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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 695 di martedì 2 ottobre 2012

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 11,30.

MICHELE PISACANE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Bindi, Buttiglione, Cirielli, Dal Lago, Dussin, Fallica, Fava, Gregorio Fontana, Tommaso Foti, Jannone, La Loggia, Lamorte, Lombardo, Lucà, Mazzocchi, Migliori, Mura e Pecorella sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 11,35).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Elementi ed iniziative di competenza in relazione ad episodi di violenza che vedono coinvolti aderenti all'associazione CasaPound - nn. 3-00897, 3-01961 e 3-02275)

PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Motta n. 3-00897, Santagata n. 3-01961 e Motta n. 3-02275, concernenti elementi ed iniziative di competenza in relazione ad episodi di violenza che vedono coinvolti aderenti all'associazione CasaPound, che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A - Interrogazioni e interpellanze).
Il sottosegretario di Stato per l'interno, De Stefano, ha facoltà di rispondere.

CARLO DE STEFANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, con le interrogazioni all'ordine del giorno della seduta odierna, alle quali rispondo congiuntamente, gli onorevoli Motta e Santagata si soffermano su alcuni episodi riguardanti esponenti dell'organizzazione CasaPound, chiedendo di conoscere le iniziative che si intendono assumere per il ripristino della legalità. Rispondo sulla base degli accertamenti disposti per il tramite della Prefettura di Parma e del Dipartimento della pubblica sicurezza.
Voglio premettere, innanzitutto, che nella provincia di Parma i movimenti politici di destra confluiscono nell'organizzazione CasaPound, composta da circa trenta militanti e con sede in via Jacchia nel quartiere Montanara, a poche centinaia di metri dal circolo Arci «Minerva». La presenza di CasaPound in quell'area, nel recente passato, ha provocato, oltre a richieste di trasferimento e di chiusura Pag. 2della sede, denunce all'autorità giudiziaria per ingiurie e apologia del razzismo e altre forme di protesta.
L'associazione, nel tempo, ha organizzato diverse manifestazioni tra cui la presentazione di opere letterarie di revisionismo storico sul fascismo e volantinaggi denigratori della Resistenza. In proposito, aggiungo che in quella provincia soltanto in un caso sono state rinvenute copie del volantino citato dall'onorevole interrogante, e precisamente presso un istituto tecnico commerciale del capoluogo, cui è iscritto un militante del sodalizio recentemente eletto nel consiglio della consulta provinciale degli studenti medi. L'episodio, peraltro, non è riconducibile ad un'ordinaria diffusione di materiale propagandistico, ma appare dovuto a un occasionale rinvenimento, che, inserito nel circuito mediatico, si è autonomamente amplificato.
Fino agli episodi del 12 maggio scorso, richiamati in uno dei tre atti parlamentari, il movimento non aveva posto in essere azioni particolarmente significative, sebbene le frequenti visite a Parma dei vertici nazionali dell'organizzazione evidenziassero un accresciuto interesse politico del movimento per quella realtà.
I disordini cui fa riferimento l'onorevole interrogante sono avvenuti nel pomeriggio di sabato 12 maggio e risultano collegati al festeggiamento, da parte di aderenti al sodalizio, per la conclusione dei lavori di ristrutturazione dei locali della già citata sede di via Jacchia. Nell'occasione un gruppo di circa quaranta persone, di area politica avversa, ha organizzato un presidio di protesta.
Tale circostanza ha indotto la Questura a predisporre idonee misure preventive e di contenimento, volte a mantenere a debita distanza i due gruppi e ad evitare disordini. Nonostante le misure preventive, tre aderenti di CasaPound sono stati oggetto di una circoscritta provocazione che ha causato il parziale danneggiamento della vettura sulla quale i medesimi viaggiavano.
A fronte di tale episodio, gli attivisti dell'organizzazione CasaPound sono stati accompagnati, dalle forze di polizia, fin oltre la periferia cittadina. Gli stessi attivisti, successivamente, sono ritornati nel quartiere Montanara, recandosi presso il circolo Arci Minerva, ed entrando in contatto con gli aderenti al circolo, hanno dato luogo a una rissa, immediatamente sedata dal personale della Polizia. Uno dei soggetti coinvolti ha riportato lesioni alla testa.
Ai partecipanti, pertanto, è stato contestato il reato di rissa aggravata.
L'immediata perquisizione della sede di CasaPound, prontamente effettuata da uomini della questura, ha dato esito negativo, non essendo stato rinvenuto materiale di eventuale interesse sul piano penale. È, comunque, in corso l'attività investigativa, finalizzata a completare l'identificazione di tutte le persone coinvolte. A tale scopo vengono utilizzate le immagini della videosorveglianza attiva in loco. Presso la sede di CasaPound dal 14 maggio è attivo un servizio di vigilanza dinamica.
A seguito degli episodi descritti, il prefetto ha immediatamente convocato una riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia per le opportune valutazioni. Nel corso della riunione il questore ha escluso possibili ripercussioni sul sereno svolgimento del turno di ballottaggio in corso per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale di Parma che, infatti, si è tenuto regolarmente, senza alcuna turbativa per l'ordine pubblico. Assicuro, comunque, che la situazione continua ad essere costantemente seguita dalle locali autorità provinciali di pubblica sicurezza.
Venendo ora alle minacce a un giovane da parte di due attivisti della predetta organizzazione, al quale ha fatto riferimento la stessa onorevole Motta nel corso della seduta della Camera dei deputati dello scorso 12 settembre, voglio assicurare che l'episodio è all'attenzione dei responsabili delle forze dell'ordine. Bisogna, tuttavia, rilevare che non vi è stata alcuna richiesta d'intervento alle forze di polizia, né è stata presentata alcuna denuncia al riguardo.
Aggiungo, infine, che nella mattinata del 16 settembre scorso, una ventina di Pag. 3attivisti del movimento CasaPound ha effettuato nel parco cittadino un sit in di protesta sul tema «stop alle violenze sessuali, al degrado, alla droga e alla prostituzione». La manifestazione, regolarmente preavvisata, si è svolta senza criticità e nel pieno rispetto delle indicazioni date agli organizzatori dalle autorità di pubblica sicurezza.
Su un piano più generale, negli ultimi anni il panorama nazionale dell'estremismo di destra è stato caratterizzato dalla crescente affermazione del sodalizio CasaPound, associazione sorta nel dicembre 2003 ma che ha avuto formale ufficializzazione nel 2007. L'incremento delle attività di propaganda e l'interesse del sodalizio per temi a forte rilevanza sociale, hanno accentuato la concorrenzialità con i gruppi di opposto orientamento e ciò ha favorito la nascita di un clima di accesa contrapposizione e di reciproca aggressività.
Il Ministero dell'interno ha seguito l'evolversi del fenomeno, dedicando particolare attenzione all'attività dei gruppi politici estremisti e alle frange più radicali in tutte le zone d'Italia. Le autorità provinciali di pubblica sicurezza svolgono una costante attività di prevenzione attraverso un attento monitoraggio ed un'accurata raccolta informativa nei confronti dei movimenti estremisti, sia di destra sia di sinistra, finalizzata al mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica. In tale contesto, vengono costantemente controllati anche i luoghi di aggregazione dei simpatizzanti del movimento politico CasaPound, e le iniziative assunte dai medesimi.
Per quanto concerne gli esiti dell'azione di contrasto nei confronti dell'estremismo di destra, dal 1o gennaio 2012 ad oggi sono stati arrestati 11 militanti e ne sono stati denunciati 109.
In relazione, infine, al riferimento allo scioglimento di movimenti che si ispirano al fascismo, ricordo che l'ordinamento vigente consente l'adozione di tale provvedimento (XII disposizione transitoria e finale della Costituzione) solo a seguito di una sentenza penale irrevocabile che abbia accertato il verificarsi in concreto della fattispecie della riorganizzazione del disciolto partito fascista (articolo 3 della legge 20 giugno 1952, n. 645, così come modificata dall'articolo 7 della legge 22 maggio 1975, n. 152).
Allo stato attuale non si è a conoscenza di pronunce giurisdizionali che consentano l'adozione di provvedimenti di tale natura.

PRESIDENTE. L'onorevole Motta ha facoltà di replicare per le sue interrogazioni nn. 3-00897 e 3-02275 e per l'interrogazione Santagata n. 3-01961, di cui è cofirmataria.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la puntuale risposta alle tre interrogazioni che ho presentato. Prendo atto di queste precisazioni, che sono importanti perché spiegano e, in un certo senso, danno delle indicazioni precise sulla presenza e sull'attività di CasaPound a Parma e a livello nazionale.
Si tratta di risposte che, però, signor sottosegretario, ho dovuto ripetutamente sollecitare, anche se va riconosciuto che i fatti accaduti il 12 maggio 2012 nel quartiere Montanara di Parma, che lei ha testé ricordato, sono stati oggetto di un'analoga interrogazione al Senato e che il Governo aveva già risposto, ricostruendo quanto accaduto in quella circostanza.
Prendo atto, signor sottosegretario, dell'impegno del Governo, ma ci tengo a svolgere, avendone la possibilità, alcune considerazioni. I motivi che hanno determinato gli atti di sindacato ispettivo nei confronti di CasaPound rimangono purtroppo ancora attuali: l'episodio che lei ha ricordato dell'inizio di settembre, nel quale esponenti di CasaPound di Parma hanno rivolto minacce, dopo averlo atteso sotto casa, ad un giovane appartenente ad un comitato antifascista della città, rimarca tutte le preoccupazioni che noi abbiamo in più occasioni espresso.
Effettivamente, capisco che occorrono degli atti concreti, come quello di una denuncia circostanziata, ma lei sa che purtroppo, anche in occasione di fatti Pag. 4episodici, si ha la difficoltà ad individuare gli effettivi responsabili dei fatti stessi. Comunque, anche questo è un atto intimidatorio, come quelli che si sono susseguiti, sia a livello locale, sia a livello nazionale, dalla formazione dell'associazione CasaPound nel 2007 in tutta Italia e che, quasi sempre, sono sfociati in atti di violenza e di aggressione. Ricordo quella nei confronti del direttore del quotidiano on-line, Il Futurista, Filippo Rossi, avvenuta qualche mese fa, che aveva osato criticare gli esponenti di CasaPound dopo l'assassinio, avvenuto nel dicembre del 2011, di due senegalesi a Firenze per mano di un militante di CasaPound. Jannone, leader nazionale di CasaPound ha definito quel pestaggio uno schiaffone futurista. Allo stesso modo, credo che possano ritenersi assolutamente inaccettabili le parole di esultanza di esponenti di CasaPound per la morte di Pietro Saviotti, il capo del pool antiterrorismo della procura di Roma, reo di aver fatto arrestare un esponente del movimento, o gli evviva per la morte di Giorgio Bocca.
Pochi esempi - ho citato i più noti anche perché riportati ampiamente dalla stampa - tra i molti che si potrebbero ricordare, a conferma del fatto che CasaPound fonda sulla violenza fisica e verbale e sull'intolleranza, i suoi principi ispiratori, che sono frutto di una cultura squadrista, di un'ideologia esplicitamente dichiarata di neofascismo, anzi di fascismo del terzo millennio, come loro la definiscono, un'ideologia assolutamente e radicalmente contraria ai nostri valori costituzionali.
Le offese rivolte all'ANPI, cioè all'Associazione nazionale dei partigiani d'Italia, fatto che è stato oggetto di una delle interrogazioni a cui lei ha testé risposto, ne è la dimostrazione più evidente: rinnegare la resistenza, anzi definirla come raffiche di mitra, violenze e stupri, è inaccettabile. Non si riconosce, dicendo questo - mi avvio alla conclusione, signor Presidente - la storia del Paese e coloro che, lottando per la libertà, restituirono dignità all'Italia e posero le basi per i principi che ispirarono i nostri costituenti.
Per questo, rinnovo al Governo una richiesta sulla quale lei non si è soffermato, signor sottosegretario. Ritengo che sia inammissibile che un'associazione come quella possa godere della qualifica di associazione di promozione sociale e che questo possa consentire a tale associazione di godere di particolari agevolazioni fiscali e del 5 per mille. Mi rendo conto che questo sia un tema difficile, ma il Governo deve assolutamente approfondirlo.
In chiusura, signor sottosegretario, prendo atto della sua precisazione, ossia che la chiusura di CasaPound può solo avvenire a seguito di una sentenza penale irrevocabile per una fattispecie certa di riorganizzazione del disciolto partito fascista.
Però ci sono, secondo me, tutti gli estremi perché il Governo continui a vigilare molto attentamente, non sottovaluti minimamente il fenomeno, perché dobbiamo tutti quanti, Governo, istituzioni e Parlamento, difendere il nostro sistema democratico da qualsiasi attacco e da qualsiasi fenomeno eversivo.

(Iniziative per garantire un'adeguata sicurezza nel territorio di Pisticci (Matera) - nn. 3-01739, 3-01997 e 3-02101)

PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Burtone n. 3-01739, Cuomo n. 3-01997 e Burtone n. 3-02101, concernenti iniziative per garantire un'adeguata sicurezza nel territorio di Pisticci (Matera), che vertono sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni). Il sottosegretario di Stato per l'interno, Carlo De Stefano, ha facoltà di rispondere.

CARLO DE STEFANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, rispondo congiuntamente alle interrogazioni iscritte all'ordine del giorno con le quali gli onorevoli Burtone e Cuomo segnalano alcuni episodi delittuosi, in particolare furti e rapine, avvenuti nel periodo compreso tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 nel territorio di Pisticci in Pag. 5provincia di Matera, chiedendo l'intensificazione dei servizi di sicurezza sul territorio.
Gli episodi si riferiscono, in particolare, alle rapine in danno dell'istituto bancario Carime, nella frazione di Marconia, del portavalori di un istituto di vigilanza e di una sala giochi. Inoltre in Pisticci Scalo, nella notte tra il 9 e 10 febbraio del 2012, si è verificato un tentativo di furto presso una tabaccheria, immediatamente sventato grazie al tempestivo intervento di personale del commissariato della Polizia di Stato di Pisticci. Sempre nella medesima località, il 25 giugno 2011, è stato perpetrato un furto presso uno stabilimento della Società Mebadoors, con sede nella zona industriale, da cui sono stati asportati un autocarro, varie attrezzature e lamiere per porte blindate. Preciso che l'opificio risulta sprovvisto di impianto di videosorveglianza, a differenza di tutti gli altri impianti esistenti nell'area industriale.
Grazie anche all'intensificazione dei servizi di istituto, non si sono di recente registrati ulteriori furti presso le aziende che ricadono nell'intera area industriale, né si segnalano episodi delittuosi sistematici. L'area comunque rientra tra gli obiettivi sensibili, costantemente vigilata dalle forze dell'ordine. Voglio segnalare che la Prefettura, già nella immediatezza degli episodi ricordati, ha convocato diverse riunioni del Comitato tecnico di coordinamento interforze, al fine di acquisire ogni notizia utile per l'individuazione di soluzioni volte a contrastare la recrudescenza dei reati.
Il presidio delle forze di polizia sul territorio è costituito da una compagnia e da una stazione dell'Arma - ove, complessivamente, prestano servizio 43 militari, uno in più rispetto alla previsione organica - nonché da un commissariato distaccato di pubblica sicurezza che dispone di 30 appartenenti ai ruoli operativi della Polizia di Stato rispetto ai 36 previsti. Tale decremento è parzialmente compensato dalla presenza di due appartenenti ai ruoli tecnici della Polizia di Stato che, addetti ai corrispondenti settori, contribuiscono ad assicurare la funzionalità della struttura.
Tali presidi assicurano un costante controllo del territorio, conseguendo soddisfacenti risultati nell'individuazione di alcuni autori di reati e nel recupero di parte della refurtiva. Ulteriori potenziamenti potranno essere valutati compatibilmente con le priorità di altri uffici e reparti distribuiti sull'intero territorio nazionale, nonché con i limiti delle nuove immissioni in servizio recentemente imposti dal decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 in materia di spending review.
Iniziative finalizzate ad accrescere il livello di sicurezza sono state intraprese in apposite riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, alle quali hanno partecipato i sindaci dei comuni della fascia jonica. In particolare, sono state promosse efficaci azioni di prevenzione e contrasto alla criminalità, anche mediante l'installazione di sistemi più avanzati di videosorveglianza. Al fine di coordinare tutte le attività connesse all'installazione dei predetti sistemi è stato istituito un tavolo tecnico, coordinato dal questore di Matera.
Il comune di Pisticci sta predisponendo un progetto di videosorveglianza per il controllo di alcuni ambiti del territorio comunale che appaiono più a rischio per i fenomeni delinquenziali.
Ricordo inoltre che, anche a seguito degli episodi delittuosi segnalati dagli onorevoli interroganti, il citato dispositivo di sicurezza viene periodicamente supportato da unità specializzate dei Reparti prevenzione crimine in Basilicata della Polizia di Stato per l'intensificazione dei controlli ordinari e straordinari del territorio.
A seguito di mirate indagini dell'Arma dei carabinieri sono state arrestate diciannove persone ed è stato individuato ed identificato un sodalizio dedito ai furti, operante anche nel territorio di Pisticci.
Lo scorso 14 agosto, nel corso dell'operazione della polizia di Stato denominata «Scudo d'estate» - che ha impegnato personale della squadra mobile della questura e dei commissariati di pubblica sicurezza Pag. 6di Pisticci e di Scanzano Jonico, del reparto prevenzione crimine della Basilicata ed un equipaggio elitrasportato del IX reparto volo di Bari - sono stati eseguiti in quell'area accurate verifiche nei confronti di persone sottoposte ad obblighi e prescrizioni imposte dall'autorità giudiziaria o dall'autorità di pubblica sicurezza, perquisizioni domiciliari nei confronti di persone pericolose o sospette, nonché posti di controllo lungo la principale viabilità locale.
La costante attività di prevenzione e repressione condotta dalle forze dell'ordine ha consentito di ottenere risultati soddisfacenti con un trend favorevole sia in termini di reati consumati, che di quelli scoperti. Nello specifico, per quanto concerne l'andamento della delittuosità nel territorio comunale di Pisticci, i dati interforze forniti dal servizio analisi criminale evidenziano, nei primi sette mesi del corrente anno, rispetto all'analogo periodo di riferimento del 2011, una diminuzione generale dei delitti pari al 22 per cento (con un calo dei furti del 4 per cento). Inoltre, un'incisiva attività di controllo del territorio ha consentito di denunciare 149 persone, di cui ventuno sono state arrestate.

PRESIDENTE. L'onorevole Burtone ha facoltà di replicare per le sue interrogazioni nn. 3-01739 e 3-02101.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, ho apprezzato la risposta del Governo, perché ha fatto un esame dettagliato di quello che si sta verificando in quel territorio. Dirò qualcosa anche sugli interventi che il sottosegretario ha qui indicato, perché debbo manifestare qualche perplessità. Non posso dichiararmi totalmente soddisfatto rispetto alle ipotesi che si vogliono mettere in campo.
Insieme al collega Cuomo ho presentato queste tre interrogazioni, che vertono sul tema dell'ordine pubblico in quel vasto territorio, e ho posto all'attenzione del Governo tre episodi che hanno colpito l'opinione pubblica, ma ce ne sono altri che potremmo indicare (una rapina ad un portavalori, un furto in un'azienda agricola, un tentativo di rapina nella tabaccheria di Pisticci Scalo). Ho voluto indicare, insieme al collega Cuomo, questi tre episodi per dire, signor sottosegretario, che ci troviamo di fronte ad episodi di violenza che colpiscono non solo inermi cittadini, ma anche attività produttive in quella comunità.
Proprio stamani una notizia di stampa riferisce di un incendio nell'area della località Bruna della frazione Marconia di Pisticci. Sono anche questi segnali significativi. In estate c'è stato anche un tentativo di furto di pannelli solari. Vengono attaccate le attività produttive. Si crea un clima di insicurezza in un territorio vasto, che ha già problemi di tenuta occupazionale e si induce quindi a fare passi indietro nel tentativo di investire e di creare occupazione. Ecco perché noi vorremmo un'attenzione molto seria da parte dello Stato.
Mi sono permesso di scrivere una lettera al prefetto, che in maniera molto garbata mi ha risposto, ponendo il tema del rafforzamento dei presidi di ordine pubblico in quelle comunità. Abbiamo aggiunto la necessità di dotare anche queste aree - a Pisticci incide un'area industriale molto significativa del Mezzogiorno - di sistemi di videosorveglianza, che sappiamo sostenuti anche dagli aiuti europei per la legalità e per lo sviluppo, che sono fondamentali per creare i presupposti di alcuni interventi per lo sviluppo e per l'occupazione.
Signor Presidente, arrivo alla conclusione. Vede, signor sottosegretario, purtroppo noi non abbiamo apprezzato quella parte di riduzione della spesa richiesta dal Governo con un provvedimento ad hoc che ha riguardato la riduzione delle risorse per la difesa della legalità e dell'ordine pubblico. Le porto un esempio concreto: il concorso del 16 febbraio 2012.
Di 1.886 allievi carabinieri sono stati assunti soltanto 200. Sono stati illusi tantissimi giovani: hanno partecipato, a proprie spese, ad un concorso, hanno superato le prove, sono idonei e il Governo ha Pag. 7assunto soltanto 200 unità. In un Paese che ha problemi seri di criminalità organizzata e mafiosa lo Stato non può e non deve fare passi indietro!
Già vi è stata la riduzione di presidi importanti a tutela della legalità, con la chiusura di alcuni tribunali, però richiamiamo il Governo sul tema dell'inserimento in questi settori così sensibili di coloro i quali hanno effettuato delle prove e sono stati dichiarati idonei, e quindi hanno diritto al lavoro.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Burtone.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, concludo con questo auspicio. Ecco perché dichiaravo il mio apprezzamento per il modo con cui il sottosegretario ha esposto i fatti, però il Governo si deve impegnare in questo senso e il primo passaggio è quello di rafforzare i presidi di legalità, immettendo forze nuove e giovani che vogliono lavorare per lo Stato e per tutelare la legalità nella nostra comunità.

PRESIDENTE. L'onorevole Cuomo ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-01997.

ANTONIO CUOMO. Signor Presidente, vorrei aggiungere poche altre riflessioni alle considerazioni svolte dal collega Burtone, tra l'altro molto dettagliate ed esplicite.
Nel ringraziare il sottosegretario, vorrei soffermarmi su un aspetto leggermente più generale, perché, nella particolarità, il collega ha segnalato con la dovuta pervicacia i fatti reali di quel territorio.
Penso che la risposta che il Governo ci ha dato - una risposta apprezzabile, come diceva il collega Burtone - sia un po' carente in alcune parti, perché il problema si risolve, essenzialmente, se il Governo decide di dare soprattutto più risorse al Mezzogiorno d'Italia. Noi stiamo parlando di un'area che, ancora oggi, rispetto alle aree della Campania, della Calabria e della stessa Sicilia, resta virtuosa, ma, con il passare del tempo, mi rendo conto che anche la Basilicata è contagiata dal fenomeno della microcriminalità, per non dire della criminalità storica che attanaglia un po' tutto il Mezzogiorno d'Italia.
Questo è un aspetto personale che ci tengo a mettere in risalto, invitando il Governo ad essere più riflessivo. Il problema sono le risorse, oltre che i mezzi e gli uomini. Ancora oggi, nel riparto, il Governo mette a disposizione del Mezzogiorno d'Italia e di queste aree meno risorse di quelle che, nella ripartizione geografica, spettano loro.
Capisco la spending review, capisco tutto, però, se qualche risorsa si recupera, va utilizzata lì dove vi è necessità, mettendo in sicurezza un territorio che è in forte crescita, perché noi stiamo parlando della piana di Matera, di una zona che ha un forte sviluppo produttivo, ma che abbraccia anche una fascia turistica, quella del Metaponto. Quindi, è una zona che può dare segnali di ripresa, anche in un momento così difficile per l'economia del nostro Paese.
Per concludere, voglio fare ancora qualche battuta. La riflessione e la considerazione fatte dal collega Burtone sono perfette. La mia riflessione serve a stimolare, nella persona del sottosegretario, il Governo a recepire qualcosa in più rispetto alle valutazioni, anche discrezionali, che il Governo effettua nell'esercizio delle proprie funzioni. Bisogna considerare il Mezzogiorno alla pari - non voglio sembrare partigiano - delle altre zone del nostro Paese, perché la prevenzione verso certi fenomeni si fa con risorse finanziarie che il sud non ha.
La risposta del sottosegretario, come ha detto prima il collega Burtone, è apprezzabile perché molto dettagliata e segnala anche risultati rilevanti ottenuti dalle forze dell'ordine. Dalle notizie che abbiamo avuto, si comprende che il territorio è monitorato in maniera concreta e costante. Credo, però, che il Governo possa e debba fare di più, soprattutto in una fase in cui vi è bisogno di sicurezza per incentivare Pag. 8lo sviluppo, la voglia di investire e i cittadini a credere nella ripresa del nostro Paese.

(Orientamenti del Governo in merito all'inserimento della linea ferroviaria terzo valico dei Giovi all'interno della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) - n. 2-01458)

PRESIDENTE. L'onorevole Lovelli ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01458, concernente orientamenti del Governo in merito all'inserimento della linea ferroviaria terzo valico dei Giovi all'interno della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, signor sottosegretario, preliminarmente devo osservare che la risposta viene data, purtroppo, con grave ritardo: infatti sono passati sei mesi dal momento in cui ho presentato l'interpellanza in oggetto e, pertanto, i presupposti della stessa sono in parte superati dagli eventi successivi, in particolare per quanto riguarda l'avvio dei cantieri delle attività espropriative, i contatti con gli enti locali e le proposte che gli stessi hanno formulato a Rete Ferroviaria Italiana e al general contractor Cociv, riassunte in modo puntuale nella delibera n. 56 del 30 luglio del consiglio provinciale di Alessandria per la parte piemontese, trasmessa all'attenzione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Su alcuni temi vi sono state anche interlocuzioni con i comuni, tendenti ad affrontare i problemi sorti per gli espropri e i lavori preliminari all'apertura vera e propria dei cantieri, così come passi avanti sono stati fatti per l'istituzione dell'osservatorio ambientale previsto nella delibera CIPE n. 80 del 2006, che ha approvato il progetto definitivo.
La qualità dell'interpellanza in oggetto rimane, peraltro, intatta nei suoi contenuti essenziali, malgrado le novità successivamente intervenute, tenuto conto del dibattito e del confronto che si sono sviluppati sul territorio, con posizioni spesso contrapposte, sulla utilità e necessità dell'opera, sul suo impatto ambientale ante operam, per la realizzazione dei cantieri, e post operam, per la gestione e l'esercizio della nuova infrastruttura ferroviaria.
Va comunque tenuto conto che gli enti locali sono intervenuti in tutta la fase procedurale che ha accompagnato l'approvazione del progetto, a cominciare da quello preliminare approvato dal CIPE nel 2003, con appositi accordi procedimentali riguardanti sia il miglioramento e la permeabilità della linea storica Torino-Genova e della Novi Ligure-Tortona, sia la valorizzazione dell'area logistica della Valle Scrivia e dell'alessandrino, per il quale il CIPE ha prescritto, appunto, il recepimento delle prescrizioni e delle raccomandazioni contenute nell'allegato della delibera stessa e proposte dalle regioni, dalla provincia e dai comuni interessati.
Oggi vi è, pertanto, la necessità di un chiarimento - direi definitivo - da parte del Governo, che prenda le mosse dall'effettiva attuazione delle delibere CIPE, dal controllo da parte dello stesso Governo dell'atto integrativo tra Rete Ferroviaria Italiana e il general contractor Cociv - a cui il Governo precedente aveva affidato l'esecuzione delle opere -, dalla verifica della congruità dell'elaborazione progettuale in corso con le prescrizioni e le raccomandazioni prima richiamate - a cominciare dallo studio di fattibilità richiesto per l'impatto dell'opera sul nodo ferroviario di Novi Ligure - e, infine, ultimo, ma non ultimo, dalla risposta complessiva sulle preoccupazioni per l'impatto ambientale della stessa, come richiesto dai cittadini e ribadito dagli enti locali, in particolare dalla delibera del consiglio provinciale di Alessandria sopra richiamata, soprattutto sotto il profilo del ritrovamento di amianto e dei possibili danni alla salute per quanto riguarda l'interferenza con le falde acquifere e la loro salvaguardia.
Tutto questo senza dimenticare l'aggiornamento delle previsioni di traffico passeggeri e merci e dell'evoluzione dei costi realizzativi dell'opera, in un quadro di compatibilità della finanza pubblica che Pag. 9deve trovare risposte nella nota di aggiornamento del DEF, oggi all'esame dell'Aula, con l'allegato infrastrutture.
Infine, resta aperto il tema dell'attivazione di un osservatorio tecnico, eventualmente abbinato all'osservatorio ambientale, e di un tavolo istituzionale interregionale per accompagnare la realizzazione dell'opera.
Confido in un suo puntuale chiarimento e mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Guido Improta, ha facoltà di rispondere.

GUIDO IMPROTA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, mi scuso preliminarmente per il ritardo con il quale provvedo a rispondere all'interpellanza, nonostante la mia personale sensibilità ad assicurare un dialogo quanto più tempestivo e proficuo con il Parlamento.
Con riferimento alla richiesta dell'onorevole interpellante circa l'inserimento della linea ferroviaria terzo valico dei Giovi all'interno delle reti TEN-T di cui alla proposta di regolamento europeo (COM(2011)650 def), faccio presente che il terzo valico dei Giovi, pur essendo stato previsto quale infrastruttura strategica di rilevanza europea dalla decisione n. 884/2004 del Consiglio europeo, non ha avuto accesso a nessun finanziamento europeo, in quanto considerato valico interno di un Paese membro.
Tuttavia, è impegno del Governo, già evidenziato nella fase istruttoria dell'aggiornamento delle reti TEN-T, affinché nell'individuazione delle reti core e comprehensive possa prevedersi un consistente finanziamento europeo per la linea ferroviaria Alta Velocità (AV) del terzo valico dei Giovi. Il nostro Paese ha finora garantito impegni finanziari rilevanti, progettando, aprendo cantieri e completando un numero consistente di interventi sui corridoi comunitari.
In particolare, sono state programmate opere sui vari corridoi per 90,3 miliardi di euro, di cui cantierate opere per 26,2 miliardi di euro e completate opere per 27,3 miliardi di euro. Nessun Paese dell'Unione europea ha garantito un impegno finanziario così rilevante. Per questo, in più occasioni abbiamo ribadito che nel nuovo Fondo delle reti TEN-T, allo stato stimato in circa 31 miliardi, si proceda ad un'equa assegnazione di risorse non solo per i segmenti frontalieri, come il nuovo tunnel ferroviario lungo l'asse Torino-Lione e come il Brennero, ma anche per segmenti interni come il terzo valico dei Giovi.
In merito poi al secondo quesito posto dall'onorevole interpellante, faccio presente che in data 11 febbraio 2011, Rete Ferroviaria Italiana (RFI) ha trasmesso il dossier di valutazione della tratta terzo valico dei Giovi, elaborato sulla base delle previsioni aggiornate di traffico passeggeri e merci. Il dossier di valutazione sulla tratta in questione è stato successivamente aggiornato in attuazione di quanto previsto dalla delibera CIPE n. 86 del 6 dicembre 2011.
I principali obiettivi del progetto riguardano la riduzione dei tempi di percorrenza, il superamento dei limiti imposti dalle attuali infrastrutture di attraversamento dell'Appennino ligure e la riorganizzazione dei traffici merci e passeggeri in un territorio strategico per l'economia del Paese.
È innegabile il ruolo fondamentale attribuito alla linea veloce Milano-Genova, quale fondamentale estensione delle infrastrutture di banchina sia del porto di Genova, sia di quelle del porto di Rotterdam, ruolo questo che rende strategico l'asse in parola.
L'offerta servita stimata da RFI nel 2011 riguarda circa 3 milioni di treni-km tra passeggeri e merci, il che rappresenta quasi il 7 per cento del traffico merci servito a livello nazionale da treni definiti «a mercato».
Ricordo, inoltre che, in relazione agli impegni programmatici indicati al punto 2 della delibera CIPE n. 84 del 2010, con la citata delibera CIPE n. 86 del 2011 il Governo ha garantito la seconda tranchePag. 10del finanziamento, in attuazione della normativa sui lotti costruttivi, dimostrando di essere convinto della sostenibilità dell'investimento, coerentemente agli impegni intervenuti tra RFI e il general contractor con l'aggiornamento al novembre 2011.
Per quanto concerne il terzo quesito, evidenzio che il costo a vita intera del progetto, di cui ha preso atto il CIPE con la suddetta delibera n. 84 del 2010, è passato a complessivi 6.200 milioni di euro, di cui 4.454 milioni per la voce «sub totale prezzo opere» e 752 milioni come valore complessivo relativo all'adeguamento monetario.
La differenza tra il valore di 5.206 milioni di euro e l'importo di 6.200 milioni di euro è costituita da altre sottovoci, come gli imprevisti, arbitrato e oneri pregressi, tasse su espropri, ingegneria Italferr, ed ulteriori oneri come i costi di struttura, che sono calcolati come valori percentuali del volume di produzione del general contractor. In merito poi al livello di elaborazione delle integrazioni progettuali di cui al punto 6 dell'allegato 1, con particolare riferimento allo studio di fattibilità dell'interconnessione della nuova linea con la linea storica Torino-Genova, informo che, come comunicato dal Consorzio collegamenti integrati veloci, COCIV, attualmente sono in corso degli incontri tra il consorzio medesimo e i tecnici e gli amministratori del comune di Novi Ligure, nel corso dei quali sono state illustrate le tempistiche di redazione dei progetti e le opere sottese ai vari lotti costruttivi, nonché le ipotesi di sviluppo dello studio di fattibilità alternativo allo Shunt di Novi Ligure.
Evidenzio altresì che l'atto integrativo sottoscritto tra RFI e COCIV che il CIPE ha approvato con la delibera n. 86 del 2011, contestualmente all'assegnazione della seconda tranche di finanziamento e all'approvazione del cronoprogramma dei restanti lotti costruttivi, ha previsto le seguenti tempistiche: per quanto riguarda il I lotto, prevista l'emissione della progettazione esecutiva entro centottanta giorni dalla efficacia; (tale termine decade oggi, e ieri il commissario straordinario Lupi ha comunicato il rispetto di tale termine, quindi l'approvazione della progettazione esecutiva); per quanto riguarda il II lotto, vi è il termine di missione a 120 giorni dall'inoltro della comunicazione di RFI di attivazione del lotto; per il III, IV, V e VI lotto, emissione a 30 giorni dall'inoltro della comunicazione di RFI di attivazione del lotto.
Inoltre, in ordine all'avvenuto recepimento delle prescrizioni e raccomandazioni contenute nell'allegato 1 della delibera CIPE n. 80 del 2006, il consorzio COCIV provvederà a predisporre una relazione di ottemperanza relativa al progetto esecutivo per ogni singolo lotto costruttivo, relazione che verrà inviata al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per la conseguente verifica e per i motivi che ho espresso in precedenza (per il primo lotto costruttivo la suddetta relazione è in fase di predisposizione da parte del COCIV). Per quanto concerne poi le preoccupazioni pervenute dagli enti locali e dalla regione Piemonte circa le modalità attuative dell'opera, nonché con riguardo all'impatto ambientale della stessa, in particolare sotto il profilo del ritrovamento dell'amianto e dell'interferenza con le falde acquifere, preciso che il rispetto delle prescrizioni formulate in merito dal CIPE è garantito da vari soggetti preposti al monitoraggio dell'avanzamento delle opere. Oltre all'Osservatorio ambientale, di recente istituzione, coordinato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la struttura tecnica di missione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvede alla verifica sistematica dell'ottemperanza degli impegni assunti dalla stazione appaltante e dal general contractor. Inoltre, sul sito web «Cantieri d'Italia» sarà possibile visualizzare gli esiti di tali verifiche.
Per ciò che concerne l'eventuale pericolo di ritrovamento di amianto, è prevista una campagna di intensificazione dei controlli da effettuarsi presso opportune stazioni-testimone da localizzarsi in numero adeguato, nelle aree potenzialmente soggette all'eventuale esposizione. Peraltro Pag. 11rammento che nella relazione del CNR - Istituto di geologia ambientale e geoingegneria di Torino in merito alla consulenza tecnico-scientifica di elementi lapidei provenienti dai sondaggi geognostici relativi al terzo valico dei Giovi, viene indicato che dalle risultanze delle analisi eseguite in genere la quantità di minerali di amianto è risultata modesta. Le procedure specifiche per determinarne la pericolosità nei riguardi del rilascio di fibre ha evidenziato la loro non pericolosità. Oltre tale verifica, ne è prevista una sulla qualità dell'aria, da attivarsi qualora i controlli effettuati evidenziassero un innalzamento del rischio relativo alla concentrazione di fibre asbestiformi aerodisperse.
Tale progetto di monitoraggio interesserà anche le aree limitrofe a quelle dei cantieri interessate dalla presenza di ricettori sensibili. In riferimento all'interferenza con le falde acquifere, sottolineo che lo studio di impatto ambientale, approvato dal CIPE con la delibera n. 78 del 2003, ha consentito l'individuazione dei possibili impatti dello scavo in sotterraneo con la circolazione idrica dell'ammasso, consentendo l'individuazione degli ambiti critici per i quali è stata stimata una probabilità medio-alta di interferenza con le falde acquifere. Per tali aree sono state sviluppati progetti per la realizzazione di acquedotti alternativi che consentiranno di garantire l'erogazione di acqua potabile, compensando l'eventuale depauperamento di sorgenti. Durante il corso dei lavori, nell'ambito del monitoraggio ambientale, saranno controllate tutte le emergenze idriche (sia le sorgenti che i pozzi). Rilevo, inoltre, che con la presenza di un commissario nominato con apposito decreto del Presidente del Consiglio nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 20 del decreto-legge n. 185 del 2008 e relativa legge di conversione, e con la contestuale azione di monitoraggio della stazione appaltante della struttura tecnica di missione, è senz'altro garantita ogni adeguata operazione di verifica.
Ricordo, in particolare, il comma 3 del citato articolo 20, il quale prevede che il commissario vigila sull'espletamento delle procedure realizzative e su quelle autorizzative, sulla stipula dei contratti e sulla cura delle attività occorrenti al finanziamento, utilizzando le risorse disponibili assegnate a tale fine. Esercita ogni potere di impulso, attraverso il più ampio coinvolgimento degli enti e dei soggetti interessati, per assicurare il coordinamento degli stessi e il rispetto dei tempi. Quando non siano rispettati o non sia possibile rispettare i tempi stabiliti dal cronoprogramma, il commissario comunica senza indugio le circostanze del ritardo al Ministro competente, ovvero al presidente della giunta regionale o ai presidenti delle province autonome di Trento e di Bolzano. È di tutta evidenza, quindi, che la norma assegna al commissario un compito di supporto e non soltanto un ruolo sostitutivo, ruolo, quest'ultimo, che scatta solo in caso di reale emergenza, di concreto blocco delle attività. In considerazione dell'articolato sistema di controllo prima descritto si ritiene, quindi, non essenziale il ricorso ad un osservatorio analogo a quello istituito sull'asse Torino-Lione.

PRESIDENTE. L'onorevole Lovelli ha facoltà di replicare.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la sua risposta. D'altronde, nel caso del sottosegretario Improta, siamo di fronte all'interlocutore abituale anche nei lavori della Commissione parlamentare. La sua sensibilità è nota, anche se mi sarei aspettato che, su un tema di questa importanza, il Ministro direttamente si facesse carico di un'interlocuzione con il Parlamento che è molto importante e che troppo spesso è sottovalutata dal Ministro stesso, trattandosi, in questo caso, come, peraltro, in altre circostanze, di questioni di grande rilevanza. Stiamo parlando di un'infrastruttura che, come è stato appena ricordato, rientra in una programmazione di carattere nazionale ed europeo e che, al di là delle rassicurazioni che abbiamo avuto anche oggi in merito alla sostenibilità economica della stessa, è destinata ad incidere sul bilancio dello Stato per i Pag. 12prossimi anni in modo consistente. È, quindi, evidente che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nel momento in cui ne conferma la validità e la strategicità, deve nello stesso tempo avere ben presente quali saranno, nel corso degli anni futuri, le conseguenze puntuali di questa decisione anche sotto l'aspetto finanziario.
Naturalmente, per quanto il sottosegretario oggi ci ha riferito - in parte si tratta di cose già note, in parte si tratta di un aggiornamento della situazione -, credo che l'utilità dell'interpellanza presentata sarà soprattutto perché consentirà un'informazione puntuale aggiornata a tutti gli enti locali coinvolti in questo iter e ai cittadini che sono in attesa di risposte e di notizie. Naturalmente, mi farò carico anche di fare in modo che tutto ciò avvenga nei prossimi giorni attraverso un'informazione molto precisa da mandare a tutti gli interlocutori istituzionali. Prendo anche atto delle notizie fornite per quanto riguarda la parte progettuale in senso stretto e del fatto che il general contractor ha fornito la relazione di ottemperanza sul primo lotto e si appresta a farlo per i successivi. Infatti, il tema delicato di quest'opera è che la suddivisione in lotti costruttivi non consente di avere un progetto esecutivo globale da esaminare preliminarmente.
Inoltre, faccio presente al Governo che naturalmente questo iter rappresenta anche una scommessa proprio per il Ministero stesso ed è una grande responsabilità che il Ministero si assume. Infatti, questo iter nasce da una normativa introdotta nella legge finanziaria per il 2010 e nasce da un atto integrativo sottoscritto fra RFI e COCIV, nel frattempo nuovamente incaricato dal precedente Governo di realizzare l'opera, che è stato sottoscritto a novembre del 2011. Quindi un controllo puntuale e costante sull'adempimento dei contratti e sulle modalità realizzative dell'opera è indispensabile, anche perché lei ci ha ricordato che una quota parte degli stanziamenti va ad esempio per arbitrati relativi a progettazioni precedenti e contenziosi aperti o non aperti, comunque da definire, su cui la responsabilità è evidente che cade principalmente sul Ministero ed è importante che quest'opera di controllo venga effettuata con attenzione, anche per ragioni di trasparenza nei confronti dei territori interessati dall'opera.
Da questo punto di vista, voglio sottolineare ancora in particolare due questioni, per poi avviarmi a concludere. La questione fondamentale, in questa fase, è evidentemente quella di dare risposte puntuali - alle popolazioni prima di tutto e naturalmente agli enti locali - sul tema dell'impatto ambientale, della questione amianto e falde acquifere. Io ho ascoltato da lei oggi parole tranquillizzanti. Credo che queste parole tranquillizzanti debbano essere portate in sede di Osservatorio ambientale, da riunire al più presto. In quella sede, con la partecipazione degli enti locali, questo tema deve essere sviscerato fino in fondo, devono essere chiare le risposte che già oggi è possibile dare e quelle che bisognerà dare eventualmente in corso d'opera, ossia deve essere questo un tema che non può avere qualche coda imprevista. Se la situazione è da questo punto di vista sotto controllo, bisogna dirlo apertamente e produrre le informazioni che servono su questo; se non fosse sotto controllo, bisogna prendere provvedimenti perché lo possa comunque essere. Quindi la mia richiesta è che, al più presto, l'Osservatorio ambientale si riunisca, esamini i dati già noti, faccia gli ulteriori studi necessari per essere in possesso di una documentazione adeguata e tutto venga portato all'attenzione dei comuni e dei cittadini che lo richiedono. Quindi, questo è un punto.
L'altro è quello dei progetti di valorizzazione logistica e ferroviaria del territorio. È chiaro che qui ci sono aspettative molto forti, che discendono da intese intercorse con Rete Ferroviaria Italiana che, fino adesso, non hanno avuto risposte. Parlo dell'area logistica della Valle Scrivia e in particolare dello scalo merci di Novi San Bovo; parlo in generale dell'alessandrino e ad esempio del rilancio dello scalo merci di Alessandria, che è completamente fermo. Pag. 13
Questo è un risultato che il territorio deve avere perché è sia funzionale alla realizzazione dell'opera, sia necessario per pensare ad un progetto di sviluppo di cui la nuova infrastruttura ferroviaria sia una parte decisiva. Anche questo è un aspetto da dimostrare fino in fondo con i dati che lei ha detto che oggi sono contenuti nel dossier di valutazione. Anche questo approfondimento va fatto. Ho ascoltato il parere contrario del Governo sul tavolo istituzionale degli enti locali, tipo Valsusa. Credo che sia uno sbaglio, bisognerà parlarne, ma bisognerà comunque portare il tema a livello dell'osservatorio ambientale con gli enti locali.

PRESIDENTE. Onorevole Lovelli, deve concludere.

MARIO LOVELLI. D'altronde, questo è quello che ha chiesto la provincia e penso che in quella sede si debbano rapidamente fare le discussioni che servono. Quindi, attenzione sugli sviluppi dell'opera, su come si procede e attenzione del Governo al rapporto con il territorio che aspetta risposte precise per oggi e per il futuro.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16 con il seguito dell'esame congiunto del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2011 e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2012.

La seduta, sospesa alle 12,30, è ripresa alle 16,10.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Lo Moro, Palumbo, Paolo Russo e Vitali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2011 (Doc. VIII, n. 9); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2012 (Doc. VIII, n. 10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2011 e Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2012.
Ricordo che nella seduta di ieri, dopo la relazione del Questore, onorevole Colucci, si è svolta e conclusa la discussione congiunta.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,11).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Repliche dei deputati Questori - Doc. VIII, nn. 9 e 10)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Questore onorevole Mazzocchi.

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, gli interventi Pag. 14dei colleghi intervenuti ieri nell'ambito della discussione sulle linee generali dei documenti di bilancio per il triennio 2012-2014 hanno offerto alla valutazione del Collegio dei Questori più di uno spunto di peculiare interesse. Tuttavia, prima di esaminare nel dettaglio le specifiche considerazioni da essi svolte, il Collegio intende sottolineare talune indicazioni di ordine generale emerse dal dibattito, che segnano efficacemente il senso e lo sforzo che la nostra istituzione sta compiendo in un periodo tanto difficile come quello attuale. Mi riferisco, in primo luogo, ai risultati evidenziati dagli aggregati principali del bilancio della nostra istituzione, a partire dall'andamento della dotazione e alle condizioni che hanno consentito la decisione di ridurla di 150 milioni di euro in tre anni. Il collega Quartiani ha colto in particolare con efficacia come si sia trattato di un risultato che ha alle spalle un cammino assai lungo, cui hanno concorso le decisioni di riduzione e di riqualificazione della spesa assunte nel corso di molti anni. Solo a titolo di esempio: è in esito ad un processo avviato sin dal 2007 se la spesa dei deputati in carica segna una diminuzione per il 2012 rispetto all'anno precedente del 3,52 per cento e se in quest'ambito la spesa per indennità parlamentare è pari a circa l'8 per cento della spesa complessiva della Camera dei deputati. Si è trattato di decisioni spesso assai difficili, che tuttavia, come giustamente ha osservato l'onorevole Quartiani, hanno creato il contesto indispensabile per ridurre la dotazione: una decisione che la Camera non assumeva da oltre cinquant'anni, per far sì che nel 2015 la dotazione medesima si assesti ai livelli in cui si trovava nel 2006 (ben dieci anni or sono) e per consentire un risparmio per il bilancio dello Stato, sempre a partire dal 2006, pari a circa 540 milioni di euro, sottolineato anche dai colleghi Guido Dussin, Barbieri e Lusetti. Uno sforzo di questa entità non avrebbe potuto essere condotto senza il concorso di tutti i gruppi parlamentari, magari divisi - come è naturale - nel proporre l'una o l'altra misura di risparmio, ma tutti accomunati dall'obiettivo condiviso di procedere nell'opera del contenimento e della razionalizzazione della spesa dell'istituzione parlamentare, nell'interesse prioritario della sua continuità. È una considerazione di grande rilievo evidenziata dal collega Quartiani, alla quale il Collegio dei Questori si associa con particolare soddisfazione.
La stessa soddisfazione il Collegio può vantare per il fatto che sia stato colto, in particolare dai colleghi Quartiani e Lusetti, il nesso diretto che intercorre tra una gestione corretta ed efficiente delle risorse dell'istituzione parlamentare e il grado di fiducia che l'opinione pubblica nutre nei riguardi della politica. È stato ad esempio richiamato al riguardo l'indirizzo nel senso della generalizzazione del ricorso alle procedure ad evidenza pubblica per l'individuazione dei contraenti, e in quest'ambito il sistematico ricorso agli strumenti che fanno capo alla Consip. Ha bene evidenziato il Questore Colucci nella sua relazione come - ancor prima che l'Ufficio di Presidenza deliberasse lo scorso 1o agosto di confermare l'adesione alle convenzioni Consip il cui utilizzo sia obbligatorio per legge per le pubbliche amministrazioni e che siano compatibili con l'assetto organizzativo e funzionale della Camera - la nostra istituzione aveva già fatto ricorso a tutte le convenzioni Consip obbligatorie, ad esclusione ovviamente, dei settori merceologici non di interesse dell'amministrazione. Ricordo ancora che, con la citata delibera del 1o agosto è stata già avviata la procedura di istruttoria e valutazione della convenzione Consip di facility management, cui si richiamano anche alcuni ordini del giorno presentati, che riguardano l'erogazione in forma integrata di una pluralità di servizi di carattere manutentivo, in larga parte già oggetto di contratti risultanti da procedure di gara, sempre nell'ottica di un risparmio di spesa significativo.
È stato inoltre giustamente osservato quanto sia importante gestire in modo trasparente e conoscibile il denaro pubblico per ricostruire - al di là delle barriere del pregiudizio - un rapporto che Pag. 15sembra essersi irrimediabilmente incrinato, ma che è compito primario di chi riveste responsabilità istituzionali custodire e promuovere. Ne va infine del recupero di un corretto rapporto tra eletti ed elettori, in vista del quale - e in questo modo mi associo alle considerazioni dell'onorevole Lusetti - il Parlamento ha l'occasione di muovere un passo decisivo in particolare in occasione della definizione di una nuova legge elettorale.
Passando ora alle specifiche considerazioni svolte dai colleghi intervenuti, ricordo che l'onorevole Guido Dussin ha posto il tema della riduzione delle piante organiche del personale dipendente. Il Collegio ricorda al riguardo che è da tempo in atto un blocco del turn over dei dipendenti che ne ha determinato una riduzione dalle 1933 unità del 2003 alle 1566 di oggi. Attraverso un indirizzo assunto da tempo dalla Camera in piena autonomia, si è realizzato un decremento del 19 per cento del personale dipendente, ben superiore alla riduzione del 10 per cento delle piante organiche fissato come obiettivo per le pubbliche amministrazioni dal citato decreto-legge n. 95 del 2012 in materia di revisione della spesa.
Sempre il collega Dussin ha segnalato la questione del costo per gli arredi e per la loro manutenzione. Si tratta di una voce di spesa oggetto di specifico approfondimento da parte del Collegio dei Questori il quale, nello specifico ambito dei servizi di manutenzione ordinaria mediante presidio, ha ridefinito nel luglio scorso l'organizzazione del servizio, fissando i criteri per l'espletamento della nuova procedura di gara. Da tali misure si stima di conseguire un risparmio di almeno euro 300 mila euro su base annua. Inoltre, al fine di garantire l'effettività dei risparmi derivanti dagli indirizzi fissati dall'Ufficio di Presidenza a seguito del taglio della dotazione, il Collegio si appresta a fissare criteri direttivi stringenti in materia di priorità nella programmazione degli interventi di manutenzione straordinaria e di rinnovo degli arredi, con particolare riferimento agli interventi connessi all'avvio della XVII legislatura.
Quanto all'impiego eccessivo di carta nella vita quotidiana dell'istituzione, ricordo che nella relazione scritta al bilancio di previsione per il 2012 viene dato ampio conto dell'azione compiuta dagli organi di direzione politica nel diffondere in maniera sempre più pervasiva l'impiego degli strumenti informatici in luogo di quelli cartacei. Uno sforzo che merita senza dubbio di essere proseguito, ma che sinora ha condotto al risultato - non irrilevante - di ridurre le 845 tonnellate di carta smaltita dalla Camera nell'anno 2007 alle 580 tonnellate smaltite nel 2011, nonché, in esito alla progressiva riduzione delle tirature degli atti parlamentari, alla diminuzione del volume complessivo di stampa a 60 milioni di pagine su base annua, con un abbattimento del 50 per cento rispetto alla situazione precedente.
L'onorevole Borghesi ha invece lamentato come troppo poco sia stato fatto per ridurre la spesa per i deputati, sia in carica sia cessati dal mandato, nonché la spesa per i dipendenti in servizio e in quiescenza. In merito alle misure di riduzione dell'indennità parlamentare, il collega Borghesi ha ricordato solo una delle voci che concorrono al suo contenimento, quella cioè della riduzione dell'ammontare lordo dell'indennità medesima derivante dall'entrata in vigore del nuovo sistema previdenziale. Altre e non secondarie componenti concorrono, tuttavia, al sostanziale congelamento della dinamica dell'indennità sino al 2015: l'onorevole Borghesi ricorda senz'altro il contributo straordinario del 10 e del 20 per cento a valere sull'indennità medesima, così come la decisione di non adeguare ulteriormente l'ammontare dell'indennità secondo i meccanismi previsti dall'ordinamento.
Quanto ai vitalizi, il Collegio non può non ricordare al collega Borghesi che essi sono stati soppressi a partire dal lo gennaio 2012, come del resto evidenzia la stessa struttura del capitolo 10 del bilancio di previsione per il 2012, e sono stati sostituiti da un sistema basato sul metodo di calcolo contributivo e sul principio del pro rata, nella prospettiva di un progressivo contenimento della spesa in tale ambito. Pag. 16La nuova disciplina prevede l'elevazione dei requisiti per l'accesso al trattamento per tutti i deputati cessati dal mandato, indipendentemente dalla data di inizio del mandato parlamentare. Certamente, come accade per tutte le riforme previdenziali, gli effetti di risparmio non possono per definizione prodursi istantaneamente.
Tuttavia, mi sembra significativo rimarcare che in pratica, per i deputati che saranno eletti per la prima volta a partire dalla prossima legislatura, l'importo del trattamento calcolato con il metodo contributivo potrà essere, in taluni casi, pari a circa un terzo di quello cui avrebbero avuto diritto sulla base della presente disciplina. Circa le considerazioni critiche svolte dall'onorevole Borghesi in materia di personale, ricordo che al personale dipendente della Camera, così come al personale in quiescenza, sono state applicate le stesse misure adottate per la generalità dei dipendenti pubblici...

PRESIDENTE. Prego i colleghi di consentire all'onorevole Mazzocchi di svolgere il suo intervento. Chi non è interessato può uscire.

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. In particolare, ricordo l'applicazione del taglio del 5 e del 10 per cento delle retribuzioni superiori ai 90 mila euro, nonché il blocco dei meccanismi di adeguamento delle retribuzioni e della contrattazione. Parimenti, sono stati applicati ai pensionati della Camera i tagli del 5, del 10 e del 15 per cento sulle pensioni superiori ai 90 mila euro, nonché il blocco di ogni meccanismo di adeguamento delle pensioni.
A maggiore conforto del collega Borghesi, ricordo che le ultime misure adottate dall'Ufficio di Presidenza, recepite anche in un accordo con le organizzazioni sindacali della Camera, stabiliscono la proroga di tali misure di contenimento dei costi per gli anni 2014 e 2015, con un significativo prolungamento della durata dei tagli per i dipendenti e i pensionati, assai peggiorativo rispetto a quanto stabilito dalle disposizioni di diritto comune per la generalità dei dipendenti pubblici. A ciò si aggiunga la decisione già assunta dall'Ufficio di Presidenza della Camera - ricordata ieri dal collega Colucci nella sua relazione introduttiva - di procedere, nel rispetto dei diritti quesiti del personale dipendente, ad una riscrittura delle curve retributive per il personale di futura assunzione, che prevede una riduzione complessiva del 20 per cento dei relativi costi per l'Amministrazione.
Si tratta di interventi molto significativi, di entità finanziaria assai rilevante, che hanno consentito di affrontare positivamente lo sforzo diretto a consentire una riduzione della richiesta di dotazione, per il prossimo triennio, di ben 50 milioni di euro su base annua. Tutto si può sostenere, quindi, meno che i dipendenti e i pensionati della Camera non abbiano partecipato allo sforzo di contenimento dei costi di bilancio.
L'onorevole Borghesi ha inoltre osservato come, a suo avviso, l'unica reale riduzione della spesa per acquisto di beni e servizi sia stata quella derivante dal recesso dal contratto di locazione di Palazzo Marini 1. Mi consenta, onorevole Borghesi, di osservare come una valutazione del genere sia quanto meno ingenerosa. La quasi totalità degli stanziamenti esposti nell'ambito della categoria V (Acquisto di beni e servizi) evidenzia, per il 2012, una diminuzione rispetto agli stanziamenti dell'anno precedente.
Le previsioni di spesa della categoria ammontano complessivamente, sempre per il 2012, a 163,6 milioni di euro, con un decremento del 9,96 per cento rispetto al 2011. Ma il dato forse più significativo è che l'ammontare complessivo della spesa della categoria V è diminuito in termini di stanziamenti da 175.870.000 euro, nel 2008, a 163.654.354 euro, nel 2012, con una riduzione percentuale pari a circa il 7 per cento a fronte di un incremento dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo per l'intera collettività, nel corrispondente periodo, pari a circa il 9 per cento. Credo che sia sufficiente questo dato perché lei, onorevole Borghesi, faccia un'attenta riflessione. Pag. 17
Quanto infine al processo di digitalizzazione, mi rifaccio alle osservazioni svolte con riferimento all'intervento dell'onorevole Guido Dussin e all'ampia sezione riservata a tale processo nella relazione scritta, ribadendo ovviamente che la riduzione «tendente a zero» dell'impatto cartaceo sul lavoro quotidiano della nostra istituzione è un obiettivo qualificante per gli organi di direzione politica, che non si ritiene certo di avere conseguito e per il quale si intendono ancora profondere tutti gli sforzi necessari.
Al collega Barbieri, che ha sottolineato con grande efficacia la distanza che separa la continuità e l'intensità dello sforzo profuso dalla Camera dei deputati nel ridurre e riqualificare la propria spesa rispetto all'indifferenza pregiudiziale dei mezzi di informazione, desidero assicurare, a nome del Collegio dei questori, che è già stata avviata l'attività necessaria per dare tempestiva attuazione alla riforma del Regolamento, approvata la scorsa settimana, in materia di rendicontazione dei gruppi parlamentari e di trasparenza nella gestione dei fondi ad essi trasferiti a carico del bilancio della Camera.
In particolare, il Collegio dei questori ha già dato corso alle prime attività istruttorie per pervenire sollecitamente alla definizione di un modello uniforme di rendiconto e all'avvio della procedura ad evidenza pubblica volta all'individuazione della società di revisione cui spetterà il compito di certificare i rendiconti di esercizio dei gruppi medesimi.
Assicuro, inoltre, all'onorevole Barbieri l'interessamento attivo del Collegio in vista del possibile conseguimento di risparmi di spesa legati al recente ingresso sul mercato del trasporto ferroviario di un nuovo operatore. Al riguardo, sono già in corso contatti con l'altro ramo del Parlamento.
Quanto alle attività di relazione con il pubblico, tematica sollevata sempre dall'onorevole Barbieri, di cui gli eventi espositivi rappresentano da tempo una forma consolidata, il Collegio ritiene di ribadire, a nome dell'Ufficio di Presidenza, l'indirizzo volto a promuovere l'apertura degli spazi dell'istituzione alla cittadinanza, secondo modalità costantemente qualificate da un alto profilo culturale e scientifico. Peraltro, ritengo che colgano lo spirito delle osservazioni dell'onorevole Barbieri i provvedimenti recentemente adottati in seno all'Ufficio di Presidenza che, in aggiunta ad ulteriori misure adottate per un più razionale utilizzo degli assistenti parlamentari, hanno condotto alla riorganizzazione delle modalità di apertura dei palazzi e di svolgimento della manifestazione «Montecitorio a porte aperte», consentendo un risparmio complessivo di circa 350 mila euro all'anno senza pregiudicare minimamente la possibilità, per la cittadinanza, di contatto diretto con l'istituzione parlamentare.
Quanto alle considerazioni svolte dall'onorevole Bernardini, la gran parte delle medesime risultano trasfuse negli ordini del giorno da lei sottoscritti, insieme ai colleghi della delegazione radicale nell'ambito del gruppo del Partito democratico e saranno dunque oggetto di specifiche valutazioni da parte del Questore Albonetti in sede di espressione del parere sugli strumenti di indirizzo presentati. Mi limito in questo contesto ad alcune osservazioni in linea di principio, riferite a taluni temi evocati nell'intervento della collega Bernardini, oggetto di analoghe considerazioni da parte sua anche in occasione dell'esame del bilancio interno per il triennio 2011-2013.
Mi riferisco, in particolare, alla ferma contrarietà della collega Bernardini, ribadita una volta di più, rispetto alla scelta di non dare attuazione a forme di contabilità analitica nell'ambito dell'attività di spesa della nostra istituzione. Si tratta, come i colleghi ricorderanno, di una scelta operata dall'Ufficio di Presidenza all'atto dell'approvazione del Regolamento di amministrazione e contabilità entrato in vigore il 1o marzo 2011.
In esito ad un lungo dibattito in proposito, l'Ufficio di Presidenza ha deciso nell'occasione di privilegiare l'opzione per una compiuta analisi funzionale della spesa, articolata con riferimento alle missioni dell'istituzione parlamentare, allo scopo di rappresentare dettagliatamente Pag. 18l'entità delle risorse finanziarie destinate alle varie attività, da riportare in apposita tabella allegata sia al bilancio annuale di previsione sia al conto consuntivo.
Ricordo in sintesi che il ricorso a forme di contabilità analitica è stato escluso in quanto ritenuto strutturalmente irriducibile alle finalità proprie dei documenti di bilancio di un'Assemblea parlamentare. Mentre, infatti, la contabilità analitica è volta essenzialmente alla verifica periodica dell'economicità delle scelte imprenditoriali e, in definitiva, alla massimizzazione del profitto dell'impresa, per l'istituzione parlamentare la funzione principale del sistema di contabilità, oltre che nell'ordinato utilizzo delle risorse finanziarie, consiste nell'assicurare il massimo controllo sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche.
Come ha ricordato ieri il collega Colucci nella sua relazione, lo scorso 27 settembre l'Ufficio di Presidenza ha approvato il modello di ripartizione funzionale della spesa della Camera proposto dal Collegio dei questori, che potrà così essere reso operativo a partire dal bilancio di previsione per il 2013. Alla luce dell'indirizzo univoco manifestato dagli organi di direzione politica negli ultimi anni, è avviso del Collegio che sia opportuno quantomeno verificare alla prova dei fatti gli esiti conoscitivi della riaggregazione funzionale della spesa, rinviando ad un momento successivo ogni considerazione circa il suo impatto concreto sulle esigenze di conoscibilità e di leggibilità dei documenti di bilancio della nostra istituzione.
L'onorevole Bernardini è tornata poi su una questione - anch'essa già sollevata lo scorso anno - e cioè sul fatto che, nell'ultimo periodo, il Segretario generale abbia avuto la direzione ad interim del Servizio per il controllo amministrativo.
Al riguardo, osservo che il Regolamento di amministrazione e contabilità attribuisce al Segretario generale una funzione di indirizzo, vigilanza e controllo di tutta l'attività dell'amministrazione (articolo 68, comma 2), ripetendo quanto già previsto, sin dal 1989, nel Regolamento dei servizi e del personale (articolo 7, comma 4, lett. g), in coerenza con la responsabilità unitaria al medesimo attribuita nei confronti del Presidente della Camera per la direzione complessiva dei servizi e degli uffici (articolo 67 del Regolamento).
In questo contesto, l'assunzione ad interim del servizio, nelle more della nomina del nuovo responsabile, non ha costituito alcuna forzatura o anomalia né rottura dell'ordine delle competenze, né tantomeno ha dato luogo ad alcun conflitto di interessi, posto che il predetto servizio è la struttura di cui l'amministrazione si avvale per l'esercizio delle funzioni di vigilanza e di controllo sul corretto svolgimento dei procedimenti amministrativi e di spesa. In ogni caso, la direzione ad interim del servizio è cessata il 19 settembre 2012 quando, con decreto del Presidente, adottato su proposta dello stesso Segretario generale, l'interim è stato affidato ad un vicesegretario generale, decisione quest'ultima che, per quanto detto, non era certo necessaria da un punto di vista ordinamentale o deontologico, ma che è stata proposta allo scopo di far cessare una polemica, ritenuta per altro infondata dal Collegio dei Questori e dalla stessa Presidenza.
Onorevoli colleghi, ho avuto modo di richiamare più volte in apertura i passaggi salienti dell'intervento dell'onorevole Lusetti, che colgo l'occasione per ringraziare una volta ancora, non tanto per gli apprezzamenti indirizzati al Collegio dei Questori e all'Ufficio di Presidenza per l'attività svolta e i risultati conseguiti, quanto per i ripetuti e lucidi richiami alla rilevanza che, mai come in questo momento, il dibattito sul bilancio interno della Camera assume sul piano decisivo della qualità democratica della vita del Paese e delle nostre istituzioni, nell'interesse prioritario di quella trasparenza e contenimento delle spese in grado di far riacquistare, nell'opinione pubblica, quel giusto grado di credibilità e di rispettabilità nei riguardi della politica e in chi riveste un ruolo istituzionale. In tal senso, auspico che quanto prima si possa approvare Pag. 19una nuova legge elettorale, al fine di recuperare il legittimo rapporto eletto-elettore.

(Esame degli ordini del giorno - Doc. VIII, n. 10)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - Doc. VIII, n. 10).
Avverto che l'ordine del giorno Boccia n.9/Doc. VIII, n. 10/10 è stato ritirato dal presentatore.
Avverto altresì che gli onorevoli Ciccanti e Marinello hanno sottoscritto l'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n.9/Doc. VIII, n. 10/49 e che l'onorevole Borghesi ha sottoscritto gli ordini del giorno Mura n.9/Doc. VIII, n. 10/51 e n.9/Doc. VIII, n. 10/52.
Prima di procedere all'esame degli ordini del giorno, ritengo necessario ricordare i criteri di ammissibilità formulati al riguardo lo scorso anno. Ricordo che in quell'occasione si rilevò la tendenza a rendere sempre più prescrittivo e analitico il contenuto degli ordini del giorno, così da prefigurare scelte dotate di immediata applicabilità su materie univocamente affidate, sulla base del Regolamento, alla competenza esclusiva dell'Ufficio di Presidenza e del Collegio dei Questori. Tale tendenza nel 2011 è stata ritenuta non conforme all'ordinamento interno, in quanto per tale via si può determinare surrettiziamente un'alterazione del quadro, definito dal Regolamento, delle competenze spettanti ai diversi organi della Camera.
Conseguentemente, l'anno passato non sono stati ritenuti ammissibili ordini del giorno vertenti sulle predette materie ove gli stessi fossero formulati, nel dispositivo, in termini prescrittivi e vincolanti. Nel 2011 sono stati, invece, considerati ammissibili gli ordini del giorno contenenti un invito a valutare o ad approfondire l'adozione di determinate iniziative o l'introduzione di determinati interventi o misure, senza dare comunque indicazioni prescrittive o vincolanti.
Alla luce di tali pregressi criteri avverto, quindi, che gli ordini del giorno vertenti su materie affidate alla competenza esclusiva dell'Ufficio di Presidenza o del Collegio dei Questori e formulati in termini prescrittivi saranno considerati ammissibili, a condizione di una previa riformulazione della parte dispositiva che deve essere formulata sotto forma di «invito a valutare» e non come «impegno» a provvedere.
Ricordo, inoltre, che non possono comunque essere considerati ammissibili - a prescindere dalla formulazione del dispositivo - gli ordini del giorno, esulanti dalle competente dell'Ufficio di Presidenza e del Collegio dei deputati Questori, volti a prefigurare interventi in contrasto con limiti di contenuto o garanzie procedurali fissati dalla legge o con principi generali dell'ordinamento, come individuati anche nella giurisprudenza della Corte costituzionale. Ciò in quanto è evidente che ordini del giorno siffatti non potrebbero in ogni caso essere attuati dall'Ufficio di Presidenza, ponendosi tali ordini del giorno in contrasto con l'ordinamento.
Alla luce di tali criteri, come ritenuto anche dal Collegio dei Questori e dall'Ufficio di Presidenza, sono da considerare inammissibili i seguenti ordini del giorno: ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/22, che esclude la possibilità di direzione ad interim da parte del Segretario generale di taluni servizi. È inammissibile in quanto l'intervento prospettato nell'ordine del giorno presuppone necessariamente una modifica del Regolamento della Camera, atteso che l'articolo 67 del medesimo Regolamento prevede che i servizi e gli uffici della Camera sono diretti dal Segretario generale, che ne risponde unitariamente al Presidente; ordine del giorno Turco n. 9/Doc. VIII, n. 10/37, che riguarda la possibilità di rinunciare al vitalizio e riproduce il contenuto di un identico ordine del giorno presentato lo scorso anno e dichiarato inammissibile, tenuto conto che il sistema si fonda sul carattere obbligatorio della previdenza dei deputati; ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 10/55, che riguarda Pag. 20la disciplina della diaria, atteso che tale istituto è regolato dalla legge n. 1261 del 1965 e può essere modificato, quindi, soltanto attraverso un intervento legislativo. Ricordo, peraltro, che la materia del trattamento economico dei parlamentari è attualmente all'esame della Commissione affari costituzionali e che, tra le proposte presentate, alcune intervengono proprio nella direzione indicata dall'ordine del giorno ed è, quindi, in quella sede che le questioni poste dall'ordine del giorno potranno essere valutate; ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 10/56, che prevede la soppressione immediata del diritto al vitalizio, ponendosi in contrasto, come precisato anche lo scorso anno nel corso dell'esame del bilancio, con i principi generali fissati dalla giurisprudenza della Corte costituzionale in ordine al rispetto dei diritti quesiti.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per chiederle di rivedere il suo giudizio sul l'ultimo ordine del giorno dichiarato inammissibile, ossia l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 10/56, a mia prima firma: vorrei ricordare che si tratta della richiesta di abolizione del vitalizio anche per chi già lo percepisce, trasferendo le somme versate alla gestione separata dell'INPS. Vorrei ricordarle, signor Presidente, che il 21 settembre 2010 un ordine del giorno di contenuto identico a questo è stato votato da questa Assemblea, che lo ha respinto a grande maggioranza, salvo i deputati del gruppo dell'Italia dei Valori e vorrei ricordarle anche che quanto avvenuto in quella occasione è stato poi visto da oltre un milione di italiani. Vorrei, peraltro, ricordarle che lo scorso anno, a mio giudizio forzando il Regolamento, si è introdotto questo tipo di inammissibilità, ma vorrei - mi permetto di fare un'ultima considerazione - ricordare che, dall'anno scorso a quest'anno, è avvenuto un fatto nel mese di dicembre: quest'Aula ha discusso sulla costituzionalità delle pensioni dei normali cittadini, in quanto venne presentata una questione pregiudiziale che ricordava che l'articolo 24 del decreto Monti in tema di trattamento pensionistico, eliminando di fatto le pensioni di anzianità e incidendo sul requisito della contribuzione - che finora aveva rappresentato una garanzia insuperabile dell'accesso a quella prestazione previdenziale a prescindere dall'età - incideva su legittime aspettative dei lavoratori, che configuravano quei diritti acquisiti che la giurisprudenza della Corte ha riconosciuto come costituzionalmente garantiti.
Signor Presidente, quest'Aula ha stabilito che era costituzionale per i normali lavoratori incidere sui loro meccanismi della pensione. Non si prenda lei la responsabilità di non far votare quest'Aula, in modo che tutti i gruppi e i deputati assumano loro responsabilità in ordine ad un trattamento pensionistico dei parlamentari dopo soli cinque anni di attività (Commenti)!
Le chiedo, signor Presidente, di riconsiderare questa sua posizione e di far votare l'Aula su questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, quello che lei ha ricordato corrisponde certamente a verità, la Presidenza non ha comunque alcun timore nell'assumersi la responsabilità quest'anno di reiterare l'inammissibilità dell'ordine del giorno, al pari di quello che è stato fatto nel 2011 - come lei ricordava -; semmai la Presidenza valutò in modo errato nel 2010, quando dichiarò ammissibile un ordine del giorno di analogo tenore. Ma al di là dei precedenti, la ragione per la quale - come l'Ufficio di Presidenza quest'oggi ha convenuto - non è ammissibile l'ordine del giorno, è in ragione del fatto che si porrebbe in evidente contrasto con i principi generali posti dalla giurisprudenza della Corte costituzionale.
Lei ha citato una sentenza della Corte, mi permetto di ricordarle che, in ordine al rispetto dei cosiddetti diritti quesiti, le sentenze n. 349 del 1985, n. 822 del 1988, n. 416 del 1999 e n. 446 del 2002 sono Pag. 21tutte giuridicamente consolidate e hanno già dato luogo ad aspettative legittimamente maturate. Sono situazioni comprimibili solo per esigenze inderogabili e nel rispetto dei principi di ragionevolezza, proporzionalità e temporaneità. È di tutta evidenza che non può avvenire attraverso un ordine del giorno.

ANTONIO MARTINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO. Signor Presidente, ritengo necessario, prima di procedere all'esame degli ordini del giorno, fare una considerazione che non credo appartenga soltanto a me, ma a tutta la Camera, esprimere cioè la nostra gratitudine e il nostro sincero apprezzamento a tutto il personale della Camera, commessi, impiegati, funzionari, dirigenti, e al Segretario generale, Zampetti, che fanno sì che questa Camera sia un modello di funzionalità e di decoro. Dico questo perché la mia amica Rita Bernardini, che io molto stimo, non dovrebbe fare attacchi ad personam che indeboliscono le motivazioni, anche fondate, che ella esprime (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, chiedo al Collegio dei questori, ed in particolare al deputato questore Albonetti, di riferire i pareri del Collegio stesso sugli ordini del giorno presentati.

GABRIELE ALBONETTI, Questore. Signor Presidente, l'ordine del giorno Laboccetta n. 9/Doc. VIII, n. 10/1 è accolto dal Collegio dei questori e dall'Ufficio di Presidenza; devo dire anche su esplicito invito del Presidente della Camera, si procederà nelle prossime settimane, nel rispetto delle norme procedurali vigenti in materia per quanto riguarda lo scioglimento delle fondazioni, e il procedimento si concluderà entro la legislatura.
Gli ordini del giorno Laboccetta n. 9/Doc. VIII, n. 10/2, Laboccetta n. 9/Doc. VIII, n. 10/4, Moroni n. 9/Doc. VIII, n. 10/46 e Moroni n. 9/Doc. VIII, n. 10/47 sono di contenuto analogo in quanto si riferiscono tutti all'adesione alle convenzioni Consip e, in particolare, a quella per il facility management e agli altri strumenti messi a disposizione dalla Consip stessa. Preliminarmente ricordo che gli ordini del giorno sono ammissibili - e questo varrà anche per quelli successivi, l'ha già detto il Presidente - ove riformulati con «invito a valutare» anziché con «impegno». Ciò detto, tali ordini del giorno sono accolti nel senso di proseguire la fase di istruttoria e valutazione che abbiamo già avviato nei mesi scorsi ai sensi della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 1o agosto 2012. All'esito di tale valutazione, che stiamo facendo anche insieme alla Consip, resteranno aperte tutte le opzioni procedimentali nonché, ricorrendone i presupposti, la possibilità di estendere anche ad ulteriori servizi e forniture il ricorso agli strumenti Consip. Quindi, in questo senso, gli ordini del giorno sono accolti.
L'ordine del giorno Boniver n. 9/Doc. VIII, n. 10/3 è accolto, con la precisazione doverosa che i locali indicati dall'ordine del giorno sono già destinati ad altra utilizzazione istituzionale e che però saranno valutate diverse opzioni tecniche per far fronte all'esigenza prospettata dall'ordine del giorno.
Il Collegio dei questori formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Enzo Carra n. 9/Doc. VIII, n. 10/5. Gli ordini del giorno Contento n. 9/Doc. VIII, n. 10/6 e n. 9/Doc. VIII, n. 10/7 sono accolti in quanto diretti a rafforzare l'azione che l'amministrazione ha già intrapreso per il contenimento delle spese in questione.
A questo proposito vorrei sottolineare che nel bilancio pluriennale gli esercizi 2013 e 2014, se ben guardate, già evidenziano significativi risparmi in molti dei settori richiamati dagli ordini del giorno. L'ordine del giorno Contento n. 9/Doc. VIII, n. 10/8 è accolto in quanto già attuato con le deliberazioni del 1o agosto e 20 settembre scorsi adottate dall'Ufficio di Presidenza. Pag. 22
L'ordine del giorno Binetti n. 9/Doc. VIII, n. 10/9 si riferisce ad argomenti che meritano da parte nostra, di tutta l'Aula, la massima considerazione e la meritano anche da parte di tutti coloro che esercitano funzioni pubbliche, anche da fuori da quest'Aula. Per questa ragione è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/11 è accolto perché la sezione «Amministrazione» del sito Internet della Camera dei deputati in realtà è già accessibile dalla home page. Nel frame di sinistra sotto la voce «Accesso diretto» vi è l'appunto un link denominato «L'Amministrazione» che dà accesso alle informazioni cui fa riferimento l'ordine del giorno stesso. L'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/12 può essere accolto con riferimento al punto 1), a condizione che nel dispositivo - è una richiesta di cortesia - sia espunta la parola «tesoretto». Il punto 1) corrisponde a quanto si è già iniziato a fare con il progetto di bilancio oggi sottoposto all'Assemblea, con la restituzione al bilancio della Camera, nei prossimi anni, di quanto il bilancio aveva versato nel corso degli anni Novanta in un momento di difficoltà del Fondo. Il punto 2) può essere accolto come raccomandazione a sostituire la gestione del Fondo da parte dei Questori con un organo rappresentativo degli iscritti al Fondo, fermo restando che non è possibile ipotizzare che l'adesione al Fondo sia su base volontaria, a pena di compromettere l'equilibrio del Fondo stesso.
In merito all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/13, si precisa innanzitutto che il Bollettino degli organi collegiali non ha una circolazione limitatissima, ma è pubblicato sul sito Internet della Camera. Infatti dalla home page, nel frame di sinistra, sotto la voce «Resoconti» si apre un menù, una delle voci del quale è rappresentato dal Bollettino degli organi collegiali. Ciò precisato l'ordine del giorno può essere accolto a condizione che venga riformulato negli stessi termini dell'ordine del giorno Mura n. 9/Doc. VIII, n. 10/51, e cioè nel senso di valutare l'opportunità di prevedere una forma diversa di pubblicazione dei resoconti delle riunioni del Collegio dei questori che pur nella tutela della privacy e di ogni dato sensibile, consenta di aumentare la trasparenza in merito alle deliberazioni adottate.
Riguardo all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/14, ricordo che il Questore Colucci ieri ha già ampiamente illustrato nella sua relazione introduttiva le ragioni di valenza positiva che hanno reso necessario posticipare l'esame in Assemblea del bilancio quest'anno. Voglio dire: arriviamo in ritardo quest'anno non per vizio, ma per virtù, perché abbiamo ritenuto di prenderci il tempo necessario per applicare anche al bilancio triennale della Camera 2012-2014 la spending review, calando del 5 per cento la dotazione a partire dal 2013. Peraltro, non compete né all'Ufficio di Presidenza né al Collegio dei questori definire la data di calendarizzazione in Assemblea del bilancio interno come più volte abbiamo precisato anche in passato. Il Collegio dei questori e l'Ufficio di Presidenza viceversa ribadiscono il proprio più scrupoloso impegno al rispetto dei tempi di deliberazione del bilancio stabiliti dal Regolamento di amministrazione e contabilità e, per quanto possibile, si faranno parte attiva al fine di una tempestiva calendarizzazione dell'esame in Aula. Entro questi limiti e con queste precisazioni, l'ordine del giorno suddetto può essere accolto come raccomandazione.
Gli ordini del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/15 e n. 9/Doc. VIII, n. 10/16 pongono il tema dei controlli interni, materia rimessa alla competenza esclusiva degli organi di direzione politica della Camera, in ragione della particolare posizione di autonomia riconosciuta alla stessa nell'ordinamento costituzionale.
In particolare, per quanto riguarda l'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/15, occorre evidenziare che l'attuale sistema dei controlli interni è incentrato su strutture amministrative terze ed imparziali, che fanno riferimento ad organi di direzione politica che operano su un piano istituzionale. Rispetto a Pag. 23tale modello la richiesta contenuta nell'ordine del giorno determinerebbe una politicizzazione dei controlli amministrativi in evidente contrasto con l'indirizzo consolidato nel nostro ordinamento. Ciò non vuol dire, ovviamente, che il Collegio dei questori non sia disponibile ad approfondire la materia e, in questo senso, l'ordine del giorno può essere accolto come invito a procedere ad un ulteriore approfondimento sul sistema dei controlli.
Con riferimento all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/16 si sottolinea che la questione era già stata posta lo scorso anno da analogo ordine del giorno, sul quale era stato espresso parere contrario e che era stato respinto dall'Aula. L'ordine del giorno, infatti, si pone in contrasto con l'indirizzo costante volto ad attribuire a strutture specializzate, ma collocate all'interno dell'amministrazione della Camera, in coerenza con l'impostazione del Regolamento, le funzioni di controllo che sono svolte nell'ambito del potere generale di sovrintendenza su tutta l'attività amministrativa, che il Regolamento medesimo attribuisce al Collegio. Va precisato, inoltre, che la previsione di un nuovo organismo ad hoc dotato di proprie capacità e mezzi, esterno alla Camera, con inevitabili quindi costi aggiuntivi, sarebbe in palese contrasto, in questo momento particolare, con l'indirizzo, più volte ribadito dall'Ufficio di Presidenza ed anche dall'Aula, di contenimento complessivo degli oneri della Camera. Il parere, quindi, sull'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/16 è contrario, salva ovviamente anche in questo caso la disponibilità ad approfondire la tematica dei controlli interni, come detto sopra.
L'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/17 è accolto, a condizione che nel dispositivo la parola: «immediatamente» sia sostituita con le seguenti: «entro la fine della legislatura», poiché l'ordine del giorno si pone nella medesima linea dell'intervento che già stiamo perseguendo e che porterà a breve alla pubblicazione del bando per la concessione dei servizi bancari all'interno della Camera. «A breve» non significa domani: significa certamente entro la fine della legislatura. In particolare, il Collegio ha già svolto i necessari approfondimenti istruttori, individuando gli elementi essenziali della procedura ed il meccanismo di aggiudicazione di una gara che è particolarmente complessa.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/18, anche in questo caso si invitano i proponenti ad una riformulazione nei termini previsti dall'ordine del giorno Mura n. 9/Doc. VIII, n. 10/51.
Voglio precisare, però, che il Bollettino degli organi collegiali è pubblicato sul sito Internet della Camera, diversamente da quanto affermato nell'ordine del giorno. Il precedente Regolamento di amministrazione e contabilità non prevedeva alcuna forma di accesso dei deputati alle deliberazione dell'Ufficio di Presidenza - come sempre affermato anche in questo caso nell'ordine del giorno - mentre il nuovo RAC le rende pubbliche. Il nuovo RAC, dunque, ha incrementato e non limitato la trasparenza delle decisioni del Collegio e dell'Ufficio di Presidenza. Ai fini dell'accesso, peraltro, la posizione del deputato è differenziata da quella di qualunque altro cittadino, poiché il deputato può accedere agli atti senza necessità di dimostrare l'esistenza da parte sua di un interesse concreto ed attuale alla conoscenza dell'atto in questione. La richiamata modifica del RAC in materia di accesso da parte dei deputati adegua la normativa interna a quella generale prevista dalla legge n. 241, del 1990, secondo la quale non sono ammissibili istanze di accesso preordinate ad un controllo generalizzato dell'operato delle pubbliche amministrazioni. Diversamente l'accesso si trasformerebbe in un controllo che il Regolamento della Camera ed i regolamenti interni assegnano, invece, alla competenza ed alla responsabilità della Presidenza, del Collegio dei questori e dell'Ufficio di Presidenza.
Per modificare tale assetto di competenze occorre incidere sulle disposizioni regolamentari. L'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/19 concerne le Pag. 24maggioranze richieste per la nomina e la revoca del Segretario generale e ripropone anche in questo caso il contenuto di analogo ordine del giorno presentato in occasione della discussione del bilancio interno dello scorso anno sul quale era stato espresso parere contrario da parte dell'Ufficio di Presidenza e che era stato respinto dall'Assemblea.
Le disposizioni del Regolamento dei servizi e del personale, delle quali si chiede la modificazione, rappresentano il punto di arrivo di un processo teso a garantire l'imparzialità dell'amministrazione della Camera nel suo complesso attraverso la posizione di terzietà attribuita al Segretario generale. Infatti la diversità delle maggioranze richieste dal Regolamento rispettivamente per la nomina e per la revoca non rappresenta un elemento di contraddizione e di incoerenza ordinamentale, ma è funzionale a svincolare la figura del Segretario generale e per esso l'amministrazione della Camera nel suo complesso dal sistema dello spoil system, sottraendo la durata della carica alla volontà della sola maggioranza pro tempore.
Alla stessa finalità ha corrisposto l'abrogazione della norma che prevedeva un termine di durata del mandato approvata dall'Ufficio di Presidenza nel 2002, che ha peraltro equiparato la disciplina del Segretario generale della Camera dei deputati a quella già vigente per il Segretario generale del Senato. Il parere non può quindi che essere, in conformità a quello espresso lo scorso anno, un invito al ritiro, altrimenti contrario.
Per quanto riguarda gli ordini del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/20 e n. 9/Doc. VIII, n. 10/25, le premesse degli ordini del giorno appaiono non esatte poiché il Policlinico Gemelli, in quanto struttura convenzionata, è considerato dalla legge per l'attività di assistenza sanitaria come concessionario di servizio pubblico, e pertanto rientrante a pieno titolo nella rete del Servizio sanitario nazionale e nei Piani sanitari nazionali e regionali, come recita l'articolo 39 della legge n. 833 del 1978 (quella fondativa del Servizio sanitario nazionale).
Per quanto riguarda in particolare l'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/25, si ricorda che la decisione di sostituire un'organizzazione basata su personale sanitario dipendente direttamente dalla Camera con una struttura imperniata su convenzioni con istituti esterni di eccellenza è stata preceduta dall'attività svolta da un comitato di deputati medici istituito dall'Ufficio di Presidenza il 27 settembre 2006. Tale comitato ha esaminato l'intera questione del riassetto organizzativo del settore sanitario, ivi compresa l'individuazione del Policlinico Gemelli come centro di eccellenza cui affidare, mediante la stipula di una convenzione, il coordinamento dell'attività di emergenza sanitaria alla Camera. L'Ufficio di Presidenza in data 14 marzo 2007 approvò il nuovo modello organizzativo del servizio, tenendo anche conto del parere espresso dal citato comitato.
Tale modello persegue l'obiettivo di attuare un modello organizzativo coerente con le più aggiornate procedure di gestione dell'emergenza osservate in ambito sanitario. Tale obiettivo, contrariamente a quanto affermato nell'ordine del giorno, è perseguito a costi inferiori rispetto a quelli sostenuti in passato tenuto conto che anche allora era vigente una convenzione con la ASL RM-A. Il Collegio dei deputati questori ha poi continuato a perseguire le finalità della razionalizzazione della spesa nel settore decidendo nel dicembre 2011 e nel marzo 2012 la chiusura dei presidi sanitari di palazzo San Macuto e dei Palazzi Marini. Inoltre, in concomitanza con la sospensione dei lavori parlamentari in occasione della pausa estiva, il Collegio dei questori ha anche previsto la chiusura del presidio di Palazzo Montecitorio in quel periodo. In totale i risparmi conseguiti sono di 266 mila euro, pari al 16,5 per cento della spesa complessiva prevista al capitolo 130, alla voce «servizi medico-sanitari di presidio».
Gli ordini del giorno quindi possono essere accolti come raccomandazione a Pag. 25proseguire sulla strada del contenimento della spesa, nella consapevolezza della delicatezza che la tematica riveste.
L'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/21, nelle sue premesse, contiene affermazioni non condivisibili. Peraltro, sulle questioni da esso poste è stata già fornita una risposta puntuale ed esauriente in occasione dell'esame del bilancio interno dell'anno scorso allorché è stata chiarita l'assoluta infondatezza dei rilievi formulati e sono emersi in modo inequivocabile la correttezza e il rigore con cui sono stati gestiti i fondi in esame e, soprattutto, l'assoluta esiguità delle somme utilizzate.
Il punto 1) dell'ordine del giorno può essere accolto come invito a valutare la possibilità di modificare la disciplina in esame. Quanto, invece, alla richiesta di conoscere la destinazione «dell'enorme avanzo di gestione» - cito dall'ordine del giorno - prodottosi a valere dai predetti fondi, cui si fa riferimento nel punto 2), si ribadisce che gli importi indicati dal RAC, significativamente ridotti in sede di approvazione del nuovo RAC nel dicembre 2010, rappresentano dei tetti massimi di spesa rispetto ai quali, sia le spese annualmente previste, sia quelle effettuate in concreto, sono state sempre significativamente inferiori. Pertanto, non si è potuto determinare alcun «enorme avanzo di gestione», come erroneamente si sostiene. Peraltro, secondo le regole contabili, posso assicurare che le somme che costituiscono avanzo di amministrazione concorrono alla copertura delle altre spese senza alcuna specifica destinazione.
Per quanto riguarda il punto 3), si ribadisce che le modalità di rendicontazione dei predetti fondi sono espressamente disciplinate all'articolo 27 del RAC che attribuisce in via esclusiva le funzioni di controllo al Collegio dei deputati questori che svolge tale funzione in modo accurato sulla base di criteri prestabiliti. Il Collegio ribadisce, come abbiamo già avuto modo di affermare lo scorso anno, di non ritenere necessarie ulteriori forme di controllo. Ciò detto, non vi è alcuna reticenza a comunicare l'ammontare delle predette spese che, per quanto riguarda l'anno 2011, anno in cui sono entrati in vigore i nuovi tetti di spesa, sono state complessivamente pari a 20.680 euro, di cui circa 20.000 euro a carico dei fondi per i Capi servizio e 655 euro a carico del fondo del Segretario generale. Nell'anno in corso, la spesa effettuata fino ad oggi è stata di circa 6.200 euro a carico dei fondi per i Capi servizio. Nessuna spesa è stata effettuata a carico dei fondi assegnati al Segretario generale e ai Vicesegretari generali.
Quanto, infine, al punto 4), concernente le spese di consulenza operate sul fondo in esame, esse, come il Collegio ha avuto modo di chiarire anche lo scorso anno fornendo le relative cifre, sono state assai limitate come del resto quelle generali per consulenze a carico del bilancio della Camera e sono molto risalenti nel tempo essendo state, le ultime, effettuate nel corso del 2005. Si è trattato per lo più di pareri su questioni connesse all'entrata in vigore di discipline normative di rilevante impatto sull'attività di amministrazione come quelle in materia di tutela dei dati personali o in materia di sicurezza e tutela della salute sul luogo di lavoro oppure su questioni concernenti prerogative della Camera. Successivamente a tale data non è stata più effettuata, a valere sul fondo in questione, alcuna spesa a tale titolo.
Con tali elementi informativi, il Collegio ritiene ancora una volta di aver fornito esaurienti risposte ai quesiti posti nell'ordine del giorno, in particolare nei punti 2), 3) e 4) che risultano, pertanto, se condivise le nostre considerazioni, assorbiti da questa risposta. Alla luce di ciò, pertanto, l'ordine del giorno in questione si può intendere accolto in questi termini; diversamente il parere è contrario.
L'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 10/23 è accolto in quanto corrisponde agli indirizzi già attuati dall'Ufficio di Presidenza e dal Collegio dei questori, come dimostrano gli stanziamenti riportati nelle annualità 2013-2014 del bilancio triennale che riportano stanziamenti nettamente inferiori a quelli dell'anno 2012. Pag. 26
Circa l'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/24, occorre evidenziare che il bando di procedura ristretta cui fa riferimento l'ordine del giorno non ha nulla a che vedere con i deputati.
Si tratta di un insieme di servizi medici destinati agli iscritti al fondo di previdenza del personale e finanziati con i contributi di questi ultimi e con gli avanzi di gestione di quel fondo. Nessun contributo è a carico del bilancio della Camera. Fra i servizi in questione non rientra lo stazionamento di ambulanze presso la Camera dei deputati. Non vi è quindi alcuna duplicazione con i servizi sanitari di pronto soccorso resi presso le sedi della Camera. Ciò premesso, io inviterei i presentatori a valutare se non sia opportuno ritirare l'ordine del giorno.
L'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/26 è accolto a condizione che sia riformulato come invito ad approfondire le questioni poste, tenendo peraltro presente che la competenza in materia spetta anche ad altri organi, in particolare alla Giunta per il Regolamento.
Riguardo all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/27: della vicenda dei contratti dei palazzi Marini non c'è aspetto che non sia stato reso pubblico. L'intera ricostruzione della vicenda è già stata non una, ma più volte pubblicata sul sito Internet della Camera, in quanto risulta dai resoconti stenografici di moltissime sedute dell'Assemblea a partire da quelle del 9 e 10 ottobre del 2000; sedute in tutte le quali i Collegi dei questori succedutisi nel tempo hanno riferito con dovizia di dettagli sull'andamento dei rapporti contrattuali relativi ai palazzi Marini e sulle motivazioni che hanno determinato volta per volta le scelte della Camera dei deputati. In ogni caso, ci tengo a sottolineare che la ricostruzione operata nelle premesse dell'ordine del giorno è impropria ed il Collegio ritiene inaccettabile l'accusa di autolesionismo in esso contenuta. Il parere è dunque nel senso dell'invito al ritiro, altrimenti è contrario.
L'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/28 è accolto come raccomandazione. Degli ordini del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/29, Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/30 e Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/31 si chiede il ritiro, diversamente il parere sarebbe contrario.
L'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/32 è accolto come raccomandazione, a condizione che sia riformulato nei seguenti termini: sia soppresso l'ultimo capoverso della parte motiva, in relazione al riferimento alla situazione di grave carenza di trasparenza nei conti della Camera; la parte dispositiva sia sostituita dalla seguente: «invita l'Ufficio di Presidenza a valutare la possibilità di avviare un'azione ricognitiva, volta ad evidenziare se sussistano eventualmente condizioni per l'attivazione di un sistema di contabilità duplice conforme ai principi internazionali dell'IPSAS e alle norme contabili europee per le istituzioni pubbliche dell'Unione europea». Gli ordini del giorno dal n. 29 al n. 32 ripropongono infatti il tema della reintroduzione della contabilità analitica e del sistema contabile di tipo economico-patrimoniale nell'ordinamento interno della Camera dei deputati. Si tratta di quattro atti di indirizzo sostanzialmente omogenei nell'obiettivo di fondo, per i quali sono già state svolte considerazioni di principio comune nella replica che poco fa ha tenuto il collega Mazzocchi e che non riprendo. Se sarà necessario, riprenderemo anche alcune altre motivazioni.
L'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/33 è accolto, a condizione che la pubblicazione riguardi unicamente la percentuale dei deputati che hanno firmato la liberatoria per pubblicare sul sito Internet la propria anagrafe patrimoniale. Il nome, peraltro, è verificabile dalla scheda personale relativa a ciascun deputato.
L'ordine del giorno Beltrandi n. 9/Doc. VIII, n. 10/34 può essere accolto se riformulato come invito a contenere le spese per consulenze e collaborazioni, avendo in questo senso già ricevuto attuazione dal Collegio dei questori. Voglio ricordare che le spese per consulenze rappresentano lo 0,06 per cento delle spese della Camera e si sono pressoché dimezzate dal 2006 al Pag. 272012. Si ricorda che la Camera ricorre ad apporti esterni solo in relazione a specifiche esigenze di funzionamento, previa verifica dell'insussistenza di specifiche professionalità di carattere tecnico e specialistico all'interno dell'amministrazione.
Con riferimento all'ordine del giorno Beltrandi n. 9/Doc. VIII, n. 10/35 facciamo presente che l'articolo 2, comma 5, del Regolamento per il trattamento previdenziale dei deputati, approvato dall'Ufficio di Presidenza il 30 gennaio 2012, evidentemente sfuggito ai proponenti, basandosi su un sistema previdenziale analogo a quello previsto per la generalità dei lavoratori, non prevede più la restituzione dei contributi, in nessun caso. La norma che, invece, viene richiamata dall'ordine del giorno, vale a dire l'articolo 6 del Regolamento per gli assegni vitalizi del 1997, che consentiva la restituzione dei contributi ai deputati già cessati dal mandato che non avessero raggiunto il periodo minimo contributivo, non è più in vigore. Invito, pertanto, i presentatori al ritiro, perché l'ordine del giorno è superato dalla nuova disciplina.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 17,10)

GABRIELE ALBONETTI, Questore. L'ordine del giorno Beltrandi n. 9/Doc. VIII, n. 10/36 può essere accolto con la disponibilità a perfezionare ulteriormente la disciplina vigente, compatibilmente con il peculiare regime di accesso del pubblico alle sedi della Camera e con le modalità di svolgimento delle prove pratiche. Ma non c'è alcuna obiezione a fare assistere il pubblico ai concorsi.
L'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/Doc. VIII, n. 10/38, è accolto ove riformulato, nel senso di prevedere, dalla prossima legislatura, una disciplina analoga a quella già vigente presso il Senato.
L'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/Doc. VIII, n. 10/39, è accolto come raccomandazione a valutare quali dati possono essere soggetti a regime di pubblicità su Internet.
Con riferimento agli ordini del giorno Maurizio Turco n. 9/Doc. VIII, n. 10/40 e Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 10/58 si invitano i presentatori al ritiro degli ordini del giorno stessi, in quanto l'intera materia è relativa ai rapporti di collaborazione instaurati dai deputati, ed è attualmente - proprio in queste ore prossime - all'esame dell'Assemblea. In particolare, però, le fattispecie menzionate nel dispositivo dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 10/58 sono già tutte regolate nel modo auspicato dai presentatori.
L'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/Doc. VIII, n. 10/41 può essere accolto, ove riformulato, nel senso di invitare l'Ufficio di Presidenza a valutare le iniziative necessarie sul piano legislativo volte a modificare l'articolo 8, comma 2, della legge n. 441 del 1982, in modo da consentire la pubblicazione, anche in formato open data, sul sito Internet della Camera. Qui il problema è analogo a quello che fu posto sul tema delle dichiarazioni patrimoniali e che stiamo cercando di affrontare anche con iniziative legislative personali. Io penso che su questo argomento si possa fare la stessa cosa.
Il Collegio dei questori accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/Doc. VIII, n. 10/42.
Con riferimento all'ordine del giorno De Torre n. 9/Doc. VIII, n. 10/43, il primo capoverso del dispositivo descrive la situazione attuale e, pertanto, può essere accolto. Il secondo capoverso del dispositivo corrisponde ad iniziative già intraprese da tempo e, pertanto, può essere accolto. Quanto al terzo capoverso del dispositivo, da tempo, il materiale di cancelleria è fornito solo su richieste e secondo criteri di massima flessibilità. Il quarto capoverso del dispositivo è accolto, in quanto il processo di dematerializzazione è già stato in larga parte attuato. Il sesto capoverso del dispositivo è accolto, in quanto tutte le pubblicazioni periodiche della biblioteca sono state mantenute in formato digitale, senza alcuna soppressione. Circa il quinto capoverso del dispositivo, si ritiene che l'attivazione di allarmi non legati ad una situazione di emergenza possa turbare, in Pag. 28alcuni momenti, l'ordinato svolgimento dei lavori parlamentari. Il Collegio dei questori può, quindi, accogliere tale capoverso come una raccomandazione, nel senso di richiamare i colleghi deputati al rispetto delle regole, specie quando sono volte alla tutela della salute. Con queste precisazioni, l'ordine del giorno è accolto.
Ricordo che l'ordine del giorno Antonino Foti n. 9/Doc. VIII, n. 10/44 è stato ritirato.
L'ordine del giorno Moroni n. 9/Doc. VIII, n. 10/45 riprende un tema, già più volte oggetto di esame in questa come nelle precedenti legislature - la XIV e la XV -, che non ha trovato soluzione, poiché non è stato possibile individuare spazi idonei nell'ambito di quelli nella disponibilità della Camera. Sto parlando dei servizi per l'infanzia.
Il Collegio dei questori potrà, insieme al Comitato per le pari opportunità, approfondire ulteriormente la complessiva fattibilità del progetto, anche se occorre sottolineare che la significativa contrazione degli spazi a disposizione della Camera conseguente alle scelte di politica immobiliare effettuate, delle quali si è dato conto anche nella relazione scritta, nonché l'accentuarsi dello sforzo per il contenimento delle spese, certamente non agevolano l'individuazione di una soluzione. Peraltro, dato il rilievo della questione che non può essere affrontata solo dal punto di vista dei costi, il Collegio dei questori ritiene di poter accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione con la seguente riformulazione: la parola «impegna» sia naturalmente sostituita dalla parola «invita» e la parte dispositiva sia la seguente: «a verificare, nel più breve tempo possibile, la fattibilità di un progetto di costituzione di un centro infanzia presso la Camera dei deputati». Ciò, fermo restando che una complessiva valutazione della materia, più che in coda ad una legislatura, quando la legislatura sta finendo, potrebbe essere meglio effettuata all'inizio della prossima legislatura, al fine di verificare meglio i concreti interessati dal punto di vista degli appartenenti all'Assemblea.
L'ordine del giorno Zampa n. 9/Doc. VIII, n. 10/48 è accolto come raccomandazione dove prevede di valutare nuovamente la questione delle indennità per i deputati con incarichi istituzionali che sono state già oggetto di un recente intervento in riduzione. Per quanto riguarda la seconda parte dell'impegno, analogamente all'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/Doc. VIII, n. 10/38, esso è accolto ove riformulato nel senso di prevedere una disciplina analoga a quella vigente presso il Senato.
Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/Doc. VIII, n. 10/49 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mura n. 9/Doc. VIII, n. 10/50.
Il Collegio dei questori accoglie l'ordine del giorno Mura n. 9/Doc. VIII, n. 10/51 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mura n. 9/Doc. VIII, n. 10/52 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 10/53. Voglio sottolineare peraltro, onorevole Borghesi, come meno di 60 deputati si siano finora avvalsi di questa possibilità operativa e quindi la raccomandazione va rivolta soprattutto a coloro che ancora non se ne avvalgono.
Il Collegio dei questori invita al ritiro dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 10/54 altrimenti il parere è contrario. Al riguardo si ricorda che la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza della Camera del 16 dicembre 2009, a partire dal 1o gennaio 2010, ha adottato misure di drastica riduzione delle concessioni di viaggio a favore dei deputati cessati dal mandato. Tale misura ha comportato un risparmio annuo di un milione 645 mila euro, pari a circa il 65 per cento, quindi i due terzi dell'onere precedentemente stanziato sul corrispondente capitolo di bilancio, a valere anche per gli esercizi futuri e stabilmente. Quanto al rimborso delle spese sanitarie si ricorda che gli ex parlamentari possono volontariamente chiedere l'iscrizione al fondo di assistenza sanitaria a fronte del versamento del relativo contributo. Essendo la gestione del fondo in pareggio e non pesando sul Pag. 29bilancio della Camera un'eventuale soppressione di tale facoltà non comporterebbe alcun risparmio per la Camera anzi probabilmente aggraverebbe il rischio.
L'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 10/57 è accolto a condizione che sia riformulato in modo tale da risultare coerente con quanto già deliberato dall'Ufficio di Presidenza della Camera nello scorso mese di marzo, in ordine alla pubblicazione sul sito Internet della Camera dell'assetto retributivo complessivo dei dipendenti con riferimento, in particolare, ai trattamenti stipendiali erogati nei diversi momenti della carriera economica. Fino ad ora non si è dato corso a queste delibere in quanto stiamo cercando, come era scritto in quell'impegno, il concerto con il Senato che non abbiamo ancora trovato; nei prossimi giorni faremo un ulteriore sforzo, diversamente procederemo.
Il Collegio dei questori ritiene ammissibile l'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 10/58 che nella parte dispositiva corrisponde a quanto già previsto dall'attuale normativa interna e nella giornata di oggi è all'ordine del giorno la proposta di legge che introduce una nuova disciplina a livello legislativo. In questo senso l'ordine del giorno può considerarsi accolto, essendo già corrispondente alla attuale situazione.
L'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 10/59 può essere accolto come raccomandazione nei termini illustrati dal questore Colucci nella seduta dell'Assemblea di ieri in sede di presentazione della relazione dei documenti di bilancio, quando ha ricordato all'Aula le decisioni già assunte dall'Ufficio di Presidenza della Camera in materia di revisione delle curve retributive per i dipendenti di futura assunzione, procedura che, dopo le verifiche del possibile accordo sindacale, si concluderà entro il 15 novembre prossimo.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se insiste per la votazione del suo ordine del giorno Laboccetta n. 9/Doc. VIII, n. 10/1 accolto con precisazioni.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, credo che il mio ordine del giorno rappresenti un segnale importante, soprattutto nei confronti dei professionisti dell'antipolitica e dei pochi manovali della macchina del fango. Non insisto per la votazione e ringrazio tutto l'Ufficio di Presidenza.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Laboccetta n. 9/Doc. VIII, n. 10/2, accettato purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Boniver n. 9/Doc. VIII, n. 10/3, accettato con precisazioni e Laboccetta n. 9/Doc. VIII, n. 10/4, accettato nel testo riformato.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Enzo Carra n. 9/Doc. VIII, n. 10/5.

RENZO LUSETTI. Signor Presidente, prendo atto che il Collegio dei questori, indipendentemente dal pronunciamento dell'Aula, in qualche modo ha recepito l'esigenza di consentire alle più qualificate istituzioni di alta formazione e istruzione professionale come l'ELIS e la SAFI di Roma di formare i propri allievi in un ambiente adeguato e selezionato come l'amministrazione della Camera. Prendo atto che vi è comunque quest'impegno e che quindi vi è la previsione di stage gratuiti, possibili in situazioni come queste, perché è già stato fatto, e quindi ritiro l'ordine del giorno Enzo Carra n. 9/Doc. VIII, n. 10/5.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Contento n. 9/Doc. VIII, n. 10/6, accolto purché riformulato come invito a valutare anziché come impegno. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Contento n. 9/Doc. VIII, n. 10/7.
Onorevole Contento, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 10/8, accettato?

Pag. 30

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo perché quest'ordine del giorno chiede, per le rispettive competenze, la revisione dell'organizzazione della dotazione relativa ai servizi che fanno capo al capitolo 105, cioè quelli che sono riferiti al personale non dipendente. Nella scorsa occasione presentai un ordine del giorno che, sulla scorta di una norma di legge, chiedeva l'impegno ad eliminare tutti quei benefit che facevano capo a Presidenti della Camera una volta cessati dal relativo mandato. Tra le voci di spesa che fanno carico al capitolo 105 vi sono esattamente le dotazioni di personale che vanno a vantaggio dei Presidenti cessati dalla carica. La cosa singolare, signor Presidente, è che l'importo relativo al consuntivo 2011 aumenta, per quanto concerne il bilancio previsionale 2012, ed aumenta anche per quanto concerne la previsione riferita all'anno 2013. Signor Presidente, trovo abbastanza singolare che a fronte della situazione in cui versiamo vi siano dei benefit che permangono nonostante il cessare delle funzioni. Credo, quindi, che la Camera - ed è questo il senso di quest'ordine del giorno - debba con forza riacclamare quel principio che era inserito in quella disposizione legislativa. Non ci possano essere, nei confronti del bilancio della Camera, spese che servono per favorire, o attraverso l'uso di immobili o le dotazioni di personale, Presidenti che sono cessati dalla carica.
Quindi, io non chiedo di votare l'ordine del giorno per rispetto al lavoro dei colleghi questori, ma credo che questo aspetto vada affrontato con forza, senza tentennamenti, per ridurre la spesa con il cessare delle funzioni per tutti gli ex Presidenti.

PRESIDENTE. Allora, se ho ben capito, l'onorevole Contento accetta, con le precisazioni del suo intervento, la proposta di riformulazione fatta e non insiste per la votazione.
Passiamo all'ordine del giorno Binetti n. 9/Doc. VIII, n.10/9.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno Contento n.9/Doc. VIII, n.10/8? Poiché non si mette in votazione, non c'è la possibilità di fare dichiarazioni di voto. Si riservi tale possibilità quando deve intervenire lei. Chiedo all'onorevole Binetti se insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n.10/9.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, anche io voglio ringraziare i questori e, in particolare, li voglio ringraziare del giudizio lusinghiero, assumendo il valore della raccomandazione autenticamente come una raccomandazione.
Voglio soltanto sottolineare, però, che lo spirito di questo ordine del giorno è quello di ricordare a tutti noi che non possiamo aspettare domani, cioè non possiamo aspettare la prossima legislatura per cambiare la politica e anche il nostro modello di lavoro qua dentro. Dobbiamo cominciare da oggi e dobbiamo farlo con il senso di responsabilità di chi vuole spendere l'ultimo semestre di questa legislatura - probabilmente per molti di noi sarà davvero l'ultimo - con l'onestà di chi è consapevole del momento difficile che stiamo vivendo.
La difficoltà maggiore del momento non è la crisi economica, e probabilmente nemmeno la devastante crisi etica che attraversa il Paese, ma è la radicale crisi di fiducia che ha colpito la classe politica italiana. C'è una cultura del sospetto che rende irricevibile ogni proposta che viene dalla classe politica a tutti i livelli. Abbiamo visto questa sorta di sospetto arrivare fino a lambire il Quirinale e la persona del Presidente della Repubblica.
Ora io credo che la proposta di questo ordine del giorno sia strettamente collegata a una mozione che era stata presentata e che mi piacerebbe che un giorno potessimo discutere noi qui oggi, ossia i 630 colleghi che hanno condiviso questa legislatura, proprio per confrontarci fino in fondo su quale modello di attività parlamentare vogliamo consegnare, in una sorta di staffetta, ai colleghi della XVII legislatura, per cui ringrazio e mi auguro che si possa discutere presto la mozione.

Pag. 31

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Binetti n. 9/Doc. VIII, n.10/9, accolto come raccomandazione, non insiste per la votazione.
Ricordo ai colleghi - lo ricordo, così vale per tutti - che è possibile intervenire per dichiarazione di voto solo laddove ovviamente si mette in votazione l'ordine del giorno, altrimenti non è possibile e non è previsto l'intervento.
L'ordine del giorno Boccia n. 9/Doc. VIII, n.10/10 è stato ritirato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n.9/Doc. VIII, n.10/11 accettato.
Onorevole Bernardini, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. n.9/Doc. VIII, n.10/12? Ricordo che è ammissibile se riformulato come invito a valutare, anziché impegno e che con riferimento al punto 1 è accolto con riformulazione, mentre con riferimento al punto 2 è accolto come raccomandazione.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, più che altro volevo sottolineare il fatto che l'onorevole questore Albonetti ha dimostrato di essere offeso per la parola «tesoretto» e mi ha chiesto di toglierla dalle premesse, ma in realtà io ritengo che si tratti di un vero e proprio «tesoretto» finanziato con i soldi della Camera - non in questi ultimi anni, ma prima dell'anno 2000 - e che non è stato mai restituito al bilancio della Camera dei deputati.
Stiamo parlando del fondo di solidarietà fra gli onorevoli deputati. È un fondo che si configura come un patrimonio separato con vincolo di destinazione, quindi qualcosa che non ha niente a che vedere con il bilancio della Camera, che però è gestito dai questori che lo mettono a frutto, tanto che si è accumulato appunto questo «tesoretto», che è piuttosto consistente, di 219 milioni di euro.
Allora, la cosa che chiediamo, e che è stata accolta, è di restituire almeno i denari che sono stati presi dal bilancio della Camera. Quello che è stato accolto come raccomandazione è, in realtà, qualcosa che dovrebbe essere logico.
Se si tratta di un fondo di solidarietà tra gli onorevoli deputati, credo che debbano essere gli onorevoli deputati a gestirlo, magari nominando e votando gli organismi dirigenti. Poi, in un altro punto della raccomandazione secondo il Questore, si propone di regolamentare evidentemente la fase transitoria. Quindi, volevo ricordare questo fatto, perché spesso non siamo nemmeno consapevoli dell'entità di questi fondi.
Vorrei anche sottolineare - e concludo - che, a causa del fatto che sono stati tirati fuori i dati dai quali Stella e Rizzo hanno potuto scrivere un articolo sul Corriere della Sera del 23 settembre 2011, che sono stati pubblicati i dati che abbiamo recepito su Parlamento Wikileaks del sito www.radicali.it, che sono stati pubblicati sul sito Open Camera della lista Bonino-Pannella, si è arrivati a questa scelta che consente di diminuire di una certa consistenza la dotazione complessiva del bilancio.

PRESIDENTE. Quindi, l'onorevole Bernardini non insiste per la votazione dell'ordine del giorno a sua firma n. 9/Doc. VIII, n. 10/12.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/13, accettato dal Collegio dei Questori, purché riformulato.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, intervengo solamente per dire una cosa. In realtà, questi bollettini che non vengono pubblicati sul sito sono estremamente sintetici e non è che si capisce molto. Quindi, se è possibile, si chiede di avere maggiori informazioni delle deliberazioni che vengono prese dal Collegio dei Questori, certo, laddove è possibile, ma vi garantisco che se andate a leggere un bollettino non si capisce minimamente qual è la decisione che è stata presa.
Una cosa che vorrei dire, e approfitto della discussione di questo ordine del giorno, è che in realtà le cose sono molto cambiate in questa Camera, perché, fino all'anno scorso, c'era l'impegno dell'Ufficio Pag. 32di Presidenza o del Collegio dei Questori a fare determinate cose; adesso si sceglie di inserire l'espressione: «a valutare l'opportunità di». Questo sta a dimostrare quanto, di fronte ad un bilancio che, a mio avviso, vedremo se poi riuscirò a dimostrarlo, è sempre più reticente, è sempre più un bilancio impenetrabile, al parlamentare, al singolo, al deputato viene tolta ogni possibilità di incidere e, quindi, si sceglie «valutare l'opportunità», «accogliere come raccomandazione», con il rischio concreto che tutto rimanga come prima.

PRESIDENTE. Solo una precisazione da parte della Presidenza. Anche lo scorso anno gli ordini del giorno sono stati resi ammissibili con questa formulazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/14, accolto dal Collegio dei Questori come raccomandazione, secondo la precisazione del Questore.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, era proprio quello che prima avevo detto, cioè che l'innovazione dell'espressione: «valutare l'opportunità di» è stata introdotta l'anno scorso, quando è stata introdotta anche l'inammissibilità di ordini del giorno che in precedenza invece erano ammissibili.

PRESIDENTE. Onorevole Bernardini, ha confermato quanto detto dalla Presidenza. Era rafforzativo rispetto a ciò che diceva lei.

RITA BERNARDINI. Grazie, molto gentile. Per quanto riguarda, anche in questo caso, il bilancio preventivo del 2012, che noi adesso stiamo discutendo ad ottobre, c'era già stato un impegno dell'Ufficio di Presidenza e del Collegio dei Questori a presentarlo entro marzo.
Nella relazione ci hanno spiegato che, in realtà, è stato positivo il fatto che ce lo abbiano presentato adesso, seppure appunto si tratti di un bilancio preventivo presentato quasi alla fine dell'anno. Invece, ritengo che non sia positivo, perché positivo sarebbe stato presentarlo entro il mese di marzo, così come stabilito dagli ordini del giorno precedentemente approvati, perché è nell'interesse dell'istituzione anche vedere il procedere delle modificazioni che via via intervengono.
Quindi, si poteva benissimo presentare il bilancio preventivo e poi via via fare quegli interventi con le votazioni dell'Ufficio di Presidenza e del Collegio dei questori che si ritenevano necessarie, così come abbiamo fatto votazioni che si ritenevano necessarie per tutto il Paese quando abbiamo approvato i provvedimenti di tipo economico che hanno riguardato la vita di tutti gli italiani.

PRESIDENTE. Dobbiamo passare all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/15 ammissibile, se riformulato, e accolto con le precisazioni dette prima e rafforzative di quanto detto da lei. Va bene?

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, brevemente intendo intervenire un po' su tutti gli ordini del giorno per spiegarne la ragione. A questo proposito, stiamo parlando di un tipo di contabilità e questo ordine del giorno riguarda il controllo dell'attività amministrativa. Sappiamo tutti che la Camera dei deputati non ha alcun controllo esterno in nome dell'autodichìa. Però, a parte che su questo abbiamo depositato una proposta di legge, noi riteniamo che in realtà tutto il settore amministrativo andrebbe separato (e, quindi, quello posto sotto controllo) dall'attività funzionale - legislativa, ispettiva e di controllo - che svolgono i parlamentari.
Quindi, non crediamo che su questo possa essere rivendicato un principio di autodichìa. Al riguardo, abbiamo depositato una proposta di legge e in questo ordine del giorno si proponeva almeno di fare quello che è previsto dall'Assemblea nazionale francese che ha una commissione speciale di 15 membri, presieduta da un deputato dell'opposizione e che è incaricata di verificare ed appurare i conti. Pag. 33Non ne possono far parte né i Questori né alcun altro membro dell'Ufficio di Presidenza. Crediamo che questo sia un minimo di serietà che dovrebbe essere introdotta nel controllo dell'attività amministrativa.

PRESIDENTE. Quindi, l'onorevole Bernardini non insiste per la votazione e, quindi, non posso dare la parola ad altri colleghi.
L'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/16 è ammissibile, ma vi è un parere contrario, salvo la disponibilità ad approfondire la tematica dei controlli interni come precisato con riferimento all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/15.
Onorevole Bernardini, insiste per la votazione?

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, noi ritenevamo utile dare ai questori uno strumento che effettivamente li rendesse più forti nell'opera di controllo della gestione finanziaria e amministrativa. Infatti, con i mezzi che hanno oggi a disposizione soprattutto con le modifiche intervenute nel Regolamento di amministrazione e contabilità, per esempio, non abbiamo la individuazione dei centri di costo in cui si articola l'amministrazione.
Questo controllo è complesso. Allora, possiamo certo far finta di niente, ma eliminarlo sostanzialmente, perché i Questori non hanno gli strumenti per effettuare questo controllo, credo sia una cosa molto grave, così come l'assenza - lo ripeto - dell'individuazione dei centri di costo in cui si articola l'Amministrazione.

PRESIDENTE. Onorevole Bernardini, quindi lei non insiste per la votazione?

RITA BERNARDINI. No, signor Presidente.

GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per un chiarimento, da parte della Presidenza, circa la questione relativa alle parole «impegna» o «impegna a valutare».
Mi sembra che la Presidenza avesse dichiarato all'inizio, attraverso il Presidente Fini, che sarebbero stati inammissibili gli ordini del giorno che contenevano questa formulazione. Il Questore ha poi, invece, chiesto la riformulazione di alcuni ordini del giorno. Allora, i casi sono due: o questi ordini del giorno sono inammissibili e non dovrebbero essere qui; o si tratta, invece, della legittima richiesta dei Questori di modificarli e in questo caso si può lasciare la parola «impegna», se lo si ritiene, salvo che i Questori chiederanno all'Aula di esprimere voto contrario sull'ordine del giorno.
Chiedo, dunque, alla Presidenza di voler chiarire questo punto, che è delicato.

PRESIDENTE. Onorevole La Malfa, la ringrazio della domanda, che consente di precisare nuovamente quanto è stato già detto anche dal Presidente Fini.
L'ordine del giorno che prevede la formulazione «impegna» non è ammissibile. L'ordine del giorno diventa ammissibile qualora il deputato, accetti la riformulazione del proprio ordine del giorno con l'inserimento delle parole «invita a valutare». Poiché i firmatari hanno accettato la riformulazione con l'inserimento delle parole «invita a valutare», l'ordine del giorno è ammissibile e, quindi, si può procedere alla sua accettazione piuttosto che alla votazione. Quindi, questo è coerente con quanto detto.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente...

PRESIDENTE. Prego, onorevole La Malfa.

GIORGIO LA MALFA. ... come mai riceviamo uno stampato se i parlamentari che hanno firmato l'ordine del giorno sono stati avvisati dal Servizio Assemblea che il loro testo non era ammissibile...

Pag. 34

PRESIDENTE. Onorevole La Malfa, le rispondo subito, così possiamo andare avanti. Ricordo che di questo punto si è trattato anche durante una riunione dell'Ufficio di Presidenza.
L'ordine del giorno viene presentato e poi viene stampato. Quindi, l'Ufficio di Presidenza si riunisce e valuta l'ammissibilità o meno dell'ordine del giorno. Successivamente, in Aula viene dichiarata l'ammissibilità o meno dell'ordine del giorno e la disponibilità, da parte del presentatore dell'ordine del giorno, ad accettare la riformulazione, per rendere l'ordine del giorno ammissibile.
Passiamo, dunque, alla votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/17.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Bernardini 9/Doc. VIII, n. 10/17, accettato dal Collegio dei Questori, purché riformulato.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, in questo ordine del giorno parliamo del Banco di Napoli. Credo che sia importante ricordare a tutti i colleghi, signor Presidente, che il Banco di Napoli ha iniziato la sua attività, fornendo i servizi bancari all'interno della Camera dei deputati, nel 1926 e non ha mai smesso. Non è stata mai fatta una gara da allora; eppure sappiamo che i conti dei gruppi parlamentari, quelli dei singoli deputati e tutto il resto passa lì e, quindi, passa di lì anche tutta una serie di informazioni, anche delicate.
Perché volevo richiamare questa vicenda? Perché, in realtà, quando abbiamo chiesto informazioni ci è stato detto che il Collegio dei Questori, dopo la nostra sollecitazione, il 29 settembre 2009 aveva disposto la proroga della convenzione con il Banco di Napoli fino al 31 dicembre 2010 e aveva anche deliberato l'espletamento di una procedura ad evidenza pubblica per l'affidamento della nuova convenzione. Ma, la gara non si è svolta. Pertanto, con riferimento a questo ordine del giorno, in primo luogo immaginavamo che si fosse svolta una gara, come promesso dai Questori, e che l'avesse vinta ancora una volta il Banco di Napoli. Invece, i Questori ci confermano che questa gara non si è svolta e che accolgono la parte dell'ordine del giorno - per non dare luogo all'ennesimo rinnovo della convenzione - affinché si indica la gara non immediatamente ma entro la fine della legislatura. In questi termini l'ordine del giorno è stato accettato.
Dunque, crediamo di aver fatto, con questa spiegazione, un po' di chiarezza anche sulle promesse non mantenute. Questo non è grave. La cosa grave è che nel frattempo non viene data nessuna spiegazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/17, accettato dal Collegio dei Questori, purché riformulato.
Passiamo all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/18.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/18, accettato dal Collegio dei Questori, purché riformulato.

GUIDO CROSETTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, vorrei farle una domanda, perché non so se ho capito bene. Mi riferisco alla risposta che lei ha dato al collega La Malfa: lei ha affermato che l'Ufficio di Presidenza ha detto a questa Assemblea che un ordine del giorno approvato all'unanimità dalla medesima non può impegnare l'Ufficio di Presidenza in relazione al bilancio della Camera. Quindi, ha detto che il voto di questa Assemblea non può per nulla cambiare quello che approviamo?

PRESIDENTE. Onorevole Crosetto, lei è parlamentare non solo intelligente, ma esperto: è ormai dal 2001 membro di questa Assemblea. Lei sa che gli ordini del giorno, così come gli emendamenti che Pag. 35vengono presentati, devono superare il vaglio di ammissibilità da parte della Presidenza. L'ammissibilità è stata valutata dalla Presidenza rispetto all'ordine del giorno formulato.
Una volta che esso è reso ammissibile, avviene che il Collegio dei Questori - ma non allungherei il dibattito su questo - formula il suo parere, che può essere favorevole, contrario o accolto come raccomandazione o favorevole se viene accolta la riformulazione proposta.

GUIDO CROSETTO. Signor Presidente, mi scusi: ritorno alla mia domanda.
Quindi, l'Assemblea non può impegnare in nulla l'Ufficio di Presidenza perché l'ordine del giorno non è ammissibile? Non esiste un voto compatto di tutta l'Assemblea che può impegnare l'Ufficio di Presidenza della Camera perché altrimenti l'ordine del giorno con le parole «impegna l'Ufficio di Presidenza» è inammissibile?

PRESIDENTE. Onorevole Crosetto, poi le rileggo lo speech che ha letto il Presidente perché forse lei non era in Aula, ma se paradossalmente, non solo su questo argomento, tutti i colleghi parlamentari presentassero emendamenti o ordini del giorno inammissibili, ovviamente l'Assemblea non potrebbe teoricamente pronunciarsi.
In questo caso, non sono tutti inammissibili: ci sono ordini del giorno inammissibili e resi ammissibili, se riformulati così come indicato dalla Presidenza, oppure ordini del giorno ammissibili, come è normale che sia.
Eviterei di prolungare la discussione su questo argomento perché alla Presidenza la questione sembra molto chiara.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, il Presidente Fini ha detto un'altra cosa, che credo sia quella a cui si riferiva il collega Crosetto: ha detto che, trattandosi di materia di esclusiva competenza dell'Ufficio di Presidenza, anche se la Camera votasse all'unanimità qualche ordine del giorno, questo voto non impegnerebbe l'Ufficio di Presidenza, cosa che a me pare una cosa assolutamente inaccettabile perché immagino che la volontà di tutta la Camera superi qualunque possibile competenza dell'Ufficio di Presidenza.
Questa è la mia opinione personale, ma credo che fosse questo che voleva sostenere il collega.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, accettiamo le opinioni personali, ma poi ovviamente resta fermo lo speech letto dal Presidente.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, che si sia stati alla maggioranza o all'opposizione, se c'è una cosa che in quest'Aula, da quando sono qui, ahimè, è incontrovertibile è che, al di là del fatto che ci piaccia o meno, l'ammissibilità la decide discrezionalmente la Presidenza.
Si può fare ricorso rispetto alle decisioni della Presidenza, ma purtroppo, se un ordine del giorno viene dichiarato inammissibile, fare un dibattito a posteriori mi sembra perfettamente inutile.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/19.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/19, formulato dal Collegio dei Questori.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, credo che questo sia uno dei pochi casi - come abbiamo fatto l'anno scorso - in cui noi, come delegazione radicale, chiediamo che ci sia un pronunciamento dell'Aula.
Si tratta dell'articolo 7 del Regolamento dei servizi e del personale, uno dei regolamenti minori dell'Ufficio di Presidenza, Pag. 36che riguarda la nomina, la revoca e la durata del Segretario generale della Camera.
Noi riteniamo e valutiamo come incongruente il fatto che sia prevista una maggioranza semplice per l'elezione del Segretario generale, su proposta del Presidente della Camera, e che sia prevista, invece, la maggioranza dei due terzi per la revoca del Segretario generale.
Soprattutto riteniamo incongruente che non si preveda la durata massima di questo incarico importante e fondamentale e, al di là della persona che lo ricopre, io credo che regole di questo tipo non possono essere accettate, soprattutto se consideriamo il compito che noi abbiamo, come singoli deputati, di rappresentanti della Nazione, che non possiamo essere in questo modo così assoggettati ad una figura che ha un'estrema importanza e rilevanza nello svolgimento dei lavori di tutta l'attività legislativa, e non solo.

PRESIDENTE. Onorevole Bernardini, quindi insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 10/19?

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, sì, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lusetti. Ne ha facoltà.

RENZO LUSETTI. Signor Presidente, non sono d'accordo con le osservazioni fatte dall'onorevole Bernardini e con questo ordine del giorno. L'articolo 7 del Regolamento dei servizi e del personale è stato modificato nella XIV legislatura, allora c'era il Presidente Casini, c'era un altro Ufficio di Presidenza, c'era un altro Collegio dei questori, c'era un altro Parlamento e fin da allora si era deciso, credo con saggezza, di svincolare la figura del Segretario generale, che è una figura amministrativa della Camera dei deputati, dal cosiddetto spoil system.
Questo non è un organo di Governo, è il Parlamento, che rappresenta tutte le componenti, tutti i partiti e tutti i gruppi parlamentari. A me pare giusto e saggio che questa figura venga svincolata da maggioranze parlamentari e mi pare ancor più saggio che questa figura, con la durata illimitata, possa rappresentare la terzietà e l'imparzialità nella gestione amministrativa di tutta quest'Aula e questa Assemblea. A me pare quindi giusto votare contro l'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/19.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, vorrei dichiarare il voto favorevole dell'Italia dei Valori. Noi pensiamo che la garanzia dei due terzi per la revoca sia uno strumento sufficiente ad impedire lo spoil system di cui parlava il collega, ma riteniamo anche che una carica di questo tipo debba avere una durata definitiva e non possa essere a vita. Per questo motivo noi voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che ci si debba orientare a votare in modo contrario su questo ordine del giorno per il semplice motivo che sottoporre la nomina del Segretario generale ad una regola di spoil system fa in modo che venga meno una garanzia per la Camera di neutralità del ruolo terzo del Segretario.
In secondo luogo, prevedere una norma che consegna alla maggioranza semplice dell'Ufficio di Presidenza l'approvazione della revoca significa togliere un'altra garanzia che è quella per le minoranze, giacché la maggioranza qualificata per la revoca significa evidentemente garantire che il ruolo terzo svolto dal Segretario non sia sempre sottoposto al dominio della maggioranza pro tempore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Pag. 37
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/19, nel testo riformulato, non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gelmini, Della Vedova, Saltamartini, Sereni, Laboccetta, Landolfi, Binetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 477
Votanti 464
Astenuti 13
Maggioranza 233
Hanno votato
30
Hanno votato
no 434).

Prendo atto che i deputati Delfino, Rao, Sposetti e Adornato hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario.
Passiamo all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/20.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/20, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, volevo solamente dire una cosa che ho scoperto oggi, che il Policlinico Gemelli non è un'impresa privata, ma un'impresa ospedaliera di tipo pubblico, così ci hanno detto i Questori, perché se invece ci atteniamo a quel che prevede il Regolamento dei servizi e del personale, all'articolo 92, comma 1, è previsto che i medici addetti agli ambulatori siano assunti dalla Camera ovvero, a seguito di apposita modifica introdotta il 14 marzo 2007, individuati attraverso la stipula di apposite convenzioni con strutture sanitarie pubbliche. Oggi ho saputo che il Gemelli è una struttura sanitaria pubblica. Magari spero che domani qualche giornale dia questa informazione, perché non la conoscevo. Comunque, va bene, se l'ordine del giorno è accolto come raccomandazione va bene.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/21, accolto dal Collegio dei questori in quanto assorbito dagli elementi forniti nella risposta dei Questori.

RITA BERNARDINI. No, signor Presidente, non insistiamo per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Ricordo che l'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/22, è stato dichiarato inammissibile. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 10/23, accolto dal Collegio dei questori.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/24, formulato dal Collegio dei questori.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, non mi ha convinto quanto ha detto il Questore Albonetti quando ci ha chiesto di ritirare questo del giorno perché ci si dice che è qualcosa che non ha a che fare con il bilancio della Camera, è qualcosa che non a che fare con la Camera dei deputati, è qualcosa che riguarda il Fondo di previdenza per il personale della Camera dei deputati, che hanno deciso di fare questa gara - costo 10 mila euro in tre anni - per avere un servizio di ambulanza, credo loro dedicato. Bene, perché allora avete messo il bando di gara sul sito istituzionale della Camera dei deputati? Perché nel bando c'è scritto: «diramazione di organo costituzionale», cosa che giustifica evidentemente la pubblicazione sul sito? Non è una cosa a parte, è qualcosa che evidentemente riguarda questa struttura ed io credo che almeno bisognerebbe toglierlo tra le procedure di gara che sono rese pubbliche sul sito www.camera.it.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Bernardini Pag. 38n. 9/Doc. VIII, n. 10/24, accettano la riformulazione ai fini dell'ammissibilità, ma non accedono all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori ed insistono per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/24, nel testo riformato non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Romele... onorevole D'Ippolito Vitale... onorevole Gelmini... onorevole Perina... onorevole Savino... onorevole Saltamartini... onorevole Cera... onorevole Raisi... onorevole Gelmini... onorevole Galletti... onorevole Scanderebech... L'onorevole Galletti ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 482
Votanti 474
Astenuti 8
Maggioranza 238
Hanno votato
14
Hanno votato
no 460).

Prendo atto che il deputato Sposetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/25, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, qui torniamo su quanto spende la Camera dei deputati per fornire il servizio di assistenza d'emergenza ai singoli deputati. Bene, non è una cifra piccola, seppure i Questori ci abbiano detto che sono stati risparmiati 266 mila euro, perché tra la convenzione con la ASL, la convenzione con il Gemelli, la convenzione con autoambulanze, la consulenza per il coordinatore, che costa circa 100 euro all'anno... insomma, il cittadino che si sente male chiama l'autoambulanza, chiama il 118.
Qui abbiamo tutto questo po' po' di struttura a disposizione, che a me sembra molto costosa. Sul Gemelli volevo ritornare e sulla storia che è una struttura pubblica. Scusate, se una donna che ha bisogno di prendere la pillola del giorno dopo va dal medico del Gemelli, sappiamo che per deontologia, quel medico non può prescriverla, perché c'è un preciso codice etico del Policlinico Gemelli che impedisce che lui faccia quella ricetta. Noi ce lo abbiamo qui dentro: è una struttura pubblica che però non svolge pienamente - e non può svolgere per il codice etico dei medici - un servizio pienamente pubblico. Ripeto, rimango sempre nel mio dubbio. Il Gemelli non è una struttura pubblica.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/27, formulato dal Collegio dei questori.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, su questo c'è da dire veramente qualcosa. Gli onorevoli deputati conoscono la vicenda, perché siamo riusciti a tirare fuori tutti i contratti, che hanno riguardato i contratti non solo per la locazione degli immobili, ma anche per la fornitura dei servizi con la società Milano 90. Stiamo quindi parlando dei palazzi Marini.
Cosa chiediamo per onestà nei confronti della Camera stessa e dell'istituzione? Chiediamo spiegazioni. Infatti, si dovrà spiegare o no all'opinione pubblica perché la clausola di recesso è stata prevista solamente nel primo contratto di «Marini 1»? Perché è stata ritirata nel contratto «Marini 2»? In un primo momento c'era e poi ci hanno ripensato, l'hanno tolta? E perché negli altri contratti («Marini 3» e «Marini 4») invece la clausola di recesso non c'è?
Ecco perché noi intanto diciamo che c'è stata una sorta di autoflagellazione da parte del Parlamento, che si è legato mani e piedi a questo tipo di contratti, tant'è Pag. 39vero che bisognerà aspettare la scadenza, e credo che il primo dei contratti degli altri palazzi Marini scada nel 2016. Quindi, dobbiamo aspettare ancora molti anni, essendoci legati mani e piedi a questo imprenditore, a questo palazzinaro romano.
Chiedo dunque che questo ordine del giorno sia votato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/27, non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Galletti, Fitto, Mazzuca, Leo, Lussana... ha votato, onorevole Fitto? Onorevoli Dell'Elce, Scarpetti, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 479
Votanti 469
Astenuti 10
Maggioranza 235
Hanno votato
42
Hanno votato
no 427).

Prendo atto che il deputato Sposetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Meta ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/28. Anche questo è ammissibile, se viene accettata la riformulazione. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/28, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
Passiamo all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/29. Anche questo è ammissibile. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/29, formulato dal Collegio dei Questori.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, anche qui ritengo che sia molto strano.
Abbiamo capito che c'è una differente opinione sul fatto dell'abolizione - che noi riteniamo gravissima - della contabilità analitica. C'è stato spiegato che per la Camera è meglio un altro tipo di contabilità.
Però, se noi andiamo a vedere quello che è previsto dalla legge n. 196 del 2009, che riguarda tutte le pubbliche amministrazioni, sappiamo tutti che è stato introdotto proprio un tipo di contabilità unitaria per tutte queste pubbliche amministrazioni, e la soppressione che invece è intervenuta alla Camera dei deputati con la modifica del Regolamento di amministrazione e contabilità, la soppressione del sistema contabile di tipo economico-finanziario, noi pensiamo che rischia di fare incorrere la Repubblica italiana nella violazione dei Trattati europei, perché ormai questo tipo di contabilità è adottato anche in Europa, e degli impegni che sono stati assunti in questa sede.
La legge n. 196 del 2009, cioè quella che riguarda l'uniformità della contabilità delle amministrazioni pubbliche, ha anche nominato, all'articolo 2, comma 5, il comitato per i principi contabili delle amministrazioni pubbliche. Con questo ordine del giorno noi vi chiediamo una cosa molto semplice, anche molto limitata: chiedete almeno un parere a questo comitato, che è istituito per legge, per stabilire se i principi contabili contenuti nel nuovo RAC riformato rientrano e sono compatibili con questo quadro normativo, interno ed europeo; inoltre vi chiediamo di pubblicare questo parere, quindi nemmeno che ci attenga al parere, ma solo che sia pubblicato sul sito Internet. Questa è trasparenza. Non mi si dica che non abbiamo niente a che spartire con il comitato per i principi contabili delle amministrazioni pubbliche, perché vi do la notizia che ho qui il Ministro dell'economia e delle finanze che ci spiega da chi è composto questo comitato: c'è un rappresentante del Ministro dell'interno, del Ministero della difesa, insomma di tutti i Ministeri, e poi arriviamo anche ad un Pag. 40rappresentante della Camera dei deputati che fa parte di questo comitato (tra l'altro, si tratta di un funzionario in pensione).
Bene, vogliamo almeno chiedere un parere a questo comitato su come si tiene la contabilità? Se no, che bilancio votiamo noi deputati semplici nel momento in cui ci tirano le somme e ci dicono di approvare un bilancio molto sconosciuto? Credo che almeno questo abbiamo il dovere di farlo.

PRESIDENTE. Lo votiamo quindi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, voglio innanzitutto aggiungere la mia firma a questo ordine del giorno, perché oggi gli italiani chiedono alla politica non solo onestà (Commenti del deputato Cimadoro). No, dovrebbero andare a casa le persone come te, Cimadoro, perché se vieni qui solo per fare gli affari tuoi...

PRESIDENTE. Parli alla Presidenza per cortesia, onorevole Barbato, sta facendo una dichiarazione di voto. Onorevole Barbato, il tempo passa. Prego, stava dicendo che ha chiesto di apporre la sua firma...

FRANCESCO BARBATO. I cittadini chiedono non solo una politica onesta a chi è nelle istituzioni, a muoversi con correttezza e onestà, ma chiedono che ci sia innanzitutto chiarezza, che ci sia innanzitutto trasparenza.
E, allora, chiedere che un bilancio della Camera dei deputati abbia una contabilità analitica, cioè che si sappia come si spendono minuziosamente gli euro degli italiani, e adeguarsi alle indicazioni europee nel senso di attenerci sempre di più ad una spesa pubblica trasparente, penso che sia il minimo che si possa oggi offrire agli italiani. Già vedo, tra l'altro, che il Parlamento approva il bilancio di previsione del 2012 ad ottobre. In altre parole, è una Camera dei deputati che è totalmente sfasata e fuori tempo, cioè non riesce neanche ad organizzarsi al suo interno, eppure vogliamo predicare agli altri come si devono comportare, come si fa azienda, come si tengono i conti. Insomma, vogliamo fare gli eurocrati e poi dopo, nelle cose minime essenziali, noi non sappiamo avere un profilo corretto, cioè un'impostazione di un bilancio rispondente soprattutto alle nuove esigenze che vengono, non solo dal Paese, ma a livello europeo.
E, allora, è l'ennesima dimostrazione che si è persa un'ulteriore occasione, che la Camera dei deputati perde un'occasione ancora perché vuole continuare a tenere impenetrabile il bilancio, vuole tenere nascosti i suoi conti. Addirittura ho visto che la Camera dei deputati ha dato appalti a società off-shore ovvero non identificabili. Come si può pretendere la trasparenza dagli altri? Come questa classe politica può pretendere e può dare il buon esempio di buongoverno? Ed è la ragione per la quale voterò a favore di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, torno sulla questione procedurale. Lei aveva ricordato che l'Ufficio di Presidenza aveva dichiarato inammissibili gli ordini del giorno qualora non contenessero la formula «invita i questori a». Mi pare che l'onorevole Bernardini non abbia accettato la riformulazione e, allora, non vedo come lei possa porre in votazione l'ordine del giorno in esame. Lei dovrebbe dichiararlo inammissibile e non porlo in votazione.

PRESIDENTE. No, onorevole La Malfa, la Presidenza ha compreso. L'onorevole Bernardini ha accettato la riformulazione, ma non accetta l'invito al ritiro e, quindi, chiede di porlo in votazione. Alla Presidenza era molto chiaro. Prendo atto che l'onorevole Bernardini mi conferma quanto la Presidenza aveva compreso, e Pag. 41ciò vale anche per gli altri ordini del giorno visto che è sempre stato così, e, quindi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/29, nel testo riformulato, non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli De Luca, Razzi, Scanderebech, Cimadoro, Pili, Mondello, Fitto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 476
Votanti 468
Astenuti 8
Maggioranza 235
Hanno votato
31
Hanno votato
no 437).

Prendo atto che il deputato Cuomo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/30.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione «invito a valutare», però il parere del Collegio dei questori è un invito al ritiro, altrimenti è contrario. Chiedo, quindi, ai presentatori se accedono all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/30 formulato dal Collegio dei questori.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, intervengo semplicemente perché ritengo che questo ordine del giorno sia molto importante. Infatti, oggi abbiamo un bilancio articolato per missioni che, peraltro, sono molto poche e veramente contengono di tutto e di più. Noi, invece, con questo ordine del giorno chiediamo che l'amministrazione sia articolata per centri di costo ben individuati in modo che sia possibile poi verificarli e controllarli. Questa è la semplice richiesta che chiedo di mettere in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/30, nel testo riformulato, non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bernardo, Scilipoti, Jannone, Scanderebech, Marchioni, Lorenzin...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 483
Votanti 475
Astenuti 8
Maggioranza 238
Hanno votato
31
Hanno votato
no 444).

Prendo atto che il deputato Berardi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Mistrello Destro ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/31. Viene accettata la riformulazione per l'ammissibilità; vi è invece un invito al ritiro altrimenti, il parere è contrario, da parte del Collegio dei questori.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, qui torniamo sulla contabilità, cioè con l'ordine del giorno in esame chiediamo di tornare a modificare il regolamento di amministrazione e contabilità secondo quanto previsto dalla legge n. 196 del 2009. La richiesta che si fa è molto semplice: di prevedere che la Camera dei deputati si comporti come tutte le altre amministrazioni pubbliche e che affianchi al sistema di contabilità finanziaria anche un sistema di contabilità economico-patrimoniale, la contabilità duale che viene invocata - lo vedremo anche con il prossimo ordine del giorno - anche con specifiche direttive di tipo europeo.

Pag. 42

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro ed insistono per votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/31, nel testo riformulato, non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Togni, Pepe, Carfagna, Sardelli, Crosetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 474
Votanti 446
Astenuti 28
Maggioranza 224
Hanno votato
16
Hanno votato
no 430).

Prendo atto che la deputata Mistrello Destro ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/32, accolto come raccomandazione dal Collegio dei questori se si accetta la riformulazione. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, ci siamo salvati in angolo, come si dice, perché almeno il Collegio dei questori ha accettato di fare un'azione ricognitiva per vedere se il nostro sistema di contabilità può essere rivisto, alla luce di quello che stabiliscono i criteri contabili dell'IPSAS, che è un'organizzazione contabile europea ed internazionale che fissa i criteri con i quali le istituzioni pubbliche poi procedono nella loro contabilità. Tali criteri richiedono l'adozione di un sistema contabile - ecco, qua ci ritorniamo - duplice, in cui accanto al bilancio a contabilità finanziaria, necessario per l'autorizzazione della spesa, viene elaborato un bilancio a contabilità economico-patrimoniale, detta anche generale o analitica, molto più adatto per finalità conoscitive e di trasparenza, quella che stiamo invocando dall'inizio di questo dibattito e che invochiamo anche con l'anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati. Comunque sono contenta che almeno sia stato accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/33, accolto dal Collegio dei questori se si accetta la riformulazione. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, questo riguarda l'anagrafe patrimoniale di ciascun di noi deputati. Volevo dare una notizia, perché c'è un sito, openpolis, che fa le rielaborazioni. Allora: siamo migliorati, colleghi deputati, perché se l'anno scorso - infatti sapete che non è stata accettata l'obbligatorietà, che noi chiedevamo, di mettere online le dichiarazioni patrimoniali e quindi occorre la liberatoria - avevano fatto la dichiarazione online e, quindi, firmato la liberatoria solamente il 17 per cento dei deputati, adesso siamo al 41 per cento, quindi abbiamo migliorato. Certo manca il 59 per cento, quindi siamo ancora molto indietro.
Però è stato accolto almeno il fatto che queste elaborazioni - figuratevi se poteva passare un ordine del giorno di questo tipo! - le faccia anche la Camera dei deputati e le metta sul sito Internet.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 10/33, accettato dal Collegio dei Questori, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Beltrandi n. 9/Doc. VIII, n. 10/34, accettato dal Collegio dei Questori, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Beltrandi n. 9/Doc. VIII, Pag. 43n. 10/35 accedono all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Beltrandi n. 9/Doc. VIII, n. 10/36, accettato dal Collegio dei Questori.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/Doc. VIII, n. 10/38, accettato dal Collegio dei Questori, purché riformulato.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, l'onorevole Crosetto, prima, le ha posto una questione liberale da Parlamento di uno Stato democratico: lei, naturalmente, non gli ha risposto, perché avrebbe dovuto dire all'onorevole Crosetto che noi, dall'anno scorso, in materia di bilancio interno della Camera, siamo stati «espropriati». Siamo stati espropriati dal Presidente della Camera che ha deciso che non si possono più presentare emendamenti al bilancio della Camera stessa. Questa era una delle prerogative parlamentari tra le più significative, naturalmente.
Onorevole Crosetto, lei giustamente ha cercato di porre la questione con forza, a più riprese. È una questione liberale, che non può avere accesso in questo Parlamento, perché già la settimana scorsa abbiamo derogato alle nostre prerogative in favore dei gruppi parlamentari. Durante la scorsa seduta dedicata al bilancio interno, infatti, abbiamo derogato alla nostra prerogativa, ascoltando il Presidente della Camera che, come il «Re sole», decideva che da quel momento cambiavano le regole. C'è, evidentemente, qualcosa che non funziona, che probabilmente ha radici lontane, cioè, dal giorno dopo la promulgazione della Costituzione, con le successive violazioni della Costituzione, ci hanno abituato alla violazione e all'interpretazione delle leggi.
Pertanto, come lei giustamente ha voluto sottolineare, siamo in questo stato: non contiamo più niente e siamo stati espropriati delle prerogative parlamentari. Signor Presidente, chiedo, dunque, che questo ordine del giorno sia posto in votazione, perché proponiamo una cosa molto semplice: che una volta finito il mandato parlamentare, non ci possano essere benefit per più di sei mesi, che ci sembra un tempo più che congruo.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Maurizio Turco, solo una precisazione: lei chiede la votazione dell'ordine del giorno, ma accoglie la riformulazione?

MAURIZIO TURCO. Sì, signor Presidente. Siamo qui per questo.

PRESIDENTE. Quindi, il voto che sta chiedendo è un rafforzativo.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, chiedo al Questore Albonetti se può rileggere la riformulazione che era stata proposta su questo ordine del giorno, in modo tale se si possa meglio valutare l'orientamento del nostro voto.

PRESIDENTE. Prego, Questore Albonetti.

GABRIELE ALBONETTI, Questore. Signor Presidente, era la più breve di tutte le risposte di tutti gli ordini del giorno, che, peraltro, è stata accolta, quindi, noi votiamo la riformulazione. L'ordine del giorno è riformulato nel senso di prevedere, dalla prossima legislatura, una disciplina analoga a quella vigente presso il Senato.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani?

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Quindi, noi votiamo la riformulazione?

PRESIDENTE. Sì, perché è stata accolta dall'onorevole Maurizio Turco.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 44giorno Maurizio Turco n. 9/Doc. VIII, n. 10/38, nel testo riformulato, accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Leo... onorevole Di Biagio... onorevole Calabria... onorevole Rosato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 475
Votanti 472
Astenuti 3
Maggioranza 237
Hanno votato
459
Hanno votato
no 13).

Prendo atto che la deputata Mistrello Destro ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/Doc. VIII, n. 10/39, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/Doc. VIII, n. 10/40 formulato dal Collegio dei questori.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, penso che ne riparleremo quando discuteremo del provvedimento sugli assistenti dei parlamentari. Noi chiediamo che, come accade ovunque, per esempio al Parlamento europeo, i nomi e i cognomi degli assistenti dei parlamentari siano pubblici. Si è parlato di privacy, la privacy non c'entra niente perché la privacy nel mondo occidentale e nei sistemi democratici è qualcosa che attiene alle opinioni politiche, religiose, al sesso e a quant'altro, non sicuramente alle mansioni di lavoro. Questa è la ragione per cui noi chiediamo di votare questo ordine del giorno che ritroveremo anche come emendamento quando discuteremo del provvedimento sugli assistenti dei parlamentari.

PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro e insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/Doc. VIII, n. 10/40 non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Leo, Fitto, Laboccetta, Sbai, Gatti, Aniello Formisano, Vignali....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 475
Votanti 468
Astenuti 7
Maggioranza 235
Hanno votato
47
Hanno votato
no 421).

Prendo atto che i deputati Consolo e Pini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Mistrello Destro ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/Doc. VIII, n. 10/41, accolto dal Collegio dei questori purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/Doc. VIII, n. 10/42, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Torre n. 9/Doc. VIII, n. 10/43 accolto dal Collegio dei questori, con le precisazioni prima ricordate.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Antonino Foti n. 9/Doc. VIII, n. 10/44 accede all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori. Pag. 45
Passiamo all'ordine del giorno Moroni n. 9/Doc. VIII, n. 10/45. Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione se accetta la riformulazione proposta.

CHIARA MORONI. Signor Presidente, mi dispiace che il Collegio dei questori accolga il mio ordine del giorno come raccomandazione. Voglio solo brevissimamente attirare l'attenzione dell'Assemblea su una questione sulla quale credo che la Camera dei deputati dovrebbe dare l'esempio. Il mio ordine del giorno - presentato, peraltro, in tutte le edizioni del bilancio da quando sono deputato - chiede alla Camera dei deputati di individuare una stanza, una sede di una o due stanze, quelle che sono necessarie, per istituire l'asilo nido alla Camera dei deputati. Giusto per chiarire ai fini anche dei futuri libri di Rizzo e Stella sulla casta, non si tratta di andare necessariamente incontro alle esigenze delle deputate donne che peraltro sono pochissime e che in qualche modo sono anche in condizioni di risolvere il problema autonomamente; si tratta di andare incontro alle esigenze di tantissime donne, il Presidente ne ha una alle sue spalle, mi permetta di citarla perché ce ne sono moltissime, tante nei banchi dei funzionari, che lavorano alla Camera dei deputati dove ci sono degli orari molto particolari, dove c'è una attività molto particolare e che incontrano grandissime difficoltà nella gestione di questa mortale divisione fra avere una famiglia ed essere madre e svolgere una professione.
Allora siccome lo diciamo in tutti i modi che questo Paese ha bisogno di un grande piano di conciliazione per la maternità, che il contributo delle donne al prodotto interno lordo del Paese è fondamentale, che siamo fra gli ultimi posti fra i Paesi europei in termini di partecipazione delle donne al mondo del lavoro e che i temi della conciliazione sono prioritari per garantire la presenza delle donne nel mondo del lavoro, credo che la Camera dei deputati, con tutti i metri quadri che ha a disposizione, se non riesce ad individuare una stanza per fare l'asilo nido della Camera dei deputati... beh, permettetemi di dire che è curioso. Quindi, io, accetto la raccomandazione ma mi auguro che i Questori riflettano seriamente sulla possibilità di individuare una location e di attrezzarsi, quali che siano i problemi funzionali.

PRESIDENTE. Quindi, viene accettata la raccomandazione, però il questore Albonetti le vuole dare una risposta. Prego onorevole Albonetti, ha facoltà di parlare.

GABRIELE ALBONETTI, Questore. Signor Presidente, l'onorevole Moroni probabilmente prima non ha potuto ascoltare le ragioni che avevano portato alla riformulazione e all'accoglimento come raccomandazione del suo ordine del giorno, ma siccome la riformulazione dice: «a verificare nel più breve tempo possibile la fattibilità di un progetto di costituzione di un "centro infanzia" presso la Camera dei deputati», lo accogliamo non come raccomandazione, ma tout court.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione degli ordini del giorno Moroni n. 9/Doc. VIII, n. 10/46, e Moroni n. 9/Doc. VIII, n. 10/47 accolti con precisazioni.
Passiamo all'ordine del giorno Zampa n. 9/Doc. VIII, n. 10/48, accolto, con riferimento al primo impegno, come raccomandazione, e accolto, con riferimento al secondo impegno, se riformulato con «invito a valutare». Chiedo al presentatore se insiste per la votazione.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, accetto la riformulazione, ma è evidente che deve valere anche per gli ex Presidenti il Senato la richiesta che i benefici attribuiti agli ex Presidenti della Camera cessino al cessare del mandato, e cessino a qualunque legislatura essi abbiano appartenuto. Prendo atto con piacere che il Collegio dei questori ha accolto lo spirito di questo ordine del giorno, che peraltro è stato oggetto anche di una lettera che era Pag. 46stata inviata a firma di molti altri miei colleghi e non soltanto mia, riguardante per l'appunto i benefici degli ex Presidenti della Camera.
Nulla mi è più estraneo e inviso dell'antipolitica e quindi è del tutto lontano da me questo spirito. Credo siano stati fatti passi in avanti, che abbiamo migliorato molte cose, ma dobbiamo ammettere che molta parte di quanto sta accadendo è dovuto ad un eccesso di errori o comunque a un accumularsi di decisioni che hanno attribuito alla classe politica benefici o situazioni che li fanno troppo diversi dal comune cittadino. Sono quindi molto lieta che venga accolto il mio ordine del giorno, benché come raccomandazione, e che si vada avanti su questa strada di miglioramento fondamentale. L'unica risposta che possiamo dare all'antipolitica sono i fatti, se no ci sono soltanto quelli che «usano l'antipolitica», e la prova più eclatante è Fiorito, che ha cominciato così la sua carriera, esattamente cavalcando l'antipolitica. L'unica risposta sono dei fatti che mostrino ai cittadini che la politica è una scelta che ci pone al servizio del bene comune, una vocazione e un impegno, mai un interesse personale.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 10/49, che diventa a prima firma Ciccanti e poi Marinello, perché Giancarlo Giorgetti ha ritirato la propria firma. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ciccanti n. 9/Doc. VIII, n. 10/49, accolto.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Mura n. 9/Doc. VIII, n. 10/50, accolto come raccomandazione, Mura n. 9/Doc. VIII, n. 10/51, accolto e Mura n. 9/Doc. VIII, n. 10/52, accolto come raccomandazione.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 10/53, accolto come raccomandazione.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, quest'ordine del giorno chiedeva ai questori e all'Ufficio di Presidenza di adottare provvedimenti per rendere obbligatoria la dematerializzazione degli atti presentati o proposti dai deputati, in particolare proposte di legge, emendamenti e atti di sindacato ispettivo. Nella sua risposta il collega questore ha detto che vi è già la facoltà di farlo e che solo una sessantina di persone, cioè il 10 per cento, lo sta facendo. Ma è proprio per questo, colleghi questori, che vi chiedo di renderlo obbligatorio, perché continueremo ad avere che solo sessanta lo fanno e nessun altro lo farà se non lo si impone! Per questo, accetto la raccomandazione, però chiedo davvero al Collegio dei questori di riflettere sull'opportunità di rendere obbligatoria questa pratica da parte dei colleghi.

PRESIDENTE. È uno stimolo ulteriore a far sì che questo accada.
Passiamo all'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n.10/54 sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, e che è ammissibile se riformulato con «invito a valutare». Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e chiedo se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n.10/54.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, accetto ovviamente che ci sia il principio della valutazione, però chiedo che venga votato, perché io voglio ricordare che in un qualunque Paese veramente democratico la carica pubblica è un servizio e, terminato quel servizio, non possono sussistere privilegi, prebende o altri aiuti e assistenze di nessun tipo in capo a chi è cessato dalla carica. Ora, è vero che rispetto al passato qualcosa si è fatto, ma nel bilancio della Camera vi è ancora quasi un milione di euro che è destinato agli ex parlamentari per viaggi ed altre prebende.
Chiedo che la Camera rifletta su questo e voti perché, secondo me - lo ripeto - il principio generale è che, cessata la carica, devono cessare tutti i privilegi connessi ad essa.

Pag. 47

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, intervengo su questo ordine del giorno per esprimere il mio parere contrario rispetto al gruppo - mi dispiace per l'onorevole Borghesi - anche perché oramai le prebende, come le chiama l'onorevole Borghesi, rimaste agli ex parlamentari sono talmente minime e vacue che, alla fine, credo vi sia un «accanimento terapeutico» nei confronti degli ex parlamentari (Applausi del deputato Barbieri).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 10/54, nel testo riformulato, non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Le discussioni in altro luogo. Votate. Onorevole Cimadoro... C'è dibattito tra il gruppo. Onorevoli Graziano, Donadi, Fitto, Tortoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 465
Votanti 462
Astenuti 3
Maggioranza 232
Hanno votato
71
Hanno votato
no 391).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n.10/57. Chiedo al presentatore se insiste per la votazione.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, nell'opera di trasparenza che abbiamo cercato di fare, o si cerca di fare, in tutta la pubblica amministrazione, gli stipendi, specie delle figure apicali, sono pubblicati sul sito delle pubbliche amministrazioni. Quello che chiediamo è che questo principio sia valido anche per questo Parlamento e che quindi si provveda alla pubblicazione degli stipendi del personale e, in particolare, delle cariche apicali della Camera. Poiché è stato accolto, mi auguro che si giunga presto a dare esecuzione a questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n.10/57, accettato dal Collegio dei questori.
Passiamo all'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n.10/58. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione consistente nell'«invito a valutare» e chiedo se insiste per la votazione all'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n.10/58, accolto dal Collegio dei questori.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, l'ordine del giorno riguarda i collaboratori parlamentari e si è detto che c'è un progetto di legge in corso che mette tutto a posto, ma non è vero. Io vorrei ribadire ancora qui che, al momento, meno del 20 per cento dei parlamentari ha un contratto di lavoro depositato in una delle forme regolamentate presso la Camera.
Non è vero che la nuova legge metterà a posto questa situazione, semplicemente perché con le ultime riformulazioni è stato trasformato da un obbligo a una semplice facoltà il demandare alla Camera la gestione amministrativa dei contratti. In base a quella legge coloro che accetteranno di demandare alla Camera la gestione amministrativa sicuramente avranno un contratto in una forma regolare, ma per tutti gli altri potrà continuare esattamente la situazione che c'è adesso.
Per questo motivo chiedo che questo principio, che è il principio per cui i collaboratori devono avere una forma contrattuale regolare, si voti e quindi chiedo che l'ordine del giorno sia posto in votazione.

Pag. 48

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, l'ordine del giorno a sua firma n. 9/Doc. VIII, n. 10/58 è stato accolto nel modo in cui lei lo ha formulato. È questo che, secondo me, lei non aveva tenuto in considerazione. In altre parole, non c'era alcuna riformulazione, se non l'ammissibilità dell'ordine del giorno. Erano stati molto chiari i questori, non avevano riformulato nulla.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, chiedo scusa, mi era parso di capire che invece era stato dato parere contrario. Quindi, va bene così, non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Infatti, non riuscivo a comprendere.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 10/59, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, non insisto per la votazione di tale ordine del giorno, accolto come raccomandazione, però vorrei chiarirne il contenuto. Qui il vero problema, che dovrebbe essere affrontato e che chiedo che i questori affrontino, è che, così come nel resto del Paese molte imprese hanno attuato, hanno dovuto richiedere ai dipendenti uno sforzo di riduzione persino delle loro retribuzioni per poter andare avanti, non credo che in un'istituzione come questa si possa far finta di niente.
Quando la remunerazione per determinati tipi di attività all'esterno della Camera è un terzo, un quarto di quella che viene riconosciuta qui dentro, noi non possiamo chiudere gli occhi e fingere che non ci sia un problema da affrontare. Credo che non basti e non sia sufficiente parlare per il futuro, ma bisogna anche guardare al passato perché questo dovrebbe essere anche il contributo di questa istituzione ai problemi che il Paese sta affrontando in questo momento.

PRESIDENTE. Quindi, l'onorevole Borghesi non insiste per la votazione dell'ordine del giorno a sua firma n. 9/Doc. VIII, n. 10/59.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto - Doc. VIII nn. 9 e 10)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul conto consuntivo che, per prassi, avranno luogo congiuntamente a quelle sul progetto di bilancio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moroni. Ne ha facoltà.

CHIARA MORONI. Signor Presidente, intervengo solo brevissimamente per annunciare il voto favorevole al bilancio interno della Camera e per sottolineare come approviamo il bilancio in un momento molto delicato in cui evidentemente l'opinione pubblica richiede non solo il contenimento, giustamente, delle spese, i processi di spending review, ma anche una grande azione di trasparenza e di chiarezza rispetto all'utilizzo dei soldi pubblici e dei contribuenti.
Credo che questa Presidenza fin dall'inizio abbia avviato un grande processo di trasparenza, a partire dall'uso delle «minuzie» per le votazioni in Aula, per continuare con le recenti norme che abbiamo approvato sul Regolamento della Camera, la certificazione dei bilanci del gruppo e per finire oggi con l'approvazione di un bilancio che vede un significativo contenimento delle spese. Evidentemente noi ci auguriamo che si proceda su questa strada e su questo indirizzo. Abbiamo presentato alcuni ordini del giorno che incentivano la Camera, per esempio, ad aderire alle convenzioni Consip per tutte quelle tipologie di forniture che la Consip mette a disposizione e che certamente sono un elemento di garanzia dal punto di vista del contenimento delle spese, dei prezzi e anche della trasparenza degli affidatari dei servizi.
Ho appena illustrato l'ordine del giorno che richiedeva ai questori - e ne approfitto in sede di dichiarazione di voto per ringraziare il Collegio per averlo accolto - l'istituzione degli asili nido all'interno Pag. 49della Camera, che va nella direzione di dare anche un esempio dal punto di vista dei processi di conciliazione. Quindi, si tratta di due grandi temi che vanno nella direzione di quello che l'opinione pubblica ci spinge a fare. Quindi, credo che sia un bilancio che avvia un percorso di spending review. Certamente bisognerà fare ancora molto perché la riduzione di 50 milioni di euro dal bilancio deve diventare strutturale e «pesca» oggi da alcuni fondi di riserva. Ma dovrà nel tempo diventare strutturale in termini di diminuzione delle spese, certamente in senso esemplificativo anche sulle indennità e i benefit ai parlamentari, ma anche complessivamente rispetto alla gestione amministrativa e funzionale della Camera dei deputati.
Ringrazio come sempre il Collegio dei questori e l'Ufficio di Presidenza per il grande lavoro che è stato fatto. È vero che abbiamo approvato il bilancio preventivo certamente con un po' di ritardo, ma condivido l'idea che i questori hanno dichiarato sia nell'illustrazione che nella replica secondo la quale, anche nella relazione che troviamo sul bilancio, l'operazione di contenimento che è stata fatta in qualche modo giustifica anche il ritardo con cui approviamo di fatto un bilancio preventivo (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lusetti. Ne ha facoltà.

RENZO LUSETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo a nome del gruppo dell'Unione di Centro per preannunciare il convinto voto favorevole sul conto consuntivo per il 2011 e sul progetto di bilancio per il 2012. L'approfondita discussione condotta in questi due giorni di dibattito ha consentito a tutti noi - e anche a coloro che hanno seguito i lavori «da casa» - di valutare in dettaglio il positivo contributo fornito da questo Parlamento al risanamento dei conti pubblici.
Si tratta di un contributo testimoniato dai fatti concreti che ho già ricordato ieri in sede discussione sulle linee generali: la riduzione di 150 milioni di euro della dotazione della Camera nell'arco di un triennio; la diminuzione per il 2012 dei contributi al capitolo riguardante i gruppi parlamentari; la riforma del vitalizio, ora sostituito da un nuovo sistema previdenziale a base contributiva; la riduzione di indennità e diaria; la razionalizzazione della spesa per beni e servizi; la riforma delle pensioni dei dipendenti e il raffreddamento della spesa per le nuove retribuzioni.
Tutti questi interventi si ispirano, signor Presidente, onorevoli colleghi, ad una duplice esigenza: in primo luogo assicurare risparmi significativi da destinare al bilancio dello Stato e, allo stesso tempo, garantire la sobrietà e l'oculatezza nella gestione delle risorse pubbliche che i cittadini in questo momento di grave difficoltà economica e di grande sfiducia nei confronti della politica ci chiedono con crescente forza.
Però la concretezza di queste misure non crediamo possa essere liquidata sbrigativamente come qualche giornale ha fatto notare questa mattina parlando dei «taglietti ridicoli della Camera» (mi riferisco al quotidiano Libero). È certo legittimo domandarsi se si poteva fare di più. Certamente se si abolisce il Parlamento si risparmia, però sappiamo dove si va a finire, perché abbiamo già visto questo periodo oscuro nel nostro Paese.
Quindi, è legittimo domandarsi se l'azione di contenimento della spesa poteva spingersi oltre, onorando ancora meglio il nobile precetto impartito da un nostro padre della Repubblica. Mi riferisco a Luigi Einaudi che già negli anni Venti sul Corriere della Sera, quando parlava della riforma democratica, diceva che «nella gestione delle risorse pubbliche il denaro dei contribuenti deve essere sacro».
Ma quale che sia la risposta a questa domanda resta il fatto incontestabile che il bilancio che ci accingiamo ad approvare ha una portata senza precedenti per entità dei risparmi conseguiti, per qualità degli interventi, per organicità delle misure adottate che interessano tutte le voci del Pag. 50costo della Camera e di ciò riteniamo che debba essere dato atto al Collegio dei questori e all'Ufficio di Presidenza che si è fatto responsabilmente carico di scelte difficili e coraggiose.
Allo stesso modo, rinnoviamo anche il nostro apprezzamento per il contributo prezioso fornito dal Segretario generale, dall'amministrazione e da tutti i dipendenti della Camera che, anche in questa non facile occasione, hanno lealmente collaborato nella definizione delle misure adottate. Questo virtuoso processo di razionalizzazione delle spese - iniziato, ci tengo ad annotarlo, con la Presidenza Casini - non può arrestarsi qui, ma deve proseguire. Dal dibattito di oggi troviamo veramente spunti interessanti di riflessione che il Collegio dei questori e l'Ufficio di Presidenza possano recepire e valorizzare per rendere questo ramo del Parlamento sempre più efficiente e sempre più vicino ai cittadini, grazie all'impiego delle nuove tecnologie, grazie agli ulteriori interventi di razionalizzazione della spesa, grazie al riassetto organizzativo e grazie anche alle nomine necessarie per colmare le attuali vacanze della struttura.
Sono queste le linee direttrici che dobbiamo seguire evitando di cedere alla facile demagogia che produce il solo risultato di generare confusione nell'opinione pubblica, alimentando in qualche modo divisioni tra le forze politiche ed evitando anche di screditare il Parlamento. Ora, colleghi, noi assistiamo ad una tempestosa ondata di antipolitica che in qualche modo è figlia di una sorta di insicurezza nei momenti di crisi profonda e figlia, per certi versi, dell'arroccamento autoreferenziale dei partiti ed anche figlia della povertà del disegno strategico dei partiti.
Noi dobbiamo andare oltre questa difficoltà e affrontare questa ondata di antipolitica. Dobbiamo far comprendere ai cittadini che il valore del Parlamento non si giudica analizzando il suo bilancio interno. Il bilancio interno riporta solamente le voci di costo, ma non è in grado di esprimere e quantificare il contributo essenziale che il Parlamento fornisce alla compiuta attuazione del nostro sistema democratico. Sicuramente è necessario continuare a razionalizzare la spesa, ma è ancora più necessario far emergere il valore del Parlamento, ricollocandolo al centro del nostro sistema costituzionale, ripristinando, con una nuova legge elettorale, un corretto rapporto tra eletti ed elettori e restituendo dignità e credibilità alle istituzioni.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Lusetti.

RENZO LUSETTI. Concludo, signor Presidente, dicendo, molto rapidamente, che questo è un processo molto complesso, perché vogliamo far riemergere il valore del Parlamento, che richiede impegno, responsabilità e tempo ma al quale possiamo guardare con fiducia perché, come diceva Goethe nei suoi Epigrammi veneziani, «la democrazia non corre, ma giunge sicura alla sua meta» (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi richiamo al mio intervento di ieri, durante la discussione sulle linee generali, e coglierò comunque l'occasione per ribadire alcuni aspetti del mio intervento e anche per rispondere ad alcune notazioni fatte oggi dai colleghi Questori sul mio intervento di ieri.
Innanzitutto, vorrei dire che il bilancio interno di un'istituzione è un atto politico, quindi, non vi è un giudizio sulla capacità dei Questori, che evidentemente eseguono e ai quali va, comunque, il riconoscimento dell'attività che hanno svolto all'interno di quelle che sono le decisioni e le deliberazioni non tanto della Camera perché, a quanto ho capito, non è la Camera che decide. Si tratta fondamentalmente di una competenza esclusiva dell'Ufficio di Presidenza, almeno in base a quello che ha detto oggi il Presidente Fini, e che va ribadito perché ritengo che, invece, dovrebbe essere questa Assemblea a decidere. Pag. 51Ciò che viene deliberato da questa Assemblea non dovrebbe essere oggetto di possibile valutazione da parte del solo Ufficio di Presidenza.
Ciò detto, ribadisco alcuni aspetti, perché vi sono alcuni temi fondamentali che potrebbero permettere di far valutare in modo diverso il contributo della Camera alla situazione di grave disagio che vive il Paese e alla riduzione dei costi anche di un'istituzione come questa. Credo che questo sia quello che chiedono oggi i cittadini. Allora, vi sono alcune questioni che ho sollevato ieri. Una è quella - che resta per me fondamentale - del vitalizio dei parlamentari, che è un qualcosa di anacronistico, soprattutto nella versione di una volta, che continua a permanere e che farà sì che per altri vent'anni tra Camera e Senato vi saranno 200 milioni l'anno, più o meno, di spesa e di costo per i vitalizi di chi è ex parlamentare o di chi lo diventerà ma ne ha maturato il diritto.
Allora, quello che voglio dire è che cambiando il sistema abbiamo ridotto i costi in prospettiva. Si tratta, poi, di una prospettiva che è anche discutibile, perché vi è un costo che non compare nel bilancio e che riguarda il fatto che ai circa 7 milioni l'anno di contribuzioni che daranno i parlamentari d'ora in avanti per il loro futuro vitalizio la Camera ne aggiungerà il doppio. Quindi, vi sono altri 15-16 milioni l'anno che non compaiono in bilancio, ma che andranno comunque a gravare sui futuri bilanci della Camera, anche quando non ci dovesse essere più un parlamentare che fruisce dei vecchi vitalizi. Quindi, su questo punto doveva essere fatto un intervento deciso anche sul passato utilizzando lo stesso criterio - il metodo contributivo e non quello retributivo - anche per il passato. Ciò avrebbe davvero rappresentato una riduzione dei costi che i cittadini avrebbero accettato. Ma vi è anche un altro aspetto, che è anche quello dei dipendenti, lo dicevo prima.
Io credo che anche i cittadini abbiano qualcosa da dire sul fatto che per una mansione per la quale all'esterno del palazzo un qualunque lavoratore riceve 1.500 euro al mese; non è immaginabile che qui all'interno per una mansione parificabile a quella si possa percepire tre o quattro volte tanto e magari per 15 mensilità. Anche questa è una valutazione che non è solo una valutazione di opportunità, è una valutazione di differenze che dovrebbero essere, a mio giudizio, pian piano, eliminate, ma non guardando solo al futuro perché - se non si interviene sul passato - ci saranno dei privilegiati che, vita natural durante, continueranno a percepire tre o quattro volte - ribadisco - quello che percepiscono i lavoratori che fanno lo stesso lavoro all'esterno. Allora, queste sono due voci rilevanti nel bilancio della Camera, sulle quali si dovrebbe lavorare per dare un reale contributo al disagio del Paese in questo momento.
L'altra questione: i Questori dicevano, in realtà, tutte le voci di spesa hanno una riduzione. Per carità, certamente, ma parliamo di una riduzione del 5 o del 6 per cento perché la vera riduzione che c'è stata è quella relativa al venir meno dell'affitto di una parte di palazzo Marini, che ha trascinato con sé anche una riduzione di spese, che si sono ridotte di circa 5 milioni di euro.
Poi, anche sul piano della dematerializzazione, come dicevo anche in alcuni ordini del giorno, si potrebbe fare di più, perché spendere 7,8 milioni di euro l'anno per stampare gli atti parlamentari in una situazione nella quale ci sono Paesi nei quali la carta non si usa praticamente più, mi pare che sia un anacronismo sul quale riflettere.
Per tutti questi motivi - e ribadisco quindi, il nostro è un voto assolutamente politico - il gruppo Italia dei Valori voterà contro questo bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dussin. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, dopo aver analizzato i documenti posti al nostro esame e gli ordini del giorno ed ascoltato gli interventi dei colleghi, credo Pag. 52che sia opportuno far rilevare che la nostra azione di ricerca di un'attenta, trasparente e corretta gestione del bilancio della Camera, pur essendo una strada intrapresa da qualche anno, necessita ancora di un tempo per potersi dire conclusa.
Non voglio svilire i risultati fino ad ora ottenuti, ma solo ribadire che, essendo questa la strada giusta da seguire, anche per un doveroso rispetto verso i cittadini, occorre percorrerla fino in fondo, fino a quando cioè non ci saranno più spazi e appigli per attacchi faziosi. Rendere tutto ciò chiaro e comprensibile: questa è la sfida da vincere. Gli ordini del giorno accettati nella seduta odierna hanno confermato il giudizio di questa Camera e dell'Ufficio di Presidenza, volti al risparmio ed alla trasparenza.
La linea che si sta seguendo da sempre è stata sostenuta dalla Lega Nord, che ritiene giusto costringere tutti noi a fare degli sforzi affinché le spese di questa istituzione vengano contenute e risultino utili. Non credo che si possa inseguire la demagogia, facendo intendere che la riduzione proposta sia esigua. Oggi, la conferma è che tutti gli ordini del giorno sono stati accettati perché - come ho già detto nell'intervento di ieri - questo processo di revisione del bilancio che, in parte, rappresenta una sorta di rivoluzione copernicana per la nostra istituzione, necessita ancora di alcuni mesi per essere completato. È importante, però, che vi sia un segnale forte da parte dei componenti questa Assemblea. Ridurre i costi del sistema parlamentare significa dare un segnale all'opinione pubblica di cambiamento e di nuova politica. La Lega Nord, che raccoglie le istanze dei cittadini semplici, è sempre stata pronta alle riforme ed al cambiamento.
Non si può pensare di intraprendere un cammino di rinnovamento senza procedere ad importanti riorganizzazioni per rendere trasparente ed efficiente l'attività parlamentare. Dopo sessant'anni di storia, è normale dover pensare a dei lavori di manutenzione straordinaria per stare al passo coi tempi e con le esigenze dei cittadini. I cittadini, che sono stati vessati da continue e maggiori tasse, ci chiedono a gran voce un'assunzione di responsabilità, a cui non possiamo sottrarci, agendo in modo coerente, credibile e trasparente. Quando dico questo, penso che non possiamo esimerci dal dar conto ai nostri elettori di come vengono spesi i loro soldi, impegnati in questo nostro bilancio per il 2012.
Anche quelli di competenza diretta dei gruppi, che la Lega Nord, per la parte di propria spettanza, pubblicherà sul proprio sito per una scelta di trasparenza, pur in assenza di obbligo di legge. Questa decisione permetterà di non alimentare situazioni ambigue, fugando qualsiasi dubbio grazie a due armi formidabili: la responsabilità e la trasparenza.
Tornando ai documenti al nostro esame e ribadito anche in questa sede quanto già detto nel corso della discussione sulle linee generali circa le storture rimaste nel sistema e che vanno corrette, mi corre l'obbligo di esprimere un apprezzamento per il lavoro che sta compiendo il Collegio dei questori, l'Ufficio di Presidenza e l'amministrazione tutta. Sono stati fatti tanti errori nel passato, certamente sì, tanti, anzi direi troppi. Oggi tutti siamo impegnati a non ripeterli, anche perché tocchiamo con mano quali conseguenze negative abbiamo avuto sia in termini economici che di credibilità per la vera politica, quella con la «p» maiuscola, al servizio esclusivo dei cittadini.
Quindi, signor Presidente, ribadisco che sicuramente tanto altro resta da fare, anche su aspetti delicati e impegnativi come il personale, il trattamento complessivo dei servizi messi a disposizione dei deputati, compreso l'aspetto economico. Ci sono voci di bilancio che devono essere ancora autorizzate e perfezionate, ma la strada del contenimento delle spese che stiamo percorrendo è quella giusta, quella corretta.
Alla luce di quanto sopra detto, il gruppo Lega Nord vota favorevolmente al contenimento della spesa, alla riorganizzazione e razionalizzazione dei molteplici servizi di questo ramo del Parlamento e Pag. 53vota ancora sì ad una più profonda rivisitazione al ribasso dei costi dell'apparato istituzionale in modo tale da lasciare sempre più preziose risorse nelle casse dello Stato per altre non meno importanti finalità.
Comunque, se oggi votiamo dei documenti di bilancio che prevedono delle reali riduzioni di spesa per il funzionamento complessivo della Camera dei deputati, lo si deve anche alla forte attenzione mediatica e alla pressione dell'opinione pubblica del nostro Paese che, se correttamente esercitata, deve essere vista come un aiuto a far funzionare meglio un motore rimasto per troppo tempo senza manutenzione e non come espressione di antipolitica. Proprio per questo tutti devono essere consapevoli che siamo ad un punto di non ritorno e che certe prassi e certe abitudini non virtuose vanno abbandonate per sempre.
Un'ultima considerazione: da un punto di vista politico, la Lega Nord propone un drastico taglio dei costi della politica attraverso tre punti e su questo, colleghi, vi sfidiamo; su questo per anni noi siamo venuti qui in Parlamento a dare battaglia per come ci si doveva comportare. Rinnovamento di questa istituzione, che deve essere orientata all'efficienza e alla produttività, con relativa riduzione di spesa, e dimezzare il numero dei parlamentari, come d'altronde aveva già approvato quest'Aula ed anche il Senato a suo tempo, su proposta storica del nostro movimento.
Presentiamo queste proposte ai colleghi che oggi hanno presentato vari ordini del giorno, convinti di poter ridurre le spese: ridurre i consigli regionali con l'introduzione delle macroregioni, questa è l'altra proposta e l'altra sfida che proponiamo a questa Assemblea, e un Senato federale a costo zero. Questo vogliamo, i cittadini oggi possono sicuramente apprezzare la strada intrapresa e soprattutto siamo convinti che apprezzeranno le nostre proposte, incisive ed efficienti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che essendo questo l'ultimo bilancio della legislatura è bene che noi non lo sottovalutiamo, prendo il tempo necessario per motivare perché il gruppo del Partito Democratico vota a favore di questo bilancio. Tralascio alcune delle argomentazioni che ho addotto ieri durante la discussione sulle linee generali, tuttavia ne faccia alcune, innanzitutto perché si conclude un quinquennio di bilanci interni in una condizione nuova delle stesse finanze di cui dispone questo Parlamento, proprio per garantire l'espletamento delle funzioni che la Costituzione della Repubblica gli affida.
Il bilancio contiene dunque elementi di innovazione significativi che si sono concretizzati nel tempo, a cui viene data conclusione al termine di un lungo percorso iniziato quindici anni fa, ma ci sono elementi anche di discontinuità che sono stati introdotti, soprattutto con accelerazioni negli ultimi 2-3 anni, attraverso scelte radicalmente nuove, e le voglio ricordare: il superamento del vitalizio, il passaggio al sistema contributivo pro rata sia per i deputati in carica che per il personale, il taglio dell'indennità, della diaria, delle risorse sia per il rapporto che un tempo si chiamava eletto-elettori sia per il funzionamento dei gruppi, tutte misure tese a rendere trasparenti il procedimento, l'organizzazione, il funzionamento degli organi parlamentari e il comportamento dei singoli eletti.
Questa opera di ridisegno della vita di questa istituzione ha dovuto scontare - non ce lo dobbiamo dimenticare - opposizioni e resistenze non piccole che abbiamo superato anche in mezzo a tante incomprensioni e strumentalizzazioni che spesso erano prive di adeguati strumenti conoscitivi e che sono state talvolta agitate mediaticamente. Non tutto il cambiamento è stato motivato da ragioni economiche o di puro bilancio. Si è trattato di ragioni, spesso, che hanno accompagnato la sempre Pag. 54più diffusa esigenza dell'opinione pubblica di conoscere, con trasparenza, tutto ciò che avviene nei palazzi delle istituzioni e nei luoghi del potere politico, nel nostro caso del potere legislativo. È stato perciò compiuto, a nostro avviso, un percorso che rende un servizio alla più generale battaglia della moralizzazione della vita pubblica e del contegno che ogni eletto deve osservare verso la società e verso la Repubblica.
Una Camera eletta con una legge elettorale diversa, anche se di questo non c'è una prova provata, probabilmente avrebbe fatto meglio. Credo infatti che quanto più si crei un rapporto consolidato con i cittadini, ancor più sia possibile incidere nel lavoro di rinnovamento e di radicale riforma delle nostre istituzioni. Certamente, in futuro, eletti più radicati, più collegati al territorio, più espressione della società, probabilmente meno espressione delle segreterie dei partiti, potranno fare di più di quanto siamo stati capaci di fare noi, ma non è un problema fideistico riconoscere che intanto abbiamo fatto molto o cercato di fare molto per riformare questa istituzione e la sua vita interna, anche attraverso iniziative di cambiamento che riguardano appunto il bilancio interno.
È semplicemente un problema di onestà intellettuale riconoscere che questo lavoro è stato fatto e - avendoli sostenuti e richiesti attraverso precisi atti parlamentari del nostro gruppo, anche lo scorso anno, con un ordine del giorno - approviamo i contenuti di questo bilancio, come abbiamo approvato le passate deliberazioni dell'Assemblea e anche le più recenti, oltre a quelle dell'Ufficio di Presidenza, come la previsione della certificazione dei bilanci dei gruppi ad opera di società di certificazione esterne, oppure quella del dimezzamento dei contributi dei rimborsi ai partiti politici o quelli di una costante diminuzione del contributo relativo al finanziamento per il funzionamento dei gruppi, congelato negli anni precedenti, compreso quest'anno, e negli ultimi due anni ridotto del 10 per cento. Ciò sul versante delle prerogative collettive dei gruppi parlamentari e dei partiti politici, mentre sul versante delle prerogative individuali ho già detto relativamente al vitalizio, all'indennità e alla diaria.
Grazie a questi cambiamenti significativi che hanno riguardato la razionalizzazione anche della voce beni e servizi e che hanno riguardato in modo rilevante anche la voce del personale interno, la dotazione diminuisce di 150 milioni di euro nei prossimi tre anni. Certo, nessuno deve dimenticare che quel che siamo riusciti a fare deve commisurarsi con il difficilissimo quadro economico e sociale della crisi che colpisce il Paese, che colpisce le sue famiglie, le aziende e i cittadini. Siamo nel mezzo di una crisi morale fortissima, amplificata da episodi di corruzione, peculato, di abuso di risorse pubbliche, di cui ogni giorno viene data notizia.
A tale crisi non si può rispondere con le sole buone intenzioni - come noi peraltro non abbiamo fatto - ma si può e si deve rispondere con un radicale cambio di regole, di comportamenti, con una adeguata azione riformatrice. Radicale azione riformatrice della politica: uso questa terminologia, signor Presidente, che è la stessa utilizzata dal Presidente della Repubblica quando ha voluto ricordare a tutti coloro che temono l'antipolitica che questa si combatte solamente con una radicale riforma della politica. All'interno di questo indirizzo noi collochiamo il nostro lavoro e le nostre decisioni sul bilancio.
Mi permettano il signor Presidente e gli onorevoli colleghi un'affermazione un po' forte: smettiamola di argomentare le difficoltà alle quali andiamo incontro relativamente alle problematiche dell'uso improprio delle risorse pubbliche da parte di istituzioni nazionali, locali e regionali nonché da parte di singoli eletti, dicendo una frase frustra, inutile e controproducente: vi sono costi della politica il cui limite è dato dal riconoscimento dei costi della democrazia. Perché vede, signor Presidente, i costi della democrazia sono quelli che i cittadini e gli elettori sono disposti a riconoscerle e che ogni sistema democratico, ad ogni livello, si deve meritare. Pag. 55
Diversamente nessuna organizzazione politica, nessuna istituzione rappresentativa potrà sopravvivere, se non saremo stati capaci di commisurare i costi per il funzionamento del sistema democratico al sentire comune dei cittadini e alla percezione che hanno essi stessi di questi costi, del loro valore e del loro impiego.
Anche con questo bilancio della Camera può venire quell'esempio, dunque, che può, se non accrescere l'affezione dei cittadini verso l'istituzione parlamentare e verso la politica, almeno attenuarne la crescente disaffezione.
La discussione del nostro bilancio avviene non al di fuori del contesto di una generalizzata cattiva prova della politica, che oggi viene fornita sia all'interno di alcune istituzioni centrali sia all'interno di istituzioni regionali e locali, a cominciare dalle vicende del Lazio. Anzi, ancora di più, da parte nostra serve un atteggiamento nella quotidianità improntato a responsabilità, trasparenza, sobrietà per salvare e difendere la nostra democrazia dalle generalizzazioni, che spesso sono alimentate anche da chi avrebbe la responsabilità di contribuire a dare soluzioni alla politica con il proprio operato, senza autoassolversi all'interno di una diffusa classe dirigente, la quale dà sempre la responsabilità ad altri, senza mai porsi limiti rispetto alle strumentalizzazioni e senza fare distinzioni.
La riforma radicale della politica è la condizione per battere l'antipolitica, a cui ci richiamava il Presidente Napolitano, ed esige una collaborazione tra tutti gli attori che hanno responsabilità nel Paese. Noi stiamo cercando di farlo, anche in piccolo, con questo bilancio.
Guardiamo ai dati tangibili. Il dato dei 150 milioni di risparmio è il frutto anche delle riduzioni dei costi per i deputati in carica, insieme a quelli del contenimento del costo del personale interno, che ha consentito al Collegio dei questori e all'Ufficio di Presidenza di consegnarci una proposta di bilancio, che riconsegna al Tesoro e al contribuente italiano 150 milioni di euro nei prossimi tre anni. È una strada che il Parlamento italiano non percorreva dal lontano 1961. Da cinquantuno anni la dotazione della Camera continuava a crescere o si stabilizzava. Bisogna riconoscere questo risultato.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Quartiani.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Il Partito Democratico, il gruppo politico che rappresento ha contribuito a raggiungere questo risultato proprio per disegnare un percorso virtuoso che consegni alla prossima legislatura un'istituzione trasparente, meno costosa, più permeabile nel rapporto con l'opinione pubblica.
Anche per questo ringrazio il Collegio dei questori, l'Ufficio di Presidenza e insieme voglio ringraziare il Segretario generale, i Vicesegretari, i capiservizio, i consiglieri e tutti coloro che svolgono un ruolo fondamentale per consentire a questa Camera di compiere il proprio compito istituzionale, datogli e conferitogli dalla Costituzione della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbieri. Ne ha facoltà.
Chiedo ai colleghi di prendere posto e di lasciare intervenire l'onorevole Barbieri. Prego, onorevole Barbieri.

EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, ci avviamo verso il termine di questa legislatura ed è quindi questa l'occasione per fare un bilancio di tutto quanto è stato realizzato dal 2008 ad oggi.
Il percorso che abbiamo fatto fin qui evidenzia lo sforzo del Collegio dei questori, al quale va il nostro ringraziamento non formale, nella definizione di politica, perché da un lato cercassero di modificare lo stesso modo di operare della Camera e dall'altro tenessero conto della complessiva e difficile situazione economica e finanziaria del Paese.
Intanto, Presidente Lupi, una notazione preliminare. Ieri avevo sottolineato il silenzio che negli organi di informazione Pag. 56accompagna da sempre lo sforzo di contenimento della spesa della Camera. Ebbene, sono stato facile profeta: oggi non trovo sui giornali notizie che evidenzino la partecipazione di questo ramo del Parlamento - checché ne dica l'onorevole Borghesi - allo sforzo di risanamento dei conti pubblici.
Eppure tanto è stato fatto. Il risparmio complessivo per il bilancio dello Stato è stato pari, a far data dal 2006, a 540 milioni di euro.
A questo dato ne voglio aggiungere un altro: con la decisione di ridurre la dotazione per gli anni 2013-2015 del 5 per cento la Camera nel 2015 disporrà a titolo di dotazione di una somma di non molto superiore a quella richiesta nel 2006. Penso che questo sia un dato su cui riflettere con molta serietà. Dunque la Camera ha fatto ciò che era nelle sue possibilità per agire sul fronte delle entrate, in particolare della dotazione. A questo sforzo hanno concorso sul versante della spesa le misure dirette a ridurre in modo significativo l'ammontare delle indennità attraverso gli interventi che tutti noi conosciamo perché li troviamo nelle buste che ci vengono recapitate il 20 di ogni mese.
Il senso di questi interventi è stato quello di raccordarsi con le esigenze del Paese. Attenzione, però, a garantire ai deputati, pur in un quadro di limitazioni, le risorse necessarie per l'espletamento del proprio mandato. È necessario infatti, come ebbi modo di dire nella mia dichiarazione di voto del 21 settembre 2010, stare attenti agli atteggiamenti demagogici perché se cominciamo con la demagogia non finiamo più. È un criterio pericolosissimo - lo dico anche a coloro che stanno votando contro questo bilancio - quello secondo il quale bisogna ascoltare l'opinione pubblica sempre e comunque, perché talvolta l'opinione pubblica non è mossa da principi di equità e di giustizia ma da questioni che derivano più dalla pancia che non dall'intelletto.
Mi domando infatti per quale motivo si faccia riferimento sempre al trattamento che compete ai parlamentari e non si parla dei presidenti e degli amministratori delle banche che fra stock option e benefit percepiscono cifre rispetto alle quali le nostre sono cosa miserrima. Il contenimento della dotazione è stato possibile attraverso serie politiche di razionalizzazione della spesa. Penso, ad esempio, al settore dei beni e dei servizi oggetto di una attività di accorpamento dei contratti e di una adesione, laddove possibile, alle convenzioni Consip ben prima dei recenti interventi legislativi in materia. I questori hanno agito con serietà e lungimiranza, potremmo dire quasi anticipando le scelte che sono state poi adottate a livello legislativo. Sto terminando Presidente. Un'ultima annotazione sugli spazi. Devo dire che bene ha fatto il Collegio dei questori a recedere da una serie di contratti di locazione, in primo luogo quello relativo al Palazzo Marini 1: ciò ha portato ad una razionalizzazione nell'utilizzo dei locali e, certamente, in prospettiva dovrà essere affrontato il tema delle modalità di svolgimento del lavoro parlamentare.
Un sentito ringraziamento da ultimo a tutta la struttura apicale e non solo, a tutti i dipendenti, dal Segretario generale in giù della Camera dei deputati, perché hanno in modo molto serio contribuito a fare in modo che il nostro lavoro fosse un lavoro serio che si poteva svolgere nel modo migliore possibile. Annuncio quindi in conclusione il convinto voto favorevole del gruppo del PdL ai documenti di bilancio in esame (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, quanto tempo ho?

PRESIDENTE. Due minuti.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, per il quarto anno consecutivo (la prima volta ci siamo astenuti) la delegazione Pag. 57Radicale all'interno del gruppo Partito Democratico voterà contro questo bilancio. Voterà contro per una questione di metodo, cioè per il modo in cui viene discusso il bilancio, per i cambiamenti che sono intervenuti, e quindi la possibilità di emendare il bilancio che non c'è più, la mancata possibilità di impegnare attraverso gli ordini del giorno il Collegio dei questori e l'Ufficio di Presidenza, e per una questione di merito che riguarda proprio il nostro modo di concepire la contabilità di un organo istituzionale (il più importante assieme al Senato della Repubblica, al Parlamento) che non è prevista per nessuna altra amministrazione pubblica.
Ripeto: il principio di autodichia può valere per quel che riguarda la funzione istituzionale, ma non possiamo accettare che i conti della Camera siano una riserva inespugnabile, siano qualcosa che non possa essere controllato dal singolo deputato, che non possa essere controllato nemmeno da una commissione esterna, per non parlare poi della Corte dei conti. È un principio semplicemente di trasparenza e, per questo motivo, con rammarico, anche quest'anno siamo costretti a votare contro questo bilancio.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul conto consuntivo e sul progetto di bilancio.

(Votazioni - Doc. VIII, nn. 9 e 10)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul Doc. VIII, n. 9, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sbai, Paolo Russo, Goisis, Napoli, Vella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2011) (Doc. VIII, n. 9):

(Presenti 424
Votanti 421
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato
393
Hanno votato
no 28).

Prendo atto che i deputati Razzi e Mariani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul Doc. VIII, n. 10, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Maurizio Turco, Peluffo, Migliavacca, Pescante, Melandri, De Pasquale, Ventura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2012) (Doc. VIII, n. 10):

(Presenti 425
Votanti 422
Astenuti 3
Maggioranza 212
Hanno votato
397
Hanno votato
no 25).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Secondo quanto rappresentato dai gruppi per le vie brevi, lo svolgimento degli ulteriori punti previsti all'ordine del giorno è rinviato ad altra seduta.

Pag. 58

In morte dell'onorevole Emanuele Sanna.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Emanuele Sanna, già membro della Camera dei deputati nella XV legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori (ore 19,20).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, sarò brevissimo. Intervengo per richiamare la sua attenzione e chiederle un aiuto per sapere dal Governo che cosa sta succedendo nel carcere di Ranza nel comune di San Gimignano in provincia di Siena. Noi sappiamo tutti quali sono le condizioni del sovraffollamento, delle precarie condizioni igienico-sanitarie delle nostre strutture penitenziarie, del personale sotto organico. Nella struttura di San Gimignano su 217 posti letto disponibili sembra ci siano circa 400 detenuti. Questo pomeriggio, intorno alle ore 16, pare che un detenuto si sia arrampicato su un traliccio. Dai dintorni i cittadini hanno avvisato fra gli altri il consigliere comunale dell'Italia dei Valori della cittadina, insieme al segretario dello stesso partito, i quali si sono avvicinati al carcere e sono stati prima allontanati in maniera garbata dagli agenti della polizia penitenziaria e dopo fermati, almeno così pare, con l'accertamento della loro identità.
Questo è un corollario, quello che interessa sapere è che cosa è successo e che cosa sta succedendo all'interno della struttura. Su questo ovviamente presenterò un atto di sindacato ispettivo, però intanto mi premeva segnalare l'episodio alla sua attenzione ed avere dal Governo qualche informazione.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI. Signor Presidente, è scomparso a Milano l'onorevole Renato Massari, dove era nato nel 1920. Figura centrale del socialismo democratico milanese, Renato Massari è stato per oltre un ventennio deputato al Parlamento, nonché sottosegretario di Stato, ma prima ancora si era distinto come personaggio di spicco della socialdemocrazia italiana al seguito di Giuseppe Saragat, al cui magistero politico si richiamò fin da quando assunse la responsabilità di consigliere e di assessore al comune di Milano, nella giunta guidata dal sindaco Virgilio Ferrari, poi di deputato al Parlamento e dirigente nazionale del partito. Nella Milano della Liberazione, Renato Massari, nativo del popolarissimo quartiere dell'Isola, interpretò lo spirito riformatore che contrassegnò profondamente gli anni fecondi della rinascita e della ricostruzione. Renato Massari, come la moglie Vera, che era in quegli anni la segretaria di redazione della turatiana Critica Sociale, era di famiglia antifascista e fin da giovane respirò l'aria di quella Milano riformista che divenne nel dopoguerra un'autentica fucina per quei giovani preparati ed entusiasti che, come Renato, volevano mettere a disposizione della città la loro volontà di rinnovamento e di partecipazione, in una politica fatta spesso di scontri certamente, ma anche di incontri e alleanze, sempre e comunque in nome di forti idealità. La politica organizzata nei partiti significava proprio questo e fu un'occasione irripetibile, che promosse insieme alle altre forze democratiche la crescita di una metropoli in cui trovarono dignità di lavoro migliaia di fratelli del sud. Uomini come Renato Massari diedero un contributo fondamentale alla ricostruzione della grande Milano nei posti di responsabilità in cui furono eletti.
Insieme a Bettino Craxi, negli anni Sessanta, con entusiasmo favorì l'unificazione socialista. È in quegli anni che il Pag. 59loro sodalizio politico si consolidò in amicizia e stima reciproche, vorrei sottolineare, mai interrotte. Non a caso la sua rielezione nel 1992 a Milano alla Camera dei deputati avvenne sotto l'insegna del Partito Socialista guidato da Bettino Craxi. La Milano culla del riformismo di Filippo Turati, con la lunga galleria di parlamentari, amministratori e sindaci socialisti, è stata il laboratorio politico in cui Renato Massari incoraggiò e facilitò la crescita politica e amministrativa di molti giovani. Un autentico vivaio di energie nuove, di giovanissimi entusiasti, attratti anche dalla sua grande umanità e da un contagioso entusiasmo, che mai si attenuò nel corso della sua lunga esistenza. Per questo la sua scomparsa è particolarmente pianta a Milano e in moltissimi di coloro che godettero della sua preziosa amicizia e che grazie al suo fraterno e disinteressato sostegno sono divenuti a loro volta classe dirigente, protagonisti nella vita economica, politica e sociale di Milano e non solo.
Al nostro commosso ricordo in quest'Aula, cui Renato dedicò molti anni della sua intelligente attività, vorrei aggiungere le nostre più sentite e affettuose condoglianze alla moglie Vera e alla figlia Daniela. Consentitemi, cari colleghi, di salutarlo come si fa tra compagni di ideali e di battaglie politiche: ciao Renato.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Craxi, anche per aver ricordato la figura dell'onorevole Massari.

MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, ovviamente anch'io mi unisco al cordoglio che ha espresso anche la collega Craxi, sono stato anche collega dell'onorevole Massari. Tuttavia volevo introdurre un altro argomento, che si riferisce ad un intervento del Ministro dell'ambiente Clini. Il Ministro dell'ambiente Clini, nei giorni scorsi, ha detto che non si fa il ponte sullo stretto, anzi non è una priorità, riconvertendo ovviamente vecchi indirizzi del Governo.
Io non sono qui per sostenere o essere contro questa tesi, tuttavia, vorrei chiedere al Presidente della Camera e, quindi, a lei in questo momento, signor Presidente, che il Governo venga nell'aula di Montecitorio per capire se questa posizione espressa dal Ministro Clini sia la posizione complessiva del Governo. Lo chiedo per avere un quadro veritiero della situazione e capire perché si stanno realizzando alcuni adempimenti in loco - quindi, nella provincia di Reggio Calabria - e perché è ancora in atto e in vita una società per lo Stretto; per avere, dunque, una chiara visione anche della realtà e capire che, se non si realizza il ponte sullo Stretto, il Governo ha previsto, progettato, programmato e pianificato gli investimenti di eventuali risorse impegnate per il ponte per realizzare infrastrutture anche in Calabria; per capire, infine, se è venuto meno l'asse Berlino-Palermo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 19,30)

MARIO TASSONE. Io ritengo che «l'uscita» del Ministro Clini non possa passare sotto silenzio: certamente, il Ministro Clini è una persona rispettabile, però vorremmo capire - lo dicevo all'inizio - se parla a nome del Governo, se c'è un disegno diverso, se c'è una strategia diversa. Io ritengo che questo lo si deva non soltanto alle popolazioni calabresi e sicule, ma a tutto il Paese e all'Europa. Dobbiamo sciogliere alcuni nodi, evitare che su alcune opere, su alcune realizzazioni vi siano ancora rendite su cui si sono costruiti futuri più personali, invece, che il mantenimento e la difesa degli interessi complessivi e generali.
Signor Presidente, lo voglio dire e lo voglio ripetere: io ritengo che qui debba venire il rappresentante del Governo, sia il Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti sia il Presidente del Consiglio dei ministri. Il tema Pag. 60del ponte sullo Stretto non è una questione secondaria: è una questione su cui si sono costruiti alcuni progetti sul piano economico complessivo di sviluppo, si sono costruite ed immaginate anche politiche nell'area del Mediterraneo. Vogliamo capire se questa strategia e questo progetto cambiano.
Non sono qui a difendere il progetto del ponte, come non sono per essere contrario ad esso: io sono soprattutto per chiedere una certezza per chi, a suo tempo, ha sempre detto che bisognava collegare la realizzazione del ponte ad una serie di opere infrastrutturali che riguardassero soprattutto la regione calabrese. Ritengo che un atto di chiarezza e, soprattutto, di verità - come dicevo poc'anzi - debba essere fatto in questo momento, anche per salvaguardare la centralità del Parlamento. Nessun Ministro e, certamente, nessun rappresentante del Governo può fare dichiarazioni fuori dal Parlamento: non contestiamo Clini - per carità, la sua posizione è legittima e può parlare dovunque -, ma per capire, per avere contezza, certezza e la dimensione di alcune posizioni, ritengo che la sede più appropriata sia l'istituzione del Parlamento e con la sua centralità che, qualche volta, viene dimenticata da qualcuno.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MARIO TASSONE. Ecco perché la mia richiesta è pressante. Ho trovato questo spazio alla fine della seduta, signor Presidente, ma a lei, ovviamente, non sfuggirà l'importanza della situazione. Il Governo viene? Non viene? Io devo avere una risposta, anche perché se non l'avrò, tornerò tra qualche giorno a chiedere la stessa cosa. Si tratta di un problema importante, significativo e delicato, su cui certamente non ci si può affidare alle notizie di stampa e alle dichiarazioni sulla stampa.

EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, vorrei qui ricordare, con poche e commosse parole, la figura di Shlomo Venezia, che ci ha lasciato un giorno fa, all'età di 89 anni.
Shlomo Venezia è morto e con lui è morto l'ultimo testimone vivente in Europa delle camere a gas e dei forni crematori di Auschwitz. Shlomo Venezia da ragazzo, alla stessa età di mio padre, nello stesso periodo, aveva lavorato nel Sonderkommando di Auschwitz, nei forni crematori e dopo molti anni da quella vicenda terribile aveva trovato le parole, semplici, piane, terribili nella loro semplicità, per raccontare a migliaia di ragazzi e di adulti, in molti viaggi, nel suo libro, in molte interviste, che cosa avesse significato vedere e come aveva funzionato il punto più basso raggiunto dalla nostra civiltà nel secolo scorso. Aveva raccontato il terrore, la tragedia, il buio dell'inferno, con parole che sarà difficile replicare. Noi possiamo solo promettere a coloro che scompaiano, noi possiamo solo promettere agli ultimi testimoni viventi che le loro parole non andranno perdute; non le sentiremo più direttamente dalla loro voce, vivranno nella nostra memoria, nel nostro lavoro di ogni giorno. Non so se saremo alla loro altezza, all'altezza della loro etica, cercheremo di farlo. Per questo mi ferisce, signor Presidente, in maniera indicibile, a me che sono figlio di una altro sopravvissuto di Auschwitz, che si possa ancora, in questo Paese, permettere che in un sito neonazista ben conosciuto al Governo e alla nostra magistratura, nella giornata di ieri, in concomitanza con la morte dice Shlomo Venezia, si sia potuta aprire una pagina di inneggiamento alla sua morte con foto di brindisi in birreria, con fuochi di artificio, con festeggiamenti per la morte di questo testimone, considerato una carogna bugiarda e inneggiando alla sua morte.
Mi auguro che la sua memoria non sia vieppiù infangata da questo oltraggio, mi auguro che il Governo vorrà agire contro questo sito perché la memoria sua e degli altri testimoni di quel terribile abominio Pag. 61che raggiunse la nostra civiltà non venga mai più ripetuto (Applausi-congratulazioni).

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, la Presidenza si unisce al suo ricordo.

SOUAD SBAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SOUAD SBAI. Signor Presidente, non c'è fine alla vergogna, non c'è fine alla distruzione della figura femminile. L'Arabia Saudita, campione dei non diritti umani e dei diritti delle donne - come ben sappiamo lì le donne non hanno una carta d'identità e non possono neanche guidare una macchina - è riuscita a far cancellare la figura femminile dai cataloghi Ikea. Possiamo, con una buona dose di sicurezza, certificare che le donne sono ormai sparite dall'Arabia Saudita, come si apprestano a fare anche negli altri Paesi arabi, come in nord Africa, come già sta succedendo in Tunisia. Le scuse di Ikea, oltre ad essere tardive, sono totalmente inutili. Non si può cancellare la donna dalla realtà e poi chiedere scusa, rendendo tutto ancora più grottesco di quanto non sia già. La cosa ancora più grave è che le paladine, «piazzaiole» dei diritti delle donne non abbiano battuto un colpo sulla vicenda Ikea in Arabia Saudita. L'ennesima vergogna è il silenzio/assenso dei diritti venduti agli sceicchi, quei pochi sceicchi anziani che sono rimasti, nessuno che si permetta di ricordare all'Arabia Saudita che questo è un contrasto non solo con il pensiero di Ikea, perché tante donne in Svezia, oggi, hanno manifestato, ma soprattutto con i diritti umani, nessuno tantomeno che sponsorizzi il ritorno del radicalismo salafita nei Paesi arabi.
Alle donne italiane dico che non passare per certi negozi qualche week-end non sarebbe un cattivo messaggio, almeno sino a quando Ikea non avrà ritirato tutti quei cataloghi senza una donna dall'Arabia Saudita, comprendendo davvero la gravità di questa scelta e di tutte le potenziali conseguenze per le donne e, come ben sappiamo, non solo in Arabia Saudita. Infatti, anche qualche giorno fa, in Tunisia, una ragazza è stata violentata da due agenti e oggi rischia il carcere per averli provocati, in quanto presa in atteggiamenti non consoni, insomma senza niqab. Dico alle donne italiane di battere un colpo, perché è una vergogna. Sono donne un po' lontane da noi, ma dobbiamo dare loro una mano, perché oggi tocca a loro, ma sono certa che già tocca alle nostre donne immigrate e tocca anche alle donne italiane. Vorrei solo ricordare al Ministro degli affari esteri che Martina è ancora sequestrata in Tunisia e il nostro ambasciatore non sta facendo nulla per recuperarla e portarla in Italia (Applausi).

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, intervengo per segnalare alla Presidenza e stigmatizzare le iniziative gravissime che stanno producendo due Ministeri, il Ministero della giustizia e il Ministero della difesa. Sono gravissime perché stanno facendo perdere di credibilità al nostro Stato e io, deputato della Repubblica, voglio uno Stato forte, credibile, serio. Quindi, quando vi sono delle iniziative come quelle di cui vi parlo che lo mettono a repentaglio, queste lo fanno diventare poco serio, perché esso non mantiene la parola, non rispetta gli impegni assunti. Quindi occorre, signor Presidente, che come Parlamento ci si muova e si prendano e si incalzino queste situazioni, sicuramente da eliminare. Le dico di cosa si tratta. Sono stato ieri davanti al DAP, al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, qui a Roma, dove vi erano i concorrenti per un concorso a 271 ispettori di polizia penitenziaria.
Signor Presidente, questo concorso è stato bandito nel marzo 2003 (cioè, a marzo prossimo si spegneranno dieci candeline), sono stati spesi 3 milioni 600 mila euro per questo concorso e a oggi non si pubblicano ancora le graduatorie e non si Pag. 62dice chi sono i vincitori. Ieri, per la verità, ho chiesto al presidente del DAP di essere ricevuto, il quale gentilmente lo ha fatto con una delegazione di partecipanti a questo concorso di 271 ispettori, e ci aggiorneremo lunedì prossimo, quando faremo un altro step, perché bisogna dare subito delle risposte.
Sempre dallo stesso Ministero della giustizia mi arriva la segnalazione che stanno intervenendo per comprimere e per restringere le competenze dei dirigenti penitenziari. Ad esempio, vogliono eliminare e comprimere il carcere femminile di Pozzuoli e togliere le funzioni ai suoi dirigenti, il che non allevierà la spesa pubblica, la spending review non servirà a nulla se non a creare solo ulteriore caos e disordine. Eppure, tanto per fare l'esempio sempre del carcere di Pozzuoli: tra le inenarrabili difficoltà che oggi hanno le case circondariali, esso funziona e riesce a dare a detenute donne almeno i servizi minimali e si riesce a farlo funzionare al meglio.
Aggiungo un'altra vicenda, che è quella che riguarda il Ministero della difesa. Signor Presidente, è davvero inconcepibile ed intollerabile che da diverso tempo sia stato bandito un concorso per 1.886 carabinieri e, a oggi, benché sia stato espletato questo concorso, il Ministero dice che per effetto della spending review non può rispettare la parola data, l'impegno assunto, ovvero di assumere i 1.886 carabinieri.
È gravissimo, signor Presidente, che succeda questa roba, ma soprattutto è ancora più grave alla luce di quello che abbiamo visto oggi. Oggi qui si è approvato il bilancio della Camera. Quando sono entrato io nel 2008, signor Presidente, si spendevano per i gruppi parlamentari 33 milioni di euro. Oggi se ne spendono 35 milioni e 450 mila. Oggi questo Stato riesce ancora a dare i soldi a Fiorito e alla fidanzata per 29 mila euro per fargli fare una vacanza in Sardegna e non si trovano i soldi, invece, per il concorso dei 1.886 carabinieri o i 271 ispettori di polizia penitenziaria.
Signor Presidente, intervenga presso i due Ministeri, perché non voglio uno Stato che perde credibilità. Io voglio uno Stato serio, ma soprattutto che dia risposte anche in termini occupazionali a tanti giovani che hanno studiato, si sono preparati, hanno speso soldi per partecipare ai concorsi e ad oggi ancora non hanno delle risposte. Anzi, una risposta l'hanno avuta, ossia che lo Stato ha detto: abbiamo scherzato; non se ne fa nulla di questo concorso.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Barbato, la invito però a presentare atti di sindacato ispettivo alle due amministrazioni a cui lei ha fatto riferimento, perché credo che abbia diritto ad una risposta da parte del Ministro e dei sottosegretari. Se trasforma questo suo intervento in interrogazioni e interpellanze avrà una risposta sicuramente più esauriente di quella che potrebbe avere attraverso l'intervento della Presidenza.

FABIO MERONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO MERONI. Signor Presidente, mi scuso se non mi sono prenotato prima. La mia richiesta è molto semplice. Da notizie di stampa oggi apprendiamo che la procura di Monza ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente Penati. Lo chiamo presidente Penati, essendo stato il mio presidente della provincia di Milano quando facevo il consigliere provinciale a Milano.
Al di là del fatto che aspettiamo con interesse che venga avallata questa richiesta da parte dell'organismo di competenza, per notizie dirette, signor Presidente, onorevole Bindi, sappiamo che già si è ventilata la proposta di una data che va dal 20 al 23 gennaio. Ebbene, io penso che la politica in quanto tale, con tutto il rispetto delle parti, conoscendo personalmente il presidente Filippo Penati, ma conoscendo personalmente le accuse che sono state fatte nei suoi confronti, attraverso un suo intervento, o del Presidente della Camera, Pag. 63debba chiedere, come ha chiesto il presidente Penati, un immediato processo. Chiedo che ciò venga avallato anche da questa Camera.
Non possiamo aspettare di andare alle future elezioni con qualcuno che magari potrebbe anche risultare innocente o colpevole. Il giudizio lo darà la magistratura, ma il nostro compito è quello di accelerare eventualmente la volontà anche della gente che vota il PD, la Lega, il PdL, ma prima delle elezioni. Il 23 gennaio a noi sembra una data inopportuna. Faccia presente questo a chi di dovere.

PRESIDENTE. Onorevole Meroni, capisco il senso del suo intervento, tra l'altro sono firmataria di un disegno di legge che prevede, per i processi in cui sono in qualche modo coinvolte persone che ricoprono cariche politiche, che abbiano una corsia preferenziale non a tutela dell'imputato, che deve essere considerato un cittadino come tutti gli altri, ma a tutela dei cittadini, che devono sapere prima possibile da chi sono stati governati, amministrati e rappresentati.
Quindi, lei trova in me una particolare sensibilità su questo punto. Però, ahimè, devo dichiarare l'assoluta incompetenza della Presidenza della Camera dei deputati nei confronti dell'autonomia della magistratura nel fissare la data dei processi. Diversa è la responsabilità di tutto questo Parlamento nel riuscire a fare riforme che consentano una velocità maggiore dei procedimenti giudiziari.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 3 ottobre 2012, alle 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. - Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge C. 4568 ed abbinate.

2. - Assegnazione a Commissione in sede legislativa delle proposte di legge C. 4913 ed abbinata e delle proposte di legge C. 4258 e C. 4467.

3. - Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:
S. 3057 - D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: Modifica dell'articolo 13 dello Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato) (C. 5148).
e dell'abbinata proposta di legge costituzionale: D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA (C. 4834).
- Relatore: Distaso.

4. - Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:
S. 2923-2991 - D'iniziativa dei senatori: SANNA ed altri; D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA: Modifica degli articoli 15 e 16 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia di composizione ed elezione del Consiglio regionale (Approvata, in un testo unificato, in prima deliberazione, dal Senato) (C. 5149).
e delle abbinate proposte di legge costituzionale: PALOMBA; D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA (C. 4664-4711).
- Relatore: Distaso.

5. - Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:
S. 3073 - D'INIZIATIVA DELL'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA: Modifiche all'articolo 3 dello Statuto della Regione siciliana, in materia di riduzione dei deputati dell'Assemblea regionale siciliana. Disposizioni transitorie (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato) (C. 5150). Pag. 64
e dell'abbinata proposta di legge costituzionale: D'INIZIATIVA DELL'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA (C. 4856).
- Relatore: Distaso.

6. - Seguito della discussione delle mozioni Bersani, Cicchitto, Casini, Misiti, Angela Napoli, Nucara, Moffa, Belcastro e Mosella n. 1-01118 e Di Pietro ed altri n. 1-01129 concernenti iniziative a favore della Calabria.

7. - Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 601-711-1171-1198 - D'iniziativa dei senatori: GIULIANO; CASSON ed altri; BIANCHI ed altri; MUGNAI: Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 3900-A).
e delle abbinate proposte di legge: CONTENTO; PECORELLA; CAVALLARO; CAPANO ed altri; BARBIERI; MANTINI ed altri; FRASSINETTI ed altri; CASSINELLI ed altri; MONAI; RAZZI ed altri; CAVALLARO ed altri (C. 420-1004-1447-1494-1545-1837-2246-2419-2512-4505-4614).
- Relatore: Cassinelli.

8. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
CODURELLI ed altri; CAZZOLA ed altri: Disciplina del rapporto di lavoro tra i membri del Parlamento e i loro collaboratori (C. 2438-5382-A).
- Relatore: Moffa.

9. - Seguito della discussione del disegno di legge e del documento:
Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2012 (C. 4925-A).
- Relatore: Gozi.

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2011 (Doc. LXXXVII, n. 5).
- Relatore: Fucci.

(ore 15)

10. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PROPOSTE DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

alla I Commissione (Affari costituzionali):
S. 306-346. - Senatori BIANCONI e CARRARA; Senatori DI GIOVAN PAOLO e altri: «Disposizioni per la ricerca delle persone scomparse» (approvata, in un testo unificato, dalla 1a Commissione permanente del Senato) (4568). (La Commissione ha elaborato un nuovo testo). A tale proposta di legge sono abbinate le proposte di legge VILLECCO CALIPARI ed altri: «Disposizioni per favorire la ricerca delle persone scomparse e istituzione del Fondo di solidarietà per i familiari delle persone scomparse» (705); CARLUCCI: «Disposizioni per favorire la ricerca delle persone scomparse e istituzione del Comitato per il coordinamento delle iniziative di ricerca delle persone scomparse» (3214); CARLUCCI: «Disposizioni per favorire la ricerca delle persone scomparse e istituzione del Fondo di solidarietà per i familiari delle persone scomparse» (3728); GALATI: «Istituzione di una sala operativa nazionale interforze permanente per la ricerca delle persone scomparse» (4187);

alla VIII Commissione (Ambiente):
NICCO: «Modifica all'articolo 80 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, concernente le sedi dell'ente "Parco nazionale Gran Paradiso"» (4913). (La Commissione ha elaborato un nuovo testo). A tale proposta Pag. 65di legge è abbinata la proposta di legge TOGNI e LANZARIN: «Modifiche al decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 5 agosto 1947, n. 871, concernenti la sede dell'ente "Parco nazionale Gran Paradiso"» (4540);
BRANDOLINI ed altri: «Modifica all'articolo 15 della legge 23 marzo 2001, n. 93, concernente il Parco museo delle miniere di zolfo delle Marche e dell'Emilia Romagna» (4258);
VANNUCCI e BRANDOLINI: «Modifica all'articolo 15 della legge 23 marzo 2001, n. 93, concernente il Parco museo delle miniere di zolfo delle Marche e dell'Emilia-Romagna» (4467).

(La Commissione ha elaborato un testo unificato).

La seduta termina alle 19,50.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 11)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Doc.VIII,n.10-odg 9/doc.VIII-10/19 rif. 477 464 13 233 30 434 42 Resp.
2 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 10/24 rif. 482 474 8 238 14 460 42 Resp.
3 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 10/27 479 469 10 235 42 427 42 Resp.
4 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 10/29 rif. 476 468 8 235 31 437 42 Resp.
5 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 10/30 rif. 483 475 8 238 31 444 41 Resp.
6 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 10/31 rif. 474 446 28 224 16 430 41 Resp.
7 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 10/38 rif. 475 472 3 237 459 13 41 Appr.
8 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 10/40 475 468 7 235 47 421 41 Resp.
9 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 10/54 rif. 465 462 3 232 71 391 41 Resp.
10 Nom. Doc. VIII, n. 9 424 421 3 211 393 28 40 Appr.
11 Nom. Doc. VIII, n. 10 425 422 3 212 397 25 40 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.