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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 313 di mercoledì 28 aprile 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 9,35.

SILVANA MURA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Amici, Angeli, Bongiorno, Boniver, Brancher, Brugger, Centemero, Cicchitto, Colucci, Cossiga, Cota, Crimi, D'Alema, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Libè, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Menia, Migliavacca, Migliori, Milanato, Angela Napoli, Nucara, Palumbo, Pastore, Ravetto, Roccella, Romani, Stucchi, Tabacci, Urso, Valducci e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Discussione del disegno di legge: Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica) (A.C. 1441-quater-E) (ore 9,38).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica: Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 27 aprile 2010.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari Partito Democratico e Italia dei Valori ne hanno chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
Avverto, altresì, che la XI Commissione (Lavoro) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Cazzola, ha facoltà di svolgere la relazione.

Pag. 2

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, il disegno di legge A.C. 1441-quater-D è stato rinviato dal Presidente della Repubblica per una nuova deliberazione con messaggio del 31 marzo, ai sensi dell'articolo 74 della Costituzione. Per la rilevanza dell'evento è opportuno, in via preliminare, ricordare la natura del potere che l'articolo 74 conferisce al Capo dello Stato.
Si tratta, secondo la migliore dottrina in materia, di un atto sostanzialmente discrezionale e perciò di natura politica nel senso più alto che può essere attribuito a questa definizione.
La Costituzione, infatti, si limita a chiedere che il rinvio avvenga con un messaggio motivato; l'atto del Capo dello Stato però non interferisce né condiziona il processo legislativo. Infatti il medesimo articolo 74 afferma altresì che, se approvata nuovamente dalle Camere, la legge deve essere promulgata.
Conseguentemente, anche l'orientamento espresso dal Governo nella stessa giornata del 31 marzo, e ribadito dalla maggioranza, di adeguare il provvedimento ai contenuti del messaggio di rinvio costituisce non già un vincolo di carattere giuridico, ma una scelta politica compiuta in nome del buon andamento dei rapporti tra le istituzioni e del rispetto dovuto al Capo dello Stato, al suo ruolo e alla sua persona.
Con tali considerazioni si spiega anche perché il relatore non intende esporre punti di vista ed argomentazioni differenti dalle osservazioni indicate nel messaggio, dal momento che l'orientamento della maggioranza e del Governo è quello di accogliere tali osservazioni.
La Camera ha proceduto - con un voto che ha confermato quello avvenuto presso la XI Commissione in sede referente - a delimitare, conformemente al messaggio, la nuova deliberazione agli articoli del «collegato lavoro» esplicitamente segnalati nel messaggio di rinvio, e segnatamente agli articoli 20, 30, 31, 32 e 50, dei quali, tuttavia, solo gli articoli 20 e 31 sono oggetto di una specifica e compiuta disamina da parte del Quirinale.
Il messaggio sottolinea poi l'opportunità di una riflessione anche su disposizioni in qualche modo connesse a quelle citate, presenti negli articoli 30, 32 e 50.
Ripercorrendo quindi gli articoli oggetto del messaggio in ordine numerico, si ricorda anzitutto che l'articolo 20 contiene una norma di interpretazione autentica dell'articolo 2, lettera b), della legge n. 51 del 1955, che mira ad escluderne l'applicazione non soltanto, come da essa espressamente previsto, per il «lavoro a bordo delle navi mercantili e a bordo degli aeromobili», ma anche per il lavoro a bordo del naviglio di Stato, fatto salvo il diritto del lavoratore al risarcimento del danno eventualmente subito.
In proposito, il messaggio suggerisce una riformulazione della norma volta ad assicurare, escludendo profili di rilevanza penale (in linea con gli adattamenti del resto previsti al riguardo dal Testo unico in materia di sicurezza sul lavoro), l'effettiva sussistenza di un autonomo titolo di responsabilità sul quale fondare il diritto al risarcimento per i danni arrecati alla salute dei marinai impiegati sul naviglio di Stato, prevedendo altresì l'istituzione di un apposito fondo che provveda ad assicurare l'effettivo risarcimento.
L'articolo 30 affronta il tema del controllo giudiziale sulle «clausole generali» contenute nella disciplina legislativa in materia di lavoro, della certificazione dei contratti di lavoro, nonché delle valutazioni da parte del giudice nei contenziosi concernenti i licenziamenti individuali. In particolare, il comma 1 è volto a delimitare il potere di controllo giudiziale sulla ricorrenza dei presupposti previsti dalle cosiddette clausole generali contenute nelle disposizioni di legge relative ai rapporti di lavoro subordinato privato e agli altri rapporti di lavoro, sostanzialmente di carattere parasubordinato, di cui all'articolo 409 del codice di procedura civile, nonché ai rapporti di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 63, comma 1, del decreto Pag. 3legislativo n. 165 del 2001. Il comma in esame ricomprende tra le richiamate clausole anche le norme in materia di instaurazione del rapporto di lavoro e recesso dal medesimo rapporto, di esercizio dei poteri del datore di lavoro nonché in caso di trasferimento di azienda. Si osserva inoltre che tale articolo reca anche disposizioni volte a riaffermare nei confronti del giudice il ruolo dell'accertamento effettuato in sede di certificazione dei contratti di lavoro, nonché disposizioni relative agli elementi presenti nei contratti collettivi di lavoro (la cosiddetta tipizzazione delle cause) di cui il giudice deve tener conto nei contenziosi relativi ai licenziamenti individuali.
Per quanto attiene all'articolo 31, il messaggio presidenziale, pur ritenendo a determinate condizioni apprezzabile un indirizzo normativo teso all'introduzione di strumenti arbitrali (compresi quelli che prevedono la possibilità di un giudizio secondo equità) volti a prevenire e ad accelerare la risoluzione delle controversie, ha evidenziato tuttavia la necessità di definire in via legislativa meccanismi meglio idonei ad accertare l'effettiva volontà compromissoria delle parti con riguardo al contratto individuale, e a tutelare il lavoratore soprattutto nella fase di instaurazione del rapporto di lavoro. Questo articolo 31 rappresenta il fulcro del messaggio di rinvio. Nella sua attuale formulazione esso ridisegna la sezione del codice di procedura civile recante le disposizioni generali in materia di conciliazione ed arbitrato nelle controversie individuali di lavoro. In estrema sintesi, la disposizione trasforma il tentativo di conciliazione, attualmente obbligatorio, in una fase meramente eventuale; introduce una pluralità di mezzi di composizione delle controversie di lavoro alternative al ricorso al giudice, e rafforza le competenze delle commissioni di certificazione dei contratti di lavoro di cui all'articolo 76 del decreto legislativo n. 276 del 2003. In particolare, si osserva che il comma 9 dell'articolo 31 riguarda i limiti alla pattuizione di clausole compromissorie nelle controversie individuali di cui all'articolo 409 del codice di procedura civile. Attraverso tali clausole le parti possono rinviare alle modalità di esecuzione dell'arbitrato di cui agli articoli 412 (presso la commissione di conciliazione) e 412-quater (presso il collegio di conciliazione e arbitrato irrituale), a determinate condizioni.
Riprendendo l'esame del testo, nel messaggio del Presidente della Repubblica si sottolineano alcune problematiche riguardanti, in una relazione di coerenza tra di loro, gli ambiti all'interno dei quali è ammissibile - alla luce dell'ordinamento in materia di lavoro - un arbitrato secondo equità. Il messaggio ritiene insufficienti tanto il limite del rispetto dei principi generali dell'ordinamento, che - cito testualmente - «non appare come tale idoneo a ricomprendere tutte le ipotesi di diritti indisponibili, al di là di quelli costituzionalmente garantiti», quanto l'esclusione per via negoziale della possibilità di inserire nella clausola compromissoria il deferimento ad arbitri delle controversie in materia di risoluzione del rapporto di lavoro, anche se nel messaggio è apprezzato l'avviso comune, sottoscritto lo scorso 11 marzo dalle parti sociali (con l'autoesclusione della CGIL), con il quale le stesse si sono impegnate - cito testualmente - a definire con tempestività un accordo interconfederale, escludendo che il ricorso delle parti alle clausole compromissorie, poste al momento dell'assunzione, possa riguardare le controverse relative al rapporto di lavoro.
Il messaggio afferma nel contempo che va meglio risolto il problema del rapporto tra legge e contratto, e che l'individuazione dei diritti inderogabili è più ampia di quella riguardante la disciplina del licenziamento di cui all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Si segnala poi che l'ultimo rilievo attinente all'articolo 31 riguarda le perplessità sollevate dal previsto decreto che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali sarebbe autorizzato ad emanare, per regolare la materia dell'arbitrato secondo equità, una volta trascorsi dodici mesi di sostanziale inerzia delle parti sociali. Il messaggio di rinvio ha ritenuto che vi fossero Pag. 4i presupposti di una delegificazione non in linea con quanto previsto dall'articolo 17, comma 2, della legge n. 400 del 1988.
Esaurito così l'esame delle principali osservazioni contenute nel messaggio, si osserva che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, rispondendo ad un'interrogazione della maggioranza lo stesso giorno del rinvio presidenziale, ha enucleato alcuni punti di riflessione con riferimento ai rilievi di merito e di opportunità sollevati dal Presidente della Repubblica: una più precisa definizione dell'arbitrato di equità; i limiti entro cui ammettere la possibilità per le parti di concordare il rinvio agli arbitri di futuri contenziosi all'atto dell'assunzione, escludendo le controversie in materia di risoluzione del rapporto del lavoro, come indicato nell'avviso comune; lo spazio dell'intervento sostitutivo del Ministro in caso di mancato accordo tra le parti sociali.
Passando, quindi, ad illustrare brevemente l'articolo 32, si rammenta che esso reca disposizioni relative alle modalità e ai termini per l'impugnazione dei licenziamenti individuali e sui criteri di determinazione della misura di risarcimento nei casi in cui è prevista la conversione del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato. In proposito, per quanto riguarda le norme in tema di decadenza, si fa notare che sono stati introdotti criteri di razionalità e uniformità che il relatore ritiene utile preservare. Relativamente alle disposizioni di cui ai commi 5, 6 e 7, si tratta di norme che intervengono a risolvere controversie particolarmente delicate che devono indurre a responsabili ed attente valutazioni.
Per quanto riguarda infine l'articolo 50, si fa presente che esso reca due norme di carattere transitorio sui rapporti di collaborazione coordinata e continuativa. In particolare, si introducono specifici criteri di determinazione della misura del risarcimento per i casi di accertamento della natura subordinata di un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa laddove il datore del lavoro abbia offerto la stipulazione di un contratto di lavoro subordinato. Si segnala che l'articolo in esame determina la misura del risarcimento nei casi in cui sia stata accertata la natura subordinata di un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, fatte salve le sentenze passate in giudicato. Infatti, nei casi richiamati, il datore di lavoro, nel caso in cui abbia offerto entro il 30 settembre 2008 la stipulazione di un contratto di lavoro subordinato, ai sensi della disciplina transitoria sulla stabilizzazione dell'occupazione, è tenuto unicamente ad indennizzare il prestatore di lavoro con un'indennità di importo compreso tra un minimo di 2,5 e un massimo di 6 mensilità di retribuzione.
Per tutti gli articoli oggetto del messaggio la Commissione ha individuato apposite soluzioni, dirette ad andare incontro ai rilievi del Capo dello Stato e alle dichiarazioni convergenti del Governo, fatta eccezione per l'articolo 20, peraltro oggetto di rilievi da parte della II Commissione (Giustizia) e della IV Commissione (Difesa) che si è convenuto di demandare, per la sua definitiva stesura, all'esame in Aula, tenuto conto anche della presentazione di emendamenti in Assemblea, che ad avviso del relatore potrebbero risolvere il problema.
Le elenco rapidamente: all'articolo 30 è stato soppresso l'inciso che affidava al giudice il compito di decidere sulla base delle regole del vivere civile e dell'interesse oggettivo dell'organizzazione. All'articolo 31 è stato previsto che nell'arbitrato di equità si debba tener conto, oltre che dei principi generali dell'ordinamento, anche dei principi regolatori della materia derivanti anche da obblighi comunitari; che in caso di impugnazione del lodo arbitrale la competenza sia, in un unico grado, del tribunale in funzione di giudice del lavoro; che la clausola compromissoria non possa essere pattuita e sottoscritta prima della conclusione del periodo di prova e, ove non previsto, prima che siano trascorsi 30 giorni dalla stipulazione del contratto di lavoro; che la clausola compromissoria non possa, comunque, avere ad oggetto le controversie relative alla risoluzione del contratto di lavoro; che davanti alle commissioni Pag. 5di certificazione le parti possano farsi assistere da un legale di fiducia o da un rappresentante dell'organizzazione sindacale o professionale a cui abbiano conferito mandato; che in assenza di accordi interconfederali o di contratti collettivi volti a definire la pattuizione di clausole compromissorie, trascorsi dodici mesi dall'entrata in vigore della legge, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali convochi le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori più rappresentative, al fine di promuovere un accordo.
Nel caso in cui non si giunga ad un accordo nei successivi sei mesi, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con proprio decreto, individua in via sperimentale, tenuto conto delle risultanze istruttorie del confronto tra le parti sociali, le modalità di attuazione della nuova disciplina. Ulteriori precisazioni sono contenute in taluni emendamenti che il relatore proporrà di accogliere.
All'articolo 32 è stato chiarito che i termini riguardanti l'impugnazione dei licenziamenti decorrono dalla data del licenziamento comunicato per iscritto e con motivazione scritta. All'articolo 50 è stato introdotto un ulteriore requisito - migliorativo per i lavoratori - di applicazione della norma, consistente nell'offerta da parte del datore di lavoro dell'assunzione a tempo indeterminato successivamente all'entrata in vigore della legge.
Si è resa necessaria anche una modifica all'articolo 17, al fine di adeguare - su richiesta della V Commissione (Bilancio) - la decorrenza della norma di copertura contenuta in tale articolo (relativa all'applicazione dei contratti collettivi del comparto della Presidenza del Consiglio dei ministri al personale ad essa trasferito) attualmente fissata a decorrere dall'anno 2009, ossia da un esercizio finanziario concluso.
La Commissione ha dovuto prendere atto che si tratta con tutta evidenza di una modifica che, pur non richiesta dal Capo dello Stato nel messaggio, né correlata con le disposizioni cui si riferiscono i suoi rilievi, si presenta di carattere meramente tecnico e assolutamente necessaria per assicurare la congruità del testo nel rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione così come dei principi generali della contabilità. Di ciò, come detto in precedenza, vi è conferma nel parere reso dalla V Commissione che reca una specifica condizione volta alla modifica dell'anno di decorrenza. Faccio notare, dunque, che, al fine di recepire doverosamente tale condizione, è stato presentato dal relatore un apposito emendamento in Commissione di cui la Presidenza, in conformità a diversi precedenti, ha consentito la presentazione e che è stato sottoposto al voto, stante appunto la sua natura tecnica.
Quanto ai pareri resi, si segnala che tutte le Commissioni che si sono espresse hanno valutato il testo in termini favorevoli ovvero, laddove non hanno individuato profili di diretta competenza, in termini di nulla osta. Nel parere del Comitato per la legislazione sono stati inseriti rilievi di cui doverosamente la Commissione dovrà tener conto, anche attraverso l'approvazione di specifiche proposte emendative nella sede del Comitato dei nove.
Allo stesso tempo, la Commissione intende accogliere i rilievi delle Commissioni giustizia e affari costituzionali. Con riferimento, infine, ai limitati e circoscritti rilievi contenuti in altri pareri, fatto salvo il caso dell'articolo 20 di cui si è parlato in precedenza, sarà demandato al Comitato dei nove il compito di sciogliere eventuali nodi che ancora permangono nel testo o di insistere, nel caso di conferma della sua validità, per la formulazione attuale.
Avviandomi alla conclusione credo che la Commissione in sede referente abbia svolto un buon lavoro. Questo almeno il riconoscimento che hanno espresso, tra le altre, importanti organizzazioni sindacali come la CISL, la UIL e la UGL, sicuramente impegnate nella difesa dei diritti dei lavoratori anche se non hanno promosso manifestazioni contro l'arbitrato. Mi sia permesso, però, di ricordare quanto hanno scritto in epoche diverse due importantissimi studiosi. Il professor Carlo Dell'Aringa, innanzitutto, che è anche - lo Pag. 6ricordo all'amico, onorevole Damiano - autorevole componente del comitato scientifico dell'associazione Lavoroamp;Welfare di cui l'onorevole Damiano è autorevole presidente. Dell'Arringa in un articolo su Il Sole 24 Ore in tema di arbitrato ha parlato di «segnale forte della maggioranza al Parlamento» e ha aggiunto che «anche i critici più radicali non potranno non riconoscere i passi in avanti che vengono suggeriti ed è ragionevole aspettarsi non più un'ulteriore bocciatura ma un giudizio articolato che lasci spazio al dialogo». Per me, tuttavia, signor Presidente, è di grande conforto leggere in quest'Aula quanto scriveva nel suo fondamentale saggio Introduzione allo studio dell'autonomia collettiva, la pietra miliare del moderno diritto sindacale, Gino Giugni, sicuramente il più grande giuslavorista italiano del secondo dopoguerra, che mi fu maestro ed amico.
Nel V capitolo intitolato La giurisdizione privata intersindacale, Giugni affermava: «Può così avvenire che, in una zona grigia tra il diritto dei privati e l'ordinamento statuale, in cui si svolge rapporto di interferenza e di tensione tra l'autonomia originaria e l'autonomia derivante dal sovrastante potere dell'organizzazione politica, facciano la loro comparsa istituti predisposti a realizzare quelle funzioni di dichiarazione del diritto, di composizione eteronoma di conflitti o addirittura di applicazione della sanzione nelle quali in rapporto a peculiari atteggiamenti dottrinali o a specifiche strutture positive si è di volta in volta ravvisata l'essenza della giurisdizione.
Tra l'arbitrato come pura espressione dell'autorità sociale e l'arbitrato rituale, che è un istituto schiettamente processuale e in un certo senso pone il processo nelle mani dei privati, si inseriscono quelle ibride strutture di cui lo Stato non sfiora che la cornice esterna, percepisce effetti giuridici rilevanti, ma ignora la specifica finalizzazione istituzionale». Proseguiva Giugni: «È al contrario la spontanea risposta dell'ambiente sociale alle sempre più complesse esigenze della tecnica e della produzione, all'enuclearsi di forme di permanente contatto sociale, di fronte alle quali l'idea dell'individuo isolato di fronte all'apparato di tutela dello Stato è tramontata per sempre».
Purtroppo, signor Presidente, dopo tanti decenni queste idee faticano ancora ad affermarsi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, mi riservo di intervenire nel prosieguo del dibattito.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, siamo di nuovo qui a discutere del provvedimento in esame, il DDL 1441-quater-E e lo facciamo sulla scorta di un evento straordinario: il rinvio da parte del Presidente della Repubblica, avvenuto con messaggio del 31 marzo. Il potere attribuito dall'articolo 74 della Costituzione al Presidente della Repubblica è un potere straordinario, è un potere che è stato utilizzato con straordinaria parsimonia dal presidente Napolitano e dai suoi predecessori. È utile sottolineare che dal dopoguerra ad oggi sono all'incirca una sessantina i casi di rinvio alle Camere e da un sommario esame - che ovviamente ho anche un po' approfondito nelle ultime settimane - non è mai capitato in passato che una legge in materia di diritto del lavoro sia stata oggetto di tale procedura extra ordinem.
Come mai, è lecito domandarsi, solo oggi e solo ora il Presidente della Repubblica ha ritenuto di dover rinviare alle Camere un provvedimento in questa materia? Il quesito a mio avviso - lo dico con grande modestia e con grande rispetto per la qualità e le capacità del relatore Cazzola - trova una risposta proprio nell'impostazione politico-culturale che pervade la legge ed è stata esplicitata in maniera chiara e netta dallo stesso relatore, seppure Pag. 7a titolo personale (non so cosa significhi parlare a titolo personale in qualità di relatore: credo che ognuno di noi parli anche in ragione e in virtù del ruolo politico che ricopre).
Secondo il relatore Cazzola non esistono più ragioni che giustifichino la specialità del diritto del lavoro, il quale deve rientrare nell'alveo del diritto dei privati e del diritto commerciale in particolare, con il corollario che il contratto di lavoro non ha più alcun elemento di differenza e di peculiarità rispetto agli altri contratti. Questa strategia di recupero della dimensione privatistica del diritto del lavoro sta all'origine del rinvio, lo si legge chiaramente nelle parole del nostro Presidente e lo diciamo con grande umiltà: in qualche modo erano cose che avevamo preconizzato nell'ambito delle varie letture, sia alla Camera sia al Senato, del provvedimento in esame. Questa strategia di recupero della dimensione privatistica del diritto del lavoro si traduce in una serie di conseguenze, che tento di sintetizzare in quattro punti: si vuole cristallizzare in modo incontrovertibile la volontà delle parti durante la genesi del contratto attraverso la diffusione, promozione e imposizione dell'istituto della certificazione; in secondo luogo si vuole limitare l'opera del giudice, riservandogli un ruolo meramente notarile; in terzo luogo si incentiva l'accesso a strumenti di composizione alternativa delle controversie, con una spiccata preferenza per l'arbitrato e non vi sarebbe nulla di male, se non fosse che questo arbitrato è un arbitrato secondo equità, è un arbitrato sostanzialmente obbligatorio se non si apprestano adeguate misure volte a garantire l'effettiva libertà di scelta dei lavoratori; in ultimo si vuole complicare - complicare oltremodo, io dico - l'accesso alla tutela giurisdizionale, introducendo termini di decadenza particolarmente brevi per l'esercizio dell'azione giudiziaria, con riferimento ad azioni specifiche, ad esempio in materia di licenziamento. Il paradosso di questa scelta è che per esercitare un diritto di credito vi saranno tempi molto più lunghi e quindi paradossalmente tuteleremo più un diritto di credito rispetto al diritto del lavoratore licenziato di veder accertata l'eventuale illegittimità del licenziamento subito.
Con riferimento al messaggio del Presidente della Repubblica, rivendichiamo - lo ripeto - con orgoglio e con umiltà, che molte delle considerazioni e delle ragioni che abbiamo posto a fondamento delle proposte emendative presentate al provvedimento in oggetto sono sostanzialmente analoghe alle ragioni che hanno indotto il Presidente a rinviare il provvedimento alla Camera. Diciamo questo - lo ripeto - con grande rispetto per le scelte del Parlamento, ma con altrettanto rispetto per le ragioni che hanno indotto il Presidente della Repubblica ad operare questa scelta.
Non abbiamo rintracciato, allo stesso modo, un atteggiamento di rispetto da parte della maggioranza. La sensazione che abbiamo avuto in tutti i passaggi è stata che, a fronte di un formale ossequio rispetto al ruolo, alle funzioni e al messaggio del Presidente della Repubblica, vi sia stata una sostanziale noncuranza.
La maggioranza - è ovvio - si fa forte del fatto che il Presidente della Repubblica non potrà far altro che promulgare il provvedimento per come verrà approvato. Tuttavia, ritengo che sarebbe stato utile cogliere pienamente quest'occasione per riflettere sul provvedimento in oggetto, rivederlo e riesaminarlo nel suo complesso, riconsiderandone i limiti (ed anche i pregi) e tentando di valorizzare gli ultimi e limitare gli altri.
Sono state apportate alcune modifiche, è inutile negarlo: esse sono un risultato da ascriversi al merito del Presidente della Repubblica ed anche alle scelte operate dalla maggioranza. Sono state espunte alcune parole dall'articolo 30 della norma in questione; in materia di arbitrato secondo equità, si è inserito l'obbligo di rispettare i principi regolatori della materia, anche derivanti da obblighi comunitari. Mi permetto, tuttavia, di chiedere al relatore, al Presidente, al rappresentante del Governo e a chi vorrà rispondermi, di spiegarmi quali siano i principi regolatori della materia in diritto del lavoro: sfido chiunque Pag. 8a darmi una definizione che consenta veramente di comprendere di cosa stiamo parlando.
Inoltre, abbiamo escluso le controversie in materia di risoluzione del contratto. Anche in questo caso - è vero - tali controversie sono, certamente, molto delicate, ma non credo che siano le uniche che meritino attenzione.
Se vi sono dubbi in ordine all'efficacia dell'arbitrato secondo equità, con riferimento all'arbitrato tout court e alle controversie in materia di risoluzione del contratto, tali dubbi dovrebbero esservi anche con riferimento a tante controversie che sono di pari importanza. Si pensi alle controversie in materia di risarcimento del danno conseguente al mancato rispetto della disciplina in materia di salute e sicurezza. Da anni, vi sono incidenti e difficoltà che possono derivare per i lavoratori: ebbene, queste controversie potranno tranquillamente essere oggetto di decisioni di carattere arbitrale. Il dubbio è legittimo e l'esclusione delle sole controversie in materia di risoluzione del contratto non risolve il problema.
Con riferimento alla clausola compromissoria, si dice che oggi essa non potrà più essere sottoscritta all'atto della conclusione del contratto, e ciò rappresenta una garanzia. Credo, però che, nemmeno da questo punto di vista, sia stata data una risposta adeguata ai dubbi, alle perplessità e al messaggio del Presidente della Repubblica. Il vero tema è che bisogna garantire la libera scelta dell'arbitrato: non può essere imposto ab origine, al momento dell'instaurazione del rapporto. Se lo si fa trenta giorni dopo, cambia poco.
La clausola compromissoria andrebbe sottoscritta - in questo senso, abbiamo presentato un apposito emendamento - nel momento in cui vi è una controversia. In altri termini, quando si manifesta la controversia, cioè un conflitto tra datore di lavoro e lavoratore, in quel momento, le parti potranno liberamente scegliere l'arbitrato, sottoscrivere una clausola compromissoria e deferire ad arbitri la decisione in materia.
Al di là di queste risposte parziali e limitate, che comunque rappresentano un risultato importante del rinvio da parte del Presidente della Repubblica, credo che sia mancata l'occasione di dare la risposta al tema che pone il Presidente: è compito del legislatore garantire al lavoratore la possibilità di scegliere in maniera libera e consapevole come tutelare i propri diritti? Noi crediamo che sia una delle responsabilità che attengono al nostro Parlamento e che riguardano la nostra politica. Inoltre, manteniamo la nostra convinzione che vi sia un'ontologica diversità tra diritto del lavoro e diritto dei contratti, in quanto nel diritto del lavoro una parte mette in gioco l'avere, l'altra mette in gioco l'essere. Non sono io a dirlo, professor Cazzola, lo dice Santoro Passarelli, vale a dire uno dei principali artefici del diritto del lavoro italiano.
Su questa strada ci siamo mossi nella predisposizione degli emendamenti, tutti tesi ad assicurare al lavoratore effettiva libertà di scelta e ad escludere in radice il rischio che il lavoratore venga posto dinanzi all'alternativa «o la borsa o la vita»: o tuteli i tuoi diritti o perdi l'occupazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento oggi al nostro esame è stato oggetto di un lungo e complesso iter parlamentare che ha avuto inizio alla Camera dei deputati nel 2008, approdando in Aula, all'esame dell'Assemblea dei deputati, in prima lettura il 10 ottobre.
Ricordo che questo provvedimento nasce dallo stralcio deliberato dall'Assemblea di alcuni articoli del disegno di legge finanziaria, e ha poi avuto una lunga fase di gestazione e di discussione, nonché poi di approvazione.
L'intenso confronto, così come si è sviluppato nel corso dell'esame parlamentare, ci ha consentito di pervenire ad alcune soluzioni condivisibili su diversi Pag. 9temi, anche - lo voglio ribadire - per la disponibilità da parte del relatore e del rappresentante del Governo a tenere conto di proposte emendative che venivano dal gruppo dell'Unione di Centro e dalle altre forze di opposizione.
Su altre questioni anche molto importanti la nostra posizione è stata fortemente critica e a volte, naturalmente, contraria. In particolare, abbiamo valutato negativamente la molteplicità delle materie oggetto di questo provvedimento, perché ritenevamo che su alcune di esse sarebbe stato utile un approfondimento più specifico nelle Commissioni parlamentari competenti: ricordo la questione relativa alla formazione professionale, il tema dei corsi e dell'università e il tema relativo alla previdenza nel pubblico impiego.
Oggi, però, riteniamo che questo provvedimento, pur arrivato ad una quinta lettura, sia ancora largamente inadeguato rispetto ad un periodo che ha visto il nostro Paese attraversare una grave crisi economica internazionale e che ha accresciuto in modo rilevante le difficoltà del mondo del lavoro e del mondo produttivo.
Come sappiamo, l'occupazione è peggiorata gravemente. Gli interventi di sostegno all'impresa e la riforma degli ammortizzatori sociali, che più volte avevamo sollecitato con diversi atti parlamentari, sono ancora provvedimenti da adottare in modo più ampio e più definitivo, per dare una risposta piena e favorire quella ripresa che può soltanto essere l'elemento decisivo per l'uscita dalla crisi.
Il gruppo dell'Unione di Centro ha comunque apprezzato - nel corso dei lavori parlamentari sia alla Camera, che al Senato della Repubblica - l'obiettivo del provvedimento di fornire, comunque, qualche risposta ai temi del lavoro. Abbiamo dato il nostro apporto per rendere più stringente e puntuale il provvedimento e abbiamo manifestato le nostre perplessità circa il tema delle tutele nei confronti dei soggetti più deboli, nonché sulle misure mirate alla lotta contro le disuguaglianze nel mondo del lavoro. Pur avendo avuto - come ricordavo - un rapporto dialettico, certamente abbiamo trattato le diverse questioni, assumendo di volta in volta valutazioni positive, posizioni critiche e anche di forte dissenso.
Inoltre, voglio ricordare che la nostra posizione si è sempre sviluppata - sia alla Camera che al Senato - in una opposizione costruttiva, capace di cogliere gli elementi indispensabili di risposta a temi urgenti. Tuttavia, nello stesso tempo, per queste valutazioni differenziate, avevamo poi responsabilmente assunto una posizione di astensione finale nei quattro passaggi.
Oggi ci troviamo di fronte ad una nuova lettura del provvedimento, che questa Camera ha deciso di limitare soltanto ai cinque articoli toccati nel messaggio di rinvio del provvedimento da parte del Presidente della Repubblica (messaggio motivato ai sensi dell'articolo 74 della Costituzione). Riteniamo che anche in questo passaggio sia importante cogliere i rilievi che il Presidente della Repubblica ha mosso, nel suo messaggio, all'impostazione del provvedimento.
In questa sede voglio richiamare brevemente alcuni di questi elementi, già puntualmente sottolineati dal relatore, l'onorevole Cazzola. Tuttavia, poiché ognuno ha un suo approccio, una sua sensibilità e un suo ruolo in quest'Aula, noi riteniamo che - laddove il Presidente della Repubblica, all'articolo 20, ritiene di evidenziare un elemento di non corretta formulazione del testo che qualifica la disposizione come interpretativa - a tal riguardo ci debba essere una riflessione molto forte e molto attenta. Occorre, infatti, verificare la possibilità di una risposta che - anche su questa materia prevista dall'articolo 20 - risponde alla soluzione di un problema reale, che noi non vogliamo negare, ma che deve comunque salvaguardare un elemento fondamentale: la certezza del diritto del lavoratore al risarcimento del danno eventualmente subito, in modo che le disposizioni che andranno a modificare l'articolo 20 - così come è stato indicato dal Presidente della Repubblica - siano chiare e trasparenti, e non rischino di mettere in difficoltà la salvezza di questo diritto. Pag. 10
L'altra disposizione presa in considerazione nel messaggio presidenziale è l'articolo 31, relativo all'introduzione nell'ordinamento di strumenti idonei a prevenire l'insorgere di controversie e a semplificare ed accelerare la modalità di definizione delle stesse. Noi avevamo espresso l'esigenza di procedere con un'innovazione anche rispetto a questo elemento, perché è chiaro che il grande contenzioso che c'è nel nostro Paese in materia di diritto del lavoro, le cui controversie penalizzano le imprese e i lavoratori, non poteva non trovare uno sforzo di convergenza, nel tentativo, però, di compiere un passo in avanti per tutti, senza introdurre modifiche che potessero in qualche misura non essere coerenti con i principi della volontarietà dell'arbitrato e della necessità di assicurare un'adeguata tutela del contraente più debole.
A nostro avviso, questo aspetto rappresenta il cuore del messaggio del Presidente della Repubblica, poiché solo la concorde volontà delle parti può consentire deroghe al fondamentale principio di statualità ed esclusività della giurisdizione e al diritto di tutti i cittadini di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti o dei propri interessi legittimi.
Credo che a tale aspetto abbiamo guardato con attenzione nel confronto che si è registrato in Commissione. Rispetto alle valutazioni che il relatore ha svolto anche oggi qui, in Aula, esprimiamo sicuramente una disponibilità e un apprezzamento per il tentativo, che noi riteniamo sincero - come il relatore ha affermato -, di mettersi in sintonia con il messaggio del Presidente della Repubblica. Ciò anche per un altro elemento che contraddistingue la nostra iniziativa politica parlamentare, che è quello di prestare sempre massimo rispetto e massima attenzione al ruolo delle diverse istituzioni del nostro Paese.
Riteniamo che alcuni emendamenti proposti dal relatore e discussi in Commissione vadano in questa direzione e consentano effettivamente di assicurare una migliore tutela della libera scelta dell'arbitrato da parte del lavoratore e della parte più debole nella fase arbitrale. Dunque, in estrema sintesi, riteniamo che anche la definizione e la composizione che viene fatta nell'articolato vada nella direzione che abbiamo sollecitato.
Ci sono, inoltre, altre questioni, toccate di riflesso, che riguardano gli articoli 30, 32 e 50. Noi, in questa materia, siamo orientati ad un esame che cerchi in qualche misura di corrispondere in modo efficace alle sollecitazioni e ai rilievi del Presidente della Repubblica.
Ciò vale, in particolare, con riferimento all'articolo 50 e laddove si prevede la possibilità dell'intervento del Ministero del lavoro rispetto alle difficoltà eventuali inerenti alla contrattazione tra le parti. Sull'articolo 50 sosteniamo la necessità di un chiarimento forte e definitivo, arrivando al limite anche alla soppressione dell'articolo per riprendere in altra sede il provvedimento. Comunque, ci confronteremo sugli emendamenti che sono stati presentati e che esamineremo oggi e su questi esprimeremo una valutazione definitiva.
Riteniamo, invece, che per quanto riguarda l'intervento di autorità del Ministero del lavoro sul tema dei rapporti contrattuali, si tratti di materia molto delicata. Infatti il Ministero può assumere una funzione di coordinamento e di stimolo, tuttavia, come hanno rilevato le Commissioni competenti (in particolare, mi pare, la Commissione giustizia), bisognerebbe garantire un principio di cedevolezza della norma, oggi non previsto, che consenta effettivamente di riconoscere alla parte la definizione delle materie che invece sarebbero risolte da un intervento autoritativo da parte del Governo.
Quindi, in questo senso, chiediamo una rimodulazione diversa dell'articolo 50 in modo da assicurare anche in questo caso una risposta che vada nella direzione di valorizzare la contrattazione tra le parti.
Infine, credo di poter dire che, sulle proposte emendative che abbiamo già esaminato in Commissione, saremo guidati nell'espressione del voto in Aula dalla volontà di essere il più possibile aderenti alle indicazioni che abbiamo ricevuto nel messaggio del Presidente della Repubblica. Pag. 11
In conclusione, signor Presidente, riteniamo che il provvedimento debba essere rapidamente concluso. Nell'esame degli articoli che oggi voteremo, ma non dibatteremo (perché abbiamo limitato la discussione, come dicevo prima, ai cinque articoli che sono menzionati nel messaggio del Presidente della Repubblica), auspichiamo una rapida conclusione del provvedimento. Infatti - lo ricordo a tutti - all'interno del provvedimento in esame sono previste importanti deleghe al Governo sulle quali vi è un ritardo già fin troppo marcato e che interessano fortemente i lavoratori. Mi riferisco, ad esempio, alla delega sui lavori usuranti, alla delega sulla riforma degli ammortizzatori sociali, soltanto per esemplificare la portata di un provvedimento che certamente - lo voglio ribadire - è un contenitore di norme molto disparate, ma che ha comunque al suo interno indicazioni, proposte, impegni e deleghe al Governo che potranno soddisfare quelle esigenze lungamente attese dal mondo del lavoro.
Per questo, credo che vi sia la disponibilità a sviluppare un confronto ulteriore in questo passaggio parlamentare, nella direzione di dare una vera risposta, seppure parziale (come ho detto prima) e per tanti aspetti non condivisa: ma vi deve essere una risposta urgente alle questioni che già nelle precedenti letture ci avevano consentito di esprimere un voto di astensione.
Ci auguriamo che l'adesione e la corrispondenza delle intenzioni, manifestate dal relatore, circa la sua volontà e quella del Governo di rendere puntuali i rilievi del Presidente della Repubblica nella normativa, ci consenta anche in questo passaggio di mantenere un analogo comportamento nel voto finale.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bonino. Ne ha facoltà.

GUIDO BONINO. Signor Presidente, colleghi, il provvedimento che, con alterne vicende e dopo ben quattro letture parlamentari - noi auspichiamo che questa sia l'ultima - giunge nuovamente all'esame di quest'Aula è alquanto complesso, articolato e disciplina anche materie eterogenee tra loro.
Ci troviamo, dunque, nuovamente a discutere in Assemblea di questo disegno di legge, collegato alla manovra finanziaria, a seguito del rinvio alle Camere da parte del Presidente della Repubblica per una nuova deliberazione, ai sensi dell'articolo 74 della Costituzione. È noto anche che tutte le osservazioni del Capo dello Stato si sono soffermate, in particolare, su alcuni articoli: sull'articolo 31 che modifica le disposizioni del codice di procedura civile in materia di conciliazione ed arbitrato nelle controversie individuali di lavoro; sull'articolo 20 relativo alle responsabilità nei confronti del personale militare che presta la sua opera sul naviglio di Stato; sugli articoli 30, 32 e 50.
Proprio perché il provvedimento è stato già oggetto di un attento, analitico e dettagliato esame da parte dei due rami del Parlamento - discussione che è durata quasi due anni e ricordo che la Camera dei deputati aveva già approvato il provvedimento la prima volta il 28 ottobre del 2008 - abbiamo deciso in Commissione di circoscrivere l'esame ai soli cinque articoli oggetto di rilievo da parte del Presidente della Repubblica.
Per quanto concerne l'articolo 31, che rappresenta il perno della richiesta di una nuova deliberazione, ricordo che il Capo dello Stato ha sottolineato la necessità di definire, in via legislativa, meccanismi meglio idonei ad accertare l'effettiva volontà compromissoria delle parti, con riguardo al contratto individuale e a tutelare, di conseguenza, il lavoratore, soprattutto nella fase di instaurazione del rapporto di lavoro. Ciò non vuol dire, dunque, che ad essere messa in discussione sia stata l'introduzione di formule di risoluzione stragiudiziale delle controversie di lavoro, come appunto il ricorso all'arbitrato irrituale e la conseguente espressione del lodo secondo equità, bensì l'ambito entro il quale ammettere l'arbitrato stesso. Ecco perché in Commissione abbiamo modificato il comma 9, nel senso di prevedere espressamente che la clausola compromissoria Pag. 12non possa riguardare il licenziamento (fatta salva una diversa previsione dei contratti collettivi) e non possa essere sottoscritta prima della conclusione del periodo di prova, ossia quando il lavoratore ha già un contratto in mano e, dunque, non è più in una probabile ipotetica condizione ricattatoria da parte di chi offre il posto di lavoro.
Non solo, noi del gruppo Lega Nord ci siamo anche preoccupati di coloro che sono in una situazione di maggiore debolezza contrattuale, ovvero i titolari di tipologie contrattuali differenti dal rapporto di lavoro standard a tempo indeterminato. Si è previsto che, nel caso di contratti che non contemplino il periodo di prova, la clausola compromissoria non possa essere, comunque, sottoscritta prima che siano trascorsi 30 giorni dalla firma del contratto medesimo.
Parimenti, ci riteniamo soddisfatti per l'approvazione del nostro emendamento all'articolo 50 che inserisce un'ulteriore condizione, oltre a quelle già previste dalla norma, in caso di accertamento della natura subordinata dei rapporti con Cococo o Cocopro, ovvero l'offerta anche dell'assunzione a tempo indeterminato.
In conclusione, cari colleghi, riteniamo di aver trovato adeguate soluzioni ai rilievi del Capo dello Stato, di aver apportato i dovuti correttivi alle norme oggetto di nuova disamina, senza stravolgere l'impianto normativo generale del provvedimento, la cui validità è stata ampiamente riconosciuta, specie con riguardo all'innovazione per il mondo del lavoro.
Auspichiamo dunque che il provvedimento possa essere approvato urgentemente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, il Presidente della Repubblica ha rinviato alle Camere il «collegato lavoro», con riferimento agli articoli 20 e 31, e con un richiamo anche agli articoli 30, 32 e 50. Secondo quanto previsto dal Regolamento della Camera, l'Assemblea ha deciso di limitare l'esame ai soli articoli oggetto del rinvio, anche se qui oggi discuteremo su tutti gli articoli.
Il testo in esame è un collegato alla manovra finanziaria e, pertanto, è sottoposto a specifiche regole di emendabilità. Questo per far capire l'importanza dell'articolo 74 della Costituzione e del potere che ne deriva al Presidente della Repubblica e quanto sia stato importante il suo intervento su questo provvedimento.
La Commissione lavoro ha apportato modifiche agli articoli oggetto di rinvio che non permettono di fugare i dubbi espressi dal Presidente della Repubblica. Tali modifiche finiscono con l'essere più formali che sostanziali. Il punto maggiormente controverso è quello che riguarda l'introduzione dell'arbitrato obbligatorio, ammantato di volontarietà, in materia di controversie individuali di lavoro; con gli emendamenti approvati, si è stabilito che la clausola compromissoria non venga apposta al contratto nel momento dell'assunzione, ma che le parti la sottoscrivano concluso il periodo di prova, naturalmente ove previsto, ovvero trascorsi trenta giorni dalla stipulazione del contratto di lavoro, in tutti gli altri casi.
Questo breve spostamento temporale non fa venire meno il dubbio che il prestatore di lavoro si trovi in una situazione di debolezza, in particolare in tutte le ipotesi di contratti non a tempo indeterminato. Inoltre, non appare sufficiente per escludere l'applicazione della clausola compromissoria l'aver previsto che ad essa non si possa fare ricorso nel caso in cui la controversia riguardi il licenziamento.
Va sottolineato che viene posta nel nulla la previsione secondo la quale i contratti individuali di lavoro possono contenere le clausole compromissorie solo ove la materia sia previamente regolata da accordi interconfederali o contratti collettivi. Infatti, in assenza di tale regolamentazione al Ministero del lavoro viene attribuito il compito di provvedere ad introdurre, con proprio decreto, la possibilità che i contratti individuali contengano le clausole compromissorie. Pag. 13
Altro punto molto critico per noi è il ruolo che viene attribuito alle commissione di certificazione, previsto dalla legge n. 276 del 2003, i cui compiti sono accresciuti a dismisura dal presente provvedimento. Infatti, esse, oltre ai compiti di certificazione dei contratti, potranno risolvere controversie nascenti dai contratti di lavoro. Le nuove funzioni attribuiscono loro un ruolo che in precedenza era svolto in parte dal magistrato e in parte da altri organismi, come per esempio la commissione provinciale del lavoro. Alla moltiplicazione dei compiti e funzioni da esse svolte, tuttavia, non corrisponde una verifica né della loro consistenza e capacità organizzativa né dell'attività da esse effettivamente svolta fino ad oggi. Su questo punto, i dubbi espressi dal Capo dello Stato rimangono naturalmente senza risposta.
Va rilevato, infine, che da parte del Governo e della maggioranza permane la volontà di deregolamentare questa materia, come anche quella del lavoro e delle controversie nascenti dai contratti, limitando la possibilità che il lavoratore si rivolga al giudice, nonostante si verta nell'ambito di diritti costituzionalmente garantiti o indisponibili.
Noi, e non solo noi, ma anche il Presidente, abbiamo chiesto una nuova deliberazione proprio in ordine al collegato lavoro, nato come stralcio da un disegno di legge collegato alla legge finanziaria del 2009. Il giudizio del Presidente, infatti, individua preliminarmente le seguenti problematiche generali: la lunghezza del testo (gli articoli sono passati da 9 a 50 e i commi da 39 a 140), la marcata eterogeneità, la grande complessità di questo provvedimento, l'alto numero delle materie oggetto di disciplina. Le predette problematiche incidono negativamente sulla conoscibilità e sulla comprensibilità delle disposizioni, ma, soprattutto, sull'organicità del sistema normativo e, in definitiva, sulla certezza del diritto.
Signor Presidente, proprio il Presidente della Repubblica evidenzia che nella fase istruttoria tutte le Commissioni parlamentari competenti, ciascuna nelle materie interessate, non sono state coinvolte a pieno titolo, essendosi anche l'esame in sede referente concentrato alla Camera nella Commissione lavoro e al Senato nelle Commissioni affari costituzionali e lavoro, mentre, ad esempio, la Commissione giustizia di entrambi i rami del Parlamento e anche la Commissione affari costituzionali della Camera sono intervenute esclusivamente in sede consultiva e non hanno potuto seguire l'esame dell'Assemblea nelle forme consentite dai rispettivi Regolamenti. Tali inconvenienti risultano ancora più gravi allorché si intervenga, come in questo caso, in modo novellistico su codici e leggi organiche. Le disposizioni oggetto del rinvio, come ha ritenuto il Presidente, presentano una particolare problematicità e disciplinano temi di indubbia delicatezza sul piano sociale.
Vorremmo porre l'attenzione su un articolato e su articoli che riteniamo essenziali, che riguardano il diritto del lavoro, e quindi anche la vita dei lavoratori, che per noi sono importanti e fondamentali; da qui possiamo continuare con l'articolato e gli articoli per noi fondamentali. Vi è l'articolo 31: in particolare, teniamo molto ai commi 5 e 9, che attengono alla tutela dei diritti dei lavoratori e che modificano le disposizioni del codice di procedura civile in materia di conciliazione ed arbitrato nelle controversie individuali di lavoro. Vi sono, poi, disposizioni connesse all'articolo 31, presenti negli articoli 30, 32 e 50, che riguardano giudizi in corso e che rischiano di prestarsi a seri dubbi interpretativi e a potenziali contenziosi. Vi è l'articolo 20, che attiene alla tutela del diritto alla salute, relativo alla responsabilità per le infezioni da amianto subite dal personale che presta la sua opera sul naviglio di Stato. L'emendamento presentato in Commissione dal Governo rispondeva in maniera pedissequa ai rilievi mossi dal Presidente della Repubblica, laddove escludeva la rilevanza penale delle responsabilità ascrivibili agli ammiragli e prevedeva che ai soggetti danneggiati potesse essere riconosciuto il risarcimento del danno subito sulla base delle abrogate Pag. 14disposizioni vigenti in materia di tutela della salute dei lavoratori sui navigli di Stato.
Sempre continuando con l'articolato, e quindi con gli articoli 30, 31, 32 e 50, riteniamo che l'articolo 30 delimiti il potere di controllo giudiziario sulla ricorrenza dei presupposti delle cosiddette clausole generali contenute nelle disposizioni di legge relative ai rapporti di lavoro subordinato privato e ad altri rapporti di lavoro sostanzialmente di carattere parasubordinato, mentre nell'articolo 31, che per noi è fondamentale, viene ridisegnata la sezione del codice di procedura civile recante disposizioni generali in materia di conciliazione e arbitrato. Questo articolo doveva essere scritto in coerenza con la volontarietà dell'arbitrato e con l'assicurazione di un'adeguata tutela del contraente più debole, perché è chiaro che, in questo caso, così come è specificato, il lavoratore è sicuramente la parte più debole. Anche sull'articolo 32 abbiamo fatto una forte battaglia, la volta precedente, sulla modalità e sui termini per l'impugnazione dei licenziamenti individuali, che abbiamo ritenuto essere un tema fondamentale.
Concludiamo poi con l'articolo 50: esso contiene una disposizione transitoria che si applica ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, di cui sia stata riconosciuta la natura di rapporto di lavoro subordinato. In Commissione è stato approvato un emendamento che riduce la portata dell'articolo, prevedendo che al prestatore di lavoro sia dovuta unicamente l'indennità nella misura stabilita dall'articolo 50 che tutti conoscono.
Concludo, signor Presidente, ribadendo che il diritto del lavoro viene concepito, con questo articolato e così come è stato esposto e portato avanti, nel quadro di una visione privatistica, e con una forte limitazione del ruolo dei giudici.

PRESIDENTE. Prima di andare oltre, salutiamo gli allievi ed i docenti del Liceo artistico Giovanni Pascoli di Bolzano, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
È iscritto a parlare l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo sia necessario, prima di affrontare la discussione del merito del provvedimento al nostro esame, riconoscere l'elevato valore istituzionale, politico e tecnico del messaggio del Presidente della Repubblica, che ha offerto al Parlamento l'indicazione chiara della strada da percorrere per consolidare gli effetti del disegno di legge al nostro esame. Ho parlato di consolidare gli effetti, avendo proprio riguardo al campo assai limitato dell'intervento del Presidente Napolitano, che ha chiesto non già la rivisitazione complessiva dell'intero provvedimento, bensì solo una rilettura di pochi articoli, assai significativi certamente, ma limitati ad un segmento dell'innovativa modifica delle procedure di conciliazione e arbitrato in materia di rapporti di lavoro, sulla quale mi intratterrò brevemente.
In via incidentale devo però sottolineare un altro aspetto del messaggio del Presidente Napolitano: l'importante richiamo che egli ha preliminarmente fatto con riferimento ad uno dei problemi che sempre più spesso affliggono oggi la qualità, comprensibilità ed organicità del nostro sistema normativo, e cioè l'eccessiva eterogeneità del provvedimento rinviato alle Camere. Esso all'origine constava di 9 articoli e 39 commi, e alla fine dell'iter parlamentare si è trasformato in una legge «molto complessa», per usare la stessa elegante espressione del Presidente, composta da 50 articoli e 140 commi, riferiti alle più disparate materie. Onorevoli colleghi, intendo proprio approfittare di questa occasione, anche in ragione del mio ruolo di presidente del Comitato per la legislazione, per ribadire in Aula alcuni importanti concetti e preoccupazioni espressi dal Presidente della Repubblica, non già sulle modifiche richieste (tutte peraltro sapientemente raccolte con puntuale e rigorosa articolazione tecnico-giuridica dalla Commissione lavoro, che ringrazio per quanto svolto), bensì sugli «effetti Pag. 15negativi di questo modo di legiferare» - così si esprime il Presidente della Repubblica - «sulla conoscibilità delle disposizioni di legge, sulla loro comprensibilità, sull'organicità del sistema normativo, e quindi» - prosegue il Presidente Napolitano - «sulla certezza del diritto», e sullo stesso svolgimento del procedimento legislativo, che ha visto estromessa, per esempio, la Commissione giustizia, che avrebbe dovuto già allora, a mio avviso, intervenire non già tanto come consulente, ma come attore principale nella formazione del provvedimento. La Commissione giustizia anche in questa sede ha svolto un ruolo limitato, ahimè, ma è questo uno dei difetti sui quali evidentemente dobbiamo interrogarci: perché determinate Commissioni, proprio per la complessità della materia, vengono poi di fatto estromesse dal percorso legislativo.
Noi, cari colleghi, non possiamo non ascoltare e non accogliere questo elevato, autorevole e - aggiungo - perentorio richiamo del Capo dello Stato, che va ben oltre i limiti dell'intervento svolto su un peculiare aspetto del disegno di legge. Noi non abbiamo solo il dovere di redigere leggi dal contenuto significativo per gli interessi della collettività, come il provvedimento in esame, ma anche l'obbligo di costruirle con un'architettura ed un'articolazione tecnica che le renda non solo di facile comprensione, ma anche immuni, per quanto è possibile, da dubbi interpretativi che alimentino contrasti giurisprudenziali e conflitti, che di fatto le possono rendere inapplicabili.
In ciò dobbiamo giovarci di una più innovativa architettura istituzionale e regolamentare che modernizzi il procedimento dell'istruttoria legislativa cambiando i Regolamenti, per non trovarci più in futuro in condizioni di «bruciare» - e non in senso metaforico - altre 150 mila leggi.
Nel merito delle norme sulle quali si è concentrato il messaggio del Capo dello Stato, e con particolare riguardo all'articolo 31, voglio sottolineare come la Commissione lavoro abbia in modo puntuale interpretato e reso cogente il richiamo del Presidente Napolitano, rendendo la disposizione pienamente coerente con i principi della volontarietà dell'arbitrato e con la necessità di assicurare un'adeguata tutela del contraente debole, il lavoratore appunto.
Con la nuova formulazione è stato scongiurato il rischio che venisse meno il principio dell'effettività della volontà della parte contrattualmente debole di rinunciare ai rimedi ordinari della giurisdizione, specialmente nel caso in cui l'inserimento della clausola compromissoria nel contratto avvenga nella fase stessa della costruzione del rapporto (momento nel quale, ricorda il Capo dello Stato, massima è la condizione di debolezza della parte che offre la prestazione di lavoro).
Tutte le modifiche apportate all'articolo 31 dalla Commissione di merito vengono incontro ai rilievi espressi dal Presidente Napolitano. In effetti, in relazione al giudizio di equità, si è precisato che debbono essere rispettati non solo i principi generali dell'ordinamento ma anche i principi regolatori della materia, che derivano anche da obblighi comunitari. È stata devoluta al giudice del lavoro l'impugnazione del lodo ai sensi dell'articolo 808-ter del codice di procedura civile, specificandone il procedimento di decisione al fine di ricondurre ad un giudice comunque esperto della materia la risoluzione di questioni di diritto del lavoro.
Si è stabilito inoltre che la clausola compromissoria può essere pattuita e sottoscritta concluso il periodo di prova, ove previsto, ovvero decorsi trenta giorni dalla stipulazione del contratto di lavoro, in tutti gli altri casi. Questa precisazione raccoglie proprio la preoccupazione del Capo dello Stato circa la mancanza di un'effettiva volontà del lavoratore di introdurre nel contratto di lavoro la clausola compromissoria, in quanto il nuovo testo pospone rispetto alla stipula del contratto di lavoro l'accordo sull'eventuale clausola compromissoria.
Si è escluso l'arbitrato per le controversie più rilevanti ai fini della sussistenza del rapporto di lavoro quali quelle relative alla risoluzione del contratto di lavoro e si Pag. 16è previsto da ultimo, in un'ottica di tutela del lavoratore, che davanti alle commissioni di certificazione le parti possono farsi assistere da un legale di loro fiducia o da un rappresentante dell'organizzazione sindacale o professionale a cui abbiano conferito mandato. In conclusione, onorevoli colleghi, abbiamo svolto un buon lavoro, che inserisce un altro tassello nel mosaico ancora incompleto delle riforme di cui ha tanto bisogno questo Paese. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, vorrei cominciare con una considerazione. Il diritto del lavoro in Italia è costituzionalizzato: per questo siamo qui ed è partendo da questo che il Presidente della Repubblica ha chiesto alle Camere di rivalutare il procedimento di cui stiamo parlando relativo al «collegato sul lavoro». Esso è costituzionalizzato in un modo particolare: è cioè costituzionalizzato il concetto che nel rapporto di lavoro vi sia una parte debole e una parte forte, e quindi tutto il diritto del lavoro è impegnato e determinato in qualche modo a riempire questa distanza, a colmare tale alterazione.
È per questo che siamo qui oggi, e il punto non è - come ci ha ricordato tante volte l'onorevole Cazzola, relatore di questo provvedimento di cui io ho veramente apprezzato la pacatezza con cui ha presentato il testo all'esame dell'Assemblea - il fatto che il lavoratore venga considerato minus habens o comunque una persona con poche possibilità. Sono abituata a fare degli esempi, e allora tenterò di farvi capire perché, secondo me, il problema non è l'essere minus habens, ma riguarda per lo più la condizione che un lavoratore vive: non è che non capisce cosa gli converrebbe, il problema è che non può scegliere. Faccio riferimento per esempio all'esperienza riportata sui giornali, pochissime settimane fa, di una manager della Red Bull (una manager, quindi con una carriera alle spalle), che è stata licenziata - l'ha scoperto dopo - perché aveva avuto un bambino. Faccio riferimento al fatto che nel 2009 nel nostro Paese, nella civilissima Italia, dove le donne che lavorano non sono minus habentes, abbiamo 18 mila donne che hanno perso il lavoro, che si sono licenziate «volontariamente» nel primo anno di vita del bambino. Lo ripeto: si tratta di 18 mila donne nel 2009.
Allora, il problema è veramente quello di un rapporto ineguale, di un'impossibilità di scelta in certe situazioni. Inoltre, noi abbiamo una frammentazione nel nostro mercato del lavoro che è veramente esasperata (lo abbiamo detto molte volte, in molte situazioni). Abbiamo quarantanove tipologie di contratto di lavoro. Non penso assolutamente che siano minus habentes i consulenti, i collaboratori coordinati e continuativi, ovverosia tutti i giovani che vengono assunti per esempio nella catena di Calzedonia come associati in compartecipazione e che di fatto fanno i commessi. Non penso che siano minus habentes, coloro che - considerati tutti i master che hanno svolto - abbiano dovuto accettare, per esempio, collaborazioni di livello molto basso rispetto alla loro qualificazione perché non hanno sostanza. Tutto ciò è determinano dal fatto che abbiamo un mercato del lavoro dove molte volte vige l'arbitrio, dove ci sono pochi controlli (e fatti male), con una legislazione che tende - secondo me - in modo progressivo ad allentare i controlli. Vorrei fare una riflessione. Mi chiedo se ci rendiamo conto di quante persone sono in queste condizioni. Si tratta di ragazzi giovani, ma anche di persone più mature, che hanno tutte una competenza forte (lauree, master), persone che dovrebbero avere una capacità contrattuale forte ed autonoma. Eppure li ritroviamo in condizioni estremamente particolari, ad aprire partite IVA per fare i lavoratori dipendenti camuffati. Ho questo punto di vista sul mercato del lavoro, magari sarà parziale, però questo qualifica anche la qualità dell'attuale mercato del lavoro, e forse Pag. 17dovrebbe essere molto presente all'interno di un provvedimento come un collegato sul lavoro alla legge finanziaria.
Vorrei sottolineare un altro aspetto. Tutti abbiamo cominciato a ridiscutere in Italia, fuori da quest'Aula, sui giornali, di questo provvedimento in relazione alla possibilità che la clausola compromissoria riguardasse l'articolo 18. È molto particolare questo fatto. È molto particolare questa situazione, perché noi abbiamo una percentuale altissima di punti produttivi del nostro Paese in cui già ora l'articolo 18 non si applica. Molte aziende sono al di sotto dei quindici dipendenti, moltissime sotto i nove quindi - figuriamoci un po' - il punto non è l'articolo 18. Tuttavia abbiamo cominciato a parlarne perché esso assume un valore simbolico. Il punto è che la clausola compromissoria non può essere inserita solo - bisogna stare molto attenti - in relazione all'interruzione del rapporto di lavoro, in quanto vi è un'altra serie di diritti - sono, secondo me, diritti inviolabili e indisponibili dei lavoratori - che vanno assolutamente esclusi dalle clausole compromissorie. Arriviamo al nucleo fondamentale: l'articolo 31 e l'arbitrato. Nessuno è contrario all'arbitrato. Nessuna delle parti sociali che abbiamo audito in Commissione, nessun sindacato, nessuna associazione imprenditoriale, dice di essere contraria all'arbitrato.
Quello che si dice, però, è che l'arbitrato va assolutamente regolato e deve essere volontario. Penso sia interesse, molto volte, anche dei lavoratori italiani avere una risoluzione di un contenzioso in tempi ragionevoli. Anch'io penso che un milione e duecentomila cause del lavoro siano troppe, e che quattro anni e tre mesi per avere una sentenza sia un tempo assolutamente molto lungo anche per i lavoratori; allora, affrontiamolo questo problema. Noi lo facciamo: abbiamo chiesto di accelerare il giudizio; abbiamo presentato degli emendamenti per farlo, abbiamo detto che vanno riorganizzati gli uffici e garantito il personale per accelerare questi giudizi. Invece, con il provvedimento si tenta di aggirare il problema e si dice: proviamo ad imporre di seguire un'altra strada.
Sulla volontarietà permettetemi una riflessione. Il Presidente è molto chiaro: il legislatore deve definire le modalità secondo le quali la volontarietà sia garantita. Allora chiedo: in un apparato produttivo industriale con aziende sotto i nove dipendenti, se tra questi nove dipendenti, uno, anche dopo il periodo di prova, si rifiuta di accettare la clausola compromissoria, che facciamo? Che carriera avrà questo lavoratore all'interno di un'azienda di questo tipo? Inoltre, occorre porre attenzione ai contratti individuali - considerato i lavori atipici esistenti - e ai contratti a termine: voi pensate che bastino trenta giorni per evitare che ad un lavoratore non venga rinnovato il contratto a termine? Secondo me più si va in là, verso la scadenza del contratto, più il lavoratore sarà costretto a firmare e ad accettare che vi sia una clausola compromissoria. Quindi, penso che il punto fondamentale sia questo della volontarietà che non è stata garantita, neanche dopo le modifiche apportate. Penso che la storia del periodo di prova, per come è l'apparato produttivo, segna comunque le persone (pensate a cosa è successo alla manager della Red Bull in Italia). Per quanto riguarda i contratti relativi ai lavori atipici questa previsione - dopo 30 giorni dall'inizio del lavoro - non ha, a mio avviso, assolutamente alcun senso.
L'altro aspetto riguarda il giudizio di equità nell'arbitrato. Mi chiedo una cosa (l'onorevole Berretta è stato molto più capace di me, anche dal punto di vista del linguaggio, nel descrivere la situazione). Noi abbiamo già eliminato da questo testo previsioni molto immaginifiche tipo: « (...) oltre che dalle fondamentali regole del vivere civile e dall'oggettivo interesse dell'organizzazione (...)», ma ne inseriamo delle altre che saranno meno immaginifiche, però troppo generiche. Infatti, cosa significa il riferimento ai principi regolatori della materia per quello che riguarda il diritto del lavoro? Secondo me, in questo modo non assolviamo ad un compito Pag. 18che il Presidente della Repubblica ci ha assegnato che è quello di garantire certezza del diritto ai lavoratori; certezza del diritto a chi, lavoratore o datore del lavoro, innesta un contenzioso.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARIA GRAZIA GATTI. Certezza del diritto va data anche ai lavoratori precari, ai lavoratori a termine. L'onorevole Cazzola faceva riferimento ai commi 5, 6 e 7 dell'articolo 32, che rappresentano una situazione molto particolare. Però, onorevole Cazzola, tali commi non vengono applicati solo ai lavoratori delle Poste. I commi 5, 6 e 7 verranno applicati a tutte le «aziendine». Per cui ci ritroveremo in situazioni in cui risolveremo i problemi di alcuni lavoratori, a cui va riconosciuta per legge, in questo momento, a legislazione attuale, la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, erogando una piccola indennità (da due a sei mensilità).
Penso che ciò rappresenti una grande confusione nel diritto e che porti ad un aumento del contenzioso e non ad una sua riduzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Pelino. Ne ha facoltà.

PAOLA PELINO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, vorrei iniziare il mio intervento in discussione sulle linee generali dicendo da subito che il gruppo del Popolo della Libertà è molto soddisfatto di come la Commissione abbia risposto alle sollecitazioni del Presidente della Repubblica e abbia licenziato per l'Aula il cosiddetto collegato lavoro in un testo che giudichiamo equilibrato ed efficace. A sole quattro settimane dal messaggio presidenziale di rinvio alle Camere del collegato, infatti, siamo certi di aver risposto con tempestività, approfondimento e saggezza ai rilievi che il Presidente della Repubblica aveva mosso rispetto al provvedimento. Fatta eccezione per l'articolo 20 che, anche alla luce dell'odierna riunione del Comitato dei nove, sembra comunque aver individuato una strada in discesa per l'esame in Assemblea, abbiamo trovato soluzioni adeguate per tutte le questioni poste dal Capo dello Stato.
Vorrei enumerare in rapida successione le modifiche che abbiamo apportato in Commissione rispetto al testo rinviato dal Presidente Napolitano. All'articolo 30, sulle procedure di conciliazione, abbiamo soppresso il riferimento alle regole del vivere civile e all'interesse oggettivo dell'organizzazione.
All'articolo 31 abbiamo previsto che nell'arbitrato di equità si debba tener conto, oltre che dei principi generali dell'ordinamento, anche dei principi regolatori della materia, inclusi quelli derivanti anche da obblighi comunitari; che in caso di impugnazione del lodo arbitrale la competenza sia in unico grado del tribunale in funzione di giudice del lavoro; che la clausola compromissoria possa essere sottoscritta non prima della conclusione del periodo di prova e, ove non previsto, non prima di 30 giorni dalla stipulazione del contratto di lavoro; che la clausola compromissoria non può comunque avere ad oggetto le controversie relative alla risoluzione del contratto di lavoro; che davanti alle commissioni di certificazione le parti possono farsi assistere da un legale di fiducia o da un rappresentante dell'organizzazione sindacale o professionale a cui abbiano conferito mandato; che, in assenza di accordi interconfederali o contratti collettivi volti a definire le clausole compromissorie, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali convochi prima le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori più rappresentative al fine di promuovere un accordo. Nel caso in cui non si giunga ad un accordo entro sei mesi il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con proprio decreto, individua in via sperimentale le modalità di attuazione della nuova disciplina, tenendo comunque conto dell'istruttoria svolta tra le parti sociali stesse. Pag. 19
All'articolo 32 abbiamo precisato che la nuova disciplina riguardante l'impugnazione dei licenziamenti riguarda soltanto i licenziamenti comunicati per iscritto.
All'articolo 50 abbiamo introdotto un ulteriore requisito di applicazione della norma consistente nell'offerta da parte del datore di lavoro dell'assunzione a tempo indeterminato successivamente all'entrata in vigore della legge.
Insomma credo che abbiamo oggettivamente fatto molto e non è un caso che tutte le Commissioni competenti in sede consultiva si siano espresse favorevolmente. Vorrei far rilevare ai colleghi, soprattutto dei gruppi dell'opposizione, che la validità delle scelte di merito adottate in Commissione è testimoniata proprio dall'approfondito lavoro svolto dalla Commissione giustizia e dalla Commissione affari costituzionali i cui pareri articolati e precisi hanno pienamente riconosciuto che le soluzioni individuate vanno incontro ai rilievi presidenziali.
Ma c'è di più: proprio per rispondere con efficacia a taluni rilievi formulati dal Comitato per la legislazione e da altre Commissioni - cito nuovamente per tutte le Commissioni affari costituzionali e giustizia - abbiamo già ripresentato in Assemblea, come gruppi di maggioranza ed insieme ai colleghi della Lega Nord Padania, quegli emendamenti di recepimento dei pareri che, per ragioni di approfondimento tecnico richiesti dai gruppi di opposizione, a fronte del limitato tempo a disposizione per la deliberazione del mandato al relatore, non è stato possibile approvare già in Commissione nella seduta di ieri.
Con riferimento, infine, ai rilievi contenuti in altri pareri in relazione all'articolo 20, di cui si è parlato in precedenza, è stato demandato al Comitato dei nove il compito di sciogliere i nodi che ancora permangono nel testo.
In conclusione, con l'approvazione di questo testo siamo convinti di aver realizzato un ottimo lavoro e ci auguriamo che l'Aula confermi le scelte adottate in Commissione. È per questo motivo, quindi, che non posso che esprimermi favorevolmente sul testo all'esame dell'Assemblea.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Miglioli. Ne ha facoltà.

IVANO MIGLIOLI. Signor Presidente, sottosegretario e onorevoli colleghi, ho ascoltato con attenzione la relazione dell'onorevole Cazzola e vi ho trovato valutazioni pertinenti di merito: ha dato atto del lavoro che abbiamo svolto in Commissione, del confronto che vi è stato e che continuerà in quest'aula.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 11,05)

IVANO MIGLIOLI. Ho trovato però - lo devo dire al relatore - la relazione reticente, perché non risponde ad una domanda: perché siamo qui? Perché per la terza volta quest'Assemblea è chiamata ad esprimersi sul collegato al lavoro? L'ufficio studi ha elaborato la documentazione relativa al provvedimento, il cui iter è iniziato, prima in Commissione e poi in aula, nell'ottobre del 2008; provvedimento collegato alla finanziaria, composto da 9 articoli, poi al Senato gli articoli sono diventati 50; esso poi è tornato alla Camera e ritornato al Senato, ed è stato oggetto per la prima volta in questa legislatura dei rilievi, delle valutazioni del Presidente della Repubblica.
Già questo meriterebbe un'attenta riflessione sul modo e sul come si è legiferato. Diciamolo: è un cattivo esempio di legislazione. È un cattivo esempio di legislazione per colpa di chi? Credo per colpa del Governo, che ha voluto - partendo da esigenze che pure in parte abbiamo condiviso: mi riferisco alle due deleghe contenute nel provvedimento in tema di ammortizzatori sociali e di lavori usuranti - inserire di fatto altre norme, altre contraddizioni.
Siamo qui perché il Presidente della Repubblica ha ritenuto che una parte del provvedimento andasse riesaminato dal Parlamento. Leggo: L'introduzione nell'ordinamento Pag. 20di strumenti idonei a prevenire l'insorgere di controversie e a semplificare e ad accelerarne le modalità di definizione può risultare certamente apprezzabile e merita di essere valutata con spirito aperto: ma occorre verificare attentamente che le relative disposizioni siano pienamente coerenti con i principi della volontarietà dell'arbitrato e della necessità di assicurare un'adeguata tutela del contraente debole... Sulla base di tali indicazioni, la decisione di devolvere all'arbitro la definizione di eventuali controversie può esser assunta non solo in costanza di rapporto, allorché insorga la controversia, ma anche nel momento della stipulazione del contratto, attraverso l'inserimento di apposita clausola compromissoria: la fase della costituzione del rapporto è infatti il momento nel quale massima è la condizione di debolezza della parte che offre la prestazione di lavoro. Continua poi per quanto riguarda l'equità e per quanto riguarda altri principi collegati.
Onorevole Cazzola, sgombriamo il campo: qui non c'è chi è innovatore e chi è conservatore. Noi abbiamo detto e lo abbiamo ribadito in più occasioni che siamo favorevoli al fatto che nel nostro ordinamento sia prevista, anche per le cause di lavoro, la forma dell'arbitrato. Tuttavia, abbiamo detto che deve essere un arbitrato consapevole, libero, che deve riguardare materie che attengono ai principi fondamentali e non può derogare da norme e principi di carattere fondativo.
Ho trovato reticente la sua relazione, perché ho qui sotto il testo di un intervento che lei ha fatto alcuni giorni dopo l'intervento del Presidente della Repubblica. Leggo: Poi, a Camere ormai in disarmo per le festività pasquali, è arrivata la lettera del Presidente. L'iniziativa è quindi oggettivamente grave. Quella di Napolitano non è certo un'operazione che aiuta ad innovare in materia di lavoro. Si avverte nella lettura del documento la presenza di una concezione della statualità del diritto, come se soltanto il giudice ordinario potesse non solo amministrare la giustizia, ma rendere giustizia al cittadino lavoratore. È - è questo il punto - l'idea del lavoratore considerato iuris et de iure contraente debole del rapporto che contribuisce ad ingessare il diritto del lavoro, finendo per trattare il prestatore stesso come un eterno minus habens, incapace per legge di disporre di sé e dei propri diritti.
Va da sé, che non avrebbe proprio senso non adeguarsi ai suggerimenti del Quirinale, tuttavia, la vicenda di ieri è la testimonianza più viva e palpitante di quanto sia arduo, in questo Paese, intraprendere un cammino di innovazione, anche in tema di lavoro. Qui sta la differenza fra noi e voi, anche con riferimento alla valutazione che facciamo del messaggio del Presidente della Repubblica.
Voi considerate il diritto del lavoro alla stregua del diritto commerciale, lo ha detto l'onorevole Cazzola in Commissione. Dunque, il lavoratore è una merce come tante altre e, come tale, va regolata con il diritto commerciale, come si fa per una materia prima o per una macchina. Noi, invece, consideriamo il lavoratore una persona - un uomo, una donna - con diritti e doveri. Lo consideriamo tale non solo noi, ma è considerato tale anche nella Costituzione: all'articolo 1, in cui si prevede che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro e, all'articolo 35, in cui si prevede che la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Non consideriamo queste norme un «ferro vecchio», ma ancora utili ad affrontare le questioni che riguardano anche il rapporto di lavoro.
Nel merito, vi sono due questioni. La prima riguarda la volontarietà: si tratta di una scelta libera e consapevole e, dunque, non può essere fatta al momento dell'assunzione. Mi domando: sono liberi e consapevoli il lavoratore e la lavoratrice nel momento in cui devono essere assunti? Quell'uomo e quella donna in quali condizioni sono? Coloro che si confrontano in quel momento, sono parti uguali o disuguali? Ricordo cosa è accaduto in relazione alla vicenda delle cosiddette «dimissioni in bianco». Inoltre, perché non ricordare il fatto che il 90 per cento delle assunzioni nel nostro Paese, oggi, avviene a Pag. 21tempo determinato? Il lavoratore che sottoscrive un contratto, sapendo che esso ha una scadenza, in quel momento, è uguale nel suo rapporto con il datore di lavoro? E il lavoratore extracomunitario?
La soluzione che abbiamo individuato, proposta in Commissione, rappresenta un passo in avanti: essa prevede che la sottoscrizione avvenga dopo il periodo di prova. Tuttavia, vorrei porre una domanda: per i soggetti per i quali non è previsto il periodo di prova, per i lavoratori precari, per i lavoratori flessibili, per la stragrande maggioranza dei lavoratori assunti oggi, riteniamo che questa non possa essere una scelta volontaria e, quindi, che la soluzione libera e consapevole debba esservi nel momento in cui sorge il contenzioso fra impresa e lavoratore? Abbiamo risolto - e abbiamo apprezzato, con riferimento a Gino Giugni (ricordo che è il padre del cosiddetto Statuto dei lavoratori, che prevede l'articolo 18) - la questione per cui la materia non possa riguardare il licenziamento.
La seconda questione è che non si può - e non si deve - derogare dai diritti: mi riferisco alle clausole compromissorie. A nostro avviso, vi sono diritti indisponibili. Anche in questo caso, a proposito dell'arbitrato, si veda cosa è accaduto negli altri Paesi che lo hanno adottato: in nessuno di essi è prevista la derogabilità dai contratti e dalle leggi. Questo è il secondo punto di discrimine: noi siamo per l'arbitrato, siamo perché sia volontario, ma siamo perché si decida nel rispetto di leggi e di contratti.
Se il problema che vogliamo risolvere con l'arbitrato è quello di snellire le procedure, di fare prima e di fare presto, siamo d'accordo. Invece, se la questione è di derogare dalle norme e dai contratti - magari, contrattando al ribasso salari, ferie, riposi e orari - non siamo d'accordo: ciò non serve e penalizza ulteriormente il mondo del lavoro.
Il terzo ed ultimo motivo è il seguente e, anche in questo, caso torno alla differenza fra noi e voi. Abbiamo parlato del diritto contrattuale, del lavoro come merce, del lavoro come diritto. Noi diciamo: il lavoro come diritto e come dovere. La vostra idea è che si tratta con il singolo lavoratore e che non si applicano contratti né leggi. Noi riteniamo che si debba andare verso il superamento anche di alcune forme di rigidità nelle normative che riguardano i contratti collettivi nazionali del lavoro e l'articolazione sul territorio, ma riteniamo anche che il contratto nazionale, le leggi e le deroghe vadano rispettati.
Infine, dopo la volontarietà, dopo l'equità e dopo le deroghe, passiamo al ruolo che spetta alla fine e all'impossibilità del ricorso al giudice: crediamo che anche ciò vada superato. Per questo motivo, ripresenteremo in Aula i nostri emendamenti. In Commissione abbiamo svolto un lavoro che, in parte, giudichiamo positivo. Riteniamo che per attenerci compiutamente alla lettera del Presidente della Repubblica, il provvedimento in discussione possa, e debba, essere ulteriormente migliorato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, questo provvedimento, come è già stato detto, arriva in quest'Aula in quinta lettura, quindi ha alle spalle un grande dibattito. In tale dibattito il Partito Democratico si è espresso negativamente sul complesso del provvedimento, non soltanto per il provvedimento in sé, ma anche perché - lo voglio sottolineare - esso si iscrive in una scelta politica e strategica di questo Governo che è stata caratterizzata, in precedenza, da una serie di provvedimenti che hanno un tratto comune: abbassare le tutele del lavoro e rendere più deboli coloro che già sono più deboli nel mercato del lavoro, cioè i lavoratori, di fronte all'impresa.
Se avessimo avuto la possibilità di far approvare gli emendamenti presentati dall'opposizione, dal Partito Democratico, avremmo evitato l'intervento del Presidente della Repubblica, al quale va espresso un ringraziamento perché grazie Pag. 22al suo intervento autorevole compiamo sicuramente un passo avanti, visto che abbiamo costretto il Governo ad un ripensamento. Si tratta, però, di un passo avanti che, dal nostro punto di vista, non è assolutamente sufficiente.
I punti di critica per noi sono molteplici. Se ci riferiamo a questo provvedimento non c'è dubbio - ed era contenuto nella lettera del Presidente della Repubblica - che siamo di fronte ad un provvedimento eterogeneo nei contenuti che dimostra un modo di fare le leggi assolutamente inaccettabile. Voglio ricordare che siamo partiti in prima lettura con nove articoli e approdiamo alla fine di questa discussione con cinquanta articoli, che voteremo di nuovo in quest'Aula anche per sottolineare quanto importante sia stato l'intervento del Quirinale su questo provvedimento.
Non vi è dubbio che questo modo di procedere dimostra come questi provvedimenti omnibus non possano più far parte di una normale legislazione; del resto, ho anche colto qualche accento di preoccupazione su questo argomento da parte dell'onorevole Lo Presti nel corso di questa discussione.
Per quanto riguarda, poi, il modo con il quale abbiamo deciso di organizzare questa discussione, ci siamo battuti, come Partito Democratico, per affrontare il complesso degli articoli, perché va ricordato in quest'Aula che mentre con un voto parlamentare di maggioranza abbiamo circoscritto a soli cinque articoli la discussione (gli articoli 20, 30, 31, 32 e 50), altri articoli toccano profondamente le tematiche del lavoro e del diritto del lavoro. Vorrei ricordare che in questo provvedimento collegato il Governo reintroduce norme cancellate dal protocollo del 23 luglio 2007 che avevano ottenuto la validazione non soltanto delle parti sociali, ma di 5 milioni di lavoratori e pensionati chiamati al voto da CGIL, CISL e UIL. Si reintroduce una norma che prevede lo staff-leasing e il job on call, che viene esteso; il contratto a termine non è più di uso eccezionale; infine, si introduce un concetto pericolosissimo - per il momento circoscritto al settore marittimo - di una rappresentanza sindacale certificata a livello territoriale che minerà alle basi lo stesso concetto di confederalità del sindacato. Tutto questo si pone a lato della discussione che stiamo facendo, un po' un argomento dimenticato che però deve tornare alla nostra memoria, perché mette in luce il carattere del disegno che il Governo sta portando avanti, nonostante le dichiarazioni di protezione dei più deboli, del lavoro precario e di coloro che hanno i contratti a termine, puntualmente disattese dalle scelte di carattere legislativo che vengono portate in quest'Aula.
Poi, naturalmente, abbiamo una discussione da fare sui temi che sono rimasti in questa discussione relativa ai cinque articoli: penso alla questione dell'amianto e alla questione dell'arbitrato, che sono assurte a questioni centrali.
Da questo punto di vista ringrazio l'onorevole Cazzola, il quale - nel corso della sua circostanziata (come sempre) relazione, che rispecchia anche l'intenso lavoro che abbiamo svolto in Commissione - ha ricordato come il professor Carlo Dell'Aringa abbia dato un giudizio positivo sul tema dell'arbitrato e come egli faccia parte del comitato scientifico dell'associazione che presiedo: Lavoroamp;Welfare. Desidero dire all'onorevole Cazzola che ciò testimonia il pluralismo di questa associazione (della quale lo invito a far parte, se lo ritenesse opportuno), anche perché con l'onorevole Cazzola, al di là delle attuali divisioni politiche, abbiamo molto in comune. Sicuramente abbiamo in comune un amico, un maestro, un compagno, come Gino Giugni, e una lunga militanza nella CGIL.
Ribadisco anche che noi, come il professor Dell'Aringa, siamo favorevoli all'arbitrato, non siamo contrari alla sua logica. Noi siamo contrari al cosiddetto arbitrato secondo equità. Su questo punto occorre anche chiarire una questione: nel nuovo testo si produce un avanzamento che apprezziamo sicuramente e che consiste nell'eliminare un grande equivoco, ossia il Pag. 23fatto che attraverso l'arbitrato di equità si potesse anche discutere della questione del licenziamento e dell'articolo 18.
Tuttavia, desidero far presente che - e lo abbiamo detto sin dall'inizio come Partito Democratico - per quanto riguarda la questione dell'arbitrato, non ci eravamo riferiti esclusivamente all'articolo 18, ma al complesso dei dispositivi che hanno a che fare con la costruzione del diritto del lavoro e con il rapporto di lavoro. Questi ultimi possono riguardare gli orari, la retribuzione, gli straordinari, le condizioni dei lavoratori e non soltanto l'articolo 18, il quale - come sappiamo - da un punto di vista evocativo è sicuramente molto presente alla memoria di tutti i lavoratori (e noi lo vogliamo difendere), ma non è il tema esclusivo di questa discussione. Pertanto, quando siamo di fronte all'arbitrato diciamo di «sì», ma siamo contrari all'arbitrato secondo equità, nel quale si può operare una deroga alle leggi e ai contratti.
Allo stesso modo, per quanto riguarda la clausola compromissoria di cui si è discusso moltissimo nel corso di questo dibattito, era chiaro che, rispetto alla delibera del Parlamento (in questo caso l'ultima delibera del Senato), ci trovavamo di fronte ad una clausola vessatoria nei confronti dei lavoratori. Infatti, come ha rilevato il Presidente della Repubblica, la clausola compromissoria che si pretendeva di far sottoscrivere al momento dell'assunzione, rappresentava chiaramente un momento di debolezza per il lavoratore.
Ci troviamo in una situazione in cui ogni assunzione è preziosa: le assunzioni non sono a tempo indeterminato, il lavoratore è in uno stato di debolezza e pretendere in quel momento di far scegliere la clausola compromissoria evidenziava uno stato di impotenza, di costrizione e di sottomissione del lavoratore.
Ciò è stato, in qualche modo, evitato, rimandando la sottoscrizione della clausola compromissoria al momento del superamento della prova: è sicuramente un passo avanti, ma non è sufficiente. Avremmo, infatti, preferito cancellare tale clausola e dire semplicemente che, nel momento in cui non sarebbe più ragionevole, sorge una controversia. A quel punto, al lavoratore si aprono due strade: l'arbitrato oppure il ricorso alla magistratura ordinaria, ed è in quel momento che il lavoratore può decidere qual è la sua scelta, in piena autonomia e in piena libertà, senza dover subire alcuna costrizione. Questo non avviene.
In conclusione, signor Presidente, abbiamo visto che vi è stata anche una modifica dell'articolo 50. Ci sembra che la precisazione relativa alle proposte arrivate ai lavoratori (che si trovavano in condizioni di precarietà), per quanto riguarda il tempo indeterminato, sia una specificazione sicuramente importante. Essa chiarisce una volta per tutte che, quando ci troviamo di fronte ad una proposta di lavoro, la qualificazione del tempo indeterminato compie un salto importante nella definizione della garanzia di un rapporto di lavoro. Dobbiamo andare sicuramente in quella direzione.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CESARE DAMIANO. Concludo, Presidente. Abbiamo compiuto alcuni passi avanti che noi non riteniamo sufficienti; è per questo che siamo ancora convinti che complessivamente questo disegno di legge collegato abbia un aspetto profondamente negativo per il lavoro e soprattutto per i lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, voglio partire proprio dall'ultimo aspetto affrontato dall'onorevole Damiano, dal fatto che i passi non sono sufficienti. Voglio, altresì, ringraziare l'onorevole Lo Presti e dargli atto della sua sensibilità istituzionale di presidente del Comitato per la legislazione per aver chiarito come il messaggio del Capo dello Stato fosse in realtà molto più ampio, più forte, e dunque meritevole di una riflessione molto più Pag. 24ampia e forte, rispetto a quella limitata agli articoli indicati dal relatore e oggetto di emendamenti.
Forse anche il relatore avrebbe dovuto leggere il messaggio del Capo dello Stato con la stessa attenzione che gli ha dedicato l'onorevole Lo Presti, piuttosto che limitarsi ad una citazione del professor Giugni che, quando parlava dell'esigenza di introdurre una zona grigia che di volta in volta esaminasse la possibilità di devolvere ad arbitri le liti in materia di lavoro, diceva infatti «di volta in volta», vale a dire che, in un momento in cui era vietato il ricorso all'arbitrato in materia di lavoro, immaginava che questa possibilità potesse esserci «di volta in volta» e solo allorché insorgesse la controversia, esattamente come noi vorremmo che fosse con l'emendamento che abbiamo presentato.
Ciò che afferma il Capo dello Stato, in realtà, è molto diverso da quello che da molti è stato detto oggi e non a caso il Presidente della Repubblica ci indica una lunga sequela di sentenze della Corte costituzionale che si sono formate non in materia di arbitrato, ma in materia di prescrizione dei diritti dei lavoratori. Quello che ci dice il Capo dello Stato è: attenzione alla tutela del contraente debole, e si è contraenti deboli quando si sottoscrivono le clausole. Il differimento del tempo dal momento dell'assunzione ai trenta giorni dopo il perfezionamento del periodo di lavoro non rende il contraente più forte, tant'è che quella giurisprudenza si riferisce alla imprescrittibilità dei diritti del lavoratore in corso di rapporto.
Andrebbe letta quella giurisprudenza, almeno per alcuni aspetti, perché dal 1963 vi sono quarant'anni di giurisprudenza costituzionale che con questo provvedimento si tende a mettere in discussione. Non è un problema tecnico-giuridico: la tutela del contraente debole è uno degli obblighi che l'articolo 3 della Costituzione pone a carico della Repubblica, perché si discrimina non solo quando si trattano posizioni uguali in modo differente, ma si discrimina anche quando si trattano in modo uguale posizioni differenti, come ci ha insegnato Don Milani.
Quando noi spostiamo la clausola compromissoria in una fase successiva non risolviamo proprio nulla, e il problema non è assolutamente limitato all'articolo 18, come affermava la Corte costituzionale addirittura nel 1963, con la sentenza n. 66.
In essa diceva: vi sono, tuttavia, ostacoli materiali, non giuridici, relativi cioè alla situazione psicologica del lavoratore che può essere indotto a non esercitare il proprio diritto per lo stesso motivo per cui molte volte è portato a rinunciarvi, ossia per timore del licenziamento.
Sapete, dal 1963 ad oggi, la realtà è cambiata e il timore non è solo del licenziamento. Il timore può essere quello del mobbing o del trasferimento. I timori in materia di lavoro - non devo ricordarlo io al relatore che ha un illustre passato di sindacalista - sono tantissimi e, se spostiamo la sottoscrizione della clausola compromissoria a 30 giorni dopo, produciamo un altro effetto perverso, quello che lavoratori, magari assunti vent'anni fa e assistiti dal principio della non compromettibilità in arbitri al momento della assunzione, potrebbero oggi essere indotti, per evitare un licenziamento, un trasferimento o un passaggio di funzioni, ad accettare di rinunziare alla tutela giurisdizionale e compromettere la lite in arbitrato.
Sapete che cosa avremmo con l'approvazione di questo provvedimento? Il seguente paradosso: un ordinamento giuridico in cui, in virtù dell'articolo 36 della Costituzione e 2113 del Codice civile, non è dato rinunziare ai propri diritti nel corso del rapporto di lavoro e, contemporaneamente, la possibilità di poter realizzare la prima delle rinunzie ai diritti del lavoratore, ossia quella alla loro effettività: la rinunzia all'accesso alla giurisdizione.
È evidente che, se il Capo dello Stato ci ha voluto indicare quei quarant'anni di sentenze della Corte costituzionale in materia di tutela del contraente debole e di prescrizione, lo ha fatto per dire «attenzione, non è nelle vostre mani». Non è Pag. 25nelle mani di una legge ordinaria cambiare la tutela costituzionalizzata del lavoratore.
Certo, poi ci sarà la Corte costituzionale. Mi auguro e vi invito solamente a non lamentarvi quando andremo davanti alla Corte costituzionale, perché non è la Corte che è brutta e cattiva, ma il fatto è piuttosto che voi, troppo spesso, non solo dimenticate di praticare la Costituzione, ma anche di leggerla con una certa attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Rugghia. Ne ha facoltà.

ANTONIO RUGGHIA. Signor Presidente, come è stato ricordato negli altri interventi, il Presidente della Repubblica ha rinviato alle Camere la delega al Governo in materia di lavori usuranti approvata recentemente dal nostro Parlamento.
Il Capo dello Stato, con il messaggio del 31 marzo scorso, ha mosso rilievi su alcuni articoli del provvedimento e, tra questi, l'articolo 20 che tratta la materia della prevenzione degli infortuni sul lavoro e dell'igiene sul lavoro e, nello specifico, interviene sul diritto al risarcimento del danno per le vittime dell'esposizione all'amianto sulle navi della Marina militare.
È bene ricordare che a bordo di alcune unità della Marina militare è stato fatto uso di amianto per rivestire diversi apparati. Il personale imbarcato che ha effettuato riparazioni su tali apparati o la normale attività di manutenzione senza le precauzioni obbligatorie si è sicuramente trovato esposto al rischio amianto.
Ufficiali e sottufficiali, che ritengono di essere rimasti vittima di queste situazioni, si sono visti negare da parte dell'amministrazione militare il riconoscimento alla dipendenza da causa di servizio e, nei casi più gravi (riguardanti cioè persone decedute), le parti lese hanno fatto ricorso alla giustizia penale.
A Torino e a Padova sono in corso due distinti processi. Quello di Padova, che ha preso avvio a seguito della morte di due militari (un capitano di vascello e un maresciallo della Marina), ha rinviato a giudizio otto ufficiali per accertarne eventuali responsabilità. Non è un caso che i familiari di queste due vittime siano stati risarciti con circa 800 mila euro subito dopo l'avvio del procedimento giudiziario e, mi sembra di ricordare, contestualmente al rinvio a giudizio degli otto ufficiali.
Questo dimostra la stretta correlazione che esiste tra la possibilità di accertare eventuali responsabilità e quella di vedersi riconosciuto il diritto al risarcimento. Su questa vicenda e con i processi in corso, attraverso il provvedimento censurato dal Capo dello Stato, il Governo è intervenuto con una norma pensata per bloccare i processi, che avrebbe per effetto il conseguente impossibile accertamento delle responsabilità. Questa norma impedirebbe, di fatto, il risarcimento dei gravi danni alla salute subìti dalle vittime all'esposizione dell'amianto.
Noi abbiamo duramente contestato in Aula la formulazione dell'articolo 20, attraverso la quale si vorrebbero azzerare gli effetti delle norme in vigore dal 1955. Ciò avverrebbe attraverso una cosiddetta interpretazione autentica che, di fatto, introduce dopo 55 anni nel naviglio di Stato deroghe previste per altri soggetti in materia di infortuni e di sicurezza sul lavoro. Se interveniamo con norme come quella sanzionata dal Capo dello Stato o come quelle riproposte in Aula come emendamento, rendiamo innanzitutto estremamente difficile, se non addirittura impossibile, il riconoscimento del rischio da amianto a bordo delle navi e, quindi, il diritto-dovere a misure di prevenzione e la possibilità del risarcimento per le vittime. I tre aspetti sono assolutamente intrecciati tra loro e non separabili.
Rivolgo, quindi, un appello ai colleghi perché venga soppresso l'articolo 20 e perché venga costruito un testo che in materia sia in grado di equilibrare, senza scardinare i principi basilari della sicurezza sul lavoro, e che, inoltre, sia in grado di intervenire in una situazione delicata per armonizzare le particolarità delle condizioni di impiego e delle esigenze operative, Pag. 26che possono riscontrarsi a bordo del naviglio di Stato, con la salvaguardia dell'inderogabile necessità di garantire, anche in queste particolari condizioni, il diritto alla sicurezza sul lavoro.
Entrando nel merito degli emendamenti proposti, sul piano giuridico sono necessarie alcune puntualizzazioni. La prima contestazione, la principale e francamente insuperabile riguarda l'inapplicabilità e la sostanziale impossibilità di produrre effetti della norma proposta anche nella versione riformulata, già bocciata in Commissione e ripresentata in Aula. L'emendamento presentato, infatti, come già il testo rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica, continua a riferirsi all'articolo 2, lettera b), di una legge delega (n. 51 del 1955), che ha esaurito la sua funzione a seguito dell'emanazione, con il decreto del Presidente della Repubblica n. 303 del 1956, del corrispondente decreto delegato attuativo. Si tratta di un decreto a sua volta abrogato esplicitamente dall'articolo 304 del successivo decreto legislativo n. 81 del 2008, il Testo unico delle norme per la tutela della salute e della sicurezza del lavoro.
È, quindi, evidente come non possa produrre alcun effetto giuridico l'intervento - qualificato erroneamente come interpretativo, ma che tale non è come vedremo in seguito - sulla norma di una delega già esercitata, la cui attuazione è stata superata dall'emanazione di una nuova normativa. A nulla vale in questo senso scrivere, nella seconda parte dell'emendamento: «per il periodo di loro vigenza», quasi a superare, con questo riferimento temporale relativo ai profili civilistici del risarcimento del danno, il problema della tardività dell'intervento legislativo.
Quindi, rimangono inalterate le questioni dell'inapplicabilità della norma che si vogliono approvare in questa sede, come illustrato correttamente nella lettera di rinvio del Presidente Napolitano.
Altrettanto valida rimane la censura relativa alla natura integrativa e non interpretativa della norma. Alla luce della finalità di questo emendamento, il profilo essenziale è che non può essere un'interpretazione autentica a garantire, nello stesso tempo, un'applicazione retroattiva della nuova norma e una restrizione della portata di situazioni concrete e individuate. Anche in questo caso, l'obiezione del Quirinale non viene superata, in quanto non vi è alcuna riformulazione sostanziale della norma proposta che, anche in questo emendamento, si qualifica come interpretazione autentica dell'articolo 2 della legge n. 51 del 1955. Non vi è, evidentemente, alcun esercizio interpretativo nel riconoscere tra le navi mercantili il naviglio di Stato. Parliamo, infatti, di navi della Marina militare, con funzioni, problematiche ed esigenze del tutto differenti da quelle proprie delle navi mercantili. È veramente difficile sostenere che il riferimento del lavoro a bordo delle navi mercantili valga ad escludere questo ambito dall'esercizio della delega previsto dalla legge del 1955 e che possa essere interpretato dopo cinquant'anni come esclusione anche del lavoro a bordo del naviglio di Stato per i militari arruolati nella Marina Militare, come pretenderebbe di fare l'emendamento in questione.
Siamo pertanto di fronte non ad una interpretazione, ma ad una vera e propria modifica, un'integrazione che aggiunge una categoria del tutto nuova agli ambiti di esclusione della delega di allora.
Infine, l'emendamento non raggiunge neanche la finalità, condivisibile sotto il profilo politico, di assicurare la salvezza del diritto dei lavoratori al risarcimento del danno. Si afferma che, prescindendo dai profili dolosi o colposi della condotta personale, sia possibile ottenere in sede civile, anche ai sensi dell'articolo 2043, il risarcimento del danno. La formulazione dell'emendamento proposto dall'onorevole Cirielli appare un'inedita raccomandazione o sollecitazione al giudice civile volta a facilitare il riconoscimento del danno.
In sostanza, sembrerebbe volersi dire che, per quanto ai fini penali le norme del decreto del Presidente della Repubblica n. 303 del 1956 non devono essere considerate applicabili, il giudice però può tenere in considerazione altre previsioni Pag. 27della medesima normativa, appena definita inapplicabile. Di fatto, il diritto al risarcimento verrebbe meno, esponendo i lavoratori danneggiati ad un lungo ed oneroso contenzioso che si rivelerebbe inefficace.
Siamo poi contrari all'equiparazione del personale esposto all'amianto alla condizione di vittima del dovere, attraverso il riferimento al comma 564 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, che, oltre ad essere di dubbia costituzionalità e capace di esporre lo Stato a future richieste di altre categorie, non è sostenibile dal punto di vista della coerenza generale e delle finalità proprie della legislazione sulla sicurezza del lavoro.
Qualora questo emendamento diventasse norma, si costituirebbe un precedente gravissimo, che distorcerebbe il significato e la portata delle norme sulla prevenzione in questo campo. Si direbbe, infatti, che l'esposizione all'amianto per il personale era inevitabile, come l'evento imprevedibile e tragico che colpisce le vittime del dovere. Inoltre, non essendovi possibilità alcuna per evitare che si respirassero le fibre di amianto, l'unica alternativa sarebbe il postumo riconoscimento di un risarcimento o di un equo indennizzo.
È un discorso pericoloso che potrebbe essere applicato a qualunque infermità o decesso derivante dalla mancata applicazione delle normative previste in materia di sicurezza sul lavoro. Le vittime degli incidenti sul lavoro diventerebbero vittime del dovere, come se rientrasse tra i doveri di un lavoratore respirare l'amianto per ineluttabili ragioni superiori.
Al contrario, lo spirito della normativa in materia è assicurare ogni sforzo per la prevenzione e l'approntamento di garanzie sufficienti a difesa della salute dei lavoratori. Per questi motivi, siamo contrari alla riformulazione dell'articolo 20 proposta dall'emendamento presentato dall'onorevole Cirielli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, in questa discussione sulle linee generali, come ha giustamente sottolineato il relatore Cazzola nella sua relazione iniziale, stiamo affrontando il «collegato lavoro», che è stato rinviato alle Camere, ex articolo 74 della Costituzione, dal Capo dello Stato con messaggio motivato.
Lo affrontiamo nel merito, in particolare in seguito a due scelte della maggioranza: la prima è stata quella di circoscrivere l'esame in Commissione degli articoli, scelta che è stata poi ratificata anche da questa Assemblea con un voto a maggioranza, che ha permesso di impegnare i tempi e l'attenzione dei componenti dell'XI Commissione sugli articoli che sono stati oggetto dell'attenzione, della riflessione e dei rilievi formulati dal Capo dello Stato; l'altra scelta cui mi riferisco, operata dalla maggioranza, è stata quella di accogliere questi rilievi e di svolgere riflessioni di natura normativa e anche politica, che vanno nel senso del rispetto dei rilievi stessi del Capo dello Stato e della sua figura, quindi anche di rispetto istituzionale.
In questo senso, la riflessione del Capo dello Stato è andata nella direzione di chiedere un vero e proprio riesame degli articoli 20 e 31 e di sollecitare una riflessione in Parlamento sugli articoli 30, 32 e 50.
La Commissione ha scelto, con un voto della maggioranza che ha visto l'astensione dell'UdC, confermata anche in questa Assemblea, di circoscrivere gli articoli da esaminare e ha svolto un lavoro approfondito, coadiuvata dai pareri delle altre Commissioni, in primis della Commissione bilancio, sulle materie che costituiscono oggetto del contendere e che costituiranno, anche nel seguito dell'esame, motivo di confronto, si spera comunque leale e sempre sereno, seppur nel rispetto delle diverse posizioni, sui temi che sono stati affrontati dal messaggio del Capo dello Stato.
Sono state apportate delle modifiche rilevanti e importanti, che sono state esplicitate dallo stesso relatore Cazzola. Mi riferisco, ad esempio, all'articolo 30, all'interno Pag. 28del quale è stato soppresso l'inciso che affidava al giudice il compito di decidere sulla base delle regole del vivere civile e dell'interesse oggettivo dell'organizzazione; all'articolo 31, ove si prevede che nell'arbitrato di equità si debba tenere conto, oltre che dei principi generali dell'ordinamento, anche dei principi regolatori della materia derivanti da obblighi comunitari.
Sempre all'articolo 31, si prevede che, nel caso di impugnazione del lodo arbitrale, la competenza sia in unico grado del tribunale in funzione di giudice del lavoro; che la clausola compromissoria non possa essere pattuita e sottoscritta prima della conclusione del periodo di prova e, ove non previsto, prima che siano trascorsi trenta giorni dalla data di stipulazione del contratto di lavoro; che la clausola compromissoria non possa comunque avere ad oggetto le controversie relative alla risoluzione del contratto di lavoro; che, davanti alle commissioni di certificazione, le parti possano farsi assistere da un legale di fiducia o da un rappresentante dell'organizzazione sindacale o professionale a cui abbiano conferito mandato; che, in assenza di accordi interconfederali o contratti collettivi volti a definire la pattuizione di clausole compromissorie, trascorsi dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali convochi le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori più rappresentative, al fine di promuovere un accordo. Nel caso in cui non si giunga ad un accordo nei successivi sei mesi, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con proprio decreto, individua, in via sperimentale e tenuto conto delle risultanze istruttorie del confronto fra le parti sociali, le modalità di attuazione della nuova disciplina. Ulteriori precisazioni sono contenute in emendamenti che il relatore ha già annunciato che proporrà di approvare.
L'articolo 32 prevede un chiarimento dei termini riguardanti l'impugnazione dei licenziamenti, che decorrono dalla data del licenziamento comunicata per iscritto e con motivazione scritta. All'articolo 50 è stato introdotto un ulteriore requisito migliorativo di applicazione della norma, consistente nell'offerta da parte del datore di lavoro dell'assunzione a tempo indeterminato successivamente all'entrata in vigore della legge.
Vi è poi stata una modifica, a seguito anche dell'intervento della Commissione bilancio, sull'articolo 17. Già il giorno del rinvio alle Camere del messaggio del Capo dello Stato, il Governo, in quest'Aula, nel corso di una seduta avente ad oggetto atti di sindacato ispettivo, ha avuto modo di esplicitare quali fossero i suoi orientamenti in ordine al messaggio, che il Ministro del lavoro ha cofirmato.
Credo, quindi, che l'esame svolto dalla Commissione in questo senso abbia portato un risultato che, complessivamente, si può definire soddisfacente e che va incontro ai rilievi formulati dal Capo dello Stato stesso.
Credo che in questo senso l'esame del provvedimento possa proseguire in maniera assolutamente proficua, nel confronto reciproco in Assemblea sugli emendamenti e nel merito delle questioni, ma anche nella consapevolezza che sul lavoro svolto dalla Commissione, in particolare dal relatore, ma con il contributo di tutti i commissari, anche dei colleghi dell'opposizione, non si possa che formulare un giudizio assolutamente positivo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Cazzola.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, sarò breve e vorrei semplicemente fare alcune puntualizzazioni.
All'onorevole Capano, prima di tutto, vorrei dire che l'espressione «di volta in volta», rispetto al testo dell'Introduzione Pag. 29allo studio dell'autonomia collettiva di Gino Giugni, lo ha inserito lei, e non Gino Giugni. Sono disposto a fare insieme a lei una lettura del testo e vedrà l'onorevole Capano che l'espressione «di volta in volta» non faceva parte del pensiero di Gino Giugni.
In secondo luogo, signor Presidente, vorrei svolgere quasi un intervento per fatto personale. Vi è stato infatti un grande interesse per le opinioni di carattere culturale e politico che ho avuto modo di esprimere in questi giorni: nel mio piccolo, signor Presidente, ho avuto un destino un pochino uguale al suo, ovviamente con ruolo molto minore e minore risonanza; ho sentito tuttavia che i colleghi mi hanno onorato della loro attenzione.
Vorrei ribadire che le opinioni del relatore non costituiscono interpretazione autentica delle norme, fino a prova contraria: le norme hanno un valore oggettivo e non possono essere viste dall'angolo visuale delle opinioni che il relatore esprime sull'evoluzione futura del diritto del lavoro nelle nuove circostanze e condizioni dell'economia.
Credo poi che in materia di arbitrato abbiamo dato e daremo tutti insieme una risposta positiva alle esigenze di volontarietà effettivamente richieste nel messaggio del Presidente della Repubblica.
Quanto al dibattito culturale sul futuro del diritto del lavoro, rispondo alla mia coscienza, ma sono in buona compagnia. Do lettura di un passo di un articolo di Michel Rocard, un editoriale su Il Messaggero; egli è stato ed è ancora un valoroso esponente del partito socialista francese ed è stato anche Presidente del Consiglio sotto la Presidenza Mitterrand. Scrive Rocard: «La libertà comincia infatti con la libertà di comprare quello che si vuole, a chi si vuole, quando si vuole e discutendo il prezzo; la libertà di coscienza e di espressione vengono dopo». Sono d'accordo con Rocard, signor Presidente (Applausi del deputato Moffa)!

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, la mia replica è molto breve, perché il lavoro che è stato svolto in Commissione, il dibattito che vi è stato in Commissione, e non solo nella Commissione di merito, e il confronto che si è aperto tra maggioranza ed opposizione, e quindi con il contributo di tutti, hanno determinato una forte capacità di lettura dell'intervento del Presidente della Repubblica. Essa (pur con dei distinguo naturalmente anche forti, che in alcuni casi, per una diversità di approccio culturale al tema, permangono e resistono) ha consentito tuttavia di riconoscere comunemente che la portata degli emendamenti è tale da costituire un passo in avanti, come ammesso anche da alcuni interventi da parte dell'opposizione.
Sicché, signor Presidente, il confronto in Commissione e l'impegno che il relatore, che in particolare ringrazio, ha profuso, anche dal punto di vista della sistematicità dei suoi interventi, espressi al meglio dalla relazione di stamani, mi consentono di far riferimento alla sua relazione e di poter affermare che il Governo ritiene di aver risposto positivamente all'invito del Capo dello Stato.
Il Governo ritiene che il confronto abbia portato - mi si consenta solo questa punta polemica nei confronti di alcune affermazioni che sono state fatte - non ad un esercizio di estetica normativa, ma ad un esercizio puntuale di risposta alle sollecitazioni del Capo dello Stato, riprendendo o cercando di riprendere lo spirito di quelle riflessioni e di quelle considerazioni e di determinare un passo avanti nel cercare il miglior punto di intesa tra la capacità - soprattutto sul terreno dell'arbitrato - di garantire momenti di semplificazione e contestualmente di non limitare il diritto dei lavoratori, e di determinare quei meccanismi in uno scenario che, attraverso gli emendamenti, colloca dopo il periodo di prova, facendosi carico anche dei rapporti a tempo determinato, la scelta di volontarietà da parte del lavoratore stesso. Pag. 30
Signor Presidente, credo che il mio intervento si possa concludere così, con un ringraziamento complessivo al dibattito ed al confronto che hanno avuto luogo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,55).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Esame degli articoli - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione. Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
A tale proposito, comunico che la Presidenza, sulla base del parere espresso dalla Commissione bilancio nella riunione odierna, non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 123-bis del Regolamento, in quanto recano nuovi o maggiori oneri finanziari privi di idonea quantificazione e copertura, le seguenti proposte emendative: Cirielli 20.5, limitatamente al comma 2; Damiano 30.19 e 31.48.
Ricordo che nella seduta del 20 aprile 2010 l'Assemblea ha deliberato, ai sensi dell'articolo 71, comma 2, del Regolamento, di limitare la discussione alle sole parti del disegno di legge che formano oggetto del messaggio di rinvio del Presidente della Repubblica. Conformemente ai precedenti, tale delibera comporta che la discussione sarà limitata agli articoli oggetto del rinvio del Presidente Repubblica, e quindi agli articoli 20, 30, 31, 32 e 50, nonché all'articolo 17 modificato dalla Commissione per recepire una condizione espressa dalla Commissione bilancio al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, comma 4, della Costituzione.
Per quanto riguarda gli articoli non oggetto di rilievi nel messaggio di rinvio, l'Assemblea procederà pertanto direttamente alla relativa votazione, previo svolgimento di eventuali dichiarazioni di voto, come previsto dall'articolo 71, comma 2, del Regolamento.
Ricordo che, a norma dell'articolo 123-bis, comma 3-bis, ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili dalla Commissione non possono essere ripresentati in Assemblea (e - ove ripresentati - non sono pubblicati).
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine il gruppo Italia dei Valori e il gruppo Misto, per la componente politica MpA-Sud, sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Avverto che il Governo ha presentato l'emendamento 20.100, che è in distribuzione e con riferimento al quale il termine per la presentazione di subemendamenti è fissato alle ore 13 di oggi. Avverto altresì che l'emendamento Stracquadanio 20.7 è stato ritirato dal presentatore.
Dovremmo ora passare alla votazione dell'articolo 1. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12,15.

La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 12,15. Pag. 31

(Votazione dell'articolo 1 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 372
Maggioranza 187
Hanno votato
372).

Prendo atto che i deputati De Pasquale, Capitanio Santolini, Mastromauro, Colucci, La Loggia, Speciale, Ferranti, Samperi, Rugghia e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare. Prima di passare alla votazione dell'articolo 2 prego l'Assemblea di fare gli auguri all'onorevole Fugatti, che ha avuto due gemelli, Matteo e Sofia (Applausi).

(Votazione dell'articolo 2 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ministro Bossi, onorevole Bachelet, onorevole Causi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 454
Maggioranza 228
Hanno votato
243
Hanno votato
no 211).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Votazione dell'articolo 3 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Damiano, onorevole Agostini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 441
Astenuti 23
Maggioranza 221
Hanno votato
439
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Votazione dell'articolo 4 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E). Pag. 32
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Casini, onorevole Dussin...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 476
Votanti 449
Astenuti 27
Maggioranza 225
Hanno votato
252
Hanno votato
no 197).

Prendo atto che i deputati Vannucci e Mariani hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Votazione dell'articolo 5 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bongiorno?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 457
Astenuti 31
Maggioranza 229
Hanno votato
255
Hanno votato
no 202).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.
In omaggio alla par condicio, oltre che alla natalità, prego l'Assemblea di fare gli auguri anche all'onorevole Garofani, la cui moglie ha avuto due gemelli: Giuseppe e Tommaso (Applausi).

(Votazione dell'articolo 6 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
478
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 7 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Damiano, Bernardini, Agostini...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 33
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato
256
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che i deputati Bosi e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Votazione dell'articolo 8 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Simeoni, Damiano....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato
488
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 9 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato
489
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 10 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 10.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 460
Astenuti 32
Maggioranza 231
Hanno votato
255
Hanno votato
no 205).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 11 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 34

Onorevole Bernardini, non riesce a votare?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato
486
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 12 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Antoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato
484).

Prendo atto che i deputati Calgaro, Tocci e Vannucci che hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Votazione dell'articolo 13 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 440
Astenuti 52
Maggioranza 221
Hanno votato
254
Hanno votato
no 186).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 14 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 12,30)

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesa... onorevole Biglia... onorevole Martinelli... onorevole Calearo Ciman... onorevole D'Antoni... onorevole Damiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 461
Astenuti 31
Maggioranza 231
Hanno votato
255
Hanno votato
no 206).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare e Pag. 35che il deputato Calgaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
A proposito di gemelli, possiamo fare gli auguri anche all'onorevole Vegas, che è diventato nonno di due gemelli!

(Votazione dell'articolo 15 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Martinelli... onorevole Codurelli... onorevole Damiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato
253
Hanno votato
no 238).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 16 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Landolfi? Onorevole Pugliese? Onorevole Ciccioli? Onorevole Cossiga? Onorevole Duilio?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 463
Astenuti 31
Maggioranza 232
Hanno votato
255
Hanno votato
no 208).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 17 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Strizzolo? Onorevole Perina?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 262
Astenuti 231
Maggioranza 132
Hanno votato
257
Hanno votato
no 5).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 18 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 36

Onorevole Calearo Ciman? Onorevole Granata? onorevole Moles? Onorevole Vico? Onorevole Traversa?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 468
Astenuti 24
Maggioranza 235
Hanno votato
284
Hanno votato
no 184).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 19 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca? Onorevole Cesa? Onorevole Buonanno? Onorevole Di Stanislao? Onorevole Giovanelli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato
492
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.
Dovremmo ora passare all'esame dell'articolo 20 e ai relativi emendamenti.
Poiché, tuttavia, non è ancora decorso il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento 20.100 del Governo e la Commissione bilancio non ha ancora espresso il prescritto parere sulla medesima proposta emendativa, dobbiamo accantonare l'esame dell'articolo 20.

SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, lei ha appunto annunciato il nuovo emendamento del Governo, che richiede evidentemente la pronuncia da parte del Comitato dei nove. Credo che, se non vi sono difficoltà, nel senso che non vi è un indirizzo da parte dei gruppi a presentare subemendamenti, noi saremmo nelle condizioni, anche in cinque minuti, di poter affrontare l'argomento nel Comitato dei nove. Altrimenti, ovviamente, dovremmo andare verso l'accantonamento.

PRESIDENTE. Vorremmo però capire cosa ne pensa al riguardo la Commissione bilancio...

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO, Vicepresidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO, Vicepresidente della V Commissione. Signor Presidente, stamani abbiamo già esaminato preliminarmente l'emendamento, ma intanto il Governo non era nelle condizioni di esprimere un parere compiuto, anche perché l'emendamento era sprovvisto della relativa scheda tecnica, quindi avevamo rimandato l'esame dell'emendamento alle ore 14, prevedendo anche l'esame di eventuali subemendamenti. Quindi, a mio avviso saremmo nelle condizioni di esprimere il parere a quell'ora.

PRESIDENTE. Bene, preso atto di ciò, avverto che l'esame dell'articolo 20 e delle relative proposte emendative deve intendersi accantonato.

Pag. 37

(Votazione dell'articolo 21 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Distaso? Onorevole Vico?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 464
Astenuti 30
Maggioranza 233
Hanno votato
254
Hanno votato
no 210).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 22 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 22 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Buonanno... onorevole Lanzillotta... onorevole Damiano... onorevole Romano... onorevole Porcino... onorevole Iapicca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
251
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 23 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 23 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Damiano... onorevole Calearo Ciman... onorevole Barbareschi... onorevole Rosso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 459
Astenuti 33
Maggioranza 230
Hanno votato
252
Hanno votato
no 207).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 24 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 24 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta... onorevole Lo Monte... onorevole Duilio... onorevole Mondello... onorevole Mariani...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 38
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 493
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
252
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 25 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 25 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Cesa... onorevole Calearo Ciman... onorevole Duilio... onorevole Porcino... onorevole Vignali... onorevole Codurelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 465
Astenuti 30
Maggioranza 233
Hanno votato
251
Hanno votato
no 214).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 26 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 26 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sbrollini... onorevole Calearo Ciman... onorevole Damiano... onorevole Villecco Calipari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato
439
Hanno votato
no 56).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 27 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 27 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo Ciman... onorevole Traversa... onorevole Ghiglia... onorevole Iapicca... onorevole Granata... onorevole Bianconi... onorevole Santelli... onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 494
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato
476
Hanno votato
no 18).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

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(Votazione dell'articolo 28 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Buonanno... onorevole Lanzillotta... onorevole Damiano... onorevole Romano... onorevole Porcino... onorevole Iapicca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato
495).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Votazione dell'articolo 29 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 29 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo Ciman... onorevole Porcino... onorevole Mazzuca... onorevole Benamati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato
491).

Prendo atto che i deputati Vannucci e Realacci hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 30 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Borghesi 30.1 e Damiano 30.2, sugli identici emendamenti Porcino 30.3 e Damiano 30.4, sugli emendamenti Damiano 30.5 e 30.6, sugli identici emendamenti Porcino 30.8 e Damiano 30.9, sugli emendamenti Damiano 30.10 e 30.11, sugli identici emendamenti Porcino 30.12 e Damiano 30.13, sull'emendamento Damiano 30.14, sugli identici emendamenti Porcino 30.15 e Damiano 30.16, nonché sugli emendamenti Damiano 30.17 e 30.18. Ricordo, infine, che l'emendamento Damiano 30.19 è inammissibile.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Borghesi 30.1 e Damiano 30.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Simeoni... onorevole Capano... onorevole Stefani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 40
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 467
Astenuti 31
Maggioranza 234
Hanno votato
212
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Porcino 30.3 e Damiano 30.4, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Madia... onorevole Strizzolo... onorevole Zamparutti... onorevole Mura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 469
Astenuti 30
Maggioranza 235
Hanno votato
215
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 30.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Barani... onorevole Granata... onorevole Damiano... onorevole Toccafondi... onorevole Capitanio Santolini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 467
Astenuti 32
Maggioranza 234
Hanno votato
213
Hanno votato
no 254).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 30.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Conte... onorevole Damiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 498
Maggioranza 250
Hanno votato
246
Hanno votato
no 252).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Porcino 30.8 e Damiano 30.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, questo emendamento è soppressivo del comma 2 dell'articolo 30. Si tratta del comma a cui si riferisce direttamente il Capo dello Stato nel suo messaggio, quando dice: «è da sottolineare l'opportunità di una riflessione anche su disposizioni in qualche modo connesse», come quelle presenti nell'articolo 30, «che riguardano gli stessi giudizi in corso e che oltretutto rischiano, così come sono formulate, di prestarsi a seri dubbi interpretativi e a potenziali contenziosi».
In questo comma, infatti, prevediamo che «nella qualificazione del contratto di Pag. 41lavoro (...) il giudice non può discostarsi dalle valutazioni delle parti». Stiamo riscrivendo i princìpi della giurisdizione. Si chiama iura novit curia: è la garanzia che ha ogni cittadino (che si trovi davanti al giudice), di avere un giudice il quale è l'unico a cui spetta il compito di qualificarne il rapporto giuridico; ciò nel rispetto dell'articolo 101 della Costituzione, secondo cui il giudice è soggetto solo alla legge e non può essere soggetto alla qualificazione delle parti. Per questo motivo, il Capo dello Stato ci dice di stare attenti. In tal modo, peraltro, finiremmo per creare una serie di dubbi interpretativi. Questa norma, infatti, si applica anche ai giudizi in corso.
Pertanto, per far capire come si tratti di un paradosso, faccio un esempio: se il datore di lavoro e il lavoratore (il quale, evidentemente, si trova in una condizione di potere contrattuale ridotto) qualificano il loro rapporto come un rapporto di lavoro autonomo - mentre in realtà si è sviluppato come un rapporto di lavoro con vincolo gerarchico, con predeterminazione del tempo di lavoro e della retribuzione (cioè, con tutte le caratteristiche del rapporto di lavoro subordinato) - il giudice dovrebbe, comunque, considerarlo un rapporto di lavoro autonomo, perché così è stato detto dalle parti.
Forse ci si accorge di questa abnormità, che elimina la tutela del lavoro, e si dice: salvo in caso di errori. Questa specificazione - come ci dice il Capo dello Stato - si presta ovviamente ad una serie di varietà interpretative. Infatti, già in prima lettura, fu il consiglio nazionale forense - quindi non i magistrati, ma gli avvocati - a dirci di prestare attenzione perché quella norma provoca un elemento di incertezza nel diritto che potrà comportare un giudicato assai disomogeneo.
Sappiamo che la giustizia del lavoro soffre per un carico terribile. Se noi a questa sofferenza aggiungiamo l'impossibilità di riferirci ad una giurisprudenza consolidata, immettendo elementi di destabilizzazione come questo, facciamo davvero un ulteriore regalo alla privazione di tutela che già questo provvedimento, con l'arbitrato, ha fatto nei confronti dei lavoratori.
Dal momento che ciò è stato esplicitamente rilevato dal Capo dello Stato, almeno su questo punto prestiamo attenzione, sopprimendo il comma 2.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'articolo 30 è uno degli articoli indicati dal Presidente della Repubblica. Il comma 2 rende vincolante nei confronti del giudice l'accertamento effettuato in sede di certificazione dei contratti di lavoro. Tale certificazione è volontaria e non obbligatoria per le parti. Tuttavia, il prestatore di lavoro si trova in una situazione di oggettiva debolezza nel momento in cui viene assunto: egli, infatti, è facilmente ricattabile ed è disposto a firmare anche clausole che gli possono nuocere. La sua libertà di determinazione è coartata.
La certificazione trova applicazione nei confronti di tutti i contratti e si attiva presso specifiche commissioni di certificazione. Sostanzialmente essa attribuisce piena forza legale al contratto, escludendo la possibilità di ricorso in giudizio, se non in caso di erronea qualificazione del contratto, di difformità tra il programma negoziale certificato e la sua successiva attuazione o di vizi del consenso, e mantiene la sua efficacia giuridica fino all'accoglimento di uno dei ricorsi giurisdizionali esperibili.
Gli enti di certificazione dei contratti di lavoro individuati dalla legge sono: gli enti bilaterali costituiti su iniziativa di associazioni dei datori di lavoro o dei lavoratori che comparativamente sono più rappresentativi; le direzioni provinciali del lavoro, le università pubbliche e private, esclusivamente nell'ambito di rapporti di collaborazione e consulenza attivati con docenti di diritto del lavoro di ruolo; il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la Direzione generale della tutela Pag. 42delle condizioni di lavoro, esclusivamente in determinati casi (ad esempio, nei casi in cui il datore di lavoro abbia le proprie sedi di lavoro in almeno due province, anche di regioni diverse); i consigli provinciali dei consulenti di lavoro, esclusivamente per i contratti di lavoro instaurati nell'ambito territoriale di riferimento. Tali sedi di certificazione svolgono anche funzione di consulenza e assistenza effettiva delle parti del contratto di lavoro, in base all'articolo 81 del decreto legislativo n. 276 del 2003.
Su questo aspetto, Presidente, riteniamo che sia importante porre un'attenzione particolare proprio perché la libertà di determinazione del dipendente è coartata, quindi lo stesso è più facilmente ricattabile, e dunque disposto a firmare anche clausole che gli possono nuocere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, colleghi, vorrei precisare che l'espressione iura novit curia è un principio elementare di diritto processuale: serve esclusivamente a stabilire il fatto che la parte non ha l'onere di portare la legge nel dibattimento in quanto la legge è già conosciuta dal giudice. Quindi, il discorso che abbiamo sentito è completamente campato in aria, probabilmente i colleghi che vi hanno fatto riferimento hanno preso lezione di diritto dai colleghi dell'Italia dei Valori.
Venendo al merito della discussione, credo che gli emendamenti in esame vadano respinti, innanzitutto perché la magistratura del lavoro funziona perfettamente ed ha dei termini perfettamente attendibili da parte dei magistrati. Ricordo che a Torino c'è un giudice che definisce le cause in sessanta giorni, mentre altri le definiscono in due anni, pur avendo lo stesso carico di lavoro; quindi questo aspetto non solleva questioni.
In secondo luogo, questi emendamenti danno un meccanismo contrario di certezza delle interpretazioni, perché c'è una qualificazione del contratto che è nella disponibilità delle parti in quanto parliamo di diritti disponibili; inoltre c'è una clausola di salvaguardia che concerne la difformità fra il programma negoziale certificato e la sua successiva attuazione, quindi questo impedisce di andare dietro a qualsiasi errore. Da ultimo, la disposizione cui gli emendamenti si riferiscono fa salvo il caso di errata qualificazione del contratto; quindi, se ad esempio abbiamo un contratto che prevede un rapporto di lavoro autonomo, ma che in realtà si svolge con le modalità del lavoro subordinato c'è un errore di qualificazione. Pertanto, siamo di fronte ad un meccanismo di miglioramento e non di peggioramento e per questo motivo voteremo contro questi identici emendamenti.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Porcino 30.8 e Damiano 30.9, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sanga, Casini, Ferranti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato
239
Hanno votato
no 252).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 30.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Damiano, onorevole Servodio, onorevole Simeoni, onorevole Corsaro, onorevole Santelli, onorevole Moroni.
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 43
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato
242
Hanno votato
no 253).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 30.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo, onorevole Damiano, onorevole Traversa, onorevole Lo Monte.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 497
Maggioranza 249
Hanno votato
243
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che il deputato Cimadoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Porcino 30.12 e Damiano 30.13. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, l'emendamento Damiano 30.12, chiede la soppressione del comma 3 dell'articolo 30, che è uno di quelli indicati dal Presidente. Il comma 3, che si chiede di sopprimere, contiene disposizioni che hanno lo scopo di limitare i poteri dei giudici in materia di controversie di lavoro.
Ciò, da un lato irrigidisce il sistema e, dall'altro, crea un possibile vulnus ai diritti dei lavoratori. Il comma contiene disposizioni relative agli elementi presenti nei contratti collettivi e individuali di lavoro a cui il giudice deve fare riferimento nei contenziosi relativi ai licenziamenti individuali.
In particolare si dispone che il giudice, nel valutare le motivazioni poste alla base del licenziamento, debba tener conto, oltre che delle fondamentali regole del vivere civile e dell'oggettivo interesse dell'organizzazione, anche delle tipizzazioni di giusta causa e di giustificato motivo presenti nei contratti collettivi di lavoro, ovvero, se stipulati con l'assistenza delle commissioni di certificazione, nei contratti individuali di lavoro.
Analogamente, il giudice deve tener conto degli elementi e dei parametri appositamente individuati dai suddetti contratti nello stabilire, ai sensi dell'articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, le conseguenze di riconnettere al licenziamento la riassunzione o il risarcimento e, a tal fine, il giudice deve inoltre tener conto di una serie di elementi quali le dimensioni, le condizioni dell'attività del datore di lavoro, la situazione del mercato del lavoro locale, l'anzianità e le condizioni del lavoratore e il comportamento delle parti contrattuali, anche nel periodo precedente al licenziamento. Per questo ne chiediamo la soppressione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo soltanto per trenta secondi per ricordare che forse i colleghi dell'Italia dei Valori non hanno letto l'ultimo testo licenziato dalla Commissione perché è stata soppressa la dicitura «oltre che delle fondamentali regole del vivere civile e dell'oggettivo interesse dell'organizzazione», così da non confondere l'Assemblea e sapere qual è veramente il testo che stiamo votando.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Porcino 30.12 e Damiano 30.13, non accettati dalla Commissione né dal Governo. Pag. 44
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Moles, Rugghia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 488
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
209
Hanno votato
no 279).

Prendo atto che il deputato Nizzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 30.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 489
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
210
Hanno votato
no 279).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Porcino 30.15 e Damiano 30.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, volevo ringraziare intanto il collega della Lega Fedriga che ha tenuto conto nella mia articolazione solamente ed esclusivamente di una singola parola. Non ha ascoltato, infatti, come fa sempre in Commissione e in quest'Aula di solito, le cose che naturalmente vengono dette su tutto l'articolato. Il collega ha seguito solo una parola, si vede che era disattento e faceva altro, ma non ha ascoltato tutto il testo del discorso. Quindi, lo ringrazio della sua attenzione che, se magari fosse su tutto il resto dell'articolato e non sulla singola parola, sarebbe magari meglio. Forse in questa quest'Aula si potrebbe anche lavorare meglio con la collaborazione dell'opposizione che vediamo come è tenuta in considerazione su tutto quello che viene detto.
Nel comma 4 si ampliano i poteri delle commissioni di certificazione dei contratti di lavoro, che acquistano anche competenza in materia di controversie di lavoro. Questa disposizione ha, di fatto, l'effetto di limitare i poteri dei giudici in materia di controversie di lavoro, ovvero crea possibili casi di vulnus dei diritti dei lavoratori e, certamente, non determina una riduzione del contenzioso del lavoro. Semplicemente la disposizione crea delle rigidità al sistema della contrattazione. La certificazione opera, inoltre, su tutti i contratti in cui si è dedotta direttamente o indirettamente una prestazione di lavoro. Per questo motivo chiediamo la soppressione del comma 4 (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Saluto il comitato organizzatore della maratona Collemare di Barchi Fano, in provincia di Pesaro-Urbino, che sta assistendo ai nostri lavori dalle tribune e che ha presentato alla Camera dei deputati l'VIII edizione che si terrà il prossimo 2 maggio, alla quale parteciperanno i colleghi parlamentari maratoneti, (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, visto che bisogna chiarire all'Assemblea, come diceva l'onorevole Fedriga, voglio dire anche a chi ci ascolta da casa che c'è voluto un intervento del Presidente della Repubblica per emendare le «regole Pag. 45del vivere civile» (che nessun significato giuridico possono avere in questa sede) e per emendare il riferimento all'interesse oggettivo dell'organizzazione dell'impresa che avrebbe dato adito a interminabili controversie. Ripeto, quindi, che c'è voluto un intervento del Presidente della Repubblica per eliminare queste due sciocchezze (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Porcino 30.15 e Damiano 30.16, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rampi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 494
Maggioranza 248
Hanno votato
214
Hanno votato
no 280).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 30.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Simeone, Mannucci, Porcino e Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 494
Maggioranza 248
Hanno votato
244
Hanno votato
no 250).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 30.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Nizzi, Traversa, Latteri e Bernardini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 497
Maggioranza 249
Hanno votato
220
Hanno votato
no 277).

Prendo atto che il deputato Brandolini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Ricordo che l'emendamento Damiano 30.19 è inammissibile.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico...

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Onorevole Paladini, ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, sarò veloce, però mi consenta almeno di fare la dichiarazione di voto sull'articolo 30. Noi siamo contrari all'articolo 30 così come è stato formulato, anche perché non è stato accolto nessuno degli emendamenti che avevamo presentato. È chiaro il contenuto e il contesto normativo dell'articolo 30, poiché l'articolo interviene sul controllo giudiziale e sul rispetto delle clausole generali contenute nella disciplina legislativa in materia di lavoro, dalla certificazione dei contratti di lavoro alle valutazioni da parte dei giudici nei contenziosi concernenti i licenziamenti individuali. In particolare, poi il relatore ha dichiarato di essere disponibile solo a qualche limitato chiarimento sul testo dell'articolo. Pag. 46
Di fatti, si è vista l'assoluta volontà di non portare avanti nessuna delle cose che erano state sostenute, che potevano migliorare questo articolo 30 e vederci anche favorevoli ad esso. La Commissione lavoro ha apportato una sola modifica all'articolo 30, sopprimendo criteri per noi fondamentali, come l'imposizione del giudice nel risolvere i contenziosi relativi ai licenziamenti individuali, che sono fondamentali regole del vivere civile. Naturalmente, l'oggettivo interesse dell'organizzazione è che il giudice, nel valutare le motivazioni poste alla base dei licenziamenti, ne dovrà tenere conto.
Soprattutto, noi pensavamo di introdurre le tipizzazioni di giusta causa e giustificato motivo, che il relatore conosce e comprende benissimo e che sono presenti nei contratti collettivi di lavoro; soprattutto, le tipizzazioni di giusta causa e di giustificato motivo sono contenute nei contratti individuali di lavoro stipulati con l'assistenza delle commissioni di certificazione previste dal decreto legislativo n. 276 del 2003.
Il comma 1 dell'articolo 30 delimita il potere di controllo giudiziario sulla ricorrenza dei presupposti previsti dalle cosiddette clausole generali; invece, il comma 2 rende vincolante nei confronti del giudice l'accertamento effettuato in sede di certificazione dei contratti di lavoro e tale certificazione volontaria, e non obbligatoria, per le parti trova applicazione anche nei confronti di tutti i contratti e si attiva presso specifiche commissioni di certificazione.
Il comma 3, invece, contiene disposizioni relative agli elementi presenti nei contratti collettivi e individuali di lavoro, a cui il giudice doveva fare riferimento nei contenziosi relativi ai licenziamenti individuali.
Il comma 4, infine, sostituisce interamente l'articolo 75 del decreto legislativo n. 276 del 2003, che individuava la finalità della procedura di certificazione rispetto al testo vigente. La disposizione in esame amplia l'ambito oggettivo di intervento della procedura di certificazione, utilizzabile non solamente in relazione alla qualificazione dei contratti di lavoro, bensì, in senso più generale, al contenzioso in materia di lavoro. La certificazione opera, inoltre, su tutti i contratti in cui sia dedotta, direttamente o indirettamente, una prestazione di lavoro.
Per questo, signor Presidente, voteremo contro questa impostazione e questo modo di lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gnecchi. Ne ha facoltà.

MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, abbiamo presentato molti emendamenti soppressivi di alcune parti dell'articolo 30. Non è stato approvato alcun emendamento: il fatto che fossero emendamenti soppressivi già dimostra il fatto che noi riteniamo che in questa materia si sia andati a ledere il diritto fondamentale dei lavoratori e delle parti sociali di intervenire con la contrattazione in materia di lavoro.
Ci teniamo ad aggiungere che, come Commissione lavoro, abbiamo svolto delle audizioni delle organizzazioni sindacali, anche in questo periodo, dopo la lettera del Capo dello Stato che ha riaperto la discussione del «collegato lavoro» alla Camera.
Anche la CISL e la UIL, nell'ambito delle audizioni - quindi non solo la CGIL - hanno specificato che si deve partire dalla netta convinzione che nel nostro Paese lo strumento più moderno di tutela del lavoratore e della lavoratrice è e deve rimanere la contrattazione collettiva nazionale ed aziendale.
In particolare, la UIL ha comunicato a tutti i colleghi della Commissione lavoro la propria posizione in modo molto esplicito, sottolineando che ritiene eccessivo il potere conferito alla certificazione, e quindi l'articolo 30, nello specifico, di questo «collegato lavoro». Tutte le organizzazioni sindacali - quindi non solo la CGIL, le forze della sinistra e il PD - chiedono che la certificazione abbia un ruolo molto più limitato, sia molto più regolamentata e, Pag. 47soprattutto, non leda la contrattazione collettiva ed aziendale.
Per questo motivo, voteremo contro l'articolo 30: non siamo assolutamente d'accordo su questa formulazione, perché riteniamo che avrebbe potuto almeno essere corretta con i nostri emendamenti soppressivi. Senza avere approvato alcun emendamento soppressivo, riteniamo che questo articolo sia lesivo della contrattazione in generale e della parte più debole nella contrattazione, che rimangono il lavoratore e la lavoratrice (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nizzi, Porcino, Latteri, Mondello.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 460
Astenuti 32
Maggioranza 231
Hanno votato
251
Hanno votato
no 209).

(Esame dell'articolo 31 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, intervengo sul complesso degli emendamenti all'articolo 31, che sono tesi ad una modifica migliorativa. Annuncio, a nome del gruppo del Partito Democratico, che in mancanza di un loro accoglimento, noi esprimeremo sull'articolo in esame un voto di astensione.
Come sappiamo, l'oggetto di discussione è estremamente delicato, ossia l'arbitrato, sul quale, come abbiamo detto in più occasioni, come Partito Democratico siamo assolutamente d'accordo; non siamo d'accordo sull'arbitrato secondo equità. Noi abbiamo già utilizzato tale argomento in precedenza, anche perché oggi siamo alla quinta lettura e, se i nostri emendamenti fossero stati accolti, non sarebbe stato necessario l'intervento del Presidente della Repubblica su una materia così delicata. Va dato atto al Quirinale che con tale intervento si è smossa l'ostinazione con la quale il Governo ha difeso un provvedimento, approvato per ultimo al Senato, che conteneva chiaramente molte contraddizioni. Apprezziamo anche alcuni dei passi avanti che si sono compiuti: per questo annunciamo l'astensione sull'articolo 31.
I passi avanti consistono sicuramente nell'esclusione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori dall'arbitrato secondo equità. Però vogliamo dirlo con chiarezza: noi abbiamo ribadito che, pur essendo l'articolo 18 argomento che colpisce l'immaginario collettivo, frutto di grandi battaglie, e sebbene - lo ripeto - personalmente io ritenga che l'articolo 18 non debba essere toccato neanche in futuro come misura di protezione del lavoro, non possiamo semplicemente circoscrivere all'articolo 18 il problema dell'arbitrato, perché l'arbitrato secondo equità consente di avere una sorta di peggioramento, ossia di deroga da leggi e da contratti, che possono toccare il complesso della condizione dei lavoratori. Da qui l'apprezzamento per un passo avanti, ma al tempo stesso un ragionamento molto chiaro: esso è assolutamente insufficiente.
Così come sulla clausola compromissoria, signor Presidente. Devo dire che era assolutamente inaccettabile ed aberrante la soluzione trovata in precedenza, sulla quale molto giustamente è intervenuto il Presidente della Repubblica, che prevedeva la sua sottoscrizione addirittura all'atto Pag. 48dell'assunzione, ossia in una situazione riconosciuta dal diritto del lavoro, nella quale fra imprenditore e lavoratore vi è una parte forte, l'imprenditore, e una parte debole, il lavoratore. Ciò è evidente soprattutto in una situazione di crisi, nella quale i lavoratori sono portati ad accettare qualsiasi tipo di lavoro e nella quale l'80 per cento delle nuove assunzioni è a tempo determinato, è evidente l'elemento di contratto, che era in qualche modo nascosto da un velo: la possibilità di scelta che era nei fatti assolutamente negata. Anche in questo caso un piccolo passo avanti: quello di spostare la clausola compromissoria al termine del periodo di prova. Ma anche questo per noi non è sufficiente, perché altra cosa è un arbitrato, non secondo equità, al quale il lavoratore possa ricorrere al momento opportuno, cioè quando sorge effettivamente un contenzioso, non come clausola sottoscritta ad un certo momento e per sempre a disposizione.
Questo, infatti, è lesivo dell'autonomia e della libertà di cui debbono godere i lavoratori, che dovrebbero avere a loro disposizione sia la possibilità di ricorrere all'arbitrato sia la possibilità di ricorrere alla magistratura ordinaria. Dunque sottolineiamo l'esigenza di una libertà di scelta che, anche se nel nuovo testo ha qualche miglioramento, non viene completamente garantita ai lavoratori.
Infine, per concludere, non può passare inosservato il fatto che, se non si accetteranno i nostri emendamenti, le commissioni di conciliazione potranno essere rappresentate da parti sindacali territorialmente rappresentative. Ho già avuto modo in altre occasioni di sottolineare come questo concetto di rappresentatività territoriale in realtà possa minare le basi della rappresentatività nazionale del sindacato confederale e agevolare la costituzione di sindacati di comodo, che sorgono ad hoc per risolvere determinati problemi (sindacati dei lavoratori e delle imprese).
Tutto questo porterà inevitabilmente ad una logica di dumping sociale, di rincorsa al basso; abbiamo sotto i nostri occhi gli scandali di lavoratori che accettano il lavoro a 2 euro all'ora: non so dove vogliamo arrivare con queste clausole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Onorevole Damiano, deve concludere.

CESARE DAMIANO. Anche per questo motivo, esprimiamo la nostra insoddisfazione e per questo, se non vi saranno modificazioni e se non si accetteranno i nostri emendamenti, come ho già detto all'inizio, ci asterremo sull'articolo 31, apprezzando i parziali avanzamenti anche grazie al Presidente della Repubblica, ma non riconoscendo la soluzione del problema che avevamo posto e che nella lettera del Presidente era chiaramente indicato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Comunico che i lavori dell'Assemblea proseguiranno sino alle 13,50.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Damiano 31.1, 31.2 e 31.3 e sugli identici emendamenti (come lei, signor Presidente, mi ha corretto) Paladini 31.4 e Damiano 31.5. Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Damiano 31.6, 31.7, 31.8 e 31.9, nonché sugli identici emendamenti Paladini 31.10 e Damiano 31.11 e sugli identici emendamenti Porcino 31.12 e Damiano 31.13.

PRESIDENTE. Onorevole Cazzola, l'emendamento Porcino 31.12 non è stato segnalato.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. La Commissione esprime, inoltre, parere contrario sugli emendamenti Delfino 31.14, Borghesi 31.15, Damiano 31.16 e 31.17, sugli identici emendamenti Lo Monte 31.18 e Damiano 31.19, nonché sugli Pag. 49emendamenti Paladini 31.20, Damiano 31.21, Delfino 31.22, 31.23 e 31.24. Il parere è altresì contrario sugli identici emendamenti Porcino 31.25 e Damiano 31.26, sugli identici emendamenti Borghesi 31.27 e Damiano 31.28, sull'emendamento Damiano 31.30, sugli identici emendamenti Damiano 31.31 e Borghesi 31.32, nonché sugli emendamenti Damiano 31.33 e Paladini 31.34. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Fedriga 31.35, mentre il parere è contrario sugli identici emendamenti Delfino 31.36, Damiano 31.37 e Borghesi 31.38. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Antonino Foti 31.39, mentre il parere è contrario sugli emendamenti Damiano 31.40, sugli identici emendamenti Porcino 31.41 e Damiano 31.42 e sugli emendamenti Damiano 31.43, 31.44, 31.45, 31.46 e 31.47.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

LUCIA CODURELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare, a titolo personale, che voterò contro l'articolo 31.

PRESIDENTE. Sta bene, lo ha anticipato, ma non siamo ancora passati alle votazioni.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Damiano 31.1.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Servodio, Simeoni, Trappolino, Concia, Martella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 481
Astenuti 2
Maggioranza 241
Hanno votato
205
Hanno votato
no 276).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sposetti, Toccafondi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 482
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato
204
Hanno votato
no 278).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lanzillotta, Lo Monte, Latteri, Compagnon...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
238
Hanno votato
no 248).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici Pag. 50emendamenti Paladini 31.4 e Damiano 31.5, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato
237
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che il deputato Enzo Carra ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Reguzzoni, Mario Pepe (PdL)...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 482
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato
212
Hanno votato
no 270).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sposetti, Tommaso Foti, Mazzuca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
209
Hanno votato
no 280).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Aprea, Rosso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 487
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato
209
Hanno votato
no 278).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Causi, Ciccanti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato
207
Hanno votato
no 278).

Prendo atto che il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Paladini 31.10 e Damiano 31.11. Pag. 51
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, chiediamo la soppressione di questo comma, perché prevede che la clausola compromissoria con cui si devolve ad arbitri la risoluzione delle controversie di lavoro può ricomprendere anche la richiesta di decidere secondo equità nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento. Il giudizio secondo equità, tuttavia, prevede che la decisione possa essere adottata anche contra legem purché rispetti i principi generali dell'ordinamento. Il giudizio di equità non può trovare molto spazio nella materia dei rapporti individuali di lavoro caratterizzati da diritti indisponibili o costituzionalmente garantiti. L'introduzione di questo giudizio non aiuta a ridurre il contenzioso, come la legge si propone, ma rischia di alimentarli, per cui noi ne chiediamo la soppressione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, degli identici emendamenti Paladini 31.10 e Damiano 31.11, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 480
Maggioranza 241
Hanno votato
210
Hanno votato
no 270).

Passiamo all'emendamento Damiano 31.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, al comma 5 è stato soppresso il periodo seguente: «Il lodo è impugnabile ai sensi dell'articolo 808-ter, anche in deroga dall'articolo 829, commi quarto e quinto, se ciò è stato previsto nel mandato per la risoluzione arbitrale della controversia». Questo prevede che la clausola compromissoria con cui si devolve ad arbitri la risoluzione delle controversie del lavoro può ricomprendere anche la richiesta di decidere secondo equità nel rispetto di principi generali dell'ordinamento. Il giudizio, secondo noi, naturalmente è importante. Chiediamo di eliminare la disciplina che riduce la possibilità di impugnare il lodo, soprattutto, per quello che riguarda l'estensione, in caso di violazione delle regole del diritto, per la violazione dei contratti e degli accordi collettivi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gava...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato
240
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che l'onorevole Delfino ritira il suo emendamento 31.14.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 31.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sposetti... onorevole Bossi... onorevole Briguglio... onorevole Coscia...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 52
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato
210
Hanno votato
no 274).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Caterina... onorevole Mazzuca... onorevole D'Antoni... onorevole Ravetto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 483
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato
209
Hanno votato
no 274).

Prendo atto che il deputato Paladini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Di Virgilio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Iapicca... onorevole Vella... onorevole Castellani... onorevole Stradella... onorevole Latteri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato
241
Hanno votato
no 243).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lo Monte 31.18 e Damiano 31.19, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda... onorevole Veltroni... onorevole Lanzillotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
211
Hanno votato
no 275).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 488
Maggioranza 245
Hanno votato
240
Hanno votato
no 248).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 31.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca? Onorevole Romano?
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 53
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 488
Maggioranza 245
Hanno votato
240
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che l'emendamento Delfino 31.23 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 31.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Trappolino? Onorevole Pes?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato
237
Hanno votato
no 248).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Porcino 31.25 e Damiano 31.26.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, quello in esame è uno dei commi espressamente indicati dal Presidente della Repubblica. Secondo il Presidente la possibilità di ricorrere all'arbitrato anche in materia di pubblico impiego rischia di ledere i principi di buon andamento, trasparenza ed imparzialità dell'azione amministrativa sanciti dall'articolo 97 della Costituzione, in mancanza naturalmente di chiarimenti sulle norme che possono essere derogate e sull'estensione di tale deroga, per questo noi ne abbiamo chiesto la soppressione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Porcino 31.25 e Damiano 31.26, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca? Onorevole Vico? Onorevole Nizzi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato
206
Hanno votato
no 277).

Prendo atto che la deputata Sereni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Borghesi 31.27 e Damiano 31.28.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ne approfitto per dichiarare che sugli emendamenti Damiano 31.28, Damiano 31.30, Paladini 31.34, Antonino Foti 31.39 il voto del Partito Democratico è un voto positivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, in estrema sintesi la nostra idea è che il comma in esame - che peraltro è uno dei commi su cui l'attenzione del Presidente è stata particolarmente marcata - sia stato modificato, e quindi queste modifiche sono certamente apprezzabili, ma non risolvono il problema di fondo che noi abbiamo posto e continuiamo a porre, cioè che la scelta di devolvere agli arbitri deve essere una scelta libera, assunta nel momento in cui Pag. 54si pone il contenzioso, non deve essere fatta una volta per sempre e in ogni caso, a nostro avviso, deve essere una scelta revocabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, anche noi abbiamo chiesto la soppressione per un semplice motivo.
Il comma 9 dell'articolo in esame prevede che i contratti di lavoro possono contenere clausole compromissorie che rendano obbligatorio lo svolgimento dell'arbitrato per risolvere le controversie di lavoro, sottraendo, di fatto, la materia all'autorità giudiziaria. Ciò a condizione che gli accordi interconfederali o i contratti collettivi di lavoro stipulati dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale prevedano la possibilità di inserire clausole compromissorie nei contratti.
Nel comma in oggetto si prevede che la clausola compromissoria sia certificata ai sensi del decreto legislativo n. 276 del 2003 e che le commissioni di certificazione accertino l'effettiva volontà delle parti di devolvere ad arbitri le controversie che dovessero insorgere in relazione al rapporto di lavoro.
Con gli emendamenti in esame si chiede di sopprimere il citato comma 9, che non consente al lavoratore un ripensamento: infatti, la clausola compromissoria è parte integrante del contratto di lavoro e costringe il lavoratore ad operare una scelta rispetto alla devoluzione di arbitri nel momento stesso dell'assunzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Borghesi 31.27 e Damiano 31.28, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 480
Maggioranza 241
Hanno votato
231
Hanno votato
no 249).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 31.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, mi ricollego al ragionamento svolto in precedenza. L'emendamento in oggetto ha proprio la finalità di consentire alle parti di devolvere ad arbitri la singola controversia. In altri termini, la logica nella quale ci muoviamo è proprio quella di consentire alle parti una libera scelta, ovviamente, pensando che la parte più debole del contratto, ovvero il lavoratore, rischia di essere coartato nella propria libertà. Quindi, la scelta «una volta per sempre», che viene proposta dal Governo e dal testo attuale, ci sembra inappropriata.
Peraltro, a nostro avviso, dovrebbe essere nulla ogni clausola che impedisca, in ogni caso, l'azione in sede giudiziaria. Il precludere l'accesso alla giustizia ordinaria al lavoratore, sulla scorta di una clausola compromissoria sottoscritta in prossimità dell'assunzione - trenta giorni dopo o il giorno che è stato stabilito oggi - sarebbe inappropriato. Per questo motivo, chiediamo che l'emendamento in oggetto sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 55

Onorevole Mazzuca... onorevole Codurelli... onorevole Sposetti... onorevole Mario Pepe (PdL)...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato
235
Hanno votato
no 250).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per segnalare un problema tecnico del meccanismo di votazione. Siamo qui in tre e poco fa si è accesa la luce rossa della postazione dell'onorevole Favia, che avrebbe espresso un voto contrario, in difformità dal gruppo. In realtà l'onorevole Favia è assente, chiedo quindi di effettuare una verifica.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 31.31.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Repetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato
234
Hanno votato
no 250).

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e, quindi, alle ore 16, con il seguito dell'esame del disegno di legge collegato in materia di lavoro, ricordando anche che l'onorevole Minardo, un mese fa, è diventato padre di due gemelli.

La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione e il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Misure in tema di mobilità intercompartimentale del personale della pubblica amministrazione, con particolare riferimento al personale degli enti locali - n. 3-01035)

PRESIDENTE. L'onorevole Negro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-01035, concernente misure in tema di mobilità intercompartimentale del personale della pubblica amministrazione, con particolare riferimento al personale degli enti locali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, come gruppo della Lega Nord Padania chiediamo di valutare l'opportunità di adottare provvedimenti volti a chiarire se nell'anno 2010 si possa attivare la mobilità intercompartimentale per i comuni con popolazione superiore a 5 mila abitanti, nonché ad agevolare e semplificare le procedure di mobilità, fermo restando il rispetto del Patto di stabilità da parte del comune. Lo chiediamo perché lo Pag. 56spostamento di personale tra enti è una delle modalità di sviluppo professionale e in questo modo si dà anche l'opportunità di reperire risorse umane in un'ottica di contenimento della spesa, tema a noi molto caro.

PRESIDENTE. Il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta, ha facoltà di rispondere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Signor Presidente, la mobilità intercompartimentale costituisce uno strumento prezioso da valorizzare e promuovere, in quanto permette di ottimizzare l'organizzazione delle pubbliche amministrazioni, razionalizzando il fabbisogno di personale.
In tal senso, secondo quanto disposto dagli articoli 29-bis e 30 del testo unico sul pubblico impiego, introdotti dal decreto legislativo n. 150 del 2009, con un decreto del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di imminente adozione, saranno definite la tabella di equiparazione tra i livelli di inquadramento previsti dai diversi contratti collettivi e le misure per agevolare i processi di mobilità, volti a fronteggiare le esigenze delle amministrazioni che presentino carenze di organico. Si tratta di un processo in cui saranno coinvolti anche i dirigenti responsabili degli uffici.
A tali provvedimenti si aggiunge una circolare del Dipartimento della funzione pubblica, in fase di avanzata predisposizione, che conterrà precisi indirizzi applicativi in materia.
Le disposizioni ordinamentali illustrate devono, comunque, conciliarsi con le limitazioni relative alle assunzioni e con i vincoli di contenimento della spesa per il personale. La mobilità, infatti, pur rappresentando sempre uno strumento finanziariamente da privilegiare, si configura in termini di neutralità di spesa solo se si svolge tra amministrazioni sottoposte entrambe a vincoli in materia di assunzioni a tempo indeterminato.
Va, pertanto, evitato che le amministrazioni non soggette a limiti assunzionali (quali sono i comuni con popolazione superiore a 5 mila abitanti) si configurino come un serbatoio da cui le altre amministrazioni, che, al contrario, sono soggette ai limiti stessi (come l'INPS), possano attingere nuovo personale, con ciò eludendo di fatto i vincoli posti dalla legge ai fini del contenimento della spesa pubblica.
Alla luce di ciò, nella predisposizione dei citati provvedimenti attuativi, è necessario acquisire le opportune intese con il Ministero dell'economia e delle finanze, in modo da agevolare ulteriormente i processi di mobilità, anche intercompartimentale, nel rispetto, in ogni caso, del principio della neutralità finanziaria.

PRESIDENTE. L'onorevole Negro ha facoltà di replicare.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatta delle delucidazioni appena ricevute dal Ministro Brunetta, anche perché sono un sindaco e ogni giorno tocco con mano quanto sia difficile amministrare il comune in situazioni in cui vecchie amministrazioni hanno accordato progressioni in maniera indiscriminata e quant'altro. Soprattutto, ci troviamo con le mani legate nell'ottimizzare le risorse, anche quelle umane.
Pertanto, da sindaco e da collega di altri sindaci, la invitiamo a voler quanto prima emanare questa circolare, affinché possiamo portare a buon termine il nostro mandato.

(Effetti e benefici derivanti dal servizio di posta elettronica certificata - n. 3-01036)

PRESIDENTE. L'onorevole Baldelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01036, concernente effetti e benefici derivanti dal servizio di posta elettronica certificata (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, Ministro Brunetta, da questa settimana è disponibile, per i cittadini e per le imprese, la posta elettronica certificata. Si tratta di Pag. 57un servizio di facile accesso che migliorerà i rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione.
Questa interrogazione a risposta immediata le domanda di esplicitare effettivamente quali saranno i vantaggi per i cittadini di questo nuovo servizio messo a disposizione dal suo Dicastero.

PRESIDENTE. Il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta, ha facoltà di rispondere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Signor Presidente, la posta elettronica certificata è un servizio gratuito per 50 milioni di italiani che garantisce valore legale alle comunicazioni via e-mail tra cittadini e pubblica amministrazione, e viceversa. Si tratta di un canale di comunicazione semplice, esclusivo, sicuro e gratuito tra tutti i cittadini e tutte le pubbliche amministrazioni, centrali e periferiche. Quindi, vi saranno comunicazioni con valore legale, ma anche comunicazioni senza valore legale.
Tale servizio, senza recarsi di persona agli uffici postali centrali o locali, consente ai cittadini maggiorenni di inviare e ricevere, in formato elettronico, messaggi di testo e allegati che hanno lo stesso valore legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno, ivi compresa una memoria di 500 megabyte sempre a disposizione per ogni cittadino.
È una svolta storica, che ridurrà gradualmente il ricorso alla comunicazione cartacea, abbattendo i costi e i tempi delle procedure amministrative. Infatti, per dialogare con qualsiasi ufficio della pubblica amministrazione, il cittadino non dovrà più produrre copie cartacee, né presentarsi presso gli uffici, né perdere tempo in coda agli sportelli, né sostenere i costi di invio di raccomandate con ricevuta di ritorno, né correre il rischio che le pratiche vadano perse, sentendosi dire che l'ufficio non ha mai ricevuto la documentazione. Le credenziali del servizio posta certificata del cittadino valgono, inoltre, come strumento di identificazione in rete.
Il cittadino che aderisce al servizio di posta certificata potrà, quindi, inoltrare istanze e dichiarazioni alla pubblica amministrazione, che avrà certezza dell'identità del mittente. Infatti, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 82 del 2005 e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 maggio 2009, le amministrazioni pubbliche sono tenute a rispondere alle istanze ricevute via PEC utilizzando lo stesso canale di comunicazione. Pertanto, il servizio posta elettronica certificata offre ai cittadini anche un domicilio elettronico gratuito presso cui ricevere le comunicazioni inviate dagli uffici.
I cittadini, inoltre, possono usufruire di ulteriori servizi gratuiti collegati alla PEC, quali il servizio di notifica, il fascicolo elettronico personale e l'indirizzario delle caselle di posta elettronica certificata. Saranno poi disponibili altri servizi con pagamento forfetario - ancora stiamo individuando una tariffa - come il raddoppio della memoria - passare da 500 megabyte a un gigabyte equivale ad un migliaio di cartelle dattiloscritte, come capacità di memoria -, la firma digitale e altro ancora.
È in atto questa rivoluzione che consentirà di cambiare la vita al cittadino, ma che consentirà anche alle amministrazioni di eliminare la carta.

PRESIDENTE. L'onorevole Baldelli ha facoltà di replicare.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, signor Ministro, mi dichiaro soddisfatto della sua risposta.
Da questa settimana 6.100 uffici postali sono abilitati all'identificazione di coloro che faranno, attraverso il sito predisposto dal suo Ministero, richiesta della posta elettronica certificata. Si tratta di un segnale importante di servizio gratuito al cittadino, come lei ha ribadito nel corso della sua risposta, che fa risparmiare tempo e, quindi, anche denaro non solo al cittadino, ma anche alla pubblica amministrazione, perché sostituisce la carta.
Le chiedo, signor Ministro, di vigilare e di pungolare tutte le amministrazioni. Infatti, Pag. 58molte di queste hanno già aderito, ma molte altre sono - e lo sappiamo - inadempienti e non hanno ancora attivato questo servizio, che permetterà ai cittadini di essere sempre al centro dell'azione amministrativa e di poter utilizzare questo servizio utile nella maniera più efficace possibile.
Ricordo - non per lei, Ministro, che questa cosa la sa già bene - che la posta elettronica certificata rientra in un quadro di insieme di riforma della pubblica amministrazione che ha posto il cittadino e l'impresa al centro dell'azione amministrativa, rivoluzionando completamente l'immagine della pubblica amministrazione e anche l'efficienza. Infatti, si è passati dalla lotta al fannullismo a quella all'astensionismo, dalla responsabilizzazione della dirigenza ai decreti legislativi che hanno dato attuazione a una riforma importante e che ella, signor Ministro, ha portato all'attenzione del Parlamento e che le Commissioni e le Assemblee parlamentari hanno approvato.
Credo che si stiano dando segnali molto importanti sulla pubblica amministrazione, che una volta veniva considerata forse un po' la palla al piede di questo Paese e che, invece, può dare slancio, efficienza e certezza ai cittadini, che hanno diritti perché pagano le tasse e meritano di avere, in primo luogo dalla pubblica amministrazione, servizi efficienti e puntuali (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Iniziative per il ritiro della nota ministeriale n. 9537 del 14 dicembre 2009 relativa alle cosiddette supplenze brevi - n. 3-01037)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Giuseppe ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Pietro n. 3-01037, concernente iniziative per il ritiro della nota ministeriale n. 9537 del 14 dicembre 2009 relativa alle cosiddette supplenze brevi (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, signor Ministro, di solito quando ci si pone un obiettivo bisogna anche decidere qual è la strategia e qual è la strada da percorrere per raggiungerlo. Dico questo perché il Ministero ha emanato delle note ministeriali: la n. 3545 del 29 aprile del 2009, relativa ai finanziamenti alle scuole, la nota del 6 ottobre 2009, riguardante le supplenze temporanee del personale docente e la nota del 14 dicembre del 2009, n. 9537, inerente le indicazioni riepilogative per il programma annuale 2010. Non si riesce a capire quale sia l'obiettivo che il Ministro vuole raggiungere. Da un lato, si vuole salvaguardare il diritto allo studio con la nomina di personale che vada a sostituire i docenti assenti, anche per garantire le attività didattiche agli alunni e, dall'altro, si stabilisce (proprio con la nota n. 9537) che le istituzioni scolastiche non possono iscrivere ulteriori importi a carico del Ministero.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANITA DI GIUSEPPE. Noi del gruppo dell'Italia dei Valori chiediamo se il Ministero intenda ritirare proprio questa nota, che non permette ai dirigenti scolastici di garantire l'attività didattica agli alunni e, nel contempo, non fa neanche rispettare le norme di sicurezza, perché i dirigenti scolastici sono costretti a suddividere gli alunni nelle classi.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, mi auguro di fornire i chiarimenti richiesti dall'onorevole Di Giuseppe. È impegno del Governo conciliare, da una parte, l'esigenza di tenere sotto controllo i conti pubblici, eliminando sprechi ed inefficienze, e, dall'altra però, sicuramente garantire il diritto allo studio mediante l'ordinato svolgimento delle attività di istruzione.
Con la nota n. 9537 del 14 dicembre 2009, che è stata correttamente richiamata dalla interrogante, sono state fornite alle Pag. 59istituzioni scolastiche le indicazioni necessarie per consentire una programmazione certa con riferimento alla dotazione finanziaria comunicata. In particolare, per le supplenze brevi e saltuarie a ciascuna scuola è assicurata una risorsa complessiva annuale sulla base di criteri e parametri stabiliti.
Con tale procedura si è inteso favorire una maggiore flessibilità nell'autorizzazione delle risorse, consentendo di far fronte con immediatezza alle esigenze prioritarie che si determinino di volta in volta nell'autonomia gestionale delle varie scuole. Infatti, il citato decreto ha previsto che le risorse finanziarie per le supplenze brevi e saltuarie sono determinate in funzione degli importi e delle unità di personale in servizio presso ciascuna istituzione scolastica e che ad eventuali integrazioni si procede a seguito di appositi monitoraggi.
Infatti, come già avvenuto negli anni scolastici precedenti, il Ministero effettua periodicamente tale monitoraggio delle spese ritenute, quali quelle riferite alle supplenze brevi per conoscere le maggiori esigenze delle varie scuole e, previa verifica, poterle soddisfare. L'ulteriore fabbisogno per le supplenze brevi non era infatti quantificabile a dicembre 2009 (quando è stata emanata la nota), tenuto conto dell'estrema variabilità nel corso del tempo.
Tra l'altro, in relazione alle effettive situazioni di necessità finanziaria per il 2009, con la successiva legge di assestamento del bilancio, la spesa per le supplenze temporanee è stata incrementata di ben 150 milioni di euro. Inoltre, il tasso medio di assenza citato nella nota non costituisce un limite per l'assegnazione delle risorse finanziarie, ma è semplicemente un indicatore. I chiarimenti in tal senso sono stati forniti alle scuole dal Ministero dell'istruzione in data 22 febbraio e 10 marzo.
Infine, quanto alle modalità di sostituzione dei docenti nella scuola secondaria, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca precisa che si può ricorrere a personale in servizio qualora il medesimo sia disponibile ad effettuare ore aggiuntive.
Compete comunque al dirigente scolastico - appena comunicata l'assenza del docente - assicurare da subito il diritto allo studio, assumendo le iniziative organizzative ritenute al momento più idonee e ferma restando la necessità di rispettare la capienza delle aule ai fini della sicurezza degli allievi.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di replicare.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signor Ministro, innanzitutto la prego di far modificare la nota ministeriale n. 9537 del 14 dicembre 2009, dove pone come termine di riferimento per individuare la possibilità di spendere ulteriore importo per le supplenze brevi il tasso di «assenteismo» (non di «assenza», come lei ha detto), in ciò dimostrando il preconcetto verso gli insegnanti che hanno questo Governo e questo Ministro dell'istruzione.
Nel merito, vorrei far presente una questione: alla fine del 2009 può darsi che non sapessimo esattamente quanto denaro occorresse per fare fronte a questa esigenza, ma adesso lo sappiamo certamente ed una cosa è certa: come ci dicono tutti gli insegnanti, i presidi, gli alunni e le famiglie, mancano i fondi per far fronte alle supplenze brevi. Ciò comporta due conseguenze, due necessità, due violazioni della legge necessitate che compiono i presidi: quelle di affidare gli alunni in più classi, causando problemi di sicurezza, e quello di utilizzare gli insegnanti di sostegno togliendoli a chi ne ha bisogno, proprio perché si deve garantire il diritto allo studio. Ma se lo studio è un diritto da garantire ad ogni costo, non si può dire: ti garantisco, però metto un limite al denaro da spendere.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, la prego di concludere.

ANTONIO DI PIETRO. Delle due l'una: o si dice che le supplenze brevi non vanno Pag. 60coperte, ma se si dice che le supplenze brevi debbono essere necessariamente coperte, a questo punto automaticamente bisogna dare al preside e al dirigente dell'istituto la possibilità di pagare la supplenza breve. Infatti, se non ha i soldi e non glieli dai prima, ma gli dici che glieli dai dopo e se ce l'hai, il preside non può assumere un supplente breve per fare il lavoro.
Il risultato è che il diritto allo studio viene vanificato e il preside deve fare una scelta tra un'illegittimità che deve compiere subito per garantire il diritto allo studio o far rinunciare agli studenti la possibilità di esercitare il diritto allo studio.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, dovrebbe concludere...

ANTONIO DI PIETRO. Per questa ragione, contestiamo formalmente a questo Governo di aver voluto porre in essere una norma che di fatto impedisce ai ragazzi di avere l'accesso effettivo a questo diritto e mette in condizione gli insegnanti e i presidi di violare la legge (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Iniziative per il coinvolgimento delle istituzioni elettive nazionali e locali in relazione alla costruzione e alla localizzazione di centrali nucleari in Italia - n. 3-01038)

PRESIDENTE. L'onorevole Pisicchio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01038 concernente iniziative per il coinvolgimento delle istituzioni elettive nazionali e locali in relazione alla costruzione e alla localizzazione di centrali nucleari in Italia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, signor Ministro, tutti gli italiani hanno appreso dalla stampa nei giorni scorsi che nel corso della visita del Primo Ministro russo Putin al nostro Presidente del Consiglio sarebbero stati siglati accordi per promuovere centrali nucleari in Italia.
Secondo le affermazioni dello stesso Presidente Berlusconi, la realizzazione della prima centrale si avrebbe entro i prossimi tre anni in un sito da definire dopo aver promosso una vasta opera di «convincimento degli italiani sulla bontà del nucleare attraverso i mezzi televisivi».
Intendiamo sapere dal Ministro quali iniziative intenda assumere per coinvolgere le istituzioni elettive nazionali e locali in un dibattito pubblico, così decisivo al fine di evitare che la scelta del nucleare, che fu oggetto peraltro anche di un pronunciamento referendario negativo qualche anno fa, venga calata oggi dall'alto.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, come ha ricordato nella sua interrogazione l'onorevole Pisicchio, in occasione del vertice tenuto lo scorso 26 aprile tra il Primo Ministro russo Vladimir Putin e il Presidente del Consiglio italiano si è deciso di rafforzare la cooperazione tra i due Paesi in campo nucleare.
L'intesa tra ENEL e la Inter Rao Ues, l'azienda elettrica controllata dei gruppi pubblici russi, riguarda la possibile realizzazione di due reattori di terza generazione nella città di Kaliningrad sul Mar Baltico.
Dunque non si è prevista la realizzazione italo-russa di centrali nucleari in Italia, bensì l'esclusiva valutazione da parte dell'ENEL degli aspetti tecnici, economici e normativi del progetto di costruzione dei citati reattori in Russia, al fine di stimare le condizioni e le modalità della sua possibile partecipazione.
Per quanto riguarda poi un altro aspetto della sua interrogazione, onorevole Pisicchio, ovvero il necessario coinvolgimento delle istituzioni centrali e locali nel dibattito pubblico nel nostro Paese, come ha affermato tra l'altro più volte anche lo stesso Ministro per lo sviluppo economico, Pag. 61il processo di rilancio della produzione nucleare in Italia sarà realizzato con modalità partecipative e trasparenti. In particolare, la scelta del nucleare e le relative fasi di attuazione sono state già oggetto di un ampio dibattito parlamentare con la partecipazione di tutte le forze politiche. Su questo punto il decreto legislativo n. 31 di quest'anno, emanato in attuazione della legge n. 99 del 2009, la cosiddetta legge sviluppo, prevede numerosi momenti di coinvolgimento delle istituzioni e in generale dei cittadini nel processo decisionale, dalla consultazione pubblica sul documento di strategia nucleare nazionale e sui requisiti delle aree potenzialmente idonee all'insediamento dei nuovi siti, fino ai pareri e alle intese necessarie con gli enti locali e le regioni per il rilascio delle autorizzazioni. Analoghe garanzie sono previste anche per la localizzazione del deposito nazionale per i rifiuti radioattivi. Inoltre, impegni di informazione al pubblico e di comunicazione sono previsti anche nelle modalità operative dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, di imminente costituzione.
Infine, onorevole Pisicchio, è di prossima definizione anche l'avvio di una campagna istituzionale sul programma nucleare con l'esplicitazione dei motivi di interesse pubblico e delle modalità con cui si intende procedere alla sua realizzazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Pisicchio ha facoltà di replicare.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, onorevole Ministro, la ringrazio per le parole che ha voluto dire in quest'Aula, ma devo dirle che il suo ragionamento ci tranquillizza solo in parte. Continua a non essere chiaro se si tratti di una collaborazione tecnologica con la Russia per importare le tecnologie russe. Peraltro mi si lasci segnalare che nei giorni scorsi si è verificato quanto meno un piccolo deficit di buon gusto, cosa che per un esteta come il nostro Premier non è cosa di poco conto: si è celebrato l'accordo nei giorni del ventiquattresimo anniversario della tragedia di Chernobyl. Oppure quella che è stata siglata con il Premier Putin è un'intesa che riguarda anche profili concernenti lo stoccaggio delle scorie?
Veda, signor Ministro, noi non stiamo entrando nel merito della scelta o meno del nucleare. Non stiamo sostenendo, cosa peraltro vera, che per esempio il Dubai sta facendo costruire un'intera città di quarantamila abitanti nel deserto tutta basata sull'energia solare, così attingibile in un Paese come il nostro. Non stiamo ricordando, cosa peraltro vera, che i costi di stoccaggio delle scorie sono immensi e sarebbero pagati dalle generazioni future. Non stiamo neanche commentando la dichiarazione di oggi del presidente del Veneto, Zaia, che diffida il Governo ad individuare siti in Veneto. Stiamo soltanto chiedendo al Governo di coinvolgere questo Parlamento e le istituzioni locali in questioni vitali come quelle legate alla politica energetica e alla localizzazione dei siti nucleari.

(Iniziative per la salvaguardia della produzione e dei livelli occupazionali con riguardo allo stabilimento LyondellBasell di Terni - n. 3-01039)

PRESIDENTE. L'onorevole Trappolino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sereni n. 3-01039, concernente iniziative per la salvaguardia della produzione e dei livelli occupazionali con riguardo allo stabilimento LyondellBasell di Terni (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

CARLO EMANUELE TRAPPOLINO. Signor Presidente, onorevole Ministro, l'interrogazione riguarda la vertenza in corso nella città di Terni tra la multinazionale LyondellBasell e i lavoratori che sono in questo momento in stato di agitazione ed hanno proclamato uno sciopero generale per la prossima settimana, verso i quali il gruppo del Partito Democratico intende esprimere piena solidarietà, anche perché la decisione della multinazionale appare quanto meno irresponsabile, visti i dati e Pag. 62gli andamenti della produzione industriale in quello stabilimento e visti anche i numeri dei fatturati di quel sito.
La chiusura della LyondellBasell oltre a rappresentare un problema per i lavoratori del sito produttivo, rappresenta anche un rischio, una minaccia per l'intero polo chimico ternano, e ad essere attraversati da preoccupazioni sono oltre un migliaio di dipendenti del polo chimico, che vedono con estrema preoccupazione questa chiusura.
Con l'interrogazione, intendiamo chiedere al Governo, in particolare al Ministro, quali sono le iniziative che il Governo sta assumendo non solo per il mantenimento della produzione e dei livelli occupazionali, ma anche, e soprattutto, rispetto alla situazione complessiva della produzione chimica nel nostro Paese. Credo che questa sia una vicenda che attraversa complessivamente il nostro Paese, le politiche di questo Governo rispetto ai rapporti con le multinazionali.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, è stata proprio l'importanza strategica che la chimica riveste nel nostro Paese a spingere il Governo - mi rivolgo all'onorevole Trappolino, ma anche all'onorevole Sereni che ha presentato l'interrogazione e che poi replicherà - a seguire con grande attenzione la crisi della multinazionale LyondellBasell.
Infatti, a seguito dell'annuncio della stessa di chiudere l'impianto chimico di Terni, si è subito tenuto un incontro presso il Ministero dello sviluppo economico. In tale riunione il rappresentate dell'azienda ha confermato la decisione presa di dismettere il citato sito all'interno di un piano industriale di razionalizzazione dei propri stabilimenti europei reso necessario dall'intenzione di evitare altrimenti il fallimento dell'azienda stessa. Tale piano industriale ha già comportato la chiusura di analoghi impianti in Francia, nel Regno Unito e in Germania. In particolare, per quanto riguarda l'Italia, le motivazioni per l'impianto di Terni sono state addotte dall'azienda alla forte sovracapacità produttiva e al significativo declino della domanda.
Nell'ultima riunione tenutasi, dopo un acceso dibattito, i rappresentanti della società hanno riconfermato la volontà di chiusura dell'impianto a partire dal prossimo mese di luglio, proseguendo tuttavia nell'attività di messa in sicurezza e di bonifica dello stabilimento e continuando a partecipare fino al 3 giugno 2011 ai costi fissi del condominio industriale nel quale è situato lo stabilimento.
Dall'azienda, inoltre, non viene considerata perseguibile l'ipotesi di vendita dello stabilimento ad altro produttore dando tuttavia la disponibilità a considerare altri tipi di proposte. I lavoratori, pertanto, dal 1o luglio prossimo sarebbero messi in cassa integrazione guadagni straordinaria per un anno, e successivamente in mobilità.
La proposta del Ministro dello sviluppo economico, condivisa con le istituzioni locali e le organizzazioni sindacali, unite nella volontà di mantenere la produzione e l'occupazione, è quella di non chiudere gli impianti prima che si sia trovata una soluzione alternativa con la condizione ulteriore di due requisiti minimi: avere il tempo necessario per fare delle valutazioni, quindi senza la scadenza incombente del 30 giugno prossimo, e la disponibilità dell'azienda a valutare tutte le ipotesi percorribili senza scartare nulla a priori.
Il Governo, quindi, da un lato sta mantenendo aperto il tavolo di confronto con l'azienda, e dall'altro tenendo contatti anche con la Confindustria di Terni e con le singole aziende, sia per affrontare le problematiche del sito sia per la reindustrializzazione dello stesso e confida che con il contributo di tutti si possa pervenire ad una soluzione positiva.

PRESIDENTE. L'onorevole Sereni ha facoltà di replicare.

Pag. 63

MARINA SERENI. Signor Presidente, al Ministro Vito devo dire con rammarico che, purtroppo, non possiamo che constatare come la vicenda LyondellBasell sia, invece, emblematica del modo in cui il nostro Paese sta attraversando la crisi: sostanzialmente senza una strategia nel rapporto con le multinazionali che non hanno cuore e cervello in Italia e senza una chiara politica industriale per alcuni settori portanti, come la chimica.
Tuttavia, riguardo alla specifica situazione, apprezzo, ovviamente, le informazioni che ci ha fornito in questa sede il Ministro. Non possiamo che esprimere apprezzamento per il lavoro fin qui svolto dal Ministero dello sviluppo economico.
Chiediamo, però, al Governo di continuare a lavorare in due direzioni. In primo luogo, non cedere alla richiesta dell'azienda di chiudere questo impianto: le ragioni dell'azienda sono incomprensibili. La riorganizzazione in altri Paesi - Francia, Germania e Gran Bretagna - ha riguardato rami secchi dell'azienda. Non è così l'impianto di Terni, per numeri della produzione e per qualità dell'impianto. In ogni caso, chiediamo al Governo di perseguire un altro obiettivo, quello di lavorare per un futuro produttivo di questo impianto, al fine di garantire il futuro del polo chimico del ternano. L'impianto è piccolo, ma produce materia prima per altre aziende di quel sito e di quell'area, che rimarrebbero senza materia prima se prevalesse l'idea della Basell di non cedere la loro azienda a dei concorrenti: questo è inaccettabile. Una città e una comunità come quella umbra non possono accettare - credo nemmeno il Governo italiano - che una multinazionale, senza ragioni comprensibili e serie, possa abbandonare quel sito ed impedire che altri producano il polipropilene in quell'area.
Il 4 maggio, come ha già affermato il collega Trappolino, i lavoratori delle aziende, le famiglie e le istituzioni locali saranno davanti a Montecitorio ad esprimere l'allarme e la preoccupazione. Chiediamo al Governo di far sentire concretamente, in ogni momento, nelle prossime settimane, la vicinanza a quei lavoratori e a quelle comunità locali. Noi saremo insieme a loro e ci auguriamo che per quella data altre iniziative del Governo e altre risposte a questi lavoratori e nel rapporto con l'azienda possano essere messe in campo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Misure straordinarie per l'assunzione del personale discontinuo impiegato dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco - n. 3-01040)

PRESIDENTE. L'onorevole Lusetti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Vietti n. 3-01040, concernente misure straordinarie per l'assunzione del personale discontinuo impiegato dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

RENZO LUSETTI. Signor Presidente, signor Ministro, è nota a tutti - anche a lei, onorevole Vito, che non è Ministro dell'interno - la forte carenza di organico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
I comandi provinciali, che sono distribuiti su tutto il territorio nazionale, si avvalgono quotidianamente del ricorso straordinario ai vigili del fuoco discontinui iscritti presso i singoli comandi provinciali e utilizzati per sopperire alla mancanza di personale. Con l'assorbimento del personale discontinuo, si avrebbe l'opportunità di sanare - almeno in parte e, soprattutto, in tempi brevi - la grave emergenza di organico, ripristinando l'operatività minima di tutti i comandi e di tutti i distaccamenti permanenti presenti sul territorio.
Chiedo a lei, signor Ministro, cosa intende fare, anche adottando misure straordinarie, il Ministro dell'interno per affrontare tale situazione e per dare risposte concrete sia al Corpo nazionale dei vigili del fuoco sia ai lavoratori discontinui in attesa di stabilizzazione.

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PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Lusetti, le risulterà sicuramente - in seguito fornirò alcuni dati - che l'adeguamento delle dotazioni e delle risorse del Corpo nazionale dei vigili del fuoco rappresenta una delle priorità del Governo e, in particolare, del Ministero dell'interno, proprio per le particolari funzioni a salvaguardia della collettività che questo Corpo svolge.
Già dall'ottobre del 2008 sono state avviate le procedure per l'assunzione di circa 1.350 unità nella qualifica di vigile del fuoco che, dal luglio 2009, sono state assegnate ai comandi provinciali, tenendo conto anche delle carenze, in particolare nelle regioni del nord e del centro.
Inoltre, con il decreto-legge n. 78 del 2009 (cosiddetto «decreto anticrisi»), sono state, tra l'altro, autorizzate assunzioni straordinarie per il Corpo nazionale nella misura corrispondente a 445 ulteriori unità. Inoltre ancora, il Governo, in sede di approvazione della legge finanziaria per il 2010, ha assegnato, per il triennio 2010-2012, ulteriori risorse per l'assunzione di personale nel Corpo nazionale, a copertura del 100 per cento del turnover. Il 45 per cento dei posti disponibili nel triennio, quindi, potrà essere destinato a favore dei volontari delle Forze armate.
Tali interventi normativi consentiranno, al termine del prossimo triennio, di realizzare un'inversione di tendenza rispetto al passato, tra personale collocato a riposo e personale da assumere, che ridurrà a circa duemila le unità attualmente carenti di organico del Corpo nazionale.
Quanto allo specifico quesito posto da lei e dal suo gruppo, si precisa che le procedure concorsuali per l'assunzione di 814 unità si concluderanno nel 2010 e che il personale discontinuo beneficerà di una riserva del 25 per cento dei posti disponibili.
Infine, il Ministero dell'interno sta comunque portando avanti l'assunzione di personale discontinuo, attingendo ad una graduatoria di 6.080 unità, approvata con decreto ministeriale del 28 aprile 2008.
Dopo una prima selezione, sono state già avviate 1.553 unità al corso di formazione per allievi vigili del fuoco, altre 95 unità potranno essere assunte a norma del decreto-legge n. 112 del 2008, mentre ulteriori 295 assunzioni potranno avvenire a norma della legge finanziaria per il 2008.
Questi, quindi, sono esempi concreti della particolare importanza che il Ministero dell'interno e l'intero Governo attribuiscono al personale volontario dei vigili del fuoco, nella consapevolezza, come dicevo all'inizio, del particolare e delicato ruolo e dell'importanza dello stesso che tale componente del Corpo svolge, soprattutto in presenza di particolari eventi di emergenza, a favore della sicurezza della collettività.

PRESIDENTE. L'onorevole Lusetti ha facoltà di replicare.

RENZO LUSETTI. Signor Ministro, prendo atto della sua risposta e anche degli intendimenti che il Ministero dell'interno assume in questa sede pubblica e parlamentare per quanto riguarda il tema più complessivo della riorganizzazione del Corpo dei vigili del fuoco e, soprattutto, del completamento delle carenze di organico, che sono 3 mila unità, come anche lei ha detto; questa carenza è sicuramente pericolosa per poter affrontare in maniera organica tutta la vicenda che riguarda le emergenze, di cui, purtroppo, il nostro Paese è spesso vittima.
Però il tema che riguarda i lavoratori discontinui concerne il fatto che, nel corso di questi anni, sono stati formati e non hanno bisogno di alcuna formazione ulteriore per poter affrontare le emergenze e per far parte del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Auspichiamo che vi sia un impegno ad assorbirli tutti non per poter far fronte solo e semplicemente alla precarietà di questa categoria di lavoratori, ma per fare in modo che venga utilizzata al meglio la preparazione professionale di questi tanti, Pag. 65tantissimi vigili del fuoco, che, in alcuni comandi provinciali, sono addirittura il 30 per cento degli effettivi.
È evidente, quindi, che vi è bisogno di questa categoria di lavoratori. La norma della finanziaria per il 2010 che ha sbloccato le assunzioni nel Corpo dei vigili del fuoco ha sicuramente dato un impulso, ma ha dato, secondo me, una cifra troppo elevata di riserve ai cosiddetti volontari in ferma breve.
Mi auguro che vi sia un impegno molto forte da parte del Governo per fare in modo che tutti i discontinui precari in questo settore possano essere utilizzati, stante la loro forte formazione, per affrontare le emergenze nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16 con il seguito della discussione del disegno di legge in materia di lavoro.

La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 16.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angeli, Bergamini, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brancher, Brugger, Brunetta, Caparini, Casero, Casini, Centemero, Cicchitto, Colucci, Cossiga, Cota, Craxi, Crosetto, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Gibelli, Jannone, La Russa, Libè, Lombardo, Lo Monte, Lucà, Mazzocchi, Menia, Milanato, Moffa, Nucara, Pastore, Ravetto, Romani, Samperi, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tenaglia, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cento, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di maggio 2010 e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto il seguente calendario dei lavori per il mese di maggio 2010:

Lunedì 3 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge n. 3350 - Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, recante disposizioni urgenti tributarie e finanziarie in materia di contrasto alle frodi fiscali internazionali e nazionali operate, tra l'altro, nella forma dei cosiddetti «caroselli» e «cartiere», di potenziamento e razionalizzazione della riscossione tributaria anche in adeguamento alla normativa comunitaria, di destinazione dei gettiti recuperati al finanziamento di un Fondo per incentivi e sostegno della domanda in particolari settori (da inviare al Senato - scadenza: 25 maggio 2010);
proposta di legge n. 1524 - Modifica all'articolo 8 del decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, concernente la misura del contributo previdenziale integrativo dovuto dagli esercenti attività libero-professionale iscritti in albi ed elenchi.

Martedì 4 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 5 e giovedì 6 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 7 maggio) (con votazioni):

Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 3350 - Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, recante disposizioni urgenti tributarie e finanziarie in materia di contrasto Pag. 66alle frodi fiscali internazionali e nazionali operate, tra l'altro, nella forma dei cosiddetti «caroselli» e «cartiere», di potenziamento e razionalizzazione della riscossione tributaria anche in adeguamento alla normativa comunitaria, di destinazione dei gettiti recuperati al finanziamento di un Fondo per incentivi e sostegno della domanda in particolari settori (da inviare al Senato - scadenza: 25 maggio 2010);
proposta di legge n. 1524 - Modifica all'articolo 8 del decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, concernente la misura del contributo previdenziale integrativo dovuto dagli esercenti attività libero-professionale iscritti in albi ed elenchi.

Lunedì 10 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):

Discussione sulle linee generali della mozione D'Antoni ed altri concernente iniziative per l'istituzione della Banca euromediterranea (in corso di presentazione).

Discussione sulle linee generali della Relazione della XIV Commissione sul Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2010 e sul Programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle presidenze spagnola, belga e ungherese.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 799 ed abbinate - Principi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche.

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge di ratifica:
n. 3365 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Malawi sulla promozione e protezione degli investimenti (ove concluso dalla Commissione);
n. 3356 - Convenzione relativa allo sdoganamento centralizzato, concernente l'attribuzione delle spese di riscossione nazionali trattenute allorché le risorse proprie tradizionali sono messe a disposizione del bilancio dell'UE (ove concluso dalla Commissione).

Martedì 11 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 12 e giovedì 13 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 14 maggio) (con votazioni):

Seguito dell'esame della mozione D'Antoni ed altri concernente iniziative per l'istituzione della Banca euromediterranea (in corso di presentazione).

Seguito dell'esame della Relazione della XIV Commissione sul Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2010 e sul Programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle presidenze spagnola, belga e ungherese.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 799 ed abbinate - Principi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche.

Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:
n. 3365 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Malawi sulla promozione e protezione degli investimenti (ove concluso dalla Commissione);
n. 3356 - Convenzione relativa allo sdoganamento centralizzato, concernente l'attribuzione delle spese di riscossione nazionali trattenute allorché le risorse proprie tradizionali sono messe a disposizione del bilancio dell'UE (ove concluso dalla Commissione).

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti per la settimana precedente e non conclusi.

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Lunedì 17 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge n. 3209-bis - Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione (collegato) (da concludersi in Assemblea - ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 3, primo periodo, del Regolamento - entro il 20 maggio 2010);
disegno di legge n. 3291 ed abbinata - Disposizioni relative all'esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori ad un anno e sospensione del procedimento con messa alla prova (ove concluso dalla Commissione);
proposta di legge n. 82 ed abbinate - Norme in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili.

Martedì 18 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 19 e giovedì 20 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 21 maggio) (con votazioni):

Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 3209-bis - Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione (collegato) (da concludersi in Assemblea - ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 3, primo periodo, del Regolamento - entro il 20 maggio 2010);
disegno di legge n. 3291 ed abbinata - Disposizioni relative all'esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori ad un anno e sospensione del procedimento con messa alla prova (ove concluso dalla Commissione);
proposta di legge n. 82 ed abbinate - Norme in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili.

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti per la settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 24 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge n. 3118 es abbinate - Individuazione delle funzioni fondamentali di Province e Comuni, semplificazione dell'ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative, Carta delle autonomie locali, razionalizzazione delle Province e degli Uffici territoriali del Governo. Riordino di enti ed organismi decentrati (collegato);
disegno di legge n. 3290 ed abbinata - Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia (ove concluso dalla Commissione);
proposta di legge n. 2079 - Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia;
disegno di legge n. 2505 ed abbinata - Norme in materia di riconoscimento e sostegno alle comunità giovanili;
proposta di legge n. 2128 - Concessione di un contributo per la realizzazione di un programma per il rinnovo del materiale rotabile della società Ferrovie dello Stato Spa.

Martedì 25 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 26 e giovedì 27 maggio (antimeridiana e pomeridiana, Pag. 68con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 28 maggio) (con votazioni):

Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 3118 ed abbinate - Individuazione delle funzioni fondamentali di Province e Comuni, semplificazione dell'ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative, Carta delle autonomie locali, razionalizzazione delle Province e degli Uffici territoriali del Governo. Riordino di enti ed organismi decentrati (collegato);
disegno di legge n. 3290 ed abbinata - Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia (ove concluso dalla Commissione);
proposta di legge n. 2079 - Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia;
disegno di legge n. 2505 ed abbinata - Norme in materia di riconoscimento e sostegno alle comunità giovanili;
proposta di legge n. 2128 - Concessione di un contributo per la realizzazione di un programma per il rinnovo del materiale rotabile della società Ferrovie dello Stato Spa.

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti per la settimana precedente e non conclusi.

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (antimeridiana); lo svolgimento di interpellanze urgenti il giovedì o il venerdì, secondo l'andamento dei lavori.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempia per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al Resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi relativi all'esame della mozione concernente iniziative per l'istituzione della Banca euromediterranea sarà pubblicata successivamente alla sua presentazione.

Per quanto riguarda la discussione dei disegni di legge n. 3290 ed abbinata e n. 3291 ed abbinata l'organizzazione dei tempi sarà valutata, secondo prassi, sulla base del testo che verrà licenziato dalla Commissione.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Approvazione in Commissione (ore 16,05).

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di oggi, mercoledì 28 aprile 2010, la VII Commissione permanente (Cultura) ha approvato, in sede legislativa, il seguente progetto di legge:
GRIMOLDI ed altri: «Aumento del contributo dello Stato in favore della Biblioteca italiana per ciechi» Regina Margherita» di Monza e modifiche all'articolo 3 della legge 20 gennaio 1994, n. 52, concernenti le attività svolta dalla medesima Biblioteca» (2064).

Si riprende la discussione (ore 16,07).

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato accantonato l'articolo 20 ed è stato da ultimo respinto l'emendamento Damiano 31.31. Pag. 69
Avverto che la Commissione bilancio ha espresso parere favorevole sull'emendamento 20.100 del Governo. Nello stesso parere, la Commissione bilancio ha espresso parere contrario sul subemendamento Villecco Calipari 0.20.100.1 che, pertanto, ai sensi dell'articolo 123-bis del Regolamento, è da ritenersi inammissibile.
Dovremmo ora passare alla votazione dell'emendamento Damiano 31.33.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, intendo soltanto informare l'Assemblea e lei che la Commissione è pronta a discutere l'articolo 20, avendo acquisito anche il parere della Commissione bilancio. Quindi, quando lo riterrà opportuno per il prosieguo dei nostri lavori in modo adeguato, saremo pronti a riferire sull'articolo 20 che è stato accantonato questa mattina.

PRESIDENTE. Dopo la precisazione fatta dal relatore, se non vi sono obiezioni chiederei all'Assemblea se intende passare all'esame dell'articolo 20.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo affinché si proceda in modo ordinato. Ora stiamo esaminando l'articolo 31, in quanto avevamo accantonato l'articolo 20. Siamo lieti che la Commissione sia in grado di operare, ma solo una volta concluso l'esame dell'articolo 31 passeremo all'esame dell'articolo 20 (Commenti del Ministro Vito).

PRESIDENTE. Signor Ministro, capisco la sua obiezione, però il relatore aveva detto di essere pronto. Io ho chiesto se vi fossero obiezioni e l'onorevole Giachetti ha affermato che fosse più razionale concludere l'esame dell'articolo 31. Ritengo che questa obiezione abbia fondamento; quindi possiamo concludere l'articolo 31 e - se il relatore è d'accordo - terminato l'esame dell'articolo 31 possiamo passare all'articolo 20. Prendo atto che l'onorevole Cazzola e il Ministro Elio Vito concordano.

(Ripresa esame dell'articolo 31 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 31.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente intervengo per spiegare la portata di questo emendamento che in sintesi andrebbe a destrutturare un importante aspetto del provvedimento concernente la clausola compromissoria. Infatti se modifichiamo l'espressione «che dovessero insorgere» con la parola «insorte» ovviamente scardiniamo il principio fulcro sul quale si basa la clausola compromissoria. In altre parole si tratta di dare delle garanzie al datore di lavoro, ma anche al lavoratore, affinché si possa già conoscere il tipo di procedimento stragiudiziale in caso di controversie di lavoro, che comunque - lo sottolineo - non riguardano il licenziamento, così come è emerso dal testo vagliato dalla Commissione e, in tal modo, capire quale tipo di percorso si intraprende.
Credo che questo possa favorire entrambe le parti, perché il datore di lavoro saprà con certezza il tipo di strada da intraprendere, e in secondo luogo al lavoratore verrà data finalmente una certezza dei tempi, che purtroppo in questi anni si è visto negare. Infatti con i diversi passaggi del processo giudiziale notavamo - ne abbiamo conferma - tempi assolutamente non congrui per raggiungere una soluzione alla controversia lavorativa.
Detto questo, vorrei anche sottolineare che su questo punto quasi tutte le sigle sindacali - mi corregga il relatore se Pag. 70sbaglio - tranne la CGIL hanno dato un parere favorevole, perché bisogna partire dal concetto che l'arbitro non è una persona di parte dell'azienda, ma è una figura super partes che può e deve garantire i diritti del lavoratore.
Quindi, approvando l'emendamento Damiano 31.33 la disposizione contenuta nell'articolo non avrebbe nel concreto alcun tipo di effetto, perché si tornerebbe quasi alla situazione attuale. Si avrebbe la possibilità di scelta di ricorrere ad arbitrato soltanto nel sorgere della controversia e non, invece, un accordo preventivo, con l'esplicita volontà del datore di lavoro e del lavoratore (lo dice esplicitamente la norma: deve essere chiara e libera la volontà delle parti) di poter aver chiaro il tipo di procedimento. È chiaro che su questo emendamento il nostro gruppo non potrà che esprimere un voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pelino. Ne ha facoltà.

PAOLA PELINO. Signor Presidente, intervengo per ribadire quanto è stato affermato dal collega Fedriga. Infatti sostituendo le parole «che dovessero insorgere» con la parola «insorte» si destabilizza sicuramente la ratio della disposizione. Noi vogliamo ribadire che, essendoci la volontà di entrambe le parti, dobbiamo far sì che ciò non accada. Se invece cambiamo l'attuale espressione con la parola «insorte» diamo qualcosa già per scontato, e quindi la clausola compromissoria perde il suo significato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, intervengo proprio per confermare che l'onorevole Pelino e l'onorevole Fedriga hanno proprio ragione: noi proponendo questo emendamento e, se approvato, introducendo questa modifica, abbiamo intenzione di assicurare la possibilità al lavoratore di scegliere nel momento in cui insorge il contenzioso. Questo ci sembra un elemento di libertà di scelta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.33...

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevoli, non avevo ancora dichiarata aperta la votazione. Onorevole Baldelli, ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, questo emendamento apparentemente di natura formale - lo leggo: «Al comma 9, terzo periodo, sostituire la parole: che dovessero insorgere con la seguente: insorte» - è uno dei diversi emendamenti a firma Damiano che si riferiscono all'articolo 31, che è stato oggetto di un esame attento e approfondito in Commissione. Credo, signor Presidente, che sia importante, anche a fronte delle dichiarazioni dell'onorevole Damiano espresse in quest'Aula sul complesso degli emendamenti all'articolo 31, che si consideri, intanto, l'annuncio dell'astensione del Partito Democratico sul testo, ma anche il fatto che questo testo recepisce sostanzialmente in toto le considerazioni espresse dal Capo dello Stato. Ritengo che a questo punto si possa...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Baldelli.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Colucci, Vico, Latteri...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 71
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 449
Maggioranza 225
Hanno votato
225
Hanno votato
no 224).

GIULIANO CAZZOLA. Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA. Relatore. Signor Presidente, credo che sia utile fare una breve sospensione per riunire il Comitato dei nove.

GIOVANNI PALADINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, io invece ritengo che sia il caso di proseguire nei nostri lavori: non sono d'accordo con la richiesta avanzata dal relatore.

PRESIDENTE. Onorevole Paladini, se qualcuno si oppone alla richiesta del relatore di riunire il Comitato dei nove, il Regolamento prevede che si metta in votazione la proposta.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, con pacatezza mi comunicano i colleghi che sono ancora in corso i lavori della Commissione finanze (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lascio alla Presidenza la valutazione conseguente, e chiaramente anche la verifica di questo elemento, perché qualora questo fosse vero, evidentemente, signor Presidente, c'è anche da valutare l'ipotesi di ripetizione della votazione.
Qualora la Presidenza non ritenesse opportuno procedere in questo senso, credo, signor Presidente (Commenti)... colleghi, senza scaldarsi...

PRESIDENTE. Scusate, fate parlare il collega. Mi sembra che l'onorevole Baldelli stia formulando una richiesta di sospensione.

SIMONE BALDELLI. Sto chiedendo alla Presidenza di verificare anzitutto il primo elemento che le ho fatto presente.
In secondo luogo, signor Presidente, credo che sia assolutamente diritto del relatore e, peraltro, prassi in quest'Aula - qualora vi sia una votazione nella quale il parere della Commissione e del Governo viene sconfessato dall'Aula - chiedere con grande tranquillità, come è sempre accaduto, signor Presidente, che il Comitato dei nove possa riunirsi per valutare gli effetti sul provvedimento e se e come procedere, eventualmente passando ad altro articolo oppure operando una riflessione più ampia sul provvedimento.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, abbiamo accertato che la Commissione finanze era sconvocata ed aveva concluso i suoi lavori. Da questo punto di vista, come lei sa perfettamente da conoscitore del Regolamento, la ripetizione delle votazioni è prevista solo quando siano accertate irregolarità, e non mi pare che in questo caso lo si possa affermare.
Per quanto riguarda, invece, la sua richiesta che è proprio di accogliere la proposta avanzata dal relatore, cioè sospendere la seduta per consentire al Comitato dei nove di riunirsi, non so se c'è qualcuno che vuole parlare contro.

GIOVANNI PALADINI. Ho già parlato io contro!

PRESIDENTE. Sì, lei ha già parlato, onorevole Paladini.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

Pag. 72

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, noi riteniamo che, se il relatore valuta l'esigenza di riunire il Comitato dei nove, ovviamente noi non abbiamo nulla in contrario. Ritengo che dobbiamo rimetterci anche alla decisione della Presidenza, se dovesse ritenere di mettere in votazione la proposta. Noi ci rimettiamo a lei, signor Presidente.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo soltanto per sottolineare che andare avanti con gli emendamenti in questo momento (anche se posso capire motivi di opportunità o altro) vorrebbe dire proprio non essere in grado, come Comitato dei nove, di esprimere pareri adeguati perché in questo caso è necessario verificare se effettivamente è cambiata la ratio del provvedimento. Se adesso non riusciamo a riunirci e ad avere una visione chiara, sarebbe veramente soltanto opportunismo di parte.

PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, penso anch'io di potermi assumere la responsabilità di accogliere la richiesta del relatore e di consentire la riunione del Comitato dei nove. La seduta è sospesa fino alla conclusione del lavoro del Comitato dei nove. Per quanto tempo, onorevole Cazzola?

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, possiamo farcela anche in venti minuti.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta che riprenderà alle 16,45.

La seduta, sospesa alle 16,20, è ripresa alle 16,50.

PRESIDENTE. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, è stato da ultimo approvato l'emendamento Damiano 31.33.
Chiedo al relatore, onorevole Cazzola, anche a seguito della riunione del Comitato dei nove, di esprimere i propri orientamenti in ordine al prosieguo dei nostri lavori.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, noi abbiamo esaminato le implicazioni sul complesso e sul significato dell'articolo 31 per quanto riguarda la modifica intervenuta. Non siamo arrivati però ad una valutazione convincente, quindi chiederei l'accantonamento dell'articolo 31 e di procedere oltre con gli altri articoli: accantonare l'articolo 31, come abbiamo fatto con l'articolo 20.

PRESIDENTE. Se ho capito bene, si chiede l'accantonamento dell'ulteriore esame dell'articolo 31.

GIOVANNI PALADINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, noi invece chiediamo la prosecuzione dei lavori d'Aula, perché è incredibile che non si riesca a portare avanti, da parte della maggioranza, il loro articolato e, soprattutto, che si chieda continuamente un accantonamento degli articoli. Quindi, noi siamo contrari.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, mi sembra molto strano che il Comitato dei nove e la maggioranza al suo interno non siano stati in grado nell'arco di mezz'ora di esprimere una valutazione compiuta della modifica e di ciò che determina la modifica intervenuta con un emendamento, che sinceramente è Pag. 73un emendamento che rende più chiare le modalità di rapporto tra le parti e dà la possibilità di utilizzare uno strumento che è a disposizione delle parti. Questo dal punto di vista del merito. Poi non si capisce perché si chieda di accantonare l'articolo e di non procedere al voto degli emendamenti, che erano l'elemento fondamentale sulla base del quale abbiamo concesso prima la sospensione: la sospensione non è stata data alla Commissione per decidere ed orientarsi relativamente alla possibilità di continuare o meno sull'articolo. Qui vi è un ragionamento complessivo da svolgere e la Commissione non è stata in grado di farlo.
Io ovviamente credo che la Presidenza, di fronte al fatto che la Commissione non si pronuncia, non può che prendere atto che, a questo punto, la Camera può proseguire nei suoi lavori. Infatti, se il Comitato dei nove non si pronuncia, non vi è una contrarietà e quindi, non essendovi una contrarietà a proseguire, non si può che procedere nel percorso che era stato precedentemente concordato e indicato dalla Presidenza.
Nel merito valuteremo poi se l'articolo complessivamente dà adito ad un orientamento positivo o negativo: questo è naturalmente esso stesso un problema che viene assegnato al voto e all'orientamento dell'Aula e non certo solo al Comitato dei nove.

TERESIO DELFINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, noi avevamo aderito di buon grado alla richiesta di sospensione della seduta per un passaggio nel Comitato dei nove, al fine di consentire una valutazione appropriata degli effetti reali o presunti dell'emendamento che avevamo approvato precedentemente.
Al di là dell'interpretazione di norme regolamentari su cui altri anche del mio gruppo potrebbero intervenire, mi pare che nella sostanza vi sia stato un tempo nel quale anche i colleghi della maggioranza potevano tornare tranquillamente in Aula.
Noi riteniamo che l'articolo 31 costituisca il cuore del messaggio con il quale il provvedimento in oggetto è stato rinviato alle Camere e, quindi, riteniamo di doverlo sviluppare, discutere e votare in modo consequenziale, senza interruzioni. Per questo motivo, ci pronunciamo contro l'accantonamento dell'articolo 31.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, vorrei solo precisare che la richiesta di accantonamento dell'articolo 31 è legata solo all'esigenza di valutare meglio l'impatto dell'approvazione dell'emendamento in questione (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia...

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Presidente! Il Governo fa una valutazione politica!

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, il rappresentante del Governo ha chiesto di parlare e può dire ciò che ritiene opportuno. Spetterà, poi, all'Assemblea valutare quanto egli ha detto. Non possiamo impedire al rappresentante del Governo di parlare e di dire ciò che vuole. Sta spiegando il motivo. In seguito - come lei sa benissimo - l'Assemblea si esprimerà di fronte ad una richiesta del relatore (Commenti del deputato Quartiani). Se non vi è un accordo, l'Assemblea procederà con il voto sulla richiesta di accantonamento. Il rappresentante del Governo sta spiegando perché riterrebbe opportuno procedere in questo modo. Credo che possa farlo. Prego, signor sottosegretario.

Pag. 74

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Non può parlare su questo! Il rappresentante del Governo non può parlare sull'ordine dei lavori, né su questioni che riguardano il Regolamento!

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, il rappresentante del Governo si esprimerà, dopodiché metterò ai voti la richiesta di accantonamento relativa all'articolo 31. Francamente, non credo che questa sia una questione così grave. Prego, sottosegretario Viespoli.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, non so se in maniera corretta sul piano formale, ma proprio in relazione alle riflessioni svolte dall'onorevole Quartiani, che mi sembravano corrette, stavo cercando di motivare la sostanza della richiesta di accantonamento dell'articolo 31. Infatti, vi è il rischio che l'emendamento approvato determini un'alea di rischio interpretativo, procurando incertezza ed insicurezza.
Pertanto, ritenevamo che fosse utile avere più tempo per approfondire questo argomento, senza incidere sui lavori e proseguendo la nostra attività, sempre che non si ritenga, viceversa, di continuare ad esaminare l'articolo 31 che, come è stato detto, rappresenta il cuore del provvedimento in oggetto.
Ritenevamo che vi fosse l'opportunità di approfondire meglio l'impatto che si può determinare in seguito all'approvazione dell'emendamento in questione. Mi permetto soltanto di aggiungere che vi è il rischio che si vada anche al di là dell'intenzione degli stessi proponenti.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, vorrei rivolgere un appello alla responsabilità dei deputati e dell'Assemblea. Non considererei le volontà né il merito dell'emendamento in oggetto e di chi l'ha proposto. Rendiamoci semplicemente conto che rischiamo di licenziare una norma con riferimento alla quale, non Fedriga, ma anche i tecnici, durante le riunioni del Comitato dei nove, hanno dato interpretazioni diverse rispetto alla modifica apportata con l'emendamento appena approvato.
Pertanto, ritengo che sarebbe meglio accantonare l'articolo 31 e tornare in Aula con i numeri e le volontà che ognuno intende esprimere, con i propri emendamenti e la dialettica dell'Assemblea, ma sapendo, almeno, in quale direzione sta andando la normativa in esame. Altrimenti, si rischia solo di mostrare chi ha più o meno numeri, se sono presenti, oppure no, i deputati della maggioranza, e di licenziare una norma che danneggia anche i lavoratori. Infatti, se non vi è certezza del diritto, vi è un danno anche per i lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, non so a quale titolo intenda parlare, perché per il suo gruppo è già intervenuto un collega (Commenti del deputato Borghesi). Onorevole Borghesi, darò la parola a tutti coloro che la chiederanno, qualcuno mi dice fin troppo. Mi sembra che vi sia materia per poter passare ai voti (Commenti del deputato Borghesi). Onorevole Borghesi, a quale titolo intende parlare?

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, il rappresentante del Governo è intervenuto dopo che ha parlato il mio collega. Essendo intervenuto il rappresentante del Governo, a termini di Regolamento, possono intervenire nuovamente tutti i gruppi.

Pag. 75

PRESIDENTE. No, onorevole Borghesi, mi dispiace ma a questo punto la prassi e il Regolamento prevedono che si passi al voto sull'accantonamento. I gruppi si sono espressi, c'è chiaramente un orientamento a favore dell'accantonamento e un altro contro, pertanto passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'ulteriore esame dell'articolo 31 formulata dal relatore.
(È approvata).

La Camera approva per 15 voti di differenza.
L'ulteriore esame dell'articolo 31 e della relativa proposta emendativa è pertanto accantonato.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, poiché erano intercorsi degli accordi fra i gruppi rispetto a come procedere nella giornata di oggi e in quella di domani, mi pare di capire, a questo punto, che la ragione dell'accantonamento nasce dal fatto che il Comitato dei nove deve tornare a riunirsi per verificare la conseguenza dell'approvazione dell'emendamento e quindi riconsiderare tutti gli emendamenti successivi riferiti all'articolo 31.
Atteso che ora dobbiamo esaminare l'articolo 20, sul quale presumo vi sarà un dibattito, e presumendo anche che ci avvicineremo alle ore 19 (che è l'ora prevista per l'informativa in Aula del Ministro Matteoli), vorrei capire, signor Presidente, cosa pensa di fare la Commissione: pensa che, se riusciamo a concludere l'esame dell'articolo 20, poi interromperemo i lavori per esaminare l'articolo 31, quindi non accadrà quello per cui c'era un accordo, cioè che domani ci saranno soltanto le dichiarazioni di voto e il voto finale sul provvedimento? Domani, quindi, ci porteremo dietro l'articolo 31, ammesso che oggi riusciamo a concludere l'esame dell'articolo 20?
Tutto questo vuol dire (glielo chiedo, signor Presidente) che gli accordi intercorsi in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, a causa di un voto dell'Assemblea del quale, ovviamente, non possiamo che prendere tutti atto, di fatto devono essere considerati rivisti, e non perché un gruppo o un altro non siano più d'accordo, ma per l'evoluzione dei nostri lavori.
Visto che la Commissione ha bisogno di riunirsi per valutare ulteriormente le conseguenze dell'approvazione dell'emendamento all'articolo 31 e vista anche la disponibilità dimostrata dai gruppi con il contingentamento, con gli interventi a titolo personale e via di seguito, mi pare del tutto evidente che questa energica prova di forza della maggioranza per non andare avanti con l'esame dell'articolo 31 e per passare all'articolo 20 determinerà inevitabilmente la conseguenza che non chiuderemo i nostri lavori questa sera; allo stesso modo, mi pare abbastanza probabile che domani non passeremo alle dichiarazioni di voto e al voto finale.
Dico questo solo affinché il concetto sia chiaro a tutti, anche a coloro che ogni settimana, ormai da mesi, vanno «sotto» in qualche votazione (non importa che si tratti di un ordine del giorno, di un emendamento o addirittura di un decreto-legge, come è successo solo qualche settimana fa), ma ritengono di fare le loro prove di forza subito dopo. Adesso l'hanno fatta, però è del tutto evidente, a questo punto, che i lavori sono in funzione di una cosa votata dalla maggioranza, vale a dire il riesame dei restanti emendamenti riferiti all'articolo 31 al Comitato dei nove. A questo punto i tempi verranno valutati in corso d'opera.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, mi pare evidente che l'accordo intercorso tra i gruppi precedentemente non poteva prevedere che sarebbe stato approvato un emendamento e le conseguenze che esso avrebbe determinato. Pag. 76
Il relatore e la maggioranza hanno ritenuto opportuno chiedere un ulteriore approfondimento, mi pare chiaro che i tempi li valuteremo strada facendo. Se si pone la necessità di un ulteriore accordo fra i gruppi, i gruppi stessi valuteranno come procedere allo stesso accordo. Intanto, però, chiedo se, a questo punto, il relatore e i gruppi sono favorevoli a procedere all'esame dell'articolo 20.
Prego, onorevole Cazzola, ha facoltà di parlare.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, mi faccia aggiornare le carte. Per quanto riguarda l'articolo 20, chiedo all'onorevole Cirielli di ritirare il suo emendamento 20.5 che, peraltro, ha già subito parecchie amputazioni da parte della Commissione bilancio e che sopravvive soltanto per una parte. Chiedo, quindi, di ritirarlo.
Mi risulta che l'emendamento Stracquadanio 20.7 sia già stato ritirato perché nel frattempo il Governo ha presentato l'emendamento 20.100 su cui la Commissione esprime parere favorevole...

PRESIDENTE. Onorevole relatore, le chiedo scusa. Le avevo chiesto se ritenesse opportuno procedere all'esame dell'articolo 20 e mi sembra che lei intenda procedere in tal senso. Se così è, prima che lei esprima i pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 20, dovrei verificare se sono confermate le richieste di intervento di alcuni colleghi sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 20.

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'esame dell'articolo 20 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, sull'articolo 20 avevamo già preso atto in Commissione - e avevamo avuto modo di ripeterlo anche in Aula - del richiamo del Presidente della Repubblica e su questo punto ci eravamo espressi con alcune considerazioni. La Commissione lavoro non ha approvato alcuna modifica all'articolo 20. Con successive deliberazioni, poi, ha respinto dapprima l'emendamento del Governo e poi quelli dei restanti gruppi. Siamo in attesa di capire se, a fronte dei pareri delle Commissioni giustizia e difesa, il relatore e il Governo possono essere indotti a presentare nuovi emendamenti o, addirittura, se queste ultime non abbiamo ritenuto di suggerire altre proposte emendative. Quindi, l'articolo 20 giungerà in Aula e sarà votato senza avere il contenuto che avevamo chiesto sia in Commissione sia in Aula.
Il Presidente della Repubblica aveva espresso dei dubbi perché l'articolo reca disposizioni in materia di infortuni e di incidenti sul lavoro e aveva anche sollevato alcune questioni. Pertanto, auspichiamo che i pochi emendamenti presentati siano accolti anche in relazione a quello che il Presidente della Repubblica aveva espresso nel suo messaggio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Villecco Calipari. Ne ha facoltà per cinque minuti.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, voglio ricordare a quest'Assemblea che oggi è la giornata mondiale in ricordo delle vittime dell'amianto e, secondo me, è un po' triste che oggi si riproponga un emendamento che deroga sul naviglio di Stato alla questione, appunto, della tutela per quanto riguarda gli incidenti sul lavoro e l'esposizione all'amianto per motivi professionali da parte dei marinai.
Dico ciò in quanto ci esprimemmo in maniera contraria e votammo contro nel corso del primo esame di questo provvedimento. Voglio ricordare a tutti che il messaggio di rinvio alle Camere, da parte del Presidente Napolitano, chiedeva al Parlamento, appunto, di riflettere ulteriormente su questa deroga. Pag. 77
Vi ricordo quali sono i tre punti rilevati dal Presidente Napolitano. Il primo riguardava l'interpretazione autentica che non si poteva trasformare in una modificazione integrativa. In più il Presidente Napolitano affermava che la norma incide su una legge delega del 1955 che ha esaurito la sua funzione con il decreto legislativo attuativo del 1956, pur senza intervenire su di esso e risultando, di fatto, inapplicabile e priva di effetti. In più, fa cessare l'efficacia della norma generatrice della responsabilità e, quindi, non è più possibile individuare il soggetto obbligato a risarcire chi si è ammalato a causa dell'amianto o addirittura a causa di tale materiale è deceduto.
Non so se tutti i colleghi sono al corrente che vi sono tremila morti l'anno per esposizione all'amianto così come indica il Renam, il registro nazionale dei mesoteliomi.
Questa è una malattia che per decenni non si manifesta, ma, dal momento in cui viene diagnosticata, il tempo per morire (perché non esiste cura) va da 9 a 12 mesi. Allora, vi chiedo: perché non riflettere e non discutere di questo?
L'emendamento del Governo 20.100 non risolve il problema, anzi pone praticamente nel nulla i due processi in atto in questo momento a Torino e a Padova per due militari già deceduti. Chiedo a tutti voi: se neghiamo a questi malati la giustizia, ossia l'individuazione di una responsabilità, come si fa poi a dire nell'emendamento 20.100 del Governo che viene data loro la possibilità di mettere in atto tutte le azioni per essere risarciti? A chi lo stiamo dicendo, ai loro nipoti, visto che la loro aspettativa di vita va da 9 a 12 mesi?
Sappiamo tutti quanto dura una causa civile. Allora, se si volevano tutelare le vittime negandogli la giustizia e l'individuazione di un responsabile almeno si poteva prevedere una tutela in via amministrativa, ma neanche questo è stato fatto. Chiedo a tutti voi: a questi malati si nega tutto: si nega, quindi, la tutela prevista per legge per cui tutti coloro che sono esposti all'amianto per motivi professionali hanno diritto a tutele e protezione sul posto di lavoro; si nega l'individuazione dei responsabili; si nega anche di poter vivere meglio negli ultimi mesi di vita.
Chiedo a tutta l'Aula e a tutti i gruppi di esaminare l'articolo 20 e di riflettere. Ricordo che c'è un parere del Consiglio di Stato, relativo alla questione dell'azione risarcitoria in via amministrativa, che verrà reso il 4 maggio; possiamo soprassedere sull'articolo 20 ed eventualmente discutere in questo Parlamento per una revisione del provvedimento che possa prevedere anche una depenalizzazione, ma che comunque tuteli almeno il diritto delle vittime (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, intervengo per riaffermare alcuni principi di cui ha parlato poco fa anche la collega Calipari. Credo che rispetto a questo tema - che andrebbe esteso anche ad altre malattie di carattere professionale - si registri un paradosso tutto italiano, forse anche tutto di questo Parlamento, e soprattutto di questo Governo.
Infatti, nel momento in cui abbiamo la certezza di una malattia, paradossalmente non abbiamo la certezza di una giustizia che metta fine ad un travaglio che riguarda tante persone e tante famiglie. Non si può rinviare sine die, né riaffermare un principio relativo ad azioni risarcitorie di cui non sappiamo né i tempi, né i modi, né i contenuti, e soprattutto nemmeno la sostanza. Credo che, rispetto a questo tema, l'emendamento proposto dal Governo non aiuti, ma anzi allontani la risoluzione del problema.
Inoltre, credo che noi, per la cognizione che abbiamo avuto nella nostra Commissione di merito, abbiamo posto un problema che peraltro è stato sollevato e portato avanti anche dal nostro presidente in maniera importante. Nell'ultima riunione della Commissione di ieri ho detto che non ero d'accordo sulla sintesi fatta dal presidente perché non coglieva la Pag. 78drammaticità della situazione e non dava risposte adeguate a riaffermare una cultura di governo che, soprattutto in questi casi, si deve incentrare su due principi importanti: la trasparenza e la tutela di queste persone.
Se queste ultime non vedono nel Governo e nel Parlamento l'ultimo e unico baluardo di tutela e la capacità di andare in profondità per risolvere problemi annosi, ognuno di noi si deve sentire offeso nel suo ruolo all'interno del Parlamento.
Nella giornata del ricordo delle vittime dell'amianto tutti noi insieme, come Parlamento e al di là delle posizioni ideologiche, rischiamo un fallimento personale, politico e istituzionale perché non riusciamo a dare risposte che abbiano un senso profondo e importante. Soprattutto non si riesce a cogliere l'entità e la gravità di questo fenomeno al quale la politica, e soprattutto questo Parlamento, deve dare una risposta che non è possibile ulteriormente rinviare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, intervengo per dire che ovviamente c'è del vero negli interventi dei colleghi Calipari e Di Stanislao, che però non hanno detto completamente tutta la verità. Infatti, in questi processi, gli imputati sono i comandanti delle navi e altri ammiragli, anch'essi esposti, tanto è vero che alcuni di loro, mentre erano sotto processo, sono anche deceduti per la vicenda dell'amianto.
Credo che il problema sia una responsabilità dello Stato. Non credo sia colpa degli ufficiali di Marina, se le navi venivano costruite con l'amianto. Probabilmente c'è una responsabilità dello Stato più ampia. Quindi, i ministri della difesa dovrebbero essere chiamati a rispondere di questo, così come i vertici di Finmeccanica o di Fincantieri, piuttosto che i militari che diventano il capro espiatorio.
Quindi, il Governo con il suo emendamento, così come anche l'emendamento che avevo presentato (ma ho visto che la V Commissione, Bilancio lo ha cassato), chiaramente, consultandomi con l'amministrazione della Difesa, andava nella direzione di tutelare pienamente il diritto al risarcimento dei militari colpiti e anche addirittura di riconoscere la causa di esposizione all'amianto dovuta alla carriera militare come una causa per essere riconosciuti come vittime del dovere, ma ovviamente, secondo me anche a ragione, escludendo la responsabilità penale dei comandanti delle navi, che non possono essere considerati come un datore di lavoro o il proprietario della fabbrica: sono due cose completamente diverse e non affermarlo non mi sembra sia una cosa giusta e corretta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, intervengo per rafforzare la richiesta dell'onorevole Villecco Calipari di ripensare al contenuto dell'articolo 20. Infatti, l'emendamento 20.100 del Governo non risolve il problema. L'onorevole Cirielli ci ha detto adesso che è importante non applicare le disposizioni penali ai comandanti dei navigli e su questo siamo perfettamente d'accordo. Tuttavia, l'onorevole Villecco Calipari, insieme ad altri colleghi, ha presentato un subemendamento con riferimento all'ultimo comma. Infatti, al riguardo si afferma che i provvedimenti adottati dal giudice non pregiudicano le azioni risarcitorie eventualmente intraprese. Quindi, anche su questo aspetto siamo d'accordo: non c'è responsabilità penale, ma dobbiamo prevedere i risarcimenti.
Il problema è che con questa norma i risarcimenti li attribuiamo in ritardo. Il subemendamento proponeva semplicemente di garantire i risarcimenti in via amministrativa, semplificando le procedure. Mi dispiace dover sottolineare che la V Commissione (Bilancio), della quale faccio parte, abbia espresso parere favorevole sull'emendamento del Governo, anche se produce effetti, perché prevede risarcimenti, Pag. 79mentre ha espresso parere contrario sul subemendamento Villecco Calipari 0.20.100.1: mi dispiace dirlo, ma, come in altre circostanze, è andata oltre i propri compiti, assumendosi la responsabilità di fermare provvedimenti invece utili e necessari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, mi pare che il dibattito faccia emergere chiaramente l'oggetto del rinvio operato dal Capo dello Stato; al riguardo, in sede di Commissione, abbiamo ragionevolmente aderito alle valutazioni di chi voleva evitare che potessero continuare ad applicarsi le sanzioni penali stabilite per i comandanti del naviglio militare. Tuttavia, nello stesso tempo avevamo assolutamente sottolineato il fatto che, come anche si rileva nel messaggio del Capo dello Stato, in assenza di disposizioni specifiche che pongono a carico dello Stato un obbligo di indennizzo, il risarcimento del danno ingiusto è possibile esclusivamente in presenza di un fatto doloso o colposo addebitabile ad un soggetto individuato.
Questa è la norma di cui all'articolo 2043 del codice civile. In questo caso, così come prevede l'attuale articolo 20, non è più possibile individuare il soggetto giuridicamente obbligato per configurare un'ipotesi di dolo o di colpa, per cui non sarebbe più assolutamente possibile avere un risarcimento.
Pertanto, non si vuole continuare a perpetrare una diversità di trattamento all'interno delle responsabilità delle forze armate, ma si vuole richiedere un emendamento che, da un lato, escluda la responsabilità penale attualmente prevista per i soggetti responsabili di alcune categorie di navigli, e dall'altro lato preveda, come già accade per altre infermità conseguenti ad attività di servizio, un autonomo titolo per la corresponsione di indennizzi per i danni arrecati alla salute dei lavoratori. Questa è la questione fondamentale su cui noi aspettiamo dal Governo un passo deciso e chiaro per risolvere la controversia sia per le responsabilità penali, sia per il giusto titolo che hanno i lavoratori ad essere indennizzati.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 20 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Cirielli 20.5, nella parte ritenuta ammissibile (è stato già molto ridimensionato in seguito al parere espresso dalla Commissione bilancio). Mi risulta che l'emendamento Stracquadanio 20.7 sia stato ritirato. La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Villecco Calipari 0.20.100.1, mentre accetta l'emendamento del Governo 20.100.

PRESIDENTE. Onorevole relatore, il subemendamento Villecco Calipari 0.20.100.1 è inammissibile. L'emendamento Lo Monte 20.1 non è segnalato. Le chiedo, pertanto, il parere sugli identici emendamenti Damiano 20.2, Delfino 20.3 e Di Stanislao 20.4.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Damiano 20.2, Delfino 20.3 e Di Stanislao 20.4, in quanto sono contraddittori con l'emendamento del Governo 20.100.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Cirielli 20.5, nella parte ammissibile, formulato dal relatore.

EDMONDO CIRIELLI. Si, signor Presidente, ma, in considerazione dell'opportunità Pag. 80che l'esposizione all'amianto attribuisca il riconoscimento dello status di vittima del dovere, vorrei presentare un apposito ordine del giorno, perché credo sia una cosa assolutamente irrinunciabile. Spero che il Governo possa accogliere con favore questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Damiano 20.2, Delfino 20.3 e Di Stanislao 20.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rugghia. Ne ha facoltà.

ANTONIO RUGGHIA. Signor Presidente, intervengo su questi emendamenti soppressivi perché, come risulta chiaro sulla base della discussione che c'è stata in Aula, non riusciamo a cogliere l'obiettivo di garantire alle vittime dell'esposizione all'amianto sui navigli di Stato la possibilità di attivare un'azione risarcitoria.
È stato spiegato bene anche dal collega Delfino che nell'attuale situazione, se non c'è l'accertamento delle responsabilità, facendo riferimento al codice civile, non è possibile ottenere il risarcimento, così è accaduto in queste vicende. Inoltre, nella discussione che abbiamo svolto è stato ricordato che soltanto sulla base di cause civili e dell'individuazione delle persone imputabili per le responsabilità sui navigli di Stato è stato possibile ottenere un risarcimento di 800 mila euro per le famiglie anche dei deceduti per l'esposizione ad amianto.
Con l'emendamento del Governo vengono indeboliti i diritti delle vittime e non c'è neanche la possibilità di riconoscere in via amministrativa l'azione risarcitoria. Per tale motivo interveniamo contro questo emendamento, chiediamo in maniera formale di votare la sua soppressione perché, come è stato affermato anche dalla collega Villecco Calipari, avremmo bisogno di intervenire in questa materia in maniera più complessiva, per dare più garanzie alle vittime dell'esposizione all'amianto. Noi non siamo mossi da chissà quale volontà di individuare le responsabilità, perché questo naturalmente è un compito che non appartiene a noi, al Parlamento; siamo mossi soltanto da un'esigenza: quella di garantire alle vittime dell'esposizione ad amianto la loro azione risarcitoria e di fare in modo che venga attivata una legislazione che in futuro dia tutte le garanzie.
Con gli interventi del Governo non si risolvono le questioni poste dal Capo dello Stato e sicuramente non si dà la possibilità alle vittime dell'esposizione ad amianto, che sono tantissime nel nostro Paese, di avere una risposta chiara da parte del Parlamento, quella risposta che attendono da anni. Per questo motivo siamo a favore della reiezione dell'emendamento del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, credo che quando gli emendamenti sono di buonsenso, al di là di chi li presenti, dovrebbero essere naturalmente accolti, questo, tra l'altro, è un articolo che contiene un'interpretazione autentica di un articolo della legge n. 51 del 1955, che reca la delega al Governo per l'emanazione di norme per l'igiene del lavoro. In questo caso l'interpretazione si risolve nell'escludere dall'applicazione della delega riguardante la responsabilità penale non solo il lavoro a bordo delle navi mercantili, degli aeromobili, ma anche il lavoro a bordo del naviglio di Stato, fatto salvo il diritto del lavoratore al risarcimento del danno eventualmente subito. Ciò per evitare che alle morti o alle lesioni subite dal personale imbarcato sui navigli militari e cagionate dal contatto con l'amianto possano continuare ad applicarsi, come invece sta accadendo in procedimenti attualmente pendenti davanti alle autorità giudiziarie, le sanzioni penali previste che sono escluse unicamente nei casi di morte o lesioni subite da personale imbarcato su navi mercantili.
Anche il Presidente della Repubblica aveva rilevato due aspetti diversi nei dubbi che aveva esternato a questa Camera. L'articolo 20 non esplica alcuno dei possibili Pag. 81significati dell'articolo 2, lettera b), della legge n. 51 del 1955, e quindi non interpreta, ma apporta a tale disposizione un'evidente modificazione integrativa. La norma incide inoltre su una legge delega che ha già esaurito la sua funzione dopo l'adozione del decreto attuativo del Presidente della Repubblica n. 303 del 1956, senza invece intervenire su di esso, risultando di fatto inapplicabile e priva di effetti.
Nel merito, invece, tale disposizione comporta problemi per il diritto del lavoratore al risarcimento dei danni eventualmente subiti. Infatti, pur affermando che al lavoratore spetta comunque il risarcimento, in assenza di disposizioni specifiche, non rinvenibili nella legge, che pongono a carico dello Stato un obbligo di indennizzo, il risarcimento del danno ingiusto è possibile esclusivamente in presenza di un fatto doloso o colposo addebitabile ad un soggetto individuato dall'articolo 2043 del codice civile, qualora l'efficacia della norma generatrice di responsabilità sia fatta cessare, con la conseguente non punibilità delle lesioni e delle morti cagionate sui navigli di Stato.
Infatti, non è possibile individuare il soggetto giuridicamente obbligato e configurare ipotesi di dolo o colpa nella determinazione del danno.
Credo che questo aspetto sia essenziale per cercare di capire quanto oggi stiamo approvando in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, sono quattro le ragioni per sostenere che l'articolo 20 vada soppresso. In primo luogo, si tratta di una norma estranea alle materie oggetto del provvedimento in esame. Questo provvedimento «passava di qua» e la norma è stata inserita perché c'era un processo in corso da annullare. In secondo luogo, si tratta di un colpo di spugna sui processi che sono in corso. In terzo luogo, si cancellano diritti e legittime aspettative di famiglie e malati esposti all'amianto. In quarto luogo, essa non recepisce il terzo rilievo del Presidente della Repubblica sull'articolo 20. Si tratta di quattro buone ragioni per sopprimere l'articolo 20.
Ho capito i rilievi del collega Cirielli, ma noi, in quest'Aula, non siamo chiamati a trasformarci in un'aula di tribunale. Nessuno di noi vuole accanirsi certamente sui generali, ma il tema è un altro: è una questione delicatissima che riguarda i diritti, le procedure e l'ammontare dei risarcimenti per le vittime degli esposti all'amianto. Per tale motivo credo che l'articolo 20 vada soppresso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Damiano 20.2, Delfino 20.3 e Di Stanislao 20.4, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Sposetti, Castagnetti, Andrea Orlando, Trappolino, Ferranti, Brandolini, Mazzocchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Hanno votato
248
Hanno votato
no 261).

Prima di porre in votazione l'emendamento 20.100 del Governo, accettato dalla Commissione, ricordo che, essendo esso integralmente sostitutivo dell'articolo 20, l'approvazione dello stesso precluderà la votazione dell'articolo medesimo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione...

TERESIO DELFINO. Chiedo di parlare.

Pag. 82

PRESIDENTE. Onorevole Delfino, la prego di chiedere la parola prima dell'indizione della votazione. Revoco l'indizione della votazione.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, chiedo scusa, mi ero distratto, mi perdoni.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Mi farò perdonare per la brevità. Noi avevamo la convinzione - e la manteniamo, malgrado le illustrazioni del Governo e del relatore - che l'emendamento 20.100 del Governo non rispondesse pienamente alla seconda esigenza rappresentata dal Capo dello Stato, il quale ha sostenuto che appare necessario «prevedere, come già accade per altre infermità conseguenti ad attività di servizio, un autonomo titolo per la corresponsione di indennizzi per i danni arrecati alla salute dei lavoratori».
Il Governo, il relatore e la maggioranza sostengono invece - può darsi che noi non leggiamo bene la norma - che siamo compiutamente soddisfatte le due condizioni. Permanendo in noi il dubbio sulla veridicità e sulla corrispondenza del nuovo articolo 20, così come proposto dal Governo, su questo emendamento assumeremo un voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villecco Calipari. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, abbiamo già detto il motivo della nostra contrarietà e avevamo presentato il subemendamento 0.20.100.1, che è stato dichiarato inammissibile.
Non volevamo che vi fossero, come diceva l'onorevole Ciriello, generali o ammiragli o ufficiali che, a loro volta, si sono ammalati per l'esposizione all'amianto per motivi professionali. Non cercavamo questo: avevamo chiesto che con la depenalizzazione, come aveva anche sottolineato nei suoi rilievi il Presidente Napolitano, vi fosse, però, una tutela nelle vie più brevi, attraverso la via amministrativa, del risarcimento garantito alle vittime, per far sì, almeno, che queste vittime potessero vivere meglio nell'ultimo periodo. Neanche i nipoti vedranno questo risarcimento!
L'emendamento 20.100 del Governo parla di azioni risarcitorie; a questo punto, non possiamo assolutamente condividere l'impostazione del Governo. Avevamo chiesto di sospenderlo, di discuterlo, di proporlo in altra sede. Questa è ancora la richiesta che faccio all'Assemblea, questa è la richiesta che sto facendo anche alla maggioranza: parlo alle vostre coscienze, non solo alla vostra ragione. Chiedo che, a questo punto, nel votare, voi pensiate a tutti coloro che in questo momento stanno sperando di avere almeno tutelato il loro diritto a vivere meglio gli ultimi mesi di vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, sarò brevissimo. Voteremo contro convintamente sull'emendamento 20.100 del Governo, proprio perché il Presidente della Repubblica aveva rimandato indietro in quest'Aula il provvedimento, ponendo dei dubbi, e l'articolo 20 non solo non li ha risolti, ma il Governo non ha fatto niente per apportare delle modifiche e non ha interpretato niente di quello che ha detto il Presidente della Repubblica, soprattutto con riferimento all'evidente modificazione che doveva essere fatta per quanto riguarda le disposizioni specifiche del risarcimento dei danni dei lavoratori.
Voteremo contro convintamente, perché questo modello, questo emendamento che è stato presentato dal Governo, non ha, di fatto, risolto assolutamente niente e credo che non abbia neanche risolto i dubbi del Presidente della Repubblica per i quali il provvedimento è stato rimandato indietro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 8320.100 del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Pionati, Villecco Calipari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 470
Astenuti 36
Maggioranza 236
Hanno votato
256
Hanno votato
no 214).

(Esame dell'articolo 32 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Evangelisti 32.1 e Damiano 32.2, nonché sull'emendamento Damiano 32.3, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Antonino Foti 32.4.
Il parere della Commissione è, altresì, contrario sugli emendamenti Damiano 32.5, Lo Monte 32.6, Damiano 32.7, 32.8, 32.9, 32.10, 32.11, 32.12, 32.13, 32.14, 32.15, 32.16,32.17, 32.18, 32.19, 32.20, 32.21, 32.22, 32.23, 32.24, 32.25, 32.26 e 32.27.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Evangelisti 32.1 e Damiano 32.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, l'articolo in esame contiene disposizioni relative alle modalità e ai termini per l'impugnazione dei licenziamenti individuali ed ai criteri di determinazione della misura del risarcimento, nei casi in cui è prevista la conversione del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato, in particolare nelle disposizione dei commi 5, 6 e 7 che tratteremo successivamente. Per quanto riguarda la parte di esso che stabilisce che il prestatore di lavoro può impugnare il licenziamento, noi riteniamo che sia importante sopprimerlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Evangelisti 32.1 e Damiano 32.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Simeoni, Pionati, Pagano. I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 467
Astenuti 36
Maggioranza 234
Hanno votato
211
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che la deputata Lo Moro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 84
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli D'Ippolito Vitale, Granata, Cosentino, Traversa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 470
Astenuti 35
Maggioranza 236
Hanno votato
211
Hanno votato
no 259).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Antonino Foti 32.4, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Lanzillotta, Fioroni. I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 296
Astenuti 213
Maggioranza 149
Hanno votato
296).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sposetti, Lenzi. I colleghi hanno votato? Onorevole Bersani.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 512
Maggioranza 257
Hanno votato
251
Hanno votato
no 261).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Monte 32.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lo Monte, Pionati, Granata, Andrea Orlando, Simeoni, Mario Pepe (PD)...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 476
Astenuti 35
Maggioranza 239
Hanno votato
216
Hanno votato
no 260).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 32.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, vorrei sottolineare un profilo. Oggi il relatore ha voluto ripetere più volte il fatto che le indicazioni provenienti dalle parti sociali, e in particolare da alcune organizzazioni sindacali, o sono state recepite o comunque hanno visto un giudizio positivo sul provvedimento nel suo complesso.
Credo che anche da questo punto di vista invece le cose non stiano così, nel senso che proprio con riferimento al comma 2 - di cui chiediamo la soppressione - anche la CISL si è pronunciata in maniera netta, registrando la contrarietà e la disattenzione da parte della maggioranza.
Quando cioè introduciamo una disciplina particolarmente stringente per l'esercizio dei diritti dei lavoratori in sede giudiziaria e introduciamo un termine di decadenza davvero molto stringente, lo Pag. 85estendiamo anche alla fattispecie del licenziamento orale: un lavoratore licenziato oralmente dovrebbe quindi recarsi in giudizio entro centoventi giorni (un termine molto breve), parificando così situazioni che sono oggettivamente differenti, quella del licenziamento nel quale viene comunicato per iscritto l'atto e quella in cui invece il lavoratore riceve semplicemente una telefonata o un gesto del capo da parte del datore di lavoro.
Anche in questo caso abbiamo perso l'opportunità di ascoltare con attenzione le indicazioni che provengono dalle parti sociali mentre credo che sarebbe opportuno, a questo punto, sopprimere il comma 2 accogliendo il nostro emendamento.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, siamo talmente sensibili alla sottolineatura che è stata fatta dalle parti sociali in sede di audizioni e portata avanti peraltro anche nel corso del dibattito in Commissione lavoro, che abbiamo voluto precisare nel primo comma, anche se la cosa era già prevista dalla legge n. 604 del 1966, che i termini di impugnazione decorrono dalla ricezione della comunicazione del licenziamento, purché sia una comunicazione scritta, ovvero dalla comunicazione dei motivi, anch'essi in forma scritta. Si tratta di un emendamento che è stato votato a larghissima maggioranza pochi minuti fa, dunque credo che in quest'Aula non si possa evocare il fantasma del licenziamento orale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, sono perfettamente d'accordo con l'onorevole Cazzola quando dice che è stato chiesto l'inserimento del licenziamento in forma scritta, ma vi è un piccolo particolare: il comma 2 stabilisce infatti che le disposizioni di cui all'articolo 6 si estendono e si applicano anche a tutti i casi di invalidità e inefficacia del licenziamento.
In questo caso stiamo parlando di licenziamento orale, onorevole Cazzola, ed è per questo che noi chiediamo la soppressione di questa parte della disposizione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scarpetti, onorevole Cesario, onorevole Esposito, onorevole Bongiorno, Viceministro Urso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Hanno votato
250
Hanno votato
no 259).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Fassino, onorevole Vignali, onorevole Bongiorno, onorevole Pugliese...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 474
Astenuti 34
Maggioranza 238
Hanno votato
215
Hanno votato
no 259).

Pag. 86

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Osvaldo Napoli, onorevole Vico, onorevole Bernardini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 472
Astenuti 35
Maggioranza 237
Hanno votato
214
Hanno votato
no 258).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 32.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo di sopprimere al comma 3 la lettera b). Stiamo parlando del recesso del committente nei rapporti di lavoro di collaborazione coordinata e continuativa, anche nella modalità a progetto. Quando chiediamo di eliminare questa lettera intendiamo dire che è molto duro, molto difficile applicare le disposizioni di cui all'articolo 6 della legge n. 604 del 1966 (secondo il quale il licenziamento va impugnato entro sessanta giorni) quando stiamo parlando di contratti atipici. Di solito questi contratti hanno dei brevi periodi d'interruzione e poi c'è il rinnovo.
Allora se io pongo il limite dei sessanta giorni sto dicendo che se una persona impugna quel licenziamento come illegittimo sta rinunciando alla possibilità che questo contratto venga rinnovato. È per questo, Presidente, che noi chiediamo la soppressione di tale lettera della disposizione oppure - tramite l'emendamento successivo - che siano aggiunte alla fine della lettera le parole: «nel caso di successioni di rapporti il termine decorre dalla data di scadenza dell'ultimo contratto».
Insomma, noi abbiamo sette-otto lavoratori su dieci che vengono assunti con questo tipo di rapporto di lavoro. Vogliamo garantirli in questa situazione o no? Secondo me stiamo restringendo troppo i termini per l'impugnazione e in questo caso non teniamo conto di come funziona attualmente il nostro mercato del lavoro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Frassinetti, Andrea Orlando, Nicola Molteni, Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 467
Astenuti 34
Maggioranza 234
Hanno votato
211
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che i deputati Anna Teresa Formisano e Drago hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 32.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, il Partito Democratico voterà a favore dell'emendamento Damiano 32.11, così come - se lei lo ritiene lo anticipo adesso, altrimenti interverrò successivamente - anche sull'emendamento Damiano 32.13.

Pag. 87

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, l'esigenza che viene rappresentata in questo emendamento è di rendere davvero liberi i lavoratori di esercitare l'azione giudiziaria. Per cui, nel caso in cui avessimo una pluralità di contratti che si susseguono nel tempo, il termine di centottanta giorni lo vorremo far decorrere dall'ultimo contratto, in maniera tale - lo ripeto - da non mettere i lavoratori nelle condizioni di scegliere tra la prosecuzione del rapporto e l'esercizio dell'azione giudiziaria, rinviando, quindi, al momento in cui realmente il rapporto sarà cessato il decorrere del tempo per l'esercizio dell'azione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Zaccaria, Vico, Frassinetti, Di Virgilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato
247
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che i deputati Anna Teresa Formisano e Drago hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cuperlo, Lo Monte, Nizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 472
Astenuti 32
Maggioranza 237
Hanno votato
215
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che i deputati Anna Teresa Formisano e Drago hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 32.13.
Ricordo che l'onorevole Giachetti ha già espresso la dichiarazione di voto su questo emendamento a nome del gruppo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, il Presidente Napolitano nel messaggio rivolto alle Camere sottolinea che vi è proprio una nutrita giurisprudenza costituzionale tesa a consentire al lavoratore l'esercizio dell'azione soltanto dopo che il rapporto si è interrotto, e, quindi, che in costanza di rapporto non si prescrivono i crediti di lavoro. Adottando lo stesso criterio, chiediamo che il termine per l'esercizio dell'azione cominci a decorrere soltanto dalla cessazione del rapporto, soltanto nel caso in cui effettivamente il rapporto si sia definitivamente risolto e non si sia in presenza di un termine entro il quale il rapporto potrebbe proseguire nell'ambito di una pluralità di contratti a tempo determinato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 88

Onorevole Pionati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 503
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato
246
Hanno votato
no 257).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Lanzillotta... onorevole Vietti... onorevole Sposetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 474
Astenuti 35
Maggioranza 238
Hanno votato
214
Hanno votato
no 260).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesa... onorevole Barani... onorevole Gava... onorevole Mario Pepe (PdL)... onorevole Fogliardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 508
Maggioranza 255
Hanno votato
250
Hanno votato
no 258).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Simeoni... onorevole Cesa... onorevole Orlando Andrea... onorevole Bernardini... i colleghi hanno votato? L'onorevole Bernardini ancora no... qualcuno provveda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 474
Astenuti 35
Maggioranza 238
Hanno votato
215
Hanno votato
no 259).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesa... onorevole Mazzuca... onorevole Follegot... onorevole Lenzi... onorevole Mura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 474
Astenuti 36
Maggioranza 238
Hanno votato
215
Hanno votato
no 259).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 89

Onorevole Cesa... onorevole Mazzuca... onorevole Simeoni... onorevole Gava... onorevole Pionati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 508
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato
250
Hanno votato
no 258).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 478
Astenuti 28
Maggioranza 240
Hanno votato
221
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Di Virgilio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico? Onorevole Moles? Onorevole Traversa? Onorevole Pionati? Onorevole Mazzuca?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 473
Astenuti 35
Maggioranza 237
Hanno votato
213
Hanno votato
no 260).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca? Onorevole Traversa? Onorevole Polledri?Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 472
Astenuti 36
Maggioranza 237
Hanno votato
212
Hanno votato
no 260).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Virgilio? Onorevole Cesa? Onorevole Barani? Onorevole Vico? Onorevole Aprea? Onorevole Gava? Onorevole Conte? Onorevole Simeoni? Onorevole Pionati? Onorevole D'Amico? Onorevole Mario Pepe (PdL)?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Hanno votato
248
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Strizzolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Pag. 90
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 32.23.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.

MARIA ANNA MADIA. Signor Presidente, noi speravamo davvero che il rinvio da parte del Capo dello Stato fosse l'occasione per cambiare questo articolo 32, anche perché il fatto che questa disposizione avesse dei problemi non è una nostra invenzione: è proprio la storia di questa norma che ce lo dice. Vorrei ricordare che, in particolare, i commi 5, 6 e 7 sono stati approvati la prima volta nel 2008, salvo poi essere stati già dichiarati incostituzionali dalla Consulta nel 2009.
Vi è poi tutto il problema della diversità interpretativa che su questa stessa norma danno Camera e Senato. Prima del rinvio del Capo dello Stato, quando il Senato approvò questo provvedimento, fu votato un ordine del giorno, con i voti della stessa maggioranza, in cui si diceva che le indennità in questione in tali articoli sarebbero aggiuntive rispetto alla conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Qui alla Camera, invece, si continua ad interpretare la disposizione in senso sostitutivo, cioè le indennità sostituirebbero la conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Abbiamo anche il dossier dell'ufficio studi della Camera che, il 9 aprile, quindi dopo il messaggio del Capo dello Stato, si è pronunciato e ha detto esplicitamente che appare opportuno chiarire che l'indennità in questione è in sostituzione. Ma nulla, non è cambiato niente.
Insomma, questa disposizione rimane molto ambigua perché addirittura si presta a due interpretazioni diverse da parte del legislatore. In altre parole, abbiamo un caso molto evidente di bicameralismo imperfetto.
Quindi, vorrei dire all'onorevole Fedriga, che tanto si preoccupava dei dubbi interpretativi che poteva porre l'emendamento del Partito Democratico che prima è stato approvato, che non mi sembra che i dubbi interpretativi suscitino sempre le stesse perplessità e le stesse preoccupazioni, anche perché noi dobbiamo metterci nei panni davvero di tutti quei lavoratori che da due anni, anche con giudizi in corso, non sanno minimamente qual è la legislazione e quindi vivono, anche tra un giudizio e l'altro, nella più totale incertezza del diritto.
Eppure, malgrado tutto questo, questi commi rimangono identici, malgrado anche la denuncia del Presidente Napolitano, che dice proprio che tutto ciò ha conseguenze negative sulla conoscibilità, sulla comprensibilità e sulla certezza del diritto. Non so se sia un problema di uffici legislativi della maggioranza.
Tutti i rilievi avanzati dalla Corte costituzionale nel 2009 non sono assolutamente stati accolti. La Corte parlava di «irragionevolezza della norma». Credo che non modificando i commi in questione - e concludo - la maggioranza stia rischiando di fare, ancora una volta, un'inutile, doppia fatica. La Consulta, infatti, boccerà nuovamente la norma in questione, perché l'evidente problema di sconnessione tra l'ordinamento complessivo e la norma stessa, sollevato dalla Consulta nel 2009, non è stato risolto in nulla.
Sottolineo anche che la Lega aveva presentato un emendamento soppressivo. Pertanto, mi auguro - credo che condivida il merito di questo intervento - che possa votare insieme a noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bobba. Ne ha facoltà.

LUIGI BOBBA. Signor Presidente, vorrei solo dire al relatore e all'onorevole Fedriga che, se l'interpretazione non è dubbia, ed è quella esposta ora dalla collega Madia - e cioè che l'intervento risarcitorio non è sostitutivo, ma integrativo, aggiuntivo a quello di conversione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato - aggiungere i due elementi contenuti nel nostro emendamento non fa che rendere chiara la norma.
Pertanto, se l'interpretazione è questa, tanto vale avere una norma che sia semplice, Pag. 91chiara e trasparente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole D'Ippolito Vitale... presidente Bruno... onorevole Costa... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 501
Maggioranza 251
Hanno votato
245
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che i deputati Vannucci e Rossomando hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 32.24.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonino Russo. Ne ha facoltà.

ANTONINO RUSSO. Signora Presidente, il presente comma, che con il nostro emendamento vorremmo sopprimere, come il precedente comma 5 ed il successivo comma 7, sono palesemente incostituzionali - lo ha già ricordato la collega Madia nell'intervento precedente - perché ripropongono una norma analoga già dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. Inoltre, non si risponde ai rilievi avanzati dal Presidente Napolitano, si perpetua una discriminazione nei confronti dei lavoratori precari, si viola la Convenzione e la direttiva europea e si interviene «a gamba tesa» nei processi in corso.
Anche il comma in questione è rimasto invariato dopo l'approvazione degli emendamenti presso l'XI Commissione (Lavoro), sebbene il Presidente della Repubblica, nel messaggio inviato alle Camere, avesse sottolineato l'opportunità di una riflessione anche su disposizioni, in qualche modo - si diceva - presenti negli articoli 30, 32 e 50, che riguardano gli stessi giudizi in corso e la salvezza del diritto del lavoratore al risarcimento dei danni eventualmente subiti.
Nella sostanza, si ripropongono i contenuti dell'articolo 4-bis del decreto legislativo n. 368 del 2001, come introdotto dal comma 1-bis dell'articolo 21 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, e dichiarato incostituzionale dalla sentenza della Corte costituzionale del 14 luglio 2009, n. 214, dopo la remissione all'esame della stessa disposto da ben diciannove ordinanze delle corti di appello e di tribunali italiani per la presunta - poi dichiarata tale - violazione degli articoli 3, 10, 11, 24, 111 e 117 della Costituzione. Chi volesse approfondire la materia può rileggere le motivazioni, di fatto e di diritto, della stessa sentenza della Corte costituzionale che ho richiamato.
Per capire, invece, il peso e la portata, del comma in questione in particolare, vorrei rileggerlo testualmente: «In presenza di contratti ovvero accordi collettivi nazionali, territoriali o aziendali, stipulati con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, che prevedano l'assunzione, anche a tempo indeterminato, di lavoratori già occupati con contratto a termine nell'ambito di specifiche graduatorie» - sottolineo il termine «graduatorie», così si capisce di cosa si parla - «il limite massimo dell'indennità fissata dal comma 5 è ridotto alla metà».
Da queste ultime parole emerge già la discriminazione rispetto ai lavoratori di cui si parla nel comma precedente. Non emerge con chiarezza, ma è abbastanza certo di chi stiamo parlando. Voglio citare solo una categoria che vi appartiene con maggiore rappresentanza. Si tratta del personale della scuola e, più precisamente, del personale precario della scuola.
Preciso meglio di chi parliamo e dei numeri di cui parliamo: ogni anno, su un Pag. 92comparto costituito da più di un milione tra docenti e personale ATA, 210 mila persone, ossia 130 mila docenti e 80 mila unità di personale tecnico e amministrativo, assicurano il funzionamento della scuola per tutto l'anno scolastico in qualità di supplenti con un contratto a tempo determinato. Di queste circa il 20 per cento ha un contratto al 31 agosto di 12 mensilità, il restante 80 per cento, ossia 160 mila lavoratori, hanno garantite appena dieci mensilità di stipendio.
Insomma, uno su cinque tra i dipendenti della scuola è un lavoratore precario, selezionato ogni anno e spesso riconfermato, ma con lo stesso stipendio iniziale e senza alcuno scatto di anzianità, in spregio alla normativa comunitaria e alla legislazione nazionale che non prevede la stipula di contratti a tempo determinato per anni successivi al primo, ma, piuttosto, la stabilizzazione dell'organico.
In conclusione, stiamo parlando di queste persone alle quali tutti i giorni affidiamo i nostri figli, persone che riconoscono la legge, la rispettano, spesso la insegnano e ne pretendono il rispetto, tanto più se riguarda loro stessi. Perpetuare un torto e una discriminazione nei loro confronti noi lo riteniamo illegittimo ed ingiusto, per questo ci auguriamo la soppressione del presente comma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Simeoni... onorevole Pizzolante... onorevole Sbai...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 500
Maggioranza 251
Hanno votato
247
Hanno votato
no 253).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pizzolante... onorevole Santelli... onorevole Ciccioli... sottosegretario Giorgetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 505
Maggioranza 253
Hanno votato
247
Hanno votato
no 258).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Porcino... onorevole Aprea...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 505
Maggioranza 253
Hanno votato
246
Hanno votato
no 259).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 32.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, interverrò brevemente. Finora si è detto che l'esigenza che abbiamo è quella di far durare meno il contenzioso e che uno degli obiettivi che il Governo si prefigge è proprio quello di dar modo alle cause di durare meno e, quindi, di raggiungere Pag. 93l'obiettivo per i lavoratori e per i datori di lavoro di avere una pronuncia in tempi rapidi.
In realtà, per ora ci si è limitati a dire quando la causa deve cominciare, quando deve avviarsi. A nostro avviso, invece, sarebbe più utile stabilire che la causa debba avere un tempo certo e, in ogni caso, che alcune cause debbano necessariamente avere priorità rispetto alle altre.
In questo senso riteniamo che le cause in materia di licenziamento, per le quali peraltro non è possibile nemmeno svolgere l'arbitrato, dovrebbero avere priorità e dovrebbero essere trattate prima delle altre. Questa norma è di buonsenso, vorremmo che venisse inserita nell'articolato ed è anche l'oggetto dell'emendamento che abbiamo proposto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 32.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Perina... onorevole Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 499
Maggioranza 250
Hanno votato
243
Hanno votato
no 256).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sbai... onorevole Mazzuca... onorevole Simeoni... l'onorevole Mazzuca ancora non riesce a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 467
Astenuti 34
Maggioranza 234
Hanno votato
258
Hanno votato
no 209).

(Votazione dell'articolo 33 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 33 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 263
Astenuti 242
Maggioranza 132
Hanno votato
262
Hanno votato
no 1).

(Votazione dell'articolo 34 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 34 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Andrea Orlando... onorevole Barbaro... onorevole Traversa... onorevole Murer... onorevole Madia... l'onorevole Grassi non riesce a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ). Pag. 94

(Presenti 504
Votanti 496
Astenuti 8
Maggioranza 249
Hanno votato
495
Hanno votato
no 1).

(Votazione dell'articolo 35 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 35 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesa... onorevole Granata... onorevole Morassut... onorevole Cesario...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 502
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato
502).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

(Votazione dell'articolo 36 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 36 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Madia, onorevole Oliverio, onorevole Briguglio.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 471
Astenuti 34
Maggioranza 236
Hanno votato
261
Hanno votato
no 210).

(Votazione dell'articolo 37 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 37 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Golfo, onorevole Vella, onorevole Mazzuca, onorevole Martinelli, onorevole Mario Pepe (PdL), onorevole Gava, onorevole Simeoni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 294
Astenuti 212
Maggioranza 148
Hanno votato
291
Hanno votato
no 3).

(Votazione dell'articolo 38 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 38 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 95

Onorevole Golfo, onorevole Mazzuca, onorevole Traversa, onorevole Simeoni, onorevole Martinelli, onorevole Porcino, onorevole Rainieri.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 503
Astenuti 6
Maggioranza 252
Hanno votato
293
Hanno votato
no 210).

(Votazione dell'articolo 39 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 39 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lehner, onorevole Vico, onorevole Cassinelli, onorevole Laboccetta.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 505
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato
502
Hanno votato
no 3).

(Votazione dell'articolo 40 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 40 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 40.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Andrea Orlando, onorevole Traversa, onorevole Vico, onorevole Cesa, onorevole Ceroni, onorevole Iapicca.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 503
Maggioranza 252
Hanno votato
256
Hanno votato
no 247).

(Votazione dell'articolo 41 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 41 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Perina, onorevole Andrea Orlando, onorevole Vico, onorevole Toccafondi, onorevole Cesario, onorevole Bernardini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 503
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato
503).

(Votazione dell'articolo 42 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 42 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 42.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 96

Onorevole Vico... Onorevole Andrea Orlando... Onorevole Boccuzzi... Onorevole Corsaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 505
Maggioranza 253
Hanno votato
505).

(Votazione dell'articolo 43 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 43 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 43.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... Onorevole Veltroni... Onorevole Fassino... Onorevole Lanzillotta... Onorevole Martinelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 502
Maggioranza 252
Hanno votato
502).

(Votazione dell'articolo 44 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 44 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 44.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... Onorevole Vico... Onorevole Losacco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 501
Maggioranza 251
Hanno votato
501).

(Votazione dell'articolo 45 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 45 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 45.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... Onorevole Vico... Onorevole Andrea Orlando... Onorevole Martinelli... Onorevole Moles... Onorevole Pionati... Onorevole Lo Monte... Onorevole Bernardini... Onorevole Cesa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 502
Maggioranza 252
Hanno votato
502).

Prendo atto che il deputato Pizzetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Votazione dell'articolo 46 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 46 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 46.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 471 Pag. 97
Astenuti 36
Maggioranza 236
Hanno votato
260
Hanno votato
no 211).

(Votazione dell'articolo 47 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 47 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 47.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Trappolino... Onorevole Fogliardi... Onorevole Favia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 503
Astenuti 4
Maggioranza 252
Hanno votato
502
Hanno votato
no 1).

(Votazione dell'articolo 48 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 48 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 48.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Virgilio... Onorevole Castellani... Onorevole Nizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato
263
Hanno votato
no 241).

(Votazione dell'articolo 49 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 49 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 49.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pionati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Hanno votato
261
Hanno votato
no 248).

(Esame dell'articolo 50 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 50 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Poiché non è stato segnalato da parte del gruppo dell'Italia dei Valori l'emendamento Paladini 50.4, all'articolo 50 risultano esclusivamente riferite le identiche proposte emendative Lo Monte 50.1, Delfino 50.2 e Paladini 50.3 interamente soppressive dell'articolo 50. Pertanto, si procederà alla votazione del mantenimento dell'articolo 50.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Lo Monte 50.1, Delfino 50.2 e Paladini 50.3.

Pag. 98

PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del rappresentante del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo ai voti.
Ricordo che, poiché sono stati presentati tre emendamenti interamente soppressivi dell'articolo 50, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 50.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pollastrini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 504
Astenuti 2
Maggioranza 253
Hanno votato
501
Hanno votato
no 3).

PRESIDENTE. Chiedo al relatore se possiamo procedere all'ulteriore esame dell'articolo 3.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, possiamo procedere. Abbiamo riflettuto, nei modi in cui si può riflettere in queste circostanze, e crediamo che si possa andare avanti anche dopo il voto intervenuto sull'emendamento precedente; quindi possiamo procedere con le votazioni. Riteniamo che la posizione della maggioranza e del Governo non sia inficiata dalla precedente votazione.

(Ripresa esame dell'articolo 31 - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 31.35, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Virgilio... onorevole Granata... onorevole Versace... onorevole Traversa... onorevole Delfino... onorevole Mario Pepe (PD)...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
499).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Delfino 31.36, Damiano 31.37 e Borghesi 31.38, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Simeoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 503
Maggioranza 252
Hanno votato
242
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che i deputati Mecacci e Madia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Antonino Foti 31.39, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Della Vedova, Castellani, Pionati, Razzi, Mario Pepe (PdL) c'è una par condicioPag. 99perfetta tra i due Mario Pepe... una volta l'uno, una volta l'altro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 500
Astenuti 3
Maggioranza 251
Hanno votato
292
Hanno votato
no 208).

Prendo atto che il deputato Mecacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Mannucci... colleghi siete un po' troppo rumorosi, se posso permettermi... capisco che siamo stanchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 473
Astenuti 32
Maggioranza 237
Hanno votato
208
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che i deputati Mecacci e Realacci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.42, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pizzolante, Garagnani, Compagnon, Repetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 468
Astenuti 35
Maggioranza 235
Hanno votato
210
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che il deputato Mecacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.43, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lehner, Armosino, Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 470
Astenuti 34
Maggioranza 236
Hanno votato
209
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Mecacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.44, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Miglioli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 471 Pag. 100
Astenuti 34
Maggioranza 236
Hanno votato
210
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Mecacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.45, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Franzoso, Reguzzoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 468
Astenuti 32
Maggioranza 235
Hanno votato
210
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che il deputato Mecacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.46, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Barani, Mazzuca, Armosino, Compagnon, Porcino... Quelle due luci accese laggiù non mi piacciono molto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 469
Astenuti 34
Maggioranza 235
Hanno votato
210
Hanno votato
no 259).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 31.47, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Barani, Traversa, Zorzato, Martinelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 467
Astenuti 34
Maggioranza 234
Hanno votato
209
Hanno votato
no 258).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Barani, Vella,
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 259
Astenuti 245
Maggioranza 130
Hanno votato
259).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1441-quater-E)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-E).
Nessuno chiedendo di illustrare gli ordini del giorno presentati, chiedo al Governo di esprimere il parere sugli stessi.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo non accetta l'ordine Pag. 101del giorno Maurizio Turco n. 9/1441-quater-E/1.

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Beltrandi n. 9/1441-quater-E/2 è stato dichiarato inammissibile.

Testo sostituito con errata corrige volante PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo non accetta gli ordini del giorno Porcino n. 9/1441-quater-E/3, Paladini n. 9/1441-quater-E/4 e Di Stanislao n. 9/1441-quater-E/5, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Villecco Calipari n. 9/1441-quater-E/6, purché il dispositivo sia riformulato premettendo le seguenti parole: «a valutare». Il Governo, altresì, accetta l'ordine del giorno Cirielli n. 9/1441-quater-E/7, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Delfino n. 9/1441-quater-E/8 e n. 9/1441-quater-E/9, nonché gli ordini del giorno Capitanio Santolini n. 9/1441-quater-E/10 e Anna Teresa Formisano n. 9/1441-quater-E/11. Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Lo Presti n. 9/1441-quater-E/12, purché il dispositivo sia riformulato sopprimendo le parole: «individuando ogni strumento utile a dirimere eventuali dubbi ermeneutici con apposite iniziative, anche di carattere normativo». Il Governo, infine, accetta l'ordine del giorno Contento n. 9/1441-quater-E/13. PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo non accetta gli ordini del giorno Porcino n. 9/1441-quater-E/3, Paladini n. 9/1441-quater-E/4 e Di Stanislao n. 9/1441-quater-E/5, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Villecco Calipari n. 9/1441-quater-E/6, purché il dispositivo sia riformulato premettendo le seguenti parole: «a valutare». Il Governo, altresì, accetta l'ordine del giorno Cirielli n. 9/1441-quater-E/7, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Poli n. 9/1441-quater-E/8 e n. 9/1441-quater-E/9, nonché gli ordini del giorno Capitanio Santolini n. 9/1441-quater-E/10 e Anna Teresa Formisano n. 9/1441-quater-E/11. Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Lo Presti n. 9/1441-quater-E/12, purché il dispositivo sia riformulato sopprimendo le parole: «individuando ogni strumento utile a dirimere eventuali dubbi ermeneutici con apposite iniziative, anche di carattere normativo». Il Governo, infine, accetta l'ordine del giorno Contento n. 9/1441-quater-E/13.

PRESIDENTE. Colleghi, scusate, ma, per quanto riguarda la valutazione degli ordini del giorno, la Presidenza si riserva di valutare l'ammissibilità dell'ordine del giorno Lo Presti n. 9/1441-quater-E/12, a meno che esso non venga riformulato.
Procederei, a questo punto, all'esame e alla votazione degli ordini del giorno precedenti, mentre, per le vie brevi, intercorrono tra il presentatore e il Governo accordi sulla possibile riformulazione dell'ordine del giorno Lo Presti n. 9/1441-quater-E/12, perché si possa ritenere ammissibile; infatti, con questa formulazione, obiettivamente, l'ordine del giorno non potrebbe esserlo. Lo accantoniamo un attimo e procediamo con gli altri.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, volevo solo capire meglio. Normalmente abbiamo un'attività parlamentare che prevede la presentazione degli ordini del giorno e un vaglio da parte della Presidenza che stabilisce se sono ammissibili o meno.
Volevo sapere se, nell'innovazione che facciamo di tanto in tanto delle nostre regole, abbiamo aggiunto anche da parte della Presidenza...

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, tutti sanno che io sono un'innovatrice, ma questa volta non sto innovando nulla, nel senso che l'ordine del giorno Lo Presti n. 9/1441-quater-E/12 è stato presentato dopo l'approvazione di un emendamento abbastanza significativo.
È stato presentato all'ultimo momento: la Presidenza non ha fatto in tempo a valutarlo. Adesso la valutazione è avvenuta e l'ammissibilità è sottoposta ad una riformulazione.
Prendo atto che l'ordine del giorno Lo Presti n. 9/1441-quater-E/12 è stato ritirato. Il problema è risolto.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, se lei vuole, possiamo pure parlarne da un'altra parte. Io le sto domandando una cosa precisa.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, la questione è stata risolta non solo perché l'onorevole Lo Presti ha ritirato il suo ordine del giorno, ma perché la Presidenza ha accolto quattro ordini del giorno dell'onorevole Damiano che sono arrivati mentre il Governo stava dando i pareri.
Passiamo all'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/1441-quater-E/1.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/1441-quater-E/1, non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti. Pag. 102
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/1441-quater-E/1, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Armosino, Romele, Portas...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato
236
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Porcino n. 9/1441-quater-E/3, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Porcino n. 9/1441-quater-E/3, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Armosino, Consolo, Mario Pepe (PdL), Pionati, Mannucci.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato
232
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Paladini n. 9/1441-quater-E/4, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paladini n. 9/1441-quater-E/4, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Barani, Di Virgilio, Vannucci, Pionati. Colleghi, sono sempre disponibile a richiamare tutti quando vedo che non riuscite a votare; però, se mentre votate telefonate, è sempre molto difficile che riusciate a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato
233
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/1441-quater-E/5, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/1441-quater-E/5, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Traversa, Pionati, Armosino.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato
233
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Pag. 103
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Villecco Calipari n. 9/1441-quater-E/6, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, vorrei capire meglio dal sottosegretario se il testo della riformulazione è «a valutare la presenza del rischio amianto» o «a valutare la possibile presenza di rischio amianto». Se è così, accetto la riformulazione proposta.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Sì, è così.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Villecco Calipari n. n. 9/1441-quater-E/6, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cirielli n. 9/1441-quater-E/7, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Poli n. 9/1441-quater-E/8, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Delfino n. 9/1441-quater-E/9, accolto dal Governo come raccomandazione.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, mi rivolgo al sottosegretario, perché mi pare veramente singolare che si voglia accogliere solo come raccomandazione qualcosa che fa parte già di qualche impegno del Governo in questa direzione. A parte le premesse, il testo dell'ordine del giorno è il seguente: «impegna il Governo a promuovere ulteriori incisive campagne di informazione per contrastare una tragedia dall'altissimo costo sociale ed economico (mi riferisco a quella degli infortuni sul lavoro), nonché a potenziare i controlli sia per impedire il lavoro nero sia per far emergere tutte le aree che sfuggono alle rilevazioni ufficiali». Non vedo cosa vi sia di difficoltà ad accogliere pienamente l'ordine del giorno in esame.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, non ho alcuna difficoltà ad accettare un ordine del giorno che però dica a valutare la possibilità di ulteriori (...). Poiché ho letto l'ordine del giorno e il Governo ha investito risorse consistenti sul piano nazionale e con un trasferimento di risorse alle regioni, è evidente che l'ordine del giorno appariva non riconoscere questo impegno del Governo.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Delfino n. 9/1441-quater-E/9, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/1441-quater-E/10, accolto dal Governo come raccomandazione.
Passiamo all'ordine del giorno Anna Teresa Formisano n. 9/1441-quater-E/11, accolto dal Governo come raccomandazione.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. L'onorevole Anna Teresa Formisano mi ha manifestato Pag. 104la disponibilità ad accogliere una proposta di riformulazione nel senso di impegnare il Governo «a valutare la possibilità di». Se viene accolta tale riformulazione, il parere del Governo è favorevole.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Anna Teresa Formisano n. 9/1441-quater-E/11, accettato dal Governo, purché riformulato. Ricordo che l'ordine del giorno Lo Presti n. 9/1441-quater-E/12 è stato ritirato. Invito quindi il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno Contento n. 9/1441-quater-E/13, Madia n. 9/1441-quater-E/14, Gnecchi n. 9/1441-quater-E/15, Berretta n. 9/1441-quater-E/16 e Damiano n. 9/1441-quater-E/17.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, confermo il parere favorevole del Governo sull'ordine del giorno Contento n. 9/1441-quater-E/13. Il Governo altresì accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Madia n. 9/1441-quater-E/14 mentre non accetta gli ordini del giorno Gnecchi n. 9/1441-quater-E/15, Berretta n. 9/1441-quater-E/16 e Damiano n. 9/1441-quater-E/17.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Contento n. 9/1441-quater-E/13, accettato dal Governo. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Madia n. 9/1441-quater-E/14, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gnecchi n. 9/1441-quater-E/15, non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gnecchi n. 9/1441-quater-E/15, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ghizzoni, Nizzi, Armosino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato
235
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Berretta n. 9/1441-quater-E/16, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Berretta n. 9/1441-quater-E/16, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato
233
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Damiano n. 9/1441-quater-E/17, non accettato dal Governo. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Damiano n. 9/1441-quater-E/17, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 105

Onorevoli Lo Monte, Tommaso Foti, Briguglio... questa volta l'onorevole Cesa è riuscito a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato
236
Hanno votato
no 245).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi consenta semplicemente di lasciare agli atti - parlo assolutamente a titolo personale, fuori dalla mia funzione di delegato d'Aula, come appartenente a questa Assemblea - che il Regolamento è una garanzia per tutti (sia per chi fa parte dell'opposizione, sia per chi fa parte della maggioranza) e rappresenta un modo straordinario per regolare i nostri lavori.
Dopo che vi è stata la fase dell'illustrazione degli ordini del giorno e il parere del Governo sugli stessi, siccome lei ha fatto riferimento al fatto che sono stati accolti dalla Presidenza quattro ordini del giorno della mia parte, ritengo che questo sia nella possibilità che ella ha di regolare i nostri lavori (secondo le opportunità del caso) ma, probabilmente, si sarebbe potuto evitare. Infatti non è che, siccome si tratta di quattro ordini del giorno del gruppo Partito Democratico, questo implica che possiamo stravolgere le regole che ci siamo dati. Vorrei solo lasciarlo agli atti, per lo meno chiedendole che questo non costituisca precedente...

PRESIDENTE. Mi lasci lasciare agli atti, onorevole Giachetti, che ha parlato a titolo personale, che come delegato d'Aula la prego di vigilare meglio perché gli ordini del giorno del suo gruppo vengano presentati in tempo.
Sospendiamo l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 9,30 con lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e della votazione finale.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 19,05).

ANDREA SARUBBI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, prima di passare all'informativa, in tal modo consentendo ai colleghi che non intendono partecipare all'informativa di lasciare l'Aula con doveroso silenzio.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, intendo soltanto mettere l'Assemblea al corrente di una notizia che è arrivata in questo momento sulle agenzie di stampa, che riguarda un nostro connazionale, David Casinori, che risulta disperso in Messico. David Casinori fa parte di un'organizzazione umanitaria andata in Messico con una carovana della pace. Erano in uno Stato, lo Stato di Oaxaca, a controllare le condizioni degli indios, e hanno subito un attacco da parte di un gruppo paramilitare. In questo attacco purtroppo sono morte tra le due e le cinque persone e ci sono diversi dispersi, uno dei quali, appunto, è un italiano, un nostro connazionale.
Pertanto attraverso lei, signor Presidente, chiederei al Governo di interessarsi alla questione, e tramite il Ministro degli affari esteri di farci sapere prima possibile in che condizioni si trova il nostro connazionale, in maniera tale da poter rassicurare il Parlamento e la sua famiglia.

PRESIDENTE. Onorevole Sarubbi, la ringrazio per la sua sottolineatura e per il suo richiamo.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

Pag. 106

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo altrettanto sommessamente solo per ricordare - intervengo a difesa della «categoria» - che gli ordini del giorno sono iniziative personali dei deputati, e quindi evidentemente nessun responsabile d'Aula o vicepresidente delegato d'Aula ha facoltà di determinare il momento in cui un collega riesca o non riesca a presentarli. Sono valutazioni che spettano alla Presidenza. Senza alcuna polemica ovviamente è discrezione della Presidenza accoglierli, anche perché quella cui abbiamo assistito è stata una fase in cui si è passati dall'esame degli articoli del provvedimento all'esame degli ordini del giorno senza una sospensione; quindi è normale che ci sia una «zona grigia» in cui alcuni colleghi possano aver depositato ordini del giorno che possano essere giudicati ammissibili o non ammissibili. A onor del vero, se è vero questo, è vero anche che non è responsabilità dei responsabili d'Aula di alcun gruppo, Presidente, vigilare sulla tempestiva presentazione degli ordini del giorno di alcun collega.

GIANNI MANCUSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta ad una interrogazione a risposta in Commissione, la n. 5-00909, presentata il 28 gennaio 2009, oltre un anno fa, a firma Mancuso, Nastri e Pastore, indirizzata al Ministro dell'interno e assegnata al Ministero della giustizia. L'argomento riguarda il carcere di Novara. Intendiamo segnalare che nei giorni scorsi, la settimana scorsa, ci sono stati presso quel carcere due episodi di aggressioni che hanno coinvolto due agenti e anche lo stesso comandante delle guardie.
Già in quell'interrogazione, di oltre un anno fa, segnalavamo che molte cose non funzionano in quel carcere. Credo che sia il caso di far verificare esattamente al Ministero competente l'andamento dei fatti per valutare i provvedimenti da adottare.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, l'Agra Press del 26 aprile, e il Messaggero Veneto del giorno successivo, hanno dato notizia che, venerdì 30 aprile, sarà avviata per la prima volta a Vivaro, in provincia di Pordenone, in un campo di circa tre ettari, la prima coltivazione italiana di mais OGM, varietà già autorizzata a livello comunitario e attualmente non iscritta nel registro nazionale delle sementi e, quindi, non utilizzabile.
Il 19 gennaio scorso il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso del vicepresidente di Futuragra, imponeva ai Ministeri competenti di concludere entro 90 giorni il procedimento di istruzione e autorizzazione alla coltivazione di mais geneticamente modificato già autorizzato a livello comunitario.
Il 7 aprile, i Ministri della salute, Ferruccio Fazio, e dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo, hanno controfirmato il decreto predisposto dal Ministro dell'agricoltura, Luca Zaia, con cui veniva respinta la richiesta di messa in coltura di ibridi di mais geneticamente modificati contenenti l'evento Mon 810. Alla coltivazione di mais OGM in Italia si sono opposti in questi mesi moltissimi cittadini e tante associazioni; tra le altre voglio citare e ringraziare la CIA, la Coldiretti e Legambiente.
Il campo di Vivaro, affermano i promotori di questa pericolosa provocazione, verrà seminato innanzitutto per far vedere ai cittadini, alle scolaresche, ai consumatori e agli agricoltori che cosa sono le piante OGM. Ci troviamo di fronte a delle vere e proprie dichiarazioni a dir poco provocatorie.
Signor Presidente, a tutela della salute dei cittadini, prima che le multinazionali titolari Pag. 107di brevetti sui semi rompano gli indugi per tentare di piegare a loro piacimento le regole del nostro Paese, e comunque nel rispetto del decreto interministeriale che vieta la semina di mais OGM, è necessario che il Governo metta in campo, e con urgenza, tutte le iniziative, e non solo il dialogo proposto dal Ministro Galan, per prevenire ed evitare che venga compiuto un atto illegale che rappresenta un vero pericolo per l'inquinamento dei territori e che renderebbe estremamente problematica l'attivazione della coesistenza e che compromette la biodiversità, l'agricoltura di qualità e le produzioni tipiche del nostro Paese. È necessario, inoltre, un intervento urgente per l'introduzione della moratoria per la coltivazione transgenica in assenza di piani regionali, colmando il vuoto giuridico prodottosi con la sentenza della Corte costituzionale n. 116 del 2006.
Signor presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, davanti a questo incredibile fatto annunciato per le prossime ore, non possiamo rimanere inermi. Qui è in gioco la salute della nostra gente, la nostra qualità della vita, la nostra agricoltura. Su questo non possiamo permettere nessun esperimento e dobbiamo far rispettare in pieno le nostre volontà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Informativa urgente del Governo circa le conseguenze sul traffico aereo determinate dalla nube di cenere vulcanica proveniente dall'Islanda (ore 19,13).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo circa le conseguenze sul traffico aereo determinate dalla nube di cenere vulcanica proveniente dall'Islanda.
Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'attività vulcanica mondiale è tenuta sotto continuo monitoraggio da nove centri di allerta vulcanica collocati in cinque contenti. Ogni centro ha la responsabilità di fornire informazioni tempestive a tutti gli operatori dell'aviazione civile in modo da evitare che gli aerei di linea possano inavvertitamente trovarsi ad attraversare strati di aria in cui è presente cenere vulcanica. In Europa sono attivi il centro di allerta di Tolosa e quello di Londra. Quest'ultimo, in particolare, ha il compito di sorvegliare l'attività vulcanica sul nord Atlantico.
In occasione dell'eruzione del vulcano in Islanda ed in considerazione della qualità di emissioni gassose ad essa collegata, la nube di cenere è apparsa essere immediatamente critica per la navigazione nello spazio aereo islandese, spazio interessato - è bene ricordarlo - da tutti i sorvoli da e per il nord America. Il centro di allerta vulcanica di Londra ha emesso un bollettino elaborato sulla base di un modello matematico di dispersione atmosferica della cenere vulcanica finalizzato a fornire elementi previsionali sulla futura espansione geografica della contaminazione prodotta nell'aria dalla cosiddetta nuvola di cenere.
Lo spazio aereo europeo si trova in una posizione di sottovento rispetto alla circolazione generale dell'atmosfera ed è, quindi, prevedibilmente interessato da una nube di cenere che si sviluppa in Islanda e che tende naturalmente a dirigersi verso est-sud-est.
Lo spazio aereo europeo è inoltre fortemente frazionato, pur rimanendo interdipendenti tra di loro le singole frazioni, per cui la chiusura per motivi di sicurezza di una porzione di spazio aereo, nel caso di specie quella britannica, si riflette immediatamente Pag. 108sulla porzione di spazio attigua.
Tale condizione di interdipendenza, già opportunamente considerata nella decisione comunitaria di procedere alla realizzazione del single european sky, ha fatto convenire a livello di Commissione e di singoli Stati sulla necessità di una misura urgente, eccezionale e complessiva di chiusura dello spazio aereo europeo per motivi di sicurezza e di massima precauzione.
In quest'ottica di eccezionalità va inquadrato il coordinamento decisionale centralizzato svolto dalla Commissione europea e vanno effettuate le conseguenti valutazioni sui disagi subìti dai passeggeri e dal comparto del trasporto aereo in generale.
Le conseguenze quali sono state? Oggi in Europa vengono effettuati più di 28 mila voli commerciali i quali trasportano oltre 1,5 milioni di passeggeri. Gli aeroporti interessati alla misura di restrizione al volo sono stati più di 300; le misure di restrizione hanno interessato dapprima gli aeroporti irlandesi e scozzesi per espandersi via via fino agli altri aeroporti dell'Europa continentale.
Gli effetti di questo blocco progressivo hanno coinvolto sia i passeggeri dei voli intracomunitari che quelli dei voli intercontinentali. Si stima a questo proposito che la durata della sospensione di attività abbia interessato circa 10 milioni di passeggeri e abbia generato, a fronte della cancellazione di 100 mila voli nel sud continente europeo, mancati introiti per l'aviazione commerciale per oltre 2 miliardi di euro: una crisi con impatto superiore a quella, molto più drammatica evidentemente, dell'11 settembre 2001 e con effetti non inferiori anche sull'industria turistica. Oltre a ciò va considerata la mancata attività dei centri di controllo del traffico aereo e l'effetto collaterale che si è riflesso sia sul settore industriale sia su quello dei servizi.
A questo punto quali sono state le decisioni? Il 19 aprile si è tenuto un Consiglio straordinario dei Ministri dei trasporti europei, mirato ad identificare ulteriori azioni per fronteggiare la situazione, alla luce del superamento dell'iniziale fase emergenziale.
In tale riunione si è convenuto quanto segue: prima di tutto rafforzare la risposta coordinata alla situazione di crisi; in secondo luogo, condividere la proposta di Eurocontrol di gestione flessibile dello spazio aereo attraverso l'identificazione di tre categorie di zone (zone interdette, zone parzialmente contaminate, zone non contaminate); in terzo luogo, richiedere alla Commissione un coordinamento flessibile, che faciliti la mobilità con altri mezzi di trasporto; in quarto luogo, impegnarsi a garantire la piena operatività degli altri mezzi di trasporto.
Questa emergenza ha confermato infatti che è importante che gli hub europei siano collegati in modo diretto con le reti ferroviarie, in modo particolare con le reti TEN-T, e nel lavoro di rivisitazione attualmente in corso del sistema delle reti TEN-T si dovrà necessariamente tener conto dei principi sopra evidenziati. Infine, si dovrà ritornare progressivamente al pieno coinvolgimento degli operatori aerei quali soggetti responsabili della sicurezza del volo.
Per quanto riguarda i danni denunciati dai vettori aerei la Commissione ha predisposto inoltre una bozza di provvedimento straordinario di compensazione finanziaria per i vettori che hanno subito perdite conseguenti al blocco del volo. Tale provvedimento sarà anche oggetto di discussione nel consiglio straordinario dei trasporti convocato per il prossimo 4 maggio.
A questo punto le considerazioni conclusive che possiamo fare sono queste. Alcune prime considerazioni possono essere rese ed è giusto partire dai diritti dei passeggeri. L'attuale regolamento comunitario (regolamento 261/2004) della Comunità Europea dovrebbe essere modificato per meglio definire quali sono gli obblighi dei vettori nei casi come quello che si è verificato a seguito dell'eruzione del vulcano islandese, visto che trattasi di circostanze eccezionali, con effetti però riconducibili a decisioni delle autorità, con tutto Pag. 109ciò che ne consegue dal punto di vista di rimborsi, compensazioni ed assistenza.
Devo anche sottolineare che, mentre alcune compagnie low cost chiudevano i voli (siccome si era detto: «fino a mercoledì non si vola»), vi è stata, come riconosciuto dalla stessa IATA, una iniziativa positiva delle principali componenti del trasporto aereo, a partire da vettori come in particolare Alitalia, che si è prodigata non solo a corrispondere rimborsi ai passeggeri, ma anche e soprattutto ad assisterli e a proteggerli nelle fasi più acute della crisi. L'apprezzamento al riguardo è stato generale.
Quanto all'informazione passeggeri, ricordo che gli obblighi di informazione dei vettori e gli obblighi di vigilanza da parte delle autorità aeronautiche sono ben definiti, per cui ho raccomandato ad ENAC di mantenere il più alto livello di vigilanza.
Sulla sicurezza del volo evidenzio che è in via di completamento l'iter legislativo del regolamento di cui al documento 6793/2010, mirato al rafforzamento del ruolo dell'Agenzia europea per la sicurezza, l'EASA. In questo regolamento viene data molta evidenza al miglioramento della circolazione delle informazioni istituzionali nei confronti della Commissione e all'importanza di tenere tempestivamente aggiornata la pubblica opinione. È previsto che il regolamento sia emanato entro lo scadere del semestre di Presidenza spagnolo.
Possiamo concludere, quindi, che in primo luogo, è necessario confermare il pieno impegno dell'Italia per imprimere un'accelerazione all'attuazione del progetto SES (Single European Sky) per il rafforzamento dell'EASA, l'Agenzia europea per la sicurezza del volo e per la ridefinizione dei compiti di Eurocontrol.
In secondo luogo, EASA ed Eurocontrol sono due organismi tecnici cruciali per il futuro del trasporto aereo europeo e per l'efficace svolgimento di azioni coordinate da parte della Commissione.
In terzo luogo, le azioni per il fine della sicurezza del volo dovranno essere improntate ai seguenti principi ispiratori comunitari: la proporzionalità, la sussidiarietà e la trasparenza. I sistemi ed i metodi per la sicurezza devono essere efficienti, ma proprio per questo, l'azione del Governo deve essere proporzionata alla dimensione del problema.
La regolazione e le azioni di vigilanza non devono creare sovrapposizioni rispetto a quanto già chiaramente definito nelle norme comunitarie e nazionali.
Infine, il trasporto aereo è una modalità di trasporto matura, capace di affrontare con solidità operativa emergenze come quella in oggetto ma, per il suo buon funzionamento, ha bisogno anche di un passeggero bene informato e consapevole.

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Toto. Ne ha facoltà.

DANIELE TOTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi corre, innanzitutto, l'obbligo di ringraziare il Ministro per una relazione così piena ed assolutamente esaustiva, che, soprattutto, nelle cause e negli effetti, ci porta a dissipare ogni dubbio ed ogni interrogativo che si erano posti in relazione all'eruzione vulcanica che ha paralizzato i cieli europei per così tanto tempo, in relazione a così tante tratte e a così tanti aeromobili.
Si tratta, dunque, di un evento eccezionale, quantomeno, di difficile previsione negli effetti o, comunque, nelle possibilità. Un evento eccezionale che ha creato assolutamente dei danni, ma la cui eccezionalità è, senza dubbio, riportata, probabilmente, nelle asserzioni di taluno - che faccio mie - circa il fatto che, neanche il tragico incidente dell'11 settembre, aveva prodotto un fermo, così importante e per così tanti giorni, di uno spazio importante e vasto come lo spazio europeo.
Senza dubbio, i danni possono essere definiti incalcolabili: anche in questo caso, il Ministro è stato molto bravo a misurarli. Si tratta, certamente, di danni subiti dalle persone fisiche ai livelli, e forse anche Pag. 110oltre, della sofferenza. In questa sede, va sottolineato che vi sono compagnie low cost: ebbene, probabilmente, in questo caso, esse hanno fatto anche low assistance.
Naturalmente, vi sono stati anche danni a carico delle compagnie aeree che, senza dubbio, hanno subito un mancato guadagno. Sono stati colpiti anche altri ambiti: si pensi alla mancata circolazione delle merci e a tutto ciò che ne consegue in termini di PIL.
Se si può trarre un auspicio da questa vicenda, esso è, certamente, relativo alla necessità di sviluppare gli strumenti che permettano non già di annullare - perché abbiamo visto che gli effetti di cause così eccezionali sono difficili da prevedere - ma, comunque, di alleviare gli effetti della causa, come quelli che si sono verificati.
Nell'ambito di questa necessità assoluta, è necessario ricordare l'ambito della legislazione europea. Infatti, non vi è dubbio alcuno, che certi provvedimenti possono essere assunti attraverso una cooperazione ed una collaborazione volte ad «inseguire» lo spazio unico europeo. Pertanto, attraverso lo strumento comunitario - che deve essere l'unico possibile rimedio per alleviare le conseguenze di cui abbiamo parlato - è necessario sottolineare come lo spazio unico europeo (il cielo unico europeo) sia stato trattato dal Parlamento europeo nell'ambito di una disposizione che prevede blocchi di traffico per migliorare l'inquinamento. Nell'ambito della sua attuazione, avrà un impatto positivo sul traffico aereo, tuttavia, rimanda alla legislazione europea per quanto concerne gli aeroporti, nell'ambito delle ricettività, e la gestione dell'hub aeroportuale.
Voglio ancora continuare nell'ambito di quella che è la presa di posizione di assoluta preminenza del nostro Paese, sia nell'ambito del progetto del cielo unico europeo, sia in merito al progetto Galileo che - voglio ricordarlo - nel 2013 sostituirà il network GPS di produzione statunitense. Questo per dire che solo attraverso la collaborazione europea si riescono a trovare dei rimedi ad un effetto che può essere così catastrofico come quello che si è verificato.
Da ultimo, non può che rimanere una riflessione che senza dubbio assume il carattere di un monito, pur tuttavia mi pare giusto condividerla insieme in questa assise. Troppo spesso il progresso tecnologico viene visto come ciò che ha la possibilità di risolvere ogni problema ci si ponga davanti; probabilmente, invece, ci sono degli eventi, gli eventi naturali, che possono e devono essere non già annullati dal processo tecnologico, ma certamente contenuti attraverso un'azione politica di riferimento, che credo mai come questa volta ci ha visto assoluti protagonisti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Meta. Ne ha facoltà.

MICHELE POMPEO META. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, non vi è ombra di dubbio che l'eccezionalità dell'eruzione del vulcano islandese e la conseguente - perché di questo si è trattato - paralisi dei cieli europei per cinque giorni consecutivi abbiano affossato la timida ripresa del trasporto aereo che negli ultimi due anni aveva pagato un prezzo altissimo a causa della crisi economica globale.
Apprezziamo l'orientamento della Commissione europea che è decisa a dare il via libera ad aiuti di Stato in forma diretta e indiretta, nel rispetto dei criteri dell'Unione europea, per il settore aereo così duramente colpito, misura sulla quale, però, chiediamo la massima attenzione e vigilanza del Governo italiano in sede europea, affinché non si utilizzino questi aiuti come pretesto per mascherare, con soldi dei contribuenti, interventi di ristrutturazione aziendale in violazione dei principi di libera concorrenza tra i vettori.
L'unica cosa certa - nostro malgrado - è che i danni di questo eccezionalissimo blocco del trasporto aereo siano stati superiori (come diceva il Ministro) a quelli dell'11 settembre. Come veniva ricordato, le Pag. 111compagnie aeree, secondo le stime della IATA, hanno subito perdite per 200 milioni di euro al giorno. Si parla, inoltre, di due miliardi e mezzo di euro di danni per i vettori e per il settore turistico che ne ha subìto i contraccolpi per via di disdette nelle principali città turistiche: questo è avvenuto anche in Italia e ricordo solo il caso di Venezia.
Questa situazione ha di nuovo reso evidenti i rischi occupazionali per un settore che tra scelte sbagliate, speculazioni ed effetti della crisi qui da noi ha pagato già un alto prezzo.
Noi riteniamo, quindi, che ci debba essere la massima attenzione e il dovuto scrupolo per le sorti di molti lavoratori. Ma quanto è accaduto la scorsa settimana, a nostro avviso, mette in luce in primo luogo la fragilità del sistema del trasporto europeo che vede ogni giorno trentamila voli solcare i cieli del vecchio continente.
Noi crediamo che, dopo quanto è accaduto, sia necessario promuovere in tutte le sedi, ma soprattutto in quella europea, quella armonizzazione nella gestione della navigazione per l'Unione europea che ispirò nel 1963 la nascita di Eurocontrol, progetto sostanzialmente incompiuto finora, perché gli Stati membri hanno mantenuto il controllo totale dei rispettivi spazi europei, senza alcun tipo di integrazione che, in casi come quello della nube vulcanica, avrebbe forse garantito una ripresa efficace dei collegamenti, se coordinato da un unico centro di controllo.
Oggi lo spazio aereo europeo è suddiviso in 27 zone e gestito da 73 centri di controllo del traffico aereo, una babele di responsabilità che piuttosto che garantire sicurezza ed efficienza nei collegamenti rischia di aumentare zone d'ombra e corto circuiti nelle comunicazioni e nel rilevamento delle situazioni di crisi.
Si rende necessario, quindi, un intervento concreto del Governo italiano per creare le condizioni fra gli Stati membri per anticipare quanto previsto dal pacchetto legislativo per un cielo unico europeo, adottato dalla Commissione dell'Unione europea nel giugno 2008. Sono proposte volte a migliorare la qualità, ridurre i costi e contenere i ritardi del traffico aereo e che hanno anche l'obiettivo verde di ridurre i consumi di carburante, razionalizzando i voli e riducendo fino a sedici milioni di tonnellate le emissioni di CO2, con un risparmio per le compagnie di due o tre miliardi di euro all'anno in termini di costi.
Chiediamo, quindi, al Governo italiano e al Ministro Matteoli, che parteciperà al prossimo vertice del 4 maggio con i colleghi europei, di farsi parte attiva e crediamo che questo avvenga attraverso questo processo di riforma che potrebbe consentire soluzioni più efficaci e una migliore gestione del traffico aereo europeo. Vanno, inoltre, rafforzati in maniera coordinata i diritti dei passeggeri e prendiamo atto che la Commissione lavorerà insieme alle autorità nazionali per assicurare che siano rispettati pienamente i diritti dei passeggeri.
Concludendo, ci aspettiamo che il Governo si concentri maggiormente sul settore dei trasporti che, mi dispiace constatarlo, soffre di mancanza di programmazione e di riforme che sarebbero davvero utili a quel diritto alla mobilità sancito dalla Costituzione. Sarebbe il caso, ad esempio, di investire maggiori risorse e intervenire là dove bisogna completare le reti e i corridoi transeuropei - è il caso, appunto del corridoio 5 e del corridoio 8 - anche perché è responsabilità delle istituzioni integrare e rendere interdipendenti i trasporti per nave, su ferro e per aria, al fine di consentire soluzioni adeguate alle necessità di milioni di passeggeri italiani ed europei che, a differenza di decine di anni fa, hanno modificato le proprie abitudini e i propri comportamenti in funzione delle possibilità di spostarsi da una parte all'altra a prezzi ragionevoli e in tempi relativamente brevi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montagnoli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, signor Ministro, sta per chiudersi Pag. 112definitivamente l'emergenza trasporti innescata dall'eruzione del vulcano islandese. Il blocco dei voli ha causato un danno alle compagnie stimabile in un miliardo e 700 milioni, mentre secondo il capo della IATA, come lei accennava, si tratta di più di due miliardi. Quanto avvenuto in Europa a seguito della nube vulcanica non è stato un dato edificante. Con troppa facilità si sono confuse le carte in tavola, contribuendo a rendere difficile la comprensione degli avvenimenti. Abbiamo letto titoli nei giornali in cui si annunciava che alcuni jet volavano e che altri non lo facevano, che qualcuno farà causa a Eurocontrol, che il blocco sarebbe avvenuto per favorire Germania e Inghilterra e che la colpa sarebbe dei matematici e dei computer.
Riteniamo che il punto da cui partire, per un'obiettiva disamina della vicenda, sia il dato di fatto che le ceneri vulcaniche rappresentano un concreto pericolo per i velivoli di linea, un pericolo che i radar di bordo non sono in grado di individuare. Ciò significa che il velivolo deve evitare di entrare nella nube e per farlo l'equipaggio deve ricevere informazioni precise sulla rotta da seguire. A scanso di equivoci precisiamo che vi sono radar meteorologici che lavorano sulla banda C in grado di individuare e monitorare il movimento delle polveri vulcaniche. Tuttavia, si deve fare presente che questi sono apparati esclusivamente terrestri.
Negli incontri tenutisi a Parigi nel settembre 2008, l'Islanda aveva presentato una richiesta per l'installazione di un nuovo radar meteorologico, da situarsi nella parte orientale dell'isola con una migliore copertura e con il monitoraggio del diffondersi delle ceneri in caso di eruzione. Risulta che siamo ancora in attesa, da parte dell'IMO, di sapere se la richiesta sia stata accolta in maniera positiva.
Di fronte a questa situazione, nella quale nessuno comunque può mettere in dubbio che gli aeroplani sono scoperti dal punto di vista della safety, minimizzare o addirittura ridicolizzare il pericolo è poco responsabile. Il grado di danno che la cenere vulcanica può produrre varia dall'evento estremo dello spegnimento dei motori in volo alla scoperta a posteriori di danni meno apparenti, ma ben concreti. Il problema della cattiva gestione della crisi, che ha accompagnato l'eruzione del vulcano islandese, è un dato innegabile. Questa discutibile conduzione deriva dal fatto che l'aviazione, pur avendo predisposto piani normativi per il monitoraggio degli eventi di eruzione vulcanica, pur avendo suddiviso il mondo in specifiche aree di competenza e pur avendo stabilito diversi gradi di allerta, all'atto pratico non ha ancora definito il particolare più importante, ossia come valutare la concentrazione di cenere e come stabilire gli indici di valori, superati i quali il servizio deve essere sospeso.
Stando così le cose, non ci si può stupire se ogni Stato ha dovuto fare da sé, basandosi su quanto facevano gli altri e tenendo conto dei suggerimenti che venivano da Aerocontrol circa il movimento metereologico della nube stessa.
Nel merito, riteniamo che la lezione sia senz'altro servita e che gli organismi internazionali responsabili adotteranno misure correttive. In particolare, è importante che nessuno dimentichi che la discutibile conduzione dell'emergenza non deve diventare una scusa per giustificare una eccessiva faciloneria per decidere la ripresa dei voli. Per favore, teniamo ben distinti i due aspetti.
Anche i colleghi che mi hanno preceduto hanno puntato su Aerocontrol, organismo creato nel 1963 e costituito da 38 membri. Oggi il cielo dell'Unione europea (è stato già detto) è diviso in 27 zone e gestito da 73 centri di controllo del traffico aereo. Risulta però, che solo il cielo di Maastricht è gestito da Aerocontrol che controlla lo spazio aereo, che controlla il Benelux e parte della Germania.
Penso che questo sia quello su cui dobbiamo puntare e costituisca un esempio di quello che potrebbe diventare un giorno il progetto di cielo unico dell'Unione europea, ossia il principio di Pag. 113passare da un controllo effettuato da ciascuno dei 27 Paesi alla sorveglianza di una zona più ampia.
Nel 2008 il cielo europeo è stato, quindi, suddiviso in nove blocchi con gli obiettivi di aumentare l'efficienza del traffico e di abbattere i costi. Tutto è rimasto per ora sulla carta.
Riteniamo che quanto sia successo con la nuvola abbia drammaticamente messo in luce i danni generati dalla mancanza di coordinazione tra gli Stati e la creazione di un cielo unico europeo diventa, quindi, ancora più urgente. All'inizio era previsto che il progetto terminasse nel 2012 ed è evidente che chiediamo che ci si impegni.
L'importanza della sua presenza, signor Ministro, all'interno del nostro Paese e dell'Unione europea, può sicuramente rafforzare questo progetto di un cielo unico europeo. Sicuramente vale la pena che i tempi vengano accorciati, anche guardando le previsioni, che ci dicono, rispetto ai 130 milioni di passeggeri oggi nel nostro Paese, che da qui al 2020 si arriverà a più di 200 milioni.
Per cui confidiamo in lei e le diamo il massimo sostegno per far sì che, a livello europeo, vengano adottate normative che possano superare queste problematiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per questa informativa. Per la verità oggi girava la voce - a dimostrazione di come il tempo cancelli anche le cose per certi aspetti drammatiche e delicate - che questa informativa non servisse, poiché tanto nessuno ne parla più e sono passati i momenti di difficoltà.
Questa è la dimostrazione che, invece, è molto utile parlarne e, se penso che la richiesta di questa informativa è stata fatta in quest'Aula proprio da chi vi parla, a nome del suo gruppo, ritengo che oggi si possa dire che si sia svolta a ragion veduta. Noi speravamo e pensavamo in quei giorni di grossa difficoltà che l'informativa più che altro dovesse essere fatta in tempi immediati per dare un segnale o dare delle indicazioni su come stavano realmente le cose.
Qui tutti hanno sviscerato i dati che sono ormai noti rispetto al danno che ha comportato questo vulcano (si pensi agli oltre 100 mila voli cancellati e a più di dieci milioni di passeggeri che sono rimasti a terra sul continente europeo). In termini economici fa veramente specie pensare che oltre 1,7 miliardi di dollari (circa 1,26 miliardi di euro) sono i mancati ricavi che in quei pochi giorni si sono registrati.
Praticamente, sul nostro contenente, il costo è ammontato a circa 110 milioni di dollari al giorno e si può andare avanti così, snocciolando una serie di dati. Scendendo lentamente dal contesto europeo verso la nostra realtà nazionale - motivo per cui era stata chiesta questa informativa, ossia proprio perché riguardava quanto competeva al nostro Paese - vediamo che i dati sono veramente allarmanti e non riguardano soltanto il problema dei passeggeri, ma anche i comparti produttivi.
Quindi, credo che la cosa che serve di più - almeno per quanto ci riguarda - è capire se questi monitoraggi, effettuati sullo spazio aereo, sono stati condotti in maniera chiara e precisa a fronte di dati certi che permettevano di prendere determinate decisioni.
È ovvio che il tutto è dovuto partire, è partito ed è opportuno che parta in futuro, cercando di salvaguardare la sicurezza. Però dall'informativa mi pare di aver colto che, da più parti, è prevalsa forse la precauzione. Ciò significava che, forse, la conoscenza, i dati o il coordinamento non erano tali da poter fornire risposte certe. La compensazione che qui è stata richiamata nei confronti dei vettori e di tutto il resto mi pare una buona risposta. È chiaro che non si può, in un momento di difficoltà come questo, a fronte di una responsabilità non riconducibile certamente a nessuno, non pensare a delle compensazioni.
Tali compensazioni non vanno e non debbono andare solo nei confronti dei passeggeri che evidentemente hanno i loro Pag. 114diritti, che vanno salvaguardati (credo che in qualche modo questo si possa in tempi anche brevi quantificare), ma soprattutto anche nei confronti dei vettori. Dico questo perché, in quest'Aula, più volte da parte del sottoscritto e del nostro gruppo sono state sollevate aspre critiche rispetto soprattutto al vettore nazionale. Penso ad Alitalia, partendo da lontano, dai fondi, dai soldi, dalle centinaia di milioni di euro che, secondo noi, sono stati sprecati e buttati in quella cloaca, a fronte dei disagi che successivamente la forzatura della costituzione di CAI aveva creato.

PRESIDENTE. Onorevole Compagnon, la prego di concludere.

ANGELO COMPAGNON. Concludo, signor Presidente. In quelle critiche, delle quali eravamo e siamo convinti, oggi vi è la responsabilità nei confronti di questa compagnia, che evidentemente - noi ne siamo contenti - sta migliorando sotto il profilo dei servizi in questo Paese, ma che è stata colpita duramente e credo che sia giusto che, anche in questo caso, nell'interesse del nostro Paese, si vada incontro a queste difficoltà.
Concludo, dicendo che i tempi per l'iter del regolamento sulla sicurezza per il volo - lo ha richiamato lei signor Ministro - sono stretti. Mi auguro che veramente in questo senso, nei sei mesi che mancano al semestre spagnolo, si possa arrivare ad una conclusione.

PRESIDENTE. Onorevole Compagnon, dovrebbe concludere.

ANGELO COMPAGNON. Infine, però debbo dire che non si è capito se era necessario prendere tutte queste decisioni. C'è stata un po' di confusione. Quindi, nel caso delle confusioni europee sarebbe opportuno che il nostro Paese avesse una autonomia e una preparazione migliori e più efficaci, rispetto a difficoltà che, anche se in un contesto internazionale, comunque di fatto penalizzano anche il nostro Paese. In questo senso, con tutto il rispetto e la disponibilità che possiamo avere nei confronti del Ministro, suggeriamo a questo Governo di prendere una decisione chiara e precisa per rendere il più possibile efficace la sicurezza a livello del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, chiedo scusa al collega Monai se intervengo io; pur essendo l'Aula praticamente vuota, sono presenti tre ministri e ci sarà una ragione. Ci tengo a dirlo proprio da ex Ministro delle infrastrutture agli altri ministri. Mi sono chiesto, come credo che ognuno di noi abbia fatto, se avremmo potuto fare qualcosa di diverso. Lo dico perché ho contestato e contesto il Governo Berlusconi e questa maggioranza, però poi quando si tratta di gestire l'emergenza bisogna mettersi nei panni dell'altro per capire. Io non avrei fatto una scelta diversa da quella che è stata fatta da lei, signor Ministro. Lo debbo dire con responsabilità.
Infatti, qui stiamo parlando di un vulcano che ad un certo punto si mette a sparare cenere per aria. Noi possiamo criticare col senno del poi, ma col senno di allora potevamo noi dire: «Non ce ne frega niente di quello che dicono gli organismi tecnici, per noi gli aerei passano e via»? E se poi succedeva qualcosa, chi di noi si poteva assumere quella responsabilità?
Quindi, l'idea che la decisione non poteva che passare attraverso il coordinamento dei Governi e degli organismi europei non può che essere l'unica accettabile, perché altrimenti se avessimo dovuto scegliere l'idea che ogni Paese e ogni compagnia faceva come gli pareva e piaceva, con il senno del poi metà potevano avere ragione e metà torto. Dopo di che non è successo nulla, ci è stato detto, e meno male! Non è che ogni volta che c'è un pericolo, se poi non porta alla morte di qualcuno è un falso pericolo.
Quindi, in linea di principio io apprezzo che a livello europeo, compreso il Pag. 115Governo italiano, si sia presa la decisione di prevenzione evitando che un fatto grave potesse produrre un effetto grave.
Poi c'è un'altra questione: lo hanno deciso i tecnici. Forse hanno sbagliato, forse hanno esagerato, ma non è che tutti i giorni c'è un vulcano che butta cenere per aria. Ma che un politico diventi il tecnico dei tecnici con il senno del poi mi pare esagerato.
Allora, qual è il problema che voglio porre? La diversità tra prevenzione e previsione. Questo evento, come tanti altri eventi, non poteva essere previsto, ma sappiamo che può accadere che un vulcano erutti, può accadere che un terremoto avvenga, bisogna allora prevenire con un protocollo.
Ritengo che la proposta che lei ha illustrato alla fine del suo intervento vada ancora migliorata e vada comunque perseguita; ovvero la proposta di un protocollo coordinato di interventi a livello europeo di cui l'Italia, proprio per la sua importanza di snodo nel mondo per i trasporti aerei, deve farsi promotore a livello europeo.
Qual è il protocollo?
Qual è il protocollo cui faccio riferimento? È un protocollo a più livelli: il protocollo della comunicazione preventiva, vale a dire che occorre predisporre un protocollo perché, nel momento in cui si verifica un evento, un accadimento terribile, tutti siano immediatamente informati, anche l'ultimo dei passeggeri, affinché prendano le decisioni che ritengono più opportune e se ne assumano la responsabilità. Se il passeggero può evitare di uscire di casa, è meglio che sappia subito che non potrà partire, piuttosto che stare dieci ore in aeroporto.
Occorre un protocollo che faccia riferimento a livelli di responsabilità e mi sembra che lei, signor Ministro, nel suo intervento abbia già indicato questo aspetto. Intendo dire che vi è la necessità, a partire da Eurocontrol, dagli ATA e quant'altro, di stabilire un protocollo europeo che deve essere obbligatoriamente rispettato. Qualcuno ha osservato che vi sono state alcune compagnie che hanno fatto partire i voli, mentre altre non lo hanno fatto: ciò non deve accadere, perché, se si lascia che sia la compagnia a decidere, questa decide per fini di profitto.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO DI PIETRO. Infine, occorre un protocollo di coordinamento e un protocollo sul risarcimento danni e su questo aspetto, signor Presidente, lasci che mi soffermi qualche secondo.
Signor Ministro, glielo dico prima, quindi non è una polemica che faccio oggi, ma è una polemica che farò domani: qui si è detto che si devono fare le compensazioni; come mi puzza questa storia delle compensazioni! A favore di chi? Chi le decide e chi gestisce i soldi? Se sono compensazioni europee devono essere solo europee, ma sia che siano europee, sia che non lo siano (ovvero nostrane) devono essere inserite in un fondo speciale e con trasparenza devono essere assegnate innanzitutto ai consumatori, quindi a coloro che dovevano volare e non hanno volato, a coloro che hanno subito un danno e non hanno avuto neanche il rimborso del biglietto aereo. La compagnia sa che può non partire, quindi prima degli altri sa che può assicurarsi e, dunque, innanzitutto vanno messi al primo posto gli utenti.
Questo non vuol dire che non bisogna dare le compensazioni alle compagnie, però - glielo dico oggi a futura memoria, signor Ministro - bisogna costituire un fondo speciale presso il suo Ministero: se vengono dati fondi per la compensazione siano essi comunitari, congiunti o esclusivi, occorre comunque passare attraverso l'esame di quest'Aula per vedere come vengono dati, a chi vengono dati, perché questa non sia la scusante per i soliti furbetti del quartierino. In quest'ottica noi dell'Italia dei Valori intendiamo dare il nostro contributo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.

Pag. 116

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 29 aprile 2010, alle 9,30:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica) (C. 1441-quater-E).
- Relatore: Cazzola.

(al termine delle votazioni)

2. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 19,55.

Pag. 117

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Pdl n. 1524 - Contributo previdenziale integrativo dovuto dagli esercenti attività libero-professionale

Tempo complessivo: 9 ore, di cui:

  • discussione generale: 5 ore;
  • seguito dell'esame: 4 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 15 minuti
Governo 15 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   25 minuti
Interventi a titolo personale 46 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 31 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 3 ore e 34 minuti 2 ore e 24 minuti
Popolo della Libertà 45 minuti 41 minuti
Partito Democratico 42 minuti 35 minuti
Lega Nord Padania 33 minuti 19 minuti
Unione di Centro 32 minuti 17 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 16 minuti
Misto: 31 minuti 16 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti 5 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 7 minuti 3 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 3minuti 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
3 minuti 2 minuti
Pag. 118

Relazione della XIV Commissione sul Programma legislativo e di lavoro della Commissione Europea per il 2010 e sul Programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea

Tempo complessivo, escluse le dichiarazioni di voto: 4 ore e 15 minuti

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Interventi a titolo personale 39 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 2 ore e 56 minuti
Popolo della Libertà 51 minuti
Partito Democratico 42 minuti
Lega Nord Padania 24 minuti
Unione di Centro 21 minuti
Italia dei Valori 19 minuti
Misto: 19 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 4 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
3 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 2 minuti

Per le dichiarazioni di voto sono attribuiti a ciascun gruppo 10 minuti. Al gruppo Misto sono assegnati 20 minuti.

Pdl n. 799 e abb. - Governo delle attività cliniche

Tempo complessivo: 17 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame: 10 ore e 30 minuti.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 25 minuti
Governo 20 minuti 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 17 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 33 minuti (con il limite massimo di 22 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 40 minuti 6 ore e 57 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 13 minuti 2 ore e 1 minuto
Partito Democratico 1 ora e 3 minuti 1 ora e 41 minuti
Lega Nord Padania 40 minuti 56 minuti
Unione di Centro 36 minuti 49 minuti
Italia dei Valori 34 minuti 45 minuti
Misto: 34 minuti 45 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti 14 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 7 minuti 9 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti 7 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti 5 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti 5 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
4 minuti 5 minuti
Pag. 119

Ddl di ratifica nn. 3365 e 3356

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 18 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 22 minuti
Popolo della Libertà 20 minuti
Partito Democratico 22 minuti
Lega Nord Padania 11 minuti
Unione di Centro 9 minuti
Italia dei Valori 8 minuti
Misto: 12 minuti
Alleanza per l'Italia 2 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 2 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 2 minuti
Pag. 120

Ddl n. 3209-bis - Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche (collegato)

Tempo complessivo: 23 ore, di cui:

  • discussione generale: 7 ore;
  • seguito dell'esame: 16 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 40 minuti
Governo 20 minuti 40 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 15 minuti
Tempi tecnici   2 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 7 minuti (con il limite massimo di 17 minuti per ciascun deputato) 2 ore e 16 minuti (con il limite massimo di 31 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 3 minuti 10 ore e 9 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 20 minuti 2 ore e 42 minuti
Partito Democratico 1 ora e 14 minuti 2 ore e 45 minuti
Lega Nord Padania 41 minuti 1 ora e 24 minuti
Unione di Centro 38 minuti 1 ora e 12 minuti
Italia dei Valori 35 minuti 1 ora e 3 minuti
Misto 35 minuti 1 ora e 3 minuti
Alleanza per l'Italia 11 minuti 20 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 7 minuti 12 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti 10 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti 7 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti 7 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
4 minuti 7 minuti
Pag. 121

Pdl n. 82 e abb. - Norme in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili

Tempo complessivo: 14 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   40 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 17 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 6 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 40 minuti 4 ore e 54 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 13 minuti 1 ora e 26 minuti
Partito Democratico 1 ora e 3 minuti 1 ora e 12 minuti
Lega Nord Padania 40 minuti 39 minuti
Unione di Centro 36 minuti 35 minuti
Italia dei Valori 34 minuti 31 minuti
Misto: 34 minuti 31 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti 10 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 7 minuti 7 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
4 minuti 3 minuti
Pag. 122

Ddl n. 3118 e abb. - Carta delle autonomie locali (collegato)

Tempo complessivo: 24 ore, di cui:

  • discussione generale: 7 ore;
  • seguito dell'esame: 17 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 40 minuti
Governo 20 minuti 40 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 15 minuti
Tempi tecnici   2 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 7 minuti (con il limite massimo di 17 minuti per ciascun deputato) 2 ore e 27 minuti (con il limite massimo di 34 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 3 minuti 10 ore e 58 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 20 minuti 2 ore e 55 minuti
Partito Democratico 1 ora e 14 minuti 2 ore e 58 minuti
Lega Nord Padania 41 minuti 1 ora e 30 minuti
Unione di Centro 38 minuti 1 ora e 17 minuti
Italia dei Valori 35 minuti 1 ora e 9 minuti
Misto 35 minuti 1 ora e 9 minuti
Alleanza per l'Italia 11 minuti 21 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 7 minuti 13 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti 11 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti 8 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti 8 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
4 minuti 8 minuti
Pag. 123

Pdl n. 2079 - Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia

Tempo complessivo: 17 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame: 10 ore e 30 minuti.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 25 minuti
Governo 20 minuti 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 17 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 33 minuti (con il limite massimo di 22 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 40 minuti 6 ore e 57 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 13 minuti 2 ore e 1 minuto
Partito Democratico 1 ora e 3 minuti 1 ora e 41 minuti
Lega Nord Padania 40 minuti 56 minuti
Unione di Centro 36 minuti 49 minuti
Italia dei Valori 34 minuti 45 minuti
Misto: 34 minuti 45 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti 14 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 7 minuti 9 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti 7 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti 5 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti 5 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 4 minuti 5 minuti
Pag. 124

Ddl n. 2505 e abb. - Riconoscimento e sostegno alle comunità giovanili

Tempo complessivo: 13 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 7 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatori 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   40 minuti
Interventi a titolo personale 55 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato) 1 ora (con il limite massimo di 14 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 15 minuti 4 ore e 30 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 2 minuti 1 ora e 12 minuti
Partito Democratico 55 minuti 1 ora e 13 minuti
Lega Nord Padania 37 minuti 37 minuti
Unione di Centro 35 minuti 32 minuti
Italia dei Valori 33 minuti 28 minuti
Misto 33 minuti 28 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti 9 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 6 minuti 6 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti 4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
4 minuti 3 minuti
Pag. 125

Pdl n. 2128 - Contributo per il rinnovo del materiale rotabile della società Ferrovie dello Stato Spa

Tempo complessivo: 11 ore, di cui:

  • discussione generale: 5 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame: 5 ore e 30 minuti.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 15 minuti
Governo 15 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   30 minuti
Interventi a titolo personale 52 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato) 46 minuti (con il limite massimo di 11 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 3 ore e 58 minuti 3 ore e 34 minuti
Popolo della Libertà 55 minuti 1 ora e 2 minuti
Partito Democratico 49 minuti 52 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti 29 minuti
Unione di Centro 34 minuti 25 minuti
Italia dei Valori 32 minuti 23 minuti
Misto: 32 minuti 23 minuti
Alleanza per l'Italia 9 minuti 6 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 6 minuti 4 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti 4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
4 minuti 3 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1441- quater - E - articolo 1 372 372 187 372 80 Appr.
2 Nom. articolo 2 454 454 228 243 211 67 Appr.
3 Nom. articolo 3 464 441 23 221 439 2 67 Appr.
4 Nom. articolo 4 476 449 27 225 252 197 65 Appr.
5 Nom. articolo 5 488 457 31 229 255 202 64 Appr.
6 Nom. articolo 6 482 481 1 241 478 3 63 Appr.
7 Nom. articolo 7 491 490 1 246 256 234 63 Appr.
8 Nom. articolo 8 490 490 246 488 2 63 Appr.
9 Nom. articolo 9 490 490 246 489 1 63 Appr.
10 Nom. articolo 10 492 460 32 231 255 205 63 Appr.
11 Nom. articolo 11 490 490 246 486 4 62 Appr.
12 Nom. articolo 12 484 484 243 484 63 Appr.
13 Nom. articolo 13 492 440 52 221 254 186 63 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 14 492 461 31 231 255 206 63 Appr.
15 Nom. articolo 15 491 491 246 253 238 62 Appr.
16 Nom. articolo 16 494 463 31 232 255 208 62 Appr.
17 Nom. articolo 17 493 262 231 132 257 5 62 Appr.
18 Nom. articolo 18 492 468 24 235 284 184 62 Appr.
19 Nom. articolo 19 496 496 249 492 4 62 Appr.
20 Nom. articolo 21 494 464 30 233 254 210 62 Appr.
21 Nom. articolo 22 493 492 1 247 251 241 62 Appr.
22 Nom. articolo 23 492 459 33 230 252 207 62 Appr.
23 Nom. articolo 24 494 493 1 247 252 241 62 Appr.
24 Nom. articolo 25 495 465 30 233 251 214 62 Appr.
25 Nom. articolo 26 496 495 1 248 439 56 62 Appr.
26 Nom. articolo 27 495 494 1 248 476 18 62 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo 28 495 495 248 495 62 Appr.
28 Nom. articolo 29 491 491 246 491 62 Appr.
29 Nom. em. 30.1, 30.2 498 467 31 234 212 255 62 Resp.
30 Nom. em. 30.3, 30.4 499 469 30 235 215 254 62 Resp.
31 Nom. em. 30.5 499 467 32 234 213 254 62 Resp.
32 Nom. em. 30.6 498 498 250 246 252 62 Resp.
33 Nom. em. 30.8, 30.9 491 491 246 239 252 61 Resp.
34 Nom. em. 30.10 495 495 248 242 253 61 Resp.
35 Nom. em. 30.11 497 497 249 243 254 61 Resp.
36 Nom. em. 30.12, 30.13 489 488 1 245 209 279 60 Resp.
37 Nom. em. 30.14 490 489 1 245 210 279 60 Resp.
38 Nom. em. 30.15, 30.16 494 494 248 214 280 60 Resp.
39 Nom. em. 30.17 494 494 248 244 250 60 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 30.18 497 497 249 220 277 60 Resp.
41 Nom. articolo 30 492 460 32 231 251 209 58 Appr.
42 Nom. em. 31.1 483 481 2 241 205 276 57 Resp.
43 Nom. em. 31.2 485 482 3 242 204 278 57 Resp.
44 Nom. em. 31.3 486 486 244 238 248 56 Resp.
45 Nom. em. 31.4, 31.5 482 482 242 237 245 56 Resp.
46 Nom. em. 31.6 484 482 2 242 212 270 56 Resp.
47 Nom. em. 31.7 489 489 245 209 280 56 Resp.
48 Nom. em. 31.8 489 487 2 244 209 278 56 Resp.
49 Nom. em. 31.9 486 485 1 243 207 278 56 Resp.
50 Nom. em. 31.10, 31.11 480 480 241 210 270 56 Resp.
51 Nom. em. 31.13 487 487 244 240 247 56 Resp.
52 Nom. em. 31.15 484 484 243 210 274 56 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 31.16 484 483 1 242 209 274 56 Resp.
54 Nom. em. 31.17 484 484 243 241 243 56 Resp.
55 Nom. em. 31.18, 31.19 487 486 1 244 211 275 56 Resp.
56 Nom. em. 31.21 488 488 245 240 248 56 Resp.
57 Nom. em. 31.22 488 488 245 240 248 56 Resp.
58 Nom. em. 31.24 485 485 243 237 248 56 Resp.
59 Nom. em. 31.25, 31.26 483 483 242 206 277 56 Resp.
60 Nom. em. 31.27, 31.28 480 480 241 231 249 56 Resp.
61 Nom. em. 31.30 485 485 243 235 250 56 Resp.
62 Nom. em. 31.31 484 484 243 234 250 56 Resp.
63 Nom. em. 31.33 449 449 225 225 224 76 Appr.
64 Nom. em. 20.2, 20.3, 20.4 509 509 255 248 261 63 Resp.
65 Nom. em. 20.100 506 470 36 236 256 214 62 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 32.1, 32.2 503 467 36 234 211 256 62 Resp.
67 Nom. em. 32.3 505 470 35 236 211 259 62 Resp.
68 Nom. em. 32.4 509 296 213 149 296 62 Appr.
69 Nom. em. 32.5 512 512 257 251 261 62 Resp.
70 Nom. em. 32.6 511 476 35 239 216 260 62 Resp.
71 Nom. em. 32.7 509 509 255 250 259 61 Resp.
72 Nom. em. 32.8 508 474 34 238 215 259 61 Resp.
73 Nom. em. 32.9 507 472 35 237 214 258 61 Resp.
74 Nom. em. 32.10 501 467 34 234 211 256 60 Resp.
75 Nom. em. 32.11 504 504 253 247 257 60 Resp.
76 Nom. em. 32.12 504 472 32 237 215 257 60 Resp.
77 Nom. em. 32.13 504 503 1 252 246 257 60 Resp.
78 Nom. em. 32.14 509 474 35 238 214 260 60 Resp.
INDICE ELENCO N. 7 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 32.15 508 508 255 250 258 60 Resp.
80 Nom. em. 32.16 509 474 35 238 215 259 60 Resp.
81 Nom. em. 32.17 510 474 36 238 215 259 60 Resp.
82 Nom. em. 32.18 509 508 1 255 250 258 60 Resp.
83 Nom. em. 32.19 506 478 28 240 221 257 60 Resp.
84 Nom. em. 32.20 508 473 35 237 213 260 60 Resp.
85 Nom. em. 32.21 508 472 36 237 212 260 60 Resp.
86 Nom. em. 32.22 509 509 255 248 261 60 Resp.
87 Nom. em. 32.23 501 501 251 245 256 60 Resp.
88 Nom. em. 32.24 500 500 251 247 253 60 Resp.
89 Nom. em. 32.25 505 505 253 247 258 59 Resp.
90 Nom. em. 32.26 505 505 253 246 259 59 Resp.
91 Nom. em. 32.27 499 499 250 243 256 59 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. articolo 32 501 467 34 234 258 209 59 Appr.
93 Nom. articolo 33 505 263 242 132 262 1 59 Appr.
94 Nom. articolo 34 504 496 8 249 495 1 59 Appr.
95 Nom. articolo 35 503 502 1 252 502 59 Appr.
96 Nom. articolo 36 505 471 34 236 261 210 59 Appr.
97 Nom. articolo 37 506 294 212 148 291 3 59 Appr.
98 Nom. articolo 38 509 503 6 252 293 210 59 Appr.
99 Nom. articolo 39 506 505 1 253 502 3 59 Appr.
100 Nom. articolo 40 503 503 252 256 247 60 Appr.
101 Nom. articolo 41 504 503 1 252 503 60 Appr.
102 Nom. articolo 42 505 505 253 505 60 Appr.
103 Nom. articolo 43 502 502 252 502 60 Appr.
104 Nom. articolo 44 501 501 251 501 60 Appr.
INDICE ELENCO N. 9 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. articolo 45 502 502 252 502 60 Appr.
106 Nom. articolo 46 507 471 36 236 260 211 60 Appr.
107 Nom. articolo 47 507 503 4 252 502 1 60 Appr.
108 Nom. articolo 48 504 504 253 263 241 60 Appr.
109 Nom. articolo 49 509 509 255 261 248 60 Appr.
110 Nom. articolo 50 (mantenimento) 506 504 2 253 501 3 60 Appr.
111 Nom. em. 31.35 500 499 1 250 499 60 Appr.
112 Nom. em. 31.36, 31.37, 31.38 503 503 252 242 261 59 Resp.
113 Nom. em. 31.39 503 500 3 251 292 208 59 Appr.
114 Nom. em. 31.40 505 473 32 237 208 265 59 Resp.
115 Nom. em. 31.42 503 468 35 235 210 258 59 Resp.
116 Nom. em. 31.43 504 470 34 236 209 261 59 Resp.
117 Nom. em. 31.44 505 471 34 236 210 261 59 Resp.
INDICE ELENCO N. 10 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 128)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nom. em. 31.45 500 468 32 235 210 258 59 Resp.
119 Nom. em. 31.46 503 469 34 235 210 259 59 Resp.
120 Nom. em. 31.47 501 467 34 234 209 258 60 Resp.
121 Nom. articolo 31 504 259 245 130 259 60 Appr.
122 Nom. odg 9/1441/1 481 481 241 236 245 60 Resp.
123 Nom. odg 9/1441/3 482 482 242 232 250 59 Resp.
124 Nom. odg 9/1441/4 481 481 241 233 248 59 Resp.
125 Nom. odg 9/1441/5 481 481 241 233 248 60 Resp.
126 Nom. odg 9/1441/15 482 482 242 235 247 60 Resp.
127 Nom. odg 9/1441/16 481 481 241 233 248 60 Resp.
128 Nom. odg 9/1441/17 481 481 241 236 245 60 Resp.