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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 684 di mercoledì 12 settembre 2012

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 9,35.

GUIDO DUSSIN, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Bongiorno, Brugger, Cicchitto, Cirielli, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Fava, Franceschini, Guzzanti, Lucà, Mazzocchi, Moffa, Pisicchio, Paolo Russo e Vitali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,38).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto (A.C. 5423).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto.
Ricordo che nella seduta di ieri si sono esauriti gli interventi per l'illustrazione degli emendamenti, svolti a norma dell'articolo 85, commi 4 e 6, del Regolamento.

(Ripresa esame articolo unico - A.C. 5423)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 5423). Ricordo che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A - A.C. 5423). Invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore per la VIII Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, Pag. 2altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Zamparutti 1.24 e Montagnoli 1.48, sugli emendamenti Vanalli 1.49, Zamparutti 1.28, Chiappori 1.67, Fogliato 1.77, Consiglio 1.1, Martini 1.50, Comaroli 1.51, Crosio 1.52, Follegot 1.2, Volpi 1.53, Dussin 1.3, D'Amico 1.54, Laura Molteni 1.55, Forcolin 1.5, Lanzarin 1.9, Rivolta 1.68 (parte ammissibile), Grimoldi 1.10, Zamparutti 1.46, Fabi 1.56, Borghesi 1.40, Torazzi 1.69, Zamparutti 1.42, Cavallotto 1.57, Bragantini 1.58, Nicola Molteni 1.59, Gidoni 1.15, Borghesi 1.41, Fava 1.16, Munerato 1.60, Reguzzoni 1.61, Goisis 1.17, Rondini 1.62, Desiderati 1.63, Fugatti 1.64, Lussana 1.18, Togni 1.19, Polledri 1.20, Callegari 1.66, Buonanno 1.65, Rainieri 1.70, Pastore 1.71, Allasia 1.72 e Fedriga 1.74 e sull'articolo aggiuntivo Zamparutti 1.01.

PRESIDENTE. Onorevole Ghiglia, trattandosi di un articolo unico di un disegno di legge di conversione di un decreto-legge, deve esprimere i pareri anche sugli emendamenti all'articolo 2.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore per la VIII Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Maggioni 2.41 e sull'articolo aggiuntivo Negro 2.040.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

MASSIMO VARI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Zamparutti 1.24 e Montagnoli 1.48.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Zamparutti 1.24, formulato dal relatore.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, con l'emendamento in oggetto vogliamo esprimere la nostra contrarietà al ricorso all'ennesimo commissario straordinario per attuare un Protocollo di intesa che consideriamo anch'esso fortemente discutibile.
Noi tutti sappiamo quanto si sia fatto larghissimo uso della figura del commissario straordinario del Governo, in particolare per la realizzazione di opere pubbliche, in un Paese in cui i vari commissari hanno raggiunto, ormai, un numero incalcolabile. Parliamo di figure che operano in deroga alle disposizioni di legge, anche al di fuori di situazioni emergenziali in senso proprio, magari semplicemente al solo fine di superare momenti di inerzia o di stallo procedurale, anche sostituendosi alle amministrazioni interessate e senza che sia prevista alcuna comunicazione al Parlamento sul loro operato. È una situazione che viola il presupposto costituzionale che legittima il conferimento di poteri straordinari in caso di stato di necessità.
Proprio perché il Governo Monti ha voluto mettere la parola «fine» al ricorso ai commissari straordinari della Protezione civile, non condividiamo quanto oggi ci sta proponendo per Taranto. Lo facciamo su basi diverse da quelle della Lega Nord che - ricordo - è stata in prima fila nel chiedere deroghe alla scadenza del termine fissato per i commissari della Protezione civile, decisa con la riforma approvata nel mese di luglio, per i commissari di strade e autostrade del Nord, a partire dalla Pedemontana.
Per quanto riguarda le proposte emendative che la Lega Nord ha presentato, le ritengo anche condivisibili, ma poco credibili, perché mi chiedo dov'era quando il Governo Berlusconi allentava i vincoli sui controlli sul benzopirene a tutto vantaggio dell'Ilva, mentre noi Radicali, anche insieme a colleghi del Partito Democratico in Commissione ambiente, chiedevamo il ripristino della normativa, modificata in maniera davvero subdola. Così come è stato subdolo, una sorta di truffa, anche il comportamento del governatore della regione Puglia, Nichi Vendola, quando ha approvato una buona legge sulla diossina, Pag. 3salvo però evitare di pretendere i controlli che pure la legge prescriveva sulle emissioni ventiquattr'ore su ventiquattro.
Allora, se oggi vi è un giudice a Taranto che ha permesso di porre in evidenza, con la dovuta intensità e drammaticità - senza cedere, peraltro, al ricatto occupazionale -, la gravità della situazione in cui versa Taranto e le condizioni obsolete in cui opera l'Ilva, ritengo che Taranto sia l'emblema di un intero Paese, che necessita, innanzitutto, di un rientro nella legalità, per il quale non serve certo un commissario straordinario che operi in deroga ad ogni disposizione vigente e che esprime, di fatto, la pericolosissima insofferenza del potere rispetto alla legge e alle prescrizioni vigenti.
Per questo motivo proponiamo la soppressione dell'articolo 1 del decreto-legge in esame, che sostanzialmente affida ad un commissario straordinario l'attuazione di quanto contenuto nel Protocollo di intesa del 26 luglio scorso (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzarin. Ne ha facoltà.

MANUELA LANZARIN. Signor Presidente, come abbiamo avuto modo di dire anche in sede di discussione sulle linee generali e di illustrazione delle proposte emendative nella giornata di ieri, il provvedimento in oggetto va sicuramente nella direzione auspicata, che è quella con cui questo provvedimento è stato «venduto», ossia risolve effettivamente i problemi dell'Ilva di Taranto e il problema delle bonifiche.
Nello specifico, con il nostro primo emendamento chiediamo appunto la soppressione dell'articolo 1 - ricordiamo che il decreto è composto da due articoli - e quindi l'eliminazione della possibilità di nominare un commissario per questa situazione. Infatti, riteniamo che i commissari ci debbano essere, ma debbano essere nominati per un tempo e con dei compiti ben definiti. Devono essere limitati nel tempo, perché chiaramente non vorremmo ritrovarci in una situazione come quella che abbiamo visto per quanto riguarda i rifiuti della Campania.
Siamo tornati molte volte in quest'Aula per discutere la questione dell'emergenza rifiuti in Campania, che da una situazione emergenziale è diventata ordinaria. Non possiamo pensare che si ripeta la stessa situazione anche per quanto riguarda la bonifica e l'Ilva di Taranto. Quindi, se il commissario deve essere nominato, mettiamo in evidenza che doveva già essere nominato con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Il Governo invece non lo ha nominato e anche qui, quindi, c'è una stortura, che mette in evidenza che probabilmente si tratta di un provvedimento che non ha, per così dire, una sua consistenza, ma che appunto va solo incontro alle emotività del momento. Per cui, se ci deve essere un commissario, esso deve avere dei tempi ben definiti, specifici e una durata ben precisa.
Ricordiamo inoltre che nell'articolo 1 sono inseriti non solo i contenuti, ma anche i finanziamenti con cui si deve realizzare questa bonifica. Noi contestiamo assolutamente il fatto che si riesca a trovare tutta una serie di finanziamenti per la bonifica del sito di Taranto e dell'Ilva. Anche qui potremmo discutere, perché non andiamo a bonificare e a risolvere il problema del sito di Taranto, delle diossine e dei lavoratori dello stabilimento, ma andiamo a risolvere il problema delle pertinenze.
Inoltre, contestiamo il fatto che tutti questi soldi sono stati appunto finalizzati ad una bonifica unica, quando sappiamo che in Italia vi sono 56 siti di interesse nazionale, che - come ho avuto modo di ripetere ieri - sono collocati soprattutto al nord, perché lì si trova il cuore pulsante dell'economia e dell'industria, e che non hanno avuto però lo stesso trattamento che ha il sito di Taranto. Quindi sicuramente è un provvedimento discriminatorio.
Se poi pensiamo che i finanziamenti per il Protocollo di intesa sono presi dalle risorse del Ministero dell'ambiente, che dovrebbero essere destinate alla difesa del Pag. 4rischio idrogeologico e alla difesa del suolo, oppure dai fondi rotativi del Protocollo di Kyoto (e quindi per le questioni legate al risparmio energetico, all'efficienza energetica e agli incentivi che vengono dati a chi investe nella green economy), chiaramente non possiamo che chiedere la soppressione di quest'articolo, perché non va nella direzione auspicata, di cui abbiamo sentito parlare spessissimo in quest'ultimo mese.
Questo provvedimento ha tenuto banco per tutto il mese di agosto. Ricordiamo che c'è stato un forte interesse mediatico, da tutte le parti, poi però improvvisamente è calato il silenzio. Infatti, in tutta la discussione che c'è stata in questi giorni, la settimana scorsa e ieri e che si terrà oggi - questo lo vedremo - non c'è sicuramente una presa di posizione da parte delle altre forze politiche, quando sappiamo che tutti hanno corso quando era il momento per diventare... Chiederei anche al Governo di essere un poco attento, visto che non mi sembra tanto difficile: siamo l'unica forza politica che si esprime all'interno di questo Parlamento in maniera democratica e quindi credo che sia anche giusto sentire le nostre osservazioni.

PRESIDENTE. Pregherei il sottosegretario di seguire l'intervento, grazie.

MANUELA LANZARIN. Quindi - lo ripeto -, sicuramente l'articolo 1 contiene tutta una serie di normative discriminatorie rispetto alla situazione delle bonifiche in tutto il Paese e alla ripartizione dei fondi, soprattutto rispetto a quei fondi che vengono sottratti ad alcune emergenze - pensiamo alle alluvioni, al disastro idrogeologico, e via dicendo - per destinarli ad un sito unico, il sito dell'Ilva di Taranto, senza trovare una soluzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.

ERICA RIVOLTA. Signor Presidente, ci piacerebbe avere l'attenzione del Governo, perché anche oggi stiamo cercando di far capire al Governo come questo provvedimento sia assolutamente fuori luogo e di una certa faziosità, rispetto a tutti gli altri 56 siti assieme individuati, e costituisca una grossissima ingiustizia.
Soprattutto, lo abbiamo ribadito ieri, è pazzesco pensare ad un investimento pubblico, di soldi pubblici, di 329,5 milioni di euro, solo per il porto di Taranto e per una bonifica che comunque è solo a favore di un sito, che penalizza ancora una volta tutti gli altri siti del Nord che da anni attendono un finanziamento e che si proceda a risanare...

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.

PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, l'emendamento in esame va a colpire l'articolo 1, che è un po' il cuore del provvedimento di cui si chiede la conversione, che prevede l'approvazione di un Protocollo, falsamente spacciato come aiuto ad un'impresa in difficoltà, poiché, in realtà, si va invece ad intervenire con soldi pubblici su altre ditte private, cercando di risolvere problemi che altri hanno determinato. La colpa è di altri se si sono sviluppate queste problematiche, soprattutto di privati, ma con i soldi pubblici si cerca di risolvere problemi privati, privando di soldi pubblici chi invece ne ha più necessità ed avrebbe, invece, veramente la possibilità di rilanciare l'economia utilizzando questi finanziamenti. Teniamo presente che poi nel decreto-legge viene nominato un commissario straordinario, viene detto che le prestazioni di questo commissario sono gratis, però nel Protocollo vengono istituite altre commissioni, altre cabine di regia.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per Pag. 5spiegare la ragione per cui noi dell'Italia dei Valori non voteremo questo emendamento soppressivo dell'intero articolo 1: perché non affronta la questione esclusiva del commissario. Noi in questa maniera facciamo saltare l'intero provvedimento e quindi togliamo anche quella piccola opportunità che il territorio di Taranto ha di ricevere dei finanziamenti per avviare le bonifiche. Abbiamo detto che certamente questo decreto-legge è un bluff, perché non contiene tutto quello che serve, ma pensare oggi di cancellare l'articolo 1 e quindi cancellare il provvedimento, a nostro giudizio, è un errore. Questo lo dico nel rispetto e conoscendo l'impegno della collega Zamparutti sui temi ambientali e in modo particolare su Taranto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Comaroli. Ne ha facoltà.

SILVANA ANDREINA COMAROLI. Signor Presidente, penso che ieri abbiamo già illustrato ampiamente le motivazioni del perché non votiamo questo decreto-legge, in modo particolare anche questo articolo dove la cosa assurda è questo commissario. Noi abbiamo già visto, nel passato, l'esperienza con il commissario a Napoli dei rifiuti, dove all'inizio per legge sono stati stanziati dei soldi e sembrava non ne servissero in più ed invece, pensate, signori, a tutti i soldi che, per venti anni, ha dovuto continuare a chiedere per portare a termine il suo obiettivo. Noi siamo sicuri che anche questa volta succederà così: adesso si danno questi 330 milioni, sicuramente l'anno prossimo bisognerà darne altri e così a seguire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, ma è chiaro che non si può che sopprimere questo articolo che fa di fatto cadere tutto questo provvedimento che è continuamente lesivo della dignità del Nord, perché sono molti i siti che sono nella stessa situazione dell'area che circonda l'Ilva di Taranto. Sono cinquantasette, in Italia, e l'unico che viene aiutato e salvato, come al solito, è quello del Sud: le solite emergenze del Sud, talvolta, forse, create ad arte proprio per riuscire a trasferire questi fiumi di soldi in territori che, poi, dopo non vedono risolti i loro problemi. Si fa tanta propaganda dell'occupazione ma questo non è un provvedimento per l'occupazione ma semplicemente un provvedimento lesivo nei confronti del Nord.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosio. Ne ha facoltà.

JONNY CROSIO. Signor Presidente, crediamo che il provvedimento in esame determini una grande discriminazione con riferimento a situazioni analoghe - lo abbiamo rappresentato anche al Governo - presenti nel resto del Paese e che non sono state trattate con lo stesso criterio. Noi abbiamo siti importanti nel nord, in cui vi è un forte inquinamento e su cui il Governo deve ancora dare risposte: non dico risposte sotto il profilo economico, ma nel limite temporale di come agire e cosa fare. Pertanto, crediamo che, con la soppressione di questo articolo, si debba fare giustizia su una discriminante determinata dal provvedimento e che fa differenza, ancora una volta e sempre di più, tra situazioni consolidate al sud e al nord.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Crosio Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, signor sottosegretario e onorevoli colleghi, con questo emendamento vogliamo tentare di andare a sanare una situazione veramente assurda: non si stanno trovando le risorse per risolvere tantissime problematiche di questo Paese. La situazione del sito di Taranto è una situazione comune purtroppo a più di altri 50 siti situati in tutto lo Stato italiano. Pag. 6Stranamente, come al solito e come sempre, si sono trovate immediatamente le risorse per questo sito, mentre di tutti gli altri siti ci siamo dimenticati: si arrangeranno. Ma se gli altri siti devono arrangiarsi, benissimo, dateci tutta l'autonomia per risolvere i problemi, dateci l'autonomia e le risorse finanziarie: ci teniamo le tasse e risolviamo tutti i problemi di inquinamento nelle nostre zone.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Negro. Ne ha facoltà.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, lei ha assistito alla «cavalleria al contrario», però il Governo ha il medesimo orientamento anche per come tratta i vari siti e quindi predilige ancora una volta il sud e anche con i comuni fa la stessa cosa. Il rammarico più grande che vedo, da sindaco e da parlamentare, è che tagliate i soldi ai comuni: non abbiamo più soldi per dare i servizi e andiamo a salvare una multinazionale asiatica. È veramente una vergogna. Faremo in modo che i nostri territori lo sappiano e la nostra gente lo sappia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.

MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento Montagnoli 1.48, che vuole sopprimere l'articolo 1. Questo provvedimento, probabilmente, è uno dei tanti che questo Governo si appresta a varare per intervenire in quelle zone del meridione che ne avranno necessità a causa della crisi economica, della crisi finanziaria e poi della crisi sociale. Noi vorremmo che le scale di misura fossero uguali, che vi fosse la stessa attenzione per tutte quelle aree produttive del nord che oggi purtroppo non producono più e hanno tanta cassa integrazione. Questo sarà il primo, uno dei tanti interventi che questo Governo sarà costretto a porre in essere, perché la crisi economica porterà in tante aree del meridione situazioni di crisi economica che, conseguentemente, necessiteranno di intervento statale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, adesso vorremmo sentire una parola di giustizia per gli altri siti. Vorremmo sentire una parola dai deputati, che rassicurino i nostri cittadini, i cittadini di Fidenza, i cittadini di Casale Monferrato, i cittadini di Venezia, i cittadini degli altri siti inquinati, che anche per loro verrà un gesto di attenzione, che anche per loro verrà un commissario, che anche per i loro figli ci sarà in qualche modo un futuro di più sicurezza. Adesso vorremmo sentir parlare di lavoro, adesso vorremmo sentir parlare di occupazione, adesso vorremmo sentir parlare del nord, adesso vorremmo un segretario del Partito Democratico di sinistra che incominci a guardare verso il nord, adesso vorremmo una convention che venga a parlare non solo a Verona del futuro partito, che non si sa, ma che venga a parlare ai cittadini dei propri diritti.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Polledri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Fogliato. Ne ha facoltà.

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, interveniamo sull'emendamento Montagnoli 1.48. Come già espresso nella giornata di ieri dal nostro gruppo, ribadiamo oggi, qui in Aula, che questo intervento è voluto dal Governo per una parte specifica del Paese: sempre e soltanto il sud. Si prendono le risorse ai lavoratori del nord per risolvere sempre e solo problemi del sud. Vorremmo che questi interventi venissero posti in essere anche per altri casi come, ad esempio, quello, in Piemonte, a Casale Monferrato, l'Eternit. Vorremmo risposte specifiche anche per questi siti e non soltanto per il sito di Taranto.

Pag. 7

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, il dissenso del gruppo della Lega Nord Padania a questo provvedimento nasce dalle discriminazioni che si creano nelle varie aree del Paese. Vi sono cinquantasei siti inquinati in altre aree, che non vengono assolutamente trattati e affrontati dal Governo. È inspiegabile che si voglia affrontare soltanto la questione del porto di Taranto, che, ricordo, non c'entra nulla con la questione Ilva, e invece si lascino totalmente scoperti altri casi molto difficili presenti nel territorio nazionale, ed anche in quel caso - voglio ricordare - si prospettano problemi occupazionali o di nuovi insediamenti industriali, che non permettono lo sviluppo in queste aree del Paese.

PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, la invito a concludere.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Soprattutto in un momento di difficoltà economica ritengo e riteniamo come gruppo che investimenti in questo settore aiuterebbero sicuramente al rilancio dell'economia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, non c'è dubbio che, già partendo da questo primo emendamento soppressivo, l'Aula abbia bisogno di fare una riflessione molto seria. Le argomentazioni che il gruppo ieri ha portato avanti hanno dei fondamenti seri: sono state già ricordate le differenze di trattamento tra questo intervento e quello in tutto il resto del Paese, ma ancora di più dovremmo ricordarci quello che ho ricordato ieri, ossia il fatto che si stanno probabilmente prendendo in giro i lavoratori dell'Ilva, cercando di trasferirli, di fatto, facendogli fare altre cose nelle bonifiche piuttosto che in altre opere.

PRESIDENTE. Onorevole Volpi, la invito a concludere.

RAFFAELE VOLPI. Io credo che tutto il Paese non possa pagare per rifare la città di Taranto e vada invece fatto un provvedimento più serio e assolutamente impegnativo per l'attività industriale e per i lavoratori dell'Ilva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, sul provvedimento in questione mi viene in mente quello che ci viene sempre detto, e cioè che noi siamo i cattivi nei confronti del sud. In realtà, mi sento, insieme al gruppo, una di quelle persone che, invece, subisce il vantaggio che il sud ancora una volta ottiene. Infatti, quello che è l'investimento fatto dallo Stato prendendo risorse un po' da tutte le parti, va a discriminare tutti i territori del nord e noi non crediamo di essere inferiori in nessuna maniera e inoltre gli investimenti vanno in favore dei cinesi.

PRESIDENTE. Prego i colleghi di non dialogare con il rappresentante del Governo, grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pastore. Ne ha facoltà.

MARIA PIERA PASTORE. Signor Presidente con questo emendamento chiediamo la soppressione dell'articolo 1 di questo ulteriore decreto-legge del Governo, il quale, mira a risanare e riqualificare il territorio della città di Taranto. Nessuno nega l'esigenza di provvedere a bonifiche su ampi territori.

PRESIDENTE. Onorevoli Valducci e Letta vi posso pregare di non dialogare con il rappresentante del Governo? Grazie.

MARIA PIERA PASTORE. Occorre fare il punto della situazione e sottolineare come siano stati individuati altri cinquantasei Pag. 8siti di interesse nazionale, ubicati soprattutto nelle regioni del centro nord. Proprio nell'area in cui io abito, vi sono, da un lato, una fabbrica in liquidazione, dismessa, che richiede un'importante bonifica, e, dall'altro, un'area inquinata dal cromo, la quale, negli anni è diventata veramente nociva. Ebbene, per questi siti che insistono sul territorio del novarese non vi sono finanziamenti e, quindi, chiediamo la stessa attenzione da parte del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Munerato. Ne ha facoltà.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente con questo emendamento chiediamo di sopprimere l'articolo 1.
Il nostro dissenso verso il provvedimento è legato soprattutto alle discriminazioni che esso comporta rispetto agli altri siti inquinanti di rilevanza nazionale con problematiche analoghe a quelle di Taranto. Va ricordato, infatti, che in Italia, oltre a Taranto sono stati individuati altri cinquantasei siti di interesse nazionale. Ricordiamo i siti ubicati a Mantova, a Ravenna, a Casale Monferrato, a Porto Marghera e a Fidenza. Ora, il Governo, cavalcando la vicenda dell'Ilva, ha deciso di assegnare fondi pubblici per il risanamento del SIN di Taranto mentre per tutti gli altri siti nazionali non è stato previsto alcun provvedimento. Il comportamento del Governo crea indubbie discriminazioni territoriali a tutto vantaggio del sud.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, vorremmo chiarire una questione: ieri, infatti, è uscita una notizia ANSA abbastanza pesante e offensiva nei confronti della Lega Nord da parte dell'onorevole Cazzola, un onorevole che si impegna molto in questi temi del lavoro, però pare che non abbia letto molto bene il provvedimento perché, come è noto a tutti, in questo decreto-legge, non si parla assolutamente dell'Ilva; si parla di Taranto, si parla di bonifica; vi è stato uno slancio e un attacco dell'onorevole Cazzola nei confronti della Lega Nord che è un partito che difende, come si sa, gli interessi del territorio del nord. Allora, mi sembra una cosa assolutamente chiara a tutti che in questo provvedimento si fanno gli interessi solo di una parte del Paese. Ci sono altre centinaia...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bitonci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rainieri. Ne ha facoltà.

FABIO RAINIERI. Signor Presidente, questo è un testo che non approviamo assolutamente e che, tra l'altro, è anche molto, molto limitativo per quello che invece era stato lo scopo per cui era nato. Siamo contrari a mandare sempre soldi a pioggia senza un obiettivo comune e tanto più siamo ancora più contrari perché questo Governo ha deciso di finanziare un'operazione che non ha niente a che vedere con la bonifica di Taranto lasciando invece tutti gli altri siti, soprattutto al nord, senza i fondi per fare le eventuali bonifiche. Siamo ancora più contrari perché, come ha detto il mio collega Bitonci, c'è qualche parlamentare della maggioranza che, invece di parlare del suo territorio, quello colpito dal terremoto e per il quale questo Governo non ha ancora stanziato nulla di veramente concreto, invece sta qui a fare della polemica sterile, inutile e gratuita su un provvedimento che non ha senso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, ritengo che gli interventi che vengono fatti dal Governo con questo decreto facciano delle differenziazioni su Taranto inaccettabili rispetto ad altre situazioni. Pag. 9Penso ad esempio all'utilizzo del fondo per il dissesto idrogeologico; noi abbiamo avuto in provincia di Brescia, e segnatamente in Valcamonica, una frana che ha determinato l'interruzione di numerose infrastrutture, ferrovie e strade, con rischio di morti, gente che si è salvata per puro miracolo; gli interventi presenti in quel capitolo avrebbero determinato e determinerebbero la messa in sicurezza dell'intera zona che è da tempo a rischio e sul quale gli interventi vengono fatti con il contagocce per problemi di patto di stabilità. Questo significa che con una parte di quegli interventi si sarebbero risolti tanti problemi mentre invece il Governo insiste sull'accordo di programma che è unico rispetto agli altri cinquantasei...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Molgora.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Callegari. Ne ha facoltà.

CORRADO CALLEGARI. Signor Presidente, voglio ribadire il nostro dissenso verso il provvedimento che è legato soprattutto alle discriminazioni che esso comporta rispetto ad altri siti inquinati di rilevanza nazionale con problematiche analoghe a quelle di Taranto. Io parlo per esempio della realtà dove vivo che è quella di Porto Marghera. Ieri sono stati comunicati dai sindacati i dati congiunturali degli ultimi tempi, si parla di 14 mila posti di lavoro persi e altri quattromila a rischio. Mi domando come mai su un provvedimento così non sento la voce dei parlamentari veneziani del Partito Democratico che non difendono gli interessi di Porto Marghera (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fabi. Ne ha facoltà.

SABINA FABI. Signor Presidente, noi non voteremo questo provvedimento, perché è discriminante rispetto agli altri 56 siti che si trovano soprattutto nel centro-nord e per i quali non è stata fatta ancora alcuna bonifica. Porto Marghera, che è la zona nella quale noi viviamo, continua ad avere persone, cittadini e lavoratori che sono morti a causa dell'inquinamento di quella zona. Vi sono ammalati di cancro a causa dell'inquinamento di quella zona e ancora non si fa niente per risolvere questo problema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Follegot. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Signor Presidente, con questo decreto-legge il Governo intende dare una risposta al problema dell'inquinamento ambientale del sito di interesse nazionale di Taranto. Nella realtà, però, il protocollo di intesa, la parte integrante, non è finalizzato solo alla bonifica, ma si prevedono come obiettivi anche quello di sviluppare interventi infrastrutturali e individuare misure volte al potenziamento dei livelli occupazionali, destinare contributi alle imprese già insediate o fare in maniera tale da attrarne ancora dall'esterno. Nella realtà il Governo intende e vuole mettere oltre 330 milioni di euro in questo provvedimento senza tener conto che la realtà socio-economica è pesante anche al nord, dove tante piccole e medie aziende stanno chiudendo. Quindi, da parte nostra, non vi può essere che un voto contrario sul provvedimento e, quindi, la proposta di approvare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Forcolin. Ne ha facoltà.

GIANLUCA FORCOLIN. Signor Presidente, anch'io intervengo in dissenso su questo emendamento e mi riallaccio all'intervento svolto dal collega Callegari. Abbiamo visto palesemente l'inganno del Governo, che non tutela sicuramente i lavoratori dell'Ilva di Taranto, ma privilegia quelli che sono gli investimenti nei trasporti, soprattutto verso una ditta cinese e, per cui, sicuramente contro ogni Pag. 10buona intenzione e ogni logica, soprattutto legata al periodo attuale e la congiuntura economica. Ma mi fa strano proprio non sentire quei colleghi parlamentari veneziani che poi arrivano con noi, nelle nostre aziende, a discutere con i lavoratori e a promettere sicuramente il loro impegno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Oggi sono in assoluto silenzio, non dicono assolutamente nulla, però vogliono mantenere, insieme al sindacato, le tessere di quell'elettorato che ormai hanno perso perché di fronte ai lavoratori non danno alcuna tutela (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Vorrei sentire come mai i parlamentari sono in assoluto silenzio e non intervengono su queste problematiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consiglio. Ne ha facoltà.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, noi siamo per la soppressione dell'articolo 1. Abbiamo una documentazione che ci ha portato in questi giorni a capire in modo significativo il perché non voteremo a favore di questo provvedimento. Abbiamo anche analizzato come il Governo, forse, non ha avuto il coraggio di dire che si tratta, da parte sua, di una forte discriminazione nel trattamento di situazioni analoghe. Infatti, come quella dell'Ilva ve ne sono 57 in tutta Italia e, probabilmente, il caso di Taranto è solamente un modo per far sì, grazie alla capacità di aver sollevato una questione mediatica, di mettere in condizione questo sito di essere agli onori della cronaca per poi distrarre fondi per altre situazioni come l'adeguamento del porto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Meroni. Ne ha facoltà.

FABIO MERONI. Signor Presidente, la Lega Nord è contraria alla nomina di commissari. Era favorevole - lo dico alla collega Zamparutti - a mantenere in essere quei commissari che stavano lavorando bene, ma qui ci stiamo dimenticando che già questo Governo ha messo in campo una figura istituzionale di garanzia, che non doveva permettere il sequestro dell'area dell'Ilva di Taranto: si è visto come è andata a finire. Adesso chi metteremo a fare il commissario? Qualcun altro nato a Lecce? Qualcun altro che ha fatto il prefetto? Qualcun altro che è stato candidato sindaco del PD in una città metropolitana? È questo che volete? La Lega Nord è contraria (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Goisis. Ne ha facoltà.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, quando, dieci, quindici anni fa, noi della Lega Nord invitavamo tutti i nostri concittadini a stare attenti all'arrivo dei cinesi, venivamo tacciati per dei visionari e ci dicevano che eravamo falsi, che non capivamo l'importanza della presenza dei cinesi. D'altra parte, mi ricordo che Prodi diceva, dopo aver firmato un contratto con la Cina, che questa sarebbe stata una grande possibilità, una grande garanzia, per l'Italia.
Che cosa abbiamo visto, invece? Con l'aumento dei cinesi, al di là del fatto che ci portano tutti materiali contraffatti e addirittura tossici, vediamo che hanno contribuito in grande parte a far chiudere tutte le nostre aziende. La nostra gente muore, continua a morire non soltanto perché questo Stato, questo Governo, li costringe a suicidarsi, ma anche perché, oltre all'inquinamento che già avevamo in Italia, dobbiamo anche avere l'inquinamento...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Goisis. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, l'opinione è stata espressa dai colleghi della Lega Nord sulla soppressione dell'articolo 1 Pag. 11con questo emendamento dell'onorevole Montagnoli sul quale è stato dato un parere contrario del relatore, parere contrario che è stato ripetuto a spron battuto su tutti gli emendamenti presentati e questo è, a mio avviso, inconcepibile.
È inconcepibile, per uno che vive sul territorio come il relatore stesso, che come me vive a Torino, in cui abbiamo esigenze analoghe a quelle pugliesi e tarantine e non vediamo riconosciuto lo stesso diritto. Questo ci rammarica, faremo le nostre rimostranze e possiamo assolutamente dire di stare calmi, stare tranquilli ai parlamentari piemontesi perché non abbiamo fretta. Cercheremo di fare la nostra opposizione democratica, cosa che mi sembra sia doverosa.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Allasia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo anch'io in dissenso rispetto al mio gruppo sul primo emendamento a firma del collega Montagnoli, in modo tale da poter riportare il centro dell'attenzione su questo provvedimento rispetto alle mistificazioni e alle falsità che sono state diffuse all'opinione pubblica. Ieri, molto correttamente e in maniera molto chiara, il collega Fava, rispondendo alla collega Cazzola, ha evidenziato come questo provvedimento non serva assolutamente per il rilancio occupazionale o per il rilancio industriale dell'Ilva, ma l'intervento va a coprire altri tipi di territori adiacenti rispetto all'Ilva utilizzando soldi pubblici, in modo particolare dei contribuenti del nord. Ed è per questo che noi, sia ieri che oggi, ma anche domani - tra l'altro notiamo la colpevole assenza del Ministro Clini che dovrebbe essere in Aula...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Nicola Molteni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Chiappori. Ne ha facoltà.

GIACOMO CHIAPPORI. Signor Presidente, ringrazio chi mi starà e chi avrà voglia di starmi ad ascoltare perché devo dire che a 60 anni ho ritrovato quel vigore che avevo qui nel 1996 quando il Governo era quello Prodi; ringrazio anche Monti per aver fatto sì che io potessi ritornare ad avere quella stessa - lei, Presidente, dirà che non va bene - «incazzatura» che avevo nel 1996 quando un Governo insignificante, cambiato per almeno cinque volte, ha fatto una legislatura intera, combinando un sacco di danni.
Noi abbiamo provato a cambiare questo sistema parlamentare che oggi si chiama ostruzionismo, ma secondo noi è un sano dibattito parlamentare. Abbiamo provato a farlo dicendo Senato delle regioni, Camera ad un'unica chiave di lettura, togliendo via questo che voi chiamate ostruzionismo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Chiappori. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI. Signor Presidente, colleghi, intervengo anch'io in dissenso rispetto al gruppo in merito all'emendamento che si sta analizzando; un emendamento che - è vero - come ricordava qualcuno poc'anzi ha l'obiettivo di colpire al cuore questo provvedimento, un provvedimento che noi ribadiamo essere iniquo a livello territoriale, perché non tiene conto, non dà giustizia di tutti i siti che si trovano in una situazione analoga, ma che hanno la differenza di essere al centro-nord rispetto a Taranto. Quindi, la nostra posizione è chiara in questa materia e credo che abbiamo già esposto in modo chiaro quanto andremo a sostenere su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Zamparutti 1.24 e Montagnoli 1.48, non accettati dalle Commissioni né dal Governo. Pag. 12
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Rampi, Sanga, Mondello, Grassi, Cicu, Cilluffo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 468
Votanti 463
Astenuti 5
Maggioranza 232
Hanno votato
51
Hanno votato
no 412).

Prendo atto che i deputati Dell'Elce, Sposetti, Vessa e D'Antona hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vanalli 1.49.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Torazzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, questo emendamento copia il precedente perché l'effetto è quello di cercare di invalidare il provvedimento al nostro esame, che noi riteniamo sbagliato. Lo riteniamo sbagliato - lo abbiamo detto ieri e speriamo che qualcuno finalmente lo scriva - perché questo provvedimento non c'entra niente con il problema dell'Ilva. L'Ilva ha già fatto una serie di investimenti importantissimi e il problema dell'Ilva è praticamente alle spalle, un problema di passato. Questi soldi, invece, vanno sul porto fondamentalmente per favorire l'import di merci cinesi.
È veramente, diciamo, singolare che un Governo che dice di voler favorire la crescita, che avrebbe fatto la crescita, due settimane fa ha detto: no, la crescita non la dobbiamo fare noi, la devono fare le imprese, e come regalo alle imprese crea una nuova autostrada per le merci cinesi.
E le due società, una di Taiwan e l'altra cinese, erano indisposte perché dicevano: noi potremmo andare al Pireo e voi perdereste quattrocento posti di lavoro. Ho spiegato ieri che è una falsità assurda perché, se uno va al Pireo, poi, per portare le merci in Europa, non può utilizzare la ferrovia che da Salonicco attraversa l'ex Jugoslavia, non può utilizzare il trasporto su gomma che passa per l'Albania, ma è costretto a mettere le merci sul tir, andare a Patrasso e imbarcarle per sbarcarle ad Ancona, e quindi mai ci andrebbe.
Il problema di queste quattrocento persone è che vengono barattate per favorire queste imprese cinesi, con il loro import cinese, danneggiando decine di migliaia di lavoratori italiani che perderanno il posto di lavoro. Invece, questi quattrocento bisognava utilizzarli per combattere tutto il traffico di merce contraffatta cinese, riqualificandoli e facendogli fare i controlli doganali sulle merci, che oggi non ci sono. Ma questa teoria, questo meccanismo della mistificazione è evidente. Per fortuna che c'è qualcuno che queste cose le vede.
La Corte costituzionale tedesca, poche ore fa, un'ora fa, ha detto che autorizzava il fiscal compact e l'ESM. Però, come fanno i tedeschi? Hanno preso il nostro Mario Draghi, super Mario, e lo hanno messo in gabbia perché hanno posto delle condizioni molto chiare, ossia non solo che l'aiuto deve essere condizionato, appunto, a dei criteri e a delle condizioni, ma che questo aiuto non deve superare i 190 miliardi di euro a carico dei contribuenti tedeschi - la parte tedesca su 500 miliardi di euro è pari a 190 - e ha aggiunto che ogni futuro rifinanziamento dovrà passare per il Bundestag, cioè per il Parlamento. Con questo ci ha messo una pietra tombale sopra.
Al contrario, il nostro amico Draghi e tutta quell'area di gente che gioca con la finanza e massacra le nostre imprese e le nostre famiglie pensava di portare avanti ad libitum con continui atti di emergenza. Invece, proprio il senso documentato in tutte le testate tedesche via Internet pochi minuti fa è che gli Eilanträge non ci saranno più. Non sarà più possibile dire che siccome c'è l'emergenza bisogna mettere i soldi, ma bisognerà passare per un voto del Parlamento. Pag. 13
Ecco, noi vorremmo che è un po' di questa cultura e di trasparenza arrivasse anche in questo Paese: non è possibile che si faccia un decreto per l'Ilva di Taranto (scritto sui giornali) quando lì dell'Ilva di Taranto non c'è niente, quando lì si parla del porto a favore delle merci cinesi, quando oggi in tutto il mondo - ve lo dico perché non arriviamo come al solito cinquant'anni dopo -, visto che il WTO è riuscito a sterilizzare i problemi di dumping economico e finanziario che sono numerosissimi (adesso non ve li voglio elencare, magari lo farà più avanti), oggi ci sono le barriere non tariffarie.
Tali barriere ti dicono che puoi portare una merce, ma deve stare in uno scatolone che deve essere di cartone largo 50 centimetri più o meno mezzo micron e deve essere alto 80 centimetri più o meno mezzo micron. Con quel più o meno mezzo micron, che è una tolleranza che non può essere realizzata con dei materiali di cartone, quando vogliono ti fermano la merce perché l'imballaggio non è conforme e i cinesi sono campioni mondiali e in questo modo bloccano le nostre esportazioni, lasciano la merce mesi nei porti così deperisce, così le aziende hanno una perdita finanziaria, così ci sono tutta una serie di problemi di stock e di costi e noi, invece, investiamo i soldi dello Stato per salvare teoricamente 400 posti di lavoro e favorire così l'import cinese.

PRESIDENTE. Onorevole Torazzi, la prego di concludere.

ALBERTO TORAZZI. Ecco questo è il tipo di provvedimenti che, come giustamente ha detto il Presidente Mario Monti, affossa il Paese e acuisce la crisi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, già i relatori ieri e poi prima ancora nelle Commissioni di merito hanno avuto modo di sottolineare l'importanza di questo provvedimento. Però, vista anche la qualità del dibattito che si sta - ahimè - sviluppando, vorrei che rimanesse agli atti il principio che ci guida nell'affrontare l'esame di questo provvedimento. Noi siamo mossi dall'interesse generale per il nostro Paese. Questa questione non è legata soltanto al risanamento della provincia o delle aree intorno a Taranto e all'Ilva, ma ha un preciso significato.
Intanto si attua un accordo di programma che le istituzioni locali hanno in qualche modo definito e in cui si sono assunti degli impegni ai vari livelli istituzionali e anche da parte di alcuni privati. C'è un ragionamento che riguarda la determinazione di condizioni per cui si possa continuare ad avere la presenza del più grande stabilimento europeo della produzione dell'acciaio in Italia. Allo stesso tempo, vi sono interventi che consentono di avere un rafforzamento della presenza del nostro Paese nel Mediterraneo per la logistica.
Sono risibili le cose che ho sentito dire. Sembra quasi che per proteggerci dalla concorrenza internazionale dovremmo chiudere tutti i porti del nostro Paese. Non voglio usare parole forti perché ho rispetto dell'Aula e di questa istituzione, però vorrei sottolineare l'assoluta importanza per il nostro Paese della partita che si sta giocando sulla questione dell'Ilva di Taranto.
Vorrei ricordare a me, per ricordarlo a tutti noi e a chi ha la pazienza di ascoltarci, che i prodotti che l'Ilva realizza servono per: oleogasdotti; acquedotti; lamiere forate e stirate; guard-rail; lattoneria e piccola carpenteria; tappi corona; stampatori auto e non auto; movimento terra; vasche da bagno e servizi igienico-sanitari; meccanica varia; mezzi industriali; carpenteria strutturale ed industriale; serbatoi a pressione e di stoccaggio; arredi interni e mobili metallici; tubi mobilio; tubi forma; rilaminatori nastro; profilatori; serramenti; fusti; caldaie; elettrodomestici; cantieri navali e auto; piattaforme offshore; preverniciatori; imballaggi metallici; contenitori per alimenti (e potrei continuare). Pag. 14
È una produzione che serve alla nostra struttura industriale, a quella struttura industriale e a quelle filiere dell'Italia del nord, del centro e di tutta Italia che hanno bisogno di questi prodotti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e che se venisse a mancare questa azienda dovrebbero rivolgersi alle importazioni e sicuramente la farebbero da padrona le aziende cinesi.
Vorrei, allora, che qui si avesse la consapevolezza dell'importanza per il nostro Paese di questo problema. È da qui che noi non ci rassegniamo che il lavoro venga messo in contrapposizione con la salute e l'ambiente. Parliamoci chiaramente: anche un morto per lavoro o per inquinamento è troppo! Quindi, non siamo insensibili a questo, ma dobbiamo usare tutti gli sforzi possibili perché si possa lavorare per costruire le condizioni di convergenza, di sviluppo, di lavoro e di salute. Non vi è salute e ambiente sano senza acciaio, lasciatemelo dire. Come, non vi è green economy senza acciaio. E non vi è salute senza lavoro!
Io, che vengo da una tradizione politico-culturale di un certo tipo, so bene cosa significa la mancanza di lavoro. Non si difende la salute, non si difende l'ambiente senza il lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro per il Terzo Polo). È una sciocchezza!
Attenzione! Noi siamo rispettosi del lavoro della magistratura, però sappiamo bene che questa è la frontiera nella quale ci dobbiamo muovere. Un'unica raccomandazione: questo è un intervento importante. Crea l'habitat perché possa continuare l'attività. Ci aspettiamo che la nuova autorizzazione integrata ambientale possa dare quelle migliori indicazioni, delle migliori tecnologie, e che l'azienda, con propri capitali, faccia fino in fondo il proprio dovere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, in tutto questo provvedimento vi è una figura inquietante, che è il soggetto attuatore. Ma, se poi andiamo a vedere chi è questo soggetto attuatore, all'articolo 4 del Protocollo, scopriamo che è la cabina di regia della regione Puglia, in cui presidente è un capo di partito. Quindi, questo provvedimento, in sostanza - e poi la regione Puglia -, diventa l'utilizzatore finale di un fiume di denaro. Questa da noi si chiama marchetta elettorale, che partendo da un pretesto giusto finanzia, con una cifra immensa, un soggetto politico (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

MARCO RONDINI. Signor Presidente, la nomina di un commissario non risolverà la questione. È una situazione le cui responsabilità andrebbero ricondotte anche ai cattivi amministratori della regione Puglia e della città di Taranto, che hanno tollerato questa incredibile situazione che oggi, con questo decreto-legge, si cerca in qualche modo di sanare.
Oggi la «strana maggioranza» interviene, di fatto, per rilanciare il porto di Taranto. Con quale coraggio i parlamentari eletti al Nord di questa strana maggioranza potranno tornare a casa e giustificare la loro azione che, di fatto, discrimina il Nord a favore di un Sud i cui amministratori sono totalmente incapaci di gestire il territorio?
I siti presenti nel Nord - penso ai siti di Pioltello, di Cerro al Lambro - non hanno goduto della stessa attenzione riservata a Taranto. Ricordino, però, i parlamentari di questa «strana maggioranza» eletti al Nord, che i cittadini elettori presto avranno modo di giudicarli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Desiderati. Ne ha facoltà.

MARCO DESIDERATI. Signor Presidente, l'emendamento che andiamo a discutere, Pag. 15presentato dal collega Vanalli, è certamente un emendamento forte e chiede di sopprimere i commi da 1 a 7 dell'articolo 1. Ebbene, questo emendamento sottende una richiesta di verità. Dobbiamo avere il coraggio di dire cosa è esattamente questo provvedimento. Non è quello che ha richiamato il collega Lulli. Non vi è niente per l'Ilva e per i suoi lavoratori. Questo è un provvedimento che, molto più banalmente, serve a riqualificare il porto di Taranto.
L'abbiamo detto ieri, è stato ribadito anche questa mattina: serve ad aiutare gli arrivi dei prodotti cinesi. Pertanto, chiediamo al Governo che riveda il provvedimento, lo riscriva e faccia un'operazione di verità, dicendo ai lavoratori dell'Ilva che in questo provvedimento per loro non c'è niente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonino. Ne ha facoltà.

GUIDO BONINO. Signor Presidente, colleghi, questo provvedimento reca disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto.
Mi sono chiesto, leggendo il provvedimento, che nesso ha il fatto che ci siano state tensioni nello stabilimento dell'Ilva con il risanamento dell'area di Taranto. Se questa area era in una condizione di difficoltà di gestione per lo stato di inquinamento, evidentemente era un problema che non poteva essere collegato con lo stabilimento, a meno che non si siano trovati questi espedienti per poter portare, ancora una volta, su un territorio delle risorse pubbliche che sono mancate ad altri territori...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bonino.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI. Signor Presidente, colleghi, per un provvedimento così importante che, sentendo alcuni colleghi della maggioranza, dovrebbe salvare l'universo mondo, mi chiedo innanzitutto dove sia il Ministro Clini, che credo dovrebbe partecipare a questo dibattito (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
In seconda battuta, vorrei fare in modo che si finisse di utilizzare l'alibi dell'Ilva di Taranto per finanziare un porto che ha il solo obiettivo di spalancare, ancora di più, le porte alla contraffazione cinese, perché questo è il vero obiettivo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Chiappori. Ne ha facoltà.

GIACOMO CHIAPPORI. Signor Presidente, sull'onda dei quello che diceva Maggioni, ossia che Clini è uguale a Dini, ricordo che Dini nel 1996 non c'era mai e Clini non c'è neanche.
Poi - diciamo così - se ci fosse Violante, avrebbe già fatto il colpo di Stato, come aveva fatto allora: dà un minuto e trenta secondi, così l'opposizione si eliminava. Mi va bene e la ringrazio per continuare a tenere un minuto. Dopodiché parliamo del compagno Lulli, che vuole insegnare al mondo come stanno le cose. Caro Lulli, guarda che nessuno vuole chiudere Taranto, anche perché noi genovesi sappiamo perfettamente che l'Ilva di Taranto serve - facendo il «caldo» loro, e noi il «freddo» - per acquisire materiale per poter continuare a lavorare. Poi continuerò a dirti quello che è necessario dirti, perché qui, Lulli, non vieni ad insegnare a quelli che già sanno...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Chiappori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, mi associo anch'io - come i colleghi che sono appena intervenuti - nella richiesta, che diventa, a questo punto, anche ufficiale, Pag. 16circa la presenza del Ministro Clini: se l'interesse del Governo a difendere ed a sostenere questo provvedimento, da voi definito emergenziale, è rappresentato dalla assenza costante e quotidiana del Ministro Clini, noi cogliamo l'occasione per ribadire nuovamente la contrarietà a questo testo: un testo truffa, un testo farsa - come ha detto giustamente il collega Desiderati prima -, un testo che non salva minimamente i livelli occupazionali gravi in cui sta versando un polo industriale come quello di Taranto, ma che ha finalità ben diverse, come continueremo a spiegare nel prosieguo dell'illustrazione degli emendamenti. Ribadiamo la richiesta...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Nicola Molteni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, su questo emendamento a firma Vanalli sulla soppressione dei commi da 1 a 7 è già stato detto tanto e continueremo a ribadire la nostra convinzione, nella giustizia per il Paese intero.
Mi fa specie sentire, innanzitutto, l'onorevole Lulli che, centinaia di volte, sia in Commissione attività produttive, sia in Aula ha ribadito, indicando all'allora maggioranza ed alla Lega: dove vi assumerete la responsabilità.
Oggi voi vi assumerete la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), ma non pensiate che noi ce ne laveremo le mani, come ha fatto un vostro esimio collega, Ponzio Pilato. Noi staremo attenti e cercheremo di portare all'attenzione dell'opinione pubblica questa vera porcata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, gli emendamenti hanno un filo conduttore, che è quello di tutelare e cercare di perorare la causa degli altri 56 siti che necessiterebbero di interventi immediati, urgenti per motivi di carattere ambientale e che invece si vedono considerati luoghi di «serie B» da un decreto come questo, che dimentica i decenni passati, le attività produttive di altre aree del Paese, morti che ci sono stati - come le cronache, tra l'altro, ci hanno ben ricordato - ma che non hanno mai visto l'intervento diretto dello Stato e del Governo, a differenza di quello che vediamo oggi in questo decreto con l'Ilva di Taranto.
Vorrei sottolineare una cosa sull'intervento precedente del collega Lulli: di tutto quello che è stato enumerato ed enunciato che viene prodotto tramite l'Ilva di Taranto, per dargliene notizia...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Grimoldi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Goisis. Ne ha facoltà.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, anch'io voglio stigmatizzare l'assenza del Ministro Clini, il quale dimostra una grande forma di maleducazione, dal momento che noi siamo qui dell'altro ieri a parlare di un argomento e di un provvedimento che lo riguarda, di cui lui si dovrebbe interessare, in realtà proprio si disinteressa. Noi dovremmo usare un brutto termine, «se ne frega», scusate ma bisogna dirlo. Se ci fosse gli chiederei se manda anche da noi su al Nord e in modo particolare nella bassa padovana un commissario e che ci trovi 370 milioni, perché dobbiamo bonificare tutta una zona che da venticinque anni sta attendendo un provvedimento del genere, ma che purtroppo non viene assolutamente considerata da questo Governo, che è un patrigno, come ha dimostrato tante volte, nei confronti dei cittadini del Nord, che mantengono...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Goisis. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Meroni. Ne ha facoltà.

FABIO MERONI. Signor Presidente, mi dispiace che il compagno Lulli sia uscito, solo per un motivo: mi sa che non è tanto Pag. 17compagno. Voglio ricordare che nel 1965 l'allora Presidente della Repubblica Saragat andò a inaugurare l'Italsider ma nel 1995, ossia trent'anni dopo, questa fu privatizzata e venduta a Riva, o come dicono gli amici Radicali «svenduta» al potente di turno. Adesso perché dobbiamo intervenire? Siamo sicuri che questo non è un aiuto a un'azienda privata? Siete sicuri, compagni? Perché difendete gli aiuti a un libero cittadino privato, quando criticate quello che dice nei suoi programmi la Lega Nord per gli industriali del Nord?
Allora, votate pure quello che noi continuiamo a contestare: un aiuto ad un'azienda privata, d'altra parte un aiuto ai cinesi e niente per i lavoratori...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Meroni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consiglio. Ne ha facoltà.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, proprio in linea con quello che dice il mio collega Meroni, noi abbiamo dibattuto in Commissione XIV questo argomento e abbiamo sollevato più volte, con Pini e Maggioni, la questione legata alla potenziale considerazione di questi aiuti come aiuti di Stato. Sappiamo benissimo che l'Europa non ammette questo tipo di sistema e che la questione legata ad un aiuto di Stato può portare l'Italia a incorrere in sanzioni a livello europeo. Questo potrebbe sicuramente un po' influenzare la normale capacità di un'azienda di stare sul mercato e mettere in condizioni le altre di essere in sudditanza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Forcolin. Ne ha facoltà.

GIANLUCA FORCOLIN. Signor Presidente, in questo provvedimento vediamo i due pesi e due misure che il Governo ha adottato: 330 milioni di euro, con solo 7 milioni di quota privata - tra l'altro, come dicevo prima, cinese - e quindi di fatto il 98 per cento di soldi pubblici vengono investiti nell'area di Taranto che nulla hanno a che vedere con i lavoratori dell'Ilva.
Dall'altra parte, in Veneto sentiamo che si siglano protocolli di intesa e accordi di programma per Marghera, con 2 miliardi di euro di investimenti da effettuare nei prossimi quattro anni, con solo delle agevolazioni amministrative, perché tutto il resto viene dato in accordi pubblico-privati. Ossia, ancora una volta il Veneto, Marghera e le buone amministrazioni devono intervenire con il privato per agevolare la bonifica delle aree, dall'altra parte, il 98 per cento viene investito con soldi pubblici, senza dare un minimo di garanzie e, soprattutto, senza tutelare i lavoratori dell'Ilva, perché, come abbiamo sentito più volte e come stanno mascherando i compagni del PD...

PRESIDENTE. Onorevole Forcolin, la ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Follegot. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Signor Presidente, anche questo emendamento tende a limitare l'operatività del decreto-legge, perché è un provvedimento che non condividiamo assolutamente. Impegna oltre 330 milioni di euro, da destinare al sito inquinato di Taranto, nella realtà poi ci sono moltissime risorse che vengono destinate al potenziamento dei livelli occupazionali. Ma la domanda nostra è questa: perché pensare solo a quest'area quando in molte aree, anche del Nord, le piccole e medie imprese sono in serie difficoltà?
Tra l'altro, l'intervento da parte dei privati è molto limitato, solo 7 milioni di euro. Allora, ci chiediamo se il Governo intenda fare questo tipo di operazione senza tener conto di un debito pubblico già estremamente elevato e senza tener conto che, se si vuole raggiungere un obiettivo, bisogna coinvolgere anche i privati. Le somme che mettono i privati, tra l'altro non italiane, sono del tutto irrisorie e noi crediamo che anche questo progetto, questo Protocollo e questo decreto-legge non raggiungano...

Pag. 18

PRESIDENTE. Onorevole Follegot, la ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fabi. Ne ha facoltà.

SABINA FABI. Signor Presidente, a proposito di discriminazioni, è di oggi la notizia che un'altra delle aziende del Veneto, le acciaierie Beltrame di Marghera sta per chiedere e 119 lavoratori - e 119 famiglie - si troveranno senza lavoro, anche a causa della concorrenza degli impianti dell'Estremo Oriente. Non hanno forse questi lavoratori gli stessi diritti dei lavoratori che si trovano a Taranto? Perché a Taranto abbiamo accelerato tutte le procedure, mentre per questi lavoratori non si è fatto assolutamente niente?

PRESIDENTE. Colleghi, prima di dare la parola agli altri circa 11 colleghi che parleranno a titolo personale, penso che sia cosa opportuna dare la notizia che la Corte costituzionale tedesca ha dato il via libera, ancorché condizionato, al Trattato che istituisce il Fondo «salva Stati» (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Callegari. Ne ha facoltà.

CORRADO CALLEGARI. Signor Presidente, apprendiamo questa notizia senza capire poi qual è la condizione che ci pongono. Comunque, tornando a parlare del provvedimento di oggi, dico che, come ha detto la collega Fabi, nessuno sta parlando della crisi di Porto Marghera, dei lavoratori di Porto Marghera che staranno a casa, dei lavoratori di Porto Marghera che, come altri cittadini del Nord, pagano le tasse, cosa che non avviene in altre parti del Paese. Allora, dico che quando un provvedimento come quello dell'Ilva viene dichiarato a favore dei lavoratori dell'Ilva, non capisco perché i parlamentari del Partito Democratico veneziano non propongono degli interventi immediati qui in Aula, subito, a favore di Porto Marghera e Venezia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, a Brescia ci sono situazioni molto più pesanti, mille volte più dell'Ilva di Taranto. La conclusione deriva da uno studio effettuato sull'azienda Caffaro di Brescia, che fra il 1929 e il 1984 ha prodotto 150 mila tonnellate di policlorobifenili. I risultati dicono che, se il picco massimo di diossina all'interno dell'Ilva arriva a 351 nanogrammi per ogni chilo di terra, sotto la Caffaro di Brescia le diossine arrivano a 325 mila nanogrammi. Se si considera il territorio circostante, a Taranto le diossine arrivano a poco più di dieci nanogrammi, mentre nell'area inquinata del sito della Caffaro, in piena città, la concentrazione di diossine è di 300 volte superiore.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Molgora.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rainieri. Ne ha facoltà.

FABIO RAINIERI. Signor Presidente, vorrei che il compagno Lulli ascoltasse un attimo - ma mi sembra che non sia nemmeno in Aula - perché, facendo egli parte della Commissione agricoltura, nel suo intervento non mi sembra che abbia parlato della grave mancanza all'interno di questo decreto-legge (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), dove nessun finanziamento è stato dato alle aziende agricole per l'eventuale bonifica dei terreni e delle strutture che vengono colpite dall'inquinamento di questa fabbrica.
Mi rivolgo all'onorevole Lulli perché, quando il Comitato dei diciotto ha detto «no» ai nostri emendamenti, penso che egli potesse chiedere almeno di votare favorevolmente in merito all'aiuto di 70 milioni di euro per l'agricoltura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

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MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, voglio tornare sul tema delle bonifiche ambientali. Noi della Lega Nord non capiamo perché tali bonifiche debbano essere fatte solamente in alcune zone del territorio.
Faccio l'esempio del mio territorio: da noi, qualche anno fa, è successo un fatto gravissimo. Una società galvanica, la Tricom di Tezze sul Brenta, ha immesso nel terreno una grandissima quantità di cromo esavalente e tuttora la bonifica è parzialmente in corso, ma mancano assolutamente le risorse per completare la bonifica del danno da inquinamento ambientale. Sapete tutti quali sono i gravi danni che può causare il cromo esavalente se viene assunto da una persona, perché è un agente inquinante, ma è anche estremamente mutageno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Munerato. Ne ha facoltà.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, con l'emendamento Vanalli 1.49 si chiede di sopprimere i commi da 1 a 7 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame. La Lega Nord non condivide la norma che prevede la possibilità di prorogare la nomina del commissario per la riqualificazione del territorio di Taranto a tempo indefinito.
La Lega Nord, in altre occasioni, si è dimostrata favorevole alla nomina di commissari per accelerare la realizzazione delle opere, anche perché la complessità del quadro normativo nazionale rende opportuna tale nomina, almeno fino al raggiungimento di una vera semplificazione della normativa di carattere ordinario.
Occorre, tuttavia, stabilire tempi e compiti precisi a cui devono attenersi i commissari. Questo decreto-legge rivela una volontà del Governo di tornare ai vecchi stampi per le emergenze del Sud, che hanno visto protrarsi per anni gestioni commissariali e situazioni di emergenza, come, ad esempio, nel caso dell'Irpinia o dei rifiuti di Napoli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pastore. Ne ha facoltà.

MARIA PIERA PASTORE. Signor Presidente, con questo emendamento si chiede la soppressione dei commi da 1 a 7 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame; quindi, di fatto, si è contro il contenuto di questo provvedimento.
Un esponente del Partito Democratico, nel suo intervento, ha detto che, nell'approvare questo provvedimento, sono mossi da un interesse generale per il Paese. Vorrei sottolineare e ricordare a tutti che il Paese non è solo e sempre una parte del Paese. Ognuno di noi ha portato esempi specifici di situazioni degradate e inquinate che esistono a pochi passi dalle nostre abitazioni, rispetto alle quali questo Governo non ha fatto alcun intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, vorrei sottolineare un errore madornale che, secondo me, sta facendo questo Governo, e cioè dare comunque delle risposte a chi fa «casino». Infatti, se il «casino» e le risposte vengono date in questa maniera, allora tutte le aziende del Nord sono autorizzate a venire qui a fare «casino» e ad ottenere quello che il Governo dà all'Alcoa piuttosto che all'Ilva.
Quindi, attenzione, perché questa cosa potrebbe poi davvero scoppiare in mano al Governo, con tutte le situazioni che vi sono al Nord. Noi non siamo i figli di nessuno e fino ad oggi abbiamo mantenuto gran parte del Paese!

PRESIDENTE. Colleghi, è presente in tribuna una delegazione della Commissione per gli affari familiari e la cultura del Parlamento norvegese, guidata dall'onorevole Solveig Horne, vicepresidente della Commissione, e accompagnata dall'ambasciatore della Norvegia nel nostro Paese. Porgo a loro il saluto di tutta l'Assemblea (Applausi). Pag. 20
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, mi permetto, innanzitutto, di associarmi alla richiesta di sensibilità che è venuta dai miei colleghi per sollecitare la presenza di un Ministro che non è in Aula. Infatti, inevitabilmente, gli chiederemo alcune spiegazioni, anche con atti formali, perché vi sono troppe cose che non capiamo, anche relativamente ad eventuali conflitti di interesse che si potrebbero creare. Però noi, sul provvedimento in oggetto, stiamo facendo il possibile per sensibilizzare tutti i colleghi.
Rivolgo una domanda anche ai colleghi del sud. Vi siete resi conto che tutto quel poco che vi è a disposizione per il Mezzogiorno lo state destinando ad un'operazione poco trasparente? Cosa spiegherete ai vostri conterranei quando tornerete a casa? Che avete regalato qualcosa a qualcuno che si chiama Cina? Bravi, bravissimi!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, come ho avuto modo di ricordare anche ieri durante gli interventi sul complesso delle proposte emendative, vorrei nuovamente dire che si stanno destinando quasi 340 milioni di euro ad un'area che verrà gestita da una società asiatica, ovvero cinese, chiamata TCT Spa. Questo comporterà, ovviamente, l'immissione sul nostro mercato di prodotti provenienti dall'estremo oriente dove vengono realizzati senza alcun tipo di regola rispetto a quelle molto rigide, e in molti casi anche molto giuste, presenti nell'occidente. Questo vuol dire fare concorrenza sleale alla nostra piccola e media impresa e mettere in difficoltà, ancora di più, i nostri lavoratori, che non potranno più trovare opportunità occupazionali in questo periodo di crisi economica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, credo che l'opposizione della Lega Nord al provvedimento in esame, tramite la presentazione di una serie di emendamenti, sia dovuta, in primis perché un movimento politico che ha posto al centro del dibattito politico la questione del nord - dicendo che prima devono essere risolti i problemi dell'asse portante, dal punto di vista economico, di questo Paese - non può non intraprendere questa battaglia, dove gli oppositori, coloro che sono maggioranza, anziché dire, accettabilmente, «prima il sud», dicono «solo il sud». Questo non può essere assolutamente accettato, soprattutto perché sono i partiti del debito pubblico, che hanno creato le varie Ilva, contro cui noi oggi stiamo combattendo una battaglia in un'Aula che non ascolta, perché le verità fanno male e, soprattutto, perché dovreste spiegare le reali motivazioni che vi portano a votare a favore di questo tipo di provvedimenti...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Stucchi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fogliato. Ne ha facoltà.

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento Vanalli 1.49, anche se tutte le proposte emendative presentate dal gruppo della Lega Nord hanno un filo conduttore che pone un accento forte - continuo a dirlo - su ciò che il Governo fa per le altre aree del Paese.
In particolare, in qualità di parlamentare piemontese, mi soffermo sulla questione dell'Eternit di Casale Monferrato. Penso che, al di là di tanta demagogia, fatta soprattutto dai parlamentari del centrosinistra su questo problema, oggi la risposta che date è che sostenete un decreto-legge che porta solo delle prebende in un'area specifica del Paese, il sud, utilizzando le risorse dei cittadini del nord. Vergogna!

Pag. 21

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Montagnoli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come ho già avuto modo di dire ieri, uno dei motivi principali dell'emendamento in esame, che chiede la soppressione dei commi da 1 a 7 dell'articolo 1 del decreto-legge in oggetto, riguarda la parte finanziaria e le somme notevolissime previste. Si tratta di 336 milioni di euro, ma, a differenza delle altre realtà del Paese, solo 7 milioni di euro sono a carico dei privati, mentre 329 milioni sono a carico della collettività: fondi pubblici, per di più presi da capitoli che già oggi hanno delle disponibilità molto esigue, come quello sul dissesto idrogeologico.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Montagnoli.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Venti milioni di euro che, come sappiamo, sicuramente possono essere utilizzati in molte realtà del Paese, che molti enti locali aspettano e che questo Governo, con un colpo solo, porta via per lo sviluppo di un'area, che sappiamo non darà risposta ai problemi dell'occupazione, non darà risposta ai problemi dello sviluppo. Si accontenta solamente una parte politica e la responsabilità di questi parlamentari...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Montagnoli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, adesso vorremmo che i colleghi andassero in giro nelle televisioni e nelle feste dell'unità a dire da dove arrivano i soldi del finanziamento. Adesso vorremmo sapere se in qualche modo state pensando a tassare i ricchi o se continuate a pensare che Pantalone deve pagare. Adesso vorremmo che deste finalmente i numeri della verità: i 320 milioni che arrivano dai soldi di Pantalone, che non vanno per l'occupazione, e solo i 7 milioni che andate a prendere ai cinesi. Adesso vorremmo che diceste qualche cosa sulle patrimoniali. Adesso vorremmo che faceste un'operazione di verità in questo Paese, invece di continuare a parlare di cose che non interessano a nessuno, come primarie e argomenti di questo tipo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Negro. Ne ha facoltà.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, nel ricollegarmi a quanto detto adesso dal mio collega Poliedri, vorrei sottolineare anche che nessuno dei responsabili, pubblici e privati, in questa vicenda si assume la responsabilità, nessuno risponde in prima persona per il proprio ruolo. Questo io credo, da amministratore locale e non, sia segno di poca trasparenza, scarsa correttezza nei confronti della gente che in questa situazione ci rimette la vita e ci rimette anche a livello di denaro e di risorse disponibili per il proprio territorio.
Io inviterei veramente a riconsiderare coloro che vengono pagati con i soldi pubblici per determinati ruoli in questa vicenda e a fare luce sulle responsabilità di vari enti, quali ASL, ARPAV, nel caso del Veneto, e anche di parte privata.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vanalli 1.49, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli colleghi, prendete posto e poi cominceremo a vedere chi ha difficoltà nel votare. Onorevoli Carfagna, Fitto, presidente Casini, onorevoli Porcino, Trappolino, Porfidia, Messina, Giorgio Conte...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 22
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 482
Votanti 480
Astenuti 2
Maggioranza 241
Hanno votato
48
Hanno votato
no 432).

Prendo atto che i deputati Giacomoni, Graziano, Burtone, Vessa, Cosentino e Marchignoli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, a proposito di notizie, ce ne è una drammatica, che è stata appena confermata.
Questa mattina a Bengasi è stato ucciso l'ambasciatore americano Chris Stevens, un funzionario e due marines. Gli Stati Uniti hanno evacuato il consolato a Bengasi e Tripoli, si tratta di trentacinque funzionari. Sarebbe il caso di monitorare attentamente la situazione, anche per sapere se ci sono problemi per i nostri connazionali in quel difficile Paese.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 11,35).

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Zamparutti 1.28.
Prendo atto che l'onorevole Zamparutti insiste per la votazione e ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, questo emendamento sicuramente aiuta a chiarire la posizione della delegazione radicale su questo provvedimento. Noi vogliamo dire che a Taranto servono più risorse per una bonifica che interessa un territorio vastissimo - si parla di 100 mila ettari - e che deve riguardare anche la messa in sicurezza della falda acquifera di Taranto.
È questa la priorità da affrontare - mi rivolgo al collega Zazzera -, che si può benissimo gestire con poteri ordinari. È una realtà che invece viene di fatto trascurata da questo provvedimento che alla bonifica destina soltanto un terzo delle risorse, mentre i due terzi vanno ad opere di infrastrutturazione portuali, in un porto che a sua volta presenta una superficie marittima che è fortemente inquinata e che quindi va bonificata prima di pensare ad eventuali interventi infrastrutturali e di ampliamento. Si tratta di un'area industriale che va ripensata, come va ripensato l'intero settore siderurgico che da noi vive o con ingentissimi aiuti di Stato - penso ad Alcoa - oppure attraverso il mantenimento di impianti obsoleti come l'Ilva di Taranto, che comporta dei costi ambientali e sanitari altissimi, che nessuno ha mai conteggiato. Infatti, ci sono i costi monetari ma ci sono anche i costi sanitari e ambientali che pagano direttamente i cittadini.
Non so se voi avete guardato quello che emerge dalle perizie epidemiologiche a disposizione della procura di Taranto. Mi rivolgo anche al collega Lulli, che poi ha tanto citato i cinesi. Vorrei dire che la situazione di Taranto, una città che ha all'interno del proprio cuore uno stabilimento enorme, è una situazione che neanche i cinesi sopporterebbero, se penso che il più grande gruppo siderurgico cinese, quando ci sono state le Olimpiadi e c'è stata tutta una serie di proteste sui fumi che quei camini emettevano, non ha esitato a delocalizzare uno stabilimento che era a 17 chilometri da piazza Tienanmen, spostandolo a 200 chilometri da Pechino e impegnandosi a ridurre la produzione degli impianti che stavano in città e ad adottare migliori tecnologie per la produzione di acciaio.
Allora, tornano attuali le parole che Marco Pannella, ancora venti anni fa, pronunciava sulla realtà di Taranto, quando diceva che Taranto non è l'Ilva e che è sbagliato appiattire la città sul suo Pag. 23stabilimento, perché Taranto deve esigere il salario minimo garantito per tutti i disoccupati, ma con la contestuale eliminazione di tutte le casse integrazioni, ordinarie e straordinarie. A Taranto serve infatti un rilancio economico di alto profilo, con una liberazione di risorse per investimenti non solo legati alla monocultura dell'Ilva e che, a mio giudizio, possono benissimo riguardare opere di bonifica, che magari individuino anche le esatte responsabilità che i privati hanno avuto rispetto a questa città. Ciò senza esimere però lo Stato dalle responsabilità che gli derivano dall'aver gestito l'Italsider, dalla presenza che ha nell'ENI, che sappiamo essere presente a Taranto con la raffineria, rispetto all'arsenale militare e rispetto soprattutto agli omessi controlli.
Com'è possibile arrivare ad una situazione deleteria come quella di Taranto, come quella dello stabilimento dell'Ilva, senza che nessuno abbia mai sentito la necessità di intervenire con provvedimenti radicali su questa vicenda e con la totale esclusione - la collega Farina Coscioni lo ha ricordato più volte - di un pieno coinvolgimento anche del Ministro della salute su quello che sta accadendo in questa realtà del nostro Paese (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzarin. Ne ha facoltà.

MANUELA LANZARIN. Signor Presidente, il problema delle bonifiche è un problema importante, è un problema che deve essere affrontato a tutto campo e non può essere limitato ad una sola questione, sicuramente importante e sicuramente di rilievo nazionale, ma non può essere concentrato su questa questione. Pertanto il Ministero dell'ambiente deve effettivamente porre in atto una politica lungimirante e puntuale, che vada a risolvere il problema delle bonifiche in tutto il nostro Paese. Noi l'abbiamo ripetuto durante tutto il dibattito in Commissione ed in Aula, mettendo in evidenza il discorso dei siti di interesse nazionale, i famosi 57 siti, che però non racchiudono tutto quello che è il problema bonifiche in Italia. Sappiamo che ci sono tantissimi altri siti minoritari, siti più o meno importanti, più o meno grandi, che sono dislocati soprattutto nel nord e sono state appunto quelle aziende che hanno costituito un tessuto produttivo e industriale importante, che hanno dato il nome a quel cosiddetto modello nord-est e che ora, dopo un ciclo produttivo, sono dismessi e sono abbandonati, con ripercussioni ambientali e sanitarie sul tessuto urbano e sociale e devono essere riconvertiti. Questi sono siti minoritari, ne abbiamo tantissimi: penso, nel Veneto, al sito che è già stato citato dell'ex Tricom galvanica nella provincia di Vicenza.
Detto questo però, nell'emendamento specifico viene evidenziato come c'è un protocollo di intesa. Il protocollo d'intesa è già stato firmato ed il protocollo di intesa conteneva già tutto ciò che è contenuto in questo decreto d'urgenza. Quindi, non si capisce il perché ricorrere ad una decretazione d'urgenza. Non si capisce poi, ripeto, perché c'è stato nel mese di agosto, nel mese in cui il Parlamento era chiuso, molto spazio mediatico per tutta questa vicenda. Invece, quando è iniziato il percorso del provvedimento in Commissione e in Aula - ed oggi è testimonianza viva che siamo entrati appunto in quello che è il dibattito, con l'approvazione dei vari emendamenti - è calato il silenzio assoluto. Questo vuol dire che questo decreto d'urgenza non aveva motivo di esserci, in quanto i contenuti erano già inseriti nel protocollo, protocollo che probabilmente però ha difficoltà di applicazione da parte delle autorità locali. E qui chiamiamo in causa sicuramente la regione Puglia, il governatore Nicky Vendola e i comuni, che sono competenti per quanto riguarda le materie ambientali. Non sono riusciti probabilmente ad applicare e a mettere in atto le procedure che sono inserite in questo protocollo di intesa. Ricordiamo che nel protocollo di intesa sono reperite anche le risorse, risorse che noi contestiamo fortemente, perché le risorse devono essere stanziate - come ha detto anche la collega Zamparutti Pag. 24- sicuramente per le opere di bonifica, per le opere appunto all'interno del sito, per le opere legate ai quartieri (ricordiamo il quartiere Tamburi, che è nelle vicinanze) e non certo per interventi di altro tipo. Invece abbiamo visto che sono richiamati interventi infrastrutturali, sono richiamati interventi da parte dell'autorità portuale e quindi questi sono interventi che nulla hanno a che fare con una bonifica di un sito, nulla hanno a che fare con i richiami che abbiamo avuto negli ultimi tempi al diritto al lavoro, come rilevato anche dal collega Lolli. Certamente il diritto al lavoro va rispettato, ma allora mettiamo in atto delle politiche, stanziamo finanziamenti per tutelare i lavoratori che lavorano all'interno dell'Ilva. Per quanto riguarda il diritto alla salute, mettiamo in atto delle politiche per tutelare i cittadini che convivono con questa realtà, che è una realtà nociva e una realtà dannosa. Mettere in atto invece un protocollo in cui è inserita tutta una serie di infrastrutture legate a quelle che sono le movimentazioni di merci, legate a quella che è la logistica - e qui ritorna quindi il discorso legato anche alla società che gestisce il porto di Taranto e quindi alla possibilità poi di ampliamenti, di espansione dell'attività logistica di questa società - non va nella direzione di quello che abbiamo sentito e di quello che ci hanno chiesto da una parte i cittadini e da una parte i lavoratori.
Quindi noi siamo qui per tutelare invece il diritto al lavoro e quindi i lavoratori e quindi contestiamo apertamente chi ci dice che, facendo questo ostruzionismo, non siamo a favore delle imprese e non siamo a favore di un'industria importante. Invece, vogliamo proprio tutelare chi lavora e chi abita vicino a queste realtà. E come sono stati definiti, come sono stati divisi i finanziamenti non vanno sicuramente in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, vorrei cogliere l'occasione della discussione di questo emendamento a dimostrazione che noi dell'Italia dei Valori, che non siamo pericolosi sovversivi, vogliamo confrontarci su un tema così importante che riguarda la salute dei cittadini, ma che riguarda anche il modello di sviluppo che intendiamo dare a Taranto e al nostro Paese in generale.
Occorre conciliare due diritti che devono tenersi insieme - salute e lavoro - e non possiamo pensare di metterli in contrapposizione. Per questo motivo, noi dell'Italia dei Valori voteremo a favore dell'emendamento presentato dalla collega Zamparutti. L'emendamento, infatti, focalizza - e, quindi, in tal senso mi rivolgo anche al Governo - il tema centrale dell'interesse del Governo e di questo Parlamento nei confronti della vicenda Taranto.
Infatti, se, come dite voi nella relazione del provvedimento, è prioritario affrontare con urgenza ed emergenza la questione sanitaria e ambientale, bisogna essere conseguenti: ossia, se il problema prioritario sono l'ambiente e la questione sanitaria, tutto quello che ne consegue deve risolvere quel problema. Ebbene, dite una cosa falsa, perché è vero che l'emergenza è sanitaria e ambientale, ma il provvedimento, in realtà, di soldi per l'emergenza sanitaria e per quella ambientale ne mette meno del 50 per cento, forse addirittura ancora meno perché di quello disponibile non tutto è stato messo a disposizione. Si parla, infatti, di porto, di infrastrutture e di altre cose che nulla hanno a che vedere con la ripartenza di un progetto che metta in sicurezza Taranto, i lavoratori e i tarantini.
C'è poi un'altra questione che non affrontate, perché le bonifiche si possano far partire, ma se non si individuano e non si eliminano le fonti inquinanti, hai voglia a bonificare! Voi potete bonificare e l'anno dopo dovete bonificare nuovamente perché ci continueranno ad essere fonti inquinanti a Taranto. E allora, né i 336 milioni di euro, né i 119 milioni di euro che avete messo, che sono poi 66, sono Pag. 25sufficienti a fare una cosa seria su Taranto, ossia avviare un progetto e un programma concreto di bonifica vera della città di Taranto, che individui le fonti inquinanti - le quali non sono certamente costituite soltanto dall'Ilva - e che sappia guardare al futuro di Taranto con un altro modello di sviluppo che non è certamente questo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

GIANCARLO LEHNER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, sarei più che orgoglioso di appartenere a questa Camera se interrompessimo i lavori sul provvedimento e affrontassimo il tema di quello che è accaduto in Libia, dove abbiamo una responsabilità anche noi perché abbiamo partecipato ai bombardamenti sulla Libia per liberarla da un regime autoritario e per donarle, invece, una Repubblica islamica dove si ammazzano gli ambasciatori americani e dove si attaccano i consolati e le ambasciate. Io direi che un Parlamento che voglia essere veramente degno del suo nome dovrebbe chiudere o quanto meno sospendere i lavori sul provvedimento e affrontare immediatamente questo problema, che non voglio dire sia un nuovo 11 settembre, ma gli assomiglia parecchio.

PRESIDENTE. Onorevole Lehner, come lei ben sa, i lavori sono predisposti dalla Conferenza dei presidenti di gruppo e non abbiamo modo di stravolgerli se non entro determinate regole.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.

ERICA RIVOLTA. Signor Presidente, anch'io volevo porre l'attenzione su come sia costruito male questo provvedimento. Infatti già nel titolo si parla di disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio, ma in verità non si affrontano nella maniera giusta i discorsi legati veramente all'aspetto ambientale e a quello sanitario.
Allora, è ovvio che da parte dei banchi dei deputati della Lega Nord appaia immediatamente e con chiarezza il fatto che questo sia un provvedimento parziale che va a risolvere alcuni problemi non della popolazione di Taranto, non dei lavoratori dell'Ilva, ma di un sistema a scapito di altri siti.

PRESIDENTE. Onorevole Vanalli...?

PIERGUIDO VANALLI. Grazie, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Comaroli...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, vorrei ringraziare innanzitutto il mio collega, l'onorevole Chiappori, per aver presentato questo emendamento che va ad attuare quel Protocollo che storicamente è già stato firmato e che quindi in teoria rende inutile questa decretazione d'urgenza visto il fatto che si sta parlando di un Protocollo che è già stato firmato tempo addietro. Tale Protocollo, tra l'altro, vede destinati molti fondi per queste aree del Mezzogiorno, in particolare per le pertinenze del sito dell'Ilva di Taranto; tali fondi non vanno comunque ad essere utilizzati per l'occupazione e per la salubrità dell'azienda, né per la messa a norma dell'azienda che, fortunatamente, non vede ricevere nulla dallo Stato. Fortunatamente nel senso che non c'è più la necessità che lo Stato sia sempre....

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Simonetti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, con questo provvedimento state Pag. 26facendo un'altra ingiustizia, un'ingiustizia gigantesca verso il popolo veneto, verso il popolo lombardo, piemontese, verso tutti i popoli del nord; un'altra volta si sono trovati soldi per i popoli del sud ma mai per i popoli del nord. Signor sottosegretario, lei con il suo Governo e con tutti i colleghi che voteranno questo provvedimento come hanno votato tutti gli altri provvedimenti, avrete sulla coscienza, per tutta la vita, le morti di tutti quegli imprenditori che voi state vessando e a cui non state dando una mano. Se avete la coscienza così forte ci sarà qualcuno di più forte di tutti noi, di più potente, che vi giudicherà quando succederà. Quindi, ravvedetevi e tornate a dare una mano ai veri imprenditori....

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bragantini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosio. Ne ha facoltà.

JONNY CROSIO. Signor Presidente, la situazione desta anche un certo imbarazzo perché dovremo giustificare tale provvedimento ai nostri cittadini, ai cittadini del nord, che sono molto ligi nell'interpretare le norme che accompagnano tutta la questione del sistema ambientale, la salvaguardia ambientale per quanto riguarda la questione delle discariche e via dicendo. Non da ultimo il fatto che un imprenditore, quando esegue una demolizione, giustamente, deve sottostare a certe regole per il deposito del materiale. Qui invece, è quasi ridicolo, attacchiamo anche un qualcosa di grottesco perché, oltre a mettere a disposizione ingenti risorse, oltre a dare «licenza di uccidere» ad un commissario - diciamolo con questa battuta perché può fare tutto quello che vuole - addirittura qualcuno vuol far passare il principio che su questo provvedimento bisogna anche fare....

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Crosio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.

MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, lo abbiamo detto anche prima, con l'acuirsi della crisi economica saranno diverse le situazioni di crisi industriale per le quali il Parlamento dovrà intervenire e saranno tante soprattutto al sud. Noi abbiamo il rischio che ci sia una discriminazione tra cassintegrati. Noi vorremmo che i cassintegrati fossero uguali tanto al nord quanto al sud.
Invece, il rischio che si paventa con questi provvedimenti è che quando vi è una crisi industriale al Nord, al Nord si arrangiano, perché tanto in qualche modo se la cavano, e quando vi è una crisi industriale al Sud invece arrivano i soldi pubblici. Al di là di quello che dice Monti - anzi, Monti ieri ha ammesso le proprie responsabilità per il periodo recessivo che stiamo vivendo -, se di fronte a questa crisi economica che, appunto, aumenterà, aumenteranno anche le crisi industriali e, conseguentemente, le perdite di posto di lavoro, il rischio è che nel Meridione vi sia un continuo intervento pubblico per salvare queste imprese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Negro. Ne ha facoltà.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, da un Governo tecnico ci si aspettava un atteggiamento completamente diverso: un analisi del problema, con riferimento a tutto il territorio e non solo ad una parte del Paese, stante che altri 56 siti hanno il medesimo problema. Si evince, invece, che anche qui la cattiva politica la fa da maestra ed è portata avanti in eguale misura dai partiti. Quindi, nessuna distinzione rispetto al passato, anzi, si fanno le stesse promesse. Allora sovviene una riflessione: come fa Monti a ritenersi diverso dal passato quando agisce nel medesimo modo? Cambiano le persone, ma i modi sono uguali, e questa è veramente una vergogna e un tradimento di chi crede ancora nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

Pag. 27

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, adesso vorremmo sapere, con questo emendamento, da dove arrivano i soldi. Adesso, i colleghi Zamparutti e altri, propongono, in qualche modo, di limitare l'intervento economico. Adesso, invece, vorremmo che si dicesse al Paese da dove arrivano questi 300 milioni di euro. Adesso vorremmo che andaste a dire ai sindaci, ai terremotati e alle persone che hanno subito esondazioni che i 70 milioni di euro, che dovevano servire, in qualche modo, ad attutire i danni che la terra e gli elementi atmosferici hanno causato, non vi saranno più. Adesso dovremmo dire, a chi magari aveva una speranza di vedersi ricostruire la casa dopo le inondazioni in Veneto, a chi ha avuto inondazioni in Emilia e a chi ha avuto inondazioni in Piemonte, che quelle che erano le proprie speranze e che quelli che erano i soldi...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantovano. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO. Signor Presidente, comprendo le esigenze propagandistiche di chi sta mettendo in atto, in modo del tutto legittimo, un ostruzionismo nei confronti di questo decreto-legge, ma non le condivido. Non le condivido perché, a mio avviso, sono sproporzionate per eccesso rispetto al contenuto effettivo del decreto-legge, e non le condivido perché le trovo impostate su una logica antimeridionalistica che trovo francamente fuori ruolo. Cerco di motivare le ragioni di queste affermazioni. Tutti noi sappiamo che a Taranto, per la questione Ilva, non si sta partendo da zero. Tutti sappiamo che da anni è in atto un lavoro di progressivo abbattimento dei livelli di inquinamento derivanti dalle polveri diffuse dall'Ilva: un lavoro che è stato fatto dai Governi nazionali e regionali precedenti, un lavoro che - anche questo credo faccia parte di una consapevolezza diffusa - oggi incontra un'obbligatoria accelerazione a seguito degli interventi dell'autorità giudiziaria. Tutti noi sappiamo che l'intervento della magistratura, se non è accompagnato immediatamente da una rapida strategia complessiva - di cui questo decreto-legge è una minuscola parte -, si rischia non soltanto la perdita del posto di lavoro di migliaia e migliaia di dipendenti dello stabilimento di Taranto e nell'indotto, ma si rischia - ed è più di un rischio, è stato attestato da tutti - il blocco dell'intero ciclo nazionale dell'acciaio.
Per cui la polemica nei confronti di fondi che andrebbero al Sud a detrimento del Nord frana - mi sia consentito il termine, visto che sono state evocate disgrazie naturali - di fronte alla consapevolezza che, se si spegne l'impianto a caldo di Taranto, si blocca l'intero circolo dell'acciaio nazionale. Si blocca, per esempio, quello stabilimento di Genova che non mi pare sia al di sotto di un certo parallelo.
Quindi, per concludere, signor Presidente, colleghi, ho richiamato tutto questo per dire che l'Ilva è una questione nazionale; non riguarda un pur importante quartiere di Taranto interessato dall'opera di bonifica, Tamburi, non riguarda una pur importante comunità vicina, come quella della frazione di Statte, ma riguarda un ciclo produttivo che verrebbe meno nella sua interezza in questo momento e questo interessa tutti, da Aosta a Ragusa, con tutto ciò che c'è di mezzo.
Tutti noi sappiamo, infine, che il momento cruciale non sarà certamente la conversione di questo decreto-legge, ma quando alla fine di questo mese saranno rese note a tutti le condizioni della nuova autorizzazione integrata ambientale e, a quel punto, non il bilancio pubblico, ma il bilancio dell'Ilva dovrà fare i conti al proprio interno e comprendere se vi è la compatibilità finanziaria per rispondere a queste regole.
Questo decreto-legge non è una gran cosa, ma è un importante tassello di un mosaico e, soprattutto, la testimonianza politica e istituzionale della volontà di affrontare una questione pluridecennale con un tratto di grande compattezza istituzionale. Una cosa dovrebbe fare il Governo, e anche nei lavori delle Commissioni riunite ha ammesso che da questo punto di vista è in ritardo: nominare il Pag. 28commissario straordinario che, alla fine, è l'unica novità reale di questo decreto-legge e che manca da oltre un mese dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Concludo, veramente. Una nazione civile non può accettare di porre in alternativa lavoro e ambiente, anche a fronte della gravità di ciò che è successo e non può disinteressarsi di fronte all'emergenza che c'è a Taranto. Questa è la grande scommessa che passa anche, alla fine, attraverso questo decreto e che francamente fa ritenere un po' eccessiva l'opposizione, pur legittima, che si sta ponendo nei suoi confronti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Isidori. Ne ha facoltà.

ERALDO ISIDORI. Signor Presidente, nell'evidenza assoluta della necessità che il diritto alla salute sia tutelato e la legge sia rispettata in tutto il Paese, sottolineo come la questione dello stabilimento dell'Ilva e dell'inquinamento del territorio del comune di Taranto rappresenti certamente un problema per tutta l'Italia, ma deve essere affrontato con la massima urgenza anche quello, ad esempio, di Porta Marghera e quello di Casale Monferrato perché rappresentano un problema di tutta Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, già nella giornata di ieri e negli interventi di stamattina abbiamo sottolineato la contrarietà della Lega Nord a questo provvedimento, un provvedimento fortemente discriminatorio. Noi comprendiamo le ragioni di salvaguardare l'occupazione, ma non può essere la scusa di salvaguardare posti di lavoro che fa adottare al Governo due pesi e due misure. Con un'impresa del Sud - in questo caso l'Ilva di Taranto - ci si comporta in un certo modo, con altre imprese in un altro.
Inoltre, lamentiamo il fatto che si è arrivati a questa situazione per un provvedimento cautelare da parte della magistratura, provvedimento cautelare forse tardivo. Solo adesso si corre ai ripari e quindi chi doveva vigilare sul fatto che purtroppo l'Ilva crea sì posti di lavoro, ma crea anche morte e danneggia quello che è un bene primario per i cittadini, la salute, noi ci domandiamo dove foste in questi anni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Montagnoli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, la Lega sta facendo un'opposizione chiara per mettere in risalto quanto è sbagliato questo provvedimento. È certo che c'è una discriminazione, forse il collega Mantovano è stato poco in Aula oggi e anche ieri. Noi indichiamo i cinquantasei siti di interesse nazionale e diciamo: perché a Taranto sì e negli altri cinquantasei siti non si fa nulla? È evidente che sono ubicati soprattutto nella realtà del Centro-nord, dove c'è un'economia, dove ci sono le aziende, dove si pagano le tasse e dove, se ci sono queste problematiche dal punto di vista ambientale, gli amministratori fanno rispettare le regole, cosa che non è successa in Puglia per responsabilità dei sindaci, dei presidenti di provincia e soprattutto di Vendola. È assurdo che si vadano a togliere delle risorse destinate a prevenire il dissesto idrogeologico o come i fondi previsti dal Protocollo di Kyoto, per non risolvere il problema né dell'occupazione né dell'ambiente.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Montagnoli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fogliato. Ne ha facoltà.

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, devo porre l'accento del tempo Pag. 29che ho a disposizione di nuovo sulla problematica dell'Eternit di Casale Monferrato. Da parlamentare piemontese non posso che porre l'accento e stigmatizzare questi pesi, queste misure che sono diverse per le problematiche nel nostro Paese, che vengono affrontate in modo tempestivo se riguardano il Sud e che non vengono affrontate se riguardano problemi del Nord. Volevo solo ricordare che, a causa dell'Eternit, a Casale Monferrato già 1.700 persone sono morte. La risposta del Governo è nessuna e vorremmo che anche il Ministro Clini seguisse il dibattito di questo provvedimento in Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, io penso sia necessario chiarire ai colleghi che il decreto-legge sul quale stiamo discutendo - e mi rivolgo, in particolar modo, all'onorevole Mantovano - non tratta della questione Ilva. Noi stiamo parlando delle bonifiche del porto di Taranto, bonifiche che sono necessarie in moltissime altre aree del Paese. Semplicemente si vuole dare con questo decreto-legge un vantaggio, con fondi pubblici, a uno specifico porto del nostro territorio nazionale. Io mi domando cosa dovrebbero dire i porti di Genova, i porti di Trieste, da dove provengo, i porti di Venezia, insomma tutte quelle aree che fanno del commercio produttivo il valore aggiunto che garantisce posti di lavoro. Se il Governo, con una misura propagandistica, vuole spacciare questo decreto-legge come salvifico verso i posti di lavoro dell'Ilva, così non è (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Dobbiamo essere chiari verso i cittadini, ma perlomeno pretenderei che i colleghi parlamentari sapessero quello di cui stiamo discutendo anche per parlare...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fedriga. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, ha ragione il collega Fedriga, non c'è dubbio. Anche il collega Mantovano si accontenta di un po' di soldi a prescindere che arrivano al Sud in maniera ovviamente sperequativa rispetto alle altre situazioni, altrettanto gravi, che abbiamo in tutto il resto del Paese. Questo è, come è stato già ampiamente detto, un provvedimento che non serva a nulla agli operai dell'Ilva e non serve a nulla alla città di Taranto. È un'operazione fatta con altri scopi, probabilmente verrà fuori che ci saranno anche delle speculazioni sulle operazioni che si faranno. Si tratta di un classico esempio di azione meridionalista della peggior specie, che noi rifiutiamo fermamente. Ci vorrebbe un po' di coscienza, però, anche da parte dei parlamentari che rappresentano il Nord, ma evidentemente gli unici a rappresentare il Nord siamo noi della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, vorrei risottolineare il fatto che in questa operazione, invece di andare ad aiutare le aziende italiane, si dà una mano ai cinesi con il fatto che una società cinese si occuperà, all'interno del porto di Taranto, di tutto quello che ne consegue rispetto al grande investimento fatto dallo Stato italiano. Ringraziamo, quindi, a nome dei comuni italiani, delle province e delle regioni, per i 20 milioni di euro presi invece di destinarli per le sistemazioni idrogeologiche. Quindi, ancora una volta noi che ci diamo da fare ci ritroviamo anche i cinesi da dover mantenere. Complimenti al Governo Monti!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pastore. Ne ha facoltà.

MARIA PIERA PASTORE. Signor Presidente, l'emendamento Zamparutti 1.28 limita l'intervento ricomprendendo la Pag. 30messa in sicurezza dell'emergenza delle falde acquifere di Taranto e limita i poteri del commissario, che - lo ricordo - viene nominato per un anno e l'incarico può essere prorogato, ma non si dice per quanto tempo.
Vorrei anche sottolineare come questa nomina con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri implicitamente deroga alla legge n. 400 del 1988 che prevede, invece, che la nomina debba avvenire con decreto del Presidente della Repubblica. La Lega Nord si è dichiarata in altre situazioni favorevole alla nomina di commissari proprio per realizzare l'accelerazione delle opere, ma in questo caso noi abbiamo sempre chiesto che modi e tempi - e soprattutto il tipo di intervento - siano definiti cosa che avviene con l'emendamento...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Pastore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Munerato. Ne ha facoltà.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, troviamo questo decreto-legge ingiusto e sperequativo perché nulla prevede per gli altri 56 siti del territorio nazionale concentrati soprattutto nelle regioni del Centro-nord che hanno criticità equivalenti a quelle di Taranto. Secondo il nostro gruppo, l'intento del Governo è chiaramente un altro: destinare risorse pubbliche all'area portuale di Taranto per favorire lo sviluppo delle società logistiche e dei trasporti che lo gestiscono per gran parte formato da capitale asiatico e, in particolare, cinese. Così si dà un ulteriore vantaggio all'ingresso sui mercati nazionali di merce cinese, che è la maggiore causa di concorrenza sleale che sta affossando il made in Italy e aggravando la crisi commerciale delle nostre piccole e medie imprese di artigiani e industriali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, prima l'onorevole Cazzola ieri ha sbagliato completamente il tiro, non leggendo probabilmente il decreto-legge, e, quindi, non rendendosi conto che nel decreto-legge non si parla assolutamente dell'Ilva. Adesso abbiamo l'intervento l'onorevole Mantovano, il quale sottolinea che la Lega Nord sta facendo con i suoi interventi una continua politica antimeridionalista.
Onorevole Mantovano, bisogna essere chiari: quando si danno 300 milioni al porto di Taranto per la bonifica togliendoli a moltissimi siti inquinati del Nord, qui emerge la questione settentrionale. Quindi, se non è la Lega Nord, qual è il partito che deve difendere le posizioni del Nord e la questione settentrionale? Mi stupisco...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bitonci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rainieri. Ne ha facoltà.

FABIO RAINIERI. Signor Presidente, ribadisco quello che continuano a ripetere i miei colleghi della Lega Nord: la nostra è un'opposizione assolutamente legittima, perché riteniamo che questo Governo stia facendo un'operazione di finanziamento al Sud ai danni del Nord produttivo. Ci sono molti siti al Nord che hanno bisogno e vengono ancora prima del sito di cui stiamo parlando in questo provvedimento. Hanno avuto delle promesse da parte del Governo di essere finanziate e che, invece, oggi, ancora una volta, verranno accantonati per dare soldi ad un imprenditore che, invece, non serve per fare effettivamente quel tipo di bonifica che invece dovrebbe servire. Noi siamo indignati da questo continuo comportamento razzista di questo Governo a trazione sudista che continua a togliere ai...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rainieri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

Pag. 31

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, a dimostrazione di quello che stiamo dicendo ricordo la questione della Caffaro a Brescia: se a Taranto i media nazionali hanno focalizzato l'attenzione sul fatto che i bambini del quartiere Tamburi non possono giocare nei parchi inquinati da PCB, a Brescia è da 10 anni che 25 mila persone non possono coltivare orti e portare i bambini al parco per l'inquinamento di PCB. Sono state chiuse 8 stalle.
Insomma, nel 2007 le analisi dell'Istituto superiore della sanità hanno verificato che la diossina trovata nell'aria a Brescia era il doppio di quella che c'è a Taranto. Eppure questo Governo stanzia circa 400 milioni per Taranto, mentre per Brescia neanche un euro. Questo è quello che succede nella differenziazione tra i siti inquinati del Nord rispetto a quello che è successo a Taranto...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Molgora.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Callegari. Ne ha facoltà.

CORRADO CALLEGARI. Signor Presidente, volevo evidenziare che dei 336 milioni che vengono stanziati da questo decreto-legge, ben 187 sono destinati a interventi portuali.
Se uno va a guardare un attimo nel dettaglio dove sono destinati e a chi sono destinati, si vede che la metà di questi 187 milioni sono destinati alla riqualificazione e alla sistemazione del terminal 1, che è quello che è stato interamente acquistato dalla società cinese. Lo si può evidenziare perché un intervento importante, di 51 milioni, è destinato a fare dei dragaggi per portare il fondo fino a 16 metri. Questo intervento serve per portare le grandi navi, piene di container, all'interno del porto.
Voglio ricordare, ai distratti parlamentari del Partito Democratico veneziani, che il porto di Venezia da anni attende soldi per abbassare il fondo da 10 metri a 12 metri, per fare arrivare le altre navi. Evidentemente, Venezia non ha lo stesso peso di Taranto e il Nord non ha lo stesso peso del Sud.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fabi. Ne ha facoltà.

SABINA FABI. Signor Presidente, la Lega Nord in altre occasioni si è dimostrata favorevole alla nomina di commissari per accelerare la realizzazione delle opere. Non condividiamo, in questo caso, la norma che prevede la possibilità di prorogare la nomina del commissario per la riqualificazione del territorio di Taranto a tempo indefinito.
L'indeterminatezza dei termini del decreto-legge rileva una volontà del Governo di tornare nei vecchi stampi con le emergenze del Sud, che hanno visto protrarsi per anni gestioni commissariali e situazioni di emergenza come, ad esempio, nel caso dell'Irpinia o dei rifiuti di Napoli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Follegot. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Signor Presidente, la Lega Nord è contraria a questo decreto-legge e, quindi, ovviamente condividiamo tutti gli emendamenti che vanno nella direzione di limitare l'operatività di questo provvedimento.
Come è stato detto, con l'approvazione del Protocollo non si è solo posto come obiettivo la bonifica del sito inquinato di Taranto ma anche altri obiettivi, che riguardano lo sviluppo e il potenziamento di livelli occupazionali e anche l'individuazione di incentivi alle imprese. Come è stato detto, non solo al Sud le imprese sono in seria difficoltà, ma moltissime piccole e medie aziende sono in seria difficoltà o, meglio, stanno già chiudendo, giorno dopo giorno, anche al Nord. Quindi, questa attenzione che viene posta da parte del Governo e della maggioranza nei confronti di una situazione pur difficile, però tralasciando altre problematiche che riguardano anche le aziende del Nord, non ci lascia...

Pag. 32

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Follegot.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Forcolin. Ne ha facoltà.

GIANLUCA FORCOLIN. Signor Presidente, la nostra perplessità, su cui stiamo discutendo da tutta la mattina, rispetto a queste problematiche e a questa disparità che il Governo opera su un argomento così importante è, come è stato sottolineato fortemente dal collega Torazzi, il fatto che stiamo comunque investendo delle risorse importanti - oltre 300 milioni - per accelerare quelli che sono poi i canali di ingresso del mercato asiatico. Si tratta di una misura che poi va in contrasto palesemente con quello che si discute da mesi in quest'Aula, con risoluzioni e con mozioni che vanno tutte nell'ordine di tutelare il made in Italy e di contrastare, appunto, l'invasione asiatica con prodotti che poi comportano una concorrenza sleale. Sono tutte questioni che i vari gruppi politici hanno portato in quest'Aula, ottenendo un voto favorevole.
Oggi, invece, ci troviamo ad investire risorse pubbliche, coinvolgendo per solo 7 milioni di euro questa società cinese e, quindi, dando palesemente un'apertura al mercato asiatico e, quindi, un'invasione di merci che sicuramente non farà bene.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Forcolin.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consiglio. Ne ha facoltà.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, intervengo semplicemente per ribadire ancora la contrarietà a questo provvedimento. Volevo raccontare un aneddoto al sottosegretario, che è molto gentile e che ci sta ascoltando da ieri. Da sindaco di Cazzano Sant'Andrea, ho ricevuto un ordine di comparire davanti alla magistratura per alcuni pezzetti di eternit trovati nel giardino della scuola elementare. Questo ha creato una fortissima indignazione da parte di tutti i cittadini (ed era una questione risalente a circa 30 anni prima).
Se questo metro viene utilizzato anche per l'Ilva credo che ci sarà da divertirsi. Credo, però, tra le altre cose, che consiglierò al mio avvocato di chiamare il Ministro Clini a testimoniare che dalla mia situazione a quella dell'Ilva c'è di mezzo il mare.
Per cui, credo che ci sia proprio un'attenzione particolare alla questione sull'inquinamento, che ha pesi e misure completamente diversi. Qui, come...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Meroni. Ne ha facoltà.

FABIO MERONI. Signor Presidente, onorevole Mantovano: 57 siti di interesse nazionale, 300 comuni, 9 milioni di abitanti coinvolti, ma non voglio parlare dei sette siti della Lombardia. Potrei dire: perché non Bari, perché non Brindisi, perché non Manfredonia? Il mare inquinato di Manfredonia non è come il mare di Taranto? Questo è un comportamento razzista, razzista nei confronti delle altre popolazioni, alle quali non date niente, ma che sono sempre nel collegio dell'onorevole Mantovano.
Allora, c'è qualcuno che deve chiedere scusa alle altre popolazioni coinvolte nei 57 siti. Ma forse queste cose non si sanno. Voi pensate all'Ilva, ma qui stiamo parlando di tutta altra cosa: stiamo parlando di andare a bonificare il mare di Taranto.
Condividiamo magari anche l'emendamento, ma bisogna essere chiari su ciò che si dice in Aula. Non si parla dell'Ilva, ma si parla del mare di Taranto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Goisis. Ne ha facoltà.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, i colleghi parlamentari ci accusano di fare ostruzionismo, ma, in realtà, non stiamo facendo ostruzionismo: noi stiamo sottolineando con forza un problema, un problema Pag. 33gravissimo, ossia la discriminazione che continua ad essere perpetrata, da anni, anni ed anni, nei confronti dei Paesi e delle popolazioni del Nord. Ma non mi meraviglio neanche tanto dei deputati e dei parlamentari del Sud, che chiaramente vogliono difendere i loro elettori. Mi meraviglio di tutti i deputati del Nord, di tutti i deputati piemontesi, dei deputati lombardi, dei deputati veneti, friulani e mi chiedo come faranno a rispondere e cosa risponderanno ai loro elettori ed ai loro cittadini, adesso, quando, entro il 15 settembre, bisognerà dire ai nostri cittadini: dovete pagare l'IMU.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Goisis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Signor Presidente, al collega male informato della Lega, voglio dire che Manfredonia ha avuto da parte dello Stato - e anche da parte di altri Governi - quella attenzione necessaria, per cui è stata totalmente disinquinata, o, quantomeno, siamo arrivati alla conclusione. Per cui, parlare o tentare di mettere contro un pezzo della regione Puglia contro un altro pezzo della regione è quanto meno singolare ed è da vigliacchi.
Credo che la strategia della Lega in questo momento debba essere quella di guardarsi i problemi di casa propria. Noi soffriamo il più alto tasso di inquinamento per l'Ilva a Taranto, mentre guardate il tasso di produzione nazionale che c'è a Brindisi, di cui tutti usufruiamo, che ha il più basso indice di cancro. Per cui, quando parlate del Sud, pulitevi il muso (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, al di là dell'invito ad un corso di dizione per il collega che ha appena parlato, che a Manfredonia siano arrivati dei soldi non avevo dubbi, visto che non è in Padania ed al Nord. Siete sempre attenti a finanziare le realtà del Sud (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti del deputato Cera)! Prima di parlare, studiati la lingua italiana!
Signor Presidente, vorrei sottolineare (Commenti del deputato Cera)...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!

PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, se riesce a farlo tacere, anche perché faccio fatica a comprendere cosa dice.

PRESIDENTE. Onorevole Grimoldi, le ricordo che il tempo a sua disposizione sta trascorrendo.

PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, al di là dell'intervento poco fortunato del collega di Manfredonia, che farà un corso di italiano, volevo tornare sulla questione degli emendamenti presentati.
Le porto una testimonianza: trentacinque anni fa, a Seveso, in Brianza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), un'azienda ha avuto un grosso problema con la diossina. Oggi, per i colleghi Mantovano e Lulli, che hanno fatto degli interventi parlando di attività produttive, economia e quant'altro, ricordo che da quei terreni oggi deve passare l'autostrada pedemontana lombarda, nel cuore dell'economia di questo paese, che tiene in piedi la baracca.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Grimoldi. Comunque il mio invito è a tenere un po' più di contegno, almeno nei confronti dei colleghi e di usare termini più consoni a quest'Aula.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, in base all'emendamento indubbiamente dopo le dichiarazioni di alcuni colleghi la Lega Nord e il sottoscritto non accettano Pag. 34lezioni di moralità da nessun politico che ha disfatto il Paese, che ha portato via i soldi dal nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) e li ha usati al sud, ma non usandoli per il sud, perché se oggi parliamo di 300 milioni di euro - che anni fa erano briciolette - che venivano distribuiti a Taranto e in tutti i comuni del sud non accettiamo lezioni di moralità. Noi abbiamo necessità che il nostro territorio al nord venga riqualificato, visto che negli ultimi cent'anni è stato riqualificato con i soldi locali, degli enti locali e con il sudore e la fatica, cosa che mi sembra che dalle vostre parti non avvenga da troppo tempo. Noi abbiamo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Allasia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini. Ne ha facoltà. È l'ultimo intervento, chiedo ai colleghi di prendere posto.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, vorrei segnalare, in virtù di questo emendamento presentato dalla collega Zamparutti, la confusione che regna all'interno di questo decreto limitatamente a come devono essere impiegati effettivamente poi questi fondi stanziati in maniera così semplice e facile, fin troppo facile, solo ed esclusivamente per Taranto, lasciando indietro tutti gli altri 56 siti italiani, anche perché ci rimane il dubbio - e rimarrà purtroppo un dubbio perché penso che questo emendamento non verrà approvato - se questi soldi verranno utilizzati effettivamente per la bonifica ambientale o magari diventino qualche regalia per implementare e migliorare le infrastrutture del porto di Taranto. Questo è il dubbio che ci rimane e questo non solo è un palese aiuto di Stato e quindi un qualcosa che va in contrasto netto con le varie direttive e l'articolo 7 del Trattato istitutivo dell'Unione europea...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pini. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti 1.28, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesaro, Giorgio Conte, Lussana, Cesa, Rampelli, Bruno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 485
Votanti 481
Astenuti 4
Maggioranza 241
Hanno votato
77
Hanno votato
no 404).

Prendo atto che i deputati Scanderebech, D'Antoni, Laganà Fortugno, Vessa, Pionati, Cosentino, Burtone e Orlando hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Ferranti ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Chiappori 1.67. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito formulato dai relatori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, noi ci siamo abituati purtroppo ad avere un atteggiamento - che influisce in genere sui comportamenti che poi assumiamo in quest'Aula - a seconda dei territori nell'ambito dei quali le vicende vengono a svolgersi e svilupparsi. È di ieri la notizia - è uscita un'agenzia ieri sera - che dice che le Acciaierie Beltrame spa confermano la decisione di chiudere lo stabilimento di Porto Marghera. L'interruzione della produzione - si spiega - è irreversibile. Allora, le Acciaierie Beltrame spa - per chi non lo sapesse - fanno parte di un gruppo che poi indirettamente controlla anche l'Ilva di Taranto e su quanto accaduto alle Acciaierie Beltrame spa di Porto Marghera in quest'Aula non è stata spesa Pag. 35una parola, nessuno si è preoccupato del fatto che lì ci siano alcune decine di dipendenti che a questo punto non sanno bene cosa faranno e nessuno si è preoccupato del fatto che in questo contesto nel comunicato si dice che «Per ridurre il più possibile l'impatto sociale derivante dalla chiusura dell'impianto e per valutare eventuali future manifestazioni di interesse da parte di imprenditori industriali, l'azienda ha confermato la disponibilità a sospendere la procedura di mobilità e ad attivare la procedura di cassa integrazione» - bontà loro - «straordinaria per cessazione di attività con gestione biennale».
Vorrei anche ricordarvi quali sono le motivazioni che spingono alla chiusura di questo impianto. Le motivazioni, secondo quanto dichiarato, sono le seguenti: l'impianto di Porto Marghera ha dovuto registrare un'ulteriore flessione del 20-30 per cento del settore movimento terra, per un conto economico che ha consuntivato perdite per 3 milioni. Cioè, si chiude una azienda di quelle dimensioni per ragioni squisitamente economiche, senza che nessuno fiati, senza che nessuno a Marghera, essendo a Marghera, abbia deciso di andare a sfasciare le vie della città o abbia deciso di venire a mettere a ferro e fuoco la capitale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), come ha fatto qualcun altro in questi giorni, senza che nessuno a Marghera abbia ancora minacciato chissà chi con finte bombe al plastico o con altre modalità di questo tipo, proprio perché Marghera è al nord e al nord siamo purtroppo molto diversi dal sud.
Allora, siccome al nord siamo molto diversi, vogliamo che finisca questa dinamica in virtù della quale, quando si è diversi e si è civili, si può essere ignorati e, quando invece al contrario si è incivili, lobbisti e affaristi, tutta l'opinione pubblica deve immediatamente mobilitarsi. Questo è un dato di fatto. Non è possibile che ci sia un atteggiamento di assoluto disinteresse nei confronti di chi dimostra civiltà e ci sia, al contrario, un atteggiamento assolutamente accondiscendente nei confronti di chi dimostra che cinquanta o sessanta anni di assistenzialismo puro in questa Repubblica probabilmente non bastano mai.
È di stamattina un'agenzia del presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, il quale dichiara, testuali parole: dalla Lega ennesima dimostrazione di miopia culturale. Nell'ambito delle sue narrazioni si è arrivati a definire miopia culturale l'atteggiamento ostruzionistico che ovviamente il nostro movimento sta tenendo in quest'Aula per denunciare, al contrario, una miopia che non è solo culturale, ma endemica del sistema, di un sistema che sta soffocando anche l'informazione.
Ieri sul dibattito in quest'Aula, che riguarda un argomento che teoricamente sta molto a cuore a tutti cittadini, non è stata spesa una sola parola in nessuno dei TG i nazionali, perché voi che controllate il sistema lo state soffocando e state cercando di impedire che i cittadini sappiano esattamente di cosa parliamo. Perché state cercando di impedirlo? Perché dovreste dire ai cittadini che noi ci stiamo occupando di una materia che non è quella della quale avete parlato per mesi, che non è quella che ha riempito le cronache dei giornali nel corso di quel lungo periodo agostano, nel corso del quale tutti i giorni abbiamo assistito a dichiarazione e programmi che venivano dal Governo e che dicevano: per l'emergenza di Taranto abbiamo trovato i soldi. Le modalità con le quali abbiano trovato i soldi le abbiamo conosciute tutti in questi giorni. Abbiamo avuto modo di approfondire il tema. Dovrebbero conoscerlo un po' meglio anche i cittadini italiani, perché avrebbero la possibilità di capire per quale motivo noi insistiamo su un punto che è il punto fondamentale del dibattito che stiamo affrontando: questo è un Governo razzista, sostenuto da una maggioranza razzista, che sta facendo un torto al nord a favore, in modo miope e strabico, di un sud che di favori ne ha avuti anche troppi in questi anni e che non meritava in questo momento di essere favorito paradossalmente laddove non serviva (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Cioè noi siamo andati a...

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PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fava. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, sulla figura del commissario in linea generale noi non siamo d'accordo o meglio i commissari che hanno operato in questo Paese su tutte le vicende probabilmente non hanno portato i risultati sperati. In genere il commissario viene nominato ed è un personaggio politico che o non ha ruolo o comunque ha una protezione politica per cui svolge il suo ruolo sotto l'ombrello di un colore politico, e così non funziona.
Noi vorremmo che questo commissario, o chiamiamolo come vogliamo, in qualsiasi altro modo, fosse un professionista, che abbia delle competenze, nominato dalla politica, ma dalla politica che guardi al fine, ma non al fine politico. Allora, siccome queste risorse sono non poche - sono 350 o 360 milioni e credo che questo incarico non sia a termine, come è previsto dal decreto-legge - credo che per spendere 350 o 360 milioni ci vorranno dieci o quindici anni o, comunque, ci sono lavori da seguire, che vanno fatti giorno per giorno. Non penso e non vorrei che poi alla fine questo commissario diventasse - non per sciagura, perché potrebbe essere anche un buon commissario, magari - il presidente della regione, perché il presidente della regione ha già degli incarichi, o lo stesso assessore, nel caso specifico l'assessore che è anche vicino a noi, ma già deve fare l'assessore.
Per cui, va scelto con un'identità professionale importante, occorre che abbia un impegno costante di tutti i giorni, che segua i lavori, che sono importantissimi, perché stiamo parlando di cifre enormi.
Mi fa anche un po' specie - non entro nel merito - che si possa pensare che uno che abbia un incarico così importante non debba essere pagato. Non lo so, probabilmente, pagandolo, potremmo anche accreditargli delle responsabilità o dei lavori che non vengono fatti a regola d'arte.
Su questo vi sono delle perplessità. Non mi riferisco a questo decreto-legge, nominiamo adesso il commissario in questione, ma parlo a futura memoria. Su questo, presenterò un ordine del giorno, signor sottosegretario, e vorrei che lei lo accettasse, perché definiremmo già una figura professionale, senza nome, ma di competenza (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, noi, componente politico-parlamentare Noi Sud per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia, riteniamo assolutamente sbagliato e incomprensibile l'atteggiamento della Lega Nord, perché con l'ostruzionismo si sta paralizzando l'attività parlamentare per ritardare - non per evitare, perché questo provvedimento, comunque, sarà approvato - un provvedimento che è assolutamente necessario e indispensabile per risanare dal punto di vista ambientale l'area del tarantino, ma anche per evitare che la chiusura dell'Ilva metta in discussione il futuro industriale non di Taranto o del sud, ma dell'intero Paese.
Allora, altro che miopia politico-culturale della Lega! Ci troviamo di fronte ad un caso di autolesionismo, di cecità politica e culturale - non di miopia, ma di cecità politica e culturale - rispetto a un movimento che, in chiara difficoltà di credibilità politica per i fatti che tutti quanti noi conosciamo e che io non voglio ripetere, si sta accanendo inutilmente rispetto ad un provvedimento che è fondamentale per l'intero Paese.
Il sud è stato saccheggiato da industrie del nord, che sono venute al sud, hanno preso quei finanziamenti che loro ritengono assistenziali e se ne sono ritornate al nord tranquillamente, dopo avere preso i soldi dello Stato. Potremmo fare un lungo elenco di imprenditori del nord che continuano a portare risorse al nord e che hanno preso i soldi che erano stati destinati al sud. Allora, il mio invito è quello di assumere atteggiamenti seri e responsabili quando si tratta di votare provvedimenti Pag. 37che guardano all'interesse generale.
Noi siamo all'opposizione di questo Governo, ma abbiamo votato a favore di provvedimenti, come quello per il terremoto in Emilia, che riteniamo che vadano nell'interesse di tutti. Mi auguro che cessi questo atteggiamento ostruzionistico e che si vada rapidamente all'approvazione di un provvedimento che noi riteniamo giusto e per il quale voteremo favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi Sud per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, il nord ha una sola fortuna, che qui dentro vi sono i deputati della Lega Nord, perché tutti gli altri stanno bellamente coprendo un'operazione che, come ho detto prima, vede nel presidente della regione Puglia l'utilizzatore finale di questi soldi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Basta leggere che vi è la previsione della costituzione di una cabina di regia coordinata e gestita dalla regione Puglia. È un regalo elettorale, signori, che parte da un'esigenza vera, per l'amor di Dio, ma che consiste nella dazione di 385 milioni di euro. Pensate, chiudiamo mille uffici giudiziari per risparmiare 50 milioni e ne diamo sette volte tanto alla regione Puglia, di fatto. Certo, avete lo schema del soggetto attuatore. Chi è? È un «pupo» che, alla fine, verrà coordinato e gestito dalla regione Puglia.
Caro, onorevole Cera, non ci dica certe cose. Non siamo pronti a chiudere gli occhi! Difendiamo la giustizia, che deve essere per tutti, non come sempre! Una parte del Paese che paga e l'altra parte...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paolini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

MARCO RONDINI. Signor Presidente, che gli onorevoli Iannaccone e Cera difendano il sud clientelare è scontato. Diverso, invece, dovrebbe essere l'atteggiamento di chi è stato votato al nord per fare gli interessi di quella parte del Paese. I vari parlamentari eletti nelle liste del PD e del PdL dovrebbero spiegare come mai mantengono un atteggiamento assolutamente discriminatorio nei confronti di quel territorio che li ha espressi.
Per realizzare questo decreto-legge si privano le regioni di 20 milioni di euro che dovrebbero essere indirizzati ad interventi di carattere ambientale che interessano tutto il territorio nazionale, finanziamenti che lo Stato ogni anno mette a disposizione per la difesa del suolo e che sono palesemente insufficienti. I parlamentari di questa strana maggioranza dovrebbero ricordare ciò che più volte ha denunciato Legambiente, la quale ha certificato che a rischio idrogeologico sono 82...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rondini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Desiderati. Ne ha facoltà.

MARCO DESIDERATI. Signor Presidente, stiamo assistendo alla solita manfrina italiana. Raccontiamo una verità, che non è una verità, per celare il motivo vero.
Allora, caro signor sottosegretario, diciamo agli italiani che state prendendo come scusa i lavoratori dell'Ilva per dare 200 milioni di euro al porto di Taranto per la costruzione di una diga foranea? Abbiamo il coraggio di dire questa cosa? Quanti sono i porti italiani - Genova, Ravenna, Venezia, Trieste - che avrebbero bisogno di fondi per migliorare le loro dighe, i loro moli, i loro terminal, per essere più competitivi con l'Europa? Invece no, utilizziamo la scusa banale della bonifica o quella di salvare qualche posto di lavoro all'Ilva, mentre in realtà celiamo questo finanziamento illecito al porto di Taranto.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Desiderati. Pag. 38
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonino. Ne ha facoltà.

GUIDO BONINO. Signor Presidente, colleghi, ci troviamo di fronte ad un provvedimento palesemente ingiusto, perché discrimina le nostre aree industriali del nord rispetto a quelle del sud, certamente minoritarie.
Ho vissuto la mia esperienza personale sul disinquinamento delle aree intorno all'ACNA, un'azienda chimica che produceva a livello internazionale. Il Governo non ha favorito il disinquinamento delle aree, anzi, tramite il proprio commissario di parte, ha sempre ostacolato il risanamento perché le prerogative del Ministro erano altre, come quella della deindustrializzazione a favore non sappiamo ancora di quale altro...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bonino.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'emendamento di cui si sta discutendo ha l'obiettivo di precisare il ruolo che deve ricoprire il commissario che dovrà gestire la situazione derivante dall'inquinamento di Taranto.
Dobbiamo ribadire - poiché si tende ancora ad una mistificazione da parte dei colleghi della maggioranza - che l'Ilva di Taranto viene utilizzata come alibi - lo ripeto - per finanziare, invece, un nuovo porto che va ad accogliere le invasioni delle merci cinesi. Ribadisco ancora che non vediamo ancora in Aula il Ministro Clini. Vorremmo che fosse tra noi dal momento che il provvedimento...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Maggioni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Chiappori. Ne ha facoltà.

GIACOMO CHIAPPORI. Signor Presidente, come al solito in quest'Aula qualcuno cerca di raccontare agli altri cose non vere. È capitato in qualche intervento prima del mio che qualcuno dicesse «Bene, voi non volete il risanamento dell'Ilva, ma il male dei lavoratori». Questo è stato l'intervento del «compagno toscano» Lulli.
Non è vero, non è assolutamente vero, perché questo è un provvedimento con cui vanno 112 milioni di euro per il risanamento e tutto il resto per affari diversi. Hanno fatto muovere la magistratura, intervengono le lobby ed ecco che arriva questo provvedimento.
Però c'è un elemento, tra tanto ostruzionismo che voi dite esserci. C'è un emendamento, che è per tutti, anche per la gente del sud, che è il mio, con il quale chiedo di dare in mano ad un commissario tutto il Protocollo prima che spariscano i soldi dei lavoratori, prima che spariscano i soldi...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Chiappori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo per ribadire che se la difesa d'ufficio a questo vergognoso provvedimento viene lasciata e giustificata con l'intervento del collega Cera, ebbene è una difesa d'ufficio estremamente debole ed estremamente affievolita. Perché? Perché questa difesa d'ufficio arriva da quella classe politica e da quella classe dirigente del sud che, anziché controllare e vigilare affinché una vicenda, come la vicenda dell'Ilva di Taranto, non si verificasse, hanno probabilmente contribuito affinché a Taranto si realizzasse ciò di cui oggi noi siamo discutendo.
Se vi è una miopia culturale - che non c'è da parte della Lega - nell'esercizio di un diritto democratico, che è quello di intervenire in Aula per difendere i cittadini del nord, al contempo vi è una miopia politica e di gestione delle risorse perpetrata dalla classe dirigente del sud.

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, innanzitutto sull'emendamento sull'attuazione del Protocollo di intesa, che chiede una modifica con la sostituzione di alcuni termini, c'è da fare una valutazione, riprendendo le considerazioni dei colleghi dell'attuale maggioranza, che rivendicano colpevolezze su imprenditori del nord. Avrei piacere di capire e che questi colleghi denunciassero questi imprenditori del nord, se c'è stato un abuso da parte loro. Ma, dato che non c'è stato un abuso e che voi avete utilizzato i benefici economici e sociali di questi imprenditori che sono venuti ad insediarsi sui vostri territori, perché voi non avevate imprenditori e non avevate la capacità di volerlo fare, abbiamo avuto, però, la necessità e la volontà, noi del nord, di dare delle possibilità al sud che non sono state utilizzate.
Oggi siamo ulteriormente con la...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Allasia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, vorrei concludere il ragionamento che stavo svolgendo prima. Il nostro Paese ha un punto di forza, soprattutto in questo momento di crisi economica, che sono le nostre esportazioni, che crescono e che fanno arrivare soldi dall'estero al nostro Paese.
Le esportazioni partono per lo più dall'aeroporto di Malpensa, che è leader nel sud Europa per il traffico merci. Le merci, però, prima di arrivare a questo aeroporto, viaggiano mediamente a 24 chilometri orari e questo problema verrà risolto dall'autostrada pedemontana lombarda, che permetterà l'arrivo delle merci all'aeroporto di Malpensa, più fluido e più veloce.
Il problema qual è? Dopo 35 anni che lo Stato ha dormito sul problema della diossina a Seveso e non è intervenuto e non ci ha messo una lira, oggi costruire questa strada comporterà degli ulteriori problemi ed aggravi, perché mai nessuno a Roma si è accorto che c'è un problema ambientale anche in altre zone del Paese, che non sono solo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Grimoldi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Goisis. Ne ha facoltà.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, vorrei rispondere all'onorevole Cera, che ci diceva di farci «i fatti nostri», che proprio perché sono fatti nostri noi ci arrabbiamo. Infatti, si tratta di soldi nostri: questi 370 milioni sono soldi che sono stati ottenuti e sono stati frutto del lavoro delle aziende, delle agenzie e delle imprese del nord. Sono frutto del lavoro di coloro che adesso protestano proprio perché lo Stato è sordo ed è miope, come il Governo è sordo, miope, addirittura anche, come dicevo prima, «patrigno» e non si è curato assolutamente dei nostri imprenditori, che finora si sono ammazzati.
Non si è curato assolutamente di questi omicidi di Stato e siccome non siamo masochisti e non vogliamo continuare a dover soffrire e a vedere le nostre famiglie...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Goisis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Meroni. Ne ha facoltà.

FABIO MERONI. Signor Presidente, mi dispiace che l'onorevole Cera non sia presente: avrà preferito qualche altra poltrona anziché questa.
Il problema è molto semplice: qui si interviene su un articolo dove si parla di utilizzare i fondi per bonificare un bacino e faccio un paragone con Manfredonia. Non sto dicendo che non si è fatto niente, Pag. 40né sto mettendomi contro qualcuno. Sto solamente rispondendo a quello che ha detto l'onorevole Cera: a Manfredonia, dove la situazione di emergenza doveva finire entro il 31 gennaio del 2012, l'emergenza continua e i soldi non ci sono e non ci saranno e vedremo cosa si farà. Ci sarà lui che troverà questa causa, ma il problema è diverso: vi sono altri siti non hanno visto un euro e hanno necessità di averne. Perché non si nomina allora anche lì un commissario? Queste popolazioni sono così maltrattate! Lo ripeto ancora: si tratta di 57 siti, 300 comuni, 9 milioni di abitanti, 9 milioni di italiani!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consiglio. Ne ha facoltà.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, non molto tempo fa abbiamo approvato in quest'Aula e nella Commissioni il famoso «pacchetto energia», una direttiva europea, il cosiddetto «20-20-20». Mi risulta anche che tutte le amministrazioni comunali, dalla più piccola alla più grande, abbiano messo in condizione di redigere un documento dove si andava, nei prossimi anni, a ridurre le emissioni di CO2 e altre cose.
Sicuramente lo ha fatto anche la città di Taranto, sicuramente questo è stato fatto dagli uffici, avranno chiamato dei «Soloni» a redigere un documento di questo tipo che sicuramente sarà rimasto nel cassetto. Io chiederò al comune di Taranto questo documento per vedere cosa è stato fatto cosa e cosa è stato previsto per quanto riguarda la questione legata all'Ilva. Sarà interessante verificare se questo provvedimento, che voi state portando avanti, tiene conto anche di alcune situazioni a livello comunale. Ci sarà qualcuno...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Consiglio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Forcolin. Ne ha facoltà.

GIANLUCA FORCOLIN. Signor Presidente, mi riallaccio all'intervento del collega Fava e alla problematica legata alle Acciaierie Beltrame di Porto Marghera. Quello che ci stupisce è proprio il silenzio assordante che oggi c'è da parte dei colleghi veneziani. Parlo dell'onorevole Viola, dell'onorevole Murer e dell'onorevole Martella. Non mi stupirei poi, appunto, di fronte a questa iniziativa, a questo segnale di chiusura dell'azienda - parliamo di 120 famiglie - la prossima settimana magari di incontrarli in azienda a portare la loro solidarietà a queste famiglie e a questi lavoratori. Faranno di tutto per essere sicuramente a loro fianco, quando oggi invece c'è la possibilità di lavorare assieme al Parlamento e alla Lega Nord per tutelare soprattutto le aziende del nord e del veneziano. Questo problema è a conoscenza di tutti, lo sappiamo bene, però l'ipocrisia di queste forze politiche sarà quella di vederle al loro fianco, solo a parole, magari la prossima settimana in azienda. Vigileremo anche noi parlamentari della Lega Nord su tali questioni perché oggi c'è la possibilità...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Forcolin.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo per portare l'attenzione sull'importanza dell'emendamento del collega Chiappori 1.67, in maniera specifica a quel capoverso che fissa in maniera incontrovertibile quella che deve essere la durata della carica di questo commissario straordinario che, come si ricordava prima, è assolutamente necessario che entri in funzione immediatamente, perché con tutta questa urgenza e con tutta questa emergenza a noi non risulta che dopo più di un mese dall'emanazione del decreto-legge sia stato ancora poi nominato.
Evidentemente, i soldi invece sono stati stanziati e quindi che strade prenderanno è difficile da comprendere. Ma soprattutto c'è la necessità di fissare un tetto, una Pag. 41durata massima, per evitare che qualcosa che viene definito emergenziale poi diventi quell'emergenza continua in stile Napoli che purtroppo ben conosciamo, sia per le malefatte che poi sono state generate da quel tipo di gestione, sia anche per lo sperpero di denaro pubblico che ne è conseguito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Follegot. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Signor Presidente, abbiamo già parlato della nostra contrarietà a questo decreto-legge e della non condivisione degli obiettivi che si propone, perché ha comunque come obiettivo finale il solo sito di Taranto. Ma è anche opportuno parlare di quelle risorse che vengono stanziate - oltre 330 milioni di euro - e che vengono sottratte ad altri fondi.
In particolare, 20 milioni vengono tolti dal fondo contro il rischio idrogeologico e altri 70 vengono prelevati dal fondo per l'attuazione del protocollo di Kyoto.
Sappiamo benissimo che questi capitoli sono già sottostimati e che queste risorse non andranno più alle nostre regioni e alle imprese, quindi questo creerà dei grossi problemi per quanto riguarda proprio il controllo idrogeologico del nostro territorio, che già soffre per le molte problematiche in tutto il territorio nazionale.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Follegot.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fabi. Ne ha facoltà.

SABINA FABI. Signor Presidente, ribadiamo il nostro «no» a questo decreto-legge, perché si tratta di un espediente ingiusto, che nulla prevede per gli altri 56 siti di interesse nazionale concentrati soprattutto nelle regioni del Centro-nord, che hanno criticità equivalenti, se non peggiori, rispetto a quelle di Taranto.
L'intento del Governo è chiaramente un altro: destinare risorse pubbliche all'area portuale di Taranto per favorire lo sviluppo delle società logistiche e di trasporti che lo gestiscono, per gran parte formate da capitale asiatico, in particolare cinese, che gestirà tutto il settore del terminale e contenitori del porto.
Noi dobbiamo pensare alle nostre aree e ricordo ancora l'area di Porto Marghera...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fabi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Callegari. Ne ha facoltà.

CORRADO CALLEGARI. Signor Presidente, continuo a non sentire la voce dei parlamentari del Partito Democratico di Venezia già citati: onorevoli Martella, Viola, Murer. Non ho sentito nessun intervento che parli di Porto Marghera e della realtà che vive Porto Marghera.
Stiamo oggi approvando un decreto-legge che - lo abbiamo già detto - riteniamo discriminatorio. Vengono dati, in sintesi, 336 milioni di euro all'area di Taranto mentre all'area di Porto Marghera purtroppo zero.
Sono curioso di vedere cosa andranno a dire, come diceva il collega Forcolin, domani ai lavoratori delle Acciaierie Beltrame. Come sempre scenderanno giù, faranno promesse inutili e vacue e dopo, in Aula, li vedremo in silenzio appoggiare questo provvedimento, che prevede stanziamenti solo per il Sud.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, io vedo profonde differenze negli interventi che vengono fatti nell'area di Taranto rispetto all'inquinamento, ad esempio, del sito della Caffaro a Brescia, che ha determinato dei valori che sono presi come simbolo, come elemento di inquinamento, ad esempio la presenza del PCB nel latte materno.
Nella zona di Taranto secondo le analisi vi sono circa 20 picogrammi di PCB nel Pag. 42latte materno. Nell'area di Brescia siamo a oltre 140 picogrammi, quindi oltre sette volte i valori di Taranto. Eppure, a Brescia, per l'area della Caffaro non è arrivato nulla. Anche qui, come i colleghi di Venezia attendono di sentire cosa ne pensano i colleghi veneti del Partito Democratico, vedo l'onorevole Corsini piuttosto che l'onorevole Ferrari (bresciani del PD) che non dicono nulla su questa cosa e sulle differenze di trattamento fra la città di Brescia, profondamente inquinata anche da quel sito riconosciuto a livello internazionale, rispetto all'Ilva di Taranto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rainieri. Ne ha facoltà.

FABIO RAINIERI. Signor Presidente, io sono profondamente addolorato da quello che si sente in quest'Aula: sentire ancora gente come Cera, come quelli dell'UdC e del PD, che parlano di un'emergenza a Taranto. Quella del terremoto dell'Emilia non è un'emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)? Quella di gente che è ancora da mesi fuori dalle case, alle porte dell'inverno, che non sanno dove andare ad abitare? Non è emergenza questa? E dove sono i soldi per il terremoto che il Governo ha promesso? Dove sono questi soldi? E dove sono i parlamentari della maggioranza (PD, PdL, UdC e FLI) dell'Emilia che non dicono nulla di questo, ma si lasciano coinvolgere in un'operazione economica di bassa lega solo per finanziare un sito di un privato, che serve ad aiutare solamente il Meridione (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). ..

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rainieri.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, vorrei capire da questo Governo se esistano operai e aziende di «serie A», magari cinesi, e operai e aziende di «serie B», magari veneti. Abbiamo parlato prima della situazione dell'azienda Acciaierie Beltrame e ci aspettavamo che i deputati veneti e i deputati del Nord di tutti gli schieramenti si facessero sentire su questa cosa. Non è possibile che un'acciaieria del Nord chiuda e gli operai restino a casa, e che i deputati dell'Unione di Centro, del Popolo della Libertà e del Partito Democratico, i deputati veneti, così come anche i deputati del Terzo Polo, non dicano assolutamente niente su questo importante argomento. Ci sono operai veneti che rimangono a casa, mentre voi sponsorizzate il provvedimento che utilizza i soldi del Nord per il porto di Taranto!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Munerato. Ne ha facoltà.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, come ho detto prima, l'intento di questo Governo è destinare risorse pubbliche all'area portuale di Taranto per favorire lo sviluppo delle società logistiche e dei trasporti che lo gestiscono, per gran parte formate da capitale asiatico e in particolare cinese. L'aggravante di queste misure adottate dal Governo è che una parte delle risorse spendibili che lo Stato mette a disposizione rientrano tra quelle più preziose del bilancio nazionale, in quanto finalizzate alla lotta al dissesto idrogeologico (20 milioni di euro) ed al finanziamento di progetti diretti all'attuazione del protocollo di Kyoto contro i cambiamenti climatici (70 milioni di euro). Si tratta di risorse stornate da due fondi di considerevole rilevanza per l'economia nazionale. Ancora una volta il Nord verrà penalizzato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pastore. Ne ha facoltà.

MARIA PIERA PASTORE. Signor Presidente, egregi colleghi, è troppo comodo accusare la Lega Nord Padania di ostruzionismo, è troppo comodo dire che l'ostruzionismo della Lega blocca l'attività Pag. 43parlamentare, perché l'attività di questo Parlamento è stata in realtà bloccata da una serie infinita di decreti-legge di questo Governo, su cui questo Governo ha sempre posto la fiducia. E allora se per la prima volta non viene posta la fiducia, dateci almeno la possibilità di esprimere la voce del Nord del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Non è neppure vero dire che la Lega blocca questo provvedimento, in quanto, essendo un decreto-legge, è in vigore dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Noi vogliamo, però, portare avanti esigenze chiare e precise. Ne facciamo una questione di principio? Sì, ne facciamo pure una questione di giustizia, di equità e di democrazia, perché c'è solo una parte del Paese che paga e deve chinare la testa di fronte alle esigenze di chi, invece, è sempre aiutato. Bene, è troppo comodo, quindi lo diciamo noi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, visti i provvedimenti dove si dice sempre che questo Governo non ha i soldi, vorrei diventare extracomunitario, dal momento che nel precedente provvedimento avete assegnato 500 milioni di euro a fondo perduto alle popolazioni del Nord Africa, mentre il Nord del Paese non può avere i soldi. Inoltre, visto che si parla di Taranto, mi ricorda una denominazione che c'era nell'antichità: Magna Grecia, loro «magnano» e noi dobbiamo pagare! Magna Grecia! Terroni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Romele. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, innanzitutto vorrei che questo fosse un momento di più serena riflessione, senza entrare nel merito del provvedimento specifico, in quanto, è vero che ci sono comunque più di cinquanta siti delicatissimi in tutta Italia, però è altrettanto vero che anche Taranto ha grandi problematiche, per cui magari compiamo uno sforzo reciproco per far sì che la visione sia a tutto tondo su tutto il territorio nazionale. Senza entrare nel merito e senza porre un accento negativo su questo provvedimento - che, comunque, condivido - allo stesso tempo chiedo al Governo di prestare un'attenta visione anche al sito Caffaro di Brescia, perché è una grande problematica che da tempo ci trasciniamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, credo che questo provvedimento non faccia assolutamente bene nemmeno alla nostra immagine in Europa.
Mi permetto di ricordare ai colleghi dell'Unione di Centro quello che ha detto, tre settimane fa, il capogruppo della Cdu, parlando dell'Italia; egli ha detto semplicemente: cosa c'è di nuovo? Sono centocinquanta anni che l'Italia è in queste condizioni, perché c'è un Nord industrioso, innovativo e che lavora e c'è un Sud che non riesce a stare al passo. Ora, io immagino, e mi rivolgo anche al segretario Cesa, probabilmente, per estensione, viste le considerazioni del capogruppo della Cdu, lei oggi telefonerà al gruppo della Cdu tedesca per dirgli di lavarsi il muso. Evidentemente, avete un problema in casa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, intervengo perché non mi piace il taglio - e lo dico con tutto l'affetto che gli amici della Lega sanno che porto per loro - che, la Lega stessa, sta dando a questo dibattito e all'attività parlamentare che stiamo svolgendo. Metterla come contrapposizione Nord-Sud, soldi al Sud, Pag. 44rispetto al Nord, Porto Marghera e così via, secondo me è un'impostazione sbagliata. Noi, la politica, siamo qui per risolvere i problemi degli italiani; se a Taranto c'è un'emergenza determinata dal fatto che ci sono 12 mila posti di lavoro a rischio, da un lato, e dall'altro lato c'è un rischio salute, vita, determinato appunto dall'inquinamento che, come sappiamo dai report che abbiamo avuto, determinano tumori in quel territorio...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Barbato.

FRANCESCO BARBATO. Ho cinque minuti, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, ha già parlato l'onorevole Cimadoro per il suo gruppo. Non mi sarei mai permesso di ledere nessuno.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, le chiedo, se fosse possibile, di richiamare l'attenzione dell'Aula, perché altrimenti devo fare sempre lo stesso intervento. Io faccio il possibile, nei miei limiti. Detto questo, nuovamente, il collega Barbato è intervenuto su una cosa che non è scritta da nessuna parte nel provvedimento: non si parla di Ilva! Dovete finirla di mistificare la realtà davanti ai cittadini. Si parla delle bonifiche del porto di Taranto, non si parla dei 12 mila posti di lavoro dell'Ilva. Finitela! Non sapete neanche quello che state votando! Onorevole Cera, mi perdoni, ma dopo i 60 miliardi che ogni anno vanno dal Nord al Sud almeno abbia la dignità di venire qua a dire grazie, invece di accusare il Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fogliato. Ne ha facoltà.

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, intanto, con l'intervento del collega, onorevole Cera, è emerso chiaramente quello che è il volto dell'UdC, che non è quello gioviale e sorridente a cui ci ha abituato il suo presidente Casini in televisione ma, il volto vero, è quello dell'onorevole Cera. I voti presi dall'UdC al Nord, ormai è chiaro a tutti che sono voti estorti con l'inganno e poi, una volta presi questi voti, i deputati vengono qui in Parlamento a portare i soldi al Sud. Quindi, noi registreremo l'intervento dell'onorevole Cera e faremo vedere ai nostri cittadini al Nord quello che ha detto e quello che ha portato qui in Aula. I voti presi dall'UdC al Nord sono voti estorti con l'inganno perché poi, una volta qui, vengono usati per fare altre cose e per portare consenso e soldi al Sud.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare all'onorevole Volpi che la Germania ha speso per il recupero delle sue regioni in ritardo di sviluppo, nell'arco di pochi anni, cifre assai superiori a quelle che l'Italia ha speso dall'unificazione fino al presente. Non citiamo cose che non conosciamo e non diamo ad intendere che l'Europa sia diversa da quella che è. Quanto alla questione, credo che bisogna dire molto semplicemente che c'è una situazione di emergenza. Se chiude l'Ilva rimangono disoccupate duecentomila persone in Italia, non ventimila a Taranto, tutti quelli che consumano acciaio e molti di loro, la gran parte di loro, sono nel bresciano, sono nel bergamasco sono nel Veneto. Volete che questi rimangano disoccupati (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo)?
Non avere il senso dell'unità nazionale significa non essere neanche capaci di capire come funziona questo Paese e non Pag. 45essere neanche capaci di tutelare adegua tamente gli interessi della parte del Paese che si vuole rappresentare (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Invito tutti i colleghi a ricordarsi della dignità di essere italiani (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Montagnoli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, ho sentito quanto detto dal collega Buttiglione: se vi fosse la Germania a gestire quelle risorse nel Sud, forse il Sud non sarebbe in quelle condizioni. Infatti, noi abbiamo ben gestito le nostre risorse e le tasse vengono spese per risolvere i problemi dei cittadini. Siamo consci, invece, che questi soldi - che sono tanti - sono l'ennesima regalia, come i 400 milioni di euro dati alla Sicilia, così come i fondi - nella Puglia già abbiamo dimostrazione di dispersione di miliardi delle vecchie lire - dell'acquedotto pugliese. Si tratta di cambiare registro, di trattare tutti i cittadini nelle stesse condizioni, quelli del Nord come quelli del Sud, cosa che non sta avvenendo. Non si salva l'occupazione, perché a fronte di queste 10 mila persone - e ci teniamo anche noi al lavoro - ce ne sono 202 mila che lo stanno perdendo, e a quelle nessuno dà risposta. Per cui, sono soldi buttati, che non sono per l'Ilva, ma per lo sviluppo di altre attività.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scanderebech. Ne ha facoltà.

DEODATO SCANDEREBECH. Signor Presidente, sono arrivato ieri in questo Parlamento, per parlare e per discutere un provvedimento che deve andare nell'interesse dei cittadini. Questo Parlamento, cari colleghi, oggi sta dando una pessima immagine di quello che dovremmo fare.

ANGELO CERA. Quote latte! Quote latte! Quote latte (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Onorevole Cera! Colleghi!

DEODATO SCANDEREBECH. Il problema, cari colleghi... cari colleghi... cari colleghi...

PRESIDENTE. Onorevole Scanderebech, non ce l'hanno con lei, non si scaldi.
Onorevole Cera, per cortesia.

ANGELO CERA. Vergogna!

PRESIDENTE. Onorevole Cera, non raccolga... Fate parlare l'onorevole Scanderebech, per cortesia.

DEODATO SCANDEREBECH. Cari colleghi della Lega Nord, cari colleghi dell'UdC, cari colleghi del PdL, cari colleghi del PD...

PRESIDENTE. Onorevole Scanderebech, si rivolga alla Presidenza!

DEODATO SCANDEREBECH. Il nemico non è qui dentro, non è tra di noi, cari colleghi. Noi dobbiamo dare risposte a quel populismo che vi è fuori, all'antipolitica. Questa di oggi non è la migliore risposta, perciò, per favore un po' di attenzione a quelli che sono i temi dei cittadini. Tralasciamo quelli che sono gli interessi partitici. Cerchiamo di portare avanti questo provvedimento nel massimo interesse dei cittadini. Basta con queste beghe di cortile in un luogo sacro dove è stata fatta la storia dei cittadini e dove dobbiamo dare risposte ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

Pag. 46

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, da polentone... (Il deputato Cera mostra un cartello recante la scritta: «Quote latte»).

PRESIDENTE. Onorevole Cera! Onorevole Cera! Onorevole Cera, la richiamo all'ordine!

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente...

PRESIDENTE. Onorevole Polledri, attenda un attimo. Onorevole Cera, colleghi, onorevole Volpi...

MASSIMO POLLEDRI. Se possiamo trovare qualche goccia magari da dare al collega.

ANGELO CERA. Quote latte! Vergogna!

PRESIDENTE. Onorevole Cera, per cortesia, altrimenti la richiamo per la seconda volta! Non reagisca! Prego, onorevole Polledri.

MASSIMO POLLEDRI. C'è anche l'infermeria, Presidente, se si volesse.
Signor Presidente, io ricordo, da polentone, che c'era una volta un partito serio, che risolveva i problemi, ed era in qualche modo...

MANUELA DAL LAGO. Signor Presidente, c'è un collega che riprende!

PRESIDENTE. Onorevole Crolla, è vietato fare riprese in Aula, lo sapete. Prego, onorevole Polledri.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, dicevo che c'era una volta un partito serio, composto da uomini del Nord e da uomini del Sud, che risolvevano i problemi.
Oggi con questo provvedimento non solo non li risolvono. Ricordiamo, anche con una certa nostalgia, che almeno sapevano parlare l'italiano, cosa che ultimamente non abbiamo visto nell'intervento dell'onorevole Cera. Questo provvedimento non risolve il problema, perché vorremmo dire che magari questo Governo doveva prendere in mano le redini. Noi, onorevole Buttiglione, non vogliamo i licenziamenti, noi vogliamo che l'Ilva rimanga...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Polledri. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Negro. Ne ha facoltà.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, è sbalorditivo vedere la reazione di un sindaco quale l'onorevole Cera che, quando gli si dice la verità, si scaglia contro gli altri colleghi. È segno della moderazione. Forse la balena bianca è diventata una balena aggressiva, forse dovrò leggere altre favole a mia figlia: «C'era una volta la balena bianca che si è trasformata in una balena aggressiva che mangia ogni cosa che il suo territorio produce» e questo è il drammatico quadro che noi parlamentari della Lega Nord vogliamo dirgli e dirvi per farvi riflettere su questa situazione.
Poi, quando ci si confronta sulle varie situazioni, si nota che si tratta il Paese in due modi, con due pesi e due misure. È drammatico. Oggi nessun parlamentare degli altri partiti viene a rilevare i grandi problemi che abbiamo in Veneto e quindi ai nostri cittadini, ai dipendenti della regione Veneto che lavorano...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Negro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chiappori 1.67, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Paolini, Giro, Mondello, Gatti, Bruno, Pianetta, Schirru, Cesario, Margiotta, Iapicca...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 47
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 456
Votanti 450
Astenuti 6
Maggioranza 226
Hanno votato
47
Hanno votato
no 403).

Prendo atto che i deputati Zaccaria, Corsini e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Fogliato 1.77.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Torazzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, questo emendamento è volto a cercare di mettere un po' d'ordine e a far intervenire anche i Ministeri dello sviluppo e della salute e non soltanto quello del mare e dell'ambiente. Però i nostri sforzi di cercare di mettere ordine e di fare chiarezza...

PRESIDENTE. Colleghi, vi ricordo che continuiamo con le votazioni. Le chiedo scusa, onorevole Torazzi, prego.

ALBERTO TORAZZI. Dicevo degli sforzi per mettere chiarezza ed avere anche un po' di trasparenza, trasparenza che continua a mancare perché è veramente doloroso vedere un collega preparato e intelligente come l'onorevole Lulli sostenere che questo intervento è quello che permette di tenere aperta l'Ilva, perché questa - è difficile trovare un sinonimo - è una falsità.
L'Ilva rimane aperta non per questo decreto, o decretino (in tutti i sensi), che va a favorire il nostro amico Vendola, che ricordo a tutti è sempre innamorato, ma il problema viene risolto dagli oltre cinque miliardi di investimenti che ha fatto l'Ilva che è una grande azienda, una signora azienda che continuerà a produrre per quel motivo e, se qualcuno la fermerà, dimostrerà che esiste veramente un muro tra il Nord e il Sud, il muro di chi fa, si confronta con la realtà, ha una cultura pragmatica europea e chi invece si arzigogola con i cavilli e spesso fa solo il burocrate o il magistrato.
Questa è una cosa grave perché due Paesi così non possono stare insieme. Poi abbiamo assistito a tutta una serie di altre manifestazioni e ragionamenti che ci portano sempre fuori mano. Tra l'altro, scusatemi l'inciso, prima avete applaudito perché la Corte costituzionale tedesca ha approvato l'ESM. Ecco, la Presidente Bindi non so se ha avuto delle informazioni non complete, però, quello che hanno detto quelli della Corte costituzionale è che i 500 miliardi di euro che hanno già messo dentro ormai sono andati in carrozza, ma che deve essere chiaro che solo i 190 miliardi di euro tedeschi che devono entrare in quei 500 sono autorizzati, dopodiché ci vorrà sempre un singolo voto del Bundestag.
Ora, se c'è qualcuno che, avendo bisogno probabilmente di un TSO, crede che 500 miliardi di euro siano sufficienti a risolvere il problema, magari il Presidente del Consiglio Monti rientra in questa categoria perché ci ha detto che avrebbe firmato il fiscal compact e non avremmo dovuto rientrare dal debito in vent'anni, poi ha detto che no, aveva firmato l'altro Governo, ha detto che avrebbe fatto crescere di 10 punti il PIL con le liberalizzazioni, poi ha detto che si era sbagliato di qualche zero prima della virgola, poi ha detto che dava la crescita al Paese e alla fine ha detto che la crescita non la fa lui ma la devono fare le imprese e, poi, il massimo, che rientrerebbe, secondo me, nella norma della legge sui pentiti con tutti i benefici del caso, ieri ha detto che lui ha acuito la crisi. E noi lo ringraziamo di questa sua sana confessione.
Certo che, se questo qui è il Governo che ci deve salvare, io dico che il TSO non serve soltanto per il professor Monti, ma anche per quel leader di un partito di origine teoricamente democratica cristiana che ha detto che dopo Monti ne vuole un altro, perché lì bisogna veramente essere Pag. 48fuori di testa, diciamo la verità (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Tornando al nostro provvedimento, è importante avere il coraggio di affrontare i problemi e dire ai cittadini che questo provvedimento non serve per l'Ilva, lo abbiamo fatto su Taranto, per il porto. E noi siamo talmente tonti e tordi che crediamo che far entrare le merci cinesi per dare lavoro a quattrocento portuali sia meglio, sia più utile che salvaguardare migliaia di imprese del Nord, del Centro e del Sud. È questo il problema. Però state attenti perché, a furia di menzogne, poi la gente un giorno aprirà gli occhi e capirà.
Guardate che ieri, in Catalogna, dove fino a poco tempo fa, qualche anno fa, un presidente socialista diceva di avere messo praticamente in ordine la Catalogna, un milione e mezzo di persone hanno manifestato e quello che voi non avete scritto sui vostri giornali è che hanno partecipato nove su undici membri della Generalidad e che quella manifestazione si è conclusa, con tutto il milione e mezzo di persone che aspettava fuori e gli altri che sono entrati, nel Parlamento e hanno chiesto al Presidente di attivarsi per la secessione. Se voi continuate così...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Torazzi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor deputato Presidente, l'Italia dei Valori vota a favore di questo emendamento perché, quando si propongono delle cose utili e intelligenti, noi, che vogliamo cercare di arrivare alla soluzione dei problemi degli italiani, ci siamo sempre. Nel caso di specie, per la verità, si chiede di estendere il coinvolgimento ai Ministeri della salute e dello sviluppo economico perché immaginiamo che con queste sinergie si possa arrivare ad una soluzione migliore della vicenda Taranto.
Allora, ecco, noi a Taranto e al Sud cerchiamo di dare una svolta, come stiamo facendo, ad esempio, a Napoli, dove da oggi inizia un evento internazionale importantissimo, la Coppa Davis. Voglio ricordare che questo evento viene gestito su un'area di 12 mila metri quadri, mezzo milione di spese, ci sono mille persone che lavorano, tra cui 300 volontari, collaudi, tutto a norma di legge, per preparare una vetrina di questa Italia bella, che funziona, efficace.
Ma soprattutto la cosa più importante per noi che vogliamo il buongoverno è che non si spende un euro di denaro pubblico per questo evento internazionale della Coppa Davis a Napoli. Questo perché? Quando ci sono delle amministrazioni - quella di Napoli è dell'Italia dei Valori con il sindaco De Magistris che ha dato una svolta e un cambiamento - ecco quali sono le conclusioni.
Quindi, questo è il tipo di politica e di Governo che vogliamo per il Paese. Quando invece (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)... No, invece questo è vero. Come non è vero? Il guaio era quando c'erano Bassolino e la Jervolino, basta vedere i guai che abbiamo trovato. Invece, contrapporsi al provvedimento non è giusto.
Perché si fa una comparazione con Porto Marghera? Vi voglio ricordare che non c'era solo Porto Marghera. Noi dell'Italia dei Valori siamo stati a Porto Torres, a Ravenna, dove c'erano gli altri insediamenti della Vinyls, il Polo chimico italiano che da quattro anni è stato smantellato e noi i prodotti chimici, come il PVC per fare le scarpette da ginnastica, li importiamo dalla Germania perché in Italia non c'è stata una politica industriale. È stato cancellato il Polo chimico tre anni fa, quando c'era il Governo Berlusconi e c'era la Lega. Voi dove eravate quando si stava facendo affondare il Polo chimico, Porto Marghera, Ravenna, Porto Torres e quei 24 mila lavoratori che hanno perso il posto di lavoro? Dove stavate voi del Governo Berlusconi? Non vedevate che stava saltando un pezzo importante dell'industria italiana?
Allora, ecco la nostra posizione costruttiva per creare un'alternativa di Governo seria e credibile di Italia dei Valori, come Pag. 49quella che stiamo portando avanti da Napoli e, come vi dicevo, a livello nazionale. A Palermo abbiamo messo mano anche lì, dove abbiamo trovato guai infiniti e allora noi siamo il cambiamento e una speranza per gli italiani per voltare pagina. Oggi cominciamo a fare il nostro lavoro. Finalmente il Parlamento dà una risposta: non stiamo più a ratificare decreti-legge, ma di iniziativa c'è un atto del Parlamento su una questione importante quale quella di Taranto. Allora su questo emendamento rinnoviamo il voto favorevole di Italia dei Valori per il bene di Taranto, della Puglia e dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Rivolta e Vanalli, che avevano chiesto di parlare, per dichiarazione di voto vi rinunciano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che oggi, avendo assistito a numerosi interventi di colleghi che si collocano all'opposizione e che - è evidente - hanno tutte le motivazioni da addurre nel corso del dibattito per manifestare la loro contrarietà a un decreto-legge che non condividono, tuttavia è bene, quando si fa una opposizione coerente come è capitato anche ad altri gruppi come il nostro, attenersi al merito del provvedimento stesso.
Non risulta assolutamente che il decreto-legge non faccia riferimento nel contenuto a questioni che attengono il territorio della realtà di Taranto. Non è vero che il decreto-legge non faccia riferimento a questioni precise che attengono alla condizione ambientale e delle condizioni relative al modo di produrre e agli effetti che il modo di produrre all'interno dell'acciaieria Ilva si determina, anche nell'impatto che questo ha nei confronti del territorio e dei cittadini. Non corrisponde al vero dire che il decreto-legge non abbia alcuna connessione con questa realtà.
Hanno fatto bene alcuni colleghi a ricordare che la questione di cui tratta il decreto-legge è nazionale, non è una questione specifica solo territoriale, perché, se fosse anche solo specificamente territoriale, un Parlamento come il nostro deve avere la responsabilità di intervenire perché trattasi di questioni ambientali che la Costituzione mette in capo al potere legislativo di questo Parlamento.
Signor Presidente, qui nel decreto-legge si fa riferimento e si dà attuazione a un Protocollo d'intesa del 26 luglio di quest'anno, che ha messo insieme questioni di urgenza sulla bonifica ambientale e sulla riqualificazione del territorio di Taranto e che è stato stipulato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dal Ministero dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti, dal Ministero per la coesione territoriale, dalla regione Puglia, dalla provincia di Taranto, dal comune di Taranto e dal commissario straordinario del porto di Taranto.
Questi obiettivi, che sono contenuti nel disposto dei diversi articoli del Protocollo - tra cui vorrei ricordare nell'articolo 2 del Protocollo -, vi è la revisione della strategia di bonifica del sito di Taranto, le questioni attenenti allo sviluppo di interventi infrastrutturali complementari alla bonifica stessa, le questioni di individuazione di misure che sono volte al mantenimento e al potenziamento dei livelli occupazionali di quella realtà, l'individuazione di incentivi per le imprese che sono insediate in quella realtà e che vogliono e intendono utilizzare tecnologie dotate di migliori caratteristiche ambientali e le questioni che riguardano l'individuazione di incentivi per l'attrazione di investimenti anche nell'ottica della riqualificazione dell'area. A tutto ciò provvede l'articolo 1, comma 1, del provvedimento in esame, che mette in carico alla nomina del commissario straordinario l'attuazione di questi interventi previsti dal Protocollo.
Signor Presidente, non risponde neanche al vero che questi interventi, previsti dal Protocollo e a cui si vuole dare attuazione con il decreto-legge, non siano coperti Pag. 50dal punto di vista delle disponibilità finanziarie, tanto è vero che è stato già stanziato dal CIPE, il 3 agosto 2012, un importo pari a 110 milioni di euro. Quindi, non dico che vorrei respingere - perché dentro un dibattito che vi è nell'Aula non si fa una contrapposizione ideologica aprioristica - ma semplicemente ricordare ai colleghi che poiché questi sono i contenuti, è su questi contenuti che ci dobbiamo misurare e non su altro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà per un minuto.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, lei mi ha anche anticipato. Credo che dobbiamo riportare la discussione sull'emendamento in esame. Abbiamo spiegato perché esprimeremo voto favorevole su questo emendamento, che prevede di coinvolgere oltre al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare anche il Ministero dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministero della salute. Infatti, è chiaro che non si può affrontare il problema di Taranto solo dal punto di vista ambientale, perché vi è un'emergenza sanitaria e va sentito il Ministero della salute e vi è una questione di sviluppo infrastrutturale e va sentito il Ministero dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti. Se facciamo sinergia allora forse riusciamo a mettere in moto un meccanismo positivo.
Per questo riteniamo che questo decreto-legge, che pure mette i soldi per il territorio e per Taranto come dovrebbe metterli per tutte le realtà del nord e del sud...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zazzera.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.

MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, siamo un po' imbarazzati da questa forma di autoostruzionismo messa in campo dall'onorevole Quartiani, che abbiamo sentito intervenire per richiamare i colleghi che si erano affrettati ad andare a pranzo. A noi dispiace se magari qualcuno è rimasto a metà pranzo ma...

PRESIDENTE. Sono tecniche regolamentari che conoscono tutti!

MAURIZIO FUGATTI. Abbiamo assistito a questa forma di autoostruzionismo da parte del PD, che ha cercato di giustificare la portata di questo provvedimento ma non è entrato nella vera portata di questo provvedimento che è, ancora una volta, una forma di intervento pubblico monetario, con soldi pubblici, per le crisi occupazionali del Mezzogiorno.
Ricordiamo che ci sono tante crisi occupazionali nel nostro Paese, che la desertificazione delle imprese è in corso anche nel nord del Paese, che i cassintegrati ci sono anche nel nord del Paese e che occorre finirla con questa visione un po' strabica...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fugatti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, stiamo nuovamente trattando un tema che, per l'ennesima volta, vede i cittadini del nord del Paese discriminati. Abbiamo cercato di spiegarlo all'Assemblea, in particolar modo a tutti quei colleghi che provengono dalle regioni e vedono, in prima persona, le sofferenze e la crisi delle nostre aziende e posti di lavoro che sfumano con aziende che chiudono.
Ricordo che il 93 per cento del tessuto produttivo del nostro Paese è fatto dalle piccole e medie imprese, che sono state totalmente abbandonate da questo Governo, che non ha trovato una risorsa e invece adesso, appena si muove per le bonifiche del porto di Taranto, trova quasi 340 milioni di euro. Pag. 51
Abbiamo - e parlo al sottosegretario - aziende in crisi, cittadini che perdono posti di lavoro, che fanno meno rumore di 10 mila persone, ma sono molti di più di 10 mila persone perché le piccole realtà sono quelle che hanno fatto crescere e hanno creato il tessuto produttivo del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, dopo aver raccontato e spiegato quali sono i problemi che troviamo sul territorio con riguardo allo stesso tema ambientale, chi più di noi può dire e contrastare un provvedimento di questo tipo, che nominalmente sappiamo essere di tipo ambientale, ma che ha un profondo radicamento per interventi infrastrutturali, che nulla hanno a che vedere con l'intervento ambientale?
Quindi, ci sono due vulnus all'interno di questo decreto-legge: il primo, che riguarda una differenziazione del trattamento di un sito inquinato come quello di Taranto rispetto agli altri siti a livello nazionale, il secondo che una gran parte degli interventi sono destinati al porto di Taranto, che nulla ha a che vedere con la bonifica del sito inquinato. Questo deve essere ben chiaro. Quindi, è un decreto-legge che ha un titolo, ma che, in realtà, ha anche ulteriori finalità.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fogliato 1.77, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Granata, Cesario, Cesaro, Taddei, Villecco Calipari, Pisicchio, Mosella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 396
Votanti 392
Astenuti 4
Maggioranza 197
Hanno votato
61
Hanno votato
no 331).

Prendo atto che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,38).

GIULIANO CAZZOLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà per due minuti.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, non ho chiesto di intervenire durante il dibattito perché sarei stato accusato di fare autoostruzionismo, però devo intervenire per fatto personale perché diversi colleghi della Lega hanno polemizzato con una mia dichiarazione critica nei confronti della linea di condotta che hanno tenuto sul decreto-legge che abbiamo in esame.
Io devo riconoscere che parlare di ostruzionismo un po' casereccio me lo potevo risparmiare, però devo anche ricordare all'onorevole Fava che credo di sapere di cosa parlo e rimango della mia opinione, perché c'è il decreto che recepisce il protocollo del 26 luglio ed è forse il pezzo più piccolo, ma un pezzo del mosaico che dovrebbe portare ad un risanamento ambientale di quest'area, e il risanamento ambientale è una delle condizioni per salvare l'Ilva.
L'Ilva non è una fabbrica di Taranto, l'Ilva è la più grande acciaieria d'Europa e vende acciaio all'industria laddove l'industria c'è, inoltre - basta chiederlo al presidente della Confindustria o a qualunque imprenditore - una chiusura dell'Ilva Pag. 52sarebbe prima di tutto un danno per chi l'acciaio lo compera e lo lavora, e questa cosa avviene laddove esiste un tessuto industriale e il tessuto industriale in questo Paese esiste, ed esiste al nord.
Poi io considero molto importante - lo devo dire - che uno dei più grandi mercati del mondo, quello cinese, trovi a Taranto - che è pur sempre Italia ed Europa - un hub per tutte le aree del Mediterraneo. Quindi, è vero che ci sono anche altri casi più gravi, ma ci sono delle priorità ed i siti che sono ancora produttivi sono prioritari rispetto a quelli che non lo sono più, ed è bene che loro rimangano (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

DANIELE GALLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELE GALLI. Signor Presidente, stiamo in queste giornate discutendo di crisi di grandi gruppi industriali e delle loro ricadute in campo economico e ambientale, ma una concausa di questi momenti di crisi è sicuramente il sistema energetico italiano e il costo dell'energia in Italia. A tale proposito dovrebbe essere posta in discussione - invito la Conferenza dei presidenti di gruppo e anche il Governo a sollecitarlo - la mozione n. 1-01113 presentata il 19 luglio 2012 a mio primo nome e di altri firmatari, che tende ad evidenziare come il sistema energetico Italia è contrario alle normative europee, non è conforme a quanto prescritto dalla Comunità europea, tende a limitare la libertà di mercato e questa costrizione di mercato crea grossa tensione nel nostro ambito industriale, oltre a limitarne fortemente la concorrenzialità. Ritengo quindi doveroso e urgente che questa mozione venga posta all'ordine del giorno.

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 13,40).

CARMEN MOTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, l'intervento è per sollecitare il Governo a rispondere a tre interrogazioni che hanno ad oggetto Casa Pound, nel senso che queste tre interrogazioni riguardano atti molto gravi compiuti da questa associazione nella città a cui appartengo. Le interrogazioni sono una del 2010, la seconda del 2011 e l'ultima del 2012.
Sui temi affrontati nell'interrogazione del 17 maggio 2012 il Governo ha risposto effettivamente al Senato su analoga interrogazione proposta dalla senatrice Albertina Soliani però, signor Presidente, io sollecito il Governo a venire a rispondere a queste tre interrogazioni perché comunque si pongono dei problemi che sono ancora attuali, in quanto nel fine settimana scorso esponenti di Casa Pound hanno aspettato volutamente sotto casa e minacciato un ragazzo, un giovane antifascista appartenente ad un comitato antifascista della città, aggressioni che mi risulta sono poi state reiterate nei confronti di altri giovani.
Di fronte a queste situazioni - tutto questo è successo ovviamente a Parma - e di fronte a questi nuovi fatti, che io ritengo estremamente gravi, credo che il Governo debba venire a dare una risposta, anche per capire come si possa fermare un'ondata pericolosa che non è presente solo nel nostro Paese - sappiamo di forze che si ispirano ad ideali fascisti - ma anche in tutta Europa.

PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, solo trenta secondi per dire che anche io vorrei sollecitare la risposta ad una serie di interrogazioni rivolte al Ministro Profumo, relativamente alle nuove norme dei concorsi universitari, che stanno suscitando un grande livello di confusione e di perplessità un po' in tutto il mondo dell'accademia. Allora, se il nostro ruolo è anche quelle di fare un po' da ponte tra pezzi di società civile e il Parlamento, l'aver posto queste domande al Ministro, Pag. 53per facilitare una risposta da dare al mondo dell'università, potrebbe rappresentare un elemento interessante in questo momento di grande cambiamento delle regole, in cui è molto difficile per le persone riuscire ad orientarsi con chiarezza e con sicurezza.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'interno e il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Intendimenti del Governo in materia di definizione dei nuovi elementi per la determinazione dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), con particolare riferimento all'ipotesi di inclusione dell'indennità di accompagnamento - n. 3-02466)

PRESIDENTE. L'onorevole Argentin ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02466, concernente intendimenti del Governo in materia di definizione dei nuovi elementi per la determinazione dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), con particolare riferimento all'ipotesi di inclusione dell'indennità di accompagnamento (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, ringrazio il Ministro della sua presenza. Sono qui per chiederle qual è il motivo per cui sui mezzi di stampa sono arrivati degli allarmismi per quanto concerne il rapporto tra ISEE e assegno di accompagno.
Ben diversa, come lei mi insegna, è la questione del reddito di una struttura locativa piuttosto che quello di un assegno di accompagno che nasce come un mezzo per dare risposte a soggetti che hanno difficoltà di deambulazione o soggetti che vivono situazioni di gravità e, conseguenzialmente, ne hanno un bisogno quotidiano. È un supporto non solo economico, ma anche etico, per il quale la battaglia è stata lunga. Le chiedo perché siamo qui a tassarlo o a considerarlo reddito.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, ha facoltà di rispondere.

ELSA FORNERO, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, ringrazio molto l'onorevole Argentin per l'occasione che mi dà di un chiarimento su questo tema dell'ISEE al quale annetto molta importanza.
Vorrei dire che questo è uno degli adempimenti ancora del decreto «salva Italia». Peraltro, non siamo in ritardo perché nella predisposizione di questo DPCM abbiamo molto lavorato con il confronto con le regioni, le province autonome, l'ANCI, le associazioni di rappresentanza dei lavoratori e dei pensionati maggiormente rappresentative, le principali federazioni delle persone con disabilità (fish e fand), il Forum del terzo settore ed il Forum delle famiglie. Tutto ciò in linea con l'osservazione, che voi stessi fate nella vostra interrogazione a risposta immediata, che il provvedimento richiede il massimo coinvolgimento delle rappresentanze sociali interessate.
Quanto al contenuto dell'ISEE voglio precisare che è proprio una richiesta della legge stessa quella di includere nelle nuove modalità di calcolo dell'ISEE anche i redditi percepiti, a qualunque titolo, esenti da imposizione fiscale. Però, la tranquillità che voglio dare consiste nelle modalità di applicazione. Noi prevediamo che l'inclusione dell'indennità di accompagnamento, Pag. 54al pari degli altri trattamenti assistenziali a qualunque titolo percepiti, sia contemperata dal riconoscimento di una franchigia.
Riconosciamo, inoltre, ai nuclei in cui è presente una persona con disabilità un abbattimento diretto del reddito della famiglia, articolato in funzione del grado di disabilità, secondo tre diverse classi, proprio per tenere conto dei maggiori costi sopportati. In particolare, per le persone non autosufficienti che hanno diritto all'indennità questo abbattimento è di ammontare superiore all'indennità stessa. Per le persone non autosufficienti è anche ammessa la deduzione di tutti gli eventuali altri trasferimenti ottenuti nella misura in cui si traducano in spese certificate per l'acquisizione, diretta o indiretta, dei servizi di addetti all'assistenza personale, o per collaboratori domestici, o per la retta dovuta per il ricovero presso strutture residenziali. È infine prevista la possibilità di sottrarre, fino ad un congruo ammontare, le spese relative alla situazione di disabilità, deducibili o detraibili ai fini Irpef.
Nel complesso, con queste soluzioni intendiamo finalizzare la percezione di trasferimenti ad una più accurata e articolata considerazione dei costi in cui incorrono le persone con disabilità, per dare maggiore efficacia agli interventi e anche maggiore efficienza alle risorse che sono dedicate ai programmi assistenziali.

PRESIDENTE. L'onorevole Argentin ha facoltà di replicare.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, diciamo che quanto detto dal Ministro senz'altro può sembrare una grande risposta, ma io ho la necessità, signor Ministro, di ribadirle, ancora una volta, che queste pratiche, che dovremo mettere in moto rispetto all'assegno di accompagno, rischiano in qualche modo di andare a complicare la quotidianità per i tempi, per la burocrazia che c'è dietro e per il sistema.
Sostituire uno strumento con un altro ben venga, se dà risposte concrete, ma mi sembrerebbe follia - mi conceda il termine forse anche improprio - immaginare una redditualità che vada considerata a livello non solo personale, ma anche familiare. La famiglia della persona con handicap non è il contesto da considerare: è la persona con handicap da considerare. Infatti, se noi andiamo a sottolineare questo, avere in casa un fratello che lavora significherebbe comunque non dare risposte reali perché, se noi consideriamo il reddito del fratello, vuol dire in qualche modo che abbiamo già aumentato i tetti di spesa previsti dalla redditualità dell'invalido in quanto tale.
Per cui io dico che necessita molta attenzione su questo. Sono sicura che potremo fare un buon lavoro insieme ma, signor Ministro, sono anche dell'idea che, proprio per la sua serietà, dobbiamo renderci conto di quale argomentazione stiamo portando avanti, dei soggetti che ci sono dietro e che l'assegno di accompagno ancora oggi è l'unico strumento reale.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Argentin.

ILEANA ARGENTIN. L'ultimo decreto è pericoloso e, se non gli staremo dietro, non lo porteremo a regime e a termine in modo costruttivo come da voi previsto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Elementi ed iniziative in relazione all'occupazione di aree pubbliche e private da parte dei centri sociali nella città di Milano - n. 3-02463)

PRESIDENTE. L'onorevole De Corato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02463, concernente elementi ed iniziative in relazione all'occupazione di aree pubbliche e private da parte dei centri sociali nella città di Milano (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

RICCARDO DE CORATO. Signor Presidente, signor Ministro, vorremmo sapere Pag. 55perché a Milano viene tollerata l'occupazione abusiva di stabili, pubblici e privati, occupati da centri sociali, collettivi e no global, a cominciare, come lei sa molto bene, dal centro sociale «Leoncavallo» per arrivare all'ultimo in ordine di tempo, il collettivo d'arte - sono artisti dell'occupazione abusiva - «Macao», avvenuto a giugno di quest'anno di un'area di una società comunale, l'ex macello, senza che nessuno ad oggi sia intervenuto per sgomberare gli abusivi, nonostante da parte della proprietà dell'area e cioè della Sogemi, società del comune di Milano, sia stata sporta querela senza ottenere la restituzione dell'area e dello stabile.
Vero è che a Milano c'è una forte accondiscendenza nei confronti di costoro da parte dell'attuale sindaco e maggioranza di sinistra che governa la città, essendo stati molti di questi abusivi dell'area no global supporter in campagna elettorale dell'attuale sindaco e dell'attuale maggioranza. Le occupazioni abusive tollerate sono una decina.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole De Corato.

RICCARDO DE CORATO. Concludo. Sono puntualmente riportate nell'interrogazione.
Signor Ministro, lei conosce molto bene queste vere e proprie zone franche della città di Milano, dove si violano ogni tipo di legge sistematicamente senza che l'autorità dell'ordine pubblico sia ad oggi intervenuta per rimuovere queste situazioni abusive, pur sapendo che l'articolo 633 del codice penale prevede in caso di invasione di un edificio pubblico o privato da più di dieci persone l'automatica querela d'ufficio e, quindi, l'automatico sgombero da parte delle autorità dell'ordine pubblico di questi centri sociali o collettivi dell'area no global.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole De Corato.

RICCARDO DE CORATO. Vorremmo sapere, quindi, quando il Governo intenda dare disposizioni al prefetto di Milano e al questore per sgombrare queste occupazioni abusive, iniziando dai due casi più clamorosi ed eclatanti e cioè «Leoncavallo» e «Macao» (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Anna Maria Cancellieri, ha facoltà di rispondere.

ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, i fatti riportati dall'onorevole De Corato ed altri fanno riferimento all'occupazione dell'immobile gestito dalla società Sogemi per conto del comune di Milano da parte del collettivo «Macao», al quale aderiscono i lavoratori dei settori dell'arte e della cultura.
Il sodalizio, costituito lo scorso maggio in occasione dell'occupazione di Torre Galfa, ha ottenuto la solidarietà non solo dell'area antagonista, ma di una parte della società civile e di numerosi esponenti di ambienti culturali e politici. Nel caso di occupazione abusiva di un immobile l'azione dell'autorità di pubblica sicurezza, su richiesta del proprietario e in esecuzione di provvedimenti dell'autorità giudiziaria, è improntata ad individuare modalità di intervento volte ad evitare qualsivoglia conseguenza sotto il profilo della pubblica incolumità. Rispetto a tali contesti infatti l'azione delle forze dell'ordine è sempre volta al recupero di condizioni di legalità, nonché a monitorare tutte le situazioni che possano presentare criticità meritevoli di segnalazione all'autorità giudiziaria.
Ritornando al caso specifico, solo recentemente la società Sogemi ha formalizzato la richiesta di assistenza della forza pubblica per lo sgombero dell'immobile, alla quale verrà dato seguito dopo le necessarie valutazioni in sede di riunione tecniche e di coordinamento delle forze di polizia. In quella sede potranno essere valutati tutti gli elementi informativi acquisiti e l'impatto che l'operazione può presentare.
Voglio sottolineare che gli spazi in stato di abbandono, precedentemente occupati Pag. 56da gruppi di attivisti del collettivo «Macao», sono stati liberati, come ricordato dall'onorevole interrogante, grazie all'intervento delle forze dell'ordine e senza alcun incidente. In relazione, invece, ad altri stabili occupati abusivamente a Milano, ricordo che i locali occupati da un gruppo di anarchici in via Scaldasole sono stati liberati il 20 giugno scorso mentre il centro sociale «Vittoria», fin dalla sua costituzione, risulta essere intestatario di un regolare contratto di locazione. Per quanto riguarda invece il centro sociale «Leoncavallo», risulta che sono stati avviati contatti per cercare una soluzione finalizzata a comporre la vicenda attraverso l'individuazione di spazi alternativi.

PRESIDENTE. L'onorevole De Corato ha facoltà di replicare.

RICCARDO DE CORATO. Signor Presidente, mi dichiaro insoddisfatto della risposta del Ministro. Intanto sono consigliere comunale di Milano e conosco la situazione, forse, meglio di chi le ha scritto quelle note. La Sogemi ha presentato querela il lunedì successivo - il sabato era stata occupata l'area - quindi la querela esiste da mesi. Quanto agli stabili liberati, si tratta di due centri sociali a fronte di almeno dieci stabili occupati a Milano da questi signori. Quindi mi chiedo e le chiedo: c'è una mappa nella mia interrogazione, legga anche degli altri stabili, perché quei due credo che non siano citati nella mia interrogazione.
In ultimo, signor Ministro, ieri a Milano si è sparato due volte. Se non si riporta la legalità e la sicurezza almeno in questi casi, il segnale che arriva alla città è un segnale brutto, che provoca poi i tragici fatti che abbiamo visto in via Muratori e in via Padova, con due sparatorie in poche ore. Il segnale di legalità è fondamentale, quindi lo si deve dare nei confronti di tutti, non solo nei confronti di alcune categorie, mentre si tollera a Milano una situazione - non voglio addebitarla a lei - di dieci stabili occupati da anni.
Sono anni che questi stabili sono occupati e da anni comunque con querele e con denunce non c'è verso di farli sgomberare. Questo è il motivo per cui noi insistiamo, signor Ministro, perché il prefetto e il questore di Milano intervengano. Il «Leoncavallo» è occupato da trent'anni. L'ufficiale giudiziario ha fatto quaranta accessi e non è stata mai data la forza pubblica all'ufficiale giudiziario. Questo è un segnale negativo che si dà in questo momento a una città che vive un momento difficile della sicurezza e dell'ordine pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della libertà).

(Intendimenti del Governo in materia di contrasto all'immigrazione clandestina, con particolare riferimento alla cooperazione bilaterale con gli Stati costieri del Nord Africa - n. 3-02464)

PRESIDENTE. L'onorevole Grimoldi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Dozzo n. 3-02464, concernente intendimenti del Governo in materia di contrasto all'immigrazione clandestina, con particolare riferimento alla cooperazione bilaterale con gli Stati costieri del Nord Africa (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, le informazioni degli ultimi giorni ci raccontano che da qualche settimana e qualche tempo, ad oggi sono ricominciati gli sbarchi di clandestini sulle coste dell'isola di Lampedusa. Nelle sole giornate del 18 e 19 agosto sono approdati ben quattrocento extracomunitari.
L'allarme sbarchi, che si è registrato durante tutto il corso dell'estate, non è stato preso - a nostro avviso - in adeguata considerazione da parte del Governo e del Ministro dell'interno. Tra l'altro il generale Santini dell'Agenzia informazioni e sicurezza esterna ha sottolineato come vi siano dei rischi importantissimi di probabile invasione sul nostre coste da parte di extracomunitari provenienti da Siria, Libia e Tunisia. Su questa falsariga vorrei chiedere al Ministro anzitutto che politiche intenda applicare con i Paesi del Mediterraneo, Pag. 57rispetto a quello che faceva il Ministro precedente, Maroni, sui respingimenti. Mi lasci anche aggiungere che i fatti di cronaca di oggi sull'omicidio dell'ambasciatore americano ci fanno sottolineare come la Lega come al solito è stata facile profeta sulle faccende della Libia e sui contrasti interni a quel Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Anna Maria Cancellieri, ha facoltà di rispondere.

ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevole deputati, la particolare esposizione delle nostre coste ai flussi migratori illegali impone che l'attenzione del Governo e l'impegno per la ricerca di strumenti efficaci di contrasto vengano mantenuti sempre ai massimi livelli. In una prospettiva di fermezza nella lotta all'immigrazione clandestina sono stati consolidati i rapporti con i Paesi costieri del Nord Africa, in particolare con la Tunisia e la Libia, Paesi con i quali si sta dialogando per riuscire a coniugare la maggiore efficienza nel controllo delle frontiere con il rispetto dei diritti umani. Nei mesi scorsi mi sono recata in Tunisia per ribadire l'esigenza di proseguire la cooperazione tra i due Paesi, garantendo una continuità nell'attività di rimpatrio delle persone illegalmente entrate nel territorio nazionale.
Attualmente sono in corso una serie di iniziative per il ripristino di misure di cooperazione con il nuovo Governo libico. Una costante azione di monitoraggio viene effettuata nei confronti dei migranti provenienti dalla Siria nonostante le difficoltà ad instaurare una fattiva forma di dialogo con tale Paese. La sempre più crescente cooperazione offerta dai Paesi di origine o di transito dei flussi migratori illegali ha contribuito alla diminuzione del numero degli stranieri sbarcati sulle coste italiane. Il dato numerico lo attesta inconfutabilmente, se solo si pensa che rispetto ai quasi 60 mila ingressi avvenuti l'anno scorso l'entità degli arrivi nello stesso periodo si è ridotta a poco più di 8 mila stranieri. La tragedia consumatasi nelle acque di Lampedusa lo scorso 6 settembre conferma tuttavia che ci troviamo di fronte ad un fenomeno che non può non interrogare le nostre coscienze e spingerci ad osservare una linea di azione che tenga conto dell'esigenza di rigore come di quella umanitaria. Gli Stati europei devono adoperarsi nel modo più consapevole possibile per realizzare politiche comuni in grado di fronteggiare un fenomeno epocale che vede il nostro Paese in una situazione di particolare esposizione.
Peraltro è mio preciso impegno portare l'argomento anche al prossimo Consiglio GAI. Riferisco infine riguardo all'attività che ha fatto seguito al disastro, per precisare le modalità operative del soccorso in mare dei migranti posto in essere per la ricerca dei dispersi, che hanno visto il concorso degli operatori delle forze di polizia e di altri corpi dello Stato. Proprio in virtù dell'imponenza di tale attività è stato possibile rassicurare le autorità tunisine intervenute sul luogo. Desidero aggiungere che sono ancora in corso le iniziative investigative per l'individuazione dei responsabili, che spero possano essere al più presto portati alla loro cattura.

PRESIDENTE. L'onorevole Grimoldi ha facoltà di replicare.

PAOLO GRIMOLDI. Signor Ministro, fare il paragone fra il numero di sbarchi che abbiamo avuto quest'anno e l'anno scorso è assolutamente improprio. Forse le è sfuggito - le do una notizia - che l'anno scorso c'era la guerra in Libia e, quindi, c'è stato qualche piccolo elemento di diversità rispetto al contesto di questa estate (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) in cui non abbiamo avuto guerre in Libia eppure gli immigrati sono tornati a sbarcare. Perché sono tornati a sbarcare? Perché questo Governo e lei, a differenza di quello ha fatto il Ministro Maroni quando è stato Ministro dell'interno, non avete attuato politiche di respingimento e di fermezza per far rispettare le leggi e cercare di tutelare le nostre coste da sbarchi di clandestini.
Detto questo, a noi preoccupa il fatto che a questo elemento inconfutabile (voi Pag. 58non state facendo respingimenti permettendo gli sbarchi) dobbiamo aggiungere anche il fatto che all'interno della sua maggioranza numerosi esponenti ci raccontano tutti i giorni che bisogna concedere la cittadinanza facile agli immigrati che arrivano nel nostro Paese, e con essa il diritto di voto attivo e passivo, quindi la possibilità poi di decidere del nostro futuro.
Aggiungiamo il fatto che state facendo un'altra scandalosa sanatoria per gli immigrati che sono arrivati sul nostro territorio in un momento tra l'altro di crisi economica come questo. Insomma, il messaggio che viene dato ai Paesi del Nord Africa è che in Italia il Governo è cambiato, quello che c'è cala le brache, venite pure qui tutti perché tanto ormai qui è di nuovo il Paese dei balocchi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Non c'è più Roberto Maroni che vi manda a casa. E chiudo con un ultimo dato, signor Ministro: con la crisi economica che c'è, con il record di disoccupazione giovanile, con persino gli immigrati che sono venuti qua negli anni scorsi e che oggi sono senza lavoro, ne facciamo venir qui altri. E con che soldi li paghiamo? Che lavoro gli diamo che non hanno lavoro gli italiani? Come facciamo ad andare avanti con questa situazione e questo scandalo di un'ennesima sanatoria (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)?

(Misure a tutela del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, con particolare riferimento alla scoperta di alcune discariche abusive nel territorio del medesimo parco - n. 3-02459)

PRESIDENTE. L'onorevole Moffa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02459, concernente misure a tutela del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, con particolare riferimento alla scoperta di alcune discariche abusive nel territorio del medesimo parco (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, nell'atto ispettivo che sottoponiamo all'attenzione del Governo denunciamo un episodio di ordinaria criminalità, perché è un episodio che riguarda uno dei luoghi più belli della nostra penisola, l'area del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, tra l'altro una delle pochissime aree che viene menzionata in Europa come tra le migliori dal punto di vista biodistrettuale. Ebbene, in quest'area sono state rinvenute recentemente delle discariche abusive di materiale nocivo, altamente pericoloso, interessando anche zone che colpiscono le falde e, quindi, inquinano fortemente quegli splendidi luoghi di villeggiatura, di turismo e di protezione dal punto di vista ambientale e paesaggistico. C'è un'indagine della procura in corso, il sindaco di Ceraso ha emanato un'ordinanza. Vorremmo sapere il Governo su questa materia cosa intenda fare.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Dino Piero Giarda, ha facoltà di rispondere.

DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, in ordine ai fatti evidenziati dall'onorevole Moffa nella sua interrogazione ricordo che la prima discarica abusiva di cui si tratta è stata rinvenuta nel comune di Ceraso, in area contigua al Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, a seguito di indagine svolta dal gruppo di coordinamento territoriale per l'ambiente del parco, unitamente al locale comando stazione del Corpo forestale dello Stato di Vallo della Lucania. La discarica abusiva di Pisciotta, invece, è stata rinvenuta dal reparto aeronavale di Napoli della Guardia di finanza a seguito di un'intensa attività di sorveglianza sia aerea che navale. Nell'area di circa 10 mila metri quadri sono stati rinvenuti rifiuti speciali pericolosi e non. Sulle vicende sono ancora in corso le indagini da parte degli organi inquirenti e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare avrà cura di monitorare i casi segnalati al fine di accertare l'avvenuta bonifica dei luoghi da parte dei responsabili dell'inquinamento o di attivare gli Pag. 59organi tecnici per la quantificazione del risarcimento del danno ambientale.
L'attività di sorveglianza nelle aree naturali protette ai sensi di legge è esercitata dal Corpo forestale dello Stato. Lo strumento destinato all'individuazione delle priorità degli interventi tecnici da attuare è il cosiddetto Piano operativo che viene predisposto dall'ente parco in collaborazione con il coordinamento territoriale del Corpo forestale dello Stato. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha predisposto le linee guida per la stesura dei piani operativi al fine di garantire omogeneità di approccio. Nel piano 2012 particolare rilievo è stato dato all'attività volta alla repressione dei fenomeni inquinanti connessi all'abusiva realizzazione di discariche e scarichi abusivi. Nel parco nazionale in parola l'attività di sorveglianza e vigilanza è garantita, come sopra esposto, dal coordinamento territoriale per l'ambiente del Corpo forestale dello Stato di Vallo della Lucania, da numero diciotto comandi stazione dislocati su tutto il territorio del parco, da una sezione di polizia giudiziaria presso il tribunale di Vallo della Lucania e da una squadra nautica per l'ecosistema marino e costiero a cui l'ente parco richiede l'intervento in caso di segnalazioni o di esposti.
Al fine di potenziare le attività di controllo, recentemente sono stati acquistati tre nuovi mezzi navali assegnati al CTA delle capitanerie di porto. Inoltre è in corso la procedura di gara nell'ambito del progetto Mercurio per realizzare un sistema di videosorveglianza. Infine, il comando generale della Guardia di finanza ha sottoscritto una convenzione con la regione Campania, dove riveste un ruolo primario il telerilevamento mediante strumentazioni aviotrasportate.

PRESIDENTE. L'onorevole Moffa ha facoltà di replicare.

SILVANO MOFFA. Signor Ministro, io la ringrazio anche per una risposta molto dettagliata, che tra l'altro ripercorre anche le tracce dell'interrogazione che abbiamo voluto sottoporre all'attenzione del Governo. Mi permetto di aggiungere alcune considerazioni molto rapide: noi siamo assolutamente convinti della bontà delle iniziative che il Governo sta assumendo per monitorare e controllare meglio quel parco e quell'area protetta. Aggiungiamo che, trattandosi di un parco la cui gestione è affidata al consorzio Velia, ci sia la responsabilità complessiva, in una gestione che riguarda evidentemente la regione Campania, che dovrebbe essere chiamata ad essere parte attiva in un percorso di monitoraggio costante. Infatti vede, è vero che bisogna monitorare, ma bisogna soprattutto prevenire e bisogna creare le condizioni affinché i parchi, che sono perimetrati e che sono per legge affidati alla gestione di un consorzio, abbiano tutte quelle misure cautelative per poi impedire sostanzialmente che atti criminali di questa natura abbiano a ripetersi.
Tra l'altro, questo è un luogo che richiede una particolare attenzione, non solo perché come dicevo rappresenta un esempio unico di biodistretto in Italia e in Europa, ma anche perché è un luogo di grande villeggiatura. In un momento particolare della nostra economia, dove abbiamo tutto l'interesse a sviluppare una vera e propria industria del turismo, non possiamo essere disattenti alla qualità che deve avere un parco, alla tutela di questo ambiente e soprattutto a creare quelle condizioni che consentano sostanzialmente l'impedimento di fatti di questo genere. Aver depositato materiale nocivo, materiale altamente inquinante non in un giorno, ma nel corso del tempo, richiama anche una culpa in vigilando da parte di chi doveva assolutamente vigilare affinché questo non accadesse (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio).

(Iniziative per l'esclusione delle imprese balneari dall'ambito di applicazione della «direttiva Bolkestein» (cosiddetta direttiva servizi) - n. 3-02460)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02460, concernente iniziative per Pag. 60l'esclusione delle imprese balneari dall'ambito di applicazione della «direttiva Bolkestein» (cosiddetta direttiva servizi) (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO DI PIETRO. Signor Ministro, come sa in Italia ci sono 8 mila chilometri di costa, ci sono 30 mila concessioni demaniali e quindi 30 mila strutture turistiche balneari che danno lavoro ad oltre 300 mila persone direttamente, e ad oltre un milione considerando l'indotto. La direttiva Bolkestein dice, o meglio la Commissione pretende che questa direttiva debba dire che le concessioni debbano andare a gara o meglio ancora ad asta europea. Nulla quaestio, ma per le altre concessioni, non per quelle che già sono state date, per il semplice fatto che esse sono costituite da imprese individuali, familiari, piccole e medie imprese che hanno investito tutti i loro risparmi e che costituiscono una fonte importante di reddito e di economia del nostro Paese, che non può essere risolta dalla Bolkestein con gara europea, che toglie un diritto acquisito e su cui già sono stati investiti tutti i soldi da parte di quelle famiglie che vi lavorano, assicurando anche sicurezza e pronto soccorso nei momenti più delicati.
Ciò premesso chiediamo: dovete fare una legge delega per l'applicazione della Bolkestein; intendete difendere i diritti di queste imprese, di questi lavoratori, di questa realtà italiana unica in Europa, che invece ancora una volta secondo Bolkestein dovremmo offrire alle solite multinazionali che arrivano qui con un po' di cineserie, prendono e mandano a casa quelli che tutti i giorni assicurano sicurezza e reddito nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)?

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Dino Piero Giarda, ha facoltà di rispondere.

DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Di Pietro, la Commissione europea aveva a suo tempo attivato una procedura di infrazione comunitaria riguardante la sussistenza di meccanismi anticoncorrenziali nell'assegnazione delle concessioni demaniali marittime in Italia.
Tale procedura è stata chiusa grazie alla disposta eliminazione del previgente diritto di insistenza, il noto meccanismo di preferenza dei concessionari uscenti in fase di rinnovo, dal testo dell'articolo 37 del codice della navigazione, abrogazione disposta con il decreto-legge n. 194 del 2009. Con il medesimo provvedimento normativo si è anche prevista, proprio in accordo con la Commissione europea, una forma di proroga delle concessioni con finalità turistico-ricreative in essere fino al 31 dicembre 2015, in vista di un procedimento di revisione del quadro normativo in materia di rilascio delle concessioni di beni demaniali marittimi.
Con la legge comunitaria per il 2010, di recente approvazione, si è altresì prevista la delega al Governo finalizzata alla revisione e al riordino della legislazione relativa alle concessioni demaniali marittime.
L'intervento normativo sul quale si sta lavorando con le amministrazioni concertanti intende, per un verso, fare sì che la disciplina di riordino sia coerente con le esigenze di tutela della concorrenza di matrice europea e, allo stesso tempo, preservare la funzionalità del settore, il quale costituisce - come lei ha richiamato - un elemento di primaria rilevanza per il comparto turistico e, più in generale, per le prospettive di sviluppo dell'intera economia nazionale.
A tale riguardo, sono note al Governo le esigenze e le preoccupazioni degli operatori economici di questo settore, moltissimi dei quali vi lavorano e vi impiegano risorse ed energie che non vanno disperse e che, in svariati casi, hanno contribuito alla salvaguardia di preziosi tratti della costa marina del nostro Paese. In proposito, si ha presente che la Commissione attività produttive della Camera dei deputati, in sede di parere sul recente decreto correttivo relativo alla stessa «direttiva servizi», ha tra l'altro chiesto al Governo Pag. 61di prevedere criteri di premialità nell'ambito delle procedure di selezione per il rilascio delle concessioni.
L'intervento che si intende adottare in questo settore è, dunque, proiettato verso la valorizzazione della professionalità dei suddetti operatori economici, anche allo scopo di determinare un quadro normativo che salvaguardi gli investimenti già effettuati e la previsione di rinnovati piani di investimento da proiettare nel futuro. Per fare questo, si intende assicurare agli operatori medesimi il tempo necessario per l'ordinato e proficuo recupero degli investimenti medesimi.
È preciso impegno del Governo quello di attivare opportune forme di interlocuzione preventiva con la Commissione europea sul testo del decreto onde supportare, nell'ambito di un sostenibile quadro competitivo, le prospettive che abbiamo sopra delineato.

PRESIDENTE. L'onorevole Favia, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signor Ministro, io la ringrazio, ma lamento innanzitutto l'assenza da quest'Aula del Ministro Gnudi, che è il protagonista di questo settore. Apprendo e le riconosco di aver posto e capito il problema, ma francamente lei non ci ha dato alcun tipo di soluzione, con una risposta piuttosto burocratica. Io le ricordo ancora che ci sono 30 mila imprese, 300 mila posti di lavoro in bilico; che non c'è alcuna lesione della concorrenza, perché vi sono ancora spazi per nuove concessioni e, quindi, le vecchie potrebbero tranquillamente non essere toccate. C'è una specificità del settore, non c'è contrasto con nessun altro Paese europeo.
Queste imprese ricoprono e risolvono un interesse pubblico - la pulizia, la sicurezza ed altre cose - che tutti ben conosciamo. Ci sono investimenti enormi che non possono essere ammortizzati nel termine del 31 dicembre 2015. È stato preso un impegno da parte del Governo di fare una legge entro il 15 marzo, ma per allora si voterà e, quindi, vorremmo sapere quando ci proporrete questa legge. L'Italia dei Valori ha presentato una proposta di legge il 2 agosto: vorremmo sapere - come abbiamo scritto nell'interrogazione, ma lei, signor Ministro, non ce l'ha detto - se la condividete. Ci sono mozioni, nel senso dell'uscita dalla direttiva Bolkestein, della Camera, del Senato e del Parlamento europeo. Noi siamo stati a Bruxelles con i sindacati e lì ci hanno detto che non vi hanno visto, come Governo, a difendere gli interessi degli operatori.
Gli ambulanti, i notai, i concessionari di acque minerali, i distributori di carburante sono usciti dalla Bolkestein; avete intenzione o no di andare a negoziare in Europa l'uscita dalla Bolkestein? Capra e cavoli non si possono salvare; o salvate le imprese e mettete a gara le nuove concessioni oppure distruggete questo settore con i suoi 300 mila dipendenti e un indotto di un milione di posti di lavoro. Svegliatevi, per favore (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

(Chiarimenti in merito al termine ultimo per l'approvazione dei regolamenti comunali e delle delibere relative ad aliquote e detrazioni IMU - n. 3-02461)

PRESIDENTE. L'onorevole Zeller ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02461, concernente chiarimenti in merito al termine ultimo per l'approvazione dei regolamenti comunali e delle delibere relative ad aliquote e detrazioni IMU (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

KARL ZELLER. Signor Presidente, signor Ministro, signor rappresentante del Governo, la nostra interrogazione a risposta immediata mira ad ottenere un chiarimento in merito alle delibere dei consigli comunali relative alle aliquote dell'IMU e dei regolamenti connessi, perché ne è nata una divergenza di indicazione di date. Mentre il decreto «salva Italia» del 2011 indica il 30 settembre, recentemente è Pag. 62stato stabilito che il bilancio di previsione dei comuni, legato sempre allo stabilimento delle aliquote, si deve approvare entro il 31 ottobre. Allora, sarebbe molto utile per i comuni sapere se queste delibere devono essere prese entro il 30 settembre o entro il 31 ottobre.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Dino Piero Giarda, ha facoltà di rispondere.

DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, con riferimento all'interrogazione degli onorevoli Zeller e Brugger si rappresenta che il termine del 30 settembre 2012, introdotto dall'articolo 13, comma 12-bis, del decreto-legge n. 201 del 2011 perché i comuni potessero approvare o modificare le aliquote ovvero intervenire sulle detrazioni IMU, era stato introdotto per superare i vincoli derivanti dal termine - che all'epoca era vigente - di approvazione del bilancio di previsione per l'anno 2012, fissato al 30 giugno 2012. In effetti, la prima rata di pagamento dell'IMU dovuta entro il 16 giugno 2012 scadeva troppo a ridosso del termine per l'approvazione dei bilanci; i dati sul gettito IMU non sarebbero stati disponibili in tempo utile perché vi potessero basare interventi sulle aliquote da parte degli amministratori.
La singolarità della situazione verificatasi eccezionalmente stava nel fatto che il termine entro il quale consolidare le scelte comunali in materia di IMU sarebbe scaduto successivamente a quello di definizione dei bilanci dei comuni. La situazione, oggi, però, mi sembra che sia radicalmente diversa; il Ministero dell'interno ha fissato al 31 ottobre 2012 il termine ultimo per l'approvazione dei bilanci comunali. Nei fatti non vi è più motivo perché il termine ultimo per le scelte in tema di IMU debba scadere un mese prima della data di approvazione richiesta dei bilanci. Persuade allora una tesi, che sostanzialmente è ricordata anche dagli onorevoli interroganti, secondo la quale una lettura sistematica delle diverse disposizioni succedutesi in argomento consente di ritenere, anche in via interpretativa, che il termine del 30 settembre 2012 sia oggi implicitamente abrogato, con pieno ripristino del fisiologico meccanismo per cui l'approvazione di deliberazione in materia di tributi locali precede l'approvazione dei bilanci.

PRESIDENTE. L'onorevole Zeller ha facoltà di replicare.

KARL ZELLER. Signor Presidente, dichiaro la mia soddisfazione perché il Ministro, ora, ha fatto chiarezza su questo importante fatto e spero che non ci siano più dubbi in ordine al fatto che le delibere comunali debbano essere prese entro il 31 ottobre, anziché il 30 settembre.

(Chiarimenti in merito alle modalità di applicazione dell'articolo 12, comma 90-bis, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, relativo al passaggio dei dipendenti della CONI servizi Spa nella pubblica amministrazione - n. 3-02462)

PRESIDENTE. L'onorevole Raisi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02462, concernente chiarimenti in merito alle modalità di applicazione dell'articolo 12, comma 90-bis, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, relativo al passaggio dei dipendenti della CONI servizi Spa nella pubblica amministrazione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ENZO RAISI. Signor Presidente, la nostra interrogazione a risposta immediata di oggi riguarda l'aspetto specifico di un articolo del provvedimento sulla spending review, che dava la possibilità, a CONI servizi Spa, ente pubblico, di mettere in mobilità 140 dipendenti, i quali, però - diceva la legge -, entro il 31 dicembre 2013, potevano scegliere per quale tipo di mobilità optare. Non si sa per quale motivo, la CONI servizi Spa ha deciso che i 141 dipendenti, entro il 30 settembre, pena licenziamento, devono fare delle scelte. Ciò è ovviamente incongruente con quanto Pag. 63stabilisce la legge. Per cui, la nostra domanda è cosa intende fare il Governo affinché CONI servizi Spa rispetti, riguardo questi 141 dipendenti - 141 famiglie - il loro diritto a esercitare fino in fondo questa opzione che gli è stata presentata dal provvedimento sulla spending review.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Dino Piero Giarda, ha facoltà di rispondere.

DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Raisi, nel corso degli incontri sindacali tenutesi nel mese di luglio si è sviluppato un approfondito dibattito per trovare una soluzione che evitasse la riduzione del personale di CONI servizi Spa mediante licenziamenti collettivi. Nel corso della riunione del 2 agosto è stato sottoscritto un accordo con il quale è stata assicurata la ricollocazione del personale in esubero presso la citata società attraverso l'istituto dell'aspettativa e la contestuale assunzione a tempo indeterminato da parte delle federazioni presso le quali tale personale opera. L'accordo ha quindi espressamente ritenuto in esubero solo quei dipendenti che non dovessero formulare istanza di passaggio alle dipendenze delle federazioni, e ha stralciato la posizione dei dipendenti che operano presso l'Unione italiana di tiro a segno (11 unità), in considerazione della sua natura pubblica, fissando per costoro, al 31 dicembre, il termine per l'individuazione di possibili soluzioni. L'intesa del 2 agosto è stata sottoscritta da tutte le organizzazione sindacali tranne che dalla Fnos Ugl, che aveva nel frattempo proposto un ricorso al giudice del lavoro. Con sentenza del 9 agosto il giudice ha respinto il ricorso, non condividendo i rilievi mossi dal sindacato ricorrente e argomentando che l'attivazione della procedura di mobilità non ha determinato violazioni dell'esercizio delle libertà e dell'attività sindacale.
Con la medesima organizzazione Fnos Ugl, pertanto, si è tenuto un ulteriore incontro, nel corso del quale il sindacato non ha ritenuto di condividere l'intesa raggiunta con le altre organizzazioni sindacali, né di sottoscrivere un verbale di mancato accordo. Sono state successivamente fornite alle federazioni sportive nazionali le necessarie indicazioni per consentire ai dipendenti coinvolti dalla procedura di mobilità di transitare alle loro dipendenze a decorrere dal 1o ottobre, data prevista dall'accordo medesimo per concludere il processo, e dare corso, da parte di CONI servizi Spa, all'applicazione delle conseguenti previsioni di legge per il personale che, non avendo formulato istanza di passaggio alla federazione, risultasse ancora in esubero. Peraltro, l'articolo 12, comma 90-bis, del decreto-legge 6 luglio 2012 n. 95, ha procrastinato al 31 dicembre 2013 la possibilità di accedere alla mobilità verso pubblica amministrazione per il personale già dipendente dell'ente CONI alla data del 7 luglio 2002, transitato alla CONI servizi ai sensi della legge n. 178 del 2002. Considerata, quindi, la piena fruibilità dell'istituto della mobilità di cui al citato articolo di legge da parte del personale che è ancora dipendente di CONI servizi, ancorché in aspettativa, la non coincidenza tra il termine previsto dall'accordo sindacale del 2 agosto e quello dettato dalla norma in questione - rispettivamente fissato al 30 settembre e al 31 dicembre - risulta a tutti gli effetti ininfluente. Pertanto, i lavoratori dipendenti da CONI servizi Spa non ancora transitati presso le federazioni potranno senz'altro usufruire della disposizione legislativa introdotta con l'articolo 12, comma 90-bis, del decreto-legge n. 95.

PRESIDENTE. L'onorevole Raisi ha facoltà di replicare.

ENZO RAISI. Signor Presidente, io stavo per dichiararmi non soddisfatto, poi l'ultima parte dell'intervento invece, signor Ministro, mi ha ampiamente soddisfatto nel senso che effettivamente giustamente e coerentemente con il quesito che noi ponevamo il Governo conferma che, al di là dell'accordo sindacale firmato nell'agosto Pag. 64scorso, dove peraltro un sindacato non ha ritenuto di aderire, il Governo ribadisce che fa testo la normativa della legge che dice che fino al 31 dicembre 2013 questi 141 dipendenti avranno la facoltà di fare un'opzione o meno rispetto a quello che è previsto dalla legge.
Perché è vero che il CONI Servizi Spa ha dato l'opportunità - e qui mi sembra cosa buona e giusta, vorrei anche vedere che non fosse stato così - di passare da funzionari pubblici a dipendenti delle federazioni che comunque è una scelta che comporta anche certi cambiamenti professionali anche di percorsi e altro, con tutte le conseguenze del caso, però è anche vero che questo può esser fatto, se si vuol fare, entro il 31 dicembre 2013, come previsto dalla norma.
Quindi, il Governo oggi ha confermato - ed è importante che sia messo a verbale e che chi ci ascolti lo abbia sentito - che è prevalente la norma votata il 6 luglio 2012 che prevede appunto all'articolo 12, comma 90-bis, che questi 141 dipendenti hanno tempo fino al 31 dicembre 2013 per fare l'opzione che riterranno opportuna. Per cui ringrazio il Governo per la risposta e mi dichiaro soddisfatto.

(Iniziative in materia di registro pubblico delle opposizioni, al fine di una più efficace tutela degli abbonati rispetto a telefonate promozionali - n. 3-02465)

PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02465 concernente iniziative in materia di registro pubblico delle opposizioni, al fine di una più efficace tutela degli abbonati rispetto a telefonate promozionali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, signor Ministro, come annunciato, questa richiesta riguarda il registro delle opposizioni istituito nel 2010 per tutelare la privacy dei cittadini in quanto vessati da continue telefonate. Però questo registro, che in parte ha comunque ovviato a queste difficoltà, ha delle contraddizioni. In primis, ad esempio, uno che si è iscritto al registro, se non è iscritto negli elenchi pubblici, può essere disturbato lo stesso e questa ci pare una contraddizione proprio nel rispetto della privacy del cittadino.
In seconda battuta, l'iscrizione al registro non è sufficiente se qualcuno dà l'autorizzazione per il consenso al trattamento dei dati personali, che significa soltanto aderire ad un contratto telefonico, oppure semplicemente a una carta fedeltà di un supermercato. Ecco, queste due contraddizioni sono palesi. La richiesta è se questo Governo intenda adottare una modifica al decreto del Presidente della Repubblica n. 178 del 2010 al fine di venire incontro ad una situazione che diventa sempre più pesante nei confronti dei cittadini che stanno a casa e che sono vessati da telefonate continue, al di là del loro interesse.

PRESIDENTE. Il Ministro Dino Piero Giarda, Ministro per i rapporti con il Parlamento, ha facoltà di rispondere.

DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Compagnon, l'introduzione del registro pubblico delle opposizioni ha offerto - credo si possa dire senza dubbio - una maggiore tutela agli abbonati ai servizi telefonici nei confronti di chiamate indesiderate da parte degli operatori di telemarketing, ponendosi come un possibile punto di equilibrio tra le esigenze degli abbonati che non vogliono essere contattati e quelle delle imprese che possono utilizzare tali strumenti di promozione.
Infatti, dall'introduzione del registro anche il numero di reclami riportato dall'autorità è stato esiguo rispetto alla totalità degli iscritti al registro, in quanto le 5 mila segnalazioni sul milione e 100 mila iscritti costituiscono circa solo lo 0,4 per cento. Ciò non toglie, tuttavia, che la tutela degli abbonati possa essere migliorata, come ritengono e sollecitano gli onorevoli interroganti.
In particolare, il Governo condivide la necessità di individuare un punto di equilibrio Pag. 65più alto tra i diversi interessi coinvolti attraverso apposite iniziative normative che consentano di includere nel registro anche i numeri oggi non presenti negli elenchi telefonici pubblici, fatta salva la valutazione della fattibilità tecnica di questa proposta. Anche l'altra questione posta dagli onorevoli interroganti, la prevalenza cioè dell'iscrizione nel registro rispetto ai consensi espressi singolarmente, merita un adeguato approfondimento, seppure non può negarsi che rendere l'iscrizione al registro in ogni caso gerarchicamente superiore a qualunque altro consenso fornito espressamente dall'interessato non gli consentirebbe di poter ricevere chiamate promozionali che lui stesso potrebbe avere consapevolmente autorizzato.
Al riguardo, il Governo si impegna ad un'approfondita valutazione di tale questione al fine di individuare soluzioni adeguate che sappiano tutelare le scelte dei consumatori interessati e conferma la propria disponibilità a tutte le iniziative dirette a rafforzare le garanzie dei cittadini con riguardo alle telefonate per scopi commerciali o per ricerche di mercato.

PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di replicare.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, signor Ministro, grazie della risposta in quanto, pur non dando una risposta definitiva, sicuramente lei ha sottolineato la volontà, appunto, a prendere in considerazione questi due quesiti che io ho posto, volti a migliorare ancora, o meglio a tutelare, la privacy del cittadino. È vero che con l'istituzione del registro, dato poi attraverso la fondazione Bordoni il controllo che venga rispettata la legge si è migliorata la situazione, ma noi sappiamo che molti cittadini, purtroppo, si arrabbiano ma poi non protestano e i 5 mila che hanno telefonato, che hanno protestato, sono soltanto una piccola parte.
Però, la cosa più importante - e concludo, signor Ministro - è che noi dobbiamo mettere nella condizione veramente il cittadino, se non vuole, di non essere disturbato. Per cui già pure il registro, avendo dato una risposta, dovrebbe essere esattamente il contrario, perché un cittadino che non vuole essere disturbato per una chiamata, chiamiamola anche promozionale, se non ossessiva, non dovrebbe neanche iscriversi ad un registro. Dovrebbe essere chi vuol fare la pubblicità che chiede l'autorizzazione al cittadino se vuole essere chiamato per delle proposte commerciali pubblicitarie legittime. Quindi, noi costringiamo paradossalmente il cittadino che non vuole essere disturbato a doversi iscrivere e poi magari si ritrova anche nella necessità di iscriversi per non essere disturbato, dopo essersi iscritto al registro, agli elenchi pubblici.
Semplifichiamo le cose, preveniamo quello che possiamo prevenire mettendo il cittadino veramente nella condizione di dire: io non voglio essere disturbato. Perché una semplice card ad un supermercato - un'autorizzazione si dà per uno sconto, per qualsiasi cosa - non può essere superiore gerarchicamente alla scelta, alla volontà del cittadino di non voler essere disturbato. Comunque io confido, signor Ministro, che aver capito che si deve fare qualcosa, cioè mettere mano al decreto del Presidente della Repubblica n. 178, non sia solo una dichiarazione di questo momento in Aula, ma sia un impegno che il Governo possa prendere e mantenere da subito.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16 con il seguito della discussione del decreto-legge recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, Pag. 66i deputati Boniver, Brugger, Gianfranco Conte, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, De Biasi, Dozzo, Fava, Franceschini, Iannaccone, Jannone, Leo, Lucà, Milanato, Misiti, Moffa, Mogherini Rebesani, Mussolini, Palumbo, Pisicchio, Stucchi e Valducci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 5423.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 5423: Conversione in legge del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Fogliato 1.77.

(Ripresa esame articolo unico - A.C. 5423)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Consiglio 1.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzarin. Ne ha facoltà.

MANUELA LANZARIN. Votiamo...

PRESIDENTE. Mi scusi, non ho capito, rinuncia? Ne prendo atto. Se non ci sono altri iscritti a parlare...

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, anche in ordine ad alcuni interventi che sono stati fatti stamane da parte di molti colleghi in una pratica di filibustering, Presidente, che è assolutamente legittima e che va valutata obiettivamente per quello che è, cioè un tentativo di, in qualche modo, rallentamento dei lavori parlamentari che ha, come assunto di fondo, una contestazione di merito che i colleghi della Lega rivolgono a questo provvedimento, riteniamo che siano state fatte diverse considerazioni e alcune delle quali, per forza di cose nell'ambito delle pratiche ostruzionistiche, tendono ad essere ripetitive e probabilmente anche non proprio collegate al merito del provvedimento.
Sono state fatte dichiarazioni e interventi che hanno inteso, in qualche misura, replicare alle posizioni espresse, attraverso un comunicato stampa di qualche giorno fa, dal collega Cazzola, il quale, peraltro, a titolo personale a fine seduta ha ritenuto doveroso, come peraltro era suo diritto e come la Presidenza gli ha consentito, replicare alle osservazioni che gli sono state rivolte dai colleghi della Lega, puntualizzando il proprio punto di vista e ribadendo alcune di quelle che il collega Cazzola stesso considera alcune sue buone ragioni.
Riteniamo, signor Presidente, che questo provvedimento sia stato affrontato in un tempo congruo da parte delle Commissioni competenti, attraverso un esame che pure è stato piuttosto approfondito. Riteniamo, Presidente, che si sia svolta con grande serenità una discussione sulle linee generali nella giornata di lunedì, che ha visto maturare una differenza di posizioni, in alcuni casi anche convergenti e in altre di dissenso. Nella giornata di ieri si è svolta la discussione sul complesso degli emendamenti su cui pure ci sono stati molti interventi e che ha visto un voto di chiusura della discussione sul complesso degli emendamenti su proposta del collega Giachetti.
A questo ha fatto seguito un'altra serie di interventi da parte dei colleghi della Lega che avevano chiesto di parlare nella discussione sul complesso degli emendamenti perché, come era loro diritto, hanno avuto la facoltà di proseguire i loro interventi Pag. 67per ulteriori cinque minuti ciascuno. Si è così conclusa ieri sera la discussione sul complesso degli emendamenti e stamane, con una certa lentezza, si è avviata la discussione sugli emendamenti. Anche qui è di tutta evidenza che vi è stata una pratica di rallentamento dei lavori attraverso l'atteggiamento dei colleghi della Lega.
Non per questo, tale atteggiamento è criticabile. Il Regolamento lo permette: è facoltà dell'opposizione quella di distinguersi e di differenziarsi nel voto, nei contenuti e nelle prassi che il Regolamento prevede, dagli altri gruppi di maggioranza, o che condividono in questo caso il testo del provvedimento. Sono state dette - secondo me - alcune inesattezze, alle quali, peraltro, alcuni colleghi - come l'onorevole Lulli, per un verso, e l'onorevole Mantovano, per un altro - hanno avuto modo di replicare, e credo che si sia svolta, malgrado alcuni piccoli e trascurabili episodi, una discussione parlamentare sostanzialmente, sino ad ora, serena.
Riteniamo che, in questo senso, si debba proseguire con la stessa serenità, magari, signor Presidente, formulando l'auspicio di un esame più rapido degli emendamenti che abbiamo di fronte, giacché ne abbiamo di fronte almeno qualche decina, circa cinquanta. È di tutta evidenza che non è imminente la scadenza del decreto-legge, ma abbiamo, comunque, il dovere di consegnare all'altro ramo del Parlamento questo provvedimento in un tempo congruo, affinché anch'esso possa esaminarlo con compiutezza, giacché ricordo che abbiamo affrontato questo provvedimento in prima lettura, che è stato annunciato in questo ramo del Parlamento ed assegnato in Commissione prima della sospensione estiva o - per meglio dire - come ultimo atto prima della sospensione estiva del mese di agosto.
Riteniamo, a questo punto - e ci auguriamo che si possa procedere, seppure nel distinguo dei vari gruppi e delle varie posizioni - con un esame leggermente più rapido di quello che c'è stato sino ad oggi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Paolini, lei è decaduto da tale facoltà perché prima ha rinunciato ad intervenire. Avevo un elenco con i nominativi ed ho chiesto chi intendesse intervenire.

GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, intervengo per ricordarle che prima ha rinunciato ad intervenire la collega Lanzarin, che voleva intervenire per illustrare l'emendamento, ma non abbiamo rinunciato ad intervenire, come l'altra volta; noi che avevamo chiesto di farlo in base a quell'elenco che abbiamo depositato.
Quindi, le sarei grato se fosse possibile andare avanti con l'elenco che le abbiamo fornito.

PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, capisco tutto, ma nel momento in cui ho chiesto, dopo che ha rinunciato ad intervenire l'onorevole Lanzarin, se qualcun altro intendesse farlo, e immediatamente ha chiesto la parola l'onorevole Baldelli.
Siccome ho un elenco, e nessuna delle persone ivi indicate ha alzato la mano, automaticamente sono decadute.
Se voi volete iscrivere a parlare altri trenta colleghi, lo potete fare, ma non possono intervenire gli stessi indicati nell'elenco. Non è possibile tenere mille comportamenti in contraddizione tra loro, perché c'è una coerenza anche nel modo in cui svolgere l'opposizione, che ogni forza politica può scegliere e portare avanti, non tuttavia in modo contraddittorio nel giro di pochi minuti.
Quindi, onorevole Dozzo, darò la parola a tutti coloro che me la chiederanno, che non siano già iscritti in questo elenco, Pag. 68che io ritengo essere decaduti (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Colleghi, su questo punto parlo con il presidente del gruppo della Lega Nord Padania. Prego onorevole Dozzo.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, lei ha perfettamente ragione, non tenga più in considerazione quell'elenco che noi le abbiamo fornito, quindi tenga in considerazione coloro che alzeranno la mano di qui in avanti, così abbiamo risolto. Noi pensavamo di aver fatto una cortesia alla Presidenza fornendo un elenco di chi voleva parlare, vedo che questo comporta delle situazioni un po' spiacevoli, quindi tolga quell'elenco e mi raccomando stia attenta a chi alza la mano.

PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, siccome anche lei possiede quest'elenco, la prego di fare in modo che le persone iscritte in questo elenco non alzino la mano perché sennò non potrò dar loro la parola.

GIANPAOLO DOZZO. Presidente, non c'è più l'elenco! Ogni volta alziamo la mano!

PRESIDENTE. E quindi chiedono la parola altre trenta persone del suo gruppo...e come no? Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

ERICA RIVOLTA. Signor Presidente, siamo abbastanza sbalorditi per l'atteggiamento che in quest'Aula si sta tenendo nei confronti di un'azione che i deputati della Lega Nord Padania stanno compiendo. Ne abbiamo assolutamente diritto e crediamo, al di là della quantità dei deputati che intervengono, di essere assolutamente interpreti di una voce in dissenso rispetto ad un provvedimento che - abbiamo già detto - è assolutamente mal costruito e discriminatorio nei confronti di gran parte del Paese, soprattutto dei SIN che stanno aspettando da anni finanziamenti per le bonifiche e per gli interventi ambientali.
Questo, continuiamo a dire, non lo capiamo; sinceramente è stato abbastanza sgradevole ascoltare alcuni interventi di colleghi veramente animati di un odio, di un razzismo nei confronti della nostra azione e del movimento che rappresentiamo, che mi sorprende. Io personalmente non ho mai avuto questo atteggiamento nei confronti di nessuna parte politica presente in quest'Aula e non capisco la violenza e l'odio che da alcune persone viene espresso.
La nostra è un'azione politica più che legittima che sottolinea quante ingiustizie ci siano in questo Paese, di come venga assolutamente dimenticata una questione che non è centrale solo per il nord - la questione settentrionale - ma che lo è per l'intero Paese, perché nel momento in cui si ferma quella parte del Paese, grazie anche agli interventi di questo Governo, si fermerà tutto il Paese, anche quella parte del sud - lo specifico, lo hanno detto alcuni miei colleghi - non quella più virtuosa, che merita, che si vuole sviluppare, che si mette in gioco e che cerca di innovare, ma quella parte parassitaria, che vive di privilegi solo per una piccola percentuale di persone.
È impossibile non notare in questo provvedimento, per esempio, come l'Ilva ed i suoi lavoratori siano molto lontani dall'essere i protagonisti ed i destinatari di questi oltre 300 milioni di euro, perché è ben altra la storia e si intravede immediatamente perché si parla di bonifica ambientale, però solo una parte dei fondi è destinata ad essa e all'emergenza sanitaria. Il problema è un altro: questi fondi vanno al porto, vanno a favore di un'economia di capitale, però straniero, e allora noi ci chiediamo quale sia il senso di tutto, signor Presidente, perché non ne vediamo innanzitutto l'urgenza e non vediamo assolutamente come possa essere credibile questa cosa, che non è per uno sviluppo equilibrato.
È un intervento che favorirà senz'altro qualcuno, ma ancora una volta non i lavoratori dell'Ilva. Purtroppo, è veramente Pag. 69impressionante il silenzio da parte di molti colleghi del Nord e delle regioni dove sono gli altri SIN. Non dicono assolutamente niente in quest'ambito, in Aula, ma fuori, lontano dai microfoni e dai verbali, molti dei colleghi ci dicono che abbiamo perfettamente ragione. Che avessero il coraggio di dirlo anche qua in Aula.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Ma chi è che ve lo dice?

ERICA RIVOLTA. Sono molti, caro collega, sono davvero molti. Evidentemente, non siamo così campati in aria nelle nostre considerazioni, ma siamo sempre interpreti di un malessere che ha come vittima principale il Nord, un Nord che in questo momento - lo ripeto, perché questa è la realtà - sta soffrendo. L'abbiamo già detto e ribadito ieri e lo ribadiamo ancora oggi: aziende non scadenti, ma di prim'ordine, aziende con una tradizione in termini di innovazione e di capacità professionali, stanno gettando la spugna. Non è possibile. Alcune di queste aziende, quelle che intravedono qualche possibilità, riescono ad andare all'estero, ma non è giusto. Vuol dire che lasciamo andare gli imprenditori, quelli che hanno il coraggio da anni di continuare a fare gli imprenditori in questo Paese nonostante tutto. Li lasciamo andare via e poi facciamo, come grande idea di sviluppo, provvedimenti urgenti, dei decreti-legge di questo tipo. Signor Presidente, è veramente qualcosa di demoralizzante e avvilente. Questa è l'atmosfera che noi viviamo in questo momento in Parlamento e sinceramente sono abbastanza angosciata dall'idea di incominciare una stagione autunnale, che arriverà poi al periodo pre-elettorale, già con un provvedimento di questo genere. Signor Presidente, è veramente una cosa preoccupante. Fuori noi andremo a dirlo a tutte le persone che incontriamo regolarmente, ai lavoratori che ci incontrano e ci chiedono di fare gli interessi...

PRESIDENTE. Onorevole Rivolta, ha ampiamente superato il tempo a sua disposizione.

ERICA RIVOLTA. Concludo, Signor presidente. Noi diremo cosa sta facendo questo Governo, ma soprattutto diremo quali forze, votando i provvedimenti di questo Governo, sono contro il Nord e i lavoratori del Nord.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà, per un minuto.

PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, prima, quando mi è stata data la parola, sono rimasto in silenzio per dieci secondi e il Presidente Leone mi ha tolto la parola stizzito. Ecco, questi sono gli atteggiamenti e i sentimenti dei cittadini. Per soli dieci secondi stizzitamente mi si toglie la parola. Cosa dovrebbero fare i cittadini degli altri cinquantasei siti, che si vedono scavalcati sempre dagli interventi a favore del Sud? Cosa dovrebbero dire di fronte al silenzio del Governo su queste cose, di fronte all'indifferenza e al menefreghismo? Per dieci secondi sembrava che cadesse il mondo. Per mesi e anni di indifferenza verso chi ha contribuito a sostenere questo Paese con le proprie risorse, invece, non succede niente. Il Governo se ne sta lì e fa le parole crociate con gli amici del Sudtirolo, e questo non può essere concepito e portato sempre come esempio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, sono un po' preoccupato per lo stato confusionale con il quale sta conducendo l'Aula (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché già è difficile lavorare in queste condizioni, se poi ci si mette anche lei, credo che la situazione rischi di degenerare. Lei sa bene, e l'abbiamo già ripetuto in vari modi, che noi stiamo conducendo una battaglia per dire ai cittadini del Nord qualcosa che purtroppo sanno bene, cioè che sono discriminati. Ma non lo sanno ancora abbastanza Pag. 70bene, perché non bastano le notizie che tutti i giorni ci vediamo recapitare.
È di qualche minuto fa un'agenzia secondo la quale il Ministro Profumo ha annunciato che verranno acquistate e rese disponibili gratuitamente alcune decine di migliaia di tablet per gli insegnanti del Sud. L'essenza del ragionamento di fronte al quale ci troviamo è proprio questa! Questo è un Governo che sta decidendo di investire solo ed esclusivamente per il Sud!
È di questa mattina la notizia secondo la quale 3 miliardi di euro di opere, in beni materiali e immateriali, faranno parte di un grande piano di infrastrutturazione del Sud. Oggi ci viene detto che al Sud verranno addirittura regalati dei tablet agli insegnanti, mentre quelli del Nord o già li hanno oppure si devono arrangiare e comprarli da soli. Stiamo discutendo di un provvedimento che destina le uniche risorse disponibili, guarda caso al Sud...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Fava.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Amico. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, ancora non si è capito bene qual è l'ordine dei nostri interventi. Io avevo alzato la mano insieme ad altri colleghi, però sono pronto ad intervenire perché su questi temi noi della Lega Nord Padania siamo sempre pronti, perché si tratta di temi importanti. Tutti noi ci siamo attivati per cercare di fronteggiare quest'altro scempio che, spero di no, ma probabilmente, vista l'ampia maggioranza, sta per essere approvato. Qual è una delle cose peggiori? È che si danno 274 milioni di euro in mano ad una persona, ossia al commissario che gestirà questi soldi, e che probabilmente sarà il presidente della regione. Sappiamo già che questo signore che gestirà questi soldi è il leader di un partito politico che si presenterà alle prossime elezioni. Quindi stiamo dando 274 milioni di euro in mano ad una persona che farà la sua campagna elettorale con questi soldi.

PRESIDENTE. Grazie onorevole D'Amico.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosio. Ne ha facoltà.

JONNY CROSIO. Signor Presidente, questa mattina un autorevole collega dell'Unione di Centro per il Terzo Polo, il Presidente Buttiglione, è intervenuto a proposito di un emendamento che stavamo esaminando, affermando che la Lega Nord Padania stava assumendo un atteggiamento non dignitoso per l'unità del Paese, o qualcosa del genere.
Riallacciandomi al discorso a proposito del suddetto emendamento, mi chiedo se è dignitoso l'atteggiamento dei colleghi, dei politici, degli amministratori locali e di tutte le istituzioni pugliesi e di Taranto silenti su questo gravissimo problema, se la tanto ricercata dignità dell'unità del Paese - come l'ha definita il collega Buttiglione questa mattina - passi attraverso l'atteggiamento della classe politica pugliese che, come hanno già giustamente e bene ricordato i colleghi che mi hanno anticipato, non ha assolutamente garantito...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Crosio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, oggi il collega Buttiglione diceva che la Germania ha investito tantissime risorse per la parte del Paese che, purtroppo, è stata sotto il comunismo e, dunque, è stata distrutta, per risollevare quella parte del Paese. Vorrei ricordare che questo Stato, da quando vi è stata l'unificazione, ha speso una marea di soldi per il Mezzogiorno non solo in forma diretta, quindi dando delle risorse e delle agevolazioni, ma anche dando la possibilità a tantissimi cittadini, migliaia e centinaia di migliaia, appartenenti alle popolazioni del Sud di entrare nel pubblico impiego, nelle Forze Pag. 71armate, nelle poste, andando ad occupare dei posti che potevano andare anche alle popolazioni del Nord...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Bragantini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Negro. Ne ha facoltà.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, la Puglia oggi è conosciuta soprattutto per la quantità di soldi che dobbiamo erogare a causa anche delle sanzioni europee.
In XIII Commissione (Agricoltura) oggi ci è stata consegnata la lettera del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Catania, secondo cui ci verranno inflitti altri 73 milioni di euro di multe europee su 98 milioni. Mi chiedo dove andremo a prendere questi soldi.
E quindi mi chiedo anche un'altra cosa, ovvero se abbiamo preso 73 milioni di multa per colpa della regione Puglia che ha il compito di controllare il catasto vitivinicolo e se, per la questione Ilva, comunque, per l'inquinamento, dobbiamo continuamente pagare per risanare.
Mi chiedo veramente che funzione abbia questa regione. Cosa sta facendo questa regione? Dove sono gli amministratori? Dove è tutta la dirigenza che stiamo pagando come Stato? Dov'è? Dove sono gli amministratori?
È veramente una vergogna ed io credo che dovremo trarne le dovute conseguenze e commissariare e sistemare questa realtà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, si sente molto parlare di cosa fanno gli imprenditori al Nord nei confronti di questa dialettica e soprattutto che cosa fanno nei confronti dell'ambiente. Io le porto l'esperienza di Biella, una piccola provincia del nord del Piemonte, che è un distretto di eccellenza tessile.
Nella anni Cinquanta i colori delle collezioni future si andavano a vedere attraverso il colore dell'acqua dei torrenti che scorrono lungo il nostro territorio. Invece, adesso, l'acqua che esce dalle fabbriche - le fabbriche sono sempre le stesse - ha una purezza maggiore di quella che entra. L'acqua cioè che esce dalle fabbriche viene così totalmente trattata nei depuratori, che viene ad avere una purezza maggiore rispetto a quella che viene immessa.
Questo che cosa significa? Significa che gli imprenditori, loro stessi, con fondi privati, con i loro soldi, hanno costruito delle regole di sistema, dalle quali la società ha avuto un beneficio, nel senso che non c'è squisitamente solo un utilizzo del territorio per fare cassa, ma addirittura le industrie si inseriscono in maniera coerente con il territorio, cosa che invece non avviene in altri territori del Sud dove c'è sempre un'emergenza.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Simonetti.

ROBERTO SIMONETTI. C'è l'emergenza dei rifiuti di Napoli, c'è l'emergenza per la bonifica di Taranto, c'è l'emergenza...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Simonetti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.

MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, mi ricollego a quello che diceva il collega Fava ovvero a questa storia che è notizia di questa mattina - letta sulle agenzie e sui siti - sui tablet per i professori del Sud. È abbastanza singolare che il Ministero metta a disposizione la tecnologia esclusivamente per i professori del Sud.
Noi ci auspichiamo che sia un errore di spiegazione, che la cosa sia stata spiegata male, perché queste forme di discriminazione - chiamiamola tecnologica - tra un Pag. 72professore del Sud ed un professore del Nord crediamo che non debbano esistere.
Comunque la notizia si trova su tutti i siti nazionali importanti, basta andare sui siti maggiori, come www.corriere.it tanto per dire. Lì si trova, non è che ce la siamo inventata noi. Quindi, probabilmente, qualcosa di vero c'è, a meno che uno non voglia dire che i professori sono tutti del Sud, però questo ovviamente è e rimane una battuta.
Però nel contesto, di cui stiamo discutendo, di questo provvedimento, che va nella direzione di dare risorse per le realtà...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fugatti. Non avendo altri iscritti a parlare, passiamo ai voti.
Indico la votazione (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...

ALBERTO TORAZZI. Abbiamo alzato la mano in quaranta!

PRESIDENTE. No, colleghi, tutti coloro che stanno chiedendo la parola erano iscritti nell'elenco decaduto e, quindi, passiamo ai voti.
Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consiglio 1.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

GIANPAOLO DOZZO. Faccia parlare Di Vizia che non era in elenco!

PRESIDENTE. Di Vizia? Di Vizia va bene, può parlare, benissimo.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, era stata indetta la votazione.

PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione, perché l'onorevole Di Vizia può parlare.

GIANPAOLO DOZZO. La finisca di essere faziosa!

PRESIDENTE. Non si era iscritto, onorevole Dozzo, mi dispiace! Non avendo nessuno per l'intervento principale, non posso dare corso all'elenco degli interventi a titolo personale. Onorevole Di Vizia, prego, ha facoltà di parlare.

GIAN CARLO DI VIZIA. Signor Presidente, credo che tutta questa discussione sul sito di Taranto abbia comportato in quest'Aula il fatto che i deputati della Lega siano un pochino prevenuti verso il Meridione. Io credo che questo debba essere allontanato per tre motivi, signor Presidente.
In primo luogo, perché queste somme ingenti, che sono state stanziate, è stato dimostrato che non sono volte a lenire i dolori e le preoccupazioni dei lavoratori dell'Ilva di Taranto, ma sono destinate alla regione Puglia per essere investiti su un'attività portuale, del porto di Taranto precisamente.
E credo che nemmeno si sia sfiorato il problema della bonifica ambientale, come hanno testimoniato tanti interventi svolti da esponenti di altre forze politiche, che hanno parlato di somme e risorse insufficienti poiché ci vorrebbero 2 mila miliardi per risolvere il problema.
Allora ci domandiamo anche, signor Presidente, se vengono rispettate le norme comunitarie sul fatto della destinazione delle risorse a favore di un porto italiano a scapito della concorrenza degli altri porti. Quindi, si ledono i diritti comunitari con questo provvedimento. Aggiungo un'altra cosa: credo che non ci sia nemmeno il rispetto, almeno così, l'indicazione, sulla par condicio con gli altri cinquantasei siti italiani che sono in attesa di essere bonificati, come l'area di Pittelli che ha visto una politica clientelare...

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 16,30).

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Di Vizia, il suo tempo è terminato. Un minuto passa in fretta! Pag. 73
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Torazzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, intanto benvenuto perché si era creata un po' di confusione e lei sa che ormai nel nostro mondo, qua, tra transgender, matrimoni, innamorati e gente che ha mandato il senno sulla luna con l'ippogrifo, è diventato un po' un problema gestire quest'Aula. Noi ci teniamo comunque a riportare i colleghi alla concretezza, per rimarcare ancora una volta che questo provvedimento, a differenza di quanto stanno raccontando i giornali, non ha niente a che vedere con i problemi dell'Ilva. È un provvedimento che fa un favore al nostro amico Nichi. Io capisco che un uomo innamorato abbia le sue difficoltà e abbia bisogno di aiuto e comprensione, però io ritengo che coloro che sono amministratori degli altri cinquantasette siti, avranno anche loro una vita sentimentale, e allora diamo loro una mano, acceleriamo anche i loro programmi visto che si parla di tanti miliardi disponibili e visto che il nostro Presidente del Consiglio ci ha detto che si sarebbe preoccupato di rilanciare la crescita. È vero che poi ha fatto un atto di penitenza, dicendo: non è vero, non l'ho mai detto o comunque non lo farò e comunque ho fatto danni, vi chiedo scusa ma l'ho fatto per il vostro bene. Però in questa situazione sarebbe interessante capire come mai tutti i soldi che escono prendono tutti una certa latitudine. Questo fa pensare molto male e ha fatto pensare male, penso, anche la Presidente Bindi, tant'è vero che non si è sentita bene e si è allontanata, non lo so, hanno chiamato lei giustamente, io plaudo alla sua Presidenza, perché ha riportato un po' di ordine e di serenità.
Abbiamo poi degli altri colleghi che sono confusi, perché parlano di privilegi quando invece stanno incassando i soldi e il gettito fiscale a casa loro invece non corrisponde a questo dare ed avere. Allora se vogliamo applicare le ricette della Merkel, dovremmo partire in primis dai suoi concetti di razionalizzazione della spesa, dove se vuoi dei soldi devi mettere a disposizione delle iniziative. Allora noi ci chiediamo: il nostro Nichi, che ha chiesto tutti questi soldi, è anche lo stesso Nichi che pochi mesi fa ha fatto passare ottomila persone senza concorso e voleva metterle a tempo indeterminato. È dovuta intervenire la Corte costituzionale...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ALBERTO TORAZZI. Sì, Presidente, ha ragione, concludo, perché quando un uomo è innamorato al cuore non si comanda e, quindi, lui voleva festeggiare. La ringrazio, signor Presidente, perché è stato molto comprensivo.

PRESIDENTE. A questo punto votiamo l'emendamento Consiglio 1.1.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consiglio 1.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

DAVIDE CAVALLOTTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ho dichiarato aperta la votazione (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Ho dichiarato aperta la votazione! Onorevole Cavallotto, lei sa che quando la Presidenza dichiara aperta la votazione non si può più prendere la parola. Successivamente darò anche qualche indicazione per il prosieguo dei nostri lavori, onde evitare fraintendimenti.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 451
Votanti 450
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato
64
Hanno votato
no 386).

Pag. 74

Prendo atto che il deputato Bosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prima di passare all'emendamento Martini 1.50, per garantire che non vi siano fraintendimenti, il gruppo della Lega Nord Padania ha fatto presente alla Presidente Bindi che la rinuncia della collega Lanzarin non implicava la rinuncia di coloro che erano iscritti a parlare nell'elenco che il gruppo aveva consegnato. L'onorevole Bindi aveva, al contrario, ritenuto che la dichiarazione dell'onorevole Lanzarin fosse relativa a tutto il gruppo. Per evitare che si possa ripetere un equivoco quale quello che abbiamo testé vissuto, la Presidenza, per il futuro, ove venga consegnato un elenco di colleghi che intendano intervenire, per fugare ogni dubbio interpellerà ogni singolo deputato se ritiene di intervenire o se al contrario la dichiarazione del primo firmatario, del primo iscritto nell'elenco, riguarda tutto il gruppo.

GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, le rendo la vita ancora più facile. Non presenteremo più nessun elenco e ognuno di noi che vorrà intervenire alzerà la mano e lei starà attento a chi alzerà la mano.

PRESIDENTE. La ringrazio per la disponibilità. Ricordo anche a lei e all'Aula che l'articolo 85, comma 7, primo periodo, del Regolamento, stabilisce che su ciascun articolo è consentita una dichiarazione di voto per non più di cinque minuti ad un deputato per gruppo. Lo stesso comma, al successivo terzo periodo, prevede altresì che il Presidente conceda la parola ai deputati che intendano esprimere un voto diverso da quello dichiarato dal proprio gruppo, nonché ad un deputato per ciascuna delle componenti politiche costituite nel gruppo Misto, stabilendo le modalità ed i limiti di tempo per gli interventi medesimi, determinati dal Presidente.
La Presidenza della Camera ha concesso finora nella parte antimeridiana della seduta un tempo di un minuto per ciascun deputato. Apprezzate le circostanze, conformemente ai numerosi precedenti, tenuto conto del fatto che il provvedimento dopo l'esame da parte della Camera deve essere sottoposto all'esame del Senato, la Presidenza, anche in considerazione del numero degli interventi, attribuirà a partire dal prossimo emendamento (quindi dal Martini 1.50) agli interventi a titolo personale un tempo massimo di trenta secondi (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Vi risparmio la lettura dei numerosi precedenti che sono talmente cospicui nel numero da rendere la durata della seduta ancora più ampia di quello che è previsto attraverso gli interventi.

GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, capisco benissimo che ci sono precedenti su questo tema a iosa, però lei ha citato la questione della scadenza di questo decreto. Non mi sembra che la scadenza di questo decreto sia così ravvicinata per tagliare del 50 per cento il tempo a disposizione di ogni parlamentare nell'esprimere il proprio giudizio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Quindi, signor Presidente, la pregherei di rivedere la sua decisione riportando il tempo a un minuto, perché - le ricordo - quando sono stato prese queste decisioni la scadenza, sì, del decreto era a ridosso della discussione che c'era in Aula. Qui andiamo, se non erro, al 6 di ottobre. Abbiamo tutto il tempo (sia Camera sia Senato) di discutere in maniera approfondita questo provvedimento.

PRESIDENTE. In ragione del suo intervento mi vedo costretto a precisare che in numerosi dei precedenti che ho richiamato, Pag. 75e che se volete leggo, vi sono precedenti in cui non si trattava di decreti-legge. Cito in particolar modo la legge comunitaria del 2006: il Presidente avvertì che ove persistesse una elevata richiesta di interventi avrebbe attribuito un tempo pari a 30 secondi. Ancor più significativa - credo - la ratifica Italia-Libia del 20 gennaio 2009, tempo più recente: ancora una volta per l'elevato numero di interventi a titolo personale fu previsto un tempo di 30 secondi. Quindi non ho nessuna difficoltà a dire che la motivazione della Presidenza relativa al decreto è una delle motivazioni, ma precedenti a iosa dimostrano che ci sono casi, come quello di specie, in cui non è strettamente necessario che il decreto sia a scadenza, anche perché - come ho detto - in alcuni casi non si è trattato di decreti.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Martini 1.50. Non ho iscritti a parlare, ma credo che ci sia qualche collega. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, al di là delle valutazioni di merito sul suo atteggiamento che ritengo gravissimo, anticipo, immagino e già intuisco che noi, con ogni probabilità, domani mattina, visto che è stata una giornata un po' concitata, avremo molto da dire anche sul processo verbale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Il collega Giachetti ricorderà bene che cosa intendo. Avremo molto da dire anche sul processo verbale, così vanificheremo questo suo tentativo di strozzare il dibattito all'interno di quest'Aula e di togliere le giuste prerogative ad un gruppo parlamentare al quale è rimasta solo la possibilità di denunciare quello che sta accadendo in questo consesso.
Noi abbiamo ben presente le difficoltà e gli imbarazzi che accompagnano la vostra attività, cioè quella di cercare di evitare e di impedire che qualcuno racconti ai cittadini del Nord cosa state facendo a loro e, soprattutto, cosa state facendo ad altri a loro discapito. Ma questa cosa non ci intimidisce e, quindi, credo che proseguiremo con tutto ciò che ci è permesso e concesso ancora dai Regolamenti parlamentari, ammesso che qualcuno abbia intenzione di risparmiarvelo. Capisco la sua difficoltà a cercare di rimediare alle figuracce della Presidente Bindi che l'ha preceduto e in qualche modo a cercare di lenire il dolore facendo vedere che il suo interventismo, assolutamente inopportuno in questa sede, desse il segno del fatto che qualcuno abbia il polso dell'Aula. Le auguro di avere il polso dell'Aula fino in fondo, ma quello che sicuramente lei non avrà sarà il polso del Nord e di quei territori che vengono sistematicamente danneggiati dal vostro atteggiamento politico e soprattutto dal suo atteggiamento, signor Presidente, che dimostra di essere sempre meno super partes.
Non c'era bisogno di scomodare un precedente del 2006 per venirci a raccontare che è successo in altre occasioni e circostanze e che, ad esempio, nel caso di una votazione sulla legge comunitaria, si è provveduto ad un'iniziativa analoga nonostante non si trattasse di un decreto-legge. Ci sono tutti i tempi parlamentari per discutere in modo serio e approfondito della questione di cui stiamo dibattendo, anche perché - vorrei ricordarlo, se a lei fosse sfuggito visto che so che lei non è molto attento alle attività delle Commissioni - ci sono delle forze politiche, come la nostra, che anche in Commissione la scorsa settimana hanno dimostrato di avere un atteggiamento responsabile e hanno permesso a lei ed ai colleghi che sono qua con noi oggi di venire in Aula lunedì, cosa che non è assolutamente irrilevante. Infatti, noi giovedì, dopo aver fatto ovviamente il nostro mestiere di partito di opposizione, abbiamo permesso che la discussione in Commissione finisse e che si votassero tutti gli emendamenti che erano rimasti da votare, senza portare avanti un ostruzionismo sfrenato.
Avevamo chiesto che però si prendesse posizione in qualche modo rispetto alle nostre istanze, cosa che non è avvenuta. Sa cosa succede in un Parlamento normale di Pag. 76un Paese civile in una situazione di questo tipo? Che il Ministro, anziché continuare ad esternare sui giornali, viene in Aula e dà delle risposte precise ai quesiti che vengono posti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania); viene in Aula e ci racconta cosa ha intenzione di fare, non solo a Taranto, ma cosa ha intenzione di fare negli altri 56 siti di interesse nazionale.
Ci dice qual è il programma del Governo e della maggioranza che lo sostiene in una situazione di assoluta emergenza che si è creata in giro per il Paese e che non riguarda solo Taranto. Un Ministro normale, in un Parlamento normale di un Governo normale - ovviamente non è il caso nostro - avrebbe assunto un atteggiamento di questo tipo responsabile, avrebbe chiesto per primo di venire a rendere conto in Aula delle obiezioni che vengono mosse. Noi stiamo sollevando dei problemi concreti, veri e reali e ai nostri problemi non viene data alcuna risposta. Il dibattito, caro Presidente, nella sua totale assenza di questi giorni e anche un po' di distrazione, si è sviluppato con una sorta di monologo perché alla fine le uniche risposte che ci sono arrivate sono state le rimostranze del collega Cazzola che si sentiva offeso perché gli abbiamo detto che non aveva letto il provvedimento o del collega Cera che ha parlato di quote latte, ma nessuno qua ha avuto il coraggio, tra i tanti esponenti della maggioranza e sono alcune centinaia, di provare a prendere le difese di un provvedimento che è indifendibile nel merito, nella sostanza e nella forma.
Allora, rispetto a questi temi che noi continuiamo a porre con grande serietà, le chiedo formalmente di farsi carico, nella sua veste, per poter fare in modo che anche l'azione che ha appena posto in essere venga in un certo qual modo mitigata, di parlare con il Governo e di chiedere al Ministro Clini di venire a rendere conto in Aula su quali siano le intenzioni che ha per tutti gli altri siti che in questo momento sono altrettanto compromessi. A lei forse sarà sfuggito, ma le faccio notare che nel capoluogo della provincia dalla quale provengo, Mantova, proprio in questi giorni è arrivata una relazione del Ministero che ci dice che il livello di surnatante sulla falda, ossia il livello di quella gelatina schiumosa che galleggia sulla falda che sta al di sotto della città di Mantova, è alto alcuni metri ormai e fra un poco andrà a contaminare la falda dove vengono prelevate le acque per il consumo potabile dei cittadini.
Noi cosa rispondiamo a quei cittadini? Che lei non ci ha dato neanche il tempo di poter dimostrare il nostro dissenso rispetto ad un provvedimento razzista? Si faccia carico delle sue responsabilità e faccia venire il Ministro in aula, che vogliamo parlare con lui (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, io inviterei quest'Aula ad entrare nel merito del provvedimento e nel merito dei singoli emendamenti. Infatti non è mica detto che siccome questi emendamenti sono presentati dalla Lega debbano necessariamente ricevere il voto contrario di questo consesso, perché ci sono cose che possono essere utili al miglioramento del provvedimento. Nel caso specifico dell'emendamento Martini 1.50 io credo che sia opportuno approvarlo. Per quali ragioni? Per le stesse ragioni che scrivete voi sul provvedimento, cioè che lo scopo di questo decreto-legge è quello di fronteggiare le gravi situazioni di criticità ambientale e sanitaria. Però voi nel decreto di fatto affidate esclusivamente al Ministero dell'ambiente la gestione di un protocollo d'intesa di cui non ha neanche tutte le competenze, perché il Ministro dell'ambiente si occupa della qualità dell'ambiente, ma non si occupa di porti, non si occupa di infrastrutture e non si occupa di ambito sanitario. Forse bisognerebbe ascoltare, forse bisognerebbe condividere con il Ministro della salute decisioni che riguardano lo stato sanitario di Taranto e Pag. 77le condizioni dei cittadini tarantini. Io vi invito a porre il problema, al di là del voto favorevole o non favorevole a questo provvedimento.
Noi però dell'Italia dei Valori abbiamo detto, riguardo alle esigenze di bonifica, che non possono essere 119 milioni di euro. Per bonificare Taranto ci sono studi che dicono che ne servono 15 di miliardi per gli interi 17 mila ettari dell'area interessata dalla bonifica e ci vogliono 13 miliardi di euro per bonificare il Mar grande e il Mar piccolo. Quindi, è una cifra ridicola quella che avete messo a disposizione, che non risolverà alcun problema.
Però io chiedo a voi che è necessario mettere quanti più soggetti per esercitare il controllo anche su quei pochi soldi che ci sono. E in tutto questo non solo non c'è il Ministro della salute, ma mancano i soggetti realmente deputati al controllo sulle risorse, che sono i cittadini. Voi siete venuti, il 26 luglio 2012, a firmare un protocollo d'intesa a Taranto con auto blindate, mettendo le zone rosse, con le sirene. Avete messo i cittadini, che protestavano legittimamente, in una piazza al sole. Non hanno potuto partecipare alla riunione fatta nel chiuso di una prefettura, dove solo alcuni potevano essere invitati.
Pertanto io penso che se un provvedimento può essere buono per la collettività e per il territorio, a prescindere se sia un provvedimento per il nord o per il sud, ha necessità di mettere in moto meccanismi virtuosi che si trovano solo nella partecipazione delle associazioni, del mondo dei cittadini che conoscono la loro realtà. Taranto credo che abbia dimostrato di avere competenze in quel mondo.
Quindi, noi questo emendamento lo votiamo, non solo perché pone un problema che voi stessi avete posto e che è l'emergenza sanitaria; e come si fa a porre l'emergenza sanitaria non coinvolgendo il Ministro della salute? Ma soprattutto vanno coinvolti i cittadini nelle scelte, vanno coinvolti i cittadini per controllare come li spenderete quei 119 milioni di euro che arriveranno in Puglia e che arriveranno su Taranto e che mi auguro non finiscano poi per essere più solo elargizioni di qualche impresa amica, perché questi 119 milioni, che non serviranno per bonificare tutta Taranto, serviranno però per dare magari qualche fiato e qualche risorsa qua e là.
Anche su alcune questioni che riguardano il provvedimento in generale, vorrei dire - e concludo - quanto segue. Non è vero che il provvedimento - su questo ha ragione la Lega Nord quando lo dice - affronta la questione dell'Ilva - dite - e la questione dei 12 mila lavoratori. Non affronta la questione dell'Ilva né la questione dei lavoratori. Non è bocciando o promuovendo questo decreto che salviamo i posti di lavoro, perché i posti di lavoro si salvano solo con la volontà, che non dipenderà da noi, ma dal mercato, di Riva, di rimanere o non rimanere sul territorio di Taranto, di fare investimenti o non fare investimenti sull'industria dell'Ilva. Tutto ciò questo decreto conserva nulla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà, per trenta secondi.

ERICA RIVOLTA. Signor Presidente, intervengo per affermare quanto sia doveroso aggiungere, con questo emendamento, anche il Ministro della salute per la nomina del commissario. L'emergenza è ambientale e sanitaria e, quindi, è giusto che ci sia un'espressione anche da parte del Ministro della salute. Effettivamente, un altro problema sarà quello del controllo e, dunque, è importante che ci sia la garanzia che il commissario sia una persona non posizionata per meriti politici, ma perché abbia le competenze per affrontare una cosa così importante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vizia. Ne ha facoltà.

GIAN CARLO DI VIZIA. Signor Presidente, io credo che in una società civile ogni cittadino abbia diritto ad un lavoro e credo che i lavoratori di Taranto debbano Pag. 78avere il rispetto per quello che fanno da tutta la Lega Nord e da tutti i parlamentari italiani. Allora, il problema non sono i 12 mila lavoratori: il nostro problema è che non vogliamo che vi siano delle discriminazioni e che vi siano anche delle menzogne sulla destinazione di questi denari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.

PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, io volevo proporre, in via provocatoria, che il commissario venga nominato anche dal ministro del commercio cinese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania): visto che si sta facendo di tutto per dare la possibilità ai cinesi di invaderci con i loro prodotti, magari un commissario che riesca a fare in modo di eludere ulteriormente, rispetto a quanto sta già avvenendo, i controlli nel porto di Taranto potrebbe essere a loro utile. Credo di essere stato abbastanza chiaro nella provocazione, ma visto che le menti sono un po' intorpidite da quello che è successo prima, magari qualche mio collega replicherà meglio il concetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Comaroli. Ne ha facoltà.

SILVANA ANDREINA COMAROLI. Signor Presidente, con questo emendamento, nella nomina del commissario si vorrebbe il coinvolgimento del Ministro della salute, cosa che noi riteniamo più che mai corretta: se a Taranto c'è un problema di inquinamento, ma soprattutto un problema sanitario, un commissario dovrebbe verificare, appunto, che tutto venga svolto in modo corretto, che effettivamente i soldi che tutti noi diamo vengano spesi in modo corretto e che vadano effettivamente a risolvere questo grave problema della salute dei cittadini. Noi, quindi, chiediamo all'Assemblea di votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, abbiamo visto tutti le immagini del sito, dell'area circostante alla zona industriale con quei fumi, con quei cieli colorati, con tutte quelle emissioni nell'atmosfera che, di fatto, hanno inquinato a cascata un territorio che è oggetto di bonifica. Pertanto, qui è in gioco non solo la bonifica del territorio, ma soprattutto la salute dei lavoratori e la salute dei cittadini che vivono nelle zone limitrofe al sedime industriale. Ecco perché la proposta di inserire all'interno del testo anche la previsione del Ministero della salute.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosio. Ne ha facoltà.

JONNY CROSIO. Signor Presidente, la figura del commissario straordinario - figura che è diretta ad assicurare l'attuazione di questi interventi - è una diretta emanazione del Ministro, riallacciandomi a quello che diceva prima il collega Fava, un Ministro che non vediamo. Io credo che ci sia una sorta di imbarazzo da parte del Governo su questo provvedimento, imbarazzo che non vedo nei colleghi direttamente coinvolti sul territorio, che, come ho ribadito anche prima, nel mio precedente intervento, sono stati «latitanti» su questa questione e ne sono responsabili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, vorrei rivolgermi a tutti quei parlamentari che sono qui da tanti anni e che sono in partiti che prima si lamentavano che non è vero che il nord ha mantenuto e continua a mantenere il sud, non i cittadini del sud, ma una classe politica del sud che ha creato delle false aspettative. A questi parlamentari vorrei dire di non venire a farci la morale; voi negli anni Pag. 79Ottanta avete distrutto questo Paese, avete alzato tantissimo le tasse e le avete...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bragantini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.

MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, francamente siamo un po' stupiti che lei sia arrivato in Aula, ha preso, ha fatto, e subito ha tagliato i tempi della discussione. Non è carino - usiamo questo termine - da parte sua che lei si presenti in Aula e subito intervenga dimezzando i tempi. Non è nemmeno tanto democratico e sappiamo che di democrazia in molti si riempiono la bocca di questi tempi. Diciamo che De Gasperi non so se avrebbe tagliato i tempi così come lei ha fatto visto che so che ultimamente...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fugatti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Negro. Ne ha facoltà.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, intervengo solo per dire che sono due giorni di lavoro in Aula su un decreto-legge e non si è mai visto il Ministro. Credo che quando si fa un decreto-legge e quindi quando ci si mette la faccia, si dovrebbe andare e portarlo avanti; credo che questa sia veramente una cosa sgradevole da vedere e da osservare, sia come parlamentare, ma anche per i cittadini che sono a casa. Poi, perché non accettare la condivisione fra Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio del mare e Ministro della salute; questo non si capisce.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Isidori. Ne ha facoltà.

ERALDO ISIDORI. Signor Presidente, esprimo un giudizio estremamente critico su un provvedimento che, a mio giudizio, avrebbe motivo di sostituire altri territori al territorio a favore del quale è stato adottato. Ricordo che in Italia, oltre che a Taranto sono stati individuati altri cinquantasei siti di interesse nazionale, ubicati soprattutto nelle regioni del centro nord, pertanto...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Isidori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fogliato. Ne ha facoltà.

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, intervengono anch'io sull'emendamento Martini 1.50 e sottolineo come, intanto, questi emendamenti hanno tutti un filo conduttore e sono tesi a mettere in evidenza le criticità di questo decreto-legge e anche la nostra contrarietà, che manifestiamo in quest'Aula. La manifestiamo nei modi e nei tempi che il Regolamento della Camera stabilisce; lo facciamo con convinzione piena...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fogliato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Montagnoli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, intervengo in dissenso su questo emendamento, perché qui non c'è nulla sulla salute pubblica. Basta vedere il protocollo di intesa e vediamo che le risorse vengono spese in altra maniera. Almeno abbiate il coraggio di fare i provvedimenti e poi andare dalla gente, dai cittadini di Taranto che, da anni, hanno le problematiche ambientali, dicendo in maniera chiara che i soldi servono per un'altra cosa. Non servono per l'Ilva, non servono per l'occupazione, non servono perché la gente giustamente ha diritto a vivere in una maniera migliore, per cui...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Montagnoli. Pag. 80
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, è chiaro che esprimere concetti importanti con questa restrizione dei tempi, non è facile; si rischia di banalizzare un ragionamento che, invece, nei nostri innumerevoli interventi abbiamo cercato di approfondire, fra l'altro con dei ragionamenti, con delle cifre, con argomentazioni più che mai documentate.
Negli interventi di questa mattina sentivo alcuni colleghi che dicevano che questo provvedimento va nell'interesse dei cittadini. Ebbene, l'interesse dei cittadini dovrebbe essere quello di avere uno sviluppo industriale...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Lussana.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, devo ringraziare il collega Zazzera, perché penso sia l'unico collega - almeno di quelli che sono intervenuti oggi, oltre al gruppo della Lega Nord - che ha letto il provvedimento. È entrato nel merito, ha spiegato che non stiamo parlando dell'Ilva, a differenza di molti esponenti della maggioranza, che purtroppo stanno votando un decreto-legge del quale, evidentemente, almeno a giudicare dagli interventi, non sanno il contenuto, oppure - cosa ancora più grave - conoscono il contenuto, ma vogliono raccontare al Paese che si tratta di un decreto-legge diverso rispetto a quanto vi è descritto. Per questo mi appello alla sensibilità dei colleghi parlamentari a cercare di fare un lavoro...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fedriga. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, ho capito perché lei ha ridotto i tempi: in pratica li ha «taroccati». Siccome al porto di Taranto vi sono i cinesi, lei ha fatto un tarocco con il Regolamento e adesso ci ritroviamo a parlare ogni 30 secondi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pastore. Ne ha facoltà.

MARIA PIERA PASTORE. Signor Presidente, vorrei invitare il Governo ad andare a rivedere la documentazione relativa a due aree - solo due - delle tante esistenti nella sola provincia di Novara che avrebbero bisogno di un intervento. Parlo dell'area della Beatrice di Borgomanero e della bonifica dell'azienda Bemberg Spa, commissariata da appunto un commissario governativo, che l'ha smembrata e mandata in liquidazione. Anche lì vi è bisogno di risorse, anche lì bisogna tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Munerato. Ne ha facoltà.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, sottolineando come il Governo, con il decreto-legge in esame, abbia preso in considerazione solo la realtà di Taranto, non dando la stessa importanza ad altre analoghe situazioni presenti nel territorio nazionale, attendiamo i parlamentari del nord nel nostro territorio per spiegare la loro posizione nei confronti di questo decreto-legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, in altre occasioni la Lega Nord è stata favorevole alla nomina di commissari governativi, ma in questo caso mi sembra sia evidente che non vi sia una scadenza prevista per questo commissariamento. Quindi, mi sembra chiaro che questo possa diventare un commissariamento a tempo indeterminato, e questa la ritengo Pag. 81una cosa estremamente grave, perché abbiamo già avuto molte simili esperienze in passato. Quando vi sono questi commissariamenti che diventano così lunghi nel tempo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bitonci. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, credo che con l'emendamento in questione si tocchi un punto fondamentale di questo provvedimento, anche perché, sostanzialmente, si tratta di un provvedimento che è basato su una disuguaglianza, una disparità di trattamento tra i diversi territori di questo Paese, che, quindi, non può trovare la nostra condivisione. Si cerca, con questo emendamento, di limitare perlomeno i danni. Si cerca, con questo emendamento, di andare a portare una soluzione positiva a quella che può essere una prospettiva negativa per tutto il Paese, soprattutto per il nord, che è costretto a pagare...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Stucchi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rainieri. Ne ha facoltà.

FABIO RAINIERI. Signor Presidente, credo che un Governo che voglia essere democratico abbia l'obbligo di dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Qui continuiamo a dare i colpi sempre al cerchio e mai alla botte. A forza di continuare a picchiare contro il cerchio poi va a finire che la botte si rompe e poi qualcuno può anche veramente arrabbiarsi. Continuare a mandare soldi a grappolo in queste zone credo sia assolutamente non corretto e ingiusto nei confronti di quelle persone che al nord lavorano e hanno gli stessi problemi delle persone del sud. I siti hanno al nord lo stesso bisogno...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rainieri. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, stamattina abbiamo parlato della questione del sito della Caffaro, che ha inquinato dieci volte tanto l'Ilva. Adesso è il caso di affrontare la questione relativa alle infrastrutture nel porto di Taranto, per il quale lo Stato stanzia parecchi soldi. Ciò porterà a ulteriore disoccupazione in Italia, perché l'influenza e l'importazione di prodotti cinesi porterà alla chiusura e alla cassa integrazione. Gli effetti di bilancio non sono considerati...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Molgora. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Callegari. Ne ha facoltà.

CORRADO CALLEGARI. Signor Presidente, vorrei evidenziare a tutti i colleghi che questo non sarà l'unico regalo concesso alla regione Puglia: sono appena stati comunicati in Commissione agricoltura, con buona pace dell'onorevole Cera, i dati dell'inflazione sul settore viticolo.
La Puglia da sola ci grava sull'economia per 73 milioni, pari al 75 per cento della multa che è stata erogata dall'Unione europea all'Italia. Complimenti Puglia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fabi. Ne ha facoltà.

SABINA FABI. Signor Presidente, con il nostro emendamento chiediamo - e ci sembra una cosa logica e di buonsenso - che sia anche il Ministro della salute a proporre gli interventi previsti dal protocollo di intesa del 26 luglio 2012, visto che le problematiche trattate riguardano anche la salute dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Follegot. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Signor Presidente, finora abbiamo parlato degli obiettivi del decreto-legge e dell'enorme quantità Pag. 82di risorse che sono state destinate. Val la pena anche di dire qualcosa in merito al commissario straordinario, dove è previsto che la sua carica può essere prorogata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, quindi non è un commissariamento con un termine ben definito. Bene, noi riteniamo che si debba invece mettere questo termine, ma che soprattutto si debba quantomeno individuare una figura professionale perché non sempre...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Follegot. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, giusto quei trenta secondi che lei ci ha così concesso per segnalare l'ennesima incongruenza logica all'interno di questo provvedimento che fuori da quest'Aula, attraverso la complicità di alcuni media, viene venduto come il «salva Ilva», ma in realtà di Ilva non parla. Parla sostanzialmente dei fondi che erano destinati anche e soprattutto alle regioni del nord per mettere in sicurezza determinati territori e non si capisce bene - da qui nasce la logica di questo emendamento - perché la nomina del commissario deve essere di esclusiva competenza di un solo Ministero, quando si parla...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Forcolin. Ne ha facoltà.

GIANLUCA FORCOLIN. Signor Presidente, non vedo come possiamo stare zitti di fronte alla forte discriminazione attuata attraverso questo provvedimento. Ricordo che solo ieri su una cronaca locale vi era l'allarme della CGIL veneziana (sto parlando di Porto Marghera), espresso attraverso queste parole: « la bomba sociale sta per esplodere». Quindi, di fronte a queste emergenze così importanti, abbiamo visto la miopia di questo Governo che, invece, investe forti risorse pubbliche a fronte di altri siti altrettanto importanti che invece vengono sottovalutati. Chiediamo, appunto, al Governo di rivedere questo importante provvedimento, perché altre risorse siano destinate in particolar modo a quei siti inquinati che hanno bisogno di essere messi in sicurezza e alle grandi aziende che chiedono aiuti...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Forcolin. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Amico. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, con questo emendamento abbiamo chiesto che il Ministro della salute sia coinvolto nella scelta del commissario. È fondamentale che lo faccia, perché si parla anche di risanamento ambientale e di problemi che possono essere forti per la salute, ma non solo. Infatti, il Ministro della salute - ricordiamocelo - qualche cosa in più la può fare, visto che nella riorganizzazione dei suoi uffici di diretta collaborazione non ha risparmiato nemmeno un centesimo, anzi. Ha delle strutture costosissime che non sono state interessate (nell'ultima sua riorganizzazione di due mesi fa) da nessun taglio e dobbiamo ricordare quindi che questo Governo continua a spendere soldi e gli stessi Ministri continuano a spendere soldi...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Amico. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consiglio. Ne ha facoltà.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, noi come gruppo siamo molto preoccupati perché, se tanto mi dà tanto, lo stesso atteggiamento dell'Ilva viene ad essere utilizzato anche per la questione dei rifiuti a Roma e saremo sicuramente a breve ancora nelle Commissioni e in quest'Aula a parlare della raccolta differenziata e delle problematiche sulla raccolta dei rifiuti a Roma. Risulta che ci sia, da parte del Ministro, un impegno con la regione, con Roma capitale e con la provincia per dare circa dieci milioni di euro Pag. 83l'anno per tre anni per la questione legata all'insegnamento per la raccolta differenziata...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Consiglio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Meroni. Ne ha facoltà.

FABIO MERONI. Signor Presidente, occorre coniugare salute e lavoro, lo hanno detto tutti, quindi è giusto che intervenga anche il Ministro della salute. Il problema di questa giornata - che mi ricorderò per sempre, caro Presidente, perché io sono arrivato a dicembre del 2011 e quindi non ho potuto votarla come Presidente della Camera - è il seguente: lei, tagliando i tempi alla Lega Nord, ha tagliato i tempi al nord e al nord queste cose se le ricorderanno alle prossime elezioni! Perché l'unica che sta difendendo il nord è la Lega Nord.

PRESIDENTE. Ricordo che l'articolo 85, comma 7, del Regolamento stabilisce che il Presidente concede la parola «ai deputati che intendano esprimere un voto diverso rispetto a quello dichiarato dal proprio Gruppo» e la Presidenza lo fa individuando «le modalità e i limiti di tempo degli interventi».
Secondo una prassi costantemente applicata, e anche qui risparmio la lettura dei precedenti, il numero dei deputati che intervengono a titolo personale deve essere inferiore alla metà del numero degli appartenenti al gruppo. Diversamente, la posizione espressa dal gruppo sarebbe una posizione minoritaria.
Poiché il gruppo Lega Nord è composto da cinquantanove deputati e si sono già svolti ventinove interventi a titolo personale, non posso dare la parola ad altri deputati del medesimo Gruppo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Martini 1.50, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Ravetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 470
Votanti 467
Astenuti 3
Maggioranza 234
Hanno votato
67
Hanno votato
no 400).

Passiamo all'emendamento Comaroli 1.51.
Prendo atto che la presentatrice dell'emendamento Comaroli 1.51 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzarin. Ne ha facoltà per cinque minuti.

MANUELA LANZARIN. Signor Presidente, io credo che le lezioni di moralità, a cui abbiamo assistito in questi giorni, da parte di alcuni colleghi sia qui in Aula sia attraverso i comunicati stampa, siano fuori luogo. Infatti, il ricorso alla decretazione d'urgenza di questo provvedimento - e siamo stati anche richiamati alle materie di stretta competenza, di stretta quindi attribuzione per quanto riguarda la dichiarazione d'urgenza - anche in questo caso dimostra l'esistenza di due pesi e due misure perché non sempre ci si attiene ai punti inseriti nella decretazione d'urgenza.
Rilevo il fatto che ieri ci è stato impedito di continuare la discussione sul complesso degli emendamenti e l'atteggiamento oggi della Presidenza che taglia il tempo degli interventi, ossia il nostro diritto di poter esprimere il nostro parere, la nostra opinione, di poter effettivamente sentire la nostra voce. Tuttavia credo che sia da segnalare anche il silenzio assordante di quest'Aula, della Commissione, da parte sia delle forze politiche, che sono qui presenti, ma anche del Governo, che in nessuna sede ha replicato. Infatti, ricordiamo che il Governo non ha replicato in Commissione, non ha replicato in sede di Pag. 84discussione sulle linee generali, non ha replicato ieri in sede di discussione sul complesso degli emendamenti.
Penso che questo rappresenti un cattivo spettacolo della politica effettivamente non consono a questo Parlamento, a quest'Aula, in cui si deve esprimere invece in maniera libera e democratica il proprio pensiero, e la Lega lo sta facendo. Lo sta facendo mettendo in primo piano la difesa degli interessi dei propri territori del nord. La nostra non è una battaglia propagandistica, ma si pesa e si misura in base al contenuto di questo provvedimento. Lo abbiamo già detto: è un provvedimento completamente vuoto, venduto come il mezzo per poter salvare l'Ilva, i lavoratori, i cittadini, invece non fa niente di tutto questo.
Per quanto riguarda l'emendamento specifico affrontiamo la questione dei commissari. Abbiamo dibattuto in quest'Aula, poco tempo fa, nel riordino della Protezione civile, riguardo alle figure commissariali. C'è stata una dialettica bipartisan molto forte, in cui si è detto che effettivamente queste sono delle figure che devono avere dei compiti e dei ruoli, ma soprattutto dei tempi ben definiti proprio per evitare che ci siano delle situazioni, come quelle che abbiamo visto per quanto riguarda l'emergenza rifiuti della Campania, in cui le situazioni emergenziali - e la parola emergenza nella sua interezza esprimere proprio il significato - sono diventate poi situazioni invece ordinarie e i commissari hanno continuato con poteri e superpoteri senza alla fine risolvere la questione. Noi non vogliamo assolutamente che questo accada nuovamente per quanto riguarda questa situazione.
Siccome - ricordiamolo - il Governo poteva già nominare un commissario e vi era un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che prevedeva già la nomina di un commissario, che non è stato nominato, questo ci fa pensare che l'inizio sicuramente non promette molto bene.
Da qui, quindi, la richiesta, inoltre, che il commissario non sia nominato solo dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ma anche dagli altri Ministeri competenti in questa materia, ma anche che sia sottoposto al vaglio delle Commissioni competenti. Più volte abbiamo chiesto che i commissari vengano a relazionare in Commissione e vengano a dire qual è l'iter del lavoro ma, soprattutto, i risultati perché, appunto, siamo stanchi di situazioni che si sono protratte nel tempo, che hanno comunque sperperato denari e risorse pubbliche e non ottenuto dei risultati (pensiamo solo all'esempio della Campania).
Mi dispiace quando sento il collega Barbato che innalza De Magistris: «È arrivato De Magistris e la situazione in Campania si è risolta!». Non ci risulta che sia così. Forse non ci sono più i rifiuti in strada, però ricordiamoci che il famoso 65 per cento, che deve essere raggiunto per il 2012 per quanto riguarda la percentuale di raccolta differenziata, è ben lontano dalla Campania. Siccome il primo slogan che De Magistris, quando appunto vinse le elezioni, era che con lui la raccolta differenziata avrebbe non solo ottenuto e raggiunto questa percentuale ma fatto molto, molto meglio, non mi sembra, insomma, che il risultato ottenuto sia quello.
Ma in ordine alla discussione sui commissari vi è stata anche una forte discussione su alcune gestioni commissariali del Nord, su cui noi abbiamo puntato e abbiamo voluto, cercato, tentato - e poi tramite dei provvedimenti si è riusciti - a mantenere la gestione commissariale. Parlo di due opere infrastrutturali molto importanti: la pedemontana veneta e la terza corsia dell'A4. Qui si è sollevato il mondo, nel senso che i colleghi hanno detto: «No, assolutamente no! Non si possono mantenere queste gestioni commissariali». Sono delle gestioni commissariali, però, che funzionano, che non costano niente e che, risultati alla mano, hanno effettivamente portato a creare quelle infrastrutture di cui il Nord ha bisogno mentre qui, invece, nessuno dice niente per quanto riguarda la gestione commissariale...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Lanzarin.

Pag. 85

MANUELA LANZARIN. ... di cui non si sa, che non è ancora stata nominata e dove non si vogliono mettere dei paletti ben definiti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà, per trenta secondi.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, in questo provvedimento si parla di interesse nazionale per quel che riguarda l'erogazione dei fondi. Ma poi per la gestione - basta andare oltre il protocollo - chi la farà? La regione Puglia nelle proprie attività si avvarrà della società in house Puglia Sviluppo. Ancora una volta, soldi di tutti e gestione di chi sta lì e, guarda caso, non è uno qualsiasi ma è un soggetto che è a capo o comunque è il leader di un partito politico che, da qui a sei mesi, avrà una campagna elettorale nella quale potrà ben far valere i vantaggi economici che potranno derivare dalla gestione di questa immensa fonte di denaro che - lo ricordo - è sei volte i presunti 50 milioni risparmiati con la chiusura di mille uffici giudiziari. Chiudiamo mille tribunali circa in Italia per risparmiare 50 milioni in tre anni e poi ne spendiamo 360 solo in questa maniera.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

MARCO RONDINI. Signor Presidente, con questo emendamento chiedevamo di coinvolgere le competenti Commissioni parlamentari riguardo il parere sulla nomina del commissario, in ragione dei compiti ad esso assegnati. Si tratta di un coinvolgimento importante, così come lo era quello richiesto con l'emendamento precedente, con il quale chiedevamo il coinvolgimento del Ministro della salute, coerentemente con quanto citato in premessa del decreto-legge dove ci dite: «Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per fronteggiare e superare le gravi situazioni di criticità ambientale e sanitaria accertate in relazione al sito di bonifica»...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rondini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Desiderati. Ne ha facoltà.

MARCO DESIDERATI. Signor Presidente, nelle ore precedenti molti colleghi di altri gruppi mi hanno chiesto per quanto saremmo andati avanti con l'ostruzionismo. Signor Presidente, anche il codice penale prevede che quando un individuo viene aggredito possa difendersi e non lo chiama «ostruzionismo» ma la chiama «legittima difesa».
Il nostro, signor Presidente, non è un atteggiamento ostruzionistico, ma di legittima difesa rispetto agli interessi del Nord che viene salassato da questo Governo ladro e, mi permetta, anche «marchettaro»...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonino. Ne ha facoltà.

GUIDO BONINO. Signor Presidente, mi pare che questa Assemblea stia entrando nel merito reale di questo provvedimento, ossia cominciamo a capire che esso non è indirizzato verso i lavoratori e la tutela della produzione dell'Ilva, ma è indirizzato a bonificare un'area.
Guarda caso, quest'area è diventata talmente inquinata ed urgente che bisogna provvedere tramite...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bonino.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI. Signor Presidente, vogliamo ribadire come questo provvedimento vada a senso unico, a beneficio del Sud ed in particolare di Taranto. Pag. 86
Allora, mi chiedo cosa potranno pensare i cittadini della mia provincia, in particolare di Broni o di Valle Lomellina, dove ci sono stati problemi, dove non sono ancora arrivati aiuti e credo non arriveranno mai perché questi due luoghi hanno la colpa di essere situati al Nord e non sotto Firenze. Ebbene...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Maggioni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Chiappori. Ne ha facoltà.

GIACOMO CHIAPPORI. Signor Presidente, eventualmente non si parla più di Taranto, tanto avete fatto di tutto e di più, non si va incontro ai lavoratori, ma si fanno altre cose ed allora cominciamo a parlare di Diano Marina. Diano Marina è una cittadina ridente e bisogna che io - come sindaco - faccia un collettamento, dato che ho i soldi in tasca, ma per il Patto di stabilità non riesco a farlo.
Il dramma è che voi - voi, noi, tutti - mandiamo la Goletta Verde, dicendo che le mie acque sono inquinate. Sono inquinate, peggio di quelle della Calabria...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Chiappori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervenendo in dissenso sull'emendamento Comaroli 1.51, noi vogliamo anche evidenziare l'atteggiamento serio e costruttivo da parte della Lega su un provvedimento che ovviamente non condividiamo, un provvedimento vergognoso, un provvedimento che è anche contro il Nord, ma rispetto al quale vogliamo portare degli elementi che possano indurre l'Aula sonnolenta e silenziosa a riflettere...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Nicola Molteni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cavallotto. Ne ha facoltà.

DAVIDE CAVALLOTTO. Signor Presidente, ho visto che prima ha tagliato purtroppo un po' di tempo su una discussione veramente importante e difficile, soprattutto perché si valuta la salute dei cittadini, ad esempio di Casale Monferrato. Non so se lei sa dove si trova Casale Monferrato: è sulla strada per andare a Montecarlo, che dovrebbe conoscere. Casale Monferrato ha una situazione davvero drammatica dal punto di vista della salute, perché ci sono tantissime persone che perdono la vita ogni anno. Magari le consiglio, quando va in vacanza, di passare e di andare a vedere qual è la situazione di quella città.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo per esprimere il mio dissenso al parere rispetto al relatore e per chiedere la rivisitazione del parere, giusto per avere un miglioramento del testo. Mi rifaccio proprio al relatore perché rivango i suoi passati nei collettivi studenteschi che, con la lotta dura su Torino, ha portato grandi risorse. Oggi si è dovuto piegare ad un Governo tecnocrate...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Allasia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, le lascio un contributo perché, fino a qualche mese fa, lei era particolarmente zelante nel ricordare che il Parlamento deve avere un confronto costruttivo, nel ribadire quanto sia importante il dibattito d'Aula e, ogni volta, ci sottolineava quanto fosse un'anomalia chiedere per esempio il voto di fiducia. Oggi, questo Governo, in pochi mesi, ha posto, per trentaquattro Pag. 87volte, la questione di fiducia e lei non proferisce più parola, anzi ci toglie a noi il tempo per poter dibattere delle nostre idee e di ciò che pensiamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Goisis. Ne ha facoltà.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, questa mattina diversi parlamentari hanno sottolineato il fatto che questo provvedimento non è volto a garantire i posti di lavoro, o la bonifica del territorio di Taranto, bensì a consegnare ad aziende di logistica la possibilità di investire 370 milioni di euro.
Deve essere proprio vero, se è vero che questo provvedimento non ha previsto la consulenza del Ministro della salute.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Goisis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Meroni. Ne ha facoltà.

FABIO MERONI. Signor Presidente, entrando nel merito dell'emendamento, l'emendamento - come noi lo chiamiamo - è un emendamento di buonsenso.
Noi chiediamo che la politica, purtroppo, si riappropri di quello a cui ha abdicato.
Voi avete abdicato ad un Governo di tecnici, noi chiediamo almeno che questo Ministro tecnico venga a riferire nelle Commissioni competenti; non penso che questo emendamento non vada bene, se non va bene vuol dire che ancora non solo avete abdicato il ruolo della politica, avete distrutto la politica. Ma la Lega Nord Padania non ci sta e continuerà imperterrita la sua battaglia di chiarezza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consiglio. Ne ha facoltà.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, grazie per avermi concesso i trenta secondi, sono abbastanza abituato ai trenta secondi perché è il tempo che mi dà mia moglie quando mi chiede la carta di credito. Quindi lei, signor Presidente, abbia per favore il coraggio di dire che i soldi che sono stati stanziati per l'Ilva non saranno sufficienti perché alcune altre esperienze hanno dimostrato che 300-400 milioni di euro sono insufficienti per una bonifica di quel tipo. Quindi la consideriamo a tutti gli effetti una...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Consiglio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Amico. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, io invito i colleghi degli altri gruppi a uscire dall'apatia che li contraddistingue in questa discussione, perché li vedo molto assenti. Qui si parla di far tornare nelle mani del Parlamento e delle Commissioni parlamentari un potere che è quello almeno di verificare chi il Governo vuole nominare come commissario. Non è possibile che succeda quello che probabilmente accadrà, cioè che il presidente della regione sia nominato commissario senza che noi abbiamo la possibilità di dire niente...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Amico. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Forcolin. Ne ha facoltà.

GIANLUCA FORCOLIN. Signor Presidente, il nostro dissenso sta non solo nell'ambito territoriale - e mi sembra sia stato esplicitato più volte - ma anche nelle modalità e nei contenuti, ossia qui si danno 330 milioni di soldi pubblici, dalle altre parti del Nord - e mi riferisco soprattutto al Veneto - invece si auspicano e sottoscrivono protocolli d'intesa e accordi che prevedono solo agevolazioni amministrative, auspicando che poi siano accordi pubblico-privato a risolvere, bonificare e sistemare queste aree. Quindi da una parte soldi pubblici a pioggia, dall'altra parte intervento e sacrifici dei privati.

Pag. 88

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, vorrei in trenta secondi rilevare come l'emendamento Comaroli 1.51 si ponga legittimamente uno scopo degno del ruolo parlamentare, e cioè quello di verificare l'effettiva sussistenza delle condizioni e della professionalità della persona che dovrà essere incaricata quale commissario straordinario; e speriamo sia effettivamente straordinario e non come i commissari che sono stati nominati a Napoli, che sono rimasti lì per decenni, incassando centinaia di migliaia di euro. Beh, il parere da acquisire dovrebbe essere non solo obbligatorio ma anche vincolante...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Follegot. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Signor Presidente, il commissario straordinario viene nominato normalmente quando le leggi ordinarie non sono in grado di garantire l'esecuzione dei lavori in tempi reali, quindi anche in questo caso viene individuato un commissario, ma non sempre questa figura ha garantito poi la realizzazione e il raggiungimento degli obiettivi. Evidentemente bisogna essere molto accorti e individuare una figura che sia molto professionale e legata a mio avviso anche ad un certo ambiente territoriale. Questo è assolutamente necessario per garantire celerità dei lavori...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Follegot. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fabi. Ne ha facoltà.

SABINA FABI. Signor Presidente, noi non voteremo questo provvedimento che assegna al sito di Taranto risorse per 330 milioni di euro, mentre per gli altri 56 siti ubicati soprattutto nel Centro-nord e che sono messi nelle stesse condizioni, o anche peggio, non si è speso un euro. Ricordo i 14 mila licenziamenti nel veneziano, altri 3-4 mila che rischiano il posto di lavoro...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fabi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Callegari. Ne ha facoltà.

CORRADO CALLEGARI. Signor Presidente, io vorrei che qualcuno mi spiegasse - ma il Ministro non è in Aula - cosa c'entra la riconfigurazione, ai fini dell'adeguamento della banchina del molo polisettoriale per consentire i dragaggi fino a 16,50 metri di profondità, con un provvedimento a favore degli operai dell'Ilva. Su questa voce vengono spesi la bellezza di 51 milioni; dopo però sotto vedo che c'è anche una partecipazione di una società cinese. Poi abbiamo ancora un'altra voce: riqualificazione e ammodernamento della banchina, anche qui...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, credo che, sulla base dell'esperienza del passato, sia opportuno chiedere al Governo se nel provvedimento ha tenuto conto degli effetti negativi riguardo alla disoccupazione che si crea nelle imprese lavorative del Centro-nord, relativamente all'aumento dell'importazione dei prodotti cinesi che avviene con l'adeguamento del porto di Taranto. In effetti, questo incremento porta alla riduzione delle produzioni a livello nazionale e, quindi, ad un aumento dei costi per quanto riguarda gli interventi di assistenza e di cassa integrazione ai nostri lavoratori. Non ho trovato nulla su questo e vorrei avere delle spiegazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rainieri. Ne ha facoltà.

FABIO RAINIERI. Signor Presidente, mi rivolgo ancora al Ministro dell'ambiente Pag. 89e della tutela del territorio e del mare, che da tecnico conosceva bene la situazione dei siti da bonificare al Nord. Ce n'è uno che mi interessa in particolare, quello di Fidenza, un'area all'interno della città, città che vive di agricoltura di prodotti tipici della zona di Parma e che non è ancora stata bonificata. Quindi, mi domando e chiedo quando effettivamente si potrà utilizzare anche...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, gli interventi dei miei colleghi stanno mettendo in evidenza tutta una serie di problematiche legate a questo decreto-legge, che devono trovare una risposta da parte del Governo. Vedo che il Governo sostanzialmente è disinteressato a questa discussione. Credo però che ci dovrebbe essere più attenzione, perché è vero che siete un Governo tecnico, ma è altrettanto vero che chi vi sostiene in quest'Aula, poi dovrà rispondere ai cittadini che li ha votati e che dovrà continuare a votarli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, trovo veramente incredibile e clamoroso il silenzio dei colleghi del Nord su questa disparità di trattamento riguardo ai fondi erogati a Taranto rispetto agli altri cinquantasei siti, che per la maggior parte sono al Nord. Non capisco veramente perché i colleghi presenti in Aula non intervengono cercando di ribadire un concetto fondamentale...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Munerato. Ne ha facoltà.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, sottolineiamo che il provvedimento in esame si occupa unicamente della bonifica dell'area industriale e portuale della città di Taranto e non contiene alcuna disposizione a favore dell'Ilva, come si è voluto far credere ai lavoratori. Voglio ricordare che tutte le azioni di questo Governo sono andate solamente a colpire e a prendere in giro i lavoratori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pastore. Ne ha facoltà.

MARIA PIERA PASTORE. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo che la nomina del commissario venga preceduta da un parere delle competenti Commissioni parlamentari. Questo è un Governo tecnico che procede attraverso decreti-legge e di fatto ha commissariato il Parlamento. Noi abbiamo perso le nostre prerogative, abbiamo perso la capacità di esprimere le nostre opinioni e di essere portavoce delle opinioni della nostra gente. Quindi, mi sembra necessario che almeno la nomina del commissario sia preceduta da un parere delle Commissioni parlamentari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, siccome questo provvedimento viene gestito in maniera un po' strana, mi viene in mente un film di Verdone che ho visto l'altro giorno dove la Gerini diceva «famolo strano». Se voi lo fate un po' strano, speriamo che abbia lo stesso finale, cioè che faccia cilecca.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, credo che purtroppo nessuno lo voglia dire, ma sappiamo tutti come andrà a finire. Andrà a finire che questi soldi saranno utilizzati per le società di scopo, per questa società regionale, dove saranno assunti i soliti amici degli amici, nel modo Pag. 90che ormai siamo abituati a vedere da anni. Vorrei ricordare a tutti Pomigliano e addirittura le società di bonifica che hanno fatto gli accordi con l'ARPA per fare le carotature sui lotti di bonifica...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, vorrei veramente sensibilizzare i colleghi.
Stiamo votando, o, meglio, state votando, un decreto-legge deciso in pochi giorni dal Governo che dà 340 milioni di euro a Taranto.
Vorrei ricordare che pochi mesi fa è stato approvato in quest'Aula un decreto-legge sullo sviluppo che non destina neppure una lira alle piccole e medie imprese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Si sta creando uno squilibrio drammatico verso le regioni produttive del Paese, nei confronti delle quali anche i deputati degli altri gruppi politici eletti in quelle aree non prendono le difese e, supinamente, votano questo decreto-legge senza una vera posizione politica...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Fedriga.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, abbiamo sottolineato nei nostri interventi come questo decreto-legge contenga in sé degli elementi di forte discriminazione nei confronti di altre realtà industriali, uguali rispetto al sito di Taranto, che non ricevono la stessa erogazione di finanziamenti pubblici da parte dello Stato.
Evidenziamo anche come una parte di questi finanziamenti venga sottratta a delle situazioni di emergenza. In modo particolare si utilizzano dei fondi che dovrebbero essere destinati alla prevenzione dei rischi idrogeologici del nostro territorio. Ora, in un momento in cui il nostro Paese è stato colpito da eventi sismici particolarmente gravi, non solo non si trovano risorse adeguate per risolvere i problemi...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Lussana.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Comaroli 1.51, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 456
Votanti 451
Astenuti 5
Maggioranza 226
Hanno votato
66
Hanno votato
no 385).

Prendo atto che il deputato Sposetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Passiamo all'emendamento Crosio 1.52.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Torazzi. Ne ha facoltà per cinque minuti.

ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame chiediamo che venga introdotto il confronto con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Lo facciamo perché riteniamo che le regole e la trasparenza siano sempre necessarie.

Pag. 91

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 17,45)

ALBERTO TORAZZI. Tra l'altro, sempre a proposito di regole e trasparenza, sarebbe stato bello che il Ministro Clini fosse stato presente in Aula oggi. Lo dico per i colleghi che si appassionano in modo molto sentito a questo provvedimento.
Come abbiamo visto, il suddetto provvedimento non serve a nulla per l'Ilva, ma ha invece la finalità di rinnovare il porto di Taranto che è in concessione ad una società cinese, di Taiwan, che di mestiere porta in Italia merci cinesi, massacrando le nostre imprese.
Allora, tutto questo meccanismo a favore dell'import cinese quando, come spiegavo, i cinesi massacrano il nostro export, ha anche questa particolarità, ossia che questo provvedimento è firmato dal dottor Clini il quale, dal 2009, è membro del China council for international cooperation on environment and development. Questa sarebbe una cosa bellissima, perché si tratta di un comitato internazionale di esperti che assiste il premier cinese sulla politica della Cina per la protezione dell'ambiente globale, ma sarebbe ancora più bello se non costasse niente ai contribuenti italiani. Invece, unfortunately, bisogna dire che il curriculum del nostro Ministro Clini riporta, fra l'altro, con particolare rilievo, i programmi in Cina che lui ha autorizzato come dirigente del Ministero, per un valore di 1,2 miliardi di euro, cofinanziati dal Ministero con 180 milioni di euro. Sono soldi dei contribuenti, sono tanti, sono il 15 per cento!
Allora con quel 15 per cento noi avremmo potuto cofinanziare tante iniziative interessanti a casa nostra. Infatti, abbiamo tanta inventiva in questo Paese. Purtroppo abbiamo un Governo tecnico che passa il tempo a bastonare, a spaccare le gambe, a mettere i bastoni tra le ruote di questo simpatico Paese.
Allora questo dovrebbe fare riflettere i colleghi della maggioranza, che continuano a parlare di tecnici e di competenze fine a se stesse, in particolare quelli dell'Unione di Centro. Infatti, se uno ci pensa bene o fa andare un poco la memoria indietro - ho la fortuna di avere il collega Bonino che è entrato in politica nel 1971 e che quindi è un grande consulente da questo punto di vista - ricordo di avere studiato di un precedente di un Governo che fu rivoluzionario per la presenza di tecnici. Infatti c'era un grande architetto, un asso dell'aviazione ed un genio della comunicazione, che non era Bill Gates. Il primo si chiamava Albert Speer, il secondo Hermann Göring e il terzo era Joseph Goebbels. Il Cancelliere non era così qualificato, però ha fatto furore lo stesso, come dice la battuta.
Adesso io non so se per caso anche il nostro Presidente del Consiglio, che è molto poliedrico anche lui, si dedichi alla pittura o ad imbiancare le stanze, però fatto sta che quelli erano grandi, grandissimi tecnici. Infatti tantissime delle innovazioni, che sono state poi applicate nell'industria moderna, sono state copiate proprio dalle soluzioni che queste persone avevano trovato, come per la comunicazione le soluzioni di Goebbels e dell'altro per l'utilizzo dell'aviazione. Il Cancelliere - diciamolo il nome - Adolph Hitler, fece la prima campagna d'Europa spostandosi in aereo, perché allora la Germania era molto grande ed arrivava fino alle repubbliche baltiche, quasi al loro confine. Albert Speer poi è il genio della grandissima produzione. Dicono che praticamente più lui che Ford abbia portato sistematicità ed efficienza nell'industria.
Certo hanno fatto qualche milione di morti. Ma quello lì è un danno collaterale, perché come ha spiegato anche il nostro Presidente del Consiglio, lui sta risanando i conti, ma sta ammazzando l'economia. Quindi le cose quagliano. Allora bisognerebbe riflettere perché tutti questi tecnici potrebbero anche davvero rivelarsi negativi per il nostro Paese.
D'altra parte bisogna dire che secondo alcuni esponenti della maggioranza, il Ministro Clini ha anche numerose, per così dire, relazioni, interessi e successi nell'ambito dell'economia cinese. Oggi lui, purtroppo, non è qui. Io glielo ho detto ieri Pag. 92più o meno un concetto similare. Allora io mi chiedo: siamo sicuri davvero, vogliamo davvero trincerarci dietro la favola che serve per l'Ilva questo provvedimento? Siamo sicuri che non sia meglio verificare questi 300 e passa milioni?

PRESIDENTE. La prego di concludere onorevole Torazzi.

ALBERTO TORAZZI. Infatti, io capisco la simpatia - concludo - per il nostro amico Nichi, però c'è un limite a tutto, anche perché tra le posizioni di Nichi, quelle di quell'altro, dei predecessori e dei sui tecnici, sapete che c'è una certa discordanza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.

ERICA RIVOLTA. Signor Presidente, su questo emendamento penso che non si possa che dare una valutazione positiva. Con i precedenti è stato richiesto che il commissario fosse nominato su proposta anche del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro della salute. A questo punto si chiede - si è parlato del parere delle Commissioni parlamentari - che vi sia anche un'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rivolta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vizia. Ne ha facoltà.

GIAN CARLO DI VIZIA. Signor Presidente, a proposito di tavoli paritetici io credo che un punto fondamentale era quello di prevedere un piano pluriennale necessario ad affrontare le tematiche di tutto il nostro Paese.
Invece il Governo, cavalcando il problema dell'Ilva, ha deciso di assegnare solamente fondi pubblici per il risanamento del sito della comunità di Taranto...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Di Vizia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.

PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, vorremmo anche sottolineare un altro aspetto, che ogni tanto viene dimenticato dai colleghi, circa la falsità di questo provvedimento, che viene spacciato come risolutivo dei problemi dell'Ilva, quando invece non è per niente così.
Quindi tutti i nostri emendamenti sono volti soprattutto a cercare di far capire questo incredibile distorcimento della realtà - distorsione mi dicono - che serve solo a dare, per l'ennesima volta, altri fondi al Sud dimenticando le aree produttive del Nord, dimenticando...

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Comaroli. Ne ha facoltà.

SILVANA ANDREINA COMAROLI. Signor Presidente, noi con questo emendamento vorremmo sempre - come dicevamo anche prima - una maggiore condivisione nelle scelte. Noi abbiamo fatto prima diverse proposte con il Ministro dello sviluppo, con il Ministro della salute, viste anche tutte le problematiche. Noi qua invece chiediamo, con la Conferenza permanente Stato-regioni, proprio perché ci deve essere una condivisione sul fatto che i soldi sono di tutti e, lo ribadisco, soldi di tutti, e quindi è giusto che tutti possano entrare nel merito...

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, l'emendamento è certamente pertinente proprio perché il commissario dovrà andare a gestire numerose somme che derivano anche dai finanziamenti della regione o in quota agli interessi delle regioni. Anche i fondi FAS, che vengono sbloccati proprio per questo provvedimento, Pag. 93passano attraverso le regione Puglia. È chiaro quindi che la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano non può non essere coinvolta e ascoltata per la nomina di questo commissario. È chiaro che c'è poi anche da fare un'altro...

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosio. Ne ha facoltà.

JONNY CROSIO. Signor Presidente, il commissario dovrà vedersela appunto con questi finanziamenti che in parte derivano da un grosso imbarazzo e da una grossa anomalia. Esistono delle realtà nel Paese nelle quali anche recentemente si è avuto un importante dissesto idrogeologico e queste realtà attendono ancora non i soldi ma una risposta da parte del Governo. Ciò diventa comico, nel senso che è difficile giustificare a questi cittadini la mancanza di risorse quando vengono messe a disposizione...

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo provvedimento, come abbiamo già ribadito, è un provvedimento ingiusto, è un provvedimento razzista, un provvedimento che va contro i popoli del Nord che hanno sempre pagato questo Stato e voi, invece di darci una mano, voi che rappresentate in teoria anche quei popoli perché siete stati eletti in quei territori, i territori del Nord, per un'altra volta volete affossarli, ignorando le giuste esigenze e richieste di quei popoli.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fugatti. Ne ha facoltà.

MAURIZIO FUGATTI. Signor Presidente, vedo che è impegnato in un conciliabolo importante probabilmente sui tempi di questo provvedimento. Magari qualcuno non si aspettava che la Lega Nord arrivasse ad avere un comportamento forte di opposizione come quello che stiamo avendo su questo provvedimento, ma vogliamo far capire che, siccome ci aspettiamo tanti provvedimenti di questo tipo, sappia questa Aula che la Lega, ogni qual volta si parla di risorse date al Sud e questo...

PRESIDENTE. Grazie Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Negro. Ne ha facoltà.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, le notizie di questi giorni nella rassegna stampa locale dei comuni che nel 2010 furono colpiti dall'alluvione, parlano del pericolo di non riuscire a pagare le aziende, del pericolo di non riuscire a fare tutte le opere a causa della mancanza di risorse, a causa del Patto di stabilità. Questi nostri concittadini, contribuenti per millenni si vedono, di fronte ad una realtà che non mostra interesse nei loro confronti, cornuti e mazziati. Diamo un po' di dignità anche a loro, senza privarli di 20 milioni di euro...

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, se il Governo avesse voluto intervenire su questo, avrebbe gestito una causa molto difficile direttamente. Oggi invece il rapporto tra quello che arriva e quello che è il futuro, viene gestito dalla magistratura. Senza niente togliere alla magistratura, alla fine la situazione occupazionale è determinata da due periti e da un pubblico ministero, che deve decidere se chiudere la cokerie, o tenere aperto questo. Mi sembra che invece un Governo che volesse fare...

Pag. 94

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Polledri. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Isidori. Ne ha facoltà.

ERALDO ISIDORI. Signor Presidente, il gruppo continua a chiedere al Governo chiare risposte sugli altri 56 siti interessati che non hanno ricevuto alcun cofinanziamento né, con ogni probabilità, ne riceveranno in futuro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Montagnoli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo che vengano sentiti anche le regioni e gli enti locali. Mi sembra una cosa più che giusta considerando che con l'articolo 1, comma 3, vengono tolti 20 milioni di euro dal dissesto idrogeologico, che il testo dice: destinati a trasferimenti alle regioni per interventi di carattere ambientale. Per cui è il minimo obbligatorio che vengano sentite le regioni, visto che vengono distratti 20 milioni di euro, e se domani capiterà qualche disastro i soldi non ci sono...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Montagnoli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, è evidente che questo provvedimento dimostra il ricostituito partito del Sud capitanato dall'UdC che è storicamente un partito assistenzialista. Di fronte al fronte meridionale noi rispondiamo semplicemente con quello che abbiamo detto in questi giorni: prima il Nord. L'unica alternativa al partito meridionale è la Lega Nord, e la Lega Nord starà qua a fare il suo dovere di fronte al solito assistenzialismo meridionale, fino a che questo Parlamento...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Volpi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, i soldi che vengono stanziati in questo decreto servono per il porto di Taranto, porto di Taranto sul quale insiste una compagnia chiamata TCT, una compagnia cinese che ovviamente favorirà l'importazione di prodotti asiatici nel nostro territorio. In un momento di difficoltà, dove la concorrenza in particolare con l'Asia rende la competitività delle nostre imprese assolutamente non concorrenziale, mi domando con quale logica il Governo vada in questa direzione così da penalizzare...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fedriga. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, continuo con il concetto che stava cercando di esprimere il collega Fedriga, perché effettivamente quando si tratta di tutelare la nostra economia bisogna porre attenzione alle scelte che si compiono, e credo che con questo provvedimento si stia dando un colpo letale a quello che è il residuo di economia nel Mezzogiorno che noi invece riteniamo debba essere mantenuto, perché se non tuteliamo quel poco che è rimasto e facciamo provvedimenti come questo che invece risultano devastanti per quelle zone credo che sia la strada...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Stucchi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, in effetti qui si utilizzano dei fondi che erano destinati ad altri siti ma soprattutto per un problema molto grave presente nella nostra penisola, che è quello del dissesto idrogeologico. Ci sono molte parti Pag. 95d'Italia che hanno questo problema. Questi fondi erano destinati principalmente ad attività di questo tipo. Non si capisce...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bitonci. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Munerato. Ne ha facoltà.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, non avevamo bisogno di professori, laureati e tecnici per fare questo provvedimento. Avete giocato al metodo - come noi diciamo in Veneto - del cava e metti: togli da una parte per dare ad un'altra. Una brava madre non avrebbe tolto ad un figlio per dare ad un altro. Ancora una volta avete tolto al Nord per dare al Sud.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pastore. Ne ha facoltà.

MARIA PIERA PASTORE. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo l'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome. Vorrei ricordare a questo proposito che con questo decreto si privano le regioni di 20 milioni di euro che dovrebbero essere indirizzati ad interventi di carattere ambientale che interessano tutto il territorio nazionale, e si privano le imprese della possibilità di accedere a finanziamenti agevolati per la realizzazione di programmi ambientali in attuazione...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pastore. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, dopo questi investimenti che vanno al porto di Taranto mi domando se poi si scende di latitudine e magari fanno anche il porto di Gallipoli. Quindi vorrei vedere la non sorpresa di trovarmi anche delle questioni di questo genere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Follegot. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Signor Presidente, per i provvedimenti previsti dal decreto-legge vengono attinte risorse da fondi quali il Fondo contro il rischio idrogeologico e il Fondo per l'attuazione del Protocollo di Kyoto, fondi e risorse che sono destinati a regioni e a imprese. Ben venga, quindi, questo emendamento che prevede che la nomina del commissario sia fatta anche d'intesa con la Conferenza permanente...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Follegot. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fabi. Ne ha facoltà.

SABINA FABI. Signor Presidente, ai lavoratori del territorio veneziano e agli altri 4 mila che rischiano il posto di lavoro, a cui da questa mattina si devono aggiungere anche 119 lavoratori delle acciaierie Beltrame di Porto Marghera, dobbiamo dire che al territorio di Taranto sono stati assegnati 330 milioni di euro, mentre nei nostri territori non è stato assegnato neanche un euro.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fabi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Callegari. Ne ha facoltà.

CORRADO CALLEGARI. Signor Presidente, continuo a leggere questa tabella. Dopo i 51 milioni di euro per la banchina, vado a rileggere: «riqualificazione e ammodernamento delle banchine e dei piazzali del molo polisettoriale: 23,5 milioni di euro». Cosa c'entra questo con i lavoratori dell'Ilva? E ancora: «banchina tratta verso radice di 800 metri e consolidamento banchina: 15 milioni di euro». Cosa c'entra questo con l'attività dell'Ilva? E ancora: ammodernamento...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Callegari. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

Pag. 96

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, quanto stava enunciando il collega Callegari dimostra come l'ampliamento del porto di Taranto, che è gestito da società in mano a cinesi, sia orientato verso l'aumento dell'importazione dei prodotti cinesi. Avevo chiesto al Governo di valutare gli effetti indiretti sui costi relativi alla maggiore assistenza da dare ai lavoratori delle imprese produttive italiane che saranno costretti ad andare in cassa integrazione.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Molgora. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, siccome vengo dal territorio di Monza e Brianza che all'incirca un anno fa ha avuto un grave problema con lo sversamento di petrolio nelle condotte delle fognature, vorrei sottolinearle che in quell'occasione è arrivata qualche decina di migliaia di euro e lo Stato se n'è infischiato. Per il resto hanno fatto i volontari dei vigili del fuoco e della Protezione civile. Non si capisce perché noi dobbiamo sempre arrangiarci, poi...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Grimoldi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Goisis. Ne ha facoltà.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, vedo che i colleghi qua in Aula sono un po' stanchi e tranquilli. Probabilmente sono depressi perché non sanno che cosa dire ai loro elettori quando gli elettori medesimi chiederanno i soldi per le alluvioni, per le bonifiche, per il lavoro. Infatti, dovranno rispondere che li hanno dati al Sud.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Meroni. Ne ha facoltà.

FABIO MERONI. Signor Presidente, stamattina qualche onorevole ha detto che è bene che arrivi la Cina ad investire nel nostro porto di Taranto. Voglio solamente dare due dati: 10.696.765 chilogrammi di merce sequestrata. Questi sono dati ufficiali. Bisognerebbe chiedersi che percentuale di essa occupano i prodotti cinesi. Siamo sicuri di dare 300 milioni di euro al porto di Taranto e farli gestire da una società privata...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Meroni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consiglio. Ne ha facoltà.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, volevo chiedere che fine ha fatto quel documento mediante cui la Commissione europea, come anche aveva fatto notare il relatore in XIV Commissione, aveva chiesto all'impianto dell'Ilva la prevenzione e la possibilità di utilizzare l'impianto medesimo. È un'autorizzazione che esiste, tra l'altro anche molto recente. Mi piacerebbe sapere che tipo di atteggiamento si avrà nei confronti di chi ha rilasciato questo tipo di autorizzazione. È la solita storia, ci sono anche qui documenti di «serie A» e di «serie B», ci sono delle aziende che investono parecchi soldi per quanto riguarda la sicurezza sul posto di lavoro e anche nel rispetto dell'ambiente, cosa invece che alcuni non fanno...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Consiglio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Amico. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, anche in questo caso il nostro è un emendamento di buonsenso, perché noi insistiamo sul discorso del presidente della regione che probabilmente sembra che sarà chiamato a fare il commissario e anche in questo caso chiediamo che vi sia una condivisione maggiore sulla scelta. Chiediamo che vi sia poi un controllo su quello che questo commissario farà. Noi non riteniamo corretto che si possa andare a dare ad un soggetto politico che farà parte e prenderà parte alle prossime elezioni...

Pag. 97

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Amico. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Forcolin. Ne ha facoltà.

GIANLUCA FORCOLIN. Signor Presidente, che ipocrisia c'è qui in Aula quando vediamo all'ordine del giorno importanti risoluzioni e importanti mozioni per tutelare appunto il made in Italy e l'invasione così selvaggia, soprattutto dall'Asia e dalla concorrenza sleale posta dalla concorrenza cinese. Poi vediamo che invece con questo provvedimento apriamo le porte con soldi pubblici a questa invasione. Io credo che la responsabilità politica sia tutta di questo Parlamento e di fronte alle associazioni di categoria che chiedono di essere aiutate...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Forcolin. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, ricollegandomi a quello che diceva il collega Consiglio e anche in virtù del dibattito che si è sviluppato in XIV Commissione relativamente a questo decreto molto bizzarro per quello che riguarda i profili di compatibilità comunitaria, vorrei ulteriormente segnalare, nel poco tempo che ci viene concesso, che ci sono tanti profili di incompatibilità legati ad un pesante aiuto di Stato. Infatti, se è vero che questi soldi...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pini.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crosio 1.52, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cavallotto, Menia, Lussana, Mondello, Scanderebech, Rampi, Colaninno, Ferranti, Costa, Moroni, D'Antona, Mattesini, Boccuzzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 452
Votanti 449
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato
72
Hanno votato
no 377).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Follegot 1.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzarin. Ne ha facoltà.

MANUELA LANZARIN. Signor Presidente, credo che il dibattito che stiamo affrontando, il dibattito che sta avvenendo in quest'Aula - silenziosa a parte le uniche voci della Lega Nord che mettono in evidenza tutta la contrarietà a questo provvedimento, ma soprattutto con i contenuti si vuole mettere in evidenza e spiegare anche ai molti colleghi che probabilmente non hanno avuto modo o non hanno voluto leggere in maniera approfondita in questo provvedimento di cosa si tratta - metta in evidenza come si è persa l'occasione per affrontare in maniera molto più dettagliata e in maniera puntuale il problema ambientale e il problema delle bonifiche.
Il problema delle bonifiche è un problema importante, un problema che attraversa tutto il nostro Paese, da nord a sud e, particolarmente - noi lo abbiamo detto e ripetuto molte volte -, il nord, perché sappiamo che la forte concentrazione di industrie importanti, di industrie pesanti, che hanno caratterizzato poi il modello del nordest, la locomotiva che ha portato il Paese ai livelli di ricchezza, ai livelli di PIL che hanno permesso uno sviluppo e un'industrializzazione di un certo tipo, è localizzata soprattutto al nord.
Il dibattito, però, non ha permesso, ma soprattutto il Governo non ha recepito la necessità effettivamente di mettere mano a quello che è il problema delle bonifiche, di mettere mano a questioni che si rimandano, Pag. 98a questioni che non prevedono una politica giusta, una politica lungimirante, una politica equa.
Ci troviamo di fronte ad un provvedimento vuoto che non risolve - lo abbiamo detto più volte - il problema dell'Ilva, il problema dell'industria e che, quindi, non creerà quella crescita, che è una delle parole tanto usate da questo Governo; tanto meno utilizza e, diciamo così, va incontro alle altre tre parole che il Governo Monti, fin dal suo insediamento, ha sempre pronunciato: sviluppo e crescita, equità e rigore.
Di equità sicuramente non possiamo parlare, perché siamo di fronte ad una disparità di trattamento di questo tipo e siamo di fronte ad un provvedimento fatto in fretta e furia senza il requisito della necessità: infatti - ricordiamolo per chi non lo sa -, c'era già un protocollo firmato che conteneva le stesse cose che prevede questo provvedimento. Quindi, il provvedimento di per sé non mette nulla di nuovo: il governatore della Puglia, gli enti locali, il commissario. Se il Governo avesse voluto nominarlo - e ci chiediamo come mai il Governo non lo abbia ancora nominato -, avrebbe già potuto mettere in atto quelli che erano interventi di questo tipo.
Sicuramente il provvedimento non va nella direzione della crescita, perché per lo stabilimento stesso, per i dipendenti, per quello che può essere l'indotto non provoca niente. Con riferimento all'equità abbiamo detto che non c'è sicuramente equità tra nord e sud, non c'è equità rispetto al sito di Porto Marghera, come è stato più volte ripetuto - un sito importante, ubicato in una regione del nord come il Veneto, ma soprattutto vicino a una città storica, una città d'arte, a un patrimonio come quello di Venezia -, oppure rispetto ad altri siti: è stato ricordato il sito di Casale Monferrato nel Piemonte, come altri siti a Ravenna o a Modena.
Con riferimento al rigore non ci sembra che ci sia rigore, perché il rigore presuppone che i soldi per le bonifiche non vadano ad essere sottratti da altri capitoli importanti: qui, invece, abbiamo anche questa cosa. Vengono sottratti soldi ai capitoli del dissesto idrogeologico, e qui nuovamente c'è una battaglia che abbiamo affrontato: quante mozioni bipartisan questo Governo ha approvato, ordini del giorno che andavano nella direzione di reperire fondi per il dissesto idrogeologico per la difesa del suolo? Quante volte? Ma allora è proprio vero che le mozioni che abbiamo approvato qui in Aula, le risoluzioni, gli ordini del giorno sono solo così - diciamo - un contentino che questo Governo dava perché, essendo un Governo di professori, probabilmente, non sapeva che ricadute potevano avere. Perché nulla si è fatto, anzi sono stati sottratti dei soldi per metterli, adesso, qui a Taranto. Come gli altri fondi, quelli del Protocollo di Kyoto. Ricordiamo, anche qui, il Protocollo di Kyoto e il fondo rotativo per il Protocollo di Kyoto: un fondo importante a cui devono poter partecipare tutti indistintamente, in maniera equa - ecco di nuovo la parola equità - e non solo, quindi, l'Ilva di Taranto o, comunque, la regione di Taranto.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Lanzarin.

MANUELA LANZARIN. Sono dei fondi che devono spettare per il rilancio per la green economy, una green economy che, come sappiamo, può rappresentare sicuramente un volano per il futuro, un volano per il rilancio del sistema Paese, ma che non può essere finalizzato. È per questo, quindi, che di rigore, sviluppo ed equità non troviamo traccia in questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, il senatore Andreotti è famoso per un motto: a pensar male si fa peccato, ma a volte si indovina. Certo, tutto questo è partito da un provvedimento giurisdizionale che avrebbe potuto essere stato assunto Pag. 99due anni prima, cinque anni prima, sette anni prima, vent'anni prima. In pratica, questo grande regalo che viene fatto sia alla Puglia che alla società cinese trova un presupposto che, curiosamente, poteva essere stato assunto prima e non è stato assunto. Quindi, viene il sospetto che non sia solo una coincidenza. Naturalmente, è una coincidenza, perché c'è chi è fortunato...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paolini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

MARCO RONDINI. Signor Presidente, il nostro dissenso verso questo provvedimento è legato soprattutto alle palesi discriminazioni che esso comporta rispetto agli altri siti inquinati di rilevanza nazionale con problematiche analoghe a quelle di Taranto. Ma come fanno i parlamentari del PD a votare un provvedimento come questo, che fa a pugni con la loro tanto sbandierata sensibilità ambientalista e che serve forse solo per catturare consensi in campagna elettorale?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Desiderati. Ne ha facoltà.

MARCO DESIDERATI. Signor Presidente, continuo a incontrare colleghi di altri gruppi che mi chiedono come mai siamo contrari a salvare l'Ilva. Ma scusate, ci siete o ci fate? Qui non stiamo parlando di salvare l'Ilva, qui stiamo parlando di dare 200 milioni al porto di Taranto per fare la diga foranea. Ma scusate, gli altri porti italiani non avrebbero bisogno, allo stesso modo, di avere investimenti per essere più competitivi sul mercato? Qua nessuno parla di lasciare l'Ilva al suo destino, ci mancherebbe, noi non siamo contrari a quello, siamo contrari al fatto che...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Desiderati.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonino. Ne ha facoltà.

GUIDO BONINO. Signor Presidente, nel mio precedente intervento avevo indicato che quest'Aula finalmente è riuscita a capire qual è il vero significato di questo provvedimento; un provvedimento che non ha nulla a che fare con la salvaguardia del lavoro e dell'occupazione a Taranto, ma è dirottato verso il risanamento di aree che purtroppo...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bonino.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI. Signor Presidente, devo rilevare ancora, come già dicevo stamattina, l'assenza del Ministro; ciò significa che, evidentemente, non è interessato a questo provvedimento. Detto questo, penso che quello che stiamo ricevendo è un grande sostegno da tutti quei sindaci che si vedono tagliare il bilancio e non sanno più come fare per far quadrare i conti. Riceviamo davvero tantissime manifestazioni di sostegno dai sindaci dei nostri territori; segno che questa battaglia ha senso, segno che questa battaglia...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Maggioni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Chiappori. Ne ha facoltà.

GIACOMO CHIAPPORI. Signor Presidente, continuo nella scelta di seguire la mia Diano Marina, dove qualcuno del Governo, scrollando la testa, non riesce a mettere ancora a fuoco che dopo avere fatto un patto doveroso che era quello del collettamento e quindi di fare un nuovo depuratore, oggi con i soldi in tasca, con la possibilità di autofinanziarlo, il Governo a un'interrogazione ha detto «no»...

Pag. 100

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Chiappori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, continuiamo a chiederci quali impegni il Ministro Clini abbia che giustifichino la sua cronica e colpevole assenza dai lavori parlamentari. Credo che l'assenza del Ministro Clini sia l'ennesimo schiaffo che questo Governo sta dando all'Aula parlamentare e questo provvedimento sia l'ennesimo schiaffo di un Governo razzista nei confronti del nord. Questo provvedimento è l'emanazione più chiara e più lampante di quanto questa...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Nicola Molteni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cavallotto. Ne ha facoltà.

DAVIDE CAVALLOTTO. Signor Presidente, leggevo che alla fine del gennaio del 2012, a Casale Monferrato c'è stato un incontro tra il Ministro Balduzzi e il Ministro Clini con i vari sindaci del territorio. Il Ministro Balduzzi, a nome del ministro Clini, aveva promesso l'arrivo di alcuni fondi per la bonifica di Casale Monferrato, dove ci sono ancora milioni di metri cubi di polvere di amianto che toccano ovviamente tutti i cittadini che stanno nei dintorni della Eternit di Casale. La stessa cosa fece il 26 di maggio del 2012; in occasione dell'inaugurazione di un asilo del quartiere Ronzone, il Ministro disse che i soldi stavano per arrivare e sarebbero arrivati di lì a poco. Nonostante il 15 di luglio ci sia stato un altro incontro in prefettura questi soldi...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cavallotto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor presidente la ringrazio, so che non sono nel suo cuore, perciò mi ha beneficiato dell'intervento.
Ribadendo già da tempo il nostro concetto di estraneità a questo provvedimento, abbiamo la necessità di far capire all'opinione pubblica e a tutti quei parlamentari del nord, e soprattutto mi rifaccio a quelli piemontesi e a quelli torinesi che vi è la necessità che prima viene il nord. Prima vi dev'essere un'autorevolezza da parte dei parlamentari. Mi dispiace che un parlamentare torinese sia il relatore che sta portando avanti questo provvedimento, non a colpi di fiducia, ma a spron battuto, non riconoscendo il buon lavoro che sta facendo la Lega...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Allasia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, tra i vari siti che necessitano di un intervento ambientale ve ne è uno, a Seveso, che ho citato poco fa parlando della pedemontana, che aspetta da 35 anni. La realtà di Monza e Brianza, tra imposte dirette e indirette, versa allo Stato centrale, ogni anno, qualcosa come 10 miliardi di euro. Non è tollerabile che dopo 35 anni, quando ogni anno si versano 10 miliardi di euro, non vi sia qualche milione di euro per intervenire e bonificare una realtà produttiva e dinamica che tiene in piedi questo Paese.
Signor Presidente, le chiediamo di intervenire e di farsi portatore di queste istanze, perché non è possibile che vi siano sempre solo i soldi per il Mezzogiorno. Prima il nord, prima le realtà produttive, prima chi tiene in piedi il Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Goisis. Ne ha facoltà.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo che il previsto commissario, anziché rimanere in carica per un anno, rimanga in carica per sei mesi. Perché abbiamo pensato a questo? Pag. 101Perché non vorremmo mai, viste le esperienze precedenti, che il commissario rimanesse magari per altri 18 anni, come purtroppo è avvenuto per la spazzatura di Napoli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Meroni. Ne ha facoltà.

FABIO MERONI. Signor Presidente, vista l'assenza cronica del ministro Clini, chiederei a lei di sollecitarlo, visto e considerato che il nostro economo o economista Presidente del Consiglio non si degna di venire in Aula. Va bene che stiamo solamente discutendo di 300-400 milioni di euro, ma che il Presidente del Consiglio non venga mai a partecipare ai lavori della Camera...va bene che chi ha dato la maggioranza sono parlamentari che hanno abdicato la politica ai tecnici, ma perlomeno un saluto il Presidente del consiglio dovrebbe venire alla Camera...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Meroni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consiglio. Ne ha facoltà.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, sappiamo e abbiamo già ribadito - credo duecento volte - che siamo contrari a questo provvedimento, e vi è una richiesta al Governo: se ha il coraggio di dire, ancora una volta - se mai ve ne fosse ancora bisogno - che si è parlato di un provvedimento per il quale, chi ha tenuto un comportamento sicuramente negativo nei confronti della applicazione della legge, ancora una volta non verrà punito. Anzi, sembra che lo Stato arrivi in suo soccorso e che vi siano soldi semplicemente per mettere a tacere quelle che sono probabilmente moltissime responsabilità per quanto riguarda...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Consiglio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Forcolin. Ne ha facoltà.

GIANLUCA FORCOLIN. Signor Presidente, è proprio vero che con 30 secondi bisogna esprimere i concetti un po' a puntate. Tuttavia, dicevo che le associazioni di categoria che oggi chiedono un aiuto al Governo, serio, vedranno sicuramente in malo modo questa vostra iniziativa di premiare, appunto, questa azienda, che non è sicuramente italiana, la TCT Spa, che sicuramente non è un'azienda no profit e sicuramente guarda ai mercati asiatici e guarda all'esportazione verso l'Italia di merce che, molto spesso è contraffatta, molto spesso è viziata e ha delle caratteristiche che mettono in forte difficoltà, sicuramente, il nostro mercato nazionale. Quindi, le associazioni di categoria chiedono aiuto e il Governo nonostante questo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Forcolin. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'amico. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, questo emendamento - e non solo questo - va a modificare il tempo di durata del commissario. Perché? In questo caso noi chiediamo che sia di mesi, perché riteniamo che un anno non sia corretto. Se egli ha da fare un grande lavoro forse ci vuole più tempo, ma se, invece, avesse da dare solo una linea e quindi far le cose in tempi brevi - come dovrebbero essere fatte le cose quando si muove lo Stato dando un incarico a un commissario - dovrebbe essere un tempo limitato e, quindi, sei mesi e non di più.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, così come ha fatto il collega Forcolin, cerchiamo - a puntate - di esprimere alcuni concetti fondamentali sullo scempio che questo decreto porterà, intanto - come dicevo prima - con il sacco del nord o, per lo meno, di quelle risorse che erano destinate a tutte quelle aree del nord che Pag. 102meritavano altrettanta attenzione. Vi riempite tanto la bocca della Costituzione, dove c'è scritto che i cittadini sono tutti uguali, ma evidentemente - a orwelliana memoria - qualcuno è più uguale degli altri. Allora, dicevo, c'è anche un profilo di assoluta incompatibilità comunitaria...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Follegot. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Signor Presidente, il ministro Clini conosce bene la situazione dei siti di interesse nazionale. In particolare, la scorsa settimana è stato in visita nella zona industriale dell'Aussa Corno, conosce bene le necessità del territorio, quindi il dragaggio dei canali e l'inquinamento esistente nel sito di interesse nazionale, ma il problema è: con quali risorse, visto che anche lì serve un intervento molto importante sotto il profilo economico? Vorremmo che il Ministro...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Follegot. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fabi. Ne ha facoltà.

SABINA FABI. Signor Presidente, viste le esperienze precedenti riguardo i commissariamenti - e penso ai 30 anni di commissariamento della Croce rossa, ai vari commissari che si sono succeduti senza risolvere la grave situazione - noi non condividiamo la norma che prevede la possibilità di prorogare la nomina del commissario per la riqualificazione del territorio di Taranto a tempo indefinito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Callegari. Ne ha facoltà.

CORRADO CALLEGARI. Signor Presidente, terza puntata, per dare il dato finale dei soldi che verranno spesi e destinati al terminal 1 del porto di Taranto, quello gestito dai cinesi: 93 milioni di euro, di cui solo 5 messi in campo da questa società asiatica. Allora, io continuo a sentire questo totale silenzio da parte dei parlamentari veneziani. Nessuno dice una parola e che tali soldi potevano essere destinati anche all'area di Porto Marghera. Io penso che probabilmente questo provvedimento li ha lasciati senza parole, una vergogna.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, so che lei aspettava con ansia il mio intervento. Io volevo sottolineare come l'assenza del Ministro Clini, che qualche tempo fa è stato sul lago di Garda e di fronte ad alcune problematiche che ha il lago più grande d'Italia, molto importante dal punto di vista turistico, aveva espresso il fatto che non c'erano risorse per fare alcuni interventi...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Molgora. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, mi scuso con il collega Rainieri a cui ho rubato il tempo, ma so che era impegnato in una telefonata importante, quindi ne approfitto per evitare di far sprecare tempo all'Aula e per associarmi a quanto diceva poc'anzi il collega Molgora, perché sono riflessioni che tutti dovremmo fare e soprattutto credo che il Governo dovrebbe ascoltare con interesse, con quell'interesse che merita la parte produttiva del Paese...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Stucchi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rainieri. Ne ha facoltà.

FABIO RAINIERI. Signor Presidente, siamo qui ancora a discutere di questo provvedimento iniquo, di quanto questo Governo a trazione sudista continui a Pag. 103mandare soldi per una motivazione diversa da quella che invece va dicendo alla gente. Continua a prendere in giro i cittadini e, come detto anche da altri colleghi, quando ci sarà veramente bisogno al nord di aiutare popolazioni tipo quelle terremotate o quelle che hanno subito l'alluvione, non ci saranno più i soldi.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rainieri. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, questo è un provvedimento che è stato concepito come un provvedimento per i lavoratori di Taranto, ma in effetti dobbiamo considerare che la stessa cosa si poteva fare benissimo per Porto Marghera. Noi sappiamo che la Beltrame, che è un'importante acciaieria, chiuderà la sua attività nelle prossime settimane...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Munerato. Ne ha facoltà.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, riteniamo che la scelta del Governo Monti di decurtare risorse dal Fondo per il rischio idrogeologico sia una scelta scellerata che necessariamente costringerà il Paese a dover spendere risorse maggiori, a posteriori, per tamponare situazioni di emergenza. Basti pensare che i finanziamenti che lo Stato ogni anno mette a disposizione per la difesa del suolo sono palesemente insufficienti. Si tratta di finanziamenti che servono per le molteplici esigenze del Paese, per contrastare fenomeni di calamità naturali che, specialmente negli ultimi anni, si manifestano puntualmente, come alluvioni, frane...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Munerato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pastore. Ne ha facoltà.

MARIA PIERA PASTORE. Signor Presidente, chiediamo e continuiamo a chiedere a questo Governo una maggiore attenzione per i comuni del nord, per le regioni del nord, per i siti e le aree inquinate che necessitano di bonifica. Va benissimo l'intervento anche per il porto di Taranto, ma abbiamo anche altri porti nelle nostre regioni e abbiamo soprattutto siti inquinati che hanno bisogno di risorse, che hanno bisogno di interventi, che hanno bisogno di una maggiore attenzione. I nostri sindaci e i nostri amministratori non sanno più dove trovare i soldi per poter rispondere alle esigenze...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pastore. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, voglio annunciare una iniziativa che prenderò come amministratore comunale. Voglio affiggere un cartello in una zona del mio comune, dove sono caduti dei massi, con scritto che i soldi per l'assetto idrogeologico, che non ci sono perché sono stati presi da questo Governo per darli a Taranto, sono andati al porto di Taranto, così la gente capirà dove vanno a finire i soldi, cioè vanno sempre ai soliti posti, al sud, dove in Puglia, come noi tutti sappiamo, c'è un acquedotto che più che dare da bere dà da mangiare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, per capire che questo decreto-legge non c'entra nulla con l'Ilva basterebbe leggere le agenzie che stanno uscendo, che spiegano degli incontri che si stanno facendo proprio per parlare della bonifica dell'azienda e degli interventi ambientali. Pensate che dicono che forse, fra qualche giorno, ci sarà un piano pronto. Mi spiegate di che cosa stiamo parlando? Lo spiegate agli operai dell'Ilva di cosa stiamo parlando? Del solito sistema meridionale di assistenzialismo per trovare posti di lavoro ai soliti amici.

Pag. 104

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Volpi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, volevo solo ricordare ai colleghi, soprattutto delle aree del nord, che questo Governo sta dimostrando proprio dopo questo decreto-legge, anche in questi giorni, con il Ministro Profumo, l'attenzione che ha per il Mezzogiorno a discapito del nord, ovvero il Ministro ha dichiarato che regalerà un iPad gratis a tutti gli insegnanti delle scuole del sud. Quelli del nord, invece, evidentemente non se lo meritano e se lo devono comprare perché guadagnano già abbastanza e, quindi, bisogna fare ancora un po' di assistenzialismo nel Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Presidente, penso che questa sia un'offesa vera verso i cittadini del nord del Paese e mi auguro...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fedriga. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Follegot 1.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nizzi, Pili, Mondello, Gatti, Razzi, Cesaro, Veltroni, D'Anna...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 455
Votanti 452
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato
48
Hanno votato
no 404).

Prendo atto che i deputati Sposetti e Boccia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Volpi 1.53.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Volpi 1.53 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, il nervosismo che serpeggia nelle file della eterogenea maggioranza di questo Parlamento e che spinge molti degli esponenti della stessa ad avvicinarsi a questi banchi, nel tentativo di capire e di comprendere esattamente quali siano i tempi che accompagneranno ancora la discussione del dibattito in quest'Aula, non fa altro che confermare la bontà della scelta che abbiamo fatto quando abbiamo deciso di iniziare un dibattito sereno, all'interno del Parlamento, per cercare di evidenziare quelle questioni che all'inizio di questa discussione erano assolutamente ignorate dalla gran parte dei parlamentari, che sappiamo essere abituati a vezzi e ad alimentare le proprie fonti informative basandosi esclusivamente su notizie giornalistiche.
Allora, siamo entrati in quest'Aula ieri con la stragrande maggioranza dei parlamentari - vi è anche una minoranza abbastanza consistente, ma non significativa, di soggetti che non si sono nemmeno posti il problema di cosa avremmo votato oggi - che, comunque, se lo chiedeva, magari alla bouvette con le borse dell'argomento del giorno, rispondendosi, l'uno con l'altro, che avremmo parlato dell'Ilva e delle soluzioni ai problemi di Taranto.
Prima il collega Desiderati ci ricordava come un parlamentare, una persona normalmente attenta alle vicende di quest'Aula, anche qualche minuto fa ci ha avvicinato dicendo: «Ma voi, con questo atteggiamento che avete assunto, state di fatto contribuendo a minare la possibilità di trovare una soluzione della questione Ilva a Taranto». Allora, siamo costretti ad andare avanti con questa attività, perché vuol dire che ancora vi è una parte di questo Parlamento che è convinta che il succo del provvedimento che stiamo affrontando in questi giorni sia l'Ilva di Taranto. Pag. 105
Noi ribadiamo un concetto e lo ribadiremo all'infinito: non stiamo parlando dell'Ilva di Taranto. L'Ilva è un problema serio, che attanaglia, devo dire, senza dubbio l'intero sistema produttivo del Paese. È un problema che ad altre latitudini la stessa azienda ha risolto in modo diverso rispetto alla gestione tarantina. Vorrei ricordarvi come l'accordo di programma dell'Ilva su Genova abbia prodotto frutti diversi da un punto di vista della risoluzione parziale e non ancora definitiva del problema ma, in ogni caso, abbia messo oggi quello stabilimento nelle condizioni di poter essere quasi totalmente bonificato e ha restituito, di fatto, importanti aree alla propria vocazione industriale.
Invece, a Taranto, siccome non è Genova, non è il nord e, purtroppo, non è il continente e non appartiene al blocco occidentale, ci si è permessi il lusso di arrivare a fare in modo che la vicenda deflagrasse. Dove? Nelle mani di un magistrato all'interno di un tribunale, perché è di questo che stiamo parlando. Questa è la differenza di fondo! A Genova, ci sono state amministrazioni sicuramente non politicamente affini al sottoscritto che si sono preoccupate di trovare una soluzione concreta. Vi sono state maestranze, soggetti coinvolti, enti locali, un mucchio di persone e di elementi che hanno scelto di andare verso una soluzione mediata e negoziata, che hanno scelto la via dell'accordo di programma e che l'hanno percorsa dall'inizio alla fine. A Taranto, invece, tutto questo non è avvenuto!
Non solo tutto questo non è avvenuto, ma a Taranto abbiamo addirittura la necessità di far ricorso a un'anticipazione che non ha precedenti, lo ripeto. Vorrei ricordarvi che è la prima volta che un Governo ricorre ad un decreto-legge e, quindi, sancendo di fatto l'indifferibilità e l'urgenza, per anticipare i contenuti di un accordo di programma che in tutte le altri parti del Paese normalmente, con dei tempi lunghi (lo sappiamo), trovano uno sbocco naturale all'interno delle procedure con le tempistiche che gli enti locali si sono dati.
Qui, invece, no! Qui facciamo un passo straordinario. Qui diciamo che gli enti locali non saranno mai in grado di andare fino in fondo, che l'accordo del novembre 2011 non può essere lasciato nelle loro mani perché si tratta di soggetti evidentemente incapaci e inefficienti, che non riuscirebbero a dare uno sbocco naturale al provvedimento di cui stiamo parlando e al procedimento in essere e, quindi, serve l'intervento del Governo, che rappresenta un precedente grave. Serve l'intervento di un Governo che stabilisce, a questo punto, che a Taranto, a differenza degli altri 56 siti di interesse nazionale, è possibile anticipare i contenuti dell'accordo di programma all'interno di un decreto-legge, con una modalità che noi giudichiamo iniqua e che continuiamo a definire razzista.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Fava.

GIOVANNI FAVA. Le chiediamo che analoghe attività ed iniziative si prendano seriamente in considerazione anche per tutti gli altri siti di interesse nazionale coinvolti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.

ERICA RIVOLTA. Signor Presidente, l'emendamento Volpi 1.53 chiede di aumentare a 18 mesi rispetto ad un anno la durata in carica del commissario.
Questo emendamento ha un preciso senso, ovvero di far sì che la nomina del commissario non sia ulteriormente prorogabile e che, quindi, siano chiari i tempi ed i compiti del commissario stesso. Quello che si vuole evitare è che...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rivolta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vizia. Ne ha facoltà.

Pag. 106

GIAN CARLO DI VIZIA. Signor Presidente, molto brevemente vorrei ricordare un principio che abbiamo conclamato, noi della Lega Nord, ma che è stato fatto patrimonio di tutte le forze politiche. Il principio era - se non dimentico - «chi inquina paga».
Vorrei sapere se questo principio ce lo siamo dimenticato, o se si applica solo in una parte del Paese e non in altre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.

PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, intervengo per esprimermi contro questo emendamento. Non capisco perché dobbiamo costringere una persona, che già lavora gratis per 12 mesi, a farlo per 18 e invece paghiamo fior di milioni l'istituzione del comitato che poi dovrà garantire l'esecuzione dei lavori, la costituzione della cabina di regia gestita dalla regione Puglia, che dovrà anche questa sovrintendere, e tutto questo lo consegniamo in mano ad una società in house della regione Puglia, denominata Puglia Sviluppo. Tutte queste società e questi enti percepiranno fior di milioni ed invece questo povero commissario è costretto a...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Vanalli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Comaroli. Ne ha facoltà.

SILVANA ANDREINA COMAROLI. Signor Presidente, questo emendamento fa parte della serie di emendamenti che abbiamo presentato perché vorremmo almeno correggere questo decreto-legge. Già non si capisce l'urgenza o le ragioni per le quali è stato adottato, ma quella che appare scontata era l'urgenza di facilitare questa azienda che ne beneficerà, in modo particolare quella cinese. Io non capisco: noi dovremmo utilizzare i nostri soldi per favorire le nostre aziende, le aziende italiane...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Comaroli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, parrebbe che la nostra sia una operazione di ostruzionismo, ma così non è perché esattamente vogliamo entrare nel dettaglio e nel merito del provvedimento per riuscire a migliorarlo e ad adattarlo ovviamente alle situazioni che si sono venute a creare.
Signor Presidente, manca il Governo e senza il Governo dovremmo sospendere la seduta (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Colleghi, chiedo scusa perché ho interpellato io il sottosegretario. Il Governo, comunque, era in Aula, nella persona del sottosegretario D'Andrea.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, stavo dicendo che la nostra non è una volontà ostruzionistica ma è volta ad entrare nel dettaglio del provvedimento. È chiaro che un commissario ha la possibilità di lavorare se ha un tempo determinato.
Noi diciamo che non era opportuno proseguire con il protocollo, nel senso di finanziarie ulteriormente il protocollo perché il protocollo già prevedeva dei suoi canoni di finanziamento e delle sue tempistiche che, peraltro, come al solito, non vengono mai rispettate. Tra l'altro, voglio evidenziare che il decreto-legge manca di due milioni rispetto al protocollo che era stato firmato. Questo sarà un problema del commissario che dovrà andare a limare, sulle poste in uscita, questi due milioni che in Commissione bilancio abbiamo evidenziato con mancanza di entrata. Tra l'altro, in Commissione bilancio abbiamo evidenziato che le somme che venivano approntate per le singole uscite non corrispondevano al totale. Questo è un problema forse anche solo squisitamente di aritmetica, che avrebbe dovuto portare una maggiore attenzione del Governo.

Pag. 107

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crosio. Ne ha facoltà.

JONNY CROSIO. Signor Presidente, vorrei ricordarle che con le bugie le crescerà al limite il naso e non i capelli! Detto questo - con tutto il rispetto, sa che le voglio bene - con questo emendamento noi vogliamo cercare di salvare almeno il salvabile, nel senso che sulla figura del commissario, sulla quale non siamo assolutamente d'accordo, vogliamo evitare perlomeno che vada al rinnovo automatico e diventi il rinnovo del delirio, in maniera automatica. Allora, se questo commissario ci dovrà essere, perlomeno che non abbia licenza di...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Crosio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.

MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, io continuo con il ragionamento che ho fatto negli interventi precedenti. Questo provvedimento va ancora a colpire le nostre popolazioni, le popolazioni del Nord, mentre vorrei ricordare ai colleghi degli altri partiti che loro sono stati eletti per difendere il popolo veneto, il popolo lombardo, il popolo piemontese, e voi con questo provvedimento come con altri provvedimenti state tradendo i vostri elettori e siete fortunati...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bragantini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Negro. Ne ha facoltà.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, che nessun parlamentare di un altro partito eccetto che la Lega Nord Padania intervenga è veramente impressionante, lo dico perché coloro che sono del mio territorio e affrontano quotidianamente e sentono gli amministratori locali che, nelle mille difficoltà che hanno i comuni alluvionati, vedono che i 20 milioni destinati al dissesto idrogeologico, di tutto il Paese per carità, però soprattutto nella regione del Veneto, vengono distolti...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Negro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, ma chi è che comanda adesso all'Ilva di Taranto? Mi sa che il presidente della regione, che era molto distratto a dichiarare e parlare delle sue questioni affettive, si è un po' dimenticato. L'altro giorno il procuratore della Repubblica ha proibito l'ingresso del carbone e quant'altro, non si sa se chiuderà il ciclo, se rimarrà aperto. C'è un commissario nominato, un perito e quant'altro, e la politica cosa fa? Ci propina questa minestrina costosissima per il Nord...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Polledri. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Isidori. Ne ha facoltà.

ERALDO ISIDORI. Signor Presidente, ribadisco la posizione di contrarietà del gruppo della Lega Nord Padania sul provvedimento in esame che, tra l'altro, a suo avviso non va a risolvere la grave situazione dell'Ilva, che chiama anche la responsabilità degli enti locali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Montagnoli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, questo emendamento riguarda un termine spesso abusato nei vari decreti, la parte che riguarda i commissari. Ci mettiamo un termine per avere le certezze su un provvedimento del quale sicuramente sapremo già dove andranno a finire i soldi. Se citiamo l'ultimo decreto-legge sviluppo, in cui c'era il commissario, è stato dato come ultimo termine la fine dell'anno per quanto riguarda il problema dell'Irpinia: è durato ben 23 anni. Quello Pag. 108che vuole la Lega è che non si buttino via i soldi e che vadano a beneficio dei cittadini, delle aziende, dell'occupazione, cosa che in questo decreto-legge in maniera evidente non si fa. Il termine certo del commissario è una sicurezza per tutti quanti noi che le risorse vengano spese bene. Ahimè al Governo questo non interessa nulla, ma la Lega è qui che lo dice ai cittadini...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Montagnoli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, riprendendo il senso dei nostri interventi, il problema non è solo quello dell'erogazione di fondi ma anche come questi fondi vengono utilizzati. Ecco perché è importante il controllo su quanto viene stanziato ed è importante che ci siano dei tempi certi sulla durata del commissariamento. Stamattina abbia affrontato il tema delle risorse erogate nel sud del Paese; l'onorevole Buttiglione diceva che la Germania ha investito molto di più dopo la riunificazione. Io credo che il problema nel Sud non sia stato quello...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lussana. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, credo sia opportuno sottolineare come con questo provvedimento si continui nella logica che non solo è sintetizzabile nel motto «solo il Nord» per quanto riguarda l'azione della Lega Nord Padania o «prima il Nord» per quanto riguarda l'azione più specifica che noi portiamo avanti.
Il problema è che qui ci troviamo di fronte ad un Governo che dice solo «sud», per quanto riguarda la contrapposizione alla nostra linea politica e agli interessi stessi dei cittadini. «Prima al nord» non vuol dire escludere gli altri, «solo al sud» vuol dire andare contro il nord.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, in trenta secondi è difficile poter esprimere un concetto, è complicato. Allora, guardando le facce dei miei colleghi, esclusi ovviamente quelli della Lega Nord Padania, mi viene solo da dire, visto che sono così stanchi ed esausti: arrendetevi e fate in modo di ritirare questo provvedimento, così siamo tutti contenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pastore. Ne ha facoltà.

MARIA PIERA PASTORE. Signor Presidente, la Lega Nord Padania ha presentato numerosi emendamenti sui quali anche in sede di Commissione il Governo ha espresso un parere contrario o un invito al ritiro, per questo noi stiamo discutendo oggi. Stiamo ancora parlando del commissario che viene nominato, per il quale chiediamo tempi certi e soprattutto compiti certi. Non dimentichiamo che sarà chiamato ad amministrare una somma di notevolissimo rilievo, più di 300 milioni di euro. Non dimentichiamo che sono soldi che provengono dalle tasse dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Munerato. Ne ha facoltà.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, ricordando i cinquantasei siti per cui non è stato previsto alcun provvedimento d'urgenza che acceleri le procedure previste negli accordi di programma, facciamo presente al Governo che, nel caso del sito di Taranto, si creerà un precedente di discriminazione territoriale: un inaccettabile provvedimento a favore di una regione meridionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

Pag. 109

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, caro Ministro che non c'è, caro sottosegretario, non esiste solamente la crisi dell'Ilva di Taranto. Sul tavolo del Governo - lo sa benissimo - ci sono ben 150 grosse crisi aziendali, tra cui la crisi di Fincantieri, che occupa qualche migliaio di dipendenti, la crisi della Lucchini acciaierie. Ci sono tante altre aziende del nord che sono in crisi e voi pensate solamente ad un'unica azienda.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, continuiamo in questa opera di chiarificazione, affinché chi ci sta ascoltando - e sono tanti i cittadini che ci stanno ascoltando e vedendo - possa capire che oggi il Governo e la maggioranza che sta sostenendo questo Governo spende più di 330 milioni di euro non per salvare un'azienda, non per salvare i livelli occupazionali di un territorio, ma per fare investimenti di altro tipo, di altra natura, investimenti di natura assistenziale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rainieri. Ne ha facoltà.

FABIO RAINIERI. Signor Presidente, il Parlamento è il luogo dove si dovrebbe parlare tutti per confrontarsi, non solamente una parte, mentre gli altri non ascoltano, si fanno i cavoli loro e si addormentano anche. Quindi, credo che la discussione di questo provvedimento serva ed è costruttiva solo se anche altri dicono la loro opinione. Immagino che la maggioranza faccia molta fatica a dirla, anche perché non ha un'opinione su questo, ma semplicemente l'obbligo di dire quello che ha voluto questo Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, questo provvedimento fa parte di una serie di interventi che noi non possiamo sostenere, perché gli interventi che vengono fatti sono descritti nel titolo evidentemente in maniera fasulla. Quindi, già questo porta fuori strada, perché si fa credere che l'intervento sia esclusivamente di tipo ambientale, quando invece l'intervento è fatto sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista infrastrutturale, soltanto ed esclusivamente per il porto di Taranto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Callegari. Ne ha facoltà.

CORRADO CALLEGARI. Signor Presidente, continuo a non capire queste tabelle sul discorso dell'intervento sull'area portuale, perché vedo che addirittura qui si tralascia l'obiettivo originario, che era quello degli interventi di bonifica sul SIN di Taranto, dando priorità al discorso portuale. Allora, sarebbe da capire bene che pressioni ci sono state.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fabi. Ne ha facoltà.

SABINA FABI. Signor Presidente, ribadisco che il nostro gruppo non voterà a favore del provvedimento in esame perché discriminante rispetto agli altri 56 siti, che si trovano soprattutto nel centro-nord, per i quali non si è fatta alcuna bonifica e non si è speso un euro a fronte dei 336 milioni di euro previsti per il solo sito di Taranto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Follegot. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Signor Presidente, abbiamo visto che i 20 milioni di euro che questo decreto-legge destina al raggiungimento degli obiettivi prefissati, provengono da un fondo ad hoc istituito per il rischio idrogeologico. Vorremmo sapere dal Governo quali sono le regioni Pag. 110che non potranno più giovarsi di queste risorse destinate al rischio idrogeologico, facendo presente come tutto il territorio nazionale sia un territorio fragile, dove spesso è mancata quasi del tutto la prevenzione e la manutenzione, di cui spesso si è abusato e si è messa in difficoltà la sostenibilità ambientale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Meroni. Ne ha facoltà.

FABIO MERONI. Signor Presidente, per l'ultimo intervento chiedo solamente dieci secondi in più. Ma è possibile che andiamo a trovare un commissario che non prende compensi, che non costa nulla di più alla regione, al commissario stesso, alla finanza pubblica? Ma dove troviamo questo personaggio così generoso nei confronti del sito di Taranto? Speriamo che non dobbiamo andarlo a trovare, come un buon samaritano, a Betlemme, speriamo di trovarlo perlomeno in grado di capire cosa vuol dire risanamento ambientale di Taranto, speriamo - come mi suggeriscono, non me ne vogliano, i colleghi - che non dobbiamo andarlo a trovare in qualche patria galera.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Volpi 1.53, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Della Vedova, Mondello, Vanalli, Gatti, Testoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 429
Votanti 426
Astenuti 3
Maggioranza 214
Hanno votato
47
Hanno votato
no 379).

Prendo atto che il deputato Scanderebech ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dussin 1.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Goisis, Cossiga, Mondello, Gatti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 434
Votanti 431
Astenuti 3
Maggioranza 216
Hanno votato
49
Hanno votato
no 382).

Prendo atto che il deputato Graziano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento D'Amico 1.54.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, mi spiace un po', perché le confesso che ero decisamente interessato all'intervento del collega Torazzi sull'emendamento precedente e non ho avuto la fortuna di ascoltarlo. Tuttavia credo che il collega avrà la possibilità, bontà sua, di rimediare nei prossimi interventi.
Quindi intervengo sull'emendamento su cui mi ero sostanzialmente preparato. Anche in questo caso viviamo una situazione abbastanza surreale, perché vi è uno squilibrio sostanziale tra le risorse in campo di origine pubblica rispetto a quelle private. Praticamente i privati non finanziano sostanzialmente nulla. Quel poco che è messo a disposizione rispetto a questo Protocollo, proviene da una società che sappiamo essere una società addirittura a Pag. 111maggioranza cinese, alla quale è stato chiesto poco o nulla, in cambio del fatto che alla stessa andiamo a risolvere un mucchio di questioni che si sono sostanzialmente complicate in quell'area, e alla quale stiamo facendo un grosso favore.
Con questo emendamento, per avere un minimo controllo da parte del Parlamento, sull'attività del Governo, dell'Esecutivo, e delle istituzioni centrali, sull'attività di un'iniziativa, che poi alla fine, di fatto, verrà gestita in modo esclusivo e purtroppo senza molto trasparenza in termini di affidamento dell'incarico da una società in house della regione costituita ad hoc, chiediamo che perlomeno venga fornita alla parte pubblica una relazione, con la quale si enunciano nei dettagli quelli che sono gli stati di avanzamento dei lavori e la regolarità dell'andamento stesso dei lavori che si vanno ad eseguire.
Allora, anche in questo caso, noi continuiamo a contestare il metodo, per il quale comunque si trovano i soldi quando servono: i soldi si trovano esclusivamente quando servono al sud. Anche in questo caso si permette a questi soggetti di potere sviluppare attività in assoluta autonomia con pochissimi controlli, con pochissimi filtri, oltretutto ad una latitudine dove sappiamo e siamo molto abituati al fatto che, quando non ci sono i controlli, succedono i disastri. Figuratevi! Normalmente succedono anche quando vi sono i controlli, quindi a maggior ragione se noi da subito non stabiliamo che debbano esistere dei filtri, io credo che in aree di quel tipo ci si possa aspettare solo qualche disastro.
Noi contestiamo - ripeto - il provvedimento nel merito, ne contestiamo il metodo, ne contestiamo la sostanza e continuiamo ad avere delle perplessità rispetto a tutto l'impianto del provvedimento in discussione, sia per quanto attiene i contenuti dal punto di vista delle scelte programmatiche, che sottendono allo stesso sia, dall'altro lato, per le modalità applicative con le quali si cerca di dare una risposta ad un'emergenza, che poteva tranquillamente essere gestita come tutte le altre.
Perché dico che poteva essere gestita come tutte le altre? Lo dico e l'ho già ripetuto due volte stamattina: perché noi abbiamo la necessità di intervenire sul versante della reindustrializzazione un po' ovunque. Non è quello in oggetto l'unico caso in cui ci sono preoccupazioni per il mantenimento dei livelli occupazionali e per la continuità imprenditoriale. Non è l'unico caso. Non è l'unico, purtroppo, non è l'ultimo e, altrettanto purtroppo, posso dirvi non è il soggetto giusto.
Noi abbiamo continuato a fare confusione. Noi continuiamo a pensare che l'emergenza occupazionale che potrebbe derivare dal disastro dell'Ilva possa essere risolta iniziando a sistemare i problemi del porto, ma vorrei chiedere al Presidente e ai colleghi: che cosa è successo fino ad oggi? La scarsa funzionalità del porto, legata ai problemi che sottendevano alla gestione della bonifica delle aree contaminate, quanto ha compromesso l'operatività dell'Ilva? Nulla. Zero.
Qui stiamo parlando di qualcosa che l'Ilva non la riguarda nemmeno da lontano. Quell'impianto, quella acciaieria, ha avuto un andamento tutto proprio, ha prodotto utili negli ultimi anni anche importanti, ha bisogno di essere bonificata per la vicenda che conosciamo, ma nessuno in quest'Aula è in grado di dimostrare che dai lavori di realizzazione della bonifica dell'area portuale e delle infrastrutture che derivano sul sedime stesso, possono discendere benefici sull'attività produttiva dell'acciaieria.
Non c'è nessuna correlazione tra le due cose. Gli utilizzatori di quell'area portuale sono soggetti diversi. Quello che viene utilizzato normalmente e quotidianamente dall'Ilva, così come dalle altre aziende che insistono su quel territorio, non subirà miglioramenti significativi.
Non esiste nessun appiglio in virtù del quale in questo Parlamento qualcuno possa dimostrare che quando avremo fatto questi lavori ci saranno dei benefici che andranno ad attenuare il danno del disastro che si prospetta alle porte e che nessuno di voi, fino a qua, è stato in grado di dirci come intende risolvere.

Pag. 112

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signori colleghi, io intervengo per affermare una questione di principio che riguarda noi delle opposizioni. Rispetto ciò che sta facendo la Lega Nord Padania, perché facendo opposizione sta facendo ostruzionismo, ma questa idea che il Parlamento debba, per partito preso, ogni volta che l'opposizione presenta un emendamento, senza valutarne il merito, comunque votare «no», perché l'opposizione è brutta, sporca e cattiva solo in questo Parlamento, non posso accettarla. Per questa ragione invito i colleghi parlamentari a riflettere sul merito degli emendamenti proposti, perché molti non possano essere considerati validi ed infatti stiamo votando contro, ma come avete visto, su alcuni emendamenti della Lega Nord Padania, l'Italia dei Valori sta votando a favore. Ci sono infatti alcuni emendamenti che non c'entrano niente con la questione del nord e del sud, con le polemiche, con l'ostruzionismo e quant'altro. Sono emendamenti di merito. E allora guardate questo emendamento. Che cosa dice? Dice: per favore, impegniamo il commissario che stiamo nominando e a cui diamo questi soldi a fare in via periodica una relazione per spiegare che cosa ci ha fatto con questi soldi, come li ha utilizzati. Che cosa c'è di così irrazionale in questo emendamento, perché dobbiamo votargli contro? Semplicemente perché lo ha proposto la Lega Nord Padania? A me pare che questa non sia né democrazia, né rispetto del Parlamento, né rispetto di quelli che ci hanno votato.
Quindi non prendo i cinque minuti che mi spettano per non far perdere tempo, ma vi invito a riflettere se noi possiamo votare «no» a questo emendamento e presentarci poi ai nostri elettori dicendo che vogliamo trasparenza quando, nel momento in cui ci viene chiesto se questo Parlamento e le istituzioni debbano poter sapere come vengano spesi questi soldi, rispondiamo che non dobbiamo fare la relazione per farlo sapere e non dobbiamo conoscerlo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Questo non è servire il Paese, è semplicemente mortificare le istituzioni, soprattutto quelle che in minoranza qui rappresentano, comunque, una parte reale del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, noi abbiamo espresso la nostra totale contrarietà all'istituzione dell'ennesimo commissario straordinario di Governo, un commissario che, peraltro, si va ad affiancare, a sovrapporre - non so neanche io che termine usare - all'altro commissario straordinario per il porto di Taranto. Allora, davvero, mi pare che questo emendamento, che introduce un minimo di trasparenza, debba assolutamente essere preso in considerazione e comunque noi come delegazione radicale del Partito Democratico, voteremo a favore (Applausi di deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, la madre di tutte le battaglie non sta nel decreto-legge ma soprattutto nel Protocollo di intesa che recita che degli interventi 329 milioni di euro sono a carico della parte pubblica e 7 milioni a carico della parte privata. Se non è qualcosa di molto simile alle vecchie cattedrali nel deserto ci va molto vicino. Azienda privata, finanziamenti pubblici con la scusa di risanare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Amico 1.54, non accettato dalle Commissioni né dal Governo. Pag. 113
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli, onorevole Gatti, onorevole Motta, l'onorevole Mondello ancora non riesce a votare, ancora l'onorevole Gatti, Presidente Casini, onorevole Cosenza, onorevole Pezzotta, onorevole Capodicasa... L'onorevole Cosenza ha votato? Onorevole Ginoble, onorevole Fiorio... l'onorevole Cesario non riesce a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 410
Votanti 404
Astenuti 6
Maggioranza 203
Hanno votato
99
Hanno votato
no 305).

Prendo atto che i deputati Duilio, D'Antoni e Miotto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Laura Molteni 1.55, per il quale la presentatrice non accede all'invito al ritiro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Torazzi. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, questo emendamento chiede di sopprimere il comma 2. Noi abbiamo già tanti commissari, c'è già un commissario del porto, mi sembra evidente che questo discorso del coordinamento tra i due commissari sia un qualcosa che va soltanto a portare ulteriori interferenze nel lavoro che deve essere già gestito da un commissario. Detto questo, questo provvedimento porta proprio i crismi di un provvedimento scritto con un nome ma per un altro obiettivo. Ho potuto vedere che il nostro collega Sarubbi si esercita costantemente con Twitter per spiegare all'esterno del Parlamento che noi contestiamo un provvedimento che non abbiamo letto. In realtà sono quelli che lo hanno scritto che forse non l'hanno letto, sarà il collega Sarubbi, il quale contesta il fatto che noi contestiamo che questo provvedimento, definito disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto, venduto su tutti giornali dal Governo e dal governatore della Puglia come il problema dell'Ilva, con l'Ilva non c'entra niente.
Ma Sarubbi ha questo vizietto. Ieri mi sono permesso di mettere a nudo le contraddizioni del Presidente della regione Puglia, che, eletto in una regione importante e che avrebbe un compito importante, in un momento difficile cosa fa? Devia l'attenzione parlando della sua vita, il suo personale narcisismo (sono innamorato, mi voglio sposare). Allora, avrei voluto che meritasse di essere messa a nudo la pochezza di questo intervento, di questa posizione. Ma Sarubbi ha voluto scrivere che invece io l'ho detto malignamente. Allora Crozza ieri sera a Ballarò lo avrà detto in modo gioioso. Io ho notato che Crozza ha seguito pedissequamente lo stesso schema satirico che ho seguito io. Se uno deve parlare dei fatti suoi e ci tiene può fare il personaggio dello spettacolo, non deve fare il Presidente della regione Puglia.
È vero che abbiamo avuto un Presidente del Consiglio che pure mi sembra dilettarsi molto nello spettacolo. Aveva detto, sarò british, sarò qui, sarò là, ci ha detto che entrava in carica lui e avrebbe trattato il famoso rientro, il fiscal compact non in 20 anni, ma in un'altra condizione. Ha avuto la sedia, anzi faccio notare che la sedia l'ha avuta in anticipo, perché ha il laticlavio quell'uomo lì. Tutta la vita lui sarà al Senato col suo stipendietto, parla dei costi della politica ma prima ancora di aver detto «beh», quando lo sforzo della sua lingua non arrivava al nanonewton, aveva incassato 16 mila euro al mese da qui fino alla fine dei suoi giorni. Sono cose che bisogna dire alla gente, perché poi alla gente voi dite che quello là ci salva.
Dopo un po' ci ha detto: no, no il fiscal compact, l'obbligo di rientrare è una bazzecola. Pag. 114Sarubbi, sono 48 miliardi di euro ogni anno di tasse in più quando avremo raggiunto il pareggio di bilancio. Avrebbe mandato a fondo non dico la Germania, ma probabilmente anche il Borneo, il famoso miliardario del principato del Borneo. Detto questo, le altre attività che ha fatto successivamente sono state mettere tasse dappertutto; ha detto che abbiamo fatto dei sacrifici per la crescita, ha tassato le case. In questo modo ha spostato il risparmio fuori da questo Paese, perché la gente se tu tassi la casa non investe nella casa (che crea una catena di valore locale), ma va a prendere i derivati oppure i titoli di Stato. Dopodiché si è spostato ulteriormente e ha pensato di tagliare le pensioni, ma non le ha tagliate per abbassare il costo del lavoro, come tutti i sassi che si occupano di industria sanno; lo ha fatto per fare cassa, tanto i che tedeschi glielo hanno scritto su tutte le testate: l'Italia non rispetta gli impegni, doveva risanare con i tagli, risana con le tasse.
Allora, in tutta questa confusione c'è la corsa per questo provvedimento, che è raffazzonato perché è nel suo essere, è frutto di una politica vecchia, di favori, di precedenze e di clientele, che ci hanno portato nella situazione in cui siamo. E non ne usciremo. Monti avrà l'ossigeno ancora per un po' grazie al suo amico Draghi e poi andremo tutti a fondo, però Sarubbi scriverà che noi siamo cattivi e l'abbiamo detto con cattiveria. Uguale a lui faranno i principali organi d'informazione. Quindi, se siamo tutti d'accordo per andare a fondo, andiamo pure a fondo.
ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, questo emendamento chiede di sopprimere il comma 2. Noi abbiamo già tanti commissari, c'è già un commissario del porto, mi sembra evidente che questo discorso del coordinamento tra i due commissari sia un qualcosa che va soltanto a portare ulteriori interferenze nel lavoro che deve essere già gestito da un commissario. Detto questo, questo provvedimento porta proprio i crismi di un provvedimento scritto con un nome ma per un altro obiettivo. Ho potuto vedere che il nostro collega Sarubbi si esercita costantemente con Twitter per spiegare all'esterno del Parlamento che noi contestiamo un provvedimento che non abbiamo letto. In realtà sono quelli che lo hanno scritto che forse non l'hanno letto, sarà il collega Sarubbi, il quale contesta il fatto che noi contestiamo che questo provvedimento, definito disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto, venduto su tutti giornali dal Governo e dal governatore della Puglia come il problema dell'Ilva, con l'Ilva non c'entra niente.
Ma Sarubbi ha questo vizietto. Ieri mi sono permesso di mettere a nudo le contraddizioni del Presidente della regione Puglia, che, eletto in una regione importante e che avrebbe un compito importante, in un momento difficile cosa fa? Devia l'attenzione parlando della sua vita, il suo personale narcisismo (sono innamorato, mi voglio sposare). Allora, avrei voluto che meritasse di essere messa a nudo la pochezza di questo intervento, di questa posizione. Ma Sarubbi ha voluto scrivere che invece io l'ho detto malignamente. Allora Crozza ieri sera a Ballarò lo avrà detto in modo gioioso. Io ho notato che Crozza ha seguito pedissequamente lo stesso schema satirico che ho seguito io. Se uno deve parlare dei fatti suoi e ci tiene può fare il personaggio dello spettacolo, non deve fare il Presidente della regione Puglia.
È vero che abbiamo avuto un Presidente del Consiglio che pure mi sembra dilettarsi molto nello spettacolo. Aveva detto, sarò british, sarò qui, sarò là, ci ha detto che entrava in carica lui e avrebbe trattato il famoso rientro, il fiscal compact non in 20 anni, ma in un'altra condizione. Ha avuto la sedia, anzi faccio notare che la sedia l'ha avuta in anticipo, perché ha il laticlavio quell'uomo lì. Tutta la vita lui sarà al Senato col suo stipendietto, parla dei costi della politica ma prima ancora di aver detto «beh», quando lo sforzo della sua lingua non arrivava al nanonewton, aveva incassato 16 mila euro al mese da qui fino alla fine dei suoi giorni. Sono cose che bisogna dire alla gente, perché poi alla gente voi dite che quello là ci salva.
Dopo un po' ci ha detto: no, no il fiscal compact, l'obbligo di rientrare è una bazzecola. Pag. 114Sarubbi, sono 48 miliardi di euro ogni anno di tasse in più quando avremo raggiunto il pareggio di bilancio. Avrebbe mandato a fondo non dico la Germania, ma probabilmente anche il Brunei, il famoso miliardario del principato del Brunei. Detto questo, le altre attività che ha fatto successivamente sono state mettere tasse dappertutto; ha detto che abbiamo fatto dei sacrifici per la crescita, ha tassato le case. In questo modo ha spostato il risparmio fuori da questo Paese, perché la gente se tu tassi la casa non investe nella casa (che crea una catena di valore locale), ma va a prendere i derivati oppure i titoli di Stato. Dopodiché si è spostato ulteriormente e ha pensato di tagliare le pensioni, ma non le ha tagliate per abbassare il costo del lavoro, come tutti i sassi che si occupano di industria sanno; lo ha fatto per fare cassa, tanto i che tedeschi glielo hanno scritto su tutte le testate: l'Italia non rispetta gli impegni, doveva risanare con i tagli, risana con le tasse.
Allora, in tutta questa confusione c'è la corsa per questo provvedimento, che è raffazzonato perché è nel suo essere, è frutto di una politica vecchia, di favori, di precedenze e di clientele, che ci hanno portato nella situazione in cui siamo. E non ne usciremo. Monti avrà l'ossigeno ancora per un po' grazie al suo amico Draghi e poi andremo tutti a fondo, però Sarubbi scriverà che noi siamo cattivi e l'abbiamo detto con cattiveria. Uguale a lui faranno i principali organi d'informazione. Quindi, se siamo tutti d'accordo per andare a fondo, andiamo pure a fondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Concia. Ne ha facoltà.

ANNA PAOLA CONCIA. Signor Presidente, mentre noi parliamo dell'Ilva, l'onorevole Torazzi - adesso così lo sanno anche gli altri che non hanno ascoltato - augurava al «governatore» della Puglia di rimanere incinto. Lui naturalmente non conosce né i princìpi basilari della biologia, ma neanche della natura umana, com'è noto. Naturalmente dice ciò per offendere, ma la Lega sono quattro anni e mezzo che ci regala queste volgarità e queste perle di saggezza. L'onorevole Torazzi stia al merito delle cose e si occupi di questo decreto-legge. Vuole fare ostruzionismo? Lasci perdere la civiltà, quella cosa che non conosce neanche lontanamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Belcastro. Ne ha facoltà.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Signor Presidente, veramente avevo chiesto la parola per l'emendamento precedente. Ho votato favorevolmente a quell'emendamento e prima di votare avrei voluto anche intervenire.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, non sapevo avesse chiesto la parola.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Lo so, signor Presidente, conosco la sua correttezza. Ho condiviso il ragionamento che ha svolto l'onorevole Di Pietro. L'invito che lancio alla Lega Nord, al di là di un ostruzionismo fine a se stesso - sono orgogliosamente un uomo del sud - è di voler valutare o proporre qualcosa che possa vedere il Governo costretto ad ascoltare. Lo dico agli amici della Lega che sono molto distratti in questo momento: amici del nord, pregherei di ascoltarmi, sto parlando con voi e so che siete persone educate, normalmente.

PRESIDENTE. Onorevole Belcastro, si rivolga alla Presidenza e continui pure il suo intervento.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Gli chiedo, quindi, di mantenere per le prossime ore un atteggiamento diverso. Noi del sud, che sosteniamo un provvedimento, non solo giusto, ma dovuto nei confronti di Taranto, saremo pronti a sostenere anche le vostre ragioni, nel momento in cui si Pag. 115andranno a prospettare a questo Governo situazioni simili, più gravi o meno gravi.
Per cui, l'invito che rivolgo al capogruppo e a tutti i parlamentari della Lega è quello di fermarsi su un percorso che, al di là della visibilità che vi può dare sui vostri territori sotto il profilo elettorale, è assolutamente defatigatorio in un momento in cui dobbiamo andare a risolvere problemi seri, prima di ogni altra cosa, il problema di Taranto (Applausi).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laura Molteni 1.55, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calderisi, Cesario, Gatti, Marchioni, Miotto, Mondello, Rubens, Duilio, Bordo, Boccuzzi, Gelmini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 424
Votanti 422
Astenuti 2
Maggioranza 212
Hanno votato
50
Hanno votato
no 372).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Forcolin 1.5., per il quale il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, dispiace personalmente non appassionarmi al dibattito al quale ha cercato di dar vita la collega Concia. Noi stiamo parlando del provvedimento che riguarda l'Ilva di Taranto. Evidentemente ci sono soggetti in questo Parlamento che quando non si sentono forti nella materia preferiscono parlare della materia che conoscono ed occuparsi solo di quella.
Noi ci vogliamo occupare infatti della materia che è oggetto del decreto e per farlo abbiamo la necessità di ribadire la bontà anche dell'emendamento presentato dal collega Forcolin e che attiene in modo particolare ai ruoli delle strutture commissariali. Qui noi stiamo costruendo due figure e stiamo dando vita a due figure commissariali che, con ogni probabilità, nella migliore delle ipotesi nel giro di qualche settimana si troveranno ad avere dei grossi problemi di rapporti tra loro e a sovrapporsi con una certa continuità.
Noi quindi abbiamo cercato di inserire un comma con il quale si normi in modo netto e preciso quale debba essere dei due il soggetto attuatore di questa parte del provvedimento, per cercare di evitare che in un Paese come il nostro, dove spesso e volentieri vicende analoghe sono servite a fare da sfondo, quando non sono diventate pretesto per lungaggini infinite e per contenziosi che hanno visto la luce magari 10 anni fa, 12 anni fa e ancora oggi giacciono nelle aule di qualche tribunale amministrativo regionale, allora noi diciamo che nulla può essere indefinito in un provvedimento tra l'altro così stringato. Non è che stiamo parlando di una sorta di opera omnia: stiamo parlando di un provvedimento che di fatto consta di due articoli.
Se nell'individuazione di una figura commissariale non si prova in modo serio ed inequivocabile a stabilire quali debbano essere i compiti di uno e quali debbano essere i compiti dell'altro, noi crediamo che il rischio sia quello di andare verso la confusione totale. Ma sappiamo che la confusione totale a volte può essere funzionale a certi disegni. Mio nonno diceva che nel torbido si pesca meglio, quindi chissà che un po' di caos fra istituzioni, un po' di contrapposizione fra commissari non serva ad alimentare il florido mercato dei consulenti delle pubbliche amministrazioni, di qualche studio legale affermato che da quelle parti magari sta già affilando le armi e sta già preparandosi a dover difendere qualche organismo dello Stato nei confronti di altri organismi dello Stato, come spesso accade. Allora siccome noi riteniamo che anche questo sia figlio di Pag. 116una cultura bizantina che non ci appartiene - noi siamo per le scelte pragmatiche ed inequivocabili - diciamo che in modo pragmatico ed inequivocabile si deve andare verso una seria e netta divisione dei compiti e dei ruoli ed una seria e netta individuazione di quelle che devono essere le responsabilità e le competenze di ognuno di noi.
In un contesto di questo tipo io non riesco nemmeno a capire le motivazioni che spingono al parere contrario. Qualcuno me lo spieghi. I relatori, che so essere persone per bene, mi spieghino per quale motivo hanno dato un parere contrario ad un emendamento che si limitava a meglio specificare le competenze dei commissari per evitare il caos o per evitare confusione e conflitti fra istituzioni. Penso che anche in questo caso non arriverà nessuna risposta, come non è arrivata nessuna risposta a tutti gli altri quesiti che abbiamo posto ai colleghi in questi due giorni. Mi rimetto a questo punto alla bontà dell'Aula, per far sì che qualcuno si faccia carico del fatto che a volte, come diceva giustamente il collega Di Pietro, a prescindere dalle posizioni che si assumono, ci sono molte delle proposte che vengono fatte, anche dall'opposizione, che vanno nell'interesse del provvedimento, anche quando questo provvedimento non si condivide.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cazzola. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, io vorrei spiegare ai colleghi della Lega che sono a favore di questo decreto perché sono un deputato del Nord e non avrei nessuna difficoltà, credo, a parlare coi miei concittadini del Nord, perché ci sono alcune cose molto banali da spiegare.
L'Ilva non è un'azienda decotta, è un'azienda che ha dei grossi problemi di risanamento ambientale per le note vicende. Se non si riesce a vincere la battaglia del risanamento ambientale di cui questo decreto è una componente, è una parte, l'Ilva chiude. E se chiude l'Ilva sapete cosa succede alle industrie del Nord, non a Taranto, non solo a Taranto, dove si perdono posti di lavoro, dove si perde un punto di PIL? Dei 9 milioni di tonnellate di produzione dell'Ilva, 6 milioni vengono utilizzati al Nord; di questi, 2 milioni vengono utilizzati in Lombardia per le lavorazioni che hanno bisogno dell'acciaio. Sapete quanto fa questa mole di acciaio, questa mole di acciaio brutto, cattivo, che certi ambientalisti vogliono chiudere? Fa 3,6 miliardi di euro, a 600 euro alla tonnellata.
Quindi, io credo, in buona sostanza, che sia il Nord ad avere interesse che l'Ilva si risani, che non sia più in conflitto con il diritto alla salute e il diritto al lavoro e che continui a rappresentare un pezzo importante del sistema industriale italiano, di quel poco di sistema industriale italiano che è rimasto e che serve anche alle piccole imprese del Nord (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Forcolin 1.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lussana... onorevole Tommaso Foti... onorevole Bruno... onorevole Cesario... onorevole Mondello... onorevole Carfagna... onorevole Pionati... onorevole Crolla... onorevole Pili... onorevole Anna Teresa Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 409
Votanti 406
Astenuti 3
Maggioranza 204
Hanno votato
50
Hanno votato
no 356).

Passiamo all'emendamento Lanzarin 1.9.
Pag. 117Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lanzarin 1.9 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Torazzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, stasera bisogna veramente spiegare tante cose, perché sembra che anche ad una persona preparata come Cazzola, anche a lui, l'ippogrifo abbia rapito il senno e l'abbia portato sulla luna. Infatti, il problema è che se oggi noi dovessimo bocciare questo provvedimento all'Ilva di Taranto non succederebbe proprio niente, perché i solc i va 'ndel port - Cazzola - i va mia all'Ilva a Taranto! Cuma fo a ditel? Come faccio a dirtelo? Non vanno all'Ilva, vanno al porto di Taranto e favoriscono l'import di merci cinesi, non ci aiutano.
Tra l'altro - lo dico anche per tanti altri colleghi -, invece di fare un provvedimento di 300 milioni e qualcosa - 330-340 -, che copre l'accordo di programma dell'Ilva di Taranto, sarebbe bastato fare un bel provvedimento da 5 miliardi che copriva tutti i siti nazionali. Perché quelli che muoiono a Casale Monferrato non sono più pirla di quelli che muoiono a Taranto, non hanno la pelle di un altro colore né sono dei subumani: qualcuno qui parla sempre di razzismo, ma poi lo applica. Allora, se tutti gli uomini sono uguali, deve valere anche all'interno della Repubblica italiana, non solo fuori, perché sennò quando si canta l'inno «Fratelli d'Italia» la gente rimane confusa. Il problema, lo abbiamo già detto, è questo.
Poi, mi devo scusare, ma bisogna che io faccia un piccolo accenno. La collega Concia l'ha buttata in politica. Io lo ripeto, anche per la collega Concia: io non ce l'ho con Nichi Vendola per quello che lui fa o gli interessa fare, perché ognuno è libero di fare quello che vuole, però se lui è il presidente della regione Puglia e in un momento drammatico invece di affrontare i problemi mette in piazza il suo gossip personale, non va bene: non va bene, qualcuno glielo deve dire. E mi sembra che lo stesso problema, tra l'altro, ci sia all'interno dell'alleanza con il PD, e mi sembra che sia stato oggetto del siparietto che ha fatto Crozza, il quale sicuramente è una persona intelligente. Vogliamo prendercela anche con lui? Vogliamo sempre nasconderci come stanno le cose?
Allora, è un momento difficile, c'è bisogno di responsabilità; abbiamo messo i tecnici che ci hanno già detto che hanno aggravato la crisi, che non possono cambiare gli accordi europei e che, insomma, non sanno come fare a venirne fuori; abbiamo l'UdC che ci dice: dopo questi, ancora questi; bisognerà che qualcuno ci metta del buonsenso! Fermiamo l'ippogrifo, perché se il cervello del PD e anche quello del PdL volano sulla luna siamo veramente rovinati in questo Paese.

LUDOVICO VICO, Relatore per la X Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, intervengo perché rimanga agli atti una informativa di ordine storico. I terminalisti cinesi di Taiwan, di Evergreen, sono sul molo polisettoriale di Taranto in qualità di terminalisti dal 1997. Nel 2004 la società cinese di Taiwan, Evergreen, ha svolto una partnership con un player cinese di Hong Kong, Hutchison, ricomponendo una nuova società con la stessa ragione sociale del 1997, la TCT, Taranto Container Terminal, ai fini che anche si chiarisca che per la parte di accordo in oggetto, quando si parla del porto, si sta parlando di un accordo definito l'11 novembre 2011 e siglato il 17 aprile del 2012 con l'accordo di programma e affidamento di commissariamento per l'accelerazione delle opere afferenti ai dragaggi, ai completamenti del molo polisettoriale e all'intervento della TCT ovvero Evergreen-Hutchison.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Romele. Ne ha facoltà.

Pag. 118

GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, in coerenza con quanto diceva poco avanti il collega Cazzola e in linea con quanto già questa mattina dicevo, immagino che questo intervento sia comunque importante al di là degli interventi anche sugli altri siti altrettanto in difficoltà. Tuttavia, all'amico Torazzi vorrei dire, per non banalizzare troppo anche questo dibattito, che se le navi arrivano con i prodotti cinesi in quel di Taranto, dovranno anche tornare indietro da qualche parte e non credo che torneranno indietro vuote. Quindi, credo che i manufatti italiani, piuttosto che l'acciaio dell'Ilva, potranno anche essere caricati su queste navi. Non penso che tornino indietro solo coi cinesi morti che si riportano a casa. Quindi, lo ripeto, senza banalizzare, però questo è un po' il risultato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzarin 1.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cassinelli, Paolini, Mondello, Tortoli, Armosino... L'onorevole Paolini ancora non riesce a votare... Onorevoli Damiano, Boccuzzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 393
Votanti 391
Astenuti 2
Maggioranza 196
Hanno votato
48
Hanno votato
no 343).

Passiamo all'emendamento Rivolta 1.68 (parte ammissibile).
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzarin. Ne ha facoltà.

MANUELA LANZARIN. Signor Presidente, a chi è intervenuto prima, oggi, ma anche in Commissione, e si è presentato come un deputato del Nord che difende questo provvedimento perché è un provvedimento che va incontro anche al Nord, perché l'Ilva rappresenta comunque una realtà industriale importante che ha delle ripercussioni anche nei territori del Nord, noi rispondiamo che condividiamo questa affermazione, condividiamo il fatto che l'Ilva sia sicuramente un'industria importante che ha dei ritorni e ha anche una serie di stabilimenti che si trovano da altre parti.
Ma non è di questo, però, che si occupa questo provvedimento, l'abbiamo ripetuto, però, probabilmente, i nostri interventi sono caduti nel vuoto. Il provvedimento non si occupa per niente del recupero, dello sviluppo, della crescita, di un programma di industrializzazione e di rilancio dell'Ilva, ma si occupa di tutte quelle che sono le aree di pertinenza, le aree demaniali e della bonifiche di quelle aree e, quindi, non va in alcun modo a incidere su quella che può essere la produzione di questo importante colosso. Per cui, rimandiamo al mittente le accuse di chi ci dice che non siamo sensibili e non siamo attenti a quelle che sono le politiche industriali, appunto, dei territori del Nord. Anzi, credo che la Lega Nord Padania - lo ha dimostrato sempre e lo sta dimostrando in questi giorni - abbia a cuore proprio il tessuto produttivo, il tessuto industriale e il tessuto delle piccole e medie imprese del Nord, e con i nostri interventi vogliamo metterlo in primo piano. Vogliamo mettere in evidenza come vi siano tantissime realtà che hanno lavorato, che stanno lavorando e che, in condizioni diverse, con regole diverse, hanno creato anche dei problemi, ma hanno lo stesso diritto, la stessa dignità del sito di Taranto e, quindi, chiedono di essere trattate alla stregua del sito di Taranto. Questo chiediamo, solo questo. Quindi, rimandiamo al mittente alcune accuse e alcune affermazioni, ma credo che i fatti parlino da soli su quello è il nostro impegno, la nostra attenzione, il nostro focus sulle Pag. 119problematiche della questione settentrionale e della questione, soprattutto, delle imprese, che oggi si trovano ad attraversare un momento molto difficile.
Nell'emendamento in questione, però, mettiamo in evidenza anche il reperimento delle risorse. L'abbiamo ripetuto: non è possibile che si trovino delle risorse sottraendole ad altri fondi, che sono dei fondi importanti, nel caso specifico - è stato ripetuto -: il dissesto idrogeologico, la difesa del suolo, ma anche i fondi per l'attuazione del Protocollo di Kyoto. Se ricordiamo, nel decreto-legge «sviluppo», i fondi del Protocollo di Kyoto erano stati inseriti proprio per dare un'opportunità anche ai giovani. Infatti, se ricordiamo, vi era la possibilità di mettere in atto una serie di imprese per gli under 35 con una serie di incentivi, che erano tutte indirizzate a quella che è la green economy, a quello che è un settore nuovo, un settore dove il Nord - qui bisogna riconoscerlo -, Veneto e Lombardia soprattutto, negli ultimi tempi hanno investito tantissimo: pensiamo al risparmio energetico, al fotovoltaico oppure anche ad altre operazioni. Invece, qui, facciamo l'operazione opposta: se nel decreto-legge «sviluppo» avevamo, in un certo modo, messo questi fondi anche per rilanciare il settore giovanile, e quindi la possibilità per i giovani di fare impresa e di avere una possibilità in questo momento di difficoltà, in questo momento in cui sappiamo che la disoccupazione giovanile ha raggiunto delle percentuali molte alte, andiamo poi a sottrarli per, anche qui, farli convogliare tutti presso il sito di Taranto, ma soprattutto per la bonifica delle aree di pertinenza, delle aree demaniali, che sono aree, come ci è stato anche detto dal relatore, che dovrebbero essere invece di competenza di quelle che sono le società che gestiscono le stesse.
Quindi, questa non è sicuramente una politica giusta e non è una politica equa, ma è una politica di disparità, di disparità di trattamento. Infatti, andiamo a sottrarre delle possibilità ai giovani di fare impresa, di mettersi nel mercato, di riconvertirsi, per poi mettere questi fondi per una pseudo bonifica - perché di bonifica non si tratta - in una sola parte del territorio, nel Sud. Questo, sicuramente, non può trovare la nostra condivisione. Tuttavia, quello che non possiamo neanche condividere è il fatto che, se vi erano già dei protocolli, con dei fondi già specifici, che erano di competenza, appunto, delle società che gestiscono tali aree, di cosa stiamo parlando? Questo è un decreto-legge vuoto, perché se il protocollo era già stato firmato, se era già stato dato il la per far partire queste opere, allora stiamo parlando al vuoto, perché non vi era sicuramente bisogno di questo decreto-legge.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rivolta 1.68 (parte ammissibile), non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cicu, Lussana...
C'è una luce accesa senza il relativo collega... dietro... non c'è più.
Onorevoli Mazzuca, Tortoli, Pescante, Vincenzo Fontana, Agostini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 393
Votanti 391
Astenuti 2
Maggioranza 196
Hanno votato
49
Hanno votato
no 342).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Grimoldi 1.10. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Torazzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, mi sembra che siamo sempre lì. In questa Pag. 120chanson de geste di Nichi Vendola, l'ippogrifo continua a mietere vittime, perché se avete sentito l'intervento del collega Romele, apparentemente, il ragionamento per cui vale la pena investire sul porto di Taranto è che entrano le merci cinesi, è vero, però uscirà anche qualcosa. E allora noi giù un assegno da 330 milioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), roba veramente che se la sa la Merkel ci manda i carri armati, non i compiti a casa. Vabbè.
Allora, Presidente, questo emendamento ha una valenza molto importante, perché poi riprende quello della collega Zamparutti (che sfortunatamente la collega ha ritirato) e cerca di porre rimedio all'errore famoso di questi 20 milioni che vengono tolti dal dissesto idrogeologico. Noi abbiamo tantissimi incidenti nel nostro Paese, a tutte le latitudini, spesso con morti e sappiamo che uno dei problemi più gravi e uno dei leitmotiv della politica della sinistra, fino a un anno fa, era quello di fare investimenti per non so più quanti miliardi.
Adesso c'erano 20 milioni e li togliamo per utilizzarli, come hanno capito bene i colleghi che hanno scritto emendamenti che sono diversi (c'è anche quello dei Radicali), ma collegati. Lì non c'entra niente l'ambiente, lì è un problema di lavoro. Vogliono sistemare 400 persone e devono fare un favore a delle società cinesi, tra l'altro con un provvedimento, lo ripeto, sottoscritto da un Ministro che con la Cina ha tante relazioni da tanto tempo e che valgono tanti soldi.
Invece prendiamo i soldi dai fondi dedicati allo sviluppo del lavoro, a questo punto. Siamo coerenti e non togliamo, invece, i soldi disponibili per il dissesto idrogeologico. Però, ormai questo Paese, e questo Governo in particolare, sono presi forse anche dal delirio di onnipotenza che deriva dal fatto di poter sparare fiducie a raffica, nonostante una maggioranza di 550 deputati.
Solo questa osservazione farebbe venire da pensare che bisogna cambiare la Costituzione, perché qualcosa non funziona. Infatti, se uno ha 550 deputati di maggioranza e continua a ricorrere alla fiducia e alla decretazione d'urgenza, vi rendete conto che insomma sembra un po' che stiamo tenendo un malato terminale in vita, un accanimento terapeutico.
Ora, il Presidente del Consiglio adesso stapperà una bottiglia di champagne per festeggiare il fatto che gli hanno autorizzato l'ESM, ma lui sa bene che 500 miliardi non bastano, quindi forse si prepara anche alle future campagne elettorali.
Come diceva più volte il collega Paolini, un altro dei leitmotiv di questo provvedimento, il primo, è che non c'entra niente con l'Ilva, per cui, ragazzi, se sentite parlare di Ilva non pensate più a Taranto perché, se andiamo avanti così, possiamo anche spostare la sede sociale. Sarà Iva Zanicchi, esatto, ha ragione il collega, l'Ilva Zanicchi forse. Fatto sta che non c'entra niente con l'Ilva, serve a favorire le società cinesi, che in cambio a casa loro mettono tutta una serie di barriere al nostro export e danneggiano le nostre imprese, e in più è una marchetta elettorale perché chiaramente chi si troverà 330 milioni di euro potrà sicuramente guadagnare molto consenso.
Devo dire che, in mezzo a tutto questo bailamme, bisogna citare in senso positivo l'esempio del collega Vico, che è relatore, che è di Taranto, quindi è uno di quelli che vedrà arrivare nella sua città, con un percorso speciale, che scavalca tutti gli altri, una valanga di soldi, il quale, però, giustamente ha fatto degli interventi sempre misurati e, nel limite permessogli dal fatto di essere in maggioranza, anche critici. Però questa è una consolazione molto magra per coloro che pagano le tasse, perdono il lavoro o si ammalano perché arrivano delle merci cinesi contraffatte e velenose.
Purtroppo noi assistiamo a questo spettacolo, vediamo anche il Governo che è rappresentato al minimo. È un provvedimento che teoricamente blocca tutte le imprese del Nord, ci ha detto Cazzola, è un provvedimento che vale miliardi e abbiamo qua un sottosegretario che è bravissimo, però c'è solo lui. Noi pensavamo Pag. 121di vedere qui uno degli autori del salvataggio d'Italia. Purtroppo non ci sono, ci rassegniamo, aspettiamo di vederli tornare quando forse per loro anche il rischio di circolare nelle città sarà diminuito, perché io penso che gli italiani, quando capiranno come gli hanno salvato il Paese, non la prenderanno molto bene.
Comunque andiamo verso le elezioni e un merito, visto che poi riprenderemo l'esame del provvedimento domani, va riconosciuto all'UdC, che dopo tutto questo ci dice che ancora dopo Monti, solo Monti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Torazzi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.10, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Vignali, Desiderati, Mondello, Gatti, Ventura, Mura, Gelmini, Grassi, Boccuzzi, Lussana...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 387
Votanti 386
Astenuti 1
Maggioranza 194
Hanno votato
49
Hanno votato
no 337).

Prendo atto che la deputata Gelmini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Zamparutti 1.46.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Zamparutti 1.46. formulato dal relatore.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, noi vogliamo richiamare l'attenzione su un fatto gravissimo, relativo al fatto che si vanno a distrarre risorse dal Fondo sul dissesto idrogeologico per destinarle a quanto prevede questo decreto-legge. È un fatto di una gravità assoluta. Io credo che quest'Aula ne debba essere consapevole, anche perché ha approvato una mozione all'unanimità, nel gennaio 2010, che impegnava il Governo, tra le altre cose, a presentare e ad adottare delle opportune risorse pluriennali in un piano nazionale straordinario per il rischio idrogeologico.
Su questa base, poi, effettivamente il Ministro Prestigiacomo aveva stipulato una serie di accordi di programma con le varie regioni e, anche quando il nuovo Governo Monti si è confrontato, sempre su una nostra iniziativa, un'ulteriore mozione nello scorso mese di novembre, su questi temi della messa in sicurezza del nostro territorio, sottosegretario Fanelli, lei se lo ricorderà benissimo come il suo Governo, lei stesso, si è impegnato ad aumentare adeguatamente le risorse destinate alla prevenzione.

PRESIDENTE. Chiedo scusa. Onorevole Versace, può lasciare ascoltare il sottosegretario, per cortesia? Prego, onorevole Zamparutti.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, a fronte di questi impegni che il Governo Berlusconi prima e quello Monti poi hanno voluto assumere di fronte a quest'Aula, ritengo inaccettabile che si vadano a distrarre risorse dallo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, da capitoli relativi all'attuazione del federalismo fiscale, perché si tratta di risorse destinate a trasferimenti alle regioni per interventi di carattere ambientale per la tutela del territorio contro il rischio idrogeologico.
Allora, tutti quanti noi siamo consapevoli del fatto che la grande opera che serve al nostro Paese è, innanzitutto, la messa in sicurezza del territorio, attraverso azioni Pag. 122di prevenzione. Lo dice il Presidente della Repubblica e lo dice il numero uno della Banca d'Italia, quando suggerisce scenari e programmi per il rilancio della crescita del nostro Paese. Lo diciamo anche noi ogni volta che una tragedia colpisce il nostro Paese e sappiamo con quanta frequenza questo accade.
Dunque, di fronte a questo fatto noi radicali abbiamo presentato degli emendamenti che propongono fondi diversi a cui pure si può attingere per recuperare questi 20 milioni di euro. Sono, in particolare, i fondi di riserva da ripartire propri dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze. Ma, forse ancora meglio, proprio perché l'articolo 2 di questo decreto-legge riconosce all'area industriale di Taranto la caratteristica di essere un'area in situazione di crisi industriale complessa ai fini dell'applicazione del decreto-legge n. 83 che abbiamo approvato quest'estate, che è un provvedimento che prevede, peraltro, un apposito fondo per la crescita sostenibile. Quindi, riteniamo che queste risorse possano essere recuperate, appunto, da altri fondi.
Probabilmente, nella scrittura di questo decreto-legge è prevalsa la mano del Ministero dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti e, quindi, questi costi si sono fatti ricadere sul Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Ma, sottosegretario Fanelli, credo che si debba trovare un'altra soluzione. Sono anche disposta a valutare la presentazione di un ordine del giorno affinché vi impegniate, in vista del passaggio al Senato, a trovare un'altra soluzione e su questo davvero le chiedo una risposta perché, appunto vi è stato un impegno preciso, ne abbiamo discusso a lungo e credo che alle parole, ma anche ai testi, alle risoluzione, alle mozioni e agli atti formali, bisogna tenere fede per essere credibili (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le chiedo scusa. Con toni obiettivamente diversi da quelli della collega Zamparutti, mi permetto di segnalare a lei e soprattutto ai relatori e al Governo l'utilità, forse, di accantonare questo e altri emendamenti. È un dibattito, anche abbastanza vivace, che si è svolto in Commissione e che, lo ripeto, ha registrato toni diversi e anche molti rappresentanti del gruppo del Partito Democratico hanno evidenziato obiettivamente la delicatezza di questo provvedimento, atteso che sia nell'interesse di tutti, credo, provare ad arrivare a una soluzione che contemperi l'esigenza del Governo ma anche le sensibilità e le preoccupazioni che sono espresse in tanti emendamenti che ho visto sul relativo fascicolo.
Dunque, le proporrei, se i relatori e il Governo sono d'accordo - oltre, ovviamente, alla Presidenza - di accantonare questi emendamenti. Peraltro, credo che siamo arrivati anche all'ora nella quale potevamo orientativamente sospendere la seduta. Dunque, non rinviarli sine die ma semplicemente accantonarli fino a domani mattina affinché il Governo, magari in modo più specifico, possa valutare le considerazioni che sono state testé fatte dall'onorevole Zamparutti sull'ipotesi di ordini del giorno o di altre soluzioni che contemperino, lo ripeto, le esigenze del Governo ma anche alcune sensibilità e preoccupazioni espresse negli emendamenti.
Pertanto, questa mia è una proposta di accantonamento, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, è chiaro che dovrei chiedere il parere ai relatori in ordine alla sua proposta di accantonamento non omettendo, però, di ricordare che un eventuale accantonamento dell'emendamento Zamparutti 1.46 comporterebbe l'accantonamento di altre numerose proposte emendative successive, perché sono concatenate.
Per cui, a questo punto, visto che siamo in chiusura, chiederei il parere del Governo.

Pag. 123

TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, vorrei rassicurare l'onorevole Zamparutti sul fatto che ogni ordine del giorno che fosse teso a ripristinare, sia pure con i tempi ed i modi che il Governo avrà alla fine la possibilità di mettere in atto, le disponibilità relative ai fondi per il rischio idrogeologico, naturalmente sarà valutato con grande attenzione perché è comunque intenzione del Governo ripristinare queste disponibilità, laddove siamo ben consci del fatto che, sul rischio idrogeologico, occorre avere queste ed anche maggiori disponibilità per l'intervento.

PRESIDENTE. A questo punto, eviterei l'accantonamento e rimanderei il prosieguo del provvedimento a domani.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, intervengo perché resti agli atti che l'Italia dei Valori ritiene necessario non sottrarre fondi ad un capitolo, come quello a cui vogliono sottrarli, per destinarli a quest'altra necessità.
Possiamo anche discutere: noi, personalmente, siamo contrari all'idea che si debba ricorrere ad utilizzare i fondi a disposizione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali perché è una guerra fra poveri quella che stiamo cercando di proporre. Quindi, in sé, la proposta dell'emendamento, così come formulata, ci risulta difficile da accettare perché, per venire incontro alla necessità di alcuni «poveri cristi», togliamo ad altri «poveri cristi».
Tuttavia, nel merito, è necessario cercare di trovare questi fondi, quindi riteniamo che sia necessario addivenire ad un accantonamento ed invito il Governo a dirci - magari entro domani mattina - dove vuole prendere questi soldi, assumendosi le sue responsabilità.

PRESIDENTE. Rinviamo il seguito dell'esame del provvedimento a domani mattina. Se ne riparlerà domani, visto che ormai è giunta l'ora che avevamo programmato per la chiusura.

LUDOVICO VICO, Relatore per la X Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, i relatori ritengono utile l'accantonamento.

PRESIDENTE. Onorevole Vico, è la stessa cosa. Non andiamo oltre.
Interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 13 settembre 2012, alle 9,30:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto (C. 5423).
- Relatori: Ghiglia, per la VIII Commissione; Vico, per la X Commissione.

2. - Discussione delle mozioni Dozzo ed altri n. 1-01117, Messina ed altri n. 1-01131, Oliveri ed altri n. 1-01135 e Lo Presti ed altri n. 1-01137 concernenti iniziative di competenza in relazione alla situazione finanziaria della Regione siciliana.

Pag. 124

3. - Seguito della discussione delle mozioni Bersani ed altri n. 1-01118, Misiti ed altri n. 1-01124, Angela Napoli e Della Vedova n. 1-01125, Nucara ed altri n. 1-01126, Casini ed altri n. 1-01127, Cicchitto ed altri n. 1-01128, Di Pietro ed altri n. 1-01129, Moffa ed altri n. 1-01132 e Belcastro ed altri n. 1-01133 concernenti iniziative a favore della Calabria.

(al termine delle votazioni)

4. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 20.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 5423 - em. 1.24, 1.48 468 463 5 232 51 412 40 Resp.
2 Nom. em. 1.49 482 480 2 241 48 432 36 Resp.
3 Nom. em. 1.28 485 481 4 241 77 404 35 Resp.
4 Nom. em. 1.67 456 450 6 226 47 403 34 Resp.
5 Nom. em. 1.77 396 392 4 197 61 331 34 Resp.
6 Nom. em. 1.1 451 450 1 226 64 386 41 Resp.
7 Nom. em. 1.50 470 467 3 234 67 400 40 Resp.
8 Nom. em.1.51 456 451 5 226 66 385 40 Resp.
9 Nom. em. 1.52 452 449 3 225 72 377 39 Resp.
10 Nom. em. 1.2 455 452 3 227 48 404 39 Resp.
11 Nom. em. 1.53 429 426 3 214 47 379 39 Resp.
12 Nom. em. 1.3 434 431 3 216 49 382 39 Resp.
13 Nom. em. 1.54 410 404 6 203 99 305 39 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 18)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.55 424 422 2 212 50 372 38 Resp.
15 Nom. em. 1.5 409 406 3 204 50 356 38 Resp.
16 Nom. em. 1.9 393 391 2 196 48 343 38 Resp.
17 Nom. em. 1.68 393 391 2 196 49 342 38 Resp.
18 Nom. em. 1.10 387 386 1 194 49 337 38 Resp.