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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 497 di giovedì 7 luglio 2011

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 9,35.

MICHELE PISACANE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bongiorno, Brugger, Brunetta, Buttiglione, Carfagna, Castiello, Catone, Cesario, Cicchitto, Colucci, Craxi, Crimi, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Fava, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Giancarlo Giorgetti, Giro, Leo, Lusetti, Mantovano, Martini, Meloni, Migliavacca, Misiti, Moffa, Mura, Leoluca Orlando, Ravetto, Reguzzoni, Paolo Russo, Sisto e Tenaglia sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Trasferimento a Commissioni in sede legislativa della proposta di legge n. 4019 ed abbinate (ore 9,43).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissioni in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale le sotto indicate Commissioni hanno chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:

alle Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro):
DI CENTA ed altri: «Norme in materia di previdenza e di tutela della maternità per gli atleti non professionisti» (4019).

(Le Commissioni hanno elaborato un nuovo testo).

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Per consentire alle stesse Commissioni di procedere all'abbinamento richiesto dall'articolo 77 del Regolamento sono quindi trasferite in sede legislativa anche le proposte di legge: DI CENTA ed altri: «Disposizioni per il sostegno dello sport femminile e per la tutela della maternità delle atlete che praticano attività sportiva agonistica dilettantistica» (1286) e CECCACCI RUBINO ed altri: «Introduzione, in via sperimentale, di un'indennità di maternità per gli atleti che praticano attività sportiva dilettantistica» (3655).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,44).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di Pag. 2preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 10-51-136-281-285-483-800-972-994-1095-1188-1323-1363-1368 - D'iniziativa dei senatori: Ignazio Roberto Marino ed altri; Tomassini ed altri; Poretti e Perduca; Carloni e Chiaromonte; Baio ed altri; Massidda; Musi ed altri; Veronesi; Baio ed altri; Rizzi; Bianconi ed altri; D'Alia e Fosson; Caselli ed altri; D'Alia e Fosson: Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 2350-A) e delle abbinate proposte di legge: Binetti ed altri; Rossa ed altri; Farina Coscioni ed altri; Binetti ed altri; Pollastrini ed altri; Cota ed altri; Della Vedova ed altri; Aniello Formisano ed altri; Saltamartini ed altri; Buttiglione ed altri; Di Virgilio ed altri; Palagiano ed altri. (A.C. 625-784-1280-1597-1606-1764-bis-1840-1876-1968-bis-2038-2124-2595) (ore 9,45).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, d'iniziativa dei senatori Ignazio Roberto Marino ed altri; Tomassini ed altri; Poretti e Perduca; Carloni e Chiaromonte; Baio ed altri; Massidda; Musi ed altri; Veronesi; Baio ed altri; Rizzi; Bianconi ed altri; D'Alia e Fosson; Caselli ed altri; D'Alia e Fosson: Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento; e delle abbinate proposte di legge Binetti ed altri; Rossa ed altri; Farina Coscioni ed altri; Binetti ed altri; Pollastrini ed altri; Cota ed altri; Della Vedova ed altri; Aniello Formisano ed altri; Saltamartini ed altri; Buttiglione ed altri; Di Virgilio ed altri; Palagiano ed altri.
Ricordo che nella seduta del 6 luglio 2011 è stato, da ultimo, approvato l'articolo 2.

(Esame articolo 3 - A.C. 2350-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2350-A).
È stato richiesto che alla votazione dell'articolo 3 e delle proposte emendative allo stesso riferite si proceda a scrutinio segreto. La richiesta può essere accolta.
L'articolo 3 è, infatti, volto a disciplinare la dichiarazione anticipata di trattamento individuandone i contenuti ed i limiti, nonché il momento in cui essa assume rilievo.
Le disposizioni in esame definiscono la dichiarazione anticipata di trattamento come un atto attraverso il quale si esprime il proprio orientamento sui trattamenti sanitari in previsione di una eventuale futura perdita della capacità di intendere e di volere e, quindi, come un consenso informato anticipato.
Ai fini dell'ammissibilità dello scrutinio segreto, occorre quindi, in questa sede, richiamare le considerazioni già svolte dalla Presidenza con riferimento all'articolo 2.
Alla luce della ricordata giurisprudenza della Corte costituzionale ed in particolare delle sentenze n. 438 del 2008 e n. 253 del 2009, l'articolo 3 incide, quindi, sugli articoli 13 e 32, secondo comma, della Costituzione, ed è quindi sottoponibile a scrutinio segreto.
Sulla base delle medesime considerazioni sono altresì da considerarsi segretabili tutte le proposte emendative riferite all'articolo 3, ad eccezione delle seguenti: gli identici emendamenti Polledri 3.2050, Bertolini 3.2051 e Livia Turco 3.2056, recanti una modifica di carattere formale; l'emendamento Polledri 3.2078, che, incidendo sulla composizione del collegio chiamato a valutare lo stato clinico del paziente, ha natura organizzativa.
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Concia. Ne ha facoltà.

ANNA PAOLA CONCIA. Signor Presidente, nella frase «lasciatemi morire», Pag. 3pronunciata da Wojtyla, c'è il senso profondo della nostra umanità e del limite grande di noi umani di fronte all'inesorabile momento della morte. È una frase dolorosa, tragica, ma piena di verità, forse la frase più vera che si possa pronunciare di fronte al proprio umano limite.
Non è una frase coraggiosa, è una frase consapevole. È intorno a quella frase pronunciata chissà quante volte, ogni giorno, da donne e uomini di fronte alla propria sofferenza e alla propria dignità, che dovremmo costruire la legge sul cosiddetto fine vita.
La mattina in cui mia madre morì, quasi vent'anni fa, dopo dodici lunghi anni di dialisi e sofferenza, mi disse: «Paola, non ce la faccio più, sono stanca». La sera si accasciò tra le braccia di mio padre, lui la portò in ospedale e lì i medici la lasciarono andare, non si accanirono su di lei. Allora la sua volontà venne rispettata. Oggi, se approvassimo questa legge, non sarebbe così. La sua lunga sofferenza ha segnato la mia vita. Molte volte ho desiderato che non si accanissero su di lei con cure devastanti. Molte volte mi sono chiesta se la sua fosse vita e se la sua dignità fosse rispettata.
La mia non è un'esperienza personale, cari colleghi, faccio parte di quella schiera infinita, sì, infinita, di figli, mariti, mogli, madri e padri, che si trovano di fronte alla sofferenza estrema delle persone che amano, si trovano di fronte al senso della vita e della morte. Il fine vita non è una cosa che riguarda una categoria, potrebbe accadere a tutti, ma proprio a tutti, di venirsi a trovare di fronte ad uno stato vegetativo permanente, dal più ricco al più povero, dal più potente al meno potente.
«La morte è una livella», diceva Totò. E l'arroganza con cui voi di centrodestra, cari colleghi, volete approvare una legge contro il testamento biologico, contro la dignità, la libertà e l'autodeterminazione dei cittadini, è la cartina di tornasole di una maggioranza che deliberatamente vuole stare fuori dalla vita reale, dall'esistenza concretissima e nega i più elementari diritti umani andando contro la nostra Costituzione. Ma d'altra parte non è la prima volta, purtroppo non sarà l'ultima ed è qualcosa che fa del male al nostro Paese, alla nostra comunità e alla nostra civiltà. Ma ne porterete tutta la responsabilità.
Questo articolo che stiamo affrontando ora è forse il cuore di questa brutta legge, quello che vorrebbe obbligarci a cure mediche anche se già rifiutate consapevolmente in una dichiarazione anticipata di trattamento nel pieno rispetto dell'articolo 32 della Costituzione.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANNA PAOLA CONCIA. Sulla nutrizione ed idratazione si è pronunciato con forza l'ordine dei medici che ha ritenuto di doversi riunire per scrivere un documento in cui viene ribadito che l'alimentazione e l'idratazione artificiale sono trattamenti sanitari. Il testamento biologico come opportunità legittima di un individuo nasce proprio contro la vita artificiale. L'idratazione e l'alimentazione forzata sono esattamente...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Concia.

ANNA PAOLA CONCIA. ...ciò che rende possibile la vita artificiale.
Concludo. Nel nostro Paese, tragicamente, grazie a voi, si usa la scienza con due pesi e due misure e per mere ragioni di strumentalità politica. In questa legge, come supporto invasivo della scienza, non si può morire in pace, mentre nella legge n. 40, negando il supporto della scienza, non si può nascere. Nel nostro Paese non si può nascere e non si può morire dignitosamente. Siamo un Paese di zombie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Concia, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Pag. 4
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pollastrini. Ne ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI. Signor Presidente, è grave ed allarmante, lo dico alla maggioranza, la chiusura al dialogo e alla ricerca di mediazioni sagge. Lo avete fatto respingendo ogni richiesta di sospensiva e ignorando gli argomenti sull'incostituzionalità di una legge destinata a infrangersi nei tribunali. Il fatto è che volete imporre un unico punto di vista, ammantandolo per di più di superiore moralità, persino su quel momento indicibile che è il passaggio del fine vita.
Ma pensate di essere credibili? Una maggioranza delegittimata che pretende oggi di impadronirsi della vita stessa dei cittadini! Che distanza abissale dai sentimenti delle persone! Una classe dirigente vera, nutrita di etica della responsabilità e di uno sguardo laico, dovrebbe volere una norma in ragione della sua universalità e anche per questo largamente condivisa, una legge mite, cioè, che tuteli chi voglia essere accompagnato con ogni ausilio tecnico o medico fino all'ultimo, chi maturi la volontà dichiarata anticipatamente di ritenere lesiva ogni forma di accanimento.
Vedete, in quell'atto (la DAT) c'è anche un senso di amore per i propri cari e di rispetto per i medici che non si desidera lasciare soli innanzi a scelte intime e drammatiche. Siamo oggi all'articolo 3, i nostri emendamenti intendono correggere radicalmente il testo attuale in esame che, con l'aggiunta dell'emendamento del relatore, svela l'inganno, negando con le ulteriori restrizioni il testamento biologico e rendendo di fatto obbligatoria idratazione e nutrizione.
Conosco le obiezioni. Ma come si fa a decidere ora per allora? E se la medicina avanzasse? Come può una persona sapere cosa penserà poi? Ma sono io che chiedo a voi: chi più di me può sciogliere quel dilemma? Certo i medici, la famiglia (per chi ce l'ha), ma in quel momento l'ultima parola non può che essere la mia. Ecco perché dovrebbe risultare esaltata la figura del fiduciario e il carattere vincolante di una dichiarazione: una dichiarazione scritta che non è - come ha detto l'onorevole Buttiglione - un pezzo di carta, è un pensiero, è una responsabilità, è un'idea di sé, del proprio senso del limite o dell'affidarsi al padre. D'altra parte se alziamo lo sguardo all'Europa quasi ovunque ciò è riconosciuto.
Qui dunque non siamo solo di fronte ad una legge impietosa, ma all'abbandono del lungo cammino che è approdato alla costituzionalizzazione della persona come soggetto morale della propria libertà di scelta nella cura, della dignità del morire, e del senso di tutto questo nel nesso con il bene comune.
Voi, con una logica prescrittiva, volete sottrarre il corpo del malato alla persona del malato. Lo fate violando la Costituzione e lo stesso codice deontologico dei medici. State scrivendo una brutta pagina del Parlamento, ma io credo che le coscienze della società e la politica migliore sapranno far valere il valore della vita e della dignità della persona (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Corsini. Ne ha facoltà.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, anzitutto un «fuori sacco»: mentre non ho alcuna esitazione a condividere la battaglia degli amici Radicali in ordine al tema dell'alimentazione e dell'idratazione, non li posso seguire invece per quanto attiene alle proposte che riguardano l'eutanasia. Del resto l'argomento che viene utilizzato, il consensus omnium, non può assurgere a criterio della verità. Ammesso e non concesso che il 67 per cento degli italiani sia d'accordo con una proposta volta a legalizzare l'eutanasia, questo non è un criterio perché solleva una questione molto semplice: se il 67 per cento degli italiani fosse favorevole alla pena di morte, forse i Radicali accetterebbero una battaglia per la sua legalizzazione?
Per venire invece ai temi che riguardano gli emendamenti di questo articolo 3, a me pare che, accanto alla tecnicalità attraverso la quale si declina una norma, siano soprattutto i fondamenti culturali Pag. 5della battaglia dei colleghi di centrodestra non convincenti, sia in ordine alla raffigurazione della morte, che alla prospettazione della vita.
Per quanto riguarda la morte, c'è una riflessione straordinaria del cardinal Martini, il quale sottolinea come sia in corso nel nostro costume, nelle attitudini, nelle scelte, una sorta di estetizzazione della vita e di cosmesi della morte. Quella morte che viene emarginata nella tradizione della cultura delle società industriali come osservava lo storico che più di ogni altro si è occupato del tema, cioè Philippe Arìes: la cosmesi della morte come perversione dell'interpretazione del tempo, del significato del tempo che è simbolo della morte.
Ebbene, noi trucchiamo la partita con la morte che comunque ha sempre l'ultima mossa, e la trucchiamo perché non la accettiamo, allo stesso modo di come gli amici della destra appendono in sostanza l'etica alla ultratracotanza della tecnica.
Noi resistiamo al fuggire del tempo attraverso i meccanismi dell'opposizione e della evasione ma nella tradizione cristiana c'è un antidoto molto forte a questa declinazione perché Francesco scrive: sora nostra morte corporale. E quindi da una parte legittima la battaglia contro l'eutanasia, ma nello stesso tempo non si può accedere a pratiche indiscriminate di distanasia. Non è un caso che Wojtyla concluda la sua esperienza terrena dicendo: «Lasciatemi tornare alla Casa del Padre». E quindi non una vita che possa sopravvivere alla propria fine.
Infine sulla vita: gli amici del centrodestra e con ragioni...

PRESIDENTE. La prego di concludere onorevole Corsini.

PAOLO CORSINI.... e con ragioni filosoficamente fondate da parte del collega Buttiglione, richiamano in continuazione il tema della sua indisponibilità...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Corsini.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, colleghi, questo è il cuore della legge, quello su cui in pratica si è concentrato il dibattito che ha interessato maggiormente l'opinione pubblica, direi, in questi ultimi anni. Ed è per questo che è fondamentale per tutti noi prestare molta attenzione anche proprio alla tipologia degli emendamenti che sono stati presentati. Non a caso questo intervento non è un intervento sulla proposta di legge ma è un intervento sul complesso delle proposte emendative all'articolo 3.
Per questo mi sembra fondamentale che ci si renda conto che, dopo un lungo cammino che la proposta di legge ha fatto nella Commissione, nella quale abbiamo cercato in vari modi, ad esempio, di ampliare la platea dei pazienti a cui si poteva estendere questa norma, si è voluti tornare ad un criterio piuttosto restrittivo.
Vorrei soffermarmi nella presentazione di queste proposte emendative su questo criterio che mi sembra un criterio chiave. Questo può sembrare in qualche modo una sorta di limitazione del raggio di azione della legge e ciò può non piacere ad alcuni perché limita la vastità dell'applicazione della legge stessa. Tuttavia nello stesso tempo vorrei che fosse chiaro a tutti i colleghi che ci ascoltano qui, ma anche a coloro che ci ascoltano fuori, che la riduzione della platea riduce anche profondamente tutto questo vissuto che è stato descritto dai colleghi che vuole leggere questa legge come una legge ostile, invasiva, pervasiva, una legge che in qualche modo «scippa» alle persone il senso della loro libertà e dà un'immagine di uno Stato come una sorta di mostro che si inserisce nelle pieghe della parte più intima e personale della vita di ognuno di noi.
Credo che questo vada letto con grande attenzione. Le proposte emendative nel momento in cui riconducono la platea dei pazienti a cui si applica sostanzialmente ai pazienti che sono in stato vegetativo - vedremo poi forse la definizione più tecnica di questo stato -, limitano questa Pag. 6legge a garantire a questi pazienti che nessuno mai sospenderà quell'aiuto e quel sostegno vitale.
Non si tratta di accanimento terapeutico. Non si tratta di somministrazioni di terapie che siano invasive e moleste, tant'è vero che uno degli emendamenti parla proprio di trattamenti terapeutici sproporzionati o procedure sperimentali indesiderate. Di tutto questo noi non faremo nulla. Questa proposta di legge si limita ad assistere il paziente che si trova in stato vegetativo perché gli vengano garantiti quelli che potremmo chiamare in un altro linguaggio, in un altro modo, i livelli essenziali di assistenza.
Noi siamo tutti particolarmente affezionati a questa dizione (livelli essenziali di assistenza) perché ci garantiscono quella conditio sine qua non che permette ad una persona di vivere. Noi vogliamo questo e lo vogliamo in una maniera molto semplice, considerando che in quel momento il paziente si trova in una condizione di non abilità a provvedere autonomamente a se stesso: è quello che l'ONU ha dichiarato una disabilità grave.
Non c'è nulla di ostile: io prego i colleghi di leggere direttamente l'articolato della proposta di legge e di non leggere la rappresentazione ostile che ne hanno fatto una certa stampa e una certa interpretazione in qualche modo di stampo eutanasico. È proprio qui il punto in cui noi vogliamo dire che l'autodeterminazione del paziente riconosce a questi pazienti il diritto a tutelare autonomamente la loro vita, senza che altri lo impongano loro. È proprio per questo che non si consente loro di introdurre nelle dichiarazioni anticipate di trattamento qualcosa che ponga fine alla loro vita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Nichilo Rizzoli. Ne ha facoltà.

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nessuno di noi sarebbe mai voluto arrivare a questo punto, a questo provvedimento, ovvero a normare il momento più delicato e più fragile della nostra esistenza terrena, il nostro futuro fine vita, ma gli eventi e la storia ci hanno portato con forza a questa scelta necessaria. Due anni fa il caso di Eluana Englaro ha evidenziato con clamore e violenza anche un vuoto legislativo che andava necessariamente colmato. Esattamente due anni fa, per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, un tribunale amministrativo ha autorizzato la sospensione dei sostegni vitali su un cittadino italiano. Due anni fa, per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, un tribunale amministrativo ha autorizzato un medico ad indurre la morte su un paziente incosciente e clinicamente vivo. Due anni fa, per la prima volta nella storia della Repubblica, un tribunale amministrativo ha accolto la richiesta di un cittadino italiano di ottenere una morte autorizzata su un congiunto in stato vegetativo persistente. La sentenza fu regolarmente rispettata, ottenendo l'esecuzione immediata di quella che noi medici definiamo eutanasia omissiva.
La magistratura ha dovuto comunque assumersi la responsabilità di una decisione, in risposta alla domanda pervenutagli da un cittadino e in assenza di una legge votata dal Parlamento che regolasse la materia in questione. La magistratura ha svolto quindi un ruolo di supplenza, in assenza delle decisioni della politica, in particolare del Parlamento, che è il solo ad avere il potere legislativo. Per questo motivo il provvedimento in esame arriva oggi in quest'Aula, per colmare un vuoto legislativo e per evitare il ripetersi di interpretazioni o iniziative da parte di organi e poteri il cui compito è quello di vigilare sul rispetto delle leggi del Parlamento e non quello di legiferare, sostituendosi al ruolo del Parlamento stesso e di generare dei precedenti che possono creare giurisprudenza in una materia che non è stata regolata da una legge specifica.
È il momento, onorevoli colleghi, di assumerci questa responsabilità. È stato difficile scrivere questo testo di legge e stabilire in rigidi articoli quello che può e che non può succedere attorno al letto di un paziente patologicamente incosciente Pag. 7nel momento più fragile della sua vita, rispettando le sua volontà e le sue condizioni, ma anche tenendo sempre presente il rispetto della persona e della vita, seguendo il dettato della nostra Costituzione.
Questo provvedimento, onorevoli colleghi, non difende solo la vita nel momento più difficile e delicato della nostra esistenza, ma difende il diritto alla vita, garantito dalla nostra Costituzione, dalle nostre coscienze e dalle nostre condizioni e soprattutto non autorizza in nessun caso l'eutanasia di Stato.
Tra gli obiettivi e i contenuti di questa proposta di legge voglio soffermarmi su alcuni punti qualificanti sotto l'aspetto prevalentemente scientifico, a mio parere significativi. I cittadini in stato vegetativo persistente sono oggi nel nostro Paese poco meno di 3 mila, sono un piccolo esercito. Lo stato vegetativo è una condizione funzionale del cervello che insorge subito dopo l'evento traumatico che lo ha determinato, diventando riconoscibile solo quando si esaurisce il coma che, sovrapponendovisi, lo aveva mascherato ed è caratterizzato dall'assenza di comportamenti associati all'attività di coscienza. Questi sono pazienti che, per la maggior parte, avendo subito traumi violenti sono stati in pericolo di vita e sono stati rianimati, strappati alla morte ed ai quali sono state riattivate tutte le funzioni vitali, che riprendono a funzionare autonomamente, ovvero senza alcun ausilio di macchinari o sostegni terapeutici.
Su cento pazienti rianimati, uno o due scivolano nello stato vegetativo: molti di essi, non sono totalmente incoscienti, ma presentano uno stato di minima coscienza, e comunque, sono considerati tutti clinicamente vivi, e l'elettroencefalogramma continua a mostrare sempre segni di attività cerebrale.
I medici trapiantologi guardano con molta attenzione a questi pazienti, perché, per la maggior parte, sono tutti giovani, con organi giovani, sani, esenti da patologie e sarebbero ideali per i trapianti d'organo come donatori, ma gli stessi medici non possono toccarli, perché non sono in morte cerebrale. Quando hanno superato la fase acuta, si stabilizzano e non hanno bisogno di alcun ausilio meccanico né di alcuna terapia, tanto che i congiunti che lo desiderano possono portarsi il paziente a casa.
Differenti sono i pazienti in fase terminale, che sono appunto arrivati alla fine del percorso di una malattia che li sta portando alla morte, e il loro coma è causato dalla stessa malattia che ha preso il sopravvento sulle terapie, che ha invaso il corpo del paziente e che ne sta determinando il destino. La prognosi negativa di questi pazienti condiziona il trattamento terapeutico, che viene di regola sospeso, e nessun accanimento viene effettuato in nessun caso su questi malati terminali, ai quali non viene somministrata nemmeno l'alimentazione, ma solo l'idratazione e gli antidolorifici necessari per alleviare le ultime sofferenze. L'idratazione si sospende solo alla morte del paziente terminale; lo stesso accade nel caso di un paziente in stato vegetativo che, oltretutto, non è affetto da alcuna patologia o malattia terminale.
Onorevoli colleghi, noi medici siano addestrati e abilitati a custodire e proteggere la vita, nel rispetto dell'articolo 39 del codice deontologico, che testualmente recita: «In caso di compromissione dello stato di coscienza, il medico deve proseguire nella terapia di sostegno vitale finché ritenuta ragionevolmente utile, evitando ogni forma di accanimento terapeutico». A questo proposito, nel testo di legge in esame è stato accolto un emendamento che prevede, in casi eccezionali, la sospensione dei sostegni vitali, ovvero nel caso in cui questi non risultassero più efficaci nel fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari alle funzioni essenziali del corpo, come avviene di regola, sovente, nei malati terminali, e come è avvenuto nella fase terminale anche del Santo Padre, Giovanni Paolo II.

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole De Nichilo Rizzoli.

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI. Noi parlamentari abbiamo il dovere di rispettare Pag. 8il diritto alla vita dei cittadini italiani, di rispettare la Costituzione e di legiferare nel rispetto della dignità della persona, senza perdere di vista il bene comune e tenendo presente che ogni cittadino ha il diritto di essere curato nel migliore dei modi dai medici, ma non ha il diritto di chiedere la morte, perché la vita e la salute sono beni indisponibili, tutelati dallo Stato.
Il mio auspicio è che questo provvedimento sia ampiamente condiviso, anche al di là della maggioranza, perché il tema della vita e della morte riguarda tutti gli uomini e tutte le donne, senza distinzione di appartenenza politica ed ideologica, e per i motivi suesposti, deve essere regolato da una legge che oggi manca. Come dicevano i latini, dura lex sed lex, ovvero, meglio una legge dura, difficile e imperfetta, che nessuna legge. Questo che vi chiediamo, onorevoli colleghi, non è un voto per la morte, ma è un voto per la vita, per proteggere la vita, quella stessa vita che appartiene a tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Avverto che, avendo il gruppo Italia dei Valori esaurito il tempo a sua disposizione, la Presidenza, secondo la prassi, ne ha concesso un ampliamento pari ad un terzo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, sarò brevissimo, intervengo soltanto per sottolineare come questo articolo 3, fra i tanti brutti articoli, di una brutta proposta di legge, sia anche quello che davvero manifesta maggiormente gli elementi di incostituzionalità. Tali elementi di incostituzionalità non sono soltanto presenti: faccio un richiamo, rispetto ai pareri che sono stati espressi dalle Commissioni, al rilievo che è stato avanzato dalla III Commissione (Affari esteri) di questa Camera.
Infatti, al comma 5 dell'articolo 3, recante contenuti e limiti della dichiarazione anticipata di trattamento, si fa un riferimento che suona anche sgradevole, oltre che inopportuno. Si dice: «Anche nel rispetto della Convenzione delle Nazione Unite sui diritti delle persone con disabilità, fatta a New York il 13 dicembre 2006, alimentazione e idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, devono essere mantenute fino al termine della vita, ad eccezione del caso in cui le medesime risultino non più efficaci nel fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo. Esse non possono formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento».
Dunque, di che cosa stiamo discutendo, se sappiamo benissimo che siamo qui, impegnati in questa discussione, proprio perché il tema dell'alimentazione e dell'idratazione è stato il casus belli intorno alla vicenda di Eluana Englaro, che, con tutte le volgarità che sono state dette all'epoca, ci ha costretto oggi a tornare a discutere, in malo modo, di questo tema. Per questo, i nostri emendamenti cercano, quanto meno, di ridurre il danno e di evidenziare queste porcherie (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Avverto che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati dalla presentatrice gli emendamenti Bertolini 3.2052 e 3.2077.
Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 3 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, prego i colleghi di fare attenzione poiché questa mattina è in distribuzione un nuovo fascicolo degli emendamenti, per cui le pagine di riferimento sono cambiate.
La Commissione esprime, dunque, parere favorevole sugli identici emendamenti Barani 3.2020 e Binetti 3.2081 (pagina 10 del nuovo fascicolo), nonché sugli identici emendamenti Polledri 3.2050, Bertolini 3.2051, Livia Turco 3.2056 e Binetti 3.2006 (pagina 22); la Commissione raccomanda, Pag. 9inoltre, l'approvazione del suo emendamento 3.3000 (nuova formulazione) (pagina 23), ed esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Castellani 3.2022 e Binetti 3.2082 (pagina 126); la Commissione raccomanda, altresì, l'approvazione del suo emendamento 3.3001 (pagina 129). La Commissione formula, quindi, un invito al ritiro degli emendamenti Contento 3.2002 (pagina 11) e Fioroni 3.2025 (pagina 21), mentre esprime parere contrario su tutti i restanti emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

EUGENIA ROCCELLA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi scusi, intervengo perché vorrei capire, in quanto ho sentito il relatore esprimere un parere favorevole sull'emendamento Binetti 3.2006 (pagina 22), che, nel mio fascicolo, risulta non segnalato.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, effettivamente l'emendamento in questione non è segnalato, ma è identico agli altri che saranno votati, per cui praticamente il relatore per la maggioranza ha dato il parere sugli altri. Non sarà posto in votazione, se è questo che volete sapere. Il contenuto però è identico a quelli che saranno posti in votazione, per cui i il parere è comunque favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lenzi 3.2080.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo emendamento, sostanzialmente, propone di fermarci qui. Questo emendamento dice: bene, abbiamo fatto l'articolo 1, che è l'articolo dei principi, abbiamo fatto l'articolo 2 che, a sua volta, è un articolo di principi, quelli che riguardano il consenso informato, abbiamo fatto quello che uno Stato, un Parlamento possono fare e cioè definire il quadro dei principi orientativi all'interno dei quali l'autonomia dei professionisti e l'autonoma decisione dei pazienti possono esercitarsi. La proposta di questo articolo è: basta, non andiamo oltre, non andiamo a creare una ulteriore burocrazia, non avventuriamoci a definire confini medici, indicazioni sanitarie, fatte attraverso un Parlamento, che possono essere messe in discussione da un'innovazione tecnologica, da una scoperta, da un cambiamento che si verifica. Abbiamo fatto una parte di lavoro, abbiamo definito il quadro di insieme, questo Parlamento può legittimamente fermarsi a questo punto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Renato Farina. Ne ha facoltà.

RENATO FARINA. Signor Presidente, mi colpiva una cosa riguardo all'articolo 3, che è il più importante, non c'è la parola: testamento biologico. Anche se questa parola figura come indicazione, e si trova nel sito della Camera dei deputati, per definire quello di cui stiamo parlando. Ed è una cosa molto singolare perché le parole non sono neutre. Mi preme fare una premessa: di che cosa stiamo parlando qui? Cosa ci divide? Siamo evidentemente in una società plurale, dove ci sono chiaramente delle differenze antropologiche tra le persone che la popolano, pur nella consapevolezza che tutti abbiamo, che dobbiamo riconoscerci l'un l'altro, di desiderare tutti il vero bene per tutti. Dentro questo articolo quindi, usando l'espressione DAT, dichiarazioni anticipate di trattamento, invece che la definizione di testamento biologico, credo si sia voluto affermare - io credo - un compromesso nobile, dopodiché c'è il gioco della democrazia e questo gioco comporta che ciascuno di noi, attraverso delle leggi, cerchi inevitabilmente di dare una forma alla società, una forma Pag. 10che corrisponda alla sua idea anche di convivenza, alla sua idea di incontro con le altre sensibilità e le altre concezioni degli uomini. Credo che, come è già stato detto, questo rappresenti una forma di compromesso assolutamente nobile, dove ciascuno porta tutto se stesso, compreso l'interesse per le tesi dell'altro, nelle inevitabili asprezze che comporta un tema così delicato. Il tema della laicità è un tema assolutamente scivoloso; mi ha colpito, nella discussione di ieri, una frase pronunciata dall'onorevole Palagiano, che ha detto testualmente: noi dell'Italia dei Valori rivendichiamo anche il diritto alla morte.
È una frase che ho ritrovato anche nel resoconto stenografico. Ho poi fatto una ricerca su Google e ho trovato precedenti di una frase così forte, con riferimento ad un movimento che non è affatto laico: è il movimento dell'unione degli atei e degli agnostici razionalisti. Una frase di questo genere, in mano all'unione degli atei e degli agnostici razionalisti, non è una frase laica, ma una frase religiosa, lo si voglia o no. Quando si fanno affermazioni di questo genere, si entra in una dimensione dove è implicato il rapporto tra noi e l'assoluto. Sempre, quando si parla di morte e di fine vita, vi è questa dimensione, quindi non si sfugge. Esiste una sfera laica, ma una sfera laica non può voler dire la rinuncia a ciò che di più profondo crediamo, perché ciò che è religioso è il nesso tra noi e l'assoluto, fosse pure un assoluto negato.
Ciò dà nobiltà e rende anche difficilissimo il dialogo tra di noi, perché è implicato qualche cosa di più di una contingente legge. Questo era quello che volevo dire, invitando reciprocamente al rispetto, perché non è che uno vuole imporre all'altro qualche cosa. Ciascuno di noi è convinto che, attraverso una sottolineatura o l'altra, si costruisce una forma di società più libera e, in fondo, più religiosa, intendendo con la parola religiosa non un confessionalismo o una banale propaganda a questo o a quel Dio, ma quella che è l'essenza dell'uomo che tende ad un significato, a dare una risposta alle domande più profonde del suo animo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, ho omesso di dire che la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Barani 3.2020 e Binetti 3.2081, purché riformulati nel modo seguente: sostituire le parole: «onde evitare di essere sottoposto a trattamenti terapeutici sproporzionati o a procedure sperimentali indesiderate. Conseguentemente, sopprimere i commi 2 e 3.»...

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non si capisce niente!

PRESIDENTE. Chiedo scusa, i colleghi si lamentano perché non si capisce niente, non solo per il microfono, ma anche per il brusio. Onorevole Di Virgilio, si avvicini di più al microfono; se riesce ad alzarlo è meglio.

DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sono vicino al microfono.
Ripeto, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Barani 3.2020 e Binetti 3.2081, purché riformulati nel modo seguente: sostituire le parole: «onde evitare di essere sottoposto a trattamenti terapeutici sproporzionati o a procedure sperimentali indesiderate. Conseguentemente, sopprimere i commi 2 e 3.» con le seguenti: «circa l'attivazione di trattamenti terapeutici purché in conformità a quanto prescritto dalla presente legge. Conseguentemente sopprimere il comma 2.».

PRESIDENTE. Il Parere del Governo?

Pag. 11

EUGENIA ROCCELLA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 3.2080, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nicola Molteni, Barbaro, Iapicca, Di Pietro, Bellotti, Agostini, Giammanco, Di Biagio, Ceccacci, Simeoni, Saltamartini, Causi, Castagnetti, Siliquini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 474
Astenuti 9
Maggioranza 238
Voti favorevoli 198
Voti contrari 276).

Prendo atto che i deputati Scilipoti e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.141, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, Fugatti, Narducci, Pes, Briguglio, Bocchino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 472
Astenuti 11
Maggioranza 237
Voti favorevoli 58
Voti contrari 414).

Prendo atto che i deputati Scilipoti e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.144, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, Galati, Traversa, Girlanda, Giammanco, Antonino Russo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 476
Astenuti 10
Maggioranza 239
Voti favorevoli 54
Voti contrari 422).

Prendo atto che i deputati Scilipoti e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.143, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Traversa, Crimi, Servodio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 480
Astenuti 10
Maggioranza 241
Voti favorevoli 50
Voti contrari 430).

Pag. 12

Prendo atto che i deputati Barbareschi e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.59, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, De Nichilo Rizzoli, Piso, Giammanco, Corsaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 482
Astenuti 10
Maggioranza 242
Voti favorevoli 52
Voti contrari 430).

Prendo atto che i deputati Scilipoti e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Barani 3.2020 e Binetti 3.2081.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, cari colleghi, cominciamo a entrare nel merito finalmente di questa proposta di legge che in verità vuole vietare le dichiarazioni anticipate di trattamento e lo fa con due emendamenti che sono stati presentati ieri, anzi l'altro ieri, dopo due anni di lavoro in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Con due emendamenti all'articolo 3 - uno è questo che stiamo esaminando, Barani 3.2020, il secondo è l'emendamento 3.3001 della Commissione - si cambia la proposta di legge.
Cari colleghi, dobbiamo essere consapevoli di ciò che accade con questo emendamento Barani 3.2020 e con quello della Commissione 3.3001 che verrà successivamente esaminato. Con l'emendamento Barani 3.2020 si fa un'operazione di sottrazione della libertà delle persone. Certo non c'è il diritto a morire, caro collega Farina, concordiamo, ma c'è il diritto a lasciarsi morire, come lei sa bene. Questo diritto a lasciarsi morire viene precluso da questo emendamento Barani 3.2020, che sostituisce i primi due commi dell'articolo 3, perché dice tre cose e sono i primi tre ostacoli alla manifestazione della libertà di ciascuno di noi.
Primo ostacolo: si parla di orientamenti, la persona può esprimere orientamenti e non può quindi esprimere delle volontà come può esprimere quando è cosciente; non può esprimere le volontà affidandole alla dichiarazione anticipata di trattamento. Secondo ostacolo: questo emendamento parla dell'orientamento ad attivare o non attivare una prestazione sanitaria, un trattamento sanitario. Tuttavia, come tutti sappiamo qui dentro e fuori di qui, ciascuno di noi ha la possibilità di attivare o non attivare un trattamento sanitario, ma ha anche la libertà di poter sospendere un trattamento sanitario e questa sospensione di un trattamento sanitario è stata volutamente omessa in questo emendamento perché chiaramente si vuole comprimere la libertà delle persone. Terzo ostacolo: si parla di trattamenti terapeutici e non di trattamenti sanitari, restringendo quindi la gamma delle opportunità che ciascuno ha. Anche questo contraddice tutti i pronunciamenti del Comitato nazionale di bioetica e tutto ciò che è stato affermato da studiosi, ma ormai devo dire che è coscienza diffusa che, come dice l'articolo 32 della Costituzione, si possono rifiutare i trattamenti sanitari.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Miotto.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, concludo subito. Sono le prime tre ragioni che cercano di trasformare questa proposta di legge nella negazione Pag. 13della dichiarazione anticipata di trattamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, vorrei spiegare perché ovviamente accetto la riformulazione proposta dal relatore. La proposta di legge, nella puntualizzazione che ne ha fatto l'onorevole Di Virgilio, sottolinea che le scelte espresse vanno ricondotte nell'ambito di un certo contesto «in conformità a quanto prescritto dalla presente legge» (e questa è l'aggiunta precisa che viene proposta).
Quindi, questo emendamento non può essere giudicato al di fuori del contesto della proposta di legge nella sua complessità, posto che i desideri e gli orientamenti che esprimo debbono essere nello spirito della legge. Detto questo, mi sembra quindi che vada interpretato anche tutto quello che ha detto in questo momento l'onorevole Miotto all'interno di ciò che appare in altri passaggi della legge. Ciò ci permette di dire che, anche la più volte citata Convenzione di Oviedo, parla di orientamenti. Stiamo parlando di una realtà che si inquadra in una logica che ammette un'evoluzione della scienza e un mutamento delle condizioni cliniche del paziente, per cui le sue decisioni vanno costantemente contestualizzate rispetto alle condizioni interne ed esterne che sono quelle della scienza.
Questo mi sembra pienamente legittimo e anche che non abbia in sé nulla di questa violenza che si intende in qualche modo proiettare su questo provvedimento. Per tale motivo accetto la riformulazione proposta dal relatore e voteremo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Onorevole Barani, anche lei accetta la riformulazione del suo emendamento 3.2020 proposta dal relatore?

LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente anche noi accettiamo la riformulazione. Mi associo alle considerazioni svolte dall'onorevole Binetti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Murer. Ne ha facoltà.

DELIA MURER. Signor Presidente, vorrei ricordare come invece, a mio avviso, questa normativa vanifica la DAT. Infatti, parla di orientamenti e non di volontà della persona, non rende tali orientamenti e questa (mancata) volontà impegnativi per il medico, tende a liquidare la possibilità di espressione della persona circa l'attivazione di trattamenti terapeutici e non prevede la sospensione dei trattamenti terapeutici stessi.
Si tratta di un brutto emendamento, che limita fortemente la volontà della persona, non la rende impegnativa ed è per questo che rende vana la DAT (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, voteremo contro questo emendamento, così come voteremo contro l'articolo 3. Voglio fare una considerazione sui fondamenti giuridici di ciò che stiamo facendo. L'ho già detto e lo ripeto: pensare di introdurre le DAT e poi fare una legge per negarle non funzionerà e questa è una delle ragioni per le quali noi avevamo proposto una riscrittura che non prevedesse le DAT. Delle due l'una: o si fanno le DAT (Convenzione di Oviedo come guida) o non si fanno! Lo dico alla collega che diceva che in Germania non è stata approvata una legge. È stata approvata una legge nell'estate del 2009 e se si introducono le DAT andranno rispettate anche per legge. Vanno rispettate anche quelle non espresse nelle forme previste, ma quelle desunte.
Se voi pensate che possa reggere un impianto giuridico nel quale da una parte si dice «fai le DAT e falle così» e dall'altra il legislatore ti dice che non valgono, dobbiamo tutti sapere che il principio prevalente dal punto di vista giuridico sarà Pag. 14la DAT e quello che c'è scritto. Se vogliamo riconoscere la volontà, non pensiate che poi le limitazioni che mettiamo nella legge terranno. Delle due l'una: o si fanno le DAT - e si va fino in fondo - oppure non si fanno le DAT e ci si ferma al codice di deontologia medica. Ma come è possibile che, invece, ci illudiamo? È vero che abbiamo illustri precedenti nelle stagioni politiche che stiamo vivendo di chi dice che il legislatore può fare tutto e che la Corte costituzionale è un covo di comunisti, ma noi abbiamo un argine nell'attività legislativa: i fondamenti del diritto e la Costituzione e non possiamo piegarli, neanche a maggioranza.
Con questo emendamento e con quelli che seguiranno, con l'idea che si fanno fare le DAT ma si afferma che valgono solo nel momento in cui si sta per morire, legiferiamo male, questa è una questione di metodo che viene ancora prima del contenuto della norma; per questo e per l'incongruenza che c'è in questo modo di legiferare giuridicamente fragilissimo, con una legge che si sfascerà nelle Corti di giustizia e alla Corte costituzionale, noi diciamo no (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, vorrei approfittare di questo emendamento per dare un consiglio all'onorevole Farina, quello di non schiacciare l'onorevole Palagiano e tutto il gruppo dell'Italia dei Valori entro confini che non ci appartengono. La sua assimilazione della posizione espressa dall'onorevole Palagiano a quella dell'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti è totalmente estranea al nostro modo di essere e al nostro modo di pensare; la tenga per sé e casomai la estenda a qualcun altro. Nel nostro gruppo ci sono credenti e praticanti - come me - e non credenti, tutti ci rispettiamo e ci riconosciamo in una dimensione di laicità dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Vede, onorevole Farina - mi rivolgo anche a coloro che la pensano come lei -, voi avete caricato purtroppo questa proposta di legge di un significato strumentale e politico che poco ha a che vedere con concetti di straordinario rilievo come quelli della vita e della morte (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Questa è una delle ragioni per le quali questa proposta di legge non ci convince e non avrà il consenso dell'Italia dei Valori, credenti e non credenti.
Vorrei rammentare a lei e a tanti altri che la morte fa parte della vita. Nell'attimo in cui nasciamo è scritto che dobbiamo morire; questa è una regola scritta nel processo vitale e che riconoscono sia i creazionisti sia gli evoluzionisti, (tra i quali secondo me non c'è poi tanta distanza). Anche il rispetto della morte significa osservanza della regola posta al momento della vita; quindi, pensare che possa essere ritardato con accanimenti e con mezzi strumentali il momento nel quale la morte ci coglierà tutti (per i credenti sarebbe un passaggio in quel tunnel di luce di cui parlava il collega Scapagnini), significa opporsi a quella regola come una presunzione di onnipotenza. Non parliamo di diritto alla morte, ma di rispetto del momento della morte, del momento che ciascuno di noi dovrà affrontare inesorabilmente, ognuno di noi con la propria coscienza, secondo la propria credenza. Quello che non possiamo accettare è che ci sia qualcuno che qui pretenda di avere il primato o l'esclusiva della fede e l'esclusiva dell'interpretazioni dei libri e dei testi, noi pensiamo di essere vicini a tanti illustri credenti a cominciare da Papa Giovanni Paolo II il quale ha detto «Lasciatemi tornare alla Casa del Padre», (cioè non accanitevi su di me), e come il cardinale Martini che ha riconosciuto questa semplice regola: la morte è scritta nella vita.
Noi vogliamo avvicinarci con serenità a questo momento che riguarderà tutti noi e crediamo che ciascuno di noi sia legittimato a dire come dovrà essere per lui il momento della morte nell'ipotesi in cui non fossimo nel pieno possesso delle nostre Pag. 15facoltà. Pertanto, onorevole Farina, spero di averla convinta e spero che in questo modo lei interpreterà in maniera positiva la posizione dell'Italia dei Valori che è contraria a questa proposta di legge e che vede concordi credenti e non credenti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Palomba per essere intervenuto, non volevo cogliere la provocazione da parte dell'onorevole Farina.
Credo, personalmente, che la fede, il credo religioso di ciascuno di noi, le sensibilità che ciascuno ha, l'amore, le preferenze sessuali, siano delle cose che dobbiamo avere chiuse nel nostro cuore e che non vanno sbandierate in quest'Aula in maniera strumentale. Vi è sempre qualcuno che si colloca al di là degli altri, vi è sempre qualcuno che è più cattolico dei vescovi, vi è sempre qualcuno che ha qualcosa da obiettare sulla sessualità dei cittadini. Credo che questi valori non vadano sbandierati.
Io non ho mai dichiarato, e non lo farò in quest'Aula, perché credo che sia un fatto mio ed esclusivamente mio, quelli che sono i miei diritti, le mie preferenze, il mio credo religioso. Credo che ciascun credo religioso meriti rispetto e credo che in questi campi non debbano esistere degli «stranieri morali». Onorevole Farina, lei, che ha letto su Google, può anche aver letto quello che vi ho scritto contestando gli atei. Agli atei, che contestano chi ha la fede, contesto che dimostrassero...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO PALAGIANO. ... perché non credono in Dio. Signor Presidente, devo intervenire...

PRESIDENTE. Su che cosa? Lei sta intervenendo per dichiarazione di voto a titolo personale. Ha già parlato prima l'onorevole Palomba per il suo gruppo.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, questa era la premessa per il mio intervento sull'emendamento Barani 3.2020.

PRESIDENTE. Lei è intervenuto, onorevole Palagiano. Stiamo esaminando gli identici emendamenti Barani 3.2020 e Binetti 3.2081.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, ho dovuto rispondere...

PRESIDENTE. Infatti ha risposto. Lei aveva un minuto di tempo, non altro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sbrollini. Ne ha facoltà.

DANIELA SBROLLINI. Signor Presidente, anch'io voglio ribadire - lo ha detto benissimo l'onorevole Miotto - quanto grave sia questo emendamento: cambia metà dell'articolo 3, che è proprio il cuore di questa proposta di legge. Si limita la libertà dell'individuo, limitando ulteriormente il diritto di scegliere di una persona se sospendere o rifiutare un trattamento, senza rispettare la stessa volontà di decidere come morire e senza rispettare, aggiungo, la dignità di chi soffre.
Ancora una volta, chiedo a questo Governo e ai colleghi di maggioranza di fermarsi, perché stanno scrivendo una legge orribile, una legge vergogna, che non rispetta la libertà di nessuno. Qui non vi è alcun pregiudizio, ma non si vuole scrivere una legge che vada contro la volontà degli individui. Fermiamoci, finché siamo ancora in tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bossa. Ne ha facoltà.

LUISA BOSSA. Signor Presidente, se si leggono bene questi emendamenti e la relativa riformulazione di questa mattina Pag. 16si capisce che vi è una contraddizione concettuale di base tra l'ostinazione con la quale la maggioranza vuole approvare questa proposta di legge e la puntualità con cui, ad ogni passaggio, in Commissione prima e in Aula anche questa mattina, la svuota di senso, arrivando al paradosso di produrre una normativa che, in teoria, farebbe avanzare il Paese sul terreno dei diritti, introducendo uno strumento di autodeterminazione. Nella pratica, però, lo fa arretrare, fissando una serie intollerabile di limiti, al punto da rendere la DAT una scatola vuota, un contenitore bucato. Lo abbiamo già detto tante volte: questa legge è una cattiva legge. Fermiamoci, per favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, voglio porre il seguente problema di carattere regolamentare, premesso che non ho capito se la riformulazione dell'emendamento proposta dal relatore è stata adottata e proposta dal Comitato dei nove. Non so, cioè, se è passata anche attraverso una verifica per quanto riguarda gli uffici, perché credo che, anche in relazione a quanto più volte suggerito dal Comitato per la legislazione, vi sia una modalità di legiferare tramite le riformulazioni che assolutamente pone dei problemi relativi anche ai rinvii di legge.
Infatti, siamo in corso di votazione di un emendamento nel quale si fa riferimento alla presente legge. Il riferimento può essere fatto ad una legge quando essa è in vigore o comunque si è avuta la votazione finale.
Come si fa a dire che tutto ciò che è previsto dagli identici emendamenti in esame è attuabile? Circa l'attuazione dei trattamenti terapeutici si dice, infatti, testualmente, «purché in conformità a quanto prescritto dalla presente legge». Quanto prescritto dalla presente legge, però, al punto in cui siamo, è conosciuto relativamente agli articoli che abbiamo già votato, ma è sconosciuto rispetto agli articoli che andranno votati. Quindi, come minimo, gli identici emendamenti in oggetto andrebbero votati alla fine, prima della votazione finale, in modo tale che potremmo conoscere esattamente il contenuto della presente legge, altrimenti sono inammissibili.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, da un punto di vista logico e di tecnica legislativa, poiché la legge ed il richiamo alla legge entrano in vigore contemporaneamente, mi sembra che il problema non sussista.
Per quanto riguarda, invece, ciò che lei ha chiesto all'inizio del suo intervento, vorrei che il relatore precisasse se la riformulazione degli identici emendamenti in esame è frutto di una decisione collegiale.

DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, colleghi, impiegherò un minuto per sottolineare cosa stiamo facendo e la gravità degli identici emendamenti in esame che depauperano completamente le persone deboli della minima, possibile, forza che hanno. Stiamo rendendo i deboli ancora più deboli. Tutto ciò che permetteva loro di scegliere viene completamente depotenziato e questo è un pericolo rispetto al quale non possiamo fare finta di nulla.
Sono perfettamente d'accordo con la collega Miotto e, ancora prima, con la collega Livia Turco per il grande lavoro che abbiamo svolto in Commissione allo scopo di dare dignità e rispetto alle persone che hanno delle difficoltà. Con gli identici emendamenti in questione li stiamo distruggendo. Ancora una volta, ognuno ha raccontato le sue esperienze in quest'Aula, io mi rifiuto di farlo per il Pag. 17semplice motivo che dobbiamo parlare a nome di tutti coloro che, anche se forti oggi, domani potranno essere deboli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, gli identici emendamenti in esame esprimono sfiducia e paura nei confronti di ciò che un paziente, nella sua coscienza, può esprimere nella DAT.
Vi sono la paura che questo affermi la propria volontà e una concezione già superata dalla medicina, ossia quella secondo cui il medico saprebbe meglio del paziente qual è il suo bene. Vi è la paura nei confronti della libertà deontologica del medico e della scienza. Vi è una situazione antistorica che sarà sconfitta, comunque, perché viviamo in un Paese democratico e civile. Vi sarà la ribellione dei pazienti nei confronti degli identici emendamenti in oggetto se, per caso, dovessero essere approvati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, l'onorevole Renato Farina ha ragione quando dice che ciascuno di noi ha la propria religiosità e, quindi, in qualche modo, è a questa che deve richiamarsi nella diversità di opinioni nel momento in cui discutiamo sulla proposta di legge in esame. Vi è però una differenza, onorevole Renato Farina: la sua proposta di legge impone a me di non potere portare avanti fino in fondo le mie convinzioni, la mia proposta di legge, invece, le consente di portare avanti le sue convinzioni fino in fondo, la agevola, le consente di potere fare proprio tutto. La mia proposta di legge non le impedisce nulla, lei impedisce tutto! Lei, con la proposta di legge in oggetto, sta impedendo a me e a tutti che coloro che hanno idee diverse dalle sue di potere vivere fino in fondo le proprie convinzioni e la propria religiosità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, condivido le preoccupazioni espresse dalla collega Miotto. Vi è il tentativo di vanificare tutto il lavoro svolto in Commissione e, sostanzialmente, la proposta di legge in esame.
Ripeto che la DAT, la dichiarazione anticipata di trattamento, è una scelta libera, non obbligatoria. I giovani a diciotto anni non riceveranno, insieme alla tessera elettorale, anche l'obbligo di fare la dichiarazione anticipata di trattamento.
Chi nella propria autonomia e nella propria scelta di autodeterminazione farà la dichiarazione, deve essere rispettato e quindi, per essere rispettato, la DAT deve essere vera, ovvero non può essere orientativa.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Burtone.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Questo alimenterà una serie di problemi di ordine medico-legale. Noi non abbiamo utilizzato il termine «vincolante», perché pensiamo che ci debba essere l'alleanza terapeutica.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Burtone.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Per questo diciamo che la DAT deve essere impegnativa in modo da collegare la scelta di autodeterminazione all'impegno ancora responsabile del medico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 18

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, «Ho tolto i chiodi dalle mie ali» è il titolo di un libro che vi consiglio di leggere, perché con questi identici emendamenti e con questa proposta di legge voi volete sostituire la vostra coscienza a quella del singolo cittadino.
Vi ricordo, come saggiamente sosteneva Piergiorgio Welby, che la morte è un processo di apprendimento. Voi volete sostituire la vostra coscienza a quella intima del singolo cittadino, perché non volete ipocritamente e giustamente mettervi al suo posto in quei momenti così difficili dell'apprendimento, che ciascuno di noi fa, della sua morte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, questi identici emendamenti sono davvero oscurantisti e ottusamente proibizionisti, tanto che mi fanno provare pena per chi li ha concepiti e li ha proposti.
Dico ciò, perché so che nel Paese c'è una carica di speranza più laica, più liberale, più democratica e più rispettosa dei diritti individuali, così come sono stati sanciti dalla nostra Costituzione. Lo ha spiegato bene ieri anche la collega Rita Bernardini, quando ha dato conto dell'esito dei sondaggi condotti su questa materia, dove a grande maggioranza i cittadini italiani si sono espressi per il testamento biologico.
Sono istanze democratiche che cercate di soffocare, ma che invece prefigurano la vittoria del domani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, si dice a volte drammaticamente «avete gettato la maschera». In questi due identici emendamenti certamente la maschera è gettata, cioè si capisce il desiderio di umiliare tutti coloro che hanno l'intenzione di rivolgersi alle istituzioni della Stato per avere la garanzia di un testamento biologico e si capisce l'intenzione di rivolgersi con cattiveria a coloro che sono in condizione di dolore e nella necessità di chiedere aiuto.
Ci descrivete un medico che passa per le corsie a raccogliere orientamenti, a fare conversazione con i morenti, a scambiare due chiacchiere con chi deve decidere se può o non può sopravvivere.
È indecoroso, indegno e rappresenta una violenza a questa istituzione della Repubblica (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, io credo che «indecorosi» siano alcuni interventi che si sono ascoltati fino adesso, perché prescindono totalmente dal contenuto del comma sul quale ci accingiamo a votare. Ma, soprattutto, ho deciso di prendere la parola, perché credo che noi dobbiamo chiarire una volta per tutte un aspetto. Quando trattiamo di questioni così delicate, come quella dei valori della vita, non posso accettare alcuni interventi nei quali si colloca la posizione di grande attenzione alla questione della vita, come un fatto strumentale di accostamento ad esigenze o ad input di ordine clericale.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Bosi.

FRANCESCO BOSI. Infatti noi, il Parlamento, i legislatori, esprimiamo valori laici, che riguardano in modo particolare il nostro modo di essere. Allora voglio dire, all'onorevole Palomba in primis, che noi siamo assolutamente laici e crediamo che il dovere del legislatore sia quello di riportare nelle leggi i valori ai quali crediamo come cittadini assolutamente liberi.

Pag. 19

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, queste proposte emendative peggiorano un testo già odioso. Una legge entra a «gamba tesa» in un tessuto delicato come quello della vita e della morte, violando spazi inviolabili, gli spazi dell'autodeterminazione, della dignità delle persone, della rete degli affetti. Una regressione di civiltà, una moderna forma di tortura, una violenza crudele che evoca la suggestione di Quasimodo: «Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Incecco. Ne ha facoltà.

VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, ha ragione l'onorevole Miotto: se si chiede al cittadino di esprimere la propria volontà, si deve averne rispetto e soprattutto non si può limitarla. Si è detto che questa legge deve nascere perché i cittadini possano decidere come essere accompagnati dignitosamente al termine della propria vita. In realtà questa legge nasce per obbligarli a mantenere idratazione ed alimentazione a tutti i costi, fino all'ultimo respiro dell'individuo.
Che senso ha, allora, o meglio non è una presa in giro se si invita a dichiarare la propria volontà in un testamento e poi si dice che sulla nutrizione ed idratazione, però, non si può decidere? Noi sappiamo che i cittadini hanno dentro di sé il senso del rispetto più profondo verso la vita ma anche verso la morte e si aspettano rispetto sull'autodeterminazione alla propria vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, vorrei ricordare alla collega Samperi che a «gamba tesa» sono entrate alcune sentenze dei giudici tempo fa e non è questa legge che entra a «gamba tesa» sui problemi della vita e della morte, ci sono stati dei precedenti.
In secondo luogo vorrei dire all'onorevole Colombo che qui non si parla di un medico che va a fare due chiacchierate con i morenti nella corsia, perché queste sono rappresentazioni apocalittiche che non stanno in piedi; qui stiamo parlando di dichiarazioni anticipate di trattamento che si fanno cinque anni prima, tranquillamente e serenamente, chiacchierando e parlando seriamente con il proprio medico.
In terzo luogo qui non stiamo impedendo niente. Torniamo all'emendamento, non facciamo di ogni proposta emendativa una questione di vita o di morte e ricominciamo a fare una filosofia della vita. Qui si dice che si vuole impedire che il paziente sia sottoposto a trattamenti sproporzionati o a procedure sperimentali indesiderate. È tutto qua il discorso e siccome in molti hanno il terrore di essere effettivamente oggetto di accanimento terapeutico e, parlando in giro, si sente questa paura, noi vogliamo semplicemente dire che sono garantiti in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ieri ho ascoltato con grande attenzione e anche con grande partecipazione l'intervento del collega Scapagnini, perché sono argomenti che rafforzano la mia convinzione che, se dovessi trovarmi a dover decidere o a chiedere di poter dare un'indicazione su cosa fare, per quel che mi riguarda io sicuramente sceglierei una strada che è quella di avere il massimo delle cure fino all'ultimo momento possibile e cioè con una posizione che è certamente molto più vicina dal punto di vista materiale di quelle che arrivano dall'altra parte piuttosto che di quelle che Pag. 20arrivano da questa parte. Ma è la mia convinzione, Signor Presidente, ed io la difenderei, se la trovassi minata, fino in fondo per poterla esprimere.
Quello che non capisco è perché si intende in qualche modo obbligare gli altri a non avere questa possibilità cioè quella di poter decidere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Se io mi trovassi, signor Presidente, con qualcuno dall'altra parte che mi impedisse di poter decidere un accanimento terapeutico sulla mia persona, mi batterei con le unghie e con i denti perché questo mi fosse consentito. Il mio appello - concludo Presidente - è un appello umile che faccio a tutti quei deputati della maggioranza che hanno vissuto il testo del Senato, e che magari non sono convinti di questa legge, come un compromesso. Quel compromesso li ha portati a votare secondo la disciplina di partito. Chiedo al capogruppo Cicchitto un nobile atto. Lasci libertà di coscienza almeno su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché questo emendamento fa arretrare rispetto a un compromesso che ha consentito al capogruppo e ai gruppi della maggioranza di avere una disciplina di gruppo.
Qui si arretra e si mette in discussione quel compromesso. Questo non è un emendamento che smonta la legge, questo è un emendamento che fa tornare indietro rispetto anche alle posizioni più arretrate. Dia la possibilità, il collega Cicchitto - chiedo scusa, glielo chiedo davvero con umiltà - che ciascun deputato della maggioranza possa esprimersi su questo emendamento in modo libero.

PRESIDENTE. È presente una delegazione del comune di Rolo (provincia di Reggio Emilia), in particolare il sindaco del consiglio comunale dei ragazzi. L'Assemblea li saluta (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fioroni. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, mi auguro che il relatore valuti che in questa riformulazione si evidenziano tre limiti. Si persiste nell'incapacità permanente di intendere e di volere, che sarà fonte di enorme contenzioso giuridico, non avendo una definizione certa, se non quando si compiono atti definiti e con accertamento giudiziario della dell'incapacità di intendere e di volere. Secondo aspetto: aver rimosso la possibilità di dare una DAT in maniera chiara e inequivoca su trattamenti sproporzionati o sperimentali in ogni momento qualunque paziente qualunque cittadino è in grado di farla; nel momento in cui noi la rimuoviamo non solo si apre l'autostrada all'accanimento terapeutico, ma quel rinvio alla legge rischia di dire che poi alla fine l'accanimento terapeutico si può fare a chi è arrivato più di là che di qua (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, quando si tratta di nascere l'utilizzo della scienza e della tecnica medica è per voi un abuso, bisogna farlo come natura prevede. Invece al contrario, capovolgendo il ragionamento, chi vuol morire secondo natura deve prolungare la propria esistenza in un mare di dolore e di sofferenza, perché non è più un abuso l'utilizzo della scienza e della tecnica medica, non è più un abuso utilizzare i progressi della scienza per allungare il tempo della morte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarubbi. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, io continuo a sentirmi un marziano questa mattina, tra accuse di porcherie da una parte e di clerico-oscurantismo dall'altra, però una cosa la vorrei dire all'onorevole Capitanio Santolini, che probabilmente - come me e come tanti altri - si è persa la Pag. 21riformulazione del relatore. Quando l'onorevole Capitanio Santolini ci dice che questo emendamento permette di evitare di essere sottoposti a trattamenti sproporzionati o a procedure sperimentali indesiderate (cosa sulla quale credo si sarebbe trovato il consenso unanime di questa Aula senza neanche un astenuto) deve ricordare che questo è il pezzo dell'emendamento che è stato tolto un quarto d'ora fa.
Allora una nota di merito ai miei colleghi la vorrei dire: ma di che cosa abbiamo parlato in questi due anni in Commissione? Per piacere, fatemelo sapere visto che abbiamo fatto innumerevoli sedute sull'argomento, visto che poi dieci minuti prima di arrivare qui in Aula scrivete un emendamento che ieri non c'era, che oggi compare, che per di più il relatore riformula. Ma quando li riformula lei gli emendamenti, onorevole di Virgilio, di notte? Quand'è che ci fa sapere le cose? Ieri abbiamo sentito anche delle esperienze molto belle, mistiche, ma qui non possiamo andare avanti con la mistica. Vorremmo vedere le cose scritte nero su bianco per poi poterle valutare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Posto che non sarò mai io, mai, a dire che la volontà è l'unico criterio, perché altrimenti in questo modo legittimiamo anche il suicidio assistito (non sarò certo io a dirlo), però non si può neanche confondere tra una volontà e un orientamento. È come se andassi all'anagrafe a depositare il nome di mio figlio Mattia, e mi chiedono: ma come lo vuoi chiamare? Mattia. No, no, mi piace più Marcello, tuo figlio si chiamerà Marcello.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.

CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, vorrei tranquillizzare il collega Sarubbi perché la riformulazione da parte del relatore di questo emendamento non prevede più che siano espunti i commi 2 e 3 dell'articolo 3, ma semplicemente il comma 2.
E il comma 3 recita in questa maniera: «Nella dichiarazione anticipata di trattamento può anche essere esplicitata la rinuncia da parte del soggetto ad ogni e ad alcune forme particolari di trattamenti sanitari in quanto di carattere sproporzionato o sperimentale». Ora va bene la battaglia politica, va bene tutto; tuttavia fare affermazioni non vere credo che non faccia onore a questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Ringrazio l'onorevole Castellani per questa spiegazione perché così sono più chiari anche per chi ci ascolta i limiti posti alla DAT. Nell'articolo in cui si dovrebbe spiegare che si dà una possibilità di fare la DAT si stabilisce che bisogna essere in capacità di intendere e di volere permanente (e faccio riferimento ai dubbi posti da Fioroni), si stabilisce che vale come semplice orientamento e faccio riferimento a quanto detto da altri colleghi, vale a dire che serve solo per il medico e non ha valore rispetto ad altri soggetti quali familiari e parenti perché dice: «informazioni utili per il medico onde evitare di».
Adesso ci si ribadisce che in ogni caso, quando arriveremo al comma 3, queste dichiarazioni di trattamento varranno soltanto per dire «sì» o «no» alle sperimentazioni che già adesso sono regolamentate: già adesso se ti fanno una sperimentazione devono chiedere il tuo permesso oppure nei casi nei quali ci siano cure sproporzionate che nell'articolo 1, ieri, abbiamo escluso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Barani 3.2020 e Binetti 3.2081, nel testo riformulato, accettati dalla Commissione e dal Governo. Pag. 22
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Veltroni... onorevole Orlando Andrea... onorevole Oliverio... onorevole Occhiuto... onorevole Menia... onorevole Pepe Antonio... onorevole Distaso Antonio... onorevole Cosenza... onorevole Centemero... onorevole Scalera... onorevole Iannarilli... onorevole Baccini... onorevole Rao... onorevole De Poli... onorevole Testa Nunzio... onorevole Rampelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 496
Astenuti 8
Maggioranza 249
Voti favorevoli 257
Voti contrari 239).

A seguito dell'approvazione degli identici emendamenti Barani 3.2020 e Binetti 3.2081 risultano precluse le seguenti proposte emendative: Farina Coscioni 3.77; Maurizio Turco 3.2062; Contento 3.2002; Mura 3.15; Livia Turco 3.32; Mura 3.2030; Livia Turco 3.2054; Mazzarella 3.2023; Fioroni 3.2024; Farina Coscioni 3.2013; Palagiano 3.197; Farina Coscioni 3.140; Farina Coscioni 3.79; Farina Coscioni 3.128 e gli identici Palagiano 3.2031 e Livia Turco 3.2055.
Avverto altresì che è stato ritirato l'emendamento Calderisi 3. 2000.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Farina Coscioni 3.122.
Ha chiesto di parlare il relatore di minoranza, onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO, Relatore di minoranza. Signor Presidente, io devo ritornare su quello che non ho potuto esprimere prima in quanto non mi sono dichiarato relatore di minoranza, ma credo che non possa non essere trasmesso al Parlamento. Io ritorno innanzitutto sul valore che dovrebbe avere il testamento biologico e sull'esigenza che è nata in Italia di fare una legge che servisse per dare un valore giuridico a quelle che sono le volontà del paziente.
Ci troviamo una legge in cui il testo riporta che il dichiarante esprime il proprio orientamento in merito ai trattamenti sanitari in previsione di un'eventuale futura perdita della propria capacità di intendere e di volere, come se tutti sapessimo di che morte dovremmo morire. La stessa Commissione giustizia ha sottolineato che sarebbe meglio scrivere sul biotestamento quali sono i trattamenti a cui non si vuole essere sottoposti. Nessuno di noi sa se morirà di cancro, di infarto o di insufficienza respiratoria e se sarà necessario il polmone artificiale piuttosto che una PEG.
Inoltre, come sostiene giustamente la Commissione giustizia, è necessario da parte del cittadino avere un'informazione su tutti quelli che sono i trattamenti sanitari disponibili. Come può un cittadino normale, che non ha una cultura medica, stabilire quali saranno i presidi autorizzabili e quali no? Sarebbe molto più semplice, come noi abbiamo auspicato, scrivere su una carta che può essere trasmessa tranquillamente a un familiare o ad un amico o ad una persona di fiducia, senza burocratizzare anche il testamento biologico: voi, che avete fatto il Ministero per la semplificazione, complicate e burocratizzate anche il testamento biologico. Quindi per questa legge, che non ha nessun valore in quanto ha soltanto un potere di orientamento, ci vuole anche la presunzione di sapere di che male si morirà e la cultura medica per dire poter dire: «Questo sì, questo no».
Ebbene, non bastano questi limiti del testamento biologico, non bastano i limiti del consenso informato, che non prevede l'idratazione e la nutrizione artificiale, ma arrivano anche gli emendamenti proposti da Barani, che sono orientamenti circa l'attivazione del trattamento terapeutico in conformità alla legge. Non si parla né di interruzione né di sospensione del trattamento, Pag. 23come se la cosa non riguardasse noi. Credo che tutti siamo padroni della nostra vita, credo che tutti, dal momento in cui nasciamo al momento che precede la morte, dobbiamo, attraverso il consenso informato, che è l'espressione dell'articolo 32 della Costituzione, dire «sì» o dire «no» a qualsiasi trattamento ci venga proposto o somministrato e questo non sarà ovviamente possibile. Attraverso l'emendamento Barani non sarà quindi possibile interrompere il trattamento.
Poi ieri, dopo che abbiamo passato oltre 20 mesi tra stop and go che dipendevano dalle strategie del Governo, dall'imminenza delle elezioni, in cui le leggi subivano stranamente un'accelerazione improvvisa, dopo che erano state messe nel dimenticatoio per otto mesi in questa Commissione affari sociali, che ha ignorato totalmente il testo che adesso viene in Aula, ecco la «ciliegina sulla torta»: l'emendamento del relatore, quello che sopprime l'articolo 6, lo sostituisce e in cui si scrive che le DAT assumono rilievo nell'incapacità permanente di intendere e di volere accertata - udite bene - dall'assenza di attività cerebrale integrativa cortico-cortico sottocorticale. In altre parole ci vorrà una risonanza magnetica per poter avere un testamento biologico in corso di validità.
È ovvio che questa è una legge contro il testamento biologico, è una legge fatta esclusivamente per compiacere qualcuno e per captarne la benevolenza, ma è contro la volontà dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.122, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Di Biagio... onorevole Razzi...onorevole Mazzarella... onorevole D'Antoni... onorevole Causi... onorevole Soro... onorevole Dal Moro... onorevole Di Pietro... onorevole Occhiuto... onorevole Traversa... onorevole Marchignoli... onorevole Crimi... onorevole Aprea... onorevole Nicolucci... onorevole Garavini... onorevole Peluffo... onorevole Gioacchino Alfano... onorevole Adornato... onorevole Renato Farina... onorevole Traversa... onorevole Milanese... onorevole Siliquini... onorevole Barbareschi... onorevole Pompili... onorevole Calderisi... colleghi, non è il primo voto, se evitassimo di entrare ed uscire in modo corrente e ricorrente... è un provvedimento un po' delicato, chiedo scusa. Onorevole De Nichilo Rizzoli...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 468
Astenuti 17
Maggioranza 235
Voti favorevoli 47
Voti contrari 421).

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.81, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mazzuca...onorevole Pes...onorevole Gava...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 472
Astenuti 12
Maggioranza 237
Voti favorevoli 52
Voti contrari 420).

Pag. 24

Passiamo all'emendamento Fioroni 3.2025.
Chiedo all'onorevole Fioroni se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 3.2025 formulato dal relatore per la maggioranza.

GIUSEPPE FIORONI. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, intervengo solo per provare a ribadire ai colleghi che il comma 3 dell'articolo 3, così come resta, con la dizione «anche», significa che la dichiarazione anticipata di trattamento viene fatta sostanzialmente per i trattamenti appropriati e lex artis e che, solo in caso eccezionale, se qualcuno se lo ricorda, può anche evitargli l'accanimento terapeutico.
Mi sembrava di aver capito che avremmo predisposto questo provvedimento per dare la garanzia al cittadino anche di non essere sottoposto ad alcuna forma di accanimento terapeutico. Se non sopprimiamo il termine «anche», la dichiarazione anticipata di trattamento si applicherà ai trattamenti ordinari ed appropriati e, solo in casi eccezionali, se il cittadino se lo ricorda, potrà evitarsi l'accanimento terapeutico. Mi sembra veramente una cosa totalmente illogica e, quindi, non ritiro il mio emendamento 3.2025.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 11,27)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.

CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, vorrei ricordare al collega Fioroni che, nella pagina successiva del fascicolo, vi sono ben quattro emendamenti, che chiaramente devono essere votati, a cui è stato dato parere favorevole, che sopprimono la parola «anche».

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, questo è il quarto ostacolo alla possibilità di esprimere le volontà. Infatti, il contenuto della dichiarazione anticipata di trattamento, per effetto dell'emendamento Fioroni in esame, e dei successivi quattro, si restringe ai trattamenti sanitari che costituiscono accanimento terapeutico, che già ora non possono essere praticati, non possano essere richiesti e il medico, in scienza e coscienza, non può praticare.
Per quale ragione, nella proposta di legge, affermiamo che, invece, nella dichiarazione anticipata di trattamento possono chiedere l'accanimento terapeutico, anzi, esclusivamente l'accanimento terapeutico? Francamente, questo emendamento - mi dispiace per il collega Fioroni che lo ha presentato affinché fosse chiara l'intenzione della maggioranza - comporta, di fatto, la riduzione dell'efficacia della dichiarazione anticipata di trattamento all'accanimento terapeutico e, pertanto, non lo possiamo condividere.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, indipendentemente dal merito dell'emendamento, intervengo per un richiamo al Regolamento, rivolgendomi al Comitato dei nove e a chi ha la responsabilità anche di fare il relatore per la maggioranza. Signor Presidente, quando vi è un emendamento che prevede la soppressione di tre parole - come l'emendamento Fioroni, che intende sopprimere le parole «può anche essere» - non si può rispondere che è meglio ritirarlo perché, comunque, ne seguono altri quattro.
Innanzitutto, non sono quattro. Abbiamo già posto in precedenza il problema: gli emendamenti in votazione sono tre, perché l'emendamento Binetti 3.2006 Pag. 25non è segnalato e, quindi, anche il richiamo agli emendamenti che seguono è errato perché saranno posti in votazione solo gli identici emendamenti Polledri 3.2050, Bertolini 3.2051 e Livia Turco 3.2056. L'emendamento Binetti 3.2006 non sarà posto in votazione, quindi è come se non esistesse: non è oggetto di votazione.
Svolto tale ragionamento, che è incidentale, tuttavia, quando si chiede ad un collega di ritirare un emendamento, non gli si può chiedere di ritirarlo in nome del fatto che ve ne sono altri - che il collega non ha firmato - i quali sopprimono una delle tre parole che il collega intende sopprimere, e non tutte e tre. Da un punto di vista regolamentare, direi che non sussistono le condizioni per fare osservazioni e richieste di questo tenore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, qui vi sono alcuni emendamenti, uno dietro l'altro, che riguardano il comma 3 dell'articolo 3 della proposta di legge. Se lo prendiamo, colleghi, quando avevamo inserito la parola «anche» in Commissione, io lo avevo inteso nel senso che le dichiarazioni anticipate di trattamento possono riguardare anche situazioni di cure sperimentali o sproporzionate.
Dal mio punto di vista, ciò andava nella logica che dice Giachetti, ossia: sei in fin di vita? proviamo tutto, anche le cose che apparentemente potrebbero essere una cura disperata, un intervento chirurgico dell'ultimo momento. Lasciamo che uno possa scegliere questa strada, che attualmente è preclusa perché, nel sistema sanitario, le cure devono essere appropriate, e non è detto che queste lo siano.
Se noi leviamo la parola «anche» e seguiamo le modifiche che qui sono proposte, andiamo in un'altra direzione, la quale dice che le dichiarazioni anticipate di trattamento servono solo a dire di «si» o di «no» a cure sperimentali o sproporzionate. Va, dunque, chiarito bene cosa votiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fioroni 3.2025, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Luciano Rossi, Sardelli, Corsaro e Ginoble, Ministro Carfagna, onorevole Minardo, Oliverio, Razzi, Antonio Pepe e Mosca.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 481
Astenuti 11
Maggioranza 241
Voti favorevoli 51
Voti contrari 430).

Prendo atto che i deputati Ruben e Razzi hanno segnalato non sono riusciti ad esprimere il voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti...

DONATA LENZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Lenzi. Revoco l'indizione della votazione, state tranquilli, era quella precedente, non ho fatto nessun colpo di mano.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Polledri 3.2050 e Bertolini 3.2051.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, in continuità con quello che ho detto prima, ritengo che levare l'«anche» da questo comma, ci porti a delle dichiarazioni di trattamento che potranno occuparsi solo di cure sperimentali o di cure sproporzionate, Pag. 26e non di tutte le cure ordinarie e appropriate che qualcuno di noi può ricevere e che se fosse capace di intendere e di volere può rifiutare. A mio parere, quindi, l'«anche» deve rimanere e quindi voto contro questi emendamenti.

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Livia Turco 3.2056 è stato ritirato.
Passiamo ai voti.
Avverto che stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Polledri 3.2050 e Bertolini 3.2051 accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Galletti, Iapicca, Nirenstein, Moroni, Conte, Ceccacci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 500
Astenuti 8
Maggioranza 251
Hanno votato
279
Hanno votato
no 221).

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3000 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Portas, Della Vedova, Pili, Calderisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 492
Astenuti 13
Maggioranza 247
Voti favorevoli 290
Voti contrari 202).

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 3.117, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Grimoldi, Iannarilli, Di Girolamo, Crosetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 500
Astenuti 12
Maggioranza 251
Voti favorevoli 196
Voti contrari 304).

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 3.66, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Anna Teresa Formisano, Sardelli, Mura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 501
Astenuti 12
Maggioranza 251
Voti favorevoli 195
Voti contrari 306). Pag. 27

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.110, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ghiglia, Mazzuca, Veltroni, Misiani, Fontanelli, Di Pietro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 500
Astenuti 14
Maggioranza 251
Voti favorevoli 59
Voti contrari 441).

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.67, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Mazzuca, Bianconi, Calearo Ciman, Grassi, Motta, Paladini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 339
Astenuti 175
Maggioranza 170
Voti favorevoli 31
Voti contrari 308).

Prendo atto che i deputati D'Ippolito Vitale, Razzi e Cambursano hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Livia Turco 3.34.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, ieri abbiamo votato l'articolo 2. Noi non abbiamo condiviso alcuni aspetti, però non vi è dubbio che il consenso informato è sicuramente una conquista per la civiltà medica: non vi è più lo strapotere del medico, ma un riequilibrio nel rapporto medico-paziente.
La dichiarazione anticipata di trattamento è un'estensione del consenso informato, che viene formulata e sottoscritta quando si è in grado di intendere e di volere e si deve prendere in considerazione quando non vi sono più queste caratteristiche. Quindi, si tratta di una scelta di libertà legata all'autodeterminazione che si fa con l'accompagnamento del medico.
Ma la DAT deve essere anche una scelta vera, non può essere orientativa, così come è stata formulata.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 11,40)

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Noi non abbiamo posto il vincolo, non abbiamo detto che la dichiarazione anticipata di trattamento deve essere vincolante per il medico, ma deve essere impegnativa, perché deve portare ad una corresponsabilizzazione del sanitario, che deve prendere atto anche della contestualizzazione di quando è stata formulata e di quando deve essere resa attiva. Per essere vera non deve avere i limiti che state ponendo, colleghi della maggioranza. Per voi lo Stato deve diventare scienziato, deve stabilire per legge qual è il limite nell'accanimento terapeutico, e sappiamo che vi è un codice deontologico, vi è la professionalità del medico.
Deve stabilire, addirittura, quale deve essere il livello del coma da considerare, distinguere tra trattamenti sanitari e trattamenti terapeutici, indicare i trattamenti vitali che non devono rientrare nella dichiarazione anticipata di trattamento. Non parlate di ventilazione artificiale, non parlate di dialisi e vi fermate sulla nutrizione ed idratazione, ed è qui che viene fuori Pag. 28l'estremismo ideologico che portate avanti su questa proposta di legge, nel momento in cui definite la nutrizione e l'idratazione acqua e cibo.
Su questo sento il dovere di dire qualcosa che fa parte di una professionalità medica, ossia quanto scrivono le società scientifiche nazionali ed internazionali: si tratta di una procedura medica complessa (lo sa il relatore e lo sanno i colleghi qui presenti); richiede un intervento invasivo, la somministrazione deve essere altamente specializzata, ci sono controindicazioni ed effetti indesiderati che devono essere valutati.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Allora, credo, signor Presidente - e concludo - che questa proposta di legge abbia un eccesso di tecnicismo e di invasività. Ci si fermi e si lasci tutto all'alleanza terapeutica medico-famiglia-paziente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà.

LIVIA TURCO. Signor Presidente, onorevole Binetti, onorevole relatore, mi chiedo: ma perché usare il codice penale nei confronti dei medici? Perché questo atto di sfiducia nei confronti dei medici? Perché non dire, molto semplicemente e chiaramente, quello che ci sta a cuore, cioè «no» all'eutanasia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, credo che questo in fondo sia il cuore del dibattito sul quale ci stiamo muovendo. In fondo, qual è il grande spettro che appare in controluce rispetto a tutti gli articoli di questa proposta di legge? Il volere garantire in tutti i modi che questo provvedimento non sia un grimaldello per introdurre in qualsivoglia forma l'eutanasia nel nostro sistema.
La collega Turco ha voluto esplicitare il contenuto dell'articolo rispetto a quella che è la formulazione del codice, ma a noi sembra sostanzialmente uguale. È un gesto di riconoscimento di un valore, di un principio ed anche di un clima in cui si potrebbe costruire un'intesa su molti punti di questo provvedimento, per cui propongo al mio gruppo di votare a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, ovviamente esprimo il voto contrario su questo emendamento perché il Parlamento non è chiamato a scegliere tra «pro-eutanasia» e «contro-eutanasia». La verità è che esiste nel Paese l'eutanasia clandestina e quindi, come per l'aborto, il problema è scegliere tra l'eutanasia clandestina, che è quella di oggi, e la legalizzazione dell'eutanasia.
Quindi ribalto l'argomentazione per cui ci sarebbe lo spauracchio dell'eutanasia. Certo, c'è lo spauracchio della libertà e dell'autodeterminazione della vita umana, questo è il vero problema che è come un incubo per tanti di voi ma, lo ripeto, sarete sconfitti, se non in quest'Aula, dalla società e dal Paese (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Anna. Ne ha facoltà.

VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, vorrei precisare al collega Radicale, che ha testè enunciato quest'altro spettro che aleggia in quest'Aula dell'eutanasia clandestina come l'aborto clandestino, che, in alcune zone di questo Paese, il problema è assistere gli ammalati, soprattutto quelli gravi e che hanno necessità di cure continuative e palliative. Non c'è lo spettro dell'eutanasia clandestina, ma quello di Pag. 29una conclamata insufficienza nell'assistenza nei confronti di determinati malati. Dico questo perché qui dentro stamattina di tutto si sta parlando, tranne che della proposta di legge.
Stiamo lanciando un appello, con accentuazioni, con parole ridondanti, a chi ci ascolta attraverso la radio per sembrare i paladini delle libertà, dando agli altri la patente di coloro i quali sono tetragoni al sentimento di libertà che invece alberga nel vostro animo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 3.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Bindi, Pagano...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 500
Astenuti 13
Maggioranza 251
Voti favorevoli 225
Voti contrari 275).

Prendo atto che il deputato Cambursano ha segnalato che non è riuscito a votare.

In ricordo della professoressa Maria Rita Saulle (ore 11,50).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Onorevoli colleghi, questa notte è scomparsa la professoressa Maria Rita Saulle, giudice della Corte costituzionale. Professore emerito di diritto internazionale, nata a Caserta il 3 dicembre 1935, era stata nominata alla Consulta dal Presidente della Repubblica il 4 novembre 2005, dopo una lunga carriera universitaria. Autrice di numerose e importanti pubblicazioni scientifiche, particolarmente in materia di organizzazione internazionale e di tutela dei diritti umani, è stata titolare delle cattedre di diritto internazionale, di diritto internazionale della navigazione e di diritto delle Comunità europee negli atenei di Napoli e di Roma. Come autorevole membro della Corte costituzionale, unica donna componente di quel Collegio, ha dato il suo prezioso contributo nell'elaborazione di alcune rilevanti decisioni, in particolare in tema di assistenza alle persone disabili, di tutela della maternità, di misure a sostegno della famiglia.
La Presidenza ha già fatto pervenire alla presidenza della Corte costituzionale e ai familiari dell'autorevole giurista i sensi del più profondo cordoglio e della più sentita partecipazione al loro dolore, che ora desidero rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea, raccogliendoci in un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Generali applausi, cui si associano i membri del Governo).

Si riprende la discussione (ore 11,53).

(Ripresa esame dell'articolo 3 - A.C. 2350-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Livia Turco 3.46.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà.

LIVIA TURCO. Signor Presidente, l'emendamento si riferisce ad un tema molto delicato che è quello della nutrizione artificiale. Intanto è bene parlare di nutrizione e non di alimentazione, secondo quanto indicato dalle linee guida internazionali, perché ciò a cui ci si riferisce è l'utilizzo di nutrienti, e non di alimenti, che vengono preparati con procedure farmaceutiche e che vengono amministrati per via artificiale, senza ricorrere al normale processo di denutrizione. Pag. 30La nutrizione artificiale, per essere praticata, richiede il consenso informato, la collaborazione del farmacista, il regolare controllo e monitoraggio del medico specialista. Dunque, siamo di fronte a un trattamento sanitario che noi prevediamo sia contemplato nelle dichiarazioni anticipate di trattamento. Però si tratta di un trattamento sanitario che attiene ad una funzione vitale.
Per questo riteniamo essenziale far vivere il principio di precauzione. Ma come far vivere il principio di precauzione? Questa è la grande differenza tra la nostra proposta e quella del centrodestra. Noi pensiamo che questo principio di precauzione possa vivere e sia efficace non attraverso l'imposizione di proibizioni attraverso le leggi, non con l'intervento dello Stato che si sostituisce alla coscienza, bensì la precauzione può vivere ed essere efficace se si attiva quella relazione di fiducia tra il medico, il paziente, i familiari, il fiduciario e se questa relazione di fiducia viene vissuta costantemente, attualizzando le DAT. Per questo, il nostro emendamento è stato frutto di una discussione e di un confronto molto approfondito. Voglio sottolineare anche il comma 5-ter: noi mettiamo in risalto l'attualità della DAT e il fatto che debba essere espressa e verificata al letto del paziente e che la relazione di fiducia e di cura tra medico, paziente, fiduciario e familiare debba applicarsi caso per caso e debba essere sempre attuale.
Per questo, non abbiamo esitato a scrivere che, laddove si verificasse al letto del paziente un miglioramento non previsto al momento in cui si scrisse la DAT, questa possa essere disattesa se il beneficio è documentabile e scrivibile nella cartella clinica. Quindi, onorevoli colleghi, vorrei proprio sottolineare l'equilibrio di valori che abbiamo cercato di realizzare, il bilanciamento tra il principio della scelta e il principio di precauzione.
Inoltre, un altro aspetto ci sta a cuore: l'eguaglianza. Noi vogliamo che la nutrizione artificiale, così come ogni altro trattamento, sia sempre garantito e sia accessibile a tutti in nome dell'eguaglianza di opportunità, del non abbandono e della presa in carico di tutte le persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Murer. Ne ha facoltà per un minuto.

DELIA MURER. Signor Presidente, vorrei sottolineare perché vi è un giudizio favorevole, un sostegno a questo emendamento, che prevede la possibilità per le persone - come ricordava l'onorevole Livia Turco - di inserire all'interno della DAT, a differenza delle posizioni proposte dalla maggioranza e anche dal relatore, la possibilità di prevedere la nutrizione. Tale possibilità si accompagna nel nostro testo all'espressione di volontà della persona che però è equilibrata nel caso della possibilità che vi siano dei cambiamenti, nel momento in cui la persona non sia più in grado di intendere e di volere. Si tratta di cambiamenti dal punto di vista della scienza che possono portare ad un beneficio per la sua situazione.
Noi prevediamo quel principio di precauzione che Livia Turco ricordava prima. È una grande possibilità, non è un'imposizione come è, invece, quella del testo che viene proposto dalla maggioranza. Credo che questo sia un elemento molto importante che ci fa dire «sì» a questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Murer.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Incecco. Ne ha facoltà.

VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, il discorso sulla nutrizione e l'idratazione artificiali è uno snodo fondamentale, perché è proprio qui, su questo incrocio che scivolano le differenti visioni della vita, dell'etica, del rapporto tra la legge e lo spazio della libera determinazione individuale. In questo momento, su Pag. 31questo tema finalmente c'è il pregio della chiarezza nel senso che appare evidente a tutti noi quale è la materia della contesa e quali sono le differenze di pensiero.
In buona sostanza c'è chi considera la nutrizione e l'idratazione artificiali come strumenti ordinari, quasi naturali, con cui si dà «da mangiare e bere alle persone», lo dico tra virgolette. C'è chi invece, come noi, le considera come cure mediche, che danno sostegno vitale, come trattamenti sanitari che, quando effettuati, necessitano di tecniche d'infusione invasive, controlli laboratoristici continui e chi è medico sa che spesso sono gravati da pesanti complicanze.
Penso che questa proposta di legge debba garantire un accompagnamento a un fine vita dignitoso e rispettoso delle volontà della persona e non deve e non può imporre inutili tecnologie se si pensa che siano inutili o non migliorino almeno la qualità della morte, perché l'idratazione e la nutrizione...

PRESIDENTE. Onorevole D'Incecco, la invito a concludere.

VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione... quando ritenute necessarie, non sono state e non sono mai negate a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bossa. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUISA BOSSA. Signor Presidente, questo emendamento introduce normative non invasive che stabiliscono un'equilibrata mediazione tra i vari soggetti della relazione terapeutica, come quella che si costruisce nella fase finale della vita. Insomma, la famiglia, i medici e il paziente; è dentro questo triangolo che vanno misurati ogni scelta, ogni volontà, ogni giusto percorso. Non ci sono e non ci possono essere ricette assolute e uguali per tutti, allora perché parliamo di proposta di legge mite? Perché non vanno messi ostacoli all'autonomia e responsabilità del medico che deve rispettare le scelte del paziente e perché la legge deve anche valorizzare la relazione di fiducia tra il paziente, il medico, il fiduciario e i familiari. Noi riteniamo che debba essere il cardine della legge e che ad essa debba essere affidata la decisione sulla scelta più rispettosa per la dignità e la vita del malato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bucchino. Ne ha facoltà.

GINO BUCCHINO. Signor Presidente, vorrei dire al collega, l'onorevole Di Virgilio, che si è lavorato quasi due anni per allargare con ragionevolezza e base scientifica - non limitato quindi al solo stato vegetativo - il testo Calabrò, per poi finire di restringerlo in questi modi, facendo riferimento anche ad una dizione che nessuno capisce: un'attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale, ma cosa vuol dire questo? Sfido i miei colleghi medici a capire e spiegare che cosa esattamente significhi, perché se da un lato questo finisce per restringere in maniera così forte il campo di applicazione escludendo tutti gli stati di demenza, dall'altro si andrà ad aprire ad una serie infinita di interpretazioni, contestazioni, indecisioni e ricorsi. Per carità colleghi, cerchiamo di fare le cose con serietà, siamo in un Parlamento, siamo qui a legiferare su un tema importante e abbiamo l'obbligo di dare il meglio di noi stessi a chi rappresentiamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sbrollini. Ne ha facoltà.

DANIELA SBROLLINI. Signor Presidente, questo è un punto cruciale di tutto il discorso che stiamo facendo sul testamento biologico: che cos'è la nutrizione artificiale? Non è una cosa naturale, lo dice l'espressione stessa. Parliamo di un combinato medico che viene trasferito al paziente attraverso macchinari. Un documento della Federazione nazionale degli Pag. 32ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri dice senza mezzi termini che, in accordo con una vasta e autorevole letteratura scientifica, la nutrizione artificiale è un trattamento assicurato da competenze mediche e sanitarie in grado di modificare la storia naturale della malattia mediante la prescrizione di preparati farmacologici e che richiede il consenso informato del paziente in ragione dei rischi connessi alla sua predisposizione e mantenimento nel tempo. È una definizione che mi pare chiarissima; se si chiede il consenso informato perché non dovrebbero entrare nelle DAT?

PRESIDENTE. Onorevole Sbrollini, la invito a concludere.

DANIELA SBROLLINI. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Se un paziente cosciente può rifiutarsi, perché non possono essere rifiutate da un paziente non più cosciente che ha però lasciato una volontà precisa in tal senso?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà, per un minuto.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo per dire che la nutrizione e l'idratazione artificiali non possono non essere considerate attività sanitarie. Basta pensare al fatto che andare alle terme, quando si ha un problema renale o cose analoghe, viene previsto dal Servizio Sanitario. Quindi, bere, o comunque essere idratato, può cambiare uno status di vita rispetto ad un altro. La libertà di scelta ci deve essere, deve essere un elemento fondamentale e importante.
Non parliamo di mangiare un budino o di bere un bicchiere di Cola Cola, ma di cambiare un modo di essere di una persona e di sostenerla in base al fatto che la vita, in qualche modo, è legata fin dall'inizio dall'allattamento e da quello che noi immaginiamo pervenire come sistema di vita. Per cui, dico «no» alla possibilità di scegliere una nutrizione e un'idratazione artificiali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, noi voteremo «no» a questo emendamento, però mi sembra che valga la pena che tutta l'Assemblea prenda atto delle cose importanti che sono scritte in esso. La prima è quando si afferma che la nutrizione artificiale è una forma di sostegno vitale. Questa è stata un'affermazione coraggiosa (ricordo quando ne abbiamo discusso insieme molte volte). Vorrei si prendesse atto che si prevede che si tratta di un sostegno vitale, e non, collega Argentin, con tutta la stima e l'affetto, di un trattamento terapeutico. Lo dice il vostro emendamento.
La seconda cosa che mi sembra interessante è che, in un passaggio successivo, si dice che la nutrizione artificiale deve sempre essere disponibile e accessibile. Mi sembra un ulteriore punto di avvicinamento prezioso. Mi sembra interessante che voi sottolineate - cosa che peraltro avete detto molte volte - che questa volontà deve essere impegnativa, ma non vincolante. Possiamo discutere sulla sfumatura tra impegnativa e orientativa, che esiste, però, in ogni caso, questo depotenzia sicuramente il carattere di obbligatorietà che per alcuni dovrebbe avere.
L'altro punto che mi sembra importante è che le dichiarazioni anticipate di trattamento possono essere disattese dal medico curante, ossia voi contemplate in questo emendamento, nella complessità di una riflessione che non è di opposizione a quello che è stato previsto nella proposta di legge, ma che è una riformulazione autonoma, tutti i capisaldi che, in questa proposta di legge, vengono sostenuti negli articoli. È di questa sintonia che voglio dare atto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nei lavori Pag. 33d'Aula sono utili anche le relazioni personali e lo scambio di complimenti, ma ciò che conta è il pulsante che pigiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Riconosco nelle affermazioni dell'onorevole Binetti l'onestà culturale di riconoscere la bontà dei contenuti di questo emendamento, anche perché ha contribuito ad elaborare questo emendamento a prima firma dell'onorevole Livia Turco. Avere cambiato partito, schieramento, gruppo politico, non può impedire, a lei come ad altri colleghi di quest'Aula, di valutare il merito delle questioni, il merito di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, vi chiedo che dai complimenti passiamo ai fatti e al voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Anna. Ne ha facoltà.

VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, non voglio turbare questo clima «deamicisiano» che si è creato, ma vi confesso una cosa: da biologo, ritengo che la somministrazione dell'acqua, del glucosio e dei lipidi sia un evento del tutto fisiologico e sfido chiunque a dimostrare che questa somministrazione possa assumere una valenza di trattamento sanitario o, addirittura, terapeutico.
Sarò anche arretrato e un po' rozzo nell'espressione, ma, per me, fare morire la gente di fame e di sete, sottrarre a queste persone il nutrimento (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)... Voi potete pensarla legittimamente al contrario di come la penso io, ma non siete abilitati a dare agli altri la patente di liberticida solo perché non la pensano come voi! Non fate altro che darvi ragione gli uni con gli altri, autoesaltando e facendo crescere la vostra autostima, ma non date alcun contributo alle opinioni degli altri.
Allora, la somministrazione di acqua e di cibo non è un trattamento sanitario e chi dice il contrario condanna le persone a morire di fame e di sete, cosa che non mi sembra una conquista né civile, né morale (Applausi dei deputati dei gruppi Iniziativa Responsabile Nuovo Polo, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, il collega D'Anna ha fatto bene a parlare e di rozzezza e di arretratezza. perché il contenuto delle sue parole evidenzia la centralità di questa terminologia. Abbiamo un fascicolo di 20 pagine che spero riusciremo a leggere passo dopo passo insieme ai colleghi radicali. Spiegheremo, principalmente al collega d'Anna, ma anche a tutti gli altri, che cosa è la nutrizione artificiale, l'alimentazione artificiale. Vista l'esperienza parlamentare, penso che già potrebbe essere un successo se un collega riuscisse a portare un po' di conoscenza, anche dal punto di vista medico e scientifico (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, vorrei leggere alcune cose sottolineate dalla Società di anestesia e rianimazione secondo cui nutrizione e idratazione rientrano tra quelle che debbono essere considerate terapie intensive e hanno funzioni vitali, ma sono anche un trattamento medico.
La Sinpe, Società di nutrizione parenterale ed enterale, afferma che la nutrizione artificiale è un trattamento medico la cui attuazione prevede il consenso informato del malato o di un suo delegato. Il collega sa che siamo davanti non al dovere di dare cibo ed acqua all'ammalato, ma ad un trattamento medico che viene predisposto con un intervento invasivo e Pag. 34complesso (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). Dare alimentazione e idratazione significa mettere in campo un intervento specialistico altamente qualificato.
Quindi, evitiamo di dire cose che alimentano strumentalizzazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, il relatore, forse, potrebbe provare, in due o tre minuti, a dirci come funzionano l'idratazione ed il nutrimento artificiali? No, non ce la potrebbe fare perché questi sono trattamenti medici e non si tratta semplicemente, come ci volete fare credere, di dare da mangiare con il cucchiaino a chi è impedito. Non lo si fa con l'imbuto, è un trattamento medico che ha bisogno di personale specializzato, di attenzioni particolari. Si tratta di qualcosa di delicatissimo per l'equilibrio del paziente. Non potete fare credere che l'idratazione sia equivalente al bere un bicchiere d'acqua e impedisca di fare morire qualcuno di sete, o che la nutrizione artificiale significhi fare morire qualcuno di fame perché non lo si imbocca! Sono dei trattamenti medici che pesano sulla qualità della vita di chi deve subirli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mario Pepe (Misto-R-A). Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (Misto-R-A). Signor Presidente, chiedo un minuto di attenzione come premio del mio lunghissimo silenzio.
Ho ascoltato voi tutti e devo dire che appartengo a quella generazione che si riconosce nelle parole di Benedetto Croce secondo il quale tutta la vita è preparazione alla morte. Egli era ossessionato dall'idea di non dovere morire mai e rimanere prigioniero di quel carcere che è la vita.
Mi chiedo in questo momento che fine ha fatto Ariel Sharon. Mi hanno detto che è ancora vivo, anzi c'è una macchina che vive per lui e viene alimentato artificialmente con la PEG.
Ora vorrei chiedere all'onorevole Di Virgilio: c'è un confine in cui l'alimentazione artificiale diventa accanimento? Credo che il vulnus di questa proposta di legge sia che essa non stabilisce questo confine e che spesso l'alimentazione ad oltranza diventa accanimento terapeutico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, qui stiamo veramente di fronte ad un fatto di crudeltà: costringere all'alimentazione e all'idratazione, atti medici che richiedono interventi di medici, di apparecchiature e di strumenti che sono pure anche rischiosi.
Questo sono l'idratazione e l'alimentazione artificiali, come dice la parola stessa, appunto «artificiale», non naturale. Di naturale non c'è nulla. Questo capovolgimento della realtà è sintomatico di qualcuno che vuole imporre un atto medico. È qualcosa di crudele e di veramente disumano.
Penso che questa realtà dei fatti non potrà essere mutata da nessuna ridefinizione di comodo. Non c'è possibilità: si impone, come è evidente, alle coscienze delle persone e alla coscienza medica.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Beltrandi.

MARCO BELTRANDI. Non ho altro da aggiungere, grazie (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, sulle inesattezze affermate dall'onorevole Pag. 35D'Anna, riporto una parte delle avvertenze generali, di oltre venti pagine, relative alle «Istruzioni per la gestione della nutrizione enterale domiciliare», dove proprio all'inizio si legge che l'alimentazione enterale manca dei meccanismi inconsci di regolazione dell'alimentazione per bocca, attraverso i quali l'organismo controlla il consumo di alimenti e ne favorisce la digestione. Pertanto deve essere prescritta e controllata dal centro di riferimento. È necessario osservare attentamente le prescrizioni ed avvertire in caso di difficoltà o impossibilità ad attenersi alle istruzioni ricevute.
Non mi sembra che «naturalmente» noi ricorriamo a tutto questo, quando dobbiamo nutrirci naturalmente e non medicalmente, come avviene invece nei casi che abbiamo in esame (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Calgaro. Ne ha facoltà.

MARCO CALGARO. Signor Presidente, vorrei solo dire che convengo assolutamente sul fatto che la nutrizione e l'idratazione artificiali siano un trattamento medico, ma ritengo che questo sia assolutamente ininfluente sul nostro dibattito, in quanto esse sono anche un sostegno vitale di base.
La differenza è costituita proprio dal fatto che sospenderle o modularle al minimo nel paziente terminale è totalmente diverso dal sospenderle negli stati vegetativi persistenti, la cui morte non avverrebbe per la gravissima disabilità ne è considerabile come imminente, ma avverrebbe esattamente come esito della sospensione delle cure vitali di base e si configurerebbe esattamente come eutanasia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laura Molteni. Ne ha facoltà.

LAURA MOLTENI. Signor Presidente, voglio ribadire che per quanto riguarda l'alimentazione e la nutrizione artificiale ho sentito prima alcuni colleghi che sostenevano che esse non sono un sostegno vitale, ma una terapia. Ebbene, il metodo di nutrirsi e di somministrare alimenti ed acqua non cambia la natura né degli alimenti né dell'acqua. Restano quindi un sostegno vitale di base, ovvero alimentazione e idratazione non curano una patologia: restano un sostegno vitale di base.
Per di più, se andiamo a leggere l'articolo 3, comma 5, c'è scritto che anche nel rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, fatta a New York il 13 dicembre 2006, alimentazione e idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, noi abbiamo giustamente aggiunto in sede di Commissione che devono essere mantenute fino al termine della vita, ad eccezione del caso in cui le medesime risultino non più efficaci nel fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo. Per questo esse non possono formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento e quindi, quando si parla di idratazione e nutrizione, per quanto mi riguarda, questo concetto va visto anche per le persone che arrivano in prossimità della morte. Credo che morire dignitosamente non significhi morire di fame e di sete.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, noi continueremo a votare come abbiamo sempre votato. Voglio fare una domanda e, davvero, mi rivolgo al collega Di Virgilio, non sono medico e non ho ancora capito due cose. La prima è perché oltre all'alimentazione - onorevole di Virgilio, la prego - e all'idratazione non avete messo la ventilazione. Parlate di cibo e di acqua ma dell'aria no? Non è, mi chiedo, perché il polmone artificiale si vede, è una macchina mentre la macchina che sta dietro l'idratazione e all'alimentazione semplicemente non si vede? Sicuramente Pag. 36non è così, perché sarebbe una cosa un po' ipocrita. In secondo luogo, come tutte le persone, credo, che si sono occupate nella propria vita alla vita dei disabili e a questo hanno dedicato una parte della loro esistenza, trovo grave, sbagliato ed ipocrita che voi, in questo articolo, prendiate come punto di riferimento la Convenzione ONU sui diritti dei disabili che, lo sapete benissimo, ha un altro scopo, ha tutt'altra finalità, perfino nell'articolo che strumentalmente citate. Io credo che in questa legge abbiate voluto inserire come giustificazione di una cosa che, è stato detto scientificamente e tecnologicamente, è universalmente riconosciuta come sbagliata - universalmente non vuol dire unanimemente - e cioè che idratazione ed alimentazione artificiale non siano trattamenti sanitari, tirando in ballo i disabili e la disabilità, la Convenzione sui diritti di costoro, che non c'entra assolutamente nulla con quello di cui stiamo discutendo. Trovo grave e ipocrita avere usato quel testo, la vita dei disabili, il diritto allo studio, alla sessualità, allo sport, alla salute così elencati e definiti nella Convenzione sui disabili, per qualcosa che ha un preciso riferimento e che voi volete utilizzare come vendetta contro la magistratura. Almeno quello, i disabili e la Convenzione sui loro diritti potevate lasciarli fuori (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, praticamente con questa legge e con questo emendamento si vuole costringere i cittadini a sottoporsi e costoro non possono rinunciare al fatto di vedersi fare una vera e propria operazione per il trattamento di nutrizione artificiale. Sempre leggendo questo libretto di istruzioni - perché ci vuole questo - è scritto che i pazienti: «sono responsabili del corretto uso e del mantenimento dei materiali ceduti in prestito dal Servizio Sanitario Nazionale (...) e dal Centro di Riferimento (libretto di istruzioni)». Ma io per bere e per mangiare non ho bisogno del libretto delle istruzioni (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico) e voi costringete ad accettare questi trattamenti forzatamente.
Questa è la vostra libertà, questa è la vostra concezione dei diritti dell'individuo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Corsini. Ne ha facoltà.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, non sono un medico e quindi non ho la presunzione di prendere la parola su argomenti rispetto ai quali non ho una competenza disciplinare, ma vediamo se è possibile ragionare con pacatezza. In ordine a questo problema a me pare che sia assolutamente fondamentale la categoria di autoappartenenza. Che cosa intendo dire? Intendo dire l'appartenenza del corpo al suo soggetto e non ad un altro. Ebbene, questa è una categoria fondamentale della persona in quanto diritto sussistente, in quanto essenza del diritto, scriveva appunto Rosmini.
C'è un secondo aspetto che merita di essere sottolineato. Quando si parla di indisponibilità della vita si vuole sottolineare l'aspetto della vita come fatto non possessorio, non mercantile, e valorizzazione della persona nella sua autonomia, nella sua dignità che è inviolabile, inviolabile dallo Stato soprattutto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 3.46, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Pag. 37
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole Golfo, onorevole Giammanco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 470
Astenuti 18
Maggioranza 236
Voti favorevoli 203
Voti contrari 267).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazzarella 3.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzarella.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, con questo emendamento con colleghi di diverso orientamento politico affrontiamo in Aula, come già in Commissione, un aspetto della legge su cui, al netto dei pregiudizi, nessuno ha la verità in tasca. Cari colleghi, questa dissonanza di voci su un tema che tocca l'intimità della coscienza è nelle cose, non è un limite della politica ma un'opportunità, sempre che la sappiamo afferrare, per affinare qui in Aula la ricerca di una soluzione più condivisa.
Viviamo un paradosso: tutti abbiamo a cuore (lo abbiamo dichiarato nel dibattito) di evitare su un tema delicatissimo, il fine vita, partigianerie valoriali, bilanciando nella norma i valori in gioco cui tutti diamo riconoscimento, la tutela della vita e la dignità e libertà delle persone, sapendoli anche valutare al letto del paziente. Eppure un accordo non si è riusciti fin qui a trovarlo.
Troviamolo qui in Aula con una soluzione di fondamentale buonsenso, nata da un libero dialogo tra parlamentari che questo emendamento propone, una soluzione che è stata anche oggetto di un pubblico e autorevole appello su Il Foglio di Giuliano Ferrara qualche mese fa.
L'emendamento garantisce il rispetto della volontà del paziente sulle scelte di cura di fine vita, ma insieme riserva al dialogo tra medico, fiduciario e familiare, una meditata possibilità di sospensione di questa volontà, in relazione ad esempio al rifiuto di alimentazione e idratazione artificiale in stati vegetativi permanenti, se da questa sospensione si può attendere un reale beneficio terapeutico. Così lo spiraglio di revisione al dispositivo delle DAT, richiesto giustamente dall'onorevole Di Virgilio, è largamente assicurato, ma nella forma mite della possibilità di sospensione motivata e pro tempore dell'attuazione del vincolo giuridico delle disposizioni del paziente.
A questo fine parliamo di impegnatività giuridica delle DAT e non di vincolo, perché una norma che a priori disconosca quel vincolo e impedisca il rifiuto del paziente di questa o quella previsione terapeutica o di cura non rispetta la libertà di cura e in realtà vanifica anche qualsiasi istanza di alleanza terapeutica che si fonda sull'autonomia del rapporto tra medico e paziente, autonomia che viene meno (e con essa l'alleanza terapeutica stessa) se è lo Stato a farsi carico di decidere a quali decisioni di cura deve giungere quella relazione e persino le stesse decisioni del medico.
La norma deve sussidiare non esautorare l'alleanza terapeutica cui tutti dichiariamo di volerci attenere. Evitiamo, colleghi, di porci sullo scenario inquietante di una bioetica di Stato che nasce dall'incoerenza del disegno di legge agli stessi principi cui dichiara di volersi ispirare bilanciandoli. Principi entrambi tutelati sul piano costituzionale: libertà di cura e favor vitae, la tutela della vita umana, incoerenze peraltro che, questo emendamento tenta di sanare. Deciderà sin d'ora la censura in sede di eccezione presso la Corte.
Colleghi, mi appello singolarmente a ciascuno di noi perché aiutate la politica italiana almeno su questo a non dividersi entro un limite anzitutto moralmente sostenibile. Pag. 38Chiedetevi se non sia così, nel rispetto della vostra volontà accudita con amore dai vostri cari e con prudente consapevolezza dal vostro medico, che vorreste che le cose vadano. E se vi rispondete in coscienza che è così, non esitate a votare questo emendamento.
Cari colleghi, ieri dall'onorevole Scapagnini abbiamo sentito parole molto belle su quel miracolo che resta la vita e in quel miracolo c'è anche il mistero della morte. Oggi, però, mi permetto di chiedervi qualcosa di più semplice e di più piccolo: l'ordinario miracolo della buona volontà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, noi abbiamo apprezzato lo sforzo che si è voluto fare con questo emendamento, ma non è possibile condividerlo per alcune motivazioni. Anzitutto, la valutazione tra il medico curante, il fiduciario e i familiari: in esso è scritto che poi è il medico curante a decidere e, invece, diciamo da sempre che il medico curante non può essere obbligato, che ha delle indicazioni. Ma soprattutto il fatto che viene considerato in questo emendamento che comunque in certi momenti la idratazione e l'alimentazione è considerata una terapia in quanto può portare «le prospettive di beneficio terapeutico per il paziente».
Se diciamo che l'alimentazione e l'idratazione è una terapia, significa che quotidianamente noi, mangiando e bevendo, ci sottoponiamo ad un trattamento terapeutico e per chi magari è leggermente obeso come il sottoscritto c'è proprio quotidianamente un accanimento terapeutico. Invece sappiamo perfettamente che l'alimentazione e l'idratazione sono fisiologicamente innate in tutti quanti noi sin dalla nascita con un riflesso atavico e non possiamo considerarlo quindi una terapia.
Lo sforzo che è stato fatto in questo emendamento lo giudichiamo positivamente, ma è abbastanza caotico perché non ci spiega fino in fondo quelle che sono invece le vere motivazioni per cui, nel comma 5, riteniamo che il testo della Commissione sia più attinente alla realtà, spieghi meglio le cose, sia più rivolto all'interesse della persona con compiti ben precisi e soprattutto con il concetto che alimentazione e idratazione non le possiamo mai considerare una terapia pur dicendo che, se dovessero sfociare in un danno per la persona che le riceve, allora in quel momento l'alimentazione e l'idratazione saranno considerate un evento negativo e solo in quel caso sarà possibile non somministrarle più.
Voteremo quindi ovviamente contro questo emendamento pur apprezzando lo sforzo che è stato fatto per venire incontro a quelle motivazioni che hanno portato tutti quanti noi, oltre 300 deputati e 150 senatori, a volere una legge per la dichiarazione anticipata di trattamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, anche in questa formulazione che ha proposto l'onorevole Mazzarella, che in qualche modo intercetta quella che avevamo letto precedentemente, fatta dall'onorevole Turco, vi sono alcuni punti di chiara condivisione accanto a punti che ci porteranno a votare convintamente «no» all'emendamento in esame. Vi sono punti che io considero ampiamente e profondamente condivisibili e che come tali voglio sottolineare, perché sia chiaro che questa non è una legge di contrapposizione assoluta, è una legge che ha una sua zona di interfaccia (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)... Vedrà, caro collega, quando glieli leggo, come questi punti siano presenti già nell'articolato della legge.
Il primo punto ancora una volta è lo stesso a cui ha fatto riferimento l'onorevole Turco prima, quando con molta chiarezza, con molta nettezza e in totale ed assoluto dissenso con quanto aveva cercato di dire prima l'onorevole Bernardini, Pag. 39ha sostenuto che l'alimentazione e l'idratazione siano forme di sostegno vitale e in quanto tali fisiologicamente finalizzate ad alleviare tra le altre cose la sofferenza.
Il punto su cui l'onorevole Mazzarella si è soffermato è un punto cruciale, dal momento che noi avevamo ampliato la platea dei pazienti passando dalla fase in cui, come al Senato, si erano messi a fuoco soltanto i pazienti in stato vegetativo, a quella visione molto più ampia di pazienti che includeva tutti i pazienti che in qualche modo non erano in grado di intendere e di volere (ricordiamo per esempio i famosi pazienti malati di Alzheimer ma anche i pazienti in condizione terminale).
La domanda che tutti noi ci siamo posti in lunghe e lunghe sessioni di dibattito in Commissione era questa: davvero la nutrizione e l'idratazione non possono mai essere sospese? Davvero vi è questo accanimento, questa sorta di ostruzionismo nei confronti dei malati, per cui si diceva che anche al paziente in fase terminale bisogna imporre una nutrizione e un'idratazione che sono estranee alla sua condizione di benessere ed anche alla percezione della sua condizione di vita in quel momento terminale?
Ebbene, quando ci si è resi conto che l'ampliamento della platea poneva dei problemi molto difficili da mettere a fuoco e da scandire uno per uno e si è voluto per esempio escludere da questa situazione la condizione dei pazienti terminali, tenendo conto che molti dei pazienti terminali sono pazienti che arrivano al termine della vita perfettamente in condizioni di intendere e di volere, quindi perfettamente in condizioni di rifiutare serenamente e lucidamente le cure che ricevono, allora questo emendamento ha rievocato un dibattito che successivamente si è evoluto in senso diverso, proprio nella misura in cui ha escluso questi pazienti da questa condizione obbligante che in qualche modo dava la sensazione che fossero impositive la nutrizione e l'idratazione.
D'altra parte il collega Mazzarella ad un certo punto prevede, addirittura in maniera più forte di quanto non facesse l'onorevole Livia Turco nel suo emendamento precedente, che il rifiuto dell'alimentazione e dell'idratazione artificiale possano essere espressamente oggetto di queste dichiarazioni e in quanto tali prevede che siano impegnative fino al punto che possano essere disattese soltanto in casi in cui vi è un conclamato ed evidente beneficio per il paziente. Allora il punto è: sospendere queste terapie nell'attesa che vi sia il beneficio o non il beneficio. Sappiamo tutti quanto sia difficile al medico riuscire ad identificare esattamente in che momento si innesta il processo di beneficio e, in ogni caso, il processo di beneficio è già di per sé la condizione di vita del paziente che in qualche modo affronta la sua esistenza anche nell'attesa e nella speranza che nutrizione ed idratazione possano essere per lui fonte di miglioramento.
Per questo motivo noi voteremo «no» all'emendamento in esame, pur riconoscendovi alcuni passaggi interessanti, come quello del sostegno vitale, come quello della non determinanza per il medico o come quello della possibilità contemplata del miglioramento terapeutico da parte del paziente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Calderisi. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIUSEPPE CALDERISI. Signor Presidente, in un minuto, è un po' difficile illustrare ciò che vorrei dire. Ho sottoscritto anch'io l'emendamento in oggetto, come altri pochi colleghi del mio gruppo, avendo sottoscritto anche, come ricordava l'onorevole Mazzarella, un appello pubblicato da Il Foglio, che era stato firmato anche da Sandro Bondi.
Credo che l'emendamento in esame offra una ragionevole proposta di mediazione e di compromesso, un ragionevole bilanciamento degli interessi e dei beni costituzionali in gioco e che, in quanto ragionevole bilanciamento, possa costituire un rimedio a quello che, altrimenti, ritengo sia un rischio molto elevato, cioè una declaratoria di incostituzionalità del provvedimento. Pag. 40
Infatti, una proposta di legge che reca nel titolo l'espressione «dichiarazioni anticipate di trattamento», ma, poi, prevede una disciplina che, in determinate fattispecie, va a disattendere completamente tali dichiarazioni, denota un'irrazionalità intrinseca, che può, evidentemente, molto facilmente, essere oggetto di...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Calderisi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.

CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, anch'io devo dire che l'emendamento proposto dal collega Mazzarella è molto interessante, soprattutto, nella prima parte, quando sostiene, appunto, che alimentazione e idratazione sono sostegni vitali, che portano sollievo ad eventuali sofferenze, rispetto alla loro soppressione.
Tuttavia, vorrei rivolgermi, in scienza e coscienza, sia all'onorevole Mazzarella che al collega Calderisi: per come è articolato il resto dell'emendamento - e lo dico come medico rianimatore prima ancora che come parlamentare, che, nel corso della sua professione, si è trovata, di fronte a questo tipo di problematiche -, il rischio è che possano esservi dei contenziosi fortissimi tra fiduciario, medico e familiare, a tutto discapito del paziente e di una eventuale...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Castellani.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Anna. Ne ha facoltà.

VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'emendamento Mazzarella 3.1 è certamente quello più in linea con il nostro modo di vedere, ancorché la legge abbia già, a mio avviso, chiarito la natura e il contesto all'interno del quale può essere, anzi, debba essere somministrato il sostegno vitale. Tuttavia, vorrei porre all'attenzione dei colleghi un altro aspetto, che qui è stato più volte trascurato.
Noi stiamo ragionando della condizione nella quale il malato è amorevolmente assistito dai propri cari, o dai congiunti, o da coloro che hanno l'obbligo morale o parentale di assisterlo. In questa sede, però, non abbiamo ancora valutato una perversione sociale, cioè la condizione nella quale qualcuno possa avere l'interesse a non difendere il malato e a lasciarlo nell'incuria. Immaginiamo che ciò accada per un fatto ereditario, o perché non vi sia alcuna affettività, oppure immaginiamo il caso in cui vi siano stati dei contrasti tra parenti, che, pertanto, nella mancata somministrazione, nel caso di una malattia o di un coma vegetativo, potrebbero avere tutto l'interesse ad accelerare la morte attraverso la sospensione del sostegno vitale.
La seconda condizione è la seguente. Credo che nessuno in quest'Aula sia contrario alla somministrazione degli antidolorifici e, quindi, ad accompagnare colui il quale si accinge a varcare la fine della vita in una condizione umana, che sia la migliore possibile, perché sappiamo che il primo e più grande timore dell'uomo di fronte al mistero della morte è la paura del dolore.
Se noi sospendiamo l'idratazione, attraverso quali mezzi possiamo dosare e conferire al paziente la giusta terapia antidolorifica?
In terzo luogo, volevo ricordare ai colleghi del Partito Radicale - che fanno gli spiritosi - che non basta un manuale d'uso, per la buona pratica d'uso, per trasformare un prodotto fisiologico, come l'acqua, come un lipide, come un glucide, in qualcosa di artefatto, di terapeutico, di medico.
Anche scaldare un biberon con il latte richiede un manuale per la manutenzione, ma per la buona pratica e il buon uso di quella somministrazione. Pertanto, stiamo un poco attenti a non scadere...forse io sarò rozzo, voi probabilmente siete ignoranti, nel senso che ignorate la fisiologia, ignorate la chimica biologica, voi siete delle persone (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)...

Pag. 41

PRESIDENTE. Onorevole D'Anna, la prego di non provocare.

VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, se qualcuno mi dà del rozzo, posso ben dare io, agli altri, dell'ignorante (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. In modica quantità, però, onorevole D'Anna, senza esagerare.

VINCENZO D'ANNA. In modica quantità, Signor Presidente. Stavo dicendo ignoranti nel senso di ignorare. Voi non conoscete la chimica biologica e, quindi, parlate di cose che non avete studiato: in questo caso, siete degli ignoranti (Applausi dei deputati dei gruppi Iniziativa Responsabile Nuovo Polo e Popolo della Libertà - Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzarella 3.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 475
Astenuti 10
Maggioranza 238
Voti favorevoli 220
Voti contrari 255).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Livia Turco 3.2065.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarubbi. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, mi scusi, quanti minuti di tempo ho a disposizione?

PRESIDENTE. Ha tre minuti, onorevole Sarubbi.

ANDREA SARUBBI. La ringrazio, signor Presidente.
Questo emendamento inizialmente era a firma dell'onorevole Livia Turco e dell'onorevole Binetti. Poi l'onorevole Binetti ha fatto altre scelte di appartenenza partitica. Credo che, nel frattempo, non abbia cambiato idea sulla vita, sulla concezione antropologica. Per quanto la conosco, mi sembra molto difficile.
Al posto di Paola Binetti, in questo emendamento c'è la mia firma. È un emendamento del quale non ho cambiato nulla. È un emendamento che non fa impazzire di gioia alcuni miei colleghi del Partito Democratico, per cui li ringrazierò doppiamente se vorranno votarlo.
Infatti, esso - sono cose che non si dovrebbero dire in maniera formale, però lo dico - tra di noi, informalmente, viene definito come l'emendamento della riduzione del danno, cioè del male minore. Perché del male minore? Perché, ripeto, tra di noi vi sono persone con idee molto più «radicali» delle mie, i quali, di fronte a questo emendamento, arricciano un po' il naso, cioè reputano che sia un cedimento abbastanza evidente. Io credo, in realtà, che, proprio per questo motivo, sia un buon emendamento.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 12,45)

ANDREA SARUBBI. Pertanto, anziché mettermi a descriverlo, preferirei leggerlo, perché vedo molti colleghi impegnati al telefono, vedo molti colleghi senza il fascicolo degli emendamenti, che forse non è arrivato a tutti.
Credo, dunque, che valga la pena spendere un minuto per leggere questo emendamento, tanto è breve, poi ognuno deciderà secondo coscienza: «È possibile sospendere Pag. 42la nutrizione artificiale, quando la persona è nella fase terminale della vita o quando questa forma di sostegno vitale si configura come futile e sproporzionata rispetto ai suoi fini di procurare sollievo dalle sofferenze nel rispetto della dignità della persona. Tale valutazione compete al medico curante secondo scienza e coscienza coinvolgendo i familiari attraverso una completa informazione, chiamati a tutelare, in una compiuta alleanza terapeutica, il miglior interesse della persona incapace».
Per scrivere questo emendamento, aggettivi e virgole compresi, ci sono voluti mesi di lavoro, alle nove del mattino, nella sala Frammartino del gruppo del Partito Democratico; a quelle riunioni era presente anche l'onorevole Binetti (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, anch'io ricordo molto volentieri quegli scambi di idee, di cui ritrovo tante tracce negli emendamenti. Voglio dire, però, che in quel momento noi discutevamo su una proposta di legge che aveva assunto, come punto di riferimento, l'ampliamento della platea dei pazienti. In quel momento noi intendevamo tutelare dalla forza precettiva della nutrizione e dell'idratazione, i pazienti in fase terminale della vita.
In questo momento la proposta di legge ha un'altra platea di pazienti; non si applica in quanto tale ai pazienti terminali, si applica a pazienti che poi definiremo, forse con una tecnicalità più precisa, in stato vegetativo; quindi, la necessità di tutelare il paziente in stato vegetativo non richiede più un emendamento ad hoc perché basta, a questo, la qualità ordinaria dell'alleanza medico-paziente, basta, a questo, quello che è lo stile e la tradizione di un medico che guardando il proprio paziente e valutando in che condizioni si trova, insieme ai famigliari, insieme a lui stesso soprattutto, stabilisce che cosa sia bene per lui. Ciò di cui sopra non rientra più nello specifico di questa proposta di legge; ecco perché noi voteremo «no» all'emendamento, non perché non ne condividiamo il valore, ma perché è l'emendamento che non condivide la struttura attuale della proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà.

LIVIA TURCO. Signor Presidente, so bene che è cambiata la platea, però questo emendamento conserva il suo valore e voglio ringraziare l'onorevole Sarubbi per averne raccontato la storia. Esso conserva il suo valore da un lato perché è la conferma di quanto abbiamo cercato una legge condivisa, ma mantiene il suo valore anche perché l'accanimento terapeutico è definito anche dalla volontà del paziente e dalla percezione del paziente. Non è sufficiente la valutazione da parte del medico; questo vale nella fase terminale, ma vale ancora di più nella fase dello stato vegetativo persistente. Quindi, credo che l'emendamento mantenga tutto il suo valore, tanto più a fronte di un restringimento della platea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, siccome ho cercato, nonostante le difficoltà dell'Aula di ascoltare, in particolare, l'onorevole Binetti in tutti i suoi interventi perché, come lei sa, è una persona che stimo, però vorrei dire che, man mano che andiamo avanti, esce fuori anche un pochino, a mio avviso, l'approccio e la filosofia dell'onorevole Binetti rispetto a questo provvedimento. Lei si è spesa per almeno tre emendamenti per evidenziare il carattere positivo degli emendamenti presentati, nella fattispecie, dal Partito Democratico, sostanzialmente perché erano stati costruiti con lei e da lei in quella occasione, e dopo averne caratterizzato Pag. 43tutta la positività, ci informava che, comunque, avrebbe votato contro.
Adesso ha evidenziato l'importanza di alcune caratteristiche di questo emendamento che però è stato fatto in un altro tempo, qualche mese fa, e che quindi voterà contro. C'è un atteggiamento tutt'affatto ideologico rispetto a questo provvedimento sul quale l'onorevole Binetti dimostra che anche le cose che magari venti giorni fa apparivano giuste in un contesto del genere, che pure noi riteniamo invece poco giusto, invece oggi, improvvisamente, chissà per quale ragione, e nonostante le abbia spiegate come positive, diventano motivo stringente affinché lei, tutto il gruppo e la maggioranza votino contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fontanelli. Ne ha facoltà.

PAOLO FONTANELLI. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento che ha presentato il collega Sarubbi e vorrei dire al collega che forse proprio perché scienza e coscienza non trovano più riscontro nella maggioranza di questo Parlamento, su questo provvedimento, io ritengo che sia giusta la sua proposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laura Molteni. Ne ha facoltà.

LAURA MOLTENI. Signor Presidente, volevo far rilevare una cosa per la quale basta leggere in primis il testo del provvedimento sul quale ci stiamo esprimendo.
All'articolo 3, comma 5, l'eccezione è già prevista, riguardo alla nutrizione e all'idratazione. Il comma recita: «devono essere mantenute fino al termine della vita, ad eccezione del caso in cui le medesime risultino non più efficaci nel fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo».
Inoltre, il relatore per la maggioranza ha già espresso parere favorevole sugli identici emendamenti Castellani 3.2022 e Binetti 3.2082, i quali prevedono l'aggiunta, dopo le parole «nel fornire al paziente», delle parole: «in fase terminale».
Quindi, mi sembra sia abbastanza chiaro, basta leggere il testo dell'articolo 3, comma 5, e guardare gli emendamenti sui quali è stato espresso parere favorevole, di modo che il testo dell'articolo risulterà essere il seguente: «nel fornire al paziente in fase terminale i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo».

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 3.2065, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Laboccetta, Biancofiore, Garagnani, Corsaro, Perina...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 482
Astenuti 11
Maggioranza 242
Voti favorevoli 208
Voti contrari 274).

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.106, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pisicchio, Volontè, Cesa, Girlanda, Gnecchi, Casini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 44
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 355
Astenuti 143
Maggioranza 178
Voti favorevoli 62
Voti contrari 293).

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.88, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Luciano Rossi, Barani, Calearo Ciman, Vaccaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 484
Astenuti 15
Maggioranza 243
Voti favorevoli 48
Voti contrari 436).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Presidente Giorgetti, onorevole Servodio, onorevole Repetti, onorevole Andrea Orlando, onorevole Della Vedova, onorevole Raisi, onorevole Capodicasa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 489
Astenuti 13
Maggioranza 245
Voti favorevoli 53
Voti contrari 436).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Palagiano 3.2042. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, l'autoreferenzialità è una caratteristica dei poteri forti. In quest'Aula ho ascoltato il collega D'Anna che ha stabilito che l'idratazione e la nutrizione sono un sostegno vitale, la stessa cosa ha detto l'onorevole Binetti, e abbiamo invece ascoltato - penso che bisognerebbe ascoltare di più e parlare di meno, come di solito faccio io - la comunità scientifica.
Innanzitutto voglio fare una premessa circa l'idratazione e la nutrizione. In tutto il resto del mondo - l'Italia fa storia a sé, poiché è un Paese in cui si legifera diversamente - è necessario il consenso informato per sottoporsi ad idratazione e nutrizione. Ricordo che l'articolo 53 del codice di deontologia medica vieta a qualsiasi medico di intervenire attraverso la somministrazione di nutrimenti e liquidi se non c'è il consenso del paziente.
Evidentemente, il Governo è insensibile a questo discorso scientifico e legifera diversamente, con il criterio che, poiché sono state vinte le elezioni, si fa quello che si vuole (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Ho sentito anche delle contrapposizioni: si parla di idratazione e nutrizione come sostegno vitale o come terapia medica, ma credo, signor Presidente, che il punto sia un altro. È inutile andarsi a scontrare su queste due verità, anche se io ne riconosco una sola. Il punto è la violazione del corpo umano, il diritto alla libertà sancito dall'articolo 13 della Costituzione. Non importa se ti viene infilato un tubo o un ago in vena attraverso il quale passano nutrimenti, sostanze elettrolitiche o sostanze glucosate, l'importante è che noi non vogliamo essere violati nel nostro corpo.
Il problema è quindi della libertà, voi che siete del Popolo della Libertà e che ignorate la libertà di chi si trova in fine vita. Questo credo sia il punto della situazione Pag. 45(Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Non importa, avete ragione voi: si tratta di un sostegno vitale. E allora? Non voglio il sostegno vitale, non voglio che mi venga messo un tubicino! Faccio un esempio pratico: immaginate che si esca con la motocicletta e si vada a sbattere con la faccia contro al muro, immaginate che il medico deve soccorrere chi ha avuto la frattura multipla dello splancnocranio e ha lasciato scritto che non vuole una PEG. Cosa facciamo in tal caso? Come si può imporre al sanitario di fare una PEG a una persona che ha scritto che non vorrebbe essere trattato così in caso di rottura completa, del seno mascellare, del volto?
Quindi, ci sono problemi pratici che andranno poi a riversarsi sui nostri pronto-soccorso e sui nostri medici. Immaginate i problemi legali - di cui ho sentito parlare -, la medicina legale che sguazzerà con questo provvedimento, perché i sanitari si troveranno a dover lottare con parenti del malcapitato che ha lasciato scritto che non vuole ricevere quel trattamento. Pensate a quanto è accaduto alla povera Eluana Englaro che, prima di andare incontro a quell'incidente, era andata a visitare un suo amico che aveva avuto la sua stessa sorte e disse: «Papà, per favore, fa che questo non accada mai a me».
Come fa e come farebbe un familiare, e penso che tutti quanti avete dei figli, con grande dolore, dopo 17 anni di vita, chiamiamola vita, di sopravvivenza, si decide di esaudire le volontà di questa povera ragazza. Allora credo che il problema dell'idratazione e della nutrizione non vuole essere affrontato con ragionamenti seri, con ragionamenti medici. Si impone la continuazione a tempo indeterminato dell'idratazione e della nutrizione, richiamando gli articoli 575, 579 e 580 del codice penale e, pertanto, facendo ovviamente riferimento al suicidio e all'omicidio.
Quindi, se è vero che l'idratazione e la nutrizione, se sospese, determinano l'omicidio, allora ci chiediamo - come ho già sentito precedentemente dall'onorevole Della Vedova - perché non anche, per esempio, il respiratore artificiale, in quanto credo che la somministrazione dell'aria sia ancora più prioritaria e sia ancora più sostegno vitale rispetto ai liquidi. Perché non la dialisi? Perché non una somministrazione o una trasfusione di sangue? Perché non un antibiotico?
Le ragioni che vengono addotte dalla maggioranza è perché si tratta del sostegno vitale, e poiché è sostegno vitale non ci vuole il consenso informato, e quindi senza il consenso informato possiamo fare ciò che vogliamo. Non parliamo dell'accanimento terapeutico, non esiste una definizione esatta dell'accanimento terapeutico, per cui neanche le società scientifiche sanno di che si parla.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Palagiano.

ANTONIO PALAGIANO. Con questo emendamento - concludo, signor Presidente - ho soltanto chiesto al Parlamento di ripristinare la verità e di definire nutrizione e idratazione come qualcosa che rientra nelle cure e nei trattamenti medici, né più e né meno di ciò che abbiamo ascoltato dalle società scientifiche in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calgaro. Ne ha facoltà.

MARCO CALGARO. Signor Presidente, mi permetto di intervenire soltanto perché trovo intollerabile questa contrapposizione continua che si cerca di costruire tra i difensori della libertà e dei diritti del malato e i torturatori bigotti che stanno dall'altra parte. Vorrei ricordare all'onorevole Palagiano, e anche ad altri che sono intervenuti prima, che il principio di autonomia, da più parti citato, è per l'appunto quel principio che riconosce all'essere umano la capacità di dare significati diversi alle cose proprio in rapporto alle situazioni diverse in cui ci si trova. È per questo che dare il consenso informato ad Pag. 46un atto medico, nel momento in cui questo deve essere somministrato, è totalmente diverso che darlo con largo anticipo.
Di questo stiamo discutendo, proprio del fatto che se chiediamo a nostro figlio se, nel momento in cui venisse costretto su una sedia a rotelle, penserebbe di sopportare una tal vita, probabilmente ci direbbe di no e se questo glielo chiedessimo nel momento in cui disgraziatamente si trovasse in quella situazione, probabilmente cambierebbe opinione. Pertanto rifiuto questa contrapposizione tra buonisti vicino al paziente e bigotti e torturatori. La situazione è più complessa e chiedo di ragionare in termini intelligenti (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mura. Prendo atto che vi rinuncia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Prendo atto che vi rinuncia.
Onorevoli, ho un elenco di iscritti a titolo personale del gruppo Italia dei Valori. Sono veri o non sono veri? Sono veri!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Aniello Formisano. Prendo atto che vi rinuncia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, la questione non è se sono veri o se non lo sono. Un deputato può anche legittimamente riconsiderare la possibilità di intervenire o meno. Siccome è stato esaustivo l'intervento del nostro collega Palagiano e ha convinto anche alcuni colleghi che avevano delle perplessità, questi stanno rinunciando.

PRESIDENTE. Peccato che l'elenco che mi è stato dato era completamente diverso. È tutta un'altra cosa, onorevole Evangelisti. Allora li considero tutti decaduti? No!
Hanno chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, gli onorevoli Rota, Favia, Palomba, Barbato e Zazzera. Prendo atto che vi rinunciano.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palagiano 3.2042, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Antoni... Onorevole Portas... Onorevole Baretta... Onorevole Cambursano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 477
Astenuti 14
Maggioranza 239
Voti favorevoli 186
Voti contrari 291).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.93, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Iapicca... Onorevole Pisacane... Onorevole Galletti... Onorevole Vella... Onorevole Boccia... Onorevole Iannarilli... Presidente Lupi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 478
Astenuti 15
Maggioranza 240
Voti favorevoli 173
Voti contrari 305).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare. Pag. 47
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.99, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Veltroni... Onorevole Servodio... Onorevole Pes... Onorevole Galletti... Onorevole Buonanno... Onorevole Armosino... Onorevole Antonio Pepe... Onorevole Federico Testa... Onorevole Rampelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 484
Astenuti 14
Maggioranza 243
Voti favorevoli 70
Voti contrari 414).

Prendo atto che i deputati Razzi e Zinzi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Oliverio ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.103, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Veltroni... Onorevole Bocciardo... Onorevole Grassi... Onorevole Buonanno... Onorevole Paolini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 335
Astenuti 160
Maggioranza 168
Voti favorevoli 43
Voti contrari 292).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mura 3.24.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.

SILVANA MURA. Signor Presidente, con questo emendamento l'Italia dei Valori propone una radicale riscrittura del comma 5 dell'articolo 3, in particolare chiediamo che il comma 5 sia sostituito dal seguente: «nella dichiarazione anticipata di trattamento il soggetto può esprimere la propria volontà di non essere mantenuto in vita in stato vegetativo permanente, ritenendo tale condizione lesiva della propria dignità». Convengo sul fatto che questo emendamento possa apparire a dir poco brutale ma il comma 5 nel testo originario licenziato dal Senato costituisce sicuramente la parte peggiore di questa proposta di legge. La Commissione affari sociali ha in parte modificato la sua formulazione ma purtroppo la sostanza cambia di poco.
La critica radicale che muoviamo al comma 5 è il divieto che nutrizione e idratazione artificiali possano formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento, ma questa non è soltanto l'unica critica che muoviamo al comma 5. Il riferimento alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità rende perfettamente l'idea delle forzature ideologiche che sono state poste in essere al fine di sterilizzare questo provvedimento. Certamente la persona che versa in stato vegetativo deve essere considerata al pari di un disabile grave, anche gravissimo, in particolare per quanto riguarda la tutela dei suoi diritti. Il problema però nasce nel momento in cui si tenta di distorcere questa evidenza, sostenendo che chi si trova in stato vegetativo non può essere lasciato morire anche se questa è la sua esplicita volontà perché in tal modo sarebbe come commettere una doppia violazione: quella del diritto alla vita e quella della tutela dei diritti di chi è più debole e non può difendersi. La foga nel sostenere tale tesi è stata tanta che si Pag. 48è arrivati ad inserire totalmente a sproposito il riferimento alla Convenzione di New York del 2006, e questo non lo dico io e non lo dice l'onorevole Palagiano ma lo dice una fonte ben più autorevole quale la Commissione affari esteri che ha posto come condizione al suo parere favorevole l'intera soppressione del riferimento alla Convenzione di New York del 13 dicembre 2006, condizione della quale purtroppo non si è voluto tener conto in Commissione, ma che rimane e non può essere ignorata. Proprio perché chi è in stato vegetativo deve essere considerato al pari di un disabile, si debbono evitare al massimo le discriminazioni che si verificano quando gli si impedisce di autodeterminare la sua sorte attraverso una dichiarazione anticipata di trattamento.
Colleghi, con le poche righe di cui si compone l'emendamento in esame, si esprime in maniera esplicita quale dovrebbe essere la funzione svolta da una vera legge sul testamento biologico ovvero anche consentire a coloro che lo vogliono di non essere mantenuti in vita in una condizione - come quella dello stato vegetativo permanente - che non ritengono essere più vita e in quanto tale lesiva della propria dignità. Riconoscere questa possibilità significa riconoscere il diritto all'autodeterminazione e la libertà dell'individuo, ma significa anche rispettare a nostro avviso gli articoli 32, 13 e 3 della nostra Costituzione. Le polemiche poi su una presunta deriva eutanasica sono al tempo stesso fuori luogo e ipocrite. Stabilire, come propone questo emendamento, che nella dichiarazione anticipata di trattamento si possa esprimere la volontà di non essere costretti a rimanere in vita in stato vegetativo non significa affatto negare a tutti coloro che versano in stato vegetativo permanente il giusto e sacrosanto diritto di vivere, al contrario significa rispettare sempre e comunque la volontà ed i diritti degli uni e degli altri (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ho consentito all'onorevole Mura di intervenire, però avverto che il gruppo Italia dei Valori ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, le chiedo soltanto la cortesia di compiere una verifica perché ho l'impressione che alcuni interventi dell'onorevole Palagiano, svolti come relatore di minoranza, siano stati imputati ai tempi del gruppo dell'Italia dei Valori.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, quando l'onorevole Palagiano ha precisato nel suo intervento che interveniva come relatore di minoranza il tempo è stato attribuito a quello del relatore di minoranza; quando, invece, è intervenuto a nome del gruppo dell'Italia dei Valori il tempo è stato imputato a quello del gruppo dell'Italia dei Valori, come mi sembra corretto che sia.
Altrimenti, al relatore di minoranza, da questo punto di vista, verrebbe riconosciuto un vantaggio rispetto agli altri gruppi. Comunque, la Presidenza, come ha fatto in analoghe circostanze, consentirà ai deputati appartenenti al gruppo dell'Italia dei Valori lo svolgimento di brevi interventi della durata di un minuto, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, farò solo qualche considerazione. Ho ascoltato con molta attenzione gli interventi dei colleghi e anche le esperienze vissute che sono state riportate qui in Aula. Vi è una domanda che vorrei porre alla maggioranza: siamo certi che questa sia una buona legge? Si tratta di una legge fatta a tutti i costi, senza tenere presente le opinioni non conformi, magari, alla propria. Può essere, questa, una buona legge? Pag. 49
In fondo, vi sono delle opinioni diverse, ma valide, come sono stati validi gli interventi dell'onorevole Palagiano e di tanti altri colleghi medici di quest'Aula. Siccome questo è un articolo particolare, perché tratta della dichiarazione anticipata di trattamento, vi chiedo questo: non sono troppi i limiti, i confini che sono stati posti?
Che dichiarazione anticipata di trattamento è, se si va a limitare proprio la libertà dell'individuo, del malato? Noi dell'Italia dei Valori siamo certi che questa legge aprirà tanti contenziosi. Non sarà più il malato a decidere o magari il medico o la famiglia: si deciderà tutto in un'aula di tribunale. Sarà più il danno che il beneficio che questa legge sul fine vita porterà. Qui non stiamo parlando di economia, ma della vita umana, della libertà di scelta dell'individuo. Una legge, magari, deve esserci, ma deve essere concordata e condivisa sia dalla maggioranza sia dall'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, voglio solo aggiungere una considerazione ai riferimenti molto puntuali e precisi delle colleghe Mura e Di Giuseppe. Qui vi è il punto vero di tutta la discussione: in questo articolo non si permette l'espressione di una volontà consapevole da parte del paziente, ma soltanto l'affermazione di un orientamento. Qui sta tutto il senso della distorsione che introduce questa norma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, dico ai colleghi: state approvando una legge che commette una violenza inaudita nei confronti di tutti coloro che non la pensano come voi. Se posso capire, anche se non scusare, coloro che hanno una visione dogmatica della religione, i tanti dichiarati liberali si stanno comportando in un modo assolutamente ipocrita (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Non può esserci un liberale che non difende la libertà degli altri! Pensateci ancora finché siete in tempo e votate a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo è il cuore del problema: se questa norma fosse già in vigore, così come la volete formulare, Eluana Englaro sarebbe ancora allettata e in stato vegetativo, costretta a subire un sondino che non voleva e per il quale la sua famiglia ha chiesto venisse tolta l'alimentazione obbligatoria.

RENATO FARINA. Ma che ne sai? Come fai a dire questo?

CARLO MONAI. Rivendico il diritto di ciascuno di noi, anche di noi deputati, di essere libero di decidere. Non vogliamo essere costretti da un'Aula parlamentare a subire un trattamento sanitario che, magari, costringe noi e le nostre famiglie al capezzale di una persona inerte (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Qui dobbiamo capirci: votiamo a favore di questo emendamento, che, quanto meno, riconosce dignità alla volontà del paziente che non vuole rimanere allettato, magari per 17 o 20 anni, costringendo la sua famiglia ad un calvario che si associa a quello del paziente.
Riconosciamo dignità e valore ad una dichiarazione di fine vita nel momento in cui non ci sia la possibilità per una vita di essere ripresa in un'ottica medica, perché destinata a una permanenza senza successo e senza speranza, e non ci sia la mortificazione dell'anima (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

Pag. 50

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, intervengo semplicemente per dire che, per esperienza familiare e personale, in quest'Aula si sta producendo una legge senza cuore e senza testa. Non solo, è anche una proposta di legge senza politica e senza buonsenso perché non si ricollega all'animo della comunità nazionale, a quanti soffrono e alle loro famiglie. Da un lato, vi è un dato di propaganda e di schieramento ideologico e, dall'altro, la voglia, da parte di chi dovrebbe fornire delle risposte, di supremazia e di imporre, attraverso i numeri della politica, qualcosa che non è nel cuore e nelle corde di chi soffre.
Stiamo smarrendo completamente la strada di ciò che deve fare un Parlamento serio, ossia assumersi responsabilità e riconsegnare un'opportunità di cambiamento e di buona vita, non solo di buon fine vita (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Leoluca Orlando. Ne ha facoltà.

LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, colleghi, con la proposta di legge in esame si realizza una situazione paradossale. Siamo in un Paese nel quale stentiamo a trovare convenzioni etiche, a stabilire regole di comportamento. Ebbene, con il provvedimento in oggetto, sostanzialmente, si cancellano le regole etiche e i codici deontologici dei medici, viene annullato lo sforzo del medico di trovare professionalità e regole di comportamento e si impongono, per legge, comportamenti etici ai cittadini. Tecnicamente, questo si chiama Stato etico, ossia l'imposizione al cittadino di regole che sono in contrasto con l'entità e la libertà di ognuno di noi. Credo che questo accada soltanto in regimi autoritari e in sistemi barbari (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, invidio i colleghi del gruppo Italia dei Valori per queste loro certezze, ma, d'altronde, il dubbio è sempre laico e, quindi, capisco queste loro certezze.
Vorrei però leggervi tre righe della lettera che Bob Schindler, padre di Terry Schiavo, ha inviato a Beppino Englaro per spiegargli che «i sostenitori dell'eutanasia le diranno che fare morire di fame e di sete una persona con danni cerebrali non causa dolore. Sono stato testimone di questo tipo di esecuzione e posso dire che è falso. È di gran lunga la morte più dolorosa che un essere umano possa sperimentare.».
Riflettete sulle vostre certezze, fatevi venire qualche dubbio laico che forse vi porterebbe ad essere più cauti in questi giudizi. La deontologia medica non è legge dello Stato, ma è qualcosa che cambia, di dinamico, e non sempre è la verità assoluta (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PIER LUIGI BERSANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER LUIGI BERSANI. Signor Presidente, intervengo non tanto sull'emendamento in esame, ma in considerazione del fatto che, se capisco bene, questa è l'ultima votazione che avremo prima di una pausa di qualche giorno. Quindi, vorrei rivolgermi, come si dice, con il cuore in mano a tutti i colleghi e a tutte le colleghe per dire, in un minuto, una cosa molto semplice. Sapete che la proposta di legge in esame non ci piace. Si annunciano emendamenti della Commissione che possono addirittura portare oltre il limite del pensabile. Se il provvedimento in oggetto Pag. 51uscirà nel modo che si annunzia, il legislatore dirà ad una persona vera: ti libererò dalla tecnica, dalle macchine e dai tubi solo quando sarai morto e potranno cominciare le procedure per il trapianto.
Quindi, finché non sarai morto, ti lascerò nel dominio della tecnica, una tecnica che l'uomo ha inventato - che fino a due decenni fa non esisteva - e lascerò in mano alla tecnica, alla macchina ed ai tubi la tua dignità e la tua libertà (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia...

PIER LUIGI BERSANI. Allora, qui io non mi rivolgo e non faccio appelli politici, ma parlo come se ci trovassimo - come avviene spesso - a parlare fra persone, come capita fuori da qui. Vorrei fare appello alla nostra comune umanità e alla pietà verso la condizione umana, che abbiamo imparato nelle nostre case dai nostri padri e dalle nostre madri (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che nessuno in quest'Aula è in diritto di sottovalutare le parole che ci ha rivolto in questo momento il segretario del Partito Democratico, l'onorevole Bersani, soprattutto perché queste sue parole sono state animate da una volontà di affrontare un argomento spinoso, come quello che riguarda la vita, la morte, il destino ed il futuro di ciascuno di noi e noi sappiamo che non tutto è nelle nostre mani e che vi sono disegni imperscrutabili che definiscono il nostro futuro.
Io ne apprezzo lo spirito, ma debbo parlare con sincerità. Anch'io, rivolto al Comitato dei nove, mi auguro che in questi giorni non vi siano dei nuovi scontri, ma vi sia un lavoro comune, grande equilibrio e grande responsabilità nel capire le ragioni anche di chi è dissenziente rispetto a questa proposta di legge.
Tuttavia, onorevole Bersani, se potessi fare un piccolo riepilogo di questi due giorni, noterei che prima di tutto ho visto in quest'Aula un grande senso di responsabilità e dei toni di grande rispetto reciproco e di grande pacatezza. Non ho visto imposizioni o atti di arroganza da parte di qualcuno, a meno che non si ritenga che atto di arroganza sia la difesa delle proprie convinzioni di carattere etico e morale.
Non è un caso che molti gruppi, anche il mio, abbiano concesso cosiddetta libertà di coscienza ai parlamentari. È evidente che i parlamentari hanno sempre libertà di coscienza, ma io invito l'onorevole Bersani a leggere bene il risultato di queste votazioni, a partire dal suo gruppo. In molte di queste votazioni - c'è in questo caso un risultato scientifico e tecnico e cioè il risultato del resoconto d'Aula - molti dei parlamentari del suo stesso gruppo, non accogliendo l'idea che qui si stiano esercitando imposizioni di carattere ideologico, in molte circostanze o si sono astenuti o hanno aggiunto i propri voti in piena libertà di coscienza e fuori dagli schieramenti - perché questa non può essere una legge di schieramenti - nei confronti di chi ha concorso fino ad oggi all'elaborazione legislativa di questo testo.
La situazione è, dunque, molto complessa. Io chiedo al presidente della Commissione, ai relatori ed agli amici del Comitato dei nove di tenere nella massima considerazione quello che l'onorevole Bersani ha espresso, ma debbo anche rivendicare un'opinione che è figlia di convinzioni ideali, che è figlia di convinzioni etiche e che è testimoniata da tanti parlamentari, con vero rispetto nei confronti di tutti in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Popolo della Libertà).

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 52

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signora Presidente, anch'io voglio da una parte prendere atto, come ha fatto il presidente Casini, inevitabilmente e inequivocabilmente della maggioranza che si è espressa e che presumibilmente continuerà ad esprimersi, come ha fatto, sostenendo l'impianto di questo progetto di legge.
Ciò nonostante, vorrei in qualche modo rilanciare l'appello alla riflessione dell'onorevole Bersani. La discussione su questo tema è iniziata con un intervento dell'onorevole Castagnetti che ha sgombrato il campo dalla caricatura che spesso ne è stata fatta e che consisteva nel dire che da una parte ci sono - semplifico e banalizzo - i cattolici, dall'altra i laici. Di tutta evidenza non è così e non lo è stato. Perché io credo - lo dico sapendo, lo ripeto, che la maggioranza si è espressa e continuerà ad esprimersi - che andrebbero considerate le parole dell'onorevole Bersani e il suo invito a una riflessione ulteriore? Perché questo testo si sta costruendo con una fragilità giuridica indiscutibile, perché non possiamo scegliere di inserire le dichiarazioni anticipate di trattamento e di negarle nel testo perché, lo dico ora per allora, varrà il primo principio, avere inserito per legge la possibilità di dare disposizioni ora per allora e salteranno in sede di giurisdizione i vincoli che a questo principio tentiamo irragionevolmente di porre. Quindi, è un testo che da una parte ha una sua durezza - ma di questo non voglio neanche discutere - dall'altra parte ha una fragilità giuridica che lo porterà alla fine che hanno fatto altri testi approvati in questo Parlamento. Voglio concludere con questa frase: «In questi casi dilemmatici occorre procedere con sapiente discernimento, riconoscendo sia che non tutti gli imperativi morali debbano essere tradotti in norme giuridiche vincolanti, sia che lo Stato non può esigere un dovere assoluto di continuare ad esistere». Sono parole del professor Possenti, valgono come quelle di ciascuno di noi e di ciascun altro testimonial, ma sulle quali io credo e chiedo, in consonanza con l'onorevole Bersani, per i giorni che abbiamo davanti prima di concludere il testo, di riflettere ancora (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palagiano, relatore di minoranza. Ne ha facoltà.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO, Relatore di minoranza. Signor Presidente, la ringrazio per avermelo ricordato, questa volta non c'avevo pensato. Ho ascoltato gli interventi degli onorevoli Bersani, Casini e Della Vedova. Credo che effettivamente, come sostiene l'onorevole Casini, i numeri non diano ragione in quest'Aula ai sostenitori dell'autonomia della persona, a quelli che rivendicano il diritto di morire con dignità. Ricordo però all'onorevole Casini che i tempi stanno cambiando e che probabilmente quest'Aula non rispecchia la realtà del Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) come dimostrano le ultime elezioni che ci sono state a livello amministrativo e come anche dimostra il referendum. Credo ci sia un vento che sta cambiando, credo che voi, che siete malati di «sondaggite», dovreste sapere che l'Eurispes ha detto che il 77 per cento degli italiani rivendica l'autonomia delle scelte per quanto riguarda questi diritti civili. Non ne state tenendo conto e sono conseguenze che ovviamente verranno quando sarà il momento. Si tratta di responsabilità, di legiferare nel rispetto dei pazienti. Di pacatezza ne ho sentita, dovuta alla moderazione di molti di questi colleghi e sono stati criminalizzati i radicali. Noi non siamo su posizioni radicali, l'ho anche detto, ma bisogna rendersi conto che stanno cambiando le modalità del morire.
Ricordo tecnicamente da medico, non da politico, che oggi è cresciuta - piaccia o non piaccia - la richiesta di eutanasia (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). È richiesta per un motivo semplice, al di là, lo ripeto, che si possa Pag. 53essere contrari, come siamo noi o favorevoli, come sono i radicali. In realtà, vi ricordo che prima, nell'80 per cento dei casi, si moriva a casa, non c'era assistenza medica e non c'erano gli antibiotici.
Oggi esistono delle macchine che hanno una funzione vicariante, cioè la medicina riesce a calibrare il punto della morte. Credo che un dibattito politico su dove si debbano spingere queste cure andrebbe affrontato pacatamente, senza ideologia, ma soltanto nella libertà delle scelte ed anche nel rispetto della vita (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

SILVANO MOFFA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, credo che al punto cui siamo arrivati sia necessario anche qualche momento di riflessione senza evidentemente con questo mettere in discussione il lavoro che finora è stato fatto egregiamente dal Comitato dei nove e dal Parlamento. Vede, onorevole Presidente e colleghi, noi del nostro gruppo siamo assolutamente consapevoli che il tema che abbiamo dinanzi è un tema molto delicato. Personalmente ritengo che in quel sottile confine che separa la vita e la morte probabilmente né il legislatore né il giudice avrebbero necessità di intervenire, né dovrebbero intervenire. Anzi ritengo che proprio perché siamo in quell'ambito talmente delicato e complesso, dove forse dovremmo lasciare al malato, alla famiglia, al medico e (per chi crede) al confessore la possibilità di avere quella libertà di scelta e di determinazione, il legislatore dovrebbe fermarsi un attimo prima, e anche il giudice però dovrebbe evitare di intervenire.
È partendo da queste considerazioni che noi abbiamo in qualche modo voluto essere parte attiva in una costruzione di un percorso legislativo molto attento, molto particolare, che in qualche misura, pur non andando a incrinare quel confine, evitasse che fosse il giudice a stabilire quello che il legislatore non ha saputo effettivamente determinare. Allora ben vengano i richiami alla riflessione ulteriore, ma io credo che il Parlamento in questa circostanza - concordo con l'onorevole Casini - stia dando una dimostrazione anche in termini di qualità del confronto perché qui finora, salvo sporadiche eccezioni, si è evitata la radicalizzazione dello scontro.
Nella sostanza attraverso il lavoro attento del Comitato dei nove si è misurata anche la virgola pur di evitare che ci si dividesse in maniera così radicale su un tema fondamentale che è quello della vita e della morte, rispetto al quale noi abbiamo il dovere di dare una risposta dignitosa da parte del Parlamento. Allora, anche il fatto che si vada la prossima settimana in maniera attenta a ragionare su quelli che sono gli articoli che sono ancora dinanzi a noi, credo che debba essere il viatico di un confronto sereno, non portato evidentemente sul piano dello scontro, perché abbiamo bisogno di dare anche segnali di serenità all'opinione pubblica nella sua interezza, indipendentemente dalle appartenenze (Applausi dei deputati del gruppo Iniziativa Responsabile Nuovo Polo).

FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori ed è evidente che intervengo sul filo di quanto ha sollevato l'onorevole Bersani e sulla risposta e sulla riflessione che poco fa ha svolto l'onorevole Casini.
Ritengo che il tema che stiamo affrontando avrebbe dovuto essere affrontato in un quadro totalmente diverso. Anzi non sarebbe stato affrontato per nulla e sarebbe stato lasciato alla prudenza e alla sapienza che storicamente ha sempre governato queste drammatiche vicende del fine vita: la sapienza, la pazienza e la prudenza delle famiglie, del medico, precedentemente del malato e così via, così sarebbe andata se non ci fosse stato nel corso di questi ultimi tempi un intervento, Pag. 54di cui io rispetto assolutamente la motivazione, ma la sua ispirazione era quella di chi, avendo un tragico problema personale ed essendo nel contempo anche un militante politico, ha innestato su quella un'operazione politica mettendo in moto un meccanismo giudiziario, e quindi richiedendo un intervento dall'esterno, attraverso la richiesta di sentenze che sono intervenute e che sono state anche contraddittorie.
Si è messo allora in moto un meccanismo nel quale, a quel punto, il Parlamento in una di queste sentenze è stato sfidato a deliberare. E nel momento nel quale noi siamo sfidati a deliberare è evidente che dobbiamo deliberare su qualcosa di preciso e non possiamo lasciare i fatti senza, diciamo così, una regolamentazione. A questo punto stiamo cercando di farlo con un grande rispetto per la delicatezza del tema e con un grande rispetto per le opinioni diverse che tra l'altro sono diverse anche all'interno di ogni gruppo. Forse il gruppo dell'onorevole Casini su questo terreno ha una maggiore omogeneità. Nel nostro gruppo sono presenti posizioni diverse. Nel gruppo del Partito Democratico sono presenti posizioni diverse. Ma il punto al quale noi stiamo approdando non è fondato su posizioni oltranziste.
In questo senso respingo nel modo più netto l'osservazione di fondo dell'onorevole Bersani. In effetti, dopo aver deliberato e consentito il consenso informato, stiamo riconducendo questa vicenda nelle mani di quel medico che, anche precedentemente in termini diversi e non attraverso una codificazione legislativa, ha sempre gestito la situazione con il malato e con la famiglia.
Quindi stiamo facendo un percorso non da noi scelto, ma obbligato da un'altra iniziativa sul terreno giudiziario che ci ha costretto a intervenire sul terreno legislativo: anche perché una sentenza che ha contestato un nostro intervento ci ha sfidato a ciò. Stiamo facendo questo, assolutamente senza alcuna carica dogmatica, con una piena consapevolezza della delicatezza del tema, con un invito che io, come l'onorevole Casini, rivolgo evidentemente ai colleghi del Comitato dei nove, perché continuino con lo stesso senso di equilibrio a trattare la materia.
Ma ciò che con franchezza devo dire è che non stiamo mettendo in moto un ingranaggio per cui tutto, la vita di una persona e il confine tra la vita e la morte, viene affidato ad una dimensione puramente tecnologica. Stiamo compiendo un'operazione legislativa difficilissima che però alla fine vedrete che riporterà la vicenda fuori dall'ordine dell'intervento dei giudici e delle sentenze, ma nell'ambito di quel rapporto del medico con il paziente di cui conosce la storia e di cui conosce le valutazioni e, quindi, quel rapporto di umanità che ha sempre storicamente caratterizzato questo tipo di condizione e di situazione. Se non ci fosse stato un intervento di carattere giacobino, probabilmente il fine vita avrebbe continuato ad essere regolato in questo modo senza costringere ad impegnarci in questa difficilissima operazione legislativa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MASSIMO POLLEDRI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, intervengo per ribadire l'importanza del momento e sicuramente il peso che anche la Lega dà a questo provvedimento. Credo che non vi siano da una parte e dall'altra cattive intenzioni.
Credo che una sintesi sia difficile anche nel nostro gruppo. C'è stata un'ampia discussione con libertà di voto e si è arrivati ad una sintesi. La Lega ha cercato di fare memoria dei principi costituzionali, della sovranità del Parlamento e di quanto era accaduto, in qualche modo, con una vacatio su cui si era innestato l'intervento della magistratura.
Si è lavorato per circa un anno e mezzo in Commissione e si è arrivati ad un voto. Vi sono momenti in cui ci si divide, ma la centralità del Parlamento è fatta di questo, Pag. 55è fatta di momenti di divisione, ma non di momenti di strumentalizzazione né politica né partitica (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare (Commenti).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, questo provvedimento ha un relatore ed il Comitato dei nove ha un presidente. Ne ha facoltà.

DOMENICO DI VIRGILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, intervengo come relatore ma anche come medico per fare una riflessione rapida: ho ascoltato e noi abbiamo lavorato sempre con grande collaborazione da parte di tutti. Volevo rispondere al presidente Bersani, che mi sembra si sia accanito contro le tecnologie, che noi dovremmo chiudere tutti i centri di rianimazione (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Grazie al progresso della tecnologia moltissime vite sono state salvate, è l'accanimento terapeutico che dobbiamo evitare. Quante volte mi sono sentito chiedere, da medico, da parte di familiari di pazienti in fin di vita: «Dottore, faccia del tutto e salvi questo paziente» senza commettere assolutamente accanimento terapeutico (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). I malati ci chiedono di morire in maniera naturale, possibilmente di non soffrire e magari di applicare una terapia antidolore, non ci chiedono certamente di mettere fine alla loro vita.
Noi continueremo a lavorare con stile di collaborazione perché questa legge non ha nulla di ideologico e segue i principi enunciati dal presidente Cicchitto.

GIUSEPPE PALUMBO, Presidente della XII Commissione. Chiedo di parlare (Commenti).

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevoli colleghi, per cortesia (Commenti del deputato Giachetti). Onorevole Giachetti, le chiedo scusa: sono intervenuti tutti i gruppi e considererei veramente grave che il relatore ed il presidente della Commissione non possano intervenire alla fine, quando è stato posto un problema così. Non c'è bisogno di agitarsi. Prego, presidente Palumbo, ha la facoltà di parlare.

GIUSEPPE PALUMBO, Presidente della XII Commissione. Signor Presidente, io non farò perdere tempo: condividendo quanto ha detto il presidente Cicchitto e gli altri colleghi che mi hanno preceduto, volevo solo rassicurare tutti, e ne sono testimoni i componenti della Commissione, che il lavoro svolto in Commissione e anche nel Comitato dei nove è stato sempre aperto a tutte le soluzioni, non vi sono mai state imposizioni di nessun tipo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e ne sono testimoni tutti, io per primo.
Pertanto, rassicuro il presidente Bersani che il lavoro che il Comitato dei nove continuerà a fare sarà quello evidentemente giusto, finalizzato ad una corretta e spero gratificante legge per tutti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mura 3.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli? Onorevole Fugatti? Onorevole Scilipoti? Onorevole Pistelli? Onorevole Palomba?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Pag. 56

(Presenti 480
Votanti 467
Astenuti 13
Maggioranza 234
Voti favorevoli 189
Voti contrari 278).

Prendo atto che la deputata Servodio ha segnalato che non è riuscita a votare.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo per un richiamo all'articolo 85, comma 7, del Regolamento - che è quello che detta i termini per il contingentamento dei tempi -, perché, nella seduta di oggi si è posto un problema che vorrei sottoporre alla sua attenzione e, eventualmente, anche ad una sua decisione, che magari sia assumibile in funzione della seduta di martedì prossimo.
Signor Presidente, oggi accade che ci troviamo, in base ai dati che possiedo, all'esaurimento anche dei tempi assegnati a titolo personale. Con riferimento alla querelle che si era aperta prima, ritengo che per noi sia importante sapere chi interviene o non interviene a titolo personale. Infatti, un gruppo di 210 deputati, obiettivamente, a differenza di altri gruppi, magari minori, ha una differenziazione al suo interno, anche grazie - come ha ricordato il segretario Bersani - alla libertà che è stata data; è una libertà di voto ma, in taluni casi, è anche importante che sia una libertà di espressione.
Adesso accade che i gruppi che hanno esaurito il tempo loro assegnato vanno ad insistere sul tempo relativo agli interventi a titolo personale, che di per sé è già finito. Pertanto, ci troviamo nella condizione per cui la natura stessa dell'intervento a titolo personale - che, per prassi, è tale anche se non si vota in modo difforme, ma che è da ricondurre alla possibilità per chi effettivamente dissente dalla posizione del gruppo di esprimere il proprio dissenso - viene, in qualche modo, frustrata, perché è chiaro che quel «bacino» è completamente chiuso.
Quindi, signor Presidente, da questo punto di vista, vorrei porre quanto segue alla sua riflessione e alla valutazione del Presidente della Camera, tenuto conto della natura del dibattito, delle questioni che abbiamo di fronte e, soprattutto, dell'obiettiva diversità di opinioni che esiste in un gruppo molto grande come il nostro (ma ciò potrebbe accadere anche dall'altra parte). Signor Presidente, non faccio una richiesta che va oltre i tempi aggiuntivi che ci spettano nell'ambito dei tempi assegnati al gruppo, che abbiamo già chiesto; ma per quanto riguarda gli interventi a titolo personale, le chiedo di valutare la possibilità che quegli interventi che effettivamente abbiano un carattere personale, nel senso che si pongono in una posizione contraria rispetto alle decisioni del gruppo, possano avere il minuto previsto, a prescindere dal tempo che è esaurito, altrimenti, ci troveremo obiettivamente nella condizione data.
Signor Presidente, l'interruzione che ho fatto prima fuori microfono non era minimamente per mettere in discussione quanto lei stava dicendo. Tuttavia, volevo dirle che nell'ambito del contingentamento dei tempi, mentre si assegna al relatore un tempo per svolgere delle considerazioni, ciò non è previsto per il presidente della Commissione.
Signor Presidente, lei obiettivamente ha dato la parola al presidente - ci mancherebbe altro - per esprimere la sua opinione, ma resta un problema di contingentamento, perché da qualche parte quel tempo deve essere preso; altrimenti, anche quello dovrebbe essere sottratto al tempo previsto per gli interventi a titolo personale.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, credo che lei abbia posto un problema giusto e del quale investirò il Presidente, perché, proprio a seguito della discussione con cui si è chiusa la seduta di questa mattina, e nella quale è stata messa in evidenza la necessità di un dialogo e di un Pag. 57confronto su un argomento tanto delicato, com'è quello che ha per oggetto la proposta di legge in esame, credo che si debba trovare un modo per dare a tutti la possibilità di esprimersi, almeno a titolo personale.
Per quanto riguarda la parola concessa prima, ero consapevole che per il gruppo del Popolo della Libertà aveva già parlato l'onorevole Barani, ma, visto che stavano intervenendo praticamente tutti i rappresentanti dei gruppi, ho ritenuto di concedere la parola cinque minuti sull'ordine dei lavori al presidente Cicchitto. Poiché era stato investito il Comitato dei nove, mi sembrava che sia il relatore che il presidente della Commissione dovessero avere la possibilità di esprimersi. Chiaramente, tutto questo verrà valutato nell'ambito della ripartizione dei tempi.
Secondo le intese intercorse, interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di martedì 12 luglio, a partire dalle ore 10,30.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,55).

PRESIDENTE. Avverto che, a seguito di specifica richiesta avanzata dal presidente della Commissione bilancio, onorevole Giancarlo Giorgetti, sulla base di quanto deliberato dall'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, al fine di consentire alla medesima Commissione di svolgere, congiuntamente con l'omologa Commissione del Senato, l'attività conoscitiva in merito al decreto-legge in materia finanziaria, i lavori dell'Assemblea nella giornata di mercoledì prossimo, 13 luglio, con l'assenso di tutti i gruppi, si articoleranno come segue: ore 12, svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (il relativo termine di presentazione è anticipato a martedì 12 luglio, alle ore 10); ore 14, discussione con votazioni dei provvedimenti previsti dal vigente calendario dei lavori.

Modifica nella denominazione di un gruppo parlamentare (ore 13,57).

PRESIDENTE. Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Iniziativa Responsabile Nuovo Polo (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-ADC, La Discussione), con lettera pervenuta in data 6 luglio 2011, ha reso noto che il gruppo ha modificato la propria denominazione in «Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-ADC, La Discussione)».

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 13,58).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, in queste ultime ore sono apparse dichiarazioni assai gravi o, comunque, preoccupanti del Ministro Tremonti a proposito del decreto-legge e della manovra economica.
Dopo un balletto di cifre, che è partito da 40 miliardi di euro (che poi sono diventati 45, poi 55, poi più di 60, e così via), ora salta fuori che il Ministro Tremonti si sarebbe accorto - oppure, se lo sapeva, non lo aveva detto prima - che, in realtà, alla manovra mancano ben 15 o 16 miliardi di euro per raggiungere l'equilibrio finanziario richiesto dal patto con l'Unione europea.
Credo che sia particolarmente grave, perché il Ministro ha dichiarato che questi 16 o 15 miliardi di euro salteranno fuori dalla riforma fiscale. Dunque, in quest'Aula hanno annunciato che quella riforma fiscale sarebbe stata una riforma Pag. 58capace persino di abbassare le tasse ai cittadini, mentre ora ci ritroviamo con una dichiarazione del Ministro che afferma che, in realtà, ci sarà un aggravio di tasse di ben 15 miliardi di euro a carico dei contribuenti e dei cittadini, con l'inevitabile crescita della pressione fiscale, tutto in contrasto con quanto era stato detto fino ad ora.
Per questo motivo, noi del gruppo Italia dei Valori chiediamo che il Ministro doverosamente venga in quest'Aula a spiegare quello che sta capitando in questa manovra e come stanno realmente le cose. È un atto dovuto nei confronti e nel rispetto di quest'Aula e nel rispetto anche di tutti cittadini e dei contribuenti italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Il decreto-legge è stato presentato al Senato, onorevole Borghesi.

MAINO MARCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAINO MARCHI. Signor Presidente, intervengo per una questione di sindacato ispettivo, rispetto alla quale devo necessariamente svolgere una premessa.
Oggi è il cinquantunesimo anniversario dei martiri di Reggio Emilia: il 7 luglio 1960, cinque reggiani - Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri e Afro Tondelli - sono caduti in difesa dei diritti di libertà e di democrazia. Come ogni anno, oggi si tengono a Reggio Emilia iniziative per ricordare quegli avvenimenti e i caduti. Non voglio qui richiamare puntualmente quei fatti, se non per sottolineare che, a seguito di essi e di altri analoghi in altre città italiane, cadde il Governo Tambroni e si aprì una fase nuova nella politica italiana.
Vi è, però, un aspetto giudiziario che vorrei richiamare: il procedimento penale si chiuse con una sentenza che assolse tutti gli imputati. Le vittime del 7 luglio non hanno, quindi, mai potuto avere giustizia: giustizia che continuamente viene richiesta, in particolare ad ogni anniversario.
Sono, peraltro, di impedimento per la revisione del processo, le norme del codice di procedura penale (articoli 629 e 632), che stabiliscono che la stessa può essere richiesta solo da chi abbia subito una condanna.
Potrebbero, però, venire alla luce fatti nuovi che possano far riaprire anche d'ufficio le indagini e, quindi, provocare nuovi effetti sul piano giudiziario, nonché verificare le responsabilità del Governo Tambroni, del Ministero dell'interno e relativamente alla gestione delle forze dell'ordine.
A tal fine possono essere d'ausilio la conoscenza di tutti gli atti, le informazioni, le comunicazioni, le disposizioni del Governo e, in particolare, del Ministero dell'interno, relativi a quelle vicende. Sugli stessi potrebbe essere stato apposto il segreto di Stato.
Dal tempo di quei fatti sono già trascorsi cinquantuno anni e, quindi, ai sensi dell'articolo 39 (segreto di Stato) della legge 3 agosto 2007, n. 124, recante «Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto», sono stati superati tutti i termini previsti per la durata complessiva del vincolo del segreto di Stato, sia quello ordinario di quindici anni, previsto dal comma 7, sia quello massimo di trenta anni, a seguito di una o più proroghe del vincolo, previsto dal comma 8.
Ebbene, l'8 ottobre 2008, due anni e nove mesi fa, insieme agli onorevoli Alessandri, Barbieri e Castagnetti, quindi tutti i deputati reggiani di maggioranza e di opposizione eletti nella circoscrizione dell'Emilia Romagna, ho presentato al Ministro dell'interno una interrogazione a risposta scritta, la n. 4-01265, per sapere se su atti, documenti, notizie, attività o altre cose relative ai fatti del 7 luglio 1960 a Reggio Emilia sia stato apposto, in passato, il vincolo del segreto di Stato; e, in caso di risposta affermativa al precedente quesito, di quali atti, documenti, notizie, attività o altre cose specificatamente e puntualmente si tratti, su cui possa oggi, da chiunque vi abbia interesse, essere fatta richiesta al Presidente del Consiglio dei Pag. 59ministri di avere accesso agli stessi, come previsto dal comma 7 dell'articolo 39 della legge n. 124 del 3 agosto 2007.
A questa interrogazione, nonostante un sollecito da me svolto in quest'Aula più di un anno fa, il Ministro dell'interno, dopo, ripeto, due anni e nove mesi, non ha ancora risposto. Chiedo alla Presidenza di sollecitare il Ministro competente in quanto mi sembra che si sia oltre ogni ragionevole tempo utile per raccogliere gli elementi necessari per la risposta che considero un atto dovuto ai martiri del 7 luglio 1960 e ai loro familiari.

DORIS LO MORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DORIS LO MORO. Signor Presidente, signor sottosegretario, prendo la parola per denunciare la gravità di alcuni episodi che si stanno verificando nella città in cui vivo. Questa mattina a Lamezia Terme, in una zona centrale, caratterizzata dalla presenza di numerosi negozi, che stavano avviando l'attività, è stato ucciso Francesco Torcasio, un giovane di 20 anni; si tratta di una persona che appartiene alla famiglia Torcasio, una cosca lametina. Il giovane era a bordo della sua auto quando alcune persone, che ovviamente allo stato non sono ancora state identificate, si sono avvicinate e hanno sparato una quindicina di colpi che hanno colpito il Torcasio in più parti del corpo provocandone la morte istantanea.
Al momento del delitto, nella zona, una zona fortemente commerciale, dove nelle vicinanze vi era anche un mercatino in corso, c'erano numerose persone che si sono dileguate velocemente. Francesco Torcasio, come dicevo prima, era figlio di Vincenzo Torcasio, 58 anni, ucciso un mese fa nella stessa città di Lamezia Terme sotto gli occhi di numerose persone mentre stava assistendo ad una partita di calcetto. C'era tantissima gente ma anche lì non sembra che vi siano grandi testimonianze.
L'omicidio di questa mattina pare la conferma della ripresa della faida tra le cosche della 'ndrangheta nella città di Lamezia Terme; faida che va avanti da diverso tempo e che ha visto i componenti della famiglia Torcasio decimati. Vincenzo Torcasio, il padre di Francesco, era cugino del presunto boss della omonima cosca.
Nei giorni scorsi, dopo l'omicidio di Vincenzo Torcasio, il terzo nel giro di un paio di mesi - oggi siamo al quarto -, il Comitato per l'ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto di Catanzaro, si è riunito proprio a Lamezia Terme per affrontare la situazione difficile della città ma anche per dare un segno dell'attenzione della prefettura, oltre che della procura e delle forze dell'ordine, alla città. Anche in questa occasione il prefetto ha denunciato, oltre alla gravità dei fatti e quant'altro, l'omertà diffusa, il silenzio degli imprenditori anche vessati da continue intimidazioni che però nella stragrande maggioranza non denunciano e non collaborano, nonostante i numerosi attentati che continuano ad esserci nella città; l'ultimo attentato di questo genere, sempre della giornata di ieri, ha riguardato una famosa pasticceria lametina, la pasticceria Giordano. Il procuratore della Repubblica di Lamezia Terme nella sua relazione annuale, nella relazione che viene redatta per dare informazioni al presidente della Corte d'appello per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha denunciato un abusivismo tuttora dilagante, numerosi attentati rivolti soprattutto a commercianti e imprenditori, il clima politico devastato nei mesi e negli anni scorsi da continui attentati che hanno riguardato anche l'ambiente politico, i reati ambientali oltre che la ripresa delle faide.
Tale denuncia - che era basata ovviamente sui dati già a disposizione del procuratore - viene confermata dall'attualità dei fatti. Ho già detto dell'omicidio, ho già detto dell'attentato, aggiungo che, proprio in questi giorni e nelle stesse ore, vi è stato nella città un sequestro di manufatti particolarmente grave, anche per il numero di metri cubi di fabbricati di una certa rilevanza. Anche dell'attentato alla pasticceria ho già parlato. Pag. 60
Mi fa piacere che sia presente il sottosegretario, che io stessa ho richiesto, perché questi fatti sono stati denunciati più volte in atti di sindacato ispettivo rivolti al Ministero dell'interno e anche al Ministero della giustizia, da ultimo da un'interrogazione a risposta immediata in Commissione presentata dalle colleghe del mio gruppo. La risposta a quest'ultima interrogazione, risalente al 28 giugno, e quindi a qualche giorno fa, è stata del tutto insoddisfacente. Si parlava della situazione complessiva della Calabria, ma si citava espressamente anche il caso di Lamezia Terme. Nella risposta si faceva riferimento, da parte del sottosegretario per la giustizia, ad incontri programmatici e non ad impegni, si portavano avanti impegni generici, mentre la gravità della situazione richiederebbe risposte più concrete.
Sottosegretario Mantovano, io stessa ho presentato nei mesi scorsi un atto di sindacato ispettivo che è tuttora inevaso; glielo segnalo perché riguarda la destinazione data ad un bene confiscato proprio alla famiglia Torcasio; penso che adesso sia il momento di analizzarlo, lo enuncio soltanto, così lei la rintraccerà.
Concludo dicendo che bisognerebbe dare forza alla forze dell'ordine e alla procura, che è sottorganico, perché l'organico previsto è di cinque più uno (manca un sostituto), ma manca soprattutto la dotazione amministrativa. Se venisse assegnato il sostituto, probabilmente, non avrebbero il personale amministrativo per farlo lavorare. Servono atti concreti, serve dare forza alla prefettura tramite un intervento autorevole del Ministero dell'interno e del sottosegretario Mantovano, che mi sta ascoltando. Serve capire che le situazioni diseguali vanno trattate anche in maniera diseguale, e che questa situazione richiede una concretezza che, fino ad adesso, non vi è stata, soprattutto dal Ministro della giustizia.

BASILIO CATANOSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BASILIO CATANOSO. Signor Presidente, intervengo per mettere al corrente l'Aula e per denunciare una serie di attività gravissime, che ledono gli interessi degli italiani e dei nostri concittadini siciliani, in questo caso all'interno di un'azienda dello Stato, che è la ferrovia circumetnea. La ferrovia circumetnea, nel recente passato, è stata interessata da un'intensa attività finalizzata al suo rilancio nel settore del trasporto pubblico locale; in particolare, nel dicembre 2005, quando si è presentato un ambizioso piano industriale finalizzato a far diventare la stessa non solo il principale gestore del trasporto pubblico del territorio ma anche un polo di eccellenza tecnologico che mirasse alla possibilità di realizzare la metropolitana catanese, è stata oggetto di numerosi finanziamenti.
Con la nomina degli ultimi due commissari governativi - il primo nominato dal Ministro Bianchi nel 2006 e il secondo da questo Governo, nella persona dell'avvocato Tafuri - si è registrata un nuova politica aziendale, caratterizzata da un totale immobilismo, e, da quando vi è Tafuri, da un finto dinamismo, finalizzato ad enfatizzare sulla stampa l'operato dello stesso commissario. Ma nei fatti, da circa tre anni - da quando, cioè, il commissario è stato nominato -, non sono state avviate iniziative nuove di nessuna rilevanza, neppur minima, per il programma di sviluppo aziendale.
Vi è una struttura paralizzata. Non si è pubblicato un solo bando e ogni fatto pubblicizzato si riferisce esclusivamente a lavori avviati prima dell'insediamento dell'ultimo commissario, per i quali, il commissario, è riuscito al massimo a non bloccare i cantieri. Il caso di maggiore evidenza dell'assoluta inerzia - e di ciò che vi è collegato - è possibile individuarlo nel blocco dei lavori della tratta Stesicoro-aeroporto, cioè della metropolitana che dovrebbe funzionare dal centro della città all'aeroporto di Fontanarossa, per la quale - malgrado il progetto che era stato approvato e in parte finanziato dal CIPE già nel marzo 2006 -, dopo quasi tre anni di gestione, non è stata intrapresa Pag. 61da parte del commissario alcuna attività per avviare la realizzazione, almeno, di un primo lotto finanziato, quello di 90 milioni di euro.
Il mancato avvio di questa procedura di gara in tempi brevi potrebbe determinare lo storno del finanziamento assegnato, rischio sempre più forte anche a causa dell'ultima manovra finanziaria dei giorni scorsi.
Anche per quello che riguarda i lavori di rinnovo di infrastrutture esistenti (in particolare il riferimento è alla tratta di superficie a scartamento ridotto, caratterizzata da un significativo stato di degrado funzionale) si rileva una totale assenza di nuovi interventi.
Malgrado la Ferrovia Circumetnea disponga di fondi per oltre 10 milioni di euro, non è stato prodotto nessun progetto per l'ammodernamento degli impianti di sicurezza e di segnalamento. Ciò potrebbe determinare significative ripercussioni sulla sicurezza dei passeggeri e sulla regolarità dell'esercizio. Vi è stato un deragliamento due o tre mesi fa e temo che i fondi possano essere addirittura utilizzati per fare ulteriori assunzioni.
A giustificazione dei ritardi - cerco di abbreviare, signor Presidente - l'avvocato Tafuri, commissario, invoca una carenza organica che non può più essere invece ricordata, visto che la struttura, da quando c'è lui, è passata da 8 unità (1 dirigente e 7 dipendenti a tempo indeterminato) a ben 19 unità (2 dirigenti e 17 dipendenti, di cui 10 a tempo determinato e 7 a tempo indeterminato).
C'è stata finora una gestione disastrosa e utilizzata solo a fini politici ed elettoralistici. Un caso emblematico è la nomina come presidente della commissione di collaudo di un lotto della metropolitana di un nostro collega del Partito Democratico, il collega onorevole Salvatore Margiotta, vicepresidente della Commissione lavori pubblici e ambiente...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

BASILIO CATANOSO. Ciò è avvenuto senza alcuna procedura concorsuale. Voglio far notare che la legge prevede, invece, procedure europee. Cercherò di abbreviare, signor Presidente, un ultimo minuto. Sono stati banditi a mezzo di pubblicazioni via Internet una ventina di selezioni pubbliche per vari settori (direzione, manutenzione, autoservizio, officine ed anche amministrativi) e sono state assunte in tre anni 110 persone a tempo determinato. Di questi circa 40 sono autisti nuovi che sono andati a guidare e i vecchi sono stati passati a controllare, pur avendo già un'indennità per quel tipo di lavoro.
Quello che è strano è la composizione delle commissioni. Tutte le commissioni esaminatrici, infatti, da quelle di segretario d'azienda al fabbro, dal motorista all'avvocato, dall'ingegnere al carrozziere, dall'autista al geologo, dal manutentore del binario al commercialista sono state presiedute dalle stesse persone, ossia il dottor Carmelo Reale e dal dottor Giovanni Ferrera, vicini al presidente della regione Sicilia. Inoltre, nelle stesse è stato inserito il figlio del dottor Reale. Ciò è avvenuto in violazione di prescrizioni di legge che stabiliscono che le commissioni siano composte esclusivamente da esperti di comprovata competenza nelle materie di concorso.

PRESIDENTE. Deve concludere.

BASILIO CATANOSO. Mi avvio a concludere. Ancora più strano appare che, tra gli altri, vincitori di concorso sono risultati stranamente - ma non escludo che ciò sia avvenuto per merito delle persone in oggetto - la figlia della storica segretaria di Lombardo, tale Cuffari, una signora Bonanno già segretaria di Lombardo a Bruxelles, sindaci di...

PRESIDENTE. Onorevole, non voglio toglierle la parola, ma il tempo è ampiamente scaduto e cose che lei sta leggendo, molto interessanti e molto importanti, possono essere trasformate in una interrogazione o in un'interpellanza, quindi è assolutamente impropria la sede che lei ha scelto per fare questo intervento.

Pag. 62

BASILIO CATANOSO. Ha perfettamente ragione. Concludo il ragionamento e concludo.

PRESIDENTE. È già terminato il tempo, onorevole.

BASILIO CATANOSO. Parlavo di sindaci del partito del presidente della regione e di consiglieri comunali e circoscrizionali che hanno vinto stranamente questo concorso. Su questo, come da lei suggerito, presenterò una interrogazione parlamentare e un apposito esposto alla procura, anche se so che il Governo ha provato a fare due commissariamenti (che stranamente il TAR Catania ha sospeso) e spero che esso voglia intervenire, anche perché bisogna ripristinare la trasparenza, le regole, la legalità e gli interessi della comunità.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, intervengo per porre alla sua attenzione, affinché se ne faccia carico nel senso di riferire al Governo, della grave situazione che si viene prospettando per Napoli, perché è recentissima la conferma che gli impianti di STIR presso cui venivano appoggiati rifiuti e la medesima cava di Chiaiano, la discarica che era presso il comune di Napoli dove si scaricavano rifiuti, sono in saturazione.
Insomma, il problema permane malgrado tutti gli adempimenti e il buon lavoro messi in campo, da poco più di un mese, da quando è stata eletta la nuova amministrazione e la nuova giunta di Napoli, ovvero mettere subito in attività con gradazione una raccolta differenziata per tutti i quartieri di Napoli, che faccia diminuire la quantità di rifiuti che quotidianamente la città di Napoli produce e che ammontano a circa 1.250 tonnellate al giorno, nonché gli impianti intermedi che pure sono stati previsti. Insomma, si è trattato di un lavoro h24 che il sindaco e la giunta di Napoli hanno predisposto, messo in campo e già realizzato da un po' di giorni proprio per adempiere ai loro specifici compiti perché in capo ai comuni vi è l'obbligo di provvedere allo spazzamento, alla pulizia delle strade e alla rimozione di rifiuti.
Tutto questo il comune di Napoli l'ha fatto. Benché invece per 15 anni non si era iniziata un'attività di raccolta differenziata, né con la giunta Bassolino né con la giunta Jervolino, ora invece si è dato un punto di partenza fermo e vi è un grande coinvolgimento, anche sociale, di impegno attivo e di cittadinanza attiva. I cittadini di Napoli stanno davvero partecipando con grande civiltà a questa nuova pagina. Tuttavia, il buon lavoro dell'amministrazione di Napoli e dei napoletani non basta perché in capo al comune di Napoli - lo ripeto - vi sono solo determinati adempimenti a cui si è già provveduto, mentre vi è poi il resto della filiera istituzionale che è tenuta al completamento del processo che riguarda i rifiuti.
Mi riferisco alla provincia di Napoli, che è tenuta all'individuazione delle discariche o dei termovalorizzatori dove portare i rifiuti. Mi riferisco poi alla regione Campania che, ove mai la provincia nel suo ambito non abbia individuato delle discariche o dei punti dove andare a scaricare, può procedere a far trasferire i rifiuti nelle altre province limitrofe. Poi vi è il livello nazionale, del Governo nazionale, che deve prevedere l'eventuale extraterritorialità rispetto alla regione stessa per trasportare i rifiuti fuori regione.
Ebbene, vi abbiamo dichiarato più volte che il recentissimo decreto-legge che il Governo ha emanato per i rifiuti in Campania è inefficace quasi quanto inutile, tant'è vero che ad oggi se vi è la possibilità di un'ulteriore crisi e che si ritorni verso un'emergenza è perché gli altri tre livelli di filiera istituzionale - e mi riferisco al livello provinciale, targato PdL, al livello regionale, targato PdL, e al livello del Governo nazionale, targato PdL - non fanno il loro mestiere e quindi sono responsabili Pag. 63di un'eventuale crisi nella quale può ripiombare Napoli e la provincia di Napoli.
Per questa ragione invito il Presidente della Camera a recepire questa situazione gravissima che peggiora con il caldo incombente dell'estate a cui andiamo incontro. Vi è poi un altro pericolo perché forse si vuole rimettere ad arte questa emergenza rifiuti in Campania perché sui rifiuti - non dobbiamo dimenticarlo - ci «ha fatto» davvero tantissimo la criminalità organizzata. Non vorrei che con i rifiuti si fosse sviluppata, come la chiamo io, la «camorra di strada» e la «camorra di Palazzo», ovvero che si voglia tenere tanti rifiuti per strada, far crescere i rifiuti a Napoli e provincia perché poi bisogna che ci siano attività straordinarie, deroghe alle norme e quindi utilizzo di mezzi e di aziende...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Barbato.

FRANCESCO BARBATO. Concludo, signor Presidente, invitando il Governo e le altre filiere istituzionali a fare la loro parte per evitare che Napoli sprofondi nuovamente in un'emergenza rifiuti.

MARCO CARRA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO CARRA. Signor Presidente, ho presentato un'interrogazione e ne sollecito la risposta da parte del Ministro dell'interno se non sul piano formale, trattandosi di un'interrogazione molto recente del 30 giugno scorso, almeno sul piano sostanziale.
Il prossimo 16 luglio a Mantova l'organizzazione Forza Nuova ha annunciato un presidio contro l'immigrazione. Tale presidio richiamerà, da quanto si apprende dalla stampa, militanti da tutta la regione lombarda. Questo presidio viene organizzato quale risposta ad uno scontro fisico che pare si sia verificato il 25 giugno scorso a Mantova tra esponenti di Forza Nuova e cittadini extracomunitari.
Si pone un problema di ordine pubblico, almeno questa è la preoccupazione mia e di tanti cittadini mantovani, poiché in questi giorni sono via via aumentate le prese di posizione da parte non solo di Forza Nuova, ma anche di forze della sinistra antagonista. Pertanto, la nostra preoccupazione è che si possano verificare incidenti.
Il sindaco di Mantova se ne sta completamente lavando le mani ed è per questa ragione che, tramite lei, chiedo al Ministro dell'interno di farsi carico di tale questione, di interloquire con la prefettura e la questura mantovana affinché si impedisca lo svolgimento di questo rischiosissimo presidio.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta che riprenderà alle 15 con lo svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta, sospesa alle 14,25, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Brambilla, Brugger, Brunetta, Carfagna, Casero, Catone, Cicchitto, Colucci, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Fava, Fitto, Franceschini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Mantovano, Martini, Migliavacca, Misiti, Moffa, Mura, Leoluca Orlando, Polidori, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Saglia, Stucchi e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

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Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,07).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative per una corretta interpretazione delle disposizioni relative alle fotografie da apporre sulla patente di guida - n. 2-01138)

PRESIDENTE. L'onorevole Polledri ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01138, concernente iniziative per una corretta interpretazione delle disposizioni relative alle fotografie da apporre sulla patente di guida (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, brevemente per ricordare che si sta ponendo, sempre di più, un caso politico interpretato strumentalmente. Infatti, da parte di alcune associazioni islamiche viene male interpretato, a nostro giudizio, l'articolo 289 del regolamento per l'esecuzione del Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza, che stabilisce che per il rilascio di carte di identità la fotografia di riconoscimento sia a mezzo busto e senza cappello.
La patente è considerata un documento di identità equipollente e vi è un parere del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti - circolare del 14 marzo 1995, a cui poi si è conformato il Ministero dell'interno - che prevede che nei casi in cui la copertura del capo sia imposta da motivi religiosi i documenti con funzione di identificazione possono recare le foto del titolare a capo coperto.
Tuttavia, vi è una circolare confliggente del 2010, sul rilascio del foglio rosa, che prescrive di allegare due fotografie a capo scoperto e su fondo bianco.
Dunque, vi è una normativa abbastanza incerta. Ricordo, però, che vi è una normativa antiterrorismo che prevede il divieto di utilizzo di copertura per motivi che sono ben evidenti.
Ebbene, in Veneto vi è stata, appunto, un'utilizzazione politico-strumentale per cui si è chiesto, in qualche modo, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di poter emettere patenti con fotografie di persone con il volto coperto.
Questo, a mio giudizio, pone un problema politico e sicuramente anche di coordinamento amministrativo. Pertanto, mi sembra che una qualche decisione più attuale rispetto al 1995 il Governo e i due Ministeri la debbano, in qualche modo, intraprendere.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, caro onorevole Polledri, la problematica rappresentata è stata già da tempo definita da questa amministrazione, dopo avere acquisito il parere del Ministero dell'interno, con circolare del 26 giugno 1997 diretta a tutti gli uffici della motorizzazione.
Nella stessa si specifica che «il Ministero dell'interno, investito della questione, ha fatto presente che con circolare del 14 marzo 1995 è stato disposto che, nei casi in cui la copertura del capo sia imposta per motivi religiosi, i documenti con funzioni di identificazione, e quindi anche le patenti di guida, possono recare la foto del titolare a capo coperto, sempre che i tratti del volto siano ben visibili», invitando tutti gli uffici della motorizzazione ad osservare tali disposizioni.
Ad ulteriore precisazione, la Direzione generale territoriale del nord-ovest del Ministero che rappresento, con circolare del 2 dicembre 2010, in omaggio alla univocità dell'azione della pubblica amministrazione ha invitato tutti i suoi uffici periferici «a disporre che siano accettate anche per le patenti, come già avviene per le carte di identità, fotografie di donne a capo coperto, per motivi religiosi, purché tali fotografie permettano una identificazione chiara del viso». Pag. 65
Si precisa, altresì, che il contenuto della predetta circolare del 26 giugno 1997, che ha inteso disciplinare una casistica del tutto particolare, uniformandosi al parere del Ministero dell'interno, non è stato richiamato nella recente circolare del 5 novembre 2010 in quanto quest'ultima fornisce numerose disposizioni, di carattere generale, sulle modifiche apportate agli articoli 121 e 122 del codice della strada dall'articolo 20, commi 1 e 2 della legge n. 120 del 2010 - rilascio del foglio rosa - e non contempla tutte le particolari casistiche che sono, invece, oggetto di specifiche circolari come quella evidenziata nel caso in esame.
Allo stato, pertanto, salvo non emergano casi nuovi, non appare opportuno assumere iniziative di modifica della normativa operante anche nella considerazione che le circolari citate appaiono chiare ed esaustive e atte a risolvere eventuali dubbi interpretativi al riguardo.

PRESIDENTE. L'onorevole Polledri ha facoltà di replicare.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, se fossi un deputato del Partito Democratico e mi rivolgessi al Governo Prodi mi dichiarerei soddisfatto, ma ovviamente non è così: sono un deputato della Lega con un Governo di centrodestra e, quindi, mi dichiaro insoddisfatto.
Mi dichiaro insoddisfatto perché, sebbene la risposta, per carità, provenga dagli uffici, questi suoi uffici stanno consentendo una situazione di equivoco, marginale e non ben definita: un conto è il capo coperto con il viso scoperto, ma l'interpellante fornirà casi precisi nei quali è un po' difficile distinguere il confine tra il coprire il capo in parte o coprirlo totalmente, lasciando il volto scoperto. La differenza tra capo e volto è abbastanza difficile e ciò vale anche per il riconoscimento.
Credo - e lo dico con tutto l'affetto possibile per il sottosegretario e il rispetto per il Ministero dell'interno e per quello delle infrastrutture e dei trasporti - che un supplemento vada fatto.
Questa è la fotografia e la denuncia che facciamo, ma qualcosa non funziona. Se facciamo ancora riferimento ad una circolare del 1995 del Ministero dell'interno dobbiamo ricordare che allora - lo ripeto - il problema non si poneva. Infatti, se parliamo dei Sikh che hanno una «cosettina» in testa è un conto, ma se parliamo dei vari copricapi o delle varie forme di copertura del volto stabiliamo un confine, a mio giudizio, pericoloso, quindi di cedimento dal punto di vista delle necessità di identificazione e anche di cedimento culturale che, rispetto a un Governo di centrodestra, non posso sottacere. Non posso sottacere l'importanza di un discorso laico. Questo è un continente laico e un Paese laico come l'Italia, che guarda a sinistra verso la Francia, che ha avuto il coraggio di ottenere una normativa abbastanza laica nel rispetto, dovrebbe porsi il problema.
Per questo mi dichiaro insoddisfatto e invoco una migliore attenzione sul problema, certo che il sottosegretario e il Governo vorranno, in una verifica successiva, dare una risposta e dare atto di un interesse su un argomento che sicuramente merita.

(Elementi in merito ai lavori in corso sulla strada statale E45 - n. 2-01142)

PRESIDENTE. L'onorevole Verini ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01142, concernente elementi in merito ai lavori in corso sulla strada statale E45 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

WALTER VERINI. Signor Presidente, credo non sfugga a nessuno - e tanto meno al Governo - l'importanza di questa arteria per l'Italia centrale e per le sue funzioni di collegamento con l'Italia del nord est e con l'Europa.
È un'arteria d'interesse strategico che, fin dalla sua nascita, ha conosciuto una vita travagliata, probabilmente anche a causa di lavori non effettuati a regola Pag. 66d'arte, che hanno costretto ad una permanente opera di manutenzione lungo tutto il tratto da Orte a Ravenna.
A questa criticità permanente, che ha interessato e interessa tutto il tratto, negli ultimi anni si è aggiunta in particolare una situazione davvero insostenibile proprio nella zona di Verghereto, nel territorio a cavallo tra l'Emilia, la Toscana e l'Umbria, dove accanto a lavori di manutenzione straordinaria lungo i viadotti, almeno alcuni viadotti, si sono aggiunti anche lavori lungo altri tratti, che ormai da troppo tempo provocano sensi unici alternati e interruzioni, con gravissimo danno al traffico privato e pubblico, ed a quello legato all'autotrasporto di merci, assai intenso.
Per questo motivo abbiamo presentato questa interpellanza urgente a firma di tanti parlamentari delle zone interessate, anche del nord est, perché vorremmo avere dal Governo notizie certe.
Vorremmo sapere quando è prevista la fine di questi lavori, quali sono stati i problemi legati a questi ritardi, che cosa si è fatto e che cosa si intenda fare per eliminare o attenuare i disagi. Vorremmo capire se nei piani di cantiere sono previste ore di lavoro anche in orari non classici, per accelerare il più possibile questa manutenzione. Vorremmo sapere se nei capitolati, come immaginiamo, sono previste norme e contenuti che possano in qualche modo causare anche penali per eventuali responsabilità.
Insomma, è una situazione davvero insostenibile. Crediamo che il Governo e l'ANAS debbano al più presto dare delle risposte, senza particolari elementi di verve polemica. Tuttavia, noi riteniamo che, a causa del ruolo strategico di questa strada, che tra l'altro ha in qualche modo persino alleggerito le criticità lungo il tratto appenninico dell'Autostrada del sole che si sono presentate in questi ultimi decenni, si debba fare sul serio. Non lo chiede solo tutta la zona dell'Italia centrale, ma credo che sia un problema di interesse nazionale, per il quale si attendono - lo ripeto - risposte certe e rassicuranti.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevole Verini, concordo sull'importanza strategica della E45 nei collegamenti del nostro Paese sia per il traffico normale che per il traffico pesante, trattandosi di un'alternativa all'Autostrada del sole.
Lei lamenta la situazione di questa strada di grande comunicazione interessata, nel tratto tosco-romagnolo, da numerosi cantieri che rendono di difficile fruibilità l'arteria e chiede quali iniziative voglia intraprendere ANAS Spa per concludere, nel breve termine, gli interventi attualmente in atto.
La strada statale n. 3-bis Tiberina (itinerario E45) è di primaria importanza nel contesto della viabilità nazionale, non solo interregionale, ed è percorsa in ogni periodo dell'anno da notevoli volumi di traffico veicolare che, unitamente alle condizioni climatiche, determinano sensibili fenomeni di affaticamento e di deterioramento dell'arteria.
Interventi di manutenzione straordinaria finalizzati al rafforzamento della sovrastruttura sono stati eseguiti negli anni 2008 e 2009.
Inoltre, poiché la strada ricade nella rete TERN, necessita, oltre che di continui interventi strutturali sui numerosi viadotti, anche di interventi di adeguamento delle gallerie, che devono essere conformi agli standard richiesti dall'Unione europea. Al riguardo, gli uffici ANAS hanno predisposto i progetti di lavori necessari che sono in attesa di finanziamento. Interventi più significativi in corso sulla E45, nel tratto Verghereto-Cesena, riguardano la ristrutturazione del viadotto Fornello ed i lavori di ampliamento e ammodernamento tra Bagno di Romagna e San Piero in Bagno.
In particolare, la ristrutturazione del viadotto Fornello, al chilometro 167+800 della E45, ha presentato significative criticità, soprattutto per le difficoltà operative Pag. 67connesse con la demolizione degli impalcati esistenti da effettuarsi ad una altezza da terra che raggiunge i 38 metri. In corso d'opera è stato necessario, infatti, anche adottare soluzioni costruttive che potessero offrire un maggior grado di sicurezza per le maestranze e per gli utenti. La demolizione dell'impalcato della sede sud, eseguito con mezzi meccanici automatizzati, ha comportato diversi imprevisti operativi, con conseguente dilatazione dei tempi; attualmente si sta provvedendo alla ricostruzione dell'impalcato, la cui ultimazione è prevista entra il prossimo mese di novembre. Il prosieguo dei lavori di sostituzione dell'impalcato della sede nord sarà molto più spedito e meno impattante sul traffico, atteso che sarà possibile istituire un doppio senso di marcia sul viadotto nuovo in carreggiata sud. La peculiarità del cantiere non consente un impiego massiccio di mezzi e di uomini, né turnazioni con lavoro notturno. L'impiego medio delle maestranze è di circa 20 unità. L'altro cantiere, relativo ai lavori di ammodernamento nel tratto Bagni di Romagna-San Piero in Bagno, a circa 15 chilometri da quello precedente, è in avanzata fase di realizzazione; entro la fine di luglio, il tratto di strada interessato sarà fruibile in entrambi i sensi di marcia e, per la fine di settembre, saranno ultimati tutti i lavori. Anche in questo caso, i lavori, eseguiti in presenza di traffico, non hanno consentito uno sviluppo intensivo del cantiere a causa delle numerose deviazioni del traffico che è stato necessario attuare in accordo con gli enti locali anche per non appesantire oltremodo la viabilità esterna. L'impiego medio delle maestranze è di circa 40 unità.
I ritardi non giustificati, a norma di contratto, verranno penalizzati con l'applicazione delle penali previste. Altri cantieri in atto nel tratto da Verghereto a Cesena, di limitata durata e che non impegnano molti mezzi e maestranze, riguardano: lavori di manutenzione straordinaria per il ripristino localizzato del piano viabile, dal chilometro 170+200 al chilometro 173+400 (l'ultimazione di questi lavori, appena iniziati, è prevista per la fine di luglio); lavori di sistemazione delle opere di sostegno nei pressi del chilometro 213 in carreggiata direzione Roma, in comune di Cesena, la cui ultimazione è prevista per fine di luglio; lavori di risanamento all'interno della carreggiata sud della galleria di Verghereto in corso di ultimazione (qui, mi si dice dopodomani). Per concludere, faccio presente che, ai fini della gestione della viabilità, tutti gli interventi di deviazione del traffico e di restringimento della sede stradale sono, come sempre, concordati sia con la Polizia stradale che con i comuni interessati.

PRESIDENTE. L'onorevole Verini ha facoltà di replicare.

WALTER VERINI. Signor Presidente, signor sottosegretario, da un lato ci fa piacere che lei abbia fornito queste notizie che hanno una loro precisione. Dall'altro lato, siamo scettici perché, già nel recente passato, alcune date, alcune scadenze, erano state annunciate ed alcuni dei lavori da lei ricordati avrebbero dovuto essere terminati entro la primavera scorsa. Così ANAS aveva detto e questo naturalmente non è avvenuto. Il cronoprogramma che lei, in quest'Aula, signor sottosegretario, ha ricordato, potrebbe essere accettabile ove venisse rigorosamente rispettato. Credo sia necessaria una vigilanza particolare. Come lei saprà, certamente anche meglio di noi, e come il suo Ministero saprà, si parla, per la criticità complessiva di quest'arteria, di un'alternativa futura legata alla possibile trasformazione in autostrada della E45. Ci sono pareri ed opinioni diversi, ma un dato è certo: in attesa di quell'eventuale futuribile progetto, il tema della messa in sicurezza dell'esistente è indilazionabile per favorire, come si diceva, il trasporto e per eliminare al massimo i disagi e garantire, appunto, la sicurezza di coloro che la percorrono.
Per questi motivi e prendendo atto delle notizie che lei ha dato, credo che sia compito del Governo, del Parlamento e soprattutto dell'ANAS rispettare rigorosamente questo cronoprogramma e fornire in tempo reale all'opinione pubblica e alle Pag. 68istituzioni interessate tutte le notizie su possibili ulteriori ritardi, senza apprenderle more solito da Onda Verde che ci dice che è chiuso al traffico il tratto Canili-Verghereto, con ormai cronica puntualità.

(Rinvio dell'interpellanza urgente Evangelisti n. 2-01136)

PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta dei presentatori e con il consenso del Governo, lo svolgimento dell'interpellanza urgente Evangelisti ed altri n. 2-01136 è rinviato ad altra seduta.
In attesa dell'arrivo in Aula del rappresentante del Governo competente a rispondere sul successivo atto di sindacato ispettivo, sospendo brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 15,25, è ripresa alle 15,30.

(Orientamenti del Governo circa la decisione di interrompere le attività di scavo degli insediamenti archeologici scoperti a Castellaneta (Taranto), località «Le Grotte» - n. 2-01141)

PRESIDENTE. L'onorevole Patarino ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01141, concernente orientamenti del Governo circa la decisione di interrompere le attività di scavo degli insediamenti archeologici scoperti a Castellaneta (Taranto), località «Le Grotte» (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, nella seduta del 15 giugno ultimo scorso, prendendo la parola sull'ordine dei lavori, invitai la Presidenza della Camera ad intervenire presso il Governo perché si facesse carico di una questione di grande rilevanza culturale, riguardante la scoperta di un importante sito archeologico che, proprio in quella stessa giornata, alcune ruspe stavano riportando sotto terra, dopo più di un anno di eccellente lavoro che aveva visto appassionatamente impegnati archeologi, tecnici ed operai.
Preannunziai in quell'occasione un'interpellanza urgente, oggi al nostro esame, nella speranza di fermare quelle ruspe e di ottenere dal Governo ogni assicurazione a tutela del grande patrimonio relativo a vestigia di antiche civiltà venute alla luce in agro di Castellaneta. Precisamente, in località «Le Grotte», in un'azienda che si trova in una zona SIC e ZPS, al fine di tutelare alcuni alberi di ulivo secolari, per taluni esperti addirittura millenari, che lì da sempre vengono gelosamente custoditi per le generazioni future, durante le operazioni di svellimento e di ripiantumazione di quei preziosi esemplari, operazione necessaria per consentire alla Snam di seguire il tracciato come da progettazione, cominciarono ad affiorare dal terreno reperti archeologici di notevole importanza risalenti a diverse epoche, a partire da quella preistorica, quindi quella del bronzo, peuceta e greca.
A quei ritrovamenti fu riservata un'accoglienza di grande entusiasmo e di religioso rispetto da parte degli operatori della Snam, dei quali, se è universalmente nota la grande professionalità, non altrettanto scontati si poteva pretendere che fossero l'amore e la disponibilità mostrati verso un territorio comunque a loro estraneo; atteggiamento che fu motivo di ammirazione e di apprezzamento da parte di quanti, direttamente o indirettamente, fin dall'inizio avevano svolto un proprio ruolo nella vicenda.
Parlo dei proprietari dei terreni compresi nel tracciato del metanodotto, parlo di studiosi e di appassionati di archeologia, parlo di sua eccellenza il vescovo della diocesi di Castellaneta, parlo del difensore civico del comune di Castellaneta, che prese subito a cuore la questione, rendendosi promotore di varie iniziative e coinvolgendo diversi soggetti istituzionali e politici, me compreso.
Ho visitato quel sito in lungo e in largo. Sono andato sul luogo per rendermi conto di persona della portata della scoperta. Ho parlato con chi coordinava e con chi Pag. 69effettuava i lavori degli scavi, ho ascoltato gli operatori agricoli che speravano, grazie a quella scoperta, in un grande sviluppo di tutto quanto il territorio, mi sono documentato prima di rivolgermi al Governo e l'ho fatto con molta discrezione, senza clamore e tenendo lontana ogni propaganda.
Sono rimasto affascinato dallo spettacolo e profondamente impressionato dalle cose che ho visto e udito, in particolare da quelle che ho appreso dalla lettura di una relazione inviatami l'8 giugno scorso da un intelligente operatore agricolo, un certo Raffaele Rochira, esempio di moderna imprenditoria di livello superiore, su cui deve fare affidamento oggi l'agricoltura meridionale se vuole essere competitiva e vincente sui mercati nazionali ed internazionali.
Egli scrive, tra l'altro: «In questi mesi ho visto l'energia, la gioia, la forza che viene dall'amore: ho visto ingegneri e operai di una grande società, la Snam, personale di un'altra società, la Saipem, ingegneri e operai della ditta appaltatrice, la Tre Colli, archeologi ed operai della società Archeores, ufficiali, sottufficiali e militari della Guardia di finanza e dei Carabinieri lavorare insieme per tutelare, salvaguardare, portare alla luce questo sito, avendo capito l'importanza storico-culturale (da dove veniamo? chi siamo?), ma soprattutto le possibilità che questo sito possa essere da volano all'economia del territorio: al turismo come all'agricoltura e all'artigianato.
Tutto questo sta per finire. Conoscete la realtà delle soprintendenze, tutte poste, a causa delle scarse possibilità economiche, nell'impossibilità di potere lavorare. I funzionari non possono uscire dalle loro sedi e, se non vengono sul sito, non possono fornire direttive. Inoltre, se non stimolati e apprezzati, si danno tutti alla latitanza. Tutto questo entusiasmo era da tempo cominciato a scemare perché non vi sono più gli stimoli. Ora, la stessa Snam, che fino a ieri è stata volano delle varie attività, giustamente, ha fretta di ultimare i lavori, quindi il sito, come già quello di Minerva, verrà ricoperto.
In un periodo storico come quello che stiamo attraversando, in cui la globalizzazione e la crisi economica incidono negativamente sulle nostre produzioni agricole, diventa necessario differenziarsi e trovare valori aggiunti ed emozioni per il nostro settore primario. Sicuramente dimostrare che da più di duemila anni nel nostro agro si facevano agricoltura e prodotti di qualità è una possibilità.
Non dimentichiamoci del settore turistico. Tali scoperte, infatti, rappresentano un'ulteriore risorsa, oltre al mare stupendo, alle spiagge, alle gravine e al nostro centro storico con le sue chiese e i suoi edifici. Tali scavi rappresentano, infatti, oltre che una risorsa in più per la stagione estiva, soprattutto una risorsa in più per destagionalizzare il turismo e per promuovere un turismo di qualità. Penso, infatti, a quel turismo di nicchia che cerca questi luoghi e alle università straniere, ai loro studenti, ai professori che nel periodo autunnale e primaverile potrebbero riempire i nostri agriturismi. Tali scavi possono essere una risorsa e uno stimolo per alimentare la creazione di botteghe artigianali. Siamo riusciti a finanziare la creazione di un parco inventandoci un popolo mitico. È possibile che le nostre istituzioni non si attivino per tutelare e continuare la ricerca scientifica e archeologica di questa città e necropoli di popoli effettivamente esistiti sul nostro territorio?».
Ho tenuto a leggervi, seppure in piccola parte, quell'interessante relazione perché da sola credo sia sufficiente a fare capire la portata della scoperta e l'impatto che ha avuto sul territorio e le grandi iniziative a cui potrebbe dare vita se vi sarà il sostegno di tutte le istituzioni, in primis del suo Ministero, signor sottosegretario.
Purtroppo le ruspe hanno cominciato l'opera di demolizione e tutto quello che è venuto pazientemente e sapientemente alla luce nell'arco di un intero anno è già in parte tornato sottoterra. Dal 1o luglio il sito è chiuso e le ruspe potrebbero tornare all'azione. Vanno fermate, signor sottosegretario, va fatto tutto il possibile perché il sito sia riaperto e vengano ripresi gli scavi. Vi sono università straniere molto Pag. 70interessate. Il Governo può e deve fare ogni sforzo e mettere in atto ogni iniziativa utile per dare seguito e valore a quella scoperta. Diversamente le speranze e le attese di una comunità, che sin dal primo momento dei ritrovamenti aveva cominciato ad immaginare un nuovo corso, un nuovo processo culturale del proprio territorio, con positive trasformazioni anche sul piano sociale ed economico, un'importante occasione di rilancio per il turismo, per l'agricoltura e per tutta l'economia, saranno sepolte sotto le ruspe. Le future generazioni non ce lo perdoneranno, o, meglio, non ve lo perdoneranno. Magari vi ringrazieranno i tombaroli e qualche politicante in affanno che credono di potere strumentalizzare la protesta nella speranza di guadagnarsi uno spazio di notorietà e qualche vantaggio elettorale.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Francesco Maria Giro, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO MARIA GIRO, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, in relazione alla valorizzazione di un sito archeologico in contrada «Le Grotte», in territorio di Castellaneta, messo in luce nel corso dei lavori per la realizzazione del nuovo metanodotto Massafra-Biccari della Snam preciso che, in ottemperanza a quanto disposto dal decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, in materia di archeologia preventiva, la soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, in considerazione della necessità di tutelare, in forme ottimali, il patrimonio archeologico eventualmente esistente lungo il tracciato del metanodotto, ha richiesto alla Snam le ricognizioni sistematiche lungo tutto il tracciato, con redazione di una carta archeologica, la sorveglianza di tutti i lavori di scavo da parte di archeologi, lo scavo preventivo dei siti a rischio e di eventuali altri rinvenuti nel corso dei lavori.
L'azione sinergica di tali operazioni ha condotto al rinvenimento e alla messa in luce, fra gli altri, del sito di contrada «Le Grotte» di Castellaneta. L'indagine, avviata nel 2010, si è conclusa ai primi di giugno del 2011, con la parziale evidenziazione di due settori insediativi, dei quali uno ricadente nell'ambito del tracciato della condotta, l'altro invece ubicato in un'area esterna al tracciato, utilizzata nel corso dei lavori per operazioni afferenti all'opera stessa.
Il settore abitativo individuato «in pista», risalente ad età imperiale, è costituito da strutture murarie in pietrame rinvenute in fondazione, impostatesi su una necropoli di età ellenistica (fine IV secolo avanti Cristo), il tutto su un'area di metri 60 per 15 circa. L'integrità di tale area archeologica è stata garantita ottenendo dalla Snam il passaggio della condotta mediante trivellazione.
L'altro settore di scavo, della superficie di metri 80 per 15 circa, ha restituito testimonianze relative ad un insediamento di età ellenistica (IV-III secolo avanti Cristo), comprendente ambienti delimitati da muri a secco in fondazione, ed un gruppo di nove tombe, oltre ai resti di una probabile capanna dell'età del Ferro.
Per la protezione e la tutela dei resti riportati alla luce e per permettere il prosieguo dei lavori di posa del metanodotto, la soprintendenza aveva concordato con la Snam la ricopertura degli stessi, a scavo ultimato, secondo opportune modalità indicate dalla stessa soprintendenza.
L'operazione è stata compiuta, nella giornata del 14 giugno, soltanto nel primo settore, onde consentire alla società di portare a termine le attività di cantiere, bloccate finora dagli scavi archeologici.
Anche per andare incontro alle richieste del comitato cittadino costituitosi al fine di evitare la chiusura dello scavo, la soprintendenza ha procrastinato la ricopertura del secondo settore, in attesa di concrete determinazioni in merito alla valorizzazione del sito. La soprintendenza stessa, oltre ad imporre il vincolo archeologico come azione di tutela dell'area, ritiene di dover procedere comunque in tempi rapidi alla ricopertura del settore rimasto a vista, qualora non ci sia un'immediata Pag. 71elaborazione di un progetto di valorizzazione, sostenuto da adeguato finanziamento. Faccio presente, a tale proposito, che la ricopertura dei resti è un'operazione scientificamente consolidata e assolutamente reversibile, spesso utilizzata quando si rende indispensabile evitare il degrado o il danneggiamento degli scavi.
Per quanto attiene alle iniziative da adottare, con la dovuta urgenza, per la valorizzazione di tale importante sito archeologico, la prefettura di Taranto, parimenti interessata dall'interpellanza, ha comunicato che potrà essere costituito presso la stessa prefettura, un tavolo di concertazione con la partecipazione della Snam, di tutti i soggetti istituzionali competenti e degli enti locali per esaminare tutte le possibili soluzioni. Al tavolo di concertazione parteciperà ovviamente, con un ruolo decisivo, la soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, che valuterà, nell'ambito delle proprie competenze istituzionali le soluzioni che verranno prospettate.
Per quanto riguarda la possibilità di finanziare tali iniziative con i fondi del Programma operativo regionale Puglia FESR, si precisa che, da notizia ricevute dal Ministero per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, il comune di Castellaneta non rientra tra gli interventi del Programma operativo interregionale attrattori culturali, naturali e turismo 2007/2013 (POIN), poiché non ricompreso all'interno degli ambiti geografici di intervento individuati dalla regione Puglia nel polo del Gargano e nel polo del Salento.
In conseguenza di ciò, allo stato attuale, non sono finanziabili dal POIN interventi ricadenti nel comune in questione.

PRESIDENTE. L'onorevole Patarino ha facoltà di replicare.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la sua relazione che tuttavia mi lascia amareggiato e alquanto deluso. Di certo la colpa non è assolutamente sua, la relazione che lei ha scritto non vede alcuna sua responsabilità, è stato dato incarico sicuramente ad un funzionario del Ministero che ha fatto alcune indagini e ha ritenuto dopo quelle indagini di dare qualche risposta approssimativa.
Certo, le notizie e le descrizioni relative alle operazioni sono esatte, sulle quali non abbiamo alcunché da ridire, ma non era quello che volevamo sapere. Conoscevamo quelle notizie. Quello che non comprendo (ecco i motivi della mia delusione) è che il suo Ministero e gli altri Ministeri cui è rivolta questa mia interpellanza (l'intero Governo), di fronte all'importanza di una tale scoperta, invece di attivare tutti i meccanismi possibili ed immaginabili, almeno per impedire che avvenisse quello che invece a partire da qualche giorno è già avvenuto, se ne sono un po' lavati le mani.
Quindi anche secondo voi - l'ho letto anche dalla relazione - è importante quel sito, ma pur essendo tale voi non fate nulla, il Governo non fa nulla perché resti in piedi e perché dia ai cittadini del luogo, agli operatori, a tutti coloro i quali hanno anche sognato quando si sono trovati di fronte a quella realtà, una qualche risposta. Il Ministero per i beni e le attività culturali che farà? Si dice che se non c'è un progetto nuovo e finanziato noi non possiamo farci nulla. Ma ammesso che il progetto ci sia, chi deve preoccuparsi perché il progetto ci sia? Ammesso che questo progetto ci sia e si trovi il finanziamento, che farà il Ministero per i beni e le attività culturali? Lascerà fare? Non interverrà? In che misura?
Non è possibile, signor sottosegretario, liquidare una faccenda come quella della scoperta di reperti archeologici della nostra civiltà con la scusa che non c'è danaro, non ci sono risorse finanziarie. Non si può dire: mancano i soldi quindi bisogna chiudere. È la volontà che manca. Manca la sensibilità, manca l'attenzione. Si tratta di un comune del profondo Sud, di un comune del Mezzogiorno. Che cosa può pretendere? Quale attenzione può ricevere dal Governo? Vi chiedo: se quel sito archeologico, invece che in una cittadina della provincia di Taranto fosse stato Pag. 72scoperto in Lombardia o nel Veneto o nel Piemonte, avrebbe avuto lo stesso trattamento?
Provi il Governo a darmi una risposta, provino i ministri ai quali ho rivolto questa interpellanza a dissipare i miei dubbi e a dimostrarmi che per il Nord e per il Sud non vi è alcuna differenza di trattamento. Caro sottosegretario, non credo che si possa avere una risposta. Temo che nessuno sia in grado di darmi una risposta. Tuttavia, malgrado i precedenti, malgrado i tanti esempi di scelte politiche ed economiche di questo Governo e della sua maggioranza che privilegiano il Nord e trascurano o addirittura danneggiano il Sud, voglio continuare a nutrire ottimismo e a sperare che almeno in questa circostanza, trattandosi di evento culturale che non riguarda solo il luogo geografico in cui si è verificato, ma investe tutta la nazione, la riporta alle sue origini, alla sua storia, alla sua civiltà, i ministri interpellati sentiranno il dovere di dare ciascuno il proprio contributo per rispondere con più opportuni provvedimenti. Ciò anche per evitare, signor sottosegretario, signor Presidente, di essere accusati di fare poco o niente per contrastare il traffico di reperti archeologici che attraverso scavi clandestini sta devastando una delle aree archeologiche più importanti del Sud.
Secondo una notizia di cui dispongo risultano indagati 47 individui; ciò ha posto in evidenza che in tutta Italia vi è un assurdo traffico di reperti archeologici. Circa due mila reperti archeologici sono stati salvati grazie ai Carabinieri, in particolare, va posto in rilievo il contributo dei Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio di Bari.
È proprio di oggi questa notizia, ed è proprio per questo che voi avete il dovere di intervenire, di ascoltare, di non rimanere insensibili. Se non lo farete, se non vorrete trovare voi la giusta soluzione, se non vorrà trovarla il Governo, ci penseremo noi sul territorio. Vede, signor sottosegretario, nella sua relazione appena letta, oltre a tutte le cose che sono state dette e che erano per noi scontate e per le quali non avremmo voluto scomodare tanti illustri ministri, vi è una sola informazione che è molto importante per noi: quella che riguarda il prefetto.
Una soltanto delle mie richieste è stata accolta su tante che riguardavano anche l'intervento presso l'ENI, l'intervento presso la regione che si è concluso soltanto con una semplice risposta da parte di questa che si è limitata a dire che non ci sono finanziamenti per quel comune. Si possono prendere se si spinge la regione, se si fa capire anche alla regione quanto è importante. Quindi siamo convinti che riusciremo a concludere, grazie all'opera del prefetto al tavolo che sarà istituito, perché almeno in quella sede, con un tavolo di concertazione, che vedrà la presenza di tutti i rappresentanti di tutti gli enti, potrà dare i risultati che speriamo.
Sento il bisogno tuttavia di rivolgere a lei e, suo tramite, al Governo una preghiera: signor sottosegretario, se dobbiamo fare da soli, se il territorio dovrà arrangiarsi come al solito per conto suo, se non potrà fare affidamento sul vostro aiuto, sulla vostra sensibilità, sulla vostra disponibilità non disseminateci la strada, già di per sé molto difficile, di ostacoli, di difficoltà, di problemi, di lentezze burocratiche, autorizzazioni negate senza giustificato motivo, lunghe e penose attese, capricciose prese di posizione, sospette verifiche, inutili controlli, colpevoli assenze al tavolo di concertazione e così via. Risparmiateci tutto ciò. Insomma e concludo, dalle mie parti si dice: se non potete farci bene, non fateci almeno danno.

(Iniziative per garantire adeguate risorse umane e materiali agli uffici giudiziari di Latina e provincia, con particolare riferimento alla costituzione e al potenziamento di strutture preposte al contrasto della criminalità organizzata - n. 2-01144)

PRESIDENTE. L'onorevole Ferranti ha facoltà di illustrare l'interpellanza Amici n. 2-01144, concernente iniziative per garantire adeguate risorse umane e materiali agli uffici giudiziari di Latina e provincia, Pag. 73con particolare riferimento alla costituzione e al potenziamento di strutture preposte al contrasto della criminalità organizzata (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmataria.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, questa interpellanza credo ponga un problema molto importante che doveva essere uno dei problemi, a nostro avviso, oggetto di attenzione da parte del Ministero della giustizia soprattutto in questo triennio che è già passato velocemente e senza che in realtà vi siano state ricadute positive sull'efficacia ed efficienza del funzionamento della giustizia. In particolare, questa interpellanza muove i passi dalla relazione annuale sull'attività svolta dal procuratore nazionale antimafia, l'ultima relazione che riguarda il periodo 1o luglio 2009 - 30 giugno 2010 presentata nel dicembre 2010 che ha riguardo alla consistenza e quindi diffusione e radicamento delle organizzazioni criminali nel tessuto economico e sociale delle province di Latina e Frosinone. Ovviamente, alcune volte queste affermazioni vengono effettuate in modo generico. Si dice che la camorra dalla Campania sta invadendo le province confinanti ma dalle affermazioni generiche, attraverso questa relazione, si ha la certezza che, dalle espressioni che possono essere in qualche modo soltanto affermazioni non confortate da riscontri, questa volta si faccia riferimento a dati concreti.
È in questa relazione che abbiamo la prova che in tali zone, nel Lazio, zone che non erano contaminate, vi sia stato l'inserimento della mafia nelle attività imprenditoriali e ciò è stato agevolato dai trasferimenti progressivi che nel tempo vi sono stati di personaggi di non secondario spessore quali i Bardellino, i De Angelis, i fratelli Tripodo, Salvatore Giuliano e Michele Senese, che si sono spostati nel contesto laziale per sfuggire alle guerre tra bande in atto nei territori di origine, trovando territori vergini su cui operare anche per il reimpiego dei capitali.
Questo emerge dalla relazione del procuratore nazionale antimafia come dato: le parole che ho letto in precedenza sono tratte dalla citata relazione, non sono frutto di una nostra interpretazione e sono convalidate anche dalla relazione del pubblico ministero De Martino, addetta, per la zona di Latina e di Frosinone, alla direzione distrettuale della procura di Roma, che è competente a valutare e a svolgere indagini con riferimento anche a questi territori.
L'indagine e il monitoraggio hanno focalizzato interessi criminali della camorra e di Cosa Nostra nel controllo, per esempio - si dice - del trasporto dei prodotti ortofrutticoli in tutto il centrosud, con epicentro nel noto mercato ortofrutticolo di Fondi, in provincia di Latina. Ciò non è disgiunto, per le organizzazioni criminali, anche dal fruttuoso mercato dei rifiuti e, quindi, dallo smaltimento illecito degli stessi. Questo è un altro settore con riferimento al quale, nella citata relazione, si dice che, dai dati forniti nel 2009, emerge che il Lazio è secondo solo alla Campania in tema di illegalità ambientale.
Questi dati dovrebbero allarmare non solo le opposizioni, le quali, con questa interpellanza, ma anche con altri atti che sono stati svolti in sede di Commissione antimafia, si fanno carico di chiedere quali iniziative intenda adottare il Ministero in ordine alla lotta alla criminalità organizzata in territori che non sono noti in maniera conclamata per essere oggetto di appetiti non solo di questa criminalità, ma anche, tra l'altro, di una nuova criminalità, che sempre più si perfeziona e sempre più si veste anche di apparenze di legalità. Si chiede, dunque, quali iniziative il Ministero abbia inteso effettuare dal punto di vista organizzativo, anche con riferimento al potenziamento degli strumenti a disposizione della magistratura.
La relazione del procuratore nazionale fa propri i contenuti che derivano anche dal rapporto scritto dal procuratore distrettuale e dai sostituti addetti alla DDA di Roma. Da tale relazione si evince come la procura distrettuale di Roma, che ha un territorio di competenza vastissimo - già in sé è il più grande ufficio d'Italia, ma riteniamo anche d'Europa come dimensioni e competenza territoriale -, sia in Pag. 74realtà inadeguata per mezzi, modalità, capacità di uomini, strumenti e consistenze anche operative, per far fronte a questa nuova emergenza così forte di criminalità organizzata nel Lazio.
Quindi, con la nostra interpellanza, in realtà, non si chiede solo se il Ministero si sia fatto carico di ciò, se abbia effettuato un monitoraggio, se abbia preso spunto dalla citata relazione del procuratore nazionale antimafia contenente questi dati, per avviare un percorso, comunque, di riorganizzazione della giustizia.
Sotto questo profilo, volevamo anche capire a che punto è e quale può essere l'opinione del Ministero al fine di riorganizzare gli ambiti territoriali di competenza degli uffici giudiziari, anche con particolare riferimento alle competenze degli uffici giudiziari in genere e delle procure, in particolare, di quelle distrettuali.
Infatti, la costituzione di una procura distrettuale che possa avere competenza e dedicare, quindi, le proprie energie a questi territori, che richiedono un'attenzione particolare, necessita di un provvedimento di revisione sicuramente complessivo, ma, in particolare, mirato a risolvere queste problematiche.
Signor sottosegretario, vorrei far notare al Governo - che sicuramente ne avrà già tenuto conto - che, in Campania, abbiamo il distretto di Napoli e il distretto di Salerno: in Campania, abbiamo due distretti e, quindi, abbiamo anche delle procure distrettuali con un territorio e un ambito di riferimento diversi.
Nel Lazio, esiste solo la procura distrettuale di Roma; in Sicilia, se non ricordo male, ci sono quattro distretti; in altre regioni, ugualmente, vi è la necessità di rivedere gli ambiti di competenza e la riorganizzazione territoriale. Ciò potrebbe, per prima cosa, a risolvere non solo l'impiego di energie e di risorse, ma soprattutto a potenziare quegli uffici delle procure, e soprattutto delle procure distrettuali, sempre in prima linea, che devono svolgere attività di indagini in sede accentrata, per quanto riguarda la procura, e attività dibattimentali presso i tribunali dei circondari di competenza. Tutto questo quindi, anche con delle difficoltà logistiche di movimento che ovviamente devono essere tenute in conto perché il pubblico ministero che ha svolto le indagini è poi il pubblico ministero che, sebbene possa delegare, deve poi seguire fruttuosamente il dibattimento. Noi riteniamo che questo aspetto non possa essere tralasciato; noi parliamo del Lazio, delle province di Latina e di Frosinone perché conosciamo queste realtà. In particolare l'onorevole Amici, prima firmataria dell'interpellanza urgente, è particolarmente conoscitrice delle problematiche di questi territori e finora, francamente, su questo punto, su cui tra l'altro c'è anche una proposta dell'opposizione, e su cui quindi si dovrebbe avere un terreno fecondo di condivisione, non abbiamo visto, finora, alcuna iniziativa da parte del Governo. Auspichiamo invece che la risposta sia positiva.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Giacomo Caliendo, ha facoltà di rispondere.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, la situazione sinteticamente descritta nell'interpellanza urgente dell'onorevole Amici, trova puntuale riscontro nelle relazioni annuali svolte, ciascuna nei propri ambiti, dal procuratore nazionale antimafia e dal Ministro dell'interno.
Ritengo sia chiaro a tutti che si tratta di una realtà dura ed inconfutabile, ma non per questo invincibile. Ne abbiamo prova ogni giorno nell'impegno degli organismi giudiziari e delle forze dell'ordine e, soprattutto, nei risultati decisamente imponenti che sono stati conseguiti nei più disparati settori.
Non stupisce, infatti, che la criminalità organizzata sia interessata ad acquisire spazi sempre maggiori e che la scelta sia orientata verso quei pochi territori con più ampi margini di guadagno.
Ebbene, la risposta dello Stato c'è stata e si è dimostrata vigorosa: ciò è quanto si evince dagli elementi informativi acquisiti Pag. 75dal Ministero dell'interno e dalla competente autorità giudiziaria. In particolare, il procuratore aggiunto di Roma ha confermato il crescente impegno della Direzione distrettuale antimafia in numerose e complesse indagini riguardanti il fenomeno della criminalità organizzata nella zona di Latina e del sud-pontino e ha, altresì, evidenziato il regolare fluire delle indagini nella fase propria del giudizio dinanzi al tribunale di Latina, attualmente impegnato nella celebrazione di vari processi per ipotizzate penetrazioni mafiose in alcuni rilevanti settori economici locali e per reati comunque aggravati dal metodo mafioso.
Quanto all'aspetto più strettamente territoriale, rappresento - come riferito dal Ministero dell'interno - che l'evoluzione delle proiezioni mafiose nel sud-pontino costituisce, da tempo, un elemento di rilievo e di particolare attenzione non soltanto per le procure distrettuali competenti per territorio, ma anche per la Direzione nazionale antimafia, che si è fatta promotrice di numerose iniziative volte a coordinare le attività degli organi giudiziari inquirenti e ad incentivare un sempre maggiore e specifico impegno per il contrasto di tali specifiche forme criminali.
In tale contesto, va inserito lo sforzo investigativo, condotto dalle forze di polizia, culminato in numerose e rilevanti inchieste. In una delle più recenti e complesse operazioni condotte dal centro operativo di Napoli della Direzione investigativa antimafia, congiuntamente a quello di Roma e alla squadra mobile della questura di Caserta - riferisce il Ministero dell'Interno - è stata appurata l'esistenza di un fitto intreccio di interessi illeciti intercorrente tra famiglie mafiose siciliane, clan camorristici ed espressioni della `ndrangheta calabrese per il sistematico controllo del trasporto su strada di carichi di ortaggi da immettere nella grande distribuzione.
Ebbene, soltanto nell'ambito di questa operazione sono state emesse sessantotto ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti personaggi indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa, interposizione fittizia di beni, estorsione e usura. Inoltre, contestualmente ai provvedimenti restrittivi, sono stati eseguiti sequestri preventivi in Campania, nel Lazio ed in Sicilia, per un valore complessivo di circa 90 milioni di euro, consistenti in decine di aziende del settore, appartamenti, terreni, conti bancari e molti automezzi commerciali.
Detto ciò, non voglio e non posso esimermi dal dare risposta all'accorata richiesta d'intervento delle istituzioni, per potenziare i mezzi e le risorse attualmente destinate al contrasto della criminalità organizzata operante sul territorio pontino.
Premetto che l'organico dell'ufficio della procura di Latina è composto tabellarmente da 14 unità, di cui un procuratore della Repubblica, un procuratore aggiunto e 12 sostituti procuratori. Con l'eccezione di due vacanze nelle posizioni di sostituto, non ancora pubblicate, risultano coperti tutti gli altri ruoli. Risulta, infatti, in corso di visto da parte dell'ufficio generale di bilancio, il trasferimento alla procura di Latina di un sostituto procuratore proveniente dall'ufficio di Reggio Calabria. Peraltro, con decorrenza dal 17 febbraio 2011, un sostituto è stato applicato alla Direzione nazionale antimafia.
Non v'è dubbio che alla luce dei dati esposti e, soprattutto dei poderosi carichi di lavoro gravanti sul predetto ufficio giudiziario, possa profilarsi un'esigenza di incremento di organico; si tratta, tuttavia, di una problematica coinvolgente a livello endemico l'intero apparato giustizia, non difforme da quella riscontrata in altri uffici del Paese ed in ordine alla quale l'attenzione di questo Dicastero è stata e continua ad essere somma.
Attualmente, quindi, le predette esigenze di incremento dovranno essere valutate comparativamente, non potendo le stesse essere assimilate alle ben più gravi e problematiche situazioni di singoli uffici giudiziari per i quali, stante la condizione del tutto emergenziale, ovvero di indifferibile necessità ed urgenza, si è potuto tempestivamente intervenire in sede di Pag. 76ripartizione delle 42 unità di personale togato, disposte in aumento dalla legge n. 244 del 2007.
Ricordo, comunque, che spetta al Consiglio superiore della magistratura l'onere di provvedere alla copertura delle vacanze organiche relative al personale di magistratura, pubblicando i concorsi tra i magistrati in servizio, così come spetta al medesimo Consiglio la potestà di decidere in merito all'attivazione dell'applicazione extradistrettuale quale principale strumento messo a disposizione dall'ordinamento giudiziario per far fronte a lacune organiche di natura temporanea.
Quanto alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie finalizzata alla costituzione presso il tribunale di Latina di una direzione distrettuale antimafia, ovvero di una sezione operativa della stessa, devo ricordare che l'accentramento in una unica sede dell'attività giudiziaria di contrasto alla criminalità organizzata risponde ad esigenze di concentrazione e di non dispersione delle informazioni, e non preclude una operatività capillare sul territorio.
È in questo senso che, pertanto, deve essere letto l'aumento del numero dei componenti della direzione distrettuale antimafia di Roma, che è passato, proprio di recente, da sei magistrati agli attuali dieci e che, così come comunicato dal suddetto procuratore, dovrebbe essere ulteriormente incrementato nel prossimo futuro.
Del resto, anche la situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica nel basso Lazio viene fatta oggetto di un'attenta analisi da parte del Ministero dell'interno il quale, attraverso le sue articolazioni centrali e periferiche, continua a svolgere approfondimenti e a vigilare sulle situazioni più a rischio.
Ed infatti, con riguardo specifico alla richiesta di potenziamento delle strutture investigative operanti sul territorio, il Ministero dell'interno ha precisato che nel mese di aprile 2010 a Latina è stato istituito dalla direzione centrale della polizia criminale un desk interforze, finalizzato all'aggressione dei patrimoni delle organizzazioni criminali nell'area pontina. Inoltre, in ambito regionale è già presente un centro operativo ubicato a Roma, con competenze anche sulla provincia di Latina.
Ad ogni buon conto, proprio in considerazione della delicatezza delle questioni trattate è evidente che ogni decisione dovrà essere assunta in un contesto unitario e, più propriamente, nell'ambito di una iniziativa legislativa specifica, che scaturisca da una verifica ponderata, oltre che comparata delle esigenze degli uffici giudiziari del Paese.
Una modifica nel senso richiesto dall'onorevole interpellante (anche con riguardo alla istituzione di una sezione distaccata della direzione distrettuale di Roma presso la sede di Latina) non potrebbe, infatti, essere realizzata con atto amministrativo, a ciò ostando la normativa vigente di cui al decreto-legge n. 367 del 1991.
Concludo segnalando che, ad oggi, la materia è comunque monitorata costantemente, anche ai fini di un eventuale studio rivolto alla futura predisposizione di un apposito disegno di legge.

PRESIDENTE. L'onorevole Amici ha facoltà di replicare.

SESA AMICI. Signor Presidente, signor sottosegretario, ovviamente la sua risposta è parzialmente soddisfacente perché, da un lato, riconosce il fatto che gli interpellanti hanno fondato le loro riflessioni su due atti incontrovertibili: la relazione a firma del procuratore nazionale antimafia e la relazione del Ministro dell'interno. Dico questo perché, in altre situazioni e in altri periodi non molto lontani, nelle stesse Aule di questa Camera, si è spesso affermato con grande leggerezza che, rispetto alle questioni che venivano sollecitate di infiltrazioni e non solo di appetiti di una zona limitrofa, la provincia di Latina (che, come del resto quella di Frosinone, è esattamente a cerniera tra la provincia campana e quella di Roma), fosse appetibile non solo per i suoi insediamenti soprattutto nella parte turistica. Pag. 77
Noi sappiamo da quella investigazione che gran parte delle attività della criminalità organizzata ormai aggredisce patrimoni balneari e attività turistiche e ricettive, e non è un caso che oggi un grande giornale nazionale riporti in una delle sue pagine nazionali una vicenda che è stata, invece, oggetto di un lavoro egregio delle forze di polizia e, in particolare, della questura di Latina. Mi riferisco al sequestro, avvenuto nell'ottobre 2010, di oltre 30 milioni di euro a Salvatore Di Maio noto immobiliarista della città di Sabaudia. Tuttavia, il legame e l'intreccio drammatico che spesso avviene tra criminalità organizzata e ingerenze nella vita amministrativa hanno portato la figlia del suddetto Di Maio (amico di uno dei clan: sembrerebbe un prestanome del clan Cava di Quindici di Avellino e il sottosegretario sa bene che cosa significa quando noi citiamo questi nomi) ad essere stata eletta consigliere comunale a Sabaudia, ma anche ad essere proprietaria del 30 per cento di questi immobili sequestrati. Su questa vicenda abbiamo rivolto sollecitazioni e ci sono interrogazioni al Senato, dunque non mi ripeto.
Ho voluto citare questo perché, quando in zone non note (la provincia di Latina è molto giovane) avvengono fatti di ingerenza e vi è ormai una diffusione capillare soprattutto in pezzi importanti di quel territorio non noti alle cronache nazionali, l'attenzione e la risposta dello Stato possono avere due effetti: da una parte, di prevenzione immediata e, dall'altra, quelle azioni dello Stato devono corrispondere ad una sensibilità di ordine politico consistente nel non poter sentir dire più alle forze politiche che in quel territorio la mafia e la camorra non esistono. Questi atteggiamenti spesso sono stati il terreno su cui ha continuato ad agire un intreccio che determina situazioni come quelle che noi abbiamo descritto.
Quindi, le riconosco che questa volta ha voluto tener conto di questi elementi, che non sottovaluta la pericolosità del fenomeno che, quindi, è un dato che deve essere monitorato continuamente.
Non basta però ricordare gli atti eccellenti posti in essere soprattutto dal Ministero dell'interno attraverso l'articolazione delle forze dell'ordine, delle indagini investigative, e una questura di Latina che però - lo sapete bene sia lei che il Ministro dell'interno - è molto sotto organico. Quindi, le difficoltà di aver concentrato tutte le forze dall'interno della questione investigativa ha trovato una corrispondenza anche con una magistratura e, in particolare, con i magistrati dedicati della direzione distrettuale antimafia di Roma.
Siamo parzialmente soddisfatti perché a noi non sfugge, signor sottosegretario, che, dentro questa dinamica, il rivedere le circoscrizioni, la possibilità di costituirle in queste zone proprio in aree dove si può affermare un'azione preventiva (questa è la cultura che appartiene a molti di noi), sia talmente importante che non è semplicemente la richiesta di un atto amministrativo. Lo sappiamo bene e non è un caso che abbiamo predisposto una proposta di legge che è stata bloccata però al Senato.
Noi saremo molto vigili su questo, perché credo che la richiesta non sia campanilistica. Sta dentro un ragionamento molto forte perché, se vogliamo svolgere una funzione in cui l'attenzione dello Stato non sia semplicemente quella di registrare le cose come avvengono, bisogna porre in essere una serie di elementi.
Il tribunale di Latina non è degno di attenzione solo per il suo carico pesante. Lei oggi ha ricordato dei dati ma ha anche aggiunto, però, che quello di Latina, a causa della massa di procedimenti civili, è forse uno dei tribunali con il più alto tasso di pendenze. Lei mi parla anche delle due vacanze, perché il tribunale di Latina avrebbe dovuto avere un procuratore e un procuratore aggiunto. Poi, a fronte di trasferimenti e delle due posizioni vacanti lei mi ricorda, in qualche modo, che spetta al CSM bandire i concorsi.
Vorrei che questo rilievo, che dà la sensazione che vi sia una risposta che in qualche modo tende a trovare altri soggetti cui rinviare la responsabilità, non è la Pag. 78risposta seria che la politica e lo stesso Stato dovrebbero dare a questo territorio e a gran parte dei territori d'Italia in cui vi è questo elemento molto forte di attenzione. Credo che vigileremo, insieme alla collega Ferranti e anche a molti dei firmatari di questa interpellanza urgente, in particolare gli onorevoli Veltroni e Garavini, membri della Commissione parlamentare antimafia, per avere la possibilità di interagire intorno a tali questioni e per trovare una soluzione.
Mi permetto di dirle con voce sommessa, signor sottosegretario, che la sua disponibilità nel dare oggi questa risposta per noi sarà un elemento di verifica. La metteremo alla prova, perché l'attenzione alla giustizia e alla risoluzione dei problemi della giustizia avviene dentro la costruzione di percorsi condivisi, facendo presente che all'interno della rivisitazione delle circoscrizioni non ci sono solo le risposte di campanile. L'idea che la centralizzazione della procura nazionale antimafia avvenga in un territorio come quello di Roma e del Lazio - dove vi è la sola città di Roma che ha oltre tre milioni di abitanti - corre il rischio di assorbire e di non porre nemmeno quei magistrati, dediti alle province, in condizione di «agibilità», in modo da poter seguire dibattimenti e indagini investigative. Si tratta di un tema che riguarda esattamente il modo con cui diamo risposta a questo tema e diamo a quei territori qualche certezza in più e meno promesse.
Comunque, da questo punto di vista ringrazio il sottosegretario per la risposta che ci ha fornito, anche se il suo contenuto è parzialmente insoddisfacente.

(Iniziative volte a tutelare la natura cooperativistica delle banche popolari, con particolare riferimento alla ricapitalizzazione della Banca popolare di Milano - n. 2-01128)

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Volontè rinuncia ad illustrare la sua interpellanza n. 2-01128, concernente iniziative volte a tutelare la natura cooperativistica delle banche popolari, con particolare riferimento alla ricapitalizzazione della Banca popolare di Milano (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).
Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Giacomo Caliendo, ha facoltà di rispondere.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, con l'interpellanza in oggetto l'onorevole Volontè e altri chiedono quali iniziative si intendono adottare, anche di tipo normativo, volte a tutelare la natura cooperativistica di banche come la Banca popolare di Milano.
Al riguardo, la segreteria del Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio, sentita la Banca d'Italia, ha comunicato che su un piano generale la modifica della regolamentazione delle banche popolari è da tempo oggetto di attenzione, anche alla luce della configurazione assunta da molti intermediari appartenenti alla categoria ormai di dimensioni rilevanti, con estensione su base nazionale, quotati in Borsa e partecipati da investitori istituzionali.
Infatti, l'organo di vigilanza ha più volte rilevato l'esigenza di un'equilibrata e pragmatica evoluzione degli assetti di governance di queste banche. In tal senso, sono state incoraggiate anche iniziative di autoregolamentazione dirette ad assicurare un'adeguata rappresentanza alle diverse componenti della base sociale e ad attivare meccanismi che agevolino la partecipazione dei soci in assemblea. La Banca d'Italia ritiene, pertanto, auspicabile un intervento di riforma in materia soprattutto con riferimento ai limiti nella partecipazione al capitale, considerato che le attuali disposizioni non corrispondono più alle esigenze di banche ormai aperte ai mercati ufficiali e che, anche per l'effetto di operazioni di concentrazione, hanno raggiunto dimensioni sistemiche.
Da ultimo, il Governatore della Banca d'Italia, nelle Considerazioni finali svolte in data 31 maggio 2011, ha affrontato nuovamente la tematica delle banche popolari ribadendo che alle banche popolari Pag. 79quotate servono regole per un controllo più efficace dell'operato degli amministratori e un maggiore coinvolgimento degli azionisti in assemblea, anche mediante deleghe.
Con riferimento poi alle disposizioni in materia di vigilanza regolamentare, di cui all'articolo 53 del decreto legislativo n. 385 del 1993, il comma 1 prevede che «La Banca d'Italia, in conformità delle deliberazioni del Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio, emana disposizioni di carattere generale aventi ad oggetto l'adeguatezza patrimoniale, il contenimento dei rischio nelle sue diverse configurazioni, le partecipazioni detenibili, l'organizzazione amministrativa e contabile e i controlli interni e l'informativa da rendere al pubblico».
Il comma 3, lettera d) del citato articolo 53 stabilisce che «La Banca d'Italia può adottare per le materie indicate al comma 1, ove la situazione lo richieda, provvedimenti specifici nei confronti di singole banche, riguardanti anche la restrizione delle attività o della struttura territoriale, il divieto di effettuare determinate operazioni, anche di natura societaria, e di distribuire utili o altri elementi del patrimonio, nonché, con riferimento a strumenti computabili nel patrimonio a fini di vigilanza, il divieto di pagare interessi».
Tale disposizione è stata introdotta nel nostro ordinamento con il decreto legislativo n. 239 del 2010 di recepimento della direttiva 2009/111/CE riguardante gli enti creditizi collegati a organismi centrali, taluni elementi dei fondi propri, i grandi fidi, i meccanismi di vigilanza e la gestione delle crisi.
Pertanto, un'eventuale limitazione dei citati poteri della Banca d'Italia appare in contrasto con la normativa comunitaria.

PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha facoltà di replicare.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, ci conosciamo da anni e francamente sono sufficientemente in imbarazzo. Non ce l'ho con il sottosegretario Caliendo perché ovviamente lui ha riportato ciò che gli è stato consegnato - la nostra interpellanza era diretta al Ministero dell'economia e delle finanze - e lo ringrazio per essersi soffermato con noi in questa sede a riflettere su questo argomento che ovviamente esula dalle sue competenze.
Tuttavia, anche la risposta che è stata consegnata dal Ministero dell'economia e delle finanze non risponde assolutamente a nessun quesito di questa interpellanza, a nulla: non c'è uno degli interrogativi dell'interpellanza che trovi una minima risposta anche superficiale o sbagliata in quanto lei ha letto.
Quindi, mi riservo di ripresentare questa interpellanza e tuttavia chiedo a lei, signor Presidente, con tutta la cortesia istituzionale del caso, di rimetterla all'ordine del giorno, se possibile, nelle prossime settimane e di chiedere che venga un rappresentante del Governo e del Ministero dell'economia e delle finanze a rispondere a un testo che pone delle domande alle quali non si può rispondere con affermazioni che non hanno nulla a che fare con le domande che vengono poste.
Parliamo non in termini teorici di quanto possa fare la Banca d'Italia o di cosa pensi il Comitato interministeriale, ma parliamo concretamente, a partire dalla natura popolare, mutualistica e cooperativa delle banche popolari, di un caso che è stato su tutte le pagine dei giornali almeno da un mese e mezzo.
Capisco benissimo - ovviamente non lo dico al sottosegretario Caliendo, ma l'avrei detto e vorrei lasciarlo agli atti per il Ministero dell'economia e delle finanze - che ci sono amicizie tra amministratori delegati - e non faccio i nomi perché sono troppo ovvie - o ci sono forze politiche che si fanno vanto di avere un amministratore delegato finalmente importante in una banca popolare, casualmente di Milano, però siamo in Parlamento, è necessario essere seri tra di noi, non ho usato argomenti che erano sulle pagine dei giornali fino a qualche giorno fa, non li voglio usare, ma pretendo che vi sia rispetto per un parlamentare su quanto viene chiesto in tale sede. Pag. 80
Mi fermo qui, signor Presidente, onde evitare di trascendere in una polemica inutile, ma confido fortemente nel suo interessamento per potere avere qui in Aula il Ministro dell'economia e delle finanze o un suo delegato - dato che ne ha molti a disposizione adesso, dopo il rimpasto - a rispondere con attenzione e precisione alle domande che sono state poste.

PRESIDENTE. Onorevole Volontè, vorrei soltanto ricordarle che non può ripresentare tout court la stessa interpellanza urgente, magari può integrarla.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, siamo vecchi del mestiere, almeno come il Ministro dell'economia e delle finanze!

(Rinvio dell'interpellanza urgente Iannaccone n. 2-01119)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interpellanza urgente n. 2-01119 degli onorevoli Iannaccone e Sardelli.
Avverto che, su richiesta del Governo e con il consenso dei presentatori, lo svolgimento dell'interpellanza urgente Iannaccone n. 2-01119 è rinviato ad altra seduta.
È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 11 luglio 2011, alle 16.

1. - Discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 23 giugno 2011, n. 89, recante disposizioni urgenti per il completamento dell'attuazione della direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e per il recepimento della direttiva 2008/115/CE sul rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi irregolari (C. 4449-A).
- Relatore: Bertolini.

2. - Discussione della mozione Nirenstein, Corsini, Polledri, Adornato, Della Vedova, Vernetti ed altri n. 1-00669 concernente iniziative relative alla crisi siriana.

3. - Discussione delle mozioni Reguzzoni ed altri n. 1-00671 e Cimadoro ed altri n. 1-00684 concernenti iniziative volte a contrastare il fenomeno della contraffazione e ad assicurare il rispetto dei requisiti di sicurezza e di conformità dei prodotti all'ordinamento comunitario.

La seduta termina alle 16,25.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO ANNA PAOLA CONCIA SUL COMPLESSO DEGLI EMENDAMENTI ALL'ARTICOLO 3 DELLA PROPOSTA DI LEGGE 2350-A

ANNA PAOLA CONCIA. Nella frase «lasciatemi morire» pronunciata da Wojtyla, c'è il senso profondo della nostra umanità, del limite grande di noi umani di fronte all'inesorabile momento della morte. È una frase dolorosa, tragica, ma piena di verità. Forse la frase più vera che si possa pronunciare di fronte al proprio umano limite. Non è una frase coraggiosa: è una frase consapevole.
È intorno a quella frase pronunciata chissà quante volte ogni giorno da donne e uomini di fronte alla propria sofferenza e alla propria dignità che dovremmo costruire una legge sul cosiddetto «fine vita».
La mattina in cui mia madre mori quasi venti anni fa, dopo 12 lunghi anni di dialisi e di sofferenze inenarrabili, mi disse «Paola non ce la faccio più, sono stanca». La sera si accasciò tra le braccia di mio padre, lui la portò in ospedale e lì i medici la lasciarono andare, non si accanirono su di lei.
Allora la sua volontà venne rispettata. Oggi se approvassimo questa legge non sarebbe così.
La sua lunga sofferenza ha segnato la mia vita, molte volte avrei desiderato che non si accanissero su di lei con cure Pag. 81devastanti, molte volte mi sono chiesta se la sua fosse vita, se la sua dignità fosse rispettata.
La mia non è un'esperienza personale, faccio parte di quella schiera infinita, sì infinita di figli, mariti, mogli, madri e padri che si trovano di fronte alla sofferenza estrema delle persone che amano. Si trovano di fronte al senso della vita e della morte.
Il fine vita non riguarda una categoria: potrebbe accadere a tutti, ma proprio a tutti, di venirci a trovare di fronte ad uno stato vegetativo permanente, dal più ricco al più povero, dal più potente al meno potente. «La morte è una livella» diceva Totò.
E l'arroganza con cui il centrodestra vuole approvare una legge contro il testamento biologico, contro la dignità, la libertà e l'autodeterminazione dei cittadini è la cartina al tornasole di una maggioranza che deliberatamente vuole stare fuori dalla vita reale, dalle esistenze concretissime e nega i più elementari diritti umani andando contro la nostra Costituzione. Ma d'altra parte non è la prima volta, purtroppo non sarà l'ultima ed è qualcosa che fa del male al nostro paese, alla nostra comunità, alla nostra civiltà. Ve ne porterete la responsabilità.
Questo articolo che stiamo affrontando ora è forse il cuore di questa brutta legge. Quello che vorrebbe obbligarci a cure mediche anche se già rifiutate consapevolmente in una dichiarazione anticipata di trattamento nel pieno rispetto dell'articolo 32 della Costituzione.
Sulla nutrizione ed idratazione si è pronunciato con forza l'Ordine dei medici che ha ritenuto di doversi riunire per scrivere un documento in cui viene ribadito che «alimentazione ed idratazione artificiale sono trattamenti sanitari».
Che l'intubazione gastrica e i trattamenti nutrizionali siano atti medici è affermato non solo da tutti i trattati di medicina, ma anche dalla Corte suprema degli Stati Uniti, dalla American Academy of Neurology, dalla British Medical Association, dalla House of Lords della Gran Bretagna, dalla legge Leonetti della Francia, per citare solo alcuni casi.
Per non parlare dei pronunciamenti di due grandi luminari della medicina come Veronesi e Marino e del Trattato di Oviedo.
Il testamento biologico, come opportunità legittima di un individuo, nasce proprio contro la vita artificiale. L'idratazione e l'alimentazione forzata sono esattamente ciò che rende possibile la vita artificiale. Questa quindi sarebbe una legge che, mentre enuncia un obiettivo, rende impossibile realizzarlo. Una legge che si autocancella, una legge assurda.
Ricordo che stiamo parlando di stati vegetativi permanenti in situazione di coma irreversibile, un punto in cui «non si vede e non si sente e non si soffre». E in cui dunque sarebbe impossibile ipotizzare un cambiamento di opinione rispetto a scelte già fatte.
Una limitazione al rifiuto di nutrizione e idratazione artificiale negherebbe gli articoli precedenti, per cui invece che una legge «per» il testamento biologico questa diventa una legge «contro».
Nel nostro paese tragicamente, e grazie a voi, si usa la scienza con due pesi e due misure e per mere ragioni di strumentalità politica: in questa legge con il supporto invasivo della scienza non si potrà morire in pace, mentre nella legge 40 negando il supporto della scienza non si può nascere. Nel nostro Paese non si può nascere e non si può morire dignitosamente: siamo un paese di zombie.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Segr Pdl 2350 e abb.- A - em. 3.2080 483 474 9 238 198 276 59 Resp.
2 Segr em. 3.141 483 472 11 237 58 414 59 Resp.
3 Segr em. 3.144 486 476 10 239 54 422 59 Resp.
4 Segr em. 3.143 490 480 10 241 50 430 58 Resp.
5 Segr em. 3.59 492 482 10 242 52 430 58 Resp.
6 Segr em. 3.2020, 3.2081 rif. 504 496 8 249 257 239 54 Appr.
7 Segr em. 3.122 485 468 17 235 47 421 55 Resp.
8 Segr em. 3.81 484 472 12 237 52 420 55 Resp.
9 Segr em. 3.2025 492 481 11 241 51 430 53 Resp.
10 Nom. em. 3.2050, 2051 508 500 8 251 279 221 52 Appr.
11 Segr em. 3.3000 n.f. 505 492 13 247 290 202 51 Appr.
12 Segr em. 3.117 512 500 12 251 196 304 51 Resp.
13 Segr em. 3.66 513 501 12 251 195 306 51 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Segr em. 3.110 514 500 14 251 59 441 51 Resp.
15 Segr em. 3.67 514 339 175 170 31 308 50 Resp.
16 Segr em. 3.34 513 500 13 251 225 275 49 Resp.
17 Segr em. 3.46 488 470 18 236 203 267 48 Resp.
18 Segr em. 3.1 485 475 10 238 220 255 47 Resp.
19 Segr em. 3.2065 493 482 11 242 208 274 48 Resp.
20 Segr em. 3.106 498 355 143 178 62 293 48 Resp.
21 Segr em. 3.88 499 484 15 243 48 436 47 Resp.
22 Segr em. 3.101 502 489 13 245 53 436 47 Resp.
23 Segr em. 3.2042 491 477 14 239 186 291 48 Resp.
24 Segr em. 3.93 493 478 15 240 173 305 47 Resp.
25 Segr em. 3.99 498 484 14 243 70 414 46 Resp.
26 Segr em. 3.103 495 335 160 168 43 292 46 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 27)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Segr em. 3.24 480 467 13 234 189 278 45 Resp.