Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 613 di mercoledì 28 marzo 2012

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 15.

SILVANA MURA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 26 marzo 2012.
(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (ore 15,03).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della salute, il Ministro dell'interno, il Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti ed il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

(Intendimenti del Governo in merito alla revoca degli incarichi commissariali conferiti al presidente della regione Molise - n. 3-02173)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02173, concernente intendimenti del Governo in merito alla revoca degli incarichi commissariali conferiti al presidente della regione Molise (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signori del Governo, il 1o febbraio 2012 vi chiedemmo di sostituire il presidente della regione Iorio dal suo ruolo di commissario per il risanamento dei debiti della sanità pubblica molisana, perché era quello che da governatore aveva provocato questa sanità. E dicemmo: ma proprio a Dracula dovete affidare il pronto soccorso? Non ha senso e non ha logica.
Voi ci avete ringraziato e ci avete detto: vogliamo dare un'ultima possibilità, ma obiettivamente avete ragione, vediamo se a breve si può risolvere qualcosa.
Il 22 febbraio 2012 - cioè il mese scorso - Iorio è stato condannato in primo grado ad un anno e sei mesi di reclusione per abuso d'ufficio ed all'interdizione dai pubblici uffici proprio per questioni riguardante la materia sanitaria. Inoltre, la procura di Campobasso ha anche chiuso l'inchiesta con l'incriminazione nei suoi confronti, perché da commissario per la gestione dell'emergenza sisma, del terremoto in Abruzzo, ha commesso ulteriori abusi di ufficio.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Di Pietro.

ANTONIO DI PIETRO. Infine risulta agli interroganti che nei confronti di Iorio si procede per numerosi altri fatti alla procura di Campobasso.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Di Pietro.

ANTONIO DI PIETRO. Quando vogliamo sostituire Iorio? Quando si è «fregato» la cassaforte (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)?

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Renato Balduzzi, ha facoltà di rispondere.

Pag. 2

RENATO BALDUZZI, Ministro della salute. Signor Presidente, come l'onorevole Di Pietro sa benissimo, i fatti addotti adesso nell'intervento non sono rilevanti ai fini dell'applicazione della procedura prevista dal vigente ordinamento per quanto riguarda le regioni sottoposte a piano di rientro e le conseguenze di un inadempimento da parte del presidente della regione nominato commissario ad acta rispetto agli obblighi del piano.
Come avevo avuto occasione già nell'interrogazione a risposta immediata del 1o febbraio scorso di ricordare all'interrogante, il Governo si attiene alle procedure previste tra l'altro dal comma 84 dell'articolo 2 della legge n. 191 del 2009, in combinato disposto con il comma 88. Che cosa è successo? È successo che era intervenuta la delibera della Consiglio dei ministri. È il Consiglio dei ministri che delibera sulle regioni sottoposte a piani di rientro, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della salute.
La delibera del 20 gennaio, per una parte, aveva un contenuto ricognitivo, perché semplicemente prendeva atto della circostanza che il commissario, presidente della regione, era stato nel frattempo rinnovato per mandato elettorale e, dunque, continuava la funzione di commissario. Per altro verso, aveva un contenuto innovativo, nel senso che significava affiancare al subcommissario esistente un altro subcommissario, sostituendo il precedente, per dare un'ultima, un'ulteriore chance alla regione Molise.
A questo punto la procedura che cosa prevede? Prevede che vi sia la verifica annuale, nel caso della regione Molise il prossimo 3 aprile 2012. Alla luce di questa verifica si stabilirà la possibilità di applicare o meno il comma 84, che ho già citato. Dunque, le misure che il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero della salute prenderanno sono successive all'esito della verifica.

PRESIDENTE. La prego di concludere, Ministro Balduzzi.

RENATO BALDUZZI, Ministro della salute. Aggiungo in conclusione che c'è anche da verificare la possibilità di applicare nel caso di specie l'articolo 2, comma 4, del decreto legislativo n. 149 del 2011 in materia di meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di replicare.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, forse non ci siamo capiti. Il presidente della regione Iorio è stato condannato ad un anno e quattro mesi in primo grado, e interdetto dai pubblici uffici per abuso in atti d'ufficio in relazione a questioni inerenti la materia sanitaria, cioè è stato preso col sorcio in bocca! Quando lo dovete sostituire? Lei mi dice che, a norma di legge, deve vedere se far quadrare i conti, se fa in tempo, perché è dei conti che si deve tener conto. Noi abbiamo già detto nell'altra interrogazione - lo ribadiamo qui - che nell'anno passato, invece di rimettere a posto i conti, questi ultimi sono andati in disavanzo di ulteriori 22 milioni di euro, e nel totale c'è un disavanzo di ulteriori 50 milioni. Anche dal punto di vista contabile questo signore sta lì e continua a produrre debiti. Questo non è un signore qualsiasi. Oltre ad essere stato condannato in primo grado, oltre ad essersi chiusa un'inchiesta nei suoi confronti, lui è commissario di tre cose. È tre volte commissario. Una volta è commissario per i debiti della sanità molisana, una volta è stato nominato commissario per la ricostruzione del sisma, del terremoto, in Abruzzo, ed è anche commissario per l'emergenza dell'alluvione.
Ebbene, in ragione di queste attività lui è: indagato per abuso d'ufficio e falso ideologico per la costruzione della centrale turbogas di Termoli; indagato per abuso d'ufficio in ordine all'assunzione di un medico chirurgo in assenza del prescritto bando; indagato per abuso d'ufficio, truffa, falso materiale e altro in relazione ad una truffa per quanto riguarda il mezzo navale Termoli Jet; indagato per fatti connessi alla ricostruzione post-sisma del Molise; indagato Pag. 3per la gestione della malasanità basso molisana; indagato per quanto riguarda una serie di questioni concernenti le infrastrutture della rete radio del servizio civile...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO DI PIETRO. Capisco che è finito il tempo, ma ho altre due pagine di ragioni per cui è indagato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Lo volete capire o no che state diventando complici e conniventi? Lei ha detto che il 3 aprile vuol rivederlo un'altra volta. Noi il 4 aprile qua siamo, dopo di che però alla procura della Repubblica ci andiamo io e lei, ma lei ci deve andare come complice (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, mi corre l'obbligo di richiamarla all'uso di un linguaggio e anche di contenuti consoni all'Aula.

(Iniziative per la revisione della programmazione dei piani di rientro dai disavanzi sanitari delle regioni e per la celere determinazione dei fabbisogni standard - n. 3-02174)

PRESIDENTE. L'onorevole Fabi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Dozzo n. 3-02174, concernente iniziative per la revisione della programmazione dei piani di rientro dai disavanzi sanitari delle regioni e per la celere determinazione dei fabbisogni standard (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

SABINA FABI. Signor Presidente, dalle relazioni periodiche sui piani di rientro dal deficit sanitario delle regioni si rileva che in molte regioni prevalentemente del centro e del sud del Paese permangono sprechi e cattiva organizzazione. Risulta che in Calabria le aziende sanitarie continuino ad assumere personale nonostante il divieto assoluto. In Puglia e Lazio sono state effettuate molte deroghe al sistema del turn over. In Molise è stata approvata una norma per l'assunzione di nuove unità di personale sanitario. Il precedente Governo aveva individuato nel federalismo fiscale e nell'introduzione del principio dei fabbisogni standard le modalità per superare il sistema dei piani di rientro. Chiediamo quindi al Ministro della salute se non ritenga di procedere celermente alla revisione della programmazione strategica dei piani di rientro, fissando obiettivi chiari in tempi certi, nonché di assumere iniziative volte ad evitare ulteriori rallentamenti nella determinazione dei fabbisogni standard al fine di portare a compimento la riforma federalista necessaria, soprattutto nel settore della sanità per una corretta valutazione dei costi delle prestazioni sanitarie e per l'acquisto dei beni e servizi.

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Renato Balduzzi, ha facoltà di rispondere.

RENATO BALDUZZI, Ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio gli interroganti perché danno l'opportunità di chiarire un aspetto che forse non è risultato sufficientemente chiaro. Non c'è alcuna volontà da parte del Governo in carica di procrastinare l'attuazione del federalismo fiscale sulla base della legge n. 42 del 2009. Prima però di motivare quanto affermato volevo ricordare agli onorevoli interroganti - ma solo al fine di un chiarimento - che al Ministero della salute non sono note procedure di reclutamento di personale nelle regioni Puglia e Calabria in violazione del blocco del turn over.
È nota, invece, quella relativa alla regione Lazio, ma le deroghe relative sono state autorizzate con decreto-legge. Per quanto riguarda, invece, la questione più generale, cioè dell'attuazione del federalismo fiscale, il cui perno, per quanto ci riguarda, è la determinazione dei costi standard sulla cui base determinare il fabbisogno standard regionale, entro aprile saranno valutati i risultati finanziari del 2011 e, sulla base di questi risultati finanziari, Pag. 4la procedura prevede l'individuazione di cinque regioni in equilibrio al cui interno la Conferenza Stato-regioni individua le tre regioni benchmark e così via. Volevo rassicurare da questo punto di vista gli onorevoli interroganti che quanto previsto dalla normativa vigente in tema di federalismo fiscale verrà puntualmente - allo stato almeno non ci sono ragioni per dare una risposta diversa - adempiuto per quanto riguarda la sanità con la responsabilità del Ministro pro tempore.

PRESIDENTE. L'onorevole Laura Molteni, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

LAURA MOLTENI. Signor Presidente, signor Ministro, mi dispiace dover rilevare che la procrastinazione dei meccanismi del federalismo fiscale e dell'applicazione dei costi standard al 2013 è prevista nel «milleproroghe», decreto-legge che è stato voluto da questo Governo e approvato in quest'Aula da una maggioranza, e non sostenuto ovviamente da noi. Vorrei sapere perché si procrastina al 2013. Qual è la questione? signor Ministro, venga allo scoperto. È forse la questione di individuare quelli che sono gli indici applicabili per stabilire il costo standard? Qual è la questione essenziale? E per quanto riguarda le regioni vorrei sapere se questo Governo - e qui non è stato spiegato dalla sua replica - sta applicando il meccanismo dei fondi FAS per ripianare i disavanzi di gestione delle regioni notoriamente non virtuose, come ad esempio la Calabria, il Lazio, il Molise e la Campania per le quali si registra infatti un saldo complessivo di disavanzo al 2009 di circa 1.000 milioni di euro per la Calabria, di circa 1.600 milioni di euro per il Lazio, di circa 110 milioni di euro per il Molise e di circa 1.000 milioni di euro per la Campania. Autorizzare, anche con decreto, l'assunzione di nuovo personale non va sicuramente a migliorare il disavanzo dei conti pubblici. Per questo la sua risposta ci trova assolutamente insoddisfatti perché non va a chiarire questi punti. Non vorrei che nel meccanismo di determinazione dei costi standard si andasse, invece, a ripescare il meccanismo che era quello della possibilità di introdurre un indice di deprivazione. Infatti, ricordo, signor Ministro, a lei e ai cittadini del Paese, che l'indice di deprivazione è legato alle questioni sociali e non alle questioni sanitarie per le quali andrebbe applicato un indice di prevalenza di malattie. Di questa risposta, quindi, ci riteniamo assolutamente insoddisfatti e auspichiamo nel merito maggiori chiarimenti e siamo pronti a ripresentare una nuova interrogazione sul merito per avere risposte adeguate, precise e concrete (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

(Elementi in merito alla situazione economico-finanziaria del comune di Palermo e all'eventuale sussistenza dei presupposti per il rinvio delle elezioni amministrative - n. 3-02175)

PRESIDENTE. L'onorevole Moffa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02175, concernente elementi in merito alla situazione economico-finanziaria del comune di Palermo e all'eventuale sussistenza dei presupposti per il rinvio delle elezioni amministrative (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, signor Ministro, sottoponiamo alla sua attenzione una questione molto delicata che riguarda il comune di Palermo che, come lei sa, si appresta a rinnovare il consiglio comunale in una condizione che rischia di diventare drammatica soprattutto per i cittadini. Nell'interrogazione abbiamo rilevato una nota del ragioniere generale del comune inviata all'attuale commissario prefettizio straordinario. In questa nota sostanzialmente - e riassumo - si chiede l'immediato aumento di alcune tassazioni, in particolare il raddoppio dell'addizionale IRPEF, e interventi molto pesanti per la collettività per cercare di rastrellare delle risorse per far fronte a un buco che aumenta nel tempo in maniera considerevole Pag. 5per quanto riguarda il bilancio e che apre prospettive di sostanziale dissesto finanziario per questo comune.
Ovviamente ciò riguarda anche le società partecipate. Le chiediamo se il Governo ha ragionato intorno a questo rischio effettivo di situazioni di dissesto finanziario e che cosa intenda fare anche alla luce delle paventate e argomentate situazioni di ulteriore razionalizzazione del personale sia nelle partecipate sia nell'ente a cui ho fatto riferimento.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Anna Maria Cancellieri, ha facoltà di rispondere.

ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, sulla questione sollevata dall'onorevole Moffa e altri in merito alla situazione finanziaria del comune di Palermo ho disposto accertamenti mirati per il tramite del prefetto in collaborazione con il commissario straordinario del comune.
Premetto che lo statuto speciale di autonomia vigente in Sicilia attribuisce a quella regione competenza esclusiva in materia di enti locali. Ne consegue che tutti i provvedimenti riguardanti la gestione amministrativa sono rimessi alla potestà del presidente della giunta regionale che la esercita attraverso il competente assessorato. Pertanto, a differenza di quanto avviene nelle regioni a statuto ordinario, in Sicilia la stessa nomina a commissario straordinario del comune è disposta dal presidente della giunta. Lo stesso vale per la materia elettorale dove l'indizione delle elezioni e la gestione della procedura elettorale è rimessa alla competenza della regione. Con ciò rispondo alla richiesta degli onorevoli interroganti relativa alla valutazione dei presupposti per un rinvio delle elezioni.
Vengo ora alla situazione economico-finanziaria del comune di Palermo che è ben nota al Ministero dell'interno anche per aver formato oggetto di segnalazione in rapporti da parte del commissario straordinario. Essa è essenzialmente riconducibile alla situazione in cui versano le società partecipate e ai conseguenti riflessi sugli equilibri del bilancio dell'ente. Particolare rilevanza assume la prossima scadenza nel contratto con il quale sono stati affidati vari servizi alla società Gesip che ha circa 1.750 addetti. L'ente infatti non potrebbe far fronte alla proroga con risorse a carico del proprio bilancio.
Il Ministero dell'interno e per esso il competente Dipartimento per gli affari interni e territoriali stanno offrendo la massima collaborazione e il supporto tecnico al comune su espressa richiesta dello stesso commissario.
Come è noto, tutti i finanziamenti erogati dal Ministero dell'interno agli enti locali vengono attribuiti sulla base di espresse previsioni di legge che li subordinano alla sussistenza di determinati presupposti. Ciò non si verifica nel caso segnalato dagli onorevoli interroganti, in quanto non ricorrono le condizioni che consentono un intervento finanziario a sostegno della particolare situazione del comune di Palermo. La situazione viene costantemente seguita dal Ministero dell'interno in stretta intesa con il prefetto di Palermo e con il commissario straordinario.

PRESIDENTE. L'onorevole Moffa ha facoltà di replicare.

SILVANO MOFFA. Signor Ministro, la ringrazio anche se conosciamo esattamente quali sono le regole in presenza di regioni a statuto speciale e quali sono le competenze che in questo caso albergano in capo alla presidenza della giunta regionale. Tuttavia, l'interconnessione con le responsabilità del Governo scatta nel momento in cui vi dovesse essere una dichiarazione di dissesto finanziario. Infatti, è evidente che in quel caso scatterebbero anche competenze e interventi da parte della Corte dei conti nei confronti degli amministratori. E se c'è una valutazione da fare, a mio avviso, sulla possibilità o meno di rinviare le elezioni è connessa proprio a questo rischio. Non vorrei che all'indomani delle elezioni, con un quadro drammatico Pag. 6che lei stessa in qualche misura ha confermato anche con riferimento alle società partecipate e con una difficoltà oggettiva di sanare questo buco di bilancio, noi ci trovassimo nella condizione che ho appena enunciato. Quindi ringrazio il Governo e il Ministro dell'interno perché sta dimostrando con la sua risposta di seguire attentamente la questione, tuttavia vorrei che vi fosse un'ulteriore attenta valutazione sugli elementi che con l'interrogazione abbiamo portato all'attenzione del Governo.

(Elementi ed iniziative in relazione ad una manifestazione sul caso di Emanuela Orlandi svoltasi nel mese di gennaio 2012 presso la Basilica di Sant'Apollinare di Roma - n. 3-02176)

PRESIDENTE. L'onorevole Veltroni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02176, concernente elementi ed iniziative in relazione ad una manifestazione sul caso di Emanuela Orlandi svoltasi nel mese di gennaio 2012 presso la Basilica di Sant'Apollinare di Roma (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

WALTER VELTRONI. Signor Ministro, da 28 anni la famiglia di Emanuela Orlandi (con noi oggi ci sono le sue sorelle e suo fratello) cerca disperatamente di conoscere le ragioni della scomparsa di una bambina di 15 anni mai più tornata a casa, così come della sua coetanea Mirella Gregori. Io le pongo tre questioni molto rapidamente.
La prima riguarda la ragione per la quale, durante una manifestazione organizzata da Pietro Orlandi in solidarietà con sua sorella davanti alla basilica di Sant'Apollinare, come documentato dalla trasmissione Chi l'ha visto, una persona abbia fotografato i partecipanti e questa persona sia risultata appartenente alla gendarmeria vaticana, cioè ad uno Stato estero che non credo abbia la possibilità di fotografare e documentare la partecipazione di cittadini ad una manifestazione sul suolo di un altro Stato.
La seconda questione riguarda la sepoltura di Enrico De Pedis, uno dei capi della banda della Magliana, che è sepolto a Sant'Apollinare. Lei ieri ha detto, in Commissione antimafia, che non esiste nessuna carta del Governo italiano che possa dimostrare che siano stati osservati i presupposti di legge e siccome la Basilica di Sant'Apollinare non si trova in una condizione di extraterritorialità, evidentemente si è trattato di una grave violazione di legge e le chiedo se non sia opportuno, da parte del Governo, rivolgersi in questo senso alla magistratura.
Terza ed ultima questione: se tutti i documenti dei servizi segreti su questa materia siano stati trasferiti alla competente autorità giudiziaria.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Anna Maria Cancellieri, ha facoltà di rispondere.

ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro dell'interno. Signor Presidente e onorevoli deputati, l'onorevole Veltroni ed altri interroganti chiedono se esista il decreto del Ministro dell'interno che autorizza la sepoltura di Enrico De Pedis presso la Basilica di Sant'Apollinare. In proposito si precisa che la normativa generale di settore vigente all'epoca prevedeva che la tumulazione cosiddetta privilegiata di cadavere in luoghi diversi dal cimitero fosse regolamentata dal combinato disposto degli articoli 341 R.D. del 27 luglio 1934, n. 1265 e 105 del decreto del Presidente della Repubblica 21 ottobre 1975, n. 803, e pertanto assoggettato ad un decreto del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro dell'interno, sentito il Consiglio di Stato e previo parere del Consiglio Superiore di sanità.
Informo incidentalmente che tale competenza è stata oggetto di devoluzione alle regioni e agli enti locali con decreto del Presidente della Repubblica n. 112 del 1998. Da verifiche effettuate presso gli uffici dell'amministrazione dell'interno non risulta che sia stato adottato il citato decreto di cui all'interrogazione, né risulta che siano mai stati interessati né la prefettura Pag. 7di Roma né la direzione generale dei culti, all'epoca articolazione centrale del mio dicastero.
L'esito infruttuoso delle ricerche va verosimilmente anche correlato ad un ulteriore elemento ed infatti per le tumulazioni in luoghi collocati all'interno della città del Vaticano trova applicazione una disposizione di carattere derogatorio e speciale: l'articolo 2 del regio decreto del 16 giugno 1938, n. 1055, secondo la quale testualmente l'introduzione delle salme dal territorio del Regno d'Italia nello Stato della Città del Vaticano è autorizzato dal governatore di quello stesso Stato. Appare a questi effetti ulteriormente rilevante la circostanza che la Basilica di Sant'Apollinare, dove è avvenuta la tumulazione del De Pedis, è appunto ubicata nel territorio dello Stato della Città del Vaticano.
Per completezza di informazione aggiungo che, nel corso dell'audizione tenuta lo scorso 11 ottobre presso la Commissione parlamentare antimafia dei rappresentanti della procura della Repubblica di Roma e della procura distrettuale antimafia è stata riferita la circostanza che sarebbero state rilasciate a suo tempo dal comune di Roma le autorizzazioni prescritte per la traslazione della salma.
Per quanto riguarda infine l'episodio verificatosi nel corso della manifestazione del 21 gennaio scorso, rilevo che dall'informativa dell'autorità di pubblica sicurezza non emergono fatti che abbiano inciso sulla tenuta dell'ordine pubblico.
Informo altresì che, su delega dell'autorità giudiziaria, sono in corso indagini da parte della squadra mobile di Roma per identificare il presunto agente della sicurezza del Vaticano che avrebbe scattato alcune fotografie nel corso dell'evento.

PRESIDENTE. L'onorevole Veltroni ha facoltà di replicare.

WALTER VELTRONI. Signor Presidente, signor Ministro, lei ci ha detto che i requisiti di legge che erano previsti non sono stati ottemperati e, cioè, che la procedura Ministero della salute-Ministero dell'interno non è stata rispettata.
Sulla natura della Basilica di Sant'Apollinare come interna allo Stato del Vaticano, la prego di svolgere ulteriori approfondimenti, perché, a giudicare da quanto risulta dal sito stesso della Città del Vaticano, il complesso di Sant'Apollinare non risulta all'interno delle sedi che vengono definite con i criteri di extra territorialità. Tuttavia, se anche fosse, non posso immaginare che un altro Stato possa decidere autonomamente di spostare un cittadino italiano - per De Pedis vale il diritto alla sepoltura come per qualsiasi altro cittadino - e collocarlo in una sede di sua responsabilità.
Aggiungo, al netto di questa considerazione, che non riesco ad accettare l'idea che il capo della banda della Magliana, a capo di una struttura criminale che è stata, purtroppo, protagonista di una delle pagine più tragiche della nostra storia recente, sia sepolto in una delle basiliche più importanti di Roma. Lo considero del tutto eticamente inaccettabile, e so quanto la Chiesa abbia combattuto: penso a Don Puglisi, penso a quello che in altri momenti ha detto Giovanni Paolo II, penso a Don Diana, all'impegno di tanti cattolici per la legalità. Penso, dunque, che gridi come uno scandalo la presenza del capo di un'organizzazione criminale di quella dimensione dentro la Basilica di Sant'Apollinare, tanto più se ciò è stato fatto senza che venissero rispettati i requisiti di legge richiesti.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

WALTER VELTRONI. Aggiungo anche questo, signor Ministro: questa storia dura da troppo tempo, ed è una storia nella quale la famiglia Orlandi e, con essa, l'intero Paese, è stata sottoposta ad una quantità di depistaggi e di false verità del tutto inaccettabili. Ancora recentemente, l'autorità giudiziaria ha assicurato alla giustizia due esponenti della banda della Magliana: un padre e un figlio. Pensi cosa si è scoperto, a giudicare dalle rivelazioni contenute negli articoli dei giornali che riferiscono di questa inchiesta: il figlio è l'autore di una telefonata alla trasmissione Chi l'ha visto del 2005, in cui diceva di Pag. 8 andare a cercare nella Basilica di Sant'Apollinare, e il padre è l'autore delle telefonate alla famiglia Orlandi nel 1985.
È chiaro che qui c'è qualcosa di molto marcio e, poiché la banda della Magliana non è un soggetto neutro, ma è stata agenzia di tante vicende sporche che sono accadute in questo Paese, la preghiera, signor Ministro, è di andare veramente fino in fondo e che lo Stato italiano prema sullo Stato Vaticano, perché per la famiglia Orlandi e per la famiglia Gregori e per tutto il Paese, ora è il momento di conoscere la verità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative per prevenire una nuova emergenza sbarchi e per garantire protezione adeguata ai minori stranieri non accompagnati - n. 3-02177)

PRESIDENTE. L'onorevole Mosella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02177, concernente iniziative per prevenire una nuova emergenza sbarchi e per garantire protezione adeguata ai minori stranieri non accompagnati (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, signor Ministro, nel 2011, sono stati 50 mila i migranti provenienti dal nord Africa che hanno attraversato il Mediterraneo per arrivare in Italia. La recente ripresa dell'arrivo di migranti sulle coste di Lampedusa lascia presagire il ripetersi dell'emergenza che, appena un anno fa, ha messo in ginocchio l'isola siciliana e ha trovato impreparato il Governo. Se così dovesse essere - e noi confidiamo di no -, sarebbe un'emergenza annunciata. Ripetuti sono gli allarmi lanciati da osservatori, dall'Alto commissariato per i rifugiati, dalle associazioni che operano nell'emergenza, soprattutto, con riferimento alla condizione drammatica in cui versano i profughi dell'Africa subsahariana, in particolar modo, gli eritrei e i somali, che fuggono da guerre e da carestie indicibili.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

DONATO RENATO MOSELLA. Vorremmo sapere, dunque, quali misure intenda adottare il Ministro per prevenire una nuova emergenza connessa, in generale, all'arrivo in Italia dei migranti e come, in particolare, si intenda garantire i diritti dei più deboli tra i deboli, che sono i minori stranieri non accompagnati: ce ne sono già e, come dicono le associazioni che operano sul territorio, sono ospitati in strutture totalmente inadeguate.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Anna Maria Cancellieri, ha facoltà di rispondere.

ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, l'onorevole Mosella chiede di conoscere le misure che il Governo intende adottare per far fronte ad una nuova emergenza connessa con l'arrivo in Italia di migranti, il cui flusso è ripreso nelle ultime settimane, soprattutto, verso l'isola di Lampedusa.
Il problema delle migrazioni verso il nostro Paese è ben presente alla mia attenzione fin da quando ho assunto la responsabilità di Ministro dell'interno e infatti, insieme al Ministro Riccardi, a dimostrazione di quanto sia alta l'attenzione del Governo verso la situazione isolana, mi sono recata a Lampedusa, di recente, per visitare il centro di accoglienza di Contrada Imbriacola, chiuso dopo l'incendio appiccato da un gruppo di tunisini lo scorso settembre. In tale circostanza ho sottoscritto un accordo con il commissario delegato per l'emergenza in nord Africa e un altro accordo con il provveditore interregionale alle opere pubbliche Sicilia e Calabria per il ripristino della completa funzionalità del centro di primo soccorso e accoglienza di Contrada Imbriacola e dell'ex base Loran, ciò al fine di rendere pienamente adeguate, sotto ogni profilo, le strutture destinate all'accoglienza e al transito degli immigrati, secondo una precisa intenzione che intende restituire l'isola di Lampedusa alla Pag. 9sua vocazione turistica. Il termine per la realizzazione delle opere di manutenzione e di adeguamento di cui ho riferito è previsto per il prossimo mese di ottobre, nell'immediato saranno seguiti da squadre specializzate di vigili del fuoco interventi che assicureranno la disponibilità, con tempi di realizzazione di circa trenta giorni, di cinque edifici del centro che potranno garantire una prima ospitalità a 250 persone. Per quanto riguarda invece l'ex base Loran, i lavori di manutenzione straordinaria sono iniziati il 13 marzo scorso.
Dall'inizio dell'anno sono approdati sulle nostre coste 1.407 stranieri rispetto ai circa ventimila dello stesso periodo dell'anno precedente. In particolare, a Lampedusa, sono giunti 573 stranieri, di cui 410 uomini, 104 donne e 59 minori, rispetto ai 18 mila 672 dello stesso arco temporale. Agli immigrati è stata fornita assistenza sanitaria e, al momento dello sbarco, sono stati distribuiti generi di prima necessità, kit igienici e vestiti. I migranti sono stati ospitati presso strutture alberghiere e l'area marina protetta messa a disposizione dal sindaco di Lampedusa. Il prefetto di Agrigento, che mantiene costantemente monitorata la situazione, ha disposto servizi di vigilanza e intensificato il dispositivo di controllo.
Trasferiti a Porto Empedocle gli stranieri sono stati, successivamente, condotti ai centri di accoglienza. Allo stato, risultano presenti sull'isola 37 immigrati ed è stata segnalata la presenza di 36 cittadini tunisini per i quali sono in corso le attività di rito. La presenza congiunta, in Lampedusa, di minori non accompagnati e di adulti è coincisa con le fasi più concitate dell'accoglienza e con i primi momenti dell'identificazione. In ogni caso tale situazione, di carattere temporaneo, trova soluzione all'atto di trasferimento delle persone nelle strutture di destinazione.
Ribadisco la mia attenzione verso il problema; a tal fine sono, recentemente, stata in Tunisia e, a breve, mi recherò in Libia per affrontare con la nuova autorità di quel Paese le tematiche migratorie.

PRESIDENTE. L'onorevole Mosella ha facoltà di replicare.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, signor Ministro, innanzitutto vorrei fare due sottolineature: la prima riguarda il tema dei minori stranieri non accompagnati, che è fortemente sentito nel nostro Paese anche per la giovanissima età di queste persone che arrivano, a volte, senza avere nessun punto di riferimento. La pregherei di avere piena attenzione al problema dei minori stranieri non accompagnati - che lei ha toccato in maniera forse troppo rapida - perché, tale condizione racchiude in sé tre diverse identità, quella di minore, quella di straniero e quella di essere da solo. Il fenomeno continua ad essere, infatti, considerato esclusivamente in un'ottica emergenziale, affrontando le situazioni in maniera superficiale. Ora, mentre parliamo, i minori che sono a Lampedusa si trovano in una condizione assolutamente non adeguata a persone della loro età. È necessario garantire una maggiore standardizzazione delle procedure di accoglienza, di identificazione e di integrazione.
Vorremmo anche lasciare una suggestione: sebbene l'attenzione, a livello europeo, sia in crescita, e lo testimoniano i programmi in corso, si è fermi alla definizione teorica di semplici linee guida. Il quadro che ne deriva appare disomogeneo, confuso, privo di garanzie in molti Paesi membri. L'Italia potrebbe assumere un ruolo decisivo e propositivo, volto a garantire una maggiore e concreta comunitarizzazione delle politiche europee destinate ai minori.
Infine, noi siamo alle porte di una stagione complicata che si è anticipata. La primavera rischia di anticipare i viaggi della speranza che diventano poi, come abbiamo visto, nel recente passato, i viaggi della disperazione.
Conoscendo la sua sensibilità Ministro, la incitiamo - e lo faremo in tutte le occasioni che avremo in Aula - a fare modo che quanto accaduto un anno fa non si ripeta.

Pag. 10

(Iniziative per salvaguardare i livelli occupazionali a Termini Imerese, con particolare riferimento ai programmi di riconversione delle aree dello stabilimento FIAT - n. 3-02179)

PRESIDENTE. L'onorevole Moroni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02179, concernente iniziative per salvaguardare i livelli occupazionali a Termini Imerese, con particolare riferimento ai programmi di riconversione delle aree dello stabilimento FIAT (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

CHIARA MORONI. Signor Presidente, premesso che Termini Imprese è una realtà territoriale che ha tra i più alti tassi di disoccupazione giovanile europea e risulta oggi pesantemente segnata dalla chiusura dello stabilimento FIAT, in tale realtà era stata assunta un'iniziativa imprenditoriale che aveva occupato oltre 200 giovani sotto i 35 anni (il 50 per cento dei quali donne), ossia la produzione della serie televisiva «Agrodolce». Dopo la prima stagione di successo la RAI ha deciso di non proseguire la produzione, cofinanziata per circa la metà dell'importo dalla regione Sicilia.
La realizzazione della serie era stata affidata ad Einstein fiction, società del gruppo Einstein, che nel 2004, quando venne contattata dai vertici RAI, in particolare dal direttore di RAI Educational, Giovanni Minoli, vantava una lunga e prestigiosa esperienza nelle produzioni televisive seriali. Unitamente alla chiusura della serie, si può rilevare anche il fallimento del progetto della realizzazione del nuovo centro di produzione di Termini Imprese, per il quale il gruppo Einstein, con il progetto degli stabilimenti realizzati da Fuksas, era stato scelto da Governo, regione siciliana e FIAT come uno dei cinque soggetti individuati per la riconversione dell'area di Termini Imerese. Si è quindi perduta un'occasione di...

PRESIDENTE. Onorevole, la prego di concludere.

CHIARA MORONI. ...lavoro assai importante per quell'area.
Si chiede al Governo se sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e cosa intenda fare, per quanto di sua competenza, per salvaguardare i livelli occupazionali di Termini Imerese e lo sviluppo di quell'area.

PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti, Corrado Passera, ha facoltà di rispondere.

CORRADO PASSERA, Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, la situazione rappresentata nell'interrogazione porta all'attenzione la chiusura degli studios nei quali veniva realizzata la serie televisiva «Agrodolce» da parte di Einstein Multimedia Group. Tra tale società e la RAI, che aveva commissionato la serie televisiva, è in corso un contenzioso, che ci è stato poi così riportato.
La RAI ha trasmesso la serie dal 2008 al 2009, programmando un investimento pari a 9 milioni di euro annui. A questa prima fase non si è poi dato il seguito previsto a causa della sospensione del contratto da parte della RAI, che non ha ritenuto di confermare l'affidamento dell'incarico. A seguito della chiusura degli studios, 200 lavoratori sono stati collocati in cassa integrazione. Per la realizzazione della seconda serie e per ulteriori progetti editoriali, la Einstein Multimedia Group aveva previsto l'attuazione di ingenti investimenti produttivi per la realizzazione degli studi cine-televisivi progettati da Fuksas su uno spazio di 14 mila mq. Il progetto, del valore di 6 milioni 220 mila euro era stato inserito nella short list, dei cinque prescelti dall'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa, nell'ambito dell'accordo di programma per la riconversione industriale del polo di Termini Imerese, stipulato il 16 febbraio 2011 dal Ministero dello sviluppo economico, dalla regione siciliana, dalla provincia di Palermo ed il comune di Termini Imerese, a valere sullo strumento Pag. 11agevolativo della legge n. 181 del 1989.
Allo stato, quindi, sussiste da un lato la disponibilità delle risorse pubbliche destinate al finanziamento dell'iniziativa presentata dalla Einstein Multimedia, e dall'altro la perdurante sospensione dell'esecuzione del progetto di investimento produttivo presentato dalla medesima società nell'area di Termini Imerese.
Per quanto riguarda le iniziative del Governo per la salvaguardia dei livelli occupazionali a Termini Imerese, si deve evidenziare che la manovra complessiva contenuta nell'intervento di reindustrializzazione (oggetto dell'accordo di programma) mira proprio a sostenere iniziative in grado di contribuire ad assorbire il deficit occupazionale determinato dalle crisi produttive che si sono manifestate nell'area nel corso degli ultimi anni.
Il Ministero dello sviluppo seguirà, comunque, in modo attento l'evoluzione di questa vicenda rappresentata dagli onorevoli interroganti, rendendosi disponibile fin d'ora a verificare ogni possibile iniziativa di sviluppo dell'area e qualsiasi iniziativa concreta che si presenti sul tavolo. Insomma, su questa vicenda, che è ancora aperta e che chiaramente può dare uno spazio di iniziativa produttiva, staremo al massimo «addosso», per quanto di nostra competenza.

PRESIDENTE. L'onorevole Moroni ha facoltà di replicare.

CHIARA MORONI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la sua risposta dettagliata ed anche per l'impegno che il Ministero dello sviluppo economico ha assunto di vigilare sulle opportunità di sviluppo ed anche di occupazione in quell'area, anche perché la serie televisiva, che è stata finanziata dalla regione Sicilia attraverso i fondi veicolati dal CIPE e dalla RAI, ha visto quest'ultima ritrarsi dall'impegno di proseguire la produzione, pur alla luce di un contratto pluriennale e del successo della prima serie.
Questo abbandono ha stroncato sul nascere la nascita degli studi televisivi e cinematografici a Termini Imprese, disegnati appunto da Fuksas, che rappresentavano uno dei cinque progetti selezionati, come ha ricordato anche il Ministro. Gli investimenti finora realizzati sono stati appunto realizzati da privati. Risulta abbastanza singolare come, in un momento così drammatico per le prospettive sociali ed occupazionali del Paese, un'iniziativa già felicemente avviata e finanziata veda una retromarcia così suicida da parte delle tv dello Stato.
Peraltro, abbiamo oggi una notizia giornalistica su questa vicenda della serie RAI «Agrodolce» - che comporterà la perdita di oltre 200 posti di lavoro diretti e 700 di indotto - secondo la quale la magistratura ha indagato diversi dirigenti RAI, delineando reati di concussione e truffa aggravata ai danni dello Stato per fatti ampiamente testimoniabili attraverso video presenti sulla rete. Risulta poi, da notizie anche in questo caso giornalistiche, che l'editore RAI del progetto, Ruggero Niti, stretto collaboratore di Minoli, rilasciava a Il Fatto Quotidiano dichiarazioni così attestanti: quando le produzioni vanno in Sicilia, bisogna assoggettarsi alle regole legate alle tradizioni dell'isola.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Moroni.

CHIARA MORONI. È abbastanza chiaro che sono affermazioni sconcertanti e che non sono state né denunciate, né condannate dalla RAI, che svolge un servizio pubblico serio. Concludo, dicendo che la RAI ha fatto sottoscrivere giustamente codici etici antimafia e sarebbe molto opportuno che li seguisse all'interno e che li facesse seguire ai suoi collaboratori.

(Iniziative in relazione all'incremento dei pedaggi sulle tratte autostradali - n. 3-02180)

PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02180, concernente iniziative in relazione Pag. 12all'incremento dei pedaggi sulle tratte autostradali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

MARIO TASSONE. Signor Presidente, chiediamo al Ministro il perché di un aumento, che riteniamo essere eccessivo, sulla base dell'entrata in vigore nel primo gennaio 2012 degli adeguamenti tariffari di molti pedaggi di autostrade che vanno dal 3,51 al 7,45, al 3,49, al 14,17 per cento, ed al 8,06 per cento per quanto riguarda la strada dei parchi. Questa situazione è anche un po' anomala, perché riguarda anche regioni dove non ci sono modi alternativi efficienti di trasporto (mi riferisco al trasporto su ferro).
Tutto questo aumento avviene sulla base di una istruttoria dell'ANAS e soprattutto di una spesa, che i concessionari avrebbero sostenuto, di due miliardi di euro. Ovviamente c'è da capire come queste spese siano state sostenute e quali obiettivi siano stati raggiunti. Voglio ricordare al Ministro, signor Presidente, che l'aumento delle tariffe avviene soprattutto per l'adeguamento, per la messa in sicurezza e per i lavori manutentori. Ritengo che questo sia un aspetto che deve essere certamente chiarito per evitare ulteriori aggravi alle famiglie, certamente non spiegabili per alcuni versi.

PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti, Corrado Passera, ha facoltà di rispondere.

CORRADO PASSERA, Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, devo precisare innanzitutto che l'attuale sistema delle concessioni autostradali continua a trovare il proprio fondamento regolatorio in 23 atti convenzionali sottoscritti dall'ente ANAS con ciascuna società concessionaria. Le funzioni di concedente e quelle di vigilante sui concessionari autostradali verranno a breve assunte, come è noto, dall'Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali. Ciascuna convenzione prevede le modalità di adeguamento annuale delle tariffe a seguito di verifica, da parte del concedente vigilante, dell'esatto adempimento degli obblighi convenzionali e dello stato di avanzamento degli investimenti previsti.
L'analisi tecnica di questi ultimi elementi, segnalati peraltro dagli stessi interroganti, ha portato alla diversificazione degli attuali aumenti tariffari, in alcuni casi in effetti di portata cospicua. Segnalo comunque che, al termine del primo periodo regolatorio di durata quinquennale dalla data di sottoscrizione della convenzione, il concedente e il concessionario dovranno procedere all'aggiornamento delle stime di traffico e dei costi degli investimenti effettuati da remunerare in tariffa. In tale circostanza sarà dunque possibile, in funzione di detti elementi, rivedere la dinamica tariffaria prevista da ogni convenzione.
Con riferimento alla specifica richiesta degli onorevoli interroganti circa il calmieramento delle tariffe, pur non potendosi procedere nel senso dagli stessi auspicato, per l'esistenza di un regime convenzionale, faccio tuttavia presente che il nuovo assetto regolatorio del settore, introdotto dalle norme sulla crescita e sulle liberalizzazioni (decreti-legge n. 211 del 2011 e n. 1 del 2012 e relative leggi di conversione), pur applicabile alle sole nuove concessioni, evidentemente, è destinato ad incidere positivamente in termini di contenimento dei costi per l'utenza e per le imprese. In tale ottica deve collocarsi anche la diretta istituzione di una specifica autorità indipendente di regolazione dei trasporti che sarà chiamata a individuare metodologie per la definizione delle tariffe che incentivino la concorrenza e l'efficienza produttiva delle gestioni, basandosi, tra l'altro, sul criterio del price cup, vale a dire l'individuazione di un prezzo massimo inferiore a quello praticato in regime di monopolio non regolato.

PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di replicare.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, prendo atto ovviamente delle dichiarazioni rese Pag. 13dal Ministro anche se qualche perplessità mi rimane, molto forte. Vi è, signor Ministro, un'indicazione, un dato che viene dalla Banca d'Italia secondo cui sono stati completati per il 60 per cento i lavori di ampliamento previsti nel 1997 e il 3 per cento di quelli proposti nel 2004. Io so degli atti di convenzione, ho fatto anche in parte questo mestiere. Lei capirà bene che noi stiamo attraversando un momento difficile per quanto riguarda il trasporto su gomma. Anche l'aumento del carburante (più 18 per cento), il maggiore d'Europa, credo che stia determinando una situazione insostenibile e il trasporto su gomma diventa anche un privilegio per alcune zone e per alcuni territori, ma per tutti gli utenti anche all'interno del nostro Paese.
Io le ho chiesto e le chiedo, signor Ministro, vista la sua disponibilità ad entrare in questa materia, di fare degli accertamenti per capire come l'ente concedente, l'ANAS, ha fatto l'istruttoria e dove sono state impiegate queste spese, visto e considerato che in molte autostrade, soprattutto nell'area meridionale e centromeridionale, non ci sono delle giunture fatte, vi sono ponti ancora divelti. C'è una situazione drammatica e per questo le chiedo, se vale ovviamente un sindacato ispettivo, un'interrogazione a risposta immediata, che il Governo si attivi per capire cosa ha combinato l'ANAS, perché gli atti di convenzione sappiamo come vengono e come vanno. Noi certamente non ci intimidiamo con questi fatti, e soprattutto con questi richiami, che sono importanti, ma rischiano di essere astratti e rischiano di determinare delle beffe nei confronti dei cittadini.

(Iniziative di competenza in merito ad una proposta di un'organizzazione non governativa relativa allo studio della Divina Commedia - n. 3-02178)

PRESIDENTE. L'onorevole Frassinetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02178, concernente iniziative di competenza in merito ad una proposta di un'organizzazione non governativa relativa allo studio della Divina Commedia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, signor Ministro Profumo, con questa interrogazione le chiedo se è a conoscenza che un'organizzazione non governativa di ricercatori e professionisti, denominata Gherush92, consulente speciale presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, ha sostenuto che lo studio della Divina Commedia di Dante Alighieri andrebbe eliminato dai programmi scolastici in quanto conterebbe frasi razziste, islamofobiche, omofobiche e antisemitiche. Valentina Sereni, presidente di Gherush92, ha dichiarato che il poema di Dante presenterebbe contenuti offensivi e discriminatori, sia nel lessico che nella sostanza e non verrebbero fornite delle adeguate considerazioni critiche dagli insegnanti.
È inconcepibile pensare di poter interpretare e giudicare la Divina Commedia secondo i principi, i criteri e l'impostazione filosofica e culturale di oggi, declinandoli al pensiero dell'uomo di diversi secoli fa.
Pertanto, chiedo al Ministro quali iniziative intenda adottare per scongiurare il rischio di un'inaccettabile eliminazione dello studio del poema della Divina Commedia di Dante Alighieri dai programmi curriculari (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Francesco Profumo, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO PROFUMO, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, le dichiarazioni rese dal presidente dell'organizzazione non governativa Gherush92, riferite ampiamente dai mezzi di informazione e riportate nell'atto parlamentare cui si risponde, hanno suscitato diffuso clamore e preoccupazione.
L'onorevole Frassinetti chiede che lo studio della Divina Commedia venga mantenuto Pag. 14nei programmi scolastici. Al riguardo, si dichiara di dare assicurazioni all'onorevole interrogante sul fatto che non sussiste alcun rischio che lo studio dell'opera di Dante possa essere eliminato dalla didattica delle scuole. Il contesto scolastico, infatti, rappresenta la sede ottimale per la divulgazione del messaggio culturale che il sommo poeta comunica. In particolare, si evidenzia che il decreto ministeriale n. 211 del 7 ottobre 2011, con cui vengono individuate le competenze dello studente al termine del percorso liceale, prevede lo studio intensivo della Divina Commedia quale opera decisiva per il costituirsi dell'intera cultura italiana.
Ovviamente, tale studio si concentra sugli aspetti artistico-culturali dell'opera e tiene conto del contesto storico nel quale la stessa fu prodotta. Gli studenti, guidati dall'insegnante, sono così in grado di leggere il testo con la necessaria consapevolezza critica.

PRESIDENTE. L'onorevole Frassinetti ha facoltà di replicare.

PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, signor Ministro, mi ritengo soddisfatta della sua risposta e la ringrazio.
Ribadisco, ancora una volta, che trovo gravissime, comunque, le affermazioni dei consulenti di Gherush92, che hanno messo in discussione un'opera, come la Divina Commedia, pilastro della letteratura italiana e pietra miliare della formazione dei nostri studenti, poema dall'incommensurabile valore culturale e formativo, nonché prima opera scritta completamente in lingua italiana. Sarebbe inaccettabile anche solo prendere in considerazione, Ministro, la possibilità di eliminarla o censurarla nei programmi scolastici. La Divina Commedia va letta - e giustamente lei lo ha rilevato nel suo intervento - nel suo contesto storico. È figlia del suo tempo e non si può ritenere che i riferimenti ivi contenuti abbiano un carattere offensivo, giudicandoli con dei parametri odierni.
Volevo fare un attimo un passaggio sulle ingenerose critiche mosse da questa organizzazione nei confronti dei nostri docenti, accusati di non essere in grado di insegnare con spirito critico l'opera di Dante. Il diritto alla libertà di espressione e di insegnamento e la professionalità dei nostri insegnanti vanno, a mio avviso, rispettati. È assurdo non riuscire a capire i vantaggi che lo studio della Divina Commedia può offrire ai giovani proprio in questo periodo, dove si sente il bisogno di rilanciare la nostra cultura, la nostra identità e la nostra lingua. Dante Alighieri è il simbolo dell'Italia nel mondo. Quindi, voglio pensare, signor Ministro, che se il sommo poeta fosse ancora tra noi direbbe, ai consulenti dell'ONU, «Non ti curar di loro, ma guarda e passa» (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16, con il seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative per favorire gli interventi produttivi e l'occupazione nel Mezzogiorno.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bongiorno, Boniver, Brugger, Buttiglione, Cicchitto, Commercio, Gianfranco Conte, D'Alema, Della Vedova, Dozzo, Fallica, Franceschini, Frassinetti, Giancarlo Giorgetti, Iannaccone, Jannone, Lucà, Lusetti, Milanato, Misiti, Moffa, Paglia, Palumbo, Petrenga, Pisacane, Pisicchio, Porfidia, Rigoni, Stucchi, Valducci, Vitali e Zeller sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna. Pag. 15
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'Allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione delle mozioni Franceschini ed altri n. 1-00880, Iannaccone ed altri n. 1-00887, Miccichè ed altri n. 1-00928, Ossorio ed altri n. 1-00930, Cicchitto ed altri n. 1-00932, Occhiuto ed altri n. 1-00933, Commercio ed altri n. 1-00934, Aniello Formisano ed altri n. 1-00935, Ruvolo ed altri n. 1-00940, Versace ed altri n. 1-00941 e Briguglio ed altri n. 1-00972 concernenti iniziative per favorire gli interventi produttivi e l'occupazione nel Mezzogiorno (ore 16,02).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Franceschini ed altri n. 1-00880, Iannaccone ed altri n. 1-00887, Miccichè ed altri n. 1-00928, Ossorio ed altri n. 1-00930, Cicchitto ed altri n. 1-00932, Occhiuto ed altri n. 1-00933, Commercio ed altri n. 1-00934, Aniello Formisano ed altri n. 1-00935, Ruvolo ed altri n. 1-00940, Versace ed altri n. 1-00941, Briguglio ed altri n. 1-00972 concernenti iniziative per favorire gli interventi produttivi e l'occupazione nel Mezzogiorno (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 19 marzo 2012, è stata presentata la mozione Briguglio ed altri n. 1-00972, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.
Avverto altresì che in data odierna è stata presentata la mozione D'Antoni, Fitto, Occhiuto, Briguglio, Ossorio ed altri n. 1-00976 (Vedi l'allegato A - Mozioni) il cui testo è distribuzione, e contestualmente sono state ritirate le mozioni Franceschini ed altri n. 1-00880, Ossorio ed altri n. 1-00930, Cicchitto ed altri n. 1-00932, Occhiuto ed altri n. 1-00933 e Briguglio ed altri n. 1-00972.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

FABRIZIO BARCA, Ministro per la coesione territoriale. Signor Presidente, ho trenta secondi per le motivazioni prima di esprimere il parere?

PRESIDENTE. Va bene, Ministro Barca.

FABRIZIO BARCA, Ministro per la coesione territoriale. Signor Presidente, soltanto una battuta. Avverto, nella presentazione delle mozioni nel loro complesso, un segno di grande attenzione al Mezzogiorno, di cui quest'area ha bisogno, perché le azioni in atto, riassunte nel documento «Mezzogiorno per l'Europa», inviato alla Commissione europea, hanno comunque bisogno di una forte velocità, di un forte supporto politico e di comunicazione che si avverte ancora mancare. Quindi, complessivamente esprimiamo un giudizio molto favorevole per il fatto di sentirci invitati, seguiti e indirizzati dal complesso delle mozioni.
Mi esprimo adesso sulle singole mozioni. Per quanto riguarda la mozione Iannaccone ed altri n. 1-00887, il parere è contrario in quanto, per quanto riguarda gli studi di settore sulle condizioni di particolare svantaggio, sono già in essere, dall'ottobre 2006, osservatori regionali per l'adeguamento degli studi di settore alle realtà economiche locali che consentano di tener conto delle specificità locali nella determinazione degli studi di settore. Per quanto riguarda l'invito alla costituzione di una no tax area, è noto - proprio sulla Pag. 16base delle sentenze riportate - che il modello realizzabile è quello adottato con il decreto-legge n. 78 del 2010, che già prevede la possibilità di una fiscalità di vantaggio attraverso l'IRAP, che è l'unico strumento riconoscibile dalla Commissione come in grado di realizzare quel risultato.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sulla mozione Miccichè ed altri n. 1-00928?

FABRIZIO BARCA, Ministro per la coesione territoriale. Il Governo esprime parere favorevole su tutti e quattro i punti del dispositivo.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sulla mozione Commercio ed altri n. 1-00934?

FABRIZIO BARCA, Ministro per la coesione territoriale. Signor Presidente, il Governo si impegna, per quanto riguarda il primo capoverso, a delineare un piano organico di interventi; si impegna a valutare, per quanto riguarda il secondo capoverso, di investire una quota rilevante delle risorse; si impegna a valutare, per quanto riguarda il terzo capoverso, lo sviluppo di interventi organici; per il quarto: si impegna ad irrobustire la piattaforma logistica; infine si impegna anche su tutti i punti seguenti.

PRESIDENTE. Mi chiedono precisazioni ulteriori sulla mozione Commercio ed altri n. 1-00934.

FABRIZIO BARCA, Ministro per la coesione territoriale. Sulla mozione Ossorio ed altri n. 1-00930?

PRESIDENTE. No, sulla mozione Commercio ed altri n. 1-00934. La mozione Ossorio ed altri n. 1-00930 è stata ritirata.

FABRIZIO BARCA, Ministro per la coesione territoriale. Signor Presidente, allora ho sbagliato io, chiedo scusa. Ho espresso il parere sulla mozione Ossorio ed altri n. 1-00930. Per quanto riguarda la mozione Commercio ed altri n. 1-00934, il Governo accetta l'impegno sul primo capoverso; si impegna a valutare sul secondo capoverso; si impegna, sul terzo capoverso, ad attuare un piano di recupero; si impegna ad assumere iniziative per riformare i programmi regionali; si impegna a valutare per quanto riguarda l'assunzione di iniziative volte a promuovere meccanismi premiali; si impegna sulla criminalità; si impegna sul sistema creditizio; si impegna sulla pubblica amministrazione e si impegna a valutare sulla definizione di progetti finalizzati al rientro dei giovani nelle regioni di provenienza.

PRESIDENTE. Ministro Barca, quindi il parere del Governo è favorevole quando il Governo si impegna, mentre è favorevole con riformulazione nei casi in cui il Governo si impegna a valutare.
Qual è il parere del Governo sulla mozione Aniello Formisano ed altri n. 1-00935?

FABRIZIO BARCA, Ministro per la coesione territoriale. Signor Presidente, il Governo si impegna a valutare sul primo capoverso per via del riferimento, tutto da approfondire, sulla trasformazione dei contratti a tempo indeterminato; è favorevole, e quindi si impegna ad assumere iniziative per il reintegro delle somme sottratte al fondo per le aree sottoutilizzate; si impegna a valutare per quanto riguarda le norme relative all'istituzione delle zone franche urbane, che sono state costituite molto tempo fa e la cui adeguatezza è da verificare; si impegna a valutare per quanto riguarda l'efficienza dei servizi pubblici per i riferimenti che vengono fatti, che appartengono ad un'area in questo momento in corso di riforma; si impegna, quindi il parere è favorevole, sulla razionalizzazione e l'orientamento della spesa per la formazione professionale; si impegna a valutare per quanto riguarda la salvaguardia dei siti produttivi, perché ovviamente questa è possibile solo in presenza di condizioni di competitività di questi siti; si impegna a valutare, per quanto riguarda le concrete e rapide iniziative Pag. 17normative, perché in realtà gli obiettivi indicati sono conseguibili sulla base di contratti e bandi già esistenti; il parere è contrario sulla revisione della normativa comunitaria in merito agli aiuti di Stato, a meno che non vengano tolte le parole «al fine di ottenere la possibilità di applicare nelle regioni meridionali una fiscalità di vantaggio», se queste parole vengono eliminate il parere è favorevole. Il parere è favorevole sul rilancio dei poli museali, mentre il Governo si impegna a valutare per quanto riguarda il sistema integrato e trasversale che coinvolga formazione e università e per i due punti successivi, volti a coordinare e selezionare con le università i centri di ricerca e ad operare per l'affermazione di una filiera agricola tutta italiana. Il parere è pienamente favorevole sull'ultimo punto, volto a sostenere le innovazioni in agricoltura e le produzioni tipiche.

PRESIDENTE. Quindi, anche in questo caso il parere del Governo è favorevole se i presentatori accettano la riformulazione. Per quanto riguarda la mozione Ruvolo ed altri n. 1-00940?

FABRIZIO BARCA, Ministro per la coesione territoriale. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso; si impegna a valutare per quanto riguarda il secondo capoverso sulle piccole e medie imprese; esprime parere favorevole sul dissesto idrogeologico, mentre sull'ultimo capoverso il parere è favorevole se riformulato eliminando le parole da: «fino ad oggi» fino alla fine.
Il parere, cioè, è favorevole, se l'ultimo capoverso del dispositivo viene così riformulato: «ad attuare azioni efficaci nei confronti di Trenitalia affinché garantisca una maggiore e adeguata disponibilità di corse e di convogli per il trasporto di merci e persone tra il Nord e il Sud, evitando la politica di abbandono del Mezzogiorno».

PRESIDENTE. Signor Ministro, qual è, invece, il parere del Governo sulla mozione Versace ed altri n. 1-00941?

FABRIZIO BARCA, Ministro per la coesione territoriale. Signor Presidente, il parere il Governo è favorevole sul primo capoverso del dispositivo sull'occupazione giovanile; propone di riformulare il secondo capoverso, premettendo le parole: «a valutare», riguardo alle azioni a favore delle imprese, ed è favorevole sul terzo capoverso del dispositivo, relativo agli interventi strutturali e infrastrutturali.

PRESIDENTE. Signor Ministro, qual è, infine, il parere il Governo sulla mozione D'Antoni, Fitto, Occhiuto, Briguglio, Ossorio ed altri n. 1-00976, che è una mozione di sintesi?

FABRIZIO BARCA, Ministro per la coesione territoriale. Signor Presidente, il parere è favorevole sull'intera mozione.

PRESIDENTE. Riepilogando, dobbiamo intendere che, laddove il Ministro ha espresso parere favorevole, chiedendo una riformulazione premettendo nel dispositivo le parole: «a valutare», il dispositivo debba essere riformulato premettendo le parole: «a valutare l'opportunità di»?

FABRIZIO BARCA, Ministro per la coesione territoriale. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà per un minuto.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, signor Ministro, prendo atto che il Governo è, con pregiudizio, all'opposizione del nostro gruppo, perché, qualunque proposta noi formuliamo, al Governo non va bene nulla.
Noi, con la mozione n. 1-00887, abbiamo inteso richiamare l'attenzione del Governo sulla necessità di fare cose concrete Pag. 18per il Sud. Nella mozione, come riformulata dal Governo, non vi sono altro che impegni già assunti. Non vi è alcuna novità! Signor Ministro, volevo fare un intervento molto più duro, perché ho registrato molti pregiudizi nella sua considerazione rispetto alla nostra mozione, ma sorvolo rispetto alla durezza della risposta che le potrei dare.
Le preannunzio che, alla luce del fatto che questo Governo non vuole consentire al Sud di avere una tassazione di favore, noi riproporremo l'intervento straordinario. Presenteremo quindi una proposta di legge per reintrodurre l'intervento straordinario, così verificheremo se il Governo vuole fare qualcosa, concretamente, per il Sud oppure se vuole nascondersi dietro vecchi pregiudizi.
Chiedo, chiaramente, che la nostra mozione venga messa ai voti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ossorio. Ne ha facoltà per due minuti.

GIUSEPPE OSSORIO. Signor Presidente, Ministro Barca, onorevoli colleghi, i repubblicani ritengono molto importante che oggi la Camera dei deputati ricollochi nell'agenda dei lavori la discussione di queste mozioni presentate dai gruppi, con una particolare attenzione alle condizioni anemiche, per non dire disperate, in cui versa il declino pericoloso, anche sotto l'aspetto della tenuta sociale, dell'occupazione nelle regioni meridionali del nostro Paese.
Pertanto, auspichiamo che alla retorica del meridionalismo di vecchia storia e al dibattito politico per il Mezzogiorno, si sovrapponga, finalmente, la volontà di ripensare l'intera politica economica nazionale in funzione dello sviluppo del Sud. I repubblicani ritengono che questa condizione sia imprescindibile, Ministro Barca, per riavviare il meccanismo della crescita economica del Paese.
Non si tratta, ovviamente, di reclamare un nuovo intervento straordinario - sarebbe antistorico e fuori luogo, questo lo sappiamo - ma vogliamo ricollocare al centro delle scelte di politica economica del Paese l'interesse per il Mezzogiorno. È bene dirlo forte e chiaro: è interesse soprattutto delle aree più sviluppate del sistema economico italiano, è interesse del Nord, il decollo delle economie troppo deboli del Sud.
Le regioni del Nord sarebbero le prime a giovarsi del rilancio dell'area mediterranea d'Italia, sia in termini di un rafforzamento delle preesistenze industriali, che pure esistono nel Mezzogiorno, sia in termini di minori costi di produzione.
Vogliamo ricordare quanto detto dal professore Adriano Giannola, presidente della Svimez, che condividiamo: nell'ultimo documento, egli dice che la crisi, approdata al Nord, dopo avere imperversato al Sud, deve ricondurre tutti alla consapevolezza che solo una capacità di sistema potrà responsabilmente dare risposte credibili all'intera economia nazionale.
Ecco perché i repubblicani, sulla scia di un vecchio ragionamento di Francesco Compagna, che è stato, come tutti ricordiamo, un grande meridionalista del nostro partito, riaffermano l'area metropolitana come luogo nel quale possono avere luogo e possono essere incentrate le filiere degli interventi.

Testo sostituito con errata corrige volante PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Ossario. PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Ossorio.

GIUSEPPE OSSORIO. Mi avvio alla conclusione, signor Presidente.
Sottoponiamo all'attenzione del Ministro anche il problema della cooperazione che nel Sud è di forte vivacità (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Repubblicani-Azionisti).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Ossorio, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Commercio. Ne ha facoltà per due minuti.

Pag. 19

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la ripresa, in quest'Aula, del dibattito sul Mezzogiorno costituisce un dato certamente positivo, che interviene dopo una lunga fase in cui la questione è stata sostanzialmente derubricata dai temi della riflessione culturale e della proposta politica.
Questa ripresa di attenzione dell'Esecutivo verso il Sud dovrà essere accompagnata da elementi di discontinuità rispetto al passato, avviando, finalmente, un percorso che consenta di raggiungere avanzamenti significativi. Nel dare delle risposte concrete, occorre capovolgere le politiche meridionalistiche: dalla logica del recupero del ritardo rispetto al Nord Italia e all'Europa, a quella del ruolo centrale ed attivo del Sud nello scacchiere globale.
Il Mezzogiorno, infatti, è il crocevia geografico, naturale e storico degli interessi e degli scambi economici e culturali tra l'Europa, l'Africa e l'Asia, che può trovare, nella riproposizione in termini nuovi e convinti della questione euromediterranea, una sua missione e una sua anima progettuale.
Il nostro Paese, se vuole davvero essere competitivo in Europa e nel mondo, aperto ai traffici e alla concorrenza economica, non può trovarsi con un terzo del proprio territorio, della propria popolazione e del proprio sistema, in uno stato di sviluppo inadeguato. Tutto ciò rappresenta una condizione di estrema debolezza non solo del Mezzogiorno, ma dell'intero sistema Paese che, generando un ambiente percepito spesso negativamente, ne riduce l'attrattività di capitali e persone.
Abbandonata la mala logica, peraltro fallimentare, dell'impiego di risorse pubbliche di natura assistenziale, occorre prevedere misure che incentivino i nostri imprenditori a realizzare nuovi insediamenti produttivi, creando così opportunità per le nuove generazioni, convinti come siamo che tutto ciò sarebbe funzionale alla ripresa economica del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud).

PRESIDENTE. Saluto il gruppo di visitatori provenienti da San Polo dei Cavalieri, provincia di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà per quattro minuti.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, la mozione Versace ed altri n. 1-00941 non chiede al Governo niente di più di quanto sia possibile accogliere nelle condizioni date. Quindi, si tratta di una mozione che mira positivamente a raggiungere un risultato, non a creare delle difficoltà.
Non si tratta di una mozione che abbiamo elaborato ad occhi chiusi. Sappiamo che la crisi economica che ha colpito l'intero Paese, ha avuto un impatto devastante nelle regioni del Sud Italia, in termini di reddito delle famiglie, di occupazione e di sviluppo delle imprese, mettendo in luce, una volta di più, una realtà drammatica e ormai non più tollerabile, ossia il divario economico e strutturale che tiene distinte due Italie, quella del Nord, avviata, seppure tra le difficoltà, verso una timida ripresa, e quella del Sud, alla deriva e in balia della tempesta della crisi.
È un Meridione in ritardo sul resto d'Italia, un ritardo accumulato nel corso degli anni e che non può essere certamente addebitato a questo Governo, un ritardo mai colmato e che la recessione che stiamo attraversando ha ulteriormente aggravato. I dati ci dicono che c'è una parte del Paese che affonda e le principali vittime di questo disastro sono i giovani e le donne, risorse fondamentali per la ripresa dell'intera regione meridionale e tuttavia sprecate.
Al Sud due giovani su tre sono senza un'occupazione; ed ancor più inquietanti sono i dati relativi all'occupazione femminile: appena il 30,4 per cento rispetto al 54,8 per cento del Centro-nord ma, se consideriamo le giovani donne under 34, il tasso scende al 23,3 per cento, pari a meno di una donna su quattro. Siamo fermamente convinti - e lo abbiamo sostenuto Pag. 20più volte come Alleanza per l'Italia - che il Paese può uscire dalla crisi, puntando anche sul Sud e sul suo immenso bacino di risorse umane e materiali, la cui valorizzazione può rappresentare un'occasione davvero importante per far ripartire la crescita economica e sociale dell'Italia.
Recentemente lo ha ribadito il Capo dello Stato in una maniera molto netta e molto chiara. La crisi, purtroppo, ha colpito un tessuto produttivo, quale quello meridionale, già fragile e poco sviluppato nel periodo antecedente la crisi economica, con risultati devastanti per moltissime piccole e medie imprese. Nel 2011 l'aumento più forte delle procedure di fallimento ha riguardato proprio il Sud e le isole.
Non stupisce che più dell'80 per cento delle imprese del Mezzogiorno abbia subito i contraccolpi della crisi ed ora, come sta accadendo nel resto d'Italia, le stesse imprese sono soffocate dalla stretta dei crediti bancari, a cui si sommano i ritardi strutturali ed infrastrutturali dell'intera regione meridionale, che non riguardano solo il trasporto ferroviario, ma anche quello su gomma - come abbiamo visto dai rapporti - e le diverse infrastrutture per la fornitura di servizi idrici, energetici e per il trasporto pubblico locale.
Insomma, è un quadro veramente complesso; in un momento come questo, un Governo che ha le mani più libere rispetto al passato, può fare qualche passo avanti. Noi riteniamo che non possa esserci alcuna ripresa economica se non saldiamo il nostro debito con il Sud, cercando di porre rimedio alle assenze, ai ritardi, agli errori, che nel corso degli anni si sono stratificati ed hanno prodotto quello che oggi è sotto i nostri occhi. Oggi è il momento di smetterla di alimentare le divisioni e di mettere davvero nell'agenda politica la questione meridionale, predisponendo interventi seri, che consentano al sud dell'Italia di mettersi al passo con le altre regioni e di sfruttare al meglio le potenzialità di un'area che da troppo tempo è abbandonata a se stessa.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Mosella.

DONATO RENATO MOSELLA. Apprezziamo i segnali che sono giunti dal Governo su questi temi - anche riguardo alle altre mozioni abbiamo visto che c'è stata molta saggezza - e lo esortiamo, quindi, ad agire con determinazione.
Chiaramente il parere favorevole ci conforta e ci fa ben sperare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Misiti, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Aniello Formisano. Ne ha facoltà per dieci minuti.

ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, un'innanzitutto ringrazio il Governo per avere positivamente valutato nel complesso la nostra mozione. Dico subito, signor Ministro, che non abbiamo grosse difficoltà ad anteporre i termini «a valutare» su tutti i capoversi per i quali lei ci ha indicato questa necessità.
Allo stesso modo non c'è grossa difficoltà ad espungere dal capoverso, sei o sette, quella parte che lei suggeriva di espungere per esprimere un parere favorevole. C'è una valutazione complessivamente favorevole. Le sono, anzi le siamo particolarmente grati per il fatto che, senza la necessità dell'aggiunta ormai famosa «a valutare», lei abbia tout court invece accettato la nostra previsione attraverso la quale noi chiediamo al Governo di impegnarsi a elaborare, finanziare e realizzare progetti di rilancio dei poli museali nel Sud, intesi come azione di valorizzazione dei territori e come fattori di attrazione di investimenti, nonché un piano pluriennale di restauro e recupero dei beni culturali presenti nel Mezzogiorno, intesi come attrattori culturali, fissando le dovute priorità, e così via.
Perché dico questo? Perché noi abbiamo colto e vorremmo esserne certi - lo vedremo a cominciare dalla discussione e Pag. 21anche dalla votazione su questi provvedimenti - nei primi passi di questo Governo, probabilmente una nuova attenzione, una diversa e nuova attenzione verso il Mezzogiorno, rispetto a quanto aveva rappresentato, invece, l'impegno dei Governi, che avevano preceduto il vostro, verso quella parte del Paese.
Noi accordammo la fiducia in prima battuta al vostro Governo, poi siamo stati costretti a rivedere la nostra posizione sulla base degli atti che conseguentemente avete prodotto e che erano in difformità rispetto alla fiducia che vi avevamo accordato. Noi non vorremmo che anche sulle questioni del Mezzogiorno capitasse la stessa cosa. C'è da parte nostra, da parte dell'Italia dei Valori, una attenzione rispetto a questi elementi di novità che ci pare cogliere verso il Mezzogiorno. Capiamo bene che ci sono state sensibilizzazioni ripetute e costanti del Capo dello Stato, e quindi in qualche modo questo Governo doveva pur mostrare di prendere a cuore una vicenda che io non ho difficoltà a definire una nuova questione meridionale. Una nuova questione meridionale che si caratterizza diversamente rispetto a quella che finora è stata conosciuta, una questione meridionale che tenta di fare sì che il nostro Mezzogiorno d'Italia diventi piuttosto che un problema - come è stato vissuto in queste Aule e non solo in queste Aule negli anni precedenti - una vera e propria risorsa.
Credo che il Governo abbia colto bene nel capire il combinato disposto di quello che naturalmente esiste nel Mezzogiorno - abbiamo citato a titolo di esempio Pompei - come elemento attraverso il quale realizzare una serie di attrattive culturali che possono in qualche modo far diventare risorsa il nostro Mezzogiorno, far sì che la ripresa dell'economia meridionale aiuti la ripresa di tutto il Paese. Credo che non sfugga a nessuno che l'Italia va, se va tutta insieme. Credo che siano miopi e sicuramente sbagliate le idee di coloro che invece tendono a superare, continuando a manifestare un'ipotesi di residualità del Mezzogiorno d'Italia, senza rendersi conto - me lo consenta, Ministro, me lo consenta, Presidente - che se nel 1860 non ci fosse stato l'apporto anche economico del Regno delle Due Sicilie (che era il doppio in valore di lire oro dell'epoca) probabilmente l'Unità d'Italia neanche si sarebbe realizzata. Con i 440 milioni di lire oro dell'epoca, che erano il doppio di quanto conferivano tutti quanti gli altri Stati, si risanarono le casse del Piemonte (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
È così, è la storia che ce lo insegna. Si potrà anche non convenire in quest'Aula ma è esattamente così. Noi dell'Italia dei Valori investiamo molto in questo. Speriamo di aver colto nei primi passi di questo Governo una rivalutazione della questione meridionale intesa non più come parte d'Italia che chiede sovvenzioni a pioggia o contributi non destinati per esempio alla ripresa economica, ma, ad esempio, finalizzati alla formazione dei lavoratori o ad incrementare attività lavorative nel Mezzogiorno. Noi pensiamo di accordarvi fiducia, e questo parere favorevole ci conforta che forse facciamo bene su questi temi. Ovviamente verificheremo, Ministro, verificheremo come stiamo facendo con le altre cose. In queste giornate di lavoro parlamentare noi non abbiamo avuto remore a votare a favore del vostro provvedimento sulla semplificazione, ma non abbiamo avuto remore a votare contro provvedimenti che hanno disatteso le speranze che erano state riposte in voi. Penso alle liberalizzazioni, ma non soltanto a quelle.
Il Mezzogiorno quindi e la nuova questione meridionale devono essere intesi come modalità attraverso la quale l'azienda Italia tenta di riprendere il suo cammino virtuoso, vedendo e considerando il Mezzogiorno come una risorsa naturale (per quello che di artistico, culturale e se volete anche di naturale, il Padre Eterno ci ha consegnato al Sud) attraverso la quale può passare la ripresa dell'Italia. Per il Mezzogiorno inteso come porta sul nuovo mercato nordafricano può passare la ripresa dell'Italia. Io credo che se manterrete fede a questi segnali probabilmente inizierà un periodo di rap Pag. 22porto fecondo e positivo tra la nostra forza politica e questo Governo. A meno che non siamo di fronte, ancora una volta, a dichiarazioni d'intenti alle quali poi non seguono fatti. Questo beneficio, questa buona fede per adesso ve li riconosciamo, vi ringraziamo per aver dato parere favorevole sulla nostra mozione. Vi attendiamo poi sugli atti conseguenti, Ministro.
Con questa mozione si assumono almeno due impegni seri e certi. Vorremo verificare e verremo a verificare qui in Aula se poi, rispetto a quel che l'Aula stessa credo voterà, il Governo manterrà gli impegni. Per adesso accordiamo un po' di fiducia sapendo che siamo all'inizio di un'opera poderosa che, però, è l'unica, dal, nostro punto di vista, che in qualche modo può aiutare l'azienda Italia a risollevarsi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianni. Ne ha facoltà.

PIPPO GIANNI. Signor Presidente, ormai al sud esiste un'emergenza che è diventata terribile. Si pensi che soltanto il 31,7 per cento trova occupazione; quindi, una disoccupazione di oltre il 68 per cento. Per le donne siamo addirittura a meno, un'occupazione al 23 per cento. C'è un'attenzione nell'utilizzo dei fondi del Meridione che è stata micidiale, specialmente nel Governo precedente. I fondi FAS sono stati utilizzati per altre ragioni, le ferrovie trovano ogni occasione ottima per andare a costruire doppi e tripli binari nel nord Italia, disattendendo di fatto quella che può essere la continuità territoriale del Paese. Nel Mezzogiorno e in Sicilia - questo giusto per ricordarlo ai colleghi della cosiddetta Padania - negli ultimi cinquant'anni ogni anno vi è stato un prelievo fiscale di oltre 70 mila miliardi di vecchie lire che hanno contribuito notevolmente allo sviluppo del nord. Noi non vogliamo recriminare, non siamo qui a richiedere di restituirci quello che abbiamo dato, lo abbiamo fatto con tutto il cuore e abbiamo creduto che il Paese potesse essere unico, uno, e che potesse essere rilanciato per diventare integrabile con l'Europa.
Purtroppo, da un lato ci sono le ferrovie e, dall'altro, il dissesto idrogeologico e le ancora presenti difficoltà nel portare avanti le autostrade e, quindi, le infrastrutture che sono strategiche per lo sviluppo del Paese e quello del Meridione. Infatti, senza le strade, le autostrade e le ferrovie non c'è lo sviluppo. Tutto questo ci viene negato a fronte di un interesse particolarmente difficile da comprendere da parte di un Governo che comincia ad essere sempre più sordo e, forse, anche più sordo del precedente. Non riesce a capire che c'è la necessità di un'attenzione verso un Meridione che ha sempre dato e continua a dare al Paese lavoro, cultura, forza, economia e risorse.
Abbiamo bisogno, caro Governo, che siano assunte iniziative forti. I fondi FAS, che per acronimo sono fondi che servono allo sviluppo del sud, sono stati utilizzati per altri scopi. E abbiamo fatto bene, per carità; abbiamo utilizzato le risorse perché molte aziende del nord ne avevano bisogno per la cassa integrazione, per sviluppare e per eliminare le storture e le difficoltà del momento, ma oggi chiediamo al Governo che sia fatto uno sforzo, non per ripristinare tutto quello che è stato preso, ma almeno una parte imponente e importante per rilanciare le ferrovie e le autostrade e per rilanciare l'occupazione, anche l'occupazione di tutti quei laureati che hanno fatto la ricchezza di questo Paese.
Un'operazione da farsi rapidamente, quindi, che possa dare occupazione e che possa portare al credito d'imposta. Abbiamo più volte detto che era immaginabile che i siti contaminati di interesse nazionale, che pure vanno da Mestre a Siracusa a Augusta-Priolo-Melilli, potessero diventare zone franche col credito d'imposta possibile per dare economia, sviluppo e attrazione per gli investitori e per l'industria. E questo è possibile. Farsi carico di un confronto con l'Unione europea perché a questi paesi, al Meridione e a questi siti contaminati, che hanno dato in termini di salute, ambiente e territorio Pag. 23maltrattato e distrutto, sia data una sorta di compensazione, garantendo la zona franca e il credito di imposta nei siti contaminati di interesse nazionale.
Sono suggerimenti che la prego di voler verificare con tutta la forza che questo Governo può avere e di cui fino a ieri, con mozioni largamente condivise e votate da questo Parlamento, è stato dato mandato allo stesso Presidente Monti di farsi carico, guardando con attenzione alla BCE perché le risorse da dare alle piccole e medie imprese non siano date invece a grandi gruppi dell'asse franco-tedesco.
E che Trenitalia la smettesse pure di continuare a chiudere tratti di ferrovie che hanno da sempre consentito che la Sicilia e il Meridione potessero essere collegabili al resto del Paese! Quindi al Governo chiediamo con forza che ci sia una attenzione non al sud ma a quelle che sono le infrastrutture per riequilibrare il Paese e consentire un recupero a quanti nel tempo hanno dato e continuano a dare a questo Paese in termini economici, culturali, di storia per la ripresa del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Briguglio. Ne ha facoltà.

CARMELO BRIGUGLIO. Signor Presidente, signor Ministro, nonostante il Presidente Monti pensi che il Governo abbia l'appalto di tutto il consenso politico e sociale in questo Paese, proviamo a difendere la coesione e comunque la rappresentanza politico-sociale come Futuro e Libertà, come forza politica che ha a cuore l'interesse nazionale e in particolare lo sviluppo delle aree deboli del Paese. Lo facciamo con un contributo operativo serio costituito dalla mozione che abbiamo presentato che è confluita nella mozione largamente unitaria che vede l'assorbimento degli altri documenti presentati dalle altre forze politiche e dagli altri gruppi parlamentari.
Poche osservazioni, qualche riflessione. Anzitutto nel quadro di questa recessione che investe pienamente il nostro Paese è evidente che il divario tra nord e sud è destinato ad aumentare e quello che ci interessa sotto il profilo più strettamente sociale è un divario che è fotografato dalla condizione dell'occupazione nel Mezzogiorno e, in particolare, di due categorie che stanno al centro della nostra attenzione e anche della nostra cura nel programmare la nostra azione politica: i giovani e le donne. Le statistiche sono note. Abbiamo un aggravarsi dei tratti strutturali della situazione del lavoro nel Meridione. Un tasso di disoccupazione che nel primo semestre 2011 era al 13,2 per cento contro il 5,5 del nord; un tasso di disoccupazione giovanile pari al 39 per cento contro il 6 per cento del centro-nord; un tasso di occupazione femminile pari al 30,7 contro il 55,4 nel centro-nord.
Abbiamo con grande apprezzamento letto la sua relazione alle Commissioni bilancio di Camera e Senato e le riconosciamo sia una notevole competenza e anche un certo stile, signor Ministro, una certa coerenza nel suo percorso prima professionale e tecnico e anche adesso come uomo di Governo e sappiamo che la sua è un'attenzione su cui certamente possiamo puntare. Non abbiamo una visione piagnona del Mezzogiorno, vecchio stile, secondo cui crediamo che la colpa sia degli altri. Penso che vi siano gravi responsabilità delle classi dirigenti meridionali in questi anni. È inutile nasconderlo.
Esse sono strettamente collegate anche al divario che non è stato colmato.
Tuttavia questo non impedisce una riflessione di fondo sui gap strutturali: l'Italia a due velocità non è soltanto un dato politico e morale, ma quasi un dato fisico. Soltanto due riflessioni e due dati: il trasporto ferroviario e certamente il trasporto immateriale, chiamiamolo così, cioè l'utilizzo di Internet nelle due grandi aree del Paese. Certamente qui il Governo può intervenire. Noi non possiamo accettare che vi siano dei continui tagli ed un continuo ridimensionamento del trasporto ferroviario nel Mezzogiorno d'Italia, che non è cambiato in un secolo. Questo è, credo, Pag. 24un impegno che il Governo deve assumere, anche tramite le Ferrovie dello Stato.
L'altro è un dato per cui le stesse aziende, in particolare le piccole e medie imprese meridionali, registrano un grado di penetrazione di Internet ancora troppo basso: solo il 25,5 per cento delle imprese meridionali usa Internet per la gestione dei rapporti con i clienti, contro il 46,2 per cento del resto d'Italia. Quindi l'Italia a due velocità è proprio reale e concreta, non è un'immagine. Io credo che, sotto questo profilo, il Governo possa fare molto e noi confidiamo che almeno questo gap possa essere superato, per una ragione politica di fondo: se noi vogliamo avviare un processo di crescita nel nostro Paese non possiamo che coinvolgere il Mezzogiorno d'Italia. Se non si coinvolge quest'area immensa - che è un'area territoriale, fisica, ma che è anche un'area dove vi sono grandi risorse e grandi energie intellettuali, morali, con tanti giovani che hanno una preparazione, una qualificazione ed una formazione certamente al di sopra della media anche in Italia - se non coinvolgiamo questo arsenale di cervelli e di potenzialità non espresse non vi sarà alcuna crescita per il nostro Paese. Lo diciamo soprattutto a quelle parti politiche che pensano che possa crescere solo una parte del Paese e che poi questa parte del Paese debba crescere in una dimensione egoistica, come se vi fosse un vecchio vagone, il Mezzogiorno d'Italia, che si può sganciare così, senza colpo ferire. Questa è una visione assolutamente miope.
Noi abbiamo ancora tante cose da fare - lei nella sua relazione alle Commissioni di Camera e Senato l'ha detto - abbiamo delle cose molto gravi che dobbiamo superare, in particolare l'utilizzo dei fondi europei: il 7,4 per cento, al 21 novembre 2011, fa sì che noi nella graduatoria europea siamo superiori soltanto alla Romania e questo è un dato che ci umilia come classe dirigente nazionale del Paese ed è una sfida per il Parlamento e in particolare per il Governo. Anche con questi dati cade un certo falso mito, secondo cui è soltanto responsabilità delle classi dirigenti regionali del sud se poi non si riesce ad utilizzare questa grande risorsa che l'Unione europea ci mette ogni anno a disposizione. Quando lei, nella sua relazione, scrive come primo punto di responsabilità di questo mancato utilizzo la debolezza di indirizzo dei centri di competenza e coordinamento nazionali, significa che anche il Governo nazionale, oltre che i governi del territorio ed oltre che le classi dirigenti regionali, ha delle responsabilità. Quindi anche la dimensione nazionale del Governo ha delle responsabilità e sotto questo profilo bisogna quindi lavorare ed intervenire.
Pertanto, la mozione unitaria riassume le nostre riflessioni e le nostre opinioni. Io credo, con molta franchezza, che non bastino le poche ore che il Parlamento ha dedicato in quest'occasione al Mezzogiorno d'Italia, tuttavia, crediamo che le mozioni che provengono dalle forze politiche e, per quanto ci riguarda, anche dal nostro gruppo parlamentare, siano un'occasione di dibattito e di stimolo nei confronti di un Governo che - vogliamo sperarlo, anzi, lo registriamo - è attento.
Vogliamo sempre vedere attento il Governo, in una chiave produttiva e non più assistenziale, ai problemi del sud e al grande problema, che è un problema di crescita complessiva dell'Italia, del divario fra nord e Mezzogiorno d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del Liceo «Fusinieri» di Vicenza, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà, considerato che precedentemente era alla Conferenza dei presidenti di gruppo, per quattro minuti.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, la ringrazio. Noi sappiamo che, in questo periodo di crisi che si registra nel nostro Paese, il Mezzogiorno d'Italia è il più colpito. Sappiamo, inoltre, che è stato necessario negli ultimi mesi, nell'ultimo Pag. 25anno e mezzo, utilizzare anche fondi che erano destinati al Mezzogiorno - i cosiddetti fondi FAS - e ad altri impieghi, soprattutto, per affrontare le problematiche dei lavoratori disoccupati del nord. Quindi, vi è stato uno spostamento di fondi destinati al Mezzogiorno verso il nord.
Sappiamo, inoltre, che il Mezzogiorno viene riconosciuto come l'area nazionale dove è possibile crescere di più, perché, trovandosi indietro nelle infrastrutture e nella produzione di beni, crescere per il Mezzogiorno significa crescere per tutto il Paese. Tuttavia, per fare questo, è necessario superare il gap infrastrutturale e, contemporaneamente, avviare una politica di sviluppo che punti sulle questioni fondamentali del Mezzogiorno e, in particolare, sull'industria più ampia, da favorire più di tutte, che è il turismo nel Mezzogiorno, che potrebbe essere veramente una miniera per tutto il nostro Paese.
Per avviare la questione infrastrutturale, è necessario fare uno sforzo anche di fantasia: dobbiamo puntare - lo Stato deve puntare - ad allungare l'alta velocità ferroviaria da Salerno a Palermo. È ovvio che questo è necessario, perché significa dare valore a tutto quello che si è detto in questi anni con la questione del passaggio dalla gomma al ferro per quanto riguarda, soprattutto, le merci. Tuttavia, non è una questione solo di merci, ma anche di persone. Quindi, la questione infrastrutturale si pone come fondamento per avviare una politica di crescita e di sviluppo del Mezzogiorno.
Ciò significa, accanto a questo, affrontare il problema dei giovani. La dico tutta: vi è un problema importantissimo, per esempio, che affronteremo nei prossimi giorni in un'altra mozione, relativo alla riduzione del personale del nostro Esercito e della possibilità di mettere a disposizione dei giovani posti qualificati nell'Esercito.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

AURELIO SALVATORE MISITI. Ebbene, sappiate che il 97 per cento di esso proviene dalle cinque regioni meridionali. Se chiudiamo anche questo canale, significa che vogliamo che i giovani meridionali non abbiano mai un posto di lavoro.

PRESIDENTE. Deve concludere.

AURELIO SALVATORE MISITI. Mi avvio a concludere, signor Presidente. È necessario avvertire che tutti riconoscono che se si sviluppa il Mezzogiorno, si sviluppa l'Italia; lo riconosciamo anche noi e siamo disponibili ad arrivare a una mozione unitaria ma che contenga queste basi per cui l'Italia possa finalmente crescere attraverso la crescita del Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Grande Sud-PPA).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole dell'Unione di Centro sulla mozione sottoscritta dai gruppi parlamentari che sostengono il Governo. Signor Ministro, non è la prima volta che il Parlamento si occupa del Mezzogiorno; non è la prima volta in questa legislatura, altre volte è successo; il più delle volte, però, senza alcun risultato. Siamo felici, tuttavia, che questa volta la maggioranza che sostiene il Governo abbia scelto di unificare i diversi punti di vista formulando un'unica mozione. Troppe volte, in passato, infatti, il sud è stato occasione per dividere la politica nazionale e non per unirla nell'interesse della crescita dell'intero Paese; eppure, se c'è una parte del Paese che può crescere contribuendo alla crescita dell'intero Paese, questa parte, soprattutto, è il Mezzogiorno d'Italia dove l'incremento, possibile, marginale del PIL può essere senz'altro più significativo che in altre regioni. Invece, troppe volte, le difficoltà del sud, il suo strutturale ritardo di sviluppo, sono stati strumentalizzati da chi aveva interesse a farlo per costruire fortune politiche di parte; da quelli, come la Lega, che lo hanno additato ai cittadini del nord come la causa dell'alta pressione fiscale Pag. 26e come la causa di tutti i mali del Paese, il simbolo del male da combattere; ma, anche, da quelli che nel Mezzogiorno, di volta in volta, si ergevano a Masaniello di turno per cercare consensi attraverso una sorta di leghismo al contrario.
Noi riteniamo, invece, che se il Mezzogiorno deve tornare ad essere questione nazionale e leva per la crescita di tutto il Paese allora deve, innanzitutto, essere occasione per unire e non più per dividere. Per questo siamo particolarmente felici che da qualche mese, con questo Governo, si parli, di nuovo, di coesione nazionale e territoriale. Siamo contenti che non ci sia più il Ministero per l'attuazione del federalismo e che ci sia, invece, il Ministero per la coesione territoriale perché il federalismo vero è quello che si può realizzare, soltanto, entro la cornice della coesione nazionale e dalla crescita equilibrata di tutto il Paese e della base fiscale di tutte le regioni. Siamo felici che non si parli più di ministeri a Monza o di altre stravaganze del genere. Sono meriti che ascriviamo al Governo ma anche alle forze politiche che sostengono il Governo.
Finalmente, dunque, sembrano esserci tutte le condizioni politiche per affrontare, con piglio più deciso, i problemi del Mezzogiorno. Al Governo però chiediamo di fare sul serio, questa volta, di fare davvero del Mezzogiorno una leva per la crescita del Paese, di mettere davvero il sud in cima all'agenda per la crescita del nostro Paese proseguendo sulla strada delle riforme. C'è uno studio molto bello della Banca d'Italia che dice che il Mezzogiorno ha gli stessi problemi che ha il Paese, ma ce li ha cento volte più gravi. Se facciamo le riforme e le facciamo con maggiore intensità nel sud del Paese, quella sarà la strada per far crescere il Mezzogiorno. C'è un problema di competitività in Italia? Si c'è. C'è nel nord e c'è ancor di più nel sud; se il Governo continua nella strada delle riforme per accrescere la competitività nel Paese, di questi interventi si gioverà soprattutto il Mezzogiorno. C'è un problema di tempi della giustizia civile nel Paese? C'è ed è evidente, ma se andiamo a confrontare i tempi della giustizia nel distretto di Torino e poi, per esempio, nel distretto di Lecce, ci rendiamo conto che questo problema è ancor più grave nel sud del Paese. Questo problema evita di attrarre investimenti stranieri nel Paese, infatti siamo ad una soglia inferiore al 6 per cento, ma soprattutto nel Mezzogiorno, dove questa soglia è assai più bassa, pari allo 0, 6 per cento. C'è un problema di qualità della scuola e del capitale sociale del Paese? C'è, le indagini dell'OCSE-PISA testimoniano, ogni anno, quanto distante sia la qualità della nostra scuola dalla qualità della scuola nel resto d'Europa e però, all'interno del Paese, questa dualità è ancora più presente.
Vi è un problema di peso eccessivo della burocrazia e dell'intermediazione politica? Sicuramente sì, in tutto il Paese, ma ancor più nel Mezzogiorno, dove la politica spesso si è sostituita al mercato. Chiediamo al Governo, quindi, di fare sul serio, e riconosciamo anche a chi si è occupato di Mezzogiorno, nel Governo precedente, al Ministro Fitto, di aver tentato e di esserci in parte riuscito a riallocare la spesa dei fondi comunitari verso obiettivi strategici.
Riconosciamo questo merito al Governo del Ministro Fitto, così come vorremmo, però, che il Governo, proseguendo su questa strada, evitasse gli spot inutili a cui ci ha costretti il Governo precedente, come quello, per esempio, della Banca del Mezzogiorno. Che fine ha fatto questa banca? Vi era bisogno di fare tutto questo clamore, speculando sulle difficoltà di accedere al credito degli imprenditori del sud, per far diventare poi questa banca semplicemente una filiale della banca delle poste? Chiediamo al Governo di fare sul serio sul lavoro, che rappresenta un problema in tutto il Paese, ma nel Mezzogiorno il tasso della disoccupazione ha raggiunto una dimensione tragica, e di intervenire nella direzione di assegnare più risorse al credito di imposta per i nuovi occupati nel sud. Tuttavia, siccome la creazione del lavoro avviene per conseguenza degli interventi che hanno per oggetto il consolidamento del tessuto produttivo di un territorio, chiediamo al Governo Pag. 27anche di ripristinare la norma inserita in qualche provvedimento finanziario di qualche mese fa, che prevedeva il credito di imposta anche per gli investimenti nel Mezzogiorno.
Chiediamo anche di porre in essere qualche lineamento di politica industriale, così come evidenziato nell'indagine prodotta dallo Svimez, che ha dimostrato anche un'altra cosa di straordinaria gravità e importanza, ossia quanto grave sia il fenomeno dell'esodo dei giovani dal sud verso il nord: seicentomila residenti, negli ultimi dieci anni, hanno abbandonato il Mezzogiorno, il più delle volte giovani formati nel Mezzogiorno, e che vanno a costituire il capitale umano di altre regioni o di altre parti d'Europa.
Secondo queste stime, nel 2050, se si proseguisse in questo modo, nel sud non rimarrebbe più nessuno di quelli che dovrebbero occuparsi dello sviluppo, perché il sud sarebbe la parte più vecchia dell'intero Paese. Nella ricerca dello Svimez si chiedeva di intervenire, per esempio, nella direzione di valorizzare gli investimenti industriali che hanno per oggetto iniziative nel settore ambientale e in quello delle energie alternative. Infatti, vi sono potenziali giacimenti di energia geotermica assolutamente inutilizzati nel sud del Paese.
Chiediamo al Governo, questa volta, di fare sul serio, perché sappiamo che questo Governo ha la consapevolezza che il Mezzogiorno da solo non ce la può fare, ma ha bisogno del contributo di tutto il Paese, e soprattutto ha bisogno che il Paese acquisisca di nuovo la coscienza che la questione meridionale è innanzitutto questione nazionale, perché se il sud non ce la può fare da solo è evidente che nemmeno il Paese può vincere la sfida della competitività e della crescita senza il contributo del sud.
In sostanza, Presidente: il Paese, o cresce e si salva insieme, o non crescerà abbastanza per salvarsi (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, rappresentante del Governo, devo dire che ci troviamo in particolare difficoltà ad ascoltare gli interventi dei colleghi della maggioranza ed anche quelli di alcuni componenti dell'opposizione, perché come Lega Nord ci siamo trovati per anni ad essere accusati di essere egoisti, di pensare solo ai nostri territori, e adesso ci troviamo delle mozioni - in particolar modo in un periodo di crisi economica che coinvolge tutto il sistema produttivo Paese, e in particolar modo di quello che ha mantenuto il Paese fino ad adesso - che chiedono crediti d'imposta, vantaggi fiscali e investimenti solo ed esclusivamente nel Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
È una cosa che non possiamo accettare. Non possiamo accettare la tesi per cui avremmo rubato i fondi FAS al Mezzogiorno, perché se è vero che è stato previsto che i fondi FAS vadano per l'85 per cento al Mezzogiorno, è altrettanto vero che i fondi FAS sono soldi pagati dal nostro Paese, e per l'85 per cento vengono pagati dai cittadini del nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).Quindi nessuno ha il diritto di quei fondi FAS: non sono soldi pagati e usciti dalle tasche dei cittadini del Mezzogiorno, ma dalle tasche dei cittadini del nord.
Qui nessuno ci insegna che con i nostri soldi si può fare quello che si vuole, in particolar modo se quei soldi nel passato sono sempre stati utilizzati male e per spesa corrente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) oppure non sono stati nemmeno utilizzati, perché non c'era nessuna progettualità di investimento. Che adesso ci vengono a chiedere mozioni, approvate dal Parlamento, con l'avallo del Governo, che vanno in questa direzione è inaccettabile.
Governo, vi siete accorti che dai vostri controlli sull'evasione fiscale - fatti principalmente al Nord, dove c'è la più bassa Pag. 28evasione fiscale - da quei pochi fatti al Sud, si è riscontrato che a Napoli non è che non vengono fatti gli scontrini, non ci sono i registratori di cassa! È quello il problema del Sud (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Il problema del Sud non è questione di investimenti, è questione di legalità. Abbiamo regioni come Campania e Calabria dove i tassi di evasione ed elusione arrivano al 70-80 per cento, e voi pensate che dove ci sono un'elusione e un'evasione totali, facendo agevolazioni di imposta, risolvete i problemi? In questo modo semplicemente continuerete a prendere i soldi dai cittadini del Nord, dalle imprese del Nord, che sono in uno stato di crisi dovuto all'economia internazionale, per darli al Sud senza risolvere il problema.
Per questo, come Lega, voteremo convintamente contro tutte le mozioni. Credo che l'unica mozione seria che bisogna fare per il Mezzogiorno è che lì vi sia la presenza delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) e le istituzioni non sono solo lo Stato nazionale, il Governo nazionale, ma anche le regioni e gli enti locali che, prima o poi, bisogna responsabilizzare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Come spendono i soldi che continuano a sprecare? Il Governo ha rimandato una misura di giustizia che poteva servire a sviluppare il Sud in modo responsabile, ovvero il federalismo fiscale con i costi standard. Voi lo avete voluto rimandare; voi con questo atto avete avallato, ed anzi avete condiviso e state condividendo, il continuo spreco che avviene in molte regioni del Mezzogiorno e adesso mi venite a dire e date parere favorevole su alcune mozioni che dicono che bisogna ridare i fondi FAS e le agevolazioni fiscali al Mezzogiorno. Addirittura, c'erano delle mozioni, che fortunatamente sono state ritirate in quanto è stata presentata una mozione unica, dove - mi sto riferendo alla mozione a prima firma Briguglio - si diceva che bisogna incentivare la ricerca soltanto per le regioni del Mezzogiorno, soltanto per le aziende del Mezzogiorno, e tutte le accuse che sono state fatte alla Lega nel passato mi sembrano strumentali e addirittura si dice che queste formazioni devono essere fatte soltanto per i giovani qualificati di origine meridionale.
Adesso vorrei sapere con quale coraggio anche Futuro e Libertà continuerà a dire o a contestare qualcosa che riguarda politiche di difesa del territorio... (Commenti del deputato Briguglio). Mi dispiace, lo hai scritto tu! Leggo: «(...) con la formazione di veri e propri distretti tecnologici che creino occupazione per tutti quei giovani qualificati di origine meridionale». Lo ripeto: di origine meridionale. Quindi, voglio dire che se c'è un giovane che viene da un'altra area del Paese, non potrà accedere a questo tipo di formazione.
Quindi, quando sentiremo le critiche strumentali che vengono fatte da Futuro e Libertà ovviamente da ora in poi ci metteremo a sorridere, penso che sorrideranno un po' di meno quando si presenteranno nelle cabine elettorali i cittadini del Nord e troveranno il simbolo di Futuro e Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Penso che sorrideranno e forse faranno il segno su un simbolo diverso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) da chi vuole discriminare i cittadini del Nord, che continuano a pagare le tasse.
In un particolare momento di crisi - concludo - credo che interventi di agevolazione fiscale di abbassamento del costo del lavoro e di abbassamento del costo dell'energia debbano riguardare tutto il Paese, ma se me lo permette, in particolar modo quell'area che ha contribuito fino ad ora a mantenere il Paese, e continua a farlo. Penso che in un momento di crisi, di cassa integrazione e di licenziamenti di esodati al Nord, dopo tutti gli anni di sacrifici e di mani in tasca che hanno dovuto subire, questi siano i primi a dover avere delle risposte, per tutelare se stessi e le loro famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

Pag. 29

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, credo che oggi facciamo un'operazione politica importante approvando una mozione unitaria che rappresenta la larga maggioranza di questo Parlamento. Se valutiamo la crisi entro cui siamo immersi, se valutiamo le cause di questa crisi, ci accorgiamo che una delle cause fondamentali è rappresentata dalla diseguaglianza, dal fatto che c'è troppa differenza nella distribuzione della ricchezza tra ceti, tra zone, tra ambienti.
Questo vale nel mondo, ma vale in particolare in Italia e non a caso l'Italia è uno dei Paesi che sta pagando di più il prezzo di questa crisi. Dopo gli Stati Uniti, l'Italia è il Paese più diseguale del mondo occidentale perché somma ad una diseguaglianza di ceti una diseguaglianza di zone, cioè le somma in maniera tale da creare un vero miscuglio micidiale. È una condizione complessiva non solo inaccettabile sul piano economico e sociale, ma anche una condizione complessiva di possibile uscita dalla crisi più difficile.
Per questo è fondamentale cercare in tutte le maniere di diminuire queste diseguaglianze, di fare una politica che unisca, di fare una politica di coesione, di fare una politica cioè che renda il Paese finalmente unito. Interventi come quelli che abbiamo sentito precedentemente, da parte di un collega leghista, sono l'esatto contrario di quello che bisognerebbe fare. Tre anni e mezzo di politica leghista hanno prodotto questo grande risultato: il Paese ha diminuito la sua ricchezza del 6 per cento, il 4 per cento il Nord e l'8 per cento il Sud, perché, se si continua ad abbandonare le zone deboli, anche le zone forti pagano un prezzo enorme.
Fino a quando non entrerà nella testa di tutti che, se si vuole un futuro per il Paese, bisogna partire dai ceti e dalle zone deboli, perché questo garantisce e solo questo può garantire il futuro, il Paese come tale non avrà un suo futuro reale di crescita e di sviluppo. E siccome si è fatto tanto parlare di chi sono soldi, di come sono stati utilizzati, io chiederei, per favore, smettetela con questa propaganda inutile: i FAS sono stati usati per non far pagare le quote latte agli agricoltori del Nord che non avevano rispettato le direttive europee, smettetela (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Smettetela!
Smettetela, perché non serve a niente nascondere la verità, non serve a niente fare gli opportunisti, i clientelari e poi venire a fare lezioni perché questo non porta da nessuna parte. E mettetevelo bene in testa, voi come tutti, i ladri, gli evasori, gli opportunisti sono in tutta Italia, nessuno è escluso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Futuro e Libertà per il Terzo Polo). Bisogna condannarli dovunque, al Nord, al Centro e al Sud, senza distinzione perché, se fate le distinzioni razziali, vi accorgerete che poi le regioni dove si insidia maggiormente la criminalità organizzata, perché trova sostanza, sono le regioni di tutto il Paese, in particolare quelle più ricche. Quindi, abbiamo tutti interesse di uscire da questa logica, di entrare in una logica nuova, come ha fatto un grande Paese, la Germania. Prendete esempio dalla Germania. In vent'anni la Germania ha integrato 20 milioni di cittadini dell'est, investendo 1.500 miliardi di euro, esattamente 75 miliardi di euro l'anno. L'Italia in sessanta anni ha investito 360 miliardi di euro, esattamente meno della metà, un quarto di quanto ha fatto la Germania. Oggi la Germania è un grande Paese unito, sviluppato, competitivo nel mondo.
È quello che può diventare l'Italia, se capisce che questa è la sua scommessa, se capisce che questo è il suo futuro. È per questo che credo che condannando una politica miope, che ha sostanzialmente ridotto il Paese in queste condizioni, noi dobbiamo uscire in avanti. Questa politica ha caratterizzato il Governo precedente, ora bisogna svoltare. È importante che ci ritroviamo in questa maggioranza con forze che sostengono questo Governo proprio per fare questo passo in avanti, per determinare questa condizione nuova, per fare Pag. 30in modo, in sostanza, che noi si esca da una condizione di minorità complessiva.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 17,12)

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. E, allora, come si fa? Svoltando. La nostra mozione lo dice e il fatto che il Governo abbia espresso parere favorevole è un segnale che va nella direzione giusta, perché la nostra mozione indica i punti, indica le condizioni. Dobbiamo uscire da una logica di assistenza, dobbiamo entrare in uno sviluppo produttivo, che serve a tutti, dobbiamo mettere in moto, in sostanza, quelle infrastrutture materiali e immateriali che servono a tutto il Paese e, in particolare, a chi ne ha più bisogno e quegli investimenti produttivi che possono dare un futuro a quelle aree.
È su questo che puntiamo, in maniera forte, e - lo diciamo - non aggiungendo risorse. Noi vogliamo spendere bene i soldi della Comunità europea, vogliamo spendere bene i fondi comunitari, vogliamo, cioè, dare, come ha cominciato a fare questo Governo, un segnale chiaro, esplicito che vada nella direzione produttiva (e qui lo indichiamo). I crediti d'imposta sono lo strumento principale perché non si prestano a nessuna - lo ripeto, a nessuna - possibilità di clientela e di latrocinio. I crediti d'imposta sono automatici, quindi, non permettono intromissioni, non permettono alcun tipo di capacità distorsiva. Ecco perché noi puntiamo sul credito d'imposta per l'occupazione e sul credito d'imposta per gli investimenti, proprio per ottenere questo risultato di uno sviluppo produttivo che serve alle zone deboli, ma che rilancia, contemporaneamente, le zone forti del Paese, perché quelle zone forti vendano i beni e i servizi a tutto il Paese, oltre che a tutto il mondo. Allora, da qui, da questa impostazione, vogliamo una forte dotazione di risorse provenienti dai fondi europei - dal momento che la Commissione europea finalmente ci ha autorizzato - che vada in questa direzione, perché questa è la direzione giusta, questa è la direzione dello sviluppo, questa è la direzione che può cancellare - che può cancellare - anni di ritardo.
Poi vi è bisogno di un grande piano infrastrutturale. L'Italia non si può fermare a Salerno, l'Italia non si può fermare in condizioni pietose rispetto a questo piano di infrastrutture, per attrarre investimenti privati nel turismo, nell'industria, nell'agricoltura. Per farlo, lo diciamo al Ministro Barca, affinché lo dica anche al Presidente Monti, ci vorrebbe un bel giro del Presidente Monti per le aree metropolitane dell'Italia, a partire da quelle meridionali, e per le infrastrutture meridionali. Ci vorrebbe un bel viaggio in treno, da Napoli a Palermo, per rendersi conto di come è ridotta la ferrovia meridionale in questo Paese. Ci vorrebbe che il Presidente Monti facesse un'opera di verità e la presentasse a tutto il Paese, spiegandola a tutti, proprio a tutti.
Possiamo fare una pagina nuova unendo questo Paese. Il PD si batte per questo. Vuole un nuovo Paese al Nord, al Centro e al Sud. Però, si parta dalle zone deboli, perché da lì nasce la possibilità di fare più consumi, più produzione, più investimenti. Se questo entra nella testa di tutti, penso che ce la possiamo fare. Con oggi svoltiamo questa pagina e ce la possiamo fare, perché dimostriamo buona volontà e capacità.
Ecco perché nell'approvare e nel preannunziare il nostro voto favorevole a questa mozione insistiamo su questo elemento. Anche i sordi, prima o dopo, sentiranno. Anche i muti, prima o dopo, parleranno. Basta, basta con questo stereotipo di chi produce e di chi non produce.
Noi vogliamo che tutta l'Italia produca, che tutta l'Italia abbia un futuro e che tutti i giovani italiani possano guardare avanti con fiducia e con determinazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitto. Ne ha facoltà.

Pag. 31

RAFFAELE FITTO. Signor Presidente, signor Ministro, il Popolo della Libertà ha contribuito a definire una mozione unitaria con l'intento e l'obiettivo di dare un contributo positivo all'azione che il Governo sta portando avanti su questo tema.
Non voglio partecipare a questo dibattito con contrapposizioni e critiche di carattere politico perché perderemmo un'ottima occasione per fare il punto della situazione nel merito delle politiche del Mezzogiorno e anche per quanto riguarda le difficoltà ed i problemi che in questo senso emergono, né voglio iscrivermi al partito di chi rivendica a tutti i costi maggiori risorse per il Mezzogiorno, senza guardare con profonda autocritica ai problemi che ci sono, o addirittura parlarne in totale contrasto, come se tutto ciò che di negativo ci possa essere sia concentrato nel Mezzogiorno.
Noi sappiamo bene che abbiamo una situazione diversificata, conosciamo bene le difficoltà che ci sono sul fronte delle politiche del Mezzogiorno e sappiamo anche - ne siamo tutti consapevoli, tutti i gruppi - che non siamo all'anno zero. Chi vuole rappresentare l'idea che adesso questo Governo debba iniziare a lavorare partendo da una situazione disastrosa sa che non è così ed i contenuti della mozione, che ho sottoscritto e che voteremo, sono contenuti che fanno emergere con chiarezza il lavoro svolto nei mesi e negli anni precedenti dal Governo Berlusconi, che non rivendico per semplice spirito di parte, ma che rivendico in modo consapevole per il lavoro che è stato prodotto e per i risultati, che non possono essere immediatamente visibili date le circostanze e i problemi che abbiamo davanti sono annosi e, in questa fase così complessa dal punto di vista di una crisi strutturale a livello economico ed internazionale che viviamo, gli esiti non possono che essere ancora più drammatici nel Mezzogiorno del Paese.
Se tutto questo è vero - com'è vero - siamo dell'idea che l'occasione odierna, signor Ministro, sia un'occasione utile per sollecitare il Governo sulla strada che sta già compiendo, molto positivamente: la strada è quella di dare attuazione alle delibere del CIPE, che il precedente Governo, all'interno del piano nazionale per il Sud approvato in Consiglio dei ministri, aveva varato: le delibere sulle infrastrutture per oltre 7 miliardi di euro, quelle sull'università e la ricerca per oltre un miliardo di euro e quella relativa al tema del dissesto idrogeologico, appena varata dal CIPE, dell'attuale Governo.
A tal proposito, chiediamo l'impegno concreto di passare operativamente a rendere disponibili queste risorse per poter avviare gli interventi. Lo vogliamo fare anche utilizzando un aspetto - lo dico anche in riferimento agli interventi che ho ascoltato precedentemente - di cui al decreto legislativo n. 88 del 2011, sul contratto istituzionale di sviluppo, che è uno strumento che deriva dal federalismo perché anche sul federalismo siamo dell'idea che non debba essere contrapposto politicamente e polemicamente.
Il federalismo al quale noi, come Popolo della Libertà, abbiamo contribuito, nella consapevolezza che il principio della responsabilità delle classi dirigenti sia un principio fondamentale - che non rinneghiamo in alcun modo, ma anzi rilanciamo - ha al suo interno alcuni strumenti importanti quali gli strumenti che responsabilizzano la pubblica amministrazione sui tempi ed i modi di attuare gli interventi che sono stati indicati, così come anche il tema del credito di imposta che viene richiamato è un provvedimento che ha varato il precedente Governo all'interno del decreto-legge n. 70 del 2011 e che la Commissione europea ha consentito con un suo via libera e che oggi aspetta - come ricordiamo nella mozione - la definizione di un decreto interministeriale, che possa rendere a disposizione lo strumento e mettere anche in disponibilità le risorse necessarie.
Su questo siamo convinti che ci sia bisogno di una continuità, così come siamo convinti che il piano d'azione e coesione a livello europeo che questo Governo sta portando avanti con la Commissione europea sulla base dei punti di incontro stabiliti e sottoscritti dal precedente Governo, Pag. 32sia un punto di riferimento essenziale, anche e sopratutto sull'obiettivo della concentrazione delle risorse, sui temi fondamentali quali l'istruzione, l'occupazione, la banda larga e le infrastrutture, in modo particolare quelle ferroviarie, per mettere in campo un'azione credibile che consenta al sistema Paese di poter svolgere un'azione credibile nel contesto europeo in questo periodo.
Questa mattina ho ascoltato con attenzione l'audizione del Ministro Moavero Milanesi, in Commissione bilancio, sulla trattativa in corso a livello europeo per il futuro del bilancio dell'Unione europea e per il futuro delle politiche di coesione.
Noi siamo consapevoli della peculiarità tutta italiana sulla difficoltà delle politiche di coesione. Siamo convinti e consapevoli - e abbiamo anche ascoltato in tal senso parole convincenti - che il potere di veto sull'intero impianto del bilancio possa e debba essere esercitato dal nostro Paese se non dovessero essere recepite le indicazioni che sono inserite all'interno delle politiche di coesione. Tutto questo non è contrapposizione, perché le politiche di coesione riguardano l'intero Paese. Riguardano un sistema complesso di rapporti con le regioni e riguardano un sistema complesso che deve partire da una profonda autocritica su ciò che è accaduto, ma anche dalla consapevolezza che la prospettiva sulla quale giochiamo il futuro del nostro Paese poggi su una credibilità reale, ma poggi soprattutto anche su un elemento di fondo, ossia che rivendicare per polemizzare non serve a nulla. Costruire un percorso difficile all'interno del quale la governance possa essere un punto di riferimento essenziale, penso che sia il tema sul quale confrontarci. Se qualcuno pensa, sulla base di un intervento su una mozione, o sulla base di una dichiarazione ad un convegno, che si possano avviare a soluzione le questioni del Mezzogiorno, allora ne siamo lontani. Chi si è cimentato - e il precedente Governo lo ha fatto, anche con risultati molto importanti - con questi problemi sa, come lei signor Ministro sa molto bene, quali sono le difficoltà che abbiamo di fronte. Oserei dire che abbiamo di fronte una sfida innanzitutto di carattere culturale, ancor prima che di carattere politico ed economico. Su questa sfida penso che sia necessario confrontarsi in modo serio, ma soprattutto sia necessario indicare un percorso che possa dare anche una giusta chiave di lettura.
Il Mezzogiorno non è tutto uguale e il Mezzogiorno non è tutto negativo. Se abbiamo più mezzogiorni, se abbiamo regioni diverse da altre, se abbiamo province diverse dalle altre, se abbiamo città diverse dalle altre, vuol dire che il tema del Mezzogiorno può essere declinato in forme differenti, vuol dire che c'è anche una buona politica ed io non me la sento di partecipare all'idea che, demagogicamente, o vada tutto bene o vada tutto male. Nel Mezzogiorno c'è da fare molto, c'è da farlo con forza e con decisione, c'è da farlo sulla base di un lavoro serio che abbiamo avviato come Governo Berlusconi e che noi, come gruppo del Popolo della Libertà, oggi rivendichiamo.
Siamo convinti, anche per il lavoro che l'attuale Governo sta portando avanti, e per le parole che in più circostanze il Ministro e il Presidente Monti hanno utilizzato su questo tema, che siamo sulla strada giusta. Non è facile, è una strada piena di ostacoli, ma dobbiamo andare avanti. Dobbiamo farlo soprattutto cogliendo quelle realtà positive che emergono e che sono testimonianze di buone pratiche e quindi di buona politica anche nel Mezzogiorno.
Su questo fronte voglio indicare, in conclusione, due soli titoli non da affrontare in questa mozione. Uno è quello collegato al tema del fondo per le infrastrutture varato dal precedente Governo e che questo Governo sta utilizzando nelle sedute del CIPE di questi mesi. Anche su questo penso che ci sia bisogno di una maggiore attenzione al Mezzogiorno, non per rivendicare genericamente interventi, ma per costruire e dare risposte adeguate.
Un secondo titolo è molto importante. Nella scorsa riunione del CIPE sono stati varati Pag. 33i contratti di servizio con le Ferrovie dello Stato e con l'ANAS. Penso che il tema del disservizio ed i problemi che ci sono soprattutto nel Mezzogiorno in termini di scelte da parte di queste grandi aziende di Stato, siano questioni fondamentali che vanno di pari passo con la sottoscrizione, che talvolta è lauta e generosa, di ingenti risorse. Su ciò noi chiediamo anche un impegno da parte del Governo per poter ripristinare un minimo di servizio che sia a garanzia e a tutela dei cittadini del Mezzogiorno.
Ecco per quale ragione noi, senza alcun intento polemico e con l'idea che questo dibattito possa e debba essere utile e costruttivo per affrontare realmente questi temi, esprimiamo un voto favorevole. Ed ecco perché abbiamo anche ritirato la nostra mozione e contribuito, con gli altri partiti che sostengono questo Governo, a sottoscriverne una nuova, che è di sintesi, ma che è anche molto efficace.
Noi ci auguriamo, ma ne siamo convinti, che questo Governo sappia tenere fede a questi impegni e possa proseguire su questa strada. Noi vigileremo però nella convinzione della difficoltà del lavoro, ma anche nella consapevolezza di dare un contributo fondamentale perché si possa realizzare un risultato che dia realmente una prospettiva di serietà e di credibilità all'intero Mezzogiorno, perché di questo ha fortemente bisogno l'intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cesare Marini. Ne ha facoltà.

CESARE MARINI. Signor Presidente, voglio rivolgermi ai colleghi della Lega Nord Padania, non per polemizzare, ma solamente per un confronto, possibilmente costruttivo. Cari colleghi della Lega Nord Padania, credo che dovreste ritornare alla nascita del pensiero meridionalista, soprattutto di questo secondo dopoguerra. Autori di tale pensiero sono stati liberali importanti, repubblicani, cattolici, socialisti, in modo particolare Vanoni, Saraceno, La Malfa, Rodolfo Morandi, che, come ben vedete, non erano meridionali, ma erano tutti settentrionali.
Essi si ponevano la questione dello sviluppo diseguale del Paese, che avrebbe danneggiato, a lungo andare, l'intero Paese. Per questo si sono posti la questione, e hanno immaginato di poterla risolvere con l'intervento cosiddetto straordinario aggiuntivo, che poi è partito; ed è stato un intervento che ha avuto origine con la Cassa per il Mezzogiorno, è andato avanti fino al referendum abrogativo, e poi è stato ripreso con il Fondo per le aree sottoutilizzate FAS.
Cosa è avvenuto, sinteticamente, telegraficamente, con l'intervento straordinario? In realtà, ormai è chiaro, gli storici lo hanno dimostrato ampiamente, allorquando nacque l'intervento straordinario, immediatamente è venuto meno l'intervento ordinario nelle regioni meridionali. Difatti...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Cesare Marini.

CESARE MARINI. ...abbiamo un indice - sarò brevissimo - che è quello relativo al consumo pro capite dell'investimento pubblico. Gli investimenti pubblici in Italia, nel Paese, parametrati a quello che è stato il consumo pro capite, vede il Mezzogiorno perdente rispetto al Nord. Questo è un dato certo, che ognuno di voi può verificare.
Abbiamo pagato questo prezzo, ma diciamo che per l'Unità era giusto. La nazione va vista unitariamente: non sarebbe ingiusto da parte nostra se avessimo da sollevare una sola obiezione per il fatto che le risorse FAS sono state utilizzate per la cassa integrazione...

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Cesare Marini.

CESARE MARINI. In un momento difficile, lo spirito nazionale vuole questo, e noi lo facciamo con piacere. Allora, quando parliamo di queste cose, signor Pag. 34Presidente, chiedo scusa, ma si tratta di un argomento che meriterebbe un confronto serio, perché dovrei ricordare tante altre cose, come quello che è avvenuto dopo l'Unità, quando è nata l'industrializzazione in Italia, ma avremo modo di confrontarci su questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Signor Presidente, io, diversamente da quanto detto nella mozione unitaria, essendo profondamente uomo del Sud, vorrei ricordare - al Ministro e al Governo - che il Sud è sempre più lontano dal Nord, è sempre più lontano dalla capitale. Il Sud è sempre più solo ed è sempre più lontano dalle esigenze di una civiltà normale. Io, del Sud, mi sento del Nord Africa quando mi ritiro ogni fine settimana nella mia Capitanata. Ridateci, quanto meno - e farete il minimo del vostro dovere, caro Governo - i nostri treni per il Sud, i nostri treni per il Sud!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Iannaccone ed altri n. 1-00887, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli De Girolamo, Martella, Narducci, Razzi, D'Anna, Di Stanislao, Borghesi, Palagiano, Monai, Prestigiacomo, Pescante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 492
Votanti 461
Astenuti 31
Maggioranza 231
Hanno votato
6
Hanno votato
no 455).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Miccichè ed altri n. 1-00928, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Osvaldo Napoli, Traversa, Bocciardo, Cesaro, Bernardo, Leo, Mondello, D'Anna, Calderisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 492
Votanti 476
Astenuti 16
Maggioranza 239
Hanno votato
422
Hanno votato
no 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Commercio ed altri n. 1-00934, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Della Vedova, Razzi, Mondello, Bernardo, Galati, De Poli, Cesaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 490
Votanti 468
Astenuti 22
Maggioranza 235
Hanno votato
429
Hanno votato
no 39).

Pag. 35

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Aniello Formisano ed altri n. 1-00935, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Calgaro, Giro, Agostini, Morassut...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 492
Votanti 487
Astenuti 5
Maggioranza 244
Hanno votato
447
Hanno votato
no 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ruvolo ed altri n. 1-00940, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calgaro, Cesaro, Scilipoti, Paladini, Tommaso Foti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 490
Votanti 474
Astenuti 16
Maggioranza 238
Hanno votato
436
Hanno votato
no 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Versace ed altri n. 1-00941, nel testo riformulato, accettata dal Governo,.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Gianni, Mondello, Bernardo, Della Vedova, Veltroni, Cesaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 491
Votanti 472
Astenuti 19
Maggioranza 237
Hanno votato
429
Hanno votato
no 43).

Indìco, infine, la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Antoni, Fitto, Occhiuto, Briguglio, Ossorio ed altri n. 1-00976, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Della Vedova, Calderisi, Nizzi, Pizzolante, Mazzuca, Letta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 491
Votanti 484
Astenuti 7
Maggioranza 243
Hanno votato
446
Hanno votato
no 38).

Seguito della discussione delle mozioni Di Stanislao ed altri n. 1-00781, Gidoni ed altri n. 1-00861, Porfidia ed altri 1-00862, Moffa ed altri n. 1-00907, Misiti ed altri n. 1-00908, Rugghia ed altri n. 1-00909, Cicu ed altri n. 1-00920, Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943 e Paglia, Bosi, Vernetti ed altri n. 1-00963 sulla riduzione e razionalizzazione delle spese militari, con particolare riferimento al blocco del programma per la produzione e l'acquisto dei cacciabombardieri Joint Strike Fighter (JSF) F-35 (ore 17,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Di Stanislao ed altri n. 1-00781, Gidoni ed altri n. 1-00861, Porfidia ed altri n. 1-00862, Moffa ed altri n. 1-00907, Misiti ed Pag. 36altri n. 1-00908, Rugghia ed altri n. 1-00909, Cicu ed altri n. 1-00920, Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943 e Paglia, Bosi, Vernetti ed altri n. 1-00963 sulla riduzione e razionalizzazione delle spese militari, con particolare riferimento al blocco del programma per la produzione e l'acquisto dei cacciabombardieri Joint Strike Fighter (JSF) F-35.
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 12 marzo 2012, sono state presentate le mozioni Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943 e Paglia, Bosi, Vernetti ed altri n. 1-00963, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
Avverto, altresì, che è stata testé presentata una nuova formulazione della mozione Di Stanislao ed altri n. 1-00781. Il relativo testo è in distribuzione.
Avverto, ancora, che alla mozione Di Stanislao ed altri n. 1-00781 sono stati presentati gli emendamenti Maurizio Turco n. 1-00781/1, n. 1-00781/2, n. 1-00781/3 e n. 1-00781/4.
Avverto che, a seguito della presentazione della nuova formulazione della mozione Di Stanislao ed altri n. 1-00781, l'emendamento Maurizio Turco ed altri n. 1-00781/3 non è più riferibile, mentre gli altri emendamenti, su richiesta del presentatore, devono intendersi riferiti alla nuova formulazione, con l'avvertenza che l'emendamento Maurizio Turco n. 1-00781/2 deve intendersi riferito al terzo capoverso del dispositivo. Alla mozione Gidoni ed altri n. 1-00861 è stato presentato l'emendamento Maurizio Turco ed altri n. 1-00861/1; alla mozione Porfidia ed altri n. 1-00862 è stato presentato l'emendamento Maurizio Turco n. 1-00862/1; alla mozione Moffa ed altri n. 1-00907 è stato presentato l'emendamento Maurizio Turco n. 1-00907/1; alla mozione Misiti ed altri n. 1-00908 è stato presentato l'emendamento Maurizio Turco n. 1-00908/1; alla mozione Rugghia ed altri n. 1-00909 sono stati presentati gli emendamenti Maurizio Turco n. 1-00909/1 e n. 1- 00909/2; alla mozione Cicu ed altri n. 1-00920 sono stati presentati gli emendamenti Maurizio Turco n. 1-00920/1 e n. 1-00920/2; alla mozione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943 sono stati presentati gli emendamenti Maurizio Turco n. 1-00943/1, n. 1-00943/2 e n. 1-00943/3; alla mozione Paglia, Bosi, Vernetti ed altri n. 1-00963 sono stati presentati gli emendamenti Maurizio Turco n. 1-00963/1, n. 1-00963/2 e n. 1-00963/3.
Quanto alle modalità d'esame degli emendamenti, conformemente alla prassi seguita in analoghe occasioni (sedute del 16 dicembre 1996, 9 luglio 1998, e in altri precedenti), se non vi sono obiezioni, procederemo dapprima all'esame ed alla votazione degli emendamenti riferiti alle diverse mozioni, previe eventuali dichiarazioni di voto sui singoli emendamenti, indi in sequenza al voto delle singole mozioni, preceduto da un'unica fase di dichiarazioni di voto riguardante l'insieme delle mozioni presentate.
Avverto altresì che in virtù dalla presenza di alcuni emendamenti di identico contenuto, anche se riferiti a mozioni diverse, al fine di evitare preclusioni, la Presidenza porrà in votazione gli emendamenti nel seguente ordine, tenuto conto ai sensi dell'articolo 113, comma 3 del Regolamento, dell'inciso a cui si riferiscono: dapprima verranno posti in votazione congiuntamente gli emendamenti di identico contenuto Maurizio Turco n. 1-00781/1, n. 1-00909/1, n. 1- 00920/1, n. 1-00943/1 e n. 1-00963/1; a seguire, verranno posti in votazione congiuntamente gli emendamenti di identico contenuto Maurizio Turco n. 1-00781/2, n. 1-00943/2, n. 1-00963/2; infine, verranno posti in votazione congiuntamente gli emendamenti di identico contenuto Maurizio Turco n. 1-00781/4, n. 1-00861/1, n. 1-00862/1, n. 1-00907/1, n. 1-00908/1, n. 1-00909/2, n. 1-00920/2, n. 1-00943/ 3 e n. 1-00963/3.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno e sugli emendamenti presentati.

Pag. 37

GIANLUIGI MAGRI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, onorevoli deputati, se non ho capito male prioritariamente esprimerò il parere sugli emendamenti e poi sulle mozioni. Per quanto riguarda gli emendamenti presentati dall'onorevole Maurizio Turco il parere è contrario e spiego brevemente i motivi.

PRESIDENTE. Sottosegretario, quando dice sugli emendamenti Maurizio Turco, significa su tutti? Perché ce ne sono un bel po'.

GIANLUIGI MAGRI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti. Sono sostanzialmente da raggruppare in tre parti. Il primo gruppo di emendamenti identici propone «in merito alla riduzione delle spese militari», mentre abbiamo detto più volte che si tratta di una rimodulazione che avrà il suo termine con la valutazione della revisione dello strumento militare. Per il secondo gruppo il parere è contrario perché si parla di sospendere un programma in atto. Per il terzo gruppo il parere è contrario anche se nello spirito accoglibile laddove si parla della realizzazione di una difesa comune europea, perché partire dall'unificazione è quanto meno da considerarsi velleitario ed irrealizzabile.
Possiamo partire da un tentativo di integrazione per cercare di giungere in ultima analisi all'unificazione, ma partire dall'unificazione francamente non è accettabile.

(Esame degli emendamenti - Maurizio Turco nn. 1-00781/1, 1-00909/1, 1-00920/1, 1-00943/1 e 1-00963/1)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti aggiuntivi Maurizio Turco nn. 1-00781/1, 1-00909/1, 1-00920/1, 1-00943/1 e 1-00963/1. L'esame avverrà, come abbiamo già detto, ai sensi dell'articolo 113, comma 4, del Regolamento. Avverto che trattandosi di emendamenti di identico contenuto, pur riferendosi a mozioni diverse, al fine di evitare preclusioni, essi verranno posti in votazione congiuntamente (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, è davvero singolare la motivazione contraria ad aggiungere nelle premesse alcune valutazioni fatte dal Ministro della difesa legate ad un ordine del giorno che questo Governo ha adottato. Se il problema è la terminologia relativa alla riduzione delle spese, si può semplicemente riformulare. Non posso proporla io la riformulazione; se lei propone una riformulazione, io la accetto. Quindi, aspetto dal Governo una riformulazione legata alla riduzione delle spese militari. Possiamo scrivere «rimodulazione», come lei ha proposto e va benissimo. Signor Presidente, ha accettato una riformulazione.

PRESIDENTE. Onorevole Maurizio Turco, ma il Governo non ha proposto una riformulazione.

MAURIZIO TURCO. Ha annuito.

PRESIDENTE. Il Governo? Si chiama Parlamento perché si parla, a segnali non possiamo regolarci. Prego, ha facoltà di intervenire, sottosegretario.

GIANLUIGI MAGRI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, vorrei spiegare a qualche parlamentare che parlo quando la luce del microfono diventa rossa. In effetti, se al posto del termine «riduzione» il termine è «rimodulazione», non c'è nessun problema a dare parere favorevole. Ma vorrei fosse chiaro il differente significato dei due termini. Non è un problema lessicale, onorevole Maurizio Turco, è un problema sostanziale.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

Pag. 38

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, siccome il sottosegretario ha dato dei pareri per gruppi di emendamenti, la riformulazione eventuale deve riguardare un emendamento o più emendamenti...

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, riguarda tutto quel gruppo su cui ha dato lo stesso parere, ossia il primo gruppo.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, siccome le modalità di voto non sono così semplici, vorrei capire se questo incide sul cosiddetto inciso e sulla votazione dell'inciso o meno, perché evidentemente non votiamo gli emendamenti, ma votiamo, trattandosi di proposte sostitutive ed aggiuntive, prima il mantenimento o meno degli incisi e poi le proposte emendative.

PRESIDENTE. Si tratta di proposte aggiuntive, per cui votiamo gli emendamenti, non votiamo l'inciso. La riformulazione, come proposta e come richiesta, è riferita all'intero gruppo di emendamenti che stiamo esaminando. Gli emendamenti dell'onorevole Maurizio Turco sono stati raggruppati in tre gruppi identici. Stiamo parlando del primo gruppo e possiamo passare alla votazione del primo gruppo medesimo in quanto li votiamo assieme essendo identici e, quindi, con la stessa riformulazione e con l'accoglimento della riformulazione stessa da parte dei proponenti. Passiamo, quindi, ai voti.

AUGUSTO DI STANISLAO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, significa che al posto di «riduzione» va «rimodulazione» per il gruppo di emendamenti in oggetto?

PRESIDENTE. Sì, esattamente, onorevole Di Stanislao.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Maurizio Turco 1-00781/1, 1-00909/1, 1-00920/1, 1-00943/1, 1-00963/1, nel testo riformulato, accettati dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Duilio... onorevole Servodio... onorevole Razzi... vi pregherei di non uscire dall'aula perché le votazioni sugli altri emendamenti saranno veloci. Onorevole Ravetto... onorevole Castagnetti... onorevole Lisi... onorevole Castagnetti... onorevole Servodio... onorevole Mazzuca... onorevole Goisis... onorevole Traversa... onorevole Scalera... onorevole La Morte... onorevole Sardelli... onorevole Gaglione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 447
Votanti 443
Astenuti 4
Maggioranza 222
Hanno votato
438
Hanno votato
no 5).

Prendo atto che i deputati D'Antoni, Fucci, La Loggia e Distaso hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame emendamenti Maurizio Turco n. 1-00781/2, 1-00943/2, 1-00963/2)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti sostitutivi Maurizio Turco n. 1-00781/2, 1-00943/2, 1-00963/2. L'esame avverrà, come già detto, ai sensi dell'articolo 113, comma 4, del Regolamento. Avverto che si tratta di emendamenti di identico contenuto che si riferiscono tuttavia a mozioni diverse. Si votano congiuntamente al fine di evitare preclusioni. Pag. 39
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, volevo illustrare questo gruppo di identici emendamenti presentato quando, all'inizio, la prima versione della mozione Pezzotta, Sarubbi n. 1-00943 prevedeva l'annullamento del programma degli F-35. Abbiamo pensato ad una proposta di Governo intesa a garantire comunque quanto è necessario alle Forze armate senza eccedere in quello che riteniamo essere oggi l'inutile. Quindi prevediamo con gli emendamenti in questione di sospendere e non di cancellare il programma degli F-35 per un triennio e, nel contempo, avviare ogni possibile azione per la riduzione, anche graduale, nella misura del 50 per cento dell'importo complessivo di spesa. È vero quanto ha detto il sottosegretario che questo programma è stato avviato, tuttavia non è stato spiegato quanto costerebbe interrompere oggi questo programma. Peraltro, ci sono contratti simili fatti dagli Stati Uniti d'America che, invece, hanno sospeso il contratto.
Quindi, c'è la possibilità, secondo noi, di poter ragionare su un'ipotesi del genere. Il Ministro della difesa ha sostenuto che si poteva passare da 130 F-35 a 90: e come avrebbe fatto? Come avrebbe potuto realizzare questa diminuzione in presenza di un contratto che ormai è in vigore? Noi chiediamo che la stessa cosa possa essere fatta prevedendo una sospensione del contratto e prevedendo una riduzione, anche graduale, fino al 50 per cento, dell'importo complessivo di spesa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Ricordo che, trattandosi di emendamenti sostitutivi, ai sensi dell'articolo 113, comma 4, del Regolamento, si pongono in votazione prima gli incisi che gli emendamenti tendono a sostituire. Se gli incisi sono mantenuti, gli emendamenti cadono, se sono soppressi si pongono ai voti gli emendamenti. Quindi, c'è il parere contrario del Governo alla soppressione, però noi votiamo - attenzione - il mantenimento.
Indìco pertanto la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento del terzo capoverso del dispositivo della mozione Di Stanislao ed altri n. 1-00781, «nuova formulazione».
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vella? Onorevole Cesaro? Onorevole Razzi? Onorevole Mazzuca? Onorevole Scilipoti? Onorevole Orlando? Onorevole Traversa? Onorevole Siliquini?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 459
Votanti 456
Astenuti 3
Maggioranza 229
Hanno votato
443
Hanno votato
no 13).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento del secondo capoverso del dispositivo della mozione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti? Onorevole Goisis? Onorevole Cesaro? Onorevole Beltrandi? Onorevole Sarubbi? Onorevole Garofani? Onorevole Fontanelli? Onorevole Siliquini? Onorevole Gasbarra?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 456
Votanti 447
Astenuti 9
Maggioranza 224
Hanno votato
445
Hanno votato
no 2).

Pag. 40

Prendo atto che la deputata Di Centa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento del secondo capoverso del dispositivo della mozione Paglia, Bosi, Vernetti ed altri n. 1-00963.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Villecco Calipari? Onorevole Beltrandi? Onorevole Veltroni? Onorevole Siliquini? Onorevole Duilio? Onorevole Cesaro? Onorevole Froner? Onorevole Ghizzoni? Onorevole Grimaldi? Onorevole Ventucci?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 461
Votanti 453
Astenuti 8
Maggioranza 227
Hanno votato
451
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare.
Pertanto, decadono gli emendamenti Maurizio Turco n. 1-00781/2, n. 1-00943/2 e n. 1-00963/2.

(Esame degli emendamenti Maurizio Turco n. 1-00781/4, n. 1-00861/1, n. 1-00862/1, n. 1-00907/1, n. 1-00908/1, n. 1-00909/2, n. 1-00920/2, n. 1-00943/3 e n. 1-00963/3)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti Maurizio Turco n. 1-00781/4, n. 1-00861/1, n. 1-00862/1, n. 1-00907/1, n. 1-00908/1, n. 1-00909/2, n. 1-00920/2, n. 1-00943/3 e n. 1-00963/3.
L'esame avverrà ai sensi dell'articolo 113, comma 4, del Regolamento. Avverto che, trattandosi di emendamenti di identico contenuto, pur riferendosi a mozioni diverse, al fine di evitare preclusioni, essi verranno posti in votazioni congiuntamente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sugli emendamenti innanzi richiamati l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal sottosegretario. Egli ha detto che, in termini di principio, l'emendamento va bene, ma che la seconda parte, in cui si indica anche da cosa partire per addivenire alla realizzazione di una difesa comune europea, non è convincente. Pertanto, se il sottosegretario conferma che la prima parte dell'emendamento può andare bene, ma dalle parole: «a partire dall'unificazione» fino alla fine dell'emendamento non va bene, si può eliminare quest'ultima parte, lasciando solo la prima.

PRESIDENTE. Onorevole Maurizio Turco, è un po' anomalo: a me risulta un parere contrario. Se il rappresentante del Governo ha una riformulazione, la dica. Il parere è contrario, sottosegretario?

GIANLUIGI MAGRI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il parere permane contrario.

PRESIDENTE. Sta bene. Avverto che, essendo presenti fra questi emendamenti di contenuto identico due emendamenti sostitutivi - e, precisamente, l'emendamento Maurizio Turco n. 1-00909/2, che intende sostituire il quarto capoverso del dispositivo della mozione Rugghia ed altri n. 1-00909, e emendamento Maurizio Turco n. 1-00943/3, che intende sostituire il terzo capoverso del dispositivo della mozione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943 -, al fine di dare ordine alle votazioni, onde evitare preclusioni, la Presidenza porrà in votazione dapprima, ai sensi dell'articolo 113, comma 4, del Regolamento, il mantenimento del quarto capoverso del dispositivo della mozione Pag. 41Rugghia ed altri n. 1-00909; a seguire, sempre ai sensi dell'articolo 113, comma 4, del Regolamento, il mantenimento del terzo capoverso del dispositivo della mozione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943; e, infine, congiuntamente, tutti gli emendamenti, con l'avvertenza che gli emendamenti Maurizio Turco n. 1-00909/2 e n. 1-00943/3 verranno posti in votazione solo nel caso in cui venga respinto il mantenimento dei capoversi dei dispositivi delle mozioni a cui si riferiscono.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento del quarto capoverso del dispositivo della mozione Rugghia ed altri n. 1-00909. Ricordo che il parere del Governo sull'emendamento è contrario, ma si vota il mantenimento.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nizzi...onorevole Goisis...onorevole Osvaldo Napoli...onorevole D'Antoni... onorevole Compagnon...onorevole Paolo Russo...onorevole Siliquini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 463
Votanti 419
Astenuti 44
Maggioranza 210
Hanno votato
412
Hanno votato
no 7).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento del terzo capoverso del dispositivo della mozione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Caterina, Nunzio Testa....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 467
Votanti 427
Astenuti 40
Maggioranza 214
Hanno votato
426
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Pertanto, decadono gli emendamenti Maurizio Turco ed altri n. 1-00909/2 e n. 1-00943/3.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti di identico contenuto Maurizio Turco ed altri n. 1-00781/4, 1-00861/1, 1-00862/1, 1-00907/1, 1-00908/1, 1-00920/2 e 1-00963/3, non accettati dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Girlanda, Lazzari....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 462
Votanti 405
Astenuti 57
Maggioranza 203
Hanno votato
23
Hanno votato
no 382).

Prendo atto che il deputato Nizzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario

(Parere del Governo sulle mozioni)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

Pag. 42

GIANLUIGI MAGRI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, per quanto riguarda la mozione Di Stanislao ed altri n. 1-00781, nella nuova formulazione, il Governo potrebbe esprimere parere favorevole, con due modifiche per quanto riguarda gli impegni chiesti al Governo. In particolare, laddove si impegna il Governo ad avviare un ampio dibattito e ad intraprendere le necessarie iniziative, anche normative, laddove si dice: «per giungere all'elaborazione di un nuovo modello di difesa e sicurezza nazionale», tale frase andrebbe sostituita con: «ad una revisione dello strumento militare», espressione che è stata più volte utilizzata dal Ministro Di Paola anche nelle audizioni alle Commissioni difesa di Camera e Senato.
Per quanto riguarda i successivi impegni laddove si dice: «a rivedere drasticamente la partecipazione dell'Italia al programma per la produzione e l'acquisto dei 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighter» si dovrebbe sospendere da: «e a valutare» fino a «giovanile» e sostituire con la seguente frase: «mantenendo aperta e costante nel tempo una valutazione trasparente, attraverso i previsti passaggi parlamentari, sulla partecipazione italiana al programma JSF analogamente a quanto stanno facendo gli altri Paesi coinvolti nel progetto, in modo da poter valutare nel tempo le ulteriori decisioni in merito alle modalità della nostra partecipazione».
Con queste due riformulazioni la mozione sarebbe accoglibile. Per quanto riguarda la mozione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943, nell'ultima versione, sarebbe accoglibile con una riformulazione; in particolare, al secondo impegno, laddove si diceva: «a rinviare qualunque decisione relativa all'assunzione di impegni per nuove acquisizioni nel settore dei sistemi d'arma, sino al termine del processo di ridefinizione degli assetti organici operativi e organizzativi dello strumento militare italiano», andrebbe sostituito il termine «rinviare» con «subordinare» e la locuzione «sino al termine del» con la preposizione «al». Con queste due riformulazioni, la mozione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943 sarebbe accoglibile.
Per quanto riguarda la mozione Porfidia ed altri n. 1-00862, essa è sostanzialmente accoglibile. Si propone, però, una riformulazione per gli impegni, che porterebbero ad una riformulazione unica come segue: «a procedere ad un ribilanciamento delle risorse destinate ai settori del personale, nell'esercizio degli investimenti, che persegua la sostenibilità delle spese militari e la disponibilità di capacità operative rispondenti al dettato costituzionale ed alla politica estera italiana, oltre che alla vocazione del nostro Paese all'integrazione europea e al ruolo delle Forze armate nei contesti multinazionali e multidisciplinari».
Per quanto riguarda la mozione Moffa ed altri n. 1-00907, l'atto è nel suo complesso accoglibile; proponiamo alcune modificazioni, sostanzialmente di linguaggio, rispetto alla coerenza con quanto più volte dichiarato dal signor Ministro. In particolare, si propone di riformulare il nono capoverso della premessa nel seguente modo: «ove il livello di finanziamento da parte dello Stato fosse insufficiente, l'industria nazionale subirebbe una progressiva riduzione di capacità tecnologica e competitività, a tutto favore delle industrie estere concorrenti». Quindi, riformulare il terzo impegno nel modo seguente: «vengano attivamente promossi il ritorno industriale dei programmi che vedono pagamenti o risorse finanziarie veicolati verso l'estero, indirizzandoli allo sviluppo di capacità del comparto industriale nazionale cui sia stata attribuita la valenza di capacità strategica chiave».
Il quinto impegno è accoglibile, con la proposta di sopprimere il periodo a partire da «tenuto conto» fino a «evidenziato», inserendo il seguente periodo, perché sostanzialmente si adatta a quelle che sono le attuali modifiche anche dopo il provvedimento sulle missioni, cioè inserendo le parole: «supportando con convinzione la recente iniziativa dei Ministeri degli affari esteri, della difesa e dello sviluppo economico finalizzata a strutturare il supporto istituzionale alle vendite Pag. 43all'estero, indispensabile per la stabilità finanziaria del settore industriale, nonché a razionalizzare l'offerta di prodotti, acquisendo sin dalla concezione dei sistemi, sulla base dei requisiti delle Forze armate nazionali, le caratteristiche che li rendono appetibili per il mercato internazionale».
Poi, per quanto riguarda la mozione Rugghia ed altri n. 1-00909, l'atto è nel suo complesso accoglibile, con la proposta delle seguenti modifiche: nel primo impegno sopprimere le parole da «in maniera» a «trasparente»; mentre il terzo impegno, come attualmente formulato, non sarebbe accoglibile. Si potrebbe tuttavia accettare una riformulazione come segue: «a mantenere aperta e costante nel tempo una valutazione trasparente, attraverso i previsti passaggi parlamentari, sulla partecipazione italiana al programma Joint Strike Fighter, lasciando aperta la valutazione sul numero effettivo dei velivoli da acquisire, così come stanno facendo gli altri Paesi coinvolti nel progetto, in primis gli Stati Uniti, in modo da poter considerare nel tempo le esigenze del nostro strumento militare, lo stato di avanzamento del progetto e dei costi ad esso collegati».
Per quanto riguarda la mozione Cicu ed altri n. 1-00920 il parere è favorevole.
Per quanto riguarda la mozione Paglia ed altri n. 1-00963 il parere è favorevole.
Credo che sia rimasta solo la mozione Gidoni ed altri n. 1-00861, che nella sostanza, è condivisibile. Il primo impegno è accoglibile previa sostituzione del periodo, dopo le parole: «tale da», con: «ridurre progressivamente e significativamente gli organici delle Forze armate italiane». Il terzo impegno è accoglibile con la seguente modifica: sostituire la parola «drasticamente» con le parole «coerentemente con l'obiettivo programmatico di dimensionamento complessivo dello strumento». Il quarto impegno è accoglibile sopprimendo le parole a partire da: «del 30 per cento» fino alla parola «numeri» ed inserendo le parole «coerentemente con l'obiettivo programmatico di una significativa riduzione degli organici». Per quanto riguarda il quinto impegno, si propone la riformulazione seguente: «armonizzare le progressioni di carriera del personale con il suddetto ridimensionamento degli organici».

PRESIDENTE. Chiedo scusa, signor sottosegretario, può dare il parere anche sulla mozione Misiti ed altri n. 1-00908?

GIANLUIGI MAGRI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Ha ragione, signor Presidente, mancava il parere sulla mozione Misiti ed altri n. 1-00908, che è accoglibile complessivamente.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vernetti. Ne ha facoltà.

GIANNI VERNETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intanto credo sia corretto anche ricordare e collocare storicamente ciò di cui stiamo parlando. L'adesione italiana al programma Joint Strike Fighter nasce nel 2007 sostanzialmente durante il Governo Prodi e ha visto impegnato un ampio dibattito, sia all'interno del Ministero della difesa, che del Ministero degli esteri, su quello che era allora, ma anche oggi, il mutamento del quadro geopolitico globale in cui si colloca e sui prioritari obiettivi relativi al raggiungimento della stabilità nell'area euroatlantica.
Non c'è dubbio che l'investimento sulla produzione di questo nuovo velivolo, al quale l'Italia partecipa insieme ad altri nove Paesi, offre all'industria italiana un ritorno tecnologico e occupazionale rilevante, e va a sostituire circa 250 vecchi velivoli, peraltro di tre tipologie diverse e quindi anche con costi di manutenzione elevati, attualmente impegnati dalle nostre Forze armate. Credo quindi che in questo quadro la modernizzazione della componente aeronautica e aerotattica della nostra difesa sia coerente con i sistemi di difesa euroatlantica. Pag. 44
Io credo che sempre di più la nostra azione politica e le nostre iniziative in materia di difesa si collochino naturalmente nella strategia europea ed euroatlantica e quindi anche l'attività industriale ad essa connessa è fortemente integrata con i nostri partner politici e politico-militari europei e americani.
Quindi, credo che, come già peraltro il Governo per bocca dell'ammiraglio - oggi Ministro - Di Paola abbia già confermato, vi sia un'idea e un obiettivo di riduzione di circa una quarantina di unità dell'investimento, per renderlo coerente con il nuovo quadro economico naturalmente mutato e più difficile e impegnativo.
Quindi, credo che in questo contesto si collochi la mozione che abbiamo presentato, come forze politiche del Terzo Polo, che chiede al Governo di confermare questa scelta e di presentare al Parlamento il programma di revisione dello strumento militare di cui stiamo discutendo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Giulietti. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, a nome mio e dell'onorevole Nicco voglio esprimere voto favorevole sulla mozione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943, che abbiamo sottoscritto, ma anche su tutte le mozioni che chiedono, signor Presidente - lo dico al Governo -, di tenere aperto un punto di vista critico. La rimodulazione, signor sottosegretario, non è sufficiente. Non è l'orizzonte possibile. Rimodulazione significa stare dentro lo status quo, dentro ciò che esiste.
La mozione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943 introduce un elemento importante e riguarda l'italiano, sottosegretario, e la politica. «Subordinare» vuol dire aprire un dibattito vero, reale, con una discussione sui modelli di difesa. Non significa innescare un pilota automatico della politica in questo settore. Per questo tale mozione è solida e deve diventare un punto di riferimento, al di là degli schieramenti, perché mantiene aperta la discussione, e lo dico al Governo. Noi voteremo tutti in modo diverso su questo mozioni, ma vi è un'Italia, fuori da qui, di associazioni e movimenti, che hanno rappresentato il più grande movimento per la pace e per i diritti in questi anni. Non la possiamo rimuovere. È un grande interlocutore che dovete tenere presente. È un interlocutore diverso dal punto di vista religioso, politico, etico e sociale. Fare finta di non sentirli e girarsi altrove crea un corto circuito pericoloso.
Questa è la ragione del nostro voto favorevole sulla mozione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943, con una richiesta, signor Presidente. Auspico che quando ridiscuteremo le missioni militari, si possa fare un grande dibattito su questi temi e si possa discutere come in tutti i parlamenti europei, perché in tutti i parlamenti europei si sta parlando di questi temi e non vi è nessuna reazione di fastidio nei confronti dei punti di vista critici, che sono considerati parte fondamentale di una discussione di questa natura (Applausi dei deputati Barbato e Ria).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, riguardo a questa nostra mozione, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, fondamentalmente confermiamo quanto abbiamo detto nel presentarla a quest'Aula. La mozione, quindi, tende a salvaguardare la futura operatività dello strumento militare, senza escludere investimenti, secondo le possibilità che il Paese ha.
Ci rendiamo conto che siamo in un momento di crisi economica e, quindi, è chiaro che anche la parte militare deve, in qualche modo, contribuire a mettere i conti a posto. Ma dobbiamo pensare che da una parte è necessario assicurare allo strumento militare l'addestramento del personale e la manutenzione dei mezzi attuali; dall'altra parte, è necessario avvicendare e sostituire gli strumenti militari che dovessero essere obsoleti. Pag. 45
È chiaro che gli aerei sono gli strumenti che più si sostituiscono, in questi casi, e gli aerei costituiscono la base fondamentale per un esercito moderno in quanto sono essi, come abbiamo visto nelle operazioni nel Nord Africa, che portano la maggiore responsabilità nelle attività delle nostre Forze armate.
Però, la questione fondamentale del ridimensionamento del personale dell'esercito - badate bene, il nostro esercito, quello professionale attuale, è considerato in Europa uno dei migliori, se non il migliore - è dovuta al fatto che si è preferito in questo periodo il merito rispetto al resto, si è preferito il merito dei nostri giovani: sono stati presi giovani estremamente preparati per far parte di un esercito modernissimo che potesse reggere il confronto con gli eserciti americano e di altre zone del mondo. Quindi, abbiamo visto la preparazione dei nostri giovani. Tenete presente che se il ridimensionamento del personale sarà drastico, i giovani che soffriranno di più saranno quelli del Mezzogiorno d'Italia perché, ad esempio, il 97 per cento di quelli reclutati negli scorsi anni, provengono da cinque regioni del Sud. Purtroppo questo ridimensionamento colpirebbe proprio questi giovani che sappiamo benissimo - lo abbiamo detto nel corso della discussione della mozione sul Mezzogiorno - tendono a lasciare quelle regioni e, così facendo, si lasceranno ulteriori migliaia di giovani andare verso altre regioni per trovare lavoro.
Noi siamo favorevoli ad assecondare l'azione del Governo riguardo all'adesione al programma JSF - ad avviso di Grande Sud questa adesione è necessaria - in quanto uno strumento militare serio non può mancare di questa componente aerea. Tuttavia, il ridimensionamento da 131 aerei F-35 a 90, nel tempo ci sembra che sia opportuno anche se, evidentemente, esso comporterà, a mio avviso, qualche sacrificio nella ricerca tecnologica e scientifica e nell'occupazione degli specialisti che costruiscono questi aerei.
Pertanto, noi nella mozione chiediamo di confermare quanto il Governo ha portato avanti con le dichiarazioni del Ministro della difesa e di tradurle in attività operative e in norme di legge (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Grande Sud-PPA).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, colleghi, oggi finalmente riusciamo a portare in Aula una discussione che si era in qualche modo impantanata o che, in qualche modo, non si voleva far arrivare a definire il proprio percorso rispettando le prerogative del Parlamento.
Devo dire che il gruppo dell'Italia dei Valori, bene ha fatto a proporre la mozione, a riproporla in tempi non sospetti, anche in tempi di sfavorevole congiuntura economica e finanziaria, ed ha fatto bene ad aspettare le audizioni per sentire in maniera diretta e più probante anche quelli che sono al di fuori del recinto istituzionale, mi riferisco a «Rete disarmo» e «Sbilanciamoci», al tavolo della pace, le quali insieme a noi hanno rinnovato l'invito al Governo ad accogliere e portare avanti concretamente le richieste della società civile in tema di difesa e di altre scelte militari, quelle più importanti di cui parliamo oggi.
Credo che sia eticamente inaccettabile, istituzionalmente improbabile e politicamente fuorviante che si discuta dei programmi relativi agli F-35, che pesano sul bilancio della difesa per oltre 20 miliardi di euro per il 2010, con un incremento della spesa per armamenti dell'8,4 per cento mentre, per esempio, la spesa per l'esercizio è stata ridotta del 18 per cento e, quando parliamo di questa spesa, evidentemente parliamo di somme destinate alla formazione, all'addestramento, alla manutenzione, all'efficienza delle armi, ai mezzi, alle infrastrutture, al mantenimento delle scorte e, in generale, alla capacità ed alla prontezza operativa dello strumento militare.
A questi vanno aggiunti oltre circa 3 miliardi di euro provenienti dai bilanci di Pag. 46altri Ministeri, che prevedono aperte finalità militari. A tutto ciò bisogna aggiungere - perché è un dato di partenza, non di arrivo e di conclusione, e non è un residuo rispetto alla spesa che impegna questo Paese - i tagli apportati al sociale, alla scuola, alle imprese, alla ricerca, alla giustizia, al diritto allo studio.
Quando parliamo di sociale, parliamo di famiglie, di giovani e di pensionati. Ebbene, rispetto a questo dato e a questo programma, che prevede 20 miliardi nei prossimi anni, evidentemente non dovremmo parlare di tagli ai pensionati, ma cominciare a pensare che è il programma da pensionare, perché non più rispondente alle esigenze che fin qui si sono manifestate e di cui l'intera opinione pubblica italiana si è fatta carico.
Ad oggi, sulla spesa militare incombono settantuno progetti di sistemi d'arma, che evidentemente non sono più sostenibili. Ad oggi, con questi dati, con questi numeri e con questa rinnovata coscienza civile e sociale, evidentemente gli F-35 non sono più prioritari. A ciò si aggiunga anche un altro elemento, che di quei 10 mila posti di lavoro in più, su conoscenza di alcuni dati diretti provenienti e rivenienti dai sindacati, non ce ne saranno più di 1000 o 1500. Allora si chiede al Ministro: è possibile che si sia scettici se non contrari rispetto a quanto affermato sulle 10 mila unità e che vorremmo rivedere, in quanto prerogativa del Parlamento, il piano industriale e anche il piano occupazionale? Ebbene, in questo quadro si manifesta un'esigenza di una nuova revisione dell'amministrazione della difesa e dello stesso strumento militare, che dovrebbe assicurare necessarie capacità operative, garantendo nel contempo un livello sempre maggiore di sicurezza dei nostri soldati nelle missioni all'estero, uno strumento militare che sia incentrato anche sulla formazione e sull'addestramento, nonché sulla riqualificazione dei nostri soldati. Ed è di tutta evidenza che la revisione dello strumento militare, per l'ampiezza della sua portata ed in particolare per le notevoli implicazioni che ha sotto il profilo legislativo, non può non avvenire se non con il pieno coinvolgimento del Parlamento, in relazione alla necessaria e preventiva assunzione di responsabilità in materia di politica di difesa e di sicurezza del Paese attraverso - lo ricordo al Governo e alla maggioranza che sostiene questo Governo - uno stabile consenso dell'intera comunità politica e istituzionale.
Allora bisogna condividere una visione realistica della politica e applicare anche a questo settore della spesa pubblica gli stessi criteri che si pretende di imporre a tutti gli altri ambiti essenziali dello Stato, come dicevo prima, al sociale e all'istruzione, passando per i giovani. Ricordo al Governo e all'Aula che nel 2010 una mozione dell'Italia dei Valori ha impegnato il Governo: a dare la piena disponibilità per un approfondito confronto in sede parlamentare sul nuovo modello di difesa; a proseguire il lavoro per una migliore qualità e di una razionalizzazione della spesa militare, accentuando la dimensione interforze dello strumento militare a livello nazionale e realizzando le migliori sinergie nel settore industriale e negli asset operativi a livello europeo, soprattutto nell'ottica della nascente difesa europea; ad avviare una profonda revisione del sistema difesa, soprattutto attraverso una necessaria e urgente operazione di efficientamento e riorganizzazione di tutto l'apparato militare.
L'auspicio di tutti i presentatori a quel tempo e soprattutto dell'Italia dei Valori era di sensibilizzare il Governo e spostare l'attenzione nella direzione di avviare un cambiamento sostanziale nella gestione di tali risorse, ma gli impegni assunti sono tuttora disattesi. Inoltre, la Commissione difesa ha recentemente approvato all'unanimità una risoluzione dell'Italia dei Valori che ha impegnato il Governo a presentare in Parlamento le linee guida di una eventuale e a questo punto necessaria riforma dello strumento militare, che rappresentino il punto di vista dell'Esecutivo, al fine di consentire un'ampia discussione parlamentare e assumere in quella sede le decisioni necessarie. In conclusione, occorre dare risposte concrete e segnali forti Pag. 47ai cittadini e alle Forze armate, sempre più abbandonate a se stesse, senza risorse e che hanno bisogno che si investa sempre più in formazione, e garantire che finalmente la difesa unitamente al welfare tornino ad essere al centro della vita democratica e siano gestite con consapevolezza da parte del Governo e dello Stato. È necessario attivare un virtuoso investimento in termini di riqualificazione, addestramento e formazione del personale del comparto e avviare un percorso che punti a finanziamenti selettivi, attraverso i quali si definiscano le priorità e le reali necessità del comparto. È necessario investire minori risorse e meglio mirate al fine di portare l'Italia in linea con gli altri Paesi europei e non solo. A questo punto, su queste premesse e con questi approfondimenti e riflessioni, che vi consegniamo interamente, impegniamo il Governo: ad avviare un ampio dibattito e ad intraprendere le necessarie iniziative, anche legislative, per giungere ad una elaborazione di un modello di difesa e sicurezza nazionale compatibile con le risorse economiche del nostro Paese, oltre che funzionale alle sue esigenze; a rivedere, nell'ambito di tale processo, il quadro complessivo delle spese militari, prevedendo una razionalizzazione delle risorse e destinando parte di esse alla formazione, addestramento e riqualificazione del personale del comparto, nonché a tutti gli asset sociali e dell'istruzione e a quelli di cui ho parlato prima; a rivedere - questo è il quadro nevralgico, che ci ha allontanato fortemente, nonostante noi avessimo fatto un tentativo ulteriore per poter andare incontro all'esigenza dell'unità nazionale - drasticamente la partecipazione dell'Italia al programma per la produzione e l'acquisto dei 131 cacciabombardieri e a valutare la possibilità di uscire definitivamente dal programma e di utilizzare tali risorse per il rilancio dell'economia e il sostegno all'occupazione giovanile; da ultimo, ma non per ultimo, a valutare la possibilità di rivedere gli stanziamenti che interessano la difesa presenti nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, comparto strategico e fondamentale per il reale rilancio dell'economia e del Paese.
Bene, signor sottosegretario, Governo, sostenitori della maggioranza di questo Governo, dico che noi abbiamo fatto uno sforzo grandissimo, ulteriore, finale, per poter essere dentro una partita che non può tener fuori il Parlamento; evidentemente, non è bastato. Mi auguro che vi siano dei ripensamenti lungo il percorso, perché non siamo in sintonia con la comunità nazionale, non siamo in sintonia con quello che si aspetta il comparto difesa, non siamo, soprattutto, in sintonia con quella che dovrebbe diventare la Maastricht della difesa europea.
Stiamo lavorando dentro il recinto del comparto difesa, del Ministero, lavorando per noi stessi. Evidentemente, non avendo una prospettiva ed una dimensione europea, tutto quello che qui si sta facendo, da qui a breve, andrà rivisto, sia in termini di risorse sia in termini di prospettiva e, soprattutto, di qualità e di approfondimento.
Infatti, di questo dobbiamo parlare, questo ci chiede l'Unione europea e a questo voi siete sordi. Noi stiamo cercando di svegliarvi dal torpore, ma la nostra iniziativa non finirà qui: ne produrremo delle altre, perché di questo bisogna parlare, e oggi è il primo passo per approfondire questo tema. Non lasceremo nulla di intentato!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, per l'economia dei nostri lavori mi limiterò soltanto ad alcune considerazioni sulla mozione che abbiamo presentato, ringraziando il Governo per averla, sostanzialmente, accettata. Qui si tratta di mozioni che, in qualche modo, sono abbastanza simili fra di loro. Per quanto riguarda la nostra, abbiamo cercato di evidenziare alcuni aspetti peculiari, che riguardano sostanzialmente la possibilità di rafforzare e rilanciare il nostro sistema Pag. 48industriale in un campo e in un settore nel quale già siamo all'avanguardia.
Abbiamo pochi elementi sui quali, in qualche modo, possiamo giocare ancora una partita competitiva rispetto agli altri Paesi: quello della difesa e della produzione nel campo della difesa, soprattutto per quanto riguarda le tecnologie più avanzate, costituisce sicuramente un primato per il nostro Paese. Allora qui vorrei sottoporre al Governo una riflessione: è evidente che la prospettiva di una difesa comune europea all'interno della strategia di Lisbona è un qualcosa che dobbiamo costruire nel tempo e che stiamo costruendo, con gradualità, ma anche con notevoli difficoltà.
Nell'ambito di questa strategia, entra ed emerge il fattore Paese, il fattore industriale del nostro Paese. Quindi, è evidente che, laddove vi è un intervento finanziario del nostro Stato e del nostro Paese, teso a migliorare e rafforzare il sistema della difesa, abbiamo bisogno che nella combinazione di quella partecipazione ai progetti europei, ai progetti, ovviamente, ultranazionali, vi sia quella clausola del «giusto ritorno» rispetto agli investimenti che si propongono.
Questo vale per lo spazio come vale per la difesa. Tra l'altro, voglio ricordare ai colleghi che, quando parliamo del sistema di difesa e delle nuove tecnologie avanzate, ci riferiamo anche a quella grande conquista che l'Italia ha ottenuto anche nel campo dello spazio, dove ha imposto lanciatori leggeri, che consentono anche di portare in orbita sistemi ulteriori, che possono accrescere il controllo e la sicurezza su scala, addirittura, planetaria.
Questo significa che abbiamo un'industria all'avanguardia e che dobbiamo fare sì che vi sia non soltanto un accrescimento delle risorse, ma anche un orientamento corretto di quelle disponibili.
A questo Governo chiediamo una maggiore attenzione nel selezionare i progetti, cosicché le risorse siano correttamente orientate, in modo che il nostro sistema di difesa e la nostra industria nel settore possano crescere e rafforzarsi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO PAGLIA. Signor Presidente, era forse inevitabile che, in una fase di crisi come quella che il nostro Paese sta attraversando, fosse il programma di ammodernamento del nostro sistema di difesa a finire nel mirino, sulla base del pregiudizio, sbagliato, ma purtroppo popolarissimo, per cui le spese militari sono sempre inutili e rinunciabili.
Gli F-35 sono diventati un simbolo e tutto sono fuorché questo. La modernizzazione della componente aeronautica costituisce un'esigenza obiettiva del nostro sistema di difesa, anche nella logica dell'integrazione euro-atlantica. Ovviamente, si può discutere sulla qualità del progetto, a cui il nostro Paese partecipa insieme a nove Paesi alleati, e sulla portata dell'impegno italiano. Il Governo ha responsabilmente ridotto di oltre il 30 per cento l'ordinativo degli F-35, di cui, nel 2009, era stata prevista l'acquisizione nell'ambito di un programma pluriennale che raccolse, tre anni fa, il parere favorevole delle Commissioni competenti di Camera e Senato. Ciò che non può essere fatto e non può essere chiesto di fare al Governo è di sostenere che non esista il problema di sostituire i velivoli attualmente utilizzati dalle nostre Forze armate, destinati ad una rapida obsolescenza, con altri più moderni e più efficienti.
Vanno tenute presenti tutte le compatibilità, quelle finanziarie, ma anche quelle operative. L'Italia è un Paese in cui la Difesa ha avuto, ha ed avrà disponibilità economiche sensibilmente inferiori a quelle dei maggiori Paesi europei, sia in termini assoluti, sia in rapporto al PIL, e che, comunque, è chiamata ad un impegno crescente per l'instabilità del quadro internazionale e per il relativo disimpegno degli Stati Uniti dall'area europea. Non è ragionevole ritenere che il nostro sistema di difesa possa contare, a breve, su maggiori disponibilità, ma è altrettanto irragionevole presumere che sia chiamato a rispondere a minori responsabilità. Pag. 49
La riforma dello strumento militare e la sua convergenza verso modelli di maggiore flessibilità ed efficienza impone, ovviamente, di riconsiderare il dimensionamento degli organici e dei sistemi di arma. Il Ministro ha annunciato un piano ambizioso che nella polemica giornalistica è stato impropriamente ricondotto alla diatriba «F-35 sì, F-35 no». Di questo progetto di riforma e del relativo piano di investimenti è opportuno che le Camere discutano in modo approfondito.
Nell'anticipare un tema di questa discussione, che sarà necessariamente ampia e tutt'altro che facile, mi permetto di ricordare che sugli organici, sugli uomini e sulle donne che indossano la divisa italiana nelle varie aree del mondo si deve ragionare in termini di razionalizzazione e quindi anche di riduzione e di accelerazione degli ingressi, ma non di dismissioni o, peggio, di rottamazione. L'unico modo per favorire la riduzione degli organici è ribilanciare la spesa e incentivare l'adesione volontaria, ovvero quella di promuovere forme di mobilità del personale militare all'interno del settore pubblico.
In questo quadro, mi permetto inoltre di ricordare che una razionalizzazione della struttura potrebbe comportare anche l'adozione di un sistema di incentivi economici e di carriera coerente. Vi sarà comunque modo di parlarne, onorevoli colleghi, spero con una discussione meno ideologica di quella che, anche in quest'Aula, ma soprattutto fuori, ha caratterizzato il confronto sugli F-35.
Annuncio il voto favorevole del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo sulla mozione presentata dal Terzo Polo, e su tutte le altre mozioni (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo e di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galli. Ne ha facoltà.

DANIELE GALLI. Signor Presidente, intervengo perché, a fronte di un «movimentismo» in questi ultimi mesi in provincia di Novara, sede, nella città di Cameri, della possibilità di realizzare parte degli F-35, si nota un pacifismo tout court, a tutto campo, irrazionale che bypassa anche i concetti essenziali della Costituzione italiana, che ci obbliga ad un'accurata difesa del sistema nazione e ci obbliga chiaramente, ai sensi degli articoli 78 e 87 e dell'articolo 52, ad essere pronti ad ogni eventualità.
Né possiamo, come sistema Italia, fare sempre conto sull'aiuto di terzi e sull'aiuto dell'alleanza e non essere pronti e diligenti anche rispetto alle varie eventualità che noi non ci auguriamo e che nessuno si augura. Quindi, sebbene si possono accettare la riduzione del 30 per cento degli F-35, stante le condizioni economiche internazionali e nazionali, non si possono che cassare totalmente tutte le mozioni che vogliono cancellare quest'intervento e che vogliono cancellare, oltre un intervento, anche la possibilità per l'industria italiana, specie quella locale altamente specializzata, di poter gestire sul suolo italiano e sul suolo piemontese la possibilità di costruire parte di questi F-35.
In questi termini, poi, è chiaro che l'Esercito italiano deve porsi nelle condizioni di essere un Esercito moderno. Non può, però, neppure essere un Esercito per porre in essere soltanto operazioni di peacekeeping, perché l'Esercito è nato per altri interventi e la Costituzione italiana prevede per l'Esercito altri compiti. Il peacekeeping è un'opera meritoria, che svolgono le nostre Forze armate brillantemente nell'ambito di tutti i contesti del mondo dove ci sono tensioni, ma è una parte che riguarda le Forze armate e non può essere tout court il destino delle Forze armate italiane. Ciò sarebbe estremamente limitante e creerebbe grossi problemi rispetto a quanto la Costituzione vuole e prevede venga svolto dal sistema Stato.
In questi termini, quindi, il mio voto personale sarà contro tutte le mozioni che mirano a ridurre in maniera drastica l'intervento sugli F-35 e sarà particolarmente favorevole alla mozione Paglia, Bosi, Vernetti ed altri n. 1-00963. Pag. 50
Mi auguro che la Camera possa approvare le mozioni che garantiscono il proseguo della costruzione in Italia degli F-35 (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, credo che oggi abbiamo compiuto un passo importante, che in parte rivendico come merito per quel gruppo di parlamentari che, a luglio 2011, quando più nessuno parlava di questa questione, avevano presentato una mozione rispetto agli F-35 e alle spese militari.
Quella, in un certo momento, poteva sembrare una provocazione e aveva raccolto anche sorrisini di sufficienza, perché si pensava non saremmo mai arrivati al termine. Oggi, invece, noi riusciamo a concludere una prima parte di un discorso e di una vicenda.
Io ringrazio il sottosegretario per la sensibilità di aver colto le indicazioni di questo gruppo parlamentare. Credo tuttavia che occorra anche ragionare con molta più attenzione sul resto. Con questa mozione si mostra un'attenzione verso quelle persone, che si sono incamminante sul sentiero di costruzione della pace. Io credo in un futuro di una realtà non violenta.
È una strada che cammina a piccoli passi, ma che bisogna portare avanti con coerenza e determinazione. Noi abbiamo voluto cogliere le attenzioni presenti nel mondo cattolico, che erano molto forti, che sono molto forti, e che hanno trovato un'espressione nell'articolo di Famiglia cristiana e negli articoli che quotidianamente Avvenire evidenzia, dove viene manifestata una preoccupazione, un'attenzione rispetto alle situazioni, rispetto al proliferare delle armi nel mondo, e pertanto la necessità di un cambiamento di prospettiva e di strategia. Ma parlo del mondo cattolico senza dimenticare le attenzioni e le tensioni che sono presenti nel mondo laico e dei diversi non credenti. Credo che in Italia - lo dico al Governo perché presti molta attenzione - c'è un popolo della pace che è molto più ampio di quanto noi pensiamo e che manifesta costantemente le sue preoccupazioni e le sue attenzioni.
Credo che con questa mozione noi oggi facciamo un passo avanti sulla strada di una parlamentarizzazione - come aveva detto l'amico Carra nella discussione generale - del discorso che riguarda il nostro strumento militare e il nostro strumento di difesa. Avere inserito il termine subordinazione non è una cosa solo lessicale; subordinazione è un concetto preciso a cui ci dobbiamo attenere, cioè ogni decisione è subordinata ad un percorso che deve vedere il Parlamento protagonista di questa discussione. Credo che anche su questo vi sia un qualcosa di nuovo rispetto agli anni passati. Noi pensiamo che non sia possibile delegare esclusivamente alle sedi tecnico-amministrative il ruolo di decidere su questioni che riguardano i sistemi d'arma, che riguardano la difesa nazionale. Credo che il Parlamento, come sta avvenendo in tutte le democrazie dell'occidente, abbia un ruolo puntuale e preciso, che gli assegna la Costituzione. Credo che sia questo un ruolo determinante, che noi dobbiamo esercitare e determinare, e che il termine subordinazione per sua natura richiama.
Dobbiamo però agire con molta attenzione. Credo che qualsiasi discorso che noi facciamo deve tenere conto che oggi in Italia c'è un malessere sociale molto alto, che molte persone faticano a vivere, faticano ad arrivare a fine mese, e che pertanto non avrebbero visto con soddisfazione il fatto che si decidesse immediatamente di fare una spesa simile, di mettere una «paccata» di soldi di questa natura per un sistema d'arma. Il fatto che si pensi di poterne discutere rappresenta, da questo punto di vista, un segnale positivo anche per l'insieme della gente che oggi soffre difficoltà economiche molto profonde. Se noi guardiamo con attenzione a come stanno andando i consumi, soprattutto i consumi di prima necessità, ci rendiamo conto di quanto la gente, le Pag. 51persone, soprattutto quelle meno abbienti, stiano in questo tempo soffrendo e faticando.
Un amico, dirigente di un grande supermercato, mi diceva l'altro ieri che stanno aumentando i furti delle piccole cose alimentari dovuti a pensionati e a persone che non hanno la possibilità. Per cui anche nelle nostre azioni, nel nostro decidere noi dobbiamo tenere conto di qual è la realtà sociale dentro la quale noi operiamo. Pertanto, un progetto di riduzione delle spese militari diventa, da questo punto di vista, un segnale forte e significativo.
Sono convinto che pertanto il nostro impegno non termina con oggi, ma deve continuare nel nostro prossimo futuro. Il Governo è impegnato a portare un progetto di ridefinizione degli assetti organici, operativi e organizzativi. Credo che questo debba avvenire nei tempi e nei modi che sappiamo, ma contribuendo così ad una riduzione delle spese e a modificare tutta una serie di questioni. Infatti, se il Ministro ha detto che bisogna ridurre gli organici, bisogna anche capire come delle competenze e delle professionalità possano essere reimpiegate. Questo era l'obiettivo che ci proponevamo.
Credo, però, che dovremmo anche affrontare il tema del sistema della difesa in Italia, perché molte cose sono cambiate dal punto di vista geopolitico, molte cose sono cambiate dal punto di vista degli equilibri del mondo. È cambiata la situazione politica del Mediterraneo, cioè è cambiato il mondo attorno a noi e noi continuiamo ad avere un sistema di difesa che era stato pensato per tempi che non ci sono più. Pertanto abbiamo bisogno di adeguarlo, ma lo dobbiamo anche riadeguare tenendo conto che oggi il pericolo maggiore deriva dalle forme del terrorismo e che, pertanto, c'è una guerra che si combatte in termini estremamente diversi, e non so se una guerra di questo genere si può fare con i cacciabombardieri o con, invece, una mobilitazione dell'insieme della nostra società civile.
Quando parliamo di un sistema di difesa credo che dovremmo riprendere il tema del servizio civile, perché se la Costituzione ci dice che è compito e dovere dei cittadini difendere la patria, non è detto che la difesa della patria sia solo un fatto militare, essa è anche un fatto civile. Purtroppo noi in questi tempi abbiamo assistito a una riduzione degli stanziamenti verso il servizio civile, inibendo a tanti giovani la possibilità di un periodo di dedizione al Paese, di un periodo di dedizione alle attività sociali che, invece, in una fase come questa sono importanti.
Accetto la riformulazione che ha proposto il Governo, ma una mozione come quella che abbiamo presentato non può essere uno dei soliti momenti che attraversa il Parlamento, deve diventare un impegno per il Governo e per tutti noi (Applausi di deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, credo che noi dobbiamo, anche nel corso di questo dibattito su problemi seri e concreti, sfatare dei miti - a volte il collega Paglia li chiamava ideologie - per i quali tutto quello che appartiene alle spese militari è una specie di optional e, dall'altra parte, che le Forze armate efficienti sono un «antidoto» alla pace. Credo esattamente il contrario, cioè che le Forze armate efficienti, non solo sono un dovere costituzionale per un Paese, ma sono anche la garanzia per la pace e per la stabilità mondiali.
E credo che l'Italia, tra le cose più belle che l'hanno caratterizzata in questi decenni, ha dimostrato di essere un Paese responsabile, altamente civile, che è stato in grado, anche al costo di sacrifici di vite umane, di riuscire a cooperare per la pace e per la stabilizzazione.
Ora, posso anche capire che la questione degli F35 appaia una specie di simbolo di questa utopia per la quale, quando si spende per dare efficienza alle Forze armate, si buttano via le risorse. Pag. 52Tuttavia non è proprio esattamente così. Infatti debbono sapere i colleghi, deve sapere l'opinione pubblica che i 90 F35 o qualcosa di più costituiscono l'occasione anche per un forte risparmio perché vanno a sostituire 250 aviogetti delle nostre Forze armate, che lasciano il posto a mezzi più moderni modulari, più efficienti e quindi conducono ad un risparmio.
Ho apprezzato - devo dire - l'intervento del Ministro Di Paola quando nelle Commissioni...vorrei che ascoltasse anche il sottosegretario, signor Presidente, se non chiedo troppo...vorrei che ascoltasse anche il sottosegretario...

PRESIDENTE. Onorevole Bosi, chiedo scusa, un attimo soltanto, il rappresentante del Governo è in Aula, abbia pazienza.

FRANCESCO BOSI. Volevo dire che il Ministro della difesa ha illustrato in maniera molto precisa qual è il problema che abbiamo di fronte. Con risorse molto più ridotte oggi, a causa dei tagli che ci sono stati negli anni, dobbiamo cercare di riorganizzare il nostro strumento militare tendendo nel lasso di tempo di circa 15 anni a diminuire le spese del personale e aumentare le spese di esercizio e, nello stesso tempo, a dotarci di strumenti, armamenti - chiamiamoli come vogliamo - che siano numericamente meno, ma che siano più efficienti, più versatili, più capaci di svolgere questo servizio.
Allora, l'insorgenza di questa strana polemica francamente non riesco a capirla. Così come - mi accingo a concludere, perché mi sono imposto di parlare meno di dieci minuti - anche la questione della subordinazione (vorrei dirlo anche al collega Pezzotta, parlo a nome dell'UdC), questo concetto su cui si è soffermato, di nuove acquisizioni di sistemi d'arma, non c'è. Semplicemente perché i nuovi sistemi d'arma sono stati acquistati e prenotati già prima nel 2007, approvati dalle Commissioni difesa di Camera e Senato nel 2009 e ribaditi con tutti i contratti successivi. Pertanto di cosa stiamo parlando?
Allora, ritengo che il Governo debba andare avanti. Credo che si debba proseguire in questo sforzo di riuscire ad avere Forze armate efficienti con spese contenute. Questa politica va anche incontro alle difficoltà economiche, senza privare il nostro Paese di quella legittima ambizione di stare sulla scena mondiale con una capacità propria, così come compete ad un Paese grande e industrializzato come il nostro (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gidoni. Ne ha facoltà.

FRANCO GIDONI. Signor Presidente e onorevoli colleghi, questo dibattito è iniziato ormai da qualche settimana ed è noto che la mozione presentata dalla Lega Nord si articola su pochi e chiari principi: se tagli devono esserci e dobbiamo costruire una difesa adeguata alle nostre necessità ed in linea con quanto possiamo permetterci, riteniamo che lo strumento militare del futuro non potrà che essere più piccolo, più giovane, più piatto e più tecnologico. Signor Presidente, non sono slogan.
Forze armate più piccole. Perché? Perché non possiamo permettercene di più grosse e comunque, anche all'apice dei nostri impegni all'estero, tra l'altro oggi in riduzione, non abbiamo mai tenuto fuori più di 11-12 mila soldati. Tenendo conto delle turnazioni, ciò significa impegnarne circa 30-40 mila nell'arco dell'anno; averne 190 mila era pertanto davvero troppo. Forse sono troppi anche 150 mila, sempre che l'intento non sia quello di mantenere delle coorti di generali ed attendenti. Potremmo valutare di scendere anche a 100 mila, tagliando tutto il «grasso» e mantenendo solo ciò che occorre veramente per tenere all'estero 10 mila uomini e sostenerli a dovere. Accettiamo l'invito del Governo a non indicare livelli precisi di forza, ma ciò non ci impedisce di indicare quelli che almeno vorremmo.
Forze armate più giovani: è un'ovvietà. In posti pericolosi e spettrali come l'Afghanistan non ci si può sempre mandare gente in là con l'età, anche se ci sono Pag. 53persone ancora convintissime che sia cosa giusta e buona il farlo. La difesa non può essere uno stipendificio, occorre invece fare dei sacrifici sui ruoli e i livelli in cui tende a concentrarsi l'eccesso di personale ultracinquantenne. Magari lentamente, ma questi tagli vanno fatti, tenendo presente però che deve essere eliminato anche il presupposto ordinamentale di questo assetto: assicurare la progressione automatica delle carriere e l'impiego a vita non è più possibile, non è possibile in un sistema fondato sulla professionalizzazione completa del personale militare, senza dare origine a gravi storture. Si dovrà perciò adottare un assetto diverso, con meno gradi e possibilmente con griglie aperte per la progressione delle carriere e remunerazione di merito. Il concetto, secondo noi, dovrebbe essere il seguente: di chi entra oggi nelle Forze armate, solo pochi dovrebbero finire il loro percorso con il pensionamento. Di contro, però, dovrebbero essere rimossi gli steccati che mortificano attualmente le possibilità di progredire per merito. Vorremmo quindi anche in questo settore una piccola-grande rivoluzione, che risponderebbe del resto anche ad un rafforzamento del principio democratico, permettendoci di ridurre l'abnorme numero di livelli gerarchici che si sono creati soprattutto per dare una speranza di carriera fittizia a chi si arruola.
E dunque Forze armate più piatte, con minore stratificazione gerarchica, meno generali, meno colonnelli, meno marescialli e parallelo conferimento di maggiori responsabilità a tutti i livelli superstiti. Certo, si ridurrebbero i privilegi di coloro che vengono dall'accademia, ma i vantaggi sarebbero notevoli, anche in termini di maggiore rappresentatività sociale dei militari. Sono già abbastanza aperti, lo riconosciamo, ma possiamo fare di più.
Forze armate infine più tecnologiche: e qui veniamo al nodo vero di tutto questo dibattito, perché gira e rigira la questione è il finanziamento del programma JSF F-35, che né l'onorevole Pezzotta né l'onorevole Di Stanislao hanno in particolare simpatia. La Lega non intende certamente eludere la questione, sulla quale ci si soffermerà tra pochissimo, in conclusione. La questione fondamentale è riconoscere la necessità che le nostre Forze armate continuino ad essere equipaggiate nel miglior modo possibile, compatibilmente con le risorse disponibili. Ne va infatti della sicurezza di tanti soldati che poi mandiamo disinvoltamente in giro per i posti più critici del pianeta. Siamo quindi per la conferma dei programmi di acquisizione in corso o programmati, che tra l'altro hanno implicazioni industriali di grande rilievo, portano occupazione qualificata per il nostro Paese e lo tengono agganciato al treno dei Paesi tecnologicamente più avanzati nel mondo. Ci preoccupa casomai il fatto che il recente ridimensionamento della commessa italiana per i JSF possa compromettere il piano delle compensazioni industriali concordato a suo tempo con gli Stati Uniti, questo sì un successo del Governo Berlusconi.
Passeremo da 131 a 90 velivoli: non è una sforbiciata da poco. Va detto che questo taglio rende anche più difficile esigere da Washington la tutela delle commesse rivolte alle nostre imprese: ricordiamo l'elicottero della Casa Bianca o l'aereo da trasporto C-27J Spartan, commesse brutalmente annullate dall'amministrazione Obama. Ma questo, ovviamente, è un altro discorso: dovremmo poter esigere reciprocità. Chiediamo al Governo che si attivi anche in tal senso.
Quindi, onorevoli colleghi, sì all'F-35, o quanto meno al quantitativo di F-35 che è compatibile con il mantenimento dei siti produttivi previsti nel nostro Paese, assumendo, tuttavia, un atteggiamento più fermo e meno servile nei confronti delle nostre controparti, leste a chiedere, ma molto meno leste a concedere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rugghia. Ne ha facoltà.

ANTONIO RUGGHIA. Signor Presidente, attraverso l'esame delle mozioni, il Parlamento, nella seduta odierna, discute i Pag. 54programmi per la difesa militare e, in particolare, quello JSF, il più ambizioso, il più costoso e il più contestato della storia dell'Aeronautica. L'Italia vi partecipa come partner di secondo livello insieme ad altri otto Paesi, con una quota del 4 per cento sul costo di sviluppo e con la produzione, nel nuovo stabilimento Faco di Cameri, di alcune parti dell'aereo, come le ali e il tronco complementare della fusoliera.
L'F-35 sarà - così ci è stato riferito nel corso delle audizioni svolte in Commissione difesa - l'ultimo modello di aereo, di queste dimensioni e caratteristiche, a volo umano. È prevista la costruzione di oltre 3 mila caccia multiruolo di quinta generazione, dotati di tecnologia stealth che li renderà invisibili ai radar.
Il Ministero della difesa ritiene strategica la partecipazione al programma per dotare l'Aeronautica e la Marina militare di una componente di superiorità aereo-tattica funzionale agli standard di impiego nelle missioni internazionali. Gli F-35 nella versione a decollo verticale, insieme all'Eurofighter, il caccia costruito da un consorzio di nazioni europee tra cui il nostro Paese, andranno a sostituire, nei prossimi venti anni, i tornado, gli AMX e gli AV8 della Marina militare.
A prescindere dalla sua connotazione tecnologicamente avanzata, il programma deve superare alcune criticità funzionali, nonché quelle relative ai costi, che non risultano ancora definiti. Per questi motivi e per effetto della riduzione delle spese militari, le Forze armate statunitensi e quelle di altri Paesi, hanno ridimensionato gli ordinativi, perlomeno nella fase di avvio del progetto. Anche il Ministro della difesa, l'ammiraglio Di Paola, ha annunciato il ridimensionamento della partecipazione italiana, rispetto alle previsioni iniziali, con 90 velivoli anziché 131, con un costo presumibile di 10 miliardi di euro, anziché di 15 miliardi di euro.
Noi, naturalmente, riteniamo condivisibile la scelta di rivedere la spesa per i sistemi d'arma e di riorganizzare le priorità per contrastare gli effetti della crisi sulle famiglie e sulle persone. Tuttavia, voglio fare qui presente che mai, in sede di espressione del parere nella Commissione difesa, ci è stato comunicato il numero degli aerei da ordinare con i relativi costi. Dico questo per sottolineare l'assoluta inconsistenza del contributo del Parlamento all'attività di controllo, indirizzo e programmazione del procurement militare. Il Parlamento, sui programmi militari, è chiamato ad esprimere un parere, che è obbligatorio, ma non vincolante. È, però, persino surreale che l'acquisizione del parere obbligatorio, venga resa su un sistema a prescindere dal numero e dall'entità finanziaria dei mezzi che si ritengono necessari.
Il Parlamento viene chiamato ad esprimere il parere solo sui programmi finanziati dal Ministero della difesa, non può farlo su quelli del Ministero dello sviluppo economico che contribuisce a sostenere le spese in interventi ad alta tecnologia; non viene consultato neppure se, sui programmi per i quali le Commissioni hanno già espresso il loro parere, vengono effettuati differimenti o rinunce.
Inoltre, non è messo nella condizione di seguire l'evoluzione dei programmi, il flusso degli investimenti, la stabilità, nel tempo, delle risorse destinate con il bilancio pluriennale. In relazione a programmi così impegnativi e costosi, a cominciare da quello JSF, è del tutto evidente come sia necessario restituire al Parlamento la sua funzione di luogo della responsabilità politica. Si tratta di un tema che dovremmo affrontare nella discussione sulla riorganizzazione dello strumento militare, annunciata dal Ministro, per rendere le forze armate meno costose e pienamente efficienti. Quello del controllo parlamentare sugli investimenti della difesa è un tema centrale, perché attiene alla questione della trasparenza delle scelte, giustamente reclamata dall'opinione pubblica. A proposito della trasparenza dobbiamo chiederci se le risorse che abbiamo a disposizione siano sufficienti a dare attuazione ai programmi selezionati per le componenti terrestre, navale e aerea delle Forze armate. Nel 2011 sono stati stanziati 3.500 milioni di euro per gli investimenti e ne erano stati previsti, per onorare gli impegni Pag. 55per contratti sottoscritti già in passato, secondo la nota aggiuntiva del Ministero della difesa, 3.925, considerati necessari; alla fine, invece che 500 milioni di euro in più, ne sono stati stanziati 1.400 in meno per un totale di 2.100 milioni di euro.
Con il Paese alle prese con le immense conseguenze della crisi economica, non è ragionevole prevedere maggiori stanziamenti. Pur aggiungendo alle spese di investimento del Ministero della difesa quelle del Ministero dello sviluppo economico, proprio non si capisce come potremo pensare di pagare i novanta F-35 (10 miliardi), il programma Forza NEC di digitalizzazione della componente terrestre (10 miliardi), l'ultima tranche di Eurofighter (4 miliardi), le corazzate FREMM (5 miliardi), gli elicotteri N90 (4 miliardi), solo per citare gli interventi più impegnativi, strategicamente e economicamente, compresi nell'elenco degli oltre cento individuati come necessari. La distanza fra gli obiettivi e le concrete possibilità è così netta da rendere indispensabile la collaborazione fra Governo e Parlamento per orientare, selezionare, razionalizzare la spesa militare.
Noi riteniamo che un Paese come il nostro, anziché puntare individualmente ad affrontare questi temi, per ridurre lo spread fra obiettivi e risorse, dovrebbe puntare di più sull'Europa, sul processo di integrazione della politica comune di difesa europea, sul processo di integrazione di un'Europa promotrice di sicurezza e di stabilità sulla scena mondiale. È questa una questione da affrontare oggi per l'oggi e non per il futuro, e dovrebbe essere al centro della discussione sul nuovo modello di difesa. Il nuovo strumento militare, meno numeroso, senza doppioni operativi, più efficiente, dovrà essere ancora più capace di proiettarsi in una dimensione internazionale, sempre meno legato al concetto di difesa nazionale e sempre più capace, non solo per motivi economici, di partecipare al processo di costruzione della difesa europea con l'obiettivo di un esercito europeo e di un mercato comune di difesa.
Questo dibattito in Aula sul programma JSF e sugli investimenti per la difesa ci ha permesso di acquisire orientamenti e indirizzi dei gruppi sul complesso delle questioni che vanno affrontate in maniera più organica con la legge di revisione dello strumento militare che è stata annunciata e che è necessario affrontare, quanto prima, in un dibattito parlamentare. Con la nostra mozione noi poniamo l'esigenza di rivedere dimensioni, quantità e qualità delle Forze armate, tenendo conto, come in altri settori, della situazione economica del Paese che impone serie politiche di rigore e di riqualificazione della spesa. Noi riteniamo di dover mettere in relazione gli aspetti militari con quelli della politica internazionale e con il quadro geopolitico che dovrà orientare le nostre scelte. Sul programma JSF chiediamo di verificare, con attenzione, le ricadute occupazionali ed economiche a favore della nostra industria.
Chiediamo di definire in Parlamento le decisioni da assumere. Riteniamo che prima di prendere le decisioni finali, bisogna superare le criticità del progetto, definire il nuovo modello di difesa e, soprattutto, chiediamo di arrivare in Parlamento ad assumere decisioni e di non prendere impegni sottoscrivendo contratti così onerosi.
Signor Presidente, concludo dichiarando che in Parlamento voteremo le mozioni che, come la nostra, sono ispirate a questi principi, e chiediamo all'Aula un voto favorevole sulla nostra mozione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicu. Ne ha facoltà.

SALVATORE CICU. Signor Presidente, interverrò per tre minuti, quindi sarò velocissimo. Credo che gli obiettivi siano evidenti: da una parte, nell'interesse del Paese, vi è la tecnologia e l'industria del Pag. 56Paese, dall'altra, ma contestualmente, vi è un progetto che si chiama sicurezza, che riguarda le nostre Forze armate e, nello stesso tempo, vi è una valutazione, quella che guarda alla contestualità della crisi e della congiuntura che viviamo. Finmeccanica ed Alenia, con i loro amministratori, hanno sottolineato che questo dell'F-35 è un progetto e un programma imprescindibile per il nostro sistema industriale, soprattutto per l'acquisizione di tecnologia che possa compararsi al livello europeo e internazionale.
Per quanto riguarda, invece, le nostre Forze armate ed il progetto della difesa, è chiaro che noi chiediamo una rimodulazione, una riconsiderazione rispetto a quello che è già nella disponibilità del Ministero, e cioè la possibilità di rivedere, a seconda delle esigenze operative, a seconda delle disponibilità finanziarie, e a seconda dell'efficienza del nostro strumento militare e della nostra presenza geopolitica, quale possa essere la migliore rimodulazione. È su queste basi che abbiamo presentato la nostra mozione ed è su queste basi che chiediamo di approvarla (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, interverrò davvero per un minuto, per dire che abbiamo apprezzato e condividiamo buona parte degli interventi che abbiamo qui ascoltato, ma vi è un piccolo particolare: tra quello che è stato detto e quello che è stato scritto, e quello che è stato poi modificato ed accettato dal Governo, vi è un abisso. Pertanto, idealmente votiamo a favore di interventi, ma ci asterremo sulle mozioni.

GIANLUIGI MAGRI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUIGI MAGRI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, in merito ai lavori, prendo atto del fatto che, con riferimento alla mozione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943 e Di Stanislao ed altri n. 1-00781, l'avvenuta votazione sul mantenimento dell'inciso in occasione dell'esame degli emendamenti presentati dall'onorevole Maurizio Turco, rende impossibile la riformulazione del medesimo. Quindi, il parere del Governo è contrario sulla mozione Di Stanislao ed altri n. 1-00781 e si invita al ritiro della mozione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943, perché, ove non vi fosse la riformulazione, il parere sarebbe necessariamente contrario.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Pezzotta se accede all'invito al ritiro della sua mozione, così come chiesto dal Governo.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, non faccio commenti. Ritiro la mozione e presento una risoluzione che vi leggo: udito il dibattito, tenendo conto della mozione presentata il 23 marzo, impegna il Governo ad assicurare la piena disponibilità ad approfondire il quadro delle scelte sommariamente enunciato dal Ministro della difesa, scelte che riguardano funzioni fondamentali per il nostro Paese che possono essere formalizzate soltanto con decisioni assunte in Parlamento e che non possono essere delegate a sedi di carattere tecnico-amministrativo. Impegna il Governo a subordinare qualunque decisione relativa ad assunzione di impegni per nuove acquisizioni nel settore d'arma al processo di ridefinizione degli assetti organici operativi e organizzativi dello strumento militare italiano; a dare impulso a tutte le iniziative utili a realizzare la progressiva integrazione delle Forze armate nell'ambito europeo della politica di sicurezza e difesa comune, considerandola un passaggio ormai ineludibile nel processo di riorganizzazione dello strumento militare. A questo aggiungo le firme che sono Pezzotta, Sarubbi, Marco Carra, Pag. 57Enzo Carra, De Pasquale, Bossa, Ruvolo, Giovanelli, Castagnetti, Fogliardi, Graziano, Rubinato, Delfino, Lucà, Marchioni, Bobba, Mattesini, Tassone, Codurelli, Gasbarra, Giulietti, Nico, Colombo.

PRESIDENTE. Onorevole Pezzotta, come lei ben sa, non sarebbe possibile in questa fase la presentazione di una risoluzione. C'è comunque una peculiarità nella vicenda che si è venuta a creare che ha dato luogo ad un errore di fatto da parte del Governo. Se il Governo accetta la risoluzione presentata in questa fase, la Presidenza eccezionalmente, e senza che ciò costituisca precedente, accetta la presentazione di questa risoluzione.

GIANLUIGI MAGRI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUIGI MAGRI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il Governo accetta la risoluzione, in quanto sostanzialmente viene incontro a quanto richiesto e quindi, facendo prevalere in questo caso la sostanza e nel rispetto della forma, trattandosi di una risoluzione, vi è il parere ovviamente favorevole.

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere le firme dei deputati radicali alla risoluzione.

PRESIDENTE. Sta bene.

LORENZO RIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, intervengo soltanto per aggiungere la firma.

PRESIDENTE. Chiunque voglia aggiungere la firma si rivolga agli uffici.

FEDERICA MOGHERINI REBESANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICA MOGHERINI REBESANI. Signor Presidente, intervengo soltanto per chiarire la riformulazione suggerita dal Governo sulla mozione del PD. La rileggo per chiarire se la riformulazione è esattamente quella che abbiamo capito.
Sul punto relativo agli impegni sul programma Joint Strike Fighter, «a mantenere aperta e costante nel tempo una valutazione trasparente, attraverso i previsti passaggi parlamentari, sulla partecipazione italiana al programma Joint Strike Fighter, riconsiderando il numero effettivo di velivoli da acquisire, così come stanno facendo gli altri Paesi coinvolti nel progetto, in primis gli Stati Uniti, in modo da poter valutare nel tempo l'esigenza del nostro strumento militare e lo stato di avanzamento del progetto ed il costo ad esso collegato».
Questa è la riformulazione proposta dal Governo?

PRESIDENTE. Non lo so, onorevole Mogherini Rebesani. Lo deve dire il Governo. Signor sottosegretario, per chiarezza, è questa la riformulazione che aveva proposto?

GIANLUIGI MAGRI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, è sostanzialmente questa.

PRESIDENTE. Non «sostanzialmente», sottosegretario. O lo è oppure non lo è!

GIANLUIGI MAGRI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Dunque, accetto la riformulazione ...

PRESIDENTE. Va bene, sottosegretario!
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione formulata dal Governo della mozione Rugghia ed altri n. 1-00909. Si trattava di un chiarimento rispetto a quanto da lei letto.

Pag. 58

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che, ove venisse approvata la mozione Di Stanislao ed altri n. 1-00781 (Nuova Formulazione) il secondo capoverso del dispositivo assorbirebbe il quarto capoverso del dispositivo della mozione Porfidia ed altri n. 1-00862.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Di Stanislao ed altri n. 1-00781 (Nuova Formulazione), nel testo emendato, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tommaso Foti, Scilipoti, Siliquini, Granata, Lisi... Questo è il terzo apparecchio che cambia... Onorevole Goisis... Ancora l'onorevole Lisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 444
Votanti 274
Astenuti 170
Maggioranza 138
Hanno votato
21
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il deputato Gioacchino Alfano ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione della mozione Gidoni ed altri n. 1-00861.
Avverto che, ove venisse approvata tale mozione, il sesto capoverso del dispositivo assorbirebbe il primo capoverso, lettera b), del dispositivo della mozione Misiti ed altri n. 1-00908.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gidoni ed altri n. 1-00861, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Scilipoti, Rampelli, Capodicasa, Traversa, Crosetto, Pezzotta, Andrea Orlando, Giammanco ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 439
Votanti 419
Astenuti 20
Maggioranza 210
Hanno votato
393
Hanno votato
no 26).

Prendo atto che il deputato Marco Carra ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Porfidia ed altri n. 1-00862, come riformulata su richiesta del Governo, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli De Girolamo, Cesaro, Maurizio Turco, Benamati... Ancora l'onorevole De Girolamo, che non riesce a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 439
Votanti 414
Astenuti 25
Maggioranza 208
Hanno votato
394
Hanno votato
no 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Moffa ed altri n. 1-00907, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Bernardo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 59
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 435
Votanti 380
Astenuti 55
Maggioranza 191
Hanno votato
201
Hanno votato
no 179).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Misiti ed altri n. 1-00908, per le parti non assorbite, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Aniello Formisano, Strizzolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 438
Votanti 384
Astenuti 54
Maggioranza 193
Hanno votato
358
Hanno votato
no 26).

Passiamo alla votazione della mozione Rugghia ed altri n. 1-00909.
Avverto che, ove venisse approvata tale mozione, il sesto capoverso del dispositivo assorbirebbe il terzo capoverso del dispositivo della risoluzione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 6-00105.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rugghia ed altri n. 1-00909, nel testo emendato e riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Goisis, Siliquini, De Nichilo Rizzoli, Di Nardo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 432
Votanti 389
Astenuti 43
Maggioranza 195
Hanno votato
377
Hanno votato
no 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cicu ed altri n. 1-00920, nel testo emendato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Scilipoti, Romele, Maria Rosaria Rossi, Siliquini, Andrea Orlando, Goisis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 430
Votanti 411
Astenuti 19
Maggioranza 206
Hanno votato
386
Hanno votato
no 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Paglia, Bosi, Vernetti ed altri n. 1-00963, nel testo emendato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Santori, Scilipoti, Pionati, Andrea Orlando, Villecco Calipari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 427
Votanti 403
Astenuti 24
Maggioranza 202
Hanno votato
380
Hanno votato
no 23).

Passiamo alla votazione della risoluzione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 6-00105 (Vedi l'allegato A - Risoluzione).
Pag. 60
Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 6-00105, per le parti non assorbite, accettata dal Governo
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Andrea Orlando, Veltroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 425
Votanti 379
Astenuti 46
Maggioranza 190
Hanno votato
373
Hanno votato
no 6).

Secondo le intese intercorse, lo svolgimento degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 19,45).

MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante MARIO TASSONE. Signor Presidente, intervengo per sollecitare il Governo a fornire una risposta ad una mia interpellanza che ritengo di grande significato, la n. 2-01333, che riguarda la situazione del comune di Montalto Uffugo. In questa mia interpellanza faccio riferimento ad una serie di fatti e di atti che stanno interessando alcuni consiglieri comunali. Sono fatti inquietanti, rispetto ai quali l'amministrazione attiva, il sindaco e gli amministratori di quel comune, non stanno dando nessun tipo di risposta e dimostrano una certa indifferenza.
Sollecito il Governo a dare questa risposta, evidenziando soprattutto che in Calabria c'è un clima ormai insopportabile in molti comuni che sono interessati da atti di violenza rivolti in questo caso nei confronti di amministratori e di sindaci. Voglio fare riferimento ad un'ultima vicenda che riguarda il comune di San Calogero, in provincia di Vibo Valentia e in particolar modo, l'ingegnere Nicola Brosio, che è sindaco di quel comune, contro la cui abitazione sono stati sparati colpi di pistola, ma prima ancora sono state incendiate le auto di alcuni consiglieri comunali.
Credo che questo sia l'ennesimo sollecito che facciamo. C'è una situazione di occupazione di quel territorio, del territorio calabrese che non può essere più sopportabile. Abbiamo presentato una serie di atti di sindacato ispettivo, interpellanze e interrogazioni in Aula e ancora in I Commissione. Certamente non ci sono state risposte esaurienti.
Allora voglio capire se dobbiamo cedere, se le istituzioni devono cedere di fronte a queste minacce, che sono certamente gravissime, perché mettono in pericolo non soltanto la convivenza civile, ma mettono in pericolo la sopravvivenza delle istituzioni democratiche della regione calabrese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).
MARIO TASSONE. Signor Presidente, intervengo per sollecitare il Governo a fornire una risposta ad una mia interpellanza che ritengo di grande significato, la n. 2-01333, che riguarda la situazione del comune di Fuscaldo. In questa mia interpellanza faccio riferimento ad una serie di fatti e di atti che stanno interessando alcuni consiglieri comunali. Sono fatti inquietanti, rispetto ai quali l'amministrazione attiva, il sindaco e gli amministratori di quel comune, non stanno dando nessun tipo di risposta e dimostrano una certa indifferenza.
Sollecito il Governo a dare questa risposta, evidenziando soprattutto che in Calabria c'è un clima ormai insopportabile in molti comuni che sono interessati da atti di violenza rivolti in questo caso nei confronti di amministratori e di sindaci. Voglio fare riferimento ad un'ultima vicenda che riguarda il comune di San Calogero, in provincia di Vibo Valentia e in particolar modo, l'ingegnere Nicola Brosio, che è sindaco di quel comune, contro la cui abitazione sono stati sparati colpi di pistola, ma prima ancora sono state incendiate le auto di alcuni consiglieri comunali.
Credo che questo sia l'ennesimo sollecito che facciamo. C'è una situazione di occupazione di quel territorio, del territorio calabrese che non può essere più sopportabile. Abbiamo presentato una serie di atti di sindacato ispettivo, interpellanze e interrogazioni in Aula e ancora in I Commissione. Certamente non ci sono state risposte esaurienti.
Allora voglio capire se dobbiamo cedere, se le istituzioni devono cedere di fronte a queste minacce, che sono certamente gravissime, perché mettono in pericolo non soltanto la convivenza civile, ma mettono in pericolo la sopravvivenza delle istituzioni democratiche della regione calabrese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

Sull'ordine dei lavori (ore 19,48).

FABIO GARAGNANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, richiamo l'attenzione sua e del Governo su un mio pronunciamento di qualche settimana fa, che riguarda la risoluzione approvata all'unanimità dalle Commissioni bilancio e cultura della Camera dei deputati il 2 agosto 2011, che riguardava provvedimenti urgenti concernenti l'edilizia scolastica. Ricordo che questa risoluzione fu approvata all'unanimità dalla due Commissioni e vi fu un impegno del Governo di allora, confermato da quello successivo, di adempiere, ovviamente, a quanto contenuto in quei documenti, approvati, ripeto, all'unanimità. Pag. 61
Nonostante una mia riflessione, una mia domanda, un'interpellanza, e anche la riproposizione di questo interrogativo al Governo, in quest'Aula, circa un mese fa, non si sa ancora nulla delle intenzioni del Governo. Allora, richiamo il Governo ad una risposta in qualche modo convincente e significativa: è un segno di rispetto verso il Parlamento, è un segno di rispetto verso i parlamentari, in un momento in cui si parla della distanza della politica dai problemi della gente, ed è un segno di rispetto verso tutto il Paese, soprattutto verso le realtà scolastiche, le istituzioni scolastiche e gli edifici scolastici. Si tratta della messa in sicurezza degli edifici scolastici, che credo meriti l'attenzione del Governo. Per cui, sollecito la Presidenza della Camera a farsi promotrice presso il Governo di un intervento in ogni caso positivo rispetto a questa risoluzione e, in ogni caso, a dare una risposta di un qualche segno al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Approvazione in Commissione (ore 19,49).

PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di oggi, mercoledì 28 marzo 2012, la VII Commissione permanente (Cultura) ha approvato, in sede legislativa, il seguente progetto di legge:
MOFFA ed altri: «Norme per promuovere l'equità retributiva nel lavoro giornalistico» (3555).

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di aprile 2012 e programma per il periodo maggio-giugno 2012 (ore 19,50).

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di aprile 2012:

Lunedì 2 aprile (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna).
Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 3194 - Conversione in legge del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato - scadenza: 9 aprile 2012)

Discussione sulle linee generali delle mozioni:
Borghesi ed altri n. 1-00866 concernente iniziative in relazione al piano nazionale di assegnazione delle frequenze con particolare riferimento all'emittenza locale;
Mogherini Rebesani n. 1-00971 concernente iniziative per il disarmo e la non proliferazione nucleare in vista del prossimo vertice NATO;

Martedì 3 (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 4 e giovedì 5 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni).

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 3194 - Conversione in legge del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato - scadenza: 9 aprile 2012)

Seguito dell'esame delle mozioni:
Borghesi ed altri n. 1-00866 concernente iniziative in relazione al piano nazionale di assegnazione delle frequenze con particolare riferimento all'emittenza locale;
Mogherini Rebesani n. 1-00971 concernente iniziative per il disarmo e la non proliferazione nucleare in vista del prossimo vertice NATO;

Pag. 62

Eventuale seguito dell'esame di mozioni previste nella settimana 26-30 marzo e non concluse.

Mercoledì 11 aprile (antimeridiana e pomeridiana, fino allo svolgimento del question time)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 5052 - Conversione in legge del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, recante norme in materia di poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni (da inviare al Senato - scadenza: 14 maggio 2012).

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3681 e abbinata - Legge quadro in materia di interporti e di piattaforme territoriali logistiche.

Discussione sulle linee generali della mozione Della Vedova ed altri n. 1-00923 concernente iniziative in materia di disciplina di giochi e scommesse.

Mercoledì 11 (pomeridiana, a partire dalle ore 16, con eventuale prosecuzione notturna), giovedì 12 e venerdì 13 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni).

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 5052 - Conversione in legge del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, recante norme in materia di poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni (da inviare al Senato - scadenza: 14 maggio 2012).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3681 e abbinata - Legge quadro in materia di interporti e di piattaforme territoriali logistiche.

Seguito dell'esame della mozione Della Vedova ed altri n. 1-00923 concernente iniziative in materia di disciplina di giochi e scommesse.

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 16 aprile (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna).

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge:
n. 2744 e abbinate - Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria, naturale e microbica;
n. 1934 e abbinate - Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi.

Discussione sulle linee generali della mozione Ruvolo ed altri n. 1-00968 concernente iniziative per il sostegno dell'occupazione nel comparto agricolo ed agroalimentare.

Martedì 17 aprile (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna).

Seguito dell'esame delle proposte di legge:
n. 2094 - Modifiche al codice di procedura penale per la definizione del processo penale nei casi di particolare tenuità del fatto (ove non concluso nel calendario precedente);
n. 2744 e abbinate - Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria, naturale e microbica;
n. 1934 e abbinate - Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi.

Seguito dell'esame della mozione Ruvolo ed altri n. 1-00968 concernente iniziative per il sostegno dell'occupazione nel comparto agricolo ed agroalimentare.

Mercoledì 18 aprile (antimeridiana e pomeridiana, fino allo svolgimento del question time).

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 3184 - Conversione in Pag. 63legge del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e potenziamento delle procedure di accertamento (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione - scadenza: 1o maggio 2012).

Mercoledì 18 (pomeridiana, a partire dalle ore 16, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 19 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nelle giornate successive) (con votazioni).

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 3184 - Conversione in legge del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e potenziamento delle procedure di accertamento (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione - scadenza: 1o maggio 2012).

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella giornata di martedì 17 aprile e non conclusi.

Nel corso della settimana potrà altresì avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 23 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna).

Discussione del Documento di economia e finanza 2012.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2219 e abbinata - Istituzione del Fondo nazionale per la ricerca e lo sviluppo di sistemi di mobilità altamente sostenibile.

Discussione sulle linee generali delle mozioni:
Volontè ed altri n. 1-00922 concernente iniziative per la tutela del diritto all'obiezione di coscienza in campo medico e paramedico;
Donadi ed altri n. 1-00898 concernente iniziative per la revisione della normativa comunitaria in materia di tassazione del risparmio e per la negoziazione di accordi fiscali con Paesi terzi, con particolare riferimento alla Confederazione elvetica.

Martedì 24 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni).

Seguito dell'esame del Documento di economia e finanza 2012.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2219 e abbinata - Istituzione del Fondo nazionale per la ricerca e lo sviluppo di sistemi di mobilità altamente sostenibile.

Seguito dell'esame delle mozioni:
Volontè ed altri n. 1-00922 concernente iniziative per la tutela del diritto all'obiezione di coscienza in campo medico e paramedico;
Donadi ed altri n. 1-00898 concernente iniziative per la revisione della normativa comunitaria in materia di tassazione del risparmio e per la negoziazione di accordi fiscali con Paesi terzi, con particolare riferimento alla Confederazione elvetica.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3466 e abbinati - Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte delle regioni e degli enti locali (ove non concluso nel calendario precedente).

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Giovedì 26 aprile (ore 15).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) e di interpellanze urgenti.

Pag. 64

La successiva seduta per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) e di interpellanze urgenti è prevista per giovedì 3 maggio.

Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (antimeridiana); lo svolgimento di interpellanze urgenti il giovedì o il venerdì, secondo l'andamento dei lavori.

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Nell'ambito del calendario avrà luogo la votazione per l'elezione di un componente del Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa e la votazione per l'elezione di due componenti del Garante per la protezione dei dati personali e di due componenti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per la discussione del Documento di economia e finanza sarà pubblicata successivamente alla sua presentazione.

È stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, il programma dei lavori per i mesi di maggio e giugno 2012:

Maggio

Esame del disegno di legge S. 3221 - Conversione in legge del decreto-legge 24 marzo 2012, n. 29, concernente disposizioni urgenti recanti integrazioni al decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, e al decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 23 maggio 2012).

Esame dei progetti di legge:
proposta di legge n. 1895 e abbinata - Modifiche al titolo XI del libro quinto del codice civile concernenti la disciplina sanzionatoria in materia di false comunicazioni sociali e di altri illeciti societari;
disegno di legge n. 4434 e abbinate - Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione (Approvato dal Senato);
proposta di legge n. 5058 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione penale sulla corruzione, fatta a Strasburgo il 27 gennaio 1999 (Approvata dal Senato);
disegno di legge S. 3129 - Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2011 (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato).

Esame delle mozioni Moffa ed altri n. 1-00978 e Lenzi ed altri n. 1-00955 iniziative in materia di governance dell'INPS.

Esame dei progetti di legge:
proposta di legge n. 244 e abbinate - Disposizioni per l'attuazione dell'articolo 49 Pag. 65della Costituzione in materia di democrazia interna dei partiti politici e norme in materia di finanziamenti pubblici e privati destinati ai medesimi soggetti. Delega al Governo per l'emanazione di un testo unico delle leggi concernenti l'organizzazione e il finanziamento dei partiti politici;
proposta di legge n. 4003 e abbinate - Norme per consentire il trapianto parziale di polmone, pancreas e intestino tra persone viventi;
proposta di legge n. 749 e abbinate - Modifiche al codice civile e all'articolo 3 della legge 1o dicembre 1970, n. 898, in materia di scioglimento del matrimonio e della comunione tra i coniugi;
proposta di legge n. 3626 e abbinata - Autorizzazione all'affondamento sperimentale di una nave radiata dai ruoli del naviglio militare e relative attività di monitoraggio;
proposta di legge n. 3160 e abbinate - Disposizioni concernenti il limite di altezza per l'ammissione ai concorsi per il reclutamento nelle Forze armate;
disegno di legge n. 4566 - Delega al Governo per la riforma fiscale e assistenziale.

Giugno

Esame dei disegni di legge di ratifica:
S. 2914 - Ratifica ed esecuzione della Decisione del Consiglio europeo 2011/199/UE che modifica l'articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativamente a un meccanismo di stabilità per gli Stati membri la cui moneta è l'euro, fatta a Bruxelles il 25 marzo 2011 (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione);
Ratifica ed esecuzione del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (MES) (ove presentato e concluso dalla Commissione);
Ratifica ed esecuzione del Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria (ove presentato e concluso dalla Commissione).

Esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 4925 - Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2012;
proposta di legge n. 4998 - Modifiche all'articolo 37 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nonché agli articoli 2, 28 e 32 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, in materia di determinazione della popolazione negli enti locali (Approvata dalla 1a Commissione del Senato).

Esame delle mozioni:
Marco Carra ed altri n. 1-00857 concernente iniziative in materia di politiche della disabilità;
Perina ed altri concernente iniziative in materia di affido condiviso (in corso di presentazione).

Esame delle proposte di legge:
proposta di legge n. 4041 e abbinate - Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici (Approvata dal Senato);
proposta di legge n. 4653 e abbinate - Istituzione del sistema elettronico per il controllo dei rifiuti;
proposta di legge n. 2844 e abbinate - Disposizioni per favorire lo sviluppo della mobilità mediante veicoli che non producono emissioni di anidride carbonica.

Esame di progetti di legge trasmessi dal Senato.

Nell'ambito del programma avrà luogo la votazione per l'elezione di un componente del Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa e la votazione per l'elezione Pag. 66di due componenti del Garante per la protezione dei dati personali e di due componenti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Nell'ambito del programma è inoltre previsto lo svolgimento di atti del sindacato ispettivo e potrà aver luogo l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 29 marzo 2012, alle 10:

1. - Seguito della discussione delle mozioni Montagnoli ed altri n. 1-00896, Lombardo ed altri n. 1-00901, Fluvi ed altri n. 1-00910, Misiti ed altri n. 1-00911, Crosetto ed altri n. 1-00913, Borghesi ed altri n. 1-00916, Mosella ed altri n. 1-00924, Polidori ed altri n. 1-00929, Cambursano ed altri n. 1-00948 e Ciccanti ed altri n. 1-00970 concernenti misure a favore delle piccole e medie imprese in materia di accesso al credito e per la tempestività dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni.

2. - Seguito della discussione delle mozioni Servodio ed altri n. 1-00869, Delfino ed altri n. 1-00905, Bossi ed altri n. 1-00912, Beccalossi ed altri n. 1-00914, Di Giuseppe ed altri n. 1-00915, Misiti ed altri n. 1-00918, Di Biagio ed altri n. 1-00921, Commercio ed altri n. 1-00925 e Ruvolo ed altri n. 1-00926 concernenti iniziative in materia di uso e sviluppo delle agroenergie, con particolare riferimento agli impianti alimentati a biomasse.

3. - Seguito della discussione delle mozioni Esposito ed altri n. 1-00711, Osvaldo Napoli ed altri n. 1-00804, Misiti ed altri n. 1-00944, Allasia ed altri n. 1-00961, Toto ed altri n. 1-00965, Delfino ed altri n. 1-00966 e Marmo ed altri n. 1-00977 concernenti iniziative volte a finanziare le opere e gli interventi previsti dal Piano strategico per il territorio interessato dalla direttrice Torino-Lione.

4. - Seguito della discussione delle mozioni Vincenzo Antonio Fontana ed altri n. 1-00855, Binetti ed altri n. 1-00927, Iannaccone ed altri n. 1-00958, Miotto ed altri n. 1-00959, Palagiano ed altri n. 1-00962, Lo Monte ed altri n. 1-00964 e Laura Molteni ed altri n. 1-00967 concernenti iniziative in ordine alle modalità di ammissione alle scuole di specializzazione in medicina.

5. - Seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge:
AMICI ed altri; MOSCA e VACCARO; LORENZIN ed altri; ANNA TERESA FORMISANO e MONDELLO; D'INIZIATIVA DEL GOVERNO; SBROLLINI: Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni (C. 3466-3528-4254-4271-4415-4697-A).
- Relatore: Lorenzin.

6. - Seguito della discussione della proposta di legge:
TENAGLIA ed altri: Definizione del processo penale nei casi di particolare tenuità del fatto (C. 2094-A).
- Relatore: Tenaglia.

(al termine delle votazioni)

7. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 20.

Pag. 67

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO GIUSEPPE OSSORIO SULLE MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE PER FAVORIRE GLI INTERVENTI PRODUTTIVI E L'OCCUPAZIONE NEL MEZZOGIORNO

GIUSEPPE OSSORIO. Signor Presidente, Signor Ministro, Fabrizio Barca, onorevoli colleghi, i Repubblicani-Azionisti ritengono molto importante che la Camera dei deputati ricollochi nell'agenda dei suoi lavori, con la discussione sulle mozioni presentate dai gruppi una particolare attenzione alle condizioni anemiche per non dire disperate in cui versa il declino pericoloso (anche sotto l'aspetto della tenuta sociale) dell'occupazione nelle Regioni meridionali del nostro Paese.
Auspichiamo che alla retorica del meridionalismo si sovrapponga la volontà di ripensare l'intera politica economica nazionale in funzione dello sviluppo del Sud. Il gruppo dei Repubblicani-Azionisti ritiene che questa condizione sia imprescindibile per riavviare il meccanismo della crescita economica del Paese.
Non si tratta, ovviamente, Ministro Barca, di reclamare un nuovo intervento straordinario e i Repubblicani-Azionisti non lo faranno, sarebbe antistorico e fuori luogo, bensì di ricollocare al centro delle scelte di politica economica l'interesse nazionale della diminuzione del divario di crescita fra le aree forti del Paese e quelle deboli.
È bene dirlo forte e a chiare lettere: è interesse, soprattutto, delle aree più sviluppate del sistema economico italiano il decollo delle economie troppo deboli del Sud. Le regioni del Nord sarebbero le prime a giovarsi del rilancio dell'area mediterranea d'Italia sia in termini di un rafforzamento delle preesistenze industriali, che pure esistono nel Mezzogiorno, sia in termini di minori costi di produzione.
La crisi approdata al Nord, dopo aver iniziato a imperversare al Sud deve ricondurre tutti alla consapevolezza che solo una capacità di sistema potrà responsabilmente dare risposte credibili all'intera economia nazionale. L'illusoria versione di un'area forte, frenata dalla parte debole del sistema è ingiustificata quanto a contenuti effettivi. Noi Repubblicani condividiamo questa analisi del professore Adriano Giannola Presidente dello SVIMEZ.
Consideriamo che gli effetti delle cinque manovre avviate tra maggio 2010 e dicembre 2011, con 1'obiettivo di azzerare il deficit nel 2013, dovrebbero scaricarsi proprio nel 2012.
Le previsioni SVIMEZ sull'andamento dell'economia nel 2012 sono di un calo del Prodotto Interno lordo nel Centro-Nord del -1,3 per cento e nel Mezzogiorno del 2 per cento, con un calo degli investimenti del 5 per cento nelle aree forti del Paese e dell'8 per cento nel Sud. Di conseguenza il Prodotto Interno Lordo del Nord nel periodo 2008-2012 sarà del -5,4 per cento e del Sud del -8 per cento. È inevitabile che al calo delle unità di lavoro totale del -0,7 del Centro Nord si contrappone un calo del -1,6 per cento nel Sud.
I dati e le previsioni per il futuro sembrano confermare che Nord e Sud del Paese viaggiano su strade opposte a forbice del divario, dunque, si restringe e pare destinata ad aumentare.
Il ricorso alla cassa integrazione, soprattutto straordinaria, è proseguito come già nel 2009: al Sud, nel 2010, le ore erogate nel settore manifatturiero in presenza di crisi strutturali sono state +146 per cento (113 milioni di ore); nel resto del Paese +163 per cento (544 milioni di ore). Da segnalare che tra il 2008 e il 2010 il manifatturiero meridionale ha perso quasi 130 mila posti di lavoro, il 15 per cento del totale, che si aggiungono ai 490 mila del Centro-Nord.
Siamo, dunque, di fronte al rischio concreto di una profonda deindustrializzazione di tutta l'area del meridione d'Italia. Un'eventualità questa che avrebbe effetti catastrofici sull'economia di tutto il Paese.
Come abbiamo scritto, è necessario focalizzare quei processi di riforma che sarebbero necessari per adeguare il sistema Pag. 68produttivo del paese, e in particolare del meridione, alle nuove condizioni competitive determinate dalla globalizzazione e dall'adesione all'Euro. Appare plausibile ritenere che il processo di declino del meridione d'Italia potrà essere interrotto solo in presenza dello sviluppo di un'adeguata domanda privata e pubblica, capace nel breve periodo di attenuare gli effetti della crisi attuale e, nel medio periodo, di favorire una ripresa duratura della produzione che avrebbe come conseguenza la creazione di posizioni lavorative stabili e efficienti. Il pericolo è che, mancando tale stimolo, la perdita di tessuto produttivo diventi permanente, aggravando i divari territoriali già marcati nel Paese; in questo contesto, è necessario e non più differibile mettere in campo una politica industriale finalizzata a sviluppare e ramificare sul territorio una matrice tecnologica e produttiva, in particolare in settori strategici capace di dimostrarsi autonoma e di rigenerarsi sul territorio, al fine di creare e sostenere nuova occupazione. Bisogna in questo senso far superare la congenita tendenza al «nanismo» delle piccole imprese del Mezzogiorno. Irrobustire la piattaforma logistica che vede il Sud naturalmente punto d'approdo nel Mediterraneo delle correnti mercantili da e verso oriente. Intervenire con decisione per la riqualificazione ambientale di vaste aree geografiche del Sud, a ridosso, soprattutto, di quegli agglomerati urbani densamente popolate.
Ritornando ai dati sulla disoccupazione, dagli andamenti trimestrali (con riferimento agli ultimi dieci anni) emerge che la crisi è iniziata prima al Sud. Gli occupati al Sud sono quindi tornati ai livelli di dieci anni fa. In Campania lavora meno del 40 per cento della popolazione in età da lavoro, in Calabria è il 42,4 per cento in Sicilia il 42,6 per cento; caso unico in Europa, l'Italia sul fronte migratorio continua a presentarsi come un Paese spaccato in due: a un Centro-Nord che attira e smista flussi al suo interno corrisponde un Sud che espelle giovani e manodopera senza rimpiazzarla.
Dal 2000 al 2009 ben 583 mila persone hanno abbandonato il Mezzogiorno. Nel solo 2009 sono partiti dal Mezzogiorno in direzione del Centro-Nord circa 109 mila abitanti. Riguardo alla provenienza, in testa risulta la Campania, con una partenza di 33 mila 800 abitanti, circa il 30 per cento dell'emigrazione interna; segue la Sicilia con 23 mila 700 partenze; la Puglia con 19 mila 600; la Calabria con 14 mila 200. In direzione opposta, dal Nord al Sud, si sono mosse, invece, solo 67 mila persone. In Italia lavora meno di una donna su due, ma al Sud la percentuale crolla al 30 per cento. Nel 2010 il tasso di occupazione del Nord è risultato (dati Istat) più elevato di oltre venti punti rispetto a quello dell'area meridionale (43,9 per cento). Nel caso delle donne si passa dal 56,1 per cento del Nord, al 30,5 per cento del Mezzogiorno;
Siamo, dunque, di fronte ad un quadro preoccupante: per il forte restringimento della base occupazionale; per la crescita del tasso di disoccupazione più che doppia in confronto al Nord; per l'allargamento dei fenomeni di scoraggiamento ed esasperate difficoltà di inclusione dei giovani nel mercato del lavoro; per la bassa partecipazione delle donne alla vita lavorativa, dovuta anche ai più forti ostacoli alla conciliazione tra l'impegno lavorativo e quello da dedicare alla famiglia e alla quotidianità. Queste condizioni impongono una politica economica e sociale a favore del Mezzogiorno, ma non solo nell'interesse del meridione.
In uno scenario così critico emergono comunque parziali elementi positivi. Come ad esempio quello rappresentato dal ruolo della Cooperazione, peraltro riconosciuto dalla Costituzione. Si tratta di una realtà associativa solida, di un modello organizzativo di coesione e di espressione genuina del territorio, con forti elementi di dinamicità economica e occupazionale, che può rappresentare una grande opportunità di crescita per l'intera area meridionale.
Il Sud d'Italia sconta l'impossibilità di competere sul piano della «fiscalità generale» con le altre aree depresse dell'Unione europea, soprattutto dell'Est, che Pag. 69offrono alle imprese condizioni fiscali durature e decisamente più favorevoli. L'opposizione dell'Unione europea all'adozione di una fiscalità differenziata all'interno di uno stesso Paese, in un regime di moneta unica nel quale Stati e regioni sono posti sullo stesso piano, oggi non ha più motivo d'essere. Appare opportuno, dunque, riflettere sulla possibilità di insistere in questa direzione pensando a interventi che della fiscalità di vantaggio ripetano i pregi (la semplicità e immediatezza del beneficio, la differenziazione rispetto alle aree sviluppate, la vigenza pluriennale anche se limitata nel tempo), ma che abbiano caratteristiche tecniche nuove e diverse per vecchie e nuove imprese.
In questo senso appare ineludibile la necessità che le Amministrazioni pubbliche, nel loro complesso, rappresentino un punto di riferimento certo ed affidabile; che siano, cioè, capaci di far fronte ai propri impegni finanziari. Purtroppo, allo stato, così non è perché versano in uno stato di profonda illiquidità e di forte indebitamento. Bisogna intervenire sull'oggettiva impossibilità delle Regioni e degli Enti locali del Sud ad onorare le erogazioni derivanti da impegni assunti per forniture di beni e servizi. Se in Lombardia, in Veneto o in Emilia Romagna le aziende che hanno un rapporto contrattuale con la Pubblica Amministrazione riescono a dare continuità alle proprie attività, in Campania, in Calabria o in Sicilia le aziende che hanno un rapporto con la Pubblica Amministrazione sono costrette a chiudere le proprie attività per mancanza di liquidità o addirittura per l'insolvenza degli Enti locali. In Lombardia, infatti, gli Enti locali erogano i loro impegni derivanti da forniture di beni e servizi mediamente con 120 giorni di ritardo; in Campania pagano i loro fornitori con 365 giorni di ritardo; in Calabria si raggiungono addirittura i 600 giorni di ritardo. Ottenere una commessa per un'impresa privata in queste condizioni può rappresentare una vera e propria iattura.
Fino a poco tempo fa le Regioni potevano utilizzare i Fondi di riequilibrio, o comunque potevano ricorrere all'indebitamento. Oggi nessuna delle due ipotesi è più percorribile. Inoltre, è necessario tenere conto del Patto di stabilità, in virtù del quale alcune regioni italiane, pur avendo risorse disponibili, non possono utilizzarle, mentre altre non hanno praticamente denaro in cassa; recentemente è stata avanzata l'ipotesi che le risorse finanziarie inutilizzate da alcune Regioni possano essere rimesse in circolo con l'istituzione di un Fondo di garanzia di cui il Governo nazionale sia garante per i pagamenti delle Autonomie locali. Non si tratta di utilizzare le risorse di determinate Regioni per sostenerne altre. La gran parte, infatti, delle risorse accantonate e inutilizzate sono rappresentate da trasferimenti dello Stato, mentre solo una piccola parte di queste provengono dalla finanza locale. Anche alla luce di questa osservazione l'opportunità avanzata merita di essere vagliata con la giusta attenzione. Potrebbe rivelarsi una risorsa aggiuntiva per risolvere il problema cronico dei ritardi dei pagamenti delle Pubbliche amministrazioni, incoraggiando, così, in una certa misura gli investimenti privati nelle aree depresse del nostro Paese, ovviamente, non solo in quelle meridionali.
In questo scenario proprio un ritrovato slancio della Pubblica Amministrazione, a tutti i suoi livelli, può rappresentare uno strumento attraverso il quale mettere in campo interventi concreti per i necessari interventi infrastrutturali di cui il meridione ha assolutamente bisogno. Si pensi ad esempio alla necessità impellente di portare a termine i lavori sul tratto autostradale della Salerno-Reggio Calabria.
Infine, un aspetto su cui è necessario porre l'attenzione è quello dell'urbanizzazione del meridione. Dal confronto con la realtà settentrionale emerge che mentre il sistema urbano del Nord è evoluto, nelle sue componenti principali e nelle grandi aree del Nord-Est, la realtà urbana meridionale è rimasta invece nello stadio di «suburbanizzazione». Secondo un noto economista americano: «Per essere vincenti nella competitività urbana, le città devono essere in grado d'attrarre lavoratori Pag. 70creativi che portano con sé investimenti e crescita economica. Devono essere quindi capaci di offrire loro dei luoghi dotati di quartieri nei quali l'interazione quotidiana avvenga in modo fluido». Nelle aree metropolitane maggiormente interessate ad una iper densità abitativa siamo molto lontani da questo obiettivo. La loro riqualificazione deve essere un punto centrale in una moderna politica di decollo economico e sociale del Mezzogiorno.
La città, in una società contemporanea, competitiva ed inclusiva, non può che essere il centro nevralgico della spinta produttiva. È intorno alla città che si deve creare quel tessuto articolato di insediamenti che rappresenta la piattaforma necessaria per lo sviluppo e la produzione di una determinata area. È necessario investire sullo sviluppo della rete urbana del Mezzogiorno, una direzione questa indicata più volte dall'illustre meridionalista Francesco Compagna. Una necessità che si sarebbe dovuta affrontare e superare da decenni e che, invece, continua ad essere ancora una questione irrisolta, un'incredibile emergenza. In particolare, appare necessario intervenire per sostenere le Aree Metropolitane densamente popolate come quella di Napoli, facendone il centro nevralgico per lo sviluppo e promozione di una concreta politica economica del meridione.
Questa necessità si inquadra nell'ottica degli obiettivi della Commissione europea che già nel 1999, in merito al processo di integrazione del continente, specificava che uno degli obiettivi principali era la «creazione di zone dinamiche di integrazione distribuite equamente sul territorio europeo e costituite da reti di regioni metropolitane di facile accesso internazionale e da città e zone rurali ad esse collegate».
Recentemente la Commissione europea ha deciso di modificare alcune delle regole dei Fondi strutturali destinati agli investimenti nelle aree depresse. L'Italia potrà abbassare la quota di cofinanziamento nazionale dal 50 al 25 per cento, si rendono, così, disponibili ben otto miliardi di risorse europee, un'opportunità importante che non possiamo sprecare.
Il Governo per il gruppo dei Repubblicani dovrebbe impegnarsi: a delineare un piano organico di interventi che abbia come obiettivo strategico, in chiave nazionale, lo sviluppo del Sud: unica condizione questa per avviare una crescita dell'intero Paese. Solo così può di nuovo aumentare il Prodotto Interno Lordo e di conseguenza riequilibrare il debito pubblico; ad investire una quota rilevante delle risorse rese disponibili dalla Commissione Europea attraverso l'abbassamento della quota di cofinanziamento, ad investimenti mirati al rafforzamento delle reti urbane con particolare interesse al potenziamento delle aree metropolitane del mezzogiorno; a sviluppare interventi organici, anche sostenuti da una sostenibile fiscalità di vantaggio, finalizzati al potenziamento in particolare dell'iniziativa privata affinché si ramifichi sul territorio, superando la congenita tendenza al nanismo della dimensione imprenditoriale del meridione; ad irrobustire la piattaforma logistica che vede il Sud d'Italia quale naturale punto d'approdo nel Mediterraneo delle correnti mercantili da e verso oriente; ad intervenire con decisione per la riqualificazione ambientale di vaste aree geografiche del Sud, a ridosso, soprattutto, di quegli agglomerati urbani densamente popolati; a sviluppare un piano di interventi infrastrutturali, affinché il sud d'Italia non resti di fatto separato dal resto del Paese e dell'Europa. Turismo, commercio, sviluppo, occupazione, non sono possibili senza l'esistenza di trasporti e vie di comunicazioni efficienti; sviluppare interventi organici finalizzati a valorizzare il ruolo e l'incidenza del modello cooperativo, facendone uno dei possibili pilastri su cui costruire una strategia politico-economica complessiva per il rilancio del meridione.

Pag. 71

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Mozione n. 1-00866 - Piano nazionale di assegnazione delle frequenze

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 25 minuti
Grande Sud-PPA 7 minuti
Alleanza per l'Italia 4 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 72

Mozione n. 1-00971 -Iniziative per il disarmo e la non proliferazione nucleare

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 25 minuti
Grande Sud-PPA 7 minuti
Alleanza per l'Italia 4 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 73

Pdl n. 3681 e abb. - Legge quadro in materia di interporti e di piattaforme territoriali logistiche

Tempo complessivo: 12 ore e 30 minuti, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 25 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 58 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 26 minuti 4 ore e 17 minuti
Popolo della Libertà 39 minuti 58 minuti
Partito Democratico 38 minuti 57 minuti
Lega Nord Padania 32 minuti 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 32 minuti 24 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 22 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 22 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 21 minuti
Misto: 32 minuti 24 minuti
Grande Sud-PPA 9 minuti 6 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti 4 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 3 minuti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 3 minuti 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti 2 minuti
Pag. 74

Mozione n. 1-00923 - Disciplina di giochi e scommesse

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 25 minuti
Grande Sud-PPA 7 minuti
Alleanza per l'Italia 4 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 75

Pdl n. 2744 e abb. - Tutela e valorizzazione della biodiversità agraria

Tempo complessivo: 14 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 8 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 40 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 12 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 26 minuti 5 ore e 18 minuti
Popolo della Libertà 39 minuti 1 ora e 13 minuti
Partito Democratico 38 minuti 1 ora e 11 minuti
Lega Nord Padania 32 minuti 35 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 32 minuti 30 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 27 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 26 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 25 minuti
Misto: 32 minuti 31 minuti
Grande Sud-PPA 9 minuti 8 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti 5 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 3 minuti 3 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 3 minuti 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti 3 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti 2 minuti
Pag. 76

Pdl n. 1934 e abb. - Professioni non organizzate in ordini o collegi

Tempo complessivo: 13 ore e 30 minuti, di cui:

  • discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame: 7 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 25 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 4 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 3 minuti (con il limite massimo di 11 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 51 minuti 4 ore e 42 minuti
Popolo della Libertà 47 minuti 1 ora e 4 minuti
Partito Democratico 47 minuti 1 ora e 3 minuti
Lega Nord Padania 35 minuti 31 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 33 minuti 26 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 32 minuti 24 minuti
Popolo e Territorio 32 minuti 23 minuti
Italia dei Valori 32 minuti 23 minuti
Misto: 33 minuti 28 minuti
Grande Sud-PPA 9 minuti 6 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti 4 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 3 minuti 3 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 3 minuti 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti 3 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti 2 minuti
Pag. 77

Mozione n. 1-00968 - Sostegno dell'occupazione nel settore agricolo ed agroalimentare

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 25 minuti
Grande Sud-PPA 7 minuti
Alleanza per l'Italia 4 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 78

Pdl n. 2094 - Particolare tenuità del fatto

Seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 25 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 17 minuti
Popolo della Libertà 58 minuti
Partito Democratico 57 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 24 minuti
Grande Sud-PPA 6 minuti
Alleanza per l'Italia 4 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti
Pag. 79

Pdl n. 2219 e abb.- Istituzione del Fondo nazionale per la ricerca e lo sviluppo di sistemi di mobilità altamente sostenibile

Tempo complessivo: 12 ore e 30 minuti, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 25 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 58 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 26 minuti 4 ore e 17 minuti
Popolo della Libertà 39 minuti 58 minuti
Partito Democratico 38 minuti 57 minuti
Lega Nord Padania 32 minuti 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 32 minuti 24 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 22 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 22 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 21 minuti
Misto: 32 minuti 24 minuti
Grande Sud-PPA 9 minuti 6 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti 4 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 3 minuti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 3 minuti 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti 2 minuti
Pag. 80

Mozione n. 1-00922 - Obiezione di coscienza in campo medico e paramedico

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 25 minuti
Grande Sud-PPA 7 minuti
Alleanza per l'Italia 4 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 81

Mozione n. 1-00898 - Tassazione del risparmio e negoziazione di accordi fiscali

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 25 minuti
Grande Sud-PPA 7 minuti
Alleanza per l'Italia 4 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 82

Pdl n. 3466 e abb. - Riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte delle regioni e degli enti locali

Seguito dell'esame: 8 ore.

Seguito esame
Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 13 minuti (con il limite massimo di 13 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 27 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 14 minuti
Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 31 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 28 minuti
Popolo e Territorio 27 minuti
Italia dei Valori 26 minuti
Misto: 32 minuti
Grande Sud-PPA 9 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 3 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Iannaccone a. n. 1-887 492 461 31 231 6 455 43 Resp.
2 Nom. Moz. Miccichè e a. n. 1-928 492 476 16 239 422 54 43 Appr.
3 Nom. Moz. Commercio e a. n. 1-934 rif. 490 468 22 235 429 39 43 Appr.
4 Nom. Moz.Aniello Formisano e a 1-935rif 492 487 5 244 447 40 43 Appr.
5 Nom. Moz. Ruvolo e a. n. 1-940 rif. 490 474 16 238 436 38 43 Appr.
6 Nom. Moz. Versace e a. n. 1-941 rif. 491 472 19 237 429 43 43 Appr.
7 Nom. Moz. D'Antoni e a. n. 1-976 491 484 7 243 446 38 43 Appr.
8 Nom. em. nn. 1 identici rif. 447 443 4 222 438 5 43 Appr.
9 Nom. Mantenim. 3o cpv moz. 781 rif. 459 456 3 229 443 13 43 Appr.
10 Nom. Mantenim. 2o cpv moz. 943 456 447 9 224 445 2 43 Appr.
11 Nom. Mantenim. 2o cpv moz. 963 461 453 8 227 451 2 43 Appr.
12 Nom. Mantenim. 4o cpv moz. 909 463 419 44 210 412 7 42 Appr.
13 Nom. Mantenim. 3o cpv moz. 943 467 427 40 214 426 1 42 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 23)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. nn. 4, 1, 2 e 3 identici 462 405 57 203 23 382 42 Resp.
15 Nom. Moz.Di Stanislao e a. - 1-781 n.f. 444 274 170 138 21 253 42 Resp.
16 Nom. Moz. Gidoni e a. - n. 1-861 rif. 439 419 20 210 393 26 42 Appr.
17 Nom. Moz. Porfidia e a. - n. 1-862 rif. 439 414 25 208 394 20 42 Appr.
18 Nom. Moz. Moffa e a. - n. 1-907 rif. 435 380 55 191 201 179 42 Appr.
19 Nom. Moz. Misiti e a. - n. 1-908 438 384 54 193 358 26 42 Appr.
20 Nom. Moz. Rugghia e a. - n. 1-909 rif. 432 389 43 195 377 12 42 Appr.
21 Nom. Moz. Cicu e a. - n. 1-920 430 411 19 206 386 25 42 Appr.
22 Nom. Moz. Paglia e a. - n. 1-963 427 403 24 202 380 23 42 Appr.
23 Nom. Risoluz. Pezzotta e a. - n. 1-105 425 379 46 190 373 6 42 Appr.