Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 381 di martedì 12 ottobre 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 14,05.

GIUSEPPE FALLICA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 4 ottobre 2010.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bocchino, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brunetta, Buonfiglio, Carfagna, Casero, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Donadi, Fassino, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giro, La Russa, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Leoluca Orlando, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Stefani, Tremonti, Urso, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni (ore 14,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

(Iniziative volte a garantire il rispetto dell'orario minimo di servizio per i direttori di struttura complessa del servizio sanitario nazionale - n. 3-00962)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, Eugenia Roccella, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Anna Teresa Formisano n. 3-00962, concernente iniziative volte a garantire il rispetto dell'orario minimo di servizio per i direttori di struttura complessa del servizio sanitario nazionale (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

EUGENIA ROCCELLA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, con riferimento a quanto richiesto nell'atto parlamentare, si ricorda che l'articolo 15 del Contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL), area dirigenza medico- veterinaria del servizio sanitario nazionale, parte normativa quadriennio 2002/2005, disciplina l'orario di lavoro del personale dirigenziale con incarico di direzione di struttura complessa.
In particolare, il citato articolo dispone che: «Nell'ambito dell'assetto organizzativo dell'azienda, i direttori di struttura complessa assicurano la propria presenza in servizio per garantire il normale funzionamento della struttura cui sono preposti ed organizzano il proprio tempo di Pag. 2lavoro, articolandolo in modo flessibile per correlarlo a quello degli altri dirigenti di cui all'articolo 14, per l'espletamento dell'incarico affidato in relazione agli obiettivi e programmi annuali da realizzare in attuazione di quanto previsto dall'articolo 62, comma 4, del CCNL 5 dicembre 1996 nonché per lo svolgimento delle attività di aggiornamento, didattica e ricerca finalizzata».
Il comma 2, inoltre, aggiunge che «I direttori di struttura complessa comunicano preventivamente e documentano - con modalità condivise con le aziende ed enti - la pianificazione delle proprie attività istituzionali, le assenze variamente motivate (ferie, malattie, attività di aggiornamento, etc.) ed i giorni ed orari dedicati alla attività libero professionale intramuraria».
Tale disposizione prevede, quindi, una sostanziale autodisciplina della presenza in servizio, nel rispetto di taluni obblighi che il dirigente di struttura complessa è tenuto a rispettare: garantire il normale funzionamento della struttura, coordinare il proprio orario con quello degli altri dirigenti ed orientarlo in relazione agli obiettivi stabiliti dall'azienda sanitaria.
Lo stesso deve, inoltre, comunicare preventivamente e documentare, con modalità condivise con la struttura sanitaria, la pianificazione delle attività istituzionali, le assenze, i giorni nonché gli orari dedicati alla libera professione.
Ne consegue che, in base alla menzionata disposizione, il dirigente responsabile di struttura complessa, sebbene non sia formalmente tenuto all'osservanza di un orario minimo, deve in ogni caso assicurare la propria presenza in servizio, al fine di garantire il funzionamento della struttura.
A tal proposito, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN), con due successive note, ha fornito ulteriori chiarimenti con specifico riferimento alla rilevazione delle presenze del personale dirigenziale con incarico di struttura complessa, precisando che l'articolazione dell'orario di lavoro, le modalità ed i sistemi di rilevazione della presenza in servizio del personale in questione sono demandati ad un accordo tra la direzione generale dell'azienda sanitaria di riferimento ed il dirigente interessato.
In particolare, la rilevazione della presenza in servizio dev'essere effettuata con modalità tali da consentire all'azienda sanitaria l'applicazione degli istituti contrattuali e la verifica delle responsabilità, al fine di garantire la trasparenza delle prestazioni lavorative.
Pertanto, il personale dirigenziale con incarico di struttura complessa non è tenuto alla rilevazione della propria presenza in servizio con le modalità previste per gli altri operatori, potendo concordare con l'azienda sanitaria le modalità di comunicazione delle proprie presenze e assenze dal servizio.
Inoltre, la Corte dei conti, sezione giurisdizionale per la regione Liguria, con sentenza n. 143 del 2008, ha ulteriormente chiarito che la rilevazione della presenza in servizio mediante la timbratura del cartellino è ammissibile solo in presenza di un accordo scritto o di una prassi condivisa dall'azienda sanitaria.
Solo in assenza della preventiva pianificazione dell'attività istituzionale del dirigente, questo sistema automatico di rilevazione costituisce l'unico strumento idoneo a documentare, seppur a posteriori, l'articolazione dell'orario di lavoro in modo da garantire la trasparenza delle prestazioni lavorative e consentire di tenerle distinte dalle eventuali attività personali.
Alle ASL, quindi, è riconosciuta piena autonomia organizzativa, gestionale, tecnica, patrimoniale e contabile nel rispetto dei limiti fissati dalla normativa nazionale e regionale e, pertanto, le forme di organizzazione del lavoro, nonché la gestione del personale, compresa la determinazione delle modalità di rilevazione delle presenze, rientrano nella specifica attività, competenza e responsabilità delle stesse, alle quali spetta l'applicazione di clausole contrattuali e altre disposizioni normative.
Peraltro, trattandosi di articolazione dell'orario di lavoro, ulteriori iniziative Pag. 3normative potranno essere eventualmente prese in esame in sede di contrattazione collettiva.

PRESIDENTE. L'onorevole Anna Teresa Formisano ha facoltà di replicare.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, ringrazio la rappresentante del Governo, Eugenia Roccella, per la risposta fornita, ma le notizie che ella ci ha fornito erano, ovviamente, da me conosciute, tant'è che le ho inserite nel corpo dell'interrogazione.
In buona sostanza sappiamo bene che vi è piena autonomia di decisione tra la dirigenza dell'azienda sanitaria locale e il direttore di struttura complessa, o i primari, ma vi è un fenomeno che va ampliandosi di giorno in giorno, soprattutto in un momento in cui tutti siamo impegnati nel rigore della spesa pubblica. Signor Presidente, mi permetto di evidenziarlo perché quando si parla di sanità è facile capire il nesso fra queste due questioni: basta aprire un quotidiano qualunque, oggi, per conoscere le proteste dei sindaci sui tagli alla spesa sanitaria nelle varie regioni.
Non mi ritengo soddisfatta perché la mia domanda era precisa: premesso che, sul territorio, è riconosciuta autonomia di concludere accordi contrattuali tra la dirigenza delle ASL e il primario, o i primari, come mai la precisione che viene adottata per riscuotere i buoni pasto dagli stessi primari non viene adottata per comunicare - come ha detto l'onorevole Roccella - preventivamente alle ASL qual è il piano di lavoro che il primario deve fare?
La mia domanda è anche una provocazione perché, premesso tutto quello che abbiamo ascoltato: che vi è massima autonomia e che il primario può concordare con la direzione aziendale il suo orario di lavoro, quello che io chiedevo e che chiedo - non essendo soddisfatta della risposta - è riflettere un attimo se sia il caso di emanare una circolare che obblighi tutte le ASL (perché in alcune ASL viene fatto e in altre no) a concordare preventivamente (così come recita la legge) con il primario, i primari, o con i direttori di struttura, qual è il piano di lavoro che il primario svolgerà nel mese, o nel trimestre, o nel semestre successivo. E non andare a rendicontare dopo, perché rendicontare dopo è molto facile e molto più semplice.
In un momento come questo, dove tutti siamo impegnati ad attuare rigore e controllo per dare esempio al Paese, se nelle strutture sanitarie l'esempio non viene dai primari, mi dite da chi deve venire? Questo è il concetto di fondo.
Sappiamo bene quali sono le leggi, conosciamo le sentenze, conosciamo tutto, ma nulla vieta al Governo e al Ministro competente di emanare una circolare nella quale le ASL siano obbligate a chiedere preventivamente ai primari il piano di lavoro, così come recita la legge, e non a ricevere dopo le cosiddette «pezze d'appoggio» perché è molto più facile dopo.
Credo che questo serva al miglior funzionamento degli ospedali e al miglior funzionamento della sanità che deve vedere al centro, sempre e comunque, il paziente. Questo credo che sia l'obiettivo di tutti.

(Modalità di accesso al corso di riqualificazione e aggiornamento dei capomonitori e monitori della Croce rossa italiana - n. 3-01029)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, Eugenia Roccella, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Compagnon n. 3-01029 concernente modalità di accesso al corso di riqualificazione e aggiornamento dei capomonitori e monitori della Croce rossa italiana (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

EUGENIA ROCCELLA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, vorrei riferire le indicazioni acquisite dalla associazione italiana della Croce rossa. Nel 2004 è stato avviato il programma della Croce rossa internazionale per la standardizzazione Pag. 4e l'armonizzazione delle linee guida di primo soccorso attraverso un percorso interno di qualificazione e formazione.
Lo Steering Committee, riunitosi a Ginevra, ha deciso di organizzare, ad Amsterdam, nel maggio 2005, il primo corso EFAC (cioè la certificazione per il pronto soccorso europeo), al quale potevano partecipare uno o due esponenti per ogni società nazionale di Croce rossa che, superando la selezione, avrebbero acquisito il titolo di certificatore europeo di primo soccorso.
Tali figure sarebbero state chiamate a certificare i corsi di primo soccorso, non del Paese di origine, bensì delle altre società di Croce rossa, al fine di garantire trasparenza e correttezza nel procedimento di valutazione. Anche la Croce rossa italiana ha un suo certificatore che è la dottoressa Margherita Taras.
La Croce rossa italiana ha inviato la richiesta per poter ricevere tale certificazione compilando l'apposito modulo che prevedeva la risposta ad una serie di quesiti riguardanti lo svolgimento dei corsi di primo soccorso e, in particolare, la modalità di verifica delle competenze didattiche dei docenti (capomonitori e monitori).
La prima richiesta della Croce rossa italiana, tuttavia, non è stata accettata in quanto per l'ottenimento della certificazione europea è obbligatorio un corso di aggiornamento annuale e una verifica ogni cinque anni per il mantenimento della qualifica.
Pertanto, la Commissione EFAC ed il certificatore europeo assegnato all'Italia hanno dato precise indicazioni sulla necessità che i docenti fossero sottoposti ad un test di verifica, prima di inviare una nuova richiesta.
È opportuno precisare che i capomonitori ed i monitori della Croce rossa italiana sono volontari che non sempre svolgono professioni attinenti al settore sanitario; molti hanno acquisito il titolo tanti anni fa, dal momento che non vi era alcun obbligo di riqualificazione, in pochi hanno seguito corsi di aggiornamento ed hanno svolto corsi rivolti alla popolazione su tutti gli argomenti previsti dal programma; alcuni si sono specializzati in alcune materie, mentre altri hanno tenuto solo sporadicamente dei corsi.
In seguito al respingimento della richiesta di certificazione, l'allora capo dipartimento sociale e socio-sanitario ha ritenuto opportuno recepire le indicazioni e sostenere il percorso di riqualificazione dei capomonitori e monitori della Croce rossa nell'ottica di una moderna e qualificata formazione dei volontari. Con successiva determina direttoriale n. 68 del 16 settembre 2008 è stato approvato il regolamento di applicazione della suddetta delibera.
Nel novembre 2008, è stato organizzato il primo corso di riqualificazione dei capomonitori, a cui ne sono seguiti altri 5 con oltre 50 riqualificati; l'ultimo si è tenuto a Parma lo scorso giugno; i corsi per monitori, ad oggi, sono stati 18 con circa 200 riqualificati. Inoltre, sono stati organizzati anche i corsi per nuovi capomonitori e aspiranti monitori.
I test d'accesso sono costituiti da domande estratte esclusivamente dai capitoli del testo di riferimento, «Lezioni di primo soccorso»; talvolta, però, le domande si sono rivelate piuttosto difficili, ovvero i capomonitori ed i monitori, nonostante la loro pluriennale esperienza acquisita nel settore, hanno dimostrato nella loro preparazione alcune lacune. Pertanto, durante lo svolgimento dei corsi, lo staff ha tenuto conto delle varie criticità ed ha modificato alcune domande dei test d'accesso, rivedendo anche i parametri percentuali minimi per semplificare il percorso.
È doveroso precisare che, al fine di non paralizzare l'attività dei comitati, fino a quando non sarà raggiunto il traguardo del 50 per cento dei riqualificati, i monitori attivi potranno continuare a svolgere i corsi. Inoltre, tutti coloro che non sono risultati idonei ad una prima verifica, potranno ripresentarsi successivamente.
Per concludere, si ritiene necessario precisare che la certificazione europea non è obbligatoria. Pag. 5
Tuttavia, l'acquisizione della medesima è una scelta della Croce Rossa in armonia con quella delle altre società nazionali, sia dell'Europa comunitaria sia dell'Europa asiatica, ma anche una garanzia della qualità della formazione della Croce Rossa che - come già evidenziato - è da sempre una priorità strategica per l'Associazione.
Inoltre, la didattica moderna prevede verifiche e aggiornamenti periodici obbligatori che garantiscono il mantenimento delle qualifiche in merito a conoscenze e abilità pratiche secondo le linee guida internazionali, con particolare riferimento ad alcune delicate manovre di primo soccorso salvavita. Pertanto, alla luce di queste valutazioni, il Ministero della salute ritiene di non avere iniziative specifiche da avviare.

PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di replicare.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, la parte finale della risposta mi lascia un po' perplesso perché - dopo aver letto una nota inviatale dalla Croce Rossa che dice cose che conoscevamo tutti e nei confronti delle quali ovviamente non c'era un motivo ostativo particolare - nella conclusione, il rappresentante del Governo dice che le cose stanno così e che comunque non intende intervenire.
Ciò è tutto condivisibile. Tuttavia, anche se le norme - come ha detto lei - non sono obbligatorie e l'azione prevista dalla CE non è obbligatoria, indubbiamente la riqualificazione e l'aggiornamento degli operatori sono auspicabili sempre perché si tratta di migliorare al meglio un servizio molto particolare e delicato che va incontro alle difficoltà immediate in tutti quei settori che possono essere gli incidenti stradali, le persone anziane e tutti coloro che in qualche modo hanno bisogno di un primo intervento. Però, da come è stato posto il bando della Croce Rossa, evidentemente si nota che ci sono due test che bisogna superare per poter poi accedere al corso che qualifica i capomonitori ed i monitori.
Al riguardo nulla in contrario, per l'amor di Dio, i test vanno fatti e ognuna di queste persone deve dimostrare di avere una conoscenza ancorché molto vasta perché lei stessa ha detto che in seguito sono state modificate le domande o i test stessi in quanto ritenuti troppo difficili o troppo complicati. Tuttavia, ciò che volevo evidenziare con questa interrogazione al Governo era il ruolo importantissimo che questo mondo ha nei confronti di una realtà come quella del soccorso. Perché allora non fare prima i corsi, ammettere tutti alla frequentazione di un corso e poi fare il test di approvazione?
Non possiamo dimenticare che in questo mondo, sia i capomonitori che i monitori, sia le persone che questi negli anni hanno formato, istruito e preparato, sono tutti volontari. Il mondo del volontariato in generale è una parte fondamentale per il nostro Paese perché il più delle volte va a sostituire ciò che lo Stato, la politica, il pubblico non riesce a fare. Per cui queste persone, in questi anni, hanno dato tutto di loro, magari non saranno state perfette o eccezionali, ma sicuramente hanno preparato bene gli operatori che fanno il primo intervento, che si muovono nei confronti delle difficoltà immediate.
A me risulta - ed è anche questo uno dei motivi per i quali ho presentato questa richiesta al Governo - che, in certe parti, nei primi test, nemmeno il 25 per cento dei monitori e capomonitori che erano presenti ha superato la prova. Quindi, in questo caso, - e questo lo dice il Governo - praticamente non prendiamo nemmeno lontanamente in considerazione la possibilità di un riconoscimento a queste persone, in maniera diversa, non di far passare le prove a uno che non è in grado di passarle, ma trovare il sistema per metterli nella condizione di essere un po' più preparati rispetto a quel tipo di domande che sicuramente non sono quelle che servono nei primi interventi o nell'insegnamento stesso dei primi interventi.
Quindi, signor sottosegretario, mi rendo conto che questa è una materia che potrebbe anche esulare dell'impegno del Governo perché, alla fine, qualificazione e Pag. 6riqualificazione riportano tutto al senso del merito in cui noi ci riconosciamo.
Tuttavia, non riconoscere, non prendere in considerazione gli anni di lavoro che tali persone hanno svolto solo a titolo di volontariato, significa anche dire che il lavoro che hanno fatto finora forse non è stato all'altezza della situazione.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANGELO COMPAGNON. Credo, invece, che queste persone abbiano svolto molto bene il loro lavoro; forse alcuni non saranno riusciti a passare questi primi due test, ma certamente ritengo che il Governo farebbe bene a riconsiderare la sua posizione nei confronti di tutti coloro che dopo tanti anni di volontariato si vedono preclusa la possibilità di continuarlo.

(Iniziative volte a disciplinare i requisiti per l'esercizio delle professioni di infermiere generico e psichiatrico e di puericultrice - n. 3-01201)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la salute, Eugenia Roccella, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Binetti n. 3-01201, concernente iniziative volte a disciplinare i requisiti per l'esercizio delle professioni di infermiere generico e psichiatrico e di puericultrice (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

EUGENIA ROCCELLA, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, in merito ai quesiti formulati nell'interrogazione parlamentare in esame, si segnala che il Ministero della salute, per quanto di competenza, ha sempre posto in essere gli atti necessari a dare attuazione al precetto di cui all'articolo 4, comma 2, della legge 26 febbraio 1999, n. 42.
A tal proposito, si precisa che, in ossequio al mutato riparto di competenze fra Stato e regioni seguito all'entrata in vigore della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, è stato stipulato l'Accordo della Conferenza Stato-regioni del 16 dicembre 2004, recante i criteri e le modalità per il riconoscimento dell'equivalenza ai diplomi universitari dei titoli conseguiti anteriormente all'emanazione dei decreti di individuazione dei profili professionali, di cui alla citata norma. Detto accordo è attualmente oggetto di discussione con le stesse regioni, al fine di modificarne alcune parti.
Ciò posto, si osserva, altresì, che l'equivalenza in questione può essere riconosciuta esclusivamente a quei titoli che hanno conferito ai relativi possessori conoscenze e competenze riconducibili ad una delle professioni sanitarie regolamentate successivamente all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 502 del 1992.
Nel caso di specie, le figure dell'infermiere generico, dell'infermiere psichiatrico e della puericultrice non possono considerarsi assimilabili a nessuna professione sanitaria. In effetti, tanto l'infermiere generico quanto quello psichiatrico, sono figure che hanno da sempre una loro specificità, rimanendo distinte dall'infermiere.
A tal proposito, si osserva infatti che le figure ora citate, oltre ad essere state poste ad esaurimento dal contratto collettivo nazionale del lavoro del comparto sanità, hanno beneficiato di provvedimenti specifici, come la legge 3 giugno 1980, n. 243, dal titolo «Straordinaria riqualificazione professionale degli infermieri generici e degli infermieri psichiatrici».
Inoltre, l'infermiere generico, a differenza dell'infermiere, ha conservato il proprio mansionario, posto che il Titolo V del decreto del Presidente della Repubblica 14 marzo 1974, n. 225, non è stato abrogato.
Quanto alla puericultrice, si osserva che, diversamente dall'allora professione sanitaria ausiliaria di vigilatrice d'infanzia, il cui diploma di Stato abilitava sia all'assistenza del bambino sano sia a quella del bambino malato, questa arte ausiliaria delle professioni sanitarie era competente esclusivamente nell'assistenza del bambino sano.
Inoltre, la relativa licenza di abilitazione, rilasciata al termine di un anno di corso, non è in alcun modo riconducibile, quanto a contenuti formativi e a numero Pag. 7di ore, né all'attuale professione sanitaria di infermiere pediatrico né ad altra professione sanitaria.
Peraltro, il Ministero della salute ha ben presenti le oggettive difficoltà che incontrano le figure professionali oggetto della presente interrogazione. Tali difficoltà hanno determinato, tra l'altro, la nota del 19 marzo 2010, trasmessa a firma del Ministro della salute ai competenti referenti regionali per individuare soluzioni condivise.
Nella suddetta nota si evidenzia la necessità che il patrimonio professionale di questi operatori non venga disperso, evitando casi di demansionamento o di allontanamento dai compiti assistenziali di loro competenza, sia per garantire un giusto rispetto della loro dignità professionale, sia, più in generale, ai fini di un corretto utilizzo del personale, che certamente resta una delle principali risorse per il miglior funzionamento del Servizio sanitario nazionale.
Viene pertanto avanzata la proposta di individuare una soluzione che potrebbe essere di natura retributiva, ad esempio prevedendo nella contrattazione collettiva integrativa aziendale un differenziale economico - quale una specifica e nuova indennità - per gli operatori appartenenti al profilo professionale di infermiere generico, che svolgono attività di assistenza diretta alla persona.
Qualora tutto questo fosse condiviso dai suddetti referenti regionali, questa ipotesi potrebbe essere sviluppata dal Comitato di settore del comparto sanità nella specifica direttiva all'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, per essere poi realizzata in occasione del rinnovo contrattuale.

PRESIDENTE. L'onorevole Binetti ha facoltà di replicare.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, voglio ringraziare il sottosegretario per la risposta, ma soprattutto per la proposta che la risposta contiene.
Conosciamo molto bene la situazione attuale dell'organizzazione didattica e accademica degli infermieri. Sappiamo che nella loro prospettiva, oltre alla laurea triennale, c'è la laurea specialistica, i master, il dottorato di ricerca, quindi una prospettiva di riappropriazione della formazione intellettuale e culturale, cui peraltro spesso non corrispondono poi analoghe funzioni all'interno della struttura e della vita ospedaliera.
Sappiamo che quell'obiettivo, che riguarda la stragrande maggioranza degli infermieri italiani, è volto alla ricerca dell'eccellenza nella formazione, al punto tale da poter considerare la laurea quinquennale degli infermieri come una laurea non di serie B rispetto alla laurea esennale dei medici. Qui stiamo parlando però di un problema diverso: stiamo parlando di 35 mila persone che de facto stanno svolgendo questo ruolo e lo svolgono molte volte in reparti e strutture in cui non c'è l'infermiere professionale che gode di questa eccellenza di preparazione culturale e accademica. Stiamo parlando di persone a cui in qualche modo, potremmo dire, è stato riconosciuto sul campo l'obiettivo che va sotto il nome di «laureare l'esperienza», cioè sono persone che hanno supplito con il lavoro maturato accanto ai problemi e alle persone a quel di più di formazione che forse il titolo di studio a monte non aveva.
Quindi, stiamo parlando comunque di norme transitorie che però riguardano due tipi di problemi: il primo concerne 35 mila persone che sono in servizio, l'altro, una carenza cronica di personale infermieristico, anche del settore legato ai terapisti dell'assistenza psichiatrica e a coloro che si occupano dell'assistenza neonatale.
Insomma, ci sono carenze, quindi noi abbiamo un tot di persone che sta svolgendo un lavoro e chiede di essere in qualche modo riconosciuto e legittimato, e un tot di bisogni, per cui si tratta di fare in qualche modo corrispondere la domanda e l'offerta. Questo è un problema che merita attenzione come tutti i problemi che guardano a una soluzione che necessariamente non si ripeterà nel tempo. Nel tempo siamo totalmente certi e convinti che ci sarà una promozione culturale Pag. 8sistematica per tutti i tre profili infermieristici che abbiamo identificato: il profilo generico, di puericultore e psichiatrico, però a queste persone dobbiamo dare una risposta.
La soluzione che si propone, nell'ambito di un dialogo con la conferenza Stato-regioni, è quella di sopperire con un riconoscimento di tipo economico, e quindi in qualche modo di venire incontro a bisogni reali, senza per questo riconoscere il titolo (perché di fatto il titolo non corrisponde ai nuovi standard posti dalla normativa). Questa è però una soluzione che avrebbe titolo se venisse ripensata all'interno dell'articolazione dei servizi infermieristici di reparto.
Oggi abbiamo un surplus di infermieri laureati, di laureati con laurea specialistica, di possessori di master, anche di master che abilitano a funzioni direttive come quelle di caposala o caporeparto nelle aree in cui sono previsti servizi particolari, anche ambulatoriali, che hanno nella dirigenza infermieristica un punto qualificante. Tutto questo, però, è fatto senza un'articolazione interna delle funzioni.
Sappiamo che l'operatore socio-sanitario, l'OSS, che si abilita dopo un corso di una manciata di mesi, non è abilitato a prestare servizi diretti alla persona. È quindi abilitato a svolgere delle mansioni ma, come dicono gli infermieri, non è abilitato a mettere le mani sul malato.

PRESIDENTE. Onorevole Binetti, la prego di concludere.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Viceversa, in questo caso avremmo una figura di infermiere generico, di infermiere psichiatrico e di puericultore che sarebbe abilitata a prestare servizi diretti alla persona, per la quale non c'è il riconoscimento formalizzato del titolo, ma un riconoscimento sul campo che si traduce in un riconoscimento economico probabilmente comparativo.
Credo che questa sia una risposta che dia atto della buona volontà, però ritengo anche che il tema complessivo della riorganizzazione del sistema infermieristico meriti proprio da parte del Ministero della salute un pensiero in più, per evitare che si costituisca quella forma a pettine in cui sono tutti sullo stesso piano anche a prescindere dai titoli di studio.
In questo caso, noi esercitiamo la sanzione sui titoli di studio al ribasso, ma non esercitiamo un'adeguata valutazione sui titoli di studio al rialzo.

(Tempi di realizzazione della variante di Demonte sulla strada statale n. 21 - n. 3-01020)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Delfino n. 3-01020 concernente i tempi di realizzazione della variante di Demonte sulla strada statale n. 21 (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevole Delfino, l'intervento sulla strada statale n. 21 denominato «variante di Demonte» fa parte di un più complessivo progetto che prevede la realizzazione di una variante agli abitati di Demonte, Aisone e Vinadio. In merito, si fa riferimento a quanto riportato in risposta ad analogo atto, n. 3-00965, in data 20 aprile 2010, presentato dall'onorevole Delfino stesso.
Ad integrazione di quanto a suo tempo riferito, l'ANAS comunica , tramite lettera a firma del presidente, all'assessore ai trasporti della regione Piemonte, al presidente della provincia di Cuneo e al Ministro, senatore Matteoli, di aver effettuato alcuni incontri con le realtà locali, amministrative ed economiche al fine di verificare la possibilità di ottenere il finanziamento della progettazione, solamente per la variante di Demonte, ad oggi non disponibile. Purtroppo - come è noto - tali tentativi non hanno raggiunto l'obiettivo sperato. Nell'ambito dell'incontro del settembre Pag. 9scorso tra l'ANAS, gli enti territoriali e il sottoscritto, è stata avanzata una richiesta dalla regione Piemonte e dalla provincia di Cuneo di sviluppare un'alternativa al progetto della variante di Demonte con un costo più contenuto rispetto al progetto preliminare già approvato. La soluzione, da inquadrarsi come studio di fattibilità, sarà sviluppata dall'ANAS ed è stata quindi presentata a tutti gli enti territoriali competenti al fine di acquisire un nulla osta di massima.
L'ANAS conferma, comunque, di essere disposta a partecipare alla verifica di eventuali ipotesi alternative, relativamente alla sola variante di Demonte, rispetto a quelle approvate nel 2008, qualora le stesse siano effettivamente condivise a livello locale e fattibili dal punto di vista tecnico-economico.
Devo precisare e comunicare all'onorevole Delfino che, nell'ambito della consulta dei trasporti e logistica che presiedo, stiamo valutando la possibilità di utilizzare i fondi previsti per gli investimenti al settore dell'autotrasporto. Si tratta di un impegno che può intervenire per la progettazione preliminare di una possibile soluzione perlomeno alla variabile di Demonte, ovviamente concordata con il territorio e con le autorità locali.

PRESIDENTE. L'onorevole Delfino ha facoltà di replicare.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, signor sottosegretario, ho ascoltato con molta attenzione la sua risposta anche perché nell'interrogazione si è chiaramente evidenziato come si siano tenuti alcuni incontri senza invitare i sindaci interessati alla variante di Demonte e alle altre varianti di questo fondamentale asse viabile che ci collega, attraverso il Colle della Maddalena, alla Francia. Si tratta di uno dei pochi valichi transitabili, dell'unica infrastruttura, assieme al Colle di Tenda, su cui può passare il traffico pesante. Lei - che si occupa di autotrasporti - conosce comunque pienamente l'importanza di questa infrastruttura.
Noi eravamo, per la verità, arrivati negli anni - se ne parla da oltre venti anni, ma da quindici anni con una maggiore approssimazione, tenuto anche conto delle condizioni, delle autorizzazioni, del via, eccetera - ad un tracciato, ad un progetto preliminare che aveva avuto tutte le indicazioni e le approvazioni.
Quello che ha lasciato veramente sconcertati la comunità montana e i comuni interessati è che, a seguito di alcuni di questi incontri, a cui anche lei ha fatto riferimento, si sia decisamente assunta una posizione diversa, dicendo «quello non si può fare», dopo che il Ministero dei lavori pubblici e delle infrastrutture, la regione Piemonte, la provincia e il comune hanno lavorato per anni a definire il tracciato. Adesso è venuto fuori che il suddetto tracciato non si può portare a termine perché costa troppo e dobbiamo farne un altro. Ma poiché soluzioni alternative e diverse ipotesi - e lo dico con grande animosità e con grande passione - erano già state valutate e tutte erano state considerate negative, io non so se dal cilindro di qualche rappresentante possa venire fuori una nuova miracolistica soluzione che sia efficiente, efficace e valida per gli autotrasportatori e che diminuisca l'impegno di spesa per l'ANAS e per gli enti interessati. Ne saremmo tutti felici, ma io invece sono convinto - me lo consenta, signor sottosegretario Giachino, per l'esperienza che ho - che, dopo aver fatto un lungo e faticoso cammino di ricerca anche di quel consenso che lei ha auspicato prima, noi ci stiamo incamminando, di fatto, anche sotto l'auspicio migliore che può aver formulato l'attuale presidente della provincia Gianna Gancia, verso la perdita di altri anni rispetto ad un'esigenza non rinviabile, perché la provincia di Cuneo, l'economia del cuneese e non solo, rimarranno ulteriormente penalizzate e strozzate dalla mancanza dell'ammodernamento e dell'ampliamento delle circonvallazioni previste, per Demonte, di questa importante viabilità.
Per cui concludo dicendo che, rispetto a questa sollecitazione che ho fatto, e che tornerò a fare, bisogna avere un cronoprogramma su quella che vuole essere la Pag. 10nuova soluzione miracolosa che va bene a tutti, in grado di ridurre i costi e di soddisfare gli autotrasportatori. A me non pare che ci siano oggi conoscenze ulteriori per far sì che questa soluzione miracolistica emerga, però non voglio essere più pessimista del pessimista più profondo.
Se l'ANAS, se la regione, se la provincia ritengono di trovare un'altra soluzione, signor sottosegretario Giachino, ci faccia la cortesia di convocarle e di mettere nero su bianco un cronoprogramma per arrivare alla progettazione di massima, alla progettazione preliminare, ad un nuovo progetto esecutivo, e, infine, anche a trovare le risorse, perché altrimenti questa bella provincia, questa bella realtà produttiva, subirà un altro colpo, che non vorrei fosse decisivo, in modo negativo, per le sorti della nostra economia provinciale.
Prendo atto dell'approccio che lei ha dato al problema.

PRESIDENTE. La prego di concludere

TERESIO DELFINO. Non mi dichiaro soddisfatto, ma non perdo la fiducia per il suo impegno.
Mi auguro, quindi, che alla prossima interrogazione possa comunicarmi quel cronoprogramma che ho qui sollecitato con forza.

(Iniziative di competenza del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in merito a disservizi presso la stazione ferroviaria di Milazzo relativi all'acquisto dei biglietti - n. 2-00766)

PRESIDENTE. L'onorevole Antonino Russo ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00766, concernente iniziative di competenza del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in merito a disservizi presso la stazione ferroviaria di Milazzo relativi all'acquisto dei biglietti (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

ANTONINO RUSSO. Signor Presidente, sarò breve. La nostra interpellanza rappresenta, o ha rappresentato, un tentativo di trovare soluzione alle disfunzioni che nei mesi scorsi si sono verificate alla stazione ferroviaria di Milazzo, in provincia di Messina. Potremmo soffermarci, parlando di ferrovie siciliane, in particolar modo di questa tratta, la Palermo-Messina, sullo stato di salute precario, sulla vetustà dei mezzi, sui tempi di percorrenza identici a quelli del 1929. Ci siamo limitati, invece, soltanto a difendere il diritto dei cittadini-utenti di poter pagare il biglietto e poterlo acquistare e pagare senza costi aggiuntivi o senza il rischio di essere multati.
Infatti, nei mesi scorsi, per molte settimane, fino a qualche tempo dopo la nostra interpellanza, per i viaggiatori, in particolar modo per i pendolari, nei giorni festivi e dopo le 19 di ogni giorno era impossibile acquistare i biglietti, stante che la biglietteria era chiusa e le due emettitrici automatiche erano guaste.
Ciò ovviamente ha comportato l'emissione di numerose contravvenzioni per i viaggiatori nonché costi aggiuntivi non dovuti. È evidente che si siano verificati diversi casi di proteste, anche pesanti, da parte dei viaggiatori, soprattutto da parte dei pendolari da tanti mesi costretti a pagare - ripeto - costi aggiuntivi causati dai disservizi di Trenitalia. Molti viaggiatori hanno presentato ricorsi rispetto alle multe che sono state loro elevate nel tempo.
Noi abbiamo chiesto e chiediamo di conoscere quali iniziative siano state assunte nei confronti della direzione delle Ferrovie dello Stato al fine di verificare le responsabilità di tali disservizi.
Inoltre, visto che siamo in argomento, non avendo sollevato il tema dei ritardi ferroviari, chiederei al Governo, se è possibile, almeno maggiore celerità nel rispondere alle interpellanze e alle interrogazioni perché quattro mesi per avere una risposta ad un'interrogazione o ad un'interpellanza di tal natura, non particolarmente trascendentale, mi paiono effettivamente un poco troppi.

Pag. 11

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevole Antonino Russo, in relazione alla sua interpellanza, riguardante il servizio di vendita dei titoli di viaggio nella stazione di Milazzo, Ferrovie dello Stato Spa ci rappresenta che gli orari di apertura al pubblico della biglietteria della stazione sono stati recentemente riorganizzati, tenendo conto delle variazioni dell'affluenza dei viaggiatori riscontrate sia nei diversi giorni della settimana che nelle fasce orarie di ciascuna giornata, al fine di pervenire ad un rapporto più equilibrato tra costi di gestione del servizio e introiti derivanti dalla vendita dei titoli di viaggio.
Pertanto, il servizio di biglietteria di stazione si svolge attualmente: lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 6,45 alle ore 20,50; martedì, giovedì e sabato dalle ore 14,00 alle ore 20,50 (nel pomeriggio); domenica dalle 6,45 alle 14,00. Gli orari di apertura della biglietteria sono, peraltro, indicati sia dagli avvisi presenti in stazione, che riportano anche indirizzi e orari della rete di vendita indiretta ubicata sul territorio, sia sul sito web di Trenitalia.
Per la clientela di Milazzo, infatti, la vendita dei biglietti ferroviari viene anche assicurata da: due emittitrici automatiche dislocate in stazione (di cui una per l'acquisto dei biglietti regionali, che attualmente è attiva, e l'altra per l'acquisto dei biglietti nazionali e regionali di prossima riattivazione dopo un periodo di sequestro da parte dell'autorità giudiziaria a seguito di furti e atti vandalici); due punti di vendita convenzionati per l'emissione dei biglietti regionali (ubicati in città, dei quali uno aperto anche la domenica mattina); sei agenzie di viaggio abilitate alla vendita di biglietteria Trenitalia (presenti nel centro cittadino).
Va inoltre considerato che i biglietti ferroviari possono essere acquistati in qualsiasi momento attraverso il sito web di Trenitalia, che i biglietti del servizio regionale del tipo cosiddetto a fasce chilometriche non hanno scadenza, né sono vincolati a specifiche stazioni di partenza o destinazione e pertanto possono essere acquistati con largo anticipo.
Va altresì considerato che, in caso di contestuale indisponibilità del servizio di biglietteria e delle emettitrici automatiche, per i treni della media e lunga percorrenza è possibile acquistare il biglietto in treno senza sovrapprezzo, mentre per i treni regionali, dal 1o marzo scorso, di intesa con la regione Sicilia, a cui compete la programmazione del servizio regionale, viene applicato un sovrapprezzo ridotto pari a 5 euro, in luogo della sanzione ordinaria di 50 euro. Ribadisco che tale soluzione è stata trovata di intesa con la regione Sicilia, cui compete la programmazione del servizio regionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Antonino Russo ha facoltà di replicare, e di dire se la «lentezza» della risposta viene compensata dalla soddisfazione.

ANTONINO RUSSO. Signor Presidente, vorrei intanto ringraziare per la disponibilità e per il contenuto della risposta, che in linea di massima risulta esaustiva.
Devo dire che probabilmente questa volta, nonostante la tradizionale incapacità di celerità delle Ferrovie dello Stato, Trenitalia è stata più celere nelle risposte che il Governo. Avevamo già ravvisato tale aspetto qualche settimana dopo l'interpellanza.
Resta qualche dubbio rispetto all'accordo con la regione Sicilia sul sovrapprezzo e resta qualche dubbio - e mi è sparso che non vi sia una risposta in questo senso - rispetto alle numerose multe elevate in quel periodo, verso le quali i cittadini viaggiatori hanno opposto ricorso.
Tuttavia, il fatto di avere prolungato i tempi di apertura della biglietteria e di aver sistemato le due emittitrici rende adeguato il servizio rispetto alle necessità minime di chi vuole fruire di un servizio e pagarne i costi. Mi ritengo, pertanto, parzialmente soddisfatto.

Pag. 12

(Tempi di realizzazione della variante di Pieve-Ormea con traforo di valico Armo-Cantarana sulla strada statale n. 28 - n. 2-00694)

PRESIDENTE. L'onorevole Delfino ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00694, concernente tempi di realizzazione della variante di Pieve-Ormea con traforo di valico Armo-Cantarana sulla strada statale n. 28 (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, signor sottosegretario, siamo qui davanti ad un'altra di quelle opere infrastrutturali rispetto alla quale negli anni vi sono stati più volte annunci da parte di esponenti del Governo - vuoi di centrodestra, vuoi di centrosinistra - circa la volontà di realizzare gli interventi previsti sulla strada statale n. 28. Però agli annunci, alla cosiddetta politica del fare che ha sempre guidato il Presidente Berlusconi, non corrispondono i fatti.
In merito al tema sono già intervenuto parecchie volte con interrogazioni per sollecitare l'iter della progettazione definitiva ed anche qui, davanti alle ripetute promesse ed agli impegni elettorali che davano per certa la realizzazione dell'opera negli anni scorsi, eravamo arrivati al marzo del 2008, quando ad una mia interrogazione veniva risposto sinteticamente che la progettazione definitiva dei lavori era sospesa perché l'ANAS - a seguito di indicazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti - aveva destinato i 4,7 milioni di euro ad altri interventi.
Oggi riproponiamo, come abbiamo fatto anche all'inizio di questa legislatura, il problema perché nel frattempo, a seguito anche degli interventi di parlamentari nel corso dell'esame dei provvedimenti finanziari ed economici, erano state nuovamente appostate le risorse finanziarie per cercare di realizzare questo progetto e poi procedere ai lavori.
Avevamo letto, come ho detto nell'interpellanza, che era stato effettivamente comunicato dall'ANAS l'affidamento e l'aggiudicazione dei lavori in data 31 marzo 2010, cui avevano poi fatto seguito verifiche e ricorsi.
Signor sottosegretario, in sostanza abbiamo bisogno di una parola certa circa lo stato dei fatti, su qual è l'iter in corso per la stesura del progetto definitivo, se tutto il contenzioso sollevato dalle ditte concorrenti è stato superato perché è certo che, ancora recentemente, in relazione a questa fondamentale infrastruttura abbiamo ascoltato esponenti della maggioranza affermare che tutto è a posto, che oramai il progetto definitivo è in corso di redazione e che i soldi per la realizzazione dei lavori vi sono (non si tratta peraltro di poche risorse).
Vorrei soltanto ricordare che l'allora Ministro Scajola annunciò che nella legge finanziaria erano stati stanziati tutti i fondi necessari per compiere gli interventi sulla strada statale n. 28, ma certezza, e soprattutto fatti, non ne ho rilevati.
Giacché oramai in questo bel Paese viene scambiato per reale ciò che appare, a me la realtà appare in un altro modo: a me risulterebbe, come scrivo nell'interpellanza, che la gara è stata espletata per quanto riguarda la progettazione esecutiva definitiva, e che è in corso un contenzioso. Mi auguro che tale contenzioso (ma sicuramente lei ci dirà qualcosa al riguardo) sia definito nei tempi, abbia scalato tutti i gradi possibili di ricorso, in modo che si possa almeno contare su una certezza chiara in termini di tempo per la realizzazione del progetto definitivo.
L'altro passo che noi sollecitiamo con l'interpellanza in esame è volto a conoscere quali iniziative ed impegni intenda assumere e ribadire il Governo per dare una risposta certa ed autorevole sulla possibilità che l'opera sia poi finanziata, e che i lavori vengano eseguiti. Naturalmente vi sono i tempi della progettazione esecutiva definitiva: mi auguro che anche oggi lei dica qualcosa al riguardo, perché veramente davanti alle ripetute docce fredde che sono venute dopo annunci clamorosi sul fatto che ormai questa infrastruttura fosse in discesa, nel senso che Pag. 13vi erano i progetti, vi erano i finanziamenti, vi era un ampio numero di imprese estremamente interessate a realizzare i lavori, non sappiamo più che cosa pensare.
Credo che da quando mi occupo di tale argomento, signor sottosegretario, siano passati almeno 15 anni: sono quasi 20 anni che ho la ventura di sedere in Parlamento, e speravo veramente (ma ancora spero, perché spes contra spem) che una maggioranza ed un Governo, con la forza e la determinazione che li contraddistingue soprattutto sul tema delle infrastrutture, potessero affrontare seriamente il problema. Anche se poi quegli elenchi così infiniti, e per tanti versi indefiniti, che accompagnano ogni anno la legge finanziaria, delle opere da fare, mi fanno dubitare che esse vengano poi effettivamente compiute; su tale opera, tuttavia (e concludo, signor Presidente), l'attesa è ultraventennale.
Mi auguro veramente che dal sottosegretario Giachino, che è uomo cuneese, che è uomo concreto, che è uomo attento alle esigenze indispensabili della provincia di Cuneo (in questo caso l'opera ha inoltre una valenza interprovinciale, Cuneo e Imperia, ed interregionale, Piemonte e Liguria), e dal Governo venga una risposta chiara alla nostra interpellanza, un cronoprogramma serio, perché la politica del fare trovi una puntuale affermazione anche nella mia bella e straordinaria provincia di Cuneo.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, caro onorevole Delfino, la nostra bella provincia di Cuneo, che ha dato un contributo decisivo all'unità del nostro Paese, ha però anche la consapevolezza delle cose che sono state fatte negli anni; e sicuramente nessuno dei presenti - né tanto meno il Presidente - porta la responsabilità di due scelte sciagurate, che nel 1975 portarono al blocco della costruzione delle infrastrutture di trasporto, e nel 1987 ad assumere una decisione sciagurata sull'energia.
Si tratta di due scelte che hanno fatto sì che il nostro Paese sia cresciuto di meno, abbia prodotto meno ricchezza e ora, uscendo dalla crisi economica peggiore dal 1929 ad oggi, avendo resistito a questa crisi meglio di tanti altri Paesi più blasonati e più forti del nostro, noi ci troviamo a fare i conti con la scarsità delle risorse.
Dunque, ora vorrei rispondere alla sua interrogazione dicendole che il 27 aprile 2010 è avvenuta l'aggiudicazione definitiva della gara per l'affidamento del progetto definitivo dei lavori per la realizzazione della variante di Pieve di Teco-Ormea con il traforo di Armo-Cantarana sulla strada statale n. 28 all'associazione temporanea di imprese Technital-3TI Progetti Italia. Tuttavia, avverso il provvedimento di aggiudicazione, la società Geodeta, risultata seconda classificata, ha presentato ricorso al TAR. L'udienza di discussione del ricorso nel merito è fissata per il prossimo 27 ottobre.
Nella pendenza del giudizio, l'ANAS ha sospeso la stipula del contratto di appalto. Per la progettazione definitiva, per la quale è stimato un tempo di 210 giorni dall'inizio dell'attività, sono già stati stanziati i fondi dal CIPE per l'ammontare di 4,78 milioni di euro.
A seguito della sottoscrizione del contratto sarà quindi definito il cronoprogramma - come ama definirlo lei - per la realizzazione dell'opera. Non rimane ovviamente che augurarsi che l'udienza del 27 ottobre ci dia una risposta chiara.
Terminata la progettazione - e quindi abbiamo detto i sette mesi dalla data della stipula del contratto - occorrerà andare nuovamente al CIPE per questa opera importante, che si stima costi 300 milioni di euro e che interessa il collegamento fra due regioni importanti nel nord-ovest. Anche i 4 milioni della progettazione, come ho già detto prima, sono stati deliberati dal CIPE.
Se è consentita soltanto un'aggiunta sull'interrogazione precedente riguardo Pag. 14alla variante di Demonte sulla strada statale della Maddalena, noi siamo consapevoli che è importante quell'intervento, sia per il trasporto persone sia per quanto riguarda soprattutto il trasporto merci. Non a caso ho detto che, se non si trovano le risorse per un progetto preliminare - ribadisco, concordato con le istituzioni locali - che ci consenta di spendere di meno (infatti oggi le risorse non ci sono e non sono mai stati apprestati i finanziamenti per quell'opera, come è stato detto in passato), allora noi dobbiamo trovare una soluzione che sia realmente fattibile, ovviamente d'intesa con le comunità locali.
Ho già detto che io mi impegno, in sede di consulta autotrasporto e logistica, proprio perché quell'opera è importantissima per il trasporto merci, a trovare i finanziamenti nei fondi destinati agli investimenti nel settore dell'autotrasporto per questa progettazione. Ovviamente la terrò informata e mi farò carico del fatto che lei e gli altri parlamentari della zona siate invitati agli incontri per seguire questa importante opera.

PRESIDENTE. L'onorevole Delfino ha facoltà di replicare.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, devo apprezzare la chiarezza del sottosegretario Giachino su almeno alcune questioni che abbiamo posto con l'interpellanza in esame. Mi riferisco innanzitutto allo stato dell'iter dell'affidamento della progettazione esecutiva, che sappiamo ferma, come lui ha affermato, fino al 27 ottobre, perché il TAR dovrà risolvere la questione di un ricorso che è stato presentato da una ditta concorrente. Il sottosegretario ha altresì detto con chiarezza i tempi (già previsti nel bando) di durata massima della progettazione (sette mesi) e noi chiediamo ovviamente che il Ministero e l'ANAS vigilino con grande puntualità e che non consentano ulteriori ritardi. Ha inoltre confermato la disponibilità di 4.780.000 euro per far fronte alla progettazione esecutiva.
In più, lei, a braccio, ha ricordato che non appena sarà disponibile il progetto esecutivo, verrà portato all'attenzione del CIPE il progetto per il finanziamento che si presume sia nell'ordine di 300 milioni di euro. Do atto di queste puntualizzazioni che sono necessarie e che almeno mettono un punto fermo sulla vicenda.
Naturalmente siamo consapevoli di quale sia la situazione economica e finanziaria. Non lo riteniamo solo noi che oggi siamo all'opposizione: signor sottosegretario, avendo avuto la ventura di partecipare per un anno ai lavori del consiglio provinciale, voglio qui rammentare che l'attuale governo provinciale, il presidente, gli assessori, l'assessore e il vicepresidente alle infrastrutture, ad ogni piè sospinto in campagna elettorale dicevano: andiamo noi al Governo e portiamo i soldi. Adesso che sono al governo provinciale dicono: la provincia di Cuneo è grandemente creditrice verso uno Stato che mai ha risolto i problemi infrastrutturali.
Allora io mi auguro, siccome lei ha la amabilità di frequentare sovente la nostra provincia, che il suo impegno assunto qui, sia per la statale n. 28 e per il traforo Armo-Cantarana e gli interventi a Pieve di Teco, sia per la statale n. 21, si concretizzi con un po' di sano campanilismo. Ciò a favore di una provincia che veramente sta dando tanto anche sotto il profilo dello sviluppo economico e della reazione alla crisi, ma che ha solo bisogno di avere gli strumenti, in questo caso, le infrastrutture, per portare il frutto della sua laboriosità, della sua capacità imprenditoriale in tutta Europa.
Pertanto, dovendo esprimere un giudizio su questa ultima interpellanza, esprimo naturalmente apprezzamento e soddisfazione per la chiarezza, però potrò dirmi veramente soddisfatto quando su questa opera il CIPE delibererà lo stanziamento e ci sarà il cronoprogramma, anche in questo caso, signor sottosegretario, per appaltare e realizzare finalmente i lavori che sono attesi da oltre trent'anni. E, intanto, di acqua sotto il ponte, come si dice da noi, ne è passata tanta e le imprese hanno stretto, ancora di più in questi anni di crisi, la propria cinghia. È vero che alcune scelte non dipendono da questo Governo - io Pag. 15allora contestai il referendum sull'energia nucleare - però voglio ricordare che la decisione dell'85 fu sull'autostrada; qui non ci si riferisce all'autostrada. A Cuneo l'autostrada deve ancora arrivare. Noi abbiamo bisogno che almeno relativamente alle poche strade statali - e due importanti sono la n. 28 e la n. 21 - lo Stato sia in grado di dare una risposta e consentire a questa straordinaria terra e alle due regioni interessate di procedere sulla via della crescita e dello sviluppo.

(Iniziative di competenza del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in relazione alla qualità dei servizi di trasporto aereo della compagnia Meridiana - n. 3-01173)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Lupi n. 3-01173, concernente iniziative di competenza del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in relazione alla qualità dei servizi di trasporto aereo della compagnia Meridiana (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Onorevole Presidente, onorevoli interroganti, si evidenzia che i quesiti posti dagli interroganti riguardano nello specifico le rotte sottoposte ad oneri di servizio pubblico Milano-Linate-Olbia e Milano-Linate-Cagliari.
Tali tipi di collegamento sono disciplinati, a livello comunitario, dal Regolamento (CE) n. 1008/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 settembre 2008, recante norme comuni per la prestazione di servizi aerei nella Comunità che abroga e sostituisce il Regolamento (CE) n. 2408/1992 e, a livello nazionale, dal decreto del Ministro per le infrastrutture ed i trasporti del 5 agosto 2008 recante «Imposizione da parte dell'Italia degli oneri di servizio pubblico sui servizi aerei di linea tra Alghero-Roma Fiumicino e viceversa, Alghero-Milano Linate e viceversa, Cagliari-Roma Fiumicino e viceversa, Cagliari-Milano Linate e viceversa, Olbia-Roma Fiumicino e viceversa, Olbia-Milano Linate e viceversa», pubblicato in data 19 settembre 2008.
Il punto n. 7 dell'allegato di detto decreto istituisce un Comitato paritetico per il monitoraggio dell'attuazione degli oneri di servizio. Tale Comitato, formato da un componente nominato dall'assessore regionale dei trasporti della regione Sardegna, un componente nominato dall'ENAC e un componente per ciascun vettore che ha accettato gli oneri di servizio pubblico, è presieduto dall'assessore regionale dei trasporti.
Tale decreto prevede che il Comitato di cui trattasi, dopo aver riscontrato eventuali inosservanze agli obblighi imposti, propone ad ENAC l'adozione di misure per ripristinare la regolarità del servizio o irrogare le sanzioni del caso, suggerendone la tipologia e l'entità.
Ciò posto, in data 30 luglio 2010 si è tenuto un incontro del Comitato presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti al fine di affrontare le problematiche inerenti i ritardi registrati dal vettore Meridiana e sono stati messi a confronto i dati forniti dalla regione e dai vettori.
Per Alitalia-CAI non sono stati riscontrati ritardi significativi sui voli operati in regime di continuità territoriale mentre per la società Meridiana si sono effettivamente riscontrati alcuni episodi di ritardi significativi che la compagnia aerea ha in gran parte imputato a cause esterne alla propria organizzazione aziendale quali, ad esempio, le criticità presenti sull'aeroporto di Linate per la gestione degli slot. Al termine dell'incontro Meridiana ha quindi assunto l'impegno di migliorare gli standard di puntualità di partenze e arrivi, nonché i servizi di assistenza e informazione ai passeggeri segnalando di aver già provveduto a rafforzare la flotta impegnata nei collegamenti sardi. Alla conclusione dell'incontro, il Comitato non ha ritenuto necessario comminare specifiche sanzioni ai vettori per inosservanza degli oneri di servizio pubblico imposti sulle Pag. 16rotte sarde salvo l'applicazione della disciplina sanzionatoria prevista dal decreto legislativo n. 69 del 2006 da parte delle autorità competenti per i singoli episodi di ritardo.
In conclusione, si segnala che con riguardo alla ipotesi di lesione dei diritti dei passeggeri evidenziata dall'interrogante, l'ENAC ha redatto la Carta dei diritti del passeggero, nella quale sono indicate le modalità di presentazione dei reclami per gli eventuali disservizi patiti, inclusi i servizi operati in regime di oneri di servizio pubblico.

PRESIDENTE. L'onorevole Vignali, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, sottosegretario Giachino, mi dichiaro parzialmente soddisfatto perché per i voli da Linate sulle tre destinazioni della Sardegna, «un po' di ritardo» significa che, nel solo mese di giugno, sono stati accumulati ritardi per un totale pari a 3 mila 750 minuti.
Ritardi che in un mese non mi sembrano pochi, soprattutto in un periodo nel quale, evidentemente, questo crea molti disagi ai passeggeri. Ci auguriamo che episodi come questi non succedano più, in realtà dalle informazioni che hanno coloro che hanno sottoscritto questa interrogazione i ritardi non sono imputabili alla società che gestisce l'aeroporto di Linate quanto a Meridiana stessa. Nello stesso tempo però la preoccupazione non è quella di fare polemica ma quella di garantire un servizio di maggiore qualità, nel quale la puntualità è un elemento primario per i passeggeri che utilizzano queste tratte.

(Iniziative per potenziare il sistema dei collegamenti ferroviari dei capoluoghi di regione con la capitale, con particolare riferimento alla tratta tra Trieste e Roma - n. 3-01193)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Compagnon n. 3-01193, concernente iniziative per potenziare il sistema dei collegamenti ferroviari dei capoluoghi di regione con la capitale, con particolare riferimento alla tratta tra Trieste e Roma (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevole Compagnon, in relazione ai collegamenti di media e lunga percorrenza del Friuli Venezia Giulia da e per Roma e Milano, si evidenzia come tale materia verta da un lato sui trasporti di interesse locale, direttamente regolati dalle regioni con Trenitalia e, dall'altro, su servizi come Eurostar e Intercity gestiti dall'impresa ferroviaria in regime di autonomia commerciale senza competenze da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in ordine alla declinazione dell'offerta.
Tanto precisato, Ferrovie dello Stato ha comunicato che con l'orario entrato in vigore lo scorso 13 giugno, è stata complessivamente confermata l'offerta precedente; infatti, l'attuale orario prevede otto coppie di collegamenti diretti giornalieri, di cui: una coppia alta velocità, più una coppia di Intercity Notte sulla relazione Roma-Udine (e viceversa); una coppia di Intercity, più una coppia di Intercity Notte sulla relazione Roma-Trieste (e viceversa); una coppia di Eurostar City sulla relazione Milano-Udine (e viceversa); tre coppie di Eurostar City sulla relazione Milano-Trieste (e viceversa).
La clientela friulana dispone, inoltre, sulle relazioni interessate, di un'ampia disponibilità di soluzioni alternative di viaggio con interscambio nella stazione di Venezia Mestre.
In ordine agli specifici rilievi posti dalla sua interrogazione, relativamente alle modifiche dell'offerta introdotte con l'orario di dicembre 2009, si fa presente che: sulla relazione Trieste-Roma si è reso necessario limitare a Venezia l'Eurostar 9394/3-9398/7, in conseguenza delle basse frequentazioni riscontrate sulla tratta Venezia-Trieste e viceversa (si tratta, in questo Pag. 17caso, di treni a mercato che si sostengono esclusivamente attraverso gli introiti); nessuna modifica ha riguardato i collegamenti da e per Udine verso Milano/Roma; sulla relazione Trieste-Milano è stata introdotta una ulteriore coppia di Eurostar City.
Relativamente, infine, alla richiesta di potenziamento del sistema dei collegamenti regionali, si fa presente che la relativa programmazione e la gestione dell'offerta competono alla regione Friuli-Venezia Giulia, i cui rapporti con Trenitalia sono regolati, così come in tutte le altre regioni, da un contratto di servizio, nell'ambito del quale vengono definiti, fra l'altro, il volume e le caratteristiche dei servizi da effettuare anche sulla base delle risorse economiche rese disponibili.
In ogni caso, per quanto riguarda i collegamenti Trieste-Udine-Roma, mi impegno a promuovere, la prossima settimana, un incontro dell'onorevole interrogante con i vertici di Trenitalia.

PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di replicare.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, ringrazio il signor sottosegretario: la parte finale del suo intervento mi fa piacere, in quanto dimostra, una volta di più, la sua disponibilità a trattare direttamente con gli interroganti, con i parlamentari, tutti i problemi che ci riguardano.
Tuttavia, in questa interrogazione ho evidenziato la mancanza di collegamenti diretti, soprattutto con riferimento all'Eurostar. Leggerò con molta attenzione la sua risposta e i dati che ha fornito oggi in questa sede. Tuttavia, per quanto concerne gli Eurostar - che sono i mezzi diretti e meglio serviti, ossia quelli che dovrebbero dare, a loro volta, un servizio migliore all'utenza - voglio ricordare che: sul collegamento Milano-Udine ne abbiamo uno, mentre su Udine-Milano nessuno; sul collegamento Roma-Udine ce n'è uno, mentre su Udine-Roma nessuno; infine, su Trieste, abbiamo solo un Intercity. Questo è il dato che mi fa fare una piccola riflessione, signor sottosegretario, per poi, magari, approfondire meglio nell'incontro che lei vorrà promuovere e che credo sia utile e indispensabile per il futuro.
Dobbiamo dire ad alta voce che l'Italia non finisce a Mestre. Parlo in termini di trasporto ferroviario: non può finire a Mestre, perché, da troppo tempo, a Mestre si bloccano tutti i collegamenti diretti. Il nordest, o l'estremo nordest (chiamiamolo come vogliamo), è un passaggio cruciale non solo per quanto riguarda i rapporti commerciali, ma anche per quanto concerne i rapporti economici con i Paesi dell'est, dove, effettivamente, la nostra economia si confronta quotidianamente e sappiamo essere in grandissima difficoltà.
Peraltro, Trieste è una città con una vocazione internazionale: dentro di essa vi sono grandi gruppi industriali ed i collegamenti con la capitale e con Milano diventano fondamentali per tutta l'economia della regione. Per quanto riguarda Udine, una volta, se non ricordo male, anzi sicuramente non ricordo male, il Roma-Vienna era un collegamento importantissimo che collegava la capitale d'Italia a quella austriaca passando per Udine e creando una serie di condizioni e di rapporti certamente favorevoli.
Capisco la diversità delle società che gestiscono il trasporto, ma non posso dimenticare che il gruppo Ferrovie dello Stato Spa è a totale partecipazione del Ministero dell'economia e delle finanze: non possiamo pensare che questi vivono sulla luna. Se la politica, che detiene lo scettro di tutto, ritiene che in una zona del Paese si devono fare degli interventi nell'interesse non solo di quella zona, ma del Paese, credo che qui serva la volontà e la capacità di farlo.
Per quanto riguarda la concorrenza, soprattutto nei trasporti e nel cabotaggio, molte cose sono già state fatte; lei ne è al corrente, così come delle difficoltà dei nostri imprenditori rispetto a quelle zone. Inoltre, vi sono anche i pendolari che - sempre secondo noi - dovrebbero usufruire di questi mezzi: pensiamo al costo del carburante per le autovetture sempre più alto, all'inquinamento e quant'altro. Pag. 18
Credo che al di là delle considerazioni che lei ha fatto si debba assolutamente fare uno sforzo perché in alternativa al treno ci sono le autovetture o l'aereo.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. È stato istituito un nuovo servizio su Milano.

ANGELO COMPAGNON. Noi siamo interlocutori da tempo con Alitalia: ci sono dei momenti buoni, ma spesso non sono buoni. Lei mi parla del nuovo servizio su Milano, ed è vero, ma anche qui è stata necessaria la partecipazione del bilancio regionale del Friuli Venezia Giulia che ha stanziato tre milioni di euro per poter provare la tenuta del collegamento.
Tuttavia, non possiamo pensare di fare solo dei meri conti, ancorché importanti: dobbiamo capire come e in che modo far uscire dall'isolamento una zona importantissima come quella del nordest.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, mi avvio a concludere.
Signor sottosegretario, a fronte di un Paese come l'Italia, che stenta e ha un'economia che non riesce a riemergere - anche per la concorrenzialità di cui parlavo - credo che in questo momento sia necessario - e lo chiedo al Governo - un intervento forte e decisivo; un intervento convinto che metta fine alla marginalità sul trasporto su rotaia di quella parte del Paese che è il Friuli Venezia Giulia. Come dicevo, tale intervento non serve solo a quella parte del Paese, ma a tutta l'Italia, soprattutto per il rapporto nei confronti dei Paesi dell'est, e sappiamo bene cosa ciò significhi.

(Informazioni circa un piano strategico nazionale per la tutela della biodiversità, con particolare riferimento a strategie di valorizzazione delle fonti rinnovabili - n. 3-01065)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Di Biagio n. 3-01065 concernente informazioni circa un piano strategico nazionale per la tutela della biodiversità, con particolare riferimento a strategie di valorizzazione delle fonti rinnovabili (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, con riferimento ai quesiti posti in merito alle problematiche scaturite dal recente disastro nel Golfo del Messico e allo stato di avanzamento del piano strategico nazionale, si precisa, innanzitutto, che l'elaborazione di una strategia nazionale per la biodiversità, si colloca nell'ambito degli impegni assunti dall'Italia con la legge n. 124 del 2004 di ratifica della convenzione ONU di Rio de Janeiro del 1992 sulla diversità biologica.
L'articolo 6 della Convenzione stabilisce, infatti, che ciascuna parte contraente deve elaborare strategie, piani e programmi nazionali volti a garantire la conservazione e l'utilizzazione durevole della diversità biologica ed integrare la conservazione e l'uso sostenibile della biodiversità nei pertinenti piani, programmi e politiche settoriali.
In tale contesto, in data 18 giugno 2010, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha pubblicato la strategia nazionale per la biodiversità, predisposta in attuazione degli obiettivi individuati dalla menzionata convenzione di Rio de Janeiro, attraverso la consultazione dei diversi soggetti interessati, tra i quali il Ministero dello sviluppo economico (colgo l'occasione per ringraziare l'interrogante di alcune premesse che hanno sottolineato il nostro impegno).
La strategia rappresenta uno strumento di grande importanza per garantire, a partire dal 2010 in poi, una reale integrazione e coordinamento tra gli obiettivi di sviluppo del Paese e la tutela del suo inestimabile patrimonio di biodiversità. Essa risponde, inoltre, alla necessità di dare attuazione alle misure previste a livello europeo ed internazionale sia per la verifica dello stato di conservazione della Pag. 19biodiversità e l'applicazione delle disposizioni europee per la sua tutela, sia per la valutazione del grado di attuazione del piano d'azione europeo sulla biodiversità.
La strategia è articolata intorno a tre tematiche cardine: biodiversità e servizi ecosistemici; biodiversità e cambiamenti climatici; biodiversità e politiche economiche.
Tra le tematiche cardine, si ricorda, in particolare, quella relativa alle minacce alla biodiversità derivanti dal rischio dei cambiamenti climatici, tema sul quale il Ministero per lo sviluppo economico è ampiamente presente per le sue competenze in materia energetica.
Anche sulla base di impegni assunti a livello internazionale e di normative europee, sono attive da anni, e proseguiranno negli anni futuri, linee strategiche specifiche finalizzate a garantire un progressivo contenimento delle emissioni. Si tratta nello specifico di sostegno allo sviluppo delle energie rinnovabili, promozione di interventi di efficienza energetica, sistema di scambio dei diritti di emissione, volto ad attivare comportamenti energeticamente virtuosi da parte delle imprese e utile a contrastare l'aumento delle emissioni dei gas ad effetto serra, il programma nazionale di rientro nel nucleare e sviluppo di tecnologie di sequestro e stoccaggio della CO2 con effetti di più lungo termine.
Si ricordano, inoltre, per il settore delle energie rinnovabili, i consistenti incentivi assegnati al settore, la recente approvazione da parte della Conferenza Stato-regioni delle linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili le quali incorporano ampiamente le esigenze di tutela della biodiversità espresse nella strategia di cui sopra, la predisposizione e la successiva trasmissione alla Commissione europea del piano d'azione nazionale per le energie rinnovabili per il raggiungimento, entro il 2020, dell'obiettivo vincolante della copertura del 17 per cento dei consumi energetici lordi nazionali con energia da fonti rinnovabili.
Di pari importanza sono da considerare, poi, gli interventi per l'efficienza energetica, per i quali esistono già misure incentivanti alla cui promozione è finalizzata la redazione del piano straordinario per l'efficienza e il risparmio energetico, previsto dalla legge n. 99 del 2009 ed in corso di predisposizione.
Aggiungo, infine, che stiamo lavorando al recepimento della direttiva europea sulle fonti rinnovabili che consentirà di dare agli investitori un programma certo e duraturo con delle regole che possano essere stabili nel tempo per favorire gli investimenti e incrementare la quota di fonti rinnovabili presenti sul nostro territorio.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Biagio ha facoltà di replicare.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, sono soddisfatto delle parole del sottosegretario - a cui va tutta la mia stima professionale - riguardo agli impegni che sono stati ottemperati fino ad oggi dall'Italia in relazione alla politica energetica varata dal nostro Governo, ma credo che si debba fare un ulteriore sforzo per darvi completa esecuzione, corredandola di maggiore attenzione alla governance ambientale.
Le catastrofi ambientali nel golfo del Messico e del Danubio non si possono ripetere. Credo che si debbano intraprendere azioni e politiche più incisive per la promozione e la realizzazione dei tre punti strategici del nostro piano energetico nazionale per le rinnovabili, per l'efficienza energetica e per il nucleare.
Il mio auspicio è quindi di un miglior coordinamento di tutte le forze politiche, oltre che delle forze sociali, per rivedere e realizzare una politica economica nuova in cui il settore della green economy abbia un ruolo di traino per tutto il comparto economico. L'ecologia, più l'energia, sono una opportunità e non un peso per l'economia.
La componente ecologica deve diventare la stella polare di tutti i nostri processi vitali, e soprattutto di quelli che incidono maggiormente sull'ambiente e quindi soprattutto dei processi di produzione e di consumo. Il Paese, a mio avviso, Pag. 20deve scommettere sul ritorno dell'economia reale perché la crisi globale ha messo in discussione il paradigma dell'economicismo incentrato su combustibili fossili e denaro che non ha tenuto in debita considerazione i costi sociali ed ambientali.

(Chiarimenti in ordine al ridimensionamento del servizio postale nella regione Friuli Venezia Giulia - n. 3-01109)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Strizzolo n. 3-01109, concernente chiarimenti in ordine al ridimensionamento del servizio postale nella regione Friuli Venezia Giulia (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, per quanto riguarda il ridimensionamento del servizio postale nella regione Friuli Venezia Giulia, possiamo rispondere come segue. La società Poste Italiane ha precisato che, come ogni anno, per i mesi estivi, l'azienda aveva predisposto un piano di rimodulazione degli orari e dei giorni di apertura degli uffici postali presenti su tutto il territorio nazionale al fine di evitare, per quanto possibile, eccessivi disagi alla clientela.
Di tale piano era stata trasmessa preventivamente copia al Ministero per lo sviluppo economico, nel rispetto della normativa vigente. Relativamente alla richiesta di informazioni per la regione Friuli Venezia Giulia ed in particolare per il comune di Lestizza, del quale fanno parte anche le frazioni di Nespoledo, Villacaccia e Galleriano, la società Poste italiane ha precisato che il presidio postale è assicurato dagli uffici postali di Lestizza e di Nespoledo.
L'ufficio di Lestizza non verrà sottoposto ad alcuna rimodulazione, mentre l'ufficio di Nespoledo, durante i mesi estivi, a causa della diminuzione della domanda di servizi che si registra durante tale periodo, ha osservato un'apertura articolata su tre giorni settimanali.
Gli uffici postali ubicati nei comuni di Bertiolo (che comprende anche la frazione di Pozzecco), di Basiliano (che include la frazione di Basagliapenta), di Rivignano e di Campoformido, manterranno invariate le rispettive modalità di apertura. L'ufficio di Codroipo, ubicato nel comune omonimo, osserverà un orario che, dal lunedì al venerdì, andrà dalle ore 8,30 alle 14,00, e il sabato dalle ore 8,30 alle 13,00.
Dallo scorso 20 settembre, essendo terminato il periodo di rimodulazione estiva, gli uffici di Nespoledo e di Codroipo hanno ripristinato l'orario ordinario di apertura al pubblico. Poste Italiane ha, inoltre, rappresentato che sono in corso incontri sul territorio con gli enti locali interessati per un confronto, al fine di addivenire ad una maggiore collaborazione.
Da parte sua il Ministero dello sviluppo economico, nell'ambito delle sue competenze, non mancherà, comunque, di sensibilizzare la società concessionaria, affinché valuti la possibilità che venga ripristinata la completa funzionalità degli uffici postali nei comuni sopraddetti, sottoposti a rimodulazione estiva dell'orario, almeno nel caso che la richiesta dell'utenza torni a dei livelli per i quali debba ritenersi necessario ripristinare il precedente orario di servizio.

PRESIDENTE. L'onorevole Strizzolo ha facoltà di replicare.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, purtroppo non posso dichiararmi soddisfatto. La risposta del Governo è una risposta formale e burocratica che non entra nel merito di una sostanziale e complessiva riduzione del servizio postale (che è un servizio pubblico) nell'ambito della regione Friuli Venezia Giulia, non solo nei comuni che sono stati richiamati nell'interrogazione e nella risposta del sottosegretario, ma anche in diverse altre parti della regione e, in particolare, in piccoli comuni ubicati nelle zone montane dove gli uffici postali rappresentano un Pag. 21servizio fondamentale soprattutto per le popolazioni anziane.
Credo che questo tipo di risposta non possa assolutamente soddisfare proprio perché, essendo Poste Italiane una società totalmente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze, è vero che è una Spa e quindi deve fare utili, però principalmente deve tenere d'occhio l'erogazione adeguata di un servizio fino a quando non ci sarà una liberalizzazione di questo servizio, consentendo quindi anche ad altri imprenditori e ad altre società di svolgerlo. Tuttavia, visto che tale servizio oggi è svolto in regime di sostanziale monopolio da parte del gruppo Poste Italiane, non è tollerabile e non è accettabile che questo servizio venga ridotto soprattutto, ancora una volta, in piccoli comuni dislocati prevalentemente nelle zone montane.
Aggiungo che ogni giorno sulla stampa locale del Friuli Venezia Giulia vengono segnalati disservizi. Oggi, per esempio, è il caso del comune di Venzone, un comune storico che ha una sua rilevanza nell'ambito del tessuto economico, sociale e culturale del Friuli Venezia Giulia. Concludo ricordando, tra l'altro, che proprio due giorni fa è stato comunicato - non so se vale anche per il resto del Paese - che di sabato non verrà più consegnata la posta. Questa è una decisione assolutamente inaccettabile proprio perché un servizio pubblico non può essere interrotto. Diversamente, basta mettere anche una persona non qualificata o comunque non eccessivamente preparata professionalmente a dirigere Poste Italiane perché è chiaro che tagliando di un giorno l'erogazione del servizio si possono fare degli utili. Tuttavia, credo che questa non sia la finalità di una società che svolge un servizio pubblico in regime di monopolio.
Per questi motivi, invito il Governo a riconsiderare la possibilità di dare indicazioni diverse, come azionista unico, alla società Poste Italiane per garantire un servizio qualificato e adeguato su tutto il territorio nazionale, ma, con riferimento alla mia interrogazione, in particolare alla regione Friuli Venezia Giulia e, dentro essa, ai territori montani.

(Iniziative volte alla risoluzione della vertenza Eurallumina di Portovesme (Carbonia-Iglesias) - n. 3-01197)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Mereu n. 3-01197, concernente iniziative volte alla risoluzione della vertenza Eurallumina di Portovesme (Carbonia-Iglesias) (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo nazionale e il Ministero dello sviluppo economico, in particolare, insieme alla regione hanno messo in campo ogni possibile azione per impedire la definitiva chiusura di produzioni strategiche e salvaguardare l'occupazione di centinaia di lavoratori.
Per la vertenza dell'Eurallumina l'impegno del nostro Ministero è stato diretto a trovare adeguate soluzioni e assicurare la ripresa produttiva con particolare riferimento alla riduzione dei costi energetici e alla tematica dello stoccaggio dei fanghi rossi. Vari confronti, infatti, si sono tenuti presso il Ministero con l'obiettivo di ricercare una soluzione adeguata e rapida per la fornitura a prezzi più convenienti di vapore ad alta pressione. Nell'ultima riunione tenutasi presso il medesimo Ministero, il 4 agosto scorso, si è prestata, di conseguenza, particolare attenzione a tale problematica, cercando, quindi, di individuare le soluzioni più funzionali.
Le parti presenti hanno condiviso le seguenti questioni. Il Governo e la regione Sardegna hanno confermato il loro impegno a fianco della proprietà di Eurallumina per trovare soluzioni strutturali ai problemi di costo che impediscono di raggiungere i necessari livelli di competitività. Pag. 22La fornitura di vapore potrà essere assicurata in modo strutturale da un nuovo impianto realizzato da una Newco. Il Ministero dello sviluppo economico, la regione Sardegna e la società Rusal avvieranno una puntuale ricerca per il finanziamento dell'impianto.
I tempi di realizzazione di tali impianti sono stimati in non meno di trentasei mesi. Si rende necessario, pertanto, individuare soluzioni ponte che consentano di abbreviare il riavvio degli impianti. Si è ipotizzato, dunque, il riavvio transitorio dell'impianto di produzione di vapore esistente presso Eurallumina, che tuttavia, dovrà essere alimentato da olio combustibile a prezzo tale da rendere la produzione competitiva. A questo fine si stanno individuando i percorsi più adeguati.
La soluzione dei problemi sopra richiamati, cui si aggiunge la necessaria ristrutturazione degli impianti per consentire la lavorazione di diversi minerali, consente in modo oggettivo di prevedere la reale ripresa della produzione entro i prossimi diciotto-venti mesi.
Al fine di monitorare i percorsi individuati, sono previsti incontri di verifica; il prossimo, che è annunciato a breve, avverrà alla presenza di tutti i soggetti interessati e coinvolti. Era stata prevista, infatti, una riunione di natura tecnica per lo scorso 21 settembre rinviata per consentire ulteriori approfondimenti volti ad individuare una maggiore convergenza per una definitiva soluzione della vertenza Eurallumina.
In tale riunione sarà esaminata la possibilità di integrare e aggiornare il Protocollo d'intesa del marzo 2009 che costituisce il riferimento degli impegni che le parti sottoscrittrici hanno assunto.
Il Ministero del lavoro ha informato, infine, che al fine di consentire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e la tutela professionale degli stessi, il 2 aprile 2010, ha emanato il decreto direttoriale di autorizzazione alla corresponsione dei trattamenti di CIGS in deroga in favore di 343 lavoratori di Eurallumina per il periodo 1o aprile 2010 - 31 dicembre 2010.

PRESIDENTE. L'onorevole Mereu ha facoltà di replicare.

ANTONIO MEREU. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario, che in realtà (per fortuna) ha confermato tutti gli impegni che sono stati assunti fino ad oggi, i quali, però, comunque rimangono impegni presi solo sulla carta. La nostra interrogazione mirava, invece, a concretizzarli, perché nel frattempo, dall'ultimo accordo che poco fa il sottosegretario enunciava, ossia quello del 4 agosto, ci si aspettava qualcosa di più dal punto di vista dei lavoratori e soprattutto di un territorio che, come tutti sappiamo e come il sottosegretario sa benissimo perché si sta interessando anche di altre problematiche che riguardano lavoratori di quell'area, si trova in una situazione effettivamente disastrosa. Quindi è chiaro che, man mano che lasciamo passare il tempo, viene ad essere minata la credibilità del progetto stesso.
Noi avevamo presentato a luglio questa interrogazione perché volevamo sollecitare il Governo ad assumere atti concreti sul problema; il caso ha voluto che proprio ieri, come risulta dalla prima pagina di un giornale locale, i lavoratori dell'Eurallumina hanno bloccato Cagliari e questa protesta continua ancora oggi proprio per il motivo di cui parlavo prima. È vero che stiamo dicendo che il problema si può risolvere e che stiamo facendo di tutto, ma in realtà, di fatto, quella fabbrica resta chiusa e non ci sono possibilità ulteriori; quindi cosa posso chiedere al Governo dopo quanto ha affermato?
Signor sottosegretario, lei diceva che ci dobbiamo incontrare di nuovo, ma è chiaro che questo incontro si deve concretizzare al più presto, perché, diversamente, andremmo da incontro a incontro con prospettive di soluzioni che tendono a calmare di fatto un territorio che oggi è difficilmente controllabile ma - lo ripeto ancora volta - ci allontaneremmo dal problema.
Vorremmo quindi che lei si impegnasse formalmente a brevissimo tempo, perché, diversamente, questa lotta continuerà. È Pag. 23chiaro: oggi sono a Cagliari, domani li troveremmo qui di fronte, a Piazza Montecitorio. Questo può anche non sembrare un problema ma in realtà lo è. Tenere infatti un territorio come quello del Sulcis-Iglesiente in uno stato d'attesa su tutti i fronti costituisce un pericolo sociale di cui si deve tener conto e di cui il Governo non può non tener conto facendo finta di niente, anche se non credo che stia facendo finta di niente.
Sottosegretario, la invito ancora una volta a intervenire nell'interesse di questi lavoratori, assieme alla regione e all'azienda. Bisogna verificare che ci sia la volontà da parte del Governo di soddisfare le necessarie attività, prima che sorga una nuova centrale a carbone che garantisca l'abbattimento dei costi, e la volontà, da parte Rusal, che questo stabilimento divenga effettivamente produttivo.
Il Governo ce la deve mettere tutta e quindi, a mio giudizio, deve garantire che la quantità di combustibile che stanno chiedendo - credo che siano circa 270 mila tonnellate - possa essere acquistata, in modo tale che in questo momento di transizione lo stabilimento possa finalmente avviarsi e le maestranze possano tornare al lavoro.

(Rinvio dell'interrogazione Nicola Molteni n. 3-00837)

PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta del Governo e con il consenso dei presentatori, lo svolgimento dell'interrogazione Nicola Molteni n. 3-00837 è rinviato ad altra seduta.
Dovremmo ora passare all'interrogazione Ciccioli n. 3-00898, ma il sottosegretario di Stato per la giustizia, Alberti Casellati, non è in Aula. Sospendo quindi brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16.

(Iniziative di competenza in ordine all'esercizio della funzione giurisdizionale da parte di magistrati che siano stati titolari di cariche politiche elettive nello stesso territorio, con particolare riferimento alla vicenda del sostituto procuratore generale di Cassazione, dottor Vito D'Ambrosio - n. 3-00898)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ciccioli n. 3-00898, concernente iniziative di competenza in ordine all'esercizio della funzione giurisdizionale da parte di magistrati che siano stati titolari di cariche politiche elettive nello stesso territorio, con particolare riferimento alla vicenda del sostituto procuratore generale di Cassazione, dottor Vito D'Ambrosio (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, con l'interrogazione in discussione, l'onorevole Ciccioli pone in evidenza che il dottor Vito D'Ambrosio, già governatore della regione Marche tra il 1995 e il 2005, ha presentato domanda per il conferimento dell'incarico di procuratore generale presso la corte d'appello di Ancona.
L'interrogante, nel rilevare l'inopportunità della nomina ad un incarico direttivo da parte del dottor D'Ambrosio, che dovrebbe svolgere le funzioni giurisdizionali nella medesima regione dove è stato presidente di una maggioranza regionale chiaramente orientata politicamente, chiede se il Ministro della giustizia, nell'esprimere il concerto relativamente a tale nomina, non ritenga di tenere in debita considerazione detta circostanza, valutando altresì l'opportunità di assumere un'iniziativa normativa diretta a statuire espressamente il divieto, per i magistrati che si candidano in un determinato territorio, di potere, poi, esercitare la funzione giurisdizionale nella medesima area geografica.
Pag. 24
A tale proposito ed in linea più generale, è il caso di precisare che la richiamata fase del concerto, rientrante tra le prerogative del Ministro della giustizia, è subordinata all'esistenza di una previa proposta di nomina ad un determinato incarico direttivo da parte della competente commissione del Consiglio superiore della magistratura.
Orbene, nel caso di specie, rispetto all'incarico pubblicato di procuratore generale presso la corte di appello di Ancona, la V Commissione del CSM ha formalizzato, in data 4 maggio 2010, la proposta di nomina in favore di tre magistrati, tra i quali però non figura il dottor D'Ambrosio.
Nella fattispecie, quindi, il presupposto logico sotteso alla questione prospettata dall'onorevole interrogante, cioè l'esistenza di una proposta di nomina a favore del dottor D'Ambrosio, è venuto definitivamente a mancare, non ponendosi dunque più nella realtà della vicenda, il problema concreto evidenziato nell'atto di sindacato ispettivo.
In linea più generale, tengo tuttavia a precisare che con la recente delibera del 28 aprile 2010 il Consiglio superiore della magistratura è intervenuto proprio sulla materia delle candidature dei magistrati e sulla partecipazione al governo degli enti locali, per sottolineare la necessità di evitare la sovrapposizione confusa di ruoli e funzioni, di per sé idonea ad appannare l'immagine d'imparzialità, in tal modo essenzialmente sollecitando l'intervento del legislatore per la creazione di una disciplina unitaria e sistematica, in grado di individuare il giusto punto di equilibrio tra esigenza di partecipazione ed obblighi d'imparzialità.
Sul punto, posso segnalare che, in materia di candidature di magistrati e partecipazione al governo degli enti locali, sono all'esame delle competenti Commissioni parlamentari due progetti di legge (A.C. 2673, Bernardini ed altri, e S. 2025, di iniziativa dei senatori Perduca e Poretti), che prevedono in termini assoluti l'ineleggibilità a tutte le cariche elettive dei magistrati ordinari che sino a sei mesi prima della scadenza naturale della legislatura, o all'atto di accettazione della candidatura, esercitano le funzioni giudiziarie.
Sono stati poi presentati di recente, in data 12 e 17 marzo 2010, altre due proposte di legge (A.C. 3309, Gabriella Giammanco ed altri, e A.C. 3325, Enrico Letta ed altri), intitolati entrambi: «Disposizioni in materia di ineleggibilità e di incompatibilità dei magistrati».
Spetta a questo punto alle forze politiche interessate confrontarsi in tale ambito e procedere, eventualmente, all'approvazione di un testo normativo in sede parlamentare.
Nel concludere, posso comunque assicurare che, attualmente, sono allo studio dell'ufficio legislativo del Ministero proposte di modifica della legislazione vigente dirette a risolvere in modo compiuto ed organico le problematiche di cui si è riferito, anche alla luce delle considerazioni espresse dal Consiglio superiore della magistratura nella delibera del 28 aprile 2010, a cui ho fatto prima riferimento.

PRESIDENTE. L'onorevole Ciccioli ha facoltà di replicare.

CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, sono soddisfatto della risposta all'interrogazione perché è una risposta compiuta. Tra l'altro, la motivazione per la quale chiedevo l'intervento del Ministro era venuta a cadere in seguito al fatto che la commissione del CSM, incaricata delle nomine, non aveva inserito il nome del dottor D'Ambrosio nella terna per la successiva promulgazione, perché, per motivi tecnici, il dottor D'Ambrosio non aveva il tempo necessario richiesto dalla legge prima della pensione per essere nominato. Per qualche mese non rientrava nei termini e quindi non poteva proprio essere segnalato.
Mi sento però di dire, brevissimamente, alcune cose. Io ho qui l'opportunità di rinnovare, tutto sommato, a distanza di tanto tempo, la mia stima e, tutto sommato, anche la mia simpatia nei Pag. 25confronti del dottor D'Ambrosio, la cui vita, anche se sfalsata di alcuni anni, è stata parallela alla mia. Lui, infatti, è stato un giovane pretore d'assalto, come si diceva una volta nella mia città, quando io ero un giovane leader studentesco. Ricordo che una volta me lo trovai in pretura, mi dette cinque giorni di reclusione per corteo non autorizzato e scrisse il dispositivo della sentenza sul retro di un volantino con la falce e il martello. Successivamente, me la cavai in appello perché non era intervenuta qualche amnistia in quel periodo. Il dottor D'Ambrosio è stato poi presidente della regione e io sono stato consigliere regionale nella stessa regione. Vi è stata una serie di cose, per cui, alla fine, mi viene spesso da dire che il dottor D'Ambrosio è molto meglio di tanti altri.
Detto questo però, poiché le prerogative della funzione giudiziaria devono avere una loro natura di neutralità assoluta, credo che dobbiamo mettere dei paletti chiari in base ai quali non deve essere possibile interscambiare l'azione e l'attività politica con il mandato giudiziario, soprattutto quello giudicante. A maggior ragione poi quello che riguarda la magistratura inquirente, perché è evidente che è difficile che nella stessa persona possano convivere due individui assolutamente diversi e separati. Io, che faccio lo psichiatra, so che questo sarebbe un aspetto fortemente dissociativo e patologico. Poiché, grazie a Dio, i giudici non dovrebbero essere dissociati, anzi devono essere associati nelle loro funzioni, è evidente che noi dobbiamo prevedere delle norme che siano di garanzia per tutti i cittadini, comunque la pensino, e garantire la neutralità della funzione.
Sono contento che vi siano due disegni di legge, alcuni firmati da rappresentanti del Partito radicale, altri invece da rappresentanti di maggioranza. È evidente, però, che tali disegni di legge non possono giacere tra gli atti. Tante volte si presentano proposte di legge, che rimangono agli atti delle Commissioni e quindi si trasformano in auspici. Credo, invece, che in questo campo, così delicato perché riguarda la libertà e le garanzie di tutti i cittadini, ci debba essere una proposta chiara del Governo o comunque d'iniziativa parlamentare per normare questa materia, che non può rimanere nell'incertezza.
In questo caso, il dottor D'Ambrosio, sicuramente un magistrato che ha grande spessore culturale e anche conoscenza del diritto, era stato intercambiabile: prima aveva esercitato delle funzioni, poi era passato al CSM, poi è stato dieci anni presidente della giunta di sinistra della mia regione, poi è ritornato in Cassazione, poi è passato alla procura generale.
A volte ci sono delle leggende metropolitane, però ricordo che, all'inizio degli anni Novanta, nelle riunioni che il dottor D'Ambrosio teneva con gli altri magistrati, si decidevano i mandati di cattura, senza che lui avesse competenza, perché era al CSM, sulle vicende relative alla pubblica amministrazione.
Tutto questo non può accadere.
Bisogna - e concludo così il mio intervento - che il Governo in questo ambito o direttamente o indirettamente, attraverso i gruppi parlamentari, svolga il prima possibile la sua funzione con la sua parte proponente, per arrivare ad una norma precisa e garantista.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Annunzio delle dimissioni di un sottosegretario di Stato.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato, in data 8 ottobre 2010, la seguente lettera: «Onorevole Presidente, la informo che il Presidente della Repubblica con proprio decreto, in data odierna, adottato su mia proposta, ha accettato le dimissioni rassegnate dal Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, senatore Pasquale Viespoli. Cordialmente, firmato: Silvio Berlusconi».

Pag. 26

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge (ore 16,07).

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sottoindicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:

alla I Commissione permanente (Affari costituzionali):
SIRAGUSA ed altri: «Norme per la salvaguardia del sistema scolastico in Sicilia e per la rinnovazione del concorso per dirigenti scolastici indetto con decreto direttoriale 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004» (3286) (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

A tale proposta di legge è abbinata la proposta di legge LO MONTE ed altri: «Norme per la salvaguardia del sistema scolastico nella regione Sicilia e per la rinnovazione del concorso per dirigenti scolastici indetto con decreto direttoriale 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004» (3579).

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 13 ottobre 2010, alle 10,30:

(ore 10,30 ed eventualmente al termine dello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata)

1. - Discussione del documento (per la discussione sulle linee generali):
Schema della decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013 (Doc. LVII n. 3).
Relatore: Bitonci.

(ore 12,30)

2. - Informativa urgente del Governo sul grave attentato nel quale sono rimasti uccisi quattro militari italiani e sugli sviluppi della situazione in Afghanistan.

(ore 15)

3. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

4. - Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge C. 3286 ed abbinata).

5. - Seguito della discussione del documento:
Schema della decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013 (Doc. LVII n. 3).
Relatore: Bitonci.

PROPOSTA DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

alla I Commissione (Affari costituzionali):
SIRAGUSA ed altri: «Norme per la salvaguardia del sistema scolastico in Sicilia e per la rinnovazione del concorso per dirigenti scolastici indetto con decreto direttoriale 22 novembre 2004, pubblicato Pag. 27nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004» (C. 3286).
(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

A tale proposta di legge è abbinata la proposta di legge LO MONTE ed altri: «Norme per la salvaguardia del sistema scolastico nella regione Sicilia e per la rinnovazione del concorso per dirigenti scolastici indetto con decreto direttoriale 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004» (C. 3579).

La seduta termina alle 16,10.