Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 720 di martedì 20 novembre 2012

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 10,10.

MICHELE PISACANE, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 15 novembre 2012.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Antonione, Barbi, Bongiorno, Boniver, Borghesi, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carlucci, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Commercio, Gianfranco Conte, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Di Biagio, Dozzo, Dussin, Fallica, Fava, Gregorio Fontana, Tommaso Foti, Franceschini, Galletti, Garavini, Giancarlo Giorgetti, Guzzanti, Iannaccone, Jannone, La Malfa, Leo, Lucà, Lupi, Antonio Martino, Mazzocchi, Mecacci, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mura, Mussolini, Nucara, Pagano, Palumbo, Paniz, Pecorella, Pisicchio, Polledri, Razzi, Ruben, Paolo Russo, Stefani, Stucchi, Valducci e Vitali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera in data 15 novembre 2012, il deputato Pippo Gianni, già iscritto al gruppo parlamentare Popolo e Territorio (Noi Sud - Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani - PID, Movimento di Responsabilità Nazionale - MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro - ADC, Democrazia Cristiana), ha chiesto di aderire al gruppo parlamentare Popolo della Libertà.
La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in data 19 novembre 2012, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015. (A.C. 5535-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015.
Ricordo che nella seduta di giovedì 15 novembre 2012 si è conclusa la discussione congiunta sulle linee generali dei disegni di legge di stabilità e di bilancio e che i relatori sul disegno di legge di stabilità e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica. Pag. 2
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi relativi al seguito dell'esame del disegno di legge di bilancio è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
Ricordo che dopo l'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti non si procederà alla votazione finale del disegno di legge di bilancio. L'esame degli ordini del giorno e il voto finale avranno pertanto luogo dopo la conclusione dell'esame del disegno di legge di stabilità e dell'eventuale nota di variazioni.
Ricordo che, come di consueto, nel fascicolo degli emendamenti relativi al disegno di legge di bilancio sono stati pubblicati solo gli emendamenti ammissibili presso la V Commissione (Bilancio) in sede referente, purché ivi respinti e ripresentati ai fini dell'esame in Assemblea, nonché le proposte emendative riferite alle parti del provvedimento modificate in sede referente.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,14).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, la scorsa settimana, in occasione di una manifestazione di studenti tenutasi qui a Roma, si sono verificati episodi in qualche modo inquietanti, dei quali hanno dato notizia la stampa e anche i mezzi di informazione radiotelevisiva. Particolarmente inquietante è la vicenda rivelata da un video riguardante il Ministero della giustizia, dal quale sembrerebbe che dall'interno dell'edificio possano essere stati lanciati dei candelotti sulle persone che dimostravano nell'area antistante al Ministero. Per questi motivi, per la gravità anche dei fatti e per l'eco che hanno avuto nell'opinione pubblica, noi chiediamo che il Governo venga a riferire in Aula, in particolare nelle persone del Ministro dell'interno e del Ministro della giustizia, nel caso potesse essersi verificato l'evento che abbiamo citato prima.
Chiedo quindi al Presidente di farsi interprete di questa nostra richiesta presso il Governo.

PRESIDENTE. La sua richiesta naturalmente sarà esaudita.

MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo soltanto per risollecitare la risposta in Commissione all'interrogazione n. 5-08338, che riguarda un'ispezione effettuata in relazione agli uffici del commissario dell'autostrada A4.
Gli esiti di questa ispezione sono stati pubblicati sul giornale prima che venissero conosciuti dagli uffici e dai diretti interessati. La cosa divertente - si fa per dire - è che le controdeduzioni già predisposte dimostrano come questa ispezione si sia basata su argomenti molto spesso superficiali, quando, addirittura, non riferiti a dati completamente errati. Insieme ai colleghi abbiamo presentato questa interrogazione, ne abbiamo già sollecitato la risposta e chiediamo che il Presidente del Consiglio venga a risponderci, perché si tratta di un fatto estremamente grave.

Pag. 3

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, non vorrei ripetere, ma intervengo a sostegno della richiesta dell'onorevole Contento sull'interrogazione che avevamo presentato e sulla quale vi è anche la mia firma. Infatti, più di una settimana fa, avevamo chiesto una risposta, ma non ci è stata data. Il problema è delicatissimo: per cui, da parte mia, rivolgo un sollecito affinché il Governo venga a riferire, anzi a rispondere in Aula, su questa interrogazione.

ILEANA ARGENTIN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, veramente poche parole per ricordare, ancora una volta, l'importanza di arrivare ad elezioni prestissimo nella regione Lazio, visto il grande problema della sanità che si sta creando su tutto ciò che riguarda la riabilitazione e i centri sanitari. Abbiamo un blocco assoluto, non c'è più possibilità da nessuna parte di avere risposte: quindi, non solo il mondo della disabilità ma, in genere, il mondo delle persone che vivono una situazione di disagio ed anche i malati in quanto tali, non trovano più risposte all'interno di una regione completamente assente. La governatrice Polverini ha fatto nuovamente ricorso; la situazione sta diventando sempre più politica, sempre più partitica, creando sempre meno risposte e concrete realtà al bisogno di una regione che si trova sempre più sola.

RENATO FARINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO FARINA. Signor Presidente, a costo di sembrare un disco rotto, ricordo la situazione delle nostre carceri, che, anche ieri, a partire dal rapporto dell'Associazione «Antigone», si dimostrano essere le peggiori in Europa quanto ad affollamento. Io credo che sia un fatto di civiltà che il Parlamento se ne occupi, altrimenti, non si capisce cosa stiamo a fare qui e cosa faccia la politica. Non esistono soltanto i numeri dello spread, ma anche i numeri dietro cui vi sono delle sofferenze concrete, come il numero dei 53 suicidi nelle carceri italiane, più del 20 per cento - anche se parlare di tasso di suicidi è una cosa amarissima - rispetto all'anno precedente.

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, poiché un attimo fa alcuni colleghi, legittimamente e giustamente, hanno sollecitato una risposta da parte del Governo ad una interrogazione che riguarda le problematiche legate all'autostrada A4, che collega Trieste a Venezia, io desidero, per l'ennesima volta, anche da parte mia, sollecitare una risposta del Governo ad un'interrogazione presentata ancora mesi addietro sempre sulle problematiche legate alla terza corsia, all'ampliamento dell'autostrada A4 e a tutte le vicende che sono state oggetto, in queste settimane, anche di polemiche sulla stampa locale del Friuli Venezia Giulia. Quindi, spero che il Governo risponda all'interrogazione dei colleghi che mi hanno preceduto, ma spero che dia risposta anche all'interrogazione che, molti mesi prima, avevo presentato insieme ai colleghi Maran e Rosato.

PRESIDENTE. Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,35.

La seduta, sospesa alle 10,20, è ripresa alle 10,35.

Pag. 4

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIANFRANCO FINI

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 5535-A.

(Esame degli articoli - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione.
Avverto che prima dell'inizio della seduta gli emendamenti Rubinato Tab. 2.2 (ex Tab. 2.18), Garavini Tab. 6.1 (ex Tab. 6.10), Porta Tab. 6.2 (ex Tab. 6.12) e Gianni Farina Tab. 6.3 (ex Tab. 6.11) sono stati ritirati dai presentatori.
Avverto, altresì, che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere che è distribuito in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A).

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 con l'annessa Tabella 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 con l'annessa Tabella 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prego i colleghi di affrettarsi. Onorevoli Tanoni, Barbieri, Bonaiuti e Crolla.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva. (Vedi votazioni).

(Presenti 366
Votanti 356
Astenuti 10
Maggioranza 179
Hanno votato
305
Hanno votato
no 51).

Prendo atto che le deputate Motta e Cosenza hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole, che il deputato Palomba ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2, con l'annessa Tabella 2, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, vorrei annunciare il ritiro del mio emendamento Tab. 2.1 (ex Tab. 2. 5.) ed esprimere un apprezzamento e un ringraziamento per il lavoro prezioso che è stato fatto dai relatori, dal presidente della V Commissione (Bilancio) e dai funzionari che hanno collaborato; anche perché, il Governo, dopo una iniziale incomprensione, è riuscito a trovare, assieme, appunto, ai relatori, la soluzione per il problema che riguardava lo stanziamento per la minoranza slovena in Italia.
Esprimo anche il mio apprezzamento perché, nel complesso, il Governo e la Commissione Bilancio, nel prosieguo dei lavori, hanno risolto sia il problema della minoranza italiana in Slovenia e Croazia, sia il problema del ripristino degli stanziamenti in favore delle associazioni degli esuli istriani e dalmati. Quindi, annuncio il ritiro del mio emendamento.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 2 e sulle proposte Pag. 5emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

AMEDEO CICCANTI (UdCpTP), Relatore. Signor Presidente, ricordo che anche l'emendamento Rubinato Tab. 2.2 (ex Tab. 2. 18.) è stato ritirato.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Borghesi Tab. 2.3 (ex Tab. 2. 9.), perché è stato già rifinanziato il Fondo della protezione civile con la legge di stabilità, per ciò che concerne il terremoto dell'Aquila, le varie alluvioni che ci sono state nel passato nelle regioni e quella più recente di qualche giorno fa; è vero che questo emendamento agisce sulla prevenzione e non sui danni postumi però, in qualche modo, la questione della tutela ambientale dal punto di vista idrogeologico ha trovato già attenzione da parte dei relatori della Commissione con questa legge di stabilità.
Per quanto riguarda l'emendamento Palagiano Tab. 2.4 (ex Tab. 2. 8.), è difficile esprimere un parere pienamente consapevole. Infatti, mi consenta di fare questa riflessione che vale per tutti gli emendamenti: l'articolo 23 della legge n. 196 del 2009 di contabilità e finanza pubblica, consente una flessibilità di bilancio per modificare le dotazioni finanziarie programmate; tuttavia, quando ciò viene fatto dal Parlamento, deve essere stabilito, nelle Commissioni di merito, attraverso un confronto tra Parlamento e Governo; non si possono spostare stanziamenti da un capitolo ad un altro, da un programma ad un altro, da una missione ad un'altra, perché mentre si portano benefici da una parte, si sottraggono risorse già programmate dall'altra. Tutti i colleghi parlamentari sanno che ogni anno il Ministro dell'economia e delle finanze invia una circolare a tutti i ministeri per indicare le dotazioni finanziarie necessarie per la gestione di determinati servizi, sicché non si può, in sede parlamentare, successivamente, andare, in modo un po' occasionale, a prelevare risorse da una parte o dall'altra, o modificare queste dotazioni che molti ministeri, molti dicasteri, stabiliscono attraverso la gestione dei programmi; alcuni fanno addirittura delle rimodulazioni all'interno del programma, oltre al programma, e quindi fanno uno studio analitico anche alla luce della spending review.
Ecco perché dirò molte volte «parere negativo», anche quando il merito richiederebbe una diversa valutazione. In ordine all'emendamento Palagiano Tab. 2.4 abbiamo già recepito, rifinanziando la non autosufficienza, determinate protezioni di tipo assistenziale sui LEA. L'emendamento Favia Tab. 2.5 è stato già in parte assorbito dall'emendamento del relatore già approvato e già in legge di bilancio e una parte è già stata fatta propria dalla legge di stabilità, per cui il parere è un invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento Favia Tab. 2.6 formulo un invito al ritiro o parere contrario, perché anche qui si tratta delle associazioni combattentistiche ed è stato già assorbito da un mio emendamento. Così si conclude l'articolo 2, signor Presidente.

PRESIDENTE. Quindi il parere è sempre un invito al ritiro, o parere contrario. Il Governo? Si alzi in piedi, signor sottosegretario.

VIERI CERIANI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo si associa.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Borghesi Tab. 2.3 Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Borghesi Tab. 2.3 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento Borghesi Tab. 2.3 perché credo che non possiamo continuare a dire che sulla questione della difesa dell'ambiente e sul dissesto idrogeologico abbiamo più o meno già fatto qualcosa (vedi gli interventi riferiti alla Protezione civile). Intanto, ormai Pag. 6da quattro anni, continuiamo ad annunciare un miliardo di interventi sulla difesa del suolo e contro il dissesto idrogeologico, ma in realtà non si vede neanche un euro.
Abbiamo avuto, e stiamo subendo tuttora, l'effetto Ilva su una questione di risanamento ambientale, ma poco riusciamo ad attivare in termini di risorse. Abbiamo tolto anche 200 milioni di euro dal capitolo difesa idrogeologica per sostenere l'auto elettrica, ma in realtà il gioco delle tre carte lo sta facendo il Governo. Noi vorremmo che il segnale sulla difesa dell'ambiente e il dissesto idrogeologico fosse concreto, reale e un po' più forte, quindi chiedo il voto anche ai colleghi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma a questo emendamento e per sottoporre all'attenzione dell'Aula l'importanza delle bonifiche, perché pure rientra nella materia trattata con l'emendamento. Ci sono territori in Campania avvelenati che necessitano oggi di bonifiche e una risposta seria della politica sarebbe quella di prevedere stanziamenti per bonificare quei territori e non far succedere quello che è successo a don Patricello, quel parroco che andò a denunciare l'inquinamento a Caivano e fu preso a parolacce dal prefetto di Napoli.
Allora, piuttosto che seguire la linea del prefetto di Napoli, quando ci sono queste prese di posizione della chiesa che addirittura ha una posizione sostitutiva e suppletiva rispetto alla politica, in questa occasione, in sede parlamentare, la politica faccia il suo mestiere bene, intervenendo non solo per la sistemazione del territorio, ma per le bonifiche in Campania, nel Mezzogiorno d'Italia e in tanti paesi d'Italia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi Tab. 2.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 387
Votanti 337
Astenuti 50
Maggioranza 169
Hanno votato
18
Hanno votato
no 319).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Palagiano Tab. 2.4 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palagiano Tab. 2.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giammanco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 384
Votanti 334
Astenuti 50
Maggioranza 168
Hanno votato
16
Hanno votato
no 318).

Prendo atto che il deputato Borghesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere Pag. 7voto favorevole, che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che i deputati Consolo e Nirenstein hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Favia Tab. 2.5 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia Tab. 2.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Lussana...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 384
Votanti 336
Astenuti 48
Maggioranza 169
Hanno votato
17
Hanno votato
no 319).

Prendo atto che i deputati Borghesi e Consolo hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Favia Tab. 2.6 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia Tab. 2.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calderisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 391
Votanti 382
Astenuti 9
Maggioranza 192
Hanno votato
56
Hanno votato
no 326).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, con l'annessa Tabella 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, D'Antoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 398
Votanti 385
Astenuti 13
Maggioranza 193
Hanno votato
319
Hanno votato
no 66).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3, con l'annessa Tabella 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, con l'annessa Tabella 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 394
Votanti 385
Astenuti 9
Maggioranza 193
Hanno votato
324
Hanno votato
no 61).

Pag. 8

Prendo atto che il deputato Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Bachelet ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4, con l'annessa Tabella 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, con l'annessa Tabella 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Fiano, Miotto, Beltrandi, Moffa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 399
Votanti 389
Astenuti 10
Maggioranza 195
Hanno votato
331
Hanno votato
no 58).

Prendo atto che la deputata Negro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 con l'annessa Tabella 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, con l'annessa Tabella 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 404
Votanti 393
Astenuti 11
Maggioranza 197
Hanno votato
334
Hanno votato
no 59).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6, con l'annessa Tabella 6 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A). Ricordo che gli emendamenti riferiti all'articolo 6 sono stati ritirati.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, con l'annessa Tabella 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 403
Votanti 393
Astenuti 10
Maggioranza 197
Hanno votato
333
Hanno votato
no 60).

Prendo atto che i deputati Palomba e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

Pag. 9

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7, con l'annessa Tabella 7 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, con l'annessa Tabella 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Turco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 405
Votanti 394
Astenuti 11
Maggioranza 198
Hanno votato
334
Hanno votato
no 60).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Saluto un gruppo di giovani visitatori dei quattro Vicariati. Sono i comuni di Avio, Ala, Mori, Brentonico e Ronzo Chienis in provincia di Trento, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8, con l'annessa Tabella 8, e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

AMEDEO CICCANTI (UdCpTP), Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Burtone Tab. 8.1, perché i capitoli di spesa 2309 e 2310 sono stati già rifinanziati.

PRESIDENTE. Il Governo?

VIERI CERIANI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, ritiro l'emendamento a mia prima firma Tab. 8.1.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, con l'annessa Tabella 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 399
Votanti 388
Astenuti 11
Maggioranza 195
Hanno votato
328
Hanno votato
no 60).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9, con l'annessa Tabella 9, e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A).Pag. 10
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

AMEDEO CICCANTI (UdCpTP), Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Zamparutti Tab. 9.1. L'emendamento è di per sé meritevole di attenzione, perché ripristina una risorsa sottratta al Dicastero dell'ambiente per finanziare il terremoto in Emilia-Romagna, ma ripristinarlo per una somma così consistente, di 20 milioni, sottraendolo alle infrastrutture, pone problemi di gestione nel Dicastero delle infrastrutture.

PRESIDENTE. Il Governo?

VIERI CERIANI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Zamparutti Tab. 9.1 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti Tab. 9.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tanoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 403
Votanti 394
Astenuti 9
Maggioranza 198
Hanno votato
67
Hanno votato
no 327).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, con l'annessa Tabella 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 401
Votanti 390
Astenuti 11
Maggioranza 196
Hanno votato
328
Hanno votato
no 62).

Prendo atto che il deputato Bragantini ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10, con l'annessa Tabella 10 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, con l'annessa Tabella 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 386
Votanti 376
Astenuti 10
Maggioranza 189
Hanno votato
317
Hanno votato
no 59).

Pag. 11

Prendo atto che i deputati Pompili, Zaccaria, Occhiuto e Verducci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che i deputati Marantelli e Consolo hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11, con l'annessa Tabella 11 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, con l'annessa Tabella 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tanoni, Mondello, Concia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 406
Votanti 397
Astenuti 9
Maggioranza 199
Hanno votato
337
Hanno votato
no 60).

Prendo atto che i deputati Consolo, Baretta e Raisi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12, con l'annessa Tabella 12 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, con l'annessa Tabella 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 413
Votanti 402
Astenuti 11
Maggioranza 202
Hanno votato
343
Hanno votato
no 59).

Prendo atto che il deputato Borghesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13, con l'annessa Tabella 13 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, con l'annessa Tabella 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 407
Votanti 398
Astenuti 9
Maggioranza 200
Hanno votato
336
Hanno votato
no 62). Pag. 12

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14, con l'annessa Tabella 14, e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

AMEDEO CICCANTI (UdCpTP), Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Burtone Tab. 14.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

VIERI CERIANI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Burtone Tab. 14.1 accedono all'invito al ritiro.
Passiamo, quindi, direttamente alla votazione dell'articolo 14.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, con l'annessa Tabella 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Motta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 418
Votanti 410
Astenuti 8
Maggioranza 206
Hanno votato
347
Hanno votato
no 63).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 418
Votanti 410
Astenuti 8
Maggioranza 206
Hanno votato
348
Hanno votato
no 62).

Prendo atto che il deputato Bosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Osvaldo Napoli, Rosato, Ravetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 422
Votanti 413
Astenuti 9
Maggioranza 207
Hanno votato
351
Hanno votato
no 62). Pag. 13

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 5535-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A - A.C. 5535-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Galletti, Pedoto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 422
Votanti 416
Astenuti 6
Maggioranza 209
Hanno votato
352
Hanno votato
no 64).

Essendosi concluso l'esame degli articoli e dei relativi emendamenti riferiti al disegno di legge di bilancio, sospendiamo l'esame del provvedimento.
Come già ricordato, l'esame degli ordini del giorno e il voto finale sul disegno di legge di bilancio avranno luogo dopo la conclusione dell'esame del disegno di legge di stabilità e dell'eventuale nota di variazioni.

Commemorazione dell'onorevole Giuseppe Rauti (ore 11,11).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed il rappresentante del Governo). Onorevoli colleghi, come già sapete, il 2 novembre scorso, nella sua abitazione romana, è venuto a mancare l'onorevole Giuseppe Rauti, per tutti Pino, deputato dalla VI alla X legislatura e attivo protagonista della vita politica e del dibattito culturale del nostro Paese.
Nato a Cardinale, in provincia di Catanzaro, il 19 novembre 1926, laureato in giurisprudenza, giornalista, scrittore, l'onorevole Rauti iniziò il suo impegno politico fin dal dopoguerra, partecipando alla nascita del Movimento Sociale Italiano e animando il confronto culturale che si svolgeva sulla stampa di destra di quegli anni.
Nell'arco di venti anni - dal 1972 al 1992 - della sua attività in questa Assemblea, l'onorevole Rauti è stato componente delle Commissioni difesa, lavori pubblici, affari costituzionali, esteri, igiene e sanità pubblica, bilancio e partecipazioni statali, svolgendo con dedizione il suo impegno di deputato e partecipando nella IX e nella X legislatura ai lavori dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
La sua azione nelle istituzioni rappresentative si è svolta inoltre nel Parlamento europeo, di cui è stato componente dal 1989 al 1999.
L'onorevole Pino Rauti ha avuto un ruolo di indubbio rilievo nella complessa storia della destra politica italiana di cui ha animato, con passione ideale e spessore intellettuale, il dibattito interno, fornendo un significativo contributo di idee all'azione del Movimento Sociale Italiano, partito di cui fu segretario nazionale tra il 1990 e il 1991.
L'ispirazione costante del suo agire politico e culturale affondava le radici nei valori della nazione e della tradizione e si svolgeva anche attraverso una serrata critica di carattere metapolitico al materialismo che, a suo giudizio, caratterizzava tanto il modello di società liberalcapitalista quanto quello socialcomunista.
Di certo c'era in Rauti uno stretto legame con la storia politica del Novecento e con le sue tragedie. Del resto, della storia del XX secolo, Rauti, giovanissimo volontario nella Repubblica Sociale, aveva direttamente vissuto una delle fasi più drammatiche.
Al tempo stesso, nella sua visione della società c'era una spiccata propensione a confrontarsi con i problemi della modernità, testimoniata dalla sua particolare attenzione ai temi dell'ecologismo, del terzomondismo, della difesa delle culture popolari. Di qui la ragione del suo forte ascendente su una cospicua parte del mondo Pag. 14giovanile di destra, in particolare negli anni Settanta e Ottanta, anni in cui diede vita ad importanti iniziative editoriali e ad innovative forme di aggregazione politica.
Personalmente dell'onorevole Rauti voglio testimoniare lo spessore umano e lo stile del suo modo di intendere il confronto politico, aspro, a volte anche molto duro, ma sempre civile.
Con la morte dell'onorevole Rauti scompare una personalità di grande preparazione culturale, moralmente integerrima, idealmente ispirata ad una visione elevata, anche se radicalmente di parte, della politica. Un uomo capace di guadagnarsi, anche per queste caratteristiche umane, il rispetto dei suoi avversari, anche di quelli più strenui.
Alle figlie Isabella ed Alessandra desidero rinnovare i sentimenti del più sincero cordoglio, mio personale e della Camera dei deputati (Applausi, cui si associa il rappresentante del Governo).

BENEDETTO FABIO GRANATA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, colleghi, ci sono uomini che segnano epoche e idee che muovono il mondo, ci sono personalità capaci di segnare e di lasciare in politica tracce concentriche sempre più larghe, come i segni di un sasso nell'acqua. Pino Rauti è stato senza dubbio una di queste personalità.
Ricordarne in un breve discorso la vicenda umana e storica è impossibile, è una vicenda controversa, come tutte le biografie importanti del Novecento. È più interessante e più giusto, per rendere omaggio a Pino Rauti...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Granata.
Pregherei i colleghi di ascoltare in silenzio o di uscire dall'Aula per consentire a chi vuol prendere la parola di farlo in condizioni più agevoli.
Prego, onorevole Granata.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Dicevo, signor Presidente, che è più interessante e più giusto, per rendere omaggio a Pino Rauti, guardare le tracce, raccontare quello che ha lasciato, piuttosto che quello che è stato. Una storia che pochi conoscono e che meriterebbe di essere scritta come un romanzo, il romanzo delle aspirazioni migliori della destra.
I ragazzi di via degli Scipioni: Flavia, Claudio, Gennaro, Paola e tanti altri qui dentro. Il primo cerchio è proprio quello della formazione politica, una leva intera poi di studiosi, storici, docenti, giornalisti, fuori di qui, alla scuola di Rauti, ha imparato la passione per l'impegno politico fatto di studi ed analisi, di idee e non solo di propaganda.
In un mondo come quello del Movimento Sociale Italiano che per un'interminabile fase fu votato alla testimonianza ed alla pura sopravvivenza, Rauti portò l'ambizione di progetti di lungo periodo e la capacità di leggere la contemporaneità, di starci dentro senza complessi di inferiorità verso una sinistra che aveva all'epoca formidabili strumenti di analisi e di formazione dell'immaginario.
Il secondo cerchio è quello della cultura. Ha scritto qualcuno giustamente che il rautismo fu essenzialmente uno scaffale: libri, riviste, fanzine, cataloghi infiniti di saggi e romanzi che le edizioni Europa mettevano in circolazione mese dopo mese, una specie di Feltrinelli underground, senza la quale nessuno di noi, ragazzi di via degli Scipioni, avrebbe potuto sperimentare l'eresia di andare oltre le colonne d'Ercole del luogo comune che inchiodava la destra al nostalgismo e alle suggestioni totalitarie.
L'etologia e Konrad Lorenz, ricordati proprio da Gennaro Malgieri in un indimenticabile ricordo di Pino Rauti dopo la funzione, Tolkien e la fantasy, Max Weber e Gramsci e poi il ricorrente richiamo, in ogni congresso, ai «falchetti rossi» di Leon Blum.
Il terzo cerchio è il più controverso ed è il più largo, quello che ha agito di più nel profondo. È il sasso nello stagno del 1977, quando nell'annus horribilis del sangue per le Pag. 15strade di Roma e Milano, Pino Rauti con un documento «Linea Futura» invita al disarmo degli opposti estremismi, archivia l'anticomunismo, spinge il Movimento Sociale ad uscire dalla routine propagandistica, puntando sull'offerta politica diretta in primo luogo a giovani e donne per delineare una controffensiva politica razionale e accantonare nostalgia e ribellismo.
Ecologia, urbanistica, poesia, grafica, femminismo, integrazione, musica e poi le cause dei popoli, la Palestina, l'Irlanda: Rauti disegna il profilo di un inedito modello movimentista, da cui scaturirà la stagione creativa dei Campi Hobbit, uno dei fenomeni più studiato negli anni successivi.
Quell'esperienza non solo aprì orizzonti inediti per i ventenni di allora, ma sottrasse centinaia di loro alla lotta armata, alla logica distruttiva del conflitto generazionale del terrorismo. A sinistra se ne accorsero in tanti, da Giorgio Galli a Marco Revelli, da Giorgio Bocca a Marco Pannella. Con tutte le sue contraddizione ed i suoi nodi irrisolti, quel percorso portò tanti ragazzi a superare il paradigma e il tunnel neofascista, le sue suggestioni gramsciane, lo sfondamento a sinistra.
Io, che con Flavia, con Claudio e tanti altri, ero uno dei ragazzi di via degli Scipioni, ricordo di Rauti molte altre cose, ma rischio di diventare retorico se ne parlo. Una sola però vorrei raccontarla. In un confronto tra partiti che è diventato ragioneria di seggi e percentuali, in un'Europa che evoca solo le parole spread e default e che assiste impotente ai massacri di questi giorni di innocenti, in un dibattito pubblico ripiegato sul «premiolino» di maggioranza, in un Paese dove essere un eletto sembra una vergogna, ricordo con nostalgia la mia commozione, la nostra commozione, quando Pino Rauti concluse un suo celebre discorso congressuale con la frase: la linea più breve fra due punti a volte passa per le stelle.
Fare politica allora era un onore e un vanto, a vent'anni o a cinquanta.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Granata.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Domandiamoci perché non ci sono più stelle da indicare ai nostri figli e come possiamo provare a riaccenderle.
Signor Presidente, Pino Rauti muore nello stesso giorno di Ezra Pound e lo ricordiamo con un suo aforisma: rendi forti i vecchi sogni perché questo mondo non perda coraggio (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PAOLA FRASSINETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, perdonerete la mia emozione, ma non avrei mai pensato, quando, a sedici anni, ho varcato la sede del Movimento Sociale, che proprio io un giorno, qua in quest'Aula, avrei dovuto commemorare quello che ritengo il mio maestro politico.
Pino Rauti è stato un grande uomo, un parlamentare rigoroso, un bravo studioso, uno scrittore, un giornalista, un intellettuale raffinato, ma voglio ricordarlo in quest'Aula principalmente per essere stato l'innovatore della destra in Italia.
Può sembrare paradossale che proprio lui, che aveva combattuto nella Repubblica Sociale Italiana, fosse stato un modernizzatore, eppure è stato proprio così. Grazie a lui e al suo insegnamento abbiamo iniziato ad interessarci all'ambiente, all'ecologia, ai nuovi saperi. Grazie a lui abbiamo capito l'urgenza delle nuove povertà, la necessità di aiutare le fasce più deboli, di comprendere i diritti delle donne lavoratrici. Grazie a lui abbiamo capito che amare l'Italia significa volerla indipendente, libera, non soggiogata a logiche decise oltre oceano.
Rauti è stato per molti, a destra, in quegli anni, un faro, uno stimolo a concepire la politica come studio e rigore, un pungolo per andare oltre al nostalgismo, al primitivismo politico, alla demagogia chiassosa e populista. Ma non solo. Grazie a Rauti siamo riusciti ad andare oltre a quella terribile Pag. 16guerra non dichiarata, un conflitto lacerante e sanguinoso degli anni Settanta, la terribile mattanza tra giovani che ha opposto e diviso la gioventù italiana.
Avere indicato a tanti giovani la strada del dialogo con gli avversari politici, rompendo la spirale di odio, penso sia stato il suo più grande merito storico. «Andare oltre», non a caso, è il titolo di una sua mozione congressuale, ed è sempre stato un monito e, lui, oltre la volgarità della piccola politica e i ricatti della quotidianità dei partiti, ci è sempre andato. Vale la pena di rileggere alcune righe del suo fondo pubblicato sul primo numero del giornale Linea. A distanza di oltre trent'anni riscontriamo l'estrema attualità di un pensiero che pare profetico in questo tempo in cui le logiche della finanza e del libero mercato senza regole hanno provocato una delle più gravi crisi post-belliche.
Diceva Rauti nel 1979: la crisi appare come riflesso, la conseguenza di una situazione generalizzata di degrado, di scollamento e tutto quello che accade occupa le cronache, straripando con flutti sconvolgenti. È soltanto l'effetto di un male più profondo che ha ormai pervaso la comunità nazionale. Scardinare è stato facile, e pure sconsacrare, dissacrare e mettere in crisi, per il semplice motivo che non c'era quasi più niente di solido né di sacro. Il re era nudo da gran tempo, ma le febbri alte che non sfociano alla fine in ordinamenti nuovi, alla lunga stancano, sfibrano, disgustano. È il momento della nostre bandiere, è il momento per andare oltre a dei nostri miti. Questo diceva Pino Rauti nel 1979. Lui era così: dignitoso nell'affrontare le numerose persecuzioni giudiziarie dalle quali è sempre uscito assolto, schivo, semplice, rigoroso, arguto, eretico, rivoluzionario, padre e marito esemplare, punto di riferimento instancabile e coerente. Quelli che lo hanno seguito allora oggi appartengono a formazioni politiche diverse o si sono allontanati dalla politica ma tutti, ne sono certa, ricordano le lacrime del congresso perso e le gioie di quello vinto, ricordano la sua pazienza nell'ascoltare le nostre domande, i nostri dubbi, magari fino a notte fonda. Pino Rauti se ne è andato pochi giorni prima del suo compleanno che avrebbe festeggiato ieri, se ne è andato, ma solo materialmente, perché in realtà è più che mai presente, con le sue elaborazioni, con le sue tesi, con i suoi libri, è presente con un patrimonio culturale importante, ancora vivo e attuale e le sue idee di destra sociale, soprattutto in questo momento storico dove il liberismo più sfrenato e la speculazione finanziaria hanno provocato questa crisi epocale, muovono ancora il mondo. Ed è proprio la consapevolezza della sua presenza che ci rende sicuri che, come dice Tolkien, le radici più profonde non gelano mai (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

SILVANO MOFFA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, colleghi, ricordare la figura di Pino Rauti non è certamente semplice né facile. Fu un uomo politico a tutto tondo, che seppe attraversare quel periodo complesso e difficile del Novecento italiano, immettendovi la sua straordinaria intelligenza, intelligenza non comune, attento analista, come egli fu, della società, dei costumi della società, dell'evolversi della comunità nazionale, capace, come è stato ricordato poc'anzi da Fabio e da Paola, anche di intravedere il futuro, di delineare scenari che poi puntualmente nel corso del tempo si sono determinati.
Pino Rauti, uomo che seppe soffrire nell'immediato dopoguerra quel clima di emarginazione che in qualche modo aveva relegato anche «un calmiere» di idee fuori dal contesto politico, e che seppe poi esprimere quanto di meglio sia stato dato a quella giovane generazione degli anni Settanta, degli anni Ottanta, quando seppe più di altri nella destra italiana capire che bisognava, per costruire un progetto politico, avere un saldo e indelebile fondamento culturale. Pino Rauti, che a noi fu enormemente caro, seppe indicare nei momenti Pag. 17terribili del terrorismo dilagante e degli opposti estremismi, una fase diversa della destra capace di dialogare anche oltre gli steccati, andando oltre appunto, cercando di superare quel clima di contrapposizione ideologica che aveva separato le generazioni, nel nome di un comune sentire che era quello di una dedizione alla politica ed alla comunità nazionale.
Io la ringrazio, Presidente, per aver ricordato i passaggi più importanti della sua vita di uomo politico e di parlamentare, di aver ricordato anche quelle fasi incandescenti della politica dove gli animi si accendevano intorno alle idee e al confronto delle idee; la politica che poi si manifestava in momenti congressuali dove c'era la tenacia del combattente che voleva confrontarsi con gli altri e che aveva l'orgoglio delle proprie posizioni, ma aveva anche il rispetto dell'avversario, la capacità di comprendere le posizioni degli altri, quelle stagioni congressuali dove la politica non era qualcosa di amorfo, qualcosa di piatto, ma era qualcosa di profondamente sentito e che veniva costruita attraverso il messaggio che Rauti sapeva lanciare con la sua comunità e anche oltre la sua comunità, con i suoi libri con i suoi scritti, con i sui editoriali, con i suoi giornali, Linea, Civiltà, Dimensione ambiente, tanti percorsi che sono stati di grande anticipazione anche rispetto ai dibattiti che poi hanno interessato il Paese.
Ricordo Rauti, uomo mite, uomo intelligente, uomo acuto, che parte da Roma per andare ad intervistare Konrad Lorenz, il padre dell'etologia, sconosciuto ai più in Italia, e pubblicare la sua intervista su Linea, che apriva grandi confronti e grandi spiragli alla riflessione nel campo ambientalista. E poi il Rauti che mandava i suoi giovani a scoprire quello che era il dramma della persecuzione in Transilvania del regime di Ceausescu. Questo era Rauti, l'uomo che sperimentava, che innovava e che poi invece, per una vulgata pubblicistica, veniva considerato terribilmente ancorato alle idee del passato, lui che dalla tradizione delle idee del passato faceva la linfa per costruire il nuovo e per cercare in qualche modo di spingere la politica sempre di più verso la grande riflessione culturale. Oggi che lo ricordiamo con grande tristezza come maestro di tante giovani generazioni, vorremmo che ci fosse davvero un tributo nei confronti dell'uomo che noi avemmo caro e al quale ci inchiniamo e che ricordiamo con straordinario affetto e con grande gratitudine.

GIANCARLO LEHNER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Lehner, per il suo gruppo ha parlato testé l'onorevole Moffa.

GIANCARLO LEHNER. A titolo personale.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

GIANCARLO LEHNER. Anche avendo una storia politica completamente opposta a quella di Rauti, sono qui a rendergli omaggio perché abbiamo avuto un momento di incontro allorquando all'interno del PSI nacque quell'idea affascinante e pur utopica che, visto che comunismo e fascismo erano ormai stati bocciati definitivamente dalla storia, forse c'era un modo di far rientrare dentro il PSI tutti coloro che via via ne erano usciti, per rifondare un grande partito socialista al livello dei grandi partiti socialisti europei.
Ebbene, in questo inseguire tale idea, anche in modo utopico ma entusiasmante, Rauti rispose in maniera positiva e io, attraverso Giano Accame, ho lavorato proprio per questa idea del grande rientro, in attesa che anche i comunisti italiani, ormai in crisi di identità, rientrassero anche loro.
E pensate - qui vorrei dare una notizia forse inedita, ma alle volte le estreme hanno una sensibilità superiore a coloro che sono al centro - che come Rauti a destra accettò, quanto meno il dialogo, verso questo percorso utopico, ma insisto entusiasmante, a sinistra vi fu un'altra persona che accettò il confronto e il dialogo Pag. 18verso quel percorso, e fu Armando Cossutta. Pensate, Armando Cossutta rispose a Craxi dicendogli di essere favorevole ad entrare in un grande partito socialista, occidentale, naturalmente, ovviamente creando una corrente di sinistra interna al partito. E così Rauti che, più o meno, rispose la stessa cosa. Per questo, ricordo con grande affetto, stima e considerazione Pino Rauti, una persona intelligente e sensibile (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013) (A.C. 5534-bis-A) (ore 11,35).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi relativi al seguito dell'esame del disegno di legge è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

(Esame degli articoli - A.C. 5534-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge nel testo della Commissione.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere, che è distribuito in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 5534-bis-A).
Avverto che nel fascicolo degli emendamenti non sono pubblicati gli emendamenti che riproducono proposte emendative già dichiarate inammissibili in Commissione, ovvero quelle ritirate o decadute per assenza del presentatore, nonché quelle non previamente presentate nel corso dell'esame in sede referente e non riferite a parti modificate dalla Commissione. A norma dell'articolo 120, comma 5, la Presidenza non ritiene ammissibili, per carenza o inidoneità della copertura, le seguenti proposte emendative: Mura 1.76, che sopprime l'articolo 1, comma 98, relativo al cosiddetto Fondo affitti, rideterminando l'importo destinato a incentivare i salari di produttività e non prevedendo un'adeguata copertura; Morassut 1.14, volto a sopprimere una norma che reca risparmi, prevedendo una copertura non sufficiente; Bitonci 2.86, che incrementa per l'anno 2013 la dotazione del Fondo nazionale per le politiche sociali, disponendo una copertura non più adeguata a seguito delle modifiche apportate in sede referente; Borghesi 3.1, 3.2, 3.3 e 3.4 e Mura 3.5, che sopprimono, a regime, l'incremento dell'aliquota IVA dal 21 al 22 per cento, non prevedendo un'adeguata copertura; Mura 3.8, che prevede un incremento delle detrazioni per carichi di famiglia da stabilire con apposito decreto ed estende, inoltre, l'ambito dei beneficiari ai conviventi, non prevedendo un'adeguata copertura; Borghesi 3.9, che prevede un incremento delle detrazioni per lavoro dipendente da stabilire con apposito decreto, senza prevedere un'adeguata compensazione finanziaria; Borghesi 3.12 e 3.13, sostitutivi del comma 3, che destina, tra l'altro, 950 milioni di euro per il 2013 al Fondo per la produttività, e volti ad incrementare contestualmente un fondo per 1.200 milioni di euro nel 2013, apparendo pertanto carente la relativa compensazione finanziaria; Borghesi 3.24, che anticipa al 2013 le agevolazioni IRAP per il lavoro, non prevedendo un'adeguata copertura.

(Posizione della questione di fiducia - Articoli 1, 2 e 3 - A.C. 5534-bis-A)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i rapporti con il Parlamento, professor Piero Giarda. Ne ha facoltà.

DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo pongo la questione di fiducia sull'approvazione, Pag. 19senza emendamenti e articoli aggiuntivi, degli articoli 1, 2 e 3 del disegno di legge n. 5534-bis-A: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013), nel testo della Commissione.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Viva la Costituzione italiana, viva la Costituzione italiana, viva la Costituzione italiana! Signor presidente, io vorrei poter occupare tutto lo spazio che è previsto per il mio intervento sull'ordine dei lavori, dicendo e urlando: «Viva la Costituzione italiana!», oltraggiata ancora una volta, l'ennesima volta, da chi non ha neppure il coraggio di portare in Aula un provvedimento per la discussione, perché sa bene che non reggerebbe ai primi dieci emendamenti, durante il cui esame il Governo andrebbe sotto, perché anche le forze che lo appoggiano hanno già dichiarato tutta la loro ostilità a questo tipo di manovra. Quindi non si vuole portarla in Aula e si fa la forzatura del voto di fiducia. Viva la Costituzione italiana, viva la Costituzione italiana, difendiamo la Costituzione italiana (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

Sull'ordine dei lavori (ore 11,38).

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, ero intervenuto lo scorso martedì 13 novembre, ma senza alcun seguito, per far risultare sul resoconto che la Corte europea dei diritti dell'uomo, in data 6 novembre, ha accertato la violazione da parte della Bulgaria dell'articolo 3 del protocollo addizionale n. 1 in materia di diritto a libere elezioni.
Si tratta del caso Ecoglasnost contro Bulgaria e questo Paese è stato condannato perché ha cambiato la legge elettorale pochi mesi prima dello svolgimento delle elezioni politiche. Mi spiego meglio: la lista Ecoglasnost aveva eletto rappresentanti nel Parlamento bulgaro dal 1990 al 2001. Inopinatamente e pretestuosamente la maggioranza del Parlamento, pochi mesi prima del rinnovo della rappresentanza, aveva introdotto nella legislazione elettorale alcuni nuovi requisiti. Tali requisiti erano chiaramente mirati ad eliminare i partiti piccoli dal Parlamento. Esaurite le vie interne, Ecoglasnost adì la Corte di Strasburgo, la quale si è pronunziata lo scorso 6 novembre. Secondo la Corte europea dei diritti dell'uomo, l'articolo 3 del protocollo addizionale n. 1 prevede il diritto inalienabile dei cittadini a libere elezioni. Le elezioni sono libere se è sufficientemente ampio il diritto di elettorato attivo e passivo. In questo contesto, secondo la Corte, è essenziale che il sistema elettorale sia stabile e prevedibile, altrimenti le regole elettorali rischiano di essere troppo mutevoli e dunque arbitrarie, e questo intacca il diritto a elezioni che siano realmente libere ed eque. È per questo che invito la Presidenza ad assegnare con ogni sollecitudine la sentenza Ecoglasnost contro Bulgaria, alla I Commissione (Affari costituzionali) per un suo esame sollecito. Solleciterei anche la Presidenza a dare istruzioni affinché la sentenza sia collocata sul sito Internet della Camera dei deputati, la cui avvocatura cura un osservatorio apposito e inserisce le pronunce della CEDU sul sito Web della Camera.

PRESIDENTE. Onorevole Turco, la sua lettera è già stata trasmessa dalla Presidenza al presidente Bruno.

Si riprende la discussione (ore 11,39).

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 20

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, io chiedo conto anche a lei, perché ormai siamo arrivati a degli appelli costanti, ma purtroppo inascoltati dal Governo, per il fatto che ogni settimana noi ci troviamo a votare una richiesta di fiducia da parte di questo Esecutivo. Devo dire anche che più che di autorevolezza dell'Esecutivo - della quale abbiamo discusso più volte, in quanto deve mettere la fiducia per far votare i propri provvedimenti - oggi parlerei di autorevolezza di una maggioranza che ormai non è più in grado di prendere decisioni politiche: preferisce fare grandi dichiarazioni quando inizia l'esame magari di una legge come quella di stabilità, tramite giornali, piazze e palchi televisivi; poi dopo, quando arriva qua, il Governo mette la fiducia e tutta la maggioranza supinamente, anche chi si erigeva a grande difensore e sostenitore degli esodati, dell'agricoltura e dei comuni, tutti qui a dire: «Va benissimo, votiamo questa legge e non modifichiamola nemmeno in Aula». Penso che sia uno svilimento di questo Parlamento e non soltanto uno svilimento, signor Presidente, perché dopo questo immenso numero di questioni di fiducia che vengono poste, penso che ci sia un serio problema istituzionale rispetto ai poteri dell'Esecutivo, che è organo esecutivo, appunto, rispetto ai poteri del Parlamento, che invece è e rimane, se non viene cambiata la Costituzione, ancora organo legislativo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo, la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata al piano Aula.
Sospendiamo, quindi, i nostri lavori, che riprenderanno alle ore 16 con lo svolgimento dell'esame delle mozioni concernenti iniziative in favore dell'infanzia. In sede di Conferenza dei presidenti di gruppo abbiamo, infatti, convenuto di procedere a tale esame anche in pendenza della questione di fiducia posta dal Governo.
Le modalità del seguito dell'esame del disegno di legge di stabilità, a seguito della posizione della questione di fiducia, saranno comunicate alla ripresa dei lavori.
Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 16.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Borghesi, Brugger, Cicchitto, D'Alema, Dal Lago, De Biasi, Della Vedova, Dozzo, Dussin, Fava, Gregorio Fontana, Tommaso Foti, Galletti, Ghizzoni, Giancarlo Giorgetti, Leo, Lucà, Milanato, Misiti, Moffa, Pescante e Paolo Russo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea (ore 16,02).

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, si è convenuto che domani, mercoledì 21 novembre, a partire dalle ore 11,30, avranno luogo le dichiarazioni di voto sulla prima questione di fiducia, avente ad oggetto il mantenimento dell'articolo 1 del disegno di legge n. 5534-bis - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013). Alle 12,30 avrà luogo la relativa votazione per appello nominale.
Si passerà, quindi, dalle ore 15, allo svolgimento di eventuali dichiarazioni di voto sulla seconda questione di fiducia, avente ad oggetto il mantenimento dell'articolo 2, cui seguirà, dalle ore 15,30, la votazione per appello nominale. Pag. 21
A partire dalle ore 18, si svolgeranno infine le dichiarazioni di voto, con ripresa televisiva diretta, dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, sulla terza questione di fiducia, avente ad oggetto il mantenimento dell'articolo 3, cui seguirà la relativa votazione per appello nominale.
Al termine, con eventuale prosecuzione notturna, si procederà all'illustrazione degli ordini del giorno riferiti al disegno di legge n. 5534-bis - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013).
Il termine per la presentazione degli ordini del giorno riferiti ai disegni di legge n. 5534-bis - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013) e n. 5535 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015 è fissato alle ore 19 di oggi.
Nella giornata di mercoledì 21 novembre non avrà luogo lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time).
Nella seduta di giovedì 22 novembre, dalle ore 9, proseguirà l'esame degli ordini del giorno presentati al disegno di legge n. 5534-bis - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013). Seguiranno, a partire dalle ore 12, con ripresa televisiva diretta, le dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto sul disegno di legge n. 5534-bis e la votazione finale.
La seduta sarà quindi sospesa per consentire al Governo l'approvazione della nota di variazioni e la sua presentazione alla Camera, nonché l'esame da parte della V Commissione. L'Assemblea procederà poi all'esame della nota di variazioni e, infine, dopo l'esame di eventuali ordini del giorno riferiti al disegno di legge n. 5535 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015, alla votazione finale, previe dichiarazioni di voto, del medesimo disegno di legge.
Nella stessa mattina di giovedì 22 novembre, dopo l'esame degli ordini del giorno riferiti al disegno di legge n. 5534-bis, avrà luogo la commemorazione dell'onorevole Luciano Barca (orientativamente intorno alle ore 11,30).
Nella stessa giornata, alle ore 16, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze urgenti.
Per quanto riguarda i lavori nella settimana 26-30 novembre, essi avranno la seguente articolazione:

Lunedì 26 novembre (ore 15, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
proposta di legge n. 2519-B ed abbinati - Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);
disegno di legge n. 2854-B ed abbinati - Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);
proposta di legge n. 4432 ed abbinate - Disposizioni in materia di insequestrabilità delle opere d'arte prestate da uno Stato, da un ente o da un'istituzione culturale stranieri, durante la permanenza in Italia per l'esposizione al pubblico (Approvato dal Senato).

Martedì 27 (ore 11 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 28 e giovedì 29 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 30 novembre) (con votazioni)

Seguito dell'esame dei progetti di legge:
proposta di legge n. 2519-B ed abbinati - Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato); Pag. 22
disegno di legge n. 5019-bis ed abbinati - Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili.

Seguito dell'esame delle mozioni Dozzo ed altri n. 1-01146, Misiti ed altri n. 1-01158, Aniello Formisano ed altri n. 1-01159, Ossorio ed altri n. 1-01162, Fitto ed altri n. 1-01164, Boccia ed altri n. 1-01165 e Iannaccone ed altri n. 1-01167 concernenti criteri di riparto delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2854-B ed abbinati - Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

Seguito dell'esame delle mozioni:
Fiano ed altri n. 1-01140, Di Pietro ed altri n. 1-01147, Di Biagio ed altri n. 1-01157, Galletti ed altri n. 1-01160, Gidoni ed altri n. 1-01161 e Mantovano ed altri n. 1-01163 concernenti iniziative per garantire adeguate risorse ai comparti della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico, con particolare riferimento all'assunzione di nuovo personale;
Mantovano ed altri n. 1-00983, Fiano ed altri n. 1-01007 e Di Biagio ed altri n. 1-01018 concernenti iniziative in materia previdenziale per il personale dei comparti della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico mozioni misure in favore delle TV locali.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 4432 ed abbinate - Disposizioni in materia di insequestrabilità delle opere d'arte prestate da uno Stato, da un ente o da un'istituzione culturale stranieri, durante la permanenza in Italia per l'esposizione al pubblico (Approvato dal Senato).

Seguito dell'esame delle mozioni Bersani, Cicchitto, Casini, Misiti, Angela Napoli, Moffa, Belcastro e Mosella n. 1-01118, Di Pietro ed altri n. 1-01129 e Nucara ed altri n. 1-01170 concernenti iniziative a favore della Calabria.

Mercoledì 28 novembre, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time).

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge n. 2519-B e 2854-B e della Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015 sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Discussione delle mozioni Zampa ed altri n. 1-01183, Mussolini ed altri n. 1-01184 e Di Giuseppe ed altri n. 1-01189 concernenti iniziative in favore dell'infanzia (ore 16,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Zampa ed altri n. 1-01183 (Ulteriore nuova formulazione), Mussolini ed altri n. 1-01184 e Di Giuseppe ed altri n. 1-01189 concernenti iniziative in favore dell'infanzia (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione delle mozioni è pubblicato in calce al resoconto della seduta del 6 novembre 2012.
Avverto che sono state presentate le mozioni Mosella ed altri n. 1-01191, Galletti ed altri n. 1-01192, Lussana ed altri n. 1-01193 e Perina ed altri n. 1-01194 (Vedi l'allegato A - Mozioni) che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, verranno svolte congiuntamente. I relativi testi sono in distribuzione.
Avverto, altresì, che le mozioni Mussolini ed altri n. 1-01184, Di Giuseppe ed altri n. 1-01189, Mosella ed altri n. 1-01191, Galletti ed altri n. 1-01192 e Perina ed altri n. 1-01194 sono state testé ritirati dai presentatori e contestualmente è stata Pag. 23ulteriormente riformulata la mozione Zampa ed altri n. 1-01183 che, con l'accordo dei presentatori, deve intendersi a firma Zampa, Mussolini, Galletti, Perina, Di Giuseppe, Mosella ed altri. Il relativo testo è in distribuzione.

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
È iscritto a parlare l'onorevole Veltroni, che illustrerà la mozione Zampa, Mussolini, Galletti, Perina, Di Giuseppe, Mosella ed altri n. 1-01183 (Seconda ulteriore nuova formulazione), di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà. Onorevole Veltroni, le ricordo che ha dieci minuti.

WALTER VELTRONI. Signor Presidente, Carlos ha sei anni e Jimena ne ha quattro; sono sopravvissuti alla strage della loro famiglia avvenuta in Guatemala la mattina del 10 ottobre. Tutti uccisi, i grandi della loro famiglia, in una delle innumerevoli guerre non dichiarate ma praticate in tanta parte del mondo. Da quel giorno, dopo aver raccontato alla polizia come erano andate le cose e poi aver pianto a dirotto come aveva diritto di fare, Carlos si è trasformato da bambino in adulto, da figlio piccolo a padre piccolo, e ha abbracciato, come un genitore avrebbe fatto, Jimena, che da quel momento ha smesso di essere sua sorella e si è trasformata, nel suo dolore e nella sua solitudine, in sua figlia. Consentire ai bambini di essere bambini, di vivere serenamente il tempo più importante della vita, quello in cui si decide molto del nostro carattere, del nostro rapporto con gli altri e con il mondo, invece oggi i ragazzi sono immediatamente scagliati in un tempo innaturale fatto spesso di guerre, di povertà, di impegni, di solitudine: tutta roba dei grandi. A Gaza, sotto le macerie, sono rimasti uccisi nove bambini palestinesi e altrettanto è successo in questa città quando fu assassinato dai terroristi Stefano Gay Tachè, un bimbo ebreo di due anni colpito davanti alla sinagoga. Fermare quella guerra, avviare un processo che riconosca il diritto ad Israele alla sicurezza e quello della Palestina a farsi Stato è un compito ancora più urgente per il mondo, dopo che altre vittime innocenti hanno pagato. Ma non sono solo le armi a cancellare per molte creature il diritto ad essere bambini, lo è la violenza, che per ragioni sessuali viene cinicamente perpetrata - lo ha dimostrato ancora l'inchiesta di questi giorni - su di loro dagli adulti. Lo è lo sfruttamento per la produzione ed il lavoro a basso costo, che è l'altra faccia della trasformazione di tutto in merce per profitto, comprese le piccole mani di un bambino. Ma più di ogni cosa è la povertà a rendere diseguali le vite, fin dal momento in cui si viene al mondo, e oggi Save the Children si è incaricata di ricordare come questa diseguaglianza sia cresciuta dal 1990 ad oggi del 35 per cento. I bambini che in Africa fanno chilometri con le mamme per andare a prendere l'acqua o possono morire di malaria o di dissenteria non vivono allo stesso modo dei loro coetanei più fortunati. In Italia il 15 per 100 dei bambini - ma diciamolo in cifre assolute, che è più chiaro: 1 milione 876 mila, come reso noto dal Garante - vive in famiglie povere. Questi dati salgono drammaticamente nelle zone del Mezzogiorno. Cresce l'abbandono scolastico, e la recessione trasferisce nelle case l'ansia che la vita conosciuta sia in discussione e che la povertà sia possibile. La crisi riduce la disponibilità di fondi per le amministrazioni locali, volti a soddisfare i bisogni fondamentali dei bambini. Una scuola non può dire ad una bambina con la celiachia: arrangiati; non può negare il sostegno a chi è portatore di un handicap. Una società civile non può non occuparsi di rendere sopportabile la malattia di un bambino consentendogli di avere vicino i genitori o di continuare a studiare, anche se il suo tempo non è illimitato. Una società civile non può non operare per fare incontrare nel modo più umano e veloce il desiderio di cure e di accudimento di bambini soli e la voglia di genitorialità di adulti consapevoli. Una Pag. 24società civile deve accogliere tutti i bambini che vivono sul suo territorio come suoi figli, e deve riconoscere - finalmente riconoscere - a chi è nato qui il diritto di sentirsi orgogliosamente italiano. Una società, insomma, è civile se aiuta ad essere bambini e favorisce la voglia di generare vita.
La percentuale di bimbi e ragazzi fino ai 15 anni è in Italia del 14 per cento, contro il 20 per cento degli Stati Uniti. Senza incremento demografico non c'è sviluppo economico e sostenibilità del welfare e non c'è fiducia, né propensione alla mobilità sociale.
Una società che invecchia ha paura del futuro e tende a difendere, proteggere e non a innovare, ma se si vuole che cresca la predisposizione a far figli, bisogna creare un ambiente sociale accogliente. Significa immaginare che non tutto possa pesare sulla donna, con l'effetto di costringerla a dolorose, squarcianti scelte: il lavoro o la procreazione, scelte che agli uomini non sono quasi mai richieste. Significa far sì che il sistema sociale accompagni e non ostacoli la più importante e bella decisione che nella vita si possa prendere: avere o adottare un figlio.
Ma lo sguardo di una società moderna e giusta si deve rivolgere a tutti i bambini, offrendo loro - anche ai più fortunati - un ambiente e uno spirito collettivo in cui sia consentito ciò che è iscritto nel DNA di quel tempo della vita: la fantasia, la socializzazione, il gioco, il rapporto con la natura. Spesso i nostri bambini sono costretti a diventare grandi prima del tempo. Il mutamento della struttura familiare, la trasformazione dei grandi agenti formatori, l'irruzione del computer come strumento di relazione e conoscenza, l'affollarsi di impegni, attese e richieste rischiano di precipitarli in una condizione sociale particolare, una specie di affollata e rumorosa solitudine.
Nei «Frammenti» del Novalis è scritto: «se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» e ai ragazzi, che la crudezza della realtà di oggi la conoscono senza più mediazioni, sarebbe bene garantire, nella scuola come nell'offerta culturale, la possibilità di imparare a fantasticare, conoscere e inventare storie.
Il rimedio a tutto questo è certo nelle indicazioni concrete della relazione del Garante e nella mozione unitaria - salvo la posizione che è stata espressa dalla Lega - che in quest'Aula viene discussa, ma c'è di più: non usciremo da queste guerre, militari, ambientali e sociali, se non cambiando molto del nostro modo di essere. Una società agonistica, bulimica e frettolosa consuma ogni cosa, anche il tempo dell'infanzia, e consegna tutti alla solitudine che diventa emarginazione.
«La felicità è reale solo se è condivisa», ha scritto, prima di morire, un ragazzo isolato dal mondo da cui era fuggito. La lotta contro la solitudine dei bambini è la lotta contro l'emarginazione sociale, contro il mondo ingiusto, diviso e vuoto, la battaglia che Roosevelt vinse, dopo la grande depressione, e che oggi è di nuovo di fronte a noi: consentire ai bambini il diritto ad essere bambini.
È semplice, ma richiede di cambiare molto di noi, ad esempio riscoprire il significato di quella parola bandita, «comunità», che presiede all'idea di asili nido, di sostegno alla famiglia, di politiche per l'ambiente, per la tutela urbana, per la scuola, per lo sport, per l'alimentazione, per il cosciente e responsabile uso della televisione e dei nuovi media rispettando, e non alterando, i cicli della conoscenza e dell'esperienza dell'infanzia.
«I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano di spiegargli tutto ogni volta» ha scritto Antoine de Saint-Exupéry. Dimostriamo che, per una volta, l'autore de «Il piccolo principe» ha avuto torto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, negli anni Sessanta i neomaltusiani della Stanford University lanciarono la teoria della così detta «bomba demografica», Pag. 25e cioè che prima del 2000, per colpa dell'aumento della popolazione mondiale, milioni di persone del Terzo mondo sarebbero morte di fame per mancanza di risorse e, allo stesso tempo, che i livelli di benessere dei Paesi ricchi sarebbero crollati a seguito del surplus demografico.
Dalla metà degli anni Settanta tutti i Paesi occidentali condivisero questa impostazione culturale e queste tesi e impostarono e favorirono leggi, ma soprattutto stili di vita, che portarono al cosiddetto «sboom». Come è stato dimostrato dai dati economici, la principale conseguenza del dato demografico in Occidente non fu affatto un ulteriore arricchimento delle condizioni di vita di milioni di persone, come predetto dai neomaltusiani, ma esattamente il contrario, cioè il crollo del PIL.
È dagli anni Ottanta, infatti, che i sistemi produttivi europei, a seguito del fenomeno della senescenza e quindi dell'appesantimento delle loro strutture sociali, sono in sofferenza.
Invece i Paesi che sono stati immuni da queste teorie stanno andando alla grande, con crescite di PIL a doppie cifre. Mi riferisco al Brasile, alla Turchia, al Vietnam, all'Indonesia, al Sudafrica, in generale all'Estremo Oriente. Nel 2010 - il mio ultimo dato è questo - sono nati 557 mila bambini, quindi quasi 12 mila in meno rispetto all'anno precedente, ma il dato ultimo, quello del 2011, ci dice che ancora di più è la decrescita con una natalità che ormai sfiora l'1,30, quando il ricambio generazionale è garantito al 2,1, com'è noto.
Contemporaneamente i dati economici e demografici - mi riferisco in particolare a quelli forniti dall'Università Bocconi, che su questa materia ha studi ormai approfonditi - dimostrano che il teorema di cui ci hanno bombardato per anni, cioè che al maggior sviluppo corrisponde un minor numero di figli, è un fenomeno perlomeno incompleto, diciamo così, visto che la relazione sviluppo-natalità si inverte ad un livello elevato di sviluppo. Quando le società sono molto avanzate, in altre parole, un maggiore sviluppo economico si accompagna ad un numero maggiore di figli, ad un numero più elevato di figli.
E così tutti quelli che scommettevano su società opulente senza figli alla fine del giro si sono accorti che se non si fanno figli non c'è ottimismo, non c'è futuro, non c'è valorizzazione meritocratica dei giovani, non c'è nerbo, non ci sono valori e quindi non c'è neanche crescita del PIL. Non solo, quando poi si decide di fare pochi figli, se non c'è qualcuno che ti passa il cosiddetto testimone educativo, cioè se non c'è nessuno che ti spiega come si educa il figlio, il piccoletto, per usare un eufemismo, per colpa di papà e mamma rischia di diventare un disadattato o addirittura un potenziale bullo, in qualunque caso una persona incompleta.
Guardando alla storia dell'educazione si scopre che le prime comunità vigilavano compatte sui comportamenti e sull'applicazione delle pene e marchiavano i trasgressori di alcuni valori base, qualora essi venivano meno. Oggi non è più così ma al contrario, tant'è che ormai si parla sempre più di emergenza educativa. Le conseguenze di questa emergenza sono il venir meno delle certezze, dei valori e delle speranze che danno un senso alla vita. Si diffonde facilmente tra i genitori, come tra gli insegnanti, la tentazione di rinunciare al proprio compito e, ancora prima, il rischio di non comprendere più quale sia il proprio ruolo e la propria missione.
Così - è una frase di una persona importante che dirò alla fine - i fanciulli, gli adolescenti e i giovani, pur circondati da molte attenzioni e tenuti forse eccessivamente al riparo dalle prove e dalle difficoltà della vita, si sentono alla fine lasciati soli davanti alle grandi domande esistenziali che nascono inevitabilmente dentro di loro, come davanti alle attese e alle sfide che sentono incombere sul loro futuro. Questa frase è di Benedetto XVI. Ormai studiosi ed esperti di dottrina sociale sul problema educativo lanciano allarmi dicendo che i giovani di oggi vivono una situazione paradossale. Nessuno dei rappresentanti delle principali agenzie educative, famiglie e scuola, vale a dire il Pag. 26padre e l'insegnante, si sta prendendo più cura mediamente del ragazzo, del bambino. Questi educatori non insegnano più nulla e ognuno di loro ormai pensa ad altro.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Pagano.

ALESSANDRO PAGANO. Mi avvio alla conclusione, Presidente. Allora, se oggi il problema più grosso è legato soprattutto a questa emergenza educativa e al problema che ho accennato poc'anzi, cioè alla crisi demografica, occorre superare - e questa è la mia conclusione - il blocco ideologico e psicologico che ha alimentato le attuali politiche dell'infanzia.
Oggi in molti ambienti trasversali politicamente si continua ad insistere sul finanziamento a strutture e associazioni che alimentano a loro volta l'assistenzialismo o peggio ancora, Presidente, l'industria dell'assistenzialismo, cioè quel clientelismo e quell'autoreferenzialità tipica di un certo associazionismo dai costi esorbitanti, che sono buone solo a mantenere ridondanti ed eccessivi posti di lavoro, ma non certamente a creare vantaggi per il bambino. La soluzione sta quindi, concludendo, così come hanno fatto la Francia, i Paesi scandinavi e la Germania, nell'aiuto concreto alle famiglie, alle politiche familiari e al cosiddetto quoziente familiare o, come si chiama oggi, fattore familiare.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pagano.

ALESSANDRO PAGANO. Riteniamo che sia questa la soluzione. All'interno di un aiuto concreto al bambino e all'infanzia in generale, questa è la soluzione più moderna, così come già sperimentato in Paesi cosiddetti moderni ed avanzati (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Chiedo l'autorizzazione alla pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna di considerazioni integrative.

PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ricordo a tutti i gruppi che il tempo è contingentato, per cui i colleghi che parlano qualche minuto in più io non li interrompo, ma sottraggono quei minuti in più ai colleghi del medesimo gruppo che vogliano intervenire successivamente.
È iscritta a parlare l'onorevole Fabi, che illustrerà la mozione Lussana ed altri n. 1-01193, di cui è cofirmataria. Ne ha facoltà, per non più di cinque-sei minuti.

SABINA FABI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nonostante siano trascorsi 53 anni da quando il 20 novembre 1959 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite promulgò la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, nel mondo ci sono ancora più di centocinquanta milioni di bambini intrappolati in impieghi e mansioni che mettono a rischio la loro salute mentale e fisica e li condannano ad una vita priva di qualunque forma di istruzione, svago e libertà. Più della metà di questi bambini vengono sfruttati in varie forme di lavoro pericoloso (come il lavoro in miniera) o in mansioni che li costringono al costante contatto con sostanze chimiche nocive o con macchinari pericolosi per la loro salute.
Il solo territorio dell'Africa subsahariana rappresenta l'area con il più elevato tasso di lavoro minorile: più di un terzo dei bambini di età compresa tra 5 e 14 anni è sfruttato nelle forme più pericolose del lavoro. La rimanente metà, invece, in particolar modo nelle metropoli asiatiche, latinoamericana ed africane, conduce una vita fatta di stenti dove la sopravvivenza è consentita dai proventi di attività lavorative faticose, umilianti, in condizioni igieniche e sanitarie pessime. Ogni giorno migliaia di bambini in Africa subiscono violenze, sfruttamento ed abusi.
La situazione è particolarmente difficile per i bambini costretti a vivere e a lavorare per strada. Questi bambini vengono ogni giorno privati delle garanzie e delle tutele più basilari della società moderna, come il diritto alla vita, alla salute, all'integrità fisica, all'educazione, all'istruzione e anche al semplice diritto della felicità e dell'amore della famiglia. In eguali condizioni Pag. 27di schiavitù, se non peggiori, sono ridotti quei minori, i quali, condotti nel territorio italiano, vengono anzitutto sradicati dal loro ambiente naturale per essere poi costretti a vivere in condizioni di estrema fragilità e povertà, facili prede di ogni forma di sfruttamento, dall'accattonaggio agli abusi sessuali fino al loro definitivo ingresso nel mondo della malavita.
Una grossa fetta del business della tratta dei minori è sicuramente costituita dallo sfruttamento sessuale, che coinvolge ragazzine fra i 15 e i 18 anni. Tra queste, le giovani provenienti dalla Nigeria giungono prevalentemente via mare sbarcando in Sicilia per poi essere smistate sull'intero territorio nazionale (ad esempio Torino, Milano, Napoli e sulla costa adriatica).
Lo sfruttamento in attività di accattonaggio riguarda soprattutto ragazzi e ragazze tra 14 e 17 anni, ma anche più giovani, in prevalenza rumeni provenienti da famiglie estremamente povere, costretti a raggiungere un guadagno giornaliero ingente che li obbliga a lavorare per molte ore e, talvolta, a prostituirsi. Innanzi ad una situazione del genere, l'impegno istituzionale non può limitarsi ai provvedimenti, seppur fondamentali, di assistenza ed accoglienza del minore nel territorio italiano, perché ciò costituisce un intervento sì importante, ma tardivo, finalizzato al solo recupero dell'individuo che, di fatto, è già stato oggetto di violenza. L'intervento deve avvenire a monte nel territorio ove il minore è nato ed in parte cresciuto favorendo lo sviluppo delle strutture sanitarie, educative e scolastiche nei Paesi in via di sviluppo, bloccando così sul nascere la tratta dei minori ed il conseguente schiavismo e mozzando così la mano alle organizzazioni dedite al traffico di minori ed al loro sfruttamento.
Vogliamo, dunque, chiedere al Governo di assumere tutte le iniziative previste dalla mozione presentata dal gruppo parlamentare della Lega Nord, ma altresì di guardare oltre.
Infatti, se è vero per un verso che tutti i minori stranieri, anche se entrati clandestinamente in Italia, sono titolari dei diritti garantiti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, è altresì vero che il superiore interesse del minore non può essere garantito se non attraverso il controllo dei flussi migratori e il deciso contrasto del fenomeno della clandestinità (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, le mozioni oggi in discussione non sono state presentate in Aula a caso, infatti il 20 novembre, come ogni anno, cade la giornata mondiale dell'infanzia che celebra proprio l'anniversario dell'approvazione della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. La data del 20 novembre fu scelta in memoria del giorno in cui l'Assemblea generale adottò la Dichiarazione dei diritti del fanciullo nel 1959 e la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia del 1989, però ancora oggi, nonostante i buoni propositi, il 70 per cento dei circa 11 milioni di bambini che muoiono ogni anno perde la vita a causa di fattori che sono poi per lo più prevedibili e ancora oggi, a Gaza, mentre si intensificano le incursioni aeree, i bambini perdono la vita e purtroppo non soltanto i bambini.
Il 15 maggio 2012 l'associazione «Save the Children» ha pubblicato i dati riguardanti la povertà minorile in Italia; dati che fanno capire molto bene l'arretramento del nostro Paese sul fronte della promozione dei diritti dell'infanzia e che ci collocano ai primi posti nella classifica europea sul rischio di povertà minorile. Quasi un minore su quattro oggi è a rischio povertà, un dato che è il più alto degli ultimi 15 anni, e secondo alcune ricerche il problema della povertà minorile è strettamente legato a quello della dispersione scolastica che a livello nazionale supera il 12 per cento. È anche questo il motivo per il quale, Ministro, bisogna smetterla di togliere i fondi alla scuola pubblica. Pag. 28
Oggi la percentuale dei giovani italiani fra i 18 e 24 anni che hanno acquisito soltanto la licenza media raggiunge quasi il 20 per cento, non aumentano ma neppure diminuiscono le condotte delinquenziali spesso legate a situazioni di disagio ed è per questo, ma non solo per questo, che occorre che i ragazzi trascorrano più tempo a scuola. Proponiamo offerte formative adeguate, che rendano attraente la scuola ai ragazzi e che quindi riescano a coinvolgere i ragazzi, così sicuramente questi fenomeni diminuiranno.
Poi le scuole, con scarse risorse, non riescono ad offrire percorsi veramente individualizzati agli alunni, quindi le povertà minorili sono indubbiamente aggravate dagli effetti della recessione mondiale, ma non nascono certamente oggi, vengono da molto più lontano. Vengono dalla scarsità di iniziative politiche e sociali a sostegno del settore familiare. I dati parlano di un'Italia che ha sempre investito molto poco nel sociale, e per ciò che riguarda le risorse finanziarie stanziate per le politiche a favore dei minori la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza ha posto in evidenza come la questione centrale nella programmazione di efficaci politiche indirizzate ai minori consista nell'individuazione e nella garanzia stabile delle risorse finanziarie da destinare a queste politiche. In realtà il Fondo nazionale per le politiche sociali, con la legge di stabilità in via di approvazione in questa Camera, assegna al Fondo ancora meno risorse di quelle evidenziate dal documento conclusivo di quell'indagine effettuata dalla Commissione, per l'anno 2013 poco più di 44 milioni di euro.
Inoltre, nel rapporto di Cittadinanzattiva dell'ottobre del 2011 sugli asili nido comunali in Italia emerge un quadro che definirei avvilente, signor Ministro, dove si evidenziano alti costi e forti disparità nell'offerta tra le diverse aree del Paese. Gli asili nido comunali sembrano più strutture a pagamento che statali, con costi medi che si aggirano intorno ai 300 euro mensili. Poi, i pesanti tagli agli enti locali attuati in questi ultimi anni non hanno fatto altro che peggiorare la situazione dal punto di vista della qualità del servizio e dei costi stessi.
Questa insufficienza nell'offerta dei servizi socio-educativi per l'infanzia influisce negativamente e scoraggia la partecipazione femminile al mercato del lavoro. Un altro problema drammatico riguarda la violenza sui minori: anche qui, mancano i fondi. La riduzione delle spese fa già sentire pesantemente le ripercussioni: il 30 per cento di interventi in meno, sempre per mancanza di fondi.
Eppure, quanti casi di minori violati che bussano alle porte degli ospedali, quanti bambini maltrattati dalla famiglia, dai parenti, magari dai compagni. Dal III Congresso mondiale sullo sfruttamento sessuale dei minori è emerso che sono 150 milioni le bambine e circa 75 milioni i minorenni sotto i 18 anni che hanno subito violenze sessuali. In Italia i recenti dati presentati il 7 novembre scorso da Telefono Azzurro dicono che, dal 2006 ad oggi, sono triplicati i casi di abuso fisico sui minori.
Questi sono dati a dir poco raccapriccianti. Ancora, un altro aspetto centrale, che riguarda le politiche di tutela dei minori, è quello relativo ai minori stranieri non accompagnati. Nel nostro Paese, i minori stranieri, quelli non accompagnati in particolare, costituiscono una realtà sempre più importante. In Italia si contavano, nel 2009, ben 6.587 minori stranieri non accompagnati; in generale, solo il 30 per cento di questi minori risulta identificato.
Al minore straniero non accompagnato un Paese come il nostro, che si definisce civile, deve assicurare la protezione e le cure necessarie al suo benessere, e quindi non solo il vitto, l'alloggio e i beni di prima necessità, ma anche il diritto di scelta sul proprio percorso di vita, il diritto all'istruzione e alla formazione e la partecipazione alla vita della comunità.
Ancora, noi dell'Italia dei Valori vorremmo che fosse concessa la cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia, purché entrambi i genitori risiedano legalmente sul nostro territorio da almeno cinque Pag. 29anni. Anche il III Piano biennale nazionale di azioni e interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva deve essere integrato con i piani regionali, perché il ruolo di questo Piano è quello proprio di rafforzare la tutela dei diritti dei minori. Però, la stretta economica che è stata messa in atto costringe anche i comuni al taglio pesante nelle attività sociali, soprattutto di quelle che riguardano i bambini.
È chiaro che ai comuni non si può chiedere quello che non riescono assolutamente ad offrire. Per questo, signor Ministro, il disegno di legge di stabilità predisposto dal Governo non può e non deve penalizzare i comuni, soprattutto se non volete penalizzare proprio le politiche sociali. Ultimo, ma non meno importante, argomento è quello collegato alla giustizia minorile.
Certo, l'introduzione del nuovo codice di procedura penale per i minorenni ha sensibilmente ridotto il numero dei minori negli istituti penali, ma, accanto a questo dato, che è sicuramente positivo, vi sono segnali molto preoccupanti, perché non si riesce a diminuire ulteriormente il ricorso alla carcerazione minorile e le misure alternative alla carcerazione non vengono applicate per quelle categorie di minori che sono prive di una rete esterna di appoggio costituita dalla famiglia, dalla scuola e dall'attività lavorativa. E poi, per i ragazzi e le ragazze straniere si fa ancora largo uso della carcerazione preventiva.
È chiaro che una riforma della giustizia minorile necessita di risorse umane ed economiche che assicurino l'efficienza del sistema giudiziario, perlomeno di quel sistema rivolto ai minori.
Insomma, Ministro, fate in modo che queste mozioni abbiano un seguito, impegnatevi a migliorare la qualità di vita dei ragazzi perché c'è da ricordare che appartengono alla fascia più debole della società (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, penso di avere poco tempo a disposizione, quindi le chiedo gentilmente di poter poi consegnare il testo del mio intervento. Svolgo solo alcune considerazioni.
Oggi ricorre l'anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989. Sono trascorsi più di vent'anni nel corso dei quali gli organismi internazionali e le istituzioni italiane hanno compiuto importanti passi avanti nella tutela dei diritti dei minori, ma i risultati, che pure si sono conseguiti nel tempo, non sono sufficienti. È sotto gli occhi di tutti come l'ennesima gravissima escalation di violenza in Medio Oriente abbia quali sue prime vittime proprio i più piccoli. Risuona ripetutamente quella frase che più di ogni altra tocca la nostra sensibilità, «Strage di bambini», spesso con la visione di quei corpi martoriati dagli esplosivi. Ovunque i bambini continuano ad essere le prime vittime delle scelte sconsiderate degli adulti. Non vi sono solo le bombe e le tante guerre e guerricciole, dove tacciano le armi spesso tace anche la coscienza degli adulti, di coloro che, nell'ambito delle democrazie, dovrebbero decidere e agire avendo come primo pensiero quello di tutelare l'infanzia.
È con grande amarezza che rileviamo che, dal punto di vista della promozione dei diritti dei minori, il nostro Paese, che pure si è distinto per le sue tante battaglia di civiltà, ha ceduto il passo.
Negli ultimi anni le condizioni generali dell'infanzia e dell'adolescenza hanno subito un progressivo arretramento che non si può attribuire, come avvertono autorevoli osservatori, solo alla crisi economica che ha inciso pesantemente sui risparmi delle famiglie, modificandone le condizioni e gli stili di vita. L'insufficienza e la scarsa qualità dei servizi di assistenza all'infanzia, di supporto alla genitorialità, di promozione e rafforzamento del sistema scolastico, non sono fatti recenti, così come la mancanza di strategie di welfare lungimiranti Pag. 30dettate dall'analisi delle trasformazioni in atto e mirate ad evitare innanzitutto le sperequazioni territoriali. L'assenza di politiche sociali e di adeguati investimenti hanno favorito la diffusione della povertà, la dispersione scolastica, l'emarginazione sociale, che pesano oggi sull'esistenza di un numero crescente di bambini e di adolescenti italiani. Una situazione resa ancora più grave della crisi economica.
L'ultimo rapporto dell'ISTAT sulla situazione del Paese ha rilevato che un milione 876 mila minori vivono in famiglie povere e 653 mila in condizioni di assoluta povertà. Sulla base di questi dati l'Italia è, tra i Paesi OCSE, quello con il tasso di povertà relativa più elevato tra i bambini, il 15 per cento dei quali vive in famiglie con redditi inferiori alla media nazionale.
Al Sud la situazione assume i connotati di una vera e propria emergenza. La Sicilia conta la percentuale più elevata di persone di minore età povere, il 44 per cento, seguita dalla Campania con il 32 per cento e dalla Basilicata con il 31 per cento. Nel complesso un milione 227 mila sono i minori a rischio nel Sud Italia, ai quali si aggiungono 359 mila bambini che vivono in condizioni di povertà assoluta.
Mentre aumenta la condizione di povertà delle famiglie, il sistema dei servizi è sempre più fragile e inadeguato ad assicurare una rete di protezione sociale per le fasce più deboli della popolazione, tra cui le donne, particolarmente colpite dagli effetti della crisi. Vi è una evidente correlazione tra il tasso di occupazione femminile limitato, la mancanza dei servizi di assistenza, le scarse misure di conciliazione dei tempi di cura e di lavoro e la bassa natalità.
La mozione che abbiamo presentato, e che ha trovato nella sensibilità del Ministro - di questo gli do atto - uno sbocco anche più largo ed unitario, parte dalla convinzione che vi debba essere una priorità per il Governo, ossia quella di garantire ad ogni livello la tutela e la promozione dei diritti dei bambini e degli adolescenti e di investire innanzitutto nei servizi all'infanzia, nel sistema scolastico e nelle politiche della famiglia.
Signor Presidente, chiedo, infine, che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Mosella, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
È iscritto a parlare l'onorevole Calgaro. Ne ha facoltà.

MARCO CALGARO. Signor Presidente, la Convenzione sui diritti dell'infanzia, approvata dall'ONU il 20 novembre 1989, è stata ratificata dall'Italia con la legge n. 176 del 1991 ed i quattro grandi principi che la ispirano (la non discriminazione, il superiore interesse del minore in ogni situazione, il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino e il dovere di ascoltare le opinioni del minore e di tenerne conto) permeano le leggi successivamente approvate in questo Paese intorno a questo tema: la legge 28 agosto del 1997, n. 285, recante disposizioni per la promozione di diritti e pari opportunità per l'infanzia e l'adolescenza, che ha istituito il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza; la legge 23 dicembre 1997, n. 451, che ha istituito l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e la Commissione parlamentare per l'infanzia ed ha previsto la celebrazione della giornata italiana per i diritti dell'infanzia il 20 novembre di ogni anno; la legge 12 luglio 2011, n. 112, che ha istituito l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza; la legge 1o ottobre 2012, n. 172, che ratifica e dà esecuzione alla Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, firmata a Lanzarote il 25 ottobre 2007, che inasprisce le pene per questi reati e introduce due nuove figure di reato (l'istigazione a pratiche di pedofilia e pedopornografia e l'adescamento di minorenni).
Nonostante un ottimo corpo legislativo e la presenza di una serie di organismi che Pag. 31se ne occupano, nel nostro Paese la tutela dei minori, sia in situazioni di disagio e difficoltà sia in situazioni di normalità, risente ancora di una serie di limiti dovuti principalmente a due fattori: la frammentarietà e l'insufficiente coordinamento tra le associazioni e le istituzioni titolate ad occuparsene e la continua riduzione delle risorse a loro destinate.
Non sto a citare i numerosissimi indicatori statistici di allarme sulla situazione dei minori, da quelli che evidenziano la situazione di povertà ingravescente per i minori italiani e immigrati all'aumento dei minori immigrati non accompagnati, alla persistente denatalità o all'abbandono scolastico, alla scarsità di asili nido e di risorse stanziate per tenere conto in modo realistico dei carichi familiari.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 16,35).

MARCO CALGARO. Tra gli impegni che chiediamo al Governo ve ne sono di tre tipi: quelli che rispondono alle istanze di democrazia e di cambiamento di una società globalizzata, quelli dedicati ai minori in difficoltà, quelli che tengono conto delle difficoltà che nella società odierna accusano tutti i minori.
Chiediamo allora di porre particolare attenzione ai diritti di cittadinanza dei minori stranieri nati nel nostro Paese, che hanno il diritto di sentire l'Italia come la loro patria. Chiediamo di stanziare risorse reali per i minori stranieri non accompagnati, per i minori in stato di povertà e per le loro famiglie, per una giustizia minorile più efficiente che dia reale ascolto al minore, per le adozioni e per gli affidi, per i quali basterebbero anche procedure più snelle, ma soprattutto chiediamo di prestare attenzione a tutti insieme i minori di questo Paese, pensando ad un fisco a misura di famiglia, ad un numero di asili nido e di scuole materne che consenta alle madri di lavorare e di aumentare le risorse a disposizione della famiglia stessa, ad una scuola di qualità e gratuita che consenta ai minori, a prescindere dalla classe sociale di provenienza, di costruirsi il futuro che meritano in questo Paese.
Tutte queste sono cose che sentivamo come naturali in questo Paese, che oggi non sono più così normali, che devono essere difese e a cui bisogna prestare particolare attenzione.
In conclusione, signor Presidente, ribadiamo che le risorse indispensabili perché in questo Paese vi sia una reale politica per l'infanzia, che molte volte si declina come politica per la famiglia, sono risorse destinate non a politiche assistenziali, ma ad alcune tra le politiche di sviluppo e di coesione più efficaci che un Paese civile e democratico possa darsi (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Bocciardo. Ne ha facoltà.

MARIELLA BOCCIARDO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, desidero fare un brevissimo intervento in qualità di membro della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza e del gruppo della Popolo della Libertà.
Sottolineo innanzitutto la comunanza di intenti delle mozioni presentate per difendere e dare maggiore impulso al rispetto dei diritti dei bambini e, quindi, sottolineo anche la mia soddisfazione per il fatto che si sia arrivati ad una mozione unitaria.
L'austerità perseguita dal Governo Monti non deve colpire il mondo dell'infanzia. Sarebbe come uccidere nella culla la speranza di un futuro migliore per i nostri figli. Occorre investire sui bambini, perché questi rappresentano una quota rilevante della nostra popolazione (il 17 per cento) e perché sono la risorsa più importante della nostra società: saranno loro i protagonisti della nostra cultura, del nostro modo di essere e della nostra vita.
Gli impegni richiesti al Governo sono chiari e urgenti. Non devono essere solo parole ma fatti. Il sostegno all'infanzia è direttamente proporzionale alla volontà di dare al nostro Paese un futuro più pro Pag. 32spero, più equo e più giusto. Oggi viviamo il declino progressivo della nostra civiltà basata sul rispetto, sulla dignità e sulla libertà individuale. Dobbiamo invertire la rotta. Noi tutti dobbiamo essere consapevoli che una società indifferente ai valori dell'infanzia è una società destinata a morire, una società senza futuro. Le mozioni presentate indicano la strada. Seguiamola, con responsabilità e con amore.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole De Torre. Ne ha facoltà.

MARIA LETIZIA DE TORRE. Signor Presidente, vorrei, della mozione in esame in questa importante giornata, approfondire un aspetto in particolare: le bambine, i bambini, gli adolescenti e la scuola. Sono 11 milioni in Italia. Che esperienza fanno nella scuola? Proviamo un attimo ad ascoltarli. Dalla Calabria: «Mio padre era un falegname ed io avrei dovuto lavorare nella sua falegnameria. Solo che cinque anni fa lo hanno ammazzato davanti casa e hanno bruciato la falegnameria con tutti i macchinari. Mia madre non aveva lavoro e così ho iniziato a lavorare a 16 anni. Ho abbandonato la scuola, che in fondo non mi è mai piaciuta, (...)». «Mi chiamano Andrea "u malu" perché qui in paese comando io (...).».
Da Facebook: «Io detesto la scuola», e i professori: Pazzi, Ricattatori, Ovvero, Fessi, Esasperati, Sanno, Solo, Opprimere, Ragazzi, Innocenti.
Da Milano: Marco aveva abbandonato l'istituto tecnico ma era uno smanettone di computer e in uno stage si è fatto apprezzare ed è stato assunto. Dopo tre anni si è iscritto alle serali e ora ha una laurea in informatica.
Da Roma, Nadia, 19 anni. È stata rinchiusa per due mesi nel CIE romano di Ponte Galeria. Ha rischiato di finire in un Paese dove non conosce nessuno, perché lei è nata a Guidonia e parla con l'accento romano. «So' de Roma, buttatemi a mare è meglio (...)». «Non capivo perché dovessi stare lì dentro. Io non ho rubato e non ho commesso reati. Ho solo un padre che non mi ha rinnovato il permesso di soggiorno».
Da Milano. «Tornata al mio banco mi rendevo conto che, anche se la mia pancia era forse la più vuota tra i compagni di prima elementare, la mia testa era zeppa di colori (...)». Rebecca Covaciu, rom, 16 anni, dopo un'odissea tra Europa, America latina, sgomberi e notti all'addiaccio, ora frequenta il Liceo artistico Boccioni di Milano. «Oggi non chiedo più un kiwi e un'arancia per Natale, bensì una cosa ancora più irraggiungibile: che tutti i miei amici, tutti i bambini rom impolverati che mi corrono incontro, assetati di storie e di fantasie, abbiano una vita diversa (...)».
Per loro; per i troppi adolescenti che detestano la scuola; per i 40-50 mila over 14 che ogni anno la abbandonano con il rischio di un lavoro irregolare, precario, se non di essere adescati dalla criminalità organizzata; per i 140 mila alunni con disabilità, per cui dobbiamo organizzare meglio la scuola e avere migliori competenze didattiche e speciali; per i 756 mila alunni con cittadinanza non italiana, quelli a cui non sappiamo insegnare la lingua italiana a livello studio e quelli che parlano dialetto e non capiscono perché sono stranieri nel Paese in cui sono nati; per i 6.500 ragazzi rom e sinti di cui solo 134 frequentano le superiori e per tutti gli altri, anche i 40 mila che non trovano posto nella scuola dell'infanzia: è per loro che dobbiamo rinnovare la scuola italiana. Forse non sapranno di questo dibattito in Parlamento ed è bene così, perché hanno bisogno di fatti, devono toccare con mano che sono al centro dell'interesse delle politiche di chi guida il Paese, di tutte le politiche e al centro significa che le scelte sono fatte prima in loro favore e successivamente in favore di noi adulti, mettendo i sacrifici di questa dura crisi sulle nostre spalle piuttosto che sulle loro. Ciò è naturale nelle scelte quotidiane dei genitori, ma deve avvenire anche nelle scelte di un Paese verso i propri figli. Penso ad esempio alla scuola. Da quanto tempo strattonata e screditata da tagli, riforme e controriforme di parte, anziché vedere un vero cambiamento? E perché il discorso va sempre a finire su misure di aggiustamento per docenti e dirigenti? Eppure chi guida Pag. 33il Paese sa che occorre rivedere l'organizzazione del MIUR, perché sia leggero e competente, sa che occorre dare vera autonomia alle istituzioni scolastiche, decidere chi fa scuola tra Stato, regioni, comuni ed istituzioni scolastiche, sa che le scuole non possono che essere al centro di un nuovo sviluppo del Paese, sa che occorre un sistema di valutazione indipendente che renda conto al Paese.
Sa che occorre formare docenti e dirigenti a livello europeo e reclutarli anche per la loro capacità relazionale e il loro talento nel saper far apprendere. Sa che occorre un curriculum al passo con le sfide di questo secolo dove siano presenti interdisciplinarietà, interculturalità e la prospettiva di uno nuovo umanesimo. Perché tergiversiamo? Perché? Forse perché questi bambini, queste bambine, questi adolescenti non sono veramente al centro delle nostre politiche di istruzione, e credo che se solo li mettessimo al centro potremmo operare una svolta così imponente e decisiva. Ormai questa legislatura volge al termine e le scelte importanti saranno fatte dopo il marzo 2013. Gli elettori devono poter conoscere se chi governerà il Paese dalla prossima primavera avrà il coraggio di porre i minori come misura di tutte le politiche e la loro educazione come priorità tra le poche in cima all'agenda. Certo, non basta la volontà di un Governo, occorre tutto il Paese come dice un proverbio africano (per educare un ragazzo occorre l'intero villaggio), ma il Parlamento e il Governo hanno il compito di guidare questa impresa e i partiti di dire in anticipo quanto vi si spenderanno. Se oggi decidessimo tutti di farlo sarebbe un successo di questa Giornata dell'infanzia e adolescenza 2012 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Mattesini. Ne ha facoltà.

DONELLA MATTESINI. Signor Presidente, quando pensiamo ai bambini e alle bambine quasi automaticamente a ognuno di noi vengono in mente immagini gioiose, di giochi, di spensieratezza, coccole, calore familiare, ma accanto a questa realtà ce ne è un'altra, quella delle povertà minorili. Una realtà che non riguarda solo l'Italia, ma oggi siamo qui nel Parlamento italiano ed è di noi che dobbiamo parlare, e non solo per denunciare, non solo per raccontare, ma per prenderci impegni concreti che affrontino e superino quello che ritengo essere il peggior furto che si possa compiere. Perché condannare milioni di bambini e bambine italiani alla povertà significa rubargli la vita, rubargli il presente e il futuro, ma significa altresì rubare il presente e il futuro al nostro Paese, all'Italia, perché investire sui bambini non è un costo, non è soltanto un atto di bontà, è un atto di responsabilità per il nostro Paese per l'oggi e per il domani. E noi sappiamo purtroppo che l'Italia è ai primi posti della classifica europea per povertà minorile. Una situazione certo peggiorata dalla crisi economica ma che io credo dobbiamo dire con onestà che è soprattutto frutto di politiche carenti e frammentarie rese ancora più inefficaci, talvolta inesistenti dai tagli degli ultimi anni agli enti locali, alle politiche sociali ed educative.
In tal senso mi piace sottolineare il cambio importante che abbiamo registrato nella legge di stabilità di cui andremo domani a votare la fiducia perché finalmente in questa legge è stato rifinanziato per 900 milioni di euro il Fondo per le politiche sociali, di cui un fondo indistinto di 300 milioni dal quale credo che debbano anche essere tratte le risorse per meglio finanziare il terzo Piano di azione per i minori. I dati ce li hanno detti gli altri colleghi, ma quel numero, quel 22,6 per cento di bambini poveri è per me contemporaneamente un pugno allo stomaco e un crampo al cuore. Credo che tutti dovremmo avere questa sensibilità, tutti ce l'abbiamo, ma non basta essere sensibili perché occorre che questa emozione che proviamo di fronte ai numeri debba significare per ognuno e debba impegnare ognuno di noi, ogni partito, a dare centralità al superamento della povertà minorile. Pag. 34
Le situazioni peggiori dei minori poveri sono quelle che riguardano i figli di madri sole, i figli di genitori in cui il capofamiglia ha meno di 35 anni, i figli di genitori che vivono al sud e nelle isole, i figli di famiglie di origine straniera, e tutto ciò in un Paese che è ultimo in Europa per natalità. Ma la povertà non è mai solo economica. Infatti la povertà di relazioni nonché l'isolamento sociale, la mancanza di accesso al sapere, la cattiva alimentazione, così come la scarsa cura della salute, nonché la carenza di servizi e di offerte educative, sono tutti fattori che entrano in gioco per definire i mille volti della povertà e sono tutti fattori sui quali occorre agire contemporaneamente per affrontare e superare la povertà.
Vi faccio soltanto alcuni esempi che mi hanno particolarmente colpito. In Italia il 6,6 per cento dei minori non può comprare libri adatti all'età ed al livello di conoscenza. Il 9,3 per cento non ha a disposizione un posto tranquillo con spazi e luce a sufficienza per fare i compiti, così come il 6,7 per cento non ha l'opportunità di invitare a casa gli amici per giocare o mangiare insieme.
Il 12,2 per cento non può permettersi di frequentare attività ricreative regolari, come nuotare o suonare uno strumento, insomma per tirar fuori le proprie sensibilità e competenze. Credo che possiamo dirci con chiarezza che l'Italia è un Paese smemorato, perché malato e due sono a mio avviso le malattie che ci portano a dimenticare i bambini e i loro diritti. La prima è mettere al centro l'età adulta come unico luogo di diritti e la seconda è quella di vivere in un eterno presente. Ci si dimentica così e si marginalizza tutto ciò che è altro dal mondo adulto e dal presente ed i bambini, così come i giovani, pagano il prezzo di chi sacrifica sul presente adulto il futuro.
Sono convinta che questo Paese deve essere, non solo riformato, ma profondamente rifondato, proprio a partire da un processo culturale in primo luogo, che deve tenere insieme l'intreccio tra diritti e responsabilità a partire proprio dai diritti dei bambini e dalla responsabilità verso di essi degli adulti. Faccio un esempio: nel 2009, ma i dati corrispondono a quelli di oggi, l'Italia investiva nelle pensioni quasi cinque punti percentuali di PIL in più rispetto alla Germania, che pure è l'unico altro Paese europeo che ha un indice di vecchiaia maggiore di quello dell'Italia, e, invece, investiva solo l'1,4 per cento nelle politiche a sostegno delle famiglie. Anche qui la discrasia, proprio la miopia, gli occhi che guardano soltanto un aspetto del vivere.
Dicevo che dobbiamo superare le politiche delle briciole, così come sono state definite quelle verso i minori. Servono più risorse, ma anche un altro approccio rispetto a quello degli ultimi anni in cui anche scelte come il bonus bebè o le riduzioni fiscali per le famiglie povere hanno avuto risultati insignificanti e non solo per le poche risorse destinate, ma soprattutto perché sono stati interventi spezzettati, slegati e fuori da un quadro generale di sostegno alla famiglia, al lavoro, agli orari di lavoro, alle politiche di conciliazione, al diritto allo studio, alle politiche abitative, ai piani regolatori delle città, ai servizi dell'infanzia e così via. Serve, mentre andiamo ad applicare - e dovremmo migliorarlo - il terzo Piano per l'infanzia, ritrovare e praticare lo spirito della legge n. 285 del 1997 che aveva come principale obiettivo quello di costruire una fitta rete istituzionale associativa che potesse lavorare per una comune programmazione in modo integrato, agendo su tutti gli aspetti della vita dei minori e delle famiglie.
Finisco con un paradosso: occuparsi di povertà minorile e diritti dei minori vuol dire avere anche occhi attenti ad alcune cose - lo uso come paradosso - in quanto ci sono moltissimi regolamenti dei condomini che impediscono ai bambini di utilizzare lo spazio all'interno del condominio per giocare, così come esistono troppi regolamenti comunali che scelgono l'uso delle piazze per i parcheggi e non per i bambini. Io la dico così: o siamo capaci tutti di un cambiamento profondo a partire da ognuno di noi, oppure mi viene da dire che, fin tanto le macchine saranno Pag. 35nella nostra vita più importanti dei bambini, esisterà comunque la povertà minorile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, onorevoli colleghe, è un giorno non formale che noi vogliamo offrire come riflessione politica e di sicuro noi siamo dei padri fortunati perché i nostri figli stanno bene. Eppure, abbiamo sentito ricordare più volte della povertà che c'è oggi in Italia; Save the Children parla del 22,6 per cento a rischio di povertà, una povertà soprattutto per le famiglie numerose perché oggi avere più di tre figli significa rischiare in qualche modo la povertà. Ma è un'altra povertà che oggi forse ci preoccupa, Presidente: questo Paese ha attraversato maremoti, momenti difficili dopo la guerra, ha conosciuto la ricostruzione, l'entusiasmo, ma non ha conosciuto il vuoto. Noi oggi conosciamo il vuoto: quello delle culle, delle famiglie con un solo figlio, il vuoto delle famiglie che non avranno più zie perché non potranno fare più figli, il vuoto delle nonne che saranno costrette a lavorare fino a 70-75 anni di età, il vuoto delle risate, Presidente, il vuoto della gioia di vivere.
Altre società, che stanno conoscendo magari la guerra in questi giorni, hanno di fatto una forza: la forza della speranza, del futuro, della linfa vitale, della crescita, che non è solamente crescita di PIL. Infatti, senza figli non può crescere il PIL. Non faremo di sicuro crescere il PIL io, mia madre e la badante, ma saranno i miei figli che lo potranno fare. Ma è una crescita di speranza. La «Primavera araba» in qualche modo, se nasce come una speranza, nasce da una generazione che chiede libertà e che chiede questo.
Allora dobbiamo guardare al nostro futuro investendo e riconoscendo che in questa legislatura non abbiamo fatto tutto quello che potevamo per poter riempire queste culle. Non abbiamo fatto tutto quello che potevamo anche per altri presidi educativi, per la famiglia. Troppo spesso ci siamo divisi, colleghi, su principi ideologici, scambiando quello che è l'amore per la famiglia. Nulla da dire per l'amore, ma la famiglia è una cosa ben diversa: questa deve mantenere la centralità. Troppo spesso ci siamo divisi anche sull'integrazione, un'integrazione che ha bisogno di un'educazione basata sì sui diritti, ma anche sui doveri, sui doveri di cittadinanza che devono portarci a condividere, non un lasciapassare, molte volte, per comportamenti magari al limite dell'illegalità e al limite della furbizia. È un'integrazione che si deve basare non sulla rinnegazione della nostra identità. Oggi leggiamo di alcune persone: di un preside che ha proibito il Natale. Non è proibendo il Natale che si celebra l'integrazione. Non ci sono «sindromi sperdute» di non integrazione dovute all'osservazione del Natale. Questo è un Paese accogliente, ma chiede anche un rispetto della propria identità (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.
Avverto che è stata presentata la nuova formulazione della mozione Lussana ed altri n. 1-01193. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A - Mozioni).

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni presentate.

ANDREA RICCARDI, Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, le mozioni in discussione in Aula, nel giorno in cui si celebra la giornata dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ci inducono a riflettere sulla condizione dei minori nel nostro Paese. I dati ufficiali li conosciamo: il 17 per cento della popolazione Pag. 36complessiva, 11 milioni, ma il loro disagio richiama la nostra attenzione.
Rapporto 2012 dell'ISTAT, citato nelle mozioni: 1.800.000 minori in famiglie povere, 600 mila in condizioni di povertà assoluta, con un'incidenza assai, assai elevata nel Mezzogiorno, dove risultano quasi 360 mila minori in povertà assoluta. Secondo l'UNICEF siamo agli ultimi posti delle graduatorie OCSE.
Qui non è solo, onorevoli deputati, questione di ristrettezze economiche, ma di mancanza di sani modelli di riferimento, di povertà culturale e di una storia che non ha investito su questa problematica. Come sottolineato dal Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza nella sua relazione, la crisi economica ha compromesso le fasce più deboli, ma i diritti dei minori non possono essere messi in discussione. Sul disagio dei minori è più volte intervenuta la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza e proprio oggi, giornata dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, abbiamo tenuto una simbolica riunione nella periferia di Tor Bella Monaca, a Roma, proprio per ribadire che i bambini non sono la periferia della nostra società. L'onorevole Veltroni, ex sindaco di Roma, sa bene cosa vuol dire Tor Bella Monaca e credo e sono sensibile ai suoi accenti, sia quando parla dei bambini di Roma sia dei bambini del mondo. Infatti i bambini, in un certo senso, debbono avere la cittadinanza, ma non hanno il limite delle frontiere. Vi sono le privazioni sofferte da bambini e adolescenti in famiglie di immigrati e rom. Il 20 per cento dei figli di immigrati subisce privazioni. Troppi, troppi bambini. Le premesse delle mozioni sono ampie e in larghissima parte condivisibili.
Bisogna realizzare interventi, quelli che stanno a cuore al Parlamento e anche al Governo, che è molto sensibile a questo tema. Molti argomenti trattati nelle mozioni corrispondono già ad azioni adottate, altri sono importanti stimoli.
Voglio essere sintetico e soffermarmi solo su alcuni aspetti, ma dire l'ampia, convinta disponibilità del Governo, che purtroppo va misurata con gli equilibri di finanza pubblica. Segnalo l'attuazione del Piano biennale nazionale di azioni e di interventi per la tutela e i diritti dei soggetti in età evolutiva, che non è finanziato con specifici fondi, ma con risorse ordinarie delle amministrazioni competenti. Inoltre, segnalo che il Dipartimento per le politiche della famiglia ha promosso due intese, con le quali sono stati ripartiti 25 e 45 milioni del Fondo famiglia a favore delle regioni e delle province autonome per i servizi della prima infanzia.
Grazie al Piano straordinario per lo sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, si è proceduto ad un salto qualitativo e quantitativo. Nell'ambito del Piano di azione e coesione varato dal Governo sono stati destinati 400 milioni di euro alle quattro regioni obiettivo per l'incremento dei servizi alla persona e dei servizi socio-educativi della prima infanzia. Noi miriamo ad espandere l'offerta di asili nido e servizi integrativi, e si prevedono 18 mila nuovi posti nido entro il 2015. Questo intervento vuole promuovere per i servizi di cura il raggiungimento, nel Mezzogiorno, di livelli di servizi minimi coerenti con il Piano nazionale di riforma e misurati da appositi indicatori.
C'è un altro aspetto importante che tocca anche la vicenda dell'infanzia: per promuovere l'occupazione femminile, il tasso di natalità, la solidarietà tra le generazioni, che ha al centro il bambino, è necessario valorizzare gli strumenti di conciliazione tra vita e lavoro - su questo abbiamo lavorato e stiamo lavorando in vario senso con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali -, congedi parentali e cura familiare, che giungono anche a coinvolgere i nonni. Tali misure, volte chiaramente a favorire la conciliazione tra lavoro e vita familiare, costituiscono parte fondamentale del Piano per la famiglia approvato dal Consiglio dei ministri. Tale Piano nazionale ha confermato l'esigenza di una maggiore equità fiscale nei confronti delle famiglie, specie le famiglie numerose, tanto sofferenti. Stiamo lavorando per una revisione dell'ISEE e sentiamo la durezza dei limiti che ci sono imposti. Pag. 37
Per quanto concerne l'impegno a costituire una cabina di regia per coordinare specifiche politiche dell'infanzia, ritengo che l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, presieduto da me e dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, possa rappresentare uno strumento di coordinamento e di programmazione di tali politiche specifiche.
La nuova programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2007-2013 rivolge l'attenzione al problema dell'infanzia. Il Quadro strategico nazionale per la politica regionale di sviluppo 2007-2013 considera l'istruzione una priorità della politica regionale unitaria e per le regioni dell'Obiettivo convergenza individua come obiettivo misurabile l'innalzamento delle competenze degli studenti e dell'apprendimento della popolazione. Questi progetti sono finanziati sui fondi strutturali.
In base alla Convenzione sui diritti del fanciullo, aggiungo che al minore straniero deve essere riconosciuta - il che sempre non è - parità di trattamento con i cittadini italiani in ogni settore del welfare, anche a prescindere dalla regolarità del soggiorno, con riferimento all'assistenza sociale, all'istruzione e alla tutela della salute.
Il Governo, con l'approvazione, lo scorso mese di giugno, del Piano per l'integrazione nella sicurezza «Identità ed incontro» si è impegnato a rivolgere attenzione ai minori stranieri; un tema che qui è stato più volte sollecitato e riproposto. Si tratta di minori stranieri non accompagnati sul territorio nazionale, privi di assistenza; qui è cruciale, e lo stiamo facendo, un lavoro con l'Egitto e il Marocco da cui proviene un terzo di questi minori stranieri, quasi 6 mila. Dobbiamo superare la fase emergenziale; in questa logica abbiamo istituito, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Fondo nazionale per l'accoglienza dei minori non accompagnati, con 5 milioni di euro di dotazione. La disposizione istitutiva prevede che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentita la Conferenza unificata, provveda alla copertura dei costi sostenuti dagli enti locali per i minori stranieri non accompagnati; l'ultimo decreto di riparto ha ricevuto parere positivo dalla Conferenza Stato-regioni. C'è l'altro aspetto: lo sfruttamento da parte della criminalità; a questo proposito stiamo lavorando a diciassette progetti di inserimento socio-lavorativo.
Avviandomi alla conclusione, esprimo convinto parere favorevole all'istituzione di un gruppo di lavoro per il coordinamento delle politiche sui diritti dei minori e l'applicazione dei principi della Convenzione ONU, e posso affermare che la Conferenza Stato-regioni ha manifestato in proposito la sua disponibilità. Il Ministero della giustizia ha espresso parere favorevole alla ratifica del terzo Protocollo facoltativo alla Convenzione sui diritti del fanciullo, firmato a Ginevra nel 2012, con cui si prevede l'introduzione di una procedura di ricorso individuale al Comitato ONU in caso di violazione dei diritti sanciti dalla stessa Convenzione sui diritti del fanciullo. Inoltre, ed è un tema tanto delicato, esiste un accordo di collaborazione tra il Dipartimento per le politiche della famiglia e il Dipartimento per la giustizia minorile sul tema: la famiglia di fronte al reato; cioè, supporto delle famiglie dei minori autori di reato, con l'obiettivo di aiutare famiglie e minori in condizione di vulnerabilità. Su questo tema è in corso, tra il Dipartimento della famiglia e il Ministero della giustizia, un lavoro che sta procedendo in maniera spedita.
C'è un tema, la cittadinanza dei minori stranieri; ho avuto più volte modo di ribadire, anche in quest'Aula, la mia convinzione in proposito: ritengo che la scelta non possa essere più quella di un arcaico ius sanguinis, ma che sarebbe opportuno valorizzare il concetto di ius culturae: pensarsi italiani, crescere italiani, essere italiani aiuta a integrarsi, e non fare arrivare la cittadinanza italiana dopo il diciottesimo anno e non subito, quando la personalità del ragazzo straniero, nato in Italia, figlio di immigrati, si è già formata.
Signor Presidente, onorevoli deputati, vi ringrazio per l'attenzione e condivido non solo il pensiero, ma i sentimenti, le convinzioni di quanti sostengono che bisogna avere Pag. 38lungimiranza nell'investire sui bambini e sugli adolescenti nel difenderli, nell'ascoltarli, nel rivolgere alla loro situazione una attenzione prioritaria, proprio perché se c'è qualcuno che paga un prezzo più alto nel tempo di crisi sono proprio i bambini, i bambini figli delle famiglie numerose.
La nostra è una società che rischia di essere vecchia e una società vecchia è legata alle esigenze della presenza degli adulti che hanno paura di tramontare; è un fatto sociologico ed è un fatto umano: rivolgersi ai bambini nati in Italia figli di italiani, ma anche nati in Italia e figli di non italiani dà a noi tutti, adulti e anziani, una carica di speranza e una visione del futuro che rischiamo di perdere (Applausi).

PRESIDENTE. Ministro, esprima il parere, per cortesia.

ANDREA RICCARDI, Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione. Sì, signor Presidente. Per quel che riguarda la mozione Zampa, Mussolini, Galletti, Perina, Di Giuseppe, Mosella ed altri n. 1-01183 (Seconda ulteriore nuova formulazione) esprimo parere favorevole; per quello che riguarda la mozione Lussana ed altri n. 1-01193 (Nuova formulazione) esprimo parere positivo limitatamente al dispositivo, perché le premesse non mi sembrano del tutto condivisibili da parte del Governo.

PRESIDENTE. La ringrazio, Ministro.
Saluto alunni e docenti dell'Istituto Comprensivo di Terranova da Sibari, in provincia di Cosenza, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Grazie di essere tra noi.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà, per un minuto.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, intervengo solo per dire che il nostro gruppo voterà a favore della mozione unitaria. Mi sono già espresso prima e non voglio portare via altro tempo. Noi crediamo che in questo momento, al di là dell'impegno, che abbiamo ascoltato, del Ministro Riccardi, molto puntuale anche nel merito, il fatto di essere convenuti ad una mozione largamente unitaria è perché vogliamo da un lato celebrare con forza questa giornata e dall'altro assumere pochi impieghi che però possono essere, nei mesi che abbiamo a disposizione - che sono pochi -, sia da noi che dal Governo, condotti in porto e, quindi, dare un riscontro concreto al tema dell'infanzia e dell'adolescenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, Ministro, nella Parigi della fine del Settecento un carretto circolava per le strade per raccogliere i bambini abbandonati. Un prefetto del tempo aveva emanato un editto in cui raccomandava di mettere almeno un po' di paglia sul carretto e di non perdere troppi bambini sul ciglio della strada. Da allora tempo ne è passato. Il secolo scorso è stato dichiarato il secolo del bambino, perché i bambini sono finalmente divenuti soggetti di diritti e non meri recettori passivi di disposizioni altrui. Tuttavia, ancora troppe disuguaglianze ci sono: ci sono troppi bambini poveri e denutriti, troppi bambini sfruttati sessualmente, troppi bambini immigrati soli e abbandonati e troppi bambini della guerra. Io li ho conosciuti i bambini della guerra, perché sono stato nel Centro America come esperto delle Nazioni Unite, dell'UNICEF, per i diritti umani, e ho visto in Salvador e in Guatemala Manuelito con il braccio destro tagliato da un ufficiale dell'esercito - cortado come dicono loro in spagnolo -, perché non volevano che poi potesse da grande imbracciare il fucile; o i bambini nel Guatemala che, quando passavamo con la Jeep delle Nazioni Unite Pag. 39scappavano agli angoli delle strade pur avendo i loro fuciletti.
Oggi la Camera finalmente si occupa dei problemi non dell'avere, ma dei problemi dell'essere, per dirla con Erich Fromm. Questa giornata importante è arricchita da presenze importanti che ci sono tra il pubblico. Vorrei ricordare le presenze importanti del mondo minorile come i rappresentanti dell'UNICEF, l'Autorità garante per i diritti dei minori e tante rappresentanze delle associazioni che operano in questo mondo. Vorrei però precisare una preoccupazione che oggi serpeggia all'interno di tutte queste associazioni e queste espressioni del mondo minorile. È una grande preoccupazione, ed è quella connessa alle due norme intruse che sono state inserite dal Senato nel provvedimento sul riconoscimento dei figli naturali, che verrà all'attenzione della Camera. Vorrei fare appello a tutti i colleghi, a ciascuno dei colleghi, perché nella coscienza ciascuno di essi si esprima come ritiene giusto, quando sarà chiamato a pronunciarsi. Voglio ricordare le due norme intruse: una è quella che riguarda un forte depotenziamento della giustizia minorile, con il trasferimento di rilevanti competenze al giudice ordinario, quello che si occupa, per intenderci, di appalti, di liti nel condominio degli edifici e che non ha le competenze e non ha neanche la voglia di occuparsi dei problemi dei bambini.
Ci vuole una specializzazione; i bambini hanno diritto ad avere ciascuno un giudice specializzato che si occupi di loro. Non è così che si adempie, poi, a quella che è la raccomandazione presente in tutte le mozioni, cioè quella di dare particolare attenzione alla giustizia minorile. Se puntiamo al tribunale della famiglia e della persona, come noi riteniamo giusto, e come mi pare la Camera ritenga, noi non possiamo accettare oggi che ci siano dei trasferimenti rilevanti di competenze dal giudice specializzato minorile a un giudice ordinario senza neanche sapere quale sarà l'impatto.
Il secondo punto delicato è quello che riguarda il riconoscimento, per sola volontà del padre, dei bambini nati da relazioni incestuose. Si tratta di una questione di estrema delicatezza, perché - dopo una violenza fatta nei confronti della mamma, che ha dovuto subire, se non la violenza fisica, quanto meno quella che deriva dalle relazioni familiari e parentali - non si può, al bambino che non ha la possibilità di esprimersi, infliggere un'ulteriore violenza, dopo quella inflitta alla madre, quella che un adulto possa decidere per lui. Anche perché la Corte costituzionale ha già ritenuto costituzionalmente legittimo il delitto di incesto, con il disvalore sociale che ciò comporta.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FEDERICO PALOMBA. Ecco perché, signor Presidente, - concludo facendo un appello. Sono temi che noi riesamineremo quando ci occuperemo della proposta di legge sul riconoscimento dei figli naturali, però fin d'ora vorrei che ciascun parlamentare esaminasse in coscienza questi problemi: non si può non partire dal rispetto per ciascun bambino, perché i diritti dei minori non sono affatto diritti minori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mottola. Ne ha facoltà.

GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Signor Presidente, Ministro, onorevoli colleghi, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1954 raccomandò a tutti i Paesi di istituire la «Universal Children's Day» (Giornata universale dell'infanzia) - da celebrarsi come giornata promotrice di comprensione reciproca tra i bambini e di attività per il benessere dei bambini di tutto il mondo.
La Convenzione sui diritti dell'infanzia in tutto il mondo è, tra gli accordi internazionali in difesa dei diritti umani, quello più ratificato. Sono infatti 193 gli Stati membri ad aver ratificato la Convenzione; soltanto due - la Somalia e gli Stati Uniti Pag. 40- non hanno ancora conferito alla Convenzione sui diritti dell'infanzia valore legale, sebbene entrambi i Paesi l'abbiano già firmata.
Il secondo Atlante dell'infanzia (a rischio), diffuso da Save the Children alla vigilia della Giornata dell'infanzia, traccia un quadro della situazione italiana estremamente preoccupante: 1 milione e 876 mila bambini (su un totale di 10 milioni e 229 mila minori) in Italia vivono in povertà, il 18,6 per cento in condizioni di deprivazione materiale, e la divaricazione tra Sud e Centro-nord si fa sempre più profonda.
Non basta certo ad alleviare questi dati soltanto ricordare quella che era l'aspettativa di vita dei cittadini italiani, che era addirittura di 35 anni, mentre oggi siamo arrivati a 85 anni. Quel dato era dovuto proprio alla mortalità infantile che aveva proporzioni devastanti. Ma questi numeri di oggi non si possono discutere per la loro crudezza, e da essi si deduce con tutta evidenza che dal 2008 ad oggi sono proprio le famiglie con minori ad avere pagato il prezzo più alto della crisi economica globale di cui stiamo pagando ancora le conseguenze.
Dal rapporto pubblicato si evince, infatti, senza ombra di dubbio, che i nostri minori devono non solo fare i conti con la povertà, ma anche con una qualità della vita sempre peggiore. Per questo, se è vero che la civiltà di un popolo si misura dal trattamento che lo stesso riserva ai propri minori, non possiamo più perdere tempo. La tutela dell'infanzia, dell'adolescenza, dei giovani e delle famiglie con figli deve diventare, nonostante la crisi economica, una delle nostre priorità.
I flussi economici producono anche flussi migratori: la percentuale dei giovani diventa progressivamente maggiore nelle periferie urbane a discapito delle metropoli, dove ormai è preponderante la presenza degli over 65. Anche questo non è solo un dato statistico, ma lo specchio di una crisi che, in questo caso, diventa crisi abitativa: le famiglie, le giovani coppie con figli non possono più sopportare il peso di un mercato immobiliare sempre più impazzito e fuori controllo.
Questa realtà, coniugata all'impossibilità di accesso al credito, costringe molti a trasferirsi nell'hinterland alla ricerca di affitti più accessibili.
Non solo siamo diventati il primo Paese al mondo in cui gli anziani sono maggioranza, ma questa realtà è ancora più accentuata nelle grandi città, per cui alla crisi economica si aggiunge una riduzione degli standard urbanistici e sociali che creano ulteriore disagio ai giovani. In questa situazione appare ancora più drammatica la situazione dei minori di origine straniera, le cosiddette seconde generazioni: un minore su due, con il capofamiglia straniero, vive oggi in famiglie a basso reddito e la percentuale di bocciatura di questi minori, nella scuola secondaria di secondo grado, è circa il doppio di quello registrato per gli studenti italiani.
Altri elementi che destano preoccupazione, proprio per quanto riguarda la qualità della vita che offriamo ai nostri minori, è l'aumento esponenziale dell'obesità, che non ha raggiunto i livelli di altri Paesi occidentali, ma che rappresenta un fenomeno in rapida evoluzione con circa, attualmente, 400 mila obesi. Dispersione scolastica, mancanza di servizi per l'infanzia, prospettive future sempre più incerte e precarie, ci restituiscono un quadro d'insieme che non può lasciare nessuno di noi indifferente. Dei minori non possiamo ricordarci ritualmente solo nel giorno della celebrazione del diritti del fanciullo, per questo, nei prossimi provvedimenti finanziari, dobbiamo rendere intoccabile e rimpinguare il Fondo sociale nazionale che, come tutti sanno, è stato ridotto.
Dobbiamo trovare sinergie comuni tra tutti i livelli istituzionali che in qualche modo intervengono in favore dei minori, affinché non vi sia una dispersione inutile di tali risorse e si agisca, di comune accordo, per favorire le politiche di sostegno all'infanzia. In tal senso credo che vada compreso un dato che ci viene fornito in questo rapporto e che se risultasse vero Pag. 41non potrebbe che determinare una giusta indignazione, e cioè che sarebbe sufficiente impiegare il 7 per cento dei 29 miliardi di euro dei fondi europei non ancora impegnati per creare 100 mila nuovi posti in asili nido o strutture educative per l'infanzia nel Sud.
In tal senso appaiono ragionevoli e necessarie le proposte formulate dai colleghi nelle varie mozioni presentate, per le quali ci apprestiamo a dare il nostro voto favorevole sia per quanto riguarda la necessità di fornire adeguate risorse finanziarie per il Piano nazionale sull'infanzia sia in tema di aiuti alle famiglie con minori, prevedendo anche l'incremento delle strutture e dei servizi socio-educativi per l'infanzia. Nella maggioranza dei Paesi europei tali servizi e aiuti sono una tradizione ormai radicata, con l'impegno di ingenti risorse da parte dei Governi. Non a caso, ad esempio in Francia, vi è stata un'inversione di tendenza con l'aumento della natalità proprio in virtù del fatto che le famiglie non vengono lasciate da sole.
Se vogliamo essere un Paese moderno, al passo con i tempi, dobbiamo da subito lanciare un segnale credibile, accompagnando ogni ipotesi di ripresa economica e di sviluppo a politiche adeguate a difesa dei diritti dei minori, affinché la celebrazione della Giornata universale dei diritti dell'infanzia non sia mera ricorrenza ma riconoscimento del valore sociale e umano rappresentato dai minori per tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Perina. Ne ha facoltà.

FLAVIA PERINA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, c'è poco da aggiungere alle riflessioni dei colleghi e all'intervento del Ministro, anche perché, anno dopo anno, in occasione di questa giornata, le perorazioni e le lamentazioni sono sempre simili: poche risorse, un'adesione troppo lenta alle indicazioni europee e internazionali, un aumento delle disuguaglianze legate alla mancanza di servizi e al declino dell'istruzione. Ma quest'anno c'è una novità positiva rispetto al passato, ed è quella che voglio sottolineare in questo brevissimo intervento. Sono le ultime tre righe della mozione unitaria, che contengono un riferimento diretto alla riforma della cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri ma regolarmente residenti.
L'adesione quasi unanime di tutti i gruppi su questo punto è una novità ed è un importante segnale di civiltà, anche perché è questo il tema su cui l'UNICEF ha sollecitato l'Italia quest'anno, invitando comuni ed enti a riconoscere la cittadinanza onoraria a questi italiani ancora giuridicamente stranieri. Voglio ricordare qui che oltre 60 comuni hanno già aderito e che oltre 100 enti hanno preannunciato la loro adesione. Spero che questa mozione e il voto favorevole di tutte le principali forze politiche su di essa siano un incentivo a chi ancora non l'ha fatto per dare un segnale di civiltà e di democrazia e muovere un passo verso una reale integrazione del milione di bambini e adolescenti che vivono tra noi come cittadini di «serie B».
Il mio gruppo, Futuro e Libertà, che da sempre sostiene la battaglia per la nuova cittadinanza, voterà convintamente la mozione anche e soprattutto per questo motivo. Voglio ringraziare il Ministro Riccardi per aver dato a questo tema un carattere prioritario in ogni suo intervento pubblico, fuori di qui e dentro questo Palazzo. Nel contesto della crisi - e concludo - i nuovi italiani non sono solo una risorsa importante, ma anche la riprova del tasso di civiltà di un Paese che non si rassegna all'egoismo, al declino e al ripiegamento su di sé.
Si tratta di un Paese che con il diritto romano ha insegnato al mondo che cosa significa essere cittadini, condividere regole, responsabilità, ma anche diritti, un Paese che ha nel suo DNA la capacità di integrare e definire identità dinamiche ed inclusive e finalmente oggi comincia a ricordarsene (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

Pag. 42

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carlucci. Ne ha facoltà per sette minuti.

GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, oggi è una bellissima giornata per i diritti dell'infanzia. Questa mattina abbiamo celebrato questa giornata dell'infanzia a Tor Bella Monaca, estrema periferia. Ma nell'estrema periferia, invece, abbiamo visto grande coesione, grande partecipazione e grande solidarietà e quell'afflato e quella partecipazione che mancano, invece, altrove. Quindi, ringrazio il Ministro per averci suggerito quella location che è stata veramente molto azzeccata, dove abbiamo visto come la cittadinanza attiva può spesso sopperire alla mancanza degli enti locali e delle attività che dovrebbero venire dal centro, dallo Stato.
Lei ha detto molto bene, signor Ministro, che in tempi di crisi chi soffre e chi finisce col soffrire di più sono proprio le fasce più deboli, quelle che naturalmente si indeboliscono e, quindi, naturalmente le famiglie povere e con le famiglie povere i loro bambini. Però non sono d'accordo con la visione secondo la quale questa condizione è il frutto della crisi. Questa condizione è l'aggravarsi di un ritardo che il nostro Paese ha in tutte le politiche che riguardano la famiglia, l'infanzia e anche la possibilità di non frammentare le risorse e le iniziative a favore della famiglia, perché abbiamo detto che i bambini poveri sono quelli che derivano dalle famiglie povere.
Allora nel nostro Paese noi scontiamo questo ritardo di interesse nelle politiche per i bambini, ma dobbiamo anche dire che non c'è mai stato un coordinamento vero che, a mio giudizio, può nascere solo se in questo Paese (noi non l'abbiamo scritto nella mozione, ma lo voglio aggiungere perché la nostra mozione è diventata unitaria e tocca tutti gli aspetti, però non ne abbiamo mai parlato) vi sarà la volontà di coordinare tutte queste politiche con un vero Ministero della famiglia.
Lei oggi ha raccontato il tanto lavoro svolto in questi pochi mesi, le tante cose che ancora si possono fare. Ha parlato della ricerca di coordinamento con il Ministero del lavoro, che c'è stato. Ma, per esempio, un lavoro di coordinamento va fatto necessariamente con il Ministero della pubblica istruzione. È di oggi purtroppo la brutta notizia che nella legge di stabilità che andiamo ad approvare è stato tagliato il Fondo per gli insegnanti di sostegno: da 90 mila diventano 11 mila. E sa che cosa vuol dire questo, signor Ministro? Chi sono quei bambini e quegli adolescenti che usufruiscono degli insegnati di sostegno nelle classi? Sono quelli che hanno dei problemi di handicap mentale e motorio e, se viene a mancare l'insegnante (passando da 90 mila a 11 mila verrà a mancare l'insegnante di sostegno), è evidente che il danno lo avrà il bambino disagiato, ma anche la sua classe, perché è chiaro che la maestra o il professore o l'insegnante non lo molleranno per la strada.
Ecco che, quindi, il coordinamento tra tutte le politiche che riguardano le fasce deboli, in particolare i giovani, l'infanzia e l'adolescenza, va assolutamente operato. Un tema grandissimo è quello della giustizia trattato dalle nostre mozioni, perché noi non possiamo dimenticare le immagini che abbiamo visto fino a qualche giorno fa nelle nostre televisioni. Che cosa denunciano? Perché non viene applicata la legge sull'affido condiviso? Perché non c'è un tribunale dedicato esclusivamente ai problemi della famiglia? Perché non avviene mai l'ascolto del minore? Eppure ci sono mozioni e leggi che prevedono l'ascolto del minore, ma sono inapplicate.
Ecco perché dico che allora tutte le problematiche che riguardano l'infanzia noi le abbiamo bene indicate nella nostra mozione: tenere conto di applicare le norme della Convenzione dei diritti sull'infanzia dedicati dalla Convenzione ONU proprio alla giustizia minorile; poi, ancora, di redigere il piano nazionale per l'infanzia; di adoperarsi, nell'ambito delle proprie competenze, affinché ogni intervento, anche normativo, che influisca sulla condizione dei minori stranieri non accompagnati, risulti in armonia con i principi Pag. 43della Convenzione dei diritti dell'infanzia; di programmare ogni iniziativa utile a migliorare la qualità, l'equità e l'efficienza del sistema di cura e di istruzione dedicati all'infanzia; e poi ancora di predisporre politiche e programmi nazionali atti a garantire un progresso effettivo e ad eliminare il lavoro minorile.
Poi ancora vi è la piena esecuzione della Convenzione di Lanzarote, che da noi è stata attuata con grandissimo ritardo, con due anni di ritardo. Inoltre, si prevedono adeguate risorse per fare fronte alle differenti esigenze dei bambini, cognitive, emotive, sociali, fisiche, ed assicurare, nell'ambito delle proprie competenze, un efficace supporto all'attività della Commissione per l'infanzia e l'adolescenza. Tutto questo si riassume in un lavoro di coordinamento, da coordinare per esempio anche con il Garante dell'infanzia, che anche oggi è stato presente al nostro incontro e ancora oggi ha denunciato l'impossibilità di lavorare a pieno ritmo per mancanza di competenze e di finanziamenti. Quindi, quello che le chiedo, Ministro, al di là del fatto che questo Parlamento oggi - non solo la Camera, ma anche il Senato - approverà all'unanimità le nostre mozioni, che chiedono tutti questi impegni, è di fare una riflessione seria sul lavoro che ci aspetta, che aspetta la prossima legislatura e il prossimo Governo per coordinare tutte queste iniziative sotto l'unica egida del Ministero della famiglia, che abbia la possibilità di attingere alle competenze degli altri Ministeri, che abbia a capo persone sensibili come lei, per esempio, che lo ha dimostrato oggi, ma anche in tutte le occasioni in cui ha partecipato come Ministro con delega alla famiglia ai lavori della nostra Commissione. Anche perché - lo ripeto - vediamo quello che succede nei momenti di crisi: vengono tagliate tutte le possibili risorse, come abbiamo detto, proprio alla scuola e vengono a mancare cose essenziali. Però, un Paese che non programma il proprio futuro e non investe sulla propria infanzia e sull'adolescenza è un Paese che non ha una visione per il futuro. Poi soprattutto nel nostro Paese dobbiamo cercare di capire, cambiando una tendenza, che l'investimento sull'infanzia e sull'adolescenza non è un costo, non è una spesa aggiuntiva, ma per l'appunto un investimento per il nostro futuro. Quindi, noi del gruppo dell'Unione di Centro voteremo con convinzione a favore di queste mozioni e vogliamo veramente ribadire il concetto dell'investimento e non della spesa quando si parla di infanzia e di adolescenza (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, la Lega Nord ritiene un fatto assolutamente positivo che il Parlamento oggi celebri la giornata mondiale dell'adolescenza e dell'infanzia attraverso la votazione di mozioni. In quest'Aula ho sentito parlare di mozione unitaria, ma in realtà c'è una mozione sottoscritta dalla stragrande maggioranza delle forze politiche presenti in questo Parlamento e c'è comunque la mozione della Lega. Poi vedremo perché l'abbiamo mantenuta. Mi auguro comunque che il dibattito su queste mozioni non sia la solita sterile enunciazione di principi e di impegni generici, ma che si possa tradurre in fatti e azioni concrete. Non è retorica celebrare la giornata dell'infanzia e dell'adolescenza, ma tutelare la piena affermazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti vuol dire saper investire sul futuro. Garantire e riconoscere un sistema di tutele pieno ai bambini e ai minori deve essere un principio inderogabile di un Paese che vuol dirsi civile. È stato ricordato: sono trascorsi vent'anni dall'entrata in vigore della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, però purtroppo, nonostante questo, in tutto il mondo i bambini subiscono ancora violenze, sfruttamento e abusi. Sono costretti a combattere le guerre o a lavorare in condizioni intollerabili. Sono vittime di violenza e lavorano in condizioni di sfruttamento. Quindi, quegli elementi di un'infanzia sana, di cui parla la Pag. 44Convenzione, di fatto vengono negati. E vengono negati non solo nei Paesi cosiddetti sottosviluppati, nei Paesi del terzo mondo. Purtroppo in quest'Aula oggi celebriamo questa giornata proprio quando vediamo su molti quotidiani le immagini di bambini uccisi - scusate la commozione - nei territori della striscia di Gaza. Questa è la situazione che molti bambini vivono nel Medio Oriente e in altre aree del mondo, dove purtroppo la comunità internazionale non riesce tante volte a intervenire. Allora, si fanno tanti proclami, però purtroppo accadono ancora queste cose. Questa è situazione che accade nel mondo, però i bambini sono sfruttati, sono violentati e vedono i loro diritti negati anche nel mondo industriale, nella nostra civiltà occidentale, nella nostra civiltà evoluta. Vediamo la situazione del nostro Paese.
Oggi, purtroppo, la crisi economica colpisce in modo particolare le fasce più deboli, colpisce i bambini, che, come ha ricordato il Ministro, sono il 17 per cento della popolazione. Ma forse è quella fascia di popolazione che conta di meno, perché non ha diritto di voto, perché, forse, non può andare nelle piazze a far sentire la propria voce o perché non è rappresentata in Parlamento. È rappresentata, forse, in qualche ente locale, attraverso quelle iniziative, assolutamente positive, che vedono il «Consiglio dei bambini», che dovrebbero essere incentivate per iniziare un'educazione alla partecipazione civica proprio dalla fase dell'infanzia.
I problemi, purtroppo, vi sono anche qui e devono essere affrontati. Queste mozioni cercano di farlo. Vi è il problema dell'impoverimento generale. Questo Governo, signor Ministro, doveva essere e si vanta di essere il Governo che ci ha salvati dal default, dal «rischio Grecia», ma, signor Ministro, questo è il Governo che ci ha resi maggiormente poveri, che ci ha resi più poveri, che ha indebolito le nostre famiglie!
Questo ricade, necessariamente, sulle famiglie numerose e sui bambini. Vediamo ancora poco nelle misure che sono adottate: vi sono dichiarazioni di intenti, il Piano per l'infanzia, qualcosa nel disegno di legge di stabilità, ma quante battaglie abbiamo dovuto fare, ad esempio, per assicurare, come si diceva, gli insegnanti di sostegno a chi ne ha bisogno.
Eppure, anche il Fondo per le politiche sociali, dal 2007 - abbiamo anche noi, che siamo stati al Governo, le nostre responsabilità - è stato continuamente decurtato, è stato utilizzato come bancomat, magari per finanziare ancora qualche spreco assistenzialistico al Sud o in altre zone, dove non si ha avuto il coraggio di tagliare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Infatti, ha ragione l'onorevole Carlucci: in questo Paese non si è voluto investire sulla famiglia, e quindi non abbiamo voluto investire sul futuro della nostra società, sui minori, sull'infanzia. Il nostro bilancio dello Stato investe ancora poco, purtroppo, nelle politiche sociali; questo è un dato di fatto.
Vi è il tema della conciliazione tra lavoro - lo dico, soprattutto, da madre, da donna - e famiglia. Per quanto riguarda il piano degli asili nido, ancora pochi bambini nel nostro Paese possono usufruire di una struttura, di un nido statale, di un nido che non sia privato. Anche qui, vi sono dichiarazioni di intenti, si dice «diamoci da fare, è colpa della destra, è colpa della sinistra», ma siamo, purtroppo, in ritardo.
E poi parliamo di pari opportunità delle donne! Rimane, anche questa, solo un'enunciazione, una lettera morta. Ancora, il tema della giustizia: questo è un tema, signor Ministro, che, forse, nella mozione unitaria - lo dico anche a tutti i colleghi e colleghe - poteva esser maggiormente accentuato, perché si sente parlare di tribunale della famiglia, ma solo nella mozione della Lega è scritto a chiare lettere che vogliamo che finalmente venga istituito tale tribunale.
Lo dico all'onorevole Palomba: non vogliamo una giustizia speciale, come quella attuale dei tribunali dei minori, ma vogliamo un giudice specializzato, che si occupi di tutti i minori, non solo di quelli nati dal matrimonio o fuori dal matrimonio. Pag. 45Infatti, i minori, oggi, vivono una discriminazione che non può più essere tollerata: vi sono minori di serie A e minori di serie B. Ecco perché dobbiamo porre fine a questo tipo di discorso.
Allora è bene che si affrontino nelle mozioni in esame questi temi, anche se, lo devo dire, il tema politico, purtroppo, della giornata di oggi, della Giornata dell'infanzia, è diventato quello del voler riconoscere ai bambini figli di immigrati un percorso accelerato per ottenere la cittadinanza.
Ministro Riccardi, questo è il suo «pallino», lo abbiamo sentito nelle varie dichiarazioni. Lei, forse, ormai non si sente più tecnico: si vede già nella sua veste futura di politico (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Del resto, mi sembra che ormai abbia deciso di scendere in campo. Ebbene, affronti questi temi in un manifesto politico, e non in una mozione parlamentare. Tra l'altro, questo è diventato anche il fatto per cui non siamo riusciti ad addivenire ad una mozione unitaria.
I problemi dell'infanzia e dei bambini sono solo i problemi dei figli degli stranieri, che devono per forza ottenere, dopo cinque anni, la cittadinanza, altrimenti non raggiungono l'integrazione. È falso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Come al solito, voi giudicate la Lega Nord come xenofoba, razzista. Non è vero! Noi siamo per l'integrazione, ci mancherebbe altro, però la cittadinanza non può essere il punto di partenza per un percorso di integrazione; deve essere il punto di arrivo.
Mi riferisco ai minori, ma parlo anche degli adulti; infatti, si usa il grimaldello dei minori perché - è chiaro - si toccano le coscienze, si tocca il buonismo, ma, in realtà, si vogliono abbreviare i termini per la cittadinanza agli adulti. Questo vorrà fare, sicuramente, il futuro Governo, non più tecnico, ma politico, di questo Paese.
Però noi diciamo che non siamo contro l'integrazione, ma bisogna dimostrare di volersi sentire italiani, bisogna sentirsi italiani, bisogna non solo chiedere, giustamente, e ottenere diritti - che, fra l'altro, non mi sembra siano mai stati negati a questi bambini -, ma condividere le responsabilità ed un percorso culturale! Secondo noi questo è fondamentale, ma voi, da questo punto di vista, non ci sentite. Sembra che riconoscendo il titolo di cittadino italiano si risolvano tutti i problemi. Allora le banlieue francesi non ci hanno insegnato niente? Gli immigrati di seconda generazione che si trovano in Inghilterra non ci hanno insegnato niente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)? Bisogna costruirlo il percorso di integrazione e bisogna anche aiutare questi ragazzi a recuperare un deficit che hanno.
Per non avere motivi di scontro, perché oggi comunque è la giornata dell'infanzia, abbiamo espunto dalla nostra mozione il riferimento alle classi ponte, ma quello non vorrebbe dire creare un ghetto. Cosa vogliono dire le classi ponte? Significa dare un aiuto ai bambini stranieri che hanno un deficit linguistico che comunque c'è; allora, perché non colmarlo attraverso delle iniziative mirate proprio per fornire loro gli strumenti per una vera e piena integrazione? Ma quando si parla di questo si scivola troppo facilmente nella banalità e nel razzismo. Si è civili solo se si propone la cittadinanza agli stranieri, si è incivili se invece non lo si fa.
Allora, Ministro, noi voteremo a favore della nostra mozione e anche degli impegni previsti dalla mozione presentata dagli altri colleghi in questo Parlamento, ma rimane la nostra contrarietà su determinati punti e su quello che, invece, ormai rappresenta il suo manifesto politico che noi, però, non possiamo condividere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zampa. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, signor Ministro, colleghe e colleghi deputati, vi sono momenti nei quali ci si sente contenti ed orgogliosi di partecipare, in Pag. 46modo così diretto, alla vita delle istituzioni e di potere rappresentare e dare loro voce. Oggi lo considero uno di questi momenti.
Con tutti i limiti che questa discussione ha messo in evidenza, oggi quella che noi siamo chiamati a svolgere qui in Aula è una grande, e anche una bella, riflessione. È bella come sono belli i nostri bambini e le nostre bambine, è bella come i nostri adolescenti ed è bella come la speranza che il futuro racchiude e ci suggerisce di fare crescere in loro, nei nostri figli e nei nostri nipoti, nei loro cuori e nei nostri cuori, la speranza di un mondo migliore, la speranza di una vita migliore.
Sappiamo che un grande investimento su di loro, su questi bambini e queste bambine, sulle loro persone e sulle loro vite ci avvicinerà a questo traguardo. Dobbiamo volerlo però, signor Ministro. Io sono lieta della sensibilità che lei ha dimostrato, ma dobbiamo volerlo con forza. Per questo ci siamo trovati oggi qui in Aula a discutere dei loro diritti, troppo spesso, come molti colleghi hanno sottolineato, negati.
Nonostante alcune buone leggi che l'Italia si è data, ancora oggi i minori sono pensati come oggetto di diritto, non come soggetti dei diritti. Ci troviamo qui oggi, non a caso in coincidenza con la giornata mondiale dell'infanzia, mentre ci lacerano il cuore le notizie relative ai cosiddetti bambini di guerra, come li hanno chiamati i media italiani. In Siria, in Palestina, in Afghanistan, in Mali, in troppi, troppi luoghi del mondo le loro vite sono soppresse, cancellate o ferite da chi invece avrebbe il compito di tutelarle.
La cultura dei diritti dei minori ha conosciuto nel nostro Paese momenti alti, ma non è cresciuta. Non è cresciuta coerentemente e non si è diffusa in un modo omogeneo.
Le domande che ci poniamo oggi in fondo, a ben vedere, non sono tanto diverse da quelle che si propose Janusz Korczak, il pediatra pedagogista polacco, che morì a Treblinka insieme ai bambini orfani, i suoi bambini, di cui lui seppe diventare padre. Le sue domande erano queste: i bambini sono davvero soggetti di diritti? La nostra società si impegna davvero a tutelarli? Li considera persone, per le persone che sono oggi e non per gli adulti che diventeranno domani?
Da dieci mesi è al lavoro il Garante nazionale per l'infanzia - che è qui e che ringrazio - che anche il nostro partito ha fortemente voluto. Un tempo sufficiente, questi dieci mesi del suo lavoro, a fargli prendere atto che in Italia c'è un arretramento culturale sul tema, che coinvolge non solo i politici, ma l'intera classe dirigente del Paese e l'opinione pubblica, confermata anche dalla riduzione prevista nella legge di bilancio di un terzo della magra assegnazione di risorse destinata al lavoro dell'autorità garante. Insomma si arretra anziché avanzare.
Era il 1997 quando si istituirono, per l'infanzia e l'adolescenza, il Fondo nazionale, la Commissione bicamerale e l'Osservatorio, ed è del 2007 il Fondo straordinario per i servizi socio-educativi per la prima infanzia. Da allora quasi più nulla, salvo un piano nazionale senza un euro di stanziamento per la sua realizzazione e che è rimasto sostanzialmente solo sulla carta.
Eppure, autorevoli studi - e tutti li abbiamo letti - hanno dimostrato che chi ha la possibilità di frequentare il nido è più bravo a scuola e che i servizi all'infanzia permettono ai bambini di uscire dal circolo della povertà familiare.
Non solo. Noi sappiamo tutti per la nostra esperienza che la scuola è la più grande occasione per cambiare il proprio destino. Ma anche qui c'è un crudo dato che ci ha fornito la Fondazione Agnelli nei giorni scorsi, quando ci ha fatto sapere che al confronto con la Germania, la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, sono i ragazzi italiani quelli a cui la scuola piace di meno.
Vi è, poi, ancora, l'enorme tema dei minori stranieri, di quelli nati e cresciuti in Italia e discriminati perché non cittadini, discriminati però solo dagli adulti perché, per i loro compagni, di banco e di vita, e per i loro amici, quei bambini sono semplicemente bambini, tali e quali a loro. Pag. 47
Nell'anno in cui fu varata la legge sulla cittadinanza in Italia c'erano poco meno di 800 mila stranieri. Oggi ne contiamo 5 milioni. Dobbiamo prendere atto che oggi l'Italia è un Paese diverso e ha bisogno di leggi diverse. Che dire poi degli ultimi degli ultimi, i minori stranieri non accompagnati, sballottati qua e là, in fuga dalle guerre e dalla povertà estrema, vittime di una accoglienza troppo spesso emergenziale e non strutturata.
Io mi auguro davvero, signor Ministro, che si possa fare qualcosa, perché non ci troviamo, ancora una volta, come è avvenuto pochi mesi fa, a sbloccare fondi che dovevano essere erogati un anno prima. Per quanto tempo ancora dovremo, e dovranno i nostri figli ed i nostri nipoti, attendere una riforma della giustizia minorile dove non prevalgano gli interessi delle corporazioni, ma l'unico superiore interesse del minore?
Sappiamo che l'ordinamento penitenziario per i minori risale ai tempi della legge Gozzini del 1986 e si attende ancora l'ordinamento penitenziario minorile. Cosa stiamo aspettando? Colleghe, colleghi, i nostri giovani ci chiedono ascolto ed attenzione. Ce lo hanno detto con le loro stesse parole: «Siamo giovani e non ci basta essere delle ombre». Vogliamo essere protagonisti del mondo. Siamo milioni di voci. Noi li abbiamo ascoltati e li vogliamo ascoltare. Chiediamo a questo Governo di dare un segnale...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Zampa.

SANDRA ZAMPA. Ho concluso signor Presidente La crisi non può e non deve essere pagata ulteriormente da loro, occorre un salto di qualità nelle politiche che li metta in testa a tutte le priorità e dia loro la possibilità di sprigionare quell'energia e quella felicità cui hanno diritto e in cui certamente troveremo anche la nostra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mussolini. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, Ministro Riccardi, ce ne fossero tante di giornate dell'infanzia come questa per poter discutere in Aula ed anche fuori delle tante problematiche che ancora investono i nostri bambini, i nostri figli, il nostro futuro. Io questa mattina a Tor Bella Monaca, dove abbiamo svelto la Giornata nazionale dell'infanzia e dell'adolescenza con il suo contributo importantissimo, in modo scherzoso ho detto: «Ministro, lei deve diventare il nostro Ministro dell'infanzia e dell'adolescenza». Questo perché noi sappiamo in Commissione quanto sia difficile per noi il fatto di non avere dei punti di riferimento certi a livello istituzionale e a livello di Governo. Perché? Perché i problemi riguardo all'infanzia possono andare dalla giustizia minorile - tema che abbiamo toccato nell'indagine conoscitiva e di competenza del Ministro Severino - al welfare, tema di competenza del Ministro Fornero e ai tanti problemi legati all'integrazione.
Sono infatti molto soddisfatta del lavoro comune che abbiamo fatto nell'unire le varie mozioni. È un segnale importante politico ed è anche importante che si sia inserito un passaggio. Noi con il Governo precedente abbiamo votato una mozione all'unanimità riguardo lo status giuridico che devono avere i bambini stranieri che vengono in Italia non accompagnati, che sono tra i più fragili e che lei sa bene, Ministro, hanno solamente un numeretto. Quel numeretto spesso sparisce, spariscono i bambini e non si trovano più. Noi abbiamo fatto alcuni dossier che abbiamo dato al Presidente della Repubblica, ai vari Ministri di competenza e si deve fare molto. Dobbiamo dare uno status giuridico ai bambini stranieri che nascono in Italia. Tra l'altro, volevo anche dire che si è tentato di smantellare il Dipartimento della giustizia minorile e che si stava anche chiudendo l'Osservatorio per l'infanzia e per l'adolescenza. Invece io non parlerò e non accennerò alle tante leggi all'avanguardia che ci sono in Italia ed anche all'avanguardia in Europa e dei tanti diritti che sono sanciti nei vari trattati. Ma i bambini sono soggetto di diritto, Pag. 48quindi non c'è solamente la famiglia, ma ci sono i bambini, soggetto di diritto. Questo è molto importante ed è stato ribadito anche questa mattina. Soggetto di diritto significa che anche nei procedimenti che li riguardano devono essere ascoltati, il diritto all'ascolto e il diritto a vivere nelle proprie famiglie. Una cosa, Ministro, scandalosa è che famiglie che hanno difficoltà economiche si vedono magari portare via i propri figli per essere collocati nelle strutture cui si dà come retta dai 100 ai 250 euro al giorno!
Quindi - io dico - anziché dare queste rette alle strutture, diamole direttamente alle famiglie per far vivere questi figli nel loro nucleo familiare. La garanzia alla bigenitorialità è qualcosa che deve essere garantita ma non solo dalle leggi, anche dall'applicazione. Volevo anche fare un ultimo passaggio perché i bambini, i nostri figli (non faccio distinzioni) stanno vivendo momenti drammatici. Abbiamo visto tutti su Internet e nei telegiornali le foto di bambini straziati; fa orrore (questo si deve dire) vedere questi poveri corpicini lasciati per terra, abbandonati pieni di sangue. Dovevo dirlo e voglio anche dire un'altra cosa, come mi ricordava la collega Fiamma Nirenstein: ci sono ancora tanti Paesi dove addirittura si sposano bambine di otto anni. Ecco, questo deve essere fermato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della libertà); addirittura nella Costituzione si dice: togliamo il reato di violenza altrimenti non possiamo picchiare le nostre mogli (le nostre mogli sono appunto bambine).
Ecco, noi purtroppo viviamo ancora in questo mondo e tutti insieme lo potremo cambiare. Signor Ministro, signor Ministro dell'infanzia e dell'adolescenza, anch'io faccio un appello. Come lei sa, sono sempre stata critica nei confronti del Governo ma vorrei che proprio in questa giornata lei prendesse un impegno preciso. Tante cose noi abbiamo chiesto nella mozione, una gliela chiedo proprio in modo specifico. Lei sa che abbiamo approvato il Piano d'azione per l'infanzia e l'adolescenza. Ci sono tanti progetti operativi ma senza uno stanziamento economico diventa un libro dei sogni. Ecco, mi auguro veramente che il Governo possa stanziare nella legge di stabilità un fondo, quindi specifico, non che poi si perda in altri meandri di capitolo di bilancio, ma un fondo per i bambini che sono il nostro futuro, sono la nostra società, non il nostro futuro, sono la nostra società (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà per un minuto.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero in questa giornata e in questo coro di auspicio per il futuro delle leggi vigenti nel nostro Paese in materia ricordare ai colleghi che esiste in epoca non sospetta (del gennaio 2006) una legge sulle mutilazioni genitali femminili, una legge che orgogliosamente porta il mio nome e che ci colloca all'avanguardia tra i Paesi più avanzati in Europa. Solo la Svezia e l'Inghilterra hanno fatto meglio di noi. Quindi abbiamo qualcosa di concreto, qualcosa di cui essere orgogliosi, una legge che fu approvata all'unanimità. Non dimentichiamolo. Grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
Prima di passare ai voti, desidero salutare e ringraziare, a nome di tutta l'Assemblea, chi ha seguito con particolare attenzione i nostri lavori e si è adoperato per i diritti dell'infanzia e continua a farlo nel nostro Paese e in tutto il mondo, e che sta assistendo ai nostri lavori: il Garante nazionale per l'infanzia, i rappresentanti dell'UNICEF, delle associazioni Save the children, Terre des hommes, ed esperti di neuropsichiatria infantile (Applausi). Un saluto da parte di tutta l'Assemblea e un ringraziamento per il lavoro svolto.

Pag. 49

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate della mozione Zampa, Mussolini, Galletti, Perina, Di Giuseppe, Mosella ed altri n. 1-01183 (Seconda ulteriore nuova formulazione). Sarà posta in votazione in primo luogo la premessa ad eccezione del nono capoverso, a seguire il nono capoverso della premessa, quindi il dispositivo ad eccezione dei capoversi decimo ed ultimo, infine i capoversi decimo ed ultimo del dispositivo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zampa, Mussolini, Galletti, Perina, Di Giuseppe, Mosella ed altri n. 1-01183 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente alla premessa, ad eccezione del nono capoverso, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pini, Giammanco, Trappolino, Pedoto, Verducci, Scalera, Gianni, Mussolini, Rampelli, Palagiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 380
Votanti 344
Astenuti 36
Maggioranza 173
Hanno votato 344.

(La Camera approva - Vedi votazioni).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zampa, Mussolini, Galletti, Perina, Di Giuseppe, Mosella ed altri n. 1-01183 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al nono capoverso della premessa, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Garagnani, Donadi, Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 384
Votanti 382
Astenuti 2
Maggioranza 192
Hanno votato
345
Hanno votato
no 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zampa, Mussolini, Galletti, Perina, Di Giuseppe, Mosella ed altri n. 1-01183 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al dispositivo, ad eccezione dei capoversi decimo ed ultimo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cassinelli, Vella, Gianni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 383
Votanti 378
Astenuti 5
Maggioranza 190
Hanno votato
378).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zampa, Mussolini, Galletti, Perina, Di Giuseppe, Mosella ed altri n. 1-01183 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente ai capoversi decimo ed ultimo del dispositivo, accettati dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino, Vella, Scilipoti, Marini, D'Antoni, Girlanda, Testa, Viola, Lo Moro...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 50
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 387
Votanti 385
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato
350
Hanno votato
no 35).

Passiamo alla votazione della mozione Lussana ed altri n. 1-01193 (Nuova formulazione).
Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate di tale mozione, nel senso di votare distintamente la premessa dal dispositivo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lussana ed altri n. 1-01193 (Nuova formulazione), limitatamente alla premessa, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Marini, Gatti, Marchignoli, Marchioni, Mondello, Galletti, Girlanda?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 386
Votanti 374
Astenuti 12
Maggioranza 188
Hanno votato
48
Hanno votato
no 326).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lussana ed altri n. 1-01193, (Nuova formulazione) o limitatamente al dispositivo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Trappolino, Scilipoti, Cassinelli, Girlanda, Romani, Mondello, Donadi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 386
Votanti 231
Astenuti 155
Maggioranza 116
Hanno votato
213
Hanno votato
no 18).

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 21 novembre 2012, alle 11,30:

Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013) (C. 5534-bis-A).
- Relatori: Baretta e Brunetta.

La seduta termina alle 18,15.

CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO ALESSANDRO PAGANO IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DELLE MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE IN FAVORE DELL'INFANZIA

ALESSANDRO PAGANO. Esiste un disorientamento diffuso, una frequente abdicazione degli adulti dall'assunzione delle proprie responsabilità educative verso i giovani; dalla mancata trasmissione di regole, dall'assenza di una fissazione di limiti. In particolare è venuta meno la figura paterna. La sua funzione primaria di genitore è venuta meno. Alcuni addirittura parlano di «morte del padre».
«Smarriti dal martellamento sugli effetti della violenza, molti genitori e insegnanti non comprendono di essere corresponsabili. Essi da tempo hanno abdicato al proprio ruolo sino al punto di inchinarsi al volere dei giovani e chiedere loro come gli aggrada vivere, per poter meglio Pag. 51esaudire i loro desideri». (Rosa Alberoni, Dove nasce l'emergenza educativa, 17.5.08 Il Domenicale).
I genitori da guide autorevoli si sono trasformati in baby sitter assecondandoli nei loro errori, fingendo di non vederli e spesso condividendo i loro comportamenti.
I mass media di converso da tempo, esaltano l'apparenza, il dio denaro, l'essere aggressivi, il sesso facile, il successo ottenuto senza sacrificio e senza alcuna forma di laboriosità, l'assenza di doveri. Spesso suggeriscono di seguire il proprio volere e i propri desideri.
«Sii libero di scegliere, di agire come vuoi e di cambiare idea e valori quando ti pare. Così in pratica il quindicenne di turno - con la stessa enfasi con cui esprime il suo tifo per la squadra del cuore - sostiene che la verità non esiste oppure che ciascuno ha la sua». così scrive giustamente lo storico Marco Invernizzi, a proposito dei messaggi lanciati dai mass media.
La battaglia per salvare i nostri figli passa quindi anche attraverso il forte ridimensionamento dei media dalla nostra vita quotidiana. Sono uno strumento e come tali devono essere utilizzati.
Occorre superare il blocco ideologico e psicologico che ha alimentato le attuali politiche dell'infanzia. Oggi in molti ambienti (trasversali politicamente) si continua ad insistere sul finanziamento a «strutture» ed «associazioni» che alimentano a loro volta l'assistenzialismo e l'industria dell'assistenzialismo (clientelismo e autoreferenzialità di associazioni dai costi esorbitanti, buone solo a mantenere ridondanti e eccessivi posti di lavoro, non certo per dare concreto sostegno alle reali soluzioni dei problemi dell'infanzia.
La soluzione sta nell'aiutare direttamente le famiglie. Così come hanno fatto la Francia, i Paesi Scandinavi, la Germania, che hanno superato «l'inverno demografico» e sono passati alla «primavera demografico», oltre che a dare sostegno ad una infanzia qualitativamente valida e relativamente poco costosa.
La soluzione sta nell'aiuto alle famiglie con il cosiddetto «Fattore Famiglia» (il vecchio «Quoziente familiare» riveduto e corretto).
In ciò è imprescindibile la nascita del Ministro delle Famiglie dotato di portafoglio e di adeguate risorse finanziarie.
Il bambino e la sua famiglia sono un investimento non un costo. Il salto qualitativo è questo!

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO DONATO RENATO MOSELLA IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DELLE MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE IN FAVORE DELL'INFANZIA

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, ricorre oggi l'anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. Sono trascorsi più di venti anni, nel corso dei quali gli organismi internazionali e le istituzioni italiane hanno compiuto importanti passi avanti nella tutela dei diritti dei minori. Ma i risultati, che pure si sono conseguiti nel tempo, non sono abbastanza.
È sotto gli occhi di tutti noi come l'ennesima, gravissima escalation di violenza in Medio Oriente abbia come sue prime vittime proprio i più piccoli.
Risuona ripetutamente nei Telegiornali quella frase che più di ogni altra tocca la nostra sensibilità: «strage di bambini», spesso con la visione di quei corpi martoriati dagli esplosivi.
Ovunque i bambini continuano ad essere le prime vittime delle scelte sconsiderate degli adulti. Non ci sono solo le bombe, le tante guerre e guerricciole. Dove tacciono le armi, spesso tace anche la coscienza degli adulti, di coloro che nell'ambito delle democrazie dovrebbero decidere e agire avendo come primo pensiero quello di tutelare l'infanzia.
È con grande amarezza che rileviamo che dal punto di vista della promozione dei diritti dei minori il nostro Paese, che pure Pag. 52si è distinto per le sue battaglie di civiltà, ha ceduto il passo. Negli ultimi anni le condizioni generali dell'infanzia e dell'adolescenza hanno subito un progressivo arretramento che non si può attribuire - come avvertono autorevoli osservatori, quali Save the Children (nell'«Atlante dell'infanzia a rischio») - solo alla crisi economica, che ha inciso pesantemente sui risparmi delle famiglie modificandone le condizioni e gli stili di vita.
L'insufficienza e la scarsa qualità dei servizi di assistenza all'infanzia, di supporto alla genitorialità, di promozione e rafforzamento del sistema scolastico non sono fatti recenti; così come la mancanza di strategie di welfare lungimiranti, dettate dall'analisi delle trasformazioni in atto e mirate ad evitare innanzitutto le sperequazioni territoriali. L'assenza di politiche sociali e di adeguati investimenti hanno favorito la diffusione della povertà, la dispersione scolastica, l'emarginazione sociale che pesano oggi sull'esistenza di un numero crescente di bambini e di adolescenti italiani. Una situazione resa ancora più grave dalla crisi economica. Nell'ultimo Rapporto annuale sulla situazione del Paese (2012) l'Istat ha rilevato che 1 milione e 876 mila minori vivono in famiglie povere e 653 mila in condizioni di assoluta povertà.
Sulla base di questi dati, l'Italia è tra i Paesi OCSE quello con il tasso di povertà relativa più elevato fra i bambini, il 15% dei quali vive in famiglie con redditi inferiori alla media nazionale.
Al Sud la situazione assume i connotati di vera e propria emergenza: la Sicilia conta la percentuale più elevata di persone di minore età povere - ben il 44 per cento -, seguita dalla Campania con il 32 per cento e dalla Basilicata con il 31 per cento.
Nel complesso sono 1.227.000 i minori a rischio nel Sud Italia, ai quali si aggiungono 359 mila bambini che vivono in condizioni di povertà assoluta.
Mentre aumenta la condizione di povertà delle famiglie, il sistema dei servizi è sempre più fragile ed inadeguato ad assicurare una rete di protezione sociale per le fasce più deboli della popolazione.
Tra queste le donne, particolarmente colpite dagli effetti della crisi: vi è una evidente correlazione tra il tasso di occupazione femminile limitato, la mancanza dei servizi di assistenza, le scarse misure di conciliazione dei tempi di cura-lavoro e la bassa natalità.
La mozione che abbiamo presentato nasce dalla convinzione che debba essere una priorità per il Governo garantire ad ogni livello la tutela e la promozione dei diritti dei bambini e degli adolescenti, ed investire anzitutto nei servizi all'infanzia, nel sistema scolastico, nelle politiche per la famiglia.
La crescita e lo sviluppo che continuamente evochiamo in quest'Aula non si ottengono senza uno sguardo fermo alle condizioni di vita e alle opportunità di futuro dei minori: cittadini deboli e preziosi di un Paese che deve riprendere a costruire futuro.

Pag. 53

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA NOTA DI VARIAZIONI, DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 2519-B E ABB, E DEL DISEGNO DI LEGGE N. 2854-B.

Nota di variazioni

Tempo complessivo: 3 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 16 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 49 minuti
Popolo della Libertà 17 minuti
Partito Democratico 16 minuti
Lega Nord Padania 19 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 7 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 6 minuti
Popolo e Territorio 6 minuti
Italia dei Valori 18 minuti
Misto: 20 minuti
Grande Sud-PPA 2 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 2 minuti
Alleanza per l'Italia 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Autonomia Sud Lega Sud Ausonia-
Popoli sovrani d'Europa
2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Movimento per le autonomie-Alleati
per il Sud
2 minuti
Pag. 54

Pdl n. 2519-B e abb. - riconoscimento figli naturali

Discussione generale: 6 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici
Interventi a titolo personale 56 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 14 minuti
Popolo della Libertà 35 minuti
Partito Democratico 35 minuti
Lega Nord Padania 31 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 31 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti
Popolo e Territorio 30 minuti
Italia dei Valori 30 minuti
Misto: 31 minuti
Grande Sud-PPA 8 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 4 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti
Autonomia Sud Lega Sud Ausonia- Popoli sovrani d'Europa 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Movimento per le autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Pag. 55

Ddl n. 2854-B - partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea

Tempo complessivo: 13 ore e 30 minuti di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 25 minuti
Governo 20 minuti 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 54 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 47 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 16 minuti 4 ore e 43 minuti
Popolo della Libertà 33 minuti 50 minuti
Partito Democratico 32 minuti 49 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti 55 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 30 minuti 20 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 30 minuti 18 minuti
Popolo e Territorio 30 minuti 17 minuti
Italia dei Valori 34 minuti 52 minuti
Misto: 31 minuti 22 minuti
Grande Sud-PPA 8 minuti 4 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 4 minuti 2 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti 2 minuti
Fareitalia per la Costituente
Popolare
3 minuti 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti 2 minuti
Autonomia Sud Lega Sud
Ausonia-Popoli sovrani d'Europa
2 minuti 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti 2 minuti
Movimento per le autonomie- Alleati per il Sud 2 minuti 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 5535-A - articolo 1 366 356 10 179 305 51 54 Appr.
2 Nom. Tab. 2.3 387 337 50 169 18 319 52 Resp.
3 Nom. Tab. 2.4 384 334 50 168 16 318 52 Resp.
4 Nom. Tab. 2.5 384 336 48 169 17 319 52 Resp.
5 Nom. Tab. 2.6 391 382 9 192 56 326 50 Resp.
6 Nom. articolo 2 398 385 13 193 319 66 49 Appr.
7 Nom. articolo 3 394 385 9 193 324 61 49 Appr.
8 Nom. articolo 4 399 389 10 195 331 58 48 Appr.
9 Nom. articolo 5 404 393 11 197 334 59 48 Appr.
10 Nom. articolo 6 403 393 10 197 333 60 48 Appr.
11 Nom. articolo 7 405 394 11 198 334 60 48 Appr.
12 Nom. articolo 8 399 388 11 195 328 60 48 Appr.
13 Nom. Tab. 9.1 403 394 9 198 67 327 47 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 9 401 390 11 196 328 62 47 Appr.
15 Nom. articolo 10 386 376 10 189 317 59 47 Appr.
16 Nom. articolo 11 406 397 9 199 337 60 47 Appr.
17 Nom. articolo 12 413 402 11 202 343 59 47 Appr.
18 Nom. articolo 13 407 398 9 200 336 62 47 Appr.
19 Nom. articolo 14 418 410 8 206 347 63 46 Appr.
20 Nom. articolo 15 418 410 8 206 348 62 46 Appr.
21 Nom. articolo 16 422 413 9 207 351 62 46 Appr.
22 Nom. articolo 17 422 416 6 209 352 64 46 Appr.
23 Nom. Moz. Zampa e a. 1-1183 n.f. p.I 380 344 36 173 344 49 Appr.
24 Nom. Moz. Zampa e a. 1-1183 n.f. p.II 384 382 2 192 345 37 47 Appr.
25 Nom. Moz. Zampa e a. 1-1183 n.f. p.III 383 378 5 190 378 47 Appr.
26 Nom. Moz. Zampa e a. 1-1183 n.f. p.IV 387 385 2 193 350 35 47 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. Moz. Lussana e a. 1-1193 n.f. p.I 386 374 12 188 48 326 47 Resp.
28 Nom. Moz. Lussana e a. 1-1193 n.f. p.II 386 231 155 116 213 18 47 Appr.