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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 389 di mercoledì 27 ottobre 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 10,10.

RENZO LUSETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bernini Bovicelli, Bindi, Bongiorno, Bosi, Brugger, Caparini, Gianfranco Conte, D'amico, Fallica, Frassinetti, Jannone, Leo, Lisi, Lo Monte, Lombardo, Lupi, Mazzocchi, Melchiorre, Migliori, Mura, Nucara, Pescante, Rigoni, Romani, Ruggeri, Sardelli, Sereni, Stucchi, Tabacci, Vernetti e Zeller sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,13).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 10,35.

La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 10,40.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 2836-B).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno.
Ricordo che nella seduta del 26 ottobre 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2836-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica modificati dal Senato.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 2836-B).
Pag. 2Avverto, inoltre, che, a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, non saranno posti in votazione gli articoli 1, 2, 6 e 7, in quanto non modificati dal Senato.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2836-B). Avverto che, prima dell'inizio della seduta, l'emendamento Compagnon 3.1 è stato ritirato dal presentatore.
Passiamo dunque ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Baldelli, Aprea, De Girolamo, Cambursano, Bressa, Nannicini, Consiglio, Romele, Oliverio, Rainieri, Barbaro, Nirenstein, Melandri, Calvisi, Piccolo, Rao, Marchioni, Gottardo, Ceccacci Rubino, Rota, Stradella, Valentini, Pastore, Laura Molteni, Reguzzoni, Giulietti... (Commenti). È la prima votazione. Vale per tutti... Onorevole Grimaldi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 449
Maggioranza 225
Hanno votato
449).

Prendo atto che i deputati Monai, La Loggia, Palagiano, Vessa e Giacomoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 2836-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Formichella, Ravetto, Calearo Ciman, Sanga, Benamati, Marchi, Lenzi, Repetti, Cesaro, Bonino, Giorgio Conte, La Loggia, Margiotta, Colombo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 460
Maggioranza 231
Hanno votato
460).

Prendo atto che i deputati Brandolini, Pionati, Palagiano, Giacomoni e Vessa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 2836-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Virgilio, Sanga, Nicolucci, Ravetto, De Luca, Lo Monte, Tidei, Calderisi, Benamati, Gnecchi, Pionati, Pagano, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 470
Maggioranza 236
Hanno votato
470).

Prendo atto che i deputati Palagiano, Giacomoni e Vessa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A - A.C. 2836-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Castellani, Sanga, Tocci, Mogherini Rebesani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 3Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 468
Votanti 467
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato
467).

Prendo atto che i deputati Scapagnini, Iannaccone, Palagiano, Vessa e Milo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Saluto gli studenti ed i docenti dell'istituto di istruzione secondaria Leonardo da Vinci di Cassano delle Murge impegnati nel programma: «Giornata di formazione a Montecitorio», che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2836-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2836-B).
Nessuno chiedendo di intervenire, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FRANCESCA MARTINI, Sottosegretario di Stato per la salute. Il Governo accetta gli ordini del giorno Zamparutti n. 9/2836-B/1, Ceccacci Rubino n. 9/2836-B/2 e Compagnon n. 9/2836-B/3.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Zamparutti n. 9/2836-B/1, Ceccacci Rubino n. 9/2836-B/2 e Compagnon n. 9/2836-B/3, accettati dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2836-B)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, l'Italia arriva naturalmente su questo provvedimento a distanza di 23 anni; la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia è stata firmata nel 1987, per cui dalla mattina alla sera passiamo da un regime di tolleranza assoluta alla possibilità di tutelare il mondo animale. Va bene, si tratta esclusivamente di tutela di animali da compagnia, che ad un certo punto vengono considerati come una persona.
Per noi va bene che si arrivi a questo regime e che si trattino gli animali come si trattano le persone, credo però che sia necessario fare delle distinzioni e chiarire alcuni punti.
Noi dell'Italia dei Valori siamo d'accordo sul provvedimento, l'abbiamo anche dimostrato nella votazione, anche perché si arriva a chiarire alcune situazioni drammatiche, che esistevano nel nostro Paese e che continuavano soprattutto a dare la possibilità ad alcuni, definiamoli delinquenti, di contrabbandare animali in condizioni disperate, e su questo credo che il provvedimento abbia dato una risposta accentuando le pene, sia in termini di detenzione sia in termini di pene pecuniarie. Su questo il provvedimento va nella giusta direzione.
Vi sono ancora alcune criticità da risolvere e credo che la risposta data ieri dal Governo, in sede di discussione sulle linee generali del disegno di legge, non sia stata molto esauriente.
Uno dei punti di criticità è dato dall'articolo 3, che modifica l'articolo 544-ter del codice penale; tralasciando la vicenda della crudeltà che, evidentemente, determinava qualche imbarazzo perché non chiariva bene le situazioni, avremmo preferito che la risposta o comunque la documentazione e il regolamento che il Ministero avrà la possibilità di presentare fossero invece allegati al disegno di legge, Pag. 4anche perché nel regolamento si sarebbero chiarite in modo definitivo la situazione e le criticità.
Sono soddisfatto per la possibilità che, nella stesura del regolamento, venga interpellata la particolare categoria dei veterinari; ciò ci fa piacere perché questi ultimi hanno sicuramente una competenza su vicende di generale crudeltà rappresentate dai famosi tagli della coda e delle orecchie. Mi ritengo anche soddisfatto perché sono state accolte da parte del sottosegretario di Stato al Ministero della salute, quindi dal Ministero stesso, alcune situazioni particolari facenti capo al corretto concetto generale.
Però, non vorremmo poi trovare delle sorprese nel regolamento. Il sottosegretario Martini, che è presente in Aula e mi sta ascoltando, ci aveva garantito in questo senso; io lo spero e ripongo piena fiducia nella sua opera. È anche per questa ragione che abbiamo deciso di votare a favore di questo provvedimento.
L'altro punto di criticità, che avevo già rilevato nel corso della discussione sulle linee generali, è rappresentato dalle associazioni, di fatto nominate o comunque accolte presso il Ministero. Vorrei che queste associazioni venissero valutate attentamente, considerato che di fatto interverranno e potranno loro stesse determinare se un allevamento va bene o meno. Credo che questo sia un punto delicato, mi rimetto ancora alla sensibilità del sottosegretario e del Ministero perché si faccia molta attenzione; infatti, abbiamo bruciato e mandato in malora alcune situazioni sul territorio nazionale che, a livello europeo, rappresentavano di fatto delle eccellenze, grazie al lavoro dell'ENCI e alla tipicità delle nostre razze. Rispetto a tutte le altre nazioni europee abbiamo oramai raggiunto un livello tale di qualità, di razza e di tipicità da essere invidiati da tutto il mondo; ciò è dimostrato anche dalle ultime esposizioni mondiali, nell'ambito delle quali l'Italia è stata, con un bracco italiano, detentrice del titolo di bellezza.
Questo è a dimostrazione della serietà del lavoro dei professionisti che nel nostro settore si stanno impegnando e continuano a farlo. Spero che vi sia l'attenzione da parte del Governo e del sottosegretario su queste vicende e dichiaro la disponibilità del nostro partito a votare in modo favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polidori. Ne ha facoltà.

CATIA POLIDORI. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, il gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia voterà a favore di questo importante provvedimento, con il quale si ratifica la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia e si introducono le norme necessarie ad adeguare la nostra legislazione. Concordiamo con la scelta fatta di accelerare il varo definitivo di questo provvedimento dopo il fermo di un anno subìto al Senato. Il fatto che questo avvenga nell'imminenza delle festività, il periodo in cui è massima la compravendita degli animali domestici e sono più frequenti gli abusi, rende questa legge facilmente tempestiva. Forse era possibile fare di più ed introdurre, come qualcuno auspicava, norme più severe di tutela, in particolare contro le mutilazioni a fini estetici e comunque non terapeutici cui si sono sottoposti alcuni animali negli anni. Comunque, questa legge così come uscirà dalle Camere segna un positivo passo in avanti. Siamo a favore della sua immediata entrata in vigore perché l'effetto principale di questo provvedimento sarà quello di introdurre nel nostro ordinamento il reato di traffico illecito di animali da compagnia. Questo strumento diventa decisivo per combattere un mercato illegale che ha per vittime principalmente i cuccioli, cuccioli importati clandestinamente ogni anno a migliaia principalmente da Paesi dell'est. La Lega antivivisezione nel rapporto 2010 stima in 3 miliardi di euro il giro d'affari delle cosiddette zoomafie, uno dei quali relativo al settore ippico, ma per 800 milioni di euro riferibile al traffico dei cuccioli, al business dei canili e ai combattimenti tra animali. Pag. 5
Siamo certi che il nostro Paese con questa ratifica si porrà all'avanguardia in Europa nella repressione del fenomeno. Questo lo riconoscono anche le associazioni animaliste. Auspichiamo comunque per il futuro l'adozione di ulteriori disposizioni finalizzate a garantire ulteriormente l'incolumità e il benessere degli animali da compagnia che - lo ricordo - nel nostro Paese sono, secondo le stime più accreditate, oltre 44 milioni. Al di là dell'aspetto sanzionatorio per i maltrattamenti, fondamentale per imporre un rispetto non solo morale, ma giuridico dei diritti degli animali, con la Convenzione che ci apprestiamo a ratificare si cerca di responsabilizzare i proprietari degli stessi animali da compagnia e di renderli consapevoli delle loro esigenze, della loro salute e del loro benessere.
Molti già lo sono, come dimostrano le spese ingenti che sostengono per la cura e l'alimentazione degli animali, con cui trascorrono una parte importante della loro vita, ma gli altri lo devono assolutamente diventare. Su questi temi è necessario promuovere un cambiamento culturale che veda nel rapporto uomo-animale un indice di civiltà. Per questo, convinti che l'approvazione di questo provvedimento rappresenti un decisivo passo avanti nella direzione giusta, voteremo con convinzione a favore (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, anche l'Unione di Centro dichiara il proprio voto favorevole sul disegno di legge di ratifica in esame, che come è già stato detto, purtroppo arriva - ed è una consuetudine per quanto attiene alle ratifiche - esattamente ventitré anni dopo la stipula della Convenzione a Strasburgo.
Quando si tratta di ratifiche relative a quanto si decide a Strasburgo, se condiviso e anche migliorato, come avvenuto in questo caso, dovremmo compiere lo sforzo massimo - sarebbe opportuno - affinché queste ratifiche avvengano nei tempi più brevi possibili.
Per quanto riguarda il provvedimento, devo dire che è estremamente interessante e ha creato non poco dibattito in quest'Aula. Poi è stato modificato al Senato e al ritorno qui in Aula indubbiamente si poteva riprendere il dibattito attraverso la presentazione di emendamenti, cosa che non è stata fatta.
Peraltro, personalmente ne avevo presentato uno - convinto della bontà dello stesso - non tanto per riaprire il dibattito in quest'Aula e creare le condizioni di un voto trasversale, magari con una finta intenzione di creare un caso politico, ma semplicemente perché, rispetto ad alcuni delicati segmenti del provvedimento in esame, sarebbe stato opportuno che i regolamenti fossero già pronti ed allegati allo stesso, visto il tempo che è trascorso; regolamenti che avrebbero potuto definirne meglio alcuni aspetti, come quello degli interventi chirurgici sugli animali.
Richiamato oggi alla responsabilità e alla delicatezza, e anche per creare un clima migliore rispetto a quello che vi è di solito in quest'Aula quando si discute, ho accettato di buon grado l'invito dei colleghi di tutti i gruppi politici a ritirare, prima dell'inizio della discussione, l'emendamento e trasformarlo in un ordine del giorno che, come ho ascoltato, è stato accettato dal rappresentante del Governo, che ringrazio. Sostanzialmente, ritengo, al di là della necessità, di creare, anche in futuro, condizioni per un rapporto con più buonsenso, più responsabilità, per dare vita ad un clima migliore nell'approfondire i temi che vengono trattati in questa sede; credo di aver fatto - quanto meno ne sono convinto - il meglio che si potesse fare rispetto all'emendamento che avevo presentato.
Per entrare più in dettaglio nel merito del testo in esame, vorrei sottolinearne alcuni aspetti positivi, non andare a cercare quelle che potrebbero essere ancora modifiche migliorative. Mi appello al rappresentante del Governo affinché i regolamenti Pag. 6vengano - e non ho motivo di dubitarne - redatti con la responsabilità opportuna.
Nel provvedimento in discussione, vi è un'accelerazione rispetto al modo in cui devono essere trattati gli animali, al rispetto che gli stessi devono avere. Non sono gli animali di compagnia a scegliere di andare presso qualche famiglia, ma vengono scelti dalle stesse; circa 17 milioni di famiglie italiane sono in possesso di un animale, per cui il trattamento deve essere doverosamente rispettoso, ancorché nei confronti di un animale. Credo, soprattutto, che non si debbano causare inutilmente dolori, sofferenze o angosce, perché questo è proprio quanto vieta e va a regolamentare questo provvedimento. Ad occuparsi degli animali devono essere, ovviamente, i proprietari; come dicevo prima, è troppo facile prendere un animale in casa, per poi magari disfarsene quando dà fastidio oppure quando si devono fare altre cose.
Vi è anche un elemento che può sembrare banale, ma non lo è: quello di disincentivare regali nei confronti dei bambini che, ovviamente, sono innamorati degli animali, salvo poi non essere nelle condizioni di trattarli come vanno trattati, se non soltanto per giocarci.
Un altro aspetto che ritengo importante è quello che riguarda il traffico illecito di questi animali. Su questo vorrei dire qualcosa in più, anche perché vivo in una zona del Paese, il confine ad est, dove costantemente, quotidianamente, esiste un traffico di animali, di cuccioli, che passano attraverso furgoni e confini aperti e che poi vengono distribuiti in giro per il nostro Paese. Un esempio, come dicevo, riguarda appunto questo traffico, che non è più previsto, con la Convenzione in esame, semplicemente come maltrattamento, ma diventa traffico illecito. Vorrei sottolineare che questi cuccioli, che provengono principalmente dall'est, non arrivano direttamente nelle nostre case, attraverso una regolare vendita nei negozi autorizzati, ma vengono smaltiti, nel vero senso del termine, in tutta Italia; sappiamo che, su cento che arrivano a destinazione, avendo ovviamente eluso i controlli, il 50 per cento di loro è malato e, non potendo essere venduti regolarmente nei negozi, a cifre che si aggirano sugli 800, 1200 euro, vengono svenduti ad un massimo di 400 o 500 euro.
Anche su questo argomento credo si debba porre la dovuta attenzione, poiché vendere un cucciolo malato costituisce una truffa; inoltre spesso - parlo dei mercati in Italia tipo le Cascine di Firenze, avendo avuta ampia denuncia del fatto - questi animali vengono trasportati in furgoni non a norma e stipati, anche per ore, senza cibo, acqua ed aria, in attesa del mercato successivo.
A controllo effettuato, sempre da denunce che vi sono, sono state rilevate anomalie nei libretti sanitari di questi cuccioli; questo significa che essi non sono vaccinati o sono vaccinati male, e quindi potrebbero, in qualche modo, contagiare tutta una serie di animali già presenti nelle nostre abitazioni.
Concludo qui per dire che questa ratifica ha comunque contribuito e sta contribuendo ad un trattamento migliore degli animali. Credo che, forse, in futuro, si dovranno fare altri passi, ma credo che anche in questo caso, in questo settore in modo particolare, non devono prevalere le questioni di parte, non devono essere esasperate le posizioni e anche le legittime convinzioni rispetto agli animali. Toccano un'ampia gamma, dalle famiglie ai cacciatori, alle competizioni.
Su questo credo che il Parlamento, con i regolamenti, e il Governo in modo particolare - se lo farà, troverà il nostro appoggio - dovranno impegnarsi fino in fondo. Per questo motivo dichiaro il voto favorevole del gruppo dell'Unione di Centro su questo provvedimento (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Follegot. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia è stata fatta a Strasburgo nel Pag. 7lontano 13 novembre 1987. È in vigore dal 1992 e l'Italia, finora, non l'ha ancora ratificata. È un provvedimento importante per gli animali da compagnia, perché finalmente non solo essi vengono valorizzati, ma anche perché si pongono delle norme che riguardano principi importanti a difesa e tutela di tali animali, che spesso sono un aiuto importante per la famiglia e per le singole persone.
Questo è un provvedimento, finalmente, largamente condiviso da parte del Parlamento, sia alla Camera sia al Senato. Ha visto alcune discrepanze, uno scontro per certi versi, per quanto riguarda i maltrattamenti degli animali, perché da alcuni è considerato come maltrattamento, ad esempio, anche il taglio della coda o delle orecchie o altro, mentre da parte di altri vi sono interessi contrastanti, in particolare per quanto riguarda i cacciatori.
Ma su queste tematiche, finalmente, come dicevo, è stata trovata una linea comune a difesa degli animali (in particolare, in questo caso, degli animali da compagnia); con gli anni, insomma, si sta manifestando una maggiore sensibilità nei confronti degli animali in generale e di quelli da compagnia in particolare. Il disegno di legge in esame è importante e innovativo soprattutto per quanto concerne la nuova fattispecie penale del traffico illecito degli animali da compagnia e l'illecito amministrativo riguardante la loro introduzione illecita. È su questi aspetti, che sono profondamente condivisi, che siamo pienamente d'accordo, specialmente per quanto riguarda la ratifica della Convenzione e questi aspetti innovativi, che riguardano un aspetto importante per la tutela di questo tipo di animali (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Viola. Ne ha facoltà.

RODOLFO GIULIANO VIOLA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i colleghi che mi hanno preceduto in sede di dichiarazione di voto finale e anche nella discussione sulle linee generali di ieri hanno avuto modo di sottolineare ripetutamente come arriviamo con grande ritardo alla ratifica di questa Convenzione: quasi un quarto di secolo di ritardo, 23 anni per l'esattezza.
È un tempo lunghissimo, che dimostra come la nostra tanto decantata vocazione europea sia molto spesso più di facciata che sostanziale, cosa documentata dal fatto che tra i Paesi della Comunità che hanno sottoscritto la Convenzione fino ad oggi solo l'Italia e i Paesi Bassi non avevano proceduto al suo recepimento nell'ordinamento nazionale.
Bene, finalmente, diciamo! Le norme in discussione, però, che arrivano così in ritardo, avrebbero avuto, secondo noi, certamente un significato diverso se approvate allora, cosa che non è avvenuta.
Si è aperto a livello nazionale un confronto che, secondo me, è troppo condito da manicheismi e da posizioni radicali. L'hanno ricordato coloro che sono intervenuti prima, dicendo come dobbiamo comporre interessi a volte molto distanti, anche se, a dire il vero, in questi anni la normativa nazionale è andata avanti e una norma su tutte, la legge n. 281 del 1991, ha fatto in modo di recepire almeno in parte alcune di queste norme che sono previste nella Convenzione (in modo particolare quelle riferite al benessere animale, al divieto di provocare sofferenze e angosce, al divieto di abbandono degli animali da compagnia, agli interventi sulla loro riproduzione, al limite di età per l'acquisto dei cuccioli e così via).
In sostanza però, a nostro parere, mancava e manca ancora il necessario inquadramento - perché questo recepimento delinea un quadro, sul quale dovremo lavorare ancora - che fa sì che la protezione degli animali e il loro benessere siano inseriti in un contesto più definito, in un rapporto uomo-animale più definito. Pensiamo nei fatti che le norme, che si sono stratificate negli anni, siano l'espressione più di adeguamenti congiunturali, sotto la pressione mediatica di questo o quel fatto, che non di una visione sistemica degli stessi. Insomma, si è cercato nel Pag. 8tempo di ovviare ai problemi contingenti e non di offrire alla comunità soluzioni permanenti. Non a caso, in questo settore abbondano le ordinanze ministeriali, frutto quindi di un interventismo del momento e non di un progetto compiuto.
Il fatto di non recepire la Convenzione per un tempo così lungo, a nostro parere, è figlio di questa cultura dell'ordinanza. Lo stesso lungo iter parlamentare, per arrivare finalmente in questa legislatura alla sua approvazione, la dice lunga sul confronto che si è sviluppato e che ha visto alla fine un unico vero risultato, ovvero il dilatarsi oltremisura del recepimento nel nostro Paese di norme che avevano proprio il compito di regolare il rapporto uomo-animali in maniera più moderna e certamente più attenta alla mutata sensibilità delle persone e alla dignità degli animali.
Ci siamo soffermati a lungo - è stato ricordato - sulla questione del taglio della coda, proprio in quest'Aula. Devo ricordare con un poco di fastidio quella discussione, avvenuta troppo spesso tra i sorrisini di molti, che pensavano che stessimo perdendo del tempo. Certo, la politica ha molte altre cose importanti da affrontare, ma allora non stracciamoci le vesti, quando poi accade che un bambino viene sbranato da un branco di randagi o da un cane gestito male! Sì, ci abbiamo lavorato sopra, rimettendo a confronto molti pareri troppo spesso distanti in maniera inconciliabile. La politica aveva trovato su quel tema delle mediazioni, dimostrando che si poteva tentare di andare avanti; il fatto poi che al Senato ci si sia bloccati di nuovo nella discussione su questo tema dimostra che, quando prevale lo scontro, non si producono risultati e addirittura si fanno passi indietro.
Sono convinto, d'altro canto, che proprio la mutata sensibilità delle persone e il riconoscimento di alcuni diritti degli animali - che potrebbero riassumersi nell'evitare sofferenze inutili e gratuite e nel garantire loro un adeguato standard di benessere - debbano trovare nella nostra società modelli di comportamento che potremmo definire virtuosi da parte delle persone che, prendendosi cura degli animali da compagnia dovrebbero farlo con senso di responsabilità. D'altro canto, come legislatori dobbiamo tener conto che nella nostra società moltissime persone non hanno alcun tipo di approccio con gli animali e ritengono di non dovere subire imposizioni nella loro quotidianità per garantire agli animali di compagnia adeguati standard di benessere.
Penso che le norme che stiamo esaminando avranno un senso solo se sapremo contemperare queste necessità, facendole uscire da un confronto ideologico dei pro e contro, soprattutto tenendo conto del fatto che, alla fine, il benessere degli animali si fonda solo su un rinnovato e corretto rapporto con l'uomo, portando con sé inevitabilmente dei benefici alla comunità umana nel suo complesso. Gli interventi nella discussione sulle linee generali hanno sottolineato con forza le norme introdotte contro il traffico dei cuccioli. Non vogliamo soffermarci su questo - altri lo hanno già fatto - e sulla gravità di questo tipo di attività illecita, ma vorrei aggiungere che proprio queste norme e quelle relative all'inasprimento del codice penale, concernenti il maltrattamento e l'uccisione degli animali renderanno, certamente più efficace il controllo delle attività in questo settore e al tempo stesso innalzeranno gli standard igienico-sanitari degli animali di compagnia.
In questo senso, il nostro sistema sanitario, attraverso il servizio veterinario e gli altri organi di controllo autorizzati, avrà uno strumento in più per garantire legalità e salute pubblica attraverso il controllo delle malattie trasmissibili. Si potrà garantire infatti un più attento e adeguato monitoraggio delle transazioni in questo settore, punendo gravemente i traffici illegali degli animali, verso e anche - ci auguriamo - all'interno del nostro territorio.
Non possiamo tacere in tal senso il lungo e positivo lavoro svolto dalle associazioni animaliste contro questa vergognosa pratica, in definitiva un passo di civiltà giuridica. Pag. 9
Ma è evidente che, per tutte le cose dette fino ad ora, le norme che recepiamo con la Convenzione del 1987 vengono a definire una cornice di riferimento ad un insieme di norme nazionali che ora debbono trovare coerenza con i criteri enunciati prima. Basta alle emergenze per un cattivo rapporto uomo-animale, basta ai drammi delle morsicature con conseguenze gravissime magari sui bambini per l'uso irresponsabile, da parte dei proprietari, dei propri animali.
Dobbiamo procedere con rapidità alla revisione della legge n. 281 del 1991 sapendo che solo allora avremo completato il percorso che avviamo con la discussione in corso oggi. Ecco perché abbiamo voluto sottolineare che si deve fare un passo in avanti per un rapporto più maturo e più consapevole: chiediamo che le prossime norme che andremo ad approvare non siano solo un'indicazione di divieti e sanzioni ma costruiscano un insieme di valori e di comportamenti virtuosi che permettano agli amanti degli animali di poter convivere serenamente con loro.
Pensiamo, in tal senso, soprattutto ai più deboli: agli anziani magari soli e con un gatto o un cane a far loro da compagnia, a coloro per i quali si adotta la pet therapy, insomma a tutte quelle persone per le quali l'animale da compagnia rappresenta un'opportunità per una vita più serena.
Ma allo stesso tempo pensiamo ai tanti per i quali il rapporto con gli animali non è così facile, ai quali va garantita sicurezza e tranquillità. Quello di oggi, a nostro avviso, è solo il primo passo di questo percorso: le norme che approveremo rappresentano un punto dal quale far procedere la discussione in un più maturo e finalmente acquisito rapporto uomo-animale, con benefici per i nostri amici a quattro zampe ma sopratutto per la comunità intera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mancuso. Ne ha facoltà.

GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, colleghi, il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica su cui siamo chiamati ad esprimerci oggi e sul quale il gruppo del PdL è assolutamente favorevole ha avuto un iter lungo e complesso, come hanno ricordato già molti colleghi (approvato dalla Camera e modificato dal Senato, torna oggi qui in terza lettura).
Ricordo che della Convenzione europea fatta a Strasburgo il 13 novembre del 1987 sono diventate Parti diciannove Paesi membri del Consiglio d'Europa mentre l'Italia ed i Paesi Bassi hanno finora soltanto firmato la Convenzione.
Ovviamente, nel periodo assai lungo ormai trascorso dalla firma della Convenzione da parte dell'Italia, la legislazione nazionale - soprattutto la più volte richiamata legge n. 281 del 1991 - e le norme regionali di recepimento hanno in gran parte attuato le disposizioni della Convenzione, in alcuni casi anche superandone le previsioni minime.
Tuttavia la vigente legislazione italiana non contempla, se non in provvedimenti di carattere transitorio e privi di apparato sanzionatorio, misure atte a scoraggiare la violazione dei divieti posti all'articolo 10 della Convenzione relativamente al taglio della coda o delle orecchie, alla recisione di corde vocali, all'asportazione di unghie e denti.
In attesa dell'emanazione di una legge che regolamenti il divieto, attualmente le mutilazioni sono regolate dall'ordinanza del 3 marzo 2009: in questa occasione formulo l'auspicio - che so essere di molti in quest'Assemblea - affinché in un altro provvedimento ci si occupi della parte sanzionatoria verso chi sottopone gli animali a sofferenze inutili ed evitabili (tra l'altro, tale auspicio è contenuto anche nell'ordine del giorno Ceccacci Rubino n. 9/2386-B/2 sottoscritto da me e da altri colleghi).
In questo provvedimento si colpisce anche l'illecita introduzione di animali da compagnia nel territorio italiano, in violazione tra l'altro dell'articolo 12 della Convenzione, e proprio per tali ragioni il Pag. 10disegno di legge in esame contiene dettagliate norme di carattere penale ed amministrativo.
Ricordo che l'articolo 3 ha costituito nel corso dell'esame presso il Senato oggetto di approfondito dibattito: esso infatti novella gli articoli 544-bis e 544-ter del codice penale introdotti dalla legge n. 189 del 2004, vera e propria pietra miliare del nostro ordinamento dal momento che fino al 2004 si puniva chi maltrattava o uccideva gli animali non già perché incrudeliva nei confronti di esseri viventi e senzienti, ma soltanto perché provocava ribrezzo od orrore negli altri esseri umani. Dal 2004 possiamo quindi finalmente dire di far parte del club dei Paesi civili, almeno per questo aspetto dell'ordinamento che riguarda anche i diritti degli animali.
Opportunamente il testo all'attenzione dell'Assemblea aumenta le pene: si prevede infatti per il delitto di uccisione di animali la reclusione da quattro mesi a due anni e per il delitto di maltrattamento la reclusione da tre a diciotto mesi o la multa da 5.000 a 30.000 euro, in luogo dell'attuale reclusione da tre mesi ad un anno o della multa da 3.000 a 15.000 euro.
L'articolo 4 prevede una nuova fattispecie penale (il traffico illecito di animali da compagnia); in sintesi la disposizione sanziona con la reclusione da tre mesi ad un anno e con la multa da 3 mila a 15 mila euro chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, reiteratamente o tramite attività organizzate, introduce in Italia animali da compagnia privi di certificazione sanitaria e di sistemi di identificazione individuale quali il passaporto, ovvero, una volta introdotti nel territorio nazionale li trasporta, li cede, o li riceve.
La pena è aumentata se gli animali hanno un'età inferiore a dodici settimane o se provengono da zone sottoposte a misure restrittive di polizia veterinaria. In caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti questo provvedimento prevede la confisca dell'animale che sarà affidato alle associazioni o enti già individuati dalla legge n. 189 del 2004, nonché la sospensione da tre mesi a tre anni dell'attività di trasporto, di commercio, di allevamento degli animali, se la sentenza di condanna o di applicazione della pena su richiesta è pronunciata nei confronti di chi svolge le predette attività, e, in caso di recidiva, anche l'interdizione dell'esercizio delle attività medesime.
L'articolo 5 pure merita una sottolineatura. Prevede che laddove il traffico illecito di animali da compagnia non integri gli estremi della fattispecie penale - ad esempio perché l'azione non è reiterata né svolta con attività organizzata - l'autore della condotta sia soggetto a sanzioni amministrative pecuniarie.
In conclusione, posso affermare che oggi è una bella giornata per tutti i cittadini italiani, specie per quelli che hanno più spiccata sensibilità animalista che - vivaddio - sono la maggioranza nel nostro Paese. Questo risultato viene dopo l'approvazione delle modifiche al codice della strada che prevede il soccorso obbligatorio degli animali coinvolti in incidenti stradali; viene dopo l'adozione del regolamento comunitario che prevede il divieto d'importazione ed esportazione di pelli di cani e di gatti, che assolutamente fino a poco tempo fa non era ancora regolamentato; viene dopo l'adozione del regolamento comunitario che prevede il divieto della commercializzazione di pelli di foca (e tutti abbiamo visto qualche volta le immagini terribili delle sofferenze cui vengono sottoposti questi animali), e anche in questo campo l'Italia - devo dire, contrariamente a quanto accade per altri - è stata capofila.
Concludo dicendo che in XII Commissione, dove stiamo affrontando la revisione della legge n. 281 del 1991, avremo l'occasione epocale per mettere mano anche ad altre attività, ad altri argomenti che riguardano il rapporto tra animali ed esseri umani, che deve essere sempre aggiornato, sempre ben regolamentato nell'ambito del corpus normativo. Quindi speriamo di poter vedere questo ulteriore risultato che va nel senso di dimostrare che il popolo italiano è un popolo civile e che sa trattare e sa convivere bene con i suoi animali (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Pag. 11

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà per due minuti.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, nell'esprimere a titolo personale soddisfazione per questo provvedimento chiedo al sottosegretario Martini, che conosco essere persona sensibile ed attenta a queste problematiche, di accelerare la calendarizzazione del provvedimento sul randagismo. A tal proposito c'è una mia proposta di legge che ormai festeggia il compleanno (perché è un anno che l'abbiamo presentata). So che il Governo sta lavorando a questo stesso tema, e credo che sarebbe cosa buona e giusta per gli animali, per i comuni che non sanno più dove sbattere la testa, ma anche per quelle persone che hanno bisogno di avere un animale a fianco e non hanno la possibilità economica. In buona sostanza, questo provvedimento che approviamo oggi credo che richiami fortemente l'altro provvedimento sul randagismo. Quindi intendo sollecitare esattamente questo tipo di intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, mi asterrò su questo provvedimento, non perché non lo condivido, ma perché mi sembra che in una situazione in cui vi sono migliaia e milioni di lavoratori che sono in cassa integrazione e un mare di disoccupati, fare un discorso di una mattinata intera su una questione di questo genere significa dare al Paese un cattivo segnale. Per questi motivi, mi asterrò (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Sono così concluse le dichiarazioni di voto finale.

ROBERTO ANTONIONE, Relatore per la III Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO ANTONIONE, Relatore per la III Commissione. Signor Presidente, volevo solo ringraziare, come relatore e a nome anche della collega Rossi, tutti i membri del Comitato dei diciotto, ma anche i gruppi che hanno voluto concorrere ad approvare questo provvedimento. In particolare, un ringraziamento all'onorevole Compagnon che ha avuto la sensibilità di accedere ad un nostro invito nel ritirare l'emendamento e proporre un ordine del giorno.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2836-B)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2836-B, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sbai... onorevole Pionati... onorevole Scilipoti... onorevole Vannucci... onorevole Valducci... onorevole Lorenzin... onorevole Pili... onorevole Savino... onorevole Angelucci... onorevole Orsini... onorevole Laboccetta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno» (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (2836-B):

Presenti 502
Votanti 489
Astenuti 13
Maggioranza 245
Hanno votato 489
(La Camera approva - Applausi - Vedi votazioni).

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 11,30)

Seguito della discussione delle mozioni Reguzzoni ed altri n. 1-00445, Fluvi ed altri n. 1-00462, Misiti ed altri n. 1-00463, Occhiuto ed altri n. 1-00465, Borghesi ed altri n. 1-00466, Cicchitto ed altri n. 1-00467, Polidori ed altri n. 1-00468 e Mosella ed altri n. 1-00469 concernenti iniziative volte a garantire l'accesso al credito di famiglie e imprese, in relazione ai nuovi parametri stabiliti dall'accordo «Basilea 3») (ore 11,30).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Reguzzoni ed altri n. 1-00445, Fluvi ed altri n. 1-00462, Misiti ed altri n. 1-00463, Occhiuto ed altri n. 1-00465, Borghesi ed altri n. 1-00466, Cicchitto ed altri n. 1-00467, Polidori ed altri n. 1-00468 e Mosella ed altri n. 1-00469, concernenti iniziative volte a garantire l'accesso al credito di famiglie e imprese in relazione ai nuovi parametri stabiliti dall'accordo «Basilea 3» (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto che dopo la discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di martedì 26 ottobre 2010, sono state presentate le mozioni Polidori ed altri n. 1-00468 e Mosella ed altri n. 1-00469, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
Avverto, altresì, che, in data odierna, è stata presentata la mozione Iannaccone ed altri n. 1-00470, il cui testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto, infine, che è stato presentato l'ordine del giorno Maurizio Turco ed altri finalizzato ad impegnare il Governo a ridefinire l'assetto proprietario della Banca d'Italia e a disciplinare le modalità di trasferimento delle quote di partecipazione al capitale della stessa Banca d'Italia in possesso di soggetti diversi dallo Stato o da altri enti pubblici. Tale ordine del giorno è da considerarsi inammissibile, ai sensi dell'articolo 89 del Regolamento, in quanto affatto estraneo rispetto all'oggetto della discussione (Vedi l'allegato A - Mozioni).

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, condivido il parere sul mio ordine del giorno: è indubbiamente un ordine del giorno paradossale, nel senso che noi chiediamo semplicemente che sia rispettata una legge dello Stato, che il Governo rispetti una legge dello Stato, la legge n. 262 del 2005, con la quale si è previsto - questo Parlamento ha previsto - di ridefinire l'assetto proprietario della Banca d'Italia.
Tale assetto proprietario deve essere ridefinito - ha stabilito il Parlamento - attraverso il trasferimento delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia in possesso di soggetti diversi dallo Stato o da altri soggetti pubblici. Questo non è stato fatto, perché il Governo evidentemente ha ritenuto che la scadenza dei tre anni a partire dal 2005 - quindi entro il 2008, anno in cui si sarebbe dovuto fare il regolamento attraverso il quale si dovevano stabilire le regole che avrebbero portato al trasferimento delle quote da parte delle banche private che detengono il capitale della Banca d'Italia - fosse evidentemente un termine ordinatorio e non perentorio. Avremmo voluto, con l'ordine del giorno, ristabilire un minimo di ordine e di legalità, cioè dire al Governo che il rispetto della legge scritta non è una facoltà del Governo, ma è un dovere. Infatti noi ci troviamo di fronte ad una legge approvata da questo Parlamento e soprattutto approvata dalla stessa maggioranza che nel 2005, come oggi, governava il Paese (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

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ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, sulla mozione Reguzzoni ed altri n. 1-00445 il parere è favorevole. Sulla mozione Fluvi ed altri n. 1-00462 il parere è favorevole se viene accettata la proposta di riformulazione che mi accingo a fare. Il primo capoverso del dispositivo deve essere così riformulato: «a rafforzare la previsione di strumenti per incentivare le imprese alla realizzazione di operazioni di capitalizzazione o di altre operazioni volte ad accrescere...» e così via, fino alla fine del capoverso. Il secondo capoverso del dispositivo deve poi essere riformulato aggiungendo dopo le parole: «nei diversi Paesi» le parole: «tenendo in particolare considerazione le peculiarità e le prerogative del sistema bancario italiano.» e sopprimendo le successive fino alla fine del capoverso.
Sulla mozione Misiti ed altri n. 1-00463, si propone una riformulazione del primo capoverso del dispositivo: «ad assumere ogni iniziativa di competenza al fine di evitare che l'applicazione dell'accordo Basilea 3 possa penalizzare l'accesso al credito per le piccole e medie imprese, nonché per le famiglie;». Infine, al terzo capoverso, espungere le parole: «, effetti che amplierebbero il profondo differenziale già esistente tra nord e sud». Se così riformulata, il parere è favorevole.
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Occhiuto ed altri n. 1-00465, purché riformulata sostituendo il primo capoverso del dispositivo con il seguente: «ad adottare iniziative di competenza affinché si disincentivi il possibile aumento degli spread applicati per realizzare accantonamenti di capitale che consentano di rientrare nei nuovi parametri patrimoniali previsti per gli istituti bancari, poiché tali aumenti potrebbero gravare principalmente sulle famiglie e sulle aziende sottopatrimonializzate;». Inoltre, si propone di sostituire il penultimo capoverso del dispositivo con il seguente: «a tenere in considerazione le indicazioni della citata risoluzione del Parlamento europeo e della Commissione europea in vista dell'incontro di Seul del G20;». Infine, sostituire l'ultimo capoverso del dispositivo con il seguente: «a valutare, nella stesura delle proposte finali, l'indicazione di nuovi principi volti a riconsiderare il ruolo ufficiale delle agenzie di rating.».
Se così riformulata, il parere del Governo sulla mozione Occhiuto ed altri n. 1-00465 è favorevole.
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Borghesi ed altri n. 1-00466, purché riformulata espungendo il terzo capoverso del dispositivo di impegno e modificando il quarto capoverso del dispositivo come segue: «a valutare l'adozione di ogni iniziativa di competenza al fine di evitare che le aziende che hanno chiuso in perdita il bilancio 2009 a causa della recessione, ma che sono sane e reagiscono, possano subire una restrizione del credito;». Inoltre, si propone di modificare l'ultimo capoverso del dispositivo come segue: «a rafforzare le attività di garanzia del fondo rivolto alle piccole e medie imprese, di cui all'articolo 15 della legge n. 266 del 1997, anche valutando l'incremento delle risorse a disposizione...», lasciando inalterata la parte restante del capoverso.
Se così riformulata, il parere del Governo sulla mozione Borghesi ed altri n. 1-00466 è favorevole.
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Cicchitto ed altri n. 1-00467.
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Polidori ed altri n. 1-00468, purché l'ultimo capoverso del dispositivo sia così riformulato: «ad evitare, infine, che i nuovi requisiti imposti dall'accordo possano provocare un impatto negativo sull'economia reale per evitare eventuali ulteriori danni al composito mondo delle piccole e medie imprese.», espungendo poi l'ultima parte del capoverso.
Se così riformulata, il parere del Governo sulla mozione Polidori ed altri n. 1-00468 è favorevole.
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Mosella ed altri n. 1-00469, purché riformulata sostituendo il terzo capoverso del dispositivo con il seguente: Pag. 14«a monitorare i modi di applicazione in Italia delle nuove regole e gli effetti delle medesime sul sostegno creditizio alle aziende, in particolare alle piccole, e alle famiglie;». Si propone, inoltre, di riformulare l'ultimo capoverso del dispositivo nel modo seguente: «a valutare se la mutata situazione dell'economia e della finanza a livello globale, l'architettura della nuova regolamentazione e l'esperienza normativa in materia di regole e controlli nei Paesi sviluppati, non solo europei, non postuli l'esigenza di una nuova riflessione sull'adeguatezza dell'attuale legislazione bancaria.», espungendo l'ultima parte del capoverso.
Se così riformulata, il parere del Governo sulla mozione Mosella ed altri n. 1-00469 è favorevole.
Vi è anche la mozione Iannaccone ed altri n. 1-00470, signor Presidente, che lei prima non aveva citato...

PRESIDENTE. No, l'abbiamo indicata e citata.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Allora non avevo sentito io e le chiedo scusa, signor Presidente.
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Iannaccone ed altri n. 1-00470, purché riformulata sostituendo il secondo capoverso del dispositivo con il seguente: «ad adottare ogni necessario provvedimento affinché si riduca il divario economico tra il Sud e la restante parte del Paese anche per quanto riguarda la capacità di accesso al credito delle piccole e medie imprese meridionali.», ed espungendo poi il terzo capoverso del dispositivo.
Se così riformulata il parere del Governo sulla mozione Iannaccone ed altri n. 1-00470 è favorevole.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, già durante l'illustrazione della mozione a mia prima firma avvenuta ieri, abbiamo messo in rilievo le conseguenze non solo positive, ma anche negative, dell'Accordo in oggetto. Quest'ultimo è stato suggerito dai Governatori delle banche centrali e dai Capi delle autorità di vigilanza dei Paesi del G20 e, su proposta del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, verrà approvato definitivamente dal gruppo politico, dai Ministri degli affari esteri, nella riunione di novembre, che si svolgerà a Seul.
L'Accordo in oggetto, detto «Basilea 3», sulla base dell'esperienza negativa dei fallimenti di alcune banche in America, in Inghilterra e in altri Paesi, suggerisce di rafforzare i capitali sul patrimonio delle banche stesse: ciò per poter affrontare ulteriori crisi che si dovessero presentare e per evitare che si interrompano i flussi finanziari dalle banche alle imprese ed anche alle famiglie.
È evidente che una siffatta situazione - sebbene l'Accordo avrà luogo gradualmente, dal 2013 al 2019 - sarà imposta dai fatti in modo immediato. Ciò potrà comportare una stretta creditizia che danneggerà quei territori - come, ad esempio, il territorio del Mezzogiorno - che già adesso subiscono il fatto che i tassi di interesse dei crediti alle imprese, ma anche alle persone, sono di molto superiori rispetto a quelli del resto del Paese.
Chiediamo, dunque, al Governo di impegnarsi ad assumere le iniziative, in modo da evitare che l'applicazione dell'Accordo «Basilea 3» penalizzi l'accesso al credito, in generale, per le piccole e medie imprese e per le famiglie nel Paese e, in particolare, per le zone più svantaggiate del nostro Paese che noi, come Movimento per le Autonomie abbiamo a cuore.
Ho ascoltato i suggerimenti e le riformulazioni proposte dal sottosegretario: credo che non modifichino l'impianto della mozione in oggetto e, pertanto, intendo Pag. 15accettarle (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, rappresentanti del Governo, nella discussione sulle linee generali è stato detto ampiamente che la crisi economica internazionale ha reso molto evidente a tutti la difficoltà di controllare efficacemente le attività di speculazione finanziaria messe in atto da parte di soggetti senza scrupoli.
Abbiamo avuto, purtroppo, una stagione lunga ed articolata che, in diverse parti del mondo, ha mostrato quali fossero gli effetti negativi di questo fenomeno. Credere che si possa vivere «a debito» e l'idea che la speculazione non abbia freno sono sostanzialmente le cause, ormai riconosciute da tutti, della crisi che, partendo dai mutui immobiliari americani, ha poi coinvolto le economie di mezzo mondo e, in particolare, quella nordamericana e quella europea. Abbiamo seguito tutti la vicenda con grande angoscia e con grande apprensione, anche per i rischi che potevano verificarsi nel nostro Paese.
Abbiamo capito, e credo anche la gente comune abbia colto, che in questa vicenda le banche sono state vittime e carnefici sia di una deregolamentazione che ha spinto gli istituti più irresponsabili ad inondare il mercato di titoli spazzatura, sia di autorità ed agenzie di rating che colpevolmente sono venute meno alla loro funzione di controllo e di verifica della genuinità dei prodotti finanziari da allocare e da immettere sul mercato. Si sono poi rilevati insufficienti sia la normativa che la vigilanza in tema di trasparenza dei bilanci delle banche. La sistematica violazione di regole prudenziali, in particolare nell'utilizzazione di strumenti finanziari derivati, di cui tra le vittime, con grave dolo, ci sono anche moltissimi enti locali, ha reso necessario un intervento delle autorità di controllo, sia a livello di G8 e poi di G20, sia anche nel contesto comunitario, anche in ragione di un quadro di interrelazioni tra istituzioni finanziarie a livello mondiale che rendono quanto mai urgente una disciplina uniforme dell'attività bancaria. Questi intenti sono contemplati in quella serie di normative contenute nell'accordo sottoscritto dai governatori delle banche centrali a Basilea comunemente definito «Basilea 3». Attualmente siamo in regime di «Basilea 2» ma, è stato detto in sede di discussione generale, che la riforma allo studio si sta definendo e tra poche settimane vedrà un punto fermo nell'incontro in calendario al quale il Governo dovrà partecipare. Sostanzialmente ogni attività che una banca svolge, dall'erogazione di crediti alla compravendita di titoli, comporta dei rischi, a fronte di questi rischi gli accordi di Basilea prevedono che le banche mettano da parte un tot di capitale.
Questi nuovi vincoli rispondono all'esigenza di uniformità regolamentare a livello comunitario e alla necessità di vincolare le banche a requisiti patrimoniali in termini di liquidità e capitale; requisiti idonei a fronteggiare situazioni di crisi sempre possibili. Il positivo intervento fatto dalle autorità bancarie non esclude possibili ricadute negative che l'impianto stesso di «Basilea 3» può avere nell'economia reale del nostro Paese, a partire dai bilanci delle banche fino all'erogazione di credito per le imprese, per le famiglie, per i singoli cittadini. Per questo è necessaria una disciplina in cui i nuovi coefficienti di capitale e liquidità siano attentamente calibrati anche definendo fasce di assunzione di responsabilità a livello di singola banca in termini di tempi stabiliti e in funzione delle attività di stimolo e sostegno della crescita che, specie nella attuale congiuntura di crisi, è da considerare essenziale.
In ragione di quanto detto, noi in quanto gruppo Misto - Alleanza per l'Italia abbiamo chiesto e chiediamo al Governo di attivare canali di confronto con l'Associazione bancaria italiana e la Banca d'Italia perché l'elaborazione delle regole e dei tempi di avvio dell'efficacia rispondano a criteri di prudenza ma anche di impegno Pag. 16imprenditoriale, in modo da assicurare che le banche si adeguino a queste regole con assunzione di rischi imprenditoriali propri in un contesto di valutazione prudenziale del merito di credito che non mortifichi però la funzione a vantaggio del profitto contingente. È necessaria inoltre una continua verifica da parte del Parlamento sulle modalità di applicazione delle nuove regole e sugli effetti che queste hanno sul sostegno creditizio alle aziende e alle famiglie. La funzione di controllo democratico e politico del Parlamento su una questione delicata come la regolamentazione del credito bancario può risultare efficace sul piano della condivisione di quelle che sono poi le difficoltà della gestione di un settore che ha ricadute immediate nella vita dei cittadini. Questa attività di controllo parlamentare dovrebbe portare ad una analisi complessiva di quelle che sono le dinamiche del mondo bancario e a valutare l'esigenza di una nuova riflessione sull'adeguatezza dell'attuale legislazione sul tema, anche con riferimento ai mutamenti intervenuti in seguito alle concentrazioni e alle fusioni societarie e considerando l'assenza in pressoché due terzi del Paese di banche con dimensioni in grado di competere sul mercato internazionale.
Adesso il Governo ci propone sostanzialmente di modificare l'approccio della verifica parlamentare con un monitoraggio. Noi riteniamo che alla fine ciò possa essere sufficiente per accogliere la richiesta, quindi siamo pressoché d'accordo con la riformulazione. Crediamo comunque che nel prossimo futuro valga la pena ripensare a un passaggio parlamentare che consenta un maggiore controllo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, il gruppo Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani, ha inteso presentare una mozione autonoma in virtù della rilevanza dell'argomento che è oggetto della mozione a prima firma Reguzzoni e delle altre sottoscritte da diversi colleghi. In esse si parla del cosiddetto accordo di Basilea 3, che secondo noi avrà un impatto notevole sulla già fragile economia meridionale e sulla situazione delle famiglie, in modo particolare su quelle più disagiate e sulle piccole e medie imprese che, in generale, rappresentano la spina dorsale dell'economia del nostro Paese e ciò vale anche per il Mezzogiorno.
La verità è che, come evidenzia la nostra mozione, il divario economico che separa l'economia meridionale da quella del resto del Paese è legata anche alla situazione del credito, alle maggiori difficoltà di accesso al credito da parte delle famiglie e delle piccole e medie imprese, nonché da una fragilità del sistema creditizio che vede il sud fortemente penalizzato rispetto alle altre aree del Paese.
Cito alcuni dati. Le elaborazioni della Banca d'Italia confermano un forte ritardo del grado di diffusione degli sportelli bancari nel Mezzogiorno: nel 2005 il numero per 10 mila abitanti è poco meno del doppio del centro-nord (6,5 sportelli) rispetto al Mezzogiorno (3,32 sportelli ogni 10 mila abitanti). Questo divario non si è ridotto nel corso degli anni, se si considera che a livello nazionale il numero di sportelli è cresciuto di oltre il 30 per cento, a fronte di un incremento del 25,7 per cento nel Mezzogiorno.
Il processo di consolidamento del sistema bancario italiano, iniziato alla fine degli anni Ottanta con una serie sempre crescente di fusioni, ha visto le banche con sede nel Mezzogiorno svolgere un ruolo quasi del tutto passivo. Tale processo ha profondamente mutato la geografia del potere bancario in Italia. La crisi delle maggiori banche del sud, infatti, e il loro assorbimento da parte degli istituti del centro e del nord hanno determinato la perdita o l'indebolimento dei centri bancari nel meridione del Paese.
Un'indagine condotta da Unioncamere su 1.400 imprese di piccole e medie dimensioni Pag. 17conferma il gap sempre più marcato tra le province del sud e quelle del nord: le imprese del Mezzogiorno hanno maggiori costi e più difficoltà nel chiedere un prestito in banca per intraprendere una nuova attività. In base ai dati emersi da questa indagine la quota di piccole e medie imprese che dichiarano di avere avuto difficoltà di accesso al credito è pari al 28,9 per cento; considerando solo le piccole e medie aziende meridionali, la quota sale al 36 per cento.
Signor sottosegretario, si tratta di una situazione veramente difficile, che mette a rischio un tessuto economico già fragile. Con la mia mozione n. 1-00470 abbiamo inteso impegnare il Governo a tenere conto di questa condizione di difficoltà e a vigilare affinché l'applicazione dell'accordo cosiddetto Basilea 3 non renda ulteriormente difficile l'accesso al credito per le piccole e medie imprese del sud e per le famiglie e, quindi, ad adottare ogni provvedimento che riterrà necessario.
Signor sottosegretario, accogliamo le sue proposte ed accettiamo la riformulazione da lei proposta. Ci consenta solo di esprimere un rammarico (che è uno stimolo a fare ancora di più), per l'eliminazione dell'ultimo capoverso, in cui chiediamo che si proceda in tempi rapidi al varo del Piano per il sud, che riteniamo essenziale per l'economia meridionale.
Affidiamo alla sua sensibilità un'azione decisa all'interno del Governo, affinché si arrivi ad una positiva proposta a favore del sud.
Pertanto, voteremo secondo le indicazioni del rappresentante del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto- Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, la mozione Borghesi ed altri n. 1-00466, che oggi è stata sottoposta all'Aula insieme a quelle di iniziativa degli altri partiti, affronta un problema che riteniamo di grande importanza, soprattutto nella crisi economica che ci attanaglia.
Il problema è l'entrata in vigore dell'accordo cosiddetto Basilea 3, che di fatto verrà formalizzato a Seul dal G20, nel mese di novembre prossimo. I problemi da affrontare sono sostanzialmente tre: gli effetti di Basilea 3 sul credito e, quindi, sull'economia italiana e, sulla base di ciò, la valutazione del modo in cui poterli applicare.
Signor Presidente, già Basilea 2, da un lato, ha sicuramente razionalizzato l'uso del credito rispetto alle imprese italiane, ma, dall'altra parte, ha costituito una stretta molto forte per quelle aziende che, per crisi di bilancio non dettate da mala amministrazione o mala gestio (trattandosi, al contrario, di crisi strutturale che si era verificata nel nostro sistema economico), si sono ritrovate ad andare in banca senza ottenere ulteriore sostegno o vedersi confermato il sostegno precedente, ma ricevendo richieste di rientro nei fidi in precedenza concessi.
Non è così che funziona: in periodo di crisi, un'azienda che per dieci, venti o trent'anni (il sistema economico in Italia è costituito da piccole e medie imprese) ha sempre ben lavorato, nel momento in cui ha bisogno si trova le porte chiuse. Basilea 3 rischia di essere la continuazione, se male applicata: l'accordo Basilea 3 prevede una capitalizzazione per le banche per evitare le gravi crisi economiche, ma, dall'altra parte, questa deve essere contemperata con l'esigenza delle imprese di potere bene operare ed ottenere finanziamenti.
Sono tre, in sostanza, gli effetti da affrontare: innanzitutto, sulle grandi banche, la capitalizzazione comporterà un'immobilizzazione di denaro, perché fino ad oggi la capitalizzazione, che è stata fermata al 2 per cento, dovrà essere portata al 4,5 per cento entro il 2015. Tra l'altro, essa non potrà essere effettuata in maniera virtuale, ma, al contrario, dovrà essere operata realmente: si tratta di un miliardo di euro circa di aumenti. Tale somma, tra l'altro, viene incrementata ulteriormente, perché viene costituito un Pag. 18cuscinetto, cosiddetto buffer, pari al 2,5 per cento, da usare nei momenti di difficoltà. In buona sostanza, la capitalizzazione viene portata al 7 per cento.
Il ragionamento prevede che questo accordo, se non viene gestito e seguito correttamente, può portare a penalizzare le banche, proprio quelle che servono sul mercato nei momenti di crisi e che svolgono attività tradizionale di intermediazione del credito, rispetto a quelle che, al contrario, puntano la loro attività sull'investment banking e quindi, di fatto, non incidono sull'economia reale.
Non lo diciamo noi, lo dice il presidente dell'ABI, lo sostiene anche la Banca d'Italia. Il nostro sistema economico è disseminato di piccole banche: banche di credito cooperativo, banche popolari, che costituiscono un tassello fondamentale per l'economia italiana, sono vicine al territorio, vivono sul territorio, comprendono meglio le realtà imprenditoriali del nostro Paese. Ebbene anche in questo caso un effetto distorto dell'applicazione dell'accordo di Basilea 3 porterebbe, nella migliore delle ipotesi, questi istituti a ridurre gli impieghi, penalizzando quindi il territorio; nella peggiore delle ipotesi le citate banche di credito cooperativo, le banche popolari e le piccole banche sarebbero addirittura costrette ad uscire dal mercato perché non reggerebbero.
Dobbiamo evitare di snaturare l'attività delle banche. Lo scopo finale più importante, per il quale la mozione, di fatto, viene presentata, è l'effetto sulle piccole e medie imprese e sulle famiglie. Già Basilea 2 aveva prodotto l'effetto di porre le banche nella condizione di essere deboli con i forti e forti con i deboli; al nord più che al sud le situazioni del credito hanno avuto gli accessi migliori e più vantaggiosi, mentre il sud è stato penalizzato.
L'economia in Italia non è soltanto quella del nord, ma anche quella del sud, sana l'una e sana l'altra, perché non è soltanto in Padania che l'economia italiana va avanti, ma anche al sud ci sono imprese sane, che anzi, a differenza di altre situazioni territoriali, lottano ogni giorno contro la criminalità e la mafia. Non a caso Confindustria Sicilia è stata la prima ad escludere coloro i quali pagavano il pizzo ed erano collusi.
La nostra economia è fatta da piccole e medie imprese. Sono queste che sostengono il mercato e portano avanti il nostro Paese e, certamente, un uso distorto porterebbe a metterle fuori dal mercato o in grossa difficoltà.
Da ultimo, occorre considerare, signor Presidente, l'effetto sulle famiglie che hanno contratto un mutuo, che stanno faticosamente reggendo per conservare un bene primario, come quello della casa, e si trovano in grande difficoltà. Mentre nel nostro Paese c'è chi compra case in giro per il mondo ci sono, invece, in Italia lavoratori onesti, persone per bene che non riescono più a conservare la propria casa perché non riescono più a pagare il mutuo. Anche su questo profilo, Basilea deve essere guardata con molta attenzione. Per questo motivo abbiamo presentato la mozione - di cui accettiamo le modificazioni che il Governo e il sottosegretario hanno presentato - e quindi chiediamo espressamente che sia ordinato lo svolgimento dell'attività di credito da parte delle banche, controllato un coordinamento europeo dell'attività di applicazione di Basilea 3 e valutata anche l'adozione di strumenti necessari per evitare che le aziende vengano finanziate soltanto in base all'ultimo bilancio, perché magari quest'ultimo ha risentito della crisi e non è sicuramente positivo. Andiamo, piuttosto, a guardare anche i bilanci precedenti, dai quali si evince che quelle aziende hanno contribuito non solo al Paese, ma anche alla crescita delle banche stesse.
Da ultimo, chiediamo anche di alleviare le difficoltà e le criticità per l'applicazione a favore delle famiglie e, infine, abbiamo richiesto l'incremento e quindi il rafforzamento del Fondo di garanzia rivolto alle piccole e medie imprese per fare in modo che anche queste imprese, costituenti il fulcro portante della nostra economia, non vengano danneggiate dall'accordo di Basilea, ma, al contrario, vengano rafforzate e Pag. 19possano nuovamente guidare la ripresa dell'economia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polidori. Ne ha facoltà.

CATIA POLIDORI. Signor Presidente, è ormai noto che i banchieri centrali hanno partorito Basilea 3. È stata una gestazione lunga con mille risvolti da chiarire e altrettante incognite su come, quando e per chi si vedranno gli effetti positivi o negativi che siano.
Viviamo in una fase di rilancio ancora molto fragile: il tasso di sconto applicato è il più basso da quando esiste l'Europa dei sei, l'inflazione sembra domata soprattutto per i prezzi dei prodotti petroliferi e la loro limitata domanda che ne riduce l'incidenza sull'aumento del costo della vita.
Più complesso capire - visti i reali tempi di attuazione previsti per fine decennio - le ricadute di Basilea 3 su imprese e famiglie.
Le banche per raggiungere più del 10 per cento del rapporto tra capitale e attivo, dovranno aumentare la patrimonializzazione.
Ciò indurrà ad avere maggiori oneri che si ripercuoteranno sui tassi applicati alla clientela. Sappiamo che le banche italiane hanno saputo difendersi meglio delle altre dal cataclisma degli ultimi due anni, esse condividono la necessità di avere un nuovo quadro di regole, ma Basilea 3 non tiene conto dei diversi modelli di business e delle vere cause che hanno scatenato la crisi finanziaria.
Adesso le banche italiane hanno retto meglio delle altre, grazie al loro forte legame territoriale, alla preponderante quota di prestiti all'economia rispetto a quelli finanziari, ad una struttura della raccolta basata su depositi ed obbligazioni piuttosto che sul mercato all'ingrosso. Sono per questo ingiuste le penalizzazioni a cui oggi rischiano di essere sottoposte. In più, l'approccio estremamente rigoroso sul capitale e la scelta di far passare in secondo piano altre misure è penalizzante per le economie che fanno perno sulle banche per il loro finanziamento.
Tutte le mozioni presentate oggi condividono giustamente queste preoccupazioni. Il fatto che le banche siano chiamate a realizzare accantonamenti anticiclici non costituisce di per sé un fatto negativo. L'evoluzione della crisi finanziaria internazionale ha dimostrato che banche meno solide, costrette nella fase di maggior tensione ad autofinanziarsi a condizioni più dure, sono i peggiori interlocutori del mondo produttivo. Solo se le banche sono solide, anche grazie ad accantonamenti anticiclici, possono assicurare un buon accesso al credito nelle fasi di crisi.
L'accordo di Basilea 3 costituisce anche un passo in avanti per la moralizzazione del sistema finanziario: quanto più le banche si avvicineranno a requisiti minimi, tanto più esse saranno vincolate nella loro politica di distribuzione degli utili. Un sistema siffatto non riduce l'erogazione del credito complessivo a famiglie e imprese ma lo razionalizza, con effetti positivi sul sistema industriale e sui consumi privati.
Ma ciò detto, ed è bene dirselo ora, il rischio è che i principi di Basilea 3 divengano un pretesto e un alibi per politiche di credito più restrittive. Non si può scaricare su Basilea 3 la responsabilità di una politica di credito poco attenta a valutare nel concreto, sotto il profilo gestionale e finanziario, la qualità dei progetti imprenditoriali, quando non vi siano garanzie reali sufficienti a coprire il rischio di credito.
Dobbiamo questa attenzione alla rete di piccole e medie imprese che si confrontano ogni giorno con banche più solide di quelle che hanno tremato di fronte alla crisi, ma certo, nel complesso, abituate a dare credito con criteri molto, se non troppo, restrittivi e a costi troppo alti rispetto alle esigenze del sistema produttivo.
Lo scenario peggiore, che però non può addebitarsi per intero a Basilea 3, potrebbe essere quello in cui le famiglie non spendono, le imprese non investono e le banche rallentano l'erogazione del credito. Pag. 20Il che avrebbe a sua volta effetti devastanti sull'occupazione. Uno scenario in cui il Paese rimarrebbe senza crescita, senza lavoro e senza credito, è destinato ad avvitarsi in una spirale dagli effetti perversamente prociclici.
Occorre insomma dal Governo una particolare vigilanza ed un dialogo costante con il sistema bancario, e la disponibilità ad adottare e concordare in sede internazionale misure che, nella fase di transizione, non penalizzino una realtà peculiare come quella del nostro Paese, caratterizzata da banche di piccole e medie dimensioni, già adeguatamente patrimonializzate, e da un tessuto di piccole e medie imprese tendenzialmente sottocapitalizzate e dipendenti dal credito bancario.
La crisi globale, che non è nata, come sappiamo, dell'economia reale, ma si è abbattuta su di essa, non può anche nel nostro Paese far pagare troppo duramente alle imprese le pur necessarie e positive misure di razionalizzazione del sistema finanziario internazionale.
Ritengo che il Governo e tutti i gruppi di maggioranza, come emerge dalle mozioni presentate, siano consapevoli di questo pericolo e intenzionati a far tutto per scongiurarlo. Accanto a ciò sarebbe importante che l'Esecutivo mettesse mano a riforme positivamente volte al recupero della competitività, a partire dalla riduzione della pressione fiscale e della spesa pubblica improduttiva. Queste riforme potrebbero innescare un meccanismo virtuoso, con riflessi inevitabili e positivi sul sistema creditizio. La nostra mozione va in questa direzione, accettiamo la riformulazione e voteremo secondo le indicazioni del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, già ieri, nel corso della discussione sulle linee generali, illustrando la nostra mozione, abbiamo anche espresso l'opinione dell'Unione di Centro sul contenuto delle altre mozioni poste all'ordine del giorno.
Già ieri abbiamo messo in evidenza che la crisi del sistema finanziario di qualche anno fa, che ancora oggi sta riverberando i suoi effetti in maniera pesante sull'economia, non ci avrebbe insegnato nulla se noi giudicassimo inutile, o peggio ancora sbagliato, fissare regole più severe e omogenee per rendere più solide le banche e gli istituti finanziari.
Nessuno quindi in coscienza e buona fede può ritenere che gli accordi di Basilea 3 non siano necessari. Vorremmo però - lo abbiamo chiesto nella nostra mozione - che il Governo si facesse carico di vigilare sulla corretta applicazione di questi accordi da parte delle banche, per evitare che il vincolo della maggiore patrimonializzazione si possa tradurre in una minore quantità di impieghi per famiglie e per l'impresa o in un aumento degli spread e, quindi, dei tassi di interesse. Se è vero, com'è vero, che le nostre banche hanno mediamente un patrimonio di qualità superiore rispetto alle loro concorrenti europee e che quindi il loro adeguamento ai vincoli previsti dagli accordi di Basilea 3 sarà meno difficoltoso, è vero anche che gli effetti di Basilea 3 sull'economia reale sono molto più preoccupanti nel nostro Paese di quanto non lo siano nel resto del mondo, a causa del fatto che il nostro tessuto produttivo, come tutti sanno, è caratterizzato da tantissime piccole e piccolissime imprese, che hanno nel credito bancario la loro fonte prevalente di approvvigionamento finanziario. Noi chiediamo al Governo di raccogliere le nostre preoccupazioni, che sono espresse anche da Confindustria, dagli operatori economici di questo Paese, e che noi abbiamo raccolto nella nostra mozione, ma che sono contenute anche nelle altre mozioni che voteremo favorevolmente.
Chiediamo, però, che l'impegno del Governo non sia solo rituale, perché sarebbe grave nei confronti di tante famiglie e di tanti piccoli imprenditori, che già oggi devono subire gli effetti di una stretta creditizia che è in essere nel nostro Paese già da un paio d'anni e che rischia di Pag. 21essere ancora più pesante dopo l'entrata in vigore, seppure graduale, di Basilea 3, se questi impegni fossero solo di circostanza. Abbiamo ascoltato il Governo esprimere un parere favorevole sulla nostra e sulle altre mozioni e ne prendiamo atto, ma ci pare un po' stonato - lo dico a mo' di inciso - che da un lato si dia parere favorevole a mozioni che contengono, tra le altre cose, al loro interno la necessità di potenziare regole e controlli sugli istituti finanziari e, dall'altra, si costringa la Consob a svolgere le proprie funzioni di vigilanza senza un presidente ormai da qualche mese.
Ci pare stonato perché su questi temi in particolare non si può fare propaganda. Si deve essere seri e gli impegni che si assumono devono essere reali e concreti. Su questi temi invece il Governo e la maggioranza hanno fatto troppo spesso propaganda. Vorrei ricordare che questa legislatura si è aperta con la Robin Hood tax, che doveva togliere risorse alle banche per assegnarle al sistema delle imprese, per interventi di politica economica. Dopo qualche mese siamo stati costretti a legiferare in senso esattamente opposto attraverso il cosiddetto decreto-legge salva banche. Vorrei ricordare anche a proposito degli accordi di Basilea che solo qualche mese fa, a gennaio, sempre su iniziativa della Lega Nord, il Parlamento è stato impegnato su una mozione che chiedeva al Governo un impegno nella direzione di mitigare gli effetti di Basilea 2. Oggi, a distanza di qualche mese, un'altra mozione chiede giustamente al Governo di vigilare affinché l'applicazione degli accordi di Basilea 3 non abbia effetti devastanti sull'economia reale del nostro Paese, così come affermano da più parti le organizzazioni delle imprese.
Però, noi oggi esprimiamo il nostro voto favorevole sulla mozione in esame e sulle altre all'ordine del giorno. Non possiamo fare altro, se non proporre delle mozioni e votarle. Al Governo, però, è richiesto di trasformare questi impegni, che oggi ha detto di voler assumere, da impegni di carta, come sono quelli contenuti nelle mozioni in oggetto, a impegni concreti, perché su questi temi a nessuno è consentito fare soltanto propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marco Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI. Signor Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, la crisi finanziaria di questi ultimi anni deve, a nostro avviso, fare riflettere sulle cause e sugli errori che il mondo finanziario internazionale, ma in particolare quello anglosassone, ha commesso.
Ebbene, fra le cause possiamo sicuramente annoverare un'eccessiva offerta di capitale che ha finanziato una domanda fittizia. Questa veniva, infatti, sostenuta attraverso finanziamenti e mutui che non trovavano poi una correlazione reale con il reale potere d'acquisto delle famiglie.
Dobbiamo poi, sicuramente, considerare una finanza che non ha rispecchiato e che, ahimè, probabilmente non rispecchia neppure ora, l'economia reale, che troppo spesso è stata declassata a poco più che scommesse sugli andamenti futuri degli indici, che si è preoccupata non di porsi in relazione con l'economia reale, ma di fare esclusivamente commissioni. L'effetto della crisi è stato un taglio del credito alle famiglie, ma soprattutto alle imprese, che ha portato ad una disoccupazione e ad un avvitamento del sistema finanziario mondiale.
Per quanto concerne le banche del nostro continente, le banche italiane, il contagio è arrivato attraverso questi titoli finanziari che prima non avevano una correlazione con l'economia reale e che, quindi, hanno visto azzerare il loro valore in poche settimane. Il sistema bancario italiano, probabilmente, ha fronteggiato meglio di altri la crisi, ma di certo ha visto mesi di grande difficoltà, con gli istituti bancari che mal riponevano la loro fiducia nei confronti delle controparti bancarie. Questo ha provocato, come abbiamo visto, un innalzamento, alla fine del 2008, dei tassi di interesse. Sul mercato, insomma, si Pag. 22è verificata una crisi di liquidità che rischiava di diventare sistemica. Tutto ciò ha comportato, di fatto, una riduzione degli affidamenti alle nostre imprese, se non in termini assoluti, di certo relativamente ai singoli operatori. In tale contesto, per la Lega Nord, è sempre stato un punto fondamentale quello di tutelare le piccole e medie imprese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Piccole e medie imprese che, nel nostro Paese, hanno delle caratteristiche peculiari: una loro dimensione, una loro struttura finanziaria, una conduzione, molto spesso, familiare, ma, soprattutto, hanno un approvvigionamento dei capitali non attraverso i sistemi finanziari, quindi attraverso le Borse, ma attraverso le banche. Per questo motivo, è assolutamente necessario tutelare, a maggiore ragione nel nostro Paese, l'erogazione del credito. Le caratteristiche che ho appena enunciato mal si coniugano, e mal si sono coniugate, con l'accordo, già in vigore, che l'Italia ha subito implementato, vale a dire Basilea 2, che ha dato troppo peso alla patrimonializzazione e troppo poco, invece, ai soggetti economici da affidare.
Le piccole e medie imprese del nostro Paese sono, da sempre - questo dobbiamo ricordarlo - sinonimo di qualità, ma soprattutto di posti di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Quindi, arriviamo al prossimo accordo, Basilea 3. La Lega Nord ha presentato una mozione: questo comprova la necessità di tutelare il nostro sistema produttivo, a cui la Lega ha sempre prestato la massima attenzione e che vuole continuare a tutelare anche in futuro.
L'obiettivo che le banche, con Basilea 3, dovranno raggiungere è quello di avere più patrimonio, soprattutto di maggiore qualità. Ma a questo punto ci chiediamo quale sia il costo per il sistema produttivo, in particolare quale sarà il costo di questa operazione per le piccole e medie imprese. Da audizioni che abbiamo avuto in Commissione attività produttive nelle settimane scorse con ABI e Banca d'Italia, emerge che il rischio di un impatto sull'economia reale esiste e sembra essere quantificato intorno allo 0,1 per cento del PIL nei prossimi quattro anni, vale a dire quasi il 10 per cento della crescita del PIL attuale o stimato per i prossimi tre anni.
Reputiamo che questo sia un costo assolutamente eccessivo. È necessario, dunque, monitorare il credito erogato, per far sì che l'appoggio del sistema bancario non venga mai meno alle nostre piccole e medie imprese. Ma, soprattutto, è necessario che con Basilea si verifichi che non vi sia un ritorno a livello internazionale dell'intermediazione di titoli che giornalisticamente sono stati definiti tossici. Per la Lega, dunque, è fondamentale che non si permetta che gli errori della finanza internazionale vengano pagati dalle nostre piccole e medie imprese e dalle famiglie del nostro Paese. Per questo motivo, chiedo all'Assemblea l'approvazione della nostra mozione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fluvi. Ne ha facoltà.

ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione sia gli interventi in sede di discussione sulle linee generali di ieri sia gli interventi di questa mattina. Francamente, non riesco a comprendere come gli esponenti della Lega Nord che sono intervenuti abbiano potuto dire le cose che abbiamo ascoltato.
Sembra, in sostanza, nella vostra difesa delle piccole imprese, che vi siate dimenticati che siete al Governo dalla primavera del 2008 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Siamo di fronte ad una sorta di schizofrenia parlamentare. Mi domando: chi è che doveva affrontare e possibilmente risolvere - non dico risolvere - i problemi che avete sollevato, che in larga parte condividiamo, come l'accesso al credito delle imprese e delle famiglie, se non il Governo e la maggioranza?
Pensate davvero - ve lo dico francamente, in tutta onestà e tranquillità - che gli artigiani, i commercianti, le famiglie e le persone che ci stanno ascoltando credano Pag. 23che le difficoltà che vi sono nel rapporto con le banche dipendano dagli accordi di Basilea 3, che ancora non sono entrati in vigore?
Vorrei ricordare al collega della Lega che è intervenuto ieri, che ha fatto riferimento all'annunciato aumento di capitale del Banco Popolare di Lodi, che questo è sicuramente in parte anche legato ai futuri ratios patrimoniali, ma probabilmente - lo dico così, sommessamente - è anche teso a rimediare alle avventure finanziarie della precedente gestione del Banco Popolare di Lodi. Fra queste, colleghi della Lega, metterei anche il salvataggio della vostra banca, la Credieuronord (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MASSIMO POLLEDRI. Chiedi a Fassino di Unipol!

ALBERTO FLUVI. Ho l'impressione che stiate cercando, ma del resto non è una novità, una sorta di nemico esterno, di paravento, per coprire le vostre responsabilità, le responsabilità di un Governo e di una maggioranza incapaci di produrre politiche attive per lo sviluppo e per la crescita di un sistema economico fatto di piccole e piccolissime imprese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
È appena il caso di ricordare - e chiudo questa parentesi - che in due anni, da quando è scoppiata la crisi finanziaria, siamo passati dalle frasi roboanti del Ministro Tremonti, che minacciava la galera per tutti i banchieri, all'individuazione delle prefetture come sedi di monitoraggio del credito alle imprese. Ora i banchieri sono tutti al loro posto e non mi pare che i monitoraggi presso le prefetture abbiano prodotto granché, se è vero - com'è vero - che l'ultimo rapporto dell'ABI informa che ad agosto del 2010 i finanziamenti alle imprese sono calati dello 0,7 per cento (la cosa bella è che questo dato viene registrato come positivo, perché il dato precedente era ancora più negativo, ovvero meno 1,5 per cento) E non c'è solo questo: i bilanci delle banche sono zavorrati di circa 70 miliardi di crediti in sofferenza. Questo è il quadro di riferimento, a prescindere da Basilea 3 e sul quale avreste già dovuto intervenire da tempo.
Signor Presidente, sono convinto che l'ubriacatura finanziaria che ha contagiato i mercati nel decennio scorso stia costando assai cara all'economia mondiale in termini di crescita, di livelli occupazionali e di crescita di debiti sovrani. La traduzione italiana di tutto ciò corrisponde a meno sei punti di PIL e un tasso di disoccupazione che ormai si avvia al 10 per cento. Passata quindi l'emergenza, è urgente affrontare i temi della vigilanza e della regolazione: è diventata chiara l'urgenza e la necessità di un approccio comune, coordinato a livello internazionale.
Per quanto riguarda la vigilanza - consentitemi anche qui un'osservazione - colgo l'occasione per invitare il Governo a chiudere la vicenda della Consob e a fornire un presidente all'autorità di vigilanza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Sono ormai troppi mesi che l'istituto di vigilanza non ha un presidente ed è un ritardo colpevole, che rischia di farsi sentire in negativo nel processo di costruzione della nuova autorità europea sui mercati mobiliari.
Sappiamo tutti che, con la decisione del settembre scorso, il Comitato di Basilea ha dato il via ad un nuovo quadro di regolamentazione del settore bancario, che verrà recepito dal G20 di Seul, dove saremo rappresentati. L'auspicio che faccio è che questa volta, a differenza di quanto accaduto con gli accordi di Basilea 2, i nuovi requisiti vengano adottati da tutti i Paesi. La misura più importante riguarda il capitale e lo abbiamo già detto. Io vorrei però fare una sottolineatura: il limite individuato è il 7 per cento e Lehman Brothers prima del fallimento aveva un livello di Tier 1 capital pari all'11 per cento. Ovviamente non conta solo la quantità, ma soprattutto la qualità del capitale, ma ho proposto il dato perché la crisi ha dimostrato, a nostro avviso, che i soli riferimenti ai coefficienti patrimoniali non possono rappresentare l'unico metro di Pag. 24misurazione del rischio. I problemi possono essere altri e derivare da altre direzioni: da un lato, l'eccessiva leva finanziaria e dall'altro la scarsità di liquidità disponibile a breve.
Su questo punto, purtroppo, il compromesso di Basilea 3 dice poco, rimandando la definizione di parametri a decisioni che saranno prese in futuro; così come non dice niente, rinviando di fatto ogni decisione, in merito alle questioni relative alle cosiddette banche sistemiche, quelle istituzioni finanziarie troppo grandi per fallire. L'attuazione di Basilea 3 - concordo con quanto è già stato detto - deve essere attentamente monitorata, soprattutto per prevenire ricadute negative su un sistema economico, come il nostro, fatto di piccole e piccolissime imprese, dipendente in gran parte dal credito, o meglio, dal flusso di credito bancario.
L'attenzione in questa direzione, però, deve essere altra: requisiti troppo stringenti rischiano di impattare negativamente sul sistema economico così come requisiti troppo laschi rischiano di non erigere argini sufficientemente solidi per prevenire eventuali nuove crisi.
L'azione di monitoraggio è quindi importante ma rischia, a mio avviso, di non essere sufficiente se non adeguatamente implementata da misure tese a rafforzare la capacità di intervento dei consorzi di garanzia dei fidi e dei fondi di garanzia, così come è necessario aumentare gli sforzi per patrimonializzare il nostro apparato produttivo e dei servizi mettendo in campo - non a parole, ma con i fatti - lo strumento fiscale. Ma questo, colleghi, e concludo non dipende da Basilea 1, non dipende da Basilea 2 né dipenderà da Basilea 3: tutto questo è nella responsabilità del Governo e del Parlamento e, a partire dalla discussione sul disegno di legge di stabilità, possiamo dimostrare se abbiamo veramente a cuore le piccole e medie imprese, come più volte abbiamo sentito dire oggi durante le dichiarazioni di voto, e la tutela del risparmio.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, accogliamo pertanto la richiesta di riformulazione da parte del Governo ed esprimeremo un voto favorevole su tutte le mozioni presentate (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gava. Ne ha facoltà.

FABIO GAVA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in occasione dell'approvazione del nuovo accordo sulla supervisione bancaria proposto dal Comitato di Basilea e denominato, appunto, Basilea 3, che interviene sui requisiti patrimoniali delle banche, il dibattito di ieri e quello odierno sono stati determinati dalla discussione delle mozioni presentate dai vari gruppi.
Tale argomento e tale discussione, a mio avviso, sono stati quanto mai opportuni e quindi anche il gruppo del PdL, proprio per la rilevanza di tale argomento, ha proposto una mozione autonoma sullo stesso.
Tutti ricordano infatti le difficoltà che sono intervenute anche recentemente nell'applicazione del precedente accordo denominato Basilea 2, pur essendo evidentemente condivisibili, anche in rapporto a quell'Accordo, gli obiettivi e le finalità; ma tutti hanno anche ben presenti le difficoltà che più recentemente hanno messo in ginocchio il sistema finanziario internazionale e, quindi, la necessità di un maggiore controllo e di una maggiore sicurezza dei risparmi dei cittadini al fine di un sistema più trasparente e responsabile.
A tale riguardo è molto importante sottolineare che questo Accordo presenta una gradualità di entrata in vigore sicuramente rilevante: la prima parte dello stesso entrerà infatti in vigore a partire dal gennaio 2013 mentre la lunga fase transitoria si concluderà il 31 dicembre del 2018 con la definitiva entrata in vigore dal 1o gennaio del 2019.
Ritengo che tale sottolineatura sia molto importante perché l'esperienza passata ci deve consigliare di seguire con Pag. 25grande attenzione il periodo transitorio e la mozione che abbiamo presentato insiste in maniera rilevante proprio su questa necessità.
L'Accordo presenta certamente vari aspetti positivi: in primo luogo perché contribuirà a rafforzare la stabilità di lungo periodo del sistema finanziario mondiale proteggendo meglio le istituzioni creditizie dai contraccolpi di eventuali crisi, in secondo luogo perché consentirà di definire regole patrimoniali uniformi per tutte le banche mondiali a vantaggio del sistema creditizio italiano, il quale si è dimostrato - anche in questa recente occasione - sano e non ha avuto necessità nella recente crisi finanziaria di significativi interventi di patrimonializzazione.
Credo quindi che, sulla base di queste considerazioni e dell'esperienza precedente, occorra evitare che le nuove regole possano però limitare l'operatività dei nostri istituti di credito. Questo è un punto cruciale, soprattutto se consideriamo le difficoltà e le restrizioni nell'erogazione del credito che si sono manifestate in questi tempi di crisi economica.
Un secondo punto, che mi pare importante sottolineare per il nostro Paese, è quello relativo alla progressiva crescita che negli ultimi anni hanno avuto le cosiddette banche territoriali (mi riferisco alla banche popolari e alle banche di credito cooperativo), che hanno saputo in molti casi meglio rispondere e interpretare le esigenze delle PMI, dell'artigianato, di quel risparmio diffuso delle famiglie italiane. In tale contesto un ulteriore rischio, quindi, è legato al fatto che per il nostro specifico sistema finanziario italiano le nuove regole dell'Accordo Basilea 3 possano in qualche misura creare delle difficoltà, assorbendo - come prevede la regola del cosiddetto buffer delle fasi favorevoli del ciclo economico per neutralizzare le perdite dei cicli più difficili - risorse che potrebbero essere destinate al credito e che soprattutto nelle piccole banche hanno una rilevanza importante e fondamentale.
Un ultimo aspetto di preoccupazione riguarda l'effettiva applicazione, onorevoli colleghi, a livello internazionale di queste regole (penso agli Stati Uniti, ad esempio), nella consapevolezza che mai come in questo momento, nella finanza più che in altri settori, gli effetti e le conseguenze delle scelte di un Paese ricadono poi a livello mondiale. Alla luce di queste considerazioni è dunque necessario che nella fase di entrata in vigore del nuovo Accordo cosiddetto Basilea 3 vengano monitorati gli effetti a livello internazionale anche con la forza e con la capacità da parte del nostro Governo di essere propositore di eventuali revisioni di ciò che dovesse verificarsi non funzionare.
Dispiace che lo sforzo fatto per la discussione nel merito in questi giorni (anche in questa mattina) sia stato ancora una volta strumentalizzato - come anche nell'ultimo intervento che mi ha preceduto - per polemizzare sulla politica economica del Governo. Per queste considerazioni quindi, a nome del gruppo Popolo della Libertà, dichiaro il voto favorevole alla mozione Cicchitto ed altri n. 1-00467, mentre - per quanto riguarda le altre mozioni - il voto sarà secondo quanto indicato dal rappresentante del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Colleghi, alla luce degli interventi svolti, prendo atto che le riformulazioni delle mozioni proposte dal Governo sono state accettate dai rispettivi presentatori.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Reguzzoni ed altri n. 1-00445, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lorenzin, onorevole Di Virgilio, onorevole Farina Coscioni, onorevole Pag. 26Calearo Ciman, onorevole Pisicchio, onorevole Di Pietro, onorevole Zinzi, onorevole De Camillis, onorevole Delfino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
489).

Prendo atto che i deputati Valducci, Ceccacci Rubino, Monai, D'Incecco e Sani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fluvi ed altri n. 1-00462, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo Ciman... onorevole Cesaro... onorevole Casini... onorevole Occhiuto... onorevole Sardelli... onorevole Monai... onorevole Cesario... onorevole Calderisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato
495).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Misiti ed altri n. 1-00463, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Libè... onorevole Sardelli... onorevole Miglioli... onorevole Cesario... onorevole Simeoni... onorevole Rossi... onorevole De Girolamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 497
Maggioranza 249
Hanno votato
497).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Occhiuto ed altri n. 1-00465, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Sanga... onorevole Calearo Ciman... onorevole Golfo... onorevole Della Vedova... onorevole Ferranti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato
495).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Borghesi ed altri n. 1-00466, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Della Vedova... onorevole Barani... onorevole Traversa... onorevole Sanga... onorevole Bocciardo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 491
Astenuti 4
Maggioranza 246
Hanno votato
490
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cicchitto ed altri n. 1-00467, accettata dal Governo. Pag. 27
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cassinelli? Onorevole Della Vedova? Onorevole Sardelli? Onorevole Mogherini Rebesani? Onorevole Golfo? Onorevole Maria Rosaria Rossi? Onorevole Fassino? Onorevole Cesare Marini? Onorevole Galletti? Onorevole Terranova?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato
495).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Polidori ed altri n. 1-00468, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca? Onorevole Galletti? Onorevole Buonanno? Onorevole Capodicasa? Onorevole Damiano?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato
496).

Prendo atto che il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mosella ed altri n. 1-00469, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi? Onorevole Maria Rosaria Rossi? Onorevole Viola? Onorevole Cesario? Onorevole Mura? Onorevole Capodicasa?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato
496).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Iannaccone ed altri n. 1-00470, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Perina? Onorevole Cesario? Onorevole Togni? Onorevole Paolo Russo? Onorevole Castellani? Onorevole Calearo Ciman?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato
495).

Sull'ordine dei lavori (ore 12,50).

MAURO LIBÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor presidente, ruberò pochi minuti per una questione che è sicuramente agli occhi di tutti. Il problema dei rifiuti in Campania - che, continuo a ripetere, non è un problema della Campania, ma nazionale - ha visto questo Parlamento unito, un anno fa, per conferire un mandato con tantissime deleghe al Governo per risolvere un problema che riguarda la dignità prima di tutto dei cittadini campani, ma anche l'economia di questo Paese, anche perché di risorse ne sono state messe tante. Ho preso la parola solo per ricordare e per far sì che lei si faccia...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Libè. Vorrei avvisare i colleghi, che vedo in Pag. 28movimento, che ci sono ancora votazioni nella mattinata. Prego, onorevole Libè.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, le chiedo di intervenire presso il Governo affinché venga in tempi rapidi in Parlamento a riferire sulla situazione, perché noi abbiamo letto tante notizie, ultimamente anche rassicuranti, ma non siamo rassicurati per niente.
Questo Parlamento, come dicevo, si è impegnato tanto per dare deleghe - anche nel campo della giustizia - a chi operava dicendo che avrebbe risolto il problema dei rifiuti. Credo che questo Parlamento abbia un diritto, anche per rispetto istituzionale, di essere informato su quanto sta succedendo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

Seguito della discussione della proposta di legge: Lo Presti: Esclusione dei familiari superstiti condannati per omicidio del pensionato o dell'iscritto a un ente di previdenza dal diritto alla pensione di reversibilità o indiretta (A.C. 3333); e delle abbinate proposte di legge: Schirru ed altri; Fedriga ed altri (A.C. 3311-3479) (ore 12,55).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge di iniziativa del deputato Lo Presti: Esclusione dei familiari superstiti condannati per omicidio del pensionato o dell'iscritto a un ente di previdenza dal diritto alla pensione di reversibilità o indiretta; e delle abbinate proposte di legge di iniziativa dei deputati Schirru ed altri; Fedriga ed altri.
Ricordo che nella seduta del 26 ottobre 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e hanno avuto luogo le repliche del relatore e del rappresentante del Governo.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3333)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3333).

Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento Cazzola 1.1.

PAOLA PELINO, Relatore. Signor Presidente, il parere della Commissione è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Cazzola 1.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gnecchi. Ne ha facoltà.

MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, anche noi siamo favorevoli all'emendamento in esame, perché esso chiarisce maggiormente tutte le situazioni legate alla responsabilità. Aggiungendo all'articolo 575 del codice penale che riguarda l'omicidio, così come era previsto, il 584 del codice penale, che riguarda l'omicidio preterintenzionale, e il 586 del codice penale, che riguarda morte o lesioni come conseguenza di altro delitto, si rende infatti più precisa la disciplina.
Noi, peraltro, siamo convinti che, rispetto a tutto quello che riguarda le pensioni ai superstiti e di reversibilità, varrebbe la pena svolgere una riflessione generale. Condividiamo ovviamente che si riesca con questa legge a punire chi provoca la morte di un parente e che, conseguentemente, non abbia il diritto alla pensione. Ma riteniamo anche, in generale, che le pensioni di reversibilità ai superstiti andrebbero ripensate e riviste: solitamente le titolari sono donne, mentre in questo caso, invece, vedremmo che sarebbero più frequenti i maschi (dalla legge n. 903 del 1977 sono titolari spesso anche i maschi). Noi, come gruppo del Partito Democratico, abbiamo sottoposto un'interrogazione al Ministro proprio per sapere e avere i dati precisi sulle pensioni di reversibilità e ai Pag. 29superstiti e riteniamo che, con questa legge, si sana una situazione che era sicuramente ingiusta, ma, come detto, si dovrebbero ripensare le pensioni di reversibilità e ai superstiti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, condivido l'emendamento in esame e, pertanto, chiedo di poter apporre la mia firma ad esso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cazzola 1.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Paniz... onorevole Sardelli... onorevole Cassinelli... onorevole Stagno d'Alcontres... onorevole Capodicasa... onorevole Tenaglia...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 473
Maggioranza 237
Hanno votato
473).

Prendo atto che il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3333)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, la proposta di legge in esame si compone di un solo articolo - come ha appena detto lei - che esclude dal diritto alla pensione di reversibilità o indiretta, nonché dal diritto alla cosiddetta una tantum, con effetto retroattivo, i familiari superstiti condannati con sentenza passata in giudicato per omicidio del pensionato o dell'iscritto.
Noi siamo favorevoli alla proposta di legge in oggetto - ritengo che abbiamo svolto un buon lavoro in Commissione - e lo siamo ancora di più, perché essa intende colmare un «vuoto» legislativo esistente per finalità di giustizia sociale, dal momento che, allo stato, non è prevista l'esclusione dal diritto alla pensione di reversibilità o indiretta del familiare superstite nei casi in cui in questi sia stato condannato per omicidio dell'avente diritto.
Con la proposta di legge in oggetto abbiamo colmato tale «vuoto» legislativo: lo abbiamo superato facendo applicazione dei principi dell'ordinamento e per via giurisprudenziale. Infatti, la Corte costituzionale ha ribadito più volte, in diverse sedi, che la pensione di reversibilità o indiretta spetta ai superstiti iure proprio e non iure successionis. Pertanto, con il provvedimento in oggetto si colma un «vuoto» legislativo, dando organicità a tutte le questioni aperte, che non potevano essere risolte a causa della mancanza di una norma.
Per questo motivo, come gruppo dell'Italia dei Valori, esprimiamo il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, vorrei svolgere una sintetica dichiarazione di voto a favore della proposta di legge in oggetto che, come già hanno Pag. 30ricordato alcuni colleghi, colma, in effetti, un «vuoto» legislativo: infatti, fino ad oggi, nel nostro ordinamento, chi si fosse reso responsabile dell'omicidio di un familiare dal quale poteva ricevere la pensione in via di reversibilità, poteva mantenerla indisturbato.
Oggi, con questa nostra norma non rendiamo solo giustizia, ma risolviamo anche un problema di tipo etico-morale, che non riguarda, certo, una vasta platea di soggetti (sono pochi, infatti, i casi che, per la verità, hanno suggerito la proposta di legge in oggetto), tuttavia, lo risolviamo a vantaggio della legalità e della legittimità delle nostre istituzioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Poli. Ne ha facoltà.

NEDO LORENZO POLI. Signor Presidente, il provvedimento, come abbiamo evidenziato in Commissione lavoro e nel corso della discussione generale qui in Aula, nasce dall'esigenza di sanare il vuoto legislativo della normativa in materia, che nulla prevede nel caso di omicidio del dante causa, per cui il soggetto che si macchi di tale delitto non è escluso dal diritto a percepire la pensione di reversibilità o indiretta; tra l'altro, la stessa Corte costituzionale ha ribadito più volte che la pensione di reversibilità o indiretta spetta ai superstiti iure proprio e non iure successionis, con la conseguenza che non rilevano le ipotesi di indegnità a succedere previste dal codice civile.
Il provvedimento non comporta alcun onere aggiuntivo per il bilancio dello Stato e in Commissione lavoro vi è stata ampia disponibilità a valutare gli spunti emersi dal dibattito, al fine di giungere ad una sollecita approvazione di un provvedimento di alto valore sociale, necessario per ristabilire nell'ordinamento principi di giustizia ed equità.
Il testo così come giunto in Aula consta di un unico articolo e intende mettere in rilievo i drammatici fatti di cronaca che hanno visto protagonisti coniugi uxoricidi che hanno chiesto e ottenuto dagli enti previdenziali la pensione di reversibilità o indiretta. Gli enti previdenziali - per escludere il diritto dell'uxoricida - in tali casi non hanno potuto neanche fare ricorso a interpretazioni o a estensioni analogiche, dal momento che, quando si restringono o si comprimono diritti soggettivi (come nel caso del diritto a pensione), non è possibile utilizzare fonti interpretative.
In sintesi, il provvedimento contempla le ipotesi in cui venga provocata la morte del familiare da parte del soggetto che poi ottiene in via di reversibilità la pensione medesima.
Da più parti è stata evidenziata la necessità di approdare ad un parere condiviso dal momento che in caso di morte del lavoratore subordinato, ai familiari superstiti è riconosciuto per legge il diritto ad un trattamento pensionistico a titolo proprio, a condizione che siano a carico del lavoratore stesso al momento del decesso (si presumono a carico il coniuge e i figli minori, mentre è necessaria la prova per gli altri familiari). La sua funzione è di assicurare mezzi adeguati alle esigenze di vita dei superstiti del lavoratore alla morte di quest'ultimo.
Riteniamo doveroso colmare l'evidente vuoto legislativo, escludendo dal diritto alla pensione di reversibilità o indiretta, nonché dal diritto all'indennità una tantum, i familiari superstiti condannati, con sentenza passata in giudicato, per omicidio del pensionato o dell'iscritto.
È necessario sanare l'anomalia dell'ordinamento legislativo che non prevede l'esclusione dal diritto alla pensione di reversibilità o indiretta del familiare superstite nei casi in cui questi sia stato condannato per omicidio, con sentenza passata in giudicato, in danno del pensionato o dell'iscritto.
Il provvedimento è approdato in Aula dopo una rapida approvazione delle Commissioni permanenti interessate, con il parere favorevole delle Commissioni affari costituzionali, giustizia e bilancio; nello specifico hanno tutte concordemente evidenziato che il testo così come formulato ha la finalità di colmare una lacuna del Pag. 31nostro ordinamento, estendendo in sostanza anche alle pensioni di reversibilità o indirette la disciplina prevista dal codice civile in materia di indegnità a succedere, mentre la Commissione bilancio ha osservato che non sembra presentare profili di criticità sotto il profilo finanziario.
Nel corso del dibattito, con l'approvazione dell'unico emendamento presentato la Commissione ha ritenuto necessario regolamentare espressamente l'ipotesi di esclusione dal diritto alla reversibilità della pensione per l'ipotesi di omicidio volontario, di omicidio preterintenzionale e di omicidio conseguente ad altro delitto (ad esempio, l'ipotesi di sequestro di persona a cui consegue l'omicidio medesimo). L'emendamento è stato approvato per completare ed integrare meglio la fattispecie in esame e per evitare, in tal modo, che si possa assistere allo scandalo di soggetti condannati per omicidio di moglie, padre o altro familiare, che beneficiano del diritto alla reversibilità della loro pensione.
Per quanto evidenziato, considerata l'elevata rilevanza sociale del provvedimento, auspicando una rapida e condivisa approvazione, in continuità con quanto emerso nelle Commissioni di merito, esprimiamo il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonino. Ne ha facoltà.

GUIDO BONINO. Signor Presidente, i motivi per cui sosteniamo questo provvedimento sono già stati ampiamente esposti dal mio collega di gruppo nella fase di discussione sulle linee generali. Peraltro, ricordo che la Lega Nord è firmataria di una proposta di legge avente le medesime finalità di quella presentata dal collega Lo Presti, che è oggi al nostro esame, a cui è stata abbinata.
Condividiamo questo intervento normativo perché, lo ribadisco, è un atto di giustizia sociale e di equità. È giusto, infatti, che le vittime cadute per mano di mariti, fratelli o parenti in genere non siano vittime due volte: prima di colui che materialmente ha compiuto l'omicidio, e poi dello Stato, che sino ad oggi ha garantito in primis l'autore del delitto rispetto agli altri familiari. Si tratta, quindi, di sanare un'evidente anomalia dell'ordinamento giuridico vigente che regolamenta il diritto alla pensione ai superstiti, ma non norma l'esclusione dal diritto alla pensione di reversibilità o indiretta al familiare superstite nei casi in cui questi sia stato condannato con sentenza passata in giudicato ovviamente per omicidio.
È, dunque, doveroso per il legislatore intervenire per colmare una lacuna normativa, ma anche per rafforzare, da un lato, il senso di censura e biasimo verso comportamenti penalmente perseguibili e, dall'altro, la fiducia nelle istituzioni; per questi motivi ribadisco il voto favorevole del gruppo della Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Schirru. Ne ha facoltà.

AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, intervengo per ribadire il nostro sostegno e per preannunziare il voto favorevole sulla proposta di legge in esame nella formulazione dell'onorevole Lo Presti che si è deciso di adottare come testo base perché - lo ricordo - è più snello e più definito, e soprattutto ha voluto allargare la platea dei soggetti danti causa; quindi, non considera solo casi di uxoricidio, ma anche di matricidio, parricidio ed altro ancora: in definitiva, tutte quelle ipotesi in cui viene provocata la morte del familiare da parte di chi poi ottiene in via di reversibilità la pensione.
Grazie all'emendamento del collega Cazzola, presentato all'Assemblea, si è poi introdotta l'ipotesi di esclusione dal beneficio per coloro che si macchiano di omicidio volontario, di omicidio preterintenzionale e di morte come conseguenza di altro delitto.
Per inciso, voglio ricordare, come ha già fatto l'onorevole Pelino nella sua relazione, che si è arrivati ad esaminare questo progetto di legge anche grazie ad Pag. 32altre proposte legislative, come quella sull'uxoricidio a mia prima firma, ma sottoscritta anche da membri della Commissione lavoro, che reca il titolo: «Esclusione del coniuge uxoricida dal diritto al trattamento pensionistico di reversibilità». Inoltre, grazie anche al nostro intervento è stata possibile l'iscrizione nel calendario dei lavori, e quindi la discussione e l'esame oggi in Aula.
Ciò per dire quanto teniamo a questa norma perché, in buona sostanza, colma quel vuoto legislativo che, come hanno ricordato anche gli altri colleghi, permaneva da troppo tempo. Inoltre, grazie ad un lavoro congiunto e seguendo un orientamento comune in materia, maggioranza e opposizione hanno concordato sulla necessità di assicurare una giustizia piena e un'esistenza più dignitosa soprattutto nei confronti dei figli minori che si trovano a vivere la doppia tragedia di cui abbiamo parlato nella discussione sulle linee generali.
Con il provvedimento in esame, quindi, intendiamo riscattare soprattutto il diritto del minore ad una maggiore tutela, specie quando questo è segnato da doppia sofferenza. Ci troviamo, infatti, di fronte a minori che diventano due volte orfani, privati, da un lato, del genitore assassinato e, dall'altro, di quello macchiatosi del crimine, vittime indifese che si trovano a vivere spesso in famiglie adottive o affidatarie, ma spesso ospiti in istituto e, quindi, dolorosamente privati delle cure familiari, ma anche, come abbiamo visto, del sostegno materiale di cui avrebbero bisogno ed al quale avrebbero diritto.
La pensione di reversibilità spetta, alla morte del lavoratore assicurato o pensionato per vecchiaia, anzianità, inabilità, ai componenti del suo nucleo familiare, al coniuge, ai figli e, in particolari condizioni, anche ai nipoti, ai genitori, ai fratelli e alle sorelle, naturalmente se privi di reddito: al coniuge spetta il 60 per cento, mentre spetta l'80 per cento al coniuge con figli, se minorenni e conviventi; al minorenne non convivente, invece, spetta solo il 20 per cento: si tratta, quindi, di una situazione paradossale, di un muro legislativo contro il quale tutti i legali e i giudici dei minori, ma anche i genitori adottivi e affidatari, da anni lavorano per superare questa ingiustizia sociale.
Ho già citato un caso emblematico, raccontato da una ragazza e recentemente portato agli onori della cronaca, che proviene purtroppo dalla mia isola: si tratta di un caso di litigio tra coniugi. Il padre, guardia forestale, uccise la madre. La bambina allora aveva soli sei anni: ignara di quanto stesse succedendo nella stanza a fianco, restò per fortuna indenne dalla furia del padre. Questi riportò la bambina dai nonni e andò poi a costituirsi. Processato con il rito abbreviato, è stato condannato a quattordici anni e mezzo. Indulto e benefici vari lo hanno rimesso in libertà: subito dopo nove giorni, egli ha chiesto la pensione di reversibilità della moglie che veniva versata sul conto della figlia. Si era anche opposto alla richiesta dei tutori per il possesso della casa, vuota da allora, la cui procedura di pignoramento è ancora in corso, pur non avendo lo stesso padre mai versato alcuna provvisionale, fissata allora dalla corte d'assise di Nuoro, al termine del processo per il risarcimento del danno.
Con il provvedimento che ci apprestiamo a votare intendiamo, per quanto possibile, ovviare alle fratture tragicamente createsi nelle situazioni familiari, ripristinando almeno la primaria funzione del trattamento pensionistico, ossia quella solidarietà che però deve essere indirizzata, in particolare, alla tutela dei minori, dei bambini e degli inabili, andando invece ad escludere l'omicida dal diritto paradossale di goderne.
La nostra società è fondata sul primato della persona umana e sulla valorizzazione della sua intrinseca dignità, anche quale membro di una famiglia. Si tratta, quindi, di fare un passo in avanti nel riconoscimento concreto di tale primato da parte dei più deboli.
Per questo motivo, esprimiamo parere favorevole sulla proposta di legge in esame, augurandoci che il provvedimento Pag. 33venga approvato celermente anche dal Senato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di legge oggi all'esame dell'Assemblea, come è stato ricordato anche da chi mi ha preceduto, è composta da un solo articolo ed è molto importante, in quanto pone l'attenzione sull'esclusione dal diritto alla pensione di reversibilità o indiretta, nonché dal diritto alla cosiddetta una tantum con effetto retroattivo, dei familiari superstiti condannati con sentenza passata in giudicato per omicidio del pensionato o dell'iscritto.
La finalità prima di questa legge è, sostanzialmente, quella di sanare un'evidente anomalia che si era creata nel nostro sistema giuridico, anomalia che, oltretutto, non poteva neanche venire sanata dai tribunali, ricorrendo - come il codice civile ci indica - l'indegnità, perché c'era bisogno di un intervento legislativo in merito.
Quindi, oggi finalmente saniamo questa anomalia, in quanto la legge non prevedeva l'esclusione dal diritto alla pensione di reversibilità o indiretta del familiare superstite proprio nei casi in cui questi fosse condannato per omicidio dell'avente diritto e, a seguito dell'eventuale decesso di tale soggetto, pertanto l'omicida attualmente può ancora percepire il beneficio previdenziale.
La normativa applicabile in materia non prevedeva nulla nel caso di omicidio del dante causa per cui il soggetto che si rendeva colpevole di tale aberrante delitto non era escluso dal diritto di percepire la pensione di reversibilità o indiretta.
È per questi motivi che, convintamente, anche alla luce dell'emendamento a prima firma Cazzola approvato, che completa e approfondisce ancora di più questa materia, il gruppo del Popolo della Libertà dà il sostegno ed il voto favorevole a questo provvedimento di alto valore sociale, che è necessario per ristabilire nell'ordinamento i principi di giustizia e di equità (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3333)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3333 )

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 3333, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevoli Ghiglia, Castellani, Nicolucci, Luciano Dussin, Forcolin, Bitonci, Guido Dussin.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Esclusione dei familiari superstiti condannati per omicidio del pensionato o dell'iscritto a un ente di previdenza dal diritto alla pensione di reversibilità o indiretta) (3333):

(Presenti e votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato
468).

Pag. 34

Dichiaro così assorbite le proposte di legge n. 3311 e n. 3479.
Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,20).

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente - mi consenta -, c'è il tempo della rabbia, quello sacrosanto della presa di coscienza, c'è il diritto all'informazione, alla denuncia, quello irrinunciabile all'indagine e quello, ancora più cogente, alla giustizia.
Resta, tuttavia, per tutta la comunità tarantina coinvolta nell'ignobile delitto di Sarah anche un diritto ancora inespresso, affidato alle lacrime, alla contrizione e al silenzio, che dovrebbe accompagnare un lutto. Il mio intervento in Aula oggi - come parlamentare di quella terra - è un appello accorato al rispetto della giovane Sarah, ma anche al diritto di tutti noi di preservarne il lutto, il sentimento di mancanza.
Dateci il tempo, il modo e il silenzio per non piangere unicamente il dolore, ma per piangere anche per noi, per noi stessi, per la nostra caducità, rispetto a qualcosa di orribile, ma che pur dobbiamo elaborare, maturare e vivere dentro per poter avere la forza di reagire.
La stampa, le TV, facciano un passo indietro e così oggi facciano gli organi inquirenti, dateci il tempo di affliggerci e di segnare con il mesto vuoto del lutto la colpa di tutti noi. Spegnete i riflettori su Avetrana, una comunità di gente laboriosa e sana, che oggi paga per due volte la scomparsa di una nostra figlia (Applausi).

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo per due questioni, associandomi innanzitutto anche alle parole che ha detto prima il collega. È notizia di ieri la condanna a morte in Iraq di Tarek Aziz, ex Ministro degli esteri del regime di Saddam Hussein e anche però esponente della comunità cristiana di questo Paese.
Troppe volte viene dimenticata la situazione dei cristiani in Iraq ed io credo anche che una delle motivazioni della condanna a morte di Tarek Aziz, direi fuori tempo massimo, in ogni caso, siano anche le attuali situazione di crisi fra Sciiti e Sunniti all'interno del mondo musulmano.
Credo, essendo formalmente contrario alla pena di morte da sempre, che è indispensabile una presa di posizione netta, come è già stata fatto da parte del Governo, anche di questo Parlamento. Perché non è con le condanne a morte che si risolvono i problemi, quindi io chiedo proprio un intervento da parte della Presidenza della Camera su questo, magari con un intervento sul Parlamento iracheno, per sottolineare la volontà da parte dell'Italia di non risolvere con la pena di morte le singole responsabilità personali. Qui avremo sicuramente delle responsabilità personali da parte di Tarek Aziz, dal punto di vista della sua carica, ma non certo coinvolgimenti diretti.
Vorrei invece sollevare con lei, signor Presidente, la seconda questione, molto più limitata e più stupida. Io so che lei fuma il sigaro, però le sottolineo che al di là di queste porte ci sono delle zone dove ci sono i computer. In queste zone non soltanto tutti fumano anche se c'è scritto che è vietato fumare grande così, ma si è presa anche l'abitudine di fumare il sigaro. Per chi non fuma e deve restare magari diversi minuti a lavorare è una situazione insostenibile.
Mi chiedo perché la Camera non si dota di una zona per fumatori, dietro l'Aula, dove i fumatori, come al Senato, possano andare legittimamente a fumare - nulla contro i fumatori - non obbligando tutte le persone che sono lì a lavorare a farlo in situazioni veramente di Pag. 35estrema difficoltà. La ringrazio e mi scuso perché so che lei, appunto, ama il sigaro.

PRESIDENTE. Onorevole Zacchera, purtroppo devo correggerla, è ormai un anno che il medico mi ha detto: niente sigari, niente caffè e anche niente whisky o niente vino. Quindi sono praticamente un monaco (Commenti). Di altro non ha parlato, solo queste tre cose.
Detto questo, la sua domanda è più che legittima e spero che presto troveremo la soluzione adeguata.
È anche molto importante richiamare il caso di Tarek Aziz, io l'ho conosciuto personalmente nel corso di un complesso tentativo di mediazione per evitare la guerra in Iraq, ed è un uomo che allora ha collaborato per la causa della pace. Esiste una mozione, presentata da tutti i gruppi, che verrà presa in considerazione nella prossima riunione dei capigruppo, e verrà inserita all'ordine del giorno, non so dirle ancora quando.
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e, a partire dalle ore 16, per l'esame della proposta di legge recante: «Disposizioni concernenti la revoca del trattamento previdenziale o assistenziale per i soggetti condannati per reati di terrorismo o di criminalità organizzata».

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, il Ministro dell'interno e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

(Modalità di rilevazione ed esiti del monitoraggio sulle cosiddette auto blu e iniziative relative alle modalità di utilizzo delle autovetture di servizio da parte delle pubbliche amministrazioni - n. 3-01305)

PRESIDENTE. L'onorevole Renato Farina ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-01305, concernente modalità di rilevazione ed esiti del monitoraggio sulle cosiddette auto blu e iniziative relative alle modalità di utilizzo delle autovetture di servizio da parte delle pubbliche amministrazioni (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

RENATO FARINA. Signor Presidente, l'interrogazione che illustro a nome del Popolo della Libertà riguarda, come lei ha detto, le cosiddette auto blu. Vi è molta attenzione al riguardo e le notizie che giungono sul numero, sulla qualità e sull'uso sono contraddittorie. Pochi giorni fa, signor Ministro, lei ha prodotto i risultati di un monitoraggio che ha condotto per tutti questi mesi sul loro numero. Le domando i criteri che ha usato per arrivare a definire il parco di queste auto, se ritenga che vi siano sprechi e come il Governo intenda rimediarvi.

PRESIDENTE. Il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta, ha facoltà di rispondere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Signor Presidente, di auto blu si parla in questo Paese da tanto tempo; se ne parla sempre in maniera generica e scandalizzata, quasi sempre evocando numeri o statistiche improbabili. Quando ho letto l'ultima statistica, secondo cui le auto blu in Italia sarebbero state più di 600 mila, mi sono detto che bisognava fare qualcosa: sapere quante erano effettivamente.
Siccome nessuno lo sapeva con esattezza e non vi erano fonti ufficiali, ho Pag. 36avviato un censimento per via telematica con tutte le amministrazioni che fanno parte del perimetro dell'amministrazione pubblica e ho ottenuto dei risultati estremamente interessanti.
Tra l'altro, ringrazio molto il Presidente Fini, la Camera dei deputati, il Senato, la Presidenza della Repubblica e le altre istituzioni, perché non abbiamo tralasciato assolutamente nessuno: abbiamo chiesto a tutti e tutti ci hanno risposto.
Il risultato è stato di grande interesse: le auto blu in totale sono 86 mila. Anzi, prima di dire quante sono, abbiamo dovuto operare una distinzione: vi sono le auto «blu blu», come le ho chiamate, vale a dire in assegnazione esclusiva agli eletti, siano essi ministri, sindaci, Presidente della Repubblica e così via; le autovetture di servizio in uso non esclusivo con autista, cioè quelle in dotazione agli alti funzionari, ai direttori generali e simili, e le auto grigie, cioè le autovetture di servizio operativo, naturalmente escludendo da questo computo le auto destinate alla sicurezza o ai trasporti per quanto riguarda la sanità e così via.
Le auto in questione sono, quindi, 86 mila: cinquemila sono le auto «blu blu», 10 mila sono le auto blu, cioè quelle dei funzionari, e 71 mila quelle grigie, cioè quelle che servono ai comuni, alle regioni e alle province per attività di servizio. Tutto questo ha smentito i numeri falsi, finti e provocatori che ci portavano, addirittura, ad avere dieci volte il numero delle auto blu degli Stati Uniti, che, come ben sappiamo, hanno cinque volte la nostra popolazione.
Però non mi sono fermato qui, anzi, questo stesso censimento ha prodotto un primo effetto automatico e fisiologico: tutti quelli che hanno risposto al censimento, cioè tutte le amministrazioni, hanno fatto un esame di coscienza, di razionalizzazione, e un primo calcolo che viene fuori è che le auto blu, con questo primo censimento e con questa prima operazione, si sono ridotte, o comunque razionalizzate nel loro uso, in una misura tra il 10 e il 20 per cento.
Un effetto, quindi, lo abbiamo già ottenuto. Ma, non pago di questo, nei prossimi provvedimenti normativi metteremo in piedi un meccanismo di obbligatorietà della trasparenza, di razionalizzazione nell'uso, di titolarità dell'uso, il fatto di dover utilizzare soprattutto servizi esterni per la produzione di questo servizio, in modo da - è l'ultima cosa che dico - dimezzare, nell'arco dei prossimi tre anni, il costo di questo parco macchine, che comunque è rilevante.

PRESIDENTE. L'onorevole Renato Farina ha facoltà di replicare.

RENATO FARINA. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto. Ringrazio lei, Ministro Brunetta, perché mi rendo conto di come, attraverso il suo lavoro molto pratico e concreto, il Governo stia mostrando che il miglior modo per andare contro l'antipolitica, che si esprime nell'astensionismo e in proteste spesso generiche, è quello di fare una politica buona. Ciò consiste innanzitutto nella trasparenza che obbliga anche a tenere meglio pulite le cose che poi si vedono e porta subito dei riflessi benefici sulla spesa pubblica. In passato, signor Ministro, lei ha reso pubbliche le varie consulenze che imperversano nella pubblica amministrazione, sperando che sia limitato anche il numero dei precari. Credo allora che la linea di valorizzare al massimo le persone e di rendere serio tutto ciò che deve essere destinato al servizio del bene comune e non per l'esibizione di potere, debba essere specialmente in questo momento di crisi, uno dei principi che dettano non solo la linea politica del Governo ma anche il comportamento concreto di noi che facciamo politica e che dobbiamo sempre di più rendere conto di qualsiasi cosa possa somigliare a privilegio, senza cedimenti demagogici ovvero senza cedere all'antipolitica ma comunque consapevoli che tutto il denaro che il nostro lavoro costa allo Stato deve essere spiegato ai cittadini che lo forniscono attraverso le imposte.

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(Orientamenti del Governo in merito al regolamento attuativo dell'articolo 4-bis della legge n. 286 del 1998 in materia di accordo di integrazione finalizzato al rilascio del permesso di soggiorno - n. 3-01306)

PRESIDENTE. L'onorevole Livia Turco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01306 concernente orientamenti del Governo in merito al regolamento attuativo dell'articolo 4-bis della legge n. 286 del 1998 in materia di accordo di integrazione finalizzato al rilascio del permesso di soggiorno (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

LIVIA TURCO. Signor Presidente, la lingua e la cultura italiana sono un'assoluta priorità per una politica di diritti e doveri da parte delle persone immigrate, tanto più che in Italia queste persone sono quasi cinque milioni. Siamo molto indietro nella promozione della lingua e della cultura italiana nei confronti degli immigrati, nonostante la previsione già contenuta nella legge n. 40 del 1996, che prevedeva un ruolo preciso dei centri territoriali dell'educazione permanente e nonostante il volontariato che risponde alla domanda di promozione della lingua e della cultura italiana per gli adulti.
Faccio questa premessa per dire che si tratta di un tema che ci sta molto a cuore perché pensiamo che la lingua e la cultura italiana per gli adulti siano una priorità.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LIVIA TURCO. Per questo ci preoccupano molto e vorremmo dei chiarimenti da parte del Governo sul regolamento attuativo dell'articolo 4-bis della legge n. 286 del 1998. Infatti, non vediamo in questo regolamento stanziamenti pubblici per la lingua e la cultura italiane.

PRESIDENTE. Onorevole Livia Turco, deve concludere.

LIVIA TURCO. Questa mancanza è tanto più grave a fronte del fatto che nel regolamento medesimo è prevista addirittura l'espulsione dell'immigrato quando non acquisisca i crediti per imparare la lingua e la cultura italiana.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, l'accordo di integrazione è concepito come un'azione per favorire l'effettivo inserimento dei cittadini extracomunitari nel nostro Paese, valorizzandone la partecipazione alla vita economica, sociale e culturale, nel rispetto dei principi e dei valori sanciti dalla Costituzione.
La decurtazione dei crediti dei quali si è parlato avverrà infatti solo a seguito di condanne penali, della sottoposizione a misure di sicurezza personali e della commissione di gravi illeciti amministrativi o tributari, comportamenti che indicano chiaramente la mancanza di volontà di integrarsi e di rispettare le nostre regole.
L'accordo di integrazione pertanto, insieme al piano per l'integrazione nella sicurezza, consentirà di coniugare il giusto rigore con una politica dell'integrazione che è oggi tra le più avanzate in Europa, ove pure viene avvertita l'esigenza di intervenire con strumenti efficaci e mirati all'effettiva integrazione dei cittadini immigrati. In Francia, in Austria, in Gran Bretagna e in Germania esistono condizioni di ingresso che richiedono comunque un livello minimo di conoscenza della lingua e delle istituzioni. L'accordo varato dal Governo è stato strutturato in modo tale che nel percorso di integrazione lo straniero non sia lasciato solo: verrà infatti affiancato dallo Stato che, attraverso le proprie strutture ed in maniera gratuita, lo sosterrà nel progressivo raggiungimento degli obiettivi previsti dall'accordo stesso.
L'attuazione dell'accordo di integrazione, in particolare per l'insegnamento della lingua italiana, è garantita da risorse pubbliche provenienti dal Fondo europeo per l'integrazione esistente presso il Ministero Pag. 38dell'interno: sono stati stanziati 8 milioni per il 2010, 12 per il 2011 e circa 7 milioni per gli anni a seguire. Per quanto concerne gli oneri relativi all'istituzione dell'anagrafe nazionale degli intestatari degli accordi di integrazione, le risorse dedicate ammontano a circa due milioni e mezzo di euro provenienti in parte da un progetto finanziato con il PON sicurezza per il sud, in parte dalle normali previsioni di spesa del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno.
A questo proposito sono già state avviate le intese tra il Ministero dell'interno, quello dell'istruzione, dell'università e della ricerca e quello del lavoro e delle politiche sociali per realizzare specifici progetti volti alla formazione civica e linguistica dello straniero da attuare in collaborazione con regioni, enti locali ed associazioni territoriali del terzo settore.
Lo schema di regolamento attuativo dell'accordo di integrazione che - come ricordato - è stato approvato dal Consiglio dei ministri il 20 maggio è iscritto all'ordine del giorno della Conferenza unificata di domani, per poi essere inviato al Consiglio di Stato per il prescritto parere. Se la Conferenza unificata domani lo approverà penso che in tempi rapidi possa finalmente trovare attuazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Livia Turco ha facoltà di replicare.

LIVIA TURCO. Signor Presidente, proprio il documento delle regioni che verrà esaminato domani in sede di Conferenza unificata indica in 20 milioni il fabbisogno per il programma di lingua e di cultura italiana. Mi pare quindi che le risorse e le indicazioni fornite dal Ministro non troveranno il consenso da parte delle regioni e dei comuni che, anzi, hanno lamentato proprio la solitudine con cui si misurano nel promuovere programmi di lingua e cultura italiana agli immigrati e, più in generale, le politiche di integrazione degli immigrati.
Sarebbe infatti sbagliato escludere e considerare le politiche di lingua e cultura italiana al di fuori delle più generali politiche di integrazione: a tale riguardo mi duole sottolineare come il Fondo ad hoc sia stato praticamente cancellato ed attualmente il Fondo per le politiche sociali si sia ridotto a ben miseri 75 milioni.
Le indicazioni fornite dal Ministro sono quindi assolutamente insoddisfacenti rispetto all'obiettivo - che auspichiamo - di un programma ambizioso di lingua e cultura italiana per gli immigrati adulti. La considerazione però che volevo infine svolgere è che mi dispiace che il Ministro non abbia sottolineato un aspetto del regolamento, quello relativo alle ragioni dell'espulsione della persona immigrata. Le norme in materia configurano infatti una particolare situazione di espulsione perché, se la persona che non ottiene i crediti (ricordo che su sedici crediti quindici sono forniti dalla conoscenza della lingua e della cultura italiana di base), ciò costituisce un motivo in sé di espulsione.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LIVIA TURCO. Ritengo che sarebbe importante chiarire tale aspetto perché, se così fosse, ci troveremmo di fronte alla violazione - come ben sa il Ministro - del Titolo III, articolo 21, commi 1 e 2, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
Credo che la lingua e la cultura italiana debbano servire per integrare, e non per discriminare.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

LIVIA TURCO. Per questo vorrei chiedere al Ministro se fosse possibile su questo tema poter costruire una politica di dialogo e di incontro: siccome tale decreto rappresenta un'interpretazione restrittiva dello stesso articolo di legge, è possibile, Ministro, ritornarci sopra, discuterlo anche in una sede parlamentare? Sarebbe un passo significativo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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(Iniziative per contemperare le esigenze di pubblica sicurezza e lo sviluppo del sistema di accesso senza fili alla rete Internet - n. 3-01307)

PRESIDENTE. L'onorevole Crosio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Reguzzoni n. 3-01307, concernente iniziative per contemperare le esigenze di pubblica sicurezza e lo sviluppo del sistema di accesso senza fili alla rete Internet (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

JONNY CROSIO. Signor Presidente, noi intendiamo interrogare il Ministro dell'interno sulla questione dell'accesso libero alle reti wi-fi, nella consapevolezza che tali reti rappresentano una risorsa sociale molto importante per tutta la cittadinanza, in modo particolare per le fasce della popolazione economicamente svantaggiate.
Ricordiamo come l'articolo 7 del decreto-legge del 27 luglio 2005, n. 144, recante «Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale», a fini appunto antiterroristici detta i limiti nell'accesso ai servizi wireless pubblici, stabilendo una trafila burocratica per richiedere la licenza alla questura e l'obbligo di registrazione da parte degli esercenti interessati ad offrire accesso wi-fi ai propri clienti ed utenti. Di conseguenza, crediamo che il sistema attuale scoraggi i gestori dall'intraprendere tale investimento, e spesso si ricorre ad una soluzione di connessione a pagamento.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

JONNY CROSIO. Sappiamo che il Ministero dell'interno, pur riconoscendo la grande utilità sociale del wi-fi libero, ha presentato un dossier sulla sicurezza pubblica relativo a tale fattispecie, sottolineando comunque la volontà di trovare soluzioni. Chiediamo quindi, Ministro, quali iniziative intenda intraprendere al fine di rivedere l'attuale normativa, per trovare soluzioni che contemperino le esigenze di sicurezza e lo sviluppo delle potenzialità del sistema wi-fi.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, ringrazio gli interroganti perché si tratta di un tema di grande attualità, e che sta suscitando un dibattito molto interessante: contemperare le esigenze di sicurezza, legate ai controlli che in base al cosiddetto decreto-legge Pisanu, la norma che lei ha citato, hanno consentito alle forze dell'ordine e alla magistratura di sventare importanti minacce terroristiche, con l'esigenza di liberalizzare il wi-fi, la banda larga, consentendo a tutti gli utenti, ai cittadini libero accesso. Questo è l'obiettivo che mi propongo, di valutare quale equilibrio raggiungere tra le due esigenze.
La norma è stata efficace: è servita per sventare alcune minacce sul versante del contrasto al terrorismo. Vorrei per esempio citare l'Operazione «Hammam» del 2007, con l'arresto di tre cittadini marocchini, tra cui l'imam della moschea perugina di Ponte Felcino, all'interno della quale era stato accumulato materiale informatico scaricato da Internet sull'uso di armi ed esplosivi da utilizzare per la formazione di aspiranti jihadisti; l'Operazione «El Khit», del 2008, che ha portato all'arresto di cinque tunisini a Bologna; l'Operazione «Wassiya», del 2008 e 2009, con l'arresto per terrorismo internazionale di due cittadini francesi attivi nel reclutamento di jihadisti attraverso Internet; più recentemente, un'operazione, grazie sempre al decreto-legge cosiddetto Pisanu, che ha condotto all'arresto a Napoli di un estremista islamico franco-algerino colpito da mandato di arresto europeo. L'arrestato aveva comunicato con altri terroristi utilizzando proprio gli Internet point: grazie alla norma Pisanu siamo riusciti a prenderlo. Altre indagini, ancora, tra cui quelle seguite al fallito attentato suicida avvenuto nel 2009 all'ingresso di una caserma a Milano, che ha rivelato come l'attentatore avesse intrapreso il proprio percorso di radicalizzazione anche grazie alla navigazione in Internet. Pag. 40
Ma anche nel contrasto alla criminalità organizzata, vorrei citare solo la recente operazione condotta dalla polizia postale e dalla squadra mobile di Roma, con la quale è stata sgominata un'organizzazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti.
La norma ci ha consentito l'identificazione di responsabili di crimini informatici: pedofilia, frodi online, cyberstalking, violazione del diritto di autore. Le indagini riguardanti la pedofilia online hanno portato all'individuazione di circa 7 mila persone, con operazioni anche a carattere internazionale.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Nel settore delle frodi on line - clonazione di carte di credito e di bancomat - la polizia ha perseguito oltre quindicimila persone, quindi la norma del 2006 funziona. Detto questo, in questi anni c'è stata un'evoluzione tecnologica che mi consente di dire che si può trovare una soluzione diversa dalle restrizioni del decreto-legge Pisanu che consenta comunque l'attività investigativa.
È mio intendimento - ci stiamo lavorando da tempo - portare la prossima settimana in Consiglio dei Ministri una proposta che ci permetta di superare il decreto Pisanu, che come sapete scade il 31 dicembre 2011, liberalizzando il wi-fi ma garantendo le informazioni che consentano alla magistratura ed alla polizia di proseguire le indagini che ho citato.

PRESIDENTE. L'onorevole Crosio ha facoltà di replicare.

JONNY CROSIO. Signor Ministro, la ringrazio. La sua risposta ci soddisfa e ci tranquillizza. Ribadiamo che, come gruppo Lega Nord Padania, siamo consapevoli del fatto che alcuni adempimenti meramente burocratici vadano snelliti nel nostro Paese, anche per quanto riguarda la questione delle infrastrutture di rete. Inoltre, come gruppo Lega Nord Padania, abbiamo sempre affermato, sia in Assemblea sia in Commissione, nelle varie risoluzioni che abbiamo presentato, che tutte le azioni, sia per quanto riguarda le infrastrutture di rete, sia per quanto riguarda il sistema di gestione della rete stessa, debbano rientrare all'interno di un vero progetto globale per il Paese. Affermazioni spot - come abbiamo sentito in queste settimane - purtroppo lasciano il tempo che trovano, e vedo che comunque l'azione del Governo è diametralmente opposta. Per questo non siamo d'accordo con chi vuole una rete in cui le procedure siano il «libero tutto», o con chi fa richieste spot senza solidi fondamenti. Ribadiamo che la rete è un patrimonio della società e del Paese, e come tale deve essere tutelata e valorizzata. Qui le sue parole ci confortano perché pensiamo al grosso problema della pedopornografia che gira sulla rete (e se ne parla sempre troppo), e so che a tal proposito lei sta facendo delle azioni mirate e forti attraverso la conclusione di patti bilaterali con quei Paesi emergenti in cui purtroppo troppo spesso si trovano questi hosting, così chiamati, in cui vengono depositate porcherie d'ogni genere. Quindi, vigilare e tutelare la rete non vuol dire - a nostro parere - limitare l'espansione della rete. Chiediamo pertanto - e credo che troveremo soddisfazione - una programmazione forte e coerente con le esigenze del nostro Paese, con le esigenze di un Paese che vuole essere sempre più moderno ed al passo coi tempi. La sua azione, Ministro Maroni, e quella del Governo ci soddisfano e tranquillizzano per il prossimo futuro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

(Iniziative per favorire la diffusione e lo sviluppo della previdenza complementare - n. 3-01308)

PRESIDENTE. L'onorevole Nedo Lorenzo Poli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01308, concernente iniziative per favorire la diffusione e lo sviluppo della previdenza complementare (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

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NEDO LORENZO POLI. Signor Presidente, signor Ministro, i recenti interventi di riforma in materia pensionistica, visti nel loro complesso, gravano maggiormente sulle spalle di chi oggi ha una vita lavorativa, e conseguentemente previdenziale, discontinua. Mi riferisco in particolare ai giovani. È infatti su di loro che la riforma mostrerà a pieno tutti gli effetti. Con l'entrata in vigore, il 1o gennaio 2010, dei nuovi coefficienti di trasformazione da utilizzare per il calcolo delle pensioni liquidate secondo il sistema contributivo - introdotto dalla legge n. 335 del 1995, la riforma Dini - e le novità previste in materia previdenziale dalla legge n. 122 del luglio scorso, che ha introdotto l'adeguamento dei requisiti di accesso alla pensione agli incrementi della speranza di vita, si determinerà non solo un allontanamento dell'accesso alla pensione, ma anche il fatto che i trattamenti avranno importi sensibilmente più bassi, con danno rilevante nei confronti dei lavoratori e di tutta la società che contribuisce a snaturare ulteriormente i principi base del sistema previdenziale. In questa situazione il grande assente è il capitolo della previdenza integrativa.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Poli.

NEDO LORENZO POLI. Infatti nessun intervento - concludo - è stato messo in cantiere su questo fronte, perdendo di fatto un'occasione per stimolare il risparmio previdenziale. Signor Ministro, le chiedo quali iniziative si intendano prendere al fine di tradurre in fatti concreti l'esigenza, da tutti sentita, di riprendere una forte iniziativa pubblica sulla previdenza complementare, che sia diretta a rilanciare e sostenere le adesioni ai fondi pensione.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, ha certamente ragione l'onorevole Poli quando sottolinea la necessità di promuovere, con sempre maggiore efficacia, l'adesione delle lavoratrici e dei lavoratori alla previdenza complementare. È un'esigenza che si è manifestata soprattutto a partire dalla riforma del 1995, quando l'introduzione del sistema di carattere contributivo ha cambiato il rapporto, più generoso in passato, tra la pensione ed il salario, l'ultimo salario in particolare. Abbiamo attraversato due anni difficili di crisi e, quindi, anche di andamento fortemente negativo dei mercati finanziari con un'ottima stabilità dei nostri fondi pensione. Dobbiamo sottolinearlo, non è accaduto così in altri Paesi, il che vuol dire che la nostra gestione prudenziale di quei fondi si è rivelata assolutamente positiva e tale da farci sperare nella possibilità di alimentare il circolo della fiducia che può sostenere l'adesione a questi fondi.
Vogliamo lavorare in modo particolare per dare ad essi ancora maggiore stabilità, sollecitando i fondi stessi a dare vita ad un fondo di garanzia, sostenuto dai fondi partecipanti, sul modello del Fondo interbancario di garanzia sui depositi. Pensiamo che sia necessario sviluppare ulteriormente l'attività di vigilanza, sempre come elemento di garanzia nei confronti dei risparmiatori che a questi fondi decidono di rivolgersi. Pensiamo che si debba diffondere la cultura previdenziale; in modo particolare, dedicheremo un giorno al futuro, cioè vi sarà una giornata nel corso della quale verrà presentato il rapporto annuale dell'INPS e, allo stesso tempo, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, si promuoverà, come in passato si faceva per il risparmio, la cultura previdenziale. Daremo vita ad un fascicolo elettronico della persona attiva, che è già partito con il cosiddetto casellario degli attivi, la possibilità, cioè, di monitorare continuamente il proprio conto corrente previdenziale e, quindi, anche di agire in conseguenza della situazione di quello stesso conto.
Infine, dovremmo riflettere, con le parti sociali, circa l'adozione di regole un po' più flessibili, tali da incoraggiare scelte che non devono mai essere del tutto definitive Pag. 42con, quindi, l'introduzione di elementi di reversibilità periodica compatibile con le esigenze di stabilità di questi fondi.

PRESIDENTE. L'onorevole Poli ha facoltà di replicare.

NEDO LORENZO POLI. Signor Presidente, signor Ministro, quello che voglio valutare è che oggi, di fatto, vi è stata un'adesione all'incirca del 20 per cento da quando, cioè, è entrata in vigore la previdenza complementare. Quello che lei dice, quindi, è senz'altro positivo, però dobbiamo incidere fortemente nella mentalità di questo Paese; infatti, avendo l'insicurezza sul lavoro e dei lavori che, oggi, non sono più a tempo indeterminato, con la conseguenza che il cambio di lavoro e di gestore della previdenza complementare avviene spesso - bisogna normalizzare meglio anche questo aspetto, in modo tale che se uno cambia lavoro non lasci perdere il fondo che ha costituito prima -, dobbiamo riuscire a sensibilizzare fortemente il lavoratore, specialmente giovane, dato che, nel futuro, solo una previdenza complementare adeguata gli può permettere di avere, nella sua vecchiaia, un assegno adeguato per poter vivere.
Certamente è importante, come ha detto lei, sviluppare maggiormente l'informazione, ma anche dare più garanzie all'iscritto, che forse non ha fiducia nel modo in cui la gestione della previdenza complementare oggi è decollata in questo Paese, affinché si iscriva a dei fondi (il TFR oggi rimane tutto o per la maggior parte nelle aziende o va all'INPS nelle aziende superiori a 50 dipendenti). Certamente, quindi, è necessaria un'attenzione particolare perché si parla di riforma delle pensioni obbligatorie, ma è importante anche che decolli il secondo pilastro che completa veramente il quadro della riforma confluita nella cosiddetta riforma Dini, altrimenti il futuro dei giovani sarà sempre più difficile da poter superare (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

(Iniziative per interventi strutturali a favore dell'occupazione - n. 3-01309)

PRESIDENTE. L'onorevole Piffari ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cimadoro n. 3-01309, concernente iniziative per interventi strutturali a favore dell'occupazione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente e signor Ministro del lavoro e delle politiche sociali, premesso che la situazione del lavoro in Italia diventa ogni giorno più drammatica, non basta la crisi economico-finanziaria internazionale in atto per spiegarne le ragioni: queste ultime vanno individuate nella mancanza di politiche per il lavoro serie ed efficaci da parte del Governo in carica.
Il piano triennale del lavoro diffuso dal Governo a fine luglio 2010 pone scarsa attenzione ai problemi occupazionali, mentre nel concreto la manovra contenuta nel del decreto-legge n. 78 del 2010 sta producendo e continuerà a produrre solo effetti depressivi sull'economia e sull'occupazione. Gli investimenti sono stati cancellati, ad esempio, dai fondi per le aree sottoutilizzate, che dal 2000 ad oggi sono stati saccheggiati per più di 27 miliardi di euro, usati come il bancomat in gran parte per la copertura di provvedimenti che nulla hanno a che fare con la destinazione originaria dei fondi.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Piffari.

SERGIO MICHELE PIFFARI. In una situazione migliore sicuramente non sta la Lombardia, dove nella sola provincia di Bergamo - e vado a concludere - entro la fine del 2010 vi sarà una riduzione del lavoro dipendente pari a 5.280 unità, che si assommano alle 6.000 già perse nel 2009. L'ultimo caso riguarda le fonderie Valbrem in alta Val Brembana, con 117 lavoratori, che vanno ad aggiungersi alla crisi della altre aziende nella provincia di Bergamo.

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PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, siamo ben consapevoli del fatto che in tutte le democrazie di tradizionale industrializzazione si sono manifestate e ancora si stanno manifestando fortissime criticità nel mercato del lavoro, dovute anche a necessari processi di razionalizzazione e di riorganizzazione: molti di quelli citati nell'interrogazione in esame sono oggetto di tavoli negoziali e per fortuna alcuni di quei tavoli si sono già positivamente conclusi con soluzioni condivise con le organizzazioni sindacali, che hanno protetto i lavoratori, il loro reddito e garantito continuità produttiva (ricordo che l'accordo per la Glaxo o l'accordo per il gruppo Telecom, fra quelli citati, perché me ne sono anche occupato direttamente).
Ma lei, onorevole Piffari, solleva una più generale questione politica per l'occupazione, mi sembra sottovalutando l'importanza innanzitutto della politica di stabilità. Infatti, se noi avessimo una condizione analoga a quella vissuta dalla Grecia o dalla Spagna in termini di instabilità, il riverbero sull'occupazione sarebbe, come è in quei Paesi, straordinariamente peggiore. Ricordo che a fronte del nostro tasso di disoccupazione all'8,2 per cento, la Spagna ha superato il 20 per cento.
Il piano triennale per il lavoro ha numerosi e ambiziosi obiettivi, anche di protezione del reddito di coloro che sono colpiti dalla crisi: ricordo che prevalentemente il Fondo per le aree sottoutilizzate è stato utilizzato proprio per ammortizzatori sociali, che si sono aggiunti a quelli ordinari e che si sono estesi a soggetti che altrimenti non ne avrebbero avuto diritto e così abbiamo potuto non soltanto sostenere il reddito di chi era costretto all'inattività dalla crisi, ma abbiamo potuto garantire la continuità del rapporto di lavoro.
Proprio oggi abbiamo incontrato le regioni e le parti sociali per accompagnare la continuazione dell'uso di questi ammortizzatori sociali con politiche di investimento nelle competenze delle persone e di accompagnamento con i servizi regionali - perché la competenza relativa è delle regioni - ad un altro posto di lavoro. Proprio oggi abbiamo realizzato un accordo unanime tra Stato, regioni e parti sociali tutte sulla promozione del contratto di apprendistato come contratto tipico di ingresso di un giovane nel mercato del lavoro, anche per irrobustire quelle poche competenze che spesso il nostro sistema educativo dà ai nostri giovani e per diffondere una tipologia contrattuale di qualità, che prelude ad un rapporto di lungo periodo, evitando che l'abuso delle collaborazioni a progetto o l'abuso dei tirocini possa ridurre l'uso di questo strumento. Ma nel piano triennale molte sono le azioni: tra queste ricordo soprattutto la prossima presentazione dello statuto dei lavori disegnato da Marco Biagi, uno statuto dei lavori che tra gli scopi ha quello di incoraggiare maggiormente la propensione delle imprese ad assumere.

PRESIDENTE. L'onorevole Piffari ha facoltà di replicare.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Purtroppo, signor Ministro, spesso raggiungiamo accordi, come ha citato, ma le conclusioni, pochi mesi dopo, non arrivano invece che a procedure di fallimento o di liquidazione.
Le stesse Fonderie Valbrem, che le ho citato, già l'anno scorso a luglio avevano sottoscritto un accordo che avrebbe mantenuto i 160 lavoratori allora in forze. Oggi, invece, in realtà si chiede di chiuderne il centro di produzione, la fabbrica. Ma sono aree molto deboli, queste, e dobbiamo porre attenzione. Vorrei ricordare che è mancato il Ministro dello sviluppo economico per quattro mesi in questo Governo. Tutto è tralasciato. E non faccio questa osservazione a lei, ma al Governo, perché stiamo parlando al Governo e agli italiani.
Vorrei che questa questione non fosse affrontata come quella dei giovani, che Pag. 44ormai hanno più del 30 per cento della disoccupazione in Italia; l'abbiamo affrontata solo dicendo che anche a 15 anni si può fare apprendistato. Forse avremmo bisogno, invece, di potenziare le strutture scolastiche ed evitare che gli stessi giovani abbandonino la scuola in tempo di obbligatorietà.
Ci stiamo dimenticando di diverse questioni, che sono quelle in prospettiva e non solo quelle di congelare una situazione, sperando che qualcuno vinca alla lotteria nei prossimi giorni. Non possiamo continuare in questa maniera (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Interventi presso l'INPS per il riconoscimento di un adeguato compenso a favore di chi svolge la pratica forense presso le avvocature territoriali di tale istituto - n. 3-01310)

PRESIDENTE. L'onorevole Raisi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01310, concernente interventi presso l'INPS per il riconoscimento di un adeguato compenso a favore di chi svolge la pratica forense presso le avvocature territoriali di tale istituto (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ENZO RAISI. Signor ministro, l'interrogazione è abbastanza chiara. Trattasi di 70 laureati che già svolgono la pratica forense presso l'INPS e di altri 419 che verranno anche loro assunti come praticanti, come previsto nel bando per l'ammissione che è stato pubblicato dallo stesso istituto il 25 ottobre 2010.
Tutto questo avviene a titolo gratuito, senza oneri retributivi o contributivi a carico dell'INPS - recita il bando -, nonostante il codice deontologico della professione forense parli chiaro. Tale codice dice testualmente che dopo un periodo iniziale si deve garantire un proporzionato compenso all'apporto professionale ricevuto e le norme deontologiche si applicano a tutti gli avvocati e praticanti nella loro attività, nei loro reciproci rapporti e nei confronti di terzi.
È evidente che quello che noi chiediamo è che il Governo intervenga sull'INPS affinché garantisca che venga applicato il codice deontologico, di fronte a quella che è una palese violazione ai danni di una categoria, che è quella degli stagisti, che viene troppo spesso maltrattata, come in questa occasione. Non a caso c'è un'associazione, la Repubblica degli stagisti, che ha sollevato il problema.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, ricordo innanzitutto il contesto nel quale questa iniziativa si è posta, cioè quello di una esigenza di ridimensionamento del contenzioso giudiziario nell'area legale. Parliamo di ben 844.432 giudizi complessivi di primo e secondo grado ad ottobre 2010, a fronte di un numero di avvocati in forze pari a 290 unità. Quindi 2.900 affari contenziosi per avvocato presso l'INPS.
Tra le varie misure è stata prevista proprio quella di ricorrere agli avvocati domiciliatari e/o sostituti di udienza, utilizzati, oltre che per la domiciliazione, soprattutto per la sola attività di sostituzione in udienza degli avvocati dell'istituto, in tal modo consentendo all'avvocatura di concentrare la sua attenzione nella gestione del contenzioso presso le sedi di maggior criticità.
Peraltro, con l'obiettivo di migliorare la conoscenza nel campo del contenzioso previdenziale ed assistenziale, è stata prevista la possibilità dello svolgimento della pratica forense in analogia a quello che avviene nell'Avvocatura dello Stato e in altre avvocature pubbliche, ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 10 aprile 1990, n. 101, che è il regolamento relativo alla pratica forense per l'ammissione all'esame di avvocato.
Questo intervento ha la finalità di offrire a giovani laureati un'opportunità di qualificata formazione professionale nell'ambito previdenziale, attraverso un percorso Pag. 45di preparazione teorico-pratico e di affiancamento in udienza ad avvocati dell'istituto; e la pratica forense è finalizzata a conseguire il titolo per la partecipazione all'esame di abilitazione.
Con la determinazione commissariale del gennaio 2009, è stato adottato un disciplinare nel quale sono contenute le disposizioni che regolamentano la pratica forense presso l'avvocatura dell'istituto, in conformità con le regole fissate dal consiglio dell'Ordine degli avvocati.
In tale disciplinare, in analogia con quanto avviene presso l'Avvocatura dello Stato e presso le altre avvocature pubbliche, è previsto che la pratica non dà alcun titolo per l'accesso nei ruoli organici dell'Istituto, non fa sorgere diritti o interessi di natura giuridica o economica, e non può durare oltre il tempo minimo richiesto per l'ammissione agli esami di avvocato. La pratica professionale è svolta a titolo gratuito e, quindi, è senza alcun onere retributivo previdenziale a carico dell'amministrazione, fermi restando gli obblighi in materia di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro secondo la normativa che è in vigore.
Queste disposizioni sono chiaramente indicate nel bando e nello schema di domanda, in cui sono oggetto di esplicita accettazione da parte degli interessati.

PRESIDENTE. L'onorevole Raisi ha facoltà di replicare.

ENZO RAISI. Signor Presidente, chiedo scusa ma, ovviamente, non sono soddisfatto della risposta, anche perché, tra l'altro, ho posto un'altra questione: ho chiesto se il Governo sia capace di far rispettare il codice deontologico della pratica forense.
Signor Ministro, vi è un'inesattezza rispetto a quanto lei ha detto: i praticanti sono stati abilitati dall'istituto stesso al patrocinio legale e, quindi, si tratta di una funzione operativa. Ci troviamo di fronte all'ennesimo sfruttamento di una categoria molto, molto debole, cioè quella degli stagisti.
Signor Ministro, come lei, sono convinto che i giovani debbano rassegnarsi alla flessibilità nel mondo del lavoro, tuttavia, vi è una questione importante: non possiamo creare uno schiavismo, con lavoratori che non hanno né un aiuto in termini economici, né ammortizzatori sociali adeguati. Se vogliamo maggiore flessibilità nel mondo del lavoro, anche attraverso la categoria dei giovani, dobbiamo garantire a questi, quantomeno, il rispetto dei loro diritti. Così è scritto nel regolamento della professione forense.
Signor Ministro, noi abbiamo sollevato questo aspetto ma, purtroppo, non ho riscontrato alcuna risposta da parte sua. Lei ha chiarito la posizione ufficiale dell'INPS - immagino - ma non ha risposto alla mia domanda: perché l'INPS non rispetta il codice deontologico forense? Infatti, si compie una violazione dei diritti di queste persone che stanno esercitando il praticantato, mentre il codice deontologico forense prevede per loro delle garanzie economiche. Questo è quanto chiedevamo ma, purtroppo, la risposta ufficiale che ci ha dato - che, come immagino, è la risposta dell'INPS - non è stata in grado di soddisfare i nostri dubbi.
Signor Ministro, per questo motivo, al termine di questo intervento, le chiedo di intervenire, al di là dello svolgimento del question time, che si traduce in una battuta e in una controbattuta tra il Governo e il Parlamento. Si tratta di un problema di diritti dei lavoratori. Lo ripeto: nel momento in cui ci assumiamo la responsabilità di voler creare flessibilità nel mondo del lavoro, dobbiamo anche garantire nuovi diritti. Non riusciamo a garantire neanche quelli che esistono e, quindi, credo che siamo effettivamente partiti con il piede sbagliato.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,30.

La seduta, sospesa alle 15,45 è ripresa alle 16,35.

Pag. 46

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Antonione, Brugger, Cicchitto, D'Alema, Fallica, Gregorio Fontana, Franceschini, Alberto Giorgetti, Giro, La Russa, Lo Monte, Lombardo, Martini, Antonio Martino, Migliavacca, Mura, Ravetto, Reguzzoni, Sardelli, Stefani, Tabacci e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella costituzione di una Commissione permanente.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta odierna la V Commissione permanente (Bilancio) ha proceduto alla elezione del deputato Roberto Occhiuto a vicepresidente, in sostituzione del deputato Gian Luca Galletti, che ha cessato di far parte della Commissione.

Discussione della proposta di legge: Fedriga ed altri: Disposizioni concernenti la revoca del trattamento previdenziale o assistenziale per i soggetti condannati per reati di terrorismo o di criminalità organizzata (A.C. 3541-A) (ore 16,37).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge, d'iniziativa dei deputati Fedriga ed altri: Disposizioni concernenti la revoca del trattamento previdenziale o assistenziale per i soggetti condannati per reati di terrorismo o di criminalità organizzata.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

(Discussione sulle linee generali - A.C. 3541-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che il presidente del gruppo parlamentare Partito Democratico ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
Avverto, altresì, che la XI Commissione (Lavoro) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Fedriga, ha facoltà di svolgere la relazione.

MASSIMILIANO FEDRIGA, Relatore. Signor Presidente, ricordo ai colleghi che questa è una proposta di legge che ha seguito in modo approfondito l'iter parlamentare sia in Commissione sia in sede di Comitato dei nove. Dico ciò come premessa, perché durante l'esame che affronteremo dopo la discussione sulle linee generali verranno anche presentati degli emendamenti che andranno a perfezionare tale proposta di legge.
Si tratta di un provvedimento che mira a un concetto di giustizia sociale, signor Presidente, perché andiamo ad intervenire e a revocare determinate prestazioni erogate a persone condannate per criminalità organizzata o terrorismo.
Voglio ricordare che, durante l'iter legislativo, il testo ha vissuto e visto delle modifiche importanti per cercare di venire incontro sia ai rilievi sollevati dai colleghi durante la discussione sia ai pareri espressi dalle Commissioni interessate.
All'articolo 1 della proposta di legge, interveniamo su due fattispecie di previdenza data ai soggetti condannati; allo stato attuale parliamo, in generale, di prestazioni di tipo assistenziale che vengono revocate una volta che, in via definitiva, la magistratura abbia accertato il reato e condannato il reo; vi è poi un secondo passaggio relativo alle pensioni da lavoro che vengono revocate nel caso in cui il giudice accerti che si tratti di un lavoro fittizio o di copertura. Pag. 47
Voglio ricordare che sono stati presentati degli emendamenti, in particolare uno a firma dei colleghi del Partito Democratico, che vanno a recepire una condizione posta dalla I Commissione (Affari costituzionali) per esplicitare in modo chiaro i tipi di assistenza su cui andiamo ad incidere.
Durante la discussione in Aula valuteremo quindi tale emendamento che comunque, premetto, con una riformulazione resa necessaria dalla coerenza del testo, troverà il parere favorevole del relatore.
Con l'articolo 2, invece, andiamo ad incidere sul trattamento riservato ai familiari che concorrono nel reato. In questo caso, per essere chiari con i colleghi, noi andiamo a sopprimere la pensione di reversibilità solamente nel caso in cui anche il familiare della persona condannata sia condannato a sua volta per concorso nella fattispecie di reato e, cioè, per un'attività di criminalità organizzata oppure un'attività di terrorismo.
È chiaro, quindi, che in questo quadro vi è il duplice reato: quello del soggetto da cui proviene la pensione di reversibilità e, al contempo, del soggetto che ha concorso nel reato, e andiamo ad incidere esclusivamente sulla pensione di reversibilità, perché, per quanto riguarda la pensione da lavoro che potrebbero percepire i due soggetti in questione questa verrebbe tolta solamente se il giudice accertasse del lavoro fittizio o di copertura.
Infine, con l'articolo 3 - anche per una questione di giustizia sociale, che ha caratterizzato questa proposta di legge presentata dal gruppo della Lega Nord - si devolvono i risparmi derivanti dalla nuova legislazione alle vittime di reati di mafia e di terrorismo.
È dunque chiaro, signor Presidente - e sono personalmente convinto che non sarà una mia timida illusione - che in questa occasione troveremo una strada comune di tutti i gruppi parlamentari, avendo cercato di risolvere nel miglior modo possibile, e nelle strade percorribili, i dubbi sollevati durante l'iter di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
È iscritto a parlare l'onorevole Follegot. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, intendo innanzitutto esprimere, a nome del gruppo che rappresento, soddisfazione, perché oggi discutiamo - finalmente in Aula - questo provvedimento, fortemente voluto dalla Lega Nord per ragioni di giustizia sociale.
È auspicabile che, quando si affrontano queste tematiche, si trovi un'intesa bipartisan o, quanto meno, una condivisione sugli obiettivi.
Il provvedimento all'esame dell'Aula persegue la finalità di revocare la pensione a coloro che si sono macchiati dei peggiori delitti: stiamo parlando di boss mafiosi e terroristi (il provvedimento trae spunto dalla denuncia da parte dei colleghi componenti della Commissione antimafia) che, condannati per reati di criminalità organizzata, al raggiungimento dei requisiti anagrafici, percepiscono la pensione come qualsiasi onesto cittadino del nostro Paese, magari anche di importo elevato, senza considerare che, spesso, le contribuzioni versate sono frutto di attività illecite e illegali o, nella migliore delle ipotesi, di rapporti di lavoro finti, fittizi e utilizzati come copertura della vera attività criminosa.
Riteniamo si tratti di una iniquità clamorosa, ma, soprattutto, di una immoralità per i familiari delle vittime, quegli stessi familiari che magari oggi sono anch'essi pensionati con trattamenti minimi, i quali si sentono così doppiamente raggirati.
Poiché riteniamo che in questo Paese debba valere il principio che chi è un criminale - anzi il peggiore dei criminali, perché non dimentichiamo che si parla di persone che arrivano a compiere delitti efferati - dev'essere punito, e non aiutato dallo Stato, confidiamo fermamente in questo intervento normativo di indiscussa rilevanza sociale. Pag. 48
Con questo provvedimento si prevede la revoca delle prestazioni di natura assistenziale in caso di condanna, e la revoca dei trattamenti previdenziali erogati al condannato nel caso in cui il giudice accerti che questi abbiano origine, in tutto o in parte, da un rapporto di lavoro fittizio a copertura di attività illecite connesse a reati di terrorismo o criminalità organizzata.
Per coerenza si prevede la perdita del diritto alla pensione di reversibilità o indiretta, o una tantum, per i familiari superstiti anch'essi condannati con sentenza per concorso nel reato.
Ribadendo l'importanza del provvedimento, auspico, a nome del mio gruppo, una rapida approvazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi, fin dal primo momento, in Commissione - dove questo provvedimento è stato molto dibattuto - abbiamo espresso il nostro assenso e il nostro giudizio favorevole; ora lo specificherò attraverso dei contenuti che ritengo essenziali.
Il provvedimento, per come era stato concepito, era suscettibile di subire delle modifiche per guardare a quelle che potevano essere le garanzie costituzionali e, soprattutto, ai suoi strumenti.
Devo ammettere che la Commissione al completo - e tutti i gruppi parlamentari - hanno cercato praticamente di interagire su questo provvedimento, per raggiungere una posizione unanime e soprattutto per trovare un coinvolgimento e cercare di portarlo avanti. Si tratta, infatti, di un provvedimento che riteniamo morale e di rigore. Quindi, a nostro avviso, è importante il messaggio che voleva essere dato in questo contesto e con questo significato.
Voteremo a favore di questo provvedimento anche per il fatto che sono stati concessi ulteriori strumenti alla magistratura. È utile dare o proporre strumenti di questo tipo per la magistratura, specialmente quando riguardano fatti importanti.
Alcuni colleghi che mi hanno preceduto hanno evidenziato esclusivamente alcuni aspetti che riguardano la criminalità organizzata e il terrorismo.
La proposta di legge, in realtà, prevede anche molti altri reati la cui struttura è importante, tra cui l'associazione con finalità di terrorismo, l'eversione dell'ordine democratico, l'attentato per finalità terroristiche o di eversione, il sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione, l'associazione di tipo mafioso e la strage. Naturalmente, è stata ampliata la platea e sono stati inseriti gravi reati che vengono commessi nel nostro Paese.
Ci sono, naturalmente, vittime di questi reati che oggi potrebbero dire molto e ritengo che più si varano provvedimenti di rigore su questi temi e più, naturalmente, la collettività è contenta, perché si sente garantita da un sistema che molte volte non le è vicino.
Un altro aspetto importante di questo provvedimento riguarda quelli che si sono costruiti un percorso pensionistico che nulla ha a che fare con le pensioni percepite legittimamente. A nostro avviso questi soggetti devono essere colpiti. Infatti, è chiaro che chi commette reati e costruisce la propria pensione in questa maniera sicuramente non utilizza il modo legittimo.
Di fatto, anche questa norma stabilisce che le garanzie le fornisce la magistratura. Il giudice, infatti, con la sentenza dispone, di fatto, anche la revoca dei trattamenti previdenziali a carico dell'assicurazione generale obbligatoria ovvero di forme sostitutive, esclusive ed esonerative della stessa, erogate al condannato nel caso in cui si accerti o sia stato già accertato, con sentenza emessa in un altro procedimento giurisdizionale, che questi trattamenti abbiano origine, in tutto o in parte, da un rapporto di lavoro fittizio a copertura di attività illecite connesse a reati di terrorismo, criminalità organizzata e agli altri reati che ho indicato prima.
Dunque, questo provvedimento per noi era molto importante. In Commissione si è fatto un gran lavoro e tutti i gruppi hanno cercato di dare il loro contributo Pag. 49così come abbiamo fatto anche noi che, naturalmente, siamo favorevoli a questo testo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, credo sia utile precisare che su un tema di questa natura non c'è assolutamente l'esigenza di un'appropriazione del testo. Abbiamo collaborato, in maniera concreta e fattiva, per un miglioramento dello stesso. Infatti, sul fronte della mafia, dell'antimafia e del terrorismo non abbiamo nulla da dimostrare. Mi basta citare Pio La Torre e Piersanti Mattarella - tra gli esponenti dei partiti di provenienza e, comunque, a pieno titolo nel pantheon del Partito Democratico - per rendere evidente che davvero non abbiamo nulla da dimostrare in questo ambito.
Non abbiamo nulla da dimostrare perché ogni giorno in Sicilia, in Calabria, in Campania e in Puglia sindaci e amministratori del Partito Democratico subiscono intimidazioni dalle mafie a causa del loro impegno per la legalità e per lo sviluppo di quelle terre.
Burrafato, sindaco di Termini Imerese, pochi giorni fa ha ricevuto delle intimidazioni e, peggio, il sindaco di Pollica, Vassallo, è stato ucciso poco tempo fa.
Allora, per chiudere con questa premessa, noi del Partito Democratico - lo ha affermato da poco il nostro segretario nazionale Pierluigi Bersani a Palermo lo scorso 5 ottobre - riteniamo eroi nazionali e non regionali Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutte le donne e gli uomini della magistratura e delle forze dell'ordine caduti nella guerra di liberazione dalle mafie.
Forti di questi fatti ci siamo posti dinanzi alla proposta di legge, atto Camera 3541 con l'obiettivo di trovare un equilibrio avanzato tra l'esigenza di evitare paradossi come quello di Giovanni Trapani, reggente della famiglia mafiosa di Ficarazzi, arrestato il 5 agosto scorso e che è titolare di un trattamento di disoccupazione. Questo paradosso, e quindi l'esigenza di colpire chi utilizza ingiustamente i trattamenti assistenziali, deve essere conciliato con i principi costituzionali in materia di solidarietà sociale e in materia di pene, di certezza delle pene e di finalità delle stesse alla rieducazione del reo.
Nel merito, il provvedimento è stato profondamente modificato e migliorato e, in questo senso, ci prendiamo una parte del merito, riconoscendo al relatore e alla Commissione tutta di aver fatto uno sforzo per tentare di trovare soluzioni equilibrate e condivise. Quindi, sulla scorta delle precise e preziose indicazioni che ci sono arrivate dagli uffici e dalle Commissioni affari costituzionali, giustizia e affari sociali, abbiamo introdotto alcune modifiche sostanziali.
In primo luogo, abbiamo precisato quali sono le prestazioni assistenziali che possiamo far rientrare nell'ambito della pena accessoria applicabile, precisando in tal modo in maniera tassativa le fattispecie e rispondendo così in pieno a un preciso rilievo e a una precisa condizione posta dalla I Commissione.
Sul fronte poi dei familiari, ribadisco in questa sede che, ancora ora, il testo ci appare insoddisfacente. Vorremmo evitare che nei confronti dei familiari si adottasse un atteggiamento ancor più punitivo rispetto al soggetto responsabile della commissione del reato e, in questo quadro, abbiamo già presentato degli emendamenti e la collega Lo Moro ne parlerà diffusamente. Ribadisco alla maggioranza una richiesta di attenzione rispetto ai problemi che poniamo che sono finalizzati a rendere il testo ancor più coerente con i precetti costituzionali.
Infine, abbiamo condiviso questo testo normativo e la ratio dello stesso; riteniamo, però, di dover sottolineare anche qui che si tratta di norme eccezionali e, se l'eccezione diventa regola, qualcosa vuol dire che non funziona. Riteniamo, altresì, che si tratta di norme fortemente repressive nei confronti di soggetti, certo, che si siano resi responsabili di reati gravissimi, però, signor Presidente, vorrei concludere riportandomi alle parole di Gesualdo Bufalino. Infatti, la repressione non basta. Pag. 50Gesualdo Bufalino in La luce e il lutto ci dice: con tutto ciò, come negare l'esistenza del tumore Sicilia e delle sue metastasi di esportazione? È un morbo vecchio di secoli, ma non saranno né la segregazione, né l'aggregazione a salvarcene, né una chirurgia che ci amputi, né un ponte che ci concili.
Occorrono cure diverse e dico timidamente: libri e acqua, libri e strade, libri e case, libri e occupazione, libri. In questo senso, signor Presidente, vorremmo che ci fosse un'adeguata corrispondenza tra misure eccezionali punitive e repressive misure atte a rendere il Sud, il Mezzogiorno, la Sicilia e l'Italia tutta più ricca di intelligenza, di cultura, di opportunità di lavoro e di futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Poli. Ne ha facoltà.

NEDO LORENZO POLI. Signor Presidente, il provvedimento in esame, che si compone di tre articoli, contiene disposizioni concernenti la sospensione e la revoca del trattamento pensionistico per i soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà personale o condannati per reati di terrorismo o di criminalità organizzata.
Nel corso della discussione in sede referente la Commissione Lavoro è giunta ad una nuova formulazione del testo che scaturisce dall'approvazione degli emendamenti dell'onorevole Cazzola e degli onorevoli Paladini e Porcino. Con il testo così formulato si è cercato di eliminare gli evidenti elementi di incostituzionalità approdando ad un testo maggiormente condiviso. Inoltre, sono stati recepiti i pareri espressi dalle Commissioni di merito per perfezionarne i contenuti grazie ad ulteriori approfondimenti sia formali che sostanziali.
Dall'esame in sede consultiva nelle Commissioni I (Affari costituzionali) e II (Giustizia) è emerso il tentativo di formulazione di un testo condivisibile e in linea con una seria politica di contrasto della criminalità organizzata, che possa costituire un punto di partenza e non una mera punizione nei confronti di determinati soggetti. L'intento con cui è stato condotto il dibattito nelle Commissioni permanenti interessate è stato quello di svolgere le adeguate e opportune riflessioni su una proposta normativa particolarmente complessa e delicata per giungere ad una proposta più conforme ai dettati costituzionali e alle osservazioni delle diverse parti politiche.
La normativa oggetto della proposta di legge è riconducibile alla materia di potestà legislativa esclusiva statale, giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione. Vengono altresì in rilievo le materie: previdenza sociale, di competenza esclusiva dello Stato, articolo 117, secondo comma, lettera o), della Costituzione, e assistenza sociale, attribuita alla competenza residuale delle regioni.
Nello specifico, le norme trattate prevedono nei confronti di condannati con sentenza definitiva per reati di terrorismo o di criminalità organizzata, la revoca delle prestazioni di natura assistenziale, con esclusione dei trattamenti previdenziali derivanti da un rapporto di lavoro, quale sanzione accessoria disposta dal giudice; nel caso di assoluzione o di condanna per reato diverso, la ripresa dell'erogazione dei trattamenti sospesi e la corresponsione, in un'unica soluzione, delle prestazioni non godute con i relativi interessi legali; la destinazione delle risorse derivanti dai provvedimenti di revoca al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso e agli interventi a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
Sulla base dei rilievi espressi dalla Commissione bilancio la norma appare suscettibile di determinare effetti finanziari positivi in caso di revoca delle prestazioni, mentre per quanto attiene alla fattispecie della sospensione sembrerebbe opportuno acquisire l'avviso del Governo in merito ad eventuali effetti di cassa per la corresponsione, in un'unica soluzione, delle prestazioni sospese, con la maggiorazione degli interessi legali, in caso di Pag. 51assoluzione definitiva o di condanna definitiva per reati diversi da quelli di associazione mafiosa o di atti di terrorismo.
Apprezziamo la modifica apportata nel corso dell'esame in sede referente, alla natura dei trattamenti che possono essere oggetto della sanzione accessoria nel corso del procedimento penale: il testo di legge non fa, infatti, più riferimento a «qualunque trattamento pensionistico», ma a «prestazioni di natura assistenziale, con esclusione dei trattamenti previdenziali derivanti da un rapporto di lavoro».
Il provvedimento - nella sua originaria formulazione - era palesemente affetto da gravi vizi di incostituzionalità, come è evidente già dal suo titolo che fa genericamente riferimento alle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale così come a persone condannate (supponiamo definitivamente) per reati di terrorismo o di criminalità organizzata. Probabilmente l'impostazione originaria risentiva in misura eccessiva dei limiti tipici di un'esasperata strumentalizzazione del tema.
Molto opportunamente, tuttavia, come si è già evidenziato, sui principali rilievi di costituzionalità rimarcati dalla documentazione prodotta dagli uffici della Camera, quelli cioè relativi alla indistinzione di trattamento tra condannati e imputati e quelli relativi all'intangibilità dei trattamenti di quiescenza maturati all'esito della esperienza lavorativa degli interessati, la Commissione lavoro è già intervenuta, modificando l'originaria impostazione della proposta di legge e riformulandola sostanzialmente. Di questo va dato atto a tutti i colleghi della Commissione per il clima di serena collaborazione con il quale si è svolta ogni discussione.
Il testo è stato, inoltre, ulteriormente migliorato e ampiamente corretto, sulla base delle condivisibili proposte emendative presentate dallo stesso relatore.
Abbiamo ritenuto opportuno presentare degli emendamenti in Assemblea allo scopo di chiarire che restano confermati i trattamenti previdenziali derivanti da rapporti di lavoro leciti e non fittizi, ma in misura più puntuale abbiamo escluso, dalla possibilità di godere dei trattamenti previdenziali, il condannato nel caso in cui si accerti che detti trattamenti abbiano origine da un rapporto di lavoro fittizio a copertura di attività illecite connesse a reati di terrorismo o di criminalità organizzata.
Riteniamo che il testo possa, anche attraverso indicazioni recepite da parte delle Commissioni I (Affari Costituzionali), II (Giustizia), V (Bilancio) e XII (Affari Sociali) in sede consultiva, essere ulteriormente modificato per una maggiore rispondenza agli obiettivi di un rigoroso e efficace contrasto alle attività criminose.
Condividiamo la finalità del provvedimento che è quella di inasprire le pene per i reati in questione. Per questo anticipiamo il nostro voto favorevole al provvedimento in esame.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Antonino Foti. Ne ha facoltà.

ANTONINO FOTI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, la proposta di legge in esame sana un'evidente anomalia legislativa, in base alla quale non è previsto dall'ordinamento alcun tipo di esclusione da benefici assistenziali per coloro che si macchiano di gravissimi reati associativi, come la mafia o il terrorismo.
È notizia di pochi giorni fa che un noto e pericoloso uomo di mafia siciliano continua a percepire l'indennità di disoccupazione - che tutti sappiamo essere diretta ad aiutare soggetti in grave stato di necessità economica e finanziaria - senza che il competente ente previdenziale abbia in mano una carta per poter impedire questo scandalo: per lo Stato italiano questo signore è sostanzialmente un indigente.
Ecco perché, alla base del provvedimento in esame, vi sono finalità di giustizia sociale, che sanano il vuoto dell'ordinamento legislativo. Durante l'esame in Commissione abbiamo già fatto un buon lavoro e dei miglioramenti sono previsti in vista della discussione in Assemblea, a seguito di una proficua riunione del Comitato dei nove, che si è appena svolta. Pag. 52
In questa sede, vorrei soltanto dire che - rispetto al testo iniziale del progetto di legge, che presentava taluni dubbi di costituzionalità - il provvedimento è molto migliorato: abbiamo definito bene gli ambiti di riferimento, c'è una limitazione alle prestazioni assistenziali (in conformità con le sentenze della Corte costituzionale), c'è soprattutto una giusta procedura di recupero delle prestazioni una volta scontata la pena.
Il provvedimento - che, come detto in precedenza, modificheremo ulteriormente in Assemblea - prevede ora che il giudice, con la sentenza di condanna per i reati di terrorismo o di criminalità organizzata, dispone la sanzione accessoria della revoca delle prestazioni di natura assistenziale di cui il condannato è titolare, con esclusione dei trattamenti previdenziali derivanti da un rapporto di lavoro.
Nella stessa sentenza il giudice dispone anche la revoca dei trattamenti previdenziali a carico dell'assicurazione generale obbligatoria, ovvero di forme sostitutive, esclusive ed esonerative della stessa, erogati al condannato nel caso in cui i trattamenti abbiano origine da un rapporto di lavoro fittizio a copertura di attività illecite connesse ai reati di terrorismo o criminalità organizzata. I condannati a cui sia stata applicata la sanzione accessoria possono beneficiare, una volta che la pena sia stata completamente espiata, delle prestazioni di natura assistenziale previste dalla normativa vigente in materia, ove ne ricorrano i presupposti.
I provvedimenti sono comunicati all'ente titolare dei rapporti previdenziali ed assistenziali facenti capo al soggetto condannato per la loro immediata esecuzione. Il provvedimento dispone, inoltre, che i familiari superstiti dei soggetti condannati con sentenza passata in giudicato per concorso nel medesimo reato nei confronti dei medesimi soggetti, perdono il diritto alla pensione di reversibilità o indiretta ovvero all'indennità una tantum.
Le risorse derivanti dai provvedimenti di revoca suddetti sono versate annualmente dagli enti interessati all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate ai capitoli di spesa corrispondenti al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso e agli interventi in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
Ci confortano, poi, i pareri che sono giunti dalle Commissioni: la Commissione Affari Costituzionali ha espresso parere favorevole con condizioni relativamente all'individuazione tassativa delle prestazioni di natura assistenziale oggetto di revoca in caso di condanna per i reati ivi previsti, verificando che la loro revoca non violi un diritto costituzionalmente garantito a tutte le persone e che si chiarisca la natura dei trattamenti sociali ivi richiamati ad hoc e, qualora tali trattamenti coincidano con le prestazioni di natura assistenziale previste dall'articolo 1, comma 1, sia precisato se l'erogazione delle prestazioni revocate a seguito di condanna riprenda automaticamente al termine della pena ovvero sia necessaria una nuova istanza dell'interessato.
La Commissione giustizia ha espresso parere favorevole con osservazioni, evidenziando l'opportunità di valutare, da parte della Commissione di merito, di sopprimere la parola «definitiva» all'articolo 1, comma 1, primo periodo, nonché di sopprimere il comma 2 dell'articolo 1. La Commissione bilancio ha espresso parere favorevole con condizione in merito all'individuazione dell'ammontare percentuale delle risorse da destinare al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime di reati di tipo mafioso e agli interventi a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
La Commissione affari sociali ha espresso parere favorevole con osservazioni relativamente all'opportunità di precisare che per «trattamenti sociali» si intendono le prestazioni di natura assistenziale e non anche i trattamenti previdenziali eventualmente revocati in conseguenza della natura fittizia del rapporto di lavoro da cui abbiano avuto origine in tutto o in parte. Tutti questi pareri sono già stati pressoché integralmente recepiti dalla Commissione. Pag. 53
In sostanza, il lavoro svolto è positivo e possiamo guardare con fiducia al dibattito di oggi pomeriggio, con la consapevolezza che potremo concludere rapidamente l'esame e inviare all'altro ramo del Parlamento un provvedimento che riteniamo giusto, efficace e coerente con i dettami costituzionali (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Lo Moro. Ne ha facoltà.

DORIS LO MORO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il testo che arriva in Aula, come tutte le persone che mi hanno preceduto hanno detto con lealtà, è sicuramente profondamente modificato ed accettabile come impostazione. Mi sembra però doveroso, prima di sottolineare degli aspetti che ancora andrebbero migliorati, fare una premessa tecnica, che però è politicamente rilevante: non si tratta di una legge con cui rivoluzioniamo o modifichiamo profondamente il sistema giuridico italiano.
Si tratta di una legge con cui, con riferimento ad alcuni tipi di reato, stabiliamo con immediatezza, che è innanzitutto politica, ma anche tecnica, delle conseguenze. Però nel nostro sistema - lo ricordo a tutti, perché è importante per le cose che dirò dopo - per una serie di reati, in particolare per i reati che comportino una condanna a una pena di cinque anni o anche una pena inferiore, purché nel limite di tre anni, è prevista, come tutti sanno, l'interdizione dai pubblici uffici. Con riferimento a quest'ultima, sia che sia perpetua sia che sia temporanea, l'articolo 28 del codice penale prevede come sanzione, conseguenza, effetto, che il condannato sia privato degli stipendi, delle pensioni e degli assegni che siano a carico dello Stato o di un altro ente pubblico.
Lo dico perché questo significa una cosa molto precisa: dall'interdizione dai pubblici uffici discende già questa conseguenza ed è difficile immaginare una sentenza di condanna per un reato di mafia o di terrorismo che non comporti almeno una pena di tre anni, ma io dico una pena di cinque anni.
Facevo questo riferimento anche per un altro motivo: l'articolo 28 del codice penale è stato sottoposto in più di un'occasione alla valutazione della Corte costituzionale le cui pronunce hanno portato il Parlamento italiano ad adottare un provvedimento che ne ha recepito le istanze e le precisazioni.
L'importanza delle sentenze della Corte è di particolare rilievo perché ovviamente - e non poteva che essere così - quello che la Corte ha affermato ci sta guidando nella discussione di oggi e nel provvedimento che vogliamo approvare come Camera dei deputati.
La Corte, con la sentenza n. 3 del 1966 ha escluso dall'articolo 28 del codice penale e quindi dalle provvidenze di cui può essere privato il condannato tutte quelle che hanno a che vedere con un rapporto di lavoro nonché, con un'altra sentenza, se non ricordo male la sentenza n. 113 del 1968, anche le pensioni di guerra.
Ciò significa che è possibile, in teoria, privare un condannato di provvidenze di tipo assistenziale con queste due esclusioni. Noi abbiamo quindi lavorato in questo senso e il Comitato dei nove - desidero dargliene atto, non facendone parte - ha seguito le indicazioni, i suggerimenti e le condizioni poste dalla I Commissione (Affari costituzionali) per rispettare i suddetti limiti. Perché li ho richiamati così espressamente? Mi rivolgo al relatore in questo momento: poiché, tra l'altro, abbiamo bisogno - ammesso che la approviamo perché ora discuteremo degli emendamenti - non di una legge-manifesto ma di un provvedimento efficace, dobbiamo essere molto attenti a quello che deliberiamo.
C'è ancora una contraddizione nel testo che riguarda l'articolo 2. Su questo - vorrei che il relatore mi ascoltasse - in realtà non è stata seguita neanche l'indicazione della I Commissione. Ovviamente sto parlando a nome del gruppo del Partito democratico ma la stessa Commissione Affari costituzionali ha apposto una condizione molto precisa, rilevando nella Pag. 54parte motiva e poi condizionando alla sua eliminazione il parere favorevole, una contraddizione piena nel testo per quanto riguarda l'articolo 2, riguardo ai familiari.
In base al principio, presente nell'articolo 1 nel testo della Commissione, che non è possibile - vedo l'onorevole Cazzola che mi segue, almeno così so con chi sto parlando di preciso - intaccare le provvidenze assistenziali che derivano da un rapporto di lavoro, questa stessa precisazione relativa al condannato ovviamente deve riguardare anche i familiari, altrimenti si verificherebbe un'anomalia ovvero si manterrebbe la provvidenza assistenziale derivante da un rapporto di lavoro per il condannato ma verrebbe meno per i familiari. È una contraddizione stridente e che del resto la I Commissione (Affari Costituzionali) ha sottolineato, subordinando alla sua eliminazione il parere favorevole, mentre il gruppo del Partito democratico l'ha sottolineata nei termini in cui poteva farlo ovvero sottoponendo all'Aula un suo emendamento.
In conclusione ritengo che la normativa che stiamo discutendo, e quindi il fatto che il Parlamento italiano possa avvertire l'esigenza, davanti al dilagare del fenomeno della mafia in tutta Italia e non più soltanto in alcune regioni, di non dovere aspettare la condanna dopo un certo numero di anni ma immediatamente sancire la privazione di un diritto del condannato, sia ammissibile e per certi versi positiva. Perché - per essere sinceri fino in fondo - diventa necessario tutto questo? Perché il sistema non funziona, pertanto farebbe bene ad ascoltare il sottosegretario.
Se ancora oggi leggiamo sulla cronaca dei giornali o assistiamo al fatto che c'è gente nelle patrie galere da anni, condannata o pluricondannata, che percepisce pensioni o provvidenze simili cui a norma dell'articolo 28 del codice penale non avrebbe diritto, ciò avviene perché nel sistema manca una comunicazione intelligente ed efficace.
Da questo punto di vista, pure in considerazione di quello che abbiamo raggiunto anche informalmente nel corso della discussione, credo che il relatore potrà valutare favorevolmente il fatto che si voglia addirittura anticipare alla sentenza di condanna la possibilità per lo Stato di comunicare. Abbiamo infatti bisogno di uno Stato, abbiamo cioè bisogno - lo dicevo prima, ma credo che siamo tutti d'accordo - non di leggi-manifesto, ma di leggi efficaci. Ed una legge è efficace quando, una volta sancito un principio, il resto, e cioè amministrazione della giustizia ed ente erogatore si parlano e comunicano. Se invece abbiamo, da una parte, la magistratura (e quindi l'amministrazione giudiziaria) che emette una sentenza e, dall'altra, enti che dovrebbero essere conseguenti a norma dell'articolo 28 del codice penale di ieri e dello stesso articolo 28 di oggi per come viene modificato dalla sentenza della Corte e dalla legislazione che ora ci apprestiamo ad introdurre, è chiaro che se non si parlano succedono gli scandali che leggiamo sui giornali, i quali hanno anche fatto in modo che tale fenomeno sia così dilagante da determinare l'esigenza di intervenire attraverso una espressa ed apposita legge.
Il gruppo del Partito Democratico su tutta la normativa che riguarda questioni che hanno a che fare con la lotta alla criminalità organizzata si è determinato ad avere un atteggiamento non semplicemente collaborativo bensì di grande collaborazione nelle Commissioni come in Assemblea per ottenere un prodotto accettabile e positivo, anzi un prodotto comune che possa essere anche sintomatico di un Parlamento che si schiera contro la mafia.
Ecco perché, sia presso il Comitato pareri della I Commissione affari costituzionali sia presso la Commissione competente, abbiamo svolto un lavoro che ci è sembrato anche proficuo per arrivare ad un prodotto che non ci porti a mettere un cappello su una bandierina, perché non abbiamo bisogno di nessuna bandierina (come diceva prima il collega, parla la storia di ognuno di noi e non le bandierine che possiamo mettere).

PRESIDENTE. La prego di concludere.

Pag. 55

DORIS LO MORO. Tuttavia è importante che la legislazione sia coerente - e vi segnalo l'incoerenza dell'articolo 2 - e che soprattutto sia efficace: per questo insisto sulla necessità, di cui ovviamente deve farsi carico il Governo prima ancora che il Parlamento, che nel sistema Italia le sentenze non rimangano inevase perché le sentenze non sanciscono soltanto la pena principale che eventualmente si deve scontare, ma anche le pene accessorie che a volte, quando ad esempio incidono su aspetti economici, sono importanti quanto se non più delle pene principali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 3541-A)

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.

SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, come Comitato dei nove avremmo bisogno di riunirci per almeno un quarto d'ora allo scopo di definire alcune questioni.

PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 17,40.

La seduta, sospesa alle 17,20, è ripresa alle 17,50.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 3541-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 3541-A).
Avverto, altresì, che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati gli emendamenti Damiano 1.19 e Poli 1.11.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3541-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3541-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, il provvedimento in esame ha indubbiamente registrato un'attività sinergica di varie Commissioni, e devo anche dare atto al relatore di aver tenuto conto delle indicazioni e dei contributi che sono stati forniti dalle forze di opposizione.
Esso nasce da un'esigenza, che deve sicuramente tener presenti i principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico e della nostra Costituzione: evitare ad ogni costo che possano ripetersi casi come quello che ultimamente, il 16 ottobre, è stato riportato dalle cronache dei nostri quotidiani. In breve, sono stati sequestrati a Palermo 3 milioni di euro ad un boss, che però percepiva, ed ha percepito per 23 Pag. 56anni, un sussidio dallo Stato di 700 euro al mese: sussidio riferito in forma assistenziale alla nullatenenza, all'indigenza.
Certo, tali problematiche - credo - potevano essere in qualche modo risolte anche sulla base della legislazione vigente; tuttavia, ciò che è stato messo in evidenza anche dagli interventi nel corso della discussione sulle linee generali, è che il difetto di sinergia e di comunicazione tra i vari apparati dello Stato può alcune volte, purtroppo troppo spesso, creare delle disfunzioni di tale portata.
L'articolo 1, quindi, mira sostanzialmente a prevedere una revoca delle pensioni, in presenza di certi tipi di reato riconducibili a quelli commessi con finalità di terrorismo e comunque nell'ambito di associazione mafiosa, e se siano oggetto di rapporti fittizi di lavoro. L'obiettivo, poi, a cui abbiamo cercato di lavorare e in direzione del quale vanno i nostri emendamenti, è contemplato nella prima parte del comma 1: prevedere come sanzione accessoria, dopo la sentenza con condanna definitiva (quindi tre gradi di giudizio), la revoca delle forme cosiddette di prestazione assistenziale, che sono state, negli emendamenti che voteremo, specificate nel loro contenuto.
L'elemento più incisivo, ritengo, contenuto nelle nostre proposte (oltre a cercare di redigere un testo che sia incisivo ed efficace, e compatibile però con il sistema dei principi e dell'intero ordinamento), è quello previsto in particolare dal nostro emendamento che è stato accolto, e che avrà, ritengo, il parere favorevole del relatore. Esso prevede un intervento anticipato da parte dell'ente erogatore del trattamento cosiddetto assistenziale (vado ovviamente per sintesi). Noi riteniamo che, se si vuole essere veramente efficaci, incisivi - se si vuole evitare una situazione del tipo per cui nella Sila a riscuotere un sussidio, a riscuotere un'indennità di invalidità, insieme ai lavoratori, ai cittadini onesti che vanno a percepire tale contributo di assistenza da parte dello Stato, vi sia anche il mafioso che ha patrimoni occultati -, dobbiamo fare in modo che la revoca di quel sussidio, di quel contributo sia prevista non tanto alla fine dei tre gradi di giudizio, bensì vi sia un intervento anticipato da parte dell'organo erogatore.
Ciò deve essere previsto proprio perché l'intervento, che vogliamo, deve essere a trecentosessanta gradi di efficienza e di effettività nei confronti di tutti coloro che percepiscono questa indennità, questi contributi in maniera irregolare.
Per questo in un emendamento presentato all'articolo 1 abbiamo previsto l'obbligo per il pubblico ministero, nel corso dell'indagine (cioè quando esercita l'azione penale, prima che intervengano i tre gradi di giudizio), di comunicare gli elementi acquisiti all'organo amministrativo, che ha i suoi poteri (proprio perché siamo convinti che ognuno deve fare il proprio lavoro), e quindi tale organo amministrativo riceve la notizia ed è in qualche modo messo nelle condizioni di adoperarsi per effettuare gli accertamenti e, infine, di emettere il provvedimento di revoca. Questo ci consentirà di evitare casi così eclatanti come quelli di cui ho parlato prima, il caso del padrino milionario cui lo Stato regalava il sussidio da disoccupato a Palermo. Evidentemente in quel caso non ha funzionato quel meccanismo di conoscenza di elementi tali da far sì che l'ente erogatore (l'INPS in questione, o altro ente erogatore dello Stato) potesse avviare la sua indagine conoscitiva e potesse agire in modo ancora più efficace del giudice penale.
Su questo punto speriamo di avere il voto favorevole dell'Assemblea perché riteniamo che in questo provvedimento siamo riusciti ad inserire il riconoscimento della necessità di intervenire sia nei confronti di chi commette gravi reati di mafia, di chi quindi ha patrimoni occulti e poi grava sulle casse dello Stato con rapporti di lavoro fittizio o con contributi assistenziali non dovuti, sia nei confronti di chi comunque grava sulle casse dello Stato a prescindere dalla sussistenza della situazione di vera necessità.
In un momento in cui lo Stato ha particolare necessità di denaro, nella situazione di crisi cui deve far fronte, riteniamo che i diritti vadano garantiti così Pag. 57come le legittime aspettative, ma ovviamente bisogna avere un occhio ancora più accorto. Occorre una possibilità di sinergia tra i vari apparati dello Stato, e di informazione coerente ed immediata, tale da comportare un intervento adeguato, giusto, e che rinnovi anche l'immagine di efficienza, buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione che vuole la nostra Costituzione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mentre la collega Ferranti illustrava la posizione del gruppo sul complesso degli emendamenti, al banco del Comitato dei nove - come può vedere signor Presidente - si svolgeva (e sta proseguendo) un'animata discussione all'interno della maggioranza che - per carità - noi rispettiamo moltissimo. Tuttavia, è anche vero che veniamo accusati di lavorare poco, e probabilmente portiamo in Aula all'ordine del giorno dei provvedimenti che non sono particolarmente istruiti, però la pregherei di fare una valutazione anche con gli altri colleghi: o si lavora in un modo ordinato oppure, se non vi sono le condizioni per affrontare questo provvedimento, il relatore e i membri della Commissione possono anche valutare la possibilità di rinviarlo.
Abbiamo cominciato più tardi e c'è stata una sospensione che è durata più del previsto, perché sembrava che si raggiungesse l'accordo, ma mi pare che la situazione - salvo adesso perché sono intervenuto io - non sia tale da consentire un esame sereno di questo provvedimento; se invece lo è, si proceda, ma rispettando anche chi sta parlando.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole relatore se ritiene opportuno chiedere una sospensione.

MASSIMILIANO FEDRIGA, Relatore. No, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Proseguiamo i lavori, invito allora i colleghi ad evitare assembramenti in Aula e non fare riunioni nel corso della riunione generale.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Garavini. Ne ha facoltà.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con questo provvedimento noi del Partito Democratico ci troviamo di fronte ad una proposta di legge per la quale abbiamo la chiara consapevolezza che avrà un valore soltanto simbolico e, a dire il vero, neanche quello. Infatti, anche questo provvedimento, come molte altre iniziative di questo Governo in materia di antimafia, non è minimamente in grado di colpire veramente le mafie. È una legge che viene fatta per parlare alla pancia degli elettori, una legge superflua, che non spaventerà i mafiosi e che non migliorerà di un centesimo il bilancio dello Stato. È una legge che ha quasi come unico obiettivo quello di raccontare ancora una volta la favola del Governo duro contro le mafie. A parole questa legge va a togliere la pensione sociale e di accompagnamento ai mafiosi, producendo chissà quali risparmi, ma nei fatti non è così, anzi è probabile che lo Stato vada a spendere ancora più soldi. Infatti, se da un lato va a togliere la pensione sociale ai mafiosi, dall'altro, probabilmente, verrà poi costretto a finanziare quel gratuito patrocinio, cui i mafiosi comunque avranno diritto, in modo che i costi per lo Stato saranno presumibilmente ancora maggiori.
Lei, signor sottosegretario, lo sa bene, non è in grado di dirci esattamente se e quanto lo Stato risparmierà con questo provvedimento. Qualsiasi ipotesi che lei volesse mettere in campo è completamente azzardata perché, ad oggi, non è stata mai eseguita nessuna verifica idonea ad accertare e a quantificare eventuali abusi nell'erogazione di pensioni a carcerati sottoposti al 41-bis, anzi è proprio e solo il Partito Democratico che ha proposto e sta portando avanti da settimane, in Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni Pag. 58criminali, anche straniere, attraverso il Comitato mafie ed economia, presieduto dal senatore Lumia, un'indagine proprio volta a capire se ci siano casi di abusi di questo tipo. Su questa materia non ci sarebbe stato bisogno di un provvedimento di legge, basterebbero controlli severi ed efficaci e, dunque, interventi amministrativi conseguenti, ma, purtroppo, con questo provvedimento non è di questo che stiamo parlando. Diciamocelo, la maggioranza ha bisogno di proposte di legge «tappabuco» che non mettano a repentaglio il fragile equilibrio all'interno della maggioranza stessa a seguito della conflittualità presente e, d'altro lato, servono le leggi spot capaci di trasmettere un'idea populistica dell'antimafia. Ecco perché ci si inventa una legge che, all'apparenza, trasmette l'impressione di agire in modo inflessibile, mentre, di fatto, non produrrà nessun beneficio.
I colleghi della Commissione lavoro, della Commissione giustizia e della Commissione affari costituzionali hanno dato uno straordinario contributo per fare di questa proposta di legge un qualcosa di decoroso, ma ciononostante non è certo questa la legge che ci consentirà di portare avanti qualcosa di concreto nella lotta contro la mafia. Ed allora mi rivolgo alla maggioranza: dove sono quei provvedimenti su cui il Governo si è impegnato anche in forma, ad esempio, di accettazione di ordini del giorno, che ci consentirebbero di mettere in campo delle misure vere, efficaci, nella lotta alla criminalità organizzata? Dov'è, ad esempio, l'inserimento nel codice penale del reato di autoriciclaggio? Dove sono misure concrete contro il riciclaggio? Dove rimane la legge per l'istituzione delle squadre investigative comuni che sarebbero fondamentali se volessimo appunto affrontare un intervento serio contro la criminalità organizzata? E così a seguire, dove rimane la legge sulla corruzione?
Allora, onorevoli colleghi, se vogliamo continuare a raccontare la favola del «noi siamo il Governo più duro contro le mafie», facciamo pure, fate pure, ma poi non stupiamoci se vi sono e continuano ad essere delle retate gigantesche e storiche anche nei territori non tradizionalmente interessati dalle mafie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnecchi. Ne ha facoltà.

MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, noi ovviamente dobbiamo ribadire le posizioni che sono state espresse dalle colleghe Ferranti e Lo Moro e dal collega Berretta, che rispetto al nostro gruppo sono anche gli esperti e le esperte sulla materia giustizia in generale. Devo riconoscere e noi riconosciamo che in Commissione lavoro è stato fatto un proficuo lavoro e abbiamo trovato anche una possibile e concreta condivisione anche da parte del relatore. Teniamo soprattutto a sottolineare un fatto: invito veramente tutti i colleghi, anche a tutti i colleghi ovviamente dell'opposizione, a verificare il progetto di legge atto Camera n. 3541 così come era all'inizio, quindi così come è stato presentato e come adesso ci accingiamo a lavorarci in Aula.
Anche sugli emendamenti abbiamo trovato ovviamente una possibile convergenza. Noi chiaramente apprezziamo anche tutto il lavoro che fanno i colleghi nella Commissione antimafia. Apprezziamo anche tutto il lavoro che tutto il Partito Democratico e che anche alcuni colleghi della maggioranza fanno per combattere realmente tutti i fenomeni di mafia. Anche se pure i colleghi che sono già intervenuti hanno già esplicitato come l'articolo 28 del codice penale potesse comunque garantire con sicurezza che prestazioni di tipo statale, previdenziale o assistenziale, non venissero date a chi è reo e condannato per reati di mafia o di terrorismo, è evidente che a questo punto il provvedimento in esame, con gli emendamenti che verranno approvati, serve come declaratoria delle situazioni, quindi va solo a rafforzare quello che l'articolo 28 già prevedeva. Quindi, il lavoro che è stato fatto sia in Commissione sia con i colleghi delle varie Commissioni - quindi non solo la Commissione lavoro, ma anche le Commissioni Pag. 59affari costituzionali e giustizia - pensiamo che ci permetta di arrivare ad una situazione nella quale, come vedremo nel corso dell'esame degli emendamenti e del voto finale, si possa vedere l'intenzione che l'articolo 28 del codice penale venga rafforzato con una declaratoria di maggior dettaglio.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MASSIMILIANO FEDRIGA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Ferranti 1.18, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione (resta solamente la parte consequenziale come comma aggiuntivo, quindi lo rileggo per essere chiaro): «Quando esercita l'azione penale il pubblico ministero, qualora nel corso delle indagini abbia acquisito elementi utili per ritenere irregolarmente percepita una prestazione di natura assistenziale o previdenziale» - quest'ultima espressione è aggiunta nella riformulazione - «informa l'amministrazione competente per i conseguenti accertamenti e provvedimenti».
Ricordo che l'emendamento Damiano 1.19 è stato ritirato.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Ferranti 1.20.
La Commissione invita i presentatori al ritiro dell'emendamento Lo Moro 1.21, altrimenti il parere è contrario.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Damiano 1.22, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: "Al comma 1, primo periodo, sostituire le parole da: «prestazioni» fino alla fine del periodo con le seguenti: «seguenti prestazioni, comunque denominate in base alla legislazione vigente, di cui il condannato sia eventualmente titolare: indennità di disoccupazione, assegno sociale, pensione sociale e pensione per gli invalidi civili.»; conseguentemente al comma 2 sopprimere le parole «di natura assistenziale»".
La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Ferranti 1.23, Poli 1.12, Poli 1.10 e Caparini 1.14, poiché sarebbero preclusi con l'approvazione dell'emendamento Damiano 1.22, come riformulato.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Damiano 1.24.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Poli 1.11.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Poli 1.11 lo ritirano.

MASSIMILIANO FEDRIGA, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Damiano 1.25. La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Damiano 1.26 e Caparini 1.15. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Caparini 1.16, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: al comma 3 dopo le parole «sono comunicati» aggiungere le seguenti parole «entro quindici giorni dalla data di adozione dei medesimi».
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Caparini 1.17, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: eliminare la parola «assistenziali» dopo le parole «dei relativi rapporti», ed eliminare le parole «di natura assistenziale» dopo le parole «delle prestazioni».

PRESIDENTE. Il Governo?

MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'emendamento Ferranti 1.18. Onorevole Ferranti?

DONATELLA FERRANTI. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. A seguito della riformulazione accettata, l'emendamento Ferranti Pag. 60verrà posto in votazione dopo l'emendamento Caparini, a pagina 6 del fascicolo degli emendamenti. Poiché l'emendamento Damiano 1.19 è stato ritirato dal presentatore, passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.20, ricordando che la Commissione e il Governo hanno espresso parere favorevole.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.20, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moles... onorevole Cesare Marini... onorevole Duilio... onorevole Lo Monte... onorevole Rampelli... sempre l'onorevole Rampelli non riesce a votare. Onorevole Rampelli, vota o non vota? Funziona o non funziona? Anche l'onorevole Cazzola non riesce a votare... onorevole Cosenza...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 460
Maggioranza 231
Hanno votato
460).

Prendo atto che la deputata Cosenza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro dell'emendamento Lo Moro 1.21, formulato dal relatore.
Prendo altresì atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento Damiano 1.22.

Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 1.22, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sposetti... onorevole Mariarosaria Rossi... onorevole Conti... onorevole Grassi... onorevole Duilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato
465).

Prendo atto che il deputato Grassi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Damiano 1.22, risultano preclusi gli emendamenti Ferranti 1.23, Poli 1.12, nonché gli identici emendamenti Poli 1.10 e Caparini 1.14.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 1.24
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 1.24, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesario... onorevole Sposetti... ci siamo tutti?
Dichiaro
chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato
462).

Prendo atto che la deputata Samperi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che l'emendamento Poli 1.11 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento Damiano 1.25.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Damiano 1.25 accedono all'invito al ritiro, formulato dal relatore.
Passiamo ai voti. Pag. 61
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 1.26, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Simeoni... ci siamo tutti? Onorevole Sardelli... onorevole Patarino... onorevole Garagnani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato
464).

Prendo atto che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.15, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Di Virgilio... onorevole Cesario...onorevole Galletti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Hanno votato
461).

Passiamo all'emendamento Caparini 1.16.
Prendo atto che l'onorevole Caparini accetta la riformulazione del suo emendamento 1.16.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.16, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Della Vedova... onorevole Galletti... onorevole Castellani... onorevole Occhiuto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Hanno votato
461).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Caparini 1.17.
Prendo atto che l'onorevole Caparini accetta la riformulazione del suo emendamento 1.17 proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 1.17, nel testo riformulato accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesario, onorevole Germanà, onorevole Landolfi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato
465).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.18.
Prendo atto che l'onorevole Ferranti accetta la riformulazione del suo emendamento 1.18 proposta dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 62Ferranti 1.18, nel testo riformulato accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli, onorevole Cosenza, onorevole Nirenstein, onorevole Mattesini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato
465).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli, onorevole Mazzuca, onorevole Castellani, onorevole Di Virgilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato
467).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3541-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C.3541-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MASSIMILIANO FEDRIGA, Relatore. Signor Presidente, mi permetta fare una specificazione con riferimento all'emendamento Damiano 2.2. Personalmente avrei espresso un parere contrario, però vista la volontà, su una materia così delicata ed importante, di arrivare ad un provvedimento condiviso, per dare anche un segnale al Paese che rappresentiamo, mi rimetto all'Assemblea.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Damiano 2.11 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Ferranti 2.12. Infine, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Poli 2.10.

PRESIDENTE. Il Governo?

MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 2.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, vorrei far presente che l'articolo 2, così come formulato, contiene purtroppo un aspetto giuridicamente erroneo. Quando l'articolo fa riferimento ai familiari superstiti dei soggetti di cui al comma 1 che sono stato condannati con sentenza passata in giudicato per concorso nel medesimo reato, ai sensi dell'articolo 110 del codice penale, è evidente che vi è un riferimento preciso perché sotto questo profilo il concorso necessariamente deve essere riferito ai reati di cui all'articolo 1.
Più complicato è collegare il reato di favoreggiamento a quei reati, perché, paradossalmente, se questa norma passasse così come è scritta, avremmo la possibilità che, per un reato di favoreggiamento, che è riferito sempre ad un altro reato - ma probabilmente anche meno grave di quelli di cui al concorso che ho appena anticipato -, potrebbe scattare questa revoca, con due conseguenze: un favoreggiamento per un reato banale, che, da un lato, sarebbe molto meno grave rispetto ad un favoreggiamento rivolto a quei reati di cui Pag. 63abbiamo parlato, che sono molto gravi, ma con una caratteristica in più. Attualmente, infatti, il codice penale, all'articolo 384, prevede delle cause di non punibilità per il reato di favoreggiamento personale che si applicano in tutti i casi in cui chi ha commesso il fatto lo ha fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare se medesimo, o un prossimo congiunto, da un grave e inevitabile nocumento nella libertà e nell'onore. Si tratta di una norma che è stata inserita proprio perché, nei rapporti familiari, il favoreggiamento è considerato, da parte del legislatore, diversamente rispetto agli altri casi.
Penso, quindi, che su questo articolo il Popolo della Libertà possa astenersi, perché, onestamente, ci sarebbero delle anomalie, nel caso venisse approvato; il voto del Popolo della Libertà non potrà che essere in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MASSIMILIANO FEDRIGA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA, Relatore. Signor Presidente, intervengo solo per un chiarimento, considerato che mi sono rimesso all'Aula e, quindi, ogni deputato, di maggioranza e di opposizione, farà la sua scelta.
Ringrazio l'onorevole Contento per l'intervento puntuale, ma vorrei ricordare che è stato un intervento già superato dal parere del relatore, che ha accolto l'emendamento Ferranti 2.12, il quale prevede la soppressione del reato di favoreggiamento dalla dicitura dell'articolo, rimanendo, quindi, soltanto il concorso. Ciò perché approviamo la soppressione delle parole «ovvero per il reato di favoreggiamento di cui all'articolo 378 del codice penale nei confronti dei medesimi soggetti».

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, apprezziamo l'atteggiamento saggio che tiene il relatore, pur non condividendo l'emendamento soppressivo Damiano 2.2. Tuttavia, per favorire l'adozione di un provvedimento che deve vedere il Parlamento unito a lavorare contro le mafie, noi ci asterremo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Moro. Ne ha facoltà.

DORIS LO MORO. Signor Presidente, prendiamo atto dell'atteggiamento del relatore e anche della forza politica che egli rappresenta. Tuttavia, dobbiamo dire che non è una questione strettamente politica, quella che poniamo, ma qualcosa di più serio perché l'articolo così com'è formulato - anche a prescindere dal riferimento al favoreggiamento - finisce per essere anche incostituzionale, e questo non lo dice soltanto il gruppo del PD, ma anche il parere espresso dalla Commissione affari costituzionali.
L'articolo, infatti, così formulato, finirebbe per portare a una duplice disciplina: l'una applicabile al condannato, e l'altra, meno favorevole, applicabile al familiare; questo è veramente inconcepibile.
Per cui, non vi è nessuna distinzione politica, ma la voglia di approvare, ribadiamo, una legge che non sia una legge manifesto, ma una legge efficace ed anche legittima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angela Napoli. Ne ha facoltà.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, anche il gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia si asterrà su questo emendamento, perché condividiamo le tesi del relatore. Tutti noi auspichiamo la massima condivisione su un provvedimento che riteniamo non assolutamente un provvedimento manifesto, ma davvero incisivo nel contrasto alla criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

Pag. 64

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, esprimo rapidamente la condivisione su quanto espresso dal relatore e dai colleghi Reguzzoni e Angela Napoli. Pertanto, anche il gruppo del Popolo della Libertà si asterrà su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per preannunziare il mio voto, che sarà in dissenso da quello del mio gruppo. Infatti, voterò a favore di questo emendamento. Voglio solo che questa mia dichiarazione rimanga agli atti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 2.2, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ascierto, Nannicini, Rosato, Concia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 210
Astenuti 254
Maggioranza 106
Hanno votato
209
Hanno votato
no 1).

Sono conseguentemente preclusi gli emendamenti successivi Damiano 2.11, Ferranti 2.12 e Poli 2.10.
Non si procederà, altresì, alla votazione dell'articolo 2.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3541-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 3541-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino, Vella, Proietti Cosimi, Calvisi, Girlanda... ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 455
Astenuti 3
Maggioranza 228
Hanno votato
455).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3541-A)

PRESIDENTE. Non essendo stati presentati ordini del giorno, passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, ribadisco quanto detto prima. Questa Commissione e anche il Comitato dei nove hanno cercato, attraverso un dibattito molto forte, di trovare un consenso e, soprattutto, un'unità sul testo. Questo è un aspetto molto importante, perché interviene su temi che riteniamo molto importanti e che riguardano praticamente gli aspetti delle attività criminose.
In questo testo le altre Commissioni ci hanno fatto capire quali potevano essere le violazioni costituzionali. Quindi, il testo è stato adeguato e anche di questo sono molto contento. Si tratta, perciò, di uno strumento ulteriore che diamo alla magistratura contro coloro che si sono costruiti Pag. 65un percorso pensionistico che niente ha a che vedere con le pensioni legittimamente percepite dai cittadini. Dunque, a nostro avviso siamo dinanzi a un provvedimento di rigore, importante e che, soprattutto, in alcuni aspetti fa sentire anche l'impegno a favore delle vittime dei reati.
Tuttavia, su questo punto, dopo aver collaborato al miglioramento del testo, insieme ai colleghi degli altri gruppi che sono membri della Commissione, vorrei far notare un aspetto molto importante. Non vorrei che questa legge dimenticasse i temi che ci sono ancora e che il Governo deve affrontare quali, ad esempio, quello sulle forze dell'ordine, quello sulla criminalità organizzata, quello sulle vittime dei reati, e naturalmente la stima nei confronti della magistratura.
Credo che siano temi essenziali che non vanno assolutamente sottovalutati. Non dimentichiamo che, ad oggi, qui si parla anche di un aspetto economico, specialmente all'articolo 3. La proposta di legge che oggi votiamo dice che le risorse derivanti dai provvedimenti di revoca di cui all'articolo 1 sono versate annualmente dagli enti interessati all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnati ai capitoli di spesa corrispondenti al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso e alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
Vorrei dire che bisognerebbe fare anche molto, come ho detto prima, sul coordinamento e sulla specificità del problema delle forze dell'ordine che è ancora disatteso e fermo proprio in questo Parlamento, compreso il riordino delle carriere. Nondimeno, è opportuno combattere, attraverso leggi ad hoc come questa, la criminalità organizzata che, oggi, è sicuramente più forte per alcuni aspetti delle stesse forze dell'ordine e della stessa magistratura.
Meglio poi non parlare delle vittime dei reati che non possono sicuramente essere lasciate al semplice articolo 3 perché non avrebbero sicuramente modo di avere aspetti diversi da questo interessamento legislativo. Con riferimento a questo punto, non sottovaluterei il problema della magistratura e naturalmente della carenza di personale, potendo fare un lavoro efficiente e superiore naturalmente a quello che sta svolgendo oggi.
Tuttavia, anche se piccola, perché l'oggetto è limitato a poche persone, questa proposta di legge è importante per avviare una procedura di rigore che mi auguro sia naturalmente anche osservata per tutto il resto che ho detto (forze dell'ordine, criminalità organizzata, vittime dei reati e magistratura). Quindi noi voteremo a favore del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angela Napoli. Ne ha facoltà.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il gruppo Futuro e Libertà per l'Italia voterà convintamente a favore di questo provvedimento volto a limitare i benefici assistenziali dei condannati per reati di terrorismo e criminalità organizzata, nonché dei familiari condannati per concorso nel reato per favoreggiamento.
È di qualche mese fa la denunzia che, congiuntamente ai colleghi della Lega Nord componenti della Commissione parlamentare antimafia, abbiamo fatto proprio in merito alla riscossione sociale, o comunque al trattamento pensionistico spettante per l'attività lavorativa svolta come copertura della carriera criminosa di vari boss mafiosi.
Ferme restando le competenze legislative costituzionalmente definite che oggi hanno portato al testo così come rivisitato e condiviso, ci appare davvero irriguardoso, soprattutto per i familiari delle vittime di mafia e di terrorismo, ma anche per i numerosi cittadini onesti, che permanga questo spreco che, peraltro, finisce con l'accrescere la sfiducia nelle istituzioni.
Ci sembra, infine, che l'applicazione della sanzione accessoria della sospensione delle prestazioni assistenziali di cui l'imputato per reati mafiosi o terroristi è titolare possa rappresentare un'ulteriore Pag. 66attività di prevenzione rivolta al mondo della criminalità organizzata e del terrorismo. Esprimo, quindi, convintamente il voto favorevole a questo provvedimento del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nedo Lorenzo Poli. Ne ha facoltà.

NEDO LORENZO POLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel corso dell'iter del provvedimento sono emersi interrogativi in ordine alle finalità della proposta di legge in esame recante disposizioni concernenti la sospensione e la revoca del trattamento pensionistico per i soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà personale o condannati per reati di terrorismo o di criminalità organizzata e sulla sua congruenza con i principi generali dell'ordinamento in materia penale e con il buon uso dello strumento legislativo e della regolazione dei rilevanti fatti sociali che ci circondano.
La proposta in parola, così come inizialmente formulata, si presentava discutibile. Dall'esame in sede consultiva delle Commissioni I (Affari costituzionali) e II (Giustizia) è emerso il tentativo di formulazione di un testo condivisibile e in linea con una seria politica di contrasto della criminalità organizzata che possa costituire un punto di partenza e non una mera azione punitiva nei confronti di determinati soggetti. Il testo, così come approvato in quest'Aula, scaturisce dall'approvazione di emendamenti di cui abbiamo condiviso il contenuto. Abbiamo presentato emendamenti che sono stati assorbiti nella formulazione finale del testo.
Nel provvedimento licenziato dalla Commissione lavoro abbiamo cercato di eliminare gli evidenti elementi di incostituzionalità. Inoltre, sono stati accolti pareri espressi dalle Commissioni di merito che hanno contribuito a recepire e perfezionare alcuni contenuti grazie agli ulteriori approfondimenti sia formali che sostanziali. Nelle Commissioni permanenti interessate sono state svolte tutte le opportune riflessioni riguardanti una proposta normativa indubbiamente complessa e delicata per giungere ad una proposta più conforme ai dettati costituzionali e alle osservazioni delle diverse parti politiche.
Nello specifico, le norme trattate prevedono nei confronti di condannati con sentenza definitiva per reati di terrorismo o di criminalità organizzata: la revoca delle prestazioni di natura assistenziale, con esclusione dei trattamenti previdenziali derivanti dal rapporto di lavoro, quale sanzione accessoria disposta dal giudice; nel caso di assoluzione o di condanna per reato diverso, la ripresa dell'erogazione dei trattamenti sospesi e la corresponsione, in un'unica soluzione, delle prestazioni non godute con i relativi interessi legali; la destinazione delle risorse derivanti dai provvedimenti di revoca al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso e agli interventi a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
Vediamo favorevolmente la capacità mostrata nel corso del dibattito, sia in Commissione che in Aula, di riprendere in considerazione le diverse proposte emendative al fine di poter licenziare un testo comune in grado di portarci ad una lotta efficace alla criminalità organizzata e ad ostacolare quanti in diverse occasioni hanno usato lavori di copertura e fittizi in grado solo di tutelare attività criminose. Apprezziamo le modifiche apportate nel corso dell'esame in sede referente. All'inizio della discussione del provvedimento abbiamo ritenuto che l'impostazione originaria risentisse in misura eccessiva dei limiti tipici di una esasperata strumentalizzazione del tema. Tuttavia, il testo risulta ora modificato e riformulato sostanzialmente e di questo va dato atto a tutti i colleghi della Commissione, grazie al clima di serena collaborazione con il quale si è svolta ogni discussione.
L'Unione di Centro condivide la finalità del provvedimento che è quella di inasprire le pene per i reati in questione sulla base di un testo che risulta ulteriormente Pag. 67migliorato e ampiamente corretto grazie alle condivise proposte emendative dello stesso relatore e ai pareri recepiti dalle Commissioni affari costituzionali, giustizia, bilancio e affari sociali. Per questi motivi, diamo il nostro voto favorevole al provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Munerato. Ne ha facoltà.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, ovviamente sono qui ad esprimere, a nome del gruppo che rappresento, il voto favorevole al provvedimento, ringraziando il relatore, il Governo, la maggioranza e anche l'opposizione per l'ottimo clima di collaborazione.
Come ha ricordato il collega Follegot in sede di discussione sulle linee generali del provvedimento, l'iniziativa legislativa voluta dalla Lega Nord scaturisce da una denuncia da parte dei colleghi componenti della Commissione antimafia. Peraltro, tale denuncia è stata ripresa dai microfoni di una nota trasmissione televisiva, Striscia la notizia, lo scorso maggio, riferendo la notizia della possibilità per i mafiosi di percepire la pensione come uno spreco tutto italiano che ha del paradossale. Venire a conoscenza che i nostri capimafia avanzano richieste di accedere ai benefici della pensione sociale non può che suscitare sconcerto ed indignazione nell'opinione pubblica ed alimentare sfiducia nelle istituzioni.
Stamane abbiamo approvato un provvedimento che revoca la pensione al familiare superstite nel caso in cui questi sia stato condannato con una sentenza passata in giudicato per omicidio del dante causa.
Si tratta di un segnale di grande giustizia. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo. Perseguendo questa logica, ci pare altrettanto giusto privare delle pensioni e degli assegni a carico dello Stato coloro i quali sono stati condannati per delitti efferati di stragi, terrorismo e mafia. La legge «Fedriga», che approviamo oggi, è un ulteriore segnale che dimostra che il Parlamento lavora nell'interesse del Paese e contro le mafie (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Tale norma si inserisce nell'ottima azione del Governo e, in particolare, dei Ministri Maroni e Alfano nella lotta all'illegalità e alla organizzazioni criminali. Credendo, dunque, fermamente nell'intervento normativo e auspicando un rapido iter anche al Senato, ribadisco a nome del mio gruppo, la Lega Nord Padania, il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bobba. Ne ha facoltà.

LUIGI BOBBA. Signor Presidente, sia detto con una qualche chiarezza: tutto ciò che il Parlamento fa per contrastare, debellare e sradicare i fenomeni malavitosi come quelli configurati anche nell'articolo 1 di questa legge - e cioè i reati di mafia e terrorismo in forma organizzata - non può che essere un'azione da condividere e sollecitare in tutti i modi e in tutte le funzioni. Nondimeno, il Parlamento è chiamato a fare buone leggi e non «leggi manifesto» che magari attirano un titolo di giornale, ma poi rimangono del tutto inefficaci.
Allo stesso modo, nessuno può sequestrare la bandiera dell'antimafia. Credo che, se vogliamo fare un servizio a coloro che hanno perso la vita servendo lo Stato per contrastare e combattere i fenomeni malavitosi, non possiamo appropriarci - ciascuno per la propria parte politica - di quella bandiera. Ma se, invece, vogliamo fare un servizio proprio a coloro che hanno rimesso la propria vita combattendo i fenomeni malavitosi dobbiamo fare delle buone leggi.
Dunque, se questa legge sarà efficace per colpire alcuni che utilizzano in forma impropria dei sussidi o delle provvidenze dello Stato, sarà stato comunque un buon atto legislativo. Insomma, nei giorni scorsi abbiamo letto sui giornali che il boss Giovanni Trapani, capomafia della famiglia Pag. 68di Ficarazzi nel palermitano, percepiva una indennità di disoccupazione di 700 euro mensili. Se questa legge, in quanto il soggetto aveva un patrimonio di almeno 3 milioni di euro, consentirà di evitare di dare a questo signore un sussidio da parte dello Stato, sarà stata una legge ben fatta.
Quindi, credo che sarà importante capire quale sarà l'estensione dell'efficacia di questa legge perché il Ministro Sacconi, rispondendo ad una interrogazione qualche settimana fa, non ha saputo né potuto fornire dei dati su quante situazioni eventualmente come quelle descritte ed individuate nella legge sia possibile colpire. Comunque, credo che il lavoro fatto in Commissione - pur con toni a volte un po' aspri e qualche momento concitato - abbia condotto ad ottenere un risultato positivo facendo una legge che possa essere insieme efficace e non a rischio di incostituzionalità come nella prima formulazione.
In particolare, vorrei sottolineare che l'apporto del Partito Democratico è stato innanzitutto finalizzato ad estendere il numero di reati, in modo che si colpissero effettivamente coloro che si associano per delinquere in attività mafiose o in reati contro il terrorismo; in secondo luogo è stato introdotto, proprio in ordine all'efficacia della legge, il comma 3-bis, il quale dispone che, qualora il pubblico ministero individui, anche nel corso delle indagini (quindi non necessariamente a procedura giudiziaria conclusa), degli elementi utili per ritenere che ci sia una prestazione percepita irregolarmente, egli informa immediatamente l'ente erogatore in modo che si provveda rapidamente ad un accertamento della natura impropria di quella prestazione.
In terzo luogo, credo che l'indicazione puntuale delle prestazioni di natura assistenziale che sono state delineate nell'articolo 1 - così come chiedeva la Commissione affari costituzionali - diano maggiore chiarezza, analiticità, e puntualità al provvedimento, e non una vaghezza come in qualche modo era nella prima formulazione.
Infine ritengo che la proposta del Partito Democratico di eliminare l'articolo 2, perché di dubbia costituzionalità da un lato e dall'altro perché creava una situazione addirittura di maggiore penalizzazione del concorrente in un reato, piuttosto che colpire più duramente l'agente principale del reato, sia una cosa che rende, anche qui, più chiara, più semplice e più lineare la stessa impostazione della legge.
Dunque credo sia stato fatto, con il concorso di tutti, un buon lavoro e proprio per questo il Partito Democratico voterà a favore di questo provvedimento nella speranza che possa colpire non un solo caso o due o tre casi, ma tutti coloro che effettivamente oggi percepiscono in modo indebito e improprio una prestazione da parte dello Stato. Credo che sarà un buon servizio fatto a coloro che hanno perso la vita combattendo la mafia e il terrorismo, e allo stesso tempo sarà il modo di dare un segnale chiaro all'opinione pubblica che il Parlamento non rinuncia in alcun modo al suo ruolo e continua a combattere ogni giorno, quotidianamente, con strumenti efficaci ed appropriati, coloro che delinquono attraverso organizzazioni mafiose o terroristiche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cazzola. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, prima di suonare anch'io il violino mi lasci squillare un po' una tromba, per rispondere ad una collega che sostanzialmente ha detto che noi facciamo uno spot votando questa legge. Voglio dire che noi non abbiamo bisogno di votare questa legge per dimostrare il nostro impegno nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, perché lo facciamo quotidianamente, avendo realizzato il più alto numero di arresti di associazione, nelle patrie galere, dei più importanti latitanti del Paese, e per aver sequestrato anche i patrimoni ingenti delle organizzazioni mafiose. Pag. 69
Finito di far squillare la mia piccola tomba, mi lasci entrare in questo clima positivo che accompagna la discussione su questo provvedimento. Molti colleghi hanno già riconosciuto al relatore e alla Commissione di aver lavorato con grande disponibilità all'ascolto. Io che stimo il relatore, e verso il quale ho un rapporto anche di amicizia, voglio anche dire qualcosa di personale e complimentarmi con l'onorevole Fedriga, che ha dimostrato insieme fermezza e responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Il provvedimento è molto cambiato rispetto alla formulazione iniziale perché c'era in tutti noi la consapevolezza che ci incamminavamo lungo un percorso delicato, un percorso che imponeva di prefigurare una giusta sanzione nei confronti di chi ha agito come un nemico della società e che quindi non può avvalersi di quelle misure di carattere sociale che rispondono a principi e criteri di solidarietà tanto che sono finanziate dalla fiscalità generale. Nello stesso tempo però noi eravamo tutti consapevoli che dovevamo tenere conto di un delicato assetto dei diritti costituzionali, sia quelli attinenti alla presunzione di innocenza, sia quelli previsti dall'articolo 38 della Costituzione, che è l'articolo fondamentale del welfare all'italiana.
Pertanto la materia - lo ha ricordato l'onorevole Lo Monte - era fortemente presidiata da una ricca giurisprudenza della Corte costituzionale, che aveva sempre escluso dalla possibilità di revoca quei trattamenti che poggiano su un rapporto di lavoro.
Un contributo importante - lo hanno già detto in tanti - è venuto dalle altre Commissioni, in particolare dalla Commissione affari costituzionali. Grazie anche al contributo dei gruppi di minoranza e all'apertura del relatore, esce un provvedimento che non ha le stimmate dell'ideologia e non è punitivo, ma giusto. Signor Presidente, è questa la forza di uno Stato di diritto, come è questo Paese, l'Italia, che sa trattare con giustizia e con la forza della legge anche coloro che vivono e prosperano nell'illegalità. Per questo, annuncio il voto favorevole del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Cazzola, devo dirle che non ho l'impressione che lei abbia delle mani da violinista. Tutti vedono, però, che ha un torace da trombettiere.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, ho operato una sostituzione di persona: mi sono riferito all'onorevole Lo Monte invece che all'onorevole Lo Moro. Quella che volevo citare era l'onorevole Lo Moro.

PRESIDENTE. Ne prendiamo atto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, nella mia dichiarazione mi rifaccio alle considerazioni rese da parte dell'onorevole Poli. Prendo la parola per pochi secondi per evidenziare lo sforzo da parte del Parlamento nella produzione di norme per contrastare efficacemente la criminalità organizzata.
Voglio ricordare l'approvazione del provvedimento che istituisce l'Agenzia per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, e quindi la lotta all'illecito arricchimento della criminalità organizzata; voglio ricordare, certamente, questo provvedimento importante, ma anche un altro provvedimento, che è quello che concerne il divieto per quanto riguarda i sorvegliati speciali di fare propaganda elettorale.
Proprio oggi pomeriggio, con molti colleghi, abbiamo tenuto una conferenza stampa importante e fondamentale. Ho preso la parola perché siamo ovviamente su una posizione avanzata per quanto riguarda la legislazione antimafia, ma dobbiamo capire se vi sono poi gli strumenti perché le norme abbiano una loro valenza e, soprattutto, una loro incisività. Pag. 70
Anche per quanto riguarda il provvedimento che fa divieto a coloro che sono sorvegliati speciali di fare propaganda elettorale, e quindi rompe il circuito tra mafia e politica, tra mafia e candidati, vorremmo capire se esistono gli strumenti per recidere questi collegamenti e, soprattutto, per sradicare la criminalità organizzata. Certamente il Parlamento si deve porre questo problema, con grande intuizione e grande intelligenza, per evitare che predisponiamo le norme e poi non sappiamo quale sia il loro destino e la loro applicazione.
Detto questo, con buona pace dei colleghi, finisco queste mie considerazioni: questo è un provvedimento importante. Vi è stata la vicenda relativa all'articolo 2, sulla quale avanzo qualche perplessità, anche se vi erano problemi in merito ai profili di costituzionalità, ma certamente aveva anche una sua logica. Detto questo, signor Presidente, mi rifaccio, come ho detto all'inizio, alla dichiarazione di voto dell'onorevole Poli e seguo la posizione del mio gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, prima di esprimere il dovuto ringraziamento nei confronti dei funzionari per il lavoro che è stato svolto anche in questa circostanza, voglio ringraziare la Commissione, e in particolare il relatore Fedriga, per un lavoro importante che è stato portato avanti. Fra l'altro, credo che sia assolutamente significativo, sotto certi aspetti, il fatto che l'onorevole Fedriga sia anche il più giovane tra i deputati uomini del nostro Parlamento, il che si concilia molto con questa giornata importante.
Signor Presidente, voglio fare solo una sottolineatura: oggi il Parlamento ha varato - con un voto ormai annunciato all'unanimità - due importanti provvedimenti che credo recuperino soprattutto quell'importante tasso di fiducia del cittadino nei confronti delle istituzioni.
Abbiamo lavorato con grande serietà, anche articolando tra di noi un dibattito positivo in Commissione e nel Comitato dei nove, con il contributo delle altre Commissioni, per affermare l'importanza e la centralità del tema della legalità nel nostro Paese. Credo che questa sia una conquista importante del Parlamento ed è stato un onore della mia Commissione aver portato avanti e raggiunto questo obiettivo (Applausi).

MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, la mia sarà una comunicazione brevissima per condividere e manifestare la fattiva collaborazione del Governo ai lavori ed all'iter parlamentare di questo provvedimento.
L'approvazione della proposta di legge all'esame dell'Assemblea intende dare un'ulteriore risposta inequivocabile all'impegno contro la criminalità organizzata che si aggiunge e bene si coniuga alle efficaci, concrete ed indubbie azioni contro la criminalità organizzata intraprese da questo Governo in questa legislatura, i cui risultati sono nella considerazione positiva di tutti.
Il testo sottoposto all'approvazione colpisce i trattamenti pensionistici degli appartenenti alla criminalità organizzata; una situazione ormai insopportabile, frequentemente con effetti paradossali e discutibili. Lo Stato e la società civile in questo modo si liberano da un'equivoca tolleranza e rendono ancora più chiaro il grande disvalore costituito dall'essere, anche solo indirettamente, considerati indifferenti nelle attività e negli interessi delle mafie e della criminalità in genere. Pag. 71
È dunque una soluzione altrettanto di rilievo destinare le somme recuperate al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso. Il Governo desidera ringraziare il relatore, i componenti della Commissione di merito e tutti gli onorevoli intervenuti nel corso dei lavori sin qui svolti ed auspica e si compiace per il probabile voto all'unanimità dell'Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord).

GIULIO SANTAGATA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, non vorrei guastare questo meraviglioso clima ma ricordo al sottosegretario che il Governo è stato presente «secondi otto» con il Ministro Sacconi, il quale ci ha detto che si rimetteva ai lavori della Commissione; Ministro che non abbiamo mai visto durante tutti i lavori (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

(Coordinamento formale - A.C. 3541-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3541-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 3541-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tommaso Foti, Concia, Miglioli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Disposizioni concernenti la revoca del trattamento previdenziale o assistenziale per i soggetti condannati per reati di terrorismo o di criminalità organizzata» (3541-A):

Presenti 439
Votanti 433
Astenuti 6
Maggioranza 217
Hanno votato 433
(La Camera approva - Applausi - Vedi votazionia ).

Inserimento all'ordine del giorno dell'Assemblea della discussione di una mozione (ore 19,05)

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, a norma dell'articolo 27, comma 2, del Regolamento e non senza aver consultato gli altri gruppi, le chiedo di mettere in discussione la mozione a prima firma Mecacci n. 1-00472, sottoscritta anche dagli onorevoli Cicchitto, Franceschini, Reguzzoni, Casini, Bocchino, Donadi e Brugger, cioè di tutti i presidenti dei gruppi parlamentari della Camera. La mozione, che penso potrà essere adesso illustrata, impegna sostanzialmente il Governo a prendere iniziative per chiedere che non venga dato corso alla decisione dell'esecuzione di Tareq Aziz.
Signor Presidente, ovviamente sarà lei a regolare i lavori. Penso però che potremmo far svolgere una breve illustrazione da parte del primo firmatario: credo che vi sia la disponibilità dei gruppi a rinunciare alla discussione sulle linee generali, e a passare rapidamente alle dichiarazioni Pag. 72di voto dei gruppi prima del voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Mi pare che su tale proposta vi sia una sostanziale unanimità, testimoniata anche dalle sottoscrizioni apposte alla mozione; la porrò pertanto in votazione, dando la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ad un deputato contro e ad uno a favore.
Nessuno chiede di parlare contro. Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.
Onorevole Mecacci, le ricordo che il tema di cui stiamo discutendo adesso è l'inserimento all'ordine del giorno della mozione, non la mozione. La discussione sulla mozione avrà luogo successivamente. Prego, onorevole Mecacci.

MATTEO MECACCI. Signor Presidente, sono favorevole (Applausi).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che, a norma dell'articolo 27, comma 2, del Regolamento, per deliberare su materie non iscritte all'ordine del giorno è necessaria una votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione di nomi e la maggioranza dei tre quarti dei votanti.
Indico la votazione nominale mediante procedimento elettronico sulla proposta di inserire all'ordine del giorno della seduta odierna l'esame della mozione Mecacci, Cicchitto, Franceschini, Reguzzoni, Casini, Bocchino, Donadi e Brugger n. 1-00472, concernente iniziative per la moratoria della pena di morte in Iraq, in relazione alla condanna dell'ex Vicepresidente iracheno Tareq Aziz.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gava, Compagnon, Mondello, Romele, Mereu, Girlanda, Cavallaro, Lo Monte, Molteni e Palagiano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 407
Maggioranza dei tre quarti dei votanti 303
Hanno votato
407).

Prendo atto che il deputato Mosella ha segnalato che non è riuscito a votare.

Discussione della mozione Mecacci, Cicchitto, Franceschini, Reguzzoni, Casini, Bocchino, Donadi e Brugger n. 1-00472 concernente iniziative per la moratoria della pena di morte in Iraq, in relazione alla condanna dell'ex Vicepresidente iracheno Tareq Aziz (ore 19,08).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, dunque, la discussione della mozione Mecacci, Cicchitto, Franceschini, Reguzzoni, Casini, Bocchino, Donadi e Brugger n. 1-00472, concernente iniziative per la moratoria della pena di morte in Iraq, in relazione alla condanna dell'ex Vicepresidente iracheno Tareq Aziz (Vedi l'allegato A - Mozioni). Il relativo testo è in distribuzione.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempia riservati alla discussione della mozione è in distribuzione e sarà pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali della mozione.
È iscritto a parlare l'onorevole Mecacci, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00472. Ne ha facoltà.

MATTEO MECACCI. Signor Presidente, in esordio vorrei davvero ringraziare tutti i presidenti di gruppo, non in modo formale, per aver consentito l'inserimento di questo tema all'ordine del giorno: si tratta di un tema politico molto importante nello scenario internazionale. Desidero anche ringraziare il presidente della Commissione esteri, Stefani, ed i presidenti di Pag. 73gruppo, perché hanno consentito che domattina in Commissione esteri si svolga un'audizione su questo tema anche di Marco Pannella, che da oltre tre settimane è in sciopero della fame per l'accertamento della verità sulla vicenda irachena, e dalla mezzanotte di ieri è anche in sciopero della sete sulle conseguenze della condanna a morte di Tareq Aziz.
Questa condanna a morte è una questione non solo umanitaria, ma pienamente politica. Lo dimostrano le dichiarazioni di queste ore, a partire da quelle del nostro Presidente della Repubblica, del Ministro degli affari esteri, dell'Unione europea e, da ultimo, anche del Ministro degli esteri della Federazione Russa.
Quello che sta avvenendo in Iraq nel corso di questi mesi e di questi anni testimonia le difficoltà che ci sono in quel Paese nell'affermare lo Stato di diritto. Quello che deve preoccuparci, colleghi, è che questa ennesima condanna a morte di un oppositore politico rappresenta un terribile passo indietro per tutta la comunità internazionale. Dopo il processo di Norimberga, la comunità internazionale ha impiegato moltissimi anni prima di riuscire ad affermare due principi fondamentali: che esiste una giurisdizione internazionale che fa processare coloro che sono responsabili di genocidio, di crimini contro l'umanità e di crimini di guerra, e il principio, affermato dalla risoluzione delle Nazioni Unite contro la pena di morte, che lo Stato non deve poter disporre della vita dei suoi cittadini.
E allora, colleghi, è singolare che questo tipo di condanna a morte e di vendetta di Stato venga da un Governo, quello iracheno, che consideriamo alleato, istituito anche come conseguenza di un'iniziativa internazionale di alcuni Governi che hanno deposto il regime di Saddam Hussein, pure in nome dell'affermazione della democrazia e dei diritti umani.
Però, occorre dire anche altro, perché tappare oggi la bocca a Tareq Aziz non significa solo uccidere un uomo, una persona, ma anche la possibilità di sapere molto di più su quello che è stato il regime iracheno, su quelli che sono stati i crimini commessi e su quelle che sono state le ragioni che, ad un certo punto, hanno proibito l'affermazione della possibilità di impedire la guerra e di avere una soluzione politica alternativa, quella dell'esilio di Saddam Hussein, che era sul tappeto delle Cancellerie occidentali e dei Governi arabi. Uccidere oggi Tareq Aziz significa anche uccidere la possibilità che si possa sapere di più di quello che ha fatto quel Governo e anche - lasciatemelo dire - sulle complicità occidentali che aveva il regime di Saddam Hussein.
Chi parla è un esponente di un partito che non può essere sospettato di avere particolare simpatie né per il regime di Saddam Hussein né per Tareq Aziz in particolare. Come sanno i colleghi, abbiamo contestato da sempre quel tipo di regime, ma ancora di più, oggi, vogliamo che sia consentito a lui di vivere per poter, se vorrà, anche con un intervento giurisdizionale molto diverso da quello attuale da parte della comunità internazionale, sapere molto di più su quello che ha fatto il regime di Saddam Hussein e anche, appunto, sul processo che ha portato allo scoppio di quella guerra.
Quello che è in ballo oggi è la vita di una persona, però lo scoppio di un conflitto, come quello che è iniziato nel 2003, ha provocato la morte di centinaia di migliaia di persone e, forse, poter accertare se queste vite umane potevano essere salvate attraverso ipotesi alternative è qualcosa che ha un valore.
L'Italia è stata protagonista, nel corso degli ultimi vent'anni, di un processo internazionale che ha portato all'affermazione, con la Corte penale internazionale, istituita nella nostra città, con lo Statuto di Roma, del principio della fine dell'impunità. Si facciano i processi, quindi, si accerti la verità, si accertino le responsabilità, se vi sono, di Tareq Aziz, il quale, evidentemente, non era un personaggio di poco rilievo all'interno del regime iracheno. Al tempo stesso, però, il nostro Paese, segua l'impegno unanime di cui, da molti anni, il Parlamento italiano si è fatto promotore, all'interno delle Nazioni Unite, ossia di affermare il principio fondamentale Pag. 74per il diritto internazionale della non esistenza di un diritto dello Stato di disporre della vita dei cittadini.
Quindi io mi auguro - e so che il sottosegretario Scotti è sensibile a questo tema - che in queste ore vi sia un'iniziativa del Governo italiano sia in sede bilaterale sia in sede internazionale per fermare questo principio della vendetta di Stato e per tornare a un principio di giustizia che sia in linea con i dettami della comunità internazionale, per evitare appunto che, tappando la bocca e impiccando un oppositore politico, si neghi la verità a centinaia di vittime di un conflitto che molti di noi in quest'Aula non volevano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 19,15)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Cazzola. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente e signor rappresentante del Governo, ruberò solo pochi secondi per ricordare a quest'Aula, sempre sensibile a fare la richiesta di moratoria della pena di morte, che dall'inizio dell'anno in questo Paese vi sono stati più di 50 suicidi di carcerati nei nostri stabilimenti penali. Credo che anche questa in qualche modo sia una pena di morte indiretta, su cui dovremmo riflettere e farci qualche esame di coscienza (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, il primo punto del mio intervento è brevissimo: mi associo all'orrore per la pena di morte e quindi a questa richiesta, prima di tutto perché una pena di morte in più non sia comminata nel mondo e un crimine in più non sia commesso, specialmente in un Paese che - scrive Wikileaks - ha avuto centinaia di migliaia di morti nel corso di questa terribile guerra. Ma la seconda ragione è: la persona di cui stiamo parlando, l'ex Ministro degli esteri dell'Iraq, il numero due di Saddam Hussein, è l'ultimo testimone di una guerra che avrebbe potuto essere evitata, di qualcosa che dovremmo essere in grado di discutere, di una realtà di cui l'Italia dovrebbe essere informata, anche perché a suo tempo decine e decine di deputati e di senatori avevano dato il sostegno all'iniziativa di Marco Pannella nel tentativo di rimuovere Saddam Hussein senza la guerra, invece di avere la guerra e l'impiccagione, compiuta come un delitto, come una specie di barbara esecuzione della malavita verso Saddam Hussein.
C'era la possibilità di un mondo migliore e curiosamente questa possibilità è nata con due facce proprio in Italia: in Italia si è formata quella italian letter che ha costituito la base del discorso di George W. Bush, con cui ha anticipato di molte ore l'entrata in guerra. In Italia, si è formata nella redazione di un giornale milanese. C'è un film in questo momento, Fair game, nel quale si parla dell'italian letter come la lettera italiana, falsa, che ha dato origine al discorso sulle armi di distruzione di massa. Contestualmente noi abbiamo l'ultima persona che può dirci l'ultima verità su quello che è successo prima di una guerra spaventosa, che ha cambiato l'America e ha cambiato l'Europa.
Quindi mi unisco a ciò che è stato detto contro la pena di morte, ma anche perché questa voce non sia messa a tacere con una sentenza improvvisa, inaspettata e probabilmente mirata a portare per sempre il silenzio.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Enzo Scotti, che esprimerà altresì il parere sulla mozione.

Pag. 75

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Mecacci e tutti i presidenti di gruppo della Camera per aver voluto presentare questa mozione relativa alla condanna a morte dell'ex Vicepremier e Ministro degli esteri iracheno Tareq Aziz. È una mozione che ha ottenuto un appoggio trasversale e su cui il Governo intende dare un parere pienamente favorevole, perché è mosso dallo stesso spirito e dalla stessa determinazione che animano il Parlamento e la società civile italiana nel condurre battaglie di civiltà.
Anche di fronte a questa immediata mobilitazione del nostro Parlamento sul caso dell'ex Ministro degli esteri iracheno, permettetemi di rinnovare all'amico Marco Pannella l'appello a mettere fine allo sciopero della fame e della sete, nuova testimonianza, se mai ce ne fosse bisogno, della sua indomita capacità di combattere con coraggio e tenacia le battaglie in cui crede, ma che rischia di arrecare danno alla sua salute.
L'annuncio della sentenza di condanna a morte di Tareq Aziz è stato dato dall'Alto tribunale iracheno ieri mattina, nell'ambito del processo per le persecuzioni e le violenze ai danni dei membri di partiti religiosi perpetrati durante gli anni del regime di Saddam Hussein. Con lui sono stati condannati anche l'ex capo dei servizi, Saadun Shaker, ed il segretario personale di Saddam, Abed Hammud.
La sentenza può essere appellata entro un mese. Trattandosi di condanna alla pena di morte, l'intervento di un'istanza superiore avrà comunque luogo automaticamente. La Corte di primo grado che ha pronunciato è formata da cinque giudici, mentre quella di appello da nove e dovrà deliberare, a maggioranza, prevedibilmente in un arco di tempo di 3-4 mesi. Un'eventuale esecuzione, che noi tutti ci adopereremo per evitare, potrebbe, quindi, intervenire non prima di 4-5 mesi.
Secondo la legislazione che disciplina l'Alto tribunale (corte speciale istituita nel 2005 per i crimini di genocidio e contro l'umanità commessi in Iraq negli anni del regime baathista), non è ammessa la grazia da parte del Presidente della Repubblica, né occorre, come invece nelle condanne a morte per delitti comuni disciplinati dal codice penale ordinario, la sua firma sull'atto di esecuzione.
La questione verrà, quindi, esclusivamente trattava, almeno sotto il profilo legale, in ambito giudiziario, senza il coinvolgimento dell'Esecutivo o di altra figura politica.
Tutto si baserà conseguentemente sulla decisione del tribunale di appello, la cui ampia composizione potrà peraltro risentire di diversi orientamenti e sensibilità.
Una legge del nuovo Parlamento, peraltro inattivo in ragione dello stallo politico in cui si trova il Paese, che doti il Presidente della Repubblica di un potere di grazia anche per i crimini in oggetto, appare al momento più che improbabile.
Sempre sul fronte politico, non va dimenticato che la condanna interviene in un momento delicato della trattativa per la formazione del nuovo Governo, e rischia di non facilitare la riconciliazione nazionale e il consenso tra le forze politiche impegnate in un difficile negoziato che si protrae da marzo scorso.
Il Presidente della Repubblica Napolitano e il Ministro Frattini, in visita ufficiale a Pechino, non hanno esitato ad associarsi alla presa di posizione da parte dell'Alto rappresentante dell'Unione europea, la Ashton, la quale a nome dell'Unione europea ha fermamente condannato la sentenza capitale ai danni di Tareq Aziz. La Ashton ha, infatti, annunciato l'intenzione di chiedere alle autorità di Baghdad di bloccare l'esecuzione, dal momento che la pena di morte non è accettabile per l'Europa. Come detto, si tratta di una posizione condivisa, a nome del Governo, dal Ministro Frattini, alle cui dichiarazioni hanno fatto eco, tra gli altri, i miei colleghi Craxi e Mantica, che hanno sottolineato che la decisione del tribunale iracheno non va certo in favore della costruzione di un nuovo Iraq democratico ed è assolutamente inutile. Un coro di «no» all'esecuzione, peraltro giunto anche dal Parlamento europeo (Commenti).

Pag. 76

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, chiedo scusa. Il sottosegretario sta concludendo.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il nostro ambasciatore a Baghdad (Commenti)...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, avete chiesto di essere informati su cosa faceva il Governo...

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il nostro ambasciatore a Baghdad è immediatamente intervenuto presso le autorità irachene ed ha incontrato, subito dopo l'annuncio della condanna di Tareq Aziz, la Ministra dei diritti umani e il vice Ministro della giustizia. Successivamente ha avuto un colloquio con il Primo Ministro Maliki, sottolineandogli la grande attenzione con cui la questione è seguita in Italia e nel resto d'Europa, nell'opinione pubblica e parlamentare e anche ai più alti livelli istituzionali. L'ambasciatore ha ribadito la nostra posizione in materia di pena di morte e, nell'esprimere rispetto per l'ordinamento giudiziario iracheno e per la regole costituzionali e legislative che lo disciplinano, ha fatto stato dell'auspicio unanime diffuso in Italia espresso dal Presidente della Repubblica e dal Ministro Frattini, che l'esecuzione non abbia luogo e che la sentenza pronunciata in primo grado sia rivista, considerata anche l'età avanzata del condannato. Maliki ha ribadito la totale indipendenza della magistratura e ha affermato che non avrebbe certo obiettato ad una revisione della sentenza in appello. Il nostro rappresentante a Baghdad ha in programma di svolgere ulteriori sensibilizzazioni con altri esponenti iracheni, in particolare con il presidente della Repubblica Talabani.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna di considerazioni integrative del mio intervento.

PRESIDENTE. Sottosegretario Scotti, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, riconoscendoci pienamente nella posizione espressa dal sottosegretario Scotti, a nome del gruppo Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani, preannuncio il voto favorevole sulla mozione in esame condivisa trasversalmente da tutti i gruppi, che, a nome della nostra componente, chiedo di sottoscrivere. Preannuncio, quindi, il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo solo per preannunciare il voto favorevole dell'Italia dei Valori sulla mozione in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho conosciuto Tareq Aziz tra la fine degli anni Novanta e l'inizio degli anni Duemila, nel corso di più missioni svolte nel tentativo di evitare lo scoppio della guerra che, già allora, si annunciava come inevitabile. Ho ascoltato molte parole che non tengono conto di quella che era, ed è, la realtà del popolo iracheno. Siamo diventati anche amici, come potevano diventarlo due persone con due vite così diverse.
Tareq Aziz era un giovane della minoranza copta in Iraq, una minoranza oppressa, calpestata, cittadini di seconda categoria, che hanno creduto nella grande Pag. 77utopia del partito Baath, che era una speranza di riscatto, una speranza di uguaglianza dei diritti, una speranza di modernizzazione, la speranza di un futuro migliore per il loro Paese.
Egli ha aderito a questo partito e ne ha seguito tutte le vicende che hanno portato, invece, alla realizzazione di una terribile dittatura, all'interno di un contesto culturale in cui gli avversari non erano dei democratici pronti, in caso di loro vittoria, a garantire agli sconfitti il diritto all'opposizione. Gli avversari - non sempre, ma per lo più - erano gruppi che avrebbero tagliato la gola ai perdenti, esattamente come fece prima il Baath, e poi, quella parte di esso che faceva capo a Saddam Hussein.
Io trovai, allora, in Tareq un interlocutore attento e interessato alla pace. Gli spiegai che la prossima Presidenza americana avrebbe sicuramente fatto la guerra e che, prima, era necessario raggiungere un accordo, ammettere gli ispettori, per porre fine alle tremende sofferenze del popolo iracheno che, allora, era sottoposto ad un terribile boicottaggio internazionale.
Tareq fece dei passi in questa direzione e prese un impegno. Era un periodo in cui egli era, di fatto, il numero uno del Regime, perché Saddam aveva una depressione nervosa e si era ritirato per scrivere un romanzo.
Successivamente, quando Tareq si arrischiò a rilasciare delle interviste, anche alla stampa in Italia, in cui dichiarava la sua posizione favorevole alla soluzione del conflitto, Saddam Hussein uscì dalla depressione, terminò il romanzo che stava scrivendo, riprese in mano le redini del potere, gli americani lanciarono alcune bombe che non erano necessarie sull'Iraq e la mediazione europea si interruppe subito prima di un progettato viaggio di Nicole Fontaine.
Voglio dire che non si possono giudicare uomini che sono vissuti in quel contesto con le categorie a cui siamo abituati noi, che viviamo all'interno di uno Stato di diritto. Certo, Tareq è colpevole della solidarietà data a Saddam Hussein e avrebbe fatto qualunque cosa Saddam gli avesse ordinato, qualunque cosa. Tuttavia, egli è anche l'uomo che ha parlato con Saddam Hussein dicendogli la verità, quando, invece, tanti europei sono andati a Baghdad a dire menzogne, a dire a Saddam: stai tranquillo, l'Europa non permetterà agli americani di farti la guerra. E sono tornati con contratti di petrolio per il valore di milioni, milioni e milioni di dollari.
Ricordo una telefonata drammatica che mi ha fatto Tareq poco prima dell'inizio delle ostilità, chiedendomi di andare a Baghdad per parlare con Saddam Hussein. Allora, ero Ministro per gli affari comunitari: chiesi il permesso del Capo del Governo, che, però, non ritenne di darmelo.
Ciò che poteva umanamente fare nel suo posto, con la sua cultura, nella sua situazione umana per la pace, allora, Tareq lo ha fatto. Credo che solo per questo, meriterebbe misericordia (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo solo per ringraziare coloro che hanno promosso questa iniziativa, per ringraziare il sottosegretario Scotti per l'informativa esauriente che ci ha dato e per confermare la mia condivisione dell'apprezzamento che il sottosegretario ha fatto per l'iniziativa non violenta di Marco Pannella. Il gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia voterà a favore di questa mozione (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maran. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MARAN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Tareq Aziz è stato un altissimo gerarca del regime sanguinario di Saddam Hussein, pronto a servirlo per gli scopi più brutali, sfruttando le sue qualità diplomatiche, è stato Pag. 78una figura di spicco del regime che non si allontanò da Saddam neppure quando il tiranno decise di gassare i suoi disgraziati sudditi.
Aziz è politicamente, moralmente e penalmente colpevole ma la nostra contrarietà, le nostre proteste, le proteste e le reazioni di sgomento in tutto il mondo, hanno a che vedere con l'entità della pena, hanno a che vedere con la qualità della pena, perché la pena di morte è un retaggio del passato di cui con fatica, ostinazione e passione in Europa ci siamo finalmente liberati. Togliere la vita anche al peggiore dei criminali ripugna alla nostra coscienza ed è un atto indegno del progresso umano che offende innanzitutto la dignità.
Per questo, raccomandando l'approvazione del testo in esame, vogliamo sollecitare e impegnare il Governo ad intervenire nei confronti delle autorità irachene perché sia evitata l'esecuzione di Tareq Aziz e dei suoi coimputati. La sua esecuzione appare soltanto un atto ottuso, vendicativo, moralmente riprovevole, che rischia di attirare su chi lo compie l'ostilità di tutto il mondo. Strappare Aziz e gli altri condannati all'esecuzione è un impegno, non a ripristinare il passato, ma a provare a costruire, anche in quella parte tormentata del mondo, un futuro migliore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Renato Farina. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante RENATO FARINA. Signor Presidente, la pena di morte è sempre orrenda, lo è specialmente quando viene decisa dal tribunale dei vincitori. Assomiglia ad un repulisti vendicativo di gente che ha preso il peggio dai predecessori. Il giudice che ha pronunciato la sentenza aveva sulla fronte il segno caratteristico dei fondamentalisti e chi conosce queste cose sa cosa vuol dire: il tono della sua voce era quello della vendetta. Civiltà occidentale è anche occuparsi degli affari umani degli altri, per questo credo che sia stato giusto essersi occupati in passato dell'Iraq.
Tuttavia non abbiamo messo alle finestre - per chi lo ha fatto - le bandiere dell'Italia durante la guerra in Iraq per reggere il moccolo della vendetta; i nostri soldati non sono di certo caduti a Nassiriya per rendere comodo il transito della crudeltà da un regime ad un altro regime. Un'osservazione amara: Al Maliki è stato eletto democraticamente ma in una cosa di certo sta concorrendo con il tiranno Saddam Hussein, nella emarginazione delle minoranze, nell'affermare una sorte di totalitarismo sciita foriero a sua volta di nuove guerre civili.
Oggi attraverso la condanna di Tareq Aziz, egli manda ai cristiani dell'Iraq un segnale nefasto insistendo nel far liquidare il loro esponente più in vista, di fatto, comunque lo si giudichi, e io lo giudico male, nella storia dell'Iraq. Tareq Aziz è un cattolico, un cattolico caldeo e non un copto, come dice Rocco Buttiglione che ha conosciuto i parrocchiani della sua parrocchia a Bagdad; c'erano cinquanta parrocchie a Bagdad oggi non ce n'è più neanche una. Certo, egli è stato il braccio destro di un dittatore criminale ed è stato silente sullo sterminio dei curdi. Sia chiaro che però egli non è stato, a quanto mi risulta, il numero due se non in fasi brevi, e comunque ancora adesso non gli è stato attribuito chiaramente nessun delitto di sangue, lo si coinvolge genericamente, quasi per proprietà transitiva per l'appartenenza allo stesso clan di potere. La condanna penale deve essere invece sempre individuale e provata.
Si vuole mostrare ai cristiani... (Commenti). Se qualcuno vuole intervenire può farlo, non è possibile avere questa seccatura.
RENATO FARINA. Signor Presidente, la pena di morte è sempre orrenda, lo è specialmente quando viene decisa dal tribunale dei vincitori. Assomiglia ad un repulisti vendicativo di gente che ha preso il peggio dai predecessori. Il giudice che ha pronunciato la sentenza aveva sulla fronte il segno caratteristico dei fondamentalisti e chi conosce queste cose sa cosa vuol dire: il tono della sua voce era quello della vendetta. Civiltà occidentale è anche occuparsi degli affari umani degli altri, per questo credo che sia stato giusto essersi occupati in passato dell'Iraq.
Tuttavia non abbiamo messo alle finestre - per chi lo ha fatto - le bandiere dell'Italia durante la guerra in Iraq per reggere il moccolo della vendetta; i nostri soldati non sono di certo caduti a Nassiriya per rendere comodo il transito della crudeltà da un regime ad un altro regime. Un'osservazione amara: Al Maliki è stato eletto democraticamente ma in una cosa di certo sta concorrendo con il tiranno Saddam Hussein, nella emarginazione delle minoranze, nell'affermare una sorte di totalitarismo sciita foriero a sua volta di nuove guerre civili.
Oggi attraverso la condanna di Tareq Aziz, egli manda ai cristiani dell'Iraq un segnale nefasto insistendo nel far liquidare il loro esponente più in vista, di fatto, comunque lo si giudichi, e io lo giudico male, nella storia dell'Iraq. Tareq Aziz è un cattolico, un cattolico caldeo e non un copto, come dice Rocco Buttiglione. Ho conosciuto i parrocchiani della sua parrocchia a Bagdad... c'erano cinquanta parrocchie a Bagdad oggi non ce n'è più neanche una. Certo, egli è stato il braccio destro di un dittatore criminale ed è stato silente sullo sterminio dei curdi. Sia chiaro che però egli non è stato, a quanto mi risulta, il numero due se non in fasi brevi, e comunque ancora adesso non gli è stato attribuito chiaramente nessun delitto di sangue, lo si coinvolge genericamente, quasi per proprietà transitiva per l'appartenenza allo stesso clan di potere. La condanna penale deve essere invece sempre individuale e provata.
Si vuole mostrare ai cristiani... (Commenti). Se qualcuno vuole intervenire può farlo, non è possibile avere questa seccatura.

PRESIDENTE. Onorevole Renato Farina, continui.

RENATO FARINA. Si vuole mostrare, attraverso la sentenza contro Tareq Aziz - e questo è palese nelle intenzioni di questi giorni, leggendo i resoconti dall'Iraq - che anche i cristiani hanno le loro colpe e le devono scontare nel nuovo regime. I cristiani in Iraq, da un milione che erano, nel Pag. 792003, sono ormai meno di mezzo milione, e sono concentrati nel nord del Paese, in una specie di ghetto, vessati ed oggetto di rapimenti e assassinii mirati.
Già in passato, il Ministro Frattini e il nostro Governo si sono battuti per i diritti umani in Iraq; sono certo che si procederà su questa strada per Tareq Aziz e per chiunque, in Iraq, colpevole o innocente, sia vessato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mecacci, Cicchitto, Franceschini, Reguzzoni, Casini, Bocchino, Donadi e Brugger n. 1-00472, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Rampi, Castiello, Lo Monte, Buttiglione, Nannicini, Nicola Molteni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 375
Votanti 371
Astenuti 4
Maggioranza 186
Hanno votato
371).

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di novembre 2010 e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di novembre 2010:
La settimana 2-5 novembre sarà dedicata all'esame in sede referente da parte della V Commissione (Bilancio) dei disegni di legge n. 3778 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011) e n. 3779 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.

Lunedì 8 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e martedì 9 novembre (antimeridiana):
Discussione congiunta sulle linee generali dei disegni di legge n. 3778 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011) e n. 3779 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.

Martedì 9 novembre (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 10, giovedì 11 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 12 novembre), lunedì 15, martedì 16, mercoledì 17 e giovedì 18 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 19 novembre) (con votazioni):

Seguito dell'esame dei disegni di legge:
n. 3779 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013;
n. 3778 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011) e del disegno di legge n. 3779 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (con la relativa nota di variazioni).

Una volta conclusa la sessione di bilancio:
Esame del Doc. III, n. 2 - Relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata del deputato Giuseppe Drago.

Pag. 80

Esame delle mozioni (la relativa discussione sulle linee generali avrà luogo nella giornata di lunedì 15 novembre, salvo svolgimento di votazioni):
Donadi ed altri n. 1-00440 concernente iniziative volte alla revisione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione Italia-Libia;
Vernetti ed altri n. 1-00452 e Villecco Calipari ed altri n. 1-00464 concernenti iniziative volte alla liberazione di Liu Xiaobo, premio Nobel per la pace 2010;
Cristaldi ed altri n. 1-00447 recante iniziative a favore del settore della pesca, con particolare riferimento alla cooperazione tra i paesi del Mediterraneo.

Al termine delle votazioni della settimana:
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3687 ed abbinate - Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario (Approvato dal Senato).

Lunedì 22 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2424 ed abbinata - Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito.

Discussione sulle linee generali delle mozioni:
Bocchino ed altri n. 1-00436 e Giulietti ed altri 1-00441 concernenti iniziative per la tutela della qualità e del pluralismo dell'informazione nel servizio pubblico radiotelevisivo, con particolare riferimento al contratto di servizio;
Bersani ed altri n. 1-00471 concernente iniziative in materia di riforma del sistema fiscale.

Martedì 23, mercoledì 24 e giovedì 25 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 26 novembre) (con votazioni):

Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 3687 ed abbinate - Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario (Approvato dal Senato);
proposta di legge n. 2424 ed abbinata - Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito;
proposta di legge costituzionale n. 1990 ed abbinate - Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120, 132 e 133 della Costituzione, in materia di soppressione delle province.

Seguito dell'esame delle mozioni:
Bocchino ed altri n. 1-00436 e Giulietti ed altri 1-00441 concernenti iniziative per la tutela della qualità e del pluralismo dell'informazione nel servizio pubblico radiotelevisivo, con particolare riferimento al contratto di servizio;
Bersani ed altri n. 1-00471 concernente iniziative in materia di riforma del sistema fiscale.

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti per la settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 29 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge n. 3703 ed abbinate - Istituzione del registro nazionale e dei registri regionali degli impianti protesici Pag. 81mammari, obblighi informativi alle pazienti, nonché divieto di intervento di plastica mammaria alle persone minori;
proposta di legge n. 2011 ed abbinate - Disposizioni a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori;
proposta di legge n. 3572 - Disposizioni per il trasferimento a Milano delle sedi della Commissione nazionale per le società e la borsa e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato;
proposta di legge n. 2754 ed abbinate - Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese (ove conclusa dalla Commissione).

Martedì 30 novembre (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 1o e giovedì 2 dicembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 3 dicembre) (con votazioni):

Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 3703 ed abbinate - Istituzione del registro nazionale e dei registri regionali degli impianti protesici mammari, obblighi informativi alle pazienti, nonché divieto di intervento di plastica mammaria alle persone minori;
proposta di legge n. 2011 ed abbinate - Disposizioni a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori;
proposta di legge n. 3572 - Disposizioni per il trasferimento a Milano delle sedi della Commissione nazionale per le società e la borsa e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato;
proposta di legge n. 2754 ed abbinate - Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese (ove conclusa dalla Commissione).

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti per la settimana precedente e non conclusi.

Durante la sessione di bilancio in Aula, non avrà luogo, come da prassi, lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time). Nel restante periodo avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

Lo svolgimento di interrogazioni, di interpellanze e di interpellanze urgenti avrà luogo compatibilmente con l'andamento dell'esame in Aula dei documenti di bilancio.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 19,40).

LUCIA CODURELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, l'associazione Condav oggi ha organizzato, presso la Sala delle colonne, la settima iniziativa a ricordo delle tante persone decedute e rese disabili dai vaccini, iniziativa volta a fare il punto sulla questione visto che nonostante la presentazione di numerosi atti di indirizzo, di sindacato ispettivo e di progetti di legge sul tema, atti presentati anche in modo trasversale, ad oggi la situazione rimane grave perché il Governo non risponde a nessun atto presentato.
La situazione è ancor più grave perché il Ministro ha deciso di sottoporre questi Pag. 82soggetti a una nuova valutazione del nesso eziologico tra vaccinazione e patologia, al fine di escludere chi non è rientrato nei termini della domanda. Si tratta, però, di un metodo alquanto scorretto e ingiusto.
Per questo mi rivolgo a lei, signor Presidente, affinché faccia da tramite con il Governo chiedendo di onorare gli impegni quale la rivalutazione, secondo i tassi di inflazione, dell'indennità integrativa. In secondo luogo, si chiede che l'indennizzo venga esteso anche ai soggetti non compresi nella legge ordinaria, cioè quella già approvata. Queste sono le richieste che l'assemblea, che si è riunita oggi, ha rivolto a tutti noi e su cui dovremmo essere tutti impegnati a rispondere. Pertanto, signor Presidente, le chiedo che inviti il Governo a impegnarsi in questo senso.

FRANCO CECCUZZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCO CECCUZZI. Signor Presidente, intervengo per chiederle di richiamare l'attenzione del Governo sulla crisi dell'università di Siena, perché lunedì scorso, 25 ottobre, si è tenuta a Siena una manifestazione, promossa da tutte le organizzazioni sindacali dell'ateneo, per chiedere risposte e individuare le responsabilità di un così grave dissesto e per tornare a sensibilizzare le istituzioni locali e la regione - ma soprattutto il Governo - sulla gravissima crisi finanziaria che sta vivendo l'università di Siena.
Nel corso della manifestazione una delegazione sindacale ha incontrato il sindaco e il presidente della provincia. Tra le diverse iniziative che sono state concordate è stato deciso di chiedere, ancora una volta, un incontro al Governo, innanzitutto perché si tratta dell'istituzione che ha la responsabilità primaria sull'università. Da oltre due anni gli enti locali, con il sostegno di ben 5 atti di sindacato ispettivo presentati dal sottoscritto e dai parlamentari toscani, chiedono la convocazione di un tavolo di crisi senza risposta e un pronunciamento, anch'esso finora senza risposta, chiaro sulla validità e sull'efficacia del piano di risanamento che è stato varato dagli organi dell'ateneo.
Dopo due anni, dopo lunghi 24 mesi, sarebbe stata depositata, nei giorni scorsi, una relazione che contiene i risultati dell'ispezione svolta dal Ministero dell'economia e delle finanze. Da questo rapporto, del quale ha discusso il consiglio di amministrazione dell'università di lunedì scorso, si evincerebbe che le misure contenute nel piano di risanamento, elaborato dagli organi di governo dell'ateneo, non sarebbero adeguate. Una relazione che parrebbe, peraltro, basata su dati incompleti e o non aggiornati e, dunque, potenzialmente in grado di generare ulteriore allarme. Ciò che appare inspiegabile ed inaccettabile è il perché si siano persi due anni prima di esprimere un giudizio sul suddetto piano e perché non si sia intervenuti eventualmente per correggerlo, causando così un aggravamento della situazione nel mentre si lasciava intendere che il piano aveva il sostegno del Governo.
A queste due gravi inadempienze e incoerenze si aggiunge una terza questione che per brevità, tuttavia, le devo segnalare, signor Presidente, affinché possa anche in questo caso sollecitare il Governo. Il prossimo 1o novembre in questa situazione si esaurirà il mandato del rettore in carica mentre non è ancora stato firmato il decreto di nomina del rettore risultato eletto lo scorso 21 luglio. Da quanto si apprende dai giornali di oggi, la procura della Repubblica di Siena avrebbe emesso alcuni avvisi di garanzia in ordine a presunte irregolarità riscontrate nelle operazioni di voto per l'elezione del rettore. Seguiremo con grande attenzione, con rispetto e con fiducia l'operato della magistratura, ma prevediamo che non si concluderà entro il 1o novembre. A questo punto il Ministro non può più tacere.
Ha il dovere di pronunciarsi sulle intenzioni che riguardano o l'eventuale nomina del rettore, o l'assunzione di un diverso atto, decisioni urgenti che in ogni Pag. 83caso assicurino una guida all'università che vive la fase più difficile della sua secolare e prestigiosa storia.
Il Governo deve inoltre convocare al più presto il tavolo di crisi e in quella sede rendere nota finalmente la sua posizione sul piano di risanamento sul quale a più riprese sono stati espressi, come ho già detto, giudizi del tutto contraddittori.
I lavoratori, gli studenti e i cittadini che hanno manifestato lunedì scorso chiedono trasparenza e risposte urgenti, perché la situazione è gravissima, sia in ordine alla regolare corresponsione degli stipendi, che al futuro di una grande istituzione formativa che deve affrontare un durissimo percorso di risanamento, rispetto al quale il Governo non può più nascondersi o, peggio, come ha fatto finora, speculare cinicamente per fare politica a livello locale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Naturalmente lei potrà presentare sull'argomento atti di sindacato ispettivo.

FILIPPO ASCIERTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, intervengo perché devo esprimere un certo disagio. Oggi è stato indagato o, meglio, oggi abbiamo appreso che è stato indagato per concorso esterno in associazione mafiosa il generale Mori. Io l'ho conosciuto nell'attività professionale e so che uomo è stato e che uomo è: un uomo che ha dedicato professionalità e dedizione alle istituzioni, ottenendo dei risultati eccezionali.
Vede, oggi la lotta si fa con i fatti, arrestando le persone con l'attività quotidiana, oppure con una burocrazia che, talvolta, nelle mani della nostra magistratura, è burocrazia fredda, che arriva dopo che i tempi sono scaduti, quindi con estremo ritardo. Sono preoccupato di un Paese come il nostro, come l'Italia, dove Ganzer diventa uno spacciatore, Mori un mafioso, De Gennaro un violento, Pollari un sequestratore e, dall'altra parte, assistiamo invece a pentiti coccolati dai magistrati e a qualche terrorista che va in televisione e racconta la sua storia.
Sono preoccupato da tutto ciò e vedo davvero un mondo che si capovolge. Voglio dare qui questa testimonianza per offrire anche una speranza e una vicinanza a coloro che oggi combattono la criminalità organizzata e non, e che sono gli uomini in divisa di questo Stato, perché non voglio che si crei questa cortina fumogena e che poi attraverso di essa si arrivi a dire: «io ci metto tanto impegno, non vorrei che poi arrivano i magistrati, io arresto i criminali e poi i magistrati invece dei criminali arrestano me».
Io ho fiducia nella magistratura e oggi Mori ha detto di essere sereno. Questa sua serenità spero che venga trasmessa anche agli uomini che stanno operando, ma comunque ritengo preoccupante la situazione del nostro Paese dove, talvolta, si capovolgono le istituzioni e si capovolgono le cose (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, volevo sollecitare presso l'Ufficio di Presidenza e, in particolare presso il Collegio dei questori, il dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/47 che ho presentato al bilancio interno della Camera e che è stato approvato nel corso della seduta che ha affrontato il bilancio della Camera.
Quindi, Presidente, le chiedo di farsi tramite, presso l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei questori, di questa richiesta che ritengo, per il momento che affrontiamo e per una corretta informazione sull'attività che svolgiamo, molto importante ai fini del ristabilimento di una verità di fondo.

PRESIDENTE. Della questione naturalmente saranno investiti i deputati questori.

Pag. 84

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, volevo segnalare questo fatto: in questi giorni sono rientrate in Italia le spoglie, i resti mortali, di alcuni caduti nella campagna nella Russia nell'ultimo conflitto mondiale.
Certamente molte sono le famiglie italiane interessate, in particolare le famiglie del Friuli, e per la verità anche la mia famiglia attende ancora il rientro di un disperso in quel tremendo conflitto in Russia. Queste spoglie e questi resti che sono rientrati sono stati accompagnati per la sepoltura al Tempio Ossario di Cargnacco, comune di Pozzuolo del Friuli.
Io segnalo e chiedo, signor Presidente, che lei intervenga presso il Governo, in particolare presso il Ministro della difesa, per sollecitare una risposta alla mia interrogazione del dicembre 2009, in cui chiedevo al Governo chiarimenti e informazioni circa l'intendimento del Ministero della difesa per intervenire nell'area antistante il Tempio Ossario di Cargnacco che, ricordiamo, è stato dichiarato monumento di interesse nazionale, perché lì ci sono degli edifici fatiscenti, non vi è un minimo di struttura ricettiva e di accoglienza per le migliaia di persone che ogni anno vengono a visitare il Tempio Ossario per rendere omaggio ai caduti che ivi sono sepolti.
Questo stato di abbandono è stato più volte segnalato da parte dell'amministrazione comunale che, tra l'altro, ha dichiarato la disponibilità ad ottenere in proprietà l'immobile fatiscente che dovrebbe essere oggetto di intervento proprio per realizzare un minimo di struttura di accoglienza per i numerosi visitatori.
Fino ad oggi non c'è stato un segnale concreto in questa direzione da parte della competente amministrazione del Ministero della difesa. Per questo, signor Presidente, la prego di sollecitare una risposta a questa mia interrogazione.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Strizzolo, la sua sollecitazione sarà trasmessa al competente Ministero.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, solo un minuto per dire che non solo condivido la preoccupazione del collega Ascierto a seguito delle notizie che sono giunte oggi, concernenti l'indagine nei confronti del generale Mori, ma sono ulteriormente preoccupato del fatto che si stiano costruendo teoremi giudiziari che smontano sentenze passate in giudicato sulla base di dichiarazioni di collaboratori di giustizia già ampiamente smentiti in altre loro propalazioni nelle aule di giustizia.
Non è mia intenzione chiedere nessun intervento che leda l'autonomia della magistratura e la sua capacità di indagine, ma credo che in questo Paese sia necessario un serio dibattito politico su come si contrasta la criminalità, sull'azione penale e sul fatto che non possiamo esporre le forze investigative al rischio di essere oggetto delle propalazioni di criminali. Dobbiamo infatti metterci d'accordo: vogliamo combattere la mafia o vogliamo combattere chi la mafia combatte?

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 28 ottobre 2010, alle 9,30:

Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 19,55.

Pag. 85

CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE DELL'INTERVENTO DEL SOTTOSEGRETARIO DI STATO PER GLI AFFARI ESTERI ENZO SCOTTI SULLA MOZIONE N. 1-00472

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. A fronte del carattere esclusivamente giudiziario del procedimento, che deve peraltro ancora giungere a conclusione, l'azione del Governo sarà volta a ricordare con forza alle istituzioni irachene che gli organi della magistratura coinvolti possano applicare la «Moratoria universale della pena di morte», adottata dall'Assemblea Generale ONU nel dicembre 2007. Questo concilierebbe il necessario rispetto per la procedura tutta giurisdizionale, prevista da una legge applicabile nello Stato straniero, con l'aspettativa che il giudizio d'appello faccia proprie considerazioni, pure giuridiche, in cui si è andata traducendo la sensibilità ormai prevalente nella comunità internazionale. Questa azione si pone peraltro in linea con la politica estera italiana dei diritti umani, nell'ambito della quale l'abolizione della pena di morte nel mondo rappresenta una delle principali priorità. L'Italia, insieme ai partner dell'Unione Europea e ad una vasta alleanza trans-regionale di Paesi, si è fatta promotrice, infatti, della già ricordata risoluzione sulla moratoria per la pena di morte del 2007 con 104 voti a favore e nel 2008 con 106 voti a favore. Come riconosce anche un recente rapporto sull'argomento dal Segretario Generale della Nazioni Unite, esiste una tendenza internazionale verso l'abolizione della pena capitale.
Una tendenza che va ulteriormente consolidata, ed è quanto intendiamo fare con la risoluzione sulla moratoria della pena di morte che, insieme con Paesi appartenenti a tutte le aree geografiche del mondo, stiamo discutendo anche quest'anno a New York, che verrà presentata nei prossimi giorni alla Terza Commissione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e successivamente in plenaria.
Stiamo negoziando per introdurre nella risoluzione di quest'anno alcuni aspetti che riteniamo rilevanti per ridurre l'applicazione della pena capitale nei Paesi che ancora la praticano. In particolare, abbiamo chiesto di inserire nel testo un espresso appello agli Stati a rendere pubblici i dati sulle condanne a morte e sulle esecuzioni, dal momento che proprio la mancanza di informazione dell'opinione pubblica sui «fatti» riguardanti la pena di morte è causa di un maggior numero di esecuzioni. È importante inoltre che l'Assemblea Generale ribadisca i principi che limitano l'applicazione della pena di morte nei paesi che ancora la praticano ai reati più gravi e la proibiscono tassativamente nei confronti delle categorie più vulnerabili, come i minori e i disabili mentali. L'obiettivo fondamentale rimane comunque quello di mantenere alta l'attenzione della comunità internazionale su questo tema e di estendere il fronte dei Paesi contrari alla pena di morte, avvicinandoci sempre più al traguardo ultimo dell'abolizione universale.
L'impegno del nostro Paese a favore dell'abolizione della pena capitale si realizza anche attraverso un costante monitoraggio accompagnato da prese di posizione in relazione a casi individuali di condanne a morte. Con particolare riferimento all'Iraq, l'Italia ha recentemente raccomandato alle Autorità di Baghdad, nel corso dell'esame periodico universale del Paese da parte del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (svoltosi a Ginevra nel marzo 2010), di reintrodurre una moratoria delle esecuzioni in vista della completa abolizione della pena di morte.
La comunanza di intenti e la stretta collaborazione tra Governo, Parlamento e società civile italiana hanno sinora permesso - e continueranno a permettere, anche relativamente al caso di Tareq Aziz - all'Italia di portare avanti con successo questa battaglia, con un ruolo ed un impegno che le vengono universalmente riconosciuti. Il parere del Governo è pienamente favorevole su entrambi i punti del dispositivo.

Pag. 86

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA MOZIONE N. 1-00472

Mozione n. 1-00472 - Iniziative per la moratoria della pena di morte in Iraq, in relazione alla condanna dell'ex vice presidente iracheno Tareq Aziz

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 21 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 7 minuti
Partito Democratico 1 ora e 1 minuto
Lega Nord Padania 31 minuti
Unione di Centro 26 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 26 minuti
Italia dei Valori 24 minuti
Misto: 26 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
8 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza
di Centro
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 87

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Ddl n. 3778 - Legge di stabilità e n. 3779 - Bilancio di previsione dello Stato

Discussione congiunta sulle linee generali: 12 ore.

Relatori per la maggioranza 50 minuti (complessivamente)
Relatori di minoranza 25 minuti (complessivamente)
Governo 50 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 49 minuti (con il limite massimo di 20 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 7 ore e 56 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 45 minuti
Partito Democratico 2 ore e 26 minuti
Lega Nord Padania 49 minuti
Unione di Centro 50 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 41 minuti
Italia dei Valori 43 minuti
Misto: 42 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
15 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 4 minuti
Pag. 88

Ddl n. 3779 - Bilancio di previsione dello Stato

Seguito dell'esame: 15 ore.

Relatore per la maggioranza 50 minuti
Relatori di minoranza 30 minuti (complessivamente)
Governo 50 minuti
Richiami al Regolamento 15 minuti
Tempi tecnici 3 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 47 minuti (con il limite massimo di 21 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 7 ore e 48 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 41 minuti
Partito Democratico 2 ore e 10 minuti
Lega Nord Padania 49 minuti
Unione di Centro 54 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 42 minuti
Italia dei Valori 50 minuti
Misto: 42 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
15 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 4 minuti
Pag. 89

Ddl n. 3778 - Legge di stabilità

Seguito dell'esame: 20 ore.

Relatore per la maggioranza 1 ora
Relatori di minoranza 40 minuti (complessivamente)
Governo 1 ora
Richiami al Regolamento 20 minuti
Tempi tecnici 4 ore
Interventi a titolo personale 2 ore e 25 minuti (con il limite massimo di 28 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 10 ore e 35 minuti
Popolo della Libertà 2 ore e 17 minuti
Partito Democratico 2 ore e 57 minuti
Lega Nord Padania 1 ora e 6 minuti
Unione di Centro 1 ora e 14 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 57 minuti
Italia dei Valori 1 ora e 7 minuti
Misto: 57 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
19 minuti
Alleanza per l'Italia 11 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 6 minuti
Minoranze linguistiche 6 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 6 minuti
Pag. 90

Nota di variazioni

Tempo complessivo: 3 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 23 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 42 minuti
Popolo della Libertà 21 minuti
Partito Democratico 28 minuti
Lega Nord Padania 11 minuti
Unione di Centro 11 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 9 minuti
Italia dei Valori 10 minuti
Misto: 12 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
2 minuti
Alleanza per l'Italia 2 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 2 minuti
Pag. 91

Doc. III, n. 2 - Relazione della Giunta delle elezioni (on. Giuseppe Drago)

Tempo complessivo: 4 ore (*).

Relatore 15 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 38 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 2 ore e 57 minuti
Popolo della Libertà 45 minuti
Partito Democratico 41 minuti
Lega Nord Padania 21 minuti
Unione di Centro 18 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 18 minuti
Italia dei Valori 16 minuti
Misto: 18 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
6 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 3 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 10 minuti per il gruppo di appartenenza del deputato interessato.

Pag. 92

Mozione n. 1-00440 - Revisione del Trattato Italia-Libia

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 21 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 7 minuti
Partito Democratico 1 ora e 1 minuto
Lega Nord Padania 31 minuti
Unione di Centro 26 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 26 minuti
Italia dei Valori 24 minuti
Misto: 26 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
8 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Mozione n. 1-00452 e abb. - Iniziative volte alla liberazione di Liu Xiaobo, premio Nobel per la pace 2010

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 21 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 7 minuti
Partito Democratico 1 ora e 1 minuto
Lega Nord Padania 31 minuti
Unione di Centro 26 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 26 minuti
Italia dei Valori 24 minuti
Misto: 26 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
8 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Pag. 93

Mozione n. 1-00447 - Settore della pesca

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 21 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 7 minuti
Partito Democratico 1 ora e 1 minuto
Lega Nord Padania 31 minuti
Unione di Centro 26 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 26 minuti
Italia dei Valori 24 minuti
Misto: 26 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
8 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 94

Ddl n. 3687 e abb. - Norme in materia di organizzazione delle università

Tempo complessivo: 23 ore, di cui:

  • discussione generale: 7 ore;
  • seguito dell'esame: 16 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 30 minuti 40 minuti
Governo 30 minuti 40 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 2 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 3 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato) 2 ore e 19 minuti (con il limite massimo di 27 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 47 minuti 10 ore e 11 minuti
Popolo della Libertà 47 minuti 2 ore e 11 minuti
Partito Democratico 1 ora e 9 minuti 2 ore e 50 minuti
Lega Nord Padania 34 minuti 1 ora e 4 minuti
Unione di Centro 37 minuti 1 ora e 11 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 33 minuti 55 minuti
Italia dei Valori 35 minuti 1 ora e 5 minuti
Misto: 32 minuti 55 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
12 minuti 20 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti 11 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti 5 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti 5 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 3 minuti 5 minuti

Pdl n. 2424 e abb.- Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito

Tempo complessivo: 14 ore e 30 minuti, di cui:

  • discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame: 8 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 50 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 6 minuti (con il limite massimo di 13 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 40 minuti 4 ore e 54 minuti
Popolo della Libertà 56 minuti 1 ora e 15 minuti
Partito Democratico 53 minuti 1 ora e 8 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti 35 minuti
Unione di Centro 34 minuti 30 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 34 minuti 30 minuti
Italia dei Valori 33 minuti 27 minuti
Misto: 34 minuti 29 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
13 minuti 9 minuti
Alleanza per l'Italia 7 minuti 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti 3 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 3 minuti 3 minuti
Pag. 95

Mozione n. 1-00436 e abb. - Tutela della qualità e del pluralismo dell'informazione nel servizio pubblico radiotelevisivo

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 21 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 7 minuti
Partito Democratico 1 ora e 1 minuto
Lega Nord Padania 31 minuti
Unione di Centro 26 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 26 minuti
Italia dei Valori 24 minuti
Misto: 26 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
8 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Pag. 96

Mozione n. 1-00471 - Riforma del sistema fiscale

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 21 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 7 minuti
Partito Democratico 1 ora e 1 minuto
Lega Nord Padania 31 minuti
Unione di Centro 26 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 26 minuti
Italia dei Valori 24 minuti
Misto: 26 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
8 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 97

Pdl cost. n. 1990 e abb. - Soppressione delle province

Seguito dell'esame: 9 ore.

Relatore 30 minuti
Governo 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 50 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 17 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 43 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 27 minuti
Partito Democratico 1 ora e 19 minuti
Lega Nord Padania 41 minuti
Unione di Centro 35 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 35 minuti
Italia dei Valori 32 minuti
Misto: 34 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
12 minuti
Alleanza per l'Italia 7 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 6 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 3 minuti
Pag. 98

Ddl n. 3703 e abb. - Registro nazionale degli impianti protesici mammari e divieto di plastica mammaria a minori

Tempo complessivo: 13 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 7 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 56 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 3 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 14 minuti 4 ore e 37 minuti
Popolo della Libertà 37 minuti 1 ora
Partito Democratico 56 minuti 1 ora e 17 minuti
Lega Nord Padania 32 minuti 29 minuti
Unione di Centro 34 minuti 32 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 31 minuti 25 minuti
Italia dei Valori 33 minuti 29 minuti
Misto: 31 minuti 25 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
11 minuti 10 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti 5 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti 4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti 2 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 3 minuti 2 minuti
Pag. 99

Pdl n. 2011 e abb. - Tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori

Discussione generale: 6 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 56 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 14 minuti
Popolo della Libertà 47 minuti
Partito Democratico 45 minuti
Lega Nord Padania 34 minuti
Unione di Centro 32 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 32 minuti
Italia dei Valori 32 minuti
Misto: 32 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
12 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 3 minuti
Pag. 100

Pdl n. 3572 - Trasferimento a Milano della CONSOB

Tempo complessivo: 14 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 4 minuti (con il limite massimo di 13 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 40 minuti 4 ore e 46 minuti
Popolo della Libertà 56 minuti 1 ora e 13 minuti
Partito Democratico 53 minuti 1 ora e 7 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti 34 minuti
Unione di Centro 34 minuti 29 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 34 minuti 29 minuti
Italia dei Valori 33 minuti 26 minuti
Misto: 34 minuti 28 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
13 minuti 10 minuti
Alleanza per l'Italia 7 minuti 5 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti 4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti 3 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 3 minuti 3 minuti
Pag. 101

Pdl n. 2754 e abb. - Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese

Tempo complessivo: 16 ore di cui:

  • discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame: 9 ore e 30 minuti.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora e 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 18 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 40 minuti 5 ore e 47 minuti
Popolo della Libertà 56 minuti 1 ora e 29 minuti
Partito Democratico 53 minuti 1 ora e 21 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti 42 minuti
Unione di Centro 34 minuti 35 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 34 minuti 35 minuti
Italia dei Valori 33 minuti 32 minuti
Misto: 34 minuti 33 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
13 minuti 12 minuti
Alleanza per l'Italia 7 minuti 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti 6 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti 3 minuti
Repubblicani, Azionisti, Alleanza di Centro 3 minuti 3 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2836-B - articolo 3 449 449 225 449 67 Appr.
2 Nom. articolo 4 460 460 231 460 67 Appr.
3 Nom. articolo 5 470 470 236 470 67 Appr.
4 Nom. articolo 8 468 467 1 234 467 67 Appr.
5 Nom. ddl 2836-B - voto finale 502 489 13 245 489 65 Appr.
6 Nom. Moz. Reguzzoni e a. 1-445 489 489 245 489 64 Appr.
7 Nom. Moz. Fluvi e a. 1-462 rif. 496 495 1 248 495 63 Appr.
8 Nom. Moz. Misiti e a. 1-463 rif. 497 497 249 497 63 Appr.
9 Nom. Moz. Occhiuto e a. 1-465 rif. 495 495 248 495 63 Appr.
10 Nom. Moz. Borghesi e a. 1-466 rif. 495 491 4 246 490 1 63 Appr.
11 Nom. Moz. Cicchitto e a. 1-467 495 495 248 495 63 Appr.
12 Nom. Moz. Polidori e a. 1-468 rif. 496 496 249 496 63 Appr.
13 Nom. Moz. Mosella e a. 1-469 rif. 496 496 249 496 63 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. Moz. Iannaccone e a. 1-470 rif. 495 495 248 495 63 Appr.
15 Nom. Pdl 3333 ed abb. - em. 1.1 473 473 237 473 63 Appr.
16 Nom. Pdl 3333 ed abb. - voto finale 468 468 235 468 63 Appr.
17 Nom. Pdl 3541-A - em. 1.20 460 460 231 460 73 Appr.
18 Nom. em. 1.22 rif. 465 465 233 465 72 Appr.
19 Nom. em. 1.24 462 462 232 462 72 Appr.
20 Nom. em. 1.26 464 464 233 464 72 Appr.
21 Nom. em. 1.15 461 461 231 461 72 Appr.
22 Nom. em. 1.16 rif. 461 461 231 461 72 Appr.
23 Nom. em. 1.17 rif. 465 465 233 465 72 Appr.
24 Nom. em. 1.18 rif. 465 465 233 465 71 Appr.
25 Nom. articolo 1 467 467 234 467 71 Appr.
26 Nom. em. 2.2 464 210 254 106 209 1 71 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 30)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo 3 458 455 3 228 455 71 Appr.
28 Nom. Pdl 3541-A - voto finale 439 433 6 217 433 71 Appr.
29 Nom. Iscr. odg Moz. Mecacci e a. 1-472 407 407 303 407 71 Appr.
30 Nom. Moz. Mecacci ed altri n. 1-472 375 371 4 186 371 72 Appr.