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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 699 di martedì 9 ottobre 2012

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 11.

RENZO LUSETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 4 ottobre 2012.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Boniver, Bratti, Cimadoro, Cirielli, Consolo, De Biasi, Fallica, Fava, Gregorio Fontana, Anna Teresa Formisano, Graziano, Jannone, Leo, Lombardo, Lucà, Mazzocchi, Migliori, Mussolini, Palumbo, Pecorella, Paolo Russo, Stucchi, Togni e Vico sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,04).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori (ore 11,04).

FRANCO GIDONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCO GIDONI. Signor Presidente, solo perché oggi è il 9 ottobre e questa sera alle 22,39 Longarone si fermerà perché sono trascorsi 49 anni da quel tragico 9 ottobre 1963, quando una gigantesca frana precipitò nell'invaso del Vajont e la conseguente onda, scavalcando la diga, si scaraventò a valle cancellando in un istante dalla geografia della Val Belluna il comune di Longarone e facendo 2 mila vittime.
Ricordo a quest'Aula questa immane tragedia della natura e dell'uomo, ricordo anche che oggi proprio questo Parlamento ha voluto che venisse celebrata la giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall'incuria dell'uomo. Il Parlamento ha voluto che proprio il 9 ottobre fosse la data di questa ricorrenza a ricordo e vorrei che questo rimanesse anche a monito per le future generazioni.

PRESIDENTE. Onorevole Gidoni, la Presidenza si associa alle sue parole di Pag. 2ricordo e di cordoglio. Se nessuno chiede di intervenire, sospendo la seduta, che riprenderà alle 11,30.

La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,30.

Deliberazione sulla richiesta di stralcio relativa al disegno di legge A.C. 5019 ed abbinate.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la deliberazione su una richiesta di stralcio.

La II Commissione (Giustizia), nel corso dell'esame del disegno di legge C. 5019, recante: «Delega al Governo in materia di depenalizzazione, sospensione del procedimento con messa alla prova, pene detentive non carcerarie, nonché sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili», ha deliberato di chiedere all'Assemblea lo stralcio dell'articolo 2, in materia di depenalizzazione, come risultante dalla riformulazione recata dal testo adottato dalla Commissione nella seduta del 4 ottobre scorso.
Su tale proposta di stralcio darò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ad un deputato contro e ad uno a favore per non più di cinque minuti.
Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signora Presidente, colleghe e colleghi, mi esprimerò contro questo stralcio, a nome della delegazione radicale all'interno del Partito Democratico, soprattutto alla luce delle dichiarazioni fatte ieri dal Ministro della giustizia, in occasione della terza conferenza della UIL penitenziari, dedicata alle problematiche del carcere e della giustizia. La Ministra Severino ci ha fatto chiaramente capire che questo stralcio, cioè questa parte del disegno di legge delega, è destinata a finire su un binario morto. Se ne riparlerà forse nella prossima legislatura, ed io ritengo che questo sia un errore gravissimo.
Mi preme ricordare un po' la storia di questo provvedimento. Forse ricorderete tutti che il 27 luglio dell'anno scorso in un convegno al Senato, fortemente voluto dal Presidente Schifani, ci fu un intervento, che all'epoca avremmo definito storico, del Presidente della Repubblica che, parlando della situazione della giustizia e delle carceri, dell'irragionevole durata dei processi e della situazione delle carceri, definì questa come una questione di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile. Ebbene, fatto il cosiddetto decreto-legge «svuota carceri», che non ha svuotato le carceri, ma che il Ministro Severino preferisce chiamare, forse giustamente, «salva carceri», cioè «salva carceri esistenti», dove si praticano trattamenti inumani e degradanti, l'altra gamba sulla quale avrebbe dovuto marciare l'impegno del Governo, era quella delle depenalizzazioni e della decarcerizzazione. Il 27 marzo di quest'anno, insieme all'onorevole Marco Pannella, siamo stati ricevuti dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che - era ancora in vita il dottor D'Ambrosio - rimase meravigliato quando gli spiegai che la famosa seconda gamba non era ancora stata calendarizzata in II Commissione (Giustizia). Erano passati molti mesi da quel 27 di luglio. Dopo questa nostra forte presa di posizione, a distanza di due giorni, il 29 marzo, viene calendarizzato questo disegno di legge. E arriviamo ai nostri giorni, quindi già vi rendete conto di quanti mesi siano passati inutilmente.
Ricorderete sicuramente tutti la commissione Nordio e la commissione Pisapia, cioè commissioni che per il Parlamento hanno studiato le depenalizzazioni che erano necessarie per togliere veramente un ingombro eccessivo sui procedimenti penali pendenti e sull'ingolfamento della giustizia, quindi commissioni di centrodestra e di centrosinistra, che erano arrivate alla medesima conclusione: occorreva fare queste depenalizzazioni. Pag. 3
Ancora una volta giungiamo alla fine della legislatura e questo tema viene di nuovo accantonato, destinato a finire su un binario morto. Certo, le depenalizzazioni previste dal Governo non erano un granché, non erano certo quelle proposte da Nordio e Pisapia, ma era stata abbinata una nostra proposta di legge, radicale, la quale sicuramente avrebbe inciso sul contenzioso della giustizia. Era una proposta di legge ragionevole e semplicissima. Chiedeva di depenalizzare la coltivazione per uso personale di sostanze stupefacenti. Voi sapete che chi detiene sostanze stupefacenti per uso personale è sottoposto solo a sanzioni amministrative, mentre chi non vuole ricorrere al mercato criminale è sanzionato con la galera. Quindi, anche questo abbinamento se ne va via, sul binario morto. Questi sono i motivi.
Sapete che noi chiediamo l'amnistia per la Repubblica perché è l'unica soluzione, da subito, per uscire dall'illegalità criminale con la quale si comporta questo nostro Stato, che non è più uno Stato di diritto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

DONATELLA FERRANTI. Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non entriamo nel merito della necessità e dell'opportunità politica di avviare una rivisitazione sistematica del codice penale e, quindi, di individuare le fattispecie incriminatrici volte a punire comportamenti di elevato disvalore sociale e che quindi, come tali, hanno bisogno dell'intervento del giudice penale. Su questo punto vi sono nostre dichiarazioni, nostre proposte di legge e vi è stato anche l'intervento della II Commissione (Giustizia), che ha cercato di portare avanti anche questo provvedimento nell'ambito della delega complessiva prevista da parte del Governo.
Ma, in realtà, qui ci troviamo di fronte alla necessità di contemperare delle priorità, che sono quelle di portare in Aula, già per il 22, dei provvedimenti all'interno del disegno di legge governativo, l'atto Camera 5019, che sono già stati completati e sviscerati, pronti a diventare norme immediatamente precettive. Anzi, su questo punto, la Commissione e i relatori hanno fatto lo sforzo di trasformare due parti della delega - quella relativa alla sospensione del processo per la messa alla prova e quella sulla sospensione per gli irreperibili - in due articolati, testi di legge immediatamente precettivi, proprio perché non vi siano binari morti, mentre questa parte inerente alla depenalizzazione è sicuramente un intervento più complesso. Non può risolversi, come ha detto poc'anzi la collega Bernardini, soltanto con l'intervento su una norma. Ma anche nelle linee tratteggiate dal Governo la Commissione ha constatato che l'effetto deflattivo dell'intervento per le materie sottratte all'intervento di depenalizzazione era minimale. Bisogna essere chiari. Questa depenalizzazione non può avere alcun impatto nei confronti del sovraffollamento carcerario.
Per questo abbiamo sostenuto lo stralcio, per continuarne la discussione in priorità nell'ordine del giorno della Commissione giustizia e cercare, con i tempi a nostra disposizione, di portare avanti un disegno che sia organico, complessivo ed efficace, proprio per il funzionamento del sistema penale.

PRESIDENTE. Avverto che, avendo chiesto di parlare sulla proposta di stralcio anche l'onorevole Palomba, del gruppo Italia dei Valori, concederò la parola, ove richiesto, ad un oratore per gruppo a norma dell'articolo 45 del Regolamento, per non più di cinque minuti ciascuno.
L'onorevole Palomba ha facoltà di l'intervenire.

FEDERICO PALOMBA. Signora Presidente, ho promesso che sarei stato breve e lo sarò senz'altro. Per rispetto della decisione della Conferenza dei presidenti di gruppo di calendarizzare in Aula il provvedimento, sia pure limitato, noi non ci siamo opposti alla calendarizzazione oggi Pag. 4in Aula della richiesta di stralcio; tuttavia dobbiamo osservare una cosa, che secondo noi il problema della deflazione carceraria si risolve non tanto con le altre parti che sono importanti, ma abbastanza minimali in un'economia complessiva ma proprio con la depenalizzazione. Quindi noi riteniamo che il Governo avrebbe dovuto insistere su questa parte del provvedimento e gli chiediamo che insista ancora su questa parte del provvedimento, sia pure stralciata, perché riteniamo che l'opera di depenalizzazione sia la più importante tra tutte, perché è quella che tra l'altro consente di osservare il principio dell'effettività della pena e consente anche di ridurre la pressione carceraria. Perciò noi chiediamo al Governo che non rinunci a questa parte, ma abbia il coraggio di spingerla molto più avanti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PIERLUIGI MANTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signora Presidente, anch'io in pochissime parole, solo per dire che la soluzione dello stralcio è frutto di un percorso parlamentare, fotografa lo stato dell'arte, quindi non possiamo non tenerne conto, ma tuttavia vogliamo esprimere, come gruppo dell'Unione di Centro, veramente l'insoddisfazione per questo stato dell'arte, cioè per il fatto che dopo anni e anni di lavoro (che prescindono anche da questa legislatura) sul tema fondamentale della depenalizzazione siamo ancora di fatto agli stralci, alle migliori ponderazioni, alle sedi in cui approfondire. Questo non va bene. Una delle cause del sovraffollamento disumano e incivile delle carceri italiane, su cui si sono levati alti moniti di autorevolissime personalità e vi è una sensibilità diffusa nel Parlamento e nella società - in base al fatto che una pena vissuta in modo incivile è di per sé fattore non solo contrario ai principi e alla Costituzione, ma è anche fattore criminogeno (lo dico ai molti fautori, comprensibilmente, di una politica di ordine pubblico) - ecco, dicevo, questo stato di inciviltà delle carceri si risolve in buona misura con politiche per il carcere (nuove costruzioni, ristrutturazioni, eccetera) e contro il carcere, cioè facendo una seria depenalizzazione dei reati minori, con sanzioni amministrative, sanzioni interdittive, che spesso sono anche più efficaci per una serie di condotte che hanno un disvalore sociale.
Quindi questo coraggio bisogna che il Parlamento, con l'ausilio del Governo, lo ritrovi, che si superino le fasi degli stralci, degli accantonamenti e degli approfondimenti, e si proceda - speriamo che questa sia la volta buona - con molta decisione sulla via di una seria e ragionevole depenalizzazione.

NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signora Presidente, noi voteremo a favore dello stralcio della delega sulle depenalizzazioni, semplicemente perché noi siamo contrari all'esercizio della delega di depenalizzazione da parte del Governo.
Oggi noi arriviamo allo stralcio di questa parte caratterizzante il disegno di legge sulle depenalizzazioni da parte del Governo semplicemente perché non vi è stato un accordo tra maggioranza ed opposizione su questo tema e perché il Governo non è riuscito a fare sintesi con la propria maggioranza.
Siamo contrari alle depenalizzazioni, lo siamo stati in passato, lo siamo anche oggi. Abbiamo più volte detto, anche con riferimento ad altri provvedimenti presentati da questo Governo per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri, che tale problema, che è sicuramente reale e che non rappresenta, però, una priorità per il nostro Paese, si affronta in modo sistematico, organico e non certamente attraverso i provvedimenti di clemenza o indultivi che abbiamo visto nel corso del tempo. Prima la collega Bernardini citava il provvedimento del Governo in riferimento alla possibilità di poter scontare gli Pag. 5ultimi 18 mesi non in carcere; è un provvedimento che ha dimostrato una resa dello Stato di fronte a coloro i quali commettono reati, che non ha portato alcun prodotto e che non ha assolutamente risolto il problema del sovraffollamento carcerario.
Il disegno di legge, nel suo complesso, è sbagliato perché affronta il problema dal punto di vista errato. Quindi, noi porremo ovviamente in essere tutti quegli atteggiamenti, anche di natura ostruzionistica, affinché questo disegno di legge non trovi approvazione. Infatti, per noi il problema del sovraffollamento delle carceri non lo si risolve attraverso atti di clemenza generalizzati nei confronti di chi ha commesso dei reati, rispetto ai quali è giusto che paghi una propria pena, ma attraverso dei provvedimenti sistematici.
Voglio ricordare che due anni fa sono stati stanziati circa 600 milioni di euro per affrontare e risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri attraverso la costruzione di nuovi istituti penitenziari e attraverso l'implementazione delle carceri già presenti nel nostro Paese. Ebbene, quella è la soluzione, quella è la via che il Governo deve intraprendere per risolvere questa emergenza.
Concludo ribadendo e ricordando a quest'Aula che circa il 40 per cento della popolazione carceraria presente nelle nostre carceri è di origine straniera. Ci sono alcune carceri al nord dove la popolazione detentiva straniera raggiunge picchi del 70-80 per cento. Capite bene quale tipo di impatto questo provvedimento potrebbe avere, non solo sulle carceri, ma anche e in modo particolare sulla garanzia dei livelli minimi di sicurezza sul nostro territorio.
Quindi, ribadisco il voto favorevole della Lega Nord Padania allo stralcio, unicamente perché noi riteniamo che la delega sia un atto inopportuno, improprio e che troverà la nostra ferma e massima opposizione nel prosieguo del dibattimento, quando il testo arriverà in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo soltanto per confermare la posizione del Popolo della Libertà sulla linea dello stralcio.
Credo che la depenalizzazione sia una materia troppo importante per essere affrontata nei termini di cui all'articolo che era stato introdotto nel disegno di legge. Com'è noto, quell'articolato avrebbe comportato una conseguenza di deflazione riferita ai procedimenti pendenti nell'ordine dello 0,2-0,5 per cento, cioè sostanzialmente di nessuna efficacia. Quello che, però, andrebbe chiarito, anche lungo il percorso parlamentare dello stralcio, è questa schizofrenia normativa, signora Presidente, in forza della quale noi, negli ultimi dieci anni, abbiamo istituito decine e decine di figure delittuose e, contemporaneamente, ci poniamo il problema delle sanzioni alternative alla detenzione e, in realtà, non affrontiamo mai «il toro per le corna», che è quello relativo proprio alla depenalizzazione.
Per cui, con questo spirito e anche per accelerare la parte del provvedimento che merita di entrare in vigore il prima possibile in forza della situazione carceraria a tutti nota, voteremo a favore dello stralcio (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di stralcio dell'articolo 2 del disegno di legge n. 5019, nel testo riformulato.
(È approvata).

La Camera approva per 349 voti di differenza.
Il disegno di legge risultante dal suddetto stralcio, con il numero 5019-ter e con il titolo: «Delega al Governo in materia Pag. 6di depenalizzazione», è assegnato alla II Commissione (Giustizia) in sede referente, con il parere delle Commissioni I, V, VI, VII, VIII, IX, X, XI, XII e XIII.
La restante parte del disegno di legge, con il numero 5019-bis e con il titolo: «Delega al Governo in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova, pene detentive non carcerarie, nonché sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili», resta assegnato alla II Commissione (Giustizia) in sede referente, con il parere delle Commissioni I, V, XI e XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 601-711-1171-1198 - D'iniziativa dei senatori: Giuliano; Casson ed altri; Bianchi ed altri, Mugnai: Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 3900-A); e delle abbinate proposte di legge Contento; Pecorella; Cavallaro; Capano ed altri; Barbieri; Mantini ed altri; Frassinetti ed altri; Cassinelli ed altri; Monai; Razzi ed altri; Cavallaro ed altri (A.C. 420-1004-1447-1494-1545-1837-2246-2419-2512-4505-4614) (ore 11,50).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 3900-A: Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense; e delle abbinate proposte di legge nn.420-1004-1447-1494-1545-1837-2246-2419-2512-4505-4614.
Ricordo che nella seduta dell'11 giugno 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.
Avverto che a pagina 20 del testo, per mero errore tipografico, è riportata per due volte la lettera m). Le ultime tre lettere a pagina 20 si intendono pertanto sostituite dalle seguenti: o), p) e q).
Avverto, altresì, che, prima dell'inizio della seduta, sono state ritirate le seguenti proposte emendative: Froner 2.27 e 2.33; Beltrandi 5.700, 10.8, 11.4, 11.8, 12.3, 15.3, 16.6, 18.4, 18.5, 35.1, 41.37, 41.38, 43.4, 43.5, 43.6, 43.7, 51.700 e 51.701; Cavallaro 4.710, 4.711, 13.250, 14.6 e 15.250; Lulli 5.701; Contento 13.711, 0.13.712.1, 13.712, 13.706, 13.701 e 13.713; Capano 21.15.
Avverto infine che la Commissione ha presentato gli emendamenti 5.900, 9.900, 11.900, 11.901, 13.900, 17.910 e 21.900, che sono in distribuzione, e che il Governo ha presentato l'emendamento 13.1000, che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia.
In particolare, la Commissione bilancio ha subordinato il parere favorevole sull'emendamento della Commissione 9.900 ad una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Al fine di recepire tale condizione, la Commissione ha presentato il subemendamento 0.9.900.1, che è in distribuzione.
Al riguardo avverto che, con riferimento all'emendamento 9.900 della Commissione, risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato al termine di ventiquattro ore, di cui all'articolo 86, comma 5-bis, del Regolamento.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, avevo chiesto di intervenire sul complesso Pag. 7delle proposte emendative perché, come ha ricordato lei poco fa, l'esame di questo provvedimento avviene a distanza di quattro mesi dalla discussione sulle linee generali. In quella sede, avevamo rilevato delle criticità, soprattutto con riferimento all'intersezione di questo provvedimento con altri due progetti di legge che allora stavamo esaminando: una era la delega al Governo contenuta nella manovra finanziaria dell'agosto 2011 e l'altra era il cosiddetto decreto liberalizzazioni.
Signor Presidente, ho appreso, però, che in sede di Comitato dei nove è stato raggiunto un accordo per evitare gli interventi sul complesso delle proposte emendative per recuperare il tempo che abbiamo perduto. Pertanto, se le me lo consente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Ria, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI. Signor Presidente, ho presentato diverse proposte emendative, perché ritengo che la discussione su questo provvedimento sia importante e chiarisca una volta per tutte sia chi sta veramente dalla parte della cosiddetta agenda Monti, sia chi, aldilà di declamare sempre il problema dei giovani, sta dalla parte dei giovani. Avrò modo, articolo per articolo, di intervenire sulle proposte emendative che abbiamo sottoposto all'attenzione dell'Aula; tuttavia, è evidente che ci troviamo di fronte ad un provvedimento, ad esempio, completamente in disaccordo - anzi, in talune parti, addirittura, lo ha modificato - con il precedente provvedimento sulle liberalizzazioni.
Io non riesco a comprendere come, in quest'Aula, faticosamente si faccia un passo in avanti verso quello che ci viene chiesto da un mercato libero che si chiama Unione europea e, dopo pochi mesi, si presenti un provvedimento - mi sia consentito il termine - «corporativo», che, di fatto, chiude quelle piccole aperture che erano state fatte, con grande fatica e con grande difficoltà, da parte del provvedimento sulle liberalizzazioni, escludendo, ancora una volta, in modo forte e pesante l'accesso dei giovani al mondo del lavoro.
Credo che ci debba essere da parte di quest'Aula un'ulteriore riflessione rispetto ad un provvedimento che, a mio parere, ha delle forti contraddizioni con la politica del Governo, e non solo: se vado a leggere i pareri dell'Antitrust, ha dei punti che notoriamente sono in contrasto con quanto l'Antitrust ha dichiarato e detto proprio su questo provvedimento.
Io spero vivamente che ci sia da parte del Comitato dei nove, da parte dell'Aula e del Governo la volontà di riprendere un dibattito su un provvedimento che, in questo momento, così com'è stato presentato, sicuramente, vedrà - almeno per quanto mi riguarda, per la mia persona - la volontà di modificarlo radicalmente, perché così non è accettabile.
Ripeto, e concludo: su questo provvedimento vedremo veramente chi è d'accordo e chi non è d'accordo sulla famosa «agenda Monti» (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, anche noi abbiamo presentato molte proposte emendative su tanti articoli e devo rinforzare le parole del collega Raisi: effettivamente, questa proposta di legge è un passo indietro, ma molto indietro, rispetto alle liberalizzazioni. È una proposta di legge che, se passerà così come ci viene proposta, sarà presa a modello da ogni corporazione del nostro Paese per avere altrettanto.
È una proposta di legge rispetto alla quale - mi permetto di dire - provo una grande delusione per quanto riguarda il Governo, perché il Governo, qui, ha fatto passi indietro. Invece di tenere la barra dritta nell'uniformare l'Italia agli altri Paesi europei, qui il Governo ha deciso di Pag. 8fare passi indietro e me ne dispiace molto: è una cosa che considero fortemente contraddittoria con la linea politica di questi mesi.
Mi dispiace anche del fatto che, al Senato, quasi buona parte del gruppo del Partito Democratico - al quale appartengo, anche se nell'ambito della delegazione Radicale - aveva deciso di fare una battaglia nei confronti di questa proposta di legge di cui, qui, purtroppo, troviamo poca traccia. Quindi interverrò poi sui singoli emendamenti (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, intervengo in relazione alla parte degli emendamenti che portano la mia prima firma, perché è il caso di dire, proprio in questa fase del dibattito, che la posizione della delegazione Radicale è uniforme al 100 per cento su alcuni degli emendamenti presentati dal collega Beltrandi.
In particolare, c'è una parte che ci vede tutti concordi ed è quella che si riferisce allo strapotere che ancora, in questa sede, viene codificato per il Consiglio nazionale forense. Noi abbiamo presentato una serie di emendamenti che ridimensionano la sua potestà regolamentare. Per esempio, è urgentissimo rivedere la composizione e le modalità di elezione: in particolare, queste ultime, a detta di molti, sono estremamente singolari. Il Consiglio nazionale forense (CNF) è sicuramente connotato da un forte deficit di democrazia e da un ancor più forte deficit di rappresentatività del corpo professionale degli avvocati.

PRESIDENTE. Onorevole Bernardini, la invito a concludere.

RITA BERNARDINI. Oltre al CNF, a nostro giudizio, e lo vedrete con gli emendamenti, va ridimensionato anche il potere degli ordini territoriali, soprattutto quelli medio-grandi, i quali, gestendo non sempre trasparentemente grosse fette di potere, tendono a mantenere immutato lo status quo. Il sistema ordinistico, oggi, risulta fortemente squilibrato a causa degli eccessivi poteri concentrati sul presidente e sul consiglio, composto da un ristretto numero di eletti: insomma, un'oligarchia capace di un fortissimo potere di autoconservazione.

PRESIDENTE. Onorevole Bernardini, deve concludere.

RITA BERNARDINI. Attualmente, il consiglio dell'ordine è al di fuori di qualunque controllo e potere di indirizzo da parte di un'assemblea di fatto inesistente, considerata un mero corpo elettorale e chiamata ad un voto sostanzialmente inconsapevole per la mancanza di informazioni complete sull'attività del consiglio e, forse, proprio a causa di questo, non si prendono quei provvedimenti che sarebbero necessari, perché vedete...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini, il suo gruppo mi ha indicato tre minuti e sono stati ampiamente superati.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative riferite all'articolo 1.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Di Pietro 1.2 e Cavallaro 1.710, formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Bernardini 1.6 e 1.700, ed esprime parere favorevole sull'emendamento 1.800 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 9
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.2, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Tanoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 395
Votanti 394
Astenuti 1
Maggioranza 198
Hanno votato
394).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 1.710, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Frassinetti, Perina, Santori, Marchioni, Formichella, Oliverio, Ginoble...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 398
Votanti 397
Astenuti 1
Maggioranza 199
Hanno votato
397).

Passiamo all'emendamento Bernardini 1.6.
Chiedo all'onorevole Bernardini se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 1.6, formulato dal relatore.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, chiedo che questo emendamento sia votato e vorrei incominciare a parlare del Consiglio nazionale forense...

PRESIDENTE. Onorevole Bernardini, le chiedo scusa, ma avendo lei parlato sul complesso degli emendamenti non può ora intervenire sugli emendamenti da lei firmati.
Passiamo quindi ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 1.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Porcino, Lussana, Sereni, Cesare Marini, Veltroni, Tanoni, Pollastrini, Verini, Calderisi....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 404
Maggioranza 203
Hanno votato
18
Hanno votato
no 386).

Prendo atto che il deputato Calvisi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Bernardini 1.700.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Bernardini 1.700 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 1.700, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario limitatamente al capoverso «Art. 37, comma 5».
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Frassinetti, Goisis, Negro, Cesare Marini, Meroni, De Torre, Giro... Pag. 10
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 401
Maggioranza 201
Hanno votato
9
Hanno votato
no 392).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.800, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Goisis, Cesare Marini, Mistrello Destro, Tanoni, Cesa, Cicchitto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 401
Votanti 399
Astenuti 2
Maggioranza 200
Hanno votato
390
Hanno votato
no 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Capano, Gasbarra, Lussana...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 393
Votanti 391
Astenuti 2
Maggioranza 196
Hanno votato
385
Hanno votato
no 6).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Borghesi 2.9, Bernardini 2.11, Beltrandi 2.19, Beltrandi 2.20, Beltrandi 2.21, Cilluffo 2.22. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Follegot 2.24, Froner 2.27, Vignali 2.100, Rao 2.101 e sugli identici emendamenti Beltrandi 2.29, Raisi 2.30, Borghesi 2.31. La Commissione formula altresì un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Cilluffo 2.205 e Rao 2.32. Inoltre, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.900.
Sull'emendamento Vitali 2.35...

PRESIDENTE. Onorevole Cassinelli, gli emendamenti Vitali 2.35 e Froner 2.33 sono stati ritirati.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Mantini 2.701 e Froner 2.700 e sugli identici emendamenti Rao 2.37 e Froner 2.38.
Infine, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lussana 2.39.

PRESIDENTE. Onorevole Cassinelli, in realtà l'emendamento Vitali 2.35 risulterebbe precluso, ma eventualmente avrebbe parere favorevole, vero?

ROBERTO CASSINELLI. Sì, signor Presidente.

Pag. 11

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per quanto riguarda gli emendamenti Borghesi 2.9 e Bernardini 2.11, su tutti gli altri emendamenti, segnatamente ai commi quinto e sesto dell'articolo 2, il Governo si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, quindi il parere del Governo è conforme sui primi due emendamenti e si rimette all'Assemblea per tutto il resto.

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Borghesi se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 2.9, formulato dal relatore.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, no, non lo ritiro perché credo che oggi, in altri Paesi europei dove non è previsto l'esame di Stato, ci siano italiani che vanno in quei luoghi per poter poi rientrare con il titolo di avvocato. Mi pare che sia ora di adeguarsi anche a una normativa europea che non prevede obbligatoriamente un esame di Stato, per cui la motivazione di questo emendamento sta in un'attività di liberalizzazione delle professioni, per le quali noi finora abbiamo sempre espresso parere favorevole. In questo senso, chiedo pertanto che si voti l'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 2.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Lussana, Casini, D'Amico, Negro, Fedriga....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 410
Votanti 403
Astenuti 7
Maggioranza 202
Hanno votato
33
Hanno votato
no 370).

Passiamo all'emendamento Bernardini 2.11.
Chiedo all'onorevole Bernardini se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 2.11, formulato dal relatore.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, illustro questo emendamento. Prevedere l'iscrizione all'albo automatica e indiscriminata da parte di coloro che hanno svolto le funzioni di magistrato ordinario, di magistrato militare, di magistrato amministrativo o contabile nonché dei professori universitari di ruolo dopo cinque anni di insegnamento in materie giuridiche, specie in assenza di quelle più profonde riforme che creino percorsi di formazione comuni, sottende un'idea dell'idoneità a esercitare la funzione difensiva erronea, perché legata alla mera conoscenza teorica delle norme giuridiche ovvero a una pratica che prescinde dalla specificità della funzione stessa. Per questo motivo chiediamo che si voti a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 2.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, Vignali, Cesare Marini, Pelino, Goisis, Evangelisti...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 12
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 410
Votanti 409
Astenuti 1
Maggioranza 205
Hanno votato
12
Hanno votato
no 397).

Passiamo all'emendamento Beltrandi 2.19.
Chiedo all'onorevole Beltrandi se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 2.19, formulato dal relatore.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, questo articolo estende il ricorso obbligatorio all'avvocato anche nelle procedure conciliative di fronte al giudice di pace, di fronte al giudice del lavoro e di fronte alle commissioni tributarie. Questa estensione del ricorso all'avvocato come obbligatoria ridurrà la possibilità per i cittadini di tutelare i propri interessi quando sono di portata relativamente limitata o nei casi più semplici, e questo è in contrasto anche con una direttiva comunitaria, la n. 22 del 2002, che obbliga gli Stati membri a mettere a disposizione procedure extragiudiziali, ovviamente se sono semplici, se sono a basso costo e il ricorso all'avvocato non lo consente. Quindi, questo emendamento serve per correggere questa grave stortura e mantenere la situazione preesistente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, intervengo solo per precisare che, in realtà la disposizione che si intende emendare non è vero che elimina la possibilità di rappresentarsi direttamente per il cittadino nelle ipotesi che faceva il collega Beltrandi. Dice solo che, nel caso in cui il cittadino si voglia far rappresentare, può farlo solo un avvocato, cioè se si vuole rappresentare da solo questo potere gli viene naturalmente lasciato, anche perché è previsto da altre normative su cui questa riforma non ha alcun effetto abrogativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, io intendo sottoscrivere l'emendamento proposto dal collega dei Radicali e precisare, rispetto a quanto ha testé detto la collega, che è giusto, che non capisco la ragione per cui un cittadino che sente di non essere sufficientemente in grado di andare a fare una mediazione debba per forza rivolgersi ad un avvocato e non al vicino di casa che sa essere più in grado di lui di aiutarlo o al figlio che nel frattempo si è laureato in lettere, piuttosto che in un'altra materia.
Nelle procedure più semplici, laddove addirittura la stessa collega ha detto che è giusto che ci siano dei casi in cui il cittadino possa difendersi da solo, lo deve fare proprio da solo: anche se ha pascolato le pecore fino ieri non si può fare assistere dal vicino di campagna che, nel frattempo, ha fatto laureare e poi ha fatto diventare scienziato il figlio, lavorando in campagna. Credo che sia un po' esagerato, per cui credo che questo emendamento che dà la possibilità al cittadino, laddove si può difendere da solo, senza la presenza dell'avvocato, che si possa far assistere da una persona di fiducia. In questo senso, chiedo di votare favorevolmente l'emendamento e comunque chiedo il permesso di sottoscriverlo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 2.19, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 13

Onorevole Mistrello Destro... onorevole Bocchino... onorevole Capitanio Santolini... onorevole Dussin... onorevole Ascierto... onorevole Dal Lago... onorevole Livia Turco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 417
Votanti 409
Astenuti 8
Maggioranza 205
Hanno votato
37
Hanno votato
no 372).

Passiamo all'emendamento Beltrandi 2.20.
Chiedo all'onorevole Beltrandi se accede all'invito al ritiro del suo emendamento 2.20, formulato dal relatore.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, sarò brevissimo. Visto che è stato bocciato l'emendamento precedente, almeno escludiamo dalla rappresentanza obbligatoria tramite avvocato i giudizi davanti al giudice di pace e alle commissioni tributarie, dove, per esempio, un commercialista sa fare benissimo il proprio lavoro, probabilmente anche meglio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, intervengo soltanto per poter chiedere di sottoscrivere questo emendamento, perché la previsione dell'attività esclusiva dell'avvocato laddove il cliente lo chiede a tutti gli organi e non agli organi proprio che si vogliono indicare dalla legge, a me pare esagerata. Però invito il Governo, con riferimento a questo emendamento e anche al successivo, a non rimettersi all'Aula: prenda una posizione! Vogliamo sapere se questo Governo vuole dare la possibilità ai cittadini, laddove il cittadino si può difendere da solo, di potersi far assistere da una persona di fiducia o, invece, deve ricorrere per forza all'avvocato. È una posizione in cui il Governo non può fare il «pesce in barile» e invito i cittadini a riflettere.
Non possiamo far vedere che la casta degli avvocati difende se stessa. Laddove il cittadino - e sto parlando anche io da iscritto all'ordine - ha la possibilità di potersi difendere da solo, perché non gli possiamo dare la possibilità di farsi assistere da una persona di fiducia? Perché deve ricorrere per forza a uno che è iscritto all'ordine, laddove può difendersi anche da solo? Lo chiedo al Governo. Esca allo scoperto su questo tema!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, mi vedo costretto ad intervenire brevissimamente perché in quest'Aula è consentito, ovviamente nel rispetto delle regole e della buona creanza, dire tutto, ma non è consentito dire cose che sono esattamente contrarie rispetto alla lettera della norma che stiamo approvando.
La norma che stiamo approvando dice che, salvo i casi previsti dalla legge, il principio generale, che è già scritto nelle nostre norme, è quello della rappresentanza obbligatoria del difensore tecnico. Questa norma è una garanzia per i cittadini perché, in primo luogo, il cittadino che si difende da sé non è una figura tipica degli ordinamenti continentali, ma degli ordinamenti di common law e, secondariamente, può commettere degli errori colossali.
Nei giudizi davanti al giudice di pace è già previsto dall'inciso - che dice «fatti salvi i casi espressamente previsti dalla legge» - che il cittadino possa difendersi da sé, così come ciò è previsto nei giudizi tributari, perché il codice di rito tributario prevede non, per la verità, l'assistenza diretta, ma l'assistenza di un numero di categorie molto ampio, che forse sarebbe utile restringere nell'interesse dei cittadini.
Quello su cui si dovrebbe, o si sarebbe potuto discutere, è la questione dell'arbitrato rituale. Ritengo che, data la natura Pag. 14sostanzialmente giurisdizionale dell'arbitrato rituale, bene stiamo facendo ad omologarlo agli altri casi di rappresentanza giurisdizionale obbligatoria. Quindi, mi spiace dover respingere radicalmente, senza bisogno dell'opinione del Governo, le opinioni del tutto - diciamo così - suggestive espresse in quest'Aula su questo argomento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 2.20, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bossa, Pianetta, Cesare Marini, Duilio, Leo... L'onorevole Capitanio Santolini ha votato... Onorevole Dima...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 418
Votanti 412
Astenuti 6
Maggioranza 207
Hanno votato
33
Hanno votato
no 379).

Passiamo all'emendamento Beltrandi 2.21.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Beltrandi 2.21 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 2.21, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Goisis, Cesare Marini, Cesario...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 415
Votanti 410
Astenuti 5
Maggioranza 206
Hanno votato
26
Hanno votato
no 384).

Passiamo all'emendamento Cilluffo 2.22.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Cilluffo 2.22 formulato dal relatore.

FRANCESCA CILLUFFO. Signor Presidente, il comma 6 dell'articolo 2 di questo provvedimento, riserva agli avvocati l'esclusiva sull'attività di consulenza e di assistenza legale stragiudiziale, quindi al di fuori del giudizio, che è quella tipica attività di assistenza da parte dell'avvocato.
Mentre comprendo il parere contrario della maggioranza della Commissione - anche se non lo giustifico - mi sarei aspettata una posizione netta e favorevole del Governo, soprattutto di questo Governo, che ha fatto delle liberalizzazioni una priorità, tra gli obiettivi del suo programma: uno dei primi decreti-legge che abbiamo votato è stato proprio quello cosiddetto delle liberalizzazioni per favorire la concorrenza.
L'altra ragione per cui mi stupisce la mancata presa di posizione del Governo, è che l'Antitrust nel 2009, rilasciando un parere proprio su questo articolo 2, aveva espresso parere negativo e l'allora presidente dell'Antitrust era l'attuale nostro sottosegretario Catricalà.
L'approvazione della norma così com'è - e, quindi, il rigetto di questo emendamento - porterebbe a delle assurdità, come quella che adesso cercherò di spiegarvi: in un piccolo paese si va dal geometra, normalmente, quando manca l'avvocato, per chiedere un parere, ad esempio, su un regolamento di confini. Fino ad oggi, il geometra poteva dare un parere e Pag. 15cercare di trovare una via transattiva e un accordo, magari, tra i due contendenti, mentre ora il geometra dovrebbe dire che non può dare pareri e che bisogna rivolgersi all'avvocato, con il paradosso che potrebbe accadere che i due contendenti si rivolgano all'avvocato il quale, non avendo competenze specifiche in materia di confini, incarichi il geometra, che si è dovuto fermare di fronte all'assistenza stragiudiziale, di fare una perizia per aiutare l'avvocato stesso. Quindi, il cittadino, in questo caso, pagherebbe due volte: pagherebbe, da un lato, il geometra per la perizia, dall'altra, l'avvocato per la consulenza.
Per questa ragione e, quindi, per proseguire sulla via che il Governo ha tracciato sulle liberalizzazioni, ed anche per venire incontro ad esigenze rappresentate da altri colleghi in Commissione, come quella di eliminare riserve di attività in favore di professionisti in nome delle cosiddette liberalizzazioni, chiedo di votare a favore di questo emendamento, perché le vere liberalizzazioni non sono quelle che trasferiscono le competenze da un professionista all'altro e da una categoria di professionisti ad un'altra categoria di professionisti, ma sono quelle che non riservano attività esclusive, che non siano già previste da leggi precedenti, ossia attività nuove e quindi esclusive, a professionisti già esistenti.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, intervengo solo per apporre la mia firma all'emendamento Cilluffo 2.22.

PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, in effetti, la questione che ha riassunto la collega Cilluffo con questo emendamento, è una questione più che fondata. Il Governo ha espresso dei rilievi su questo punto, rispetto alla disciplina di base che, dopo il lavoro delle Commissioni, riservava in esclusiva appunto alla categoria degli avvocati tutta l'attività di consulenza legale.
Non aggiungo altri esempi, ma si potrebbero certamente fare, sul fatto che, nell'epoca della interdisciplinarietà, è molto difficile fare queste azioni, che potrebbero definirsi di «regolamento di confini», nei campi della finanza, del diritto tributario, del diritto urbanistico e di qualunque altra materia su cui più professionisti sono chiamati a rilasciare consulenza anche nel merito di alcuni contenuti legali e giuridici. Dovrebbe essere una quotidiana lotta in nome del principio unicuique suum, e capire chi è il professionista che ha la riserva esclusiva per esprimere la consulenza.
Noi sappiamo che c'è un altro criterio legale, cioè quello delle attività affidate a riserve esclusive, tema che peraltro è sotto osservazione dell'Antitrust e anche dell'Europa, ma che comunque in molti casi si giustifica. Ma nella consulenza è davvero molto difficile avvalersi di tale principio e, dunque, questa riserva esclusiva in capo agli avvocati della consulenza legale, è impraticabile, oltre che contraria a principi stabiliti più volte dalle corti di giustizia europee.
Noi come Unione di Centro per il Terzo Polo, avevamo proposto la soppressione o una riformulazione forse più logica, ossia la riserva di consulenza legale sì, ma nelle materie di stretto riferimento processuale. È un po' qualcosa di simile e analogo a questo emendamento della collega Cilluffo, sul quale dunque voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, io credo che si debba partire dal testo dell'emendamento. Se questo emendamento venisse approvato, avremmo la sostanziale impossibilità di determinare in maniera oggettiva qual è l'attività riservata, Pag. 16perché rimettere alla riserva dell'avvocato «ogni attività di assistenza e consulenza direttamente o indirettamente legata all'attività giurisdizionale» è già questo difficile da immaginare, ma aggiungere «ed in cui vengano in questione l'esercizio e la tutela dei diritti anche potenziale» significa naturalmente avere una ridda di ipotesi non indifferente.
Qual è la formulazione attuale della norma? Il principio è che se ci sono, in base alla legge, altre professioni regolamentate che sono abilitate ad esercitare alcune attività che rientrerebbero in quella riserva, rimangono autorizzate a farlo, di talché sarebbe anche sufficiente intervenire con una legge per poter modificare questo. In più aggiungo - e concludo, signor Presidente - che nel Comitato dei nove abbiamo lavorato proprio per riscrivere questa disposizione e, come ricorderanno i colleghi, la Commissione ha redatto l'emendamento 2.900 che dà atto del lavoro svolto a larga maggioranza dal Comitato dei nove.
Quindi io credo che i colleghi possano tranquillamente votare perché, sotto il profilo tecnico, i problemi che ci siamo posti abbiamo anche tentato di risolverli con un emendamento che ha il largo consenso della maggioranza e mi auguro anche di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI. Signor Presidente, al di là degli ottimi interventi dei colleghi avvocati parlamentari che mi hanno preceduto e che mi seguiranno, credo che dobbiamo capire l'interesse generale e che cosa questa norma va a toccare come interesse generale, perché, per rispondere all'amico Contento, non si tratta solamente di chiarire qual è il limite all'attività forense, ma anche quali prospettive, ad esempio di nuovi lavori, ci possano essere alla luce di un mercato che è cambiato. La collega che è intervenuta prima, ha fatto un esempio molto specifico; potrei aggiungere, per esempio, che in base a questa norma, se un laureato in legge che si specializza in informatica vuole dare una consulenza informatica legale ad un'azienda, non lo può fare, cioè limitiamo i giovani nel creare nuovi posti di lavoro, creiamo nuove riserve indiane, questa è la verità di questo provvedimento.
Quello che mi fa specie - lo devo dire al rappresentante del Governo - è che su questo tema il Ministro era stato chiaro: in una lettera che ha inviato alla Commissione dice a un certo punto che l'articolo 2, comma 6, pur prevedendo alcune mitigazioni, introduce una riserva in favore degli avvocati in materia di consulenza legale ed assistenza legale e stragiudiziale; si tratta di una limitazione attualmente assente nella maggior parte degli ordinamenti e che non sembra trovare giustificazione nella tutela degli interessi generali espressamente segnalata dalla I Commissione (Affari costituzionali), e non è compatibile con la disciplina comunitaria e con la relativa giurisprudenza della Corte di giustizia. Lo dice il Ministro di questo Governo.
Su questa materia è molto chiaro che ci sono problemi di legittimità, c'è un problema di prospettive per i giovani e mi si consenta, lo ripeto, c'è un problema di agenda Monti; non possiamo parlare di liberalizzazioni e, dopo tre mesi che abbiamo approvato un provvedimento che timidamente si avvia verso le liberalizzazioni, tornare indietro come se si stesse facendo il «passo del gambero». Non si può continuare a fare di questo Paese il Paese delle corporazioni, c'è un limite molto chiaro; giustamente un cittadino, davanti ad un giudice, deve essere rappresentato da un avvocato che abbia il titolo per farlo, ma sulle consulenze extra-giudiziarie ci deve essere libertà, il mercato si apre, ci sono nuove opportunità, non possiamo continuare a pensare di coltivare l'orticello personale.
Mi dispiace dirlo, ma credo che ci siano troppi colleghi in questo Parlamento anche direttamente interessati. Noi dobbiamo pensare all'interesse generale, non Pag. 17siamo qui a tutelare le nostre posizioni personali (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, proporrei l'accantonamento dell'emendamento Cilluffo 2.22, perché credo che sia opportuno un approfondimento nel corso del prossimo Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Onorevole Cassinelli, se lei chiede l'accantonamento dell'emendamento Cilluffo 2.22, dobbiamo accantonare anche molti altri emendamenti collegati allo stesso, quindi proporrei l'accantonamento dell'articolo 2 complessivamente, per un lavoro più razionale.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Si signor Presidente, accantoniamo tutto l'articolo 2.

PRESIDENTE. Sta bene, l'articolo 2 ed i restanti emendamenti ad esso riferiti si intendono accantonati.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, in realtà avevo chiesto la parola sull'articolo 2, ma non discutendosi più l'articolo 2, intervengo per rilevare una questione che diventa generale e che in quell'emendamento era palese, cioè la questione del conflitto di interessi.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, lo farà quando sarà il momento.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, parlo sugli emendamenti all'articolo 3, per dire che anche in questi emendamenti che andiamo a discutere, così come nel prosieguo, in realtà in questo Parlamento stiamo rilevando una situazione di evidente conflitto di interessi. Infatti, qui dentro abbiamo un numero elevato di colleghi avvocati, che non hanno rinunciato alla professione, e che si stanno facendo una legge a loro uso e consumo. Penso che sia una questione assolutamente inaccettabile, perché questo è un palese esempio di conflitto di interessi. I colleghi che esercitano la professione dovrebbero avere almeno la bontà di non partecipare ai voti che stiamo esprimendo.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Bernardini 3.2, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 3.700.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Bernardini 3.2.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

RITA BERNARDINI. Signora Presidente, anche in questo caso con questo emendamento cerchiamo di ridimensionare i poteri del Consiglio nazionale forense, per evitare che lo stesso sia insieme soggetto emanatore delle regole e giudice Pag. 18speciale nei procedimenti disciplinari. Questa è la motivazione dell'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 3.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pizzolante, Mantovano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 419
Votanti 415
Astenuti 4
Maggioranza 208
Hanno votato
9
Hanno votato
no 406).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 3.700, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli De Camillis, Goisis, Moroni, Coscia, Portas...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 420
Votanti 417
Astenuti 3
Maggioranza 209
Hanno votato
390
Hanno votato
no 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calderisi, Vella, Cesare Marini, Zeller, Coscia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato
411
Hanno votato
no 6).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Raisi 4.700 e Beltrandi 4.701. Il parere è favorevole sull'emendamento Contento 4.702.

PRESIDENTE. Quanto all'emendamento 4.712?

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Mi risulta ritirato insieme agli emendamenti Cavallaro 4.710 e 4.711.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 19

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Raisi 4.700.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI. Signor Presidente, anche questa è una norma antistorica.
Io ho un'azienda in Spagna, di cui sono amministratore, e, invece di avere una struttura interna, uno studio legale, uso la consulenza di una società, che offre, appunto, un servizio plurimo tra avvocati, commercialisti, esperti di diritto del lavoro, cioè la modernità, cosa che in questo Paese si fa fatica a comprendere.
Si continua a porre degli ostacoli verso la creazione del cambiamento che avviene in Europa, e non solo in Europa. Continuiamo a dire «no» a qualsiasi cambiamento perché vogliamo che, comunque, chi ha già mantenga, non comprendendo che poi, alla fine, questa politica esclusivamente difensiva porta poi ad un impoverimento del Paese. Quando ci si trova di fronte a grandi cambiamenti, bisogna anche pensare in grande e non si può pensare unicamente a tutelare il piccolo orticello.
Allora, è veramente incomprensibile - se non come ha detto qualche volta qualche collega avvocato - questa paura che arrivino le multinazionali. Spererei che i grandi uffici legali, i commercialisti e i consulenti del mondo del lavoro siano italiani che possono andare all'estero a dimostrare che siamo migliori degli altri e non aver paura che qualcuno possa venire da noi e sottrarre lavoro ai nostri avvocati.
Credo che da questo punto di vista ancora una volta si impedisce la creazione di una nuova opportunità per avvocati, consulenti di vario tipo, società che sono già operative in tutta Europa (noi rimaniamo sempre l'eccezione dell'Europa e poi ci domandiamo perché questo Paese perde competitività); quindi credo che da questo punto di vista sia giusto mantenere questo emendamento, che invece offre una grande opportunità per tutti coloro che lavorano nel nostro Paese, soprattutto per i più giovani che ancora una volta in questo Parlamento non vengono rappresentati da nessuno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, io non voglio lasciare inascoltato il grido di dolore del collega Raisi. Gli chiedo, però, di avere pazienza e di aspettare l'articolo 5, in cui c'è la delega per utilizzare le forme delle società previste dal codice civile e dalle leggi speciali per esercitare in forma societaria la professione di avvocato. Chiedo scusa all'onorevole Raisi se, invece che all'articolo 4, la delega è prevista all'articolo 5.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, intervengo solo per confermare che questi problemi non è che non sono stati valutati, esaminati in lavoro congiunto in Commissione, a cui do atto di aver fatto un grande lavoro, però bisogna aspettare l'articolo 5, dove questi problemi sono stati affrontati e ai quali abbiamo dato risposte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signora Presidente, intervengo per dire al collega Contento che quella delega non risponde alla proposta del collega Raisi, il quale immagina società di professionisti diversi, mentre lì si ammette una società soltanto composta da avvocati. Credo, quindi, che siano due cose assolutamente diverse e, per onor di cronaca, bisogna secondo me segnalarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.

Pag. 20

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, capisco che ci sia un articolo che contiene la delega, ma il fatto che venga espunta la parola «società» dall'articolo 4 francamente non lo capisco. Dico al Governo che sono molto curioso di vedere cosa sarà del decreto sulle liberalizzazioni, se il Governo si dice favorevole a questo tipo di decisione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti...

MARCO BELTRANDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Beltrandi, non l'avevo vista, ma forse non mi aveva chiesto prima la parola. Prego, ne ha facoltà per un minuto.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, intervengo per molto meno di un minuto. Chiedo di aggiungere la mia firma all'emendamento Raisi 4.700, e poi ci saranno anche altri emendamenti nostri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, intervengo per chiarire all'Aula che con l'articolo 4 si è disciplinata l'associazione tra professionisti di vario genere (l'associazione multidisciplinare). La società tra professionisti continua ad essere regolata dalla legge n. 183 del 2011.
Con l'articolo 5 abbiamo invece dato delega al Governo perché disciplinasse la società tra avvocati, perché i redditi di lavoro autonomo, come dovrebbero sapere anche gli imprenditori, vengono assoggettati a contributo previdenziale, non così i redditi delle società, quindi va fatta una disciplina puntuale, altrimenti il diverso sistema di contabilità può creare gravi problemi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma a codesto emendamento, perché è un emendamento che «parla giovane», perché guarda verso nuovi orizzonti, superando vecchie caste, vecchi ordinamenti, vecchi ordini. Insomma, mettiamo un po' di vecchiume da parte e «parliamo giovane», facendo anche provvedimenti che amplino il respiro delle professioni e ci adeguino all'Europa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raisi 4.700, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Giulietti, Verini, Trappolino, Sereni, Bobba e Pedoto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 433
Votanti 409
Astenuti 24
Maggioranza 205
Hanno votato
43
Hanno votato
no 366).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Beltrandi 4.701.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, praticamente, con l'articolo 4, si vuole impedire ad un avvocato di partecipare a più studi legali, in più studi associati, magari anche in circoscrizioni diverse. Non capisco il motivo, anzi no, lo capisco: qui si vuole eliminare qualsiasi forma di avvocatura e di esercizio della professione che non sia la più tradizionale e la meno diffusa anche all'estero, per cui ognuno ha il suo studio, è il dominus del suo studio e basta. Guai ad associarsi ad Pag. 21altri studi con altri avvocati, al massimo uno e poi basta. Credo che anche questa sia una stortura che vada eliminata e, quindi, invito a votare a favore del mio emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, credo che ci sia bisogno di un chiarimento. Mi dispiace dirlo, ma quello che è stato detto non è vero. Capisco anche che tra i colleghi che non hanno partecipato ai lavori della Commissione ci può essere un po' di smarrimento, ma l'articolo 4 prevede proprio quello che si sta dicendo adesso come un auspicio o, anzi, come un obiettivo: associazione, società tra avvocati e multidisciplinari. Tutto ciò viene previsto e disciplinato.
L'emendamento Beltrandi 4.701 vuole sopprimere il comma 5. Secondo il comma 5: «Le associazioni tra professionisti possono indicare l'esercizio di attività proprie della professione forense fra quelle previste nel proprio oggetto sociale (...)». Quindi, quando si può parlare anche di una questione di concorrenza effettiva e trasparente? Quando tra gli associati vi è almeno un avvocato iscritto all'albo. Mi sembra che, sopprimendo il comma 5, non si va nella direzione dove si dice di voler andare, ma al contrario. Si vogliono sopprimere quelle regole minime di trasparenza, ma anche di responsabilità per cui, laddove un'associazione tra professionisti dica di esercitare la professione forense, almeno ci sia un avvocato. Ma che cosa si sta dicendo? Ma che cosa diciamo per i giovani? Ma che cosa vuol dire «per i giovani»? I giovani pretendono professionalità, trasparenza e regole certe. Questo vogliono i giovani!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, siamo contrari a questo emendamento, sia perché inserisce una parola che riguarda le società, che sono previste nell'articolo 5, sia perché dovremmo rifiutare l'idea dell'avvocato pigliatutto che, teoricamente, può partecipare a società che sono in tutte le parti del territorio nazionale e, quindi, iscritte nel registro di tutti gli albi professionali. Credo che bisogna un po' limitare le cose, escludere forme di espansionismo professionale, anche per lasciare posto e possibilità ai giovani.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione...

MARCO BELTRANDI. Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. È ritirato? Sta bene, pertanto revoco l'indizione della votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 4.702.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 4.702, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pianetta, Goisis, Laura Molteni, Girlanda, Nola, Grassano e Molgora...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 424
Votanti 415
Astenuti 9
Maggioranza 208
Hanno votato
408
Hanno votato
no 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Capano, Santori, Scilipoti, Pianetta e Cesare Marini...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 22
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 422
Votanti 417
Astenuti 5
Maggioranza 209
Hanno votato
406
Hanno votato
no 11).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Lulli 5.701.

PRESIDENTE. È stato ritirato, quindi il primo emendamento è il 5.900 della Commissione, sul quale immagino che il parere sarà favorevole.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 5.900.
Mi risulta che il testo dell'emendamento 5.800 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) sia inserito nell'emendamento 5.900 della Commissione.

PRESIDENTE. Il parere lo deve esprimere, onorevole Cassinelli, perché se risulterà precluso...

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 5.800 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è favorevole sull'emendamento 5.800 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento). Per il resto, il Governo si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.900 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, noi esprimiamo un forte disagio su questo emendamento e su questa soluzione. Il tema riguarda la libertà delle società professionali. È stato toccato anche prima, sebbene in un articolo che si occupava delle associazioni professionali, che è questione un po' diversa.
I motivi delle nostre perplessità, su una soluzione che, tuttavia, si è raggiunta dopo un lavoro approfondito in Commissione, sono le stesse che ha espresso il Governo, con una lettera a firma del Ministro Severino, invitando il Parlamento ad un approfondimento di alcuni punti e su cui oggi il sottosegretario si è rimesso all'Aula, dopo avere interloquito in Commissione.
Noi stiamo facendo un modello speciale di società per gli avvocati.
Devo dire che, siccome siamo tutti convinti della specificità della professione dell'avvocato come parte essenziale della funzione giustizia e dei diritti costituzionali dell'articolo 24 tanto quanto il giudice, per molti versi la professione dell'avvocato ha delle specificità e una sua natura differenziata rispetto alle attività di consulenza e alle attività professionali in genere. Quindi, va anche bene che si sia immaginata una delega con dei principi in modo da disegnare un modello di società ad hoc, che esclude, per esempio, il socio Pag. 23terzo di puro capitale nelle attività forensi. Va, invece, meno bene il fatto che queste società siano fatte solo tra avvocati ed escludano la possibilità di fare società, anche società di capitali, con altri professionisti.
Riteniamo che sia un danno che si fa all'avvocatura. Riteniamo che, in epoca di economia della conoscenza, di interdisciplinarietà, di globalizzazione dove le imprese - le imprese che, ormai, per vivere devono esportare e vendere prevalentemente all'estero - hanno bisogno di soggetti professionali, anche multidisciplinari, che accompagnino l'internazionalizzazione, siccome non vi è un obbligo, ma una possibilità, una libertà di poter fare società anche tra professionisti diversi, sebbene iscritti agli albi, agli ordini, eccetera, negare questa possibilità, questa libertà, che è fattore di competitività per il Paese e di crescita anche per le categorie professionali sia un errore e sia anche un danno che si fa all'Avvocatura.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, volevo semplicemente premettere un'osservazione e, poi, fare una richiesta alla Commissione e al relatore. Posto che si definisce per delega al Governo l'intera materia di cui stiamo discutendo, cioè l'esercizio in forma societaria della professione forense, la delega di un anno - se mi è consentito di fare questa osservazione - rischia di portare all'attuazione della norma futura, una volta che il Governo l'abbia esercitata, se va bene, dal 2014.
Ora, siccome si tratta di una materia molto importante, che riguarda non solo i diritti della difesa, ma soprattutto, l'organizzazione delle società tra avvocati, e probabilmente anche multidisciplinari, chiedo al relatore e al Governo se non valga la pena di assumere - e questo riguarda anche il Governo - un impegno politico: cioè, che sia delimitato entro l'attuale legislatura l'esercizio della delega medesima. Quindi, basterebbe correggere la tempistica contenuta nella delega: anziché un anno, tre mesi. Il che significa che, quando questa norma tornerà al Senato e il Senato probabilmente la assumerà così com'è, perché altrimenti non passerebbe nemmeno - non ci sarebbero i tempi tecnici, perché la legislatura finirebbe -, posto, quindi, che il Senato la voti, entro la fine della legislatura rimangono poi tre mesi, che sono i tre mesi tecnici ad un Governo tecnico per consentire che la norma possa entrare in vigore con l'inizio della prossima legislatura, cioè la prossima primavera.
Credo che sia una cosa intelligente da fare, ma che - per questo intervengo sull'ordine dei lavori - richiede un supplemento di verifica da parte della Commissione e da parte del relatore e del presidente della Commissione: quindi, mi sono permesso di formulare la proposta.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la proposta dell'onorevole Quartiani mi sembra accoglibile. Il tema era già stato trattato sia in Commissione che nel Comitato dei nove, e mi sembrava che la richiesta di un anno fosse un'esigenza manifestata dal Governo. Se il Governo fosse d'accordo in questo senso, io credo che anche il Comitato dei nove si possa esprimere favorevolmente per un accorciamento dei termini, in modo tale che, entro la fine della legislatura, la delega possa essere esercitata.

PRESIDENTE. Onorevole relatore, questo però comporta la modifica del testo e, quindi, un ulteriore accantonamento. Magari nell'intervallo il Comitato dei nove può riformulare un subemendamento.

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

Pag. 24

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, la data di un anno non esclude che noi possiamo esercitare la delega il più presto possibile. Non la esclude, anzi, ci può essere anche una raccomandazione in questo senso, del Parlamento, alla quale io darei risposta positiva.

PRESIDENTE. Il sottosegretario dice che la delega di un anno è comprensiva della delega dei tre mesi, ma forse il senso dell'intervento dell'onorevole Quartiani era quello di accelerare.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, oltre a rappresentare il voto favorevole del nostro gruppo, vorrei fare una precisazione sull'intervento del collega Mantini, che mi sembra assolutamente indispensabile.
Questo articolo 5 è un articolo scritto con tanta attenzione dalla Commissione - e, infatti, mi sembra che il Governo si sia rimesso all'Aula - proprio perché abbiamo valutato insieme, e rispondo direttamente al collega Mantini, ma anche a tutta l'Aula, l'attività particolarmente speciale dell'avvocatura. Ricordo che pendono in Parlamento dei progetti di legge - che personalmente ho sottoscritto - che prevedono il ruolo costituzionale dell'avvocatura. Quindi, si tratta di un ruolo - che penso condividiamo - che è su un piano, nella difesa dei diritti dei cittadini, completamente diverso.
Ciò premesso, sulla società tra professionisti, anche noi siamo favorevolissimi a una società multidisciplinare, però questa è una riforma dell'ordinamento forense e lo stesso Governo ci ha spiegato in Commissione - e lo dico per motivi tecnici, non politici - che, poiché fare una società multidisciplinare poteva andare a interferire su altri ordinamenti - ci ha spiegato il Governo - era opportuno farlo solo come società tra avvocati.

PRESIDENTE. Onorevole Siliquini, la invito a concludere.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Quindi, in questo noi, Mantini, abbiamo seguito addirittura il parere del Governo. Più che dire questo... non è, dunque, una volontà degli avvocati, è una questione tecnica ordinamentale.

PRESIDENTE. Devo chiedere nuovamente al relatore se intende chiedere l'accantonamento, altrimenti ho altre cinque o sei richieste di intervento.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Sì, signor Presidente, proporrei l'accantonamento e poi lo riprenderemo.

PRESIDENTE. Sta bene. Non essendovi obiezioni, accantoniamo, quindi, l'esame dell'articolo 5 e dei relativi, emendamenti, anche perché questo emendamento sarebbe comunque preclusivo di tutto il resto, compreso l'articolo.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Palomba 6.1 e 6.5.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Palomba 6.1.

Pag. 25

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, ritiriamo entrambi gli emendamenti Palomba 6.1 e 6.5.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Calvisi, Goisis, Tanoni, Meloni, Laganà Fortugno e Colaninno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 405
Votanti 402
Astenuti 3
Maggioranza 202
Hanno votato
402).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime favorevole sull'emendamento 7.800 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.800 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.800 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Virgilio, Ghizzoni, Vignali, Fava...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 406
Votanti 402
Astenuti 4
Maggioranza 202
Hanno votato
402).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Landolfi, Pianetta, Servodio, Lussana, Giammanco, Rossomando, Ferranti, Concia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 411
Votanti 408
Astenuti 3
Maggioranza 205
Hanno votato
408).

Pag. 26

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Bernardini 8.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, non si capisce perché il giuramento che deve fare l'avvocato e che, oggi, avviene davanti al tribunale, debba essere, invece, fatto davanti al consiglio dell'ordine, seppure in seduta pubblica. In quale altro ordinamento, c'è da chiedersi, è previsto che un giuramento, il quale implica un grado di impegno pubblico nell'osservanza dei doveri professionali di rispetto della legge e della Costituzione, si faccia davanti a un collega, seppure qualificato, e non invece davanti ad un organo terzo? Questa è la spiegazione, molto semplice, di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, questo emendamento corrisponde, in sostanza, ad un altro che avevo presentato io; devo dire che le ragioni esibite dalla collega Bernardini mi appaiono convincenti.
L'avvocato, proprio perché rivendica una partecipazione attiva e paritaria alla giurisdizione, mi pare consequenziale che giuri davanti alla giurisdizione e non davanti a, seppure autorevoli, rappresentanze di categoria. Quindi, esprimo, - e spero che il gruppo aderisca - il mio voto favorevole a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, noi esprimiamo parere favorevole a questo emendamento. Ci sembra opportuno che ci sia una solennità particolare nel momento in cui si esprime un giuramento, e quale organo è più solenne di quello che esercita la giurisdizione? Non solo non vediamo niente di irritante e quindi non comprendiamo perché il parere sia contrario, ma vediamo, addirittura, degli elementi positivi per accogliere questo emendamento. La solennità e le forme hanno un loro significato e sono spesso sostanza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signora Presidente, mi limito a ricordare le valutazioni che sono state fatte in sede di Comitato dei nove. Per chi non avesse mai visto il giuramento di un avvocato davanti al tribunale, è presto riassunto: durante la seduta d'aula penale, viene interrotta magari l'udienza e, in rapida successione, gli avvocati presenti che devono giurare, giurano, con la presenza del pubblico ministero e di ciò poi viene, tra l'altro, redatto verbale.
Alla fine, in questa discussione si era detto: siccome già i magistrati hanno un carico di lavoro non indifferente, forse è meglio togliere alla magistratura questo impegno e lasciare che questi adempimenti Pag. 27vengano svolti dai consigli dell'ordine - tra l'altro, il consiglio dell'ordine ha funzioni pubblicistiche, per chi non lo ricordasse - evitando quindi questo aspetto.
Non è che ho difficoltà anche a votare adesso l'emendamento, però queste erano le ragioni che si erano illustrate. Se vogliamo continuare a sospendere le udienze non c'è problema, basta che ci mettiamo d'accordo e, quindi, non si travolga quello che si era detto al Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, intervengo soltanto per ribadire che mi sembra troppo piccola la ragione per cui i tribunali sono troppo intasati. Non credo che i tribunali non funzionino perché si ruba un secondo per dire, davanti appunto al giudice, che l'avvocato deve rispettare ciò che è stata e deve essere una sua missione. A me pare che francamente il gioco non valga la candela, per questa ragione ritengo necessario che rimanga l'attuale disposizione e cioè che si giuri davanti al tribunale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 8.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Laganà Fortugno, Damiano, Holzmann, Rampelli, Repetti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 405
Votanti 403
Astenuti 2
Maggioranza 202
Hanno votato
187
Hanno votato
no 216).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pianetta, Lussana, Servodio, Calderisi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 395
Votanti 392
Astenuti 3
Maggioranza 197
Hanno votato
380
Hanno votato
no 12).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Allasia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, credo che la prima proposta emendativa sia la 0.9.900.1 della Commissione.

PRESIDENTE. No, prima vi è l'emendamento soppressivo Beltrandi 9.1, che non è stato ritirato.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime Pag. 28parere contrario sull'emendamento Beltrandi 9.1 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Ferranti 9.711.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole, ma anche l'emendamento Ferranti 9.711 è completamente sostitutivo, quindi penso vi sia un parere contrario anche su questo.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Poi passiamo al subemendamento 0.9.900.1 della Commissione e all'emendamento 9.900, sempre della Commissione, che, se fossero approvati, precluderebbero tutto il resto e, quindi, il parere sugli altri emendamenti sarebbe favorevole.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. No, signor Presidente. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.9.900.1 e del suo emendamento 9.900, ma esprime parere contrario sugli emendamenti Raisi 9.701, Beltrandi 9.7, Beltrandi 9.8, Bernardini 9.11 ed esprime parere favorevole sugli emendamenti Pisicchio 9.702, Contento 9.703, Raisi 9.15 e Contento 9.704.
Infine, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Bernardini 9.24 e favorevole sull'emendamento Mantini 9.700.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Beltrandi 9.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, noi non siamo per niente convinti del modo in cui si è affrontato il tema delle specializzazioni. Infatti, anzitutto si prevedono percorsi formativi di aggiornamento interamente e autarchicamente gestiti dal CNF; poi si prevedono appunto sanzioni per uso indebito di titoli, che andrebbero bene, sì, salvo però che, se un avvocato per esempio ha esperienza nel diritto penale ma non ha la specializzazione, poi diventa anche difficile spiegarlo per il cliente; poi corsi di aggiornamento molto onerosi; poi ancora l'affermazione per cui il titolo di specialista non comporta riserva di attività professionale, mentre poi c'è una riserva per quanto riguarda il difensore d'ufficio, a cui arriveremo in seguito. Insomma, questo emendamento tende a rimuovere quello che è un ostacolo soprattutto per i giovani, per coloro che non hanno grosse risorse economiche e per coloro che si affacciano alla professione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, vorrei precisare che mi scuso con la Commissione se la questione, che ritengo non dirimente, ha portato ad una riproposizione di una mia idea, ma in questo caso, che è molto più importante, abbiamo raggiunto una convergenza seria e abbiamo presentato un emendamento, che poi ci auguriamo assorbirà tutti quelli successivi e che in questo caso quindi ci invita a votare contro l'emendamento Beltrandi 9.1, perché quanto egli qui ha dichiarato non ci convince. Noi, anzi, riteniamo di aver messo a punto uno strumento abbastanza agile che consente un duplice percorso: un percorso aperto ai giovani, che vogliono affrontare un percorso di specializzazione particolarmente professionalizzante, ma anche tenere conto delle esigenze di avvocati più esperti che sul campo si formino una loro specialità e una loro qualità specifica.
In particolare, tra l'altro, un altro dei rilievi che sovente sono stati mossi, cioè quello del cosiddetto strapotere del CNF, che poi in realtà spesso è solo il potere di auto organizzazione della categoria, comunque Pag. 29in questo caso non influenza l'impianto complessivo, perché si prevede che ci sia un regolamento di carattere ministeriale che stabilisca, previo parere del CNF, quali sono poi le caratteristiche più puntuali per cui il duplice percorso più breve e più severo sotto il profilo, diciamo così, acquisitivo di nozioni, e l'altro invece più aperto rispetto all'esperienza professionale, diventino poi condizione per il riconoscimento, che non è un concorso, che non è un esame, che non è un titolo, della qualità di specialista nelle varie discipline del diritto. Quindi, riteniamo che, anche per questo, si debba votare contro l'emendamento Beltrandi 9.1.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI. Signor Presidente, ritengo che il passaggio sulle specializzazioni sia molto importante. Credo anche, e ne devo dare atto, che la Commissione abbia fatto qualche passo in avanti rispetto ai precedenti testi. Mi permetto di sottolineare, giusto per fare alcune considerazioni generali che però riguardano anche l'emendamento presentato dal collega, che rimane un po' anomalo il ruolo del CNF, controllore e controllato, troppo spesso. Ma soprattutto, anche con riguardo ai termini che vengono richiesti per poter in qualche modo arrivare a una specializzazione, al titolo di specialista, quando si legge che deve trattarsi di avvocati iscritti da almeno dieci anni, io mi domando se veramente quando si dice che questo è un Paese per vecchi, lo si dice senza contare il fatto che siamo noi che facciamo le leggi e le facciamo per i vecchi.
Infatti, un laureato in giurisprudenza deve fare almeno due anni di praticantato, perché adesso con questa norma li abbiamo anche aumentati un'altra volta, deve fare la roulette russa dell'esame di Stato, dopodiché per avere una specializzazione deve aspettare almeno dieci anni per essere considerato nel novero di coloro che possono richiedere di fare una specializzazione, poi deve fare la specializzazione, cioè questo qui si presenta a 50 anni. Questa è la logica che stiamo portando avanti. Allora io capisco che il lavoro è sempre meno e gli avvocati sono sempre di più, però a tutto c'è un limite, cioè bisogna avere anche la capacità e il coraggio di mettersi in discussione. La specializzazione, secondo me, è la grande scommessa che hanno i colleghi avvocati anche per rimettere in gioco la figura stessa forense dell'avvocatura.
Io credo che, da questo punto di vista, debba essere svolta una riflessione: troppo lungo è il percorso che in questo testo viene indicato a chi vuole arrivare ad una specializzazione, al giovane che vuole essere uno specializzato, di fronte ad un mondo sempre più complesso, nel mercato e non solo, che ha bisogno delle specializzazioni. Quei dieci anni non aiutano in questo senso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, condividendo le motivazioni che animano sia il collega Beltrandi che Raisi, devo dire che il testo è molto cambiato, non è più quello delle origini a cui loro rivolgono le loro comprensibili critiche: lo abbiamo modificato in Commissione, anche recependo un'indicazione in tal senso da parte del Governo. Adesso non abbiamo più un sistema - lo dico in una parola - di specializzazione professionale in forza dell'anzianità che si matura con il numero degli anni («chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori»), cioè un meccanismo lesivo anche della concorrenza e delle possibilità dei più giovani.
Ora abbiamo un doppio meccanismo per conseguire più specializzazioni, comunque sulla base di un regolamento che ne preciserà i termini. Il primo è una comprovata esperienza e il possesso di determinati titoli specifici dopo almeno otto anni di anzianità (anzianità più titoli). L'altro è un canale di specializzazione Pag. 30universitario. Si può cioè, con corsi specifici biennali, conseguire liberamente il titolo di specialista pur senza essere un anziano avvocato. Questo per dire dei miglioramenti che abbiamo introdotto e che portano il gruppo dell'UdC a votare questa nuova disciplina.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà per un minuto.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, utilizzo questo mio minuto per anticipare il ritiro del successivo nostro emendamento sostitutivo Ferranti 9.711, proprio perché riteniamo che il problema delle specializzazioni, male affrontato dal testo arrivato dal Senato, è stato, attraverso una adeguata discussione in Commissione, superato e individuato attraverso l'emendamento della Commissione che ci appresteremo a votare successivamente (il 9.900) e che abbiamo un po' l'orgoglio di dire di avere avviato anche tramite un nostro emendamento.
Non è vero (mi spiace dirlo, ma do giustificazione ai colleghi che intervengono ovviamente non avendo potuto forse digerire quanto noi il testo) che si pone un limite di dieci anni nella formulazione che ha fatto la Commissione nei confronti dei giovani che vogliono avviarsi alla specializzazione, che quindi implica anche un particolare approfondimento dell'attività forense e in alcune materie e non, quindi, nell'esercizio mero della professione che scaturisce dall'esame di abilitazione.

PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, la prego di concludere.

DONATELLA FERRANTI. Quindi, è previsto, da un lato, un percorso basato sulla comprovata esperienza (e l'esperienza è insita nelle cose e implica un certo periodo di attività effettivamente esercitata), dall'altro, sono previsti specifici percorsi formativi, signor Presidente, che non hanno limiti di accesso nell'età.

PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, deve concludere...

DONATELLA FERRANTI. Quindi, il giovane meritevole che vuole studiare e vuole fare può fare. Quindi, prima di criticare cerchiamo di leggere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, intervengo per confermare, perché quando gli argomenti sono condivisi è bene anche farlo evidenziare, visto che dobbiamo affrontare un voto e mi sembra giusto. Questo emendamento è stato scritto proprio avendo attenzione ai giovani, perché il percorso qui non è di anzianità e, quindi, vecchiaia, di titoli che si assumono con l'età come avveniva in passato. Lo dico ai colleghi: è un emendamento per i giovani meritevoli e capaci, che possono acquisire la specializzazione in tempi brevi dimostrando di essere capaci di fare un certo percorso.
Quindi, non vi è nessun emendamento più giovane, moderno e avanzato di questo, e quando sento certi discorsi vorrei almeno confrontarmi, perché poi l'Assemblea possa votare a occhi aperti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, anche io intervengo per ribadire quanto hanno detto i colleghi rispetto alle storture di interpretazione che sono state date da altri colleghi.
Credo che sia assolutamente giusto e opportuno rivendicare, nel momento in cui la Commissione - e, in modo particolare, il Comitato dei nove - ha corretto e raddrizzato il tiro rispetto a un articolo che, tra l'altro, è uno degli articoli più importanti di questo provvedimento così come uscito dal Senato, io credo, dicevo, sia assolutamente opportuno ribadire il meccanismo binario e duale, come i colleghi Pag. 31Ferranti e Mantini hanno appena ribadito, con cui si garantisce, all'avvocato che ha esperienza, la possibilità di meritarsi un titolo di specializzazione acquisito sul campo. Al contempo - e questo è stato l'obiettivo della Commissione e del Comitato dei nove - è giusto poterlo recuperare anche nei confronti di quegli avvocati giovani - ma, mi permetto di dire, soprattutto bravi e meritevoli e che hanno dimostrato di avere delle qualità -, permettendo loro di potere acquisire una specializzazione che consente di avere una qualificazione tale da poter essere ancora più competitivi sul mercato.
Quindi, è evidente che da parte nostra vi è un particolare risentimento nel momento in cui sentiamo fare delle affermazioni che non corrispondono né al testo né al risultato e alle risultanze di un lavoro fatto in Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Angela Napoli. Ne ha facoltà.
Ricordo a tutti che avevamo deciso di interrompere i nostri lavori alle ore 13,30. Prego, onorevole Angela Napoli.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, sarò velocissima. Intervengo solo per invitare i colleghi, che non hanno partecipato ai lavori del Comitato dei nove, di attenzionare per favore quello che è stato il lavoro serio e anche lungo fatto dallo stesso Comitato. Capisco che ognuno è affezionato agli emendamenti che presenta, però, quegli emendamenti presentati hanno un significato se valutati alla luce del lavoro svolto, che non è stato di poco conto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 9.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Colleghi, ci sono altri due proposte emendative da porre in votazione! Così completiamo l'articolo 9.
Onorevoli Fioroni, De Angelis, Coscia, Nola, Mistrello Destro... Ancora l'onorevole Coscia. L'onorevole Coscia non riesce a votare. Onorevoli Giacomoni, Nola... Onorevole Nola, la chiamo nel suo interesse, non è un rimprovero.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 382
Votanti 377
Astenuti 5
Maggioranza 189
Hanno votato
12
Hanno votato
no 365).

Prendo atto che il deputato De Angelis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che l'emendamento Ferranti 9.711 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.9.900.1 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Baccini, Coscia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 372
Votanti 362
Astenuti 10
Maggioranza 182
Hanno votato
355
Hanno votato
no 7).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che l'emendamento 9.900 della Commissione, qualora sia approvato, preclude Pag. 32tutti gli altri emendamenti e assorbe anche la votazione dell'articolo 9, essendo pienamente sostitutivo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.900 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Antonino Russo, Benamati, Stradella, Leo, Boccuzzi... Ancora l'onorevole Scilipoti... Ancora un secondo di pazienza, colleghi! L'onorevole Scilipoti non riesce a votare. Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 375
Votanti 369
Astenuti 6
Maggioranza 185
Hanno votato
369).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Sospendiamo l'esame di questo provvedimento, che riprenderà alle ore 15,30.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 13,40).

STEFANO ESPOSITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, vorrei segnalare all'attenzione della Presidenza e del Governo purtroppo l'ennesima situazione drammatica che sta maturando in provincia di Torino dal punto di vista occupazionale.
Mi riferisco alla vicenda Viberti, un'azienda storica nella produzione dei rimorchi per camion, più e più volte passata di mano e ceduta l'ultima volta all'Acerbi, azienda che produce per l'Italia i rimorchi per i mezzi pesanti.
Dopo tutti questi passaggi di proprietà sono già stati lasciati sul campo centinaia di posti di lavoro. Al momento, come dipendenti dell'azienda di Nichelino vi sono poco più di cento persone. L'amministrazione comunale ha favorito in tutti i modi l'insediamento industriale e soprattutto il mantenimento dell'insediamento industriale e lo ha fatto, concedendo all'azienda proprietaria la possibilità in questi anni di fare anche delle varianti urbanistiche sull'area, con una condizione giusta posta dall'amministrazione comunale di Nichelino: la trasformazione urbanistica dell'attuale sito industriale avrebbe dovuto, però, contemporaneamente, implicare che l'attività non cessasse e si trovasse il modo di localizzare altrove l'attività di realizzazione dei rimorchi.
Un grande gruppo francese ha dato la disponibilità ad acquisire l'area dove è attualmente insediata l'impresa, ma purtroppo la società Acerbi non ha mantenuto l'impegno di trovare un'altra sede dove svolgere l'attività industriale, mettendo definitivamente a rischio anche i cento posti di lavoro rimasti. Gli operai, da ieri, sono saliti - e mi avvio alla conclusione, signor Presidente - sul tetto e stanno occupando l'azienda.
Credo che, per quanto di competenza del Governo, sarebbe necessario sostenere l'iniziativa dell'amministrazione comunale di Nichelino ed evitare che altri cento posti di lavoro - ormai è uno stillicidio quotidiano - vengano persi per l'ingordigia eccessiva delle imprese, che, invece di fare le imprese, si vogliono trasformare in società che fanno speculazioni edilizie.

SEBASTIANO FOGLIATO. Il comune di Nichelino ha favorito l'insediamento della 'ndrangheta!

PRESIDENTE. Onorevole Esposito, le ricordo che, sulla questione, ovviamente può presentare un atto di sindacato ispettivo.

DORIS LO MORO. Chiedo di parlare.

Pag. 33

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due o tre minuti. Colleghi, ho dato a tutti due o tre minuti al massimo perché in tanti avete chiesto di intervenire.

DORIS LO MORO. Signor Presidente, due o tre minuti sono più che sufficienti. È importante che in Aula oggi si parli di quello che sta succedendo nella lontana Calabria, ma che riguarda non soltanto la Calabria, ma tutto il sistema penitenziario italiano. È da anni, dal 2004, che in Calabria, a Laureana di Borrello è stata istituita una casa circondariale per giovani tra i 18 e i 34 anni alla prima pena.
In questo momento, fino a qualche giorno fa, a Laureana di Borrello erano ospitate ventinove persone, nonostante ci fosse posto e disponibilità per sessantotto persone e fosse tollerabile addirittura la presenza di cento ospiti.
Gli ospiti avevano la particolarità che erano alla prima pena, ma hanno sottoscritto un contratto con l'amministrazione, assumendo tutta una serie di obblighi anche se poi ovviamente, a fronte di questi obblighi, vi erano dei vantaggi, tra i quali quello di poter lavorare nelle serre, nei laboratori di ceramica e nelle falegnamerie.
Si tratta di un istituto sperimentale, di cui sono andati orgogliosi nel tempo i vari Ministri, che io stessa ho visitato con il presidente della Commissione errori sanitari, oltre che come assessore alla sanità della regione Calabria.
Quello che succede, signor Presidente, è che è stata data disposizione al Provveditore - perché la Calabria non ha un Provveditore - di chiudere questo istituto e dal 29 settembre sono iniziati i lavori di chiusura, che dovrebbero essere completati per il 15 ottobre.
Sospendo qui il mio intervento, continueranno gli altri. Dico soltanto che abbiamo presentato, come Partito Democratico, più di un atto di sindacato ispettivo, uno io e uno l'onorevole Minniti, e ci sembra giusto che il Ministro non si attardi in riflessioni, ma che provveda immediatamente alla sospensione.

MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, intervengo anch'io sulla stessa questione cui ha fatto riferimento l'onorevole Lo Moro. Noi abbiamo anche presentato un atto di sindacato ispettivo perché si faccia chiarezza sulla decisione assunta per l'istituto di Laureana di Borrello, che era considerato una struttura all'avanguardia, quasi un percorso sperimentale per il reinserimento dei detenuti nella comunità e per il loro recupero. Quindi, era stata prevista una serie di attività, anzi, avevano svolto in quell'istituto attività, come la falegnameria e altri lavori importanti e fondamentali per il recupero, come dicevo poc'anzi, del detenuto stesso.
Non si capisce: si dice che c'era bisogno di personale e vorremmo capire qual è la situazione reale del personale nelle strutture carcerarie in Calabria. Vorremmo che anche qui si facesse chiarezza sulla gestione. Dopo il suicidio del direttore delle strutture carcerarie, in Calabria ci sono stati vari direttori generali - tutti bravi, per carità - però a tempo determinato oppure come interinato, come si suol dire, «a scavalco». Perciò non c'è una continuità, non c'è ovviamente una scelta operata dal Ministero della giustizia per assicurare un direttore generale stabile, soltanto per la Calabria, e questo certamente la dice lunga.
Un'ultima battuta, signor Presidente...

PRESIDENTE. Onorevole Tassone, la invito a concludere.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione, sapevo che lei avrebbe scampanellato. C'è stata una presa di posizione molto chiara da parte dell'arcivescovo di Cosenza, Monsignor Nunnari, che ha «gridato» per questa chiusura, non l'ha accettata e ha detto che non comprende una chiusura verso un processo di civiltà e di umanizzazione della pena. L'arcivescovo Nunnari è una persona autorevolissima e come dicevo, è arcivescovo di Cosenza però, essendo nativo di Reggio Calabria, conosce molto bene quella realtà.

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ANGELA NAPOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, anch'io vorrei sollecitare la risposta e l'attenzione da parte del Ministro Severino all'atto di sindacato ispettivo da me presentato su analogo problema. Non entro nel merito, perché non è questa la sede né ci sono i tempi necessari, per quanto riguarda la struttura e il modello della struttura del carcere che ha appena chiuso. Credo però che il Ministro, alla luce della situazione del sovraffollamento che imperversa in tutte le carceri italiane, ma soprattutto in quelle calabresi, e alla luce dell'inadeguato organico della polizia penitenziaria, che a volte non riesce nemmeno a trasferire i detenuti nelle sedi processuali, debba attentamente valutare il tutto e soprattutto, richiamandomi anche ad una parte dell'intervento dell'onorevole Tassone, credo che il Ministro debba con urgenza nominare un direttore regionale delle strutture carcerarie in Calabria.
Da troppo tempo si va avanti con i direttori facenti funzioni, che naturalmente fanno le proposte a seconda di qualcosa che non è comunque utile ad una programmazione generale, né per quanto riguarda i diritti umani dei detenuti, né per quanto riguarda anche gli stessi organici della polizia penitenziaria.

SILVIA VELO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIA VELO. Signor Presidente, un paio d'ore fa il sindaco di Piombino, Gianni Anselmi, insieme ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, è salito sul tetto dell'azienda siderurgica piombinese Lucchini per mettere in atto una protesta eclatante. Egli chiede da mesi - e oggi lo chiede al Governo - e noi lo abbiamo fatto con lui, di convocare subito un tavolo nazionale sulla siderurgia e un tavolo sulla questione piombinese.
Conosco bene Anselmi, non è persona da gesti eclatanti e, se è arrivato a questo, è perché ritiene che la situazione sia così drammatica, in un silenzio assordante del Governo che non possiamo più accettare. Ci sono in ballo oltre duemila lavoratori diretti, che arrivano a tremila nell'indotto, in un comprensorio di 60 mila abitanti. Sono tre anni di crisi che il territorio ha gestito con responsabilità, garantendo il rispetto dei parametri dell'inquinamento, anche attraverso chiusure di impianti su cui abbiamo pagato un prezzo. Sono tre anni di crisi in cui i sindacati hanno garantito il controllo e la pace sociale attraverso contratti di solidarietà.
Tutto questo senso di responsabilità non può essere penalizzante per noi in questa vicenda e non garantirci i riflettori nazionali. In questo momento il sindaco sta chiedendo questo, io lo faccio con lui e con lui lo stanno facendo tutti i gruppi parlamentari che hanno aderito ad una mia mozione sull'argomento che ho appena depositato. Chiedo a lei di farsi latore presso il Governo di questa emergenza.

MARCO CARRA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO CARRA. Signor Presidente, molto brevemente segnalo che è in corso uno scontro piuttosto duro tra il gruppo Monte Paschi di Siena e le organizzazioni sindacali sul piano industriale presentato dal gruppo stesso.
Il piano prevede l'esternalizzazione del consorzio operativo con le relative funzioni e quindi, ovviamente, con il relativo personale. Stiamo parlando di circa tremila addetti che operano nei diversi ambiti del nostro Paese, tra i quali ovviamente c'è anche Mantova. È indubbio che questo processo di esternalizzazione, peraltro non coerente con il contratto collettivo nazionale, se attuato, potrebbe ad una forte precarizzazione di questi dipendenti e ad un rischio molto elevato di perdita del posto di lavoro. Ovviamente - ribadisco - questo tentativo riguarda tutte le aree del Paese nelle quali il consorzio opera. Pag. 35
Pensiamo che questa operazione potrebbe avere un senso se si fosse di fronte ad una azienda in una crisi tale da non immaginare o prevedere alcuna via di uscita. Viceversa, noi pensiamo che questo sia il tentativo di introdurre un nuovo modello nelle relazioni sindacali. Pensiamo, inoltre, che le organizzazioni sindacali abbiano avanzato controproposte molto serie, tese ad abbattere i costi, prevedendo peraltro sacrifici per i lavoratori, in nome della solidarietà, pur di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali.
Purtroppo, ad oggi MPS ha chiuso qualsiasi ipotesi di confronto e di accordo. Noi critichiamo questo atteggiamento e lo consideriamo sbagliato, soprattutto ingeneroso per una terra, come quella di Mantova, che ha dato molto a questa banca.
Per suo tramite, signor Presidente, chiediamo al Governo - presenteremo un'interrogazione a firma mia e del collega Zani - di prendere in mano questa situazione e di non lasciare, in sostanza, che «la barca vada a sbattere», considerando, peraltro, che MPS ha goduto di forti iniezioni di risorse pubbliche da parte di diversi Governi. Quindi, a maggior ragione, chiediamo quel di più di responsabilità sociale che viene chiesta notoriamente alle imprese.
Presenteremo questa interrogazione, con il chiaro obiettivo di costituire un tavolo di confronto tra le parti, promosso evidentemente dal Governo, nel tentativo di superare questo conflitto e di contribuire a trovare una soluzione rispettosa della dignità di questi lavoratori.

PAOLA PELINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA PELINO. Signor Presidente, intervengo per fare una precisazione che venga messa a verbale.
Questa mattina, mentre si svolgevano qui in Aula le prime votazioni - per la precisione, sette votazioni -, i rappresentanti dei gruppi in Commissione lavoro della Camera erano riuniti presso la medesima Commissione per audire informalmente i segretari nazionali dei sindacati in virtù del progetto di legge n. 5103-5236-5247-A, riguardante gli esodati, proprio perché in queste ore il provvedimento sarà esaminato in Aula. È mia premura precisare ciò, proprio perché questa assenza è assolutamente motivata da un argomento così importante.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pelino, sarebbe comunque stato obbligo della Presidenza segnalare questo fatto, di cui il presidente della Commissione aveva già informato la Presidenza stessa.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, riprendo un argomento già introdotto dai colleghi Lo Moro, Tassone e Angela Napoli sulla chiusura del carcere di Laureana di Borrello.
È una questione delicata, che mi ha già indotto a segnalare, con formale lettera al Ministro, la necessità di un'informativa che dia conto dei criteri e delle ragioni che hanno portato a tale decisione con riferimento ad un carcere segnalato per il suo carattere di modernità nel metodo e per l'ambiziosa prospettiva di favorire il rapido reinserimento dei detenuti minori nel mondo del lavoro e dell'ordinato vivere civile.
È di tutta evidenza che quella struttura rappresentava un punto di sfida, di metodo sperimentale, in piena coerenza con il dettato costituzionale, che, avendo riguardo a soggetti minori, non può che enfatizzare il ruolo proprio della pena non solo di sanzione, ma anche di recupero del detenuto.
Molte voci si sono levate in quest'Aula né a difesa né in polemica con il provvedimento adottato, quanto tutte dirette a comprenderne le ragioni, a verificare, intanto, il carattere di temporaneità o meno dello stesso provvedimento - anche questo Pag. 36resta un punto di domanda e di incertezza - e, in ogni caso, a sollevare la questione e a richiedere la massima attenzione da parte del Ministro, che, peraltro, ha dimostrato già piena sensibilità sulla questione delle carceri: sovraffollamento, necessità di interventi adeguati...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Sto per concludere, signor Presidente.
Sono interventi ancora più importanti quando si tratta di soggetti minori.

Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare (ore 13,59).

PRESIDENTE. Comunico che il deputato Francesco Verducci, proclamato in data 8 ottobre 2012, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Partito Democratico.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30.

La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15,35.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Cicchitto, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Galletti, Guzzanti, Iannaccone, La Loggia, Leo, Lucà, Milanato, Misiti, Moffa, Mussolini, Nucara, Pisicchio e Vico sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 3900-A ed abbinate.

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'emendamento 9.900 della Commissione, interamente sostitutivo dell'articolo 9.
Ricordo altresì che, nel corso della seduta, sono stati accantonati: l'emendamento Cilluffo 2.22 e tutti i successivi emendamenti riferiti all'articolo 2, nonché la votazione dello stesso articolo 2; gli emendamenti 5.900 della Commissione e 5.800 (ex articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), nonché la votazione dell'articolo 5.
Avverto che la Commissione ha presentato una nuova formulazione dell'emendamento 2.900, che è in distribuzione.
Avverto inoltre che prima dell'inizio della seduta gli emendamenti Cilluffo 2.22 e 2.205 e Rao 2.32 sono stati ritirati dai presentatori.
Chiedo al relatore se proponga di riprendere i nostri lavori dall'articolo 10 o dagli emendamenti accantonati.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, di concerto con i membri del Comitato dei nove, le chiederei, se fosse possibile, di avere una sospensione ancora di una trentina di minuti, in modo da potere risolvere anche gli altri problemi che sono sospesi.

PRESIDENTE. Sta bene. Se non ci sono pareri contrari, possiamo sospendere adesso la seduta, che potrà riprendere alle ore 16,15.
Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 16,20.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 3900-A: Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense; e delle abbinate proposte di legge nn. 420-1004-1447-1494-1545-1837-2246-2419-2512-4505-4614. Pag. 37
Avverto che la Commissione ha presentato una nuova formulazione degli emendamenti 5.900 e 13.900, che sono in distribuzione e con riferimento ai quali risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti.
Avverto altresì che la Commissione ha presentato gli emendamenti 28.900 e 41.900, che sono distribuzione. Avverto inoltre che, prima dell'inizio della seduta, l'emendamento Rossomando 19.250 è stato ritirato dal presentatore.
Chiedo quindi al relatore se proponga di riprendere i nostri lavori dall'articolo 10 o dagli emendamenti riferiti agli articoli accantonati.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, possiamo riprendere dagli emendamenti riferiti agli articoli accantonati.

Sull'ordine dei lavori (ore 16,23).

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti, onorevole Fedriga.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, abbiamo discusso questo pomeriggio in Commissione lavoro ed è arrivata la relazione tecnica per quanto riguarda la proposta di legge sugli esodati. Al riguardo, e mi ricollego proprio alla questione ordine dei lavori, come gruppo, signor Presidente, noi non possiamo accettare che vengano interrotti i lavori per mancanza di copertura. Il Governo ha trovato 4 miliardi per il Monte dei Paschi di Siena, 900 milioni per la Sicilia ed è inaccettabile che non vengano trovati per la questione degli esodati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Per questo, signor Presidente, noi chiediamo ed annunciamo che saremo disponibili, nel prosieguo, sia di questi lavori, ma soprattutto di quelli che ci vedono impegnati nella delega fiscale, ad agevolare al massimo l'iter, però chiediamo una garanzia da parte della maggioranza, da parte della Presidenza, ma soprattutto da parte del Governo, che si è visto, devo dire, e lo dico con rammarico, irresponsabile nel trattare la questione esodati, che questa settimana, ovvero nella giornata di giovedì, venga discusso il testo unificato delle proposte di legge, perché altrimenti la prossima settimana ci sarà la questione della sessione di bilancio e quindi verrebbero bloccate tutte le proposte di legge onerose. Per questo chiediamo con chiarezza alla maggioranza ed anche ai firmatari delle proposte di legge che prendano questo impegno, perché altrimenti non sarebbe spiegabile al Paese che l'altro ieri sono stati dati 900 milioni alla Sicilia e nulla ai nostri lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, come lei sa, l'argomento al quale lei ha fatto riferimento è molto importante ed è previsto al punto 5 del nostro ordine del giorno, e quindi ritengo che dobbiamo procedere con l'esame del provvedimento. Per quanto riguarda la sua proposta, che attiene all'ordine dei lavori e all'ordine del giorno, chiaramente la sede propria è la Conferenza dei presidenti di gruppo e quindi, in base a quelli che saranno gli orientamenti sul provvedimento, potranno essere prese delle decisioni nel senso in cui lei ha sollecitato.

SILVANO MOFFA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Do la parola al Presidente della Commissione lavoro, ma non intenderei aprire un giro di interventi su questo argomento, perché altrimenti finiremmo per ritardare l'approvazione del provvedimento ora all'esame e quindi anche il passaggio all'esame del provvedimento al quale si sta facendo riferimento.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, la ringrazio anche perché lei ha già risposto Pag. 38alla richiesta che veniva dal rappresentante di gruppo della Lega in Commissione lavoro.
Voglio soltanto rassicurare che il Comitato dei nove oggi si è riunito per prendere in esame il parere che è stato varato dalla Commissione bilancio e si sta lavorando per trovare la giusta risposta alle questioni e alle criticità che la Ragioneria generale dello Stato ha posto. Quindi io credo di poter dire in tutta tranquillità che, nel rispetto dell'ordine del giorno della Camera e nel rispetto di quello che deciderà la Conferenza dei presidenti di gruppo, se il confronto sortirà effetti positivi, come tutti auspichiamo, potremo anche arrivare a chiudere questa questione molto prima che si avvii la sessione di bilancio.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 2 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 2 (Vedi allegato A - A.C. 3900-A) Chiedo al relatore il parere sugli emendamenti all'articolo 2 che erano stati accantonati, a partire in maniera particolare - se non sbaglio - dagli identici emendamenti Follegot 2.24, Vignali 2.100 e Rao 2.101.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, l'emendamento Cilluffo 2.22...

PRESIDENTE. L'emendamento Cilluffo 2.22 mi risulta essere stato ritirato.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Perfetto, molto bene. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Follegot 2.24, Vignali 2.100 e Rao 2.101, nonché sugli identici emendamenti Beltrandi 2.29, Raisi 2.30 e Borghesi 2.31, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.900 (Nuova formulazione).

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo aveva già annunziato che su questi ultimi emendamenti si sarebbe rimesso all'Assemblea.

PRESIDENTE. Sta bene. Scusi relatore, ma sugli emendamenti Froner 2.700 e 2.38, Rao 2.37 e Lussana 2.39 il parere è come prima? Il parere è favorevole solo sull'emendamento Lussana 2.39? Per gli altri il parere è contrario?

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Per quanto riguarda l'emendamento Mantini 2.701 il parere della Commissione è contrario. La Commissione esprime altresì parere contrario sull'emendamento Froner 2.700 e sugli identici emendamenti Rao 2.37 e Froner 2.38, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Lussana 2.39.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Follegot 2.24, Vignali 2.100 e Rao 2.101. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, immagino che il parere negativo che è stato testé dato è stato dato in virtù della formulazione dell'emendamento 2.900 (Nuova formulazione) della Commissione. Ebbene, devo dire che questo emendamento 2.900 che è venuto fuori è un emendamento che sicuramente va in una direzione auspicabile, ma a mio avviso è una norma ancora confusa e insufficiente sul piano della libertà. Qui stiamo parlando delle consulenze, e le consulenze devono poter essere rese anche non da avvocati. Il fatto di prevedere invece la riserva per gli avvocati nel caso in cui sia connessa all'attività giurisdizionale, qui ancora potrebbe anche avere un suo senso, però se è svolta in modo continuativo, sistematico e organizzato, a mio avviso è una norma confusa che creerà anche del contenzioso e che secondo me è insufficiente sul piano del diritti dei cittadini, della libertà di rivolgersi per le consulenze Pag. 39a chi si ritiene più competente, indipendentemente dal fatto che sia iscritto o meno ad un albo, ed anche dal fatto di tutelare gli altri professionisti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI. Signor Presidente, anch'io prendo atto dello sforzo della Commissione e voglio ringraziare il Comitato dei nove per cercare di venire fuori da una situazione che è difficile, perché onestamente credo che il vero problema nasca dal testo che è stato deliberato al Senato, però il problema rimane. Oltretutto - mi rivolgo agli amici colleghi avvocati che sono in Aula e che sono anche componenti del Comitato dei nove - leggo testualmente che cosa è scritto in questa riformulazione: «l'attività professionale di consulenza legale e di assistenza legale stragiudiziale, ove connessa all'attività giurisdizionale, è di competenza, se svolta in modo continuativo, sistematico e organizzato, degli avvocati». Ora se c'è una cosa che ci viene sempre rimproverata dal cittadino comune è quella di fare delle leggi complesse e incomprensibili. Si dice sempre che il legislatore italiano è principe in questo. Questo emendamento, nel suo tentativo di essere sicuramente una riformulazione decente rispetto ad un testo, oggettivamente parlando, incomprensibile che ci è arrivato dal Senato, in realtà non va a risolvere il problema di fondo.
Faccio presente che, con questa riformulazione, comunque sia, se non passa il concetto che la consulenza - ripeto: la consulenza - in materia giuridica è al di fuori dell'attività dell'avvocatura in quanto non pone il problema di chi va a rappresentare il cliente davanti al magistrato, se non passa questo concetto di liberalizzazione della consulenza legale, è evidente che oggi avremo in Italia migliaia e migliaia di persone che perderanno il proprio posto di lavoro, la propria partita IVA, dovranno fittiziamente mettersi sotto un avvocato che, in qualche modo, faccia quella funzione di tutore rispetto a quella che è un'attività che loro stanno già svolgendo perché obblighiamo comunque sia queste persone, queste partite IVA, ad andare attraverso la figura di un avvocato. In altre parole, paradossalmente, da una parte dite che non volete le società con i dipendenti legati alla professione forense e, dall'altra, obbligate di fatto tante partite IVA a diventare dei dipendenti reali di avvocati e legali.
Credo che ci sia un nodo che non può essere sciolto se non nel lasciare libera l'attività di consulente legale, che non ha, appunto, valore giudiziale. Credo che da questo punto di vista il Parlamento debba assumersi le responsabilità, anche rispetto a quella che è stata la decisione dell'Antitrust che su questo si è dichiarata in modo chiaro. Ripeto: mi dispiace che il Governo ancora una volta lasci libero il Parlamento, perché il Ministro su questo tipo di provvedimento aveva espresso un giudizio molto severo, giustamente molto severo, coerente con quella che è l'agenda Monti, coerente con quelle che sono le normative europee in materia. Non è possibile che l'Italia faccia sempre eccezione in questo campo. Credo onestamente che, pur apprezzando lo sforzo del relatore, del Comitato dei nove e della Commissione, da parte mia ci sarà il mantenimento degli emendamenti che ho presentato e che vanno, appunto, nella direzione della tutela dell'attività di consulente, che è una tutela che oggi vede migliaia di lavoratori a rischio e vede precludere un domani la possibilità per migliaia e migliaia di giovani di costruirsi una professione alternativa a quella di avvocato.
Tra l'altro è paradossale: si dice che ci sono troppi avvocati in Italia ed è giustissimo e, allora, creiamo e diamo la possibilità di inventare nuove professioni. Così facendo, ci chiudiamo in una riserva indiana, per cui pochi avvocati, un po' alla volta, si salveranno, la maggior parte saranno comunque in mezzo alla strada e non avremo neanche la possibilità di creare nuove opportunità e nuove possibilità di lavoro per le future professioni.

Pag. 40

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, non vorrei, ascoltando i vostri interventi, che, anziché intervenire sugli identici emendamenti Follegot 2.24, Vignali 2.100 e Rao 2.101, che devo mettere in votazione adesso e sui quali c'è il parere contrario del relatore, tutti già vi state esprimendo sulla nuova formulazione dell'emendamento 2.900 della Commissione. Se così è, si terminino pure gli interventi, però dopo non si interviene di nuovo. Se si vuole parlare sulla nuova formulazione della Commissione lo si faccia quando si mette in votazione l'emendamento 2.900 della Commissione medesima.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Follegot 2.24, Vignali 2.100 e Rao 2.101, non accettati dalla Commissione e sui quali il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Mondello, Carfagna, Ferranti, D'Anna, Benamati, Antonino Foti, Sbai...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 445
Votanti 379
Astenuti 66
Maggioranza 190
Hanno votato
47
Hanno votato
no 332).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Beltrandi 2.29, Raisi 2.30 e Borghesi 2.31, non accettati dalla Commissione e sui quali il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli, Zeller, Gasbarra, Verducci, Giachetti, Moles?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 442
Votanti 436
Astenuti 6
Maggioranza 219
Hanno votato
30
Hanno votato
no 406).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.900 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, l'ordine logico era forse quello di spiegare anche perché abbiamo chiesto un voto contrario rispetto a quegli emendamenti: non perché siano errati, ma perché, nell'impianto che la Commissione ha dato con grande lavoro a questo testo, si tiene conto proprio delle osservazioni che sono state più volte formulate, nonché di tutto quanto è stato qui richiamato, cioè i pareri in sede europea e le sentenze non soltanto europee, ma anche delle corti italiane, che su questo punto hanno già fatto una qualche chiarezza.
Questo emendamento non serve affatto a tutelare gli avvocati, ma serve a tutelare i cittadini, perché non aggiunge praticamente alcunché, anzi determina, a nostro avviso, una riformulazione abbastanza nitida della competenza anche per la consulenza legale, posto che fra l'altro l'assistenza legale in quanto tale non può che essere anch'essa competenza esclusiva dell'avvocato e la condiziona e la ridetermina con una doppia condizione: sia rispetto all'attività giurisdizionale, sia rispetto all'esercizio di un'attività continuativa. In sostanza, deve venire in questione - non astrattamente, ma in concreto - la tutela dei diritti ed è questa l'intenzione del legislatore, cioè offrire al cittadino uno strumento di verifica quando la questione non è semplicemente quella dell'acquisizione di una consulenza o di un parere giuridico, che tutti noi siamo consapevoli Pag. 41essere assolutamente libera, ma quando ciò interviene all'interno di un ragionamento che postula, con connessione, quindi con diretta ed immediata conseguenza, la valutazione intorno ad un giudizio, crediamo che sia nell'interesse del cittadino fare questo.
Peraltro, mi permetto di aggiungere che il contrario non è assolutamente negato, ma che le garanzie di una professionalità specifica sono circoscritte a questo caso e qui individuate. Quindi la Commissione si è posta questo problema, si è in qualche misura interrogata su come risolverlo e questo è quello che consegna all'Aula. Ecco perché, tra l'altro, gli altri emendamenti anche successivi riteniamo che siano assorbiti da questo testo, perché è fuori questione che le persone che vogliono fare una consulenza a chicchessia la possono fare. Io personalmente dico che tra l'altro poi è il cittadino che valuta se è meglio rivolgersi ad un esperto o ad uno che in qualche misura dice di esserlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, noi siamo abbastanza soddisfatti di questa formulazione, su cui abbiamo molto insistito. Abbiamo molto insistito per un cambiamento di questa riserva, che nella prima formulazione era veramente assoluta e piuttosto in conflitto con i principi europei (una riserva di consulenza legale). Con il lavoro svolto in Commissione e con questo testo che ci accingiamo a votare - anche questo è il motivo per cui abbiamo ritirato altri nostri emendamenti - arriviamo ad una formulazione, diciamo così, molto più logica.
Infatti, nessuno discute che sia riservata agli avvocati la consulenza legale riferita, connessa all'attività giurisdizionale, che è quella su cui c'è riserva per la tutela dei diritti dinanzi ai giudici. Dunque, questo testo è sicuramente molto più coerente anche con le osservazioni mosse dal Governo. Pertanto, sia pur condividendo molte delle cose dette - perché non è aumentando le riserve esclusive che facciamo una moderna riforma delle professioni e neppure tuteliamo la qualità professionale, che, certamente, è un valore, e la specifica funzione dell'avvocato nel sistema di tutela dei diritti -, questo testo, obiettivamente, viene incontro alle obiezioni e ai rilievi del Governo, alla giurisprudenza comunitaria e anche alle nostre proposte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, questo - desidero illustrarlo all'Aula - è un argomento sicuramente molto difficile e abbiamo lavorato in molte sedute, perché il principio che la competenza dell'Avvocatura in materia legale non sia messo in discussione è un principio di per sé ovvio: non si poteva facilmente incardinare in un articolato, perché è evidente che chi ha competenze forensi e di Avvocatura è la persona più indicata per svolgere oltre all'attività processuale anche quella di consulenza.
Non si poteva dare, ovviamente, una riserva tout court: abbiamo cercato di trovare una soluzione che risponda ad entrambe le problematiche, ricordando che è da decenni che da parte dell'Avvocatura, delle università e del mondo scientifico, in materia giuridica - il Governo è ben consapevole di questo -, si pone il problema di lasciare la competenza in materia legale, anche stragiudiziale, a chi ha fatto studi, formazioni ed esami per dare questo contributo al cittadino. Infatti, il problema non è dell'Avvocatura, lo spiego all'Aula: il problema è del servizio che viene fornito al cittadino, che ha diritto ad un servizio competente e formato con un percorso statale. Quindi, con questa proposta di legge diamo una risposta all'abusivismo giuridico - all'abusivismo - e diamo una risposta ai cittadini. Condivido il pensiero dei colleghi. Questo è il pensiero della Commissione e invito a votare a favore.

Pag. 42

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, basterebbe ricordare all'onorevole Siliquini che, naturalmente, uno può aver studiato legge, anche senza essere iscritto all'albo degli avvocati, e può avere sufficiente esperienza del diritto per fare una consulenza. Io continuo a non capire perché noi dovremmo togliere questa possibilità anche nel caso in cui non si vada a giudizio per attribuirla agli avvocati: significa togliere la possibilità di rivolgersi ad altri consulenti, cioè togliere il lavoro ad altri. Se passasse una norma di questo tipo, anche solo per questa norma, anche se ci fosse solo questa, varrebbe, secondo me, il voto negativo sull'intero provvedimento (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI. Signor Presidente, vorrei dire che, pur apprezzando lo sforzo, la formulazione dell'emendamento 2.900 (Nuova formulazione) della Commissione è a dir poco equivoca. Quale è l'attività di consulenza legale e di assistenza legale stragiudiziale che non è potenzialmente connessa ad un eventuale ricorso in sede giurisdizionale? Questo è un problema che deve essere, in qualche modo, chiarito. Oppure, le parole: «ove connessa all'attività giurisdizionale» significano connessa ad un procedimento in corso? In caso contrario, tutta l'attività di consulenza e di assistenza legale viene, di fatto, riservata agli avvocati, se fosse interpretato in un modo, diciamo, riduttivo. È come dire che la collega Siliquini, che prima parlava, ad un certo punto, ha avuto l'occasione di andare a rappresentare la sua professione all'interno delle Poste, e poi ha rinunciato.
Tuttavia, lì, cosa andava a fare? Si presentava come consulente, come avvocato? È chiaro che quando, poi, si vanno ad esercitare certe attività, diventa difficile capire se, ad esempio, in quel caso, la collega Siliquini alle Poste facesse la consulente o l'avvocato. Credo che da questo punto di vista debba essere chiarito bene questo passaggio perché, altrimenti, lo ripeto, rischiamo di creare contenziosi su contenziosi. Questo è il paradosso anche di questo emendamento della Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.900 (Nuova formulazione) della Commissione, su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, D'Amico, Ghizzoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 447
Votanti 413
Astenuti 34
Maggioranza 207
Hanno votato
392
Hanno votato
no 21).

Onorevoli colleghi, un momento di attenzione; vi prego di rivolgere un saluto al Presidente della Repubblica di Serbia, Tomislav Nikolic, che sta assistendo ai lavori dell'Aula, accompagnato dalla sua delegazione e dal Presidente della Camera (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Froner 2.700, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Lussana, Zunino, Mondello, Calderisi...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 43
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 460
Votanti 450
Astenuti 10
Maggioranza 226
Hanno votato
33
Hanno votato
no 417).

Ricordo che gli emendamenti Vitali 2.35 e Mantini 2.701 erano preclusi dalla votazione dell'emendamento 2.900 (Nuova formulazione) della Commissione.
Passiamo agli identici emendamenti Rao 2.37 e Froner 2.38.
Prendo atto che l'onorevole Mantini e l'onorevole Froner ritirano gli identici emendamenti 2.37 e 2.38.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 2.39, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Cesaro, Sereni, Rossomando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 465
Votanti 458
Astenuti 7
Maggioranza 230
Hanno votato
442
Hanno votato
no 16).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei far rimarcare il voto di astensione di Italia dei Valori su questo articolo 2.
Abbiamo visto alcuni sforzi, soprattutto della Commissione, di trovare una quadratura del cerchio, ma noi riteniamo che questa non sia stata trovata globalmente e completamente. Alcuni nostri emendamenti volti a ridurre la vincolatività della riserva a favore degli avvocati, che ci è sembrata piuttosto animata dalla volontà di restringere alla categoria degli avvocati stessi varie competenze, il fatto stesso che alcuni nostri emendamenti siano stati respinti, mentre noi avremmo voluto liberalizzare maggiormente, ci induce a non votare favorevolmente questo articolo. Se poi aggiungiamo il fatto che lo sforzo compiuto dalla Commissione non è completamente esaustivo né sul piano della chiarezza né sul piano della riduzione della riserva legale, ecco le ragioni per le quali noi non possiamo votare a favore di questo articolo, pur affermando che non votiamo contro perché ha alcuni aspetti positivi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pianeta, Sardelli, Gasbarra, Lussana, Barani, Rivolta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 463
Votanti 435
Astenuti 28
Maggioranza 218
Hanno votato
425
Hanno votato
no 10).

(Ripresa esame dell'articolo 5 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo dunque l'esame dell'articolo 5, precedentemente accantonato, e dell'unica proposta emendativa rimasta (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A). Pag. 44
Invito il relatore ad esprimere il parere sull'emendamento 5.900 (Nuova formulazione) della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, questo articolo ha un unico emendamento rimasto in vita, l'emendamento 5.900 (Nuova formulazione) della Commissione, di cui si raccomanda l'approvazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.900 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, noi, il gruppo dell'Unione di centro, abbiamo sollevato più volte il fatto che questo modello di società è un modello di società chiuso. Se è chiuso al socio terzo di puro capitale può avere un senso, perché gli avvocati possono fare società finanziarizzandosi, quindi non hanno necessariamente bisogno del socio terzo di puro capitale, fermo restando che il socio terzo di puro capitale nelle società per avvocati crea problemi notevoli in ordine ad indipendenza, autonomia e conflitti di interesse.
Tuttavia, non abbiamo condiviso la chiusura a previsioni di professionisti anche iscritti ad altri albi o ordini, cioè la possibilità di fare società tra avvocati, ingegneri, commercialisti e così via. È pur vero che vi è il principio della legge n. 183 del 2011 che consente comunque di poter fare anche un modello di società interprofessionale, quindi diciamo pure che il problema si può risolvere in altro modo. Resta una specificità con questo articolo 5 di delega. Auspichiamo che il Governo tenga conto di queste problematiche. Abbiamo deciso di presentare anche un ordine del giorno in questa direzione. È solo con questi rilievi, con queste perplessità, e sulla base di un ordine del giorno che credo che il Governo vorrà accogliere che votiamo l'articolo 5.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà per un minuto.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, anche in questo caso apprezzo lo sforzo del Comitato dei nove, però ritengo questa formulazione dell'emendamento 5.900 della Commissione assolutamente chiusa. Si prevedono cioè società solo di avvocati e solo tra avvocati, non di altri professionisti, ma nemmeno - non sia mai - altri soci, magari in posizione di minoranza, magari finanziari. Perché no? Questo è consentito all'estero e non si capisce perché non lo debba essere qui. È tutto chiuso! C'è una paura di questa categoria, evidentemente, di preservare una purezza. Chissà? Io francamente non capisco. So solo che sono norme che ci allontanano dal resto del mondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, intervengo esclusivamente per chiarire che qui noi regoliamo la società forense, cioè quella società che ha per scopo esclusivo lo svolgimento di attività professionale forense. Dunque, ci è parso accettabile, così come diceva il collega Mantini, che ci fosse una limitazione agli iscritti e soprattutto, come ha ricordato poc'anzi la collega Capano, a noi premeva rammentare che questi redditi non sono d'impresa o commerciali, ma professionali sui quali occorre anche, per esempio, versare i contributi previdenziali.
Aggiungo che la questione della limitazione è regolata. Questa norma non incide negativamente sulla possibilità di formazione di società multiprofessionali, che, come dice la parola stessa, sono ed hanno per oggetto lo svolgimento di plurime Pag. 45attività e che, quindi, ricadono sotto l'imperio di altra legge. Tuttavia, anche noi abbiamo convenuto, così come ha illustrato il collega Mantini, di redigere un apposito ordine del giorno.
Vorrei mettere, infine, in risalto due punti: in primo luogo, per nostra precisa volontà viene prevista anche la società cooperativa fra avvocati e ciò mi pare un'occasione interessante; inoltre, dopo la richiesta del collega Quartiani abbiamo ridotto la delega al minimo che il Governo ha ritenuto praticabile, cioè sei mesi; in tal modo, abbiamo soddisfatto anche l'esigenza di giungere molto rapidamente all'entrata nell'ordinamento di questa specifica società, che fra l'altro nulla vieta e nulla esclude che abbia un rapporto di specialità rispetto alle società professionali plurime che sono disciplinate da altre norme dell'ordinamento già attualmente vigenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, non è affatto vero che si tratta di una società chiusa. Il problema è che lo svolgimento dell'attività forense è lo svolgimento di un'attività che deve essere autonoma e assolutamente trasparente. Perché l'avvocato civile, penale o amministrativo svolga il ruolo con indipendenza e autonomia nella difesa dell'interesse del funzionamento della macchina della giustizia - perché questo è il funzionamento - esso non deve essere contaminato da società di capitale. Ciò può avvenire sia in forma legittima (assicurazioni, imprese, finanziarie e banche), ma anche in forma illegittima. Il capitale può cioè arrivare da forme finanziarie e industriali o anche da illecite forme di finanziamento di società di stampo non proprio lecito.
Allora l'avvocato, perché non abbia contaminazione - e questo è un principio condiviso in dottrina e in giurisprudenza in Germania, in Francia, in Inghilterra, ovunque in Europa e nel mondo, anche negli Stati Uniti - deve essere autonomo. Deve cioè svolgere una attività non condizionata dal capitale. Questo è il principio e non è affatto un motivo di casta, di chiusura o di corporativismo. È per difendere l'autonomia dell'esercizio dell'azione forense civile, penale e amministrativa. Volevo spiegarlo ai colleghi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Raisi. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI. Signor Presidente, spero che la prossima volta la lobby dell'avvocatura si faccia sostenere da persone che almeno motivino con argomentazioni diverse queste scelte.
Dire che l'attività dell'avvocatura deve essere trasparente è come dire che le altre attività non devono essere trasparenti? Dire che l'attività dell'avvocatura non può essere contaminata da altre attività professionali, vuol dire che le altre attività professionali non siano degne? Tutto per giustificare che, comunque sia, in questo provvedimento si dà una norma a quelle che sono le società di avvocati e si rimanda quella che può essere un'ipotesi, anche innovativa, che va a rispondere alle esigenze del mercato del lavoro di nuove attività professionali che hanno una pluralità di servizio.
È questo che contestiamo, cioè l'incapacità di capire che mentre il mondo si muove qui ci si chiude in una riserva indiana! Questo è il tema affrontato dalla collega Siliquini, che da decenni è lì a presidiare gli interessi di una corporazione che giustamente continua a mantenere questo suo ruolo e che è vecchia di vent'anni e che non capisce che il mondo è cambiato. È questo che vogliamo cercare di fare capire ai nostri colleghi. Se difendete solamente la riserva indiana, mentre il mondo cambia, rischiate di mandare, purtroppo, all'aria tutto il sistema economico del Paese - non solamente il vostro - perché limitate le opportunità ai giovani, limitati i servizi alle imprese, limitate tutta una serie di condizioni che sono necessarie oggi perché il mondo del mercato è cambiato! Pag. 46
È inutile che considerate la vostra attività unica al mondo. Ho una sorella avvocato e volete che non sappia cosa significa, anche in termini di sacrifici, mantenere in piedi un ufficio legale oggi? Ma, non potete pensare che attraverso la riserva indiana potete giustificare questa situazione, con queste affermazioni che sono, mi consenta collega Siliquini, anche offensive. Questo è come dire che le altre attività e le altre professioni non sono trasparenti? Che cosa vi contaminano le altre attività e professioni? Dove vi contaminano? Spieghi, onorevole Siliquini, in che cosa consiste la contaminazione se si creano società di professionisti che non sono solamente avvocati, perché questa contaminazione non la capisco caro avvocato Siliquini, onorevole Siliquini.
Allora, da questo punto di vista credo che vi sia veramente una volontà di chiusura da parte della Commissione verso quelle che sono anche delle istanze che mi sembrano rappresentate trasversalmente in questo Parlamento. Chiedo veramente in questo senso un atto anche, in un certo senso, di maggiore coraggio.
Riconosco che sono stati fatti diversi passi in avanti, come ho già detto e come ripeto, anche per non essere equivocato dalla mia collega che, giustamente, prima mi ha ripreso sul fatto che i lavori della Commissione hanno prodotto sicuramente un testo migliorato. Sono d'accordo, ma non è sufficientemente migliorativo per chi si aspetta la modernità da questo Paese e non le riforme perché, come vedremo dopo, in corso d'opera avete evitato che, per l'ennesima volta, ci dessero della casta quando avete detto che i corsi di formazione professionale - questo era il testo iniziale - non erano previsti per gli avvocati eletti in Parlamento, in consiglio regionale o per i sindaci. Ma questa è una cosa folle! Era veramente una misura ridicola, ma ci ritorneremo perché mi sembra che, comunque, qualche errore lì l'avete mantenuto.
Il messaggio che vogliono darvi persone come me e come altri colleghi, che sono intervenuti più volte, è di adeguarvi alla modernità. Nulla di più! In conclusione, riprendo anche un po' la lezioncina che mi ha voluto dare la collega stamattina, sul fatto che vi era una differenza di enti previdenziali. Lei pensa che questo sia motivo sufficiente per non poter creare un'impresa tra soggetti che hanno casse diverse? Intendo dire che la soluzione è abbastanza semplice e basta volerla. Il problema è che non la volete e, allora, vi attaccate al fatto che si tratta di un'attività diversa e vi attaccate al fatto che vi è una cassa previdenziale diversa. Insomma, vi attaccate ad una serie di motivi che non tengono rispetto del concetto più importante, cioè la modernizzazione di un Paese che attende da questo Parlamento dei segnali forti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Capano. Ne ha facoltà per un minuto.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, provo a spiegare in un minuto la ragione per cui il coraggio non c'entra nulla con questa questione. Abbiamo chiarito che vi è una legge dello Stato, la n. 183 del 2011 che ha votato anche il collega Raisi (dovrebbe ricordarla), che disciplina la possibilità di creare società tra professionisti, tutti professionisti, multidisciplinare, avvocati, commercialisti, ingegneri e ognuno a piacere suo (diciamo così).
Poi c'è questa norma, che stiamo approvando oggi, che conferisce una delega al Governo per disciplinare la società tra avvocati, solo tra avvocati, che abbisogna di una disciplina speciale perché, ad esempio, un socio di capitali in una società tra avvocati è in grado di alterare anche tutto il sistema reddituale e non serve all'esercizio dell'attività professionale; mentre in una società di ingegneri, le cosiddette engineering, spesso il socio di capitale è utile perché apporta quei capitali necessari, per esempio, a partecipare agli appalti con le progettazioni. Esiste un'oggettiva diversità e, per questo, in sede di riforma forense, possiamo solamente delegare il Governo a disciplinare le società tra avvocati. La legge dello Stato e l'ordine Pag. 47del giorno che presenteremo si incaricano di regolare le società tra professionisti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà per un minuto.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, il mio sarà un intervento molto breve. Francamente, rimango costernata da questi continui interventi nei quali si vuole etichettare un provvedimento come frutto di lobby dell'avvocatura o di altre intese. Io non sono avvocato, non eserciterò mai la professione di avvocato, ma questo non mi impedisce di aver potuto lavorare a questo testo, cercando di migliorarlo.
Ma non si può parlare di modernizzazione solo per dire parole che non sono poi collegate con i fatti e con le norme che si vogliono. Questo credo che non faccia bene al Parlamento, all'Aula ed alla produzione delle leggi. In realtà, il collega Raisi, ma anche gli altri che sono intervenuti nel criticare questa delega al Governo, si sono dimenticati che l'articolo 4, cioè l'articolo precedente, signora Presidente, ammette le associazioni e le società di avvocati e di altri liberi professionisti. L'abbiamo già approvato; quindi, quando si dice che c'è una chiusura, si dice una cosa non vera ed i cittadini non hanno bisogno di informazioni non corrette, perché non serve a nessuno.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Ferranti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, annuncio il voto di astensione del gruppo dell'Italia dei Valori. Questa è una norma di delega al Governo: bisogna vedere come la delega sarà esercitata, soprattutto con riguardo ad alcuni punti estremamente delicati che i criteri di delega prevedono. Uno riguarda, ad esempio, le modalità attraverso le quali il capitale, eventualmente esterno ai soci, venga fatto confluire nelle società. Noi comprendiamo cosa possa significare questo: quando ci sono gruppi finanziari o anche organizzazioni criminali che hanno danari da investire dobbiamo stare estremamente attenti per vedere come viene regolamentata questa situazione.
Il secondo punto concerne la situazione di criticità che può essere rappresentata dal regime fiscale, cioè da come eventualmente si possa evitare che la formazione di una società sia un modo, attraverso l'ingegneria fiscale, per evadere i doveri verso il fisco, o comunque regolamentarli a favore esclusivo degli avvocati. Queste sono le ragioni per le quali noi ci riserviamo di vedere come sarà esercitata la delega. Ci riserviamo, quindi, di verificare come sarà esercitata la delega e, conseguentemente, poi ci esprimeremo a favore o contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Iannuzzi. Ne ha facoltà, per un minuto.

TINO IANNUZZI. Signor Presidente, intervengo solo per sottolineare che con questo emendamento non si pone in dubbio o in discussione la possibilità, alla stregua di altre fonti legislative, anzi, direi, l'opportunità di società interprofessionali tra esercenti professioni diverse.
Con questo emendamento si risolve una questione che era sul tappeto: quella della presenza di un socio di capitale, magari con la maggioranza assoluta del capitale sociale in società esercenti l'attività forense, che confligge inevitabilmente con il riconoscimento costituzionale dell'articolo 24, ossia l'esercizio del diritto di difesa. Ecco perché questo emendamento consente un esercizio compiuto della funzione costituzionale della difesa nell'ambito dell'esercizio corretto della giurisdizione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.900 (Nuova formulazione) della Commissione, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea. Pag. 48
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Servodio, Zeller, Sardelli, Verducci, Gasbarra, Nola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 455
Votanti 426
Astenuti 29
Maggioranza 214
Hanno votato
412
Hanno votato
no 14).

Sono preclusi gli altri emendamenti ed è assorbito nella votazione l'articolo 5.
Saluto la delegazione della Commissione parlamentare G10 del Bundestag tedesco, che sta assistendo ai nostri lavori (Applausi).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Beltrandi 10.2 e Raisi 10.3, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Cavallaro 10.710.
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Borghesi 10.5, Beltrandi 10.6, Bernardini 10.7, Beltrandi 10.9 e Bernardini 10.10, mentre è favorevole sugli emendamenti Mantini 10.700 e Nicola Molteni 10.701.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Beltrandi 10.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, qui stiamo parlando della pubblicità degli avvocati, cioè della possibilità che gli avvocati facciano conoscere le loro prestazioni e le loro condizioni tramite pubblicità. Noi qui proponiamo semplicemente di assoggettare questa materia alle norme generali sulla pubblicità, perché anche qui non si riesce a capire bene perché i cittadini debbano essere ritenuti non maturi per poter scegliere, anche con la pubblicità, il proprio professionista. Non si capisce perché ci debba essere una riserva tale per cui valgono le leggi della pubblicità per tutti i settori, tranne uno, quello dell'avvocatura. Chissà perché, sono curioso di sentire.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 10.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Casini, Murer, Mazzuca, Verducci, Brandolini, Sardelli, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 449
Votanti 424
Astenuti 25
Maggioranza 213
Hanno votato
19
Hanno votato
no 405). Pag. 49

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raisi 10.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 17,18)

PRESIDENTE. Onorevole Gelmini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 450
Votanti 412
Astenuti 38
Maggioranza 207
Hanno votato
18
Hanno votato
no 394).

Prendo atto che la deputata Rossomando ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 10.710, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 448
Votanti 446
Astenuti 2
Maggioranza 224
Hanno votato
426
Hanno votato
no 20).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita a votare.
Avverto che risultano preclusi gli emendamenti Borghesi 10.5, Beltrandi 10.6, Bernardini 10.7, Beltrandi 10.9, Bernardini 10.10, Mantini 10.700 e Nicola Molteni 10.701.
Avverto, altresì, che non si procederà alla votazione dell'articolo 10, perché l'emendamento approvato è interamente sostituito.

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Cavallaro 11.2, Raisi 11.700, Bernardini 11.12, Bernardini 11.16...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Cassinelli, qual è il parere della Commissione sul proprio emendamento 11.900?

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei propri emendamenti 11.900 e 11.901, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Bernardini 11.16, 11.18 e 11.23, ed esprime parere favorevole sull'emendamento Cavallaro 11.25.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Cavallaro 11.2.

MARIO CAVALLARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 50

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento perché aderiamo all'impostazione della Commissione, che ha comunque molto ristretto le ipotesi di esclusione da certi doveri. Per questo, lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Raisi 11.700.

ENZO RAISI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento anche perché, rispetto agli emendamenti della Commissione, che sicuramente, anche qui, sono migliorativi, non capisco perché parlamentari europei e nazionali e consiglieri regionali non debbano svolgere la formazione, in quanto avvocati, come gli altri avvocati e colleghi. Questa è una cosa, a mio parere, inspiegabile.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento 11.900 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.900 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Zeller, La Malfa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 450
Votanti 443
Astenuti 7
Maggioranza 222
Hanno votato
441
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che la deputata Froner ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 11.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 453
Votanti 450
Astenuti 3
Maggioranza 226
Hanno votato
22
Hanno votato
no 428).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.901 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lussana...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 457
Votanti 448
Astenuti 9
Maggioranza 225
Hanno votato
437
Hanno votato
no 11).

Prendo atto che l'onorevole Morassut ha dichiarato di aver espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto votare a favore.
Ricordo che gli emendamenti Bernardini 11.16 e 11.18 sono preclusi.
Passiamo all'emendamento Bernardini 11.23.
Passiamo ai voti. Pag. 51
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 11.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tortoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 460
Votanti 455
Astenuti 5
Maggioranza 228
Hanno votato
22
Hanno votato
no 433).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 11.25, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, Di Pietro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 466
Votanti 458
Astenuti 8
Maggioranza 230
Hanno votato
448
Hanno votato
no 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gasbarra, Verducci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 458
Votanti 454
Astenuti 4
Maggioranza 228
Hanno votato
448
Hanno votato
no 6).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Raisi 12.1.
Il parere è contrario sull'emendamento Beltrandi 12.2, mentre è favorevole sull'emendamento Contento 12.700.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Cavallaro 12.250 e Beltrandi 12.4 e 12.5.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Raisi 12.1.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raisi 12.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 52
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 458
Votanti 453
Astenuti 5
Maggioranza 227
Hanno votato
446
Hanno votato
no 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 12.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tortoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 460
Votanti 455
Astenuti 5
Maggioranza 228
Hanno votato
23
Hanno votato
no 432).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 12.700, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 464
Votanti 455
Astenuti 9
Maggioranza 228
Hanno votato
416
Hanno votato
no 39).

Prendo atto che il deputato Iannuzzi ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Cavallaro 12.250.

MARIO CAVALLARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento, perché è sostanzialmente analogo all'emendamento Contento 12.700.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Beltrandi 12.4
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, in un provvedimento con cui l'ordine forense, indubbiamente, porta a casa tutta una serie di questioni, credo che introdurre un'assicurazione obbligatoria anche per gli infortuni delle persone che lavorano nello studio - quindi compresi anche i praticanti - sia un qualcosa di assolutamente utile e comprensibile.
Peraltro, ritengo che molti professionisti italiani già facciano questo tipo di polizze. Credo che sia giusto, nei confronti di chi lavora in uno studio legale, avere una copertura assicurativa, sia per l'attività svolta dentro lo studio sia per l'attività svolta, per lo studio, al di fuori dello studio.
Quindi, credo che sarebbe un gesto di buona volontà da parte della categoria. Nell'ambito di un provvedimento, per così dire, garantista e così pieno di chiusure e di privilegi corporativi, una norma di questo tipo non credo crei problemi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 12.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 53
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 459
Maggioranza 230
Hanno votato
231
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che il deputato Pini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Beltrandi 12.5.

MARCO BELTRANDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, essendo stata approvato il mio emendamento 12.4, posso ritirare il mio emendamento 12.5.

PRESIDENTE. Sta bene. A questo punto passiamo alla votazione dell'articolo 12.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pepe...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 463
Votanti 461
Astenuti 2
Maggioranza 231
Hanno votato
451
Hanno votato
no 10).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Sull'articolo 13 prego i colleghi di prestare un attimo di attenzione. Vi è l'emendamento 13.1000 del Governo che è soppressivo dell'articolo 13 e l'emendamento 13.900 (Nuova formulazione) della Commissione che è interamente sostitutivo dello stesso articolo 13.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 13.1000 del Governo.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 13.900 (Nuova formulazione).
Signor Presidente, l'emendamento Palomba 13.2 è ritirato?

PRESIDENTE. Onorevole Cassinelli, se viene approvato uno di quei due emendamenti, tutti gli altri sono preclusi.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Devo esprimere però lo stesso i pareri?

PRESIDENTE. Sì, va bene.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Palomba 13.2, nonché sull'emendamento Raisi 13.702.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Mantini 13.704, nonché sull'emendamento Raisi 13.703.
La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Di Pietro 13.5 e Bernardini 13.6, sull'emendamento Beltrandi 13.4, sugli identici emendamenti Di Pietro 13.15 e Beltrandi 13.17, nonché sugli emendamenti Palomba 13.18 e Mantini 13.705.

PRESIDENTE. Il Governo?

Pag. 54

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo ha presentato un emendamento soppressivo dell'articolo 13 della proposta di legge nella sua originaria formulazione, ritenendo il disposto di quella norma in assoluto contrasto con i principi di cui al decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito poi dalla legge 24 marzo 2012, n. 27 da questa Camera, e con il decreto ministeriale sui cosiddetti parametri. Per ciò che concerne viceversa l'emendamento 13.900 (Nuova formulazione) proposto dalla Commissione, il Governo prende atto che il testo è migliorativo rispetto all'articolo 13, però, a nostro avviso, non attinge a quella soglia di compatibilità che ci avrebbe consentito quanto meno di rimetterci all'Assemblea. Quindi il Governo esprime parere del tutto contrario sull'emendamento 13.900 (Nuova formulazione) della Commissione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1000 del Governo, non accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Fiano ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 456
Votanti 427
Astenuti 29
Maggioranza 214
Hanno votato
17
Hanno votato
no 410).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.900 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, intervengo solo un minuto per chiarire e per lasciare traccia del fatto che noi, proprio perché abbiamo recepito le indicazioni sostanziali del Governo, insieme alla Commissione abbiamo fatto uno sforzo di grande portata, perché i principi del provvedimento cui il Governo si è richiamato li abbiamo tutti recepiti nell'emendamento che chiediamo adesso di votare all'Assemblea. In particolare, vorrei ricordare che il principio fondamentale, che è quello della libertà contrattuale, pattizia, degli onorari, lo abbiamo recepito anche per i professionisti forensi. Abbiamo semplicemente introdotto alcuni elementi modificativi o correttivi, non per diminuire la portata di quella norma, ma per rendere quella norma applicabile anche alla specifica fattispecie, che è particolare, dei contratti professionali forensi.
Quindi solo questo è il motivo e non c'è un dissenso di carattere generale da parte nostra nei confronti del Governo, ma noi abbiamo scelto la strada di fare una norma di diritto positivo che, tra l'altro, potrebbe essere utile al Governo per interpolare già fin da adesso anche i provvedimenti amministrativi come quello sui parametri che abbisognano di urgenti modificazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, intervengo come uno dei molti deputati che seguono con attenzione questa materia conoscendone poco, perché non è materia che è nelle mie competenze specifiche. Debbo esprimere una forte sorpresa per questa posizione del Governo e della Commissione, sopratutto alla luce delle parole che ha detto adesso l'onorevole Cavallaro, perché se è vero che l'emendamento sostitutivo della Commissione recepisce le preoccupazioni del Governo, allora non riesco a capire per quale ragione il Governo si sia sottoposto all'umiliazione di vedersi respinto un emendamento, se la Commissione aveva accolto Pag. 55le preoccupazioni sostanziali del Governo. Quindi, mi pare molto imbarazzante che il sottosegretario non abbia ritirato l'emendamento e abbia assoggettato il Governo ad avere 6 voti a favore, 30 voti di astensione e 400 voti contrari. Se invece non è così, allora bisogna che la Commissione faccia una certa attenzione, perché non è possibile contraddire il Governo se è effettivamente non è stato.
Quindi qualche cosa non ha funzionato e mi limito a sollevare il problema senza conoscere fino in fondo il merito, perché è un merito che esula dalle competenze della maggior parte di noi, ma è sicuramente una situazione imbarazzante e sgradevole che non si sarebbe dovuta verificare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, il gruppo dell'Unione di Centro esprimerà un voto di astensione. Non siamo soddisfatti di questo lavoro fatto. Il Governo aveva ed ha le sue ragioni nel dire che il testo che alla fine è emerso è un testo un po' in contrasto con i principi della riforma sulle professioni che è stata fatta e votata ampiamente in Parlamento. Questo non vuol dire che non si possano fare delle precisazioni, non si possano valutare alcune specificità e anche qualche miglioramento, però non si è andati esattamente in questa direzione. C'è, a nostro avviso, ancora un certo incubo, spauracchio, del fare un preventivo al cliente da parte dell'avvocato. Lo dico sapendo in cosa consiste la professione legale, sapendo anche che i preventivi spesso necessariamente sono per attività non prevedibili, generici, legati all'avverarsi di circostanze, sono solo di massima, tuttavia sono un buono strumento per comparare i costi e fare emergere più informazioni nei confronti dei clienti.
Qui invece, in questo testo si tende a limitare questo problema come fosse un problema irresolubile. Ancora, il fatto di rilasciare dei pareri in caso di controversie tra cliente e professionista da parte dei consigli dell'ordine è un sistema un po' chiuso, che non esiste per altre categorie professionali. Si poteva scrivere meglio, facendo fronte anche ad alcune obiezioni europee. Per esempio, noi ci abbiamo provato con un emendamento, che però mi pare di capire che decada, dicendo che il cliente può sempre essere assistito da un rappresentante di un'associazione di consumatori solo per rendere la valutazione del consiglio dell'ordine più terza ed evitare che sia il consiglio dei «produttori» a valutare su se stesso. Sono piccole modifiche che però potevano dare una qualità diversa a questo testo che presenta, accanto a cose condivisibili, anche diverse ombre e che rischia di intralciare - questo è il punto politico che voglio sottolineare - il percorso celere e spedito di questa riforma, che invece è necessaria, perché siamo fermi ad un ordinamento forense degli anni Trenta. Dunque, ci sono delle ombre e noi le segnaliamo con un voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, siccome abbiamo precedentemente votato un emendamento soppressivo su proposta del Governo e avendo il Governo medesimo motivato il parere su questo emendamento, il 13.900 della Commissione, sostenendo, peraltro, che si tratta di un testo migliorativo, credo che ci siano le condizioni - e comunque chiedo a lei se non ritenga opportuno di domandarlo al Governo - per cambiare il parere in relazione esattamente alla motivazione addotta dal Governo. In altre parole, trattandosi di un testo migliorativo, forse il Governo, anziché contrapporsi all'insieme dell'Aula, dovrebbe tenere conto del lavoro della Commissione e del risultato che sta portando all'unanimità il Comitato dei nove e la presidenza della Commissione di merito a proporre un emendamento rispetto al quale probabilmente il Governo stesso, se lo ritiene opportuno, potrebbe anche rimettersi all'Aula.

Pag. 56

PRESIDENTE. Sottosegretario Mazzamuto? Ha inteso il quesito posto dall'onorevole Quartiani?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, volevo chiarire all'Aula che il Governo ha apprezzato alcuni passi avanti della Commissione, per esempio sulla questione della libera determinazione del compenso, ma ci sono altri aspetti di quella norma, come ha sottolineato bene l'onorevole Mantini, che creano uno statuto speciale della professione forense che è in contraddizione con lo spirito attuale della legislazione in materia di professioni. Allora, perché qui deve valere il principio della richiesta e altrove no? Perché i consigli dell'ordine qui devono essere deputati a dare pareri mentre gli altri ordini pareri sui compensi non ne possono dare? Ci sono tanti motivi, quindi, che, francamente, hanno convinto il Governo a non sposare questa posizione. Comunque, in ogni caso, tenuto conto del tenore del dibattito, a questo punto il Governo si rimette all'Aula e l'Aula decida.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, anche noi dell'Italia dei Valori esprimiamo delle riserve sulla formulazione dell'articolo 13, che riguarda appunto i conferimenti dell'incarico. Se abbiamo capito bene, il compenso spettante al professionista deve essere indicato, almeno di regola, per iscritto all'atto del conferimento dell'incarico professionale. Sfido chiunque che svolge la professione di avvocato a sapere, il giorno in cui viene il cliente, dove va a finire il cliente stesso. Quindi, mi sembra un fatto di ipocrisia assoluta questa espressione «per iscritto», di quanto potrà costare, perché non sappiamo se finisce con una mediazione. Una volta mi sono trovato a fare un processo per circa 7 milioni di lire per una «bustarella» trovata a un signore che si chiamava Mario Chiesa. È successo quello che è successo. Quell'avvocato che ha difeso quell'imprenditore che a uno, a uno, a uno è stato per dieci anni davanti a cinquanta tribunali, quale compenso doveva indicare al suo cliente? Tenuto poi anche conto che al punto 5 si dice che a richiesta è tenuto a comunicare in forma scritta quant'è la prevedibile misura del costo della prestazione, distinguendo fra oneri, spese anche forfettarie e compenso professionale. Mi chiedo: questo avvocato indica la prevedibile misura oggi sulla base di quello che conosce oggi. Il cliente, alla fine della fiera, vede che la parcella è diversa. Come fa l'avvocato a giustificarlo? Se noi facciamo passare questa regola saranno più le cause fra cliente e avvocato che le cause che l'avvocato sosterrà a favore del proprio cliente. Il giorno dopo ogni cliente che non si riterrà soddisfatto perché ha perso la causa o perché comunque il giorno dopo non è più il suo avvocato avrà da ridire e a formulare una causa nei confronti del suo avvocato. A me pare, francamente, che tutto questo sia un atto di ipocrisia assoluta. Noi ne prendiamo atto, ma non possiamo votare a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente, perché molti di noi hanno condiviso le opinioni che in questo momento ha espresso il collega Di Pietro. Questo accade perché molto spesso l'Autorità antitrust esprime dei giudizi generali che prescindono dall'attività o dalla professione di riferimento. Quindi, il collega Di Pietro ha ragione, ma noi abbiamo mantenuto questo equilibrio proprio per tentare di dare una risposta alla posizione del Governo, che era rigida, se mi è consentito, su queste assurdità, onorevole Di Pietro. È quindi evidente che la norma che ne è uscita impone all'avvocato di fare uno sforzo di fantasia. Lei si immagini - ha fatto un riferimento bellissimo - se all'epoca il suo amico Lucibello si poteva immaginare cosa sarebbe accaduto di fronte a quella «bustarella» Pag. 57da sette milioni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Ma se abbiamo il Governo che ci dice: «No, dobbiamo rimanere collegati a questi principi», abbiamo fatto una norma, ha ragione lei, un po' ipocrita, ma è l'unico modo per andare incontro alla completa ipocrisia a cui vorrebbe ispirarci e suggerirci il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, aggiungo a quello che ha ora detto l'onorevole Contento questo elemento: la previsione di un tentativo di conciliazione davanti all'ordine serve esattamente a questo, cioè a non far sviluppare un enorme contenzioso. È solo la previsione di una conciliazione, non è l'ordine che decide. Sarà sempre un giudice a valutare, sulla base anche di quello che avrà detto l'ordine, un po' come è previsto nei procedimenti di mediazione a cui proprio questo Governo è molto legato. Quindi, è stato uno sforzo per venire incontro alle problematiche che ha posto il Governo e questo ha rappresentato la sintesi, la mediazione più alta possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, intervengo brevissimamente, è praticamente una conferma di quello che hanno detto i colleghi di gruppi diversi e quindi è un'attestazione di verità, cioè noi vogliamo «affermare» al Governo, con tutta la disponibilità possibile, che c'è un'impossibilità a stabilire un preventivo da parte di un avvocato civile, ma soprattutto penale, dal primo giorno all'ultimo giorno, perché nessuno sa se la causa finirà dopo 6 mesi o dopo 16 anni. Detto questo, tutti noi diciamo la stessa cosa, avendo poi posizioni di voto diverse per ruoli diversi, ma è la rigidità proprio di questo Governo che ci costringe, anche con difficoltà, a spiegare che state sbagliando l'impostazione, però non manderemo certo per aria il provvedimento, e non possiamo permettercelo. Quindi, voteremo a favore, ma questo principio della previsione dell'incarico fino alla fine della difesa, condivido l'impostazione dell'onorevole Di Pietro, è assolutamente sbagliato ed è un atto di impossibilità che si chiede all'avvocato, un atto di impossibilità. Il tempo lo dimostrerà.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, non chiedo di riprendere le considerazioni svolte dai colleghi sul merito, che ovviamente condivido, ma bisogna prendere atto favorevolmente che il Governo ha riconosciuto lo sforzo che la Commissione ed il Comitato dei nove hanno fatto, dedicando molta fatica e molte ore a questo articolo 13, dal quale comunque sia - non dimentichiamolo - viene espunta la parola «tariffe», elemento che è certamente per il Governo importante e significativo. Il Governo ha quindi deciso di rimettersi all'Aula, riconoscendo questo lavoro fatto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento della Commissione 13.900, (Nuova formulazione) sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello? Onorevole Laganà Fortugno?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 441
Votanti 441
Astenuti 32
Maggioranza 205
Hanno votato
377
Hanno votato
no 32).

Pag. 58

A seguito dell'approvazione dell'emendamento 13.900 (Nuova formulazione) della Commissione, interamente sostitutivo dell'articolo, sono preclusi tutti i restanti emendamenti riferiti all'articolo 13 e non si procede alla votazione dell'articolo medesimo.

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, intanto la ringrazio della parola, e vorrei spiegare subito. Secondo noi, non può essere precluso l'emendamento Di Pietro 13.5, per una semplice ragione: si tratta di una questione diversa rispetto a quella che è stata esaminata, è in più, e si può benissimo inserire all'interno dell'emendamento ora approvato. Questo emendamento dice soltanto una questione: che se non ci sono particolari relazioni tra l'avvocato e il suo cliente, l'avvocato può...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Palomba. Essendo un emendamento interamente sostitutivo, il merito dell'emendamento non c'entra assolutamente nulla. Lei poteva tranquillamente presentare un subemendamento all'emendamento della Commissione interamente sostitutivo. Non avendolo fatto, non posso che ribadire che è precluso l'emendamento Di Pietro 13.5.

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Cavallaro 14.3. Non mi risultano altri emendamenti.

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Capano 14.6 è stato ritirato.
Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Cavallaro 14.3.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Cavallaro 14.3 lo ritirano.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, chiedo di fare nostro questo emendamento e vorrei spiegarne anche le ragioni. Chiedo, dunque, di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Poi, vorrei capire se l'emendamento Capano 14.6 è stato ritirato o meno.

PRESIDENTE. Sì, è stato ritirato.

ANTONIO DI PIETRO. Allora, signor Presidente, facciamo nostro anche l'emendamento Capano 14.6.

PRESIDENTE. No, onorevole Di Pietro, l'emendamento Capano 14.6 è stato ritirato prima della seduta e, quindi, il Regolamento non glielo consente. Ubi maior. ..prego, ha facoltà di parlare.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, la questione è molto semplice. In pratica, i colleghi Cavallaro, Ferranti e Pag. 59Andrea Orlando ponevano un problema: se ho capito bene, l'avvocato, a volte, anzi spesso, si avvale di collaborazione continuativa di altri avvocati o di praticanti abilitati, e deve corrispondere un adeguato compenso per l'attività svolta. Tale collaborazione, anche se continuativa e con retribuzione periodica, non dà mai luogo a rapporto di lavoro subordinato.
Noi riteniamo, ma forse è stato ricompreso in qualche altro articolo - in questo senso, chiedo scusa all'onorevole Cavallaro, se poi me lo spiega, perché può darsi che, in tutta questa opera di «taglia e cuci», potrebbe essere ricostruito in qualche altro articolo -, ebbene, noi riteniamo, in primo luogo, che quando altri avvocati o praticanti abilitati fanno un lavoro devono avere un adeguato compenso; in secondo luogo, che, quando vi è una collaborazione, anche continuativa e con retribuzione periodica, può - nel caso in cui le parti sono d'accordo - aversi un rapporto di lavoro subordinato.
Quindi, noi riteniamo ingiusto e ingiustificato che un avvocato non possa assumere un praticante abilitato e pagarlo come un lavoratore subordinato. Riteniamo ingiusto e ingiustificato che avvocati non possano svolgere attività con un adeguato compenso per l'attività svolta. Ma ripeto: siccome in quest'Aula stiamo facendo molte operazioni di «togli e aggiungi», non vorrei che questo sia ricompreso altrove. In questo caso, mi scuso con l'avvocato Cavallaro, ma non sono riuscito ad andargli dietro; nel caso in cui questo non sia ricompresso, chiedo, invece, che sia votato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, vorrei solo chiarire che io qui non sono l'avvocato Cavallaro, ma sono il deputato Cavallaro (Applausi) e che le norme che noi facciamo non sono incompatibili con l'essere iscritti ad un albo professionale, come non chiediamo a nessuno di spogliarsi della sua identità professionale o personale per venire qui. Non siamo gente che non ha una storia e non ha un passato.
Quanto alla spiegazione, ovviamente l'emendamento ha due principi fondamentali: il primo è quello che sancisce che la collaborazione tra professionisti non può dare luogo a rapporti di lavoro subordinato, e questo era iterato nel mio emendamento; l'emendamento aggiungeva, tuttavia, un principio che peraltro, quanto ai praticanti abilitati, è assorbito dal fatto che, nel testo che abbiamo scritto, si riconosce un compenso, anche al tirocinante che svolge attività, proporzionato all'apporto che dà, e dicevo una cosa che ritengo ultronea e cioè che la collaborazione tra avvocati va pagata perché questa, lo sappiamo tutti, fra l'altro, è anche una norma di carattere deontologico. Per questo l'ho ritirato ma ovviamente continuo a ritenerlo un emendamento accettabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, dopo l'intervento del collega Cavallaro mi sono convinto; lo faccio a titolo personale ma comunque credo di poter interpretare anche l'orientamento di molti colleghi, e cioè credo che questo emendamento meriti la firma e, siccome l'onorevole Cavallaro lo aveva ritirato all'interno di una impostazione complessiva per rispetto della discussione generale, ma visto che è stato reintrodotto al voto dell'Aula, io lo sottoscrivo.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, le argomentazioni dei colleghi mi inducono a cambiare il parere. Pertanto, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Cavallaro 14.3, fatto proprio dal gruppo Italia dei Valori.

Pag. 60

PRESIDENTE. Onorevole Cassinelli, lei ovviamente parla a nome di tutto il Comitato dei nove?

GIULIA BONGIORNO, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIA BONGIORNO, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, il Comitato dei nove è d'accordo.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 14.3, fatto proprio dal gruppo Italia dei Valori, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 451
Votanti 441
Astenuti 10
Maggioranza 221
Hanno votato
432
Hanno votato
no 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 445
Votanti 440
Astenuti 5
Maggioranza 221
Hanno votato
439
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Piffari, D'Alessandro e Damiano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Bernardini 15.2, nonché sugli identici emendamenti Raisi 15.4 e Cavallaro 15.5.
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Beltrandi 15.7 e Bernardini 15.6.
Ricordo che gli emendamenti Cavallaro 15.250 e Beltrandi 15.3 sono stati ritirati.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 15.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pezzotta, Divella...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 61
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 448
Votanti 444
Astenuti 4
Maggioranza 223
Hanno votato
20
Hanno votato
no 424).

Prendo atto che il deputato D'Alessandro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Raisi 15.4 e Cavallaro 15.5, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta...

MARIO CAVALLARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sta bene. Revoco l'indizione della votazione. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, poiché in realtà il nostro emendamento è concentrato sull'articolo 21, per il quale abbiamo proposto una riformulazione, io ritiro l'emendamento 15.5.

PRESIDENTE. E lei, onorevole Raisi, fa altrettanto? Anche lei ritira l'emendamento a sua firma 15.4?

ENZO RAISI. Signor Presidente, sì, ritiro l'emendamento Raisi 15.4.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Beltrandi 15.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, qui si tratta di una questione molto importante che si affronta anche all'articolo 21, cioè il fatto che questa proposta di legge, così come ci è arrivata dal Senato, prevede praticamente che siano cancellati dall'albo gli avvocati a cui non è riconosciuta la continuità dell'esercizio della professione. Addirittura, c'era anche un'idea di fissare un limite di reddito. Ora, in questo emendamento si propone di cancellare tutto ciò perché anzitutto è fortemente discriminatorio nei confronti dei giovani avvocati che già hanno tantissimi problemi e figuriamoci se improvvisamente si deve alzare un'asticella sul reddito. In secondo luogo, la Corte di giustizia europea è stata chiarissima al riguardo nel sostenere che non può in alcun caso farsi dipendere uno status da un requisito di reddito in materia professionale...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Beltrandi, aveva un minuto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo per confermare comunque il nostro voto contrario su questo emendamento e per dire al collega Beltrandi che in Commissione c'è un emendamento, che poi è stato recepito, ci sono anche emendamenti della Lega Nord che vanno proprio nella direzione di quello che lui sta dicendo. Per cui il limite del reddito - e questo è proprio voler andare incontro ai giovani avvocati - non sarà requisito per essere cancellati o per non potersi iscrivere nell'albo dei professionisti avvocati. Quindi, voglio dire che successivamente la Commissione ha affrontato e risolto questo problema che era molto caro e sentito anche dal gruppo della Lega Nord Padania.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 15.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Casini, Rampelli, Vignali, Pedoto...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 62
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 447
Votanti 425
Astenuti 22
Maggioranza 213
Hanno votato
16
Hanno votato
no 409).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bernardini 15.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Fioroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 444
Votanti 422
Astenuti 22
Maggioranza 212
Hanno votato
14
Hanno votato
no 408).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Verducci... Onorevole Frassinetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 453
Votanti 428
Astenuti 25
Maggioranza 215
Hanno votato
417
Hanno votato
no 11).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Beltrandi 16.1, a condizione che venga riformulato nel senso di sostituire, alla lettera a), le parole: «concorso, che assicuri» con le parole: «indicazione dei requisiti che assicurino».
Il parere è contrario sull'emendamento Beltrandi 16.2, mentre è favorevole sugli emendamenti Frassinetti 16.250 e Beltrandi 16.4. Il parere è contrario sull'emendamento Beltrandi 16.5. L'emendamento Beltrandi 16.6 è stato ritirato.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore e sottolineo anche la necessità della riformulazione proposta dal relatore per l'emendamento Beltrandi 16.1.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Beltrandi 16.1.
Prendo atto che l'onorevole Beltrandi accetta la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 16.1, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Zeller...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 63
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 451
Votanti 449
Astenuti 2
Maggioranza 225
Hanno votato
446
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che la deputata Gatti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Avverto che risultano precluse tutte le restanti proposte emendative relative all'articolo 16 e non si procederà nemmeno alla votazione dell'articolo 16, in quanto l'emendamento Beltrandi 16.1, nel testo riformulato, è interamente sostitutivo del testo dell'articolo.

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Cavallaro 17.4 e Raisi 17.6.
La Commissione raccomanda l'approvazione dei propri emendamenti 17.900 e 17.910, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 17.700.
Il parere è contrario sugli emendamenti Cavallaro 17.11, Beltrandi 17.13 e 17.14.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Cavallaro 17.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, mentre sono disposto al ritiro degli altri emendamenti a mia prima firma, ovviamente poi lasciando agli altri firmatari l'eventuale dissenso, sul mio emendamento 17.4 vorrei invitare il relatore a riflettere, perché mi sembra che questa condizione ostativa, che riguarda procedimenti di notevole gravità e che soprattutto fa riferimento a delitti specifici che un professionista forense non dovrebbe commettere mai, cioè delitti di falso, credo che meriterebbe una certa riconsiderazione e non un parere contrario. Altrimenti desidererei che fosse posto in votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, stando attento a non sbagliare e, quindi, rivolgendomi al deputato collega Cavallaro, chiedo di poter apporre la mia firma su questo emendamento. Chiedo anche al relatore e al Governo di ripensare la loro valutazione. Questo emendamento sta semplicemente cercando di dire: «Benedetto Signore, avvocati, quando fate la vostra professione non commettete falsi e reati di questa specie, perché altrimenti non meritate di fare gli avvocati!». Quando un avvocato commette egli stesso dei falsi e, comunque, dei reati gravi mi sembra che si ponga in una situazione di grave non credibilità della professione in quanto tale.
Per questo ritengo di chiedere di poter apporre la mia firma su questo emendamento. Nel contempo, preannunzio che voteremo a favore di questo emendamento e invitiamo gli altri colleghi a riflettere su questa difesa a oltranza non più della categoria ma di quelli che offendono la categoria.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Chiedo di parlare.

Pag. 64

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, mi sembra che le osservazioni svolte dai colleghi Cavallaro e Di Pietro siano meritevoli di grande attenzione. Il problema è che tecnicamente l'emendamento, che prevede di sostituire la lettera f), comma 1, dell'articolo 17, che afferma: «non essere sottoposto ad esecuzione di pene detentive (...)», dovrebbe essere aggiuntivo e non sostitutivo di tale lettera.

PRESIDENTE. Quindi, lei riformula l'emendamento Cavallaro 17.4?

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Sì, signor Presidente, nel senso che, al comma 1 dell'articolo 17, sia aggiunto, alla lettera f), quanto proposto nell'emendamento Cavallaro 17.4.

PRESIDENTE. Quindi, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Cavallaro 17.4 a condizione che la proposta emendativa sia aggiuntiva. Pertanto, il riferimento alla lettera f) del comma 1 dell'articolo 17 diventa alla lettera g).

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, mi sembra estremamente importante la specificazione che ha fatto il collega relatore, perché le due questioni che si pongono all'attenzione dell'Aula non sono stridenti ma coincidenti e vanno verso un unico scopo. La lettera f) del comma 1 dell'articolo 17 in sé dice che quando un avvocato è in galera o, comunque, sottoposto a una pena detentiva o a una misura cautelare o interdittiva, non può fare anche l'avvocato altrimenti, giacché sta in galera, fa l'avvocato di quelli che stanno in galera. A questo si aggiunge che, comunque, anche se non sta in galera, ma è condannato per specifici reati gravi, è comunque meglio che non faccia l'avvocato.
Invito, quindi, ancora di più a votare a favore di una norma siffatta.

PRESIDENTE. Dunque, il relatore è stato chiaro. Qual è il parere del Governo sull'emendamento Cavallaro 17.4 così riformulato?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, dovrebbe essere chiarito, a mio avviso, che se questo emendamento viene ad aggiungersi all'attuale lettera g) può andare bene, magari con il coordinamento formale del testo. Se, invece, è sostitutivo, la cosa diventa delicata, perché la lettera g) del comma 1 dell'articolo 17 fa già riferimento a condanne di gravità inaudita, che sono previste dall'articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale. Se noi andassimo a sostituirlo consentiremmo l'iscrizione all'albo. Dunque, è meglio stare attenti a queste cose.

PRESIDENTE. Ha ragione lei, onorevole Contento, perché non avevamo notato che vi è già una lettera g). Quindi, alla lettera f) è aggiunta una lettera f)-bis, diciamo così. Comunque, in sede di coordinamento formale provvederemo a scriverlo meglio.
Dunque, dopo la lettera f) inseriamo un ulteriore capoverso.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 65

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, non mi ero avveduto che vi era una lettera g) e, quindi, l'emendamento Cavallaro 17.4 dovrebbe diventare integrativo della lettera g) oppure diventare una lettera g)-bis.

PRESIDENTE. In sede di coordinamento formale definiremo meglio questa questione. Comunque, l'emendamento in esame non dovrebbe essere, come ha chiesto l'onorevole Contento, aggiuntivo alla lettera g) ma porsi tra la lettera f) e la lettera g). Una lettera f)-bis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, quando si pretende di legiferare in materia penale non si può che essere precisi. Allora, chiedo ai colleghi, molto più autorevoli di me, che senso abbia indicare gli articoli 377, 380 e 381 del codice penale o per delitti di falso. Chiedo, altresì, all'onorevole Di Pietro, notoriamente addentro nelle categorie penali, se esista una categoria dei delitti di falso nel codice penale.
Mi sembra che l'espressione sia del tutto «atecnica» perché la parola «falso» ha una serie di variegature e di sfaccettature. Corriamo il rischio di includere nell'espressione «delitti di falso» una serie di fattispecie che nulla hanno a che vedere con la professione forense e che possono richiamare una serie di categorie e di beni giuridici diversi. Mi sembra che la soppressione dell'espressione «delitti di falso» sia quanto meno opportuna per evitare che, sulla spinta giustizialista nei confronti di tutti, si commettano dei veri e propri spropositi giuridici (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, riterrei opportuno l'accantonamento, in modo da procedere al coordinamento di tutte queste norme per poi riproporle più avanti.

PRESIDENTE. Sta bene. Pertanto, l'emendamento Cavallaro 17.4 è accantonato.
Prendo atto che l'onorevole Raisi ritira il suo emendamento 17.6.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 17.900 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.900 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 442
Votanti 439
Astenuti 3
Maggioranza 220
Hanno votato
439).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 17.700, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 439
Votanti 437
Astenuti 2
Maggioranza 219
Hanno votato
436
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Pag. 66
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 17.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Della Vedova, Di Pietro, Cesa, Galletti...

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, veramente volevo ritirare l'emendamento 17.11, che ora stiamo votando!

PRESIDENTE. Onorevole Cavallaro, si ricordi di comunicarlo prima dell'indizione della votazione perché non posso intuirlo. Ormai ho dichiarato aperta la votazione e non posso che procedervi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 450
Votanti 438
Astenuti 12
Maggioranza 220
Hanno votato
124
Hanno votato
no 314).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 18,20)

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.910 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 449
Votanti 441
Astenuti 8
Maggioranza 221
Hanno votato
434
Hanno votato
no 7).

Prendo atto che i deputati Zaccaria e Pompili hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Beltrandi 17.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, questa norma riguarda la cancellazione dall'albo dei praticanti nel caso in cui siano decorsi sei anni dall'inizio, per la prima volta, della pratica forense: non può essere richiesto il certificato di compiuta pratica dopo sei anni dall'inizio della pratica per la prima volta.
Credo che questa sia una norma troppo limitativa nei confronti dei praticanti. Credo che non sia giusto prevedere un limite temporale così stringente di sei anni e credo che per ridurre il numero degli avvocati non si debbano usare queste scorciatoie.
Credo che lo si possa fare sull'università, su tante cose, ma questo tipo di norme secondo me sono eccessivamente punitive per i giovani.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 17.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Razzi, Osvaldo Napoli, Fiano, Zeller, Marchignoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 453
Votanti 445
Astenuti 8
Maggioranza 223
Hanno votato
60
Hanno votato
no 385).

Prendo atto che il deputato Castagnetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Pag. 67
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 17.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pianetta, Beccalossi, Mazzuca, Speciale, Renato Farina, Gottardo, De Poli, Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 449
Votanti 444
Astenuti 5
Maggioranza 223
Hanno votato
30
Hanno votato
no 414).

Prendo atto che il deputato Piffari ha segnalato che non è riuscito a votare.
Non possiamo passare al voto dell'articolo 17 perché è stato accantonato l'emendamento Cavallaro 17.4.

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 3900-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3900-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO CASSINELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Raisi 18.2, mentre esprime parere favorevole sugli emendamenti Angela Napoli 18.251 e Rao 18.700. Gli emendamenti Beltrandi 18.4 e 18.5 mi risultano ritirati. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Beltrandi 18.6, Froner 18.155, Mantini 18.701, Di Pietro 18.8, 18.9 e 18.10.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Raisi 18.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Verducci, Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 456
Votanti 453
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato
6
Hanno votato
no 447).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Angela Napoli 18.251, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Beltrandi, Granata, Scilipoti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 458
Votanti 433
Astenuti 25
Maggioranza 217
Hanno votato
420
Hanno votato
no 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rao 18.700, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 68

Onorevole Granata...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 452
Votanti 430
Astenuti 22
Maggioranza 216
Hanno votato
423
Hanno votato
no 7).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Beltrandi 18.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, questo è un emendamento importante perché quello che si vuole impedire è, sostanzialmente, il fatto che un iscritto all'albo degli avvocati possa essere un dipendente di un'azienda. Credo che, se passasse un'impostazione di questo tipo, noi avremmo la fuoriuscita dall'albo, probabilmente, di qualche migliaio di persone, che improvvisamente non potrebbero più esercitare, con tutta una serie di conseguenze.
In questo caso, propongo un compromesso, nel senso di mantenere questa esclusione, ma laddove è più giustificabile, cioè nel caso del dipendente pubblico, consentendo, invece, che il dipendente privato possa essere iscritto all'albo degli avvocati. Questa idea per cui l'avvocato debba essere solo quello dominus dello studio credo che vada contro la realtà delle cose, quella di oggi, ma anche del futuro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, intervengo solo per precisare che non vi sarà alcuna fuoriuscita, perché già oggi è così. Non si può essere iscritti all'albo se si è dipendenti privati o pubblici, perché viene negato l'elemento della continuità professionale. Quindi, già oggi è così per legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, se non vado errato - mi rivolgo al rappresentante del Governo e al relatore - noi in precedenza avevamo approvato un emendamento che prevedeva che avvocati potessero assumere altri avvocati e praticanti anche con un contratto di lavoro subordinato.
Come si concilia con questa impossibilità di poter poi svolgere qualsiasi altro lavoro, uno che non può essere iscritto all'albo se deve lavorare presso uno studio di avvocati come avvocato o come praticante? Chiedo di riflettere su questo tema: ribadisco, abbiamo approvato poco fa una norma che prevede la possibilità che uno studio di avvocati possa assumere come proprio dipendente, con un contratto di lavoro subordinato, anche altri avvocati e praticanti iscritti all'albo.
Adesso noi prevediamo che una persona, per iscriversi all'albo, non possa svolgere un rapporto di lavoro subordinato. Le due cose non funzionano! Chiedo di sospendere l'esame di questo emendamento e che il relatore e il rappresentante del Governo rivedano questo tema.

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo non chiedono di intervenire.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 18.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Razzi, Ferranti, Polledri...
Pag. 69Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 450
Votanti 447
Astenuti 3
Maggioranza 224
Hanno votato
48
Hanno votato
no 399).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Froner 18.155, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 440
Votanti 423
Astenuti 17
Maggioranza 212
Hanno votato
24
Hanno votato
no 399).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantini 18.701, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, Sani, Agostini, Marchignoli, Verducci, Gasbarra...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 444
Votanti 438
Astenuti 6
Maggioranza 220
Hanno votato
7
Hanno votato
no 431).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro 18.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, si dice che la proposta di legge che stiamo esaminando deve «aprire» e, soprattutto, che noi in Parlamento non vogliamo garantire, diciamo così, la lobby degli avvocati.
Già in precedenza è stata approvata - come abbiamo detto prima - un'incompatibilità che non sussiste se l'oggetto delle società riguarda enti, o consorzi pubblici, o società a capitale interamente pubblico. Vale a dire che, guardate il caso, uno che fa l'avvocato non può fare l'amministratore di una società privata, ma può fare l'avvocato e l'amministratore di società pubbliche. Tutti capiscono che dietro vi è poi chi li nomina e perché vengono nominati. Quindi là possono stare e fare anche l'avvocato.
Cosa chiediamo adesso con questa proposta di legge? La norma dice che è incompatibile l'attività di avvocato con qualsiasi attività di lavoro subordinato, anche se con orario di lavoro limitato. Innanzitutto - torno a ripetere - che è previsto come lavoro subordinato anche quello di chi lavora presso uno studio di avvocati e, quindi, questa norma confligge con questo. In secondo luogo, chiediamo perché mai chi, invece di fare l'avvocato, svolge un ruolo di magistrato non togato, può fare anche l'avvocato? Noi chiediamo che l'incompatibilità, visto che l'avete estesa a tante categorie, sia estesa anche a chi ha scelto di fare il magistrato non togato! Non è possibile che una persona il giorno pari fa l'avvocato e il giorno dispari fa il magistrato, specialmente se, addirittura, nello stesso luogo. Mi pare che tutto questo sia, sì, da rendere incompatibile!
In questo senso chiedo al Governo di rivedere la posizione espressa e di esprimere un parere motivato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 18.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Pag. 70Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Zeller, Servodio, Ghizzoni, Razzi, Marchignoli, Galletti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 446
Votanti 443
Astenuti 3
Maggioranza 222
Hanno votato
38
Hanno votato
no 405).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 18.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole di Pietro, la votazione è già aperta. Lei evidentemente era distratto, non mi dica che non l'ho vista.
Va bene. Revoco l'indizione della votazione. Onorevole Di Pietro, ha facoltà di intervenire.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, capisco che in quest'Aula non si vuole neanche ascoltare un emendamento di questo genere, ma sto parlando affinché resti nero su bianco in che cosa consiste l'emendamento in oggetto. Lo rileggo: «I membri del Parlamento non possono esercitare l'attività di avvocato per la durata del loro mandato».
Vi invito a riflettere su cosa è successo in questi anni. Vi invito a riflettere sul fatto se sia possibile che in quest'Aula si fa il parlamentare, mentre fuori da quest'Aula si fa l'avvocato, e che in quest'Aula si fanno le leggi che servono all'avvocato stesso per difendere gli imputati di quest'Aula, fuori da quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
Questo è un tema politico grande come una casa che va affrontato e denunciato, in quest'Aula e fuori da quest'Aula! Assumetevi la responsabilità di quello che fate perché siamo stufi di vedere avvocati che si fanno qui le leggi che gli servono, per poi giustificarle e andarle ad usare, dopo, nei processi che servono ai loro clienti che stanno pure qui dentro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, intervengo esclusivamente per precisare che, chi come me è stato sempre un censore rigido e rigoroso delle commistioni tra attività parlamentare e attività professionale, ritiene tuttavia in punto di principio che la norma non sia accoglibile così come viene proposta. Infatti, ovviamente, attiene all'etica del parlamentare ed all'etica dell'avvocato non cercare e non praticare commistioni, altrimenti noi dovremmo istituire il principio che il Parlamento è composto di gente che non pratica nessuna attività (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico e Popolo della Libertà) perché, in ogni caso, potrebbe trovarsi in conflitto di interessi.
Quindi io ritengo che queste censure attengano alla politica e alle relazioni, per così dire, non istituzionali, ma politiche. Ciascuno di noi è legittimato a ritenere ed a censurare vivamente un parlamentare che non svolga la sua funzione nell'interesse comune, ritenendo di dover favorire questa o quella posizione. Tuttavia, non è sufficiente questa ragione per interpolare una norma ed impedire l'esercizio libero dei diritti anche costituzionali al cittadino che pro tempore, tra l'altro, riveste la qualità di parlamentare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, io vorrei sottoscrivere l'emendamento Pag. 71Di Pietro 18.9 non solo per le ragioni che diceva lo stesso onorevole Di Pietro, che sono importanti, ma anche per un'altra ragione: per ridare dignità al Parlamento.
Il lavoro di parlamentare è un lavoro a tempo pieno e non può consentire contemporaneamente altre attività (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico e dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Quando abbiamo affrontato più volte questo tema, tutti si sono schierati a favore dell'incompatibilità, anche solo per questa ragione. Allora, adesso sarebbe assurdo fare un'eccezione per gli avvocati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, le argomentazioni del collega Cavallaro mi risparmiano ovviamente di approfondire nel merito le assurde analisi che ha fatto l'onorevole Di Pietro, al quale voglio ricordare che anch'egli per qualche tempo è stato iscritto all'albo degli avvocati.
Quindi oggi viene qui, in quest'Aula, a rimarcare che cosa? L'attività di onesti professionisti che mettono a servizio della nazione la propria competenza e che dovrebbero pagare (Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori) solo perché qualche pecora nera ha infangato sia la professione che il ruolo di parlamentare? Mi pare eccessivo.
E poi, con queste sue affermazioni, onorevole Di Pietro, lei mette anche in discussione la grande tradizione di questo Parlamento, che ha avuto in quest'Aula insigni giuristi, che hanno fatto la storia del diritto del nostro Paese, come Piero Calamandrei (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, una volta tanto vorrei rivolgermi con molta pacatezza all'onorevole Di Pietro, cercando di intessere un dialogo, perché è una questione importante, quella che stiamo esaminando.
Onorevoli colleghi, io sono un professionista della politica, per cui il problema potrebbe non interessarmi, ma qui c'è una valutazione di principio che l'onorevole Cavallaro, secondo me, ha affrontato molto correttamente.
Prima di tutto qui stiamo parlando degli avvocati e, naturalmente, non possiamo parlare degli avvocati nella presunzione che essi operino come legislatori, facendosi leggi pro domo loro o pro loro clienti, e non ipotizzare che la stessa fattispecie possa valere nella regolazione, ad esempio, dell'attività sanitaria per quanto riguarda un medico che sta in Parlamento.
Ma a prescindere dalla questione, che naturalmente ha un carattere generale, seguire la strada dell'onorevole Di Pietro - e mi meraviglia molto che l'onorevole Beltrandi abbia fatto quella dichiarazione - voi capite che cosa significa? Noi abbiamo il problema di evitare che la rappresentanza parlamentare si impoverisca. La storia del Parlamento è piena di personalità altissime, che tutti noi commemoriamo, a destra come a sinistra, che sono entrati in quest'Aula da causidici, da medici, da professionisti e che hanno elevato, con una correttezza istituzionale che rimane scritta nei libri di storia, la prassi ed il modo di legiferare di questo Parlamento.
Stiamo attenti a non seguire le strade della demagogia, perché delle migliori intenzioni sono lastricate le vie dell'inferno. Io credo che noi non possiamo prima di tutto non affrontare in ordine generale la questione - infatti, non si capisce perché dovremmo affrontarla per gli avvocati e non per altre categorie -, ma stiamo attenti a non seguire la demagogia, perché altrimenti noi finiamo per impoverire il livello della rappresentanza politico-parlamentare. L'onorevole Cavallaro ha detto meglio di me le cose, io solamente aggiungo la mia voce alla sua per dire che Pag. 72sono molto contrario a questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, concordando con l'onorevole Cavallaro, che mi sembra molto più equilibrato del collega Di Pietro, vorrei ricordargli che ci sono anche Ministri, che lui ha dimenticato nella sua intemerata, e forse avrebbe dovuto ricordarlo, ed anche all'onorevole Beltrandi, il quale dovrebbe ricordare che sostiene un Governo in cui questa posizione sussiste. Ma vorrei infine ricordare a tutti che un Parlamento costituito secondo i criteri illustrati dall'onorevole Di Pietro, dovrebbe essere un Parlamento di disoccupati e poi non andrebbe bene neanche quello, perché potrebbe fare delle leggi a favore della disoccupazione. Quindi siamo seri e guardiamo quello che accade nel resto del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, è già intervenuto il Presidente Casini e ne condivido ogni parola. Vorrei anche far rilevare che la citazione del collega Paolini è impropria, perché i membri del Governo hanno per legge un conflitto con l'esercizio della professione, quindi si dovrebbe cambiare la legge in generale e ciò, di certo, varrebbe per gli avvocati come per le altre categorie. Inoltre, sarebbe bene anche, come codice etico che abbiamo proposto anche nella Giunta per le autorizzazioni in Aula, che ci fosse un principio generale che vale per gli avvocati e per tutti i parlamentari di non legiferare su casi che direttamente li riguardano per affari propri o strettamente diretti. Questo è un principio di etica parlamentare che potrebbe essere scritto senza inseguire un giustizialismo caso per caso (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bachelet. Ne ha facoltà.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, vorrei solo ricordare che per alcune professioni, come quella del professore universitario, esiste una legge dello Stato che ci mette in congedo obbligatorio. Quando fra un anno tornerò alla mia aula, il fatto di non avere fatto una riga di fisica sarà molto dannoso anche per la mia professione. Capisco che occorrerà un'altra sede generale per affrontare questo problema, ma siccome in questo caso lo affrontiamo, gli argomenti dell'onorevole Casini non mi hanno persuaso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo per sottolineare chiaramente che nel dibattito di oggi c'è molta propaganda e populismo, però quella che pone il collega Di Pietro comunque è una questione etica importante. Io penso che per ogni parlamentare, a prescindere dalla professione che svolge per questa Aula - potremmo anche discutere se i cittadini preferiscono i politici o i politicanti di professione o coloro che hanno un'attività alla quale poter ritornare dopo avere svolto il mandato parlamentare, perché il mandato parlamentare non è a vita, ma dovrebbe essere pro tempore -, sia una questione etica importante quella che distingue tra il perseguire l'interesse generale o quello particolare. Allora le chiedo, onorevole Di Pietro: perché non discutiamo anche di un'altra questione a me molto cara, cioè del fatto che chi svolge la funzione importante di magistrato e poi decide di candidarsi e di venire in Parlamento Pag. 73dopo non possa più tornare a fare il magistrato? Perché questo lede un principio sacrosanto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà) che è quello della terzietà del magistrato e della garanzia del cittadino di essere giudicato da una persona terza e imparziale. Chi sceglie di far politica e poi torna a fare il magistrato tutto si può dire meno che sia poi terzo e imparziale. C'è legittimo sospetto quantomeno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Mario Pepe. Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (Misto-R-A). Signor Presidente, vorrei ricordare al collega Di Pietro che i professionisti parlamentari che svolgono un'attività libero professionale sono stati già penalizzati. Infatti, nell'ultimo provvedimento dell'Ufficio di Presidenza, è previsto che non si può svolgere attività libero professionale per un importo superiore a 20 mila euro, perché il problema è piuttosto quello di evitare che i parlamentari vengano distolti dalla loro funzione per svolgere l'attività professionale e questa limitazione esiste già (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Repubblicani-Azionisti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, ho appreso oggi che esiste un'altra categoria professionale (l'ho appreso dall'onorevole Casini), ovvero i professionisti della politica. Allora volevo chiederle, onorevole, ma questo tipo di categoria, i professionisti della politica, va mai in pensione? Ma quando va in pensione questo tipo di categoria?

PRESIDENTE. Onorevole si deve rivolgere a me, non al collega...

FRANCESCO BARBATO. L'onorevole Berlusconi è andato in pensione (che ha meno attività di lei), ma lei quando ci va in pensione, onorevole Casini?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, dovrebbe lei informare cortesemente l'onorevole Di Pietro che questo Parlamento è stato onorato di personalità come Leonardo Sciascia, le quali durante il mandato parlamentare hanno lasciato delle opere importantissime e hanno continuato a svolgere la loro attività. Il Senato della Repubblica ha avuto per dieci anni, cioè per due lustri, senatore Renato Guttuso che ha continuato ad arricchire il proprio Paese con splendide opere d'arte. Vede onorevole Di Pietro, proprio per evitare che questo Parlamento finisca nelle mani dei professionisti della politica, dei dipendenti delle lobby o dei dipendenti di potenti gruppi sindacali o cooperativi, la presenza di liberi professionisti rappresenta una garanzia per il Parlamento e per il Paese.
Perché, caro onorevole Di Pietro, lei dovrebbe sapere che la prima caratteristica degli uomini liberi è di essere liberi e anche affrancati economicamente. Solo così si può garantire libertà di pensiero e si può garantire una politica che sfugga dalle seduzioni e anche dalle squallide tentazioni che proprio queste settimane hanno reso oscena nell'immaginario collettivo e nell'opinione pubblica la classe dei politici e la classe dei politicanti. Quindi rifletta bene prima di porre questioni di questo genere che hanno un sapore demagogico e - se mi consente - risultano essere, per certi versi, assolutamente poco intelligenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, io voterò contro questo emendamento Di Pietro, Pag. 74facendo una semplice osservazione: se un magistrato finiti i cinque anni può tornare a fare il magistrato, un avvocato se abbandona il suo studio per cinque anni ha chiuso la sua professione (oltre al contributo, proprio dal punto di vista legislativo, che può portare in un'Aula).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, penso che noi quando affrontiamo questi argomenti sarebbe bene che lo facessimo anche levandoci un po' un velo di ipocrisia che ci accompagna. Lo dico in particolare all'onorevole Di Pietro, se noi dovessimo pensare a tutti i (tra virgolette) conflitti di interesse che si manifestano ogni volta che in quest'Aula affrontiamo qualche argomento probabilmente quest'Aula dovrebbe essere fatta da categorie non umane. Il paradosso di cui discutiamo è che mentre noi affrontiamo questo argomento qua, in contemporanea al Senato si sta «distruggendo» una norma che era stata introdotta qui alla Camera che avrebbe regolamentato la messa in fuori ruolo dei magistrati. Sapete per responsabilità di chi sta accadendo questo, signor Presidente? Per una lobby, oppure diciamo per un gruppo (per essere più nobili) di magistrati appartenenti a tutti i gruppi che hanno presentato un emendamento che, mettendo insieme quello del PdL e quello del PD, distrugge un istituto, la regolamentazione del fuori ruolo. Allora basta ipocrisie, lo dico anche all'onorevole Di Pietro. Dovremmo venire qui e servire il Paese e purtroppo siamo umani e fallibili e troppo spesso non serviamo proprio il Paese (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà e Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zampa. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per annunciare che voglio sottoscrivere l'emendamento dell'onorevole Di Pietro, con questo argomento. Ritengo che un parlamentare debba fare esclusivamente il parlamentare e che quando si entra in questa Aula e si assume questo incarico non si debba essere nient'altro e non avere altra attività. Peraltro presenterò una proposta di legge. La seconda cosa, molto rapidamente: mi pare che le argomentazioni del collega Giachetti dimostrino che i conflitti di interesse ci sono e che vanno combattuti ovunque. Infine, onorevole Lussana, è vero che i magistrati tornano a fare i magistrati, ma dopo un incarico politico per cinque anni vengono trasferiti ad altra circoscrizione, come immagino le sia noto (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paniz. Ne ha facoltà.

MAURIZIO PANIZ. Signor Presidente, l'onorevole Beltrandi ha dichiarato di sottoscrivere questo emendamento perché serve a ridare dignità al Parlamento. Respingo fermamente queste affermazioni. Il Parlamento ha la sua dignità attraverso l'impegno, la serietà e la dedizione dei suoi componenti, non attraverso la qualifica professionale di qualcuno. Gli avvocati hanno dimostrato nel tempo e nella storia di dare un contributo alla vita della democrazia italiana particolarmente significativo, raggiungendo cariche importanti sotto tutti i punti di vista fino alla massima, Presidenti della Repubblica. Di questo va tenuto conto. I magistrati, secondo quanto è stato ricordato, entrano ed escono da questo Parlamento ricevendo un minuto dopo il loro stipendio in maniera assolutamente costante (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà), mentre gli avvocati, se lasciano per cinque anni il loro studio, devono andare a chiedere per favore a qualcuno che gli apra la porta e chieda la loro assistenza legale. Per questo non voterò l'emendamento Di Pietro (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Pag. 75

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare che ogni deputato alla fine del suo mandato riceve un assegno di fine mandato che è stato spesso giustificato all'opinione pubblica come assegno di reinserimento per poter riprendere la sua privata attività precedente (Commenti).

LUCA D'ALESSANDRO. E allora toglilo ai magistrati!

ANTONIO BORGHESI. Allora, per piacere, vedete di cambiare registro. I conflitti di interesse qui dentro degli avvocati sono enormi (Commenti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Granata. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, credo che molte delle argomentazioni che sono state portate in quest'Aula a contrastare questo emendamento abbiano delle motivazioni profonde, però voglio apporre la mia firma a questo emendamento soltanto per una questione, ossia dopo aver ascoltato l'intervento dell'onorevole Paniz, già noto per averci voluto convincere che Ruby Rubacuori era la nipotina di Mubarak e, quindi, proprio in contrasto a quell'impostazione, io sottoscrivo l'emendamento (Applausi di deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, sulla scia di quanto ha detto efficacemente il presidente Casini, mi permetterò di rammentare soltanto il contenuto dell'articolo 51 della Costituzione che assicura a tutti i cittadini in condizioni di uguaglianza il diritto di accedere al Parlamento e di mantenere nel Parlamento un rapporto in pari condizioni. Questo è un emendamento inammissibile perché viola un parametro costituzionale di uguaglianza per tutti i cittadini. Non me ne vorrà l'onorevole Di Pietro, mi sembra più un fantasma che egli cerca di esorcizzare da tempo - forse ce l'avrà con gli avvocati per qualche motivo e mi dispiace se questo è il motivo - e mi sembra che quando c'è una norma costituzionale che impone un principio di uguaglianza non si possa derogare con un emendamento strumentale, e mi sia consentito forse emotivo, forse troppo giustizialista, a quello che è un parametro che i nostri padri della Costituzione hanno affidato ben oltre gli emendamenti dell'onorevole Di Pietro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Anna. Ne ha facoltà.

VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, non essendo avvocato credo di poter dire qualcosa che non sia sospetto, nel senso che in democrazia ciascuno cerca di esprimere non solo quello che è in grado di poter esprimere. Evidentemente gli avvocati, per questo provvedimento, avranno dato un contributo pregnante. Credo che, se si fosse trattato della riforma della sanità, i medici si sarebbero avvicendati così come stasera l'hanno fatto gli avvocati. Ma Di Pietro poneva un altro problema che andava oltre la questione della professione e lo vuole risolvere a modo suo, cioè affacciando la possibilità che gli avvocati possano sfruttare la carica di presidenti delle società pubbliche e, quindi, non presiedono società private, ma possono presiedere società pubbliche.
Ma io dico, se mi consente l'onorevole Di Pietro, con simpatia, che il problema non è questo: il problema è fare uscire lo Stato dalla gestione degli affari pubblici, perché il punctum dolens non è trovare il Saint-Just che ogni tanto si alza qua dentro e fa il puro più puro che ti epura, ma evitare che lo Stato possa essere una greppia da poter consumare, alla quale nutrire tutte le professioni. Io credo invece in uno Stato minimo, in uno Stato che non Pag. 76abbia partecipate, che non faccia l'imprenditore e quando fa l'imprenditore lo faccia con le regole dell'impresa, non con le regole della compiacenza e dei comparaggi politici e clientelari.

MAURIZIO PANIZ. Chiedo di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO PANIZ. Signor Presidente, intendo parlare per fatto personale nei confronti dell'onorevole Granata: prima di citarmi e prima di citare le mie parole, l'onorevole Granata vada a leggersi l'intervento che è stato fatto e se lo impari bene a memoria, prima di dire stupidaggini in quest'Aula (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, avevo chiesto di intervenire e intervengo brevemente. Vorrei ricordare ai colleghi che hanno opinato su questo tema che qualcun altro prima di noi ne discusse. Furono i padri costituenti che, nel momento in cui fecero i lavori preparatori della Costituzione, addirittura discussero per sei mesi sul fatto se gli avvocati dovessero essere o meno ammessi in Parlamento. Quindi io credo che la riflessione, sia già stata fatta ampiamente in quel periodo, non possa avere oggi delle parziali risoluzioni fatte da qualcuno che magari è più avventizio di quelli che scrissero la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 18.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Galati?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 422
Votanti 405
Astenuti 17
Maggioranza 203
Hanno votato
46
Hanno votato
no 359).

A questo punto, alla luce del fatto che la Commissione bilancio e la Commissione finanze hanno necessità di riunirsi ed anche alla luce del fatto che mi sembra ci sia un accordo, rinvio il seguito dell'esame del provvedimento a domani.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Ma perché non finiamo l'esame dell'articolo 18, non ho capito: l'articolo 18 perché non viene concluso?

PRESIDENTE. Avevamo detto alle 19, perché c'è il problema delle Commissioni. Io starei qui anche dopo, ma la Commissione bilancio deve riunirsi sul provvedimento concernente la delega fiscale il cui esame inizia domani mattina, ecco perché avevamo dei problemi.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 19).

FRANCESCO LARATTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LARATTA. Signor Presidente, intervengo per segnalare una cosa molto delicata: nel corso della notte scorsa è stata registrata una nuova scossa di Pag. 77terremoto nella zona del massiccio del Pollino, al confine tra la Calabria e la Basilicata, teatro da oltre un anno di uno sciame sismico che ha fatto registrare più di 600 scosse.
Nella giornata di ieri, la Commissione per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi ha lanciato un allarme che non può essere sottovalutato: infatti, lo sciame sismico che dal 2010 riguarda l'intera area del Pollino sta creando una crescente preoccupazione nella popolazione interessata. Nei mesi scorsi, ho presentato un atto di sindacato ispettivo al Governo per chiedere cosa pensasse di fare la Protezione civile in Calabria, alla luce di un interminabile sciame sismico. Ho anche segnalato la preoccupazione dei comuni dell'area interessata e dei loro sindaci, che vivono questa situazione con grande preoccupazione, soprattutto, per gli edifici pubblici e, in particolar modo, per le scuole.
Nel rapporto reso noto ieri, signor Presidente, la Commissione grandi rischi sostiene che, negli ultimi sei mesi, la distanza temporale tra uno sciame sismico e il successivo è andata diminuendo e che la sismicità di fondo tra gli sciami è in aumento. Tutto questo rende credibile una situazione di allarme: le scosse - sempre secondo la Commissione - avvengono in una delle macroaree maggiormente sismiche in Italia, dove risultano strutture sismogenetiche capaci di generare terremoti di medie e grandi dimensioni. Dalle analisi è risultato che le probabilità di un evento con magnitudo 5.5 sono aumentate di cento volte.
A questo punto, evitando allarmismi inutili e pericolosi, occorrono misure di prevenzione e informazione della popolazione, che finora, peraltro, ha vissuto le centinaia di scosse che in due anni si sono succedute sul Pollino con grande senso di responsabilità, evitando scene di panico e di confusione. È necessario, come chiede la Commissione - signor Presidente, la prego anche di riferire al Governo di questa vicenda -, che tutti i dati a disposizione dei diversi enti vengano messi a disposizione, soprattutto, i dati dei satelliti e quelli delle indagini geofisiche per la ricerca di idrocarburi.
Chiediamo al Governo di allertare la Protezione civile, le regioni interessate e i comuni della zona calabrese-lucana, affinché si stringa una collaborazione forte e si mettano insieme tutte le forze e le conoscenze per favorire un lavoro di informazione e prevenzione che non può più essere ritardato.

FRANCO STRADELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCO STRADELLA. Signor Presidente, intervengo per informare l'Aula di una situazione che si è venuta a determinare a seguito dell'approvazione di un provvedimento governativo nel trattamento dei cittadini, una discriminazione intollerabile, che necessita di un minimo di cronistoria.
Credo che sia noto a tutti che, tra le città che hanno dichiarato il dissesto, c'è la città di Alessandria, che è capoluogo di provincia, e che nel mese di maggio - è importante dire anche questo - ha cambiato amministrazione, quindi, vi è anche discontinuità amministrativa. A seguito della dichiarazione di dissesto della città di Alessandria, la stessa non viene inserita tra le città meritevoli di aiuti in ordine al fondo che il Governo ha messo a disposizione delle amministrazioni in difficoltà.
La città di Alessandria, come tanti altri centri cittadini, si trova nella situazione, avendo dichiarato il dissesto, di praticare ai propri cittadini il massimo delle aliquote fiscali e il massimo delle tariffe. In una situazione in cui la cittadinanza si sforza di risolvere il problema e di uscire dalle secche di una difficile situazione economica, il Governo propone un decreto con il quale esclude dalle provvidenze e dagli aiuti le città che hanno dichiarato il dissesto.
La situazione di Alessandria è anche legata al fatto che lì la Corte dei conti ha doverosamente fatto verifiche dalle quali è Pag. 78risultato che la contabilità e i bilanci non fossero attendibili, per cui c'è stata da parte della Corte dei conti l'adozione di tutta una serie di provvedimenti che hanno condotto alla dichiarazione di dissesto. Laddove l'organismo di controllo funziona, laddove le amministrazioni comunali assumono le decisioni che devono assumere, io non voglio giudicare se sia positivo il fatto di aver dichiarato il dissesto o sia negativo; così come non voglio dare nessun giudizio sull'amministrazione passata o sull'amministrazione presente.
Voglio soltanto sia chiaro che i cittadini di Alessandria vengono trattati in modo alternativo rispetto a quelli di Palermo che hanno la stessa situazione e che però, non avendo dichiarato il dissesto, per una serie di circostanze non certo dovute alla norma legislativa, si trovano al riparo e quindi hanno queste provvidenze. Voglio aggiungere una considerazione che non centrerebbe niente e che sarebbe del tutto inutile affermare in questo momento, però, siccome sono un cittadino di quella provincia e credo che gli alessandrini meritino il rispetto che è dovuto a tutti i cittadini italiani, da questo momento in avanti non voterò più nessuna questione di fiducia a questo Governo finché non si sarà posto rimedio a questo fatto gravissimo di discriminazione (Applausi del deputato Barbieri).

GIANNI FARINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANNI FARINA. Signor Presidente, premetto che l'apertura della delegazione di Metz della camera di commercio italiana di Parigi veniva decisa diversi anni or sono per poter usufruire di un consistente contributo aggiuntivo da parte del Ministero del commercio estero. Risulta che da anni ormai la camera di commercio italiana di Parigi sia commissariata e in gravissima difficoltà, sommersa da debiti anche a livello fiscale. Ci si domanda per quali motivi si mantenga in vita l'ente che è sempre stato un duplicato dell'istituto del commercio estero, oggi risorto dalle sue ceneri, e questo malgrado il fatto che l'ipotesi di chiusura definitiva sia stata portata a più riprese all'ordine del giorno delle assemblee generali della camera di commercio. Duole a me dover constatare che le forti perplessità manifestate con la mia interrogazione a risposta scritta n. 4/15961, in merito alla scarsa efficienza della delegazione di Metz della camera di commercio italiana di Parigi, sono state, in questi quattro mesi, confermate. In tutto questo tempo non si è avuta notizia della sia pur minima attività di promozione commerciale del nostro Paese. Si è, inoltre, recentemente appreso che neppure quest'anno si è tenuta la giornata italiana alla fiera di Metz, la quinta per importanza a livello francese, che copre inoltre le frontiere del Belgio, del Lussemburgo e della Germania. La giornata italiana, sino al 2010, rappresentava un appuntamento fisso in questa importante manifestazione; oggi il nostro Paese passa in seconda linea in un importante mercato come quello dell'est della Francia, con tutte le sue ricadute nella zona di frontiera. Chiedo nuovamente, pertanto, alla luce della totale inattività della delegazione di Metz e della stessa camera di commercio italiana di Parigi, di conoscere i motivi che ne impediscono la chiusura in una delicatissima fase delle finanze pubbliche e attendo una urgente risposta alla mia interrogazione dal Ministro degli affari esteri. Lo ripeto, mi riferisco all'interrogazione a risposta scritta Farina Gianni n. 4/15961.

MARIO LOVELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, voglio portare all'attenzione sua e, tramite lei, all'attenzione del Governo e dei ministri competenti la situazione drammatica in cui si trova oggi la città di Alessandria dal punto di vista delle finanze di quel comune. Infatti, l'amministrazione in carica, eletta nelle recenti elezioni amministrative di primavera, ha dovuto dichiarare il dissesto sulla base della relazione della Corte dei conti relativa alla gestione della Pag. 79precedente amministrazione. La dichiarazione di dissesto che è stata un fatto certamente traumatico per la città ed è stata fra l'altro il primo caso di un comune capoluogo di provincia in Italia, determina, come è noto, una serie di conseguenze dal punto di vista gestionale che portano l'amministrazione ad incidere pesantemente sulle tasse e le tariffe a carico dei cittadini.
Esse, però, non la mettono in condizione di affrontare un ciclo di ripresa, di sviluppo e di effettivo risanamento dei conti pubblici se non interviene una norma ad hoc di carattere generale, come quella che sembra sia contenuta nel decreto-legge approvato dal Governo la scorsa settimana ma che non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale; quindi, non ne conosciamo il contenuto, e che riguarderebbe soltanto i comuni in stato di pre-dissesto. Allora, com'è stato sollevato anche dal collega Stradella che mi ha preceduto, una tale soluzione individuata dal Governo è del tutto inaccettabile perché non prende in considerazione la situazione di un comune importante, che ha già fatto in questi mesi i passi necessari per uscire dalla situazione drammatica in cui si trova, e che viene praticamente costretto, nei prossimi mesi, a non essere in grado di svolgere appieno le sue attività.
La mia richiesta al Governo è che, se questo è il testo del decreto, quest'ultimo venga, durante il passaggio parlamentare, opportunamente e immediatamente emendato, e ciò sarà oggetto dell'iniziativa dei parlamentari che faranno questo. Tuttavia il Governo deve impegnarsi fin da adesso per fare passare una norma ad hoc, com'è stato oggi richiesto anche dalla presidenza dell'ANCI Piemonte che ha fatto una dichiarazione in proposito: mi riferisco al presidente dell'ANCI Piemonte, Piero Fassino. Bisogna che ci sia un fondo di rotazione per i comuni che si trovano in questa situazione, e quindi anche per il comune di Alessandria, che consente di programmare in un arco di tempo, dai cinque ai dieci anni, l'uscita da una situazione che oggi è veramente difficile e che si ripercuote in particolare sui servizi resi ai cittadini e sulle tasche dei cittadini alessandrini.
Questa situazione è inaccettabile, va corretta e, appena questo decreto-legge sarà incardinato in Parlamento, bisogna affrontarla e bisogna trovare una soluzione correttiva, tanto più che il Governo, prima dell'approvazione del decreto-legge in questione, si era in tal senso impegnato con l'amministrazione comunale di Alessandria in un incontro avvenuto a Palazzo Chigi. Quindi, Presidente, e concludo, questa è la mia richiesta, questo è un impegno che il Governo dovrà prendersi e che io mi premurerò, insieme agli altri colleghi, di sottoporre all'attenzione del Parlamento quando il decreto-legge sugli enti locali verrà alla nostra attenzione.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 10 ottobre 2012, alle 9,30:

1. - Discussione del disegno di legge (per la discussione sulle linee generali):
Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita (C. 5291-A).
- Relatore: Fluvi.

(ore 15)

2. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(ore 16)

3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita (C. 5291-A).
- Relatore: Fluvi.

Pag. 80

4. - Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 601-711-1171-1198 - D'iniziativa dei senatori: GIULIANO; CASSON ed altri; BIANCHI ed altri; MUGNAI: Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 3900-A).

e delle abbinate proposte di legge:
CONTENTO; PECORELLA; CAVALLARO; CAPANO ed altri; BARBIERI; MANTINI ed altri; FRASSINETTI ed altri; CASSINELLI ed altri; MONAI; RAZZI ed altri; CAVALLARO ed altri (C. 420-1004-1447-1494-1545-1837-2246-2419-2512-4505-4614).
- Relatore: Cassinelli.

5. - Seguito della discussione delle mozioni Bersani, Cicchitto, Casini, Misiti, Angela Napoli, Nucara, Moffa, Belcastro e Mosella n. 1-01118 e Di Pietro ed altri n. 1-01129 concernenti iniziative a favore della Calabria.

6. - Seguito della discussione delle mozioni Dozzo ed altri n. 1-01146, Misiti ed altri n. 1-01158, Aniello Formisano ed altri n. 1-01159, Ossorio ed altri n. 1-01162, Fitto ed altri n. 1-01164, Boccia ed altri n. 1-01165 e Iannaccone ed altri n. 1-01167 concernenti criteri di riparto delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione.

7. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
DAMIANO ed altri; DOZZO ed altri; PALADINI ed altri: Modifiche alla vigente normativa in materia di requisiti per la fruizione delle deroghe in materia di accesso al trattamento pensionistico (C. 5103-5236-5247-A).
- Relatore: Muro.

8. - Seguito della discussione delle mozioni Fiano ed altri n. 1-01140, Di Pietro ed altri n. 1-01147, Di Biagio ed altri n. 1-01157, Galletti ed altri n. 1-01160, Gidoni ed altri n. 1-01161 e Mantovano ed altri n. 1-01163 concernenti iniziative per garantire adeguate risorse ai comparti della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico, con particolare riferimento all'assunzione di nuovo personale.

La seduta termina alle 19,15.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO LORENZO RIA SUL COMPLESSO DEGLI EMENDAMENTI ALL'ARTICOLO 1 DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 3900-A

LORENZO RIA. Ci apprestiamo, dopo più di tre mesi dalla discussione generale, a votare la riforma dell'ordinamento forense. Intervenni in sede di discussione generale, rilevando le criticità che si ponevano allora, soprattutto in riferimento alla necessità di creare un raccordo tra più ipotesi normative che avrebbero coinvolto la riforma della professioni. Mi riferisco all'intersezione tra la proposta di legge di oggi e due diversi parametri normativi: la delega al Governo contenuta nella manovra finanziaria dell'agosto 2011 e il «decreto liberalizzazioni». I lunghi tempi di giacenza della riforma dell'ordinamento forense, ci hanno consentito di emendare il testo adeguandolo alle nuove norme, così da evitare potenziali antinomie. Dopo un tentativo non riuscito di trattare il provvedimento direttamente in Commissione con funzione legislativa - il che avrebbe contratto non poco i tempi - finalmente il provvedimento giunge in aula per la votazione e per l'innovazione di una disciplina risalente al 1933! È essenziale, in questa materia, tenere conto del fatto che la professione di avvocato manifesta una sua specificità, anche di rango costituzionale, in quanto parte necessaria del processo e della tutela dei diritti.
È noto, infatti, che il ruolo della difesa tecnica in giudizio presenta un doppio profilo anche in termini deontologici, che potremmo sinteticamente indicare come in parte pubblico e in parte privato. Il lavoro Pag. 81sul provvedimento è stato, dunque, orientato a conciliare tali specificità con i principi generali della recente riforma governativa delle professioni.
Nell'economia della conoscenza e dei servizi, nell'epoca del capitalismo intellettuale e della sussidiarietà, è essenziale che si trasformino le professioni, insieme al contesto nel quale operano.
La riforma si pone come principali obiettivi lo sviluppo della concorrenza (con abolizione delle tariffe e pubblicità informativa); lo sviluppo delle società professionali; maggiori garanzie per imprese e cittadini, con l'obbligo di assicurazione e della formazione permanente; maggiori responsabilità, separando il sistema di disciplina dai consigli degli ordini; maggiore apertura ai giovani professionisti, con la riduzione del tirocinio da ventiquattro a diciotto mesi.
Dalla complessità dei temi si evince che sarà necessaria un'attuazione attenta alla verifica dei risultati e ai miglioramenti che si renderanno necessari.
Per quanto concerne la riforma dell'ordinamento forense la stessa Ministro Severino, nella recente lettera trasmessa alla presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, ha dato atto che «nel corso dell'iter parlamentare del disegno di legge sulla professione forense sono state adottate alcune modifiche che hanno reso l'articolato più coerente con i principi di liberalizzazione richiamati».
Nella stessa occasione, il Ministro della giustizia ha mosso alcuni rilievi su specifici punti del testo ora all'esame dell'aula. Su questi punti il Gruppo dell'Udc ha ritenuto di formulare emendamenti coerenti con le osservazioni del Governo, in larga misura condivisibili, e con le specificità della professione forense oggetto del testo di riforma.
Mi accingo, dunque ad analizzare alcuni degli emendamenti proposti, segnalandone le motivazioni. Intanto, l'articolo 2 introduce una riserva in favore degli avvocati in materia di consulenza legale e assistenza legale stragiudiziale. Si tratta di una limitazione, prevista al comma 6, attualmente assente nella maggior parte degli ordinamenti e che non sembra trovare giustificazione nella tutela di interessi generali, espressamente segnalata dalla Commissione Affari costituzionali come dubbiamente compatibile con la disciplina comunitaria e con la relativa giurisprudenza della Corte di giustizia. Ed in effetti abbiamo presentato, in linea con tale rilievo, un emendamento che restringe la competenza esclusiva alla sola materia processuale. Sottolineo, peraltro, sin da ora il nostro giudizio di inadeguatezza rispetto alla riformulazione del comma 6 dell'articolo 2, presentata dalla Commissione con emendamento 2. 900.
Mi soffermo brevemente sugli emendamenti presentati in ambito di associazioni e società tra avvocati (articolo 4), laddove si è assistito al confluire delle norme sulle società verso un nuovo articolo 5, contenente principi di delega per il Governo. Siamo d'accordo sullo stralcio e ci tengo a sottolineare la nostra contrarietà alla possibilità che le società tra avvocati possano assumere la forma di società di capitali.
L'articolo 9 disciplina, invece, l'istituzione del titolo di specialista, escludendo, nel testo attuale, la possibilità di valutare - in alternativa alla frequenza di corsi - esperienze professionali qualificanti e significative effettivamente maturate per gli avvocati che sono iscritti da meno di vent'anni. Eppure, a nostro avviso, la specializzazione non può equivalere alla mera «anzianità» e, per non discriminare i più giovani, l'Udc ha proposto una specifica modifica, prevedendo che «Gli avvocati che dalla data di entrata in vigore della presente elegge risultano iscritti all'albo da almeno cinque anni sono dispensati dalla frequenza dei corsi di cui al comma 6 e sono autorizzati a qualificarsi con il titolo di specialista in una o più discipline giuridiche previo superamento dell'esame di cui al comma 3». Esprimo, al contempo, favore per la riformulazione dell'articolo 9, proposta dalla collega On. Ferranti.
Quanto all'articolo 10, secondo le osservazioni del Governo, tale disposizione disciplina in modo restrittivo la possibilità di farsi pubblicità ed attribuisce al Consiglio nazionale forense il potere di determinare Pag. 82i criteri concernenti le modalità di informazione e della comunicazione senza stabilire i principi, con ciò conferendo una delega in bianco lesiva della libertà economica dell'avvocato. L'emendamento presentato dal Gruppo Udc risolverebbe il problema con il necessario equilibrio, inserendo nel testo della norma l'obbligo per il CNF di emanare linee guida di riferimento concernenti le modalità dell'informazione e della comunicazione, nel rispetto dei principi indicati nei commi precedenti del medesimo articolo e del principio di leale concorrenza.
Sull'articolo 11, relativo alla formazione continua, penso che sia opportuno e coerente esonerare dall'obbligo, insieme ai professori universitari e ai ricercatori, anche gli avvocati che svolgono incarichi pubblici sempre che tali incarichi siano direttamente connessi a funzioni legislative.
In relazione all'articolo 13 della proposta di riforma, che riguarda il conferimento d'incarico e la determinazione del compenso professionale ci è sembrato equo prevedere che, in caso di liti «quasi temerarie» o palesemente infondate, il giudice potesse porre a carico della parte soccombente i costi pieni del giudizio anche per favorire la deflazione giudiziaria: l'emendamento a nostra firma mira, infatti, nella determinazione con sentenza dei compensi professionali posti a carico della parte soccombente in favore della parte vittoriosa nel giudizio civile e amministrativo, ad attribuire al giudice il potere di superare i parametri in considerazione della evidente infondatezza della domanda o del ricorso.
Do conto, peraltro, del nostro favore rispetto alla riformulazione dell'articolo 13 fondata sull'emendamento a prima firma Cavallaro: la nuova formulazione soddisfa le esigenze di raccordo tra la determinazione dei compensi per la categoria forense e la linea normativa indicata dal decreto legislativo con cui il Governo ha riformato l'intero ambito delle professioni. Per questo motivo preannuncio il nostro voto favorevole all'emendamento così come riformulato.
Con riguardo all'articolo 18, relativo alle incompatibilità con la professione di avvocato, proponiamo di escludere dalle attività di lavoro subordinato previste alla lettera d), il regime di lavoro part-time presso pubbliche amministrazioni territoriali, fatta eccezione per il distretto di Corte di Appello presso il quale è collocato l'ufficio di appartenenza. Tale emendamento è ispirato al rilievo del Governo secondo cui «l'articolo 18, dovrebbe essere rivisto per la parte in cui stabilisce in via generale tipologie di incompatibilità eccessivamente ampie, come quella relativa a qualsiasi altra attività di lavoro autonomo, a qualsiasi attività di lavoro dipendente anche con orario parziale, ovvero alla qualità di amministratore o consigliere delegato di società di capitali, indipendentemente dalla sussistenza di specifiche ragioni di conflitto di interessi con l'esercizio della professione forense, ovvero limita l'iscrizione in altri albi, senza che vengano enunciati specifici motivi ostativi». Si propone dunque, ferme le consolidate incompatibilità, ragionevoli anche sotto il profilo del conflitto d'interessi potenziale, di aprire l'esercizio della professione ai soli professionisti in regime di part-time presso le pubbliche amministrazioni territoriali (al di fuori del distretto di Corte di Appello in cui ha sede l'ufficio).
Mi soffermo brevemente anche sull'articolo 41, laddove, in ossequio alla riforma delle professioni, il tirocinio deve coerentemente essere ridotto, anche per la professione forense, a diciotto mesi, sempre secondo lo spirito di favorire l'accesso ai giovani alla professione medesima.
Gli emendamenti presentati si orientano, quindi, nel senso del raccordo normativo con le nuove direttive in tema di professioni e di liberalizzazioni e non possono non tenere conto dei rilievi dell'esecutivo, specie con riguardo alla delega esercitata dal Governo stesso nel medesimo ambito di competenza.
Penso che il minimo che si richiede al nostro ruolo di rappresentanti in Parlamento sia di utilizzare al meglio i tempi che ci sono concessi e credo che ciò sia stato fatto attraverso il coordinamento Pag. 83della riforma di oggi e le altre norme vigenti in materia, evitando eventuali sovrapposizioni di disciplina o discrasie. Ritengo opportuno richiamare, peraltro, quanto previsto dai commi 6 e 7 dell'articolo 3 della legge n. 148, disposizioni immediatamente successive al comma 5 che contiene i criteri di delega, ossia che l'accesso alle attività economiche e il loro esercizio si basano sul principio di libertà d'impresa e che le relative norme devono garantire tale libertà insieme alla concorrenza. Alla luce di queste disposizioni è d'obbligo segnalare la presenza nel provvedimento che stiamo esaminando, di alcune parti controverse, come la disciplina delle società professionali, le tariffe professionali e tutto il capitolo che regolamenta l'accesso alla professione. La nostra attenzione si è concentrata su questi argomenti per non rischiare di approvare una riforma già destinata ad essere sostituita. L'avvocato è garante del diritto alla difesa e svolge prima di tutto una funzione costituzionale. Trascurando questo presupposto potremmo mortificare e svilire la professione oltre che ledere un principio fondamentale della Carta. Penso che si orienti in tal senso anche l'auspicio espresso dal Ministro di dare, attraverso gli approfondimenti suggeriti, un incentivo alla sempre maggiore qualificazione dell'avvocatura.
Ferma restando la necessità di una svolta liberale in seno alla professione forense, questo alto profilo costituzionale va salvaguardato anche attraverso l'adozione di seri criteri di accesso alla categoria. Com'è noto, il numero degli avvocati è in costante aumento, che non sempre ha un riscontro in termini di qualità e validità della prestazione. Occorre dunque che la riforma punti a selezionare i nuovi professionisti, verificando con scrupolo la loro preparazione secondo un principio squisitamente meritocratico che restituisca alla categoria forense la dignità e il ruolo di grande valore che la stessa Costituzione le riconosce.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE N. 5291

Ddl n. 5291 - Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita

Tempo complessivo: 17 ore, di cui:

  • discussione generale: 7 ore;
  • seguito dell'esame: 10 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 9 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 10 minuti 6 ore e 41 minuti
Popolo della Libertà 44 minuti 1 ora e 11 minuti
Partito Democratico 43 minuti 1 ora e 9 minuti
Lega Nord Padania 48 minuti 1 ora e 18 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 33 minuti 29 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 32 minuti 26 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 25 minuti
Italia dei Valori 45 minuti 1 ora e 13 minuti
Misto: 34 minuti 30 minuti
Grande Sud-PPA 8 minuti 8 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 5 minuti 3 minuti
Fareitalia per la Costituente
Popolare
3 minuti 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti 3 minuti
Movimento per le Autonomie-
Alleati per il Sud
2 minuti 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 3900-A e ab. - em. 1.2 395 394 1 198 394 53 Appr.
2 Nom. em. 1.710 398 397 1 199 397 52 Appr.
3 Nom. em. 1.6 404 404 203 18 386 52 Resp.
4 Nom. em. 1.700 401 401 201 9 392 52 Resp.
5 Nom. em. 1.800 401 399 2 200 390 9 52 Appr.
6 Nom. articolo 1 393 391 2 196 385 6 52 Appr.
7 Nom. em. 2.9 410 403 7 202 33 370 49 Resp.
8 Nom. em. 2.11 410 409 1 205 12 397 49 Resp.
9 Nom. em. 2.19 417 409 8 205 37 372 48 Resp.
10 Nom. em. 2.20 418 412 6 207 33 379 48 Resp.
11 Nom. em. 2.21 415 410 5 206 26 384 48 Resp.
12 Nom. em. 3.2 419 415 4 208 9 406 48 Resp.
13 Nom. em. 3.700 420 417 3 209 390 27 48 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 3 419 417 2 209 411 6 48 Appr.
15 Nom. em. 4.700 433 409 24 205 43 366 48 Resp.
16 Nom. em. 4.701 424 415 9 208 408 7 48 Appr.
17 Nom. articolo 4 422 417 5 209 406 11 48 Appr.
18 Nom. articolo 6 405 402 3 202 402 48 Appr.
19 Nom. em. 7.800 406 402 4 202 402 47 Appr.
20 Nom. articolo 7 411 408 3 205 408 47 Appr.
21 Nom. em. 8.2 405 403 2 202 187 216 47 Resp.
22 Nom. articolo 8 395 392 3 197 380 12 47 Appr.
23 Nom. em. 9.1 382 377 5 189 12 365 47 Resp.
24 Nom. subem. 0.9.900.1 372 362 10 182 355 7 47 Appr.
25 Nom. em. 9.900 375 369 6 185 369 47 Appr.
26 Nom. em. 2.24, 2.100, 2.101 445 379 66 190 47 332 50 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 2.29, 2.30, 2.31 442 436 6 219 30 406 50 Resp.
28 Nom. em. 2.900 n.f. 447 413 34 207 392 21 49 Appr.
29 Nom. em. 2.700 460 450 10 226 33 417 48 Resp.
30 Nom. em. 2.39 465 458 7 230 442 16 48 Appr.
31 Nom. articolo 2 463 435 28 218 425 10 48 Appr.
32 Nom. em. 5.900 n.f. 455 426 29 214 412 14 48 Appr.
33 Nom. em. 10.2 449 424 25 213 19 405 48 Resp.
34 Nom. em. 10.3 450 412 38 207 18 394 49 Resp.
35 Nom. em. 10.710 448 446 2 224 426 20 49 Appr.
36 Nom. em. 11.900 450 443 7 222 441 2 49 Appr.
37 Nom. em. 11.12 453 450 3 226 22 428 49 Resp.
38 Nom. em. 11.901 457 448 9 225 437 11 49 Appr.
39 Nom. em. 11.23 460 455 5 228 22 433 49 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 11.25 466 458 8 230 448 10 49 Appr.
41 Nom. articolo 11 458 454 4 228 448 6 49 Appr.
42 Nom. em. 12.1 458 453 5 227 446 7 49 Appr.
43 Nom. em. 12.2 460 455 5 228 23 432 48 Resp.
44 Nom. em. 12.700 464 455 9 228 416 39 48 Appr.
45 Nom. em. 12.4 459 459 230 231 228 48 Appr.
46 Nom. articolo 12 463 461 2 231 451 10 48 Appr.
47 Nom. em. 13.1000 456 427 29 214 17 410 48 Resp.
48 Nom. em. 13.900 n. f. 441 409 32 205 377 32 48 Appr.
49 Nom. em. 14.3 451 441 10 221 432 9 48 Appr.
50 Nom. articolo 14 445 440 5 221 439 1 48 Appr.
51 Nom. em. 15.2 448 444 4 223 20 424 48 Resp.
52 Nom. em. 15.7 447 425 22 213 16 409 48 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 15.6 444 422 22 212 14 408 48 Resp.
54 Nom. articolo 15 453 428 25 215 417 11 48 Appr.
55 Nom. em. 16.1 rif. 451 449 2 225 446 3 49 Appr.
56 Nom. em. 17.900 442 439 3 220 439 49 Appr.
57 Nom. em. 17.700 439 437 2 219 436 1 49 Appr.
58 Nom. em. 17.11 450 438 12 220 124 314 49 Resp.
59 Nom. em. 17.910 449 441 8 221 434 7 48 Appr.
60 Nom. em. 17.13 453 445 8 223 60 385 48 Resp.
61 Nom. em. 17.14 449 444 5 223 30 414 48 Resp.
62 Nom. em. 18.2 456 453 3 227 6 447 48 Resp.
63 Nom. em. 18.251 458 433 25 217 420 13 47 Appr.
64 Nom. em. 18.700 452 430 22 216 423 7 47 Appr.
65 Nom. em. 18.6 450 447 3 224 48 399 47 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 69)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 18.155 440 423 17 212 24 399 47 Resp.
67 Nom. em. 18.701 444 438 6 220 7 431 47 Resp.
68 Nom. em. 18.8 446 443 3 222 38 405 47 Resp.
69 Nom. em. 18.9 422 405 17 203 46 359 47 Resp.