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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 456 di giovedì 31 marzo 2011

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 10,20.

GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

Sul processo verbale (ore 10,25).

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, per annotare che non condivido l'interpretazione riportata a verbale, a pagina 73, laddove si indica che il Ministro, onorevole La Russa, indirizza una parola seguita da puntini all'indirizzo della Presidenza. Faccio presente che non è determinabile...

PRESIDENTE. Onorevole Zacchera, lei si riferisce al resoconto stenografico. Un deputato può intervenire sul processo verbale che viene letto dal segretario.

MARCO ZACCHERA. Siccome si è parlato di...

PRESIDENTE. Onorevole Zacchera, il Regolamento è chiaro.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ai sensi del terzo comma dell'articolo 32, riguardo al processo verbale e non ovviamente al resoconto stenografico, vorrei chiedere una rettifica, laddove vengono riportate, ancorché succintamente, le parole del collega La Russa e ovviamente non mi riferisco a un aspetto che è oggetto di comunicazioni che immagino spetteranno alla Presidenza e all'Ufficio di Presidenza, ma ad un fatto che, a mio avviso, deve essere dentro il processo verbale, ripeto è nello stenografico ma deve essere nel processo verbale. Infatti, signor Presidente, questo è stato elemento che nelle sedute precedenti ha comportato che lei stesso che presiedeva la seduta ha richiamato e censurato un collega di questa Camera che usava testualmente la medesima parola, cioè la parola «conigli».
In quell'occasione lei sospese l'intervento del collega Di Pietro e censurò il collega Di Pietro perché utilizzava parole non adeguate ai lavori della nostra Assemblea. Ieri, a prescindere da quello che dopo, molto ben più di rilievo, ha fatto il collega La Russa, nel pieno del suo intervento il collega La Russa rivolto ai colleghi del Partito Democratico affermava che siamo dei conigli.
Allora, signor Presidente, non posso pretendere un suo intervento perché è lei che presiede e stabilirà lei quando la parola «coniglio» è utilizzata in modo consono e non consono. Però chiedo almeno che rimanga agli atti della Camera e soprattutto dentro il processo verbale, cioè non soltanto nel resoconto stenografico, una frase del genere che per quanto mi riguarda - ma è un mio commento - qualifica il Ministro La Russa per una parte. Per il resto poi si qualifica per ciò Pag. 2che ha fatto dopo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, mi riserverò più avanti di esprimere qualche valutazione di carattere politico su quanto è accaduto nella giornata di ieri. Tuttavia non vorrei che l'approvazione del processo verbale oggi potesse essere una mera formalità.
Quanto è accaduto ieri sera - non posso avere memoria degli ultimi centocinquant'anni della storia d'Italia ma insomma qualcosina ricordo anche personalmente - credo non sia mai accaduto. E il resoconto che ne è stato fatto nel processo verbale, così com'è stato appena letto dal segretario d'aula, non rende minimamente la pesantezza - non voglio usare altre espressioni - e lo sfregio al decoro istituzionale che si è registrato per la prima volta ieri in quest'aula.
Pertanto le sarei grato, signor Presidente, se lei volesse dare disposizione agli uffici perché questo verbale possa essere nuovamente redatto perché non lo si può soltanto approvare con un silenzio assenso. Qualora lei intendesse comunque metterlo in votazione le posso dire che per correttezza nei suoi confronti ci asterremo ma meriterebbe un voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

EDMONDO CIRIELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, volevo dire per la stessa ragione del collega Giachetti che risulti a verbale che personalmente ho visto moltissimi deputati del centrosinistra insultare il Ministro La Russa con l'epiteto «scemo» e altre cose del genere. Quindi, visto che siamo in tema di insulti, ricordo che l'onorevole Barbato sta insultando da due anni i colleghi senza che gli accada nulla in aula e senza che l'onorevole Giachetti si senta in dovere di intervenire (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevoli Colleghi, ricordo a tutti ed in particolar modo ai colleghi Giachetti ed Evangelisti quanto dice l'articolo 11 del nostro Regolamento, vale a dire che i segretari sovrintendono alla redazione del processo verbale, che deve contenere soltanto le deliberazioni e gli atti della Camera e chi ha esperienza sa che ci si è sempre attenuti a questo capoverso del nostro Regolamento.
Quindi, pur con le osservazioni che sono state fatte e di cui si prenderà debita nota, il processo verbale si intende app...

GIAN LUCA GALLETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, prenderemo nota anche delle osservazioni dell'onorevole Galletti.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, vista la delicatezza del processo verbale di cui stiamo discutendo - è noto a tutti quello che è accaduto ieri in aula - io chiedo che il verbale sia distribuito almeno ai presidenti di gruppo in copia e che venga data la possibilità, per cinque o dieci minuti, di esaminarlo ai fini della approvazione, perché così è davvero impossibile fare qualsiasi tipo di valutazione (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Galletti, lei sa che la Presidenza dà lettura appositamente del processo verbale, onde consentire ai gruppi o meglio ai colleghi di valutarlo.
In ogni caso, visto che siamo all'inizio di una giornata che si preannuncia densa di impegni per tutti e di momenti di confronto, non ho alcuna difficoltà a sospendere Pag. 3per cinque minuti, onde consentire ai presidenti di gruppo di valutare quanto scritto nel processo verbale.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,36 (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

La seduta, sospesa alle 10,31, è ripresa alle 10,36.

GIAN LUCA GALLETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, ho letto con attenzione il processo verbale, nel quale non vi è alcun riferimento all'episodio increscioso che è capitato ieri con il Ministro La Russa. Chiedo che questo venga inserito nel processo verbale, perché deve rimanere agli atti, altrimenti, chiediamo che il processo verbale stesso venga posto in votazione, e noi voteremo contro.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per associarmi alle considerazioni del collega Galletti e per precisare che i segretari non soltanto sovrintendono alla redazione del processo verbale, ma accertano anche che nel resoconto stenografico non vi sia alterazione dei discorsi. Le alterazioni sono anche le omissioni. La prego di far controllare anche il resoconto stenografico.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, anche noi, a questo punto, siamo a favore della votazione.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per ricordare quanto prima ha già ricordato lei, e cioè che i segretari sovrintendono alla redazione del processo verbale che - cito testualmente dal Regolamento - «deve contenere soltanto le deliberazioni e gli atti della Camera».
Signor Presidente, va da sé che sottoporre al voto dell'Assemblea un processo verbale di questo genere, che è sotto la responsabilità dei segretari di Presidenza e, quindi, indirettamente anche dell'Ufficio di Presidenza, lo espone ad una fluttuazione di natura politica che, a mio avviso, non dovrebbe essere posta in essere.
In secondo luogo, signor Presidente, anche per quanto riguarda il resoconto stenografico, è ovvio che vi possono essere delle questioni che possono essere rettificate o corrette. Faccio l'esempio di quanto è all'attenzione, in questo momento, dell'Ufficio di Presidenza in ordine a ciò che è accaduto ieri. È evidente, ad esempio, che nel resoconto stenografico che abbiamo in distribuzione stamani, vi è l'attribuzione di una parola all'onorevole La Russa rivolta alla Presidenza. Ed è altrettanto evidente, signor Presidente, che questo, se fosse certificato dal resoconto stenografico e non fosse invece oggetto dell'Ufficio di Presidenza, rappresenterebbe di per sé una prova su cui l'Ufficio di Presidenza non sarebbe necessariamente chiamato a deliberare, perché sarebbe evidentemente già stabilita dal resoconto stenografico. Ma così non è e non può essere.
Signor Presidente, cito tra tutti un esempio, invece, opposto, vale a dire una questione inserita nel resoconto stenografico della seduta del 14 dicembre, che noi contestammo, in cui si attribuiva ai gruppi di maggioranza, dopo il voto sulle mozioni di sfiducia, le parole «vittoria, vittoria». Come gruppo, noi avevamo contestato questa interpretazione per rettificarla, poiché la parola che veniva detta non era «vittoria», ma altro.
Ebbene, signor Presidente, credo che, alla stessa stregua, diventi rischioso sottoporre Pag. 4 anche il processo verbale alle deliberazioni dell'Assemblea, a maggior ragione essendo l'Ufficio di Presidenza e la Giunta per il Regolamento impegnati a dover delibare proprio su questo caso. Quindi, si rischierebbe di sottrarre all'Ufficio di Presidenza, con un voto dell'Assemblea, una posizione che, comunque, rischierebbe di orientare.
Signor Presidente, poiché in quest'occasione possiamo attenerci al Regolamento, che è molto esplicito al riguardo, ritengo, anche nel rispetto delle prerogative dell'Ufficio di Presidenza, che sia opportuno attenersi testualmente alla lettera del Regolamento.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, ho ascoltato con attenzione le sue argomentazioni ma le faccio presente che la formula d'uso «se non ci sono obiezioni il processo verbale si intende approvato» non può in alcun modo essere richiamata dalla Presidenza in questo caso perché, come lei ha avuto modo di verificare, ci sono tali e tante obiezioni da rendere indispensabile per la Presidenza, onde poter scrivere che si intende approvato, verificare se l'Aula lo approva.
Francamente, non vedo come si possa uscire da questa situazione, che non ha precedenti, al pari di quanto accaduto ieri in Aula, se non attraverso la votazione.
Ricordo che ai sensi dell'articolo 53, comma 4, del Regolamento, per garantire la certezza dell'esito della votazione porrò in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rettifica del processo verbale salvo poi verificare quale rettifica, qualora la maggioranza sia nel senso testé detto.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,41).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, mi sembra di chiara evidenza che non si capisce in questo momento quale rettifica dobbiamo votare. Quindi se il Presidente potesse dare conto all'Assemblea, possibilmente come è stato fatto prima, anche per iscritto, di qual è la modifica, noi saremo in grado di poter votare, altrimenti le chiediamo di capire meglio.

PRESIDENTE. Ha pienamente ragione, onorevole Reguzzoni, poniamo in votazione il processo verbale perché altrimenti rischiamo la confusione che lei lamenta. Non sono però decorsi, vista la brevità del suo intervento, i cinque minuti.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 10,43, è ripresa alle 10,46.

PRESIDENTE. Come ho testé detto, dobbiamo porre in votazione, con procedimento elettronico senza registrazioni di nomi, il processo verbale della seduta antimeridiana di mercoledì 30 marzo.
Dichiaro aperta...

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, considerato che non ci siamo espressi come gruppo - e lo hanno fatto tutti gli altri - abbiamo chiesto...

PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, siamo in votazione, poteva chiedere la parola un attimo prima.

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MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Lei ha annunciato all'Aula, un minuto fa...

PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, se avesse avuto modo di porre la questione, e quindi di chiedere, a nome del suo gruppo, di intervenire, certamente la Presidenza le avrebbe dato la possibilità di farlo, perché è un suo diritto.
Lei sa che nel momento in cui si è in votazione non si può prendere la parola. Ho appena detto «dichiaro aperta la votazione».
Onorevole Reguzzoni, non le posso dare la parola (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Pongo dunque in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, il processo verbale della seduta antimeridiana di mercoledì 30 marzo.
Dichiaro aperta la votazione.
Prego i colleghi di prendere posto e di votare. Onorevole Razzi... Ministro Fitto (Vivi commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).
Onorevoli colleghi! Il Ministro Brunetta ha votato? Il Ministro Fitto ha votato? Ministro Alfano, prego (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori). Ricordo che i colleghi che sono in Aula hanno diritto di votare.
Dichiaro chiusa la votazione (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Onorevoli, la votazione è stata tenuta aperta oltre ogni limite.
La Camera respinge, a parità di voti (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 10,50, è ripresa alle 12,10.

PRESIDENTE. È stato predisposto, sotto la supervisione dei deputati segretari di Presidenza, onorevoli Gregorio Fontana e Lusetti, un nuovo processo verbale della seduta antimeridiana di mercoledì 30, del quale prego l'onorevole segretario di Presidenza di dare lettura.

GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, Della Vedova, Fava, Franceschini, Frattini, Gelmini, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Lo Monte, Mantovano, Martini, Mecacci, Meloni, Migliavacca, Mura, Pecorella, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

TESTO AGGIORNATO AL 04 APRILE 2011

Sull'ordine dei lavori (ore 12,16).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, credo sia evidente a tutti i colleghi che in questi giorni l'Aula vive momenti di grande tensione, momenti che noi riteniamo inscindibilmente collegati alle continue forzature che questa maggioranza e questo Governo pongono in essere nei confronti delle prerogative del Parlamento.
Credo, però, che di tutto in questo momento ci sia bisogno tranne che questo Pag. 6clima di tensione venga alimentato direttamente, con comportamenti gravi ed inqualificabili, proprio da chi siede tra i banchi del Governo e che ha la responsabilità di rappresentare, ai più alti livelli, il nostro Paese, le nostre istituzioni e siede qui, in questo Parlamento. Mi riferisco, certo, ma non solo, anzi non è questo l'oggetto principale del mio intervento, alle manifestazioni verbalmente violente del Ministro La Russa, ma mi riferisco anche al comportamento tenuto pochi minuti fa dal Ministro Alfano del quale ho qui il tesserino parlamentare. Invito, quindi, il Ministro stesso o gli assistenti parlamentari a venirlo a ritirare (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori, Partito Democratico e Unione di Centro). Al momento del voto, infatti, il Ministro Alfano, non essendo riuscito a votare, lo ha scagliato con forza tra i banchi del nostro gruppo (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Credo che tutti possiate giudicare che, se il tesserino, da dove è seduto il Ministro Alfano, è arrivato addosso ad un collega dell'opposizione, la violenza fosse particolarmente importante nel lancio (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Vede, signor Presidente, credo che, di fronte al «vaffa» del Ministro La Russa, di ieri dal, forse il semplice lancio violento di un tesserino tra i banchi dell'opposizione...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Donadi...

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, non ho ancora concluso. Dicevo, forse il lancio violento di un tesserino tra i banchi dell'opposizione può apparire cosa di minor conto, ma credo che un Ministro che ride della sua bravata sia un Ministro che manca di rispetto a quest'Aula, a tutti i nostri parlamentari, ai cittadini italiani che qui ci hanno mandato per rappresentare i loro interessi (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori, Partito Democratico e Unione di Centro)! Non può permettersi, un Ministro di scendere a questi bassi livelli di rappresentanza (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori, Partito Democratico e Unione di Centro)!
Chiedo, signor Presidente, che questo comportamento venga deferito all'Ufficio di Presidenza e visto che non vi è stata, come qualcuno ha già lamentato ieri, l'occasione per il Ministro La Russa di chiedere scusa, invito qui, adesso, il Ministro Alfano a chiedere pubblicamente scusa (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) al collega che ha colpito con il suo tesserino e a tutta l'Aula, a cui ha mancato di rispetto (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori, Partito Democratico e Unione di Centro)!
Capisco la frustrazione per una proposta di legge di riforma epocale...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Donadi, il concetto è chiaro.

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, naturalmente, io e il mio gruppo siamo lieti che si sia conclusa questa storia, questa mattina, del processo verbale. Però voglio dire una cosa.
Nella vita parlamentare, se si considera dai tempi di De Gasperi e Togliatti, di episodi di grandi polemiche parlamentari ve ne sono stati tanti. Sono entrato in quest'Aula tanti anni fa e devo dire...(Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Forse sono troppi per voi, ma probabilmente per chi mi ha eletto no, sono stati pochi e, tra l'altro, non sono stanco (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Futuro e Libertà per l'Italia e Italia dei Valori). Devo dire che ne ho visti tanti di momenti accesi del dibattito parlamentare. Non mi vorrei, però, rivolgere, in questo momento, ai colleghi dell'opposizione, perché è chiaro che qui vi è una battaglia politica che noi facciamo, incentrata Pag. 7sul merito del provvedimento in esame, dopo tutte le discussioni che abbiamo fatto ieri, e che non riapro.
Ieri sera, dopo la vicenda che ha coinvolto il Ministro della difesa, il quale francamente in questi giorni dovrebbe avere preoccupazioni ben più serie di andare a provocare i manifestanti o di venire in Aula a mandare a quel paese il Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Futuro e Libertà per l'Italia e Italia dei Valori)... Vi prego, vi prego, colleghi non voglio applausi, non mi interessano, abbiamo superato le ...
Come stavo dicendo, ieri sera molti di voi sono stati a disagio. Lo erano chiaramente e lo hanno detto. Allora, è forse successo un dramma? No, non è successo nessun dramma. Probabilmente quello che è capitato ieri con il Ministro La Russa potrà ripetersi in futuro, ma sarebbe bastato per sanarlo un piccolo atto - che forse è un grande atto - di responsabilità e di onestà, e non già far finta che non sia capitato niente. Bastava che questa mattina, all'inizio della seduta, il Ministro La Russa si fosse presentato nei banchi del Governo e avesse detto: ieri mi sono lasciato andare, scusatemi, credo che siano doverose la mie scuse all'Aula. Si sarebbe risolto tutto (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Futuro e Libertà per l'Italia e Italia dei Valori)!
Non lo si è voluto fare. E io credo che, se tutti assieme - non c'è, infatti, una responsabilità solo della maggioranza ma, a volte, anche dell'opposizione - vogliamo riportare a fisiologia democratica tutto quello che viviamo in quest'Aula, ogni tanto anche chi sbaglia, se lo ammette, probabilmente non crea dei guai maggiori, soprattutto per la sua maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Futuro e Libertà per l'Italia e Italia dei Valori).

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, credo veramente che sia difficile ricondurre quanto è avvenuto ieri e oggi in Aula soltanto ad un problema di sanzioni o Regolamenti parlamentari, che pure dovranno esserci e credo nel modo più netto possibile.
Penso che ci sia al fondo un problema ben più grave, che è il rapporto tra il Governo e il Parlamento e il fastidio che alcuni ministri, ieri e oggi, hanno mostrato nei confronti del Parlamento. Non sto a ricordare - lo affronteranno i questori e la Presidenza - che, per correggere gli insulti che le ha rivolto ieri, il Ministro della difesa, pensando di mettere una pezza, ha detto che il «gentile» termine con cui ha qualificato lei e che le ha rivolto, non era rivolto a lei, ma era rivolto al sottoscritto, cioè il capogruppo dell'opposizione, come se fosse normale che un Ministro della difesa, in Aula, di fronte ad un intervento normale di un capogruppo o di un parlamentare, lo insulti in quel modo.
Aggiungo quanto ha detto il collega Casini, ma vorrei fare notare allo stesso presidente Casini che non è soltanto una prova di come stiamo gestendo la situazione internazionale il fatto che ieri il Ministro della difesa fosse qua tutta la giornata insieme al Ministro degli affari esteri - con quello che sta succedendo nel mondo - per votare delle questioni pregiudiziali e sospensive o il processo verbale. Vorrei piuttosto fare notare che i loro telefonini in tutta la giornata di ieri non hanno mai squillato: nessuno li ha mai cercati e questo a dimostrazione della rilevanza e dell'impegno che il nostro Paese ha nella crisi internazionale che stiamo vivendo (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Poi penso anche che non possa essere trascurato quello che ha sollevato il collega Donadi poco fa e, cioè, se vogliamo ritenere normale che il Ministro della giustizia scagli il suo tesserino parlamentare contro i banchi dell'opposizione. Vogliamo anche questo classificarlo nelle intemperanze su cui poi facilmente si chiede Pag. 8scusa? E vogliamo considerare normale - e concludo - che, rispetto a quello che ieri è avvenuto nel Parlamento di questo Paese, il TG1 abbia dato questa notizia come settima notizia, dopo la cronaca normale e dopo l'assassinio dell'Olgiata (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro, Futuro e Libertà per l'Italia e Italia dei Valori) ? Vogliamo immaginare che sia normale questo?
Allora, io credo che voi potrete continuare ad occultare e a nascondere, ma è arrivato il momento in cui gli italiani stanno finalmente aprendo gli occhi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, anch'io come l'onorevole Franceschini voglio porre la questione su due diversi piani. Da una parte c'è il Regolamento e oggi ci sarà la riunione della Giunta per il Regolamento e la verifica di eventuali sanzioni. Ma questa è solo una parte del problema: il problema più serio è ormai diventato quello del rapporto istituzionale tra Governo e Parlamento e della capacità di operare del Governo e della possibilità del Parlamento di svolgere le funzioni che la Costituzione gli assegna.
Noi siamo in una situazione di oggettiva paralisi e, o tutti - nessuno escluso - ci appelliamo al senso di responsabilità nostro e degli altri soggetti politici per recuperare innanzitutto un corretto rapporto istituzionale tra Governo e Parlamento e portiamo avanti la legislatura negli interessi del Paese e degli italiani, oppure oggettivamente questo percorso rischia di interrompersi sostanzialmente al di là delle questioni formali su cui non dico neanche come la penso, essendo di competenza del Presidente della Repubblica.
Quello che è accaduto ieri e quello che è accaduto questa mattina, a nostro giudizio, è estremamente grave. Devo dire la verità, io credevo che la giornata di ieri sera si fosse chiusa con un'anticipazione del 1o aprile che invece è domani, e che tutto quello che era accaduto si potesse archiviare per ricominciare stamattina alla ricerca di un'armonia. Invece ho visto parlamentari che gettavano giornali contro il Presidente della Camera, e noi non andiamo da nessuna parte se abbiamo dei membri del Parlamento che gettano degli oggetti nei confronti della terza carica dello Stato. Non ce la si può prendere con l'arbitro quando si prende un goal. Questa è una regola fondamentale. Capisco che in campo accade che uno se la prenda con l'arbitro quando sta perdendo, ma non può accadere a questo livello, non può accadere in Parlamento.
Ieri abbiamo assistito ad una giornata paradossale. Io ho cominciato la mattina, leggendo l'intervista ad un esponente politico della maggioranza, consigliere regionale della Lombardia, che si candidava per la Farnesina. Sappiamo che è esperta di gestione di persone straniere, ma che abbia addirittura i titoli per candidarsi alla Farnesina mi sembra veramente troppo (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e Italia dei Valori). Quindi ho pensato che fosse il 1o aprile. Poi dopo, ad un certo punto, abbiamo visto i Ministri degli affari esteri e della difesa, mentre era in corso la crisi libica (e gli alleati che ci tengono fuori dalla porta), precettati in Aula per votare addirittura un'inversione all'ordine del giorno (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). A seguire abbiamo visto il Ministro della difesa (Vivi commenti del deputato Barbaro all'indirizzo dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Onorevole Barbaro! Onorevole Barbaro, la prego! Prosegua, onorevole Bocchino.

ITALO BOCCHINO. Alla fine nel pomeriggio il Ministro della difesa ha inviato un «vaffa» al Presidente della Camera dei deputati, e a seguire il sottosegretario per l'interno, noto cattolico, si è dimesso da Pag. 9sottosegretario per l'interno in polemica con il Governo, perché il Governo che non doveva fare entrare gli immigrati ha deciso non solo che sono entrati ma che li manda nella sua regione, dove non vuole accoglierli secondo il numero che il Governo ha assegnato.
Questa mattina abbiamo ricominciato con la sospensione del Consiglio dei Ministri. C'è la crisi economica, c'è il problema ambientale del nucleare e del Giappone, c'è la crisi libica: il Consiglio dei Ministri si sospende per mandare i soldati in Aula a votare nientepopodimeno che per il processo verbale della seduta precedente. Questo è il vero problema. Il problema che il Governo è precettato per l'inversione dall'ordine del giorno su una norma ad personam e poi è precettato per il verbale dove si deve omettere che il Ministro della difesa manda a quel paese il Presidente della Camera (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e Italia dei Valori). Allora o tutti ci rendiamo conto che così si inquinano i meccanismi istituzionali...

PRESIDENTE. Concluda.

ITALO BOCCHINO. Oppure la legislatura potrà anche andare avanti dal punto di vista formale, ma sostanzialmente l'avete già uccisa e ne avete decretato la fine (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Onorevoli colleghi (Il deputato Osvaldo Napoli si avvicina ai banchi del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Che succede? Che c'è onorevole Argentin? Non capisco, ha chiesto di parlare, onorevole Argentin? Si, le darò la parola subito dopo che avrà parlato l'onorevole Cicchitto.
Signori, se non schiacciate il pulsante, non sento assolutamente nulla da qua.

ILEANA ARGENTIN. Mi hanno rotto anche il microfono!

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Cicchitto, la interrompo. Non funziona il microfono dell'onorevole Argentin. Bene, adesso funziona. Prego, onorevole Argentin.

Testo sostituito con l'errata corrige del 04 APRILE 2011 ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, non mi sarei mai permessa, come non ho mai fatto, di togliere la parola a nessuno, tanto meno al collega Cicchitto. Si è appena avvicinato un collega - e già lei sa che questo è avvenuto - per dire al mio collaboratore che non deve permettersi di applaudire. ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, non mi sarei mai permessa, come non ho mai fatto, di togliere la parola a nessuno, tanto meno al collega Cicchitto. Si è appena avvicinato un collega - e già lei sa che questo è avvenuto - per dire al mio operatore che non deve permettersi di applaudire.

MASSIMO POLLEDRI. Ha ragione (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro, Futuro e Libertà per l'Italia e Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ma come si permette!

ILEANA ARGENTIN. Allora ricordo all'Aula che io non muovo le mani... (Dai banchi dei deputati del gruppo Partito Democratico si grida: Vergogna!).

PRESIDENTE. Vi prego, onorevoli colleghi. Invito il collega che ha proferito la parola a scusarsi. Onorevole Polledri, si scusi o chiarisca che cosa intendeva dire quando ha detto: «ha ragione».

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, mi faccia concludere, sia così cortese.

PRESIDENTE. Onorevole Polledri, almeno su queste cose...

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, posso concludere? Mi scusi. Non desidero le scuse di nessuno. Credo che lei mi conosca abbastanza per sapere che non strumentalizzo mai queste cose, ma se desidero applaudire un mio avversario, lo Pag. 10faccio come credo e quando credo. Se non lo posso fare con le mie mani, lo faccio con le mani di chiunque (Applausi).

MASSIMO POLLEDRI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, non avevo capito i termini della discussione, per cui mi scuso con la collega che ha sicuramente ragione. Spero di aver riparato ad un iniziale torto fatto verbalmente (Applausi).

ROBERTO GIACHETTI. È Osvaldo Napoli che deve chiedere scusa!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Polledri. Prego, onorevole Cicchitto, prosegua il suo intervento.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, voglio, in primo luogo, esprimere all'onorevole Argentin tutti i sensi della considerazione del nostro gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia). Mi auguro, quindi, che l'incidente lo consideriamo chiuso. Detto questo, voglio anche dire che, in questo Parlamento - e pure rispetto agli avvenimenti, ai fatti, agli incidenti, che sono avvenuti tra ieri e oggi -, nessuno può fare il giudice e qualcun altro l'imputato. Infatti, il problema - e lo voglio dire anche agli onorevoli che mi hanno preceduto dell'UdC e del FLI -, non sta nei termini che loro hanno rappresentato. Voglio dire anche che, per quello che ci riguarda, siamo interessati alla funzionalità del Parlamento e, anzi, lavoriamo per evitare che il Parlamento medesimo venga bloccato da operazioni o di continuo e defatigante rinvio dei lavori o da altro tipo di operazioni. Qua è sotto accusa il Ministro La Russa, però si dimentica la dinamica degli avvenimenti. Essa, colleghi del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori, è una dinamica più complessa di quella che voi avete rappresentato, nel senso che, se qui va avanti, nella lotta politica che c'è ed è molto dura ed aspra nel nostro Paese, un meccanismo per cui vi è un rapporto tra un movimento fuori dall'Aula e un movimento che avviene dentro l'Aula, si mette in moto un meccanismo che ci porta continuamente ad incidenti che possono contribuire a rendere il clima democratico del nostro Paese assai acceso e assai duro (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Iniziativa Responsabile).
Questo è avvenuto già nella vicenda della riforma universitaria, poi sul fatto che vi sono errori della gestione dell'ordine pubblico, mi consenta onorevole Franceschini, non sono architettati e gestiti da chicchessia in chiave provocatoria tanto meno dall'onorevole La Russa che sarebbe uscito per provocare e per determinare un incidente, questo non è avvenuto. È avvenuto invece il fatto che è assolutamente non accettabile che si possa dire che una persona conosciuta, se è del centrodestra, deve cercare uscite secondarie perché la sua presenza diventa una provocazione. Questo è inaccettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Iniziativa Responsabile) e, onorevole Casini che si è espresso in termini equi, ragione di riflessione per chi sta da molti anni in questo Parlamento e che si deve misurare con tutte le tensioni che sono in atto. Non ho motivo di negare che, secondo me, l'onorevole La Russa, ha fatto un errore quando ha accentuato la polemica ma non può esser messo sotto accusa da chi organizza manifestazioni fuori da questo Parlamento per giocare un rapporto piazza-Parlamento che porta alla crisi del Parlamento - questo sì - e alle tensioni che abbiamo davanti (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Iniziativa Responsabile - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, avevo detto che era inopportuno questo giro di interventi perché fa perdere ulteriore tempo. Scopo dell'opposizione - parlo soprattutto ai colleghi di maggioranza - è farci perdere tempo e ci stanno riuscendo. Noi dobbiamo invece farci carico di quello che ci chiedono i cittadini (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Dobbiamo essere responsabili: potete gridare finché volete, non mi interessa. Non cedo e la Lega non cede alle vostre provocazioni perché state provocando da una settimana e tutto quello che fate è funzionale ad impedire l'attività di Governo. Parlo invece a tutti noi. Noi abbiamo bisogno di dare risposte a questo Paese con calma ed equilibrio andiamo avanti, facciamo il nostro mestiere, il Paese ci guarda (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

ARTURO IANNACCONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, il gruppo di Iniziativa Responsabile (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro) è impegnato a consentire e vuole...

PRESIDENTE. Per favore!

ARTURO IANNACCONE. ...e vuole che procedano i lavori di quest'Aula...

PRESIDENTE. Aspetti, onorevole Iannaccone. Prego i colleghi della parte sinistra dell'emiciclo di consentire all'onorevole Iannaccone di svolgere il suo intervento. Prego, onorevole Iannaccone.

ARTURO IANNACCONE. Mi suggeriscono correttamente di ripetere quanto stavo dicendo perché non è stato ascoltato. Il gruppo di Iniziativa Responsabile (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro) si impegna a proseguire in maniera assolutamente seria e tranquilla i lavori di quest'Aula per varare un provvedimento importante. Volevo fare una sola breve riflessione. Qui non è in discussione il rapporto istituzionale tra Governo e Parlamento ma è in discussione il rapporto istituzionale tra maggioranza e opposizione. In un sistema democratico corretto la maggioranza ha il diritto-dovere di portare avanti i provvedimenti che ritiene di dover portare avanti e l'opposizione, anche ricorrendo a ciò che consente il Regolamento, di esercitare una funzione di controllo. Quindi, facciamo riferimento a questo meccanismo. Ho sentito anche oggi dall'onorevole Bocchino ripetere un argomento di polemica nei confronti del Governo perché i rappresentanti del Governo sono in aula; i rappresentanti del Governo sono parlamentari e quindi hanno il dovere di partecipare alla formazione delle decisioni in quest'aula e per questo non sono altrove. È evidente che l'onorevole Bocchino si augura che il Governo non sia in aula per impedire che la maggioranza abbia i numeri per andare avanti e per chiedere subito dopo le dimissioni del Governo e della maggioranza e di fatto non portando avanti quei provvedimenti che invece il Governo sta portando avanti.
Noi riteniamo che non vi sia nessuna incompatibilità di funzione tra l'azione che stanno portando avanti i ministri e la loro presenza in Parlamento. È per questa ragione che noi del gruppo di Iniziativa Responsabile invitiamo ad andare avanti in un clima sicuramente più sereno e a limitare la discussione al merito del provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Iniziativa Responsabile e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Prima di proseguire dando la parola ad altri colleghi che la chiederanno, la Presidenza, con riferimento agli episodi accaduti nella giornata di ieri all'esterno di palazzo Montecitorio e in aula ritiene necessario dar corso ad una comunicazione ai colleghi. Pag. 12
Come è noto il Collegio dei questori ha esaminato, su mandato del Presidente della Camera, gli episodi avvenuti nel corso della seduta dell'Assemblea del 30 marzo, sia per quello che riguarda i fatti accaduti all'esterno di palazzo Montecitorio sia, anche visionando i filmati, gli episodi accaduti in aula.
Per quanto riguarda i fatti avvenuti all'esterno delle sedi parlamentari, il Collegio dei deputati questori ha in primo luogo ribadito, con riferimento ai compiti inerenti alla sicurezza delle aree esterne alla Camera, che la competenza ad adottare e a far rispettare tutti i provvedimenti in materia spetta alle autorità di pubblica sicurezza. L'Ufficio di Presidenza, i questori ed il Comitato per la sicurezza non hanno alcuna competenza diretta in materia, ma svolgono, in riferimento all'ordine ed alla sicurezza nelle zone antistanti i palazzi della Camera, esclusivamente un ruolo di proposta, di impulso e di moral suasion. Gli indirizzi assunti in materia dagli organi di direzione politico-amministrativa sono ispirati da tempo alla necessità di garantire la massima libertà di accesso a piazza Montecitorio e alle altre zone antistanti le sedi della Camera, tenendo presente l'esigenza di bilanciare il diritto a manifestare liberamente negli spazi consentiti con quello di garantire a tutti i deputati il libero accesso alla sede parlamentare.
Il Collegio dei deputati questori ha altresì riferito in ordine a quanto accaduto in piazza Montecitorio nella giornata di ieri: attesa la gravità dei fatti in relazione alla libertà di accesso alla Camera e di libero esercizio del mandato parlamentare, il Collegio dei questori ha appositamente convocato il questore di Roma, dottor Tagliente, per acquisire direttamente tutte le necessarie informazioni al riguardo. Dalla riunione, secondo quanto riferito dal Collegio, è emersa la difficoltà di assicurare ieri, da parte delle forze di polizia, un adeguato presidio, a seguito di concomitanti esigenze di ordine pubblico, così come è risultata un'insufficiente informazione alla Camera, da parte delle competenti autorità di pubblica sicurezza responsabili, circa le problematiche dell'ordine pubblico nella seconda parte della giornata.
Il questore di Roma è stato invitato a garantire per il futuro il più stretto coordinamento con il comando carabinieri e con l'ispettorato di pubblica sicurezza presso la Camera, al fine di contemperare le esigenze dell'ordine pubblico con il libero esercizio di mandato parlamentare e con la libertà di manifestazione nelle aree consentite della piazza, nonché è stato invitato a predisporre in via permanente un adeguato presidio nelle aree adiacenti a palazzo Montecitorio.
Gli uffici, dal canto loro, provvederanno nuovamente a rappresentare ai presidi delle forze dell'ordine presso le sedi parlamentari l'esigenza di monitorare costantemente la sicurezza delle aree esterne, in stretto raccordo con l'amministrazione e le competenti autorità.
Il Collegio dei deputati questori si è riservato in ogni caso di svolgere un approfondito esame della situazione per evitare che in futuro si possano ripetere analoghi episodi nell'ambito del Comitato per la sicurezza.
Per quanto riguarda i fatti accaduti in aula, il Collegio dei questori ha ripercorso i fatti avvenuti nella seduta di ieri, allorché il Ministro della difesa, onorevole La Russa, interveniva dai banchi del Governo sull'ordine dei lavori per informare l'Assemblea di essere stato oggetto di una vivace contestazione da parte dei manifestanti dinanzi a palazzo Montecitorio.
Chiedeva dunque di parlare l'onorevole Franceschini, nel corso del cui intervento l'onorevole La Russa teneva un atteggiamento gravemente irrispettoso nei confronti della Presidenza, sia nei gesti sia nelle espressioni. La seduta veniva quindi sospesa.
Durante la sospensione numerosi deputati si avvicinavano ai banchi del Governo. L'onorevole Porcino lanciava alcuni fogli verso i predetti banchi, cui seguiva analogo lancio da parte degli onorevoli Iannarilli e Saglia, quest'ultimo sottosegretario Pag. 13per lo sviluppo economico, in direzione dell'onorevole Porcino.
Il Collegio dei questori ha espresso la più ferma deplorazione per la particolare gravità del comportamento tenuto in aula nei confronti della Presidenza dall'onorevole Ignazio La Russa; ha deplorato, altresì, i comportamenti tenuti dopo la sospensione della seduta da parte dei predetti deputati.
Tuttavia, il Collegio dei questori ha constatato l'assenza di precedenti relativi a sanzioni irrogate nei confronti di ministri per comportamenti tenuti in aula. Il Collegio ha sottolineato, pertanto, la necessità di un approfondimento nelle debite sedi, sotto il profilo regolamentare e costituzionale, circa la possibilità di sanzionare i comportamenti dei deputati che siano membri del Governo alla luce della peculiare posizione da questi ricoperta nell'ordinamento. All'esito di tale approfondimento, il Collegio dei questori si è riservato di rappresentare all'Ufficio di Presidenza il proprio orientamento conclusivo.
Avverto che, al fine dell'approfondimento, la Giunta per il Regolamento è stata convocata per oggi alle 16 e alla riunione parteciperanno anche i deputati questori. L'Ufficio di Presidenza sarà nuovamente convocato a breve, affinché il Collegio dei questori possa conclusivamente riferire, al fine di assumere le conseguenti determinazioni.
In sede di Ufficio di Presidenza, è stata inoltre rilevata unanimemente l'esigenza che il Ministro dell'interno venga a riferire con urgenza alla Camera in ordine a quanto avvenuto fuori da palazzo Montecitorio nel pomeriggio di ieri e ad esprimere le sue valutazioni al riguardo.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Chiedo di parlare per fatto personale o sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Castiello, dovrei darle la parola al termine della seduta.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 1880 - D'iniziativa dei senatori: Gasparri ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Approvata dal Senato) (A.C. 3137-A) (ore 12,49).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Ricordo che nella seduta di ieri sono state respinte le questioni pregiudiziali e la questione sospensiva presentate ed hanno avuto inizio gli interventi sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 1.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 3137-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3137-A).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, ho apprezzato molto la lettura che lei ha appena fatto del lavoro svolto dall'Ufficio di Presidenza e delle conclusioni a cui esso è giunto (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Può darsi che abbia sentito male, ma ho sentito soltanto una deplorazione nei confronti...

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PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, tutti hanno inteso quanto ho detto: non si tratta null'altro che di una comunicazione.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, era un preambolo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Rinuncio al preambolo.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, si attenga alla ragione per cui ha chiesto la parola, cioè sull'ordine dei lavori.

FABIO EVANGELISTI. Sì, signor Presidente, sull'ordine dei lavori. Ho bisogno del preambolo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà): ciò che è successo ieri si è riproposto questa mattina. Abbiamo sentito le scuse, che tutti insieme abbiamo apprezzato, ad esempio, dell'onorevole Polledri. Altre scuse, però, non sono venute, e mi riferisco, in particolar modo, al Ministro della giustizia (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), né sono venute le scuse dal vicepresidente del gruppo del Popolo della Libertà, l'onorevole Osvaldo Napoli, a cui sono legato anche da amicizia, che è stato colui che ha provocato l'incidente nei confronti dell'onorevole Argentin. Vorrei che fosse chiaro che noi chiediamo che anche i filmati di questa mattina siano nuovamente visionati dal Collegio dei questori e dall'Ufficio di Presidenza.
Signor Presidente, in risposta all'onorevole Reguzzoni, vorrei dirle anche che noi non parliamo per perdere tempo, perché qui vi sono altri che sono costretti a perdere il loro tempo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà): vi sono undici ministri - se so ancora contare - costretti qui a perdere il loro tempo, a leggere il giornale, a «spippolare» con il cellulare, anziché essere al loro lavoro.
Vorrei dire inoltre all'onorevole Cicchitto che quando si crea un problema tra la piazza e il Parlamento, non c'è un corto circuito della democrazia, se mai c'è una esaltazione della democrazia e un discredito per le forze di Governo (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Le chiedo, signor Presidente, di rimandare al Collegio dei questori e all'Ufficio di Presidenza la visione degli incidenti che sono avvenuti questa mattina (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. La Presidenza avverte che non darà più la parola per interventi sull'ordine dei lavori di carattere incidentale, se non, come prescrive il Regolamento, al termine del punto all'ordine del giorno.

FURIO COLOMBO. Alfano non ha chiesto scusa!

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le chiedo, a norma dell'articolo 8, qual è la fattispecie e che cosa si intende per «in via incidentale», in modo che ciascuno di noi possa capire di che cosa stiamo parlando atteso, signor Presidente, che vorrei ricordare a lei, a me e a tutti quanti, a proposito di ostruzionismo, che tutti i tempi che noi stiamo impiegando sono computati all'interno del contingentamento, quindi nessuno di noi sta parlando togliendo tempo a nessuno, stiamo utilizzando quello che una norma, già penalizzante nei confronti dell'opposizione, consente. Adesso la restringiamo addirittura e, siccome qui spesso negli anni si è creato diritto in corso d'opera, magari con precedenti, vorrei sapere se stiamo creando la condizione per cui ci sono degli interventi sull'ordine dei lavori di carattere incidentale.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei ha una grande esperienza e anche una notevole padronanza del Regolamento. È evidente che se un collega chiede la parola sull'ordine dei lavori per proporre una sospensione dei medesimi o per atti che sono pertinenti all'ordine dei lavori, non si tratta di interventi incidentali. Se invece, come accaduto mille volte, si prende la Pag. 15parola per commentare episodi che sono accaduti, si tratta di una richiesta che, ai sensi del Regolamento, che lei ben conosce, la Presidenza accoglie al termine del punto all'ordine del giorno.

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, vorrei intervenire sull'ordine dei lavori per trenta secondi. Nella concitazione di questa mattina, nessuno ha evidenziato in Aula che ieri si è dimesso un sottosegretario, il sottosegretario per l'interno, responsabile tra l'altro del tema dell'immigrazione (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Finisco subito colleghi, non voglio fare perdere tempo. Chiedo che venga incardinata nella giornata di oggi o al massimo di domani una comunicazione del Ministro dell'interno in ordine alle destinazioni delle navi che partono da Lampedusa perché le dimissioni di Mantovano sono un fatto politico di primo piano (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, è veramente con profonda tristezza che prendo la parola sul tema per tutto ciò che è avvenuto e sta avvenendo; mi sia consentito, senza volere rinfocolare la polemica, che pure ci starebbe, ricordare una delle cose che ha detto ieri il Ministro La Russa. Egli si è rivolto all'Aula dicendo: voi non vi rendete conto di quello che sta avvenendo fuori. Io credo che non ci rendiamo conto di quello che sta avvenendo dentro quest'Aula; dell'indecenza di ciò che sta avvenendo dentro quest'Aula. Gli italiani devono vedere quello che sta avvenendo qui dentro, dove si replica la scena di un Ministro di questo Governo che aveva promesso una riforma costituzionale epocale della giustizia in un corpus unitario, aveva promesso che questa riforma non avrebbe visto schegge impazzite ad personam ed oggi siamo, per l'ennesima volta qui, a discutere solamente di una legge ad personam.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 12,55)

DAVID FAVIA. Oggi, in questi giorni, in queste ore, è di scena soltanto, unicamente, l'assassinio di un processo, il processo Mills, solo di questo ci stiamo oggi occupando, in un clima di grande scontro istituzionale, di scontro tra poteri dello Stato: l'Esecutivo contro la magistratura, la maggioranza, in maniera indecentemente anti istituzionale contro l'opposizione. L'inversione dell'ordine del giorno di ieri è stata una violenza nei confronti dell'opposizione della quale non c'era assolutamente bisogno.
Vi è una violenza della maggioranza che sta tentando di obbligare il potere legislativo - rappresentato da quest'Aula - a scontrarsi con il potere giudiziario.
Signor Presidente Fini (che se ne sta andando), ci dispiace dire che la decisione che lei ha preso, da arbitro - perché i voti erano assolutamente pari -, di deferire la decisione sul conflitto di attribuzione all'Aula, interrompendo così una prassi lunghissima, è un altro vulnus che continua a gettare benzina sul fuoco di questa situazione.
La proposta di legge in esame reca nel titolo le parole «misure contro la durata indeterminata dei processi», ma non vi sono rimedi contro la durata indeterminata dei processi. In primo luogo, come si fa a stabilire quale può essere la durata determinata di un processo? Certamente la soluzione dei due anni più due, di cui parlate voi, sono una misura alle volte improponibile per alcuni tipi di processi. Faccio presente che questa statuizione comporterà, come è codificato nella proposta di legge, un aggravio del bilancio dello Stato, a causa degli immensi risarcimenti che si dovranno pagare per l'eccessiva Pag. 16durata dei processi. La realtà vera è che i processi durano a lungo, perché la giustizia non è sufficientemente finanziata e non ha strumenti umani e finanziari per svolgere celermente il proprio lavoro.
Questa proposta di legge, per la quale abbiamo presentato moltissime proposte emendative, serve solo al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per uscire dal processo Mills, diciamocelo con chiarezza. Il prezzo di affossare contestualmente migliaia di processi per reati anche gravi viene pagato da questa maggioranza e da quest'Aula a cuor leggero. Questa è un'altra delle indecenze che avvengono in quest'Aula, dentro la quale l'Italia dovrebbe guardare, e non fuori, come diceva il ministro La Russa, dove vi sono solo dei cittadini per bene, indignati dalla schifezza che sta succedendo dentro quest'Aula.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 13,00)

DAVID FAVIA. Si tratta di una proposta di legge ad personam per un Presidente del Consiglio che, per mettere in campo mezzi di «distrazione» di massa - poi rubatigli dal Ministro La Russa - se ne è andato a Lampedusa a raccontare frottole, solo perché oggi, sui giornali, la notizia della sua andata, mediaticamente preparata e truccata - come tutta l'attività del Presidente del Consiglio - potesse coprire sui telegiornali e sui giornali lo schifo che sta succedendo dentro quest'Aula. Mi sia consentito, da ultimo, di fare una notazione tecnica. La prescrizione che viene abbreviata smisuratamente a favore dell'incensurato è sicuramente incostituzionale. Infatti, è già stata dichiarata incostituzionale, in quanto qualità personale.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, concludo. Anche l'incensuratezza è una qualità personale e, quindi, questa norma verrà dichiarata incostituzionale, perché è chiaro che l'incensurato è esattamente come il condannato in primo grado, secondo la Costituzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, credo davvero che sarebbe bene che questo Governo, in particolare il Ministro degli affari esteri e il Ministro della difesa, anziché dare, quest'ultimo, lo spettacolo che ha dato ieri sera, si occupassero e si preoccupassero di quello che sta avvenendo nel mondo, in particolare nei Paesi a sud del nostro mare magnum, il Mediterraneo.
Mi riferisco quindi a quanto sta avvenendo in Libia, ma che è accaduto in Tunisia, in Egitto e, in queste ore, in Siria e nello Yemen, al fatto, cioè, che il mondo arabo sta esplodendo.
Mentre succedono queste gravi cose nel mondo, delle quali dovrebbe occuparsi il nostro Governo, per il tramite del Presidente del Consiglio e del Ministro degli esteri, il nostro Paese viene escluso dai consessi internazionali perché non affidabile.
Questo Governo ha dato di sé un'immagine di totale inaffidabilità: il suo Presidente del Consiglio e il suo Ministro degli esteri non vengono invitati al confronto sulle scelte importanti che bisogna fare per risolvere problemi di questo mondo arabo che sta esplodendo. Noi abbiamo, invece, una piccola Italia che viene valutata tale in mezzo al mondo dagli altri Paesi occidentali. Vi occupate esclusivamente di come salvare il vostro Presidente del Consiglio non tenendo in alcun conto quello che sta avvenendo intorno a noi. Altri grandi Paesi occidentali - dalla vicina Francia, alla Germania, all'Inghilterra e agli Stati Uniti - si occupano di cose più importanti.
Signor Ministro Alfano, lei aveva annunciato una grande riforma costituzionale - definita da lei e dal suo Presidente del Consiglio «epocale» - del sistema giustizia di questo Paese. Per certi versi eravamo anche interessati a vedere che cosa conteneva questa proposta: peccato sia rimasta nella sua testa. Non ci è dato di conoscerla, perché vi siete accontentati di cose ben più importanti e urgenti, ma Pag. 17esclusivamente per voi o, meglio ancora, per il vostro dante causa e cioè per il vostro Presidente del Consiglio, che volete salvare a tutti costi anche rischiando di mettere nel cestino centinaia di migliaia di processi.
L'Italia, come dicevo, è esclusa dai consessi internazionali. Certo che è così! Come può fidarsi il consesso internazionale quando il nostro Presidente del Consiglio va in giro per l'Italia e per il mondo e si vanta di fare quel famoso gesto a tutti i suoi colleghi di altre nazioni oppure bacia le mani al colonnello Gheddafi, che oggi rappresenta quello che di peggio il mondo può offrire? Che cosa volete fare con questo provvedimento che taglia ancora i tempi rispetto alla prescrizione? Volete semplicemente salvare il Presidente del Consiglio da due processi che incombono. Il primo è il processo Mills che con la riduzione ulteriore dei tempi decadrà per prescrizione entro il 13 luglio di quest'anno, anziché entro il 13 gennaio 2012. Quindi, voi capite che se la giustizia è utilizzata per l'esclusivo scopo di una persona questo Paese non va sicuramente da nessuna parte.
Ma la stessa cosa si può dire dell'altro processo che incombe, quello relativo alla compravendita dei diritti televisivi. Avanti, quindi, tutta con l'impunità! Signor Ministro della giustizia, lei personalmente e il «tuttofare» avvocato del Presidente del Consiglio, Ghedini, avete richiamato un vostro collega di partito Vitali che aveva osato presentare una proposta di legge che era definita non condivisibile.

PRESIDENTE. Onorevole Cambursano, la prego di concludere.

RENATO CAMBURSANO. Voi l'avete fatta vostra! Avete violentato la Camera per poter avere un percorso più veloce, perché vi interessa esclusivamente l'interesse personale ed esclusivo del Presidente del Consiglio! Ve lo devo dire, ma non è una ripetizione sterile: un parlamentare, un Consiglio dei Ministri e un Ministro della giustizia dovrebbero vergognarsi di fronte a questi comportamenti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, sembrava tutto combinato: naturalmente la regia del Presidente del Consiglio in viaggio in visita ecumenica ed eucaristica a Lampedusa, lo sfoggio di ricchezza, l'acquisto della casa. « Ridipingeremo la casa a tutti i lampedusani. Non vi faremo più pagare le tasse.
Poi per farvi divertire apriremo anche un casinò» ha detto e così ha messo la ciliegina. È proprio una forzatura.
La violenza è cominciata ieri, con l'inversione dell'ordine del giorno, cosa che in quest'Aula è difficilmente o mai accaduta. Questa forzatura porta al disagio dell'Aula e della piazza. Ma poi in questa sede l'onorevole Cicchitto, il capogruppo del gruppo parlamentare Popolo della Libertà, si sfoga e dice che la piazza è direttamente legata a gruppi che qui sono rappresentati. Siamo orgogliosi di essere rappresentati da quella piazza e sicuramente la piazza reagisce di fronte alle provocazioni e dinanzi a un Ministro che è strafottente, che viene in Aula e insulta addirittura il Presidente della Camera.
Credo che siamo arrivati al limite della sopportazione. Credo che gli italiani sappiano che questo provvedimento è pennellato sulla figura di Berlusconi. Non è il primo né sarà l'ultimo. Su questo punto lei, Ministro Alfano, è stato in televisione e in una trasmissione ha detto a tutti gli italiani - e non erano parole buttate al vento - che così non doveva essere. Poteva essere credibile, Ministro, con tutto il suo impegno speso. Tuttavia, a questo punto è chiaro anche agli italiani che lei non sta facendo il Ministro della nostra Repubblica, ma sta facendo il Ministro per il Presidente del Consiglio.
Poi vi è l'amico Paniz, che con il suo emendamento ha addirittura messo in difficoltà tutti, da buon giurista e da bravo avvocato. Però, credo sia un po' spudorato, soprattutto per le dichiarazioni che poi sono seguite. Bisogna ammettere di fronte agli italiani quello che state facendo, bisogna ammettere che qui l'azione è volta Pag. 18a tutelare solo una persona, come questo emendamento che servirà a bloccare i processi in corso e così sarà data la libertà e l'impunità a delinquenti e a persone che probabilmente dovrebbero essere condannate e messe in galera. Questo è quanto.
Dunque, questo provvedimento è arrivato in Aula, malgrado le barricate dell'opposizione che ha votato contro questo provvedimento in Commissione, perché è considerato una misura solo ed esclusivamente «salva Premier». Vi ricordate le dichiarazioni di Berlusconi? Egli afferma che «sul delicato fronte della giustizia la maggioranza è determinata ad andare avanti senza indecisioni, non solo sulla riforma costituzionale ma anche su tutti i provvedimenti ordinari necessari a migliorare il funzionamento del sistema». Tuttavia, si era dimenticato di dire «funzionamento del sistema e dei miei problemi». A conferma di ciò abbiamo qui in quest'Aula il provvedimento sulla prescrizione breve per gli incensurati.
Vi sono molti altri problemi da risolvere in Italia. Vi è il problema del Mediterraneo, quello dell'economia e quello delle nostre imprese, che non riescono più ad andare avanti. Ma passa tutto in secondo piano. Prima risolviamo il problema del Presidente del Consiglio e poi, forse, tentiamo di affrontare tutto il resto. Ma il Paese sta andando alla deriva. Dal punto di vista della considerazione internazionale siamo fuori dalla porta e aspettiamo che qualcuno decida, per conto nostro, quello che succederà in Libia. Inoltre, non stiamo dicendo niente sulla Siria. Aspettiamo che qualcun altro decida e poi noi ci accoderemo. Ci accoderemo, come sempre. Purtroppo, questa è la politica adottata e messa in atto dal nostro Presidente del Consiglio.
Non ci sono più considerazione da fare. Spero che gli italiani abbiano seguito queste dinamiche violente che si sono susseguite ieri e oggi e che si rendano conto che sull'altare del salvataggio del Presidente del Consiglio si stanno giocando l'interesse e il destino di questo nostro Paese.

PRESIDENTE. Prima di procedere oltre salutiamo una delegazione di deputati della Commissione per gli affari europei dell'Assemblea Nazionale francese, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, intervengo con riluttanza e con grande disappunto perché credo e sono convinto, così come mi auguro la gran parte dei colleghi, che mi dovrei occupare di altro per mandato elettorale; sono altre le questioni ed i temi per i quali sono stato mandato in Parlamento, è un altro il ruolo che mi è stato consegnato, ossia quello di dare qualche risposta in termini positivi laddove il Governo non sia in grado di farlo e si appalesi inadeguato. Signor Presidente, indignarsi è giusto, ma è chiaro che oggi non basta più. L'indignazione certamente è un sentimento inesauribile che va sempre e comunque alimentato, ma, ora più che mai, bisogna agganciarlo - non lo dico soltanto ai colleghi dell'opposizione - ad un comune sentire, che cerca sostegno al di fuori di quest'Aula. Noi dobbiamo diventare non i testimoni, ma gli strumenti del cambiamento, in termini di qualità istituzionale e di qualità delle scelte, che sono indirizzate, non solo verso una persona, ma verso gli interessi generali e possono dare grandi opportunità all'intera collettività nazionale.
Ebbene, su queste considerazioni si agganciano anche le iniziative del gruppo dell'Italia dei Valori, nella consapevolezza della necessità di mettere in campo interventi di riforma finalizzati a rendere ragionevoli i tempi del processo. Per questo, il gruppo dell'Italia dei Valori ha proposto misure dirette ad evitare tutte le lungaggini processuali e dunque volte all'accelerazione e alla razionalizzazione del processo penale.
Il presupposto da cui si parte è dunque lo stesso perseguito dal testo in esame, cioè quello di rendere i processi più brevi; le modalità sono tuttavia diametralmente opposte. Vogliamo che i processi siano Pag. 19celebrati e arrivino alla conclusione in tempi ragionevoli, invece il testo che esaminiamo prescinde da ciò e prevede per alcuni la possibilità di usufruire di una sorta di prescrizione breve. Tutti gli emendamenti da noi presentati hanno il medesimo obiettivo, ossia quello di velocizzare il processo. Ricordo che noi siamo intervenuti con misure di diversa natura. Ne cito alcune per la qualità degli interventi: divieti di doppio incarico ai magistrati, attribuzioni di funzioni monocratiche ai giudici di prima nomina, introduzione del filtro in appello, sospensione della prescrizione a seguito di richieste o eccezioni presentate dalle parti, introduzione della motivazione breve delle sentenze in primo grado, secondo grado e Cassazione, previsione della non punibilità per la tenuità delle offese. Le nostre proposte indicano e tracciano un intervento di sistema, volto a razionalizzare il processo penale alla luce del principio della ragionevole durata del processo.
Il giusto processo significa che il processo deve fare giustizia e cioè che deve svolgersi in modo da favorire il perseguimento di una decisione giusta, ai sensi dell'articolo 24 della nostra Costituzione, con una decisione sul merito. Voglio anche ricordarvi di cosa parla l'articolo 24. Esso prevede testualmente: «Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari». I criteri guida sui quali si fondano le nostre proposte consistono pertanto - e chiudo - nella costante ricerca di un punto di equilibrio tra le garanzie dell'imputato e l'efficienza del processo.
Ebbene, noi lavoriamo in questo senso, cercando di mettere insieme il comune sentire della comunità nazionale e gli interessi reali del Paese, cercando di non allontanare sempre di più, come stanno facendo il Governo e la maggioranza, il Parlamento dagli interessi generali che sono in campo.
Mi auguro che vi sia un sussulto di orgoglio perché credo che, al di là di quello che è successo ieri e del comportamento stupefacente del Ministro della difesa, bisogna mettere in campo una ragionevolezza che a tutt'oggi questo Governo ha perso e che vorremmo rimettere in campo perché siamo convinti che solo dalle opposizioni, in particolare solo dal gruppo dell'Italia dei Valori, possa venire un percorso nuovo e diverso che possa far attuare un salto di qualità al Parlamento, alla comunità nazionale e soprattutto alle istituzioni, che noi presidiamo con grande forza e coraggio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, oggi discutiamo di processo breve e di giustizia, ma si legge economia, sviluppo, crescita del Paese perché, signor Ministro della giustizia, voglio solo sottolineare l'importanza del suo ruolo e della sua attività nell'impianto del sistema Italia. Questo non ve lo dice Barbato o l'Italia dei Valori, ma ce lo dicono i mezzi di analisi economica internazionale, com'è avvenuto una decina di giorni fa quando l'Index of economy freedom, il rapporto elaborato da una think tank statunitense, ha misurato, valutato e svolto un'analisi sull'economia di 183 Paesi ed ha, ahimè, ancora volta declassato l'Italia portandola dal settantaquattresimo all'ottantasettesimo posto. Quali sono stati i parametri utilizzati per determinare questa classifica? Su questo voglio sottolineare e portare la vostra attenzione, non c'è propaganda che tenga perché ormai in un sistema globalizzato è a livello internazionale che ci fanno le pagelle, ci giudicano e ci valutano.
Quando in Italia si dice che c'è un sistema fiscale che non funziona, per cui non c'è libertà economica, non c'è libertà finanziaria, non c'è libertà di commercio e non c'è libertà e tutela dei diritti, questo è il punto, signor Ministro della giustizia. Pag. 20In Italia non riusciamo a garantire i diritti sia in sede civile che in sede penale, perché un'impresa che deve recuperare un credito ci impiega dodici anni per poterlo ottenere, una controversia di lavoro dura anni e anni, per non parlare poi in sede penale dove non c'è il riconoscimento delle vittime e la difesa delle ragioni dei cittadini.
Questi elementi concorrono a rendere il nostro Paese inaffidabile dal punto di vista economico. Ecco perché quando vedo il Ministro della giustizia guardo l'economia, vedo in lei gli euro che camminano, signor Ministro, lei è troppo importante con il suo settore per mettere in piedi il sistema Italia, per far camminare l'azienda Italia, perché nei momenti di attenzione dell'economia internazionale vale moltissimo questo senso di verificare la capacità di funzionamento del sistema giustizia che è fortemente prodromico per ogni attività economica, per accompagnare le attività economiche e quindi per creare la crescita.
Per questa ragione, signor Ministro, su questo provvedimento vi diciamo che state facendo un errore fortissimo, sa perché sta facendo un errore? Perché ho l'impressione che con questo provvedimento, come avete fatto con altre iniziative - i bonus per il bebé e la famiglia - ho l'impressione che stiate mettendo in campo un ulteriore bonus per l'avviamento ad attività criminali, perché chi non è pregiudicato ha degli sconti, allora per quale ragione mettete in campo dei bonus per chi vuole fare il criminale, anziché punirlo maggiormente e dar certezza della pena? Così non si dà sicurezza agli italiani, e sono deluso soprattutto dalla Lega Nord Padania che parlava di cittadini padroni in casa propria. Si garantisce e si offre la sicurezza ai cittadini se ogni cittadino che subisce un furto a casa, una rapina, uno scippo vede condannato chi gli ha creato questo danno, chi fa questa roba.
Invece voi no, gli mettete in campo i bonus: il bonus per l'avviamento ad essere criminali, come se si stesse aprendo un negozio per il quale date il bonus di avviamento, perché favorite chi non ha precedenti. Che significa questo? Chi compie un crimine, compie un crimine, punto: e va punito. Specialmente nel nostro Paese, dove la delinquenza, sia quella organizzata sia quella comune, è così diffusa, bisogna dare un segnale completamente opposto. Invece voi date il bonus per l'avviamento a delinquere.
Signor Ministro, concludo dicendole che venerdì scorso presso il tribunale di Nola ho partecipato ad una conferenza di servizi organizzata dagli uffici giudiziari e dall'ordine degli avvocati. Quella di Nola è una delle più grosse giurisdizioni, abbraccia mezzo milione di abitanti e dice di essere alla paralisi. Mi chiedevano, e lo chiedo a lei signor Ministro della giustizia, di fare il suo lavoro, di incontrarla per porle le questioni che servano realmente alla giustizia. Non c'è bisogno di riforme. A quella riunione mi dicevano che dal 1998 non si fanno concorsi per cancellieri, che mancano gli amministrativi, per cui anche se vogliono moltiplicare le udienze, farne di più e accelerare non è possibile.
Le posso chiedere, signor Ministro, di fare il suo lavoro, cominciando a portarla ad un tavolo su cui si cominci a parlare di Nola come di tutte le altre procure e degli uffici giudiziari, che hanno bisogno di mezzi, di uomini, di strumentazione, di personale amministrativo, di cancellieri? È così che si fa funzionare la giustizia, non facendo la guerra ai magistrati, non facendo la guerra a quello che è il vero presidio della legalità. Allora, signor Ministro, e concludo, noi dell'Italia dei Valori vi suggeriamo in modo sempre propositivo e costruttivo cosa fare e vi diciamo che, così come vi muovete, il bonus per l'avviamento a delinquere non va bene. Mi farà molto piacere invece se avrò dal Ministro delle risposte operative per il settore che egli guida.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Aniello Formisano. Ne ha facoltà.

ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, signor Ministro, noi arriviamo a questa discussione dopo che abbondantemente Pag. 21sui mass media se ne era discusso nelle settimane precedenti, dopo che c'era stato un primo esame di quella che era la cosiddetta riforma epocale e mi piace qui citare cosa si diceva su alcuni quotidiani il 4 marzo, cioè due o tre settimane fa. Giustizia: deputato del Popolo della Libertà lancia la prescrizione breve, Ghedini la boccia; occhiello: chiederemo all'onorevole Vitali di ritirare quella parte di disegno di legge che potrebbe offrire strumentali polemiche. Il testo era questo, una proposta inaccettabile anche per il suo partito, la proposta depositata dall'onorevole Vitali è di sua esclusiva iniziativa e non concordata con la Consulta giustizia del Popolo della Libertà. Chiederemo all'onorevole Vitali di ritirare immediatamente quella parte di disegno di legge che potrebbe offrire strumentali polemiche, in particolare per ciò che riguarda la prescrizione. Una nota dell'avvocato del Premier, Niccolò Ghedini, affossa definitivamente una proposta che aveva fatto discutere furiosamente per alcune ore maggioranza e opposizione e tenuto fuori il Presidente Berlusconi che, alla richiesta sulla possibilità che la proposta sia condivisa dal Governo, è caduto dalle nuvole. Non ne so nulla, ha detto il Premier lasciando Palazzo Grazioli. Mi dovete credere, non ne so nulla.
Questo era il clima con il quale avevate pensato di far discutere il Parlamento di una riforma da voi definita epocale, una riforma che dicevate ci veniva chiesta dall'Unione europea, una riforma che dicevate doveva fare in modo che i cittadini fossero più solertemente difesi dinanzi alla giustizia amministrata dalla Repubblica italiana. Evidentemente, a distanza di qualche settimana deve essere prevalso l'orientamento dell'onorevole Vitali e deve essere stato sonoramente smentito quello che l'onorevole Ghedini diceva all'epoca. Evidentemente - ha ragione il mio collega che mi ha preceduto - eravate alla ricerca di un bonus. La riforma epocale che avevate tanto strombazzato sui mass media altro non finiva con l'essere che un bonus, non dico a delinquere, ma per assolvere chi aveva commesso nella sua vita una serie di comportamenti che erano all'esame della magistratura.
E dire che eravate riusciti anche, per certi aspetti, non certo con l'Italia dei Valori, ma con una parte dell'opposizione, a costruire un clima di confronto, quasi come se nel merito si potesse migliorare un provvedimento che, in realtà, si è dimostrato per quel che è: un provvedimento che serve unicamente ed esclusivamente al Premier, un provvedimento che è un ulteriore bonus rispetto ai tanti che questo Parlamento ha già dato sulle vicende giudiziarie del Premier, un provvedimento che finirà con l'essere, e sarà, purtroppo, un'ulteriore legge ad personam.
È un provvedimento sul quale si impantanerà per alcuni giorni il Parlamento, che, quindi, non potrà discutere di quelle che sono le vere questioni che gli italiani si attenderebbero risolte da questo Parlamento. Penso alla disoccupazione, alle difficoltà del Mezzogiorno verso il nord, ai tagli alla cultura, penso a tutto quello che di importante e serio potremmo discutere e che non discuteremo perché non avete avuto il coraggio di impedire, così come dicevate di voler fare, all'onorevole Vitali di portare avanti in questa discussione un elemento di turbativa che, purtroppo, ci fa discutere di altro, di una legge ad personam, della solita ed ennesima legge ad personam.
Però - concludo, signor Presidente - credo che gli italiani abbiano capito cosa si faccia in questo Parlamento e credo anche che si sia arrivati al punto finale del ventennio. Ormai siamo continuamente abituati, come italiani, ad avere qualcosa che turba la vita democratica. Lo abbiamo già visto e credo che, di qui a qualche mese o a qualche anno, sarà scaduto anche il ventennio di questa ulteriore turbativa della nostra vita democratica.
Siamo dalla parte di coloro che già da adesso pensano che bisogna dedicarsi alla costruzione di qualcosa di buono che verrà dopo il vostro ventennio. Auguri, andate avanti su questa strada. Sappiate, però, che state sfregiando - spero di Pag. 22essere smentito - le istituzioni democratiche che tanto lustro hanno dato finora al nostro Paese.

PRESIDENTE. Sospendo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle 15.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a uno strumento del sindacato ispettivo (ore 13,30).

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Castiello, che aveva chiesto di parlare per fatto personale. Constato l'assenza dell'onorevole Osvaldo Napoli, che aveva chiesto di parlare.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Patarino. Ne ha facoltà.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, martedì sera, a conclusione dei lavori dell'Aula, chiesi ed ottenni la parola sull'ordine dei lavori per segnalare alla Presidenza della Camera e, per suo tramite, alla Presidenza del Consiglio e al Governo tutto la delicata situazione in cui era venuta a trovarsi la città di Manduria, in provincia di Taranto, improvvisamente. Mi riferivo alla situazione degli immigrati, che l'amministrazione comunale non riusciva a gestire a causa dell'improvvisazione da parte del Governo.
In quella circostanza parlai di immigrati che tentavano di scappare e, in molti casi, riuscivano a farlo. Parlai anche di cittadini di Manduria e della vicina Oria che si organizzavano in ronde e parlai di timori diffusi nella cittadina per atti di violenza e per l'irruzione improvvisa di tanta gente, che scappava senza sapere dove andare. Mi preoccupai anche di quello che poteva accadere agli immigrati a causa delle squadre che, qualche volta, potevano perdere il controllo.
Si parlava di mille cittadini che erano arrivati. Vi era stato un consiglio comunale monotematico, a cui aveva partecipato l'onorevole sottosegretario Mantovano, il quale dichiarò che si meravigliava egli stesso di tanta gente, che non si sarebbe aspettato tanta gente. Egli parlò anche di una sorta di disorganizzazione nel ricevere questi immigrati; garantì, però, che essi non avrebbero raggiunto un numero superiore a 1.500 cittadini, tra immigrati e profughi.
La realtà, invece, che è venuta sotto i nostri occhi è di gran lunga diversa, al punto tale che ieri il sottosegretario Mantovano ha rassegnato le dimissioni. Ha rassegnato le dimissioni anche il sindaco di quel comune, dichiarando la propria incapacità di gestire una situazione così difficile e delicata. Se il sottosegretario ha rassegnato le dimissioni lo ha fatto, ovviamente, per protestare contro un Governo che, probabilmente, non aveva concordato con lui, che pure è autorevole esponente del Ministero dell'interno, una strategia comune da adottare.
Appare oggi evidente, perché si parla di navi che stanno arrivando, che il numero crescerà a dismisura. Allora, io mi chiedo: se non era possibile, ieri era difficile per l'amministrazione, lo stesso sottosegretario aveva dichiarato quelle difficoltà, gestire mille persone, come sarà possibile gestirne molte, ma molte, ma molte di più?
Allora, credo sia necessario che il Ministro dell'interno venga in Aula a spiegare intanto quanti saranno i cittadini che saranno sistemati a Manduria, in secondo luogo ci verrà a dire anche se altre regioni avranno anche il compito di prendersi la responsabilità di ospitare altri, e quanti, immigrati secondo quota e, se possibile, credo sia necessario che gli italiani sappiano, non soltanto i cittadini di Manduria e di Lampedusa, cioè non soltanto cittadini pugliesi e siciliani, ma tutta l'Italia deve sapere qual è il piano che è stato predisposto dal Ministero dell'interno per far fronte a questo esodo, che non ha precedenti nella storia italiana.

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, intervengo per sollecitare una risposta all'interrogazione Pag. 234-11439 dal Ministero dell'economia e delle finanze, perché il 25 marzo scorso il Comitato di sicurezza finanziaria del Ministero dell'economia e delle finanze, in una comunicazione agli operatori ha escluso il congelamento dei beni della Tamoil Italia Spa.
In questa nostra interrogazione noi documentiamo come la Tamoil Italia Spa è posseduta al 100 per cento, è una società della Tamoil Nederland. Sarebbe bastata una visura camerale, che con 2,50 euro poteva essere fatta presso la Camera di commercio di Rotterdam per vedere che la Tamoil Nederland, proprietaria della Tamoil Italia Spa, è a sua volta di proprietà di tre società libiche che le autorità dell'Unione europea e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno dichiarato essere controllate da Gheddafi e famiglia e che sono potenziale fonte di finanziamento del suo regime.
La prego quindi, signor Presidente, di sollecitare il Ministero dell'economia e delle finanze perché riveda, attraverso il suo comitato di sicurezza finanziaria, la decisione di non congelare i beni della Tamoil Italia Spa. Questo è un fatto gravissimo, che mette anche in luce come la politica di congelamento dei beni del regime libico poi, alla prova dei fatti, non trova riscontri concreti. Davvero, sarebbe bastato pochissimo al comitato di sicurezza finanziaria per appurare che la Tamoil Italia Spa non è una società come le altre, ma è una società che indirettamente fa parte di quelle società delle quali si sarebbero dovuti congelare i beni.
Naturalmente, non possiamo aspettare giorni perché il comitato di sicurezza finanziaria riveda le proprie decisioni, per cui provvederemo ad inoltrare l'interrogazione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e soprattutto al Consiglio dell'Unione europea perché prenda provvedimenti nei confronti della Repubblica italiana per non avere, per incapacità, provveduto a dare seguito alle decisioni dell'Unione europea (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Constato l'assenza del deputato Raisi, che aveva chiesto di parlare. S'intende che vi abbia rinunziato.

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, la mia è un'amara considerazione personale. Stamattina in apertura di seduta - forse lei era presente - ho chiesto la parola. Il Presidente della Camera non mi ha lasciato neanche terminare la prima frase e mi ha tolto la parola. Io volevo semplicemente fare delle eccezioni sul processo verbale, che era stato appena letto. Un attimo dopo ha concesso la parola al collega Evangelisti e ad altri, che hanno detto più o meno - magari con contenuti diversi e anche forse opposti - le stesse cose che avrei voluto dire io, che erano scritte e che erano prettamente legate al processo verbale.
Io non ho voluto continuare nella discussione, anche perché non vi era il clima, però mi permetto di far osservare che, secondo me, nei miei confronti da parte del Presidente della Camera non vi sia stata questa mattina correttezza. Vorrei che ciò rimanesse nel verbale di questa seduta.

Modifiche nella composizione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi (ore 13,37).

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi il senatore Achille Totaro, in sostituzione del senatore Maurizio Gasparri, dimissionario.
Comunico che il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi i senatori Roberto Mura e Mario Pittoni, Pag. 24in sostituzione, rispettivamente, dei senatori Federico Bricolo e Rosa Angela Mauro, dimissionari.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,38).

SANDRA ZAMPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, mi dispiace, perché avrei voluto che la Ministra Prestigiacomo ascoltasse, sia perché confido sulla sensibilità femminile sia perché confido che il fatto che è siciliana possa aiutare. È già, infatti, la seconda volta che prendo la parola in quest'Aula per denunciare la gravità estrema della situazione che riguarda i minori stranieri non accompagnati coinvolti negli sbarchi.
Ieri sera ho parlato con il responsabile dell'organizzazione che si occupa di loro, Save the children: risulta che continuano a non essere identificati. Non identificare un minore - mi rivolgo a lei, signor Presidente, e la prego di sollecitare il Governo - significa renderlo invisibile. Si espongono questi minori a un rischio enorme: sono 350 e più, e continuano a essere in condizioni di grandissima precarietà fisica e, a questo punto, anche psicologica, perché si sentono abbandonati a se stessi, e stanno passando i giorni.
Ma soprattutto il rischio è che se un minore scompare è un invisibile. Non averli identificati con l'attribuzione dell'età e non portarli via da lì significa veramente fare una cosa gravissima, e c'è anche una violazione dei diritti internazionali. Ricordo a lei - e spero che qualcuno lo faccia presente al Governo, perché sennò condurremo un'azione in sede legale - che si sta violando la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia. È una violazione che continua a perpetuarsi: passano i giorni e non cambia niente.
A questo punto, se non cambia niente, io e le mie colleghe ci metteremo a promuovere un'azione, di qualunque genere, ma è necessario che il Governo faccia qualcosa. Non si può aspettare più di così! I minori non possono andare «fora di ball»!

PRESIDENTE. Onorevole Zampa, la ringrazio per l'intervento e le chiedo scusa per non averle concesso prima la parola, ma il suo nome non era nell'elenco, c'è stato un disguido. Naturalmente il suo intervento rimane agli atti e c'è anche la possibilità - ed è un suggerimento personale - attraverso anche gli strumenti di sindacato ispettivo di fare emergere in maniera anche più forte la questione, ed è anche un invito e un interesse della Presidenza a farlo. La ringrazio.

ARTURO IANNACCONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, se sono terminati i lavori sul provvedimento, le vorrei fare, a nome del gruppo Iniziativa Responsabile, una richiesta. Alla luce della nuova articolazione della maggioranza e dell'opposizione, è evidente che la collocazione in questa parte dell'emiciclo non è più né razionale né plausibile, né la ritengo sopportabile da parte nostra. Quindi la invito a porre la questione nell'Ufficio di Presidenza e a rivalutare la collocazione dei deputati del nostro gruppo, perché come lei vede noi siamo distinti in due parti e soprattutto siamo separati rispetto al resto della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. La sua richiesta verrà sicuramente fatta presente al Presidente della Camera e ai deputati questori per i provvedimenti consequenziali.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di aprile 2011 e programma dei lavori (maggio-giugno 2011) (ore 13.45).

Testo sostituito con l'errata corrige del 04 APRILE 2011 PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti Pag. 25di gruppo di ieri è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di aprile 2011:
Lunedì 4 aprile (pomeridiana)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3921-B - Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, conseguenti alle nuove regole adottate dall'Unione europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato).

Martedì 5 (pomeridiana, con votazioni a partire dalle ore 15, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 6 e giovedì 7 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 8 aprile) (con votazioni)

Deliberazione in ordine ad una richiesta di elevazione di un conflitto di attribuzione nei confronti dell'autorità giudiziaria (Procura della Repubblica e giudice per le indagini preliminari di Milano).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 54 - Sostegno e valorizzazione dei piccoli comuni.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 4059 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2010 (Approvato dal Senato).

Seguito dell'esame del doc. LXXXVII, n. 3 - Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2009.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3921-B - Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, conseguenti alle nuove regole adottate dall'Unione europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato).

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 11 aprile (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
n. 4215 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 febbraio 2011, n. 5, recante disposizioni per la festa nazionale del 17 marzo 2011 (Approvato dal Senato - scadenza: 24 aprile 2011);
n. 4027 - Ratifica ed esecuzione dello Scambio di lettere tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) per la concessione di un immobile in Roma come sede per la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM);
n. 4024 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Albania, aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957 ed alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, ed inteso a facilitarne l'applicazione;
n. 4040 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale e scientifica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Panama.

Discussione del Doc. XXIII, n. 6 - Relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lazio approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.


Pag. 26

Discussione sulle linee generali delle mozioni:
concernente la situazione carceraria italiana (in corso di presentazione);

Pescante ed altri n. 1-00567 concernente iniziative per la tutela e la promozione della lingua italiana nelle istituzioni dell'Unione europea.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3261 ed abbinate - Disposizioni concernenti la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche devoluta alla diretta gestione statale.

Martedì 12 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 13 e giovedì 14 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 15 aprile) (con votazioni)

Seguito dell'esame dei disegni di legge:
n. 4215 - conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 febbraio 2011, n. 5, recante disposizioni per la festa nazionale del 17 marzo 2011 (Approvato dal Senato - scadenza: 24 aprile 2011);
n. 4027 - Ratifica ed esecuzione dello Scambio di lettere tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) per la concessione di un immobile in Roma come sede per la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM);
n. 4024 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Albania, aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957 ed alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, ed inteso a facilitarne l'applicazione;
n. 4040 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale e scientifica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Panama.

Seguito dell'esame del Doc. XXIII, n. 6 - Relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lazio approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.

Seguito dell'esame delle mozioni:
concernente la situazione carceraria italiana (in corso di presentazione);
Pescante ed altri n. 1-00567 concernente iniziative per la tutela e la promozione della lingua italiana nelle istituzioni dell'Unione europea.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3261 ed abbinate - Disposizioni concernenti la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche devoluta alla diretta gestione statale

Nel corso della settimana avrà luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 18 aprile (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 4219 - Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2011, n. 26, recante misure urgenti per garantire l'ordinato svolgimento delle assemblee societarie annuali (da inviare al Senato - scadenza: 25 maggio 2011).

Discussione sulle linee generali delle mozioni:
Di Pietro ed altri n. 1-00391 concernente iniziative per garantire la trasparenza delle informazioni relative all'aiuto pubblico allo sviluppo; Pag. 27
Reguzzoni ed altri n. 1-00609 concernente iniziative per l'incremento dei controlli relativi alle pensioni di invalidità.

Martedì 19 (pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna) e mercoledì 20 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di giovedì 21 aprile) (con votazioni)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 4219 - Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2011, n. 26, recante misure urgenti per garantire l'ordinato svolgimento delle assemblee societarie annuali (da inviare al Senato - scadenza: 25 maggio 2011).

Seguito dell'esame delle mozioni:
Di Pietro ed altri n. 1-00391 concernente iniziative per garantire la trasparenza delle informazioni relative all'aiuto pubblico allo sviluppo;
Reguzzoni ed altri n. 1-00609 concernente iniziative per l'incremento dei controlli relativi alle pensioni di invalidità.

Nel corso della settimana avrà luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Mercoledì 27 aprile (antimeridiana)

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge n. 4220 - Conversione in legge del decreto legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (da inviare al Senato - scadenza: 27 maggio 2011);
proposta di legge n. 1439 ed abbinate - Norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale;
proposta di legge n. 583 ed abbinate - Riqualificazione e recupero dei centri storici.

Mercoledì 27 (pomeridiana, e comunque al termine della discussione generale) e giovedì 28 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 29 aprile) (con votazioni)

Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 4220 - Conversione in legge del decreto legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (da inviare al Senato - scadenza: 27 maggio 2011);
proposta di legge n. 1439 ed abbinate - Norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale;
proposta di legge n. 583 ed abbinate - Riqualificazione e recupero dei centri storici;
proposta di legge n. 2350 ed abbinate - Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento (Approvata dal Senato) (previa votazione delle questioni pregiudiziali e della questione sospensiva presentate).

Nel corso della settimana avrà luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (antimeridiana); lo svolgimento di interpellanze urgenti il giovedì o il venerdì, secondo l'andamento dei lavori.

Pag. 28

Il Presidente si riserva altresì di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempia per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al Resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per la discussione della mozione sulla situazione carceraria italiana sarà pubblicata a seguito della sua presentazione.

Per quanto riguarda la discussione delle proposte di legge nn. 1439 ed abbinate e 583 ed abbinate, l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base dei testi che verranno licenziati dalle Commissioni.

Nel corso del mese di aprile sarà convocato il Parlamento in seduta comune per procedere alla votazione per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale.

È stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, terzo periodo, del Regolamento, il programma dei lavori per i mesi di maggio e giugno 2011:

Maggio

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 607-A/R ed abbinata - Incentivi per favorire, nelle regioni dell'arco alpino, il reclutamento di militari volontari nei reparti delle truppe alpine.

Esame della mozione Oliverio ed altri n. 1-00589 concernente iniziative in relazione alle proposte della Commissione europea sul cosiddetto «pacchetto latte».

Esame delle proposte di legge:
n. 2519 ed abbinati - Riconoscimento figli naturali;
n. 3811 ed abbinate - Disposizioni per la ricostruzione, il recupero e lo sviluppo economico-sociale dei territori abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile 2009.

Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 1990-A/R ed abbinate - Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120, 132 e 133 della Costituzione, in materia di soppressione delle province.

Esame della proposta di legge n. 1952 - Sistema casa qualità. Disposizioni concernenti la valutazione e la certificazione della qualità dell'edilizia residenziale.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 103-A/R ed abbinate - Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.

Esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 1741 - Delega al Governo per il riordino della legislazione in materia di gestione delle crisi aziendali;
proposta di legge n. 3865 - Disposizioni per il governo delle risorse idriche e la gestione del servizio idrico integrato (ove concluso dalla Commissione).

Giugno

Esame della mozione Gnecchi ed altri n. 1-00583 concernente iniziative in materia di pensioni.

Esame della proposta di legge n. 3081 ed abbinata - Disposizioni concernenti il trasferimento delle partecipazioni al capitale della società ANAS Spa alle regioni e la sua riorganizzazione in senso federalista, regionale e provinciale.

Esame del disegno di legge costituzionale n. 4144 - Modifiche agli articoli 41, 97 e 118, comma quarto, della Costituzione (ove concluso dalla Commissione).

Pag. 29

Esame dei progetti di legge:
proposta di legge n. 3403 - Disposizioni in favore dei familiari delle vittime e in favore dei superstiti del disastro ferroviario della Val Venosta/Vinschgau;
disegno di legge n. 2451 (Approvato dal Senato) ed abbinate - Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi.

Nel corso del programma potranno essere inseriti ulteriori disegni di legge di conversione, ove presentati dal Governo alla Camera o trasmessi dal Senato, nonché l'esame del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2010 e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per il 2011.

Nell'ambito del programma potranno essere altresì inseriti i seguenti disegni di legge, attualmente all'esame del Senato, in relazione ai tempi di trasmissione:
S. 2646 - Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato);
S. 2259 - Individuazione delle funzioni fondamentali di Province e Comuni, semplificazione dell'ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative, Carta delle autonomie locali. Riordino di enti ed organismi decentrati (collegato) (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato);
S. 2243 - Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione (collegato) (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato);
S. 1675 - Disposizioni in materia di violenza sessuale (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato);
S. 2494 - Nuove disposizioni in materia di sicurezza pubblica (ove trasmesso dal Senato);
S. 1440 - Disposizioni in materia di procedimento penale, ordinamento giudiziario ed equa riparazione in caso di violazione del termine ragionevole del processo. Delega al Governo per il riordino della disciplina delle comunicazioni e notificazioni nel procedimento penale, per l'attribuzione della competenza in materia di misure cautelari al tribunale in composizione collegiale, per la sospensione del processo in assenza dell'imputato, per la digitalizzazione dell'Amministrazione della giustizia, nonché per la elezione dei vice procuratori onorari presso il giudice di pace (ove trasmesso dal Senato);
S. 2631 - Istituzione dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato);
n. 2472 - Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani (ove trasmesso dal Senato);
n. 2403 - Riforma della legislazione in materia portuale (ove trasmesso dal Senato).

Nell'ambito del programma è inoltre previsto lo svolgimento di atti del sindacato ispettivo e potrà aver luogo l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Sospendo la seduta.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti Pag. 25di gruppo di ieri è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di aprile 2011:

Lunedì 4 aprile (pomeridiana)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3921-B - Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, conseguenti alle nuove regole adottate dall'Unione europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato).

Martedì 5 (pomeridiana, con votazioni a partire dalle ore 15, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 6 e giovedì 7 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 8 aprile) (con votazioni)

Deliberazione in ordine ad una richiesta di elevazione di un conflitto di attribuzione nei confronti dell'autorità giudiziaria (Procura della Repubblica e giudice per le indagini preliminari di Milano).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 54 - Sostegno e valorizzazione dei piccoli comuni.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 4059 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2010 (Approvato dal Senato).

Seguito dell'esame del doc. LXXXVII, n. 3 - Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2009.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3921-B - Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, conseguenti alle nuove regole adottate dall'Unione europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato).

Nella settimana avrà altresì luogo il seguito dell'esame degli altri argomenti previsti nell'ultima settimana di marzo e non conclusi.

Lunedì 11 aprile (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
n. 4215 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 febbraio 2011, n. 5, recante disposizioni per la festa nazionale del 17 marzo 2011 (Approvato dal Senato - scadenza: 24 aprile 2011);
n. 4027 - Ratifica ed esecuzione dello Scambio di lettere tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) per la concessione di un immobile in Roma come sede per la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM);
n. 4024 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Albania, aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957 ed alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, ed inteso a facilitarne l'applicazione;
n. 4040 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale e scientifica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Panama.

Discussione del Doc. XXIII, n. 6 - Relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lazio approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.

Discussione sulle linee generali delle mozioni:
concernente la situazione carceraria italiana (in corso di presentazione);

Pescante ed altri n. 1-00567 concernente iniziative per la tutela e la promozione della lingua italiana nelle istituzioni dell'Unione europea.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3261 ed abbinate - Disposizioni concernenti la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche devoluta alla diretta gestione statale.

Martedì 12 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 13 e giovedì 14 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 15 aprile) (con votazioni)

Seguito dell'esame dei disegni di legge:
n. 4215 - conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 febbraio 2011, n. 5, recante disposizioni per la festa nazionale del 17 marzo 2011 (Approvato dal Senato - scadenza: 24 aprile 2011);
n. 4027 - Ratifica ed esecuzione dello Scambio di lettere tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) per la concessione di un immobile in Roma come sede per la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM);
n. 4024 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Albania, aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957 ed alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, ed inteso a facilitarne l'applicazione;
n. 4040 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale e scientifica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Panama.

Seguito dell'esame del Doc. XXIII, n. 6 - Relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lazio approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.

Seguito dell'esame delle mozioni:
concernente la situazione carceraria italiana (in corso di presentazione);
Pescante ed altri n. 1-00567 concernente iniziative per la tutela e la promozione della lingua italiana nelle istituzioni dell'Unione europea.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3261 ed abbinate - Disposizioni concernenti la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche devoluta alla diretta gestione statale

Nel corso della settimana avrà luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 18 aprile (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 4219 - Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2011, n. 26, recante misure urgenti per garantire l'ordinato svolgimento delle assemblee societarie annuali (da inviare al Senato - scadenza: 25 maggio 2011).

Discussione sulle linee generali delle mozioni:
Di Pietro ed altri n. 1-00391 concernente iniziative per garantire la trasparenza delle informazioni relative all'aiuto pubblico allo sviluppo; Pag. 27
Reguzzoni ed altri n. 1-00609 concernente iniziative per l'incremento dei controlli relativi alle pensioni di invalidità.

Martedì 19 (pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna) e mercoledì 20 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di giovedì 21 aprile) (con votazioni)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 4219 - Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2011, n. 26, recante misure urgenti per garantire l'ordinato svolgimento delle assemblee societarie annuali (da inviare al Senato - scadenza: 25 maggio 2011).

Seguito dell'esame delle mozioni:
Di Pietro ed altri n. 1-00391 concernente iniziative per garantire la trasparenza delle informazioni relative all'aiuto pubblico allo sviluppo;
Reguzzoni ed altri n. 1-00609 concernente iniziative per l'incremento dei controlli relativi alle pensioni di invalidità.

Nel corso della settimana avrà luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Mercoledì 27 aprile (antimeridiana)

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge n. 4220 - Conversione in legge del decreto legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (da inviare al Senato - scadenza: 27 maggio 2011);
proposta di legge n. 1439 ed abbinate - Norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale;
proposta di legge n. 583 ed abbinate - Riqualificazione e recupero dei centri storici.

Mercoledì 27 (pomeridiana, e comunque al termine della discussione generale) e giovedì 28 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 29 aprile) (con votazioni)

Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 4220 - Conversione in legge del decreto legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (da inviare al Senato - scadenza: 27 maggio 2011);
proposta di legge n. 1439 ed abbinate - Norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale;
proposta di legge n. 583 ed abbinate - Riqualificazione e recupero dei centri storici;
proposta di legge n. 2350 ed abbinate - Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento (Approvata dal Senato) (previa votazione delle questioni pregiudiziali e della questione sospensiva presentate).

Nel corso della settimana avrà luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (antimeridiana); lo svolgimento di interpellanze urgenti il giovedì o il venerdì, secondo l'andamento dei lavori.

Il Presidente si riserva altresì di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempia per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al Resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per la discussione della mozione sulla situazione carceraria italiana sarà pubblicata a seguito della sua presentazione.

Per quanto riguarda la discussione delle proposte di legge nn. 1439 ed abbinate e 583 ed abbinate, l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base dei testi che verranno licenziati dalle Commissioni.

Nel corso del mese di aprile sarà convocato il Parlamento in seduta comune per procedere alla votazione per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale.

È stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, terzo periodo, del Regolamento, il programma dei lavori per i mesi di maggio e giugno 2011:

Maggio

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 607-A/R ed abbinata - Incentivi per favorire, nelle regioni dell'arco alpino, il reclutamento di militari volontari nei reparti delle truppe alpine.

Esame della mozione Oliverio ed altri n. 1-00589 concernente iniziative in relazione alle proposte della Commissione europea sul cosiddetto «pacchetto latte».

Esame delle proposte di legge:
n. 2519 ed abbinati - Riconoscimento figli naturali;
n. 3811 ed abbinate - Disposizioni per la ricostruzione, il recupero e lo sviluppo economico-sociale dei territori abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile 2009.

Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 1990-A/R ed abbinate - Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120, 132 e 133 della Costituzione, in materia di soppressione delle province.

Esame della proposta di legge n. 1952 - Sistema casa qualità. Disposizioni concernenti la valutazione e la certificazione della qualità dell'edilizia residenziale.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 103-A/R ed abbinate - Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.

Esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 1741 - Delega al Governo per il riordino della legislazione in materia di gestione delle crisi aziendali;
proposta di legge n. 3865 - Disposizioni per il governo delle risorse idriche e la gestione del servizio idrico integrato (ove concluso dalla Commissione).

Giugno

Esame della mozione Gnecchi ed altri n. 1-00583 concernente iniziative in materia di pensioni.

Esame della proposta di legge n. 3081 ed abbinata - Disposizioni concernenti il trasferimento delle partecipazioni al capitale della società ANAS Spa alle regioni e la sua riorganizzazione in senso federalista, regionale e provinciale.

Esame del disegno di legge costituzionale n. 4144 - Modifiche agli articoli 41, 97 e 118, comma quarto, della Costituzione (ove concluso dalla Commissione).

Esame dei progetti di legge:
proposta di legge n. 3403 - Disposizioni in favore dei familiari delle vittime e in favore dei superstiti del disastro ferroviario della Val Venosta/Vinschgau;
disegno di legge n. 2451 (Approvato dal Senato) ed abbinate - Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi.

Nel corso del programma potranno essere inseriti ulteriori disegni di legge di conversione, ove presentati dal Governo alla Camera o trasmessi dal Senato, nonché l'esame del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2010 e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per il 2011.

Nell'ambito del programma potranno essere altresì inseriti i seguenti disegni di legge, attualmente all'esame del Senato, in relazione ai tempi di trasmissione:
S. 2646 - Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato);
S. 2259 - Individuazione delle funzioni fondamentali di Province e Comuni, semplificazione dell'ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative, Carta delle autonomie locali. Riordino di enti ed organismi decentrati (collegato) (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato);
S. 2243 - Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione (collegato) (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato);
S. 1675 - Disposizioni in materia di violenza sessuale (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato);
S. 2494 - Nuove disposizioni in materia di sicurezza pubblica (ove trasmesso dal Senato);
S. 1440 - Disposizioni in materia di procedimento penale, ordinamento giudiziario ed equa riparazione in caso di violazione del termine ragionevole del processo. Delega al Governo per il riordino della disciplina delle comunicazioni e notificazioni nel procedimento penale, per l'attribuzione della competenza in materia di misure cautelari al tribunale in composizione collegiale, per la sospensione del processo in assenza dell'imputato, per la digitalizzazione dell'Amministrazione della giustizia, nonché per la elezione dei vice procuratori onorari presso il giudice di pace (ove trasmesso dal Senato);
S. 2631 - Istituzione dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato);
n. 2472 - Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani (ove trasmesso dal Senato);
n. 2403 - Riforma della legislazione in materia portuale (ove trasmesso dal Senato).

Nell'ambito del programma è inoltre previsto lo svolgimento di atti del sindacato ispettivo e potrà aver luogo l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Sospendo la seduta.

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La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15,05.

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che non vi sono ulteriori deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 3137. (ore 15,06)

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, la mia riflessione è che l'andamento del dibattito dimostra che questo provvedimento non è ancora maturo per l'Aula. Le faccio, quindi, a termini di Regolamento, richiesta formale di rinvio in Commissione con, ovviamente, la possibilità, per un deputato a favore ed uno contro, di esprimersi sulla proposta. Poi, se possibile, le chiedo di mettere ai voti questa nostra proposta, che ha la priorità su tutto.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, evidentemente devo dare la parola ad un deputato a favore e a un deputato contro. Chi chiede di parlare a favore? Chi chiede di parlare contro?

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, avevo chiesto anch'io la parola per proporre, invece, il rinvio ad altra seduta del provvedimento, nel senso di proseguire, poi, i nostri lavori, con questo provvedimento, nella giornata di martedì della prossima settimana, così come stabilito dal calendario della Conferenza dei presidenti di gruppo. È evidente che vi sono due proposte differenti e che possono essere messe in votazione in maniera alternativa se ella crede, signor Presidente. Ad ogni buon conto, credo che, a questo punto, per forza di cose, l'Aula sarà chiamata a pronunciarsi. La mia, però, è una proposta differente ed ho chiesto la parola, al pari dell'onorevole Giachetti. Sarà la Presidenza, poi, a decidere chi l'ha chiesta prima e chi dopo, ma, di fatto, lei ha dato la parola prima all'onorevole Giachetti; la invito, però, a prendere atto che ci sono due proposte sul tavolo, anche alla luce di un auspicio che formulo su un rasserenamento generale del clima. Credo che la scelta più opportuna sia quella di sospendere qui l'esame del provvedimento e rinviarlo alla seduta di martedì. Questo credo sia opportuno fare.
Signor Presidente, se tale proposta potesse essere, come subordinata, messa in votazione prima, potrebbe essere uno degli elementi di valutazione, ma lo lascio alla Presidenza, considerando che la mia è, come quella dell'onorevole Giachetti, una proposta e non un intervento contro. Qualora, quindi, ci dovesse essere il pronunciamento a favore e quello contro, le chiedo di lasciare magari la possibilità anche ad un altro collega di un altro gruppo di intervenire contro, se intendesse farlo.

PRESIDENTE. Il relatore?

MAURIZIO PANIZ, Relatore. Signor Presidente, sono favorevole alla proposta dell'onorevole Baldelli.

PRESIDENTE. Immagino che l'onorevole Giachetti mantenga la sua proposta, che ritengo debba essere messa in votazione per prima, onorevole Baldelli, per il semplice fatto che è quella che si presenta, in qualche modo, in maniera più radicale.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

Pag. 31

PRESIDENTE. Contro la proposta?

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, no, non desidero intervenire contro, ma, essendo due proposte, vorrei acquisire il parere anche degli altri gruppi. Non c'è voglia, infatti, di arrivare, per l'ennesima volta, allo scontro. Come è stato fatto più volte, quindi, vorrei capire qual è la posizione degli altri gruppi...

PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, ci sono due proposte; si mettono in votazione partendo da quella che è stata formulata per prima. Ci sarà un intervento a favore ed un intervento contrario. Dopo passiamo alla seconda proposta.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Mi riservo di intervenire successivamente.

PRESIDENTE. L'intervento a favore, l'onorevole Giachetti ha detto che ritiene il suo; chi interviene contro?

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo con una posizione contraria, però la invito a valutare l'ipotesi, poiché è stato fatto già in diverse occasioni che hanno riguardato l'ordine dei lavori e le deliberazioni sull'ordine dei lavori su questo provvedimento, che caldeggio profondamente, di dare la parola ad un deputato per ciascun gruppo che ne faccia richiesta.
Presumibilmente se l'opposizione intende procedere ad un voto immediato, non ne farà richiesta, ma se vi fossero colleghi di maggioranza o di opposizione che hanno intenzione di chiedere di intervenire, la invito...

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, ritengo che si debba procedere con un intervento a favore e uno contrario. Il suo lo possiamo considerare intervento contrario?

SIMONE BALDELLI. Quello che mi sto apprestando a fare. Quindi, signor Presidente, se mi concede il tempo di farlo... Infatti, il mio intervento era per richiedere alla Presidenza un intervento per ciascun gruppo, che prendo atto che lei nega, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ritengo che si debba procedere.

SIMONE BALDELLI. Trovo singolare questo. In altre occasioni su questo provvedimento sono intervenuti tutti i rappresentanti di tutti i gruppi. Comunque, è una scelta della Presidenza. Sono libero di criticarla, come lei è libera di assumerla. Per quanto riguarda il rinvio in Commissione, signor Presidente, ricordo all'Assemblea che si tratta di un provvedimento nel merito del quale noi non siamo entrati. C'è stato un ampliamento del contingentamento a disposizione secondo una procedura singolare - credo senza precedenti in quest'Aula -, una procedura di ampliamento dei tempi a seguito di una Conferenza dei presidenti di gruppo che non è intercorsa in una prassi normale, per cui i gruppi esaurivano i loro tempi e chiedevano l'ampliamento di un terzo in più, che la Presidenza valutava poi la facoltà di poter concedere, ma è stato dato in maniera preventiva. Questo ha accontentato in qualche modo anche la richiesta di gruppi di opposizione di poter avere più tempo a disposizione. In aggiunta a questo sono avvenuti episodi di natura parlamentare, altri di natura più politica, altri dei veri e propri incidenti che hanno protratto, signor Presidente, il tempo dell'inizio dell'esame dei nostri lavori sul provvedimento. Pur tuttavia credo, signor Presidente, che si è arrivati sin dal momento in cui si è richiesta l'inversione del punto all'ordine del giorno nella giornata di mercoledì mattina ad oggi, signor Presidente, pomeriggio di giovedì, senza essere passati alla votazione di un solo articolo.
Credo dunque, signor Presidente, che la richiesta di rinvio in Commissione di questo provvedimento sia assolutamente pretestuosa, nel senso che non c'è la necessità Pag. 32oggettivamente da parte dell'Aula di approfondire in Commissione il testo del provvedimento. C'è una posizione politica dell'opposizione, di ferma contrarietà, e questo è legittimo, ma non c'è un estremo regolamentare per il rinvio in Commissione se non la richiesta legittima sul piano politico - quello sì! - e anche sul piano del Regolamento, di procedere ad un rinvio in Commissione dello stesso provvedimento.
Per questo, signor Presidente, ritengo che sia una richiesta più accettabile quella che ella ha scelto, signor Presidente, di non mettere prima in votazione, a differenza di quello che immaginavo io, la proposta di un rinvio ad altra seduta. In questa maniera noi avremmo avuto l'occasione di potere stemperare il clima, di riaggiornarci nella seduta di martedì, magari valutando l'ipotesi di iniziare i nostri lavori con un altro provvedimento, che poteva essere il conflitto di attribuzione, per il quale c'è già stata una richiesta esplicita da parte dell'opposizione di una diretta televisiva. È evidente, signor Presidente, che ora ci troveremo a confrontarci numericamente su un voto, sul rinvio in Commissione di un provvedimento che invece era stato legittimamente calendarizzato e che era stato iscritto all'ordine del giorno dell'Assemblea con l'inversione del punto sul quale, mi corre l'obbligo di ricordarlo, signor Presidente, lo stesso Presidente Fini aveva permesso a tutti i gruppi di esprimere per cinque minuti la loro opinione. Siccome per cinque minuti era stata espressa l'opinione sulla messa all'ordine del giorno credo che forse potrebbe essere fatto - invito ancora ad un'ulteriore riflessione - per quanto riguarda il rinvio in Commissione.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento ai sensi dell'articolo 8.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, l'ultima volta che si è votato su questo provvedimento si è votata una questione sospensiva a seguito di una votazione su questioni pregiudiziali, per cui non si è ancora dato luogo neppure all'espressione del parere sugli emendamenti. Quindi ritengo che la Presidenza debba valutare - è questo che le chiedo, signor Presidente - l'opportunità di concedere o meno una votazione sul ritorno in Commissione, perché altrimenti dobbiamo fare una votazione per il rinvio in Commissione ogni dieci minuti.
Non abbiamo fatto ancora neppure un voto e mi sembra davvero pretestuoso.

PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, questo non è un richiamo al Regolamento, le chiedo scusa, quindi io procedo. Si sono già espressi l'oratore a favore e l'oratore contrario. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio del provvedimento in esame in Commissione.
(È respinta).

La Camera respinge per 2 voti di differenza (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Essendo stata testé respinta la proposta di rinvio del provvedimento in Commissione, passiamo alla proposta di rinvio del seguito dell'esame del provvedimento.
Chi intende parlare a favore?

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, intervengo per parlare a favore della proposta dell'onorevole Baldelli. Naturalmente è chiaro che il significato del nostro voto di poco fa era teso ad un rinvio in Commissione. La proposta dell'onorevole Baldelli propone di rinviare a successiva seduta. È evidente che noi che siamo contro al provvedimento in esame, profondamente, nel merito e nel metodo, non possiamo che essere a favore di quella proposta e votare, registrando lo spettacolo Pag. 33indecoroso cui abbiamo assistito in questi due giorni: ieri... (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Cominciate, cominciate, tanto il copione è già conosciuto: non ce la fate ad ascoltare le critiche, non ce la fate.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, consentite all'onorevole Franceschini di svolgere il suo intervento.

DARIO FRANCESCHINI. Peraltro sto facendo un intervento a favore di una vostra proposta, quindi dovreste accoglierlo con entusiasmo. È stato, lo ripeto, uno spettacolo indecoroso: ieri, con un atto di arroganza parlamentare, una maggioranza che immagina di avere ancora muscoli che non ha più, propone un'inversione dell'ordine del giorno per fare immediatamente, come se fosse la cosa che sta aspettando il Paese, il processo breve e la prescrizione breve - lo ripeto - per fermare il processo Mills, che riguarda il Presidente del Consiglio.
Oggi, una resa incondizionata: dopo ventiquattro ore siete riusciti soltanto a scatenare delle risse in Parlamento, a scatenare altre tensioni in un Paese che ha bisogno di tutto tranne che di tensioni (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Misto-Alleanza per l'Italia)! Poi venite ad arrendervi incondizionatamente, proponendo il rinvio ad altra seduta. La riflessione che vi invitiamo a fare è quella di finirla, di non dimenticare che il Paese, nella situazione in cui è e nell'equilibrio in cui oggi ci troviamo ha diritto ad avere un Governo, un Governo che governi, non un Governo che si occupa e dà la priorità solo ed unicamente, come è stato tante volte in questi anni, ai problemi processuali del proprio capo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Chi intende parlare contro? Il presidente Casini o il presidente Della Vedova (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)?

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, posso parlare anche contro se lo ritiene (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Per facilitare anche l'onorevole Reguzzoni, posso...

PRESIDENTE. Presidente Casini, mi consenta di chiedere se c'è un deputato che vuole parlare contro, dopodiché le darò la parola sull'ordine dei lavori. Prego, onorevole Casini.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, se questo è il mezzo per parlare, posso parlare contro. Volevo semplicemente limitarmi a dire, in primo luogo che, se passa questa proposta, chiedo che venga, oggi pomeriggio, il Ministro dell'interno per discutere del tema che ho sollevato in riferimento alle dimissioni del sottosegretario Mantovano. Ciò per sapere come è la dislocazione sul territorio nazionale di coloro che partono da Lampedusa, perché l'opinione pubblica ha diritto di sapere dove vengono trasferiti nei centri di accoglienza (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico). Non possono esservi regioni di serie A e regioni di serie B. Dobbiamo ripartire equamente gli immigrati sul territorio nazionale: non può essere solo la Puglia a pagare per tutti, perché è profondamente iniquo (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).
In secondo luogo, mi auguro, Ministro Alfano (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). ..Ministro Alfano, se passa questa proposta...

PRESIDENTE. Presidente Casini, ci dica anche come bisogna...

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, se non posso parlare, non possiamo votarla, non è che ho fretta (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Colleghi, il Presidente Casini sta esprimendo il suo parere contro, Pag. 34poi procederemo con la votazione e con gli altri interventi. Prego, Presidente Casini.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, se la proposta venisse accolta, auspico e chiedo che il Ministro Alfano, coerentemente con le sue pronunce dei giorni scorsi, possa operare affinché questo provvedimento ritorni ad una normalità. E credo che il Ministro Alfano capisca perfettamente cosa voglio dire con il termine «normalità». Mi auguro che questi giorni possano portare consiglio alla maggioranza e che il Ministro Alfano possa proficuamente intervenire in proposito (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Presidente Casini, considerando il suo intervento come un intervento contro, le ricordo che il Ministro dell'interno è già stato sollecitato a venire a riferire in Parlamento. Chiederei al Ministro per i rapporti con il Parlamento di farsi interprete di questa richiesta, che potrebbe, tra l'altro, anche verificarsi questo pomeriggio.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio del seguito del dibattito del provvedimento in esame a martedì della prossima settimana.
(È approvata - Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

La Camera approva per 527 voti di differenza.

Colleghi, ricordo che vi sarebbe ancora il voto concernente l'assegnazione di una proposta di legge in Commissione in sede legislativa. Inoltre, vi ricordo che l'ordine del giorno riprende secondo quanto era stato deciso. Essendo stato rinviato a martedì il provvedimento sul cosiddetto processo breve, dovremmo riprendere l'ordine del giorno seguendo gli altri punti: quindi, l'esame del provvedimento concernente il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni e la legge comunitaria.

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2780 (ore 15,23).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di una proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione ha chiesto il trasferimento in sede legislativa ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:

alla VIII Commissione (Ambiente):
MARIO PEPE (PdL) e LEHNER: «Modifica della denominazione del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano» (2780).
(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Se non vi sono obiezioni così rimane stabilito.
(Così rimane stabilito).

Seguito della discussione della proposta di legge: Realacci ed altri: Disposizioni per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni (A.C. 54-A) (ore 15,26).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge d'iniziativa dei deputati Realacci ed altri: Disposizioni per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni.
Ricordo che nella seduta del 14 marzo 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

Pag. 35

(Esame degli articoli - A.C. 54-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere che è distribuito in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 54-A).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, l'emendamento De Luca 4.21, non previamente presentato in Commissione, in quanto volto ad estendere l'applicazione delle disposizioni dell'articolo 4 ai comuni con popolazione fino a centomila abitanti, laddove il provvedimento reca misure esclusivamente in favore dei comuni con popolazione pari o inferiore ai cinquemila abitanti.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine il gruppo Misto (per la componente politica del Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud) è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, l'Assemblea ha provveduto con un voto al rinvio del provvedimento sul cosiddetto processo breve. A questo punto, signor Presidente, rimarrebbero, è vero, gli altri punti all'ordine del giorno. Con questo intervento chiedo di porre in votazione anche il rinvio di tutti gli altri restanti punti a un momento successivo a quello del punto già stabilito con il voto precedente.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, evidentemente l'ordine è quello stabilito in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.

SIMONE BALDELLI. Evidentemente, signor Presidente, con il rinvio del punto sul cosiddetto processo breve, gli altri punti andrebbero in coda. È evidente che la richiesta che noi formuliamo - che, tra l'altro, intendevamo già inclusa nella richiesta precedente e che lei ha deciso di far votare dopo quella dell'onorevole Giachetti di rinvio in Commissione, che era ovviamente precedente - è quella di procedere ad una votazione per cui tutto il resto vada ovviamente in coda. Noi abbiamo chiesto il rinvio del provvedimento e di tutto il resto del calendario, ma se lei, signor Presidente, ritiene di dover procedere ad una ulteriore votazione, anche se per noi era già pacifico che così fosse, credo che, facendo pronunciare i gruppi uno a favore e uno contro, potremo procedere.

PRESIDENTE. Credo che dobbiamo procedere ad una votazione con il solito metodo, con un intervento a favore e uno contro, perché abbiamo votato il rinvio a martedì soltanto del provvedimento sul cosiddetto processo breve. Quindi chi desidera pronunciarsi contro?

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo su due punti. Avevo già chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori in relazione agli interventi precedenti, ma voglio prima rispondere all'onorevole Baldelli.
Siamo assolutamente contrari rispetto alla sua proposta per una ragione semplicissima e le sottopongo anche questo aspetto: non credo che sia corretto né legittimo porre ora nuovamente alla votazione dell'Aula questa ulteriore richiesta dell'onorevole Baldelli. Pag. 36
Nel momento in cui l'onorevole Baldelli ha chiesto di posporre alla settimana prossima il provvedimento che era all'esame dell'Aula, diventa automatico che l'esame dell'Aula prosegua con i provvedimenti successivi. Quindi, c'è già stato un implicito spostamento del provvedimento sul cosiddetto processo breve al termine degli altri punti che erano all'esame dell'Aula in questa settimana. Un'inversione tacita dell'ordine dei lavori, quindi, l'abbiamo già votata e approvata.
A questo punto, in primo luogo, noi siamo assolutamente contrari all'interruzione dei lavori e chiediamo che si prosegua ora, con l'esame del provvedimento sui piccoli comuni e, a seguire, con l'esame del disegno di legge comunitaria.
Tuttavia, se anche lei ritenesse - e io auspico che così non sia - di sottoporre al voto tale decisione, deve essere chiaro che, a questo punto, vi è già stata un'inversione dell'ordine dei lavori, perché questo era l'effetto implicito della votazione di prima e, quindi, le votazioni dovrebbero ricominciare martedì prossimo con l'esame del provvedimento sui piccoli comuni.
Svolgo ora la seconda parte del mio intervento sull'ordine dei lavori, che avevo chiesto di svolgere già da prima. Effettivamente, la situazione dell'immigrazione, e in particolare quanto sta accadendo all'isola di Lampedusa in queste settimane, credo che sia la cartina di tornasole di un Governo che si sta liquefacendo come neve al sole, non solo perché abbiamo assistito a una babele di prese di posizione da parte del Governo...

PRESIDENTE. Onorevole Donadi, potrei darle la parola subito dopo, su questo punto?

MASSIMO DONADI. Senz'altro.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo per un richiamo all'articolo 8 del Regolamento, chiedendole, con il tempo e i modi che lei ritiene di utilizzare, di effettuare una verifica. Infatti, quanto dice l'onorevole Donadi, a mio avviso, è evidente, nel senso che, se avessimo voluto votare una proposta diversa dal semplice rinvio alla settimana prossima - così come è stato formulato dall'onorevole Baldelli - del provvedimento sul cosiddetto processo breve, avremmo dovuto inserirla in una proposta complessiva in quel punto; diversamente, rischiamo di votare due volte sullo stesso punto. Non so se mi spiego.
Non possiamo effettuare, cioè, due votazioni sullo stesso punto. Infatti, semplicemente rinviando quella proposta alla settimana prossima, è automatico che proseguano i lavori della seduta. Diversamente, quella proposta andava formulata in modo diverso. Se adesso torniamo su quella proposta, significa che sulla stessa effettueremo due votazioni, cosa che (a norma del comma 2 dell'articolo 8 del Regolamento, lo stabilirà lei) credo il Regolamentano non ci consenta.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, ho interpretato che, votando a favore della proposta formulata dall'onorevole Baldelli, abbiamo rinviato a martedì prossimo l'esame del provvedimento sul cosiddetto processo breve. Naturalmente si continua con l'esame degli altri punti all'ordine del giorno.
Infatti, l'onorevole Baldelli ha formulato la proposta del rinvio anche di tutti gli altri punti all'ordine del giorno, per la quale abbiamo già ascoltato un intervento contrario. Mi permetterei di proporre una formulazione - che metterò ai voti - da intendersi come tutti i punti che prevedono votazioni, così che si possa, successivamente, passare allo svolgimento delle interpellanze urgenti, alle quali, credo, possiamo passare questo stesso pomeriggio.
Si tratta di una seconda votazione, ma riguarda il rinvio di tutti gli altri punti all'ordine del giorno per i quali sono Pag. 37previste votazioni. Francamente non riesco a capire come si possa pensare il contrario.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non mi permetto di sostituirmi alla Presidenza, né quindi di fare interpretazioni che spettano alla stessa. Tuttavia, mi pare che secondo il Regolamento la votazione che si è svolta prima - di rinvio del punto all'ordine del giorno - implichi di avere votato anche che si proceda svolgendo gli altri punti iscritti all'ordine del giorno, e non che si intende che sono rinviati anche gli altri.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, abbiamo detto la stessa cosa.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, siccome vi è un po' di trambusto in Aula, cercavo di capire se stiamo dicendo le stesse cose, perché, in questo caso, il gruppo del Partito Democratico condivide pienamente ciò che la Presidenza ha affermato, anche perché, a questo punto, non si tratta di fare altro che procedere sul successivo punto all'ordine del giorno e non già di votare un'altra volta su un rinvio anche dei punti a seguire, perché sarebbe una seconda votazione che contraddice la precedente che abbiamo fatto.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, ritengo che abbiamo votato il rinvio di un provvedimento all'ordine del giorno e siamo passati ai successivi, tant'è vero che ho letto lo speech introduttivo del provvedimento di cui al punto successivo prima di passare agli interventi sul complesso degli emendamenti.
A questo punto, l'onorevole Baldelli mi ha formulato la richiesta di rinviare anche tutti gli altri punti all'ordine del giorno e ritengo di doverla mettere in votazione, ad esclusione delle interpellanze urgenti. Mi pare che questa sia la procedura, dopodiché può darsi che in Aula vinca chi è contro e, allora, chiaramente si prosegue.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ho concesso la parola per un richiamo al Regolamento prima all'onorevole Reguzzoni. Quindi, ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, l'articolo 8 del Regolamento dice che «il Presidente dà la parola, dirige e modera la discussione, mantiene l'ordine, pone le questioni, stabilisce l'ordine delle votazioni, chiarisce il significato del voto e ne annunzia il risultato».
Capisco che adesso siamo in una fase un tantino concitata, per cui mi rimetto alle sue valutazioni. Faccio un riferimento: siccome non eccepisco la necessità di esprimere un voto, vorrei invitare tutte le forze politiche a votare contro il rinvio a martedì in modo che si possa iniziare subito il lavoro...

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, il suo capogruppo ha già parlato contro...

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, credo di fare un tentativo di mediazione e di buon senso, che auspico possa essere così interpretato un po' da tutte le parti.
Proporrei di procedere con l'esame del provvedimento sui piccoli comuni, che è sostanzialmente condiviso. Vista l'ora, i tempi non ci consentirebbero di iniziare l'esame del disegno di legge comunitaria, che rinvieremo a questo punto successivamente.
Dunque, procediamo con l'esame del provvedimento sui piccoli comuni e facciamo un accordo tra tutti i gruppi già da subito, affinché si possa lavorare in maniera Pag. 38serena su questo provvedimento, lasciando poi alla settimana successiva tutto il resto.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, ha ascoltato la proposta dell'onorevole Reguzzoni? Lei mantiene la proposta del rinvio dei restanti punti all'ordine del giorno?

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, con un voto dell'Assemblea, abbiamo già deciso come cominceremo i lavori la prossima settimana con il provvedimento sul cosiddetto processo breve (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)...

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, la Conferenza dei presidenti di gruppo ha già preso una decisione. Eventualmente torneremo in quella sede, perché - come lei sa - abbiamo deciso per il conflitto d'attribuzione.

SIMONE BALDELLI. Al di là del conflitto di attribuzione, che non è un provvedimento, signor Presidente, il primo provvedimento in calendario sarà il cosiddetto processo breve (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)...

FABIO EVANGELISTI. No, non è così!

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, c'è una decisione della Conferenza dei presidenti di gruppo, che ha deciso che, se non terminava l'esame del provvedimento sul cosiddetto processo breve, sarebbe andato a seguire subito dopo il conflitto d'attribuzione. Mi risponda sulla proposta fatta...

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, essendo stato rinviato l'esame del provvedimento sul cosiddetto processo breve a martedì con un voto dell'Assemblea, si farà come primo punto. Ci tengo a chiarirlo per evitare poi di doverci ritrovare con questioni interpretative in un momento successivo.
Cominceremo, comunque, i lavori della settimana prossima con il provvedimento sul cosiddetto processo breve. A seguire, ci sarà il conflitto d'attribuzione sul quale l'opposizione ha richiesto anche la diretta televisiva, preannunciando già una analoga richiesta anche sul provvedimento sul cosiddetto processo breve.
In questo momento, per questa settimana, abbiamo alcune proposte. Una proposta di assegnazione in sede legislativa, che non ho capito nella concitazione se sia passata con il consenso di tutti....

PRESIDENTE. È passata, onorevole Baldelli.

SIMONE BALDELLI. Perfetto. Abbiamo, infine, il disegno di legge comunitaria.
La proposta che ha formulato l'onorevole Reguzzoni (che a me sembrava potesse venire incontro anche all'esigenza dell'opposizione, che ha reclamato la possibilità di affrontare proposte in calendario nella quota dell'opposizione, vale a dire quella sui piccoli comuni) può essere quella, signor Presidente, se la Presidenza lo ritiene e se c'è un consenso dei gruppi, di esaminare il provvedimento sui piccoli comuni. Dopodiché, il punto rimanente andrebbe in coda agli argomenti della prossima settimana. Secondo me, questa è un'ipotesi di lavoro.
Se così non fosse, signor Presidente, ci troveremmo di fronte all'ipotesi di dover scegliere se continuare i nostri lavori oppure no. Ovviamente, se dovessimo continuarli, li continueremo. Fermo restando, però, che abbiamo già stabilito con un voto dell'Assemblea, oltre che con un deliberato della Conferenza dei presidenti di gruppo, che - se non sbaglio - si è svolta nella giornata di ieri, che il primo punto all'ordine del giorno della prossima settimana sarà il disegno di legge sul cosiddetto processo breve. Quindi, su questo è inutile dividersi ulteriormente.

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, mi dispiace contraddire l'onorevole Baldelli ma nei piccoli dettagli vi è la sostanza. Abbiamo deciso, con il voto dell'Assemblea, di rinviare il provvedimento sul processo breve alla prossima settimana o anche nella stessa giornata di martedì - e questo non cambia il problema - perché il provvedimento può essere posto, secondo l'insindacabile giudizio della Conferenza dei presidenti di gruppo, al primo, al secondo o al terzo punto dell'ordine del giorno.
L'unica cosa che la Conferenza dei presidenti di gruppo aveva stabilito, a meno che non vogliate rimettere in discussione anche questo, era che martedì mattina avremmo discusso sul conflitto di attribuzione. Ora, non è che si può chiedere il rinvio di un provvedimento e incasellarlo esattamente dove si vuole la prossima settimana (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori). Si incasella, invece, esattamente dove sarà possibile, perché essendo venuto meno il calendario, così come era organizzato, è chiaro che vi dovrà essere una Conferenza dei presidenti di gruppo che rimette in fila i provvedimenti della prossima settimana.
Se questo concetto è chiaro non ho nessun problema ad accedere alla proposta dell'onorevole Reguzzoni. Ma deve essere chiaro questo, che chiediamo una Conferenza dei presidenti di gruppo e che va ristabilito esattamente l'ordine dei provvedimenti della prossima settimana (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Presidente Casini, come lei avrà ascoltato, avevo infatti ritenuto che, a mio avviso, si dovesse convocare di nuovo la Conferenza dei presidenti di gruppo.
Mi è stato fatto notare che c'è stato un esito, peraltro non chiarissimo, della precedente Conferenza dei presidenti di gruppo dove era stato, in qualche modo, fatto presente che, se il provvedimento sul processo breve non fosse terminato, si sarebbe dovuto ricominciare da quello. Tuttavia, a mio avviso e in base a come si sono svolti i lavori, è giusto trasferire al Presidente questa richiesta per riconvocare la Conferenza dei presidenti di gruppo per l'ordine del giorno della prossima settimana.
A questo punto resta in piedi la proposta dell'onorevole Reguzzoni, alla quale mi sembra che l'onorevole Baldelli sia disposto ad accedere. Mi sembra di capire che anche l'onorevole Casini sia d'accordo.

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, premetto che quanto alla proposta dell'onorevole Reguzzoni non siamo, in questo momento e con questa maggioranza, disponibili a fare nessun accordo né nessun patto parlamentare (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Detto questo, signor Presidente, credo che sia un dato incontestabile il fatto che in questo momento l'ordine del giorno dei lavori dell'Aula è ben preciso e definito e prevede, al primo punto, il provvedimento sui piccoli comuni, tanto è vero che - e la prego, signor Presidente, mi corregga davvero se dico una cosa errata - se respingiamo la richiesta dell'onorevole Baldelli, i lavori proseguono con l'esame del provvedimento sui piccoli comuni e, successivamente, con l'esame del disegno di legge comunitaria.
Questo significa che l'ordine dei lavori è stato ridefinito. Abbiamo rinviato al prossimo martedì il provvedimento sul processo breve, ma da intendersi non come rinvio a data fissa. Il provvedimento è stato rinviato a martedì ovviamente - questa è la condizione che vale per tutti i lavori e tutti i calendari dell'Aula - a condizione che i punti precedenti all'ordine del giorno siano esauriti.
Se ora rinviamo anche quei punti essi resteranno, comunque, prima del provvedimento sul processo breve, a meno che Pag. 40non si decida diversamente in una Conferenza dei presidenti di gruppo. Ma un impegno di questo genere non è stato assolutamente preso in nessuna Conferenza dei presidenti di gruppo, perché quello che si era detto era una cosa logica e conseguente.
Visto che il provvedimento sul processo breve era al primo punto dell'ordine del giorno di questa settimana era evidente che, se la settimana non ne consentiva la conclusione, prima di passare ai punti successivi si sarebbe dovuto concludere quel provvedimento. Ma oggi, di fronte a una richiesta esplicita e approvata dall'Assemblea di posporre quel punto all'ordine del giorno, non è che poi l'onorevole Baldelli lo rificca dentro, dove vuole lui e quando vuole lui, ponendosi così in conflitto rispetto a ciò che l'Assemblea ha stabilito.
Pertanto, signor Presidente, insisto che, qualunque decisione dovessimo assumere, l'ordine dei lavori a questo punto è definito e non può essere modificato salvo che con la convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo.

PRESIDENTE. Ritengo che una Conferenza dei presidenti di gruppo vada comunque convocata e, quindi, non mi voglio rendere interprete di questa diatriba.
Comunque, faccio solo notare che mi sembra di capire che l'onorevole Baldelli, a questo punto, non insista sul rinvio di tutti i punti all'ordine del giorno e, in qualche modo invece, accolga la proposta formulata dall'onorevole Reguzzoni di procedere all'esame del provvedimento sui piccoli comuni.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, ha cambiato idea di nuovo?

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, checché lei ne dica, rimango della mia idea e, checché ne dica l'onorevole Donadi, non intendo infilare nulla da nessuna parte (Commenti). Signor Presidente, lo dico con serenità...

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, non esageri...

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, nel corso della mia richiesta, quando sono state poste in votazione - fa piacere ogni tanto suscitare un po' di ilarità, che stempera anche il clima - le due proposte contrapposte, concernenti rispettivamente il rinvio della proposta di legge sul processo breve in Commissione e il suo rinvio alla giornata di martedì della prossima settimana come primo punto dell'ordine del giorno, ho precisato esattamente questo. Ci tengo quindi a ricordare che questa è stata la deliberazione assunta dall'Assemblea con il voto, al di là del fatto che spetti alla Conferenza dei presidenti di gruppo adottare il calendario...

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, lei sa meglio di me che l'Assemblea è sovrana sugli argomenti all'ordine del giorno per ogni seduta, ma l'ordine dei medesimi lo stabilisce la Conferenza dei presidenti dei gruppi. Quindi, ritengo che un ritorno alla Conferenza dei presidenti di gruppo sia assolutamente indispensabile.
Detto questo, voglio capire se lei acceda alla richiesta dell'onorevole Reguzzoni di procedere sulla proposta di legge concernente i piccoli comuni o se vuole chiedere il rinvio di tutti gli argomenti all'ordine del giorno.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, credo che la richiesta dell'onorevole Reguzzoni si possa intendere ritirata perché non ha raccolto il consenso dei colleghi.

PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, ha ritirato la sua proposta?

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, probabilmente ho qualche problema d'udito, tuttavia ho sentito dalle sue parole che vi sarà un rinvio a martedì, pertanto sarà la Conferenza dei presidenti di gruppo a dirimere la questione. Non voglio farmene carico in questa sede. Pag. 41
Ho anche detto che il mio è un tentativo di ragionevolezza per cercare di dare un contributo positivo, ma mi sembra che non abbia ottenuto e non ottenga l'unanimità dei consensi necessaria per un'operazione di questo tipo.
Quindi, siccome ho detto così, è inteso che la mia proposta non è da porre in votazione: o c'è l'accordo oppure non esiste una proposta Reguzzoni.

PRESIDENTE. A questo punto è evidente che stiamo discutendo - e poi dopo passeremo al voto, se non vi sarà l'accordo di tutti - sulla proposta di rinvio di tutti gli altri punti all'ordine del giorno, ad esclusione delle interpellanze urgenti.

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, intervengo solo per dire che, per quanto ci riguarda, è opportuno che l'Assemblea si esprima sulla nuova richiesta del gruppo del Popolo della Libertà. È stata infatti votata la richiesta di rinvio di un punto all'ordine del giorno. Adesso è stato proposto di rinviare tutti gli argomenti all'ordine del giorno, fatte salve le interpellanze urgenti. Noi siamo favorevoli, se la maggioranza chiede di rinviare i provvedimenti all'ordine del giorno alla prossima settimana. Ne prendiamo atto e quindi ci dichiariamo favorevoli.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, avevo chiesto la parola precedentemente perché intendevo pronunciarmi a favore della proposta dell'onorevole Reguzzoni, che chiedeva che si procedesse sul prossimo punto all'ordine del giorno, ossia sulla proposta di legge concernente i piccoli comuni, che peraltro già ieri non si era potuto svolgere a causa dell'inversione dell'ordine dei lavori. Ricordo che si tratta di un provvedimento che fa capo al Partito Democratico e all'opposizione.
Detto questo, l'onorevole Reguzzoni - se ho capito bene - ritira la sua proposta, mentre non ho capito se l'onorevole Baldelli, a nome del gruppo del Popolo della Libertà, insiste sulla richiesta di voto al fine di non procedere all'esame degli altri punti all'ordine del giorno. È del tutto evidente che il prossimo punto all'ordine del giorno interessa all'opposizione e non capisco perché la maggioranza, oltre ad avere ieri arbitrariamente impedito di svolgere questo punto all'ordine del giorno anteponendo la trattazione del cosiddetto processo breve, oggi intenda determinare un ulteriore strappo, impedendo all'opposizione di vedere realizzato uno dei punti fondamentali su cui essa in questi mesi si è battuta, ossia a favore dei piccoli comuni italiani.
Quindi, non possiamo che votare contro la proposta dell'onorevole Baldelli, se questi la mantiene ferma, a meno che l'onorevole Reguzzoni ripresenti la sua proposta; in quel caso voteremo a favore della medesima.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, la proposta di mantenere all'ordine del giorno della seduta odierna soltanto la proposta di legge concernente i piccoli comuni la può avanzare anche lei. In questo caso, la porrò in votazione.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, ho ascoltato dalle sue parole un'indicazione che mi sembrava assolutamente utile ed opportuna, ovvero il riferimento a una nuova convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo, l'unica sede in cui si può ragionevolmente trovare la migliore soluzione. Tuttavia, aggiungo che siamo pronti a discutere da subito la proposta di legge sui piccoli comuni e, quindi, se c'è un consenso andiamo avanti con i lavori dell'Aula.

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LUCIANO MARIO SARDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, sarò velocissimo: questa non è la Conferenza dei presidenti di gruppo: questa è l'Assemblea. Quindi la Conferenza dei presidenti di gruppo faccia il suo dovere, mentre noi dobbiamo decidere se andarcene a casa o procedere con il seguito della discussione della proposta di legge sui piccoli comuni. Noi siamo favorevoli a procedere con il provvedimento sui piccoli comuni se siamo tutti d'accordo.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, la proposta di procedere con il provvedimento sui piccoli comuni inizia ad avere tanto consenso, cosa ne pensa il suo gruppo?

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per un chiarimento (Commenti), che è importante per capire quello che succede. Se potessimo porre in votazione la mia proposta di rinviare anche questi altri provvedimenti alla prossima settimana, successivamente al cosiddetto processo breve, è pacifico che così sarebbe (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, ribadisco - qualcuno ha detto di avere problemi di udito, probabilmente io oggi ho problemi di espressione - che ritengo che l'Assemblea possa decidere, come ha già fatto, di rinviare un provvedimento ad altra seduta (anzi alla seduta successiva, che è quella di martedì), ma che spetti alla Conferenza dei presidenti di gruppo decidere l'ordine di esame dei provvedimenti.
Quindi di mezzo c'è solo la Conferenza dei presidenti di gruppo, che non riesco a capire quanti problemi crei mai. Si convoca la Conferenza dei presidenti di gruppo e si decide quale sarà l'ordine dei lavori di martedì.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei rivolgermi anche all'onorevole Baldelli e all'onorevole Reguzzoni: ovviamente questo prescinde dal fatto che siamo maggioranza o opposizione, ma dobbiamo sapere cosa è nella nostra disponibilità e cosa non lo è.
Rispetto a quello che è accaduto da ieri ad oggi, avevamo all'ordine del giorno di ieri come primo punto la proposta di legge sui piccoli comuni, poi abbiamo votato per l'inversione dell'ordine del giorno portando avanti la proposta di legge sul processo breve. Rimaneva in piedi un calendario. È del tutto evidente che, rinviando a martedì il provvedimento sul processo breve - e nessuno può stabilire, salvo la Conferenza dei presidenti di gruppo, quando lo si voterà nella giornata di martedì -, adesso siamo nella fase in cui ritorna prioritaria la proposta di legge sui piccoli comuni ed eventualmente il disegno di legge comunitaria.
Se ora prendiamo la decisione di rinviare a martedì anche questi provvedimenti, non è più nella disponibilità di quest'Aula - perché il Regolamento lo riserva alla Conferenza dei presidenti di gruppo - stabilire come e con quale priorità martedì si voteranno questi provvedimenti. Quindi deve essere chiaro anche all'onorevole Baldelli che lui ovviamente ha tutta la libertà di proporre di rinviare alla settimana prossima questo provvedimento come gli altri, ma come e in che ordine saranno votati lo stabilisce solo ed esclusivamente la Conferenza dei presidenti di gruppo. Se dovessimo decidere in base ad ora, hanno certamente la prevalenza il provvedimento sui piccoli comuni e il disegno di legge comunitaria, perché l'altro provvedimento è stato già rinviato alla settimana prossima. Ergo, se votiamo qualcosa, votiamo solo per «eliminare» dalla giornata di oggi - chi lo fa ovviamente se ne assume la responsabilità - i provvedimenti che sono all'ordine del Pag. 43giorno e che si potrebbe tranquillamente esaminare.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, ieri abbiamo votato e ottenuto l'inversione dell'ordine del giorno perché bisognava anticipare il provvedimento sul processo breve, su proposta del Popolo della Libertà, che oggi ci ha chiesto invece di votarne il rinvio alla settimana prossima. Va benissimo, per l'amor del cielo.
Noi abbiamo detto di essere d'accordo sul rinvio della proposta di legge sui piccoli comuni e del disegno di legge comunitaria, però - lo dico al collega Baldelli perché resti agli atti - nel presupposto che il rinvio alla prossima settimana di tutti i provvedimenti implichi, come lei ha detto, che la Conferenza dei presidenti di gruppo riformuli l'ordine dei lavori della prossima settimana. Non si può prima chiederne l'anticipazione e poi chiedere di rinviarlo a martedì alle 15. Credo che si debba aspettare la Conferenza dei presidenti di gruppo, che si ritroverà con tutti i provvedimenti di questa settimana slittati per ragioni diverse alla settimana prossima e rifarà il calendario basandosi sul calendario di questa settimana.

LORENZO RIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, non faccio il riassunto delle puntate precedenti. Noi non ci eravamo espressi sulla proposta dell'onorevole Reguzzoni, per cui non capiamo e non so come faccia l'onorevole Baldelli ad attribuirci un diniego preventivo rispetto a questa proposta, che poi è stata repentinamente ritirata.
Il provvedimento sui piccoli comuni già l'altra settimana è stato rinviato a questa. Va bene che si tratta di piccoli comuni e che il piccolo può essere anche accostato al breve, però noi pensiamo di essere coerenti con quello che abbiamo sempre detto, cioè che bisogna lavorare almeno fino a tutto il giovedì. Noi facciamo nostra la proposta dell'onorevole Reguzzoni, cioè quella di continuare e di andare avanti con il prossimo punto all'ordine del giorno. Pensiamo che questo teatrino debba avere una fine. Abbiamo il diritto di andare avanti sugli argomenti.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Corsaro, spero che mi formuli una proposta precisa. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, è di tutta evidenza che la discussione che è in corso nasce da un fraintendimento relativo alla circostanza che, quando il collega Baldelli ha chiesto all'Assemblea il rinvio del provvedimento sul quale l'Aula era impegnata, ovvero quello sul processo breve, intendeva il rinvio del complesso dei lavori di oggi alla seduta di martedì prossimo. Lo stesso onorevole Baldelli, negli interventi che si sono susseguiti, ha acclarato, a nome del Popolo della Libertà - ma credo a nome di tutta la maggioranza -, l'intendimento di riprendere i lavori della settimana prossima trattando esattamente il tema del processo breve, atteso che prima la Conferenza dei presidenti di gruppo non decida di porre in votazione l'altro provvedimento già calendarizzato. Se così non è - e dalla sua interpretazione devo arguire che non è automatico - e dando per scontato che la settimana prossima, come prassi, la Camera sarà chiamata a lavorare secondo il prosieguo dell'ordine del giorno non esaurito nel corso di questa settimana e volendo dire chiaramente, al di là di ogni infingimento o di ogni letteratura politichese, che il nostro intendimento è quello di ritrovarci qui martedì prossimo partendo dal provvedimento sul processo breve, la nostra richiesta è quella del rinvio in Commissione dei provvedimenti Pag. 44relativi ai comuni minori e alla legge comunitaria, se altra strada non è perseguibile.

PRESIDENTE. L'onorevole Corsaro propone il rinvio in Commissione della proposta di legge sui piccoli comuni e del disegno di legge comunitaria. A questo punto, mi assumo la responsabilità di dare la parola ad un deputato per ciascun gruppo che ne faccia richiesta, perché la proposta mi sembra veramente eccezionale.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, le cose hanno o dovrebbero avere una loro logica e credo anche che non si possa ragionare con il «se», dicendo che o si gioca alle mie regole o prendo il pallone, lo porto via e vi lascio il campo libero (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro).
È chiarissimo che in questo momento la proposta del collega Corsaro non significa nulla, perché, quali che fossero gli intendimenti reali, il collega Baldelli ci ha chiesto di votare il rinvio di quello specifico provvedimento, tant'è che abbiamo votato in tantissimi a favore. L'ordine del giorno prosegue, come lei correttamente ha detto. Noi siamo disponibili al rinvio dei provvedimenti all'ordine del giorno nel presupposto evidente che la Conferenza dei presidenti di gruppo fissi di nuovo il calendario della prossima settimana, secondo noi a partire da quello di questa settimana.
Comunque si inizia l'esame del provvedimento sui piccoli comuni, ma poi il vicepresidente Corsaro decide che il Parlamento non deve più fare nulla fintantoché non si vota il provvedimento sul processo breve, perché questo mi è sembrato di capire. Ne discuteremo ma, al momento, in discussione non può esserci la proposta dei «se».
Al momento, siamo al rinvio dei provvedimenti all'ordine del giorno. Ribadiamo la nostra posizione: siamo disponibili al rinvio del provvedimento, perché diamo per scontato ed acquisito che il rinvio del provvedimento sui piccoli comuni e del disegno di legge comunitaria implichi che la Conferenza dei presidenti di gruppo stabilisca un nuovo calendario per la prossima settimana. Dopodiché vedremo quello che succederà, ma qui ci fermiamo per il momento e per carità di patria.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Donadi, che me l'ha chiesta, faccio una premessa: è evidente che la proposta che è stata formulata dall'onorevole Corsaro non può essere messa in votazione nel suo complesso, nel senso che prima dovrei porre in votazione il rinvio in Commissione del provvedimento sui piccoli comuni; se venisse approvato, dovrei poi porre in votazione il rinvio in Commissione del disegno di legge comunitaria.

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, spero di riuscire a misurare le parole. Mi pare che dalla richiesta dell'onorevole Corsaro emerga la «pretesa» di questa maggioranza, che, evidentemente, è stata in questi ultimi minuti tirata per le orecchie dal «principe», perché rischia, con i suoi errori, le sue imprudenze e le sue imperizie, di mettere a rischio questo scudo che non bisogna attardarsi ad approvare.
Credo che dobbiamo dire con chiarezza che, se in quest'Aula alcuni parlamentari sono stati disponibili a tutto, le istituzioni non possono esserlo. Se, senza alcuna ragione che non sia l'interesse di un uomo, senza alcuna ragione legata al buon funzionamento di questo Parlamento, senza alcuna ragione che non confligga in modo così palese con il dovere dell'Italia di approvare la legge comunitaria e di dare una risposta ai piccoli comuni del nostro Paese che si trovano in affanno, dobbiamo Pag. 45piegare tutto questo, sempre, ancora una volta, agli interessi di un uomo, che senso ha quest'Aula? Che senso ha il lavoro che stiamo facendo qui dentro (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)?
Ci deve essere un punto, un limite, un momento, al di là del quale anche una dignità tante volte rinnegata e tante volte disattesa, si deve far sentire. Non possiamo buttare sempre tutto alle ortiche perché qualcuno ha l'esigenza che questo provvedimento venga approvato entro la prossima settimana. Ci poteva pensare prima, onorevole Baldelli! Adesso non è possibile che un loro errore si trasformi nell'ennesima mortificazione del Parlamento. Non è questione di destra e di sinistra, ma è questione di voler preservare a quest'Aula un minimo di decoro e di dignità (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)!

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei innanzitutto suggerire ai colleghi della maggioranza di avvisare i Ministri Frattini, La Russa e Tremonti che tra poco voteremo sul calendario dei lavori dell'Aula. Siccome sono andati via, è utile che rientrino, perché, così come hanno fatto fino ad oggi, possano dare il loro contributo sostanziale a dipanare la matassa che ci troviamo di fronte. Magari anche il Presidente del Consiglio potrebbe essere decisivo nella fattispecie e iscriversi di ufficio al gruppo dei responsabili.
Detto questo, signor Presidente, vorrei sorvolare - lo dico all'onorevole Corsaro - sul fatto che egli dovrebbe sapere che il disegno di legge comunitaria, signor Presidente, ha una previsione regolamentare specifica, autonoma, che è sottratta, addirittura, alle procedure normali di calendarizzazione, proprio perché è particolare quasi al pari dei decreti-legge e delle leggi finanziarie.
Un'altra violenza che si volesse fare in questo senso avrebbe un significato, anche dal punto regolamentare, di un certo tipo. Ma mi pare evidente, signor Presidente, in attesa sempre che arrivino i ministri, che forse - mi permetto di suggerirlo - vista la confusione che regna non certo da questa parte - non so se adesso si alzano altri quattro o cinque colleghi del Popolo della Libertà che ci propongono qualcos'altro - sarebbe utile che la Conferenza dei presidenti di gruppo fosse convocata immediatamente e in quella sede si prendesse una decisione.
Diversamente, signor Presidente, capiamo che l'unica cosa che interessa la maggioranza è il provvedimento relativo al cosiddetto processo breve ed impedire qualunque altro tipo di discussione, compresa quella sulla proposta di legge concernente la valorizzazione dei piccoli comuni, che è stata presentata dall'opposizione, ma condivisa da tutta la maggioranza.
Probabilmente, se smettessimo di continuare a perdere tempo su proposte legittime, per carità, ma abbastanza ardite, sarebbe molto utile una Conferenza dei presidenti di gruppo che adotti una decisione in questo senso, altrimenti credo che dovremmo procedere a sei o sette votazioni.
La prego comunque, signor Presidente - so che mi ascoltano anche gli uffici - poiché abbiamo all'ordine del giorno almeno sei o sette proposte, affinché queste si riducano, di far sì che chi ha presentato la proposta iniziale, poi seguita da altre, la ritiri e si concentri su un'altra.
Diversamente, le proposte devono essere poste in votazione in base all'ordine con il quale sono state avanzate, a cominciare, quindi, da quella presentata dall'onorevole Baldelli, atteso che, comunque, quel tipo di voto non potrà mai decidere il modo in cui procederanno i lavori dell'Aula martedì, perché questo rientra nella competenza della Conferenza dei presidenti di gruppo.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, dopo una consultazione con il Presidente, ritengo Pag. 46di dover sospendere la seduta per una convocazione immediata, al piano Aula, della Conferenza dei presidenti di gruppo (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Futuro e Libertà per l'Italia).

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,50.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Colleghi, la Conferenza dei presidenti di gruppo ha concluso i suoi lavori ed ha stabilito che il seguito dell'esame dei provvedimenti, per i quali erano previste votazioni nella seduta odierna, è rinviato alla prossima settimana.
Ha altresì stabilito la seguente articolazione dei lavori per la prima settimana del mese di aprile. Ferma restando la discussione generale della proposta di legge recante modifiche alla legge n. 196 del 2009 in materia di contabilità e finanza pubblica prevista per lunedì 4 (pomeridiana), da martedì 5 aprile (ore 15, con eventuale prosecuzione notturna e nei giorni successivi secondo l'articolazione prevista nel calendario): Deliberazione in ordine ad una richiesta di elevazione di un conflitto di attribuzione nei confronti dell'autorità giudiziaria; seguito dell'esame della proposta di legge n. 54 - Sostegno e valorizzazione dei piccoli comuni; seguito dell'esame del disegno di legge n. 4059 - Legge comunitaria 2010; seguito dell'esame del doc. LXXXVII n. 3 - Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2009; seguito dell'esame della proposta di legge n. 3921-B- Modifiche alla legge n. 196 del 2009 in materia di contabilità e finanza pubblica; seguito dell'esame della proposta di legge n. 3137 - Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi.

Per fatto personale (ore 16,55).

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, sarò brevissima. Intervengo sul rispetto del Regolamento della Camera per informarla che oggi in Commissione affari sociali mi è stato di fatto impedito di votare il parere su un provvedimento molto importante: lo schema di regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica n. 84 del 2007 con riferimento al comitato per la biosicurezza e biotecnologie. Infatti, non solo la Commissione affari sociali si è riunita nello stesso momento in cui era in corso la seduta dell'Assemblea, ma di fatto si votava per l'espressione di un parere.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 16,55)

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Quindi, signor Presidente, intervengo per porre l'attenzione al presidente della Commissione affari sociali per fare rispettare il Regolamento della Camera e soprattutto l'articolo 30, comma 5.

Sull'ordine dei lavori (ore 16,56).

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per rinnovarle l'invito ad intervenire nei confronti del Governo e del Ministro dell'interno, affinché sia resa in quest'Aula la comunicazione indispensabile dei siti che devono ospitare i migranti che vengono in queste ore ulteriormente prelevati dall'isola di Lampedusa.
Onorevoli colleghi e signor Presidente, i numeri sono la sintesi, allo stato attuale, Pag. 47di un fallimento governativo, politico ed umanitario tutto concentrato nelle regioni del Mezzogiorno e particolarmente nel comune di Manduria, in provincia di Taranto. La tendopoli di Manduria - l'ho detto a più riprese anche in quest'Aula - non è assolutamente idonea a subire l'onda d'urto di questa emergenza e i numeri ci danno ragione: delle circa 1.400 persone già condotte lì, ne sono rimaste solo 800. I 570 mancanti sono fuggiti senza particolari difficoltà, superando una piccola recinzione in ferro alta poco più di un metro. È un disastro annunciato.
La ricollocazione degli immigrati sgomberati da Lampedusa e in attesa di identificazione doveva essere concordata dal Governo nazionale con regioni, province ed enti locali che dovrebbero ospitare le tendopoli o i centri di accoglienza. Tutto ciò non è avvenuto. Nel frattempo, in queste ore si prepara da Lampedusa un'altra partenza di 2.300 immigrati con destinazione Manduria; Manduria, così come Trapani e Caltanissetta, sono tutte cittadine del sud d'Italia, così come ovviamente la stessa Lampedusa, che hanno dovuto affrontare l'emergenza italiana ed europea da sole, senza poter contare su un Governo la cui responsabilità si è smarrita in verità da tempo.
Mi permetto di rinnovare questa richiesta al Governo e al Ministro dell'interno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vico. Come lei sa, questa questione è stata posta ripetutamente nel corso della seduta odierna: il Ministro dell'interno è stato invitato a presenziare in Parlamento ed è stata sollecitata la sua presenza.

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 16,58).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Orientamenti del Governo in ordine alla decurtazione delle risorse del Fondo unico dello spettacolo, con particolare riferimento alla riduzione dei finanziamenti a favore della società Cinecittà-Luce - n. 2-00999)

PRESIDENTE. L'onorevole Carlucci ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00999, concernente orientamenti del Governo in ordine alla decurtazione delle risorse del Fondo unico dello spettacolo, con particolare riferimento alla riduzione dei finanziamenti a favore della società Cinecittà-Luce (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, onorevole sottosegretario Giro, come l'Assemblea sa bene, la discussione intorno al finanziamento dello spettacolo e, quindi, al rifinanziamento del Fondo unico per lo spettacolo, ha portato di fatto, proprio nella settimana scorsa, ad un sostanzioso rifinanziamento del citato Fondo.
Questa iniziativa, naturalmente, ha ottenuto un grandissimo successo presso tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo, anche perché i tagli, fino ad una decina di giorni fa, ammontavano al 50 per cento del Fondo. Questo significava, di fatto, al termine della stagione teatrale e della stagione degli spettacoli in corso, la chiusura e la sospensione di numerose attività, con il conseguente licenziamento della maggior parte dei lavoratori che appartengono a questo settore.
L'interpellanza urgente in oggetto era modulata sulla mancanza quasi totale di finanziamento nei confronti dell'Istituto Cinecittà-Luce, in quanto l'Istituto Luce - che da anni è stato accorpato, attraverso una riforma, in un unico ente, denominato appunto Cinecittà-Luce - aveva ottenuto, negli anni scorsi, un finanziamento di 25 milioni di euro che, in seguito, si era ridotto progressivamente, fino ad arrivare, quest'anno, ad un finanziamento di 7 milioni di euro. Per questo motivo, era Pag. 48scattato l'allarme dei lavoratori, dei dirigenti e dell'amministratore delegato, perché con 7 milioni di euro, di fatto, non vi sarebbero potuti essere nemmeno i soldi per gli stipendi.
Di fatto, l'aver rifinanziato il FUS ha permesso all'Istituto Cinecittà-Luce di ottenere un finanziamento di 18 milioni di euro. Quindi, parliamo sempre di un 30 per cento in meno rispetto al finanziamento che l'Istituto Cinecittà-Luce ha ottenuto negli anni per il suo funzionamento.
Purtroppo, dobbiamo dire che di questi 25 milioni di euro, che, a tutt'oggi, sono diventati 18 milioni, ben 12 milioni sono destinati alla gestione. Dobbiamo anche dire che, da quando è entrato in carica il Governo Berlusconi nel 2008 ed è iniziata la cura dimagrante di questo ente, per cui vi sono stati dei licenziamenti e molto del personale è stato riassorbito dalla pubblica amministrazione, la gestione dell'Istituto Cinecittà-Luce è in attivo (negli ultimi due anni vi è un bilancio in attivo). Ma nonostante ciò, come dicevamo prima, dei 18 milioni di euro che quest'anno spetteranno all'Istituto Luce, 12 milioni serviranno per la gestione e per il pagamento degli stipendi.
Non ci dimentichiamo che dobbiamo assolutamente permettere che l'Istituto Luce attui la sua missione. La missione dell'Istituto Luce, in questi anni, oltre ad essere quella di archivio delle immagini del nostro Paese - perché l'archivio dell'Istituto Luce risale al primissimo dopoguerra -, oltre ad avere, quindi, un archivio fotografico di 350 mila immagini che riguardano la storia d'Italia, è quella di supportare, di fatto, le opere prime e le opere seconde, nonché la loro distribuzione.
Chiedo, allora, al sottosegretario Giro, da una parte, di cercare di capire come ripristinare il finanziamento all'Istituto Cinecittà-Luce, dato che manca ancora un 30 per cento della cifra che servirebbe all'istituto per continuare ad attuare la sua mission, e poi chiederei un ripensamento forte sull'argomento, visto che tra l'altro c'è l'occasione di confrontarsi con un nuovo Ministro che di conseguenza deve anche rendersi conto di quali sono i problemi del Ministero di cui si sta occupando.
L'Istituto Cinecittà-Luce veramente dovrebbe poter ottenere di vedere reintegrato il suo finanziamento soprattutto alla luce del fatto che la sua missione è quella di supportare la distribuzione delle opere prime e seconde. Non dimentichiamoci che i film, soprattutto i piccoli film italiani, e soprattutto le opere degli sconosciuti, se non hanno un supporto alla distribuzione difficilmente finiscono nelle sale cinematografiche. Quindi, è importante cercare di capire come poter reperire questi ulteriori fondi che mancano e, soprattutto, è importante permettere all'Istituto Cinecittà-Luce di proseguire nella sua missione di crescita del cinema italiano e di supporto soprattutto ai giovani; le opere prime e seconde sono soprattutto realizzate da giovani esordienti.
La mia interpellanza urgente è stata leggermente modificata rispetto al testo presentato perché nel frattempo è intervenuto il Governo che ha ripianato, portandolo alle cifre del 2009, il FUS, però è importante, da questo momento in poi, capire come poter completare quest'opera di rifinanziamento dell'Istituto Cinecittà-Luce proprio perché è opportuno che quest'ultimo prosegua nella sua opera di assistenza al giovane cinema italiano.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Francesco Maria Giro, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO MARIA GIRO, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, lo stanziamento per il Fondo unico per lo spettacolo risulta determinato, per il triennio corrente, dalla tabella C della legge di stabilità per il 2011 in misura notevolmente ridotta rispetto a quella autorizzata per il 2009, risultando pari a 258,6 milioni di euro.
Nel 2010 i fondi stanziati per il funzionamento di Cinecittà-Luce sono stati Pag. 49pari a 17 milioni di euro, di cui 12,2 milioni di euro derivanti dal Fondo unico per lo spettacolo e 4,8 milioni di euro derivanti dai fondi del Lotto.
Simulando la ripartizione dello stanziamento del 2011 rispetto alle percentuali stabilite nel 2010, le risorse disponibili per Cinecittà-Luce Spa si sarebbero assestate verosimilmente intorno ai 7,5 milioni di euro.
Il Consiglio dei ministri, nella seduta del 23 marzo ha tuttavia autorizzato un reintegro del predetto Fondo con una dotazione ulteriore di 149 milioni di euro legato all'aumento delle accise sui carburanti, quindi una dotazione stabilizzata nel tempo.
Con tale nuova disponibilità, assicuro l'onorevole Carlucci e gli altri interpellanti, che saranno tenute in debita valutazione le esigenze della società Cinecittà-Luce Spa con una integrazione di fondi che consentirà lo svolgimento delle attività in base all'atto di indirizzo disposto dall'onorevole Ministro in ordine alle competenze di tale struttura.

PRESIDENTE. L'onorevole Carlucci ha facoltà di replicare.

GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per questa risposta come naturalmente ho ringraziato poco fa il Governo per aver reintegrato il FUS, però tengo a sottolineare al sottosegretario Giro, visto che riferirà anche al nuovo Ministro, la necessità di ripristinare il prima possibile tutti i fondi destinati all'Istituto Cinecittà-Luce soprattutto per il discorso che ho fatto prima: questo istituto si occupa in prima persona del giovane cinema italiano. L'istituto ha come missione di supportare le opere prime e seconde, ma non basta produrle, queste opere devono poter uscire nelle sale cinematografiche. Si è calcolato che per poter fare questa operazione servono 200 mila euro a film; allora, abbiamo detto prima che dei 17 milioni che sono stati ricostituiti nel bilancio dell'Istituto Cinecittà-Luce, 12 milioni vanno alla struttura e quindi restano solo cinque milioni. Con cinque milioni si può fare molto poco.
Lascio al sottosegretario Giro questa considerazione: per poter effettivamente permettere all'Istituto Cinecittà-Luce di proseguire nella sua mission di supporto al giovane cinema italiano c'è bisogno che venga reintegrato tutto il finanziamento dell'Istituto. Ricordo ancora, per l'ultima ed ennesima volta, che negli ultimi due anni di gestione, da quando è stato modificato l'organico dell'ente, questo ha portato, negli ultimi due anni, un bilancio in attivo.

(Rinvio dell'interpellanza urgente Commercio n. 2-01025)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interpellanza urgente Commercio n. 2-01025.
Avverto che, su richiesta del Governo e con il consenso dei presentatori, lo svolgimento dell'interpellanza urgente Commercio n. 2-01025, concernente iniziative volte ad assicurare servizi di mobilità uniformi su tutto il territorio nazionale, con particolare riferimento alla rete ferroviaria siciliana, è rinviato ad altra seduta.

(Iniziative volte a garantire il diritto allo studio, evitando disparità di trattamento tra regioni - n. 2-00996)

PRESIDENTE. L'onorevole Garagnani ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00996, concernente iniziative volte a garantire il diritto allo studio, evitando disparità di trattamento tra regioni (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, illustrerò brevemente la mia interpellanza. Come il Ministro sa - e la ringrazio - questa interpellanza è determinata dalla preoccupazione espressa a più riprese dal sottoscritto a nome di tanti suoi concittadini - e per l'esattezza anche a nome di 850 consiglieri comunali dell'Emilia Pag. 50Romagna, che svolgono un ruolo di amministratori nei loro comuni - per la realizzazione del diritto allo studio.
Ho considerato in varie occasioni e mi rendo benissimo conto che ogni regione ha un'autonomia specifica per quanto riguarda questa delicata materia. Il Ministro ne è ben consapevole e le do atto di aver rispettato i limiti di competenza delle regioni. Tuttavia, essendo stato anche consigliere regionale ho constato che vi sono regioni dove questo diritto allo studio, per quanto riguarda la possibilità di scelta dei genitori, è ampiamente garantito a tutti gli utenti, mentre altre regioni non utilizzano la possibilità di far fruire le famiglie di una scelta educativa di un certo tipo, ponendo tutti i cittadini di fronte alla fruizione di un diritto in modo uguale.
Ho ovviamente posto l'interrogativo - che ripropongo in questa sede - che riguarda non solo e non tanto la mia regione, che, notoriamente, per questo aspetto, vede una politica scolastica accentuata molto sulla prevalenza totalizzante dell'ente locale, ma riguarda l'intero territorio nazionale.
Chiedo se, in nome del principio dell'applicazione dei LEA (livelli essenziali di assistenza), sia giusto e opportuno definire un livello minimo di assistenza, che, senza invadere le competenze delle regioni, ponga su un aspetto di parità gli studenti che, fino ai 18 anni, frequentano le scuole, dalla materna alla scuola media secondaria superiore, dalla Lombardia - regione nativa del nostro Ministro - alla Sicilia o al Trentino Alto Adige.
Ritengo che, senza forzare l'autonomia e senza stabilire limiti massimi o precisi, l'applicazione di un principio e la definizione di un minimo standard, eventualmente a livello di Conferenza Stato-regioni, si imponga. È qui la ragione di questa mia interpellanza, oltre che la richiesta se non sia opportuno un provvedimento di legge che, senza invadere le competenze delle regioni, stabilisca però questi limiti, così come è avvenuto in campo sociale, sanitario e assistenziale, ovviamente con i livelli essenziali di assistenza.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, rispondo volentieri all'interpellanza dell'onorevole Garagnani, perché egli tocca un tema centrale per l'ambito della scuola e dell'università, ma direi anche per dare i giusti sostegni ai nostri studenti, cioè il tema del diritto allo studio.
Devo dire che la riforma universitaria appena approvata e anche i provvedimenti legati alla razionalizzazione in ambito scuola sono volti ad affermare finalmente politiche attive e concrete di diritto allo studio. Sono ancora poche le risorse che lo Stato investe in questo campo e non sempre siamo nelle condizioni di attuare il principio costituzionale che recita che tutti gli studenti meritevoli, ancorché privi di mezzi, devono poter raggiungere i livelli più alti dell'istruzione.
Su questo noi abbiamo aperto un tavolo con le regioni, trattandosi di una materia di competenza concorrente, cercando di fare in modo di utilizzare i risparmi che derivano da una riprogrammazione dell'offerta formativa, dal taglio ai corsi di laurea inutili, alle sedi distaccate e agli indirizzi ridondanti, liberando così risorse sulla qualità e, in modo particolare, sul diritto allo studio.
Con le regioni, ma anche con gli studenti medi e con il consiglio nazionale degli studenti universitari, abbiamo aperto un tavolo e stiamo affrontando questa tematica complessa.
Infatti, evidentemente le regioni sono ovviamente sulla difensiva delle proprie competenze e del proprio ambito di azione, ma noi dobbiamo contemperare - come lei sottolineava poc'anzi - i livelli minimi delle prestazioni uguali per tutti e poi comunque tenere conto delle differenze di costo della vita da una regione all'altra, da un territorio del nord a un altro del Mezzogiorno.
Quindi, per fare questo valuteremo se servirà una legge. Certamente oggi serve il Pag. 51concorso di tutti: la partecipazione del Governo, degli organi universitari, quindi CNSU, Consiglio universitario nazionale, Conferenza dei rettori, studenti medi e regioni perché insieme dobbiamo creare una forte sinergia per utilizzare le risorse di tutti i livelli di competenza sul diritto allo studio, aumentando anche il valore e non solo il numero delle borse di studio, ma anche il valore di ogni singola borsa.
Questo tema si collega anche al sistema di valutazione, perché occorre che i 100 e lode, cioè i voti conseguiti alla maturità, possano essere comparabili da scuola a scuola. Quindi, accanto al potenziamento del sistema del diritto allo studio, dobbiamo potenziare il sistema della valutazione, ovvero l'Agenzia INVALSI per la scuola e l'Agenzia nazionale di valutazione per l'università e la ricerca.
Quindi, in questo modo si possono avere criteri oggettivi di misurazione del merito, quindi della competenza e della conoscenza dei singoli studenti, e raccogliere risorse (in ambito pubblico essenzialmente). Tuttavia, ricordo anche che la riforma universitaria istituisce il Fondo per il merito, che vuole rappresentare uno sforzo collettivo comune da parte del sistema pubblico, del sistema territoriale, ma anche del sistema privato, per utilizzare le risorse in prestiti d'onore, borse di studio, aiuti agli studenti, residenze universitarie. Probabilmente costituiremo una fondazione di diritto privato, perché questo è l'unico modo per raccogliere risorse di provenienza diversa, ma le assicuro che lo sforzo è ampio e convinto sul piano del diritto allo studio. Coinvolge le regioni rispettando le loro competenze e le differenze territoriali, ma in epoca di federalismo, in cui per ogni servizio si vanno a misurare i costi standard, questo deve avvenire anche per quanto riguarda il diritto allo studio. Quindi, sarà mia premura tenerla informata su questo tavolo di lavoro e tenere informato tutto il Parlamento perché ritengo che una delle sfide fondamentali che il Paese ha davanti è quella non di declamare il diritto allo studio, ma di praticarlo in concreto, accogliendo risorse di diversa estrazione e facendo in modo - come ella sottolineava - che vengano definiti i livelli essenziali delle prestazioni, cercando di spostare l'asticella verso l'alto e, quindi, diffondendo nel Paese il diritto allo studio.
Abbiamo anche un'opportunità, che è data dal Fondo sociale europeo, ma anche dai fondi PON per la formazione degli insegnanti e per il sostegno agli studenti. Mettiamo a fattor comune tutte queste misure e credo che, nell'arco di un tempo minimo di tre-cinque anni, saremo in grado almeno di raddoppiare le risorse. Tuttavia, è evidente che serve molto di più oggi in termini di risorse che abbiamo a disposizione sul capitolo del diritto allo studio.

PRESIDENTE. L'onorevole Garagnani ha facoltà di replicare.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto per la risposta del Ministro, auspicando soprattutto che - per quanto riguarda il diritto allo studio preuniversitario - vengano liberate le risorse cui faceva riferimento il signor Ministro, delle quali c'è disperatamente bisogno.
Ho prima citato la Lombardia, ma voglio citare anche il Veneto e il Piemonte. Si tratta di tre regioni del nord dove ci sono leggi per il diritto allo studio preuniversitario e universitario che definirei estremamente pluraliste, poiché vengono incontro a questa richiesta di pluralismo in applicazione del principio di sussidiarietà.
Altre regioni prescindono assolutamente da questa impostazione.
Ritengo che un Paese moderno come il nostro - e mi appello alla legge n. 60 del 2000, la cosiddetta «legge Berlinguer» - debba concepire un sistema pubblico integrato, dove le scuole cosiddette statali e non coesistano sulla base di alcuni principi essenziali di fondo.
Da qui la richiesta, contenuta nella mia interpellanza urgente, e l'invito ad armonizzare o verificare l'opportunità - cosa che mi pare il Ministro abbia colto - di una legge o di una disposizione che stabilisca Pag. 52livelli minimi del servizio e una possibilità di scelta valida per tutti lasciando, però, un margine di autonomia e, soprattutto, basandosi sempre più sulle fondazioni di diritto privato - e ho colto anche questa risposta - che raccolgano l'apporto dei privati e che aiutino non solo a liberare risorse ma, soprattutto, a diversificare l'offerta formativa e a rendere il nostro sistema scolastico meno ingessato e soprattutto più aperto alla pluralità della nostra società.
Ciò detto, le confermo ovviamente il mio compiacimento per la risposta e mi dichiaro, pertanto, soddisfatto.

(Iniziative relative al personale della scuola a tempo determinato, alla luce di una recente sentenza del tribunale del lavoro di Genova - n. 2-01026)

PRESIDENTE. L'onorevole Antonino Russo ha facoltà di illustrare l'interpellanza Ghizzoni n. 2-01026, concernente iniziative relative al personale della scuola a tempo determinato, alla luce di una recente sentenza del tribunale del lavoro di Genova (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmatario.

ANTONINO RUSSO. Signor Presidente, con questa interpellanza urgente vogliamo richiamare, appunto, una vicenda che porta all'ennesima condanna del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca in materia scolastica e, in particolare, in materia dei diritti del personale scolastico.
Il 25 marzo scorso il tribunale del lavoro di Genova, con la sentenza n. 520, ha condannato il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca a risarcire quindici lavoratori con contratto a tempo determinato, reiterato da tre a dieci anni, riconoscendo loro anche la ricostruzione di carriera, l'illegittimità dei contratti a termine e i danni derivanti dalla mancata nomina a tempo indeterminato, con la previsione, per ciascuno dei quindici ricorrenti, di un risarcimento di circa 30 mila euro pro capite. Parliamo, insomma, di un risarcimento a carico dell'erario che ammonta a circa mezzo milione di euro.
Sostanzialmente, la decisione del tribunale di Genova si fonda sul mancato rispetto da parte del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca della direttiva n. 1999/70/CE, recepita dalla normativa nazionale con il decreto legislativo n. 368 del 2001, che dispone, all'articolo 4, che il contratto a tempo determinato può essere prorogato non più di una volta e che la durata totale di uno o più contratti a tempo determinato non può superare i tre anni. Successivamente, all'articolo 5, comma 4-bis, si stabilisce che uno o più contratti di durata superiore ai tre anni siano considerati contratti a durata indeterminata. Insomma, si tratta dell'ennesima condanna della pregiata collezione che il Ministro Tremonti, ma anche il Presidente Berlusconi, ha regalato al gentile Ministro.
Credo che non possiamo continuare così, perché il prezzo di questi «gioielli» - per usare un eufemismo - è a carico dello Stato e dei cittadini e la cocciutaggine di qualche funzionario apicale, magari il più alto funzionario del Ministero - anche perché vi è una diversificazione delle responsabilità politiche da quelle amministrative, da qualche anno a questa parte -, non può portare i cittadini a pagare prezzi che non sono propri, tanto più se creano dei disagi e se ledono dei diritti come quelli che sono stati, appunto, riconosciuti in ultimo dal tribunale di Genova.
Voglio aprire una parentesi, perché parlavo di ennesima condanna. Ai primi di febbraio - il giorno 9 - abbiamo avuto un'altra sentenza, quella della Corte costituzionale, che attiene ad un altro argomento, ossia al cambio di provincia dei docenti inseriti nelle graduatorie provinciali. Il Governo - o meglio parte della maggioranza e, in particolar modo, l'illustre senatore Pittoni - ha provato ad aggirare perfino una sentenza della Corte costituzionale, sfiorando il ridicolo e ovviamente richiamando inevitabilmente l'intervento autorevole del Presidente della Repubblica che, in occasione del provvedimento Pag. 53«milleproroghe», ha preteso che si liberasse da questo gravame quel provvedimento, perché considerato un intervento improprio.
Mi auguro che anche in questa circostanza non ci sia chi pensi a delle furbizie, a costruirsi un parere dell'Avvocatura dello Stato - che già ci aveva rimesso la faccia in occasione della sentenza della Corte costituzionale, che ha bocciato sostanzialmente cinque punti su sei - e a costruire un provvedimento che - potremmo dire - fa comodo a qualche forza politica o a qualche senatore. Infatti, questo non sarà tollerato.
Qualche ora fa abbiamo consegnato, in sessanta parlamentari, al Ministro Gelmini una lettera con la quale chiediamo che non siano i sindacati, per i quali comunque porto grande rispetto, ma neanche soltanto i vertici del Ministero, a decidere il destino di migliaia di persone. Il provvedimento ha riguardato il Parlamento e deve riguardare, ancora una volta, il Parlamento e la sana dialettica che ci può essere tra potere legislativo ed esecutivo.
Quindi, richiamo questo elemento perché teniamo molto al suo punto di vista, alla sua attenzione, alla sua sensibilità, ma anche ad un'assunzione di responsabilità in prima persona, perché qui non vale più il concetto della distinzione dell'amministrazione dalla politica. Ci sono sessanta parlamentari di tutti gli orientamenti politici di questa Camera che chiedono di poter discutere sulla questione.
Tornando al punto principale, nell'anno scolastico in corso risultano in servizio a tempo determinato 113.348 docenti, di cui 89.931 con contratto fino al termine delle elezioni e 51.402 unità di personale amministrativo tecnico e ausiliario. Evidentemente, sarebbe parecchio onerosa - alcuni giornali hanno riportato stime che vanno dai 4 ai 6 miliardi di euro - l'eventuale estensione degli effetti determinati dalla suddetta sentenza al personale della scuola a tempo determinato che volesse intraprendere legittimamente, visti i precedenti, analoghe azioni legali. Diciamo con il cuore in mano e con grande senso di responsabilità che non ci interessa tra qualche anno - perché accadrà - dire che ci avete lasciato in eredità un disastro perché, per coprire quei buchi che si verranno a generare, occorrerebbero diverse finanziarie, e noi non ce lo possiamo permettere. Tanto più che risulta assurdo - così come ha richiamato autorevolmente qualche mese fa perfino Draghi - non risolvere alcune questioni che riguardano il precariato con azioni che addirittura fanno risparmiare lo Stato.
Nei prossimi tre anni, infatti, andranno in pensione all'incirca 70 mila docenti, con una fascia retributiva media da 28 a 35 anni di servizio. Il costo di tale personale, per il numero di anni di servizio che ha, ammonta all'incirca a 3 miliardi di euro l'anno. Se le cattedre lasciate libere venissero ricoperte da personale più fresco per età, lo Stato pagherebbe almeno 500 milioni di euro in meno. Perché non stabilizzare allora il personale precario? Perché non stabilizzare e non dare certezza a queste unità di persone, visto che lo Stato risparmia? Bisognerà spiegarlo al Ministro Tremonti e al Presidente del Consiglio, visto che non è soltanto una materia scolastica in disciplina finanziaria.
Noi crediamo che occorra utilizzare - in questo senso abbiamo presentato un progetto di legge e siamo l'unico gruppo ad averlo fatto e su questo vorremmo sfidare la maggioranza - tutti i posti disponibili e vacanti, sia per quanto riguarda il personale docente, sia per quanto riguarda il personale ATA, ma non sarebbe sufficiente. Serve portare a compimento, a nostro avviso - per portare davvero ad esaurimento le graduatorie, senza cancellare le persone -, quel piano che era stato avviato dal precedente Governo, tenendo conto di quello che ho detto e addirittura dei possibili risparmi.
Alla luce di tutto questo credo che il Ministero debba tornare a riflettere e a confrontarsi con il Parlamento. Sono convinto che in giro ci siano troppi cattivi consiglieri, signora Ministro, e poiché questi cattivi consiglieri non arrecano danno a sé stessi e neanche solo al Ministero o al Governo, ma al Paese, credo che sia opportuno che si torni a confrontarsi con Pag. 54tutte le forze parlamentari, a partire dai dibattiti di merito nelle relative Commissioni.
Auspichiamo pertanto che questo accada; ovviamente siamo convinti che bisogna bloccare al più presto anche la terza tranche di tagli, perché altrimenti non riusciremo a coprire tutte le esigenze, che potranno tramutarsi fra qualche settimana in un ulteriore contenzioso e in ulteriori condanne a carico dello Stato. Occorre fermare quella tranche considerato che già hanno costituito un considerevole salasso le due precedenti previste nella finanziaria 2008.
Credo che se proviamo a ragionare concretamente attorno a un pacchetto di possibilità, faremo il bene complessivo della scuola e degli insegnanti, tranquillizzeremo un comparto che per ora vede una guerra fra poveri e probabilmente faremo il bene del Paese, anche perché dalla scuola non solo deriva il futuro delle generazioni e la qualità del sapere, delle conoscenze e delle opportunità di vita, ma anche il bilancio dello Stato.
In questi anni avete sostenuto che bisognava risparmiare su questo comparto, invece scopriamo che siamo stati parecchie volte condannati e alla fine pagheremo addirittura due stipendi per lo stesso posto, perché in alcuni casi dovremo pagare gli arretrati a chi non è stato inserito, avendone diritto, e dovremo risarcire trenta mensilità o 30 mila euro al docente, così come nel caso di Genova.
Davvero con il cuore in mano, a nome del Partito Democratico - potremmo approfittare ed infierire in una vicenda di questo tipo, ma c'è poco da infierire -, chiediamo di aprire una nuova fase di dialogo anche nelle Commissioni competenti. Vogliamo fare la nostra parte responsabilmente, mettendo al riparo anche - ripeto - da alcuni consiglieri o da alcune proposte non del potere legislativo, ma di altri poteri della società, che non hanno a cuore i problemi della scuola e nemmeno quello dei nostri ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, prima di entrare nel merito dei contenuti dell'interpellanza che mi è stata rivolta, desidero accogliere positivamente la richiesta formulata dall'onorevole Antonino Russo - credo a nome anche di un certo numero di parlamentari - per un confronto o una riunione all'interno delle Commissioni parlamentari o anche in un altro ambito, su un tema così delicato che tocca la vita lavorativa e il destino lavorativo di tante migliaia di persone. Credo sia assolutamente doveroso da parte mia, quindi lo faccio con piacere e con senso di responsabilità.
Registro positivamente la disponibilità del collega a ragionare su questo tema in modo pacato e costruttivo, sapendo che è un tema annoso, che non si origina con l'inizio di questa legislatura o con l'insediamento di questo Governo, ma purtroppo il tema del precariato oramai dura da decenni ed evidentemente abbiamo il compito di tentare di risolverlo pur fra mille difficoltà e, qualche volta, anche avendo di fronte pronunce del TAR piuttosto che del Consiglio di Stato non sempre univoche e coerenti. Infatti, nel percorso di risoluzione di un precariato così ampio e presente nel nostro Paese, spesse volte pronunce contraddittorie e indirizzi giurisprudenziali differenti non hanno agevolato il compito.
La questione posta dagli onorevoli interpellanti trae origine da una recente pronuncia del tribunale di Genova, con la quale è stato accolto il ricorso presentato da quindici insegnanti a tempo determinato, sulla base di un presunto mancato rispetto da parte del Ministero, nella gestione dei rapporti di lavoro a tempo determinato del personale della scuola, della direttiva comunitaria e dell'allegato accordo quadro sui contratti a tempo determinato. La direttiva e l'accordo allegato hanno fissato i principi generali su Pag. 55tali contratti per assicurarne un uso accettabile e per garantire la parità di trattamento tra lavoratori a tempo determinato ed a tempo indeterminato. In attuazione della direttiva, è stato però poi emanato il decreto legislativo n. 368 del 2001, la cui disciplina non è riferibile al personale della scuola, i cui rapporti di lavoro a tempo determinato trovano una specifica e dettagliata regolamentazione nel decreto legislativo n. 297 del 1994, come poi modificato dalla legge n. 124 del 1999, oltre che apposita disciplina nei contratti collettivi nazionali di lavoro di comparto e nei regolamenti ministeriali per le supplenze, attualmente vigenti. Del resto, il rapporto di lavoro tra il supplente e la scuola ha caratteristiche del tutto peculiari, tali da giustificare e, a mio modo di vedere, da rendere necessaria la previsione di una specifica normativa. Infatti, come anche puntualizzato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri nella circolare n. 3 del 2008, il regime specifico delle supplenze nel settore della scuola si caratterizza quale disciplina separata e speciale nell'ambito dei rapporti di lavoro a tempo determinato, in ragione della necessità di garantire, attraverso la continuità didattica, il diritto costituzionale all'educazione, all'istruzione e allo studio e, quindi, la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo. Conseguentemente, l'articolo 4 della legge n. 124 del 1999 ha disciplinato le supplenze per le scuole statali, rimettendo ad apposito regolamento le norme di dettaglio relative ai contratti di lavoro a tempo determinato per lo svolgimento delle supplenze, tutte le volte in cui non sia possibile ricorrere ai docenti di ruolo. Nella scuola, come è noto, la copertura dei posti vacanti è assicurata in via prioritaria con le immissioni in ruolo dei vincitori di concorso e degli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, mentre il ricorso alle supplenze ha natura residuale ed obbligatoria, in quanto non deriva da una scelta discrezionale dell'amministrazione, ma da esigenze obiettive, legate al rispetto della normativa vigente, anche di natura finanziaria, che configura il ricorso alla supplenza quale ordinario strumento contrattuale per la sostituzione di personale di ruolo assente o per la copertura di posti ai quali non sia stato assegnato personale di ruolo. Dobbiamo anche sottolineare che il pronunciamento del tribunale di Genova non è un pronunciamento consolidato e da tutti gli altri tribunali condiviso. Sono state infatti emanate molte pronunce che hanno fatto meno clamore, ma che sono numericamente superiori, che hanno evidenziato un parere favorevole all'amministrazione. Mi riferisco ai casi di Viterbo, di Venezia e di Perugia, che ella certamente non ignorerà. In tale prospettiva, è ovvia la proposizione dell'appello contro la sentenza di Genova, segnalando peraltro che la questione è già approdata in Cassazione su appello proposto dall'Avvocatura generale, in relazione ad altri ricorsi non ancora definiti. Quindi, capite come avere di fronte indirizzi giurisprudenziali su un tema così delicato assolutamente contraddittori evidentemente rende più difficile il percorso. Devo dire che, però, al netto delle polemiche politiche, che in questa fase e in questo momento credo poco importano, l'impegno da parte del Governo per alleggerire la condizione del precariato si è verificato e si può registrare in molte direzioni.
Innanzitutto, con la riforma del regolamento sulla formazione iniziale, che ha posto un tetto agli ingressi maggiorato del 30 per cento rispetto al fabbisogno di occupazione all'interno della scuola. Lo abbiamo fatto per non creare, ancora una volta, illusioni circa un'illimitata capacità della scuola di assorbire posti di lavoro; illusione che, come oggi verifichiamo rispetto a scelte del passato, si traduce poi in una cocente delusione, oltre che in una frustrazione in coloro che per anni affrontano un percorso di studi senza poi accedere ad uno sbocco professionale.
Quindi, il blocco degli ingressi e l'introduzione di una programmazione nella pianificazione della pianta organica sono, credo, un'assunzione di responsabilità importante. Ma ricordo anche le immissioni in ruolo che comunque il Governo ha garantito, non in una misura uguale al Pag. 56passato, ma, per onestà intellettuale e per un'analisi serena e oggettiva delle cose, dobbiamo ricordare che anche il precedente Governo aveva proceduto ad una programmazione di tagli di 45 mila posti.
Questo taglio poi non si era verificato, ma comunque, onorevole Russo, era scattata la clausola di salvaguardia e quel mancato taglio si è tradotto in un taglio sulle spese di funzionamento, a significare che cambiano i Governi e cambiano le maggioranze, ma i conti con il bilancio li dobbiamo sempre fare. La proposta è quella di prorogare gli accordi con le regioni, perché al riguardo abbiamo già trovato una modalità di soluzione negli anni passati, non sufficiente, ma certamente importante, quanto meno per diminuire la situazione del precariato e il numero di coloro che non trovavano lavoro dentro la scuola.
Dobbiamo parlare anche con il sindacato e avere il coraggio di fare una previsione precisa dei futuri posti che si libereranno nella scuola: non sono infiniti. Il danno di questi pronunciamenti è che ingenerano la falsa convinzione che vi sia un Governo cattivo che non vuole assumere i precari, quando la scuola sarebbe in grado di assumere chiunque. Così non è! Questa è una grande bugia. Credo che, responsabilmente e insieme con il sindacato e con tutte le forze politiche presenti in questo Parlamento, dovremo certamente accelerare le immissioni in ruolo possibili; su questo, vi è già un tavolo di confronto con il Ministero dell'economia e delle finanze.
Il piano di assunzione dei precari va avanti, non si interrompe. Anticiperemo il numero delle immissioni in ruolo che saremo in grado di fare per il prossimo anno. Dovremo, con norma, prorogare gli accordi con le regioni per assumere i precari, per incrementare l'offerta formativa, per fare i corsi di recupero, per migliorare il servizio scolastico. La modifica del regolamento sulla formazione è un altro elemento fondamentale, ma, certo, sentenze e pronunciamenti come quello di Genova non ci aiutano. Credo che la politica commetterebbe un grave errore se strumentalizzasse e cavalcasse il contenzioso per dare speranze illimitate che poi non sarebbe in grado di mantenere.
Onorevole Russo, torno al tavolo, alla disponibilità, alla richiesta che, con lei, molti parlamentari mi rivolgono di un momento di confronto su questo tema. Da parte mia vi è la massima disponibilità a collaborare e a condividere le decisioni, ma non lasciamo i destini della scuola appesi a questo o a quel pronunciamento del TAR, perché penso che questo non sia utile, penso che non farebbe chiarezza e penso che alimenteremmo speranze vane.
Utilizziamo tutti gli spazi che vi sono per assumere il numero di precari che la scuola è in grado di poter garantire e di cui ha bisogno, ma evitiamo di utilizzare questo pronunciamento ancora una volta, lo ribadisco, per alimentare aspettative che non vi possono essere. Anche perché - lo ha detto nel suo intervento - se tutti i precari dovessero fare richiesta e avessero diritto ad un risarcimento di questa natura, non so quante leggi finanziarie sarebbero necessarie per garantire queste risorse.
Credo sia opportuno un confronto su questo tema ed è indispensabile, poi, valutare, anche sul piano normativo, quali saranno i provvedimenti e le norme da introdurre quanto prima.
Però, insomma, non cavalchiamo un tema così delicato che renderebbe difficile anche la coesione sociale e non migliorerebbe il clima nella scuola.

PRESIDENTE. L'onorevole Coscia, cofirmataria dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.

MARIA COSCIA. Signor Presidente, intanto voglio esprimere il mio apprezzamento per il tono della risposta del Ministro Gelmini e riconoscerle il merito di tentare, in questa sede, di ragionare insieme, con l'obiettivo di affrontare e risolvere i problemi in genere.
Non è interesse di nessuno continuare a mantenere una condizione di perenne incertezza in questa situazione di crisi e di difficoltà del Paese che riguarda anche centinaia di migliaia di insegnanti. Pag. 57
Così come abbiamo scritto nell'interpellanza in oggetto, pensiamo che bisogna ragionare con la massima serenità, su un piano straordinario, che dia dei numeri certi. È questo quello che chiediamo. Nella suddetta interpellanza noi forniamo dei numeri, per esempio la previsione che di qui a poco vi saranno 70.000 posti vacanti. Intanto, verifichiamo se questo dato è vero o meno, controlliamo con la massima tranquillità i numeri. Comunque sia, bisogna ragionare su un piano pluriennale che possa comprendere la previsione di turnover che si può determinare da qui ai prossimi anni.
Avanziamo inoltre anche un'altra richiesta, ossia quella di non procedere alla terza tranche di tagli. Perché diciamo ciò? Perché abbiamo verificato che siamo arrivati ad un livello di insostenibilità. Viene messo in discussione lo stesso livello minimo di funzionamento delle scuole. Dobbiamo ragionare insieme, senza alcuna intenzione di cavalcare la disperazione di centinaia di migliaia di lavoratori.
Un altro elemento importante è quello di dare certezza ai lavoratori e alle lavoratrici, ma anche di dare continuità e qualità alla scuola perché lei sa, quanto noi, che interrompere un rapporto di lavoro di anno in anno significa determinare un'incertezza e una discontinuità nell'attività didattica, quindi incidere in modo negativo sulla qualità della scuola e, di conseguenza, sulla possibilità che i ragazzi possano conseguire quei risultati di successo scolastico a cui hanno diritto. Quindi, da un lato, vi è il tema che riguarda i lavoratori, dall'altro, quello che concerne la qualità dell'attività didattica e dell'offerta formativa che si riesce a mettere insieme.
Allora, è con questo spirito che, conoscendo chiaramente i numeri, le lanciamo questa proposta, ossia di elaborare un piano che definisca quello che si può fare quest'anno e il prossimo anno scolastico, sapendo che, come ricordava il collega Russo, il precedente Governo aveva messo un punto sul tema, così come anche lei ricordava. Certamente il tema in oggetto non nasce con questo Governo, né con quello precedente, ma viene da lontano. Il precedente Governo, però, aveva operato la scelta di definire queste graduatorie non più come permanenti, ma ad esaurimento proprio per mettere un punto, per sottolineare la necessità di cambiare il sistema di reclutamento del personale della scuola. Tant'è che, come lei, signor Ministro, ricordava, è stato fatto un regolamento sulla formazione iniziale con il quale, però, non viene affrontato il tema del reclutamento.
Questo è un punto su cui bisogna assolutamente riprendere una discussione. Voglio solo ricordare che abbiamo avanzato una proposta di legge su questo tema profondamente innovativa che, da un lato, vuole sanare in modo definitivo e mettere un punto sul tema del precariato, dall'altra, vuole anche aprire la scuola alle nuove forze con il nuovo sistema di formazione iniziale e anche di selezione. Quindi, ci auguriamo che si superino un certo pregiudizio iniziale, che si è evidenziato nel ritenere il personale precario senza professionalità, e le polemiche politiche che ci sono state nel passato.
Questa risposta riguarda un'interpellanza documentata, che nasce sicuramente dall'accoglimento da parte del tribunale del lavoro di Genova di richieste da parte di un numero limitato di precari. Però, Ministro, in questo caso parliamo del tribunale del lavoro. Quindi, anche se, grazie agli argomenti tecnici che le sono stati portati dagli uffici, lei afferma che vi sono sentenze diverse, le faccio presente che, anche in altri settori, si stanno aprendo pronunciamenti da parte dei tribunali del lavoro che mettono al primo punto i diritti dei lavoratori.
Quindi, diviene complicato pensare che, con una norma particolare, si possa estrapolare da questo il settore della scuola perché, appunto, vi è una normativa europea. Tuttavia, non c'è dubbio che si può evitare che si allarghi questo contenzioso, comportante una spesa insostenibile sul bilancio dello Stato, solo se si avvia un piano e si comincia a far intravedere al personale precario delle certezze. Di questo il personale precario ha bisogno. Mentre fino a tre fa anni comunque era certo Pag. 58che 150 mila docenti e 30 mila addetti al personale ATA sarebbero stati immessi in ruolo in tre anni, dopo si sono determinate tali e tante di quelle incertezze che si è alimentata una serie di ricorsi e - come è giusto che sia - di contenziosi, perché poi i lavoratori in qualche modo si devono difendere se non hanno una risposta adeguata da parte del Governo.
Mi auguro insieme al collega Antonino Russo e agli altri colleghi che hanno sottoscritto l'interpellanza che, a partire da oggi, si possa avviare una discussione vera, seria, nell'interesse dei lavoratori e della scuola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno. Sospendo brevemente la seduta in attesa di dare comunicazione dell'ordine del giorno della seduta successiva.

La seduta, sospesa alle 17,50, è ripresa alle 18,29.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 4 aprile 2011, alle 15,30:

Discussione della proposta di legge:
GIANCARLO GIORGETTI ed altri: Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, conseguenti alle nuove regole adottate dall'Unione europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (C. 3921-B).
- Relatore: Baretta.

La seduta termina alle 18,30.

ERRATA CORRIGE

Nel resoconto stenografico della seduta del 30 marzo 2011, a pagina 71, seconda colonna, tra la quarantunesima e la quarantaduesima riga inserire le parole «PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 18,10)».

Pag. 59

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Pdl n. 3921-B - Modifiche legge n. 196 del 2009 (contabilità e finanza pubblica)

Tempo complessivo: 12 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 6 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   20 minuti
Interventi a titolo personale 55 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 54 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 15 minuti 3 ore e 56 minuti
Popolo della Libertà 35 minuti 56 minuti
Partito Democratico 35 minuti 52 minuti
Lega Nord Padania 31 minuti 26 minuti
Unione di Centro 31 minuti 22 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 31 minuti 21 minuti
Iniziativa Responsabile 31 minuti 21 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 20 minuti
Misto: 30 minuti 18 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti 7 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 8 minuti 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 6 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 6 minuti 3 minuti
Pag. 60

Pdl n. 54 - Sostegno e valorizzazione piccoli comuni

Seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.

Relatori 20 minuti (complessivamente)
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 45 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 7 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 48 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 11 minuti
Partito Democratico 1 ora e 5 minuti
Lega Nord Padania 32 minuti
Unione di Centro 27 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 25 minuti
Iniziativa Responsabile 25 minuti
Italia dei Valori 24 minuti
Misto: 19 minuti
Alleanza per l'Italia 7 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
6 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Pag. 61

Ddl n. 4059 - Legge comunitaria 2010

Seguito dell'esame: 8 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 10 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore
Popolo della Libertà 1 ora e 7 minuti
Partito Democratico 1 ora e 15 minuti
Lega Nord Padania 33 minuti
Unione di Centro 28 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 27 minuti
Iniziativa Responsabile 27 minuti
Italia dei Valori 25 minuti
Misto: 18 minuti
Alleanza per l'Italia 7 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Pag. 62

Doc. LXXXVII, n. 3 - Relazione sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea nel 2009

Seguito dell'esame: 3 ore.

Relatore 10 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento e tempi tecnici 10 minuti
Interventi a titolo personale 29 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 2 ore e 1 minuto
Popolo della Libertà 29 minuti
Partito Democratico 27 minuti
Lega Nord Padania 14 minuti
Unione di Centro 11 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 11 minuti
Iniziativa Responsabile 11 minuti
Italia dei Valori 10 minuti
Misto: 8 minuti
Alleanza per l'Italia 2 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti

Ddl di ratifica nn. 4027, 4024 e 4040

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 18 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 22 minuti
Popolo della Libertà 20 minuti
Partito Democratico 18 minuti
Lega Nord Padania 9 minuti
Unione di Centro 7 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 7 minuti
Italia dei Valori 7 minuti
Iniziativa Responsabile 6 minuti
Misto: 8 minuti
Alleanza per l'Italia 2 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Pag. 63

Doc. XXIII, n. 6 - Relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lazio

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 57 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 8 minuti
Popolo della Libertà 1 ora
Partito Democratico 56 minuti
Lega Nord Padania 27 minuti
Unione di Centro 23 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 22 minuti
Iniziativa responsabile 22 minuti
Italia dei Valori 20 minuti
Misto: 18 minuti
Alleanza per l'Italia 7 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Pag. 64

Mozione n. 1-00567 - Tutela e promozione lingua italiana nelle istituzioni dell'Unione europea

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 3 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro 24 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 23 minuti
Iniziativa Responsabile 23 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 19 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Pdl n. 3261 e abb. - Ripartizione otto per mille gettito imposta sul reddito delle persone fisiche a diretta gestione statale

Tempo complessivo: 12 ore e 30 minuti, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   30 minuti
Interventi a titolo personale 55 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 57 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 15 minuti 4 ore e 13 minuti
Popolo della Libertà 35 minuti 1 ora
Partito Democratico 35 minuti 56 minuti
Lega Nord Padania 31 minuti 28 minuti
Unione di Centro 31 minuti 24 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 31 minuti 22 minuti
Iniziativa Responsabile 31 minuti 22 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 21 minuti
Misto: 30 minuti 20 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti 7 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
8 minuti 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 6 minuti 4 minuti
Minoranze linguistiche 6 minuti 4 minuti

Mozione n. 1-00391 - Trasparenza informazioni aiuto pubblico allo sviluppo

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 3 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro 24 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 23 minuti
Iniziativa Responsabile 23 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 19 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Mozione n. 1-00609 - Incremento controlli pensioni di invalidità

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 3 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro 24 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 23 minuti
Iniziativa Responsabile 23 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 19 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Pdl n. 2350 e abb. - Alleanza terapeutica, consenso informato e dichiarazioni anticipate di trattamento

Tempo complessivo: 32 ore, di cui:

  • discussione generale: 14 ore (*);
  • seguito dell'esame: 18 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore di maggioranza 40 minuti 40 minuti
Relatore di minoranza 20 minuti 30 minuti
Governo 40 minuti 40 minuti
Richiami al Regolamento 20 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   1 ora e 30 minuti
Interventi a titolo personale 2 ore e 18 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 2 ore e 43 minuti (con il limite massimo di 28 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 9 ore e 42 minuti 11 ore e 47 minuti
Popolo della Libertà 2 ore e 38 minuti 2 ore e 48 minuti
Partito Democratico 2 ore e 26 minuti 2 ore e 36 minuti
Lega Nord Padania 1 ora e 3 minuti 1 ora e 18 minuti
Unione di Centro 50 minuti 1 ora e 6 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 46 minuti 1 ora e 2 minuti
Iniziativa Responsabile 46 minuti 1 ora e 2 minuti
Italia dei Valori 42 minuti 59 minuti
Misto: 31 minuti 56 minuti
Alleanza per l'Italia 11 minuti 19 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
8 minuti 15 minuti
Liberal Democratici - MAIE 6 minuti 11 minuti
Minoranze linguistiche 6 minuti 11 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nelle sedute del 7 e del 9 marzo 2011.