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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 386 di mercoledì 20 ottobre 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 10,30.

SILVANA MURA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Bocchino, Bonaiuti, Bongiorno, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Fassino, Ferranti, Gregorio Fontana, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Leo, Lo Monte, Lucà, Lusetti, Martini, Mazzocchi, Meloni, Menia, Migliavacca, Leoluca Orlando, Picchi, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Rotondi, Ruben, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Valducci, Vegas, Vito e Zeller sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni (ore 10,32).

PRESIDENTE. Invito l'onorevole segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

SILVANA MURA, Segretario, legge:
GIUSEPPA COSOLA, da Messina, chiede che il Parlamento non approvi le proposte di legge recanti norme per la salvaguardia del sistema scolastico in Sicilia e per la rinnovazione del concorso per dirigenti scolastici indetto con decreto direttoriale 22 novembre 2004 (1065) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
CLAUDIO GIALLORENZO, da Milano, chiede nuove norme in materia di risarcimento del danno morale ed esistenziale (1066) - alla II Commissione (Giustizia);
MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede:
che non siano corrisposti premi in denaro né onorificenze agli atleti vincitori di competizioni nazionali e internazionali appartenenti alle Forze armate e di polizia (1067) - alla VII Commissione (Cultura);
la soppressione della versione cartacea dei resoconti parlamentari (1068) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
l'equiparazione delle condizioni di autonomia riconosciute alle regioni a statuto ordinario e a statuto speciale (1069) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
la rimozione dei dossi artificiali realizzati per costringere a rallentare i veicoli in transito (1070) - alla IX Commissione (Trasporti); Pag. 2
l'estensione del divieto di fumo a tutti i luoghi pubblici e aperti al pubblico (1071) - alla XII Commissione (Affari sociali);
nuove norme in materia di rilascio della patente di guida (1072) - alla IX Commissione (Trasporti);
l'abolizione di qualsiasi forma di finanziamento e agevolazione ai gruppi e alle organizzazioni religiose (1073) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
disposizioni per la celebrazione del centenario della morte di Pellegrino Artusi (1074) - alla VII Commissione (Cultura);
iniziative per il risarcimento dei danni causati dal recente attacco a un nostro peschereccio da parte di una motovedetta libica e per evitare il ripetersi di simili avvenimenti (1075) - alla III Commissione (Affari esteri);
norme per la regolamentazione degli insediamenti delle comunità nomadi (1076) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
MATTEO LA CARA, da Vercelli, chiede:
l'istituzione di un comitato di controllo sulle petizioni (1077) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
che, in caso di scioglimento anticipato delle Camere, i rimborsi elettorali ordinariamente dovuti siano sospesi fino alla data di naturale scadenza della legislatura (1078) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
WANDA GUIDO, da Penna in Teverina (Terni), chiede che i cittadini possano difendersi personalmente in tutti i gradi di giudizio (1079) - alla II Commissione (Giustizia);
VINCENZO FONTANA, da Lama Polesine (Rovigo), chiede:
norme per vietare la partecipazione di sedicenti maghi alle trasmissioni radiotelevisive della RAI (1080) - alla VII Commissione (Cultura);
che le pubbliche amministrazioni non conferiscano incarichi di consulenza a importi troppo elevati (1081) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
FRANCESCO IANNICELLI, da Castrovillari (Cosenza), chiede la soppressione dei limiti di età e di statura ai fini del reclutamento nelle Forze armate (1082) - alla IV Commissione (Difesa);
FRANCESCO DI PASQUALE, da Cancello ed Arnone (Caserta), chiede:
che i sindaci non possano assumere personale esterno alla pubblica amministrazione e la riduzione delle consulenze nelle pubbliche amministrazioni (1083) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
la costruzione di un nuovo ponte sul Volturno nel comune di Cancello ed Arnone e la riqualificazione ambientale di tale fiume (1084) - alla VIII Commissione (Ambiente);
che la tutela dei fiumi, dei laghi e delle spiagge sia riservata alla competenza dello Stato (1085) - alla VIII Commissione (Ambiente);
l'abolizione del contributo di bonifica per talune categorie di fabbricati (1086) - alla XIII Commissione (Agricoltura);
un condono previdenziale per i lavoratori autonomi (1087) - alla XI Commissione (Lavoro);
un condono fiscale per il mancato pagamento del bollo auto nella regione Campania (1088) - alla VI Commissione (Finanze);
misure per la riduzione della pressione fiscale nel Mezzogiorno (1089) - alla VI Commissione (Finanze);
l'attribuzione alle pubbliche amministrazioni delle funzioni di riscossione dei tributi e la soppressione di Equitalia Spa (1090) - alla VI Commissione (Finanze); Pag. 3
la soppressione dell'obbligo di pagamento dell'IVA sugli importi dovuti per lo smaltimento dei rifiuti (1091) - alla VI Commissione (Finanze);
misure per favorire una maggiore equità previdenziale in termini di requisiti e di trattamento economico (1092) - alla XI Commissione (Lavoro).

Comunicazioni del Presidente ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento e assegnazione alla V Commissione permanente (Bilancio) in sede referente del disegno di legge di stabilità e del disegno di legge di bilancio.

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, le decisioni in merito al contenuto del disegno di legge di stabilità (atto Camera n. 3778).
Esaminato il disegno di legge e tenuto conto del parere espresso in data 19 ottobre 2010 dalla V Commissione (Bilancio), la Presidenza comunica che lo stesso non reca disposizioni estranee al suo oggetto, come definito dall'articolo 120, comma 2, del Regolamento.
A norma del comma 1 degli articoli 72 e 120 del Regolamento, i seguenti disegni di legge sono assegnati alla V Commissione permanente (Bilancio), in sede referente, con il parere di tutte le altre Commissioni permanenti e della Commissione parlamentare per le questioni regionali:
«Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2011)» (A.C. 3778);
«Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013» (A.C. 3779).

Visto il parere della Giunta per il Regolamento del 14 luglio 2010, i termini per l'esame in sede consultiva e per l'esame in sede referente sono fissati, rispettivamente, al 26 ottobre e all'8 novembre 2010.

Approvazioni in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di ieri, martedì 19 ottobre 2010, in sede legislativa, sono state approvate le seguenti proposte di legge:
Dalla I Commissione permanente (Affari costituzionali): Siragusa ed altri: «Norme per la salvaguardia del sistema scolastico in Sicilia e per la rinnovazione del concorso per dirigenti scolastici indetto con decreto direttoriale 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004» (3286), con l'assorbimento della seguente proposta di legge Lo Monte ed altri: «Norme per la salvaguardia del sistema scolastico nella regione Sicilia e per la rinnovazione del concorso per dirigenti scolastici indetto con decreto direttoriale 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004» (3579), che pertanto sarà cancellata dall'ordine del giorno.
Dalla XI Commissione permanente (Lavoro): Pianetta e Picchi: «Disposizioni concernenti la definizione della funzione pubblica internazionale e la tutela dei funzionari italiani dipendenti da organizzazioni internazionali» (3241).

Seguito della discussione delle mozioni Esposito ed altri n. 1-00437, Delfino ed altri n. 1-00439, Ghiglia ed altri n. 1-00442, Misiti ed altri n. 1-00454 e Allasia ed altri n. 1-00457, concernenti iniziative volte alla realizzazione della linea ferroviaria alta velocità/alta capacità Torino-Lione (ore 10,43).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Esposito ed altri n. 1-00437, Delfino ed altri n. 1-00439, Ghiglia ed altri n. 1-00442, Misiti ed altri n. 1-00454, Allasia ed altri n. 1-00457, concernenti iniziative volte alla realizzazione della linea ferroviaria alta velocità/alta capacità Torino-Lione (Vedi l'allegato A - Mozioni).Pag. 4
Ricordo che nella seduta di lunedì 18 ottobre 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali delle mozioni all'ordine del giorno ed è intervenuto il rappresentante del Governo.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere parere sulle mozioni presentate.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevoli deputati, dopo l'importante discussione delle mozioni presentate, tutte a favore del ruolo strategico della TAV Torino-Lione, collegata agli altri corridoi europei: la Genova-Rotterdam e la Palermo-Brennero-Berlino, e considerata la loro importanza per il futuro economico di tutto il Paese a partire dalla Valle di Susa, tenuto conto che nell'incontro tra il Ministro Matteoli e il Ministro dei trasporti francese di lunedì scorso, è stata riconfermata la priorità dell'opera e si è affidata ad un tavolo tecnico-negoziale la definizione del nuovo accordo sulla ripartizione dei costi che, entro la fine dell'anno, sarà sottoposto a ratifica parlamentare, sottolineando la notevole importanza del voto parlamentare sulla grande valenza di quest'opera, si ritiene che gli impegni richiesti dal Governo possano essere accolti, con due piccole modifiche apportate alla mozione degli onorevoli Esposito ed altri n. 1-00437 e Ghiglia ed altri n. 1-00442, mentre per le altre due mozioni il testo va bene così.
Leggo le modifiche proposte e già comunicate.
Riguardo alla mozione Esposito ed altri n. 1-00437, al penultimo capoverso del dispositivo, dopo le parole: «regione Piemonte», eliminato il punto e virgola, inserire le parole: «parallelamente all'avanzamento dell'opera principale;».
Invece, per quanto riguarda la mozione Ghiglia ed altri n. 1-00442, al primo capoverso del dispositivo, le parole: «a prevedere,» sono sostituite dalle seguenti: «a confermare,».
Accolte queste due riformulazioni, il Governo esprime parere favorevole su tutte e quattro le mozioni presentate, considerata l'importanza per il futuro del Paese di quest'opera strategica, la TAV Torino-Lione.

PRESIDENTE. Sottosegretario Giachino, lei ha espresso il parere del Governo su quattro delle mozioni presentate; vi è una quinta mozione, Allasia ed altri n. 1-00457. Il parere è favorevole anche su questa mozione?

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Sì, signor Presidente.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,45).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, sono soddisfatto anche perché il parere del Governo su tutte le mozioni è favorevole; ciò significa che il Parlamento è unito nella realizzazione di questo tratto di alta velocità ferroviaria, che evidentemente fa parte di una rete, la rete europea connessa in tutte le sue parti. Pag. 5
È chiaro che, essendo noi del gruppo Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud un partito per il Sud (non un partito del Sud, ma un partito per il Sud), riteniamo che anche le tratte ferroviarie che riguardano il Mezzogiorno debbano essere progettate e realizzate ed entrare a far parte di questa rete di cui l'alta velocità ferroviaria, TAV Torino-Lione, fa parte.
Pertanto, siamo estremamente favorevoli e ci auguriamo che sia realizzata nei tempi previsti dal cronoprogramma indicato dall'Osservatorio, e che quindi il 3 novembre 2013 possano essere avviati i lavori nei cantieri appositi.
Riteniamo importante che la Camera, insieme al Governo, consideri questa opera strategica per il nostro Paese, perché altrimenti il nostro Paese potrebbe essere scavalcato da attraversamenti nell'Europa centrale, che ci potrebbero tagliare fuori dal Corridoio 5.
Questo è importante perché il Governo non solo si deve impegnare a realizzare al più presto l'alta velocità ferroviaria in quella zona, ma deve anche trattare con la Francia per giungere a una convenzione che consenta di gestire l'opera, insieme al Paese vicino, nel migliore dei modi.
Però, per arrivare alla scadenza del 3 novembre 2013, quando ci sarà l'apertura - speriamo - di cantieri, il cronoprogramma deve essere seguito strettamente.
Non bisogna abbassare la guardia perché, come sappiamo, il tratto è stato scorporato dall'elenco della legge-obiettivo, il che consente a qualche ente locale di non essere d'accordo, quindi di poter per lo meno ritardare la realizzazione dell'opera e di far scadere i relativi termini. In conseguenza di ciò l'Europa ci potrebbe danneggiare non erogando, in tutto o in parte, il contributo che ammonta a oltre due miliardi di euro. È pertanto evidente che è necessario immediatamente stanziare i fondi - quelli immediatamente disponibili, come ci ha detto il sottosegretario Giachino, ammontano a 20 milioni - per poter avviare gli interventi prioritari della prima fase attuativa e intanto provvedere a realizzare i novantuno sondaggi stabiliti dall'Osservatorio. È necessario, insieme alla regione Piemonte e agli enti locali interessati, continuare a coinvolgere i cittadini e informarli dettagliatamente di ciò che si fa, in modo tale che l'opera diventi sempre più credibile e voluta da tutti i cittadini e che coloro i quali si oppongono ad essa lo facciano a prescindere, per motivi che non hanno nulla a che vedere evidentemente con i benefici che quel territorio ricaverà dall'opera medesima. Le scelte progettuali appaiono estremamente positive perché si è fatto ricorso all'opera meno impattante possibile che segue un tracciato in galleria per lungo tratto. Credo quindi che il Governo debba essere grato per l'opera svolta dagli enti locali e dalla regione Piemonte perché in questo modo il progetto si potrà realizzare, anche se con quattro o cinque anni di ritardo - lo voglio sottolineare - rispetto ai tempi che a suo tempo erano stati stabiliti. Credo si possa essere grati a tutti coloro che si sono battuti per la realizzazione del progetto e che continuano a farlo per persuadere quei pochissimi amministratori locali che ancora sollevano eccezioni in ordine a questa grande e importantissima opera. È evidente che voteremo a favore di tutte le mozioni che sono state presentate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vernetti. Ne ha facoltà.

GIANNI VERNETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia siamo tra i firmatari di una delle mozioni. Desidero fin d'ora ricordare come il nostro gruppo voterà a favore dell'insieme delle mozioni presentate dalle diverse forze politiche. Spiego perché, a mio parere, non sia rituale il fatto che si raggiungerà un largo consenso e un'ampia convergenza oggi nell'Aula della Camera dei deputati su queste mozioni. Abbiamo speso in questi anni molte parole sul fatto che la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione sia una scelta strategica fondamentale non soltanto per lo sviluppo e l'economia del territorio Pag. 6torinese e piemontese ma per l'intera nazione. Lo abbiamo ribadito in tutte le sedi e i vari governi che si sono alternati in questi anni lo hanno ulteriormente sottolineato. Non c'è dubbio che ci siano dei ritardi, tuttavia voglio cogliere l'occasione per auspicare che con il voto odierno si chiuda una fase di incertezza che ha contraddistinto il dibattito politico di questi ultimi mesi. Lo dico al di fuori di polemica ma abbiamo assistito, in questi ultimi mesi, alle solite prese di posizione della sinistra radicale, oggi non presente in Parlamento ma fortemente contraria all'opera: i comitati No-Tav, Rifondazione comunista, alcuni settori che ritengo minoritari del movimento ambientalista. È pratica nota: avendo fatto parte del Governo Prodi tra il 2006 e il 2008 siamo consapevoli che esistano quelle posizioni largamente minoritarie anche all'interno della società piemontese e nel territorio che sarà interessato da questa importante opera.
Abbiamo, però, assistito in queste settimane ad alcune prese di posizione che ci lasciano perplessi. Mi riferisco in particolare al parlamentare europeo Vito Buonsignore del Popolo della Libertà, che ha dichiarato ripetutamente i suoi dubbi nei confronti dell'opera e sul fatto che forse non era così strategica. Abbiamo ascoltato in un paio di occasioni il Ministro Bossi e l'ex Ministro Castelli assumere posizioni dissonanti da quelle della maggioranza che oggi governa questo Paese, posizioni che creano un rischio, sia per il consenso (che è necessario, fondamentale e importante per realizzare questa opera), sia per l'intera procedura.
Penso che quanto è successo in questi anni, con il lavoro dell'Osservatorio, con le procedure europee alle quali ci si è rigorosamente attenuti (gli indirizzi operativi per la progettazione preliminare della nuova linea, lavoro concluso nel mese di giugno 2010, l'approvazione della commissione intergovernativa, il progetto preliminare che arriverà e poi tutta la lunga fase delle valutazioni d'impatto ambientale), significa che la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione sarà forse l'opera pubblica più garantista e con il massimo possibile di garanzie di tutela ambientale, di compatibilità e di coerenza territoriale.
Alla luce di queste considerazioni auspico che con il voto delle mozioni odierne si apra una fase nuova che io direi conclusiva, e che - in altre parole - si giunga alla fase finale di presentazione del preliminare, e poi del definitivo, e poi delle procedure di valutazione di impatto ambientale. Alla luce di queste riflessioni il gruppo Alleanza per l'Italia voterà a favore della mozione di cui siamo firmatari, la mozione Esposito ed altri n. 1-00437, ma anche di tutte le altre, le mozioni Delfino ed altri n. 1-00439, Ghiglia ed altri n. 1-00442, Misiti ed altri n. 1-00454, e Allasia ed altri n. 1-00457.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, ritengo molto utile che, in vista della discussione relativa alla finanziaria per il 2011, si discuta qui oggi di un argomento importante, su iniziativa non solo della maggioranza ma anche dell'opposizione, concernente le infrastrutture con proposte che arrivano da entrambi gli schieramenti. Ciò avviene anche da parte del Partito Democratico, e questo è un passaggio che abbiamo rilevato molto favorevolmente, perché in passato vi erano state invece posizioni rigide e di contrapposizione.
Quindi va salutato con favore che il dibattito sia stato promosso dai colleghi non solo della maggioranza ma anche dell'opposizione, ed è giusto, perché su questo tema vediamo un'opposizione che stimola il Governo a fare prima e meglio ciò che, però, l'Esecutivo si è già impegnato a fare. È una rara e favorevole situazione. D'altra parte le polemiche hanno contrassegnato le discussioni sull'alta velocità nella scorsa legislatura (si arrivò addirittura a posizioni di contrasto, un muro contro muro violentissimo, fino a degli scontri fisici, dei fatti veramente Pag. 7molto sgradevoli e pesanti), mentre oggi sembra che queste polemiche abbiano un poco lasciato il passo al dialogo e al confronto. Allora quelle polemiche portarono il Governo Prodi ad essere ostaggio di componenti avverse alla modernizzazione della rete ferroviaria e agli investimenti infrastrutturali. Queste polemiche hanno messo alla corda il progetto che invece noi vogliamo sostenere come un'opera decisiva per lo sviluppo del nord, per i collegamenti dell'intero Paese e dell'intera Europa (opera che è stata difesa dal centrodestra, anche dai banchi dell'opposizione).
Prendiamo atto di tutto ciò. Non abbiamo mai mancato di sostenere la necessità della Torino-Lione rinunciando, a differenza della sinistra e del PD in passato, a flirtare con certe frange e proteste no TAV che, alla fine, cercavano solo un facile bacino di consenso e che hanno portato a molta ambiguità anche nel corso delle ultime elezioni regionali in Piemonte quando la candidata del centrosinistra, da una parte, sosteneva la Torino-Lione e, dall'altra, sosteneva i suoi elettori no TAV. Questo, quindi, ha creato obiettivamente, da parte del PD, uno stato di confusione totale.
Speriamo che tutto ciò ora sia acqua passata perché di acqua ne è passata tanta sotto i ponti e, finalmente, possiamo affrontare con il giusto pragmatismo e realismo le difficoltà di un'opera pubblica che, come evidenzio sempre, è molto importante per tutta l'economia italiana, in particolare per il Piemonte, ovviamente, ma per tutta l'economia italiana, anche sotto il profilo dell'ambiente. Non ha alcun senso, infatti, contrapporre la costruzione di quest'opera a problemi ambientali. È una sciocchezza, una cosa sbagliata, perché i vantaggi economici che comporta quest'opera sono anche a favore della tutela dell'ambiente e non è detto che la costruzione di infrastrutture vada a scapito dell'ambiente stesso. Tutt'altro. Come hanno dimostrato storicamente le vicende di altre grandi opere transfrontaliere, ad esempio il tunnel del Fréjus, se esse sono costruite con i crismi della tutela dell'ambiente - e, nel 2010, si deve avere massimamente attenzione alla tutela dell'ambiente, assolutamente - si ottiene, poi, un risparmio nell'economia della vita della popolazione notevole. Se, oggi, infatti, nel 2010, pensiamo all'opera del Fréjus che portò ad un risparmio di tempo nel viaggio da 86 a 22 ore, capiamo quali sono le ricadute sul commercio dei beni e sulle persone in Europa.
È, forse, possibile, quindi, sostenere che quelle opere di allora che, sicuramente, ebbero un impatto ambientale più grave, pesante, di quello che, invece, vogliamo avvenga oggi tutelando e curando massimamente l'ambiente, non abbiano nel medio e lungo periodo più che ripagato i costi economici, ambientali, sociali, sostenuti all'inizio? La Torino-Lione ha una valenza strategica, di primaria importanza, nell'ambito dei collegamenti europei, per l'Italia e la regione Piemonte, ma anche per la macro-regione delle Alpi occidentali che essa contribuirà a consolidare. L'opera rappresenta una priorità assoluta per il rilancio del sistema economico-produttivo in termini di competitività delle imprese e di mobilità delle persone.
Venendo, quindi, al merito delle mozioni ed esprimendo il voto di Futuro e Libertà per l'Italia, dichiaro che votiamo a favore delle mozioni presentate dalla maggioranza. Vi è una motivazione economica: pur avendo dato atto che vi è una posizione ampiamente condivisa anche dall'opposizione, votiamo, però, a favore delle mozioni presentate dai rappresentanti del PdL e della Lega Nord Padania perché esse non chiedono genericamente che il Governo provveda a destinare all'opera l'intero ammontare delle risorse necessarie per la realizzazione, pari a 200 milioni di euro, ma - e qui sta la differenza per cui votiamo a favore di queste - viene chiesto che le risorse vengano inserite nel fabbisogno e, quindi, nella finanziaria del 2011 e lo definiscono in maniera puntuale come anticipazione degli interventi di prima fase, come previsto dall'intesa generale quadro tra il Governo e la regione.
Preferiamo, pur dando atto della generale convergenza sulla «sì TAV», sull'andare avanti, sul sì al finanziamento dandone Pag. 8atto in Parlamento, votare, però, a favore delle due mozioni del Popolo della Libertà e della Lega Nord Padania perché in esse l'impegno è più circostanziato, preciso e puntuale. Il Piemonte è una regione che, stando alle stime più accreditate, sconta un gap infrastrutturale del 30 per cento rispetto a tante altre regioni. Si è già perso fin troppo tempo, troppa ricchezza. Tutto questo tempo perso dobbiamo recuperarlo in fretta.
È quindi opportuno che le risorse, queste anticipazioni di 20 milioni di euro che le mozioni in esame indicano, siano rese disponibili in sede di predisposizione della manovra finanziaria per il 2011, evitando ulteriori rimandi a successivi provvedimenti. Questo è il motivo per cui noi riteniamo che questo impegno possa essere necessario per il Governo, perché in questo modo il Governo potrà prima rivisitare l'accordo internazionale Italia-Francia, con particolare attenzione alla ripartizione dei costi tra i due Paesi.
Quindi, a nome del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia, dichiaro il nostro voto favorevole alle mozioni Ghiglia ed altri n. 1-00442 per il Popolo della Libertà e Allasia ed altri n. 1-00457 per la Lega Nord.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, onorevole sottosegretario e onorevoli colleghi, siamo oggi ad un momento che noi valutiamo molto importante, perché riscontriamo anche e soprattutto nelle parole di motivazione al parere favorevole del Governo su tutte le mozioni che sono state presentate, un impegno e una volontà comune di proseguire su questa opera fondamentale.
Il significato della nostra mozione, così come di tutte le altre mozioni in esame, è ampiamente da noi condiviso, perché mira ancora una volta, se ve ne fosse la necessità, a manifestare la ferma volontà del Parlamento di sostenere il Governo e di sostenere l'osservatorio tecnico presieduto dall'architetto Mario Virano nella realizzazione di questa grande opera, indispensabile per il Paese. Noi vogliamo ribadire con forza l'impegno, la volontà e l'invito del gruppo e della forza politica Unione di Centro a procedere, signor sottosegretario, senza riserve nella definizione progettuale ed esecutiva dell'opera, superando inutili ripensamenti, che vengono anche da autorevoli esponenti della maggioranza o, peggio ancora, strumentali polemiche su un'opera che può cambiare lo sviluppo e la crescita nel nostro Paese.
Siamo in una fase che richiede convinzione e determinazione, anche sulla base della storia di questa opera, che ha una storia e una cronaca che - dicono - è stata portata avanti con grandi confronti, con grandi discussioni, che hanno approfondito - lo voglio dire - tutti gli aspetti e proprio da questi confronti e da queste opposizioni anche forti sono venuti elementi incisivi per definire l'impostazione finale del tracciato e del progetto. È un'opera quindi sulla quale non si può non dare atto che nel nostro Paese si è sviluppato un insieme di iniziative che fanno sì che siano presi in attenta considerazione tutti gli aspetti di questa importante opera infrastrutturale.
Siamo consapevoli che negli anni non sono mancate iniziative di forte opposizione a questa infrastruttura, ma quel lavoro svolto di cui parlavo prima rende oggi questa opposizione non solo meno credibile, ma noi riteniamo ingiustificata, salvo che questa opposizione voglia soltanto arrivare ad un obiettivo per noi inaccettabile, che è la non realizzazione dell'opera.
Vogliamo allora che il Governo dia una risposta chiara, trasparente sul cronoprogramma, sulla disponibilità delle risorse, sulle opere connesse a livello della provincia di Torino e per il trasporto metropolitano ferroviario, perché è un'opera di grande impatto, e quindi va realizzata.
Io prendo atto, ovviamente, che nella finanziaria ci debba essere quanto richiesto dalla collega, che diceva che debbono essere già previsti impegni che vadano concretamente in questa direzione, anche Pag. 9perché vanno rispettati le intese e gli accordi che sono maturati negli anni.
Il collega, l'onorevole Mauro Libè, in sede di discussione sulle linee generali ha espresso, con grande puntualità, la necessità di recuperare il tanto tempo perso e la riaffermazione ampia da parte del Parlamento del diritto del nostro Paese a realizzare questa infrastruttura. Opera, come dicevamo prima, imprescindibile nel quadro del programma infrastrutturale europeo.
Noi siamo un Paese che ha costruito l'Europa, che ha partecipato alla costruzione dell'Europa, e per il nostro Paese chiediamo, almeno come forza politica UdC, una grande attenzione agli indirizzi di politica economica e infrastrutturale europea. E allora riteniamo che, in questo momento, oggi con queste mozioni, noi diamo al Governo un'ulteriore stima, un ulteriore impulso a che questa opera vada avanti con forte determinazione.
Il gruppo dell'UdC conferma, quindi, il pieno e totale sostegno al Governo a lavorare intensamente a tutti i livelli, dalle intese europee (lo diciamo nel dispositivo della nostra mozione), dagli accordi con la Francia, ai rapporti con la regione, con la provincia di Torino, con gli enti locali, così sapientemente monitorati e seguiti dall'osservatorio tecnico. Ciò perché si possano tutelare gli interessi veri, profondi e generali di tutto il Paese, ma anche si possa guardare con la massima attenzione in sede di realizzazione a tutti gli impatti, a livello locale, provinciale e regionale.
Per noi questa infrastruttura è la traduzione concreta del nostro far parte dell'Europa. Quello delle infrastrutture è un nodo fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese. Le nostre imprese, anche in questo campo, sopportano costi aggiuntivi molto onerosi, che ne minano la competitività. Così come per l'altro tema su cui noi abbiamo anche un avviso comune con il Governo è quello dell'energia. Noi su questi due grandi settori, infrastrutture e energia, dobbiamo compiere dei passi giganteschi in avanti per recuperare il nostro ritardo.
Non possiamo penalizzare ulteriormente il nostro Paese nella sua crescita. Questa opera, ribadiamo, è vitale e strategica per l'Italia.
E infine noi rispettiamo il dissenso. Lo diciamo con grande franchezza, tant'è che noi non abbiamo mai rivendicato accelerazioni pregiudiziali aprioristiche su quest'opera. Avevamo condiviso pienamente l'istituzione dell'osservatorio tecnico, e anche la conduzione sapiente che ne è stata fatta, perché l'impatto ambientale, perché le garanzie di sviluppo locale sono comunque elementi che si devono fondere e coniugare con l'interesse generale del Paese.
Di fronte, però, oggi ad una protesta che viene alimentata anche con una informazione non sempre trasparente, noi diciamo con decisione che questo è il tempo della responsabilità. La nostra posizione è da sempre favorevole a questa infrastruttura.
Oggi prendiamo atto, con grande piacere, che tutto il Parlamento, dalla sinistra alla destra al centro, tutti condividono questa impostazione; diamo anche atto che da più parti, dal Governo, dalle opposizioni, si è lavorato molto negli anni, sottosegretario Giachino: non siamo all'anno zero, siamo in una fase oramai decisiva in cui non è più lecito né logico tentennare.
Come lei ha riferito a nome del Governo, c'è la necessità di recuperare il tempo perduto e di portare avanti la realizzazione di tutti i corridoi europei, come lei ha detto in sede di discussione sulle linee generali. Su questo siamo giunti a un punto forte e decisivo e riteniamo di condividere pienamente questa sua valutazione dicendo che il nodo infrastrutturale può garantire investimenti, posti di lavoro, ma soprattutto può garantire la crescita del nostro prodotto interno lordo.
Sulla base di questa convinzione, e mi avvio a concludere signor Presidente, nell'apprezzare il parere positivo che il Governo ha espresso su tutte le mozioni, dichiaro naturalmente il voto favorevole dell'Unione di Centro sulla propria mozione ma anche su tutte le altre, perché io credo, Pag. 10e in questo mi differenzio dalla dichiarazione di voto del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia, che in un momento così alto e così forte, più ampio e più unanime è il consenso di tutto il Parlamento sulle mozioni, più alto e forte sarà l'impegno che il Governo dovrà dispiegare nella sua azione per accelerare la progettazione esecutiva e la realizzazione di questa fondamentale infrastruttura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, a nome della Lega Nord Padania, sono qui per proporre questa mozione che cerca di fare un po' di chiarezza e di smentire la situazione ormai logorroica in cui ci troviamo: mi riferisco al tentativo di modernizzare i trasporti nel nord del nostro Paese. In Europa, grazie all'Unione europea, in questi anni, si è modificato l'assetto dei trasporti, ma si è modificato molto di più l'assetto nord-sud e molto di meno l'aspetto dei trasporti che va da est ad ovest.
Poiché è stato puntualizzato che il corridoio n. 5 che porta da Lisbona a Kiev è fondamentale per lo sviluppo dell'Europa, ma ovviamente anche del nostro Paese e in maniera più specifica del nord del nostro Paese, il tratto ferroviario Lione-Torino diventa per noi essenziale. Dico «noi» anche a nome del Piemonte, di quella regione d'Italia che è un punto importante, un punto di riferimento fondamentale in questa situazione.
Citando il Piemonte, signor Presidente, mi permetta di aprire una piccola parentesi, ricordando che ora il Governo deve interloquire con il governo piemontese che ha un governatore con un nome e un cognome, Roberto Cota, il quale ieri è stato ulteriormente legittimato a rivestire tale ruolo, al di là di quelli che sono gli apprendisti stregoni che pensavano che il voto fosse una cosa aleatoria (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).
Il tratto Torino-Lione è quindi molto importante e la Lega Nord Padania ha lavorato anche per cercare di portare avanti la sicurezza dei cittadini, ad esempio per quanto riguarda la Val di Susa, e ha cercato di andare incontro alle esigenze della popolazione; infatti, i progetti e i tratti sono stati modificati più volte proprio per andare incontro alle esigenze della popolazione e per cercare di trovare una soluzione.
Infatti, se non riusciremo a fare questo importante tratto Torino-Lione, nel futuro saremo costretti ad essere visti sempre più come un territorio di confine, dove non saremo, ovviamente, gli attori principali. Inoltre, oltre ad un aspetto occupazionale, vi è anche un aspetto ambientale importante: infatti, se si realizzerà questo importante tratto di collegamento, diminuirà il traffico su gomma. Oggi il traffico su gomma è praticamente oberato, non vi sono più spazi per esso: il futuro è, appunto, il traffico con l'alta velocità.
Questo ci consentirà, da una parte, di andare incontro alle esigenze ambientali, ma dall'altra, anche di essere più competitivi sotto l'aspetto economico per le nostre imprese e, soprattutto, di dare anche uno spazio all'occupazione e alle infrastrutture, nonché di poter sfruttare i soldi che l'Unione europea ha messo a disposizione. È una cosa fondamentale: sarebbe un suicidio e un sacrilegio non riuscire a sfruttare i tanti fondi che l'Unione europea ha messo a disposizione per fare in modo che si possa proseguire su un discorso che, ormai, va avanti da tanto, tanto tempo.
Quando si parla di distacco tra la politica e i cittadini, questo è un dato emblematico. È evidente: se invece di fare tante chiacchiere, finalmente - come vogliamo e proponiamo - si riesce effettivamente ad arrivare ad un punto concreto e, quindi, ad iniziare realmente a realizzare ciò che occorre per uno sviluppo e un futuro del nostro territorio, è ora di farlo!
Dunque, siamo perfettamente d'accordo con le modifiche che anche il Governo ha proposto, con il sottosegretario Giachino, ma anche con il Viceministro Castelli e con il Ministro Matteoli. Voteremo, dunque, anche a favore delle altre mozioni, con le modifiche richieste dal Pag. 11Governo. A questo punto, infatti, non è più un discorso di «sinistra, destra, sopra e sotto», ma è un discorso concreto per cercare di fare in modo che il nostro Paese sia competitivo in Europa e nel mondo.
Per poter essere competitivi, non possiamo avere ancora treni che sembrano quelli del far west, basta solo che vi siano gli indiani di fianco (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), ma occorrono comunicazioni moderne e al passo con i tempi. E per poterlo fare, non possiamo stare lì a guardare quattro «mammalucchi» che magari non fanno niente dalla mattina alla sera e che protestano solo perché quella è la loro professione. Dobbiamo essere capaci di portare avanti dei cambiamenti importanti, che derivano anche dalla costruzione di importanti opere pubbliche, le quali - ripeto - portano anche occupazione e benessere.
Riteniamo, dunque, che sia arrivato il momento di poter imprimere un'accelerazione: è importante anche per la logistica, così come - lo ripeto - è importante per il Piemonte, per tutto il nord d'Italia e per tutto il Paese, anche di fronte all'Europa.
In conclusione, dunque, chiediamo di garantire gli impegni presi per la realizzazione dell'opera e di prevedere la copertura finanziaria che richiede l'immediata erogazione di 20 milioni di euro, quale anticipo per la copertura degli interventi di prima fase per la realizzazione della TAV.
Chiediamo, altresì, di predisporre per il Piemonte un piano di sviluppo sia infrastrutturale sia intermodale, per il completo utilizzo della nuova opera, al fine di trasferire il traffico da gomma a mezzi ferroviari, in collegamento con l'intero sistema ferroviario nazionale.
Chiediamo infine, e lo sottolineiamo due volte, di monitorare tutte le fasi della realizzazione dell'opera, sia preliminari che definitive, affinché la salute dei cittadini - che è fondamentale - e la tutela del territorio vengano preservate. In altre parole, va bene la modernizzazione, ma pensiamo anche alla gente che vive sul posto.
Questo è ciò che vuole la Lega e che chiede al Governo. Pertanto, ribadisco fiducia e voto favorevole su tutte le mozioni con le prescrizioni che chiede il Governo: a questo punto, la Lega le vota tutte (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, svolgerò una brevissima dichiarazione a nome del gruppo dell'Italia dei Valori, che esprime il proprio voto favorevole sulla mozione n. 1-00437, a prima firma Esposito e da me sottoscritta, ponendo in evidenza due considerazioni.
La prima: nessuno mette in dubbio la strategia complessiva per la realizzazione di questa grande infrastruttura, ma dobbiamo altresì rimarcare, oggi, ancora una volta - come abbiamo fatto negli anni passati, per esempio già con riferimento al quattordicesimo progetto - come il Governo di centrodestra abbia gestito le problematiche relative alla realizzazione di questa infrastruttura - soprattutto per quanto riguarda la individuazione del tracciato e il rapporto con le autonomie locali - instaurando un rapporto di contenzioso continuo anziché di dialogo permanente.
Il nostro voto favorevole è coerente con le posizioni e le modalità portate avanti dal Governo Prodi, sia rispetto all'individuazione del tracciato, sia rispetto alle modalità per la sua realizzazione, e per il dialogo che il Ministro dei lavori pubblici del Governo Prodi - con il Presidente del Consiglio stesso, Prodi - ha avuto con le autonomie locali, con la regione Piemonte, con la provincia di Torino e i comuni interessati.
È quindi con piacere che voteremo a favore della mozione Esposito ed altri n. 1-00437 (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Esposito. Ne ha facoltà.

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STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, premettendo che accetto la riformulazione propostami dal Governo, voglio cogliere l'occasione per ringraziare il sottosegretario Giachino, che su questa importante vicenda della TAV ha lavorato, e continua a lavorare, per il raggiungimento di questo obiettivo.
Credo che oggi vi sia un importante passo avanti, che noi, naturalmente, rivendichiamo alla nostra mozione, sottoscritta anche dall'API, dall'Italia dei Valori e dai moderati, perché - come già ho detto in sede di discussione sulle linee generali - erano moltissimi anni che non vi era un vero approfondimento e un'azione - che mi pare di poter dire, dagli interventi che abbiano proceduto -unanime del Parlamento.
Quest'oggi diamo un impulso decisivo al lavoro svolto fin qui, e diamo un sostegno all'azione dell'Osservatorio, presieduto dall'architetto Virano; diamo un sostegno pieno alle amministrazioni locali, alla provincia di Torino e alla regione Piemonte perché, i prossimi mesi, che saranno decisivi, possano essere coperti da un voto parlamentare che non lascia più dubbi sugli intendimenti e le disponibilità della politica.
Signor Presidente, sottosegretario Giachino, si tratta, ora, di essere conseguenti perché, dopo questa mozione, dobbiamo avere il coraggio di rivendicare allo Stato il diritto-dovere di procedere senza più tentennamenti. Vi è un problema di risorse, ma devo dire che trovo, nelle diverse mozioni presentate, un sentire comune: la volontà che le prime risorse necessarie agli interventi sui territori interessati vengano erogate.
Soprattutto, dobbiamo ricordarci che il prossimo appuntamento - il primo che farà la differenza sull'avvio della realizzazione dell'opera - sarà il cantiere della galleria della Maddalena.
Il Governo, al riguardo, può contare su un totale sostegno e una totale disponibilità del Partito Democratico, affinché questo cantiere possa partire nel rispetto di coloro che continueranno a protestare, ma nel convincimento che il lavoro svolto dall'Osservatorio ha cercato di rispondere al meglio a tutte le richieste di quei territori che hanno scelto di sedere al tavolo dell'Osservatorio.
Coloro che hanno scelto di rimanere fuori, al di là dell'appartenenza politica, hanno commesso un errore, soprattutto perché hanno privato i loro cittadini della possibilità di intervenire per migliorare il progetto preliminare. A questo punto, chi si è tenuto fuori è responsabile della propria scelta.
Noi continueremo a rispettare la protesta civile, ma chiediamo che vi sia un'azione anche dura, se necessario, nei confronti di quelle frange collegate ai centri sociali e verso le frange anarchiche che cercheranno di trasformare il cantiere della Maddalena in una battaglia. Su questo punto il Governo ha il pieno e totale sostegno a compiere le scelte più giuste e più garantiste.
Inoltre, non voglio dimenticare il lavoro delle forze dell'ordine e voglio cogliere questa occasione per ringraziarle, visto che in questi anni sono state impegnate in un lavoro faticoso di rispetto della protesta e hanno dovuto affrontare le provocazioni continue che sono avvenute in Val di Susa da parte di quelle frange di cui parlavo prima.
Pertanto, esprimeremo il nostro voto a favore di tutte le mozioni. Mi permetto solo di segnalare la poca comprensione, da parte nostra, della posizione del gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia. Francamente la scelta di non votare le mozioni delle opposizioni stona, in questo clima di concordia politica e istituzionale. Naturalmente ogni gruppo è autonomo e fa le scelte che meglio ritiene. Tuttavia, vorrei dire all'onorevole Siliquini che rispedisco al mittente, per quanto riguarda il Partito Democratico, qualunque affermazione sul nostro poco convincimento rispetto alla realizzazione della Torino-Lione. Voglio ricordare che, fino a poco tempo fa, anche la presidente Bresso, che poi è stata sostituita dall'onorevole Cota, ha tenuto una posizione ferma nei confronti di coloro che, anche nel mio partito, hanno scelto la linea dell'Aventino e della protesta.

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 11,30)

STEFANO ESPOSITO. Pertanto, credo che oggi facciamo un importante passo avanti. Nessuno si sta dissociando in quest'Aula. Ringrazio ancora anche i colleghi degli altri gruppi per il lavoro che è stato svolto e voglio ricordare che se la realizzazione della Torino-Lione comincerà con il cantiere della Maddalena sarà un grande risultato per il Paese e per le forze imprenditoriali, che su questa opera scommettono per lo sviluppo e per l'occupazione.
Troppo poco si parla di quanta occupazione porterà la realizzazione di questa linea e il nostro partito, che è impegnato a cercare di costruire le condizioni perché l'occupazione sia messa al centro dell'azione di questo Parlamento, non può che sostenere quest'opera, anche a partire dal lavoro che essa porterà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Esposito, si intende allora che lei abbia accettato la riformulazione proposta dal Governo? Lei, dunque, accetta tale riformulazione?

STEFANO ESPOSITO. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghiglia. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, devo dire che oggi è una giornata particolarmente importante per tutti noi e dobbiamo dare ad essa il giusto rilievo, perché oggi finalmente questa Camera e il Parlamento mettono e segnano un punto importante nella realizzazione della tratta ad alta velocità Torino-Lione.
Voglio sottolineare tale punto, colleghi, nella condivisione positiva del fatto che tutti, questa mattina, convergeremo verso l'obiettivo che ho prima citato. Però, senza voler acuire le differenze che vi sono tra di noi, ma solo per doveroso rispetto della realtà, ricordo che non è stato sempre così.
Se oggi, infatti, in quest'Aula siamo ancora a parlare di TAV e di alta velocità Torino-Lione lo dobbiamo all'atteggiamento pilatesco, irrazionale e schizofrenico del Governo Prodi, che per due anni attraverso i suoi Ministri veniva, un giorno sì e un giorno pure, in Piemonte a dire due cose esattamente opposte (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Il Ministro Pecoraro Scanio diceva di no, il Ministro Di Pietro diceva di sì.
Tre anni di paralisi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Questo lo dobbiamo ricordare, colleghi, non per esacerbare le differenze, ma per amore della verità, quella stessa verità che oggi ci porta a chiedere ai colleghi del Partito Democratico - ma non solo all'onorevole Esposito, di cui sono note le posizioni, ma anche al presidente del PD, onorevole Bersani - che in Val Susa, colleghi del PD, bisogna smetterla di indossare due giacche.
Infatti, apprezziamo la giacca romana del Partito Democratico, ossia quella giacca fortemente favorevole alla realizzazione della Torino-Lione, ma non possiamo apprezzare la giacca valsusina del PD, ossia quella giacca che elegge un no-TAV a presidente della comunità montana Alta Val Susa, che consente ai no-TAV di andare ad indossare le fasce tricolori alle manifestazioni appoggiati dagli estremisti dell'estrema sinistra.
Colleghi, per pacificare il territorio, per poter arrivare ad un'opera condivisa, per poter informare le popolazioni interessate, per poter veramente portare avanti tutti assieme un'opera che rivendichiamo come strategica, non soltanto per il territorio piemontese, ma per tutta l'Italia (anche qui senza enfasi e senza retorica) e per le future generazioni, dobbiamo dare un'immagine inequivoca sul territorio; non possiamo più permetterci di cambiare giacca quando cambiamo latitudine.
È questo che chiediamo e torniamo a chiedere formalmente anche in quest'Aula: il PD deve revocare l'appoggio al presidente Pag. 14della comunità montana Val Susa e tenere una sola posizione a Roma come a Torino, perché le parole dette in occasioni storiche come quella di un'Assemblea di questa importanza, alla Camera dei deputati, sono importanti, ma disgraziatamente non sempre sul territorio sono seguite da un atteggiamento altrettanto univoco.
Vorrei, altresì, sottolineare le posizioni molto discontinue e molto ambigue della ormai irreversibilmente ex presidente della regione Piemonte, Mercedes Bresso, che non tre secoli fa, ma nel 2005 andò a prendere i voti con i volantini no-TAV in Val di Susa e questo, colleghi, lo dobbiamo ricordare.
Dobbiamo ricordarlo perché oggi, tutti assieme, abbiamo il dovere di voltare pagina e di dire oggi, da questa Assemblea, che la TAV si deve fare e questo il centrodestra lo dice in modo inequivoco da 16 anni. Prima Forza Italia, Alleanza Nazionale e la Lega, poi il Popolo della Libertà da sedici anni sono il primo e l'unico partito sì-TAV. Quindi, dobbiamo dirlo perché tutti assieme dobbiamo iniziare un nuovo percorso, ma dobbiamo avere il coraggio di farlo prima di tutto noi che veniamo dal Piemonte, prima di tutto a casa nostra.
Con la mozione odierna fissiamo questa nuova fase di start-up (chiamiamola così). Nella nostra mozione abbiamo chiesto al Governo di confermare i 20 milioni di euro che servono finalmente per partire. Infatti, se c'è una cosa che condivido dell'intervento del collega del PD è che - e siamo sicuri che la sensibilità e l'attenzione del sottosegretario Giachino, del Ministro Matteoli, del Presidente Berlusconi, ma, consentitemi di dirlo, anche del forte impegno che il presidente Cota e l'assessore regionale Bonino stanno profondendo per questa opera - dobbiamo anche dire però, sottosegretario, che da oggi in avanti il nostro dovere, con questo mandato fortissimo del Parlamento, deve essere quello di procedere veramente ad alta velocità.
Basta con i «se» ed i «ma»: il progetto dell'osservatorio va bene, il progetto dell'osservatorio è quello che deve essere finanziato, il progetto dell'osservatorio è quello che è stato condiviso per anni con la gran parte degli amministratori locali.
Il progetto dell'osservatorio è quello che oggi non ha alternative affinché quest'opera possa veramente essere realizzata. I ripensamenti, i tentennamenti, i dubbi di qualcuno o di molti, i dubbi magari di chi fa interessi che non sono interessi nazionali non debbono più in alcun modo frenare l'avvio di questa opera che è gigantesca ma che è strategica, fondamentale e vitale per il futuro della nostra nazione.
È ovvio e scontato che dobbiamo avere un'attenzione particolare e prioritaria per l'ambiente, così come è scontato che dobbiamo lavorare sull'informazione perché non è più possibile che frange di estremisti, accanto a qualche sindaco che indegnamente e impropriamente indossa una fascia tricolore nelle manifestazioni no-TAV appoggiate dai delinquenti dei centri sociali, continuino in un'opera di disinformazione che viene anche, purtroppo, troppo spesso veicolata dagli organi di stampa, in cui questa sarebbe un'opera esiziale per la Val di Susa e per la salute dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Pertanto occorre investire non soltanto nelle opere di compensazione - e questo lo diciamo nella nostra mozione anche per quanto riguarda la galleria geognostica di Chiomonte -, ma occorre investire in informazione, in persuasione, in colloquio. Nessuno deve avere paura del futuro! Nessuno deve temere l'avvento di questo futuro perché quando, ai tempi di Cavour, qualcuno temeva il Fréjus è stato puntualmente smentito dalla storia. Se oggi infatti non ci fosse il Fréjus, probabilmente non ci sarebbe una delle regioni e delle nazioni più industrializzate del mondo e non saremmo un motore trainante dell'economia mondiale.
Dobbiamo spiegare questo, ma anche che non ci sono i pericoli per la salute e spiegare anche cose banali come il fatto che lo smarino proveniente dalla perforazione delle gallerie arriverà ai treni in maniera assolutamente coperta, che neanche se si trattasse di criptonite vi sarebbero Pag. 15rischi per la popolazione. Dobbiamo inoltre spiegare che l'impatto ambientale sarà vicino allo zero rispetto ai fastidi che le popolazioni dovranno subire. Dobbiamo spiegare che le opere di compensazione andranno in maniera importante a compensare quel territorio di qualche anno di disagio ma per avere un grande avvenire e delle grandi possibilità economiche di ricaduta sul territorio.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

AGOSTINO GHIGLIA. È evidente poi che la nostra attenzione va rivolta particolarmente - concludo, signor Presidente - all'imprenditoria locale che non deve essere tenuta estranea da quest'opera ovviamente nel rispetto della legge. Vorrei ringraziare i colleghi di FLI, di MPA e di Noi Sud per l'adesione alla mozione del PDL e vorrei ringraziare tutti i colleghi che sono intervenuti oggi a favore della TAV. Tuttavia - lo ripeto - scriviamo tutti insieme una pagina nuova perché quella scritta finora aveva troppi errori e troppe correzioni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Ghiglia, quindi lei accetta la riformulazione così come proposta?

AGOSTINO GHIGLIA. Si, accetto la riformulazione.

GAETANO PORCINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma alla mozione Esposito n.1-00437.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Portas. Ne ha facoltà.

GIACOMO ANTONIO PORTAS. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare che il movimento dei moderati del Piemonte voterà questa mozione e per ringraziare l'onorevole Ghiglia per la puntualità del suo intervento chiedendo però, se possibile, di rivolgere questo intervento anche all'onorevole Bonsignore, importante esponente del PDL piemontese che ha dichiarato che la TAV non è cosa utile per il Piemonte.
Ben vengano queste considerazioni, caro Agostino Ghiglia. Mi raccomando perché questo non è un momento di polemica, ma è un momento importantissimo per il Piemonte perché se non ci sarà la TAV, il Piemonte sarà davvero una regione in crisi. Basta con le polemiche e per questo dirò che i moderati, al di là del voto sulla mozione, cercheranno anche di far capire ad esponenti che lavorano in politica in Europa quanto è importante la TAV. Se non lo farà l'onorevole Ghiglia, manderò una lettera personale all'onorevole Bonsignore (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, considero positivo l'esito conclusivo di questo dibattito che sta avvenendo per iniziativa del Partito Democratico e che si concluderà con un voto su tutti i documenti presentati. Ritengo, però, che sia completamente fuori luogo il tono comiziesco con il quale l'onorevole Ghiglia ha ritenuto di affrontare la discussione in quest'Aula. Intanto, ne contesto alla base il ragionamento: non è affatto vero che quello che doveva essere fatto in materia di infrastrutture ha avuto un intoppo nei due anni del Governo Prodi. Semmai è esattamente il contrario: è in quei due anni che si è costituito l'osservatorio sui lavori della Torino-Lione che consente oggi di avere la disponibilità di un progetto condiviso sul quale si può procedere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
In secondo luogo, perché, cari colleghi della maggioranza, vorrei sapere: dove Pag. 16sono i soldi che qui diciamo che ci debbono essere nell'allegato «infrastrutture» che abbiamo valutato la scorsa settimana e nel disegno di legge di stabilità presentato in V Commissione per l'avvio della discussione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Quindi, guardate che le contraddizioni oggi sono tutte e completamente vostre e, quindi, bisogna che su queste operiamo fin dal dibattito parlamentare sul disegno di legge di stabilità, sapendo che il Corridoio 5 è dentro il sistema europeo (dove c'è anche il Corridoio 24) e, quindi, occorre trovare una soluzione di sistema.

PRESIDENTE. Onorevole Lovelli, la prego di concludere.

MARIO LOVELLI. Lì si vedrà se queste mozioni di oggi troveranno una risposta, ma la responsabilità politica è tutta del Governo e di questa maggioranza. Per quanto ci riguarda, la nostra posizione è chiara e definitiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giorgio Merlo. Ne ha facoltà.

GIORGIO MERLO. Signor Presidente, sarò molto rapido, ma l'intervento dell'onorevole Ghiglia merita una risposta. L'ha già data adesso l'onorevole Lovelli. Vedi Ghiglia, è inutile venire qui - nel momento in cui il Parlamento approva una mozione molto importante per il Piemonte, per il Nord Italia e per tutto il Paese, frutto anche di una convergenza politica e parlamentare molto forte - a sostenere la tesi che questo è il frutto di un ritardo riconducibile direttamente al Partito Democratico.
Ghiglia, diciamoci la verità, il Partito Democratico a livello nazionale con Bersani, a livello regionale con la sua dirigenza regionale, il comune di Torino, la provincia di Torino, la regione Piemonte governata da Mercedes Bresso hanno sempre detto un sì incondizionato e chiaro nei confronti della Torino-Lione, accelerando, individuando e approvando tutte le procedure capaci di raggiungere quel risultato.
Tu ci devi spiegare, caro Ghiglia, perché il vicepresidente del gruppo dei Popolari europei l'onorevole Vito Bonsignore, personaggio autorevole del tuo partito, in un incontro alla Confindustria Piemonte ha sostenuto l'inopportunità della Torino-Lione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ha detto chiaramente che questo progetto non si deve fare, che è troppo caro e che, facendo contenti tutti i notabili della Val di Susa, rischia di allungare i tempi e di mettere in discussione il collegamento tra Lisbona e Kiev.
Quindi, sotto questo aspetto, signor Presidente, l'onorevole Esposito lo ha detto prima: noi con questa mozione vogliamo dire un sì definitivo alla Torino-Lione. Noi, con questa mozione, ringraziamo il sottosegretario Giachino, che ha raccolto la nostra indicazione e vogliamo dire «sì» soprattutto ad un asse che resta decisivo per il trasporto modale piemontese di tutto il Nord Italia. Nella nostra mozione lo abbiamo confermato, dicendo «sì» alla valenza strategica della Torino-Lione.
Abbiamo richiamato l'attenzione di tutto il Parlamento sulla necessità di garantire un piano finanziario adeguato con programmazione pluriennale che copra l'intero ammontare dell'opera.
Ma abbiamo anche detto, ed è l'aspetto importante su cui vogliamo che oggi il Parlamento dica un «sì» definitivo, di assumere quelle iniziative capaci di garantire uno stanziamento per la realizzazione delle opere previste dal piano strategico approvato dalla provincia di Torino e dalla regione Piemonte.
Noi non abbiamo una doppiezza, il Partito Democratico su questo punto è chiaro, ed è chiaro, collega Ghiglia, anche nei confronti degli amministratori locali simpatizzanti o iscritti al PD della Val di Susa. La nostra linea non cambia: il «sì» alla Torino-Lione è definitivo, pur nel rispetto delle opinioni dissenzienti all'interno Pag. 17del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale, l'onorevole Osvaldo Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, voglio tranquillizzare i colleghi del Partito Democratico sul fatto che la proposta alternativa dell'onorevole Vito Bonsignore di trascurare il sito di Orbassano e di prendere in considerazione, in alternativa, la linea Ventimiglia-Genova-Milano è irrealistica, fuori tempo e per il Piemonte avrebbe una ricaduta estremamente negativa. In questi quindici anni questa non è mai stata, nella maniera più assoluta, la linea politica dell'allora Forza Italia e Alleanza Nazionale, perché significherebbe l'emarginazione del Piemonte.
Mi permetto di rivolgermi ai colleghi del centrosinistra. Invitiamo i sindaci del centrosinistra, che ancora oggi sono contrari all'opera, a percorrere la bassa Val di Susa per capire la situazione economica del territorio: vi sono negozi chiusi, capannoni in vendita o in disuso, attività commerciali in grave difficoltà. Lo sviluppo è necessario per creare reddito senza il quale il territorio piemontese della Val di Susa non vedrebbe un futuro positivo.
Le attività dell'osservatorio coordinato dal commissario Virano hanno portato nel mese di luglio 2010 alla presentazione del progetto preliminare che contiene tutte le caratteristiche di un percorso condiviso tra gli enti locali coinvolti dal tracciato, capace di minimizzare l'impatto ambientale e di sviluppare dinamiche territoriali volte a garantire le maggiori ricadute possibili per Torino e la Val di Susa, non trascurando l'importanza di privilegiare l'utilizzo dei subappalti delle aziende locali.
È necessaria allora, e lo stiamo facendo lasciando da parte le polemiche, un'azione positiva e convergente tra tutte le forze politiche che sostengono il progetto a livello locale, regionale e nazionale per conseguire il raggiungimento delle scadenze suddette e per individuare adeguati strumenti gestionali relativi alle fasi di progettazione e alle procedure amministrative.
Nel contempo potrà essere definito il necessario piano finanziario, con programmazione pluriennale che copra l'intero ammontare dell'opera, creando le condizioni per un possibile intervento del capitale privato a copertura dei costi relativi ad impianti e tecnologie ammortizzabile attraverso un'efficiente concessione di costruzione e gestione.
Concludendo, non devono essere trascurati gli effetti positivi per il consenso delle comunità locali legate ad un'immediata conferma da parte del Governo dei fondi previsti nel primo atto aggiuntivo dell'intesa quadro generale Stato-regioni dell'11 aprile 2009 necessari a realizzare interventi di supporto all'intermodalità e al trasporto locale. Non dividiamoci, stiamo uniti per raggiungere l'obiettivo, lo dico in modo particolare alla classe politica piemontese (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rosso. Ne ha facoltà.

ROBERTO ROSSO. Signor Presidente, dal momento che l'onorevole Bonsignore è un grande esperto di infrastrutture italiane, ed io mi onoro di essergli amico, voglio soltanto ricordare che oggi è stato citato malamente nell'ambito di questa discussione, visto che egli non ha posto la questione dell'inopportunità della linea ferroviaria Torino-Lione, che sarebbe una bestialità che nessuno ha mai detto.
Ha detto un'altra cosa, che mi sembra molto più ragionevole e logica, ossia che è ora di finirla con l'andare a raccontare in giro alle popolazioni della Val di Susa che ci sarebbero miliardi e miliardi di compensazione ambientale e territoriale da far ricadere su quel territorio e che è possibile spendere 9 mila miliardi delle vecchie lire e 4,5 miliardi di euro per realizzare l'interporto di Orbassano e che in Piemonte, come Pag. 18affermava in precedenza l'onorevole Lovelli, non vi è soltanto la questione riguardante l'asse latitudinale da Lione a Torino e poi verso Milano; vi è anche quella riferita all'asse verticale che da Genova dovrebbe poter passare da Tortona, Novara e dal Sempione per arrivare in Svizzera: il territorio del Piemonte est è pur sempre parte della regione Piemonte, a differenza di quanto ritengono alcuni miei colleghi della provincia di Torino.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, svolgo una precisazione per l'onorevole Siliquini e per il gruppo Futuro e Libertà per l'Italia. Forse lei non era in Aula quando ho espresso il parere sulle mozioni presentate: ho chiesto alcune modifiche sia al gruppo del Partito Democratico sia e quello del Popolo della Libertà che rispondono alle motivazioni per le quali lei ha affermato che avrebbe votato soltanto su alcune mozioni. Poiché è importante il voto su tutte le mozioni per la rilevanza di tale iniziativa, le dico che delle sue osservazioni si è già tenuto conto nel parere del Governo.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la precisazione. Pertanto, noi del gruppo Futuro e Libertà voteremo a favore di tutte le mozioni.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che, ove venisse approvata la mozione Esposito ed altri n. 1-00437, il secondo capoverso della stessa assorbirebbe il primo capoverso della mozione Misiti ed altri n. 1-00454, il terzo capoverso della stessa assorbirebbe parzialmente il terzo capoverso della mozione Delfino ed altri n. 1-00439 e il sesto capoverso della stessa assorbirebbe il terzo capoverso della mozione Misiti ed altri n. 1-00454.
Avverto, altresì, che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Esposito ed altri n. 1-00437, nel testo riformulato accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gava, Gatti, Cesario, Ciccioli, Siliquini, Tortoli, Corsini, D'Anna, Gnecchi, Fassino, Isidori, Speciale...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 513
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato
512
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Delfino ed altri n. 1-00439, per le parti non assorbite, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Giammanco, Consolo, Gava, Bocciardo, Ciccioli, D'Anna, Damiano, Burtone...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 19
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 515
Votanti 512
Astenuti 3
Maggioranza 257
Hanno votato
493
Hanno votato
no 19).

Avverto che, ove fosse approvata la mozione Ghiglia ed altri n. 1-00442, il terzo capoverso della stessa assorbirebbe il quarto capoverso della mozione Misiti ed altri n. 1-00454.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ghiglia ed altri n. 1-00442, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pizzolante, Mazzuca, Stradella, Nicolucci, Di Caterina, Nastri, Duilio, La Russa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 509
Astenuti 7
Maggioranza 255
Hanno votato
491
Hanno votato
no 18).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Misiti ed altri n. 1-00454, per le parti non assorbite, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Antonione, Gnecchi, Merlo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 508
Astenuti 4
Maggioranza 255
Hanno votato
490
Hanno votato
no 18).

Prendo atto che i deputati Bellotti e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Lisi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Allasia ed altri n. 1-00457, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Galletti, Follegot, Volpi, D'Anna, Benamati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 515
Astenuti 1
Maggioranza 258
Hanno votato
497
Hanno votato
no 18).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.

Seguito della discussione della mozione Capitanio Santolini, Zampa, Di Giuseppe, Mussolini, Mosella, Misiti, Iannaccone ed altri n. 1-00459 concernente iniziative a tutela dei minori stranieri non accompagnati (ore 12,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione Capitanio Santolini, Zampa, Di Giuseppe, Mussolini, Mosella, Misiti, Iannaccone ed altri n. 1-00459 concernente iniziative a tutela dei minori stranieri non accompagnati (Vedi l'allegato A - Mozioni). Pag. 20
Ricordo che, nella seduta di lunedì 18 ottobre 2010, si è conclusa la discussione sulle linee generali delle mozioni Capitanio Santolini ed altri n. 1-00394, Zampa ed altri n. 1-00361, Di Giuseppe ed altri n. 1-00367, Mussolini ed altri n. 1-00371, Mosella ed altri n. 1-00453, Misiti ed altri n. 1-00455 e Iannaccone ed altri n. 1-00456 (Vedi l'allegato A al resoconto della seduta del 18 ottobre 2010 - Mozioni).
Ricordo, altresì, che nella giornata di ieri tali mozioni sono state ritirate dai presentatori e contestualmente è stata presentata la mozione Capitanio Santolini, Zampa, Di Giuseppe, Mussolini, Mosella, Misiti, Iannaccone ed altri n. 1-00459, che è stata iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna.
Avverto che, con il consenso degli altri presentatori, la firma dell'onorevole Lussana deve intendersi apposta subito dopo la firma dell'onorevole Iannaccone.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Sonia Viale, che esprimerà altresì il parere sulla mozione all'ordine del giorno.

SONIA VIALE, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, onorevoli deputati, le tematiche legate alla presenza sul territorio di minori stranieri non accompagnati hanno assunto negli anni un'importanza e una complessità che riguardano in generale tutta l'Europa, e quindi anche il nostro Paese, che proprio in ambito comunitario ha svolto un ruolo propulsivo, affinché nella nuova strategia quinquennale nel settore della giustizia e degli affari interni, adottata con il programma di Stoccolma nel dicembre 2009, fosse garantita una sempre più adeguata tutela dei minori non accompagnati nell'ambito del contrasto all'immigrazione clandestina. Ciò, ritenendo fondamentale lo sviluppo della collaborazione con i Paesi di origine dei minori, al fine di predisporre programmi di sostegno alle iniziative di ritorno assistito e di reintegrazione nelle famiglie di origine, ove ne ricorrano le condizioni.
Alla data del 30 settembre scorso risultano censiti nella banca dati del Comitato per i minori stranieri, istituito dall'articolo 33 del Testo unico sull'immigrazione, 4.499 minori non accompagnati, la gran parte dei quali si colloca nella fascia di età ricompresa fra i 15 ed i 17 anni, provenienti principalmente da Marocco, Egitto, Afghanistan e Albania.
Il Comitato, che riceve tutte le segnalazioni e le informazioni riguardo i minori stranieri dai servizi sociali degli enti locali, dalle questure e dai tribunali per i minorenni, ha ormai acquisito un ruolo importante di impulso e di raccordo fra le amministrazioni, ai fini dell'accoglienza, del rimpatrio assistito e del ricongiungimento dei minori con le famiglie nei Paesi di origine o nei Paesi terzi.
Per sostenere le attività del Comitato per i minori stranieri e per la prosecuzione delle attività già avviate, sviluppandone ulteriormente gli obiettivi, è stata già data attuazione alla seconda fase del programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati, gestito in collaborazione con l'ANCI e finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con 15 milioni di euro provenienti dal Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati.
Ricordo che la prima fase del programma, attivata nel 2008, ha coinvolto una rete di 26 progetti territoriali che hanno interessato complessivamente 42 comuni, per un totale di 376 posti di pronta accoglienza, di cui 74 in territorio siciliano.
La seconda fase, che ho prima citato, ha già previsto un rafforzamento ed un ampliamento della rete dei posti per la pronta accoglienza e assistenza di minori stranieri non accompagnati, attraverso un aumento dei comuni coinvolti, con particolare riguardo alle aree metropolitane particolarmente interessate dal fenomeno. Ciò, intendo sottolinearlo, con specifico riguardo all'esigenza di una rete di accoglienza Pag. 21diffusa su tutto il territorio in un'ottica di collaborazione tra amministrazione centrale e locale.
Ai fini dell'accesso alla rete del programma, dovrà essere considerato quale ulteriore elemento selettivo - ed è in questo lo sviluppo dei progetti della prima fase del programma - la disponibilità dell'ente locale a sperimentare l'affido familiare quale forma di accoglienza particolarmente qualificata per i minori stranieri non accompagnati, con l'attivazione di servizi aggiuntivi per sostenere i percorsi di integrazione sociale dei minori.
Il Governo ritiene, infatti, che l'affido costituisca strumento duttile ed efficace nella gestione dei servizi di accoglienza da offrire ai minori. Già nell'anno 2005 il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha cofinanziato il progetto «L'accoglienza che supera i confini», promosso dal comune di Parma in qualità di capofila, insieme ai comuni di Modena, Bologna, Piacenza, Forlì e alla regione Emilia-Romagna.
L'obiettivo di questa iniziativa è stato una vera e propria rielaborazione delle procedure e degli strumenti del processo stesso di accoglienza dei minori non accompagnati in Italia, attraverso la sperimentazione di modalità di soggiorno in grado di rispondere alle differenti esigenze dell'accoglienza, quali l'utilizzo dell'affido etero-familiare e omo-culturale. Proseguire le iniziative già attivate e organizzare una qualità di interventi sempre più orientati ad una accoglienza a misura di minore costituisce un impegno prioritario a favore di fasce così sensibili.
In questo delicato contesto si inserisce l'accertamento dell'età del minore, da individuarsi attraverso sistemi scientifici di indagine che riducano ogni possibile margine di errore. Per il raggiungimento di tale obiettivo è stato già elaborato, da un gruppo tecnico appositamente istituito, un protocollo sanitario da sottoporre alla conferenza Stato-regioni ai fini dell'individuazione delle strutture sanitarie in grado di svolgere le procedure. È stato stipulato inoltre, il 21 maggio 2009, un protocollo di intesa tra il Ministero dell'interno, il Ministero della salute e il Ministero della giustizia, per l'avvio di un progetto pilota di sperimentazione delle tecniche e delle metodiche sanitarie individuate dall'apposito gruppo tecnico la cui realizzazione, finanziata con le risorse per gli anni 2007-2013 del Fondo europeo per l'integrazione, è stata affidata all'Università di Roma La Sapienza. Le risultanze di queste attività consentiranno di sviluppare un metodo più esatto per l'accertamento dell'età dei minori stranieri non accompagnati che giungono nel nostro territorio privi di documenti. Nel frattempo, continua a essere applicata la circolare del 9 luglio 2007, emanata dal Ministro dell'interno pro tempore che richiama l'attenzione sulla necessità di procedere all'accertamento della minore età attraverso tutti gli strumenti individuati dalla legislazione vigente, avvalendosi in via prioritaria di strutture sanitarie pubbliche dotate di reparti pediatrici e, cito testualmente, «fermo restando che la minore età deve essere presunta qualora la perizia di accertamento indichi un margine di errore».
Per quanto riguarda il diritto di asilo intendo sottolineare che l'attuale quadro normativo già prevede un'articolata organizzazione finalizzata a rendere effettivo l'esercizio del diritto di asilo per i minori stranieri non accompagnati che sono immediatamente inseriti in un percorso protetto di accoglienza, quello messo a disposizione dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, SPRAR. I centri dello SPRAR sono istituiti dagli enti locali e finanziati dal Ministero dell'interno attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. In questi centri sono attivati servizi speciali per i minori con particolare attenzione alla scolarizzazione. Vengono altresì assicurati percorsi di formazione professionale, di insegnamento della lingua italiana, di informazione legale, di orientamento al territorio e di sostegno socio-psicologico. I centri del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati sono attualmente 138 di cui 31 destinati alle categorie vulnerabili (minori disabili, anziani, donne in stato di gravidanza, genitori singoli con figli minori, Pag. 22persone per le quali è stato accertato che abbiano subito violenze). Per tali centri, nella sola annualità 2010, sono stati assegnati contributi per oltre sei milioni e mezzo di euro. Nel 2009, grazie anche ai finanziamenti straordinari reperiti per far fronte all'emergenza determinata dall'eccezionale afflusso di extracomunitari sul territorio italiano nel 2008 e ai fondi provenienti dalla destinazione dell'otto per mille della Presidenza del Consiglio dei ministri, sono stati accolti nella rete SPRAR 320 minori non accompagnati richiedenti la protezione internazionale. Al momento sono presenti nei centri complessivamente 73 minori. Voglio sottolineare che il Ministero dell'interno dispone verifiche e ispezioni in tutti i centri degli enti locali che fanno parte della rete SPRAR attraverso le prefetture territorialmente competenti e soprattutto tramite l'apposito servizio centrale istituito con la legge 30 luglio 2002, n. 189 che ha, tra i suoi compiti, proprio il monitoraggio complessivo di tutte le attività finanziate con il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. Dalle attività ispettive sinora svolte non sono emerse particolari criticità.
Il sistema di protezione SPRAR assume una particolare importanza con la sua rete estesa su tutto il territorio nazionale, in quanto contribuisce ad alleggerire situazioni di maggiore concentrazione dei minori non accompagnati richiedenti asilo come è avvenuto nel recente passato in Sicilia. Se il problema della concentrazione dei minori stranieri ha avuto una minore incidenza su quelli inseriti nel sistema dello SPRAR, essa ha riguardato più direttamente i minori affidati agli enti locali ai sensi della legge 8 novembre 2000, n. 328, la legge-quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.
Per distribuire uniformemente le presenze dei minori non accompagnati su tutto il territorio il Comitato per i minori stranieri ha predisposto osservatori permanenti sia in Sicilia sia presso i principali porti della costa adriatica. La funzione di questi osservatori è quella sia di monitorare l'andamento degli ingressi dei minori in Italia attraverso le frontiere siciliane e adriatiche, sia di verificare il livello dei servizi predisposti per l'accoglienza e le loro modalità organizzative. Lo specifico piano d'azione che opera all'interno del Programma di protezione per i minori non accompagnati intende pertanto contribuire anche al processo di standardizzazione dei servizi per l'accoglienza e la tutela dei diversi territori italiani.
Inoltre, sempre con l'obiettivo di attuare un più stretto coordinamento tra centro e territorio, nella prospettiva di assicurare azioni sempre più idonee a garantire livelli di protezione adeguati alle esigenze dei minori, il Ministro dell'interno con apposita circolare del 13 febbraio 2009 ha richiamato l'attenzione dei prefetti sulla necessità di sensibilizzare i consigli territoriali per l'immigrazione, istituendo un'apposita sezione dedicata ai minori, e avviando così tutte le strategie ritenute localmente opportune per monitorare le presenze dei minori stranieri non accompagnati nelle strutture di accoglienza, per verificare gli standard qualitativi dell'accoglienza offerta e la congruità delle rette pagate alle strutture di tipo familiare rispetto alla qualità del servizio prestato, in modo da assicurare il raggiungimento di sempre più elevati livelli di protezione.
Tra le iniziative adottate segnalo quelle intraprese in provincia di Agrigento, dove la prefettura, d'intesa con il comune del capoluogo, ha promosso l'istituzione di un albo dei tutori volontari di minori stranieri non accompagnati nel quale si sono iscritte le persone disposte a svolgere la delicata funzione sinora svolta esclusivamente dal dirigente dei servizi sociali del comune su nomina del giudice tutelare. Quest'ultimo d'ora in poi potrà, grazie a tale albo, disporre di un più ampio ventaglio di scelte per calibrare gli interventi a favore del minore.
Considerato che l'obiettivo fondamentale secondo il quadro normativo di riferimento è il ricongiungimento del minore con la propria famiglia di origine, il Comitato per i minori stranieri ha effettuato, tramite Pag. 23il servizio sociale internazionale, circa 1300 indagini familiari nel periodo compreso tra l'inizio dell'anno 2006 e i primi mesi del 2008. Le indagini familiari vengono svolte con l'obiettivo di acquisire ogni utile elemento per valutare se il ricongiungimento alla famiglia e il relativo rimpatrio costituiscono la soluzione corrispondente al superiore interesse del minore.
A partire dal mese di aprile 2008 le attività finalizzate all'espletamento delle indagini familiari sono state affidate all'Organizzazione internazionale per le migrazioni. Da quella data al 30 settembre 2010 sono state svolte 936 indagini, la maggior parte delle quali in Albania e Kosovo. A tale proposito sottolineo che finora non è stato possibile svolgere le indagini familiari in Marocco ed Egitto. Infatti le autorità del Regno del Marocco e della Repubblica araba d'Egitto non hanno ancora autorizzato l'OIM ad avviare il rintraccio dei familiari minori presenti in Italia, e hanno rappresentato al Ministero del lavoro l'intenzione di inserire le tematiche relative ai minori stranieri non accompagnati nell'ambito di specifici accordi bilaterali.
Laddove non sia possibile procedere al ricongiungimento familiare il permesso di soggiorno per minore età potrà essere sostituito con un permesso di soggiorno per affidamento, qualora i minori siano stati affidati con provvedimento del tribunale per i minorenni, ovvero su iniziativa dei servizi sociali del comune, nel caso di genitori o di tutori impossibilitati a esercitare le proprie responsabilità sul minore. In tale circostanza è richiesto il consenso del giudice tutelare che con proprio provvedimento rende esecutivo l'affidamento. In particolare i minori titolari di un permesso di soggiorno per affidamento al raggiungimento dei 18 anni convertono il proprio titolo qualora in possesso dei requisiti richiesti.
Le modifiche introdotte dalla legge n. 94 del 2009 hanno chiarito che la conversione del permesso di soggiorno alla maggiore età è prevista per il minore non accompagnato presente sul territorio nazionale da almeno tre anni e che abbia preso parte per almeno due anni ad un progetto di integrazione sociale e civile gestito da un ente pubblico o privato con rappresentante nazionale. In presenza di questi presupposti il questore convertirà il permesso di soggiorno, valutando il gestore dei progetti di integrazione sociale e civile, se è in grado di comprovare che il minore abbia la disponibilità di un alloggio, frequenti corsi di studio, oppure svolga un'attività lavorativa retribuita nelle forme e con le modalità previste dalla legge, ovvero sia in possesso di un contratto di lavoro anche se non ancora iniziato. Si tratta quindi di una normativa sufficientemente chiara e per la quale non è stata avvertita finora l'esigenza di un intervento chiarificatore.
Il Governo, peraltro, seguirà, su un periodo più lungo, l'applicazione della disposizione in questione per valutarne l'impatto in una logica di valorizzazione dei processi di adeguata integrazione in atto ed assumere le conseguenti eventuali iniziative. Sono state segnalate, infatti, alcune isolate pronunce giurisdizionali, rese prevalentemente in sede cautelare, che sono basate su interpretazioni non univoche della normativa, anche nei vari gradi del giudizio, e, soprattutto, in fase di prima applicazione della disciplina.
Per quanto riguarda l'impegno richiesto al Governo di verificare l'omogeneità su tutto il territorio nazionale dei criteri utilizzati per l'adozione dei provvedimenti di tutela dei minori stranieri non accompagnati, il Ministero della giustizia ritiene il quadro normativo di riferimento sufficientemente completo e adeguatamente articolato. La complessità dell'universo minorile richiede di essere affrontata con una particolare sensibilità e tenendo conto delle peculiarità proprie di ciascun caso concreto. Perciò, anche se i criteri cui il giudice deve attenersi sono, ovviamente, predeterminati dal legislatore, la loro concreta applicazione può comportare determinazioni calibrate sulla specifica situazione in cui versa il minore, rimessa alla responsabile discrezionalità del giudice. Pag. 24
Non posso non sottolineare con soddisfazione come, ancora una volta, sull'importante e delicato tema dei minori stranieri non accompagnati, tutti i gruppi parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione, abbiano trovato una convergenza su un testo unitario di mozione da proporre all'approvazione di quest'Assemblea. La mozione unitaria rappresenta lo sviluppo delle questioni e delle prospettive già affrontate nella risoluzione approvata, anch'essa all'unanimità, in Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza il 21 aprile 2009, con il parere favorevole del Governo. Il Governo, pertanto, esprime parere favorevole sul testo riformulato della mozione unitaria.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, ringrazio la sottosegretaria che oggi è venuta, anche se queste considerazioni fatte potevano essere svolte meglio durante la discussione sulle linee generali. Tuttavia, credo che la mozione unitaria che è stata elaborata sia un fatto estremamente positivo perché l'argomento non ha certamente necessità di distinzioni di gruppo, ma deve essere il più unitario possibile. È evidente, quindi, che siamo di fronte ad una questione che riguarda migliaia di persone. Sappiamo bene che un quinto degli immigrati in Italia è formato da bambini o adolescenti e, tra questi, vi sono quelli non accompagnati che sono i più sfortunati. Se ne sono interessati l'ONU e la Commissione europea e vi è stato un piano dell'Unione europea che si è basato su tre punti: la prevenzione della tratta e della migrazione a rischio, l'accoglienza e le garanzie procedurali nell'Unione europea, ma, soprattutto, la ricerca di soluzioni durature.
Per questo, ci vuole un impegno maggiore del Governo italiano che vada ad incrementare gli sforzi per creare un sufficiente numero di centri speciali di accoglienza per i minori non accompagnati, che assicuri la permanenza più breve possibile in questi centri e che adotti una procedura armonizzata nell'interesse superiore del bambino. Pertanto, il gruppo Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud approva la mozione unitaria presentata e la vota con convinzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, avevamo presentato una mozione a firma del gruppo Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia-Partito Liberale Italiano non perché non condividessimo l'impostazione di quella presentata dalla presidente della Commissione per l'infanzia e l'adolescenza, l'onorevole Mussolini, nei cui confronti esprimiamo stima e apprezzamento per il lavoro che sta svolgendo in qualità di presidente della Commissione medesima, ma perché ci tenevamo a sottolineare la nostra particolare sensibilità su un tema così delicato, come quello della tutela dei minori stranieri non accompagnati, e che coincide con l'insegnamento e la dottrina della Chiesa Cattolica.
Questa mozione trae spunto e origine da un'indagine conoscitiva che la Commissione bicamerale per l'infanzia ha avviato nell'ottobre del 2008 per verificare le condizioni dei minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro territorio in assenza di familiari. Questa indagine, signor Presidente, ha posto in evidenza un dato preoccupante: buona parte di questi minori che si allontanano dalle comunità alloggio non lascia alcuna traccia e si espone pertanto al rischio di traffici illeciti, allo sfruttamento da parte della criminalità organizzata e di chiunque abbia cattive intenzioni sui minori.
Secondo il Viminale, alla data del 31 ottobre 2009, il fenomeno dei minori scomparsi continua a destare allarme per l'entità dei dati: sono 10.768, di cui 1.994 Pag. 25italiani e 8.774 stranieri. La categoria dei minori scomparsi per allontanamento dagli istituti e comunità di affido risulta essere quella con il maggior numero di casi registrati: 1.775 in totale, di cui 1.539 stranieri e 236 italiani. Sono questi i dati che secondo noi devono impegnare il Governo a prestare particolare attenzione a questo fenomeno ed evidentemente ad apprestare rimedi efficaci. Noi ci auguriamo che questa mozione, che ha visto il concorso di tutti i gruppi parlamentari presenti in quest'aula, possa dare quegli impulsi a tutte le istituzioni, sia a quelle centrali sia a quelle periferiche, affinché si possano mettere in campo rimedi efficaci e affinché si possa ridurre il numero dei minori scomparsi e dei quali non si ha più alcuna traccia.
Signor Presidente, a nome dei colleghi della componente del gruppo Misto, Noi Sud Libertà e Autonomia, ribadisco il nostro voto a favore della mozione unitaria, con due richieste: alla presidente Mussolini di continuare con decisione ed efficacia l'azione che già sta svolgendo e per la quale noi esprimiamo un apprezzamento particolare e al Governo di mantenere gli impegni che sono contenuti in questa mozione e di effettuare successivamente una verifica sui risultati che saranno ottenuti, anche in virtù degli stimoli positivi che vengono da questa mozione unitaria presentata da tutti i gruppi del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia-Partito Liberale Italiano).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Iannaccone, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà, per tre minuti.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente e signor sottosegretario, preannuncio che chiederò che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto, perché dispongo di pochi minuti.
Anche noi di Alleanza per l'Italia siamo lieti che la Camera si appresti a votare a larga maggioranza questa mozione unitaria: è un segno di speranza per le nostre istituzioni e noi ne siamo veramente lieti. Dobbiamo anche sapere che l'arrivo nel nostro Paese di minori stranieri non accompagnati è un fenomeno con il quale dovremo sempre di più fare i conti, perché è un fenomeno ampiamente diffuso e in crescita in tutta Europa: in Francia nel 2002 erano diecimila i ragazzi che vivevano per strada.
Oggi non si riesce nemmeno più a contarli. Anche perché l'allargarsi dell'Unione europea aumenta i chilometri di confini permeabili e consente, una volta entrati, la libera circolazione di questi ragazzi. Perché, inoltre, alle mafie che gestiscono la tratta dei clandestini conviene più il trasporto di minori di quello degli adulti; sui minori è più facile esercitare pressioni per ottenere il saldo del prezzo di trasporto e le stesse famiglie di origine sono più ricattabili nel timore di rappresaglie sui loro figli.
Noi italiani dovremmo conoscere bene alcuni dei meccanismi che stanno a monte del fenomeno del minore migrante. Nell'epoca in cui partivano i bastimenti, le famiglie, non potendosi permettere l'espatrio collettivo e non potendo garantire il pane a tutti figli, si vedevano costrette a scegliere un figlio da mandare da solo in cerca di fortuna oltre oceano. È una storia che collettivamente abbiamo dimenticato, che preferiamo dimenticare, ma che ci farebbe bene ricostruire e ricordare per comprendere meglio quanta disperazione e quanto dolore ci siano nella decisione di staccarsi da un figlio, mandandolo ad affrontare l'ignoto, mettendolo nelle mani di trafficanti senza scrupoli e con la quasi certezza di non rivederlo mai più. Quella disperazione e quel dolore meritano rispetto, meritano che si faccia tutto il possibile per non vanificarli sul piano Pag. 26delle regole, sul piano degli strumenti, sul piano delle risorse. In una parola, sul piano della civiltà.
Abbiamo visto la scorsa settimana che Telefono azzurro ha presentato un rapporto, la maggior parte del quale è costituita sostanzialmente dalla vicenda dei minori stranieri non accompagnati, che scompaiono prima di essere intercettati anche dalle strutture di seconda accoglienza. Il loro destino prevalente - ci avvertono le associazioni - è finire coinvolti in attività illegali: prostituzione, furti, scippi, spaccio di sostanze stupefacenti. Vittime preferite i minori di 14 anni, perché, se fermati dalle forze dell'ordine, non sono perseguibili penalmente.
Ecco quindi che gli interventi per rendere più semplici ed efficaci i percorsi di accoglienza e di integrazione, che sono contenuti nella mozione unitaria, vanno visti anche come uno strumento per togliere risorse umane alla criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Donato Renato Mosella, la Presidenza consente la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della sua dichiarazione di voto, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, con le mozioni che sono state discusse in Aula si è sicuramente avviato un dialogo serio sulle specifiche problematicità del fenomeno dei minori non accompagnati. Ora, però, signor sottosegretario, bisogna fare in modo che vengano intraprese tutte le iniziative per tutelarli e che li garantiscano; le stesse iniziative che sono contenute nelle mozioni che abbiamo presentato e quindi nella mozione unitaria che tutti i gruppi hanno condiviso.
Quello dei minori non accompagnati, purtroppo, è un fenomeno molto serio, molto ampio, che ha dimensioni vaste e che, per molti aspetti, presenta gli stessi problemi dell'immigrazione clandestina. Si tratta di minorenni stranieri che si trovano nella condizione di migranti, spinti da tante situazioni di ordine sociale e economico, e lasciano il Paese di origine soprattutto con l'intenzione di aiutare economicamente i genitori che vi rimangono. Questo li rende molto vulnerabili, perché il fatto che vogliano raggiungere l'obiettivo di aiutare economicamente i genitori li costringe poi a lasciare le comunità alloggio. Ciò diventa pericoloso per loro perché potrebbero entrare in quelli che sono i circuiti di tratta o di sfruttamento.
Spesso i minori che sono costretti a fuggire dal loro Paese sono sostenuti dalle famiglie, che si indebitano per permettere l'emigrazione dei loro ragazzi. E quindi ci sono storie di sofferenza, ma anche di coraggio e di audacia perché, in fondo, come lei diceva, sono ragazzi di un'età compresa tra i 15 e i 17 anni, che sicuramente meriterebbero un destino migliore, e perlomeno più tranquillo e più sereno come quello di tanti coetanei italiani.
Ecco perché bisogna avviare quella iniziativa che riesca a instaurare una rete di comunità su tutto il territorio italiano, perché adesso non è soltanto la Sicilia ad accoglierli, ma anche altre regioni si trovano nella stessa condizione.
Sottosegretario, lei ha elencato una serie di normative già esistenti e che dovrebbero tutelare i ragazzi, ma purtroppo la realtà non è sempre così. La Commissione per l'infanzia si è resa conto, dalle audizioni che si sono svolte, che la realtà non è la stessa di quella che le carte presentano. Ci sono situazioni ben più difficili, ci sono tante difficoltà connesse innanzitutto a procedure che sono territorialmente eterogenee e che riguardano proprio l'identificazione all'arrivo di questi ragazzi che di solito non hanno un documento di riconoscimento, connesse poi alle tempistiche, alle condizioni di accoglienza, allo stesso profilo professionale degli operatori che li accolgono. Occorre, ad esempio, predisporre servizi di mediazione culturale - questo è molto importante, sottosegretario - Pag. 27e occorre mettere in atto un monitoraggio che sia più efficace per valutare non solo le presenze, ma anche gli allontanamenti dalle comunità-alloggio di questi minori stranieri non accompagnati.
La Commissione per l'infanzia si è data molto da fare, ci sono state tante audizioni, è stata avviata un'indagine nel 2008 e, purtroppo, abbiamo preso coscienza del fatto che la situazione non è tanto facile.
Bisogna soprattutto tutelare questi ragazzi dal momento dell'arrivo nel nostro Paese e fino a quando lasciano le comunità-alloggio.
Concordando un'unica mozione, la Commissione per l'infanzia ha dimostrato a tutti gli effetti di avere interesse a quella che è la tutela dei minori, interesse che è raccomandato anche dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia firmata a New York e ratificata dall'Italia con la legge n. 176 del 1991; il nostro Paese ha, quindi, la grande responsabilità di tutelare questi ragazzi.
È necessario ancora, signor sottosegretario, evidenziare che la problematica più importante è quella riguardante i minori che compiono i diciotto anni nel nostro Paese. Infatti, sapete benissimo che con la legge n. 94 del 2009 il rilascio del permesso di soggiorno per questi ragazzi è possibile solo se sono sottoposti a tutela o ad affidamento, se partecipano a progetti della durata di due anni, se hanno un alloggio oppure hanno una attività lavorativa.
La domanda che, però, viene spontanea ed è sicuramente legittima, è che cosa succede se il minore giunge alla maggiore età senza aver concluso la formazione, quando è arrivato in Italia proprio fra i sedici o i diciassette anni; cosa succede, viene espulso? Sappiamo che oltre un quinto dei quattro milioni e mezzo di stranieri che risiedono in Italia è costituito proprio dai minori di diciotto anni. Per questo, la mozione concordata chiede al Governo la possibilità di rilasciare il permesso di soggiorno a questi ragazzi, a questi minori stranieri non accompagnati che abbiano compiuto la maggiore età e che abbiano avviato un percorso di integrazione sociale.
Abbiamo anche chiesto, nella stessa mozione, che il Governo assuma iniziative volte ad assicurare maggiori risorse ai comuni perché sono loro poi ad essere, in effetti, in trincea; soprattutto quei comuni che sono coinvolti nella tutela di questi ragazzi. Per questo noi abbiamo fatto tale richiesta nella mozione.
Sottosegretario, voglio solo aggiungere un'ultima cosa: dobbiamo fare molta attenzione in fatto di immigrazione e ancora più attenzione dobbiamo porre al fenomeno dei minori non accompagnati. La mozione è unitaria, abbiamo raggiunto questo grande obiettivo e la ringraziamo per averla accolta.
Tuttavia, occorre anche fare una riflessione. Infatti, in quelle imbarcazioni, che arrivano cariche di immigrati, vi sono anche minori non accompagnati, anche minori soli, i quali affrontano un viaggio lunghissimo, via mare, per trovare un destino e un futuro migliore, che purtroppo non sempre è quello che loro si aspettano.
Il nostro Governo deve farsi carico - ma seriamente - di questi ragazzi: non soltanto perché vi è una Convenzione da rispettare e ratificare (questo, in fondo, è il minimo), ma soprattutto perché credo che garantire a questi ragazzi un futuro migliore e un percorso sano sia una priorità per un Paese civile come il nostro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO PAGLIA. Signor Presidente, io consegnerò il testo del mio intervento e voglio semplicemente ringraziare l'Aula, poiché ritengo importante il fatto che sia stata presentata un'unica mozione: è la dimostrazione che i minori non accompagnati non sono né di destra, né di sinistra. La speranza è che questo possa essere un primo passo sulla strada dell'integrazione. Pag. 28
Ritengo che i minori non accompagnati debbano essere considerati una risorsa e la loro integrazione un investimento. Per questo, Futuro e Libertà per l'Italia voterà a favore della mozione (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Paglia, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, credo che oggi sia una delle non frequenti giornate positive nella storia di questo Parlamento. Ogni tanto accadono e la cosa non può che farci piacere. Quando si parla di donne e di minori, riusciamo a trovare una convergenza tra i vari gruppi parlamentari, i quali, spesso, sono molto più bellicosi e distanti nelle loro posizioni.
Parlando di minori - e in questo caso, in particolare, di minori immigrati non accompagnati, quindi, se vogliamo, un settore molto specifico di azione - abbiamo trovato una convergenza. Si tratta di una convergenza che - credo - tutti accogliamo con grande piacere e che - devo anche sottolineare, mi sia consentita questa nota - è stata voluta da donne.
Eravamo tutte donne quando ci siamo messe a discutere di ciò e il sottosegretario Viale è una donna: credo dunque che, evidentemente, debbano essere sottolineate la nostra attenzione e la nostra volontà di essere presenti in un certo modo, con un certo stile e con un certo clima, anche quando si parla di argomenti difficili.
Siamo riusciti ad ottenere un risultato che, per alcuni versi, può sembrare ovvio. È stato giustamente detto che i minori non sono né di destra, né di sinistra, e che, quindi, nessuno può vantare primogeniture in questo senso. Tuttavia, è anche vero che spesso le visioni sugli immigrati non sempre coincidono, così come il modo di accoglierli o di interpretare e applicare le leggi. Mi sembrava, dunque, giusto sottolineare questa nota iniziale.
Noi veniamo da una storia che è stata richiamata dalla Commissione bicamerale per l'infanzia con una risoluzione relativa, un approfondimento molto serio delle cose che stanno accadendo nel nostro Paese. Dunque, perché questa mozione? E perché questa unanimità dei consensi? Perché le notizie sono ancora allarmanti. Perché non ci soddisfa quello che finora è stato fatto. Sicuramente, sono stati compiuti passi avanti, ma non ci soddisfa appieno il fatto - denunciato da Telefono azzurro due giorni fa - che tuttora in Europa spariscano 27 minori al giorno, anche in Italia.
Anche in Italia non è dato sapere la percentuale, ma questa notizia non può non allarmare un Paese civile, tra i più industrializzati del mondo che, malgrado le crisi e le difficoltà economiche, comunque, ha un diffuso benessere. Pertanto, non possiamo accettare queste cose.
Abbiamo, inoltre, dei problemi, che sono venuti maturando nel corso nel tempo, e noi vorremmo, insieme con il Governo, lavorare perché questi problemi vengano risolti.
Il primo è quello dei comuni che sono concentrati in alcune regioni rispetto ad altre - come è stato detto - e che hanno dei problemi economici notevoli, perché sono i comuni che devono provvedere alle risorse delle comunità di accoglienza per mantenere questi minori. Il problema, quindi, è economico e di rete: bisogna fare in modo che vi sia una rete di comunità-alloggio estesa, in modo che, anche nelle altre regioni, vi sia questo carico, e non concentrare il tutto semplicemente nelle regioni di confine che sono, ricordo, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Lazio.
È un problema di comuni, quindi, di risorse, di rete e di raccordo dei comuni con l'amministrazione centrale: esiste un comitato presso il Ministero del lavoro, ma bisogna che questi raccordi siano intensificati, Pag. 29così come i rapporti di informazione, anche attraverso le reti informatiche che sono, certamente, un vantaggio e un aiuto. Questo è un tipo di strategia che noi vorremmo, con questa mozione, avviare con il Governo.
Secondo problema: l'armonizzazione con tutte le risoluzioni internazionali. È vero che abbiamo accolto tutte le convenzioni del mondo sui fanciulli, sugli immigrati e via dicendo, ma, signor sottosegretario, ricordo che, poco tempo fa, l'Unione europea ha dato ai Paesi membri tre linee guida (invitandoli ad occuparsene) che riguardano la prevenzione della tratta e della migrazione a rischio, e prevenire vuol dire una strategia complessa di prevenzione. Riguardano, inoltre, l'accoglienza e le garanzie procedurali proprio riguardo, per esempio, all'età e allo status dei minori, perché la verifica dell'età è spesso fatta in maniera piuttosto approssimativa, lo sappiamo. Il problema dell'accoglienza e delle garanzie procedurali è un problema che può essere garantito. La terza linea guida concerne la ricerca di soluzioni durature. Anche questo mi pare che rientri nella linea di un Paese che vuole essere accogliente e solidale nell'ambito delle leggi del nostro Stato.
In terzo luogo, vi è una questione che mi preme molto - perché, signor sottosegretario, dalla sua risposta non ho capito chiaramente come funziona la cosa - relativa ai minori che non hanno ancora compiuto 18 anni, ma li compiranno nelle comunità e nei centri di accoglienza; infatti, al compimento dei 18 anni, questi ragazzi devono essere rimpatriati, altrimenti, diventano clandestini: questo è inaccettabile, ed è l'ultimo capoverso del nostro impegno al Governo.
Chiediamo, quindi, di rilasciare il permesso di soggiorno per quei minori stranieri che abbiano raggiunto la maggiore età e che abbiano intrapreso un percorso documentato di integrazione sociale e civile da meno di due anni; il problema riguarda chi è qui da un anno e sta facendo dei percorsi: non è pensabile che vada in clandestinità, e non è pensabile che torni nel Paese di origine, magari dove non c'è una famiglia e nessuno che li accoglie, proprio perché sono non accompagnati.
Pertanto, il problema di fondo è cercare di capire il fenomeno e cercare, in qualche modo, di risolverlo. Credo che possa bastare una circolare del Ministro o, comunque, un'iniziativa che non deve intaccare la legge.
Le annuncio, inoltre, che fra un paio di mesi - e credo che le colleghe della Commissione bicamerale saranno d'accordo - presenteremo un'interrogazione su quello che il Governo ha inteso fare su questo problema, perché i tempi sono stretti e non possiamo aspettare tanto, altrimenti questi ragazzi rischiano davvero di andare incontro a un destino che certamente non ci auguriamo.
Dunque, queste linee di azione sono, a mio avviso, serie e percorribili. Non sono stravolgenti, ma possono indicare un cammino serio. Visto che, appunto, parliamo di minori parliamo anche, se questi ultimi rimangono in Italia, di una fetta del nostro futuro e, quindi, di un'integrazione, del desiderio di integrare questi ragazzi e di non vederli alimentare le fila della criminalità organizzata o di esserne vittime.
Credo e mi auguro che davvero vi sia l'opportunità di collaborare con il Governo e siamo pronti a farlo, visto che il Parlamento si appresta a dare una risposta unanime a questa mozione.
Ringraziamo il Governo di aver espresso un parere favorevole, ma non ci fermiamo qui. Una mozione, come si dice, non si nega a nessuno. Invece, cominciamo da qui un percorso che andrà monitorato e su cui continuamente cercheremo di confrontarci, anche con lei, signor sottosegretario, e con il Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, la discussione odierna prende avvio da un'indagine che sin dall'ottobre 2008 la Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza ha voluto avviare per approfondire, Pag. 30appunto, il tema dei minori non accompagnati.
Si tratta di un tema molto delicato e che deve essere affrontato con grande attenzione, la stessa attenzione che riteniamo il Governo abbia sicuramente riposto al fine di assicurare ogni forma di tutela prevista dalla vigente legislazione nazionale e internazionale con particolare riferimento proprio al diritto di accoglienza dei minori in strutture adeguate, la cura della loro salute, l'assistenza psicologica e l'istruzione dei minori a garanzia, quindi, della loro personalità e della possibilità di un loro inserimento in un contesto di legalità nell'ambito, chiaramente, dei Paesi di destinazione.
Pertanto, è chiaro che oggi il Parlamento arriva all'approfondimento di questo tema e anche alla sottoscrizione di una mozione unitaria. Anche noi, come Lega Nord Padania, abbiamo aderito a questa mozione unitaria. Tuttavia, ci preme sottolineare come in questi anni questo tema non sia sicuramente stato sottovalutato dal nostro Governo. Anzi, sono stati fatti moltissimi passi avanti per garantire a tutti i minori - ragazzi e ragazze non accompagnati presenti sul nostro territorio nazionale - condizioni omogenee e adeguate di accoglienza.
Dunque, veniamo adesso alle tematiche che sono state sollevate. Si è parlato del problema del quadro normativo di riferimento che è dato dalla legislazione internazionale e, per quanto ci riguarda in modo particolare, dalla cosiddetta legge Bossi-Fini, così come poi modificata dai pacchetti sicurezza che sono intervenuti in questi ultimi due anni. Ebbene, a nostro giudizio, come ribadito anche nell'intervento del sottosegretario, si tratta di un quadro normativo di riferimento chiaro e puntuale, che ha in sé tutte le condizioni per poter rilasciare ai minori non accompagnati presenti sul territorio il permesso di soggiorno.
Nel corso della discussione sulle linee generali e in alcune mozioni che si sono presentate si è sottolineato, in alcuni punti, la difficoltà di ottenere questo permesso. In effetti, a noi questo non risulta.
Non risulta neanche a seguito di un approfondimento della questione proprio in Commissione infanzia anche da parte del dottore Giuseppe Silveri che è il presidente del comitato per i minori stranieri del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
Quindi, effettivamente, la normativa c'è e cosa prevede? La possibilità, per l'appunto, del permesso di soggiorno al compimento del diciottesimo anno di età quando c'è l'affidamento dei minori e quindi alla presenza di un soggetto che è il tutore del minore che viene identificato dal tribunale dei minori in un parente oppure in altre figure che il tribunale dei minori stesso identifica.
Un altro requisito che, come ha stabilito, fra l'altro, una sentenza recente del Consiglio di Stato, è il fatto che questo permesso di soggiorno può essere ottenuto anche da minori stranieri non accompagnati che, al compimento del diciottesimo anno di età, abbiano alle spalle almeno tre anni di permanenza in Italia, oppure abbiano seguito almeno due anni di percorso di formazione professionale, quindi di integrazione. Fra l'altro, la sentenza del Consiglio di Stato ha ribadito l'alternatività fra i due percorsi: quindi o l'avere effettivamente un tutore, oppure avere questo tipo di altri requisiti.
Nella mozione che, lo ripeto, anche noi abbiamo condiviso, si chiede di avviare un monitoraggio. Ho sentito prima l'intervento della collega Capitanio Santolini. Probabilmente fa un appello al Governo per svincolare i limiti di età (i due anni e i tre anni) per verificare il percorso di integrazione.
Noi su questo ci rimettiamo all'attività di monitoraggio alla quale il Ministero dell'interno e il Governo si sono impegnati e quindi a valutazioni che potranno essere fatte in una fase successiva, ribadendo che se delle difficoltà, a nostro giudizio, ci sono nella concessione del permesso di soggiorno, non devono andarsi ad individuare nella lacunosità o nell'eccessiva ristrettezza della normativa attuale, bensì in altri tipi di problemi. Pag. 31
Il problema principale che osta effettivamente a una reale integrazione - perché questo poi è l'obiettivo comune che tutti vogliamo raggiungere per i minori non accompagnati presenti sul nostro territorio - e dunque l'ostacolo più grave è il problema della mancata identificazione dei minori. Purtroppo, troppe volte non è possibile svolgere alcuna indagine familiare nel Paese di provenienza del minore, non avendo questi minori tante volte neanche il passaporto. È vero che si può procedere - lo ha detto anche il sottosegretario - ad altri tipi di identificazione, ma vorrei ricollegarmi anche ad un'altra problematica che è stata evidenziata, ossia alla fuga magari dai centri di prima accoglienza e all'irreperibilità di questi minori.
Tutti noi dobbiamo sicuramente impegnarci, come ha fatto il Ministero dell'interno, a raggiungere questi ragazzi attraverso le strutture nelle quali sono presenti, attraverso la cooperazione dei vari enti (soggetti pubblici o privati), attraverso la cooperazione degli enti locali e a spingere questi ragazzi a fornire gli strumenti per essere identificati.
Dobbiamo lanciare un messaggio chiaro: nessun minore presente nel nostro Paese non accompagnato può essere espulso. La legge Bossi-Fini tutela pienamente questi ragazzi, quindi è nel loro interesse, proprio per realizzare quel percorso di integrazione, che tutti vogliamo concretizzare realmente, che questi minori possano essere identificati.
Bene si è fatto, ad esempio, nella mozione a sottolineare il fatto che bisogna cercare di arginare il fenomeno della irreperibilità. È vero anche che tante volte questa è una irreperibilità, consentitemi il termine, in qualche modo «organizzata», perché questi ragazzi arrivano sulle nostre coste, sbarcano da noi in Italia o arrivano comunque attraversando le nostre frontiere, ma con viaggi che sono organizzati.
Quindi, purtroppo sanno come darsi alla macchia, perché vengono forniti, dalle organizzazioni di criminali che organizzano questi viaggi della speranza, i riferimenti locali e questi ragazzi tante volte si rendono per loro stessa volontà irreperibili tanto che è difficile trovare la tracciabilità del loro percorso.
Quindi, occorre veramente sensibilizzare e far capire a questi ragazzi che da noi ci sono delle tutele adeguate, ma chiaramente che, se ci si rende non identificabili o irreperibili, poi purtroppo l'integrazione diventa più lontana e invece diventa più facile cadere vittime facili e vulnerabili della criminalità che sfrutta questi ragazzi in operazioni - come sono state ricordate - vergognose, dallo sfruttamento per quanto riguarda la criminalità, al traffico di organi e altre barbarie di questo genere.
Un altro tema che è stato toccato durante la discussione di queste mozioni è quello del rimpatrio assistito. Il sottosegretario ha spiegato bene che il Governo ha come obiettivo principale quello di salvaguardare l'interesse superiore del minore. Quindi, se il numero dei rimpatri assistiti risulta essere ancora modesto lo si deve al fatto che non ci sono le condizioni perché questi ragazzi possano tornare nei loro Paesi di origine. Un ottimo lavoro è stato svolto - come è stato spiegato - con i Paesi, ad esempio, quali l'Albania. Bisogna insistere perché ci possano essere degli accordi bilaterali con il Marocco e con l'Egitto per rendere effettivamente più usufruibile questo strumento del rimpatrio assistito.
Per quanto riguarda il problema della razionalizzazione della rete di aiuti e di accoglienza, mi sembra che nella circolare del febbraio del 2009 il Ministero dell'interno abbia dato già delle indicazioni molto chiare per evitare concentrazioni di minori unicamente nelle regioni di arrivo, delle regioni di sbarco. Quindi, questo è stato un impegno significativo e un'indicazione chiara che è stata rivolta a tutte le prefetture, e anche nella mozione si chiede di razionalizzare questa rete di accoglienza non solo sotto il profilo della omogeneità degli standard di accoglienza, ma soprattutto di un'equa distribuzione sul territorio nazionale. Infatti, è impensabile - lo condivido - che ci siano delle regioni Pag. 32e dei comuni che abbiano un carico eccessivo e assolutamente sproporzionato rispetto ad altre.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CAROLINA LUSSANA. Volevo sottolineare il problema del finanziamento. Il Ministero dell'interno chiaramente, soprattutto a seguito dell'ondata eccezionale degli sbarchi del 2008, è intervenuto a favore dei comuni. Effettivamente questo è un problema serio perché i comuni non hanno risorse adeguate per finanziare tutti gli interventi. Pertanto, ragioniamo sul sistema dei finanziamenti, ma ragioniamo - come ha fatto anche il Governo - su una politica di controllo e di contrasto all'immigrazione clandestina, alla tratta dei minori e allo sfruttamento degli stessi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zampa. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, colleghe, colleghi, signor sottosegretario, l'atto su cui siamo chiamati in quest'Aula a pronunciarci è un atto di grande rilievo. Siamo chiamati, infatti, a indirizzare e vincolare il Governo perché attui provvedimenti e azioni sui minori stranieri in linea con le Convenzioni di Ginevra, innanzitutto, con la Convenzione sui diritti dell'infanzia e con la Convenzione per i diritti del fanciullo di Strasburgo fino all'ultima recentissima direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio d'Europa.
È un atto di rilievo perché in realtà rappresenta l'esito di un serio lavoro che fa onore al Parlamento e che, in un momento così difficile per la politica italiana nel suo rapporto con la società, può aiutare i cittadini a comprendere che qui si lavora bene e con serietà quando lo si vuole fare. Si è trattato di un lungo e serio lavoro che ci ha portato a fare moltissime audizioni, tra l'altro, con i Ministeri dell'interno e degli affari esteri, con la prefettura di Agrigento, con il presidente del Comitato per i minori stranieri, con il delegato dell'ANCI alle politiche migratorie, con l'assessore della regione Sicilia con delega alla famiglia, ma anche con molti rappresentanti di quella società civile che tutti i giorni fa i conti con questo fenomeno. Cito semplicemente la Caritas, Save the Children, l'UNICEF e Terre des hommes.
Ci hanno aiutato a conoscere che cosa succede nel nostro Paese, in questo piccolissimo spaccato che - ahimè - è di sofferenza e di grandissima fatica.
Signor sottosegretario, ho ascoltato il suo intervento con molto rispetto e molta attenzione, ma non le nascondo il mio stupore: lei ha descritto una realtà che è abbastanza - ahimè troppo - lontana da quella che noi, invece, abbiamo dovuto registrare. Infatti, i minori stranieri non accompagnati, che per la burocrazia sono semplicemente una sigla (MSNA), arrivano a piedi attraversando i deserti e si imbarcano per raggiungere le nostre coste. Gli ultimi che sono arrivati (uno dei quali purtroppo aveva perso la vita affogando in mare, come ha ricordato la mia collega Doris Lo Moro) erano tutti afgani e sono sbarcati sulle coste calabresi durante l'estate. Sappiamo che vengono via perché si allontanano dalla miseria, dalla guerra e della violenza e spesso sono messi sul cammino della speranza dai loro familiari (genitori o parenti), perché questi pensano che sia utile dar loro un futuro.
Secondo il Comitato stranieri, al 30 settembre 2009 questi MSNA erano poco meno di 7 mila. Sono tre gli ordini di problemi che li riguardano e che noi abbiamo dovuto registrare. Lo hanno ricordato le mie colleghe prima di me e cercherò di essere molto rapida. Una parte di loro e una parte dei problemi che li riguarda hanno a che fare con i centri di seconda accoglienza: questi giovani se ne vanno spessissimo perché non ci sono più i fondi e nessuno paga più per loro, né il vitto, né l'alloggio, né il percorso di integrazione. Tuttavia, ci sono spesso grandi rischi anche per quelli che permangono quando nessuno più paga per loro perché vengono Pag. 33messi sul cammino dello sfruttamento e del lavoro quando non della prostituzione.
C'è un secondo ordine di problemi ancora più grave perché peggio di loro stanno coloro che, avendo diritto all'asilo innanzitutto in quanto minori, ma anche perché si allontanano da scenari di guerra, arrivano nei nostri porti e vengono respinti. Lei, signor sottosegretario, ha parlato di osservatori permanenti. I nostri giornali e le nostre associazioni hanno registrato respingimenti di minori nei porti. Riguardo ad uno di questi casi riguardante un ragazzo afgano di nome Alidad, noi stessi abbiamo presentato un'interrogazione per conoscere in quale circostanza sia potuto avvenire che, dopo aver attraversato il mondo (arrivava dall'Afghanistan), sia sbarcato ad Ancona dove è stato respinto. Non abbiamo ancora avuto una risposta. Si tratta di un caso che ha occupato la stampa nazionale nella prima pagina di un importante quotidiano.
Per quanto riguarda il terzo raggruppamento delle questioni e dei problemi, è un paradosso quello che riguarda i minori che compiono 18 anni in Italia. L'articolo 1, comma 22, lettera v), della legge n. 94 del 2009 sulla sicurezza colpisce quei minori giunti in Italia avendo tra i 16 e i 17 anni. Lei stessa ha ammesso che sono la maggior parte e hanno un percorso avviato di integrazione, intanto perché sono finalmente riusciti ad arrivare in una casa di accoglienza. Qualcuno si è occupato di loro, hanno incominciato ad insegnare loro l'italiano, gli stanno trovando lavoro, raggiungono la maggiore età. Purtroppo, nel giorno del loro compleanno diventano clandestini. In molti luoghi d'Italia le questure non li trattano allo stesso modo. Ho visitato un centro a Bologna dove ci sono molti di questi ragazzi e mi sono stati consegnati i documenti con i quali la questura respinge la richiesta di rinnovo del rilascio del permesso di soggiorno.
Vorrei semplicemente riferirle, Presidente, le parole che sono state pronunciate da chi si occupa di loro. Un padre dehoniano mi ha detto: «Secondo lei, possiamo mandarli via, dopo che loro sono cresciuti con noi per un anno e mezzo? Dopo che noi li abbiamo trovati, gli abbiamo insegnato l'italiano, abbiamo procurato loro un lavoro, oggi dovremmo mandarli via. Questi diventano clandestini».
Fare diventare dei giovani clandestini - vorrei richiamare l'attenzione dell'Assemblea su questo aspetto - non pone soltanto un problema umanitario, di valori, di violazione di diritto. Il paradosso riguarda anche il fatto che la legge n. 94 del 2009 e tutti i provvedimenti che questo Governo assume nella materia in esame sono ispirati da una filosofia cosiddetta securitaria. Non è securitario far diventare clandestini dei diciottenni, perché li si consegna ad un mondo di illegalità, inevitabilmente, come minimo al lavoro nero, perché di qualcosa devono vivere e non se ne vanno.
Tra l'altro, voglio semplicemente ricordare che da questo punto di vista vi è un pronunciamento del Consiglio di Stato al riguardo, che lei certamente conoscerà. Pertanto, all'ultimo punto della mozione chiediamo che in sintonia con questo pronunciamento venga applicato ai minori stranieri il regime transitorio rispetto alla legge n. 94 del 2009. Chiediamo che venga loro garantita l'applicazione della precedente normativa, che consente il rilascio del permesso di soggiorno al compimento del diciottesimo anno.
Vi è infine un'ultima ragione che rende importante questo atto di indirizzo. Due giorni fa ci siamo trovati in quest'Aula a discutere sette mozioni diverse, oggi votiamo un testo unificato; a mio avviso è un modo per ribadire, mi pare, tutti insieme, che non sono e non devono mai essere i minori a pagare il prezzo della violenza, dell'ingiustizia, dell'odio e delle divisioni.
Signor Presidente, i numeri ci dicono che stanno straordinariamente aumentando le presenze di minori afgani: l'ANCI ha già calcolato che l'aumento dell'ultimo anno è del 170 per cento. Dobbiamo chiederci perché questi minori arrivano dall'Afghanistan. Certamente perché fuggono da uno scenario di guerra, ma anche perché là dove noi portiamo la pace, lavoriamo per la pace, nel volto dei Pag. 34nostri militari hanno visto il volto buono dell'Italia e pensano che noi possiamo aiutarli a vivere meglio. Questa è la ragione per cui il numero degli afgani sta enormemente aumentando, come ha ricordato la collega Doris Lo Moro nella discussione in Aula lunedì.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Zampa.

SANDRA ZAMPA. Concludo, Presidente. Quindi, voglio arrivare semplicemente a ribadire e a ricordarvi che oggi con il voto favorevole a questa mozione noi diciamo che questo Paese rispetta la sua più vera e civile vocazione e tradizione, che sa rispettare le convenzioni e i trattati internazionali quando hanno saputo dare davvero un orizzonte alle speranze degli uomini (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mussolini. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, vorrei esprimere soddisfazione per il lavoro corale di tutte le forze politiche su questo tema e per l'accoglienza del Governo... io posso anche abbassare la voce per non disturbare le conversazioni dei colleghi in Aula, così sussurro... Questa mozione parla di bambini, dei nostri figli, che siano italiani, che siano comunitari, che siano extracomunitari, stranieri, sono nostri figli; bambini che hanno perso la vita per arrivare qui, bambine che, come hanno ricordato le nostre colleghe, sono state violentate nelle varie tappe del loro tragitto per arrivare nel nostro Paese. Allora, ci dobbiamo indignare, ci dobbiamo vergognare, dobbiamo inorridire.
Non si tratta, infatti, di una mozione ottimista o pessimista: in Commissione abbiamo audito, abbiamo ascoltato, siano andati in missione a vedere bambini, che rappresentano un numero e il numero può anche sparire.
Proprio a Lampedusa, con le colleghe, abbiamo visto un bambino con due occhioni verdi che ci guardava e non sapeva quale sarebbe stato il suo futuro: è per loro che noi dobbiamo lottare, ma anche per i nostri bambini italiani.
Ricordo al sottosegretario, che sa bene quello di cui sto parlando - perché abbiamo lavorato insieme a questo progetto -, che anche i nostri figli non hanno un'identità, perché da zero a quindici anni sono bambini fantasma, non hanno una carta di identità, non esistono: hanno il codice fiscale ma non hanno un'identità (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Arriviamo al paradosso che possono guidare le macchinette a quattordici anni con il patentino, ma la carta di identità ce l'hanno a quindici anni.
Nella mozione è stato previsto un loro status giuridico. Ricordo anche una legge vigente sulla cittadinanza, la n. 91 del 1992, che stabilisce (mi hanno detto: «Che c'entra? La stai interpretando in senso estensivo!»): «È considerato cittadino per nascita il figlio di ignoti trovato nel territorio della Repubblica se non venga provato il possesso di altra cittadinanza». Si tratta di una legge nostra, vigente. Anche le colleghe hanno parlato del problema che ragazzi, bambini - fino al compimento del diciottesimo anno si parla di bambini, di ragazzi, di adolescenti -, entrati sul territorio italiano, dobbiamo farli diventare manager: iscritti agli studi, con un lavoro, con un'abitazione, con un reddito, tre anni di permanenza, due anni di progetti di integrazione sociale (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà)! A questo punto, neanche i nostri ce la faranno mai, al compimento dei diciotto anni, a conseguire tutti questi risultati!
Il punto è che noi, come ha sostenuto l'onorevole Paglia - l'unico che ha affermato che i bambini sono un investimento - non investiamo, perché quando hanno sedici o diciassette anni già sanno che non otterranno il permesso di soggiorno e già saranno vittime e preda della criminalità organizzata.
Ecco perché l'appello della mozione al Governo - che mi auguro veramente possa Pag. 35essere accolto - è volto ad ottenere un monitoraggio, un controllo, affinché la legge che è stata approvata nel pacchetto sicurezza sia calata nella realtà, al fine di vedere quali sono le conseguenze di una legge, di un foglio, di uno scritto, che però deve essere calato nel tessuto sociale.
Inoltre, un bambino straniero, quando sparisce, deve essere considerato un nostro figlio. Invece non se ne dà neanche l'allarme, perché lo si considera un fatto normale: quasi nell'indifferenza scompare o entra in clandestinità. Ciò deve destare preoccupazione: noi dobbiamo integrare questi bambini, perché sono il nostro futuro e il nostro futuro tessuto sociale.
Rivolgo anche un appello al Senato, ossia all'altra Camera: abbiamo approvato anche alla Camera, all'unanimità, la ratifica della Convenzione di Lanzarote contro la violenza e contro lo sfruttamento (questi bambini, infatti, sono sfruttati). Rivolgo un appello al sottosegretario e al Governo: basterebbe una seduta dell'Aula del Senato per approvare e rendere definitivamente vigente la Convenzione di Lanzarote, basta una sola seduta al Senato.
Concludo parlando dell'incontro che noi, come Commissione, abbiamo tenuto con il presidente La Loggia, presidente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale: i bambini, nonché minori (come è freddo questo termine!) non sono menzionati neanche nell'articolo 117, comma secondo, lettera m), della Costituzione. Si parla del sociale, ma il sociale è tutto! Quando garantiamo i diritti dei bambini nelle mille convenzioni che vengono approvate, dovremmo riconoscerli, ad esempio, anche nel federalismo, dando loro un'identità anche giuridica negli enti locali, nelle regioni, nelle province e nei comuni! Voi sapete - rispondo a quanto affermava la collega Lussana in merito ai controlli all'interno delle case - che i bambini spariscono anche per una questione di business!
Il primo mese, infatti, paga il Ministero dell'interno e sono soldi sicuri, dopo passa ai comuni che non hanno i fondi e li fanno andare perché non sono case di detenzione e ne prendono altri cinquanta.
Questo su alcune case rappresenta un business, che noi abbiamo denunciato anche al Presidente della Repubblica.
Quindi, con il presidente La Loggia ci siamo chiesti se non sia opportuno inserire i bambini, l'assistenza all'infanzia e all'adolescenza all'interno delle competenze, come una priorità di province, regioni e comuni e vincolare i fondi. Infatti, possiamo parlare di tutto ma se non stanziamo soldi vincolati per i nostri figli - che siano italiani, comunitari o extracomunitari - non otterremo nulla, ma solo parole, che volano via con il vento.
Vorrei dire un'altra cosa sui comunitari: non ci può neanche più essere un monitoraggio sui romeni e i bulgari. Infatti, i bambini romeni spariscono tantissimo perché, essendo loro cittadini comunitari, il Comitato minori stranieri non accompagnati, non se ne occupa più, pertanto non c'è più monitoraggio su questi bambini.
Quindi, ecco l'appello al Governo - al di là dei partiti siamo intervenuti tutti, con toni più o meno accesi -; l'unico obiettivo è quello di salvare questi bambini dalla clandestinità e dalle violenze perché quando li guardiamo in faccia appaiono molto più consapevoli e maturi di tanti adulti che, alcune volte, approvano leggi che possono anche avere effetti negativi per bambini che, invece, dobbiamo solo amare, tutelare e difendere (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ippolito Vitale. Ne ha facoltà.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, quale coordinatore del Comitato di indagine istituito all'interno della Commissione antimafia sul fenomeno dello sfruttamento dei minori, voglio esprimere la più convinta adesione ai contenuti della mozione al nostro esame ed il più sincero apprezzamento per il lavoro parlamentare, che ne ha consentito oggi la discussione e - a breve - l'approvazione.
Si tratta di un passo avanti importante, che detta un canovaccio istituzionale per Pag. 36consentire la pianificazione di azioni concrete dirette, per un verso, a contrastare i rischi di sfruttamento che la condizione di minori stranieri non accompagnati comporta, per un altro, ad immaginare e costruire un percorso che consenta adeguata tutela giuridica attraverso regole chiare, ad una fascia di popolazione particolarmente debole, che merita perciò la massima assunzione di responsabilità da parte del nostro Paese, nella consapevolezza di quell'inarrestabile processo migratorio frutto della globalizzazione in atto, che chiama al confronto non solo economie, ma culture e diritti fondamentali per una sintesi difficile, quanto necessaria.
Con una sola voce, oggi riaffermiamo la difesa dell'interesse superiore del minore come ratio fondante della mozione, ma soprattutto delle linee di azione su cui il Governo si impegna, ben consapevoli però che la condivisione di oggi rappresenta il viatico necessario ai passi futuri, ancora tanti e importanti, che saranno chiamati a fare i Parlamenti e i Governi.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Capitanio Santolini, Zampa, Di Giuseppe, Mussolini, Mosella, Misiti, Iannaccone, Lussana ed altri n. 1-00459, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nola, Margiotta, Galletti, Pezzotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva
(Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato sì 466).

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 13,25).

DANIELE MARANTELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELE MARANTELLI. Signor Presidente, nel corso della seduta che approvò l'ultimo provvedimento relativo ai trasporti, avevamo espresso il timore che la compagnia aerea Livingston Spa rischiasse il tracollo, purtroppo quei timori si sono rivelati fondati.
Era chiaro che il crack dei Viaggi del Ventaglio, che era proprietario e insieme principale committente della compagnia, non sarebbe stato senza conseguenze. Il buco di 25 milioni di euro è andato ad ampliarsi anche a causa di una cattiva gestione della successiva proprietà, quale quella che si è rivelata la holding che fa riferimento all'imprenditore Massimo Ferrero.
Perché il Governo si è limitato ad osservare con inerzia il progressivo deterioramento dell'azienda? Come mai un imprenditore che non si è certo rivelato un esempio di serietà ha potuto beneficiare di rilevanti risorse da parte di importanti istituti di credito? Qual è stato il ruolo della regione Lombardia?
È bene che ai lavoratori si risponda con la cassa integrazione, quando la casa brucia bisogna spegnere il fuoco. Fanno bene i sindacati a tutelare i dipendenti e le loro famiglie, le forze politiche a sostenere le loro sacrosante ragioni, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali a concedere la cassa integrazione straordinaria a zero ore per 24 mesi. Lì, però, c'è gente che da mesi non prende lo stipendio, anche questo mi hanno detto i lavoratori che ho incontrato proprio qui alla Camera martedì scorso.
La compagnia, emanazione di Lauda Air, ha personale con età media giovane, Pag. 37personale giovane e preparato. Finita la cassa integrazione, cosa faranno queste persone?
Lufthansa Italia ed easyJet, compagnie straniere, a Malpensa hanno trovato porte aperte. Ha senso che si penalizzi una compagnia italiana? Che non ci sia un realistico piano di rilancio industriale dell'azienda? O vogliamo perdere preziose professionalità a favore dei mercati del Medio Oriente, dell'Asia, mercati in espansione alla ricerca dei nostri ottimi piloti?
Mi aspetto che il Governo non nomini un commissario che si limiti, magari con robuste consulenze, pagate da non so chi, a gestire il fallimento di Livingston Spa.
Mi aspetto invece che il Ministro Romani nomini un commissario che delinei un piano industriale in grado di mobilitare adeguate risorse private. Siamo sicuri che non ci siano acquirenti privati seri?
Chiediamo al Governo di recuperare mesi e mesi di inspiegabile sottovalutazione, cominciando a fare il proprio dovere. A chi se non al Governo spetta il compito di definire un nuovo piano nazionale del trasporto aereo? A chi se non al Governo spetta il compito di premiare chi è pronto a creare nuovo valore aggiunto?
Mi auguro che i partiti di maggioranza, il Partito Democratico, la Lega Nord Padania, Futuro e Libertà impegnino Romani in questa direzione. Ci sono manager e aziende italiane in grado di rilanciare una compagnia charter che esiste da 18 anni, la più antica.
Alitalia è in fuga da Malpensa da tempo. Azzurra Air e Volare hanno chiuso. Vogliamo continuare così, colpendo al cuore il trasporto aereo italiano? Spero proprio di no, spero vivamente di no (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo atto del suo intervento ed è superfluo rammentarle che può adoperare gli atti di sindacato ispettivo.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, sempre sul medesimo argomento sollevato dal collega Marantelli, che ringrazio per aver portato all'attenzione di quest'Aula e del Governo la problematica relativa all'azienda Livingston Spa, che è patrimonio importante e lo è, voglio usare il presente, sia per quanto riguarda il sistema di trasporto aereo del Paese, sia per quanto riguarda le opportunità di sviluppo dell'hub di Malpensa.
Io ritengo che bene ha fatto il ministro Romani, lo ringrazio pubblicamente, a ricevere prontamente, nei primi giorni della sua nomina, i rappresentanti dell'azienda ed i lavoratori, perché c'è bisogno di una risposta chiara e veloce.
Bene ha fatto il Governo a concedere la cassa integrazione - ed anche di questo voglio ringraziare il Ministro Sacconi - e giudichiamo anche molto bene, ed anzi speriamo proprio che possa andare avanti, l'ipotesi di adesione ad una procedura che tenti di salvaguardare il patrimonio aziendale oltre che i posti di lavoro. La Livingston rappresenta infatti, come è stato giustamente ricordato dal collega Marantelli, un patrimonio in termini storici in quanto è una delle prime aziende che dà lavoro a 500 persone (contando l'indotto, però, ovviamente questi numeri aumentano, raddoppiano o triplicano), ma soprattutto costituisce un attore importante nel sistema del trasporto aereo del nostro Paese e dell'hub di Malpensa che, per quanto possibile, dovrà essere tutelato.
Ricordo che la crisi della compagnia aerea Livingston deriva dalla crisi di un suo importante operatore, il Ventaglio, e che non è una situazione strutturale: non si tratta cioè di un'azienda che ha perso e perde soldi nella gestione ordinaria, ma di un'azienda che ha accumulato debiti in virtù proprio di un fallimento aziendale (ciò detto, ovviamente, in estrema sintesi). Pag. 38
Pertanto mi auguro che la persona scelta dal Ministro Romani sia una persona che si impegni a salvaguardare il più possibile il patrimonio aziendale, eventualmente trovando qualcuno che possa subentrare nella gestione, e soprattutto a salvaguardare quello che per noi è e resta l'aeroporto più importante del Paese, vale a dire l'aeroporto di Malpensa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

DONATA LENZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, il mio intervento è legato alla lettura dei giornali di oggi, in particolare de Il Mattino che riporta: Rifiuti: rischio stato di emergenza, rivolta delle province campane contro il piano della regione. La regione informa che si rivolgerà al Governo.
Noi non sappiamo se bisogna dichiarare nuovamente aperta l'emergenza o se la fase di emergenza non era mai finita, riteniamo però che questo Parlamento non possa sottrarsi a tale tema importante che abbiamo più volte affrontato e sul quale siamo intervenuti legislativamente.
Vi è una situazione grave di allarme e chiediamo pertanto che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, onorevole Prestigiacomo, venga a riferire in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

LAURA MOLTENI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA MOLTENI. Signor Presidente, sono qui oggi per sollecitare la risposta ad una interrogazione a risposta scritta (che è stata annunciata nella seduta del 28 luglio 2010, la n. 360), la n. 4-08207, con la quale in sostanza si chiede al Ministro competente cosa intenda promuovere in tema di iniziative volte ad introdurre un'apposita disciplina normativa che regolamenti autonomamente i test di farmaco-genetica rispetto ai test genetici, e riconosca la figura del farmacologo quale attore fondamentale nella gestione dei dati farmaco-genetici e nel counseling farmaco-genetico, individuando quindi quale interlocutore scientifico specifico nel campo di test farmaco-genetici la Società italiana di farmacologia. Questa è un'interrogazione molto importante perché vi sono dei farmaci che possono essere adattati non solo sul tipo genetico ma addirittura sul DNA individuale. Questa interrogazione offre la possibilità ai farmacologi di potersi sedere al tavolo ove già siedono i genetisti. È una interrogazione che mira ad aprire nuove frontiere nel campo della medicina, una medicina calibrata e realmente adeguata al singolo individuo.

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo solo per segnalare purtroppo all'Assemblea che per quanto riguarda la triste vicenda delle vittime esposte all'amianto in questi giorni a Udine è emerso un nuovo caso. La procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta perché si teme che almeno sette decessi, di persone che lavoravano presso il magazzino e l'officina delle Ferrovie dello Stato di Udine, possano essere stati causati dall'esposizione all'amianto. Questo è un problema molto complesso, molto drammatico, che spesso emerge in varie parti del nostro Paese. Nell'esprimere ancora una volta il sollecito affinché da parte del Governo vi siano nuovi interventi per venire incontro ai familiari delle vittime dell'amianto segnalo - signor Presidente, lo faccio in via preventiva - che su questo problema presenterò un'interrogazione parlamentare.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 15.

Pag. 39

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Bocchino, Brugger, Bruno, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Dal Lago, Donadi, Fassino, Gregorio Fontana, Franceschini, Alberto Giorgetti, Giro, La Russa, Leo, Lo Monte, Lucà, Mantini, Mazzocchi, Melchiorre, Paniz, Reguzzoni, Stucchi, Tabacci, Valducci, Vito e Zaccaria sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della salute, il Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, il Ministro per i rapporti con il Parlamento ed il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

(Misure per favorire l'accessibilità dei cittadini al sistema sanitario nazionale valorizzando il ruolo delle farmacie - n. 3-01286)

PRESIDENTE. L'onorevole Ciccioli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-01286, concernente misure per favorire l'accessibilità dei cittadini al sistema sanitario nazionale valorizzando il ruolo delle farmacie (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, il sistema sanitario nazionale è caratterizzato dalla appropriatezza dell'assistenza, dall'accesso ai servizi e dall'equità delle prestazioni. L'universalità del servizio, cioè il servizio per tutti, è un principio. Per attuarlo occorrono, però, organizzazione sanitaria, programma delle attività, programmazione seria e allocazione delle risorse, cioè dove spendere e come spendere.
La qualità del servizio dipende dalla facilità dell'accesso e dall'efficacia delle prestazioni. In questo quadro, le farmacie, luogo sanitario diffuso equitariamente e ubiquitariamente in ogni paese e in ogni quartiere, rappresentano un presidio importante facilmente raggiungibile; quindi, non solo dispensatrici di farmaci o prodotti parafarmaceutici, ma anche di servizi.
Chiedo al Ministro cosa stia facendo praticamente per intervenire in questo settore.

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, il Ministero della salute, con decreto legislativo n. 153 del 2009, attuando una delega legislativa, ha avviato un nuovo processo finalizzato a potenziare le funzioni delle farmacie. Questo processo si sta perfezionando con una serie di provvedimenti attuativi, che abbiamo trasmesso il 30 settembre 2010 alla Conferenza Stato-regioni.
Questi decreti, introducendo una nuova normativa sulle attività che possono essere svolte in farmacia, intervengono migliorando e potenziando l'attività delle farmacie stesse, che avranno un nuovo ruolo all'interno del servizio sanitario nazionale.
Anticipo alcune delle iniziative di maggiore impatto: nelle farmacie pubbliche e private sarà consentito prenotare prestazioni di assistenza specialistica e ambulatoriale presso le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate; sarà consentito pagare il ticket; si potranno ritirare i referti relativi alle prestazioni; si potranno eseguire prestazioni analitiche di prima istanza, come il controllo della glicemia, del colesterolo e dei trigliceridi. Sarà inoltre consentita la dispensazione e la consegna Pag. 40domiciliare di farmaci e dispositivi medici, la preparazione, nonché la dispensazione a domicilio delle miscele per la nutrizione artificiale e dei farmaci antidolorifici e la dispensazione, per conto delle strutture sanitarie, dei farmaci a distribuzione diretta, nonché la messa a disposizione di operatori sociosanitari, infermieri, fisioterapisti per l'effettuazione a domicilio o nell'ambito della farmacia di specifiche prestazioni professionali richieste dal medico di famiglia e dal pediatra in libera scelta.
Quindi, si parla di una innovazione sostanziale che cambierà probabilmente la faccia del sistema sanitario del nostro Paese e consentirà, ci auguriamo, un effettivo reale potenziamento della capacità di accesso dei cittadini tramite le farmacie al servizio sanitario nazionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Ciccioli ha facoltà di replicare.

CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, signor Ministro, innanzitutto sono soddisfatto della risposta, perché finalmente c'è un impegno ufficiale nel luogo istituzionale, ma anche negli atti. E il fatto che alle parole, alle proposte del Parlamento e dell'opinione pubblica, seguano degli atti è un dato estremamente importante per la credibilità delle istituzioni.
Finora c'è stata incertezza: incertezza sul futuro della farmacia, in quanto esercizio di dispensa commerciale, e sul ruolo della farmacia nell'organizzazione sanitaria.
Credo che questa scelta di creare un centro di servizi sanitari sia fondamentale proprio per quello che dicevo nella mia introduzione, quando affermavo che le farmacie sono ubiquitarie, si trovano in ogni quartiere, in ogni paese, in ogni zona.
Questo problema del centro di prenotazione per le analisi sierologiche, per le indagini radiologiche - strumentistiche e per le visite specialistiche è estremamente importante, direi che per il futuro sarà fondamentale.
Molte regioni hanno organizzato in maniera diversa il Centro unico per le prenotazioni e questo, invece di portare a un miglioramento del servizio, spesso ha portato ad un intasamento della rete informatica e a un disservizio verso i cittadini.
Queste sono le linee guida che mi sembra il Ministero della salute sia intenzionato a portare avanti, su queste mi riconosco e spero che siano quanto prima realizzate sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Iniziative per l'attuazione della legge n. 38 del 2010, in materia di cure palliative e terapia del dolore - n. 3-01287)

PRESIDENTE. L'onorevole Palagiano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01287, concernente iniziative per l'attuazione della legge n. 38 del 2010, in materia di cure palliative e terapia del dolore (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, signor Ministro, a sette mesi dall'approvazione della legge n. 38 del 2010 che riguarda l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, la sua attuazione e la sua concreta applicazione sul territorio non ha mai avuto un inizio. Una legge, le ricordo, che è stata votata all'unanimità da questo Parlamento perché doveva far fronte alle esigenze di centinaia di migliaia di cittadini che hanno bisogno di non soffrire più, che hanno bisogno di terapie del dolore. Si tratta di grossi numeri: centocinquantamila cittadini italiani e con loro tutte le relative famiglie.
Questa legge rappresenta un atto di civiltà con cui finalmente viene riconosciuto il diritto alla dignità delle persone con dolore e si tratta di una legge che dovrebbe, in teoria, garantire l'applicazione delle terapie del dolore su tutto il territorio nazionale e non a macchia di leopardo così come oggi avviene.
Per cui, con questa interrogazione, le chiedo, signor Ministro, quali iniziative il Governo intenda intraprendere per accelerare l'attuazione della legge e per avviare i controlli sul territorio, sulle regioni e nei singoli ospedali.

Pag. 41

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, onorevole Palagiano, a seguito dell'insediamento della commissione prevista dalla legge sono stati compiuti almeno sette punti.
Primo punto: il documento relativo alle linee guida per la promozione, lo sviluppo e il coordinamento degli interventi regionali è stato elaborato, approvato dal Consiglio superiore della sanità e attualmente è al vaglio della Ministero dell'economia e delle finanze.
Secondo punto: il progetto «Ospedale-Territorio senza dolore» è stato elaborato, approvato dal Ministero dell'economia e delle finanze e attualmente è al vaglio della Conferenza Stato-regioni la proposta di accordo con cui si ripartiscono i 2 milioni e 450 mila euro per progetti a carattere formativo.
Terzo punto: è stato firmato il 7 settembre 2010 un protocollo di intesa per il monitoraggio delle reti di cure palliative e terapia del dolore.
Quarto punto: si è provveduto all'istituzione del flusso informativo per il monitoraggio dell'assistenza erogata in hospice in collaborazione con i referenti regionali.
Quinto punto: è in fase di predisposizione la proposta di intesa sui requisiti minimi e le modalità organizzative necessarie per l'accreditamento della rete di cure palliative e terapia del dolore.
Sesto punto: è stata effettuata la ricollocazione dei farmaci utilizzati nella terapia del dolore nella tabella II sezione D che consente la prescrizione degli stessi con ricettario del servizio sanitario nazionale, allineando l'Italia agli altri Paesi europei.
Settimo punto: comunico che presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca si sta per costituire con il Ministero della salute un tavolo tecnico per la definizione degli ordinamenti didattici di specifici percorsi formativi in materia di cure palliative e terapia del dolore.

PRESIDENTE. L'onorevole Palagiano ha facoltà di replicare.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, signor Ministro, ho ascoltato con attenzione tutti i punti che lei ha elencato, in realtà non ci troviamo sui dati. Tutto questo è valido forse a livello organizzativo, ma c'è un'indagine che è stata pubblicata su Il Sole 24 Ore, eseguita su 125 reparti di clinica medica, quindi di medicina interna, che invece dice l'esatto contrario e cioè che attualmente non è stato applicato nessuno di questi punti. Le ricordo che lei, secondo l'articolo 9 della legge, aveva l'obbligo di applicare e di avviare questo monitoraggio.
Se ricorda, noi avevamo proposto una authority. Adesso il monitoraggio viene demandato a lei ed ha avuto anche i fondi - 150 mila euro per il 2010 - per controllare e promuovere la terapia del dolore.
Attualmente non sappiamo che fine abbiano fatto questi fondi, come siano stati dirottati e, soprattutto, nelle cartelle cliniche degli ospedali italiani non vi è traccia di tutto quello che era stato promesso: mi riferisco al fatto di scrivere se il paziente ha sofferto e come è stata attuata la terapia. Insomma, credo che la legge sia partita sulla carta, ma non di fatto.
A mio avviso, dunque, c'è una miopia da parte del Governo, forse da parte di più persone del Governo, le quali non comprendono che curare il dolore significa anche risparmiare. Ci sono due punti: curare il dolore significa fare un atto di bene, perché eliminare o lenire il dolore di centinaia di migliaia di cittadini italiani a mio parere è una cosa buona di per sé, ma curare il dolore significa anche risparmiare, perché una persona che soffre non potrà lavorare e, se andrà a lavorare, lavorerà poco e male.
Per questo le rivolgo una preghiera, signor Ministro: prenda a cuore, di fatto, la legge sulla cura del dolore e delle terapie palliative, perché ritengo che sia un suo obbligo morale, un suo dovere, ma sia soprattutto nell'interesse dei cittadini Pag. 42italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Orientamenti del Governo in merito all'accordo volto ad assicurare l'equilibrio economico-finanziario del comparto sanitario della regione Puglia - n. 3-01288)

PRESIDENTE. L'onorevole Franceschini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01288, concernente orientamenti del Governo in merito all'accordo volto ad assicurare l'equilibrio economico-finanziario del comparto sanitario della regione Puglia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, signor Ministro, la regione Puglia ha predisposto un piano di rientro, come altre regioni italiane, ma, a differenza di esse, non per un problema di disavanzo, ma per un problema di parametri del Patto di stabilità.
In osservanza a questo, adempiendo a tutti gli obblighi previsti dalle norme, il 28 e 29 luglio è stato concordato con il Ministero il contenuto del piano di rientro. Ciò è stato confermato il 12 ottobre scorso, come risulta da un verbale in cui tecnici del suo Ministero attestano che il piano di rientro della regione Puglia ha tutti i requisiti richiesti.
Nonostante ciò, il Governo - a differenza di quanto fatto nei confronti delle altre regioni - si attarda e continua a non voler firmare quel piano di rientro, con tutte le conseguenze che vi sono, compresa quella di avere superato, in questo modo, il termine previsto dalla legge. Vorremmo, quindi, sapere perché il Governo non firma il piano.

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, onorevole Franceschini, la regione Puglia risulta aver violato, nel 2006-2008, il Patto di stabilità, con conseguente obbligo di redazione del piano di rientro.
Per consentire l'ottemperanza a questo indispensabile adempimento, nel patto della salute 2009 è stato indicato il termine del 30 luglio per la stipulazione del relativo accordo.
La mancata sottoscrizione entro questa data è dipesa dalla circostanza che il piano, in fase istruttoria, non è stato ritenuto, dai tavoli tecnici di monitoraggio, adeguato e idoneo a riorganizzare e riqualificare il servizio sanitario regionale.
In questa situazione - tenendo anche conto del decreto-legge n. 125 del 2010, che ha differito al 15 ottobre 2010 il termine per la firma - con nota del 4 agosto 2010, indirizzata alla regione Puglia, i Ministri interessati hanno espresso la disponibilità del Governo alla conclusione dell'iter, a condizione che la regione stessa - in riferimento alle norme delle leggi regionali n. 27 del 2009 e n. 4 del 2010, oggetto di impugnativa di fronte alla Corte costituzionale - sospendesse, entro il 6 agosto, i procedimenti amministrativi volti all'attuazione delle medesime, sospendesse queste leggi entro il 30 settembre con legge regionale, non emanasse ulteriori provvedimenti, anche legislativi, riguardanti la medesima materia ed integrasse il piano di rientro con le necessarie misure compensative sul piano finanziario nel caso di pronuncia della Corte costituzionale favorevole alla regione.
Questa condizione, nel presupposto che i contenuti più generali del piano di rientro fossero adeguatamente integrati e migliorati, è stata ritenuta dal Governo indispensabile per non vanificare il processo di razionalizzazione della spesa e il miglioramento assistenziale legato al piano di rientro.
Il 28 settembre e il 12 ottobre si sono tenute due riunioni tecniche, finalizzate a valutare tanto il piano di rientro, quanto le norme adottate dalla regione per attuare le richieste del Governo sopramenzionate. Da queste riunioni tecniche è emerso che, pur in presenza di una sostanziale coerenza degli interventi sanitari Pag. 43proposti, non è stato risolto il problema connesso alle avviate procedure di stabilizzazione del personale, stante tra l'altro la clausola della legge regionale n. 12 del 2010, che lascia fermi i provvedimenti amministrativi deliberati e già avviati alla data del 6 agosto 2010.
Con riguardo a quest'ultima disposizione, i rappresentanti regionali della Puglia - nel precisare che la clausola è stata introdotta su indicazioni dell'avvocatura regionale - non hanno escluso che i provvedimenti attuativi, assunti in data anteriore al 6 agosto, abbiano continuato a produrre effetti.
Da quanto detto, quindi, appare elusa la richiesta governativa di sospensione in attesa della sentenza della Corte costituzionale, sicché, il gruppo tecnico interministeriale ha ribadito la propria valutazione di non conformità alla legge regionale n. 12 del 2010 rispetto alle indicazioni fornite ai tre Ministri.
In questa situazione, da parte governativa, si sta valutando l'opportunità di concedere alla regione Puglia, ai sensi del già citato decreto-legge n. 125 del 2010, ulteriore tempo - non oltre il 15 dicembre 2010 - per integrare, con adeguati correttivi, la documentazione già inviata al fine di procedere con la sottoscrizione dell'accordo con il piano di rientro.

PRESIDENTE. L'onorevole Franceschini ha facoltà di replicare.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, signor Ministro, la sua risposta è del tutto insoddisfacente, burocratica e copre una verità politica, purtroppo. Pochi giorni fa, ho avuto un incontro a Bari con tutti i nostri parlamentari della regione Puglia e gli amministratori regionali, e ho avuto modo di approfondire che emerge con chiarezza che vi è stata una volontà politica che è andata ben oltre le intese di merito che sono state fatte con le competenti strutture ministeriali, le quali hanno riconosciuto che il piano di rientro è perfettamente in linea con i parametri imposti dalla normativa, dalla legge e dagli accordi con le precedenti regioni.
In riferimento a ciò che lei ha detto, con nota del 6 agosto, il presidente della regione Puglia ha sospeso l'adozione di tutti gli atti deliberativi sui punti fatti oggetto di osservazione dal Governo.
Qui siamo di fronte ad un altro problema, di una gravità politica assoluta: mentre con altre regioni - ultima la regione Piemonte - in situazioni ben più complicate e complesse è stato seguito un iter veloce che ha portato alla firma del piano di rientro, in questo caso il Governo ha fatto una valutazione politica: poiché esiste una regione del Mezzogiorno che è stata governata bene, che ha dimostrato che ci può essere buongoverno anche nel Mezzogiorno e che è governata da una coalizione di centrosinistra, si è scelto, un'altra volta, di usare due pesi e due misure, violando quell'equilibrio istituzionale che il Governo - nel rispetto delle norme - dovrebbe sempre avere, e si è usato ogni argomento per ostacolare la firma di quel piano di rientro.
Se questo continuerà ad avvenire, le conseguenze saranno sui cittadini pugliesi, sul sistema della sanità, ma, complessivamente, su tutti i cittadini pugliesi, perché la mancata firma di quel piano di rientro comporterà una minore entrata per la regione Puglia di 550 milioni di euro. Se questo avvenisse per la vostra scelta - non soltanto di violare l'equilibrio e l'uguaglianza di trattamento che ci deve essere nei confronti di tutte le regioni italiane - le conseguenze ricadrebbero sui cittadini pugliesi e sui malati pugliesi, anche su quelli che hanno votato per la destra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative per garantire la compatibilità dei decreti legislativi di attuazione del federalismo fiscale con il principio dell'autonomia speciale e tempi di adozione del decreto in materia di perequazione infrastrutturale - n. 3-01289)

PRESIDENTE. L'onorevole Commercio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01289, concernente iniziative Pag. 44per garantire la compatibilità dei decreti legislativi di attuazione del federalismo fiscale con il principio dell'autonomia speciale e tempi di adozione del decreto in materia di perequazione infrastrutturale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, signor Ministro, i deputati del Movimento per le autonomie hanno contribuito all'approvazione della legge delega sul federalismo fiscale perché convinti che il sud ha bisogno di maggiore autonomia e di minore centralizzazione.
Quella legge prevedeva, come è naturale che sia, che l'attuazione fosse anticipata da elementi di perequazione infrastrutturale tra le diverse parti del Paese, e che fossero garantite le peculiarità delle regioni a statuto speciale.
Dobbiamo registrare, nostro malgrado, che il Governo si sta discostando in modo evidente dalla delega attribuitagli dal Parlamento, avendo presentato alle Camere i decreti delegati senza aver dato avvio al processo di ricognizione del gap infrastrutturale fra diverse aree del Paese, previsto - come ella sa - dall'articolo 22 della legge delega n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale, sia per quanto riguarda la mancata applicazione delle clausole di salvaguardia per le regioni a statuto speciale prevista all'articolo 27 della stessa legge.
Pertanto, chiediamo al Governo che ci spieghi le motivazioni di questo forte scostamento dalla delega attribuitagli.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, Raffaele Fitto, ha facoltà di rispondere.

RAFFAELE FITTO, Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale. Signor Presidente, colleghi, rispetto alla ricostruzione che viene fatta sul quadro normativo mi rimetto ai contenuti che sono stati poc'anzi indicati. Ribadisco che nella fase elaborativa le prerogative statutarie delle Regioni a statuto speciale saranno attentamente valutate attraverso il confronto proprio della sede della Conferenza unificata e sono convinto che ciò possa avvenire senza toccare la specificità delle autonomie speciali. Così, peraltro, è accaduto anche nell'impostazione e approvazione della legge n. 42 del 2009 che rinvia a dei tavoli speciali che devono essere definiti sulla base di un rapporto all'interno della Conferenza Stato-regioni e che prevederanno e prevedono anche la partecipazione del presidente della commissione paritetica al singolo tavolo che appartiene ad ogni singola regione.
Allo stato attuale è in corso l'attività istruttoria con le amministrazioni statali competenti al fine di delineare questo quadro giuridico-normativo in materia finanziaria per ogni singola regione. Conclusa questa fase si potranno avviare i lavori dei singoli tavoli.
Venendo alla seconda parte dell'interrogazione, quella relativa al tema della perequazione infrastrutturale, oserei dire che questo è un tema centrale, non solo perché è un richiamo al comma quinto, dell'articolo 119, della Costituzione, ma anche perché è un punto fondamentale all'interno del percorso del federalismo e all'interno del Piano per il sud al quale stiamo lavorando. È noto che su questo c'è una ricognizione in corso dell'utilizzo delle risorse e del gap infrastrutturale, una ricognizione che una delibera CIPE ha verificato ...

CARMELO LO MONTE. Non finisce mai questa ricognizione, Ministro!

RAFFAELE FITTO, Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale. Presidente...

PRESIDENTE. Onorevole, per cortesia... Prego, Ministro, vada avanti.

RAFFAELE FITTO, Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale. Questa ricognizione sta dimostrando che in alcune regioni del Mezzogiorno la percentuale di spesa delle risorse per il Fondo per le aree sottoutilizzate della precedente programmazione è inferiore...

Pag. 45

CARMELO LO MONTE. Perché è mancato il cofinanziamento dello Stato!

PRESIDENTE. Per cortesia, onorevole Lo Monte, la deve smettere.

RAFFAELE FITTO, Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale. Presidente, quando mi darà la possibilità di parlare...

CARMELO LO MONTE. Quali interessi rappresenta lei?

PRESIDENTE. Onorevole Lo Monte, per cortesia! Prego, Ministro Fitto, prosegua.

RAFFAELE FITTO, Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale. Capisco che la diretta televisiva produca questo tipo di reazioni, ma i numeri e i dati che io sto dando sono oggettivi.
Le regioni interessate hanno speso una percentuale inferiore al 40 per cento della programmazione del Fondo per le aree sottoutilizzate precedente e aggiungo anche il dato che con riferimento alla programmazione europea, cioè dei Fondi europei 2007-2013, le regioni non hanno superato il 6-7 per cento della spesa e siamo a metà programmazione.
Penso che la ricognizione di queste risorse con il decreto che opportunamente sarà approvato in riferimento al gap infrastrutturale saranno i contenuti oggettivi sui quali il Governo si muoverà, e lo farà entro il mese prossimo, non solo perché il decreto in attuazione del federalismo ha come tempistica l'approvazione necessaria entro novembre per poter rispettare i tempi della delega, ma anche perché con riferimento specifico alle condizioni di utilizzo di queste risorse e al Piano per il sud che il Governo sta predisponendo, e che entro il mese prossimo sarà approvato dal Consiglio dei Ministri, avremo le condizioni per poter finanziare realmente, con la logica della concentrazione degli interventi, gli interventi di carattere infrastrutturale che sono alla base di un necessario riequilibrio, così come indicato dalla legge sul federalismo e così come indicato anche nel punto programmatico che è stato oggetto della richiesta del voto di fiducia da parte del Presidente del Consiglio.

PRESIDENTE. L'onorevole Commercio ha facoltà di replicare.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, replico per manifestare tutta la mia insoddisfazione per le risposte parziali, o non risposte, che ha fornito il Governo ai quesiti che noi abbiamo posto. Dalle risposte che ha dato il Ministro Fitto sembrerebbe che tutto va a gonfie vele, ma è di ieri o dell'altro ieri, basta leggere la rassegna stampa, la posizione molto forte dei governatori delle regioni a statuto speciale.
Noi quotidianamente leggiamo che il federalismo fiscale viene rappresentato come quel meccanismo che deve riunire e non dividere il Paese, e che anzi rappresenta lo strumento indispensabile per raddrizzare l'albero storto della finanza pubblica italiana. Francamente non ci pare che le cose stiano andando in questa direzione ed è ora, anzi, di invertire subito la rotta.
Quello che chiediamo è che si rispettino le prerogative che il Parlamento si è dato, in modo particolare, che si rispetti quanto previsto da due articoli della legge delega, gli articoli 22 e 27. Per intenderci, chiediamo che si rispetti la ricognizione, e dunque il piano infrastrutturale, e ciò attiene alla perequazione infrastrutturale, e le prerogative delle regioni a statuto speciale che non solo sono garantite dall'articolo 27, ma sono anche costituzionalmente tutelate.
Senza questi due pilastri, perequazione infrastrutturale e, quindi, perequazione fiscale, non regge tutto il sistema.
La nostra impressione è che si stia andando in danno del Mezzogiorno e che il gap stia per essere aumentato.
Signor Ministro, qualcuno se ne deve fare una ragione e deve comprendere che questo Paese o si salva tutto o non si salva Pag. 46per niente. Non posso, poi, non approfittare della sua presenza per chiederle come si concilia lo spirito del federalismo con la pretesa di voler accentrare le risorse del FAS anche per la quota spettante alle regioni, persino con quelle il cui piano è già stato approvato.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Ciò vorrebbe dire che il federalismo viene applicato a singhiozzo, a seconda delle circostanze...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Commercio.

CARMELO LO MONTE. Lo faccia per il nord, Ministro!

PRESIDENTE. Onorevole Lo Monte, devo farla accomodare fuori? (Commenti del deputato Lo Monte). Non può permettersi di fare questo!

CARMELO LO MONTE. Stia sereno!

PRESIDENTE. Deve stare sereno lei, non io!

(Problematiche riguardanti la definizione dei fabbisogni standard di comuni, province e città metropolitane - n. 3-01290)

PRESIDENTE. L'onorevole Giorgio Conte ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01290, concernente problematiche riguardanti la definizione dei fabbisogni standard di comuni, province e città metropolitane (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

GIORGIO CONTE. Signor Presidente, signor Ministro, uno dei principali temi - lo dimostra anche il dibattito di oggi e il dibattito politico di questi mesi - è la definizione sostanziale di federalismo fiscale.
È del tutto evidente che il tema centrale, ossia il cuore del provvedimento, è la definizione dei cosiddetti costi standard delle varie amministrazioni nelle diverse aree del Paese.
Il decreto legislativo di attuazione della legge delega sembra orientato ad affidare questo delicatissimo compito ad una società per azioni per gli studi di settore, la Sose, ma al momento non è definito dal Governo alcun criterio metodologico. Inoltre, si rinvia ad un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri l'approvazione del lavoro affidato a questa società.
Formulo, quindi, le domande: quali sono le linee di indirizzo - se ve ne sono - che il Governo intende affidare a Sose Spa? La società sarà in grado di far fronte a tale nuovo gravoso incarico, senza necessità di nuove professionalità, competenze e, quindi, ulteriori oneri aggiuntivi?

PRESIDENTE. La prego di concludere.

GIORGIO CONTE. Ciò che più ci preme sapere, signor Ministro, è se non ritenga che tale ipotesi costituisca, di fatto, una violazione della delega parlamentare che demandava ad un decreto legislativo e, quindi, al Parlamento - e non a un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri -, la definizione dei cosiddetti fabbisogni standard.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, Raffaele Fitto, ha facoltà di rispondere.

RAFFAELE FITTO, Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale. Signor Presidente, i fabbisogni standard costituiscono un elemento essenziale per l'attuazione del federalismo fiscale e per misurare l'efficienza dell'azione amministrativa. La loro determinazione implica un approfondimento tecnico particolarmente complesso. A tale proposito, lo schema di decreto legislativo sui fabbisogni standard di comuni e province è stato deliberato in via preliminare dal Consiglio dei ministri, come è stato ricordato, il 22 luglio, ed è stato sottoposto Pag. 47all'intesa in Conferenza Stato-città ed autonomie locali il 29 luglio. L'intesa è stata sancita, senza alcuna modifica del testo iniziale, ma soltanto con un contestuale ed esplicito impegno politico assunto dal Governo a sostenere nell'iter parlamentare alcune proposte di modifica attinenti al profilo delle sollecitazioni dell'interrogante, in riferimento specifico ai criteri metodologici che dovranno essere impiegati dalla Sose.
L'esame parlamentare è in corso e, quindi, in questo contesto si potranno verificare tali aspetti entro il 7 novembre, data di scadenza.
L'accordo sottoscritto in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali sulla collaborazione tecnica con alcuni rappresentanti delle autonomie il 15 luglio assicura ulteriormente a Sose di trovarsi, senza dubbio alcuno, nelle condizioni di svolgere tale compito, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e nel pieno e doveroso rispetto dell'invarianza finanziaria imposta dalla legge n. 42 del 2009.
Demandare un'opera tanto ampia e articolata e, al tempo stesso, evidentemente tecnica, come quella che si intende affidare a Sose è, infatti, una soluzione semplice ed efficace, che in nessun modo indebolisce le prerogative del Governo e del Parlamento, nonché quelle delle stesse autonomie.
Comunque, il Governo manifesta la più ampia disponibilità rispetto alle indicazioni che dovessero intervenire nel corso dell'esame parlamentare.
Il testo all'esame del Parlamento prevede che le metodologie per la determinazione dei fabbisogni standard siano stabilite dalla stessa Sose, ma in base ad una serie di criteri indicati nello schema di decreto, nonché in una nota metodologica che dovrà essere approvata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentita la Conferenza Stato-regioni e autonomie locali.
Il Governo è pienamente disponibile rispetto alla condivisibile esigenza di ampliare le condizioni indicate nel decreto legislativo, in base alle quali Sose dovrà svolgere il suo compito di predisposizione delle metodologie, per determinare i fabbisogno standard e di determinazione dei valori di detti fabbisogni.
Il Governo è altrettanto disponibile ad accentuare il dialogo costruttivo con il Parlamento nell'attuazione relativa ai fabbisogni standard. Pertanto condivide l'ipotesi di introdurre una disposizione relativa al parere parlamentare sul decreto con cui saranno stabiliti i fabbisogni standard.
In sintesi, i principi di delega sono pienamente rispettati, non vi sono nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica, il ruolo del Parlamento sarà adeguatamente, ulteriormente garantito.

PRESIDENTE. L'onorevole Giorgio Conte ha facoltà di replicare.

GIORGIO CONTE. Signor Presidente, ho ascoltato attentamente le parole del Ministro e lo ringrazio per l'attenzione rivolta all'argomento ed esprimo una sostanziale - anche se non completa - soddisfazione. Entro nel merito dei motivi di questa parziale soddisfazione. Ai parlamentari del nostro gruppo, Futuro e Libertà per l'Italia, non appare coerente, né tantomeno opportuno affidare ad un soggetto esterno di diritto privato la delicata mappatura dei fabbisogni standard di comuni e province, dando avvio, di fatto, ad un percorso esterno al Parlamento, che risulta privato del diritto-dovere di compiere un controllo ex ante su un metodo di analisi e di redazione non ancora definito nelle sue caratteristiche.
Il tema del federalismo - il Ministro lo sa bene - rappresenta, in questa specifica fase, un tema di rilievo squisitamente politico. La definizione dei fabbisogni standard rappresenta il primo passaggio tecnico fondamentale, di valenza centrale nell'architettura del federalismo fiscale, ma il rilievo politico risulta assolutamente incoerente con il progressivo allontanamento del dibattito dalle Aule parlamentari.
Ci aspettavamo sinceramente anche una certa attenzione dei parlamentari della Lega Nord a proposito della centralità Pag. 48del Parlamento in materia di federalismo. Sono convinto che, anche su questo aspetto, faranno sentire la loro voce. Le rassicurazioni fornite dal Ministro in merito al lavoro affidato a Sose Spa, sulle metodologie, sulle competenze nonché sulle risorse già presenti nell'azienda sono di buon auspicio senza dubbio per un rapido ed efficace lavoro di definizione dei costi standard, ma il lavoro è sicuramente gravoso, tenuto conto che dovranno essere individuate sinergie e collegamenti con 8.100 comuni e altre 100 province.
Proprio per questo ribadiamo la richiesta di una maggiore vigilanza sulle risorse, sul metodo e sulla sostanza del lavoro affidato alla società, cui riconosciamo anche noi la professionalità e le competenze tecniche e scientifiche.
In conclusione, onorevole Ministro, le rammento che la denominazione del suo Dicastero cita anche la coesione territoriale e le ribadisco in questa sede che il nostro gruppo vigilerà affinché sia questo lo spirito sotteso, non solo alla definizione dei fabbisogni standard, ma anche al disegno di tutta l'architettura del federalismo.

(Misure per assicurare un'adeguata liquidità al settore edilizio - n. 3-01291)

PRESIDENTE. L'onorevole Occhiuto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01291, concernente misure per assicurare un'adeguata liquidità al settore edilizio (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, onorevole Ministro, con questa interrogazione abbiamo voluto porre all'attenzione del Governo la situazione di grave crisi, nella quale versa il settore edilizio del nostro Paese. Basterà ricordare che nel primo semestre del 2010 le imprese cessate in questo settore sono state ben 30 mila. Secondo i dati forniti dall'ANCE, nel 2009 c'è stata una contrazione del fatturato in questo settore di circa l'11 per cento, con 200 mila addetti in meno, ossia 200 mila posti lavoro in meno nel biennio 2008-2009.
La causa principale di questa crisi e del rischio di default per le imprese di questo settore è costituita soprattutto dal ritardo nei pagamenti della pubblica amministrazione. Circa 14 miliardi di euro sono i crediti vantati da queste imprese, con ritardi della pubblica amministrazione nei pagamenti che, in moltissimi casi, superano i 18 mesi.
Abbiamo chiesto al Governo come intenda procedere sulla questione sollevata.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, rispondo all'onorevole Occhiuto sulla base degli elementi forniti dal Ministero dell'economia e delle finanze, al quale era rivolta l'interrogazione.
Il Ministero, con riferimento alla richiesta di individuazione di strumenti idonei al sostegno del settore edilizio, anche in vista dell'imminente sessione di bilancio, ricorda che tali interventi dovrebbero essere valutati in relazione alle esigenze complessive di sviluppo dei vari settori dell'economia.
In particolare, il Ministero rileva che gli strumenti indicati nell'interrogazione presentano profili di onerosità, in ordine ai quali va reperita idonea copertura finanziaria.
Inoltre, la prospettata ipotesi di un intervento specifico della Cassa depositi e prestiti va valutata anche in relazione alla possibile riclassificazione da parte di Eurostat della stessa e del conseguente impatto sui saldi di finanza pubblica.
Infine, onorevole Occhiuto, il Ministero dell'economia e delle finanze ha sentito la Cassa depositi e prestiti che fa presente di essere sensibilizzata sul tema del ritardo nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni e conseguentemente sui problemi di liquidità delle piccole e medie imprese.
A seguito dei recenti ampliamenti normativi della sua missione istituzionale, l'istituto Pag. 49sta rivolgendo una crescente attenzione al sostegno finanziario del tessuto imprenditoriale italiano con specifico riferimento al comparto delle piccole e medie imprese.

PRESIDENTE. L'onorevole Occhiuto ha facoltà di replicare.

ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro che ha risposto all'Aula e alla nostra interrogazione per conto del Governo, ma non posso dirmi soddisfatto di tale risposta, perché mi sembra questo un cliché già ascoltato altre volte, è assolutamente normale che in un periodo di forte crisi come quello che sta vivendo l'economia europea, in particolare l'economia del nostro Paese, tanti settori siano in crisi e che si chieda per ciascun settore che ci siano degli interventi, delle agevolazioni, nuove risorse.
Così come è assolutamente normale che il Governo ricordi la necessità di tenere i conti in ordine e prestare attenzione ai saldi, ma c'è un settore, quello dell'edilizia, dove oltre a nuove risorse, che forse sarebbero utili al Paese (mi riferisco alle infrastrutture, per renderlo più competitivo rispetto agli altri Paesi) ci sono risorse già presenti nel bilancio dello Stato che andrebbero semplicemente erogate. Si tratta di risorse che dovrebbero essere già nelle disponibilità delle imprese edili, mi riferisco per esempio ai 12 miliardi deliberati dal CIPE, per piccole e grandi opere, che però ancora non hanno visto la luce per i ritardi amministrativi e le lentezze burocratiche: mi riferisco alle risorse che avrebbe dovuto liberare il Piano casa. A suo tempo avevamo detto che questi interventi non avrebbero sortito alcun effetto perché erano nella disponibilità delle regioni e non del Governo, e oggi infatti a causa dei ritardi delle regioni il Piano casa è rimasto soltanto un annuncio.
Ci riferiamo soprattutto a questi 14 miliardi di risorse, che sono delle imprese del settore edilizio, e che invece le pubbliche amministrazioni trattengono a causa del ritardo nei pagamenti.
Avevamo chiesto, nell'interrogazione, che si desse, per esempio, la possibilità alla Cassa depositi e prestiti di anticipare una parte di queste risorse oppure di fornire garanzie alle imprese per risolvere i loro problemi di liquidità.
Il Governo ci risponde in questo modo, ne prendiamo atto, faremo di questa iniziativa che abbiamo proposto una nostra iniziativa parlamentare attraverso uno specifico emendamento a qualche collegato alla manovra di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

(Iniziative per una distribuzione omogenea sul territorio nazionale delle attività ispettive nei confronti degli autotrasportatori - n. 3-01292)

PRESIDENTE. L'onorevole Torazzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Reguzzoni n. 3-01292, concernente iniziative per una distribuzione omogenea sul territorio nazionale delle attività ispettive nei confronti degli autotrasportatori (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, signor Ministro, la Lega Nord Padania si occupa da lungo tempo dei problemi dell'autotrasporto, con particolare riferimento alla sicurezza e alla legalità.
Oggi noi assistiamo finalmente a una reazione del Governo, che prevede l'introduzione sistematica di controlli. Notiamo però che ci sono due grossi sbilanciamenti.
Il primo: i controlli sono tutti concentrati in Padania, quasi che il Paese si fermi lì e che il Mezzogiorno non interessi a nessuno. Il secondo: i controlli sono fondamentalmente concentrati sulle aziende italiane. Questi due fatti producono le seguenti storture.
La prima: a pagare sono sempre agli stessi, i cittadini che risiedono nelle regioni padane. La seconda: il Mezzogiorno è abbandonato e il fatto che non ci siano controlli produce gravi rischi per i cittadini che usufruiscono delle infrastrutture stradali e per coloro che vivono in quelle regioni. Pag. 50
In merito al secondo passaggio, il fatto che i controlli siano concentrati sulle aziende italiane produce una distorsione della concorrenza a favore delle altre aziende comunitarie ed extracomunitarie che operano nel nostro Paese.
Chiediamo quindi la sua valutazione in base a quanto esposto.

PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, ha facoltà di rispondere.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, premetto che l'apparato dei controlli in materia di autotrasporto di viaggiatori e merci investe tre livelli: controlli sui conducenti, controlli tecnici destinati a verificare lo stato di efficienza del veicolo e controlli amministrativi.
Per quanto riguarda la sperequazione geografica lamentata dagli interroganti, evidenzio che da tempo viene rilevata, in particolare dagli operatori italiani, una turbativa della concorrenza nel settore dell'autotrasporto, in special modo in quello delle merci, a causa del comportamento dei vettori esteri, in particolare di quelli extracomunitari, che operano spesso in maniera irregolare, sia sotto il profilo autorizzativo sia sotto il profilo dell'idoneità tecnica dei mezzi utilizzati.
Anche in base a tali fattori, abbiamo assunto diverse iniziative: si sono tenuti incontri nelle prefetture con le forze dell'ordine e le associazioni degli autotrasportatori per migliorare i controlli sul territorio; è stata effettuata una prima scelta delle aree operative per i controlli integrati, tenendo anche conto di un'analisi dei flussi di traffico in ingresso nel nostro Paese. In particolare, gli interventi sono, in prima battuta, concentrati sui territori di confine; la rete dei controlli periferici viene, quindi, integrata da un secondo livello sulle direttrici est-ovest e nord-sud, garantendo, in tal modo, una migliore copertura dell'intero territorio nazionale.
Tra l'altro, tengo a sottolineare che, a seguito del protocollo di intesa che abbiamo firmato già nel 2009 insieme al Ministro Maroni, destinato a reprimere l'abusivismo, nell'ultimo anno i controlli ai mezzi pesanti da parte della polizia stradale sono più che raddoppiati, e in tale ambito sono aumentati i controlli sui mezzi che provengono dall'Est e su quelli extracomunitari. Nei prossimi giorni, verrà firmato a Trieste un protocollo specifico per il Friuli, che coinvolgerà anche le dogane.
Va, altresì, rilevato che stanno dimostrando una certa efficacia le nuove norme inserite nel codice della strada, votato a larga maggioranza dal Parlamento nel luglio scorso. Garantisco la massima attenzione ai controlli, proprio nella consapevolezza che essi, per i mezzi pesanti, hanno una duplice finalità: garantire la sicurezza, ma anche la regolarità del mercato dell'autotrasporto, premiando comportamenti corretti e perseguendo quelli scorretti.
Per quanto riguarda la localizzazione dei controlli effettuati, il Ministero dell'interno precisa che il 22,50 per cento del totale ha interessato le regioni nord-orientali, il 22,62 per cento le regioni nord-occidentali, il 19,88 per cento il centro, il 25,09 per cento il sud Italia ed il rimanente 9,91 per cento le isole. Ciò è la dimostrazione della normalità del sistema distributivo sul territorio nazionale dei controlli stessi.

PRESIDENTE. L'onorevole Torazzi ha facoltà di replicare.

ALBERTO TORAZZI. Signor Ministro, mi dichiaro parzialmente soddisfatto di quanto lei ci ha illustrato. Vorrei, però, chiederle di valutare due passaggi: il primo è che estendere il controllo in maniera più forte nel Mezzogiorno porta legalità e contrasta anche il fenomeno mafioso; il secondo, invece, riguarda il discorso - che lei ha giustamente toccato - della legalità nei trasporti extracomunitari e non solo.
Volevo, inoltre, chiederle di valutare l'introduzione di una norma che preveda il sequestro del mezzo quando alla guida si trovi un cittadino clandestino, o comunque un cittadino che non ha le autorizzazioni Pag. 51necessarie per circolare in sicurezza all'interno del nostro Paese, stante le leggi italiane.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 21 ottobre 2010, alle 9,30:

Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 15,45.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO DEI DEPUTATI ARTURO IANNACCONE, DONATO RENATO MOSELLA E GIANFRANCO PAGLIA SULLA MOZIONE N. 1-00459

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Convenzione sui diritti del fanciullo, sottoscritta a New York il 20 novembre 1989 e ratificata nel nostro Paese con la legge n. 176 del 27 maggio 1991, costituisce lo strumento normativo internazionale più importante e completo in materia di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, tra cui il diritto alla vita previsto nel suo articolo 6, il diritto alla salute e a godere delle prestazioni sanitarie, previsto nell'articolo 24; il diritto all'istruzione di cui agli articoli 28 e 29; il diritto al gioco nell'articolo 31 ed il diritto ad essere tutelati da ogni forma di sfruttamento e di abuso nell'articolo 34.
La stessa Convenzione prevede una tutela speciale a favore dei bambini e degli adolescenti in situazioni di emergenza, come i minori rifugiati e i minori impiegati nei conflitti armati e dei minori costretti a lavorare e sfruttati economicamente e coloro che sono oggetto di abuso e di sfruttamento sessuale, vittime di tratte o di altre forme di sfruttamento che in larga parte appartengono a minoranze etniche o popolazioni indigene.
A tal riguardo, vogliamo ricordare che la Commissione bicamerale per l'infanzia ha avviato nell'ottobre del 2008 un'indagine per conoscere le condizioni dei minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro territorio in assenza di familiari.
Tale indagine aveva come obiettivo di comprendere le ragioni per le quali questi minori, dopo essere stati identificati e quindi non espulsi dal territorio italiano, abbandonano i centri di prima accoglienza per gli immigrati.
Ebbene, colleghi, l'indagine conoscitiva ha posto in evidenza un dato preoccupante: buona parte di questi minori che si allontanano dalle comunità alloggio non lasciano alcuna traccia e si espongono al rischio di traffici illeciti, allo sfruttamento da parte della criminalità organizzata e di chiunque abbia cattive intenzioni sui minori. Secondo il Viminale, alla data 31 ottobre 2009, il fenomeno dei minori scomparsi continua a destare allarme per l'entità dei dati: sono 10.768, di cui 1.994 italiani e 8.774 stranieri. La categoria dei minori scomparsi per allontanamento dagli istituti e comunità di affido risulta essere quella con il maggior numero di casi registrati: 1.775 in totale, di cui 1.539 stranieri e 236 italiani.
Pertanto, con la mozione presentata, Noi Sud, che ha partecipato alla stesura della mozione unitaria, chiede che il Governo si impegni ad assumere ogni iniziativa necessaria che intervenga sulla condizione dei minori stranieri non accompagnati nel nostro Paese, in conformità con quanto stabilito dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
Chiediamo all'Esecutivo di assumere ogni provvedimento necessario alla tutela dei minori non accompagnati secondo le direttive dell'Unione Europea e in conformità con i principi sanciti dalla Convenzione Europea sull'esercizio dei diritti dei minori e ad assumere iniziative tendenti a garantire le necessarie risorse a favore Pag. 52degli enti locali per il potenziamento delle strutture di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.
È necessario, inoltre, che il Governo promuova ogni iniziativa necessaria al ritrovamento dei nuclei familiari dei minori stranieri che vivono da soli ad assicurare a detti minori la possibilità di rimpatriare e di ricongiungersi con i propri genitori o, eventualmente con i familiari più stretti.
Chiediamo, infine, che tutti i livelli istituzionali si adoperino affinché sia garantita l'integrazione dei bambini e degli adolescenti che sono in Italia perché fuggono da guerre, conflitti civili, scontri religiosi che impediscono loro di vivere serenamente nel proprio Paese.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, signor sottosegretario, l'arrivo nel nostro Paese di minori stranieri non accompagnati è un fenomeno con il quale dovremo fare sempre più i conti: perché è un fenomeno ampiamente diffuso e in crescita in tutta Europa (in Francia nel 2002 i minori stranieri non accompagnati che vivevano nelle strade erano calcolati in circa 10.000, oggi non si riesce nemmeno a contarli); perché l'allargarsi dell'Unione Europea aumenta i chilometri di confini «permeabili» e consente, una volta entrati, la libera circolazione dei soggetti; perché alle mafie che gestiscono la tratta dei clandestini conviene più il trasporto di minori di quello degli adulti (sul minore è più facile esercitare pressioni per ottenere il saldo del prezzo di trasporto, e le stesse famiglie di origine sono più ricattabili nel timore di rappresaglie sui minori).
Alcuni dei meccanismi che stanno a monte del fenomeno del minore emigrante noi italiani dovremmo conoscerli bene.
Nell'epoca in cui «partivano i bastimenti» le famiglie, non potendosi permettere l'espatrio collettivo e non potendo garantire il pane a tutti i figli, si vedevano costrette a scegliere un figlio da mandare da solo «in cerca di fortuna» oltre oceano.
In quell'epoca operavano da noi organizzazioni criminali che compravano sottocosto i già scarsi beni di chi doveva finanziarsi un viaggio.
È una storia che collettivamente abbiamo dimenticato, che preferiamo dimenticare, ma che ci farebbe bene ricostruire e ricordare per comprendere meglio quanta disperazione e quanto dolore ci siano nella decisione di staccarsi da un figlio mandandolo ad affrontare l'ignoto, mettendolo nelle mani di trafficanti senza scrupoli e con la quasi certezza di non rivederlo mai più.
Quella disperazione e quel dolore meritano rispetto. Meritano si faccia tutto il possibile per non vanificarli: sul piano delle regole, sul piano degli strumenti, sul piano delle risorse. In una parola: sul piano della civiltà.
Lunedì scorso Telefono Azzurro ha organizzato un convegno sul tema dei minori che scompaiono. Ebbene la maggior parte è costituita dai minori stranieri non accompagnati, che scompaiono prima di essere intercettati o anche dalle strutture di prima e seconda accoglienza.
Il loro destino prevalente - ci avverte Save the Children Italia - è finire coinvolti in attività illegali: prostituzione, furti, scippi, spaccio di sostanze stupefacenti.
Vittime preferite i minori di 14 anni, perché se fermati dalla Forze dell'ordine non sono perseguibili penalmente.
Ecco quindi che gli interventi per rendere più semplici ed efficaci i percorsi di accoglienza e di integrazione vanno visti anche come uno strumento per togliere risorse umane alla criminalità.
Cito poche cifre per dare il senso del preoccupante rapporto che abbiamo in Italia tra la tratta dei minori stranieri non accompagnati e la criminalità organizzata. In Italia sono: 14.689 le vittime di tratta inserite nei progetti articolo 18 fra il 2000 e il 2008; 986 i minori di 18 anni vittime di tratta fra il 2000 e il 2008; 163 le vittime per sfruttamento lavorativo dal 2007 al 2008; 5.075 gli indagati fra il 2004 e il 2009 per articolo 600 del codice penale (riduzione o mantenimento in schiavitù) e articolo 601 del codice penale (tratta di Pag. 53persone); 227 i minori vittime di tratta o riduzione e mantenimento in schiavitù fra il 2004 e il 2009. Tra i fattori di rischio di entrata nella criminalità vi sono - oltre la giovane età, la mancanza di reti amicali del paese di origine (connazionali amici), l'ammontare dell'eventuale debito con i trafficanti di esseri umani - alcuni sui quali si può e si deve agire facilmente. Ovvero: la scarsa o nessuna conoscenza della lingua; la scarsa o nessuna conoscenza delle leggi e della società italiane; la scarsa o nessuna conoscenza del complesso dei servizi di cui possono fruire e dei diritti di cui sono titolari; le condizioni di salute precarie, che limitano la capacità di orientarsi e inserirsi.
Sono fattori superabili con una efficace rete di informazione e di supporto, gestita da operatori che abbiano una qualche familiarità con le culture dei paesi di origine dei minori migranti e che quindi siano specificamente formati.
I bambini e i ragazzi che arrivano da soli nel nostro Paese fuggono da realtà incompatibili con la loro età. Cercano da noi un'opportunità di vita, un futuro a cui hanno diritto, capace di lenire le ferite che hanno subito, ferite spesso insanabili che richiedono valutazioni e interventi straordinari. La loro condizione di non accompagnati ne fa persone particolarmente fragili e vulnerabili che non possono essere trascurate dalle politiche pubbliche. La mozione unitaria che questa Camera si appresta a votare a larga maggioranza è un segno di speranza per le nostre Istituzioni. Noi di Alleanza per l'Italia ne siamo lieti.

GIANFRANCO PAGLIA. Onorevoli colleghi, la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza nell'ottobre del 2008 ha dato avvio ad un'indagine conoscitiva per approfondire la condizione dei minori stranieri non accompagnati immigrati nel territorio italiano ed ivi presenti in assenza di familiari, al fine di ricostruirne il percorso dal momento in cui questi minori, dopo essere stati identificati come tali e pertanto esclusi dalla procedura di esclusione dal territorio italiano, abbandonano i centri di prima accoglienza per gli immigrati.
Dall'indagine è emerso che una larga parte di minori, rilasciati dai centri di prima accoglienza, si allontanano dalle comunità alloggio che li ospitano senza lasciare traccia e si espongono al rischio di sfruttamento, mettendo in pericolo la loro stessa incolumità, da parte della criminalità organizzata.
La fase cruciale, su cui mi concentrerò, va al di là della prima accoglienza e delle necessarie cure sanitarie.
I «bambini», termine con cui la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, ratificata dall'Italia nel 1991, definisce gli individui di età inferiore ai diciotto anni, devono essere tutelati, tutti.
Forse chiamarli «bambini», più che minori, ci aiuta ad inquadrare meglio la situazione e ci porta ad evitare la spersonalizzazione di una questione tanto drammatica; la parola «minori» è asettica: fa sembrare normale un iter di accoglienza che dovrebbe invece avere una corsia privilegiata.
Non si tratta di appropriarci dei figli degli altri, ma di dare loro, nei modi e tempi più celeri, l'affetto di cui hanno bisogno. La Convenzione già prevede una tutela particolare nei confronti di alcuni gruppi di bambini e adolescenti in considerazione della loro maggiore vulnerabilità, di coloro che vivono in situazioni di emergenza, rifugiati o impiegati nei conflitti armati, in situazioni di sfruttamento economico e sessuale, delle vittime di tratta ed infine, dei bambini adolescenti di minoranze etniche o popolazioni indigene.
La legislazione italiana vigente prevede che per minore non accompagnato si intenda il minorenne senza cittadinanza italiana (o di altro Paese dell'Unione europea) che non ha presentato domanda di asilo politico e che si trova nel territorio dello Stato privo di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili: accertato questo passaggio, il minore non può essere espulso, salvo il diritto a seguire il genitore o l'affidatario espulsi e, comunque, non verso un Paese dove può Pag. 54essere oggetto di persecuzione, tuttavia esiste la possibilità di adottare, nei confronti del minore straniero non accompagnato, un provvedimento di rimpatrio assistito. Al minore non accompagnato, a prescindere dalla richiesta di asilo, sono comunque garantiti i diritti relativi al soggiorno temporaneo, alle cure sanitarie e all'avviamento scolastico.
Sul fronte europeo, la Commissione, a Stoccolma il 6 maggio scorso, ha presentato un Piano d'azione per il periodo 2010-2014 relativo ai minori che entrano nell'Unione Europea senza essere accompagnati da una persona adulta responsabile o che vengono lasciati soli sul territorio europeo: il Piano prevede una serie di iniziative volte a prevenire la tratta dei minori attraverso una più stretta cooperazione con i paesi di transito e di origine; l'istituzione di programmi di protezione in prossimità dei paesi di origine per i minori bisognosi di protezione internazionale; l'elaborazione di misure di accoglienza e garanzie procedurali specifiche dal momento in cui il minore non accompagnato è individuato alla frontiera esterna dell'Unione europea.
Si concentra insomma sulla prevenzione dell'insorgere del problema.
Ecco: nel frattempo noi vorremmo che durante l'iter burocratico, che si innesca dal momento dell'arrivo nel nostro Paese, questi «bambini» assumessero uno status giuridico in grado di poterli maggiormente tutelare; che il loro esercizio del diritto di asilo sia reso effettivo; che, in accordo con il Comitato minori stranieri, si instauri in Italia una rete di comunità alloggio estesa all'intero territorio nazionale, al fine di ripartire equamente il carico finanziario di tale ospitalità ed evitare che la permanenza dei minori nell'ambito delle strutture sia condizionata da valutazioni di convenienza economica.
La Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza ha potuto accertare nel corso delle audizioni svolte nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui minori stranieri non accompagnati, che molte famiglie già affidatarie sarebbero disponibili ad accogliere in affido temporaneo anche minori stranieri non accompagnati: noi pensiamo che gli affidamenti temporanei debbano essere promossi.
Si tratta di accelerare le procedure di identificazione, le indagini familiari, il rafforzamento delle capacità operative nelle aree di ingresso ma anche di rendere tali procedure più tempestive in modo da dare immediatamente a questi bambini la sensazione di essere protetti, di poter trovare un'accoglienza che il loro Paese ha negato, anche se poi, una volta trovata la famiglia di origine del bambino, egli decidesse di tornare in Patria.
Chiediamo in sostanza che l'attenzione per questi «bambini» sia altissima.
Questo deve essere il primo passo sulla strada dell'integrazione: perché i bambini non si pagano a peso e la loro presenza è da considerare una risorsa, la loro integrazione un investimento.
Soprattutto per questo motivo il gruppo Futuro e Libertà per l'Italia voterà in favore della mozione.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 6)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Esposito e a. - 1-437 rif. 514 513 1 257 512 1 50 Appr.
2 Nom. Moz. Delfino e a. - 1-439 515 512 3 257 493 19 50 Appr.
3 Nom. Moz. Ghiglia e a. - 1-442 rif. 516 509 7 255 491 18 50 Appr.
4 Nom. Moz. Misiti e a. - 1-454 512 508 4 255 490 18 50 Appr.
5 Nom. Moz. Allasia e a. - 1-457 516 515 1 258 497 18 49 Appr.
6 Nom. Moz.Capitanio Santolini e a.-1-459 466 466 234 466 47 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.