiani. Questo è ciò che il Senato ha fatto. Non bastava la vergogna di una pressione fiscale che è la più alta in Europa, ma dovevamo aggiungerci altri 4 miliardi! Alla faccia delle famiglie in crisi, delle imprese che non trovano convenienza ad investire e che quindi non creano occupazione. È evidente che siamo di fronte ad un atto peggiore di quello che avevamo prima. E che cosa ha aggiunto il Senato a questa legge? Innanzitutto un po' di regali. Un regalo alle banche: ancora una volta, la Tobin tax, nonostante un ordine del giorno che il Governo aveva accettato in quest'Aula a firma del collega Boccia e che anch'io avevo sottoscritto, non colpirà, come si paventava allora, i derivati e quindi non colpirà le banche. Ecco un regalo nuovo. E dopo non si dica che questo Governo non è il Governo delle banche! C'è un altro regalo bancario al Monte dei Paschi di Siena, che è fondamentalmente fallito. È una società fallita ed ha un amministratore delegato che era stato cacciato da Unicredit e si è fatto dare una buonuscita da 40 milioni di euro. L'amministratore delegato che stava in sella quando quella banca è fallita è andato a dirigere l'ABI, a fare il presidente dell'ABI, guadagnando un'indennità di qualche milione di euro. Ecco, così vanno le cose in questo Paese dove il Ministro Passera dice che non è vero che i manager delle banche guadagnano troppo. Per fortuna invece che almeno il governatore della Banca d'Italia Visco da mesi sta richiamando l'attenzione sul fatto che le banche non hanno fatto abbastanza per ridurre quelle indennità.
Non parliamo poi di cosa c'è dentro: piccoli condoni fiscali, una riduzione della tassazione alle imprese di assicurazione. Si è ridotto persino l'otto per mille che i cittadini possono lasciare allo Stato. Per le scuole non statali si è trovato un modo di finanziarle al di fuori del patto di stabilità. Ci sono vari fondi per le strade, ma non si capisce con quali criteri, non si capisce perché si dà alla Tirreno-adriatica o alla Pedemontana piemontese e non si dà ad altre, non si capisce perché ci siano i fondi per il turismo per regione Basilicata e non per altre regioni, non si capisce perché ci siano nuovi fondi all'editoria, non si capisce perché ci siano deroghe che consentano l'acquisto di auto blu; riguardo alle province, un altro scandalo: dovevano essere abolite, tutti dicevano di abolirle, poi di accorparle, e non se ne è fatto ancora nulla. Ci sono proroghe persino per evitare che le farmacie debbano fare sconti sui medicinali e c'è un intervento che permette all'industria farmaceutica di non effettuare gli sconti previsti dalla legge.
Signor Presidente, vede, quando noi, umili professionisti, abbiamo messo le nostre competente al servizio del Paese, o almeno abbiamo creduto o pensato di farlo, non immaginavamo certo che saremmo finiti in modo automatico in una massificazione del concetto di casta e che ci saremmo trovati a rispondere di tanti politicanti che, qua e là, sparsi sul territorio, diffusi in ogni ente dello Stato, si comportano come se lo Stato fosse cosa loro e non cosa di tutti. Lo dico anche per quelli che hanno riguardato il mio partito, a partire da Maruccio, verso il quale io continuo a portare e sentire il peso della responsabilità politica che avevo assunto verso il Paese. Io penso che ogni scandalo mediatico, anche se infondato, è venuto poi addosso al nostro partito, anche al mio partito, ad onta di tutti coloro che invece, ritenendolo un servizio al Paese, come altri tanti seduti in quest'Aula, ci hanno messo la faccia.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 16,55).

ANTONIO BORGHESI. Ogni singolo emendamento che abbiamo presentato, signor Presidente, ogni interrogazione, ogni contro-manovra, ogni interpellanza, ha seguito la politica di lotta e di contrasto a questo Governo, a lei e al suo Governo, Pag. 68che avete spacciato per medicina la cura che avete dato al Paese. Sono d'accordo che non sarebbe stata sufficiente un'aspirina, signor Presidente, ma lei non ha inteso guarire altro che quella parte del nostro corpo elettorale che a lei e alla sua politica avrebbe giovato: i tifosi della Ferrari piuttosto che i grandi gruppi siderurgici, con un occhio apparentemente sobrio nei confronti delle banche, ma, come vedete, anche qui dentro ci sono poi i regali alle banche. Ciò perché ogni atto del suo Governo è stato come quello di chiunque lavori in questo palazzo: è stato un atto politico! E quando non le è più bastato il loden per sentirsi della casta bramina rispetto a noi, nefandi e politici meschini della casta, lei, signor Presidente, ha tradito la sua vera natura e ha indossato il costume italiano, quello della casacca che si cambia ora a destra ora a sinistra in base a chi le assicura la devozione. Cambiano i soggetti, signor Presidente, ma la politica rimane quella di sempre, quella che aveva portato il Paese allo sbando e che dopo un anno lo ha reso in questa condizione. Una lista personalistica, signor Presidente, interessi da tutelare e qualche volta anche l'intelligenza di aver ben preso le distanze dalla politica, come lei ha cercato di fare.
Ora, però, finalmente, domenica, signor Presidente, se lei interrompesse questo Avvento che sta monopolizzando l'attenzione di noi tutti, quasi quanto quella attuale del Messia, annunciando così la sua venuta, dovrà raccontarci cosa intende fare davvero per questo Paese e con chi. La voglio informare, signor Presidente, che nel presepe che si sta allestendo, complice l'atmosfera di questi giorni, non ci sono più pecore e pastori, ma ci sono cittadini consapevoli che hanno smesso di credere ai miraggi, che chiedono di vedere riconosciuti i loro diritti costituzionali, il lavoro in primis; che chiedono un Paese civile dove Ministri e sottosegretari vadano a lavoro a piedi o in autobus, dove i parlamentari guadagnino in maniera equa ma non abbiano un vitalizio e nemmeno una pensione dopo pochi anni, dove le scuole e gli ospedali migliori siano pubblici; chiedono un Paese dove divertirsi sia un diritto e non un lusso, dove crescere i figli sia un'opportunità e non un sacrificio; chiedono un Paese dove l'equità sociale sia concreta e non solo una dichiarazione e un fatto culturale; chiedono ai Re magi, signor Presidente, sviluppo, equità e giustizia. Ma lei, Presidente Monti, che cosa ci ha messo? Signor Presidente Monti, nemmeno i bambini crederebbero più che lei ci abbia messo oro, incenso e mirra, come vuol far credere (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pugliese. Ne ha facoltà.

MARCO PUGLIESE. Signor Presidente Fini, la componente politica Grande Sud, dopo aver dato questa mattina la fiducia al Governo, quest'oggi in Aula voterà anche favorevolmente sul provvedimento. Lo farà per tre motivi essenziali.
Innanzitutto perché è l'ultimo disegno di legge che verrà approvato in questa legislatura; a me l'onere e l'onore di fare la dichiarazione di voto.
Lo farà anche per un aspetto di responsabilità nazionale nei confronti del Paese, perché come più volte ha richiamato il Presidente della Repubblica, Napolitano, c'era bisogno di un equilibrio politico, quell'equilibrio politico che desse fiducia al Paese, fiducia di cui hanno bisogno i mercati e anche lo spread, e questo, da qualche mese, si sta verificando.
Voteremo favorevolmente sul provvedimento anche perché abbiamo esaminato, con i colleghi presenti, il capogruppo Misiti ed il collega Fallica della V Commissione (Bilancio), i contenuti del disegno di legge e, effettivamente, devo dire che si tratta di una buona legge di stabilità: si è lavorato nell'interesse del territorio nazionale, soprattutto per la collettività.
Entrando nel merito, credo sia fondamentale per la sopravvivenza degli enti locali, e dei comuni in particolare, che il gettito dell'IMU rimanga ai comuni, così come è stata cancellata la ritenuta del 2,5 Pag. 69per cento sul TFR per i dipendenti pubblici. Inoltre, sono previsti tanti investimenti nei settori delle infrastrutture, dell'energia e dell'aerospazio, che serviranno sicuramente anche per rilanciare l'economia del Paese.
Ma un merito va anche - l'ho fatto notare stamattina durante le dichiarazioni di voto al Ministro Fornero e lo faccio adesso al sottosegretario Martone - per avere pensato agli ammortizzatori sociali per le imprese e per i tanti lavoratori. Aver messo 900 milioni di euro rispetto agli 800 già dati, sicuramente è stata una boccata d'ossigeno per tante imprese e tanti lavoratori che oggi vivono questa situazione di cassa integrazione.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARCO PUGLIESE. Quindi concludo, Presidente Fini, formulando un auspicio: che il prossimo Governo lavori per il rilancio del Paese nei campi della crescita e dello sviluppo. Io credo che non si possa puntare sullo sviluppo del Paese, se non si investe nel Mezzogiorno. In questa legge di stabilità sono stati dati soldi per la TAV Lione-Torino, e da Salerno in giù non ci sono nemmeno le autostrade e le ferrovie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo solo per confermare il nostro voto favorevole alla legge di stabilità con le ragioni che abbiamo esposto questa mattina durante il voto di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, anche noi confermiamo il nostro «sì» a questo provvedimento. Siamo alla conclusione, come è stato ricordato, della legislatura, e non c'è dubbio che ciascuno di noi fa riferimento anche al passato, a quella che era la situazione economica del nostro Paese. Certo, questo provvedimento porta avanti un'azione che deve essere eseguita per intero. Abbiamo detto più volte che il Paese è stato chiamato a fare dei sacrifici, che il Paese ha risposto, ma ha risposto anche nella speranza e nella prospettiva che, dopo i sacrifici, ci siano anche delle prospettive di sviluppo.
Noi capiamo e comprendiamo quali siano state le difficoltà da parte del Governo, qual era la situazione economica che è stata recuperata, e possiamo dire con molta chiarezza che è stata recuperata una situazione gravissima non solo sul piano economico, ma anche sul piano politico, sul piano della prospettiva, sul piano dell'immagine, e non c'è dubbio che queste siano le premesse perché lo sviluppo e la rinascita possano avere uno svolgimento concreto e reale.
Non c'è dubbio che il percorso deve articolarsi e deve proiettarsi secondo canoni di giustizia e di equilibrio. Sappiamo quali sono state anche le modifiche intervenute al Senato, quando il recupero e soprattutto le spese sono stati minori delle entrate, e questa credo che sia nel triennio una previsione importante e fondamentale, e anche gli altri provvedimenti che sono stati ricordati anche dai colleghi per quanto riguarda i provvedimenti sui tribunali, la telematica, il trasporto telematico ed i procedimenti di carattere amministrativo.
Sono stati adottati certamente provvedimenti di grande impegno qui alla Camera e anche del Senato, ma tutto questo - lo dico con estrema chiarezza - sarebbe vanificato se l'azione non continuasse, se il dato politico non prendesse il sopravvento rispetto alla miriade di interessi e di coaguli che ci sono all'interno del nostro Paese, di rendite parassitarie che sfuggono anche al controllo del Governo e soprattutto al controllo del Parlamento.
Non c'è dubbio che una legge di stabilità come questa ha senso e ha significato se ci si appropria anche delle decisioni e se questo momento che noi viviamo viene vissuto come un momento deliberante, Pag. 70concreto e vero rispetto a quelle che possono essere state anche nel passato delle fughe e soprattutto dei ritorni indietro.
Io ritengo che l'economia sia il simbolo e l'espressione di una sana politica. Io ritengo che con questo provvedimento ci stiamo confrontando su questi principi, ci stiamo confrontando su questi dati che sono fondamentali per gli interessi del nostro Paese. Non c'è un'economia vera, c'è un'altra cosa, se non c'è la politica che abbia il primato e che si appropri del suo primato, una politica che dirada - come dicevo poc'anzi - il coagulo delle corporazioni e soprattutto delle incidenze estranee che possono determinare dei contraccolpi e delle alterazione di carattere negativo.
Noi diamo il sì ovviamente, il sì motivato con questo tipo di valutazione e con questo tipo di ragionamento. Non è un sì acritico, certamente non è un sì senza alcun condizionamento, ma un sì perché noi siamo convinti che abbiamo iniziato un percorso. Qualcuno dei relatori ha detto che ci troviamo di fronte ad una situazione nuova, e noi diamo un sì perché questa fase nuova possa essere seguita e possa essere un dato forte di riferimento per il nostro Paese, ma soprattutto per l'economia del nostro Paese e soprattutto per i territori, per quei territori che certamente anelano e agognano con molta forza di inseguire una prospettiva vera di sviluppo, e soprattutto di traguardi sul piano economico che diano una sicurezza anche per quanto riguarda il futuro.
L'ultima battuta, il signor Presidente me lo consente. Qualcuno faceva riferimento alle infrastrutture, alla Lione-Torino. Ritengo che, anche su questo tema, nella prossima legislatura ci si dovrà chiarire le idee, perché dire di no o avere delle preoccupazioni per quanto riguarda la politica infrastrutturale del nostro Paese sia un dato marginale, ma soprattutto negativo, se vogliamo inseguire realmente una politica di sviluppo economico (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, questo è l'epilogo di un anno di disastri per i cittadini, per le famiglie e per le imprese. Con oggi si conclude una bruttissima pagina che, devo dire, ha macchiato la storia di questa Repubblica attraverso un'azione di un Governo non eletto, che ha di fatto sradicato ciò che era stato creato dall'elettorato attraverso un voto democratico, il quale aveva dato vita a una legislatura di riforme, una legislatura che doveva vedere nascere finalmente e concretizzarsi il federalismo. Sono state realizzate, all'inizio di questa legislatura, azioni legislative importanti, come la legge n. 42 del 2009 e almeno altri dieci decreti legislativi attuativi di quella riforma che doveva essere il pilastro, lo scheletro di quel nuovo rapporto tra elettori ed eletti e tra autonomie e Stato.
Ciò, invece, è stato tutto demolito con i vari provvedimenti di questo Governo e questa maggioranza inedita, PD e PdL. Ricordiamoci che adesso tutti criticano l'IMU, tutti criticano l'aumento dell'entità delle tasse, ma l'avete votato voi. Solo noi della Lega Nord non abbiamo mai dato la fiducia a questo Governo e mai abbiamo votato alcun tipo di provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Quindi anche il PdL, Berlusconi, che adesso dice che vuole togliere l'IMU, bastava che non votasse l'IMU nel decreto-legge «salva Italia» o che venisse in Parlamento. Abbiamo avuto un anno di tempo per modificarlo e ciò non è stato fatto. Adesso, in campagna elettorale, avendo da sparare le sue cartucce con le pistole ad acqua va e parla di IMU. È chiaro, i dati sono tragici, talmente tragici che però ammettono anche una verità. È l'ABI, l'Associazione delle banche italiane, che ieri dice che il risultato della calmierazione del differenziale con i titoli tedeschi, cioè lo spread, non è merito delle azioni di questo Governo e di questa maggioranza, ma è squisitamente merito dell'azione Pag. 71della BCE, tanto che nell'anno prossimo prevede un'ulteriore riduzione del PIL dello 0,6 per cento.
Questo significa quello che abbiamo detto noi: il troppo rigore non ha portato sviluppo ma ha fatto aumentare le tasse, ha fatto aumentare il debito, tanto che dai 60 miliardi di euro previsti di aumento del debito siamo arrivati addirittura a 100 miliardi di euro di aumento in un anno. Ciò ha fatto sì che sia stato sforato il tetto dei 2 mila miliardi di euro di debito pubblico, un macigno che le politiche consociative degli anni Ottanta e Novanta hanno messo in capo a ogni singolo cittadino. È un freno allo sviluppo, è un peso che frena lo sviluppo.
Di fatto abbiamo il 5 per cento in meno di produzione industriale in questo anno, abbiamo 8 miliardi di euro in meno per la contrazione dei prestiti, 19 miliardi di euro alle imprese e 8 miliardi di euro alle famiglie. I mutui per la prima casa sono scesi del 31 per cento, la disoccupazione l'avete fatta aumentare dal 9 all'11,5 per cento attraverso le vostre politiche di rigore. Il debito pubblico, come ho detto, è aumentato e ha sforato il tetto dei 2 mila miliardi di euro.
Il rapporto deficit/PIL sta raggiungendo i limiti di Maastricht del 3 per cento.
Quindi, che cosa era da fare in questa legge di stabilità che non è stato fatto? Per esempio, occorreva procedere con la riforma sull'IRAP per dare fiato alle imprese e per fare sì che si crei nuova occupazione e nuovo PIL. Invece, voi non lo avete fatto. Anzi, attraverso l'apposizione dell'IMU sulle categorie D, data esclusivamente allo Stato, avete fatto sì che l'impresa venga ad essere nuovamente colpita, perché se i sindaci non hanno la possibilità di avere introito dei capannoni e delle parti industriali (che ovviamente sono tutti al Nord e non sono al Sud) non avrà altra via che aumentare questa aliquota, facendo sì che le imprese debbano vedersi quindi ancora maggiormente tassate. Le imprese, quindi, guarderanno all'estero e ad altri territori e certamente non avranno più stimolo a realizzare nuovi fabbricati, nuove imprese e nuova economia sui nostri territori.
Anche per quanto riguarda le coperture, 2,5 miliardi sono stati presi dal capitolo dei crediti alle imprese per pagare l'aumento di capitale della BEI. Per pagare altre nuove spese sono stati presi i soldi dai crediti degli imprenditori. Oltre a non pagarli perché c'è il Patto di stabilità, oltre a chiedergli maggiori tasse attraverso l'IMU sui capannoni, addirittura gli avete ridotto la possibilità di avere indietro i loro crediti. È uno Stato, quindi, contro l'impresa e lo sviluppo.
Però siete riusciti con molta facilità ad aiutare la solita banca di sinistra: il Monte dei Paschi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Gli abbiamo regalato 3,9 miliardi, ma almeno l'avessimo nazionalizzata, almeno che lo Stato fosse entrato attraverso il Ministero nella governance di questa banca con l'immissione di un membro del Governo nel CdA. Almeno avremmo potuto decidere che questi soldi sarebbero stati utilizzati per maggiori crediti alle famiglie e alle imprese. No, gli avete dato 3,9 miliardi e in cambio ci hanno dato dei pezzi di carta che sono praticamente dei titoli inesigibili. È stata praticamente una regalia a delle banche attraverso la spremitura di tutte quelle famiglie e di tutti quei cittadini che si sono visti il 17 dicembre a dover pagare l'IMU e avere volatilizzato la loro tredicesima e la loro mensilità di dicembre. È un mondo al contrario, l'ho sempre detto: sono le casalinghe che aiutano le banche a salvare se stesse.
Quindi, come dicevo all'inizio, è una fine di legislatura ingloriosa per gli enti locali e per le autonomie, tanto che avete già dovuto decidere ora che i bilanci dei comuni e degli enti locali non si possono fare il 1o gennaio. Bisogna già prevedere il termine della redazione dei bilanci preventivi al 30 giugno. Questo significa che, dopo cinque anni di legislatura, non c'è un filo di federalismo, non c'è un filo di autonomia, non c'è un filo di possibilità di avere una previsione degna di questo nome per l'autonomia finanziaria e istituzionale Pag. 72degli enti locali e, quindi, abbiamo buttato via un periodo nel quale era doveroso per noi riuscire a dare delle risposte ai sindaci, ai presidenti di province e ai presidenti di regione che sono coloro che quotidianamente sono in prima linea a risolvere i problemi dei cittadini e a dare i servizi primari ai cittadini (gli asili, le scuole, la sanità, il lavoro, gli uffici per l'impiego e quant'altro).
È chiaro che una situazione di questo tipo e una legge di stabilità di questo tipo fanno rabbrividire anche Cirino Pomicino. Siamo arrivati a 500 commi in una legge di stabilità. Cirino Pomicino penso che adesso applaudirà a questo sistema che è stato nuovamente intrapreso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Ricordo che fu proprio la Lega Nord, assieme a Tremonti, con il decreto-legge n. 112 del 2008, a dare inizio all'inversione di tendenza da quel metodo da «prima Repubblica» (che ci ha portato al debito pubblico di cui parlavo prima) e a fare una politica triennale di redazione dei bilanci e a cercare il rigore nei provvedimenti di previsione economica e di evitare il microsettoriale, il localistico e tutto ciò che era squisitamente ordinamentale e che, invece, al Senato abbiamo visto riprendere quota attraverso il partito della spesa.
Se questo è venuto fuori è, a mio avviso, proprio perché il Partito Democratico è il partito della spesa pubblica che ha preso il sopravvento in questa legge di stabilità.
Dovremo essere seriamente preoccupati se il Partito Democratico diventerà maggioranza, addirittura con un altro partito della spesa pubblica e del debito pubblico che è quello di Vendola (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Ecco, una maggioranza di questo tipo sarà sicuramente deleteria per le casse di questo Stato, uno Stato che oramai è al capolinea e lo dimostra anche l'inconsistenza numerica e fisica di questo Governo che oggi, nel suo ultimo giorno di vita, non viene neanche a presentarsi in Aula.
Non c'è neanche un sottosegretario o Ministro dell'economia e delle finanze che venga a difendere questo schifo di legge di stabilità. Mi scusi, signor Presidente. Abbiamo un Presidente del Consiglio che non è in quest'Aula da almeno due mesi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) e invece avrebbe dovuto venire lui a chiedere l'ennesima fiducia di un disastro economico che ha portato alla distruzione di quanto eravamo noi riusciti a creare attraverso il federalismo fiscale con la legge 5 maggio 2009, n. 42. Ringrazio i colleghi della Lega Nord Padania per aver sostenuto con forza quanto il Ministro Calderoli fece con la legge 5 maggio 2009, n. 42, che voi avete distrutto con solo due provvedimenti e due apposizioni di fiducia senza mai essere stati eletti né votati da nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, a nome del gruppo preannuncio il voto favorevole su questo disegno di legge di stabilità che si presterebbe a molteplici considerazioni, ma non ne abbiamo il tempo. Diciamo sinteticamente che questa legge di stabilità - che rappresenta il documento primo del primo Semestre europeo, che è entrato in vigore dal 2011, cioè la prima legge di stabilità nel corso del Semestre europeo con cui inizia l'epoca della governance economica europea e punta al 2020 - rappresenta l'ultima legge di stabilità di questa legislatura.
Essendo l'ultima di questa legislatura esporrebbe ad una tentazione, quella di fare un bilancio di quello che è successo nei primi anni di questa legislatura in cui ci si raccontava che vivevamo una situazione ottimistica, in cui non vi era da preoccuparsi; una legislatura che continuava, dopo l'inizio, con esperienze di cosiddetta finanza creativa, e poi vedeva seguire la filosofia dei tagli lineari che colpivano un po' dappertutto, determinando condizioni di grande ingiustizia e sostanzialmente esponendo il nostro Paese ad una condizione di difficoltà che si Pag. 73sommava alle difficoltà precedenti e che ci presentava, alla vigilia della crisi internazionale, in una situazione evidentemente molto difficile, più difficile di quanto potesse invece essere se avessimo continuato sulla scorta di quelle indicazioni che avevamo dato con il sempre compianto Ministro Padoa-Schioppa, che ci aveva raccomandato di procedere sul sentiero della stabilità ma anche dell'equità e dello sviluppo e che soprattutto, sul versante della spesa, aveva specificato che si dovesse procedere ad un'analisi rigorosa, in modo tale da evitare di assumere decisioni e prendere misure che colpissero alla cieca, come si diceva prima.
Abbiamo, sull'onda di questa impostazione, di questa filosofia di Governo, sfiorato il default, come noi sappiamo. Bisognerebbe spiegarlo alla casalinga di Voghera, onorevole Simonetti, all'eroica casalinga di Voghera, o alla «sciura» Maria di Quarto Oggiaro, dove eravamo arrivati per quelle misure e quelle manovre che voi votavate allegramente, tra frizzi e lazzi, mettendo il Paese nella condizione in cui si è venuto a trovare; e quando abbiamo rischiato il default noi ci siamo assunti la responsabilità, come Partito Democratico, di mettere al primo posto il bene del Paese. Abbiamo detto: l'Italia prima di tutto, e non ci interessa andare al voto subito per scontare quelli che sono i probabili - tutti i sondaggi lo dicevano - risultati che ci davano come partito vincente.
Quindi abbiamo dato una mano notevole e fondamentale in questa che è stata definita una strana maggioranza per perseguire e conseguire questi risultati di stabilità della finanza pubblica, di rimettere in condizioni di controllo la finanza pubblica e però di farlo con equità, per cui abbiamo anche in questa legge di stabilità, che è arrivata in un certo modo, lavorato alacremente per inserire misure a favore delle famiglie, vorrei ricordare - non è il tempo di fare specificazioni - del lavoro, delle imprese.
Abbiamo consegnato al Senato il compito di migliorare quanto non eravamo riusciti a fare per ragioni di tempo. Il che è avvenuto per la partita degli enti locali. Vorrei ricordare che è stato migliorato il Fondo di solidarietà, di circa 400 milioni di euro, a favore degli enti locali, in termini di minor taglio di 250 milioni e di 150 milioni in termini di ridotazione del fondo di riequilibrio, attuale fondo di solidarietà.
Così come stati eliminati alcuni vincoli ed è stato determinato un allentamento di circa 200 milioni di euro per i piccoli comuni che entreranno nel Patto di stabilità: 180 milioni, per l'esattezza, per i piccoli comuni e 20 per la sperimentazione dell'armonizzazione dei bilanci. Così come si è intervenuti al Senato sulle regioni per il Patto di stabilità verticale, che favorisca un riequilibrio a favore degli enti locali, fermo restando l'obiettivo che devono conseguire le regioni al loro interno per quanto riguarda i conti pubblici e la finanza locale, così come per quanto riguarda l'IMU che vorrei ricordare, sempre ai colleghi qui in Aula, che ha una data di nascita ed una paternità ben precisa. Certamente, lo possiamo raccontare, ma andiamo a ricordare chi ha previsto l'IMU e chi l'ha fatta nascere e, quindi, non raccontiamo cose che non rispondono a verità.
Ma non voglio fare polemiche e mi avvio alla conclusione, signor Presidente: abbiamo inserito al Senato, con il nostro contributo, ulteriori misure di equità sulle pensioni di guerra, sul Fondo per le non autosufficienze, sul Fondo per le politiche sociali, per i quali due ultimi fondi si sono incrementate le risorse, così come per gli ammortizzatori sociali in deroga.
Insomma, termino, signor Presidente, perché non ho tempo: in questa strana maggioranza noi abbiamo dato - crediamo e lo si può constatare con dovizia di particolari, attingendo ai documenti - un contributo di fondamentale importanza perché ci possiamo definire una forza tranquilla e di grande responsabilità; una forza che avrà sicuramente l'appoggio della maggioranza degli italiani, che non sarà più una maggioranza strana, ma una maggioranza che ci consentirà in questo Parlamento di continuare su questo sentiero Pag. 74per rimettere definitivamente sotto controllo i conti pubblici che, grazie a ciò che è capitato prima, sono stati portati fuori controllo e ci permetterà anche di realizzare maggiore equità e soprattutto di perseguire quel sentiero di crescita che noi speriamo assicuri un grande futuro al nostro Paese grazie ad una forza politica come quella del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI. Signor Presidente, il Popolo della Libertà voterà il disegno di legge di stabilità per senso di responsabilità nei confronti del Paese e degli impegni assunti in sede europea, consapevole del lavoro che è stato svolto al Senato e che noi consideriamo complessivamente in modo negativo, così come è stato anche ricordato questa mattina perché, di fatto, abbiamo aumentato la spesa ed adottato dei meccanismi di entrata che riteniamo essere un'ulteriore forma di prelievo nei confronti dei cittadini.
Quindi, pertanto, la legge non è stata complessivamente migliorata rispetto al lavoro che è stato svolto alla Camera, se non per il fatto che ci sono, all'interno della legge di stabilità, degli elementi che consideriamo importanti.
Non voglio cadere nella polemica o nel confronto che è avvenuto già anche nelle ultime parole che ha pronunciato l'amico Lino Duilio relativamente ai cinque anni scorsi. È evidente che si è aperta la campagna elettorale ed è altrettanto evidente che questa è una legge di stabilità che, di fatto, apre il ciclo elettorale, come accadeva con le leggi finanziarie di qualche anno fa, che prevede molta spesa, una spesa anomala e che sicuramente, da questo punto di vista, dimostra come, ancora oggi, le riforme che abbiamo portato avanti insieme in quest'Aula e in questa legislatura, nella modifica degli strumenti di bilancio, negli interventi che sono stati fatti a livello costituzionale, compreso il pareggio di bilancio, sono passi in avanti importanti, ma ancora non ci mettono al riparo da quei meccanismi tanto vituperati che sono stati ricordati dai miei colleghi.
Quindi, insomma, per cercare di ridurre davvero la spesa, bisogna avere una classe politica che creda profondamente nel fatto che ci debba essere una spesa virtuosa, che ci debba essere un controllo migliore di quello che è stato fatto negli anni scorsi, ma che ci debba anche essere un salto di qualità politico che - ci auguriamo - possa avvenire nella prossima legislatura.
Noi non abbiamo problemi, onorevole Duilio, a ribadire che il lavoro svolto dal Popolo della Libertà nei cinque anni, caro Lino, è stato un lavoro importante, nel peggiore ciclo storico per quello che riguarda una fase di economia drammatica, dove il Popolo della Libertà ha governato per tre anni e mezzo insieme alla Lega Nord Padania portando, io credo, risultati importanti per quello che riguarda la tenuta del sistema Paese. Non siamo andati certo a rischio default per l'economia reale, quanto per le questioni di carattere finanziario dei mercati che ben conosciamo. È paradossale che lo stesso Primo Ministro Monti abbia dichiarato, qualche giorno fa, che in fondo lo spread non è così importante, mentre un anno fa l'elemento dello spread ha portato il Governo Berlusconi a fare un passo indietro rispetto a un problema complessivo che era stato evidenziato, nonostante non sia stato battuto in termini di maggioranza in quest'Aula.
Allora, io credo che vi debba essere più equilibrio, perché la prossima campagna elettorale mi auguro possa essere sui contenuti, non sulla propaganda ma sui contenuti. In termini di contenuti è evidente che vi è il tema della riduzione della pressione fiscale, su cui noi vogliamo ribadire un impegno prioritario intervenendo proprio su quell'IMU che è stata stravolta, onorevole Duilio (e lo dico anche al collega Simonetti), da questo Governo, perché l'IMU che avevamo concepito era molto diversa. Quindi, questa IMU va abolita sulla prima casa, va abolita. Questo Pag. 75è l'impegno che ci assumiamo. Allo stesso modo, ricordo il Fondo che è stato attivato e voluto dal nostro relatore Brunetta, in particolar modo, relativamente alla riduzione della pressione fiscale, con la riduzione degli interessi sul debito pubblico. Quello che ha detto stamattina il presidente Cicchitto, relativamente a un impegno specifico per quello che riguarda la riduzione dello stock del debito, con soluzioni concrete che ci consentano di portare nuove risorse alla riduzione fiscale, è un impegno serrato, per consentire alle nostre aziende di avere uno Stato che le affianca e che va ad eliminare la burocratizzazione.
La campagna elettorale verterà su questi argomenti e non certamente sulla demagogia che, purtroppo, ancora una volta abbiamo sentito in quest'Aula. Noi ribadiamo quello che è stato l'impegno di questi cinque anni, un impegno orgoglioso che consente al Paese di stare ancora in piedi e di guardare al futuro con delle difficoltà, ma speranzoso di poter risolvere e riprendere un percorso virtuoso di crescita (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà per un minuto.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, la delegazione radicale, all'interno del gruppo del Partito Democratico, non parteciperà a questa votazione, pur avendo votato la fiducia, perché fra le tante iniquità contenute in questo provvedimento, mentre a reti unificate va in onda il rammarico della Ministra Severino perché non è stato approvato quel suo inutile provvedimento, ai fini della tensione nella popolazione penitenziaria, vi è l'azzeramento dei fondi destinati al lavoro nelle carceri, quando si sa che se i detenuti lavorano nelle carceri la recidiva si riduce all'1 per cento rispetto al 70 per cento. Allora, sono parole vuote!
Noi, domani e dopodomani, nelle carceri e ovunque, daremo voce alla lotta di Marco Pannella con due giorni di sciopero totale della fame.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barani. Ne ha facoltà per un minuto.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo solamente per cogliere quanto il collega Simonetti della Lega Nord Padania diceva a proposito dell'IMU, mettendo il dito nella piaga. Effettivamente, ha ragione. È una vessazione, è un balzello. Ma, sono stolti coloro che non lo sanno riconoscere e noi riteniamo che averlo riconosciuto sia un punto a nostro vantaggio, perché solamente i saggi riescono a riconoscere gli errori che eventualmente fanno e credo che vi porremo rimedio quanto prima.
Un'ultima considerazione, signor Presidente. In quest'Aula il Presidente Monti non è quasi mai venuto. I giornali, quando si è insediato, dicevano che aveva un modo più sobrio di fare politica, che è proprio quello di snobbare il Parlamento. Credo che questo sia un punto e una macchia a suo sfavore, perché questa è la rappresentanza del popolo sovrano e perché è stato più con la Merkel che con noi.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5534-bis-B)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 5534-bis-B, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Colucci, Moroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

«Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato Pag. 76(legge di stabilità 2013)» (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (5534-bis-B):

Presenti 369
Votanti 364
Astenuti 5
Maggioranza 183
Hanno votato 309
Hanno votato no 55
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Prendo atto che i deputati De Micheli e Antonio Pepe hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Si riprende la discussione del disegno di legge A.C. 5535-B (ore 17,37).

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015 (e relative note di variazioni).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5535-B)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 5535-B, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Pietro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015 (e relative note di variazioni)» (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (5535-B):

Presenti 370
Votanti 366
Astenuti 4
Maggioranza 184
Hanno votato 307
Hanno votato no 59
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Prendo atto che il deputato Antonio Pepe ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 18 dicembre 2012, n. 223, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni politiche nell'anno 2013 (A.C. 5657) (ore 17,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 18 dicembre 2012, n. 223, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni politiche nell'anno 2013.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 1.500, che è in distribuzione, in relazione al quale risulta alla Presidenza che i rappresentanti di tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti. La Commissione bilancio ha già espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 5657). Avverto che gli emendamenti Maurizio Turco 1.3, 1.2, 1.11, 1.12, 1.19, 1.52, 1.51, 1.21, 1.20, 1.18, 1.28, 1.29 e 1.27, Mecacci 4.1, Abrignani 1.55, Libè 1.9, Bertolini 1.53, 1.42, 1.44 e 1.38 sono stati ritirati dai presentatori.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 5657)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 5657).Pag. 77
Ha chiesto di intervenire il presidente della Commissione affari costituzionali, onorevole Bruno. Ne ha facoltà.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere al collega Bressa, che a seguito dell'iter un po' sofferto da parte di questo provvedimento ha ritenuto di dimettersi, se può rivedere la propria posizione e venire qui al tavolo dei nove per riassumere il ruolo di relatore. Perché abbiamo lavorato cinque anni, non a caso è stato nominato relatore di questo provvedimento, quindi lo invito a rivedere questa posizione anche per come si è concluso (almeno adesso sarà il voto dell'Aula a stabilirlo) e la fatica credo che vada condivisa da parte di tutti i colleghi di tutti i partiti.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Bressa si accinge ad accogliere il suo invito.

MASSIMO POLLEDRI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, intervengo per segnalarle quanto è successo poco fa in Commissione Bilancio. C'è stata una convocazione mentre c'era la seduta in atto e io mi sono allontanato perché il collega Giorgetti aveva finito e stavamo votando. Ora mi dicono che mentre si stava quasi votando la Commissione Bilancio senza relatore ha dato parere favorevole sull'emendamento della Commissione. Mi sembra che sia un'irritualità da non prendere ad esempio, da non prendere in qualche modo come precedente, e chiedo che in qualche modo sia censurata perché capisco che è l'ultima seduta, capisco che è anche Natale però...

PRESIDENTE. Ne parlerò con il presidente della Commissione che lei ben conosce. Si intende che gli iscritti a parlare sul complesso degli emendamenti vi abbiano rinunciato. Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIUSEPPE CALDERISI, Relatore. Signor Presidente, felice che il mio relatore gemello abbia riassunto qui accanto le sue funzioni. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.500, ed esprime parere favorevole sull'emendamento 5.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mentre su tutti gli altri emendamenti, ove siano rimasti, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Alla Presidenza risulta anche l'emendamento Cera 1.34...

GIUSEPPE CALDERISI. Signor Presidente, su tale emendamento il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

SAVERIO RUPERTO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea sull'emendamento 1.500 della Commissione, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 5.200. Il Governo esprime altresì parere contrario su tutti gli altri emendamenti.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.500 della Commissione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, questo è un emendamento fatto dai partiti di maggioranza senza aver voluto rendere partecipe in modo formale la Lega. Soprattutto la cosa grave è che abbiamo passato tutta la giornata di ieri con un tira e molla tra il PdL e il PD per vedere quali potevano essere le soluzioni migliori per questa legge che doveva essere una legge tecnica, una legge che tutte le altre volte era stata fatta in modo più veloce, in modo più condiviso da parte di Pag. 78tutti i gruppi. Perché succedeva questo? Perché semplicemente su una tematica così sensibile, così importante, come la legge che andava ad incidere sulla legge elettorale, normalmente, di norma e soprattutto di prassi, e anche di buon senso, il Governo si riuniva anche in via informale, chiamava tutti i gruppi e vedeva quale era la soluzione migliore. Questo succedeva perché, se no, giustamente si creavano delle tensioni. Si poteva vedere da parte di alcuni gruppi una situazione di arroganza da parte della maggioranza che prevaricava i diritti di tutti i cittadini soprattutto quando c'è lo scioglimento della Camera. Per questo noi in Commissione ci siamo astenuti, perché riteniamo che non siamo stati resi partecipi di questa trattativa anche se siamo l'unico partito di minoranza.
Avete voluto fare tutto voi su una tematica così importante che, invece, doveva essere veramente condivisa in modo che non ci fossero possibilità da parte di nessuno, soprattutto per i partiti, i movimenti politici o i gruppi politici che non sono presenti in quest'Aula, di dire che era stata approvata una norma a svantaggio di tutti quelli che non potevano o fanno fatica a raccogliere le firme. Dunque, veramente noi stigmatizziamo questo modo di comportarsi del Governo perché poteva lavorare meglio e in modo più consono alla prassi parlamentare ed è per questo che ci siamo astenuti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.500 della Commissione, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Baretta, Castellani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 361
Votanti 321
Astenuti 40
Maggioranza 161
Hanno votato
320
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Lisi e Verducci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Cera 1.34. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Cera 1.34 formulato dal relatore.

ANGELO CERA. Signor Presidente, fino allo scorso anno, esattamente alla scadenza del quarto anno, lei sa che il limite per un parlamentare per potersi candidare era fissato a 20 mila abitanti. Con la legge n. 138 dell'agosto scorso il limite si è ridotto. Però mi consenta, Presidente, in questi quattro anni, quando la politica era contestata, quando l'antipolitica faceva capolino su questo Palazzo, quando l'antipolitica arrivava fino alle soglie di Montecitorio, molti parlamentari - siamo 16 tra Camera e Senato - hanno scelto la via che li portava a ritrovarsi con la gente e con il popolo e hanno scelto di essere candidati a sindaco e di scegliere la via più triste in un momento particolare, quella di andare verso il cittadino e cercare un riscontro. Ebbene, Presidente, il cittadino ha riconfermato noi parlamentari che in qualche maniera siamo stati scelti e siamo stati gli unici in un momento particolare a scegliere la via - perdonatemi, colleghi - del ritornare a riparlare con il popolo attraverso la politica e il popolo ci ha dato ragione. In corsa, al quarto anno, l'anno scorso, durante l'estate, ci tirano fuori il decreto col quale portano a 5 mila abitanti. Adesso lo dico ai colleghi per la dignità di un parlamentare, di noi tutti.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Cera.

ANGELO CERA. Ho cinque minuti, Presidente. Adesso - e con me altri 17 parlamentari - ritorno a dire a miei cittadini, così come agli altri, che abbiamo Pag. 79scherzato, che li abbiamo presi in giro. Ma che cos'è questa cosa? Guardate, colleghi, voi, in questo momento, in questo preciso momento, state alzando il tiro dell'antipolitica e vi spiego perché.
Voi state bocciando chi ha saputo scendere in piazza e dimostrare che il Parlamento è pur vicino alla gente. Per questo motivo, io siccome so che probabilmente in questo momento do fastidio, in questo momento probabilmente salta tutto, ogni tipo di ragionamento, probabilmente anche l'appartenenza salta in questo momento, per una ragione di Stato io vi chiedo di far sì che il Parlamento - perché è un emendamento ponte che io sto cercando - possa consentire a questi parlamentari di poter concludere il mandato di sindaco. È una cosa leggerissima, e poi, a regime, di concludere a 5.000 abitanti, ritornare nella norma. Io questo stavo cercando. Allora Presidente, siccome lo devo spiegare - e vi chiedo perdono colleghi - io vi chiedo un atto di giustizia per la gente che ci ha votato e ci ha votato soprattutto come parlamentari, prima ancora che...

PRESIDENTE. Concluda onorevole. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà (Commenti).

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, garantisca l'esercizio del diritto a prendere la parola.

PRESIDENTE. Non sprechi il suo tempo onorevole, ha già perso tre secondi.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, io voglio esprimere il voto favorevole a questo emendamento, perché ritengo che si debba rispettare sempre la volontà popolare. Come ha illustrato l'onorevole Cera, quando un cittadino si esprime, sceglie un sindaco e poi le regole vengono cambiate nel corso della partita, è giusto che il legislatore possa riparare ad un errore che è stato commesso. Quindi io ritengo che sia corretto che un sindaco possa completare il suo mandato senza dover costringere i cittadini a ritornare alle urne. Per questa ragione io esprimerò il voto a favore dell'emendamento Cera 1.34.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, intervengo soltanto per annunciare che il gruppo di Popolo e Territorio aggiunge la firma all'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cera 1.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 361
Votanti 354
Astenuti 7
Maggioranza 178
Hanno votato
29
Hanno votato
no 325).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.200 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.

PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento in esame per ricordare, come ha già fatto il mio collega e come abbiamo fatto negli altri interventi in Commissione, che è un provvedimento di natura squisitamente politica, ma che proprio per questo avrebbe dovuto avere un iter più agevole. Infatti il Governo, prima di portarlo a conoscenza di tutta la Camera, si sarebbe dovuto impegnare ad avere l'approvazione Pag. 80di tutti i gruppi, almeno preventiva o almeno un'indicazione di quelle che sono le regole del gioco che valgono per tutti e per cui tutti hanno diritto a dire la propria quando vengono stilate. Ora questo provvedimento invece è arrivato con la benedizione solo di una parte della maggioranza e senza neppure sentire nessuna delle uniche due componenti dell'opposizione, noi e l'Italia dei Valori. In Commissione la nostra opposizione è stata sufficiente per rallentare per tre giorni questo provvedimento, un'opposizione che si è concentrata soprattutto sul fatto che questo Governo ancora una volta si è dimostrato non all'altezza non solo del nome dei tecnici, ma non all'altezza neanche del più vituperato dei Governi dei politici. Infatti un minimo ...
Infatti, un minimo, un tecnico alle prime armi avrebbe dovuto aiutare i politici nella stesura di questo provvedimento, mentre, invece, il vostro Governo è stato aiutato dai vecchi politici a trovare una soluzione. Il Ministro Cancellieri è venuto in Commissione e, durante una seduta, ci ha illustrato quella che poteva essere la risoluzione del famoso problema relativo alla lettera b) e lettera c) del primo comma dell'articolo 2. Una risoluzione che avrebbe accontentato tutti a detta sua e sulla quale tutti ci eravamo anche detti disponibili a ragionare in maniera costruttiva. Salvo, poi, confrontandosi ancora con una sola parte della maggioranza, rimangiarsi tutto nel giro di due ore.
Quindi, anche su questo provvedimento, il Governo ha dato la chiara visione di come, in realtà, non sia un Governo sopra le parti, di come, in realtà, non sia un Governo squisitamente tecnico, ma è un Governo di tecnici guidati da una parte politica, in questo caso, la parte del PD. E l'esempio più chiaro è stato l'abbandono da parte del relatore Bressa del Comitato dei nove, proprio quando questo provvedimento prendeva la piega poco gradita al PD. Questa è la dimostrazione di come quest'anno è stata portata avanti la politica di questo Governo; è la dimostrazione di come magari qualcuno nel PdL pensava di riuscire a governare ancora, in qualche modo, il Paese Italia attraverso di voi. Al contrario, in quest'anno, sono state distrutte tutte quante le cose buone del Governo nel quale noi eravamo, che avevamo potuto portare a termine nei primi tre anni e mezzo della legislatura; tutte le cose buone, tutte le cose per le quali avevamo lottato insieme al PdL sono state distrutte in un anno di un Governo del PD, fintamente guidato da tecnici.
Anche questo provvedimento rispecchia questo andazzo. Noi abbiamo, poi, aderito alla richiesta, gentilmente proposta da tutti i colleghi - visto che, comunque, la maggioranza ha trovato la quadra su una posizione mediana -, a non porre ulteriori ostacoli e, quindi, abbiamo portato la nostra astensione al voto su questo provvedimento. Un'astensione che, però, non significa condividere questo provvedimento, ma essendo la nostra una posizione minoritaria non potevamo fare diversamente, volendo però rimarcare ancora una volta l'incongruità della vostra azione politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.200 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 367
Votanti 366
Astenuti 1
Maggioranza 184
Hanno votato
365
Hanno votato
no 1).

Pag. 81

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 5657)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 5657).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

SAVERIO RUPERTO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il Governo accetta l'ordine del giorno Contento n. 9/5657/1, a condizione che il dispositivo sia riformulato, espungendo l'ultima parte, dalle parole: «anche, se del caso», fino alla fine.
Il Governo invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/5657/2, mentre accetta l'ordine del giorno Scilipoti n. 9/5657/3.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Contento n. 9/5657/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/5657/2 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/5657/2, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli De Girolamo, Borghesi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 369
Votanti 367
Astenuti 2
Maggioranza 184
Hanno votato
9
Hanno votato
no 358).

Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Scilipoti n. 9/5657/3, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5657)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Invito i colleghi che desiderino farlo, a consegnare il testo scritto del loro intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giorgio Conte. Ne ha facoltà.

GIORGIO CONTE. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Giorgio Conte, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.

PIERGUIDO VANALLI. Onorevoli colleghi, non abbiatene a male, ma, visti i casi della vita, ho avuto la possibilità di parlare contro la fiducia al Governo nella prima occasione in cui l'Esecutivo si è presentato alla Camera e sono l'ultimo, probabilmente, della Lega Nord che parlerà prima che il Governo dia le dimissioni.
Se avessi saputo questo, avrei chiesto di parlare il secondo giorno di vita del vostro Governo, se fosse bastato questo per risolvere il problema (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Purtroppo, non è stato così! Ho ricordato prima (Commenti)... tanto, sono l'unico che parla, per cui dovete ascoltarmi per forza.
Ho ricordato prima i motivi per i quali il nostro gruppo si astiene sul provvedimento. La nostra posizione iniziale era Pag. 82contraria in quanto, per come il Governo aveva predisposto questo provvedimento, era chiaro che era stato costruito per fare un favore a qualcuno. Un minuto dopo, un altro qualcuno, che si sentiva escluso da questo favore, è intervenuto per reclamare la sua parte.
In questa continua ricerca di chi riuscisse ad avere il favore migliore, siamo andati avanti per due giorni in Commissione per cercare di trovare una soluzione. Una soluzione che, alla fine, è stata trovata scontentando tutti o accontentando poco qualcuno, andando nella direzione che, alla fine, noi avevamo suggerito dall'inizio: riduciamo un pochino le firme da raccogliere, ma facciamo in modo che siano quelli che sono già costituiti come gruppo, che hanno già una rappresentanza politica, come è sempre avvenuto in tutti questi anni, insomma, che siano quelli che hanno già avuto l'esperienza e la capacità di potersi presentare ed essere presenti in Parlamento ad essere esclusi dalla raccolta delle firme.
Tutti gli altri, in qualche modo, tanto o poco - sulla cifra, sulla quantità, si poteva discutere - era corretto e giusto che dovessero confrontarsi con i cittadini, raccogliendo le firme. In questi giorni abbiamo assistito alla continua pantomima da parte del Partito Democratico per cercare di attribuire la colpa del rallentamento del provvedimento al Popolo della Libertà...

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di consentire all'onorevole Vanalli di concludere il suo discorso. Prego, onorevole Vanalli.

PIERGUIDO VANALLI. Grazie, signor Presidente, già faccio fatica a parlare. Dicevo che si è cercato di dare la colpa ad alcune componenti del Popolo della Libertà del ritardo nella risoluzione del problema.
In realtà, ognuno cercava di guadagnarci qualcosa sopra. Alla fine, l'unica cosa intelligente è stata quella di far guadagnare poco a tutti, in modo che nessuno fosse troppo scontento. Potevamo arrivarci prima, potevamo risparmiarci due giorni di inutili trattative, però, anche in questo caso, abbiamo avuto la dimostrazione di come il Governo dei tecnici non sia in grado di guidare politicamente una questione parlamentare.
Abbiamo visto in questo anno come il Governo sia partito lancia in resta con i propri decreti-legge, scritti non si sa da quale tecnico, perché non abbiamo ancora capito chi suggerisce le cose al Governo tecnico, tecnicamente, però sappiamo chi gliele suggerisce politicamente.
Allora, cercando di seguire le onde politiche, i tecnici scrivono male anche le cose tecniche e la scrittura di questo testo era veramente una delle cose peggiori che abbiamo potuto vedere in quest'anno. Siamo riusciti - ripeto - a migliorarlo; noi ci abbiamo messo solamente il nostro impegno a fare in modo che non uscisse troppo male dalla Commissione.
Ci siamo riusciti perché, comunque, al suo interno il gruppo della Lega ha persone che conoscono le materie, che si impegnano cercando di capire, affrontare e risolvere i problemi, mentre invece gli altri partiti, generalmente, si affidano solamente alla sensazione politica, la buttano a guadagnare qualcosa e lasciano agli altri il modo di risolvere i problemi. Questa è la dimostrazione di come non si devono affrontare le questioni.
Ora io so che magari sto rubando del tempo a chi ha voglia di andare a casa a passare il Natale però, sapete, avete rubato un anno di vita e la speranza di spendere bene il Natale ai nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Quindi, vi rubo pochi minuti ancora e non credo, anzi ne sono sicuro, che non sarete in grado di risarcire neanche una minima parte di quello che, grazie alle vostre azioni votate dal Partito democratico e dal Popolo della libertà, ricordiamolo, avete portato avanti in questo anno. Grazie proprio a voi in questo momento i nostri concittadini non sono certamente contenti di trascorrere il Natale a casa, casa che magari in qualche modo è un po' meno loro, perché qualcuno gliene sta portando via un pezzo e Pag. 83qualcuno ha già promesso di portargliene via un altro pezzo non appena sarà al Governo. E questo accadrà perché il Governo dei tecnici fino adesso è stato guidato dai politici del Partito Democratico. Domani ci saranno i politici del Partito Democratico seduti probabilmente su quei banchi e non so quale dei tecnici darà loro una mano, però so che sicuramente il risultato finale sarà esattamente lo stesso: nuove tasse - lo abbiamo visto anche con l'IMU - soprattutto al Nord, il blocco totale di qualsiasi pensiero di riforma del federalismo, di riforma della ridistribuzione delle competenze, delle responsabilità e dei soldi all'interno del nostro Paese. Assisteremo anche al blocco di qualsiasi riforma affrontata e portata avanti dalla Lega, al ritorno al centralismo e soprattutto saranno sottratti soldi al Nord per poi riuscire a distribuirli meglio al Sud. Questo grazie anche agli studi del professor Giarda che qualche giorno fa mi ha brillantemente illustrato come dalle sue analisi - visto che lui si applica nella spending review - è riuscito a creare un modello matematico dove, accorpando un paio di province del Nord, in qualche modo un pochino risparmiava su qualcosa. Infatti, aumentando la popolazione i servizi avrebbero reso meglio e si risparmiava, mentre le province del Sud hanno una spesa per popolazione lineare e quindi, anche accorpandole, la spesa sarebbe rimasta uguale. Alla mia osservazione: ma allora, scusi Ministro, noi pigliamo i soldi alle province del Nord e li buttiamo aiutando ancora quelle che le spendono male, cioè aiutiamo quelle del Sud, lui mi ha risposto: «Ma questo è un ragionamento leghista»!
Ecco, il Ministro Giarda ha colto nel segno: questo è un ragionamento leghista, ma sicuramente il suo non è un bel ragionamento quando mi diceva: fosse per me tasserei come IMU indipendentemente la prima e la seconda casa nello stesso modo, perché se uno ha una casa è ricco ed è giusto che paghi le tasse. Ecco, io penso che questo ragionamento non sia un ragionamento di un Ministro della Repubblica che vuole il bene dei suoi concittadini, però penso purtroppo che sarà un ragionamento che il prossimo Governo del Partito Democratico porterà avanti e sicuramente questi minuti che ho rubato non renderanno giustizia a tutti quelli che pagheranno le tasse, ne stanno pagando e purtroppo ne pagheranno molte più di oggi. Comunque, Buon Natale a tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, il Partito Democratico esprimerà voto favorevole. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Bressa, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, in uno sforzo di estrema sintesi dichiaro il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Era l'onorevole Fabrizio Baldelli questo...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà per due minuti.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, rivolgo un ultimo appello alle Ministre Cancellieri e Severino perché diano disposizioni tassative e controllino che comuni e tribunali mettano a disposizione, anche durante il periodo festivo, i necessari autenticatori, per consentire alle minoranze di raccogliere le firme necessarie per potersi presentare alle elezioni, minoranze che dovranno compilare le liste un mese prima delle altre forze. Infine, signor Presidente, rivolgo un appello al Presidente Pag. 84del Consiglio perché siano risarcite le forze politiche ostracizzate dal servizio pubblico radiotelevisivo e perché vi siano regole certe tuttora inesistenti anche per la campagna elettorale (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questa è probabilmente l'ultima occasione che abbiamo e volevo ringraziarvi della pazienza con la quale avete sopportato le intemperanze del Governo (Applausi). Arrivederci in una prossima vita.

(Coordinamento formale - A.C. 5657)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5657)

PRESIDENTE. Prima di indire la votazione nominale finale, consentite anche al Presidente di ringraziare ognuno di voi per la collaborazione prestata in questi cinque anni, in momenti politicamente non sempre semplici, e di rivolgere ad ognuno di voi e alle vostre famiglie sinceri auguri di buon Natale e buon anno (Applausi).
Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 5657, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Conversione in legge del decreto-legge 18 dicembre 2012, n. 223, recante disposizione urgenti per lo svolgimento delle elezioni politiche nell'anno 2013» (5657):

Presenti 362
Votanti 325
Astenuti 37
Maggioranza 163
Hanno votato 324
Hanno votato no 1
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Trasferimento a Commissione in sede legislativa delle proposte di legge A.C. 4333 e A.C. 5397.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposte di legge a Commissione in sede legislativa. Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la VII Commissione permanente (Cultura) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa ai sensi articolo 92, comma 6, del Regolamento:
alla VII Commissione (Cultura):
DISTASO ed altri: «Istituzione del "Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno" e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione Di Vagno, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921» (4333).

(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Pag. 85

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Propongo altresì alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la VII Commissione permanente (Cultura) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa ai sensi articolo 92, comma 6, del Regolamento:
alla VII Commissione (Cultura):
VERINI ed altri: «Disposizioni per la celebrazione del centenario della nascita di Alberto Burri» (5397).
(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Sull'ordine dei lavori (ore 18,10).

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo solo per correggere un'affermazione. Non è che mi permetto di correggere affermazioni di altri, ma - credo in perfetta buona fede - il collega Luca Rodolfo Paolini, nell'esaminare gli atti della Giunta per le autorizzazioni a procedere che mi riguardavano, ha detto: «infatti l'onorevole Colombo ha sì presentato un atto di sindacato ispettivo dichiarato non ammissibile, ma il testo di quell'atto non ammissibile era leggermente modificato rispetto a quello che gli viene contestato e che è stato pubblicato sui giornali».
Desidero dichiarare che non c'è stato mai alcun testo diverso da quello che risulta agli atti pubblicato su alcun giornale e su alcun mezzo di comunicazione di massa. Quindi, intendevo ringraziarlo per la cautela e la gentilezza con cui ha detto le cose che ha detto, ma correggere un passaggio che mi sembra inesatto. Mai è stato pubblicato, in nessun organo di stampa, minore o maggiore, di qualsiasi tipo, di rete o di carta stampata, di televisione o di radio, un testo diverso da quello sul quale la Giunta si è riunita e ha giudicato.

GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, ho sentito quello che l'onorevole Colombo ha dichiarato testé e quello che mi ha sorpreso è che proprio ieri - e noi della Lega abbiamo votato a favore della non autorizzazione a procedere - l'onorevole Colombo abbia, da par suo, utilizzato uno strumento che ha sempre detestato durante tutti questi cinque anni. Bene o male, è arrivato al penultimo giorno della legislatura, e l'onorevole Colombo, come tutti i parlamentari, anch'egli si è parato dietro il paravento della Giunta che ha giudicato il suo operato. Poteva benissimo far sì che questo non avvenisse e che si facesse giudicare dai giudici, cosa che non ha fatto, dato che ci ha fatto tante lezioni di stile in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 18,13)

Trasferimento a Commissioni in sede legislativa di proposte di legge.

PRESIDENTE. Comunico che la VIII Commissione (Ambiente) ha chiesto, con le prescritte condizioni, a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento, il trasferimento in sede legislativa della seguente proposta di legge:
S. 3162. - LANZARIN ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, Pag. 86n. 152, e altre disposizioni in materia ambientale» (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (4240-B).

(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Secondo quanto convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo la Presidenza, derogando al termine di cui al comma 1 dell'articolo 92 del Regolamento, ne propone l'assegnazione in sede legislativa alla VIII Commissione (Ambiente).
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Per consentire alla Commissione di procedere all'abbinamento richiesto dall'articolo 77 del Regolamento, è trasferita alla VIII Commissione, in sede legislativa, la seguente proposta di legge, attualmente assegnata alla medesima Commissione in sede referente, che verte sulla stessa materia: FAENZI ed altri: «Modifiche ai decreti legislativi 3 aprile 2006, n. 152, e 3 dicembre 2010, n. 205, e altre disposizioni in materia di rifiuti di attività agricole e di materiali vegetali, agricoli e forestali» (5060).

Comunico altresì che la VIII Commissione (Ambiente) ha chiesto, con le prescritte condizioni, a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento, il trasferimento in sede legislativa della seguente proposta di legge:
MOTTA ed altri «Disposizioni per il coordinamento della disciplina in materia di abbattimento delle barriere architettoniche» (4573).

(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

La Presidenza, acquisito l'assenso di tutti i gruppi, derogando al termine di cui al comma 1 dell'articolo 92 del Regolamento, ne propone l'assegnazione in sede legislativa alla VIII Commissione (Ambiente).
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Comunico, inoltre, che la VII Commissione (Cultura) ha chiesto, con le prescritte condizioni, a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento, il trasferimento in sede legislativa della seguente proposta di legge:
NARDUCCI ed altri: «Concessione di un contributo al Centro Pio Rajna, in Roma, per il sostegno degli studi danteschi e delle attività di ricerca sulla lingua e sulla letteratura italiana» (5309).

La Presidenza, acquisito l'assenso di tutti i gruppi, derogando al termine di cui al comma 1 dell'articolo 92 del Regolamento, ne propone l'assegnazione in sede legislativa alla VII Commissione (Cultura).
Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.
(Così rimane stabilito).

Sull'ordine dei lavori (ore 18,15).

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, approfitto - come è ormai consuetudine ogni anno e, a maggior ragione, quest'anno, visto che siamo alla chiusura anche, seppure anticipata, ma in qualche modo anche fisiologica, della legislatura - per formulare i migliori auguri alla Presidenza e con la Presidenza al personale.
Formulo un ringraziamento sincero alla professionalità, all'impegno e all'imparzialità con cui questa macchina amministrativa, guidata dal Segretario generale, attraverso i Capi servizio, i funzionari, fino agli assistenti parlamentari, ha dato sostegno e supporto all'attività legislativa in questa fase anche difficile della vita politica e istituzionale del nostro Paese. Pag. 87
Credo che questo ringraziamento sia un atto dovuto per lo spirito di servizio dimostrato in questa Assemblea, nelle Commissioni e nelle tante attività che questo organo costituzionale svolge quotidianamente al servizio dei cittadini. Credo sia un atto doveroso. Lo formulo veramente con grande convinzione e con grande affetto a nome dell'intero mio gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Infatti, credo che, ancora una volta, questa istituzione, malgrado le difficoltà quotidiane, nelle quali ci si trova tutti quanti noi, malgrado il sentiero in qualche modo anche melmoso dell'antipolitica strisciante, a cui siamo stati abituati in questi ultimi tempi e il qualunquismo istituzionale, per citare un termine utilizzato di recente dal Capo dello Stato, il buon lavoro, l'onestà, la competenza che nell'ombra tante persone appartenenti a questa amministrazione hanno dimostrato in questi anni, renda onore e merito a questa istituzione.
Purtroppo ascoltiamo troppo spesso notizie cattive, quasi mai questo lavoro ha un'eco. Crediamo che almeno in questa occasione, nel formulare gli auguri alla Presidenza dell'Assemblea e - lo ripeto - con essa a tutto il personale della Camera, sia un fatto doveroso da sottolineare (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, approfitto - come è ormai consuetudine ogni anno e, a maggior ragione, quest'anno, visto che siamo alla chiusura anche, seppure anticipata, ma in qualche modo anche fisiologica, della legislatura - per formulare i migliori auguri alla Presidenza e con la Presidenza al personale.
Formulo un ringraziamento sincero per la professionalità, l'impegno e l'imparzialità con cui questa macchina amministrativa, guidata dal Segretario generale, attraverso i Capi servizio, i funzionari, fino agli assistenti parlamentari, ha dato sostegno e supporto all'attività legislativa in questa fase anche difficile della vita politica e istituzionale del nostro Paese. Pag. 87
Credo che questo ringraziamento sia un atto dovuto per lo spirito di servizio dimostrato in questa Assemblea, nelle Commissioni e nelle tante attività che questo organo costituzionale svolge quotidianamente al servizio dei cittadini. Credo sia un atto doveroso. Lo formulo veramente con grande convinzione e con grande affetto a nome dell'intero mio gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Infatti, credo che, ancora una volta, questa istituzione, malgrado le difficoltà quotidiane, nelle quali ci si trova tutti quanti noi, malgrado il sentiero in qualche modo anche melmoso dell'antipolitica strisciante, a cui siamo stati abituati in questi ultimi tempi e malgrado il qualunquismo istituzionale, per citare un termine utilizzato di recente dal Capo dello Stato, il buon lavoro, l'onestà, la competenza che nell'ombra tante persone appartenenti a questa amministrazione hanno dimostrato in questi anni, renda onore e merito a questa istituzione.
Purtroppo ascoltiamo troppo spesso notizie cattive, quasi mai questo lavoro ha un'eco. Crediamo che almeno in questa occasione, nel formulare gli auguri alla Presidenza dell'Assemblea e - lo ripeto - con essa a tutto il personale della Camera, tale lavoro sia un elemento doveroso da sottolineare (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, la ringrazio veramente dell'intervento.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, grazie per la parola accordatami. Con l'occasione vorrei rivolgermi a tutti gli italiani e a tutte le italiane per fare loro gli auguri di un buon Natale, perché ci siamo ricordati di tutti, ci siamo fatti gli auguri tra di noi, tra gli addetti ai lavori, ma purtroppo, com'è capitato spesso in questo Parlamento, ci si è dimenticati delle italiane e degli italiani che, specialmente ora, immagino abbiano bisogno di auguri, non solo di Natale ma di buona fortuna, e di continuare a credere ancora in un sogno, ossia che questo Paese possa cambiare, che possa migliorare, che possa crescere e, insomma. Che ci sia un futuro per tutte le italiane e per tutti gli italiani.
Con l'occasione e con il sorriso sulle labbra, visto il clima natalizio, mi permetto di fare gli auguri anche a tutti politici, anzi a molti politici che sono sia qui in Parlamento che fuori da questo Palazzo, e a tutti questi politici io auguro di «andare a quel paese».

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, lei non si smentisce naturalmente. Io la riprendo, però, oramai non posso neanche espellerla dall'Aula perché se ne sta andando da solo.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, anch'io volevo unirmi ai ringraziamenti, anzitutto alla Presidenza tutta, per la conduzione dell'Aula e per il buon lavoro di questa istituzione, così come voglio ringraziare il segretario generale e i vicesegretari generali, i loro collaboratori e tutto il personale della Camera dei deputati, perché credo che senza di loro questa istituzione non avrebbe potuto raggiungere i risultati, che possono essere criticati all'esterno, che devono essere sottoposti anche al criterio di un giudizio non giocoforza sempre positivo dell'opinione pubblica, ma certamente è con la capacità, con la dedizione, con lo spirito di servizio del personale della Camera, di tutto il personale della Camera, che le istituzioni possono e potranno continuare a svolgere il ruolo che loro spetta e che è loro dato dalla Costituzione del nostro Paese. Ancora rivolgo a loro un ringraziamento per quanto è stato fatto in questa legislatura, per quanto sarà fatto e sarà svolto nelle prossime legislature e Pag. 88naturalmente, a loro e ai loro familiari, porgo gli auguri di buon Natale e di felice anno nuovo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

CLAUDIO D'AMICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, siamo arrivati alla fine della legislatura e vorrei fare un appello a chi ci sarà nella prossima legislatura, perché ci sono alcune cose che ritengo che si debbano migliorare. Mi riferisco, in modo particolare, allo strumento dell'interrogazione, che il parlamentare può utilizzare, che è suo diritto utilizzare, ma che deve avere però un riscontro. Signor Presidente, io non ho ricevuto ad oggi, e questo è l'ultimo giorno d'Aula, risposta a, credo, più della metà delle interrogazioni che ho presentato.
Non sono stato uno di quei parlamentari che produce interrogazioni a raffica, non ho fatto mille interrogazioni, che a volte lasciano il tempo che trovano e che probabilmente vanno ad intasare poi le scrivanie dei Ministri che dovrebbero rispondere. Non ne ho fatte tantissime e, per questo, speravo di poter avere una risposta a tutte le interrogazioni che ho presentato. Invece ho avuto risposta solo ad una parte. Addirittura ho interrogazioni del 2008 alle quali non è stata data risposta. Quindi, signor Presidente, mi auguro che nella prossima legislatura si faccia una verifica e una proposta per migliorare questo sistema.
Infatti, o il Governo risponde e si trova il modo per obbligare il Governo a rispondere alle interrogazioni o, se sono troppe le interrogazioni, mettiamo un limite. Io posso anche capire che ci sia un limite numerico alle interrogazioni che un parlamentare può presentare. Possiamo anche pensare di metterlo, se possibile, ma almeno che quelle che si presentino abbiano una risposta.
Lo dico: non sono stato durante la legislatura - se non una volta o due - a sollecitare la risposta alle interrogazioni, però adesso a fine legislatura bisogna dirlo: è vergognoso che interrogazioni del 2008 non abbiano avuto risposta ancora oggi, ultimo giorno di legislatura. Grazie, e buon Natale anche da parte mia.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, mi unisco naturalmente agli interventi che sono stati fatti e al ringraziamento non solo al Segretario generale, ma, dal Segretario generale in giù, per il supporto che è stato dato alla Presidenza e per il lavoro svolto, dobbiamo dirlo, in una legislatura abbastanza tortuosa.
La Camera ha sempre risposto da un punto di vista procedurale, formale e istituzionale in maniera egregia, per cui mi sento proprio di ringraziare in primis non solo tutto lo staff che cura l'Assemblea, ma l'intera struttura e tutti i dipendenti di questa Camera che rimane pur sempre una struttura di eccellenza. Va detto perché si comprenda il lavoro che viene fatto e perché si comprenda che molte volte l'ingiustizia di certi atteggiamenti di antipolitica, che coinvolgono anche il personale di questa Camera, sono del tutto e assolutamente ingiustificati.
I pochi che sono rimasti mi permettano, visto che sono io a presiedere la chiusura di questa legislatura, di ringraziare per la pazienza con cui avete sopportato le mie scorribande in quest'Aula. Lo avete fatto con simpatia, ma - vi prego di credermi - l'ho fatto solo e soltanto nell'interesse di questa struttura che amo tanto, lo debbo dire. Auguri a tutti!

Modifica nella composizione del Comitato per la legislazione.

PRESIDENTE. Comunico che, a norma dell'articolo 16-bis, comma 1, del Regolamento, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte del Comitato per la legislazione l'onorevole Giuseppe Consolo, in sostituzione dell'onorevole Antonino Lo Presti, cessato dal mandato parlamentare.

Pag. 89

Modifica nella composizione della Giunta per le autorizzazioni.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Giunta per le autorizzazioni il deputato Alberto Losacco in sostituzione di Antonino Lo Presti, cessato dal mandato parlamentare il 19 dicembre 2012.

Modifica nella denominazione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.

PRESIDENTE. Comunico che i deputati Pino Pisicchio, Bruno Tabacci, Donato Mosella e Luigi Fabbri, iscritti alla componente politica del gruppo Misto «Alleanza per l'Italia», con lettera pervenuta in data odierna hanno reso noto che la nuova denominazione della componente è «Centro Democratico» ed hanno, altresì, reso noto di aver confermato il deputato Pino Pisicchio quale rappresentante della componente.

Sui lavori della Camera.

PRESIDENTE. Avverto che la Camera sarà convocata a domicilio.

La seduta termina alle 18,25.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO ELENA CENTEMERO IN SEDE DI DISCUSSIONE CONGIUNTA SULLE LINEE GENERALI DEI DISEGNI DI LEGGE NN. 5534-BIS-B E 5535-B.

ELENA CENTEMERO. Presidente, onorevoli colleghi, intervenire oggi in aula nel momento conclusivo della legislatura e su un provvedimento così importante come il disegno di legge stabilità significa lasciare un segno, una traccia di quanto fatto per quanto si farà.
Abbiamo mantenuto e rispettato l'equilibrio finanziario, il pareggio di bilancio per cui l'Italia, l'allora Presidente Berlusconi, il Presidente Monti oggi e il prossimo Presidente del Consiglio si sono impegnati e si impegneranno, per cui i nostri cittadini e noi tutti abbiamo fatto molti sacrifici, sacrifici che certo non vanno dispersi, ma che vanno messi a frutto in scelte di politica economica diverse, come questo disegno di legge e le modifiche apportate proprio qui alla Camera e poi al Senato hanno dimostrato.
La scuola e l'università sono state chiamate in questa legislatura, fin dalla finanziaria del 2008 (articolo 64), a dare il loro contributo. Ma oggi l'intero sistema scuola-università non regge più. Abbiamo bisogno di risorse e ancor di più di riqualificare la spesa per il funzionamento del sistema e questo non può che passare attraverso una nuova e diversa organizzazione di questo sistema.
Accolgo con attenzione la sollecitazione del Ministro Profumo che proprio ieri ha invitato il Parlamento e le forze politiche a prendere un impegno serio per la scuola e l'università. Noi non ci siamo mai sottratti ai nostri impegni e alle nostre responsabilità. Il nostro impegno per la scuola, l'università e la ricerca, come un'unica filiera, lo spirito innovatore del Popolo della Libertà non sono mai venuti meno, con il Ministro Moratti e il Ministro Gelmini. Abbiamo riformato la scuola, tutta, dalla scuola primaria agli Istituti tecnici e professionali, all'università, all'avvio degli istituti tecnici superiori, nell'ottica dell'occupabilità e dell'inclusione sociale.
Su questa strada proseguiremo, potenziando il raccordo tra scuola e imprese attraverso gli stage, l'alternanza scuola lavoro, i tirocini e l'apprendistato. Ma soprattutto daremo un forte impulso alla dimensione europea della nostra scuola ed università affinché l'Europa divenga un'Istituzione vicina, affinché si possa compiere quel processo di integrazione europea, in un'Europa delle regioni e dei popoli, come era nei sogni dei Padri fondatori, a partire da Altiero Spinelli. L'Unione Europea non deve esistere solo Pag. 90sul piano finanziario o economico, ma deve essere prima di tutto nei cuori e nella vita dei nostri giovani.
Più Europa significa sviluppare le competenze chiave, come indicate nella Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 Dicembre 2006. Significa rendere operativi l'EQF, European Qualification Framework e l'EFQF. Significa creare quello spazio della conoscenza che fu indicato dalla Strategia di Lisbona e poi da UE 2020. Ma soprattutto per noi, per il Popolo della Libertà, Europa significa: cittadinanza attiva, equità ed inclusione sociale; occupabilità, imprenditorialità ed innovazione; formazione continua e permanete per tutto l'arco della vita; qualità ed efficacia dell'istruzione e della formazione; mobilità dei giovani, dei docenti, dei dirigenti e dei lavoratori.
Per questo consolideremo il cammino intrapreso dal Governo Berlusconi e del Ministro Gelmini per potenziare e migliorare la filiera dell'istruzione tecnica e professionale, anche attraverso serie politiche di orientamento. Continueremo l'Agenda Digitale, in cui tanto si è speso il Ministro Profumo, perché riteniamo che la competenza digitale sia un forte investimento nel futuro e per la formazione dei nostri studenti. Punteremo molto sull'internazionalizzazione dei curricoli e delle competenze, perché i nostri giovani siano pienamente cittadini europei e per dare supporto all'export delle nostre imprese. Ringrazio il Ministro Profumo per aver portato nella nostra scuola e università quella ventata di Europa e internazionale che tanto ci e mi sta a cuore.
Il disegno di legge di stabilità mette in primo piano alcune questioni che necessitano di una profonda riflessione: il ruolo dei docenti, il compito della scuola e le risorse utilizzate ed investite.
Nella prossima legislatura dovremo dar seguito a questa riflessione in modo continuativo e serio, coinvolgendo tutto il mondo della scuola e aprendo la porta ad un nuovo contratto di lavoro. I docenti vanno valorizzati per l'importante ruolo sociale svolto e questo riconoscimento passa attraverso un sistema di valutazione, una carriera e un impegno lavorativo che determinino stipendi più elevati e una professionalità forte. Non deve valere più il principio «ti pago poco ti chiedo poco»!
Le scuole possono diventare centri civici con docenti aggiornati, aperti, punto di riferimento delle comunità locali. Per far questo c'è bisogno di riqualificare la spesa pubblica del nostro Ministero e di investire, certo più risorse, ma prima di tutto c'è bisogno di investirle meglio, non a pioggia, con un controllo e una rendicontazione rigorosa e pubblica di come si spende e per cosa si spende! Questo significa porre al centro della scuola gli studenti!
Valutare il servizio delle scuole, i dirigenti e i docenti significa più libertà, la libertà delle famiglie di scegliere la scuola migliore per i propri figli in un sistema scolastico integrato, scuola statale e scuola paritaria.
In quest'ottica va introdotto un nuovo sistema di reclutamento del personale, che non alimenti il precariato. Concorsi biennali, assunzioni su reti di scuole da albi regionali. Basta promesse, basta graduatorie ad esaurimento, che si devono esaurire ma non più alimentare! Un punto centrale del nostro programma è l'edilizia scolastica: un'emergenza nazionale! L'80 per cento degli edifici è fuori norma. Noi pensiamo ad un piano straordinario nazionale per tutte le scuole che consideri gli edifici scolastici come una grande infrastruttura del paese, come la TAV, la Pedemontana o una zona terremotata. Riteniamo sia indispensabile la deroga del patto di stabilità per la messa in sicurezza delle scuole!
Nell'università abbiamo riformato il reclutamento del personale e della governance secondo criteri meritocratici. Dobbiamo realizzare pienamente la Riforma Universitaria senza rallentamenti né passi indietro.
Dobbiamo andare avanti anche nella riforma del titolo V della nostra Costituzione, chiarendo e ridefinendo le competenze in un accordo saldo tra Stato e Regioni. Pag. 91
Concludo, ringraziando per questi cinque anni in cui ho dato tutto il mio apporto, tutto il mio impegno e tutta la passione, che mi anima, al mio Paese in una istituzione alta e importante.
Ne sono onorata e tengo a dire che proseguirò, con una dedizione e con una competenza ancor più forti ed ancor più grandi, a servire questo Paese, per il bene di questo Paese e soprattutto per il bene delle nostre scuole, delle nostre università e dei nostri giovani. E continuerò con un rispetto rafforzato per questa istituzione e con un altrettanto grande rispetto per lo Stato e soprattutto con l'amore per la mia terra, la Lombardia!

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO GIORGIO CONTE SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 5657.

GIORGIO CONTE. Il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti volte a garantire, in occasione delle imminenti elezioni politiche, l'adeguamento di alcune fasi preliminari del procedimento elettorale.
Un provvedimento ampiamente discusso, con qualche inutile speculazione, che ha ritardato in zona cesarini l'approvazione in Aula, oramai poche ore prima dello scioglimento delle Camere.
Non è questa la sede per far riemergere polemiche che non produrrebbero utilità ai nostri lavori, ma va detto che chi ha voglia di andare a riesumare nello stenografico di alcuni anni fa, troverà alcune sorprese che confermano un malvezzo che si consuma nei riti della politica.
Chi nel dibattito di ieri, non tutti per carità, si è accalorato con una manovra ostruzionistica, richiamando addirittura il rango morale di questo provvedimento alcuni anni fa ha sostenuto addirittura l'opportunità che fosse sufficiente una rappresentanza parlamentare di appena due parlamentari, per essere esonerati dalla raccolta delle firme a corredo delle liste elettorali.
Ecco, una maggiore coerenza da parte di taluni, confidando anche sulla memoria delle proprie affermazioni fatta in altra epoca in quest'Aula, può costituire un presupposto utile anche alla immagine di questo Parlamento.
Il provvedimento come è noto interviene con significativa riduzione del numero delle sottoscrizioni per la presentazione delle liste di candidati, l'esercizio del diritto di voto di alcune categorie di cittadini temporaneamente all'estero per motivi di servizio o per missioni internazionali, nonché disposizioni volte a consentire l'ammissione ai seggi elettorali degli osservatori internazionali.
Ed è anche l'occasione questa per ricordare come il Presidente della Repubblica Napolitano alcuni giorni fa, abbia evidenziato il rammarico, che è anche il nostro, per il mancato raggiungimento di un accordo per una auspicata riforma della legge elettorale.
La nostra è una forza politica che, per i numeri che rappresenta in questo Parlamento non era certo determinante nella definizione di questo accordo, quindi non vi è dubbio che le responsabilità per il mancato raggiungimento di questo accordo vanno addebitate tutte alle forze maggiori, nello specifico PD e PDL.
Tenuto conto degli impegni delle forze politiche e delle attese, su questo tema, degli italiani, si tratta certamente di una macchia di questa Legislatura. Il timore, lo dico con estrema franchezza, è che al di la di tutti i tecnicismi che possiamo usare in questa sede per convertire il decreto in esame, anche con quei propositi di allargamento della offerta politica, i cittadini possano essere catturati dalla anti politica o dall'astensionismo.
Come è stato più volte sottolineato in Aula, la stessa fine anticipata di questa Legislatura e di questa esperienza di Governo è da attribuirsi alla scelta di un solo soggetto politico, che ha pregiudicato, per un mero calcolo elettorale, una conclusione più serena.
Ma confidiamo che gli elettori, nelle urne, sappiano riconoscere e ricordare.
Questa premessa mi porta a considerare come questo provvedimento d'urgenza, sia utile e doveroso per rendere più Pag. 92agevoli le operazioni e le procedure elettorali, che si svolgeranno straordinariamente in tempi molto brevi e in condizioni di incertezza.
Le elezioni del 2013 non determineranno solamente l'avvio della diciasettesima Legislatura repubblicana, ma determineranno un nuovo scenario politico, allo stato attuale piuttosto frammentato, e che ci si auspica proprio per questo motivo, presupposto per avviare una fase realmente costituente.
Queste considerazioni spiegano da sole come la fase che precede la campagna elettorale sia particolarmente convulsa e quindi come i tempi dedicati ai numerosi adempimenti risultino molto compressi.
Tempi compressi e scadenze stringenti, richiedono pertanto una revisione di alcune delle regole alle quali il Governo, ha risposto con qualche agevolazione che si traduce in una diminuzione del numero minimo di sottoscrizioni.
È corretto il principio del necessario radicamento sul territorio di una forza politica che intende affrontare la competizione elettorale, ma allo stesso modo è utile, che il corpo elettorale, in una fase convulsa e vorrei dire quasi schizofrenica, abbia la più ampia offerta possibile, oltre i proclami di qualcuno che invece di contribuire allo sviluppo di un nuovo percorso politico, vorrebbe tutto ad un tratto farci tornare allo schema del 2008 che ha messo in evidenza tutti i suoi vizi e i suoi limiti.
Futuro e Libertà si esprime quindi con ampio favore alla previsione formulata nel testo originario del decreto e dei successivi emendamenti approvati dall'Aula.
Consideriamo poi rilevante la disciplina di cui all'articolo 2, in linea con le passate battaglie di alcuni nostri compianti colleghi parlamentari: prevedere l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani, temporaneamente all'estero per motivi di servizio o per missioni internazionali è un atto di civiltà e di democrazia. Il loro diritto al voto, se possibile, deve essere garantito in termini ancora più stringenti considerati i nobili servizi che questi ragazzi rendono alla Nazione e alla comunità internazionale.
La norma di dettaglio in esame oggi mi suggerisce di fare una considerazione più ampia: emerge da questo dibattito in Aula e in Commissione l'esigenza di avviare anche la redazione di un testo unico in materia di norme che disciplinano i procedimenti elettorali. La mole di leggi che regola la materia è veramente notevole e alcune procedure appaiono antiquate, per l'elettore e per i partiti. Una semplificazione è quindi necessaria.
In conclusione il voto di Futuro e Libertà è favorevole, ma ribadisco che ci avrebbe fatto più piacere occuparci di una nuova legge elettorale. Un compito che si è rivelato troppo impegnativo ma necessario in termini di credibilità e fiducia, per ricostruire, letteralmente, il rapporto tra cittadini e la politica nazionale: rapporto senza il quale sarà difficile offrire alla politica le opportunità per un riscatto dell'intero Paese.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 5535-B - articolo 1 369 367 2 184 319 48 35 Appr.
2 Nom. articolo 2 372 370 2 186 320 50 35 Appr.
3 Nom. articolo 3 379 377 2 189 326 51 35 Appr.
4 Nom. articolo 4 383 381 2 191 326 55 34 Appr.
5 Nom. articolo 5 390 388 2 195 332 56 32 Appr.
6 Nom. articolo 6 391 389 2 195 331 58 32 Appr.
7 Nom. articolo 7 393 391 2 196 334 57 32 Appr.
8 Nom. articolo 8 393 391 2 196 333 58 32 Appr.
9 Nom. articolo 9 398 396 2 199 338 58 32 Appr.
10 Nom. articolo 10 390 388 2 195 332 56 32 Appr.
11 Nom. articolo 11 393 391 2 196 335 56 32 Appr.
12 Nom. articolo 12 393 391 2 196 333 58 32 Appr.
13 Nom. articolo 13 404 402 2 202 343 59 32 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 14 403 401 2 201 342 59 32 Appr.
15 Nom. articolo 15 399 397 2 199 339 58 32 Appr.
16 Nom. articolo 16 402 400 2 201 341 59 32 Appr.
17 Nom. Ddl 5534-bis-B-odg 9/12 311 306 5 154 168 138 20 Appr.
18 Nom. odg 9/5534-bis-B/15 348 340 8 171 41 299 20 Resp.
19 Nom. odg 9/5534-bis-B/16 351 344 7 173 9 335 20 Resp.
20 Nom. odg 9/5534-bis-B/21 358 347 11 174 182 165 20 Appr.
21 Nom. odg 9/5534-bis-B/22 362 358 4 180 50 308 20 Resp.
22 Nom. odg 9/5534-bis-B/34 372 364 8 183 48 316 20 Resp.
23 Nom. odg 9/5534-bis-B/36 368 355 13 178 327 28 20 Appr.
24 Nom. odg 9/5534-bis-B/38 378 368 10 185 53 315 20 Resp.
25 Nom. odg 9/5534-bis-B/39 379 376 3 189 159 217 20 Resp.
26 Nom. odg 9/5534-bis-B/45 387 380 7 191 336 44 20 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 38)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/5534-bis-B/48 383 357 26 179 338 19 20 Appr.
28 Nom. odg 9/5534-bis-B/50 384 376 8 189 359 17 20 Appr.
29 Nom. odg 9/5534-bis-B/52 384 377 7 189 370 7 20 Appr.
30 Nom. odg 9/5534-bis-B/53 383 378 5 190 176 202 20 Resp.
31 Nom. odg 9/5534-bis-B/46 rif. 391 390 1 196 389 1 20 Appr.
32 Nom. ddl 5534-bis-B - voto finale 369 364 5 183 309 55 19 Appr.
33 Nom. ddl 5535-B - voto finale 370 366 4 184 307 59 19 Appr.
34 Nom. Ddl 5657 - em. 1.500 361 321 40 161 320 1 19 Appr.
35 Nom. em. 1.34 361 354 7 178 29 325 19 Resp.
36 Nom. em. 5.200 367 366 1 184 365 1 19 Appr.
37 Nom. odg 9/5657/2 369 367 2 184 9 358 19 Resp.
38 Nom. ddl 5657 - voto finale 362 325 37 163 324 1 19 Appr.