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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 467 di mercoledì 20 aprile 2011

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 15.

GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 18 aprile 2011.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Brugger, Cicchitto, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Franceschini, Lo Monte, Lucà, Martini, Leoluca Orlando, Pescante, Ravetto, Reguzzoni, Stucchi e Volontè sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per rapporti con il Parlamento e il Ministro della salute.

(Iniziative normative in materia di prevenzione degli incidenti sul lavoro, anche con riferimento alle piccole e medie imprese - n. 3-01600)

PRESIDENTE. L'onorevole Melchiorre ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01600 concernente iniziative normative in materia di prevenzione degli incidenti sul lavoro, anche con riferimento alle piccole e medie imprese (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, la sentenza di condanna della Corte d'assise di Torino nei confronti degli amministratori e dirigenti della Thyssen-Krupp per la morte di sette operai avvenuta il 6 dicembre 2007 rivela che lo strumento sanzionatorio, pur prevedendo pene anche molto severe, rappresenta l'estrema ratio nel contrasto delle illiceità connesse alla sicurezza sul lavoro rispetto all'attività di prevenzione. Il rischio è che, nonostante le condanne, le aziende più grandi saranno in grado di dotarsi di modelli di organizzazione del lavoro più sicuri, sostenendo costi superiori, mentre le imprese medio-piccole non saranno comunque in grado di migliorare i loro standard di sicurezza, esponendosi a nuove tragedie.
Pertanto, signor Ministro, le chiediamo se intenda operare sul fronte della prevenzione attraverso modifiche legislative, anche di natura costituzionale (come anticipato alla stampa), e in che modo intenda sollecitare la prevenzione da parte delle imprese medio-piccole.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

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ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Melchiorre, do lettura degli elementi di risposta forniti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Il Ministero è costantemente impegnato nell'attività di propria competenza volta a completare il quadro giuridico delineato dalla recente riforma delle regole in materia di salute e sicurezza sul lavoro, oltre che a favorire l'innalzamento dei livelli di tutela in ogni ambiente di lavoro. In particolare, volendo citare solo alcuni dei provvedimenti in corso di adozione, va segnalato che proprio ieri si è conclusa con esito positivo una riunione tecnica presso la segreteria della Conferenza Stato-regioni in relazione all'adozione dello schema di decreto del Presidente della Repubblica applicabile ai lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti. Oggi stesso lo schema di provvedimento dovrebbe acquisire il parere favorevole da parte della Conferenza Stato-regioni.
In tal modo si pongono le basi per la prossima adozione di un provvedimento, molto atteso, che intende incidere sulla prevenzione degli infortuni in silos, cisterne e simili ambienti, per evitare il ripetersi di incidenti spesso molto gravi. Inoltre, entro questa settimana verrà formalmente inviato al Garante per la protezione dei dati personali il decreto interministeriale relativo al Sistema informativo nazionale per la prevenzione, in modo da concludere in tempi rapidi - previo parere della Conferenza Stato-regioni - la relativa procedura, e rendere immediatamente operativo un fondamentale strumento di conoscenza delle dinamiche infortunistiche e ispettive per le amministrazioni pubbliche tale da permettere la migliore ottimizzazione degli interventi di prevenzione e di vigilanza.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali inoltre informa che sono in adozione gli accordi che individuano contenuti e procedure della formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro sui quali è stata raggiunta l'intesa tra Stato e regioni. In ragione della rapidità della relativa procedura è presumibile che i relativi accordi vengano pubblicati in tempi brevi. Onorevole Melchiorre, le iniziative innanzi richiamate testimoniano l'incondizionata e costante volontà del Governo di procedere al definitivo completamento del quadro normativo in materia di salute e sicurezza sul lavoro in modo che sia favorita la piena applicazione delle regole a tutela dei lavoratori di ogni impresa pubblica e privata, qualunque sia la dimensione, e che sia garantita ovunque l'effettività delle medesime regole.

PRESIDENTE. L'onorevole Melchiorre ha facoltà di replicare.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, è con soddisfazione che noi Liberaldemocratici abbiamo ascoltato queste parole circa quello che si farà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane in materia di sicurezza sul lavoro.
La sentenza Thyssen-Krupp ci fa capire quanto effettivamente il sistema sanzionatorio esistente nel nostro Paese funzioni quando si decida di applicarlo con rigore e serietà. Tuttavia, il problema che noi, sin da un anno fa, avevamo posto era quello della prevenzione in materia di lavoro. Allora, sempre in quest'Aula, in occasione di un altro question time, dopo la tragica morte di Sergio Capitani, un operaio della centrale ENEL di Torrevaldaliga Nord, e il ferimento di altri tre, ci ponemmo il problema di stimolare il Ministero e l'attività del Governo a far qualcosa di più in materia di prevenzione, soprattutto cercando di dare uniformità alla disciplina giuridica in materia di lavoro. Noi sappiamo che varie poi sono le autorità competenti: il Ministero stesso, l'ispettorato del lavoro, in particolare per quanto riguarda i cantieri edili e le aziende che operano in ambito ferroviario, i vigili del fuoco, per quanto di competenza, e le ASL per tutte le altre aziende. Ebbene, in quella circostanza noi chiedevamo proprio questo, cioè di pensare effettivamente al prima, non al dopo. Sappiamo che il dopo, anche in presenza di una sentenza esemplare come quella che è stata emanata, seppur di primo grado, certamente risponde Pag. 3ormai ad un'esigenza, sì di giustizia, ma sicuramente non a quella necessità di prevenzione che, invece, mi sembra essere stata ben evidenziata da questi interventi che, appunto, metteranno ordine nella disciplina e consentiranno anche di individuare esattamente i responsabili senza la farraginosità di quel sistema che, comunque, evidentemente, in tempi passati, ha presentato delle crepe riguardo all'identificazione dei responsabili e alle conseguenze che ne derivano.

(Iniziative per una adeguata tutela e una corretta informazione a favore dei risparmiatori in relazione all'acquisto di titoli azionari - n. 3-01601)

PRESIDENTE. L'onorevole Comaroli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Reguzzoni n. 3-01601, concernente iniziative per una adeguata tutela e una corretta informazione a favore dei risparmiatori in relazione all'acquisto di titoli azionari (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

SILVANA ANDREINA COMAROLI. Signor Presidente, è notizia dell'altro giorno che i giudici di Milano hanno assolto quattro banche estere accusate di aggiotaggio, ovvero di aver manipolato le comunicazioni al mercato per sostenere i prezzi delle azioni e delle obbligazioni della Parmalat. Questa notizia ha generato nei risparmiatori una sensazione molto negativa nei confronti delle banche; risparmiatori che si sono fidati dei consigli di investimento che le banche gli proponevano, ma queste non hanno fornito chiare e reali informazioni sulle effettive condizioni della società emittenti. Ricordiamo anche i casi passati di Cirio, bond argentini e Alitalia, dove, ancora una volta, i risparmiatori hanno subito la beffa di ritrovarsi «titoli spazzatura». Chiediamo al Ministro quali iniziative abbia assunto e quali intenda assumere proprio per evitare che, nel futuro, succedano ancora casi come avvenuto per i risparmiatori Parmalat.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Comaroli, rispondo leggendo gli elementi forniti dal Ministero dell'economia e delle finanze. Con riferimento al quesito posto dall'interrogazione a risposta immediata, il Ministero fa presente che, con la legge n. 62 del 2005, è stata recepita la direttiva 2003/6/CE sugli abusi di mercato. Essa mira a garantire l'integrità dei mercati finanziari europei e ad accrescere la fiducia degli investitori in tali mercati. L'obiettivo, quindi, è creare, nel quadro della lotta contro gli abusi di mercato, condizioni di concorrenza equa per tutti gli operatori economici degli Stati membri. In particolare, le citate disposizioni fissano dei criteri che consentono di stabilire quali informazioni siano di natura privilegiata, quali fattori non esaustivi debbano essere esaminati per individuare un'eventuale manipolazione del mercato, nonché quando e con quali modalità gli emittenti debbano divulgare le informazioni privilegiate. Inoltre, è stata notevolmente potenziata la collaborazione reciproca tra Consob e autorità giudiziaria. Con la legge n. 262 del 2005 sono state introdotte disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari. La Consob, per gli aspetti di competenza, ha contribuito all'evoluzione del quadro normativo con l'emanazione dei previsti regolamenti attuativi, con il coinvolgimento e l'apporto degli operatori del mercato. Infine, sempre nel 2005, sono entrati in vigore nuovi principi contabili internazionali, gli International accounting standards, di cui al decreto legislativo n. 38 del 2005. Il quadro giuridico fin qui delineato, pertanto, onorevole Comaroli, dovrebbe rendere più efficace il controllo da parte degli organi preposti alla vigilanza dei mercati, imporre obblighi più stringenti per i collocatori, nonché garantire una corretta informazione agli investitori ed, in particolare, a quelli più deboli.

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PRESIDENTE. L'onorevole Comaroli ha facoltà di replicare.

SILVANA ANDREINA COMAROLI. La ringrazio, signor Ministro, noi rispettiamo le sentenze dei giudici. Non spetta a noi giudicare, ma siamo certi che la giustizia farà il suo corso. Infatti ci sono ancora due gradi di giudizio. Noi tuttavia dobbiamo far sì che non succeda più quanto è accaduto per i risparmiatori della Parmalat, dei bond argentini e della Cirio. Come ha detto lei, dobbiamo garantire l'affidamento dei risparmiatori verso il sistema bancario con una corretta informazione agli investitori, in particolare a quelli più deboli, che non possono attingere da soli alle informazioni sulle reali condizioni delle società di cui acquistano titoli e si devono pertanto fidare delle informazioni ricevute dalle banche.
Quindi siamo soddisfatti di quanto ha riferito, signor Ministro, sulle azioni fatte e speriamo che ce ne siano ancora da fare. Apprezziamo estremamente anche lo sforzo fatto dal Presidente della Consob, il dottor Vegas, e dall'ABI per aumentare la trasparenza nelle comunicazioni, soprattutto con riferimento alla pubblicità ingannevole laddove si esponevano i rendimenti senza dire alcunché dei possibili rischi connessi. Ma se cento è il livello di tutela per i risparmiatori, noi dobbiamo fare centocinquanta in termini di controllo delle informazioni, soprattutto quelle riguardanti i rischi connessi. Ricordiamo che con Parmalat si sono dissolti nel nulla 14 miliardi. Ricordiamo infine la notevole importanza che il risparmio privato ha per il nostro Paese, anche per il rispetto degli equilibri di finanza pubblica che l'Unione europea ci ha imposto, ma soprattutto è necessario che il risparmiatore non sia più preso in giro ed usato per lucrare, rifilandogli «titoli spazzatura» (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

(Iniziative in relazione al manifesto affisso il 15 aprile 2011 a Milano recante le parole «Via le Br dalle Procure» - n. 3-01602)

PRESIDENTE. L'onorevole Mantini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01602 concernente iniziative in relazione al manifesto affisso il 15 aprile 2011 a Milano recante le parole «Via le Br dalle Procure» (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, onorevole Ministro, si è parlato molto in questi giorni del manifesto di Milano che paragona i magistrati ai terroristi delle Brigate rosse, affisso da una associazione pro Moratti. Tale manifesto è stato definito giustamente ignobile dal Capo dello Stato e condannato da molti esponenti di tutti i partiti. Ma alcuni, come il sottosegretario Santanchè, hanno invitato il suo autore a restare nella lista pro Moratti, altri hanno taciuto come il Presidente Berlusconi. Vorremmo conoscere la posizione unitaria del Governo su questo grave fatto, espressione di una violenta e inaccettabile campagna contro la magistratura che lacera da anni il Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, sulla base di quanto comunicato dal Ministero della giustizia al quale era rivolta l'interrogazione dell'onorevole Mantini, mi riporto a quanto dichiarato dal Ministro Alfano con riguardo alle scritte apparse di recente su alcuni manifesti a Milano. Sull'argomento in questione la posizione del Guardasigilli è netta: il Ministro della giustizia, nel condividere l'istanza degli onorevoli interroganti, auspica un clima di generale moderazione sui temi della giustizia e, nel ribadire quanto in precedenza dichiarato, rinnova anche in questa occasione la ferma condanna per l'espressione utilizzata nel manifesto di Milano. Voglio infine aggiungere, onorevole Mantini, che condivido l'auspicio e la condanna formulati dal Ministro Alfano.

PRESIDENTE. L'onorevole Mantini ha facoltà di replicare.

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PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, signor Ministro, siamo insoddisfatti di questa risposta per tre ragioni. Anzitutto lei ci riporta il pensiero del Ministro Alfano che abbiamo già ascoltato, ma noi chiedevamo una condanna unitaria da parte del Governo. Non è difficile, perché confondere terroristi e magistrati dovrebbe essere un fatto che merita una sanzione, una censura unitaria da parte del Governo tutto e non da singoli esponenti peraltro in contraddizione tra di loro.
La seconda ragione è che lo stesso Lassini forse rimarrà in lista perché, come ci dice il Viminale, non è possibile tecnicamente un ritiro e quindi sarà forse anche eletto: una vera vergogna, un insulto per l'intera Milano e per un Paese che crede sia possibile distinguere almeno tra magistrati e terroristi.
Inoltre, credo che la stessa associazione che ha prodotto quei manifesti abbia tuttora gli spazi elettorali da parte del comune di Milano come associazione di fiancheggiamento del Popolo della Libertà. Anche questo è inaccettabile.
La terza ragione, più politica, riguarda la campagna di odio e di denigrazione della magistratura fatta dallo stesso Presidente Berlusconi, che definisce «cellule rosse» i giudici di Milano. Perché da Lassini vi sono le scuse e da Berlusconi no? Questo è il punto.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

PIERLUIGI MANTINI. Il Presidente Berlusconi, riconosciuto ispiratore di questi fatti, deve scusarsi con la magistratura per le espressioni che usa e contribuire a rasserenare il Paese. È lui il capolista a Milano, lui deve scusarsi (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

(Elementi e iniziative in merito ai dati relativi alle entrate provenienti dal canone RAI per l'anno 2010 - n. 3-01603)

PRESIDENTE. L'onorevole Toto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01603, concernente elementi e iniziative in merito ai dati relativi alle entrate provenienti dal canone RAI per l'anno 2010 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

DANIELE TOTO. Signor Presidente, la ratio dell'interrogazione in oggetto è presto detta. Secondo i dati forniti dal bollettino del Dipartimento delle finanze del Ministero dell'economia e delle finanze, le entrate per il 2010 derivanti dall'imposta sulla detenzione di apparecchi per la ricezione audiotelevisiva sarebbero attestate a 938 milioni di euro, rispetto ai 1,5 miliardi di euro dell'anno precedente.
Con una propria dichiarazione, il direttore generale della RAI, il dottor Mauro Masi, ha fornito un dato diverso, in leggera crescita rispetto a quello del 2009, cioè più 15 milioni di euro, giustificando questa discrasia con l'affermazione che «le apparenti diversità promanano esclusivamente da banali problematiche di natura contabile».
Si chiede, dunque, di sapere se i dati forniti dal suddetto bollettino siano confermati e, in tal caso, quali misure il Governo intenda adottare per evitare una crisi di sistema della RAI derivante da uno squilibrio del canone.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Toto, le do lettura degli elementi di risposta forniti dal Ministero dello sviluppo economico, al quale è rivolta la sua interrogazione a risposta immediata.
La variazione registrata rispetto all'anno precedente del canone RAI pari a meno 37,5 per cento, riportata dal bollettino delle entrate tributarie di febbraio 2011, pubblicato sul sito del Dipartimento delle finanze, è da ricondurre ad un disallineamento contabile che, sulla base dei dati provvisori del mese di marzo, risulta di fatto assorbito. Pag. 6
In sostanza, il Dipartimento stesso fa sapere che un raffronto omogeneo delle tendenze del gettito del canone RAI è significativo solo sulla base dei dati stabilizzati a tutto il mese di marzo. Infatti, dall'esame della serie storica 2002-2010, scaricabile dal predetto sito, si può osservare che il gettito totale, in termini di competenza giuridica, evidenzia una crescita complessiva, negli ultimi otto anni, di circa il 20 per cento, passando da 1.404 milioni di euro nel 2002 a 1.678 milioni di euro nel 2010. Circa il 90 per cento del gettito affluisce nei primi tre mesi dell'anno, a causa di disallineamenti contabili: dal 2003 al 2007, circa 800-900 milioni di euro risultano imputati al mese di febbraio e circa 500 milioni di euro risultano imputati al mese di marzo; dal 2008 al 2010, il 90 per cento del gettito, oltre 1.450 milioni di euro, risulta imputato al mese di febbraio.
È per questo che, nel 2011, con un gettito, a febbraio, di 938 milioni di euro, la variazione rispetto al febbraio 2010 ha evidenziato una riduzione di circa il 37 per cento. Sulla base dei dati provvisori, a tutto il mese di marzo 2011, le entrate relative al canone RAI hanno fatto registrare un incremento del gettito, in termini di competenza giuridica, di 32 milioni di euro (circa più 2,1 per cento). In particolare, risultano contabilizzati nel primo trimestre 1.580 milioni di euro per il 2011 contro 1.548 milioni di euro per il 2010.
Analogo andamento positivo si registra da parte del Dipartimento in termini di cassa. Infatti, risultano acquisiti al bilancio, nel primo trimestre 2011, 1.531 milioni di euro contro 1.512 milioni di euro per il 2010, con una crescita dell'1,25 per cento. Secondo il Ministero dello sviluppo economico, quest'ultimo dato, in percentuale, è sostanzialmente confermato dalle risultanze contabili in possesso della RAI.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. In relazione ai dati suindicati, si conferma pertanto - e concludo -, a tutto marzo, un andamento positivo del gettito relativo al canone RAI e si evidenzia che il disallineamento registrato nel mese di febbraio è già stato completamente riassorbito.
Pertanto, sulla base dei dati di cui sopra, onorevole Toto, non sembra esservi alcun rischio di compromissione per gli equilibri finanziari e per l'operatività della RAI.

PRESIDENTE. L'onorevole Toto ha facoltà di replicare.

DANIELE TOTO. Signor Presidente, la focalizzazione sul canone della RAI è importante perché, ricordo a me stesso che tecnicamente il canone non è un abbonamento alla televisione ma, come ho detto prima, è un'imposta sulla detenzione di apparecchi abili alla ricezione audiotelevisiva. È passato molto tempo da quando per i cittadini italiani la RAI era «la» televisione e probabilmente in questo momento, anche complice lo stesso comportamento della RAI, il pagamento del canone è divenuto una specie di referendum su quella che è la qualità dei programmi della RAI stessa.
A mio avviso, occorre distinguere tra capacità di riscossione coattiva del Governo e volontà, vera o presunta, dei cittadini di pagare il canone. Forse sarebbe il caso di ricordare, inoltre, che i limiti di affollamento pubblicitario cui è soggetta la RAI sono assolutamente molto più stringenti di quelli cui sono sottoposti i concorrenti, quelli gravanti sulle emittenze radiotelevisive private e limitano, di fatto, la raccolta pubblicitaria dell'azienda ponendola in una situazione parzialmente di handicap rispetto a quella dei concorrenti privati. Forse sarebbe il caso, quindi, al di là del fare la faccia feroce nei confronti dei cittadini con una azione di coazione e comunque di riscossione coattiva che è ben lontana dall'essere presente in qualunque parte d'Europa, di considerare seriamente l'ipotesi della privatizzazione e magari di lasciare la possibilità alla RAI di competere liberamente nel mercato televisivo attraverso l'annullamento Pag. 7dei limiti che sono posti dalla legislazione nei confronti della raccolta pubblicitaria.

(Tempi di adozione del provvedimento correttivo del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, in materia di incentivi per l'energia prodotta da fonti rinnovabili - n. 3-01604)

PRESIDENTE. L'onorevole Bersani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01604, concernente tempi di adozione del provvedimento correttivo del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, in materia di incentivi per l'energia prodotta da fonti rinnovabili (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

PIER LUIGI BERSANI. Signor Presidente, signor Ministro, sono qui a denunciare un fatto gravissimo. Mentre il Governo, per paura del referendum, scappa via dalle sue stesse decisioni sull'impossibile, improbabile e impresentabile piano nucleare, contemporaneamente strema, distrugge e annichilisce il settore delle fonti rinnovabili, una politica che noi inaugurammo, una politica positiva. Tutti sanno che il sistema degli incentivi per le fonti rinnovabili andrebbe via via sagomato, ridotto, bilanciato e gli andrebbe fatta la manutenzione, quindi, non spiegateci questo; sappiamo che se non si fa questo entra di tutto, ma il Governo ha dormito per tre anni, poi si è svegliato e ha bloccato tutto. Oltre centomila posti di lavoro, quasi tutti di giovani, sono a rischio; volete dirci precisamente e urgentemente cosa volete fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Bersani, anche in questo caso, do lettura degli elementi di risposta forniti dal Ministero dello sviluppo economico al quale è rivolta l'interrogazione del suo gruppo.
Il decreto per regolare i nuovi incentivi per l'energia fotovoltaica è stato trasmesso alla Conferenza unificata e da ieri è oggetto di confronto tecnico con le regioni. La seduta è prevista per oggi. Il nuovo decreto ha conciliato gli obiettivi di crescita del settore fotovoltaico con le esigenze di razionalizzare i costi dell'incentivazione. I temi principali della nuova disciplina sono stati oggetto, nelle scorse settimane, di un confronto tecnico approfondito e di un dialogo costruttivo con le associazioni di categoria più rappresentative del settore. L'obiettivo infatti è disegnare un sistema più razionale in grado di seguire la dinamica di sviluppo del settore nel lungo termine e con elementi di autoregolazione trasparente. Questo consente di aumentare l'obbiettivo della potenza incentivabile a circa 23 mila megawatt, da qui alla fine del 2016, e di puntare, alla fine di quell'anno, alla grid parity, che indica il momento in cui la valorizzazione del chilowattora fotovoltaico sarà pari al prezzo di mercato, uscendo fuori dalla necessità di un incentivo pubblico.
La crescita del settore alle dimensioni indicate potrà portare a una previsione indicativa di spesa annua accumulata, da raggiungere da qui al 2016, compresa fra 6 e 7 miliardi di euro, non ci saranno però tetti vincolanti e indiscriminati ma al contrario misure in grado di frenare la corsa ai grandi impianti sui terreni agricoli e al tempo stesso di privilegiare le installazioni più efficienti e più rispettose dell'ambiente e del paesaggio, più legate ai consumi domestici e delle piccole e medie imprese. Il cosiddetto modello tedesco entrerà in vigore dal 2013 per dare modo al sistema di prepararsi e concludere gli investimenti in corso.
Quando sarà operativo, l'andamento della tariffa sarà governato dallo sviluppo del settore stesso. Prima del 2013 vi sarà un periodo transitorio differenziato per grandi impianti e piccoli impianti. I grandi impianti, il cui forte aumento è stato in buona parte alla base della crescita dei Pag. 8costi registrata nell'ultimo periodo, saranno incentivati entro un valore di spesa massima (circa 400 milioni di euro ad anno) corrispondenti a 1.350 megawatt per il 2011 e 1.750 megawatt per il 2012, fissate in relazione ai dati forniti da Terna e dalle imprese di distribuzione secondo l'ordine di conclusione dei lavori e di entrate in esercizio.
Invece, tutti gli impianti fino a 200 kilowatt su edifici, gli impianti a 200 kilowatt anche a terra, purché connessi all'autoconsumo, e tutti gli impianti su edifici realizzati da amministrazioni pubbliche, avranno accesso libero agli incentivi solo con la normale riduzione tariffaria prevista nel decreto. Ciò consente di orientare lo sviluppo del settore verso installazioni più promettenti ed efficienti, con la maggiore ricaduta sul settore produttivo delle piccole e medie imprese, oltre che sulle famiglie.
In conclusione, diversamente da quanto temuto dal commissario Oettinger il provvedimento delinea una strategia di ampio respiro, essendo in grado di sostenere lo sviluppo del settore, triplicando il contributo originariamente previsto di questa tecnologia per il raggiungimento dell'obiettivo del 17 per cento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Iniziativa Responsabile).

PRESIDENTE. L'onorevole Realacci, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, signor Ministro, le do una notizia: le regioni hanno chiesto di cambiare radicalmente il provvedimento e di non adottarlo così com'è, e tutte le organizzazioni imprenditoriali del settore hanno detto che la proposta che è stata fatta porta questo settore alla rovina. Vi sono state speculazioni ed abusi: è compito dello Stato e del Governo contrastarle. Se per questo servono nuove regole siamo d'accordo, ma non si getta via il bambino con l'acqua sporca e per questo oggi manifestano assieme, a Roma, lavoratori, imprenditori e popolo delle rinnovabili, perché, come ricordava Bersani, vi sono 100 mila posti di lavoro a rischio.
Spero che il Ministro Romani abbia compreso il grave danno che ha prodotto con il suo decreto, ignorando del tutto, peraltro, la volontà del Parlamento, facendo il contrario di quello che fanno grandi Paesi manifatturieri come la Germania. A maggior ragione, ora che è stata abbandonata la scelta nucleare, che era vecchia, pericolosa, costosa e sbagliata già prima di Fukushima, è necessario investire sull'innovazione, sulla ricerca, sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili.
Oggi lavorano in questo settore 85 mila imprese, spesso giovani e innovative, spesso formate da giovani. Senza le rinnovabili e senza la riqualificazione edilizia legata al risparmio energetico e al credito di imposta del 55 per cento - che voi volevate abolire - l'economia del nostro Paese avrebbe avuto nel 2010 una crescita negativa. Abbiamo bisogno oggi di una politica industriale che punti ancora di più su questi settori e rafforzi - il contrario di quello che voi volete fare - una filiera nazionale che è già in campo.
Il provvedimento del Governo ignora ancora una volta le indicazioni del Parlamento. Cambiate! Se vogliamo andare verso un'Italia più avanzata, innovativa e più pulita, ci stiamo, lavoreremo assieme, altrimenti lo faremo noi, da soli, perché l'Italia merita di meglio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!

(Chiarimenti in merito all'ambito di attività della figura del biologo nutrizionista - n. 3-01605)

PRESIDENTE. L'onorevole D'Anna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01605 concernente chiarimenti in merito all'ambito di attività della figura del biologo nutrizionista (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, signor Ministro, ribadisco con questa interrogazione a risposta immediata Pag. 9quanto avemmo già a presentare in XII Commissione insieme all'onorevole Barani.
Si tratta di definire, con delle norme interpretative o con delle linee guida che il Ministero potrà certamente emanare, gli ambiti di intervento precisi del biologo che si interessa dell'alimentazione e, quindi, dell'ambito della nutrizione. Anche perché, nell'ambito di una mancanza di precise regole codificate e intellegibili, si accentua una dicotomia tra medici, nutrizionisti e biologi che, credo, non abbia più ragion d'essere.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Anna. Salutiamo il Ministro Ferruccio Fazio, che ha mostrato la sensibilità di venire a rispondere di persona alle interrogazioni a risposta immediata, e di questo gliene rendiamo atto.
Prego, signor Ministro, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, il Consiglio superiore di sanità ha esaminato gli aspetti inerenti le competenze del biologo in materia di nutrizione. Di fatto il nuovo parere adottato dal Consiglio non modifica l'orientamento già espresso in relazione al profilo del biologo nutrizionista.
In sintesi, alla luce della riflessione del Consiglio, si afferma che, mentre il medico chirurgo può prescrivere diete a soggetti sani e malati, il biologo può elaborare e determinare diete nei confronti sia dei soggetti sani, sia dei soggetti cui è stata diagnosticata una patologia, ma previo accertamento delle condizioni fisio-patologiche effettuate dal medico chirurgo.
Inoltre, può elaborare in autonomia profili nutrizionali al fine di proporre alla persona che ne faccia richiesta un miglioramento del proprio benessere. Quanto alle iniziative da avviare, preciso in maniera formale che i pareri del Consiglio superiore di sanità vanno considerati come attività interpretativa di valore tecnico-scientifico, quindi allo stato attuale non necessitano di linee guida, ma si ritiene quindi superato ogni problema di definizione degli ambiti di competenza del biologo nutrizionista.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Anna ha facoltà di replicare.

VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, mi ritengo soddisfatto della risposta, che è stata chiara e prendo atto di questa nuova elaborazione da parte del Consiglio superiore di sanità. Credo, però, che il Ministro debba compiere un ulteriore sforzo - mi appello alla sua ben nota sensibilità - nel dirimere una volta per tutte anche una questione che è semantica sul termine «prescrizione».
Infatti, molto spesso, da un lato, si dice che il biologo in perfetta autonomia è in grado di occuparsi dello stato nutrizionale energetico dell'uomo e può consigliare ed indicare sia dal punto di vista ponderale che dal punto di vista qualitativo gli integratori alimentari, dall'altro lato, invece, il termine prescrizione è limitato solamente al medico chirurgo.
Per cui se il biologo può agire, così come prendo atto può fare, sulla base della sua specifica competenza di studi e anche perché è previsto nella legge istitutiva della professione di biologo, e nel momento in cui può consigliare e può indicare dal punto di vista qualitativo e quantitativo gli elementi nutrizionali, allora credo che debba poter prescrivere, nel senso che debba poter indicare con precisione e per iscritto al paziente che si affida alla sua valutazione professionale quanto ritiene egli debba essere indicato, ovvero prescritto (Applausi dei deputati dei gruppi Iniziativa Responsabile e Popolo della Libertà).

(Iniziative in materia di controlli sulle importazioni di alimenti e materie prime provenienti dal Giappone, al fine di tutelare la salute dei cittadini e garantire un'adeguata informazione - n. 3-01606)

PRESIDENTE. L'onorevole Mura ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rota n. 3-01606, concernente iniziative in materia di controlli sulle importazioni di alimenti e materie prime provenienti dal Giappone, al fine di tutelare la salute dei Pag. 10cittadini e garantire un'adeguata informazione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

SILVANA MURA. Signor Presidente, onorevole Ministro, la nostra interrogazione chiedeva cosa intendesse fare il Governo con riferimento alla questione della scelta a favore del nucleare anche in considerazione di quanto avvenuto in Giappone. Alla luce dell'emendamento presentato ieri dal Governo con il quale, al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, si abroga la legge sulla costruzione di impianti nucleari, la nostra domanda è molto semplice: la decisione del Governo è una cessazione definitiva del programma nucleare italiano o si tratta solo di una sospensione in attesa della acquisizione appunto delle ulteriori evidenze scientifiche?

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, prendo atto della profonda difformità dell'interrogazione espressa in modo orale rispetto a quanto pervenuto nelle note e rimando all'emendamento del disegno di legge presentato in Aula ogni successiva considerazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, signor Ministro, lei non ha risposto alla nostra domanda, lei è reticente, lei è evasivo signor Ministro, il Governo si arrampica sugli specchi signor Ministro, il Governo fa orecchie da mercante! Lei rappresenta il Governo e non può fingere di non conoscere cosa è avvenuto ieri e dire che cosa pensa il Governo su ciò che ha fatto ieri con quell'emendamento.
La sua mancata risposta, signor Ministro, svela le vere intenzioni del Governo: un emendamento truffa per evitare il referendum e per impedire di raggiungere il quorum sui quesiti che restano.
Gli italiani che ci stanno ascoltando credo che abbiano capito bene invece il vostro gioco e il trucco del Governo. Voi avete paura che gli italiani dicano sì in via definitiva all'abrogazione sul nucleare e dicano sì soprattutto all'abrogazione di quell'altra legge abbastanza vile, ad personam, sul legittimo impedimento. Gli italiani sappiano che se vogliono liberarsi per sempre dal pericolo nucleare non devono mollare e devono essere pronti ad andare a votare il 12 e il 13 giugno contro il nucleare perché solo all'ultimo momento sapremo se la Cassazione deciderà se si vota o no. Ma devono soprattutto andare a votare «sì» all'abrogazione del legittimo impedimento per seppellire definitivamente questo Governo ed il Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Iniziative per una maggiore efficienza del sistema del soccorso di emergenza - n. 3-01607)

PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-01607, concernente iniziative per una maggiore efficienza del sistema del soccorso di emergenza (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor Ministro, nell'interrogazione, insieme all'onorevole Baldelli, parliamo del servizio 118, il trasporto e la rete dell'emergenza nel territorio nazionale, e sappiamo, signor Ministro, che non si presentano uniformi anzi spesso presentano diverse criticità. Stiamo ovviamente parlando di un soccorso spesso di vitale importanza per chi ha bisogno. Ci sono diversità fra regioni e regioni e spesso, all'interno della stessa regione, tra la campagna e la città. Chi è colpito da un malore in città ha maggiori probabilità di avere cure adeguate ed appropriate e di vedere salvata la propria vita, invece chi ha il malore in campagna spesso ha la sventura di avere Pag. 11dei ritardi che gli possono ovviamente compromettere la salute e la stessa vita.
Abbiamo delle regioni in cui c'è vera e propria malasanità, una fra tutte è la Toscana, tanto per non dire solo quelle del sud, dove la malasanità e il servizio 118 rappresentano una vera criticità dai livelli preoccupanti, per essere ottimisti.

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, onorevole Barani, il Governo condivide quanto lei ha affermato, che è stato anche oggetto di un'indagine presentata proprio ieri da parte della XII Commissione del Senato sull'argomento. L'indagine mostra che ci sono delle difformità e delle differenze nelle varie regioni tra l'organizzazione delle emergenze e urgenze con diversi modelli gestionali e diverse figure professionali. Mostra che ci sono lunghe attese, fino a 450 minuti in Abruzzo vengono registrati per pazienti in attesa nel pronto soccorso; in effetti c'è stato un importante incremento nel pronto soccorso, il 50 per cento in dieci anni. Quindi, il Governo deve prendere naturalmente le iniziative che già da tempo sta valutando, in particolare l'armonizzazione nelle varie regioni, la riorganizzazione del DEA, ma soprattutto creare dei diversi percorsi tra 118 e continuità assistenziale.
Ricordo come funziona il meccanismo del 118. Esso funziona tramite un sistema di allarme sanitario assicurato alla centrale operativa a cui afferiscono le richieste di intervento, un sistema territoriale di soccorso, ambulanze ed eliambulanze, una rete di servizi che sono punti di primo intervento, pronti soccorsi ospedalieri, DEA di primo e secondo livello. A fianco di questo c'è la continuità assistenziale, si può chiamare il numero 116117 della continuità assistenziale, c'è una centrale di ascolto, ci sono postazioni territoriali periferiche e le risposte possano essere: consiglio telefonico e monitoraggio, medico inviato a domicilio oppure chiamare al 118.
Normalmente le chiamate al 118, anche per codici bianchi e verdi o comunque patologie riferibili a codici bianchi e verdi, non sono shiftate sulla continuità assistenziale. Il Governo negli anni scorsi ha già attivato due programmi di 350 milioni di euro all'anno nell'ambito del 25 per cento dei fondi degli obiettivi di piano riservati alle cure primarie, proprio intesi a creare situazioni di h24 per spostare sul territorio quelle che sono le patologie meno gravi del pronto soccorso.
Abbiamo convocato a breve una riunione di tutti i sindacati dei medici (sia di medicina generale che ospedalieri) insieme con le regioni per studiare, invece, proprio un meccanismo, che è quello di fare in modo che le chiamate del 118 in qualche modo riguardanti i codici bianchi e verdi siano direzionate.

PRESIDENTE. Ministro Fazio, la prego di concludere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. L'obiettivo è, insomma, dividere i codici bianchi e verdi dai codici rossi e gialli, perché il problema è che, quando c'è un codice verde, gli passano avanti tutti i codici rossi e quello aspetta un mucchio di tempo. Stiamo lavorando su questo problema e credo che questo possa finalmente risolvere il problema dell'attesa al pronto soccorso.

PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di replicare

LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente ci congratuliamo con il Ministro per la risposta. Siamo ampiamente soddisfatti e non avevamo dubbi: abbiamo un Ministro che noi sappiamo essere anche un grande medico e, quindi, conosce il sistema sanitario e lo sta facendo con grande capacità e serietà.
Signor Ministro, non ci sfugge, e non le è sfuggito, che c'è differenza tra regioni e regioni. Infatti, nonostante il Governo abbia investito risorse enormi di denaro per il dipartimento di emergenza urgenza, per il 118 e per il soccorso in generale, alcune Pag. 12regioni ci speculano, attuano il cosiddetto clientelismo, sciupano risorse umane in quanto inadeguate e le dirottano da altre parti. Spesso sono impreparati perché al dipartimento di emergenza urgenza e al 118 non ci può andare chiunque: ci deve essere uno ben preparato perché si gioca sulla vita del malcapitato e spesso l'adeguatezza e l'appropriatezza delle manovre e delle cure sono determinanti per salvare la vita in quel momento. Ovviamente, c'è differenza tra regioni e regioni: ci sono delle regioni - come lei ben sa - come la Lombardia, il Veneto e la Campania dove funziona bene. In altre regioni come la Puglia, la Calabria e, soprattutto, la Toscana non funziona.

PRESIDENTE. Onorevole Barani, la prego di concludere.

LUCIO BARANI. Quindi, questa diversità fra regioni e regioni ci porta a dire che è sperabile che il malcapitato - se non interviene lei, ma siamo sicuri che interverrà - arrivi in una regione in cui il soccorso sia appropriato ed adeguato. Altrimenti, il malcapitato se la vede brutta. La ringrazio, signor Ministro, agisca affinché questo non succeda e ci sia un equo trattamento sul soccorso in tutta Italia.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 27 aprile 2011, ore 10:

(ore 10 ed eventualmente p.m., sino allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata)

1. - Discussione del disegno di legge (per la discussione sulle linee generali):
Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2011, n. 26, recante misure urgenti per garantire l'ordinato svolgimento delle assemblee societarie annuali (C. 4219).
- Relatore: Fugatti.

2. - Discussione del disegno di legge (per la discussione sulle linee generali):
Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (C. 4220-A).
- Relatori: Stasi, per la I Commissione; Cicu, per la IV Commissione.

3. - Discussione del testo unificato delle proposte di legge (per la discussione sulle linee generali):
MELCHIORRE ed altri; GOZI ed altri; DI PIETRO ed altri; BERNARDINI ed altri: Norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale (C. 1439-1695-1782-2445-A).
- Relatore: Rao.

4. - Discussione del testo unificato delle proposte di legge (per la discussione sulle linee generali):
TOMMASO FOTI; IANNUZZI ed altri; IANNUZZI; BOCCI ed altri: Disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici e dei borghi antichi d'Italia (C. 169-582-583-1129-A).
- Relatore: Stradella.

(ore 15)

5. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(ore 16)

6. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2011, n. 26, recante misure Pag. 13urgenti per garantire l'ordinato svolgimento delle assemblee societarie annuali (C. 4219).
- Relatore: Fugatti.

7. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (C. 4220-A).
- Relatori: Stasi, per la I Commissione; Cicu, per la IV Commissione.

8. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
MELCHIORRE ed altri; GOZI ed altri; DI PIETRO ed altri; BERNARDINI ed altri: Norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale (C. 1439-1695-1782-2445-A).
- Relatore: Rao.

9. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
TOMMASO FOTI; IANNUZZI ed altri; IANNUZZI; BOCCI ed altri: Disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici e dei borghi antichi d'Italia (C. 169-582-583-1129-A).
- Relatore: Stradella.

10. - Seguito della discussione della proposta di legge (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità e della questione sospensiva presentate):
S. 10-51-136-281-285-483-800-972-994-1095-1188-1323-1363-1368 - D'iniziativa dei senatori: IGNAZIO ROBERTO MARINO ed altri; TOMASSINI ed altri; PORETTI e PERDUCA; CARLONI e CHIAROMONTE; BAIO ed altri; MASSIDDA; MUSI ed altri; VERONESI; BAIO ed altri; RIZZI; BIANCONI ed altri; D'ALIA e FOSSON; CASELLI ed altri; D'ALIA e FOSSON: Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 2350-A).

e delle abbinate proposte di legge: BINETTI ed altri; ROSSA ed altri; FARINA COSCIONI ed altri; BINETTI ed altri; POLLASTRINI ed altri; COTA ed altri; DELLA VEDOVA ed altri; ANIELLO FORMISANO ed altri; SALTAMARTINI ed altri; BUTTIGLIONE ed altri; DI VIRGILIO ed altri; PALAGIANO ed altri (C. 625-784-1280-1597-1606-1764-bis-1840-1876-1968-bis-2038-2124-2595).
- Relatori: Di Virgilio, per la maggioranza; Palagiano, di minoranza.

La seduta termina alle 15,50.