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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 401 di mercoledì 24 novembre 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 10,05.

SILVANA MURA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Bonaiuti, Brugger, Brunetta, Caparini, Cicchitto, Colucci, Cossiga, Crimi, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Gregorio Fontana, Franceschini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leo, Lucà, Lusetti, Martini, Miccichè, Migliavacca, Leoluca Orlando, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Sardelli, Tabacci e Zacchera sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1905 - Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario (Approvato dal Senato) (A.C. 3687-A); e delle abbinate proposte di legge: Tassone ed altri; Ghizzoni ed altri; Barbieri; Grimoldi ed altri; Barbieri; Mario Pepe (PdL); Narducci ed altri; Grassi ed altri; Picierno; Fucci ed altri; Garagnani ed altri; Garavini ed altri; Fioroni ed altri; Goisis; Carlucci; La Loggia ed altri; Lorenzin ed altri; Anna Teresa Formisano (A.C. 591-1143-1154-1276-1397-1578-1828-1841-2218-2220-2250-2330-2458-2460-2726-2748-2841-3408) (ore 10,12).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario; e delle abbinate proposte di legge di iniziativa dei deputati Tassone ed altri; Ghizzoni ed altri; Barbieri; Grimoldi ed altri; Barbieri; Mario Pepe (PdL); Narducci ed altri; Grassi ed altri; Picierno; Fucci ed altri; Garagnani ed altri; Garavini ed altri; Fioroni ed altri; Goisis; Carlucci; La Loggia ed altri; Lorenzin ed altri; Anna Teresa Formisano.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo approvato l'emendamento 2.502 della Commissione.
Avverto altresì che la Commissione ha presentato gli emendamenti 25.505 e 25.506 che sono in distribuzione e con riferimento ai quali la scadenza per la presentazione dei subemendamenti è fissata alle ore 11,30.

Pag. 2

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,13).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,35.

La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 10,35.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3687-A.

(Ripresa esame dell'articolo 2 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni 2.47.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rivolta. Ne ha facoltà.

ERICA RIVOLTA. Signor Presidente, ancora una volta stiamo parlando della necessità di fare chiarezza rispetto a questa riforma, che, come abbiamo detto ieri, rimane assolutamente necessaria per dare un futuro e una svolta a questo sistema universitario che, così com'è, non può resistere. Una riforma che, lo abbiamo già detto altre volte, va fatta per fare chiarezza. È una riforma indispensabile per togliere completamente tutti gli sprechi, laddove possibile, ma soprattutto per dare - nell'autonomia che è giusto che abbiano gli organi accademici - maggiore competitività alle nostre università; per dare delle possibilità maggiori ai nostri ragazzi; per dare una divisione alle competenze del senato accademico e del consiglio di amministrazione; per dare la certezza dei conti all'interno di una istituzione così importante. Non è più possibile mantenere gli sprechi, non è più possibile pensare a situazioni di favoritismo, non è più pensabile rischiare di lasciare indietro il nostro sistema universitario, che deve avere una continuità rispetto al sistema economico produttivo del nostro Paese. Questo lo dobbiamo superare e dobbiamo fare sì che vi siano delle sinergie importanti che portino il nostro Paese ad avere ancora la possibilità di esprimere le eccellenze in campo universitario e in campo accademico.
Occorre, a nostro avviso, iniziare un'attività di risanamento che porti uno svecchiamento, cominciando anche a far diradare le nebbie da un sistema che non premia i migliori e che, come dicevamo, deve tornare ad essere competitivo.
Pertanto, riteniamo che questo emendamento sia solo assolutamente strumentale e quindi, per questo motivo, il voto nostro sarà assolutamente contrario (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbieri. Ne ha facoltà.

EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, devo dire che su questo emendamento trovo un po' strana l'insistenza degli amici del Partito Democratico, anche perché noi, in Commissione, abbiamo approfondito una serie di questi aspetti relativi alle figure che vogliamo introdurre nelle università e devo dire anche con un confronto molto serio, molto serrato e molto forte non solo tra Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e gli amici di Futuro e Libertà per l'Italia, ma anche con l'opposizione nel suo complesso.
Insistere su questo emendamento è, a nostro giudizio, un errore, perché si finirebbe, obiettivamente, rispetto a quello che abbiamo messo in piedi per quanto riguarda la governance dell'università, per appesantire ulteriormente la cosa con una figura di cui francamente non si avverte Pag. 3assolutamente la necessità. Non a caso, tengo a rilevare il fatto che, in tutte le audizioni che abbiamo fatto, non c'è stato nessuno che abbia proposto la possibilità di inserire una figura di questo genere e devo dire che anche nei dibattiti che si sono svolti nell'arco di queste settimane in giro per l'Italia su questo tema - io non ho potuto partecipare lunedì a quello di Bologna - nessuno, parlo dei docenti e anche degli stessi studenti, ha sollevato il problema dell'opportunità di inserire una figura di questo genere.
Per cui, come ha già fatto la relatrice, mi permetterei di suggerire agli amici che hanno steso questo emendamento di ritirarlo perché non si avverte assolutamente la necessità di mantenerlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 2.47, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prego i colleghi di affrettarsi... onorevole Concia ha votato? I colleghi hanno votato? Onorevole Ceccacci Rubino ha votato? Onorevole Volontè ha votato? Onorevole Barbaro ha votato? Onorevole Berardi ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 506
Astenuti 3
Maggioranza 254
Hanno votato
245
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ghizzoni 2.46 e Leoluca Orlando 2.93.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, ritengo opportuno portare a conoscenza di quest'Aula la mozione approvata dal senato accademico dell'università La Sapienza. Riporto il virgolettato, che rivolgo anch'io, insieme ai colleghi della Sapienza, al Ministro Gemini: «Abbiamo fatto tutto il possibile: abbiamo ridotto i dipartimenti del 40 per cento, le facoltà del 60 per cento, riordinato la governance (...). La responsabilità è ora del Governo e del Parlamento che debbono dare risposte concrete sui finanziamenti ormai drammaticamente insufficienti (l'università italiana è ultima in Europa) e sullo stato giuridico che i ricercatori attendono da 30 anni, nessuna speranza... La Sapienza ha operato per razionalizzare, risparmiare e riprogettare in funzione della qualità. Se dalla politica non ci saranno risposte, soprattutto finanziarie, avremo una didattica da terzo mondo e una ricerca in dissoluzione. In tali condizioni non saremo in grado di iniziare l'anno accademico 2010-2011».

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ghizzoni 2.46 e Leoluca Orlando 2.93, non accettati dalla Commissione né dal Governo, e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Codurelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 505
Astenuti 3
Maggioranza 253
Hanno votato
246
Hanno votato
no 259).

Pag. 4

Prendo atto che il deputato Alessandri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Scilipoti e Zinzi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 2.205, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Concia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 505
Astenuti 3
Maggioranza 253
Hanno votato
500
Hanno votato
no 5).

Prendo atto che i deputati Alessandri e Paladini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Scilipoti, Calderisi, Zinzi e Sardelli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vassallo 2.78.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vassallo. Ne ha facoltà.

SALVATORE VASSALLO. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare il mio stupore perché, tra l'altro, la relatrice aveva promesso di considerare questo emendamento già in Commissione. L'emendamento ha natura tecnica molto semplice. Si parla della composizione del nucleo di valutazione che, secondo quanto stabilisce lo stesso disegno di legge, è composto da soggetti di elevata qualificazione professionale, in prevalenza esterni all'ateneo. Questo nucleo ha una funzione, com'è noto tecnica, mentre invece in questo caso, non so bene se per una scelta o per un errore dato dal fatto che il rinvio a queste lettere è un po' complicato, si prevede che del nucleo di valutazione faccia parte un rappresentante degli studenti, cosa tecnicamente inusuale. Per questo pensavo che la relatrice potesse rifletterci.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vassallo 2.78, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mantini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 513
Astenuti 3
Maggioranza 257
Hanno votato
249
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che i deputati Scilipoti e Sardelli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Calgaro 2.225.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI. Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, proporrei all'onorevole Calgaro una riformulazione dell'emendamento del seguente tenore: «Sulle violazioni del codice etico, qualora non ricadono sotto la competenza del collegio di disciplina, decide, su proposta del rettore, il senato accademico», quindi eliminando la parte che va dalle parole: «vengono portate in discussione » fino alla fine del periodo.

Pag. 5

PRESIDENTE. Onorevole Calgaro accetta la riformulazione?

MARCO CALGARO, Signor Presidente, accetto la riformulazione, ma faccio una proposta, quella di chiamarmi Calgàro, come mi chiamo normalmente.

PRESIDENTE. Proposta accolta, all'unanimità!
Prendo atto che il rappresentante del Governo concorda.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calgaro 2.225, nel testo riformulato accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Miotto, Casini, Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 527
Maggioranza 264
Hanno votato
526
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 2. 69, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Veltroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 518
Votanti 514
Astenuti 4
Maggioranza 258
Hanno votato
247
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole, e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 2.52, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli, onorevole Miotto, onorevole Stanca, onorevole Landolfi, onorevole Gnecchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 525
Astenuti 3
Maggioranza 263
Hanno votato
253
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 2.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Stanislao, Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 525
Astenuti 3
Maggioranza 263
Hanno votato
253
Hanno votato
no 272).

Pag. 6

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 2.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Cesario.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 531
Votanti 528
Astenuti 3
Maggioranza 265
Hanno votato
253
Hanno votato
no 275).

Prendo atto che il deputato Naro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 2.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 518
Astenuti 3
Maggioranza 260
Hanno votato
250
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che il deputato Moffa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Consolo e Zinzi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 2.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Girlanda, D'Anna, Sardelli, Codurelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 534
Votanti 531
Astenuti 3
Maggioranza 266
Hanno votato
252
Hanno votato
no 279).

Prendo atto che il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Capitanio Santolini 2.232.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, solo per sottolineare - sempre nella filosofia che ci ha guidati nello scrivere questi emendamenti - che il Governo, nel caso in cui le università non riusciranno ad adottare nel tempo previsto le modifiche statutarie, dovrà porsi il problema di creare una commissione di esperti, che a sua volta metterà in campo una serie di indagini e di strutture per poter aiutare le università.
Credo che invece bisognerebbe snellire le procedure, rendendo le università autonome, ma evitando che vi siano eccessivi paracaduti e salvagenti.
Allora, se le università non saranno in grado di adottare le modifiche statutarie, saranno escluse dalla ripartizione delle quote. Vi è un problema anche lì di logica ed il merito, tanto sbandierato, poi alla fine non viene messo in atto.

Pag. 7

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 2.232, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Caterina, Lussana, Giulietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 534
Votanti 531
Astenuti 3
Maggioranza 266
Hanno votato
253
Hanno votato
no 278).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccaria 2.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, forse la relatrice non ha notato che questo è un emendamento che nasce da un suggerimento del Comitato per la legislazione, perché vi è una contraddittorietà: si parla di 120 giorni per approvare gli statuti, mentre nella legge che si richiama il termine è di 60 giorni.
Se non lo correggete, ci sarà un problema interpretativo perché la legge prevede 60 giorni, mentre voi ne prevedete 120. Quindi, chiaritevi voi perché - a mio avviso - è un elemento di collaborazione, tenetene conto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 2.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Barani, Rosato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 534
Astenuti 3
Maggioranza 268
Hanno votato
253
Hanno votato
no 281).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 2.35, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giulietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 535
Votanti 532
Astenuti 3
Maggioranza 267
Hanno votato
251
Hanno votato
no 281).

Ricordo che la proposta emendativa Della Vedova 0.2.505.1 è stata ritirata.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.505 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 542
Maggioranza 272
Hanno votato
535
Hanno votato
no 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 2.227, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 8
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Miotto, Ghiglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 542
Votanti 539
Astenuti 3
Maggioranza 270
Hanno votato
255
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignali 2.226, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Miotto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 541
Votanti 538
Astenuti 3
Maggioranza 270
Hanno votato
283
Hanno votato
no 255).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 2.228, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 544
Votanti 541
Astenuti 3
Maggioranza 271
Hanno votato
256
Hanno votato
no 285).

Prendo atto che il deputato Cazzola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Favia 2.229.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, il disegno di legge prevede una forte abbreviazione della durata delle varie cariche (del rettore e del senato accademico) e delle varie rappresentanze (per esempio, degli studenti e dei dipendenti).
Per esempio, la rappresentanza degli studenti è appena biennale e rinnovabile. La cosa potrebbe anche essere condivisibile, ma, in considerazione del fatto che tra la vecchia e la nuova normativa ci sono compiti diversi e diversificati dei nuovi organismi, la retroattività appare una previsione assolutamente non condivisibile. Addirittura, se non per brevissimi periodi, non viene consentito a chi è in carica nemmeno di ultimare il mandato se non per uno o due anni a seconda delle cariche.
Ovviamente, noi facciamo attenzione soprattutto alle rappresentanze degli studenti e dei dipendenti e ci sembra che la retroattività miri più che altro ad interrompere una continuità politica da parte delle rappresentanze soprattutto di base. Quindi, saremmo per l'abolizione della retroattività.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia 2.229, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 9
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 539
Votanti 536
Astenuti 3
Maggioranza 269
Hanno votato
252
Hanno votato
no 284).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscito a votare.
L'emendamento Ghizzoni 2.230 è precluso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 2.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 529
Astenuti 3
Maggioranza 265
Hanno votato
246
Hanno votato
no 283).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2 nel testo emendato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tocci. Ne ha facoltà.

WALTER TOCCI. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico voterà contro questo articolo che noi avremmo scritto in modo radicalmente diverso. L'argomento era ambizioso: disegnare il profilo di un'istituzione di rango costituzionale quale è l'università. Quando si scrive una legge in diretta attuazione dei principi costituzionali è necessario un certo stile. Ci vogliono alta cultura giuridica, eleganza normativa, flessibilità nelle soluzioni. Voi, invece, avete scritto un testo che sembra un regolamento di condominio, con rinvii, commi, lettere. Anziché cultura giuridica rivela una mentalità da azzeccagarbugli.
Noi abbiamo proposto una legge di principi per promuovere le differenze. Sono diversi, infatti, gli assetti tra gli atenei secondo le dimensioni e le discipline (un conto è medicina, un altro lettere) secondo i diversi mix tra ricerca e didattica. Spetta poi alla valutazione verificare i risultati. Questa è d'altronde una tendenza internazionale alla differenziazione dei sistemi universitari. Voi, invece, imponete il conformismo burocratico: tutti fanno le stesse cose nello stesso modo e forse nel corso del dibattito vi siete accorti di avere esagerato e avete introdotto una sorta di clausola di dissolvenza di quest'articolo 2 che suona così: per l'ateneo virtuoso non vale l'articolo 2. Quindi, significa che per fare una buona università questo articolo non serve. Quindi, non è un buon articolo: è un sillogismo implacabile.
D'altro canto l'efficacia di queste norme è minore/uguale a zero. Nella realtà e nell'attuazione i casi saranno questi: o si rivelerà una banalità oppure un pericolo. Questo diverso esito si vede bene nel punto più discusso di questa norma: i membri esterni nel consiglio d'amministrazione. Tutti dipende da chi li nomina, ma proprio questo non è detto in un testo così lungo.
Se la nomina è dall'interno, non si capisce in cosa consista la riforma epocale. Questo è uno strumento che già esiste e sappiamo già come funziona. Se il rettore non è un fesso guida il processo di nomina e sceglie un suo amico, aumentando quindi il suo potere. Quindi, la norma rafforza il potere dei rettori, niente di male: non abbiamo niente contro i rettori. Voi, invece, eravate partiti lancia in resta contro i rettori e poi avete fatto con loro un patto di conservazione della situazione esistente. Tutto cambia perché nulla cambi.
Se la nomina è dall'esterno, il quadro si complica: esistono buone pratiche di cooperazione tra atenei, enti locali, imprese e società civile. Nel territorio, ci sono molti colleghi di maggioranza e minoranza Pag. 10che potrebbero raccontare queste buone esperienze, ma questi soggetti che cooperano nel territorio non hanno mai chiesto posti nel consiglio di amministrazione. Hanno condiviso dei progetti. Se invece ci sono dei posti nel consiglio di amministrazione, questi rischiano di attrarre il clientelismo politico, che è molto sensibile a questo argomento.
Conosciamo bene in quest'Aula i difetti dell'accademia - ne abbiamo discusso a lungo, sono di fronte agli occhi di tutti - ma anche quelli della politica. Se li mettiamo insieme, non si elidono a vicenda, ma si sommano anzi si esaltano tra loro e il rischio è, pertanto, quello di ripetere qui l'errore già fatto a suo tempo con la sanità. Se trasformeremo gli atenei nelle ASL, faremo sicuramente un passo indietro.
Dunque, questo articolo o è inutile o apre un nuovo pericolo, un nuovo arretramento. Per questo, votiamo contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, una breve dichiarazione di voto per il mio gruppo sull'articolo 2.
L'articolazione e l'organizzazione degli atenei credo siano dati importanti e significativi per il raggiungimento di alcuni obiettivi. Voteremo contro questo articolo perché - per il modo con cui è stato costruito - certamente non crea le condizioni affinché gli obiettivi, che ci si era prefigurati attraverso questa normativa - vengano raggiunti. Ravvisiamo una serie di disarticolazioni. Questo doveva essere il momento della governance delle università e invece si traduce in una non governance delle stesse, per la confusione dei ruoli, la confusione tra rettorato e senato accademico, tra direttori generali e direttori amministrativi. C'è certamente una grande confusione e soprattutto una grande incertezza. Ci sono delle rendite di posizione, ma soprattutto, sempre di più, un isolamento dell'università rispetto al territorio. Occorre anche registrare un dato estremamente preoccupante: il centralismo del Ministero, che soffoca ogni autonomia e, soprattutto, blocca ogni passaggio e movimento autonomistico delle strutture universitarie.
Peraltro, il modo in cui è stata costruita questa norma - con sottonorme e specificazioni così puntigliose - è certamente un dato paralizzante, che non favorisce il movimento dell'azione formativa e didattica da parte delle università.
Questo doveva essere un articolo importante e significativo. Qualcuno si lamenta perché non voteremo questo provvedimento e l'articolo 2, ma dovrebbe fare un esame di coscienza per capire e registrare se il modo in cui viene ad essere configurata l'articolazione e l'organizzazione delle università da questa norma possa significare ed essere chiamato un processo vero e riformatore. Io ritengo di no, ritengo che tale provvedimento segni un blocco, che si faccia un passo indietro e che tante speranze vengano ad essere fugate, tanta fiducia dissipata e che gli obiettivi e i traguardi per avere un'università adeguata ai tempi e alle esigenze di un Paese moderno appaiano sempre più lontani.
Per questo motivo, noi diciamo di «no», ovviamente dopo aver registrato il «no» dato agli emendamenti presentati dall'onorevole Capitanio Santolini, che andavano in direzione di una razionalizzazione e di un'attenuazione della pesantezza che questa norma presenta nell'attività e nell'azione dell'università stessa.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, perché vorrei segnalare la gravità della ferita che è stata inferta ieri alla democrazia in questo Paese...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, sull'ordine dei lavori le darò la parola al Pag. 11termine della discussione (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia - I Popolari di Italia Domani).

FRANCESCO BARBATO. Volevo parlare di una mistificazione che c'è stata ieri (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), una mistificazione sui rifiuti (Esibisce un sacchetto di rifiuti)!

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la richiamo all'ordine! (Il deputato Barbato persiste nell'esibire un sacchetto di rifiuti). Onorevole Barbato, la richiamo all'ordine per la seconda volta!

FRANCESCO BARBATO. Vergogna!

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la prego di uscire dall'Aula!

FRANCESCO BARBATO. Mi deve far parlare Presidente (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, per consentire ai deputati Questori di far allontanare dall'Aula l'onorevole Barbato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,15.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, come gruppo dell'Italia dei Valori non abbiamo nulla da eccepire sul suo comportamento. Lei, giustamente, avendo sospeso la seduta, si è anche sollevato e ha lasciato lo scranno. Tuttavia, mentre l'onorevole Barbato veniva accompagnato all'uscita dell'Aula dagli assistenti parlamentari, è stato avvicinato da due colleghi - la prego, quindi, di dare disposizioni perché il Collegio dei questori possa prendere visione dei filmati - uno dei quali lo ha anche ripetutamente schiaffeggiato sulla nuca (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di lasciar parlare l'onorevole Evangelisti.

FABIO EVANGELISTI. Sono in grado di fornirle anche il nome e il cognome dei due colleghi. Mi rimetto alla sua sensibilità.

PRESIDENTE. Il Collegio dei questori esaminerà quanto è accaduto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, riprendiamo dopo l'immondizia e speriamo di non far finire nell'immondizia anche l'università.
Sull'articolo 2 noi dell'Italia dei Valori esprimiamo il nostro voto contrario per come è impostato: è farraginoso, burocratizzato in maniera eccessiva, complicato. Quando questo provvedimento entrerà in vigore, invece di semplificare la governance delle università, di fatto le metteremo davanti ad un centralismo esorbitante. Chiedo ai colleghi della Lega Nord Padania, che parlano quotidianamente di federalismo, se con questo disegno di legge, con l'organizzazione interna all'università prevista dall'articolo 2, viene salvaguardata l'autonomia.
Diventa farraginoso perché di fatto abbiamo due organi, come il senato accademico e il consiglio di amministrazione, che entreranno inevitabilmente in conflitto, sovrapponendo i ruoli. Per quanto riguarda il consiglio di amministrazione, voglio ricordare un passaggio estremamente delicato, quello dell'apertura al 40 per cento di soggetti esterni all'università, che potrebbe significare un valore positivo se questi soggetti immettessero risorse; in realtà si tratta di soggetti esterni all'università che non metteranno un centesimo di quattrino per le università e che dovranno gestire i soldi pubblici delle uni Pag. 12versità. Questo è un elemento davvero paradossale: fare impresa senza correre alcun rischio.
Credo che vada considerato con estrema preoccupazione il rischio che correranno le università nel Mezzogiorno, dove la possibilità di infiltrazioni mafiose all'interno delle strutture universitarie, cosa che è già accaduta - si veda l'inchiesta «panta rei» dell'università di Messina - sarà ancora più facilitata, proprio grazie alle ingresso così cospicuo di soggetti esterni all'interno di università pubbliche. Pertanto, noi dell'Italia dei Valori voteremo contro l'articolo 2.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bruno, Ronchi e Tocci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 507
Astenuti 6
Maggioranza 254
Hanno votato
266
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, il tema dell'articolazione territoriale, dell'efficienza e della produttività del sistema universitario è sicuramente importante. Tuttavia, come è già stato segnalato per l'articolo 2 dal collega Tocci, anche a proposito dell'articolo 3 ci troviamo di fronte ad una scrittura normativa approssimativa, confusa e scarsamente rispettosa del riparto di attribuzioni e competenze che la Costituzione consegna al sistema universitario. Tale previsione, tra l'altro, è ispirata ad una serie di falsi contrasti poiché, se è vero che il sistema universitario italiano - soprattutto negli ultimi decenni - ha subìto un'eccessiva frammentazione territoriale da processi di gemmazione impropria, è altrettanto vero che ha un'altissima qualità storica e tradizionale, che ha fondato la cultura europea e che, quindi, non necessariamente si articola, nelle sue eccellenze, secondo un criterio di dimensione territoriale.
Pertanto, è stato scelto uno strumento improprio anche nella denominazione poiché, di regola, parlare di fusione tra atenei significa applicare un meccanismo di natura essenzialmente economicistica; sarebbe stato meglio mantenere soltanto il principio federativo o forme di collaborazione associativa ed accordi di programma. In questo percorso è forte l'invadenza del Ministero il quale, addirittura, si pone come soggetto che, in qualche misura, determina e condiziona le scelte degli atenei.
Fragile è, infine, la partecipazione non solo del mondo universitario nel suo complesso e delle formazioni all'interno dell'università, ma anche di alcuni soggetti - ciò, spiace dirlo, stupisce quando si parla sovente di federalismo - come, ad esempio, le regioni e i comuni sedi di ateneo che sono fortemente interessati a questi processi e potrebbero, tra l'altro, parteciparvi attivamente e virtuosamente anche attraverso energie economiche e territoriali. Nel testo in esame non vi è, invece, alcuna previsione volta a far sì che questo percorso sia guidato attraverso una partecipazione democratica. Pag. 13
Va rilevato, infine, che, essendo state avviati alcune sperimentazioni e accordi di programma territoriali, non è prevista alcuna fase transitoria né spiegazione su come questi accordi, alcuni dei quali prevedono addirittura la partecipazione come soggetto contraente del Ministero, debbano essere articolati. È evidente che il Ministero non può che avere una funzione di indirizzo e di controllo, ma non può essere il soggetto promotore.
Da ultimo, va considerato che nella riscrittura del testo la dizione che questi interventi economicamente...

PRESIDENTE. La invito a concludere onorevole Cavallaro.

MARIO CAVALLARO. ... possano essere destinati al risparmio per gli stessi atenei, dimostra che non vi è neppure la certezza economica di un interesse e di una utilità per la comunità universitaria. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, parlando in sede di dichiarazione di voto sull'articolo 2, avevo messo in evidenza quella che era l'insufficienza, ma soprattutto la complessità, delle norme che dovrebbero presiedere alla governance, fino a farla diventare una non-governance, proprio per una confusione di ruoli e, soprattutto, per incertezze che esistono nei rapporti tra istituzioni e organi all'interno dell'università.
Si parla di funzionamento dell'università, dell'efficacia dell'attività didattica, di ricerca gestionale, anche attraverso la possibilità di costituire una federazione o una fusione tra atenei. Certo, il dato della formazione è importante e fondamentale, anche se ci sono dei limiti che abbiamo evidenziato già in sede di discussione generale e che l'onorevole Capitanio Santolini ha più volte sottolineato.
Qui c'è da rilevare una serie di questioni. Nel momento in cui si parla di formazione, di gestione, di efficacia, di ricerca e di funzionamento bisogna considerare che esistono delle realtà e delle situazioni universitarie che avrebbero bisogno di una diversa attenzione, ma, soprattutto, di soluzioni adeguate, altrimenti l'articolo in esame diventa un appello al buonsenso, al buon cuore, e si affida al destino, agli eventi, senza avere conoscenze di percorsi e contezza della situazione delle strutture universitarie del nostro Paese.
Vi sono delle strutture universitarie con situazioni specifiche: mi riferisco a quelle del Mezzogiorno, a quelle della Calabria e, ad esempio, all'Università «Magna Grecia», dove la facoltà di medicina e veterinaria sta morendo per condizioni e norme pregresse, senza che vi sia la necessaria attenzione e senza che vi sia alcuna possibilità di far vivere tale facoltà, che è importante perché è funzionale per quanto riguarda la filiera dell'alimentazione.
Sappiamo che esiste un dato importante riguardo alla riforma sanitaria nazionale, che è quello della prevenzione. La prevenzione è un fatto importante e fondamentale. Il dato alimentare credo sia un aspetto significativo rispetto alle misure che bisogna mettere in atto nella difesa della salute, nella difesa del cittadino. Far morire quella facoltà significa trovarci di fronte ad un controsenso rispetto agli obiettivi auspicati dalla norma stessa e dall'articolo 3.
Ma vi sono altre situazioni analoghe. Parliamo di fusione, parliamo di federazione, ma non riusciamo a dare una concretezza didattica e formativa ad una struttura importante e fondamentale come quella dell'Università «Magna Grecia» di Catanzaro. Lo dico anche a futura memoria, ma soprattutto assumendomi la responsabilità per quanto affermo in Aula: non v'è dubbio che forse si è badato più alla forma, più agli appelli, più alle dichiarazioni di principio, più agli auspici che non alla sostanza. Senza rimuovere le condizioni di insufficienza o le lacune che vi sono all'interno di alcune strutture universitarie, parlare di perfezionamento, Pag. 14di efficacia e di rilancio della struttura universitaria nel nostro Paese credo sia certamente un impegno molto difficile da assolvere con soddisfazione da parte di tutti.
Per questo motivo ho voluto prendere la parola sul complesso degli emendamenti all'articolo 3: per esprimere le mie perplessità e per vedere se nell'esame degli emendamenti vi possa essere un ulteriore contributo da parte del Governo e della maggioranza, visto e considerato che l'opposizione fa in Aula quello che deve (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 3 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutte le proposte emendative presentate.

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore di minoranza, onorevole Nicolais, rinuncia ad intervenire.
Il Governo?

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore di maggioranza.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Ghizzoni 3.3 e 3.4 accedono all'invito al ritiro.
Passiamo all'emendamento Cavallaro 3.200. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Cavallaro 3.200 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 3.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 525
Votanti 520
Astenuti 5
Maggioranza 261
Hanno votato
242
Hanno votato
no 278).

Passiamo agli identici emendamenti Ghizzoni 3.1 e Capitanio Santolini 3.15.
Prendo atto che i presentatori degli identici emendamenti Ghizzoni 3.1 e Capitanio Santolini 3.15 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ghizzoni 3.1 e Capitanio Santolini 3.15, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giammanco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 527
Votanti 522
Astenuti 5
Maggioranza 262
Hanno votato
244
Hanno votato
no 278).

Passiamo all'emendamento Vassallo 3.13.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Vassallo 3.13 insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vassallo 3.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 15
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 524
Votanti 521
Astenuti 3
(Maggioranza 261
Hanno votato
242
Hanno votato
no 279).

Prendo atto che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Ghizzoni 3.5.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Ghizzoni 3.5 insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 3.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moffa, onorevole Patarino, onorevole Giammanco, onorevole Migliori.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 521
Astenuti 5
Maggioranza 261
Hanno votato
246
Hanno votato
no 275).

Passiamo all'emendamento Cavallaro 3.201.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Cavallaro 3.201 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 3.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Migliori? Ha votato. Onorevole Lussana? Ha votato. Onorevole Volpi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 531
Votanti 526
Astenuti 5
Maggioranza 264
Hanno votato
247
Hanno votato no 279).

Saluto gli studenti di diritto parlamentare della Facoltà di scienze politiche dell'università di Genova, accompagnati dal professor Paolo Armaroli, già nostro collega, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo agli identici emendamenti Margiotta 3.202 e Capitanio Santolini 3.203.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro degli identici emendamenti Margiotta 3.202 e Capitanio Santolini 3.203, formulato dal relatore.

SALVATORE MARGIOTTA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, i colleghi del Partito Democratico in questi giorni hanno avuto già avuto modo di spiegare le negatività di questa legge di riforma dell'università italiana. Tali negatività saranno anche maggiori per i piccoli e giovani atenei, alcuni dei quali Pag. 16hanno raggiunto, invece, in questi anni, significativi risultati, sia in termini di qualità di ricerca scientifica sia in termini di didattica. Purtroppo, questa legge non ne considera affatto la specificità: ad esempio, per quanto riguarda i requisiti minimi, è assurdo imporli allo stesso modo ai grandi e grandissimi atenei da una parte e ai piccoli e piccolissimi dall'altra, senza tener conto né della virtù nell'amministrazione delle risorse né del merito nella ricerca e nella didattica. I tagli hanno effetti devastanti sui piccoli atenei. L'università degli studi della Basilicata, alla quale mi onoro di appartenere, riuscirà a pagare gli stipendi nei prossimi anni solo perché la regione Basilicata interverrà, a supplenza dell'azione del Governo e dello Stato, con ben 10 milioni di euro l'anno. Diversamente, la medesima università non riuscirebbe neanche a garantire la copertura degli stipendi per i docenti. Le proposte emendative in esame riguardano le federazioni. Noi riteniamo positiva la possibilità per le università di sviluppare processi che portino alle federazioni e nel Mezzogiorno si sta lavorando tra grandi università - Bari e Napoli - e piccole università come quella del Molise e della Basilicata in tale direzione. Tuttavia, perché ciò non determini un'annessione ma una vera federazione è importante stare attenti alle risorse

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SALVATORE MARGIOTTA. Sto per concludere, Signor Presidente. Gli emendamenti in esame prevedono semplicemente che i risparmi prodotti dal processo federativo rimangano agli atenei che tali risparmi hanno effettivamente consentito di ottenere, attraverso il medesimo processo. In questo modo si afferma un principio giusto e cioè che chi è virtuoso goda dei risultati del proprio lavoro: è veramente strano che non sia stato accolto dal Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Margiotta 3.202 e Capitanio Santolini 3.203, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giammanco... onorevole Margiotta... onorevole Strizzolo... onorevole Mantini... onorevole Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 534
Astenuti 3
Maggioranza 268
Hanno votato
255
Hanno votato
no 279).

Passiamo all'emendamento Margiotta 3.204.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Margiotta 3.204, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 529
Astenuti 3
Maggioranza 265
Hanno votato
251
Hanno votato
no 278).

Passiamo all'emendamento Cavallaro 3.9.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione.
Passiamo ai voti. Pag. 17
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 3.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello... onorevole Simeoni... onorevole Speciale...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 536
Votanti 533
Astenuti 3
Maggioranza 267
Hanno votato
253
Hanno votato
no 280).

Passiamo all'emendamento Ghizzoni 3.11.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 3.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 535
Votanti 532
Astenuti 3
Maggioranza 267
Hanno votato
250
Hanno votato
no 282).

Prendo atto che i deputati Mondello e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Ghizzoni 3.12.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 3.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 535
Votanti 532
Astenuti 3
Maggioranza 267
Hanno votato
251
Hanno votato
no 281).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non non riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Margiotta 3.205.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Margiotta 3.205, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 533
Votanti 530
Astenuti 3
Maggioranza 266
Hanno votato
254
Hanno votato
no 276).

Pag. 18

Prendo atto che il deputato Strizzolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Borghesi 3.14.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, vorrei intervenire su questo emendamento perché ritengo possa essere un momento di riflessione comune e anche di suggerimento, perché, se da un lato condividiamo la necessità di una razionalizzazione e riorganizzazione delle strutture universitarie attraverso la chiusura di quelle distaccate e inutili che si sono create in questi anni, anche laddove non era necessario, riteniamo che, però, tutto ciò che è stato creato può essere ancora utile al sistema universitario se provassimo, in primo luogo, a non istituire più da oggi sezioni distaccate e, in secondo luogo, a trasformare quelle che ci sono in centri di eccellenza della ricerca.
Quindi ancora una volta è possibile mettere al servizio della cultura e del sistema universitario risorse umane e infrastrutturali che rischierebbero di essere perse. Pertanto chiedo un voto favorevole sull'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 3.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda... onorevole Patarino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 540
Votanti 535
Astenuti 5
Maggioranza 268
Hanno votato
254
Hanno votato
no 281).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Capitanio Santolini 3.16.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, intervengo brevemente per ricordare all'Aula che qui stiamo parlando di federazione e fusione di università e la cosa ci trova assolutamente d'accordo, ma il problema è anche basarsi sulle risorse che queste fusioni dovranno avere. Non saranno a costo zero. Pertanto chiediamo vi siano incentivi - con l'attribuzione di una parte del Fondo di finanziamento ordinario - che possano sollecitare e promuovere queste fusioni, cosa che evidentemente al Governo non interessa; infatti, quello dell'Esecutivo è solo di un annuncio perché non si potranno fare fusioni a queste condizioni. Quando nell'emendamento precedente ho detto che i soldi risparmiati dalle fusioni restano alle università, invece il Governo dice «no» possono restare nel senso che forse possono andare anche da qualche altra parte. Non mi pare una prospettiva positiva che non ci siano incentivi e i soldi possano andare da un'altra parte. Quindi chiedo all'Aula di riflettere fortemente su un emendamento di questo tipo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 3.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 19
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Antoni ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 540
Votanti 537
Astenuti 3
Maggioranza 269
Hanno votato
253
Hanno votato
no 284).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 540
Votanti 537
Astenuti 3
Maggioranza 269
Hanno votato
284
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori dell'articolo aggiuntivo Ghizzoni 3.02 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ghizzoni 3.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Miotto... onorevole Sardelli...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 540
Votanti 534
Astenuti 6
Maggioranza 268
Hanno votato
251
Hanno votato
no 283).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Borghesi 3.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bergamini... onorevole Duilio...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 550
Votanti 547
Astenuti 3
Maggioranza 274
Hanno votato
30
Hanno votato
no 517).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Calgaro 3.0206. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Calgaro 3.0206, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Pag. 20
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 549
Votanti 546
Astenuti 3
Maggioranza 274
Hanno votato
259
Hanno votato
no 287).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole De Pasquale. Ne ha facoltà, per 3 minuti.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, in una società della conoscenza in cui la competizione ha una dimensione globale bisogna puntare principalmente sull'università come elemento di sviluppo del Paese. Questa considerazione dovrebbe far agire il Governo con maggiore cautela nel proporre tagli indiscriminati e lineari che finiscono con l'accelerare la migrazione delle nostre migliori intelligenze in altri Paesi del globo. È per questo che come Partito Democratico abbiamo presentato le nostre qualificate proposte, sia sotto forma di numerose proposte emendative al presente disegno di legge, sia tramite un progetto di legge depositato più di un anno fa. Purtroppo dobbiamo constatare che questo Governo ha seguito un percorso che non è all'altezza delle sfide che abbiamo dinnanzi: gli 800 milioni di euro appena previsti - per ora solo da un ramo del Parlamento - nella legge di stabilità rappresentano la restituzione di solamente una parte del Fondo di finanziamento ordinario, già ampiamente decurtato, e quindi sono una misura totalmente insufficiente e non possono essere propagandati quali investimenti aggiuntivi. Infatti il Governo ha affrontato il problema della riforma dell'università puntando principalmente al risparmio della spesa che, se da un lato ha tolto risorse all'università, dall'altro svela come questo disegno di legge sia totalmente insufficiente per assegnare all'intero comparto dei saperi quel ruolo necessario per il rilancio del Paese e, ancor di più, il principio economico che lo ispira non trova pari nel quadro comunitario.
Questo ci porta al concetto di merito, argomento di questo articolo 4: il merito non è solo lo sforzo di una sola persona per raggiungere il massimo degli obiettivi, ma è la conseguenza di tutto un sistema che funziona e che garantisce la massima espressione di ciascuno. Qui non mancano solo le disponibilità economiche, ma manca anche la disponibilità al dialogo, alla ricerca del meglio. Quale merito si deve riconoscere a questo Governo, che non accetta di mettersi in discussione e non ascolta né l'opposizione né l'università? Il merito è conseguenza di un carattere che vuole e che cerca una prospettiva. Il Governo non ne dà prospettive ai nostri giovani: mette insieme solo parole vuote, solo slogan che non hanno sostanza. Questo Governo che vuole parlare di merito di fatto non entra nel merito delle situazioni che affronta e così non garantisce realmente a chi non possiede risorse economiche di crescere, inchiodando i nostri giovani e le loro famiglie alla possibilità di progredire negli studi in base al proprio censo. Questo certo non vuole dire promuovere il merito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pes. Ne ha facoltà, per 3 minuti.

CATERINA PES. Signor Presidente, come già abbiamo dichiarato negli interventi precedenti la versione licenziata dalla Commissione cultura della Camera si presenta come un mero provvedimento Pag. 21ordinamentale, poiché totalmente privo di copertura finanziaria. Pur di portarsi a casa l'approvazione della legge, il Ministro Gemini ha rinnegato gli impegni presi pubblicamente, fino a cancellare persino i miglioramenti che erano stati introdotti dalla Commissione cultura. Tutto ciò naturalmente nella totale negazione dei diritti degli studenti, dei ricercatori e dei professori associati. È questo il caso dell'articolo 4 che stiamo illustrando: in esso infatti si norma il fondo di merito per gli studenti considerati idonei mediante una prova standard nazionale e le borse di studio per coloro che rientrano nei parametri delle necessità del reddito.
Tuttavia, signor Presidente, le buone intenzioni si fermano qui. Si tratta, infatti, dell'ennesima trovata propagandistica di questo Governo, che parla di un aumento di 100 milioni di euro per il diritto allo studio, mentre, in realtà, la legge di stabilità contiene, a sua volta, un taglio di 96 milioni di euro.
Tutto ciò ha a che fare con il più generale valore del diritto allo studio. Infatti, operare tagli alle borse di studio in questo modo e con queste proporzioni significa negare l'accesso all'università alla quasi totalità degli studenti idonei. Il risultato sarà che molti giovani intelligenti, ma non abbastanza ricchi da permettersi le tasse, i libri, l'affitto di una stanza e quant'altro, saranno espulsi d'ufficio dal mondo accademico; dovranno rassegnarsi alla manovalanza nei call center o a nuove forme di sfruttamento, oppure rifugiarsi nei prestiti d'onore, ovvero chiedere denaro per studiare, per poi restituire la somma dovuta con gli interessi, anche se laureati con il massimo dei voti. Ho già espresso questo concetto in occasione del dibattito sulla legge di stabilità.
Signor Presidente, il provvedimento in oggetto ci farà precipitare indietro di decenni, quando lo studio non era un diritto, ma un privilegio per pochi. Aiutare gli studenti meritevoli, ma con poche disponibilità, è stata una conquista nobile e democratica della nostra Repubblica, un percorso di civiltà da cui non possiamo più derogare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Siragusa. Ne ha facoltà, per due minuti.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, fatto salvo l'intervento del collega Vassallo sull'incostituzionalità dell'articolo in esame, posto che si tratta di materia di competenza concorrente, ciò che è immediatamente evidente è che l'articolo in oggetto, con il quale si istituisce un Fondo per il merito è, fin dal titolo, un nonsenso. Si istituisce, infatti, un Fondo per il merito che, però, è finanziato con zero euro: in altri termini, si tratta di un «Fondo senza il fondo».
Inoltre, se si considera il taglio delle borse di studio tradizionali - quelle finanziate attraverso l'intervento delle regioni - resta davvero poco per il diritto allo studio. Al comma 3 dell'articolo in oggetto, infatti, si prevede che, per distribuire zero euro, si procede attraverso un decreto in cui dovrà essere disciplinata una lunghissima serie di questioni, descritte addirittura in dodici lettere dell'alfabeto: dai criteri di accesso alle prove standard, dai requisiti di merito fino alle caratteristiche e all'ammontare dei premi e dei buoni. Sembra, dunque, come se si volesse rendere difficile agli studenti l'individuazione dei criteri e dell'ammontare di borse di studio che, in realtà, sono pari a zero euro. Alla faccia della semplificazione normativa!
Al comma 4 dell'articolo in oggetto si prevede un ulteriore decreto di natura non regolamentare per il coordinamento operativo delle prove nazionali a cui dovranno sottoporsi gli studenti che desiderano concorrere per i premi e per i buoni.
Non ci vuole molto per capire quanto sarà difficile per gli studenti usufruire di tale Fondo, ancor quando si dovessero trovare i finanziamenti. In più, nell'articolo in esame non si fa alcun riferimento al reddito, stravolgendo non solo il dettato costituzionale, ma anche - mi permetto di dire - il buonsenso.

Pag. 22

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Ciò che a noi preme sottolineare è che l'approvazione della proposta emendativa presentata dal Partito Democratico, in realtà, sarebbe importantissima, proprio per riuscire a coniugare merito e reddito e a semplificare l'individuazione dei beneficiari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Siragusa.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Giulietti. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere le proposte emendative in oggetto e per rivolgermi a lei con grande garbo. Signor Presidente, a Bastia Umbra, nel suo intervento, disse con molta nettezza che una riforma come questa, che riguarda l'interesse generale, deve essere chiara e finanziata, altrimenti rischia di essere pericolosa.
Signor Presidente, con riferimento al tema delle borse di studio, vorrei solo segnalarle che, in un Paese in cui aumentano le disuguaglianze sociali, non avere certezza delle risorse e della distribuzione delle borse di studio, né un fondo serio, significa aumentare la povertà e le differenze di classe, e condannare gli ultimi ad essere più ultimi.
Signor Presidente, le chiedo di valutare la questione con grande attenzione e mi rivolgo ai colleghi nel dire che questo rischia di essere un provvedimento classista, in ritardo, vecchio, che allarga le disuguaglianze.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIUSEPPE GIULIETTI. Non liquidate con qualche battuta le manifestazioni di tanti ricercatori, professori e studenti. Non sono il vecchio che muore: hanno solo voglia di futuro (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, la collega Capitanio Santolini illustrerà meglio le proposte dell'Unione di Centro sulle borse di studio e il merito, però, in linea generale, devo dire che in questa riforma di merito è rimasto il titolo, lo slogan, il fumo. Mancano le misure concrete e mancano le risorse. Tutta questa riforma è e resta commissariata dal Tesoro anche in modo irragionevole, come abbiamo visto prima nell'articolo 3 per gli incentivi necessari ad attuare il cosiddetto federalismo universitario, un federalismo vero, quello che unisce e che diminuisce i costi, non quello che li fa esplodere.
Dunque, confermiamo il nostro atteggiamento e voto contrario e, soprattutto, vorremmo che qualche impegno preso, in effetti, dai colleghi di Futuro e Libertà per l'Italia fosse rispettato con coerenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Antonio Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO. Signor Presidente, mi scuso con i colleghi poiché sottraggo del tempo all'iter di questo importante provvedimento legislativo, ma, avendo passato nell'università la gran parte della mia vita - vi sono entrato da studente nel 1964 e ne sono uscito nel 2002 -, credo di conoscere abbastanza bene il processo di deterioramento che ha colpito i nostri atenei.
Le università oggi obbediscono a quella che ormai è diventata una regola generale in questo Paese; cioè, non vengono studiate e progettate nell'interesse dei loro utenti, cioè degli studenti, ma per la comodità e l'interesse di coloro che vi trovano lavoro. Servono a dare occupazione a persone altrimenti inoccupabili perché incapaci e semianalfabeti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Sono recentemente tornato nella mia Alma Mater, la facoltà di giurisprudenza dell'università di Messina, e degli aspiranti Pag. 23ricercatori che volevano diventare stabilizzati non riuscivano a comporre una frase in italiano che avesse senso compiuto. E noi sforniamo migliaia di giovani che sono condannati alla disoccupazione perché inoccupabili. L'università insegna cose che non servono a nessuno e, in più, inculca nelle loro menti l'idea bizzarra che lo Stato debba dar loro un'occupazione degna del titolo di studio. Ho letto sui giornali che ci sono state mille domande per tre posti di operatore ecologico: molti di questi erano dei laureati. Non vi vergognate di difendere l'esistente, il proliferare di università inutili, di facoltà inutili, di professori incapaci (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud)!

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 4 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Ghizzoni 4.3 e 4.4, Latteri 4.28, sugli identici emendamenti Lenzi 4.13 e Capitanio Santolini 4.24, sugli emendamenti Borghesi 4.16, Zazzera 4.18, Ghizzoni 4.6, Zazzera 4.19, Borghesi 4.206, Ghizzoni 4.7, Zazzera 4.20, Calgaro 4.200, Zazzera 4.17, Lenzi 4.14, Grimoldi 4.39, Nicolais 4.2, Nicolais 4.8 e Ghizzoni 4.10.
La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Goisis 4.205 e Vignali 4.201 a condizione che vengano riformulati.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Capitanio Santolini 4.203, Ghizzoni 4.204 e Calgaro 4.202.
La Commissione raccomanda, infine, l'approvazione del suo emendamento 4.500, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Borghesi 4.21, 4.22 e 4.23.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, onorevole Nicolais?

LUIGI NICOLAIS, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il parere è favorevole su tutti gli emendamenti presentati dal Partito Democratico e dagli altri gruppi parlamentari dell'opposizione, in quanto riteniamo che l'importanza del diritto allo studio - che trova disciplina nell'articolo 4 di questo disegno di legge - debba essere trattata in modo più chiaro dal legislatore.
Il diritto allo studio si muove in una cornice costituzionale ben definita dall'articolo 34 e dall'articolo 3. L'articolo 34 recita: «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi». L'articolo 3 recita: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana (...)». Si tratta di princìpi che oggi, però, non hanno trovato una loro piena attuazione e nemmeno una disciplina normativa che sia al passo con l'evoluzione del tempo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 12)

LUIGI NICOLAIS, Relatore di minoranza. Il tema del diritto allo studio - a quasi vent'anni dall'introduzione della cornice di riferimento legislativa di questo delicato settore - non porta alcuna disposizione che consenta di sostenere i nostri studenti migliori.
L'università deve essere occasione per attivare l'ascensore sociale del nostro Paese; tuttavia, senza meccanismi che premiano gli studenti più meritevoli ma privi di mezzi, senza un piano di edilizia residenziale che ci consenta di ospitare chi decide di investire in formazione staccandosi dal nucleo familiare d'origine, tutti i nostri sforzi per il cambiamento saranno segnati da abbandoni e da insuccessi.
Non si può annunciare un Fondo per il merito, tacendo sul finanziamento dello stesso. Nel nostro Paese, appena l'8 per cento degli studenti riceve una borsa di studio. Circa la metà degli studenti idonei Pag. 24perché meritevoli, ma privi di mezzi economici sufficienti, non è assegnataria del contributo economico cui ha diritto. Nel Mezzogiorno, gli assegnatari sono addirittura una netta minoranza. Abbiamo il minor numero di alloggi residenziali d'Europa. Più dell'80 per cento degli studenti si iscrive obbligatoriamente alle facoltà della propria regione di residenza. Tutto ciò, mentre il diritto allo studio è solennemente sancito come principio inderogabile dall'articolo 34 della nostra Costituzione.
Il disegno di legge introduce genericamente un Fondo nazionale per il merito, senza dare contenuto cogente a queste disposizioni, non individuando criteri chiave per la loro attuazione ed eludendo scandalosamente il tema delle risorse necessarie a colmare le carenze che gli studenti hanno denunciato, con un'imponente manifestazione, appena qualche giorno fa.
Anche questo disegno di legge, in linea astratta, predica la mobilità e l'internazionalizzazione degli studenti come principio fortemente auspicabile. Tuttavia, ciò contrasta terribilmente con la grave arretratezza di infrastrutture residenziali delle nostre università. Il nostro Paese non è in grado di garantire reciprocità ai tanti Paesi dell'Unione europea e del mondo, che, ogni anno, ospitano decine di migliaia di nostri studenti, impegnati in preziosi percorsi di studio all'estero.
Ancora oggi restiamo il fanalino di coda delle statistiche mondiali tra i Paesi più industrializzati in materia di fuoriuscita dello studente dal proprio nucleo familiare di origine. La condizione studentesca, anziché essere vissuta come occasione di emancipazione e di responsabilizzazione, grazie anche alla mancanza di strutture accessibili, allontana il momento in cui si concretizzano la propria autonomia e la propria indipendenza. Basti pensare che in alcune grandi strutture universitarie vi è un rapporto tra numeri di posti letto per studente universitario, pari a uno su mille. Ovviamente, investire in strutture residenziali ha i suoi costi, ma è compito della politica trovare nuove e più moderne occasioni di investimento e gestione di strutture moderne, cogliendo anche l'occasione data dalle norme sul patrimonio pubblico dismesso.
In questo articolo si parla, invece, di Fondo per il merito genericamente, si prevedono prove selettive standard nazionali e si tralascia ogni riferimento al fattore economico che deve restare elemento chiave attraverso cui incentivare i più meritevoli. È, inoltre, impropriamente assente qualsivoglia disposizione che intenda quantificare la misura di risorse da destinare al Fondo nazionale per il diritto allo studio. Investire nel diritto allo studio significa garantire quella libertà di formazione tanto enfatizzata nella premessa di questa riforma universitaria. Non esiste una società giusta se non è garantita l'eguaglianza nelle condizioni di partenza, soprattutto nella libera determinazione della propria cultura e dei propri percorsi di vita. Per questo la Costituzione ha voluto elevare a rango di principio costituzionale il diritto allo studio, così come riteniamo che sarebbe stata un'occasione importante, non solo prevedere per questo articolo misure finanziarie specifiche, ma anche rafforzare i meccanismi di premialità per quegli enti di gestione dei servizi che più si caratterizzassero per efficacia del servizio, anche attraverso meccanismi di espressione del gradimento da parte degli studenti fruitori.
Leggendo l'articolo 4 di questo disegno di legge, ci rendiamo conto di aver perso l'occasione di ridisegnare il sistema dei servizi allo studente nel nostro Paese. Ad oggi il principale intervento a sostegno del diritto allo studio è considerato la mera erogazione di borse di studio per il tramite di enti regionali preposti; tale misura assorbe quasi la totalità del Fondo ripartito tra le regioni e ad esso sono destinati gli introiti derivanti dalla tassazione studentesca regionale per il diritto allo studio. Basta guardare ai Paesi confinanti con il nostro per rendersi conto che il diritto allo studio si declina anche come diritto alla mobilità, diritto ad una ristorazione accessibile e come promozione culturale e ricreativa. Come Partito Democratico immaginiamo un moderno sistema di interventi Pag. 25e servizi che definisca una carta della cittadinanza studentesca, che consenta allo studente, grazie a trasporti integrati e al contesto delle attività culturali di cui può essere protagonista, di vivere la sua università non come un diplomificio, ma come luogo dove esprimere la sua personalità e come comunità dove trovare il terreno più fertile per esprimere la sua vivacità intellettuale.
Signor Presidente, vorrei usare questa occasione anche per rispondere a quanto prima detto dall'onorevole Martino. Vorrei dire che se mille giovani, anche laureati, hanno fatto domanda per due posti di operatore ecologico è forse anche perché non ci sono altre possibilità di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Vorrei dire che quando lui fa riferimento ad una data università, non parla del sistema universitario nazionale perché il nostro sistema universitario nazionale ancora forma giovani che sono capaci di rappresentare bene l'Italia in tutto il resto del mondo. Di questo vorrei che tutti noi fossimo coscienti e prima di applaudire pensassimo un po' meglio a che sistema universitario oggi noi abbiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Saluto il consiglio comunale dei ragazzi del comune di Limena, in provincia di Padova, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Il Governo?

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

MANUELA DI CENTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, intervengo velocemente soltanto per chiarire in maniera precisa che il Fondo per il merito, che noi assolutamente riteniamo sia un principio importantissimo, non è un fondo vuoto, inesistente sotto il profilo economico, ma è un fondo che ha dedicato, come si evince dalla legge di stabilità, se volete andare a vedere, cento milioni di euro per l'anno 2011 per la concessione di prestiti d'onore e l'erogazione di borse di studio. Cento milioni di euro su questo fondo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Di Centa, stiamo sull'emendamento Ghizzoni 4.3, su cui ha parlato per dichiarazione di voto, in quanto non potrebbe più parlare sul complesso degli emendamenti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 4.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Ginoble, Pizzolante, Antonione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 535
Votanti 533
Astenuti 2
Maggioranza 267
Hanno votato
251
Hanno votato
no 282).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni 4.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Coscia. Ne ha facoltà.

MARIA COSCIA. Signor Presidente, in realtà avevo chiesto di parlare sull'emendamento precedente.

PRESIDENTE. A me risulta che abbia chiesto di parlare su questo emendamento.

Pag. 26

MARIA COSCIA. Signor Presidente, comunque sia; sostanzialmente l'obiettivo dei due emendamenti è quello di dare sostanza all'articolo 4, proponendo di sostituirlo. Ciò perché, in realtà, come hanno già detto poco fa il collega Nicolais ed altri colleghi che mi hanno preceduto, in questo articolo viene prevista una generica affermazione di principio. Onorevole Di Centa, mi dispiace, ma in realtà il fondo non è finanziato, perché viene successivamente tagliato, con altre norme previste nella legge di stabilità.
Tra l'altro, ci si illude, con una previsione, di poter incrementare questo fondo senza neanche prevedere - perché vengono tolti gli incentivi - le agevolazioni fiscali per i cosiddetti benefattori privati, che dovrebbero alimentare ulteriormente questo fondo. È del tutto evidente, quindi, che ci troviamo di fronte, nuovamente, ad una petizione di principio, che non trova purtroppo riscontro nella realtà dei fatti.
L'articolo 4 inoltre, come veniva detto, afferma il principio del merito senza tener conto della condizione socio-economica dello studente; ciò comporta che sono nei fatti esclusi dai beneficiari proprio quegli studenti che hanno più bisogno di essere sostenuti da contributi economici, in quanto provenienti da famiglie a basso reddito.
Nel nostro Paese, come ricordava poco fa il collega Nicolais, solo l'8 per cento degli studenti riceve una borsa di studio, e la metà degli studenti idonei non la riceve perché i fondi che le regioni mettono a disposizione sono assolutamente insufficienti. Per questo proponiamo di modificare e sostituire questo articolo: per dotare il fondo per il riconoscimento del merito degli studenti di almeno 100 di milioni di euro; per istituire un bando nazionale rivolto a tutti gli studenti che sono al di sotto di una determinata fascia di reddito, e che saranno selezionati con una graduatoria di merito basata sui risultati conseguiti nel loro percorso scolastico e universitario; per stabilire tempi certi, e cioè la pubblicazione del bando entro il 31 marzo di ogni anno, l'assegnazione delle borse di studio entro il 31 agosto e garantendo un'erogazione semestrale a tutti gli studenti aventi diritti verificando ovviamente i risultati conseguiti.
Quindi, le nostre proposte sono finalizzate a rimettere in moto l'ascensore sociale, realizzando azioni positive atte a dare pari opportunità a tutti i nostri giovani, e vedendo riconosciuto il loro talento, le loro capacità di studio e, quindi, il merito.

PRESIDENTE. Saluto alunni e insegnanti dell'istituto comprensivo «Caduti di Nassiriya» di Vasanello e Gallese, in provincia di Viterbo, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 4.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Giulietti, Miglioli, Cesa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 535
Astenuti 2
Maggioranza 268
Hanno votato
246
Hanno votato
no 289).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lenzi 4.13 e Capitanio Santolini 4.24.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghizzoni. Ne ha facoltà.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, intervengo solo per chiarire un punto. La difesa dell'onorevole Di Centa al Fondo per il merito è in realtà un'arma un po' spuntata perché la legge di stabilità ha Pag. 27sì ripristinato 100 milioni di euro nel fondo per l'erogazione delle borse di studio regionali, che sono una cosa, mentre questo che viene istituito nel disegno di legge è un Fondo per il merito, cioè riguarda borse nazionali. Né in questo disegno di legge né nella legge di stabilità vi sono poste di risorse dedicate a questo obiettivo. Pertanto, il Fondo è e rimane una scatola vuota (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, in questo emendamento noi volevamo aiutare in qualche modo gli studenti meno abbienti. Certamente le borse di studio e questo fondo per il merito nascono esclusivamente per aiutare gli studenti meritevoli, ma noi chiediamo di prestare anche un occhio di riguardo a quelli che hanno dei parametri ISEE che sono al di sotto di ciò che dovrebbe essere una situazione di benessere. Questo viene rifiutato e - aggiungo - in questo primo comma si prevede sempre che se uno studente meritevole si laurea con 110 e lode in tempo utile, le risorse che ha avuto in prestito non le deve restituire, e quindi gli si lascia una sorta di premio, fatto salvo il limite delle risorse disponibili. Pertanto, la previsione è tutta condizionata alle risorse disponibili.
Faccio presente, inoltre, che non si tiene conto dei meno abbienti. Pochissimi studenti hanno le borse di studio e su questo Fondo per il merito - come la collega giustamente ha osservato - non ci sono soldi. Non è vero che ci sono soldi! I 100 milioni di euro previsti nel Patto di stabilità sono in un altro capitolo, sono per le borse di studio regionali, non sono per questo fondo! Bisogna che l'Aula lo sappia perché qui si fa una grandissima confusione e alla fine chi ci rimette sono gli studenti che non avranno mai l'ascensore sociale e continueremo ad avere un'università classista. Ciò è profondamente sbagliato e - rispondo all'onorevole Martino - noi vogliamo università che funzionino e che siano selettive per il merito, ma qui si creano i presupposti perché questo non succeda e le riforme a costo zero non si fanno (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lenzi 4.13 e Capitanio Santolini 4.24, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Paroli, Girlanda, Soro, Fioroni, Mantini
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 540
Votanti 538
Astenuti 2
Maggioranza 270
Hanno votato
253
Hanno votato
no 285).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 4.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, con questo emendamento vogliamo cercare di evitare il gioco delle tre carte che il Governo sta facendo. Infatti, viene costituito il Fondo per il merito per premiare nell'università le eccellenze, le persone più meritevoli e - io dico - anche le persone che non hanno le possibilità (quindi, anche quelle più svantaggiate) attraverso degli standard nazionali, ma, come giustamente ha detto la collega del Partito Democratico, utilizzando, invece, i fondi regionali.
Quindi, ancora una volta, voi create qualcosa senza riempirla, perché questo è un provvedimento simile ad una canna di Pag. 28bambù vuota: state ingannando gli studenti e l'università. Con questo emendamento, invece, noi chiediamo di riempire quel Fondo per il merito dando agli studenti più meritevoli, ovvero quelli fuori sede che sono costretti a non avere gli alloggi per studiare e per andare all'università, 5 mila euro l'anno, insieme alla possibilità di accedere ai crediti degli istituti bancari. Inoltre, proponiamo di dare mille euro l'anno agli studenti meritevoli in sede ma svantaggiati.
È un modo per riempire il vostro Fondo per il merito vuoto come una canna di bambù (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 4.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giachetti... Onorevole Bosi... Onorevole Cimadoro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 543
Votanti 541
Astenuti 2
Maggioranza 271
Hanno votato
254
Hanno votato
no 287).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zazzera 4.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bressa... Onorevole Di Girolamo... Onorevole Sardelli... Onorevole Girlanda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 542
Votanti 540
Astenuti 2
Maggioranza 271
Hanno votato
253
Hanno votato
no 287).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 4.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sbai... Onorevole Sardelli... Onorevole Dionisi... Onorevole Calderisi... Onorevole Fiano... Onorevole Pianetta... Onorevole Sardelli... Onorevole Messina...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 546
Votanti 544
Astenuti 2
Maggioranza 273
Hanno votato
256
Hanno votato
no 288).

Prendo atto che il deputato Viola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zazzera 4.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani... Onorevole Scandroglio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 29
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 545
Votanti 543
Astenuti 2
Maggioranza 272
Hanno votato
256
Hanno votato
no 287).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 4.206, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ghizzoni, Stasi, Patarino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 534
Astenuti 3
Maggioranza 268
Hanno votato
252
Hanno votato
no 282).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 4.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Stasi, Cesa, Massimo Parisi, Sardelli, Calgaro, Ghiglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 541
Votanti 539
Astenuti 2
Maggioranza 270
Hanno votato
255
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zazzera 4.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Stasi, Centemero, Mazzuca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 544
Votanti 542
Astenuti 2
Maggioranza 272
Hanno votato
256
Hanno votato
no 286).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Calgaro 4.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calgaro. Ne ha facoltà.

MARCO CALGARO. Signor Presidente, abbiamo già detto in sede di discussione sulle linee generali che uno dei grandi problemi di questa legge è il quasi totale azzeramento dei fondi destinati al diritto allo studio. Si passa concettualmente dalle borse di studio ai prestiti agevolati. Bel salto di qualità! Come fate a non interrogarvi, voi di questa maggioranza, sul fatto che, senza il diritto allo studio, la tanto sbandierata meritocrazia non può esistere? Non potete costruire questa riforma con i fichi secchi. Non potete non finanziare questa riforma.
D'altronde, per finanziare il diritto allo studio, in questa situazione economica, non possiamo neanche aumentare le tasse. Non siamo d'accordo con quegli emendamenti che causano un aumento del prelievo fiscale, tanto più un aumento del prelievo alle imprese.
Quindi, siamo disponibili a valutare altre forme di finanziamento di questo emendamento che passino per una riduzione Pag. 30delle spese e non per un aumento del prelievo fiscale. In attesa di questo, abbiamo scelto di dare una copertura a due o tre emendamenti rilevanti, rinunciando a una piccolissima quota parte del finanziamento ai partiti. Questo è uno di quegli emendamenti e riporta i fondi per il diritto allo studio a quelli del 2009 - circa 250 milioni di euro - anziché prevedere il loro quasi completo azzeramento. Quindi, chiederemmo a tutti voi di votarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calgaro 4.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Virgilio, Landolfi, Guzzanti, Codurelli, Nicolais...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 534
Votanti 529
Astenuti 5
Maggioranza 265
Hanno votato
240
Hanno votato
no 289).

Prendo atto che il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Laura Molteni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zazzera 4.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Girlanda, Cristaldi, Scandroglio, Lussana, De Luca, Germanà...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 541
Votanti 537
Astenuti 4
Maggioranza 269
Hanno votato
253
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 4.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Mazzuca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 539
Votanti 536
Astenuti 3
Maggioranza 269
Hanno votato
253
Hanno votato
no 283).

Ricordo che l'emendamento Grimoldi 4.39 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicolais 4.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, stiamo facendo tutte le cose descritte, attraverso un provvedimento che la legge chiama «decreto di natura non regolamentare». Quest'Aula sta varando delle norme che sono certamente incostituzionali, come ha detto all'inizio, in maniera più garbata ma efficace, il collega Vassallo; ci rendiamo conto che i decreti Pag. 31di natura non regolamentare sono una truffa o almeno una elusione della Costituzione?
Questo fatto deve essere chiaro: stiamo facendo le graduatorie di merito espropriando le competenze delle regioni in questa materia e variamo atti che non hanno cittadinanza nel nostro ordinamento costituzionale.
La Corte costituzionale, in un'altra occasione (sentenza n. 116 del 2006), prendendo in esame un atto di questo tipo, ha parlato di «atto statale dalla indefinibile natura giuridica», laddove sarebbero necessarie norme di legge primaria o eventualmente atti in concorrenza con le regioni.
Questo non è il solo caso, perché in altre cinque occasioni importanti si usano queste fonti. Ripeto, questo tipo di atti non è previsto dalla Costituzione. Il Comitato per la legislazione e la Commissione affari costituzionali vi hanno detto che non si può fare e voi lo fate ugualmente. Vi state assumendo una gravissima responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicolais 4.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Bratti, Giammanco, Rampelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 540
Votanti 537
Astenuti 3
Maggioranza 269
Hanno votato
253
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicolais 4.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 527
Votanti 524
Astenuti 3
Maggioranza 263
Hanno votato
242
Hanno votato
no 282).

Prendo atto che i deputati Alessandri e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 4.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pizzolante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 542
Votanti 539
Astenuti 3
Maggioranza 270
Hanno votato
255
Hanno votato
no 284).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Goisis 4.205.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, propongo all'onorevole Goisis la seguente riformulazione: sostituire le parole: «ai corsi universitari, di cui alla legge 2 agosto 1999, n. 264» con le seguenti: «alle borse di studio».

Pag. 32

PRESIDENTE. Onorevole Goisis, accetta la riformulazione proposta dal relatore?

PAOLA GOISIS. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siragusa. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, vorrei esprimere il parere contrario del Partito Democratico e chiedere anche l'attenzione e una riflessione del Ministro e dei colleghi.
Qui voi state prevedendo delle prove standard nazionali per il primo anno, dei criteri standard nazionali di valutazione per gli altri anni e quindi - immagino - una graduatoria nazionale. Poi direte agli studenti più bravi che hanno superato le prove: scusate, ma c'è la riserva del 10 per cento per i residenti. Questa a noi sembra una contraddizione assai grave. Aggiungo anche che il modo per gli studenti di superare il problema creato dall'approvazione eventuale di questo emendamento sarebbe quello di spostare la residenza prima di fare la domanda per la prova, che però è nazionale, in un impazzimento complessivo, provocando peraltro un aumento notevolissimo dei costi per le regioni nelle quali si spostano, a partire dalla sanità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nucara. Ne ha facoltà.

FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, credo che la Costituzione italiana garantisca lo studio agli studenti italiani, non agli studenti calabresi, piemontesi o lombardi. Quindi, voterò contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Saluto i componenti dell'associazione culturale «Qualità della vita» della provincia di Foggia, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà per un minuto.

DONATA LENZI. Signor Presidente, un minuto soltanto per invitare i colleghi a riflettere. Ci poniamo il tema di competere con le migliori università del mondo, ci dite che il nostro obiettivo è rientrare almeno tra le prime duecento, ci poniamo il tema di far rientrare i ricercatori dall'estero, di far studiare ai ragazzi le lingue straniere e di parlare in lingua straniera. Poi ci dite che il 10 per cento dei posti è riservato a chi risiede nella regione. Avete una mentalità da campanile, non da Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Goisis 4.205, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Golfo e Brancher...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 527
Astenuti 5
Maggioranza 264
Hanno votato
274
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che la deputata Siliquini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Vignali 4.201.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

Pag. 33

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, propongo all'onorevole Vignali la seguente riformulazione: sostituire le parole «un elemento qualificante da considerare nella valutazione dei candidati», con le seguenti «un titolo valutabile per i candidati».

PRESIDENTE. Onorevole Vignali, accetta la riformulazione?

RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cristaldi. Ne ha facoltà.

NICOLÒ CRISTALDI. Signor Presidente, colgo l'occasione data dalla discussione dell'emendamento in esame per esprimere, come modesto rappresentante di questo Parlamento, l'amarezza per quello che si sta verificando in Italia con le proteste, sicuramente legittime, ma che stanno andando oltre il limite.
In questo momento viene battuta un'agenzia di stampa dalla quale si apprende che un gruppo di studenti - tra i quali vi è una parte che stamattina ha già protestato presso Montecitorio contro la riforma Gelmini - sta tentando di entrare a Palazzo Madama, sede del Senato.
L'ingresso principale è stato assaltato, volano uova al grido di «Dimissioni!». Non credo che questo clima sia ciò che serve al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Cristaldi, lei sa che ha chiesto la parola per esprimere la sua dichiarazione di voto in relazione all'emendamento in esame, ma in realtà ha fatto un intervento sull'ordine dei lavori....
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignali 4.201, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gli onorevoli Cesare Marini e Sbai hanno votato...Onorevoli Esposito, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 505
Astenuti 21
Maggioranza 253
Hanno votato
499
Hanno votato
no 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 4.203, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Sardelli, Lamorte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 530
Votanti 527
Astenuti 3
Maggioranza 264
Hanno votato
246
Hanno votato
no 281).

Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 4.204, non accettato dalla Pag. 34Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Garagnani, Mazzuca, Margiotta, Sardelli, Volpi, Di Virgilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 529
Votanti 526
Astenuti 3
Maggioranza 264
Hanno votato
247
Hanno votato
no 279).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calgaro 4.202, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Pizzolante, Negro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 530
Votanti 527
Astenuti 3
Maggioranza 264
Hanno votato
251
Hanno votato
no 276).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, Sardelli, D'Antoni, Margiotta, Burtone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 536
Votanti 535
Astenuti 1
Maggioranza 268
Hanno votato
534
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 4.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, intervengo per chiedere che sull'emendamento in esame il Parlamento possa esprimere un voto favorevole. Nonostante, infatti, in questi minuti stiate tentando di convincere i vostri colleghi di maggioranza, i «futuristi», che i soldi ci sono e che riuscirete a costituire il Fondo del merito, perché questi ultimi avanzano legittime richieste, noi vi diciamo che il Fondo del merito si può rimpinguare: si possono trovare quelle risorse se si aiuta chi vuole investire nell'università pubblica e nella ricerca pubblica attraverso una maggiore detrazione sulle erogazioni liberali delle persone fisiche o delle imprese. Ciò comporta però, ovviamente, delle spese da coprire. Siccome, però, noi non siamo come voi, ed evidentemente i soldi sappiamo dove individuarli, vi spieghiamo anche come coprire tale spesa aggiuntiva, che serve appunto a rimpinguare il Fondo nel merito: noi li troviamo intervenendo sul valore assoluto della leva finanziaria, cioè andiamo a tassare le banche.
Voi i soldi alle banche, ai banchieri li avete dati: avete erogato 12 miliardi di euro, avete permesso ai manager di avere all'interno delle banche emolumenti altissimi. Noi riteniamo, invece, che le banche possano aiutare il sistema universitario, il sistema cultura, contribuendo a rimpinguare quel Fondo di merito che premia il merito e l'eccellenza nelle università.

Pag. 35

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 4.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Zampa, Sardelli, Cesare Marini e Mariarosaria Rossi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 525
Astenuti 3
Maggioranza 263
Hanno votato
251
Hanno votato
no 274).

Prendo atto che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 4.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, intervengo in modo rapidissimo. Anche in questo caso il Fondo del merito può essere rimpinguato, in primo luogo attraverso le detrazioni delle erogazioni liberali di chi vuole investire nell'università pubblica e nella ricerca.
In secondo luogo, noi rinveniamo in questo caso i soldi anche rimodulando la Robin Hood tax di Tremonti, «commissario» del Ministro Gelmini, modificando le aliquote sugli interessi passivi degli imprenditori, cioè sulle detrazioni: chi ha di più in questo Paese deve contribuire di più a far funzionare i servizi ed il sistema pubblico, come quello dell'università.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 4.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Garagnani, Di Girolamo e Di Virgilio.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 530
Votanti 527
Astenuti 3
Maggioranza 264
Hanno votato
249
Hanno votato
no 278).

Prendo atto che i deputati Mazzarella e Zinzi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 4.23.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, anche in questo caso, se ce ne fosse la volontà politica, i soldi si troverebbero. Abbiamo provato a rimpinguare il Fondo di finanziamento ordinario delle università intervenendo probabilmente con un'impostazione populista. Credo, tuttavia, che oggi chi ha dei privilegi debba rinunciarvi per aiutare il Paese, che vive momenti difficili e drammatici sul piano economico. Noi parlamentari, che abbiamo benefit e indennità dieci volte superiori a quelli dei ricercatori, probabilmente dovremmo dare un segnale. Intervenendo sul vitalizio dei parlamentari, eliminando questo abominevole privilegio di casta, si può andare a rimpinguare il Fondo di finanziamento delle università e consentire a questo Paese di far funzionare il servizio pubblico che essa offre per migliorare la qualità della cultura.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 36
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 4.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giulietti, onorevole Mantini. I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 387
Astenuti 141
Maggioranza 194
Hanno votato
101
Hanno votato
no 286

Prendo atto che la deputata Rampi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi, che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Motta, Bernardini, Mecacci, Farina Coscioni e Maurizio Turco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Levi. Ne ha facoltà.

RICARDO FRANCO LEVI. Signor Presidente, tra i tanti guasti provocati da questo disegno di legge, impostato tutto nella sostanza sui tagli - di risorse di lavoro, di speranze e di carriera - ci sta anche l'effetto, non meno grave, di aver costretto il dibattito nel corso di questi mesi alla difesa delle ragioni che stanno a sostenere la necessità di risorse per far vivere la nostra università e delle ragioni di coloro che nella università, uomini e donne, lavorano e scommettono il proprio futuro.
Ebbene questi giorni di dibattito parlamentare ancorché così ristretto hanno consentito e ci stanno consentendo di affrontare i guasti più larghi di questo provvedimento che taglia futuro all'Italia e che contraddice e nega le ragioni stesse della propria esistenza. Parlo di provvedimenti che, come ha peraltro illustrato molto bene prima di me l'onorevole Tocci, distruggono l'autonomia delle nostre diversità e come tali, dunque, impediscono un'assunzione autentica di responsabilità, impediscono la valorizzazione del merito, e la garanzia del diritto allo studio e impediscono e hanno impedito la verifica e la valutazione dei risultati, di fatto costringendo in una scatola vuota i provvedimenti che dovevano dare corpo agli istituti in grado di valutare i risultati delle nostre università.
L'articolo che noi stiamo qui discutendo - l'ha detto in modo molto preciso il relatore di minoranza, l'onorevole Nicolais, nel suo intervento iniziale - è quello che dovrebbe garantire il diritto, costituzionalmente affermato, allo studio dei nostri giovani, valorizzandone il merito. Quel merito, cioè, che dovrebbe essere la difesa migliore dei più deboli della nostra società che, appunto, attraverso il loro merito, dovrebbero avere il diritto di poter procedere ed avere le medesime opportunità. Ebbene, questo articolo è vuoto, è desolatamente vuoto. Per questo diciamo «no» al presente articolo, un «no» convinto e costruttivo come pochi altri no. Diciamo, e dite tutti insieme «no», a questo articolo che costituisce una grande scatola vuota che non dà alcuna garanzia al diritto allo studio e alla valorizzazione del merito dei nostri giovani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, volevo intervenire proprio per rispondere al collega che mi ha preceduto leggendo quattro righe, apparse oggi, sull'analisi politica, con una raccolta di una statistica di questi giorni sull'università italiana. I risultati mi sembrano, invece, andare in una direzione molto diversa da quella che diceva il collega. Pag. 37
I due terzi degli italiani, infatti, riconoscono la forte differenza qualitativa tra atenei e, quindi, ritengono, per il 76 per cento, che gli stessi debbano essere sovvenzionati in base ai risultati accademici ottenuti. Ancora di più, l'81 per cento, crede che i docenti universitari debbano essere pagati da questo punto di vista. Il 37 per cento degli italiani, contro il 22 per cento del resto d'Europa, ritiene che il nostro sistema formativo sia molto più indietro rispetto a quello degli Stati Uniti d'America e il 43 per cento, rispetto al 39 per cento europeo, pensa che la ricerca italiana non sia a livello dei migliori Paesi del mondo. Questa percentuale aumenta al 72 per cento tra i laureati che ritengono che, in Italia, i concorsi universitari sono molto spesso pilotati e neanche la metà degli intervistati ritiene che chi merita ed è più bravo riesce a fare carriera.
Per concludere, il 79 per cento degli italiani chiede di cambiare la legge sull'università italiana ritenendo che essa abbia assoluto bisogno di una seria riforma. A me sembra che stiamo andando in questa linea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mattesini... onorevole Parisi... onorevole Lamorte... onorevole Savino... onorevole Castiello... onorevole Centemero...
Onorevole Bernini Bovicelli, perché vota per due persone? Dov'è il titolare?

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI. Signor Presidente, non voto per due, il collega ha premuto ed è andato via.

PIER FERDINANDO CASINI. Ma il Presidente che cosa fa qua? Non facciamo scherzi.

PRESIDENTE. Presidente Casini, ho fatto togliere la tessera. Lei non deve dubitare di me su questo punto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 507
Astenuti 3
Maggioranza 254
Hanno votato
270
Hanno votato
no 237).

Prendo atto che i deputati Trappolino e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata De Girolamo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Melis. Ne ha facoltà.

GUIDO MELIS. Signora Presidente, non è nella mia indole ma mi consenta di parlare un attimo di me. Sono entrato all'università nel 1972 e ci sono rimasto fino al 2008. Ho insegnato in tre università e alla Scuola superiore della pubblica amministrazione e ho fatto bene o male quello che considero il mio dovere: ricerca e didattica. Quindi sono uno di quei semianalfabeti contro cui, poco fa, ha tuonato l'onorevole Martino che mi dispiace di non vedere in Aula. Ora, onorevole Martino, la ringrazio e ringrazio soprattutto coloro che l'hanno entusiasticamente applaudita, perché in quell'applauso si è capito da che parte state e qual è l'intento punitivo di questo provvedimento, punitivo nei confronti di tanti che lavorano e che onestamente e con dignità si dedicano all'università. Il che nulla toglie naturalmente al fatto che esistano fannulloni ma Pag. 38anche nel Parlamento, onorevole Martino, esistono fannulloni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Parlo di qualità, di efficienza e di valorizzazione del merito che sono concetti che ci appartengono e che rivendichiamo, che abbiamo posto noi all'ordine del giorno al tempo dei nostri Governi. Sono traguardi molto ambiziosi. Il vostro provvedimento ne è infarcito. Se mettessimo in un computer il testo e chiedessimo al computer di dirci quali sono le parole più citate, forse verrebbero fuori queste tre parole: un'overdose di buoni propositi, cari colleghi della maggioranza: meccanismi premiali, opportunità per i migliori, sistemi di accreditamento per sedi e per corsi di laurea, attivazione di corsi di studio, forme di selezione impartite in lingua straniera, criteri europei. Sono grandi e nobili obiettivi ma seguiti sempre da una piccola clausola, da un codicillo che dice sempre «nell'ambito delle risorse disponibili».
L'avete detto, ad esempio, nel comma dell'articolo 5 che riguarda le lingue straniere: «nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente». Sapete come si chiama - voglio fare un po' di spocchia per l'onorevole Martino - questo? Si chiama «ossimoro», quando il primo termine e il secondo termine della proposizione sono tra loro in conflitto. Il secondo termine qua cancella il primo; rade al suolo il provvedimento. C'è un senso di impotenza in questo vostro testo.
La verità è che avete fatto un testo per selezionare i più deboli, gli atenei più deboli. Anzitutto gli atenei più piccoli e gli atenei meridionali che vengono commissariati con quella norma sul rettore che può venire da fuori. Ricorda molto la Germania orientale e la Germania occidentale dopo la riunificazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma lì c'era un consenso nazionale quando i professori della Germania ovest andarono nella Germania est a guidare quegli atenei: qui è esclusivamente un commissariamento punitivo quello che prefigurate.
Poi c'è la valutazione: vi riempite la bocca di valutazione. Vorrei dire subito che è vanificato questo tema dalle risorse che vengono messe a disposizione ma è vanificato anche dal presente dei meccanismi di valutazione. L'ANVUR, che qui è citatissimo e a cui voi assegnate un ruolo apparentemente fondamentale, è il grande desaparecido del sistema universitario italiano. In due anni che governate non abbiamo conosciuto neppure un dato sulla produttività scientifica degli atenei. Il collega prima ha letto un'inchiesta giornalistica; vorrei sapere i dati reali.
L'ANVUR che avevamo costituito noi all'epoca del Governo Prodi è un fantasma. Cosa fa? Cosa ha fatto? Cosa farà nel futuro? Non ce lo dice, non si sa. Il CIVR non aveva dato cattiva prova di sé, lo avete praticamente bloccato. Il Fondo per il merito è stato distribuito malamente lo scorso anno con criteri molto discutibili, anzi senza criteri. Noi siamo per valutare l'università e anche per valutare i singoli docenti: non abbiamo paura di questo.
Siamo per l'università dei migliori, ma lo si faccia con procedure standard valide in tutto il mondo, valide in Europa, lo si faccia subito, lo si faccia restituendo fiducia ed indipendenza all'ANVUR, dandogli dignità scientifica. Il provvedimento in esame su questo punto non dice nulla e in questo silenzio vi è tutto il dramma di un'università che viene affossata senza alcun obiettivo di rilancio del nostro sistema della ricerca e della didattica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Corsini. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, io nutro una grande affinità politica, culturale e professionale con il collega Melis, ma un piccolo e parziale dissenso rispetto al suo intervento. Non è certamente rivolto a lui: è il pretesto per poter interloquire per un minuto con il collega onorevole Martino, che pure stimo come docente universitario e come studioso. Vi è tuttavia Pag. 39- e mi rivolgo dunque al professore più che al collega parlamentare - un'ambiguità di fondo nelle argomentazioni che ha utilizzato, un'ambiguità che peraltro contrassegna e contraddistingue l'interpretazione che i colleghi del centrodestra danno della meritocrazia. In che cosa consiste questo equivoco e questa ambiguità? Il professor Martino conosce sicuramente quel testo fondamentale di Aristotele nel quale si distingue tra il governo monarchico, il governo oligarchico e il governo democratico. Ebbene, quando Aristotele ragiona di democrazia mette in luce come democrazia e meritocrazia non siano affatto compatibili, per una ragione che attiene al principio di uguaglianza della titolarità della rappresentanza politica che è proprio del governo democratico.
Il professor Martino e i colleghi della destra confondono la meritocrazia con la meritorietà. Ciò che va riconosciuto, ciò che va valorizzato, ciò che va implementato è la dimensione del merito, non la meritocrazia, che è una conseguenza impropria per quanto attiene al governo del processo educativo e formativo nelle nostre università: questo va detto e va assolutamente chiarito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 5 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
Avverto che la Commissione ha presentato il subemendamento 05.19.500, che è in distribuzione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Ghizzoni 5.20, Beltrandi 5.204, Capitanio Santolini 5.213, Borghesi 5.33, Causi 5.22, Latteri 5.1 e Cavallaro 5.24.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Latteri 5.2.
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Causi 5.23, Vassallo 5.214, Ghizzoni 5.25 e Naccarato 5.14.
La Commissione raccomanda poi l'approvazione dei propri emendamenti 5.500 e 5.501.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Nicolais 5.210, mentre raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 5.502, con una correzione che dopo leggerò.
La Commissione, inoltre, esprime parere contrario sugli emendamenti Ghizzoni 5.39, Borghesi 5.32, Latteri 5.201, Zaccaria 5.7, Ghizzoni 5.17, Capitanio Santolini 5.36, Goisis 5.41, Ghizzoni 5.18, Zaccaria 5.8, Capitanio Santolini 5.38 e Latteri 5.203.
La Commissione esprime, altresì, parere contrario sui successivi emendamenti Calgaro 5.211 e 5.212 e Capitanio Santolini 5.37, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Latteri 5.5.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Cavallaro 5.27 e Ghizzoni 5.15, mentre raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.5.19.500. Conseguentemente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Granata 5.19 e Ghizzoni 5.209.
La Commissione esprime parere contrario sui successivi emendamenti Calgaro 5.200, Ghizzoni 5.206, 5.13, 5.216, 5.207, 5.208, 5.219 e 5.215, Capitanio Santolini 5.220 e Ghizzoni 5.30, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Goisis 5.40.
La Commissione esprime parere contrario sui successivi articoli aggiuntivi Ghizzoni 5.0201, Mazzarella 5.0200 e Ghizzoni 5.0202.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Colleghi, questa notte, il collega Lusetti ha avuto una bambina, che si chiama Veronica. Rivolgiamo a lui e, soprattutto, alla madre, i nostri auguri (Applausi).

Pag. 40

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei solo chiedere se, per favore, la relatrice possa leggere quella che ha chiamato «correzione» - penso sia una riformulazione - dell'emendamento 5.502 della Commissione.
Questo perché, se dalla riformulazione sarà chiaro che si tratta di una mera correzione di forma, non vi sarà alcun problema, mentre, invece, se dovesse mutare il merito dell'emendamento, evidentemente, dovrebbe darsi la possibilità di presentare subemendamenti.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Frassinetti.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la riformulazione è la seguente: Al comma 3, lettera a), sopprimere le parole da: «e attraverso l'attivazione», fino alla fine della lettera.

PRESIDENTE. Sta bene.

MARCO CALGARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO CALGARO. Signor Presidente, vorrei solo chiedere alla relatrice per quale motivo è stato espresso parere favorevole sugli identici emendamenti Granata 5.19 e Ghizzoni 5.209, mentre è stato espresso parere contrario sull'emendamento a mia prima firma 5.200, che è assolutamente uguale.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, nel frattempo, è intervenuto il parere contrario della V Commissione (Bilancio).

PRESIDENTE. Onorevole Calgaro, comunque, l'emendamento a sua prima firma 5.200 verrà assorbito dall'approvazione degli identici emendamenti Granata 5.19 e Ghizzoni 5.209, nel caso in cui questo si verifichi.

MARCO CALGARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO CALGARO. Signor Presidente, è chiaro che l'emendamento in oggetto verrà assorbito. La questione è che è stato espresso parere favorevole sugli identici emendamenti Granata 5.19 e Ghizzoni 5.209, mentre è stato espresso parere contrario sull'emendamento a mia prima firma 5.200: ma essi sono assolutamente uguali.

PRESIDENTE. Onorevole Calgaro, per quanto mi riguarda, penso che abbia ragione, tuttavia, deve esprimersi la relatrice. Prego, onorevole Frassinetti.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il parere sull'emendamento in oggetto si intende favorevole. Il parere contrario era riferito ad un altro emendamento sul quale c'è il parere contrario della V Commissione (Bilancio), cioè l'emendamento Calgaro 5.212. È stato solo un errore di numeri.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni 5.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciriello. Ne ha facoltà.

PASQUALE CIRIELLO. Signor Presidente, con questo emendamento si individuano i principi e i criteri direttivi delle deleghe conferite al Governo. Quindi, siamo un po' al cuore del provvedimento in esame. Pag. 41
L'emendamento ha due nuclei tematici: da una parte, mira alla soppressione della lettera a) del primo comma, che è davvero un esempio precipuo di vuota affabulazione, nonché di una certa confusione; si parla, a titolo di esempio, di «valorizzazione dei collegi universitari legalmente riconosciuti, ivi compresi i collegi storici», che non si capisce per quale motivo sarebbero dovuti restare esclusi. E conseguentemente mira alla soppressione del comma 3 che è applicativo della disposizione prima citata. Dall'altra parte, si propone l'introduzione dell'articolo 5-bis, teso a definire, concretamente e non in astratto, strumentazioni e metodologie della futura valutazione, valorizzando, sin d'ora, il ruolo dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario (ANVUR) d'intesa con i nuclei di valutazione dei singoli atenei.
Faccio notare che, in mancanza di criteri e mezzi immediatamente operativi, l'intero impianto concettuale del disegno di legge fondato sul riconoscimento del merito e sulla premialità degli atenei più virtuosi rischia di rimanere, una volta di più, lettera morta. Di qui, anche la previsione di uno specifico fondo premiale, finalmente aggiuntivo al Fondo di finanziamento ordinario, come invece non è stato sinora, perché è evidente che, in regime di risorse decrescenti, l'incentivazione riconosciuta ad un ateneo non può tradursi nel collasso di altri, ad evitare che il meccanismo conduca, anziché ad una sana e leale competizione, ad una sorta di bellum omnium contra omnes.
Nulla di rivoluzionario, quindi. Solo la volontà di mettere concretamente a regime un sistema di valutazione quale esiste in tutti gli altri Paesi dell'Unione europea omogenei al nostro. Se volete, la cartina di tornasole della credibilità dell'intero disegno di legge governativo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, innanzitutto vorrei apporre la mia firma a questo emendamento e vorrei segnalare e sottolineare come si tratti di una proposta emendativa tesa a dare effettività a questi fondi improntati al merito, che contraddistinguono l'attività didattica delle nostre università. Perché, se così non fosse, varrebbe ben poca cosa il fatto di ripartire all'interno del Fondo di finanziamento ordinario alcune quote, le quali sono, peraltro, molto opinabili e rimesse alla discrezionalità del Ministero. Infatti, dire fino al 10 per cento vuol dire tutto ma vuol dire anche niente: non sappiamo l'asticella dove si fermerà, se al 10 per cento, che è il tetto massimo, piuttosto che all'1 per cento o allo 0 per cento. Questa è la previsione normativa che andate a suggerirci.
Allora, noi, insieme ai colleghi primi firmatari di questo emendamento, vorremmo, quanto meno, che, a fronte di questo merito, che viene riconosciuto secondo criteri predefiniti alle università più virtuose, vi sia un'aggiuntiva contribuzione da erogare a queste stesse università. Altrimenti, cari colleghi deputati del sud, l'applicazione di questa norma determinerà un ulteriore iato tra le università del nord e quelle del sud: oggi, fino al 10 per cento del Fondo di finanziamento ordinario, domani fino al 30 per cento, saranno favorite le università del nord. E allora è bene che il Fondo di finanziamento ordinario rimanga attribuito secondo i criteri ordinari, mentre si devono prevedere delle risorse aggiuntive per le università più virtuose.
In questa logica, io, che provengo dal Friuli Venezia Giulia, dove sia l'università di Udine che quella di Trieste sono tra quelle che da una parte sono più virtuose, dall'altra tra le più sottofinanziate, ho particolare attenzione a che questo emendamento venga condiviso, io mi auguro, dalla maggioranza dei presenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 5.20, non accettato dalla Pag. 42Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Colleghi prendete posto... onorevole Garagnani... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 507
Astenuti 3
Maggioranza 254
Hanno votato
244
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Beltrandi 5.204.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, con questo emendamento si chiede l'istituzione e l'erogazione cadenzata nel tempo, con regolarità, di un fondo premiale straordinario, aggiuntivo al fondo di finanziamento ordinario, da ripartirsi in base al merito e di entità tale da risultare di effettivo stimolo al miglioramento dell'attualità della ricerca e della didattica, nonché l'individuazione dei dipartimenti universitari - e non già degli atenei - quali destinatari delle quote del fondo premiale, essendo i dipartimenti luoghi preposti allo svolgimento dell'attività di ricerca, nonché di afferenza del personale docente.
In questo modo, si evita che un dipartimento meritevole, ma operante in un ateneo complessivamente mediocre, venga penalizzato, e viceversa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 5.204, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Patarino... onorevole Formisano... onorevole Maggioni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 505
Astenuti 3
Maggioranza 253
Hanno votato
238
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che il deputato Cazzola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Capitanio Santolini 5.213.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, l'emendamento al nostro esame intende colmare, a nostro avviso, una lacuna presente in questa riforma: manca, infatti, qualsiasi accenno alle scuole di altissima specializzazione che, invece, all'estero sono previste.
Si tratta di scuole - affiancate alle università - che prevedono percorsi straordinari per ragazzi molto dotati, i quali ovviamente devono superare una selezione molto seria, con un numero chiuso, ma hanno la possibilità di accedere a corsi straordinariamente avanzati, che li rendono competitivi in tutto il mondo.
È inutile parlare di Europa, di globalizzazione e di merito - l'onorevole Martino ci richiamava alla necessità di realizzare università di alto livello - quando poi, se davvero vogliamo tenere i nostri Pag. 43cervelli, li facciamo andare via perché non hanno la possibilità di fare ricerche di altissimo livello in Italia.
Pertanto, mi sembrava di colmare una lacuna che in questa riforma c'è, ma evidentemente al Governo non interessa.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Mussolini, intende intervenire sull'emendamento Capitanio Santolini 5.213?

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, mentre noi ci troviamo qui a votare, è successo un fatto gravissimo e vorrei informare l'Aula: il leader Bersani è salito sul tetto della facoltà di architettura, a piazza Borghese a Roma (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Onorevole Mussolini, le tolgo la parola...

ALESSANDRA MUSSOLINI. ...ma è scivolato! Quindi volevo informare l'Aula di un fatto molto grave che è successo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mussolini.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 5. 213, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Castellani, Antonino Foti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 504
Astenuti 2
Maggioranza 253
Hanno votato
238
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che il deputato Lisi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 5.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, credo sia una nota di merito se esponenti dell'opposizione salgono sui tetti con i ricercatori. Ci dovremmo andare tutti per capire quello che sta accadendo in questo Paese da qualche minuto, da qualche giorno a questa parte, perché chiaramente state espellendo questi ricercatori dalla loro attività e dignità; direi quindi che dobbiamo stare accanto a loro. Noi con questo emendamento invece chiediamo di restituire dignità ai ricercatori, sanzionando quelle università che non rispettano quello che è sancito dal decreto del Presidente della Repubblica dell'11 luglio 1980, n. 382, all'articolo 32, che indica i compiti dei ricercatori. Sanzionare l'università significa che bisogna anche spendere bene quello che si ha, ridurre i finanziamenti alle università se, per esempio, non rispettano l'articolo 32 del decreto del Presidente della Repubblica che afferma: «i ricercatori universitari contribuiscono allo sviluppo della ricerca scientifica universitaria e assolvono a compiti didattici integrativi (...)». Credo che in questa maniera dobbiamo riconoscere la dignità di questi lavoratori che fanno cultura nelle università e idealmente siamo tutti con loro sui tetti delle università a difenderli (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 5.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, onorevole Landolfi, onorevole Cristaldi, onorevole Formisano Pag. 44Anna Teresa, onorevole Duilio, onorevole Di Virgilio, onorevole Volpi, onorevole La Loggia, onorevole Landolfi non ha votato? Va bene, onorevole Landolfi, è un voto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 501
Astenuti 2
Maggioranza 251
Hanno votato
230
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Razzi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Avverto che gli emendamenti Goisis 5.41 e 5.40 sono stati ritirati dalla presentatrice.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Causi 5.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi, a cui ricordo che ha un minuto di tempo a sua disposizione. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, siamo di fronte ad uno dei tanti esempi di «barocchismo» di questa legge e di superfetazione normativa: Il Governo chiede una delega per la riforma dei principi contabili delle università.
Tuttavia è già in corso una delega per la riforma e l'armonizzazione dei bilanci di tutte le pubbliche amministrazioni, lo abbiamo stabilito con legge n. 196 del 2009. Qui si chiede una delega specifica per i soli di bilanci dell'università, mettendo l'università fuori dalla riforma generale. Qualche dubbio è legittimo,
Tuttavia, almeno chiariamo nel testo che questa delega andrà esercitata conformemente e coerentemente ai principi generali stabiliti dalla legge n. 196. Chiedo al relatore di ripensare al suo parere perché avete già in Commissione emendato in tal senso il comma 4, lettera a). Con questo emendamento verrebbe emendato anche il comma 1, lettera b), che detta i principi della delega e quindi non capisco il motivo della contrarietà, perché qui si tratta di dire che la riforma dei principi contabili dell'università va fatta coerentemente alla riforma dei principi contabili delle intere pubbliche amministrazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Causi 5.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Landolfi, Lehner, Cesare Marini, Giammanco. Colleghi, devo farvi notare che tutte le difficoltà normalmente si verificano quando siete al telefono.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
230
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che i deputati Genovese, Razzi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 5.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Garagnani, Galletti, Cesare Marini, Mattesini, Miotto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 45
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 495
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato
229
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che il deputato Garagnani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Argentin, Genovese e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Latteri 5.2, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Traversa, Volpi, Cesare Marini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 492
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato
303
Hanno votato
no 189).

Prendo atto che i deputati Argentin, Razzi e Genovese hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Causi 5.23.
Avverto che l'emendamento Causi 5.23 verrà posto in votazione come riferito alla lettera d) del comma 1 dell'articolo 5, come modificato a seguito dell'approvazione dell'emendamento Latteri 5.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, ho quattro minuti su questo argomento; se mi dà la parola adesso, li sfrutterò tutti. Qui parliamo di diritto allo studio, il quale è una materia costituzionalmente garantita ai sensi dell'articolo 117, lettera m), della Costituzione.
Questa proposta emendativa - che invitiamo tutte le colleghe, i colleghi, la relatrice e il Governo a valutare con grande attenzione - è tesa a chiarire il necessario intreccio fra la delega per stabilire i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) nel settore del diritto allo studio contenute in questo disegno di legge, e la legge delega generale di attuazione del federalismo fiscale, legge n. 42 del 2009; ciò perché i due processi non possono essere separati.
Per tutti i diritti costituzionalmente garantiti, compresso il diritto allo studio, la legge italiana prevede la fissazione di livelli essenziali; la legge n. 42 del 2009 prevede poi la definizione di costi e fabbisogni standard. Tali quantificazioni sono poi necessarie a valutare la dimensione delle compartecipazioni dei fondi perequativi per le regioni e gli enti locali, che erogano questi servizi, e sono quindi necessari anche a stabilire gli obiettivi di servizio e il processo di convergenza all'interno del coordinamento dinamico di finanza pubblica che abbiamo stabilito con la riforma del federalismo fiscale.
Allora è bene che questo veicolo legislativo diventi un'occasione per stabilire i LEP del diritto allo studio, male è, però, che in questo disegno di legge ci si dimentichi del necessario raccordo con l'attuazione della legge n. 42 del 2009; raccordo che si realizza con questo emendamento e con in più un'altra proposta che vi facciamo, e cioè: mentre tutte le deleghe previste in questo testo di legge devono essere attuate entro 12 mesi, noi proponiamo che la delega sul diritto allo studio sia fatta entro sei mesi, e che ci si prenda quindi, solo sei mesi di tempo per la delega più importante, quella che parla alle famiglie e agli studenti.
Il lavoro su questa delega può così arrivare in tempi utili, affinché se ne tenga conto anche nel processo parallelo di attuazione dei decreti del federalismo. Mi auguro Pag. 46che Governo e maggioranza vogliano riflettere a fondo sul parere a questo emendamento, perché sull'attuazione della legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale, vi è molta politica, molto marketing e molta propaganda, ma va detto in quest'Aula che Governo e maggioranza stanno mostrando negli ultimi mesi comportamenti contraddittori, non sempre condivisibili: da un lato si vuole accelerare, dall'altro emergono i problemi più complicati, come quello dei LEP, e questi problemi, invece che essere affrontati, vengono sistematicamente messi da parte da Governo e maggioranza.
Ed è stato proprio così con il decreto sui fabbisogni standard, dove la proposta delle opposizioni di stabilire i LEP sull'assistenza e sull'istruzione è stata rigettata e respinta da Governo e maggioranza, e abbiamo quindi un decreto sui fabbisogni standard che non prevede la fissazione dei LEP, che tra l'altro rende inapplicabile la legge n. 42 del 2009.
Nel caso del diritto allo studio universitario, oggi abbiamo un'occasione - che arriva con questo disegno di legge - che ci permetterebbe di fare un passo avanti, ma i contenuti della delega devono allora essere meno generici - perché sono troppo generici - e devono essere coordinati, in fase attuativa, con i decreti attuativi del federalismo fiscale.
Approvando questo emendamento il passo avanti sui LEP al diritto allo studio sarà vero e utile, e il legislatore delegato avrà chiaro che l'obiettivo di questo decreto così importante sul diritto allo studio dovrà anche essere quello di avere una ricaduta operativa sull'attuazione della legge n. 42 del 2009 e, quindi, sulle modalità di finanziamento del diritto allo studio tramite i bilanci delle regioni e degli enti locali.
Rivolgo un appello pressante affinché la maggioranza, il relatore e il Governo vogliano accogliere questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Vassallo 5.214 è stato ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Causi 5.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Strizzolo, Cesa, Traversa, Giammanco
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 495
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato
230
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che i deputati Genovese, Razzi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 5.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini... Ministro Vito...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 496
Astenuti 2
Maggioranza 249
Hanno votato
229
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che i deputati Argentin Genovese e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Cimadoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 47Naccarato 5.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 492
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato
227
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che i deputati Argentin, Genovese e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pollastrini... Onorevole Maran... Onorevole Galati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 499
Maggioranza 250
Hanno votato
496
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che i deputati Argentin, Razzi e Genovese hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.501 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... Onorevole Galati... Onorevole Traversa... Onorevole Pili... Onorevole Miotto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 500
Maggioranza 251
Hanno votato
499
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Razzi, Genovese e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Nicolais 5.210.

LUIGI NICOLAIS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI NICOLAIS. Signor Presidente, il mio emendamento è ritirato perché è già stato inserito nel testo.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.502 della Commissione, nel testo riformulato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.502 della Commissione, nel testo riformulato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Veltroni... Onorevole Cesa... Onorevole Mazzuca... Onorevole Di Virgilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato
270
Hanno votato
no 228). Pag. 48

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Argentin, Razzi e Genovese hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 5.39, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... Onorevole Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 494
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
228
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che il deputato Ascierto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Razzi, Argentin e Genovese hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 5.32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, mi dispiace che il Ministro Gelmini sia uscito perché volevo «farle un appunto personalmente», ma mi rivolgo a lei ovviamente.
Il Ministro Gelmini ha affermato che con questa riforma universitaria vuole premiare le università virtuose. Ebbene, tutti sappiamo che nelle singole università vi sono i Dipartimenti - proprio quelli rivalutati nella riforma Gelmini ai quali venne affidata l'organizzazione della docenza e della ricerca - alcuni di questi funzionano bene, altri meno bene.
Immaginate di far rientrare un cervello dall'estero e affidargli la responsabilità di un dipartimento - per esempio quello di cardiochirurgia - in un'università scadente. Ebbene non sarà mai possibile far decollare quel dipartimento da parte di questa «eminenza grigia» venuta dall'estero, in quanto ad un'università scadente saranno devoluti pochi fondi. L'emendamento che propongo mira quindi ad attribuire i fondi, non soltanto alle università più meritevoli, ma ai Dipartimenti che eccellono nell'ambito delle università.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 5.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Paolo Russo, Formisano, Graziano, Cesare Marini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 492
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato
228
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che i deputati Razzi, Genovese e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 5.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Cesare Marini...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 49
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 489
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
227
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che i deputati Argentin, Razzi e Genovese hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 5.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Mazzuca, Laboccetta, Presidente Buttiglione, onorevoli Cesa, Miotto, Landolfi, Gozi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 494
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
230
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che i deputati Genovese, Argentin e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 5.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Castellani, Cesare Marini, Paolo Russo, Mondello, Rao, Guzzanti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 495
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
231
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che i deputati Argentin, Genovese e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 5.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Mazzuca, Giammanco, Nizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato
232
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che i deputati Razzi, Genovese e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 5.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Paolo Russo, Mazzuca, Cesare Marini, Vico, Cesario, Vincenzo Fontana, Giammanco, Barbi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 50
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 496
Astenuti 3
Maggioranza 249
Hanno votato
232
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che i deputati Genovese e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 5.38, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Villecco Calipari, Marini Cesare, Mazzuca, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 490
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato
230
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che il deputato Moffa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calgaro 5.212, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Castellani, Paolo Russo ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 498
Astenuti 2
Maggioranza 250
Hanno votato
232
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 5.37, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lehner, Moffa, Ceroni, Cesare Marini, Landolfi, Mondello, Vannucci, Di Virgilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 491
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato
230
Hanno votato
no 261).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Latteri 5.5, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, Mazzuca, Zunino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 496
Astenuti 2
Maggioranza 249
Hanno votato
268
Hanno votato
no 228).

Pag. 51

Passiamo alla votazione dell'emendamento Cavallaro 5.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, anche questo emendamento si occupa in maniera specifica del diritto allo studio universitario, cercando di chiarire che è un diritto sociale, costituzionalmente protetto dall'articolo 34 della Costituzione, e che è strumentale e sussidiario alla formazione del diritto della persona umana a progredire nella formazione culturale, scientifica e professionale in modo non condizionato, quindi attraverso la realizzazione anche dei principi costituzionali dell'uguaglianza e della parità di trattamento di cui agli articoli 2 e 3 della Costituzione.
Abbiamo compreso che c'è uno stato di confusione nel confronto fra l'articolo 4 e l'articolo 5, nell'illustrazione che è stata data alle scarse risorse finanziarie che sono invece a disposizione del sistema complessivo.
Comunque, mi premeva precisare che il diritto allo studio, proprio per questa sua natura, non può essere ridotto ad una monetizzazione, ad una pur opportuna necessità di concedere borse di studio, provvidenze e prestiti d'onore, ma è anche un sistema integrato nel quale partecipa l'intera comunità universitaria, perché finalizzato a costruire un modello di ateneo che, pur non essendo più separato dalla società, come il campus di storia anglosassone, è comunque attento a che si formi una comunità che sia scientifica e didattica ad un tempo e che presenti un modello di università pubblica competitivo su tutto il territorio nazionale.
Per fare questo, occorrono ampi e complessi strumenti. Occorre una visione a trecentosessanta gradi del diritto allo studio, che comprenda tutti gli studenti, inclusi quelli svantaggiati, quelli portatori di handicap, ed anche il diritto degli studenti ad un'attività culturale e un'attività sportiva, che di fatto nell'esperienza che viene vissuta nelle regioni è così che viene poi organizzato e parametrato concretamente.
In questo sistema del diritto allo studio, il primo punto fondamentale è riconoscerne la natura di diritto fondamentale. Il secondo punto è di dare risorse adeguate, distinguendo ovviamente tra chi è virtuoso nell'uso di questi denari e chi non lo è, e soprattutto smettere di credere che soltanto una forma di privatizzazione possa rendere efficace ed efficiente il sistema universitario e segnatamente il sistema del diritto allo studio. L'efficienza è moralità, capacità di comportarsi, che deve essere peraltro di tutti i corpi sociali collettivi, che non distingue la meritevolezza se non attraverso procedure valutative che anche nel diritto allo studio debbono essere applicate ed utilizzate.
In poche parole, specialmente quando per altri versi - ed anche qui in altri campi - parliamo di sistema federale, di articolazione delle autonomie orizzontali, di rispetto del principio costituzionale e addirittura federale - che in realtà sarebbe autonomista e federale non è -, poi propendiamo, attraverso l'articolo 4, per un sistema di borse nazionali che addirittura collide o non coincide con quello regionale e per uno svuotamento dei principi e dei contenuti del diritto allo studio universitario. Questo intende segnalare all'Aula e al Governo non solo questo emendamento, ma la nostra posizione sui diritti, che sono diritti non solo degli studenti, ma dell'intera comunità universitaria nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cavallaro 5.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 52
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 476
Votanti 472
Astenuti 4
Maggioranza 237
Hanno votato
217
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Laffranco ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Velo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Colleghi, come sapete l'accordo prevede di sospendere i nostri lavori alle 14. Mi unisco all'invito a votare fino all'emendamento Calgaro 5.200 (Commenti).

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Signor Presidente, chiedo ai colleghi un ultimo voto sull'emendamento Ghizzoni 5.15 (Commenti).

PRESIDENTE. Mi pare che la volontà dell'Assemblea sia molto esplicita e determinata. Presidente Aprea, ne prendiamo atto.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 14).

MATTEO MECACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO MECACCI. Signor Presidente, intervengo perché, poche decine di minuti fa, le agenzie di stampa hanno battuto la notizia che in Corea del Sud sono stati trovati due ulteriori morti civili, dopo l'attacco militare da parte della Corea del Nord nella giornata di ieri.
Il collega Evangelisti ieri ha sollecitato la Presidenza a chiedere al Governo di riferire in Parlamento. Il Ministero degli esteri, nella giornata di ieri, ha preso posizione su questa vicenda.
Non va dimenticato che l'effetto che ha avuto questo inizio di conflitto - o comunque questo incidente - sia sulle borse, sia sui mercati finanziari, è sicuramente rilevante; si parla di iniziative del G8 e di prese di posizione della NATO.
Credo che il Governo italiano, dopo una prima risposta immediata che c'è stata a commento della vicenda, debba venire in Parlamento - nelle Commissioni o in Aula, trovi il Governo stesso la forma - a riferire sull'argomento, perché non si può ignorare un evento che non è marginale, pur essendo lontano dal nostro Paese, e che può avere conseguenze rilevanti per tutta la comunità internazionale (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

ISIDORO GOTTARDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, una nota delle ore 13.52 annuncia che l'onorevole Barbato è stato sottoposto ad accertamenti in ospedale. Secondo i medici, infatti, accusando egli forti dolori toracici, si è reso necessario un elettrocardiogramma per accertare se tali dolori siano conseguenza dei colpi ricevuti in Aula e, quindi, se il dolore al petto sia insorto a seguito dei colpi subiti.
Chiedo, signor Presidente, se lei ritiene opportuno di consigliare ai medici, già che ci sono, di procedere ad ulteriori accertamenti clinici nei confronti dell'onorevole Barbato con soddisfazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gottardo.

GIANNI MANCUSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 53

GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, desidero approfittare dell'occasione per sollecitare la risposta ad un atto di sindacato ispettivo, un'interrogazione a risposta in Commissione, la n. 5-03117 del 24 giugno scorso. Con tale atto si segnalava al Governo che presso l'Istituto comprensivo scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado di Sant'Arsenio, in provincia di Salerno, non è stato concesso l'assistente ad una docente non vedente, commissaria agli esami di Stato.
La docente in questione, nell'anno che ha preceduto l'esame di Stato, ha subìto un'evoluzione della sua condizione per cui da cieca parziale ventesimista è stata poi riconosciuta cieca totale e per questo motivo aveva richiesto, ai sensi dell'articolo 61, comma 2, della legge n. 270 del 1982, di poter essere assistita dal coniuge. Alla suddetta richiesta è stato opposto un rifiuto in quanto non avanzata all'inizio dell'anno scolastico, ossia nel settembre 2009. La situazione di salute della docente nel frattempo si è aggravata ed è veramente singolare che questa persona, facendo il suo dovere di commissario agli esami di Stato, non abbia potuto avvalersi di un assistente di fiducia.
L'episodio è grave. Sollecito, quindi, un'accelerazione dell'iter dell'atto di sindacato ispettivo attraverso il suo autorevole intervento, signor Presidente, presso il Governo.

NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo in merito ad una vicenda che qualche settimana fa ha creato sconcerto e indignazione in tutto il Paese e che sembra oggi, leggendo gli articoli della stampa, prendere una piega ancora più negativa, gettando ulteriori ombre e buio.
Mi riferisco, in modo particolare, al fatto che circa un mese fa si è tenuto a Roma il concorso nazionale notarile. Come tutti sappiamo, le prove sono state annullate - mentre il concorso è stato salvato dal Ministro Alfano - per una serie di vizi e di irregolarità, vizi a fronte dei quali il Ministro, tra l'altro, ha opportunamente inviato gli atti alla procura della Repubblica di Roma, anche rispondendo ad una nostra interrogazione parlamentare in Aula.
Apprendiamo oggi da un quotidiano nazionale che la procura, a seguito di una serie di indagini svolte, avrebbe probabilmente accertato (visto che si tratta di atti riportati) che la commissione esaminatrice sapeva che la traccia «incriminata» era comunque viziata e irregolare, e che ha comunque ritenuto opportuno renderla traccia di esame. Nonostante l'accertamento del fatto che la commissione sapesse, sembrerebbe che non sia stato rilevato alcun reato e nessun soggetto sia stato iscritto nel registro degli indagati.
Siccome questa vicenda ha creato, come dicevo all'inizio, profondo sconcerto, dando un'immagine assai negativa del Paese - a proposito di un concorso tanto importante quanto delicato, anche per l'attività che i notai svolgeranno -, auspico che questa vicenda, tanto deleteria per il Paese, non si risolva poi, come spesso si risolvono tante situazioni, «all'italiana»: vi sono degli errori, vi sono dei vizi, vi sono delle situazioni di irregolarità, ma alla fine nessuno paga. In questo caso, gli unici soggetti che pagherebbero per tale vicenda sono quei giovani praticanti, aspiranti notai, che si sono visti costretti a dover affrontare una prova dura, impegnativa, che poi è stata annullata.
Mi auguro quindi che il Presidente della Camera e il Ministro della giustizia possano farsi interpreti del senso di sconcerto derivante da tale situazione. L'augurio nostro è che, se verranno accertate delle responsabilità (e delle responsabilità sono doverosamente accertabili), coloro i quali hanno sbagliato paghino in maniera esemplare: il nostro Paese non può permettersi che su un concorso tanto importante si staglino ombre così pesanti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 54

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, vorrei aggiungere un elemento a quanto aveva detto, all'inizio degli interventi sull'ordine dei lavori, l'onorevole Mecacci: le due persone che sono state trovate morte in Corea sono due cristiani e anche questo elemento rientra nella vasta operazione, che si sta diffondendo nei Paesi orientali, di «cristianofobia».
Mi domando se non dovremmo chiedere al Ministro degli affari esteri di sapere in maniera organica e coerente con la tutela di un patrimonio di valori che cosa intenda fare e come intenda fare per avere dei dati concreti, per verificare le ragioni per cui si sta diffondendo questa sorta di liberalizzazione delle aggressioni indirizzate contro i cattolici.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro della salute, il Ministro per i beni e le attività culturali e il Ministro del sviluppo economico.

(Misure per semplificare gli adempimenti previsti a carico delle imprese agricole nelle zone riconosciute vulnerabili da nitrati di origine agricola - n. 3-01346)

PRESIDENTE. L'onorevole Fogliato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Reguzzoni n. 3-01346, concernente misure per semplificare gli adempimenti previsti a carico delle imprese agricole nelle zone riconosciute vulnerabili da nitrati di origine agricola (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, l'attuazione della direttiva n. 91/676/CEE, meglio conosciuta come «direttiva nitrati», relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole, continua ad essere oggetto di un processo di adeguamento faticoso e contrastato da parte delle regioni.
Le regioni sono attualmente impegnate nella revisione dei programmi di azione per rispondere alle richieste dell'Unione europea successive alla proposta di deroga richiesta dal nostro Paese. È da ritenere che il percorso seguito finora non possa dirsi sufficiente per portare a soluzione il problema del rapporto tra ambiente, agricoltura e zootecnia. Ai fini della designazione delle zone vulnerabili da nitrati, deve, a nostro avviso, essere svolta un'analisi plurima delle fonti di inquinamento, non solo il carico del settore zootecnico, ma anche il trattamento delle acque reflue dei depuratori e la ricognizione degli scarichi industriali

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SEBASTIANO FOGLIATO. Le chiediamo pertanto, signor Ministro, quali provvedimenti intenda assumere nell'immediato per semplificare gli adempimenti previsti a carico delle imprese agricole nelle aree attualmente riconosciute vulnerabili da nitrati di origine agricola.

PRESIDENTE. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Giancarlo Galan, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

GIANCARLO GALAN, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, desidero innanzitutto Pag. 55comunicare, a chi non lo sapesse e a chi ci ascolta in questo momento, oltre che, ovviamente, agli onorevoli deputati gentilmente presenti, che d'intesa con la Conferenza Stato-regioni e con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il 29 aprile scorso, è stato approvato il Piano strategico nazionale sui nitrati, di grande rilievo, di grande importanza e che pone grandi vincoli per le nostre aziende.
Da allora, è cominciato un percorso, che ha portato da un lato alla necessità di implementare la direttiva - si dice implementare una norma, cioè applicarla concretamente - per rispetto dell'Unione europea, e, dall'altro lato, ha portato una richiesta di deroga, che abbiamo rivolto all'Unione europea, volta ad ottenere una concessione di deroga al valore limite di 170 chilogrammi di azoto previsto dalla direttiva nitrati.
La concessione di questa deroga è subordinata alla rivisitazione dei singoli programmi regionali e in tal senso - lo spero, almeno, ma ne sono anche convinto - le regioni stanno operando.
Noi non siamo rimasti fermi e abbiamo agito in un'altra direzione, abbiamo cioè lavorato alla revisione del decreto sull'utilizzo in agricoltura degli effluenti di allevamento, per cui stiamo elaborando e rendendo possibile una serie di azioni innovative per le aziende e di grande mitigazione dell'impatto ambientale connesso alla zootecnia.
Questo provvedimento, che stiamo predisponendo, sarà molto utile alle regioni, perché in pratica permetterà di utilizzare in agricoltura il potenziale inquinante, trasformandolo evidentemente in concimi ed energia e, quindi, potendo predisporre il terreno per nuovi piani, accettati dall'Unione europea e che possono condurre a una deroga al limite dei 170 chilogrammi.

PRESIDENTE. L'onorevole Fogliato ha facoltà di replicare.

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, per quanto riguarda la replica al signor Ministro - che ringrazio per essere qui oggi - credo che la richiesta di deroga sia ritenuta da tutti insufficiente, ma è meglio agire per rideterminare i criteri che hanno portato alla definizione delle aree vulnerabili.
L'ipotesi che indica il carico zootecnico come fattore non determinante nell'inquinamento da nitrati è infatti serio e merita di essere approfondito. Riteniamo che il problema debba essere affrontato in una logica complessiva di studio del territorio, dove si indichino chiaramente le fonti di inquinamento e quelle che portano ai nitrati.
Ho letto in uno studio recentemente che nelle zone dove non c'è agricoltura, ma c'è l'industria, c'è un inquinamento da nitrati più forte rispetto ai luoghi in cui è presente l'agricoltura. Quindi le chiedo, signor Ministro, di farsi carico, anche in Europa, di rappresentare queste problematiche. Lo faccia con la consapevolezza che ha sulle spalle il settore primario del nostro Paese, che non ha bisogno di ulteriori burocrazie, lacci e lacciuoli che frenino lo sviluppo di questo settore.

(Iniziative per evitare trattamenti discriminatori nei confronti dei lavoratori precari della scuola, in relazione all'erogazione dell'indennità di disoccupazione - n. 3-01342)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Giuseppe ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Pietro 3-01342, concernente iniziative per evitare trattamenti discriminatori nei confronti dei lavoratori precari della scuola, in relazione all'erogazione dell'indennità di disoccupazione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Ministro, per effetto di una convenzione tra il MIUR, l'INPS e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sono stati emanati dal MIUR due decreti ministeriali (il n. 82 e il n. 100 del 2009), però questa convenzione non ha prodotto nulla di positivo per Pag. 56i precari, anzi sono stati penalizzati per quanto riguarda i benefici economici previsti dall'INPS. Infatti, per l'indennità di disoccupazione ordinaria l'INPS ha smesso di pagare tutti i precari che sono stati inclusi proprio nel salvaprecari allo scadere dei 240 giorni indennizzabili, senza poter applicare però il differimento del pagamento allo scadere dell'anno mobile, e quindi avviare una nuova pratica. A causa di tutto questo i precari sono da mesi senza percepire un euro.
Il gruppo Italia dei Valori vuole sapere se lei intenda rivedere subito i criteri della convenzione con l'INPS in modo da evitare che i precari siano penalizzati.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, come tutti sanno il problema del precariato nella scuola ha origini antiche. Questo Governo dopo decenni di politiche non responsabili ha deciso di intervenire per evitare che tanti giovani venissero ancora illusi da false promesse: scelte, quelle di questo Esecutivo, non più rimandabili e che per la verità erano già state anticipate dal precedente Governo di centrosinistra, che peraltro aveva anche avviato un'azione di razionalizzazione dell'organico con la previsione della riduzione di 44 mila posti di lavoro. Detto questo, il Governo non ha voluto abbandonare chi, non certo per colpa propria, si trova senza un futuro lavorativo certo e garantito.
Il Governo ha sostenuto con misure concrete la condizione dei precari e, in particolare, dei docenti che con la supplenza annuale, attraverso i seguenti provvedimenti, hanno potuto trovare una risposta. Penso al decreto salvaprecari che attribuisce la precedenza assoluta in tutte le nomine effettuate dalle scuole, con il riconoscimento del punteggio intero, agli accordi con le regioni per la realizzazione di progetti e attività di sostegno e di arricchimento dell'offerta formativa, e all'automatismo della liquidazione dell'indennità di disoccupazione da parte dell'INPS, laddove dovuta, attraverso una gestione automatizzata degli adempimenti, tramite una piattaforma informatica che collega tutte le amministrazioni scolastiche con la stessa INPS.
Relativamente a quest'ultima misura mi sembra giusto rispondere in maniera precisa a una interrogazione che è molto tecnica. Non è previsto alcun trattamento di sfavore rispetto alla generalità dei soggetti che si trovano nella stessa condizione di disoccupazione, anche perché la convenzione con l'INPS riguarda solo la semplificazione delle procedure e non le condizioni per fruire dei diritti fissati per legge. Anzi, come precisato nella circolare per i precari della scuola, sono stati introdotti criteri addirittura migliorativi rispetto al resto dei lavoratori.
È stato ribadito, cioè, che le modalità di erogazione dell'indennità di disoccupazione sono quelle della normativa generale, grazie alla convenzione con l'INPS. Pertanto, gli interessati non devono ogni volta presentare una nuova dichiarazione documentata di immediata disponibilità ad un lavoro o ad un percorso di formazione. Solo nell'anno di prima applicazione della convenzione si è fatto, ovviamente, riferimento al 1o luglio 2009 come data iniziale del periodo utile per l'erogazione dell'indennità di disoccupazione, restando fermo il principio INPS dell'anno mobile per i periodi successivi.
Quanto alla presunta minore durata della prestazione di disoccupazione per i precari della scuola, l'INPS ha ribadito che tale categoria di beneficiari può godere, come tutti gli altri disoccupati, di otto mesi di prestazioni se di età inferiore ai cinquant'anni e di dodici mesi di prestazioni se di età pari o superiore ai cinquant'anni. Per norma, tale durata è fruibile nel cosiddetto anno mobile ossia nei dodici mesi successivi alla data di decorrenza della prestazione. Trascorso questo periodo, se ne ricorrono le condizioni, è possibile accedere per intero ad una nuova indennità...

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PRESIDENTE. Deve concludere, Ministro Gelmini.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. ...come confermato - sto concludendo, signor Presidente - dal recente messaggio dell'INPS n. 27.113 dello scorso 28 ottobre, con cui, tra l'altro, è stata introdotta un'eccezione, ulteriormente migliorativa, superando anche il limite dell'anno scolastico di riferimento. Non si tratta quindi di un trattamento penalizzante, ma addirittura migliorativo rispetto agli altri.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Giuseppe ha facoltà di replicare.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, signor Ministro, non ci possiamo ritenere assolutamente soddisfatti della risposta, perché pare che questo Governo abbia dichiarato guerra ai precari. Non bastano i 12 punti, non basta la sua spiegazione perché, se la mia è stata un'interrogazione tecnica, la sua è stata una risposta altrettanto tecnica basata su delle regole che conoscevamo perfettamente, altrimenti non avremmo presentato tale interrogazione. Infatti i beneficiari - come voi del Governo chiamate i precari, ma li chiamerei più i «malcapitati» - sono penalizzati rispetto agli altri lavoratori che percepiscono un'indennità ordinaria di disoccupazione. Questo è un meccanismo sbagliato perché l'indennità, che è spalmata per gli altri lavoratori, su 240 giorni, purtroppo, per i precari, è spalmata su 500 giorni e i precari non percepiscono dal 1o di luglio ad oggi neanche un euro. Questo è, quindi, difficile.
Le voglio dire solo una cosa, signor Ministro: che il cosiddetto salva-precari fosse un provvedimento tampone e poco credibile era chiaro e lo sapevamo già, soprattutto per quel termine, salva-precari, che a noi sembra anche piuttosto burlesco. Se non se ne fosse accorta, signor Ministro, le voglio dire che la scuola italiana è a pezzi, mancano le scuole, non sono in sicurezza, le aule, i banchi, le classi sono strapiene.
Questo Governo sta privatizzando la scuola e, in questo modo, per rendere e far rimanere precari i lavoratori della scuola, avete reso precaria la scuola stessa. L'avete fatto anche con l'università; con la scusa della riforma, avete precarizzato a vita i ricercatori universitari. Questa è la verità, signor Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Iniziative in ordine alla concentrazione di arsenico nelle acque ad uso alimentare rilevata in numerosi comuni di cinque regioni italiane - n. 3-01343)

PRESIDENTE. L'onorevole Dionisi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01343, concernente iniziative in ordine alla concentrazione di arsenico nelle acque ad uso alimentare rilevata in numerosi comuni di cinque regioni italiane (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ARMANDO DIONISI. Signor Presidente, l'Unione europea non ha concesso un'ulteriore deroga, richiesta dall'Italia, all'innalzamento dei limiti di legge sulla concentrazione di arsenico nelle acque ad uso alimentare. L'intimazione indirizzata, il 28 ottobre 2010, al Ministro della salute dall'Ufficio ambiente dell'Unione europea apre un pesantissimo problema in 128 comuni. Il Lazio è la regione più colpita, con 91 comuni, sparsi tra le province di Roma, Latina e Viterbo e dove i sindaci potrebbero essere costretti ad adottare provvedimenti per vietare il consumo di acqua potabile. La concentrazione di arsenico rilevata negli acquedotti sarebbe superiore ai valori massimi di legge, che consente al massimo 10 microgrammi per litro, mentre, in alcuni casi, sono stati registrati valori vicini o superiori a 50. Le cause di tale presenza sarebbero naturali, dovute a stratificazioni geologiche di origine lavica, come nel caso dei Castelli romani.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Dionisi.

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ARMANDO DIONISI. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Secondo l'Unione europea, i superamenti di cui sopra possono determinare rischi sanitari.
Si tratta di un problema che interessa 250 mila famiglie, 750 mila abitanti residenti per la maggior parte, come detto, nel Lazio, ma altri problemi sono presenti in Umbria, in Toscana e in Trentino. Chiedo quali iniziative il Ministero intende adottare al fine di garantire la potabilità delle acque e restituire tranquillità alla popolazione sui rischi di salute.

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, onorevole Dionisi, il problema riguarda l'arricchimento naturale delle acque legato alla presenza geologica di arsenico nelle rocce prevalentemente appenniniche, delle Alpi e comunque montane. Tanto è vero che il problema riguarda non soltanto il nostro Paese ma anche Germania, Ungheria e altri Paesi. Ricordo in via preliminare che le funzioni inerenti alla gestione dell'acqua potabile sono attribuite dalla normativa vigente alle autorità locali e la competenza residua del Governo e del Ministero della salute è limitata soltanto alla fissazione di eventuali valori di deroga.
Devo dire da questo punto di vista che le regioni si sono adoperate - anche con rilevanti impegni economici - ad avviare ogni iniziativa per cercare di risolvere il problema. Ad oggi, a seguito della nota direttiva della Commissione europea, ci sono alcune situazioni di non conformità che sono rientrate nel limite previsto dalla direttiva del 1998 a seguito degli interventi fatti nel frattempo e, invece, alcune situazioni di non conformità che stanno rientrando entro 20 milligrammi.
Dalle comunicazioni informali pervenute alle regioni, la popolazione delle realtà locali, per cui si potrebbe chiedere la deroga a valori di concentrazione inferiore o pari a 20, ammonta a circa novecentomila abitanti. In attesa di ricevere un riscontro formale da parte delle autorità regionali è ipotizzabile stimare in circa 100 mila gli abitanti cui potrebbe essere precluso l'uso potabile dell'acqua distribuita a causa della presenza di valori di arsenico superiore a 20 microgrammi per litro.
Dunque, le iniziative del Ministero sono la collaborazione con le regioni volta a stabilire programmi di attuazione relativi o alla installazione di dearsenificatori o alla richiesta di deroghe alla Unione europea, nonché altri interventi atti a garantire a tutti i cittadini italiani un approvvigionamento idrico adeguato.
Stiamo emanando di concerto con il Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare il decreto di recepimento della decisione europea, mentre il Ministero e il Governo continuano ad essere disponibili a colloquiare con le regioni per risolvere questo problema che si è posto nel nostro Paese come in altri Paesi dell'Europa.

PRESIDENTE. L'onorevole Dionisi ha facoltà di replicare.

ARMANDO DIONISI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per l'informazione. Avevamo segnalato già a suo tempo con un'altra interrogazione la presenza di arsenico, ad esempio, per il lago di Vico che ci allarmava già da lungo tempo. Abbiamo tuttavia bisogno in queste ore, signor Ministro, anche di fare una corretta informazione rispetto ai 750 mila abitanti che sono coinvolti da questa situazione.
So che ci sono stati incontri nella giornata di ieri nella regione Lazio, ad esempio, dove la regione stanzierebbe risorse finalizzate a questo problema insieme all'ACEA per adeguare gli impianti con dispositivi idonei a riportare sotto controllo gli eccessi di arsenico. Ma credo che vi sia bisogno da questo punto di vista anche di una deroga che consenta l'adeguamento degli impianti che ritengo non si possa fare in poche ore, ma che necessiti di un termine congruo.
Dunque, lo sforzo che si sta facendo a livello locale e a livello regionale deve Pag. 59essere supportato, rispetto ai 100 mila abitanti, per le situazioni che faticano a rientrare sotto i 20 microgrammi/litro, dalla possibilità di un ulteriore intervento e di un'attivazione del Ministero oltre da una corretta informazione anche presso l'Unione europea per tentare di ottenere un termine congruo per adeguare gli impianti e quindi tranquillizzare le popolazioni di tutta l'Italia ma in particolar modo quelle della regione Lazio, dove si sono registrati i dati più allarmanti (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

(Iniziative di competenza in relazione alla corretta applicazione della legge n. 40 del 2004 in materia di procreazione medicalmente assistita alla luce di vicende verificatesi presso l'ospedale di Padova - n. 3-01344)

PRESIDENTE. L'onorevole Calgaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01344, concernente iniziative di competenza in relazione alla corretta applicazione della legge n. 40 del 2004 in materia di procreazione medicalmente assistita alla luce di vicende verificatesi presso l'ospedale di Padova (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

MARCO CALGARO. Signor Presidente, tra il 2003 ed il 2010 novecento pazienti si sono sottoposte presso l'ospedale di Padova a trattamenti di fecondazione in vitro. Le pazienti hanno pagato, come da tariffario, 36 euro di ticket per prestazione, in linea con tutte le altre strutture pubbliche che praticano la procreazione medicalmente assistita che sono presenti nella regione Veneto.
A maggio 2010 l'amministrazione dell'ospedale di Padova ha ritenuto responsabile del deficit di circa 1.400.000 euro nel bilancio della struttura la mancata applicazione di una delibera interna, che avrebbe dovuto imporre alle pazienti che si sono sottoposte ai trattamenti di fecondazione in vitro il pagamento di cifre variabili dai 400 ai 700 euro.
Incessanti sono a tutt'oggi le pressioni fatte anche dai medici sulle pazienti, che si sono viste intimare il pagamento retroattivo dei trattamenti, mai richiesto prima dei trattamenti stessi. Le pazienti si sono viste recapitare la richiesta di pagamento in busta aperta e con dettaglio approfondito dei trattamenti effettuati, con evidente violazione della normativa sulla privacy, sono anche state minacciate del passaggio della pratica di riscossione ad Equitalia e, in molti casi, per evitare conseguenze economiche insopportabili, si sono risolte a sospendere il trattamento.
Noi vorremmo sapere se il Ministro interrogato è a conoscenza di quanto sopra esposto e cosa intenda fare, per quanto di sua competenza, in questa situazione.

PRESIDENTE. Il Ministro della salute , Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, premesso che le scelte organizzative aziendali non sono adottate previa autorizzazione del Ministero della salute, si può ritenere corretto quanto segue: in primo luogo, se la prestazione è praticata con attività a carico del Servizio sanitario nazionale in regime ambulatoriale è corretta la partecipazione alla spesa pagata, in quanto è previsto che il ticket possa essere fissato a 36,15 euro; se fosse praticata in regime di ricovero ordinario non è prevista alcuna partecipazione alla spesa; se è erogata in regime libero-professionale le donne sono informate prima.
Ciò premesso, per quanto riguarda l'attuazione della legge n. 40 del 2004 è stato istituito presso il Ministero della salute il Fondo per le tecniche di procreazione medicalmente assistita, che viene ripartito fra le regioni sulla base di criteri determinati dal Ministero (lascio agli atti dell'aula una tabella che dà ragione del riparto già operato dal 2004 al 2010). Nel merito della questione, in ordine all'ospedale di Padova, non avendo conoscenza diretta abbiamo acquisito le informazioni da parte della prefettura di Padova. Trattasi Pag. 60di procedure FIVET, cioè di fecondazione in vitro e ICSI, cioè fecondazione in vitro con iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo, che a seguito delle direttive regionali sono state assicurate al regime ambulatoriale con pagamento del solo ticket nel 2010, nonostante queste procedure già dal 2003 fossero assoggettate a tariffa.
Questa condotta, che ha comportato un ammanco finanziario ingiustificato, ha determinato la revoca da parte dell'azienda ospedaliera della convenzione in essere con il direttore della suddetta struttura complessa. Quindi, tenuto conto come detto che le scelte aziendali non rientrano nelle dirette competenze del Ministero, ci riserviamo tuttavia di avviare una cognizione sullo stato dell'arte a livello regionale per quanto riguarda l'attuazione della legge n. 40 del 2004 per evitare che vi siano altre situazioni di questo genere.

PRESIDENTE. Signor Ministro, voglio solo precisarle che la caratteristica del question time è legata all'oralità e non può consegnare agli atti la tabella, che rimane comunque a disposizione della Presidenza.
L'onorevole Calgaro ha facoltà di replicare.

MARCO CALGARO. Signor Presidente, naturalmente io comprendo che le competenze del Ministro non siano dirette su questa vicenda, comunque ritengo positivo il fatto che il Ministro abbia detto che assumerà informazioni su questa vicenda, perché mi pare comunque gravissimo che vi sia una sostanziale inapplicazione della legge n. 40 del 2004 all'interno di questo policlinico e che vi siano pressioni ripetute, di cui ho avuto contezza direttamente, da parte dei sanitari del policlinico sulle pazienti per avere il pagamento di questi 400 o 700 euro, mai richiesti precedentemente. Pertanto invito il Ministro comunque - e lo chiederò poi anche in Commissione - ad approfondire la vicenda e a darci risposte in merito (Applausi del deputato Cambursano).

(Iniziative di competenza per garantire l'effettivo e corretto esercizio dell'attività libero-professionale dei dirigenti medici, sanitari e veterinari - n. 3-01345)

PRESIDENTE. L'onorevole Stagno d'Alcontres ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-01345, concernente iniziative di competenza per garantire l'effettivo e corretto esercizio dell'attività libero-professionale dei dirigenti medici, sanitari e veterinari (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

FRANCESCO STAGNO d'ALCONTRES. Signor Presidente e signor Ministro, da tempo esiste un dibattito istituzionale e politico sulla necessità di rivedere le modalità di esercizio dell'attività libero-professionale dei dirigenti medici, sanitari e veterinari, che, nel rispetto delle funzioni e delle prerogative delle regioni, garantisca a livello nazionale un corretto ed equilibrato rapporto tra attività istituzionale ed attività libero-professionale.
Desideriamo sapere quali siano le iniziative del Ministero per garantire l'effettivo e corretto esercizio dell'attività libero-professionale dei dirigenti medici, sanitari e veterinari.

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, nonostante in Parlamento, proprio qui alla Camera, sia in fase avanzata di esame - e mi auguro che proceda - un provvedimento che dovrebbe normare la materia in oggetto, abbiamo proposto, presso la Conferenza Stato-regioni, un accordo volto a garantire l'attuazione dell'attuale normativa vigente che, di fatto, non in tutta Italia è applicata.
Tale accordo prevede alcuni punti. Innanzitutto, si prevede la definizione annuale, in sede di contrattazione, del budget o della specifica negoziazione con le strutture aziendali dei volumi di attività istituzionale dovuti: in altri termini, quanta Pag. 61attività deve essere svolta in sede istituzionale. Inoltre, si prevede la definizione di risorse aggiuntive destinate alle attività istituzionali o libero-professionali a favore dell'azienda, anche con modalità di remunerazione diverse rispetto a quella oraria, ai fini del progressivo conseguimento degli obiettivi di allineamento dei tempi di erogazione delle prestazioni nell'ambito dell'attività istituzionale ai tempi medi di quelle rese in regime di libera professione intramuraria. In altre parole, si vuole garantire un certo tipo di attività istituzionale, in termini non di ore, ma di attività, cioè in termini di prestazioni; dopodiché, si potrà iniziare a svolgere l'attività libero-professionale. Si prevede, inoltre, l'affidamento al personale aziendale della prenotazione delle prestazioni libero-professionali e la definizione delle tariffe per l'attività libero-professionale, chiarendo tali aspetti.
Comunico anche che l'accordo in oggetto affida alle regioni e alle province autonome il compito di monitorare lo svolgimento dell'attività libero-professionale, avvalendosi dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Age.Na.S), che, come dicevo, stabilisce - e questa è l'innovazione - i volumi di attività. Questi enti sono tenuti a rilevare l'insorgenza di conflitti di interesse o di forme di concorrenza sleale e, quindi, verranno istituiti tavoli paritetici con le organizzazioni sindacali e le rappresentanze degli utenti.
Crediamo che l'accordo in oggetto possa garantire un corretto ed equilibrato rapporto tra attività istituzionale e libero-professionale e che possa costituire anche una solida base per quando - ci auguriamo al più presto - verrà approvata dal Parlamento la nuova regolamentazione del cosiddetto governo clinico e, quindi, la nuova regolamentazione dell'attività libero-professionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Stagno d'Alcontres ha facoltà di replicare.

FRANCESCO STAGNO d'ALCONTRES. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio per quanto sta facendo anche per mettere in chiaro alcune questioni che, oramai, si protraggono da parecchio tempo, dalla cosiddetta riforma Bindi.
Questo Parlamento, già nella legislatura 2001-2006, si era attivato, ed aveva svolto un'indagine conoscitiva per l'attuazione dell'intramoenia. Era emerso che, a dir la verità, le varie aziende avevano attivato a macchia di leopardo gli spazi per l'intramoenia, fra l'altro, con qualità diversificate tra un'azienda all'altra. Si rileva che, in particolare al sud, questo tipo di azione da parte dei direttori generali è stata, in molte realtà, anche sottovalutata e che non è stata assolutamente posta l'attenzione sulla gestione dell'azienda.
Pertanto, signor Ministro, la ringrazio, perché l'accordo raggiunto in sede di Conferenza Stato-regioni mette in evidenza la sua intenzione di rivedere non solo gli impegni dei singoli dirigenti medici sia in istituzione che in privato, ma anche il piano tariffario. Ciò, considerando che molti pazienti che si rivolgono all'intramoenia già pagano per la sanità e che, quindi, pagherebbero due volte la prestazione. Pertanto, sarebbe opportuno ed importante attenzionare anche i prezzi favorevoli per coloro che si rivolgono all'attività intramoenia.
Signor Ministro, sappiamo benissimo che i problemi relativi alle liste di attesa sono ancora molto, ma molto, presenti, tuttavia, so che lei, in questo senso, ha intrapreso alcune iniziative molto interessanti per cercare di dare una certa priorità a determinate prestazioni piuttosto che ad altre. Quindi, la ringraziamo non solo per la sua azione dinamica come Ministro, ma anche per le risposte che sta dando agli utenti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Iniziative per la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico italiano, anche mediante il coinvolgimento di esperti e personalità rappresentative del settore - n. 3-01341)

PRESIDENTE. L'onorevole Barbareschi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01341 Pag. 62concernente iniziative per la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico italiano, anche mediante il coinvolgimento di esperti e personalità rappresentative del settore (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

LUCA GIORGIO BARBARESCHI. Signor Presidente, mi rivolgo al Ministro per i beni e le attività culturali - premesso che è nostra responsabilità collettiva salvaguardare e promuovere il nostro patrimonio culturale con le sue espressioni artistiche, dal teatro all'archeologia, dall'arte figurativa alla lirica, passando per il paesaggio, bene immateriale unico nel nostro Paese -, per far notare che i risparmi si effettuano in tutta Europa, ma non così pesantemente in questi settori. Il nostro riferimento dovrebbe essere la Francia, oppure la Spagna, Paesi dove la cultura ha un ruolo determinante nello sviluppo del turismo e per il rilancio economico.
Il Fondo unico per lo spettacolo, istituito 24 anni fa, ha nel frattempo perso, in termini reali, più del 50 per cento del suo valore. Negli ultimi anni appaiono sempre più chiari e netti i nessi che legano cultura ed economia nelle società industriali avanzate. Il patrimonio culturale è un volano per l'economia e una missione per il Paese, non un ostacolo per il profitto.
L'idea del coinvolgimento di nuovi attori nella gestione del patrimonio è senza dubbio interessante, ma di per sé non è sufficiente. Il 9 ottobre scorso, sul Corriere della Sera, Vincenzo Manes ha disegnato un interessante modello di governance per reperire nuove risorse economiche e definire un diverso rapporto tra pubblico e privato.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Barbareschi.

LUCA GIORGIO BARBARESCHI. Concludo, signor Presidente, e faccio, a questo punto, direttamente le domande. Se non ritenga essenziale, signor Ministro, che, come suggeriscono molti esperti, l'investimento pubblico nel settore dei beni culturali passi dallo 0,3 allo 0,5 per cento del PIL a partire dai proventi dei giochi o lotterie e dai fondi dell'8 per mille e del 5 per mille, e se non ritenga opportuno convocare esperti e personalità rappresentative dei settori per coinvolgere, con criteri di assoluta professionalità politica, quanti lavorano ad una migliore tutela e valorizzazione del nostro ambiente culturale e artistico minacciato dall'insipienza e dall'incuria.

PRESIDENTE. Il Ministro per i beni e le attività culturali, Sandro Bondi, ha facoltà di rispondere.

SANDRO BONDI, Ministro per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, l'onorevole Barbareschi muove da premesse che condivido. Il problema non è soltanto di risorse aggiuntive, un problema che certamente esiste, come lei ha ricordato rispetto ad altri Paesi europei, che pur avendo un patrimonio storico artistico certamente inferiore al nostro, presentano un investimento ben maggiore rispetto al prodotto interno lordo. Ma il problema è quello di ripensare un nuovo rapporto tra pubblico e privato per la gestione dei beni culturali e dello spettacolo in generale.
Sono un Ministro sotto accusa perché non mi sono limitato a chiedere maggiori risorse, ma ho cercato di innovare in questo settore e di realizzare delle riforme in grado di porre proprio su basi nuove il rapporto tra lo Stato e il sostegno alla cultura.
Il professor Filippo Cavazzoni dell'istituto di studi «Bruno Leoni» ha scritto: «Nonostante la scarsa popolarità di cui gode, il Ministro per i beni e le attività culturali ha cercato di perseguire nel suo operato un disegno condivisibile: ridurre il peso di uno Stato assistenzialista rispetto ai produttori, e (...) inevitabilmente paternalista per quanto riguarda i contenuti della cultura».
La riforma degli enti lirici che il Governo ha approvato va in questa direzione, così come la cessione ai privati e agli enti locali della gestione di alcuni teatri come il Quirino di Roma, il Duse di Bologna e, in prospettiva, il teatro La Pergola di Pag. 63Firenze e lo stesso teatro Valle di Roma. Allo stesso modo, il disegno di legge sul cinema che ho recentemente presentato al Consiglio di Ministri.
Il vecchio mondo, quello dei «contributi a pioggia» e della cultura di Stato, è ormai finito. Ma il nuovo modello di gestione, fatto di maggiore efficienza, di maggiore responsabilità, di più larghe e costanti erogazioni da parte dei privati, di mecenatismo della società civile e degli enti locali, di maggiori benefici fiscali che rendano possibile tutto questo, non è ancora nato. Per questo ho chiesto la proroga, come lei sa, degli incentivi fiscali a favore dell'industria cinematografica e di un parziale reintegro del Fondo unico per lo spettacolo, perché, in questa fase di passaggio da questo vecchio mondo al nuovo mondo nell'ambito della cultura, ci deve essere la possibilità di dare seguito a provvedimenti - quelli che ho ricordato - che rappresentano una alternativa all'intervento diretto ed esclusivo da parte dello Stato.
Questo processo dovrà essere accompagnato, e mi avvio a concludere, per garantire il successo, concordo con lei, dall'apporto di alte personalità, di competenze provate e certificate. Poste queste premesse sono d'accordo sull'opportunità suggerita da lei di convocare delle assise generali sulla cultura con la partecipazione di esperti e personalità del settore per coinvolgere con criteri bipartisan quanti lavorano a una migliore tutela e valorizzazione del nostro patrimonio culturale.

PRESIDENTE. L'onorevole Barbareschi ha facoltà di replicare.

LUCA GIORGIO BARBARESCHI. Signor Presidente, cogliendo l'occasione della presenza del Ministro dello sviluppo economico Paolo Romani, ne approfitto per ringraziare per la sua risposta il ministro Bondi, ma anche per far notare quello che forse ancora oggi ci manca. Sono d'accordo con lei, il suo operato nella riforma degli enti lirici e del teatro è stato eccellente e sui tax credit spesso il merito non le è stato riconosciuto; credo sinceramente che anche il crollo di Pompei non sia imputabile a lei ma all'incuria del Paese negli ultimi cinquanta, cento, e forse più, anni. Il problema forse è non appoggiarsi a quelle che sono anche le nuove tecnologie; il National Theatre, la Schauspielhaus ormai trasmettono in diretta, su canali tematici, in tre dimensioni, le loro opere - e per questo motivo citavo anche il Ministro Romani - fanno girare i conti economici sfruttando quello che è un bacino di utenza a livello mondiale. Di questo forse non ci rendiamo conto. Manca questa transizione di sposare la tecnologia con tutte quelle che sono le nostre risorse culturali, sia dal punto di vista pittorico-museale, ma anche dal punto di vista dello spettacolo, della canzone italiana, del cinema, del teatro e così via. Per cui se riuscissimo veramente a realizzare un tavolo aperto in cui, con la stessa onestà intellettuale con cui lei si è proposto in questo momento a me, anche gli operatori si proponessero nei confronti del Ministero, forse, finalmente, si potrebbe fare il punto su quelli che sono i problemi e forse non ci sarebbe neanche bisogno di aiuti. Siamo un Paese che ha il 70 per cento della concentrazione di beni culturali e allo stesso tempo un talento straordinario, vediamo un esempio fra tutti, quello dello straordinario produttore di cartoni animati che, nelle Marche, senza aiuti dallo Stato, è diventato uno dei leader nel mondo dei cartoni animati, (le bambole Winx); ci è arrivato perché ha fatto un prodotto business su business. Oggi abbiamo un oggetto, questo è l'Ipad, che ci permette di vendere i nostri prodotti in tutto il mondo e forse con alcune agevolazioni, lavorando insieme, si potrà arrivare a fare girare dei soldi anche nel nostro campo.

(Iniziative in merito al progetto di dismissione dell'impianto di raffinazione di Cremona da parte del gruppo Tamoil n. 3-01347)

PRESIDENTE. L'onorevole Pizzetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01347, Pag. 64concernente iniziative in merito al progetto di dismissione dell'impianto di raffinazione di Cremona da parte del gruppo Tamoil (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

LUCIANO PIZZETTI. Signor Presidente, il 12 novembre il gruppo Tamoil ha comunicato che cesserà l'attività di raffinazione nell'impianto di Cremona, trasformando entro il 2011 un'area di 800 mila metri quadrati in un semplice deposito che occuperà 30 dei 300 dipendenti attuali e ridimensionando enormemente l'indotto di piccole e medie imprese che danno lavoro a circa oltre mille persone. Tutto ciò generando oltretutto rilevantissime incognite sul risanamento ambientale di quell'area fortemente inquinata.
Signor Ministro, le chiedo - data l'esistenza presso il suo Ministero di un tavolo permanente sul mercato dei prodotti petroliferi con l'obbiettivo, tra gli altri, di salvaguardare il settore della raffinazione di cui ha dato notizia il sottosegretario Saglia, rispondendo ad una interrogazione mia e del collega Vico in X Commissione nello scorso febbraio - se il Governo fosse a conoscenza degli intendimenti del gruppo Tamoil, che giudizio ne dà e di assumere in carico la gestione del problema istituendo subito un tavolo nazionale di lavoro che porti il gruppo Tamoil al confronto - mi avvio a concludere - e alla trattativa. Tavolo che veda anche l'iniziativa diretta della Presidenza del Consiglio dato che la particolarità della proprietà del gruppo in questione richiama la necessità di attivare i canali di relazione tra Stati e Governo.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

LUCIANO PIZZETTI. Ovviamente, signor Ministro, l'obiettivo è di far recedere Tamoil dai propri proponimenti.

PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, ha facoltà di rispondere.

PAOLO ROMANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, la chiusura della raffineria Tamoil di Cremona si inserisce, come sapete, in un più ampio contesto di difficoltà che interessa l'intero comparto della raffinazione europea, vi dò solamente alcuni dati.
Voi sapete che in Italia vi è una capacità di raffinazione di 106 milioni di tonnellate distribuite su 16 impianti, i quali oggi hanno un utilizzo che è intorno all'82-83 per cento rispetto ad un utilizzo del 97 per cento negli anni 2005-2008. Vi è quindi, innanzitutto, un problema di confronto internazionale: le raffinerie italiane che svolgono un ruolo assai rilevante per il nostro sistema produttivo e per la sicurezza degli approvvigionamenti devono essere poste in grado di non perdere quote di mercato, ma di rimanere competitive con quelle degli altri Paesi, in un quadro caratterizzato da un eccesso di capacità e da un tasso di utilizzazione degli impianti di raffinazione ormai basso da anni. È una situazione comune a tutta l'Europa, dove si sono verificate numerose cessioni o chiusure di impianti.
Quanto allo specifico problema della raffineria di Cremona, la Tamoil Raffinazione Spa ha assunto la decisione di dismettere, attraverso un periodo di transizione che terminerà alla fine del 2011, le attività di raffinazione e di trasformare la raffineria in un deposito. La decisione è dovuta alle perdite - dice l'azienda - registrate negli ultimi anni. La trasformazione in deposito implica peraltro, come sottolineato dalla stessa società, alcuni investimenti quantificabili in diverse decine di milioni di euro che potrebbero avere risvolti compensativi sull'occupazione nell'indotto. Permanendo sul territorio, la società non potrà inoltre non farsi carico delle problematiche ambientali.
È in ogni caso evidente che la decisione assunta dalla società ha suscitato forti preoccupazioni, in primo luogo per le ricadute sull'occupazione. La questione è stata seguita - come sapete - con grande attenzione a livello locale. Il consiglio comunale e provinciale di Cremona hanno sollecitato l'intervento del Governo. A questo proposito - come espressamente richiesto dagli onorevoli interroganti - il Pag. 65Ministero dello sviluppo economico convocherà il 6 dicembre prossimo un tavolo di confronto con i rappresentanti dell'azienda, delle parti sociali e delle istituzioni locali al fine di individuare e attivare gli strumenti idonei per una soluzione del problema che fornisca garanzie sull'occupazione e sulla tutela ambientale.
Prosegue inoltre l'impegno del Ministero anche attraverso il tavolo permanente di confronto sul mercato petrolifero che lei ha citato, per un miglioramento della funzionalità e trasparenza di tale mercato. A tal fine, il Governo intende appoggiare le recenti proposte della Commissione europea per una ristrutturazione e razionalizzazione del settore ed è impegnato a predisporre gli interventi normativi che si rendano necessari a livello nazionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Pizzetti ha facoltà di replicare.

LUCIANO PIZZETTI. Signor Presidente, signor Ministro, grazie per l'interessamento. Mi pare che gli impegni che lei ha assunto siano importanti, in particolare quello relativo alla data del 6 dicembre per la convocazione del tavolo è una notizia che seguiremo con attenzione insieme all'evolversi della situazione.
Naturalmente, come lei ha ben presente, insistendo questa raffineria in una condizione di concorso alla deindustrializzazione di un territorio, peraltro piccolo, è del tutto evidente che le conseguenze della dismissione rischiano di essere rilevantissime. Per cui noi insistiamo affinché, in questo tavolo nazionale del 6 dicembre, il primo punto sia innanzitutto quello di riportare Tamoil al tavolo della trattativa, cercare di convincerla a recedere dai suoi proponimenti o, in alternativa e in subordine, di assicurare più tempo affinché il sistema, anche territoriale e locale, possa trovare e individuare le risposte necessarie.
Tenga conto peraltro che Tamoil ha in corso procedure AIA in parte autorizzate - come lei sa - e aveva immaginato investimenti rilevanti. La cosa che a noi risulta incomprensibile è come possano immaginarsi investimenti rilevanti sino a poche settimane fa e poi improvvisamente dichiarare che è giunto il tempo della dismissione. Questo è il tema e su questo impegno che lei ha preannunciato avrà sicuramente il sostegno non solo di tutte le istituzioni territoriali, ma di tutto l'insieme dei soggetti politici che operano sul territorio e anche in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,10.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bocchino, Bongiorno, Brugger, Brunetta, Buttiglione, Caparini, Casero, Cicchitto, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Gelmini, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, Lo Presti, Lombardo, Mantovano, Martini, Migliavacca, Nucara, Leoluca Orlando, Pecorella, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Rotondi, Paolo Russo, Saglia, Sardelli e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 16,11).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 66

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché ho davvero la brutta sensazione che la maggioranza stia, ancora una volta, con il suo comportamento offendendo il Parlamento e, soprattutto in un momento così difficile, il Paese. Non è possibile che questo Parlamento continui a vivere in una situazione di assoluta incertezza, con agenzie di stampa e lavori in Commissione che annunciano la proposta di rinviare il provvedimento al nostro esame in Commissione, con trattative infinite all'interno della maggioranza e ipotesi di questioni gravi e insolubili all'interno della riforma. Pare di capire che tutto ciò non riguardi affatto il merito della riforma, ma esclusivamente conflitti interni alla maggioranza e piccole e meschine questioni di tattica politica.
Il problema, alla fine, si sgonfierà e si risolverà con una nota del Presidente del Consiglio che dirà che lui in realtà non aveva mai chiesto le dimissioni del Presidente Fini. Ciò magicamente consentirà all'Assemblea di riprendere i lavori e a un provvedimento che, fino a pochi minuti fa, doveva tornare in Commissione di diventare invece improvvisamente approvabile da questa Camera.
Pertanto, credo che questa sia una maggioranza di irresponsabili (Commenti del gruppo Popolo della Libertà) e ci metto tutti all'interno di questo aggettivo, compreso il gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia, che non può continuare - a minuti alternati - a dire che le cose vanno bene o non vanno bene, che un provvedimento deve tornare in Commissione o non deve tornarvi. Invito, quindi, i colleghi ad assumersi le proprie responsabilità perché l'Italia di questo squallido teatrino politico non ne può più. C'è un Paese che, in questo momento, sta ballando sull'orlo del precipizio e le vostre beghe da cortile...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Donadi.

MASSIMO DONADI... ci stanno spingendo dritti verso quel precipizio (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico - Commenti).

PRESIDENTE. Onorevole Donadi, la Presidenza non ha ricevuto finora alcuna richiesta formale di mutamento dell'iter di questo provvedimento.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3687-A (ore 16,12)

(Ripresa esame dell'articolo 5 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Cavallaro 5.27.
Avverto altresì che la Commissione ha presentato la nuova formulazione dell'emendamento 17-bis.500, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento Ghizzoni 5.15. Ha chiesto di parlare l'onorevole Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Signor Presidente, intervengo intanto per confermarle che la Commissione è pronta a proseguire l'esame del provvedimento. Il Comitato dei nove ha esaminato i pareri per tutti gli articoli, ancorché siamo in attesa della risposta del Governo su alcuni emendamenti presentati all'articolo 25, ma la Commissione e le forze politiche che la compongono sono pronte ad esaminare l'intera riforma perché proprio oggi l'università, gli studenti, i docenti e i ricercatori chiedono risposte certe alla politica.
Colleghi, vorrei riportarvi al merito del provvedimento. Stiamo esaminando l'articolo 5, che contiene una delega in materia di interventi per la qualità e l'efficienza del sistema universitario. Mi spiace che alcuni colleghi abbiano detto che, proprio questi aspetti, siano stati quasi come delle bandiere per questo Governo.
Al contrario, ci sono dei punti sensibili per l'efficienza e l'efficacia delle nostre università. In particolare, voglio ricordare Pag. 67che al comma 6 che, onorevole Presidente, stiamo esaminando, è prevista alla lettera a) la definizione dei LEP, livelli essenziali delle prestazioni, anche con riferimento ai requisiti di merito ed economici tali da assicurare gli strumenti ed i servizi per il conseguimento del pieno successo formativo degli studenti dell'istruzione superiore e rimuovere gli ostacoli di ordine economico, sociale e personale che limitano l'accesso ed il conferimento dei più alti gradi di istruzione superiore agli studenti capaci e meritevoli, ma privi di mezzi.
Evidentemente, colleghi, queste parole ci sono care, sappiamo che sono i principi del dettato costituzionale; quindi, non è assolutamente una novità per l'università italiana, ma è una novità che questa materia sia oggetto di principi e impegni di spesa, e soprattutto di accordi che intervengono con le regioni. Infatti, quando si parla di livelli essenziali delle prestazioni non c'è solo lo Stato che interviene a garantire la qualità, l'efficienza e l'efficacia dei servizi, ma c'è una chiamata in causa e una condivisione con le regioni che, com'è noto, hanno tante responsabilità e competenze in questa materia.
Negli emendamenti che ci apprestiamo a votare si parla proprio di alcuni servizi che, unanimemente, forze di maggioranza e di opposizione hanno individuato come elementi essenziali per garantire questa qualità dei servizi nelle università.
Ho voluto prendere la parola perché, in qualità di presidente della Commissione cultura, ho avuto l'onore e l'onere di seguire tutto il dibattito e di prepararlo per l'Aula, ed ho potuto registrare una convergenza opportuna su questi aspetti. Mi fa, quindi, piacere evidenziare all'Assemblea, che presto arriveremo a votare insieme - tutte le forze politiche di questo Parlamento - alcuni emendamenti che non fanno altro che dire al Governo - trattandosi di delega - che condividiamo questi aspetti, ma vogliamo garanzie su alcuni servizi in particolare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, quando si parla di riformare qualcosa dello Stato tutti sono disponibili a farlo, poi, quando lo si fa, tutti reclamano.
Ricordo, un po' di anni fa, nel primo Governo Prodi, che ci fu un Ministro, il cui nome - Berlinguer - fa capire già da che parte stava, che voleva fare una riforma e ci fu un settimanale, L'espresso, notoriamente di sinistra, che lo rappresentò con due orecchie d'asino perché voleva fare la riforma della scuola.
La sinistra, sempre e comunque, quando si toccano certi ambienti inizia a sbraitare, a dire che niente va bene, e di ciò ne abbiamo avuto la dimostrazione pochi minuti fa con quello che è successo al Senato, dove dei ragazzi, dei «teppisti», sono entrati in Senato e la presidente del gruppo del Partito Democratico, Anna Finocchiaro, ha minimizzato l'accaduto. Neanche in epoca fascista è avvenuta una cosa del genere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Sono entrati nel Senato, in un'Aula istituzionale, questi che parlano di democrazia, questa sinistra!

LUISA BOSSA. Da quale pulpito...

GIANLUCA BUONANNO. Questa sinistra che ha portato la scuola a questo schifo!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia!

GIANLUCA BUONANNO. Noi la vogliamo cambiare! Il Ministro Gelmini deve andare avanti, perché dobbiamo fare la rivoluzione nella scuola! Non è possibile che nella scuola il 97 per cento di quello che si spende serva solo per pagare gli stipendi a tanta gente che lavora sì, ma anche a tanti «parassiti», a tanta gente che va nelle scuole a fare politica e non a fare il suo dovere (Commenti)!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia, colleghi!

Pag. 68

GIANLUCA BUONANNO. Posso parlare (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Prego, onorevole Buonanno.

GIANLUCA BUONANNO. Quando dico parassiti, dico la verità, perché parlo anche della mia zona. Ci sono persone che hanno la cattedra e dopo uno, due o tre mesi chiedono di ritornare nei luoghi da cui sono arrivati. Lì, paga chi? Pagano gli studenti, paga la scuola e non abbiamo il servizio. Queste cose devono finire! Ci sono insegnanti, molti sindacalizzati, che invece di insegnare pensano ad altro.

TERESA BELLANOVA. Vergogna! Non sono tutti parassiti.

GIANLUCA BUONANNO. Pensi che dalle mie parti c'è anche una che fa la paladina degli scioperi e del parlare contro il Ministro, e abbiamo scoperto che è inabilitata all'insegnamento. Si figuri, è inabilitata all'insegnamento e fa la paladina contro il Ministro Gelmini e contro il Governo. Questo è lo sconcio! Dobbiamo cambiare la scuola, dobbiamo dare un futuro ai nostri figli, dobbiamo prendere a calci nel culo i baronati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Dobbiamo fare in modo che nell'università ci sia un cambiamento...

PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, la smetta per cortesia! Basta così!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Granata. Ne ha facoltà. Colleghi, per cortesia non siamo al mercato. Ciò vale nei confronti di tutti; all'onorevole Buonanno, infatti, ho tolto la parola. Prego, onorevole Granata.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è un po' difficile prendere la parola in queste condizioni. Credo che, proprio alla luce di alcune delle considerazioni che sono state svolte in quest'Aula, servirebbe innanzitutto, da parte di tutte le forze parlamentari, rendersi conto che non bisogna né strumentalizzare né gettare benzina sul fuoco su una situazione esterna al Parlamento. Mi riferisco a quanto sta succedendo nelle università italiane.
Qui è in discussione una riforma dell'università che può essere condivisa o meno in alcuni aspetti o complessivamente per la filosofia che porta avanti, ma bisogna fare tutto. Mi appello non soltanto alle forze dell'opposizione, ma anche ai componenti della maggioranza, pregandoli di tenere un linguaggio adeguato alle questioni che in questo momento stanno attraversando il mondo dell'università italiana (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Voglio ribadire un passaggio importante di uno degli ultimi interventi da parte dell'Italia dei Valori. Da parte nostra non c'è alcun nesso tra ciò che si discute con la riforma universitaria e questioni che esulano dalla stessa. Quindi, non c'è alcun litigio su offese di Berlusconi al Presidente Fini o viceversa, non c'entra assolutamente nulla. Stiamo ragionando di riforma universitaria.
Nel rispetto pieno del Parlamento e del Governo, ho l'obbligo e anche il dovere di chiedere al Ministro Gelmini - su un piano politico e dentro l'Aula parlamentare, in modo che tutti ci si renda conto se questo percorso, nella direzione che prenderà, ha una prospettiva di arrivare, come noi auspichiamo, all'approvazione della riforma - se su alcuni passaggi - che noi riteniamo importanti, anzi sostanzialmente fondamentali, per dare forza alla riforma stessa, cioè quei passaggi che sono legati all'articolo e agli emendamenti che riguardano gli scatti meritocratici di anzianità per i professori associati, e soprattutto il grande tema della ricerca universitaria, alla quale opportunamente si è cercato di dare uno spazio per non commettere l'errore che, per perseguire l'ottimo, non si ottiene il buono - esiste un'effettiva copertura finanziaria, che consenta a questi aspetti importanti e qualificanti Pag. 69della vita dell'università italiana di poter avere delle risposte da questa riforma.
Credo che sia un atto politico da fare e da creare all'interno del Parlamento in maniera solare, senza che nessuno possa permettersi di pensare che su una riforma così importante si possano intersecare questioni che nulla hanno a che fare né con l'università né con la riforma, nel rispetto pieno del ruolo del Parlamento e dell'azione del Governo.
Chiedo in Aula se esista oggi, nella prospettiva che ci siamo dati in questo percorso di approvazione della riforma, una piena copertura finanziaria di quei temi politici sostanziali che noi abbiamo posto. Se non c'è, siccome sono posti molto avanti nell'articolato, credo che, per rispetto nei confronti del Parlamento, sarebbe paradossale andare avanti nei lavori, quando poi il provvedimento potrebbe essere rinviato in Commissione. Se ci sono problemi di copertura finanziaria, affrontiamoli subito e risolviamoli, anche nel rispetto dei colleghi e dei parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, certamente la riforma che stiamo discutendo è particolarmente significativa per quanto riguarda la condizione dei nostri giovani e le condizioni per avere una formazione all'altezza dei tempi.
La riforma va certamente nella direzione di un utilizzo più accorto ed efficiente delle risorse: abbiamo discusso molto, anche in Commissione, su come finanziare questa riforma e sul fatto - ne siamo perfettamente consapevoli - che occorra modificare le regole che presiedono al funzionamento delle università, ma tutto questo necessita anche di risorse.
Il disegno di legge di stabilità dà una risposta precisa, proprio perché, non solo all'interno di quel miliardo di euro sono state trovate le risorse necessarie per il normale funzionamento dell'università, per far fronte alle spese correnti, ma abbiamo trovato risorse anche per i ricercatori, per garantire loro un'adeguata e giusta progressione di carriera attraverso concorsi che possano far uscire i ricercatori dalla situazione di un precariato non più tollerabile e pensare, invece, ad un percorso professionale dentro le università.
Erano necessarie risorse per poter bandire i concorsi; queste risorse sono state trovate. Ricordo anche che sono state recuperate risorse per il diritto allo studio: cento milioni di euro per le borse di studio. Avremmo voluto poter stanziare maggiori risorse su questo capitolo, ma credo che sia un segnale importante, unitamente anche al tema della premialità, dell'affermazione del merito. Se ne è discusso molto, ho ascoltato anche oggi tanti interventi di colleghi di maggioranza, ma anche di opposizione, che si sono soffermati su questo punto.
Credo che dentro quelle risorse abbiamo trovato la copertura anche per la premialità. Stiamo lavorando su un piano tecnico per poter accogliere l'emendamento richiesto da Futuro e Libertà, ma ritengo che vi siano le risorse necessarie e che ci stiamo avvicinando, anche sul piano tecnico, alla stesura dell'emendamento in maniera adeguata.
Voglio ricordare che è nostro dovere, per un verso, recuperare le risorse e finanziare le università secondo canali consolidati, ma dobbiamo, onorevoli colleghi, anche immaginare nuovi percorsi. È passato sotto silenzio anche un altro provvedimento: i 100 milioni per l'innovation voucher.
Si tratta di una via sperimentale che, con il Ministro Tremonti, abbiamo voluto introdurre e che consentirà, penso, due risultati: il primo è quello di creare un collegamento tra il sistema dell'alta formazione Pag. 70e dell'università e le piccole e medie imprese, il sistema produttivo; il secondo è quello di favorire, ancora una volta, una via nuova, che, ripeto, deve essere testata nei fatti prima di poter esprimere un giudizio consapevole. Certo, quello è un altro canale per finanziare l'università.
Fuori dal miliardo di euro voglio ricordare anche il bando che abbiamo da poco inaugurato sui distretti tecnologici, i centri di ricerca pubblici e privati allargati alle università. Si tratta di 915 milioni di euro per le quattro regioni della convergenza: Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Anche queste risorse possono concorrere a finanziare l'università, unitamente al miliardo di euro che abbiamo messo a disposizione.
È chiaro che avremmo voluto recuperare più risorse, ma crediamo che questa somma rappresenti uno sforzo concreto ed adeguato ad accogliere tutte le istanze che ci sono state formulate, anche da parte dell'onorevole Granata (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Colleghi, rimettiamo un po' d'ordine. Stavamo svolgendo le dichiarazioni di voto sull'emendamento Ghizzoni 5.15 quando vi è stato un intervento che ritengo sull'ordine dei lavori, cui è seguita la risposta da parte del Ministro Gelmini.
Vi è una serie di richieste di intervento che, naturalmente, intendo soddisfare, ma ritengo che ci si debba mantenere all'interno della procedura, intervenendo un deputato per gruppo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione le parole del ministro Gelmini. Credo, però, che sia necessario arrivare ad un chiarimento. Oggi il Presidente del Consiglio, alternando considerazioni polemiche e inviti al Presidente della Camera ad altre considerazioni di merito, ha detto, tra le altre cose, «Noi abbiamo fatto», riferendosi alla riforma dell'università, anche se abbiamo appreso che poi queste parole sono state smentite.
Ora, durante tutto l'iter di approvazione dei disegni di legge di stabilità e di bilancio, pur in una crisi politica che credo sfugga a pochi - e le parole di questa mattina del Presidente del Consiglio, ancorché smentite, lo dimostrano - noi ci siamo impegnati ad assicurare l'approvazione del bilancio dello Stato. Ci siamo impegnati inoltre a garantire l'iter di una riforma, come quella relativa all'università, che ha molti punti di difficoltà, ma che ha anche alcuni elementi di fondo positivi. Uno di questi consiste nell'attribuire le risorse stipendiali al corpo docente sulla base di valutazioni di merito legate alla produzione scientifica e alla didattica.
Ciò che chiediamo, abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere, è che, se questo è il principio stabilito dal disegno di legge in esame, conseguentemente vi debbano essere le risorse necessarie per implementarlo, ancorché in una quota limitata, il Ministro sa benissimo di cosa parlo.
A questa richiesta abbiamo vincolato la nostra volontà di accompagnare fino alla conclusione l'iter della riforma in discussione qui alla Camera. Siccome, però, alla suddetta domanda non vengono fornite risposte precise e il Presidente del Consiglio afferma di aver fatto una cosa che in realtà è tutt'altro che realizzata, mi auguro che sia poi lo stesso Presidente del Consiglio a dirimere la questione e a dire che, poiché questa rappresenta una priorità, proprio su tale priorità si avrà la forza di investire risorse economiche, non solo in quantità, ma anche in modo adeguato.
Non voglio andare per le lunghe, ma credo sia il caso - e lo propongo all'Assemblea - di partire da una sospensione almeno di un'ora dei lavori, di modo che il Governo abbia il tempo di portare a conoscenza dell'Aula la formulazione che ritiene definitiva in ordine al punto in questione, ossia il finanziamento degli scatti meritocratici previsti dal disegno di legge in oggetto. È vero che la discussione Pag. 71di questo elemento è prevista un po' più avanti nelle nostre votazioni, ma è il punto dirimente, perché altrimenti costruiamo una scatola vuota. Se non viene accordata la sospensione chiediamo direttamente il rinvio in Commissione del provvedimento in esame per arrivare, in quella sede, ad una definizione certa da parte del Governo dei punti rimasti in sospeso, in modo che, nel momento in cui il disegno di legge tornerà in Aula, potremo votare sapendo dove andiamo a parare, cosa che in questo momento non ci è possibile (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ventura. Ne ha facoltà.

MICHELE VENTURA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, quando abbiamo visto questa agenzia e letto che Futuro e Libertà per l'Italia chiedeva il rinvio in Commissione della riforma Gelmini abbiamo pensato ad un soprassalto di saggezza. Voglio infatti ricordare all'Aula che il gruppo del Partito Democratico, fin dall'inizio, ha detto che era impossibile un esame del testo di questa riforma durante l'esame del disegno di legge di stabilità, perché è del tutto evidente che vi sono dei limiti precisi che impediscono un esame compiuto di questo testo di riforma.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, il Ministro non sta seguendo. Tutti hanno diritto di essere ascoltati!

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

MICHELE VENTURA. Proseguo tranquillamente.

PRESIDENTE. Onorevole Ventura, deve proseguire per essere ascoltato. Prego.

MICHELE VENTURA. Signor Presidente, cosa voglio dire? Voglio dire che la Commissione bilancio ha posto...

PRESIDENTE. Colleghi! Prego, onorevole Ventura.

MICHELE VENTURA. La Commissione bilancio, sul testo in esame, ha posto 32 condizioni in base all'articolo 81, quarto comma, della Costituzione: ciò significa che la riforma, in questa lettura alla Camera, si trova sostanzialmente nella condizione di non poter operare pienamente. Lo abbiamo detto fin dall'inizio! Quando Futuro e Libertà per l'Italia ha posto tale questione, abbiamo pensato ad un soprassalto di saggezza. La risposta del Ministro, se mi consentite, è una risposta - non la prenda male il Ministro - che non dice assolutamente niente: è una risposta generica! I soldi che sono stanziati nel disegno di legge di stabilità servono al funzionamento ordinario delle università, non è previsto un euro in più per la riforma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Questa è la verità sulla riforma, onorevole Ministro. Non si può venire a dire che i ricercatori sono in attesa di essa, e che la stessa premia il merito. Ministro, vorrei ricordarle che sul merito lei ha a disposizione uno strumento da due anni, che poteva rendere attivo e si è dimenticata di attivare i decreti sul merito, per quello che riguarda il funzionamento delle università (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa è la situazione!
Noi non ci opponiamo certo alla sospensione dei lavori per un'ora; ma dev'essere chiaro, colleghi, che l'opposizione non può assistere soltanto ad un balletto. Le risposte non ci sono. È saggio il ritorno del disegno di legge in Commissione: spero che altri ne prendano atto; per quello che ci riguarda, ci attiveremo fra un'ora. Se risposte non ve ne saranno, e non vi potranno essere, ci attiveremo in quella direzione.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, riterrei che chi ha chiesto di intervenire potrebbe esprimersi anche sulla richiesta di sospensione avanzata.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Donadi. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, stiamo portando avanti un dibattito che è Pag. 72assolutamente surreale: a causa di una maggioranza, lo ripeto, totalmente irresponsabile, che ha bisogno soltanto di un piccolo spot pubblicitario per la lunga campagna elettorale, alla quale evidentemente già si sta attrezzando. Essa ha bisogno di approvare uno straccio di provvedimento in almeno uno dei due rami del Parlamento, perché se il 14 dicembre questo Governo non avrà la maggioranza, non solo alla Camera approveremo durante questa settimana la sola parte ordinamentale della riforma dell'università, ma nemmeno quella entrerà in vigore: se il 14 dicembre questo Governo non avrà la maggioranza, essa resterà un provvedimento monco, approvato soltanto in un ramo del Parlamento.
Di fronte all'arroganza di un Governo che non nutre interesse per l'università, ma soltanto per la campagna elettorale nella quale si trova già a pieno titolo, stiamo svolgendo l'esame di un provvedimento, come quello sull'università, che non solo è incompleto, ma assolutamente strumentale.
A ciò si aggiunge, non me ne voglia il collega di Futuro e Libertà per l'Italia, Della Vedova, l'ulteriore strumentalità di introdurre in questo dibattito surrettiziamente, in modo fasullo, sulla parte esclusivamente ordinamentale, un asserito ragionamento positivo sulle future coperture, che non sono però altro che chiacchiere, tanto quelle che fate voi, quanto quelle che vi dà in risposta il Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Se foste persone serie, rimanderemmo direttamente in Commissione il provvedimento, è questa la ragione per la quale noi ci opponiamo alla richiesta di sospensione. Ma cosa risolviamo in un'ora? Che il Ministro, invece delle chiacchiere che ci ha detto, ce ne dica un altro po'?
Sappiamo perfettamente che, fino a quando la legge di stabilità non viene approvata, stiamo facendo chiacchiere. Abbiamo visto la fine del 5 per mille, che è entrato in quest'Aula con una dote di 400 milioni di euro e ne è uscito con 100 milioni! Ma di cosa stiamo parlando?
Ribadisco allora quello che ho detto prima e mi rivolgo anche al Partito Democratico e al collega Ventura, che mi ha preceduto e la cui analisi condivido integralmente: non siamo più disponibili a farci prendere in giro, a prestarci alle vostre piccole e meschine beghe di bottega; questo provvedimento non doveva venire in Aula, riportatelo in Commissione e non fatevi più vedere, fino a quando non avete approvata la legge di stabilità (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! Il resto è solo fuffa elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, rispondo subito alla sua domanda: noi siamo favorevoli affinché questo provvedimento vada in Commissione e tra un'ora ritorni in Aula con la risposta del Governo. Se però la domanda è: ci sono i soldi per finanziare questa riforma? Non importa allora che il provvedimento sia in Aula. Le do io la risposta: no, non ci sono i soldi per finanziare questa riforma (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori). È scritto in tutti i documenti che questa Camera ha approvato negli ultimi mesi. Se qualcuno poi ci vuol far credere che i soldi ci sono, facendo uno sforzo possiamo anche crederci, ma non ci sono. C'è un miliardo. Vi ricordo che quel miliardo è sulla carta, ma non nella realtà, perché viene da una copertura fittizia: quelle frequenze televisive che dovrebbero trovare il miliardo per l'università esistono sulla carta, ma non esistono nella realtà. È come negare che, nella migliore delle ipotesi, le aste per le fragranze produrranno un decimo di quello che abbiamo previsto, nella peggiore delle ipotesi andranno deserte e non produrranno nulla. Il miliardo quindi non c'è.
Ma se vogliamo credere che il miliardo ci sia? Le riforme non si finanziano con delle una tantum, ma si finanziano con soldi veri, reali, strutturali. È sbagliato il metodo di finanziamento di questa ri Pag. 73forma. Il problema, anche se riuscissimo a superarlo, lo ritroveremmo immediatamente nel 2011. Dove troviamo i soldi per finanziare il 2012? Vendendo altre frequenze televisive? (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico) Di frequenze televisive non ne abbiamo più, le abbiamo finite. Non potremmo prendere quindi da lì le risorse.
Vi è un terzo problema. Ci siamo detti per mesi che il finanziamento di questa riforma costa almeno 1,7 miliardi (ma, secondo noi, costa di più). Con un miliardo come facciamo a finanziare 1,7 miliardi? Se me lo spiegate, abbiamo risolto i problemi di questo Paese. La verità è che noi stiamo sperando che, andando avanti, le cose vadano meglio e speriamo di trovare i soldi per finanziare questa riforma. Se aprite i giornali di stamattina, vi rendete conto che le cose, purtroppo, non andranno meglio, ma possono andare solo peggio: abbiamo fuori della porta l'Irlanda, la Spagna, abbiamo quella situazione lì. Come possiamo pensare di recuperare altri soldi per finanziare questa riforma?
Guardate, ci sono alcuni punti che noi condividiamo, ma se non ci sono i soldi. Lo dico perché penso che le riforme sia interesse di tutti farle e realizzarle in maniera condivisa. Sospendiamo un attimo i nostri lavori, vediamo di approfondire ancora la questione e di trovare i soldi, e poi riportiamo il testo in Aula. Questa sarebbe la cosa migliore da farsi. Se volete fare diversamente, mi dispiace, ma realizzerete una riforma confusa e inattuabile (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calgaro. Ne ha facoltà.

MARCO CALGARO. Signor Presidente, anche noi di Alleanza per l'Italia, che abbiamo cercato di approcciare questa riforma, ragionandone nel merito e non soltanto cercando di fare della propaganda, siamo dell'idea che si debba tornare in Commissione, a fronte della totale incertezza delle risposte del Ministro sulle coperture economiche necessarie.
Vorrei far notare soltanto una cosa, che nessuno ha detto: anche il tenure track, il dare delle prospettive certe ai futuri ricercatori a tempo determinato, che è alla base di questa riforma, è totalmente fallace ed è una fuffa completa, in mancanza della previsione dell'accantonamento dei soldi che occorrono per dare il posto da associato a chi verrà riconfermato nel secondo triennio.
Attendiamo quindi risposte anche su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, noi subiamo la richiesta di sospensione, che ci vede un po' contrariati perché preferiremmo andare avanti con l'esame dell'articolo, però accettiamo con spirito collaborativo una sospensione, con l'intesa che il tempo perso venga poi recuperato nel corso della giornata.
Riteniamo importante sottolineare che non stiamo discutendo di altro che non di una riforma del nostro sistema universitario, che è sotto gli occhi di tutti un sistema che merita davvero un'attenzione al merito (scusate il gioco di parole, ma viene proprio a fagiolo). Assolutamente bisogna andare avanti con il lavoro su questa riforma. Non ci assumeremo la responsabilità di non fare altri voti, se qualcuno intende sospendere l'esame di questa riforma non avrà il nostro appoggio, e si assumerà eventualmente le sue responsabilità.
Riteniamo che questa sia una delle riforme di cui ha bisogno il Paese, per modernizzarlo, per portarlo verso i Paesi più avanzati, per rinnovare quello che è anche il meccanismo di selezione e di formazione della classe dirigente di questo Paese.
Quindi, il mio appello all'onorevole Della Vedova - che ha svolto delle considerazioni che non condivido - è quello di fare attenzione, perché qui l'alternativa non è (come si potrebbe pensare ascoltando i discorsi) tra questa riforma e una Pag. 74riforma migliore, l'alternativa è tra lo stato di fatto di oggi e questa riforma. Attenzione ad assumersi la propria responsabilità, perché sicuramente la Lega non è tra quelli che vogliono affossare questa riforma, ma tra quelli che vogliono portarla avanti.
Quindi ben venga, anzi, subiamo questa richiesta di sospensione, però chiediamo - Presidente - che si possa recuperare il tempo perso sempre nella giornata di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà per un minuto.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, non so perché ho a disposizione solo un minuto per esprimere la posizione del gruppo Noi Sud Libertà e Autonomia - I Popolari di Italia Domani...

PRESIDENTE. Onorevole Iannaccone, può intervenire un deputato per gruppo e lei rappresenta una componente del gruppo Misto. Comunque vada avanti...

ARTURO IANNACCONE. Si tratta di una questione che noi riteniamo rilevante. Chiediamo che il Parlamento discuta e approvi una riforma che è assolutamente necessaria per il futuro del nostro Paese, per il futuro delle università, per il futuro degli studenti e per il futuro dei ricercatori.
Non riteniamo che i lavori del Parlamento possano essere condizionati da agenzie di stampa, che ci imporrebbero, ogni volta, una eventuale interruzione degli stessi. Quindi, a nome della componente del gruppo Misto Noi Sud Libertà e Autonomia - I Popolari di Italia Domani, ribadisco che, se la sospensione serve non per interrompere ma per consentire un'approvazione della riforma, allora si faccia questa sospensione.
Ma siamo altrettanto fermi nel denunciare tentativi di strumentalizzare una riforma assolutamente importante per il futuro del Paese a fini politici (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia - I Popolari di Italia Domani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, non voglio intervenire sul merito della riforma, che ovviamente è una riforma che noi sosteniamo, una riforma che viene seguita autorevolmente dal Ministro competente, dal Ministro Gelmini, una riforma che noi riteniamo utile per il sistema universitario, una riforma che questo Parlamento ritiene unanimemente importante vista la presenza di tutti i colleghi in quest'Aula, in queste giornate lunghe di sedute e di votazioni importanti.
Mi esprimo, Presidente, sul punto sollevato dal collega Della Vedova, perché credo che noi potremmo prolungare i nostri lavori, affrontando le questioni sollevate dai colleghi di Futuro e Libertà per l'Italia in ordine all'articolo 25 al momento dell'esame di questo articolo. Poiché i colleghi di Futuro e Libertà per l'Italia, che sono una componente di questa maggioranza, pongono pregiudizialmente la questione di poter risolvere problemi di copertura, non del provvedimento collega Galletti, ma dei due emendamenti che gli stessi ritengono importanti in relazione al prosieguo dei lavori in ordine a questo provvedimento, credo che sia opportuno accedere alla richiesta fatta dai colleghi di quel gruppo (sulla quale anche i colleghi del PD si sono pronunciati favorevolmente), quindi accedere alla sospensione di un'ora per dare modo di affrontare dal punto di vista tecnico la copertura di questi due emendamenti, e ritrovarci qui, dopo questa sospensione, per procedere con l'esame del provvedimento.
È evidente che nei giorni scorsi abbiamo già affrontato un numero importante di emendamenti, ma ne rimane un numero residuo che ci separa dall'approvazione definitiva del provvedimento e, quindi, se si ha la necessità di un tempo congruo, invito la Presidenza a valutare la Pag. 75possibilità di recuperare questo tempo in qualche modo.

PRESIDENTE. In relazione agli interventi fatti da parte di tutti i gruppi, dovrei ritenere di sospendere; vi è solo la contrarietà del gruppo dell'Italia dei Valori. Chiedo, allora, al capogruppo, onorevole Donadi, se chiede che si proceda ad una votazione della proposta di sospensione.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene,

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, innanzitutto mi permetto di suggerire - solo per salvare la forma - che il relatore va comunque ascoltato perché ci deve dire quello che pensa sulla richiesta di sospensione.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, grazie del suggerimento, lo avrei fatto prima di mettere in votazione la proposta.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi permetta di suggerirglielo e, soprattutto, atteso che la ragione per la quale viene chiesta la sospensione può essere valutata da ciascuno di noi in un determinato modo, la preghiera che le rivolgo (anche perché tutti si preoccupano dell'economia dei lavori) è che, se decidiamo di sospendere per un'ora - atteso che, se non ho capito male, non risolto il problema tra un'ora, si porrebbe il problema del rinvio in Commissione - alle 17,50, quando ci ritroveremo qui, dovremmo sapere cosa succederà e non leggere sui tabelloni che tra un'ora passerà un'altra ora, altre due, altre tre, perché questo non serve all'economia dei lavori oltre che al rispetto di noi stessi.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, non possiamo prevedere il futuro; la richiesta che eventualmente porrò in votazione, dopo aver acquisito il parere del relatore, è per un'ora di sospensione. Il relatore?

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, alla luce delle dichiarazioni dei gruppi, concordo con la sospensione di un'ora.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, immagino a questo punto di intervenire fuori tempo massimo, ma, forse, si poteva pensare a due ore di sospensione, nonostante il parere del relatore, proprio per evitare quello che diceva il collega Giachetti, ossia che si sospende per un'ora e, poi, si rinvia di un'altra mezz'ora (Commenti).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, chiederei preliminarmente al Governo di quanto tempo ritiene di aver bisogno. Il Governo?

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il Governo è d'accordo sulla sospensione di due ore (Commenti).

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, mi scusi, intervengo per una questione di serietà del dibattito. È stata chiesta la sospensione per un'ora, si voti la sospensione per un'ora.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Chiedo di parlare.

Pag. 76

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Signor Presidente, credo che un'ora di sospensione dei lavori dell'Aula possa servire a far chiarezza sulle scelte che poi faremo. La richiesta di due ore non ha senso.

PRESIDENTE. Sta bene, melius re perpensa...

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, se il richiedente ha detto che era più opportuno sospendere per due ore e il Governo si è detto d'accordo, non si riesce a capire per quale ragione dovremmo mettere in votazione la sospensione per un'ora.
Visto che la richiesta è stata avanzata dal collega Della Vedova, a nome del gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia, dapprima di un'ora e poi di due ore, penso che ci dobbiamo esprimere su quella richiesta.

PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, le suggerirei di ritirare la proposta per un'ora di sospensione e di avanzarne un'altra per due ore. Se le regole vanno salvate, vanno salvate.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, mi ha convinto: ritiriamo la proposta avanzata e proponiamo di ricominciare con la seduta di domani mattina per avere tutto il tempo necessario.

PRESIDENTE. Colleghi, sulla proposta darò la parola ad un oratore a favore e ad uno contro.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, credo che la serietà dell'argomento che stiamo affrontando induca a pensare che vi siano risposte da dare e penso che la previsione di un'ora sia sufficiente.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per comunicare all'Aula che noi accogliamo la richiesta del Presidente Berlusconi di un appoggio esterno ed appoggiamo fortemente la richiesta del Governo, e cioè del sottosegretario Pizza, della sospensione per due ore (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Onorevole Volontè, adesso torniamo per un attimo alle regole. È stata ritirata la prima proposta di sospensione per un'ora ed è stata avanzata una proposta per rinviare l'esame del provvedimento a domani mattina. È su quest'ultima che l'Aula si deve pronunziare, a meno che non vi sia un'altra proposta. Se vi sono più proposte di sospensione si mettono in votazione dalla più lunga alla più breve. Per adesso c'è la proposta di rinvio dell'esame a domani mattina.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, penso che ci sarebbe una soluzione che risolve il problema: riconvochiamoci direttamente il 15 dicembre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Se dobbiamo giocare, per cortesia!

Pag. 77

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, intervengo solo per dire che, dal punto di vista tecnico, credo che la formulazione dell'emendamento nell'arco di un'ora sarà pronta. Quindi, se siete d'accordo nel mantenere la sospensione per una sola ora, credo sia la cosa migliore (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Il gruppo dell'Italia dei Valori chiede di mettere in votazione la proposta di sospensione per un'ora riformulata dal Governo.

ROBERTO GIACHETTI. Il Governo non può fare proposte!

PRESIDENTE. Il relatore ha chiesto, il Governo ha risposto affermando che in un'ora sono in grado di dare una risposta.

ROBERTO GIACHETTI. Sono in contrapposizione!

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, avendo noi presentato la proposta di rinvio, accogliamo l'invito del Governo e la trasformiamo in una richiesta di sospensione di un'ora.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di sospensione di un'ora della seduta.

(È approvata).

Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 18.

La seduta, sospesa alle 17, è ripresa alle 18.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

PRESIDENTE. Chiedo al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca se intenda intervenire. Prego, onorevole Ministro.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, intervengo solo per puntualizzare - come avevo anticipato prima dell'interruzione dei lavori - che è stata possibile la riscrittura di due importanti emendamenti presentati da Futuro e Libertà per l'Italia.
In primo luogo, per quanto riguarda le posizioni di professore associato, è stata ribadita - per la verità lo avevamo già ha scritto, ma vi è stato qualche problema tecnico che mi pare ampiamente risolto - la possibilità di assumere 1.500 professori associati per il 2011, 2012 e 2013. È stata trovata la copertura, che a mio modo di vedere era già chiara, ma evidentemente rimaneva qualche perplessità dal punto di vista propriamente tecnico e ragionieristico. Quindi, possiamo dire che sia per il 2011, sia per il 2012, sia per il 2013 vi è piena copertura per quanto riguarda l'assunzione di 1.500 professori associati.
Vi era poi una seconda misura relativa alla premialità e, al riguardo, voglio specificare che, fermo il blocco degli scatti di anzianità, che vale per tutte le categorie, nel provvedimento vi sarà una misura volta a premiare il merito dei migliori ricercatori e dei migliori professori, merito che verrà valutato sulla base di alcuni criteri: la qualità della ricerca, la qualità della didattica, la loro capacità di aggiornarsi e di formarsi sempre di più. Su base triennale questa misura varrà circa 120 milioni di euro, quindi credo che sia un altro risultato importante.

Pag. 78

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la chiarificazione. Noi avevamo posto due questioni. La prima questione era quella di mettere le risorse previste sull'articolo 8 e questa per noi era una specificazione essenziale per chiarire che quelle risorse vanno a finanziare la riforma della progressione meritocratica della carriera e degli stipendi. Quindi, credo che questo sia un punto importante e un'acquisizione importante.
Per quanto riguarda i concorsi, signor Ministro, io prendo atto delle sue parole, che sono parole impegnative e che specificano che qualche margine e qualche riserva, che possono rimanere leggendo la lettera del testo della riformulazione dell'emendamento, vengono superati dal suo impegno a specificare che quelle risorse servono per consentire i concorsi per assumere - senza alcun ope legis, senza alcun automatismo, ma in base ai concorsi - 1.500 ricercatori che diventano professori. Questa è una cosa importante.
Signor Ministro, mi auguro che, siccome una certa aleatorietà della formulazione risente del fatto che la legge di stabilità sia in itinere, nel successivo passaggio al Senato, quando la legge di stabilità sarà stata approvata definitivamente, si arrivi ad una formulazione che non possa destare alcuna aleatorietà nella lettura.
Quindi, da questo punto di vista, per quel che ci concerne, noi possiamo procedere all'esame del provvedimento senza alcun rinvio in Commissione.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, innanzitutto in maniera un po' irrituale abbiamo ricominciato la seduta con un intervento del Ministro.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, mi permetta, non è affatto irrituale, perché l'onorevole Ministro aveva detto - e lei che segue con attenzione i lavori lo ricorderà certamente - che avrebbe riferito al termine della riunione.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, si trattava della copertura finanziaria di alcuni emendamenti, su cui era vi era il parere contrario della Commissione bilancio. In particolare, si tratta degli emendamenti Bocchino 25.15 e 25.16: stiamo parlando delle coperture finanziarie relative ad essi, di cui l'Assemblea ha discusso per circa un'ora.
Ho detto che il Ministro ha riferito in modo irrituale, perché ha svolto un intervento politico, nel quale ha affermato che le questioni tecniche vanno risolte a monte. Quindi, l'intervento del Ministro, di fatto, non ha risolto la questione che era stata posta dall'Assemblea, cioè quella relativa alla copertura dei due emendamenti in oggetto. Vi è stata una promessa di riscrittura di tali emendamenti, ma vorrei capire - formalmente, ed anche a norma del Regolamento - di cosa si tratti.
Si tratta della riscrittura degli emendamenti a prima firma dell'onorevole Bocchino? Si tratta dell'assunzione complessiva di una serie di sollecitazioni, che sono venute anche dal nostro gruppo? A tale proposito, vi sono alcuni emendamenti a firma dell'onorevole Ghizzoni, che riguardano lo stesso articolo.
Si tratta della richiesta di verificare meglio il contenuto complessivo dell'articolo 25 e, quindi, di chiedere un riesame alla Commissione bilancio, con riferimento al fatto che, qui, il Governo si impegna a discutere con il Comitato dei nove un nuovo testo? In questo periodo, a me risulta che non si sia riunito il Comitato dei nove, ma che vi sia stato, invece, una specie di incontro di vertice di maggioranza. Evidentemente, sotto il profilo formale, ciò comporta che l'Assemblea non assuma impegni, se non quelli di discutere Pag. 79politicamente su alcune dichiarazioni del Ministro, che, però, non sono relative alle questioni poste dall'Assemblea, né danno risposta ad esse.
Per questo motivo, signor Ministro, le chiedo, a questo punto, di capire se, date le sue dichiarazioni e sentita, evidentemente, la Commissione, non sia il caso di riunire il Comitato dei nove, contemporaneamente, capire se vi siano le condizioni per superare i pareri contrari espressi dalla Commissione bilancio relativamente a proposte emendative riferite all'articolo 25, ritornare in Aula su queste questioni e, poi, assumere le deliberazioni del caso in ordine alla modalità di prosecuzione della nostra discussione.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Signor Presidente, vorrei soltanto ricordare all'Assemblea e all'onorevole Quartiani che siamo ancora all'articolo 5 (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà): era stata posta una pregiudiziale politica e siamo soddisfatti della risposta del Ministro Gelmini.
A questo punto, proporrei di andare avanti. Da qui all'articolo 25, certamente, onorevole Quartiani, riuniremo il Comitato dei nove e chiederemo i pareri, tuttavia, siamo ancora all'articolo 5: abbiamo venti articoli davanti e, ora, sono anche pronti gli emendamenti riformulati da parte del Governo. Alla prossima riunione del Comitato dei nove - suppongo stasera o domani mattina - procederemo ad acquisire gli impegni presentati. Pertanto, signor Presidente, proporrei, senza indugi, di proseguire l'esame del provvedimento in oggetto.

GIOVANNI DIMA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DIMA. Signor Presidente, chiedo scusa all'Assemblea se sono costretto a parlare di altro. Mi riferisco alla vicenda dell'onorevole Barbato...

PRESIDENTE. No, onorevole Dima...

GIOVANNI DIMA. Signor Presidente, è importante...

PRESIDENTE. Onorevole Dima, la prego di rispettare il Regolamento: lei può chiedere di intervenire sull'ordine dei lavori - dico a lei ciò che ho detto prima dell'espulsione all'onorevole Barbato - e la Presidenza le darà la parola sull'ordine dei lavori al termine della seduta di questo pomeriggio.

GIOVANNI DIMA. Signor Presidente, l'onorevole Barbato ha fatto delle dichiarazioni alla stampa...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dima.

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, come volevasi dimostrare, questa interruzione, ovviamente, non è servita a nulla, se non a prevedere una copertura molto corta al discorso politico, ma, certamente, non a quello finanziario. Mi spiego meglio.
Il provvedimento al nostro esame, così come è andato avanti finora, anche con riferimento agli articoli che ancora seguono, altro non è che puramente ordinamentale, come ricordava giustamente il presidente del gruppo dell'Italia dei Valori, l'onorevole Donadi.
Finalmente è stato posto da un gruppo di maggioranza, al momento dell'interruzione dei lavori, un problema che riguarda un articolo significativo di questo provvedimento, rispetto al quale non c'era, e, ripeto, non c'è copertura. E al Ministro chiedo: ha la Ragioneria generale dello Stato apposto il visto previsto per legge per quanto riguarda questo emendamento? Perché, altrimenti, qui stiamo giocando con i bussolotti. Bisogna invece verificarlo Pag. 80immediatamente e non procedere oltre, così come ricordato e chiesto dal Presidente della Commissione di merito.
Occorre verificare immediatamente, dato che l'interruzione è stata chiesta dal Ministro, se c'è davvero copertura o il Ministro, ancora una volta, ci racconta una «frottolina». Quindi per verificarlo chiedo che si interrompano immediatamente i lavori d'Aula e si vada in Commissione bilancio per accertare se il Ministro dice verità o invece è un pannicello caldo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) per un accordo raggiunto tra Futuro e Libertà per l'Italia e la maggioranza. Problemi vostri! Noi vogliamo che i provvedimenti abbiano sempre una copertura, perché altrimenti il disavanzo e il debito crescono ed è ciò a cui ci avete abituato da tempo.
Aggiungo anche che questo provvedimento doveva essere immediatamente sospeso perché si regge sul disegno di legge di stabilità, che legge non è ancora, e quindi sarebbe stato più opportuno attendere l'approvazione della legge di stabilità da parte anche dell'altro ramo del Parlamento.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, penso che non basti una risposta da parte del Presidente della Commissione di merito che dice che si può proseguire perché c'è un accordo in seno alla maggioranza. La Presidente deve dirci se il Comitato dei nove è nelle condizioni di formulare o di assumere la riformulazione degli emendamenti, di cui si discute, proposta dal Governo, dopo di che ci deve essere un passaggio nella Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, le chiedo scusa. Quello che lei dice è fuori discussione, come è fuori discussione quello che le ha ricordato la presidente Aprea, e credo che lei abbia fiducia nella Presidenza che garantirà, prima di arrivare all'esame dell'articolo 25, il rispetto tassativo in primis dell'articolo 81 della Costituzione e, a seguire, del nostro Regolamento.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, solo per dirle che, ovviamente, abbiamo la massima fiducia nella Presidenza, ma c'è un piccolo particolare, altrimenti rischiamo che in questo teatro qualcosa non funzioni. Non è che noi abbiamo sospeso la discussione perché l'opposizione ha posto un problema al Governo. Abbiamo sospeso, ed eravamo esattamente nelle medesime condizioni in cui ci troviamo ora, perché alla domanda, se su alcune proposte emendative di un gruppo della maggioranza vi fosse la copertura formale da parte del Governo per andare avanti, la risposta che ha dato il Ministro - questo è il punto che le pongo, signor Presidente - poteva essere tranquillamente data in una sede informale tra capigruppo di maggioranza, anche se, per carità, si può fare tutto anche in Aula, ma, per quel che mi riguarda, non ha minimamente risolto il tema posto dal collega Della Vedova, in base al quale voi ci avete chiesto di sospendere, o meglio non lei, signor Presidente, ma la maggioranza.
A noi è stato chiesto di sospendere i lavori perché, addirittura con comunicati stampa, si minacciava il rinvio in Commissione del provvedimento; e ciò non perché il problema riguardava l'articolo 5, ma l'articolo 25, che avremmo trattato domani. Il fatto che l'onorevole Aprea ci dica che speditamente possiamo riprendere la discussione e che non sia accaduto nulla è un po' singolare, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti...

ROBERTO GIACHETTI. Non abbiamo provocato noi questo mare magnum; lo Pag. 81hanno causato le evidenti problematicità - per usare un eufemismo - che esistono all'interno della maggioranza.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, non è mio compito sindacare gli aggettivi e probabilmente quello che lei dice è vero. Sarà singolare, ma al tempo stesso è altrettanto vero che la richiesta che era stata avanzata di sospensione da parte dell'onorevole Della Vedova ha avuto, dopo l'intervento dell'onorevole Ministro, una risposta in termini politici da parte del medesimo nostro collega che, credo, tutti quanti abbiamo compreso.
Le ribadisco che la Presidenza garantirà, quando arriveremo alla discussione dell'emendamento all'articolo 25, il rispetto assoluto di quello che è il nostro Regolamento e, ancor di più, il rispetto assoluto dell'articolo 81 della Costituzione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 5.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sposetti, Castiello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 523
Astenuti 3
Maggioranza 262
Hanno votato
244
Hanno votato
no 279).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.5.19.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pollastrini, Consiglio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 528
Astenuti 4
Maggioranza 265
Hanno votato
525
Hanno votato
no 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Granata 5.19 e Ghizzoni 5. 209, nel testo subemendato, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Girolamo, Burtone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 527
Astenuti 1
Maggioranza 264
Hanno votato
525
Hanno votato
no 2).
Ricordo che l'emendamento Calgaro 5. 200 è assorbito.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 5.206, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 529
Astenuti 3
Maggioranza 265
Hanno votato
245
Hanno votato
no 284). Pag. 82

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 5.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 527
Votanti 524
Astenuti 3
Maggioranza 263
Hanno votato
244
Hanno votato
no 280).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 5.216 , non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 523
Astenuti 3
Maggioranza 262
Hanno votato
246
Hanno votato
no 277).

Prendo atto che il deputato Bosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 5. 207, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 529
Astenuti 3
Maggioranza 265
Hanno votato
250
Hanno votato
no 279).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 5.208, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Porcino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 529
Astenuti 3
Maggioranza 265
Hanno votato
248
Hanno votato
no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 5.219, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 530
Votanti 527
Astenuti 3
Maggioranza 264
Hanno votato
246
Hanno votato
no 281).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 5.215, non accettato dalla Pag. 83Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Castellani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 527
Votanti 524
Astenuti 3
Maggioranza 263
Hanno votato
246
Hanno votato
no 278).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Capitanio Santolini 5.220.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, volevo intervenire sul comma 7-bis perché mi sembra di poter sottolineare una cosa che ci sta a cuore e capisco che con la sospensione ed i problemi di trovare i fondi aggiuntivi non è semplice. Tuttavia, mi sembra che sia fuori luogo che si dica che in attuazione a quanto stabilito in questo articolo, in considerazione della complessità della materia trattata dai decreti legislativi (vi è quindi un riconoscimento della complessità della materia trattata), nella impossibilità di procedere alla determinazione degli effetti finanziari dagli stessi derivanti, la loro quantificazione è effettuata al momento dell'adozione dei singoli decreti legislativi.
Pertanto, qui si dice che quando si parla di qualità ed efficienza non si possono quantificare gli oneri e, di conseguenza, i decreti legislativi che devono essere emanati dal Ministro saranno condizionati alla verifica di copertura.
Mi sembra una cosa assolutamente kafkiana perché non si può dire che, siccome la materia è complessa, i decreti legislativi saranno condizionati alla verifica di copertura. Sembra una specie di norma di salvaguardia che non sta né in cielo né in terra, perché non si può scrivere che, quando si parla di qualità ed efficienza, tutto è condizionato alla verifica della copertura, cioè i soldi li metti dopo in base ai decreti che adotti. Non mi pare che una cosa di questo genere sia possibile e volevo semplicemente sottolinearlo, sapendo che probabilmente il mio emendamento non verrà accolto, ma che almeno rimanga agli atti questa che è una delle tante contraddizioni del testo in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 5.220, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 527
Votanti 524
Astenuti 3
Maggioranza 263
Hanno votato
244
Hanno votato
no 280).

Prendo atto che il deputato Colucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 5.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Codurelli, Palumbo... Pag. 84
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 520
Astenuti 2
Maggioranza 261
Hanno votato
244
Hanno votato
no 276).

Ricordo che l'emendamento Goisis 5.40 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'articolo 5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tocci. Ne ha facoltà.

WALTER TOCCI. Signor Presidente, votiamo contro l'articolo 5, ma con dispiacere. Se fosse stato scritto bene, questo articolo poteva costituire da solo la vera riforma e il resto del disegno di legge poteva essere molto, ma molto alleggerito. Più valutazione significa, infatti, meno burocrazia. Per fare la politica del merito bisogna promuovere le differenze tra gli atenei e consentire una competizione di qualità. Se gli atenei invece sono appiattiti in un unico modello normativo, rimane ben poco da valutare, si otterrà soltanto il conformismo burocratico. Questa è la meritocrazia delle chiacchiere, che tanto vi appassiona e che ha spiegato bene l'onorevole Corsini questa mattina.
Ogni volta che lei, Ministro Gelmini, parla di merito scrive immediatamente una nuova norma e, siccome la parola «merito» c'è sempre nei suoi discorsi, anche nel testo sono cresciute a dismisura le norme. Saranno 500 alla fine e richiederanno 1.000 regolamenti negli atenei e circa 40 decreti del Governo, come ha dimostrato l'onorevole Zaccaria questa mattina. Questo significa che se il Governo malauguratamente dovesse rimanere in carica, l'anno prossimo si dovrà riunire, grosso modo, una volta a settimana per fare un decreto sull'università. Anche i professori passeranno le giornate a scrivere quei 1000 regolamenti, d'altro canto, non avendo i soldi per la ricerca, potranno dedicarsi a tempo pieno alla burocrazia. C'è coerenza nel far male.
Voglio qui riassumere la questione finanziaria perché le dichiarazioni che ha fatto prima il Ministro mi pare che aumentino la confusione. È vero che voi avete inserito nel disegno di legge di stabilità un incremento di 800 milioni, ma nelle pieghe di quel provvedimento c'è anche un taglio di 1.076 milioni, quindi c'è un saldo negativo di 276 milioni. Voi mettete sotto i riflettori l'aumento, ma nascondete il taglio. Avete inventato il taglio con l'applauso, questo può servire per fare un titolo di giornale, ma non per finanziare l'università perché questo taglio si aggiunge a quello dell'anno scorso, vi sono cinque punti in meno che, con le spese fisse, diventano una bella scossa contro l'università.
Voglio ricordare che questi tagli nascono dalla legge del 2008 e sono serviti non a risanare la spesa pubblica, ma a diminuire la tassa dell'ICI alle famiglie ricche e a foraggiare quell'avventura dell'Alitalia nazionale, per la quale i francesi si stanno ancora sbellicando dal ridere perché erano pronti a prendersela con tutti i «buffi».
Voglio, peraltro, aggiungere che è vero che avete stanziato 100 milioni in più per il diritto allo studio, ma sempre nello stesso provvedimento avete fatto un taglio di 100 milioni, quindi siamo a saldo zero.
Poi, il Ministro Gelmini ci ha parlato dell'innovation voucher, che è un termine inglese molto complesso. Avete destinato 100 milioni a questa nuova voce, ma - ve lo ricordo - noi avevamo previsto un credito di imposta di 600 milioni, che era uno strumento molto semplice e automatico che detassava le imprese che facevano ricerca in cooperazione con enti e università. Si trattava di un meccanismo molto semplice che voi avete cancellato per una formula tutta da verificare, e riducendo i fondi da 600 milioni a 100 milioni. Questa è la realtà dei conti.
Adesso avete fatto qui delle dichiarazioni impossibili da verificare, ci siete venuti a dire che riformulerete l'emendamento per eliminare quell'orribile taglio agli scatti per i giovani ricercatori. Vedremo l'emendamento, ma conoscendovi Pag. 85possiamo immaginare come risolverete il problema: finanzierete questa voce attingendo, ancora una volta, 120 milioni - come ha detto il Ministro - dal Fondo di finanziamento ordinario, cioè risolvete il problema facendo un altro taglio al Fondo di finanziamento ordinario.
Sono come i carri armati di Mussolini, che si spostano di volta in volta a seconda dell'inaugurazione o del problema da risolvere.
Voglio infine rispondere al punto, perché, signor Ministro, se fosse autentica - mi scusi signor Presidente ma devo rispondere anche alla comunicazione del Ministro, concludo subito, in un minuto - se fosse autentica la parola merito che lei utilizza, avrebbe dovuto cancellare norme invece che metterne di nuove. Questa sarebbe stata la vera riforma dell'università e lei, Ministro, lo ha ammesso l'altro giorno, nelle comunicazioni all'Aula, quando ha detto che questa è la vera riforma, ma non siamo in grado di farla perché non è ancora pronto il sistema di valutazione.

PRESIDENTE. Onorevole Tocci, la prego di concludere.

WALTER TOCCI. È una giustificazione intelligente da parte sua, signor Ministro, forse l'hanno suggerita i suoi collaboratori, che sono persone competenti e capaci, ma è troppo intelligente perché finisce per rilevare la sua...

PRESIDENTE. Onorevole Tocci, deve concludere. Il tempo a sua disposizione è terminato.

WALTER TOCCI. ...inefficienza. Non ci ha ancora spiegato: perché non ha fatto funzionare l'ANVUR in tre anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tocci.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 531
Votanti 528
Astenuti 3
Maggioranza 265
Hanno votato
280
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il deputato Maurizio Turco ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ghizzoni 5.0201.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciriello. Ne ha facoltà, per tre minuti.

PASQUALE CIRIELLO. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo in esame propone la chiamata di 3 mila professori associati per ciascuno degli anni accademici dal 2011 al 2016 da destinarsi, in ragione del 70 per cento, a ricercatori a tempo indeterminato e per il restante 30 per cento a titolari di assegni di ricerca.
Si tratta di una operazione di equa e doverosa valorizzazione della quota parte più meritevole degli attuali ricercatori, riconoscendo loro uno status giuridico e una posizione economica più congrui.
Faccio osservare che non si tratta di una operazione da effettuarsi ope legis, meccanismo questo che ci ha visti e ci trova ancora nettamente contrari. Viceversa, si prevede che la selezione avvenga attraverso la procedura di abilitazione nazionale che il provvedimento disciplina.
All'onere finanziario si fa fronte con un prelievo tra l'1 e il 3 per mille sul valore assoluto della leva finanziaria di ogni istituto di credito o intermediario finanziario, definita dal rapporto tra il totale dell'attivo di bilancio e il patrimonio di base. Pag. 86
È un segnale che il Paese - credo - deve ai migliori fra i giovani che hanno scelto di dedicarsi alla ricerca e hanno prodotto risultati eccellenti.
Tali risultati, ad onta dei toni severamente critici che sono stati adottati anche in quest'Aula, consentono all'Italia di essere, secondo un recente rapporto OCSE, al secondo posto quanto alla produttività scientifica dei suoi ricercatori, nonostante si collochi solo al penultimo posto quanto a volume dei finanziamenti erogati.
Dunque, un segnale importante, ancorché tardivo, ma di cui l'intero Paese incasserebbe certamente medio tempore tutti i dividendi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Melis. Ne ha facoltà, per un minuto.

GUIDO MELIS. Signor Presidente, in un minuto leggerò un elenco, come si usa adesso nelle trasmissioni televisive, i cui autori sono i due rettori di Sassari e di Cagliari, che hanno mandato qualche giorno fa un comunicato.
Primo, l'attuale riforma è priva di copertura finanziaria. Secondo, non è previsto nessun riconoscimento al ruolo giuridico dei ricercatori. Terzo, il diritto allo studio non è in alcun modo tutelato. Quarto, è stato cancellato ogni riferimento possibile a risorse nuove e/o aggiuntive per incentivare il merito, l'efficienza e l'innovazione. Quinto, nel disegno di legge permangono pesanti limiti all'autonomia degli atenei e un eccessivo dirigismo nella governance (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pes. Ne ha facoltà.

CATERINA PES. Signor Presidente, sul valore dell'università e sulla sua qualità si misura il livello di civiltà del nostro Paese. Ciò significa che non possiamo fare una riforma di questa portata tagliando sulla ricerca e sulla qualità del sapere. Per questo chiediamo l'istituzione del Fondo per la valorizzazione del merito accademico per coloro, come i professori di seconda fascia, che oggi in questo Paese garantiscono la qualità dell'offerta formativa. È per questo motivo che chiediamo di finanziare con questo fondo di merito per gli anni 2011-2016 la chiamata di tremila professori, tra ricercatori a tempo indeterminato, professori a contratto e assegnisti di ricerca. È importante, Presidente, Ministro, che teniate in considerazione che senza di loro l'università italiana non può andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Levi. Ne ha facoltà.

RICARDO FRANCO LEVI. Signor Presidente, la proposta emendativa che stiamo proponendo reca questo titolo: «Misure per la valorizzazione dei ricercatori di ruolo e del merito accademico» e propone di istituire un Fondo per la valorizzazione del merito accademico. Signor Ministro, alla luce delle assicurazioni che ci ha dato e dell'asserita volontà del Governo di impegnarsi anche finanziariamente per sostenere i giovani ricercatori, ci dia una dimostrazione di questa volontà approvando questa proposta emendativa e invitando la sua maggioranza ad approvarla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Siragusa. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, qualcuno oggi ha accusato il Partito Democratico e l'opposizione di questa Camera di volere sempre tornare indietro quando si parla di scuola e di università, di diventare assatanati. Voglio dire che per noi investire su scuola e università è l'unica maniera per superare la crisi economica. Questo articolo aggiuntivo va proprio in quella direzione. Valorizziamo Pag. 87quello che già c'è all'università: i ricercatori, gli assegnisti. Prevediamo delle assunzioni vere che creino un ricambio all'interno dell'università. Sconfiggiamo il baronato immettendo nuove leve, non riempiendoci la bocca di aria fritta. E poi occorre anche finanziare l'abrogazione del blocco degli scatti di carriera e a fini pensionistici dei ricercatori e professori universitari previsti nella manovra dell'estate. A noi, al contrario, sembra che talvolta, proprio sul mondo della conoscenza, insistano gli strali di questo Governo...(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Siragusa, la ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Pasquale. Ne ha facoltà.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, stasera qui abbiamo toccato con mano le vostre difficoltà politiche, ma non dobbiamo farle pagare alle nostre università (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Questo articolo aggiuntivo ripristina, con modifiche positive per i ricercatori di ruolo e i precari, uno degli interventi migliorativi introdotti in VII Commissione, ritenuto dalla stessa maggioranza qualificante per l'intera riforma universitaria. L'emendamento poi è stato cancellato a causa dell'indisponibilità del Governo ad investire risorse nell'università ed insieme ad esso è stata cancellata la speranza dei nostri ricercatori di veder riconosciuto il proprio lavoro, i propri talenti e la professionalità tramite la stabilizzazione o la possibilità di una progressione di carriera faticosamente già avviata con lunghi impegni di docenza, peraltro non prevista tra le competenze dei ricercatori e quindi nemmeno retribuita. I nostri ricercatori sono ora a Firenze, a Roma e in tutta Italia e chiedono futuro. Allora, colleghi, accogliete questo articolo aggiuntivo. L'invito vale anche per il Governo...

PRESIDENTE. Onorevole De Pasquale, la ringrazio.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ghizzoni 5.0201, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Burtone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 540
Votanti 537
Astenuti 3
Maggioranza 269
Hanno votato
252
Hanno votato
no 285).

Prendo atto che la deputata Samperi ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Mazzarella 5.0200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzarella. Ne ha facoltà.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, con questo articolo aggiuntivo siamo allo scenario pirandelliano che abbiamo vissuto in quest'Aula questo pomeriggio: piano per i ricercatori e per il merito sì, piano per i ricercatori no, piano forse, piano nì, forse, boh, chissà, ghe pensi mì. Se non fosse una cosa seria, direi che siamo a Pirandello in salsa meneghina.
In ogni modo, l'articolo aggiuntivo che presentiamo vuole ripristinare, integrandolo anche per sostenere l'ingresso nei ruoli di professore ordinario degli attuali professori associati che superano l'abitazione nazionale, l'articolo cassato dallo stesso Governo dopo che il Ministro Gelmini aveva con esso annunciato l'intenzione di venire così incontro, almeno in Pag. 88parte, alle legittime richieste che venivano dal mondo dei ricercatori di ruolo e dei precari.
La logica di questa proposta è offrire una possibilità effettiva di sviluppo e di carriera a ricercatori di ruolo e non e ad associati in servizio solo in base ad una valutazione di merito nazionale, senza quote riservate, del resto non definibili, in procedure di abilitazione aperte e con risorse ad hoc, garantite da un fondo ministeriale specifico che non gravi sui bilanci dell'ateneo.
Peraltro, si configura un incremento premiale del fondo di finanziamento ordinario di un ateneo. Se ho nei ruoli un ricercatore o un associato valido e l'abilitazione nazionale me ne certifica il merito didattico-scientifico, il fondo di finanziamento ordinario di ateneo si incrementa in modo premiale. Si premia, in una qualche misura, il reclutamento pregresso degli atenei, quando è stato meritevole.
Non si tratta, sia chiaro, di un ope legis: le procedure di abilitazione e di chiamata sono le stesse previste da questo provvedimento per gli abilitati che provengono dall'istituenda figura di ricercatore a tempo determinato, di cui all'articolo 21. Si tratta di una proposta emendativa che pone riparo ad una criticità esiziale del disegno di legge in esame, che, innestato senza risorse sugli attuali organici, mette in contraddizione gli impegni per i nuovi docenti e le aspettative di chi lo è già.
Con le poche risorse a disposizione degli atenei si dovrà scegliere, senza questo articolo aggiuntivo, se finanziare i contratti di ingresso a tempo determinato, perché non siano precariato senza sbocco, ovvero le legittime aspettative di carriera di chi nei ruoli delle università già vi è.
A prescindere anche dalla opinabilità della certezza dello sbocco in ruolo della cosiddetta tenure trek, non è né equo né sensato credere che solo i docenti selezionati ex novo saranno meritevoli, mentre i docenti già di ruolo debbano la loro carriera a selezioni immeritevoli e siano da lasciare su binari morti.
Si offre una possibilità effettiva di carriera a ricercatori e associati in servizio che da anni attendono un riconoscimento. È una misura che viene incontro, su sei anni, a 50 mila tra ricercatori e associati strutturati e ad una parte almeno, quella statisticamente meritevole, che pure ci sarà - se mettiamo da parte pregiudizi ideologici a difesa di una mera politica della lesina - delle decine di migliaia di validi ricercatori precari operosi nelle università italiane da dieci e più anni, che sono censiti dal MIUR in 93 mila unità.
Stiamo proponendo una misura che riguarda in sei anni a uno su dieci dei possibili fruitori. Niente porte aperte ai giovani e a chi nelle università già lavora, ma solo appena decentemente socchiuse.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Mazzarella 5.0200, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 540
Votanti 537
Astenuti 3
Maggioranza 269
Hanno votato
253
Hanno votato
no 284).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ghizzoni 5.0202.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bachelet. Ne ha facoltà.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, lo scopo di questo articolo aggiuntivo è di restituire ai professori e ai ricercatori universitari gli scatti stipendiali Pag. 89tolti dalla manovra a tutti. L'importo è di 230 milioni l'anno, coperti con apposito meccanismo, simile a quello descritto dal mio collega Ciriello nella sua proposta emendativa, poc'anzi esaminata.
Perché lo proponiamo? A noi non piacciono «i finanziamenti a pioggia» e abbiamo quindi guardato con interesse all'aggancio degli scatti al merito. Questo, però, è stato già promesso a vanvera una volta, è contemplato nella legge n. 1 del 2009 e non è stato mai attuato in due anni, né si attuerà, con buona pace dell'onorevole Della Vedova, quello previsto da questa riforma perché, come diceva il collega Melis, l'ANVUR (Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca) non esiste, e non vi è neppure un meccanismo di valutazione, previsto tra i principi di delega all'articolo 5 - dato che si produrrà qualcosa di simile alla valutazione del merito, non si sa se prima o dopo la resurrezione dei morti, o comunque di questa maggioranza.
Dunque, non succederà nulla, il risultato netto sarà che non si genereranno gli scatti per altri due anni almeno. Ciò è come un finanziamento a pioggia con il segno negativo, si chiama il taglio con il «napalm», che punisce bravi e somari.
Giorni fa Gianni Riotta, in una trasmissione televisiva, ha affermato che le aule della facoltà di fisica sono vuote. Un mio collega, Egidio Longo, si è permesso di scrivergli attraverso la posta elettronica per informarlo che, dall'istituzione del corso di laurea 3 più 2 nel 2000, le matricole della citata facoltà sono aumentate del 30 per cento: da noi, per esempio, sono passate da 180 a 250 in dieci anni.
Dunque, la sua notizia non era vera. Il mio collega gli ha anche segnalato che per la facoltà di fisica, in classifiche delle quali parlavo anche ieri, ben quattro dipartimenti italiani (Roma, Firenze, Pisa e Padova) sono tra i primi 24 in Europa. Sa che cosa ha risposto Gianni Riotta, il quale, quando io e lei, signor Presidente, eravamo giovani, scriveva per il giornale Il Manifesto e ora dirige il giornale di quelli che allora chiamava padroni? Ha detto: «Caro professore, quando arriverà il prossimo premio Nobel per la fisica per un lavoro d'équipe svolto in Italia da una università italiana le dirò che ha ragione, ma prima ho ragione io e lei ha torto».
Ebbene, mi permetta di concludere questo intervento annunciandole che il professor Giorgio Parisi del mio dipartimento ha ricevuto ieri dalla società tedesca di fisica la medaglia Max Planck per la fisica teorica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). In precedenza ha avuto la medaglia Boltzmann e il premio Dirac.
Mi auguro che tutti comprendano che, nel tagliare gli stipendi a tutti noi, li tagliamo a lui e alla sua équipe e rendiamo più probabile il fatto che queste persone domani vadano in un altro Paese. Stiamo punendo i buoni e i cattivi...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. ... stiamo facendo il contrario della meritocrazia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ghizzoni 5.0202, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ghiglia, Milanese, Tocci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 546
Votanti 543
Astenuti 3
Maggioranza 272
Hanno votato
257
Hanno votato
no 286).

Prendo atto che la deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

Pag. 90

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, gli emendamenti proposti a questo articolo hanno un valore straordinario in questo momento in cui il mondo dei ricercatori guarda a questa riforma come ad una speranza reale e concreta di poter raggiungere uno status di inserimento definitivo nel mondo della ricerca e della docenza, oppure alla possibilità di essere, in qualche modo, già archiviati come appartenenti al modello trascorso.
Credo che in questo momento, se vogliamo che le università possano continuare il loro ordinario svolgimento dei lavori che, come è ben noto, è in gran parte affidato alla presenza dei ricercatori, abbiamo bisogno di dare sicurezze a questa componente del sistema universitario.
Un altro emendamento importante riguarda, sempre a questo proposito, la possibilità di creare 10 mila posti di professore associato nei prossimi tre anni. Anch'esso è un emendamento importante per quanto riguarda la tenuta didattica, e quindi le relazioni con gli studenti; e nello stesso tempo costituisce, per i ricercatori attualmente presenti in ruolo, anche la prospettiva di un'indispensabile progressione di carriera. Credo che a nessuno sfugga che, se non abbiamo un corpo di ricercatori realmente stabilizzati e non abbiamo per questi stessi ricercatori una prospettiva di sviluppo di carriera, tutte le parole che abbiamo usato nel nostro dibattito - innovazione, eccellenza, merito, qualificazione di tutti nostri atenei sullo scenario internazionale - potrebbero veramente essere destinate ad un totale ed assoluto fallimento.
Sono però emendamenti che hanno un costo: sono gli emendamenti per cui prima si è inceppata la nostra macchina, e sono altresì gli emendamenti per cui tutto il mondo universitario guarderà con particolare attenzione a ciò che fa questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 6 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Capitanio Santolini 6.18, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 6.501.
Il parere è, altresì, contrario sull'emendamento Palagiano 6.17, nonché sull'emendamento Capitanio Santolini 6.20...

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Capitanio Santolini 6.20 è precluso.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Calgaro 6.201, mentre raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 6.500 e 6.503.
Il parere è, poi, favorevole sull'emendamento Mazzarella 6.202, mentre è contrario sull'emendamento Miotto 6.203.
La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Miotto 6.204 e 6.502 della Commissione, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Capitanio Santolini 6.205, Ghizzoni 6.8, Mazzarella 6.206, Capitanio Santolini 6.21 e 6.22, Ghizzoni 6.9, Latteri 6.5, Capitanio Santolini 6.23, nonché sugli identici emendamenti Capitanio Santolini 6.207 e Goisis 6.208. Il parere, infine, è contrario sull'emendamento Mazzarella 6.209.
Passiamo agli articoli aggiuntivi. Il parere è contrario sugli articoli aggiuntivi Borghesi 6.01, 6.03 e 6.0200, Palagiano 6.02 e Goisis 6.0201.

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore di minoranza, onorevole Nicolais, rinunzia ad esprimere il parere.
Il Governo?

Pag. 91

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, l'emendamento Capitanio Santolini 6.20 è precluso? Non ho capito bene.

PRESIDENTE. L'emendamento Capitanio Santolini 6.20 è precluso dall'emendamento 6.501 della Commissione, se approvato, ovviamente.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 6.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 536
Votanti 533
Astenuti 3
Maggioranza 267
Hanno votato
253
Hanno votato
no 280).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.501 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Palumbo, Bianconi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 547
Votanti 545
Astenuti 2
Maggioranza 273
Hanno votato
544
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palagiano 6.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 542
Votanti 539
Astenuti 3
Maggioranza 270
Hanno votato
254
Hanno votato
no 285).

Ricordo che l'emendamento Capitanio Santolini 6.20 è precluso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calgaro 6.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gava...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 545
Votanti 542
Astenuti 3
Maggioranza 272
Hanno votato
256
Hanno votato
no 286).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.500 della Commissione, accettato dal Governo. Pag. 92
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 542
Votanti 539
Astenuti 3
Maggioranza 270
Hanno votato
536
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.503 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 536
Astenuti 1
Maggioranza 269
Hanno votato
534
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Tocci ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzarella 6.202, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 542
Maggioranza 272
Hanno votato
540
Hanno votato
no 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Miotto 6.203.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, intervengo per un minuto, perché questa norma è palesemente contraria non solo allo spirito, ma anche alla lettera del titolo V della Costituzione.
Spero che la maggioranza - ma soprattutto la Lega - accolga il mio emendamento soppressivo del comma 11. Non si può pensare, infatti, a nuove convenzioni da discutere con le regioni, per le quali il Ministero predisponga lo schema-tipo della stessa convenzione. Non esiste, in materia concorrente, che il Ministero predisponga lo schema-tipo. In materia concorrente si concordano le linee guida e il tema della convenzione, nel rapporto tra università e Servizio sanitario nazionale, è già superato.
A dire il vero, sono ormai dieci anni che ci sono protocolli d'intesa. Le aziende sono unificate fra università ed ospedali. Questo è un linguaggio superato, che non corrisponde più alla realtà attuale e che si presta al ricorso sia delle università che delle regioni.
Aggiungo: quali limiti a questa delega? I contenuti di questo cosiddetto schema-tipo quali sono? In che materie dovrà svolgersi questa attività? Quali sono i limiti dello schema-tipo? Tutto questo non è scritto, e devo dire non se ne vede nemmeno la necessità, visto che siamo all'interno di uno schema legislativo che è già ampiamente superato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Miotto 6.203, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 93

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 540
Votanti 537
Astenuti 3
Maggioranza 269
Hanno votato
256
Hanno votato
no 281).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Miotto 6.204 e 6.502 della Commissione, accettati dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 535
Votanti 534
Astenuti 1
Maggioranza 268
Hanno votato
526
Hanno votato
no 8).

Prendo atto che il deputato Zazzera ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 6.205, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti 543
Votanti 538
Astenuti 5
Maggioranza 270
Hanno votato
284
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che il deputato Cazzola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni 6.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciriello. Ne ha facoltà.

PASQUALE CIRIELLO. Signor Presidente, l'emendamento in esame mira ad anteporre alla formulazione del comma 12 l'espressione: «Nel rispetto dei principi di autonomia e responsabilità delle singole università». Poiché l'intero impianto normativo su cui il disegno di legge si fonda è tutt'altro che rispettoso del valore dell'autonomia (pur costituzionalmente sancito), tanto da porsi - a parer nostro - in più punti in contrasto con il dettato dell'articolo 33 della Costituzione, la variazione è tutt'altro che meramente formale.
Nel momento in cui s'irrigidisce il meccanismo di attribuzione degli scatti stipendiali, introducendo un principio di valutazione del complessivo impegno didattico, di ricerca e gestionale del docente in luogo dell'automatismo sinora vigente, non è senza significato un richiamo all'autonomia degli atenei. Infatti, la premessa per un'eventuale valutazione negativa ed una responsabilizzazione dell'ateneo per le scelte operate non può che reggersi sull'autonomia delle scelte medesime. Serve quanto meno a favorire la penetrazione anche nel nostro Paese di un principio altrove già pacificamente accettato. Non può esservi valutazione, non può esservi incentivazione del merito se non vi è pieno riconoscimento della più ampia autonomia degli atenei.
I due termini di questo binomio non sono scindibili, se davvero si vuole far compiere un passo avanti alla qualità media del sistema universitario, altrimenti resta una vuota propaganda destinata ad attraversare il sistema stesso senza lasciare traccia di sé. Questo è in realtà il senso di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 94
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 6.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bruno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 529
Votanti 526
Astenuti 3
Maggioranza 264
Hanno votato
248
Hanno votato
no 278).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzarella 6.206, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 518
Votanti 516
Astenuti 2
Maggioranza 259
Hanno votato
243
Hanno votato
no 273).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 6.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... onorevole Pionati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 523
Astenuti 3
Maggioranza 262
Hanno votato
248
Hanno votato
no 275).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 6.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 518
Astenuti 3
Maggioranza 260
Hanno votato
241
Hanno votato
no 277).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 6.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 517
Astenuti 3
Maggioranza 259
Hanno votato
243
Hanno votato
no 274).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 6.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 95
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 531
Votanti 528
Astenuti 3
Maggioranza 265
Hanno votato
250
Hanno votato
no 278).

L'emendamento Goisis 6.208 è stato ritirato, quindi pongo in votazione solo l'emendamento Capitanio Santolini 6.207.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 6.207, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Foti... onorevole Pizzolante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 531
Votanti 528
Astenuti 3
Maggioranza 265
Hanno votato
248
Hanno votato
no 280).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazzarella 6.209.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzarella. Ne ha facoltà per tre minuti.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, l'emendamento che presentiamo rappresenta una cartina di tornasole per la buona fede del Governo nella veemenza con cui ha sostenuto di stare provvedendo con questo disegno di legge a mettere in pari l'università italiana con le migliori esperienze internazionali, cercando di convergere verso obiettivi e standard europei di sistema.
Se questo fosse vero, un sistema come il nostro, già strutturalmente sottofinanziato e da questa riforma e dalla legge di bilancio testé approvata ulteriormente definanziato, dovrebbe non solo mantenere nel suo complesso gli attuali organici di ruolo alla fine dell'attuazione di questa riforma, ma in realtà incrementarli. Ora è del tutto evidente che, invece, ci troviamo in presenza di una programmata e consapevole ristrutturazione al ribasso dell'università italiana. Tra dieci anni un terzo degli attuali ruoli, circa sessantamila unità di personale oggi, sarà sparito grazie a un turnover fortemente definanziato: è evidente il progetto di fare dell'università non il volano dello sviluppo del Paese ma in realtà di adeguarsi a un Paese sostanzialmente bloccato di cui non si punta al rilancio.
L'emendamento si propone di garantire, alla fine del percorso di attuazione della riforma, nei sei anni successivi all'entrata in vigore della presente legge, che i ruoli nella prossima definizione siano solo due - lo ricordo all'Aula - di prima e di seconda fascia e corrispondano comunque all'attuale consistenza dei ruoli articolati in tre fasce: circa 60 mila unità.
Se non si approva questo emendamento è chiaro che il Governo immagina un'università con 40 mila docenti di ruolo e una base di precariato, i vecchi assistenti incaricati, in attesa di passare poi nella dequalificata figura di associati al posto dei vecchi assistenti ordinari. Insomma stiamo tornando ad un'università degli anni Settanta sia nell'organizzazione del personale sia pericolosamente nelle quantità assolute del valore del capitale umano impiegato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzarella 6.209, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Pag. 96
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 525
Astenuti 3
Maggioranza 263
Hanno votato
247
Hanno votato
no 278).

Passiamo alla votazione dell'articolo 6. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, rapidamente per dire che noi voteremo contro questo articolo che ci sembra una grande occasione persa per dare davvero ai ricercatori, agli associati e agli ordinari quello che meritavano e che si aspettavano. Noi avremo nei prossimi anni, come è noto, il blocco del turnover e quindi non ci sarà un ricambio ai massimi livelli e i soldi risparmiati dal pensionamento di questi docenti non torneranno all'università, come noi avevamo chiesto, ma il 50 per cento tornerà al Ministero dell'economia e delle finanze.
Mi sembra davvero un modo drammatico di comportarsi nei confronti dell'università, una sorta di rapina che viene fatta dal Ministero a scapito della ricerca, dei ricercatori che di fatto sono in movimento e in subbuglio in tutta Italia. Voteremo contro perché non si è dato ascolto a sufficienza ai ricercatori. Qualcosa è stato fatto ma non basta e soprattutto siamo preoccupati per la perdita di capacità, di tenuta e di competenze perché si prevede un forte prepensionamento e quindi una perdita di «cervelli» che servirebbero alla ricerca italiana.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, l'Italia dei Valori è fortemente contraria in particolare a questo articolo 6: un po' perché sancisce questa cosa molto strana e tipicamente italiana del rapporto a tempo determinato dei nuovi ricercatori. Questa è una categoria che è stata introdotta dal Ministro Gelmini.
Io ricordo che quando facevamo ricerca si restava fino a mezzanotte in laboratorio e a volte non si andava neanche a dormire. Adesso iniziare con un nuovo ruolo, che invece contempla il tempo definito anche per i ricercatori neoassunti, quelli a tempo determinato, mi sembra un'incongruenza ed è davvero anacronistica nei confronti del resto d'Europa.
Ma poi vi è il comma 8 che mi lascia davvero perplesso, perché mi fa pensare agli IRCS, gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. Sapete che ve ne sono 43 in Italia e si tratta di centri di autoreferenzialità, io così li chiamo, perché sarebbero centri di eccellenza soltanto sulla carta, qualcosa che serve più alla politica che alla scienza, poiché non vi è alcun riconoscimento da parte di istituzioni indipendenti. Ebbene, io ricordo che gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico hanno delle nomine ministeriali, hanno delle direzioni che dipendono dal Ministero e ricordo che il Ministero della salute ha stanziato 200 milioni di euro nel 2009.
Con il provvedimento in esame, che è davvero vergognoso al comma 8, si sancisce il dono dell'ubiquità, perché i professori universitari, anche quelli a tempo pieno, potranno essere contemporaneamente direttori a Roma ed essere direttori scientifici presenti a San Giovanni Rotondo. Vi sarà cioè una sovrapposizione di impegni, quando credo che il professore universitario a tempo indeterminato e quindi a tempo pieno debba soltanto pensare a svolgere il proprio ruolo nelle facoltà e non possa andare in giro per l'Italia a garantire la direzione scientifica di istituti che sono così importanti.
Per queste ragioni e per il ruolo dato ai ricercatori, quelli vecchi, quelli che hanno dato Pag. 97tanto lustro all'Italia, l'Italia dei Valori voterà contro l'articolo 6 in esame (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 524
Votanti 521
Astenuti 3
Maggioranza 261
Hanno votato
276
Hanno votato
no 245).

Prima di procedere alla votazione dell'articolo aggiuntivo Borghesi 6.01, su richiesta di molti colleghi comunico che i nostri lavori proseguiranno fino alle ore 20,30 e riprenderanno domani mattina alle ore 9.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, avevo chiesto che la sospensione che è stata accordata non portasse poi ad una dilazione dei lavori e se quindi fosse possibile recuperare il tempo perso sfruttando la seduta notturna, che è assolutamente prevista dal calendario (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, lei sa che per prassi la seduta notturna deve essere preventivamente richiesta con un certo preavviso. Comunque mi rimetto eventualmente alla decisione dell'Aula, che è sovrana.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, noi siamo contrari, però penso sia utile mettere ai voti subito la proposta del collega Reguzzoni, così almeno avremo tutti chiaro se fermarci fino alle 20,30 o proseguire per l'eventuale seduta notturna che il collega della Lega chiede. Noi siamo contrari. Nel caso lei voglia mettere ai voti questa proposta dell'onorevole Reguzzoni noi siamo pronti a votarla subito e penso sia utile votarla subito per tutti.

PRESIDENTE. Certo, se la metto in votazione mi sembra del tutto evidente che si vota subito. Non ho capito francamente.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, rispetto alla proposta dell'onorevole Reguzzoni mi sembra che portando alle 20,30 la seduta questa sera ed anticipando domattina già alle 9 abbiamo ampiamente recuperato quell'ora di sospensione che vi è stata, quindi auspico un po' di buon senso.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, è di tutta evidenza che stiamo affrontando un provvedimento che serve al Paese: è una riforma che è importante e serve ed è attesa da chi fa del merito il primo punto e non della storia e del baronato la propria ragion d'essere (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Credo anche che la sospensione e i discorsi che sono stati fatti in ordine alla relativa richiesta - per cui si sono perse, sostanzialmente, due ore di votazioni utili Pag. 98- possano portare a consigliarci di sfruttare la possibile prosecuzione notturna dei lavori.
C'è anche da dire - perché va detta tutta - che è stata avanzata una richiesta di sospendere i lavori domani alle 12 per consentire lo svolgimento di altre attività di tipo politico. È chiaro che, se riusciremo a concludere il provvedimento concernente l'università, potremo anche accedere alla richiesta di sospendere i lavori domani a mezzogiorno. Se così non fosse - e se non sfrutteremo la prosecuzione notturna, i tempi comporteranno l'impossibilità di concludere l'esame del provvedimento - domani chiederemo di lavorare, che - detto tra parentesi - è un nostro preciso dovere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, atteniamoci per ora alla decisione se proseguire o meno i lavori con la seduta notturna. Le ricordo che domani mattina è convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo e che, in quella sede, avrà modo, se lo riterrà, di porre la questione che ha testé avanzato.
Passiamo, dunque, ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta avanzata dall'onorevole Reguzzoni di proseguire i lavori dell'Assemblea anche in seduta notturna.
Dichiaro aperta la votazione.
I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.

(È respinta - Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori - Commenti).

Rimane, dunque, stabilito che i lavori proseguiranno fino alle ore 20,30 e che riprenderanno domani mattina alle ore 9.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente...

PRESIDENTE. Prego i colleghi di fare silenzio e di consentire alla Presidenza di intendere quanto dice l'onorevole Baldelli.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, abbiamo appena svolto un voto procedurale, che ha dato anche un po' la misura della volontà o meno di proseguire i nostri lavori e di come organizzarli secondo il percorso che lei ha testé enunciato.
Vorrei svolgere una marginale riflessione a riguardo. Dobbiamo svolgere circa 170-180 votazioni con riferimento al provvedimento in esame. È evidente che la bocciatura della proposta dell'onorevole Reguzzoni in ordine alla prosecuzione notturna dei lavori impone un calendario molto stringente, anche in termini di votazioni.
Al di là del rinfacciarci responsabilità sul tempo perso, su chi ha chiesto l'interruzione, o di intervenire sull'ordine dei lavori, in maniera molto civile, credo di avere il dovere, almeno politico, di porre una questione all'attenzione dell'Assemblea. Ognuno, poi, ne tragga le conclusioni che crede, anche in forza delle esigenze che i gruppi di maggioranza e di opposizione legittimamente hanno posto.
Per quanto riguarda il pomeriggio di domani, vi è una richiesta avanzata da parte di un gruppo dell'opposizione, come vi è l'esigenza dei gruppi di maggioranza di procedere con l'approvazione rapida del provvedimento in oggetto; si registra, inoltre, un clima esterno a quest'Aula che, usciti da qui, troveremo nelle cronache dei telegiornali in ordine al provvedimento in esame.
Credo che sarebbe un'intesa - evidentemente, signor Presidente, non è questa la sede per formalizzarla, tuttavia la auspico e vorrei lasciare tale auspicio agli atti di questa Camera - quella di riuscire a procedere rapidamente con l'esame e la conclusione di questo provvedimento.
L'opposizione ha, ovviamente, gli strumenti per poter facilitare questo iter attraverso una riduzione delle iscrizioni a Pag. 99parlare, della quale io do già atto all'opposizione, e anche attraverso una riduzione eventuale degli emendamenti. Ricordo che per questo provvedimento sono previsti altri 180 voti sugli emendamenti e sugli articoli. Quindi, credo, signor Presidente, che, anche alla luce del voto che è stato espresso liberamente da quest'Aula, questa riflessione debba essere posta all'attenzione dei gruppi che partecipano alle attività dell'Assemblea.

GIAN LUCA GALLETTI.Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, io capisco che adesso ci siano dei gruppi politici che improvvisamente sono diventati virtuosi. E allora diventiamo virtuosi anche noi: sappiamo che domani pomeriggio non possiamo lavorare per il rispetto di una riunione del Partito Democratico, che da tempo ha chiesto la sospensione dei lavori per tale occasione (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), venerdì mattina ci rivediamo e lavoriamo venerdì, sabato e domenica. Se vi sta così a cuore lavorare, ci rivediamo venerdì mattina e andiamo avanti (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Galletti, ricordo anche a lei, come ho ricordato all'onorevole Reguzzoni e all'onorevole Baldelli, che la Presidenza ha già convocato la Conferenza dei Presidenti di gruppo per domani mattina e sarà quella la sede in cui affronteremo il problema che è stato posto negli ultimi interventi.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Borghesi 6.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, visto che anche al gruppo dell'Italia dei Valori sta a cuore la riforma universitaria - ma non questa riforma -, con l'articolo aggiuntivo che noi proponiamo, ossia l'articolo aggiuntivo Borghesi 6.01, poniamo all'attenzione del signor Ministro - visto che ha chiesto un'interruzione di un'ora per trovare le coperture necessarie per risolvere, finalmente, il problema dei professori precari e del reclutamento dei professori associati, ben 10 mila unità - e lo invitiamo a leggere con particolare attenzione - e ora glielo illustro - questo articolo aggiuntivo, che tratta esattamente del piano straordinario per il rientro dei professori precari e associati nella misura di 10 mila unità.
Con una differenza, però, signor Ministro, e lo dico anche al Presidente della Camera e ai relatori della Commissione di merito. Questo articolo aggiuntivo è identico alla proposta emendativa presentata in sede di disegno di legge di stabilità, rispetto alla quale il Ministro dell'economia e delle finanze, o meglio, il Ministero dell'economia e delle finanze nella persona dell'allora Viceministro Vegas, aveva riconosciuto l'ammissibilità, e così anche la Ragioneria generale dello Stato e il servizio bilancio dello Stato della Camera dei deputati.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 19,30)

RENATO CAMBURSANO. Ovviamente il Governo ha ritenuto di respingerlo, perché aveva altre idee e non aveva individuato dove recuperare le risorse per questo piano triennale, che risolverebbe, per l'appunto in questo arco di tempo ristretto, il problema degli associati e dei precari. Noi ve lo riproponiamo, con una differenza rispetto al vostro, ed ecco perché - come vi dicevo prima, signor Presidente della Camera Fini, che non c'è più - era opportuno - mi riferivo al Presidente Fini, non al Sottosegretario Pizza, non parlo con lei in questo momento non me ne abbia - era opportuno, dicevo, coniugare contemporaneamente l'articolo 5 e l'articolo 6, e gli articoli aggiuntivi relativi a quest'ultimo, con l'articolo 25, perché trattano la stessa materia. Con una Pag. 100differenza sostanziale, tuttavia, che le ripeto, signora Ministro: sebbene il nostro articolo aggiuntivo avesse ed abbia la copertura, esattamente come certificato in occasione del disegno di legge di stabilità, ahimè per un comportamento schizofrenico - perché non si può che definire così - da parte del Governo al quale il relatore in Commissione bilancio ha demandato l'avviso di definire se esistessero le coperture - stamane questo avveniva - il Ministero dell'economia e delle finanze, che quattro giorni fa, nella scorsa settimana, aveva riconosciuto l'ammissibilità, questa mattina l'ha negata.
Ecco perché noi siamo per risolvere i problemi, vi proponiamo questa proposta emendativa che prevede per l'appunto un piano straordinario triennale per il reclutamento dei professori associati e prevede una serie di coperture che vanno dalla revisione del regime tributario delle rendite finanziarie per le quali ormai l'intera Unione europea è orientata, finalmente, ad adeguarsi, una modifica delle aliquote in materia di deducibilità della svalutazione dei crediti, la tassa sulla pubblicità e la modifica delle aliquote relative ai giochi. Queste sono coperture vere. Vogliamo vedere poi, signora Ministro, quando affronteremo l'articolo 25, se le vostre coperture, come noi immaginiamo, saranno fittizie o altrettanto vere. Allora, se vogliamo collaborare per risolvere i problemi del Paese - mi prendo tutto il tempo necessario, non sarete voi a fermarmi - noi proponiamo assolutamente di prendere in seria considerazione questo articolo aggiuntivo, perché risolve i vostri problemi e soprattutto i problemi dell'università (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Borghesi 6.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Montagnoli, Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 517
Astenuti 5
Maggioranza 259
Hanno votato
234
Hanno votato
no 283).

Prendo atto che la deputata Schirru ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Borghesi 6.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tommaso Foti, Castellani, Pizzolante, Sbai, Giulietti, Di Pietro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 523
Astenuti 3
Maggioranza 262
Hanno votato
242
Hanno votato
no 281).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Borghesi 6.0200, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Pizzolante, Sardelli, Sbai...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 101
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 527
Votanti 524
Astenuti 3
Maggioranza 263
Hanno votato
242
Hanno votato
no 282).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Palagiano 6.02.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, anche in questo caso l'oggetto della proposta emendativa è rappresentato dai ricercatori. Il Ministro Gelmini ha usato la politica dei due pesi e due misure per quanto riguarda i ricercatori italiani. Da un lato i nuovi ricercatori, quelli che la signora Ministro vuole inquadrare facoltativamente a tempo pieno o a tempo determinato, che avranno l'opportunità, dopo aver fatto tre anni, rinnovabili per altri tre, di accedere direttamente a quella che è l'abilitazione e quindi al ruolo di seconda fascia, dall'altro lato i vecchi ricercatori, quelli che hanno sudato, quelli che hanno lavorato, quelli che hanno creduto nella nostra università, che invece sono, di fatto, stati messi in una condizione di ruolo ad esaurimento. Sono 27 mila i ricercatori italiani e forse, ma dico molto forte forse, soltanto 4 mila di essi riusciranno ad ottenere il riconoscimento del lavoro svolto. Con questa proposta emendativa noi proponiamo un riconoscimento di queste persone che hanno lavorato e hanno sudato nella nostra università.
Infatti, con la proposta emendativa possono fare richiesta di inquadramento nella seconda fascia docente quei ricercatori a tempo indeterminato che hanno sicuramente fatto didattica, che è stata certificata dall'università, per almeno sei anni e che hanno i requisiti minimi scientifici, quelli del CUN, il Consiglio universitario nazionale. Per tali motivi, chiediamo il voto favorevole su questo articolo aggiuntivo, affinché venga assicurata giustizia ai nostri ricercatori italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghizzoni. Ne ha facoltà.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole a questo articolo aggiuntivo. Rispetto alle proposte emendative che avevamo proposto come Partito Democratico all'articolo 5, vi è un elemento che manca, tuttavia ciò non toglie che lo voteremo e lo voteremo convintamente. Manca cioè lo sguardo verso coloro i quali stanno svolgendo attività di ricerca in condizioni di precariato, senza alcuna tutela sociale, nei confronti dei quali noi avevamo invece posto nelle nostre precedenti proposte emendative, che la maggioranza ha ritenuto di bocciare sonoramente, un'attenzione anche perché a costoro il disegno di legge Gelmini non fa altro che dire «vi condanno al precariato, almeno vi condanno ad altri otto anni di precariato».
Ne approfitto però per informare l'Aula di due questioni sulle quali dovremmo riflettere attentamente. Nel famoso emendamento Frassinetti, che ponemmo in discussione e votammo in Commissione alcune settimane fa, si poneva come punto dirimente per l'approvazione di questo disegno di legge l'assunzione o, meglio, il reclutamento di 1.500 associati. Non era chiaro se si trattava in realtà di progressione in carriera o di veri concorsi, ma tant'è! Nelle soluzioni tecniche che la Ministra ci ha presentato circa un'ora fa, vi segnalo, nella proposta emendativa che poi andremo a discutere nel Comitato dei nove e in Commissione bilancio, due questioni interessanti. Sparisce intanto il contingente, ossia non si fa riferimento assolutamente a quanti saranno i reclutamenti da associati. Vi informo che l'altro elemento interessante è che la copertura del famoso Fondo per il merito non fa altro che essere presa da un altro Fondo, Pag. 102che è un fondo sempre per l'università, per i piani triennali e quadriennali. Stiamo cioè facendo la storia dei carri armati di Mussolini: non ci sono soldi sul Fondo di finanziamento ordinario e li andiamo a prendere da un altro Fondo, che è sempre per l'università. Credo tuttavia che questa somma non faccia neanche zero, fa meno di zero, perché non ci sono risorse per l'università. Credo che l'onestà intellettuale di chi ha la responsabilità di questo Ministero dovrebbe essere quella di annunciare che risorse non ce ne sono e che si tratta semplicemente di una cannibalizzazione delle risorse dell'università (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'articolo aggiuntivo Palagiano 6.02 e per sottolineare alla collega Ghizzoni che così come loro oggi, in questo momento, annunciano il voto favorevole sull'articolo aggiuntivo Palagiano 6.02, anche l'Italia dei Valori ha votato le proposte emendative che interessavano i precari. In questo modo dimostriamo di essere opposizione unita e in questo senso annuncio anch'io voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Palagiano 6.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Galati
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 517
Astenuti 3
Maggioranza 259
Hanno votato
242
Hanno votato
no 275).

Ricordo che l'articolo aggiuntivo Goisis 6.0201 è stato ritirato.

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Latteri 7.200. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli altri emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Latteri 7.200, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tommaso Foti, Ravetto, Ghizzoni, Garagnani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 103
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 517
Maggioranza 259
Hanno votato
516
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tocci 7.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Messina, Pianetta, Pionati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 508
Astenuti 4
Maggioranza 255
Hanno votato
239
Hanno votato
no 269).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavini 7.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Messina, Sbai, Iapicca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 523
Votanti 520
Astenuti 3
Maggioranza 261
Hanno votato
241
Hanno votato
no 279).
Passiamo all'emendamento Ghizzoni 7.3. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Granata. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, si tratta di un emendamento dal contenuto analogo ad un altro che ero convinto di aver presentato, ma che non risulta tra gli emendamenti presentati.
Invito il Governo e la Commissione ad esaminarlo attentamente perché non si può che esprimere parere favorevole. Si tratta della possibilità di favorire la mobilità universitaria attraverso un semplicissimo emendamento, che aggiunge alla normativa la possibilità che due professori o ricercatori consenzienti, con il consenso delle università, con gli stessi titoli e la stessa qualifica possano scambiarsi di sede. Si tratta di una questione di assoluta e saggia possibilità di far sì che sia garantita la mobilità universitaria, cosa molto utile per il mondo accademico e universitario.
Non so se il Ministro mi abbia ascoltato, ma, a nome del mio gruppo, preannunzio il voto favorevole su questo emendamento.

ANNA TERESA FORMISANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento Ghizzoni 7.3.

PRESIDENTE. Prendo atto che anche l'onorevole Granata e l'onorevole Capitanio Santolini sottoscrivono l'emendamento Ghizzoni 7.3.

PIERFELICE ZAZZERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 104

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, intervengo solo per condividere la riflessione dell'onorevole Granata e per aggiungere la mia firma all'emendamento Ghizzoni 7.3.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, condividiamo lo spirito dell'emendamento Ghizzoni 7.3 e quindi chiediamo se il Governo e il relatore possano modificare il parere espresso, perché siamo favorevoli.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, va bene, esprimo parere favorevole sull'emendamento Ghizzoni 7.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 7.3, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesario, Messina...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 524
Votanti 515
Astenuti 9
Maggioranza 258
Hanno votato
500
Hanno votato
no 15).

Avverto che l'emendamento Goisis 7.8 è stato ritirato dal presentatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Garavini 7.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavini. Ne ha facoltà.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo di introdurre criteri che favoriscano il rientro di quei ricercatori italiani che hanno svolto attività all'estero per almeno tre anni consecutivi, chiediamo cioè che venga valutato positivamente e come titolo di merito il fatto di aver lavorato all'estero come ricercatore.
Il nostro obiettivo è quello di aprire alcuni varchi per la valorizzazione in Italia di quei ricercatori che in numero sempre maggiore, per mettere a frutto le loro qualità e per realizzare le loro aspirazioni, sono costretti a spostarsi all'estero.
Spesso si tratta di giovani che fuori dei confini nazionali sono parti integranti di poli di eccellenza di ricerca a livello mondiale. Ricordo che da stime OCSE risultano lavorare all'estero ben ventimila ricercatori di origine italiana, giovani che si arricchiscono di preziose esperienze professionali.
Diversi esponenti della maggioranza parlano spesso di fuga dei cervelli, poi però non vengono messe in campo misure di nessun tipo per arginarla e tanto meno incentivi per favorire l'eventuale rientro di questi talenti italiani, spesso invece protagonisti di ambiziosi progetti di ricerca.
Nel mondo scientifico ed universitario recarsi all'estero per approfondire le proprie esperienze professionali è molto positivo. Il nostro sistema, invece, in materia di internazionalizzazione è ancora molto carente, continua a non capitalizzare le Pag. 105prestigiose esperienze raccolte all'estero da tanti nostri giovani.
Il nostro Paese continua a dissipare il capitale umano costosamente formato. Preferisce regalarlo a titolo gratuito ad altre nazioni, più consce del valore del sapere e della conoscenza. Ricordo che il costo per la formazione scolastica ed universitaria di un ricercatore viene stimato mediamente attorno ai 500 mila euro, il che significa che per ogni ricercatore emigrato all'estero lo Stato italiano non solo rinuncia al potenziale di intelligenza dei giovani cervelli che se ne vanno, ma spreca anche un costosissimo investimento già effettuato.
Contemporaneamente, il nostro sistema universitario non riesce ad attrarre cervelli stranieri, basti pensare che il numero di dottorati stranieri impegnati in programmi avanzati di ricerca in Italia è appena del 4 per cento, rispetto ad una media europea del 14 per cento, ad un 34 per cento della Francia e ad un 41 per cento della Gran Bretagna.
Non c'è dunque da stupirsi se in materia di acquisizione di brevetti, ad esempio, l'Italia a livello europeo rappresenta la Cenerentola delle Cenerentole. Abbiamo un misero 3,5 per cento rispetto invece ad una quota di registrazione di brevetti della Germania per esempio del 20 per cento.
Nel campo della ricerca e della scienza è fondamentale puntare sull'internazionalizzazione, elemento chiave per vincere nella competizione globale. Il rientro di un certo numero di nostri ricercatori dall'estero potrebbe offrire in questo senso una prima boccata di ossigeno al nostro sistema universitario, un primo anche se non ancora sufficiente elemento di vitalità e di contaminazione con esperienze realizzate in campo internazionale.
Con il nostro emendamento, insomma, vorremmo offrire uno stimolo concreto per incoraggiare il mondo universitario ad aprirsi all'esterno. Ecco perché, onorevoli colleghi, vi invito a votare positivamente su questa nostra proposta, per dare un segnale ai nostri cervelli all'estero, il segnale che in Italia le porte per le loro competenze restano aperte. Invito dunque a votare «sì» per rendere le nostre università più internazionali e dunque più competitive (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavini 7.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Giulietti, Nicco, Porcino, Messina, Razzi, Garagnani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 488
Astenuti 28
Maggioranza 245
Hanno votato
219
Hanno votato
no 269).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Messina e Scilipoti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 518
Votanti 515
Astenuti 3
Maggioranza 258
Hanno votato
274
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che la deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

Pag. 106

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ricordo che ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza li porrà in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 8.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Messina, Sposetti e Ravetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 519
Votanti 516
Astenuti 3
Maggioranza 259
Hanno votato
244
Hanno votato
no 272).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 8.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Osvaldo Napoli, Patarino e Giulietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 518
Astenuti 4
Maggioranza 260
Hanno votato
246
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che il deputato Milo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzarella 8.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bossa e Sposetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 518
Votanti 515
Astenuti 3
Maggioranza 258
Hanno votato
243
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che il deputato Milo ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vassallo 8.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 107
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo e D'Amico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 516
Astenuti 5
Maggioranza 259
Hanno votato
240
Hanno votato
no 276).

Prendo atto che il deputato Milo ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Sarubbi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bachelet 8.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sbai, Pizzolante, D'Antoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 518
Astenuti 3
Maggioranza 260
Hanno votato
244
Hanno votato
no 274).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzarella 8.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Barani, Strizzolo, Girlanda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 523
Votanti 520
Astenuti 3
Maggioranza 261
Hanno votato
243
Hanno votato
no 277).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calgaro 8.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Virgilio, Calearo Ciman, Margiotta, Calgaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 518
Astenuti 3
Maggioranza 260
Hanno votato
245
Hanno votato
no 273).

Passiamo alla votazione dell'articolo 8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, voteremo contro l'articolo 8, perché, pur essendo un breve articolo rispetto agli altri del disegno di legge, contiene in sé, in qualche modo, tutti i difetti di questo provvedimento. Vi ricordo che si parla della revisione del trattamento economico Pag. 108dei professori e dei ricercatori, quello stesso articolo che l'onorevole Della Vedova aveva «chiamato» per verificare, in qualche modo, la bontà delle promesse del Governo.
Qui c'è tutto quello che di negativo è presente in questo disegno di legge: vi sono promesse vuote e future, e quando si tratta di stipendi e di indennità delle persone, presto le promesse vuote vengono in chiaro.
Vi è una norma che, sostanzialmente, è priva di qualsiasi concretezza: non si decide ora, ma qualcuno deciderà dopo. Questo qualcuno - lo ricordo, perché potrebbe essere sfuggito - non è il Parlamento e non è neanche il Governo, ma è l'amministrazione. State operando in una materia riservata all'autonomia universitaria, dove vi è una riserva di legge grande come una casa, che vuole dire che solo la legge può intervenire.
Voi state praticamente decidendo di far decidere all'amministrazione. Qualche direttore generale deciderà gli emolumenti dei professori e dei ricercatori, e, sostanzialmente, lo farà quando sarà meno chiaro. Vi dico anche - credo che l'onorevole Della Vedova, che ha citato questo articolo, guarderà con interesse a tale fatto - che in questa norma non vi è alcun tipo di finanziamento.
Il punto più significativo è scritto in neretto: «(...) senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica (...)». Capisco questo passaggio, viene dal disegno di legge di bilancio, ma, evidentemente, rende chiaro il detto secondo cui «non si fanno le nozze con i fichi secchi»: significa che su questo punto non vi sono soldi.
Credo che dobbiamo domandarci un'altra cosa, dato che nel testo in esame vi è una delegificazione. L'onorevole Walter Tocci ha spesso detto che sarebbe stato importante, in questa materia, cogliere l'occasione di eliminare molte norme, leggi e regolamenti dello Stato inutili. Apparentemente, nell'articolo in oggetto, si opera una delegificazione, ma ricordate che delegificare vuol dire fare qualcosa che riduca il peso normativo. Ebbene, la legge n. 400 del 1988 spiega come si realizzano le delegificazioni: si devono indicare le norme generali che restano in vigore - e queste ultime, nel testo in discussione, sono indicate in maniera filiforme, rappresentano dei principi che non contano nulla e che riempirà un burocrate successivamente - e, altra cosa importante prescritta dalla suddetta legge bisogna abrogare delle norme, ed è il Parlamento, in sede di delegificazione, che deve procedere a tale abrogazione e redigere l'elenco delle leggi eliminate. Nel testo in questione non vi è neppure un'abrogazione!
Credo allora che il Ministro Gelmini avrebbe potuto chiedere consiglio al Ministro Calderoli, il quale segue una linea opposta alla sua...

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Zaccaria.

ROBERTO ZACCARIA. ...in quanto abroga contemporaneamente 37 mila leggi, e questo forse è un po' eccessivo, ma, chiedo, si può fare un'operazione di questo tipo in una materia coperta da riserva di legge? Si può consegnare all'amministrazione la responsabilità di fare le scelte che sono nevralgiche per lo stato economico delle persone che lavorano nelle università? Ciò è fortemente inaccettabile ed è il motivo per il quale la norma in esame, che in fondo è il cuore del provvedimento che stiamo esaminando per quanto riguarda la sua sostanza economica, si pone, non dico in contrasto palese con la Costituzione - ne abbiamo già parlato tanto - ma certo crea dei seri problemi e, soprattutto, è un monumento ad un'università ingessata da leggi e regolamenti anziché essere liberata, è un monumento alle scelte prive di responsabilità politiche dell'amministrazione dello Stato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sottosegretario Ravetto, onorevoli Di Stanislao, Palagiano... chi occupa lo scranno Pag. 109accanto all'onorevole Proietti Cosimi? Dov'è andato? Dov'è? Onorevole Raisi, che mi combina? (Commenti).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 501
Astenuti 2
Maggioranza 251
Hanno votato
263
Hanno votato
no 238).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Cazzola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Capitanio Santolini 9.1 e Beltrandi 9.201.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Ricordo che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito al ritiro, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 9.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Paolo Russo, Girlanda, Scilipoti, Cesario e Lamorte.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 504
Astenuti 2
Maggioranza 253
Hanno votato
242
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che l'onorevole Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 9.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Peluffo e Trappolino.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 510
Astenuti 1
Maggioranza 256
Hanno votato
9
Hanno votato
no 501).

Prendo atto che l'onorevole Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. Prendo atto, altresì, che i deputati Calgaro, Mosella, Pisicchio e Pionati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 9. Pag. 110
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tocci. Ne ha facoltà.

WALTER TOCCI. Signor Presidente, voteremo contro l'articolo 9, perché ancora una volta al titolo «Fondo per la premialità» non seguono coerentemente i fatti. Si rinvia di nuovo all'ANVUR, ma il Ministro non ci ha spiegato perché dopo quasi tre anni tale Agenzia non funziona; anzi, se continua così, i primi dati arriveranno nel 2013, quando cioè il Ministro non sarà più in carica. Non ci ha spiegato neppure perché nel frattempo non ha fatto lavorare il vecchio organismo di valutazione, il CIVR, che pure aveva lavorato molto bene.
Con quale coraggio allora, signor Ministro, lei viene oggi a chiederci con il provvedimento in esame una delega al Governo proprio sulla valutazione, cioè sull'ambito in cui ha registrato la sua massima inefficienza? La verità è che il provvedimento rinvia la politica del merito alle calende greche; e infatti lo hanno ben capito le burocrazie accademiche, che sono le principali sostenitrici del disegno di legge in esame: forse dovete spiegarlo a quel deputato della Lega che oggi usava parole sguaiate contro i rettori.
Avete smentito, poi, il titolo «Fondo per la premialità» con la vicenda dei ricercatori, perché avete bloccato gli aumenti a tutti, sia a quelli bravi sia a quelli meno bravi. Un giovane ricercatore pagherà un conto salato nella sua carriera per questo blocco: esso può superare complessivamente anche i 10 mila euro. Affermate quindi che non mettete le mani in tasca agli italiani, ma in questo caso addirittura avete ripianato i bilanci degli atenei facendo pagare una tassa ai giovani ricercatori.
Signor Ministro, lei non ha ascoltato, o forse non ha proprio compreso i ricercatori. Un anno fa li ha dipinti come figure residuali, quasi una zavorra dell'università italiana; poi, quando hanno cominciato a protestare, ha cercato di blandirli con qualche briciola, facendo intravedere qualche concessione corporativa, promettendo soldi che non aveva. Pensava che i ricercatori seguissero la sua stessa logica? I ricercatori invece non chiedevano solo soldi: ponevano una domanda di qualità del sistema universitario.
Signor Ministro, i ricercatori hanno davanti gli studenti tutti i giorni, e prima di tutto sanno che devono conquistare la loro stima. Per questo hanno scelto forme di mobilitazione anche molto civili, voglio dirlo in Aula: hanno portato gli studenti in piazza a fare lezione. Volevano dire: noi teniamo alla cultura sopra ogni altra cosa; volevano dire: noi continueremo a studiare, a fare ricerca anche se ci rendete la vita difficile.
Hanno tenuto le lezioni in piazza per dire a tutti noi che bisogna mettere il sapere al centro della politica nazionale. Sono saliti sui tetti per rappresentare l'idea di innalzare l'università, il suo prestigio e la sua credibilità.
Era una domanda di qualità: voi avete risposto con i tagli e le burocrazie. Ma la vera riforma, se un giorno si farà una vera riforma, dovrà attingere a queste risorse, dovrà coinvolgere gli aspetti migliori dell'università, che sono tanti, dovrà utilizzare queste passioni. Ci sono e voi non le avete viste perché non le avete volute ascoltare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, intervengo brevemente per dire che anche noi esprimiamo voto contrario su questo articolo. Il titolo infatti è condivisibile ed è ovvio che siamo favorevoli ad un Fondo per la premialità, ma il Fondo non c'è, non esiste.
Aggiungo poi a quanto detto dall'onorevole Tocci - che io condivido - che, quando ho chiesto di esprimere ed esplicitare in un emendamento che ciascuna università definisse con un proprio regolamento le modalità e i criteri della distribuzione delle risorse, mi è stato risposto che non era possibile. Ciò significa, quanto ad autonomia e possibilità di disporre delle risorse che veramente le università Pag. 111di autonomia ne hanno pochissima e di risorse ancor meno.
Da qui il nostro «no» convinto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Chi siede accanto all'onorevole Pizzolante? Chi siede lì? Scusate, non deve...va bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 503
Astenuti 4
Maggioranza 252
Hanno votato
263
Hanno votato
no 240).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che la deputata Lussana ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 10 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Capitanio Santolini 10.4, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Latteri 10.200.
La Commissione chiede invece l'accantonamento dell'emendamento Latteri 10.1, per poterlo riformulare come Commissione.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Frassinetti, ma se accantoniamo l'emendamento Latteri 10.1, come possiamo votare l'emendamento Latteri 10.200? Accantoniamo anche questo, dal momento che insiste sullo stesso comma 4 e fa riferimento al «consiglio di amministrazione», di cui si parla e su cui si interviene nell'emendamento Latteri 10.1, sostituendolo con le parole «senato accademico», su cui avete espresso parere favorevole?

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Sta bene, signor Presidente, procediamo anche con l'accantonamento dell'emendamento Latteri 10.200.

PRESIDENTE. Il Governo?

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 10.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Romele, Nola, Palumbo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 499
Astenuti 2
Maggioranza 250
Hanno votato
236
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che Pag. 112la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Non essendovi obiezioni, si intendono accantonati gli emendamenti Latteri 10.1 e 10.200, nonché la votazione dell'articolo 10.

(Esame dell'articolo 11- A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, intendo svolgere una breve riflessione relativa all'articolo 11, sul quale il Senato ha adottato un istituto importante che vede attribuire alle università sottofinanziate, rispetto ai canoni di distribuzione del fondo ordinario, un 1,5 per cento di risorse (da distribuire tra queste università).
Ebbene, ricordo come il capogruppo nella Commissione competente al Senato della Lega Nord (il senatore Pittoni) su questo particolare tema abbia impegnato molte energie. E questo risultato gli va portato a merito se non fosse che in Commissione alla Camera dei deputati la norma in questione è stata depotenziata a causa di un emendamento, proposto dal relatore per la maggioranza, che ha neutralizzato la valenza innovativa di questa disposizione. Allora sarebbe quanto mai opportuno - lo dico ai colleghi della Lega Nord Padania, che penso abbiano presente questo specifico problema - che o la Commissione, o il Ministro Gelmini, provvedano a ripristinare la versione uscita dal Senato dell'articolo 11, in modo tale che quell'1,5 per cento di risorse aggiuntive, che vanno distribuite fra le università sottofinanziate (per un dato storico) venga ripristinato (quindi che venga ripristinata questa norma). Senza un emendamento di questo tipo, di fatto, tutta la battaglia delle università sottofinanziate verrebbe annichilita perché si ritornerebbe nell'ambito di quel 10 per cento che il Ministro può distribuire per altri motivi che non sono quelli del sottofinanziamento di cui all'articolo 5. Volevo segnalare questa criticità, augurandomi che la Commissione, o il Governo, a norma dell'articolo 86, comma 5, del Regolamento, provvedano ad evitarla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, collegandomi a quanto detto un attimo fa dal collega Monai, intervengo innanzitutto per aggiungere la mia firma sull'emendamento Mazzarella 11.3, e poi per ribadire l'importanza che il Governo intervenga nei confronti delle università sottofinanziate, anche per tenere fede concretamente a ben due ordini del giorno accolti dall'Esecutivo, presentati da me e sottoscritti anche da altri colleghi (uno accolto ancora in data 23 luglio 2008, l'altro accolto - sempre come impegno a intervenire a favore delle università sottofinanziate - il 9 gennaio 2009).
Quindi credo sia l'occasione, questa, per il Governo per tener fede finalmente a questo impegno ribadito in occasione di due ordini del giorno. Pertanto chiedo che sia espresso parere favorevole sull'emendamento Mazzarella 11.3.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA. Presidente della VII Commissione. Signor Presidente, siccome devo recuperare un po' di popolarità qui in Aula, chiedo la sospensione immediata perché il Comitato dei nove deve valutare gli emendamenti all'articolo 11 (con un recupero di 10 minuti rispetto all'orario previsto).

Pag. 113

PRESIDENTE. È evidente che questo significa che sospendiamo anche i nostri lavori.
Avverto che il gruppo dell'Italia dei Valori ha esaurito i tempi a sua disposizione. La Presidenza, essendone stata avanzata specifica richiesta, analogamente a quanto fatto in precedenti analoghe circostanze, concede a tale gruppo un ampliamento dei tempi pari a un terzo rispetto a quelli originariamente previsti dal contingentamento.
Avverto che stato ritirato dal presentatore l'emendamento Latteri 11.1.
Il seguito dell'esame è rinviato ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori (ore 20,25).

GIOVANNI DIMA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DIMA. Signor Presidente, intervengo per questioni personali. Mi appello anche a lei in relazione alla vicenda che ha visto ancora una volta, purtroppo, in quest'Aula parlamentare, protagonista l'onorevole Barbato. Ho letto alcune sue dichiarazioni, anzi più che letto, ho ascoltato sul Corriere della Sera online alcune dichiarazioni secondo le quali sarei coinvolto in questa ennesima vicenda. Siccome non sono stato affatto protagonista di questa vicenda con l'onorevole Barbato, vorrei che lei prendesse nota di questa mia puntualizzazione e, soprattutto, lo facesse notare domani all'Ufficio di Presidenza, visto che ho letto anche una notizia di agenzia secondo la quale vi occuperete, ancora una volta, purtroppo, dell'onorevole Barbato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo per esprimere la mia preoccupazione, vedendo i video che giravano oggi su Youtube, circa l'assalto al Senato della Repubblica operato questa mattina da un gruppo di studenti. Non c'era un poliziotto davanti alla porta del Senato della Repubblica! Gli studenti sono arrivati fino alla porta a vetri e, successivamente, alla chiusura del portone, sono stati allontanati. Mi chiedo chi avesse la responsabilità dell'ordine pubblico davanti al Senato della Repubblica perché è impossibile che delle persone mascherate con i caschi possano accedere all'interno del Senato stesso senza che nessuno della polizia intervenga per tenerli lontani. Mi sembra che veramente sia a rischio anche la democrazia in questo Paese. È veramente un dato preoccupante.

PRESIDENTE. Onorevole Zacchera, penso che i nostri colleghi senatori avranno avuto modo di porre la stessa questione.

CARMINE SANTO PATARINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, voglio rivolgere una preghiera alla Presidenza e, per suo tramite, anche al Governo ed alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Come è dato constatare a tutti quanti noi, da diverso tempo, da settimane, da mesi, stiamo assistendo alla televisione ad uno squallido spettacolo che riguarda la vicenda di Avetrana. Ogni giorno, in tutti i canali televisivi, assistiamo a questo spettacolo indecoroso che sollecita soltanto il cattivo gusto. Vediamo ogni sera, in tutti i canali delle televisioni pubbliche e private, processi in cui si dibatte, ci sono esperti che - per l'amor del cielo - saranno anche bravi, ma credo che Pag. 114bisogna mettere un termine, dare lo stop. La preghiera che le rivolgo e, per suo tramite, anche al Governo e alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, è che si metta termine a questo squallido spettacolo di cui l'Italia non ne può più (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Patarino, come lei giustamente ha sottolineato in conclusione del suo intervento, la sede deputata a prendere in maniera particolare queste decisioni è la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Se ne fossi membro porrei la questione che ha sollevato lei perché credo che sia decisamente fondata.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 25 novembre 2010, alle 9:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1905 - Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario (Approvato dal Senato). (C. 3687-A)
e delle abbinate proposte di legge: TASSONE ed altri; GHIZZONI ed altri; BARBIERI; GRIMOLDI ed altri; BARBIERI; MARIO PEPE (PdL); NARDUCCI ed altri; GRASSI ed altri; PICIERNO; FUCCI ed altri; GARAGNANI ed altri; GARAVINI ed altri; FIORONI ed altri; GOISIS; CARLUCCI; LA LOGGIA ed altri; LORENZIN ed altri; ANNA TERESA FORMISANO (C. 591-1143-1154-1276-1397-1578-1828-1841-2218-2220-2250-2330-2458-2460-2726-2748-2841-3408).
- Relatori: Frassinetti, per la maggioranza; Nicolais, di minoranza.

2. - Seguito della discussione della proposta di legge:
ANTONINO FOTI ed altri: Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito. (C. 2424-A)
e dell'abbinata proposta di legge: JANNONE. (C. 3089)
- Relatore: Antonino Foti.

3. - Seguito della discussione della mozione Di Pietro ed altri n. 1-00475 concernente revoca di deleghe al Ministro per la semplificazione normativa, senatore Roberto Calderoli.

4. - Seguito della discussione delle mozioni Bocchino ed altri n. 1-00436, Giulietti, Zaccaria, Tabacci, Evangelisti, Nicco ed altri n. 1-00441, Sardelli ed altri n. 1-00496, Lo Monte ed altri n. 1-00503 e Cicchitto ed altri n. 1-00504 concernenti iniziative per la tutela della qualità e del pluralismo dell'informazione nel servizio pubblico radiotelevisivo, con particolare riferimento al contratto di servizio.

5. - Seguito della discussione delle mozioni Bersani ed altri n. 1-00471, Borghesi ed altri n. 1-00497, Cicchitto ed altri n. 1-00499, Galletti ed altri n. 1-00500, Reguzzoni ed altri n. 1-00501, Commercio ed altri n. 1-00502, Sardelli ed altri 1-00505 e Tabacci ed altri n. 1-00507 concernenti iniziative in materia di riforma del sistema fiscale.

6. - Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:
DONADI ed altri: Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120, 132 e 133 Pag. 115della Costituzione, in materia di soppressione delle province (C. 1990).
e delle abbinate proposte di legge costituzionale: CASINI ed altri; PISICCHIO (C. 1989-2264).
- Relatore: Bruno.
(al termine delle votazioni)

7. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 20,30.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3687-A - em. 2.47 509 506 3 254 245 261 45 Resp.
2 Nom. em. 2.46, 2.93 508 505 3 253 246 259 45 Resp.
3 Nom. em. 2.205 508 505 3 253 500 5 45 Appr.
4 Nom. em. 2.78 516 513 3 257 249 264 42 Resp.
5 Nom. em. 2.225 527 527 264 526 1 42 Appr.
6 Nom. em. 2.69 518 514 4 258 247 267 42 Resp.
7 Nom. em. 2.52 528 525 3 263 253 272 41 Resp.
8 Nom. em. 2.31 528 525 3 263 253 272 41 Resp.
9 Nom. em. 2.32 531 528 3 265 253 275 40 Resp.
10 Nom. em. 2.33 521 518 3 260 250 268 39 Resp.
11 Nom. em. 2.34 534 531 3 266 252 279 38 Resp.
12 Nom. em. 2.232 534 531 3 266 253 278 37 Resp.
13 Nom. em. 2.22 537 534 3 268 253 281 37 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.35 535 532 3 267 251 281 37 Resp.
15 Nom. em. 2.505 542 542 272 535 7 37 Appr.
16 Nom. em. 2.227 542 539 3 270 255 284 37 Resp.
17 Nom. em. 2.226 541 538 3 270 283 255 36 Appr.
18 Nom. em. 2.228 544 541 3 271 256 285 36 Resp.
19 Nom. em. 2.229 539 536 3 269 252 284 36 Resp.
20 Nom. em. 2.36 532 529 3 265 246 283 36 Resp.
21 Nom. articolo 2 513 507 6 254 266 241 32 Appr.
22 Nom. em. 3.200 525 520 5 261 242 278 32 Resp.
23 Nom. em. 3.1, 3.15 527 522 5 262 244 278 32 Resp.
24 Nom. em. 3.13 524 521 3 261 242 279 32 Resp.
25 Nom. em. 3.5 526 521 5 261 246 275 32 Resp.
26 Nom. em. 3.201 531 526 5 264 247 279 31 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 3.202, 3.203 537 534 3 268 255 279 31 Resp.
28 Nom. em. 3.204 532 529 3 265 251 278 31 Resp.
29 Nom. em. 3.9 536 533 3 267 253 280 31 Resp.
30 Nom. em. 3.11 535 532 3 267 250 282 31 Resp.
31 Nom. em. 3.12 535 532 3 267 251 281 32 Resp.
32 Nom. em. 3.205 533 530 3 266 254 276 32 Resp.
33 Nom. em. 3.14 540 535 5 268 254 281 32 Resp.
34 Nom. em. 3.16 540 537 3 269 253 284 32 Resp.
35 Nom. articolo 3 540 537 3 269 284 253 32 Appr.
36 Nom. articolo agg. 3.02 540 534 6 268 251 283 32 Resp.
37 Nom. articolo agg. 3.03 550 547 3 274 30 517 32 Resp.
38 Nom. articolo agg. 3.0206 549 546 3 274 259 287 32 Resp.
39 Nom. em. 4.3 535 533 2 267 251 282 32 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 4.4 537 535 2 268 246 289 32 Resp.
41 Nom. em. 4.13, 4.24 540 538 2 270 253 285 31 Resp.
42 Nom. em. 4.16 543 541 2 271 254 287 31 Resp.
43 Nom. em. 4.18 542 540 2 271 253 287 31 Resp.
44 Nom. em. 4.6 546 544 2 273 256 288 31 Resp.
45 Nom. em. 4.19 545 543 2 272 256 287 31 Resp.
46 Nom. em. 4.206 537 534 3 268 252 282 31 Resp.
47 Nom. em. 4.7 541 539 2 270 255 284 31 Resp.
48 Nom. em. 4.20 544 542 2 272 256 286 31 Resp.
49 Nom. em. 4.200 534 529 5 265 240 289 31 Resp.
50 Nom. em. 4.17 541 537 4 269 253 284 31 Resp.
51 Nom. em. 4.14 539 536 3 269 253 283 31 Resp.
52 Nom. em. 4.2 540 537 3 269 253 284 31 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 4.8 527 524 3 263 242 282 31 Resp.
54 Nom. em. 4.10 542 539 3 270 255 284 31 Resp.
55 Nom. em. 4.205 rif. 532 527 5 264 274 253 31 Appr.
56 Nom. em. 4.201 rif. 526 505 21 253 499 6 31 Appr.
57 Nom. em. 4.203 530 527 3 264 246 281 31 Resp.
58 Nom. em. 4.204 529 526 3 264 247 279 31 Resp.
59 Nom. em. 4.202 530 527 3 264 251 276 31 Resp.
60 Nom. em. 4.500 536 535 1 268 534 1 31 Appr.
61 Nom. em. 4.21 528 525 3 263 251 274 31 Resp.
62 Nom. em. 4.22 530 527 3 264 249 278 31 Resp.
63 Nom. em. 4.23 528 387 141 194 101 286 31 Resp.
64 Nom. articolo 4 510 507 3 254 270 237 30 Appr.
65 Nom. em. 5.20 510 507 3 254 244 263 28 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 5.204 508 505 3 253 238 267 28 Resp.
67 Nom. em. 5.213 506 504 2 253 238 266 28 Resp.
68 Nom. em. 5.33 503 501 2 251 230 271 28 Resp.
69 Nom. em. 5.22 493 491 2 246 230 261 28 Resp.
70 Nom. em. 5.24 497 495 2 248 229 266 28 Resp.
71 Nom. em. 5.2 494 492 2 247 303 189 28 Appr.
72 Nom. em. 5.23 497 495 2 248 230 265 28 Resp.
73 Nom. em. 5.25 498 496 2 249 229 267 28 Resp.
74 Nom. em. 5.14 495 492 3 247 227 265 28 Resp.
75 Nom. em. 5.500 499 499 250 496 3 28 Appr.
76 Nom. em. 5.501 500 500 251 499 1 28 Appr.
77 Nom. em. 5.502 rif. 501 498 3 250 270 228 28 Appr.
78 Nom. em. 5.39 497 494 3 248 228 266 28 Resp.
INDICE ELENCO N. 7 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 5.32 495 492 3 247 228 264 28 Resp.
80 Nom. em. 5.7 492 489 3 245 227 262 28 Resp.
81 Nom. em. 5.17 497 494 3 248 230 264 28 Resp.
82 Nom. em. 5.36 498 495 3 248 231 264 28 Resp.
83 Nom. em. 5.18 501 498 3 250 232 266 28 Resp.
84 Nom. em. 5.8 499 496 3 249 232 264 28 Resp.
85 Nom. em. 5.38 493 490 3 246 230 260 28 Resp.
86 Nom. em. 5.212 500 498 2 250 232 266 28 Resp.
87 Nom. em. 5.37 494 491 3 246 230 261 28 Resp.
88 Nom. em. 5.5 498 496 2 249 268 228 28 Appr.
89 Nom. em. 5.27 476 472 4 237 217 255 28 Resp.
90 Nom. em. 5.15 526 523 3 262 244 279 37 Resp.
91 Nom. subem. 0.5.19.500 532 528 4 265 525 3 37 Appr.
INDICE ELENCO N. 8 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 5.19, 5.209 528 527 1 264 525 2 37 Appr.
93 Nom. em. 5.206 532 529 3 265 245 284 37 Resp.
94 Nom. em. 5.13 527 524 3 263 244 280 37 Resp.
95 Nom. em. 5.216 526 523 3 262 246 277 37 Resp.
96 Nom. em. 5.207 532 529 3 265 250 279 37 Resp.
97 Nom. em. 5.208 532 529 3 265 248 281 38 Resp.
98 Nom. em. 5.219 530 527 3 264 246 281 37 Resp.
99 Nom. em. 5.215 527 524 3 263 246 278 37 Resp.
100 Nom. em. 5.220 527 524 3 263 244 280 37 Resp.
101 Nom. em. 5.30 522 520 2 261 244 276 37 Resp.
102 Nom. articolo 5 531 528 3 265 280 248 37 Appr.
103 Nom. articolo agg. 5.0201 540 537 3 269 252 285 35 Resp.
104 Nom. articolo agg. 5.0200 540 537 3 269 253 284 34 Resp.
INDICE ELENCO N. 9 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. articolo agg. 5.0202 546 543 3 272 257 286 34 Resp.
106 Nom. em. 6.18 536 533 3 267 253 280 34 Resp.
107 Nom. em. 6.501 547 545 2 273 544 1 34 Appr.
108 Nom. em. 6.17 542 539 3 270 254 285 34 Resp.
109 Nom. em. 6.201 545 542 3 272 256 286 34 Resp.
110 Nom. em. 6.500 542 539 3 270 536 3 34 Appr.
111 Nom. em. 6.503 537 536 1 269 534 2 34 Appr.
112 Nom. em. 6.202 542 542 272 540 2 34 Appr.
113 Nom. em. 6.203 540 537 3 269 256 281 33 Resp.
114 Nom. em. 6.204, 6.502 535 534 1 268 526 8 34 Appr.
115 Nom. em. 6.205 543 538 5 270 284 254 33 Appr.
116 Nom. em. 6.8 529 526 3 264 248 278 33 Resp.
117 Nom. em. 6.206 518 516 2 259 243 273 33 Resp.
INDICE ELENCO N. 10 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nom. em. 6.21 526 523 3 262 248 275 33 Resp.
119 Nom. em. 6.22 521 518 3 260 241 277 33 Resp.
120 Nom. em. 6.9 520 517 3 259 243 274 33 Resp.
121 Nom. em. 6.23 531 528 3 265 250 278 33 Resp.
122 Nom. em. 6.207 531 528 3 265 248 280 33 Resp.
123 Nom. em. 6.209 528 525 3 263 247 278 33 Resp.
124 Nom. articolo 6 524 521 3 261 276 245 33 Appr.
125 Nom. articolo agg. 6.01 522 517 5 259 234 283 31 Resp.
126 Nom. articolo agg. 6.03 526 523 3 262 242 281 31 Resp.
127 Nom. articolo agg. 6.0200 527 524 3 263 242 282 31 Resp.
128 Nom. articolo agg. 6.02 520 517 3 259 242 275 31 Resp.
129 Nom. em. 7.200 517 517 259 516 1 31 Appr.
130 Nom. em. 7.7 512 508 4 255 239 269 31 Resp.
INDICE ELENCO N. 11 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 143)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
131 Nom. em. 7.4 523 520 3 261 241 279 31 Resp.
132 Nom. em. 7.3 524 515 9 258 500 15 31 Appr.
133 Nom. em. 7.5 516 488 28 245 219 269 31 Resp.
134 Nom. articolo 7 518 515 3 258 274 241 31 Appr.
135 Nom. em. 8.9 519 516 3 259 244 272 31 Resp.
136 Nom. em. 8.13 522 518 4 260 246 272 31 Resp.
137 Nom. em. 8.200 518 515 3 258 243 272 31 Resp.
138 Nom. em. 8.8 521 516 5 259 240 276 31 Resp.
139 Nom. em. 8.11 521 518 3 260 244 274 31 Resp.
140 Nom. em. 8.12 523 520 3 261 243 277 31 Resp.
141 Nom. em. 8.201 521 518 3 260 245 273 31 Resp.
142 Nom. articolo 8 503 501 2 251 263 238 31 Appr.
143 Nom. em. 9.1 506 504 2 253 242 262 31 Resp.
INDICE ELENCO N. 12 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 144 AL N. 146)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
144 Nom. em. 9.201 511 510 1 256 9 501 31 Resp.
145 Nom. articolo 9 507 503 4 252 263 240 32 Appr.
146 Nom. em. 10.4 501 499 2 250 236 263 31 Resp.