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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 449 di martedì 15 marzo 2011

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 12,05.

EMILIA GRAZIA DE BIASI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boniver, Brugger, Caparini, Cirielli, Cossiga, Donadi, Fava, Galati, Jannone, Leo, Lo Monte, Lombardo, Lusetti, Melchiorre, Migliavacca, Moffa, Mura, Rigoni, Sardelli, Stucchi, Tabacci e Valducci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 12,10).

GUIDO DUSSIN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, intervengo a nome del gruppo Lega Nord Padania per esprimere la massima solidarietà alle popolazioni del Giappone relativamente alla immane calamità che quel Paese ed il suo popolo hanno subito.
Terremoto, tsunami, incidente nucleare con conseguenti crolli di fabbricati, ponti, scuole e dighe hanno evidenziato una gravità di tale portata che nessuno mai poteva immaginare. È inconcepibile per noi vedere, attraverso le immagini della televisione, un così grande disastro, un'immane fatalità che quelle popolazioni, seppur preparate, non hanno previsto e non potevano prevedere.
La reazione di queste popolazioni è stata encomiabile, al popolo giapponese va il nostro elogio per la compostezza e il modo con cui ha reagito. Al popolo giapponese va la nostra vicinanza perché, oltre allo tsunami di un'intensità e di una drasticità infinita che abbiamo visto e del quale non conosciamo ancora le conseguenze, oltre al terremoto che ha portato distruzione sulla terraferma, abbiamo assistito anche al grosso problema delle centrali nucleari, datate sì, ma che erano riuscite a fermare la loro attività. Ancora oggi non sappiamo quale sia il rischio ed il grado di pericolosità. Si dice che siamo arrivati al livello 5 di pericolosità e confidiamo che ci sia una pronta risposta sia tecnica, com'è avvenuto all'interno del reattore, e anche nell'interno del territorio in modo tale da dare una risposta e un sollevo a quelle popolazioni.
La nostra Protezione civile ha già espresso la solidarietà ed è pronta a intervenire con proprie strutture che sono già presenti in Asia per attività collaterali e ciò sicuramente potrà essere di sollievo. Il nostro paese è vicino a quelle popolazioni e in modo particolare il nostro gruppo è vicino a tutto il popolo giapponese Pag. 2in questo momento di dolore (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto comprensivo «San Benedetto da Norcia» di San Giorgio a Liri (Frosinone), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

MAURO LIBÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, anche il gruppo dell'Unione di Centro vuole esprimere tutta la solidarietà per il disastroso evento che ha colpito una grande nazione come il Giappone e il popolo giapponese, che sta vivendo ore drammatiche sulla propria pelle perché c'è una vicenda umana: tante sono le persone care disperse, che non si sa se siano ancora in vita. Si vive nell'incertezza e poi c'è la drammaticità della vita quotidiana, di non avere più una casa, di cercare tra le macerie qualche piccolo aggancio alla vita che è stata.
Dunque si tratta di un popolo che sta affrontando con grande dignità un evento ampiamente straordinario che crea e creerà anche grandi problemi economici in un momento difficile a livello mondiale.
Vogliamo essere loro vicini nel riaffacciarsi alla normalità, verso un nuovo modo di vita, perché purtroppo abbiamo visto che dovranno cambiare anche l'approccio col quale si affronta la vita; questo merita ovviamente tutto il nostro rispetto e il nostro sostegno. Sostegno che dovrà essere non solo di forma ma anche di sostanza, sostanziale cioè con il contributo di persone, di conoscenze, di know-how che abbiamo, per aiutarli nella ripresa; vuol dire dove è possibile con un sostegno economico e anche con un sostegno morale. Questo vale anche per le grandi scelte nel campo dell'energia; cerchiamo di evitare di affrontare in modo demagogico quello che sta succedendo, cerchiamo di essere costruttivi perché questo è il modo per dare il segnale che siamo un grande Paese e che rispettiamo quello che è successo ad un altro grande Paese come il Giappone (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

CARMINE SANTO PATARINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, anche noi, di Futuro e Libertà per l'Italia, vorremmo esprimere la nostra assoluta e totale solidarietà al popolo giapponese provato in maniera davvero difficile, in un momento particolarmente delicato della storia, non soltanto del Giappone, ma dell'Occidente e dell'intera civiltà; questa enorme tragedia ha messo in luce la grande forza d'animo di un grande popolo. Oltre alla solidarietà noi vogliamo dichiarare il nostro rispetto nei confronti di coloro i quali, pur soffrendo, pur sapendo di andare incontro ad enormi difficoltà non soltanto economiche, ma anche per la salute propria e dei loro figli, stanno affrontando con grande equilibrio e con serenità una tragedia di questa portata.
Credo che tutto il mondo e l'Italia prima degli altri dovrà inchinarsi di fronte a questa grande forza d'animo; vogliamo altresì sperare che lo Stato italiano si muova in sintonia con gli altri Paesi occidentali e prima degli altri Paesi occidentali, avendone la capacità, avendone gli strumenti, per portare il proprio contributo in quella grande realtà umana che in questo momento ha veramente bisogno di tutti coloro i quali si sentano civilmente vicini al Giappone (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, anche noi vogliamo unirci alla solidarietà che è stata espressa dai colleghi fino a questo momento. Vorremmo anche Pag. 3sottolineare come tutti noi viviamo con trepidazione l'evolversi degli eventi che sappiamo sono legati a quanto accaduto ma anche a quanto potrebbe ancora accadere, cosa che ovviamente non auspichiamo. Nel momento in cui fotografiamo una realtà che fino a qualche giorno fa era impensabile e che sta devastando un intero popolo sotto tutti i punti di vista, senza alcuna strumentalizzazione credo che sarebbe molto utile se noi avviassimo una riflessione comune in particolare su due questioni.
La prima riguarda la prevenzione antisismica, signor Presidente, questo è certamente uno degli elementi fondamentali, sappiamo quanto fosse avanti il Giappone con questo tipo di interventi, sappiamo come purtroppo il nostro Paese lo sia di meno, penso solo al primo Piano casa, quando furono ridotti gli stanziamenti per la previsione antisismica, e quanto invece questo accadimento debba farci riflettere o meglio fare tornare il Governo sui suoi passi e investire molto di più. La prima prevenzione ovviamente è quella della difesa del territorio ma anche quella relativa alla realizzazione di edifici, di strutture secondo una rigida normativa antisismica.
La seconda questione è una seria riflessione su un argomento che ovviamente è sotto gli occhi di tutti, e credo che sia nel cuore e nella riflessione di tutti gli italiani e non solo, sebbene mi riferisca in particolare al nostro Paese. Ovviamente non mi riferisco a noi che abbiamo una posizione chiara sul tema del nucleare, ma ritengo che il Governo dovrebbe fare un passo avanti rispetto a quanto dimostrato fino ad ora circa la indisponibilità a rivedere la propria posizione sul nucleare.
Ciò perché, ripeto, quello che sta accadendo, ma soprattutto quello che potrebbe ulteriormente accadere - speriamo davvero di no - non possa far sì che si chiudano gli occhi e le orecchie di fronte a quelli che sono dei rischi, ahimè, fin troppo concreti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIANCARLO LEHNER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, a nome del gruppo di Iniziativa Responsabile non solo esprimo solidarietà ai fratelli giapponesi, ma affermo un concetto importante per tutti noi, per quanti pensano di sapere, per quanti pensano di essere scienziati e per quanti pensano di poter prevedere gli eventi.
Gli esseri umani prevedono generalmente cigni bianchi, cioè prevedono il prevedibile e ogni volta dimenticano che possono apparire i cigni neri, che, imprevisti, sono sempre catastrofici. Esorto tutti voi a leggere un libro particolarmente intelligente - scritto da un professore americano di origine araba - che si chiama appunto Il cigno nero, cioè a dire l'imprevedibilità che generalmente, proprio gli uomini di scienza e proprio i legislatori, non riescono mai a prevedere, abituati come sono, stancamente, a prevedere i cigni bianchi (Applausi dei deputati del gruppo Iniziativa Responsabile).

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per esprimere anche a nome del mio gruppo la più profonda e sentita solidarietà al popolo giapponese colpito dal sisma, il maremoto e le successive catastrofi che stanno colpendo questa terra che, per sua natura, è sempre stata esposta al rischio sismico ma che, questa volta, è stata vittima di un evento naturale di eccezionale gravità.
Ben vengano le riflessioni anche comuni su molti temi, ma credo che in questo momento, in cui ancora non è stato tracciato un bilancio approssimativamente credibile e definitivo della tragedia che abbiamo di fronte, si debba far prevalere il senso della solidarietà e la commozione nei confronti del lutto.
Oltre a ciò, signor Presidente, credo che la compostezza, la serietà e la forza d'animo del popolo giapponese e del suo Governo, in questo momento, siano esemplari Pag. 4nella reazione alle gravi e gravissime conseguenze di questa calamità naturale. Credo che il Governo italiano, in seno agli organismi internazionali e all'Europa, e insieme a tutta la comunità internazionale debba dare a questo Paese e a questo popolo il massimo del sostegno, per uscire da una crisi che, per forza di cose, diventerà anche di natura economica. Ci auguriamo che la crisi causata da questo cataclisma sia il più breve possibile e ci auguriamo che il sostegno della comunità internazionale sia il più efficace, il più rapido ed il più efficiente possibile (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo per esprimere - sperando di trovare condivisione di qualche collega in quest'Aula - la ripugnanza per le osservazioni fatte dalla deputata francese Le Pen a Lampedusa, a proposito del non permettere ai rifugiati e agli immigrati di toccare il suolo, ma di respingerli in mare immediatamente. Intervengo inoltre per esprimere la preoccupazione, che spero sia condivisa in quest'Aula, per i 1.800 rifugiati, immigrati e disperati di una nave che viene tenuta al largo del Mediterraneo nelle acque internazionali dalla Marina italiana.

ALBERTO TORAZZI. Clandestini!

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, su questo la prego di chiedere risposte, notizie, informazioni adeguate e civili da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Su un lutto del deputato Angelo Cera.

PRESIDENTE. Comunico che il deputato Angelo Cera è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.
Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: La Loggia e Carlucci; Bersani ed altri; Pelino ed altri; Vignali ed altri; Jannone e Carlucci; Vignali ed altri; Borghesi ed altri: Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese (A.C. 98-1225-1284-1325-2680-2754-3191-A) (ore 12,22).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge La Loggia e Carlucci; Bersani ed altri; Pelino ed altri; Vignali ed altri; Jannone e Carlucci; Vignali ed altri; Borghesi ed altri: Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese.
Ricordo che nella seduta del 14 marzo 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato della Commissione.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. Pag. 5
A tal fine, il gruppo Misto (per la componente politica delle Minoranze linguistiche) è stato invitato a segnalare le proposte emendative da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,25).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, il gruppo della Lega Nord ha presentato alcuni emendamenti per l'Assemblea. In questi, si prevede la soppressione della Commissione bicamerale dedicata alle micro, piccole e medie imprese, temendo un'indebita invasione delle competenze riconosciute alle regioni. Altre proposte emendative presentate dalla Lega in Assemblea - e già discusse in Commissione - concernono interventi sulle discipline che regolano il codice degli appalti e la promozione del made in Italy.
Entrando nello specifico degli emendamenti, all'articolo 2, la Lega Nord ha presentato un emendamento per dare maggior certezza alle imprese. Si propone, quindi, di fissare tendenzialmente ad un anno la data relativa alla riduzione della durata dei processi civili relativi al recupero dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione e verso altre imprese.
All'articolo 13, la Lega Nord ha proposto una serie di emendamenti al fine di garantire la competitività della produzione delle piccole e medie imprese sulle reti di impresa e dello Stato nell'attuazione delle politiche pubbliche a sostegno di tali realtà produttive, laddove si deve ancora provvedere a creare condizioni più favorevoli alla promozione del made in Italy.
Sempre per quanto riguarda l'articolo 13, vi è un ulteriore aspetto importante che noi riteniamo opportuno puntualizzare, modificando il testo unificato sullo statuto delle imprese. Riterremo, infatti, opportuno sostenere la promozione delle micro, piccole e medie imprese nei mercati nazionali ed internazionali, anche attraverso la creazione di un portale dedicato al made in Italy, al fine di permettere ai consumatori di orientarsi nella ricerca dei prodotti tipici italiani.
Sull'articolo 14 vi è la richiesta della soppressione totale, per evitare che si istituisca la Commissione parlamentare per le micro, piccole e medie imprese, ritenendo che la Commissione stessa, nello svolgimento delle proprie funzioni, possa indebitamente appropriarsi delle competenze riconosciute alle regioni.
Sull'articolo 4 del testo unificato l'emendamento proposto dalla Lega suggerisce di inserire all'interno della delega al Governo per il riordino della disciplina sui ritardi nei pagamenti un riferimento ai principi contenuti nella nuova direttiva europea sulla lotta ai ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione recentemente adottata dall'Unione europea.
Sebbene lo Stato abbia due anni di tempo per recepirla, riteniamo opportuno fare riferimento ad un atto normativo di Pag. 6recente emanazione piuttosto che basare il riordino previsto dalla delega solo ed esclusivamente su un atto normativo che sarà superato dal recepimento della direttiva del 2011.
Sull'articolo 11 riterremmo opportuno modificarlo con un emendamento dove si prevede l'introduzione di modalità di coinvolgimento nella realizzazione di grandi infrastrutture nonché nelle connesse opere integrative e compensative delle imprese residenti nelle regioni e nei territori nei quali sono localizzati gli investimenti, con particolare attenzione alle micro, piccole e medie imprese.
Questo aspetto, riterremmo del tutto condiviso, non rientra nell'ambito dei servizi pubblici locali. Per questo motivo, ne chiediamo un'autonoma trattazione. In merito all'articolo 13, in ordine al quale abbiamo già fatto le nostre dovute considerazioni nelle precedenti sedute, riterremmo opportuno modificarlo per fare in modo che vi sia una riserva minima degli incentivi in ricerca e sviluppo garantita alle micro, piccole e medie imprese e alle reti di imprese che passi dall'attuale 50 per cento al 60 per cento.
Per concludere, sempre sull'articolo 13, la Lega Nord propone un emendamento analogo, che stabilisca che almeno il 25 per cento dell'attuale riserva minima degli incentivi in ricerca e sviluppo garantita alle micro, piccole e medie imprese, nonché alle reti di imprese, debba essere destinata esclusivamente alle micro e piccole imprese, escludendo, nella fattispecie, le medie imprese.
Questa serie di emendamenti non vuole avere un fine ostruzionistico, ma serve esclusivamente per ribadire il concetto del massimo interesse da parte del gruppo della Lega Nord verso il testo dello statuto delle imprese, per fare in modo che sia una struttura e uno strumento utilizzabile da parte delle micro, piccole e medie imprese per agevolare e potenziare le possibilità che queste hanno.
Come hanno già ribadito più volte e a più riprese gli esponenti del mio partito, ricordo che proprio la micro, piccola e media impresa, nel complesso delle partite IVA e del fatturato dello Stato italiano, ha un'incidenza molto, molto elevata, che si aggira intorno al 98,2 per cento; con riferimento agli addetti, si tocca quasi il 60 per cento.
Per questo riterremmo opportuno fare le modifiche, giuste, che ho appena menzionato per fare in modo che, attraverso il volano che sta trascinando questo Stato in una situazione economicamente parlando favorevole, vi possa essere un'assoluta agevolazione per queste imprese che potrebbero essere beneficiate dal testo già presentato e già discusso nella giornata di ieri, ribadendo il concetto che vi è assoluta certezza e volontà di privilegiare chi produce in Italia.
All'interno della Lega Nord, nelle varie proposte che si sono sviluppate anche negli anni passati ed in questa legislatura, già si è evidenziato l'intento di proporre testi assolutamente diretti a favorire il made in Italy.
Con questo, riterremmo opportuno che vi fosse la massima condivisione da parte dell'Aula degli emendamenti proposti che, come si può notare, non sono assolutamente ostruzionistici ma sono esclusivamente diretti a migliorare il testo per incentivare la produttività nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Abrignani 1.2 e Zeller 1.5.
La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Froner 1.3, Cimadoro 1.1 e Zeller 1.4.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 7

PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso sospendo la seduta che riprenderà alle ore 12,45.

La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 12,50.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Zeller 1.5 è stato ritirato dal presentatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo per un richiamo all'articolo 41 del Regolamento.
In base anche alla successione dei punti all'ordine del giorno, che recano un'importanza e un'impellenza tale per cui alcuni di essi hanno anche scadenze urgentissime, credo che sarebbe opportuno, signor Presidente, valutare il fatto che il primo punto all'ordine del giorno è sostanzialmente condiviso e può essere svolto in un qualsiasi momento in Aula. Sarebbe, quindi, opportuno tenere conto, invece, che vi sono alcuni punti inseriti in seguito di una certa rilevanza.
Anzitutto, vi è una certa urgenza, come si sa, di definire le modalità di svolgimento, in una stessa giornata, delle elezioni amministrative e del referendum (recherebbe anche risparmi notevoli per l'amministrazione pubblica, che possono essere destinati ad altre urgenze).
Vi è ad esempio un punto all'ordine del giorno in materia di limiti di acquisizione delle partecipazioni delle imprese editrici, che detengono la proprietà di giornali quotidiani, rispetto a soggetti...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi! Vi pregherei di consentire all'onorevole Quartiani di svolgere il suo intervento, ma soprattutto di consentire alla Presidenza di ascoltare quel che dice, perché risulta impossibile anche rispondere.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Così anche, ad esempio, l'ultimo punto all'ordine del giorno, relativo alle energie rinnovabili, ha una certa urgenza.
Tecnicamente, quindi, signor Presidente, ove ella ritenga, ove non vi sia l'unanimità per l'eventuale possibilità di un rinvio dell'esame del primo punto all'ordine del giorno, intervengo solo per chiedere di mettere ai voti il rinvio dell'esame del primo punto all'ordine del giorno, per le motivazioni che ho addotto in precedenza.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, ricordo a lei e ai colleghi che, in base alla prassi, confortata da plurimi pareri della Giunta per il Regolamento, le richieste di inversione dell'ordine del giorno...

ROBERTO GIACHETTI. Chiediamo il rinvio dell'esame del primo punto, non l'inversione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Non avevo capito, chiedo scusa.
Allora, in ragione del fatto che l'onorevole Quartiani ha chiesto il rinvio, un collega interverrà a favore e un collega interverrà contro; dopodiché si procederà al voto sulla richiesta di rinvio avanzata dall'onorevole Quartiani.
Constato che nessuno chiede di parlare a favore.

ENZO RAISI. Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI. Signor Presidente, pur comprendendo le motivazioni che ha addotto il collega Quartiani, tengo a precisare che questo è un provvedimento importantissimo per le nostre imprese. Tra l'altro è un provvedimento di iniziativa Pag. 8parlamentare, che ha avuto un iter molto lungo e che però finalmente è arrivato all'esame dell'Aula.
Credo che perdere l'occasione per legiferare subito su un provvedimento, che serve al nostro sviluppo economico e serve al nostro Paese, sia un grave errore.
Chiedo, pertanto, di mantenere l'ordine del giorno così com'è e di votare contro il rinvio.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, a monte della posizione dell'onorevole Raisi - che condivido - contraria al rinvio del primo punto, volevo chiedere una delucidazione alla Presidenza - sempre se altri colleghi evitano di agitarsi, perché sto semplicemente chiedendo una delucidazione alla Presidenza - dal momento che l'onorevole Quartiani ha chiesto un rinvio del punto.
Come ella ha giustamente precisato, signor Presidente, una qualsivoglia inversione si delibera prima che si entri nel merito dell'esame del provvedimento.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, abbiamo già avuto modo di capire che non si tratta di un'inversione dell'ordine del giorno.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, vorrei capire cosa sta chiedendo l'onorevole Quartiani, se un rinvio in Commissione o un rinvio ad altra data o altrimenti cosa. Francamente, non l'ho compreso e chiedo alla Presidenza un momento di chiarezza.

PRESIDENTE. Credo che l'intervento dell'onorevole Quartiani sia stato chiarissimo: ha chiesto alla Presidenza, che si rimette ovviamente all'Aula, di rinviare ad altra seduta il punto di cui stiamo discutendo. È chiaro, onorevole Quartiani, che di questo si tratta? È chiaro, onorevole Baldelli?
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta formulata dall'onorevole Quartiani di rinviare ad altra seduta la discussione del punto all'ordine del giorno.
(È respinta).

Chiedo al presentatore dell'emendamento Abrignani 1.2 se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

IGNAZIO ABRIGNANI. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che il presentatore dell'emendamento Abrignani 1.2 lo ritira.
Ricordo altresì che l'emendamento Zeller 1.5 è stato ritirato.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Froner 1.3.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Torazzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Froner 1.3, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Strizzolo non riesce a votare?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 507
Astenuti 1
Maggioranza 254
Hanno votato
506
Hanno votato
no 1). Pag. 9

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 1.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 504
Astenuti 2
Maggioranza 253
Hanno votato
504).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 1.4, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Goisis...l'onorevole Formisano ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 517
Maggioranza 259
Hanno votato
517).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giammanco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato
521).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Contento 2.6, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Vignali 2.7. La Commissione, altresì, formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Cimadoro 2.2, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Anna Teresa Formisano 2.8. La Commissione, infine, formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Cimadoro 2.3, Contento 2.4, e Mistrello Destro 2.5, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Torazzi 2.1, purché riformulato nei seguenti termini: «con l'obiettivo di un anno».

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Contento 2.6 lo ritira. Passiamo alla votazione dell'emendamento Vignali 2.7.

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 10

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, chiedo di poter apporre la mia firma all'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignali 2.7, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 503
Maggioranza 252
Hanno votato
503).

Prendo atto che i deputati Cristaldi, De Torre, Cesa e Rossomando hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Cimadoro 2.2 lo ritirano. Passiamo alla votazione dell'emendamento Anna Teresa Formisano 2.8.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anna Teresa Formisano 2.8, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Aprea...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 515
Astenuti 1
Maggioranza 258
Hanno votato
515).

Prendo atto che i deputati Cesa e Rossomando hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Prendo atto che i presentatori dei rispettivi emendamenti Cimadoro 2.3, Contento 2.4 e Mistrello Destro 2.5 li ritirano. Passiamo alla votazione dell'emendamento Torazzi 2.1. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal relatore.

ALBERTO TORAZZI. Si, signor Presidente.

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, chiedo di poter apporre la mia firma sull'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Torazzi 2.1, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Anna Teresa Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 520
Maggioranza 261
Hanno votato
520).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ). Pag. 11

(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato
516).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Mistrello Destro 3.1 e 3.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore degli emendamenti Mistrello Destro 3.1 e 3.2 li ritira.

Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Capitanio Santolini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato
521).

Prendo atto che i deputati Cesa e D'Antoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Mistrello Destro 4.1.
La Commissione esprime parere favorevole sugli identici articoli aggiuntivi Ruggeri 4.01 e Lulli 4.02, a condizione che siano accolte le seguenti tre riformulazioni: sopprimere il comma 2, integrare le lettere j) e k) con le formulazioni dei commi 10 e 11 dell'articolo 12 e inserire, quale lettera m), l'emendamento Gava 12.5.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Mistrello Destro 4.1 lo ritira.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pianetta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ). Pag. 12

(Presenti e votanti 526
Maggioranza 264
Hanno votato
526).

Prendo atto che i presentatori degli identici articoli aggiuntivi Ruggeri 4.01 e Lulli 4.02 accettano le riformulazioni proposte.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Ruggeri 4.01 e Lulli 4.02 nel testo riformulato, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mantini... onorevole Scanderebech...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 529
Maggioranza 265
Hanno votato
529).

Prendo atto che il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Cimadoro 5.1, Contento 5.3 e sugli identici emendamenti Ruggeri 5.2 e Froner 5.4.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Cimadoro 5.1 formulato dal relatore.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, riteniamo - avevamo già svolto tale osservazione - che il comma è pleonastico, esiste già. Pertanto chiedo al relatore, se possibile, il ritiro o la soppressione del comma 1 perché l'amministrazione finanziaria è già tenuta a predisporre quanto previsto. Per cui mi sembra inutile.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, si ritiene necessario ribadire una norma che non è applicata. Poi c'è il paragrafo c) che in realtà non è previsto dalla norma quindi è una specificazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Cimadoro 5.1 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ricordo che il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
Passiamo ai voti.
Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 5.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 13

(Presenti 526
Votanti 330
Astenuti 196
Maggioranza 166
Hanno votato
28
Hanno votato
no 302).

Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Contento 5.3 formulato dal relatore.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione del relatore e del Governo su questo passaggio. Infatti, è pur vero che questa proposta di legge introduce disposizioni di principio, ma credo che il legislatore nazionale non possa «imporre» ad altri soggetti dotati di autonomia statutaria, legislativa e regolamentare una disposizione che, pur attenuata da quell'utilizzo «consultano di norma le organizzazioni maggiormente rappresentative», rientra sostanzialmente nei poteri attribuiti dalla Carta costituzionale. Mi permetto, quindi, di far rilevare al relatore e al Governo che forse è più rispettoso di queste prerogative a carattere costituzionale un suggerimento in tal senso: il «consultano di norma» deve essere sostituito con «favoriscono il ricorso alla consultazione». Questo consentirebbe di mantenere l'impostazione legislativa che è stata data e, contemporaneamente, di avere rispetto per i principi sanciti dalla nostra Carta costituzionale.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, accetto le considerazioni dell'onorevole Contento e quindi la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 5.3.

PRESIDENTE. Chiedo al Governo se intenda modificare il parere espresso che diventerebbe così favorevole?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 5.3, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 519
Astenuti 3
Maggioranza 260
Hanno votato
517
Hanno votato
no 2).

Sono conseguentemente preclusi gli emendamenti Ruggeri 5.2 e Froner 5.4.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 520
Maggioranza 261
Hanno votato
520).

Prendo atto che i deputati Castagnetti e Coscia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Pag. 14

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro degli emendamenti Mosella 6.3, Cimadoro 6.1 e Cimadoro 6.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Mosella 6.3 formulato dal relatore.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, le chiedo scusa ma l'articolo 6 contiene un'ipotesi di semplificazione degli adempimenti delle imprese e delle persone nei confronti della pubblica amministrazione. In realtà si risolve in un ulteriore appesantimento nei confronti in particolare delle piccole e microimprese, di realtà produttive sprovviste anche di impianti amministrativi adeguati. Conseguentemente l'emendamento in esame rovescia il ruolo relativo delle imprese e delle pubbliche amministrazioni, onerando queste ultime alla predisposizione di un elenco semplificato del loro fabbisogno, da comunicarsi alle persone ed alle imprese per la sua compilazione. L'emendamento in esame contiene anche la salvaguardia degli obblighi di conservazione della documentazione.
In conclusione si tratta di un'autentica semplificazione degli obblighi di documentazione, senza oneri né per le imprese, né per le persone, né per la pubblica amministrazione. Quindi, chiedo che sia votato.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, al di là del fatto che ovviamente non condivido l'argomentazione, anche perché in realtà si tratta di un ulteriore onere burocratico, giusto per conoscenza all'Aula dico che sull'emendamento in esame la Commissione bilancio ha espresso parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mosella 6.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 322
Astenuti 199
Maggioranza 162
Hanno votato
22
Hanno votato
no 300).

Prendo atto che la deputata Coscia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Cimadoro 6.1 e Cimadoro 6.2 li ritirano.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 15

Onorevole Calearo Ciman? Onorevole Pionati?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 519
Maggioranza 260
Hanno votato
519).

Prendo atto che la deputata De Girolamo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Mosella 7.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Mosella 7.1 lo ritira.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato
521
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che le deputate Gnecchi e Capitanio Santolini hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Mosella 8.3.
La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Mistrello Destro 8.6, Cimadoro 8.1 e Contento 8.4.
La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Mistrello Destro 8.7.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Mosella 8.3 formulato dal relatore.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, lo ritiro semplicemente perché era una conseguenza della proposta precedente.

PRESIDENTE. Onorevole Raisi, le chiedo di fare un ulteriore sforzo e di esprimere i pareri sui successivi emendamenti Borghesi 8.2 e Zeller 8.5.

Pag. 16

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Borghesi 8.2, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Zeller 8.5.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
Ricordo che l'emendamento Mosella 8.3. è stato ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mistrello Destro 8.6, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 526
Maggioranza 264
Hanno votato
526).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 8.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 515
Maggioranza 258
Hanno votato
515).

Prendo atto che i deputati Goisis, Coscia e Cesare Marini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 8.4, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 519
Astenuti 1
Maggioranza 260
Hanno votato
519).

Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Mistrello Destro 8.7.
Prendo atto che l'onorevole Mistrello Destro accede all'invito al ritiro del suo emendamento 8.7.
Prendo atto, altresì, che i presentatori dell'emendamento Borghesi 8.2 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zeller 8.5.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 8.5, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Villecco Calipari... onorevole Ghiglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 525
Maggioranza 263
Hanno votato
525).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione). Pag. 17
Onorevole Armosino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 520
Maggioranza 261
Hanno votato
520).

Prendo atto che il deputato Calderisi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Dovremmo ora passare all'esame dell'articolo 9.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, chiederei di accantonare alcune proposte emendative sulle quali la Commissione bilancio ha espresso parere contrario, in quanto ritengo - e con me, la Commissione - che esse non abbiano oneri finanziari aggiuntivi. Quindi, chiederei una rivalutazione dei pareri.
Pertanto, chiedo di accantonare gli emendamenti Lulli 9.4 e Vignali 13.16 e, quindi, gli identici articoli aggiuntivi Ruggeri 13.06 e Froner 13.07...

PRESIDENTE. Onorevole Raisi, andiamo con ordine. L'emendamento Lulli 9.4 è sostitutivo dell'articolo 9. Chiede, quindi, di accantonare tutto l'articolo 9?

ENZO RAISI, Relatore. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. L'articolo 9 si intende pertanto accantonato.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, visto che c'è la pausa e, quindi, la Commissione bilancio potrà lavorare su questa nostra richiesta, se intende farlo, colgo l'occasione per chiedere una ulteriore riflessione anche sull'emendamento Vignali 13.16.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Raisi.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, l'emendamento Vignali 13.16 è collegato agli emendamenti Cimadoro 13.6 e 13.7.
Chiedo, inoltre, un'ulteriore riflessione sugli emendamenti Gava 13.22 e Urso 16.1.

PRESIDENTE. Sta bene. Questo per consentire alla Commissione bilancio di esaminare se vi è o meno un onere di spesa. Pertanto, si chiede di rivalutare il parere già espresso che è, allo stato, negativo.
Pertanto, procederemo ora alla votazione degli emendamenti riferiti all'articolo 10 e poi sospendiamo la seduta.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ovviamente la Commissione bilancio può essere sempre sollecitata a riesaminare i propri pareri, ma questo non accade sempre quando la richiesta di revisione del parere espresso viene da parte dell'opposizione.
Ciò detto, però, la pregherei, signor Presidente, per l'economia dei nostri lavori, di fare in modo che la Commissione bilancio si riunisca nella pausa, in modo che quando torniamo in Aula se la Commissione bilancio ha rivisto il proprio parere e vi è un parere nuovo, si possa procedere.

PRESIDENTE. Certamente. Se non vi è nulla in contrario si può procedere. Come indicato.

Pag. 18

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. La Commissione invita i presentatori al ritiro degli emendamenti Cimadoro 10.1, degli identici emendamenti Ruggeri 10.2 e Froner 10.3, e degli emendamenti Lulli 10.4 e Mosella 10.5.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Cimadoro 10.1 e degli identici emendamenti Ruggeri 10.2 e Froner 10.3 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori dell'emendamento Lulli 10.4 se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, non ritiro il mio emendamento 10.4, perché vorrei svolgere un ragionamento, rivolto anche al Governo. Sono stati numerosi i provvedimenti di semplificazione e devo dire che spesso, invece di semplificare, hanno complicato la vita. Faccio presente che il mio emendamento 10.4 è stato anche oggetto, in un primo momento, di inserimento nella proposta che stavamo esaminando in Commissione per poi essere espunto. Infatti, la Commissione affari costituzionali ne ha suggerito la soppressione perché, a suo giudizio, tale norma è già presente nella legislazione vigente e, in particolar modo, nella legge n. 241 del 1990.
Però, ora cosa vogliamo mettere in evidenza? Il fatto è che in tutti i procedimenti di semplificazione e autorizzatori della pubblica amministrazione vi è, in realtà, il ricorso alla sospensione in via di autotutela. Ora, questa sospensione in via di autotutela da parte della pubblica amministrazione può essere reiterata più volte, fino al punto che nonostante nei procedimenti sia inserito un termine perentorio entro il quale deve giungere la risposta, di fatto vi è un continuo rimandare e una continua perdita di tempo.
Naturalmente, questo avviene anche perché spesso ci si trova di fronte a provvedimenti complicati, forse a documentazione non esatta o anche a qualche tentativo di inganno da parte del richiedente. Però, questo resta, comunque, un problema aperto. Dunque, cosa volevamo ribadire? Che la procedura di sospensione in via di autotutela non possa, però, essere esperita per più di una volta per ogni procedimento perché questo, in qualche modo, dà una certezza dei tempi. So bene che questa questione è complessa. Però, vogliamo comunque marcare questo elemento perché, a mio avviso, è uno dei problemi centrali nel rapporto fra cittadino e pubblica amministrazione.
Naturalmente si presuppone una visione positiva del rapporto; ciò credo sia molto importante. Finché non verrà affrontata in termini convincenti questa problematica dubito che sarà possibile, al di là dei proclami, andare verso una semplificazione effettiva dei rapporti con la pubblica amministrazione.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, le argomentazioni dell'onorevole Lulli appaiono convincenti, pertanto vorrei sentire il relatore, al quale chiedo di effettuare una profonda riflessione.

Pag. 19

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, fare una profonda riflessione a quest'ora è difficile. Farò una semplice riflessione: quanto richiesto dall'onorevole Lulli è già contenuto nella legge n. 241 del 1990, tuttavia nulla osta a cambiare parere e ad accettare la sua proposta emendativa.

PRESIDENTE. Quindi, prendo atto che il relatore esprime parere favorevole sull'emendamento Lulli 10.4.

GABRIELE CIMADORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Lulli 10.4.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo, signor Presidente, si rimette all'Assemblea.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intendo anch'io apporre la mia firma all'emendamento Lulli 10.4.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 10.4, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 512
Astenuti 2
Maggioranza 257
Hanno votato
512).

Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Mosella 10.5 accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato
521).

A questo punto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per consentire alla Commissione bilancio di riunirsi.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bonaiuti, Borghesi, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Crimi, Dal Lago, Della Vedova, Fava, Franceschini, Giro, Jannone, Lo Monte, Mantovano, Martini, Meloni, Migliavacca, Mura, Leoluca Orlando, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Rotondi e Sardelli sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantasei, come risulta Pag. 20dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato accantonato l'articolo 9 unitamente agli emendamenti allo stesso riferiti ed è stato da ultimo approvato l'articolo 10.
Avverto che la Commissione Bilancio ha riesaminato le proposte emendative Lulli 9.4, Vignali 13.16, Gava 13.22, Urso 16.1, Ruggeri 13.06 e Froner 13.07.
A seguito del riesame, è stato confermato il parere contrario sugli emendamenti Lulli 9.4, Gava 13.22 e Urso 16.1.
Con riferimento, invece, all'emendamento Vignali 13.16 e agli identici articoli aggiuntivi Ruggeri 13.06 e Froner 13.07, la Commissione Bilancio, modificando il parere precedentemente espresso, ha espresso parere favorevole con due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Al fine di recepire tali condizioni, la Commissione Attività produttive ha approvato il subemendamento 0.13.16.1.
Si intende conseguentemente revocato il parere precedentemente espresso relativamente alle proposte emendative Vignali 13.16, Ruggeri 13.06 e Froner 13.07.
Chiedo a questo punto al relatore, onorevole Raisi, se intenda riprendere l'esame a partire dagli emendamenti riferiti all'articolo 9, precedentemente accantonato, ovvero se proponga di passare direttamente agli emendamenti riferiti all'articolo 11.

ENZO RAISI, Relatore. Riprenderei dall'articolo 9, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Beltrandi 9.3, Lulli 9.4, Mistrello Destro 9.5, Contento 9.7, Anna Teresa Formisano 9.8, Cimadoro 9.1.
Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Ruggeri 9.9, Lulli 9.10, Torazzi 9.11.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Mistrello Destro 9.6.
L'emendamento Valducci 9.12 è stato recepito dall'emendamento Lulli 9.10 a cui ho dato parere favorevole.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 9.13, Mistrello Destro 9.16 e sull'emendamento Borghesi 9.2.
Il parere è favorevole sugli emendamenti Lulli 9.14 e Gava 9.15.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Beltrandi 9.3 formulato dal relatore.

MARCO BELTRANDI. No, signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, questo emendamento è di particolare importanza perché riprende la proposta di legge presentata dagli onorevoli Beltrandi e Misiani, firmata da quasi tutti i gruppi, anzi da tutti i gruppi parlamentari Pag. 21eccetto uno, da quasi 90 deputati, e riguarda la questione del ritardo dei pagamenti. Riguarda cioè quel fenomeno per cui le piccole e medie imprese italiane non ricevono dallo Stato e dalle grandi imprese soprattutto, i pagamenti per i servizi prestati. Questione che riguarda anche i professionisti, anche quelli che non hanno ordini che li difendono. L'articolo 9 nella sua formulazione attuale si propone in questa materia di attribuire una delega.
Invece, con questo emendamento noi proponiamo di dettare una disciplina completa su questo tema. Si tratta di una disciplina ispirata, sia alla direttiva europea n. 2011/7/UE emanata il 24 gennaio sia alla legislazione francese.
Infatti, non c'è il minimo dubbio che occorra dare garanzia alle piccole e medie imprese che in una congiuntura economica difficile non possono, oltre a confrontarsi con il mercato, dover anche fare i conti con denaro proprio che non ricevono, cioè essere trasformate in banca, apposta. Peraltro, viene detto che la V Commissione (Bilancio) non ha dato la copertura. Certamente, lo capisco per la semplice ragione che, per esempio, la pubblica amministrazione deve alle imprese (in gran parte quelle della sanità) - si dice - dai 60 ai 70 miliardi di euro, ma sono assolutamente dell'idea che se il Parlamento non assume una decisione forte su questo punto i fondi non si troveranno mai.
Lo Stato deve cioè riconoscere e restituire il denaro che deve alle imprese italiane, altrimenti è inutile parlare di crescita bassa dell'economia se il tessuto imprenditoriale, oltre al mercato, deve anche fare i conti con i pagatori ritardatari che sono cattivi pagatori. Quindi, invito davvero l'Assemblea a prendere una forte decisione e a mettere fine alle carenze ordinamentali che hanno consentito fin qui di avere questa vergogna che è tutta italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, intervengo per correttezza e per rispondere al collega. Oggi entra in vigore la nuova direttiva dell'Unione europea sui pagamenti e fra l'altro la recepiamo proprio con gli identici emendamenti Ruggeri 9.9, Lulli 9.10 e Torazzi 9.11. Quindi, in realtà quello che dice il collega è già superato dalla nuova normativa europea che entra in vigore da oggi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 9.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 427
Votanti 425
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato
175
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che la deputata Mondello ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lulli 9.4 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente, per quanto riguarda l'emendamento Lulli 9.4 al nostro esame, siamo reduci da un'intensa discussione all'interno della V Commissione (Bilancio), nella quale abbiamo tentato di convincere il Governo a cambiare parere. Il contenuto di questo emendamento, che si riferisce sempre alla questione relativa ai pagamenti e al recepimento della direttiva comunitaria in materia, Pag. 22di fatto però si diversifica un po' da quello dell'emendamento Beltrandi 9.3 perché conferisce la delega al Governo per le iniziative conseguenti al contenuto della direttiva comunitaria. Si tratta, però, di una delega un po' più ampia e di fatto restringe per il Governo solo i tempi di attuazione della direttiva comunitaria.
Appena approvata la direttiva comunitaria, il Partito Democratico ha presentato in quest'Aula un'interpellanza urgente per conoscere le intenzioni del Governo. Già allora l'Esecutivo ci rispose che si sarebbe preso i due anni di tempo previsti dalla norma. Siccome questo è un argomento fondamentale - è l'emergenza delle emergenze per le imprese - noi abbiamo necessità di dare qualche certezza in più e di accelerare i tempi di decisione da parte del Governo sulla direttiva comunitaria. Quindi, prevediamo un anno di tempo invece che due.
Inoltre, diamo ampia possibilità al Governo di intervenire sulla questione che è poi la ragione di fondo per la quale il sottosegretario Giorgetti in Commissione ha dato parere negativo ovvero la questione relativa ai pagamenti della pubblica amministrazione.
In un anno si possono tranquillamente ridefinire i contenuti del Patto di stabilità interno, elemento che blocca i famosi 60 miliardi precedentemente citati dal collega Beltrandi, vale a dire quelli che oggi la pubblica amministrazione non paga alle imprese. Un anno di tempo, in una dimensione anche europea dove la questione del Patto di stabilità venga ridiscussa, è sufficiente per rimettere le nostre aziende in condizioni di normale competitività europea, perché questa condizione del rapporto fra pubblico e privato esiste solo ed esclusivamente in Italia.
C'è probabilmente anche un altro aspetto - lo ricordo ai colleghi -, vale a dire il problema legato alle grandi aziende italiane che si oppongono fortemente al recepimento di questa direttiva comunitaria perché a questo punto le piccole aziende, spina dorsale del Paese - le definiamo tutti così, lo continuiamo a dire anche sui nostri territori -, evidentemente fungono da banca a poche grandi aziende. Pertanto chiedo ancora al Governo e al relatore di svolgere un ragionamento approfondito sull'emendamento Lulli 9.4 perché la conseguenza della mancanza di certezze sui pagamenti per le imprese italiane è, nella migliore delle ipotesi, un accesso al credito bancario malato, cioè un fabbisogno di credito eccessivo rispetto al normale andamento dell'azienda; l'altra ipotesi è invece rappresentata dalla chiusura dell'azienda medesima. Al riguardo, ricordo che ci allarmano profondamente i dati di chiusura per questioni di liquidità delle piccole aziende al nord. Terza e non ultima conseguenza, forse la più grave, è il fatto che, in queste condizioni, si infiltra la malavita e gli imprenditori - che rischiano la loro casa, la loro azienda, spesso tutto il patrimonio della loro famiglia - rischiano di finire nelle mani dell'usura, un dramma in crescita in questi due anni di crisi economica. Se questo Parlamento si volesse far carico seriamente - non a parole - della questione relativa ai pagamenti, approverebbe questo emendamento che in realtà oggi non ha bisogno di nessuna copertura.
C'è un anno di tempo per il Governo e quindi oggi il voto favorevole nei confronti di questo emendamento non rappresenta un costo. Invito quindi i colleghi e il Governo ad un'ulteriore riflessione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANDREA LULLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, presumo che il Governo non cambi parere sull'emendamento Lulli 9.4, giusto sottosegretario? Premesso che a mio avviso - mi assumo la responsabilità di quello che dico - la Commissione bilancio compie un piccolo abuso invocando l'articolo 81 della Costituzione; infatti, si tratta di un decreto legislativo attraverso il quale si dà una delega al Governo, quindi - lo ripeto - è abbastanza specioso invocare le questioni legate all'articolo 81. Tuttavia, poiché mi Pag. 23interessa ottenere un impegno da parte del Governo su questa materia, chiedo al suo rappresentante presente in aula se sia disponibile ad accogliere un ordine del giorno in merito al contenuto dell'emendamento. Nel caso in cui fosse disponibile, sono disposto a ritirare l'emendamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, ritengo che la presentazione dell'ordine del giorno sia una proposta interessante, che il Governo intende accogliere.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Lulli 9.4, Mistrello Destro 9.5, Contento 9.7 e Anna Teresa Formisano 9.8 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori dell'emendamento Cimadoro 9.1 se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, non chiedo un grande sforzo al Governo e al relatore per accogliere questo emendamento «minimo», anche perché su un tema così delicato diamo la delega al Governo e va bene.
Noi vorremmo che la direttiva fosse rispettata nel dettaglio, poiché è un tema delicatissimo e molto sentito nel Paese, soprattutto rispetto alle piccole e medie imprese, che non hanno capacità contrattuale soprattutto nella fase della riscossione, avendo molto spesso un unico interlocutore, che è l'unico cliente. Pertanto, non dico che siano disperate, ma devono accettare obtorto collo qualsiasi situazione. Abbiamo situazioni drammatiche in giro per il Paese, per cui vorremmo che nella delega data al Governo si rispettasse la direttiva europea, che noi riteniamo fondamentale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 9.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 455
Votanti 299
Astenuti 156
Maggioranza 150
Hanno votato
28
Hanno votato
no 271).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ruggeri 9.9, Lulli 9.10 e Torazzi 9.11, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gasbarra...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 461
Votanti 460
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato
458
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che l'onorevole Mistrello Destro ritira il suo emendamento 9.6.
L'emendamento Vannucci 9.12 è assorbito dall'approvazione degli identici emendamenti Ruggeri 9.9, Lulli 9.10 e Torazzi 9.11.
Prendo atto che i presentatori degli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 9.13 e Mistrello Destro 9.16 lo ritirano e che i presentatori dell'emendamento Borghesi 9.2 lo ritirano.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 9.14. Pag. 24
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, ho chiesto la parola per ringraziare il Governo del parere favorevole a questo emendamento, che reputo molto importante. Sarebbe risultata più significativa l'approvazione dell'emendamento Lulli 9.4, però questo emendamento rafforza le norme sulla subfornitura, perché nella sostanza si legittimano le associazioni a proporre azioni in giudizio a favore delle aziende contoterziste o dei lavoratori autonomi, che magari non hanno i pagamenti pattuiti. Questo è un emendamento veramente importante, perché una delle questioni più rilevanti del nostro sistema imprenditoriale è il fatto che le aziende che lavorano per conto terzi - aziende, ma anche lavoratori artigiani, singoli che hanno commesse nei confronti del committente - spesso sopportano l'onere di fare da banca nei confronti di chi dà loro il lavoro. Il fatto che si rafforzi una norma di una legge esistente, ma che di fatto non aveva possibilità di attuazione, perché in pratica non c'era nessuno che impugnava queste questioni davanti al giudice, credo sia un elemento importante e un segno di attenzione verso le filiere produttive, un patrimonio prezioso del nostro Paese. Quindi, credo che questo emendamento meriti un commento, perché magari può passare inosservato, invece ha un grande valore politico.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Cimadoro aggiunge la sua firma all'emendamento Lulli 9.14.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 9.14, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato
470).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gava 9.15, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato
475).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato
470).

Prendo atto che i deputati De Nichilo Rizzoli, Nunzio Francesco Testa e Calderisi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto.

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate). Pag. 25
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Anna Teresa Formisano 11.3 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Zeller 11.4. La Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Cimadoro 11.2 e Mistrello Destro 11.16 e 11.18. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Vignali 11.5, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: «sostituire le parole 'forme consortili' con le seguenti: 'forme consortili e reti di imprese'». La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Mistrello Destro 11.19 e formula un invito al ritiro sugli emendamenti Tortoli 11.6 e Mastromauro 11.10.
La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Ruggeri 11.7, Vico 11.8 e Torazzi 11.9 e formula un invito al ritiro sugli identici emendamenti Stradella 11.12 e Mastromauro 11.11. La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Libè 11.13 e Versace 11.14 e formula un invito al ritiro sull'emendamento Vitali 11.1. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Zeller 11.15 e formula un invito al ritiro sull'emendamento Zeller 11.17. La Commissione, infine, esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Lanzarin 11.01.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Anna Teresa Formisano 11.3. Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zeller 11.4.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 11.4, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato
470).

Prendo atto che la deputata Farina Coscioni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Cimadoro 11.2. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

GABRIELE CIMADORO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, è vero, come mi diceva il relatore in Commissione, che il nostro emendamento complica la procedura, però esclude comunque qualsiasi strana coincidenza o, comunque, strani subappalti che si possano fare sui «sub-subappalti». È per quello che insistiamo per la votazione: probabilmente ci sarà un po' più di burocratizzazione, però al riparo e al netto di eventuali pasticci.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 11.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 26

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 309
Astenuti 172
Maggioranza 155
Hanno votato
31
Hanno votato
no 278).

Passiamo all'emendamento Mistrello Destro 11.16. Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'emendamento Mistrello Destro 11.18. Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vignali 11.5. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignali 11.5, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Goisis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 479
Votanti 475
Astenuti 4
Maggioranza 238
Hanno votato
471
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che i deputati Pompili e Mariani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mistrello Destro 11.19, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 478
Votanti 476
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato
474
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che la deputata Nirenstein ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo all'emendamento Tortoli 11.6. Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'emendamento Mastromauro 11.10. Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ruggeri 11.7, Vico 11.8 e Torazzi 11.9.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ruggeri 11.7, Vico 11.8 e Torazzi 11.9, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mantini, De Girolamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
489).

Passiamo agli identici emendamenti Mastromauro 11.11 e Stradella 11.12. Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti. Pag. 27
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Libè 11.13 e Versace 11.14, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Villecco Calipari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato
483).

Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Vitali 11.1. Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 11.15, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 480
Maggioranza 241
Hanno votato
480).

Passiamo all'emendamento Zeller 11.17. Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
486).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Lanzarin 11.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà.

KARL ZELLER. Signor Presidente, condividiamo in pieno l'articolo aggiuntivo Lanzarin 11.01 proposto dai colleghi della Lega Nord, in quanto comporta un'importante semplificazione per le piccole e medie imprese, ma anche per l'amministrazione comunale.
Per questo motivo, anche a nome del collega Brugger, chiedo di poter apporre la firma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lanzarin 11.01, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lo Monte, Mantini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 485
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato
485).

Prendo atto che il deputato Sposetti ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Pag. 28
Ricordo che le proposte emendative all'articolo 12 sono precluse e che l'articolo 12 è stato soppresso.

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Cimadoro 13.3, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Torazzi 13.1.
La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Mistrello Destro 13.11.
La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Froner 13.10 e Ruggeri 13.17 a condizione che sia accolta la stessa riformulazione e cioè venga espunta in entrambi la prima parte relativa al comma 1, lettera a).
La Commissione esprime, invece, parere favorevole sugli emendamenti Torazzi 13.12 e 13.13.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Anna Teresa Formisano 13.18, a condizione che sia riformulato nel senso di espungere la lettera d).
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Cimadoro 13.5, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: «favorisce la cooperazione strategica tra le università e le micro, piccole e medie imprese».
La Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Cimadoro 13.6 e 13.7 e Mistrello Destro 13.14.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Torazzi 13.2.
La Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Cimadoro 13.4, Mistrello Destro 13.15, Gianni 13.19 e 13.20 e Borghesi 13.8.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Cimadoro 13.9, a condizione che sia riformulato nel senso di espungere la lettera c).
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.13.16.1, che rispetta le condizioni poste dalla Commissione bilancio, ed esprime parere favorevole sull'emendamento Vignali 13.16, a condizione che sia approvato il subemendamento della Commissione.
La Commissione infine esprime parere favorevole sull'emendamento Gava 13.22.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore salvo per quanto riguarda l'emendamento Torazzi 13.12, rispetto al quale il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Il Governo esprime inoltre parere favorevole sull'emendamento Gava 13.22, ma solo se viene accolta la riformulazione che recepisca le condizioni poste dalla Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Cimadoro 13.3. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

GABRIELE CIMADORO. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Torazzi 13.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Motta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 29
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato
487).

Prendo atto che i deputati Delfino e Pini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Mistrello Destro 13.11. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

GIUSTINA MISTRELLO DESTRO. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Froner 13.10 e Ruggeri 13.17. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Froner 13.10 e Ruggeri 13.17, nel testo riformulato, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ravetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato
487).

Passiamo all'emendamento Torazzi 13.12. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Torazzi 13.12, accettato dalla Commissione e non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato
480
Hanno votato
no 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Torazzi 13.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, l'emendamento Torazzi 13.13 prevede sostanzialmente che una quota di questo 50 per cento sia destinato alle micro e piccole imprese e sono contento sia stato approvato l'emendamento precedente perché si tratta di una quota significativa per il nostro Paese.
Intervengo solo per ricordare all'Aula i numeri del nostro Paese rispetto ai concorrenti europei: abbiamo imprese al di sotto dei dieci dipendenti per il 95 per cento del totale, che garantiscono oltre il 50 per cento dell'occupazione complessiva. Non stiamo parlando di piccole imprese, ma di micro-imprese, sotto i dieci dipendenti. Abbiamo il 50 per cento degli occupati in queste aziende contro il 21 per cento della Germania, il 22 per cento della Francia e una media dell'Europa che si aggira intorno al 20 cento.
Pertanto è assolutamente interesse del nostro Paese tutelare le piccole imprese che, in base alla definizione dell'Unione europea, sono quelle che arrivano a 250 dipendenti, quindi vengono considerate medie solo quelle al di sopra di tale cifra. Ebbene, le aziende che hanno da uno a duecentocinquanta dipendenti rappresentano praticamente la quasi totalità delle imprese italiane, ovvero il 99,99 per cento, Pag. 30perché al di sopra dei 250 addetti abbiamo complessivamente nel nostro Paese solo 3.418 imprese.
Addirittura le imprese sotto i cinquanta dipendenti sono 4,38 milioni e rappresentano il 99,4 per cento del totale, per cui è molto importante e rappresenta un fattore di competitività e di successo del nostro sistema imprenditoriale pensare alle piccole imprese - quando parliamo di piccole e medie imprese ci riferiamo alle piccole e micro-imprese - e non è assolutamente un delitto di lesa maestà pensare che quote dei finanziamenti pubblici che vengono pagati da questo sistema imprenditoriale di piccole aziende e dai nostri lavoratori sia destinato proprio alle aziende più piccole (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, chiedo di poter apporre la mia firma sull'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Torazzi 13.13, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
491
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Sposetti e D'Incecco hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Anna Teresa Formisano 13.18.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal relatore.

ANNA TERESA FORMISANO. Si, signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal relatore.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anna Teresa Formisano 13.18, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato
494
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Cimadoro 13.5.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal relatore.

GABRIELE CIMADORO. Si, signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal relatore.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 13.5, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Togni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 31
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 498
Maggioranza 250
Hanno votato
497
Hanno votato
no 1).

Ricordo che gli emendamenti Cimadoro 13.6 e 13.7 e Mistrello Destro 13.14 sono preclusi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Torazzi 13.2, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 503
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato
502
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i presentatori dei rispettivi emendamenti Cimadoro 13.4, Mistrello Destro 13.15, Gianni 13.19 e 13.20, e Borghesi 13.8 li ritirano.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cimadoro 13.9.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal relatore.

GABRIELE CIMADORO. Si, signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal relatore.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 13.9, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 506
Maggioranza 254
Hanno votato
505
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.13.16.1 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 503
Maggioranza 252
Hanno votato
502
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignali 13.16, nel testo subemendato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 498
Maggioranza 250
Hanno votato
497
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Gava 13.22.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

Pag. 32

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, prima, nel formulare i pareri, mi sono sbagliato sul presente emendamento Gava 13.22. Il parere, quindi, è di invito al ritiro vista la presenza di un parere di contrarietà, ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, espresso dalla V Commissione. Peraltro, onorevole Gava, se, poi, avesse l'intenzione di trasformare l'articolo aggiuntivo in un ordine del giorno, il Governo sarebbe disponibile ad accoglierlo.

PRESIDENTE. Onorevole Gava?

FABIO GAVA. Signor Presidente, sicuramente sono disponibile al ritiro ed a trasformare l'articolo aggiuntivo in un ordine del giorno, anche se l'articolo aggiuntivo stesso era senza oneri e, quindi, era uno strumento in più per favorire la successione di impresa di cui, comunque, lo statuto si occupa.

PRESIDENTE. Sta bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato
494
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Rampi, Goisis e Fallica hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che le deputate De Torre e Mariani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi all'articolo 13.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Mura 13.05, mentre gli identici articoli aggiuntivi Ruggeri 13.06 e Froner 13.07 sono stati assorbiti. La Commissione, altresì, formula un invito al ritiro sugli articoli aggiuntivi Borghesi 13.01 e 13.02, Cimadoro 13.03, Mura 13.04, Vico 13.08 e Lulli 13.09, 13.010, 13.011 e 13.012.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'articolo aggiuntivo Mura 13.05 lo ritirano. Ricordo che gli identici articoli aggiuntivi Ruggeri 13.06 e Froner 13.07 sono stati assorbiti. Prendo atto, altresì, che i presentatori degli articoli aggiuntivi Borghesi 13.01 e 13.02, Cimadoro 13.03, Mura 13.04, Vico 13.08 li ritirano.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Lulli 13.09, formulato dal relatore.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, sì, ritirerò questo e gli altri articoli aggiuntivi. Mi permetto, però, di dire al Governo che si perde un'occasione. Siccome questa legge di principi sullo statuto delle imprese è, sostanzialmente, volta a recepire lo Small Business Act dell'Unione europea, mi permetto di evidenziare che tali emendamenti ed articoli aggiuntivi sono in linea con il recepimento integrale di quella direttiva.
Spero vi saranno altre occasioni di confronto su questo. Tuttavia, ritengo che un po' più di coraggio sarebbe stato giusto e soprattutto sarebbe stato un segnale di attenzione verso un sistema delle imprese che ha bisogno in qualche modo di vedersi riconosciuto un ruolo, una semplificazione generalizzata ma anche l'utilizzo di strumenti Pag. 33che l'Unione europea ha individuato e che tardano ad essere applicati nel nostro Paese. Questo determina una difficoltà aggiuntiva nel fare impresa e nell'andare avanti nel sistema delle piccole imprese. Quindi, anche se giudichiamo positivamente il provvedimento che abbiamo in esame, rimane il rammarico di non aver potuto fare ulteriori passi avanti perché vi è stata un'incomprensibile inimicizia - voglio dirlo affettuosamente al sottosegretario Giorgetti - da parte del Ministro dell'economia e delle finanze nei confronti di questo provvedimento, non so se per il fatto di dover teorizzare la necessità di riformare l'articolo 41 della Costituzione, o se, invece, in qualche modo per difficoltà a confrontarsi con le norme che possono portare ad una modernizzazione del nostro sistema imprenditoriale esaltando peraltro la piccola dimensione, le aggregazioni tra le imprese e la capitalizzazione delle piccole imprese.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 16)

ANDREA LULLI. Abbiamo avuto molte difficoltà nell'affrontare l'analisi di questo provvedimento perché abbiamo percepito in qualche modo da parte del Ministero dell'economia e delle finanze un tirare continuamente indietro. Anche l'uso eccessivo con cui si è voluto sopprimere in questa proposta di legge una serie di riferimenti all'articolo 81 è parso un po' strumentale. In realtà anche a Costituzione vigente, come dimostra la storia di questo Paese, il collega Reguzzoni ha parlato di oltre 4 milioni di imprese sotto i 50 dipendenti: ciò testimonia che la libertà di impresa non è una chimera. Certo c'è da rafforzare con strumenti innovativi e magari impegnarsi nei lacci veri che in qualche modo distruggono le nostre posizioni rispetto all'indice della libertà dell'impresa. Anche oggi sui giornali viene sottolineata principalmente la corruzione. Siamo un Paese che è tirato giù negli indici di libertà di impresa non dalle norme costituzionali, non dal rapporto che vi è tra gli imprenditori nelle realtà territoriali e nei distretti industriali ma dall'indice di corruzione che sta veramente creando problemi e che, ahimé, ci vede in costante scalata di classifiche. Pertanto nell'annunciare il ritiro dei prossimi articoli aggiuntivi non posso che mettere in evidenza che avremmo avuto un ulteriore apporto positivo e un'ulteriore iniezione di fiducia nel nostro sistema imprenditoriale se avessimo discusso e accolto anche tali proposte emendative.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, apprezzo lo spirito collaborativo del collega Lulli però credo che a noi interessi molto quanto contenuto, ad esempio, negli articoli aggiuntivi Lulli 13.09, 13.010 e 13.012. Sono temi molto importanti come, ad esempio, il sostegno alle piccole e medie imprese in stato di insolvenza. Abbiamo visto le leggi per le grandi imprese ma per le piccole che hanno condizioni di questo tipo non c'è nulla. C'è la possibilità anche di intervenire a livello regionale come prevede l'emendamento Lulli 13.012. Tuttavia se scritto così anche noi avremmo dei problemi perché certo non vogliamo attirarci le ire regionali o situazioni non trasparenti e non corrette e che non siano assolutamente a sostegno delle imprese in difficoltà.
Pertanto, cogliendo lo spirito di collaborazione ma anche lo spirito fattivo e concreto, invito il gruppo del Partito Democratico magari a riproporre insieme a noi al Senato queste modifiche, cercando di trovare anche le coperture quando servono le risorse. Infatti il nostro principale problema a votare questi emendamenti oggi è la mancanza di copertura con il parere contrario della Commissione bilancio ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione. Quindi ben venga, ci ripromettiamo di intervenire anche su questo provvedimento al Senato magari con una maggiore riflessione in termini di tempi.

Pag. 34

PRESIDENTE. Prendo atto che gli articoli aggiuntivi sono stati ritirati.

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Torazzi 14.1 e Cimadoro 14.2.
La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Vignali 14.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Torazzi 14.1 e Cimadoro 14.2, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Donadi? Onorevole Marini Cesare? Onorevole Servodio? Onorevole Moles? Onorevole Iannarilli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 497
Maggioranza 249
Hanno votato
496
Hanno votato
no 1).

Pertanto, è preclusa la votazione dell'emendamento Vignali 14.3 e non si pone in votazione l'articolo 14, soppresso dalla precedente votazione.

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro degli emendamenti Cimadoro 15.1, Cimadoro 15.2, Mistrello Destro 15.4 e Anna Teresa Formisano 15.3.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Zeller 15.5.
La Commissione invita al ritiro degli identici emendamenti Lulli 15.6 e Ruggeri 15.7.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Cimadoro 15.1, Cimadoro 15.2, Mistrello Destro 15.4 e Anna Teresa Formisano 15.3 accedono all'invito al ritiro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 15.5, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Virgilio? Onorevole Goisis? Onorevole Gianni? Onorevole Rampi? Onorevole Duilio? Onorevole Calearo? Pag. 35
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 502
Maggioranza 252
Hanno votato
501
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori degli identici emendamenti Lulli 15.6 e Ruggeri 15.7 accedono all'invito al ritiro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rampi? Onorevole Centemero? Onorevole Martino? Onorevole Goisis? Onorevole Pippo Gianni?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 496
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato
495
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, vorrei capire dalla Commissione bilancio - dal presidente o dal vicepresidente - perché è stato espresso, un'altra volta, un parere negativo. Il comma in oggetto, infatti, era presente nel testo originario: la Commissione bilancio ne chiese la soppressione perché, a suo parere, poteva creare oneri finanziari aggiuntivi e, in più, poteva esservi un contenzioso con gli enti locali, nel momento in cui andava ad imporre materie che sono, soprattutto, anche di competenza esclusiva degli enti locali. Questo emendamento, Urso 16.1, è stato, quindi, riformulato esattamente secondo i principi indicati dalla Commissione bilancio.
Vorrei leggerlo all'Assemblea, perché credo che, rileggendolo, tutti possano capire quanto sia semplice il mio ragionamento e quanto sia dubbioso, invece, il parere espresso dalla Commissione bilancio. Nell'emendamento si dice: «Le disposizioni di cui alla presente legge sono adottate ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettere e) e l) della Costituzione e costituiscono livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione». Voi capite l'importanza di questo passaggio, anche per dare un senso compiuto a ciò che stiamo votando oggi.
Per rispondere ai dubbi della Commissione, si è aggiunto: «Resta ferma la potestà delle regioni e degli enti locali, nell'ambito delle rispettive competenze, di garantire livelli ulteriori di tutela, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Dunque, non riesco a capire perché la Commissione bilancio continui ad esprimere parere contrario. Se il presidente o il vicepresidente potessero dare una spiegazione in Aula, potrei anche esprimere il parere in merito.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 36

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, intervengo semplicemente per invitare il relatore ad una riflessione sull'argomento dei costi, connesso ovviamente all'emendamento in oggetto, proprio perché si vanno a stabilire nuovi diritti che devono essere garantiti, in particolar modo, dalle autonomie locali.
Noi sappiamo che questa procedura, normalmente, dovrebbe prevedere forme di rispetto e di confronto con il Governo centrale che possono determinare, oltre che effetti dal punto di vista della possibile incostituzionalità di questo intervento, soprattutto, aspetti relativi a possibili costi connessi, proprio perché parliamo di livelli essenziali.
Su questo argomento, il Governo non è chiuso. Noi preferiremmo valutare un testo diverso, con tutto il tempo necessario, magari, così com'è stato proposto in ordine ad altri emendamenti, in corso di seconda lettura e di ulteriore valutazione. Non siamo contrari, in linea generale, al principio, ma è evidente che vi sono degli aspetti di costo che, in questo momento, non sono quantificabili e che, quindi, meritano un'ulteriore copertura.
Proprio per questo motivo, manteniamo la contrarietà, perché, evidentemente, ci muoviamo su un terreno che rischia di essere scivoloso.

KARL ZELLER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

KARL ZELLER. Signor Presidente, al di là dei rilievi che ha posto la Commissione bilancio, vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi anche su un altro aspetto di rilievo costituzionale. All'articolo 1, comma 2 e al comma 2-bis, inserito con un emendamento, abbiamo già disciplinato il rapporto tra questa legge e le competenze delle regioni e delle province autonome. Lì abbiamo stabilito che i principi di questa legge costituiscono norme fondamentali di riforma economico-sociale.
Questo è incompatibile con la finalità del presente emendamento, in cui si vogliono dichiarare tutte le disposizioni come attinenti ai livelli minimi essenziali, di cui all'articolo 117, lettere e), l) e m) della Costituzione.
Delle due, l'una: possiamo porre un limite o l'altro, ma certamente non ambedue. Pertanto, quest'Assemblea deve decidersi: o mantenere ciò che abbiamo votato all'articolo in oggetto o inserire la nuova formulazione di cui all'emendamento Urso 16.1.
Questo rilievo è stato posto anche dalla Commissione affari costituzionali, che ha invitato la X Commissione a risolvere questo problema. Il problema è stato risolto nel senso di votare l'articolo 1. Adesso credo sia incompatibile, con questo indirizzo richiesto dalla Commissione affari costituzionali, votare un altro emendamento di opposta finalità.

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo in primo luogo per chiedere di apporre la mia firma a questo emendamento e per sollevare una questione di incomprensione - la chiamerò così - e persino di competenza della V Commissione in ordine al parere espresso, perché la struttura dell'emendamento proposto sostanzialmente potrebbe persino essere criticata per eccesso di richiamo all'articolo 117 della Costituzione. Che la struttura dell'emendamento abbia o porti con sé elementi di complicazione alle risorse dello Stato e all'eventuale copertura da parte della Ragioneria dello Stato, dell'impegno che si assume con questo emendamento, mi lascia fortemente perplesso.
Infine, aggiungo che l'articolo 117, secondo comma, lettere e) ed m), della Costituzione, richiama il tema su cui stiamo lavorando in ordine al federalismo fiscale. Pertanto, sono altrettanto preoccupato e mi chiedo per quale ragione vi siano anche delle perplessità che sono intervenute nel dibattito che mi ha appena preceduto.

Pag. 37

PRESIDENTE. Il relatore?

ENZO RAISI, Relatore. Rimango con le mie perplessità ma non voglio mettere in difficoltà il Governo. Prendo per buono l'impegno del Governo in seconda lettura di fare qualche cosa su questo tema perché in effetti così, senza questa parte, il provvedimento in esame rischia effettivamente di avere minore efficacia rispetto a quello che i proponenti hanno inteso. Pertanto, la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Urso 16.1.

PRESIDENTE. Altrimenti? Il parere si intende contrario?

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, se i presentatori non accedono all'invito al ritiro la Commissione esprimo parere contrario sull'emendamento Urso 16.1.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il rappresentante del Governo concorda.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e non insistono per la votazione dell'emendamento Urso 16.1.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Moles, Rampi, Goisis, Paolo Russo, Calderisi, Armosino, Scilipoti, Coscia, Soro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 501
Maggioranza 251
Hanno votato
499
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati Pionati e Pizzetti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Gianni, De Girolamo...l'onorevole Servodio ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato
495
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Nizzi e Capitanio Santolini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Mazzuca, Viola, Sereni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ). Pag. 38

(Presenti e votanti 494
Maggioranza 248
Hanno votato
493
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 98-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno Garagnani n. 9/98-A/1. Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/98-A/2 purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo, compatibilmente con la salvaguardia degli equilibri di finanza pubblica, ad adottare le seguenti iniziative» e così via. Il Governo accetta l'ordine del giorno Marinello n. 9/98-A/3 purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo, compatibilmente con la salvaguardia degli equilibri di finanza pubblica, ad adottare le seguenti iniziative» e così via. Il Governo accetta l'ordine del giorno Mosella n. 9/98-A/4. Il Governo accetta l'ordine del giorno Pagano n. 9/98-A/5 purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica,» e così via. Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Lulli n. 9/98-A/6 purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo, compatibilmente con la salvaguardia degli equilibri di finanza pubblica,» e così via. Il Governo accetta, infine, l'ordine del giorno Gava n. 9/98-A/7.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Garagnani non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/98-A/1, accettato dal Governo.
Chiedo all'onorevole Di Stanislao se accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/98-A/2.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, vorrei solo dire che il mio ordine del giorno è in piena sintonia con la comunicazione europea direttive comunitarie, quindi la riformulazione mi parrebbe un eccesso di zelo da parte Governo perché, lo ripeto, il mio ordine del giorno è nel pieno rispetto delle direttive europee e ne recepisce le parti migliori per farle adottare da questo Parlamento, da questo Governo e dalla nostra nazione. Mi sembra veramente un eccesso di zelo da parte del Governo puntualizzare questo aspetto. L'ordine del giorno può essere tranquillamente accettato perché contiene tutti i criteri - nessuno escluso - indicati dall'Unione europea e che ritengo siano stati necessariamente recepiti dal nostro Governo. Se così non fosse sarebbe oltremodo grave.

PRESIDENTE. Il Governo conferma la riformulazione?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì, signor Presidente, il Governo conferma la riformulazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Di Stanislao accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/98-A/2, accettato dal Governo purché riformulato.
Prendo atto che l'onorevole Marinello accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/98-A/3, accettato dal Governo purché riformulato.
Prendo atto che l'onorevole Mosella non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/98-A/4, accettato dal Governo. Pag. 39
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Pagano n. 9/98-A/5 e Lulli n. 9/98-A/6, accettati, purché riformulati.
Prendo atto, infine, che l'onorevole Gava non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/98-A/7, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, intendo fare poche considerazioni perché abbiamo poco tempo e perché sono già intervenuto in sede di discussione sulle linee generali. Noi abbiamo espresso - come Alleanza per l'Italia - un parere positivo su questo provvedimento perché è urgente intervenire in questo campo e soprattutto perché siamo convinti che - pur mancando le risorse finanziarie - possa dare un contributo utile alla realtà produttiva e sociale del nostro Paese.
Abbiamo già fatto rilevare che l'economia italiana sta arretrando nel contesto internazionale e secondo le stime dell'OCSE la crescita dell'Italia per quest'anno è prevista all'1,3 per cento, inferiore quindi a quella media prevista per l'area euro che è dell'1,7 per cento e, ancora di più, a quella prevista per i Paesi dell'OCSE che è al 2,3 per cento.
Noi siamo convinti che il Governo ha fatto poco, non c'è stata una politica industriale mirata e sono mancati seri progetti per rimettere in moto la macchina produttiva dell'Italia.
L'attenzione è stata rivolta alle ricadute sociali delle crisi aziendali, ma non alle iniziative di stimolo per la ripresa della crescita economica. È banale dirlo, ma senza crescita una società consuma più ricchezza di quanta ne produce e finisce su un piano inclinato al termine del quale ci può essere solo un impoverimento complessivo, con gravi effetti economici e sociali.
Le piccole imprese, che sono ancora in crisi, e che restano una delle ricchezze straordinarie del nostro Paese, meritano ogni attenzione; il profilo della crisi delle piccole imprese è tutto nel ridimensionamento degli organici, cosa che significa disoccupazione, e anche pesante riduzione degli investimenti che inevitabilmente non sono destinati ad innovare se non in minima parte.
In questo quadro, noi diciamo ben venga un provvedimento che vuole offrire sostegno alle imprese con una particolare attenzione proprio a quelle di piccola e di media dimensione che, giova ricordarlo, costituiscono una risorsa essenziale per il ruolo strategico che ricoprono nel sistema economico italiano; sono oltre quattro milioni, il 99 per cento delle aziende del Paese. Voteremo positivamente, sebbene la mancanza di risorse finanziarie, anche su questo provvedimento, potrebbe impedire di fatto che si producano effetti collaterali soprattutto per le piccole e medie imprese, che sono al centro di processi decisionali; potrebbe inoltre limitare la capacità i propositi delle piccole e medie imprese e soprattutto per la creazione di posti di lavoro secondo gli standard che ci arrivano dall'Unione europea e rispetto ai quali abbiamo fatto finora ben poco (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, come già abbiamo avuto la possibilità di dire ieri durante la discussione sulle linee generali, abbiamo portato questo provvedimento in Aula dopo un lavoro assiduo di qualche mese che ha visto addirittura la collaborazione quasi estrema con i colleghi parlamentari della maggioranza. Siccome in questa Commissione, Pag. 40visto che dovremmo produrre o almeno così si chiama la nostra Commissione, siamo abituati a trovare una soluzione che accontenti tutti per il bene del Paese siamo giunti a questa soluzione. È vero che questo è avvenuto con grande fatica perché il provvedimento era originariamente composto da 33 articoli, ne sono arrivati in Aula 18. Vero è che c'è stata la scure che ben conosciamo della Commissione Bilancio e dietro di essa c'è il Ministro Tremonti; vero è che dovevamo e potevamo forse portare a casa un provvedimento che fosse di più alto respiro, che probabilmente avrebbe accontentato di più tutti, forse avrebbe accontentato di più anche la maggioranza perché molto spesso sono stati tagliati anche suoi emendamenti, ma non abbiamo avuto difficoltà, lo ripeto, a ritirare qualche emendamento a fronte del raggiungimento di un risultato.
Ringrazio sicuramente il relatore, i presentatori del provvedimento, ringrazio il Governo per quella piccola parte che ha fatto. Registriamo però questi difetti: avremmo voluto che fosse qualcosa di più. Qualcuno qui in Aula, credo l'onorevole Lulli, ha evidenziato un sistema drammatico che il nostro Paese sta subendo, soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese. Mi riferisco a quanto detto pochi minuti fa in Aula relativamente alla contraffazione. Noi stiamo subendo in questo senso l'aggressione di tutti i Paesi, ma anche una aggressione interna che molto spesso è forte e non si riesce a controllare.
È qui forse che avremmo potuto mettere qualche risorsa in più. È qui forse che bisognava investire qualche euro in più con un provvedimento più serio, con delle regole più rigide. Forse avremmo dato - allora sì - un segnale importantissimo alle nostre piccole e medie imprese che hanno difficoltà su tutti i fronti.
Su queste vicende avevamo già a suo tempo presentato una mozione votata da tutta la maggioranza e da tutta quest'Aula. Avevamo già presentato un ordine del giorno che riprendeva tutto quello che l'Europa ci dice nello Small business act. Sia la mozione che l'ordine del giorno avevano identificato quei dieci punti che lo Small business act mette in atto. Su questo purtroppo, al di là della buona volontà di arrivare ad approvare una legge che possa potenzialmente portare dei frutti, riscontriamo poi alla fine che il risultato (non vorrei che fosse così anche per questa) è lo stesso di tutte le mozioni e gli ordini del giorno approvati qui dentro. Oramai credo che in questa legislatura siamo arrivati ad un numero di ordini del giorno mai raggiunto in tutte le legislature precedenti dalla Prima Repubblica ad oggi.
Questo è, per cui si svuota di significato questo modello di atto di indirizzo (ordine del giorno o mozione) e non vorrei che addirittura svuotassimo di significato anche le leggi, che poi vanno applicate. È questa la difficoltà: l'applicazione. Oggi approveremo un bellissimo testo nel quale si dice che le piccole e medie imprese debbono avere facile accesso al credito. Ma rimane sulla carta perché poi cosa mettiamo in campo per poter far sì che queste piccole e medie imprese possano avere la considerazione degli istituti di credito sparsi sul territorio che ogni giorno fanno dei disastri? Quindi, l'applicazione della legge diventa difficile.
Su questo poi abbiamo dato forse troppa ampia delega al Governo a intervenire su alcuni passaggi della direttiva europea, ad esempio, come i pagamenti e le transazioni fra il pubblico ma anche nel privato che molto spesso diventa peggio del pubblico. Infatti, quando il privato è grosso, è una multinazionale o una grossa azienda (come nel caso della FIAT e della grande distribuzione) e hanno il povero artigiano e il piccolo imprenditore come unici clienti, questi sono costretti a subire.
Quindi, al di là delle più rosee aspettative molto spesso si vede riconosciuti i propri crediti a distanza quasi di un anno e nel frattempo l'impresa è fallita, non riesce più a mettersi in carreggiata, anche perché quello che dovrebbe essere il sostegno dato dagli istituti naturalmente non c'è, viene a svanire e di conseguenza tutto è legato. Pag. 41
Quindi, noi crediamo che questi provvedimenti dovrebbero essere approvati da qui a due anni. Credo e spero che il Governo faccia tutto lo sforzo necessario, anche se - lo ripeto - non abbiamo ancora visto niente sul territorio. Non abbiamo visto ancora nessun effetto in termini di beneficio rispetto alla necessità dei nostri piccoli imprenditori, che sono il nostro fiore all'occhiello. Tutti hanno ricordato in Aula quanto valgono le nostre piccole imprese. Quanto sostegno abbiamo dato fino ad ora? Zero!
Spero che almeno sulla carta ci sia qualcosa a cui fare riferimento, spero che prima o dopo diamo realtà ai fatti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, dal momento che siamo qui per trattare una norma che intende tutelare la libertà delle imprese, voglio far riferimento a quanto solo ieri ci ha fatto sapere l'Index of economy freedom, il rapporto elaborato ogni anno dalla Heritage foundation, un think tank statunitense. Secondo tale rapporto le cose per quanto concerne le nostre imprese vanno molto male, tant'è che l'Italia è addirittura passata dal settantaquattresimo all'ottantasettesimo posto.
È stata analizzata la capacità di creazione di business da parte delle imprese e tutte le iniziative che un Paese mette in campo per dare una mano allo sviluppo e alla crescita. Ebbene noi in Italia facciamo sempre passi indietro. I parametri utilizzati si riferiscono alla libertà delle imprese, libertà che deriva dalle libertà finanziarie, di investimento, di commercio, fiscali: tanto si parla della riforma fiscale, ma nulla si fa. Poi si parla della libertà dalla corruzione e dalla criminalità organizzata.
Quali sono le criticità che ci hanno portato a scivolare ancora di più in questa graduatoria internazionale, se su 183 Paesi siamo all'ottantasettesimo posto? Sono le deficienze sistemiche che abbiamo nel mercato del lavoro, insomma siamo un Paese dove non si riesce ad alimentare la crescita occupazionale e dove non funziona la giustizia, nel senso che per poter recuperare un credito un'impresa deve aspettare dodici anni. Altro che riforma per i due CSM, non occorre una riforma ma serve semplicemente potenziare la macchina della giustizia per renderla efficace ed immediata a favore dei cittadini. Poi la corruzione e la criminalità organizzata dilaganti. L'UIF, l'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia, la settimana scorsa ci ha detto che è cresciuto il riciclaggio in Italia. Siamo un Paese che non riesce ad attrarre investimenti esteri, non siamo più appetibili, considerate che siamo stati superati dall'Uganda! Insomma, riescono a mettere in campo iniziative che promuovono lo sviluppo economico i Paesi africani subsahariani, a sud del deserto del Sahara, ed i Paesi dell'America centro-meridionale. Insomma, stanno facendo tutti meglio dell'Italia.
Sulle imprese occorre che il Governo attui una politica in grado di mettere in piena efficienza e funzionalità il sistema. Le imprese vanno aiutate e accompagnate con tutte le iniziative nei vari settori, per cui non bastano più gli incentivi fiscali, il sostegno e i contributi, perché nel Mezzogiorno d'Italia, finché ci sarà una criminalità organizzata, che detiene il controllo del territorio, non si attrarranno mai investimenti, non ci saranno mai imprese e non ci sarà mai crescita se resta questo sistema, così come purtroppo dobbiamo registrare ad oggi con il Governo Berlusconi.
Del fallimento del sistema impresa non ve ne parla Barbato o l'Italia dei Valori, ve lo dice Heritage foundation, il think tank statunitense che ha elaborato un rapporto depositato proprio ieri presso la Camera di commercio di Washington; questo rapporto purtroppo è impietoso e, ahinoi, ce ne lamentiamo soprattutto noi dell'Italia dei Valori che più volte sui vari provvedimenti vi abbiamo invitati ad attuare Pag. 42delle politiche che potessero sostenere le piccole e medie imprese. Ciò significa costruire un humus di ricettività nei territori, affinché vi si possa investire e crescere, dove non ci siano i lacci e lacciuoli per poter fare un investimento, una burocrazia che ti aggredisce e una corruzione che spesso è dietro quella burocrazia che inibisce lo sviluppo e l'insediamento di attività produttive e industriali.
Mi riferisco in particolar modo al Mezzogiorno d'Italia, dove si intercettano investimenti esteri nella misura dello 0,6 per cento, contro una media nazionale del 7 per cento. Badate bene, la Francia intercetta investimenti di capitali esteri nella misura del 14 per cento, la Gran Bretagna addirittura del 32 per cento, perché ognuno sta mettendo in campo tutte le attività necessarie e propedeutiche per far crescere le imprese. Così si tutelano le imprese, se c'è un sistema che funziona. Però, affinché ci sia un sistema che funzioni, occorre che ci sia un Governo che metta in campo delle politiche industriali a sostegno delle piccole e medie imprese, facendo funzionare il sistema giustizia, facendo funzionare il sistema bancario economico-finanziario in modo trasparente, affinché sia di supporto al mondo delle imprese e non si verifichi ogni anno un caso Parmalat o un caso Cirio.
Insomma, è necessario un sistema sano e che funzioni, ma ci vorrebbe un Governo che badasse e che si preoccupasse davvero della crescita del nostro Paese e del rilancio delle piccole e medie imprese. Di questo tipo di iniziative avremmo bisogno anche nelle altre attività. L'Italia dei Valori ve lo ha sempre detto, vi ha sempre incalzato su tutti provvedimenti, perché è sull'economia che è fallito il Governo Berlusconi, non su Ruby o su Noemi. Anche se questo provvedimento oggi arriva tardivo, noi voteremo a favore dello stesso, perché è comunque un segnale. Ma se ci foste stati a sentire da tre anni, in cui vi stiamo predicando di cambiare marcia, di mettere in campo leggi non «ad aziendam» o ad personam, ma leggi per l'economia, per le piccole e medie imprese, per gli italiani, saremmo stati sicuramente ad un punto migliore per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toto. Ne ha facoltà.

DANIELE TOTO. Signor Presidente, è una rivoluzione copernicana, finalmente una buona notizia. Questi ed altri ancora di analogo segno i commenti che accolsero l'iniziativa legislativa che reca «Norme per la tutela della libertà di impresa. Statuto delle imprese», da questa settimana all'esame dell'Assemblea. Ebbene, desidero sottolineare un elemento, che in quest'Aula senza dubbio merita di essere evidenziato. Trattasi finalmente di un'iniziativa legislativa parlamentare, di un proposta di legge e non di un disegno di legge. L'iter di quest'atto è pienamente aderente, dunque, all'esercizio della funzione legislativa propria del Parlamento. L'asserzione può apparire banale, forse tautologica, ma ciascuno di noi sa che sono solo poche decine le leggi di iniziativa parlamentare approvate. Non solo, ma questo è senza dubbio un aspetto di vero pregio. È una legge concepita in Parlamento e che il Parlamento si accinge ad approvare, nella quale si definisce una problematica di assoluto rilievo sul piano giuridico, economico, sociale e - permettetemi - anche culturale: quella del ruolo delle imprese, specialmente delle piccole e medie imprese nel contesto sociale ed economico del Paese e rispetto allo Stato e alle funzioni delle pubblica amministrazione. In quest'ambito le imprese e l'imprenditore sono finalmente considerati quali essi in effetti sono, cioè elemento accrescitivo dell'economia del Paese, fattore imprescindibile del suo sviluppo e della diffusione del benessere nella comunità che lo contorna. L'espansione dell'occupazione, la competitività del sistema produttivo italiano fanno perno sulla realtà imprenditoriale, caratterizzata nel nostro Paese dalla presenza di milioni di aziende piccole e medie, le ormai arcinote e familiari anche nell'acronimo PMI. Dare, come si propone questa proposta di legge, un quadro di riferimento Pag. 43innovativo e semplificativo e un insieme di regole di libertà essenziali per la vitalità delle imprese stesse non significa solo allinearsi sul piano normativo alle indicazioni comunitarie contenute nello Small business act, con il quale a livello europeo si è voluto dare corpo alle necessità di politiche dedicate alla piccola e media impresa.
Significa anche far fare un salto di qualità ambientale, se così permettete di esprimermi, al mondo delle imprese, riconoscendone senza dubbio il fondamentale contributo allo sviluppo e alla crescita economica, e dunque il suo ruolo anche sociale.
È un salto di qualità che si concretizza non solo e non tanto nel favore e nel sostegno riservato alle nuove imprese, in particolare quelle avviate dai giovani e dalle donne, quanto piuttosto nell'insieme delle norme volte a disciplinare i rapporti con le istituzioni, chiamate per la prima volta, ad esempio, a valutare l'impatto dell'attività legislativa e regolamentare sulle imprese o ad applicare criteri di proporzionalità che tengano conto, tra l'altro, delle dimensioni delle imprese nel porre oneri e obblighi a loro carico, così come nell'insieme delle disposizioni introdotte per semplificare in maniera significativa gli adempimenti amministrativi a carico di cittadini e imprese e per uniformare i rapporti tra la pubblica amministrazione e le imprese a principi conferenti qualunque rapporto di effettivo servizio e reciprocamente utile.
Parimenti, riteniamo importante la previsione di norme alla stregua delle quali ci sembra ragionevolmente agevolata la partecipazione delle micro, piccole e medie imprese agli appalti pubblici e l'introduzione di disposizioni tese a creare e ad agevolare le condizioni migliori per la ricerca, l'innovazione, l'internazionalizzazione e la capitalizzazione di queste micro, piccole e medie imprese.
Quest'ultimo profilo di intervento è senza dubbio rilevante, poiché la proposta di legge concretamente prevede la verifica dell'effettiva condizione di libertà di impresa, laddove, per esempio, si favorisce la trasparenza nei rapporti tra gli istituti di credito e quella tipologia di imprese e le reti di imprese, assicurando condizioni di accesso al credito informato, corretto e non vessatorio.
Ciascuno intende come ciò rappresenti senza dubbio, almeno potenzialmente, un'innovazione essenziale per la funzione di garanzia che lo Stato assume a tutela del rapporto creditizio, nel quale lo sbilanciamento delle capacità contrattuali a favore degli istituti di credito è intuitivo e costituisce, specie nelle zone meno sviluppate del nostro Paese, un oggettivo freno e un disincentivo all'attività imprenditoriale.
La riserva di incentivi per le piccole e medie imprese, anche favorendo l'aggregazione tra imprese e privilegiando associazioni temporanee di imprese per la realizzazione di progetti comuni, è senza dubbio un altro punto qualificante della proposta di legge al nostro esame, perché rende concretamente fruibili ad un mondo sino ad oggi fondamentale per l'economia del Paese, ma marginale rispetto a molti dei meccanismi concepiti per sussidiare gli operatori economici, con esclusione, ovviamente, dei più grandi, misure idonee a valorizzarne l'attività, a sostenerne la produttività e a favorirne il consolidamento e lo sviluppo nel difficile e complesso mercato, sempre più internazionale e globalizzato, nel quale si svolge la competizione tra i produttori.
È bene favorire la diffusione dei valori di merito, efficienza e responsabilità, sostenere la libertà di scelta dei lavoratori sulla destinazione del trattamento di fine rapporto e promuovere la loro partecipazione agli utili di impresa e un insieme di azioni consacrate dal crisma della legalità, che rappresenta, senza dubbio, un salto, un cambio di mentalità apprezzabile, una svolta culturale notevole in un Paese, come il nostro, nel quale si è per lo più fatto fatica a vedere nella libertà d'impresa un valore da affermare e rispettare e nell'impresa un volano per la diffusione del benessere sociale ed economico.
Questa svolta culturale, prima ancora che meramente giuridica e operativa, è rappresentata plasticamente dal principio Pag. 44generale enunciato nell'articolo 2 della proposta di legge unitamente agli altri ivi elencati, nei quali si postula la reciprocità dei diritti e dei doveri nei rapporti tra impresa e pubblica amministrazione. Statuizione di principio, questa, che, di per sé, dà pienamente contezza della valenza, permettetemi, innovativa e assolutamente rivoluzionaria della proposta di legge.
Mi avvio alla conclusione, non senza considerare di rilevanza assoluta il fatto che tutti i principi vengano consacrati in una legge e che il percorso per la pari dignità nel rapporto con la pubblica amministrazione e per una dimensione nuova del ruolo della burocrazia nella vita delle imprese venga definito in una fonte primaria, ossia con una legge dello Stato, e non con atti magari ammantati dalla prospettiva allettante, ma assolutamente illusoria, della delegificazione, che paradossalmente, come spesso è avvenuto in passato, hanno finito per costituire una rinnovata forma di supremazia della pubblica amministrazione e della burocrazia sul cittadino e sulle imprese.
Riteniamo, dunque, per le ragioni esposte e per tutte le altre autorevolmente illustrate dai colleghi, che la proposta di legge in esame meriti quel sostegno evocato dalla condivisione stessa al momento della sua presentazione.
Per questo motivo il voto del gruppo cui appartengo sarà dichiaratamente ed in modo convinto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti dell'Istituto statale di istruzione superiore Gian Battista Rubini di Romano in Lombardia, in provincia di Bergamo, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polidori. Ne ha facoltà.

CATIA POLIDORI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, vorrei prendere in prestito le parole dell'onorevole Vignali che ben sintetizzano lo spirito dello statuto delle imprese di cui lo stesso Vignali è padre, ma alla cui stesura ha contribuito una parte considerevole di questo Parlamento.
Per la prima volta non si parte dal sospetto verso la persona e la sua libera iniziativa, ma dalla fiducia verso chi, ogni giorno, con il suo impegno, la sua responsabilità e il suo sacrificio, contribuisce ad incrementare il prodotto interno lordo e l'occupazione nel nostro Paese.
Il testo unificato in oggetto giunge all'esame dell'Aula dopo una fase istruttoria, nel corso della quale tutte le parti sociali sono state audite, ed un iter lungo due anni in Commissione attività produttive, durante il quale anche altre Commissioni e, in generale, tutte le forze di maggioranza e di opposizione hanno dato il loro significativo apporto, in un clima di sana collaborazione, a testimonianza che quella delle piccole e medie imprese non può essere derubricata a una delle tante questioni di bandiera intorno alle quali litigare e dividersi.
Avendo fatto parte, per molto tempo, di quella grande famiglia costituita dalle piccole e medie imprese, dire che oggi sono soddisfatta e orgogliosa di aver collaborato alla stesura del provvedimento in esame è riduttivo. Sono ancora più soddisfatta perché si è finalmente compreso che occuparsi delle imprese, con particolare riferimento alle PMI, valorizzarne il loro enorme potenziale di crescita, di produttività e di innovazione, promuovere la costruzione di un quadro normativo e di un contesto sociale e culturale che tenga nel giusto conto le imprese familiari - perché è di questo che stiamo parlando - significa, inevitabilmente, occuparsi anche del sistema Paese, di cui le PMI sono realmente l'architrave che nemmeno la durissima crisi di questi anni è riuscita a spezzare.
Esse si sono infatti rivelate la nostra salvezza, smontando le profezie di quei maghi e maghetti dell'economia che ci rimproveravano di essere dei lillipuziani in un mondo fatto per giganti: troppo piccoli, troppo padronali, troppo legati al paradigma «impresa, famiglia, territorio». Tutto questo ci ha invece permesso di non Pag. 45essere come la Grecia, l'Irlanda, la Spagna e il Portogallo malgrado i nostri precari conti pubblici.
Abbiamo finalmente capito che ciò che va bene per la piccola e media impresa va veramente bene anche per l'Italia intera. Le istituzioni hanno finalmente compreso che il benessere dell'impresa significa anche l'opportunità, considerato l'attuale stato della nostra grande industria, di restare nell'elenco dei Paesi industrializzati, dal momento che con le sue PMI l'Italia rappresenta un quinto dell'economia dell'Unione europea. Da noi ogni dieci abitanti vi è un imprenditore e un'imprenditrice impegnati a dare lavoro a milioni di persone.
Le PMI non chiedono, diversamente da altri in passato, sussidi, bensì libertà di azione, diritti e dignità di esistere. Converrete tutti che, di questi tempi, è un prezzo che possiamo permetterci di pagare a sei milioni di piccoli e medi imprenditori che tirano la carretta dell'economia italiana e si ostinano ad esistere e a resistere alla crisi globale, alla mancanza di liquidità, ai ritardi dei pagamenti, alla concorrenza sleale, ai costi esorbitanti e ai tempi biblici del fare impresa, alla bulimia burocratica e da ultimo, non certo per importanza, all'imperante cultura del sospetto, finora alimentata da una concezione statalista dell'imprenditoria.
Ebbene, lo statuto delle imprese è la risposta a tutto questo, è la concretizzazione dei desiderata dei piccoli e medi imprenditori per cui, senza esagerazione, possiamo parlare di svolta storica, anzi, di più, di rivoluzione copernicana, come l'ha definita ultimamente qualche altro mio collega, che trasforma profondamente la cultura vigente dello scontro tra interessi nella cultura dell'incontro tra interessi.
Quello in atto è, infatti, un radicale cambiamento di prospettiva sulle imprese e per le imprese fondato sul principio della fiducia che va, finalmente, a rimpiazzare quello della diffidenza, che ha fatto vedere come fumo negli occhi sia l'imprenditore, spesso assimilato ad un potenziale truffatore, sfruttatore o evasore, sia la libera iniziativa che pure è sancita dall'articolo 41 della Costituzione, norma che lo statuto si prefigge di sviluppare compiutamente, declinando i fondamentali diritti delle imprese sulla base dei principi di sussidiarietà e di sviluppo della persona e della sua espressione attraverso il lavoro.
Prima d'ora si era portati a considerare vera impresa solo quella di grandi dimensioni e sindacalizzata, mentre le micro, piccole e medie imprese, che rappresentano il 98 per cento del nostro sistema economico, sono state del tutto ignorate, con il risultato di esserci dotati di norme cucite addosso alle grandi imprese, ma fatte ugualmente osservare alle piccole imprese. Si sono così messi migliaia di lacci e lacciuoli che hanno reso una mission impossible fare impresa.
A questo aggiungiamo anche un sistema di pubblica amministrazione pletorica, inefficiente ed eccessivamente discrezionale, che ha frenato le attività e gli investimenti anche esteri.
Anche per questa ragione, onorevoli colleghi, oggi è davvero un giorno epocale, che è anzitutto un cambio di passo culturale, che muove dalla consapevolezza che, se davvero, come spesso si dice, vogliamo rilanciare lo sviluppo del nostro Paese, non possiamo prescindere dall'edificare un contesto favorevole a chi ogni giorno con il proprio lavoro contribuisce alla crescita e alla tenuta dell'intero sistema. Questa convinzione sposa in pieno le finalità dello Small Business Act europeo.
Dunque, a 150 anni dall'Unità d'Italia e a 40 anni dallo statuto dei lavoratori, oggi finalmente anche l'altra metà del firmamento trova il giusto riconoscimento: lo statuto delle imprese dona dignità a chi lavora sodo e produce investendo e rimettendoci del proprio, a chi ingegnosamente crea e con fatica resiste, ma è stanco di vivere nella riserva indiana in cui per troppo tempo è stato confinato. Infatti i «piccoli», come sono stati ribattezzati, prima d'ora di diritti non ne hanno mai visti: doveri, quelli sì, in abbondanza. Figurarsi i privilegi, che invece sono stati riservati dallo Stato ai grandi, che poi alla Pag. 46prima occasione hanno salpato per altri lidi, lasciandosi alle spalle solo lacrime e sangue. Sangue e lacrime sono versate da chi invece sceglie di restare in trincea, difendendo con le unghie e con i denti il frutto del lavoro di generazioni.
Diritti e dignità: mi piace insistere su entrambi gli aspetti, che da oggi sono sanciti a chiare lettere anche rispetto allo Stato e alla pubblica amministrazione, perché d'ora in avanti in Italia si possa inaugurare un nuovo corso fondato su un corretto rapporto tra pubblico e privato, un rapporto che nasce dalla consapevolezza che lo Stato, nella sua articolazione e la pubblica amministrazione sono realmente al servizio dei cittadini e delle imprese, ai quali devono essere garantite trasparenza delle regole, efficacia, efficienza, tempestività ed uniformità di trattamento.
Dunque, non siamo più all'anno zero, anche se ammetto che avrei preferito che oggi fosse votata la versione più estesa del testo. Mi auguro che il Governo voglia farsi carico delle questioni parimenti importanti, gioco forza stralciate dal provvedimento in esame.
Per agganciare la ripresa possiamo e dobbiamo fare di più. Occorre varare una politica economica coerente con quanto sinora realizzato, più che dare stimoli a pioggia a singoli settori, i quali mediante incentivazioni di breve periodo e limitato importo non fanno altro che disperdere preziose risorse pubbliche, mantenendo in vita un modello ormai fatiscente, perché basato su un diffuso reticolo di imprese manifatturiere, che trasformavano materie prime importate, un compito che oggi, nel quadro di un'economia globalizzata, assolvono giganti come la Cina e l'India a costi molto più bassi.
Il contenimento della spesa è sì condizione necessaria per dare stabilità, ma non sufficiente per renderci competitivi nel mercato globale. La piccola e media impresa del nostro Paese per poter gareggiare nel mercato globale deve dotarsi di risorse, cultura di impresa, ricerca, innovazione, fattori critici di successi, che da sola non potrà mai raggiungere. È su questo che da oltre vent'anni l'Italia è impantanata. L'Italia è una sorta di cantiere aperto, che non si riesce a chiudere, un cantiere popolato da una moltitudine di litigiosi aspiranti ingegneri che non riescono a mettersi d'accordo perché in definitiva non hanno nessun vero interesse a che i lavori partano e si concludano, profittando di rendite di posizione degli interessi di casta del mantenimento dello status quo.
Occorre una cabina di regia, che crei le condizioni perché il Paese diventi davvero competitivo, che sappia ascoltare il territorio, le associazioni di categoria e i principali operatori nei rispettivi settori di attività. Occorre un più fecondo dialogo con chi svolge attività economiche e finanziarie rilevanti nel Paese.
Sarebbe opportuno far tesoro del vantaggio, che ci è stato concesso dal non essere stati irreversibilmente travolti dalla crisi, per ragionare sul vero stato del Paese, elaborare un censimento dei bisogni e delle possibilità e lavorare senza sosta per chiudere la transizione, soprattutto considerando che mantenere il cantiere aperto comporta un costo altissimo per la nostra economia ed un rischio per la tenuta stessa della coesione sociale.
Cosa fare è chiaro: dobbiamo rimuovere alla base i deterrenti che scoraggiano gli intrapresi e gli investitori stranieri; insistere sulla semplificazione e l'accesso al credito; sanare la piaga dei ritardi dei pagamenti e potenziare l'internalizzazione; stimolare la competitività delle nostre PMI sul territorio riducendone la fiscalità e gli oneri contributivi e facilitandone l'accesso al credito e l'IVA per casse e pagamenti; investire sulla formazione dei giovani che intendono avviare attività imprenditoriale; fare cultura di impresa per affrontare il nuovo mercato; stimolare una nuova e più moderna cultura di impresa che renda il nostro tessuto industriale meno vulnerabile; dotare il Paese di quelle infrastrutture portuali e stradali che facilitano il passaggio delle merci.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Polidori.

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CATIA POLIDORI. In sintesi, dobbiamo ricominciare a valorizzare i punti di forza italiani che ovunque nel mondo hanno mostrato i tratti di genio, creatività e competenza che hanno reso grande il nostro Paese nel mondo. Lo statuto delle imprese è il primo passo in questa direzione ed è per questo che esprimo convintamente il voto favorevole del gruppo Iniziativa Responsabile (Applausi dei deputati del gruppo Iniziativa Responsabile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruggeri. Ne ha facoltà.

SALVATORE RUGGERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è con particolare soddisfazione che, proprio alla vigilia del centocinquantesimo anniversario della nascita della nostra Nazione, vengo ad annunciarvi il voto favorevole del mio gruppo, l'Unione di Centro, su un provvedimento di cui l'intero mondo imprenditoriale sentiva la mancanza. Si tratta di un provvedimento di iniziativa parlamentare che rappresenta sia un riconoscimento per quanto le piccole e medie imprese hanno saputo fare per la storia economica e sociale del nostro Paese, sia un fondamentale strumento per creare un contesto favorevole alla futura attività imprenditoriale, a tutto vantaggio di quello sviluppo che stiamo rincorrendo affannosamente e spesso invano.
Ringrazio, pertanto, i colleghi della Commissione attività produttive e quelli delle altre Commissioni parlamentari che hanno contribuito, con grande senso di responsabilità, a licenziare un testo capace di armonizzare le norme utili a rivitalizzare un settore in crisi per le aggressive dinamiche globali con quelle finalizzate a salvaguardare l'equilibrio economico finanziario del bilancio dello Stato.
Rispetto alla versione originale il testo giunge in quest'Aula privo di alcune parti importanti che ne avrebbero incrementato lo spessore riformista. Mi riferisco alle norme in campo fallimentare e a quelle sulla riforma fiscale e all'istituzione di un'agenzia nazionale per le piccole imprese. Ugualmente, la soppressione delle misure per contrastare i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione verso le imprese, con l'eliminazione della possibilità di queste ultime di compensare tra crediti e debiti, rischia di privare questo disegno di legge del suo carattere veramente innovativo e spegne un po' quegli entusiasmi che pure il testo merita.
Lo statuto delle imprese che ci apprestiamo a votare, tuttavia, rappresenta comunque il primo passo di un disegno ambizioso che esprime la volontà di riconoscere il ruolo centrale delle piccole e medie imprese, individuando nella loro crescita una risposta competitiva e sostenibile alle emergenze economiche e occupazionali che investono il sistema produttivo del nostro Paese e dell'Europa intera.
Siamo di fronte ad un vero e proprio salto di qualità nell'approccio al problema, che ci pone in linea con quanto la politica comunitaria aveva già espresso, fin dal giugno 2008, con lo Small Business Act. Tenendo, appunto, bene in mente lo slogan «pensare anzitutto in piccolo» che ha da sempre sottolineato e guidato lo spirito imprenditoriale del nostro Paese, andiamo ad esprimere questo voto favorevole, convinti che la vocazione ad avviare liberamente una nuova impresa e la volontà di assumere i rischi ad esso associata vadano applaudite da responsabili politici, promosse dai media e sostenute dalle pubbliche amministrazioni.
In particolare, con questo testo si vuole favorire l'avvio di nuove imprese, incentivando l'imprenditoria giovanile e femminile, valorizzandone il potenziale di crescita, di produttività e di innovazione, al fine di sostenere e di incrementare la competitività del sistema produttivo nazionale nel contesto internazionale. Ma soprattutto, si intende iniziare un percorso normativo che sia capace di adeguare finalmente l'intervento pubblico alle loro esigenze, limitando l'onerosa e spesso penalizzante ingerenza a carico dei cittadini e delle imprese con l'introduzione di misure per la riduzione e la semplificazione degli adempimenti amministrativi e un incremento della loro trasparenza. Altre Pag. 48misure sono volte a contrastare il fenomeno dei ritardi dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni nelle transazioni commerciali, prevedendo che tali amministrazioni non possano derogare unilateralmente ai termini di pagamento fissati dal decreto legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, e che è nullo l'accordo di rinuncia agli interessi di mora.
Il provvedimento in esame, è volto altresì a rendere più trasparente l'informazione relativa agli appalti pubblici di importo inferiore alle soglie stabilite dall'Unione europea e ai bandi per l'accesso agli incentivi da parte delle micro e piccole imprese, nonché a facilitare la partecipazione delle stesse alle gare di appalto.
Si introducono, inoltre, nuovi strumenti istituzionali e normativi per adeguare costantemente il contesto legislativo alle esigenze del mercato internazionale, al fine di mettere le nostre piccole e medie imprese e le loro reti nelle condizioni di garantire la propria competitività e produttività in modo veloce e reattivo.
Ma soprattutto tra i commi di questi articoli si recepisce un'evidente cambiamento culturale di cui si sentiva la mancanza: una lacuna che finalmente è stata colmata.
Convinto pertanto della fondamentale importanza di valorizzare quella libera iniziativa che in misura così sostanziale appartiene allo spirito dell'imprenditoria italiana, dichiaro il voto favorevole del mio gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Torazzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, prima di toccare i punti più importanti di questa nuova legge voglio fare una considerazione. Chi ha partecipato ai lavori del Comitato ristretto e poi a quelli della Commissione ha potuto misurare la distanza tra il Paese reale e il Paese burocratico.
Sono stati moltissimi i punti in cui c'è stato un tentativo di ostruzione o sono intervenute censure tutte volte a difendere lo status quo, tutte volte a difendere l'apparato pubblico contro i cittadini imprenditori, quasi questi fossero dei nemici o dei malfattori. Devo dire che alla fine, anche con la determinazione di tutti i commissari (compresi quelli dell'opposizione), siamo riusciti a raggiungere un risultato tutto sommato positivo, ma rimane in chi ha partecipato ai lavori l'impressione di una grandissima distanza che deve essere ancora colmata.
Passiamo ai punti importanti: ce ne sono alcuni che miglioreranno da subito l'ambiente delle nostre imprese; ce ne sono altri che saranno determinanti se ci sarà la volontà politica per proseguire in un cammino di modernizzazione della Repubblica. Tra i punti importanti bisogna ricordare - qui torniamo alla prima considerazione - il fatto di avere sottolineato, quasi fosse necessario, che le imprese hanno bisogno di tempi certi durante i processi civili per i rimborsi ed è stato un percorso molto tortuoso riuscire a inserire infine non un limite ma un obiettivo, l'obiettivo di un anno. Noi sappiamo che i nostri concorrenti hanno sei mesi come standard. Noi abbiamo anni e, a volte, anche decine di anni.
Altro punto importante è stato quello dei pagamenti, perché l'Italia è l'unico Paese avanzato e industrializzato dell'Unione europea dove chi deve incassare un pagamento legittimo conseguente a un contratto legittimo non è tutelato dallo Stato, perché ci sono delle leggi che non vengono applicate oppure perché le leggi mancano, il che è abbastanza curioso, visto che la Costituzione difende la proprietà privata, il lavoro e la libera impresa. Ebbene, noi siamo riusciti ad accelerare l'introduzione della normativa europea e ad intervenire su tutta una serie di questioni (dalle banche alle grandi imprese) a tutela di chi lavora.
Un altro passaggio importante è l'emendamento a firma Lanzarin e Dussin che riguarda i limiti degli appalti della pubblica amministrazione. Sappiamo che - come sempre succede nelle leggi fatte in teoria e non misurate sulla pratica - c'era Pag. 49un limite sull'assegnazione degli appalti senza gara a 500 mila euro, che praticamente penalizzava costantemente le piccole e medie imprese e le microimprese sul territorio, e che spessissimo è stato veicolo di infiltrazione mafiosa nei comuni della Padania. Noi siamo riusciti ad alzare questo limite oggi (con un voto che io definisco storico) a un milione e mezzo. È un grande miglioramento che domani - o meglio, da quando entrerà in vigore la legge, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale - sarà operativo per le nostre imprese e per i nostri comuni.
Un altro passaggio che va sottolineato è quello che riguarda l'introduzione in questo provvedimento della previsione di una legge annuale sulle piccole e medie imprese. Finalmente andiamo a certificare la rivoluzione che prima abbiamo vissuto nel Paese e poi in Parlamento, in particolare con l'affermazione della Lega Nord, di attenzione verso i veri ceti produttivi, quelli che veramente pagano le tasse, quelli che veramente pagano i contributi e che mandano avanti l'economia di questo Paese. Con questa legge finalmente, anno per anno, potremo vedere chi seriamente vuole intervenire a favore delle PMI, dell'economia e di chi lavora, e chi invece ha fatto solo una battaglia di bandiera.
Un altro passaggio, sempre da subito operativo, è l'introduzione del Garante per le piccole e medie imprese che potrà verificare ed intervenire sulle leggi per controllare che non si introducano altri pesi e lacci o altre forme vessatorie di fiscalità. Non è stato un percorso facile; abbiamo dovuto chiedere un secondo voto alla Commissione bilancio ed è veramente curioso che quest'ultima, a fronte di una formulazione che prevedeva l'impiego di personale già in carico ai Ministeri, abbia detto che questo emendamento non poteva passare. Finalmente, grazie alla determinazione del relatore, della Commissione e anche del capogruppo della Lega Nord Padania, siamo riusciti a portare a casa il presente provvedimento. Infine, voglio ricordare gli emendamenti della Lega Nord Padania a mia prima firma 13.12 e 13.13 che hanno permesso, il primo di innalzare dal 50 al 60 per cento il totale degli incentivi automatici che devono andare alle piccole, micro-piccole e medie imprese, il secondo che ritagliava, all'interno di questo 60, il 25 per cento - quindi quasi la metà - a favore delle micro imprese che, come ha ricordato il capogruppo Reguzzoni nel suo intervento, sono quelle che coprono la maggior parte dei posti di lavoro di questo Paese.
Ora speriamo che questa legge passi al Senato in tempi rapidi, che diventi operativa e che il Garante delle piccole e medie imprese, così come la legge annuale, entrino nella coscienza di questo Paese e, allora, avremmo veramente fatto un passo in avanti nel rilancio dell'economia, nel rispetto di chi lavora e nella modernizzazione e democratizzazione dell'Italia. Ringrazio tutti i colleghi che hanno partecipato, ringrazio anche le opposizioni che, spesso, hanno voluto convergere sulle posizioni della maggioranza, così come noi non siamo stati chiusi alle loro proposte quando fattive. Con questa mia dichiarazione, ovviamente, confermo il voto favorevole della Lega Nord Padania (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questa proposta di legge perché diventi legge, perché alle micro, alle piccole e alle medie imprese sia consegnato, da parte di questo Parlamento, il loro statuto. Abbiamo partecipato attivamente alla nascita di questo statuto con convinzione, ovviamente non con la soddisfazione totale che avremmo pensato di conseguire, ma siamo stati coprotagonisti, insieme ai colleghi della maggioranza e delle opposizioni. Anche perché si è trattato di varare una legge ordinaria, una legge celere. Mai fu così celere questa legge in favore delle micro, piccole e medie imprese. Una legge ordinaria senza richiamare e ricorrere a riforme o a disegni di Pag. 50legge costituzionali quale la modifica dell'articolo 41 della Costituzione. Se le cose si vogliono fare, si possono fare. Noi avremmo osato di più se fossimo stati al Governo del Paese, almeno in due direzioni: sulla nuova direttiva pagamenti del 16 febbraio e sugli obiettivi dello Small Business Act.
Onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, noi spesso ci sforziamo di ragionare con semplicità. La prima modalità di sano finanziamento di un'impresa, soprattutto se piccola, media o micro, è la corretta relazione tra debitore e creditore nell'ambito dei pagamenti, sia della pubblica amministrazione che tra privati, mentre, troppo spesso, il fabbisogno di credito delle piccole e medie imprese è artificiosamente cresciuto per modalità di pagamento capestro che ha generato un corto circuito anche nei sistemi di autofinanziamento e pure tra quelli più sani ed evoluti.
Già in sede di discussione sulle linee generali ho avuto modo di dire che nel 2010 i pagamenti della pubblica amministrazione sono arrivati ad una media di 150 giorni di ritardo rispetto ai 45 giorni dei clienti privati. E su questo aspetto abbiamo insistito durante la discussione - ma, come si dice, non finisce qui - affinché il testo al nostro esame acquisisse già nello stesso testo la nuova direttiva dell'Unione europea del 16 febbraio scorso. Insomma, da un lato come Partito Democratico ci siamo fortemente impegnati quindi per la direttiva ma anche per lo Small Business Act. Ora, dopo il voto dello statuto delle micro, piccole e medie imprese, proponiamo al Parlamento, al Governo ma soprattutto al Parlamento e ai colleghi e ai gruppi parlamentari con cui abbiamo lavorato sullo statuto di andare oltre e questo «oltre» è l'offerta che noi vi rendiamo con una proposta di legge che abbiamo già depositato, che istituisce il programma strategico nazionale per le piccole e medie imprese, una corsia preferenziale proprio per le micro, piccole e medie imprese, un programma triennale che deve contenere gli interventi a sostegno di quella parte che produce il 70 per cento del prodotto interno lordo del nostro Paese. Dunque, proponiamo e vi proporremo che si disciplinino gli interventi fiscali e di sostegno alle PMI, dovendo riformare l'attuale sistema di incentivi alle imprese. Infatti, abbiamo bisogno di recuperare le risorse per finanziare il programma e vi proponiamo anche dove trovare queste risorse, istituendo un fondo unico per la crescita e lo sviluppo innovativo nel quale possano confluire tutti i fondi che sono finalizzati all'erogazione di incentivi destinati da leggi nazionali agli interventi di sostegno alle imprese e stanziati annualmente dallo Stato al fine di eliminare gradualmente l'IRAP sul costo del lavoro, abbattere i costi energetici delle PMI, eliminare l'indeducibilità in maniera progressiva degli interessi passivi dal reddito operativo lordo, introdurre un sistema fiscale premiante per le reti di impresa, per le imprese che investono gli utili nel rafforzamento del capitale societario, del capitale tecnologico e del capitale umano con particolare riguardo alla stabilizzazione dei propri lavoratori spesso anche precari. Insomma, come finanziare progetti di innovazione e di sviluppo delle micro, piccole e medie imprese nell'ambito della crescita e dello sviluppo dei distretti e delle forme aggregative tra imprese. Qualcuno ci ha già chiesto con quali coperture e risponderò con molta semplicità e anche con un pizzico di ironia: bastava non far decadere il decreto-legislativo sugli incentivi alle imprese che scadeva soltanto quindici giorni fa. Con riferimento a quel provvedimento si sarebbero trovate quelle risorse che sono indispensabili.
Onorevoli colleghi, in questa proposta di legge che vi offriamo e che vi proponiamo, c'è anche il sostegno alla competitività delle imprese micro, piccole e medie imprese tramite la tutela - aspetto importante che è stato oggetto che ha riguardato tutti i gruppi nella discussione della legge che tra poco voteremo - dei patrimoni aziendali dei sistemi produttivi locali e l'esclusione dall'imposizione sul reddito d'impresa o di lavoro autonomo del 60 per cento dell'ammontare degli Pag. 51investimenti in beni strumentali. Abbiamo anche introdotto in questa proposta, ma già con alcuni emendamenti nella discussione che abbiamo svolto, l'avviamento e la creazione dei cosiddetti business angels che sono quei soggetti pubblici delle micro, piccole e medie imprese che apportano capitale di rischio nella creazione e nella riconversione tecnologica.
Con l'approvazione dello statuto delle imprese, che voteremo favorevolmente per quanto detto, pensiamo che si impegni il Parlamento a proseguire lungo la strada dei provvedimenti e delle misure in favore delle piccole, micro e medie imprese e soprattutto in favore di una discussione che continua a rimanere assente nei luoghi del Parlamento, quella sulla crescita del Paese. Il prossimo tema da affrontare, all'ordine del giorno, che rimane aperto in ordine alle problematiche del Paese, è la questione della crescita e non possiamo rinunciare nelle aule del Parlamento, della Camera e del Senato, alla sua discussione perché si tratta di una delle questioni fondamentali ed urgenti da affrontare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gava. Ne ha facoltà.

FABIO GAVA. Signor Presidente e onorevoli colleghi, il provvedimento che ci apprestiamo ad approvare è molto significativo, come è stato sottolineato da tutti gli interventi che mi hanno preceduto: è il frutto di un lavoro molto importante che inizialmente è partito dall'unificazione di diverse proposte di legge (ne cito alcune: La Loggia, Carlucci, Vignali, Pelino, Bersani ed altri) e successivamente è proseguito con l'adattamento del testo ai pareri espressi dalle varie Commissioni permanenti competenti per le diverse aree che il progetto va a toccare.
Con il provvedimento in esame si tendono a stabilire i diritti fondamentali delle imprese, definendone appunto lo statuto giuridico, con particolare riferimento alle micro, piccole e medie imprese, relativamente alle quali con il provvedimento in esame si intendono recepire le indicazioni contenute nello Small Business Act che è stato adottato a livello comunitario. Devo qui ringraziare tutti i membri della Commissione X, del comitato ristretto ed il relatore per l'impegno profuso, che ha consentito di portare in Aula il testo con un'ampia condivisione per la discussione sulle linee generali e per la votazione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 17,20).

FABIO GAVA. Con la proposta di legge in esame si riconosce un principio forse ovvio, ma non sempre declinato in maniera altrettanto ovvia nelle varie disposizioni che regolano direttamente o indirettamente l'attività di impresa e nelle decisioni politico-amministrative conseguenti, e cioè che l'impresa è un fattore fondamentale per lo sviluppo socio-economico di una comunità. Conseguentemente, i principi generali del provvedimento in esame che concorrono a definire lo statuto giuridico delle imprese sono la libertà di iniziativa economica, la libertà di concorrenza, la sussidiarietà orizzontale quale principio a cui devono essere improntate le politiche pubbliche, la semplificazione burocratica anche per quanto riguarda l'avvio dell'attività di impresa e la successione di impresa, che tanti problemi ha creato nell'ambito soprattutto delle piccole, micro e medie imprese.
Avremmo qui preferito che venisse introdotto anche un ulteriore nuovo strumento a tale riguardo, utilizzando appunto le camere di commercio, anche se l'ordine del giorno che è stato approvato determinerà in futuro un provvedimento in tal senso.
Questo statuto non si limita però alla definizione dei principi, ma contribuisce anche a delimitare un vero e proprio percorso culturale e politico, che dovrà comportare, anche gradualmente nel tempo, la progressiva riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese, un corretto accesso al credito informato, l'applicazione Pag. 52di incentivi fiscali, l'attuazione di misure concretamente volte ad ottenere una reale semplificazione amministrativa e la progressiva riduzione, attraverso appositi provvedimenti legislativi, della durata dei processi civili relativi al recupero dei crediti vantati dalle imprese verso la pubblica amministrazione e verso altre imprese nei rapporti di subfornitura.
Un punto molto importante che vorrei sottolineare è quello previsto all'articolo 7 in materia di analisi dell'impatto della cosiddetta regolazione. Tra le tre questioni fondamentali che interessano le imprese, cioè, l'impatto e i costi derivanti da norme regolatorie di vario tipo e fonte, la pressione fiscale complessiva e la disponibilità di incentivi e di aiuti, è evidente che la prima non ha un impatto finanziario ed è, quindi, quella su cui è più utile intervenire nell'ambito di questa congiuntura economica.
Tra l'altro, statisticamente, le imprese, se poste nella condizione di dover scegliere, pongono una prevalente attenzione proprio verso il superamento degli oneri burocratici che, nel tempo, si sono trasformati in un vero e proprio grande vincolo per l'attività di impresa e che, troppo spesso, non sono stati attentamente valutati al momento dell'entrata in vigore.
Allo stesso modo, è molto importante l'introduzione nel nostro ordinamento di una legge annuale per la tutela e lo sviluppo delle micro e piccole imprese, al fine di attuare lo Small business act, a cui ho fatto riferimento in precedenza, adottato a livello comunitario. Tale legge annuale è volta a definire gli interventi in materia per l'anno successivo a quello di presentazione e recherà una o più deleghe al Governo e norme di immediata applicazione per favorire e promuovere le PMI.
Ritengo opportuno anche segnalare che il provvedimento reca misure volte alla riduzione e alla trasparenza degli adempimenti amministrativi a carico dei cittadini e delle imprese: di particolare rilievo, le semplificazioni dei procedimenti amministrativi per l'attività di impresa. Il provvedimento, inoltre, è volto a rendere più trasparente l'informazione relativa agli appalti pubblici di importo inferiore alle soglie stabilite dall'Unione europea e, quindi, molto interessanti per le micro e piccole imprese. Inoltre, il provvedimento tende a garantire la competitività e la produttività delle micro, piccole e medie imprese e della rete di impresa attraverso alcune regole innovative che sono state introdotte nel provvedimento.
Il provvedimento è stato ulteriormente migliorato nell'ambito della discussione in Aula, nel pomeriggio, con l'approvazione di alcuni emendamenti, che considero molto importanti. Anzitutto, l'impegno all'attuazione della direttiva dell'Unione europea del 2011, approvata dal Parlamento e dal Consiglio europeo, che introduce norme importanti per i tempi di pagamento dei crediti delle imprese e l'istituzione del Garante, in ordine al quale vi erano già altri provvedimenti specifici, che introduce un nuovo sistema, già introdotto, ad esempio, in Francia, di tutela delle piccole e medie imprese, soprattutto, nel rapporto con la pubblica amministrazione e nel rapporto di subfornitura.
Credo che la nostra valutazione complessiva non possa, dunque, che essere positiva. Riteniamo che, nelle attuali condizioni economiche e sociali, questo provvedimento, certo perfettibile, sia però un buon punto di arrivo. Riteniamo, inoltre, che non sia giusto inserire in questo dibattito, come talvolta è stato fatto, l'utilità o meno della riforma dell'articolo 41 della Costituzione italiana per un rilancio dello sviluppo economico del nostro Paese.
È evidente, infatti, che alcune iniziative possono essere intraprese anche in vigenza dell'attuale articolo 41 della Costituzione - come appunto questa -, ma non si può disconoscere che la modifica di tale articolo in senso più liberale e più liberista rafforzerebbe ogni provvedimento di legge ordinaria. Anche l'impatto della legge quadro in oggetto sarebbe diverso e molto più forte, qualora anche questa parte della nostra Legge fondamentale fosse modificata.
Questa seconda parte della legislatura può essere caratterizzata da importanti iniziative di riforma in molti settori che Pag. 53hanno tutti un denominatore comune, e cioè quello di aumentare la competitività complessiva del nostro Paese. Il provvedimento in esame, dunque, va in questa direzione, nella direzione cioè di una maggiore competitività e, conseguentemente, di una maggiore crescita economica e sociale dell'Italia. È per queste ragioni, che dichiaro il voto favorevole del Popolo della Libertà al provvedimento in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà.

ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, intervengo solo per una riflessione aggiuntiva rispetto a quella che è stata già formulata a nome del mio gruppo.
Devo dire che la soddisfazione per avere dato impulso attraverso una mia iniziativa legislativa - ormai ben tre anni fa, il 29 aprile 2008 - è davvero molto attenuata rispetto al risultato finale al quale oggi siamo pervenuti. Certo, devo dare atto di un grande sforzo di sintesi, tanto è vero che su questo provvedimento si sono manifestati amplissimi consensi. Devo dare atto al relatore di aver fatto un enorme sforzo per avvicinare le diverse posizioni. Devo dire anche che le diverse proposte legislative si sono, in qualche modo, integrate anche con riferimento, ad esempio, alla disciplina degli appalti pubblici come per le disposizioni in materia di micro, piccole e medie imprese e così via. Tuttavia, non posso negare - e da qui l'attenuazione alla mia soddisfazione - che alcune norme avrebbero potuto essere ben più innovative rispetto alla semplificazione amministrativa. Ma come, tutti andiamo sostenendo... Presidente, mi scusi ma non riesco a sentire la mia voce e non sentendo la mia voce non riesco neanche a proseguire.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia. Giustamente il presidente La Loggia vorrebbe almeno essere ascoltato da se stesso. Pertanto, siete pregati di fare un po' di silenzio.

ENRICO LA LOGGIA. Vorrei essere ascoltato, quantomeno da me stesso. Meno male che ci sono gli atti parlamentari che servono almeno per ricordare.
Stavo dicendo che la soddisfazione per essere arrivati a questo punto è fortemente attenuata dal fatto che si sarebbe potuto fare molto di più sulla via della semplificazione delle procedure amministrative. Stavo, inoltre, dicendo questo: ma come, tutti siamo d'accordo nel fare un salto decisivo verso una forte innovazione nei rapporti tra i cittadini e la pubblica amministrazione e poi attenuiamo, quasi tirando il freno a mano, la nostra spinta? Faccio solo un esempio; laddove la dichiarazione sostitutiva, l'autocertificazione fosse stata presentata, secondo la proposta che a suo tempo avevo formulato, in maniera falsa, infedele o non veritiera dal cittadino o dall'imprenditore le conseguenze per lui sarebbero state gravissime, sino alla sospensione dall'attività e, nel caso di recidiva, all'esclusione dalla possibilità di esercitare quell'attività. Pertanto, vi era una forte deterrenza rispetto all'iniziativa del cittadino. Questo veniva fortemente bilanciato dal fatto che se la pubblica amministrazione avesse non legittimamente opposto un diniego avrebbe risposto non solo del danno emergente ma anche del lucro cessante. Questo sarebbe valso per l'amministrazione così come per il funzionario addetto.
Alla fine, mi auguro che questo sia realmente, come ha affermato l'onorevole Gava, un punto di partenza. Mi auguro che il Senato possa proseguire su questa via e rimpolpare, qualche volta semplificando e qualche volta meglio articolando, questo provvedimento.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Correzione di forma - A.C. 98-A ed abbinate)

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.

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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, innanzitutto colgo anche l'occasione - a chiusura dei lavori - per ringraziare sia i dirigenti, sia gli impiegati della Commissione, sia tutti i componenti della X Commissione attività produttive e il presidente che mi hanno aiutato, dopo lunghi mesi di istruttoria. Ovviamente, un plauso particolare va all'amico e collega Vignali che di questo provvedimento è stato l'anima e il promotore. Ci ha aiutato ad andare avanti di fronte agli ostacoli che abbiamo trovato in corso d'opera.
È una soddisfazione, perché si tratta di un provvedimento che viene varato e votato dal Parlamento all'unanimità. Credo che questa sia una cosa straordinaria. Non so se questo sia un punto di inizio o meno ma credo, comunque, che sia un punto fermo. Per la prima volta oggi le imprese hanno uno statuto con dei diritti certi e credo che questo sia un evento storico nel nostro Paese.
Si è sempre parlato di altri statuti e di altri diritti; questa volta le imprese hanno un loro statuto, hanno i loro diritti e ciò credo che sia molto positivo.
Detto ciò, propongo all'Assemblea la seguente correzione di forma: al comma 4-bis, capoverso articolo 2630, primo periodo, dell'articolo 8, come introdotto a seguito dell'approvazione dell'emendamento Zeller 8.5, dopo le parole: «informazioni prescritte dall'articolo 2250», sono aggiunte le seguenti: «, primo, secondo, terzo e quarto comma,».
Si tratta di una correzione che, ovviamente, non innova il contenuto della norma, ma mira semplicemente a renderla più chiaramente intelligibile, anche tenendo conto che tale locuzione era contenuta nella precedente versione dell'articolo 2630 del codice civile (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la correzione di forma testé proposta dal relatore si intende approvata.
(Così rimane stabilito).

(Coordinamento formale - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 98-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 98-A ed abbinate, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Rampi, Calearo Ciman, Giammanco, Pes, Leoluca Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese» (98-1225-1284-1325-2680-2754-3191-A):
Presenti e votanti 520
Maggioranza 261
Hanno votato 520
(La Camera approva - Applausi - Vedi votazionia ).

Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

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Seguito della discussione della proposta di legge: Contento: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, nonché al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, in materia di remissione tacita della querela (A.C. 1640-A) (ore 17,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge di iniziativa del deputato Contento: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, nonché al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, in materia di remissione tacita della querela.
Ricordo che nella seduta del 14 marzo 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed ha avuto luogo la replica del relatore mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 1640-A), che è distribuito in fotocopia.

FULVIO FOLLEGOT, Vicepresidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT, Vicepresidente della II Commissione. Signor Presidente, chiedo una breve sospensione della seduta - di circa 15 minuti - per consentire al Comitato dei nove di riunirsi e di presentare un emendamento sul quale è stata raggiunta un'intesa.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei dire all'onorevole Follegot che noi ormai conosciamo un po' come funzionano le cose in quest'Aula: una breve sospensione per esaminare un emendamento comporta che rischiamo di stare appesi - come puntualmente avviene - magari per mezz'ora o 40 minuti di fronte alle questioni da esaminare.
Poiché abbiamo sette punti all'ordine del giorno e evidentemente questo punto non è pronto perché si deve riunire il Comitato dei nove, cosa che può serenamente fare anche al termine della seduta, signor Presidente, visto che dopo il punto in esame c'è quello relativo all'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza, se quest'ultimo fosse pronto potremmo passare direttamente ad esso. Potremmo fare quindi un'inversione dell'ordine del giorno finalizzata all'economia dei nostri lavori e al buon andamento della seduta.
Se anche il provvedimento relativo all'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza non è pronto, seguendo l'ordine del giorno c'è la mozione Franceschini ed altri concernente l'unificazione della data del referendum e delle elezioni amministrative che sicuramente è pronta. Atteso che dobbiamo lavorare oggi e domani e poi giovedì abbiamo la cerimonia per i centocinquanta anni dell'Unità d'Italia e quindi non avremo seduta e abbiamo tanti punti all'ordine del giorno, invece che perdere tempo aspettando magari che si riunisca la Commissione e che accada chissà che cosa, potremmo fare subito le cose che sono pronte. Quindi, se questo provvedimento non è pronto si può rimandare a domani mattina e procedere intanto con quello relativo all'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza. Se anche questo non fosse pronto certamente è pronta la mozione che si può tranquillamente chiudere entro la fine della seduta di oggi.

PRESIDENTE. La proposta dell'onorevole Giachetti, dal punto di vista dell'amministrazione del nostro tempo, mi sembra sensata. Tuttavia, è evidente che devo ascoltare il parere degli altri gruppi e Pag. 56soprattutto devo ascoltare il parere del vicepresidente Follegot che ha fatto la proposta di sospensione.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, avevo chiesto la parola già da tempo.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa non l'avevo vista.

ANGELO COMPAGNON. Avevamo concordato tutti insieme che questo ordine del giorno dovesse completarsi entro domani al punto tale che anche questa mattina il nostro gruppo ha votato contro uno slittamento proprio per l'importanza del primo punto all'ordine del giorno e la consapevolezza che esistono i tempi per chiudere i due punti ancora in discussione più le tre mozioni che sono altrettanto importanti e anzi sono molto delicate per gli argomenti rappresentati.
Ritengo anch'io che la proposta del vicepresidente Follegot sia una proposta da accettare ma non in questo momento, se loro hanno bisogno di tre quarti d'ora o di un'ora, possono riunirsi quando è finita la giornata lavorativa di oggi. Andiamo quindi avanti con l'ordine del giorno così com'è, se i punti a seguire non sono definitivi perché hanno necessità di essere riportati in Commissione andiamo avanti con le mozioni. Nell'impegno preso a completare questo ordine del giorno, credo che non ci debbano essere sospensioni di nessun genere perché tutto quello che richiede un approfondimento può andare in coda alle cose già pronte da discutere in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

FULVIO FOLLEGOT. Vicepresidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Vicepresidente della II Commissione. Signor Presidente, la mia richiesta rimane quella precedente.

PRESIDENTE. C'è qualcuno che è contrario alla proposta degli onorevoli Giachetti e Compagnon?

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, c'è una proposta del vicepresidente della Commissione prima ancora della proposta dell'onorevole Giachetti che pur comprendendo, non condivido. Credo che, come spesso accade, signor Presidente, si faccia trascorrere più tempo a discutere sulla proposta che non a sospendere la seduta.
Se l'onorevole Follegot ha chiesto un quarto d'ora e non, come ha detto l'onorevole Compagnon, 45 minuti, è evidente che se si sospende subito si potrà riprendere la seduta immediatamente dopo che il Comitato dei nove avrà terminato i propri lavori. Questo non significa dover cominciare a stravolgere completamente l'ordine del giorno. Abbiamo il Comitato dei nove seduto al proprio banco, il vicepresidente della stessa Commissione ci ha chiesto dieci minuti, un quarto d'ora di sospensione, sono già passati dieci minuti che abbiamo impiegato a discutere di questa proposta, credo che, volendo a guadagnare tempo prezioso per tutti, prima sospendiamo e prima il Comitato dei nove potrà tornare in Aula con la proposta definitiva.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, le devo dire che con un ordine del giorno così abbondante, con i tempi che tutti sappiamo non essere così estesi (dati i problemi organizzativi relativi alla celebrazione del centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia), non ritengo che siano tempi persi quelli impiegati a valutare la migliore organizzazione del nostro lavoro di fronte ad una richiesta di sospensione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).

Pag. 57

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, insisto nella richiesta dell'onorevole Giachetti. Quindi, anche noi dell'Italia dei Valori aderiamo alla sua proposta, anche per un motivo molto semplice: chi ha partecipato ai lavori di questo provvedimento in Commissione sa bene essere una questione molto delicata. È vero che si riunisce il Comitato dei nove, ma è anche vero che vorremmo sapere anche noi che cosa decidono per poi rifletterci un attimo insieme.
Infatti, dopo aver discusso per tanto tempo e dopo che nemmeno la maggioranza è riuscita a trovare la «quadra» e ha portato in Assemblea il provvedimento in una maniera del tutto non concordata, forse avere questa sera e questa notte di riflessione può aiutare anche noi a valutare la proposta che vogliono fare adesso la maggioranza e il Governo e quale è il punto di caduta che hanno trovato. Infatti, così come è stato discusso fino ad ora ci si è trovati di fronte ad una miriade di problemi e non è pensabile che, da un momento all'altro, siccome qualcuno propone un foglietto volante poi tutti quanti ci dobbiamo adeguare a questo foglietto volante.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, quando non si vuole essere ragionevoli non lo si è: non si possono spendere - come è già successo più volte - venti minuti di discussione per evitarne dieci di sospensione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Vuol dire fare polemiche per farle! Direi che se non c'è l'accordo unanime, andiamo avanti coi lavori e non chiediamo più la sospensione.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, se nessuno insiste per la votazione, mi assumo la responsabilità di una sospensione della seduta di quindici minuti, fino alle ore 18. Dopodiché mi pare evidente che eventualmente passeremmo al successivo punto all'ordine del giorno. Sospendo pertanto la seduta.

La seduta, sospesa alle 17,45, è ripresa alle 18.

PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.100 e 1.101 che sono in distribuzione e con riferimento ai quali il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 18,30 di oggi. Avverto inoltre che l'emendamento Contento 1.79 è stato ritirato.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1640-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, intervengo sul complesso delle proposte emendative anche perché, con le ultime modifiche e con l'accordo che c'è stato su alcuni emendamenti che vengono sostanzialmente incontro alla nostra impostazione, preferisco sviluppare un ragionamento di carattere generale che rappresenti in qualche modo anche il seguito della riflessione che abbiamo svolto ieri in sede di discussione sulle linee generali. Noi dell'Unione di Centro ci siamo sempre posti l'obiettivo di guardare ai temi della giustizia con la necessaria attenzione; l'abbiamo fatto quando si è trattato di affrontare in termini concreti i problemi che riguardano l'organizzazione della giustizia e una migliore definizione delle norme di procedura per il processo penale e civile. Pag. 58Abbiamo fatto sentire la nostra voce anche quando si è trattato di intervenire con disposizioni normative che andassero nella direzione di ridurre i tempi del processo e soprattutto di eliminare il contenzioso arretrato presente sia nel processo civile che in quello penale.
Detto questo, il punto di partenza della nostra riflessione è stato il parere espresso dalla I Commissione (Affari costituzionali) che sostanzialmente metteva in luce due esigenze; in primo luogo di assicurarsi che la remissione tacita della querela resti espressione della volontà del querelante e in secondo luogo di prevedere garanzie necessarie per assicurare che il querelante sia reso pienamente edotto del fatto che dalla sua azione volontaria tipizzata consegua come effetto la remissione della querela.
Quanto alla prima esigenza, a noi è apparso doveroso eliminare il riferimento, relativo ad alcune ipotesi di reato, al risarcimento del danno ovvero all'offerta reale in tal senso considerata causa di remissione tacita della querela. Qual'era il quadro nel momento in cui siamo stati chiamati in aula ad esaminare questo provvedimento?
Il quadro era questo, cioè si voleva configurare un'ipotesi di remissione tacita della querela non solo quando il querelante ha compiuto fatti incompatibili con la volontà di persistere nella querela ovvero quando, pur avendo ricevuto rituale notifica della citazione, non è comparso all'udienza senza addurre giustificato motivo, ma anche quando ha ricevuto il risarcimento in relazione a reati puniti con pena inferiore nel massimo a quattro anni e per di più - ed era questo il vero punto per noi insuperabile - con l'ulteriore specificazione che l'offerta di cui all'articolo 1209 del codice civile, ritenuta congrua dal giudice procedente, equivale a danno risarcito.
A volte, basta approfondire il contenuto delle norme stesse per rendersi conto di quanto sia stato incoerente, per ciò che dirò tra un attimo, e anche forzato il voler ricondurre tutto questo ad una forma tacita di remissione. Naturalmente, tacito è tutt'altro: una remissione tacita della querela può esservi quando il querelante non compare in udienza, seppure citato ed avvertito che dalla sua assenza discenderà l'immediato proscioglimento per estinzione del reato. Questo è tacito, poiché il querelante sa ed è cosciente che da un suo fatto omissivo scaturirà la propria manifestazione tacita di volontà di rimettere la querela. Ma noi dell'Unione di Centro e tutte le opposizioni, inizialmente anche la Lega, ci siamo posti questo interrogativo. Che cosa c'è di tacito nell'imposizione di un obbligo al querelante di ricevere il risarcimento propostogli dall'imputato? Cosa c'è di atto tacito di remissione del querelante in una mera offerta reale di risarcimento da parte del querelato? Cosa c'è di tacito o cosa rimane dell'istituto della remissione della querela? Perché quella è una facoltà che discende direttamente dal previo esercizio di un diritto, il diritto di querela appunto. Così come l'esercizio del diritto di querela consiste in una manifestazione di volontà, anche la remissione della querela dovrà essere espressione di una volontà uguale e contraria alla precedente. Come abbiamo detto e come sappiamo, la querela non è altro che un ostacolo all'esercizio dell'azione penale che la parte offesa ha il diritto di rimuovere e, dopo la sua proposizione, quel reato deve essere accertato come qualsiasi altro reato: esso non fa parte di una categoria inferiore e meno degna del processo. Perciò, non si comprende - noi non comprendevamo - sulla base di quali giustificazioni plausibili in tali casi la tutela penale debba essere svilita a profili meramente risarcitori. Addirittura, tutto ciò è tipico della tutela civilistica dei diritti, ma tutto questo sarebbe avvenuto in barba all'articolo 112 della Costituzione, cioè al principio della obbligatorietà dell'azione penale, dell'obbligatorietà cioè di perseguire i fatti previsti dalla legge come illeciti penali oltre che civili. Allora, colleghi, questo era il quadro con il quale siamo entrati in Aula con questo provvedimento nella giornata di ieri. Cosa è accaduto? Pag. 59È accaduto che le opposizioni hanno incalzato la maggioranza, hanno svolto il ruolo proprio delle opposizioni, cioè di proporre soluzioni alternative, di portare la maggioranza sul terreno del confronto.
Per cui, rispetto al quadro iniziale, ci troviamo in presenza di un provvedimento che, sulla base degli emendamenti accolti e delle ultime riformulazioni a cui abbiamo messo mano nel Comitato dei nove appena concluso, non si riferisce più ai reati puniti con una pena inferiore nel massimo a quattro anni, che vengono ridotti a due. Inoltre, ci deve essere la costituzione di parte civile da parte del querelato e, soprattutto, viene eliminato quello che per noi rappresentava il punctum dolens di questa vicenda, e cioè l'offerta reale ritenuta semplicemente congrua dal giudice, ma non accettata dal querelante.
Siamo intervenuti anche, e si è trovato, anche qui, un punto di intesa, rispetto al momento in cui il querelante pone in essere un comportamento finalizzato a rimettere la querela, cioè la mancata presenza all'udienza che abbiamo precisato essere la prima udienza rispetto alle varie fattispecie previste. Questa proposta di legge, liberata dagli eccessi che avevamo denunciato, è un provvedimento sul quale possiamo continuare a discutere, perché pensiamo che per tutti i reati l'offerta reale non debba valere.
Quando arriveremo all'emendamento specifico dirò quali e quanti reati ancora rientrano nella previsione della pena fino a un massimo di due anni. Pensiamo che si poteva fare uno sforzo ancora maggiore per riportare questo provvedimento alla sua filosofia iniziale, alla proposta iniziale dell'onorevole Contento, cioè legare la remissione della querela semplicemente alla mancata comparizione del querelante all'udienza.
Così era all'inizio, così era quando abbiamo detto che, in questi termini, era un provvedimento accettabile, così era quando abbiamo pensato di dare il mandato al relatore e abbiamo votato anche a favore. Naturalmente, ci siamo resi conto dopo di un equivoco che vi era stato (chiamiamolo così). Ieri ho usato espressioni anche più forti rispetto alle modifiche intervenute in Commissione.
È un provvedimento che torna un po' di più allo spirito originario della proposta normativa in esame. Esso ci vede con un'attenzione maggiore, con una posizione che non è pregiudizialmente contraria; per cui, manteniamo i nostri emendamenti, perché vanno nella direzione che auspichiamo e che pensiamo sia ottimale, ma diamo atto del lavoro che è stato fatto e della disponibilità della maggioranza e del Governo di tornare sui propri passi rispetto a molte posizioni. Ci riserviamo, quindi, in sede di voto finale, di esprimere, attraverso, probabilmente, un voto di astensione, il nostro contributo al provvedimento stesso (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Ferranti 1.80 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 1.78. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Lussana 1.60, Ferranti 1.67 e Rao 1.77.
Il parere è contrario sull'emendamento Ferranti 1.68.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Di Pietro 1.81.
La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Angela Napoli 1.75 e Rao 1.76 e sull'emendamento Lussana 1.64.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Lussana 1.63 e Lussana 1.62.
Il parere è favorevole sull'emendamento Lussana 1.61, a condizione che sia riformulato eliminando al comma 2 dalla Pag. 60parola «conseguentemente» alla parola «penale».

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, vorrei fare una precisazione.
Per puro errore materiale la Presidenza ha annunciato il ritiro dell'emendamento Contento 1.79 che, invece, non deve intendersi ritirato, quindi la invito ad esprimere il parere anche su questo emendamento.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 1.79, a condizione che sia riformulato eliminando le parole da «conseguentemente» a «proposta».
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Ferranti 1.66.
Il parere della Commissione è favorevole sui suoi emendamenti 1.100 e 1.101.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Ferranti 1.66, Ferranti 1.69 e Di Pietro 1.82.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Avverto il relatore che l'emendamento Di Pietro 1.82, su cui la Commissione ha espresso parere contrario, è identico all'emendamento 1.101 della Commissione, quindi credo che debba esprimere parere favorevole su entrambi.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Di Pietro 1.82.

PRESIDENTE. Sta bene. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.80.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.80, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Goisis, Lamorte, Vernetti, Mariarosaria Rossi, Santelli, Scanderebech, Ruvolo, Ruben, Toto, Vito...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 478
Astenuti 19
Maggioranza 240
Hanno votato
226
Hanno votato
no 252).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 1.78, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Fioroni, D'Antoni, Di Caterina, Rosato, Realacci, Vaccaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 506
Maggioranza 254
Hanno votato
489
Hanno votato
no 17).

Prendo atto che il deputato Cesario ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole. Pag. 61
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lussana 1.60, Ferranti 1.67 e Rao 1.77, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione)

FEDERICO PALOMBA. Presidente! Vorrei parlare per dichiarazione di voto...

PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Prego, onorevole Palomba, ne ha facoltà. Magari, colleghi, se lo segnalaste un poco prima, vi sarei grata.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, sta procedendo molto velocemente.
Signor Presidente, vorrei esprimere la posizione dell'Italia dei Valori in merito a questo provvedimento, partendo da questo emendamento. Noi riteniamo che questo provvedimento introduca un vulnus molto forte al sistema della giustizia penale.
Una volta che si propone la querela, che è una condizione di procedibilità, il reato diventa perseguibile d'ufficio come tutti gli altri. Il querelante può dichiarare di rimettere la querela oppure ci può essere la remissione tacita, ma sempre per un atto che sia attribuibile alla volontà del querelante.
Con questo provvedimento, invece, si introducono degli elementi che sono asistematici e fortemente irritanti all'interno del sistema. Non si può, infatti, considerare remissione tacita della querela il fatto di non presenziare a un'udienza: un comportamento omissivo non può mai essere considerato alla stregua di un atto incompatibile con la volontà di mantenere la querela. Ancora peggiore è la questione del risarcimento del danno e dell'offerta reale, in cui addirittura si fa dipendere dalla volontà del querelato, ovvero dell'offensore, l'estinzione del reato.
Per tali ragioni siamo contrari a questo provvedimento: ci esprimeremo in tal senso in relazione alle diverse proposte emendative ed anche nel voto finale con una dichiarazione di voto assolutamente contraria. Il querelante, oltre che essere stato offeso, non può essere ulteriormente gravato dell'obbligo di presentarsi all'udienza, né può essere ulteriormente gravato dell'obbligo di subire passivamente offerte reali, che potrebbero far crescere indefinitamente la macchina del fango da parte di soggetti che detengono forti poteri economici e, quindi, possono in qualche modo offendere, delegittimare e diffamare le persone impunemente, senza subire le conseguenze della legge penale.
Noi a tutto questo siamo assolutamente contrari (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, non abbiamo ritirato l'emendamento Ferranti 1.67 perché sostanzialmente si tratta di un emendamento soppressivo, che riguarda il testo originario della proposta che poi, attraverso successive proposte emendative che saranno poste in votazione e che sono stati elaborati dalla Commissione in sede di Comitato dei nove, cercano di attutire ed eliminare le storture della prima versione che quasi equiparava tra presentazione in udienza e remissione di querela, nonché tra risarcimento del danno e remissione della querela quindi estinzione del processo. Riteniamo che non si possa dare accesso ad una deflazione che incida sulla patrimonializzazione del diritto della parte lesa e che quindi non ne rispetti il diritto. L'emendamento in oggetto riguarda dunque la versione originaria della proposta che poi è stata in parte modificata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, il gruppo della Lega Nord Padania, che inizialmente aveva anch'esso presentato l'emendamento Lussana 1.60, soppressivo del comma 2, lo ritira perché, alla luce del Pag. 62dibattito politico che si è scatenato anche a seguito di una serie di impulsi che sono stati dati, ritenendo che le soluzioni che sono state individuate di comune accordo con il relatore e anche con forze politiche tanto di maggioranza che di opposizione rappresentino una sufficiente garanzia, viene meno da parte nostra, l'interesse a mantenere vivo l'emendamento medesimo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferranti 1.67 e Rao 1.77, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Cesare Marini, Centemero, Franceschini, Margiotta.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 512
Maggioranza 257
Hanno votato
256
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che i deputati Martini e Ascierto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Ferranti 1.68.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.81. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, con l'emendamento in esame intendiamo esporre la nostra contrarietà alla proposta di legge in esame, perché la ratio ad essa sottesa non giova alla parte lesa, ma semmai all'imputato. Chiediamo pertanto che la querela, una volta proposta, permanga e per questa ragione riteniamo che, fino a quando il querelato non la ritiri, essa è valida.
Chiediamo pertanto che l'emendamento soppressivo Di Pietro 1.81 sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Moro. Ne ha facoltà.

DORIS LO MORO. Signor Presidente, intendo sottoscrivere l'emendamento Di Pietro 1.81 e chiarire all'Aula che si sta procedendo in maniera eversiva rispetto ai principi dell'ordinamento, questa proposta di legge è assolutamente eversiva dei principi generali del nostro sistema. Si sta mettendo in condizione la persona offesa, ovvero il querelante, di essere in maggiore difficoltà addirittura rispetto all'imputato che, lo ricordo a tutti, non ha l'obbligo di partecipare al processo, ma solo la facoltà di difendersi. Stiamo creando invece un sistema per cui il querelante ha l'obbligo di essere presente al processo e tutto questo è assolutamente al di fuori di qualsiasi regola e di qualsiasi principio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.81, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Corsaro, Calearo Ciman, Fioroni, Vernetti, Lenzi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 63

(Presenti 518
Votanti 510
Astenuti 8
Maggioranza 256
Hanno votato
249
Hanno votato
no 261).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Angela Napoli 1.75 e Rao 1.76.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angela Napoli. Ne ha facoltà.

ANGELA NAPOLI. Signora Presidente, intervengo per spiegare le motivazioni che portano ad insistere per la votazione di questo emendamento.
Avevamo condiviso la proposta di legge iniziale che, seppur vincolante sotto alcuni aspetti per il querelante, tuttavia non prevedeva addirittura la remissione della querela nel caso di risarcimento del danno in relazione ai reati puniti con pena inferiore nel massimo a quattro anni (probabilmente un emendamento successivo lo ridurrà) e quando l'offerta di cui all'articolo 1209 del codice civile sia ritenuta congrua dal giudice procedente. Allora avevamo altresì ritenuto di riportare il testo originario, peraltro sostituendo le parole «giustificato motivo» con «legittimo impedimento», perché - checché se ne dica - un conto è il giustificato motivo, un conto è il legittimo impedimento.
Vorrei chiedere l'attenzione di tutti quanti sul seguente esempio: supponiamo che il querelante non riesca ad arrivare all'udienza (sia essa la prima - poi vedremo nei passaggi dell'emendamento - sia essa altra udienza) perché lungo il percorso ha avuto un incidente stradale. È o non è legittimo impedimento? La richiesta di eliminare la remissione tacita, sia nel caso del risarcimento per i danni in relazione a reati puniti, sia quella prevista dal secondo comma, non va a tutelare il querelante?
Qui stiamo veramente procedendo cercando di tamponare questa o quella richiesta, ma non ci stiamo rendendo conto che in fondo l'obiettivo finale del provvedimento, a mio avviso, non sarà conseguito, e nello stesso tempo andiamo a penalizzare in maniera forte e pesante il querelante. Chiedo veramente che venga prestata attenzione a questo emendamento dai colleghi che dovranno esprimere il loro voto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signora Presidente, prendo la parola per spiegare che gli emendamenti che sono in questo momento al nostro esame, se approvati, avrebbero un contenuto addirittura peggiorativo per il querelante. D'altra parte proprio le preoccupazioni espresse dai colleghi Angela Napoli, Rao e Ria sono già state considerate all'interno del testo per quanto riguarda l'obbligo di notificare il decreto di citazione con cui viene fissata l'udienza, all'interno del quale, a pena di nullità, deve essere dato avviso al querelante che non comparendo potrebbe incorrere nella remissione tacita della querela.
Per quanto riguarda il legittimo impedimento che era, come diceva la collega Napoli, il testo originario, si era convenuto - mi sembra a larghissima maggioranza, se non all'unanimità - di sostituirlo proprio con il giustificato motivo perché, mentre il legittimo impedimento è più restrittivo, in quanto deve essere un impedimento prescritto sostanzialmente, il giustificato motivo è a favore del querelante, perché consente al magistrato di interpretare con maggiore larghezza di contenuti e di visione l'eventuale mancata comparizione.
Quindi volevo rendere edotta l'Aula del fatto che se votassimo questi emendamenti invece di andare incontro al querelante, otterremmo esattamente l'effetto opposto. Quindi invito i colleghi a non votare a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Pag. 64

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, devo convenire sul fatto che l'onorevole Contento ci chiede di approvare un male minore, perché appunto così come è prevista questa proposta potrebbe aggravare ancora di più un male che, a questo punto, l'onorevole Contento stesso riconosce che c'è.
Il problema di fondo è un altro: posto che vi sono alcuni reati per cui si procede a querela della parte offesa, una volta che questa querela è stata presentata, è mai possibile che, mentre l'imputato può fare tutto quello che gli pare e piace, la parte offesa intanto può vedere perseguito il reato di cui è vittima in quanto ogni volta si presenti all'udienza preliminare oppure all'udienza dibattimentale, cioè deve rimanere vittima della sua inattività o impossibilità? Infatti, se magari per una banale diffamazione Mauro Caldi di Palermo, che deve andare per forza a Milano perché c'è un famoso giornale che lo diffama, ci deve andare tutti i giorni, perché altrimenti non vale niente. Non capisco la ratio di questa proposta di legge: una volta che è stata presentata una querela e uno chiede che si rimuova l'ostacolo a procedere sul piano penale, il giudice deve procedere o l'interessato andrà a chiedere scusa a lui e a far valere le proprie ragioni all'interno del processo. Ma questa idea che la parte lesa deve rimanere due volte vittima, una volta dell'imputato, una volta del sistema ci appare fuori dalla grazia di Dio (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Angela Napoli 1.75 e Rao 1.76, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Biasotti, Monai.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 515
Votanti 507
Astenuti 8
Maggioranza 254
Hanno votato
244
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che i deputati Capitanio Santolini e Zazzera hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Palagiano ha segnalato di essersi astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,40).

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, approfittando della presenza del Ministro Frattini, vorrei che il Ministro rassicurasse l'Aula sulla possibilità per il Maggio fiorentino di tornare in Italia, perché attualmente i comunicati stampa che leggiamo sono molto allarmanti e sono bloccati a Tokyo (Commenti dei deputati dei gruppo Popolo della Libertà)... Scusate, colleghi, non c'è niente per cui agitarsi... è una questione molto drammatica... Vorrei che il Ministro ci fornisse rassicurazioni perché le famiglie sono in grande agitazione.

PRESIDENTE. Evidentemente il contenuto dell'intervento dell'onorevole De Biasi è dal punto di vista regolamentare improprio, ma non si può definire tale dal punto di vista del contenuto, vista la situazione del Giappone (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Pag. 65
Il Ministro Frattini ha chiesto di intervenire, quindi gli do la parola (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
È abbastanza singolare che la maggioranza non sia contenta che il Ministro parli (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Prego, Ministro Frattini.

FRANCO FRATTINI, Ministro degli affari esteri. Signor Presidente, veramente una parola: stamattina ho confermato al sindaco di Firenze che giovedì, cioè dopodomani, un aereo dell'Alitalia è già programmato per imbarcare tutto il gruppo del Maggio fiorentino da Tokyo e per riportarlo in Italia. Come sapete non vi saranno e non vi sono stati finora problemi e così accadrà anche per loro (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Lussana 1.64.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Lo ritiriamo signor Presidente.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, lo facciamo nostro.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, deve farlo proprio l'onorevole Donadi.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, lo facciamo nostro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.64, ritirato dai presentatori e fatto proprio dal gruppo dell'Italia dei Valori, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Patarino? Onorevole Pianetta? Onorevole Mondello? Onorevole De Micheli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 286
Astenuti 234
Maggioranza 144
Hanno votato
24
Hanno votato
no 262).

Passiamo all'emendamento Lussana 1.63.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro, formulato dal relatore.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente anche l'emendamento in esame, come il precedente e come il successivo, verrà ritirato semplicemente perché la formulazione dell'emendamento della Commissione 1.100 soddisfa le esigenze emerse da parte di tutti i gruppi parlamentari, motivo per cui qualora l'emendamento in esame venisse fatto proprio da forze politiche di opposizione noi voteremo contro.

PRESIDENTE. Dunque si intendono ritirati gli emendamenti Lussana 1.63 e Lussana 1.62.
Passiamo all'emendamento Lussana 1.61, sul quale il relatore ed il Governo hanno espresso parere favorevole purché riformulato. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lussana 1.61 accolgono la riformulazione.
Passiamo ai voti. Pag. 66
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lussana 1.61, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca? Onorevole Calearo? Onorevole Di Virgilio? Onorevole Sardelli? Onorevole Marini Cesare? Onorevole Castagnetti? Onorevole Corsini?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 504
Astenuti 16
Maggioranza 253
Hanno votato
501
Hanno votato
no 3).

Passiamo all'emendamento Contento 1.79, sul quale il relatore ed il Governo hanno espresso parere favorevole, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Contento 1.79 accetta la riformulazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 1.79, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Latteri, Scarpetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato
521
Hanno votato
no 1).

Avverto che sono stati presentati i subemendamenti Di Pietro 0.1.100.1, 0.1.100.2 e 0.1.100.3, che sono in distribuzione.
Passiamo all'emendamento Ferranti 1.66.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ferranti 1.66 formulato dal relatore.

DONATELLA FERRANTI. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro, in quanto l'emendamento è superato da quello della Commissione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento 1.100 della Commissione e ai relativi subemendamenti, sui quali invito il relatore ad esprimere il parere. Prego, onorevole Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. Signor Presidente, credo sia indispensabile riunire il Comitato dei nove per esaminare i subemendamenti che sono stati presentati. Bastano cinque, dieci minuti per essere realista, ma non di più. Vi sono tre subemendamenti che vanno necessariamente esaminati.

PRESIDENTE. Sta bene.
Sospendo, quindi, la seduta, che riprenderà alle 19.

La seduta, sospesa alle 18,50, è ripresa alle 19.

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta era stato da ultimo approvato l'emendamento Contento 1.79, come riformulato su proposta del relatore.
Dobbiamo passare quindi all'esame dei subemendamenti riferiti all'emendamento 1.100 della Commissione.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, avevo proposto tre modi diversi per venire incontro alla parte offesa, vale a dire: d'accordo, si deve venire alla prima udienza. D'accordo, prendo atto che si Pag. 67vuole che il querelante venga alla prima udienza ma invece di farlo venire direttamente si dia la possibilità o di farlo tramite un avvocato o tramite un procuratore speciale. Nella riunione del Comitato dei nove mi sembra che si sia raggiunto un accordo il cui contenuto è: «a mezzo di proprio difensore munito di procura speciale».
Questo cosa vuol dire? Che di fatto non vi è più bisogno che venga direttamente l'interessato ma che l'avvocato, andando in udienza, possa ribadire la volontà dell'interessato e, quindi, fare da nuncius rispetto alla volontà effettiva dell'interessato. In questo senso, se il Governo è d'accordo, ritiro i miei due subemendamenti 0.1.100.1 e 0.1.100.2 e chiedo che venga posto in votazione solo il mio subemendamento 0.1.100.3.

PRESIDENTE. Sta bene.
Invito ora il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il prescritto parere sul subemendamento Di Pietro 0.1.100.3, che è l'unico subemendamento che non è stato ritirato.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. Signor Presidente, per quanto concerne il subemendamento Di Pietro 0.1.100.3 ne propongo una riformulazione. La Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Di Pietro 0.1.100.3 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: «anche a mezzo di difensore munito di procura speciale», per recuperare le categorie del codice di procedura penale.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Mi auguro, tuttavia, che anche dopo quest'ulteriore accordo non si facciano altre votazioni.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori del subemendamento Di Pietro 0.1.100.3 accettano la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Di Pietro 0.1.100.3, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Maria Rosaria Rossi, Siliquini, Cesario, Ciccanti, Pizzolante, Rossomando... i colleghi hanno votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 485
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato
485).

Prendo atto che il deputato Colucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.100 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, stiamo parlando, se ho capito bene, dell'emendamento della Commissione, ossia quello che prevede, appunto, che tutto avvenga alla prima udienza.
Davvero invito a riflettere, a questo punto, su cosa è rimasto di questo provvedimento. D'accordo a fare contento qualcuno (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), ma invito a riflettere su cosa è rimasto di questo provvedimento. Che cosa è successo con l'insieme degli emendamenti approvati?
È successo questo: quando una persona sporge querela - perché abbiamo detto che sono procedimenti che nascono da querela - deve reiterare, direttamente o tramite il proprio avvocato, alla prima udienza il proposito di andare avanti, vale a dire che quando dà la delega, apposta a Pag. 68margine o in calce all'atto o quando alla fine della querela scrive: «nomino mio difensore di fiducia come parte offesa...» deve aggiungere anche: «a cui consento di fare anche da procuratore speciale per valutare cosa fare».
Vi pare possibile che noi dobbiamo tenere occupato il Parlamento per fare una norma che, di fatto, già c'è, che non serve a nulla e che è solo aria fresca? Invito il Parlamento, il relatore e il presentatore a ritirare una normativa che è acqua fresca.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. Signor Presidente, devo essere sincero: la capacità di trovare dei sistemi di aggiramento delle norme è straordinaria, ma non è questo che a noi interessa perché non c'è nessuna norma da aggirare in quanto l'articolo 90 del codice di procedura penale prevede espressamente i diritti della persona offesa, tra cui vi è quello di avere un difensore.
Quindi, non c'è assolutamente niente di nuovo: abbiamo soltanto ratificato la possibilità per il querelante di avere un difensore che - munito di procura speciale - si presenta alla prima udienza. A me sembra che il Parlamento, mai come in questo caso, abbia operato nell'interesse delle vittime del reato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, nel testo subemendato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Armosino, Paolo Russo, Piso, Santagata...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 498
Maggioranza 250
Hanno votato
480
Hanno votato
no 18).

Ricordo che l'emendamento Ferranti 1.65 risulta precluso.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.69.
Prendo atto che i presentatori non accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.69, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Franceschini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato
251
Hanno votato
no 250).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei segnalare che abbiamo vinto per un voto. Forse bisognerebbe avvisare il Ministro Frattini, che prima era qui a votare e adesso non c'è più, che purtroppo la maggioranza è caduta.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, per favore, eviti questi commenti.
Passiamo ai voti. Pag. 69
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Pietro 1.82 e 1.101 della Commissione, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calderisi, Vassallo, Cesaro....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 502
Astenuti 6
Maggioranza 252
Hanno votato
502).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, chiedo trenta secondi per motivare il voto di astensione che peraltro avevo già preannunciato con riferimento all'intero provvedimento. La nostra astensione sta tutta nelle parole di poco fa del sottosegretario Caliendo il quale, nel dare parere conforme a quello del relatore sul subemendamento Di Pietro, ha detto purché dopo non ci siano altri voti; il che voleva dire in maniera significativa che rispetto a come il provvedimento era entrato in Aula, molto del lavoro e delle proposte fatte dall'opposizione sono state ritenute serie per la modifica del provvedimento. Quest'ultimo peraltro mantiene punti che ancora non condividiamo, rimangono i reati fino a due anni, rimane il risarcimento del danno per questi reati, però come ho detto prima, viene precisato bene qual è l'udienza in cui il querelante deve comparire, non è più previsto per i reati fino a quattro anni, viene soprattutto eliminata l'offerta reale ritenuta congrua dal giudice, per tutti questi motivi su questo articolo, che è un po' il cuore del provvedimento, l'Unione di Centro si asterrà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, noi voteremo comunque contro questo articolo al di là delle ragioni di sistema di cui avevamo parlato prima: alla parte offesa, una volta che viene richiesto di proporre querela per far partire un procedimento, altro non deve essere chiesto.
Votiamo contro anche per le ragioni specifiche contenute in questo provvedimento vale a dire che se si risarcisce il danno bisogna chiudere il procedimento. Sono queste due questioni diverse che vanno valutate reato per reato. Vi sono questioni che possono essere chiuse con il risarcimento del danno e altre invece in cui è meglio non farlo. Così come, soprattutto, va valutato negativamente il fatto che tutto questo riguarda soltanto i reati fino ad una certa pena e non i reati nel loro complesso.
La ratio indicata da questo provvedimento, cioè snellire i processi, fare in modo che si faccia prima, rendere meno burocratica e difficoltosa la procedura, di fatto, tutto questo si risolve solo in un aggravio di procedure e in un aggravio di spese anche per la parte offesa che deve farsi carico di prendersi un difensore.
Ricordatevi che fino ad ora nessuno ha ordinato alla parte offesa di avere un difensore nel processo, invece adesso per dire che vuole andare avanti ha bisogno del difensore. Ma perché mai per andare avanti deve avere il difensore se non si è costituita parte civile? Credo quindi che il procedimento così come individuato sia comunque difficoltoso; credo che renda ancora più difficoltosa la procedura, che non aggiunga alcunché in ordine alla velocizzazione dei processi, cosa che avrebbe dovuto essere la ratio dichiarata del provvedimento, e che metta in condizione, ancora una volta, di creare una serie di ostacoli all'accertamento della verità.

Pag. 70

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. Signor Presidente, intervengo per svolgere due osservazioni. Per la prima mi rivolgo all'onorevole Di Pietro: ne ho sentite tante ma parlare contro il proprio subemendamento, proposto qualche minuto fa e votato mi sembra davvero il massimo. Chi ha proposto il difensore munito di procura speciale è proprio l'Italia dei Valori, adesso sento dire che il difensore diventava un aggravio. Credo che la contraddizione in termini culturali, tecnici, logici sia evidente.
Una seconda informazione: rassicuro gli appartenenti al mio gruppo e coloro che intendono votare a favore dell'articolo 1, che, per quanto concerne l'emendamento Ferranti 1.69 che prima è stato votato a vantaggio dell'opposizione, esso aveva soltanto questo contenuto: addurre giustificato motivo. È stata eliminata la parola: «addurre». Quindi, possono votare tranquillamente a favore dell'articolo 1.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Migliori... Onorevole Gianni... Onorevole Scilipoti... Onorevole Goisis... Onorevole Casini... Onorevole Calvisi... Onorevole Calderisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 285
Astenuti 225
Maggioranza 143
Hanno votato
266
Hanno votato
no 19).

Prendo atto che la deputata Mariani ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1640-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Di Pietro 2.63 e Ferranti 2.62.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore. Inviterei l'onorevole Di Pietro e gli altri a ritirare questi emendamenti. Infatti, questo articolo è solo l'avviso al querelante. Se questi non compare, il processo sarà dichiarato estinto. Se noi, dopo tutti i discorsi che abbiamo fatto sull'articolo 1, non ci rendiamo conto che dobbiamo dare questo avviso al querelante, tutto mi sembra abbastanza assurdo.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Di Pietro 2.63.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 2.63, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 71

Onorevole Gianni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 268
Astenuti 239
Maggioranza 135
Hanno votato
8
Hanno votato
no 260).

Passiamo all'emendamento Ferranti 2.62. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 2.62, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Virgilio... Onorevole Gianni... Onorevole Calearo Ciman... Onorevole Cesario... Onorevole Sardelli... Onorevole Letta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 501
Astenuti 9
Maggioranza 251
Hanno votato
242
Hanno votato
no 259).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo Ciman... Onorevole Volontè... Onorevole Cesario... Onorevole Goisis... Onorevole Agostini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 504
Astenuti 2
Maggioranza 253
Hanno votato
502
Hanno votato
no 2).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1640-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Ferranti 3.1 e Di Pietro 3.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Di Pietro 3.2 formulato dal relatore.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, per quanto ci riguarda possiamo accedere all'invito al ritiro dell'emendamento.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Ferranti 3.1 lo ritirano.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 72

Onorevoli Calearo Ciman, Scilipoti, Sardelli, Galletti, Pescante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 492
Astenuti 17
Maggioranza 247
Hanno votato
491
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 1640-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Scanderebech...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 489
Astenuti 17
Maggioranza 245
Hanno votato
489).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1640-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Di Pietro 5.62 e Ferranti 5.2, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 5.61 e sull'articolo aggiuntivo Contento 5.060.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Di Pietro 5.62 formulato dal relatore.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro dell'emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ferranti 5.2 formulato dal relatore.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro dell'emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 5.61, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Di Virgilio, Colaninno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Hanno votato
509). Pag. 73

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 508
Maggioranza 255
Hanno votato
508).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Contento 5.060, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Calearo Ciman, Delfino e Vignali...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 512
Maggioranza 257
Hanno votato
512).

Prendo atto che il deputato Delfino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1640-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Di Pietro 6.1 e Ferranti 6.50.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Di Pietro 6.1 formulato dal relatore.

ANTONIO DI PIETRO. Questo emendamento, come i precedenti e forse qualcuno successivo, avevano e hanno tutta una ragion d'essere fermo restando il presupposto iniziale. Caduto il presupposto iniziale, è chiaro che gli avvisi è meglio farli che non farli. Per questa ragione noi lo ritiriamo.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Di Pietro ritira il suo emendamento 6.1. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ferranti 6.50 formulato dal relatore.

DONATELLA FERRANTI. Sì, signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro, perché ormai non ha più senso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Virgilio e Gasbarra...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 505
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato
505). Pag. 74

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1640-A).
Avverto che gli emendamenti Di Pietro 7.50 e Ferranti 7.1 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.100 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Centemero e Crosetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 505
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato
505).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 19,30).

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli rappresentanti del Governo, so che, come disse qualcuno molto più autorevole di me, molte cose mi sono contro in questo ultimo scorcio di giornata per una dichiarazione di voto che necessariamente, dunque, svolgerò in termini di estrema brevità. Siamo di fronte ad un provvedimento che, pure animato da motivazioni apprezzabili, perché è sempre apprezzabile la volontà di introdurre un qualche elemento di snellimento nelle procedure barocche della nostra giustizia, rischia tuttavia di lasciare qualche lacuna normativa e di generare qualche squilibrio nell'ordinamento giuridico.
Come viene opportunamente osservato anche in un parere della I Commissione, la querela è un diritto della parte che si ritiene offesa ed è richiesta dal nostro ordinamento per alcune fattispecie di reato. In questi casi rappresenta, pertanto, un presupposto imprescindibile dell'azione penale obbligatoria da parte dei pubblici ministeri.
Se viene meno la querela, dunque, si estingue il reato. Nelle fattispecie di reato perseguibili sulla base della querela della parte offesa, pertanto, è la manifestazione di volontà del querelante a mettere in moto il procedimento. È a questa imprescindibile manifestazione di volontà che occorre fare riferimento quando prendiamo in esame questa proposta di legge per comprendere se è sempre garantita la sussistenza del necessario nesso tra essa e la remissione tacita della querela.
A nostro parere quel nesso non sussisteva in molti dei passaggi che venivano proposti, che destavano in noi qualche elemento di perplessità. Sono stati ricordati da molti colleghi intervenuti prima e non voglio riprendere il percorso dell'enumerazione dei nostri elementi di dissenso.
L'impianto originario della proposta di legge non ci pare garantisse un'adeguata attenzione in favore del querelante volta alla piena consapevolezza di generare, con le proprie omissioni, il venir meno della querela con l'esito dell'estinzione del reato; rischio di consapevolezza che, per essere chiari, non è certamente posto in capo ai cittadini assistiti da avvocati importanti e costosi.
La nostra, pertanto, non è mai stata una contrarietà ideologica, ma piuttosto un invito ad accogliere strutture normative più prudenti, come quelle contenute nel decreto legislativo n. 274 del 2000, che, per fattispecie meno gravi, predispone Pag. 75procedure che garantiscono soppesamenti adeguati da parte del giudice non solo con riferimento alla riparazione del danno cagionato, ma anche con riferimento all'eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato, in coerenza, peraltro, con quanto viene chiarito dalla Cassazione con una sentenza del 2008.
Quella sentenza, infatti, non si accontenta di accettare come causa di estinzione del reato l'avvenuto risarcimento del danno, ma chiede che il giudice verifichi se, in concreto, permangono conseguenze pericolose o dannose per il querelante. Onorevoli colleghi, gli aggiustamenti operati dal Comitato dei nove hanno un poco lenito le distonie che la formulazione originaria proponeva, ricostruendo, seppure soltanto in parte, quel nesso necessario tra volontà del querelante e remissione tacita della querela; questo lo vogliamo registrare.
Restano comunque, e concludo, le perplessità sull'impianto complessivo e il dubbio sulla reale efficacia deflattiva del provvedimento. Pertanto, il voto di Alleanza per l'Italia sarà di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, voteremo in modo contrario su questa proposta di legge, denunciando l'irrazionalità fra il fine dichiarato e il fine perseguito. Il fine dichiarato è quello di snellire le procedure, liberare le aule giudiziarie da procedimenti che non interesserebbero più neanche la parte lesa e mettere in condizione i giudici di occuparsi di altro.
Sennonché la proposta in concreto diceva e dice ancora l'esatto contrario. Stiamo parlando, ripeto, di reati perseguibili a querela, ma anche di reati gravissimi.
Non a caso è prevista anche per una serie di reati che, una volta avviati con la querela, prevedono pene altissime.
Ebbene, inizialmente, chi ha proposto il provvedimento in esame ha introdotto tre condizioni che dovrebbero impedire il proseguimento del processo.
La prima si verifica se il querelante non compare all'udienza, a qualsiasi udienza! Immaginate questo povero Cristo di querelante, quindi asserita vittima di un reato, che deve andare ogni giorno nel posto dove si tiene l'udienza, magari lontano mille chilometri, e ogni volta che non vi si reca ciò è causa di estinzione del processo. Questo non vuol dire perseguire la giustizia, questo significa perseguire l'impunità dell'imputato e fare gli interessi di coloro che violano la legge.
Certo, adesso grazie al lavoro fatto in Aula ed in Commissione, grazie alla denuncia pubblica di questo tentativo di portare avanti gli interessi degli imputati invece che della parte lesa, si è detto «beh, basta che compaia almeno alla prima udienza». Avessero detto questo all'imputato, pure pure, ma lo dicono alla parte lesa la quale fa il suo dovere, querela e, attraverso la querela, rimuove l'ostacolo per andare oltre, ma almeno la prima volta deve andare in udienza. Non si capiva per quale motivo se non per creare un ulteriore ostacolo alla parte lesa.
Certo, adesso in Aula siamo riusciti a far approvare un altro subemendamento in base al quale se il querelante non può o non ci vuole andare ci vada attraverso il difensore munito di procura speciale. Avevamo chiesto che vi fosse anche un atto o una dichiarazione scritti che ribadissero la sua decisione. Abbiamo proposto questa soluzione intermedia non perché ne siamo contenti, ma almeno per limitare i danni; infatti, non capisco la ratio di questa idea secondo cui la parte offesa, d'ora in poi, deve essere assistita per forza da un difensore, se non per fare un favore ad una classe forense che deve speculare anche su questa questione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
Non vi è ragione perché la parte offesa, che è già difesa nei suoi diritti dallo Stato attraverso il pubblico ministero, debba essere presente con un suo difensore perché Pag. 76altrimenti il processo si deve bloccare. Ecco l'irragionevolezza di questa norma.
Non capiamo nemmeno perché quando il querelante riceve il danno deve automaticamente estinguersi il procedimento, sia pur per una particolare categoria di reati per i quali è prevista una certa pena. Una cosa è il pagamento del danno, altra cosa è aver commesso il reato. Sono due questioni diverse per cui già esiste la norma la quale prevede che chi riceve il risarcimento del danno non si può costituire parte civile, ma ciò non vuol dire che non è parte lesa! Può costituirsi parte civile ai fini del risarcimento del danno, ma il braccio rotto lo ha avuto e se lo tiene e il reato di lesione chi l'ha fatto l'ha fatto! In relazione a questo reato di lesione, se il cittadino chiede alle istituzioni, allo Stato, che il colpevole del braccio rotto sia punito, il relativo procedimento deve andare avanti, non si capisce la ragione perché questo non debba essere ammesso.
Poi si dice che, tutto sommato, questo lo si fa per snellire i processi. Guardate che cosa dicono gli articoli successivi. Tutti gli articoli successivi sono mossi solo dall'idea di mettere un ostacolo al proseguimento del processo. L'articolo 2 dice all'autorità di fare attenzione perché deve avvertire il querelante che deve essere presente in udienza altrimenti il processo è nullo. L'articolo 3 dice di fare attenzione perché in udienza preliminare lo si deve avvertire un'altra volta! Non ho capito perché, visto che lo Stato è uno e uno solo, quando l'autorità gliel'ha detto una volta, magari in sede di udienza preliminare, glielo deve ripetere ogni volta?
In udienza preliminare gli deve dire: guarda, che se tu non presenti, si fermerà il processo. Anzi, non ancora, già prima, quando presenta la querela, l'autorità che riceve tale querela gli deve dire: se non ti presenti, si fermerà il processo. Poi gli si deve dire in udienza preliminare: se non ti presenti, si fermerà il processo.
Non basta dirglielo una volta? No! Glielo si deve dire anche durante gli atti introduttivi del dibattimento ripetendo: guarda che, se non ti presenti, si deve fermare il processo. E non basta negli atti introduttivi del dibattimento! Glielo deve dire anche nel decreto che dispone il giudizio: guarda che, se non ti presenti, si deve fermare il processo. E non basta! Glielo deve dire anche ai sensi dell'articolo 502 del codice di procedura penale, durante la citazione diretta per i giudizi in direttissima: guarda che, se non ti presenti, si deve fermare il processo. E così via.
Voi mi dite: va bene, è un'incombenza dell'autorità. Invece non va bene e basta andare a vedere il comma 6 dell'articolo 7 per spiegare l'arcano: «la citazione è nulla se non sono contenute le indicazioni di cui ai requisiti precedenti». Qual è dunque la ratio di tutta la questione? Voi sostenete che l'autorità giudiziaria per ben sette volte deve dire continuamente: tu devi venire in udienza e basta una volta delle sette che l'autorità non lo ha detto per concludere: la citazione è nulla. Allora, scusate, la ratio di questa norma è quella di fare gli interessi della giustizia e della parte lesa o gli interessi dell'imputato, sperando che prima o poi, nelle sette citazioni successive, una delle autorità dimentichi o non riesca a comunicare per tempo e nei dovuti modi alla parte lesa l'avviso: Guarda che, se non ti presenti, il processo si annulla?
Vedete la ratio che muove tutto questo? Essa crea una serie successiva e continua di ostacoli all'andamento processuale e alla giustizia. Allora, se la ratio iniziale dichiarata era di realizzare tutto ciò per snellire i processi, qual è l'effetto finale di questa proposta di legge, seppure edulcorato per come è stato possibile edulcorarlo? È un altro ostacolo e un'altra zeppa alla affermazione dei diritti di coloro che sentono di aver subito un torto.
Tale è la ratio che noi contestiamo a questa maggioranza e a questo Governo. In materia di giustizia voi state dalla parte dei delinquenti e per questo noi votiamo «no» (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angela Napoli. Ne ha facoltà.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, preciso subito che il gruppo di Futuro e Libertà si asterrà su questo provvedimento e motivo di seguito il nostro voto.
La proposta di legge che oggi siamo chiamati ad approvare modifica il codice penale con la finalità di specificare le ipotesi di remissione tacita della querela. Viene novellato anche il codice di procedura penale al fine di disporre che l'avvertimento al querelante in ordine alle conseguenze della mancata comparizione in udienza sia inserito negli atti che dispongono il giudizio.
Devo dire che fin da subito noi abbiamo approvato e condiviso le finalità e l'obiettivo di questo provvedimento, che è stato oggetto di approfondita valutazione ed anche, come abbiamo verificato prima in Commissione, ma poi anche in Aula questa sera, di incisive modifiche all'articolo 1 e all'articolo 4 rispetto al testo originario.
Tali modifiche a nostro avviso destano qualche perplessità rispetto alla tutela dello stesso querelante. Devo ammettere che il testo in Aula, grazie anche alla condivisione del lavoro su alcune proposte emendative, è stato a nostro avviso molto notevolmente migliorato, soprattutto - mi si lasci dire - per la soppressione del comma 2 dell'articolo 1. Tuttavia, rimane ancora qualche perplessità.
Il provvedimento, oltre a prevedere la remissione tacita quando il querelante ha compiuto fatti incompatibili con la volontà di persistere nella querela prevede anche - se ne è discusso parecchio - che la remissione avvenga quando il querelante non compaia senza giustificato motivo nella prima udienza, nonostante abbia ricevuto la rituale notifica della citazione. Ma è rimasta - non essendo stato recepito l'emendamento da noi proposto - la previsione che la remissione tacita avviene anche quando il querelante abbia ricevuto il risarcimento del danno benché tale fattispecie di remissione tacita della querela sia applicabile solo ai reati punibili con pena inferiore nel massimo a due anni. A noi sinceramente rimane qualche perplessità, nel senso che non ci sembra condivisibile del tutto questa clausola ritenendo che il querelante non dovrebbe per legge ritenersi soddisfatto dal solo risarcimento del danno e non anche dall'esecuzione del processo che eventualmente potrebbe imporre la pena per il reato commesso. Ci sembra che una simile azione deflattiva non sia del tutto idonea a garantire il querelante.
Abbiamo anche preso atto delle osservazioni che la Commissione affari costituzionali - pur nell'espressione di un parere favorevole - aveva espresso e ritenevamo che le stesse almeno in parte potessero essere recepite. Ciò ci induce a mantenere certamente la fiducia nella volontà e nell'obiettivo del provvedimento, ma ci crea qualche perplessità proprio per l'inserimento nell'articolo 1 di quei riferimenti che ho già citato. Per questo il gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia esprimerà un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, data l'ora non c'è bisogno di argomentare. Abbiamo partecipato alla stesura del testo e soprattutto siamo d'accordo sulle modifiche introdotte. Pertanto preannuncio il voto favorevole da parte del gruppo Iniziativa Responsabile (Applausi dei deputati dei gruppi Iniziativa Responsabile e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, il provvedimento del quale oggi ci stiamo occupando potrebbe essere da taluni considerato circoscritto a un argomento specifico ovvero quello della sorte dei procedimenti penali per i reati procedibili a Pag. 78querela. Si è constatato, invece, sia nel dibattito che si è aperto ieri in Aula sia da quanto avvenuto in sede di Commissione che l'argomento non è così circoscritto. Sono stati toccati infatti punti salienti relativi a tematiche concernenti la tutela penale della persona offese, il rispetto della titolarità dei diritti e delle facoltà e il necessario rispetto degli equilibri tra le parti del processo.
Credo di poter affermare che noi dell'Unione di Centro ci siamo finora distinti per essere stati particolarmente attenti sia alle esigenze di riforma tese alla riduzione dei tempi processuali, sia al contempo alla esigenza di salvaguardare i principi cardine del processo dettati non solo dalle norme di legge ma anche e soprattutto dalla Costituzione. Una riforma seria e degna di tale nome non può prescindere da un'attenta analisi del corpo normativo, da una specifica considerazione non tanto e non solo delle norme su cui si operano le modifiche ma anche e - direi - soprattutto sugli effetti complessivi di quelle modifiche e sulle ricadute che potrebbero avere nei confronti dell'intero sistema.
Seguendo questa modalità nostra di approcciarci alle questioni, che ci sembra l'unica maniera responsabile di affrontare qualsiasi riforma dal punto di vista anche morale ed etico nel rispetto dei principi fondanti del nostro ordinamento giuridico, non abbiamo mancato - lo abbiamo detto negli interventi precedenti - noi dell'Unione di centro di cercare un'intesa con il Governo e con la maggioranza parlamentare, e non abbiamo mancato di cercare il dialogo impegnandoci a proporre soluzioni - chiamiamole così - di compromesso. Ma erano delle soluzioni finalizzate ad allineare le altrui proposte alle direttive svolte dalla I Commissione (Affari costituzionali), la cui funzione è proprio quella di evitare che una legge dopo la sua entrata in vigore sia esposta a profili di incostituzionalità che dovrebbero essere poi rilevati dalla Corte costituzionale.
Ebbene, sulla base di tale atteggiamento abbiamo sottolineato l'incongruità ma anche l'incostituzionalità della previsione che la mera offerta reale di risarcimento da parte dell'imputato potesse essere considerata come una forma tacita di manifestazione della volontà di remissione della querela, che è atto del querelante e tale deve rimanere (tacito o espresso che sia). Il fatto di prevedere che tale possibilità venga circoscritta ai soli reati puniti con pena massima della reclusione non superiore a due anni non elide i profili di criticità di questo provvedimento posti in luce - si ribadisce - anche dalla I Commissione.
La riduzione della forbice edittale di selezione dei reati cui applicare la «nuova» regola ha il pregio di espungere da tale ambito applicativo la diffamazione a mezzo stampa, che è punita con la reclusione sino a tre anni; resterebbero sottoposte alla possibilità - chiamiamola così - di monetizzare (stavo per dire: di comprare) l'impunità, ad esempio: altre ipotesi di diffamazione, ma pure l'ingiuria, le lesioni personali colpose anche gravissime, nonché le lesioni personali colpose gravi. Comunque introdurre la possibilità di configurare una revisione della querela in caso di risarcimento del danno comporta in capo all'imputato la cancellazione di un fatto di reato, o meglio la facoltà di bloccare un regolare accertamento del fatto in forza di un risarcimento che all'esito di una eventuale condanna sarebbe comunque dovuto. L'imputato con la sentenza di condanna ha infatti anche l'obbligo di risarcire il danno derivante dal reato commesso.
Allora, alla luce di tali riflessioni non può assolutamente condividersi il fatto che l'offerta congrua di risarcimento si sostituisca alla remissione della querela, come non può condividersi qualsivoglia impostazione normativa che abbia come effetto uno sbilanciamento dell'equilibrio dei poteri delle parti in giudizio. Mi riferisco cioè all'ipotesi che la persona offesa si sia costituita parte civile nel processo penale e che dunque acquisti a tutti gli effetti il ruolo di parte processuale.
La previsione che le nuove norme sulla remissione tacita si applichino solo alla persona offesa che sia anche costituita parte civile nel processo penale, lamentando Pag. 79così un danno e chiedendone il risarcimento, può essere considerata e noi l'abbiamo considerata una specificazione utile che in qualche modo dà atto della necessità che, quanto meno, si rilevi un interesse al risarcimento del danno da parte della persona offesa querelante. In definitiva - concludo, signor Presidente - l'attribuzione della facoltà di estinguere il reato non può mai essere attribuita all'imputato stesso né possono essere introdotti automatismi che in fin dei conti non fanno altro che svilire la ratio della tutela penale dei beni giuridici oltre che lo scopo del processo penale, scopo da rinvenirsi nell'accertamento di un fatto storico oltre che della colpevolezza del presunto reo in ordine a quel fatto. Avevamo dato - sto concludendo - mandato favorevole al relatore sulla base di un progetto diverso da quello che poi si è rivelato. Concludo quindi per quanto detto finora e per quello che è stato l'iter del provvedimento in questione, dichiarando la decisione da parte dell'Unione di Centro di astenersi in sede di votazione (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, sarò molto breve, state tranquilli. La Lega Nord Padania voterà in modo favorevole a questo provvedimento perché viene incontro ad un'esigenza fortemente sentita e colma una lacuna normativa perché finora le modalità di remissione della querela, oltre che espresse, non erano disciplinate in quella particolare tipologia che si definisce la remissione tacita. Erano cioè rimesse alle oscillazioni della giurisprudenza con esiti molto diversi a seconda del giudice. È questa la ragione per la quale i colleghi hanno presentato questa proposta che la Lega ha fatto propria, contribuendo, insieme anche agli altri componenti in questo Parlamento, a migliorarla. Oggi abbiamo visto ridurre da quattro a due anni i limiti entro il quale si applica questa normativa proprio ad evitare che un istituto che ha una sua logica venisse poi applicato a reati non particolarmente lievi. Poco fa il collega ha ricordato la diffamazione a mezzo stampa, ad esempio, e quindi abbiamo delimitato sotto questo profilo la portata della norma. Inoltre abbiamo introdotto alcuni meccanismi tesi ad accertare l'effettiva volontà di persecuzione penale da parte della parte offesa. In altri termini nei reati bagatellari si consente alla parte offesa, decorso anche il tempo, di valutare essa stessa, presentandosi al processo o non presentandosi se intende confermare o meno la sua volontà di punizione che ha richiesto allo Stato. Quindi è venuto fuori un testo equilibrato che si può certamente migliorare e forse così farà il Senato ma soprattutto nella parte in cui si consente alla parte offesa di intervenire nel processo non in forma così fisica ma in forma cartolare mediante una procura o mediante una dichiarazione esplicita.
Su questo si potrà eventualmente ancora migliorare ma resta di fatto che abbiamo introdotto una norma che è utile ai cittadini e porta anche in molti casi ad una deflazione del nostro sistema penale notoriamente intasato ma non su questioni di importanza, non su questioni di rilevante impatto sociale ma su quelle questioni minimali che molto spesso la stessa parte offesa ha interesse a dimenticare e ha interesse a non chiedere più che vengano perseguite penalmente. Quindi il voto da parte della Lega Nord Padania sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, il provvedimento in esame sostanzialmente ha avuto un iter in Commissione anche qui in aula abbastanza complesso anche se sembra un provvedimento molto semplice. In realtà affronta tematiche che poi hanno riflessi non da poco.
In particolare mi riferisco da un lato all'esigenza di non affollare i processi e la Pag. 80giustizia, relativamente soprattutto ai reati punibili a querela dell'offeso magari estinguendo quel processo, laddove il querelante è ormai disinteressato alla prosecuzione ed alla conclusione dell'accertamento; dall'altro lato però il nostro obiettivo, per cui si è inteso individuare momenti correttivi della proposta iniziale, è stato quello di cercare di non gravare particolarmente l'offeso, il querelante, di non trasformare il ruolo di querelante e di offeso in un lavoro vero e proprio e soprattutto di non sovrapporre l'interesse al risarcimento patrimoniale con quello che invece è l'interesse all'accertamento del reato.
La nostra è una dichiarazione di voto di astensione, perché da un lato si vuole tener conto anche dello sviluppo e dei miglioramenti del testo, che si sono realizzati anche grazie ad un'attività di confronto in Parlamento; dall'altro lato ci rimangono alcune perplessità, di cui parlerò in maniera molto sintetica data anche l'ora e la fase.
In particolare i miglioramenti, signor Presidente e onorevoli colleghi, credo siano stati essenziali. Non si introduce un istituto nuovo, ma si cerca di precisare e tipizzare le forme attraverso cui può estrinsecarsi ed avere poi valore processuale la remissione tacita della querela, che fino ad ora è desunta da comportamenti incompatibili. Quali sono questi comportamenti incompatibili del querelante? Sono stati tipizzati - il nostro sforzo è andato verso questa direzione - nell'individuare un comportamento certo, non confuso né che possa dare adito anche ad interpretazioni incerte; mi riferisco al presentarsi, con le debite notificazioni ed i debiti avvertimenti, alla prima udienza, che potrà essere una prima udienza di comparizione di fronte al giudice per l'udienza preliminare o una prima udienza dibattimentale. Questo è stato il nostro scopo e questo è stato poi il risultato che abbiamo ottenuto e che è venuto fuori anche da questi incontri che vi sono stati nelle sedute del Comitato dei nove.
Il risultato ulteriore che siamo riusciti ad espungere, per cui il nostro voto si è trasformato da un primo voto contrario all'impianto ad un voto di astensione, è quello che riguarda la cosiddetta monetizzazione dell'interesse del querelante; esso è stato realizzato in una prima formulazione attraverso la cosiddetta offerta reale. In altre parole si diceva: l'imputato fa un'offerta reale, il risarcimento dei danni, il querelante che nemmeno si è costituito parte civile non ha voce in capitolo sul punto e lo stesso fatto che il giudice la possa ritenere congrua - molte volte il giudice non ha gli elementi per ritenerla del tutto congrua - fa sì che quel procedimento si estingua. Quindi addirittura all'imputato si sarebbe dato un premio più forte di quello che il sistema delle attenuanti prevede per l'imputato che invece ha risarcito il danno, che può beneficiare solo del risarcimento del danno. Dunque è venuto meno questo elemento e si è invece ridotta la possibilità di ritenere congruo il risarcimento per l'estinzione del reato, quindi un risarcimento pieno, solo per i reati cosiddetti bagatellari, fino a due anni di pena in astratto, quindi come massimo di pena. Questo è un ulteriore intervento che è stato realizzato assieme ai colleghi. Riteniamo che rimanga questo punto non del tutto soddisfacente, proprio perché vi è questa sovrapposizione, questa patrimonializzazione dell'interesse del querelante e dell'offeso a vedere pronunciata anche una sentenza di merito nei confronti dell'accusato. Tuttavia, il fatto stesso che sia riferito proprio a reati di minima entità ci tranquillizza sotto questo aspetto.
Non ci soddisfa pienamente come intervento riferito alla deflazione in campo penale, perché se si vuole veramente ridurre il carico, attuare una riforma della giustizia e degli interventi in materia che poi abbiano un'effettiva ripercussione proprio sul suo funzionamento, allora bisogna arrivare ad una depenalizzazione di alcune fattispecie.
Non bisogna trattare certe fattispecie di reato come fattispecie di minore rilevanza e, quindi, con superficialità. Va fatto un intervento di sistema, mentre qui ancora vediamo un intervento parziale e non Pag. 81esaustivo. In ogni caso, è sicuramente migliorativo rispetto al testo iniziale e, quindi, il nostro voto, come già dichiarato, sarà di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo solo per dar modo ai colleghi di prendere posto e per fare due brevi annotazioni, la prima in relazione al provvedimento che è al nostro esame.
Ciò che vorrei sottolineare oggi all'Assemblea è che ho faticato a comprendere come mai una remissione tacita di querela per mancata comparizione potesse essere disposta direttamente con una sentenza della magistratura in assenza di una norma di legge, mentre quando il Parlamento interviene con una disposizione normativa per regolare questo aspetto, vi è qualcuno che si scandalizza. Io non trovo nulla di cui scandalizzarmi, se il Parlamento non fa altro che il proprio mestiere, adottando un provvedimento che regola e disciplina, appunto, la remissione tacita della querela.
Signor Presidente, vi è una seconda questione. Chi ha esperienza di aule giudiziarie ha avuto modo, molto spesso, di rendersi conto di come molte querele vengano proposte da persone che, addirittura, non si trovano più una volta che hanno proposto una querela. Il magistrato, quindi, è costretto molto spesso a rinviare quel procedimento, rinviando anche i testimoni, che devono sobbarcarsi costi per recarsi all'udienza successiva, fino a che non si trova una soluzione.
Io ritengo che questo sia offensivo per la giustizia e non credo che ci si possa lamentare se chi ha giustamente proposto la querela e, quindi, un'istanza di punizione, venga in qualche modo responsabilizzato e gli venga, quindi, richiesto di partecipare all'udienza di comparizione. Abbiamo convenuto di chiarire ulteriormente questo aspetto, onorevole Di Pietro, ma era già chiaro, perché tutte le disposizioni legislative che sono state inserite in questo provvedimento si applicano all'udienza di comparizione.
Mi consenta, signor Presidente, ma all'amico Di Pietro devo anche dire che le sue argomentazioni sono contro se stesso. Una delle argomentazioni che ha utilizzato è che è scandaloso che nelle disposizioni legislative in oggetto si sia in un certo senso consentito - potremmo dire obbligato, ma non è così - al querelante di comparire attraverso un difensore munito di procura speciale. Onorevole Di Pietro, è esattamente il subemendamento che lei ha accettato di riformulare. Quindi, se un domani qualcuno dovrà spendere i soldi per investire l'avvocato di procura speciale, io mi permetterò di dire che è meglio che si rivolga all'onorevole Di Pietro e non all'onorevole Contento, perché l'Assemblea della Camera, su sua insistenza, è stata naturalmente disposta ad inserire quell'emendamento.
Vorrei svolgere un'ultima annotazione, e ho concluso, signor Presidente. L'onorevole Di Pietro, in un altro dei suoi brillanti interventi, afferma che il provvedimento in oggetto è scandaloso, perché sostanzialmente un querelante dovrebbe comparire sette volte. Mi permetta di ricordare, onorevole Di Pietro, che il numero degli articoli che ha citato sono tanti quanti sono i procedimenti e, quindi i riti, previsti dal nostro codice di procedura penale. Infatti, vi è il rito ordinario, vi è il rito di fronte al giudice monocratico, vi è il giudizio immediato, vi è il giudizio direttissimo, vi è il giudizio a citazione diretta. Se non avessimo introdotto, in ognuno di questi decreti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) l'obbligatoria previsione che fosse avvertito il querelante che doveva comparire, altrimenti rischiava la remissione tacita di querela, non avremmo fatto un servigio alla giustizia né al codice di procedura penale.
Quindi, signor Presidente, possiamo votare con tranquillità. Abbiamo perso per strada un «addurre», che è stato emendato, ci rimane il «giustificato motivo»: Pag. 82confidiamo anche nella seconda lettura (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore. Signor Presidente, solo trenta secondi per ringraziare il collega Contento e il collega Nicola Molteni, che è stato davvero bravo ed encomiabile, nonché per dire che questa è la prima riforma tra quelle piccole riforme utili che il Ministro Alfano ha certamente voluto.

(Coordinamento formale - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1640-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1640-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Latteri, De Micheli, Motta, Colaninno, Di Virgilio...ci siamo...onorevole Sbai, faccia una corsa...onorevole Gianfranco Conte, faccia attenzione...l'onorevole Sbai ha votato...l'onorevole Gianfranco Conte ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, nonché al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, in materia di remissione tacita della querela» (1640-A):

Presenti 477
Votanti 276
Astenuti 201
Maggioranza 139
Hanno votato 254
Hanno votato no 22
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi.
L'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 16 marzo 2011, alle 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Istituzione dell'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza (C. 2008-A/R).
e delle abbinate proposte di legge: BOCCIARDO; DE POLI, NUNZIO FRANCESCO TESTA; PISICCHIO; PALOMBA; VELTRONI ed altri; IANNACCONE ed altri; COSENZA (C. 127-349-858-1197-1591-1913-2199).
- Relatori: Calabria, per la I Commissione; Castellani, per la XII Commissione.

2. - Seguito della discussione delle mozioni Franceschini ed altri n. 1-00580, Pag. 83Di Pietro ed altri n. 1-00586, Galletti, Della Vedova e Tabacci n. 1-00591 concernenti iniziative per lo svolgimento nella stessa data dei referendum abrogativi e del primo turno delle prossime elezioni amministrative.

3. - Seguito della discussione delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-00579, Gentiloni Silveri ed altri n. 1-00587, Briguglio ed altri n. 1-00588, Rao ed altri n. 1-00592, Landolfi, Sardelli ed altri n. 1-00593 e Tabacci ed altri n. 1-00597 in materia di limiti all'acquisizione di partecipazioni in imprese editrici di giornali quotidiani da parte di soggetti che esercitano attività televisiva.

4. - Discussione delle mozioni Franceschini ed altri n. 1-00590, Piffari ed altri n. 1-00594, Sardelli ed altri n. 1-00598, Lo Monte ed altri n. 1-00599, Libè, Lo Presti, Tabacci ed altri n. 1-00600, Ghiglia ed altri n. 1-00601 e Guido Dussin ed altri n. 1-00602 in materia di promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili.

(ore 15)

5. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 20,15.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. T.U. 98 e abb.-A - em. 1.3 508 507 1 254 506 1 40 Appr.
2 Nom. em. 1.1 506 504 2 253 504 38 Appr.
3 Nom. em. 1.4 517 517 259 517 37 Appr.
4 Nom. articolo 1 521 521 261 521 36 Appr.
5 Nom. em. 2.7 503 503 252 503 36 Appr.
6 Nom. em. 2.8 516 515 1 258 515 37 Appr.
7 Nom. em. 2.1 rif. 520 520 261 520 36 Appr.
8 Nom. articolo 2 516 516 259 516 36 Appr.
9 Nom. articolo 3 521 521 261 521 36 Appr.
10 Nom. articolo 4 526 526 264 526 36 Appr.
11 Nom. articolo agg. 4.01, 4.02 rif. 529 529 265 529 36 Appr.
12 Nom. em. 5.1 526 330 196 166 28 302 36 Resp.
13 Nom. em. 5.3 522 519 3 260 517 2 36 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 5 520 520 261 520 36 Appr.
15 Nom. em. 6.3 521 322 199 162 22 300 36 Resp.
16 Nom. articolo 6 519 519 260 519 36 Appr.
17 Nom. articolo 7 522 522 262 521 1 36 Appr.
18 Nom. em. 8.6 526 526 264 526 36 Appr.
19 Nom. em. 8.1 515 515 258 515 36 Appr.
20 Nom. em. 8.4 520 519 1 260 519 36 Appr.
21 Nom. em. 8.5 525 525 263 525 36 Appr.
22 Nom. articolo 8 520 520 261 520 36 Appr.
23 Nom. em. 10.4 514 512 2 257 512 36 Appr.
24 Nom. articolo 10 521 521 261 521 36 Appr.
25 Nom. em. 9.3 427 425 2 213 175 250 53 Resp.
26 Nom. em. 9.1 455 299 156 150 28 271 50 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 9.9, 9.10, 9.11 461 460 1 231 458 2 50 Appr.
28 Nom. em. 9.14 470 470 236 470 49 Appr.
29 Nom. em. 9.15 475 475 238 475 49 Appr.
30 Nom. articolo 9 470 470 236 470 49 Appr.
31 Nom. em. 11.4 470 470 236 470 49 Appr.
32 Nom. em. 11.2 481 309 172 155 31 278 48 Resp.
33 Nom. em. 11.5 rif. 479 475 4 238 471 4 48 Appr.
34 Nom. em. 11.19 478 476 2 239 474 2 48 Appr.
35 Nom. em. 11.7, 11.8, 11.9 489 489 245 489 48 Appr.
36 Nom. em. 11.13, 11.14 483 483 242 483 48 Appr.
37 Nom. em. 11.15 480 480 241 480 48 Appr.
38 Nom. articolo 11 486 486 244 486 48 Appr.
39 Nom. articolo agg. 11.01 487 485 2 243 485 48 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 13.1 487 487 244 487 48 Appr.
41 Nom. em. 13.10, 13.17 rif. 487 487 244 487 48 Appr.
42 Nom. em. 13.12 491 490 1 246 480 10 48 Appr.
43 Nom. em. 13.13 493 492 1 247 491 1 47 Appr.
44 Nom. em. 13.18 rif. 495 495 248 494 1 47 Appr.
45 Nom. em. 13.5 rif. 498 498 250 497 1 47 Appr.
46 Nom. em. 13.2 504 503 1 252 502 1 46 Appr.
47 Nom. em. 13.9 rif. 506 506 254 505 1 46 Appr.
48 Nom. subem. 0.13.16.1 503 503 252 502 1 46 Appr.
49 Nom. em. 13.16 498 498 250 497 1 46 Appr.
50 Nom. articolo 13 495 495 248 494 1 45 Appr.
51 Nom. em. 14.1, 14.2 497 497 249 496 1 43 Appr.
52 Nom. em. 15.5 502 502 252 501 1 43 Appr.
INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo 15 497 496 1 249 495 1 43 Appr.
54 Nom. articolo 16 501 501 251 499 2 43 Appr.
55 Nom. articolo 17 496 496 249 495 1 43 Appr.
56 Nom. articolo 18 494 494 248 493 1 43 Appr.
57 Nom. T.U. 98 e abb.-A - voto finale 520 520 261 520 40 Appr.
58 Nom. Pdl 1640-A - em.1.80 497 478 19 240 226 252 39 Resp.
59 Nom. em.1.78 506 506 254 489 17 39 Appr.
60 Nom. em. 1.67, 1.77 512 512 257 256 256 38 Resp.
61 Nom. em.1.81 518 510 8 256 249 261 37 Resp.
62 Nom. em. 1.75, 1.76 515 507 8 254 244 263 36 Resp.
63 Nom. em.1.64 520 286 234 144 24 262 36 Resp.
64 Nom. em.1.61 rif. 520 504 16 253 501 3 36 Appr.
65 Nom. em.1.79 rif. 522 522 262 521 1 36 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. subem. 0.1.100.3 rif. 487 485 2 243 485 34 Appr.
67 Nom. em. 1.100 498 498 250 480 18 34 Appr.
68 Nom. em. 1.69 502 501 1 251 251 250 34 Appr.
69 Nom. em. 1.82, 1.101 508 502 6 252 502 34 Appr.
70 Nom. articolo 1 510 285 225 143 266 19 34 Appr.
71 Nom. em. 2.63 507 268 239 135 8 260 34 Resp.
72 Nom. em. 2.62 510 501 9 251 242 259 34 Resp.
73 Nom. articolo 2 506 504 2 253 502 2 34 Appr.
74 Nom. articolo 3 509 492 17 247 491 1 34 Appr.
75 Nom. articolo 4 506 489 17 245 489 34 Appr.
76 Nom. em. 5.61 509 509 255 509 34 Appr.
77 Nom. articolo 5 508 508 255 508 34 Appr.
78 Nom. articolo agg. 5.060 512 512 257 512 34 Appr.
INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 81)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. articolo 6 506 505 1 253 505 35 Appr.
80 Nom. articolo 7 506 505 1 253 505 35 Appr.
81 Nom. Pdl 1640-A - voto finale 477 276 201 139 254 22 36 Appr.