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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 687 di martedì 18 settembre 2012

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 15.

DONATO LAMORTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Antonione, Bindi, Bongiorno, Boniver, Bratti, Cenni, Cirielli, Dussin, Fallica, Fava, Gregorio Fontana, Jannone, La Loggia, Lombardo, Lucà, Lusetti, Mazzocchi, Mecacci, Migliori, Pecorella, Pescante, Paolo Russo e Stucchi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,03).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori (ore 15,04).

RENATO FARINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO FARINA. Signor Presidente, intervengo per esporre eventi interessanti.
Ieri il Corriere della Sera, in prima pagina, ha pubblicato un importante articolo con questo titolo: facendo lavorare i detenuti, chi viene recuperato, non torna a commettere reati. Anzi il titolo è: «Quei 35 milioni che risparmieremmo facendo lavorare i detenuti».
Si parla della legge Smuraglia che, purtroppo, oggi non ha praticamente finanziamenti e che consentirebbe, se adeguatamente finanziata, di ridurre notevolmente la percentuale delle ricadute nei reati. Si parla anche della legge che è stata presentata in questo Parlamento dall'intergruppo per la sussidiarietà e che era arrivata fino all'Aula, salvo poi essere rimandata per il parere negativo del Ministero dell'economia e delle finanze.
Orbene, ieri, il Ministro Severino ha detto, dopo una visita al carcere di Padova, dove ha potuto constatare come il lavoro nelle carceri, un lavoro non finto e non assegnato per fare passare il tempo, ma un lavoro vero, produca dei risultati importanti e convenga a tutti: c'è un impegno molto serio per il rifinanziamento della legge Smuraglia. Allora, visto che siamo tutti d'accordo, e il Ministro Severino fa parte del Governo e che la maggioranza Pag. 2sostiene questo progetto di legge, chiedo che questa legge torni in Aula al più presto e le parole non siano semplicemente flatus vocis, ma dicano la realtà delle cose.
Per cui questo mio è un invito sia al Governo sia possibilmente alla presidenza della Commissione giustizia di ricalendarizzare al più presto questo progetto di legge per il lavoro dei detenuti.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Renato Farina, il suo intervento è molto opportuno. Tra l'altro, esiste un impegno imponente del volontariato in questo ambito, che è una cosa di cui tutti dovremmo essere orgogliosi. Lei ha fatto cenno alla maggioranza. Io mi auguro che la maggioranza, di cui lei fa parte, di cui il suo gruppo parlamentare fa parte, attraverso il capogruppo, ponga la questione nella Conferenza dei presidenti di gruppo, cosa che non mancherò di fare io stesso.
Detto ciò...

RAFFAELE VOLPI. Vai, Presidente!

PRESIDENTE. ... ci provo.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,25.

La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 15,25.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto (A.C. 5423).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto (A.C. 5423).
Ricordo che nella seduta del 13 settembre 2012 si sono esauriti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 5423)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 5423).
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FABIO MERONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO MERONI. Signor Presidente, da notizie aggiornate di stampa noi sappiamo che alle ore 16 il presidente dell'Ilva dovrebbe comunicare anche alla stampa quello che ha depositato questa mattina per quanto riguarda l'Ilva. Quindi, noi chiederemmo, visto e considerato che gli ordini del giorno sono fatti su quello che noi conoscevamo fino a venerdì, quando ci siamo riuniti, pretenderei e chiederei un lasso di tempo per capire cosa propone il presidente Ferrante alla stampa e anche ai cittadini italiani.

PRESIDENTE. Comprendo la proposta, ma il Regolamento della Camera ci vincola a dei termini precisi, che non siamo in grado di alterare. Detta in un altro modo, noi non possiamo riaprire i termini per la presentazione degli ordini del giorno. Potremmo sospendere, in modo da arricchire il dibattito con le notizie che eventualmente derivassero da ciò, ma su questo io ho una qualche riluttanza, perché mi sembra che sia il Parlamento a dover dare delle indicazioni, piuttosto che recepirle dal presidente di una, pur importantissima, società. In ogni caso, prima di prendere una decisione del genere vorrei sentire quantomeno il parere dei gruppi.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, premesso che c'è un impegno di tutti i gruppi a concludere entro le 19,30 di oggi, con il voto finale su questo provvedimento ed essendoci 80 ordini del giorno, evidentemente il dibattito si può svolgere all'interno degli ordini del giorno, che peraltro riguardano la tematica specifica.
Ovviamente nulla vieta a questa Camera di decidere che si prosegua un dibattito in relazione all'evoluzione della vicenda specifica, con le prese di posizione dei commissari, dei presidenti, della magistratura, degli attori in campo, del sindaco e così via. Ovviamente se noi dovessimo legare il lavoro dell'Aula alla contingenza probabilmente non finiremmo più di discutere.
Credo che ci sia l'esigenza di fare e licenziare il provvedimento, di mantenere gli impegni quindi per consegnarlo in tempo debito al Senato affinché lo converta in legge con un voto conclusivo. Evidentemente credo che ci sia il tempo per fare la discussione, nel momento in cui ci sono gli ordini del giorno presentati: adesso non so quali siano i pareri del Governo, evidentemente se sono tutti favorevoli avanzeremo il tempo necessario per fare una discussione, ma ce lo prendiamo in un'altra fase del dibattito o persino sulle dichiarazioni di voto. Non mi pare che sia necessaria una sospensione, perché ci sono tutti i tempi, per l'opposizione e per la maggioranza, di affrontare il dibattito anche in ordine all'evoluzione delle condizioni specifiche in cui versa la vicenda di Taranto e dell'Ilva da qui alle 19,30-20 di questa sera.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede la parola, invito il rappresentante del Governo a esprimere il prescritto parere.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il Governo accetta l'ordine del giorno Burtone n. 9/5423/1, accetta l'ordine del giorno Binetti n. 9/5423/2 e accetta l'ordine del giorno Scilipoti n. 9/5423/3.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Grassi n. 9/5423/4, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Mantovano n. 9/5423/5.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Vico n. 9/5423/6, mentre accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/5423/7, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere: al primo capoverso, subito dopo le parole: «impegna il Governo», le parole: «a valutare l'opportunità di», e al secondo capoverso, le parole: «a valutare le più opportune modalità per informare».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Zazzera n. 9/5423/8, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di espungere il secondo capoverso del dispositivo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Borghesi n. 9/5423/9, mentre accetta l'ordine del giorno Lovelli n. 9/5423/10, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di espungere tutte le parole che seguono alle parole: «Lesegno (CN)».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Velo n. 9/5423/11, a condizione che il dispositivo sia riformulato, sostituendo, al terzo rigo del primo capoverso, la parola: «prevedendo», con la parola: «valutando», e inserendo, all'inizio del secondo capoverso, le parole: «a valutare l'opportunità di intervenire».
Il Governo accetta i successivi ordini del giorno Mariani n. 9/5423/12, Vatinno n. 9/5423/13, Mosella n. 9/5423/14 e Di Biagio n. 9/5423/15, mentre accetta l'ordine del giorno Patarino n. 9/5423/16, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire la parola: «avviare», con la parola: «individuare».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Scanderebech n. 9/5423/17 e Raisi n. 9/5423/18, mentre accetta l'ordine del giorno Motta n. 9/5423/19, a condizione che sia riformulato nel senso di espungere, al terzo rigo del dispositivo, le parole: «in via prioritaria». Pag. 4
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Cimadoro n. 9/5423/20, mentre accetta i successivi ordini del giorno Oliverio n. 9/5423/21 e Consolo n. 9/5423/22.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Fiorio n. 9/5423/23, a condizione che sia riformulato nel senso di inserire, dopo le parole: «impegna il Governo», le parole: «a valutare ogni iniziativa utile a:», e poi tre trattini con i tre impegni già previsti nell'attuale formulazione.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Damiano n. 9/5423/24, mentre accetta l'ordine del giorno Zamparutti n. 9/5423/25, a condizione che il dispositivo sia riformulato, nel senso di espungere tutte le parole successive alle parole: «20 milioni».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Prestigiacomo n. 9/5423/26.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Marco Carra n. 9/5423/27, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: al terzo rigo del primo paragrafo dell'impegno al posto di: «prevedendo» inserire la parola: «valutando» ed all'inizio del secondo paragrafo dell'impegno inserire le parole: «a valutare le possibili modalità per».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Tassone n. 9/5423/28, a condizione che sia riformulato nel senso di inserire dopo le parole: «impegna il Governo» le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Lanzarin n. 9/5423/29, a condizione che sia riformulato inserendo dopo le parole: «impegni finanziari certi» le seguenti: «nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica».
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Fava n. 9/5423/30, il Governo lo accetta, ma propone una riformulazione analoga a quella che ripropone per molti altri ordini del giorno successivi, e cioè la proposta del Governo è che dopo le parole: «impegna il Governo» venga inserito: «a valutare l'opportunità di assumere le idonee iniziative legislative dirette alla bonifica e alla messa in sicurezza (....)». Il Governo propone in sostanza l'eliminazione delle parole: «ad utilizzare parte di tale risorse». Questa riformulazione è proposta per l'ordine del giorno Fava n. 9/5423/30, ma la stessa riformulazione è proposta anche per gli ordini del giorno Callegari n. 9/5423/31, Fogliato n. 9/5423/32, Di Vizia n. 9/5423/33, Volpi n. 9/5423/34, Rondini n. 9/5423/35, Togni n. 9/5423/36, Buonanno n. 9/5423/37, D'Amico n. 9/5423/38, Maggioni n. 9/5423/39, Cavallotto n. 9/5423/40, Bonino n. 9/5423/41, Pini n. 9/5423/42, Rainieri n. 9/5423/43, Fedriga n. 9/5423/44, Follegot n. 9/5423/45, Chiappori n. 9/5423/46, Grimoldi n. 9/5423/47, Laura Molteni n. 9/5423/48, Allasia n. 9/5423/49, Simonetti n. 9/5423/50, Munerato n. 9/5423/51, Bragantini n. 9/5423/52 e Fugatti n. 9/5423/53.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Bitonci n. 9/5423/54 e Forcolin n. 9/5423/55.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Caparini n. 9/5423/56, mentre accetta l'ordine del giorno Consiglio n. 9/5423/57, a condizione che sia riformulato inserendo, dopo la parola: «delocalizzazione», al posto di: «degli», scrivere: «di» e togliere dopo: «edifici residenziali» le parole: «non abusivi, sorti».
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Crosio n. 9/5423/58 e Desiderati n. 9/5423/59.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Dussin n. 9/5423/60 purché riformulato nel seguente modo: inserire dopo le parole «impegni finanziari certi» le parole «nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica». Il Governo accetta l'ordine del giorno Gidoni n. 9/5423/61. Il Governo accetta l'ordine del giorno Fabi n. 9/5423/62 purché riformulato nel seguente modo: all'inizio dell'impegno, dopo le parole «impegna il Governo» inserire le parole «a valutare la possibilità di predisporre» e così via.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Goisis n. 9/5423/63 e Torazzi n. 9/5423/64. Il Governo accetta l'ordine del giorno Rivolta n. 9/5423/65, a condizione che vengano rimosse tutte le premesse e vengano tolte le parole successive a «strumenti normativi introdotti». Il Governo Pag. 5accetta gli ordini del giorno Comaroli n. 9/5423/66 e Montagnoli n. 9/5423/67.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Pastore n. 9/5423/68 purché riformulato con la stessa riformulazione proposta per altri ordini del giorno, e cioè: «impegna il Governo ad assumere le idonee iniziative legislative dirette alla bonifica e alla messa in sicurezza (...)», e quindi togliendo le parole «ad utilizzare parte di tali risorse».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Stucchi n. 9/5423/69 purché riformulato nel seguente modo: inserire all'inizio, dopo «impegna il Governo», le parole «a valutare la possibilità di».
L'ordine del giorno Isidori n. 9/5423/70 è della stessa tipologia citata in precedenza e, quindi, propongo per esso la seguente riformulazione, inserendo le seguenti parole: «(...) idonee iniziative legislative dirette alla bonifica e alla messa in sicurezza del sito di Falconara Marittima (...)», e quindi togliendo le parole «ad utilizzare parte di tali risorse». Inoltre, il Governo accetta gli ordini del giorno Meroni n. 9/5423/71 e Dozzo n. 9/5423/72. Il Governo accetta l'ordine del giorno Fiorio n. 9/5423/73 purché riformulato...

PRESIDENTE. Scusi, signor sottosegretario, a noi risulta che l'ordine del giorno n. 9/5423/73 sia stato presentato dall'onorevole Lussana.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Sì, scusi signor Presidente. Il Governo accetta l'ordine del giorno Lussana n. 9/5423/73 e non accetta gli ordini del giorno Molgora n. 9/5423/74 e Paolini n. 9/5423/75. Il Governo accetta l'ordine del giorno Negro n. 9/5423/76 purché l'impegno sia riformulato nel seguente modo: «a trasmettere alle competenti Commissioni parlamentari il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri previsto per la nomina del commissario straordinario». Il Governo accetta l'ordine del giorno Negro n. 9/5423/77 purché sia riformulato nel seguente modo: all'inizio dell'impegno sostituire le parole «ad adottare» con «a valutare».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Polledri n. 9/5423/78, a condizione di sostituire la parola «adottare» con «valutare» all'inizio dell'impegno e accetta l'ordine del giorno Vanalli n. 9/5423/79, a condizione di inserire all'inizio dell'impegno al Governo «ad assumere opportune iniziative», rimuovendo le parole «a prevedere norme cogenti e rigorose» (quindi segue «in ordine al vincolo (...)»).
Il Governo accetta l'ordine del giorno Rosato n. 9/5423/80, con la seguente riformulazione: inserire «a valutare la possibilità di» all'inizio dell'impegno, togliere le parole «e attraverso un cofinanziamento statale» e sostituire alla fine le parole «alla formazione del capitale umano e alla ricollocazione di tutti i lavoratori» con le parole «in modo da fornire ai lavoratori impegnati nell'area prospettive occupazionali durature».

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Burtone n. 9/5423/1, Binetti n. 9/5423/2, Scilipoti n. 9/5423/3 e Grassi n. 9/5423/4, accettati dal Governo.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Mantovano n. 9/5423/5 formulato dal Governo.

ALFREDO MANTOVANO. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula sul contenuto di questo ordine del giorno che chiede in sostanza due cose al Governo. A fronte di un decreto-legge in cui l'unico elemento di novità è costituito dalla nomina del commissario straordinario - perché poi tutto il resto (le risorse, gli indirizzi e così via) è il frutto di un lavoro svolto nei mesi e nelle settimane precedenti - si chiede, dopo un mese e mezzo dal varo di questo decreto-legge, di nominare il commissario straordinario e il Governo dice di no.
Vorrei capire dal Governo perché ha fatto un decreto-legge nel quale prevede che si nomini il commissario straordinario e poi, a fronte di un ordine del giorno che ne sollecita la nomina, su un adempimento Pag. 6rispetto al quale il Governo è in ritardo, il Governo dice di no. Il secondo punto dell'ordine del giorno è che si chiede l'impegno del Governo affinché la nomina di questo commissario straordinario abbia i profili di competenza e di professionalità necessari per un'opera molto delicata e impegnativa che è quella del risanamento delle aree circostanti l'Ilva di Taranto e, anche da questo punto di vista, il Governo dice di no.
Il Governo vuole nominare, non si sa quando - visto che dice di no alla nomina in tempi rapidi - un soggetto che non abbia requisiti di professionalità e di competenza? Francamente non riesco a rispondere a questi quesiti e poiché il «no» del Governo è stato un «no» secco su entrambi gli impegni, gradirei che perlomeno si motivasse una posizione di questo tipo che, a mio avviso, non consente in alcun modo di ritirare l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Mantovano n. 9/5423/5 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signori del Governo, signori colleghi, mi rivolgo soprattutto ai colleghi parlamentari, perché c'è un Governo appoggiato da una maggioranza quasi totalitaria e, quindi, nel momento in cui il Governo, rispetto ad una proposta come quella formulata dal collega Mantovano, dice di no, temo che ancora una volta voi (io sono all'opposizione) finirete per dire di no. Sto parlando ai colleghi che non ascoltano.
Ma è politica giusta quella di chi sta in Parlamento e vota per partito preso senza leggere il contenuto della proposta? Io non credo che noi siamo pagati per questo né credo che noi facciamo gli interessi dei cittadini se votiamo e alziamo la mano per partito preso. Che cosa chiede questa proposta? Due cose: che chi si occupa e chi dovrà assumere il ruolo di commissario straordinario per il risanamento ambientale a Taranto sia una figura che abbia due requisiti. In primo luogo, che sia un soggetto munito di specifica e comprovata competenza tecnica. Non mi pare che il collega Mantovano, che pure fa parte di un altro partito e di un altro schieramento e che magari non mi può neanche vedere, abbia detto una cosa astrusa. Lo dico alla maggioranza che appoggia questo Governo.
Dice, inoltre, il collega che questo commissario straordinario non dovrebbe essere gravato, visto ciò di cui si deve occupare, vista l'urgenza, l'immanenza, l'importanza, la delicatezza, la necessità che h24 si occupi di questo problema, da assorbenti impegni istituzionali. Lo ripeto: assorbenti impegni istituzionali. In altre parole, deve trattarsi di uno che deve andare lì a fare il commissario e a non prendere lo stipendio gratis.
Non mi pare che il collega Mantovano stia chiedendo la luna. Non capisco perché il Governo dica di no, anzi lo capisco benissimo, evidentemente ha già in mente qualcuno che non ha questi requisiti e, quindi, non può impegnarsi in questo modo. Allora io mi rivolgo ai colleghi di questo Parlamento che appoggiano questo Governo e che si ostinano a votare per partito preso. Io credo che mai come in questo momento dovremmo votare nell'interesse della collettività, non dell'interesse di qualche altra poltrona già preordinata. Per questa ragione, l'Italia dei Valori voterà a favore di questa proposta (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, ritengo senz'altro doveroso chiarire il perché abbiamo formulato un invito al ritiro rispetto a questo ordine del giorno. In realtà Pag. 7sono, quindi, due le questioni. La prima è quella della nomina. La scelta è stata quella di operare la nomina dando al commissario certezze, quindi a valle del percorso, peraltro molto breve, del decreto-legge in termini di conversione. Pertanto, posso naturalmente rassicurare il Parlamento che avverrà in ogni caso in tempi brevissimi, ma dando, peraltro, certezza in termini di poteri e di competenze.
Sui requisiti del commissario io credo che occorra fare una distinzione tra quello che è richiesto al commissario, che esercita un ruolo di coordinamento e certamente non tecnico-esecutivo, e quelli che invece saranno i soggetti attuatori che, come anche questo disegno di legge dispone, poi saranno soggetti tecnici che dovranno effettivamente avere le competenze necessarie a svolgere il lavoro richiesto. Quindi, se prevedessimo delle delimitazioni alle caratteristiche richieste dal commissario credo che oggettivamente non faremmo il bene rispetto a quello che è l'obiettivo della norma, ossia dare una soluzione al problema di Taranto. Ecco perché abbiamo chiesto il ritiro di questo ordine del giorno, proprio per evitare che poi ci siano in qualche misura dei problemi rispetto alla scelta del commissario.

ALFREDO MANTOVANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Mantovano, lei chiede la parola per confermare o per cambiare la sua posizione precedente?

ALFREDO MANTOVANO. Signor Presidente, io chiedo la parola per sollecitare il Governo ad essere serio, nel senso che trovo poco serio - Presidente, mi permetta questa espressione - dire che si sta aspettando la conversione in legge di questo decreto-legge per la nomina del commissario quando la necessità e l'urgenza hanno motivato un provvedimento normativo proprio perché serviva subito fare la bonifica e utilizzare le risorse che sono state messe a disposizione.
Non mi pare che in altre circostanze si sia attesa la conversione in legge di un provvedimento per dare seguito a quello che veniva deciso con decreto-legge che in questo caso entrerebbe in vigore più di 60 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Anche sul secondo profilo resto francamente sbalordito dal profilo di coordinamento - così è stato detto - che avrebbe questo Commissario che è totalmente diverso dal richiamo normativo che viene fatto nel decreto-legge che invece esige un profilo professionale e di competenza qualificato, che il Governo esclude esplicitamente dicendo no a questo ordine del giorno, che il Commissario straordinario (che gestirà quasi 300 milioni di euro per la bonifica) dovrà avere (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, ho chiesto la parola perché la questione posta dall'onorevole Mantovano è assolutamente sacrosanta. È un decreto-legge motivato dall'urgenza di affrontare il problema di Taranto. Il problema di Taranto viene affrontato secondo il decreto-legge con la nomina di un Commissario. Se il Parlamento chiede al Governo di nominare in tutta fretta il Commissario e di nominarlo con delle qualifiche che possano assicurare la buona riuscita di questa operazione il Governo dovrebbe ringraziare il Parlamento per la sollecitazione e assicurare che intende farlo.
È quello che ha detto il sottosegretario, ma allora il Governo accetti questo ordine del giorno quanto meno come raccomandazione, ma pretendere di respingere un ordine del giorno che lo invita a fare quello che il Governo chiede invita il Parlamento a votare all'unanimità contro la posizione del Governo che è una posizione totalmente irresponsabile. Quindi - cosa che non faccio mai - chiedo di aggiungere la mia firma al sacrosanto ordine del giorno dell'onorevole Mantovano e mi associo alle parole con cui lo ha difeso l'onorevole Di Pietro. Pregherei il Pag. 8Governo di cambiare immediatamente la sua posizione, altrimenti mi auguro che il Parlamento voti a favore di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Torazzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, io veramente non riesco a capire l'intervento del sottosegretario. Abbiamo fatto un Governo di tecnici, colleghi, un Governo di tecnici, perché ci volevano i tecnici per risollevare l'Italia e non ci voleva un uomo di coordinamento. Adesso abbiamo un Commissario che ha un compito molto più specifico e praticamente il senso delle parole del sottosegretario sarebbe: mettiamo uno che non capisce niente ma che media, perché è più importante mediare. Allora quando io sento mediare, 330 milioni, il porto di Taranto, mi vengono delle grosse preoccupazioni a nome di tutti i contribuenti della Repubblica. Quindi invito il sottosegretario a rivedere il suo parere che tra l'altro mi sembra un atto di sfiducia verso lo stesso senso di questo Governo tecnico. Non vorrei poi che ad aumentare la sfiducia dei cittadini e a questo punto anche ad alterare l'equilibrio democratico dovesse venire chiamato a fare il Commissario di questo «ben di Dio» un personaggio che ha delle responsabilità politiche molto importanti nella regione Puglia.
Perché a questo punto qui la chanson de geste prenderebbe veramente un indirizzo preoccupante. Allora chiedo veramente al sottosegretario e al Governo di ripensarci, perché a me sembra impossibile che non si possa trovare una persona di fiducia, con il giusto equilibrio ma le competenze tecniche, in grado anche di ascoltare i referenti istituzionali (ci mancherebbe), però che dia l'idea della trasparenza, perché se no qua non c'è trasparenza, già l'equità in questo provvedimento abbiamo visto che non c'è perché discrimina gli altri 56 siti, e quindi diventerebbe veramente pesante. Credo che questo sia forse uno dei migliori ordini del giorno, peccato che non sia passato come emendamento, però come ordine del giorno mi sembra doveroso per un Governo, specie se tecnico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Muro. Ne ha facoltà.

LUIGI MURO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per concordare con quanto affermato dall'onorevole Mantovano e poi anche dall'onorevole Di Pietro, perché a me (che cerco semplicemente di seguire i lavori di questa seduta) non mi è chiaro il motivo per il quale il Governo non dovrebbe dare parere favorevole ad un ordine del giorno che chiede al Governo di applicare un decreto fatto dal Governo stesso. Quindi credo ci voglia un po' di buona volontà per trovare una soluzione e nominare un Commissario che abbia delle forti competenze tecniche, stando attenti, in un delicato momento politico, ad evitare degli squilibri politici che possano condizionare l'operato del Commissario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vatinno. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VATINNO. Signor Presidente, volevo dire che l'ordine del giorno del collega Mantovano mi trova d'accordo e non riesco a capire come il Governo possa sostanzialmente non richiedere una competenza specifica e comprovata di tipo tecnico, visto che la problematica è di tipo strettamente tecnico. Sembrerebbe un controsenso non andare in quella direzione, come anche ha fatto notare l'onorevole Di Pietro precedentemente.
Quindi, mi associo, appunto, a quello che hanno detto i colleghi precedentemente e inviterei il Governo a ripensare al rifiuto espresso su questo ordine del giorno.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

Pag. 9

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, considerato che la posizione assunta poteva ingenerare equivoci, la proposta, a questo punto, diventa semplicemente di riformulare questo impegno, terminando la parte dispositiva dell'ordine del giorno Mantovano n. 9/5423/5 alla parola «competenza».
Quindi, il testo della parte dispositiva dell'ordine del giorno Mantovano n. 9/5423/5 sarebbe: «(...) individuare tale figura fra soggetti muniti di specifica e comprovata competenza». Con questa riformulazione il Governo accetta l'ordine del giorno Mantovano n. 9/5423/5.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mantovano n. 9/5423/5, accettato dal Governo, purché riformulato.
A questo punto, credo che possiamo considerare concluso il dibattito sull'ordine del giorno Mantovano n. 9/5423/5.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vico n. 9/5423/6, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/5423/7, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Zazzera n. 9/5423/8, accettato dal Governo, purché riformulato.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, su questo ordine del giorno inviterei a un ripensamento il Governo, che ha proposto una riformulazione sui due impegni che noi chiediamo. Noi dell'Italia dei Valori chiediamo al Governo, rispetto al Protocollo d'intesa del 26 luglio 2012, che confermiamo, e rispetto alla necessità di garantire la salute e i livelli occupazionali, di andare fino in fondo con il Protocollo sottoscritto. Anzi, vi diciamo di più e, cioè, di individuare risorse aggiuntive perché quelle stanziate sono poche.
Però, vi diciamo anche che probabilmente bisogna guardare anche oltre e che non basta limitarsi alla risoluzione del problema ambientale e infrastrutturale perché questo è il decreto-legge. Vi diciamo di cominciare a pensare che i livelli occupazionali si possono non perdere se riqualifichiamo quei lavoratori nelle opere di bonifica. È vero che vi diciamo che si individuano quelle disponibilità nelle risorse stanziate ma invito il Governo, su questo punto, quanto meno ad impegnarsi genericamente e a trovare anche risorse diverse da quelle stanziate nell'attuale provvedimento, così da garantire l'obiettivo di riqualificare i lavoratori che domani si troveranno nella situazione drammatica della disoccupazione e che potrebbero essere impegnati nei processi di bonifica. Credo che così facciamo un'opera di buon senso.
Pertanto, chiedo al Governo se sia disponibile non a cancellare completamente il secondo impegno del mio ordine del giorno ma a rivederlo in modo più generico.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma la riformulazione già espressa sull'ordine del giorno Zazzera n. 9/5423/8.
Passiamo, dunque, ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zazzera n. 9/5423/8, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Laboccetta, Servodio, Cesare Marini, Berardi, Armosino, Ferrante, Mondello, Coscia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 10
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge
(Vedi votazioni).

(Presenti 473
Votanti 425
Astenuti 48
Maggioranza 213
Hanno votato
27
Hanno votato
no 398).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/5423/9, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Lovelli n. 9/5423/10 e Velo n. 9/5423/11, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Mariani n. 9/5423/12, Vatinno n. 9/5423/13, Mosella n. 9/5423/14 e Di Biagio n. 9/5423/15 accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Patarino n. 9/5423/16, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Scanderebech n. 9/5423/17 e Raisi n. 9/5423/18, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Motta n. 9/5423/19, nel testo riformulato.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Cimadoro n. 9/5423/20, non accettato dal Governo.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, un minimo di attenzione. Non so se il sottosegretario ha letto il mio ordine del giorno: è identico all'ordine del giorno Mantovano n. 9/5423/5. Una piccola particolarità, signor sottosegretario: a maggior ragione, a questo punto, diventa importante il nostro ordine del giorno n. 9/5423/20. Infatti, se lei ammette una figura professionale esterna e non esposta in eventi politici, in politica o in altro, evidentemente ha molto più senso il nostro ordine del giorno perché - di fatto - prevede tutti i requisiti, al di là della libera interpretazione.
Noi siamo, in linea di principio, contrari ai commissari: abbiamo visto i disastri che hanno fatto i commissari in giro per l'Italia nelle varie città, soprattutto al sud; fra l'altro, creare una figura di commissario, di nuovo, per un impegno economico così rilevante. Questo commissario dovrà gestire 300 milioni di euro (mi pare 370) - non so quanti sono e non riesco neanche a fare la somma di tutti questi soldi - e credo che, quanto meno - mi pare che lei abbia anche accolto questa proposta - debba impegnarsi, come diceva il presidente Di Pietro, "H24". Ma, trovate una figura professionale, a questo punto - e lei è d'accordo - che si adoperi affinché vengano svolte le opere ed il lavoro sia fatto ad opera d'arte!
A questo punto, dove trova questa figura, senza che si preveda che sia stipendiato? Dove trova qualcuno che gestisca 370 milioni di euro e non prenda una lira? Diventa un po' problematico e un po' sospetto. Io non vorrei. Questo dubbio me lo avete parzialmente cancellato. Avevo scritto una nota sul mio ordine del giorno: non è che hanno già individuato nome e cognome del commissario? Ciò è avvenuto prima che lei accettasse l'ordine del giorno Mantovano n. 9/5423/5. Mi torna il dubbio: non si può fare il commissario - e probabilmente essere impegnato per qualche anno - senza percepire alcuna lira di stipendio!

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare.
Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 11

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, in considerazione di quanto detto anche in precedenza, propongo la seguente riformulazione: sostituire tutte le parole dopo «risponda a» con «criteri di specifica e comprovata competenza». Se riformulato in questi termini, il Governo accetta l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cimadoro n. 9/5423/20, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del Oliverio n. 9/5423/21 e Consolo n. 9/5423/22, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fiorio n. 9/5423/23, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Damiano n. 9/5423/24, accettato dal Governo. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zamparutti n. 9/5423/25, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Prestigiacomo n. 9/5423/26, accettato dal Governo. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marco Carra n. 9/5423/27, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Tassone n. 9/5423/28, accettato dal Governo, purché riformulato.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, vorrei dire sommessamente al sottosegretario che evidentemente - mi sta ascoltando? Sì? Grazie - quando lui ha proposto una riformulazione del mio ordine del giorno è incorso in una svista, in questo caso clamorosa, anche perché la bonifica delle aree del cosentino e di Crotone, che sono state inquinate da alcune industrie portatrici di interessi non certamente del Mezzogiorno, è stata promessa con impegni solenni davanti al Parlamento dal Governo. Oggi proporre la riformulazione «a valutare l'opportunità di» certamente è andare indietro e soprattutto modificare e rivedere tutti gli impegni assunti da parte del Governo.
Questo dato è inquietante, anche perché nei giorni scorsi abbiamo avuto una serie di interventi contro questo provvedimento e dove ci sono state delle accuse ben precise nei confronti delle aree del Mezzogiorno che anche in questo caso sono vittime di interessi non certamente del Mezzogiorno, come sapete le aree del Mezzogiorno sono state «rapinate» con la scusa dell'intervento straordinario. Certamente i colleghi che hanno proposto alcune tesi non conoscono la storia e hanno costruito la loro azione, anche parlamentare, su dati inesistenti e non veritieri.
Allora, signor Presidente, se il sottosegretario insiste, io propongo ovviamente che questo ordine del giorno venga posto in votazione, però il sottosegretario, che sta chiedendo la parola, o rivede la sua posizione oppure dice chiaramente che il Governo rivede la propria posizione rispetto ad impegni assunti verso l'inquinamento fatto da alcune industrie nelle aree di Crotone e del cosentino, dove ci sono state - è stato anche dimostrato - delle ricadute sulla salute. Questo è un fatto certamente grave e irriguardoso nei confronti del Parlamento, oppure non c'è un coordinamento, una sequela - come si dice - tra azioni, atti e impegni assunti dal Governo nei confronti del Parlamento o gli atti di sindacato ispettivo o quelli di indirizzo parlamentare servono a poco.
Questa è un problema ovviamente su cui la Presidenza è chiamata direttamente per un ordinato svilupparsi e svolgersi dei nostri lavori, ma mi appello ovviamente al sottosegretario Fanelli, con il quale abbiamo avuto anche un confronto civile - come anche in questo momento - su problemi e tesi anche di comune interesse. Pag. 12Credo anche che lei mi abbia risposto, se non ricordo male, sulla vicenda di Crotone e di Cosenza e nelle sue risposte c'era stato un altro tono e non « a valutare l'opportunità di».

PRESIDENTE. Onorevole Desiderati, per favore. Vorrei invitare l'onorevole Desiderati a interrompere le consultazioni, grazie.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, ci tengo a sottolineare all'onorevole Tassone che la richiesta di questo inserimento deriva dal fatto che il suo impegno non è circoscritto, ma riguarda l'intero territorio della regione Calabria. Pur avendo partecipato anche al dibattito che è in corso sulla regione Calabria, è evidente che con questa formulazione l'unica possibilità è lasciare uno spazio di valutazione al Governo, altrimenti oggettivamente si dava al Governo un impegno su tutto il territorio che non mi sembra possa essere in quei termini accettabile.
Quindi, insisto perché l'onorevole Tassone accetti una riformulazione che non vuol dire disimpegno, ma vuol dire continuare a procedere, così come gli è ben noto, sulle questioni che sono già sul tappeto, ma senza precostituire un impegno che mi sembra troppo generale in questo momento.

PRESIDENTE. Onorevole Tassone è convinto da questa spiegazione?

MARIO TASSONE. Signor Presidente, per un fatto di cortesia vorrei essere d'accordo con il sottosegretario, ma non capisco il suo ragionamento. Ho appena finito di dire al sottosegretario che vi è stato un impegno da parte del Governo e ci sono anche dei finanziamenti e delle risorse da parte di alcune industrie con il Governo per aree già monitorate, che sono quelle di Cassano all'Ionio, di Serra d'Aiello e di Crotone, su cui credo che per un periodo di tempo ci sia stata l'attenzione nazionale attraverso una serie di interventi. Forse parliamo di due cose diverse. Sto parlando di cose già consumate e immortalate su cui il Governo ha preso un impegno.
Se accettassi la riformulazione proposta, che impegna il Governo a valutare l'opportunità, faremmo un passo indietro. Sto pregando il Governo di prendere atto di questo e mi fa un ragionamento che non sta nelle cose, che non è realistico, è su un altro pianeta e su un'altra posizione. Il Governo sta anche lavorando. Voglio capire se c'è un impegno a continuare questa azione di bonifica. Perché valutare l'opportunità? Cosa valutiamo se c'è inquinamento e ci sono morti? Cosa valutiamo? Perché dobbiamo mortificare il lavoro parlamentare pregresso e quello attuale? Perché dobbiamo vanificare il ruolo dell'atto di indirizzo parlamentare? Signor Presidente, non accetto la riformulazione e se il Governo mantiene questa posizione credo che si faccia un passo indietro. Significa vanificare ed eliminare un impegno. Vuol dire che il Governo si è rimangiato gli impegni che ha assunto di fronte al Parlamento. Pertanto, se è questa la posizione che il Governo riconferma, credo che sia strana e incoerente, per cui chiedo la votazione su questo ordine del giorno.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, credo che l'equivoco sorga rispetto all'ultima parte di questo impegno, laddove è scritto: «nell'intero territorio della regione Calabria». Quindi, il Governo non ha nessun problema nell'impegnarsi a continuare a pro Pag. 13muovere ciò che è in corso a Cosenza e a Crotone, però ha un problema nell'impegnarsi sull'intero territorio della regione Calabria per situazioni di criticità. Pertanto, se l'onorevole Tassone vuole riformulare l'impegno rimuovendo questa formulazione così generale, limitandosi ad una promozione delle realizzazioni in corso, il Governo non ha nessun problema.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, la riformulazione deve proporla il Governo, non può proporla l'onorevole Tassone, che può solo esprimere valutazioni di cui il Governo può tenere conto nel riformulare l'ordine del giorno, ma è il Governo che deve proporre la riformulazione.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, mi scusi, pensavo fosse già chiara. La mia proposta di riformulazione dell'impegno è la seguente: «a promuovere in tempi rapidi» e così via, eliminando l'ultima parte, cioè: «nell'intero territorio della regione Calabria».

PRESIDENTE. Onorevole Tassone, accetta questa riformulazione?

MARIO TASSONE. Signor Presidente, non l'accettiamo (Commenti dei deputati Dal Lago, Torazzi e Vico). Forse questa è colpa mia e dei presentatori. Quando facciamo riferimento alla criticità nell'intero territorio regionale non si tratta di un'invocazione a rivedere o a impegnarsi per tutto il territorio regionale. È perché a macchia di leopardo, come si suol dire con una espressione consumata, queste situazioni sono distribuite, si diffondono e sono spalmate su tutto il territorio regionale.
Siccome il Governo ha questa preoccupazione, siccome è preoccupato, capisco che vi sia, forse, la volontà sopita - ma mi auguro che sia manifesta, reale ed effettiva - di andare ad operare lì dove è stato monitorato il danno e accetto la riformulazione proposta, ovviamente con queste mie specificazioni e valutazioni.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tassone n. 9/5423/28, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lanzarin n. 9/5423/29, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Fava n. 9/5423/30, accettato dal Governo, purché riformulato.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, alla luce del dibattito che vi è stato, chiedo al sottosegretario, gentilmente, di ripetere la riformulazione proposta del mio ordine del giorno. Nel nostro caso non si tratta di introdurre la formula «a valutare l'opportunità di». Ero rimasto fermo ad una riformulazione che espungeva dal dispositivo solamente la parte che riguardava il tema delle risorse finanziarie. È corretto? Signor sottosegretario, può ripetere la riformulazione?

PRESIDENTE. Sottosegretario Fanelli, può ripetere la riformulazione dell'ordine del giorno Fava n. 9/5423/30?

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Fava n. 9/5423/30, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di assumere le idonee iniziative legislative dirette alla bonifica e alla messa in sicurezza del sito di "Laghi di Mantova e Polo Chimico (...)"» e il resto rimane invariato. Quindi, si tratta di sopprimere le parole: «ad utilizzare parte di tali risorse».

PRESIDENTE. La riformulazione è chiara. Onorevole Fava, la accetta?

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, vale il ragionamento fatto prima. Dai colloqui Pag. 14precedenti non avevo capito che si riduceva ulteriormente la portata del mio ordine del giorno e mi riferisco all'espressione: «a valutare l'opportunità di» su un tema che diventa meno stringente; francamente, eravamo rimasti a quanto ci eravamo detti, e cioè che la prima parte del dispositivo andava bene mentre nella seconda parte andava eliminato solo il riferimento al reperimento delle risorse.

PRESIDENTE. Onorevole Fava, se ho capito bene, lei accetta la riformulazione?

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, insisto, il Governo chiede di sopprimere nel dispositivo solamente le parole: «ad utilizzare parte di tali risorse». Il resto del dispositivo rimane esattamente come è scritto.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, adesso sono io che non capisco. Le parole del dispositivo prima di: «a valutare l'opportunità di (...)» rimangono e nella parte successiva vengono soppresse solamente le parole: «ad utilizzare parte di tali risorse»?

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Fava?

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, su un punto non ci siamo capiti. Chiedo se la parte del dispositivo che precede le parole: «a valutare l'opportunità di (...)» rimane o meno, cioè se l'impegno del Governo comincia dalle parole: «a valutare l'opportunità di (...)» o dalle parole: «a monitorare gli effetti applicativi (...)». È questo che non ho capito!

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Onorevole Fava, il dispositivo comincia con le parole: «a monitorare (...)».

GIOVANNI FAVA. Va bene. Allora accetto la riformulazione proposta dal Governo.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fava n. 9/5423/30, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Callegari n. 9/5423/31, Fogliato n. 9/5423/32, Di Vizia n. 9/5423/33, Volpi n. 9/5423/34, Rondini n. 9/5423/35, Togni n. 9/5423/36, Buonanno n. 9/5423/37, D'Amico n. 9/5423/38 e Maggioni n. 9/5423/39, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Cavallotto n. 9/5423/40, Bonino n. 9/5423/41, Pini n. 9/5423/42, Rainieri n. 9/5423/43, Fedriga n. 9/5423/44, Follegot n. 9/5423/45, Chiappori n. 9/5423/46, Grimoldi n. 9/5423/47, Laura Molteni n. 9/5423/48, Allasia n. 9/5423/49, Simonetti n. 9/5423/50, Munerato n. 9/5423/51, Bragantini n. 9/5423/52, Fugatti n. 9/5423/53, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Bitonci n. 9/5423/54 e Forcolin n. 9/5423/55, accettati dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/5423/56, non accettato dal Governo.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, insistiamo per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/5423/56, non accettato dal Governo. Pag. 15
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli La Boccetta, Mattesini, Tortoli, Mondello, Cesaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 474
Votanti 451
Astenuti 23
Maggioranza 226
Hanno votato
44
Hanno votato
no 407).

Prendo atto che il deputato Fava ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Consiglio n. 9/5423/57, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Crosio n. 9/5423/58, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crosio n. 9/5423/58, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ricordo che in Aula non è consentito fare fotografie. Prego gli assistenti parlamentari di fare rispettare questa regola dai nostri ospiti presenti in tribuna.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 480
Votanti 478
Astenuti 2
Maggioranza 240
Hanno votato sì 43
Hanno votato
no 435).

Prendo atto che il deputato Viola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Desiderati n. 9/5423/59, non accettato dal Governo.

MARCO DESIDERATI. Signor Presidente, mi sono permesso di avvicinarmi ai banchi del Governo per chiedere di riconsiderare il parere espresso sull'ordine del giorno in oggetto, eventualmente anche attraverso la previsione di una riformulazione.
Non tornerei su quello che ci siamo detti lungamente la scorsa settimana sul fatto che gran parte delle risorse previste dal provvedimento in esame vanno a servire un'attività gestita da un privato, una società straniera, che gestisce il porto di Taranto.
Noi chiediamo semplicemente al Governo - preso atto della volontà del Governo e di tutto il Parlamento e dei colleghi nel procedere in questo modo - un impegno a fare in modo che vi siano dei controlli.
Infatti, signor sottosegretario, noi leggiamo i giornali e quotidianamente troviamo articoli che parlano di conterranei di questi signori, i quali (per carità!) gestiranno bene il porto di Taranto. Ma conterranei di questi signori lavorano negli scantinati, senza avere nessun controllo, e che ci stanno dentro 24 ore su 24.
Ora noi, visto che usiamo soldi pubblici per aiutare l'attività di un privato - che oltretutto non è neanche italiano e nemmeno europeo - chiediamo semplicemente al Governo che si attivi per fare dei controlli nell'ambito della sicurezza del lavoro.
La sicurezza del lavoro, scusate, non ha colore di pelle, non ha razza e in qualche modo deve essere sempre tutelata. Ora io mi chiedo perché il Governo non inserisca due parole in questo protocollo di intesa così ampio, che serve a salvare l'Ilva, serve alla bonifica, serve a tutti gli abitanti di Taranto e, forse, anche della Puglia. Mi chiedo perché non voglia mettere due Pag. 16righe per dire che si impegnerà in un controllo puntuale e preciso per fare in modo che i lavoratori, che lavorano tutti i giorni dentro il porto di Taranto, siano trattati in modo corretto, ovvero che siano inquadrati, che non siano abusivi e non lavorino in nero.
È questo che chiediamo. Non è una richiesta, per così dire, contro i cinesi e non è contro nessuno. È a favore dei lavoratori. Quindi le rinnovo, signor sottosegretario, la richiesta di rivedere il suo parere. In caso contrario insisterò per la votazione.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, udite le parole dell'onorevole, io sono certamente favorevole ad un impegno del Governo a vigilare affinché nelle attività portuali siano rispettate le vigenti norme in materia di sicurezza di lavoro e dell'ambiente.
Se questo è l'obiettivo, con la formulazione che ho testé detto, il parere del Governo diventa favorevole.

PRESIDENTE. Bene. Prendo, dunque, atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Desiderati n. 9/5423/59, accettato dal Governo, purché così riformulato.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Dussin n. 9/5423/60, accettato dal Governo, purché riformulato.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, vorrei chiedere al sottosegretario di rivalutare il suo impegno.
Al posto di «valutare» vorrei chiedere se fosse possibile modificare con «promuovere». Quindi diventerebbe: «promuovere per tutti i siti localizzati nel territorio nazionale un piano di intervento generale con impegni finanziari certi e procedure di semplificazione, finalizzato al ripristino delle condizioni di sicurezza ambientale e riqualificazione ambientale».
Così sarebbe molto simile anche a quello già approvato dell'onorevole Tassone.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo rimane sulla posizione precedente; prendo altresì atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Dussin n. 9/5423/60, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gidoni n. 9/5423/61, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fabi n. 9/5423/62, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Goisis n. 9/5423/63 e Torazzi n. 9/5423/64, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rivolta n. 9/5423/65, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Comaroli n. 9/5423/66 e Montagnoli n. 9/5423/67, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pastore n. 9/5423/68, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Stucchi n. 9/5423/69, accettato dal Governo, purché riformulato.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, è possibile rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno Stucchi n. 9/5423/69?

PRESIDENTE. Sì, certo. Pag. 17
Signor sottosegretario, può ripetere la riformulazione dell'ordine del giorno Stucchi n. 9/5423/69?

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, la riformulazione era nel senso di impegnare il Governo «a valutare la possibilità di stanziare le risorse necessarie a bonificare (...)» e via seguitando.

PRESIDENTE. Onorevoli Stucchi, accetta questa riformulazione?

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, non siamo contrari a questa riformulazione; gradirei però che venisse modificata, utilizzando la parola: «a promuovere (...)» per favore, perché l'argomento è molto interessante per quanto riguarda altri siti che hanno bisogno di mettersi in condizioni di poter essere sistemati.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, lei riformula ulteriormente, accogliendo questa proposta?

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, una possibile altra riformulazione potrebbe essere: «A promuovere la bonifica delle falde acquifere» e via seguitando.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Stucchi n. 9/5423/69, accettato dal Governo, purché riformulato.

GABRIELE CIMADORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la firma mia e dell'onorevole Piffari all'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Isidori n. 9/5423/70, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Meroni n. 9/5423/71, accettato dal Governo.

FABIO MERONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO MERONI. Signor Presidente, forse prima mi sono espresso in termini sbagliati. Avevo richiesto a lei, signor Presidente, un momento di dibattito per un semplice motivo: risulta che, alle ore 15, il presidente dell'Ilva Ferrante avrebbe incontrato i sindacati. Risulta che, alle ore 16, il presidente dell'Ilva Ferrante avrebbe dovuto tenere una conferenza stampa, dove si parla, secondo i dati disponibili a tutti anche oggi sui giornali, di 400 milioni di euro di investimento nei confronti dell'Ilva di Taranto. Allora noi chiedevamo, almeno, mi scusi, io non sono ancora avvezzo alle dinamiche parlamentari, io come singolo parlamentare mi chiedo se gli ordini del giorno che stiamo votando potevano essere magari anche in un contesto politico assorbiti da quello che sta facendo il presidente dell'Ilva Ferrante. Ma la richiesta di una sospensione di mezz'ora non era una richiesta peregrina, signor Presidente Buttiglione: era esclusivamente finalizzata a poter capire, noi parlamentari eletti e non il Governo tecnico nominato, e non il Presidente del Consiglio nominato, cosa sta succedendo in quel di Taranto.
L'ultima conferenza stampa fatta dal presidente Ferrante in luglio non è finita troppo bene anche per il presidente Ferrante. Io le chiedevo solo ed esclusivamente di informare il Parlamento di quello che sta avvenendo in questi momenti. Signor sottosegretario, a me dispiace che lei non sia informato in tempo reale, ma provi a digitare: «Ilva Taranto Pag. 18conferenza stampa» e a vedere cosa c'è e poi venga a riferirci. Quindi, sono contentissimo dell'accoglimento del mio ordine del giorno, che dirà dove si vanno a prendere 60 milioni di euro eventualmente per compensare quello che abbiamo messo a bilancio. Infatti, signori, lo dico a tutti i parlamentari: i 20 milioni che avete tolto per dissesto idrogeologico li dovrete rimettere a breve per l'isola di Lipari, non per la Padania, per l'isola di Lipari.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Meroni, per la verità, non è compito della Presidenza informare di questi eventi l'Assemblea, ma semmai del Governo. Quindi, la inviterei a rivolgere la domanda al Governo.
In secondo luogo, il Parlamento, che esprime la sovranità del popolo italiano, procede con le proprie deliberazioni, di cui i soggetti privati terranno conto. Certo, è il Governo che, poi, valutando ciò che i soggetti privati avranno deciso di fare, può decidere di investire ulteriormente il Parlamento o di non investire ulteriormente il Parlamento, oppure possono essere i singoli parlamentari che, con gli strumenti appropriati, possono nuovamente investire il Parlamento del compito di deliberare. Se il Parlamento non si attenesse ai suoi Regolamenti, smetterebbe di essere un'Assemblea democratica che esprime la volontà popolare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Dozzo n. 9/5423/72 e Lussana n. 9/5423/73, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Molgora n. 9/5423/74, non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molgora n. 9/5423/74, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gatti, Moles, Goisis, Mondello, Mura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 485
Votanti 481
Astenuti 4
Maggioranza 241
Hanno votato
64
Hanno votato
no 417).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata D'Antona ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Paolini n. 9/5423/75, non accettato dal Governo.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, ricordo all'Assemblea che questo ordine del giorno chiede solo che sui 20 milioni di euro di competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si esprima un parere da parte delle Commissioni parlamentari. Capisco che questo Governo non ami molto il Parlamento e, anzi, preferisca fare tutto da solo, ma si chiede come vengono spesi dei soldi pubblici di competenza statale, in modo che il Parlamento sappia almeno dove vanno a finire, senza che ciò venga, invece, deciso dalla solita discrezionalità della regione Puglia, e cioè di un prossimo candidato alle elezioni politiche. Chiedo, dunque, che l'ordine del giorno in esame venga votato, con questa premessa, così chiunque voterà contro si assumerà anche la responsabilità politica di fronte al popolo italiano di aver escluso le Commissioni di competenza anche dall'espressione di un minimo parere.

Pag. 19

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paolini n. 9/5423/75, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli De Poli, Meroni, Sposetti, Mondello, Goisis, Mussolini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 489
Votanti 480
Astenuti 9
Maggioranza 241
Hanno votato sì 57
Hanno votato
no 423).

Prendo atto che i deputati Martino e Barbato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Sartori ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Negro n. 9/5423/76 e Nicola Molteni n. 9/5423/77, accettati dal Governo, purché riformulati.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Polledri n. 9/5423/78, accettato dal Governo, purché riformulato.

MASSIMO BITONCI. No, signor Presidente, e chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, vorrei chiedere al sottosegretario se è possibile modificare la riformulazione espressa, sostituendo le parole: «a valutare», con le parole: «a promuovere» le opportune iniziative per risolvere le problematiche ambientali derivanti da situazioni di inquinamento ambientale connesso all'area militare della Pertite per garantire la salute dei cittadini.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo accetta l'ordine del giorno Polledri n. 9/5423/78, con questa nuova formulazione.
Prendo altresì atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vanalli n. 9/5423/79.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Rosato n. 9/5423/80, accettato dal Governo, purché riformulato.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo suggerendo al Governo due questioni; non parlo di riformulazioni, ovviamente, ma di due questioni.
La prima è una domanda di metodo: a cosa serve un ordine del giorno che è stato consegnato la scorsa settimana per una valutazione da parte del Governo, se la riformulazione del Governo è: «impegna a valutare se». L'ordine del giorno serve per dare modo al Governo di valutare soprattutto se poi - e questa è la seconda questione di merito - dopo aver chiesto di poter valutare si fa già una valutazione, proponendo di cassare completamente il contenuto dell'ordine del giorno. Allora io mi chiedo quale sia il senso della vicenda.
Mi permetta ancora due parole; signor sottosegretario, lei mi ha detto che conosce tutta la vicenda e questo mi fa piacere, la conosce molto bene anche il Ministro Clini, che sulla ferriera di Servola è venuto più volte e si è impegnato sulle cose che ho scritto nell'ordine del giorno; niente di più e niente di meno. Se poi il Governo ritiene di fare un passo indietro rispetto a quegli impegni assunti, ne prendo atto; potrei capire se ci fosse una valutazione su alcune cose, ma chiedere di non discutere di questo e non assumersi nessun impegno, perché il Governo dice che ha bisogno di altro tempo per valutare su una cosa su cui il Ministro si è già impegnato pubblicamente, mi sembra che sia fuori luogo.

PRESIDENTE. Il Governo?

Pag. 20

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, premetto che conosco bene gli impegni assunti dal Ministro e non mi sembra molto utile fare queste distinzioni.
Se l'obiettivo è di dire: «a promuovere, d'intesa con la regione Friuli Venezia Giulia (...)» e quindi togliere: «a valutare», non ho problemi e accetto questa riformulazione. Invece, se si vuole mantenere una formulazione che ha delle ambiguità rispetto a quello che deve essere l'obiettivo per Servola, perché tutte le volte che si sposta l'accento sulla formazione del capitale umano, sulla ricollocazione, vuol dire, in qualche misura, dare per scontate delle soluzioni che non lo sono ancora, perché sono situazioni nelle quali, ancora, il destino industriale non deve essere dato per scontato in termini negativi. Questa formulazione invece, in qualche misura, prefigurava questo; quindi, le correzioni non sono state fatte per il gusto di correggere ma, semplicemente, per mantenere gli impegni assunti che sono proprio quelli di cercare le migliori soluzioni per quel sito.
Quindi, voglio chiarire il senso di quelle che erano state le riformulazioni proposte. Sono quindi d'accordo sul fatto di lasciare le parole: «impegna il Governo a promuovere, d'intesa (...)» ma le altre riformulazioni secondo me sono necessarie.

PRESIDENTE. Onorevole Rosato, il Governo propone quindi di sostituire le parole: «a valutare» con le parole: «a promuovere». È soddisfatto, accoglie la riformulazione?

ETTORE ROSATO. Signor presidente, il Governo lascia quel pezzo di testo così come era nell'ordine del giorno presentato. Signor sottosegretario, non concordo con le parti successive della sua riformulazione, perché le considero un passo indietro rispetto ad un percorso già attivato. Peraltro, come lei ben sa, tutte le competenze che riguardano il lavoro sono in capo alla regione e quindi qui si dice che il Governo deve lavorare insieme alla regione per fare alcune cose. Però, essendo io un parlamentare obbediente al mio gruppo e quindi avendo l'interesse a votare a favore degli ordini del giorno solo quando c'è parere favorevole espresso dal Governo, naturalmente mi accontento del risultato conseguito e vigilerò che almeno questa intesa venga promossa effettivamente. Non insisto quindi per la votazione.

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Fedriga? Non sull'ordine del giorno che è stato accolto.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, è da mezz'ora che ho alzato la mano per intervenire sull'ordine del giorno precedente, e adesso non posso più farlo.
Se non viene data la possibilità agli altri deputati - perché è da mezz'ora che alzo la mano - di poter intervenire, perché vi è un dialogo diretto soltanto con il presentatore, diteci semplicemente che gli altri deputati non possono intervenire. Infatti, dopo la domanda posta dall'onorevole Rosato al sottosegretario penso di potere dire la mia, perché oltretutto sono un deputato espressione del quel territorio. Comunque, se lo permette, sottoscrivo l'ordine del giorno Rosato n. 9/5423/80.

PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, vediamo di capirci. L'ordine del giorno è presentato da un deputato, il quale accetta o non accetta le riformulazioni del Governo. È ovvio che la Presidenza dà al Governo la parola tutte le volte che questo la chiede - è scritto nel Regolamento - e, Pag. 21quando il Governo propone una riformulazione, chiede al deputato se la riformulazione venga accettata. Dopo che il deputato ha accolto la riformulazione, il dibattito su quel punto è chiuso, e in tal modo abbiamo proceduto anche oggi. Quindi, è esaurito il dibattito sugli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5423)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, anche se la nostra componente è all'opposizione di questo Governo, perché non ne condivide le linee di azione e i risultati sono evidenti - tutti i parametri della nostra economia, da quando si è insediato questo Governo, sono diventati negativi: aumentano le difficoltà per le famiglie e tante imprese sono costrette a chiudere -, noi voteremo a favore di questo decreto-legge. Lo avevamo già annunciato nell'agosto scorso, quando il Ministro Clini venne a riferire in Commissione attività produttive, che si era riunita congiuntamente con la Commissione ambiente, perché riteniamo sia fondamentale, da un lato garantire la continuità produttiva dell'Ilva, che è un impianto industriale - lo vorrei ricordare ai colleghi della Lega - che produce non solo per il sud, ma produce soprattutto per le industrie del nord, che ricaverebbero un danno enorme dalla chiusura di quell'impianto.
Poi vi è l'esigenza, anzi ancora prima vi è l'esigenza di garantire la salute dei cittadini di Taranto e dell'area interessata. Per cui, un intervento di bonifica ampio, profondo, che metta in sicurezza la salute dei cittadini, noi lo condividiamo, e riteniamo che il Governo debba andare, in maniera determinata, avanti sulla strada intrapresa, per scongiurare la chiusura dell'impianto e la perdita di migliaia di posti di lavoro.
L'Italia sta andando incontro ad un processo di deindustrializzazione e l'annuncio di Marchionne di voler rivedere, anzi annullare, il piano industriale che prevedeva un forte incremento della produzione di auto nel nostro Paese è un ulteriore segnale negativo. Per cui, invitiamo il Governo a non avere timore. Non si tratta di fare un favore ad una parte del Paese. Il sud per troppo tempo ha subito «scippi». Il sud per troppo tempo non ha avuto gli interventi di cui aveva bisogno. Ora è il momento di agire, ed è per questa ragione che, pur ribadendo la nostra ferma opposizione al Governo Monti, voteremo a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vatinno. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VATINNO. Signor Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, il voto del gruppo di Alleanza per l'Italia sarà favorevole al decreto-legge proposto dall'Esecutivo, anche in considerazione del difficilissimo periodo che stanno attraversando l'economia e l'industria italiana. Non ci sfugge il ruolo determinante di un insediamento come Taranto nel settore dell'acciaio e della siderurgia. Tuttavia, i dati che ci sono giunti in queste ultime ore sull'aumento di mortalità nell'area ci inducono - e dovrebbero indurre il Governo - ad una estrema cautela e a cercare di bilanciare sia l'aspetto ambientale che occupazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, i nostri deputati di Grande Sud voteranno a favore della legge di conversione del decreto-legge su Taranto. Oltre a quanto abbiamo illustrato ampiamente e dettagliatamente nella discussione generale, in cui siamo entrati nel merito del provvedimento esprimendo anche qualche Pag. 22suggerimento, accompagnato da qualche critica, noi oggi ci pronunciamo favorevolmente, per ragioni aggiuntive che cercherò di illustrare.
Siamo favorevoli perché il decreto dà risposte positive alle aspettative della città di Taranto in merito al disinquinamento previsto già da molti anni, essendo stato inserito il sito di Taranto tra i primi 14 siti da bonificare di interesse nazionale con il decreto del Presidente della Repubblica n. 196 del 1998. Successivamente, altri provvedimenti hanno indicato altri siti, fino ad un numero massimo di 57, nel nostro Paese.
Il decreto-legge, inoltre, si preoccupa di indirizzare e sbloccare finanziamenti già programmati e aggiungere altri finanziamenti da programmare per lo sviluppo di misure infrastrutturali complementari alla bonifica, per incentivare le imprese già insediate in quel territorio che si propongono di utilizzare tecnologie innovative dal punto di vista della tutela ambientale.
Inoltre, sono previsti, nel decreto, incentivi per la riqualificazione di tutta l'area di Taranto, compresa quella marina, ciò al fine di garantire la continuità occupazionale durante il periodo della riorganizzazione degli impianti, indispensabile per poter ricevere l'autorizzazione integrata ambientale da parte dell'Ilva, valevole per continuare a produrre acciaio primario e acciaio semilavorato per l'industria manifatturiera italiana e anche estera.
La notizia, delle ultime ore, che l'Ilva investirà oltre 400 milioni di euro per bonificare l'interno dello stabilimento e avviare la sostituzione delle apparecchiature degli altiforni più obsoleti, nel rispetto assoluto della normativa comunitaria, ci fa molto, molto piacere. La nostra posizione, quindi, è favorevole alla ristrutturazione per ridurre drasticamente gli inquinanti nell'atmosfera di Taranto, anche a costo di una riduzione temporanea della produzione. Nel contempo, siamo favorevoli a mantenere la produzione dell'acciaio in Italia, e quindi a Taranto, dove si produce il 40 per cento della produzione italiana, salvaguardando la salute dei cittadini.
Nell'articolo 2, poi, l'area è definita di crisi industriale complessa, e questo ai fini di applicare l'articolo 27 del decreto-legge n. 83 del 2012. Quindi, ci potranno essere altri accordi di programma con progetti di riconversione industriale con tutte le opere e gli impianti previsti, che sono già dichiarati, per questo motivo, di pubblica utilità, urgenti e indifferibili. Tutto questo, quindi, ci induce ad approvare senza indugio il provvedimento per far ciò che la stessa magistratura ha indicato: produzione industriale dell'acciaio sì, ma solo dopo gli interventi di salvaguardia della salute dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, in questo mio intervento, in questo intervento dell'Italia dei Valori, non parlerò, come abbiamo fatto in sede di discussione sulle linee generali, di crisi ambientale. Ne abbiamo parlato tanto, forse anche troppo. Ora, però, ci dovete convincere delle ragioni per cui questo provvedimento può davvero rappresentare una svolta per Taranto, per la salute dei tarantini, per lo sviluppo del territorio. Ci dovete convincere che non siamo di fronte a chiacchiere, ma ci sono fatti.
In queste ore, infatti, mi sono chiesto come si possa dire di no a soldi pubblici che arrivano sul territorio, su un territorio devastato da crisi laceranti e che ha bisogno di investimenti come l'ossigeno. È, pertanto, difficile dire di no al decreto-legge e l'Italia dei Valori non dirà di no al decreto-legge per Taranto. Però dire di sì ad un finanziamento, perché così si salverebbe Taranto e i lavoratori dell'Ilva, significa dire il falso.
Questi fondi sono inconsistenti, incerti, non risolvono i problemi di Taranto. Lo avete detto voi stessi: questo decreto-legge non aggredisce al cuore il problema di Pag. 23Taranto, ma si mettono insieme soldi per le bonifiche e soldi destinati allo sviluppo infrastrutturale del porto e della rete viaria. Sono soldi che dovevano arrivare da tempo e che non sono mai arrivati a Taranto perché in passato hanno preso altre vie, le vie del nord.
Si tratta di un territorio fino ad ora abbandonato dallo Stato, senza una programmazione di investimenti, con un porto fuori dalla competizione globale perché le grandi navi sono alla ricerca di hub portuali sempre più grandi e con profondità sempre maggiori. Voi spendete soldi per il porto, per la mobilità, per le reti, per la riqualificazione e l'ammodernamento delle banchine, ma ancora non avete reso i fondali del porto di Taranto adeguati ad un grande porto. Che me ne faccio di banchine nuove e grandi se poi lì non ci possono arrivare le navi, impossibilitate ad attraccare?
Allora, come si può parlare di riqualificazione ambientale se neanche voi riuscite ad avere le idee chiare su come affrontare la crisi di Taranto, che è una crisi ambientale, sanitaria e di sviluppo? Voi volete solo così gettare un po' di fumo negli occhi, qualche milione di euro per tenere buona l'opinione pubblica, ma nel complesso l'Ilva continuerà ad essere un'azienda in difficoltà, i tarantini continueranno a morire per mancanza di volontà imprenditoriale ad ammodernare gli impianti con innovazioni tecnologiche, si continuerà in violazione della legge, e poi si dice del sud, come dire, in questo momento, «passata la festa e gabbatu lu santo».
Nella relazione di presentazione del provvedimento scrivete anche una cosa non vera, ossia che lo scopo di questo provvedimento è intervenire con tempestività e urgenza al fine di fronteggiare le gravi situazioni ambientali e sanitarie. Ma pensiamo davvero che con 119 milioni di euro destinati alle bonifiche si possano affrontare i problemi di emergenza ambientale e sanitaria? Non posso credere che siete così sprovveduti. Non posso pensare che il Ministro Clini, che è stato direttore generale per vent'anni al Ministero dell'ambiente, possa pensare che 119 milioni di euro siano sufficienti a risolvere la crisi di Taranto. Quindi, sono i numeri a smentirvi.
Poi prima di affidare le risorse avete individuato le fonti di inquinamento? È importante che vengano individuate le fonti perché in questo modo si può applicare la direttiva comunitaria che dice che chi inquina paga. E a Taranto certamente non inquina solamente l'Ilva, ci sono altre fonti industriali (Cementir, ENI) che inquinano il territorio. Insomma, questo provvedimento serve certamente a ratificare un Protocollo di intesa, il Protocollo di intesa del 26 luglio che è stato fatto in una Taranto blindata. Un Protocollo di intesa però è solo un Protocollo di buone intenzioni, al quale per diventare funzionante non basta un passaggio legislativo, ma che deve trasformarsi in un accordo quadro che ancora non c'è; c'è un accordo tra istituzioni al fine di rendere utilizzabili subito quella poche risorse messe a disposizione. Nel decreto-legge dite che tutte queste risorse devono essere gestite da un Commissario. Noi controlleremo che il Commissario non sia un nuovo Bertolaso che arriva su Taranto (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Perché è necessario anche fare chiarezza sul ruolo del Commissario perché il decreto-legge prevede interventi sulle infrastrutture e sulla riqualificazione ambientale, col rischio di confusione di ruoli e di sovrapposizioni: un presidente di autorità portuale potrebbe rivendicare il ruolo di Commissario e però non occuparsi di bonifiche ambientali; un tecnico ambientale potrebbe richiedere e rivendicare il ruolo di Commissario e non occuparsi e non capire niente di problemi infrastrutturali.
Taranto invece aveva bisogno e ha bisogno di una legge ordinaria solo per la bonifica del sito di interesse nazionale, riempita, si, di risorse provenienti da tutti i rivoli possibili: dai fondi regionali, dai fondi dello Stato, dai fondi comunitari, dai fondi del Piano per il sud dove sono espressamente previste risorse destinate alle bonifiche che devono essere utilizzate Pag. 24per bonificare Taranto. L'obiettivo sarebbe stato di restituire salute e lavoro a Taranto, lavoro pulito e riduzione dei costi sulla salute, avviare un circolo virtuoso in cui si sappia guardare al di là dell'orizzonte, immaginando che le dinamiche di mercato possono prevedere anche scenari più difficili ma senza mettere in discussione i livelli occupazionali, senza far perdere a Taranto la possibilità di avere una speranza diversa.
Ecco perché noi dell'Italia dei Valori non ci appassioniamo tra chi dice «chiudiamo l'Ilva» e chi dice «non chiudiamo l'Ilva», perché tanto non siamo noi a decidere, è il mercato che decide. Ecco perché noi dell'Italia dei Valori vi diciamo qui ed ora: non perdete altro tempo e non rinviate ulteriori decisioni, ma utilizzate tutte le risorse pubbliche perché vengano utilizzate per riqualificare il personale, quel personale, quei 18 mila dipendenti dell'Ilva che possono per buona parte essere impiegati nei processi di bonifica che devono guardare al futuro della città di Taranto.
Significa che i figli di quei lavoratori lavoreranno a Taranto ma dentro un nuovo modello di sviluppo, uno sviluppo alternativo a quello attuale. Ma andiamo a vedere meglio la sostanza del Protocollo d'intesa, perché ci sono 336 milioni, di questi meno della metà destinati alla bonifica (119 milioni), e di questi in realtà veri, in cassaforte, ce ne sono appena 70; altri 53 milioni dovreste trovarli qua e là e ancora non ce lo dite; il resto sono 210 milioni da destinare alle infrastrutture. Ecco perché noi abbiamo detto nella discussione generale che questo decreto-legge, se non trova altre risorse, rischia di essere un bluff. Secondo alcune valutazioni approssimative - lo dico anche in virtù di quello che sta accadendo a Taranto - per bonificare, per avviare una bonifica seria che non sia solo il monitoraggio, servirebbero 4 miliardi di euro almeno; per ambientalizzare l'Ilva non servono 146, come non servono i 400 milioni che l'Ilva mette sul piatto, ma ne servirebbero 4 miliardi (fonti sindacali). Ovviamente non ci può essere nessun bonifica se non c'è l'ambientalizzazione dell'Ilva, perché significa che l'Ilva continuerà ad inquinare, e ovviamente quelle bonifiche saranno assolutamente inutili.
Non sto qui a ricordare che, a proposito di ENI (un altro del settore industriale insieme all'Ilva), recentemente c'è stato un incidente. Il 27 agosto dal campo minerario si sono alzati fumi che hanno inondato Taranto.
Quindi, il problema c'è ed è un'emergenza. Di fronte a questa emergenza l'Italia dei Valori dimostra senso di responsabilità e vota a favore del decreto-legge, perché è meglio poco che niente anche se la ragione ci direbbe che queste briciole non serviranno a nulla. Saranno solo soldi a pioggia in cui ancora una volta lo Stato avrà fallito, utilizzando male le sue risorse.
In conclusione, l'Italia dei Valori voterà a favore del decreto-legge su Taranto, ma con riserva (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sardelli. Ne ha facoltà.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, il caso di Taranto presenta due aspetti preponderanti. Da un lato, vi è il rapporto fra ambiente e sviluppo industriale. Taranto è sicuramente la città che più ha pagato, in termini di salute e di qualità della vita, gli insediamenti industriali degli anni Sessanta e Settanta, delle partecipazioni statali, e per il quale oggi si pone un problema fondamentale, che è il rapporto fra ambiente e sviluppo industriale. Non è un rapporto che si può risolvere con estremismi ideologici, con ministri ambientalisti o con posizioni pregiudiziali, perché questo sarebbe pregiudizievole per l'economia di quello che rimane ed è il secondo Paese industriale dell'Europa, cioè l'Italia. Faccio presente ai colleghi della Lega che delle nove milioni di tonnellate di acciaio prodotte a Taranto, 6-7 milioni finiscono al nord e due in Lombardia. Ben si comprende, quindi, quale danno enorme sarebbe, proprio Pag. 25per il destino industriale del Paese, se l'Ilva di Taranto chiudesse da un giorno all'altro.
L'altro aspetto, che non è meno importante, è quello del rapporto tra il potere legislativo e quello giudiziario. Mentre erano in corso e sono in corso da anni accertamenti, approfondimenti, autorizzazioni, valutazioni ambientali da parte della regione Puglia e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, vi è stata un'iniziativa della magistratura che ha scavalcato la legislazione ordinaria e la prassi di controllo e di valutazione. Rispetto a questa situazione il Parlamento non poteva ignorare la gravità e la complessità del caso Taranto e il decreto-legge in questione, che stiamo valutando oggi, mi sembra che sia la soluzione migliore, più avanzata e più equilibrata. Voglio apprezzare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che, sebbene nasca come tecnico forse per l'esperienza sua professionale di questi venti anni, ha invece un profilo politico molto forte e con grande coraggio e determinazione ha portato avanti una soluzione che tenesse conto della complessità della situazione, della gravità dei problemi ambientali ma anche, soprattutto, della necessità di assicurare un futuro all'industria del Paese, ai cittadini di Taranto e anche, quindi, un miglioramento complessivo delle condizioni di salute.
Quindi, il nostro voto su questo provvedimento è favorevole. Mi pare che l'unico punto vero di controversia siano i venti milioni che il Governo avrebbe stanziato prelevandoli dalle somme per il rischio idrogeologico. Non mi pare, tuttavia, che questo possa essere un punto che impedisca la soluzione o l'avvio della soluzione del problema Taranto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Liberali per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patarino. Ne ha facoltà.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, come ho preannunziato, a conclusione del mio intervento sul complesso degli emendamenti, il gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo esprimerà voto favorevole sul decreto-legge al nostro esame.
Sento, però, il bisogno, anche per la conoscenza diretta che ho del problema che seguo sin dall'insediamento dello stabilimento siderurgico di Taranto, di esporre alcune mie non secondarie perplessità e una grande preoccupazione.
La prima perplessità riguarda l'inspiegabile esclusione del Ministro della salute dall'intera vicenda: un comportamento ed una scelta del Governo davvero incomprensibili perché - a parere non solo nostro - anche, e direi soprattutto, al Ministro della salute si sarebbe dovuto attribuire un ruolo primario in ordine alle decisioni da assumere all'interno del Consiglio dei ministri perché la questione Taranto è nata ed è salita alla ribalta nazionale a seguito dell'intervento della magistratura, che aveva disposto il sequestro di alcuni impianti dell'Ilva, che sarebbero stati responsabili di un'altrimenti inspiegabile diffusione di patologie cardiorespiratorie e neoplastiche su gran parte dell'arco ionico, con una più evidente gravità per la città di Taranto, in generale, e per il quartiere Tamburi, in particolare.
La questione, insomma, tra una presa in giro e l'altra e tra tanti impegni non rispettati, è peggiorata e continua a peggiorare. Mi auguro, signor Presidente e signori rappresentanti del Governo, che anche questo provvedimento che stiamo per approvare non passi - come tanti altri - senza risolvere alcun problema riguardante la salute, come è accaduto finora: l'esclusivo interesse per la sorte dell'acciaio è senza dubbio importante sia per la continuità occupazionale per i lavoratori siderurgici, non solo di Taranto, sia anche per la necessità che il Paese ha di conservare una sua autonomia nella produzione di quel materiale così necessario, per disporre del quale nessuno di noi vorrebbe si dipendesse dall'estero. Ma, pur riconoscendo tale necessità e pur comprendendo la preoccupazione del Governo Pag. 26e della grande industria nazionale, siamo impegnati a compiere scelte talvolta anche non condivisibili per scongiurare un simile pericolo. Per quello che ci riguarda e che credo riguardi tutti noi, Parlamento e Governo, la salute dei cittadini viene prima di tutto il resto.
Non vorrei che si affacciasse con insistenza e si prestasse alle speculazioni la giusta, anche se provocatoria, domanda rivolta pubblicamente al Presidente del Consiglio dal leader dei verdi e consigliere comunale di Taranto: quante vite umane vale una tonnellata di acciaio? C'è stata, finora, una civilissima protesta; c'è ancora, onorevoli colleghi, tanta attenzione e c'è un diffuso malessere. Ora è tempo che le istituzioni dimostrino - anche e soprattutto con i provvedimenti legislativi - che si può garantire la serena convivenza tra lavoro e salute.
La seconda perplessità riguarda le risorse: sono del tutto insufficienti rispetto alle reali esigenze. Non mi permetterei mai di esprimere giudizi di qualsiasi genere su materie così complesse e così lontane dalle mie competenze, ma a leggere - come capita non solo a me - certi numeri e certe cifre più di qualche dubbio di certo ci assale, dubbi che non possono essere sottovalutati se le fonti da cui scaturiscono quei numeri e quelle cifre godono di autorevolezza e di credibilità.
D'altro canto, tutti conoscono la gravità della situazione in cui versa da decenni la realtà ionica a causa dei danni ambientali procurati dall'Ilva, dall'ENI e dalla Cementir.
A tutti è nota - perché esistono relazioni e documenti pubblici - la lista sempre più lunga dei decessi per malattie causate dalla presenza di quelle aziende, o forse è meglio dire dal mancato controllo sul corretto funzionamento di quelle aziende.
Io stesso, un paio di anni fa, nel corso di una interpellanza urgente sui problemi ambientali di Taranto, citai diversi dati allarmanti che avrebbero dovuto, sin da allora, indurre il Governo e le istituzioni a prendere provvedimenti adeguati.
Si deve ringraziare la magistratura se oggi stiamo trattando qui in quest'Aula la questione, se si parla di Ilva Taranto, se si parla di un'area del profondo Sud, se si parla di diverse migliaia di lavoratori meridionali che rischiano il posto di lavoro, se si parla di salute, di bonifiche ambientali, tutti argomenti finora ignorati, trascurati, e se ne stiamo parlando - deve essere chiaro a tutti, è chiaro, io credo, anche alla Lega Nord Padania - è perché in gioco non sono solo la città di Taranto, la salute della sua gente, l'occupazione di quei lavoratori; sistemare in un certo qual modo Taranto vuol dire garantire l'attività lavorativa per oltre 150 mila operatori dell'acciaio di tutta Italia, specialmente del Nord. Vuol dire soprattutto scongiurare quel pericolo che ho citato prima e assicurare per l'Italia la continuità della produzione dell'acciaio.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 17,22)

CARMINE SANTO PATARINO. Ed è, oltre che per la tutela della salute, per noi prioritaria, anche per quest'ultima considerazione che Futuro e Libertà per il Terzo Polo ha deciso di votare responsabilmente a favore di questo decreto-legge, che poteva essere migliorato.
Noi ci auguriamo che nelle fasi di attuazione il Governo rispetti gli impegni assunti, come ha fatto accogliendo i nostri ordini del giorno. Rimane tuttavia, come ho detto all'inizio, una grande preoccupazione: passi la modestia delle risorse, vogliamo pensare che si tratti di un primo provvedimento cui ne seguiranno gradualmente altri a garanzia dell'occupazione e della tutela dell'ambiente; passi l'esclusione del Ministro della salute, vogliamo credere che si tratti di assenza - diciamo così - solo di carattere formale, che non esclude affatto un'accurata programmazione di interventi a favore dell'occupazione e a difesa della salute dei lavoratori e di tutta la popolazione. Pag. 27
La preoccupazione deriva da una notizia che sta circolando da un po' di settimane, sempre con maggiore insistenza, speriamo sia assolutamente infondata: riguarderebbe un potente straniero, forse indiano, interessato all'acquisto ed alla successiva liquidazione dell'Ilva. Sarebbe davvero un danno di ingenti dimensioni, non solo per Taranto ma per tutta l'Italia. Quando ci fu il passaggio di proprietà dei cantieri siderurgici di Taranto dallo Stato alla famiglia Riva chiesi formalmente al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio dell'epoca di conoscere i termini contrattuali dell'operazione, non ebbi risposta. Quel nuovo corso mi sembrò nascere sotto un velo di mistero, ora non vorrei, signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, che pur votando favorevolmente a questo decreto-legge, quel corso si concludesse con una colossale beffa. Sarebbe il fallimento non soltanto del Governo e del Parlamento, ma di tutta la politica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Prima di dare la parola al successivo oratore, vi prego di salutare il Presidente della Repubblica Ceca, Václav Klaus, che assiste ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruggeri. Ne ha facoltà, per dieci minuti.

SALVATORE RUGGERI. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, nell'apprestarci a votare questo decreto-legge contenente le disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto, occorre soffermarsi su alcuni punti che permettono di inquadrare il problema in tutta la sua complessità.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 17,25)

SALVATORE RUGGERI. Infatti, solo superando quell'approccio superficiale e riduttivo che ha voluto contrapporre in modo astratto il diritto alla salute con quello al lavoro e in modo strumentale il Governo alla magistratura, diventa allora possibile adottare quella strategia complessiva in grado di assicurare un giusto e doveroso equilibrio tra continuità produttiva e sostenibilità ambientale.
L'Ilva di Taranto, l'impianto sotto sequestro, è la più grande acciaieria d'Europa, fondata nel 1961. Il gruppo Riva, decimo produttore mondiale di acciaio, lo ha acquistato dallo Stato quando a metà degli anni Novanta si decise di vendere tutta l'industria pubblica dell'acciaio che versava ormai in grave crisi. Nel 2011 l'Italia era l'undicesimo Paese al mondo per la produzione di acciaio con 28 milioni di tonnellate prodotte ogni anno e l'Ilva di Taranto produce da sola circa 9 milioni di tonnellate.
Grazie a queste cifre, l'Italia non è solo un Paese esportatore di acciaio, ma è anche capace di garantire la soddisfazione a prezzi competitivi delle richieste espresse dal mercato interno in settori strategici per l'industria italiana, come quelli degli elettrodomestici, della cantieristica, dell'auto e della meccanica, solo per fare alcuni esempi più rilevanti.
Il polo produttivo di Taranto costituisce una necessità strategica per l'economia regionale e per quella nazionale. In effetti, la chiusura non si esaurirebbe nella necessità di importare acciaio dall'estero dopo oltre cinquant'anni di autosufficienza oppure nella perdita di quasi 20 mila posti di lavoro, considerando anche gli occupati dell'indotto. Complessivamente, si determinerebbe un impatto negativo che è stato valutato attorno ad 8 miliardi di euro annui, imputabili per circa 6 miliardi alla crescita delle importazioni, per 1,2 miliardi al sostegno al reddito dei disoccupati e ai minori introiti per l'amministrazione pubblica e per circa 500 milioni in termini di minore capacità di spesa per il territorio direttamente interessato.
Per questo noi dell'Unione di Centro abbiamo sostenuto l'azione del Governo, il quale di concerto con altre istituzioni si è Pag. 28impegnato per garantire la continuità produttiva con interventi volti ad assicurare un netto miglioramento nella sostenibilità ambientale e a tutelare la salute dei lavoratori e dei cittadini. Il nostro è un sostegno consapevole di chi sa che la soluzione di questo drammatico problema può trovarsi solo alla fine di un lungo percorso lastricato di ragionevolezza e di buon senso, soprattutto di convergenza tra le varie istituzioni e i diversi poteri dello Stato. Non possiamo permetterci di operare con promesse al ribasso tra valori tutti egualmente riconosciuti a livello costituzionale, fra quelli della tutela dell'impresa produttiva e della tutela dell'occupazione di mano d'opera, in antagonismo con quelli primari alla vita, alla salute e all'integrità ambientale. Ma possiamo e dobbiamo usare le parole usate dalla magistratura in uno dei passaggi più significativi del provvedimento del riesame: individuare quelle soluzioni che, nel giungere alla cessazione delle emissioni inquinanti, consentano di pregiudicare il meno possibile gli ulteriori interessi in gioco. Siamo tutti d'accordo nell'affermare che l'obiettivo da perseguire deve essere uno ed uno solo, ovvero il raggiungimento il più celermente possibile del risanamento ambientale e dell'interruzione delle attività inquinanti. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo, lo spegnimento degli impianti è solo una delle scelte possibili. In nessuna parte del provvedimento del GIP - scrivono ancora i magistrati - si legge che l'unica strada perseguibile al fine di raggiungere la cessazione delle emissioni inquinanti - unico obiettivo che il sequestro preventivo si prefigge - sia quella della chiusura dello stabilimento e della cessazione dell'attività produttiva. Queste richieste invece vengono in modo tanto insistente, quanto irresponsabile, da una certa parte politica che ormai riduce la sua azione a slogan elettorali allarmistici quanto vuoti di proposte e suggerimenti. Evidentemente alcuni demagoghi si sentono in dovere di sprecare questo finale di legislatura pensando già di essere in campagna elettorale, dimenticandosi invece che il Paese vive ancora una drammatica stagione di crisi. È in corso la terapia per salvare Taranto malata d'ambiente, ha recentemente detto il Ministro Clini, aggiungendo poi una frase del tutto condivisibile in questa come in altre sedi: l'eutanasia non può essere una cura. I cittadini e i lavoratori di Taranto meritano un impegno serio ed un coscienzioso senso di responsabilità per cercare e offrire soluzioni condivise e praticabili. Ne è esempio la recente riapertura da parte del Ministero dell'ambiente della procedura per il rilascio dell'AIA. Come ha detto Clini, entro fine mese, deve essere approvato il rilascio dell'AIA allo stabilimento, con l'obiettivo di adeguare l'autorizzazione già concessa nell'agosto 2011 ai livelli emissivi raggiungibili con le migliori tecnologie disponibili, anche con riferimento alle criticità emerse nel corso delle indagini della magistratura.
Il provvedimento che ci accingiamo ad approvare ha lo scopo di intervenire con tempestività ed urgenza al fine di fronteggiare le gravi situazioni di criticità ambientale e sanitaria venutesi a creare a Taranto, e in particolare nel quartiere Tamburi, avendo, tuttavia, allo stesso tempo, cura anche di risolvere le connesse ricadute sociali, economiche ed occupazionali.
A tal fine, il quadro complessivo degli interventi ammonta ad oltre 336 milioni di euro. I fondi stanziati sono destinati esclusivamente alla bonifica e alla riqualificazione delle aree pubbliche di Taranto, mentre l'Ilva dovrà investire soldi propri per introdurre quelle innovazioni tecnologiche richieste per mettersi in regola con i limiti imposti dalla legge.
In questo modo si evidenzia una chiamata di responsabilità di una proprietà e di un management al quale non può essere attribuita certo tutta la colpa di un disastro le cui origini, giova ricordarlo, risalgono all'Ilva quando era azienda di Stato e si chiamava Italsider. Il Ministro Clini, che ringraziamo per l'intenso lavoro che ha svolto, ha dichiarato: «all'Ilva noi non regaliamo nulla. L'azienda dovrà affrontare Pag. 29investimenti ambientali impegnativi per allinearsi ai migliori standard europei».
Mi permetto di aggiungere che questo Governo e la maggioranza che lo sostiene non regalano nulla a nessun altro imprenditore, come invece ho sentito dire in Aula la scorsa settimana. Piuttosto, investono in un territorio e in un settore che sono strategici per l'intero Paese e lo fanno con una rinnovata sensibilità ambientale, che deve diventare un esempio per tante situazioni analoghe che si trovano oggi al Sud come al Nord, perché un'azione politica seria non fa differenze di latitudine, ma guarda all'Italia nel suo complesso.
Forse 336 milioni possono sembrare pochi, ma il presente decreto-legge, che li renderà immediatamente utilizzabili, è comunque un passo avanti in una vicenda dai delicati risvolti umani, ambientali, giuridici, politici e sindacali. È un piccolo passo avanti, che rappresenta, invece, un segnale rilevante ed evidente del cambiamento di mentalità posto in essere da questo Governo e dalla maggioranza che lo sostiene.
Un cambiamento di mentalità che va apprezzato e sostenuto in quanto coerente con la strategia europea dello sviluppo sostenibile, la quale, sostanzialmente, prevede che le norme, gli standard e le tecnologie ambientali devono essere il traino per la crescita economica e lo sviluppo industriale.
Con l'auspicio che finalmente a Taranto si possa cominciare a respirare un'aria nuova e che, finalmente, questa aria pulita possa anche rappresentare un futuro migliore per tutto quel territorio, annuncio il voto favorevole da parte dell'Unione di Centro (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 17,34)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzarin. Ne ha facoltà.

MANUELA LANZARIN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in quest'Aula abbiamo già espresso la nostra netta contrarietà a questo provvedimento. Lo abbiamo fatto con un'unica voce e l'abbiamo espressa perché riteniamo che questo sia un provvedimento fasullo, che non va a risolvere i problemi dell'Ilva di Taranto e il problema delle bonifiche; problema molto più complicato e annoso, che necessita di una politica ambientale che questo Governo non ha messo in atto.
Lo abbiamo definito un provvedimento razzista, discriminatorio, che mette in primo piano il Sud a discapito del Nord, a discapito dei 57 siti di interesse nazionale - la maggior parte, abbiamo avuto modo di dirlo in quest'Aula, si trovano al Nord - che non hanno avuto lo stesso tipo di trattamento. Ricordiamo i siti di Mantova, Ravenna, Marghera, Casale Monferrato.
Sono tutti siti che meritano lo stesso trattamento, che devono essere trattati allo stesso modo, ma così non è stato da parte di questo Governo. Noi abbiamo espresso la nostra contrarietà perché siamo per la salute dei cittadini. La salute è un diritto sacrosanto, ma non viene rispettata con questo provvedimento. Siamo per il diritto al lavoro, ma il diritto al lavoro e il diritto all'occupazione non vengono mantenuti e non vengono portati avanti in questo provvedimento.
Il provvedimento mette in evidenza, invece, un atteggiamento sperequativo, che va a risolvere alcuni problemi legati soprattutto - ricordiamolo per chi ci ha seguito, lo abbiamo ripetuto a gran voce - alle aree di pertinenza, alle aree demaniali, alle aree che, in questo momento, sono gestite anche - ricordiamolo - da una struttura, da una società cinese.
Quindi qui vi è l'ennesimo problema della concorrenza sleale, dell'apertura dei mercati cinesi che mette in crisi le nostre aziende e il nostro made in Italy.
Per tutte queste ragioni abbiamo espresso a più voci la nostra contrarietà. È stata un'espressione unica, un'unica voce, Pag. 30un unico coro. Non possiamo accettare che vi siano trattamenti così diversi, che vi siano fondi pubblici (360 milioni di euro) spesi per un unico sito, che vi siano risorse del Fondo per il dissesto idrogeologico che dovrebbero essere impiegate per tutte le regioni e che, invece, vengono utilizzate solo per il Sud. Non possiamo accettare che i fondi del famoso Protocollo di Kyoto, indirizzati ai giovani per politiche di rilancio giovanile legate alla green economy e al risparmio energetico, vengano invece orientati solo verso il Sud e solo per il sito di Taranto. Non possiamo accettare che le responsabilità degli enti locali siano così deboli e che questi, la regione Puglia e i comuni non abbiano fatto nulla per risolvere la situazione.
Abbiamo detto che la giustizia deve essere uguale per tutti, chi inquina deve pagare, ma questo non sta succedendo. Rimandiamo al mittente le voci e i discorsi sentiti in questi giorni da parte del Ministro Clini secondo cui il nostro è stato un ostruzionismo che non andava in direzione di un rilancio dell'Ilva di Taranto e dell'occupazione. Lo stesso per quanto riguarda il Commissario europeo Tajani. Rimandiamo al mittente queste voci.
Siamo consapevoli, invece, che il provvedimento in esame non ha niente di positivo, non contiene alcuna politica ambientale, industriale e occupazionale. Dobbiamo essere sinceri, dobbiamo dire a coloro che ci stanno ascoltando che il provvedimento in oggetto è stato svenduto come un provvedimento che doveva salvare una situazione critica, risolvere i problemi dell'inquinamento e dell'occupazione dell'Ilva di Taranto e, invece, non produrrà niente di tutto questo.
Per queste ragioni il nostro sarà un voto nettamente contrario, anche perché questo Governo ci ha dimostrato di non tenere in considerazione le istanze del Nord e di essere un Governo a trazione del Sud. Ricordiamo alcuni provvedimenti: il primo relativo a Roma Capitale, varato subito dal Governo Monti, o quelli relativi alla gestione dei rifiuti della Campania, ennesima emergenza che si è trasformata in ordinarietà (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Non vorremmo che succedesse la stessa cosa anche per il sito Ilva di Taranto. Non mi soffermo a parlare della Sicilia, dei problemi e della differenziazione che esiste tra regioni virtuose e regioni non virtuose. Cito invece quanto previsto in questi giorni, ossia i famosi iPad per i professori del Sud, e anche un altro provvedimento relativo alla soppressione dei tribunali. Parla molto chiaramente il fatto che, alla fine, sono stati soppressi solo 4 tribunali del Sud, con la scusa dell'esistenza della criminalità organizzata. La criminalità organizzata ci sembra che sia presente in tutte le regioni, quindi tutte le regioni devono essere salvaguardate in maniera equa, ma questo non è successo.
Quindi, per tutto ciò il provvedimento in esame mette in evidenza, ancora una volta, un'attrazione di questo Governo nei confronti del Sud, senza tener conto delle istanze del Nord e delle problematiche principali, senza tener conto che chi produce, chi crea ricchezza è soprattutto al Nord.
Questo Governo ha cancellato in un colpo solo il federalismo fiscale disciplinato in un provvedimento che conteneva due principi sacrosanti applicabili anche questa situazione. Da una parte la previsione di costi standard. I costi devono essere uguali per tutti, vi deve essere equità di trattamento, bisogna trattare nello stesso modo le spese dei vari enti locali e chi inquina paga. L'altro concetto fondamentale è quello della responsabilità degli enti locali. Chi sbaglia va a casa. In questo caso, nuovamente avremmo verificato la stessa situazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Chi sbaglia, quindi gli enti locali, la regione, la provincia, i comuni, gli enti competenti in materia ambientale, deve comunque rispondere, così come devono corrispondere i costi standard.
Non è pensabile che stiamo assistendo - io ne ho elencato una serie - a provvedimenti che vanno a beneficio del Sud, a beneficio di quelle regioni e di quelle Pag. 31zone che non sono in grado di gestire la cosa pubblica, che non sono in grado di amministrare.
Questo provvedimento era, come lo abbiamo definito, un provvedimento razzista, un provvedimento che non tiene conto di tutte le esigenze di tutto il Paese, non tiene conto delle peculiarità, non tiene conto della zona del Nord, zona locomotiva per quanto riguarda lo sviluppo economico.
Questo Governo fin dall'inizio ci ha abituato a parlare di crescita, sviluppo, rigore ed equità, ma in questo provvedimento, come in tutti i provvedimenti che abbiamo visto passare in quest'Aula finora, non c'è sviluppo, non c'è crescita, non c'è rigore e non c'è equità.
Questo è un intervento ingiusto e sperequato. Noi siamo qui per difendere gli interessi del Nord, per rimettere in primo piano la questione settentrionale, per rimettere in primo piano i cittadini che lavorano in maniera faticosa, con molte difficoltà oggi, gli enti locali che in modo molto difficile cercano di chiudere i bilanci, gli enti locali virtuosi, le attività produttive, quelle medie, le attività produttive che sono state il volano.
Per questo il nostro voto sarà un voto contrario, un voto contrario a questa politica che non tiene conto degli interessi del Nord e non tiene conto degli interessi di tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, noi voteremo a favore del disegno di legge di conversione, perché consideriamo questo decreto un passo importante per affrontare una vicenda di interesse nazionale, una vicenda che ha, per così dire, aspetti strategici per il nostro Paese.
Non dimentichiamo che qui non insiste soltanto lo stabilimento dell'Ilva, con le caratteristiche che abbiamo più volte richiamato quando siamo intervenuti in questo dibattito, ma anche lo stabilimento dell'ENI, della Cementi. Si tratta cioè di una realtà urbana, che è uno dei punti centrali del nostro apparato produttivo, che se entrasse in crisi definitivamente procurerebbe un danno rilevante a tutto il sistema industriale italiano.
Lo voglio dire: soprattutto al Nord, ma non solo, si tratterebbe di un danno a tutto il sistema industriale italiano. Noi sappiamo che di questo non c'è bisogno, anzi c'è bisogno, magari, di ritrovare una politica industriale, che ci consenta di difendere, sviluppare ed innovare la nostra manifattura.
Inoltre, questo è un decreto che parte da accordi che sono stati raggiunti dalle istituzioni locali e punta, in modo particolare, non solo ad operazioni di risanamento. Vorrei ricordare il quartiere Tamburi. Magari qualcuno potrebbe ragionare sul perché si è sviluppato il quartiere Tamburi a ridosso dello stabilimento dell'Ilva di Taranto, ma il decreto interviene anche sul Mar Piccolo ed interviene sulla ristrutturazione del porto, che per noi è fondamentale. Noi siamo una piattaforma naturale nel Mediterraneo, che può svolgere un ruolo di crescita non solo del nostro Paese, ma dell'intera Europa.
Vi sono poi progetti importanti che sono recepiti in questo decreto, come il progetto «Smart city» in Taranto. Noi sappiamo bene cosa significa questo: una innovazione intelligente di un tessuto urbano è uno dei momenti più importanti e più qualificanti per una riconversione produttiva per uscire da questa situazione di crisi. Le città sono un patrimonio nostro nazionale, che se utilizzate in modo intelligente attraverso progetti di questo tipo possono dare una risposta significativa.
Per quanto riguarda poi l'uso delle risorse, parliamoci chiaramente: gran parte di queste risorse erano già state definite in questi accordi e, gran parte di queste risorse, erano e sono risorse destinate al Sud. Io credo che qui ci sia una polemica pretestuosa. Lo voglio dire con molta franchezza: è una cosa grave, in un momento di crisi produttiva del Paese, di crisi morale e di crisi sociale; è irresponsabile Pag. 32costruire divisioni in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FABIO MERONI. Sono 20 milioni!

ANDREA LULLI. Sì, 20 milioni! Sono 20 milioni per dare una risposta ad un sito di interesse strategico nazionale (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) ed io rivendico questa scelta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

FABIO MERONI. Diglielo a Lipari!

PRESIDENTE. Onorevole Meroni, per cortesia.

ANDREA LULLI. Credo che bisogna chiarire un altro punto. Come abbiamo detto nel corso del dibattito - ma vedo che anche il Governo si è mosso in questa direzione - la nuova autorizzazione integrata ambientale deve risolvere i problemi di risanamento dello stabilimento dell'Ilva.
Oggi c'è stata una conferenza di Ferrante: 400 milioni di euro di capitali propri. Non so, io non sono un tecnico, non so se sono sufficienti a risolvere tutti i problemi aperti. Di certo è un impegno importante, è un impegno che in qualche modo credo debba essere sostenuto. Del resto, guardate, in un'audizione quasi in contemporanea del procuratore di Taranto, Sebastio, egli ha affermato che questa situazione di inquinamento dell'Ilva di Taranto dura da 30 anni. Io credo che sia una dichiarazione molto impegnativa, che interroga più di un soggetto istituzionale e a questo proposito, visto che qualcuno ha detto che il Ministero della salute non è coinvolto, io credo che prima o poi - meglio prima che poi - bisognerà mettersi d'accordo su quali sono gli strumenti che valutano i rischi reali e che in qualche modo si fornisca un elemento di riferimento utile a tutti. Infatti nessuno di noi vuole lavorare per uccidere la gente. Noi dobbiamo difendere sia il diritto alla salute, che è sacrosanto (neanche uno deve morire per questioni di lavoro e di inquinamento), ma allo stesso tempo abbiamo il dovere di sostenere anche il diritto al lavoro. Io credo che questo sia un punto ed un passaggio importante; credo che tutti noi siamo chiamati all'assunzione di responsabilità. E se è così, se è tanto che si inquina, se è tanto che si creano danni, si accertino pure le responsabilità. Si perseguano omissioni o doli, da qualunque parte siano venuti, ma non si smarrisca la strada maestra di coniugare salute, ambiente e lavoro. Semmai pretendiamo di più da noi stessi, più rigore, più serietà, sconfiggendo la cultura del lassismo e delle tante furbizie che hanno ammorbato questo Paese, soprattutto negli ultimi anni. E non possiamo permetterci, come classi dirigenti, di mettere in angoscia le famiglie dei lavoratori, che sanno bene che se non portano a casa il salario o lo stipendio non possono garantire la vita alla loro famiglia. E mettere in contrasto salute e lavoro, chiunque lo faccia, commette un crimine e credo che da questo punto di vista noi non possiamo accettarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti del deputato Meroni)!

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Lulli: onorevole Meroni, le chiedo la cortesia!

ANDREA LULLI. Nessuna giustificazione e nessuna lassismo nel perseguire un ambiente sano, nel chiedere alle imprese - all'Ilva, ma anche alle altre imprese - di investire necessariamente adeguando gli impianti per tutelare la salute di chi ci lavora e dei cittadini che vivono a fianco. Ma allo stesso tempo, occorre tenere ferma la barra del timone verso il lavoro, verso lo sviluppo, perché non c'è salute e non c'è ambiente sano se si perde il lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE FITTO. Signor Presidente, il gruppo del Popolo della Libertà esprimerà Pag. 33un voto favorevole sulla conversione del decreto-legge sull'Ilva per diverse ragioni, che cercherò rapidamente di illustrare, evitando, se possibile, la polemica, perché noi siamo dell'idea che su un tema così complesso, serio e fondamentale per il nostro Paese, il Parlamento e le forze politiche non darebbero una buona prova di sé, immaginando una contrapposizione e un contrasto.
Cercherò per queste ragioni anche di esplicitare in modo molto chiaro quelle che sono le motivazioni per le quali noi sosteniamo questo decreto-legge, considerandolo un primo passo da parte del Governo verso il percorso che porti a soluzione la grande questione dell'Ilva. Non è un tema, evidentemente, che nasce in questo periodo; è un tema che nasce da molto lontano e che porta con sé una serie di problematiche sulle quali penso sia indispensabile riflettere, al di là e nel rispetto del ruolo della magistratura.
A questo proposito, vorrei fare una prima sottolineatura, anche per le dichiarazioni che spesso abbiamo ascoltato e per le modalità con le quali siamo giunti a questa situazione. Io penso che sia molto utile - lo dico al Governo - evitare di continuare a discutere su dati che sono molto opinabili. I giornali, gli organi d'informazione, le riunioni, le manifestazioni sono piene di dati epidemiologici sui quali si discute in modo molto generico e, spesso, in modo molto elastico. Io penso che sia giunto il momento di avere dati di riferimento certi, che possano evitare eccessi di allarmismo, ma anche eccessi di sottovalutazione. Lo dico, perché ci sono organismi preposti, tanto a livello regionale quanto a livello nazionale, che hanno funzioni e compiti precisi in tale direzione. Penso che su questo vi sia bisogno di chiarezza per evitare, appunto, l'opinabilità delle questioni, vista la contrapposizione che esiste fra il mondo del lavoro, le necessità collegate alla produzione della più grande acciaieria d'Europa e l'esigenza di tutelare la salute e l'ambiente di quel territorio.
In questa direzione, penso che la polemica e la contrapposizione - lo voglio dire non polemicamente, ma serenamente, ai colleghi della Lega - sia dal nostro punto di vista un «fuori luogo» per alcune ragioni che sono evidenti agli occhi di tutti. L'Ilva è la principale acciaieria d'Europa: produce il 40 per cento dell'acciaio del nostro Paese e il 60 per cento dei laminati che vengono utilizzati da tutte le aziende del settore della meccanica e degli elettrodomestici. Sostanzialmente, è un pezzo fondamentale del sistema produttivo del nostro Paese. Ecco perché gli interventi collegati all'Ilva di Taranto, la salvaguardia dell'ambiente, la necessità di renderlo compatibile con lo sviluppo di quel territorio sono interventi fondamentali non solo per un territorio, ma per il nostro Paese.
Dico ciò anche perché questo decreto-legge porta con sé una serie di opportunità di finanziamento che sono per la stragrande maggioranza risorse già assegnate al Mezzogiorno d'Italia e alla regione Puglia; non sono risorse che vengono tolte ad altre parti del territorio. Il fondo per le aree sottoutilizzate che viene utilizzato in questo decreto-legge, tanto di competenza regionale quanto di competenza nazionale, è esattamente come il fondo per le aree sottoutilizzate che è a disposizione di tutte - e sottolineo tutte - le regioni del nostro Paese. Così come l'utilizzo delle risorse sul fronte della ricerca, dello sviluppo e del sostegno alle imprese è esattamente quello di cui si avvalgono tutte le regioni di questo Paese.
Dunque, ritengo che il modello debba essere un modello nazionale, che questo decreto-legge, la sua conversione in legge, l'utilizzo di queste risorse in modo rapido debba intervenire in modo concreto sul fronte della bonifica, ma debba essere anche un'opportunità per guardare ad altri modelli. L'accordo di programma, che più volte è stato evocato e che costituisce anche per le dichiarazioni di molti altri gruppi politici un obiettivo da raggiungere, è un punto sul quale noi dobbiamo lavorare molto intensamente con il Governo. Il modello, anche qui, non è di contrapposizione. Io ho apprezzato il Governo - questo Governo - quando ha sottoscritto Pag. 34l'accordo di programma nei mesi scorsi per Porto Marghera. Penso che sia importante individuare in quel modello un'opportunità per utilizzare le risorse, tanto private quanto pubbliche, che sono state messe a disposizione.
Lo dico perché, evidentemente, qui noi giochiamo una partita fondamentale non solo per il destino di una città - che pure ha vissuto in questi anni alcune condizioni caricandosi delle difficoltà che sono di carattere nazionale, ma concentrate sul proprio territorio -, ma anche per cercare di rilanciare, in modo attento e concreto, un settore fondamentale dell'industria italiana.
Alla vigilia di un dibattito che sta per aprirsi anche a livello europeo, laddove la Commissione europea ha nei suoi programmi un programma di sviluppo che lanci in modo molto chiaro anche il piano per l'acciaio a livello europeo, sarà necessario fare sintesi di queste opportunità e individuare Taranto come una delle posizioni centrali sulle quali guardare nelle politiche di intervento, anche e soprattutto sul fronte della garanzia ambientale della salute. Dico questo perché, evidentemente, su Taranto vi è un collegamento che non riguarda, come ho detto precedentemente, la sola acciaieria di Taranto, ma gli interventi su Taranto costituiscono un beneficio ed una opportunità anche per gli stabilimenti di Genova e di Novi Ligure e anche per l'intero sistema delle piccole e medie imprese che su questo hanno delle opportunità e delle migliori e maggiori agevolazioni a livello nazionale.
Ecco perché l'augurio e l'auspicio è che questo decreto-legge possa rapidamente produrre i suoi primi effetti e che ci possa essere un'azione forte e concreta da parte delle istituzioni che lavorino con spirito di sinergia e che evitino una contrapposizione anche nei confronti dell'azione della magistratura. Su questo voglio chiudere: la contrapposizione nei confronti della magistratura va evitata a condizione che il ruolo e la funzione delle istituzioni siano centrali; il livello decisionale che noi mettiamo in campo deve essere un livello decisionale concreto e deciso che non possa mettere in discussione l'azione che deve essere portata dalle istituzioni, pur nel rispetto delle decisioni della magistratura. Ecco perché noi esprimiamo voto favorevole ma continueremo a lavorare con convinzione perché, superato questo decreto-legge, non ci sia il superamento di una emergenza comunicativa nei confronti del Paese, ma si lavori in modo concreto per far sì che su questa questione ci sia un livello di attenzione anche per i mesi successivi, per giungere ad una definizione ampia della soluzione dello stesso problema. In questo senso il Popolo della Libertà ha in ogni circostanza dato il suo sostegno a questa azione, partecipando ai diversi livelli istituzionali con un contributo propositivo e siamo dell'idea che su queste questioni, in un momento di così grave e complessa crisi economica che vive il nostro Paese, non si possa, in alcun modo, immaginare una soluzione diversa da una forte implementazione e da un sostegno a questo comparto produttivo, nel rispetto pieno degli obiettivi sul fronte ambientale e della salute per i quali sollecitiamo il Governo a svolgere un'azione piena (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, come delegazione Radicale noi ci asterremo perché per Taranto servono più risorse, più risorse per una bonifica che sia degna di questo nome e che riguardi quindi il suolo e il sottosuolo e sulla quale anche riconvertire i lavoratori in esubero. Ci asteniamo anche perché siamo contrari alla nomina e all'individuazione di un ennesimo commissario straordinario di Governo. Siamo contrari, inoltre, alla sottrazione di risorse al Fondo contro il rischio idrogeologico; mi si passi che un ordine del giorno non può esser sufficiente a veder risolto, e considerato quindi risolto, il problema che avete creato. In un momento in cui a Taranto è Pag. 35come se stesse crollando il muro di Berlino e la città è di fronte ad un cambio, ad una svolta radicale, io trovo che al Governo e al Parlamento - soprattutto per non essersi impegnati a che la prossima autorizzazione integrata ambientale imponga all'Ilva l'adozione delle migliori tecnologie in assoluto, costose certo ma, a mio giudizio, necessarie a che siano rispettati i rilievi dei periti della procura di Taranto ed in questo modo si sta commettendo un grande errore - manchi il coraggio necessario alla sfida in atto. Mi preoccupano le parole che ho sentito questa estate del Ministro Clini quando ha messo in discussione il rapporto causa-effetto tra inquinamento e malattie per quanto riguarda l'ultimo periodo, gli ultimi anni, così come mi preoccupa oggi che il Ministro Balduzzi, nel rendere noti i dati del progetto Sentieri dell'Istituto superiore della sanità, abbia reso noti i dati vecchi e non quelli che pur sono già disponibili rispetto al periodo 2003 e 2008 e che sono già acquisiti agli atti della procura di Taranto.
Non vorrei che in questo modo si volessero confondere le idee all'opinione pubblica, creare una dimensione verosimile, che non è la realtà, che non corrisponde al vero, creando condizioni per guadagnare tempo in una situazione per cui - ed è aleggiato anche nella discussione che vi è stata in quest'Aula -, purtroppo, ancora vi è la convinzione che solo la politica possa salvare l'Ilva. Per quello che vedo, che ho visto, che ho sentito, credo si pensi vi sia ancora l'illusione di poter gestire questo momento come un momento di ordinario passaggio, di transizione, appunto come un guadagnare tempo, mentre è un momento di rottura, che si vuole ignorare invece di accettarne la sfida. Questo è grave, anche perché il modo in cui si affronta questo momento è significativo, anche per la prospettiva e l'idea che si ha di crescita e di ripresa del nostro Paese. Per questo motivo noi non possiamo votare a favore di questo provvedimento e ci asterremo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così concluse le dichiarazioni di voto finale.

LUDOVICO VICO, Relatore per la X Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, a nome di entrambi i relatori, desidero ringraziare il Governo, con il quale abbiamo lavorato molto intensamente, sia i Ministri che i sottosegretari, ma soprattutto i due presidenti delle Commissioni, l'onorevole Dal Lago e l'onorevole Alessandri, tutti i commissari della X e dell'VIII Commissione e, infine, gli uffici della X Commissione e della VIII Commissione, che fin dal 14 agosto hanno contribuito perché questo decreto-legge giungesse alla conversione in Aula. Ringrazio anche del dibattito e soprattutto del voto positivo.

PRESIDENTE. Del voto positivo che lei auspica, perché dobbiamo ancora votare, onorevole Vico.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5423)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 5423, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cicchitto, Mondello, Franceschini, Cesare Marini, Sanga, Cesaro, Lo Presti, De Luca, Galletti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Conversione in legge del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, recante disposizioni Pag. 36urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto» (5423):

Presenti 486
Votanti 479
Astenuti 7
Maggioranza 240
Hanno votato 430
Hanno votato no 49

(La Camera approva - Vedi votazioni).

Prendo atto che il deputato Lo Presti ha segnalato di aver espresso un voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 18,05).

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, leggo in questo momento sul sito del Corriere della Sera - ma vi sono anche altri giornali che si occupano dello stesso argomento -: controlli sui conti, i partiti dicono «no», niente certificazione esterna dei bilanci. Ancora: Camera, nessun controllo esterno per i bilanci; sottotitolo: la Giunta per il Regolamento rigetta la proposta di Fini, vale il principio di autogiurisdizione degli organi costituzionali.
Vorrei solo chiarire che ho una massima stima per i colleghi che saranno chiamati a dare la loro relazione nella Giunta per il Regolamento.
Mi riferisco ai colleghi Antonio Leone e Giancarlo Bressa, che sono esemplari parlamentari e persone che sicuramente stanno svolgendo un lavoro ottimo, un lavoro ottimo, finalizzato proprio a rendere trasparente e chiara la regolamentazione dei bilanci che i singoli gruppi parlamentari inoltrano alla Camera dei deputati.
Poiché, però, credo che in un momento come questo - i colleghi non hanno certo bisogno di ulteriori valutazioni da parte nostra - noi non possiamo rischiare di incorrere in alcun modo in malintesi, vorrei dire che indipendentemente da quello che farà la Giunta per il Regolamento, il gruppo parlamentare presieduto dall'onorevole Galletti, e che ho l'onore di rappresentare, incaricherà una società di certificazione esterna per certificare i propri rendiconti come, peraltro, fa il mio partito politico, per tagliare l'erba a qualsiasi possibile polemica futura.
Credo che non ne abbiamo bisogno e credo che, se il Regolamento prescriverà la possibilità per i gruppi parlamentari di certificare esternamente - credo sia possibile dare la possibilità di usufruire di questa possibilità - taglieremo sul nascere qualsiasi polemica che naturalmente sarà, come sempre, pagata dalla politica e da tutti noi.
Poiché comprendo che in quest'Aula c'è una volontà diffusa di fare giustizia di un'idea per cui chi fa politica è un ladro, e tutti quelli che fanno politica sono ladri, perché noi affermiamo il principio che chi fa politica - certamente, come in ogni corpo, ci saranno anche delle persone che agiscono scorrettamente - afferma, prima di tutto, le proprie idee con dignità e serietà, noi ricorreremo a questa certificazione, così le chiacchiere staranno a zero (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, colgo l'occasione che il presidente Casini dà all'Aula per ribadire le cose che ho già detto nel corso del pomeriggio alle agenzie, e cioè che le norme per garantire trasparenza maggiore possibile dei gruppi parlamentari le ha chieste il gruppo parlamentare Pag. 37del PD, con una lettera in data 6 aprile 2012 al Presidente della Camera, in cui si chiedeva che, parallelamente al percorso di maggiore trasparenza sui bilanci dei partiti, fossero introdotte regole precise per i bilanci - il deposito e il controllo - dei gruppi parlamentari che, come è chiaro, sono soggetti della Camera, sono pezzi della Camera.
La Giunta, sulla base della nostra sollecitazione, ha avviato questo lavoro. Non ci sono state votazioni, c'è stata una discussione nel corso di tutta la Giunta con i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari - compreso il suo, Presidente Casini. Noi abbiamo detto prima, e quindi mi fa piacere ribadirlo qui, che in primo luogo va rivendicato che la proposta contiene delle norme di trasparenza e di controllo che, sino ad oggi, non ci sono state rispetto ai gruppi parlamentari e quindi va nella direzione giusta.
In secondo luogo, ho già dichiarato - e lo ripeto qui - che il gruppo parlamentare del PD è favorevole alla possibilità di controlli anche da parte di società di certificazione esterne. In ogni caso, quale che sia la norma che uscirà domani, noi lo faremo ugualmente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIUSEPPE CALDERISI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CALDERISI. Signor Presidente, in Giunta per il Regolamento stiamo discutendo di assicurare meccanismi di maggiore trasparenza sui bilanci dei gruppi, e questo è un percorso che abbiamo tutti voluto e tutti stiamo attuando. Per quanto riguarda comunque i partiti, voglio dire che la legge che abbiamo fatto e che abbiamo approvato prevede società di certificazione dei bilanci esterne. L'abbiamo tutti voluto e tutti fatto.
Per quanto riguarda i gruppi parlamentari, credo che la questione meriti grande attenzione, perché riguarda anche un problema di carattere costituzionale, che va approfondito. Lo approfondiremo in Giunta per il Regolamento con molta attenzione. Certamente l'obiettivo è quello di assicurare trasparenza, lo ripeto, alla questione dei bilanci anche dei gruppi parlamentari. Dobbiamo farlo nel rispetto della nostra Costituzione e del nostro Regolamento, ed è quello che noi ci accingeremo a fare domani nella Giunta per il Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, aggiungo solo due parole. Ho ascoltato anche le parole del collega Calderisi, che sono, come sempre, fondate. Credo, però, che, anche considerando quello che sta succedendo da qualche mese, sia necessario dare un segnale forte, inequivoco, che superi qualsiasi possibilità di strumentalizzazione nel momento in cui, come ha detto il collega Franceschini, si fa davvero un passo significativamente in avanti sulla gestione dei fondi dei gruppi e lo si fa in modo forte, dando una risposta.
Credo che dobbiamo tutti quanti avere presente che per tutelare la forza di questo passo avanti bisogna probabilmente in questa fase - domani starà alla Giunta per il Regolamento dare il giudizio definitivo - accedere anche a una possibilità, facoltà o, probabilmente, anche a una nuova regola che preveda la certificazione dei bilanci, proprio per evitare che nei meccanismi, di cui tutti noi siamo ben consapevoli, della comunicazione si finisca per rappresentare un significativo passo avanti come un mancato passo avanti.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 18,13)

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Quindi, abbiamo ancora ventiquattro ore di tempo per riflettere ulteriormente e per Pag. 38arrivare a una decisione non dettata fuori da qui, ma per una decisione che ci renda più forti, e non più deboli del nostro obiettivo (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, non riteniamo, come gruppo di Italia dei Valori, che sia stato molto grave e negativo quest'orientamento, assunto dalla Giunta per il Regolamento, di non portare avanti questa proposta. Noi crediamo che in questo momento il Paese abbia bisogno di segnali di trasparenza, di segnali di chiarezza, di una politica che diventa una casa di cristallo e che non ha nulla da temere, che è pronta a mettere in discussione anche i propri diritti, le proprie prerogative, che non hanno alcun senso se non sono comprese dagli italiani, se non sono apprezzate come un valore. Oggi l'autodichia, che tanto spesso in quest'Aula invochiamo, è una parola vuota se non ha senso per i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Allora, noi diciamo, e lo diciamo con chiarezza, che il gruppo di Italia dei Valori comunque, qualora questo Parlamento non provveda in senso analogo, provvederà a dare incarico a una società di revisione dei conti esterna che garantisca e sancisca la chiarezza e la trasparenza nell'impiego di questi fondi pubblici. Crediamo di usare così un nostro diritto, un nostro diritto sovrano, ma che è sovrano in quanto ce lo hanno concesso i cittadini. Noi crediamo che oggi quegli stessi cittadini esigano da noi anche questo atto di trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

RAFFAELE VOLPI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, innanzitutto vorrei ricordare all'Aula, visto che abbiamo portato in Aula questo argomento, che i rappresentanti dei gruppi in Giunta per il Regolamento, che lei presiede, hanno lavorato in maniera assolutamente non solo trasparente, ma con grande impegno per trovare il modo migliore di rappresentare una regolarità e una trasparenza dei bilanci dei gruppi rispetto alla Camera dei deputati.
Io penso che dobbiamo fare un ragionamento molto serio su quanto l'influenza esterna possa condizionare i lavori e le scelte di questo Parlamento, Presidente, anche perché nessuno di noi teme ciò. Penso che la proposta che ha fatto il presidente Casini e gli altri presidenti di gruppo vada benissimo. Possiamo anche far controllare all'esterno i nostri bilanci, resta comunque una cosa che lei sa bene - perché, avendo presieduto la Giunta, la conosce bene -, ossia che si stava andando e si sta andando verso un sistema che finalmente dà attuazione a quello che è previsto anche nel Regolamento della Camera, oltre che a un chiarimento del rapporto tra i gruppi parlamentari e i partiti.
Si rende molto più asettico il rapporto tra i gruppi parlamentari, con una posizione diversa di rapporto con la Camera e molto più distante rispetto al sistema partiti. Quindi, io vorrei che con grande chiarezza si dicesse anche che questa parte che viene da fuori, il commento esterno, non ci indurrà in alcun modo a ritardare ancora la regolamentazione dei finanziamenti ai gruppi.
Infatti, poi l'antipolitica diventa un'antipolitica strumentale, magari fatta perché a qualcuno fuori fa comodo delegittimare questa nostra Assemblea. Quindi, facendoci carico tutti dei ragionamenti fatti oggi in Aula, anche dei commenti fatti non da ultimo dal collega Della Vedova che ci dice che abbiamo ancora ventiquattro ore, la Giunta per il Regolamento ha esposto un proprio programma condiviso praticamente da tutti i gruppi e lei lo può testimoniare perché è presente sempre.
Con questo non perdiamo comunque più tempo: in un modo o nell'altro diamo ai cittadini italiani quello che vogliono, la massima trasparenza sia con un controllo Pag. 39interno della Camera, sia con una verifica per chi vuole esterna attraverso le certificazioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Come è stato testé ricordato, ma come è noto a tutti i colleghi, il Presidente della Camera presiede anche la Giunta per il Regolamento. Quale Presidente di tale organo sono certo che gli interventi che si sono succeduti in Aula sulla questione saranno di grande ausilio e conforto alla Giunta per il Regolamento medesima, che, come è noto, era già convocata per domani onde licenziare il testo per l'Assemblea.
I presidenti di gruppo sanno anche che avevo già comunicato nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo che il testo licenziato domani dalla Giunta per il Regolamento sarà sottoposto all'esame dell'Aula nella settimana immediatamente successiva.
Ricordo anche che i relatori del provvedimento, gli onorevoli Bressa e Leone, lo ha ricordato adesso l'onorevole Volpi, nel confronto con i membri della Giunta avevano recepito alcune indicazioni della medesima, ma sono certo che - alla luce degli interventi e della proposta iniziale del Collegio dei questori che la Presidenza aveva fatto propria - domani la Giunta potrà valutare in assoluta serenità l'opportunità di ripristinare il testo iniziale.

MANUELA DI CENTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, prendo la parola per portare principalmente un sentimento di un territorio dell'alto Friuli, della Carnia, del Friuli-Venezia Giulia. Infatti, ieri a Tolmezzo tutti assieme abbiamo tagliato il nastro per inaugurare la sede del tribunale di Tolmezzo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 18,19)

MANUELA DI CENTA. È una sede che è stata cancellata dal decreto del 10 agosto, quindi pochi giorni fa.
Non voglio qui sembrare portatrice del mio campanile. Voglio solo portare ed essere portatrice di un grande senso di frustrazione e di umiliazione, nel senso che ci siamo ritrovati a non avere più un tribunale, ma non sapere esattamente per quale motivo. Anche perché, anche se è vero - quanto è vero - che il motivo era risparmiare, non è certo la chiusura di un tribunale per andare da un'altra parte dove costa di più che in questo senso ci si guadagna. Allora, il vero senso della frustrazione deriva dal fatto che le lettere e le richieste di cittadini, di onorevoli, di senatori, del presidente della regione verso il Ministro Severino più volte, tante volte, svariate volte, non hanno avuto nessuna risposta.
Allora ieri una cittadina mi ha chiesto: "Ma perché non ci ha mai risposto? Perché non sappiamo perché viene chiuso? Perché il Governo non ci risponde? Ma c'è o no il Governo? Che cosa dobbiamo fare noi cittadini per dire che in un piccolo paese di montagna forse è un diritto avere la giustizia vicino? Che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo forse rivendicare infiltrazioni mafiose e forse ci riconoscono il diritto di avere il nostro tribunale? O forse - come dice questo decreto - entro due anni se le cose non funzionano lassù, forse, sarà rivisitato?

PRESIDENTE. Onorevole Di Centa, la prego di concludere.

MANUELA DI CENTA. Ma noi siamo friulani, siamo carnici, non vogliamo la rovina delle nostre cose per tornare ad avere il nostro tribunale! Il nostro tribunale è un diritto: noi non sprechiamo e noi riteniamo che sia un'ingiustizia soprattutto il silenzio e la non risposta oltre che il non Pag. 40dialogo del Ministro Severino (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

STEFANO ESPOSITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, vorrei sollecitare il Governo su una vicenda che riguarda una società pubblica, l'ASA di Rivarolo, Castellamonte, un'azienda multiservizi che è ormai in crisi profonda da due anni, oggetto di una gestione commissariale in capo al Ministero dello sviluppo economico e da ieri mattina, alle cinque, decine di lavoratori hanno occupato l'azienda. Molti di loro si sono cosparsi di benzina e minacciano gesti estremi. Questa vicenda andrebbe raccontata a lungo. Sicuramente, è un esempio di cattiva gestione da parte delle amministrazioni pubbliche, ma chi sta pagando il prezzo sono i suoi circa 200 lavoratori.
Vi era la speranza che la gestione commissariale potesse portare alla vendita dell'azienda. Ieri si è chiusa la gara e sono state depositate delle offerte che, però, purtroppo si sono dimostrate, in realtà, inconsistenti. Quindi, vi è lo spettro del fallimento. Si tratta, peraltro, di uno spettro che ha anche delle ripercussioni sulla gestione di servizi importanti, come la raccolta rifiuti, come la gestione del teleriscaldamento, che quest'azienda sta conducendo in 51 comuni dell'alto canavese, in provincia di Torino, e che rischia anche di mettere in discussione il regolare svolgimento dell'anno scolastico, visto che se non vi sono le risorse per garantire il riscaldamento alle scuole questo sarà un problema immediato.
Credo, quindi, che sarebbe bene che il Governo, attraverso il Ministro Passera, assumesse un'iniziativa diretta per capire se vi sono le condizioni per una soluzione. Mi rendo conto della difficoltà e non voglio sottrarre le responsabilità, che sono anche in capo a molte amministrazioni locali. Tuttavia, credo che una situazione con 200 lavoratori - che sta di ora in ora peggiorando, dal punto di vista della tensione - meriti di essere seguita direttamente da parte del Governo, nonostante vi siano tanti tavoli aperti. Ma, credo che, prima che si rischi davvero qualche gesto estremo, sarebbe utile che il Governo decidesse di intervenire.

SOUAD SBAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SOUAD SBAI. Signor Presidente, cari colleghi, stiamo vivendo un momento molto difficile e lo sta vivendo anche tutto il Medio Oriente. Il filmato uscito su Internet è stato denunciato da tutti i musulmani moderati in modo ragionevole, in modo pacifico. Avete visto con i vostri occhi di che cosa è capace l'estremismo radicalista. Avete visto con i vostri occhi quale violenza terrificante può scatenare. Avete visto con i vostri occhi il cadavere dell'ambasciatore Stevens a Bengasi.
L'Occidente - tutti noi - li ha armati e ora loro si scagliano contro l'Occidente. L'ho detto e ripetuto in quest'Aula tante volte. La Primavera araba altro non ha fatto se non mettere armi in mano a chi fino a ieri era considerato fuori legge, estremista eversivo nel suo Paese. Grazie alla miopia e alla politica interessata di qualcuno abbiamo liberato salafiti feroci che sgozzano, massacrano, burqano, uccidono e riportano indietro la civiltà di mille anni.
Mi chiedo e vi chiedo, cari colleghi, se chi fino a ieri si vantava di aver sostenuto la Primavera araba oggi non la pensi diversamente oppure continua nel suo intento perché i terroristi vincano anche in Siria. Questo lo dirò anche il 20 settembre, fra qualche giorno, alla tavola rotonda cui sono stata invitata dalla comunità siriana, quella comunità moderata, sana, non violenta e che vive nel nostro Paese da quarant'anni.
Non è tale l'altra comunità di Nour Dachan, che è iscritto nella lista dei Fratelli Musulmani da più di 15 anni, di nascosto anche dai nostri giudici italiani. Pag. 41
Cari colleghi, le donne, i moderati e le minoranze di quel Paese sanno bene cosa vuol dire ma in Occidente ce ne siamo lavati le mani, con il risultato che oggi abbiamo di fronte quello che abbiamo di fronte.
Ho presentato l'interrogazione al Ministro Terzi di Sant'Agata, chiedendogli di riferire in Aula relativamente alla sicurezza dei nostri diplomatici, di tutti gli imprenditori e dei lavoratori che, in quei Paesi, rischiano di divenire bersaglio dell'estremismo. Vorrei ricordare anche Martina, ancora ostaggio in Tunisia da ormai più di un anno (Applausi del deputato Renato Farina).

PRESIDENTE. Devono ancora intervenire numerosi colleghi. Vi pregherei, pertanto, di essere sintetici.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, intervengo per sollecitare il Governo a venire in Aula per rispondere ad un'interrogazione parlamentare che ho presentato e che riguarda la definizione degli incarichi dei dirigenti scolastici in Sicilia.
Come è già accaduto l'anno scorso, sono stati fatti una serie di trasferimenti irrazionali, a volte immotivati. Si è creato uno stato di disagio, che sta portando numerosi dirigenti scolastici a presentare dei ricorsi. Tutto ciò porterà del caos nella scuola siciliana. Ecco perché abbiamo chiesto al Governo di intervenire.
In particolare, ho segnalato al Governo la vicenda che riguarda la città di Acireale, dove sono stati fatti dei trasferimenti immotivati che hanno portato la comunità ad avere anche dei gesti di opposizione. Specificatamente, la questione riguardante la scuola Vigo-Fuccio La Spina ha destato sconcerto nella comunità scolastica tra i familiari.
Credo che il Governo debba venire in Aula per intervenire tempestivamente perché sono state fatte tante ingiustizie e tanti trasferimenti irrazionali che non servono alla scuola siciliana.

LUCIA CODURELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, vorrei solo, per l'ennesima volta, richiamare l'attenzione di questo Parlamento: proprio ieri sulla stampa locale abbiamo potuto leggere - credo tanti di noi - che la Corte di cassazione ha ribadito, rinnovato e, in questo modo, ancora confermato che il saluto romano resta reato.
Faccio notare che il 5 giugno del 2009 ho presentato un'interrogazione parlamentare, la cui risposta ho sollecitato in quest'Aula almeno dieci volte - che riguarda l'allora Ministro Brambilla - senza aver ricevuto, ancora oggi, risposta.
Ritengo veramente di una gravità estrema il fatto che il Parlamento non venga minimamente tenuto in considerazione. Non è per la sottoscritta, ma la gravità del fatto che non si venga a rispondere ad un atto che risale al 2009 e che riguardava il Ministro di allora è evidente.
Basta leggere la sentenza di ieri della Corte di cassazione cosa conferma.
Mi appello a lei - signor Presidente - affinché la sottoscritta non debba più nuovamente sollecitare la risposta a questa interrogazione.

PRESIDENTE. Onorevole Codurelli, la Presidenza - facendosi interprete delle sue parole - si appella direttamente al sottosegretario per i rapporti con il Parlamento, qui presente in Aula, affinché il Governo possa procedere rapidamente nella direzione richiesta giustamente, trattandosi della risposta ad una interrogazione del 5 giugno 2009 dell'onorevole Codurelli.

ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 42

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, sarò brevissimo. Mi appello al sottosegretario D'Andrea - che è sempre cortesissimo, presente e cerca di risolvere tutte le questioni che risiedono nelle relazioni tra Parlamento e Governo - per dire che, accanto al compito dei parlamentari che è quello di votare «sì» o «no» alla questione di fiducia, c'è anche il compito di presentare utilissimi ordini del giorno ed il compito accessorio di presentare atti ispettivi.
Delle 157 interrogazioni che ho presentato, non solo a questo Governo naturalmente ma anche e forse in numero maggiore a quello precedente, solo 44 hanno avuto risposta, quindi farei una supplica, perché è lo strumento non regolamentare che ci è concesso, per chiedere che il Governo faccia quanto è previsto dalle norme e dal Regolamento. Io credo che il rispetto delle norme stia nel dovere di tutti, anche in questo caso del Governo a rispondere alle interrogazioni che sono state presentate.
In particolare, chiederei la cortesia al Governo di rispondere a due interrogazioni, la n. 4-15493 e la n. 4-15448, che riguardano problemi scolastici della mia regione sui quali non mi soffermo ma che hanno una grande rilevanza per chi vi è coinvolto.

PRESIDENTE. Ho visto il sottosegretario D'Andrea prendere nota, pertanto vale quanto detto precedentemente dalla Presidenza.

ISIDORO GOTTARDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, vorrei manifestare innanzitutto un senso di gratitudine profondo: la vicenda di Lignano, il dramma ha colpito la comunità intera, non solo locale e regionale ma nazionale. In questi giorni e ieri in particolare, spontaneamente la gente ha affisso manifesti (è stato scritto sulla lavagna) per esprimere la propria gratitudine verso il Corpo dei carabinieri che in pochissimo tempo ha risolto il caso e sembra aver identificato i colpevoli, quindi creando anche una situazione di sicurezza e di serenità, fermo restando il dramma che si è consumato.
Nel contempo - quindi è bene ricordare questi aspetti dello Stato, di uno Stato che funziona - però noi parlamentari siamo stati interessati sia dall'ANCI, l'Associazione nazionale comuni italiani, che dall'ANCE, l'Associazione nazionale costruttori edili, su una situazione incresciosa che ormai riguarda la nostra regione, in particolare la soprintendenza ai beni ambientali, che non risponde e che ritarda. Cito esempi molto concreti, secondo queste due associazioni...

PRESIDENTE. Onorevole Gottardo, la invito a concludere.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Ci sono circa 200 milioni fermi per il fatto che la soprintendenza non fornisce i pareri; vi sono comuni che sono fermi da cinque mesi con dei cantieri in corso perché la soprintendenza non trova il tempo di fare sopralluoghi ed esprimere i pareri. Sono delle situazioni veramente che portano a questo confronto: da una parte uno Stato che funziona, dall'altro uno Stato che appare davvero insopportabile, e soprattutto in un momento di crisi si blocca completamente addirittura la vita dei comuni.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Signor Presidente, vorrei sollecitare la risposta ad un'interrogazione da me presentata al Ministro dell'interno, la n. 4-17503, che è stata presentata ancora durante l'estate Pag. 43ma è stata registrata il 10 settembre per la richiesta di un allegato e che riguarda un problema sul quale bisogna intervenire urgentemente: si riferisce al ruolo assunto da un sovrintendente di polizia che, nello stesso territorio in cui esercita la professione, ha assunto anche un ruolo pubblico di presidenza di un ente. La cosa sta destando molto stupore e molte lamentele da parte anche dei colleghi; è risaputo e riscontrato che vi è una durissima e ferma incompatibilità ed è auspicabile da questo punto di vista una rapida risposta all'interrogazione che ho presentato al Ministro dell'interno.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, la recentissima quanto indigeribile vicenda della regione Lazio manifesta né più né meno quello che succede molto spesso in questo Paese ad opera della «casta», perché un giorno abbiamo un Fiorito, l'altro giorno un Lusi, l'altro giorno ancora un Belsito.
Insomma, questa è la degenerazione dei partiti che continua il «magna magna» di denaro pubblico. Rispetto a questa situazione, purtroppo anche oggi qui in Aula abbiamo visto che ci si nasconde dietro i regolamenti, annunciando modifiche. Abbiamo avuto la comunicazione del Presidente che domani durante la seduta si modificherà e si recepirà. Anche in consiglio regionale del Lazio ci si nascondeva dietro i regolamenti. Noi dell'Italia dei Valori invece stamattina in Friuli Venezia Giulia sa come abbiamo fatto? Con il capogruppo in regione Friuli Venezia Giulia, Corazza, un giovane consigliere di 28 anni, su mia richiesta, abbiamo deciso che i denari che percepisce il gruppo consiliare della regione Friuli Venezia Giulia per l'Italia dei Valori vengano resi pubblici. Così si fa una politica trasparente, con una rendicontazione analitica, trasparente e pubblica. Quindi, non c'è bisogno, come vede, di regolamenti, di modifiche, di riforme, di leggi; basta collegarsi alla morale. Abbiamo chiesto che allo stesso modo l'Italia dei Valori faccia in tutti i gruppi regionali d'Italia: il capogruppo deve esporre le cifre in modo trasparente, pubblico e con una rendicontazione analitica, non sommatorie dove non si vede nulla, perché bisogna far sapere tutto ai cittadini. Allora, non c'è bisogno delle società esterne che vengono a fare i controlli, dei revisori dei conti e tutto il resto. Se si vuole fare bene la politica, basta ricollegarsi all'etica e alla morale, senza dover aspettare le leggi, le riforme, le modifiche e tutto il resto. Noi così vogliamo fare per essere trasparenti e per essere davvero diversi rispetto a questa casta.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, venerdì 7 settembre, assieme al consigliere regionale della Calabria del Partito Democratico, Francesco Sulla, ho rilasciato un'intervista all'emittente televisiva Tele Diogene. L'intervista, condotta dal professor Gaetano Megna, aveva per oggetto il tema impresa e politica, ed in particolare le attività imprenditoriali della società Marrelli di Crotone, il cui titolare è il marito della vicepresidente della giunta regionale calabrese, architetto Antonella Stasi. L'intervista è andata in onda nella stessa giornata di venerdì. Il giorno dopo, la vicepresidente Stasi ha fatto pervenire all'emittente televisiva una diffida, volta ad impedire l'ulteriore messa in onda dell'intervista, annunciando anche il ricorso all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e al Corecom della Calabria, in quanto a suo dire era stata violata la legge n. 28 del 2000 e la legge n. 313 del 2003, perché non sarebbero stati rispettati i principi vigenti in materia di comunicazione politica e di parità di accesso in periodi non elettorali, Pag. 44cosa peraltro non vera in quanto il giornalista, concludendo l'intervista, ha sottolineato che gli studi televisivi erano pronti ad ospitare i coniugi Marrelli nel caso avessero ritenuto opportuno replicare ai due rappresentanti del Partito Democratico. Lunedì mattina il Corecom Calabria - sabato gli uffici erano chiusi - con una celerità sorprendente ha fatto pervenire a Tele Diogene la richiesta della registrazione dell'intervista, concedendo un tempo massimo di tre giorni e, nella stessa giornata di martedì 11, ha anche sollecitato telefonicamente l'invio della registrazione. Non vorrei che con la fretta con cui si intende chiudere la pratica il Corecom abbia voluto manifestare alla vicepresidente della giunta regionale calabrese l'idea di assecondarla nella sua volontà di voler punire l'emittente televisiva per aver avuto l'ardire di consentire ai due rappresentanti dell'istituzione di interessarsi dell'organizzazione imprenditoriale della famiglia. Un comportamento quello del Corecom della Calabria che potrebbe mettere in discussione uno dei principi fondamentali della Costituzione: la libertà di stampa. Mi chiedo quale reato abbia potuto commettere l'emittente televisiva per meritare una così pressante attenzione da parte del Corecom Calabria. Signor Presidente, mi chiedevo nell'intervista e mi chiedo ancora oggi se sia compatibile anche eticamente che l'amministratore unico della società Ecotec Srl - stiamo parlando dell'architetto Antonella Stasi, vicepresidente della giunta regionale calabrese - possa mantenere l'azione e condurre trattative con l'ENI-Syndial per la bonifica dell'area industriale di Crotone.
La Ecotec nel suo oggetto sociale, tra l'altro, prevede demolizione di edifici industriali, ivi compresa la rimozione dei materiali contenenti amianto e la bonifica dei siti industriali.
Non penso, signor Presidente, che ad amministrare la cosa pubblica debbano essere i nullatenenti, ma ritengo che vi debba essere un netto confine tra gli interessi legittimi delle persone e delle aziende e quello generale superiore della comunità.
Così pure mi chiedevo nell'intervista come possa essere compatibile che il marito della vicepresidente dottoressa Stasi, dottor Massimo Marrelli, fosse il procuratore per la Calabria della società clinica Srl, con l'incarico di porre in essere tutte le attività volte al buon esito degli adempimenti connessi alla realizzazione, all'attivazione ed alla gestione nella regione Calabria di una o più strutture ambulatoriali accreditate o convenzionate con il Servizio nazionale.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Oliverio.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. E poi dicono, signor Presidente, che in Calabria non vi sono le persone giuste per realizzare i progetti!
Ricordo che nel piano di dimensionamento delle cliniche private che operano nella provincia di Crotone, solo il gruppo Marrelli ha visto riconoscere un aumento dei posti letto. Eppure - sto per concludere, signor Presidente - la scure dei tagli ha colpito tutti, anche la clinica Sant'Anna, considerata nel campo del risveglio un'eccellenza a livello nazionale.
Per questo chiedo a lei, signor Presidente, di riferire al Presidente del Consiglio la vicenda anche per evitare ritorsioni ed ostacoli alla manifestazione della libertà di stampa per Tele Diogene.
Credo che sia finito, proprio finito, il tempo di considerare le istituzioni come mezzo di ritorsione nei confronti di un'emittente che ha avuto il grave torto di ospitare due rappresentanti del Partito Democratico, che hanno documentato attività ed atteggiamenti incompatibili, soprattutto eticamente.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Oliverio.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Le chiedo, signor Presidente, di fare verificare se, nell'atteggiamento della vicepresidente Pag. 45della regione Calabria e della strumentale e tempestiva iniziativa del Corecom Calabria, non vi si intraveda un'indiretta intimidazione nei confronti di un parlamentare, un tentativo intimidatorio che di fatto potrebbe recare impedimento...

PRESIDENTE. Deve proprio concludere, onorevole Oliverio.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO... allo svolgimento del proprio mandato elettivo.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Oliverio. Ovviamente la sua è un'iniziativa politica. Lei ha gli strumenti di sindacato ispettivo, laddove volesse eventualmente ed ulteriormente affermare quanto ora ha detto, se ovviamente questi strumenti saranno compatibili con il Regolamento.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 19 settembre 2012, alle 10,30:

1. - Discussione delle mozioni Dozzo ed altri n. 1-01117, Messina ed altri n. 1-01131, Oliveri ed altri n. 1-01135 e Lo Presti ed altri n. 1-01137 concernenti iniziative di competenza in relazione alla situazione finanziaria della Regione siciliana (per la discussione sulle linee generali).

(ore 15)

2. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(ore 16)

3. - Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Narducci (Doc. IV-quater, n. 22).
- Relatore: Castagnetti.

4. - Seguito della discussione delle mozioni Dozzo ed altri n. 1-01117, Messina ed altri n. 1-01131, Oliveri ed altri n. 1-01135 e Lo Presti ed altri n. 1-01137 concernenti iniziative di competenza in relazione alla situazione finanziaria della Regione siciliana.

5. - Seguito della discussione dei disegni di legge:
Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2011 (C. 5324).
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2012 (C. 5325-A).
- Relatore: Calvisi.

6. - Seguito della discussione della mozione Di Pietro ed altri n. 1-01123 in ordine alla costituzione di parte civile dello Stato nel procedimento penale in corso di svolgimento a Palermo relativo alla cosiddetta trattativa Stato-mafia.

7. - Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 71-355-399-1119-1283 - D'iniziativa dei senatori: LEGNINI ed altri; PASTORE ed altri; MUGNAI; CARRARA ed altri; VALENTINO: Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 4041-A). Pag. 46
e delle abbinate proposte di legge: VITALI; GALATI; TORRISI e SISTO; DUILIO ed altri; MAGGIONI ed altri; GIAMMANCO ed altri (C. 541-2514-2608-3682-4139-4168).
Relatore: Torrisi.

8. - Seguito della discussione delle mozioni Bersani ed altri n. 1-01118, Misiti ed altri n. 1-01124, Angela Napoli e Della Vedova n. 1-01125, Nucara ed altri n. 1-01126, Casini ed altri n. 1-01127, Cicchitto ed altri n. 1-01128, Di Pietro ed altri n. 1-01129, Moffa ed altri n. 1-01132 e Belcastro ed altri n. 1-01133 concernenti iniziative a favore della Calabria.

La seduta termina alle 18,45.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 6)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 5423 - odg 9/5423/8 473 425 48 213 27 398 37 Resp.
2 Nom. odg 9/5423/56 474 451 23 226 44 407 37 Resp.
3 Nom. odg 9/5423/58 480 478 2 240 43 435 37 Resp.
4 Nom. odg 9/5423/74 485 481 4 241 64 417 37 Resp.
5 Nom. odg 9/5423/75 489 480 9 241 57 423 37 Resp.
6 Nom. Ddl 5423 - voto finale 486 479 7 240 430 49 31 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.