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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 728 di martedì 4 dicembre 2012

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 10,05.

RENZO LUSETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 29 novembre 2012.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Antonione, Bongiorno, Boniver, Bratti, Cirielli, Crolla, D'Amico, Dal Lago, Fallica, Fava, Ghizzoni, Grassano, Graziano, Jannone, La Loggia, Leo, Lombardo, Lucà, Antonio Martino, Mazzocchi, Ricardo Antonio Merlo, Migliori, Mura, Angela Napoli, Narducci, Palumbo, Paniz, Pecorella, Picchi, Porta, Razzi, Paolo Russo e Vitali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente (ore 10,07).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza, con lettera in data 3 dicembre 2012, il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive):
«Conversione in legge del decreto-legge 3 dicembre 2012, n. 207, recante disposizioni urgenti a tutela della salute, dell'ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale» (A.C. 5617) - Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, XI, XII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,09).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,30.

La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,35.

Pag. 2

Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili (Testo risultante dallo stralcio dell'articolo 2 del disegno di legge n. 5019, deliberato dall'Assemblea il 9 ottobre 2012) (A.C. 5019-bis-A); e degli abbinati progetti di legge: Pecorella ed altri; Bernardini ed altri; Vitali e Carlucci; d'iniziativa del Governo; Ferranti ed altri; Ferranti ed altri (A.C. 879-2798-3009-3291-ter-4824-5330).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 5019-bis-A: Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili (Testo risultante dallo stralcio dell'articolo 2 del disegno di legge n. 5019, deliberato dall'Assemblea il 9 ottobre 2012); e degli abbinati progetti di legge d'iniziativa dei deputati: Pecorella ed altri; Bernardini ed altri; Vitali e Carlucci; d'iniziativa del Governo; Ferranti ed altri; Ferranti ed altri. (A.C. 879-2798-3009-3291-ter-4824-5330).
Ricordo che nella seduta del 29 novembre 2012 è stato da ultimo approvato l'articolo 1.
Per quanto riguarda il contingentamento dei tempi, ricordo che sono esauriti quelli a titolo personale, già aumentati di un terzo su richiesta del gruppo Lega Nord Padania. I tempi per gli interventi a titolo personale sono stati utilizzati per la quasi totalità dai deputati appartenenti a tale gruppo.
Alla luce di tali elementi, ricordo che nella seduta del 28 novembre scorso, la Presidenza aveva già avvertito che, una volta esauriti tali tempi, non avrebbe più concesso ulteriori ampliamenti, riservandosi di consentire brevi interventi a titolo personale soltanto a deputati di altri gruppi.
Il gruppo Lega Nord Padania ha comunque ancora a disposizione 28 minuti, a valere sui tempi assegnati al gruppo, come ampliati di un terzo a seguito di apposita richiesta avanzata dal gruppo stesso.
Rispetto a tale tempo complessivo, la Presidenza non potrà consentire ulteriori ampliamenti.
Sarà comunque consentito al gruppo Lega Nord Padania, ove richiesto, di esprimere la propria posizione su ciascuna proposta emendativa o articolo da porre in votazione attraverso un breve intervento di non più di un minuto.
Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 3.200 e 11.200, che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 5019-bis-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 2 l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, da anni si sente la necessità di sperimentare forme nuove e diversificate di sanzioni penali, anche per completare il processo di ancoraggio del sistema sanzionatorio italiano a quello europeo. È forte la richiesta di rendere il sistema dell'esecuzione della pena più efficace e più efficiente, perché è diffusa la sensazione che sanzioni inflitte non riescano poi, effettivamente, ad essere applicate e, quindi, l'espiazione non diventa effettiva. A questo problema si è data risposta sinora aumentando le sanzioni, rendendole sempre più aspre e ritornando sempre di più alla pena detentiva per garantire la sicurezza dei cittadini.
D'altronde, la politica della pena di questi ultimi anni ci consegna una situazione veramente drammatica: al sovraffollamento delle carceri fa da controcanto l'assenza di una chiara missione istituzionale Pag. 3dell'esecuzione penale esterna. E invece è necessario - così come fa questo provvedimento - investire nell'esecuzione penale esterna, la quale, sinora, pur facendo parte integrante del sistema penitenziario, non ha usufruito, se non in minima misura, in una parte veramente residuale, delle enormi risorse che sono, invece, destinate al sistema carcerario, come se le pene detentive fossero figlie di un Dio maggiore e le pene non detentive fossero figlie di un Dio minore. Eppure, le esperienze maturate in tanti altri Paesi europei ci consegnano una condizione dell'esecuzione della pena completamente diversa da quella del sistema italiano.
Negli altri Paesi, le pene alternative hanno una loro dignità, c'è una cultura politica che richiede misure alternative a quella della detenzione in carcere e c'è un'organizzazione che consente l'efficacia di queste misure alternative. D'altra parte, lo abbiamo verificato anche in Aula, la scorsa seduta, e il Ministro Severino ci ha consegnato i dati delle percentuali enormi di recupero sociale e di mancanza di recidiva per chi ha scontato le pene alternative a fronte, invece, di una recidiva superiore al 60 per cento per chi ha scontato la detenzione in carcere. Tuttavia, c'è anche un altro elemento importante su cui dobbiamo riflettere ed è quello che negli altri Paesi europei è ampliata l'area delle sanzioni penali proprio perché il carcere non è l'unica risposta che danno i sistemi europei; tale area è arricchita da una varietà enorme di risposte che vedono nelle misure alternative strumenti per scontare la pena e per reinserirsi nel circuito sociale. Questo, in Italia, è stato impedito di fatto, perché l'unica risposta che il sistema penale italiano ha saputo dare, sinora, è stata quella della detenzione carceraria, con le conseguenze drammatiche da tutti conosciute.
Allora, vi ricordo che mentre in Italia entrano nel circuito della pena 120 mila persone, in Francia sono 250 mila e in gran Bretagna sono 300 mila; questo significa che se si vuole ampliare l'area del controllo penale, e questo lo ricordo ai colleghi della Lega Nord Padania, si deve necessariamente allargare l'area delle pene alternative al carcere. La semplice proposta di ricorso alle misure alternative come strumento di deflazione carceraria, in mancanza di sanzioni diverse ed efficaci da utilizzare per punire le condotte antigiuridiche, diventa un palliativo che si trasforma in un boomerang, scarica sulle misure alternative le inefficienze che sono del sistema sanzionatorio. Al contrario, occorre abbandonare l'orientamento che tende a presentare le pene detentive come strumento semplicemente deflattivo del sovraffollamento carcerario. Il sistema di esecuzione penale esterna, oggi, assicura solo interventi a prevalente valenza socioriabilitativa; invece, è necessario che possa assicurare il controllo della condotta, per rendere effettiva la funzione retributiva, l'aiuto al reinserimento, per rendere effettiva la funzione rieducativa, la restituzione e la riparazione del danno, per rendere effettiva la funzione ripartiva. Ecco perché è necessario avviare una profonda riorganizzazione che porti ad una ricostruzione, ad un potenziamento, degli uffici di esecuzione esterna, in modo che costituiscano un sistema ben organizzato che gestisca le pene non detentive sul piano giuridico, sullo sviluppo metodologico e su quello della dimensione organizzativa.
Con questo articolo si introduce un'importantissima misura alternativa, che è quella della sospensione del procedimento con la messa in prova attraverso lavori di pubblica utilità, per fare in modo che tutte le condizioni, che già esistono negli altri Stati europei, possano essere applicabili anche nel nostro sistema. È una misura che trasforma, attraverso il lavoro che si è fatto in Commissione, i principi della delega in norme precettive, perché siano direttamente e immediatamente applicabili. Questo restituisce dignità al Parlamento, perché gli restituisce la sua funzione centrale di legislatore e abbrevia i tempi di applicazione delle norme, perché le rende immediatamente precettive. Questo è stato il grande lavoro che si è fatto in Commissione, con la collaborazione del Governo, con la collaborazione di giuristi di grande caratura, e adesso noi consegniamo, Pag. 4dopo questo lavoro, al Parlamento, non una delega, ma una misura alternativa già normata, sia nella parte del diritto penale sostanziale, sia nella parte del diritto processuale.
Credo che il gran lavoro fatto in Commissione renda superflue tante proposte emendative che si sono presentate - e vengo, quindi, proprio a parlare e ad affrontare il tema degli emendamenti -, perché molte di queste proposte emendative sono già state recepite in quella mediazione che è stata fatta in Commissione nella rielaborazione del testo delega originario. Ecco perché credo che l'invito al ritiro, che è stato discusso in sede di Comitato dei nove, sarà riproposto in Aula, perché già il testo ha avuto una lunga, ragionata e precisa rielaborazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Renato Farina. Ne ha facoltà.

RENATO FARINA. Signor Presidente, il provvedimento che ci apprestiamo ancora a discutere nelle sue proposte emendative, è un provvedimento che ha gravi insufficienze, però, nella sua sostanza, è molto positivo. La misura delle pene alternative non è una questione che attiene alla sicurezza, ma semplicemente ci allinea alla civiltà dei Paesi europei. La situazione delle nostre carceri è tale, infatti, per cui l'articolo 27 della Costituzione, che prevede l'umanità delle pene, usa il verbo imperativo per dire che esse devono tendere alla rieducazione, ma è smentito clamorosamente nella vita quotidiana. Giustamente la magistratura è intervenuta per bloccare l'inquinamento nell'Ilva di Taranto per tutelare la salute della gente, ma mi chiedo come mai la magistratura non intervenga per chiudere queste carceri, che effettivamente uccidono le persone. Non me lo spiego. Il controllo di legalità sulle carceri non c'è. I giudici di sorveglianza dovrebbero visitare gli istituti penitenziari e controllare lo stato di detenzione e le celle. Allora, come è possibile che si tolleri la condizione di certi padiglioni di Poggioreale, dove ci sono celle in cui si sta ancora adesso in quindici, venti persone con un bagno solo, che generano inevitabilmente il formarsi di un branco con un capo branco, perché la logica della cattività è questa: aiuta le persone non a migliorare, ma a trasformarsi in animali, come ha studiato, peraltro, Lorenz.
Non c'è differenza tra comportamenti umani e comportamenti animali quando si è in situazioni di deprivazione della dignità, purtroppo, e noi questo dobbiamo farlo. Uno dei modi è quello delle pene alternative e del patto di fiducia reciproca tra chi ha commesso un reato e lo Stato, perché non lo ricommetta più.
Mi limito a dire che questo non è frutto del buonismo italiano, come purtroppo gli amici della Lega si ostinano a ripetere, perché, se facciamo i numeri dello stato delle pene alternative in Europa e negli Stati Uniti, possiamo osservare che il numero delle misure alternative in tutta l'Europa (Germania, Inghilterra, Francia, Spagna) è un multiplo del numero dei detenuti. In Italia è invece un sottomultiplo ed è una penosa eccezione in Europa. Anche negli Stati Uniti, ovviamente, questo rapporto è un multiplo.
Vogliamo essere un po' precisi per informarci meglio sullo stato delle cose in Europa e in Italia. In Inghilterra il numero dei detenuti è 86 mila, il numero delle misure alternative - qualcuno vuole azzardare un numero? - è 234 mila. In Francia, il numero dei detenuti è 64.787 (meno che in Italia), il numero delle misure alternative è tre volte tanto: 173 mila. In Spagna il numero dei detenuti è 70 mila circa, il numero delle misure alternative è 204 mila, ossia tre volte tanto. Negli Stati Uniti d'America il numero dei detenuti è 2 milioni e 350 mila, il numero delle misure alternative - uno pensa che saranno meno di 2 milioni, invece no - è 4 milioni e 877 mila.
In Italia il numero dei detenuti è 66 mila. Attualmente, sapete quante sono le misure alternative? Sono 20 mila. Non c'è bisogno - credo - di spiegare che cosa sia un multiplo e che cosa sia un sottomultiplo, ma credo che bisogna anche mostrare il rapporto percentuale tra coloro Pag. 5che saranno dichiarati innocenti e che adesso patiscono una condizione comunque disumana e il numero dei carcerati complessivi.
So che a ripetere le cose diventano noiose e che, poi, i numeri escono dalle orecchie subito, però almeno «l'odore» di queste cose deve rimanere in noi. Il 42 per cento della popolazione carceraria totale in Italia non è stata condannata in via definitiva, cioè c'è la presunzione di non colpevolezza. Il 20 per cento della popolazione carceraria, cioè circa 14 mila persone, è ancora in attesa di giudizio.
In Italia, in questo momento, in carcere abbiamo 14 mila persone che non sono state neanche sottoposte a un grado di giudizio e - io sono disponibile a girare le carceri con quelli che hanno dei dubbi - si vada a vedere se sia sopportabile la condizione cui sono sottoposti. Purtroppo, su questi temi, sul tema del sovraffollamento di questo o quel carcere, si presentano numerose interrogazioni ed io personalmente ne ho presentate una trentina. Ebbene - io spero che il sottosegretario stia prendendo nota -, non ho mai ricevuto, in cinque anni, una sola risposta, né una risposta politica nei quattro anni precedenti, né una risposta tecnica in quest'ultimo anno. Mi domando come ciò sia possibile e a cosa serva lo strumento del sindacato ispettivo se ad esso non corrisponde una risposta di collaborazione, come recita la Costituzione, tra le istituzioni, cioè tra il Parlamento e il Governo. Lo domando molto umilmente.
Continuo con i numeri. Di questi 14 mila detenuti che oggi sono in attesa di giudizio, 7 mila (il 50 per cento), se facciamo ragionare la statistica, sarà dichiarato innocente alla fine dei tre gradi di giudizio, per cui 7 mila persone che adesso sono in carcere statisticamente stanno subendo una totale ingiustizia.
Non esiste questo tipo di rapporto tra detenuti in attesa di giudizio e assoluzioni finali se non in Italia. Sì, ci sono altri casi di detenuti in attesa di giudizio molto numerosi. Siamo stati di recente in Georgia con il Consiglio d'Europa e lì circa il 99,9 per cento ha la probabilità, quando è inquisito, di essere condannato, ma ciò accade perché lì non esiste il diritto di difesa. Da noi, invece, esiste purtroppo la pratica della punizione preventiva, dell'acconto sui debiti, fatti versare anche se questi debiti poi si dimostreranno inesistenti. È una pratica assolutamente infame e disumana.
Inoltre, vorrei anche rispondere all'osservazione secondo cui le forze dell'ordine vedrebbero male i provvedimenti alternativi al carcere. Io non ho questo tipo di polso della situazione, però so cosa dicono gli agenti di una forza dell'ordine molto importante, la polizia penitenziaria. Ebbene, la polizia penitenziaria è stanca di vigilare su carceri che sono ridotte a fattorie per animali. Gli agenti sono stanchi di questo sistema, perché abbrutisce anche l'essere costretti a vigilare su persone che vivono in condizioni di abbrutimento. Tutto questo non è sopportabile e, se le misure alternative riescono a rendere più dignitosa la vita nelle carceri, credo che possano contribuire anche alla sicurezza dei cittadini, perché una minore sofferenza ingiusta e gratuita nelle carceri non le trasforma in una specie di vivaio di piante carnivore, come sono adesso.
Personalmente sono d'accordo con le posizioni di Rita Bernardini e di Marco Pannella, insieme a pochi altri deputati - lo so - per l'amnistia, perché la ritengo in questo momento un dovere inderogabile. Noi non abbiamo accettato di discutere in Aula, a dieci anni dal discorso storico del Papa, su questi temi, salvo in una sala esterna, e lo ritengo un grave torto fatto non tanto alla memoria del Papa, che non ha bisogno di noi, quanto a noi stessi, specialmente dopo che il Ministro Severino coraggiosamente si era detta disponibile ad affrontare questo tema.
Allora, credo che, senza voler confondere la sostanza - perché l'amnistia è una cosa e le pene alternative sono un'altra, come ho dimostrato leggendo le cifre delle pene alternative in Europa -, pur tuttavia questo provvedimento si pone sulla scia di considerare le carceri non come un pianeta estraneo al pianeta Italia, ma come una parte integrante del territorio italiano, Pag. 6dove i deputati sono ammessi ad entrare senza autorizzazione perché quella è Italia, è un territorio italiano ove occorre vigilare perché la legalità sia mantenuta. E la legalità è qualche cosa che riguarda, sì, i cittadini onesti, ma riguarda innanzitutto gli assassini.
Credo che i diritti umani si misurino sui diritti umani che sono offerti a chi ha sbagliato e neanche vuole pentirsi. Questa è la nostra civiltà, questa è la tradizione di Cesare Beccaria da cui non dobbiamo discostarci. Io non dimentico che Cesare Beccaria era di Milano e che la grande tradizione illuministica, nata da Il Caffè, a Milano, da Beccaria e da Manzoni, ha, nella città di Milano e nella Lombardia, le sue più forti radici. Per cui, ritrovare la nostra identità e la nostra tradizione lombarde significa anche ritrovare questo, non ritrovare le pinze di chi ha torturato Mora alla Colonna Infame, ma quelle di chi ha guardato con pietà a tutto questo, sapendo che la barbarie genera barbarie. La situazione delle carceri oggi genera ulteriori barbarie e ulteriore insicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 2 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere i prescritti pareri della Commissione.
Avverto che sono state ritirate tutti le proposte emendative a prima firma dei deputati appartenenti al gruppo dell'Italia dei Valori.

DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro per tutte le proposte emendative, ad eccezione degli identici emendamenti Angela Napoli 2.62 e Contento 2.83, sui quali il parere è favorevole, a condizione che siano riformulati nel senso di aggiungere, in fine, il seguente periodo: «La sospensione può tuttavia essere concessa una sola volta in relazione ai reati commessi anteriormente al primo provvedimento di sospensione».

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore nell'ipotesi che il testo della riformulazione proposta degli identici emendamenti Angela Napoli 2.62 e Contento 2.83 sia «una seconda volta» e non «una sola volta». Se è così, il parere è totalmente conforme.

PRESIDENTE. Il testo della riformulazione dovrebbe essere nel senso di aggiungere in fine: «La sospensione può tuttavia essere concessa una seconda volta in relazione ai reati commessi anteriormente al primo provvedimento di sospensione».

DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Sì, signor Presidente, questa è la riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Crosio 2.1, del quale il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo con riferimento all'emendamento Crosio 2.1, che è soppressivo dell'articolo 2.
L'articolo 2 istituisce il meccanismo della sospensione del procedimento con messa alla prova, che può essere richiesta direttamente dall'imputato e, anche in questo caso, l'istituto della messa alla prova con conseguente applicazione dei lavori di pubblica utilità può essere chiesto solo con riferimento a determinati reati. Anche qui ricadiamo esattamente nell'ipotesi che abbiamo già riscontrato e contestato con l'articolo 1, ovvero con le pene alternative al carcere, ovvero l'istituto può essere applicato con riferimento ai reati con pena non superiore a quattro anni.
Valgono quindi tutte le argomentazioni che abbiamo addotto con riferimento all'articolo 1 e, quindi, il fatto che siano compresi determinati reati, anche di particolare Pag. 7gravità sociale, e ripetiamo alcuni di questi reati, ad esempio la truffa semplice. Non vogliamo sentirci rivolgere contestazioni che non riprendono e che non hanno alcun riscontro rispetto agli emendamenti che abbiamo presentato. Quindi, citiamo la truffa semplice, il furto semplice, lo stalking. Anche il reato di stalking, per quanto riguarda e così come risulta formulato l'articolo 2 e quindi l'istituto della messa alla prova (il suddetto reato, lo ripeto, prevede una pena da sei mesi a quattro anni), può tranquillamente ricadere nell'ipotesi della messa alla prova.
Crediamo che l'istituto della messa alla prova sia dignitoso e nobile. Viene applicato (e bene) per quanto riguarda il diritto penale minorile e lì funziona, perché ci sono un'utilità e una finalità precise, ossia di recuperare il minore. Crediamo che recuperare il minorenne, che commette reati anche particolarmente gravi, ed evitargli il carcere sia una misura e un'applicazione degne.
Non crediamo che l'istituto della messa la prova, così come formulato, possa invece avere senso e possa avere quella funzione rieducativa e di recupero nei confronti dell'adulto, soprattutto con riferimento a reati puniti con la reclusione fino a quattro anni, che sono particolarmente gravi.
L'applicazione dell'istituto della messa alla prova, che determina e comporta lo svolgimento di lavori di pubblica utilità, merita, anche qui, un'osservazione. Ne abbiamo più volte discusso in Commissione.
Abbiamo svolto parecchie audizioni per capire se l'istituto del lavoro di pubblica utilità può avere senso e abbiamo tutti riscontrato, facendocelo dire da esperti - abbiamo svolto audizioni di insigni professori, come il professor Caprioli, piuttosto che il presidente del tribunale di Milano, Livia Pomodoro -, che l'applicazione dell'istituto del lavoro di pubblica utilità trova oggi particolari difficoltà ad essere applicato con riferimento ai reati minori. Sappiamo che il lavoro di pubblica utilità viene introdotto nel nostro Paese nel 1990 con riferimento al testo unico sulla droga, viene poi ripreso nel decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, con riferimento alle competenze del giudice di pace, e anche relativamente a reati specificati e di minore importanza - ad esempio, i reati legati all'utilizzo di sostanze stupefacenti o alla guida in stato di ebbrezza - la difficoltà di applicare il lavoro di pubblica utilità è assolutamente riscontrata.
Crediamo quindi che sia assurdo estendere questa misura ad una platea di reati molto più vasta e soprattutto una platea di reati particolarmente gravi; è per questo che chiediamo al Parlamento un atto di sensibilità votando a favore del nostro emendamento, che è un emendamento soppressivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crosio 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Presidente Casini, onorevoli Marchioni, Roccella e Saglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 381
Votanti 378
Astenuti 3
Maggioranza 190
Hanno votato
32
Hanno votato
no 346).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo ora all'esame di tre emendamenti che costituiscono una serie a scalare.
Ai sensi dell'articolo 85, comma 8, primo periodo, del Regolamento e secondo Pag. 8la prassi consolidata, procederemo pertanto alla votazione del primo emendamento, D'Amico 2.4, e dell'ultimo emendamento di tale serie, Bernardini 2.2.
Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Amico 2.4, per il quale il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo su questa serie di emendamenti a scalare, che sono volti a limitare e diminuire l'ambito di applicazione di questo nuovo istituto della messa alla prova portando il limite massimo edittale di applicazione di questa misura dalla pena di quattro anni alla pena a scalare di uno, due e tre anni.
Il collega Nicola Molteni, intervenendo, ha già avuto modo di esprimere le perplessità del gruppo Lega Nord rispetto all'estensione dell'istituto della messa alla prova anche agli adulti. Si tratta di un istituto che effettivamente abbiamo visto funzionare nel sistema minorile, dove è molto importante - non che non lo sia chiaramente in tutto il nostro sistema penale, ma qui ha molta più efficacia - il concetto di rieducazione e la possibilità di recupero e reinserimento sociale del minore, tutti concetti che effettivamente devono valere anche per gli adulti.
Proprio per questo noi diciamo che, se si vuole introdurre un nuovo istituto, facciamolo, ma non estendiamolo eccessivamente. L'istituto del lavoro di pubblica utilità può essere positivo, perché chiaramente la pena - lo dice l'articolo 27 della Costituzione - deve tendere al reinserimento.
Io stessa avevo presentato, in passato, una proposta di lavoro di pubblica utilità abbinata alla possibilità di sconti di pena. Ricordo, però, che allora, forse perché la proposta proveniva da una leghista, è stata bollata come proposta del lavoro forzato, unicamente perché, Ministro Severino, io chiaramente non prevedevo una retribuzione per il lavoro di pubblica utilità prestato, ma abbinavo il beneficio al detenuto allo sconto di pena.
Forse, sarebbe anche il caso di riprendere il tema del reinserimento sociale perché, effettivamente, il problema del sovraffollamento delle carceri c'è, ma se, una volta usciti dal carcere, si torna a delinquere è anche perché poco facciamo per il reinserimento sociale dei detenuti. Allora, ben vengano tutte le norme che tendono ai lavori di pubblica utilità, al rifinanziamento della legge «Smuraglia» ed al lavoro all'esterno, però ci vuole anche coordinamento e attenzione e soprattutto non bisogna minare l'altro principio fondamentale, che è quello della sicurezza dei cittadini.
Ora noi abbiamo perplessità - lo ripeto - per la soglia edittale massima (quattro anni, secondo noi, sono eccessivi perché vi possono rientrare dei reati gravi). Potremmo anche estendere il concetto; lei replicherà, signor Ministro, che qui c'è una valutazione degli elementi oggettivi, così come degli elementi soggettivi da parte del magistrato. Forse, occorrerebbe anche ripensare in termini di risorse a come è strutturato il mondo della magistratura di sorveglianza dell'esecuzione, perché sappiamo che, troppe volte, forse i magistrati non hanno neanche gli strumenti a loro disposizione in tema di tempi, di mezzi, di educatori e di assistenti sociali per poter esprimere delle valutazioni perché sappiamo e abbiamo avuto prove ed esempi di casi in cui ad un detenuto non viene riconosciuta la pericolosità sociale e, rimesso in libertà, torna a delinquere.
Quindi, questa è una considerazione che deve essere fatta, così come non bisogna soltanto fare la legge manifesto, ma bisogna anche renderla efficace ed efficiente. Il collega Molteni già evidenziava le difficoltà che ci sono nell'applicazione del lavoro di pubblica utilità e noi temiamo che ci possano essere anche delle disparità di applicazione sul territorio nazionale. Sono misure che comunque costano perché - se dobbiamo prevedere per gli enti locali, ad esempio, un'assicurazione obbligatoria - allora voglio vedere quale sarà l'ente locale che applicherà questa assicurazione e quale non lo farà. Pag. 9
Quindi, alla fine è vero che abbiamo previsto queste misure, è vero che prevediamo la messa alla prova e che faremo in modo di far svolgere un lavoro di pubblica utilità e ci attiveremo perché si possano porre in essere anche le misure per, in un certo qual modo, tutelare o comunque risarcire la persona offesa dal reato, ma poi, alla fine, temiamo che tutte queste cose non vengano realizzate. Ciò che viene semplicemente previsto è chiaramente il beneficio di dire: ho commesso un reato punito fino a quattro anni, ebbene lo Stato mi dice: se farai il bravo e non commetterai un nuovo reato, ti metterò alla prova e ti lascio in libertà senza sanzione alcuna, con - secondo noi - un grande rischio per la sicurezza dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, noto che oggi i toni del gruppo della Lega Nord sono più moderati anche se dobbiamo dire che, dalla nostra posizione, dalla posizione radicale, questo provvedimento vede motivazioni opposte a quelle esposte dal gruppo della Lega Nord, cioè lo riteniamo un provvedimento di quasi nulla efficacia.
Per questo, con questo emendamento, proponiamo di innalzare la pena edittale massima a cinque anni proprio perché questo provvedimento rischierebbe di introdurre nell'ordinamento un istituto che produrrebbe benefici per il destinatario minori di quelli prodotti da istituti già previsti nell'ordinamento, come ad esempio quello della sospensione condizionale della pena.
Anche il gruppo della Lega Nord parla di sovraffollamento carcerario, ma il problema è che qui non stiamo rispondendo minimamente a questo discorso, cioè al fatto che, nelle carceri italiane, si vive nell'illegalità per colpa dello Stato (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Amico 2.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Brandolini, Molgora, Garagnani, Di Virgilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 388
Votanti 386
Astenuti 2
Maggioranza 194
Hanno votato
32
Hanno votato
no 354).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 2.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Di Virgilio, Farina Coscioni, Sanga, Nola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 386
Votanti 385
Astenuti 1
Maggioranza 193
Hanno votato
9
Hanno votato
no 376).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Rondini 2.90.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Rondini 2.90 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore. Pag. 10
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, i toni della Lega Nord Padania rimangono duri e di profonda contestazione con riferimento a questo provvedimento. L'abbiamo detto e lo ribadiamo: noi siamo profondamente contrari a questo provvedimento, ritenendolo, nella sua complessità, inutile, dannoso e sbagliato.
Abbiamo detto che è un provvedimento sbagliato perché non è nulla di più che la certificazione del fallimento dei provvedimenti indultivi fatti in questi ultimi anni, dal 2006 in poi, con l'indulto del Governo Prodi votato da tutto il Parlamento tranne che dalla Lega Nord Padania, del fallimento, in parte, anche del disegno di legge Alfano e, in modo particolare, del fallimento di quello che noi abbiamo definito il decreto-legge «svuota carceri», del Ministro Severino. Quindi, questo provvedimento non è nulla di più che la certificazione che i provvedimenti con quella natura, con una natura indultiva e clemenziale nei confronti di chi commette reati, non hanno portato alcun beneficio alla risoluzione del problema del sovraffollamento delle carceri, tant'è che le carceri sono ancora sovraffollate e si è indotto il Ministro a presentare questo provvedimento.
Quindi, è un provvedimento sbagliato e inutile. Come continua a ripetere la collega Bernardini, è vero che questo provvedimento non andrà assolutamente ad alleviare la tensione detentiva all'interno delle carceri. Inoltre, è un provvedimento dannoso perché manda esternamente un messaggio sbagliato. Abbiamo prima sentito il collega Renato Farina che invitava e chiedeva al Parlamento di procedere verso un'amnistia. Questa è la posizione del collega Renato Farina ed è, probabilmente, la posizione del PdL e, probabilmente, del PD, ma non è certamente la posizione della Lega Nord Padania. Noi siamo contrari. Eravamo contrari all'indulto e saremo contrari anche all'amnistia!
Per noi il problema del sovraffollamento delle carceri lo si risolve in due modi estremamente semplici ed estremamente banali. La settimana scorsa il Ministro Severino ci ha annunciato che, da qui ai prossimi anni, vi saranno circa 11 mila posti in più nelle carceri. Noi crediamo che quello - ed esclusivamente quello - debba essere lo strumento e il metodo per poter risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. Unitamente a tale possibilità, vi è un decreto legislativo, adottato nel 2009 dal precedente Consiglio dei Ministri, in cui si consente e si dà la possibilità, in applicazione di una direttiva europea, di poter far scontare la pena ai detenuti stranieri nei propri Paesi d'origine, anche senza le due condizioni che oggi costituiscono i presupposti per poter far sì che questo provvedimento venga applicato, cioè senza il consenso del detenuto e senza la possibilità di poter concludere accordi bilaterali con gli Stati esteri in ambito europeo. Lo ha fatto il Governo precedente, portando a far sì che circa 1.200 detenuti potessero andare a scontare la pena nei Paesi d'origine in Europa. Chiediamo che questo Governo mutui quel decreto legislativo e lo applichi anche con riferimento alla situazione delle carceri del nostro Paese.
I toni non sono meno duri ma noi sappiamo coniugare, alla durezza dei toni e alla contestazione del provvedimento, anche delle argomentazioni serie a suffragio della bontà delle nostre iniziative. Con riferimento all'istituto della messa alla prova, noi crediamo, in modo particolare con l'applicazione del lavoro di pubblica utilità, che le problematiche che sono state sollevate in Commissione e che i tecnici esperti sono venuti a riferirci in Commissione - e che la collega Lussana ha riscontrato poc'anzi - siano un problema reale.
Mi riferisco alla difficoltà di stipulare convenzioni con enti locali, attribuendo all'ente locale stesso la responsabilità non solo della stipula delle convenzioni, ma soprattutto l'obbligo, così come viene previsto dalla normativa e come prevede questo disegno di legge, di esercitare quell'attività di gestione, organizzazione, controllo Pag. 11e certificazione delle attività del detenuto, che oggi gli enti locali non sono assolutamente nelle condizioni, per risorse e per personale, di poter esercitare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 2.90, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Damiano, Meroni, Colombo, Cazzola, Giammanco, D'Antoni, Andrea Orlando, Rampelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 396
Votanti 394
Astenuti 2
Maggioranza 198
Hanno votato
32
Hanno votato
no 362).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Sisto 2.50.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 2.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Cesa, Giammanco, Casini, Coscia, Adornato, Lo Monte, Ventura, Scilipoti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 399
Votanti 393
Astenuti 6
Maggioranza 197
Hanno votato
42
Hanno votato
no 351).

Prendo atto che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi
Passiamo all'emendamento Sisto 2.51.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 2.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Pianetta, Mazzuca, Cesario, Cesare Marini, Sanga, Verducci, Meroni, Bellotti, Cossiga, Ventura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 397
Votanti 396
Astenuti 1
Maggioranza 199
Hanno votato
2
Hanno votato
no 394).

Prendo atto che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Simonetti 2.82.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 2.82, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Cesa, Della Vedova, Vella, D'Antoni, Veltroni...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 12
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 402
Votanti 401
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato
33
Hanno votato
no 368).

Passiamo all'emendamento Fava 2.7.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 2.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Rampelli, Meroni, Vignali, Scilipoti, Sanga, Cossiga, Cazzola, Verducci, Cicchitto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 401
Votanti 400
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato
33
Hanno votato
no 367).

Passiamo all'emendamento Fabi 2.76.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Fabi 2.76 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabi 2.76, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Rampelli, Meroni, Cesario, Fabi, Ciccanti, Tanoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 402
Votanti 401
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato
33
Hanno votato
no 368).

Passiamo all'emendamento Dozzo 2.8.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Dozzo 2.8 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, utilizziamo gli ultimi minuti che abbiamo per poter cercare di svegliare il Parlamento dal torpore in cui è caduto rispetto a questo provvedimento. Questo è un provvedimento che non risolve assolutamente il problema del sovraffollamento delle carceri: con esso il Parlamento sta legittimando una sorta di impunità per legge, garantita soprattutto nei confronti di chi commette i reati. Credo che sia particolarmente grave vedere una forza politica come l'Italia dei Valori, che ha votato contro l'indulto nel 2006, come abbiamo votato contro noi, assecondare le posizioni della maggioranza PD, PdL, UdC e FLI.
In questa battaglia che abbiamo condotto spesso e volentieri insieme, riconoscendo all'Italia dei Valori la bontà della difesa di queste posizioni, soprattutto delle posizioni dei più deboli e delle vittime dei reati, vedere una forza politica che si sta allineando in maniera silente a questo provvedimento, che è quasi un indulto strisciante, quasi una sorta di amnistia strisciante, credo dia il peso e la misura di come l'unica forza politica che ha combattuto e si è mostrata sensibile a fare opposizione e a tentare di bloccare questo provvedimento, nei limiti temporali che ci vengono consentiti, sia la Lega Nord.
Non accettiamo, quindi, che esternamente venga mandato un messaggio diverso. L'unica forza politica che ha fatto Pag. 13opposizione la settimana scorsa e che sta facendo opposizione con i pochi tempi e i pochi minuti che rimangono è la Lega Nord. Quindi, è bene ribadire questo concetto e questo principio: questo provvedimento non serve assolutamente a nulla e, laddove avrà degli effetti, avrà effetti drammatici, soprattutto nei confronti di coloro i quali i reati li hanno subiti.
E in questo momento, in cui il tema della sicurezza è soprattutto legato a particolari reati, a reati che vanno ad inquinare e a colpire l'animo delle singole persone e i domicili - mi riferisco, in modo particolare, ai furti -, riscontriamo totale disattenzione e totale disinteresse da parte dell'Aula parlamentare rispetto ad un provvedimento che prevede delle misure alternative al carcere con riferimento a reati particolarmente gravi.
Ribadiamolo, ripetiamolo: questo provvedimento fa riferimento a tutti i reati con pene inferiori ai quattro anni. Mi riferisco al furto, al furto semplice, ovviamente, alla truffa, alla truffa semplice, al reato di stalking, alla corruzione per atti di ufficio, alla prostituzione minorile, al traffico di influenze illecite, reato che si è voluto giustamente e doverosamente introdurre all'interno del disegno di legge sull'anticorruzione, voluto dal Ministro, voluto dalla maggioranza.
Oggi, con riferimento a questo reato, vi è un atteggiamento di scarsa sensibilità rispetto all'applicazione della misura detentiva del carcere. Noi crediamo che oggi si stia compiendo un errore, un gravissimo errore. La Lega non vuole essere compartecipe di questo errore. Stiamo dando esternamente un messaggio sbagliato con questo provvedimento nella sua complessità, anziché garantire più sicurezza.
Tra l'altro, con riferimento al principio della messa alla prova - lo diceva giustamente la collega Lussana - e ai lavori di pubblica utilità, che può essere una misura riparatoria nobile, abbiamo visto - la storia e i casi ci insegnano - che, anche laddove questa misura viene applicata, in modo particolare nei reati di competenza del giudice di pace, e quindi nei reati minori, questo istituto trova difficile applicazione.
Trova difficile applicazione soprattutto perché gli enti locali, i sindaci e i comuni non riescono a sottoscrivere le convenzioni.
Sono qui presenti dei sindaci. Sulle amministrazioni locali graveranno oneri e compiti, senza le adeguate risorse. I sindaci che, giustamente, oggi vivono una situazione di grande difficoltà, non avranno le condizioni, i mezzi e le risorse per far fronte a questo strumento inutile, sbagliato e dannoso!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, non so dove fosse il collega la scorsa settimana, ma tutti coloro che erano presenti in quest'Aula, hanno visto che il gruppo Italia dei Valori, sul tema della domiciliazione, ha aspramente combattuto la relativa parte del provvedimento, perché ritiene che sia sbagliata. Abbiamo fatto un'opposizione molto dura all'articolo 1, a differenza di quello che ha appena detto il collega.
Sulla sospensione della pena e sulla messa alla prova, da sempre, invece, il gruppo Italia dei Valori ha espresso una posizione favorevole, al punto che nella scorsa legislatura, quando il senatore Li Gotti era sottosegretario di Stato per la giustizia, aveva portato in Parlamento una serie di proposte che andavano nella stessa direzione verso cui va il provvedimento in oggetto. Quindi non vi è alcuna acquiescenza, semplicemente vi è una parte del provvedimento sulla quale non eravamo d'accordo ed una parte sulla quale, invece, siamo d'accordo. Tutto qui, caro collega.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dozzo 2.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Pag. 14

Onorevoli Vella, Landolfi, Veltroni, Farina Coscioni, Andrea Orlando, Donadi, Laboccetta, Adinolfi...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 402
Votanti 399
Astenuti 3
Maggioranza 200
Hanno votato
36
Hanno votato
no 363).

Passiamo all'emendamento Scilipoti 2.64.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scilipoti 2.64, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Melchiorre, Veltroni, Buonanno, Cardinale, Farina Coscioni, Bruno, Rampelli, Giammanco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 402
Votanti 399
Astenuti 3
Maggioranza 200
Hanno votato
2
Hanno votato
no 397).

Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto comprensivo Nino Rota di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo all'emendamento Scilipoti 2.63.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scilipoti 2.63, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gelmini, Malgieri, Garagnani, Rampelli, Laganà Fortugno, De Biasi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 401
Votanti 399
Astenuti 2
Maggioranza 200
Hanno votato
1
Hanno votato
no 398).

Passiamo agli identici emendamenti Angela Napoli 2.62 e Contento 2.83, sui quali Commissione e Governo hanno espresso parere favorevole con riformulazione.
Prendo atto che i rispettivi presentatori degli identici emendamenti accettano la riformulazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Angela Napoli 2.62 e Contento 2.83, nel testo riformulato, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cassinelli, Bonanno, Tanoni, Marini Cesare, Rampelli, Colaninno... ancora l'onorevole Rampelli non riesce a votare... onorevole Testoni
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 398
Votanti 357 Pag. 15
Astenuti 41
Maggioranza 179
Hanno votato
348
Hanno votato
no 9).

Prendo atto che l'onorevole Lussana ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Torazzi 2.87.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Torazzi 2.87 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Torazzi 2.87, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bonanno, Giachetti, Galletti... ancora l'onorevole Bonanno... onorevoli Fioroni, Damiano, Meroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 407
Votanti 403
Astenuti 4
Maggioranza 202
Hanno votato
39
Hanno votato
no 364).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 2.77.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Fedriga 2.77 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, approfitto di questo emendamento per tornare a svolgere alcuni ragionamenti in quest'Aula - che pare essere disattenta e ormai determinata nell'andare spedita verso l'approvazione di questo provvedimento - su cosa noi stiamo andando ad approvare.
Noi stiamo andando ad approvare un provvedimento che, di fatto, onorevole Borghesi - e qui mi stupisce effettivamente il suo intervento - ad una persona che commette un reato, punito con la pena edittale massima fino a quattro anni, garantisce l'impunità, la possibilità di non scontare nessuna pena se ritenuto meritevole. Se poi, con presupposti oggettivi o soggettivi si può discutere, perché - ripeto - abbiamo già visto i buchi e le falle fortissime del nostro sistema, della magistratura di sorveglianza e del nostro sistema dell'esecuzione nel concedere misure alternative a soggetti non ritenuti pericolosi socialmente, che poi, rimessi in libertà - in questo caso messi alla prova - torneranno a commettere un nuovo reato.
Allora, onorevole Borghesi - e mi rivolgo anche agli amici dell'Italia dei Valori con i quali abbiamo fatto insieme anche tante battaglie - non si può essere per la legalità, per la sicurezza dei cittadini oppure per la tutela delle vittime dei reati, a corrente alternata.
Non vorrei pensare male, ma forse il vostro mutamento di atteggiamento questa mattina in Aula è conseguenza anche delle elezioni primarie del Partito Democratico o del vostro riavvicinamento politico a Bersani. Forse non volete scontentare il Partito Democratico e, quindi, adesso date il vostro assenso ad un provvedimento come questo, del quale non capiamo come si possa dire che non mina assolutamente la sicurezza dei cittadini.
Tutto il provvedimento, Ministro Severino, è un provvedimento che noi abbiamo definito assolutamente inutile e pericoloso.
Allora se veramente si voleva affrontare il problema del sovraffollamento carcerario, lo si doveva fare non con misure come queste, che ancora una volta non tutelano le vittime dei reati e che danno l'impressione, come l'indulto, come l'amnistia, della resa dello Stato, ma si doveva veramente prendere in mano, come lei stessa aveva annunciato, tutto il sistema penale, tutto il sistema dell'organizzazione delle pene. Lei aveva annunciato la depenalizzazione, però purtroppo quella parte è Pag. 16stata poi stralciata. Noi chiaramente, come opposizione, abbiamo votato a favore dello stralcio ma quella forse era la riforma che bisogna affrontare, era in quella sede che bisognava dire: ci sono dei reati che non hanno offensività sociale, ci sono dei reati che non sono ritenuti pericolosi socialmente per i cittadini, e lì bisognava andare a depenalizzare; e invece no, caro collega Farina, caro Popolo della Libertà, che parlate tanto di amnistia, di problemi di sovraffollamento delle nostre carceri, questa era la misura che bisogna andare ad affrontare, la depenalizzazione. Ed invece nel nostro Paese che cosa accade? Che chi esprime un'opinione, come il giornalista Sallusti, che va in galera (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro per il Terzo Polo) e poi pericolosi criminali possono stare liberamente a piede libero, cari colleghi. E allora questo dimostra che qui facciamo tante belle chiacchiere, però approviamo provvedimenti dei quali non ci rendiamo conto delle conseguenze e poi consentiamo la negazione di un principio di libertà come quello di esprimere un'opinione, senza dover pagare con la misura della detenzione carceraria. Questa è la realtà ...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CAROLINA LUSSANA. Ho ancora tempo, signor Presidente?

PRESIDENTE. Onorevole Lussana, mancano trenta secondi.

CAROLINA LUSSANA. Allora se ho trenta secondi mi riservo di intervenire successivamente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 2.77, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Volpi, onorevole Goisis, onorevole Cesario, onorevole Scilipoti, onorevole Gasbarra.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 398
Votanti 397
Astenuti 1
Maggioranza 199
Hanno votato
35
Hanno votato
no 362).

Passiamo alla votazione dei successivi emendamenti per i quali i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fogliato 2.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Negro, onorevole Goisis, onorevole Meroni, onorevole Beccalossi, Urso, onorevole Mura.Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 402
Votanti 401
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato
34
Hanno votato
no 367).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 2.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Santori, onorevole Volpi, onorevole Fadda, onorevole Fugatti, onorevole Giammanco.

Pag. 17

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 409
Votanti 406
Astenuti 3
Maggioranza 204
Hanno votato
35
Hanno votato
no 371).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossomando. Ne ha facoltà.

ANNA ROSSOMANDO. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, su questo articolo 2 sono state dette molte imprecisioni da parte dei colleghi della Lega Nord Padania. Vorrei dire una cosa. Qui si tratta proprio in maniera palese di un'impostazione davvero molto diversa, la vostra e la nostra - in questo caso siamo noi e loro - e l'impostazione è sia di merito che di metodo.
Innanzitutto, diciamo che, in questo caso, stiamo parlando di funzione deflattiva di questa norma in particolare, che ha sicuramente anche un effetto, in quanto riguarda i tempi del processo, sul problema del sovraffollamento del carcere. L'impostazione è, ancora una volta, quella del carcere come estrema ratio, ma, soprattutto, è un'impostazione contraria all'alternativa secca tra il carcere come unica pena o nessuna pena, perché vogliamo affrontare proprio il problema dell'efficacia e dell'effettività della pena in modo diverso da come non lo affrontate voi.
Tra l'altro, vorrei invitarvi a scorrere la parte iniziale del fascicolo del testo del disegno di legge, perché, in abbinato a questo testo attuale, c'è il progetto Alfano, presentato e non contrastato durante il passato Governo di cui voi facevate parte; l'avevamo accantonato un momento per approfondimenti. Pertanto, credo che dobbiate veramente mettervi d'accordo con voi stessi.
Quindi, come dicevo, vi è un'impostazione assolutamente diversa sull'effettività e sull'efficacia della pena, c'è un'idea di restituzione alla collettività e di percorso di responsabilizzazione.
Io vorrei chiedere così, per inciso, tra l'altro, negli elenchi dei reati che ci ricordate ad ogni articolo, per esempio, al collega che ha parlato la volta scorsa, se ha mai fatto un giro per le carceri; lo invito a passavi qualche Ferragosto con la collega Bernardini. Ebbene, egli troverà che le carceri pullulano di evasori fiscali, ci si inciampa in continuazione; quindi, sarà sicuramente questo provvedimento che li metterà in libertà.
Dunque, vorrei dire quali sono i punti portanti della messa alla prova: due elementi prescrittivi obbligatori, cioè il lavoro di pubblica utilità e - il secondo - la condotta volta all'eliminazione delle conseguenze dannose derivanti dal reato. Anche qui vogliamo segnare la differenza: noi pensiamo che questo sia occuparsi delle persone offese, che, soprattutto, per reati non gravi, hanno un interesse ad una riparazione che rischia di non essere soddisfatto nel processo penale oppure, volendo essere soddisfatto, rischia di essere un elemento di inquinamento del processo, se non ben gestito.
In relazione al lavoro di pubblica utilità, su cui avete molto detto e molto sparato, vorrei dirvi, innanzitutto, che è stato detto, durante le audizioni, che le convenzioni funzionano laddove le si vogliono far funzionare - e sono stati dati degli esempi di grande funzionamento e di organizzazione - e che sono un esempio, soprattutto quando le convenzioni vengono fatte dalle circoscrizioni, come avviene in alcune città, di rapporto con il territorio. Da questo punto di vista, io sono molto contenta di contrapporre un'immagine di territorio percorso da folcloristiche ronde a un'immagine di territorio che sana una ferita alla collettività e che vede, per esempio, rimettere a posto i giardini pubblici da chi si è reso colpevole di alcune condotte.
L'altra questione - e ho concluso, signor Presidente - è quella che avete Pag. 18toccato sull'automatismo e sulla discrezionalità del giudice. Ci torneremo. Mi limito a dire che, anche qui, c'è una differenza: noi siamo contrari agli automatismi che escludono qualsiasi gradazione di trattamento sanzionatorio e siamo per una discrezionalità che riesce a graduare la pena, adeguandola ad un percorso di recupero e alla storia dell'imputato in un quadro di normativa certo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà, per un minuto.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, vorrei dire una cosa ai colleghi della Lega Nord Padania: non per aizzarli, ma sono un po' in contraddizione con loro stessi, perché, da una parte, dicono che questo provvedimento è inutile - e siamo d'accordo -, dall'altra parte, però, sembra che stiano combattendo la prima, la seconda o la terza guerra mondiale perché dicono che è un'amnistia mascherata.
Allora, mi permetto di chiedere ai colleghi della Lega se si siano mai occupati di quella amnistia strisciante che si verifica ogni anno con le 200 mila prescrizioni dei reati. Non hanno mai detto una parola su questo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo per ribadire convintamente il nostro voto contrario all'articolo 2. Orgogliosamente ribadiamo il voto contrario e, quindi, una posizione diversa e differente rispetto a quella dei colleghi del Partito Democratico e dei colleghi Radicali.
È vero, nella proposta iniziale del disegno di legge Alfano inizialmente era prevista anche l'introduzione della messa alla prova. Guarda caso, però, questo istituto all'epoca venne stralciato perché la Lega non era d'accordo. Allo stesso modo, quel provvedimento, alla fine, è uscito dalle Aule parlamentari con un impatto molto meno dirompente rispetto a quello iniziale grazie alla Lega e a tutta una serie di emendamenti. Tra l'altro lì si prevedeva quell'automatismo di cui voi, oggi, disconoscete la paternità e che noi abbiamo fatto togliere rimettendo al magistrato una valutazione discrezionale sull'opportunità di applicare o meno gli ultimi dodici mesi agli arresti domiciliari. Quindi, con il nostro intervento, quel disegno di legge - rispetto al quale non avevamo una particolare bontà nel riconoscerne l'opportunità - alla fine è stato profondamente modificato e l'impatto è stato notevolmente ridotto rispetto a quello iniziale.
Voglio ricordare alla collega Bernardini che avete governato dal 2006 al 2008 e in quel periodo, se aveste voluto, avreste potuto mutare la norma ex Cirielli sulle prescrizioni. Non lo avete fatto, così come non avete mutato altri tipi di provvedimenti.
Noi ribadiamo convintamente la nostra contrarietà al complesso del disegno di legge. Ribadiamo la contrarietà all'istituto della messa alla prova. Continua ad essere omesso il fatto che i lavori di pubblica utilità, pur essendo utili e necessari, oggi, laddove vengono applicati, trovano una difficoltà di applicazione enorme. Il lavoro di pubblica utilità non riesce ad essere applicato per pochi e ben definiti reati: spiegatemi come questo istituto potrà trovare applicazione con riferimento ad una platea di reati enorme - tutti i reati con pena fino a quattro anni -, tra cui anche reati di particolare allarme sociale.
Ci fa piacere che, fino ad oggi e durante il dibattito di questa mattina, nessuno ci abbia contestato che, tra i reati con pena fino a quattro anni, vi siano quei reati gravi che noi abbiamo indicato la settimana scorsa e che abbiamo oggi ribadito. Vuol dire che i reati con pena fino a quattro anni, come la truffa, il furto e lo stalking, beneficiano di questa normativa e, quindi, non sono esclusi. Pertanto, le argomentazioni che abbiamo portato la settimana scorsa, oggi trovano assoluto riscontro nel fatto che non vi sia più alcuna contestazione da parte di coloro - Pag. 19quindi, a questo punto, da parte di tutto il Parlamento, Lega esclusa - i quali voteranno questo provvedimento.
Convintamente continueremo, fino alla fine dei minuti che ci rimangono, a bocciare la bontà di questo provvedimento, a riscontrarne la dannosità e, soprattutto, a far presente a coloro i quali ci stanno ascoltando che questo provvedimento, che garantisce l'impunità per legge, viene votato da tutto il Parlamento, da tutte le forze politiche che siedono in Parlamento, eccezione fatta per la Lega Nord, che è l'unica forza politica che dà voce alle vittime dei reati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signora Presidente, nel programma sulla giustizia voluto dal Ministro Alfano del Governo di centrodestra vi erano alcuni capisaldi. Il primo era quello di aumentare i posti disponibili con nuovi istituti carcerari e con la realizzazione di nuove costruzioni all'interno di quelle esistenti. Il secondo caposaldo era quello di rafforzare la presenza dei magistrati, dando luogo ai concorsi che erano stati per tempo bloccati anche nella legislatura precedente. Un terzo caposaldo era quello riferito alle misure alternative.
Noi abbiamo votato in quest'Aula due provvedimenti che hanno favorito la messa agli arresti domiciliari di persone condannate in via definitiva per reati ben più gravi di quelli di cui ci stiamo occupando.
Infatti, mentre in questi provvedimenti il riferimento edittale è quello ai cosiddetti reati minori, puniti con pena detentiva fino a quattro anni, gli altri due provvedimenti che abbiamo votato hanno consentito a persone - lo ripeto - condannate in via definitiva per reati ben più gravi, di uscire dal carcere e di scontare il residuo di pena agli arresti domiciliari.
Abbiamo sottolineato, in occasione di quel voto, come quel provvedimento dovesse essere considerato un provvedimento a termine, di carattere straordinario, e lo abbiamo fatto perché nel nostro ordinamento mancavano istituti che sono presenti in altri ordinamenti penali e che non hanno provocato alcuno sconquasso. Penso, ad esempio, per fare un riferimento, al regime carcerario inglese che prevede esattamente la cosiddetta probation e che consente, attraverso quella misura - attenzione! - non di mettere automaticamente alla prova gli imputati che lo chiedano, ma solo coloro che, secondo il giudizio espresso dal magistrato, con riferimento alla gravità del reato e alla personalità del colpevole, possano usufruire di questi - chiamiamoli così - dispositivi di carattere alternativo.
Quindi, credo che la coerenza del Popolo della Libertà sia quella di veder realizzato quel programma attraverso quei provvedimenti che sono ancora rimasti da adottare e non abbiamo la paura di adottarli, perché riteniamo che, oggi, il carcere debba essere esclusivamente comminato a coloro che commettono reati gravi e la cui personalità dimostri, tanto per fare un esempio, il ricorso sistematico alla violenza. Credo che questo sia lo spartiacque per voler tutelare effettivamente la nostra società.
Ci sono oggi persone che finiscono in carcere praticamente perché hanno collezionato dei reati - questo è vero -, ma che non meriterebbero il carcere quanto, piuttosto, misure alternative. Semmai, la questione che abbiamo affrontato anche nel corso del confronto che vi è stato in Commissione, signora Ministro, è un altro ed è quello relativo al fatto che le convenzioni con gli enti locali, come le abbiamo denunciato in quella sede, richiedono - ed è in alcuni casi un paradosso - la copertura assicurativa delle persone che vengono ammesse ai lavori socialmente utili o di pubblica utilità, che dir si voglia. Ecco, noi crediamo che questo sia un elemento che il Ministero deve affrontare attraverso il Ministero dell'economia e delle finanze, perché sarebbe paradossale che, come qualcuno ha dichiarato in quest'Aula, non ci fossero le convenzioni, perché gli enti locali non dispongono delle necessarie risorse finanziarie. Pag. 20
È evidente, signora Ministro, che questa responsabilità politica compete oggi al Governo. Ci farebbe piacere, tra l'altro, avere una risposta su questi aspetti che abbiamo sollevato durante il dibattito in Commissione ed è con questo auspicio che noi voteremo a favore anche dell'articolo 2.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cazzola. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, non sono un principe del foro come il collega Contento, però anch'io voterò a favore dell'articolo 2 perché, anche se ho preso solo 23 in diritto penale, tanti anni fa, leggo che questa delega al Governo è data in materia di pene detentive non carcerarie. Quindi, mi pare che siano sempre pene detentive e che non si parli di impunità per i reati puniti con pene al di sotto dei quattro anni di detenzione.
Voglio anche ricordare, in quest'Aula, che secondo una dottrina cristiana che credo faccia parte anche della nostra cultura - me l'ha insegnato il collega Vignali - un atto di misericordia ha più valore di un atto di giustizia, perché nell'atto di misericordia è incluso anche l'atto di giustizia (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 403
Votanti 390
Astenuti 13
Maggioranza 196
Hanno votato
354
Hanno votato
no 36).

Prendo atto che i deputati Libè, Galletti, Motta e Realacci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 5019-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 3.

PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, c'è un emendamento della Commissione, però, l'emendamento 3.200, per il quale immagino vi sia parere favorevole.

DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Sì, signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 3.200.

PRESIDENTE. Sta bene. Il Governo?

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Follegot 3.1.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Follegot 3.1 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Follegot 3.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 21
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vatinno, Goisis, Castiello, De Biasi, Orlando, De Poli, Testa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 411
Votanti 408
Astenuti 3
Maggioranza 205
Hanno votato
35
Hanno votato
no 373).

Passiamo all'emendamento Chiappori 3.61.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Chiappori 3.61 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà, per tre minuti. Avverto che sono gli ultimi minuti del tempo aggiuntivo assegnato al gruppo Lega Nord Padania.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, visto che sono gli ultimi tre minuti cerchiamo...

PRESIDENTE. Più un regalo di sei secondi, onorevole Lussana.

CAROLINA LUSSANA. Bene, è troppo buona, solidarietà femminile...
Cerchiamo di svolgere alcuni ragionamenti che replicano un po' ad alcuni argomenti che ho ascoltato, sia nell'intervento dell'onorevole Rossomando, sia nell'intervento dell'onorevole Contento.
L'onorevole Rossomando si preoccupava di dire che questo provvedimento non è sbilanciato nei confronti di chi - come invece noi riteniamo che sia - commette i reati, ma che tiene in giusta considerazione anche gli interessi, in un certo qual modo, delle vittime dei reati, dal momento che si dice che chi ha commesso il reato e accede al beneficio della messa alla prova deve porre in essere degli atteggiamenti risarcitori e riparatori.
Ma se veramente questo Parlamento avesse voluto, sì, aprire ad istituti di questo genere - dei quali, a nostro avviso, confermo il giudizio di pericolosità sociale, che può effettivamente minare la sicurezza dei cittadini - e avesse voluto tenere in considerazione effettivamente le ragioni delle vittime offese dai reati, che purtroppo, troppo spesso, in quest'Aula risultano essere silenti, perché non abbiamo previsto il consenso della persona offesa dal reato per concedere, da parte del magistrato, l'accesso all'istituto della messa alla prova? Poteva essere un segnale per dire: avete subito un torto, lo Stato metterà alla prova questa persona, gli darà una possibilità, cercherà anche di riparare, in un certo qual modo, gli effetti della sua condotta criminosa, però ci deve essere il consenso della vittima. Non basta l'opposizione che può essere presentata dal pubblico ministero o dalla persona offesa dal reato in nome del pubblico ministero: ci voleva il consenso esplicito dal quale il giudice non potesse prescindere. Questo sarebbe stato, secondo noi, a nostro giudizio, un segnale di attenzione, che invece non c'è.
Per quanto riguarda poi il fatto che nei nostri penitenziari non ci siano degli evasori, probabilmente il concetto di politica criminale che prevale - come diceva l'onorevole Contento - è quello che allora in carcere deve starci solamente chi commette dei reati con violenza e gli altri possono accedere alle misure alternative, oppure addirittura alla messa alla prova.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CAROLINA LUSSANA. Concludo, signor Presidente. Io ho una visione diversa: secondo me, chi evade le tasse dovrebbe andare in carcere, come accade negli Stati Uniti d'America, e allora vedrete che un reato odioso come questo, che veramente colpisce lo Stato e i cittadini, scomparirebbe.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 22
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chiappori 3.61, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Di Virgilio, Tanoni, Cesario, Siracusa, Mantini, Anna Teresa Formisano, Nannicini, Bernardini, Favia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 410
Maggioranza 206
Hanno votato
34
Hanno votato
no 376).

Prendo atto che il deputato Rosato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Bitonci 3.63. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà per un minuto.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, ovviamente questo emendamento cerca di mettere un po' a posto un provvedimento che, in linea con tutti gli altri proposti da questo Governo, non garantisce la sicurezza per i cittadini, che ovviamente viene sempre più affievolita da tutti i vostri provvedimenti.
Qui abbiamo appunto dei condannati che hanno la possibilità di scontare la pena a casa loro, con tutte le comodità del caso. Vedremo venerdì, anche con la riorganizzazione delle questure, che va di pari passo con l'annientamento delle identità locali e delle province, quali saranno i territori che verranno penalizzati con la presenza dei presidi di sicurezza dello Stato. Sicuramente verranno cancellate quelle del Nord e lasciate invariate quelle del Sud, così ci sarà la possibilità e l'occasione storica della malavita organizzata di penetrare sempre più nell'economia produttiva del Nord, e questa è tutta responsabilità vostra. Se c'è la 'ndrangheta in Lombardia è colpa vostra!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bitonci 3.63, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Paladini, Porcino, Agostani, Tabacci, Di Pietro, Osvaldo Napoli, Calidari, Nola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 413
Votanti 412
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato
35
Hanno votato
no 377).

Passiamo all'emendamento Forcolin 3.64. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà per un minuto.

MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, ci sono notizie di cronaca che dicono che stanno aumentando i reati, soprattutto i reati più odiosi, quelli che vanno a colpire la proprietà, le case dei nostri cittadini, come i furti. Vanno ad essere aumentati anche gli scippi e questo Governo cosa fa, cosa pensa di fare con questo provvedimento? Siccome le carceri sono piene, invece di fare una bella tendopoli dove mettere i carcerati, diciamo che possono scontare la pena a casa. Possono scontare la pena con le pene alternative. Noi siamo favorevoli alle pene alternative, ma alla fine di un periodo congruo di carcere duro e serio, sennò la certezza della pena in questo Stato non c'è.

Pag. 23

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Forcolin 3.64, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sbai, Castiello, Sarubbi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato
36
Hanno votato
no 369).

Prendo atto che le deputate Servodio e Capitanio Santolini hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Sisto 3.51.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Sisto 3.51 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.

ERICA RIVOLTA. Signor Presidente, intervengo per ribadire ancora una volta, parlando anche di questo emendamento, di come riteniamo assolutamente sbagliato questo provvedimento e, in particolare, lo sottolineo ancora una volta, come le donne - e sto parlando di un reato particolarmente odioso ed estremamente diffuso, come quello dello stalking - ancora una volta verranno lasciate nell'assoluta insicurezza e nell'angoscia di vedere chi si è macchiato delle minacce del reato di stalking in una situazione comunque alternativa al carcere. Quest'Aula si è espressa proprio per sottolineare quanto questo reato mini la mente di una donna e come possa comunque creare un'insicurezza che non si limita ad un periodo ben specifico, ma può comunque continuare negli anni. Questa cosa, secondo noi, è pericolosa e per questo motivo noi siamo contro...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rivolta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 3.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Melchiorre, Di Virgilio, Gianfranco Conte, Brandolini, Gnecchi, Meroni, Casini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato
1
Hanno votato
no 413).

Passiamo agli identici emendamenti Cirielli 3.2 e D'Amico 3.71.
Prendo atto che i presentatori degli identici emendamenti Cirielli 3.2 e D'Amico 3.71 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Negro. Ne ha facoltà.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, per esperienza personale e professionale, ho avuto modo di frequentare tre mesi le carceri e sentire il mio collega Cazzola e altri che parlano delle carceri come un momento negativo non lo condivido assolutamente. Credo che, se una persona che ha sbagliato è obbligata a fermarsi, fa un momento di riflessione importante ed è doveroso farlo. È doveroso nel rispetto di chi è andato a ledere la libertà dell'altro, è doveroso farlo nel rispetto anche della società a cui apparteniamo. Poi c'è un'altra riflessione che faccio da sindaco: ci obbligate a non avere più dipendenti e, se ci chiedete anche di fargli svolgere i lavori socialmente utili, come facciamo a controllare queste persone? Quindi, veramente siete una contraddizione dietro l'altra.

Pag. 24

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cirielli 3.2 e D'Amico 3.71, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Lusetti, Della Vedova, Bosi, Buonanno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato
36
Hanno votato
no 378).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Sisto 3.52.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Sisto 3.52 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà per un minuto.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, intanto mi permetta di protestare contro l'ignobile servizio delle televisioni di Berlusconi che non hanno dato che pochi secondi al dibattito, ma in questi pochi secondi ho sentito parlare di evasione fiscale. Ho sentito uno dire che era la guerra più importante e l'altro dire che non si sono colpiti i pesci grossi.
Vorrei far notare ai contendenti e anche a chi ci ascolta e che ha votato in questi giorni che, con questo provvedimento, con riferimento ai reati fiscali, di pesci grossi non ne prenderemo più, perché fino a quattro anni chi evaderà per 300 milioni di euro, chi ha delle teste di legno in qualche modo, chi detiene i patrimoni all'estero, chi evade volontariamente...

PRESIDENTE. Onorevole Polledri, la prego di concludere.

MASSIMO POLLEDRI. Quindi, chi ha queste pene non pagherà niente. Non solo non pagheranno i ricchi, ma non pagheranno soprattutto gli evasori e i malfattori fiscali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 3.52, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... Onorevole Sanga...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 415
Votanti 412
Astenuti 3
Maggioranza 207
Hanno votato
36
Hanno votato
no 376).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Desiderati 3.78.
Prendo atto che l'onorevole Desiderati non accetta l'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Montagnoli. Ne ha facoltà, per un minuto.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, sono due le categorie che pagheranno le conseguenze di questo provvedimento: i cittadini onesti, che ci chiedono la certezza della pena, e le forze dell'ordine, che tutti i giorni combattono per la nostra libertà e per la nostra difesa. Anche ieri sono stato ad una riunione con Pag. 25più sindaci, perché abbiamo in giro un sacco di delinquenti che stanno distruggendo le nostre aziende e le nostre abitazioni e le forze dell'ordine ci hanno chiesto una cosa sola: almeno date la certezza della pena, affinché questi delinquenti vadano in carcere e scontino la pena.

PRESIDENTE. Onorevole Montagnoli, la prego di concludere.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Questo è l'auspicio che ci chiedono ed è per questo che la Lega sta sostenendo con forza queste norme ed è assolutamente contraria a questo indulto che fa male alla povera gente, ai Carabinieri e alla Polizia che tutti i giorni sono sul territorio e rischiano la vita.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Desiderati 3.78, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... Onorevole Della Vedova... Onorevole Ghizzoni... Onorevole Melchiorre... Onorevole Farina Coscioni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 415
Votanti 413
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato
34
Hanno votato
no 379).

Prendo atto che i deputati Monai, Bosi e Laboccetta hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Fugatti 3.3.
Prendo atto che l'onorevole Fugatti non accetta l'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, questo emendamento porta la necessità di inserire le motivazioni nell'atto scritto, perché questa impostazione, che determina un allargamento delle maglie della giustizia, non è ovviamente sostenibile da parte nostra, perché l'obiettivo da raggiungere è la certezza della pena e, in questo caso, invece si dà un'immagine complessiva di assoluto lassismo.
Questo è il problema vero della giustizia italiana, per cui anche chi arriva dall'estero (extracomunitario o addirittura clandestino) ha l'idea che comunque tanto tutto resta impunito. Questo è l'effetto straordinario, trasversale e nocivo assolutamente di questa normativa: il fatto che tutto l'impianto è a favore di Caino e mai di Abele.

PRESIDENTE. Onorevole Molgora, la prego di concludere.

DANIELE MOLGORA. Questo è l'obiettivo che noi vogliamo perseguire al contrario (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fugatti 3.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cassinelli... Onorevole Melchiorre... Onorevole Moles... Onorevole Esposito... Onorevole Mura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato
36
Hanno votato
no 384).

Pag. 26

Passiamo all'emendamento Gidoni 3.76.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rainieri. Ne ha facoltà

FABIO RAINIERI. Signor Presidente, noi stiamo discutendo di un provvedimento che aiuta i delinquenti a delinquere, anche perché le faccio l'esempio delle campagne dove in questi mesi si sono intensificati i furti di gasolio dai trattori e di mezzi agricoli e piccoli furtarelli che continuano ad essere molto pesanti per le aziende che li subiscono. Noi ci chiediamo come mai questo Governo voglia continuare a fare in modo che questa gente rimarrà impunita: queste persone sanno di essere impuniti e quindi continueranno, fino a quando non saranno solo furti ma si arriverà a reati più gravi, perché più volte si è arrivati quasi allo scontro fisico tra queste persone ed i proprietari. Noi ci chiediamo come mai questo Governo voglia continuare su questa linea, salvare e salvaguardare chi compie dei reati contro la proprietà e contro i cittadini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gidoni 3.76, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Melchiorre, Sanga, Madia, De Camillis, Esposito...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 414
Votanti 412
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato
37
Hanno votato
no 375).

Passiamo all'emendamento Martini 3.77.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Martini 3.77 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Goisis. Ne ha facoltà

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, la settimana scorsa, nei vari consigli comunali, è stata presentata dalla maggioranza una mozione contro il femminicidio, mozione che anch'io ho firmato e votato, però in quella sede mi sono detta e ho chiesto ai miei colleghi consiglieri come potevano presentare una mozione contro il femminicidio e invece vedere i rappresentanti dei loro partiti votare qui a Montecitorio, alla Camera, per mandare ai domiciliari i responsabili di stalking. Questa è veramente una schizofrenia perché non si capisce, sicuramente si capisce, ma tanto qui si fanno discorsi diversi, perché prima di arrivare al femminicidio ci sono anni ed anni di percosse, di violenze, di stalking appunto. Quindi chiedo che veramente si voti contro questo provvedimento, proprio per non essere contraddittori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Martini 3.77, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Farina Coscioni, Ruvolo, Adornato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 413
Votanti 412
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato
38
Hanno votato
no 374).

Prendo atto che il deputato Fadda ha segnalato che non è riuscito ad esprimere Pag. 27voto contrario e che il deputato Verducci ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Meroni, Lulli, Garagnani, Fava, Mottola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 421
Votanti 416
Astenuti 5
Maggioranza 209
Hanno votato
358
Hanno votato
no 58).

Passiamo all'emendamento Sisto 3.154.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 3.154, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nizzi, Buonanno, Gasbarra, Trappolino, Farina Coscioni, Verducci, Mura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 417
Votanti 380
Astenuti 37
Maggioranza 191
Hanno votato
14
Hanno votato
no 366).

Prendo atto che il deputato Trappolino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Dozzo 3.80.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Dozzo 3.80 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Amico. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, signor Ministro, come lei sa, le imprese nell'Unione europea, molto spesso, si spostano e spostano la loro sede a seconda della convenienza per quanto riguarda la tassazione. Infatti, tante imprese aprono in Irlanda, dove le tasse sono più basse. Anche le imprese criminali, anche i delinquenti si spostano con facilità nell'Unione europea e vanno dove è più facile fare i delinquenti.
Con questi provvedimenti, si invitano le imprese criminali ed i delinquenti a venire in Italia perché ci saranno le pene più blande di tutta Europa. Quindi, questo dobbiamo considerarlo, signor Ministro: è un grave passaggio, quello di questa legge, che non solo libera e lascia agli arresti domiciliari i delinquenti - e ciò vuol dire che poi questi sono liberi di andare dove vogliono -, ma soprattutto non è propedeutica a fermare i delinquenti che vengono da fuori Italia, anzi li incentiva a venire qui.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dozzo 3.80, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Farina Coscioni, Di Pietro, Lo Monte, Verducci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 418
Votanti 415
Astenuti 3
Maggioranza 208
Hanno votato
34
Hanno votato
no 381).

Pag. 28

Passiamo all'emendamento Bernardini 3.5.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernardini.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, questo emendamento cerca di circoscrivere il potere dei magistrati nella decisione se concedere, o meno, questo istituto alternativo. Ciò perché - diciamocelo francamente - con questo provvedimento, perfettamente inutile al fine di diminuire il sovrappopolamento nelle carceri, si dà un potere incredibile ai magistrati, per cui chi si trova, ad esempio, a Venezia avrà un determinato trattamento e potrà accedere a questo istituto, mentre chi si trova, ad esempio, a Napoli non vi potrà accedere. Credo che questo sia anche il problema che riguarda altri istituti, come quello della custodia cautelare. Cerchiamo di mettere almeno un limite!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Noi voteremo decisamente contro questo emendamento dell'onorevole Bernardini. Qui, onorevole Bernardini, non si tratta di concedere un eccessivo potere ai magistrati, ma si tratta di fare appello al senso di responsabilità dei magistrati.
Si tratta di una misura delicata e della possibilità di concedere la messa alla prova ad un soggetto che ha commesso un reato punito con la pena edittale di quattro anni, ed è giusto che il magistrato si assuma la responsabilità piena della valutazione e, nei parametri, tenga conto appunto della propensione, o meno del soggetto a commettere nuovamente il reato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 3.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pelino... L'onorevole Pelino non riesce a votare. Onorevoli Piccolo, De Biasi, Pelino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato
11
Hanno votato
no 406).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 3.55, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Buonanno, Esposito, Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 417
Votanti 381
Astenuti 36
Maggioranza 191
Hanno votato
no 381).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 3.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Moles, Scilipoti, Giorgio Merlo... Pag. 29
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 415
Votanti 412
Astenuti 3
Maggioranza 207
Hanno votato
34
Hanno votato
no 378).

Passiamo all'emendamento Fava 3.83.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Fava 3.83 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI. Signor Presidente, intervengo a sostegno di questo emendamento, perché credo che se questo emendamento fosse accolto porrebbe parzialmente limite a questa vergogna che l'Assemblea sta, ahimè, approvando. È una vergogna che, purtroppo, non ha trovato eco nella stampa, nei giornali. È per questo motivo che la gente, in questo fine settimana, ha chiesto se era vero quello che stava accadendo in quest'Aula. Alla nostra risposta precisa, su quello che la maggioranza e il Governo stanno sostenendo, ebbene questa gente ha strabuzzato gli occhi, dicendo: «Ma sono matti!». Questo è quello che sta accadendo fuori da quest'Aula.
Ora credo che bisogna fare bene attenzione. Io non so se il Partito Democratico ai propri elettori ha spiegato quello che sta votando durante le primarie, ma è il caso di calare la maschera e dire quello che si sta votando, dire se si sta dalla parte di Abele o se si sta dalla parte di Caino. Noi abbiamo scelto, in modo chiaro, da che parte stare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 3.83, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pelino, De Nichilo Rizzoli... Ancora l'onorevole Pelino... Onorevoli Cesario, Portas... Chi è che non riesce a votare? Onorevole De Nichilo Rizzoli... Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 422
Votanti 419
Astenuti 3
Maggioranza 210
Hanno votato
35
Hanno votato
no 384).

Prendo atto che il deputato Sarubbi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Follegot 3.86.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Follegot 3.86 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo per ribadire il concetto che la Lega Nord Padania è allibita di fronte a una maggioranza supina a un Governo che sta liberando dei delinquenti.
I delinquenti molto probabilmente servono a questa maggioranza, al Partito Democratico e al Popolo della Libertà, per essere scagliati contro i militanti della Lega Nord Padania, come è successo a Genova domenica, con un brutale attacco avvenuto con una sassaiola contro dei pullman. Perciò, noi riteniamo opportuno contrastare questo provvedimento, perché è necessario fermare questa delinquenza attiva e passiva, costantemente presente sulle nostre strade.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, io sono basito dalle parole dell'onorevole Pag. 30Allasia. Peraltro, lei ieri presiedeva la seduta della nostra Assemblea. Francamente è veramente singolare che si apra bocca e gli si dia fiato, per dire, come ha testualmente detto, che il Popolo della Libertà e il Partito Democratico avrebbero bisogno dei delinquenti per lanciarli contro i militanti della Lega che sono stati aggrediti, quando ieri qui in Aula - lui non c'era perché probabilmente era occupato in altre parti - tutti i partiti hanno espresso solidarietà ai militanti della Lega che erano stati aggrediti. Francamente ogni tanto, invece di parlare, un minuto si può guadagnare pure tacendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Follegot 3.86, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Martella, Divella, Marco Carra, Crosio, Gioacchino Alfano, Viola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 429
Votanti 426
Astenuti 3
Maggioranza 214
Hanno votato
35
Hanno votato
no 391).

Passiamo all'emendamento Forcolin 3.87.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Vizia. Ne ha facoltà.

GIAN CARLO DI VIZIA. Signor Presidente, le carceri sono piene, ma questo Governo come intende risolvere il problema? Semplicemente lasciando i criminali vivere a casa loro. Tenuto conto che un terzo dei carcerati sono immigrati, è lecito chiedersi, signor Presidente, se viene rispettata la direttiva 2004/38/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, secondo la quale possono venire nel nostro Paese soltanto quelli che hanno le risorse per mantenersi. Noi crediamo che ci siano delle responsabilità politiche ben precise per quanto è accaduto. Noi della Lega Nord siamo sempre stati coerenti con questa azione cercando di difendere gli innocenti, che siano cioè Abele e non Caino, perché sono poveri disgraziati coloro che subiscono queste cose.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Forcolin 3.87, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli D'Anna, Codurelli, Fallica, Duilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 436
Votanti 431
Astenuti 5
Maggioranza 216
Hanno votato
38
Hanno votato
no 393).

Sull'ordine dei lavori (ore 12,40).

WALTER VELTRONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WALTER VELTRONI. Signor Presidente, mi scusi ma volevo informare l'Aula del fatto che nella nottata di ieri è stato aggredito e picchiato nella sua abitazione un nostro collega senatore, uno dei più grandi giornalisti italiani, presidente della Commissione di vigilanza RAI, il senatore Sergio Zavoli. Ho parlato ora con lui.
Pag. 31
È stata una scena molto pesante, un'aggressione di quattro persone dentro casa. Egli è stato legato, è stato picchiato, gli hanno fatto una specie di roulette russa per più volte. È stato in ospedale ieri sera e ora è tornato a casa. Si tratta di un episodio di violenza tanto grave quanto tutti gli episodi di violenza che si realizzano nei confronti di qualsiasi persona di questo nostro Paese.
Essendo un nostro collega, essendo una persona la cui autorevolezza, il cui prestigio e il cui contributo all'informazione e alla democrazia di questo Paese sono di particolare rilievo, pensavo fosse giusto esprimergli la nostra solidarietà, credo a nome di tutti i colleghi presenti in quest'Aula (Applausi).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Veltroni. Ci tengo ad informare l'Aula che il Presidente Fini ha già provveduto in mattinata a sentire il senatore e ad esprimergli la solidarietà di tutta la Camera dei deputati.

Si riprende la discussione (ore 12,45).

(Ripresa esame dell'articolo 3 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Sisto 3.56.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Sisto 3.56 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, il tema che pone la Lega Nord oggi è quello della sicurezza, del mantenimento della sicurezza, anche perché occorre che nella percezione dei cittadini si avverta la presenza di uno Stato di diritto, affinché questo possa essere un deterrente per tutti coloro che hanno il desiderio sfrenato di compiere atti contro gli altri cittadini.
Ci uniamo anche noi a quanto ha espresso l'onorevole Veltroni. Non dico che vi sia un parallelo, però è chiaro che, in un momento politico in cui si concede la detenzione ai domiciliari a persone che commettono reati e, nello stesso momento, vi sono questi segnali di intolleranza, si crea un cortocircuito istituzionale, a cui bisogna provvedere immediatamente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 3.56, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Repetti, Tenaglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 436
Votanti 432
Astenuti 4
Maggioranza 217
Hanno votato
40
Hanno votato
no 392).

Prendo atto che i deputati Zaccaria e De Torre hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Saluto gli studenti e i docenti dell'istituto tecnico professionale Osvaldo Conti di Aversa, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo all'emendamento Fugatti 3.88.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Fugatti 3.88 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, signor Ministro, continuano ad arrivare notizie di furti, di violenze. Addirittura, in alcune zone del nostro territorio vi sono bande di delinquenti che vanno a Pag. 32rubare il rame dell'illuminazione pubblica. Vi sono scarsità di risorse per le forze dell'ordine, vi è un clima di insicurezza sempre maggiore.
I nostri cittadini, ormai, hanno paura di uscire di casa, anche perché questo Governo ha adottato anche un decreto dove prevedeva anche di spegnere l'illuminazione di notte, perché, altrimenti, ai ladri magari dava fastidio tutta questa luce. Con questo provvedimento voi minate ancora di più la certezza della pena. Un delinquente, in Romania, per un furto, rischia molti anni di carcere, in carceri veramente pessime, e non in alberghi a cinque stelle, come succede qui in Italia.
Dunque, invece di pensare ai delinquenti che sono in carcere, pensiamo ai nostri anziani, pensiamo ai nostri cittadini che hanno paura ad uscire di casa. Questa è la colpa di questo Governo, che non vuole andare a risolvere i problemi dei cittadini, ma pensa semplicemente a tutti quei delinquenti che vi sono sulle strade, lasciandoli liberi e, magari, dicendogli semplicemente: «non lo fate più, perché magari qualcuno si arrabbia». Bisogna risolvere il problema della criminalità, non lasciare liberi i delinquenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fugatti 3.88, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Bobba...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 433
Votanti 429
Astenuti 4
Maggioranza 215
Hanno votato
40
Hanno votato
no 389).

Prendo atto che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Gidoni 3.89.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

MARCO RONDINI. Signor Presidente, abbiamo ricordato nei nostri interventi, affinché i cittadini non dimentichino, l'eccellente operato del passato Governo Prodi.
Ieri come oggi, l'ennesimo provvedimento «svuota carceri» trova una maggioranza trasversale ad approvarlo. L'allora brillante provvedimento del 2006 rimise in libertà 30 mila detenuti, molti di loro tornarono dietro le sbarre compiendo un reato più grave di quello per il quale stavano scontando la pena o reiterando quello per cui avevano subito la condanna.
Abbiamo avuto modo di dire - e lo ripeto - che chi vota a favore del provvedimento in oggetto ha una pesante responsabilità morale rispetto alla condotta del detenuto che, godendo di questa sorta di indulto, magari tornerà a delinquere.
È vergognoso che per risolvere la sovrappopolazione delle carceri e per soddisfare il vostro buonismo da salotto, si licenzi un provvedimento che avrà pesanti ricadute sulla qualità della vita dei cittadini onesti

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gidoni 3.89, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Laboccetta, Farina Coscioni, D'Anna, D'Antoni, Mecacci, Sanga...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 431
Votanti 427
Astenuti 4
Maggioranza 214
Hanno votato
44
Hanno votato
no 383).

Pag. 33

Prendo atto che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Isidori 3.90.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.

ERICA RIVOLTA. Signor Presidente, vorrei ribadire ancora una volta un concetto che a noi è molto chiaro, ovvero quello secondo cui se da una parte, giustamente, si sottolinea la disumanità del sovraffollamento delle nostre carceri, dall'altra non si riesce velocemente a portare a termine quegli accordi bilaterali per far sì che la popolazione extracomunitaria presente nelle nostre carceri possa scontare la pena nel Paese di provenienza.
Vorrei anche sottolineare un particolare. Effettivamente le carceri sono disumane, ma dare una possibilità, attraverso la messa in prova, a persone che si sono macchiate di reati di violenza privata, ci preoccupa tantissimo perché una persona che abitualmente ha una mentalità violenta, ben difficilmente cambierà il suo atteggiamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Isidori 3.90, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Marchignoli, Farina Coscioni, Presidente Casini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 431
Votanti 427
Astenuti 4
Maggioranza 214
Hanno votato
41
Hanno votato
no 386).

Prendo atto che i deputati Gasbarra e Damiano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Cirielli 3.9.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Negro. Ne ha facoltà.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, un Paese civile si contraddistingue per la certezza della pena. Oggi ai giovani che lei ha appena salutato, insegniamo che, con il provvedimento «svuota carceri», non vi è questa certezza della pena.
Noi come Lega Nord Padania non vogliamo creare una tale società ed essere coloro che permettono che la nostra società diventi una società anarchica, dove non vi sono valori, regole e c'è il limbo tra chi fa bene e chi fa male.
Quindi veramente c'è il senso di completo disprezzo per chi invece approva questo provvedimento.
Noi continueremo a votare contro ed a fare questi interventi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 3.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli D'Anna, Cesario, Pelino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 430
Votanti 423
Astenuti 7
Maggioranza 212
Hanno votato
42
Hanno votato
no 381).

Prendo atto che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito a votare. Pag. 34
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lanzarin 3.94. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, vorrei sapere cosa andrete a dire ai vostri elettori - che poi sono «contigui» - la prossima volta.
Infatti capisco che il buonismo imperante a sinistra paghi (pagato sempre con i soldi degli altri), perché tanto possono fare quel che vogliono, tanto quelli li votano sempre, ormai sono diventati come i radicali e via avanti. Ma voi, che cosa andrete a dire ai cittadini? Parlo di gente che viene da un mondo in cui la legalità doveva essere un principio, come la certezza della pena. Andrete a dire che qualche delinquente sta tranquillamente a casa e non si sa bene che altro. Ma ponetevi questo problema, perché è un problema non solo vostro, ma anche nostro! Questi hanno non solo una strada, ma un'autostrada davanti, e anche per colpa nostra e, oggi, sopratutto vostra, perché votate così.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzarin 3.94, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sbai, Farina Coscioni, Marchioni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 432
Votanti 428
Astenuti 4
Maggioranza 215
Hanno votato
42
Hanno votato
no 386).

Prendo atto che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cirielli 3.10. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laura Molteni. Ne ha facoltà.

LAURA MOLTENI. Signor Presidente, questo vergognoso provvedimento è un patentino, un patentino con invito a delinquere. È una vera e propria licenza a delinquere (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Ma il conto chi lo paga? Non certo i delinquenti che, al posto del carcere, scontano la pena sul comodo divano di casa. Il conto, signori, lo pagano i nostri anziani, vittime delle truffe, le nostre donne, vittime dello stalking, le nostre famiglie, vittime dei furti e dei reati contro la proprietà, le nostre forze dell'ordine, che si ritrovano ad operare in un perverso e demotivante meccanismo fatto di guardie e ladri, ove i delinquenti vincono la partita perché, male che vada, scontano la pena sul comodo divano di casa.
Noi della Lega Nord stiamo con le vittime dei reati, stiamo con tutti quei cittadini onesti che chiedono giustizia, certezza della pena e certezza della sua durata (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 3.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Montagnoli, Verducci, Ciccanti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 434
Votanti 429
Astenuti 5
Maggioranza 215
Hanno votato
41
Hanno votato
no 388).

Pag. 35

Prendo atto che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 3.95, per il quale il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Montagnoli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, io continuo a combattere questo provvedimento di una maggioranza assolutamente buonista, che è contro i cittadini e contro chi ci difende.
Giustamente si è parlato delle pene. Io dico: un cittadino rumeno, se deve delinquere, lo fa in Romania o in Italia? In Romania sono previsti per i furti quindici anni di galera, che si scontano tutti dentro. Invece cosa succede? Il cittadino rumeno viene qui da noi, gli diamo anche il «condonino», delinque e i cittadini, come sempre, sono sbeffeggiati.
Dovete vergognarvi, soprattutto voi del Popolo della Libertà, che una volta difendevate con noi la sicurezza della gente e delle aziende. Il Partito Democratico ce l'ha nel DNA il buonismo!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 3.95, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bossa, Vignali, Prestigiacomo, Rampi, Corsini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 442
Votanti 437
Astenuti 5
Maggioranza 219
Hanno votato
43
Hanno votato
no 394).

Prendo atto che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 3.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Veltroni, Farina Coscioni, Lo Monte, Negro, Bonanno, Ciccanti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 438
Votanti 431
Astenuti 7
Maggioranza 216
Hanno votato
8
Hanno votato
no 423).

Prendo atto che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Goisis 3.97, per il quale il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, il Ministro deve spiegarci a cosa serve questo provvedimento. Ministro, ci spieghi a che cosa serve questo provvedimento. Risolviamo forse il problema del sovraffollamento delle carceri? Non penso. Risolviamo forse il problema delle forze di polizia? Non penso, anzi, lo aggraviamo ancora di più, perché avremo poliziotti e carabinieri che dovranno stare fuori delle case a controllare questi pseudo delinquenti, che dovranno rimanere agli arresti domiciliari.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Goisis 3.97, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 36

Onorevoli Stasi, Scilipoti, Pizzetti, Sbai, Stradella, Armosino, Verducci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 441
Votanti 436
Astenuti 5
Maggioranza 219
Hanno votato
43
Hanno votato
no 393).

Prendo atto che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito a votare.
Onorevoli colleghi, poiché l'ordine del giorno prevede alle ore 13 una deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione e, successivamente, l'assegnazione in sede legislativa di una proposta di legge, sospendo a questo punto l'esame del provvedimento. Colleghi, non sto sospendendo la seduta, ci saranno altre votazioni, pertanto siete pregati di non lasciare l'Aula.
Il seguito del dibattito è rinviato al prosieguo della seduta.

Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dal Tribunale ordinario di Roma - I sezione civile di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 229 del 2012 (ore 13).

PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di Presidenza, nella riunione del 29 novembre 2012 - preso atto dell'orientamento favorevole espresso dalla Giunta per le autorizzazioni nella seduta del 21 novembre 2012 - ha deliberato di proporre alla Camera la costituzione in giudizio innanzi alla Corte costituzionale, ai sensi dell'articolo 37 della legge n. 87 del 1953, per resistere al conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dal tribunale ordinario di Roma - I sezione civile, dichiarato ammissibile dalla Corte costituzionale con ordinanza n. 229 del 2012, in relazione alla deliberazione della Camera stessa del 22 settembre 2010, con la quale è stata dichiarata - ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione - l'insindacabilità delle opinioni espresse dall'onorevole Paolo Guzzanti nei confronti del dottor Luigi (detto Gino) Strada.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, al fine di poter valutare serenamente la situazione, ho chiesto di avere copia degli atti, che non ci sono.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, gli atti erano a disposizione della Presidenza, non è prevista una relazione, quindi, se lei fosse stato interessato, avrebbe potuto vederli. Il componente dell'Ufficio di Presidenza che rappresenta il suo gruppo avrebbe potuto dargliene, in qualche modo, disponibilità.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, vorrei sapere in base a quale norma è possibile esprimere un voto senza che l'Aula venga messa nelle condizioni di avere la documentazione di riferimento, specie quando si tratta di valutare la sindacabilità o l'insindacabilità di un'autorizzazione a procedere in un conflitto di attribuzione innanzi alla Corte costituzionale.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, è la prassi che da sempre prevede che gli atti di deliberazione della Presidenza non prevedono una relazione: si sottopongono all'Aula, la quale può riconfermarli o può, in qualche modo, capovolgere la decisione della Presidenza. Questa è la prassi, non è la prima volta. Gli atti sono, comunque, a disposizione di tutti presso l'Ufficio di Presidenza e anche presso il banco della Presidenza in questo momento.

ANTONIO LEONE. Chiedo di parlare.

Pag. 37

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intervengo ad adiuvandum rispetto alla richiesta fatta, ma solo a chiarimento. Non votiamo per l'insindacabilità o meno di quanto ha espresso il collega Guzzanti: prima la Giunta e, poi, l'Aula, si sono già espresse. Siamo in una fase di elevazione del conflitto di attribuzione e su questo dobbiamo solo pronunciarci - cosa che ha già fatto la Giunta e, poi, l'Ufficio di Presidenza - sulla necessità di costituirci o meno in giudizio.
In altri termini, la Camera oggi deve decidere se deve andare a rappresentare ciò che ha deciso davanti alla magistratura; dunque, non sulla sindacabilità, ma solo e soltanto sulla necessità o meno di costituirsi parte nel conflitto di attribuzione.
Tra l'altro, faccio una precisazione che, forse, può essere anche ad adiuvandum per il suo gruppo, onorevole Di Pietro, che la costituzione in giudizio avviene attraverso gli uffici stessi della Camera, cioè l'Avvocatura interna va a rappresentare la Camera per una decisione che è stata presa.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, mi creda, non c'era da parte mia alcuna volontà di ostruzionismo. Evidentemente c'è stata qualche difficoltà negli uffici, lo riconosciamo, ne prendo atto, mi affretto e, mentre c'è la relazione di maggioranza, se c'è o se non c'è, io personalmente prendo la parola e mi rimetto all'Aula. Evito di formulare questa presa di posizione in punto di principio, perché, come si dice, non voglio creare una inutile e speciosa questione, però mi dia atto che non è rituale dover decidere in tal modo. Dopodiché sono d'accordo con lei e ritiro la mia questione.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, non c'è una relazione né di maggioranza, né di minoranza, perché questa è la prassi. Non stiamo valutando - come bene ha ricordato il Presidente Leone - alcuna sindacabilità o insindacabilità, sulla quale la Camera si è già espressa. Stiamo soltanto ratificando o meno una decisione già assunta dalla Giunta e dall'Ufficio di Presidenza per la costituzione in giudizio o meno in un conflitto di attribuzione sollevato dal tribunale ordinario di Roma. Questo è il caso.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Va bene, onorevole di Pietro, io la faccio parlare di nuovo, però poi noi procediamo.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, le sto dicendo che ritiro la questione preliminare per non creare problemi all'Aula e ai lavori dell'Aula. Ho anche detto che a me sembra poco accettabile che l'Aula non sia messa in condizione di avere i documenti. Dopodiché, non ne faccio una questione, ma posso chiedere - quando lei mi darà la parola - di fare un intervento contro la decisione, come previsto dal Regolamento? Questo dico.

PRESIDENTE. Certamente, onorevole di Pietro. Mi scuso, non avevo capito. Le darò la parola per l'intervento contro, dopodiché la darò anche all'onorevole Consolo, che ha chiesto di parlare a favore.
Prego, onorevole Di Pietro.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, sarò brevissimo perché non conosco il merito - e non lo conosco perché non l'ho potuto leggere - e, quindi, devo avere rispetto verso il collega, ma anche verso una decisione della Corte costituzionale. Perché, se ho capito bene, qui c'è una questione: ossia, la Camera dei deputati - e mi scuso con il collega Leone se non ho capito bene - ha già deciso sulla insindacabilità; dopodiché, il tribunale ha fatto ricorso alla Corte costituzionale, la quale, Pag. 38invece, ha dichiarato l'ammissibilità di questo conflitto di attribuzioni tra magistrato e Camera. Cioè, addirittura è intervenuta la Corte costituzionale per dire: guardate che avete abusato del vostro ruolo e della vostra funzione, perché il caso di specie, invece, non rientrava nelle regole e nei principi previsti dall'articolo 68 della Costituzione.
In una situazione di questo genere, mi permetto di dire, con rispetto verso tutti, che innanzitutto si dovrebbe avere rispetto verso la Corte costituzionale, che ne dichiara l'ammissibilità e lasciare che essa valuti il merito. Ecco, in questo senso io mi esprimo in modo contrario. Dopodiché, da parte mia, mi si potrà dare atto che non sto facendo alcuna questione di lana caprina, tanto è vero che ho ritirato anche la questione precedente (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

ANTONIO DI PIETRO. E mi meraviglio che ci sia questa voglia di essere così...

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, per cortesia.

ANTONIO DI PIETRO. ... mi astengo da ogni altro commento. Voglio semplicemente che resti agli atti che in questo momento, rispetto alla decisione di ammissibilità della Corte costituzionale, a volte c'è da vergognarsi di far parte di questo Parlamento (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
Mi è stato fatto notare - e credo giustamente - che è abbastanza singolare che chi aveva prima chiesto una sorta di rinvio per prendere conoscenza degli atti, abbia poi di fatto svolto un intervento contro. Pertanto, credo che in questo caso, se i colleghi intendono svolgere un intervento per gruppo, concederò la parola ad un rappresentante per gruppo (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Possono anche non chiederlo... L'onorevole Samperi ha chiesto di intervenire ed io concederò la parola a lei e, dopo, a chi vorrà intervenire. Prego, onorevole Samperi.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, intervengo solo per motivare il voto contrario del gruppo del Partito Democratico. Noi siamo contrari alla costituzione in giudizio della Camera, non tanto perché il gruppo già si è espresso precedentemente sulla sindacabilità, quanto perché la costituzione in giudizio della Camera si pone in contrasto insanabile con l'interpretazione dell'applicazione dell'articolo 68 che dà la Corte costituzionale, ormai con una consolidata giurisprudenza. La Corte costituzionale richiede il nesso funzionale tra le dichiarazioni rese extra moenia e un atto tipico parlamentare; senza questo nesso funzionale la Corte costituzionale ritiene che la copertura e la tutela dell'articolo 68 della Costituzione costituiscano un privilegio di status che è incompatibile con l'articolo 3 della Costituzione; la Corte lo continua a ripetere costantemente tant'è che, nella XIII, XIV, XV e XVI legislatura, soltanto undici costituzioni in giudizio della Camera hanno trovato esito favorevole contro sessanta condanne che la Camera ha avuto all'interno del procedimento per conflitto di attribuzione. La questione qui è abbastanza chiara e limpida; la Camera continua a disattendere l'orientamento giurisprudenziale ormai costante della Corte costituzionale e anche della Corte di Cassazione, e quindi noi andiamo incontro ai conflitti di attribuzione, sapendo di andare incontro ad una condanna.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, si tratta innanzitutto di chiarire che non vi è stato alcun errore da parte degli uffici; gli uffici hanno seguito la prassi costante di questa Camera. Quindi, mi permetto di dissentire da quello che ha detto il collega Di Pietro quando dice che gli uffici hanno commesso un errore; non è così. La deliberazione Pag. 39poi sull'applicabilità o meno dell'articolo 68 è già stata presa dall'Ufficio di Presidenza; quindi, noi dobbiamo, adesso, ratificare quanto già deciso. Tutto qui, è inutile andare a richiamare i numeri di decisioni favorevoli e contrarie. Quello riguarda il merito, questo è un fatto squisitamente procedurale sul quale la Camera si è già pronunciata (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, mi consenta solo poche parole, ma questa è veramente una questione che si trascina da diverse legislature; questa procedura è molto impropria, lo abbiamo detto tante volte, per il fatto di riconvocare, richiamare l'Aula a riesprimersi sul caso di merito. O ci si costituisce sempre, con l'avvocatura interna per risparmiare spese inutili, oppure si considera questo voto come una ripetizione del voto all'epoca dato. Da questo punto di vista il gruppo dell'Unione di Centro si espresse contro l'insindacabilità perché, nel caso specifico, il collega Guzzanti agiva, per sua stessa ammissione, come giornalista con un rapporto compensato e, visti i precedenti sul caso Sgarbi da parte della Corte costituzionale, non c'è dubbio che non possiamo considerare questa espressione come manifestazione esterna di una opinione svolta nell'esercizio della funzione parlamentare, ma come attività giornalistica, esposta quindi a tutti i rilievi del caso. Questo nel merito, dopodiché, però, c'è anche il fatto che, in genere, la Camera, l'istituzione, difende dinanzi al conflitto se stessa, magari spendendo il meno possibile; quindi, giusta la scelta fatta di farlo con l'avvocatura.
Però, il tema va risolto in radice, perché è improprio questo secondo passaggio per l'Aula. Esso dovrebbe essere risolto definitivamente nell'Ufficio di Presidenza.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola per la seconda volta, eccezionalmente, al presidente Leone, che è stato relatore in Ufficio di Presidenza della costituzione in giudizio in discussione, vorrei ricordare che il merito della questione è stato affrontato il 22 settembre, e la Camera ha deliberato l'insindacabilità. Dopodiché è stato sollevato conflitto di attribuzione, e la Camera ha deciso di costituirsi in giudizio. Ricordo a tutti che anche se la Camera non si costituirà, la prosecuzione del giudizio medesimo di fronte alla Corte costituzionale proseguirà. D'altra parte, l'Ufficio di Presidenza ha deliberato di costituirsi e l'Aula deve ratificare o meno questa decisione. Prego, onorevole Leone, poi passiamo ai voti.

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intervengo per un chiarimento e parlo a favore della costituzione in giudizio, anche perché dagli stessi interventi dei colleghi è venuto fuori che si tratta di questioni completamente diverse. Proprio il collega Mantini è partito in un certo modo, dicendo che «noi abbiamo votato contro l'insindacabilità». Ma non stiamo parlando di insindacabilità, stiamo parlando di costituzione in giudizio. Allora, qui il problema è uno e soltanto uno, che è quello se la Camera deve sostenere quello che ha deciso, anche se a maggioranza, sulla sindacabilità o la insindacabilità, oppure abdicare completamente e sostenere che - poiché la Camera ha detto che vi è insindacabilità e un magistrato dice che vi è un conflitto di attribuzione perché la Camera non doveva dichiarare l'insindacabilità - la Camera deve fare un passo indietro definitivamente.
Collega Di Pietro, un conto è la dichiarazione di ammissibilità, un conto è la decisione finale. Su quante decisioni la Corte si è espressa in modo contrario, dopo avere ammesso il conflitto, decidendo in maniera diversa? È la procedura, non è che oggi stiamo andando contro la Corte. La Corte non ha deciso niente, ha detto che vi è un conflitto, ictu oculi è ammissibile, poi nel merito saranno le parti a sostenerlo. Dobbiamo completamente abdicare al nostro ruolo per una prerogativa che la Costituzione ci Pag. 40dà? Noi abbiamo il dovere di sostenere una decisione, anche se presa a maggioranza in quest'Aula. Altrimenti, di che parliamo? Aboliamo quel poco che è rimasto dell'articolo 68 e andiamo avanti con quello che si decide fuori e non all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, prima di porre in votazione la proposta già assunta dall'Ufficio di Presidenza, ricordo a tutti che subito dopo questo voto ce ne sarà un altro su un'assegnazione a Commissione in sede legislativa. Quindi, vi prego di restare in Aula.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la decisione assunta dall'Ufficio di Presidenza di costituzione in giudizio da parte della Camera dei deputati per il conflitto di attribuzione sollevato dal tribunale ordinario di Roma.
Chi è favorevole alla costituzione in giudizio della Camera deve votare «sì», chi è contrario deve votare «no».
(È approvata).

La Camera approva per 24 voti di differenza.

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge A.C. 1934-2077-3131-3488-3917-B (ore 13,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa. Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la sottoindicata Commissione ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
alla X Commissione (Attività produttive):

S. 3270 - Froner ed altri; Anna Teresa Formisano; Buttiglione ed altri; Della Vedova e Cazzola; Quartiani ed altri: «Disposizioni in materia di professioni non organizzate» (Approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato) (1934-2077-3131-3488-3917-B).

Pongo in votazione... L'onorevole Monai chiede la parola?
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, intervengo, così come sono intervenuto in sostituzione del collega Palomba in seno alla Commissione giustizia la settimana scorsa, quando questo provvedimento era stato calendarizzato per la discussione in Aula, cosa che si è iniziata proprio ieri. Io ritengo che un tema così delicato, come quello delle professioni non ordinistiche, con alcune innovazioni che il Senato della Repubblica ha introdotto in questo testo, necessiti di una discussione trasparente e meditata che penso solo l'Aula possa garantire.
Si tratta di un provvedimento che rischia di introdurre, sotto la falsa ipotesi di una professione non ordinistica, improntata a criteri di trasparenza e di tutela del consumatore, una sorta di cavallo di Troia, al cui interno si può nascondere una pregnante insidia sulla trasparenza e sulla bontà di quelli che poi andranno a esprimere questo tipo di attività che nulla hanno a che fare con i canoni deontologici delle professioni ordinistiche.
Pertanto, ritengo che una materia così delicata non sia tale da portare la X Commissione a decidere ipso facto su un tema così impegnativo, quindi preannunzio il mio voto contrario e invito i colleghi ad una valutazione sulla necessità che questa Aula si incarichi, così com'era stato preventivato, di discuterne.

PRESIDENTE. Prendo atto che nessuno chiede di parlare a favore.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di assegnazione a Commissione Pag. 41in sede legislativa della proposta di legge n. 1934-2077-3131-3488-3917-B.

(È approvata).

La Camera approva con 262 voti di differenza.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15,30 con il seguito dell'esame del disegno di legge in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili.

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Borghesi, Commercio, Gianfranco Conte, D'Amico, Della Vedova, Dozzo, Fallica, Tommaso Foti, Franceschini, Ghizzoni, Giancarlo Giorgetti, Guzzanti, Leo, Lusetti, Melchiorre, Misiti, Mura, Mussolini, Nucara, Picchi, Pisacane e Valducci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 5019-bis-A.

(Ripresa esame dell'articolo 3 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Goisis 3.97.
Passiamo all'emendamento Meroni 3.100.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo per sostenere la bontà di questo emendamento, che si colloca in quella serie di emendamenti che vanno a contestare duramente l'opportunità e la necessità di continuare nel sostegno di questo provvedimento, per cui noi insistiamo affinché venga posto in votazione.

DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, credo che questi emendamenti in realtà non aggiungono, anzi cercano proprio di togliere la funzionalità di questo nuovo istituto. Questo è ciò che abbiamo cercato di rappresentare anche con l'invito al ritiro, proprio perché questo istituto viene disciplinato per la prima volta e, tra l'altro, esiste anche a livello di tutti gli altri ordinamenti europei. Insomma, la probation è un istituto che vive nel mondo anglosassone, che è sperimentato negli altri Paesi e che, per i reati di scarso impatto proprio per il disvalore sociale, serve a creare questo raccordo con la società. In altre parole, il processo si sospende, c'è un programma attraverso i lavori di pubblica utilità, ci sono anche delle attività riparatorie per la persona offesa.
Questo articolato è stato molto discusso ed elaborato con un lavoro costruttivo di tutta la Commissione e, come relatrice, insieme all'onorevole Costa, ne vorremmo dare atto. Abbiamo cercato di dare un particolare significato, una particolare posizione proprio alla tutela della persona offesa, tant'è vero che la persona offesa è partecipe dell'udienza in cui il giudice valuta se ammettere quel programma, quel Pag. 42trattamento, che prevede la sospensione del processo e quindi, all'esito, dopo una relazione favorevole, l'estinzione del reato.
Teniamo presente un fatto: capisco che la Lega faccia opposizione e che quindi debba sostenere ad ogni costo le proprie posizioni, tuttavia non vorrei, lo dico da relatrice, che questo istituto fosse trasfigurato rispetto a quella che è, invece, la sua portata e la sua novità, in quanto sostanzialmente crea quel raccordo tra chi ha sbagliato e la società, attraverso i lavori di pubblica utilità, consente pertanto il recupero e il beneficio, se si è superato il periodo di trattamento con esito favorevole, e quindi l'estinzione del processo.
La cosa importante - per esempio con l'emendamento che è stato accolto, presentato sia dall'onorevole Contento, sia dall'onorevole Angela Napoli e che, quindi, è stato riformulato con il consenso della Commissione - è la previsione che si possa essere ammessi al beneficio della sospensione della messa alla prova per una sola volta, tranne che il reato non sia stato commesso la seconda volta, e soltanto quando il reato è stato commesso antecedentemente all'esito favorevole della messa alla prova.
Quindi, voglio dire che non si tratta di un escamotage. Non si tratta di voler ad ogni costo creare una benevolenza che mette a repentaglio i valori della sicurezza sociale. Si tratta, invece, di un istituto che cerca di ricucire tra chi ha sbagliato e la società. Soprattutto, la cosa importante, che io credo non sia stata valorizzata a sufficienza, è che nel programma è previsto che per essere ammessi al programma trattamentale, per alcuni reati (quelli soprattutto in materia ambientale, infortunistica stradale, infortunistica nei luoghi di lavoro) si deve aver riparato le conseguenze dannose della propria condotta.
Quindi, vi sono una serie di prescrizioni e una valutazione che portano poi ad un occhio adeguato a degli errori che poi possono essere adeguatamente recuperati. Quindi, questa è la filosofia di questo istituto che io credo sia un passo importante di civiltà da parte di tutti noi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signora Presidente, posso capire che ci siano delle ragioni di contrasto da parte degli amici della Lega Nord Padania, e che ormai in questo Parlamento si sia abituati a vedere un po' di tutto. Lei pensi che addirittura l'amico onorevole Baldelli ha scritto un libro, per cui se arriviamo a questi livelli (si intitola Viva Montecitorio), credo che ci rimanga ben poco da sperare per il futuro.
Ma, detto questo, signora Presidente, io ho l'impressione che chi sta sostenendo questo articolo non lo abbia letto approfonditamente, perché in realtà va esattamente nel senso di coloro che richiedono maggiore severità. Infatti, è vero che il provvedimento che stiamo per votare consente l'ammissione in prova, ma è anche vero che la prova potrebbe non essere superata, oppure che la persona a cui sono stati imposti degli obblighi di comportamento con delle limitazioni, non si adegui e non li rispetti, con la conseguenza che si attiva il procedimento di revoca e, quindi, di sostituzione del beneficio con la sanzione normale, che dovrebbe essere, in questo caso, la reclusione.
Quindi, è abbastanza singolare, nel confronto politico, che da un lato si sostenga, giustamente da quel punto di vista, una maggiore severità, e che poi si voglia far saltare un pezzo della disposizione che regola appunto la possibilità per il giudice di fissare l'udienza in camera di consiglio e, valutate le circostanze nel contraddittorio delle parti, operare la revoca come elemento per suggellare il mancato raggiungimento della prova, come dicevo, o la violazione degli obblighi imposti.
Credo che forse, sempre nel rispetto delle reciproche posizioni, bisognerebbe avere anche l'accortezza di valutare gli emendamenti con i quali si propongono - effettivamente e coerentemente con le proprie posizioni - degli aggiustamenti dell'attuale contesto normativo, e degli altri Pag. 43con cui, invece, si finisce per aumentare la confusione, in relazione al provvedimento che stiamo esaminando.
Noi, invece, abbiamo sostenuto l'esigenza di approdare, attraverso questo provvedimento, a quelle misure alternative che esistono in altri paesi, ma intendiamo farlo anche demandando al giudice quella responsabilità di cui si è parlato in quest'Aula. Quindi, al giudice che ha il compito naturalmente di ammettere il richiedente all'affidamento in prova, in relazione a quel contesto che abbiamo enucleato nel provvedimento, deve corrispondere anche una valutazione responsabile della prova. Quindi, è indispensabile che ci sia, come previsto dall'articolo, e quindi anche dal comma che si vorrebbe sopprimere da parte di chi propone questo emendamento, la possibilità di poter revocare, attraverso un'udienza camerale, la messa in prova e attribuire, quindi, al responsabile la giusta punizione.
Ecco perché noi siamo costretti, signora Presidente, per coerenza a votare contro la soppressione e quindi contro l'emendamento proposto.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, nell'apprezzare la citazione ironica del collega e amico Manlio Contento che, evidentemente, ha letto il libro e già mette a frutto nei suoi interventi parte dei contenuti del libro stesso, inviterei la Presidenza, prima di procedere alla votazione, anche a verificare se vi siano Commissioni ancora in corso e, in questo caso, a controllare che siano sconvocate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cazzola. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, poiché in questo dibattito si è fatto ricorso alle Sacre Scritture, si è parlato molto della vicenda di Caino e Abele, io sono andato a prendermi il libro della Genesi e, anche per alleggerire il clima della discussione, se lei me lo consente, signor Presidente, darei lettura di qualche versetto. Quando Caino si accorge che Dio lo ha scoperto, dice al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere». Ma il Signore gli disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato. Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden. Poi Caino poté sposarsi ed avere un figlio, Enoc, e addirittura fondare una città.
Quindi, come vede, anche nel diritto primitivo, onorevole Bindi, c'era la clemenza e la comprensione del Signore nei confronti di chi si macchiava di gravissime colpe.

PRESIDENTE. Onorevole Cazzola, perché quella è la giustizia divina!
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meroni 3.100, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sanga, Mondello, Romele, Paolo Russo, Boccia, Giorgetti, Sposetti, Casini, Stracquadanio, Giammanco, Rosso, Di Biagio, D'Antona, Valducci, Scanderebech, Pizzolante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 401
Votanti 397
Astenuti 4
Maggioranza 199
Hanno votato
40
Hanno votato
no 357).

Pag. 44

Prendo atto che la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Molgora 3.101.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molgora 3.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Armosino, Tommaso Foti, Carfagna, Mondello, Gnecchi, Reguzzoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 406
Votanti 402
Astenuti 4
Maggioranza 202
Hanno votato
41
Hanno votato
no 361).

Passiamo all'emendamento Laura Molteni 3.102.
Prendo atto che il presentatore Laura Molteni 3.102 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo per ribadire la nostra contrarietà a questo provvedimento. Abbiamo già sottolineato durante il dibattito, nella mattinata, come questo provvedimento consenta la sospensione del procedimento e l'attuazione della messa alla prova attraverso i lavori di pubblica utilità e, qualora la messa alla prova abbia esito positivo a seguito di una valutazione da parte del giudice, si ha l'estinzione del reato.
Noi abbiamo ribadito - e lo faremo ancora nel pomeriggio - come l'istituto della messa alla prova abbia una funzionalità ed un'applicabilità per quanto riguarda il reato penale minorile proprio perché vi è la necessità di avviare il minore sulla strada del recupero, come è giusto e doveroso che sia. Non capiamo, però, quale possa essere l'intento e la volontà riabilitativa e rieducativa del soggetto nel prevedere l'applicazione di questo meccanismo con riferimento ad adulti che commettono reati anche particolarmente gravi, ovvero reati con pena fino a quattro anni. Ciò anche perché - come abbiamo già abbondantemente affermato - il meccanismo dei lavori di pubblica utilità incontra problematicità di applicazione soprattutto nella stipula delle convenzioni con gli enti locali, tali per cui la sua applicazione riscontra - anche laddove oggi vi è un'applicazione - notevoli problemi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laura Molteni 3.102, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sbai, Carfagna, Maurizio Turco, Motta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 407
Votanti 404
Astenuti 3
Maggioranza 203
Hanno votato
40
Hanno votato
no 364).

Prendo atto che la deputata Pelino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo agli identici emendamenti Cirielli 3.12 e Munerato 3.104.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore. Pag. 45
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale...
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, con riferimento ai lavori di pubblica utilità, oggi riscontriamo, laddove l'istituto trova applicazione, ovvero con riferimento alle competenze del giudice di pace, così come stabilisce il decreto legislativo n. 274 del 2000, quindi con riferimento solo ad alcuni reati che sono i reati stradali, in modo particolare quello di guida in stato di ebbrezza, una serie di problematicità soprattutto nella stipula delle convenzioni. Riscontriamo anche un problema legato alla scarsa applicazione dello strumento legato ad una scarsa conoscenza e, o ad una scarsa pubblicizzazione e informazione da parte dei tribunali, dei giudici e degli avvocati stessi. Sono rari i casi nei quali gli avvocati chiedono l'applicazione di questo istituto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cirielli 3.12 e Munerato 3.104, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Carfagna, Centemero, Cosentino, Verducci, Favia, Oliveri, Pagano...onorevole Dozzo, intende votare? Prego.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 413
Votanti 411
Astenuti 2
Maggioranza 206
Hanno votato
41
Hanno votato
no 370).

Passiamo all'emendamento Grimoldi 3.105. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Grimoldi 3.105 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Forcolin. Ne ha facoltà.

GIANLUCA FORCOLIN. Signor Presidente, non abbiamo più parole per definire questo provvedimento. In quanto sindaco le faccio presente che riceviamo costantemente dalle prefetture locali il sollecito di razionalizzare la spesa pubblica, di uniformare le convenzioni tra pubblica amministrazione e tra comuni vicini. Tutte questioni molto interessanti nell'ottica, appunto, di ridurre quella che è la spesa pubblica, in termini di sicurezza in particolar modo. Ma, poi vediamo provvedimenti come questi, che sono diametralmente opposti e che mandano nelle nostre strade e nei nostri comuni delinquenti che continuano veramente a compiere atti: ogni giorno i nostri bollettini - quelli dei nostri giornali locali - sono bollettini di guerra.
Oggi vediamo, invece, approvare e voler approvare questo scempio, signor Presidente, che non ha limiti. Dobbiamo urlarlo ai nostri cittadini attraverso, appunto, un'azione forte, che solo la Lega Nord difende ancora una volta l'ente locale e la razionalizzazione della spesa, che non può trovare delinquenti liberi per le strade.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 3.105, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Carfagna, Reguzzoni, Muro, Dal Moro, Capitanio Santolini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 424
Votanti 421
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato
44
Hanno votato
no 377).

Pag. 46

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, abbiamo sentito la Lega, in tutti gli emendamenti proposti su questo articolo, continuare a portare avanti una politica di estremo rigore, la richiesta di sanzioni sempre più aspre, da una parte, l'unica misura valida quella della detenzione carceraria.
Io credo, invece, che politiche moderne devono evitare il rischio di identificare meno carcere con meno sicurezza, non solo perché è statisticamente dimostrato che la percentuale di recidiva, per chi sconta le pene alternative, è di gran lunga inferiore rispetto alla percentuale di recidiva che riscontriamo per chi sconta, invece, la detenzione carceraria, ma anche perché, se vogliamo, come negli altri Stati europei, ampliare l'area del controllo penale, non possiamo che fare appello e rivolgerci al ventaglio delle pene e delle misure alternative al carcere.
Negli altri Paesi europei le pene alternative hanno una dignità che l'Italia ancora non conosce ed è giusto che con questo provvedimento venga ampliato questo ventaglio delle pene alternative, proprio perché cercano di conciliare la possibilità del reinserimento sociale con maggiore successo e l'esigenza di sicurezza dei cittadini. Non c'è nessun automatismo, né alcuna discrezione, ma c'è la discrezionalità del giudice, che deve valutare caso per caso la pericolosità sociale e quindi può o non può concedere la messa alla prova e la sospensione del processo su richiesta dell'imputato.
C'è un tema dolente, che è stato sollevato in Aula e che sicuramente rappresenta un punto delicato, ed è quello degli uffici per l'esecuzione della pena. Questi uffici hanno organici limitati e avranno sicuramente problemi per affrontare queste nuove competenze, che non riguardano soltanto predisporre un programma di accompagnamento, ma anche controllare che venga eseguito, anche verificare che questa pena scontata abbia una funzione retributiva, una funzione educativa, una funzione riabilitativa. Quindi, compiti complessi e per questo all'interno del provvedimento, con l'articolo 6, è stata inserita la necessità di una relazione che il Ministro della giustizia deve rendere al Parlamento, proprio per l'adeguamento numerico e professionale degli uffici di esecuzione penale in relazione alle esigenze di attuazione della nuova normativa. Sarebbe però auspicabile che il Ministro indicasse in modo più preciso, proprio perché diventa estremamente rilevante il compito degli uffici, strumenti, risorse e tempi certi in relazione all'adeguamento numerico e professionale della pianta organica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà, per un minuto.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, è proprio nelle parole della collega Samperi che sta una delle motivazioni per cui noi voteremo contro l'articolo 3, quindi contro l'istituzione della sospensione del procedimento per messa alla prova.
Hanno un'incombenza particolare nella concretizzazione di queste convenzioni per lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità, sia rispetto agli enti locali sia rispetto a delle associazioni a scopo non lucrativo, le funzioni e le risorse che sono a disposizione dell'ufficio dell'esecuzione penale esterna, che ha una rilevanza fondamentale nella determinazione e nella valutazione dello svolgimento dei lavori di pubblica autorità. La collega Samperi ha ammesso in maniera onesta e sincera, essendo persona estremamente per bene, che non ci sono le risorse, signor Ministro, idonee ed adeguate affinché l'ufficio dell'esecuzione penale esterna, collegato ai servizi sociali, svolga quell'attività di monitoraggio nell'esercizio del lavoro di pubblica utilità. Lo sapete, ma nonostante ciò non fate nulla, quindi questa norma e la funzione di questo istituto rimarranno totalmente inapplicate.

Pag. 47

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà, per un minuto.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, noi della delegazione radicale all'interno del gruppo del PD ci asterremo su questo articolo 3, perché di questo articolo ci piace solamente il titolo: sospensione del procedimento con messa alla prova.
Il problema è che nei contenuti non vi è la sostanza. Andatevi a leggere qual è il giudizio che dà l'Unione delle camere penali su questo provvedimento e pensate che è stato scritto prima che il testo fosse ulteriormente svuotato da quest'Aula.
Ripeto, l'ho detto questa mattina: è in corso una guerra mondiale, che vede contrapposte due parti. Noi ci mettiamo dall'altra parte, dalla parte dello Stato di diritto (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che, per un mero errore tipografico, a pagina 22 del testo, all'articolo 3, al capoverso 464-octies, comma 2, le parole: «il giudice udienza» devono intendersi sostituite dalle seguenti: «il giudice fissa udienza».
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino, Granata, Cardinale, Melchiorre, Boccia, Maran, Sposetti, Crosetto, Misiani, Gasbarra, Scajola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 436
Votanti 411
Astenuti 25
Maggioranza 206
Hanno votato
367
Hanno votato
no 44).

Prendo atto che il deputato Scajola ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 5019-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 4.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Isidori 4.1.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Isidori 4.1 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, signor Ministro, credo che questo provvedimento, più che altri, testimoni il senso del nostro essere stati su quei banchi del Governo. Infatti, quando si è al Governo si ha un potere reale nel fare le cose, ma si ha anche un potere nell'impedire che le cose vengano fatte, un cosiddetto diritto di veto.
Noi non abbiamo mai voluto né mai avremmo appoggiato, come forza politica, un provvedimento di questa natura; molti altri non li avremmo voluti, ma questo meno di altri. Non volevamo il taglio delle pensioni, non volevamo l'aumento dell'IVA, non volevamo tutto quello che voi state, invece, facendo. Pag. 48
Invece, voi adesso potete farlo, potete venire a rimettere in libertà tutta una serie di persone che è meglio che non stiano in libertà. Lo «svuota carceri» è questo! Certamente, vi erano istanze garantiste che venivano, all'epoca, dai nostri alleati di Governo, ma questa è una delle cose che la Lega aveva impedito di fare.
Questo emendamento, però, signor Ministro, è soppressivo dell'articolo 4 ed è a firma del collega Isidori, collega al quale voglio portare la solidarietà personale e politica per l'attacco - indecente - al quale è stato sottoposto in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), un attacco mediatico che non ha giustificazioni.
Caro Ministro, questo articolo è un obbrobrio giuridico, questo articolo va abolito. Il collega Isidori propone, con questo emendamento, di sopprimerlo. Non bisogna essere professori per dire «conforme al relatore, il parere». Venga in quest'Aula e giustifichi la sua posizione, perché non bisogna avere la laurea, non bisogna essere professori per sedere su quei banchi, ma bisogna avere la legittimazione popolare, che voi non avete (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Isidori 4.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Frassinetti, D'Incecco, Cavallaro, Mondello, Ciccanti, Monai, Samperi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 433
Votanti 428
Astenuti 5
Maggioranza 215
Hanno votato
48
Hanno votato
no 380).

Passiamo all'emendamento Paolini 4.62. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Paolini 4.62 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà per un minuto.

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, tutte le nostre perplessità sul provvedimento riguardano soprattutto quella popolazione extracomunitaria che vive proprio di piccoli furti, di piccoli interventi, che mettono a nudo le difficoltà di dare sicurezza ai nostri cittadini. Questo provvedimento alla fine determinerà l'assoluta impunità per questi soggetti, creando ancora aspettative sul fatto che nel nostro Paese si potrà venire a delinquere con questi interventi sulla popolazione che è anche la popolazione più debole. Infatti è questo quello che significa un provvedimento di questo tipo. La struttura del sistema giudiziario in questo modo darà ancora meno certezze del diritto, darà ancora meno la possibilità di avere un intervento che possa riguardare la punizione, soprattutto per quei soggetti che arrivano dai Paesi europei ed extraeuropei, che arrivano nel nostro Paese con unico scopo. Ce ne sono tanti, troppi, nel nostro Paese, che rimangono impuniti, i reati di queste persone.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolini 4.62, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Armosino, Verducci, Sanga, Corsini, D'Incecco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 440
Votanti 435
Astenuti 5
Maggioranza 218
Hanno votato
41
Hanno votato
no 394).

Pag. 49

Passiamo all'emendamento Pastore 4.63. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Pastore 4.63 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rainieri. Ne ha facoltà.

FABIO RAINIERI. Signor Presidente, intervengo per continuare a ricordare a questo Governo quali danni sta facendo con questo provvedimento.
Le forze dell'ordine sono persone come noi, che però lavorano per 1.200 euro al mese e rischiano la vita per poi vedersi annullato il loro lavoro, anche il lavoro che fanno in modo pericoloso, da un Governo che vuole poi eliminare quello che è stato il provvedimento giudiziario che potrebbe essere preso nei confronti di queste persone. Per cui ci troveremo le forze dell'ordine sempre più non motivate, demotivate, senza stimoli, arrabbiate con questo sistema, perché loro le prendono, rischiano la vita e poi qualcuno le fa uscire. Sempre di più la gente, anche quella gente che si vede costretta a dovere entrare in una casa dove sono passati dei ladri, entrerà nella propria casa dove chiunque ha rovistato nei cassetti dove ci sono le cose simboliche delle persone, le cose care...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Rainieri.

FABIO RAINIERI. ... e non avere nessuna poi, alla fine, giustizia di queste persone.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pastore 4.63, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Sposetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 437
Votanti 432
Astenuti 5
Maggioranza 217
Hanno votato
40
Hanno votato
no 392).

Prendo atto che i deputati Damiano, Rao e Gnecchi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Lanzarin 4.2.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Lanzarin 4.2 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gidoni. Ne ha facoltà.

FRANCO GIDONI. Signor Presidente, io vorrei, signor Ministro, richiamare la sua attenzione sul carcere di Belluno, del quale le faccio l'esempio perché noi siamo contrari a questo provvedimento. Il carcere di Belluno ha un'ala dismessa, che erano le vecchie officine dove veniva prodotto il famoso motorino Califfo. Da qualche anno «balla» sul piano delle opere dei carceri un finanziamento - tre milioni per il restauro - per poterne ricavare 30 nuove celle e così, a rotazione, poter poi adeguare le altre e ridare dimensione umana a questo carcere. Si tratta di un carcere, tra l'altro, che come pochi in Italia ha una sezione per i transessuali ed anche una sezione femminile. Ebbene, Ministro, noi ci saremmo aspettati da questo Governo che fossero queste le misure che andavano incontro ad una migliore abitabilità delle carceri e non quella di rilasciare la gente e mandarla in mezzo alle strade. Quindi questo vorremmo, signor Ministro: carceri più umane e carceri dove si possa scontare la pena. Abbiamo anche una lavanderia industriale, una cooperativa, quindi anche il reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzarin 4.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 50
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Moles, Gnecchi, Lo Monte, Calvisi, Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 444
Votanti 438
Astenuti 6
Maggioranza 220
Hanno votato
42
Hanno votato
no 396).

Passiamo all'emendamento Rainieri 4.60, per il quale il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meroni. Ne ha facoltà.

FABIO MERONI. Signor Presidente, signor Ministro, quello che noi le stiamo chiedendo è la preoccupazione che abbiamo: lei oggi di fatto mette in libertà anche dei delinquenti. Domani nel Consiglio dei ministri lei andrà a proporre di abolire prefetture e questure. Oltre al danno delle province volete togliere la sicurezza sul territorio! Ed allora lei ci spieghi qual è il disegno finale. Più delinquenti per le strade, meno forze dell'ordine a tutela dei cittadini. È questo il vostro scopo finale? Quello di fare rimanere in casa la gente? Ce lo spieghi. Non rimanga solo seduta e ferma aspettando gli altri parlamentari, quelli che non hanno la schiena dritta e voteranno a favore di questo provvedimento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rainieri 4.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gatti, Gnecchi, Cesaro, Osvaldo Napoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 446
Votanti 441
Astenuti 5
Maggioranza 221
Hanno votato
43
Hanno votato
no 398).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Rivolta 4.61, per il quale il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Goisis. Ne ha facoltà.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, volevo dire al Ministro che si sente in difficoltà perché non sa come risolvere la questione del sovraffollamento delle carceri se non rimandando a casa quegli stessi che hanno fatto violenza, che sono stati completamente persecutori di famiglie e di bambini, coloro che sono stati colpevoli di pedo-pornografia, che un sistema ci sarebbe, molto semplice: basta mandare tutta questa gente a scavare l'alveo dei fiumi, visto che abbiamo tutto questo pericolo di alluvioni, mandarli a lavorare lungo gli argini, rafforzare gli argini, tagliare gli alberi in eccesso, chiudere tutte le tane delle volpi e delle marmotte, visto che qui l'anno scorso qualcuno si è permesso di sorridere quando si è detto che la causa era appunto anche la presenza di queste tane. Quindi ci sarebbe moltissimo da fare tenendoli anche sotto controllo e non lasciando la nostra gente in pericolo, le donne anziane, i bambini, gli adulti, alla mercé di questi delinquenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rivolta 4.61, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 51

Onorevole Calderisi... onorevole Patarino... onorevole Centemero... onorevole Gnecchi... onorevole Verducci... onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 447
Votanti 443
Astenuti 4
Maggioranza 222
Hanno votato
43
Hanno votato
no 400).

Passiamo all'emendamento Cirielli 4.3. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 4.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

NUNZIANTE CONSIGLIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, segnalatelo prima. Tra l'altro, questo è un emendamento che non è neanche del vostro gruppo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 427
Votanti 423
Astenuti 4
Maggioranza 212
Hanno votato
37
Hanno votato
no 386).

Prendo atto che i deputati Crosio e Vanalli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Tempestini e Duilio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Passiamo alla votazione dell'articolo 4. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melis. Ne ha facoltà.

GUIDO MELIS. Signor Presidente, sono un po' sorpreso dal dibattito che si è svolto sugli emendamenti relativi all'articolo 4. L'articolo 4 riguarda prevalentemente aspetti di organizzazione sui quali mi voglio soffermare non prima di aver dato atto al Ministro di aver fatto una buona legge, puntuale, innovativa, coraggiosa, dando corpo ad un principio che sta in tutti gli ordinamenti evoluti: il principio che il carcere non è e non può essere la soluzione unica e assoluta, si deve coniugare con altre soluzioni. Come è stato detto stamani anche dai banchi del PdL, queste soluzioni in altri Paesi sono equilibrate in maniera diversa dando più spazio alle misure alternative.
Del resto chi è stato nelle carceri italiane sa qual è la catastrofe che queste carceri rappresentano e che bisogna quindi trovare delle soluzioni per svuotarle il più possibile. Dicevo, questo articolo ha al centro però il problema fondamentale di tutti i legislatori, che non basta fare buone norme ma bisogna poi dare a queste buone norme le gambe per camminare. Bisogna assicurare che la parte attuativa, che si basa sull'amministrazione, consenta a queste norme di tradursi virtuosamente nella realtà, e quindi era in gioco il ruolo decisivo degli UEPE, gli Uffici di esecuzione penale esterna, che sono uffici preziosi, che svolgono un ruolo di grandissimo rilievo ancorché poco noto alla stampa, al grande pubblico e forse anche allo stesso Parlamento, a sentire certe polemiche che ho sentito qui nei confronti della legge.
Gli UEPE sono una parte dell'amministrazione italiana che deve essere non solo preservata ma potenziata, rafforzata, perché è la condizione essenziale perché i buoni principi contenuti in questa legge (e nelle altre leggi che il Governo coerentemente con questa sta portando avanti) abbiano un'attuazione.
Non si tratta - lo dico per gli assistenti sociali che compongono l'UEPE, ma lo Pag. 52dico anche per le figure che generosamente si spendono ogni giorno nelle carceri italiane, come gli educatori per esempio e come gli psicologi - solo di difendere posti di lavoro e di sostenere le istanze sindacali pure legittime; queste categorie pongono un problema più complessivo; l'unico rimedio per contenere il sovraffollamento - leggo in uno dei loro documenti più recenti - è con tutta evidenza quello di dare maggiore importanza alle misure alternative e sostituirle gradatamente, dove è possibile, alla detenzione. Ma questo richiede interventi non solo legislativi ma uno sforzo di tipo amministrativo e organizzativo e una programmazione di risorse. Mi permetto di suggerire al Ministro intanto quanto ho letto nel parere della Commissione permanente affari sociali, che chiede che il Ministro non si limiti a svolgere una attività di monitoraggio ma che indichi strumenti, risorse e tempi certi in relazione all'adeguamento numerico e professionale della pianta organica degli UEPE. E poi anche vorrei richiamare il Ministro alla necessità di dare un responsabile, una direzione all'apparato oggi acefalo degli UEPE, facendo la nomina del direttore generale che tutti da qualche mese attendiamo.
È molto importante curare questo aspetto amministrativo, signor Ministro, perché naturalmente la buona legge che lei e i suoi uffici avete elaborato, di concerto con il Parlamento, avrà, sotto questo profilo, la possibilità di realizzarsi solo se questa condizione sarà espletata. Non esiste una politica di riforma che non implichi una previsione di personale. È vero che bisogna evitare gli eccessi della burocratizzazione e bisogna pianificare le risorse in tempi di ristrettezze quali sono quelli che stiamo attraversando, ma occorre un'idea generale, un piano di sviluppo di questi servizi, che tenga sotto controllo la spesa, ma, al tempo stesso, garantisca un rafforzamento in rapporto ai compiti accresciuti che stiamo accollando a questi uffici. La giustizia ha pagato già tributi molto vistosi alla spending review e io ho sotto gli occhi una statistica che afferma che c'è stato un taglio molto consistente. Bisogna compensare questo taglio puntando sulla professionalità di questi uffici, valorizzandoli, sviluppandoli, rispondendo con una saggia politica cadenzata nel tempo, pur nelle ristrettezze attuali, alle esigenze reali che le nuove leggi che lei, signor Ministro, ha portato in questo Parlamento richiedono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consiglio. Ne ha facoltà.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, ci fa molto piacere, perché la vediamo molto serena oggi, sarà l'effetto delle primarie. Complimenti, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie, grazie.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Prego. La vediamo serena, bene, bene. Spero che il Ministro si renda conto che, probabilmente, qualcuno di quelli che verranno liberati con quello che non avete avuto il coraggio di chiamare lo «svuota carceri» si troverà sicuramente a commettere ancora qualche marachella, come è già successo con il precedente provvedimento sull'indulto. E spero proprio che qualche soggetto non si trovi a fare quello che è successo a Caravaggio dove c'è scappato il morto, dove un signore, che era stato più volte già rapinato, è arrivato all'extrema ratio e c'è scappato il morto. Spero proprio che questo non accada, perché veramente vorrebbe dire che questo gruppo ha pensato alle cose giuste, cosa che, probabilmente, non avete fatto nel momento in cui avete partorito questo provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Murer, Duilio, Capodicasa, Orlando, Ginoble... Pag. 53
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 439
Votanti 429
Astenuti 10
Maggioranza 215
Hanno votato
373
Hanno votato
no 56).

Prendo atto che i deputati Monai, Vatinno, Zazzera, Evangelisti, Di Giuseppe, Favia, Di Stanislao e Cimadoro hanno segnalato di aver erroneamente votato contro, mentre avrebbero voluto votare a favore.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 5019-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Lussana 5.60.

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sull'emendamento Lussana 5.60.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo sull'unico emendamento all'articolo 5 e avrei voluto pure intervenire ancora sull'articolo 4 e sempre sull'istituto della messa alla prova. Siamo d'accordo che occorre un sistema di misure alternative alla detenzione e siamo d'accordo che si possono prevedere anche istituti nuovi, sperimentali, questo della messa alla prova, ma sinceramente il limite di pena dei quattro anni ci sembra un limite eccessivo che mina la sicurezza dei cittadini, tanto più quando, anche nelle parole di chi sostiene questa legge, si esterna preoccupazione, perché sappiamo benissimo che il nostro sistema, per come è strutturato oggi il sistema dell'esecuzione penale, non consentirà i controlli. Non vorremmo mai che ci fosse, Ministro, un altro caso Izzo. Ricordiamoci del signor Izzo. Qui si tratta di reati meno gravi, però gli stalker ci sono. Il signor Izzo, il cosiddetto mostro del Circeo, aveva potuto godere di misure alternative alla detenzione. Bene, ha ringraziato lo Stato che gli ha dato fiducia ammazzando un'altra donna e sua figlia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossomando. Ne ha facoltà.

ANNA ROSSOMANDO. Signor Presidente, intervengo solo per chiarezza, perché davvero i colleghi hanno perso un po' la nozione: questo articolo serve a garantire che risulti, nel casellario giudiziario, traccia del procedimento e, quindi, del fatto che qualcosa è accaduto. Quindi, io invito i colleghi a staccarsi dall'articolo 1, perché continuano ad essere avviluppati all'articolo 1. Siamo già all'articolo 5, ne prendano atto e proseguano la discussione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Onorevoli colleghi, avverto che, trattandosi di un unico emendamento soppressivo dell'articolo, si vota il mantenimento dell'articolo 5.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 54

Onorevoli Tommaso Foti, Vella, Garagnani, Villecco Calipari, Grassi, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 439
Votanti 430
Astenuti 9
Maggioranza 216
Hanno votato
382
Hanno votato
no 48).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 5019-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Maggioni 6.60, anche perché questa norma sostanzialmente mira proprio ad invitare il Ministro a fare un monitoraggio e ad adeguare proprio gli organici dell'UEPE, quindi mi pare che la soppressione sia un po' il contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è contrario.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, volevo ricordare ancora una volta ai colleghi che questo emendamento va votato per il semplice fatto che, ancora una volta, con un Governo che ormai ha pochissimi mesi di vita, si delegano al Governo i tempi di attuazione di una norma e, quindi, mi sembra un ulteriore autospossessamento delle facoltà del Parlamento. Anche in questo caso sarebbe stato opportuno evitare questa ulteriore umiliazione del popolo italiano, che è qui rappresentato da noi, piaccia o no a qualcuno, ed evitare che questa cosa si perpetui. Sarebbe stato corretto, per tutte le cose che abbiamo già detto nei precedenti interventi, che questa norma venisse semmai demandata al nuovo Governo, che avrà sì una legittimazione popolare e che giustamente potrà decidere su questioni che abbiamo visto essere anche di grandissima rilevanza. Quindi, il nostro voto è favorevole all'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Onorevoli colleghi, avverto che, trattandosi anche in questo caso di un unico emendamento soppressivo dell'articolo, si vota il mantenimento dell'articolo 6.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Moroni, Crosio, Cesario, D'Anna, Pini, Pisicchio, Peluffo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 451
Votanti 442
Astenuti 9
Maggioranza 222
Hanno votato
401
Hanno votato
no 41).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 5019-bis-A). Pag. 55
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutte le proposte emendative presentate.

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Sisto 7.2.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Sisto 7.2 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, ancora una volta, dobbiamo chiedere a questa Camera un ultimo atto di resipiscenza circa la volontà di approvare questo provvedimento, perché, come sempre, si cerca di fare, come si dice, i matrimoni con i fichi secchi. È evidente che dire «qualunque riforma» prevede una qualche forma di finanziamento. Ebbene, qui si vorrebbe, ancora una volta, fare tutto senza pagare niente.
Ricordiamoci che questo provvedimento - lo ricordo alle colleghe che l'hanno votato - prevede di non mandare in carcere, ad esempio, coloro che compiono atti di stalking. Ebbene, solo due donne in questo Parlamento hanno votato a favore dell'approvazione del mio emendamento che prevedeva, appunto, di togliere la possibilità di non mandare in carcere i signori che compiono atti di stalking. Questi signori staranno a casa: ammesso che compiano questi atti dalla finestra di casa, potrebbero, in teoria, continuare a compierli. Dunque, quando, poi, si va in televisione, non si vengano a dire cose inesatte (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, intervengo molto rapidamente per chiarire la ragione tecnica di questo emendamento. La nomina del difensore di fiducia per scelta del Governo diventa esattamente il sostitutivo dell'imputato che, in qualche modo, sia stato arrestato, fermato o sottoposto a misura cautelare. In altri termini, basterebbe nominare un difensore di fiducia per alleggerire l'obbligo di certezza che l'imputato deve avere dell'esistenza di un procedimento penale e, significativamente, dell'udienza preliminare. A me sembra che il diritto non sia contrabbandabile e che, quindi, non si possa dire che nominare un difensore di fiducia diventa addirittura un fatto penalizzante ai fini del contraddittorio. Chiedo, dunque, che questo emendamento, che io confermo e su cui insisto, sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 7.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 445
Votanti 434
Astenuti 11
Maggioranza 218
Hanno votato
33
Hanno votato
no 401).

Passiamo all'emendamento Cirielli 7.1.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Cirielli 7.1 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 7.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 56
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Veltroni... onorevole Garagnani... onorevole Briguglio... onorevole Orlando... onorevole Codurelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 437
Votanti 430
Astenuti 7
Maggioranza 216
Hanno votato
40
Hanno votato
no 390).

Passiamo alla votazione dell'articolo 7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossomando. Ne ha facoltà.

ANNA ROSSOMANDO. Signor Presidente, stiamo trattando di un argomento in parte diverso da quelli che lo hanno preceduto, ma che rientra nella tipologia dell'affrontare alcuni nodi strutturali per quanto riguarda l'efficienza del processo e, soprattutto, i tempi del processo. In particolar modo, stiamo discutendo della celebrazione del processo correlata alla conoscenza del procedimento e dell'udienza. In particolar modo, vi sono tre casi che sono disciplinati: quando c'è la conoscenza certa dell'udienza, assicurata con una notifica particolarmente accurata, e, invece, la conoscenza presunta dell'udienza, data la conoscenza del procedimento o la non conoscenza dell'udienza e del procedimento. Allora, se la conoscenza è presunta, il processo, comunque, si celebra anche in assenza dell'imputato, mentre, invece, la novità è che se è impossibile acquisire la prova che l'imputato, l'indagato abbia conoscenza certa del procedimento e dell'udienza, il processo viene sospeso.
Dunque, i dati salienti quali sono? Che nel caso di sospensione del procedimento vi sono alcune garanzie per la salvaguardia del risultato del processo e, quindi, devono essere effettuate nuove ricerche allo scadere di ogni anno, viene sospeso il corso della prescrizione.
Nel caso della conoscenza cosiddetta presunta - e quindi colgo anche l'occasione per rispondere alla preoccupazione rappresentata nell'emendamento del collega Sisto - un conto è la conoscenza del procedimento; qualora si provi che nonostante la conoscenza del procedimento non si era poi venuti a conoscenza dell'udienza per motivi indipendenti dalla volontà vi sono tutta una serie di rimedi e di rimessione in termini. Concludo soffermandomi poi sul punto saliente di questa disciplina che rappresenta un cambiamento importante, sia dal punto di vista del garantismo vero in chiave più moderna di quella che abbiamo conosciuto finora sia per quanto riguarda il fatto di garantire lo strumento processuale, il funzionamento del processo, evitando la celebrazione di processi cosiddetti inutili e fantasma. Quindi, da un lato per gli irreperibili si sospende il processo, dall'altro perseguendo il fine dell'effettiva conoscenza del processo, e quindi della non celebrazione di un processo di una persona che non è garantita, e assicurando una notifica vera alla prima notifica, si intende affermare un'idea di garanzia non astratta e formale ma una garanzia processuale, scusate il bisticcio di parole, di natura più sostanziale. Ciò non soltanto ci è stato richiesto dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, e quindi non è soltanto un problema di adeguamento, ma direi che rappresenta nel corpo dell'intero provvedimento uno di quegli interventi strutturali per un miglior funzionamento del processo nella tutela delle garanzie, in questo caso dell'imputato e anche delle vittime del reato perché mi limiterò a dire che una serie di acquisizioni probatorie, così come il decorrere della prescrizione, sono assolutamente salvaguardate. Quindi, in conclusione, ecco uno strumento che rappresenta un cambiamento di rotta rispetto a quello che è stato in tutti questi anni il dibattito sul Pag. 57funzionamento della giustizia. Per questo motivo, ovviamente, voteremo favorevolmente a questo articolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, noi su questo articolo ci asterremo perché contiene dei principi positivi - senz'altro positivo è quello che ha ricordato poco fa la collega Rossomando, laddove dice che chiunque venga imputato deve avere conoscenza giuridica certa o almeno estremamente probabile del processo e dei capi di accusa che si celebrano a suo carico, su questo non c'è dubbio -, tuttavia la parte che ci lascia perplessi ma che riguarda il complesso del provvedimento è che non si è agganciato questo giusto principio di sospendere i processi fantasma con la correlata sospensione del decorre della prescrizione; altrimenti, basterebbe che il reo si assenti per il tempo minimo della prescrizione, e se nessuno lo cerca, come spesso succede, sostanzialmente si è garantita l'impunità. A parte questo, riteniamo anche che sia grave il fatto che l'imputato possa usufruire di alcune situazioni che in qualche caso, di fatto, contribuisce lui stesso a creare ma che in realtà ciò non appare. Ricordo un procedimento in cui un signore, alla domanda su dove abitasse, dichiarava: campo nomadi Napoli, quando a Napoli ce ne sono diversi e allora è evidente che in casi come questo la sua irreperibilità è voluta e non dovrebbe essere considerata una scusante. Ribadisco quindi l'astensione del gruppo Lega Nord Padania.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Brugger, Reguzzoni... un vero e proprio sabotaggio oggi..., onorevole Delfino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 443
Votanti 395
Astenuti 48
Maggioranza 198
Hanno votato
391
Hanno votato
no 4).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A - A.C. 5019-bis-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Veltroni... Aracu...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 444
Votanti 403
Astenuti 41
Maggioranza 202
Hanno votato
397
Hanno votato
no 6).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A - A.C. 5019-bis-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, anche su questo articolo la Lega Nord si asterrà, facendo però osservare che, ancora una volta, bisognava migliorare il provvedimento con riferimento all'interruzione Pag. 58del termine di prescrizione. Inoltre, bisognava altresì finanziare adeguatamente questo provvedimento, perché è evidente che le ricerche servono e costano. È evidente che se il giudice dispone ricerche, ma poi queste ricerche non vengono effettuate - come purtroppo avviene spesso per mancanza di possibilità economiche e di uomini e mezzi disponibili, e non tanto di cattiva volontà delle autorità di polizia - è anche evidente che questa finzione di voler fare senza spendere un euro in più comporterà di fatto l'impunità per molti rei, e quindi il principio è sacrosanto, di conseguenza per questa ragione non voteremo contro, ma ci asterremo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Minasso... Brandolini... Farina Coscioni... Cardinale... De Angelis... Armosino. Onorevole Paolini, sta votando o chiede di parlare? Si sta prenotando per dopo? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 448
Votanti 399
Astenuti 49
Maggioranza 200
Hanno votato
398
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 5019-bis-A). Onorevole Paolini, vuole parlare sul complesso degli emendamenti? Non è possibile, perché il suo gruppo ha già esaurito i tempi.
Invito pertanto il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DONATELLA FERRANTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Martini 10.1. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Martini 10.1 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, è esattamente il punto fondamentale: «sopprimere il comma 2», quello che non modifica il termine di prescrizione - è questo il punto vero - nel senso che quando il procedimento viene sospeso è vero che non vengono aumentati di un pari periodo i tempi massimi, o comunque almeno modificati, o almeno in parte allungati, o parzialmente modificati, il che avrebbe consentito quanto meno di poter processare quei colpevoli o, meglio, quegli imputati che una volta che vengono effettivamente individuati, identificati, presi e quindi processati, senza consentirgli di usufruire appunto del beneficio che gli deriva dal fatto che la loro latitanza, o comunque sottrazione al processo, viene pagata con una cessazione della procedibilità per intervenuta prescrizione e quindi della punibilità per intervenuta prescrizione. Quindi, sarebbe opportuno sopprimere questo articolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 59
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Martini 10.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Farina Coscioni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 451
Votanti 443
Astenuti 8
Maggioranza 222
Hanno votato
49
Hanno votato
no 394).

Passiamo all'emendamento Nicola Molteni 10.2.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Nicola Molteni 10.2 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fogliato. Ne ha facoltà.

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, voglio solo svolgere alcune considerazioni riguardo a questo provvedimento, ma anche di carattere generale. Sono un convinto sostenitore che nel nostro Paese il turismo possa aumentare, con un minimo di attività, del 50 per cento nel giro di due o tre anni. Ebbene, il Governo tecnico, che ormai volge al termine della legislatura, l'unico provvedimento che ha fatto sul turismo è questo, perché attirerà i delinquenti da tutto il mondo che verranno nel nostro Paese a delinquere. Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicola Molteni 10.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Moroni, Granata, Crosio, Calgaro, Torrisi, Reguzzoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 455
Votanti 448
Astenuti 7
Maggioranza 225
Hanno votato
44
Hanno votato
no 404).

Passiamo alla votazione dell'articolo 10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, noi voteremo contro questo articolo 10 per le ragioni già esposte, ma soprattutto anche per la ragione che ha così simpaticamente sintetizzato il collega Fogliato. In altre parole, questa norma che state approvando, perché noi voteremo contro, avrà un effetto veramente favorevole verso il turismo perché favorirà appunto il turismo della criminalità europea, che già tante soddisfazioni sta dando ai nostri cittadini dato che i furti sono aumentati del 21 per cento, se non ricordo male, in un anno. Quindi, l'effetto deflattivo del Governo Monti sulla criminalità è un effetto certamente positivo. Indubbiamente questa norma, non certo per volontà delle singole persone ma oggettivamente, avrà questo effetto: questi signori sapranno che, male che gli vada, per reati fino a quattro anni rischieranno al massimo di stare a casa loro. Quindi, annuncio il voto contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Piccolo, Capodicasa, Moroni, Gava, Cesaro...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 60
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 450
Votanti 441
Astenuti 9
Maggioranza 221
Hanno votato
391
Hanno votato
no 50).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 5019-bis-A).
Prendo atto che la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento e che il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laura Molteni. Ne ha facoltà.

LAURA MOLTENI. Signor Presidente, voglio ricordare a quest'Aula che buona parte degli stranieri, per il 70, 75 per cento, sono nei circondariali del nord - questo è un dato di San Vittore - mentre verso Poggioreale, a Napoli, si attestano intorno al 10-15 per cento. Bene, con questo provvedimento, con queste persone, che possono scontare le pene non a casa loro, non rimandati nei Paesi di origine, ma su un comodo divano, chi paga è ancora il nord. Infatti, abbiamo visto, anche sentendo certe argomentazioni di ieri, che queste persone poi da questi alloggi si riorganizzano magari nello spaccio e in altre situazioni.
È questo l'esempio che volete dare ai nostri giovani che vivono in quartieri degradati e di periferia. Qualcuno ieri, proprio del Partito Democratico se non ricordo male, parlava di Scampia. Bene, io non credo che sia questo l'esempio appropriato.

PRESIDENTE. Onorevole Laura Molteni, la prego di concludere.

LAURA MOLTENI. Voglio ricordare che questa è gente che arriva da paesi dove ai ladri si tagliano le dita e le mani e chi guida senza patente finisce in carcere. E al posto di applicare e potenziare gli accordi bilaterali perché quei delinquenti scontino le pene a casa loro, ecco che viene loro offerta la possibilità di scontare la pena su un comodo divano.

PRESIDENTE. Onorevole Laura Molteni, deve concludere...

LAURA MOLTENI. Siete un Governo di tecnici non legittimati dal voto popolare che, al posto di risolvere problemi, non solo li nascondete sotto il tappeto degli arresti domiciliari, ma offrite l'immagine di un Paese dal ventre molle (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Laura Molteni...
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... Onorevole Orlando... Onorevole D'Incecco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 454
Votanti 445
Astenuti 9
Maggioranza 223
Hanno votato
401
Hanno votato
no 44).

Passiamo alla votazione dell'articolo 11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, siamo ancora qui, ancora un altro «spossessamento» di poteri del Parlamento, con cui si delega ancora una volta Pag. 61al Ministero della giustizia, di concerto con il Ministero dell'interno, l'adozione di provvedimenti che dovrebbero essere automatici, perché parliamo di organizzazione generale e qui si fa una delega per determinare le modalità e i termini secondo i quali debbono essere comunicati e gestiti i dati relativi all'ordinanza.
Ma non dovrebbe essere già normale che queste cose si facciano a prescindere da questa norme di legge, che quantomeno appare ultronea, e comunque è quasi una ammissione di inefficienza attuale per cui all'attuale inefficienza bisogna rimediare con una nuova disposizione di legge. Mi pare francamente poco onorevole nei confronti dell'attuale gestione del Ministero della giustizia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cicchitto... Onorevole Nizzi... Onorevole Crosetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 455
Votanti 445
Astenuti 10
Maggioranza 223
Hanno votato
404
Hanno votato
no 41).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A - A.C. 5019-bis-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vella... Onorevole D'Antoni... Onorevole Rosato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 458
Votanti 449
Astenuti 9
Maggioranza 225
Hanno votato
406
Hanno votato
no 43).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A - A.C.5019-bis-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà per un minuto.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, la Lega Nord voterà contro questo articolo, perché ancora una volta si riconosce un'inefficienza dello Stato nella parte in cui si prevedono modifiche attraverso una norma di legge; l'articolo 13 così afferma: «Al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di (...) anagrafe (...), sono apportate le seguenti modificazioni».
Non appare necessario introdurre una norma di legge per una cosa che può essere disciplinata e senz'altro risolta per via amministrativa, perché inserire nella banca dati i provvedimenti con cui il giudice dispone la sospensione del procedimento, non mi pare che sia una cosa che richiede un atto normativo, basterebbe un normale atto amministrativo, ma dovrebbe essere già così. Il fatto che siamo in ritardo notoriamente con il casellario giudiziale, è una cosa a tutti nota, ma perché una norma di questo genere? Quindi voto in modo contrario per questo motivo, non perché vogliamo le banche dati non aggiornate evidentemente.

Pag. 62

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Moroni, Sereni, Ventucci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 455
Votanti 449
Astenuti 6
Maggioranza 225
Hanno votato
407
Hanno votato
no 42).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A - A.C. 5019-bis-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, è davvero l'ultimo. A proposito della clausola di invarianza finanziaria, con tutti i soldi che questo Governo ha preso al popolo italiano sotto forma di tasse, almeno poteva mettere qualche soldo in un provvedimento sulla giustizia, invece no, anche qui assistiamo alla clausola di invarianza finanziaria, cioè si mette una lira in più, si vuole fare la fortuna e va bene, ma per quale motivo allora ci vengono prelevate tante tasse? Si poteva caricare qualcosina in più sulla giustizia, sappiamo tutti che è un problema fondamentale e che una delle ragioni per cui la gente non viene ad investire in Italia è proprio la giustizia.
Con l'approvazione di questo provvedimento, come ha ricordato il collega, verranno ancor più signori malintenzionati e noi Stato, nonostante le tasse che prendiamo dai cittadini in misura sempre maggiore, non aggiungiamo una lira per dare attuazione a questo provvedimento che si ritiene necessario. Quindi preannuncio il voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà, annuncerà un voto favorevole immagino.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, annuncio un voto favorevole perché - meno male - sono in dissenso con l'onorevole Paolini che voleva dei finanziamenti su questo provvedimento. Io invece penso, e ricordo, che proprio in questo articolo 14, in questa clausola di invarianza, sta il fallimento di questa pseudo-riforma che oggi questo Parlamento, senza ascoltare le obiezioni della Lega Nord Padania, vuole approvare. Una riforma di questo genere, che prevede lavori di pubblica utilità per i quali non viene stanziato un euro, saranno ancora a carico degli enti locali, già strozzati da questo Governo «falli-Monti». Proprio il fatto di non prevedere nessuno stanziamento, dimostra il fallimento di questa riforma e anche la sua pericolosità, perché rimetteremo in libertà, daremo gli arresti domiciliari ma soprattutto quello che ritengo più pericoloso - in questo non mi trovo d'accordo con i colleghi dell'Italia dei Valori - è proprio l'istituto della messa alla prova, perché noi semplicemente - in base ad una valutazione che non verrà effettuata, dipendente dalla discrezionalità del magistrato, ma su cui non ci sarà un controllo da parte dei servizi, con le valutazioni dei profili psicologici di chi commette il reato - rimetteremo in libertà dei soggetti che sicuramente sono dei potenziali criminali. Tutto questo alla faccia delle vittime dei reati e alla faccia dei cittadini onesti. La Lega Nord Padania sceglie di stare dalla parte di Abele, per cui sono contenta che non ci sia uno stanziamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà, per un minuto.

Pag. 63

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, noi voteremo contro questo articolo, perché non si può prevedere una provvedimento di questo tipo senza stanziare comunque una lira, tanto che più che gli uffici per l'esecuzione esterna della pena sono già senza benzina. Noi abbiamo, per dire la cosa più macroscopica, gli assistenti sociali che non possono intervenire per esempio in base alla legge 26 novembre 2010, n. 199, per verificare il domicilio, per vedere come sono le condizioni, perché a volte non hanno i mezzi per potervisi recare. Io dico che veramente prevedere l'invarianza finanziaria vuol dire appunto che abbiamo fatto una legge senza contenuto (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 426
Votanti 393
Astenuti 33
Maggioranza 197
Hanno votato
371
Hanno votato
no 22).

Prendo atto che i deputati Pedoto, Rubinato, Pizzetti e Grassi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 5019-bis-A).
Avverto che, a norma dell'articolo 89 del Regolamento, la Presidenza non ritiene ammissibile l'ordine del giorno Maran n. 5, volto ad impegnare il Governo ad adottare modifiche al decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155, al fine di accorpare il mandamento di Cervignano del Friuli al circondario del tribunale di Gorizia. L'ordine del giorno reca infatti un contenuto estraneo rispetto a quello del provvedimento, come del resto già precisato dalla Presidenza in sede di dichiarazione di inammissibilità degli articoli aggiuntivi Sisto 12.0100 e 12.0200 della Commissione.
L'onorevole Galli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/5019-bis-A/3.

DANIELE GALLI. Signor Presidente, impiegherò pochissimi minuti. Il mio ordine del giorno, signor Ministro, vuole introdurre l'opportunità di un'iniziativa legislativa che tenga conto delle proposte già depositate in materia dell'istituto della libertà su cauzione nell'ordinamento penale italiano, determinabile prima dell'esercizio dell'azione penale, dietro pagamento di una somma commisurata all'entità del reato e alle condizioni economiche dell'imputato, determinando quali sono i reati ai quali tale misura possa essere applicata, escludendo ovviamente quelli di particolare gravità.
Quindi, chiedo al Ministro se vuole tenere presente questa possibilità: essendo già stato vigente, nell'ambito dell'istituto italiano, questo provvedimento potrebbe dare sicuramente riscontri positivi, sia nel consentire che delle persone in attesa di giudizio non siano effettivamente carcerate, ma godano di quello che sarà il dispositivo che vorrà predisporre il Governo, sia essenzialmente nell'avere da parte dello Stato italiano, in caso di sentenza sfavorevole, una consistente dotazione di denaro dovuta a ciò.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pag. 64Scilipoti n. 9/5019-bis-A/1, se il dispositivo viene riformulato, espungendo le parole: «tramite dichiarazione con firma autografa».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Rao n. 9/5019-bis-A/2, Galli n. 9/5019-bis-A/3 e Contento n. 9/5019-bis-A/4.

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Maran n. 9/5019-bis-A/5 è inammissibile. Qual è il parere del Governo sugli altri ordini del giorno?

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Il Governo accetta l'ordine del giorno Montagnoli n. 9/5019-bis-A/6, se riformulato, espungendo il terzo capoverso della premessa, che inizia con la locuzione: «in base» e termina con la parola: «carcere». Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Ria n. 9/5019-bis-A/7, se riformulato come segue: sostituire, al secondo capoverso della premessa, le parole da: «l'argomento» fino alla parola «risolvere», con le seguenti: «è opportuno affrontare»; espungere l'ultimo capoverso della premessa, quindi dalle parole «l'VIII Rapporto» fino alla parola «abbandono»; modificare altresì l'impegno del Governo, sostituendo «individuare la possibilità» con «verificare la possibilità».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Castellani n. 9/5019-bis-A/8, a condizione che, nella parte dispositiva, siano aggiunte le parole: «per quanto di sua competenza».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Marinello n. 9/5019-bis-A/9, a condizione che, nella parte dispositiva dell'ordine del giorno, siano inserite le parole: «compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica» dopo la parola: «reperire».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Samperi n. 9/5019-bis-A/10, purché sia espunto il penultimo capoverso delle premesse, che inizia con le parole: «la semplice» e termina con la parola: «carcerario».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Tassone n. 9/5019-bis-A/11, a condizione che la parte dispositiva sia riformulata nel senso di sostituire il periodo che va dalle parole: «la cui chiusura» a «riformista» con le seguenti: «per sviluppare attività trattamentali per i detenuti a basso tasso di pericolosità, secondo i nuovi modelli di "vigilanza dinamica"».

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Scilipoti n. 9/5019-bis-A/1, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Rao n. 9/5019-bis-A/2, Galli n. 9/5019-bis-A/3 e Contento n. 9/5019-bis-A/4, accettati dal Governo.
Onorevole Montagnoli, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/5019-bis-A/6, accettato dal Governo, purché riformulato?

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, non sono contento e ritengo questo ordine del giorno molto importante, in quanto riguarda un concetto che più volte abbiamo ribadito, cioè il fatto che i detenuti stranieri scontino la pena carceraria nei Paesi d'origine. Noi potremmo anche accettare il principio che le carceri sono sovraffollate, ma è altrettanto chiaro il principio che oggi noi abbiamo, più o meno, il 40 per cento di detenuti stranieri.
Allora, il mio ordine del giorno chiede al Governo di proseguire, in maniera imponente, quanto già avviato dal Governo precedente. È evidente che se espungiamo questo capoverso dalle premesse, in cui si parla della messa alla prova e del carcere, abbiamo un concetto completamente diverso. Noi siamo dell'idea che chi sbaglia paga, paga con il carcere e, nel caso dei detenuti stranieri, questi devono assolutamente scontare la pena nel Paese d'origine.
Pertanto, invito il Parlamento a valutare questo ordine del giorno, con un concetto di chiarezza e di certezza della pena e che i detenuti stranieri devono Pag. 65assolutamente tornare nei propri Paesi, come fanno negli altri Paesi avanzati.

PRESIDENTE. Onorevole Montagnoli, dunque lei insiste perché il suo ordine del giorno n. 9/5019-bis-A/6 sia posto in votazione?

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Sì, signor Presidente. Chiedo che il mio ordine del giorno n. 9/5019-bis-A/6 sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto, dunque, che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le volevo chiedere se fosse possibile votare per parti separate questo ordine del giorno, votando - mi consulto, ovviamente, con il Comitato dei nove - le premesse in una prima votazione, che sono la parte su cui mi sembra che il Ministro avesse delle riserve e, successivamente, votando la parte dispositiva dell'ordine del giorno Montagnoli n. 9/5019-bis-A/6, con un'altra votazione, perché su questa parte mi sembra che obiettivamente ... Quindi, vorrei sapere se questo è possibile.

PRESIDENTE. L'onorevole Giachetti chiede che l'ordine del giorno Montagnoli n. 9/5019-bis-A/6 sia posto in votazione per parti separate.
Pertanto, porremo prima in votazione le premesse dell'ordine del giorno Montagnoli n. 9/5019-bis-A/6, con riferimento alle quali il presentatore non accetta la riformulazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Montagnoli n. 9/5019-bis-A/6, limitatamente alle premesse, non accettate dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Madia, Bossa, Dal Moro, Del Tenno, Scilipoti, Cuomo, Paladini... Ancora l'onorevole Del Tenno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 388
Votanti 374
Astenuti 14
Maggioranza 188
Hanno votato
53
Hanno votato
no 321).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Montagnoli n. 9/5019-bis-A/6, limitatamente al dispositivo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Garagnani, Roccella, Giorgio Conte, Dell'Elce, Tenaglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 408
Votanti 391
Astenuti 17
Maggioranza 196
Hanno votato
381
Hanno votato
no 10).

Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ria n. 9/5019-bis-A/7, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo altresì atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Castellani n. 9/5019-bis-A/8, accettato dal Governo, purché riformulato. Pag. 66
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Marinello n. 9/5019-bis-A/9, accettato dal Governo, purché riformulato.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, accetto la riformulazione, ma desidererei il voto dell'Assemblea su questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marinello n. 9/5019-bis-A/9, nel testo riformulato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Scilipoti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 408
Votanti 393
Astenuti 15
Maggioranza 197
Hanno votato
383
Hanno votato
no 10).

Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Samperi n. 9/5019-bis-A/10, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Tassone n. 9/5019-bis-A/11, accettato dal Governo, purché riformulato.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, accetto la riformulazione del Governo, anche perché questo tema della chiusura dell'istituto penitenziario Daga a Laureana di Borrello, attraverso un'interpellanza, ha avuto una risposta certamente non esaustiva. Con la riformulazione, per quello che posso capire, si elimina questa visione pessimistica e quindi c'è l'evidenziazione del ruolo di reinserimento che ha questo istituto penitenziario. Per rafforzare questa posizione assunta anche dal Governo ritengo che sia giusto che ci sia un voto dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tassone n. 9/5019-bis-A/11, nel testo riformulato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Garagnani, Giachetti, Vernetti, Sanga, Cilluffo, Cosentino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 378
Votanti 369
Astenuti 9
Maggioranza 185
Hanno votato
359
Hanno votato
no 10).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, signora Ministra, onorevoli colleghi, è evidente come la chiave di lettura di questo provvedimento debba essere rintracciata nell'articolo 27, terzo comma, della Costituzione, che sottolinea il valore rieducativo della pena.
Solo alla luce di quella previsione, allora, si può comprendere la portata di norme che tendono a considerare la carcerazione come l'ultima ratio per i reati punibili con un massimo di quattro anni, Pag. 67compiendo, dunque, una scelta di civiltà, che, peraltro, può generare un utilissimo effetto deflattivo nel sistema processuale penale italiano. La platea dei beneficiari potenziali di questo provvedimento - giova ricordarlo, a beneficio anche di quanti hanno anticipato nel dibattito parlamentare toni e temi da campagna elettorale e semplificazioni non sempre pertinenti - non è fatta dunque di delinquenti abituali, non di recidivi, ma di persone che si sono macchiate di reati minori, dai quali, peraltro, vengono esclusi reati particolarmente gravidi di pericolosità sociale.
L'idea generale che regge il provvedimento, frutto - va ricordato anche questo - di un'utile collaborazione tra Commissione e Governo, è che la messa alla prova debba essere meritata e che anche la previsione di una seconda chance per la stessa persona va considerata con riferimento a fattispecie diverse. È un provvedimento, dunque, che si muove nella direzione giusta, anche se, va detto, in un contesto difficile come quello che sta vivendo il Paese sul piano economico e sociale, la messa alla prova con lavori socialmente utili, svolti anche in amministrazioni pubbliche, potrebbe trovare difficoltà di attuazione.
Tuttavia, viene espresso, con questo intervento, un importante principio, che dà contenuto ad una previsione costituzionale e in questo tempo difficile, in cui i principi non sempre vengono affermati nella vita pubblica del Paese, ci sembra un positivo e civile passo avanti. Per questo dichiariamo il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, signor Ministro, noi questo provvedimento lo vediamo sostanzialmente diviso in due. Su una parte importante del provvedimento abbiamo assunto un atteggiamento negativo la scorsa settimana e vorrei ribadire il perché di questo atteggiamento.
Noi pensiamo che il Governo avrebbe dovuto insistere per lavorare sulla depenalizzazione piuttosto che sulla questione della detenzione domiciliare. Pensiamo questo perché il valore della certezza della pena è un valore importante, e quindi agendo sulla depenalizzazione si attribuisce a determinati reati un minor valore, da questo punto di vista, in termini di considerazione anche sociale. Riteniamo che insistere su quella strada sarebbe stato più utile che non intervenire con una modalità che dà a chi commette il reato la certezza di non subire la pena stessa. Infatti, subire, espiare la pena stando a casa propria appare, francamente, troppo comodo, in particolare per determinati reati che, anche se non gravissimi, sono comunque, come è stato ricordato più volte, reati significativi e di particolare considerazione da parte della gente, dell'opinione pubblica e dei cittadini.
La parte sulla detenzione domiciliare come pena principale ci appare imprecisa e lacunosa e ci lascia parecchie perplessità. Noi siamo sempre stati disponibili, come gruppo, a discutere dell'applicazione di un principio per cui il carcere deve essere un'extrema ratio, perché si deve tenere conto che per molti reati il carcere ha un effetto di deterrenza che il legislatore non può cancellare, come invece, probabilmente, avverrà attraverso la delega che è stata prevista sulla pena detentiva non carceraria.
Non consideriamo sufficiente la garanzia secondo cui il giudice della cognizione deve comunque verificare, volta per volta, la pericolosità del soggetto condannato, non concedendola quando quel soggetto risulti particolarmente pericoloso, ma ricordiamo che tra i reati puniti con la pena massima fino a quattro anni di reclusione ce ne sono alcuni di particolare gravità, per i quali non possiamo accettare di considerare la possibilità che la persona condannata possa espiare la sentenza presso la propria abitazione.
Riteniamo che questa disposizione rischi anche delle censure di legittimità Pag. 68costituzionale, che hanno colpito la norma che prevedeva l'applicazione della misura cautelare detentiva nei confronti di coloro che avessero commesso il reato di violenza di gruppo, facendo salvo il caso in cui gli stessi avessero provato la non ricorrenza dei criteri previsti dalla legge per potere applicare tale misura.
Secondo noi, al giudice della cognizione viene affidata una discrezionalità che rischia di confliggere con il principio di legalità della pena e quindi esprimiamo delle perplessità molto forti anche nei confronti degli strumenti elettronici di controllo, che finora non hanno dato sicuramente risultato positivo. Inoltre costringerà le forze dell'ordine, già duramente messe alla prova da riduzioni di organico, da tagli di spesa e da altre misure, ad un lavoro in più, che probabilmente non hanno neanche la capacità, da un punto di vista di organico, di realizzare.
Per questo noi siamo contrari all'articolo 1. Siamo invece favorevoli alla questione della sospensione del processo, che anche oggi ci ha visto votare a favore. Pertanto noi siamo ora nella condizione di dover bilanciare un articolo, quello sulla pena domiciliare, che ci vede fortemente avversi - fortemente avversi e per il quale abbiamo fatto anche un'opposizione molto dura - rispetto ad una parte che ci vede invece favorevoli. Riteniamo però prevalente la nostra opposizione alla pena domiciliare, che in qualche modo corrisponde anche ad una forma di indulto strisciante e per questo motivo il voto sul complesso del provvedimento da parte del nostro gruppo sarà un voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Granata. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo innanzitutto doveroso ringraziare il Ministro Severino per la sensibilità politica che ha dimostrato nella redazione di questo importante provvedimento, ma soprattutto per la passione e la competenza con la quale l'ha difeso, difeso, soprattutto in Aula, da molti attacchi che sono apparsi privi di reale sostanza.
Voglio, allo stesso tempo, ringraziare a nome di Futuro e Libertà l'intera Commissione giustizia, il relatore, e un particolarissimo ringraziamento alle colleghe Giulia Bongiorno e Angela Napoli, che hanno reso possibile un lavoro di sintesi e approfondimento dello stesso provvedimento, in grado di convincere anche i parlamentari che hanno particolarmente a cuore i valori della certezza della pena, della difesa della legalità, come quelli dell'intero gruppo parlamentare di Futuro e Libertà. Il provvedimento rappresenta, infatti, una risposta realista, intelligente, opportuna e soprattutto civile alle complesse vicende legate alla funzione rieducativa ed afflittiva della stessa pena, rispetto per le vittime e consapevolezza della drammatica situazione delle carceri italiane con un sovraffollamento che ha superato tutti i livelli di guardia, mettendo anche gli agenti della polizia penitenziaria di fronte a problemi ingovernabili e di gravità indicibile.
La sostanziale depenalizzazione, la sospensione del procedimento con messa alla prova, l'introduzione, estremamente opportuna, nel codice penale della normativa delle pene detentive non carcerarie, contribuiscono senz'altro a razionalizzare il sistema sanzionatorio, anche attraverso la trasformazione in illeciti amministrativi di alcuni reati puniti con multa o con ammenda.
Innovativa e intelligente ci appare poi l'introduzione della sospensione della detenzione con messa alla prova, misura che rende finalmente giustizia alla proporzionalità e alla personalità della pena stessa.
Si tratta di fattispecie applicabili a reati che non provocano un particolare allarme sociale e attraverso un meccanismo di garanzia legato alla valutazione equa del magistrato, che quindi dà garanzia della corretta applicazione. Pag. 69
Per questo motivo il voto di Futuro e Libertà non può che essere favorevole con grande e piena convinzione.
Tale convinzione è rafforzata e consolidata peraltro dall'atteggiamento ostruzionistico, e soprattutto elettoralistico, da parte di una componente dell'Aula che nel corso di questa legislatura ha votato senza batter ciglio contro le intercettazioni, per il processo breve, poi per quello lungo, per la cancellazione del falso in bilancio ed ha, con lo stesso atteggiamento, salvato dal carcere colleghi, accusati anche attraverso pronunciamenti del tribunale della libertà o della Cassazione, di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, concussione e peculato. Paradossali poi ci sono sembrate le preoccupazioni del tutto - come dire - inaspettate su inesistenti benefici verso gli sfruttatori della prostituzione minorile proprio da parte degli stessi che hanno votato convinti della parentela della ormai famosa Ruby con l'ormai ex capo dell'Egitto Mubarak. Ancora più esilarante il richiamo continuo nel corso del dibattito a supporto delle tesi ostruzionistiche al timore di creare un vantaggio agli autori di stalking. Ha veramente sorpreso tanta sensibilità avanzata e progressista da parte di settori del Parlamento che si erano distinti per ostacolare in tutti i modi le nuove norme sullo stalking.
Una particolare raccomandazione, signor Ministro: recentemente lei ha visitato un carcere siciliano e la raccomandazione viene da chi, come me, sia per ruolo istituzionale che per cultura politica non è facilmente ascrivibile alla categoria dei cosiddetti garantisti. Dopo la questione delle mafie, la questione carceraria rappresenta la più grande emergenza della democrazia italiana, un'emergenza che va affrontata con realismo e coraggio poiché sono in ballo valori e diritti fondamentali e soprattutto un'idea di uno Stato che non può essere forte con i deboli e i non garantiti e lassista quasi sempre, o peggio complice, con la zona grigia delle mafie, della corruzione del potere e dei cosiddetti colletti bianchi. Anche questo è il senso del nostro voto favorevole al provvedimento in esame e della piena approvazione del suo lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, noi consideriamo il diritto penale l'extrema ratio della tutela giuridica e a sua volta consideriamo il carcere l'extrema ratio del diritto penale. Noi crediamo nella funzione rieducativa del carcere così come prescritto dalle nostre leggi e dalla Costituzione, anche se purtroppo in questa Aula, in questo dibattito, si è sentito parlare molto e quasi soltanto da parte dell'opposizione, della funzione punitiva del carcere, da parte di una forza politica che spesso ha utilizzato il cappio, le ronde, le paure che si provano nella nostra società, come arma, come strumento di lotta elettorale.
Abbiamo sentito motivazioni opposte, che io rispetto, come quelle dei colleghi radicali, che hanno detto che questo provvedimento sostanzialmente per il problema dell'emergenza carceraria non serve a nulla. Vale la pena ricordare che con questo provvedimento che stiamo per approvare in questo ramo del Parlamento le pene non verranno diminuite di un giorno. Non verranno diminuite di un giorno, ma si tratta semplicemente di fare in un modo che le pene possano essere scontate in maniera alternativa. Un modo diverso di scontare la pena, una modalità tendente alla rieducazione, una modalità tendente a intasare di meno il carcere e renderlo più vivibile per quelli che ad esso sono condannati.
C'è il problema delle «porte girevoli» nel carcere, lo sappiamo tutti: detenuti che entrano ed escono dopo pochi giorni, entrando però in un circuito perverso come quello carcerario che anche per pochi giorni può essere fortemente dannoso soprattutto per soggetti deboli. E in carcere, come sappiamo per esperienza, spesso entrano soggetti deboli.
Sarà comunque un giudice - è un altro discorso che spesso è stato ignorato nel Pag. 70dibattito e nella strumentalizzazione se ne è fatta in questa Aula - a giudicare se queste pene alternative possano essere comminate, se si possa scontare il carcere in maniera diversa oppure se il soggetto è pericoloso socialmente e quindi dovrà stare in carcere. La pericolosità sociale del detenuto, del condannato, sarà quindi affidata alla valutazione di un giudice e qui dobbiamo intenderci: dei giudici o ci si fida o non ci si fida. Certezza della pena quindi e certezza dell'esecuzione della pena: questo non è messo in discussione da questo dibattito, non è messo in discussione da questo provvedimento. Però la certezza dell'esecuzione deve essere commisurata alla possibilità del nostro sistema carcerario di sostenere questo peso, e questa possibilità in questi anni è andata scemando. Il nostro sistema carcerario è al collasso e noi stiamo facendo delle leggi anche sull'onda di questa emergenza.
Da un Parlamento democratico è lecito e doveroso comunque attendersi sempre leggi giuste; purtroppo ho sentito nel dibattito, che c'è stato in questi giorni, cose non vere. Certo, purtroppo capita di dover rafforzare le proprie idee con argomenti non veri. Il problema, il peccato è che capiti alla politica, è che capiti al Parlamento, è che capiti impunemente anche in questa Aula. Non dovrebbe accadere in quest'Aula. Ho sentito parlare stamattina di una nuova trasmissione che dovrebbe occuparsi del fact checking, cioè di verificare la veridicità delle cose che dicono i politici in pubblico e soprattutto in Parlamento. Ecco, facciamolo prima noi, facciamolo prima da soli: prima di dire delle cose in pubblico e soprattutto in un'Aula parlamentare cerchiamo di vedere la veridicità. I nostri argomenti se sono forti prevarranno lo stesso. È inutile forzare e dire delle cose non vere. Spero che il ricorso anche ad argomenti molto forti (ho sentito parlare di violenza sessuale, corruzione, pedo-pornografia, reati orrendi) sia stato fatto più per ignoranza che non per malafede.
Quello su cui possiamo essere certi in ogni caso è che il provvedimento, che ci apprestiamo a votare oggi, è una legge giusta perché va nella direzione che ci viene suggerita dal buon senso, risponde a sacrosanti criteri di civiltà e rappresenta un altro tassello del mosaico di avvicinamento dell'Italia alle migliori prassi seguite in Europa e che questo Governo e questo Parlamento hanno cominciato a mettere insieme nell'ultimo anno di legislatura quando hanno smesso di combattere, purtroppo, e sono scesi quindi dalle barricate della difesa anche e soprattutto giudiziaria di Silvio Berlusconi da una parte e dagli attacchi, usando anche lo strumento giudiziario, contro Silvio Berlusconi dall'altra. Una legge giusta a mio parere, perché finalmente si pone in controtendenza rispetto a scelte legislative che per anni si sono cullate nell'illusione di risolvere ogni problema della società ampliando a dismisura il campo d'azione del diritto penale, come risposta sbagliata per placare l'istinto della paura che spesso viene sollecitato ad arte e usato come strumento di campagna elettorale, e anche, a volte, di razzismo strisciante che viene usato a fini propagandistici ed elettorali, con l'effetto però di intasare ulteriormente sia le nostre aule dei tribunali sia i nostri istituti di pena, il cui sovraffollamento è ormai indegno di un Paese civile (come ha rimarcato perfino il Presidente della Repubblica ancora pochi mesi fa).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 17,30)

ROBERTO RAO. Infine siamo profondamente convinti che quella di cui stiamo discutendo sia una legge giusta, perché finalmente introduce nel nostro ordinamento una serie di misure tese a rendere effettiva la funzione rieducativa della pena, principio troppo spesso richiamato in passato a parole ma raramente tenuto in debito conto alla prova dei fatti, tanto da rendere il nostro sistema carcerario in molti casi una vera e propria discarica sociale, come si ricordava in un convegno dove sono stato con diversi colleghi alcuni giorni fa, se pensiamo che le categorie che Pag. 71spesso finiscono prevalenti nelle nostre carceri sono tossicodipendenti, extracomunitari, spesso vittime del combinato disposto della recidiva del reato di immigrazione clandestina, e malati psichiatrici.
Con ciò non intendiamo caricare però il provvedimento che ci apprestiamo a votare di attese miracolistiche, nessuno lo ha detto in quest'Aula. Non sarà uno «svuota carceri», non sarà un provvedimento miracolistico. Siamo consapevoli che si tratta appunto - dicevo prima - di un tassello di un quadro più ampio che in larga parte deve essere ancora delineato, e per farlo sarà necessaria una modifica penetrante del sistema della normativa penitenziaria, ma, come altri provvedimenti, dopo anni, finalmente invertiamo la tendenza. È un punto di inizio, per noi di non ritorno, in questa e nella prossima legislatura, per avviarci alla soluzione di un problema come quello che ci troviamo ad avere di carceri - in questo concordo con i colleghi radicali - illegali.
Cominciamo in primo luogo da una decisa inversione di rotta in materia penale in direzione della depenalizzazione, e sotto questo aspetto, comprendendo le ragioni che hanno condotto allo stralcio dell'articolo 2, non possiamo che formulare l'auspicio che il tema, per quanto complesso, non finisca su un binario morto. Eravamo e rimaniamo infatti convinti che solo attraverso un efficace disboscamento delle condotte penalmente punibili sarà possibile restituire efficienza al nostro sistema giudiziario ormai ingolfato da milioni di processi arretrati. Occorre - ne siamo convinti - una attenta revisione del diritto penitenziario perché lo stratificarsi disordinato - lo sa bene, signor Ministro - dei benefici di diversa natura e di diverso impatto con il regime carcerario ha creato una matassa di cui spesso nemmeno i giudici di sorveglianza ormai riescono a trovare il bandolo. E di fronte ad un quadro normativo che, anziché offrire certezze, come sarebbe doveroso, rimane nebuloso, è giunto il momento di intervenire introducendo eventualmente anche pene più basse per i reati che non destano elevato allarme sociale, non di quelli di cui abbiamo parlato in quest'Aula, ma che siano da scontare comunque per intero.
E poi non potremo non prendere in considerazione la questione della prescrizione; i 170 mila processi che ogni anno vanno al macero vanificando il lavoro di magistrati, operatori del settore e avvocati, dando un segnale sconfortante ai cittadini utenti e a chi ricorre con fiducia, anche se sono sempre meno gli italiani che ricorrono con fiducia alla giustizia. Se questo è il quadro d'insieme che, a nostro avviso, questo Parlamento e il prossimo saranno chiamati a realizzare, non possiamo non salutare con favore la scelta contenuta in questo disegno di legge di ampliare il ventaglio delle soluzioni di espiazione delle pene minori alternative al carcere.
Signor Presidente, parlano le statistiche circa una concreta applicazione della funzione rieducativa della pena. Le statistiche dicono - e sono state citate forse troppo superficialmente in quest'Aula - che il 60 per cento di chi sconta la pena in carcere è recidivo, ritorna poi in carcere, continua a delinquere. Soltanto il 19 per cento, un terzo, di chi sconta pene alternative torna a delinquere e soltanto l'1 per cento di chi è reinserito nel mondo del lavoro torna a delinquere. Il lavoro è uno strumento fondamentale per un pieno recupero del detenuto, è il meccanismo premiale che consente di dichiarare estinto il reato se la messa alla prova ha avuto un esito positivo, ed è già stato sperimentato con successo in altri Paesi europei. Ciò su cui occorrerà vigilare in futuro è che le diverse disponibilità di lavoro da un'area all'altra del Paese non creino inaccettabili situazioni di disparità anche sotto questo profilo. Di gap in Italia ne abbiamo tanti tra nord e sud, cerchiamo almeno su questo di non averne. E, poi, è importante la previsione della sospensione del processo per gli irreperibili.
Signor Presidente, mi avvio alla conclusione: oggi è un passo in avanti importante, un passo in avanti verso l'Europa e in direzione delle indicazioni che ci vengono dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, un passo in avanti in un cammino Pag. 72di integrazione che non può solo essere limitato a sistemi finanziari ed economici, ma deve guardare anche a problemi giuridici; un cammino che dovrà portarci finalmente lontano dall'umiliazione delle condanne della stessa Corte europea dei diritti umani che di recente ha sanzionato per la prima volta l'Italia per la violazione del divieto di trattamento inumano e degradante dei nostri detenuti, costretti a stare in spazi definiti eccessivamente esigui e limitanti. Concludo: una condanna indegna, secondo noi, questa di un Paese civile e che, con l'approvazione di questa legge e di una serie di altre misure che inevitabilmente dovranno seguire - e noi vogliamo che seguano, signor Ministro -, ci auguriamo non venga mai più inflitta in futuro all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, il gruppo della Lega Nord Padania voterà convintamente contro questo provvedimento. Saremo gli unici che voteranno contro questo provvedimento e saremo stati gli unici che avranno fatto, all'interno di quest'Aula, una dura battaglia e una dura opposizione per bloccare questo provvedimento e ciò lo diciamo con orgoglio e con fierezza. Durante il dibattito parlamentare non abbiamo fatto folklore, non abbiamo fatto demagogia, ma abbiamo presentato degli emendamenti che andavano esattamente nella direzione di poter bocciare questo provvedimento perché questo è un provvedimento sbagliato, è un provvedimento inutile ed è un provvedimento dannoso.
È un provvedimento sbagliato perché il disegno di legge in discussione è figlio di quella cultura buonista, di quella cultura indultiva che non è la cultura di cui ha bisogno il nostro Paese. Questo provvedimento è sbagliato perché è la certificazione chiara e lampante del fallimento dei provvedimenti adottati nel passato dal 2006 in poi. Dall'indulto, cioè, voluto dal Governo Prodi e votato dalla maggioranza che all'epoca sosteneva il Governo Prodi, ad eccezione della Lega Nord Padania, che fu l'unica forza politica che votò contro l'indulto, al disegno di legge Severino, che noi abbiamo definito lo svuotacarceri perché acconsentiva, a coloro i quali avevano diciotto mesi da scontare in carcere, di poter scontare la propria pena ai domiciliari, seduti comodamente sul divano di casa, senza espiare e senza dare minimamente applicazione al principio della certezza della pena. Questo provvedimento rappresenta il fallimento più lampante delle politiche indultive, delle politiche di amnistia, delle politiche di clemenza generalizzata sul problema delle carceri.
Vi è un problema di sovraffollamento delle carceri, ma la storia ed il percorso normativo degli ultimi anni dimostrano che non può esser risolto e che non può essere affrontato con queste procedure e con questi strumenti. È un provvedimento, quindi, dannoso; è un provvedimento dannoso perché dà un messaggio estremamente sbagliato, tale per cui si incitano i cittadini a poter commettere dei reati: commettete tranquillamente dei reati, commettete tranquillamente anche reati di particolare allarme sociale e reati particolarmente gravi, tanto la pena detentiva del carcere non verrà applicata, ma vi saranno delle misure alternative, i domiciliari o la messa alla prova, come sanzione alternativa.
È un provvedimento inutile, lo abbiamo detto più volte, è stato ribadito: è un provvedimento inutile perché, come gli altri provvedimenti, lancia un messaggio negativo e non risolve assolutamente il problema del sovraffollamento delle carceri, anzi crea un ulteriore problema: quello della sicurezza. Per la Lega Nord il tema della sicurezza è un tema centrale, è un tema cardine (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Mai come oggi, mai come in questo contesto di oggi i cittadini chiedono maggiore sicurezza, chiedono maggiori garanzie, chiedono la possibilità di poter vivere tranquillamente nelle proprie abitazioni e di poter trascorrere tranquillamente la Pag. 73vita all'interno dei propri paesi. Oggi uno dei reati di maggiore allarme sociale, che è in netto incremento, è quello di furto e, in modo particolare, di furto in abitazione. Voi con questo provvedimento affossate il principio della sicurezza, obbligate le forze dell'ordine che, anziché controllare e pattugliare il territorio, saranno costrette e obbligate a svolgere attività di vigilanza ai soggetti ai domiciliari. Quindi sottraete risorse, mezzi e pattuglie a quella che è la funzione principale, unica ed esclusiva delle forze dell'ordine, vale a dire di garantire la sicurezza dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Quello della sicurezza non è un tema folkloristico, non è un tema demagogico, e chi attribuisce alle battaglie della Lega battaglie di demagogia dimostra di non essere in sintonia col Paese, dimostra di non essere in sintonia coi problemi dei cittadini. Signor Ministro, la ringraziamo per essere in Aula, la ringraziamo per aver seguito il dibattito parlamentare, ma non condividiamo il percorso che ha seguito in questo anno. Voi date attenzione, voi date sensibilità a chi i reati li commette ed invece la sensibilità e l'attenzione dovrebbero essere riversate nei confronti di chi i reati li subisce (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Non abbiamo sentito nell'Aula parlamentare, non abbiamo sentito dal Governo, non abbiamo sentito dalle forze politiche di maggioranza, che appoggiano e sostengono questo provvedimento, una parola, una sola parola spesa per le vittime dei reati, per le persone offese dai reati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Queste persone avranno la voce e saranno sostenute dalla Lega Nord. Abbiamo fatto opposizione, l'abbiamo fatta in maniera dura, perché per noi il problema del sovraffollamento carcerario lo si affronta in due modi, signor Ministro: investendo sulle politiche di edilizia carceraria, investendo i soldi per costruire nuove carceri e per ammodernare i padiglioni vetusti che oggi sono presenti nel nostro Paese. Col Governo precedente abbiamo stanziato 675 milioni di euro per il piano carceri. Lei ci ha comunicato che sono pronti, da qui al 2015, per essere utilizzati, 11.000 nuovi posti all'interno delle carceri. Bene, perseguiamo questo tipo di politica, una politica sistematica, una politica organica, una politica infrastrutturale. Costruiamo più carceri e soprattutto diamo garanzie di certezza della pena.
L'altro modo per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri: è stato votato un ordine del giorno della Lega, in modo ipocrita, perché da un lato si vota un ordine del giorno e dall'altro si fanno politiche che vanno nella direzione esattamente opposta. Il 35 per cento della popolazione carceraria presente nelle nostre carceri è di origine straniera. Vi sono alcune carceri del nord dove la popolazione straniera arriva al 60, al 70, all'80 per cento. Paghiamo questi soggetti due volte: prima perché commettono reati e quindi creano un danno alla società ed alla collettività, e poi li paghiamo per essere mantenuti all'interno delle nostre carceri (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Noi abbiamo una politica chiara, una politica chiarissima, che il Governo precedente aveva applicato: far scontare ai detenuti stranieri la pena nei Paesi di origine. Due soluzioni semplici, che non prevedono misure indultive, che non presentano misure di amnistia, ma che garantiscano il principio della certezza della pena, principio che per noi è sacrosanto.
In questo anno, signor Ministro, voi vi siete interessati soprattutto al tema delle carceri, come se il tema della giustizia, come se il tema del funzionamento della giustizia nel nostro Paese sia legato solo a questo tema Vi siete disinteressati di tutto il resto, vi siete disinteressati dei problemi reali del sistema giustizia, come il carico pendente arretrato - 9 milioni di casi civili e penali pendenti - e la lungaggine dei processi. Il nostro è il Paese dove i processi civili e penali durano di più rispetto ad altri Paesi. Questi erano i temi rispetto ai quali avremmo voluto e avremmo chiesto ad un Governo tecnico di Pag. 74impegnarsi, di dare attenzione e di portare nell'Aula parlamentare le relative proposte; noi le avremmo sostenute.
È evidente, invece, che non possiamo sostenere provvedimenti come questo, provvedimenti che vanno contro la dignità delle persone, contro la dignità delle persone offese, contro la dignità di coloro i quali i reati li subiscono. In questo provvedimento - che abbiamo definito, ma non era possibile altrimenti, il «salva delinquenti» -, si parla di coloro i quali commettono reati, reati particolarmente gravi - lo ricordo ai colleghi che sono intervenuti -, come i reati di truffa, il reato di stalking. Nell'Aula parlamentare abbiamo fatto le battaglie - maggioranza e opposizione - per introdurre il reato di stalking, i reati persecutori, soprattutto nei confronti delle donne, proprio perché era giusto dare difesa, dare garanzia e dignità a chi subisce reati tanto odiosi. Ebbene, nel momento in cui il reato viene introdotto, voi prevedete misure di questo tipo, che non porteranno mai più coloro i quali commettono reati così gravi a scontare la pena all'interno delle carceri (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. La invito a concludere.

NICOLA MOLTENI. Quindi, per questo motivo, vi dovete vergognare, dovete chiedere scusa al Paese, perché queste non sono le politiche di attenzione nei confronti di chi subisce i reati, che il Paese chiede. Per tutti questi motivi, la Lega voterà contro, voterà convintamente contro. Saremo i soli in quest'Aula parlamentare a votare contro, ad aver fatto una battaglia parlamentare per difendere i nostri cittadini: soli nell'Aula, ma con tanti cittadini e con il favore della gente fuori dall'Aula. Per questo motivo, la Lega voterà convintamente contro questo vergognoso provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO. Signor Presidente, colleghi, il dibattito che si è svolto in quest'Aula, per una larga parte, non aveva nulla a che vedere con il provvedimento che è stato presentato adesso. Ha fatto bene a ricordarlo il Ministro Severino e credo che abbiano fatto bene a ricordarlo tutti i colleghi che mi hanno preceduto.
Gli onorevoli che sono intervenuti, richiamando reati estranei ai benefici di questo provvedimento, che hanno richiamato vicende efferate, i cui responsabili non avranno alcun beneficio, per fortuna, da questo provvedimento, sapevano di dire cose inesatte, ma hanno riproposto un copione che ci è stato proposto nel corso di questi venti anni, e cioè, l'uso della paura come fattore di costruzione del consenso; fare leva sull'incertezza che esiste nella società, fare leva su vicende efferate, che, purtroppo continuano a succedersi nelle società moderne, per costruire un utilizzo della pena come fattore di propaganda.
È un fenomeno che ha generato una percezione dell'insicurezza sociale totalmente distinta dall'effettivo andamento dei reati contro la persona e contro il patrimonio. È una ricorrente vicenda, che ci dice che questa percezione dell'insicurezza non casualmente cresce sempre di più in vista delle campagne elettorali. Io credo che se mettessimo insieme i molti interventi che ci sono stati che hanno descritto la situazione della sicurezza nel nostro Paese, non renderebbero onore soprattutto a coloro che hanno guidato la politica della sicurezza nel corso di questi anni, a partire dal Ministro Maroni, al quale vogliamo riconoscere una capacità nel guidare quel dicastero.
La rappresentazione che è stata fatta di questo Paese, dei reati che si succedono in questo Paese contro la persona e contro il patrimonio, non rende onore al lavoro positivo che in questi anni è stato fatto, anche dai governi di centrodestra. Tuttavia, qui non voglio fare un ragionamento che riguarda le ragioni e i metodi che sono stati utilizzati in questa propaganda ventennale; vorrei provare a rivolgermi ad un Pag. 75partito che ha interpretato in modo anche autentico gli interessi e i bisogni di una parte della società italiana, parlo della Lega Nord Padania, e chiedergli con molta pacatezza se non è arrivato il momento di fare un bilancio su ciò che hanno prodotto questi venti anni, non dal punto di vista di Caino - ci è stato rimproverato di averlo associato ai furti di biciclette - ma voglio rivolgermi alla Lega per ragionare mettendoci dalla parte di Abele. Che cosa ha guadagnato Abele dal populismo penale di questi vent'anni? Un aumento delle pene per alcuni tipi di reato, ma soltanto alcuni; un aumento indiscriminato delle fattispecie di reato. Le conseguenze sono note, disinteressiamoci del fatto che il nostro Paese è fuori dalla Costituzione repubblicana, come per primo ha riconosciuto il Ministro Alfano, in violazione dell'articolo 27; guardiamo quali sono state le conseguenze per le parti lese: un aumento indiscriminato delle fattispecie di reato che ha messo in discussione il concetto stesso di legalità penale, con una conseguente esplosione del numero delle prescrizioni nei processi. Abele, nel corso di questi anni, ha visto sempre più spesso andare liberi gli amici degli amici, ai quali sono state regalate prescrizioni lampo, e andare in galera sempre più spesso i più indifesi, non necessariamente i più pericolosi. La rappresentazione plastica della popolazione carceraria ci dice esattamente questo: il 27 per cento è costituito da extracomunitari, oltre il 20 per cento da tossicodipendenti, il 10 per cento sono persone che hanno avuto, nel corso della loro vita, disagi psichici. Il carcere non solo è la discarica di cui parlava il collega Rao, è anche la rappresentazione di un sistema penale che ha acuito, nel corso di questi anni, il carattere classista, e richiamo volutamente questo concetto. L'inasprimento delle pene, come dicevo, ha riguardato alcuni e non altri: draconiani con i più indifesi, indulgenti con chi si sa difendere attraverso il meccanismo della prescrizione. Il carcere cos'è diventato, cosa ha regalato ad Abele nel corso di questi vent'anni? Tagli agli educatori, fine del lavoro in carcere, fine dei percorsi di reinserimento. Il risultato è: un aumento delle recidive; il combinato disposto è: un sistema penale che produce prescrizioni, un sistema penitenziario che produce recidiva. Questi sono i vent'anni del populismo penale e i suoi effetti.
Ecco, credo che oggi si compia un atto che va in un'altra direzione; hanno ragione i colleghi dell'Italia dei Valori, si tratta di affrontare il tema delle diecimila ipotesi di reato, che ha come conseguenza la disgregazione della legalità penale e che incide profondamente sull'effetto stesso della prevenzione perché è del tutto evidente che mentre in alcuni settori del diritto penale l'aumento delle pene è un fattore di prevenzione molto forte, la continua modifica dei massimi edittali, in altri tipi di reato, non ha nessun effetto, perché i delinquenti di strada non sanno neppure che c'è stato questo tipo di modifica del sistema della pena. Quindi, hanno ragione a dire: affrontiamo il tema della depenalizzazione. Tuttavia, mi voglio rivolgere a loro chiedendo onestà intellettuale: quanti reati pensiamo di poter far diventare illeciti amministrativi? Attualmente sono reati per i quali si va in carcere. È del tutto evidente che la depenalizzazione va fatta per affrontare il tema dell'andamento del processo ma è altrettanto evidente che, realisticamente, nessun tipo di depenalizzazione produrrà una diminuzione della popolazione carceraria. Allora, oggi, credo sia più ragionevole riflettere anche sull'Abele contribuente perché nel corso di questi giorni ci è stato detto, e più volte, che le pene alternative avranno un costo.
Si tralascia di ricordare che ogni detenuto nel nostro Paese costa al contribuente 131 euro al giorno e si tralascia di ricordare che la fine di qualunque natura risarcitoria della pena non riconsegna alla società nessun beneficio nell'esecuzione e nell'azione della pena stessa. Insomma, l'esplosione della legalità penale ha comportato una fine della deterrenza effettiva per alcuni tipi di reato e il venir meno di una proporzionalità tra i diversi sistemi di pena, per i quali alla fine commettere un reato grave o meno grave - per chi lo Pag. 76commette - diventa, dal punto di vista della deterrenza, relativamente irrilevante.
Dovremmo ripensare complessivamente il sistema. Hanno ragione, in questo senso, i compagni ed amici radicali, però vorrei ricordare che le stesse considerazioni che fanno oggi le fecero anche quando approvammo, insieme con la Lega, il provvedimento del piano carceri che prevedeva i domiciliari a fine pena. Ci dissero che era una misura totalmente irrilevante. Non è stato così. Lo dico rendendo merito al Ministro che l'ha presentato e al Ministro che poi lo ha fatto approvare.
Nel corso di questi anni la popolazione carceraria è diminuita. Questo è il primo anno nel quale non vediamo una ulteriore crescita della popolazione carceraria da molti anni e contemporaneamente - questo è il punto - abbiamo assistito - è una macabra statistica - a una lieve diminuzione dei suicidi in carcere. Allora, io non credo che questo provvedimento risolverà tutto, ma, dal punto di vista culturale e politico, rappresenta un passo in una direzione inversa e diversa rispetto a quella di questi 20 anni.
Rappresenta il tentativo di sfidare anche un senso comune che si è consolidato e, da questo punto di vista, credo che sbaglino a non cogliere fino in fondo in questa misura anche un risultato delle loro battaglie.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANDREA ORLANDO. Io sono convinto che noi oggi, compiendo il passo che va in questa direzione, stiamo riuscendo a vincere una piccola battaglia che dovremmo condurre in tutto il Paese contro il populismo, perché è stato il populismo a produrre questo tipo di conseguenze nel sistema della pena. Contemporaneamente riusciamo ad affermare il valore portante dell'articolo 3 della Costituzione, sia nella fase che precede, sia nella fase che accompagna, sia nella fase successiva al processo.
Ecco, io di questo atto di coraggio, di responsabilità e di determinazione voglio ringraziare il Ministro Severino. Mi auguro che, con altrettanta determinazione, si possa prima delle elezioni approvare il provvedimento sulle depenalizzazioni. Vedremo qui allora quanti «depenalizzatori», che oggi ci hanno rimproverato di non aver seguito quella strada, ci proporranno degli emendamenti per estendere il numero dei reati, ma non importa: anche quello può essere un passo nella direzione giusta. Facciamolo, perché è un segnale politico e culturale che diamo al Paese contro questi vent'anni di ideologia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, è evidente che, secondo questo provvedimento, il carcere non costituisce l'unica via per stigmatizzare condotte penalmente rilevanti, come nel 1931 si era stabilito. Mi sembra che un po' di anni siano passati. È intervenuto l'articolo 27 della Costituzione: pene umanizzate e comunque rieducative e il passo era pressoché indispensabile. È pressoché indispensabile, perché questo provvedimento - che non esito a definire un provvedimento quasi indipendente dalla genesi tecnica del Governo, un provvedimento che ha riportato all'interno della politica talune scelte estremamente importanti, assolutamente in linea con il trend che il Ministro Alfano aveva tracciato nell'ambito del suo Dicastero (cioè le piccole riforme utili che in qualche modo incidono più direttamente sul plasma che circola all'interno del sistema, capaci di fluidificarne i ritmi e semplificarne i percorsi) - rappresenta indubbiamente un enorme passo avanti verso un sistema penale - per dirla con Nuvolone - moderno, cioè un sistema penale che non è più incassato nelle vecchie categorie manichee del bene e del male - carcere o non carcere - ma che assume finalmente, come categoria principale, l'adeguamento della risposta sanzionatoria al tipo di reato che viene posto in essere. Pag. 77
Se questo è il pilastro su cui questo provvedimento poggia, dal punto di vista del rispetto del cardine costituzionale dell'articolo 27 ve n'è un altro di non minore importanza, ed è l'effetto deflattivo, perché, non ce lo nascondiamo, la giustizia per funzionare deve essere indubbiamente snellita, deve essere semplificata. Oltre ai problemi di carattere dogmatico, di carattere sostanziale e processuale nel senso normativo, c'è un problema di organizzazione della giustizia, che non è certamente secondario, e questo provvedimento risponde sia alla prima parte della domanda inquietante sul miglioramento della qualità normativa del sistema sia sicuramente al miglioramento dell'efficacia organizzativa dello stesso sistema.
Se queste sono le risposte a cui questo provvedimento offre comunque una capacità di efficacia e di penetrazione all'interno dell'ordinamento, devo dire che in concreto aver introdotto la reclusione presso l'abitazione come pena principale, cioè avere finalmente scardinato questo meccanismo assolutamente incomprensibile sul piano della modalità, costituisce, a mio avviso, uno dei principali passaggi. In altre parole, adesso la pena presso l'abitazione è ovviamente - e per questo voglio tranquillizzare gli amici della Lega - commisurata alla gravità del fatto. Sia ben chiaro che non è un diritto tout court, cioè non è che chiunque possa usufruire di questo tipo di sanzione.
Mi chiedo: la pena detentiva breve quando mai ha prodotto rieducazione e non ha prodotto invece criminali? Infatti, lo stazionamento in carcere, che non abbia una sua capacità di incidere sul soggetto ma è limitato semplicemente ad una permanenza breve, è sempre stato assolutamente criminogeno. Di questo noi dovremmo esserne consapevoli se vogliamo che il sistema offra delle risposte credibili. Questa innovazione certamente contribuisce non soltanto a un risparmio, non soltanto a una deflazione carceraria, ma a un riequilibrio della risposta sanzionatoria della nostra entità giuridica rispetto a quella che è stata la violazione.
Si tratta di una pena domiciliare con una caratteristica altrettanto moderna, ossia la tutela della persona offesa. Il PdL è sempre stato molto sensibile alla tutela della persona offesa. Non si dimentichi che, nella prima parte di questa legislatura, tutti i provvedimenti a tutela delle fasce deboli sono stati assunti proprio con il Dicastero del Popolo della Libertà. Allora, se questo provvedimento, come in effetti è, tutela e limita la pena detentiva non carceraria abitativa alle esigenze che la persona offesa ha e alla sua tutela sotto un duplice aspetto, della opportunità e comunque delle strette esigenze, mi sembra che il sistema sia assolutamente tranquillizzante, perché non è soltanto secondo il vecchio diritto soggettivo di punire un rapporto tra lo Stato e l'imputato o l'indagato, ma siamo di fronte a una moderna lettura della sanzione, che è commisurata anche alla tutela della persona offesa. Quindi, anche sotto questo profilo mi sembra che la risposta sanzionatoria sia assolutamente accettabile.
Con riguardo alla sospensione con messa alla prova, tre sono le caratteristiche che mi sembra, da un punto di vista giuridico, vadano a collimare con una scelta politica felice: il lavoro di pubblica utilità, la eliminazione delle conseguenze dannose del reato e la possibilità di una sorta di atipico Daspo, cioè delle prestazioni specifiche che vadano a toccare la persona del soggetto che chiede di avere accesso all'articolo 168-bis con quel dettaglio che la pena carceraria certamente non consente. In altre parole, la modernità e l'efficacia della pena non è una parola, deve essere una scelta concreta, come se noi, con una sorta di regolo lesbio, dovessimo modellare la sanzione al soggetto.
Bene, l'articolo 168-bis consente esattamente, come più volte avvenuto per esempio nell'esperienza del codice della strada, lo «scecheraggio» tra una risposta penalistica e una risposta concreta, modellata sul soggetto. Così si può davvero influire sul reo e renderlo in qualche modo meritevole anche di un beneficio, perché forse in questo il codice del 1931 era veramente anacronistico, allorquando Pag. 78taluni benefici erano indipendenti quasi dal fatto e dalla concretezza del fatto ma erano legati soprattutto all'anamnesi e alla storia del reo.
Questo non va e non andava bene. Con questo provvedimento ci si riprende la personalità e la persona del reo con il suo vissuto e si modella la sanzione esattamente su questo oggetto.
L'ultimo argomento, signor Presidente, ma non mi sembra assolutamente secondario, è quello riferito alla delega che è stata attribuita al Governo nella misura in cui deve ulteriormente completare questo provvedimento. Se noi dovessimo avere attenzione a come il Governo ha utilizzato talune deleghe, potremmo prendere ad esempio quella in tema di geografia giudiziaria che ha scatenato lacrime e sangue nei nostri territori. Lo dico con molta pacatezza, ma anche con molta amarezza, perché i pareri delle nostre Commissioni sono stati completamente ignorati dal Governo, e io attribuisco a questo gesto una particolare significazione nel rapporto tra il Governo tecnico e il Parlamento.
Infatti, se c'è una delega e le Commissioni danno un'indicazione, secondo me andava data una minima attenzione a quel parere. Però, sono fiducioso: essendo questa una materia squisitamente tecnica, in cui le valutazioni sono più giuridiche che ministeriali (e lo dico con rispetto, ma soprattutto con grande stima nei confronti del Ministro) siamo di fronte a valutazioni che saranno tecniche, non saranno legate ai territori, alle esigenze, ai quartieri, ma alla coerenza normativa e alla sapienza dommatica e scientifica che indubbiamente appartiene al nostro Ministro. Sono fiducioso che questa delega sarà più che correntemente esercitata.
In altri termini, oggi il Parlamento licenzia un provvedimento piccolo e grande al tempo stesso, che agisce su tre diversi settori, ma che sicuramente si pone nella nostra esperienza come un enorme passo avanti verso una migliore scelta sanzionatoria, verso una politica della pena intonata ai nostri principi di libertà, liberalità, democrazia, rispetto dell'individuo nell'ambito della Costituzione, ma di risposta sanzionatoria comunque severa ed appropriata. La pena non deve essere grave, ma efficace. Il concetto di gravità astratta non ha mai portato da nessuna parte.
L'inconsulto aumento delle pene, la richiesta del sangue carcerario non ha mai prodotto nessun tipo di reale efficacia. Noi del Popolo della Libertà voteremo a favore, signor Presidente, di questo provvedimento in nome - e soltanto in nome - di questi principi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ria. Ne ha facoltà, per due minuti.

LORENZO RIA. Signor Presidente, il voto favorevole che mi accingo ad esprimere è da riscontrarsi, per quanto mi riguarda nello spirito generale delle norme che stiamo introducendo, le quali non sono altro che un mezzo di deflazione del sistema penale e processuale. Ad oggi, stante la drammatica situazione delle carceri nel nostro Paese e stante anche l'indiscussa proliferazione di fattispecie penali, che spesso non hanno rispettato il principio di extrema ratio del diritto penale, occorre interrogarsi sulla reale punizione delle pene detentive carcerarie e sulle loro conseguenze.
Mi chiedo: è meglio infliggere una pena inutile ad un soggetto che ormai è altro rispetto a quello che ha commesso il reato o è bene incentivare misure come la messa alla prova, che non solo sono efficaci nella prevenzione speciale, ma sono anche fortemente deflattive del sistema processuale con ricadute positive sul complesso dell'amministrazione della giustizia?
Siamo di fronte a norme, a mio avviso, ragionevoli, che permettono con poco di deflazionare il carico di processi pendenti senza ledere i principi fondamentali che informano il processo come, ad esempio, l'obbligatorietà dell'azione penale. Ecco, dunque, che l'introduzione di pene detentive non carcerarie si ricollega a quello che ho già ampiamente trattato in sede di Pag. 79discussione sulle linee generali di sovraffollamento carcerario e di effettività della sanzione. Ecco che tutto il provvedimento dimostra la sua interna coerenza in una sorta di chiusura finale del cerchio.
Queste, in sintesi, le ragioni del mio sostegno al disegno di legge, che si inserisce all'interno di una serie di provvedimenti, che ho sempre sostenuto nel tempo, volti a deflazionare il sistema processual-penalistico e ad affrontare gli aspetti controversi ad oggi evidenti e dannosi dell'ambiente carcerario.

PRESIDENTE. Onorevole Ria, la prego di concludere.

LORENZO RIA. Ho concluso, signor Presidente. Il sistema deve ripartire e deve migliorare. È con questo auspicio che dichiaro il mio voto favorevole su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, non so se lo sapete, ma la Conferenza episcopale italiana si è pronunciata, tramite il suo portavoce, Monsignor Pompili, a favore di un provvedimento di amnistia. Mi permetto di rivolgere una domanda a tutti i cristiani che sono qui dentro e che ritengono di dover interpretare, anche con il voto che stanno per esprimere, i valori fondamentali per esempio del Vangelo, quello che è scritto nel Vangelo. Io non credo a chi afferma che questo provvedimento potrà riuscire a interrompere la flagranza di reato di uno Stato che si comporta come un criminale professionale, per di più recidivo e condannato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo in ogni sede e da trenta anni.
Vede, onorevole Orlando, lei ha detto: ma anche i radicali dovrebbero farsi forti, in fondo anche la loro azione è riuscita. No, perché guardiamo ai fatti: sono diminuiti di 1.200 i detenuti nelle carceri, ancora stanno ammassati e l'essere ammassati è qualcosa di illegale, che mette lo Stato in mora. Quando uno vede, come noi abbiamo visto, esseri umani per 21, 22, 23 ore al giorno essere chiusi in celle, in tre, di 9 metri quadrati, se la nostra coscienza ci dice: va bene così, chiediamoci allora cosa sono quelle direttive europee che invece impongono per i maiali adulti almeno 6 metri quadrati. Riflettete su questo, come ci possiamo ritenere rappresentanti del popolo italiano (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il Ministro della giustizia, professoressa Paola Severino. Ne ha facoltà.

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, sarò veramente brevissima, mi sembra tuttavia doveroso formulare un sentito ringraziamento in primo luogo alla Commissione, che ha lavorato tanto su questo provvedimento, ai relatori, che tanto si sono dedicati a questo testo e alla presidente che ha guidato il loro lavoro. Non ho nessuna remora, devo riconoscere che questo provvedimento è uscito dalla Commissione migliorato rispetto al testo che originariamente era stato proposto dal Governo, credo che di questo non ci si debba vergognare, ma anzi si debba esaltare la funzione del dialogo con il Parlamento. In questo periodo, grazie anche all'opera del sottosegretario Antonio Gullo - voglio ringraziare anche lui - e alle sue interlocuzioni con la Commissione, il testo è stato perfezionato ed è stato portato alla Camera in un'edizione migliorata.
Mi rimane solo un piccolissimo rammarico, quello di aver dovuto lasciare indietro la depenalizzazione e il fatto di particolare tenuità, però sto studiando anche quel provvedimento perché la depenalizzazione così com'era stata portata in Commissione, era decisamente insufficiente e dunque quel provvedimento andava migliorato.
Vorrei ringraziare anche l'Aula parlamentare, perché, con una così ampia maggioranza e rimanendo così compatta dall'inizio alla fine della discussione di questo Pag. 80provvedimento, ha votato finora con una maggioranza così ampia un provvedimento che è stato definito giustamente un piccolo grande provvedimento. Si tratta soltanto di tre misure, ma di tre misure veramente importanti per il cammino e l'avanzamento della civiltà e dell'applicazione dell'articolo 27 della Costituzione. Un grazie di cuore (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

(Coordinamento formale - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5019-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 5019-bis-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Grassi, Verducci, Della Vedova, Migliavacca, Cesario, Damiano, Lo Presti, Lorenzin, Urso, Scalia, Froner...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili»:

Presenti 426
Votanti 405
Astenuti 21
Maggioranza 203
Hanno votato 348
Hanno votato no 57
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Prendo atto che i deputati Cazzola e D'Ippolito Vitale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Dichiaro così assorbiti gli abbinati progetti di legge nn. 879, 2798, 3009, 3291-ter, 4824 e 5330.

Seguito della discussione della proposta di legge: Melchiorre ed altri; Gozi ed altri; Di Pietro ed altri; Bernardini ed altri: Norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale (Approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato) (A.C. 1439-1695-1782-2445-B) (ore 18,18).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge di iniziativa dei deputati Melchiorre ed altri; Gozi ed altri; Di Pietro ed altri; Bernardini ed altri, già approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato: Norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale.
Ricordo che nella seduta del 3 dicembre 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunziato.

(Esame degli articoli - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge.
Pag. 81
Avverto che non saranno posti in votazione gli articoli 1, 3, 7, 8, 9, 15, 18, 19, 20, 22, 23 e 24, in quanto non modificati dal Senato. Non sarà altresì posto in votazione l'articolo 12, che reca una modifica esclusivamente conseguente ad un cambiamento intervenuto nella numerazione di un articolo del provvedimento.
Avverto che la Commissione Bilancio ha espresso il prescritto parere sul testo del provvedimento, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-B ed abbinate).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Garofani, Farina Coscioni, Mantini, Pisicchio, Damiano, Scanderebech...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 414
Votanti 373
Astenuti 41
Maggioranza 187
Hanno votato
371
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesaro, Lussana, Veltroni, Verducci, Oliveri, Cazzola, Mattesini, Lo Monte... l'onorevole Lo Monte ancora non riesce a votare... ancora gli onorevoli Lo Monte e Cazzola... l'onorevole Cazzola non riesce a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 422
Votanti 383
Astenuti 39
Maggioranza 192
Hanno votato
383).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sposetti, Belcastro, Strizzolo, Santori, Gasbarra, Beltrandi, Calderisi, Buonanno, Giro, Lusetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 423
Votanti 419
Astenuti 4
Maggioranza 210
Hanno votato
418
Hanno votato
no 1).

Pag. 82

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Granata, Cesaro, Verducci, Strizzolo, Capodicasa, Lusetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 422
Votanti 421
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato
421).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Giro, Vella, Granata, Cesario, Duilio, Sanga...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 424
Votanti 422
Astenuti 2
Maggioranza 212
Hanno votato
422).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino, Sarubbi, Granata... l'onorevole Granata ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 427
Votanti 426
Astenuti 1
Maggioranza 214
Hanno votato
426).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti. Pag. 83
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vignali, Buonanno, Cesaro, Belcastro, Verducci, Vanalli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 426
Votanti 425
Astenuti 1
Maggioranza 213
Hanno votato
425).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vanalli, Sbai, Landolfi... ancora l'onorevole Vanalli... Onorevole Reguzzoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 425
Votanti 424
Astenuti 1
Maggioranza 213
Hanno votato
424).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-B ed abbinata), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vanalli, Gasbarra, Veltroni, Villecco Calipari, Strizzolo, Sanga, Cesaro, Calabria...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 425
Votanti 424
Astenuti 1
Maggioranza 213
Hanno votato
424).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Centemero, Gelmini, Iannuzzi, Verducci... Pag. 84
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 424
Votanti 423
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato
423).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Sposetti, Repetti, Boniver, Veltroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 427
Maggioranza 214
Hanno votato
427).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-B ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'ordine del giorno presentato.

ANTONINO GULLO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Scilipoti n. 9/1439-B/1.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Scilipoti n. 9/1439-B/1, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melchiorre. Ne ha facoltà.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, è con viva soddisfazione che oggi finalmente vede la luce un provvedimento, quale quello di cui risulto essere la prima firmataria, ma che ha trovato la condivisione di tutto il Parlamento, perché evidentemente ne sono riconosciute le qualità e l'alto valore di civiltà e di giustizia.
A distanza di quasi dieci anni dall'approvazione dello statuto della Corte penale internazionale, finalmente anche in Italia abbiamo avuto l'adeguamento del diritto penale sostanziale, quindi interno, alle norme della Corte penale internazionale. Quindi, da questo momento l'Italia potrà felicemente cooperare con la Corte penale internazionale e sanare quell'anomalia dell'Italia, primo Paese firmatario del trattato, sede addirittura della stipula del trattato, nel 1998, proprio qui a Roma.
Non avendo ancora adeguato il nostro diritto allo statuto, se nel nostro Paese, ad esempio, fosse transitato un criminale di guerra non avremmo potuto assicurarlo alla Corte penale internazionale. Oggi quindi si è messo un punto fermo e si è eliminata un'anomalia. Dico anche che la soddisfazione che esprimo è dovuta anche al fatto che si tratta di un provvedimento di iniziativa parlamentare, perché finora Pag. 85nessun Governo ha rotto gli indugi ed è riuscito a realizzare questo obiettivo. Ci sono state delle incertezze e delle timidezze. Forse perché la Corte penale internazionale spaventava taluni, forse alcuni Paesi, altri rispetto al nostro, hanno visto una sorta di delegittimazione o comunque di usurpazione della propria sovranità in questo organismo internazionale. Invece no. Finalmente adesso c'è una giurisdizione unica per i reati di genocidio, per i crimini di guerra, per i crimini contro l'umanità.
Possiamo dire, quindi, che non vi è il pericolo che la Corte utilizzi i propri strumenti giurisdizionali a fini politici, come può essere avvenuto in passato e come potrebbe avvenire per i tribunali speciali (pensiamo al tribunale di Norimberga, a quello costituito per il Ruanda, al tribunale di Tokyo). Invece, questi dubbi, questa preoccupazione può essere felicemente fugata perché noi abbiamo oggi finalmente sancito la precostituzione per legge di un giudice stabile, e non, quindi, di quei tribunali creati ad hoc. La Corte, ricordiamolo, ha una competenza complementare e sussidiaria: interviene, cioè, solo quando lo Stato non vuole o non può intervenire.
Oggi si realizza una stabile giurisdizione internazionale. Questo lo dico perché ormai non è più possibile, ad esempio, grazie anche alla possibilità che è stata introdotta in questa normativa, che sia il Consiglio di sicurezza, in caso venga negato dallo Stato di appartenenza il procedimento a carico del criminale, che possa assicurarlo alla Corte penale internazionale. Oggi, quindi, è stata scritta, oltre che una pagina di civiltà, anche una pagina di giustizia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, anche l'Italia dei Valori esprime compiacimento e soddisfazione per il fatto di stare per approvare questo provvedimento, che è stato sottoscritto anche dall'onorevole Di Pietro e da tutti i deputati del nostro gruppo con l'Atto Camera n. 1782, che è stato poi abbinato a quelli di analogo contenuto.
Alla soddisfazione per il risultato che stiamo per cogliere e che ci consentirà di adeguare il nostro diritto interno alle esigenze processuali della Corte penale internazionale - che, lo ricordo, è stata istituita dal 1998, ma che ha visto la sua entrata in vigore solo dal 1o luglio 2002, dopo che l'umanità ha vissuto esperienze drammatiche come quelle del genocidio della seconda guerra mondiale, dell'olocausto, e poi, recentemente, fatto che ha dato poi lo spunto per l'adozione di questa istituzione, le vicende del conflitto dell'ex Jugoslavia, di quelle drammatiche vicende che ancora oggi, soprattutto nella mia regione, hanno un ricordo molto vivo, perché da quella regione partivano gli aerei della missione ONU per cercare di ottundere le atrocità di quel conflitto - a questo compiacimento e a questa soddisfazione lasciatemi aggiungere anche una nota di biasimo, di deplorazione: abbiamo anche perso molto tempo, cari colleghi.
Infatti, a vedere quello che discutemmo un anno e mezzo fa, quando questo provvedimento venne già discusso e deliberato in prima lettura alla Camera dei deputati, fummo proprio noi a denunciare che mancavano norme importanti per l'adeguamento della disciplina interna alle esigenze del diritto internazionale e della Corte penale internazionale.
Siamo stati noi a presentare degli emendamenti, che sono quelli poi recepiti dal Senato, per l'individuazione di norme penali e di procedura penale che rendano effettivamente perseguibili il reato di falsa testimonianza, se commesso avanti alla Corte penale internazionale, piuttosto che reati come quelli della concussione, della corruzione o di false dichiarazioni al pubblico ministero.
Sono tutte cose che potevamo fare un anno e mezzo fa e che questa Aula non ha voluto fare, dicendoci che non vi era tempo per provvedere. Se mi permettete, la soddisfazione del mio gruppo è anche Pag. 86quella di avere constatato come molte volte in quest'Aula le nostre proposte avevano dignità di essere esaminate con maggiore attenzione, visto che, in questo momento, ci apprestiamo a licenziare un testo che noi già volevamo emendato così come oggi appare.
Per cui, la soddisfazione non è completa proprio perché la considerazione di un Governo e di una maggioranza sordi alle nostre legittime e fondate aspettative ha fatto sì che abbiamo perso importanti anni in questa approvazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galli. Ne ha facoltà.

DANIELE GALLI. Signor Presidente, questo provvedimento giunge alla Camera dopo un iter che si è protratto a lungo, forse troppo a lungo, con la reiterata presentazione di vari disegni di legge durante le legislature che si sono susseguite dal 1999 ad oggi e con l'istituzione di numerose commissioni di studio per l'attuazione degli obblighi internazionali e principalmente per quelli derivanti dallo Statuto di Roma.
C'è stata anche la presentazione di diverse mozioni, interrogazioni ed interpellanze parlamentari in riferimento al mancato ottemperamento degli obblighi di cooperazione con la Corte de L'Aja, dando piena conferma alla sua indifferibilità e necessità, soprattutto alla luce del rischio della violazione degli impegni derivanti dallo Statuto da parte dell'Italia che, ponendosi in condizioni di inadempienza, ovviamente, creava un grosso problema nell'attuazione dei principi della Corte de L'Aja.
L'ormai avviata attività giurisdizionale del tribunale de L'Aja e il mancato recepimento nel diritto interno della Convenzione creerebbero di fatto, qualora non fosse fatto, la possibilità, per nulla eventuale, del verificarsi di contrasti tra i due ordinamenti.
Benché sia la nozione di crimine internazionale sia l'idea di istituire corti internazionali competenti per la loro repressione abbia radici antiche, non si può non riconoscere al XX secolo il primato dell'effettiva realizzazione di una giustizia penale sopranazionale.
Infatti, proprio mentre la Prima guerra mondiale volgeva al termine, si iniziò a ragionare sull'opportunità, non solo politica ma anche giuridica, di punire coloro che si erano resi colpevoli dello scoppio del conflitto e delle atrocità commesse.
Nell'ultimo decennio del XX secolo la comunità internazionale è riuscita finalmente a portare a compimento il lungo e travagliato processo volto alla costituzione di un tribunale permanente per la repressione dei crimini internazionali.
Ed ancora una volta nella storia dell'evoluzione del diritto umanitario, a concretizzare decenni di interminabili discussioni ed inconcludenti proposte sono state le efferati vicissitudini che hanno caratterizzato i conflitti della prima metà degli anni Novanta.
Le immagini degli eccidi, delle violenze, delle pulizie etniche e degli stupri sistematici, riportate dalla stampa e dai media, hanno scosso l'opinione pubblica a tal punto da contribuire ad accelerare i tempi per la realizzazione di una Corte precostituita, capace di reprimere in maniera efficace, efficiente e pienamente legittima i responsabili di simili aberrazioni.
Oggi si tratta di introdurre nel nostro ordinamento quelle norme che possano permettere una piena collaborazione dell'Italia all'ambito della giurisdizione della Corte penale internazionale.
L'approvazione di questo provvedimento è necessaria, in quanto si tratta di crimini aventi impatto internazionale e che riguardano reati estremamente gravi ed estremamente importanti nell'ambito delle relazioni fra Stati e in dispregio dei diritti inviolabili delle persone. Quindi è un provvedimento che non poteva più essere rimandato, che riconosce ai tribunali italiani gli strumenti e la legittimazione a procedere per perseguire i responsabili dei crimini contro l'essenza stessa dell'umanità, quali il genocidio, i crimini contro l'umanità ed i crimini di guerra. Pag. 87
È solo con la collaborazione tra gli Stati aderenti, dotati degli strumenti legislativi, che la Convenzione può superare la fase di sola dichiarazione di principio ed entrare nella fase della concreta attuazione ed azione. Così si realizza la premessa fondamentale per il corretto funzionamento della Corte internazionale.
Non possiamo più rimandare questo atto, abbiamo aspettato fin troppo, ed è in considerazione di ciò che preannunzio il voto favorevole del gruppo Futuro e Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lusetti. Ne ha facoltà.

RENZO LUSETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, il gruppo UdC voterà convintamente a favore di questo provvedimento che adegua alle disposizioni dello Statuto della Corte penale internazionale alcune norme indispensabili per dare efficacia alla Corte penale internazionale.
Questo nostro voto, il voto che esprimerà il Parlamento fra qualche minuto, descrive la portata storica di questo intervento normativo, perché arriva a compimento la completa funzionalità della Corte penale internazionale.
Voi sapete che è stata istituita ormai tantissimi anni fa, subito dopo il processo di Norimberga; la Corte penale internazionale è la prima giurisdizione internazionale creata appositamente per giudicare i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità e i genocidi, che, purtroppo, sono ancora tanti nel nostro pianeta.
Ora noi con questo nostro intervento normativo, con le modifiche che ad esso sono state apportate dal Senato, ci apprestiamo a dare una sorta di efficacia operativa a questa Corte perché, come sapete, la Corte penale internazionale non ha una propria polizia giudiziaria e non ha nemmeno una propria struttura carceraria, però ha bisogno della collaborazione degli Stati come il nostro perché possa funzionare indispensabilmente.
Penso sia importante sottolineare che con il voto che esprimeremo sul provvedimento, il quale tra qualche giorno sarà legge dello Stato, noi ribadiamo la forza del diritto contro il diritto del più forte. È un principio che abbiamo instaurato con il provvedimento che stiamo approvando, perché la Corte penale internazionale istituita a L'Aja ha, in qualche modo, dato un'impronta fondamentale per combattere genocidi e crimini internazionali.
La Corte ha ricevuto denunce per crimini di sua competenza da 139 diversi Paesi. Ci sono ancora tante zone calde nel nostro pianeta che hanno bisogno veramente della forza del diritto e dell'operatività di questa Corte penale internazionale. Per questo motivo credo che dobbiamo essere fieri del lavoro fatto dalle varie forze politiche in questi mesi sulla Corte penale internazionale. Ringrazio l'onorevole Rao per il lavoro che ha svolto per poter arrivare, pur tra tante difficoltà e districandosi tra tante norme giuridiche, alla conclusione di questo lavoro, perché è veramente importante. Noi in qualche modo abbiamo sanato una inadempienza politicamente e giuridicamente molto rilevante che ha messo in passato a rischio la credibilità del nostro Paese.
Per questo motivo ribadisco il voto favorevole dell'Unione di Centro per il Terzo Polo su questo provvedimento e ribadisco l'impegno delle istituzioni e del Parlamento italiano per fare di questa Corte penale internazionale la vera culla del diritto nel nostro pianeta (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, sarò estremamente rapido nella dichiarazione di voto in quanto mi rifaccio integralmente alle osservazioni fatte dalla collega Pastore in sede di discussione sulle linee generali. Sottolineo anch'io, come hanno fatto i colleghi, la portata sicuramente importante e significativa dell'approvazione Pag. 88di questa proposta di legge che consente l'adeguamento dell'ordinamento interno allo statuto della Corte penale internazionale.
Siamo in fase di terza lettura alla Camera dove sono state apportate significative modifiche ed altrettante modifiche sono state apportate al Senato. Durante il dibattito al Senato il gruppo della Lega Nord aveva sollevato, aveva eccepito alcune perplessità, in modo particolare con riferimento all'estensione e alla portata eccessivamente discrezionale dell'intervento della Corte in modo particolare in determinati reati. Crediamo, tuttavia, che la portata innovativa e sicuramente incidente di questo provvedimento meriti il voto favorevole anche da parte del gruppo della Lega Nord. Mi riservo di consegnare il testo integrale del mio intervento e dichiaro, a nome del gruppo della Lega Nord, il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole anche del gruppo del Partito Democratico. Tra l'altro c'è sua nostra proposta di legge nel testo unificato che porta la mia prima firma e lo annuncio perché questo è veramente un bel momento per la giustizia internazionale e per l'Italia. Aggiungo che è finalmente un bel momento perché - è già stato ricordato - sono passati molti anni, troppi anni, varie legislature e solo oggi vediamo l'adeguamento in Italia allo statuto della Corte penale internazionale. Si tratta di un ritardo gravissimo. Pensate, colleghi, che se fosse transitato in Italia in questi anni un criminale di guerra, un dittatore perseguito dalla Corte penale internazionale per genocidio, noi in Italia non avremmo avuto gli strumenti giuridici per giudicarlo né per cooperare con la Corte penale internazionale.
Quindi la legge che approviamo oggi è un contributo alla pace, perché non ci può essere una vera pace internazionale senza una vera giustizia internazionale, e non ci può essere giustizia senza possibilità anche per il nostro Paese di giudicare chi si macchia di odiose violazioni dei diritti fondamentali, dei diritti umani. Adeguarsi allo Statuto della Corte penale internazionale è anche una risposta ad una fortissima e giustissima domanda di più democrazia e di più giustizia sovranazionali; è un modo tra agli altri di rendere più umana la globalizzazione, di rendere più giusta e più democratica la globalizzazione che è anche quella del diritto. Colleghi, è un provvedimento questo che ha radici lontane, un provvedimento che viene da Norimberga, da Sarajevo, dal Ruanda, dal Darfur, viene dalla Libia, e temo (lo dico a titolo personale) che tra poco dovremo aggiungere la Siria a questa triste lista. Adeguarci ci permetterà anche di non tacere più perché tacere rende corresponsabili.
È un adeguamento cruciale anche qualora fosse un italiano a dover rispondere di questi orribili crimini, anche quando fosse un italiano ad essere perseguito per crimini come il genocidio, perché senza queste norme di attuazione, che stiamo adottando, dello Statuto, il nostro sistema penale poteva venire considerato carente nella sua capacità di procedere contro i crimini internazionali e correvamo (corriamo anche oggi prima di questo voto) il rischio di essere esposti alla vergogna, di essere processati dalla Corte penale internazionale per le nostre inadempienze. Mai più impunità, questo dovrebbe essere il titolo del provvedimento che adottiamo, è quello che fu urlato di fronte all'orrore di Auschwitz; mai più impunità, perché l'impunità oltre ad essere un'ennesima onta nei confronti delle vittime spesso porta l'opinione pubblica a dimenticare le gravi atrocità commesse e si compie così un doppio crimine, la violenza dell'atto e la violenza dell'oblio.
Ci adeguiamo ad uno Statuto che si chiama di Roma, firmato a Roma nel 1998, Statuto prima fortemente voluto dall'Italia, poi totalmente dimenticato. Voglio ricordare l'importante ruolo in questa Aula che ha avuto l'associazione «Non c'è Pag. 89pace senza giustizia», e l'importante ruolo che ha avuto Emma Bonino che ho potuto vedere anche in diretta a Bruxelles impegnarsi in questa iniziativa quando era Commissaria europea. Però da allora, dal 2002, da quando abbiamo ratificato quel Trattato istitutivo della Corte penale internazionale, sulla giustizia internazionale le trasmissioni di Radio Italia si sono spente. Dall'anno in cui è entrato in vigore (era l'anno in cui dovevamo già farci trovare pronti) abbiamo voltato le spalle a questa grande battaglia di giustizia internazionale. E questo, cari colleghi, è il miglior modo per perdere credibilità sulla scena internazionale, non c'è miglior modo che assumere impegni internazionali e poi all'interno non prendere tutte le misure necessarie per rendere quegli impegni delle norme vincolanti, delle norme reali.
Da questo atto credo che debba cominciare una nuova politica globale dei diritti umani dell'Italia. Noi Democratici vogliamo rimettere i diritti fondamentali al centro della nostra azione nel mondo perché non potremo mai costruire una nuova democrazia sovranazionale se al centro della nostra politica estera, al centro della nostra politica globale non c'è sempre e comunque la tutela dei diritti fondamentali della persona (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, nel nostro sistema compare una nuova autorità giudiziaria a tutti gli effetti, è la Corte penale internazionale che, voluta da una battaglia radicale degli anni Novanta, ha però un grande difetto, la strada è ancora lunga, perché va ricordato, perché si abbia l'esatta contezza dell'importanza del gesto di oggi, che Paesi come la Russia, la Cina, gli Stati Uniti, Israele, il Sudan, non hanno ancora aderito, cioè sono Paesi che ancora hanno delle resistenze a che crimini di guerra, genocidi, crimini contro l'umanità possano essere giudicati dall'umanità e non dai singoli Stati.
La battaglia è ancora lunga, non è ancora terminata. Il nostro Paese, però, con lodevole tecnicismo si adegua alla Corte penale internazionale con degli strumenti processuali efficaci e coerenti, con degli strumenti sostanziali corretti e sistematicamente adeguati (delitti dei pubblici ufficiali e dei privati contro la pubblica amministrazione) e, soprattutto, ha la capacità di introdurre nel sistema un'attenzione di carattere internazionale non supina e quando dico non supina faccio riferimento a due passaggi, lodevolmente introdotti in Commissione giustizia, laddove il nostro Stato prevede, per esempio, nella procedura per la consegna, una deroga al nostro sistema perché la Corte di appello di Roma, nella procedura per la consegna, decide nelle forme camerali, ma con la partecipazione necessaria del difensore. Deroga al nostro sistema, ma che rafforza in maniera evidente il diritto di difesa per crimini che, probabilmente, questo diritto di difesa così esaltato non meriterebbero. Ma quando il sistema ha la capacità, al di là della qualità del fatto, di garantire comunque una difesa anche in deroga, vuol dire che il livello di civiltà e di sensibilità è capace di una risposta più efficace rispetto a crimini di questo genere.
E un altro passaggio che ci dà l'idea di come abbiamo ben recepito questo segnale deriva proprio dall'impossibilità che la pena detentiva sia eseguita nel territorio dello Stato italiano se il fatto non è previsto come reato dalla legge italiana e se la sentenza contiene disposizioni contrarie ai principi fondamentali dell'ordinamento giuridico dello Stato. Questo carotaggio, questa campionatura che ho effettuato sulla norma, ci consente di dire che questo adeguamento, come correttamente è stato chiamato, è perfettamente rispondente al sistema, alla sensibilità, ai beni giuridici e alla Costituzione.
Chiuderò questo intervento con una presa d'atto: il procuratore capo della Corte penale internazionale, detta International Criminal Court, è una donna, Pag. 90Fatou Bensouda, del Gambia, e il cancelliere è un nostro magistrato, Silvana Arbia. Credo che da questo punto di vista anche tale scelta altamente variegata che mette insieme 121 Paesi, numero che invece dovrebbe essere certamente maggiore, ci convince che finalmente l'Italia è stata capace di un gesto anche qualitativo sul piano del diritto che certamente è così ben articolato che non potrà che meritare il voto favorevole del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.

MATTEO MECACCI. Signor Presidente, mi lasci dire che finalmente ce l'abbiamo fatta perché questa battaglia il Partito Radicale l'ha iniziata nel lontano 1993 e altri colleghi hanno avuto la bontà di ricordare come, grazie all'impegno in particolare anche di Emma Bonino allora commissaria europea, ci fu la convocazione della conferenza diplomatica nel nostro Paese nel 1998. Ma da allora, purtroppo, il Parlamento e il Governo italiano si erano distratti e sono passati tanti anni prima che finalmente si arrivasse all'approvazione di questa normativa che è fondamentale per rendere credibile questa organizzazione, un'organizzazione che nasce sulla base di un pensiero politico e filosofico che affonda le sue radici nell'umanesimo liberale, nell'umanesimo democratico, nella pace democratica di Kant che noi sappiamo e dobbiamo ricordare essere ancora lo strumento necessario per tutelare la pace, non come un totem ideologico che significa semplicemente assenza di guerra, ma come strumento concreto, istituzionale, giudiziario per garantire giustizia, libertà e rispetto dei diritti umani delle persone.
Allora, ha ragione il collega Sisto a ricordare come la battaglia che ancora occorre fare è quella di rendere questa giurisdizione davvero universale. Ci sono amici dell'Italia, Paesi come gli Stati Uniti d'America, Israele, India e Russia che non riconoscono ancora questa giurisdizione. Credo che il ruolo che l'Italia ha saputo svolgere negli anni Novanta per l'istituzione di questa Corte penale internazionale possa e debba continuare ancora oggi, ricordando anche ai nostri alleati - lo dico in particolare agli amici, che so essere tanti in quest'Aula, dello Stato di Israele - che non bisogna avere paura dei rapporti internazionali, anche della giurisdizione internazionale, fra Stati che sono democratici.
Infatti solo attraverso l'interdipendenza e abbandonando l'illusione dello Stato nazionale come garante dei diritti umani si può davvero arrivare a costruire una pace che sia universale. Quindi c'è ancora da combattere su questo e lo ricordo: insieme alla collega Bernardini in quest'Aula nel 2009 abbiamo iniziato a cercare di sollecitare l'approvazione di questo provvedimento, quindi arrivati al 2012 finalmente siamo contenti di riscontrare questo dato positivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

ROBERTO RAO, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO, Relatore. Signor Presidente, intervengo soltanto per un ringraziamento ai colleghi dell'Aula e soprattutto per due motivi: perché il Parlamento oggi deve essere orgoglioso del passo che compie, primo perché questa è un'iniziativa parlamentare, un provvedimento di iniziativa parlamentare che colma una lacuna lunga 13 anni. Poi dobbiamo essere orgogliosi perché questa legge - lo sappiano i nostri colleghi - consentirà di togliere e restringere ulteriormente altro terreno sotto i piedi a coloro che nel mondo si sono macchiati di crimini orrendi (pensiamo tutti alle drammatiche notizie che giungono dalla Siria e non solo). Voglio ringraziare le forze politiche di maggioranza e di opposizione, perché questo è un Pag. 91esempio positivo e nobile, che mi auguro non rimanga isolato, che il nostro Paese è ancora capace di parlare e rivolgersi alla comunità internazionale con una voce sola e finalmente molto autorevole (Applausi).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1439-B ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato, n. 1439-B ed abbinate, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cassinelli, D'Ippolito Vitale...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale» (1439-1695-1782-2445-B):

Presenti 395
Votanti 393
Astenuti 2
Maggioranza 197
Hanno votato 393
Sono in missione 46.
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Prendo atto che il deputato Marrocu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Sono così esauriti gli argomenti con votazioni previsti dall'ordine del giorno della seduta odierna.
Secondo quanto stabilito in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, si passerà alla discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 5569 recante Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia.

In morte dell'onorevole Mario Bettoli.

PRESIDENTE. Comunico che il giorno 25 novembre ultimo scorso è deceduto l'onorevole Mario Bettoli, già membro della Camera dei deputati nella II e III legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, volevo ricordare Mario Bettoli, che è nato in un piccolo comune rurale alla periferia di Pordenone, da una famiglia di origini contadine. Il padre, muratore, ha avviato al lavoro edile e industriale quasi tutti i nove figli. Mario, il settimo, diventerà lattoniere idraulico alla Zanussi, allora una piccola azienda che produceva cucine economiche.
Il 22 luglio del 1944, mentre già collaborava con la Resistenza attraverso la sottrazione di esplosivi ai militari tedeschi, Mario viene catturato insieme ad alcuni compagni. Mentre uno viene ucciso in un tentativo di fuga, gli altri tre saranno salvati dalla condanna a morte grazie ad uno dei rari scambi di prigionieri fra partigiani e nazifascisti. Diviene commissario politico del battaglione Garibaldi Mario Buzzi e poi vicecommissario della brigata unificata Garibaldi Osoppo Ippolito Nievo in Valcellina.
Dopo aver partecipato a numerosi combattimenti ed aver curato i difficili rifornimenti per i suoi reparti, partecipa alle trattative per la resa del presidio tedesco di Maniago, al centro della pedemontana pordenonese.
Nel dopoguerra, Mario è segretario dell'ANPI di Maniago ed è uno dei primi organizzatori della Camera del lavoro di Pordenone, che ha come priorità l'avvio di lavori pubblici per occupare disoccupati e Pag. 92reduci. Lui stesso operaio edile migrerà per qualche tempo a Milano, dove frequenterà un corso di formazione sindacale del PCI presso il Convitto scuola Rinascita. Nel 1949, al ritorno a Pordenone, assume la responsabilità di vice segretario della Camera del lavoro di Pordenone, passando alla componente socialista della CGIL.
Dopo anni impetuosi di lotte operaie e contadine e di disoccupati nell'ambito del Piano del lavoro lanciato da Di Vittorio, nel 1953, viene eletto per la prima volta alla Camera dei deputati, divenendone uno dei suoi più giovani membri. Alla Camera, Bettoli si occupa in particolare di legislazione del lavoro e della previdenza sociale, partecipando all'elaborazione di leggi, come quella per la parità dei diritti e retribuzioni tra donne e uomini, e alla Commissione d'inchiesta sulle condizioni dei lavoratori. È il primo a presentare una proposta di legge per l'istituzione della provincia di Pordenone, la prima nuova amministrazione provinciale dell'Italia repubblicana.
Rieletto nel 1958, diviene segretario del gruppo parlamentare socialista; è il primo firmatario delle proposte di legge socialiste in materia di concessione del passaporto gratuito per i migranti e per le nuove norme per le marche assicurative dell'INPS, e insieme al collega comunista Maglietta e al democristiano Storchi, segretario della CISL, della proposta di legge sul divieto di intermediazione di manodopera. Numerose le proposte di legge da lui sottoscritte sempre con prevalenza in materia di lavoro e previdenza. In ambedue le legislature, partecipa all'elaborazione della legge costituzionale che rende operativa la regione autonoma a statuto speciale Friuli Venezia Giulia.
Non rieletto nel 1963, Bettoli diviene il primo segretario generale della CGIL della regione e uno dei fondatori del PSIUP, che rappresenterà nel nuovo consiglio regionale dal 1964 per due legislature, cui seguirà una terza nella quale, dopo la confluenza della maggioranza del PSIUP nel PCI, sarà eletto come capolista comunista nel collegio di Pordenone. Sono anni intensi, in cui viene costruita la regione, attuata la sua autonomia speciale attraverso l'intervento nell'economia e nella società e, nell'ultimo scorcio della III legislatura, si occupa anche della ricostruzione del Friuli dopo il terremoto del 1976, un modello che è ancora ricordato oggi. Nel 1978, alla fine della III legislatura, Bettoli viene anche eletto sindaco di Porcia, il comune dove si trova la sede centrale del gruppo Zanussi - che in quegli anni è il secondo gruppo industriale privato in Italia -, dando risposta ai bisogni di tutela dell'ambiente e della popolazione.
A partire dal 1980, ritirandosi dalla politica a tempo pieno, Bettoli assume la guida del processo di rinascita dell'antica Casa del popolo di Torre di Pordenone danneggiata dal terremoto e la porta alla realtà odierna di un moderno centro associativo di quartiere, dai cui locali è partita l'esperienza del gruppo kayak-canoa, che ha dato alla nazionale olimpica il suo allenatore, Mauro Baron, e la medaglia d'oro di Londra, Daniele Molmenti. Nel 2001, ceduta la guida della Casa del popolo nell'anno del centenario dell'istituzione, ha assunto la presidenza provinciale dell'ANPI, riuscendo a realizzare nel suo ultimo anno di vita - e ci teneva molto - il monumento cittadino ai caduti partigiani. È stato attivo fino a poche settimane prima della morte. Ricordandolo, trasmettiamo alla famiglia le condoglianze personali e del nostro gruppo, unendoci a quelle della Presidenza della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ISIDORO GOTTARDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, è con un ricordo lucido che voglio commemorare per il mio gruppo l'onorevole Bettoli. Era un amico fraterno di mio nonno: erano compagni nel Partito socialista di unità proletaria all'epoca, hanno fatto resistenza e battaglie insieme. Io, da piccolo, lo ricordo nitidamente in quelle Pag. 93battaglie e in quelle discussioni, dove al centro ponevano, appunto, il problema dei diritti, delle persone e dei lavoratori. L'ho conosciuto, poi, da sindaco e nell'impegno politico. È stato un avversario per molti anni, ma sempre con una discussione civile molto animata e sempre molto produttiva. Lo ricordo anche, ultimamente, da presidente dell'ANPI.
Insomma, una vita spesa per l'impegno civile e sicuramente pienamente coerente a quelli che sono stati i suoi ideali. Alla sua famiglia e a tutti coloro che gli sono stati amici porgo le condoglianze più sincere e un ricordo affettuoso.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 19,10).

STEFANO ESPOSITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ci sono diverse richieste di intervento sull'ordine dei lavori; siccome dobbiamo passare alla prevista discussione sulle linee generali, darò la parola per un minuto di tempo. Prego, Onorevole Esposito, ne ha facoltà.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, sarò davvero breve. Nella giornata di ieri si è tenuto a Lione il vertice bilaterale tra il Governo italiano e quello francese. In quella sede sono stati sottoscritti importanti accordi bilaterali tra Italia e Francia; tra questi l'accordo che conferma la volontà dei Governi di realizzare la nuova linea ferroviaria Torino-Lione che è stata ed è oggetto di una importante trattativa, in questo momento, a livello europeo per l'individuazione della percentuale di cofinanziamento, e questo è un elemento di grande importanza sia per l'Italia che per la Francia. Proprio a questo proposito, nella giornata di oggi, è stata resa nota la posizione di un portavoce dell'Unione europea che parla di difficoltà nel cofinanziamento di quest'opera. Allora, a nome del gruppo del Partito Democratico, credo che a questo punto sarebbe molto utile e le chiedo un'informativa da parte del Governo sul vertice di ieri e sui contenuti che sono stati sottoscritti e gli accordi che sono stati messi in campo. Credo che questa sarebbe un'occasione importante per sostenere l'iniziativa del Governo da parte di questa Camera.

PRESIDENTE. Il Governo sicuramente avrà preso buona nota, ma sarà cura della Presidenza trasmettere la richiesta da lei fatta al Governo stesso.

SIMEONE DI CAGNO ABBRESCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMEONE DI CAGNO ABBRESCIA. Signor Presidente, vorrei sollecitare il Ministro per i beni e le attività culturali a rispondere alla mia interrogazione a risposta in Commissione numero 5-07798, presentata il 17 settembre nella seduta n. 686 e già sollecitata agli uffici competenti l'8 novembre scorso.

PIERFELICE ZAZZERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, mi rivolgo a lei perché senta il Governo; il 28 novembre, come lei sa, a Taranto c'è stato questo evento meteorologico con una tromba d'aria che ha interessato il comune di Statte, ma la cosa più preoccupante è che ha interessato gli impianti dell'Ilva provocando la frantumazione di un camino di 80 metri. Secondo quanto denunciato dall'associazione «Fondo Antidiossina di Taranto» vi sarebbero i rischi che quell'evento atmosferico e quella frantumazione del camino possano aver liberato fibre di amianto, di cui tutti conosciamo la pericolosità e sappiamo che sono fibre molto piccole che entrano nelle vie respiratorie e sono responsabili di forme cancerogene ai polmoni e alla pleura. Pag. 94
Secondo un video diffuso dagli organi di informazione sembrerebbe che ci siano dei lavoratori che stanno maneggiando dei sacchetti con la dicitura «a» cioè prodotti di amianto, che ci siano persone impegnate in atti di bonifica e su cui sembrerebbe che né questo Parlamento, né il Governo, né altri, abbiano ulteriori informazioni. Chiediamo pertanto al Governo di andare a capire cosa stia accadendo all'interno dell'Ilva in merito a quel rischio pericolosissimo che è rappresentato dall'amianto.

EUGENIO MAZZARELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, anche oggi, in Aula, ci si è interessati di una questione attinente l'esercizio della professione giornalistica e in questi giorni ferve, ma non appassiona, il dibattito sugli infortuni penali in cui è incorso il direttore Sallusti nell'uso un po' disinvolto della sua funzione informativa; ovviamente speriamo che a questi infortuni, a tutela generale del principio della libertà di stampa, in qualche forma si riesca a porre rimedio.
Però, poiché non ci siano infortuni giornalistici di «serie A» e di «serie B», vorrei segnalare a questa Presidenza, perché se ne faccia interprete presso la presidenza della RAI e presso i vertici della RAI, del caso del giornalista Giampiero Amandola, a quanto pare licenziato dalla RAI per il servizio su Juve-Napoli del TGR Piemonte.
In realtà, come si ricorderà, il reporter aveva commentato in modo, diciamo così, sufficientemente incivile il sudore dei napoletani, la puzza dei napoletani. Ora, al Sud noi sappiamo bene che l'unico sudore che c'è è quello della fatica di chi il lavoro lo perde e non lo trova e lungi da noi - lo dico da meridionale e da napoletano - l'idea che per tutelare i napoletani perda il lavoro un giornalista. Allora inviterei - e finisco subito - i vertici della RAI a una ragionata tolleranza. Magari una censura può bastare e può darsi che la prossima volta il giornalista in questione farà telecronache più civili.

GABRIELLA CARLUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, glielo chiedo anche perché lei è pugliese e quindi apprezzerà il mio intervento.
Mi è venuto in mente, sentendo l'onorevole Zazzera, che il tornado non ha causato solo danni gravi, come abbiamo capito, all'Ilva e alla zona di Taranto, ma anche a questo piccolo comune alle porte di Taranto, che si chiama Statte dove, per l'appunto, è crollato il campanile della chiesa, la locale stazione di polizia ha avuto danni enormi e palazzi e palazzine sono crollati. Allora, bisogna accendere i riflettori anche su questo piccolo comune perché, essendo molto piccolo, nessuno se ne occupa, però i danni sono ingenti. Ci sono 70 persone in ospedale che hanno ricevuto danni dal crollo dei pezzi di tetto di palazzine, quindi è importante che il Governo si occupi anche del piccolo comune di Statte, accanto a Taranto.

Discussione del disegno di legge: S. 3271 - Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia (Approvato dal Senato) (A.C. 5569); e dell'abbinata proposta di legge Reguzzoni ed altri: Modifica all'articolo 583 del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, in materia di oneri per le consistenze dei volontari in ferma prefissata e in rafferma, nonché delega al Governo per la riduzione degli organici delle Forze armate e altre disposizioni per il contenimento delle spese destinate alla difesa e all'invio di contingenti militari all'estero (A.C. 4740) (ore 19,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già Pag. 95approvato dal Senato: Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia; e dell'abbinata proposta di legge d'iniziativa dei deputati Reguzzoni ed altri: Modifica all'articolo 583 del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, in materia di oneri per le consistenze dei volontari in ferma prefissata e in rafferma, nonché delega al Governo per la riduzione degli organici delle Forze armate e altre disposizioni per il contenimento delle spese destinate alla difesa e all'invio di contingenti militari all'estero.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

(Discussione sulle linee generali - A.C. 5569)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che il presidente del gruppo parlamentare Lega Nord Padania ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
Avverto, altresì, che la IV Commissione (Difesa) si intende autorizzata a riferire oralmente. Il relatore, presidente della IV Commissione (Difesa), onorevole Cirielli, ha facoltà di svolgere la relazione.

EDMONDO CIRIELLI, Relatore. Signor Presidente, innanzitutto volevo dire - sul piano dei lavori - che abbiamo due relatori e quindi farà un intervento anche il collega, vicepresidente della Commissione, onorevole Garofani. Signor Presidente, colleghi, signor Ministro, come è noto, il disegno di legge in esame reca una delega al Governo per realizzare un ampio programma di riforma nel settore della difesa.
La delega dovrà essere esercitata entro 12 mesi, sebbene ci sia la facoltà di disposizioni correttive nei due anni seguenti. È necessario un parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia. La delega è una delega importante, che inciderà ampiamente sulle strutture organizzative, su quelle logistiche e sul personale delle Forze armate. Siamo di fronte ad una vera e propria riforma epocale.
La IV Commissione, a larga maggioranza, ha deciso di non apportare alcuna modifica al disegno di legge che era stato trasmesso dal Senato e questo non certo per rinunciare alla capacità e alla necessaria autonomia della Camera, ma perché innanzitutto il testo, nella sua larga parte, era ampiamente condivisibile, le modifiche - che pure noi avevamo immaginato di apportare - non erano modifiche sostanziali e soprattutto riteniamo che il Governo possa, in sede di attuazione, ampiamente ascoltare quello che ha detto la Commissione difesa, ma anche le altre Commissioni.
D'altro canto, la ristrettezza dei tempi - visto che ormai siamo in coda a questa legislatura - ci ha spinto ad approvare il provvedimento senza modifiche, ed è la cosa che auspichiamo che avvenga anche qui, in quest'Aula.
D'altro canto, è una riforma che non appare in alcun modo più rinviabile, per le motivazioni che dirò, sebbene, come ho detto, ci siano profili di criticità.
Vorrei fare due considerazioni di carattere generale. La prima è che ovviamente occorre modificare profondamente gli assetti attuali dello strumento militare, proprio perché il nostro strumento, soprattutto il nostro personale, ormai è chiamato sempre più a sfide epocali, sfide difficili, scenari di guerra nel contesto di missioni dell'ONU, insieme alla cornice delle nostre alleanze dell'Unione europea, e soprattutto della NATO. Si tratta di una riforma alla luce del contesto internazionale, alla luce delle riforme assegnate alle Forze armate, alla luce delle risorse sempre più esigue.
Voglio dire che già oggi il nostro strumento è capace e sta svolgendo il proprio lavoro con grande efficacia. I nostri uomini e le nostre donne, in tutti gli scenari, a cominciare da quelli più rischiosi come l'Iraq e l'Afghanistan, hanno dimostrato di Pag. 96avere una grande capacità. Ma gli ultimi anni hanno visto sempre più una serie di squilibri nei bilanci complessivi, non soltanto per una riduzione delle risorse, ma anche per la concomitanza di una serie di altre norme che hanno sempre più fatto aumentare la spesa per il personale in maniera tale da compromettere gravemente ormai la funzionalità, soprattutto per quanto riguarda la riduzione delle spese degli investimenti e la riduzione delle spese di esercizio.
Per tali ragioni è una scelta obbligata quella di riqualificare la spesa, in linea con quello che avviene a livello internazionale, con quello che tutti gli osservatori ritengono sia un dato ottimale, ossia quello di dare il 50 per cento delle risorse al personale e il 25 per cento alle spese di esercizio e di investimento. È necessaria quindi una ristrutturazione, atteso che sicuramente nel breve periodo non è ipotizzabile nessun altra forma di aumento delle risorse. La ristrutturazione chiaramente deve essere coerente con le risorse disponibili, ma soprattutto coerente con gli obiettivi assegnati alle Forze armate. In questo riteniamo che il lavoro fatto dal Governo, soprattutto grazie all'impegno dei colleghi del Senato, è stato un lavoro importante, che è durato tanti mesi e soprattutto vi sono stati tanti interventi, tante discussioni e anche tanti cambiamenti.
La contrazione strutturale complessiva in questo momento deve essere non inferiore al 30 per cento entro sei anni. La riduzione delle dotazioni organiche è stata stabilita in 150 mila unità complessive da assegnare al personale militare e solo 20 mila per il personale civile. L'obiettivo va raggiunto entro il 2024, ma con proroghe che il Governo dovrà poter attuare, ma ne parleremo in maniera più precisa dopo. Le principali direttive del provvedimento riguardano appunto la razionalizzazione delle spese, orientando i risparmi verso settori ritenuti più strategici secondo quel trinomio che ho appena accennato: 50, 25, 25.
Voglio segnalare, come ho già fatto come parlamentare, ma voglio farlo anche come presidente della Commissione, che ci sono sicuramente dei problemi di coordinamento con la spending review. La legge n. 95 del 2012 vanifica una parte di questi interventi, perché spinge verso altre finalità i risparmi conseguenti al taglio del personale, almeno fino al 2015. Crediamo che su questo il Governo, ma mi auguro il futuro Parlamento, possano mettere mano perché è giusto che la riforma delle Forze armate non venga fatta a danno delle Forze armate, ma venga fatta per migliorare lo strumento militare.
Il provvedimento introduce delle forme di flessibilità gestionale di bilancio e consente al Ministero della difesa un ristoro per i servizi resi, sia per quanto riguarda le prestazioni sanitarie sia per quanto riguarda le attività di protezione civile. Il provvedimento introduce notevoli novità nel settore della trasparenza e della gestione delle risorse, ed è una cosa che abbiamo particolarmente apprezzato in Commissione. La trasparenza viene realizzata innanzitutto tramite un più efficace coinvolgimento degli organi parlamentari.
C'è l'impegno da parte del Governo a trasmettere alle Camere, sotto forma di bilancio consolidato, un documento recante tutte le spese relative alla funzione difesa affinché il Parlamento - e soprattutto la nazione - possano avere elementi conoscitivi reali sulle dimensioni effettive delle spese destinate a tale settore.
La cosa che ci ha colpito in maniera particolarmente positiva è una nuova disciplina riferita ai programmi d'arma, rispetto ai quali la Commissione difesa aveva tenuto un'indagine conoscitiva a trent'anni dalla legge Giacché e le conclusioni sono state ampiamente accolte nel testo licenziato dal Senato, giacché avremo una vera e propria capacità di intervenire sul parere che potrà addirittura diventare un potere di veto, cosa che mancava assolutamente per il passato. Per quanto riguarda la contrazione strutturale, abbiamo già detto che ci dovrà essere almeno il 30 per cento in sei anni.
A questo scopo, verranno rafforzati i poteri del Capo di Stato maggiore della Difesa, proprio per dare una maggiore unitarietà di comando alle Forze armate. Ci sarà un'ampia ristrutturazione organizzativa Pag. 97del servizio sanitario militare interforze e ci sarà una revisione della procedura per la valorizzazione, la dismissione e la permuta degli immobili militari compresi gli alloggi stessi.
Per quanto riguarda la riduzione degli organici, ho accennato che verranno ridotti fino a 150 mila entro il 2024. Ci sono però due fattori sopravvenuti che noi segnaliamo in maniera assai negativa come Commissione. Il primo appunto è quello del taglio del personale del decreto-legge spending review n. 95 del 2012, che porta da 190 mila a 170 mila unità, in mancanza di un coordinamento con l'attuale norma. Ma la cosa che ci preoccupa di più è il nuovo regime pensionistico.
Infatti, il Consiglio dei ministri ha già approvato lo scorso mese di ottobre uno schema di regolamento che gradualmente incrementa i requisiti richiesti per l'accesso al sistema pensionistico del personale militare, sia per quanto riguarda la pensione di vecchiaia che per quanto riguarda l'accesso alla pensione anticipata. Questo produrrà da un lato uno slittamento del conseguimento dell'obiettivo finale e, combinato con il blocco del turn over, sicuramente un invecchiamento dello strumento militare, con grande difficoltà di attuazione proprio dei decreti che il Governo dovrà emanare.
D'altro canto, potrà verificarsi, come abbiamo già avuto modo di dire sia in Commissione difesa che in Commissione lavoro - purtroppo con scarsa capacità di ascolto da parte del Ministro Foriero -, che anche l'intervento formale sull'aspetto previdenziale comporti il rischio di una demotivazione del personale militare; si tratta di persone alle quali noi chiediamo di andare a rischiare la vita quotidianamente in mezzo alle strade per difendere la nostra sicurezza (purtroppo abbiamo avuto caduti in Iraq e in Afghanistan) e che devono avere un trattamento diverso rispetto agli altri. Costringerli, minacciando sanzioni economiche a rimanere in servizio fino a 59 anni, appare veramente contro la storia e il buonsenso. Paesi come gli Stati Uniti, che non hanno sistema previdenziale, assegnano la previdenza solo ai militari che addirittura a quarant'anni possono andare in pensione. È evidente che il Governo tecnico, che pure ha fatto bene in questo decreto di revisione dello strumento militare, a volte ha persone molto lontane dalla realtà quotidiana, che evidentemente non comprendono perché non lo frequentano.
Da questo punto di vista, c'è un forte appello al Governo affinché sia dato ascolto non soltanto alla Commissione difesa, ma anche alla Commissione lavoro. Le eccedenze non devono essere trattate combinando un altro guaio come quello relativo alla vicenda degli esodati. Da questo punto di vista, la norma predisposta dal Ministro della difesa ci sembra adeguata, da una parte perché si prevede la possibilità di accedere al personale civile del Ministero della difesa o ad altre amministrazioni pubbliche, dall'altro perché si ricorrerà in maniera volontaria ad una mobilità all'interno delle pubbliche amministrazioni, al collocamento in aspettativa per riduzione quadri. Oltretutto verranno aumentate le riserve dei posti dei concorsi in altre pubbliche amministrazioni.
È un dato particolarmente positivo l'introduzione della norma relativa al riconoscimento ai volontari di truppa congedati, con i requisiti positivi, della possibilità di accedere ad altre professionalità come guardie giurate, addetti ai servizi di controllo per le attività di intrattenimento e di spettacolo, così come a strutture di sicurezza, immaginiamo aeroporti, stazioni. Riteniamo che sia una cosa fondamentale per mantenere lo strumento militare attrattivo per i giovani che vogliano svolgere i volontari in ferma prefissata. Saranno previste anche delle forme temporanee di sostegno al reddito per le persone che non transiteranno ad un servizio permanente. Per quanto riguarda il personale civile, si ricorrerà a mobilità interna, al part-time, al lavoro a distanza e mobilità presso altre amministrazioni, sempre su base volontaria.
La Commissione, come ho detto, ha avuto modo di discutere molto perché ci sono stati dei punti di perplessità, in primo luogo i tempi entro cui conseguire la riduzione delle dotazioni organiche. Pag. 98Riteniamo che il termine del 2024 possa essere un termine troppo stringente, sappiamo che il Governo ha la possibilità di avvalersi dello strumento di flessibilità nel termine previsto dall'articolo 5 comma 2, ma noi chiediamo un impegno preciso in tal senso da parte del Governo qualora ci sia difficoltà, soprattutto per quanto riguarda il personale.
Rispetto alle 150 mila unità, sostanzialmente possiamo essere anche d'accordo, anche se non condividiamo il fatto che ci sia stato un numero così rigido, si poteva avere anche qui una quota più flessibile, ma se c'è un impegno a mantenere la vecchia normativa del vecchio modello professionale, il modello a 199 unità, che gli allievi delle scuole militari delle accademie e il personale addetto alla formazione non rientri in questo conteggio, riteniamo che si raggiunga un compromesso positivo per l'efficienza dello strumento militare e con i diritti e le aspettative del personale.
L'altro aspetto che non abbiamo condiviso è che nel testo, attesa l'importanza epocale della riforma, che impatta fortemente sul personale, non sia stato preso in considerazione a pieno il ruolo del Cocer, apprezziamo il fatto che il Ministro e il Governo abbiano sentito più volte il Cocer, ma noi pensavamo che questa era l'occasione per dare attuazione all'articolo 19 della legge 4 novembre 2010, n. 183, che ha sancito la specificità del personale del comparto difesa e sicurezza e prevede che il Cocer partecipi alle attività negoziali svolte per le finalità di cui al medesimo articolo e la cui disciplina attuativa doveva essere già definita con provvedimenti legislativi. Questa era l'occasione per farlo ed è stata un'occasione persa, ma da questo punto di vista ci aspettiamo che il Governo in quest'Aula prenda assoluti e specifici impegni affinché il Cocer possa partecipare attivamente al confronto per la redazione dei decreti legislativi attuativi.
L'altro aspetto importante e che ci preoccupa è sempre quello legato al personale, in maniera particolare - l'ho già detto prima - la stabilizzazione del personale in ferma prefissata quadriennale. Voglio ricordare al Presidente del Consiglio Monti che molti dei caduti in Afghanistan erano ragazzi precari, volontari in ferma breve che stavano servendo la patria in una condizione di precariato. Allora, credo che quando ci si assume la responsabilità, sebbene per nobili fini, sebbene per la sicurezza della Patria, per la lotta al terrorismo internazionale, per la pace nel mondo, di esporre i nostri figli al rischio di perdere la vita, credo bisogna avere il rispetto di considerare con attenzione il dovere e il servizio a cui sottoponiamo questi giovani. Per cui riteniamo che questa debba essere una priorità assoluta, non solo del Ministro della difesa, ma dell'intero Governo e del Capo dello Stato; i giovani precari delle Forze armate devono avere il diritto ad un inserimento dignitoso nella vita civile, pubblica e militare di questo Stato, altrimenti questo non è uno Stato che è degno di chiamarsi Stato in sé. Rispetto a ciò, siamo preoccupati per la disciplina stringente del turnover.
Siamo preoccupati della riduzione degli organici delle forze di polizia, che avrebbero, nel modello di professionalizzazione, assorbito la totalità dei volontari che, al termine dei quattro anni, risultavano idonei.
L'ultimo aspetto, ma come si dice «ultimo, ma non per ultimo» è quello legato all'imminente scioglimento delle Camere, che rischia di pregiudicare l'effettiva possibilità delle Commissioni di esprimersi su questi importanti provvedimenti. In questo senso, è stata rivolta al Ministro la richiesta di assumere l'impegno politico di non avvalersi della facoltà di adottarli senza attendere il parere parlamentare, soprattutto dopo che sia decorso il termine dei sessanta giorni, che potrebbe cadere durante il periodo della prorogatio delle Camere o durante le elezioni.
Le altre Commissioni, nei pareri, hanno anche espresso molte perplessità e penso che sia giusto, per il rispetto del lavoro di quei colleghi, riportare brevemente anche perché la Commissione difesa, per le motivazioni che ho detto prima, cioè per la Pag. 99necessità di approvare comunque la riforma, non ha potuto tener conto di questi pareri.
In maniera particolare, le Commissioni X e XI hanno espresso perplessità sull'attuazione delle norme contenute nel provvedimento, che mancano di un coordinamento con le altre norme approvate da questo Governo - e ci risiamo - come la spending review, l'armonizzazione previdenziale, le norme che riguardano il taglio del personale degli organici delle altre pubbliche amministrazioni. Insomma, sembra un po' come se il resto del Governo non si sia reso conto che al Senato si stava approvando questa norma.
Ovviamente, nelle disposizioni di coordinamento che dipenderanno dal Ministro, questo potrà ampiamente essere soddisfatto. La Commissione lavoro, in maniera particolare, ha posto l'accento sulle preoccupazioni, che ho citato, del turnover e dell'armonizzazione previdenziale. D'altro canto, anche il Comitato per la legislazione ha dato una serie di suggerimenti, che noi riteniamo condivisibili per il miglioramento della formulazione delle disposizioni. Però, per la stessa motivazione, per la paura di non concludere l'iter del provvedimento prima della fine della legislatura, abbiamo deciso di soprassedere.
Quindi, concludendo, ritengo che il provvedimento vada approvato in tempi rapidi, ma anche che il Governo debba prendere una serie di impegni importanti per garantire la coerenza complessiva del provvedimento.

PRESIDENTE. Il relatore, onorevole Garofani, ha facoltà di svolgere la relazione.

FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, Relatore. Signor Presidente, faccio riferimento a quanto illustrato dal Presidente Cirielli, nel merito della delega presentata al Governo.
La mia riflessione si concentrerà, invece, su alcuni punti generali e su alcune criticità emerse nella discussione in Commissione durante i nostri lavori.
Come ho detto, il disegno di legge, che conferisce al Governo una delega per l'adozione di due o più decreti legislativi per disciplinare la revisione dello strumento militare, approda alla Camera dopo l'approvazione da parte del Senato in questo convulso finale di legislatura. Si tratta di un provvedimento importante, urgente, sollecitato dall'improrogabile necessità - come è stato ricordato - di dare certezza ad un comparto, quello della difesa, rispetto al quale, negli ultimi anni, con rarissime eccezioni, le risorse pubbliche dedicate sono andate costantemente diminuendo.
Non è questa la sede per riproporre confronti e comparazioni tra la situazione italiana e quella di altri Paesi a noi omogenei per livelli di responsabilità e peso politico nel contesto internazionale. Del resto, questi dati sono largamente illustrati nella relazione che accompagna il provvedimento e sono puntualmente emersi anche nei lavori di approfondimento nelle diverse audizioni che abbiamo svolto in Commissione. La domanda che invece ci interpella direttamente ed alla quale credo sia doveroso dare una risposta è quale tipo di strumento militare possiamo delineare a partire dalle risorse disponibili, immaginando che tali risorse non potranno certamente essere aumentate né oggi, né in un prossimo futuro. Dare questa risposta non è stato e non è facile.
Non si tratta solo di numeri, di stabilire quanti, uomini e donne in divisa, possiamo permetterci con le risorse a disposizione. Se fosse così basterebbe un calcolatore. Dobbiamo tener conto di molte e diverse variabili. La prima riguarda, come ho detto, il livello della nostra responsabilità nel contesto internazionale ed il contributo che il Paese deve e può dare alla costruzione della pace e della sicurezza globale. L'Italia ha un ruolo di primo piano nelle istituzioni sovranazionali. È Paese fondatore della Comunità europea. Partecipa da protagonista all'Alleanza atlantica con ruoli di responsabilità. Come tutti sappiamo, sempre di più, la dimensione militare si collega a quella di politica estera, fino a diventarne strumento essenziale, come accade anche attraverso il coinvolgimento dell'Italia in tante missioni internazionali. Pag. 100
Molte volte si usa dire che la partecipazione italiana a queste missioni serve a misurare il livello delle nostre ambizioni sulla scena internazionale. A pesare, si dice, è il ruolo e il prestigio del nostro Paese nel mondo. È una lettura fuorviante che personalmente non condivido, anche dal punto di vista terminologico. Credo che sarebbe più giusto e corretto dire che è la nostra partecipazione alle istituzioni sovranazionali, cioè la nostra adesione al tentativo di dare un governo democratico ai grandi processi della globalizzazione, che ci impone un dovere e una responsabilità alle quali sarebbe impossibile sottrarsi senza rischiare di indebolire quella prospettiva. Questa, dunque, è la prima decisiva variabile che ci deve guidare: definire e costruire uno strumento militare efficiente, utile alla nostra politica estera e funzionale al nostro impegno per la pace e per la sicurezza nel mondo.
L'altra variabile, non meno importante, è quella che in linguaggio tecnico chiamiamo la specificità militare, ne ha parlato il presidente Cirielli. Sotto questo capitolo vi è la grande e drammatica questione della riduzione del personale, che è il tema più delicato e difficile che questo provvedimento affronta. Ognuno di noi, in questi giorni, in queste ore, è stato raggiunto da messaggi, più o meno allarmati e talvolta anche severi, nei nostri confronti, che chiedono di non approvare queste norme, poiché a pagarne il prezzo sarebbe, soprattutto e prima di tutto, il personale.
In Commissione abbiamo ascoltato le ragioni e le preoccupazioni delle rappresentanze militari e civili e abbiamo registrato le loro proposte. Credo si debba dire, a questo proposito, che la delega che si conferisce al Governo indica le linee guida di una riforma che si articolerà, nel tempo, lungo un orizzonte che, come è stato ricordato, è fissato nel 2024, ma che potrebbe essere anche più lungo, come è previsto dal comma 2 dell'articolo 5, che stabilisce una sorta di clausola di salvaguardia che implicitamente risponde a molte delle preoccupazioni espresse dai Cocer sui tempi. Questa cornice è sufficientemente flessibile per consentire e contenere tutti quei provvedimenti a tutela del personale che consentano di dare senso e concretezza alla richiamata specificità, al fine di rendere più indolore possibile l'azione di ridimensionamento dello strumento.
Certo, in questo senso la strada è stretta e, forse, anche impervia. Non agevola la sovrapposizione, che con questa riforma si è realizzata, con il decreto-legge n. 95 del 2012, la cosiddetta spending review, che ha effettuato, come è stato detto, una riduzione del personale della difesa in misura non inferiore al 10 per cento, destinando i risparmi al miglioramento dei saldi pubblici. Soprattutto, però, preoccupa la cosiddetta armonizzazione previdenziale, che non sembra cogliere la reale portata del tema della specificità militare, con la conseguenza e il rischio di rendere più difficile l'esodo di personale, per il quale si allontana la prospettiva del pensionamento. E, tuttavia, questa del personale, militare e civile, è una partita che può trovare risposte positive proprio in quella flessibilità che la delega contiene e che può consentire, attraverso i decreti legislativi che seguiranno, di riequilibrare le misure riguardanti il personale, anche alla luce delle evoluzioni del più generale quadro legislativo e anche a costo, come detto, di diluire i tempi della riforma o di riconsiderare la ripartizione delle risorse tra i diversi capitoli del bilancio della difesa. In questo senso dovrà essere la politica, dovrà essere il Parlamento a indicare le priorità da salvaguardare nell'attuazione della riforma.
A questo proposito, si deve anche dire che è del tutto infondata la polemica che strumentalmente afferma che questa delega taglia il personale per aumentare gli investimenti di programmi d'arma. L'obiettivo delle riforma, come si sa, è riequilibrare il bilancio della difesa, riproporzionando tra personale, esercizio e investimenti. Dunque, non si aumenteranno le risorse, ma si riequilibrerà la sproporzione oggi esistente tra il personale ed esercizio, fermo restando l'attuale livello di spesa per gli investimenti. Bisogna sapere che parlare di esercizio significa Pag. 101parlare di operatività, di equipaggiamenti, di addestramento e, dunque, soprattutto di sicurezza del personale impegnato nelle missioni. Infatti, è soprattutto in relazione a questa voce che si misura l'efficienza dello strumento militare e si interviene per scongiurare quei rischi di decadimento verticale della operatività e della funzionalità, che è stato più volte denunciato dai vertici militari in conseguenza della politica dei tagli lineari che è stata adottata negli ultimi anni.
Di più. Proprio sui programmi d'arma il provvedimento al nostro esame contiene una innovazione politicamente rilevantissima, che è diretta conseguenza dell'indagine conoscitiva che abbiamo condotto, proprio noi della Commissione difesa della Camera, su questo tema.
Il Senato, come è stato ricordato, ha introdotto una norma che riguarda gli investimenti sui sistemi d'arma, modificando la cosiddetta legge Giacchè. In particolare, per quanto riguarda i sistemi d'arma si rafforza il ruolo del controllo parlamentare, con la previsione di un doppio parere delle Commissioni competenti che possono determinare, con maggioranza qualificata, la sospensione del programma. Ancora una volta sarà la politica a dover decidere, anche su temi spinosi, difficili, talvolta impopolari, come quelli legati all'acquisto di sistemi d'arma, compreso il capitolo delicatissimo e molto discusso degli F35. Ma è giusto dire e ripetere che la delega non ipoteca in nulla il potere decisionale del Governo e dei Parlamenti che verranno, ma al contrario amplia in modo rilevantissimo il controllo delle Camere così come mai era accaduto prima.
L'ultima osservazione è sui tempi che la Commissione ha dedicato al provvedimento e alla decisione della maggioranza di non apportare emendamenti. Tutti sappiamo che emendare questo testo avrebbe significato decretarne l'affossamento, considerati i tempi strettissimi della legislatura. Quanto alla fretta, è francamente ingiusto - credo - insistere sulla polemica sulla velocità dei nostri lavori, anche perché sulla stessa materia la Commissione difesa è impegnata da diversi mesi in una indagine conoscitiva che ha indagato, a dieci anni dalla riforma della leva, sullo stato e sui limiti del nostro strumento militare. Abbiamo fatto decine di audizioni, molte delle quali con gli stessi interlocutori che oggi sollecitano la riforma, sottolineandone l'assoluta urgenza. Da molte di queste audizioni, che inevitabilmente hanno incrociato la questione della riforma, sono venute valutazioni convergenti, che potrebbero essere riassunte in una duplice e forte richiesta alla politica. La prima: non dimenticare mai che il patrimonio più prezioso delle Forze armate sono gli uomini e le donne che hanno scelto di servire la patria indossando una divisa. La seconda: dare certezza sulle risorse disponibili. Credo che si possa e si debba riconoscere che queste istanze abbiano rappresentato la bussola che abbiamo cercato di seguire con il nostro lavoro in Commissione (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

FILIPPO MILONE, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, mi riservo di intervenire nel prosieguo della discussione.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse, interrompiamo a questo punto la discussione del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 10.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e V (Bilancio):
S. 3570 - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 ottobre Pag. 1022012, n. 174, recante disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012. Proroga di termine per l'esercizio di delega legislativa (5520-B) - Parere delle Commissioni VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), X e XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea per il 5 dicembre 2012, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, i termini di cui ai commi 3 e 4 del medesimo articolo si intendono conseguentemente adeguati.

Approvazioni in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta del 4 dicembre 2012 sono state approvate, in sede legislativa, le seguenti proposte di legge:
Dalla VII Commissione (Cultura):
MOFFA ed altri: «Equo compenso nel settore giornalistico» (3555-B), (già approvata dalla VII Commissione della Camera e modificata dalla 11a Commissione del Senato).

Dalla XII Commissione (Affari sociali):
DI VIRGILIO: «Modifica dell'articolo 157 del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, in materia di raccolta di medicinali inutilizzati o scaduti, e altre disposizioni concernenti la donazione di medicinali e la loro utilizzazione e distribuzione da parte organizzazioni senza fini di lucro» (4771), con seguente nuovo titolo: «Disposizioni concernenti la donazione di medicinali non utilizzati e la loro utilizzazione e distribuzione da parte di organizzazioni non lucrative di utilità sociale e modifica dell'articolo 157 del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, in materia di raccolta di medicinali non utilizzati o scaduti».

Sull'ordine dei lavori (ore 19,45).

STEFANO ESPOSITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, vorrei segnalare alla sua attenzione e, tramite lei, al Governo la situazione, purtroppo nota e particolarmente triste, dei lavoratori della Raf-Phonemedia di Biella, Novara e Vercelli.
Questa azienda è balzata, purtroppo, agli onori della cronaca per il fallimento che ha messo sulla strada centinaia e centinaia di lavoratori, ma il fatto specifico che vorrei qui segnalare riguarda il decreto, promesso da parte del Governo, che avrebbe integrato il trattamento previsto per la disoccupazione ordinaria, facendolo passare dal 60 all'80 per cento dello stipendio base.
Stiamo parlando di un decreto che era stato promesso già all'inizio dell'anno. Questo decreto, che riguardava, peraltro, anche alcune aziende dell'indotto di Phonemedia, riguardava i lavoratori direttamente impegnati da Raf-Phonemedia, che al momento hanno ricevuto quanto previsto per la disoccupazione ordinaria nella quota del 60 per cento e non hanno ancora visto negli otto mesi trascorsi da dicembre a settembre, perché il provvedimento riguardava quegli otto mesi, l'integrazione come promesso.
Questa integrazione non vi è perché il decreto giace alla firma del Ministero dello sviluppo economico, credo con anche una competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Io e l'onorevole Boccuzzi abbiamo già, in questi mesi, più Pag. 103volte presentato interrogazioni; quindi, lo strumento del sindacato ispettivo è stato da noi utilizzato.
Ci rivolgiamo a lei nella speranza che possa, in qualche modo, sollecitare il Governo a sottoscrivere la firma di questo decreto, in modo che i lavoratori possano percepire, peraltro in un momento di grande crisi e non con grandi prospettive occupazionali per il futuro, quell'integrazione che era stata faticosamente costruita attraverso un accordo e che costituisce un pezzo di reddito importante per molti lavoratori che in questo momento sono in gravissima difficoltà.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 5 dicembre 2012, alle 10:

1. - Discussione del disegno di legge (per il seguito della discussione sulle linee generali):
S. 3271 - Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia (Approvato dal Senato) (C. 5569)
e dell'abbinata proposta di legge: REGUZZONI ed altri (C. 4740).
- Relatori: Cirielli e Garofani.

(ore 15)

2. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(ore 16)

3. - Discussione del disegno di legge:
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, recante disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012. Proroga di termine per l'esercizio di delega legislativa (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 5520-B).

La seduta termina alle 19,50.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 5019-bis e ab-A - em. 2.1 381 378 3 190 32 346 58 Resp.
2 Nom. em. 2.4 388 386 2 194 32 354 57 Resp.
3 Nom. em. 2.2 386 385 1 193 9 376 57 Resp.
4 Nom. em. 2.90 396 394 2 198 32 362 57 Resp.
5 Nom. em. 2.50 399 393 6 197 42 351 57 Resp.
6 Nom. em. 2.51 397 396 1 199 2 394 57 Resp.
7 Nom. em. 2.82 402 401 1 201 33 368 57 Resp.
8 Nom. em. 2.7 401 400 1 201 33 367 57 Resp.
9 Nom. em. 2.76 402 401 1 201 33 368 57 Resp.
10 Nom. em. 2.8 402 399 3 200 36 363 55 Resp.
11 Nom. em. 2.64 402 399 3 200 2 397 55 Resp.
12 Nom. em. 2.63 401 399 2 200 1 398 55 Resp.
13 Nom. em. 2.62, 2.83 rif. 398 357 41 179 348 9 55 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.87 407 403 4 202 39 364 55 Resp.
15 Nom. em. 2.77 398 397 1 199 35 362 55 Resp.
16 Nom. em. 2.19 402 401 1 201 34 367 55 Resp.
17 Nom. em. 2.18 409 406 3 204 35 371 55 Resp.
18 Nom. articolo 2 403 390 13 196 354 36 55 Appr.
19 Nom. em. 3.1 411 408 3 205 35 373 55 Resp.
20 Nom. em. 3.61 410 410 206 34 376 55 Resp.
21 Nom. em. 3.63 413 412 1 207 35 377 55 Resp.
22 Nom. em. 3.64 405 405 203 36 369 55 Resp.
23 Nom. em. 3.51 414 414 208 1 413 55 Resp.
24 Nom. em. 3.2, 3.71 414 414 208 36 378 55 Resp.
25 Nom. em. 3.52 415 412 3 207 36 376 55 Resp.
26 Nom. em. 3.78 415 413 2 207 34 379 55 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 3.3 421 420 1 211 36 384 55 Resp.
28 Nom. em. 3.76 414 412 2 207 37 375 55 Resp.
29 Nom. em. 3.77 413 412 1 207 38 374 55 Resp.
30 Nom. em. 3.200 421 416 5 209 358 58 55 Appr.
31 Nom. em. 3.154 417 380 37 191 14 366 55 Resp.
32 Nom. em. 3.80 418 415 3 208 34 381 55 Resp.
33 Nom. em. 3.5 419 417 2 209 11 406 55 Resp.
34 Nom. em. 3.55 417 381 36 191 381 55 Resp.
35 Nom. em. 3.7 415 412 3 207 34 378 55 Resp.
36 Nom. em. 3.83 422 419 3 210 35 384 55 Resp.
37 Nom. em. 3.86 429 426 3 214 35 391 55 Resp.
38 Nom. em. 3.87 436 431 5 216 38 393 53 Resp.
39 Nom. em. 3.56 436 432 4 217 40 392 52 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 3.88 433 429 4 215 40 389 52 Resp.
41 Nom. em. 3.89 431 427 4 214 44 383 52 Resp.
42 Nom. em. 3.90 431 427 4 214 41 386 52 Resp.
43 Nom. em. 3.9 430 423 7 212 42 381 52 Resp.
44 Nom. em. 3.94 432 428 4 215 42 386 52 Resp.
45 Nom. em. 3.10 434 429 5 215 41 388 52 Resp.
46 Nom. em. 3.95 442 437 5 219 43 394 52 Resp.
47 Nom. em. 3.11 438 431 7 216 8 423 52 Resp.
48 Nom. em. 3.97 441 436 5 219 43 393 52 Resp.
49 Nom. em. 3.100 401 397 4 199 40 357 53 Resp.
50 Nom. em. 3.101 406 402 4 202 41 361 53 Resp.
51 Nom. em. 3.102 407 404 3 203 40 364 52 Resp.
52 Nom. em. 3.12, 3.104 413 411 2 206 41 370 51 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 3.105 424 421 3 211 44 377 50 Resp.
54 Nom. articolo 3 436 411 25 206 367 44 48 Appr.
55 Nom. em. 4.1 433 428 5 215 48 380 48 Resp.
56 Nom. em. 4.62 440 435 5 218 41 394 48 Resp.
57 Nom. em. 4.63 437 432 5 217 40 392 48 Resp.
58 Nom. em. 4.2 444 438 6 220 42 396 48 Resp.
59 Nom. em. 4.60 446 441 5 221 43 398 48 Resp.
60 Nom. em. 4.61 447 443 4 222 43 400 48 Resp.
61 Nom. em. 4.3 427 423 4 212 37 386 48 Resp.
62 Nom. articolo 4 439 429 10 215 373 56 48 Appr.
63 Nom. mantenimento articolo 5 439 430 9 216 382 48 48 Appr.
64 Nom. mantenimento articolo 6 451 442 9 222 401 41 48 Appr.
65 Nom. em. 7.2 445 434 11 218 33 401 48 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 7.1 437 430 7 216 40 390 48 Resp.
67 Nom. articolo 7 443 395 48 198 391 4 48 Appr.
68 Nom. articolo 8 444 403 41 202 397 6 48 Appr.
69 Nom. articolo 9 448 399 49 200 398 1 48 Appr.
70 Nom. em. 10.1 451 443 8 222 49 394 48 Resp.
71 Nom. em. 10.2 455 448 7 225 44 404 48 Resp.
72 Nom. articolo 10 450 441 9 221 391 50 48 Appr.
73 Nom. em. 11.200 454 445 9 223 401 44 48 Appr.
74 Nom. articolo 11 455 445 10 223 404 41 48 Appr.
75 Nom. articolo 12 458 449 9 225 406 43 48 Appr.
76 Nom. articolo 13 455 449 6 225 407 42 48 Appr.
77 Nom. articolo 14 426 393 33 197 371 22 48 Appr.
78 Nom. odg 9/5019-bis A e ab/6 p. I 388 374 14 188 53 321 48 Resp.
INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. odg 9/5019-bis A e ab/6 p. II 408 391 17 196 381 10 48 Appr.
80 Nom. odg 9/5019-bis A e ab/9 rif. 408 393 15 197 383 10 48 Appr.
81 Nom. odg 9/5019-bis A e ab/11 rif. 378 369 9 185 359 10 48 Appr.
82 Nom. Ddl 5019-bis e ab-A - voto finale 426 405 21 203 348 57 47 Appr.
83 Nom. Pdl 1439-B - articolo 2 414 373 41 187 371 2 48 Appr.
84 Nom. articolo 4 422 383 39 192 383 47 Appr.
85 Nom. articolo 5 423 419 4 210 418 1 47 Appr.
86 Nom. articolo 6 422 421 1 211 421 47 Appr.
87 Nom. articolo 10 424 422 2 212 422 47 Appr.
88 Nom. articolo 11 427 426 1 214 426 47 Appr.
89 Nom. articolo 13 426 425 1 213 425 47 Appr.
90 Nom. articolo 14 425 424 1 213 424 47 Appr.
91 Nom. articolo 16 425 424 1 213 424 47 Appr.
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 94)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. articolo 17 424 423 1 212 423 47 Appr.
93 Nom. articolo 21 427 427 214 427 47 Appr.
94 Nom. Pdl 1439-B - voto finale 395 393 2 197 393 46 Appr.