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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 508 di mercoledì 27 luglio 2011

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 10.

MICHELE PISACANE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bongiorno, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Castagnetti, Catone, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Frattini, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lusetti, Mantovano, Martini, Meloni, Migliavacca, Misiti, Moffa, Mura, Mussolini, Nucara, Leoluca Orlando, Polidori, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Rosso, Stefani, Stucchi e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantadue come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni (ore 10,08).

PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.
MICHELE PISACANE, Segretario, legge:
CESARINA PIBIRI, da Gonnosnò (Oristano), e numerosissimi altri cittadini, in relazione all'esame della proposta di legge atto Camera n. 4207, chiedono - in luogo del riconoscimento della lingua italiana dei segni - misure per garantire il diritto alla salute e i livelli essenziali di assistenza per le persone sorde (1269) - alla XII Commissione (Affari sociali);
PAOLO SPINUCCI, da Roma, chiede l'introduzione di nuovi limiti alla carcerazione preventiva (1270)- alla II Commissione (Giustizia);
MATTEO LA CARA, da Vercelli, chiede:
un'amnistia per i reati minori (1271) - alla II Commissione (Giustizia);
norme per la riduzione del numero delle province e l'abolizione delle prefetture (1272) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
nuove norme in materia di requisiti per l'eleggibilità e di durata in carica del Presidente della Repubblica (1273) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
l'abolizione del rimborso per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori (1274) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
PAOLO ALBERTO PAOLI, da Prato, modifiche al codice della strada in materia di revisione periodica dei veicoli (1275) - alla IX Commissione (Trasporti);
EUGENIO NACCARATO, da Carolei (Cosenza), chiede modifiche alla proposta Pag. 2di legge atto Camera n. 3900, recante nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense, al fine di sopprimere il requisito dell'effettività e continuatività dell'esercizio della professione (1276) - alla II Commissione (Giustizia);
ANTONIO MINARDI, da Piane Crati (Cosenza), chiede che eventuali interventi per la tutela del diritto d'autore non limitino la libertà di accesso a Internet (1277) - alle Commissioni riunite VII (Cultura) e IX (Trasporti);
MARCO PREIONI, da Domodossola (Verbano Cusio Ossola), chiede nuove norme in materia di incompatibilità tra la carica di parlamentare e gli incarichi di amministrazione e rappresentanza di enti territoriali ed enti economici da essi finanziati (1278) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
MIRKO ANTONIO SPAMPINATO, da Motta Sant'Anastasia (Catania), chiede l'uniformazione dei profili di impiego di alcune categorie di sottoufficiali delle Forze armate (1279) - alla IV Commissione (Difesa);
MAURIZIO CARLO CANOSCI, da Sansepolcro (Arezzo), e altri cittadini, chiedono la revisione degli accordi vigenti con Paesi stranieri e alla NATO, al fine di evacuare dal territorio italiano tutti gli ordigni nucleari presenti in basi militari e di impedire l'attracco e lo stazionamento a navi e sommergibili a propulsione nucleare (1280) - alla III Commissione (Affari esteri);
RAFFAELE LONGOBARDI, da Santa Maria La Carità (Napoli), chiede che il 20 per cento delle entrate delle lotterie nazionali sia destinato alla risoluzione della crisi dello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia e a sostegno dei giovani e delle famiglie (1281) - alla VI Commissione (Finanze);
MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede:
norme più restrittive in materia di modalità di esercizio del diritto di sciopero (1282) - alla XI Commissione (Lavoro);
misure per la promozione turistica delle fiere e sagre locali (1283) - alla X Commissione (Attività produttive);
la riduzione delle imposte gravanti sui carburanti e sugli altri prodotti energetici (1284) - alla VI Commissione (Finanze);
l'abolizione delle norme che prevedono riserve di posti per l'uno o per l'altro genere (1285) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
misure per promuovere l'educazione alimentare nelle mense scolastiche (1286) - alla XII Commissione (Affari sociali);
l'abolizione di tutti i giochi e le lotterie nazionali (1287) - alla VI Commissione (Finanze);
WANDA GUIDO, da Penna in Teverina (Terni), e numerosi altri cittadini chiedono:
la revisione della disciplina della legge n. 281 del 1991, in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo (1288) - alla XII Commissione (Affari sociali);
l'inasprimento delle pene previste dall'articolo 727 del codice penale per l'abbandono o il maltrattamento degli animali (1289) - alla II Commissione (Giustizia);
MARINO SAVINA, da Roma, chiede misure contro i ritardi di pagamento delle pubbliche amministrazioni (1290) - alla X Commissione (Attività produttive);
CARLO MARIA MAGNANI, da Brescia, e ANTONIO TEJA, da Roma, chiedono la rivalutazione del contributo a favore dell'Istituto del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al Valor Militare (1291) - alla IV Commissione (Difesa).

Pag. 3

Seguito della discussione della mozione Cazzola, Gnecchi, Fedriga, Poli, Della Vedova, Moffa, Borghesi, Lanzillotta, Lo Monte ed altri n. 1-00690 concernente iniziative relative alla disciplina dei contributi pensionistici (ore 10,12).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame della mozione Cazzola, Gnecchi, Fedriga, Poli, Della Vedova, Moffa, Borghesi, Lanzillotta, Lo Monte ed altri n. 1-00690 concernente iniziative relative alla disciplina dei contributi pensionistici (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta di martedì 5 luglio 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali delle mozioni Gnecchi ed altri n. 1-00583, Poli, Della Vedova, Lanzillotta, Lo Monte ed altri n. 1-00674 e Cazzola, Fedriga, Moffa ed altri n. 1-00675 (Nuova formulazione).
Ricordo altresì che nella seduta dell'11 luglio 2011 le mozioni Gnecchi ed altri n. 1-00583, Poli, Della Vedova, Lanzillotta, Lo Monte ed altri n. 1-00674 e Cazzola, Fedriga, Moffa ed altri n. 1-00675 (Nuova formulazione) sono state ritirate dai presentatori e contestualmente è stata presentata la mozione Cazzola, Gnecchi, Fedriga, Poli, Della Vedova, Moffa, Borghesi, Lanzillotta, Lo Monte ed altri n. 1-00690 iscritta all'ordine del giorno.
Avverto che l'emendamento Beltrandi ed altri n. 1-00690/1, presentato per la seduta del 13 luglio 2011, è stato ritirato dai presentatori.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, onorevole Luca Bellotti, che esprimerà altresì il parere sulla mozione all'ordine del giorno.

LUCA BELLOTTI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, in una materia complicata cercherò di rendere più semplice possibile la comprensione anche di tutti i meccanismi tecnici.
Con il presente atto parlamentare gli onorevoli proponenti richiamano l'attenzione sull'articolo 12 della legge 30 luglio 2010, n. 122, e su alcuni commi che hanno abrogato tutte le norme che prevedevano il trasferimento della contribuzione all'INPS gratuitamente. Con l'entrata in vigore della legge di conversione, infatti, è stato disposto che la ricongiunzione, prima gratuita, nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti, per i periodi di contribuzione maturati presso forme di previdenza sostitutive, esclusive o esonerative dell'assicurazione generale obbligatoria, è adesso consentita solo a titolo oneroso per il lavoratore.
Ciò comporta che i lavoratori che non potranno raggiungere i requisiti minimi per la pensione nei Fondi potranno ricorrere alla ricongiunzione, sostenendo un onere variabile a seconda della situazione previdenziale di ogni singola persona. Peraltro, coloro che abbiano compiuto il sessantacinquesimo anno di età, ovvero abbiano raggiunto i quarant'anni di contribuzione, potranno ricorrere all'istituto della totalizzazione soltanto qualora abbiano un periodo minimo di contribuzione pari a tre anni.
In ordine alla questione della totalizzazione, per cercare di renderla un po' più comprensibile, faccio presente che per i lavoratori la cui pensione è liquidata esclusivamente con la formula del calcolo contributivo, iscritti a due o più gestioni, fondi o casse di previdenza, che non hanno raggiunto in alcuno di essi i requisiti per il diritto alla pensione, l'articolo 1 del decreto legislativo 30 aprile 1997 n. 184, in luogo della ricongiunzione, prevede la possibilità di fare ricorso allo strumento della totalizzazione, ossia la facoltà di cumulare i periodi assicurativi non coincidenti al fine del conseguimento della pensione di vecchiaia e dei trattamenti pensionistici per inabilità, restando a carico delle singole gestioni la quota rispettiva del trattamento complessivo.
Occorre precisare, quindi, che le predette modifiche legislative riguardano il personale assunto fino all'anno 2000, in quanto da tale anno i fondi sono soppressi e i nuovi assunti sono già iscritti al Fondo Pag. 4pensioni lavoratori dipendenti. Gli effetti concreti che la riforma ha prodotto sul tessuto sociale hanno in parte travalicato le iniziali intenzioni del legislatore.
L'intento perseguito dal legislatore infatti era quello di prevenire e scongiurare comportamenti elusivi in funzione della possibilità di avvalersi di regimi previdenziali più favorevoli rispetto all'ordinario, ma non certamente quello di impedire il trasferimento della posizione assicurativa nei confronti di quei lavoratori che si trovano costretti per raggiungere i requisiti minimi per la pensione a ricongiungere presso altri fondi la propria contribuzione.
Con l'entrata quindi in vigore del citato articolo 12, di contro, si è accertato che in taluni casi, ovverosia quando il lavoratore è obbligato a ricongiungere la propria posizione previdenziale in altro fondo pensionistico per aver cessato il lavoro senza diritto a pensione nel fondo di appartenenza, tale ricongiunzione è divenuta oltremodo onerosa per il soggetto interessato; i costi risultano infatti essere nell'ordine di diverse decine di migliaia di euro.
Al fine di risolvere la questione, ricordo che presso il Ministero che rappresento è stato istituito un tavolo tecnico al fine di valutare gli effetti delle diverse ipotesi di ampliamento della possibilità di ricongiunzione o di cumulo dei periodi assicurativi. Le problematiche richiamate nella mozione potranno essere superate soltanto con una modifica legislativa che dovrà tener conto anche dei connessi oneri di finanza pubblica che il Ministro dell'economia e delle finanze ha stimato, in prima approssimazione e per l'ipotesi di ritorno alla situazione precedente la data del 1o luglio 2010, con l'abrogazione dell'innovazione di cui al decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, nell'ordine di 400 milioni di euro annui.
Quindi, con la mozione i firmatari dell'atto richiamano le problematiche inerenti alla ricongiunzione e alla totalizzazione dei periodi assicurativi e impegnano il Governo, in primo luogo, ad assumere le opportune iniziative normative atte a consentire la possibilità di cumulare, a fini del diritto ad un unico trattamento pensionistico, i periodi assicurativi non coincidenti, di qualsiasi durata, posseduti presso le diverse gestioni attraverso la determinazione pro quota del trattamento stesso senza penalizzazioni, ferma restando la facoltà di attivare, in alternativa, la ricongiunzione onerosa, finalizzata all'ottenimento di un trattamento più favorevole, valutando anche le modalità con le quali rimuovere il limite dei tre anni per quanto riguarda la possibilità di totalizzazione. In secondo luogo, ad assumere le iniziative di competenza ove possibile anche in sede di interpretazione autentica allo scopo di chiarire i casi di effettiva applicabilità di quanto previsto in materia di ricongiunzione onerosa nel decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. Al riguardo si osserva che il ricorso allo strumento dell'interpretazione autentica per definizione non pone problemi di copertura finanziaria limitandosi a chiarire il senso della normativa già vigente.
Quindi, in merito all'impegno richiesto, il Governo esprime parere favorevole sulla mozione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, chiedo di parlare sull'ordine dei lavori. Premetto - la mia premessa non è di forma - che ringrazio il Governo perché ci ha fornito delle informazioni entrando nel merito del provvedimento; vorrei però ricordare a me stesso (perché diversamente, per inerzia, diventa norma qualcosa che norma non è) che il Governo ha la possibilità di replicare e di fornire tutte le informazioni del caso nel momento della replica che si tiene dopo lo svolgimento della discussione sulle linee generali. Ripeto, nella fattispecie si tratta di una mozione unica e ringrazio il Governo perché ci ha fornito anche alcuni elementi, tuttavia se continuiamo a dare per scontato che il Governo, magari in sede di discussione sulle linee generali, Pag. 5quando in Aula sono presenti pochi deputati, non replica, si riserva e svolge la replica nel momento in cui deve limitarsi a esprimere un pur motivato parere sulle mozioni, senza replicare, rischiamo che, in seguito, le repliche non si faranno più e automaticamente si trasferiranno in un ambito che, a mio avviso, chi ha immaginato il Regolamento lo ha voluto riservare ad una proporzionalità anche delle argomentazioni tra Governo e deputati laddove il Governo replica ma poi i deputati hanno la possibilità di parlare; altrimenti, diversamente, ogni volta - lo ripeto, lo dico in un caso nel quale non c'è l'oggetto del contendere perché si tratta di una mozione unitaria - dovremmo interpretare il Regolamento in funzione del fatto che, poiché il Governo entra nel merito e parla in sede di parere sulle mozioni, sugli emendamenti o su altro, si dovrebbe riaprire il dibattito.
Quindi il mio è un auspicio che rivolgo a lei e ovviamente a tutti noi affinché cerchiamo di riportare finché è possibile all'interno delle norme regolamentari lo svolgimento dei nostri lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, devo dire che purtroppo ho l'impressione che il livello di ascolto questa mattina non sia più elevato di quello della seduta precedente, come sarebbe stato peraltro auspicabile.
Quanto al resto, è difficile misurare il confine esatto tra l'espressione del parere sulla mozione e il discorso più generale sul tema. Affido alla sensibilità del Governo le sue osservazioni.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Poli. Ne ha facoltà.

NEDO LORENZO POLI. Signor Presidente, dalla discussione delle mozioni depositate dai colleghi e dai relativi interventi, è emerso sostanzialmente un comune interesse verso quanti, precari, sono maggiormente soggetti ad una vita lavorativa instabile. Hanno storie contributive diverse presso vari enti e - come ha evidenziato anche il collega Cazzola - prima potevamo contare su norme che consentivano una ricongiunzione non onerosa. In alcuni casi, in cui la ricongiunzione non onerosa era prevista, i lavoratori si sono trovati ad affrontare una modifica della normativa vigente che, con decreto-legge poi convertito in legge, adesso è un'onerosa riforma di ricongiunzione.
Condividiamo il tentativo espresso attraverso gli impegni delle mozioni presentate, che confluiscono in una mozione condivisa, di armonizzare i trattamenti e unificare in maniera equa le regole, con l'obiettivo di dare un segnale di avvio per una riforma pensionistica e previdenziale, consapevoli della necessità di una riforma organica più strutturata.
L'intento condiviso da me e dai colleghi firmatari della mozione è quello di venire incontro all'esigenza di molti lavoratori che prestano con discontinuità la propria attività e le proprie professionalità non per propria scelta e di arrivare ad assumere la totalizzazione come regola di carattere generale. Il tentativo di ampliare il confine della totalizzazione è stato perseguito, purtroppo non con successo, anche nel corso delle legislature precedenti. Molti colleghi che ci hanno preceduto infatti hanno cercato di ampliare i confini della totalizzazione per quanto riguarda le prestazioni totalizzabili ed anche il numero degli anni totalizzati.
Sono favorevole a quanto detto in discussione sulle linee generali dal collega Cazzola in merito alla necessità di un orientamento dell'Assemblea in grado di indirizzare gli impegni della mozione ora e le richieste della Commissione XI, Lavoro, attraverso la discussione delle proposte di legge inerenti al medesimo tema. Siamo in presenza di un tema - quello pensionistico e previdenziale - molto dibattuto, in relazione al quale, per molti versi, varchiamo un campo minato, argomento cardine di manovre finanziarie e Pag. 6insieme di battaglie sindacali. Il nostro intento è quello di raggiungere, anche attraverso questa mozione, una maggiore condivisione tra le diverse forze, almeno al cospetto di argomenti importanti, che vedono in prima linea i nostri figli, le future generazioni, alle quali non potremo garantire la pensione che si meritano per effetto di contributi versati con discontinuità in lavori intermittenti e presso enti diversi.
Come ho già detto in sede di discussione sulle linee generali non abbiamo la pretesa di presentare una soluzione, ma soltanto una risposta efficace che ci consenta di venire incontro a quanti, giovani oggi, si troveranno domani a dovere ulteriormente pagare dei contributi che, con molta probabilità per come è strutturato oggi il sistema pensionistico, mai riscuoteranno. Le generazioni dei nostri figli corrono il rischio, che ormai sta diventando quasi una certezza, di elevati indici di povertà. Parliamo di donne e di titolari della sola pensione di vecchiaia, con redditi pensionistici lordi mensili più bassi della media. Il 2010, nello specifico, è stato l'anno del boom di erogazione delle pensioni, probabilmente dovuto al fatto che dal 2011 bisognerà lavorare più a lungo per andare in pensione.
Siamo in presenza di un'emergenza sociale che non può più essere nascosta, cui potrebbe trovare soluzione solo una riforma complessiva e più equa del sistema pensionistico. I suddetti «contributi silenti», vale a dire i contributi previdenziali versati che non abbiano dato luogo alla maturazione di un corrispondente trattamento pensionistico, non dovrebbero andare persi, piuttosto utilizzati per finanziare i costi della totalizzazione o tutt'al più restituiti ai lavoratori che li hanno versati. La mozione in discussione, così come le citate proposte di legge sulla totalizzazione in discussione in sede referente in Commissione lavoro, si sviluppano proprio con l'intento di venire incontro alle categorie più svantaggiate.
Per questi motivi, chiediamo l'impegno reale ed effettivo da parte del Governo, atto ad avviare un processo di riforma dell'istituto della totalizzazione, ampliando il ventaglio delle possibilità offerte al lavoratore di cumulare senza oneri i periodi contributivi di cui è in possesso e abbattere il limite dei tre anni previsto dalla normativa attualmente in vigore. Ma soprattutto, attraverso questa mozione, chiediamo un impegno atto a garantire, in linea con la strategia Europa 2020 e con l'obiettivo europeo, redditi di pensione adeguati e sostenibili per mezzo di riforme dei sistemi pensionistici. Consideriamo importante avere almeno l'indicazione di una data effettiva in cui dette promesse verranno mantenute. Ci aspettiamo che il Governo non disattenda gli impegni presi, pur essendo fiduciosi sul lavoro che in tal senso si appresterà a compiere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Biagio. Ne ha facoltà.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'atto di indirizzo in esame affronta con puntualità e chiarezza un problema non più trascurabile, che riflette anche in maniera drammatica le contraddizioni dell'attuale mercato del lavoro e la sua evidente flessibilità. Sappiamo bene che la maggior parte dei lavoratori, soprattutto quelli appartenenti alle fasce più giovani, sono protagonisti di passaggi professionali talvolta molto rapidi, con conseguenti differenti configurazioni contrattuali e talvolta anche previdenziali.
Basta considerare il sempre più diffuso ricorso alla contrattazione a progetto, che dovrebbe essere teoricamente preludio per una stabilizzazione professionale dello stesso, con il risultato che, ad oggi, molti lavoratori hanno cumulato contributi in diverse gestioni previdenziali, ma non possono raggiungere i requisiti necessari per andare in pensione.
È un paradosso che quest'Aula deve affrontare con urgenza e senza ulteriori deroghe. Come giustamente veniva ricordato dai colleghi, esistano già presso la Commissione lavoro proposte di legge finalizzate al superamento di tale limite. Pag. 7L'obiettivo sarebbe quello di giungere ad un'unica formula pensionistica calcolata con il cumulo di tutti i contributi versati attraverso le dinamiche della totalizzazione, cui tutti i lavoratori, che abbiano versato contributi presso più gestori, possono fare riferimento, in modo non oneroso e senza che siano trascorsi tre anni presso ogni gestione.
È una condizione vessatoria che sta mettendo in difficoltà migliaia di lavoratori. È opportuno, dunque, che il Governo si prenda le sue responsabilità e si impegni su questo versante, anche sostenendo l'iter legislativo dei provvedimenti citati, affinché i lavoratori flessibili e dinamici del nostro sistema produttivo e professionale non siano ancora una volta oggetto di discriminazione e di mortificazioni. Per tale ragione, mi preme ribadire il voto favorevole di Futuro e Libertà per il Terzo Polo (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, desidero svolgere alcune brevi considerazioni su questo tema. In primo luogo, vorrei ringraziare i colleghi, che hanno lavorato perché si arrivasse ad una mozione comune, in particolare Cazzola e Gnecchi, perché credo che su un tema di questo tipo l'Aula non possa dividersi.
Penso che vi siano alcuni principi fondamentali, ed in particolare il fatto che contributi che i lavoratori hanno versato, al prezzo, ovviamente, di sacrifici - perché non vi è solo la quota di contribuzione a carico delle imprese, ma vi è anche la quota a carico dei lavoratori -, non possono essere perduti. Devono, inoltre, trovarsi meccanismi che consentano il recupero di tutti quei contributi, sia per permettere di rialzare, eventualmente, la pensione per coloro che ne usufruiscono o nel momento in cui in quella pensione venga calcolata, sia per determinare, in tutti i casi come quelli relativi alle gestioni separate dell'INPS, che, peraltro, credo che già funzionino in questo modo, ma che dovrebbe diventare un principio generale, in ogni caso, la pensione o un assegno supplementare pari all'attualizzazione attraverso le tavole attuariali e statistiche, del valore della rendita che proviene dai contributi che i lavoratori hanno versato.
Credo che questo sia un elemento fondamentale. Signor Presidente, le chiederei, però, di permettere al sottosegretario di ascoltare, perché, viceversa, se noi parliamo e il sottosegretario conferisce con altri, diventa francamente difficile...

PRESIDENTE. Sottosegretario Bellotti, onorevole Poli, non dubitiamo che abbiate cose importantissime da dirvi, ma in questo momento devo pregarvi di interrompere i vostri discorsi.

ANTONIO BORGHESI. Sottosegretario Bellotti, le chiedo solo per un attimo di ascoltare, perché qui vi è un problema di urgenza. L'impegno del Governo ad accogliere questa mozione deve essere anche legato ad un impegno reale del Governo ad intervenire rapidamente attraverso le due proposte di legge che sono già in fase di discussione avanzata in Commissione lavoro. Dico ciò perché credo che in una situazione di generale difficoltà in cui si dibattono i lavoratori, in una situazione generale di difficoltà... Signor Presidente, però, se ogni volta qualcuno si ferma dal sottosegretario...

PRESIDENTE. Scusate, per favore, i colloqui privati si fanno dopo. In Aula dobbiamo ascoltare chi ha la parola. Prego, onorevole Borghesi.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, concludendo, chiederei al sottosegretario e al Governo un impegno forte perché quelle proposte di legge, attualmente in discussione presso la Commissione lavoro, vengano approvate in fretta, stante anche la situazione generale di difficoltà dei lavoratori, soprattutto di quelli che stanno per andare in pensione, che, quindi, potrebbero usufruire favorevolmente Pag. 8di una norma che permetta il recupero di quei contributi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Munerato. Ne ha facoltà.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, preannunzio il voto favorevole a nome della Lega Nord sulla mozione presentata da tutti i gruppi presenti in Aula. Come già illustrato dalla sottoscritta in fase di discussione sulle linee generali e dai colleghi intervenuti, è importante offrire al lavoratore la possibilità di cumulare, senza oneri, i periodi contributivi di cui è in possesso presso le varie gestioni o casse previdenziali.
Attualmente, la normativa consente al lavoratore, che ha contributi versati in diverse gestioni e non ha maturato in alcune di esse il diritto al trattamento pensionistico per mancanza dei requisiti minimi, di cumulare i periodi assicurativi non coincidenti posseduti presso le diverse gestioni al fine di conseguire la pensione di vecchiaia o di anzianità, a condizione, però, che in ciascuna gestione abbia maturato almeno tre anni di contributi.
Al di sotto di questa soglia il lavoratore può optare se perdere i versamenti contributivi oppure ricorrere all'istituto della ricongiunzione onerosa. Il mercato del lavoro negli ultimi anni si è modificato molto: i meccanismi di flessibilità, introdotti nel nostro ordinamento per favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro e per rispondere ad esigenze di elasticità particolarmente avvertite dal nostro sistema produttivo, hanno fatto sì che la figura del lavoratore sia diventata oggigiorno quella cosiddetta atipica.
Nel corso della vita qualunque persona può cambiare più volte mestiere o tipologia contrattuale, il che la porta, a fine carriera lavorativa, ad avere una posizione contributiva discontinua.
Per questi motivi riteniamo che il limite minimo di tre anni di versamenti contributivi effettuati in ciascuna gestione, cassa o fondo previdenziale, sia fortemente penalizzante per i lavoratori di oggi, oltreché in contrasto con il principio stesso della totalizzazione. Chiediamo, dunque, al Governo di adoperarsi, ove possibile, per rimuovere tale vincolo.
Chiediamo, inoltre, l'impegno a rivedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, le vigenti disposizioni in materia di ricongiunzione incentrate sulla regola dell'onerosità per tutti i casi di ricongiunzione contributiva e sulla conseguente eliminazione del trasferimento gratuito della posizione assicurativa presso l'INPS, introdotta dal decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78. Riteniamo, infatti, di dovere andare incontro a quelle migliaia di lavoratori che, con storie contributive presso enti e gestioni diverse, si sono ritrovati dall'oggi al domani a sostenere l'onerosità della ricongiunzione. Stiamo parlando di persone che spesso sono state costrette a cambiare gestione previdenziale per effetto di privatizzazioni o comunque per via di scelte effettuate dai propri datori di lavoro, quindi per motivi indipendenti dalla loro volontà e che, sempre senza possibilità di scelta alcuna, si ritrovano oggi a pagare di tasca propria per quelle scelte. Tutto ciò ci sembra un'ingiustizia alla quale dobbiamo porre rimedio.
La soluzione che proponiamo è un'interpretazione autentica della norma introdotta dal decreto-legge n. 78 del 2010 in materia di ricongiunzione onerosa, interpretazione che la nostra mozione prevede con effetto retroattivo. Infatti è necessario tornare al principio che, se le ricongiunzioni vengono fatte verso enti con trattamenti meno favorevoli rispetto all'ente di provenienza, l'operazione deve avvenire senza oneri a carico del lavoratore.
Con queste considerazioni e ricordando al Governo l'urgenza di intervenire su queste materie, ribadisco il voto favorevole della Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

Pag. 9

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,40).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, noi pensiamo che questa mozione sia un passo avanti, perché si muove in due direzioni: chiede da una parte di correggere una grave distorsione, che si è creata con l'azione del Governo sul sistema pensionistico, e dall'altra parte si occupa del tema pensionistico delle giovani generazioni, vale a dire del principio della totalizzazione.
Come Partito Democratico abbiamo posto il problema e abbiamo voluto che questo argomento fosse affrontato. Ringrazio tutti i gruppi, perché c'è stata una convergenza su questo argomento.
Per quanto riguarda il primo tema, quello che ci sta particolarmente a cuore, si tratta del tema dei giovani. Noi sappiamo che attualmente il principio di totalizzazione non consente di utilizzare i contributi versati sino a tre anni in un fondo pensionistico. Precedentemente avevamo una situazione ancor più negativa; ricordo, infatti, i sei anni di franchigia, che abbiamo ridotto, con l'intervento operato dall'ultimo Governo Prodi, con il Protocollo sul welfare del 2007, determinando un netto miglioramento. Bisogna andare oltre. Noi pensiamo che in questa legislatura debba passare il principio - se vogliamo aiutare i giovani ad avere un lavoro stabile ed una pensione sicura - che il lavoro a tempo indeterminato costi meno del lavoro flessibile e che nessuna giornata di lavoro trasparente, di lavoro certo, con i contributi pensionistici, vada persa ai fini della formazione di una pensione.
La seconda questione concerne la correzione del decreto-legge n. 78 del 2010. In questo caso il Governo ha compiuto, per così dire, degli atti che sicuramente hanno compromesso una situazione, abrogando le norme che prevedevano il trasferimento della contribuzione all'INPS gratuitamente. Abbiamo coinvolto in modo negativo - è stato ricordato - questi lavoratori, che dovranno versare molti contributi per avere una pensione. Si tratta, quindi, di costi di decine, e alle volte anche di centinaia, di migliaia di euro.
Sono lavoratori dei settori elettrico e telefonico, personale dipendente dalle amministrazioni statali anche con ordinamento autonomo, personale iscritto agli istituti di previdenza ora INPDAP, personale iscritto all'istituto postelegrafonici, dipendenti civili e militari in servizio permanente e continuativo, carabinieri, graduati, militari di truppa, sergenti di complemento. Si tratta di una platea significativa di lavoratori che, in assenza di un istituto completo di totalizzazione, si trovano in condizione di non potersi avvalere di questo procedimento e, quindi, costretti a pagare la ricongiunzione, con oneri che sono divenuti significativi, al fine di poter utilizzare i contributi che comunque hanno già versato.
Da questo punto di vista noi pensiamo che quella contenuta nella mozione sia una proposta molto importante perché si muove in tre direzioni.
In primo luogo, perché impegna il Governo ad assumere iniziative che consentano la possibilità di cumulare, ai fini del diritto ad un unico trattamento pensionistico, i periodi assicurativi non coincidenti di qualsiasi durata. Si introduce anche nella mozione il principio del pro quota, vale a dire che ciascun fondo possa pro quota contribuire alla formazione di un'unica pensione e questo trattamento deve avvenire senza penalizzazioni per i lavoratori. Pag. 10
In secondo luogo, noi impegniamo il Governo a rimuovere, come ho già detto in precedenza, il limite dei tre anni per quanto riguarda la possibilità di totalizzazione. Questo è un fatto estremamente importante di previsione pensionistica sostanziale per quanto riguarda le giovani generazioni.
In terzo luogo, noi vogliamo impegnare il Governo ad assumere iniziative di sua competenza anche in sede di interpretazione autentica, in modo tale che si chiarisca dall'inizio quali sono i casi di effettiva applicabilità di quanto previsto in materia di ricongiunzione onerosa, riferendosi al decreto-legge n. 78 del 2010. Muoversi su queste tre direttrici è un fatto fondamentale.
Infine quella in esame, che noi sosteniamo unitariamente e che è frutto di un lungo lavoro all'interno della Commissione lavoro, è una mozione che naturalmente deve avere un completamento attraverso una proposta di legge che noi abbiamo già elaborato, anche in questo caso unitariamente, sempre nella Commissione lavoro, perché è evidente che deve esservi una modifica di carattere legislativo per quanto riguarda la questione della totalizzazione, mentre deve esservi un'interpretazione autentica per quanto riguarda le ricongiunzioni.
Il sottosegretario ha detto che il Governo ha riconosciuto anche questo errore e la necessità di arrivare ad una soluzione di tale problema. Noi impegneremo, quindi, il Governo a risolvere concretamente la problematica. Problematica che necessita di essere risolta in tempi assolutamente brevi, anche perché molti lavoratori sono già coinvolti negativamente da questa normativa che il Governo in precedenza aveva varato.
Andare in questa direzione vuol dire in qualche modo ricostruire, per quanto riguarda la questione pensionistica, un diritto: il diritto all'unica pensione, il diritto a versare una sola volta i contributi, il diritto, soprattutto per i giovani, a non perdere nessun contributo, proprio perché le giovani generazioni si troveranno sia a svolgere un lavoro discontinuo sia a cambiare molte volte lavoro nel corso della loro vita lavorativa. Per tali motivi, hanno diritto a veder riconosciuto il ricongiungimento di tutti i versamenti pensionistici e contributivi al fine di arrivare a percepire una pensione dignitosa.
Vorrei anche ricordare la previsione, che si fece nel 2007, nel Protocollo sul welfare, per dare serenità e dignità alle giovani generazioni, vale a dire di avere la possibilità, alla fine della vita lavorativa, di avere perlomeno un tasso di sostituzione, fra le ultime retribuzioni e il risultato pensionistico, pari al 60 per cento.
Per andare in questa direzione, è fondamentale risolvere il problema della totalizzazione e della ricongiunzione. Compiamo un passo avanti, ma vigileremo affinché il Governo, attraverso la nostra azione legislativa, agisca in modo concreto e coerente con questa impostazione, anche perché i problemi dei lavoratori sono incombenti e piuttosto onerosi e dobbiamo assolutamente avere la capacità di risolverli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, la delegazione Radicale ha sottoscritto la mozione unitaria in oggetto concernente la previdenza, che è stata concordata tra i vari gruppi parlamentari. Lo abbiamo fatto con convinzione, perché sicuramente questa mozione va nella giusta direzione e, nella misura in cui sarà effettivamente convertita in iniziative concrete da parte del Governo, permetterà di risolvere un problema che esiste e che è già stato sottolineato dai colleghi.
In un contesto in cui le vite lavorative sono sempre più spezzate in diverse esperienze, in cui vi sono passaggi tra il pubblico e il privato e viceversa, e sarà sempre più così, è evidente che vadano adeguati gli istituti della totalizzazione e della ricongiunzione, per fare in modo che il lavoratore abbia un unico trattamento pensionistico e non sia penalizzato. Pag. 11Quindi, da questo punto di vista, è una mozione positiva, urgente e tempestiva, e mi auguro che il Governo si farà forte dell'ampio consenso che essa riceverà per risolvere concretamente il problema.
Tuttavia, come membro della delegazione Radicale, devo anche dire che, certamente, questa materia non risolve, e non pretende nemmeno di provarci, la questione più generale della previdenza in Italia. Infatti, abbiamo un sistema che, forse, dopo gli ultimi correttivi è in equilibrio per quanto riguarda i conti, o lo sarà, ma certamente non risolve il problema delle basse pensioni per i giovani che andranno in pensione nei prossimi decenni: in alcuni casi, davvero, non saranno sufficienti per un decoroso livello di vita.
Inoltre, abbiamo, in generale, il problema di tanti lavoratori atipici con contratti a tempo determinato, o comunque con contratti a tempo non indeterminato, che fanno fatica a vedere i loro contributi valorizzati a fini pensionistici, per la semplice ragione che quel sistema era pensato per impieghi a tempo indeterminato, che sono sempre meno numerosi.
Esiste una proposta Radicale relativa ai cosiddetti contributi silenti, cioè alla restituzione dei contributi pensionistici che non danno luogo a trattamenti pensionistici, che penalizzano i giovani, sulle cui spalle pesa il sistema pensionistico complessivo. È una proposta importante non solo per una questione di giustizia, ma anche per obbligare il sistema della previdenza a realizzare una riforma che tenga conto anche delle future generazioni e non carichi su di esse costi impropri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cazzola. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, sono sicuro che il Governo rifletterà, nei prossimi giorni, sul significato di un voto probabilmente unanime sulla mozione in oggetto, che ha raccolto l'adesione di tutti i gruppi e sulla quale il Governo stesso ha espresso parere favorevole.
Nella mozione, infatti, è rivolto un invito molto chiaro al Governo che, da oggi, sarà impegnato a trovare delle soluzioni ragionevoli ed eque per un problema che riguarda molti lavoratori e molte lavoratrici.
Come è già stato ricordato, signor Presidente, alcune norme del decreto-legge n. 78 del 2010 erano finalizzate ad impedire - lodevolmente - che una disposizione assunta in materia di età pensionabile su indicazione dell'Unione europea (l'equiparazione dell'età di vecchiaia tra uomini e donne nel pubblico impiego) potesse essere elusa mediante il trasferimento della posizione contributiva all'INPS, per chi ne avesse, ovviamente, la possibilità.
Tale trasferimento avrebbe comportato l'applicazione del requisito dei 60 anni, anziché di quello dei 65 anni a regime nel 2012.
Il fatto è - e il Governo lo ha riconosciuto - che lo strumento assunto per disincentivare tale trasferimento (quello di rendere onerosa la ricongiunzione anche nei casi in cui prima era gratuita), è divenuta una norma di carattere generale, valida per chiunque avesse il problema di congiungere periodi lavorativi effettuati in differenti gestioni o enti. Di conseguenza, tanti lavoratori che contavano sulla possibilità di ricongiungere gratuitamente storie contributive distinte, si sono trovati all'improvviso a doverlo fare in modo oneroso, a volte anche parecchio oneroso.
Come rimediare dunque? La via maestra - è già stato ricordato dai colleghi che mi hanno preceduto - è quella di completare la riforma della totalizzazione, già avviata dai precedenti Governi. La totalizzazione è un procedimento gratuito fondato sul principio per cui ogni ente si fa carico di dare risposta con una copertura riferita al periodo in cui ha incassato i contributi. In questo modo, la pensione del soggetto diventa la somma delle erogazioni che ogni ente o gestione assume a proprio carico. Questo è il primo impegno chiesto al Governo dalla mozione unitaria.
Ma vi è anche il problema di come risolvere la questione contingente posta Pag. 12dal decreto-legge n. 78 del 2010. È il Governo chiamato a trovare una soluzione, magari - come è stato ricordato - anche attraverso una norma di interpretazione autentica.
Tuttavia, vi è un'altra strada che può essere seguita con profitto: la XI Commissione ha varato ieri, trasmettendolo alle Commissioni competenti, un progetto di legge unificato, largamente bipartisan, che disciplina tutta la materia nel senso indicato dalla mozione. È auspicabile, dunque, nello spirito della mozione, una effettiva collaborazione tra Camera e Governo, rivolta alla soluzione di un problema che angustia tanti lavoratori in queste settimane e in queste ore.
Nel frattempo, è opportuno segnalare come l'attenzione suscitata sul problema abbia prodotto un primo parziale risultato con la circolare dell'INPS, che salva una parte dei lavoratori colpiti dal provvedimento in via amministrativa.
Tutto ciò premesso, signor Presidente e onorevoli colleghi, annuncio il voto favorevole del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11.

La seduta, sospesa alle 10,55, è ripresa alle 11.

(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la mozione Cazzola, Gnecchi, Fedriga, Poli, Della Vedova, Moffa, Borghesi, Lanzillotta, Lo Monte ed altri n. 1-00690, è stata sottoscritta anche dall'onorevole Brugger.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cazzola, Gnecchi, Fedriga, Poli, Della Vedova, Moffa, Borghesi, Lanzillotta, Lo Monte, Brugger ed altri n. 1-00690, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Togni, Pugliese...invito i deputati ad affrettarsi... onorevoli Lamorte, Paniz, Rampi, Ginoble, Menia, Presidente Casini... onorevoli Mondello, Aprea, D'Ippolito Vitale, Conte, Ruvolo, Di Pietro, Razzi, Paglia, Paolo Russo, Nannicini, Duilio, Nizzi, Farina Coscioni, Bernardini, Messina....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato
484).

Prendo atto che i deputati Pionati, Cosenza, Genovese, Occhiuto, Nunzio Francesco Testa, Monai, Pisicchio, Consolo, Barbareschi e Barbato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che, il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito a votare

Seguito della discussione delle mozioni Nirenstein, Corsini, Polledri, Adornato, Della Vedova, Gianni, Vernetti ed altri n. 1-00669 e Leoluca Orlando ed altri n. 1-00687 concernenti iniziative relative alla crisi siriana (11,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Nirenstein, Corsini, Polledri, Adornato, Della Vedova, Gianni, Vernetti ed altri n. 1-00669 e Leoluca Orlando ed altri n. 1-00687 concernenti iniziative relative alla crisi siriana (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta di lunedì 11 luglio 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed è intervenuto il rappresentante del Governo. Pag. 13
Avverto che alla mozione Nirenstein, Corsini, Polledri, Adornato, Della Vedova, Gianni, Vernetti ed altri n. 1-00669 sono stati presentati gli emendamenti Zamparutti ed altri n. 1-00669/1 e Zamparutti ed altri n. 1-00669/2.
In ordine alle modalità di esame delle predette mozioni, ricordo che l'articolo 113 del Regolamento prevede che l'esame di ciascuna mozione comprenda la discussione sulle linee generali e la discussione sugli emendamenti.
L'articolo 112 del Regolamento stabilisce inoltre che quando l'Assemblea lo consenta, più mozioni relative ad argomenti identici o connessi, possono formare oggetto di un'unica discussione. Nella prassi, come è noto, si svolgono rispettivamente un'unica fase di discussione ed un'unica fase di dichiarazione di voto, che riguardano l'insieme delle mozioni presentate. Al termine della citata fase si procede direttamente in sequenza al voto di ciascuna mozione.
Conformemente a tale prassi, se non vi sono obiezioni, in questo caso, essendo stati presentati emendamenti alle mozioni all'ordine del giorno, procederemo dapprima all'esame ed alla votazione degli emendamenti riferiti alla mozione n. 1-00669, previe eventuali dichiarazioni di voto sui singoli emendamenti, indi al voto delle mozioni, preceduto da una unica fase di dichiarazioni di voto riguardante l'insieme delle mozioni presentate.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno e sugli emendamenti presentati.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, avevo già preannunziato che il Governo esprime parere favorevole sulle mozioni Nirenstein, Corsini, Polledri, Adornato, Della Vedova, Gianni, Vernetti ed altri n. 1-00669 e Leoluca Orlando ed altri n. 1-00687.

PRESIDENTE. Sottosegretario Scotti, deve esprimere il parere anche sui due emendamenti presentati.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, non ho ancora il testo degli emendamenti.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, se chiede una breve sospensione per valutare gli emendamenti, ovviamente gliela concedo.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Prima di sospendere la seduta, saluto il Presidente dell'Assemblea nazionale del Togo, El Hadj Abbas Bonfoh, e la delegazione che lo accompagna, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune. Signor Presidente, siamo lieti della sua visita, la ringraziamo e la salutiamo con grande cordialità (Applausi).
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11,20.

La seduta, sospesa alle 11,10 è ripresa alle 11,20.

PRESIDENTE. Il sottosegretario Scotti è gentilmente rientrato in Aula dopo aver effettuato una rapidissima valutazione degli emendamenti. Invito dunque il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative presentate.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sugli emendamenti Zamparutti ed altri n. 1-00669/1 e Zamparutti ed altri n. 1-00669/2.

PRESIDENTE. Sta bene. Il Governo esprime dunque parere favorevole su ambedue gli emendamenti.

Pag. 14

(Esame degli emendamenti - Mozione n. 1-00669)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti alla mozione Nirenstein, Corsini, Polledri, Adornato, Della Vedova, Gianni, Vernetti ed altri n. 1-00669 (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zamparutti ed altri n.1-00669/1. L'esame avverrà ai sensi dell'articolo 113, comma 4, del Regolamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti ed altri n.1-00669/1, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Invito i colleghi ad affrettarsi. Onorevole Vico, per favore rapido. Onorevole Soro, onorevole Scapagnini, onorevole Costa, onorevole Barbato, onorevole Pecorella, onorevole Lussana.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 484
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato
484).

Prendo atto che i deputati Barbato e Duilio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zamparutti ed altri n.1-00669/2. L'esame avverrà ai sensi dell'articolo 113, comma 4, del Regolamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti ed altri n.1-00669/2, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Si affretti, onorevole Palomba. Onorevole Barani, onorevole De Camillis, onorevole Sardelli, onorevole De Corato, onorevole Palmieri. Ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 499
Astenuti 2
Maggioranza 250
Hanno votato
499).

Prendo atto che il deputato Renato Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito a votare.

ILEANA ARGENTIN. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per due minuti soltanto per dire che non è possibile che ogni volta aspettiamo che tutti i colleghi rientrino e, come si dice a Roma, «ci stanno i dritti perché ci stanno i fessi». C'è gente che sta ore in Aula ad aspettare e poi, alla fine, dobbiamo sempre aspettare mezz'ora. Trovo che sia una mancanza di educazione sia per l'Aula che per tutti noi che siamo in questa sede (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo e Italia dei Valori).

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, voglio anch'io sostenere questa garbata, educata osservazione della collega Argentin. Pag. 15Conosciamo la sua comprensione e tolleranza nei confronti di tutti, però forse il sistema messo in atto da altri vicepresidenti, e cioè che si attende ovviamente l'arrivo dei colleghi in un tempo ragionevole per la prima votazione ma dalla seconda votazione in poi si procede speditamente, potrebbe essere un buon modo di operare anche per il prosieguo della giornata di oggi.
Diversamente, Presidente, lei ci deve dire quando chiude la votazione perché chiunque di noi non può rimanere per un quarto d'ora con il dito pressato, aspettando che qualcuno parta da Fiumicino per arrivare in tempo per il voto. Questo è inaccettabile (Applausi di deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Volontè, il suo suggerimento mi sembra pieno di buon senso. Porrò la questione anche in sede di Ufficio di Presidenza per vedere di definire una regola cui attenerci tutti, tuttavia la regola di maggiore longanimità sulla prima votazione e poi tempi più rapidi dalla seconda, chi è presente vota e chi non è presente non vota, mi sembra ragionevole.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruben. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO RUBEN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la mozione presentata dall'onorevole Nirenstein ed altri è un'importante occasione per chiarire e per indicare, a nome del gruppo parlamentare di Futuro e Libertà per l'Italia, le linee di politica estera e le azioni che l'Italia è chiamata ad intraprendere. Il dibattito attorno a questa mozione, per la quale già anticipo il voto favorevole, non ci sottrae da alcune considerazioni e da alcune valutazioni. In questa nuova crisi medio orientale l'Italia non può e non deve avere un ruolo marginale, di solo supporto, come purtroppo è avvenuto in alcune occasioni e, in particolar modo, nei momenti iniziali del nostro intervento in Libia, quando non erano chiari gli obiettivi strategici che ci eravamo proposti.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 11,27)

ALESSANDRO RUBEN. La nostra posizione geografica e la difesa degli interessi economici particolarmente importanti per un Paese mediterraneo avrebbero dovuto spingere l'Italia ad un ruolo ben meditato e non subordinato ad impreviste decisioni prese da altri Paesi. Non facciamo quindi lo stesso errore con la Siria. Non è il momento di trasformare il Presidente Bashar al Assad, che certamente non è il leader eletto dal popolo e neppure un'espressione democratica di quel Paese, in un nuovo obiettivo da abbattere, anche perché non sapremo quale effettivamente possa essere il risultato finale.
Ce lo chiede la logica: non possiamo e non vogliamo aprire un nuovo fronte di conflitto che scatenerebbe le mire espansionistiche dell'Iran. Come ricordano spesso al Pentagono, l'Occidente democratico non può essere coinvolto in più teatri. Ce lo chiede anche un aspetto pragmatico della nostra politica estera, essendo l'Italia il primo partner commerciale europeo della Siria e pertanto in una posizione di forza sia per la mediazione che per l'attuazione delle sanzioni economiche. Quello che l'Italia deve fare è costruire un percorso di dialogo con quella leadership, possibilmente offrendo il nostro Paese come luogo di incontro tra Assad e i dissidenti e facendogli ben comprendere che il prezzo che dovrà pagare è l'abbandono della repressione del dissenso e l'abbandono della violenza diffusa e generalizzata, condizioni indispensabili per poter proseguire nelle relazioni commerciali con l'Occidente e l'Europa.
Questa iniziativa potrebbe rappresentare per Assad l'ultima chiamata per non finire soffocato dall'abbraccio mortale del Pag. 16regime iraniano. Dall'altra parte è bene anche abbandonare l'illusione che le sommosse e le rivoluzioni delle piazze arabe volte ad abbattere Presidenti eletti a vita o dinastie ereditarie siano il cambiamento epocale e siano una grande opportunità di rivalsa di un'intera generazione.
Saremo tutti felici se questi Paesi avessero abbracciato la democrazia. Purtroppo non è così. Non è stato certamente in Tunisia, non certo nello Yemen e non sappiamo quale evoluzione ci sarà in Egitto (Paese fondamentale per la pace in Medio Oriente), se approderà - come io temo - ad una svolta di radicalismo islamico e certamente le manifestazioni di questi giorni non ci lasciano tranquilli.
Tutti comprendono e capiscono che l'eventuale vuoto di potere e di caos in Siria costituirebbe una grande occasione per l'Iran al fine di rafforzare ulteriormente la sua posizione nell'area. Non possiamo pensare di autorizzare un abbattimento del regime siriano con la stessa approssimazione con cui è stata affrontata la crisi libica e di cui oggi vediamo gli effetti. La Siria per molti aspetti è un Paese guidato da un regime ancora più solido, ancora più radicato e ancora più impermeabile alle critiche alle minacce o alle lusinghe del mondo occidentale rispetto a quanto non lo fosse quello guidato dal colonnello libico.
In Siria la repressione del dissenso non è certo una novità di oggi. È il metodo per eccellenza sul quale si è costruito il sistema di potere della famiglia Assad che dal 1963 ha introdotto ininterrottamente (quindi per oltre 45 anni) uno stato di emergenza nazionale con relative leggi speciali. Dobbiamo, quindi, affrontare il regime siriano con un approccio molto diverso considerandone le capacità di sopravvivenza, di profondo radicamento di potere e di isolamento, anche culturale, che hanno garantito negli anni la sua sopravvivenza.
L'Italia ha la forza e dovrebbe darsi l'autorevolezza per affermare nelle diverse sedi internazionali una politica estera nei confronti della Siria fatta di tentativi di dialogo, ma anche - se necessario - di forti sanzioni economiche anche con il blocco bancario delle importazioni e delle esportazioni, se non si fermeranno i massacri di civili. Dobbiamo essere in grado di delineare più soluzioni a questa crisi e non accettare od accogliere supinamente le decisioni che vengono prese da alcune diplomazie straniere che portano poi a situazioni di stallo o - proprio come dicono in quei paesi - di cul de sac. L'Italia ha il dovere - per la sua posizione geografica e per gli interessi politici economici primari che la riguardano - di svolgere questa azione di distinguo. Lo deve e lo può fare perché più di altri Paesi ne ha i titoli. È importante ricordare in questa occasione che siamo tra i sette maggiori contribuenti delle Nazioni Unite.
Siamo soprattutto tra i primi Paesi che hanno contingenti militari impegnati in territori di guerra per portare pace e stabilità e per porre le condizioni per la transizione democratica. L'Italia non può certo sottrarsi e non si vuole sottrarre al dovere di partecipazione alle coalizioni internazionali e saremo sempre al fianco della NATO, dell'Unione europea e, in particolare, dei nostri amici americani. Ma l'Italia, anche alla luce dell'alto prezzo che sta pagando con il sacrificio di vite umane dei tanti suoi giovani soldati, ha il dovere di far sentire la sua voce nella conduzione di queste crisi, avendo il diritto e il dovere di essere presente ai tavoli decisionali sulle strategie da attuare (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Adornato. Ne ha facoltà.

FERDINANDO ADORNATO. Signor Presidente, vorrei innanzitutto dire che il nostro appoggio e la nostra simpatia per la primavera araba non sono dettati solo e soltanto da un'inevitabile e incoercibile amore per i diritti umani, per le libertà e per la democrazia dei popoli, ma anche - se mi si consente - per un preciso interesse nazionale ed europeo che riguarda noi, ma soprattutto il futuro, i nostri figli Pag. 17e le giovani generazioni delle quali poco ci occupiamo. Infatti, anche per questa via possiamo occuparcene, perché è chiaro che un futuro di democrazia in Medio Oriente e nel nord Africa è una condizione essenziale anche per il rilancio di questo Paese, per lo sviluppo di una iniziativa della nostra economia, di una ripresa delle collaborazioni e delle cooperazioni nei commerci resi più facili ovviamente da un eventuale avvento della democrazia in quei Paesi.
Dunque, noi qui non stiamo solo discutendo di un punto cruciale dell'equilibrio strategico geopolitico mondiale, ma anche di un punto cruciale per lo sviluppo del Mediterraneo e per il futuro interesse nazionale dell'Italia e dell'Europa. Ho fatto questa premessa per richiamare il dovere della nostra generazione di impegnarsi, signor Presidente, più di quanto l'inevitabile (mi rendo conto) distrazione di quest'Aula permette e anche superare quella ciclotimia contraddittoria della nostra politica estera.
Noi siamo tra quelli che non si rassegnano al fatto che l'Italia debba continuare ad avere una politica estera contraddittoria, che fa decadere l'affidabilità del nostro Paese e che ci relega anche ad un ruolo provinciale nel nostro dibattito politico. Quindi, insistiamo nel dire che anche attraverso mozioni di questo genere possiamo cercare di risollevare la nostra immagine nel mondo.
La Siria è sicuramente il crocevia di questa opportunità a causa dei suoi legami con Hamas, Hezbollah e - ancora più importante - con Teheran e, quindi, con il regime di Ahmadinejad. È chiaro che se crolla la Siria della repressione e del regime di Assad è evidente che le opportunità di cui parlavo improvvisamente subirebbero un'accelerazione.
Questo rende il problema della Siria e l'atteggiamento dell'Europa, dell'Italia e della comunità internazionale nei confronti della Siria forse il punto più delicato. Mentre in Libia si spera che Gheddafi possa andare via presto, mentre si seguono i processi contraddittori di riforme in Egitto, in Tunisia e negli altri Paesi del Nord Africa, la Siria diventa, perciò, il punto cruciale dell'opportunità che abbiamo davanti, il punto cruciale del successo o meno della primavera araba.
Aggiungo pochissime parole su quello che bisogna fare. È molto chiaro ed evidente che non si può, in questa fase, mettere nell'agenda mondiale un intervento in Siria che sarebbe persino controproducente, anche se qualcuno ne parla nella comunità internazionale. Ma, occorre fare tre cose con grande determinazione e questo chiediamo con questa mozione al Governo italiano. La prima è attivarsi presso l'ONU. La Germania ha chiesto che entro luglio vi sia un pronunciamento dell'ONU. L'Italia deve unirsi alla Germania e deve avere un'azione forte presso le Nazioni Unite perché la discussione sulla Siria e sulle sanzioni che devono essere assunte sia anticipata il più possibile.
Il secondo punto è attivarsi presso la Lega araba. Vogliamo dire con forza che la Lega araba non può lavarsi le mani di fronte alla questione Gheddafi né di fronte alla questione Assad. Un maggiore coinvolgimento della Lega araba, che sempre chiediamo quando si tratta di comporre coalizioni che intervengono a difesa della pace nel mondo, deve essere chiesto oggi. Ripeto, la Lega araba non può lavarsi le mani e deve essere coinvolta in un processo di relazioni più significative e positive con l'Occidente, ma deve anche saper prendere posizione quando sono in gioco i diritti umani delle popolazioni che corrispondono alla Lega araba, quando ci sono numeri di repressioni, uccisioni e arresti che non possono evidentemente vederla tacere.
Il terzo punto è un'azione verso la Turchia che negli ultimi tempi si è avvicinata a un mondo, diciamo così, di non allineati all'Occidente. Nello stesso tempo, la Turchia è vittima delle repressioni di Assad, perché è la meta di profughi ed è coinvolta, ovviamente, nella situazione di disagio e di repressione che è messa in campo da Assad. La Turchia ha interesse a interrompere gli effetti negativi verso il suo Paese, di quello che Pag. 18sta succedendo in Siria ed è interessata a recuperare un ruolo di mediazione. Su questo interesse possiamo giocare per chiedere, anche alla Turchia, di farsi responsabile di un monito nei confronti del regime di Assad. La situazione è delicata e nessuno si fa illusioni, ma è chiaro che se la comunità internazionale non è distratta forse questo nodo cruciale della Siria può essere il grimaldello dal quale far ripartire le utopie e le speranze - però oramai molto concrete - di quella che abbiamo chiamato «la primavera araba» (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leoluca Orlando. Ne ha facoltà.

LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'Italia dei Valori ha presentato una mozione ma si riconosce perfettamente nella mozione Nirenstein, Corsini, Polledri, Adornato, Della Vedova, Gianni, Vernetti ed altri n. 1-00669. Voteremo evidentemente a favore della nostra mozione e della mozione Nirenstein, Corsini, Polledri, Adornato, Della Vedova, Gianni, Vernetti ed altri n. 1-00669. Le ragioni per le quali abbiamo presentato questa mozione nascono dalla circostanza che abbiamo ravvisato l'esigenza di dover sottolineare alcuni aspetti che riteniamo siano importanti da esplicitare, ancorché già contenuti nella mozione Nirenstein, Corsini, Polledri, Adornato, Della Vedova, Gianni, Vernetti ed altri n. 1-00669. Mi riferisco, cioè, alla complicità, nel tempo, del sistema internazionale riguardo al regime siriano. In Siria siamo nelle stesse condizioni in cui ci siamo trovati e ci troveremo, purtroppo, in tanti altri Paesi. Si tratta degli stessi Paesi che hanno, in qualche modo, alimentato dittature e violazioni dei diritti umani e che poi si svegliano una mattina e scoprono che in quel Paese si consumano reati contro l'umanità.
Ecco la ragione per la quale abbiamo voluto presentare questa mozione e la ragione per cui riteniamo sia opportuno che in questa materia non si proceda per approssimazioni: una volta con riferimento alla Siria, una volta con riferimento all'Iran e un altra volta con riferimento a qualche altro Paese di quell'area dimenticando, invece, che tutto si tiene e soprattutto tutto si tiene nella percezione di questi Stati. Siamo convinti che bisogna certamente affrontare con forza il tema dei diritti umani, in sede internazionale e con autorevolezza.
Per poterlo affrontare con autorevolezza, domani occorre che cessi questo atteggiamento, a volte isterico e incomprensibile, di occuparsi a giorni alterni di un problema, quando la cronaca, piuttosto che le opportunità politiche, lo impongono.
Il regime di Assad è da sempre un regime - lo era ieri e lo è ancora oggi - e continuerà ad esserlo domani ed è singolare che chi in questi anni non l'ha notato e non l'ha denunciato, adesso finalmente scopra che è un regime. Noi siamo convinti che sia un regime, ma che lo sia da ieri e che lo sarà ancora domani. Solo così siamo credibili anche rispetto agli altri Stati e Paesi di quell'area, convinti come siamo che la tutela dei diritti umani - lo dico all'onorevole Scotti - vada realizzata sicuramente con azioni diplomatiche perché, diversamente, andando di questo passo, ci troveremo costretti, dopo essere stati assenti in maniera isterica, ad intervenire in maniera incomprensibile, magari con qualche bombardamento. Né l'una, né l'altra fanno parte di una vera e autentica politica internazionale e questa è la ragione per la quale votiamo con convinzione gli emendamenti presentati dai colleghi radicali e la mozione a prima firma dell'onorevole Nirenstein e chiediamo di votare la nostra mozione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, onorevole colleghe e onorevoli colleghi, Pag. 19questa mozione nasce da un gruppo di parlamentari - personalmente non ho alcuna responsabilità in materia di politica estera - e da un incontro con un dissidente, in questa Camera che è la Camera della libertà, delle persone libere e che accoglie le persone che, in qualche modo, sollevano un grido di dolore. Farid Ghadry è un dissidente, che abbiano incontrato, da vent'anni negli Stati Uniti, che ci ha portato una testimonianza concreta, che vediamo nei telegiornali. Signor Presidente, non ci sono cause di cittadini del mondo di serie A o di serie B: la libertà che noi invochiamo, in qualche modo, è il diritto di non essere uccisi da dittatori. La invochiamo in Libia e la invochiamo egualmente in Siria ed in Iran, consci che gran parte di questo Paese e di quest'area oggi è sottoposta ad una serie di regimi e di violenze con una matrice culturale ben precisa, che negano i diritti fondamentali dell'uomo: il diritto alla libertà, il diritto di eguaglianza tra uomo e donna, il diritto di poter dissentire e il diritto di poter incidere con il proprio voto sul bene comune.
Quindi, siamo venuti a conoscenza di questa grande nazione di 11 milioni di persone che scende in piazza, armata di telefonini e di una verità, che corre solamente sui fili e sui mezzi di comunicazione e che scende oggi qui in questo Parlamento, che rappresenta il popolo italiano, ma anche il meglio - a mio giudizio - dell'uomo, ossia un progetto di miglioramento della storia di questo mondo tanto travagliato.
Pertanto, noi vorremmo poter dare il nostro contributo come parlamentari, come cittadini del mondo e come cittadini europei perché questa Europa, che è sotto attacco e che sta diventando forse non un gigante economico, ma un nano economico, non si riduca ad un nano politico e non rinneghi i risultati di cento anni di storia, di cento anni di civiltà e centinaia di anni di diritti e possa portare un seme concreto.
Laddove potesse affiorare una democrazia anche in Siria potrebbe cambiare lo scenario anche del Medio Oriente e potrebbe tornare magari a vivere il Libano, una terra martoriata che, fino qualche decina di anni fa, conosceva una presenza bellissima di gente che conviveva bene - una presenza cristiana, non sono tollerata, ma ben integrata e addirittura maggioritaria - e che oggi rischia invece di essere conculcata e sottomessa alle volontà di una maggioranza, molte volte, quasi terroristica.
La stessa cosa potrebbe avvenire nei confronti dell'Iran e delle spinte terroristiche che arrivano da questo Paese che nega l'esistenza di Israele e della Scioà, negando quello che è ormai un patrimonio comune di civiltà.
Questa mozione, già ben discussa dall'onorevole Boniver e che sarà poi discussa anche dall'onorevole Nirenstein, richiama questo Paese ad uno dei suoi ruoli più importanti: essere ancora un faro del vivere bene ma del vivere anche secondo alcuni diritti che non vengono esportati con la forza delle armi ma con la forza delle verità (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi voteremo favorevolmente sulla mozione a prima firma Nirenstein n. 1-00669 e sulla mozione Leoluca Orlando ed altri n. 1-00687 e abbiamo già dato il nostro voto favorevole sugli emendamenti presentati dal gruppo radicale. È il minimo che la Camera possa fare rispetto a ciò che sta accadendo in Siria e di cui sono testimonianza i quotidiani bollettini della stampa internazionali che ci parlano di stragi quotidiane, che non si fermano, che viene perpetrata dal regime che alterna dichiarazioni di buona volontà e aperture, del tutto formali ed ipotetiche, ad una durissima repressione, al punto che nei giorni passati gli osservatori sono stati costretti a soffermarsi su un punto quasi tragicamente paradossale, cioè che il numero dei morti avesse cominciato ad avere in queste Pag. 20ultime giornate una cadenza inferiore a quella delle settimane precedenti.
Questa strage di diritti e di persone che sta avvenendo in Siria avviene ahimè sostanzialmente nel blocco di iniziativa della comunità internazionale. Non è naturalmente questa la sede per una discussione approfondita sul punto in questione che naturalmente la Camera dei deputati dovrebbe porre all'ordine del giorno se riuscisse a concentrarsi come sarebbe necessario, ma ci vorrebbe un input del Governo che non abbiamo mai registrato; sarebbe necessaria una discussione sulla politica estera del Paese approfondita e seria come meriterebbe in quest'Aula - e non solo nelle aule delle Commissione - ma, anche se dobbiamo rinviarla per un approfondimento in altra sede, non ci esime dal sottolineare almeno alcuni punti.
Il blocco dell'iniziativa internazionale nasce dal fatto che in parte questa medesima comunità internazionale ha paura del nuovo, di quel nuovo che è stato evocato dalle rivoluzioni arabe, che si è rapidamente diffuso come necessità quasi oggettiva delle popolazioni in tutto il bacino del Mediterraneo e che però incontra per alcuni versi la risposta ancora sostanzialmente conservatrice di almeno una parte della comunità internazionale che naturalmente ha buon gioco a rispondere, guardando negli occhi l'interlocutore, così il Ministro Lavrov qualche giorno fa ha avuto modo di dire al proprio interlocutore: noi non intendiamo aprire al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per la Siria perché non c'è analoga disponibilità per quanto riguarda lo Yemen.
Insomma, è un palleggio di responsabilità, uno stare sostanzialmente fermi e bloccati in una condizione di paralisi, la quale nasce dalla preoccupazione che ciò che potrebbe accadere in Siria si potrebbe palesare come qualcosa che sfugge alle dinamiche tradizionali nelle quali è stato sempre coinvolto e ha giocato il proprio ruolo il regime siriano nel corso di questi ultimi trenta o quaranta anni. Per questa ragione o per un'altra, sostanzialmente i cittadini di Homs e soprattutto di tutta la fascia confinante con la Turchia, ma da qualche giorno anche i cittadini di Damasco, si trovano a pagare le conseguenze di questa divaricazione, di questa differenza e di queste contraddizioni che vive la comunità internazionale, che vive l'ONU, che vive - diciamolo in una parola - il nostro approcciarsi al multilateralismo e ciò dimostra, proprio con riferimento a questa realtà, che vi sono ancora tanti aspetti e tante questioni che dobbiamo mettere a fuoco e sulle quali occorre fare passi in avanti reali da parte della comunità internazionale, da realizzare anzitutto con la coerenza dei comportamenti. Penso che noi soprattutto non possiamo fare questo e le mozioni in questo senso vanno nella direzione giusta, cioè dicono all'Italia che il comportamento di questo Paese, che è amico di questi popoli e di tutti i popoli del Mediterraneo, deve essere di coerenza nelle relazioni internazionali, negli statement che vanno affermati, nel modo con il quale ci si presenta nei consessi internazionali, una coerenza sulla linea della difesa intransigente nel ribadire la difesa dei diritti umani e delle politiche conseguenti. Questo lo possiamo fare in questo momento e lo facciamo con convinzione, ma anche con molta amarezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nirenstein. Ne ha facoltà.

FIAMMA NIRENSTEIN. Signor Presidente, nel momento in cui prendo la parola per la dichiarazione di voto del mio gruppo, ricevo la notizia che poche decine di minuti fa sono stati uccisi a Damasco altri quattro dimostranti e trenta sono gravemente feriti. Tutto questo a causa del lavoro delle forze di sicurezza della famigerata Quarta Brigata comandata dal fratello di Bashar al-Assad, il leader del regime, Maher, riproponendosi così quella che, a partire dall'inizio di marzo, è ormai la prassi quotidiana che in quasi tutte le Pag. 21città siriane ha visto decimare folle di dimostranti senza paura, violentare donne, torturare bambini, esponendoci ad una delle tragedie peggiori cui abbiamo assistito nel corso di questi ultimi anni. Sono particolarmente fiera e soddisfatta di svolgere questa dichiarazione di voto sulla mozione che è stata già presentata dalla mia collega Margherita Boniver perché noi siamo - credo, se non sbaglio - il primo Parlamento che unitariamente prende posizione nei confronti della tragedia siriana. Uno degli elementi conturbanti non è solo l'andamento di questa tragedia, che giorno dopo giorno ha preso forma in maniera sempre più sanguinosa, ma è anche il silenzio e l'omertà che ha circondato questa strage quotidiana. È soltanto del 26 luglio la presa di posizione del Dipartimento di Stato americano, che ha detto che si tratta di una barbarie inaccettabile e che ormai il potere di Assad è da considerarsi illegittimo.
Anche noi, nel corso del tempo, abbiamo preso tutta una serie di posizioni, ma certamente siamo andati di concerto con l'Unione europea, la quale ha, sì, portato avanti delle sanzioni indispensabili, ma estremamente limitate nel numero e piccole nella dimensione. Questo perché la Siria è un problema del tutto particolare. È quella terra rispetto alla quale l'intreccio diplomatico è talmente complesso e pone delle questioni internazionali così delicate da far tremare le vene ai polsi del consesso internazionale, dell'ONU, degli Stati Uniti e dell'Unione europea.
Questo regime è ormai vecchio di 40 anni: Bashar al-Assad ha preso il potere soltanto 11 anni fa, alla morte del padre Hafiz, il quale, nel 1970, prese il potere a nome di una minoranza, la minoranza alauita, che conta soltanto il 7 per cento della popolazione. Se vi dico che i cristiani sono il 10 per cento e gli sciiti sono un altro 10 per cento, mentre tutto il resto è in gran parte sunnita, ma comprende fino a 74 gruppi etnici, ci si rende conto della follia che ha caratterizzato la gestione di questo Paese nel corso di tutti questi anni.
La minoranza alauita non è nemmeno una minoranza etnica, ma è una pura minoranza religiosa, che poi con la religione ha pochissimo a che fare e che nel corso di questi anni ha dominato il Paese con minacce internazionali, anche pesantissime, avvalendosi dell'esercito, che è stato tutto quanto allenato ed armato in funzione della repressione interna, come si vede oggi da quello che sta accadendo in tutte le città siriane.
In più, questo Paese è uno snodo di politica internazionale diverso da tutto il resto del Medio Oriente. Ha ospitato per decenni il gruppo dirigente di Hamas, ancor prima che diventasse padrone di Gaza, lo ha armato fino ai denti e fino ad oggi gli ha fornito 40 mila missili a medio e breve raggio, forniti a sua volta dall'Iran per strade le più complesse.
Questo gli ha consentito, come alcuni dei miei colleghi hanno detto, di infliggere al vicino Libano, da sempre considerato dalla Siria come una sorta di provincia, una situazione di dominazione che ancora oggi seguita a prodursi nel tempo, nonostante le rivoluzioni libanesi siano state svariate e complesse. Bashar al-Assad in questo momento è in enorme difficoltà. Credo che questa nostra mozione metta in rilievo come questa dominazione sia così carica di significati, sia sul terreno dei diritti umani sia su quello del significato internazionale della presenza di questa minoranza al Governo di questo Paese, che ormai cominciano ad essere notati da tutti.
La Lega Araba ancora non ha preso posizione, ma vi sono Paesi che già lo hanno fatto: per esempio, la Turchia è molto determinata nel condannare il regime di Assad; il Qatar ha già fermato l'attività della sua ambasciata; l'Iraq ha preso una posizione contraria a questo stato di cose.
Credo che noi, con la nostra mozione, delineiamo bene, tutti insieme, quella che deve essere la tendenza di un Parlamento in cui prevale il senso dell'equilibrio internazionale e della civiltà che ogni universo, come quello nostrano, dominato dall'idea dei diritti umani, deve conservare. Pag. 22Credo, quindi, che le nostre conclusioni, che prevedono l'estensione delle sanzioni contro il regime siriano, oltre a quelle delineate da vari colleghi, che hanno parlato della necessità di un intervento ulteriore delle Nazioni Unite, la richiesta alla Lega Araba di intervenire con maggiore forza e, poi, una missione di inchiesta delle Nazioni Unite, già richiesta dall'Alto Commissariato per i diritti umani, che deve visitare la Siria e valutare la situazione umanitaria del Paese, salvaguardino anche i diritti umani di queste persone a cui oggi viene data la caccia, molto sanguinosa e omicida, sulle piazze.
Concludo dicendo che è anche apparsa stamani sui giornali internazionali la notizia che la Siria avrebbe intenzione, nel prosieguo del tempo, di rinnovare quelle sue azioni di disturbo sul confine israeliano, facendo penetrare folle di suoi cittadini e questa volta starebbe preparando un intervento a protezione da parte dell'esercito. Si tratta, insomma, di un attacco vero e proprio a queste folle. Questo significherebbe guerra: se un regime per proteggere se stesso intende attaccare e guerreggiare contro Israele, questo veramente potrebbe far saltare in aria l'intero Medio Oriente.
Noi siamo qui per impedire ciò ed è per questo che annuncio il voto favorevole del mio gruppo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nirenstein, Corsini, Polledri, Adornato, Della Vedova, Gianni, Vernetti ed altri n. 1-00669, nel testo emendato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Servodio, ha votato? Onorevole Calderisi, la aspettiamo... Onorevoli Angela Napoli, Favia... Prego di votare sollecitamente... i colleghi hanno votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 527
Votanti 520
Astenuti 7
Maggioranza 261
Hanno votato
520).

Prendo atto che i deputati D'Incecco e Di Biagio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Leoluca Orlando ed altri n. 1-00687, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Ghizzoni non riesce a votare... aspettiamo. L'onorevole Ghizzoni ha votato... Onorevole Leoluca Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 515
Astenuti 13
Maggioranza 258
Hanno votato
515).

Sull'ordine dei lavori (ore 12,03).

WALTER VELTRONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WALTER VELTRONI. Signor Presidente, non è mia abitudine chiedere la parola sull'ordine dei lavori se non per circostanze come questa. Penso, infatti, Pag. 23che le parole, in determinati momenti della storia collettiva, assumano un peso ed un rilievo tali da destare in noi allarme e preoccupazione.
Mi rivolgo in particolare ai colleghi della Lega e mi rivolgo loro rispettando le parole che ieri sono state pronunciate dal Ministro Calderoli e dal Ministro Maroni.
Tuttavia leggo ora che questa mattina non un outsider, ma il capo della delegazione al Parlamento europeo della Lega Nord, Francesco Speroni, ha pronunciato le seguenti frasi in una trasmissione radiofonica: «Sto con Borghezio, non penso che si debba dimettere» e «le idee di Breivik sono a difesa della civiltà occidentale». Io penso che parole di questo genere, che ricordano altri irresponsabili parole pronunciate in altri momenti drammatici della nostra storia, debbano essere condannate e censurate senza alcuna reticenza (Generali applausi).
Non c'è una parola di condanna della violenza. Oggi sulle pagine di tutti i giornali mondiali ci sono le foto di quei ragazzi, c'è la foto di un bambino di 14 anni che è stato ucciso dalla violenza e dalle idee folli di quell'uomo. Quella non è la civiltà occidentale. La civiltà occidentale è quella di Martin Luther King, è quella di Elie Wiesel, è quella di chi ha cercato di immaginare che si possa vivere in un tempo in cui ciascuno possa essere cittadino rispettato per le sue idee, per la storia, l'originalità del suo percorso religioso e civile.
La civiltà occidentale è questo. Queste parole sono estranee non solo alla civiltà occidentale, ma alla civiltà in generale e chiedo che tutta l'Aula si pronunci con fermezza contro l'irresponsabilità di chi ha pronunciato queste parole, parole di odio e di violenza (Applausi)!

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo brevemente anche perché non reputo degno dell'interesse di quest'Aula oggi riferire di conversazioni e di dichiarazioni che hanno già trovato spazio sui giornali e, quindi, sono riferite alla giornata di ieri (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Lo reputo anzi una voglia di voler strumentalizzare un fatto che è già stato condannato, non solo dai ministri che lei ha citato, ma anche, più umilmente, dal sottoscritto e da tutto il nostro gruppo parlamentare, perché le dichiarazioni di Borghezio non sono condivisibili, senza «se», senza «ma» e senza ombra di dubbio (Generali applausi)!
Dopodiché, lei ha citato un frammento di una conversazione radiofonica dell'onorevole Speroni, non citando tutta la conversazione: anche l'onorevole Speroni ha avuto, a nome del gruppo della Lega, parole di dissenso rispetto a quanto detto dall'onorevole Borghezio, precisando la posizione su alcune questioni che viene qui, probabilmente con una certa volontà di strumentalizzazione, riportata in modo estremamente estemporaneo.
La civiltà occidentale è ben altro! Questo fatto è sotto gli occhi di tutti, quello che è avvenuto in Norvegia è assolutamente deprecabile. La civiltà occidentale è ben altro, per noi vuol dire difendere delle tradizioni, ma non vuol dire farlo sulla pelle dei nostri concittadini, come erano concittadini i norvegesi, con il sangue e con movimenti antidemocratici assolutamente deprecabili. Mi fermo qui perché non c'è bisogno di dire altro, e chiederei di evitare di strumentalizzare posizioni che sono di un singolo e, come tali, andrebbero relegate nel dimenticatoio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Popolo e Territorio)!

MARIO TASSONE. Ma la Lega ancora se lo tiene?

FERDINANDO ADORNATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERDINANDO ADORNATO. Signor Presidente, non ci dovrebbe essere neanche Pag. 24bisogno di questa discussione ed è grave che dobbiamo farla. Tra l'altro, credo che le dichiarazioni che sono state contestate abbiano non solo il difetto di essere fuori dal mondo, ma anche di prendere per buone le idee di un fuori dal mondo, di un fuori di testa e questo, per uno che fa politica, è ancora uno squilibrio più grave.
In altre parole, non si può usare qualsiasi cosa succeda, e specialmente di così drammatico, una cosa che segna come la morte. È un gioco, da noi, troppo facile, le idee non c'entrano niente. Le condizioni della nostra vita sono sempre, soprattutto con la globalizzazione, esposte a fragilità e caducità; solo la fede, devo dire la verità, può dare un argine a questa pazzia che ci circonda.
Però adesso ho chiesto la parola solo per dire una cosa. Siccome tra noi è inutile stare a giocare sulle sfumature e sulle strumentalizzazioni, vorrei solo ringraziare il collega Reguzzoni per quello che ha detto e vorrei che questa nostra discussione rimanesse e rimanesse però anche per i colleghi della Lega, che dovrebbero prendere misure, se le parole di Reguzzoni sono vere, nei confronti dei colleghi che si sono resi responsabili di questa pazzia a parole, che ha seguito la pazzia nei fatti. Comunque in quest'Aula non ci sono questi colleghi.
Voglio dare atto al collega Reguzzoni ed usare le sue parole, affinché l'espressione «senza se e senza ma» pronunciata oggi dalla Lega diventi per la Lega stessa e per tutta la nostra Assemblea, un valico, un confine insormontabile per tutti i pazzi del mondo (Applausi).

PINO PISICCHIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, anche noi vorremmo sottolineare l'attenzione con cui l'onorevole Reguzzoni, a sua volta, insieme ai dirigenti della Lega, ha redarguito e preso le distanze da quest'assurda serie di dichiarazioni, perché non è una sola, come è stato opportunamente ricordato.
Tuttavia, mi sia concesso di dire che esiste una possibilità, una dimensione che, una volta, veniva praticata all'interno dei partiti del Novecento rispetto a posizioni così estreme, così eccentriche, così fuori dalla logica del partito ed anche dalla logica di una consuetudine, persino, di civiltà giuridica, persino, di diritto naturale. Mi riferisco al provvedimento di espulsione dal partito.
Naturalmente, non mi permetto di entrare nel merito dell'ordinamento della Lega, che sicuramente avrà i suoi percorsi, avrà i probiviri, una struttura giurisdizionale interna che consentirà ad essa di chiarire questo aspetto. Tuttavia, credo che sia necessario davvero per tutti fare una riflessione: innanzitutto per la Lega che, nel corso di questi ultimi vent'anni, ci ha abituato a conoscere un linguaggio che non sempre si sposava - diciamo così - con il linguaggio parlamentare più classico.
È un riferimento che facciamo a noi stessi, un riferimento alla moderazione nel dire: infatti, colleghi, anche il dire, il parlare e il comunicare, quando si caricano di violenza, sono forieri di violenza e si traducono in violenza. Avvertiamo un pochino di più il senso della responsabilità e della rappresentanza che ci compete (Applausi).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, lo dico senza alcun astio e con molta serenità, ma non trovo motivi particolari per complimentarmi o per rallegrarmi per le parole dell'onorevole Reguzzoni, capogruppo della Lega.
Infatti, il capogruppo della Lega al Parlamento europeo, onorevole Speroni, dice, comunque, di condividere le parole di Borghezio; dice che quelle parole sono state strumentalizzate e che le idee di Breivik, il mostro norvegese, sono a difesa dell'Occidente. Inoltre, anche in questo caso, sentiamo l'onorevole Reguzzoni parlare di strumentalizzazioni, di parole Pag. 25estrapolate da un concetto più ampio e, nella parte conclusiva del suo intervento, lo sentiamo avventurarsi in qualcosa che, grazie al cielo, non ho ben capito. Voglio confidare nella non chiarezza del concetto esposto, tuttavia, egli afferma di condannare il fatto che siano stati uccisi nostri connazionali, cioè persone occidentali. Come se ucciderne di altri - questo non è stato chiarito - potesse essere oggetto di una valutazione diversa (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Sei tu che non hai capito!

RENATO FARINA. Buffone!

PRESIDENTE. Onorevole Donadi, concluda, la prego.

MASSIMO DONADI. Io credo che, quando una forza politica, un partito, su questioni dirimenti - come l'intangibilità della vita umana, il rispetto verso qualunque altro essere umano, il rispetto tra civiltà diverse - si affida ai distinguo, alle incomprensioni, alle strumentalizzazioni, ai «non detto», abbia ha qualcosa di ancora non completamente chiarito verso i fondamenti della nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

JOLE SANTELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI. Signor Presidente, credo che il dramma di Oslo abbia toccato tutti in maniera abbastanza forte: vedere quelle immagini è stato devastante per tutti. Probabilmente, oggi, sarebbe stato meglio discutere di quell'episodio e della follia di chi ancora crede che, con il sangue, si possano rivendicare le proprie idee politiche.
Mi dispiace, perché speravo che il collega Veltroni oggi parlasse di questo e non delle dichiarazioni - evidentemente fuori misura, così come sono state dichiarate immediatamente dal partito di appartenenza - dell'europarlamentare della Lega.
Oggi, quello che fa testo in quest'Aula sono le dichiarazioni del presidente del gruppo della Lega, a cui immagino si associ l'intera Camera dei deputati.
Noi condanniamo tutti la violenza. Condanniamo la violenza nei confronti di tutti e chiaramente le proprie idee politiche si possono manifestare in qualsiasi modo, ma non con il sangue (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Seguito della discussione delle mozioni Reguzzoni, Baldelli ed altri n. 1-00671, Cimadoro ed altri n. 1-00684, Moffa ed altri n. 1-00688, Anna Teresa Formisano, Della Vedova, Lanzillotta, Lo Monte ed altri n. 1-00689 e Lulli ed altri n. 1-00696 concernenti iniziative volte a contrastare il fenomeno della contraffazione e ad assicurare il rispetto dei requisiti di sicurezza e di conformità dei prodotti all'ordinamento comunitario (ore 12,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Reguzzoni, Baldelli ed altri n. 1-00671, Cimadoro ed altri n. 1-00684, Moffa ed altri n. 1-00688, Anna Teresa Formisano, Della Vedova, Lanzillotta, Lo Monte ed altri n. 1-00689 e Lulli ed altri n. 1-00696 concernenti iniziative volte a contrastare il fenomeno della contraffazione e ad assicurare il rispetto dei requisiti di sicurezza e di conformità dei prodotti all'ordinamento comunitario (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 11 luglio 2011, è stata presentata la mozione Lulli ed altri n. 1-00696, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per lo sviluppo Pag. 26economico, Catia Polidori, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

CATIA POLIDORI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, per quanto riguarda la mozione Reguzzoni, Baldelli ed altri n. 1-00671, il parere è favorevole, a condizione che il primo capoverso del dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a dare ulteriore impulso al contrasto della contraffazione dei prodotti e dei marchi e fornire maggiore tutela contro le forme di uso fraudolento o improprio del marchio CE».
Per quanto riguarda la mozione Cimadoro ed altri n. 1-00684, il parere è favorevole, a condizione che il sesto capoverso del dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «ad individuare specifici indirizzi per sostenere il made in Italy e per promuovere l'immagine dell'Italia all'estero, anche attraverso l'implementazione di strumenti efficaci a contrastare gli abusi di mercato e la contraffazione a garanzia delle imprese e a tutela dei consumatori, e ad attuare, compatibilmente con la salvaguardia degli equilibri di bilancio, tutte le iniziative utili a raggiungere i suddetti obiettivi».
Per quanto riguarda la mozione Moffa ed altri n. 1-00688, il parere è favorevole, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel modo seguente: al primo capoverso si propone la seguente riformulazione: «a dare ulteriore impulso al contrasto della contraffazione dei prodotti e dei marchi e fornire maggiore tutela contro le forme di uso fraudolento o improprio del marchio CE»; al secondo capoverso si propone la seguente riformulazione: «a concordare a livello europeo un'azione di contrasto efficace della contraffazione dei prodotti e dei marchi, dando maggiore tutela contro le forme di uso fraudolento o improprio del marchio CE, nonché un'azione coordinata e continuativa di monitoraggio e contrasto dei prodotti contraffatti gestiti dalla criminalità organizzata e sulle direttrici in entrata e in uscita dall'Italia e nel resto dei Paesi aderenti all'Unione europea»; al quarto capoverso si propone la seguente riformulazione: «a prevedere l'invio di rapporti annuali al Parlamento che contengano i dati relativi alle azioni di contrasto delle contraffazioni, sulle direttrici in entrata e in uscita dall'Italia dei prodotti contraffatti».
Per quanto riguarda la mozione Anna Teresa Formisano, Della Vedova, Lanzillotta, Lo Monte ed altri n. 1-00689, il parere è favorevole, a condizione che il secondo capoverso del dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a dare ulteriore impulso al contrasto della contraffazione dei prodotti e dei marchi e dare maggiore tutela contro le forme di uso fraudolento o improprio del marchio CE».
Per quanto riguarda, infine, la mozione Lulli ed altri n. 1-00696, il parere è favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: al primo capoverso sostituire le parole «risorse adeguate» con le parole «misure idonee»; al quarto capoverso, dopo le parole «ad effettuare», aggiungere le parole «, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili,».

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, noi non viviamo in un Paese normale, perché, se vivessimo in un Paese normale, non sarebbe normale che fuori da un negozio o sul marciapiede di una via centrale di qualsiasi città o su una spiaggia ci fosse un extracomunitario, o chi per esso, anche un italiano, disposto in bella mostra a vendere prodotti contraffatti, di qualsiasi natura essi siano. Data questa tolleranza, evidentemente noi siamo andati incontro negli anni a un fenomeno che è diventato insostenibile e non solo per Pag. 27questo rapporto finale che riscontriamo tutti i giorni; abbiamo addirittura visto che fuori dalle tabaccherie, in alcune città, c'era gente che magari vendeva sigarette di contrabbando e al passaggio dei vigili o della polizia nessuno nascondeva niente né la polizia faceva niente. Anche questo è successo negli anni sul nostro territorio nazionale, su tutto il territorio nazionale, forse con qualche accenno in più in alcune regioni del nostro Paese, ma siamo arrivati ad una situazione che è diventata di fatto quasi insostenibile.
Durante il percorso di questa legislatura infatti la Camera ha dato il via alla formazione, alla promozione, di una Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale che sta di fatto svolgendo il proprio lavoro in modo abbastanza egregio, sta svolgendo audizioni a trecentosessanta gradi e si sta rendendo conto di un fenomeno che sembrava, alla vigilia, un fenomeno piuttosto diffuso, ma sembra oggi, alla luce di quanto abbiamo scoperto - faccio parte di questa Commissione presieduta dall'onorevole Fava - un fenomeno impossibile da arginare, perché ha raggiunto delle proporzioni ormai inarrestabili rispetto alla legalità. Entreremo poi nel merito e daremo delle cifre che sono di fatto delle cifre inconfutabili ma irraggiungibili anche da parte della legalità.
Nel corso di queste audizioni fatte in Commissione, abbiamo scoperto delle cose che nessuno poteva immaginare. Sul nostro territorio nazionale questa situazione ha una evidenza sorprendente, soprattutto in una regione come la Campania che di fatto ha, anche in questa circostanza, raggiunto un primato, non tanto per i campani credo, anche se a questo punto bisognerà porsi delle domande. Questi primati, che sono primati non da esporre, non da mettere in vetrina evidentemente, raggiungono in questa regione delle cifre che oramai non riusciamo più a controllare e allora non possiamo più essere tolleranti; dobbiamo passare dalle parole ai fatti.
Ringrazio la sottosegretaria che esprime parere favorevole sulla mia mozione ma di fatto, dove io chiedevo un minimo di risorse quantomeno certe, un minimo di risorse, stiamo parlando di un milione di euro, mi risponde che va bene, se ci saranno le disponibilità. Siamo alle solite, siamo gli ordini del giorno, siamo alle mozioni, è inutile portare in Aula questi strumenti, è inutile farli approvare perché tanto poi alla fine non ci sono le risorse, Tremonti non ce le darà; allora perché stiamo qui a discutere di questa cosa? Di fatto il Governo non si sta rendendo conto che questo fenomeno è alla base di molti mali, è alla base di situazioni economiche deflagranti, è alla base di situazioni economiche che le forze dell'ordine non riescono più ad arginare.
Senza le risorse, caro sottosegretario, non riusciamo a fare niente. Se non riusciamo a dare un po' di soldi a queste forze dell'ordine che mettiamo in campo tutti i giorni, ventiquattr'ore su ventiquattro, se non diamo risorse contro la criminalità, perché di fatto questo fenomeno è controllato al 100 per cento dalla criminalità, noi non possiamo dare risposte di fronte a questo fenomeno. Se vogliamo fare emergere quello che è sommerso, riusciremo ad avere poi un riscontro anche economico. Lo diciamo anche a Tremonti, che lo sappia: se riusciamo a fare emergere o a far chiudere questa clandestinità, credo che qualche beneficio e vantaggio lo avremo anche noi dal punto di vista delle tasse e dell'economia.
Passiamo alle cifre, signor sottosegretario, che lei probabilmente conosce meglio di me, perché abbiamo lavorato insieme in Commissione. Sono cifre che sono sotto gli occhi di tutti: la contraffazione nel nostro Paese rappresenta, secondo studi certi, un fatturato di 7 miliardi di euro, e cela, nasconde e porta via 130 mila posti di lavoro.
Cosa possiamo dire? Abbiamo assistito, nel corso delle audizioni, all'audizione interessantissima - della quale ho letto il resoconto, perché non ero presente a quell'audizione - del procuratore generale Grasso, che ci ha fatto scoprire delle realtà Pag. 28inimmaginabili. La contraffazione e la pirateria - egli dice - costituiscono un pericolo anche per l'ordine pubblico, oltre ad avere conseguenze economiche e sociali; questo fenomeno viola la legislazione lavoro (lavoro clandestino), la legislazione fiscale, la legislazione sanitaria e la legislazione in materia di sicurezza dei prodotti.
A proposto di legislazione in materia di sicurezza: l'utente pensa di risparmiare - perché ha questa idea; noi italiani ci siamo messi in testa che comprando un prodotto contraffatto si risparmia -, ma non è assolutamente vero, perché abbiamo dati certi, ed è dimostrato, sia per la salute, sia per l'economicità del prodotto, sia perché il prodotto possa durare e possa avere una certa garanzia, soprattutto rispetto alla rottura per un domani. Non stiamo parlando solo della borsetta, perché oggi stiamo contraffacendo di tutto, addirittura i medicinali. Vi è un largo mercato di medicinali contraffatti per i quali vi sono delle conseguenze gravissime sulla salute in tutta Europa.
Il fenomeno che stiamo esaminando sta diventando un fenomeno mondiale, e lo riscontriamo oramai non solo in Italia, ma in tutta Europa. Il nemico oggi da abbattere, cioè il record della contraffazione, è oggi detenuto dalla Cina; in Italia è detenuto dalla Campania, nel mondo dalla Cina.
Possiamo chiedere all'Europa che si faccia qualcosa rispetto a questo fenomeno, che è diventato ormai globale e mondiale? Noi possiamo produrre dei dati, e probabilmente li avranno anche loro, ma ci diano gli strumenti e facciano qualcosa, perché, a questo punto, il mercato clandestino sarà il più importante e sopravanzerà quello legale; questo è dai dati quello che riscontriamo. Nel corso del 2010 la guardia di finanza, in Italia, ha sequestrato 110 milioni di prodotti contraffatti, e non perché non ve ne siano di più, ma probabilmente perché la loro forza operativa arriva a queste cifre, ma potrebbe arrivare ben oltre, se avesse condizioni di personale e di risorse molto più importanti. Essa ha denunciato all'autorità giudiziaria ben 13.234 persone. Sono numeri impossibili da contrastare, numeri troppo alti: nei soli cinque mesi del 2011 sono state sequestrate 37 milioni di merci contraffatte; non so poi dove finiscono - o meglio lo so come finiscono - e alla fine comporta pure un onere distruggere e mettere al macero tutta questo merce.
Il comparto della moda continua ad essere quello più contraffatto: quasi 16 milioni di prodotti, registrando un aumento del trentacinque per 100 rispetto al solo 2010. Non è come la nostra economia che non cresce anzi decresce, questa cresce addirittura del trentacinque per 100 all'anno; del dieci e del venti per 100 negli anni scorsi e del trentacinque per 100 quest'anno. Per cui, se questi dati li avessimo sull'economia reale, probabilmente saremmo il primo Paese al mondo per crescita e per PIL.
Questo è nei fatti, signor sottosegretario, e ritorno al tema principale: se non abbiamo le risorse non possiamo fare niente. Credo che la Commissione, presieduta pregevolmente dal nostro presidente, arriverà alla fine...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

GABRIELE CIMADORO. Ma alla fine di questo documento vi saranno i soldi, i «dané», i «sold»? Se non vi sono quelli non riusciremo a fare niente.
Abbiamo chiesto un minimo di risorse, lei ce l'ha tolto dicendo «solo se avremo la possibilità»: non è sufficiente (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, volevo anticipare il mio intervento per dichiarare, in qualità di primo firmatario della mozione n. 1-00671, che accetto la proposta di riformulazione formulata dal Governo. Colgo anche l'occasione per fare un appello Pag. 29al Governo, e soprattutto ai colleghi primi firmatari delle altre mozioni perché, al di là degli aspetti tecnici sulle riformulazioni, credo sia importante che il Parlamento su un tema del genere faccia sentire una forza unita. Per questo, sia al Governo, sia agli altri proponenti delle mozioni (onorevoli Cimadoro, Lulli, Moffa e Formisano), dico di lavorare durante questa fase per cercare di avere un voto unanime.
Anticipo la dichiarazione che farà il collega Fava, dichiarando che siamo disponibili a votare a favore di tutte le mozioni, però vorremmo che avessero davvero tutte l'unanimità del Parlamento, perché se dobbiamo far giungere un messaggio in Europa deve essere un messaggio forte, chiaro e condiviso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toto. Ne ha facoltà.

DANIELE TOTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, secondo l'opinione della direttrice del Transnational Crime and Corruption Center dell'università di Washington, Louise Shelley, la criminalità transnazionale sarà per i legislatori il problema dominante del XXI secolo, così come lo fu la guerra fredda per il XX e il colonialismo per il XIX secolo.
I terroristi e i gruppi criminali transnazionali prolificheranno perché essi sono i maggiori beneficiari della globalizzazione. Acquisiscono vantaggi dalla facilità degli spostamenti, dai commerci, dai rapidi movimenti di denaro, dalle telecomunicazioni e dai collegamenti informatici e così hanno tutti i numeri per crescere.
Questa opinione è assolutamente condivisibile e il fenomeno della contraffazione ne è eloquente riprova, essendo divenuto un'icona delle attività criminali internazionali. La contraffazione interessa tutti i settori merceologici e ogni tipo di bene. Persino i farmaci sono oggetto di contraffazione, assistiti nella distribuzione attraverso il canale di Internet o i viaggi all'estero.
Il settore più giovane per cooptazione nel mondo criminale della contraffazione è quello agroalimentare, rispetto al quale il rischio di agropirateria è certamente elevato, pericoloso e di difficile contrasto. Le produzioni made in Italy, variamente protette dai molteplici sistemi di certificazione e di garanzia, sono continuativamente esposti al rischio di contraffazione in misura crescente e ragguardevole stimata, come si è detto prima, in ben 60 miliardi di euro di volume di affari, secondo elaborazioni di CIA (Confederazione italiana agricoltori).
Ebbene, è del tutto intuitivo che la contraffazione rappresenti una minaccia perniciosa e gravissima all'economia di uno Stato e specialmente di quei Paesi in cui il profilo creativo, innovativo e qualitativo delle produzioni vanta, come per quelle italiane, certificazioni di garanzia importanti, quali quello appunto del made in Italy, sintetizzati quindi icasticamente nel made in Italy.
Va però segnalato che, purtroppo, tra le molteplici attività a cui la criminalità organizzata si dedica, ahimé con profitto, quella della contraffazione rappresenta un ambito non solo altamente redditizio, ma anche relativamente più sicuro, poiché gode, ancorché spesso solo indirettamente, di una sorta di acquiescenza da parte di una larga fetta di opinione pubblica culturalmente orientata a indulgere sul fenomeno e, comunque, a rimuovere i sensi di colpa in occasione, per fare un esempio, dell'acquisto di beni o prodotti all'apparenza griffati, ma in realtà contraffatti.
Vi sono danni economici ingenti dunque a carico delle aziende produttrici che subiscono il fenomeno per diminuzione del fatturato, perdita di quote di mercato, danni di immagine per il minor utilizzo del prodotto originale, costi supplementari anche cospicui per indagini e contenziosi.
Un ulteriore effetto collaterale della pratica della contraffazione si registra per la perdita di posti di lavoro, in relazione ai quali Confindustria - che nel 2010 organizzò la prima edizione della giornata anti-contraffazione - stimava una mancata creazione di 130 mila posti che invece si genererebbero per effetto di una più decisa azione di contrasto. Parimenti si Pag. 30determina una perdita di gettito fiscale che, secondo la stessa fonte, può essere calcolata in 5 miliardi di euro.
La contraffazione rappresenta, dunque, un settore di attività come fatturato, secondo il Censis, di oltre 7 miliardi di euro l'anno, quantunque ingenti siano i sequestri di materiale contraffatti che nel corso del 2010 sono stati pari a circa 110 milioni di prodotti contraffatti o pericolosi.
Ebbene, non si può neanche tacere come la scelta di abolire l'Alto commissariato per la lotta alla contraffazione possa essere definito un segnale certamente negativo e capace di appannare la credibilità di una ferma volontà di contrasto del fenomeno e di sollecitazione e alimentazione della sensibilità verso la negatività della contraffazione in termini culturali, tecnici e anche senza dubbio commerciali.
Ciò in quanto è essenziale che si sviluppi e consolidi, da parte dei consumatori, la consapevolezza e la percezione del pessimo affare, oltreché dei notori rischi sanzionatori, generato dall'accostarsi al market della contraffazione e, in pari tempo, un messaggio sul piano internazionale di trascuratezza, se non addirittura di sostanziale disimpegno, nella lotta contro la diffusione della pratica criminale della contraffazione. L'articolazione di un Dicastero non ha l'autorevolezza, la visibilità e il grado di interattività preziosa e fondamentale di un'istituzione e di un modello come quello offerto dall'Alto commissariato, appunto inopinatamente abolito.
Il contrasto del fenomeno, tuttavia, non può essere delegato in esclusiva ai singoli Stati, ma deve necessariamente trovare coordinamento e sostegno in un alveo normativo, interdittivo e, senza dubbio, propositivo e quindi di respiro almeno comunitario.
In particolare, risulta pervasiva, possente, strutturata e sofisticata sul piano dei mezzi finanziari e operativi l'attivazione di flussi commerciali illegali di produzione contraffatte da parte di organizzazioni criminali di nazionalità cinese. Esse, anche con l'utilizzo strumentale e fraudolento del marchio CE, foglia di fico espressiva che nella sua versione ufficiale rappresenterebbe l'acronimo della sigla China exportation, invadono spesso proditoriamente e senza scrupolo alcuno, specialmente per l'immissione sul mercato di prodotti per l'infanzia o alimentari, alterati o contraffatti il territorio dell'Unione europea e dell'Italia in particolare, con quantitativi rilevantissimi di materiali fuori norma e anche pericolosi per la salute e la sicurezza.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 12,35)

DANIELE TOTO. È evidente come, al di là dell'adozione condivisa e omogenea di misure anche normative, volte a opporre ostacoli e impedimenti a tale genere di attività e a reprimerla adeguatamente, anche una costante e insistente azione di moral suasion diretta verso l'autorità cinese può meglio e più utilmente essere svolta dall'Unione europea piuttosto che dal singolo Stato, compreso il nostro. Ciò non di meno, è dovere anche dell'Italia perseguire con ogni mezzo e con ogni possibile strumento l'obiettivo di contrazione e circoscrizione, per quanto possibile, delle attività criminose legate alla realtà usurpativa dei prodotti.
In tal senso, ogni azione mirata a stringere intese bilaterali con Paesi extracomunitari a più elevato rischio contraffattivo è assolutamente auspicabile. Questo è il senso e senza dubbio l'auspicio e l'obiettivo di tendenza che realisticamente, ma altrettanto consapevolmente, si propone con questa mozione presentata dalla collega Formisano ed altri, sulla quale invito l'adesione convinta di tutta l'Assemblea e sulla quale annuncio il voto favorevole da parte del gruppo di Futuro e Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

Pag. 31

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intanto vorrei esprimere soddisfazione per questo dibattito che oggi si svolge in Aula su un tema che, a mio avviso, è stato per troppo tempo trascurato e che invece dovrebbe essere al centro dell'azione di Governo e soprattutto del Ministro dello sviluppo economico e ringrazio il sottosegretario che ha spinto in questa direzione con il dibattito di oggi. Infatti, se c'è un Paese che subisce un danno dal discorso della contraffazione, questo è l'Italia.
Questa musica non funziona alle orecchie dei nostri parlamentari europei. Questo discorso non funziona a livello di Comunità europea, perché da questo punto di vista il nostro Paese purtroppo è spesso lasciato solo. Voglio ringraziare tutti i colleghi della Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, a cominciare dal presidente, perché in questi mesi abbiamo ascoltato in audizione veramente cose straordinarie. Abbiamo ascoltato tutti gli enti preposti al controllo, a cominciare dall'Agenzia delle dogane, passando per la Zecca, il Poligrafico dello Stato, passando per la guardia di finanza, i responsabili dei porti. Abbiamo sentito tutti, l'Antimafia la lascerei per ultima, cara Giustina Mistrello Destro.
Infatti, credo che noi abbiamo avuto il quadro completo con l'ultima audizione, quando abbiamo ascoltato il procuratore antimafia, il dottor Grasso, il quale ci ha veramente spalancato gli occhi. Noi avevamo gli occhi aperti, ma lui - debbo dire - che ce li ha fatti spalancare quando ha confermato le nostre preoccupazioni rispetto alle audizioni che avevamo svolto. Con una forte determinazione, il procuratore Grasso ci ha in sostanza riferito che la nuova mafia nel nostro Paese è alimentata da un mercato parallelo tra le organizzazioni clandestine italiane - tutte, nessuna esclusa - e la mafia cinese che insieme stanno mettendo e hanno messo su una vera e propria macchina da guerra in materia di organizzazione criminale e di costituzione di finanziamenti massicci che vengono spalmati su tutto il nostro territorio.
Vorrei, signor Presidente, che questo nostro dibattito venisse attenzionato un po' di più, perché qui non parliamo soltanto della difesa del made in Italy, perché sarebbe sicuramente una cosa positiva, ma riduttiva rispetto a quello che c'è. Hanno già parlato alcuni colleghi, evidenziando la pericolosità dei prodotti contraffatti immessi nel nostro mercato. Voglio fare riferimento a due particolari prodotti perché fino a qualche anno fa si parlava di calzature e abbigliamento e magari di qualche borsa e ci si fermava qui. Oggi parliamo di altro, di farmaci, di giocattoli, di sostanze alimentari contraffatte con gravissimo danno non solo per l'economia del nostro Paese, ma anche e soprattutto per la salute. Infatti, poi è troppo facile piangere quando magari leggiamo sui nostri mass media o sui nostri giornali o ascoltiamo in televisione bambini che hanno subito un danno per giocattoli senza il marchio o con il marchio contraffatto.
Noi diciamo anche un'altra cosa: la nuova battaglia (lo voglio dire al sottosegretario) è quella di far cambiare questo benedetto marchio CE. Infatti, mentre per noi ha un significato preciso, oggi quel CE - contro il quale noi non possiamo fare nulla - significa «China Export». Quindi, noi possiamo strillare e evidenziare che quello è un marchio contraffatto! Ma se CE non è più il marchio identificativo della Comunità europea, loro hanno ragione a dire che non commettono nessun illecito, perché CE è il marchio di «China Export»; noi dobbiamo tutelare e inventarci qualcosa di nuovo (Applausi del deputato Aprea).
Quindi, queste mozioni, presentate da tutti i gruppi politici in maniera univoca, vanno nella stessa direzione perché, caro Presidente e cari colleghi, qui non è soltanto una difesa delle originalità e delle peculiarità del nostro Paese, ma è qualcosa di più: è in atto un vero e proprio mercato sotterraneo con fondi neri che non sappiamo dove vanno a finire. Questo Pag. 32è quanto noi abbiamo capito. Voglio pubblicamente ringraziare il presidente e tutti i colleghi della Commissione e anche i consulenti che a titolo gratuito - lo voglio ribadire - stanno collaborando con la Commissione contraffazione. Infatti, credo che il documento che alla fine la Commissione porterà in Assemblea per l'approvazione sarà importantissimo per tutto il Parlamento e per il Paese.
Concludo signor Presidente, rivolgendo un appello a tutti i colleghi presentatori di mozioni. Diamo un segnale di forte unità votando tutti le mozioni di tutti. Ma faccio un appello: eliminiamo quelle premesse perché sui dispositivi siamo tutti d'accordo.
Accetto la riformulazione del sottosegretario ma, comunque, invito ad eliminare quelle premesse che vogliono far fare a qualcuno il primo della classe. Su queste cose non bisogna fare il primo della classe ma occorre difendere una grande opportunità per il nostro Paese, quella di tutelare i nostri marchi (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, intanto inizio subito il mio intervento venendo incontro alla richiesta della collega Anna Teresa Formisano che ci sollecitava in tal senso - e che abbiamo già accolto prima, confrontandoci fra i gruppi - e che intendeva modificare le premesse della mozione Reguzzoni, Baldelli ed altri n. 1-00671, con l'assenso ovviamente del capogruppo Reguzzoni, in virtù della quale chiedo che il terzo capoverso delle premesse sostanzialmente termini con la parola «contraffazione» eliminando, pertanto, le quattro righe che seguono, che recitano: «fenomeno contro cui la Lega Nord da anni lotta, sia nelle aule parlamentari sia fuori a fianco di cittadini ed imprenditori». Con questa modifica credo che i gruppi ci hanno dato la disponibilità ad esprimere voto favorevole sulla mozione Reguzzoni, Baldelli ed altri n. 1-00671. Per la nostra parte, come gruppo Lega Nord Padania, facciamo tale modifica.
In subordine, vorrei svolgere una serie di valutazioni sull'operato della Commissione in questi mesi. Voglio ricordare che la Commissione parlamentare si è insediata in virtù di una scelta di questo Parlamento, operata nello scorso luglio. Il sottoscritto è diventato presidente della Commissione a febbraio di quest'anno e da febbraio ad oggi abbiamo articolato il lavoro della Commissione credo in modo attivo, proficuo e molto attento a una situazione che, anche agli occhi di molti di noi che già avevano compreso la portata e l'entità del problema, ha riservato alcune sorprese per dimensioni, diffusione e tante di quelle questioni, cui accennava anche il collega Cimadoro, che mi sento di condividere e che rendono questo un problema che non è più solo tale ma che si è trasformato in una piaga economica e sociale, che riguarda la sicurezza dei nostri cittadini e anche il rapporto fra il nostro Paese e il sistema della criminalità organizzata.
Non vi è dubbio, quindi, che siano condivisibili molte premesse svolte dai colleghi, i quali hanno argomentato in merito alle mozioni presentate ma che, come avrete già notato nell'ambito del dibattito, sono animate sostanzialmente da uno spirito assolutamente bipartisan. Non vi sono divisioni di sorta particolari né si sono verificate in questi mesi e questo ci ha permesso di svolgere un lavoro attento. Abbiamo scelto di articolare il lavoro della Commissione suddividendo le aree in macroaree di intervento. Abbiamo ultimato di fatto - siamo giunti alla fase conclusiva delle relazioni - l'approfondimento che ha riguardato il tema dell'agroalimentare, che è un tema assolutamente di attualità. Entro l'autunno abbiamo intenzione di finire l'approfondimento che riguarda il tema del tessile e via di questo passo, da qui alla fine della legislatura, cercheremo di andare ad investigare e a scoprire un universo che alle aule parlamentari è sostanzialmente quasi sconosciuto. Se si fa eccezione Pag. 33per qualche iniziativa estemporanea, mai in modo organico un Parlamento si era occupato di questa materia in modo specifico ed organizzato.
Dunque, diamo qualche numero in effetti anche sulla portata e sulla dimensione del problema. Il collega Cimadoro ci ricordava che un autorevole istituto ha stimato in oltre 7 miliardi di euro il valore complessivo delle merci contraffatte commerciate all'interno del nostro Paese. Vi dico di più: in un recente incontro presso l'Unione europea, a Bruxelles, ci hanno detto che una stima valuta intorno ai 200 miliardi di euro il volume di affari complessivo delle organizzazioni dedite alla contraffazione nel mondo. Tale numero, sia in un caso (quello del mercato interno) sia nell'altro, raddoppia o addirittura più che raddoppia se a questo andiamo a sommare i proventi anche di un tema riportato, devo dire in modo opportuno, nella mozione Cimadoro ed altri n. 1-00684, che è quello della contraffazione che viene sostanzialmente smerciata e venduta attraverso i nuovi sistemi di comunicazione, Internet in particolare. Peraltro, su questo tema proprio in questi giorni ho presentato una proposta di legge che chiede di uniformare anche la normativa italiana ad una recente sentenza della Corte di giustizia europea, la quale stabilisce che laddove esista un'evidente connessione tra il prodotto che viene venduto sui siti Internet e il sito stesso, i Paesi membri quando volessero e quando vogliono recepire questo tipo di orientamento, possono arrivare addirittura a inibire la possibilità che questo sito possa proseguire la propria attività, anche oscurandolo.
Fino ad oggi, sappiamo che nella pirateria commerciale, in questi casi, vi era sempre stata una sorta di assoluzione, mai una responsabilità soggettiva da parte di quei siti che vendevano merci a loro insaputa; il caso di eBay.it è un caso abbastanza emblematico e ha fatto bene a ricordarlo il collega che mi ha proceduto. Questo per dire che, in base a questi numeri, non stiamo parlando di un problema che si limita a una piccola sfaccettatura del sistema sociale che viviamo, ma di un problema che invece ci riguarda in modo più vasto e che tocca tutte le categorie economiche. È indubbio che, rispetto ai 7 miliardi che - si presume - costituiscano il volume d'affari di merci contraffatte in questo Paese, si può ipotizzare addirittura un'evasione fiscale che supera i cinque miliardi, a detta della Guardia di finanza. Dobbiamo anche ragionare in questi termini. Qui non esiste solo un problema che tocca le imprese - e le tocca da vicino - ma esiste un problema che tocca anche il sistema Paese perché, nel momento in cui si vanno a togliere risorse allo Stato, è evidente che le risorse mancano per tutti e poi ci lamentiamo perché, a volte, non siamo neanche in grado di trovare piccole di disponibilità per far fronte a questa emergenza.
Pertanto, dobbiamo cominciare a contestualizzare la questione: è bene che si sia aperto un dibattito all'interno di questo Parlamento - ed è merito ovviamente dei presentatori delle mozioni - ed è bene che questo dibattito prosegua - mi auguro - in futuro anche con l'approvazione delle relazioni che la nostra Commissione sarà in grado di trasmettere all'Assemblea stessa con la collaborazione dei colleghi.
Mi limito a concludere facendo una riflessione di ordine generale sul nostro rapporto con l'Europa: è evidente che questo tipo di iniziative devono servire soprattutto da campanello d'allarme, da segnale e da sprone da parte nostra e dell'istituzione parlamentare di questo Paese nei confronti dell'Unione europea, che ha dimostrato fino ad oggi scarsa sensibilità rispetto a molti dei problemi che abbiamo sollevato. Vorrei citare un caso per tutti abbastanza emblematico di quanto detto e che riguarda la tematica dell'agroalimentare: continuiamo a rivendicare con forza le nostre posizioni, le zone di origine e tutte quelle caratteristiche che rendono i nostri prodotti unici al mondo, ma molto spesso i Paesi del Nord Europa e particolare i Paesi dell'area anglosassone hanno dimostrato scarsissima sensibilità da questo punto di vista perché il loro sistema economico è assolutamente Pag. 34difforme dal nostro. Questo non significa che per la difformità e soprattutto, probabilmente, per la diversità di forze politiche messe in campo si debba soccombere, credo pertanto che serva una volontà da parte di questo Governo e del Parlamento di andare avanti in questo senso in una battaglia che è a tutela del nostro sistema delle imprese.
Vengo, concludendo alla questione specifica. Stiamo discutendo di una mozione che riguarda il tema del rispetto soprattutto dei diritti dei consumatori. Quando un consumatore che, con ogni probabilità, non è dotato degli strumenti culturali o delle conoscenze necessarie per distinguere una marchiatura in modo netto, viene messo nelle condizioni di comprare un prodotto, convinto che abbia determinate caratteristiche che invece non ci sono, stiamo parlando di qualcosa che froda di fatto l'acquirente e di un problema che tocca da vicino tutte le famiglie del nostro Paese.
Pertanto, dobbiamo con forza ribadire la necessità che l'Unione europea si faccia carico di chiudere, una volta per tutte, questo contenzioso annoso rispetto alla Cina affinché si arrivi alla definizione in tempi rapidi di una descrizione esatta di cosa risponde alle normative comunitarie europee e cosa invece non risponde a queste logiche, ma semplicemente a dinamiche che, molto spesso, sfuggono dalle più elementari norme di produzione di beni e servizi.
Quindi, concludo dichiarando la disponibilità del gruppo della Lega Nord a votare a favore di tutte le mozioni che sono state presentate in questa sede e mi auguro che gli altri gruppi vogliano fare altrettanto.
Noi abbiamo fatto la nostra parte, ovviamente se ci sono altre questione mi auguro che i colleghi vogliano dirimerle prima di arrivare al voto - il tempo dovremmo averlo - perché credo sia necessario che oggi da questo Parlamento esca una voce forte che dica che il nostro Paese è fortemente interessato alla soluzione di un problema, che sta diventando in tutti i sensi una piaga sociale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Fava, vorrei chiarire che non è facoltà dei presentatori di una mozione modificare il testo dopo l'espressione del parere da parte del Governo.
Mi rendo conto del significato politico della sua affermazione su cui ovviamente la Presidenza non interviene, eventualmente questo potrà avvenire in un dialogo con il Governo e su una proposta da parte del Governo all'atto delle votazioni, se il Governo chiederà ai presentatori delle mozioni di modificare o di espungere una parte del testo.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, l'ho solo anticipato per una questione di economia dei tempi...

PRESIDENTE. Ma lei sa, onorevole Fava, che dobbiamo sempre tener conto dei precedenti e del Regolamento.

GIOVANNI FAVA. Ribadiremo la richiesta...

PRESIDENTE. Era molto chiara la sua intenzione di tipo ovviamente politico, la procedura vuole - lo sottolineo ancora al Governo - che sia poi il Governo a chiedere all'atto della votazione un'eventuale modifica del testo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sanga. Ne ha facoltà.

GIOVANNI SANGA. Signor Presidente, sul tema della contraffazione mi pare di registrare all'interno di questo Parlamento grande attenzione e sensibilità, attenzione e sensibilità che si riscontrano nel Paese, direi di più forse, nel Paese c'è preoccupazione per questo fenomeno, nel sistema delle imprese e fra i consumatori.
Il gruppo del Partito Democratico ha voluto ed ha sollecitato, anche con altri gruppi, la costituzione di una Commissione parlamentare monocamerale di inchiesta che sta già lavorando da alcuni Pag. 35mesi con grande intensità nell'ambito di un confronto costruttivo e utile. Mi pare oggettivamente di poter riscontrare che per una lotta vera alla contraffazione sia necessario mettere in campo da parte del Governo qualche risorsa in più, qualche iniziativa ulteriore, come del resto è già emerso anche dalle audizioni e dal confronto nell'ambito della stessa Commissione di inchiesta.
Noi chiediamo al Governo, in particolare, di sostenere le aziende che operano nel made in Italy, di fare in modo che le nostre dogane, le dogane italiane, siano dotate di strumenti avanzati dal punto di vista tecnologico per il controllo della qualità delle merci, e che le forze di polizia siano fornite e dotate di mezzi e di strumenti, che abbiano la possibilità di affinare le loro competenze e le loro specializzazioni. Accettiamo la riformulazione della nostra mozione, potremmo chiedere di votare per parti separate le mozioni se però non c'è un'intesa su alcune parti delle premesse, condividiamo i dispositivi di tutte le mozioni, mi pare che sia in corso un piccolo confronto tra i gruppi con il Governo per cercare di raggiungere la più ampia intesa possibile.
Quello che è stato fatto però fino ad ora non basta, non è sufficiente per contrastare questo fenomeno, bisogna fare molto di più. Abbiamo registrato già nel dibattito come la contraffazione oltre ad essere una manifestazione tipica di criminalità economica ha ormai assunto una dimensione trasversale tale da renderla intimamente connessa anche con l'evasione fiscale e contributiva, con lo sfruttamento del lavoro nero ed irregolare, con il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nonché con il riciclaggio e il reimpiego dei proventi illeciti che sono posti in essere ormai da organizzazioni fortemente legate o comunque contigue agli ambienti della criminalità organizzata. Vi è poi un'ulteriore peculiarità che merita anche di essere sottolineata in questo dibattito: la notevole estensione e diversificazione dei prodotti che sono oggi soggetti a contraffazione, che non sono più costituiti dalla sola sfera dei beni di lusso ma ormai interessano anche i più svariati prodotti di uso comune. Come sostiene un documento che abbiamo avuto modo di discutere anche in occasione dell'audizione della Guardia di finanza, questo probabilmente è dovuto anche all'effetto della situazione economica mondiale che ha determinato un aumento della domanda di merce a basso costo da parte di sempre più numerosi consumatori che si trovano ormai in grande difficoltà a causa della recessione che stiamo vivendo in questo periodo.
La contraffazione, secondo anche quanto sostenuto dal presidente dell'Istituto nazionale per il commercio estero, non è più un fenomeno limitato a una specifica area geografica.
La globalizzazione ha portato ad oltre centoquaranta i Paesi nei quali si ha origine di contraffazione. Addirittura ventisette di essi sono Paesi dell'OCSE, cioè altamente industrializzati. Si tratta quindi di un fenomeno di dimensioni amplissime, che non è stato affatto toccato dalla crisi e che continua ad operare tranquillamente. Vi è una distinzione nel mercato delle merci contraffatte tra mercato primario e secondario, che qui vorrei ribadire. Il mercato primario è quello nel quale rientrano i consumatori che acquistano merci contraffatte, pensando di comprare prodotti originali. Ma oggi vi è anche un altro mercato, che viene definito secondario, nel quale invece sono i consumatori, consapevolmente, ad acquistare merci contraffatte attratti dalla convenienza. Tralascio qui tutta una serie di dati che sono peraltro già emersi in questa discussione. Voglio soltanto ricordarne uno in questi momenti di così grande difficoltà anche sul piano occupazionale, per sottolineare che l'eliminazione del fenomeno, secondo stime autorevoli e ormai riconosciute, garantirebbe in Italia quasi 130 mila nuovi posti di lavoro. E ancora vorrei dire quanto il mercato internazionale dei prodotti contraffatti, che confluisce nel cruciale aspetto della dimensione economica del crimine organizzato, sta assumendo ormai i profili di una vera e propria nuova frontiera delle attività illecite di matrice mafiosa nazionale, Pag. 36ma che è in grande sinergia con le reti delittuose straniere. In generale, signor Presidente, la contraffazione e la pirateria sono connesse ad una truffa deliberata ai danni del consumatore sulla qualità che questi ha diritto di aspettarsi da un prodotto caratterizzato da un marchio famoso. Oltre a questi inconvenienti, il fenomeno può costituire anche un reale pericolo per il consumatore, in quanto è pericoloso per la salute (si pensi alla contraffazione dei medicinali, all'adulterazione di alcolici) ma anche per la sicurezza (si pensi alla contraffazioni dei giocattoli, di parti delle automobili e degli aeroplani). A ciò poi si deve aggiungere, come già di diceva, che lo stesso consumatore cerca ed acquista il prodotto contraffatto, alimentando così esponenzialmente il mercato clandestino. Fino a vent'anni fa, signor Presidente, i falsi erano facilmente riconoscibili per la scarsa qualità del prodotto e la rozzezza del suo stile, impossibili da confondere con il prodotto originale. La loro produzione e conseguente vendita erano considerate una sorta di reato senza vittima. Ma ora non è più così: i falsi oggi rappresentano un costo enorme, in primo luogo per il fatturato che è sottratto alle aziende che producono i beni originali e per il danno che le stesse subiscono anche in termini di reputazione. È un fenomeno che continua a crescere anche stando al numero dei sequestri di merci contraffatte. Le confische di beni contraffatti all'interno dell'Unione europea nel 2000 ammontavano a quasi 68 milioni di beni, per passare a circa 128 milioni nel 2006. Oggi l'attività di contraffazione trova nuovi spazi grazie anche alle nuove tecnologie, all'incremento internazionale del commercio, allo sviluppo delle economie in transizione. I progressi in campo tecnologico rendono possibile la contraffazione di prodotti ad alta tecnologia, normalmente considerati complicati, difficili da falsificare. La vertiginosa espansione del commercio internazionale negli ultimi anni, agevolata anche dal progressivo smantellamento delle barriere doganali per facilitarne il flusso, contribuisce di certo allo sviluppo del commercio di questi prodotti falsificati. Le economie emergenti rappresentano l'habitat ideale per la contraffazione. La loro veloce trasformazione economica, aiutata dalla presenza di manodopera a basso costo e disponibile ad essere fornita anche in modo clandestino od occasionale, non tiene conto del rispetto dei diritti della proprietà industriale. Si tratta, quindi, di un fenomeno imponente, degno anche a livello istituzionale della massima attenzione. Nel panorama comunitario il nostro Paese si conferma come uno degli Stati membri maggiormente interessati dal fenomeno.
Secondo l'ultimo rapporto della Commissione europea sul contrasto doganale alla contraffazione e alla pirateria, l'Italia è, nell'ambito dell'Unione doganale europea, il terzo Paese per numero di articoli sequestrati ed il secondo per numero di casi riscontrati ai varchi doganali.
Per tutto quello che è emerso, anche in questo dibattito, mi auguro che si possa arrivare, quindi, ad una condivisione delle mozioni presentate. Certamente, siamo in attesa di una riflessione su alcuni punti delle mozioni che abbiamo discusso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il lavoro che sta svolgendo la Commissione per la lotta alla contraffazione ci sta fornendo una serie di dati, per cui queste mozioni potranno essere solo il segno di un tratto di un lavoro che deve ancora svolgersi. Verrò subito al dunque: le informazioni, le audizioni e la documentazione fornitaci fino ad ora in quella Commissione importante, presieduta dall'onorevole Fava, ci inducono a cominciare a svolgere dei ragionamenti al di fuori di ciò che è stato reso fino a questo momento.
Come contributo alla discussione, mi soffermerò su due di questi aspetti. Per prima cosa, siamo proprio sicuri che si Pag. 37tratti solo di contraffazione? Questa è la prima domanda! Gli elementi fornitici dalle istituzioni impegnate in trincea, come l'Agenzia delle dogane, la Guardia di finanza, la Direzione nazionale antimafia, i dati fornitici dal sistema delle imprese e i dati che ci vengono forniti dal Ministero dell'economia e delle finanze ci dicono che si tratta di fenomeni strutturali e corposi dove le merci provenienti dall'Estremo Oriente camminano esclusivamente lungo direttrici di mercati e commerci illegali all'import in l'Italia, Europa e Nord America.
Mi riferivo all'import: le merci entrano in maniera sottofatturata; le merci entrano e circolano, su questo pianeta ed entrano nel nostro Paese, in maniera sovrafatturata. Quando queste merci entrano, violano i marchi e le tutele della proprietà intellettuale. Terzo, le merci entrano come nel caso dell'agroalimentare, sotto il profilo quantitativo e qualitativo in modo equivalente ai prodotti agricoli nazionali o importati legalmente.
Non sto parlando solo dell'agropirateria e dell'italian sounding, ma sto parlando di un'attività di commercio mondiale che all'import, nel nostro Paese, come in Europa, è commercio illegale e parallelo. Questo è il punto! Siamo di fronte ad un mercato commerciale parallelo a quello legale, e pertanto illegale, e pertanto criminale nell'accezione del significato stesso. Quindi, quando i colleghi della Commissione o i proponenti delle mozioni ci hanno riferito che siamo, ad esempio, in Italia, di fronte a cinque o sette miliardi di euro di evasione, stiamo parlando di ciò che è rilevato.
Vengo subito all'altro aspetto, per una giusta riflessione nell'Aula: a quel mercato illegale del commercio corrisponde una circolazione illegale del contante. Ciò vuol dire (mi permetto di ribadire in questa sede quanto in Commissione ci è stato riferito dalla Guardia di finanza innanzitutto) che in Italia si registra un fenomeno rilevantissimo di money transfer. Si tratta di trasferimenti di denaro contraddistinti esclusivamente dal contante. In Italia nel solo 2009 si è registrato un incremento sul territorio di 6 mila e 500 sportelli di money transfer, che da solo supera l'aggregazione del gruppo Banca Intesa San Paolo, che in Italia ha solo 5 mila e 900 filiali, il primo gruppo (non sto facendo pubblicità ma è solo per comparazione) per diffusione sul territorio. Nell'ultimo triennio, l'incremento delle agenzie di money transfer ha superato le 16 mila unità, vale a dire un valore superiore alla rete di Poste italiane Spa, che in Italia ha solo 14 mila sportelli. Quindi, stiamo parlando di un fenomeno molto avanzato, le cui dimensioni richiederebbero urgenti interventi.
L'Attività del money transfer si svolge presso agenzie, agenzie illegali e internet point. Si sappia che una commissione bancaria - presso gli istituti bancari - per trasferire 2 mila euro, non supera i 15-30 euro. La stessa commissione allo sportello del money transfer (contante che torna prevalentemente nella Repubblica Popolare Cinese) della Western Union è di 50 euro. Di queste cifre stiamo parlando! Ora i problemi che si pongono sono diversi.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Vico.

LUDOVICO VICO. Concludo, signor Presidente, rilevando che il sistema di money transfer è il sistema cartina di tornasole del commercio illegale che cammina in Europa e nel nostro Paese. Questo fenomeno va contrastato. Come Partito Democratico abbiamo presentato una proposta di legge, ma anche altri gruppi hanno presentato pure proposte di legge ed è un terreno di lavoro comune, secondo la nostra opinione. Mi pare giusto concludere, affermando che il sistema money transfer vede oggi l'Italia tra i mercati maggiormente rilevanti al mondo. Esso opera anche presso Paesi dove non esiste affatto una legislazione antiriciclaggio - ripeto «antiriciclaggio» - oppure è assente dove c'è una regolare rete bancaria.

Pag. 38

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Vico.

LUDOVICO VICO. Tali sono le dichiarazioni del comandante generale della Guardia di finanza Nino Di Paolo, che noi abbiamo condiviso e rispetto alle quali siamo impegnati per affrontare questa lotta alla contraffazione e all'illegalità del commercio che attraversa il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galati. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE GALATI. Signor Presidente, la contraffazione oggi è un fenomeno in espansione: siamo partiti dall'abbigliamento, ma si è esteso a settori sensibili quali gli alimenti, i prodotti per l'igiene della persona, i giocattoli e i farmaci. In altre parole, stiamo parlando di un fenomeno che mette in discussione anche e soprattutto la sicurezza e la salute. Per l'Italia è un fenomeno gravissimo soprattutto per comparti produttivi ed economici importanti, ad esempio il comparto agroalimentare, che è uno dei comparti produttivi per eccellenza del Paese e quindi è strategico, perché mette in discussione anche lo sviluppo dei nostri territori, lo sviluppo di aree del Paese. Sotto questo punto di vista non è soltanto però un danno ai produttori, ma vi è una doppia condizione che crea grandi difficoltà, perché, da una parte, si offrono ai consumatori prodotti di bassa qualità, prodotti anche di dubbia garanzia dal punto di vista della salute, e, dall'altra parte, inoltre, si provocano danni incalcolabili per la nostra economia.
Con le mozioni che oggi vengono sottoposte all'attenzione dell'Aula si vuole lanciare un grido d'allarme più complessivo, perché parliamo di un fenomeno - è stato ricordato già dai colleghi - che conta 7 miliardi di fatturato, quasi 5 milioni di evasione fiscale, ma soprattutto 130.000 posti di lavoro sottratti al regolare mercato. Sotto questo punto di vista, è ampia la lotta che viene condotta anche dalle nostre forze dell'ordine, se pensiamo che nei giorni scorsi, solo nel padovano, la Guardia di finanza ha fatto un maxisequestro di 700 milioni di euro di prodotti made in Cina. Da qui nasce anche l'allarme e, pur comprendendo i rilievi fatti dal sottosegretario, la necessità di contrastare e di farsi promotori, anche in ambito comunitario, dell'uso fraudolento che vi è oggi del marchio CE. Sotto questo punto di vista, il Parlamento ha già preso atto della sua sensibilità con la creazione della Commissione per il contrasto al fenomeno della contraffazione, con il lavoro che vi è stato in questi mesi e che è stato ricordato: l'audizione di settori importanti della nostra economia, ma anche e soprattutto il contrasto da parte delle forze dell'ordine.
Nelle audizioni, a cominciare dal comandante generale della Guardia di finanza, il procuratore Grasso, si è avvertito un certo allarme, perché siamo di fronte ad un fenomeno che, anche dal punto di vista della criminalità, ha una dimensione trasversale. Vi sono tutte le ipotesi di reato, dal riciclaggio allo sfruttamento della manodopera, all'evasione fiscale, cioè siamo di fronte ad un fenomeno ampio, complesso, che ha una sua debolezza, anche dal punto di vista culturale e sociale, poiché l'estensione e la diversificazione dei prodotti soggetti a contraffazione non riguarda oggi soltanto i beni di lusso, ma tanti settori e tanti prodotti.
Sotto questo punto di vista, una delle grandi occasioni che dovrà cogliere oggi il nostro Governo è anche l'informazione: il fenomeno va contrastato sul piano culturale e sociale, perché non si colgono i danni che vengono provocati soprattutto sotto il profilo della sicurezza e della salute (pensiamo ai farmaci e ai giocattoli per i bambini).
Siamo in un settore in cui l'Italia ha purtroppo una rilevanza fondamentale, se consideriamo che è il terzo Paese in Europa per numero di articoli sequestrati. Sotto questo punto di vista, credo che bisogna farsi promotori anche in ambito comunitario di alcune riflessioni: da una parte, c'è Schengen e quindi la libera Pag. 39circolazione, ma questo non può essere un alibi, perché vi sono alcuni Paesi in Europa che, rispetto al contrasto, al controllo e alla prevenzione, hanno dimostrato alcune criticità. Quindi, credo che, di fronte al lavoro immenso che svolgono le nostre forze dell'ordine, rispetto a questa debolezza di alcuni Paesi, vi è da svolgere un'efficace azione di contrasto del fenomeno.
Signor Presidente, credo che oggi il Parlamento debba prendere atto di questo fenomeno, della sua complessità e della sua lotta, che richiede vari fattori: non si attua soltanto sul piano del contrasto all'interno del nostro Paese, ma a livello europeo ed internazionale, se pensiamo che oggi sono 140 i Paesi in cui vi è l'origine di contraffazione. Credo che una risposta noi cercheremo di portarla in Aula quando, alla fine dei lavori della Commissione, arriveremo non soltanto con il lavoro svolto dalla Commissione, ma anche con proposte legislative specifiche, che verranno dall'ascolto che vi è stato di tutti i soggetti chiamati nelle nostre audizioni. Ma oggi il Parlamento, con un voto unitario, credo che debba dare una risposta complessiva e quindi preannunzio anche il nostro voto favorevole su tutte le mozioni.
Infatti, ci sono tre obiettivi da realizzare attraverso il voto unitario: dare fiducia ai nostri mercati, tutelare le nostre categorie e, soprattutto, preservare la salute. Infatti, da questo fenomeno si avranno, negli anni prossimi, conseguenze negative: spetta a noi, non solo lanciare un grido d'allarme, ma anche creare politiche in grado di contrastarlo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

CATIA POLIDORI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CATIA POLIDORI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, proprio per lo spirito espresso dagli interventi, per far sì che il voto sia bipartisan e, soprattutto, a pieno riconoscimento del lavoro svolto dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale - di cui, peraltro, mi pregio di aver fatto parte -, e facendo seguito ad alcune richieste, come quelle dell'onorevole Fava, chiedo, a nome del Governo, quanto segue.
Chiedo che la mozione Reguzzoni, Baldelli ed altri n. 1-00671 sia riformulata, nel senso di espungere dal terzo capoverso della premessa le parole: «fenomeno contro cui la Lega Nord da anni lotta, sia nelle aule parlamentari sia fuori a fianco di cittadini ed imprenditori».
Sempre a nome del Governo, facendo seguito ad alcune richieste relative alla mozione Moffa ed altri n. 1-00688, propongo ai firmatari di tale mozione di riformulare il quarto capoverso della premessa nel modo seguente: «Con la legge n. 99 del 2009 sono state previste misure (...)», e così via.

GABRIELE CIMADORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, mi sembra che il sottosegretario abbia chiarito la questione. Anch'io avevo un suggerimento da dare all'onorevole Moffa, in quanto l'Italia dei Valori avrebbe votato tutte le mozioni, espungendo dalla mozione a firma dell'onorevole Moffa quel particolare che, mi sembra, abbia già concordato con il sottosegretario.

SILVANO MOFFA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, credo che, anche per lo spirito con il quale è stata condotta la discussione su un insieme di materie molto pertinenti e molto delicate, si possa assolutamente accettare la riformulazione così come proposta dal sottosegretario e sollecitata, poco fa, anche dal collega.

Pag. 40

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Informo l'Assemblea che tutti i presentatori delle mozioni all'ordine del giorno hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo.
Avverto che, ove venisse approvata la mozione Reguzzoni, Baldelli ed altri n. 1-00671, il primo capoverso del dispositivo della stessa, come modificato secondo la richiesta del Governo, assorbirebbe il primo capoverso del dispositivo della mozione Moffa ed altri n. 1-00688 e il secondo capoverso del dispositivo della mozione Anna Teresa Formisano, Della Vedova, Lanzillotta, Lo Monte ed altri n. 1-00689, che, sempre a seguito delle riformulazioni, risultano identici.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Reguzzoni, Baldelli ed altri n. 1-00671, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... onorevole Mondello... onorevole Cesaro... onorevole Ciccioli... onorevole Alessandri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 502
Astenuti1
Maggioranza 252
Hanno votato
502).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cimadoro ed altri n. 1-00684, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... onorevole Agostini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 503
Astenuti2
Maggioranza 252
Hanno votato
503).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Moffa ed altri n. 1-00688, nel testo riformulato, per le parti non assorbite, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Stasi, Migliori, Toccafondi, Lo Monte e Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 505
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato
505).

Prendo atto che il deputato Catanoso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Anna Teresa Formisano, Della Vedova, Lanzillotta, Lo Monte ed altri n. 1-00689, nel testo riformulato, per le parti non assorbite, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione. Pag. 41
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Boniver, Stradella, Migliori, Grassi, Scanderebech, Brugger e Galletti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 506
Astenuti 2
Maggioranza 254
Hanno votato
506).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lulli ed altri n. 1-00696, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Rivolta, Donadi e Agostini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 507
Astenuti 3
Maggioranza 254
Hanno votato
507).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,28).

AMEDEO LABOCCETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, purché sia sintetico, ha due minuti di tempo a sua disposizione.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, oggi l'onorevole Walter Veltroni ha posto una questione su una vicenda drammatica che ha sconvolto il mondo, ma a nessuno può essere consentito di fare attività di strumentalizzazione del gesto di un folle, di un assassino, di una bestia che tutti noi condanniamo e che fa orrore.
Onorevole Veltroni, lei sicuramente ha parlato in perfetta buona fede e ha provocato una giusta e doverosa presa di posizione da parte dei leghisti in quest'Aula; penso che possa bastare. La voce ufficiale in quest'Aula è quella dell'onorevole Reguzzoni, quando parla a nome della Lega Nord Padania. Tuttavia, come vede, onorevole Veltroni, c'è chi poi, dopo le sue dichiarazioni, ha tentato di fare atti di sciacallaggio e di volgare speculazione politica. Ecco perché, e lo dico con simpatia all'onorevole Veltroni, bisogna stare molto attenti quando si affrontano temi così delicati e tragedie come queste attraverso interventi sull'ordine dei lavori. Non ci si salva certamente l'anima con un flash buono per le agenzie di stampa.
Adesso mi rivolgo a lei, signor Presidente Lupi: affrontiamo invece, in una apposita seduta, il tema di una legislazione europea unica almeno su determinati reati. Perché, signor Presidente, quello che fa male, quello che fa più male, è sapere che una bestia come quella che abbiamo visto in azione in Norvegia, che ha commesso un massacro di quella portata, rischia massimo ventuno anni di reclusione. Su queste vicende, visto che in Norvegia c'è una legislazione molto particolare, sarebbe il caso che questo Parlamento, in un'apposita seduta, affrontasse e ragionasse seriamente, svolgendo una valutazione generale, da lanciare, poi, anche attraverso il Parlamento europeo, su problematiche di questo tipo. Dico ciò perché la legislazione norvegese è risibile; cosa rischia quella bestia? Rischia soltanto ventuno anni di carcere.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, e proseguirà alle 16 con votazioni.

Pag. 42

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ed il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative per la stabilizzazione del personale precario delle amministrazioni centrali dello Stato - n. 3-01770)

PRESIDENTE. L'onorevole Mario Pepe (Misto-R-A) ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01770 concernente iniziative per la stabilizzazione del personale precario delle amministrazioni centrali dello Stato (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

MARIO PEPE (Misto-R-A). Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, vorrei consegnare a lei, signor Ministro, le ansie, gli avvilimenti e anche le speranze di migliaia di giovani che lavorano nella pubblica amministrazione, negli ospedali e negli istituti di ricerca scientifica con contratti a tempo determinato.
Queste persone svolgono queste mansioni da molti anni, e non sono mansioni episodiche o dettate dall'emergenza del momento. Infatti, vi sono contratti che ogni anno vengono rinnovati e che durano ormai da un decennio. Il Governo, il 30 dicembre 2009, con un decreto, stabilizzò il personale precario della Protezione civile.
Signor Ministro, le chiedo se non sia il caso, sulla falsariga di quel decreto, di cominciare un programma di stabilizzazione nei confronti dei precari dell'amministrazione centrale dello Stato.

PRESIDENTE. Il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta, ha facoltà di rispondere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'utilizzo delle forme contrattuali di tipo flessibile nella pubblica amministrazione non genera, di per sé, forme di cosiddetto precariato, ma è da considerarsi, se correttamente utilizzato per far fronte ad esigenze temporanee o sostitutive, strumento efficace ed economico.
Diversamente va contrastato con idonee misure preventive l'utilizzo di tali tipologie contrattuali quale ordinaria modalità di acquisizione delle risorse umane, secondo procedure che non garantiscono il rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e merito ed eludono le limitazioni finanziarie previste per le assunzioni a tempo indeterminato. È proprio questo abuso che ha determinato i ben noti disagi sociali segnalati dall'onorevole interrogante.
Il ricorso a forme di stabilizzazione diffusa, sia pure programmata, non appare una soluzione percorribile. In primo luogo, l'innalzamento dei livelli occupazionali a tempo indeterminato genera una spesa fissa a regime che il bilancio dello Stato, con l'attuale congiuntura economico-finanziaria, non è in grado di sostenere. La stabilizzazione di personale titolare di contratti temporanei, non sempre adeguatamente selezionato, oltre ad incentivare l'utilizzo irregolare di contratti flessibili e a configurarsi come una sorta di sanatoria degli abusi fatti, si pone in palese contrasto con i principi dell'articolo 97 della Costituzione.
Per ovviare quindi a tali criticità, senza venir meno ai principi di buon andamento ed efficienza che impongono il concorso pubblico per il reclutamento di personale, il Governo, già con il decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, ha previsto per gli anni 2010 e 2012, nei limiti del 40 per cento Pag. 43delle risorse finanziarie disponibili per l'assunzione di personale, forme di reclutamento speciale nei confronti di lavoratori con contratto di lavoro flessibile in possesso di un'anzianità pari a tre anni calcolata a settembre 2007.
Alla luce di quanto rappresentato, si può immaginare quindi di consolidare nel futuro questa disciplina transitoria, prevedendo per ogni concorso pubblico la possibilità di valorizzare le esperienze professionali acquisite con rapporti di lavoro flessibile nella pubblica amministrazione.
In ogni caso, va ribadito che qualsiasi intervento sulla stabilizzazione del lavoro flessibile non può prescindere dal rispetto dei vincoli finanziari derivanti dall'esigenza di contenimento della spesa pubblica e che, in questo contesto, va comunque tutelato, in via prioritaria, l'interesse di soggetti che, pur avendo vinto un concorso pubblico, attendono ancora l'ingresso nella pubblica amministrazione per il perdurare del regime limitativo delle assunzioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Mario Pepe (Misto-R-A) ha facoltà di replicare.

MARIO PEPE (Misto-R-A). Signor Presidente, signor Ministro, capisco che in un momento di crisi bisogna fare i conti con il bilancio pubblico, però è proprio nei momenti di crisi che bisogna fare le cosiddette riforme a costo zero. Questa gente è già pagata con il bilancio dello Stato e già riceve uno stipendio, quindi basta mettere la formula magica «senza ulteriori oneri per lo Stato».
Una riforma a costo zero, se fatta, sarebbe di grande impatto sociale, perché i giovani potrebbero sposarsi, fare nuove famiglie e accendere un mutuo. Infatti, le banche non danno i soldi a chi ha un contratto a tempo determinato, anche se questo contratto si rinnova di anno in anno. E, quindi, la «vendetta» dei nostri giovani qual è? Quella di non sposarsi e di non fare nuove famiglie. Ciò significa che il nostro Paese si avvia verso un lento, ma inesorabile declino (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Repubblicani-Azionisti).

(Iniziative per destinare i risparmi derivanti dalla riforma pensionistica di cui al decreto-legge n. 78 del 2009 ad interventi dedicati a politiche sociali e familiari - n. 3-01771)

PRESIDENTE. L'onorevole Monai ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01771, concernente iniziative per destinare i risparmi derivanti dalla riforma pensionistica di cui al decreto-legge n. 78 del 2009 ad interventi dedicati a politiche sociali e familiari (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

CARLO MONAI. Signor Presidente, signor Ministro, siamo sconcertati, più che preoccupati, per il fatto che con la riforma pensionistica, che ha interessato tutte le lavoratrici dipendenti pubbliche con il decreto-legge n. 78 del 2009, alzando quindi l'età pensionabile di costoro, si erano destinati i risparmi di questa manovra (ben 4 miliardi di euro) al fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale.
In particolare, veniva creata una sorta di contabilità riservata alla conciliazione del lavoro e dell'impegno familiare delle donne, piuttosto che al fondo non-autosufficienza per poter venire incontro alle esigenze di una donna lavoratrice che in qualche modo deve fare fronte anche ai propri obblighi casalinghi e familiari. Dove sono andati questi soldi? Volete aiutare le donne? Se non ora, quando?

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, desidero innanzitutto rispondere all'onorevole interrogante sul punto che egli ha esplicitamente ora sollevato, cioè le risorse rivenienti dall'innalzamento dell'età di pensione delle donne nel pubblico impiego sono andate quasi tutte, come preciserò, al Fondo per le politiche sociali.
Infatti, i 120 milioni del 2010 sono andati a copertura del Fondo per le politiche sociali e 200 dei 242 milioni del Pag. 442011, sulla base di un emendamento alla legge di stabilità, sono andati allo stesso Fondo per le politiche sociali.
Però vorrei ricordare che non sono lì certo le risorse che vengono spese per creare condizioni di conciliazione. In particolare per quanto riguarda la non-autosufficienza, la stima è che l'Italia spenda circa 30 miliardi di euro nell'anno, nel senso che le risorse sono prevalentemente collocate - come è giusto che siano - nel fondo sanitario e quindi nei fondi sociosanitari e assistenziali che ciascuna regione organizza, alcune con maggiore efficienza ed altre con molta minore efficienza. Le regioni più efficienti sono quelle nelle quali anche i comuni conferiscono le loro spese per la politica sociale alla stessa azienda territoriale in modo che si integrino compiutamente.
Vorrei ricordare che la riforma fiscale, che peraltro l'interrogante stesso cita e che è anche riforma del sistema assistenziale, ipotizza di passare alle regioni i circa 13 miliardi di euro che oggi vengono destinati all'indennità di accompagnamento, in modo che vengano distribuiti fra le aziende territoriali e diventino una leva che viene integrata con le prestazioni reali, cioè una leva per cui si sostiene soprattutto l'assistenza domiciliare anche attraverso trasferimenti finanziari diretti alle famiglie in modo che questi fondamentali servizi non si carichino sulle donne.
Un'ultima considerazione sull'occupazione femminile: in tutto il dopoguerra italiano l'occupazione femminile è stata contenuta e purtroppo contratta a livelli che sono stati tra i più bassi, o i più bassi, all'interno dell'Unione europea, con particolare riguardo al Mezzogiorno.
Due leggi hanno funzionato, la legge Treu e la legge Biagi, tutte e due in fondo disegnate da Marco Biagi, anche la legge Treu. Nel decennio tra il 1996 e il 2007, il decennio precedente alla crisi, queste leggi hanno fatto crescere l'occupazione femminile di 10 punti, abbiamo avuto un'impennata.

PRESIDENTE. La prego di concludere, Ministro Sacconi.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Con la crisi le donne hanno avuto meno effetti negativi e nella ripresa hanno una reattività maggiore, ma sempre in un contesto, purtroppo, di occupazione contenuta.
Concludo ricordando l'introduzione dei contratti di inserimento per le donne, che sono contratti agevolati, nelle aree in cui vi è un differenziale di almeno 20 punti tra occupazione maschile e femminile, per le donne che da sei mesi sono disoccupate. Sono i criteri dell'Unione europea, ma altre ancora sono ovviamente le politiche destinate alla conciliazione e, in particolare, quelle della contrattazione collettiva. Ricordo l'accordo realizzato il 7 marzo con tutte le parti sociali, a questo proposito, su iniziativa del Governo.

PRESIDENTE. L'onorevole Monai ha facoltà di replicare.

CARLO MONAI. Signor Presidente, signor Ministro, non mi ritengo soddisfatto anche perché alcuni dei dati che lei ha fornito sono smentiti dall'ISTAT che recentemente ha allarmato l'opinione pubblica segnalando come la disoccupazione femminile abbia toccato il picco del 42,4 per cento nel primo trimestre del 2011. A noi poco importa che negli anni precedenti questa legge Biagi abbia favorito l'integrazione nell'occupazione femminile, se poi con questo Governo stiamo facendo come i gamberi, tornando indietro nonostante la crisi, nonostante qualche timido segno di ripresa nell'occupazione generale, che è passata, nel trimestre 2011, rispetto all'anno precedente, dal 9,1 per cento all'8,6 per cento.
Certo è che per l'occupazione femminile è rimasta invece una forbice enorme, drammatica e quello che lei mi ha confermato è che il Governo ha illuso le donne chiedendo un sacrificio che le porta a lavorare fino a 65 anni con la promessa di favorire asili nido, conciliazione tra occupazione e famiglia, inserimento, formazione e quant'altro, e tutto questo invece viene deviato dalla manovra finanziaria che abbiamo approvato con il voto Pag. 45sulla questione di fiducia il 15 luglio scorso, che ha cancellato 4 miliardi di euro. Quei fondi, che con la legge finanziaria per l'anno 2010 sono stati già prima deviati, è vero che sono andati in parte alla socio assistenza, ma sono andati anche a coprire i rimborsi ICI ai comuni. Quindi non è che tutto ciò che lei ha detto sia proprio oro colato.
Quindi, il tema è che mentre l'Europa ci invita e ci raccomanda di fare queste politiche di conciliazione, di favore per l'occupazione femminile - voglio ricordare non solo il Patto di Lisbona, la strategia di Lisbona 2010, che è rimasta inattuata nel nostro Paese - noi, ricordava lei, Ministro, siamo al fanalino di coda nell'occupazione femminile in Europa, solo Malta ci vede in vantaggio.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Monai.

CARLO MONAI. Allora questo meccanismo in Europa è stato assolutamente disatteso e l'8 marzo 2011 la risoluzione dell'Unione europea, del Parlamento è stata proprio quella di raccomandare politiche incentivanti per gli Stati membri. È anche sintomatico che l'8 marzo, festa della donna, l'Europa ci inviti a questo e invece qui la festa della donna venga evocata nei festini delle ville di Arcore del Premier. Non è questo ovviamente il lavoro a cui pensiamo quando pensiamo al lavoro femminile.

(Intendimenti del Governo in merito all'introduzione del pedaggio sul grande raccordo anulare di Roma - n. 3-01772)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Biagio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Proietti Cosimi n. 3-01772, concernente intendimenti del Governo in merito all'introduzione del pedaggio sul grande raccordo anulare di Roma (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, signor Ministro, siamo molto lieti di averla qui oggi anche per chiarirci l'annoso problema del pedaggio del raccordo stradale di Roma in virtù del fatto che in queste settimane molti mezzi di comunicazione si sono attivati a sostegno dell'ipotesi dell'attuale maggioranza, rilevando in più occasioni che il pedaggio non sarebbe stato pagato. Quindi proprio per questo motivo la invitiamo a chiarirci questo aspetto.

PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, ha facoltà di rispondere.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come ho già avuto modo di precisare in risposta a precedenti atti di sindacato ispettivo, faccio presente che l'introduzione del pedaggio sulle autostrada e sui raccordi autostradali in gestione diretta dall'ANAS Spa è stata prevista dalla manovra di stabilizzazione finanziaria varata con il decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, che ha previsto al comma 1 dell'articolo 15 l'adozione di un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.
Il decreto, ancora in fase di predisposizione, fisserà i criteri e le modalità per l'applicazione del pedaggio, mentre per quanto riguarda l'individuazione delle tratte soggette a pedaggio si limiterà a rinviare alla normativa vigente, che già elenca le autostrade e i raccordi autostradali in gestione diretta ANAS. Con riferimento ad eventuali forme di esenzione totale o parziale del pagamento del pedaggio richieste dagli interroganti, faccio presente che, come precisato peraltro in precedenza e in conformità con le norme comunitarie, il Governo sta studiando forme di agevolazione e di esenzione tariffaria a favore degli utenti abituali delle tratte, compresa quella invocata nel caso specifico, tenendo ovviamente conto della legge, ma anche dell'ordine del giorno approvato dal Parlamento.

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PRESIDENTE. L'onorevole Di Biagio ha facoltà di replicare.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, la ringrazio per prima cosa per l'intervento appena formulato che, malgrado l'impegno, non va a lenire la complessità della situazione. Ormai è da un anno che sulla faccenda «pedaggio o non pedaggio» si è detto un po' di tutto: si sono avvicendati impegni, belle parole, dichiarazioni, ma il tutto è ancora fermo e statico in un'empasse insopportabile. Tuttavia, alla confusione in capo agli utenti si aggiungono le voci discordanti e contraddittorie di Governo e di amministratori locali. Su questo argomento, sembra che questi ultimi facciano uno spot loro personale che, in realtà, interessa poco agli utenti.
Dobbiamo far presente che - stando all'attuale formulazione normativa - sarebbero tenuti a pagare il pedaggio tutti gli utenti che percorrono i tratti autostradali con uscita su Roma, quindi non solo quelli che passano sul grande raccordo anulare. A questo punto, non risulta comprensibile come potrebbero poi essere esclusi coloro che, ad esempio, percorrono il tratto dalla Casilina alla Laurentina, anche perché non si capisce come questa esenzione si potrebbe configurare sotto il profilo di legittimità. Infatti, è impensabile che i cittadini romani non paghino il pedaggio perché così facendo emergerebbe un'infrazione europea (così dice lei), considerando che il mancato pagamento da parte dei romani verrebbe considerato dall'Europa una sorta di aiuto di Stato rispetto a quanto sancito da una legge.
Quindi, la normativa nazionale, così come i dettami europei, prevede che tutti gli utenti siano sottoposti a questa sorta di vessazione. Quindi, perché a ritmi alternanti il Governo, comune, provincia e regione promettono di salvare i romani? Inoltre, considerando l'impegno del Governo al decreto sviluppo ad escludere nuovi pedaggi per le tratte ANAS, per quale motivo non cede agli enti locali l'onere di gestione della tratta così come gli stessi auspicano?

PRESIDENTE. Onorevole Di Biagio, la prego di concludere.

ALDO DI BIAGIO. Signor Ministro, noi ci auguriamo, e se lo augurano i cittadini romani, che questa confusione non sia strumentalizzata e che per qualche volta l'interesse degli utenti venga messo in primo piano rispetto a quello della casta.

(Misure per migliorare il servizio di trasporto pubblico lacuale con riguardo ai laghi di Como, di Garda e Maggiore - 3-01773)

PRESIDENTE. L'onorevole Rivolta ha facoltà di illustrare l'interrogazione Reguzzoni n. 3-01773, concernente misure per migliorare il servizio di trasporto pubblico lacuale con riguardo ai laghi di Como, di Garda e Maggiore (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

ERICA RIVOLTA. Signor Presidente, signor Ministro, con questa interrogazione vogliamo porre l'attenzione sulle problematiche relative al trasporto pubblico e della navigazione dei laghi, che vede nella flotta, a partire dalla fine degli anni Novanta, l'utilizzo di catamarani al posto degli aliscafi. Questa sostituzione ha comportato un aumento dei costi di gestione, che sono altissimi, non solo per le numerosissime avarie, ma anche addirittura per il costo del carburante. Si parla in un anno di oltre 1,5 milioni di euro di gasolio in più proprio per i catamarani.
Addirittura il direttore della Gestione governativa navigazione laghi ha affermato, anche pubblicamente, che questa è stata una scelta poco lungimirante e ha fatto richiesta per tre nuovi aliscafi, in sostituzione di tre catamarani, al costo di 8 milioni di euro a mezzo.
Quello che le chiediamo, gentile Ministro, è di prendere in seria considerazione non solo l'ottimizzazione, ovviamente, delle risorse finanziarie (e non) rispetto alla navigazione. Però, le sottolineo l'importanza della navigazione delle strade d'acqua proprio sui nostri laghi e soprattutto sul lago di Como...

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PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Rivolta.

ERICA RIVOLTA... vista la fragilità delle coste e anche l'effetto dell'erosione delle rive provocata dai catamarani.

PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, ha facoltà di rispondere.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevole collega, spero che anche lei non abbia già preparato la replica prima di ascoltare le motivazioni del Ministro. La flotta della gestione governativa dei laghi Maggiore, di Garda e di Como, si compone di 96 mezzi, impiegati attualmente nei servizi di trasporto pubblico lacuale. Di questi mezzi solo otto sono i catamarani, oggetto delle proteste degli ultimi giorni. Infatti, la maggior parte del traffico è svolta attraverso motonavi, piroscafi, traghetti per il trasporto automezzi e altri mezzi veloci, compresi gli aliscafi.
In merito alla necessità di prevedere la sostituzione dei catamarani con gli aliscafi, segnalo che tale problematica, già affrontata in sede CIPE nel 2009, è all'esame del Governo al fine di individuare un finanziamento aggiuntivo da destinare alla predetta sostituzione. Riguardo poi alle risorse disponibili per l'anno 2011, preciso che oltre allo stanziamento di 16 milioni di euro, accordato dalla legge di bilancio per il corrente esercizio finanziario, è stato previsto, proprio per garantire la continuità del servizio di navigazione pubblica dei laghi di Como, di Garda e Maggiore, un ulteriore aumento dello stanziamento di 2 milioni di euro. Con un'altra disposizione, inserita nel medesimo decreto-legge, è stata prorogata, fino al 2012, la possibilità di utilizzare gli avanzi di amministrazione degli anni precedenti.
Per quanto concerne la questione specifica del trasferimento dei trasporti lacuali alle regioni, faccio presente che la questione risale al decreto legislativo n. 422 del 1997, ai sensi del quale la gestione governativa dei laghi veniva trasferita alle regioni territorialmente competenti, previo risanamento tecnico-economico per il quale la legge n. 194 del 1998 stanziava 375 miliardi di vecchie lire. Il piano di risanamento, però, non è stato attuato per il mancato accordo tra le regioni interessate e ciò ha comportato la perdita dei fondi stanziati. Nell'ambito dei successivi tavoli di lavoro il Ministero dell'economia e delle finanze ha, tra l'altro, palesato la difficoltà di reperire nuove risorse per il previsto risanamento e di individuare meccanismi contabili, in ragione delle richieste degli enti locali di trasformare la gestione in società a responsabilità limitata. Resta inteso che, alla luce di quanto rappresentato dal Ministero dell'economia e delle finanze, qualora le regioni intendessero riaprire la discussione in merito, il Ministero è assolutamente disponibile a rilanciare il tavolo tecnico per il trasferimento agli enti locali territoriali interessati delle attuali competenze della gestione governativa dei laghi.

PRESIDENTE. L'onorevole Nicola Molteni, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per l'intervento. Credo che dalle parole del Ministro sia emerso, con estrema chiarezza, l'importanza che questo sistema di navigazione e di gestione di un servizio importante abbia, in modo particolare per i laghi alpino-padani. Siamo sicuramente soddisfatti nel momento in cui il Ministro afferma che la richiesta avanzata dalla Navigazione laghi per la sostituzione di tre catamarani con degli aliscafi è pervenuta ed è all'attenzione del Governo, il quale si è impegnato pubblicamente a ricercare i fondi per poter avviare questo tipo di sostituzione.
Colgo anche l'occasione per ribadire come questo servizio sia fondamentale per i laghi alpino-padani. Si tratta di un servizio fondamentale non solo perché rappresenta un mezzo di trasporto importante, ma anche perché è uno strumento e un servizio di sviluppo, sia da un punto di Pag. 48vista economico sia da un punto di vista occupazionale.
Circa 700 sono le persone collocate all'interno di questa attività, peraltro si tratta di un servizio turistico fondamentale per territori che hanno una vocazione particolarmente turistica, soprattutto per quanto riguarda il lago di Como.
Cogliamo anche come un buon auspicio il fatto che il Ministero in questi anni si sia sempre attivato per poter mantenere, recuperando i soldi, questo tipo di servizio, che deve essere efficientato e migliorato anche attraverso la sua regionalizzazione, già prevista da una legge del 1997, come è stato appena detto correttamente dal Ministro.
Facciamo pertanto l'augurio e l'auspicio che entrambe le parti in causa - vale a dire il Governo e lo Stato da un lato e le regioni interessate dall'altro - possano riaprire questo tavolo di concertazione proprio per avvicinare sempre di più il servizio ai cittadini e ai territori proprio per efficientare un servizio assolutamente fondamentale e indispensabile per i territori alpino-padani.

(Chiarimenti in merito alle cause del grave incendio che ha interessato la stazione Tiburtina di Roma e iniziative per il ripristino del regolare funzionamento del traffico ferroviario - n. 3-01774)

PRESIDENTE. L'onorevole Moffa ha facoltà di illustrare l'interrogazione Pionati n. 3-01774, concernente chiarimenti in merito alle cause del grave incendio che ha interessato la stazione Tiburtina di Roma e iniziative per il ripristino del regolare funzionamento del traffico ferroviario (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, signor Ministro, nell'interrogazione che ho inteso presentare anche a nome del gruppo Popolo e Territorio riassumiamo i termini di un incidente molto grave, che ha inquietato molto l'opinione pubblica e che ha posto in evidenza alcune difficoltà operative, ma anche la precarietà di alcuni sistemi di controllo rispetto ai quali sappiamo che lo stesso Ministro - e non solo l'autorità giudiziaria - ha già avviato un'inchiesta.
In verità, si tratta di un accadimento di cui evidentemente i risvolti colposi sono in qualche modo abbastanza chiari, che lascia aperte delle domande davvero inquietanti. Ci sono domande che chiedono una risposta, direi anche al di là dell'approfondimento, pur necessario, che dovrà essere fatto.
Per questo, signor Ministro, oggi noi vorremo avere da lei un panorama più chiaro rispetto a quanto accaduto.

PRESIDENTE. Il Ministro per le infrastrutture e i trasporti, Altero Matteoli, ha facoltà di rispondere.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, in merito all'evento che ha interessato la stazione di Roma Tiburtina fornisco i primi elementi di dettaglio in mio possesso, confermando la disponibilità di venire a riferire in Parlamento su tutti gli ulteriori elementi che emergeranno. Infatti, oggi non sono in condizione di rispondere esaurientemente all'interrogazione dei colleghi perché i controlli sono in itinere.
L'incidente, avvenuto il 24 luglio alle 4 di notte nella stazione di Roma, ha causato la completa distruzione dell'apparato di sicurezza ACEI destinato alla gestione e al controllo della circolazione. L'incendio ha interessato i locali tecnologici ed in particolare la sala relè, ubicata in parte nel fabbricato viaggiatori. Allo stato attuale sono in corso i necessari accertamenti circa le cause dell'incendio. A tale scopo, come già era stato correttamente ricordato dall'onorevole Moffa, oltre alle indagini avviate dalla magistratura e dalla commissione di inchiesta istituita dalla rete ferroviaria, ho voluto istituire una commissione di indagine ministeriale, composta non solo da tecnici del Ministero, ma anche dell'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria. Pag. 49
L'altro aspetto che mi preme segnalare riguarda la necessità di garantire adeguati livelli di servizi ai cittadini, consapevoli come siamo della gravità del fatto e dei notevoli disagi subiti dai viaggiatori e, in particolar modo, dai pendolari.
Dal 26 luglio la stazione di Roma Tiburtina è tornata agibile da entrambi gli ingressi - lato Pietralata e lato Nomentana - ed è stata riaperta la fermata della metropolitana Tiburtina. La circolazione dei treni si sta avvicinando alla regolarità, nel rispetto del programma predisposto dalle Ferrovie dello Stato. Già nella giornata di ieri Ferrovie dello Stato ha garantito quasi l'intera offerta commerciale.
Si registrano ancora ritardi nel servizio regionale mentre gli altri treni viaggiano quasi nella regolarità. Per quanto attiene all'assistenza alla clientela da domenica sono stati oltre mille gli operatori straordinari messi in campo dall'impresa ferroviaria e sono già stati disposti rimborsi di biglietti per un valore complessivo di circa 680 mila euro. Ferrovie dello Stato sta infine predisponendo un programma di riattivazione completa degli impianti di controllo e comando del traffico ferroviario in vista anche della massiccia affluenza di viaggiatori prevista per i primi giorni di agosto, mentre più a lungo termine, anche alla luce del nuovo ruolo che si accinge ad avere lo scalo in questione, verrà installato un più moderno apparato centrale computerizzato analogamente agli altri principali scali della capitale.

PRESIDENTE. L'onorevole Moffa ha facoltà di replicare.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio anche per aver dato la disponibilità a riferire ulteriormente alla Camera sull'esito delle indagini che sono state avviate. Sappiamo benissimo che ci troviamo di fronte ad una situazione molto particolare. Alla stazione Tiburtina sono in corso dei lavori di grande livello e di grande consistenza anche finanziaria e sappiamo anche che ci troviamo, in quanto parliamo del trasporto ferroviario, di fronte a una rete molto complessa e le notizie critiche che riguardano le reti ferroviarie in Europa non ci mettono certo al riparo dalle responsabilità che possiamo avere anche sulla nostra rete ferroviaria.
Il problema pone ancora una volte in primo piano i temi della sicurezza; lei ha dato garanzie in questo senso e vorrei fare una raccomandazione signor Ministro, perché al di là delle cause che debbono essere accertate e che dovranno individuare anche le responsabilità e le complicità - laddove dovessero emergere -, la prego anche di fare un approfondimento su quel capitolo che per il momento ancora non viene toccato e che riguarda la vicenda legata al cantiere in riferimento alle ditte che sono intervenute. Infatti, non vorrei che questa fosse una classica storia italiana fatta di gare e di ricorsi, perché la questione che ha portato ai lavori assegnati nella stazione Tiburtina è stata punteggiata da non poche difficoltà. Vi è stato un lungo contenzioso terminato nel 2007 e alla fine i lavori per la realizzazione di questa grande opera sono stati affidati alla Coopsette che ha preso il posto della Magec: pertanto non è chiaro se ci sono stati dei subappalti. Noi vorremmo che anche su questo si facesse definitivamente luce (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio).

(Chiarimenti in relazione all'utilizzo del fondo infrastrutture ferroviarie e stradali e del fondo generato dalle risorse derivanti dalla revoca di alcuni finanziamenti assegnati dal CIPE per interventi approvati entro il 2008 ma non ancora avviati - n. 3-01775)

PRESIDENTE. L'onorevole Simeoni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-01775, concernente chiarimenti in relazione all'utilizzo del fondo infrastrutture ferroviarie e stradali e del fondo generato dalle risorse derivanti dalla revoca di alcuni finanziamenti assegnati dal CIPE per interventi approvati entro il 2008 ma non ancora avviati (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

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GIORGIO SIMEONI. Signor Presidente, colleghe e colleghi, signor Ministro, intanto anche a nome di altri colleghi - cerco di interpretare il pensiero di tutti - ci tengo ad esprimere la vicinanza e le più sentite condoglianze per il grave lutto che l'ha colpita.
Per quanto riguarda l'interrogazione posta, va ad inserirsi in un contesto importante, quello dell'Unione europea con la strategia «Europa 2020», tesa a porre le basi per un'adeguata messa in opera delle infrastrutture che possano rendere più competitivo un Paese e fare in modo che si vada avanti con la crescita; è chiaro, con molta enfasi, si pensa attraverso le infrastrutture di rimettere in moto la crescita.

PRESIDENTE. Onorevole Simeoni, la invito a concludere.

GIORGIO SIMEONI. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Il Governo, con il decreto-legge n. 98 del 2011, convertito dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, attraverso il Fondo infrastrutture ferroviarie e stradali, ha messo in atto fondi proprio per rilanciare la crescita. Chiediamo di sapere come intenda il suo Ministero utilizzare il fondo infrastrutture citato e il fondo generato dalla revoca degli interventi approvati dal CIPE ma non ancora avviati.

PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, ha facoltà di rispondere.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevole Simeoni, la ringrazio per le sue parole. In merito all'interrogazione relativa al Fondo infrastrutture ferroviarie e stradali, previsto dall'articolo 32 del decreto-legge n. 98 del 2011, convertito dalla legge n. 111 del 2011, che lei ha citato, faccio presente che è la stessa norma ad indicare i relativi percorsi preferenziali. Le risorse infatti andranno assegnate prioritariamente alle reti stradali e ferroviarie ed in modo particolare al completamento dei lotti costruttivi già avviati con la legge n. 191 del 2009. Al riguardo, ritengo opportuno però segnalare che, essendo già in fase di avanzata attuazione la sottoscrizione delle intese generali quadro con le regioni, saremo in grado di proporre al CIPE un utilizzo di tale fondo seguendo coerentemente le priorità indicate dalle stesse regioni. Per quanto concerne le risorse provenienti dalle revoche degli interventi approvati nel 2008 e non ancora avviati, evidenzio che queste potranno essere riallocate sugli stessi interventi oppure assegnate su interventi strategici ubicati nelle stesse aree territoriali o destinati in tipologie infrastrutturali analoghe, sempre rientranti nel programma della legge obiettivo. Ritengo opportuno precisare altresì che il comma 7 del citato articolo 32 del decreto-legge sopra citato prevede che il CIPE, su proposta del Ministro delle infrastrutture dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, stabilisca, fatta eccezione per i finanziamenti delle opere già deliberati dal detto Comitato, ove confermati dal Ministro delle infrastrutture dei trasporti, la destinazione delle risorse provenienti dalle revoche. Gli uffici del Ministero stanno effettuando una analisi capillare in merito e in una delle prossime sedute del CIPE auspico di sottoporre un'apposita proposta di interventi già supportati da delibere del CIPE non revocabili ai sensi dei commi 2, 3 e 4 dell'articolo 32 e di quelli che si ritiene opportuno non revocare, quali gli interventi strettamente legati alle reti TEN-T. L'articolo 32 del decreto-legge consente di supportare finanziariamente il programma delle infrastrutture strategiche, recuperare risorse bloccate per vincoli e lungaggini burocratiche, trasferire risorse verso opere davvero cantierabili e la possibilità di evitare la perenzione di alcuni investimenti e la loro riallocazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Simeoni ha facoltà di replicare.

GIORGIO SIMEONI. Signor Presidente, signor Ministro, intanto ci tengo a ringraziarla per la sua risposta chiara, precisa e puntuale, che va a inserirsi nel contesto di Pag. 51una crescita che è attesa non solo dal nostro Paese, ma dall'intera Unione europea e dall'intero Occidente. Questo va chiaramente a tranquillizzare anche sul tipo di intervento, viste anche le revoche per il CIPE. Questo è un fondo importante e ritengo la sua risposta esauriente. La ringrazio di questo è le auguro buon lavoro.

PRESIDENTE. Vorrei esprimere anch'io le mie condoglianze al Ministro Matteoli, che ha perso di recente il fratello. Lo ringraziamo perché, nonostante questo grave lutto familiare, ha voluto ugualmente mantenere l'impegno di essere presente qui oggi insieme con noi. Siamo molto sensibili a questo gesto di cortesia istituzionale e anche di senso dello Stato. Le rinnoviamo le condoglianze.

(Intendimenti del Governo circa la convocazione di un tavolo di concertazione con le parti sociali e la FIAT per la salvaguardia dei livelli occupazionali degli stabilimenti coinvolti nel processo di dismissione - n. 3-01776)

PRESIDENTE. L'onorevole Scanderebech ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01776, concernente intendimenti del Governo circa la convocazione di un tavolo di concertazione con le parti sociali e la FIAT per la salvaguardia dei livelli occupazionali degli stabilimenti coinvolti nel processo di dismissione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

DEODATO SCANDEREBECH. Signor Presidente, mentre la FIAT festeggia i suoi utili in Brasile, qui in Italia stiamo sprofondando in una crisi economica, sociale e occupazionale. Come se non bastasse, signor Ministro, proprio ieri l'amministratore delegato Marchionne ha peggiorato ancora la situazione con le sue affermazioni, malgrado il verdetto della sentenza del tribunale di Torino abbia dato pienamente ragione alla FIAT.
Quindi, la FIAT ha più potere per poter procedere negli investimenti e nelle promesse che aveva fatto. Per cui, è importante che il Governo convochi urgentemente la FIAT affinché rispetti le promesse che sono state fatte al Governo e ai cittadini italiani; promesse che riguardano il progetto «Fabbrica Italia», un milione 400 mila macchine da costruire in Italia, investimenti da potenziare su Mirafiori e l'ex Bertone. Sono promesse che vanno rispettate e il Governo deve convocare urgentemente un tavolo, insieme alle parti sociali, per far rispettare queste promesse.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, do lettura della risposta fornita dal Ministero dello sviluppo economico, il quale comunica che la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero stesso, insieme agli altri Ministeri interessati, hanno attivato da tempo un tavolo di verifica e di confronto sulla strategia del gruppo FIAT in seguito all'accordo con la Chrysler.
In tale ambito, il gruppo automobilistico ha presentato il cosiddetto piano Fabbrica Italia, che prevede investimenti complessivi per circa 20 miliardi di euro entro il 2014 e per 1,4 milioni di vetture prodotte all'anno, a fronte delle attuali 600 mila, negli stabilimenti di Torino, Melfi, Cassino, Pomigliano, Suzzara e Termoli.
Il Governo, condividendone gli obiettivi, ha costantemente interagito con FIAT per conoscere i progressi compiuti nella loro attuazione. A questo proposito, è stato avviato, dopo le note vicende che hanno portato a un referendum tra i lavoratori, l'investimento per la riorganizzazione dello stabilimento di Pomigliano, dove si produrranno, a partire dal prossimo anno, oltre 250 mila vetture nuove Panda e si impiegheranno circa cinquemila lavoratori, con ricadute notevoli anche sull'indotto locale.
Nel frattempo, il Governo ha affrontato alcune criticità che il processo di ristrutturazione Pag. 52del gruppo FIAT ha determinato, come le vicende di Termini Imerese, della Cnh di Imola e della Irisbus di Avellino.
La collaborazione con Chrysler sta, inoltre, consentendo di rilanciare la produzione di motori presso lo stabilimento Fma di Avellino, che sta riprendendo gradualmente l'attività grazie alla produzione dei motori per la vettura Freemont.
Infine, è da ricordare la vicenda delle carrozzerie Bertone, che dall'amministrazione straordinaria sono state vendute alla FIAT, che punta alla produzione di vetture di alta gamma.
Il Governo, quindi, è presente e attivo sull'insieme delle problematiche che stanno interessando il più grande gruppo industriale del Paese. Negli ultimi mesi, la FIAT è stata al centro dell'attenzione anche delle relazioni industriali e il Governo ha cercato di favorire soluzioni mirate alla creazione di un clima favorevole di dialogo.
A questo ha certamente concorso la decisione lungimirante delle RSU della società Bertone, che, unitariamente, hanno dato indicazione per l'approvazione del nuovo contratto, già approvato, seppure con maggioranze minori, dai lavoratori di Pomigliano e di Mirafiori. È da citare anche il recente accordo interconfederale sulla rappresentanza sindacale. In questo contesto si colloca la recente sentenza del tribunale di Torino.
Il Ministero dello sviluppo economico fa presente che, nel rispettare interamente i contenuti della sentenza, non si può non osservare che i comportamenti che non consentono una corretta gestione aziendale e mantengono uno stato di conflittualità permanente possono pregiudicare gli investimenti annunciati, in particolare quelli per lo stabilimento di Mirafiori, dove, a partire da ottobre, dovrebbero iniziare le modificazioni impiantistiche per la produzione di modelli di alta gamma, prevalentemente destinati all'esportazione, il che significa un futuro certo e una valorizzazione del ruolo dello stabilimento all'interno del nuovo gruppo FIAT-Chrysler.
Il Governo, consapevole della delicatezza della questione, è già intervenuto per assicurare la piena attuazione del piano «Fabbrica Italia» e continuerà ad impegnarsi in questo senso sulle due parti, per favorire una soluzione nell'interesse della produzione, dei lavoratori e di tutto il Paese.

PRESIDENTE. L'onorevole Scanderebech ha facoltà di replicare.

DEODATO SCANDEREBECH. Signor Ministro, ci tengo a precisare che, se la FIAT oggi ha la fortuna di investire in tutto il mondo, lo deve al lavoro di tutti gli operai italiani, che con il loro sudore e con il loro sacrificio hanno prodotto ricchezza e benessere per la FIAT e per l'Italia tutta, e lo deve ancora di più a tutti quei meridionali che hanno lasciato la propria terra e i propri cari per andare a lavorare a Torino, ripeto, per costruire ricchezza e benessere, che la FIAT oggi sta utilizzando per investire in tutto il mondo.
Quindi, Marchionne non si può permettere di dire quello che ha detto ieri. Non può dire che, se non si aiuta la FIAT, loro vanno via, perché la FIAT ha l'obbligo morale di tenere alta l'occupazione in Italia per tutto quello che hanno fatto i cittadini italiani, così come per quello che è stato fatto da tutti i Governi, che hanno dato incentivi, soldi dei cittadini italiani.
Quindi, signor Ministro, dovete fare sì che la FIAT rispetti tutti gli impegni presi fino ad oggi, quelli che abbiamo detto prima, consapevoli, soprattutto, che questo Governo non ha una politica industriale e una politica economica. Lo stesso Governo è corresponsabile, insieme alla FIAT, dei mancati insediamenti e investimenti della FIAT stessa qualora questa non riuscirà a fare quello che ha promesso di fare.
Quindi, signor Ministro, o date delle risposte concrete, o vi date veramente da fare, perché il declino è alle porte.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Scanderebech.

DEODATO SCANDEREBECH. I cittadini italiani sono stanchi, non hanno più Pag. 53fiducia nel futuro, per cui è importante che voi diate risposte immediate ad una situazione drammatica che sta portando i cittadini italiani dalla povertà alla miseria.
Signor Ministro, o vi date da fare, oppure vi è solo una strada: andate a casa, nell'interesse dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

(Chiarimenti relativi alla realizzazione, per conto in particolare della Guardia di finanza, di una rete di sensori radar lungo alcune coste italiane, con particolare riferimento alla Sardegna - n. 3-01777)

PRESIDENTE. L'onorevole Calvisi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Pes n. 3-01777 concernente chiarimenti relativi alla realizzazione, per conto in particolare della Guardia di finanza, di una rete di sensori radar lungo alcune coste italiane, con particolare riferimento alla Sardegna (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, per ottemperare ad impegni internazionali in materia di sicurezza l'Italia ha deciso di installare lungo le proprie coste una potente rete di radar. Gran parte dei siti sono stati individuati sulla costa occidentale della Sardegna.
Tralascio il tema della sicurezza, voglio solo riferire quello che le popolazioni locali e i rappresentanti delle amministrazioni locali ci hanno detto. Con la motivazione della sicurezza nazionale non si può derogare alle leggi urbanistiche, non si possono escludere le amministrazioni locali coinvolte, non si può prescindere dalle valutazioni di impatto ambientale, non si può venire meno ad un'esigenza di trasparenza, non si possono aggirare vincoli severissimi in zone incontaminate e protette, non si possono non dare dati certi e risposte inoppugnabili in materia di tutela della salute dei cittadini, non si possono costituire in maniera surrettizia nuove servitù militari nel territorio che più di tutti in Italia ospita servitù militari.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Calvisi.

GIULIO CALVISI. E, allora, le nostre domande: quanti radar volete mettere, o avete preso l'impegno di mettere, in Sardegna, cinque, sette, quindici? Quanti saranno quelli della Guardia di finanza, quanti quelli della guardia costiera, del corpo della capitaneria? Quante e quali servitù militari avete intenzione di costituire?

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, do lettura della risposta fornita dal Ministero dell'economia e delle finanze, che riporta gli elementi pervenuti dal comando generale della Guardia di finanza.
La normativa vigente, armonizzata nel tempo con quella europea, assegna al Corpo della guardia di finanza peculiari compiti di polizia economica e finanziaria in mare e alle frontiere marittime, che costituiscono anche frontiere esterne dell'Unione europea, per il contrasto dei traffici illeciti, in coordinamento con le altre forze di polizia.
Al fine di rendere più efficiente ed efficace l'onerosa attività di vigilanza nelle acque prospicienti il territorio italiano, la Guardia di finanza ha proceduto all'acquisizione di un sistema integrato di sorveglianza radar costiero di profondità, con capacità di controllo oltre le linee di confine delle acque nazionali, quale supporto tecnologico utile a consentire una rimodulazione dell'intera attività del comparto e, quindi, a parità di ore di volo e di moto disponibili, una razionalizzazione e redistribuzione del complessivo monte ore tra tutti i settori di impiego operativo.
La progettualità della rete radar costiera è stata avviata con la trasformazione, previo aggiornamento tecnico, di quattro postazioni radar mobili automontate su shelter, già in dotazione al Corpo, in postazioni radar fisse con remotizzazione Pag. 54e telecomando dei sistemi dalle rispettive sale operative. Al riguardo è stata esperita una gara informale ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo n. 163 del 2006.
La realizzazione della rete radar costiera è destinata ad integrare il sistema di comando e controllo C4I del Corpo, dichiarato segreto.
L'installazione di postazioni radar di profondità riguarda le regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Puglia, Veneto, Marche e Abruzzo.
Il comando generale assicura l'avvenuto rispetto di tutte le procedure amministrative per il rilascio delle previste autorizzazioni da parte degli enti e delle amministrazioni preposte.
In particolare è stata effettuata una valutazione dell'impatto ambientale e paesaggistico da parte degli organi tecnici dei competenti enti ed amministrazioni, invitati alle conferenze dei servizi indette dal provveditorato interregionale per le opere pubbliche Lazio-Abruzzo-Sardegna, i quali hanno rilasciato, unitamente a tutti gli altri partecipanti, il proprio nulla osta alle installazioni, attesa la bassa incidenza paesaggistica.
Il comando generale ha precisato, altresì, che la rete radar costiera della Guardia di finanza non è considerata opera destinata alla difesa militare, ma finalizzata al supporto delle attività di contrasto dei traffici illeciti perpetrati via mare e di prevenzione degli eventi di immigrazione clandestina.
Per quanto concerne le caratteristiche tecniche e l'impatto elettromagnetico dei sensori radar, valgono le dichiarazioni di conformità rilasciate da parte di un professionista del settore, appositamente incaricato, nonché i risultati delle analisi effettuate dall'ARPA, che hanno confermato rispondenza e compatibilità con i limiti imposti dalla normativa vigente alle emissioni elettromagnetiche.
Infine, il comando generale ha rappresentato che, a seguito delle manifestazioni di protesta nelle diverse aree interessate, si è proceduto ad ulteriori incontri con le amministrazioni locali e in particolare, in data 25 maggio 2011, si è tenuto un incontro presso la prefettura di Cagliari, finalizzato alla maggiore diffusione delle informazioni riguardanti il progetto, ivi comprese quelle concernenti l'intervenuta valutazione dei profili inerenti la tutela della salute, dell'ambiente e della sicurezza pubblica.

PRESIDENTE. L'onorevole Pes ha facoltà di replicare.

CATERINA PES. Signor Presidente, signor Ministro, naturalmente mi permetto di dire che noi siamo estremamente sconcertati da questa risposta, perché la domanda era evidentemente un'altra.
Noi chiedevamo di rendere pubblica in maniera urgente la mappatura dei siti in cui sarebbero stati installati i radar sulle coste della Sardegna, radar che riguardano sia la Guardia di finanza sia la guardia costiera e che si pensa possano essere più di 8, quasi 10.
Il punto è che voi non avete risposto alla domanda che noi vi abbiamo posto e che cela in realtà quella che è la nostra preoccupazione più grande, e cioè che dietro l'installazione di questi nuovi radar vi sia la costituzione di nuove servitù, perché ogni radar presuppone un'ulteriore servitù nel territorio della nostra isola.
Non solo non avete risposto a questa domanda, ma ci rispondete che si è trattata di una gara informale, che riguarda solo la Guardia di finanza - e non è vero, perché vi sono anche le installazioni che riguardano la guardia costiera - e ci dite che è un'operazione di carattere civile.
Allora, noi vogliamo sapere per quale motivo, se è un'operazione di carattere civile, il Ministero dell'economia e delle finanze, il Ministero della difesa, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e tutti i ministeri in questo caso competenti non si incontrano e non si accordano sul fatto che in Sardegna abbiamo già numerose servitù militari. E, siccome ne abbiamo già tante, potrebbe essere possibile costruire nuovi radar in questi territori anziché creare nuove servitù? Pag. 55
Voi a questa domanda non date risposta e, quindi, continuate a lasciare le popolazioni locali in una situazione di totale disagio, perché hanno paura naturalmente della loro salute, hanno paura che il loro territorio venga violato, hanno paura di non essere più neanche padroni a casa propria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta che riprenderà alle 16.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Antonione, Bongiorno, Brugger, Cicchitto, Colucci, Crimi, D'Alema, Della Vedova, Donadi, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Alberto Giorgetti, Giro, Lo Monte, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Misiti, Moffa, Mura, Leoluca Orlando, Polidori, Ravetto, Reguzzoni, Stucchi e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantatrè, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Qatar sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Doha il 12 maggio 2010 (A.C. 4142).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Qatar sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Doha il 12 maggio 2010.
Ricordo che nella seduta del 18 luglio 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4142)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4142), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Nessuno chiede di intervenire?

LUCA VOLONTÈ. Presidente, votiamo!

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. L'onorevole Baldelli è arrivato cinque minuti dopo che abbiamo cominciato!

PRESIDENTE. Sì, ma ha chiesto la parola, sull'ordine dei lavori, presumo.

SIMONE BALDELLI. Presidente, non ho capito qual è la questione con l'onorevole Volontè.

PRESIDENTE. Protesta per il fatto che bisognerebbe procedere immediatamente con il voto, come io avrei fatto se lei non mi avesse chiesto la parola, che le ho dato.

Testo sostituito con errata corrige volante SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo sul fatto che noi avremo una serie di ratifiche molto importanti con una quantità di voti altrettanto importanti. È evidente che l'Assemblea deve essere in numero legale, a meno che non si decida di procedere alle votazioni dei singoli articoli delle ratifiche che abbiamo di fronte per alzata di mano, per poi procedere al voto finale sulle ratifiche stesse. Pag. 56
A questo punto, una delle ipotesi potrebbe essere proprio questa, cioè quella di andare avanti per alzata di mano sugli articoli delle ratifiche, di effettuare il voto finale sulla prima ratifica con votazione nominale, mentre successivamente si potrebbe procedere con le votazioni nominali. Credo che il numero di ratifiche e gli articoli che abbiamo di fronte comportino una quantità di votazioni importanti (tra i 40 e 60 voti), però credo anche che non vi siano questioni di merito a dividere questa Assemblea.
Quindi, si potrebbe considerare in questa fase di cominciare a votare almeno gli articoli della prima ratifica per alzata di mano, per poi andare al voto con il procedimento elettronico in occasione della votazione finale.
Diversamente, se la Presidenza non intendesse procedere in questa maniera, o qualcuno dei gruppi si opponesse a questo percorso, potremmo comunque cominciare la prima ratifica, magari verificando se vi sono colleghi che intendano svolgere dichiarazioni di voto sul primo articolo della prima ratifica.
Infatti, molti gruppi hanno avuto - lo dico anche per la salvaguardia del numero legale nel caso in cui dovessimo effettuare la prima votazione con il procedimento elettronico - riunioni in vista dei prossimi appuntamenti importanti che quest'Assemblea dovrà svolgere, ossia il decreto-legge sulle missioni e il bilancio interno. Sono diversi i gruppi, quindi, che hanno avuto convocazioni all'interno di questa pausa che ci ha separato dall'interruzione dell'ordine dei lavori fino ad ora, ossia fino alla ripresa pomeridiana. Signor Presidente, molto serenamente valutiamo anche l'ipotesi di poter votare questi primi articoli della prima ratifica per alzata di mano e, poi, procedere con il procedimento elettronico. Nel frattempo, evidentemente, possiamo così dare anche la possibilità ai colleghi che hanno lavorato all'interno dei gruppi o delle Commissioni di raggiungere l'Aula tranquillamente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo sul fatto che noi avremo una serie di ratifiche molto importanti con una quantità di voti altrettanto importanti. È evidente che l'Assemblea deve essere in numero legale, a meno che non si decida di procedere alle votazioni dei singoli articoli delle ratifiche che abbiamo di fronte per alzata di mano, per poi procedere al voto finale sulle ratifiche stesse. Pag. 56
A questo punto, una delle ipotesi potrebbe essere proprio questa, cioè quella di andare avanti per alzata di mano sugli articoli delle ratifiche, di effettuare il voto finale sulla prima ratifica con votazione nominale, mentre successivamente si potrebbe procedere con le votazioni nominali. Credo che il numero di ratifiche e gli articoli che abbiamo di fronte comportino una quantità di votazioni importanti (tra i 40 e 60 voti), però credo anche che non vi siano questioni di merito a dividere questa Assemblea.
Diversamente, se la Presidenza non intendesse procedere in questa maniera, o qualcuno dei gruppi si opponesse a questo percorso, potremmo comunque cominciare la prima ratifica, magari verificando se vi sono colleghi che intendano svolgere dichiarazioni di voto sul primo articolo della prima ratifica.
Infatti, molti gruppi hanno avuto - lo dico anche per la salvaguardia del numero legale nel caso in cui dovessimo effettuare la prima votazione con il procedimento elettronico - riunioni in vista dei prossimi appuntamenti importanti che quest'Assemblea dovrà svolgere, ossia il decreto-legge sulle missioni e il bilancio interno. Sono diversi i gruppi, quindi, che hanno avuto convocazioni all'interno di questa pausa che ci ha separato dall'interruzione dell'ordine dei lavori fino ad ora, ossia fino alla ripresa pomeridiana. Signor Presidente, molto serenamente valutiamo anche l'ipotesi di poter votare questi primi articoli della prima ratifica per alzata di mano e, poi, procedere con il procedimento elettronico. Nel frattempo, evidentemente, possiamo così dare anche la possibilità ai colleghi che hanno lavorato all'interno dei gruppi o delle Commissioni di raggiungere l'Aula tranquillamente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, lei propone, quindi, di procedere con il voto per alzata di mano. Vi è, però, un'obiezione e, cioè, che non posso procedere con il voto per alzata di mano se non vi è il ritiro della domanda, presentata dai gruppi del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori, di procedere, invece, con il procedimento elettronico. Immagino che l'onorevole Quartiani voglia intervenire su questo.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi sono consultato con l'onorevole Quartiani e, quindi, le posso assicurare che porto, non soltanto la voce, ma la decisione di entrambi.

PRESIDENTE. Mi inchino davanti a tanta saggezza.

ROBERTO GIACHETTI. Assolutamente non è detto che l'unione dia risultati migliori in questo momento. Ci proviamo. Signor Presidente, mi scuso anticipatamente perché anche noi siamo stati presi alla sprovvista dall'inizio della seduta. In realtà, vi erano dei colleghi del mio gruppo che avrebbero voluto parlare e, quindi, le chiedo se è possibile. Ciò potrebbe anche aiutare la soluzione del problema senza che ritiriamo la richiesta di voto con lo scrutinio nominale. Infatti, come dicevo, vi sono dei deputati del Partito Democratico che avrebbero voluto parlare per dichiarazione di voto sulle diverse ratifiche e anche, ovviamente, sugli articoli. La preghiera che le faccio, quindi, qualora lei avesse chiesto se c'erano persone interessate a parlare e non abbia avuto risposta, come è successo in qualche altra occasione, se questo non costituisce un problema, di riformulare la domanda perché sicuramente adesso siamo in Aula e vi sono dei deputati del mio gruppo che vorrebbero parlare sulle ratifiche. Credo che questo potrebbe anche aiutare a far sì Pag. 57che, come sta accadendo in questi minuti, l'Aula possa votare tranquillamente anche gli articoli attraverso la votazione nominale e non necessariamente per alzata di mano.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, la sua proposta mi sembra ragionevole.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intanto vi sono due notizie. La prima è che Giachetti è d'accordo con Quartiani e la seconda è che Baldelli, per la prima volta, non interviene per prendere tempo per non andare sotto perché immagino, dalla discussione che vi è stata su queste ratifiche, che non saranno molti i voti contrari. Non si tratta, quindi, adesso, di approfittare di alcune assenze e quant'altro. A me dispiace, perché sarei intervenuto volentieri però vedo che il tempo a disposizione del gruppo dell'Italia dei Valori, per quanto riguarda almeno la prima delle ratifiche, quella per l'esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar sulla cooperazione nel settore della difesa, è poco. Tale ratifica, francamente, meriterebbe qualche parola, soprattutto per quello che stiamo vivendo e vivremo nei giorni a venire, in particolare per quanto riguarda il rifinanziamento delle nostre missioni. Infatti, su questo punto, ma anche, a maggior ragione, sul punto che riguarda la ratifica dell'Accordo con il regno del Marocco, sempre in materia di cooperazione militare e di difesa, vorrei che dal Governo venissero alcune rassicurazioni anche in merito ad alcuni ordini del giorno che sono stati presentati e sui quali, forse, vale la pena che tutta l'Assemblea sia messa nelle condizioni di riflettere prima di andare al voto.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Evangelisti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, no, parliamo in seguito, in sede di dichiarazioni di voto finale.

PRESIDENTE. Sta bene.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, poiché mi pare evidente che gli articoli sono parte del complessivo provvedimento, le dichiarazioni di voto possono esser fatte, come da Regolamento, sia per il voto finale per una durata di dieci minuti sia per ciascun articolo. Quindi, è chiaro che anche al tavolo dei nove chi ha seguito il provvedimento è in grado di fare la dichiarazione di voto di cinque minuti, se lo ritiene opportuno, sulla parte del provvedimento che è relativa all'articolo e, contemporaneamente, nel momento in cui saranno concluse le dichiarazioni di voto sull'articolo 1 del provvedimento, verificheremo se ci sono le condizioni per avere il numero legale e proseguire nel lavoro d'Aula. Poiché questa conclusione è talmente ovvia e normale, se collaboriamo tutti insieme maggioranza e opposizione, tavolo dei nove e Presidenza, usciamo fuori da una situazione poco ragionevole, che sarebbe quella di procedere celermente con i voti per alzata di mano, senza tener conto dell'importanza del provvedimento, mentre possiamo procedere con scrutinio a votazione elettronica e con verifica dei voti in questo modo.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, non potrei non essere d'accordo con lei, tuttavia, se nessuno chiede la parola, non posso dare la parola a chi non la chiede.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, assistiamo a qualcosa di surreale in questo momento. Capisco che il collega Quartiani ad ogni buon conto ci indichi Pag. 58cosa deve fare il Comitato dei nove, tuttavia, signor Presidente, qui non c'è nessuno che voglia parlare sugli articoli. Capisco anche che c'è un problema di numero legale ma gioco forza basterebbe che l'IdV e il PD togliessero la questione del voto elettronico e si andasse per alzata di mano per quanto riguarda la votazione degli articoli e avremmo risolto tutto. Quindi, tutti quanti faremo esclusivamente le dichiarazioni di voto finale, raccogliendo anche così l'indicazione del collega dell'IdV, Evangelisti, per quanto riguarda l'ordine del giorno, tenuto conto che tutte queste ratifiche hanno avuto il placet all'unanimità dalla Commissione esteri. Quindi non capisco questo «giochino»: si va per alzata di mano sul voto per gli articoli e in dichiarazione finale si va con il voto elettronico. Mi sembrava abbastanza semplice. Nulla da capire.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Dozzo. L'onorevole Quartiani certamente è in grado di spiegarsi da solo. Vorrei far notare che non è bello sulla stampa di domani leggere che il Parlamento procede per alzata di mano perché non è in grado di garantire il numero legale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIANPAOLO DOZZO. Questa se la poteva risparmiare, perché si può votare anche per alzata di mano! Si poteva risparmiare questa battuta per rispetto dei colleghi!

PRESIDENTE. Sono prontissimo a procedere per alzata di mano qualora venga ritirata la domanda di procedere con il voto elettronico. Altrimenti non posso farlo e quindi posso procedere, dando la parola all'onorevole Pianetta.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non possiamo presumere la presenza del numero legale. Poiché il numero legale, tolte le missioni come sempre, è di 223, signor Presidente, a me sembra che qui siano presenti 223 deputati e quindi possiamo procedere a votare. Non c'è alcun rischio. Basta un colpo d'occhio: sono più di 223.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, sarò brevissimo soltanto per sottolineare l'importanza di questo provvedimento, che fa sì che ci sia un Accordo e un rafforzamento tra il nostro Paese e il Governo dello Stato del Qatar. Uno Stato piccolo ma che, in questo particolare momento, è nella condizione di realizzare tante iniziative, come ha dimostrato anche recentemente.
Il fatto poi che la prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite abbia come presidente un esponente di questo Stato sta a significare proprio il fatto che il Qatar sta svolgendo un'azione diplomatica veramente importante ed interessante, per far sì che un'area così importante e così fondamentale come quella del Mediterraneo e del Medio Oriente possa attraversare un momento di minore intensità e di minore capacità di generare elementi negativi. Allora, questo fatto è un fatto importante, anche perché l'obiettivo del provvedimento in esame è quello di rafforzare i rapporti tra le Forze armate dei nostri due Paesi, con l'intento di promuovere e di migliorare la reciproca comprensione nel settore della difesa, quindi rafforzare la capacità difensiva attraverso il consolidamento appunto della cooperazione tra i due Ministeri della difesa.
Dicevo anche che questo quadro di riferimento è importante perché qualifica l'Accordo, volto a incrementare e a migliorare la sicurezza internazionale in un'area così importante e così strategica per la pace nel mondo. Ciò è particolarmente vero considerando questi obiettivi e queste azioni, che sono azioni stabilizzatrici perché tendono a svolgersi appunto principalmente in un'area così importante. Pag. 59Mi pare che sia giusto sottolineare che entrambi i Paesi, il Qatar e l'Italia, stanno svolgendo un'azione diplomatica e operativa molto intensa, come pure credo che i rapporti fra i nostri due Paesi siano ottimi e sono anche ulteriormente consolidati dai rapporti diplomatici. La recente visita in Italia dell'Emiro del Qatar ha ulteriormente consolidato questo vasto rapporto operativo di amicizia. Questo Accordo, a questo punto non può che rafforzare questi vincoli di amicizia e, quindi, va visto in termini estremamente positivi, perché consente di promuovere attività di formazione militare, attività di addestramento, attività di partecipazione ad esercitazioni, quindi anche il rafforzamento di quel know-how fondamentale, che è così importante in questo settore strategico.
Quindi, signor Presidente, concludo dicendo che è appunto un elemento importante, che va rafforzato e, proprio perché i rapporti fra i nostri due Paesi sono positivi, credo che questo rapporto, questa collaborazione, questa capacità potranno generare effetti positivi in un'area così importante e così strategica come è l'area del Golfo e l'area del Mediterraneo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Narducci. Ne ha facoltà.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, credo che già la discussione avvenuta questa mattina sulla mozione riguardante la Siria e, più in generale, la «primavera araba», che ha colpito l'opinione pubblica mondiale, soprattutto per il rapido succedersi degli eventi e che in qualche modo ha colto anche di sorpresa il mondo occidentale, sottolineino l'importanza della cooperazione con gli Stati, che possono svolgere un ruolo importante di mediazione, soprattutto quando si devono superare momenti di crisi in aree fondamentali per la pace, come ha bene evidenziato anche chi mi ha preceduto, e per la stabilizzazione di intere aree molto importanti ai fini appunto della pace e della stabilità politica.
Il Qatar, come era emerso già in sede di discussione sulle linee generali, ha svolto un ruolo simile durante la crisi libanese del 2010, partecipando, tra l'altro, anche alla missione militare con proprie forze aeree. Questo Emirato, situato in una piccola penisola della ben più grande penisola arabica, è uno dei maggiori alleati dell'Occidente. Vorrei ricordare che, oltre a questa collaborazione nella regione, collabora con la NATO nell'Iniziativa di Istanbul e alla forza militare del Consiglio di cooperazione del Golfo che, tra l'altro, è intervenuta anche nel Bahrein. È stato già detto che questo ruolo del Qatar ha trovato e ha ricevuto anche un significativo riconoscimento con la nomina dell'ambasciatore Nasser Al Nasser, che si era molto sviluppato, soprattutto per il dialogo tra le civiltà e a favore del raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. Vorrei anche richiamare che, soprattutto nelle ultime settimane, il Qatar ha lanciato un programma che a noi tutti dovrebbe stare molto a cuore, cioè quello per favorire la conoscenza, soprattutto da parte degli imam, degli standard internazionali in tema di diritti umani, con particolare rilievo nell'area dei diritti di genere.
Sappiamo quanto questo programma rappresenti, in un certo senso, un grande passo avanti contro le discriminazioni che colpiscono le donne nel mondo islamico, come tra l'altro, en passant, ha sottolineato anche lo stesso Emiro del Qatar in occasione di una sua recente visita in Italia che, per la verità, aveva ben altri scopi, soprattutto di natura commerciale.
Il nostro gruppo, quello del Partito Democratico, condivide quindi le ragioni che danno profilo politico e strategico a questo Accordo, che fra le sue finalità, principalmente, ha la cooperazione, le politiche degli appalti nel settore militare, l'importazione e l'esportazione di armi e così via. Vorrei sottolineare, in conclusione - come tra l'altro avevamo già fatto in sede di discussione sulle linee generali - che i vincoli prefigurati all'articolo 5 dell'Accordo, relativamente alle delicate questioni dello scambio di materiali bellici, armi e munizioni, sia per le modalità da Paese a Paese, sia per la richiesta autorizzazione Pag. 60rilasciata ad aziende private dai rispettivi Governi, ha qualche buco che dovrebbe essere colmato.
Ciò perché, se si fa riferimento alle norme previste all'articolo 9 della legge n. 185 del 1990, si vede ed è palese che non vi sono norme equiparabili tra l'articolo 5 dell'Accordo e questa legge, che ho testé citato. Quindi, da questo punto di vista, credo che l'Aula dovrebbe fare attenzione e accogliere, in qualche modo, i rilievi, sottolineando al Governo, per esempio, l'importanza di una maggiore sorveglianza in sede di applicazione dell'Accordo. Signor Presidente, queste sono le considerazioni del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bruno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 446
Votanti 445
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato
445).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4142), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Speciale non riesce a votare e anche l'onorevole Galletti è in difficoltà. Onorevole Marchignoli, ha votato? Onorevole Tortoli, è in difficoltà? Onorevole Sanga...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 454
Votanti 452
Astenuti 2
Maggioranza 227
Hanno votato
452).

Prendo atto che i deputati Boccia e Fadda hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Cimadoro e Piffari hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4142), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Boccia... onorevole Patarino... onorevole Scandroglio... onorevole Pezzotta... onorevole Mazzuca... onorevole Duilio... onorevole Mondello... Onorevole Gianni Farina, si affretti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 463
Votanti 461
Astenuti 2
Maggioranza 231
Hanno votato
461).

Prendo atto che i deputati Cimadoro e Piffari hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 4142), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 61

Onorevole Mazzuca... onorevole Calderisi... onorevole Stanca... onorevole Mondello... onorevole D'Antoni... onorevole Aprea... onorevole Pescante... onorevole Cimadoro... onorevole Migliori.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 468
Votanti 466
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato
466).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4142)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 4142). Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il prescritto parere.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Nel condividerne lo spirito, il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4142/1, perché questa è una linea sulla quale noi siamo impegnati.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4142/1, accolto dal Governo come raccomandazione.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4142)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo soltanto due minuti per dichiarare il voto favorevole da parte del gruppo Unione di Centro. Ricordavano già altri colleghi il ruolo formidabile e fondamentale che sta acquisendo lo Stato del Qatar con un'influenza positiva nell'area, basti pensare al ruolo che ha avuto in Libano dal 2006 in poi e quello che sta giocando anche in Libia, oltre al fatto che la prossima Presidenza dell'Assemblea delle Nazioni Unite favorisce ancora di più un voto favorevole per questo accordo tra la Repubblica italiana e il Governo del Qatar (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo e di deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, nel dichiarare il voto favorevole per quanto riguarda il gruppo della Lega Nord, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Narducci. Ne ha facoltà.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, rimando all'ampio dibattito svolto nella discussione sulle linee generali e all'intervento sugli articoli per dichiarare il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4142)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4142, di cui si è testé concluso l'esame. Pag. 62
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Stradella, Goisis, La Loggia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Doha il 12 maggio 2010) (4142):

(Presenti 483
Votanti 482
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato
482).

Prendo atto che il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Protocollo emendativo della Convenzione del 1988 tra gli Stati membri del Consiglio d'Europa ed i Paesi membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - OCSE - sulla reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale, fatto a Parigi il 27 maggio 2010 (A.C. 4143) (ore 16,35).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Protocollo emendativo della Convenzione del 1988 tra gli Stati membri del Consiglio d'Europa ed i Paesi membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - OCSE - sulla reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale, fatto a Parigi il 27 maggio 2010.
Ricordo che nella seduta del 18 luglio 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4143)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4143), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Barani, Aprea, Brugger, Mondello, Golfo, Sposetti, Boccuzzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato
482).

Prendo atto che la deputata Samperi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4143), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzoni, Concia, Donadi, D'Amico, Lo Presti, Misuraca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 485
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato
485). Pag. 63

Prendo atto che i deputati Zucchi e Samperi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4143), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Galletti, Sardelli, Gianni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato
482).

Prendo atto che la deputata Samperi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4143)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 4143). Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4143/1. Credo che non ci siano da aggiungere ragioni perché sono esplicite.

PIERGUIDO VANALLI. Bravo Scotti!

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Di Stanislao non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/4143/1, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4143)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo brevemente per ricordare che questo Protocollo consente di aprire la Convenzione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) all'adesione di Stati non membri né dell'OCSE, né del Consiglio d'Europa, prevedendo una apposita procedura in tal senso che richiede al momento necessario l'espressione di un parere favorevole all'adesione di uno Stato terzo da parte degli Stati membri della Convenzione. Altri Paesi membri dell'OCSE e del Consiglio d'Europa, alcuni dei quali fanno parte del G20, hanno espresso l'intenzione di aderire a questa Convenzione, che, dunque, è stata aperta all'adesione anche di Stati non membri. I Paesi in via di sviluppo potranno anch'essi diventare parti contraenti di questa Convenzione emendata e avvalersi dei vantaggi derivanti dal nuovo contesto di cooperazione fiscale basato su una maggiore trasparenza.
Il relatore nei giorni scorsi ha illustrato dettagliatamente il contenuto del Protocollo, per cui adesso a me non resta che assicurare il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori a questo disegno di legge di ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, mi spettano due parole per dare senso al nostro voto favorevole e ricordare che più volte in questi anni il Consiglio d'Europa, nella sua discussione che tiene annualmente nel mese di settembre con il direttore generale dell'OCSE, ha invitato gli Stati membri a introdurre questi protocolli Pag. 64della Convenzione del 1988. Quindi, c'è una doppia ragione per essere soddisfatti e per approvare questo Protocollo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, proprio in questo periodo difficile che stiamo vivendo per quanto riguarda gli strumenti finanziari, questo Protocollo di intesa va ad intensificare la lotta contro l'evasione e l'elusione fiscale internazionale e, quindi, noi ci accingiamo ad esprimere il nostro voto favorevole. Si tratta di un momento importante, nel quale - come si diceva prima - sono mutate le condizioni del contesto internazionale e, quindi, una cooperazione amministrativa in tema fiscale con Stati anche non appartenenti all'Unione europea penso che sia basilare per far sì che tutte quelle speculazioni internazionali che in questo momento stanno attaccando in maniera particolare l'euro abbiano ulteriori ostacoli. Quindi, diamo il nostro voto favorevole.
Signor Presidente, naturalmente chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toaudi. Ne ha facoltà.

JEAN LEONARD TOUADI. Signor Presidente, intervengo per esprimere anche da parte nostra la soddisfazione per l'approvazione di questo Protocollo. In tempi di allargamento degli spazi economici dove le parole «interconnessione» e «interdipendenza» diventeranno e saranno sempre più la cifra degli scambi economici e finanziari, noi misuriamo appena l'inadeguatezza degli strumenti nazionali che non sono in grado di regolare traffici e scambi che sono diventati transnazionali. I regolamenti rimangono nazionali e, se va bene, sono regolamenti di tipo nazionale e, quindi, incapaci di governare a livello transazionale i fenomeni che l'economia ha già anticipato e che la struttura statuale o comunque regionale non riesce a governare.
Quindi, prevedendo scambi di informazione, assistenza e recupero dei crediti di natura tributaria, lotta all'evasione e all'elusione in ambito internazionale, in qualche modo si favorisce anche una competizione economica sana, a livello regionale europeo, non tarata dal fatto che alcuni operatori economici vanno a beneficiare di regimi fiscali di un certo tipo e altri di un altro tipo. Salutiamo con soddisfazione il fatto che altri Paesi del G20 e anche Paesi non appartenenti al club del G20 potranno farvi parte. Quindi, dichiaro il nostro voto favorevole.
Speriamo davvero che questo Protocollo sulla collaborazione in materia fiscale possa poi essere accompagnato da altre normative che non solo tendano a rendere l'ambiente economico sano, dal punto di vista delle pari opportunità degli operatori, ma contrasti anche i fenomeni di criminalità transnazionale, che specie all'interno della materia fiscale si annidano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, sarò brevissimo perché durante la discussione sulle linee generali ho avuto modo di illustrare i benefici effetti derivanti dall'approvazione di questo Protocollo, ai fini della lotta all'evasione e all'elusione fiscale in ambito internazionale e anche per quanto riguarda i benefici che ne potranno derivare al nostro Paese.
Allora avevo già preannunziato il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà, che confermo in questa occasione.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Pag. 65

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4143)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4143, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino, Garagnani, Sardelli, Mondello... Ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Ratifica ed esecuzione del Protocollo emendativo della Convenzione del 1988 tra gli Stati membri del Consiglio d'Europa ed i Paesi membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - OCSE - sulla reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale, fatto a Parigi il 27 maggio 2010) (4143):

(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato
487).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro di partenariato globale e cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Indonesia dall'altra, con Atto finale, fatto a Giacarta il 9 novembre 2009 (A.C. 4192) (ore 16,45).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro di partenariato globale e cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Indonesia dall'altra, con Atto finale, fatto a Giacarta il 9 novembre 2009.
Ricordo che nella seduta del 18 luglio 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4192)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4192), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Grassi, Granata, Cesaro... Ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 491
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato
491).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4192), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Golfo, Mazzuca, Grassi... Ci siamo tutti? L'onorevole Zeller ancora non ha votato... Onorevoli Colaninno e Calearo Ciman... L'onorevole Zeller ancora non ha votato. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato
491). Pag. 66

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4192), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Garagnani, Anna Teresa Formisano... Adesso ha votato... Onorevole Raisi, si affretti. L'onorevole Farina Coscioni ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 494
Maggioranza 248
Hanno votato
494).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4192)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 4192).
Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno presentato?

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, chiedo ai presentatori un istante di attenzione. Nel quadro delle relazioni bilaterali tra l'Europa e l'Indonesia un'area chiave è costituita dalla promozione della democrazia e dei diritti umani. L'Indonesia, con la quale L'Unione europea ha recentemente avviato un nuovo foro di dialogo specificamente volto ad approfondire la tematica dei diritti dell'uomo, esercita una costruttiva funzione di guida sul tema ed è considerata interlocutore di primo piano per promuovere i principi democratici nella regione asiatica.
Attraverso questo accordo di partenariato l'Unione europea si propone di rafforzare ulteriormente la cooperazione nel settore anche attraverso l'avvio di programmi specifici in varie aree del buon Governo. Sulla base di queste considerazioni vorrei pregare i presentatori di non insistere sull'ordine del giorno perché vi sarebbe un parere contrario, in quanto non è possibile che il Parlamento esprima oggi un giudizio così pesante, riferendosi testualmente ad «un Paese che non rispetta i diritti umani e di democrazia». Se si ha presente il quadro della regione non credo che sia possibile esprimere questo giudizio alla luce di quello che l'Europa vuol fare e di quello che l'Indonesia sta facendo in questi tempi.

PIERGUIDO VANALLI. Bravo Scotti!

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4192/1.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, capisco l'argomentazione del rappresentante del Governo, tuttavia sarebbe opportuno che il Governo proponesse una riformulazione perché, se apriamo un dibattito su questo punto, dubito possa emergere che i problemi denunciati nell'ordine del giorno non esistano in assoluto.
Quindi, non si può far finta di non vedere o infilare la testa sotto la sabbia.
Siamo disponibili a prendere in considerazione una proposta di riformulazione, ma se il Governo insiste con il parere contrario, chiediamo che l'ordine del giorno a prima firma Di Stanislao venga posto in votazione.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, chiedo l'attenzione dell'onorevole Evangelisti. Non è un problema di riformulazione. In questo ordine del giorno c'è un giudizio, ossia ci si riferisce a: «un Paese che non rispetta i diritti umani e di Pag. 67democrazia». Questo è un giudizio radicale e, pur avendo presente il nostro Paese e l'Europa tutte le preoccupazioni in proposito, tuttavia non può non muoversi nella linea indicata e non può dare un giudizio così drastico su un Paese con cui intende lavorare insieme per arrivare a risultati di evoluzione positiva in quella regione. Io la prego di considerare questo aspetto.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, in maniera informale suggerisco - mi scusi se mi permetto - al rappresentante del Governo di volgere in positivo questo passaggio, modificando il dispositivo, nel senso di sostituire alle parole: «con un Paese che non rispetta i diritti umani e la democrazia» con le seguenti parole: «invita il Paese a rafforzare il rispetto della democrazia e dei diritti umani».

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, vediamo cosa pensa a riguardo l'onorevole Scotti perché è il Governo che deve proporre la riformulazione. Sottosegretario Scotti, dovrebbe dirci qual è la posizione del Governo.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, vorrei un istante che l'Aula riflettesse; nell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4192/1 c'è scritto «a verificare e monitorare il fenomeno del terrorismo al fine di evitare di avviare collaborazioni imponenti e strategiche...». Noi stiamo avviando un rapporto di questo genere, come facciamo a votare l'accordo e poi nello stesso tempo a votare un ordine del giorno di questo tenore? Mi sembra che ci sia una contraddizione radicale, lo dico nell'interesse del valore del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4192/1, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Rao, De Micheli, Grassi, Torrisi, Sposetti, Calgaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 466
Astenuti 30
Maggioranza 234
Hanno votato
181
Hanno votato
no 285).

È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4192)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, sostanzialmente il provvedimento che ci accingiamo a ratificare, che appunto è un partenariato globale di cooperazione tra la Comunità europea ed i suoi Stati membri da una parte e la Repubblica di Indonesia dall'altra, si riferisce a quattro aree di cooperazione: commercio e investimenti, ambiente e cambiamento climatico, istruzione e cultura e, badate bene cari colleghi, diritti umani e democrazia - ecco perché abbiamo insistito con l'ordine del giorno - nonché l'avvio di una collaborazione sia in una serie di settori di Pag. 68mutuo interesse sia nella gestione di dossier globali quali il contrasto al terrorismo e alla criminalità transnazionale.
Di particolare interesse per noi è l'articolo 3 che impegna le parti a cooperare nella lotta alla proliferazione delle armi di distruzione di massa attraverso l'attuazione di obblighi assunti in ambito internazionale e con riferimento specifico a quello delle Nazioni Unite.
L'Unione europea e l'Indonesia sono chiamate con questo atto ad adottare le misure necessarie per la firma, la ratifica o l'adesione, a seconda dei casi, e per la piena applicazione di tutti gli altri strumenti internazionali pertinenti, quindi c'è un impegno a far sì che questi diventino elementi fondanti dell'accordo stesso. Per cui, pur con il rammarico per non aver visto accolto il nostro ordine del giorno che avrebbe rafforzato la parte relativa ai diritti umani e alla democrazia, confermo - come avevo già anticipato in sede di discussione sulle linee generali - che l'Italia dei Valori esprimerà comunque un voto favorevole a tale ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, come ha detto il collega precedente, intervengo per esprimere un parere e un voto favorevole a questo accordo globale di cooperazione tra la Comunità europea e tutti i suoi Stati membri e la Repubblica di Indonesia.
Ovviamente questo accordo, per essere ancora più chiari, riguarda cooperazioni prioritarie, tra queste vi sono certamente quelle di natura economica, ma anche quelle cooperazioni prioritarie, dell'Unione europea e i suoi Stati membri, che riguardano i diritti umani e la democrazia. Questo accordo globale di cooperazione riguarda le materie sensibili dei diritti umani, che fanno parte organica di un accordo di questa natura, in particolare quei diritti umani che riguardano la libertà religiosa. Questo accordo consentirà di sviluppare quel rispetto e quella valorizzazione dei diritti umani e delle libertà religiose che proprio un mancato accordo o un qualsiasi altro strumento che chiedesse al Parlamento di approvare la ratifica, ma di non renderla di fatto operativa, renderebbe meno efficace. In questo senso, questa è la ragione per cui io stesso ho ritenuto inopportuno - pur condividendolo nel suo contenuto generale - sostenere l'ordine del giorno presentato dai colleghi dell'Italia dei Valori. Considero invece positivo, come è già stato detto da altri colleghi, quest'accordo di cooperazione globale perché valorizza il protagonismo tra i diversi temi dei diritti umani e della libertà religiosa tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, compresa l'Italia, e un Paese come la Repubblica di Indonesia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, al di là di questo accordo, che riguarda alcuni aspetti, tra i quali quello dell'interscambio commerciale tra l'Unione europea e l'Indonesia, che è sempre più crescente in questi ultimi anni (quasi 700 imprese europee in questo momento operano in Indonesia, tra cui molte imprese italiane), la questione principale riguarda il ruolo crescente che l'Indonesia deve avere per quanto concerne il punto strategico della lotta al fondamentalismo islamico di matrice terroristica. L'Indonesia ha subito tantissimi attentati e naturalmente auspichiamo che per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani la parte del Governo indonesiano sia sempre più pregnante. Mi riallaccio un attimo alla tematica posta dall'ordine del giorno che prima è stato bocciato, nelle cui premesse era citata l'intervista del viceministro dell'educazione Jalal, da cui si evince la volontà del Governo indonesiano di andare sempre più verso il rispetto dei diritti umani e delle varie religioni presenti in quel Paese, anche se sappiamo che la maggioranza degli abitanti è di religione Pag. 69musulmana. Quindi, preannunzio il voto favorevole del nostro movimento della Lega Nord.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, innanzitutto vorrei sgombrare il campo da qualunque equivoco. Noi abbiamo votato a favore dell'ordine del giorno presentato dall'onorevole Evangelisti perché ci siamo trovati di fronte - non riesco a spiegarlo diversamente - ad un blackout del Governo il quale, di fronte ad una ripetuta dichiarazione di disponibilità dell'onorevole Evangelisti ad una riformulazione, anche radicale di quel testo, ha preferito lasciare le cose come stanno. Siccome si tratta di diritti umani, la scelta che abbiamo compiuto mi pare fosse quella più ragionevole, cioè di restare fermamente ancorati all'idea che comunque l'Indonesia da questo punto di vista debba fare passi avanti. Comunque, qualunque nostra iniziativa parlamentare vada in questa direzione, al di là di qualunque tipo di riflessione diplomatica, resta un segnale e un faro che lasciamo aperto. Detto questo, siamo anche noi consapevoli che l'accordo va nella direzione giusta, di rendere i rapporti tra Indonesia e Unione europea più forti, più stabili e duraturi.
Sappiamo anche che, in questo confronto e in questo incontro, l'Europa porta un retroterra di convincimenti e di culture che non potranno non influenzare positivamente l'interscambio non solo economico, ma anche politico e culturale, che è parte integrante della costruzione diplomatica che stiamo per approvare. Quindi, con questo spirito, ribadiamo il voto favorevole del Partito Democratico su questo accordo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boniver. Ne ha facoltà.

MARGHERITA BONIVER. Signor Presidente, nel preannunziare il voto favore del Popolo della Libertà su questo Accordo di partenariato tra l'Europa e l'Indonesia, voglio anche dire che mi riconosco perfettamente nelle considerazioni che ha appena svolto il sottosegretario Scotti a proposito del parere negativo su un ordine del giorno che, dal nostro punto di vista, pecca di una sorta di paternalismo umanitaristico che poco ha a che fare con la realtà dell'Indonesia.
L'Indonesia, ricordiamolo, è la democrazia islamica più popolosa del pianeta ed è riuscita negli ultimi dieci anni a far svolgere una serie di tornate elettorali in piena trasparenza e con la presenza anche di osservatori internazionali, ma, soprattutto, dopo le stragi degli anni Sessanta, è riuscita a guidare e a portare fino all'indipendenza il penultimo Stato che è venuto a far parte della famiglia dell'ONU, e cioè Timor Est.
Tutto questo depone non soltanto a favore della bontà di questo Accordo, ma porta anche ad esprimere un'ammirazione profonda per la straordinaria capacità dimostrata da quel popolo, e soprattutto dai suoi dirigenti politici, nel portare l'Indonesia pienamente in un'area di stabilità e di sostanziale democrazia.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4192)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4192, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 70

Onorevoli Migliori, Soro, Repetti, Sardelli, Dionisi, Grassi, Ginoble, Oliverio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro di partenariato globale e cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Indonesia dall'altra, con Atto finale, fatto a Giacarta il 9 novembre 2009) (4192):

(Presenti 496
Votanti 494
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato
492
Hanno votato
no 2).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato e la Repubblica sudafricana dall'altro, che modifica l'Accordo sugli scambi, lo sviluppo e la cooperazione, firmato a Kleinmond, Sud Africa, l'11 settembre 2009 (A.C. 4201) (ore 17,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato e la Repubblica sudafricana dall'altro, che modifica l'Accordo sugli scambi, lo sviluppo e la cooperazione, firmato a Kleinmond, Sud Africa, l'11 settembre 2009.
Ricordo che nella seduta del 18 luglio 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4201)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4201), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino, Scalera, Nirenstein, Colaninno, Porfidia, Bonavitacola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato
496).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4201), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Caterina, Mazzuca, Granata, Sardelli, De Girolamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato
491).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4201), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Mondello, Calearo Ciman, Mazzuca, Tanoni, Sardelli, Motta, Antonino Russo, Mistrello Destro, Misiani, Goisis, Mario Pepe (Misto-R-A). Pag. 71
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 499
Maggioranza 250
Hanno votato
499).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4201)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 4201).
Qual è il parere del Governo?

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, quello in esame è l'altro ordine del giorno su cui abbiamo un dissenso con il gruppo Italia dei Valori.
L'ordine del giorno in esame prevede l'esclusione dell'industria e dei centri di ricerca italiani da un eventuale piano sul nucleare del Sudafrica. Ciascun Paese è libero di scegliere la strada che ritiene più opportuna, ma precludere a priori all'industria e ai centri di ricerca italiani di partecipare a programmi di questo tipo, di altri Paesi, mi sembra eccessivo e controproducente, anche per lo stimolo alla ricerca e allo sviluppo della tecnologia nucleare.
Per cui vorrei pregare l'onorevole Evangelisti, se possibile, di accettare una riformulazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4201/1, nel senso di sostituire parte del dispositivo con le parole «a monitorare eventuali coinvolgimenti delle imprese e dei centri di ricerca italiani nella messa in atto del piano sul nucleare in Sudafrica».
In questo modo poniamo attenzione al tema, ma non con una decisione drastica, per vietare alle nostre imprese e ai nostri centri di ricerca di partecipare ad eventuali progetti di questo tipo.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4201/1 accettato dal Governo, purché riformulato.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, mi dispiace dovere insistere nei confronti dell'Assemblea dal momento che, magari, siamo abituati a considerare le ratifiche come un atto dovuto e non sempre meritevole di approfondimento perché vi è una sorta di delega implicita al Governo.
Come spiegherò meglio in sede di dichiarazione di voto finale, stiamo parlando dei rapporti con un Paese straordinario, il Sudafrica, che ha conosciuto dei cambiamenti e degli stravolgimenti e che, pur avendo ancora di fronte enormi problemi, è avviato sulla strada della democrazia e dello sviluppo. È, quindi, un partner essenziale per l'Europa.
Dico ciò un mese e mezzo dopo il referendum che ha visto impegnati 27 milioni di italiani nel dire «no» al nucleare: non è che con quel «no» abbiamo escluso il nucleare in Italia, ma va bene se viene fatto in Francia, in Algeria o in Sudafrica.
Noi siamo contro l'idea di uno sviluppo del nucleare, perché Chernobyl, Three Mile Island e poi, da ultimo, Fukushima ci hanno detto che quella è una tecnologia di cui bisogna avere paura.
Tuttavia, siccome apprezzo l'approccio del Governo, sono disponibile a ragionare su una riformulazione. Deve, però, essere chiaro che la nostra preoccupazione è impedire che si possa riproporre, magari in Sudafrica, con l'aiuto della nostra tecnologia, con l'aiuto delle nostre aziende e con l'aiuto della nostra ricerca, il modello nucleare al quale abbiamo detto «no» un mese e mezzo fa in Italia.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Evangelisti, non ho ben capito. Accettate la riformulazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4201/1, accettato dal Governo, purché riformulato?

FABIO EVANGELISTI. Sì, signor Presidente.

Pag. 72

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine del giorno, su cui si è appena intervenuti, ritenendo giusto il parere di accettazione del Governo. Tuttavia - permettetemi - siccome io sono stato uno di quei pochi che hanno votato al referendum in modo diverso dal collega Evangelisti, mi pare che stiamo raggiungendo la follia.
Qui nessuno sta parlando di energia nucleare, ma con l'idea che le aziende italiane non possano partecipare ad un consorzio all'estero per realizzare magari qualcosa di utilissimo per il Sudafrica, soltanto perché in qualche maniera può essere collegato ad un programma nucleare, mi sembra veramente che stiamo facendo l'antitesi dell'interesse di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4201/1.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4201)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, come ho anticipato poco fa, il Sudafrica dall'inizio degli anni Novanta è stato attraversato da forti tensioni sociali e da una travagliata, travagliatissima transizione politica, che però è poi sfociata nell'abbandono dell'odioso sistema dell'apartheid e ha fatto di Nelson Mandela un punto di riferimento per la democrazia, non soltanto del continente africano, ma per tutto il resto del mondo.
Ovviamente c'è ancora molto da fare perché questo grande Stato africano possa vincere le sfide nelle quali è impegnato. Penso alla lotta contro l'AIDS, penso alla lotta contro la povertà, contro la criminalità e contro la disoccupazione. E, tuttavia, la Repubblica sudafricana, nonostante questi limiti, è attualmente il maggiore partner commerciale dell'Unione europea, nell'ambito dell'intero continente africano, e senza dubbio rappresenta la più forte economia in ambito subsahariano, con esportazioni molto marcate verso l'Europa. Si tratta, tra l'altro, di esportazioni in crescita, oggi comprendendo persino prodotti manifatturieri.
L'Accordo di cui stiamo discutendo, oltre a prevedere la cooperazione tra l'Unione europea e la Repubblica sudafricana in settori come il commercio, l'economia e la finanza, nonché collaborazioni in ambito spaziale e di assistenza tecnica (questa, sì, vogliamo veda la partecipazione da protagonista anche delle nostre imprese!), istituisce anche un dialogo politico regolare e disciplina l'assistenza allo sviluppo.
Viene, inoltre, evidenziato dai nostri operatori come possano esserci positive ripercussioni attraverso la revisione di questo Accordo sul sistema Italia. La nostra industria, quindi, non potrà che trarre beneficio da un'intensificazione dei contatti e delle relazioni nei settori che prima ho citato.
Per questo - ripeto - anche con la riformulazione del nostro ordine del giorno, come gruppo dell'Italia dei Valori non faremo certamente mancare un voto favorevole alla ratifica di questo Accordo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, esprimo il nostro giudizio e voto favorevole Pag. 73su questo Accordo tra la Comunità europea e la Repubblica sudafricana.
Si tratta di un Accordo anche in questo caso a largo spettro: cooperazione e sviluppo in molti settori.
E molti di questi settori vedranno protagonisti certamente le aziende e le imprese, non solo di grandi dimensioni, del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, questo è il principale Accordo quadro per quanto riguarda la collaborazione tra l'Unione europea e il Sudafrica, un Accordo che riguarda scambi, sviluppo, e cooperazione. Nel 1999 era stato firmato il primo Accordo, che prevedeva dopo dieci anni la revisione, che è puntualmente avvenuta nel 2009. In tale anno l'Accordo è stato modificato a Kleinmond e fa sì che vi sia sempre più una forte collaborazione con questo Paese.
Signor Presidente, mi lasci un attimo esprimere la mia perplessità per quanto sta accadendo in questo momento in Aula in relazione ad alcuni ordini del giorno presentati dall'Italia dei Valori, che sono in netta contraddizione con l'espressione del voto favorevole in sede di dichiarazione di voto finale.
Se è vero, come è vero, che ognuno ha le proprie posizioni e che l'onorevole Evangelisti è contrario al nucleare, sappiamo però che il 93 per cento dell'energia prodotta in Sudafrica è data dal nucleare. Quindi, se siamo contrari al nucleare non vedo il motivo di essere favorevoli a questo Accordo. O si è contrari verso quei Paesi che hanno quasi il 100 per cento di produzione di energia nucleare oppure qualcosa non quadra.
Inoltre, ho la sensazione che il presentatore di questi ordini del giorno - mi pare che il collega Di Stanislao non sia in Aula - sia in contraddizione con se stesso, perché nelle premesse degli ordini del giorno inserisce tutta una serie di aspetti positivi, ma poi nella parte dispositiva vuol far sì che il Governo si impegni in ordine a qualcosa che veramente è al di fuori di ogni normalità per quanto riguarda questi atti parlamentari.
Quindi - nell'esprimere il voto favorevole del nostro gruppo su questo ratifica - chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedi. Ne ha facoltà.

MARCO FEDI. Signor Presidente, abbiamo al nostro esame un provvedimento di ratifica che contiene un aggiornamento - è stato ricordato poc'anzi - di clausole e di norme concernenti scambi, sviluppo e cooperazione tra Unione europea e Repubblica sudafricana. Vorrei ricordare questo aspetto che forse negli interventi non è stato sufficientemente sottolineato: Unione europea e Repubblica sudafricana.
Si tratta di un aggiornamento di norme che s'inserisce in un intenso quadro di rapporti politici ed economico-commerciali che contribuirà - ne siamo certi - a rafforzare la collaborazione fra l'Unione europea e il Sudafrica, e quindi anche con l'Italia, che può continuare a svolgere anche in virtù di questi Accordi un ruolo importante in tutto il continente africano.
Il provvedimento al nostro esame aggiorna - come è stato detto - l'Accordo del 1999, e quindi inserisce norme che tengono conto del mutato quadro globale delle ultime realtà internazionali in materia di lotta al terrorismo e alle organizzazioni criminali internazionali, come tiene conto dell'istituzione della Corte penale internazionale.
L'Accordo persegue l'obiettivo di migliorare gli scambi tra Unione europea e Sudafrica, contiene nuove disposizioni in materia di disarmo e non proliferazione delle armi di distruzione di massa, in materia di telecomunicazioni, politica ambientale, lotta alla criminalità organizzata Pag. 74e al traffico di droga, e soprattutto si prefigge il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio attraverso una fattiva ed incisiva collaborazione.
Credo sia utile sottolineare l'impegno contro il crimine organizzato, un settore di particolare rilievo anche alla luce dell'applicazione della convenzione ONU di Palermo.
Lo sviluppo della comunicazione informatica e il conseguente utilizzo di nuove tecnologie rappresentano un'opportunità per il nostro Paese e per l'Unione europea per contribuire alla crescita sociale ed economica del Sudafrica; analogamente per le politiche energetiche che contribuiscono alla sostenibilità ambientale.
Va sottolineata la clausola che prevede di instaurare un efficace sistema di controllo sull'esportazione di materiale di duplice uso in relazione al nucleare e in generale alle armi di distruzione di massa.
La principale cornice di collaborazione tra l'Unione europea e il Sudafrica è rappresentata proprio da questo Accordo, inizialmente firmato nel 1999 a Pretoria e ratificato dall'Italia nel 2003.
Arriviamo oggi alla ratifica di queste modifiche con modalità previste dall'Accordo stesso che, appunto, prevede il rinnovo ogni cinque anni.
Il Sudafrica è oggi il maggior partner commerciale dell'Unione europea in Africa; dal 2007, Sudafrica e Unione europea sono legate anche da un partenariato strategico.
Con le modifiche proposte, oltre ai temi della sicurezza e del disarmo, si aprono nuove possibilità di liberalizzazione in specifici settori economici del Paese africano e, soprattutto, si allinea l'Accordo del 1999 ai più recenti sviluppi del quadro normativo internazionale in campo economico - non solo, quindi, nel campo della sicurezza - ed alle modifiche intervenute nella cooperazione tra Unione europea e il gruppo di Stati dell'Africa, Caraibi e Pacifico.
Credo sia opportuno segnalare, anche in questa sede e in questo contesto, come sia fondamentale, in un quadro di crescente cooperazione economica, commerciale e politica a livello internazionale, avere una presenza strategica della nostra rete diplomatico-consolare nel mondo.
La chiusura del consolato di Durban è in palese contraddizione con queste esigenze di rafforzamento della nostra presenza nel mondo, come è in palese contraddizione con l'impegno del nostro Paese nel mondo la chiusura della nostra rete diplomatico-consolare, oltre alle riduzioni degli stanziamenti.
Il gruppo del Partito Democratico voterà a favore del provvedimento di ratifica del nuovo Accordo di cooperazione tra Unione europea e Sudafrica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scandroglio. Ne ha facoltà.

MICHELE SCANDROGLIO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà e per evidenziare la preoccupazione che l'ordine del giorno accolto non renda meno forte la nostra collaborazione, le nostre fabbriche ed i nostri operai che potrebbero utilmente trovare sostentamento in un momento di crisi per la sterile polemica a cui abbiamo assistito da parte dei compagni dell'Italia dei Valori. Mi riservo eventualmente di consegnare il mio intervento in una sede successiva.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4201)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4201, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 75

Onorevoli Calearo Ciman, Servodio, Boccuzzi, Tommaso Foti, Sardelli, Cazzola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato e la Repubblica sudafricana dall'altro, che modifica l'Accordo sugli scambi, lo sviluppo e la cooperazione, firmato a Kleinmond, Sud Africa, l'11 settembre 2009) (4201):

(Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
481).

Prendo atto che il deputato Oliviero ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2648 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di mutua assistenza amministrativa per la prevenzione, l'accertamento e la repressione delle infrazioni doganali tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica argentina, con Allegato, fatto a Roma il 21 marzo 2007 (Approvato dal Senato) (A.C. 4388) (ore 17,30).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di mutua assistenza amministrativa per la prevenzione, l'accertamento e la repressione delle infrazioni doganali tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica argentina, con Allegato, fatto a Roma il 21 marzo 2007.
Ricordo che nella seduta del 18 luglio 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4388)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (vedi Allegato A - A.C. 4388) al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Golfo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
486).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4388), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca...onorevole Versace...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 482
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato
482). Pag. 76

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4388), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Micheli...onorevole Sardelli...onorevole Aniello Formisano, si affretti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
481).

Prendo atto che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 4388), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Simeone... onorevole Goisis... onorevole Granata...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 489
Astenuti 2
Maggioranza 245
Hanno votato
488
Hanno votato
no 1).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4388)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 4388).
Nessuno chiedendo di intervenire per illustrare l'ordine del giorno presentato, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4388/1.

GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, volevo chiedere al rappresentante del Governo se ha capito l'ordine del giorno presentato e l'impegno in esso contenuto: è di una fumosità e di una inutilità palese. Ho la netta sensazione...

PRESIDENTE. Questo non è un intervento sull'ordine dei lavori.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/4388/1, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4388)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, nella dichiarazione di poco fa - la riprendo adesso brevemente - l'onorevole Dozzo non riusciva a capire come noi potessimo votare a favore di un provvedimento rispetto al quale l'ordine del giorno non soddisfa pienamente le nostra sensibilità.
Se noi dovessimo seguire un ragionamento come quello che egli ha proposto, Pag. 77probabilmente oggi dovremmo mettere in discussione non soltanto le nostre relazioni commerciali, ma addirittura le nostre relazioni diplomatiche con la Russia, con gli Stati Uniti, con la Francia, con la Germania e con tanti altri Paesi che hanno fatto del nucleare una fonte energetica privilegiata.
Chiarito questo, quindi pur manifestando i nostri dubbi su punti specifici, non è che perché la Cina non soddisfa la nostra sensibilità in tema di democrazia e di diritti umani noi non ratifichiamo più intese o non facciamo più accordi con quel Paese.
Per quanto riguarda la stessa Argentina abbiamo dei dubbi, che con l'ordine del giorno a firma Di Stanislao abbiamo evidenziato, ma questo non significa che non possiamo votare a favore di un Accordo che punta a favorire il rinsaldamento della fiducia fra quanti operano nei diversi settori economici (penso soprattutto alle nostre migliori imprese, penso alla Telecom, all'ENEL, all'Iveco, alla FIAT, alla Finmeccanica, recentemente si è affacciata su quei mercati la Pirelli). Insomma, noi siamo stati da sempre presenti e in sintonia - faccio riferimento anche ad antiche e consolidate attività umane e culturali - con il Paese sudamericano. Tra l'altro, dopo quelli che erano talvolta anche rapporti difficili, in un periodo opaco, soprattutto quando laggiù vi erano dittature militari, i nostri rapporti hanno finalmente ripreso a funzionare.
Quindi, anche in virtù del parere favorevole del Governo al nostro ordine del giorno, non abbiamo nessuna difficoltà a confermare il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per dare all'Aula il nostro parere favorevole sull'Accordo di mutua assistenza tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica argentina. Ci vorrebbe troppo tempo per illustrare i legami culturali, storici ed istituzionali che legano questi nostri due Paesi ed anche per illustrare come questo Accordo, molto recente, renderà ancora più trasparente l'interscambio commerciale così importante e così strategico anche per il nostro Paese con la Repubblica argentina.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, ringrazio della precisazione da parte del onorevole Evangelisti e questo mi conforta ancora di più sulla mia posizione, cioè che la coerenza paga. Volevo capire se c'è differenza tra il nucleare, e quindi aziende che operano in questo settore, e magari l'esportazione di auto di lusso in Paesi come la Cina, ma che non contemplano i diritti umani, o se è la stessa cosa, per cui le auto di lusso vanno bene, le Ferrari e quant'altro vanno bene, ma non va bene la tecnologia nucleare. Quindi, la coerenza per quanto riguarda questo settore la lascio all'Aula.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 17,35).

GIANPAOLO DOZZO. Ma, al di là di tutto questo, mi riferisco all'ordine del giorno di prima sull'Argentina, quando appunto il Presidente Buttiglione non mi ha lasciato continuare. Se questo ordine del giorno agisce sulle restrizioni messe in atto - ma questo non c'è nella premessa - da parte del Governo argentino tipo quella di lasciare le merci ferme per mesi alle dogane, se questo Accordo di scambi commerciali e sulle dogane fa sì che appunto si migliorino questi rapporti ben venga; tuttavia non mi sembra poi che nell'impegno del Governo - capisco il sottosegretario Scotti e lo sforzo che fa appunto nel recepire questi ordini del giorno - sia ben precisata tale questione, Pag. 78che penso sia la questione fondamentale in questo momento, cioè quella degli scambi commerciali di alcune derrate, specialmente alimentari, tra l'Italia e l'Argentina. È questo il tema che si voleva far presente, penso, tramite l'ordine del giorno in esame, che non è stato ben espresso. Il nostro voto sarà favorevole comunque a questo Accordo.
Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore della ratifica di questo Accordo di mutua assistenza tra l'Italia e l'Argentina per contrastare le infrazioni doganali.
Italia e Argentina, oltre ad essere unite da storici legami di amicizia e di cooperazione, grazie anche alla presenza di milioni di cittadini con origine italiana discendenti dalla nostra emigrazione, sono legati da un rapporto commerciale che alimenta un interscambio di grande valenza economica, un rapporto...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Porta. Intuisco dagli auguri dei colleghi all'onorevole Bernini...

MAURIZIO BIANCONI. È il suo compleanno...!

PRESIDENTE. Auguri!

FABIO PORTA. Signor Presidente, mi associo agli auguri di buon compleanno ma, se permettete, vorrei continuare.
Si tratta di un rapporto che questa ratifica contribuisce a rilanciare e a corroborare, anche se negli ultimi anni l'interscambio ha fatto registrare una notevole flessione e anche se i rapporti politico-istituzionali non hanno sempre goduto di quella continuità necessaria alla importante tradizione delle relazioni politiche tra i due Paesi.
Oggi i nostri punti di forza e di eccellenza riguardano alcuni settori produttivi strategici e di punta della nostra economia, che dobbiamo mettere al riparo da eventuali infrazioni doganali adottando - come faremo, ratificando quest'Accordo - le regole standard elaborate dall'Organizzazione mondiale delle dogane.
Signor Presidente, l'Italia è tornata a guardare con fiducia al mercato argentino, superando anche diffidenze ed incomprensioni legate ad alcuni episodi del recente passato. L'Argentina rappresenta uno snodo e un riferimento importante, imprescindibile nei nostri rapporti con l'America latina, un continente caratterizzato non solo dalla grande presenza di nostri concittadini, ma anche dai ripetuti successi nel campo sociale ed economico di questi anni. Importanti gruppi imprenditoriali italiani di primaria grandezza, come ENEL, FIAT, Telecom e Pirelli sono tornati a scommettere sul sistema economico argentino per cui, la ratifica che stiamo discutendo, appare in tutta la sua importanza.
Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questa ratifica, così come voterà a favore di tutti quei provvedimenti che possono stimolare la crescita economica del nostro Paese e, soprattutto, nelle relazioni dell'Italia con i Paesi che ospitano grandi comunità di origini italiane, che costituiscono un capitale importante per il Paese, fondamentale per la costruzione di un sistema Italia capace di vincere le sfide della globalizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Porta, le chiedo scusa se il suo intervento è avvenuto nella distrazione dell'Aula, ma ho capito che non era il compleanno dell'onorevole Bernini, ma che la medesima è appena stata nominata Ministro per le politiche comunitarie. Credo che gli auguri Pag. 79da parte di tutta l'Aula le debbano essere fatti (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scandroglio. Ne ha facoltà.

MICHELE SCANDROGLIO. Signor Presidente, intervengo brevissimamente per annunciare il voto favorevole del Popolo della Libertà, riservandomi di consegnare il mio intervento e per sottolineare quanto la storia dei rapporti con l'Argentina sia profonda e radicata dalla nostra emigrazione in quella terra che ha costruito soliti rapporti, che continuano tutt'oggi e che ci consentono di essere un interlocutore privilegiato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo per pochi secondi e per annunziare che non voterò a favore di questo Accordo e che mi asterrò. Pongo ai colleghi anche una questione: quando si parla della Cina - lo si è detto prima - parliamo, magari con ipocrisia, di commercio, e poi vi sono i diritti umani.
Proprio parlando di commercio e dell'Argentina trovo la necessità di dire che capisco benissimo l'ordine del giorno del collega Di Stanislao e lo avrei sottoscritto, perché i rapporti con l'Argentina in questo campo non sono trasparenti, per responsabilità del Governo argentino che, dopo aver «bidonato» centinaia di migliaia di risparmiatori italiani, continua a gestire le sue cose non in modo trasparente, e l'Unione europea continua a denunciarlo.
Questo Parlamento giustamente si appella agli ottimi rapporti che dobbiamo avere con gli argentini, ma deve fare anche una cultura dell'azione e cominciare a dire che gli argentini devono mantenere i patti, anche in questo campo. Quindi, il mio voto di astensione non è contro quello che andiamo a fare, ma semplicemente vuole dire e sottolineare a livello europeo che l'Argentina, anche in campo doganale, non sta mantenendo quello che sottoscrive.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

STEFANO STEFANI, Presidente della III Commissione. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO STEFANI, Presidente della III Commissione. Signor Presidente, vorrei che esaminasse l'eventuale possibilità di sospendere la seduta per dieci minuti, per dare ai colleghi la possibilità...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Stefani.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4388)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4388 di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Caterina... onorevole Cassinelli... onorevole Lo Monte... onorevole Bernini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(S. 2648 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di mutua assistenza amministrativa per la prevenzione, l'accertamento e la repressione delle infrazioni doganali tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica argentina, con Pag. 80Allegato, fatto a Roma il 21 marzo 2007) (Approvato dal Senato) (4388):

(Presenti 484
Votanti 480
Astenuti 4
Maggioranza 241
Hanno votato
479
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Di Caterina ha segnalato che non è riuscito a votare.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno Hascemita di Giordania sulla cooperazione e sulla mutua assistenza in materia doganale, fatto a Roma il 5 novembre 2007 (A.C. 4373) (ore 17,45).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno Hascemita di Giordania sulla cooperazione e sulla mutua assistenza in materia doganale, fatto a Roma il 5 novembre 2007.
Ricordo che nella seduta del 18 luglio 2011 si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4373)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4373), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Di Caterina, onorevole Saltamartini, sottosegretario Ravetto, onorevole Simeoni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato
487).

Prendo atto che la deputata Negro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4373), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Negro... onorevole Sardelli... sottosegretario Ravetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 484
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato
484).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4373), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole La Morte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ). Pag. 81

(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato
479).

Prendo atto che i deputati Cimadoro e Pionati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 4373), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Martino... onorevole Sardelli... onorevole Lo Monte... onorevole Gnecchi... onorevole Goisis... onorevole Mariarosaria Rossi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
488
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4373)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 4373).
Nessuno chiedendo di intervenire per illustrare l'unico ordine del giorno, invito rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo non può che accettare l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4373/1, avendo noi concorso ad assumere la decisione europea sulle azioni da intraprendere in materia doganale con il Regno Hascemita di Giordania.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4373/1, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4373)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, approfitto anche, sul piano umano e strettamente personale, per rivolgere gli auguri, i complimenti, le felicitazioni al neo Ministro Bernini che, dal punto di vista politico, va soltanto ad appesantire una navicella che sta affondando (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Tornando invece all'Accordo che stiamo discutendo, voglio ricordare che il Regno Hascemita di Giordania è considerato il primo Governo islamico democratico nel Medio Oriente moderno. Esso è però, di fatto, una monarchia costituzionale con un Governo rappresentativo. Vi è un re che oltre ad essere il comandante supremo delle Forze armate, Capo di Stato e dell'Esecutivo, pone la democrazia come principio rispettabile e non fondante. Com'è accaduto per altri Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, anche la Giordania è stata raggiunta dai venti legati all'esigenza di cambiamento e di democrazia, anche se fortunatamente, fino ad oggi, e speriamo continui così, senza sbocchi violenti o eversivi.
Certo la promessa dell'avvio di un tavolo di riforma avanzata da re Abd Allah II non risulta ancora pienamente convincente pur dopo aver insediato una commissione per il dialogo nazionale con il Pag. 82compito di mettere a punto una serie di riforme democratiche, tra cui la riforma elettorale.
L'augurio che facciamo è che, anziché arroccarsi pericolosamente, come sta facendo il vicino siriano, il re giordano riesca concretamente ad avviare questo processo di democrazia. Anche per questo motivo noi reputiamo che con una pronta ratifica di questo Accordo ci possa essere un contributo ad una più marcata democratizzazione di quel Paese, per cui il gruppo dell'Italia dei Valori voterà sicuramente a favore di questa ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per confermare il nostro voto favorevole. Come altre ratifiche che abbiamo approvato oggi, si tratta di un Accordo di cooperazione e mutua assistenza doganale tra la Repubblica italiana e il Regno Hascemita di Giordania, un Regno strategicamente importante che sta guardando anche al proprio futuro nella maniera più opportuna nel rispetto della democrazia dei diritti umani. Quindi, questo ci aiuta soprattutto per i rapporti bilaterali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, nell'annunciare il voto favorevole della Lega Nord dico che questo trattato è un testo standardizzato, tipo quello che abbiamo prima votato per l'Argentina, quindi è condivisibile, però qui abbiamo qualcosa in più. Abbiamo un trattato con il Regno Hascemita di Giordania, dove il re Abd Allah II sta portando avanti una riforma con lungimiranza e, quindi, fa sì che una riforma sia pilotata attraverso la democrazia e non tramite gli scontri, come avviene negli altri Paesi di quell'area. Quindi noi diamo il nostro parere favorevole a questa ratifica di Accordo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, anche noi del Partito Democratico annunciamo il nostro voto favorevole all'Accordo. È un Paese con il quale abbiamo ottime relazioni, le dobbiamo consolidare nel contesto di una rivoluzione, di un cambiamento in quell'area in cui il Regno Hascemita comunque continuerà a svolgere un ruolo importante. Dobbiamo essere consapevoli di questa funzione e anche delle possibilità che si aprono ad una collaborazione migliore tra i due Paesi. Per questo, confermo il voto favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, questo Accordo potrà facilitare l'interscambio commerciale tra l'Italia e la Giordania. In questo particolare momento, risulta veramente utile consolidare questi rapporti tra i nostri due paesi, anche per consentire alla Giordania di svolgere una funzione di equilibrio in una regione così importante come quella mediorientale.
Anche la Giordania è attraversata da fermenti di cambiamento a fronte dei quali il re Abd Allah ha preannunciato una serie di iniziative che possono consentire delle riforme utili per la stabilità di quel Paese. Infatti, la stabilità giordana è un fattore positivo e in tal senso qualsiasi provvedimento che possa contribuire nei confronti di questo obiettivo vede il nostro consenso e, quindi, da qui il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Pag. 83

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4373)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4373, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... Onorevole Tommaso Foti... Onorevole Aprea... Onorevole Cazzola... Onorevole Fontana... Onorevole D'Antoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno Hascemita di Giordania sulla cooperazione e sulla mutua assistenza in materia doganale, fatto a Roma il 5 novembre 2007) (4373):

(Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato
489
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo che modifica per la seconda volta l'Accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000, riveduto per la prima volta a Lussemburgo il 25 giugno 2005, con Atto finale e dichiarazioni allegate, aperto alla firma a Ouagadougou il 22 giugno 2010. (A.C. 4374) (ore 17,55).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo che modifica per la seconda volta l'Accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000, riveduto per la prima volta a Lussemburgo il 25 giugno 2005, con Atto finale e dichiarazioni allegate, aperto alla firma a Ouagadougou il 22 giugno 2010.
Ricordo che nella seduta del 18 luglio 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4374)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4374), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... Onorevole Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato
478
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Anna Teresa Formisano e Oliverio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Pag. 84
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4374), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... Onorevole Stradella... Onorevole Cazzola... Onorevole Libè... Onorevole Fontana...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
490
Hanno votato
no 1).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4374), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
486
Hanno votato
no 1).

(Esame ordini del giorno - AC 4374)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 4374).
Nessuno chiedendo di intervenire per l'illustrazione degli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/4374/1 a condizione che il primo paragrafo venga riformulato, perché la risoluzione citata fa riferimento alla fase negoziale dell'accordo, che è stata superata. Quindi, bisogna più pertinentemente riferirsi invece alla dichiarazione congiunta.
Quindi, il Governo accetta l'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/4374/1, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «impegna il Governo a sostenere in sede di Consiglio e presso la Commissione europea la dichiarazione congiunta UE-ACP su immigrazione e sviluppo, adottata in occasione della seconda revisione dell'Accordo di Cotonou con cui le parti si impegnano a rafforzare ed approfondire il dialogo e la cooperazione in materia di immigrazione nel quadro di un approccio globale ed equilibrato che comprenda tre aspetti di fondo: promozione del nesso tra migrazione e sviluppo, facilitazione della migrazione legale e contrasto dell'immigrazione illegale».
Il Governo invita al ritiro il secondo periodo dell'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/4374/1, in quanto si ritiene che il testo affianchi impropriamente due principi eterogenei, la materia di gestione dei flussi migratori che, in quanto tali, non possono essere considerati in conflitto tra di loro: da un lato, la migrazione circolare concernente l'immigrazione regolare per motivo di studio, tirocinio e formazione al lavoro stagionale destinata a far rientro nel Paese d'origine, e dall'altro, la riammissione degli immigrati irregolari. Pertanto, per queste ragioni chiedo di espungere il secondo periodo del dispositivo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Farina Coscioni n. 9/4374/2 a condizione che inizialmente il dispositivo sia riformulato come per il precedente: «a richiamare l'importanza in sede di Consiglio e presso Pag. 85la Commissione europea delle disposizioni» e così via.
Il Governo, infine, non accetta la premessa dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4374/3, mentre accetta il dispositivo, ma non con quelle motivazioni.

PRESIDENTE. Quindi il Governo intende proporre una riformulazione anche dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4374/3?

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo non accetta le premesse dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4374/3 mentre accetta il dispositivo dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4374/3.

PRESIDENTE. Pertanto, se vengono espunte le premesse il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4374/3.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Maurizio Turco n. 9/4374/1 e Farina Coscioni n. 9/4374/2, accettati dal Governo, purché riformulati.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4374/3, accettato dal Governo, purché riformulato.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, questa volta è davvero difficile comprendere il senso di questo parere, perché il dispositivo dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4374/3 «impegna il Governo a farsi portavoce con i partner delle gravi condizioni in cui versa il popolo del Sudan, anche a seguito dell'indipendenza del Sud Sudan», trae origine da quello che è detto e descritto. In fin dei conti, scriviamo che il 9 luglio è stata proclamata l'indipendenza del Sud Sudan. Poi si ricorda cosa è successo in quel Paese dal 1820, si ricorda l'azione dei missionari, che anche nel nord del Paese si sono registrate delle guerriglie, qual è l'azione dei missionari comboniani e quello che dice l'esperto indipendente delle Nazioni Unite. Non capisco dove siano le obiezioni da parte del Governo in quella che è una descrizione storica.
In particolare, vi è un Capo di Governo - chiamiamolo così - in quel Paese che è stato definito un «criminale» dagli organismi internazionali. Non capisco quali siano le preoccupazioni del Governo. Se si tratta di espungere una frase lo si può fare, ma mettere in discussione tutta la parte relativa al Sud Sudan mi sembra esagerato.
Chiediamo, eventualmente, la votazione per parti separate sulle premesse e sul dispositivo dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4374/3.

PRESIDENTE. Il sottosegretario conferma il parere già espresso?

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4374/3, se viene espunto l'ultimo capoverso della premessa.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Maurizio Turco n. 9/4374/1 e Farina Coscioni n. 9/4374/2 accettano la riformulazione e non insistono per la votazione. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4374/3, accettato dal Governo, purché riformulato.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4374)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, ringrazio il Governo per aver accettato l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4374/3, anche se riformulato, e mi Pag. 86rifaccio alle considerazioni già espresse nel corso della discussione sulle linee generali confermando il voto favorevole sul provvedimento da parte del gruppo dell'Italia dei Valori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, preannunzio il voto favorevole sul provvedimento da parte del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, preannunzio nostro il voto favorevole sul provvedimento e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Narducci. Ne ha facoltà.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, vi è una formula quasi rituale con la quale tutti i relatori ogni volta sottolineano l'importanza della ratifica di un accordo. Vorrei dire che questo Accordo, oltre la formula rituale, ha veramente un grande significato.
Esso, infatti, chiama in gioco problemi come la lotta all'AIDS e alla povertà, le rimesse dei migranti - che sono un fattore importante che questo Paese ha sperimentato sulla propria pelle - la riammissione e la tratta di esseri umani, insomma i problemi e le sfide globali del nostro tempo.
Per questa ragione, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questa ratifica perché, oltre alle modifiche che lei ha già citato - è la seconda volta che viene modificato questo accordo - che incidono sul quadro normativo nel suo complesso dei rapporti tra l'Unione europea e gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico che stanno sotto la sigla ACP, vi sono anche adeguamenti ai mutati rapporti nelle relazioni internazionali.
Una delle questioni centrali, che vanno sottolineate, è la valorizzazione della dimensione dell'integrazione regionale, che noi abbiamo sperimentato nella vecchia Europa e che è particolarmente sentita nel continente africano. Allo stesso modo non bisogna sottovalutare l'importanza del rapporto tra sicurezza e sviluppo, perché questo è uno dei temi centrali per vincere quelle sfide che io evocavo e che, purtroppo, in quegli Stati e, soprattutto in Africa, ancora non hanno trovato la loro vera e reale dimensione. Senza sicurezza, senza sviluppo e senza la prevenzione dei conflitti non possono venire gli impulsi decisivi per la lotta alla povertà e per il decollo - sopratutto economico-sociale - di questi Paesi.
Per concludere, signor Presidente, vorrei ricordare, parlando di importanza, il dramma che stiamo vivendo in questi giorni e che è sotto gli occhi di tutti, ossia quello della carestia nel Corno d'Africa, che ci richiama a quello che ha già vissuto la fascia subsahariana del Sahel.
Pertanto ritengo, considerando anche la neutralità, dal punto di vista economico, di questo Accordo, che il Parlamento debba sostenere con grande forza la sua ratifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boniver. Ne ha facoltà.

MARGHERITA BONIVER. Signor Presidente, intervengo solo per preannunciare il voto favorevole. Stiamo parlando dell'Accordo di Cotonou, che rappresenta letteralmente uno dei pilastri fondamentali della politica dell'azione esterna dell'Unione europea perché, nel lontano 1963, fu firmato il primo accordo che lega l'Unione - all'epoca la Comunità europea - ai Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Pag. 87
Quindi, con grande convinzione, dobbiamo dire «sì» a questo aggiornamento, che non sarà l'ultimo, ma che rappresenta certamente un passo in avanti per una regione - che come è stato appena ricordato dal collega Narducci - in questo momento è in difficoltà.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4374)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4374, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gianni, Sbai, Monai, Sposetti, Casini, Mondello, Pini, Reguzzoni, Zeller...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

(Ratifica ed esecuzione dell'Accordo che modifica per la seconda volta l'Accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000, riveduto per la prima volta a Lussemburgo il 25 giugno 2005, con Atto finale e dichiarazioni allegate, aperto alla firma a Ouagadougou il 22 giugno 2010) (4374):

Presenti 491
Votanti 489
Astenuti 2
Maggioranza 245
Hanno votato sì 489

(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2622 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo nel campo della cooperazione militare tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno del Marocco, fatto a Taormina il 10 febbraio 2006 (Approvato dal Senato) (A.C. 4433) (ore 18,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge già approvato dal Senato. Ratifica ed esecuzione dell'Accordo nel campo della cooperazione militare tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno del Marocco, fatto a Taormina il 10 febbraio 2006.
Ricordo che nella seduta del 18 luglio 2011 si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4433)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4433), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sbai, Sardelli, Scelli, Casini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato
490).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4433), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2. Pag. 88
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lo Monte, Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 480
Maggioranza 241
Hanno votato
479
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Alessandri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4433), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lo Monte, Sardelli, Compagnon, Scanderebech, Veltroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato
490).

Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 4433), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lo Monte, Vietti, Scanderebech, Strizzolo, Gnecchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 492
Maggioranza 247
Hanno votato
492).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 4433)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 4433).
Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/4433/1 purché il primo capoverso del dispositivo venga così riformulato, perché l'oggetto dell'accordo non prevede la fornitura di armi: «a vigilare che i programmi di collaborazione nel settore della formazione delle Forze armate e della produzione di materiali di armamento oggetto dell'accordo in esame non incidano negativamente sulla soluzione pacifica della crisi sul piano politico e sugli interessi del popolo saharawi».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Narducci n. 9/4433/2 e non accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4433/3.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/4433/1, accettato dal Governo, purché riformulato?

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal Governo e non insisto per la votazione.
Volendo chiedere però di apporre la mia firma all'ordine del giorno Di Stanislao 9/4433/3, anche qui faccio fatica a comprendere. Leggo l'impegno per i colleghi che non avesse avuto modo di approfondire: «impegna il Governo a verificare e a farsi promotore di un'ampia tutela dei diritti umani da parte del Governo del Regno del Marocco al fine di Pag. 89dare la giusta attuazione all'Accordo sulla cooperazione militare in esame ed evitare, come è accaduto per la Spagna, che i rapporti Italia-Marocco contribuiscano indirettamente ad accentuare un clima di violenza e di repressione». Assolutamente generico, assolutamente - come si insegna a scuola per la definizione della legge - generale e astratta, quindi ritengo assolutamente condivisibile come principio. Nel caso non ci fosse una riformulazione o rivisitazione da parte del Governo chiedo la votazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Narducci n. 9/4433/2, accettato dal Governo. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4433/3, chiedo il parere del Governo riguardo all'osservazione dell'onorevole Evangelisti.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, per non entrare in una discussione inutile e ampia, penso che se l'onorevole Evangelisti concordasse di attenersi al dispositivo, questo potrebbe essere accolto, ma essendo collegato a quelle premesse assume un significato del tutto diverso, soprattutto nelle relazioni tra noi e il Marocco in questo momento.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4433/3, accettato dal Governo, purché riformulato.

FABIO EVANGELISTI. No, signor Presidente, insisto per la votazione per parti separate.

ANDREA SARUBBI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, vorrei apporre la mia firma su tutti e tre gli ordini del giorno.

CARMEN MOTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, anche io vorrei apporre la mia firma sui tre ordini del giorno.

PRESIDENTE. Tutti coloro che intendono apporre la firma possono comunicarlo al banco della Presidenza. Signor sottosegretario, prima di porre in votazione l'ordine del giorno per parti separate, se ho ben capito il parere del Governo è contrario sulla premessa e favorevole sul dispositivo. È corretto?

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4433/3, limitatamente alla premessa, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Casero e Garagnani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 484
Astenuti 4
Maggioranza 243
Hanno votato
212
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che i deputati Mecacci, Bernardini, Beltrandi, Maurizio Turco, Farina Coscioni e Zamparutti hanno segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4433/3, limitatamente al dispositivo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, la Lega si asterrà sul dispositivo, Pag. 90perché riteniamo più opportuno che l'impegno termini con le parole «cooperazione militare», perché per quanto riguarda le parole «evitare, come è accaduto per la Spagna, che i rapporti Italia-Marocco contribuiscano indirettamente ad accentuare un clima di violenza e di repressione» è molto difficile capire se indirettamente o direttamente si possa contribuire a ciò che è successo tra Marocco e Spagna relativamente alla fornitura di materiale militare. Quindi, noi ci asterremo, perché riteniamo che l'ultima parte non sia accettabile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4433/3, limitatamente al dispositivo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Della Vedova, Gianni, Barbaro, Granata, Calvisi, Ginoble, Bongiorno e Bressa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 279
Astenuti 209
Maggioranza 140
Hanno votato
265
Hanno votato
no 14).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4433)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, mi rifaccio a quanto detto in discussione sulle linee generali e confermo il voto favorevole dell'Italia dei Valori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, voglio esprimermi per un minuto per molte ragioni. La prima è che ci troviamo a dare un parere favorevole e a votare favorevolmente su un accordo in questo campo tra la Repubblica italiana e il Regno del Marocco in un contesto più ampio, che ha visto la nostra delegazione in particolare, ma tutti i membri del Consiglio d'Europa italiani, presenti a una ratifica più complessiva del partenariato per l'Europa, con il Consiglio d'Europa, tra il Governo e il Parlamento del Marocco e l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
Il secondo è che, proprio in questo contesto, ratificato dall'Assemblea del Consiglio d'Europa nel mese di giugno, si inserisce anche questa azione bilaterale italiana, che, come è stato ben detto dal sottosegretario Scotti, non riguarda la fornitura di materiale militare, ma riguarda, invece, dei positivi e, confidiamo, benefici effetti nel settore della sicurezza tra i due Paesi, cosa che potrà contribuire, anche all'interno di questo contesto, a rafforzare non solo questa reciproca collaborazione, ma quegli standard di sicurezza, di democrazia e di diritti umani che il Governo e il Regno del Marocco stanno fortemente ed esemplarmente attuando nel proprio Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, preannunzio il voto favorevole della Lega Nord. Questo accordo è stato sottoscritto nel 2006, ma è propizio che giunga alla ratifica in questo momento, nel quale molti Paesi della sponda mediterranea Pag. 91stanno attraversando una forte crisi di natura civile, sociale ed economica. Il Marocco sta cercando, non senza fatica, di percorrere un cammino di riforme, a cui partecipa da protagonista il giovane sovrano Mohammed VI.
Può essere un modello di successo, ma molto dipenderà anche dal sostegno che l'Europa saprà dare a questo percorso, dimostrandosi un interlocutore attento e disponibile in questi momenti di grande turbamento per quelle popolazioni. Quindi, il nostro voto sarà favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedi. Ne ha facoltà.

MARCO FEDI. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questo provvedimento di ratifica di un accordo nel settore della cooperazione militare. Contemporaneamente, esprimiamo, come già peraltro avvenuto al Senato, forti preoccupazioni per la questione del Sahara occidentale, affinché sia affrontata e risolta, attraverso il dialogo politico e il negoziato diplomatico, la vicenda dei saharawi people.
Chiediamo un impegno prioritario per vedere affermati i diritti umani e dei popoli, questione che è stata posta all'attenzione del Parlamento con un ordine del giorno che impegna il Governo a mantenere e ad appoggiare la pressione diplomatica sulle parti in sede bilaterale ed europea, nonché in ambito ONU. L'area del Mediterraneo ha bisogno, anche nella sua sponda sud, di sviluppo economico e sociale, e in generale tutta l'area ha bisogno di sicurezza attraverso un'intensa e fattiva collaborazione.
L'accordo al nostro esame è volto allo sviluppo della cooperazione bilaterale tra le Forze armate di Italia e Marocco, allo scopo di consolidare le rispettive capacità difensive e di migliorare la reciproca comprensione sulle questioni della sicurezza. Per queste ragioni, indicate ampiamente sia in sede referente sia in sede di discussione sulle linee generali, il gruppo parlamentare del Partito Democratico voterà a favore della ratifica di questo accordo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scandroglio. Ne ha facoltà.

MICHELE SCANDROGLIO. Signor Presidente, nell'annunciare il voto favorevole del Popolo della Libertà, voglio sottolineare come il percorso che sta attualmente intraprendendo il Regno del Marocco sia un percorso che lo vede protagonista di una stagione di riforme molto importante per arrivare a stabilizzare un'area gravemente compromessa. Per questo motivo, annunciamo il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4433)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4433, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sposetti, Mariarosaria Rossi, Calgaro, Reguzzoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

S. 2622 - «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo nel campo della cooperazione militare tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno del Marocco, fatto a Taormina il 10 febbraio 2006» (Approvato dal Senato) (4433):

Presenti 483
Votanti 479
Astenuti 4
Maggioranza 240
Hanno votato 476
Hanno votato no 3
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Pag. 92

Prendo atto che il deputato Nizzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione del disegno di legge S. 2623 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato economico tra gli Stati del Cariforum, da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altra, con Allegati, Protocolli, Dichiarazioni e Atto finale, fatto a Bridgetown, Barbados, il 15 ottobre 2008 (Approvato dal Senato) (A.C. 4470) (ore 18,25).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato economico tra gli Stati del Cariforum, da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altra, con Allegati, Protocolli, Dichiarazioni e Atto finale, fatto a Bridgetown, Barbados, il 15 ottobre 2008.
Ricordo che nella seduta del 18 luglio 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4470)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4470) al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, cari colleghi, vi chiedo solamente quindici secondi di attenzione.
Il disegno di legge in esame è composto di quindici righe, di cui sette dedicate all'articolo 1.
Questi sono i 2.261 fogli degli allegati che, in veste di metri cubi, potete trovare qua sotto o dall'altra parte. Queste sono le proposte emendative presentate al disegno di legge di ratifica in esame, importantissime, una presentata anche dal collega Pianetta e dal sottoscritto. Sono solo sedici pagine. Qui ve ne sono trecento copie e altrettante sono dall'altra parte. In totale, solo per stampare gli ordini del giorno, ci sono voluti 9.600 fogli.
Allora, quando si parla di risparmiare chiedetevi se bisogna stampare tutte queste cose per la ratifica relativa alle Barbados (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gianni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 483
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato
483).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4470) al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Franzoso, Frassinetti, Mondello, Calvisi, D'Anna, Servodio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).


(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato
478
Hanno votato
no 1).

Pag. 93

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 4470)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 4470).
Qual è il parere del Governo?

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il Governo accetta l'ordine del giorno Zamparutti n. 9/4470/1.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/4470/2 espungerei nell'ultimo capoverso del dispositivo le parole «anche sanzionatorie» perché il procedimento di sanzioni è molto complesso e articolato, non e possibile indicarlo.
Il Governo inoltre accetta gli ordini del giorno Pianetta n. 9/4470/3, Barbi n. 9/4470/4 e Di Stanislao n. 9/4470/5.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/4470/2, accettato dal Governo, purché riformulato.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal Governo.
Ne approfitto per dire che senz'altro vi è uno spreco eccessivo di supporti cartacei nella nostra attività parlamentare, ma, visto che il collega ha fatto lo sforzo di portarsi dietro le 2 mila pagine, vorrei dire che non si tratta della ratifica di un Accordo con Barbados, ma con il Cariforum che è un'associazione formata da quattordici Paesi, tra cui Antigua e Barbuda, Bahamas, Barbados, Belize, Dominica, Giamaica, Grenada ed altri.
Gli ordini del giorno sui quali il Governo ha espresso parere favorevole non sono cose banali perché, in particolare, si parla di pena di morte e di diritti umani. Alcuni di questi Paesi non garantiscono né i diritti umani, né hanno ancora abrogato la pena di morte, per cui passiamo alla ratifica.
Per noi era dirimente il parere sugli ordini del giorno e, a questo punto, posso persino anticipare il voto favorevole del gruppo Italia dei Valori al disegno di legge in esame.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Zamparutti n. 9/4470/1, Evangelisti n. 9/4470/2, riformulato, Pianetta n. 9/4470/3, Barbi n. 9/4470/4 e Di Stanislao n. 9/4470/5 non insistono per la votazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4470)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, esprimo il giudizio e il voto favorevole del gruppo UdCpTP su questo importante Accordo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole della Lega Nord e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo Partito Democratico, ricordando, come ha fatto il collega Evangelisti, che c'è una condizione relativa alla moratoria sulla pena di morte, che non ha visto la quasi totalità di questi Paesi approvare l'iniziativa italiana presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite. Pag. 94
Ovviamente, nel caso in cui uno di questi Paesi dovesse procedere con alcune esecuzioni capitali, dovremmo prevedere, anche nell'ambito dell'approvazione di questa ratifica, dei provvedimenti per sospenderne l'applicazione.
E, comunque, il Partito Democratico voterà a favore di questo disegno di legge di ratifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, rifacendomi a quanto espresso in sede di discussione sulle linee generali, confermo il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
Onorevoli colleghi, dobbiamo effettuare una verifica tecnica prima di procedere con la votazione finale. Si tratta di attendere un minuto, scusate.

(Ripresa esame articoli - A.C. 4470)

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per un disguido non è stata registrata la votazione dell'articolo 3 e, quindi, dobbiamo procedere con la stessa.
Passiamo, dunque, all'esame dell'articolo 3 (vedi Allegato A - A.C. 4470), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Centemero, Mariarosaria Rossi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 465
Votanti 463
Astenuti 2
Maggioranza 232
Hanno votato
462
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che le deputate Zampa, Goisis e Froner hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4470)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4470, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lo Monte, Gava, Toto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(S. 2623 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato economico tra gli Stati del Cariforum, da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altra, con Allegati, Protocolli, Dichiarazioni e Atto finale, fatto a Bridgetown, Barbados, il 15 ottobre 2008 (Approvato dal Senato) (4470):

(Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato
474
Hanno votato
no 1).

Pag. 95

Seguito della discussione delle mozioni Cesa, Franceschini, Della Vedova, Di Pietro, Tabacci ed altri n. 1-00607 e Vannucci, Ciccanti, Favia ed altri n. 1-00693 concernenti iniziative in relazione ai danni causati dall'eccezionale ondata di maltempo che ha colpito le Marche nel mese di marzo 2011 (ore 18,30).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Cesa, Franceschini, Della Vedova, Di Pietro, Tabacci ed altri n. 1-00607 e Vannucci, Ciccanti, Favia ed altri n. 1-00693, concernenti iniziative in relazione ai danni causati dall'eccezionale ondata di maltempo che ha colpito le Marche nel mese di marzo 2011 (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta di lunedì 18 luglio 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed è intervenuto il rappresentante di Governo.
Avverto che in data odierna la mozione Cesa, Franceschini, Della Vedova, Di Pietro, Tabacci ed altri n. 1-00607 è stata ritirata dai presentatori e contestualmente è stata presentata una nuova formulazione della mozione Vannucci, Ciccanti, Favia ed altri n. 1-00693, che, secondo l'accordo dei presentatori, deve ritenersi a firma Vannucci, Baldelli, Ciccanti, Favia, Paolini, Della Vedova, Tabacci ed altri.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulla mozione Vannucci, Baldelli, Ciccanti, Favia, Paolini, Della Vedova, Tabacci ed altri n. 1-00693 (Nuova formulazione), testé annunciata.

BRUNO CESARIO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, mi rifaccio all'intervento già svolto in sede di discussione sulle linee generali. Con il Governo è stata concordata una nuova formulazione della mozione che consente di intervenire proprio sull'emergenza straordinaria attraverso quella che potrà essere la capacità di cassa per la somma urgenza, e soprattutto per quanto riguarda la deroga al Patto di stabilità.
È chiaro che non è esattamente quello che alle Marche serviva, in quanto questo intervento coprirà pochissimo percentualmente riguardo ai danni reali.
Tuttavia, rimanendo aperto e salvo il contenzioso davanti alla Corte costituzionale, nel caso in cui la Corte dichiarasse incostituzionale - come crediamo accadrà e ne siamo convinti - il cosiddetto decreto milleproroghe, si potrà accedere ad ulteriori finanziamenti che ci auguriamo il Governo possa concedere, al di là di quello che potrà mettere a disposizione proprio per la somma urgenza.
È pochissimo, lo accettiamo solo perché ovviamente le necessità sono straordinarie e contingenti, ma auspichiamo in un prossimo futuro molto di più.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, intervengo anche per dichiarare l'adesione del gruppo UdC a questa nuova riformulazione della mozione, che sostanzialmente riprende quanto era già stato presentato con la mozione del 28 marzo scorso a prima firma dell'onorevole Cesa e dei capigruppo di Italia dei Valori, Partito Democratico e Terzo Polo. Tale mozione faceva riferimento alla modifica del Patto di stabilità che non è soltanto un problema delle Marche ma di tutte le regioni d'Italia e di tutti gli enti locali che si trovano a dover fronteggiare danni di carattere naturale con dei residui attivi di centinaia di milioni, che non possono Pag. 96spendere, mentre le infrastrutture civili sono inutilizzabili e in qualche modo incidono come freno sullo sviluppo delle comunità locali, sullo sviluppo economico.
L'altra questione era quella di interpretare correttamente la modifica dell'articolo 5 della cosiddetta legge sulla Protezione civile. Ebbene, con questa mozione si vuole dare un contributo alla chiarezza poiché il cosiddetto decreto-legge milleproroghe, che abbiamo approvato all'inizio dell'anno, ha in qualche modo inceppato le cose: ha modificato la legge n. 225 del 1992 sulla Protezione civile in modo da renderne difficile l'interpretazione, perché non distingue chiaramente laddove le risorse regionali devono intervenire rispetto a quelle statali. Anzi, per come è scritto male, verrebbe interpretato in senso restrittivo, ritenendo che le risorse regionali debbano finanziare competenze in materia di Protezione civile dello Stato. Sicché sul punto la stessa regione Marche ha fatto ricorso alla Corte costituzionale di cui si sta aspettando l'esito.
Sta di fatto che con questa mozione vogliamo far sì che gli eventi a carattere nazionale (come tali definiti dalla delibera che dichiara lo stato d'emergenza, così come è avvenuto da parte del Governo nazionale), riguardino una responsabilità anche di carattere finanziario dello Stato, in modo che si possa attingere al Fondo nazionale per la Protezione civile.
Si tratta di circa 120-140 milioni che servirebbero per gli interventi urgenti, rispetto ad una spesa che è stata quantificata in 493 milioni. Per il resto delle considerazioni, signor Presidente, mi rifaccio all'intervento svolto durante la discussione sulle linee generali (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzarin. Ne ha facoltà.

MANUELA LANZARIN. Signor Presidente, anche a nome della Lega Nord Padania, esprimo il voto favorevole sulla nuova riformulazione, da noi firmata. Solamente due veloci considerazioni. Condividiamo quelli che sono gli impegni del Governo nei confronti di quelle popolazioni e di quei territori che subiscono delle calamità e che, quindi, devono avere la possibilità di intervenire, anche in deroga ai paletti del Patto di stabilità e crescita, che, molte volte, non permettono poi di essere veloci circa le iniziative da mettere in atto in quei territori medesimi. Anche noi riteniamo che si debba rivedere quella che è la normativa generale, proprio perché siamo consapevoli che si tratta di avvenimenti di carattere importante e urgente per cui è necessario un intervento, a volte anche da parte del Governo, in base a quelli che sono gli stanziamenti ed i fondi che sono reperibili. In questo contesto, però, va anche detto che il nostro Paese sta assumendo un'ottica riformista con la riforma in senso federale che vede in primis le regioni farsi carico di quella che è la gestione. In quest'ottica, quindi, diamo il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, la votazione avverrà, come lei ha ricordato, su una nuova formulazione della mozione che è a mia prima firma. Debbo un po' spiegare i motivi di questo e, soprattutto, ringraziare l'onorevole Cesa, primo firmatario della prima mozione presentata, quella del 28 marzo, assieme agli onorevoli Franceschini, Della Vedova, Di Pietro, Tabacci ed altri. Perché abbiamo dovuto presentare una nuova mozione? Perché questa era del 28 marzo e bisognava aggiornare il Parlamento rispetto a quel che era avvenuto e che non era più attuale. Sul nuovo testo si è trovato il concerto con il Governo - francamente, sottosegretario Cesario, ci aspettavamo un giudizio positivo, invece lei si è rimesso all'Aula, ma questo corrisponderà lo stesso ad un voto positivo - e la convergenza di tutti i gruppi parlamentari.
Pag. 97La mozione aggiorna quello che, purtroppo, non è successo nei cinque mesi. Non è successo niente perché, di fatto, le scelte fatte con la modifica della legge di Protezione civile che abbiamo effettuato con il milleproroghe, hanno bloccato l'attività di Protezione civile. Cosa non sapevamo nel momento in cui è stata presentata la prima mozione? Non sapevamo, ad esempio, che le Marche sono state costrette, assieme ad altre regioni, a ricorrere alla Corte costituzionale rispetto alle scelte del Governo. Non sapevamo, il 28 marzo, che, ancora oggi, 27 luglio, dopo un'emergenza che è stata riconosciuta e che ha provocato 3 vittime, 52 zone allagate, 73 strade interrotte, 493 milioni di danni, per la prima volta in questo Paese non è stata emessa alcuna ordinanza di Protezione civile. Perché non è stata emessa? Perché la regione avrebbe dovuto aumentare le tasse, non l'ha fatto e il Governo non può emettere l'ordinanza di Protezione civile. Ci siamo incagliati, purtroppo, in questa nuova legge, che non funziona. Qual è l'altro fatto nuovo? Che abbiamo audito, negli scorsi giorni, nelle Commissioni ambiente e bilancio, il prefetto Gabrielli, nuovo responsabile della Protezione civile, che ci ha lanciato l'allarme e ci ha detto che, con queste norme, la Protezione civile stessa di fatto è bloccata, è paralizzata.
Abbiamo avuto la prima esperienza con questa vicenda delle Marche perché, come sapete, il cosiddetto decreto milleproroghe è stato convertito in legge il 24 febbraio e i primi di marzo è avvenuta questa calamità nelle Marche. Poi, si è verificata in Basilicata e, insieme alle Marche, si è verificata in Abruzzo. Quindi, subito sono state tre le regioni interessate. Successivamente in Italia sono accaduti altri eventi, l'ultimo nel lago di Como.
Se rimane così la legge, la protezione civile non è di fatto operativa. Potrei commentare - ma l'abbiamo già fatto nel momento in cui convertivamo il decreto-legge milleproroghe - come questa norma sia sbagliata ma soprattutto vorrei richiamare l'attenzione del Parlamento su un punto.
L'ordinanza di protezione civile che il Presidente del Consiglio ha emesso dichiara per la regione Marche uno stato di emergenza a seguito di evento calamitoso di tipo C. Quest'ultimo presuppone il fatto che la regione non può farcela da sola. L'articolo 119 della Costituzione prevede il vincolo di solidarietà fra le regioni. Allora, dopo cinque mesi dagli eventi, abbiamo ancora frane, strade interrotte, imprese non indennizzate, famiglie evacuate per le quali non è stata trovata la soluzione. Vorrei, dunque, richiamare l'attenzione - e concludo - sul dispositivo.
Noi qui, sottosegretario Cesario, abbiamo una grande possibilità: il fatto che la regione Marche insieme alla regione Abruzzo e alle altre regioni abbiano aperto un contenzioso presso la Corte costituzionale ci permette, nelle more di definizione del contenzioso, di emettere comunque l'ordinanza di protezione civile. Certo, rispetto alle risorse disponibili, tuttavia, bisogna trovare le risorse perché queste imprese, soprattutto il settore calzaturiero che è stato colpito, devono in qualche modo ripartire. Se anche la regione Marche stabilisse tutte le tasse richieste, visto che è piccola, recupererebbe 20 milioni rispetto ai 500 milioni necessari.
Dunque, per le spese più urgenti va emanata l'ordinanza di protezione civile. Bisogna, più in generale, rivedere la legge; poi un'altra proposta, signor Presidente, che è possibile attuare è la seguente: i comuni sono stati i primi ad intervenire. Quando si è verificata una calamità, cosa hanno fatto? Hanno chiamato le imprese, hanno chiamato i mezzi di movimento terra. Oggi non li possono pagare perché sono bloccati dal Patto di stabilità, come sapete. È necessaria almeno una norma che autorizzi una deroga solo per i lavori urgenti in modo da pagare queste imprese. Questo si potrebbe fare. Questo è il terzo paragrafo della mozione.
Per questi motivi chiediamo alla Camera di votare la mozione Vannucci n. 1-00693 (Nuova formulazione), ma soprattutto subito dopo, da domani, di essere Pag. 98conseguenti, cioè di emettere l'ordinanza di protezione civile e studiare una norma di deroga al Patto di stabilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccioli. Ne ha facoltà.

CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, cercherò di essere breve, ma alcune osservazioni vanno precisate. Sicuramente è stata una catastrofe per certi punti di vista, anche se per la verità non gravissima. Ci sono stati purtroppo anche dei morti, però rispetto ad altre calamità che abbiamo avuto nelle Marche questa è stata minore. In quei giorni, il 27-28 febbraio - 1o marzo, ci sono stati gravi danni nella nostra regione: un'alluvione e, soprattutto, molti fiumi hanno straripato e, quindi, hanno comportato danni ulteriori sul danno alluvionale.
Sono state dette molte cose, è stata fatta molta demagogia. Addirittura è stata messa in circolazione una frase: il Governo porta la tassa sulle disgrazie. Affermazione estremamente demagogica che oggettivamente è di una stupidità assoluta, ma che può fare presa.
Ora dobbiamo sottolineare un aspetto: quando abbiamo approvato il cosiddetto decreto milleproroghe ciò non è stato fatto solo per emanare delle norme o per prorogare vecchie norme e riportarle in vigore, ma è stata intrapresa una linea.
La linea è stata quella, che più volte viene dichiarata da tutti, del rigore ed il rigore ovviamente c'è in tutte le occasioni, anche nelle occasioni dolorose come questa. È un dato che in passato molte volte le disgrazie, anche disgrazie molto gravi, diventavano poi una risorsa, in quanto sulla disgrazia intervenivano forti finanziamenti statali che permettevano ricostruzioni, investimenti e nuovo sviluppo. Tutto questo in epoca di bilanci positivi è stato possibile. Oggi ci troviamo di fronte ad un quadro finanziario internazionale e nazionale molto difficile, per cui risorse aggiuntive all'ordinario è sempre difficilissimo reperirle. Quindi ci siamo dati una norma, giustamente il Governo ha posto dei paletti: prima di tutto deve impegnarsi il territorio colpito, in questo caso la regione o le regioni colpite, e successivamente lo Stato, in condizioni straordinarie, può svolgere un'opera di sussidiarietà.
Su questo testo, che poi è stato approvato, io tralascio ciò che è stato detto in quest'Aula, ma per esempio è stato detto - ed è a verbale - che addirittura la nostra regione avrebbe avuto un taglio dei trasferimenti del 67 per cento, cosa che non sostiene più neanche il presidente della regione, che pure in passato, all'inizio, lo aveva detto.
Ebbene, come dicevo è stato trovato un punto di incontro su due cose di buonsenso, le spese di somma urgenza e la possibilità di derogare al Patto di stabilità, su cui si può intervenire da subito. Ma è evidente che le regioni devono prevenire queste situazioni e in questo senso vi è stata una responsabilità della regione Marche, che in questi anni non ha prevenuto il dissesto idrogeologico. È stato detto che pochi sono stati i trasferimenti dello Stato sul piano idrogeologico, e questo è sicuramente vero, ma non è stato detto che vi sono state proposte forti di imprenditori di intervenire sull'argine dei fiumi gratuitamente. Infatti ciò che è un investimento, la prevenzione, rappresenta anche una risorsa per via della ghiaia e degli altri materiali di risulta che possono essere asportati. Ma tutto questo purtroppo non è stato fatto. Andrebbe fatto, anzi andrebbero create le procedure ad hoc.
Ma torniamo al testo: concludendo, questo testo è sicuramente un intervento, per quanto modesto, in periodi di crisi dello Stato, nei confronti della disgrazia che ha colpito la nostra regione, la regione a cui tengo e a cui credo che tutti i parlamentari delle Marche che hanno firmato le prime mozioni tengano e sicuramente intervenire, anche se in maniera parziale, è un dato positivo. Concludo dicendo che questo ovviamente è un primo atto, perché la materia va sicuramente approfondita. Poi vanno trovate delle indicazioni chiare e nette, che possano mettere Pag. 99tutti di fronte alla propria responsabilità: gli enti territoriali, la regione e ovviamente lo Stato centrale.
Con questo spirito ovviamente dichiaro il voto favorevole al documento, che viene condiviso e controfirmato da gruppi di maggioranza e di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vannucci, Baldelli, Ciccanti, Favia, Paolini, Della Vedova, Tabacci ed altri n. 1-00693 (Nuova formulazione), su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Repetti... Onorevole Giammanco... Onorevole Pionati... Onorevole Peluffo... Onorevole Iannaccone... Onorevole Valducci... Onorevole Pagano... Onorevole Narducci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 462
Votanti 456
Astenuti 6
Maggioranza 229
Hanno votato 456
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Come da intese intercorse, lo svolgimento degli ulteriori punti iscritti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani, a partire dalle ore 10.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale il senatore Francesco Casoli, in sostituzione del senatore Carlo Vizzini, dimissionario.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,55).

LINO DUILIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti.

LINO DUILIO. Signor Presidente, pensavo di avere qualche minuto in più, comunque, mi limiterò all'essenziale. Intervengo per segnalare, per l'ennesima volta, il problema della mancata risposta, ad una risoluzione - che ha avuto, in questo caso, approvazione bipartisan dalla Commissione affari sociali - che riguarda la problematica, drammatica dei danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, per i quali, con un'interpretazione, ad avviso dei commissari un poco eccentrica, rispetto a quello che è previsto dalla legge, il Ministero, in sede di ricorso gerarchico improprio, rimette in discussione quella che è stata la valutazione della commissione medico-ospedaliera e, anziché rispondere nel merito del ricorso per la reiezione dell'istanza che, generalmente, è di ordine amministrativo, perché attiene alla intempestività di presentazione della domanda dovuta alla scarsa conoscenza della legge da parte di questi poveri cittadini, cosa fa? Si arroga il diritto di rimettere in discussione la sostanza della questione, cioè l'eziologia, come dice il rapporto, tra la patologia e la vaccinazione che, ripeto, è obbligatoria.
Abbiamo contestato questo modo di procedere al Ministero, che è assolutamente eccentrico, per definirlo con un eufemismo giuridico, perché abbiamo documentato che sia da un punto di vista dottrinale che giurisprudenziale, non ha alcun fondamento il comportamento del Ministero. Abbiamo presentato interrogazioni, Pag. 100anche a risposta scritta e in Commissione e, da ultimo, nel febbraio scorso, una risoluzione bipartisan, lo ripeto - e lo dico anche a nome della collega Castellani, che l'ha cofirmata insieme all'allora rappresentante di gruppo, onorevole Livia Turco, e ad altri colleghi -, che chiedeva al Ministero di rimettere, quella che riteniamo essere la non ortodossia della procedura, al Consiglio di Stato, come peraltro ha già fatto in occasione di altre vicende, laddove ha sottolineato che non si può andare oltre il petitum, come si dice giuridicamente. Tuttavia, siamo al 27 luglio e non è ancora arrivata risposta.
Signor Presidente, siccome la questione è drammatica e riguarda la pelle dei cittadini, ogni giorno interverrò in Aula, a fine lavori, se non arriverà risposta da parte del Ministero, e mi riservo di scrivere anche al Presidente della Repubblica, perché è inconcepibile che il Governo non risponda ad una risoluzione approvata all'unanimità dal Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Duilio, la Presidenza si attiverà nella direzione da lei sollecitata.

SOUAD SBAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti.

SOUAD SBAI. Signor Presidente, non bastano le parole per descrivere la catastrofe che sta letteralmente facendo sprofondare il popolo somalo nell'abisso; un popolo, come ci ha oggi descritto il presidente della comunità somala in Italia, Ali Abukar Hayo, martoriato da violenze ed estremismo. Siamo al collasso del quadrante. Interveniamo prima che sia troppo tardi, perché quando l'esodo di milioni di persone affamate e terrorizzate inizierà, non risparmierà nessuno. Non si può lasciare un popolo inerme al suo destino, anche e soprattutto, in virtù del rapporto che lega l'Italia alla Somalia. Donne, bambini e anziani muoiono a migliaia e domani, se non ci si attiva al più presto, avremo una Somalia ridotta ad un enorme cimitero a cielo aperto. Bene gli aiuti europei, ma occorre che questi arrivino subito a destinazione, perché finora la Somalia non ha visto nulla, nemmeno una razione di cibo.
Chiedo al Ministro degli affari esteri, Frattini, di attivarsi immediatamente per sapere dove sono finiti gli aiuti alla popolazione somala e per farsi primo attore di un'iniziativa europea di sostegno vero, che obblighi l'Unione europea ad intervenire con una missione, una vera missione umanitaria in aiuto a una nazione già dilaniata dall'estremismo e dalla guerra (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e del deputato Touadi).

LUCIANO MARIO SARDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, intervengo per due minuti per farne guadagnare un po' di più all'Aula nelle prossime settimane. Anche oggi sono stato costretto più volte a sollecitare lo sblocco della possibilità di votare, in quanto con le mie impronte, di fatto, non riesco a votare.
C'è stata una lunga corrispondenza epistolare con il Presidente della Camera, che ha trovato una risposta purtroppo debbo dire «burocratica» - il mio apprezzamento per il Presidente è totale - dicendomi che, avendo scelto il riconoscimento delle impronte come modalità di voto, non può essere tolta tale forma di modalità di voto. Tra l'altro, ho provato anche con gli uffici a riprendere le impronte.
Sono anni che più volte, durante le votazioni, debbo richiamare la vostra attenzione per lo sblocco della modalità di voto e questo comporta una perdita di tempo, un disagio e una difficoltà. Vi prego, se non è possibile liberarmi da questa incombenza, di liberare l'Aula dalle mie urla di richiamo della vostra attenzione e che, almeno nei giorni in cui si vede chiaramente che le impronte non Pag. 101vengono riconosciute, di provvedere ad uno sblocco per tutta la giornata, lasciandomi almeno la possibilità di votare, come oggi non mi è stato permesso almeno in un paio di votazioni.

MASSIMO POLLEDRI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, intervengo per sollecitare il Governo a dare attuazione alla risoluzione Togni e Polledri n. 7-00535, relativa alla revisione delle norme tecniche sulle costruzioni relative all'uso dell'acciaio B450. Dico questo, signor Presidente, perché c'è già un accordo tecnico da parte della presidenza del Consiglio superiore dei lavori pubblici con tutti gli operatori del settore e questo da tempo non viene attuato.
Non si tratta di un vezzo ideologico o ingegneristico. Da questo dipendono centinaia di posti di lavoro di imprese che, soprattutto al Nord, ma non solo, per il mancato adeguamento di questa norma tecnica si vedono costrette a mettere in cassa integrazione centinaia di lavoratori. Per questo chiedo alla Camera di farsi parte attiva presso il Ministero delle infrastrutture (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, impiegherò pochi secondi per ricordare anch'io, come diceva la collega Sbai, la situazione in Somalia, che è veramente tragica. Capisco che abbiamo mille altre cose a cui pensare però, se riflettessimo, forse una zona che è stata per tanti decenni anche una parte del nostro Paese meriterebbe più attenzione.
Sollecito il Governo a venire almeno in Commissione esteri a parlare della situazione in Somalia. Ci sentiamo in difficoltà: pensate soltanto ai problemi che abbiamo con gli eritrei, che scappano dall'Eritrea per venire in Italia. Ci sentiamo in difficoltà; tra l'altro, questi eritrei parlano anche l'italiano. La situazione in Somalia è ancora più difficile e ciò deriva da ormai vent'anni di guerra. Abbiamo anche un collega qui che ha sofferto sulla propria pelle la presenza italiana - in questo caso, in missione di pace - in Somalia: il collega Paglia. Quindi, prego veramente la Presidenza di intervenire su questo argomento.

PRESIDENTE. La Presidenza si attiverà nella direzione da lei chiesta.

RENATO FARINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO FARINA. Signor Presidente, volevo associarmi alle parole accorate dei colleghi Sbai e Zacchera anche per segnalare a tutta l'Aula, nella quale spesso non c'è sufficiente comunicazione dei lavori che si fanno - anche perché le agenzie di stampa riprendono altri tipi di notizie - che comunque stamattina abbiamo approvato all'unanimità una risoluzione - è stato il primo Parlamento d'Occidente che lo ha fatto - che impegna il Governo a intervenire con forza dentro il contesto della carestia del Corno d'Africa.
C'è stata, l'altro giorno, un'importantissima riunione della FAO a Roma, che ha evidenziato come siano 12 milioni le persone a rischio a causa di questa che è una vera e propria carestia, aggravata dal fatto che, innanzitutto, non esiste, specialmente in Somalia che è la maggiore vittima di questa situazione, un vero e proprio Stato e, in secondo luogo, i radicali islamici impediscono l'arrivo di qualsiasi forma di soccorso.
Il Ministro Frattini è intervenuto e ha garantito l'impegno dell'Italia per costituire una sorta di corridoio aereo per portare cibo in Somalia e ha già stanziato una cifra di alcuni milioni di euro per le Pag. 102primissime necessità. Del resto, l'Italia si è impegnata da tempo per sostenere un tipo di agricoltura sostenibile in quel territorio. Quindi, aderendo all'invito del Santo Padre - e vi invito a leggere la risoluzione che abbiamo approvato - il Governo italiano si impegna fortemente in questa direzione.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 28 luglio 2011, alle 10:

1 - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
TOMMASO FOTI; IANNUZZI ed altri; IANNUZZI; BOCCI ed altri: Disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici e dei borghi antichi d'Italia (C. 169-582-583-1129-A).
- Relatore: Stradella.

2. - Seguito della discussione delle mozioni Esposito, Ghiglia, Allasia, Calgaro, Cambursano, Vernetti ed altri n. 1-00638 e Di Biagio ed altri n. 1-00698 concernenti iniziative per destinare le risorse disponibili presso l'Agenzia olimpica Torino 2006 a favore della regione Piemonte.

(al termine delle votazioni)

3. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 19,05.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO GIANPAOLO DOZZO SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 4142

GIANPAOLO DOZZO. L'esame in Commissione di questo provvedimento, che ne ha visto l'approvazione rapida e all'unanimità senza che fossero sollevate da alcuna parte osservazioni, ha sottolineato quasi esclusivamente come questo paese arabo stia, negli ultimi due anni, facendo grandi passi tutti nella direzione di voler collaborare con il mondo occidentale in maniera positiva e efficace.
In particolare, trattandosi di un accordo nel campo della difesa, abbiamo valutato positivamente la partecipazione del Qatar a missioni internazionali, anche a fianco del nostro Paese, volte alla stabilizzazione e alla pacificazione di aree calde del vicino oriente.
È importante quindi evidenziare il rilievo politico-strategico dell'Accordo che ci accingiamo a ratificare. Per quel che riguarda i contenuti, ne cogliamo le aree nei settori della cooperazione, tra cui le politiche degli appalti nel settore militare; l'importazione, esportazione e trasporto di armi conformemente alle rispettive normative nazionali; la partecipazione ad operazioni umanitarie e di peacekeeping; l'ottemperanza ai trattati internazionali in materia di sicurezza, difesa e controllo degli armamenti; l'organizzazione e l'equipaggiamento delle unità militari, come anche il relativo addestramento e formazione; l'impatto ambientale provocato dalle attività militari; gli sport militari. Le forme attraverso le quali strutturare la cooperazione prevista dall'Accordo sono, oltre a riunioni dei vertici politici e militari del settore, lo scambio di know how tra le Parti, la partecipazione reciproca ad attività di formazione e di esercitazione - inclusi corsi e conferenze. È prevista altresì la visita a navi da guerra, aerei ed altre installazioni militari, come anche lo scambio di attività culturali e sportive.
In ragione dunque dell'ampia portata del trattato in un settore così strategico e delicato come la difesa, e del crescente ruolo internazionale che il Qatar pare intenzionato a giocare nel prossimo futuro, dichiaro il voto favorevole del mio gruppo.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO GIANPAOLO DOZZO SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 4143

GIANPAOLO DOZZO. L'adesione a questo protocollo rappresenta quasi un atto dovuto trattandosi di fatto di un Pag. 103«aggiornamento», dovuto alle mutate condizioni di contesto e all'evoluzione della materia fiscale e finanziaria a livello comunitario ed internazionale, della Convenzione sulla mutua assistenza amministrativa in materia fiscale già in vigore dal 1995 e a cui il nostro paese ha aderito con legge 10 febbraio 2005, n. 19.
La Convenzione era stata a suo tempo predisposta e attuata allo scopo di favorire la cooperazione amministrativa in materia fiscale in tutte le sue forme, dallo scambio di informazioni all'assistenza al recupero dei crediti di natura tributaria, al fine di intensificare la lotta all'evasione e all'elusione fiscali internazionali.
Il Protocollo alla Convenzione che oggi stiamo esaminando è lo strumento per allineare il testo della Convenzione allo standard dell'OCSE attualmente in uso, in particolare per gli aspetti che riguardano la trasparenza e lo scambio di informazioni.
Di questo protocollo tengo soprattutto a sottolineare, per la loro importanza in un periodo come quello che stiamo vivendo, nel quale gli strumenti finanziari hanno ampiamente dimostrato di essere di difficile controllo e di difficile prevedibilità nei loro esiti, le finalità di contrasto dell'evasione e di aiuto alla cooperazione fiscale multilaterale tramite l'ampliamento dello scambio di informazioni in materia fiscale.
Da ultimo richiamo l'attenzione del Governo e, se possibile, del Ministro dell'economia sul punto, certamente a lui conosciuto, della rinegoziazione anche degli accordi bilaterali tra singoli Stati in materia di reciproca assistenza fiscale, sempre nel quadro dello standard OCSE. Mi riferisco naturalmente al caso della Svizzera, con la quale tale bilaterale non riesce a giungere a buon fine a causa di alcune riserve da parte italiana che credo sia il momento di affrontare e superare.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO GIANPAOLO DOZZO SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 4192

GIANPAOLO DOZZO. L'Accordo di partenariato globale e cooperazione tra la Comunità Europea e l'Indonesia si propone di essere appunto un Accordo «quadro» nel senso che definisce un quadro giuridico di riferimento sul quale costruire una nuova cooperazione tra l'Unione europea e l'Indonesia.
L'Indonesia, in questo caso occorre proprio dirlo, non è un partner scelto a caso ma nell'area, quella degli accordi ASEAN, sta svolgendo un crescente ruolo rispetto agli altri Paesi e noi, insieme all'Europa, auspichiamo che possa divenire sempre più punto di riferimento per la lotta al fondamentalismo islamico di matrice terrorista, dal quale l'Indonesia ha subìto pesanti attentati, e possa rappresentare, sia pure tra difficoltà ed incertezze, un modello di coesistenza tra democrazia, Islam e modernità.
Questo accordo parte da alcuni impegni fondamentali in materia di rispetto dei diritti umani, di lotta al terrorismo e di contrasto alla proliferazione delle armi di distruzione di massa. Poste queste basi l'intento dell'accordo è quello di rafforzare la reciproca collaborazione in un vasto numero di settori.
Durante il dibattito in Commissione esteri abbiamo avuto modo di sottolineare come l'Accordo sia oggi quanto mai opportuno anche alla luce del crescente ed ormai significativo interscambio commerciale, che tra l'Indonesia e l'Unione europea nel suo complesso ha raggiunto nel .2008 i 135 miliardi di euro e una crescita media del 7 per cento annua nel periodo 1995-2008.
In Indonesia operano ben 700 aziende europee, tra cui le principali «imprese» del nostro Paese: ENI, Perfetti Van Melle, Prysmian Pirelli, Assicurazioni Generali ed ENEL, solo per citarne alcuni. L'Accordo che stiamo ratificando rafforzerà questa tendenza favorendo anche la presenza di imprese più piccole e amplierà questo dinamismo commerciale anche grazie alla istituzione di un EU Economic Cooperation Facility, un fondo con lo specifico obiettivo di facilitare le relazioni commerciali e di ridurre le numerose misure protezionistiche Pag. 104indonesiane che ad oggi penalizzano le esportazioni dei Paesi dell'Unione europea.
Auspico pertanto, insieme al mio gruppo, una sollecita approvazione di questo provvedimento.

CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO GIANPAOLO DOZZO SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 4201

GIANPAOLO DOZZO. L'accordo che stiamo esaminando si inserisce come aggiornamento ed attualizzazione di quello che al momento è il principale quadro di riferimento delle relazioni tra l'Unione europea e il Sudafrica, cioè l'Accordo sugli scambi, lo sviluppo e la cooperazione, firmato nel 1999, e che prevedeva fin dalla sua entrata in vigore un periodo di transizione di dieci anni allo scadere dei quali si sarebbe operata una revisione. Ed eccoci, stranamente puntuali, con questo accordo di modifica firmato nel 2009 a Kleinmond.
Il primo Accordo, incentrato principalmente sulla creazione di un'area di libero scambio, il cui acronimo è FTA, si proponeva di arrivare a coprire circa il 90 per cento del commercio tra le due parti e allo steso tempo di promuovere un'integrazione regionale nell'area.
L'accordo di revisione che oggi ratifichiamo, che sarà probabilmente solo il primo di una serie di revisioni a cadenza regolare negli anni a venire, tende ad ampliare l'ambito di azione dell'accordo a temi più sensibili, che comprendono la proliferazione di armi, la sicurezza, l'immigrazione, la proliferazione di armi, la sicurezza, l'immigrazione, la cooperazione allo sviluppo, ma soprattutto istituisce anche un dialogo regolare a livello politico istituzionale.
Il Sudafrica resta oggi il principale paese di riferimento, non solo a livello economico ma politico, con la forza che gli deriva dalla sua storia, in un'area, quella dell'Africa Sub sahariana, troppo spesso trascurata dal dibattito europeo, non possiamo dunque che sostenere, come gruppo, questo ed altri provvedimenti che rafforzino il dialogo con questo paese e intensifichino i rapporti bilaterali e multilaterali.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO GIANPAOLO DOZZO SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 4388

GIANPAOLO DOZZO. Sulla falsariga di accordi simili firmati con altri paesi, l'atto che ci accingiamo a ratificare è lo strumento con cui due Stati cercano di rendere più trasparente, corretto e, in definitiva, migliore e più sicuro l'interscambio commerciale attraverso il rispetto delle leggi e delle regole in materia doganale.
Con questo accordo Italia ed Argentina si impegnano reciprocamente a fornirsi assistenza e cooperazione, per il tramite delle rispettive Autorità doganali, con lo scopo di assicurare il pieno rispetto della legislazione doganale e realizzare un'efficace azione di previsione, investigazione e repressione delle violazioni alla normativa.
I contenuti sono abbastanza standardizzati perché ricalcano il modello condiviso elaborato dall'OMD (Organizzazione mondiale delle dogane), e si inseriscono ed integrano il quadro giuridico definito da altri accordi con la repubblica Argentina, tra i più importanti dei quali sottolineo la Convenzione per l'assistenza giudiziaria in materia penale, in vigore dal 1991.
Pertanto annuncio il voto favorevole della Lega Nord Padania.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO GIANPAOLO DOZZO SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 4374

GIANPAOLO DOZZO. L'Accordo di revisione dei cosiddetti «accordi di Cotonou» è un atto complesso, come lo erano gli atti che va a revisionare e che vengono, obbligatoriamente, rivisti ogni cinque anni Pag. 105data l'ampiezza delle materie trattate e gli scenari in continua evoluzione nei quali si inseriscono.
L'originale accordo era stato siglato a Cotonou il 23 giugno 2000 e ratificato nel 2002, coinvolgendo da un lato i paesi uniti nella CE e dall'altro i cosiddetti paesi ACP Africa-Caraibi-Pacifico; ma la cooperazione tra i paesi ACP e la Comunità europea risale alle origini stesse della CE e rappresenta un aspetto particolarmente importante della politica di sviluppo dell'Unione europea e delle sue relazioni esterne in generale.
Nata inizialmente come istituzionalizzazione dei rapporti tra Paesi della neonata CEE e le loro ex-colonie, tutta la storia dell'Unione europea è segnata da un progressivo approfondimento degli strumenti di aiuto e di cooperazione nei confronti di questi paesi. Sono state siglate ben quattro Convenzioni di Lomé che hanno stabilito un partenariato sempre più stretto, profondo e complesso che si articolava intorno a due poli principali: la cooperazione economica e commerciale e la cooperazione allo sviluppo.
L'Accordo di Cotonou del 2000, partendo da queste premesse ha organizzato complessivamente i rapporti con i Paesi ACP e la portata di questa relazione è ben rappresentata dalla struttura poderosa del trattato, composto da un Preambolo, cento articoli, sei Allegati e otto Protocolli.
Cito solo il preambolo che indica e riassume gli obiettivi di questo dialogo: esso richiama con chiarezza gli obiettivi fissati dalle varie Conferenze delle Nazioni Unite sui quali ha anche insistito il DAC (Comitato di assistenza allo sviluppo dell'OCSE), ossia il dimezzamento, entro il 2015, del numero di persone che vivono in condizioni di estrema povertà. Il Preambolo richiama altresì gli impegni assunti nel quadro dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), che fanno da sfondo all'impianto dell'Accordo.
L'Accordo di Cotonou è inoltre di importanza fondamentale perché costituisce il quadro nel quale si innesta, anche a livello finanziario, l'intera cooperazione allo sviluppo europea, attraverso il Fondo europeo di sviluppo (FES) ed i crediti della Banca europea per gli investimenti (BEI).
Quello che oggi portiamo all'esame di quest'aula rappresenta, come ho già detto, la seconda revisione quinquennale degli accordi di Cotonou, ed è un testo significativo perché modifica profondamente il testo originale. Richiamerò solo due aspetti che ritengo centrali: la valorizzazione della dimensione dell'integrazione regionale, in tutti i contesti di riferimento e non solo con riferimento al crescente ruolo dell'Unione africana; il rapporto tra sicurezza e sviluppo, cioè l'affermazione chiara che solo in assenza duratura di conflitto possiamo sperare che un'azione di sviluppo economico e sociale possa avere successo.
Inoltre l'accordo pone in evidenza, cosa che ritengo fondamentale, la questione dell'efficacia degli aiuti allo sviluppo e della coerenza delle politiche relative, che l'Unione europea si impegna a promuovere fra gli Stati membri (anche nel nostro Paese quindi!)
Dal punto di vista istituzionale si mira ad incrementare il novero degli attori del dialogo politico, includendovi i Parlamenti nazionali, nonché entità non statali quali la società civile dei paesi ACP.
Infine è stato modificato il Protocollo 3 dell'Accordo di Cotonou, sì da consentire al Sudafrica di aderire all'Accordo in esame, pur senza essere Parte dell'Accordo del 2000; ed è stata adottata una Dichiarazione congiunta su migrazioni e sviluppo, come orizzonte programmatico di una cooperazione in settori rilevanti quali le rimesse degli emigranti, la riammissione, la tratta di esseri umani.
Invito dunque a procedere convintamente nella ratifica di questo accordo e preannuncio il voto favorevole del mio gruppo.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO GIANPAOLO DOZZO SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 4470

GIANPAOLO DOZZO. L'Accordo in esame riguarda il partenariato economico Pag. 106tra gli Stati del Cariforum, sostanzialmente tutte le isole caraibiche con esclusione di Cuba che non ha partecipato ai negoziati, e l'Unione europea e i suoi Stati membri, sottoscritto il 15 ottobre 2008 nell'ambito del più ampio dialogo tra l'Unione europea ed i paesi ACP di cui abbiamo trattato ampiamente a proposito degli accordi di Cotonou.
Con la firma di un Accordo di partenariato economico, i Caraibi e l'Europa intendono far leva sui loro legami economici di lunga data al fine di promuovere la crescita, l'occupazione e lo sviluppo nella regione dei Caraibi.
È un accordo che ha acceso un certo dibattito, centrato sulle condizioni specifiche di questi paesi, territori spesso «difficili» da controllare da parte delle autorità costituite, sede di traffici illeciti legati alla droga ed alla prostituzione.
Credo tuttavia che la strada del dialogo non sia mai quella sbagliata, e ritengo quindi che non ci sia ragione per non proseguire nella ratifica di questo che è a tutti gli effetti un accordo di cooperazione e di conoscenza reciproca.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Cazzola e a 1-690 484 484 243 484 50 Appr.
2 Nom. Moz. Nirenstein e a 1-669 - em.1 486 484 2 243 484 48 Appr.
3 Nom. em. 2 501 499 2 250 499 48 Appr.
4 Nom. Moz. Nirenstein e a 1-669 voto fin 527 520 7 261 520 44 Appr.
5 Nom. Moz. Orlando L. e a 1-687 528 515 13 258 515 44 Appr.
6 Nom. Moz. Reguzzoni e a 1-671 rif. 503 502 1 252 502 43 Appr.
7 Nom. Moz. Cimadoro e a 1-684 rif. 505 503 2 252 503 43 Appr.
8 Nom. Moz. Moffa e a 1-688 rif. 506 505 1 253 505 43 Appr.
9 Nom. Moz. Formisano A.T. e a 1-689 rif. 508 506 2 254 506 43 Appr.
10 Nom. Moz. Lulli e a 1-696 rif. 510 507 3 254 507 43 Appr.
11 Nom. Ddl 4142 - articolo 1 446 445 1 223 445 55 Appr.
12 Nom. articolo 2 454 452 2 227 452 55 Appr.
13 Nom. articolo 3 463 461 2 231 461 55 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 4 468 466 2 234 466 55 Appr.
15 Nom. Ddl 4142 - voto finale 483 482 1 242 482 53 Appr.
16 Nom. Ddl 4143 - articolo 1 482 482 242 482 53 Appr.
17 Nom. articolo 2 487 485 2 243 485 53 Appr.
18 Nom. articolo 3 482 482 242 482 53 Appr.
19 Nom. Ddl 4143 - voto finale 487 487 244 487 52 Appr.
20 Nom. Ddl 4192 - articolo 1 492 491 1 246 491 52 Appr.
21 Nom. articolo 2 491 491 246 491 52 Appr.
22 Nom. articolo 3 494 494 248 494 52 Appr.
23 Nom. odg 9/4192/1 496 466 30 234 181 285 52 Resp.
24 Nom. Ddl 4192 - voto finale 496 494 2 248 492 2 50 Appr.
25 Nom. Ddl 4201 - articolo 1 496 496 249 496 50 Appr.
26 Nom. articolo 2 491 491 246 491 50 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo 3 499 499 250 499 50 Appr.
28 Nom. Ddl 4201 - voto finale 482 481 1 241 481 50 Appr.
29 Nom. Ddl 4388 - articolo 1 487 486 1 244 486 50 Appr.
30 Nom. articolo 2 483 482 1 242 482 50 Appr.
31 Nom. articolo 3 482 481 1 241 481 49 Appr.
32 Nom. articolo 4 491 489 2 245 488 1 49 Appr.
33 Nom. Ddl 4388 - voto finale 484 480 4 241 479 1 49 Appr.
34 Nom. Ddl 4373 - articolo 1 487 487 244 487 49 Appr.
35 Nom. articolo 2 486 484 2 243 484 49 Appr.
36 Nom. articolo 3 479 479 240 479 49 Appr.
37 Nom. articolo 4 489 489 245 488 1 49 Appr.
38 Nom. Ddl 4373 - voto finale 491 490 1 246 489 1 49 Appr.
39 Nom. Ddl 4374 - articolo 1 480 479 1 240 478 1 49 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 2 493 491 2 246 490 1 49 Appr.
41 Nom. articolo 3 488 487 1 244 486 1 49 Appr.
42 Nom. Ddl 4374 - voto finale 491 489 2 245 489 49 Appr.
43 Nom. Ddl 4433 - articolo 1 490 490 246 490 49 Appr.
44 Nom. articolo 2 480 480 241 479 1 49 Appr.
45 Nom. articolo 3 491 490 1 246 490 49 Appr.
46 Nom. articolo 4 492 492 247 492 49 Appr.
47 Nom. odg 9/4433/3 I p. 488 484 4 243 212 272 49 Resp.
48 Nom. odg 9/4433/3 II p. 488 279 209 140 265 14 49 Appr.
49 Nom. Ddl 4433 - voto finale 483 479 4 240 476 3 49 Appr.
50 Nom. Ddl 4470 - articolo 1 484 483 1 242 483 49 Appr.
51 Nom. articolo 2 480 479 1 240 478 1 49 Appr.
52 Nom. articolo 3 465 463 2 232 462 1 49 Appr.
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 54)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. Ddl 4470 - voto finale 475 475 238 474 1 49 Appr.
54 Nom. Moz. Vannucci e a. 1-693 n.f. 462 456 6 229 456 49 Appr.