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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 310 di mercoledì 21 aprile 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 10,05.

GIUSEPPE FALLICA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Bonaiuti, Bongiorno, Boniver, Brancher, Brugger, Brunetta, Casero, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, De Biasi, Gregorio Fontana, Franceschini, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Giro, Leone, Lo Monte, Martini, Mazzocchi, Migliavacca, Molgora, Mura, Leoluca Orlando, Pescante, Ravetto, Roccella, Ronchi, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Urso e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A. C. 2449-C) (ore 10,09).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009.
Ricordo che nella seduta del 20 aprile 2010 è stato da ultimo approvato l'articolo 56 e sono stati accantonati gli articoli 16, 17 e 43.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, volevo comunicarle che il Comitato dei nove è in riunione dalle ore 9,30 ma che solamente in questo momento sono pervenuti i pareri della V Commissione sugli Pag. 2emendamenti, per cui dovremmo iniziare ora l'esame ed avremo bisogno almeno di quaranta minuti per poter esprimere il parere definitivo. Le sarei quindi veramente molto grato se potesse concederci questo lasso di tempo, che sarà sufficiente.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le chiedo scusa ma questa è una commedia: abbiamo sospeso ieri la seduta alle ore 18,30 perché c'era bisogno di dare tempo alla Commissione bilancio, alla Commissione affari costituzionali e al Comitato dei nove di riunirsi per fare esattamente quello che questa mattina - dopo due ore di seduta ieri, più tutta la notte e questa mattina - si poteva tranquillamente fare. Adesso cominciamo questo stillicidio che, di quaranta minuti in quaranta minuti, ci accompagnerà fino alla fine della seduta: penso che questo sia inaccettabile! Avevamo un orario, quindi la Commissione si dia una mossa e venga qui esattamente all'orario in cui doveva presentarsi già ieri sera, avendo dovuto fare ieri sera quello che non ha fatto: non è con questo modo di fare che potremo arrivare alla fine della seduta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, anche nella seduta di ieri ero intervenuto a nome del gruppo per dire: terminiamo qui per permettere alla Commissione ed al Comitato dei nove di lavorare tranquillamente in modo tale che domani mattina - cioè oggi - si potesse iniziare.
Questa richiesta, che peraltro può apparire anche legittima per certi aspetti, però va contro ogni logica: da troppo tempo continuiamo comportamenti sempre poco rispettosi di questa Assemblea. Non so quali saranno i tempi che l'esame del Comitato dei nove richiede ma credo che in questo momento si debba fissare un orario preciso, soprattutto per rispetto verso questa Assemblea.

GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, se i quaranta minuti preannunziati dall'onorevole presidente Pescante fossero effettivamente reali credo che il problema non si porrebbe, perché lei ha già comunicato il preavviso di venti minuti: rischiamo quindi di iniziare una discussione per venti minuti di tempo e non mi sembra davvero il caso.

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, anche rivolgendomi ai colleghi che hanno obiettato il pericolo che vi possa essere un dilazionarsi indeterminato dei tempi confermo che, in base alla richiesta che ho avanzato, termineremo i lavori entro i quaranta minuti richiesti; intendo anche precisare che il Comitato dei nove non ha alcuna responsabilità, perché i pareri della V Commissione sono arrivati in questo momento.

PRESIDENTE. Mi sembra che l'intervento dell'onorevole Giachetti non abbia fatto che rappresentare quanto è accaduto ieri in Assemblea e quella che era l'esigenza da parte del Presidente e dell'Assemblea, cioè di dare ieri - attraverso l'accantonamento dell'esame di alcuni articoli e quindi successivamente la sospensione dei lavori - la possibilità alle Commissioni (e quindi non solo alla Commissione presieduta dall'onorevole Pescante) di approfondire i lavori. Pag. 3
Rimane, però, ovviamente una constatazione, che è quella che se il parere della V Commissione è arrivato solo questa mattina, il Comitato dei nove e il presidente non possono che prenderne atto.
Detto questo, però, mi sembra che non si possano tollerare ulteriori dilazioni nei lavori dell'Assemblea e, quindi, invito il presidente e il Comitato dei nove ad attenersi ai tempi richiesti dal presidente stesso, in modo che si possano riprendere, giustamente, come sollecitato dall'onorevole Giachetti, sollecitamente i lavori dell'Assemblea per poter entrare nella fase dell'esame degli articoli accantonati.
Credo quindi che, se non vi sono obiezioni, possiamo riprendere i nostri lavori alle 10,55.

Sull'ordine dei lavori (ore 10,12).

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo per segnalare un fatto che non c'entra con i lavori di oggi, ma che ci appare perlomeno singolare: abbiamo approvato in questo Parlamento, il 17 marzo, una legge che reputo importante, sull'etichettatura dei prodotti tessili, sul made in. La legge reca norme in materia di commercializzazione dei prodotti tessili, delle calzature, della pelletteria e riguarda oltre un milione di lavoratori. L'importanza e la condivisione della legge è testimoniata dal voto in quest'Aula di 543 deputati a favore, che rappresenta un numero molto significativo, che rende l'idea. Ebbene, ci chiediamo come mai questa legge, nonostante sia già stata promulgata dal Presidente della Repubblica, a distanza di oltre un mese dall'approvazione in via definitiva, non abbia ancora trovato spazio sulla Gazzetta Ufficiale. Credo che sia un fatto singolare e abbastanza significativo. Spero che non sia, perché sarebbe veramente gravissimo, frutto di un'azione di qualcuno che si oppone, di qualche lobby. Questa legge era stata approvata al Senato il 10 marzo e questo ramo del Parlamento, anche a testimonianza del lavoro che se si vuole si riesce a fare, in una settimana, l'ha resa legge dello Stato (l'ha approvata in via definitiva il 17 marzo). Tuttavia, fino al 21 aprile non ha ancora trovato posto sulla Gazzetta Ufficiale. Credo che sia opportuno che la Presidenza della Camera dei deputati si attivi per capire qual è il motivo e si proceda, quindi, in maniera assolutamente e costituzionalmente dovuta, all'immediata pubblicazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, sono completamente d'accordo con il collega Reguzzoni, si tratta di una legge importante. Sappiamo che quella legge richiama anche delle mutazioni normative che l'Unione europea deve portare avanti e ci auguriamo che tutti i parlamentari italiani in sede di Unione europea rendano le normative europee compatibili con quanto deciso dal Parlamento italiano. Il ritardo di cui la legge è investita, con la non pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è un fatto grave che necessita una spiegazione. Mi associo, quindi, alla richiesta del collega.

PRESIDENTE. Ovviamente la Presidenza verificherà le ragioni, magari in un rapporto diretto, che hanno fino ad oggi impedito la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge approvata dalla Camera e dal Senato, e promulgata dal Presidente della Repubblica.
Come da accordi, sospendo la seduta, che riprenderà alle 10,55.

La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 11.

Pag. 4

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge comunitaria 2009. Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C). Avverto che la Commissione ha presentato i subemendamenti 0.17.102.100 e 0.17.101.100, volti a recepire due condizioni espresse dalla Commissione bilancio al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Avverto inoltre che la Commissione ha presentato l'emendamento 43.102, con riferimento al quale il termine per la presentazione di subemendamenti è fissato alle ore 11,45.

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per segnalarle un problema che è emerso questa mattina in V Commissione, dove in occasione della discussione che riguardava un altro provvedimento - non quello in esame, quello al successivo punto dell'ordine del giorno - ci siamo trovati di fronte al seguente atteggiamento del Governo: l'Esecutivo, anziché indicare tecnicamente la non accettazione di determinate coperture, ha dichiarato una generica inidoneità. Questo è accaduto a fronte del fatto - purtroppo è capitato più volte e sta capitando da tempo, e mi permetto di segnalarlo alla sua attenzione perché lo faccia presente al Governo - che il Governo nella Commissione di merito, invece di opporsi (come dovrebbe fare), dice di «sì», salvo poi assumere un atteggiamento diverso in sede di Commissione bilancio. Noi chiediamo che il parere negativo del Governo sia supportato in modo tecnico e non in modo generico, perché altrimenti diventa un parere di natura politica, quindi di merito, che deve essere espresso nell'altra Commissione e non nella Commissione bilancio, dove si esegue un'altra verifica. È inoltre capitato proprio oggi che io abbia documentato che al Senato lo stesso Governo su una stessa copertura aveva dato parere favorevole, supportato da una comunicazione scritta del Ministro dell'economia e delle finanze, mentre oggi questa copertura viene dichiarata inidonea. Evidentemente, Presidente, forse è il caso che il Governo affronti la V Commissione con argomenti tecnici oppure è meglio che dia il suo diniego nella Commissione di merito, come dovrebbe fare se questo diniego fosse di natura politica.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, ciò che lei dice è certamente comprensibile e, a mio modo di vedere, anche condivisibile, ma non è nelle prerogative del Presidente di disporre del comportamento del Governo in relazione a quanto lei ha segnalato.

FRANCESCO BOCCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, intervengo sul tema sollevato dall'onorevole Borghesi. Mi preme sottolineare che si tratta di un problema del Parlamento, in particolare del funzionamento della Commissione bilancio, perché quel parere è un parere del relatore, un parere del relatore che di fatto ha smentito il lavoro della Commissione bilancio su un provvedimento che - le ricordo e lo ricordo all'Assemblea, ne abbiamo già discusso ieri e riprenderemo la questione nel Pag. 5pomeriggio - era stato approvato all'unanimità da dieci Commissioni, a partire dalla Commissione lavoro. Quindi, si tratta di un problema di funzionamento del nostro Parlamento e concernente il rapporto tra Parlamento e Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Boccia, non posso che ripetere quanto detto al collega Borghesi. Trattandosi, nel suo caso, di obiezioni sostanzialmente analoghe, sarà cura della Presidenza far carico al Governo di quanto segnalato, perché mi sembra sia oggettivamente corrispondente al vero. Non so se il Ministro Vito ha ascoltato, ma mi sembra in altre faccende affaccendato.
Saluto gli studenti del V ginnasio del liceo classico statale Plauto, di Roma, e della scuola media Mauro Leone, di Pomigliano D'Arco, provincia di Napoli, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Nessuno chiedendo di parlare sul complesso delle proposte emendative, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Bratti 16.1 e Piffari 16.50.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 16.100. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Piffari 16.51.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Bratti 16.1 e Piffari 16.50. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, l'articolo 16 riguarda il recepimento della direttiva 2009/31/CE concernente una tecnologia, il cosiddetto CCS o sequestro di carbonio, che noi consideriamo una tecnologia assolutamente innovativa, importante, fortemente caldeggiata a livello europeo e che riteniamo possa essere applicata anche nel nostro Paese. Pur tuttavia non comprendiamo per quale motivo non venga assoggettata a questa complessa operazione la valutazione d'impatto ambientale. Ad oggi abbiamo un'unica sola esperienza in Italia a livello sperimentale che viene condotta in collaborazione con il Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare da parte della società Stogit che è una società dell'ENI su un progetto ENI-ENEL. Per la curiosità di come viene realizzato questo progetto (non so se è noto), in sostanza, la CO2 prodotta dalla centrale di Brindisi viene prelevata e, tramite camion, viene trasportata a Cortemaggiore, in provincia di Piacenza. Quindi, è evidente che, anche se si fa un bilancio energetico dell'operazione, qualche dubbio e perplessità nascono. Infatti, dove viene applicata questa tecnologia si prevede, che vi sia il sequestro di carbonio in loco e, poi, tramite pipeline, immessa nei depositi geologici. Quindi, già questa è una forte anomalia che si verifica nel nostro Paese. Tuttavia, l'aspetto curioso è che questo progetto sperimentale, finanziato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sia assoggettato alla valutazione di impatto ambientale. Quindi, oggi siamo in presenza di una sperimentazione importante, i proponenti hanno chiesto la valutazione di impatto ambientale al Ministero, che la sta rilasciando proprio in questo periodo. Dunque, non si comprende perché su una sperimentazione in atto la valutazione di impatto ambientale viene fatta e il Governo propone poi in generale sull'applicazione futura di questa tecnologia di non assoggettare tale tecnologia alla valutazione di impatto ambientale che, peraltro, è una delle norme principali a livello europeo.
Quindi, ritengo che, se il provvedimento viene approvato così com'è, l'Unione europea sicuramente qualcosa avrà da dire: ritengo infatti che saremo sottoposti immediatamente ad una procedura di infrazione. Quindi, la richiesta contenuta nell'emendamento in questione consiste semplicemente non tanto nel mettere in discussione Pag. 6questa importantissima tecnologia, che vede anche la nostra approvazione per la sua applicazione, ma ci sembra un po' curioso questo atteggiamento schizofrenico del Ministero che purtroppo abbiamo avuto occasione di verificare anche per altre questioni. Peraltro, devo dire che in Commissione lo stesso proponente della maggioranza ha manifestato molte perplessità sul fatto che, ripeto, per il sequestro di carbonio, sia stata eliminata la valutazione di impatto ambientale.
Quindi, chiedo al Ministro che è qui presente la possibilità di accettare l'emendamento in esame, perché mi sembra che poi la valutazione di impatto ambientale non precluda la bontà dell'applicazione della tecnologia stessa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, siccome ci stiamo occupando degli identici emendamenti Bratti 16.1 e Piffari 16.50, da me presentato, intervengo sulla questione dello stoccaggio del biossido di carbonio: come ha già precisato il collega Bratti, di fatto si spera e ci si augura tutti una possibile strategia per raggiungere quegli obiettivi che a livello mondiale ci siamo posti (il 20-20-20) e, quindi, anche l'abbattimento del biossido di carbonio nell'atmosfera, tema che di fatto vede l'Italia in prima linea sulla sperimentazione in questo campo.
Durante la sperimentazione abbiamo applicato tutte le norme di garanzia e di verifica dal punto di vista idrogeologico e dal punto di vista geologico attraverso la valutazione di impatto ambientale, che viene fatta comunque da organi competenti, dove il Ministero dell'ambiente è il primo ad essere presente, ma sono presenti anche le autorità territoriali regionali e locali.
Nel provvedimento in esame, invece, di fatto si dà carta bianca al Ministero, come se diventasse un problema strategico oggetto di valutazione solo da parte del Ministero e non invece di più ampia verifica e concertazione con le autorità di garanzia che vi sono sul territorio.
Credo che si prenda con leggerezza questa possibilità di una valutazione dell'impatto ambientale, che tra l'altro era già stata approvata dalla Camera nella prima lettura e, quindi, credo che il mutamento di posizione e di opinione da parte dei colleghi possa essere rivisto. Infatti, se in prima lettura abbiamo valutato positivamente la necessità di sottoporre comunque a valutazione di impatto ambientale questo tipo di intervento, credo che non vi sia da temere se impieghiamo qualche mese in più nel valutare dal punto di vista geologico questo tipo di utilizzo del territorio e del sottosuolo italiano.
Quindi, invito davvero i colleghi a ripensare e a valutare, come già avevamo fatto in prima lettura, l'opportunità di mettere la valutazione di impatto ambientale a salvaguardia di questo processo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bratti 16.1 e Piffari 16.50, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte? Onorevole Sposetti?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 515
Maggioranza 258
Hanno votato
248
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che le deputate Gatti e Pes hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole e che la deputata Binetti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi. Pag. 7
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gatti?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 519
Votanti 276
Astenuti 243
Maggioranza 139
Hanno votato
276).

Prendo atto che la deputata Binetti ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 16.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, naturalmente, l'argomento è ancora quello di cui si è parlato in precedenza, relativo allo stoccaggio del biossido di carbonio.
In questa legislatura, quando vi sono insediamenti complessi (come in questo caso), vi è una tendenza a considerare gli enti locali, dal punto di vista delle autorizzazioni, come degli optional. In altri termini, il Governo ci propone norme che prevedono che gli enti locali debbano essere solo «sentiti». Noi, invece, insistiamo sulla necessità che i provvedimenti siano presi «d'intesa» con le amministrazioni locali competenti.
Credo che questo concetto - che da parte del centrodestra viene spesso sbandierato nelle regioni come fiore all'occhiello, quando si parla di sussidiarietà (in particolare, di sussidiarietà orizzontale e verticale, come in questo caso, con gli enti locali) - debba essere applicato nel concreto. Quindi, per noi è assolutamente necessario che si torni a considerare tale aspetto in modo fondamentale.
Pertanto, nell'emendamento in esame, proponiamo di sostituire le parole: «sentite le amministrazioni locali competenti», con le parole: «d'intesa con le amministrazioni locali competenti».
Credo che sia opportuno riequilibrare i poteri sul territorio, in funzione del federalismo, che continuiamo a rivendicare e a richiamare all'attenzione, e in funzione delle esigenze che le comunità locali e i territori devono esprimere per garantire una migliore gestione del nostro territorio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 16.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Casini, ha votato?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 519
Astenuti 3
Maggioranza 260
Hanno votato
239
Hanno votato
no 280).

Passiamo alla votazione dell'articolo 16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, nell'esprimere il voto di contrarietà del nostro gruppo, vorrei ribadire che non siamo per non recepire l'importantissima direttiva in oggetto e - come dicevo in precedenza - una delle tecnologie più importanti per raggiungere gli obiettivi del «20-20-20». Ancora una volta, infatti, votiamo contro le politiche del Ministro, che rinuncia a svolgere la propria funzione. Pag. 8
Lo ripeto: ritengo che non accettare la valutazione d'impatto ambientale rappresenti una sorta di atto di sfiducia da parte del Governo nei confronti di una commissione ministeriale che deve svolgere questo lavoro.
Ritengo, inoltre, che anche l'emendamento che abbiamo votato, in cui, ancora una volta, si prevede che le autorizzazioni debbano essere realizzate in collaborazione con il Ministero dello sviluppo economico, rappresenti un segnale di abdicazione da parte del Ministro dell'ambiente rispetto alle proprie politiche nei confronti del Ministero dello sviluppo economico.
Riteniamo che questo sia un errore e penso anche che a livello comunitario questo fatto sarà sottolineato. Pertanto, ci tengo a ribadirlo: noi non votiamo contro questa tecnologia, non votiamo contro il fatto che si recepisca questa direttiva, ma votiamo contro l'interpretazione che, ancora una volta, questo Ministero fornisce delle normative comunitarie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo brevemente per dichiarazione di voto a nome dell'Italia dei Valori in quanto, in questo momento in cui stiamo recependo delle direttive europee, non vogliamo dare un segnale di negatività nei confronti delle direttive stesse. Tuttavia, è obbligo del Parlamento, di questa Camera, di valutare, naturalmente, tutte le direttive europee.
Questa direttiva, che era stata valutata positivamente in prima lettura, era volta a sottomettere alle valutazioni di impatto ambientale - così come previsto da direttive europee precedenti - interventi di questo tipo sul territorio, che possono andare a stravolgere, in caso di errori, parecchie aree del nostro territorio.
Pertanto, noi voteremo contro semplicemente perché il Parlamento e il Governo si rifiutano di fare valutazioni, in questo caso di impatto ambientale, ma, nello stesso tempo, di rendere obbligatoria la compartecipazione alle decisioni dei territori, delle comunità e degli enti locali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'ippolito Vitale non riesce? Ha votato. I colleghi hanno votato.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 481
Astenuti 41
Maggioranza 241
Hanno votato
272
Hanno votato
no 209).

Prendo atto che i deputati Sposetti e Cesa hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che la deputata Lanzillotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Di Biagio 17.4, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Braga 17.8. La Commissione esprime, altresì, parere favorevole sull'emendamento 17.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 17.102. Pag. 9
La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Torazzi 17.50 ed esprime parere favorevole sull'emendamento 17.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
La Commissione esprime, inoltre, parere contrario sull'emendamento Cimadoro 17.53, esprime parere favorevole sull'emendamento 17.202, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 17.100 ed esprime parere favorevole sull'emendamento 17.203, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Lulli 17.54, Quartiani 17.1, Lulli 17.55 e 17.15.
La Commissione raccomanda, inoltre, l'approvazione del suo emendamento 17.101 ed esprime parere favorevole sugli emendamenti 17.204, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 17.205, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
La Commissione esprime, altresì, parere contrario sull'emendamento Quartiani 17.2, esprime parere favorevole sull'emendamento 17.206, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, ed invita al ritiro dell'emendamento Guido Dussin 17.52.
La Commissione esprime, infine, parere favorevole sull'emendamento 17.210, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e raccomanda l'approvazione dei suoi subemendamenti 0.17.102.100 e 0.17.101.100.

PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Biagio 17.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, il gruppo dell'Unione di Centro sosterrà questo emendamento con un voto favorevole, pur essendoci posti una serie di dubbi e di riflessioni sulla necessità che, naturalmente, gli impatti siano controllati e che non vi siano forme di invasione di ambiti riservati all'agricoltura della campagna nella costruzione di impianti - sia pure di impianti fino ad un MW, quindi di minore potenza - da energie rinnovabili.
Tuttavia, l'istituto della DIA che qui si intende utilizzare non dobbiamo proprio intenderlo come un atto di deregulation. Esso deve rappresentare, invece, un'assunzione di responsabilità certificata dal proponente sul piano professionale che garantisca la possibilità dei dovuti controlli da parte del soggetto pubblico.
In questa logica, esso è un utile istituto di semplificazione in un settore come quello dello sviluppo dell'energia rinnovabile - soprattutto attraverso impianti di bassa potenza - che è decisivo, come sappiamo, non solo per l'applicazione, l'attuazione e il rispetto degli obblighi internazionali derivanti da Kyoto, Copenaghen e dalla sede europea, ma che è anche un settore decisivo per la nostra economia e per la competitività del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, su questo emendamento, che stato accolto dalla Commissione e anche dal Governo, vorremmo suggerire ancora un attimo di riflessione. Desideriamo, infatti, segnalare che nella stessa materia la regione Puglia aveva adottato negli anni passati una medesima norma che, come sarà noto agli onorevoli componenti del Comitato dei nove e al Governo, è stata impugnata e dichiarata anticostituzionale.
Per tali ragioni suggeriamo un'eventuale ed ulteriore riflessione, diversamente il nostro voto sarà di astensione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Biagio 17.4, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 10

Onorevole Sardelli, non riesce? Ha votato.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 519
Votanti 309
Astenuti 210
Maggioranza 155
Hanno votato
305
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Braga 17.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Migliori, non riesce?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 518
Votanti 516
Astenuti 2
Maggioranza 259
Hanno votato
247
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Ricordo che l'emendamento Di Biagio 17.5 è stato ritirato dal presentatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 17.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta... onorevole Moffa...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 519
Votanti 484
Astenuti 35
Maggioranza 243
Hanno votato
273
Hanno votato
no 211).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.17.102.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... onorevole Lanzillotta... gli onorevoli Sardelli e Lanzillotta hanno votato...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 518
Votanti 273
Astenuti 245
Maggioranza 137
Hanno votato
270
Hanno votato
no 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.102 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 515
Astenuti 5
Maggioranza 258
Hanno votato
268
Hanno votato
no 247). Pag. 11

Prendo atto che il deputato Ascierto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
L'emendamento Torazzi 17.50 è assorbito dall'emendamento 17.102 della Commissione.
Dovremmo passare all'emendamento 17.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, volto a recepire le condizioni formulate dalla V Commissione (Bilancio) nel parere espresso nella seduta di ieri. In data odierna, tuttavia, la V Commissione (Bilancio) ha revocato tale condizione e ne ha formulata un'altra contenuta nell'emendamento 17.210, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Pertanto, passiamo alla votazione dell'emendamento 17.210, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.210, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 520
Astenuti 6
Maggioranza 261
Hanno votato
517
Hanno votato
no 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Cimadoro 17.53.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, cercherò di essere breve. L'emendamento in esame è semplice e potrebbe essere considerato quasi banale ma riteniamo sia opportuno, di fatto, richiamare - in considerazione del fatto che stiamo recependo delle direttive europee - anche gli obiettivi della Comunità europea e, in particolare, l'obiettivo del 20,20,20 ossia l'efficienza, l'utilizzo e l'abbattimento del biossido di carbonio. Credo che ciò sia necessario. Quindi, aggiungiamo semplicemente le parole «in particolar modo in relazione all'obiettivo comunitario» e ritengo che questo non sia una banalità rispetto alle fonti di energia rinnovabile.
Pertanto, invito il Governo e Parlamento a prendere in considerazione questo emendamento e ad esprimere voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 17.53, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 311
Astenuti 200
Maggioranza 156
Hanno votato
44
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che i deputati Biava e Garagnani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Occhiuto ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 17.202, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Federico Testa. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, questo emendamento chiede di sopprimere la lettera g) del comma 2 dell'articolo al nostro esame, che prevede che l'Autorità Pag. 12per l'energia elettrica ed il gas disponga delle risorse umane idonee allo svolgimento della propria attività, anche alla luce della direttiva 2009/72/CE. Vorrei svolgere due considerazioni. La prima riguarda il punto di vista della politica industriale: se le delibere della Comunità europea che noi recepiamo attribuiscono nuovi compiti alle autorità di regolamentazione del mercato è importante che tali autorità abbiano le risorse necessarie per poter funzionare.
Non vale la pena, quindi, dedicare troppa attenzione al tema - a mio avviso scontato - che nei mercati sofisticati e delicati come quelli dell'energia il ruolo dell'autorità è fondamentale proprio per un corretto funzionamento dei mercati stessi. Dal punto di vista poi del parere della V Commissione (Bilancio), vale la pena notare che nella lettera g), che qui si chiede di eliminare, è implicito che l'adeguamento dei compiti e delle risorse a disposizione dell'Autorità - imposto dall'articolo 35, paragrafo 5, della direttiva citata - debba essere realizzato facendo esclusivo ricorso alle risorse già disponibili a legislazione vigente previste dall'articolo 2, comma 38, della legge n. 481 del 1995 per il funzionamento dell'Autorità per l'energia elettrica e per il gas, dunque senza oneri a carico del bilancio dello Stato.
Quindi, a maggior ragione per questi motivi pare non sostenibile la proposta della Commissione di espungere la lettera g) dall'articolato. Per questo voteremo contro questa proposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.202, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 525
Votanti 486
Astenuti 39
Maggioranza 244
Hanno votato
271
Hanno votato
no 215).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo Ciman...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 523
Votanti 522
Astenuti 1
Maggioranza 262
Hanno votato
520
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati Rampelli e Zamparutti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.203, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... Onorevole Bongiorno...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 525
Votanti 488
Astenuti 37
Maggioranza 245
Hanno votato
273
Hanno votato
no 215). Pag. 13

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 17.54.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Federico Testa. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, il tema di questo emendamento è quello degli investimenti nella rete di trasmissione dell'energia elettrica nel nostro Paese. È noto che per il funzionamento del mercato dell'energia elettrica lo sviluppo della rete di trasmissione è fondamentale. Com'è evidente, l'attività di produzione dell'energia stessa non è geograficamente distribuita in maniera omogenea, per motivi geofisici ma anche storici, quindi la presenza di strozzature o di colli di bottiglia nella rete di trasmissione può causare, come è accaduto negli anni scorsi, o il rischio blackout o il determinarsi di prezzi del tutto anomali in alcune aree del nostro Paese, con conseguenti ricadute sui consumatori. Pertanto è fondamentale che gli interventi sulla rete siano tempestivi, al fine di garantire il miglioramento continuo di una struttura così rilevante.
Con questo emendamento si chiede una cosa molto semplice, cioè che siano affidati all'Autorità per l'energia elettrica e il gas i poteri per sanzionare il gestore della rete che, a seguito di un piano di adeguamento della rete da lui stesso presentato, non adempia allo stesso, evidentemente con l'esclusione delle cause di forza maggiore. Quindi la finalità dell'emendamento è quella di responsabilizzare il gestore della rete di trasmissione rispetto agli impegni presi, in modo da garantire ai cittadini e alle imprese un funzionamento del mercato elettrico più efficiente e quindi anche, alla fin fine, costi più bassi per le famiglie e per le imprese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo dell'Unione di Centro a questo emendamento, perché, lo stiamo vedendo tutti i giorni, abbiamo un problema energetico notevole; in questo Paese si stanno realizzando anche tanti impianti ma con la difficoltà di distribuire o produrre a pieno ritmo l'energia per la quale sono costruiti, proprio a causa della carenza infrastrutturale. Dunque crediamo che sia giusto e necessario un intervento deciso, come spiegato dal collega Testa, nei casi in cui ci sia un deficit di intervento non dovuto a cause di forza maggiore, per dirigere e spingere alla realizzazione di questi impianti.
Abbiamo letto le polemiche di ieri l'altro e di ieri: abbiamo impianti realizzati da poco che, secondo l'annuncio dei costruttori, possono produrre e viaggiare al 30 per cento della propria potenzialità. Un Paese come il nostro non può permetterselo e, dunque, chiediamo al Governo di rivedere la propria posizione perché non bastano le enunciazioni, non bastano gli slogan, ma ci vogliono anche dei fatti, e questo sarebbe un fatto.

PRESIDENTE. Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto «Boris Giuliano» di Piazza Armerina, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 17.54, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Binetti...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 530
Maggioranza 266
Hanno votato
257
Hanno votato
no 273).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Quartiani 17.1. Pag. 14
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, come si è visto anche nel corso delle votazioni sinora effettuate, più volte, anche in Aula, risulta ed è risultato difficile il raccordo tra le Commissioni relativamente ai passaggi anche rilevanti che riguardano alcuni settori e alcuni ambiti di attività produttive del nostro Paese che sono affrontati nelle proposte di nuove norme contenute nella legge comunitaria. Così è accaduto anche per la materia di cui tratta questo emendamento.
Signor Presidente, vorrei far presente a lei, a tutti i colleghi della maggioranza e anche al Governo, che questo emendamento è stato oggetto di sottoscrizione da parte di tutti i componenti dei gruppi di opposizione e di maggioranza nella Commissione attività produttive; è stato espresso un parere favorevole da parte del Governo, ma poi, quando è passato al vaglio della XIV Commissione, ha ricevuto un parere contrario del Governo ed un voto negativo da parte della maggioranza.
L'emendamento ora in esame, come l'emendamento 17.2 di cui sono altresì primo firmatario, tratta una materia di un certo rilievo, ma che non ha un peso enorme sul bilancio dello Stato. Esso affronta le modalità con le quali sono trattate le centraline di produzione, di generazione di energia elettrica nei rifugi di alta montagna, considerato che in quest'ultimo periodo alcuni rifugi sono stati oggetto di sanzionamento da parte degli uffici delle dogane, perché fino al 2007 non solo nei rifugi di alta montagna, ma anche nelle realtà in cui c'è la presenza umana, come gli alpeggi in alta montagna, tutti gli impianti di generazione per autoproduzione elettrica erano esenti dalle accise. Dal 2007 in poi, per l'esattezza a cominciare dal 2008, si è determinata una nuova legislazione che impone accise per autoproduzione di energia elettrica in questi presidi umani in zone impervie, che, peraltro, svolgono anche un ruolo ed una funzione, diciamo così, di utilità pubblica, perché sono presidi che, ad esempio, in rapporto al 118 svolgono il servizio di soccorso alpino ed altre attività che garantiscono al turismo di un certo tipo (escursionistico, alpinistico, sciistico invernale ed estivo) di potersi svolgere in zone montane sia alpine che appenniniche.
Ora, signor Presidente, qui si tratta di definire se possiamo convenire in Aula, come abbiamo fatto tutti insieme, all'unanimità, nella Commissione attività produttive, sulla possibilità che i rifugi di montagna vengano esentati dalle accise sull'autoproduzione di energia elettrica con piccoli impianti sotto i 30 kilowatt, in modo tale che nei mesi di funzionamento questi possano evitare un ulteriore aggravio di costi. Peraltro, vorrei far presente che per il migliaio di rifugi che sono gestiti dal Club alpino italiano in tutta Italia, ciò vorrebbe dire un ulteriore aggravio sulle tasche degli aderenti, dei soci del Club alpino italiano, benché si tratti di un'attività di utilità pubblica che si svolge positivamente, gratuitamente verso la generalità degli utenti e verso la generalità dei cittadini che vogliono usufruire di quel servizio.
Quindi, signor Presidente, vorrei chiedere a lei l'attenzione necessaria affinché anche il Governo e il relatore possano esprimere un parere differente da quello che è stato riferito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere di poter apporre la mia firma su questo emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, il mio intervento, che segue quello dell'onorevole Quartiani, il quale, peraltro, ha già Pag. 15spiegato le motivazioni, vuole essere, prima di tutto, un appello al Governo e agli amici parlamentari della Lega. Se leggete bene il testo dell'emendamento e non lo approvate, forse qualche domanda dovreste anche porvela. Non c'è solo un fatto economico importantissimo, ma è un emendamento di difesa anche delle tradizioni. Noi permettiamo a chi resta in montagna di poter almeno produrre l'energia con un carico fiscale appena un poco meno elevato. Non capiamo perché il Governo abbia espresso parere negativo, quindi, prima di tutto, è proprio un problema culturale. Se le parole hanno un peso, vi chiediamo dei fatti: i fatti sono un voto favorevole su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, a questo punto intervengo solo per porre una domanda. Se il Governo, come puntualmente certificato dal parere negativo della Commissione bilancio, non ha una lira per abbassare le accise sugli impianti di energia rinnovabile ai rifugi di montagna, come pensa di fare le grandi opere e la riforma fiscale? È una domanda veramente figlia della disperazione a cui, però, non vorremmo piegarci.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per replicare soprattutto ai rappresentanti dell'UdC. Noi non prendiamo lezioni sul mantenimento delle tradizioni, soprattutto della montagna. In questo caso il problema è procedurale. Siamo d'accordo con le motivazioni dell'onorevole Quartiani nel merito, ma il problema è che, quando si propongono emendamenti di questa portata, bisognerebbe anche far seguire un'adeguata copertura finanziaria che non vi è.
Vi è anche un parere contrario da parte della V Commissione (Bilancio) sugli emendamenti Quartiani 17.1 e Quartiani 17.2. Per questo motivo, in qualche modo, il Comitato dei nove ha uniformato il parere. È chiaro che si tratta di un tema che sta a cuore a tutti e potremo tranquillamente riprenderlo, probabilmente già nel decreto sugli incentivi o in un prossimo provvedimento ad hoc per quanto riguarda le misure energetiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, intervengo per apporre la firma a questo emendamento e per ricordare al collega Pini che, essendo un emendamento che fornisce alcune indicazioni per la delega al Governo, non ha bisogno di questa copertura finanziaria. Sarebbe opportuno che tutti quelli che hanno a cuore la situazione delle nostre aree montane - che sono, peraltro, uno dei punti di forza del Paese e non di debolezza - votassero a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Centa. Ne ha facoltà.

MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, sottolineo che il Governo Berlusconi ha a cuore la montagna in tutte le sue espressioni. Anche per questo motivo, il pensiero e il lavoro che stiamo svolgendo in questo ambito è diretto ad una legge quadro sulla montagna che, ovviamente, vuole pensare, vedere, riordinare e, nei casi dei rifugi di montagna in particolare, dare l'attenzione necessaria a queste espressioni. Quindi, in questo momento l'emendamento in esame non è considerato accettabile, anche perché il lavoro che stiamo svolgendo va verso un quadro più ampio, più generale e più completo nei confronti della gente della montagna (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

Pag. 16

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, intervengo solo per svolgere una precisazione all'onorevole Pini. È chiaro a tutti che, se l'emendamento è arrivato in Aula, significa che soddisfa l'articolo 81 della Costituzione, quindi: o non ha bisogno della copertura economica, o la copertura economica è già compresa nel provvedimento. Se non fosse così, sarebbe un fatto grave (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Saluto i docenti e gli studenti delle V classi dell'Istituto tecnico commerciale Pezzullo di Cosenza e dell'Istituto tecnico commerciale Gemelli Careri di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per sottolineare le parole di buonsenso dell'onorevole Quartiani e, in particolare, per rivolgermi all'onorevole Di Centa e all'onorevole Pini. Qui adesso non stiamo stabilendo il primato di chi si è adoperato di più per la montagna o ha operato di più per la salvaguardia delle tradizioni della montagna. È un emendamento più che altro simbolico, ma importante. Onorevole Di Centa, in attesa che il grande quadro, che avrà bisogno dei suoi tempi, si realizzi, in attesa che tutto accada, di fronte ad una esigenza per cui si prevede una delega al Governo per salvaguardare un principio, per valorizzare l'attenzione rispetto ad alcune questioni particolari, credo sia opportuno un voto libero. Non sollevo alcuna polemica con la Lega o con nessuno, ma, forse, questa è l'occasione per una valutazione serena di un emendamento, che, se passasse, non comporterebbe nulla di negativo e molto di positivo per tante questioni sulle quali, in modo trasversale, siamo uniti nel gruppo amici della montagna, in ragione di obiettivi che sono palesemente alla portata ed a beneficio di tutti; sarebbe una cosa positiva. Quindi, la riflessione è semplicemente volta ad un voto tranquillo e senza problemi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ALESSANDRA MUSSOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, vorrei ricordare in questa Aula - è importante farlo adesso che l'Aula è piena e non tra un provvedimento e l'altro - le due ragazze, Sara e Francesca, che ieri sono morte nella tragedia di Ventotene. Bisogna farlo in questa Aula per ricordare ed essere vicini alla famiglia e affinché queste tragedie non accadano mai più (Applausi).

PRESIDENTE. Onorevole Mussolini, la Presidenza si associa alle sue parole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quartiani 17.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cenni e Mario Pepe (PdL)...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 524
Votanti 522
Astenuti 2
Maggioranza 262
Hanno votato
256
Hanno votato
no 266).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 17.55. Pag. 17
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Federico Testa. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, il tema di questo emendamento è analogo a quello del precedente emendamento Lulli 17.54, in quanto si richiede che vengano previsti i criteri e le modalità secondo cui l'Autorità per l'energia elettrica ed il gas possa sanzionare i gestori della rete che non adempiano ai piani di investimenti previsti e, quindi, non facciano gli investimenti. Questo emendamento, però, merita una sottolineatura importante. Il gestore del sistema di trasporto del gas nel nostro Paese è SNAM rete gas, che è controllata dall'ex monopolista di fatto nel nostro Paese, che mantiene tuttora una quota preponderante del mercato nel nostro Paese. Questo significa che, a maggior ragione in questo caso, può essere evidente l'interesse dell'ex monopolista a non effettuare investimenti di ampliamento della capacità produttiva dell'infrastruttura, come peraltro è successo nel passato, così da mantenere il potere di mercato che ha, evitando quindi che si sviluppi nel nostro Paese una concorrenza in un settore come quello del gas, che tutti i più autorevoli esperti della materia dicono essersi sviluppata in maniera molto limitata. In questo senso, è importante quindi affidare all'Autorità per l'energia elettrica e il gas i poteri per sanzionare il mancato rispetto degli investimenti previsti. Per questo motivo voteremo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 17.55, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Moffa, Simeoni...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 517
Votanti 516
Astenuti 1
Maggioranza 259
Hanno votato
244
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che il deputato Rugghia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 17.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, com'è noto il settore del gas nel nostro Paese è uno dei settori meno liberalizzati. Vorrei ricordare al Parlamento ma soprattutto al Governo che la stessa previsione stabilita da questa Assemblea con la legge n. 99 del 2009, che aveva introdotto la borsa del gas, ci sembra - ed è confermato - che sia stata smentita e stimiamo che lo stesso Governo ne abbia preso atto in più di qualche circostanza (quando dico «smentita» significa che per la borsa del gas attualmente passa non più di un miliardo di metri cubi di gas a fronte di 85 miliardi di metri cubi).
È sempre noto a tutti noi - ma anche al Governo - che la stessa politica di approvvigionamento di ENI è sbilanciata eccessivamente sui contratti di lungo periodo (take or pay) e sta esponendo il nostro Paese a costi della materia prima particolarmente più elevati. La conseguenza di tutto ciò per i consumatori e per le imprese è che i prezzi del gas risultano essere i più alti rispetto a quelli dei concorrenti in Europa, e visto che con il gas produciamo la stragrande maggioranza dell'energia elettrica del nostro Paese ne deriva un riflesso negativo sulla bolletta delle famiglie e delle stesse imprese.
È quindi evidente - come noi proponiamo, onorevoli rappresentanti del Governo Pag. 18e relatore - che introdurre e assicurare un'efficace separazione proprietaria tra le attività di trasporto, bilanciamento, stoccaggio e l'attività di distribuzione del gas naturale tramite l'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri significa contribuire in maniera certa al processo di liberalizzazione dell'energia in Italia. Per tale motivo, vi rinnoviamo la richiesta di accogliere l'emendamento così com'è formulato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo per preannunziare il voto favorevole dell'UdC su questo emendamento che dovrebbe essere la logica conseguenza di quanto il Governo dichiara dal primo giorno del suo insediamento, nella direzione cioè della liberalizzazione, della lotta ai costi elevati dell'energia, di un mercato più aperto per offrire servizi migliori a prezzi più bassi.
Dunque, un emendamento del genere dovrebbe avviare un processo - che anche qui è stato dichiarato a lungo, sebbene non ne vediamo nemmeno il sorgere, l'alba - a costo zero, senza problemi di bilancio; si tratta sicuramente di una di quelle riforme importanti che vengono annunciate tutti i giorni ma che poi non vengono realizzate.
Detto in modo più brutale, la separazione tra l'approvvigionamento, la gestione del servizio e la distribuzione è un fatto necessario per eliminare tutte quelle che non sono nicchie ma che purtroppo costituiscono la stragrande parte del sistema di distribuzione, come ricordava prima il collega Lulli. Abbiamo quindi la necessità di procedere e se si volesse farlo basterebbe un voto favorevole, così già da oggi si darebbe un altro segnale di cambiamento vero.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 17.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 12,05).

PRESIDENTE. Onorevoli Vitali, Fugatti...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 513
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato
244
Hanno votato
no 269).

Prima di passare alla votazione del subemendamento 0.17.101.100 della Commissione, saluto gli studenti della scuola media statale «San Tommaso Moro» di Milano, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.17.101.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Saltamartini, Lo Monte...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 517
Votanti 312
Astenuti 205
Maggioranza 157
Hanno votato
309
Hanno votato
no 3). Pag. 19

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.101 della Commissione, nel testo subemendato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lo Monte, Saltamartini, Di Virgilio, Mazzuca, Traversa, Romele, Berruti...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 506
Astenuti 14
Maggioranza 254
Hanno votato
505
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.204, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Trappolino, Veltroni, Vico, Traversa...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 525
Votanti 524
Astenuti 1
Maggioranza 263
Hanno votato
305
Hanno votato
no 219).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 17.205, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Federico Testa. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, in merito a questo emendamento valgono considerazioni analoghe a quelle che si potevano fare per il precedente emendamento 17.203, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, ovvero il parere della Commissione bilancio afferma che tale norma riconosce all'Autorità di settore una piena autonomia di bilancio senza considerare l'esigenza di coordinamento della finanza pubblica. Tale affermazione, in realtà, non può essere condivisa, perché nel testo si fa, infatti, esplicito riferimento al sistema previsto dalla legge n. 481 del 1995 che già prevede quale strumento di coordinamento della finanza pubblica uno stringente controllo da parte del Governo sul reperimento delle risorse dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. A legislazione vigente, infatti, l'aliquota di riferimento, stabilita ogni anno dalla stessa Autorità sulla base di un'attenta verifica dei propri costi di funzionamento, viene sottoposta all'approvazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, sentito il Ministro dell'economia e delle finanze.
Con riferimento inoltre alle parole «nonché di piena autonomia di esecuzione del proprio bilancio», che la Commissione bilancio propone di sopprimere, deve ricordarsi che tale espressione proviene direttamente da alcune direttive: gli articoli 35 e 39, rispettivamente della n. 2009/72/CE e della n. 2009/73/CE, sanciscono che per tutelare l'indipendenza dell'autorità di regolamentazione gli Stati membri prevedano in particolare che l'autorità di regolamentazione possa prendere decisioni autonome in maniera indipendente da qualsiasi organo politico e disponga di dotazioni finanziarie annuale separate, di autonomia di esecuzione del bilancio assegnato e di risorse umane e finanziarie idonee allo svolgimento delle sue attività. È del tutto evidente quindi che l'espressione «autonomia di esecuzione del bilancio assegnato», prevista in queste direttive, non può essere percepita o considerata come in contrasto con le esigenze di coordinamento della finanza pubblica. Per questo motivo noi voteremo contro Pag. 20l'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.205, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Raisi, onorevole Mazzuca, onorevole La Loggia, onorevole Traversa, onorevole Vietti, onorevole Veltroni, onorevole Vaccaro, onorevole Bernardini, onorevole Madia, onorevole Franceschini...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 486
Astenuti 35
Maggioranza 244
Hanno votato
270
Hanno votato
no 216).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Quartiani 17.2. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, come per il precedente emendamento... (Commenti).

PRESIDENTE. Vedo che tutti vogliono il silenzio. Prego, onorevole Quartiani.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non è tanto il silenzio ma il voto favorevole che conta, di tutta l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Dipende da lei la scelta.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, penso che tutti i gruppi possano convergere su questo emendamento, così come è accaduto in sede di Commissione attività produttive. Questo è occorso sia per quanto riguarda l'emendamento che abbiamo illustrato prima (relativo ai rifugi di montagna e alla produzione di energia), sia per quanto riguarda l'emendamento in esame, concernente lo sconto fiscale sull'utilizzo di GPL e di gasolio per riscaldamento nelle zone climatiche E, cioè nelle zone climatiche molto fredde, dove si usa il riscaldamento tutto l'anno.
Signor Presidente, si tratta di un principio direttivo che viene offerto al Governo, perché all'Esecutivo è data la disponibilità di provvedere con un decreto legislativo a tutta una serie di iniziative cui fa riferimento l'articolo 17. Non si tratta quindi di discutere attorno all'opportunità o alla possibilità che sussistano coperture di carattere finanziario. Qui si tratta di valutare se convenga o meno a questo Parlamento reiterare una norma che ogni anno è stata reiterata (dal 1999 ad oggi), concernente gli sconti fiscali sul riscaldamento per le famiglie e anche per quelle piccole e piccolissime imprese che operano in zone fredde, e in zone di montagna in tutta Italia. In tutta Italia significa: le Alpi, l'Appennino e anche tutte quelle zone montane dei territori insulari. Vorrei ricordare che l'Italia è montuosa nel complesso del suo territorio. Non stiamo parlando del nord, del sud e del centro, stiamo parlando di tutte le zone montane italiane. Ora questa questione riguarda milioni di famiglie che si sono trovate quest'anno a verificare e a pagare un aggravio di accise pari 2 o 300 euro (lo hanno già pagato).
Si tratta a questo punto di capire perché mai siamo riusciti in questo Parlamento a garantire in tutte le zone montane l'effettività di una norma che ormai vige di legge finanziaria in legge finanziaria, che garantisce lo sconto sul GPL e sul gas non metano, cioè sul GPL e sul gasolio, nelle zone non metanizzate per quanto riguarda i comuni montani, mentre nei Pag. 21comuni parzialmente non metanizzati e parzialmente montani, in quelle zone e in quelle frazioni di montagna, le famiglie e le imprese non hanno invece più la possibilità di usufruire di questo sconto.
Si tratta anche di applicare un criterio di eguaglianza tra i cittadini che noi dobbiamo garantire oltre che di un provvedimento importante, che interverrebbe in una fase di crisi perché l'aggravio - ho ripetuto - è di 200-300 euro per ogni famiglia ma è molto molto maggiore per le piccole e medie imprese che operano in quelle realtà, comprese le realtà turistiche. Infatti, gli alberghi devono essere riscaldati e le seconde case hanno bisogno di riscaldamento in montagna e, quindi, il turismo ne può risentire, l'economia italiana ne può risentire e le tasche di coloro che abitano in zone difficili, perché zone impervie che non a caso abbiamo definito zona climatica perché non possono disporre, per quanto riguarda il riscaldamento, di una condizione uguale alle zone di pianura o di città o dei centri che risiedono in pianura o sulla riva del mare.
Signor Presidente, è un impegno che è stato assunto unanimemente da tutti i gruppi nella Commissione attività produttive e su cui il Governo e i rappresentanti del Governo, del Ministero dello sviluppo economico hanno dato parere positivo. Poiché in questo caso non si tratta di discutere della copertura finanziaria, ma di un principio direttivo da inserire nell'articolo 17, come sono stati inseriti tanti altri principi, chiederei all'Aula, al relatore e al Governo di rivedere il parere e all'Aula di convergere su questo emendamento, che non è di una parte, ma di tutti i gruppi parlamentari della Commissione attività produttive (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento Quartiani 17.2 e per dichiarare il voto favorevole dell'UdC. Questa è un'altra di quelle occasioni che darebbero una risposta soprattutto alle famiglie e alle persone che veramente hanno bisogno di far quadrare il loro bilancio familiare. È evidente che quando si tratta di zone parzialmente non metanizzate, parliamo di zone che sono sicuramente più disagiate: pensiamo non soltanto alla montagna, ma anche ad altre zone. Pertanto ritengo che se vi fosse la volontà vera di dare risposte, ancorché parziali, ma comunque iniziare a darle alle famiglie, dovremmo approvare e quindi votare a favore di questo emendamento. Abbiamo già visto le posizioni diversificate sugli emendamenti Lulli 17.54 e Lulli 17.15. Ritengo che sarebbe opportuno perseverare e continuare sino in fondo a tenere questo atteggiamento e ovviamente mi rivolgo alla maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma e, idealmente, la firma del collega Cimadoro e di tutti colleghi dell'Italia dei Valori e per sottolineare che le aree parzialmente non metanizzate sono semplicemente frazioni o borghi situati anche ad alcuni chilometri dal paese, a volte a fondovalle e che, se è pur vero che il metano è leggero più dell'aria e va in montagna da solo, tuttavia ha bisogno di tubazioni e di impianti che hanno costi di milioni di euro e il gioco non vale naturalmente la candela, come si dice, rispetto al fabbisogno energetico.
Questa inclusione potrebbe essere naturale e rispettosa, come ha già meglio spiegato il collega Quartiani, delle concessioni già fatte a chi vive in zone di montagna. Si tratta dunque semplicemente di riconoscere un diritto che il legislatore ha già previsto per le altre popolazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

Pag. 22

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere anche la mia firma a questo emendamento e per ribadire che l'esposizione fatta dal collega Quartiani è piena di buon senso perché si vuole mettere in evidenza la rilevanza economica, sociale, culturale e ambientale di questo emendamento.
Ricordo peraltro che la maggioranza non può continuare a rispondere di «no» o proponendo di rinviare tutto a leggi quadro - dall'inizio di questa legislatura sono state annunciate molte leggi quadro e nessuna è stata deliberata - o per motivazioni legate alla copertura finanziaria.
Non si può non ricordare - e concludo, signor Presidente - che questo Governo ha reperito e ha utilizzato alcuni miliardi di euro per togliere l'ICI sulla prima casa anche alle categorie sociali più benestanti, mentre in questo caso si dice che non vi sono soldi.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Realacci ha chiesto di apporre la sua firma all'emendamento Quartiani 17.2.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quartiani 17.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo e su quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico? Onorevole Ruben? Onorevole Rampelli? Onorevole Iannarilli? Onorevole Versace? Onorevole Piso?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato
251
Hanno votato
no 265).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.206 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ravetto? Onorevole Sbai? Onorevole Follegot? Onorevole Bersani? Onorevole Trappolino? Onorevole Di Stanislao? Onorevole Corsaro?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 525
Astenuti 1
Maggioranza 263
Hanno votato
525).

Prendo atto che il deputato Di Stanislao ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Guido Dussin 17.52.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, sull'emendamento in esame, dopo un confronto avuto nel Comitato dei nove, riteniamo di cambiare il parere rispetto a quello precedente, che era di invito al ritiro: la Commissione si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, anche il Governo si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 23Guido Dussin 17.52, su cui la Commissione ed il Governo si rimettono all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cota? Onorevole Golfo? Onorevole Gava? Onorevole Fogliardi? Onorevole Castagnetti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 518
Votanti 511
Astenuti 7
Maggioranza 256
Hanno votato
509
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati De Torre e Damiano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Paglia ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Federico Testa. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, intervengo per motivare il voto di astensione del Partito Democratico sull'articolo in esame, in quanto certamente in Commissione attività produttive abbiamo lavorato per modificare e migliorare il testo. Alcune nostre istanze sono state recepite.
Tuttavia, restano inevasi alcuni temi importanti, in particolare, quelli di cui abbiamo discusso questa mattina. Essi riguardano il sostegno delle popolazioni della montagna (e della montagna in generale) in materia energetica, la garanzia sugli investimenti nelle reti di trasmissione del gas e dell'energia elettrica, i poteri delle autorità di regolamentazione, che riteniamo fondamentali al fine di garantire un corretto funzionamento dei mercati.
Per questo motivo, annuncio il voto di astensione del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo Ciman... onorevole Barani... onorevole Pugliese... onorevole Romani... onorevole Sbai... onorevole Bosi... onorevole Capitanio Santolini... onorevole Consolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 275
Astenuti 246
Maggioranza 138
Hanno votato
275).

Prendo atto che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 43 - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 43 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, il Partito Democratico ha già ampiamente dimostrato la propria posizione con riferimento all'articolo 43 del provvedimento in oggetto.
Durante la discussione sulle linee generali, abbiamo detto della nostra insoddisfazione e della nostra contrarietà rispetto al testo licenziato dal Senato. Abbiamo, altresì, riconosciuto lo sforzo fatto dal relatore Gottardo in Commissione agricoltura, nel rispondere, per la prima volta, alle richieste che la Commissione Pag. 24europea aveva avanzato al nostro Paese per aver disatteso la direttiva comunitaria.
Abbiamo espresso insoddisfazione anche per la lettera b) del comma 2 del riscritto articolo 43, nonostante in quella riscrittura fosse accolta una nostra richiesta: la sostituzione del termine «modificare» con il termine «posticipare», che rendeva, di fatto, impossibile l'anticipazione del calendario venatorio al mese di agosto.
Vorrei soffermarmi sui punti del nostro dissenso: innanzitutto, l'alienazione e l'annacquamento dei poteri dell'ISPRA, e l'introduzione di un ruolo, a nostro parere, improprio, per gli istituti e gli osservatori e regionali.
L'ISPRA è un istituto - mi rivolgo al Ministro Prestigiacomo - che ha bisogno di essere dotato di riconoscimento e di risorse per svolgere bene il proprio lavoro e per poter mettere a disposizione del Paese e delle regioni ricerche tempestive, adeguate e valide. Non abbiamo condiviso la scomparsa di un ruolo vincolante di questo istituto e abbiamo chiesto di reintrodurre il citato termine e il vincolo del parere dell'ISPRA sulle eventuali ed eccezionali deroghe.
L'altro aspetto del nostro dissenso era legato alla mancanza di qualsiasi termine - sempre presente nella lettera b) del comma 2 dell'articolo in oggetto - rispetto alle ipotetiche ed eccezionali deroghe che possono essere previste per specie e per casi eccezionali e territoriali. La non esistenza di un termine finale, di fatto, apriva il calendario venatorio a tempi non definiti, provocando, quindi, un caos normativo.
Su questi punti, oltre ad aver presentato due emendamenti soppressivi (rispettivamente, dell'intero articolo 43 e della lettera b), ne abbiamo aggiunto un terzo, ossia l'emendamento 43.60, a prima firma Zucchi, che apriva la strada ad un possibile punto di mediazione che, fino ad oggi, non era stato accolto.
Questa mattina vediamo il subemendamento presentato e leggiamo l'emendamento, che già era stato modificato dalla Commissione stessa, il quale non parla di termine vincolante, ma di parere espresso dall'ISPRA, al quale le regioni dovrebbero uniformarsi. Certo esso è meno tenue e forse meno chiaro rispetto al termine «vincolante», ma va in quella direzione.
Leggiamo anche un'altra novità di questa mattina, ossia l'emendamento 43.102 della Commissione, nel quale si fissa un termine che non consente di andare oltre la prima decade di febbraio.
A noi - e lo dico con determinazione - resta la convinzione che quella lettera b) poteva essere evitata e che questa riscrittura, francamente, produrrà qualche difficoltà nella sua applicazione nel territorio. Chi si occupa un po' delle materie venatorie sa già che ormai i calendari vengono definiti dalle sentenze dei tribunali, più che dalle regioni, per la continua esistenza dei ricorsi.
Tuttavia, siamo anche profondamente convinti di una cosa: questa materia, così delicata, va «deideologizzata»: occorre togliere, dalla discussione su questa materia, la voce alta, troppo alta, che gli opposti estremismi molto spesso usano. Ed è in virtù di questa volontà - una volontà meramente politica - che, di fronte a questa proposta emendativa, noi siamo disponibili al ritiro dei nostri emendamenti e alla condivisione dell'emendamento che la Commissione ha presentato.
Facciamo questo perché già, come Partito Democratico, avevamo cercato un terreno di mediazione, ma anche perché riteniamo che questo ci consenta di poter dire che la Camera per la terza volta sceglie il buonsenso, interviene sulle richieste avanzate dalla Commissione europea e isola gli opposti estremismi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Cenni, sono dunque stati ritirati degli emendamenti riferiti all'articolo 43?

SUSANNA CENNI. Sì, signor Presidente, ritiriamo gli emendamenti Oliverio 43.41, Cenni 43.51 e Zucchi 43.60. Per il resto, ci asterremo su tutti gli emendamenti dell'Italia dei Valori.

Pag. 25

PRESIDENTE. Sta bene.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, non ho capito se sono stati ritirati due o tre emendamenti. Il primo, se non sbaglio, è l'emendamento soppressivo Oliverio 43.41...

PRESIDENTE. Sì, onorevole Baldelli, sono stati ritirati tre emendamenti, glieli ripeto: Oliverio 43.41, Cenni 43.51 e Zucchi 43.60. Questi sono i tre emendamenti ritirati.

GIUSEPPE RUVOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, intervengo per ritirare l'emendamento, a mia firma, 43.59 e il subemendamento, sempre a mia firma, 0.43.100.3.

PRESIDENTE. Sta bene.

BASILIO CATANOSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BASILIO CATANOSO. Signor Presidente, intervengo per ritirare il mio emendamento 43.24.

PRESIDENTE. Sta bene.

FIORELLA CECCACCI RUBINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FIORELLA CECCACCI RUBINO. Signor Presidente, intervengo per ritirare il mio emendamento 43.50 perché credo che la riformulazione del comma 2, lettera b), dell'articolo 43 proposta dal relatore sia un'ottima mediazione, quindi lo ringrazio per il lavoro svolto.

PRESIDENTE. Sta bene. Se nessun altro chiede di parlare, invito il relatore ad esprimere i pareri della Commissione. A questo punto, tra gli emendamenti soppressivi, è rimasto soltanto l'emendamento Di Giuseppe 43.32.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Di Giuseppe 43.32, altrimenti il parere è contrario.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Di Giuseppe 43.39, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 43.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Il parere è, altresì, contrario sull'emendamento Di Giuseppe 43.54, mentre l'emendamento 43.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, è stato ritirato.

PRESIDENTE. L'emendamento 43.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, è ritirato in quanto revocata la condizione posta dalla Commissione.
Qual'è il parere sugli altri emendamenti?

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 43.101, mentre esprime parere contrario sugli identici emendamenti Catanoso 43.52 e Di Giuseppe 43.55, nonché sull'emendamento Ruvolo 43.56.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Di Giuseppe 43.58, ed esprime parere contrario sull'emendamento Di Giuseppe 43.61.
La Commissione invita, altresì, al ritiro dei subemendamenti Ruvolo 0.43.100.2 e Brugger 0.43.100.1, altrimenti il parere è contrario. Pag. 26
La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Di Giuseppe 0.43.100.4, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 43.100.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Di Giuseppe 43.62, nonché sugli emendamenti Brugger 43.63, Di Giuseppe 43.64 e 43.65.
Infine, la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Catanoso 43.53 e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 43.102.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non ho capito il parere sull'emendamento 43.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, l'emendamento è stato ritirato in quanto riguarda una condizione revocata dalla V Commissione bilancio. Ad ogni modo, quando arriveremo al punto ne daremo conto.
Chiedo ora al Governo di esprimere i pareri sulle proposte emendative presentate.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, i pareri del Governo sono conformi a quelli espressi dal relatore, tranne che per l'emendamento 43.102 della Commissione, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare per un chiarimento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, vorrei chiedere un chiarimento al relatore. Tra i vari emendamenti e subemendamenti, ciò che è chiaro a tutti i colleghi presenti è che viene proposto un cambiamento che sembra essere soddisfacente, poiché esso prevede, al tempo stesso, che il limite massimo di ampliamento della stagione di caccia sia pari a dieci giorni e che tale limite sia sottoposto preventivamente al parere dell'ISPRA, cui le regioni devono adeguarsi.
A tale riguardo rilevo, però, che la costruzione del testo, fra emendamenti e subemendamenti, non è chiara. Posso chiedere al relatore di pronunciare esattamente quale sarebbe il testo finale che ne risulta? Infatti, fra gli emendamenti e i subemendamenti, vorrei avere la certezza che stiamo votando qualcosa che tutti condividono.

PRESIDENTE. A questo punto facciamo rispondere il relatore, o chi per esso, per un chiarimento in ordine alla legittima richiesta dell'onorevole Realacci.
Vi è una richiesta di lettura complessiva del nuovo testo, così come risulterebbe qualora fossero successivamente approvati i vari emendamenti...

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, non avevo concluso.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Realacci.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, vorrei chiedere al relatore un'ulteriore cortesia, vista la delicatezza della materia ed essendo chiaro il fatto che il Partito Democratico non voterà emendamenti soppressivi a condizione che il testo sia quello indicato.

PRESIDENTE. Chiarissimo!

ERMETE REALACCI. Pertanto, chiedo anche, se possibile, di ritirare i testi perché ci sono più votazioni che si incrociano tra di loro. Presentateci un testo che sia unico e sostitutivo, in grado di comprendere tutti questi aspetti.

PRESIDENTE. Onorevole Realacci, in questo caso dovremmo andare verso la sospensione e poi una riunione del Comitato dei nove. Mi sembra che il relatore, o chi per esso, può spiegare all'onorevole Realacci in maniera chiara - e quindi ciò risulterà agli atti per tutti i colleghi dell'Assemblea Pag. 27ma anche per tutti coloro che poi lo vorranno leggere - come risulterà il nuovo testo e quale sia il senso degli emendamenti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, è fondamentale comprendere che la soppressione dell'articolo 43, visto che rimane in campo un emendamento, comporterebbe il non recepimento di tutti i punti che negli anni hanno costituito oggetto di infrazione da parte della Commissione europea nei confronti dell'Italia. Quindi, è fondamentale capire che si tratta di un articolo che riguarda la protezione della fauna e non la caccia, che è solo una conseguenza legata all'attività di protezione della fauna.
Il secondo aspetto, correttamente posto dal collega Realacci, è che l'emendamento su cui prioritariamente l'Assemblea voterà sono le parole «non oltre la prima decade di febbraio», perché ovviamente queste vanno ad integrare l'emendamento sostitutivo dell'articolo 43, comma 2, lettera b), e quindi si determina complessivamente il posticipo entro la prima decade di febbraio dei termini. Ovviamente su questa prima decade il Governo si è rimesso all'Assemblea ed essa sarà sovrana nel determinare l'esatta composizione. Quindi, voteremo prima sulla prima decade e, di conseguenza, l'emendamento così riformulato.

PRESIDENTE. Sta bene. La sua spiegazione mi sembra chiara.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo solo per chiarire e avere contezza esatta del parere del Governo che non si è compreso esattamente. Se ho capito bene il Governo si rimette all'Assemblea sull'emendamento 43.102 della Commissione ed esprime parere conforme a quello della Commissione su tutti gli altri emendamenti.

PRESIDENTE. Esattamente. Questo è quanto risulta alla Presidenza.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. È così, signor Presidente.

PRESIDENTE. Bene, siamo d'accordo!

ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, chiedo scusa ai colleghi ma vi è un altro punto che vorrei chiarire ossia la questione dei dieci giorni, entro la prima decade, e la questione del fatto che le regioni devono poi adeguarsi al parere formulato dall'ISPRA entro 30 giorni, aspetto che adesso non è stato precisato dal collega. Su quella questione vale in ogni caso il criterio che il Governo si rimette all'Assemblea sull'insieme dei tre emendamenti?

PRESIDENTE. Onorevole Realacci, come ha già ricordato l'onorevole Quartini, il Governo non si rimette all'Assemblea sugli altri emendamenti. Pertanto, sull'emendamento 43.100 della Commissione vi è un parere favorevole sia della Commissione sia del Governo.
Quindi, il Governo si rimette all'Assemblea soltanto per quanto riguarda l'emendamento 43.102 della Commissione.

ERMETE REALACCI. Ma c'è un'altra parte che non è stata detta...

PRESIDENTE. Chiediamo all'onorevole Gottardo, poi, se è tutto chiaro, passiamo ai voti. Prego onorevole Gottardo, ha facoltà di parlare.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, mi pare che il collega Realacci opportunamente faccia l'avvocato del diavolo, Pag. 28nel senso che voglia chiarire bene gli aspetti della questione. La lettera b) del comma 2 dell'articolo 43 prevede che la deroga possa essere consentita entro e non oltre comunque la prima decade di febbraio alle regioni che la chiedono, previo parere preventivo dell'ISPRA, a cui le regioni debbono uniformarsi. C'è scritto e, quindi, è del tutto evidente che questo parere è di fatto vincolante.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Giuseppe 43.32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, vogliamo chiarire che non vogliamo avere dei pregiudizi nei confronti della caccia, però se è un sport, come lo è, ha delle regole da rispettare, ma sopratutto deve rispettare la natura. Noi del gruppo dell'Italia dei Valori chiediamo di sopprimere questo articolo 43, perché lo riteniamo un ulteriore tentativo per modificare le regole e i paletti posti dalla legge n. 157 del 1992.
Non riteniamo opportuno cambiare quella norma all'interno di questo disegno di legge comunitaria per il 2009. Non lo riteniamo opportuno perché all'interno di questo articolo 43 sicuramente ci sono delle norme che tendono al rispetto delle direttive dell'Unione europea, però noi riteniamo che per modificare quella legge n. 157 del 1992 occorra un provvedimento ad hoc e lo si evince anche dal dibattito. Infatti, mi pare che non ci sia molta chiarezza.
Certamente questo testo, soprattutto l'emendamento proposto dal relatore, ha migliorato in alcune parti tutta la norma rispetto al testo sopraggiunto dal Senato. Tuttavia, a noi interessa soprattutto che non venga toccata quella lettera b) del comma 2 dell'articolo al nostro esame, che va proprio a modificare le date fissate dalla n. 157 del 1992 e, soprattutto, quell'arco temporale previsto dal 1o settembre al 31 gennaio. Infatti, sappiamo tutti che in quel periodo non ci sono turisti nelle zone di caccia e, soprattutto, non c'è il rientro della fauna selvatica nei luoghi di nidificazione.
Inoltre, c'è un parere preventivo dell'ISPRA che, a nostro avviso, servirà a ben poco perché oltretutto l'ISPRA deve esprimersi entro 30 giorni dalla richiesta di deroga della regione, sentiti gli istituti regionali. Ma quali istituti regionali? C'è questa grossa incertezza! Saranno, quindi, le regioni a decidere su questo periodo venatorio e noi su questo assolutamente non siamo d'accordo.
Oltretutto, c'è da dire che ci sono diverse procedure di infrazione contro l'Italia da parte dell'Unione europea, perché si è anche abusato e c'è stato un eccesso di queste deroghe.
Si sta proponendo all'Assemblea una norma che va nella direzione opposta rispetto a quello che l'Europa ci chiede e non possiamo adeguare la legge n. 157 del 1992, che oltretutto non è una cattiva legge, alle esigenze di pochi. Ecco perché chiediamo di sopprimere questo articolo 43 (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale e naturalmente non sono d'accordo con la proponente dell'emendamento e, in particolare, con la decisione presa dal mio gruppo (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Spero che qualcuno all'interno del gruppo segua la mia decisione che comunque è e va in linea con lo sforzo estenuante di mediazione che ha fatto il relatore fino a questo punto e che arriva finalmente ad una soluzione.
Il problema è la legge n. 157; non bisogna restare alla legge n. 157, lì è il problema. Noi abbiamo consegnato ai giornali e alle reti televisive dichiarazioni false che hanno distorto il problema. La caccia non deve essere un problema, la caccia è un'esperienza e un'attività che Pag. 29coinvolge tutti, non deve essere patrimonio della sinistra o della destra. Ringrazio in questo momento il Partito Democratico che alla fine è arrivato a trovare una soluzione...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cimadoro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 43.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Costa... onorevole Rossi... onorevole Saltamartini... onorevole Toccafondi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 527
Votanti 305
Astenuti 222
Maggioranza 153
Hanno votato
20
Hanno votato
no 285).

Prendo atto che il deputato Capodicasa ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Giuseppe 43.39.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, noi vorremmo che fossero rispettate le direttive dell'Unione europea e per questo ci teniamo a questo articolo 43, ma sicuramente quando si parla di caccia non siamo tutti d'accordo. Io rispetto l'opinione del mio collega, onorevole Cimadoro, ma in ogni caso il gruppo dell'Italia dei Valori propone la riformulazione dell'articolo 43 ai sensi dell'emendamento che ora esaminiamo.
Questo emendamento sostituisce integralmente l'articolo 43 e offre quella che dovrebbe essere una risposta corretta alla procedura di infrazione n. 2131 del 2006, con riferimento alle contestazioni della stessa Commissione europea. Cosa chiediamo con l'emendamento? Che dopo il comma 2 venga inserito il comma 2-bis che recepisce in maniera corretta gli articoli 2 e 13 della direttiva, proprio come richiesto dalla Commissione europea. Tali punti prevedono l'impegno da parte dell'Italia a mantenere, non compromettere e ad adeguare un soddisfacente stato di conservazione degli uccelli selvatici. Al comma 5 chiediamo che venga inserita questa dicitura: «secondo i criteri ornitologici previsti dall'articolo 2 della stessa direttiva», proprio per fare in modo che venga recepito in maniera corretta l'articolo 3 della direttiva europea, secondo il quale nelle azioni utili a garantire un soddisfacente stato di conservazione degli uccelli selvatici lo Stato tiene in considerazione i criteri ornitologici dell'articolo 2 della stessa direttiva.
Il comma 7-bis e il comma 2 dell'emendamento che proponiamo recepiscono in maniera corretta l'articolo 10, paragrafo 2 sempre della direttiva europea, così come richiesto. Tutti i passaggi di riferimento che nell'emendamento vengono fatti sono finalizzati proprio alla previsione di studi, ricerche e comunicazioni aventi a tema la protezione degli uccelli selvatici.
Al comma 3 dell'emendamento abbiamo previsto le modifiche all'articolo 18 della legge n. 157. Esattamente dopo il comma 1 della legge si propone di aggiungere un comma che recepisce correttamente l'articolo 7, paragrafo 4, della direttiva, inserendo nella legge italiana il divieto di caccia nei periodi di riproduzione e migrazione prenuziale degli uccelli.
Vengono apportate modifiche anche all'articolo 19-bis della legge n. 157 del 1992, al comma 4, che recepisce le richieste della Commissione circa la previsione Pag. 30di un potere di controllo e di intervento dello Stato sui provvedimenti regionali di deroga. Si prevede, infatti, che sia il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente, ad annullare i provvedimenti di deroga che violino le disposizioni della legge che stiamo ora esaminando e della direttiva 79/409 della Comunità europea.
Gli altri commi che abbiamo proposto sono tutti orientati proprio al rispetto della direttiva della Comunità europea e sono rivolti soprattutto a proteggere le specie protette di uccelli, i loro nidi e le loro uova e, dove è possibile, anche gli habitat esterni.
A nostro avviso questa rilettura dell'articolo 43 metterebbe l'Italia in condizione di non incorrere in ulteriori infrazioni e, nel contempo, si assicurerebbe un livello di popolazione della fauna selvatica che corrisponda veramente alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali che la stessa direttiva 79/409/CEE prevede. È una proposta diversa, la nostra, che però non dà alle regioni la possibilità di modificare il calendario, così come è previsto nella legge n. 157 del 1992.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, intervengo brevemente solo per chiarirci con i colleghi. Il Partito Democratico, come vedrete, si asterrà su una serie di emendamenti, perché l'articolo 43 recepisce delle direttive dell'Unione europea - per tale motivo sarebbe stato sbagliato rigettare l'intero articolo - che migliorano l'esercizio della caccia e la tutela della fauna selvatica.
In questo articolo c'era un «inserto transgenico», un «mutante», ossia la lettera b) del comma 2, che andava in una direzione opposta, ma con la formulazione che viene fuori ora, viene mitigata questa violenza che veniva perpetrata in una situazione in cui non c'entrava nulla. Alla fine, dunque, questo articolo migliora l'esercizio della caccia nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Saluto gli studenti dell'istituto comprensivo «Silvio Pellico» di Vedano Olona (Varese) e della scuola media statale «Giovanni Pascoli» di Valenza Po (Alessandria), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune. Questi studenti hanno vinto il concorso «Parlamento parliamone» promosso dall'Associazione dei consiglieri parlamentari e dal Ministro dell'istruzione; sono qui in visita di studio, quindi li ringraziamo veramente (Applausi).
Saluto altresì gli studenti dell'istituto comprensivo statale scuola media Piedimonte San Germano di Frosinone, che non hanno vinto il concorso, ma che sono in visita, come tante altre scolaresche, alla nostra Assemblea (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 43.39, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Letta l'aspettiamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 326
Astenuti 200
Maggioranza 164
Hanno votato
18
Hanno votato
no 308).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 43.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 31

Onorevoli Calearo Ciman, Vico, Madia... L'onorevole sottosegretario Ravetto ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 517
Astenuti 9
Maggioranza 259
Hanno votato
504
Hanno votato
no 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 43.54, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vitali, Della Vedova, Armosino, Stradella, Saltamartini, Briguglio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 527
Votanti 331
Astenuti 196
Maggioranza 166
Hanno votato
21
Hanno votato
no 310).

Avverto che la condizione formulata dalla Commissione bilancio, di cui all'emendamento 43.201 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), è stata revocata. In data odierna, la Commissione bilancio ha espresso parere favorevole sul testo dell'articolo in esame a condizione che sia approvato, al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, l'emendamento 43.101 della Commissione.
Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento 43.101 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 43.101 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Rossi, Mazzuca, Romano, Raisi, Nizzi, Della Vedova, Aprea, Catanoso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 527
Votanti 518
Astenuti 9
Maggioranza 260
Hanno votato
518).

Prendo atto che il deputato Scalia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Catanoso 43.52 e Di Giuseppe 43.55.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Catanoso. Ne ha facoltà.

BASILIO CATANOSO. Signor Presidente, intervengo per ritirare il mio emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene.
Rimane, quindi, da votare l'emendamento Di Giuseppe 43.55.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 43.55, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Sposetti, Vignali, Agostini, Mario Pepe (PD), Andrea Orlando, sottosegretario Molgora...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 32
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 530
Votanti 304
Astenuti 226
Maggioranza 153
Hanno votato
22
Hanno votato
no 282).

Prendo atto che l'emendamento Ruvolo 43.56 è stato ritirato.
Passiamo all'esame dell'emendamento Di Giuseppe 43.58.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Di Giuseppe 43.58 formulato dal relatore.

ANITA DI GIUSEPPE. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, proprio la lettera b) del comma 2 è il pomo della discordia. Infatti, il testo è stato migliorato rispetto alla versione contenuta proprio nell'articolo 43 di questo disegno di legge che, comunque, sopprimeva il rispetto dei termini entro i quali praticare l'attività venatoria e, quindi, anche dell'arco temporale nel quale si potesse praticare questa attività. Tuttavia, ancora una volta, anche se in forma diversa, si ripropone la possibilità per le regioni di chiedere una deroga ai termini previsti proprio dalla legge n. 157 del 1992. Anche il parere preventivo dell'ISPRA, previsto nella norma in esame e che dovrebbe essere veramente vincolante, è poca cosa quando si va a prolungare un periodo venatorio.
Di tutto l'articolo 43 questa è la norma meno accettabile. Se questa lettera b) del comma 2 fosse stata soppressa, noi dell'Italia dei Valori sicuramente avremmo votato a favore. Però, purtroppo non è stato così e, quindi, noi chiediamo che questo nostro emendamento venga votato.

PRESIDENTE. L'Assemblea saluta, insieme al Presidente Fini, il Presidente del Parlamento della Georgia, David Bakradze, che sta assistendo ai nostri lavori (Generali applausi cui si associano i membri del Governo) L'applauso caloroso dell'Assemblea ovviamente è il segno dell'affetto con cui i nostri due Parlamenti lavorano insieme.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 43.58, non accettato dalla Commissione né dal Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Della Vedova, Moffa, Traversa, Antonione, Agostini, Sereni, Mario Pepe (PdL) e Lehner...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 296
Astenuti 220
Maggioranza 149
Hanno votato
21
Hanno votato
no 275).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 43.102 della Commissione.
Ricordo che la Commissione ne raccomanda l'approvazione, mentre il Governo si rimette all'Assemblea.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, il gruppo della Lega Nord voterà contro questo emendamento, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea, per un motivo di coerenza legato agli sviluppi degli accordi che c'erano stati sia in sede di Commissione agricoltura sia in sede di Commissione politiche dell'Unione europea. Pag. 33
Come abbiamo avuto modo di dire durante la discussione sulle linee generali, il testo dell'emendamento 43.100 della Commissione ci risultava essere assolutamente in linea con quello che chiede l'Unione europea in materia di prelievo venatorio. Era un testo equilibrato perché comunque istituiva passaggi di controllo sulle possibilità di deroga e di allargamento, di posticipare in qualche modo l'attività venatoria all'interno delle linee guida della direttiva che stiamo recependo.
Siccome noi non svolgiamo esercizio di ipocrisia, come qualcuno ha fatto prima, soprattutto da parte dell'Italia dei Valori, che prima chiede di sopprimere un articolo e poi di sostituirlo addirittura con un altro peggiorativo, ma teniamo coerentemente la posizione su quello che pensiamo, sappiamo che il prelievo venatorio in deroga era possibile con una procedura abbastanza rigida, che coinvolgeva l'ISPRA, fino alla terza decade di febbraio ed è quello che chiede l'Unione europea. Sono i paletti che fissa, anzi c'era la possibilità di anticiparli ad agosto, ma siccome il nostro è un Paese a vocazione turistica, questa ipotesi l'abbiamo stralciata.
Abbiamo cercato di definire un testo, concordato con la maggioranza e non solo, che desse una risposta lineare e non ideologica, pratica e non ideologica al problema venatorio. Purtroppo, vedo che questo tipo di accordo non è riuscito a reggere fin in fondo per pressioni di vario tipo. Ringrazio il Governo per essersi rimesso all'Assemblea. Noi confermiamo il nostro voto contrario su questo emendamento e logicamente il nostro voto favorevole sull'emendamento 43.100 della Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oliverio. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, prendiamo atto di questa diversificazione di posizioni all'interno della maggioranza, ma la presentazione di questo emendamento da parte del relatore risponde alla richiesta del nostro gruppo di non prorogare la stagione venatoria sine die.
Avevamo formalizzato tale richiesta in diversi emendamenti, che abbiamo poi ritirato (si veda anche l'emendamento Zucchi 43.60). Siamo convinti che questa soluzione, che recepisce alcune direttive dell'Unione europea, vada incontro alle preoccupazioni espresse dal mondo venatorio ed ambientalista, che in questi giorni ha manifestato in molte piazze italiane, e segni un nuovo equilibrio fra associazioni ambientaliste, animaliste e venatorie.
Questa nuova formulazione non proroga automaticamente la stagione venatoria, ma dà la possibilità alle regioni di posticipare per alcune specie entro la prima decade del mese di febbraio il termine di conclusione della stagione venatoria.
Le regioni devono attenersi comunque al parere scientifico dell'ISPRA. È per questo che votiamo favorevolmente ed è per questo che ci siamo astenuti anche sugli altri emendamenti che abbiamo testé votato. Grazie per l'attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che questo risultato è stato possibile in un dibattito aspro e franco, in cui noi abbiamo mantenuto le nostre posizioni, ma anche grazie alla sensibilità che è emersa in settori della maggioranza rispetto a questi temi, che non possono essere affrontati sull'onda di pressioni estremistiche, ma soltanto nell'interesse generale, facendo dialogare tutti gli attori e tenendo conto del parere dei cacciatori, degli agricoltori, degli ambientalisti e di tutta l'opinione pubblica del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beccalossi. Ne ha facoltà.

Pag. 34

VIVIANA BECCALOSSI. Signor Presidente, innanzitutto ringrazio il Governo per avere lasciato all'Assemblea la libertà di potersi esprimere. Da rappresentante di gruppo in Commissione agricoltura ho lavorato nell'ambito della Commissione insieme al relatore Isidoro Gottardo, che ringrazio, per raggiungere insieme un punto di mediazione che mi sembrava il più vicino possibile al buonsenso, che non è una vittoria né del mondo venatorio né del mondo ambientalista.
Ritengo che l'ulteriore mediazione che è stata raggiunta nel corso delle ultime ore non sia assolutamente una mediazione che mi soddisfa. Dico che la caccia è un diritto che deve essere esercitato in Italia come nel resto del mondo.
Mi rendo conto che vi sono sensibilità diverse: in Italia vi è una legge nazionale, la famosa legge n. 157 del 1992, sia diverse direttive europee, che con questa legge comunitaria rispettiamo e recepiamo per la prima volta, proprio grazie al grande lavoro che abbiamo svolto tutti insieme; diversamente, saremmo fortemente penalizzati, a dimostrazione che, molto spesso, qualcuno a sinistra parla di ambientalismo e poi non è capace di applicare le leggi europee in tal senso.
Sostengo che questa mediazione non possa essere confermata con un mio voto e ci tengo a sottolineare come il mondo non si divida tra buoni, ovvero ambientalisti, e cattivi, ovvero cacciatori (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Visto che la sinistra spesso parla di problema occupazionale, vi sono migliaia di famiglie che vivono grazie alle aziende armiere e vi sono migliaia di famiglie di agricoltori che sono penalizzate dai danni all'agricoltura che specie come gli storni arrecano tutti gli anni alla nostra agricoltura.
Ho come l'impressione che spesso - e francamente mi dispiace che ciò avvenga anche tra le fila del mio partito - vi sia qualcuno che confonde l'amore per il proprio gatto con un problema diverso, quello della caccia: vi comunico che è possibile cacciare nel rispetto dell'ambiente, tutelando i sacrosanti diritti dei cacciatori, degli imprenditori e dei lavoratori (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud/Lega Sud Ausonia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luciano Rossi. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCIANO ROSSI. Signor Presidente, dico grazie al Governo che ci lascia la libertà di voto su questo argomento che ha visto concentrazioni di falsità nella stampa nazionale che sconfinano nel terrorismo della comunicazione. Abbiamo subìto anche questo percorso che conosciamo da troppo tempo, signor Presidente, ed il relatore Gottardo ha ascoltato e seguito un percorso di grande sensibilità e di grande livello istituzionale, isolando integralismi, isterismi ed altro.
Come hanno detto bene i colleghi Pini e Beccalossi, sull'argomento era stato raggiunto un accordo tra il Governo e il Parlamento: le cose sono cambiate e questo cambiamento non mi soddisfa; di conseguenza, preannunzio che chiaramente esprimerò un voto contrario su questa posizione. Prendo atto che ci si è consegnati per l'ennesima volta a forme integraliste... (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Luciano Rossi. Come era immaginabile - ovviamente e giustamente, visto il lavoro ed il dibattito che si è svolto in Commissione - numerosi colleghi intendono intervenire. Prima però di dare la parola a tutti coloro che intendono farlo, ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento ovvero alla Costituzione (ed avrei auspicato che lo avesse fatto lei). Siccome per la terza volta abbiamo ascoltato deputati della maggioranza che ringraziano Pag. 35il Governo per lasciare libertà all'interno di quest'Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), vorrei recitare l'articolo 68 della nostra Costituzione che dice che i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) e che sono qui eletti senza vincolo di mandato, persone libere che all'interno di quest'Aula si comportano come la loro coscienza ed il rispetto degli impegni presi nei confronti degli elettori gli impongono di fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Il Governo si rimette all'Assemblea non a caso e sarebbe bene che i deputati si rimettessero alla loro coscienza e alla libertà che gli viene data dagli elettori e non dal Governo, anche se questo probabilmente, viste le ultime esperienze, è difficile da comprendere: le riforme istituzionali ancora non hanno messo i parlamentari fuori dalla loro libertà e sotto la direzione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Unione di Centro)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, vorrei innanzitutto mettere in evidenza il fatto che stiamo parlando dell'articolo 43 rispetto ad una forzatura che è stata commessa certamente nell'altro ramo del Parlamento. Abbiamo tentato nelle varie Commissioni (nella competente Commissione agricoltura, in particolare) di trovare un punto di incontro e di equilibrio. Il gruppo dell'UdC si è contraddistinto - oggi ne abbiamo la prova provata e speriamo nel voto finale - per avere posto due condizioni molto chiare: la prima, relativa a tempi certi (cioè che non si potesse derogare alla chiusura della caccia entro il 10 febbraio), la seconda, nel senso che l'ISPRA potesse dare un parere esclusivamente vincolante.
Adesso si è trovata la quadra complessiva ed, anziché parlare di parere vincolante o di parere obbligatorio, è stata scelta da parte del relatore una formula un po' più articolata, ma tutto sommato condivisa.
Noi quindi - a nostro malincuore, perché non ci soddisfa neanche questa posizione - per la tenuta del punto di equilibrio ritrovato siamo responsabilmente pronti ad esprimere un voto favorevole sull'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, la posizione espressa dal collega Giachetti interpretava la mia sensibilità parlamentare. La prego, in futuro, di tenerne conto, perché le formule hanno la loro importanza, la loro sostanza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Tabacci, la Presidenza non solo tiene conto dell'articolo 68, ma, innanzitutto, dell'articolo 67 che, ovviamente, tutti noi abbiamo sempre presente nell'esercizio del nostro mandato di parlamentari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà. Prego, comunque, coloro che hanno chiesto di intervenire, di stare al loro posto, così possiamo procedere velocemente.

EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, con un po' d'ordine è anche più facile intervenire. Io non sarei intervenuto, perché mi ritrovo perfettamente nell'intervento dell'onorevole Beccalossi, così come in quello del collega della Lega, ma, poiché rappresento anche una provincia che ha il 70 per cento del territorio vincolato per effetto di un parco nazionale e di alcuni parchi regionali, credo che sia arrivato anche il momento di mettere un punto Pag. 36rispetto ad un estremismo che proviene da certi ambienti salottieri che non conoscono il territorio.
La caccia rappresenta un antica usanza tradizionale che non ha nulla a che vedere né con l'animalismo, né con una sbagliata visione dell'ambiente. Anzi, al contrario, spesso i cacciatori sono quelli che rappresentano al meglio la tutela, perché vivono l'ambiente, per questo credo che il testo vada approvato così come licenziato dalla Commissione agricoltura.

PRESIDENTE. Ricordo a tutti i colleghi che intervengono a titolo personale di attenersi ai tempi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Biava. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BIAVA. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire per preannunziare il mio voto contrario. Mi unisco agli interventi svolti dagli onorevoli Rossi e Beccalossi, che è il mio rappresentante di gruppo in Commissione: non è possibile che in Italia vi siano norme più restrittive di quelle che vi sono in tutta Europa. Dopo aver trovato un accordo con la rinunzia all'anticipazione dell'apertura del calendario venatorio, si ritorna indietro rispetto ad un provvedimento già concordato in Commissione. Essendo sempre stato a favore dell'ambiente, ribadisco che l'ambiente è difeso soprattutto e principalmente dai cacciatori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brandolini. Ne ha facoltà.

SANDRO BRANDOLINI. Signor Presidente, intervengo in dissenso dal mio gruppo. Non voterò a favore di questo emendamento, pur apprezzando il lavoro di mediazione svolto, che ha migliorato il testo iniziale, che non era assolutamente accettabile. Vi è, tuttavia, ancora una questione irrisolta e questo mi impedisce di votare favorevolmente.
Anche se si usa il termine di posticipare il calendario venatorio, in realtà, questo avviene solo per alcune specie, il che vuol dire che il calendario ordinario resterà valido dal 1osettembre al 31 gennaio, mentre per alcune specie, che peraltro, come la beccaccia, a settembre non vi sono, si posticiperà al 10 febbraio. Ritengo che la mediazione costituisca un passo in avanti, ma che non sia ancora sufficiente e per questo mi asterrò.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, la legge n. 157 del 1992 ha consentito decenni di attività venatoria nel nostro Paese. Quell'equilibrio fu raggiunto insieme, da associazioni ambientaliste, venatorie e da agricoltori. È da lì che bisogna ripartire per modulare, se necessario, una riforma adeguata e completa dell'attività venatoria nel nostro Paese. È da lì che bisogna partire per far sì che anche i danni provocati dalla fauna selvatica all'agricoltura cessino. È da lì che bisogna ripartire per una grande operazione di riforma che coinvolga tutto il Paese.
Credo che il punto di mediazione che ha raggiunto il collega Isidoro Gottardo rappresenti il massimo dell'opportunità che oggi ci è data in occasione dell'esame di questa legge comunitaria...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paolo Russo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, voglio chiarire di non avere alcuna ostilità pregiudiziale, per ragioni familiari e di tradizione, nei confronti di quella esigua minoranza di italiani che pratica la caccia. Lo ripeto, non ho alcuna ostilità, ma non stiamo discutendo di quello, così come non stiamo discutendo di piani di abbattimento selettivo di animali che arrecano o possono arrecare danni. Qui stiamo discutendo - e si stava discutendo Pag. 37- di un ampliamento subordinato a un parere tutto eventuale dell'ISPRA per quanto riguarda la caccia anche agli uccelli migratori. Ora - mi rivolgo anche a chi pratica la caccia - che bisogno abbiamo di sparare alle beccacce per altri due o tre mesi. Chi è cacciatore lo sa. Se il passo è favorevole, si caccia, se è sfavorevole non si caccia. Quest'emendamento, che restringe la portata dell'articolo, consente comunque un ampliamento. Restringendolo ad una decade mi sembra comunque un buon compromesso... (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Della Vedova. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, invito tutti a ricordare la sostanza di questa questione, e soprattutto il fatto che l'Italia potrà finalmente dire che ha recepito la direttiva che non solo salvaguarda le cose fondamentali e indispensabili per la procreazione della fauna e per la sua conservazione, e consente una caccia civile nel nostro Paese, ma quello che è fondamentale è che recepiamo l'articolo 9 della direttiva, lettera a), consentendo all'Italia di fare i piani rispetto alla sicurezza aerea, ai danni all'agricoltura, all'acquacoltura, ai problemi igienico-sanitari, e soprattutto rispetto alla conservazione della flora (che è un altro aspetto fondamentale). Questi requisiti sono indispensabili e rispondono alla civiltà di questo Paese...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gottardo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vitali. Ne ha facoltà.

LUIGI VITALI. Signor Presidente intervengo per trenta secondi per dire che voterò contro questo emendamento perché si sta raggiungendo una posizione che è figlia di una mentalità, ormai retrograda, che ritiene la caccia contro la natura e contro l'ambiente. Io ritengo invece che la caccia sia a favore della natura e dell'ambiente. Ho assunto degli impegni in campagna elettorale e non intendo venire meno agli stessi, e pertanto voterò contro l'emendamento in esame (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Romele. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE ROMELE. Signor Presidente, anch'io voterò contro questo emendamento perché è un'umiliazione ulteriore, in quanto si immagina che l'attività dei cacciatori sia del tutto negativa. Pur riconoscendo al relatore Gottardo un grande sforzo, per questo punto di equilibrio che ha trovato, ritengo che però ai cacciatori non dia alcuna soddisfazione. Non lo dico in termini di vessazione o di rivendicazione nei confronti dei verdi e degli ambientalisti, ai quali ancora una volta chiedo: perché non fate un bel club e cominciate ad andare sui monti, nei fiumi, nei sentieri di montagna a pulire, anziché fare solo salotto e andare addosso alla caccia, col gattino o col cagnolino (che però come diceva la collega sono una bella cosa)? La caccia, l'attività venatoria sono importanti per la salvaguardia del nostro territorio e per la tutela del nostro territorio. Solo i cacciatori sanno fare questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Signor Presidente, intervengo anch'io per esprimere il mio voto contrario nei confronti di questo emendamento. È dal 1995 - sono 15 anni - che faccio battaglie politiche, ad iniziare dalla regione d'appartenenza, la Campania, perché vi sono sul nostro territorio migliaia di associazioni venatorie, di cacciatori che chiedono il rispetto di regole. Noi, oggi che siamo in fase di approvazione della legge comunitaria, dovremmo adeguarci a quello che dice l'Unione europea, quindi non commettere Pag. 38infrazioni. Non possiamo, rispetto a chi parte da preconcetti e da posizioni ideologiche che non hanno a che vedere con un problema che esige regolamentazione, chinarci.
Per tale ragione il mio voto è contrario, soprattutto per dimostrare quanto ho spiegato. Mi spiace che ci sia in quest'Aula chi pensa che il cacciatore sia quello che si mette sulle spalle un fucile e va a caccia di beccacce, tutt'altro dimostra ignoranza in materia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nola. Ne ha facoltà.

CARLO NOLA. Signor Presidente, anzitutto vorrei tranquillizzare il collega Brandolini: la beccaccia si caccia fino al 31 dicembre, quindi non credo che nessuno abbia intenzione di estendere la caccia alla beccaccia per altri due o tre mesi, come dice l'onorevole Della Vedova.
Il tema principale è stato dimenticato. Il relatore Gottardo ha fatto un'opera certosina di ricognizione di quali sono i temi che hanno portato alle procedure di infrazione. Con l'aiuto dell'Avvocatura, ha risposto puntualmente, anzi in maniera forse anche ulteriore, a quelle che sono le censure dell'Unione europea. Sono state inserite numerose restrizioni. Questo comma era la risposta al mondo venatorio con un tentativo di modernizzazione, altro che caccia tutto l'anno! Venti giorni di elasticità per adeguare il nostro sistema a quello degli altri Paesi europei che prevede la caccia per specie.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Nola.

CARLO NOLA. Questo articolo in questo momento dà soltanto una risposta simbolica, al limite del dignitoso. Ridurre questi termini...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Nola.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Catanoso. Ne ha facoltà.

BASILIO CATANOSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questa soluzione non soddisfa neanche me. Infatti, con questo emendamento si rimette in corsa la lettera b) del comma 2, la quale - voglio ricordarlo a tutti - non fa assolutamente parte della procedura di infrazione di cui oggi stiamo parlando, come qualche collega, in modo assolutamente sbagliato, ha detto. Di fatto, questa già deroga ai termini stabiliti dalla legge 11 febbraio 1992, n. 157. Quest'ultima - lo diceva prima il presidente Russo - è stata già una mediazione. Per mediare si deve ripartire con la palla al centro. Anche se non mi soddisfa comunque, voterò l'emendamento, perché così mi viene chiesto dal gruppo e perché fa parte di un accordo che - ricordo - ha previsto che ritirassimo noi gli altri emendamenti. Quindi, oggi sarebbe molto grave se potessimo indirizzarci ancora verso una norma che allarga di fatto i tempi della caccia dopo che si sono, sulla base di un accordo, fatti ritirare altri...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Catanoso. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, non c'è bisogno del memento dell'onorevole Giachetti per farmi ricordare che non esiste il mandato imperativo. Noi siamo liberi di fare quello che la nostra coscienza ci impone di fare. Questo è il motivo per cui voterò contro questo emendamento, facendo mie le considerazione dell'onorevole Beccalossi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, quest'anno prendo la mia quarantaquattresima licenza di caccia, ma non ci Pag. 39sto a farmi iscrivere al gruppo di chi pensa che i cacciatori abbiano diritto ad un'attività non regolata. Mi ero orientato a votare contro questo emendamento, perché ritengo un crimine aumentare di dieci giorni la pressione venatoria sulle specie migranti. Ma, visto l'atteggiamento dell'altro gruppo, dovrò votare a favore e lo farò convintamente, da cacciatore (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)!

MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, parlo sull'ordine dei lavori. Rimettersi all'Assemblea dimostra l'irrilevanza dell'argomento rispetto ai programmi elettorali e la sensibilità del Governo rispetto ai problemi etici. I ringraziamenti quindi dovevano essere letti in questa ottica, giacché il Governo è subordinato al Parlamento. Semmai, l'articolo 68 e, quindi, la possibilità di espressione dei parlamentari in quest'Aula, costantemente è stato oggetto di interpretazione da parte della Corte costituzionale, che su 110 provvedimenti che quest'Aula ha ritenuto compiuti da soggetti nell'esercizio della loro attività di parlamentare ha ritenuto di cassarne ben cento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ghiglia. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, intervengo soltanto per esprimere anche il mio voto contrario a questo emendamento, facendo mie le motivazioni dell'onorevole Beccalossi. Un emendamento che, a mio avviso, tradisce una visione eccessivamente ideologica e tardoverdista di un problema che invece è molto più complesso e che ben era stato affrontato nella sintesi della Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale e poi anche a nome del collega De Poli, che mi incarica di dirlo: voterò contro l'emendamento in esame. La motivazione è presto detta: l'emendamento in esame, ancorché migliorativo rispetto alla struttura dell'articolato che abbiamo votato fino ad oggi, comunque mantiene un regime molto più restrittivo rispetto alla convenzione europea. Credo che l'Italia debba a buon titolo potersi uniformare, anche perché questa dell'attività venatoria non è una materia che è contro l'ambiente e contro la natura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bellotti. Ne ha facoltà.

LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, intervengo anch'io per annunciare il voto contrario all'emendamento in esame. Infatti, la legge n. 157 del 1992 non ha trovato un equilibrio all'interno del mondo venatorio: è una legge voluta dagli ambientalisti e che tra l'altro trova decine e decine di proposte di modifica in questi anni. Non si è mai toccata perché parlare di caccia diventa un tabù. Ricordo comunque che per essere cacciatori bisogna essere persone oneste, bisogna essere in regola con la fedina penale, bisogna non essere drogati e tante altre cose. Pertanto essere contro il mondo venatorio è essere contro persone normali, che ogni giorno lavorano e ogni giorno difendono con amore il loro...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Bellotti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cristaldi (Commenti). Scusate, ogni collega ha il diritto di intervenire. Prego, onorevole Cristaldi, ne ha facoltà per un minuto.

NICOLÒ CRISTALDI. Signor Presidente, voterò a favore dell'emendamento Pag. 40in esame perché questa è la legge sulla caccia che deve mettere regole ed è una norma che riguarda l'equilibrio faunistico e non un articolo che deve disciplinare la vendita delle armi. Io non ho il complesso del movimento verdista a sinistra. Io mi occupavo di ambiente quando ero ragazzino e quando ancora non c'era il movimento verde nemmeno in Germania quelli della mia parte politica già leggevano e scrivevano di Konrad Lorenz. Non abbiamo questo complesso (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Ritengo che sia giusto che vi sia all'interno di una norma la salvaguardia in questo caso di alcune specie faunistiche. Quindi voterò a favore dell'emendamento in esame, perché comunque mette delle regole (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cazzola. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, io non frequento i salotti e non sono tardoverdista, ma voto a favore dell'emendamento in esame perché convinto dalle parole del relatore, il quale ha fatto una buona mediazione, che credo abbia salvato un po' le posizioni di tutti. Invito i colleghi a votare a favore (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mancuso. Ne ha facoltà.

GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, intervengo per fare i complimenti alla lobby dei cacciatori, che pur partendo dall'1,3 per cento della popolazione, riesce a creare un dibattito che spacca letteralmente in due non solo questa Camera, ma anche l'altra, dove sono avvenute alcune forzature. Indubbiamente lo strumento della legge comunitaria serviva per mettere a posto tante questioni ed è stato usato strumentalmente per aprirne altre. Le giovani generazioni ci giudicheranno su tante questioni, ma soprattutto su quella ambientale e su quello che lasceremo. I giovani sono contro la caccia e quindi sono anche contro l'ampliamento della stagione venatoria, pertanto della caccia verrà fatta giustizia dalle future generazioni. La caccia è vecchia, io sono per una scelta per la vita e quindi anche per la vita degli animali e degli animali selvatici, quindi voto convintamente a favore dell'emendamento in esame (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mussolini. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, per dare un po' il senso della questione, vorrei far leggere dall'onorevole Renato Farina - che fa il timido, invece lo sa leggere bene - un brano tratto da un'opera di Cechov. Prego, onorevole (Commenti).

PRESIDENTE. Onorevole Mussolini, la sua richiesta mi sembra alquanto irrituale. Comunque, spontaneamente, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Renato Farina (Commenti). Ne ha facoltà. Non sono io che ho chiesto la parola, poi ognuno giudicherà.

RENATO FARINA. Signor Presidente, si tratta di un brano di Cechov che mi sembra portare la questione sull'essenziale. Infatti, non si tratta di essere pro o contro la caccia in generale, ma contro la caccia quando non ha nulla di etico.
Il brano è il seguente e riguarda due amici: ieri sera siamo andati a caccia insieme. Il pittore mio amico ha sparato ad una beccaccia che è caduta in una pozza, con l'ala spezzata. L'ho sollevata: becco lungo, grandi occhi neri e un bellissimo piumaggio. Mi guarda stupita. Che farne? L'amico fa una smorfia, chiude gli occhi e supplica: ti prego, spaccale la testa con il calcio. Rispondo: non posso. L'amico continua ad agitare le spalle, scuote la testa e scongiura. Intanto, la Pag. 41beccaccia ci guarda con stupore. Sono costretto ad accontentare Levitan e ad uccidere l'uccello. Adesso il mondo ha una deliziosa creatura in meno, e due imbecilli che rientrano a casa per mettersi a cena (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, l'emendamento che ci accingiamo a votare è il frutto di una mediazione, di un punto di incontro, che ha visto impegnati i commissari della XIV Commissione: esso non lede le istanze dei cacciatori, per alcuni aspetti, né quelle ambientaliste ed animaliste.
Al netto del rispetto che si deve a coloro i quali hanno una posizione di dissenso in ordine al testo dell'emendamento in oggetto - mi riferisco alla Lega ed anche ad alcuni colleghi che sono intervenuti a titolo personale per manifestare il proprio voto contrario - rappresento in quest'Aula l'orientamento favorevole del Popolo della Libertà rispetto a questo testo.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

SIMONE BALDELLI. Esso, infatti, è il frutto di un punto di incontro che è stato trovato con grande fatica, attraverso il lavoro del relatore e di molti componenti della Commissione, con grande serenità e credo, signor Presidente, anche con grandi risultati (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 43.102 della Commissione, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi... onorevole Giammanco... onorevole Vitali... onorevole Nicolucci... onorevole Moffa... onorevole Trappolino... hanno votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Partito Democratico - Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 475
Astenuti 32
Maggioranza 238
Hanno votato
349
Hanno votato
no 126).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 43.61... Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, noi dell'Italia dei Valori proponiamo, con l'emendamento in esame, che il parere dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) non sia soltanto preventivo, ma sia vincolante. Ricordo che l'ISPRA è un ente istituito con la legge n. 133 del 2008, e che sostituisce proprio l'Istituto nazionale per la fauna selvatica, al quale si faceva riferimento nella legge n. 157 del 1992.
Pertanto, con questo emendamento, chiediamo che il parere dell'ISPRA sia vincolante.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 43.61, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani... onorevole Lo Monte... onorevole Veltroni... onorevole Cristaldi... hanno votato tutti?

Pag. 42

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 326
Astenuti 178
Maggioranza 164
Hanno votato
25
Hanno votato
no 301).

Prendo atto che la deputata Madia ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Do notizia ai colleghi che sospenderemo la seduta al termine delle votazioni sulle proposte emendative (ne mancano ancora circa cinque o sei), quindi riprenderemo nel pomeriggio con l'esame degli ordini del giorno.
Prendo atto che i presentatori del subemendamento Ruvolo 0.43.100.2 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e insistono per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Ruvolo 0.43.100.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti... onorevole Lo Monte... onorevole Iapicca... onorevole Reguzzoni... onorevole Damiano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 287
Astenuti 173
Maggioranza 144
Hanno votato
46
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che i deputati De Girolamo, Vannucci e Damiano hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che la deputata Miotto ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori del subemendamento Brugger 0.43.100.1 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e insistono per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Brugger 0.43.100.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo Ciman... onorevole Sbai... onorevole Lo Monte.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 479
Astenuti 10
Maggioranza 240
Hanno votato
22
Hanno votato
no 457).

Prendo atto che i deputati Damiano e Sposetti hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Ricordo che il subemendamento Ruvolo 0.43.100.3 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Di Giuseppe 0.43.100.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Migliori... onorevole Giammanco... onorevole Armosino... onorevole Vico... onorevole Sposetti ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 285
Astenuti 203
Maggioranza 143
Hanno votato
17
Hanno votato
no 268). Pag. 43

Prendo atto che i deputati Zampa e Brigandì hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 43.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Casini ha votato? Onorevole Migliori... onorevole Moffa... onorevole Della Vedova... onorevole Lovelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 479
Astenuti 7
Maggioranza 240
Hanno votato
476
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato Moffa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Sono, quindi, preclusi gli emendamenti Di Giuseppe 43.62, Brugger 43.63 e Di Giuseppe 43.64.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 43.65, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani... onorevole Traversa... onorevole Calearo Ciman... onorevole Paglia... onorevole Moffa... onorevole Pelino... onorevole Costa... onorevole Armosino... onorevole Razzi... onorevole Costa... onorevole Moffa... aspettiamo gli onorevoli Moffa, Costa e Paglia. L'onorevole Moffa ha votato... onorevole Boccuzzi... onorevole Codurelli... l'onorevole Paglia ha votato. L'onorevole Costa ha votato. Onorevole Codurelli? Aspettiamo gli onorevoli Codurelli e Boccuzzi. Onorevole Codurelli... onorevole Boccuzzi... facciamo votare l'onorevole Boccuzzi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 282
Astenuti 208
Maggioranza 142
Hanno votato
17
Hanno votato
no 265).

Chiedo all'onorevole Catanoso se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 43.53, formulato dal relatore.

BASILIO CATANOSO. Signor Presidente, il contenuto di questo emendamento mira a sottolineare la necessità di rivedere il sistema di controllo delle deroghe regionali, così come richiesto dalla Commissione europea in varie contestazioni che sono state fatte.
Ho ritirato i precedenti emendamenti poiché è stato assicurato che si fermeranno tutti i tentativi da parte di coloro che, soprattutto al Senato, hanno provato ad allargare tempi e modi della caccia e poiché l'articolo 43, così come è formulato, contiene una serie di recepimenti importanti anche per l'azione del Governo.
Vista la disponibilità del Governo e i grandi passi in avanti realizzati con riferimento a questo disegno di legge comunitaria, ritiro il mio emendamento e provvederò a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene. L'emendamento Catanoso 43.53, pertanto, è ritirato.
Passiamo alla votazione dell'articolo 43.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, come abbiamo già detto all'inizio di questa seduta, anche per rispettare il dovere di Pag. 44onorare gli accordi (almeno così è da queste parti), voteremo a favore dell'articolo 43.
La ragione per la quale il nostro voto sarà favorevole è che per la prima volta, come abbiamo già detto, si cerca di dare una risposta alle obiezioni che la Commissione europea ha avanzato al nostro Paese e alle sanzioni che ci sono state comminate per avere disatteso una direttiva comunitaria.
L'altro punto, che ovviamente ognuno di noi avrebbe scritto in maniera diversa, è legato ad una mediazione che comunque contiene moltissimo del testo che era uscito dal Senato. È per questa ragione che il voto del Partito Democratico sull'articolo 43 sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, come abbiamo anche dichiarato in Commissione, eravamo favorevoli a questo articolo ed avremmo voluto poterlo votare per parti separate; esso contiene, infatti, alcune norme sulle quali riteniamo di poter esprimere un voto favorevole. Dovendo, però, votarlo in blocco, ed avendo discusso circa la lettera b) che è in esso contenuta, voteremo contro l'intero articolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, intervengo solo per annunciare il voto favorevole del gruppo dell'Unione di Centro e la soddisfazione per l'intesa maturata dopo un lavoro ampio che ha visto coinvolte molte posizioni e a cui ha fornito un contributo positivo anche il Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, come delegazione radicale, grazie a questo passaggio che dalla Commissione all'Assemblea ha consentito di apporre le dovute correzioni a un testo che altrimenti, attraverso il metodo dell'abuso e del raggiro e introducendo strumenti legislativi impropri, avrebbe ampliato i termini venatori, riconosciamo a quest'Assemblea di essersi messa in sintonia con il comune sentire della gente. Va, infatti, ricordato che dagli anni dei referendum sino ai più recenti sondaggi l'opinione pubblica è a favore di una maggiore regolamentazione della caccia.
Per queste ragioni, considerato anche che è stato sventato quel tentativo di deregolamentare la caccia nell'anno mondiale della biodiversità, facendo fare al nostro Paese un passo indietro di trent'anni a colpi di Beretta, noi voteremo a favore dell'articolo così riformulato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, mi asterrò dal voto su questo articolo, pur apprezzando il lavoro svolto dai colleghi. Credo, però, che la mediazione lasci molte ombre e molta aria di ambiguità rispetto a quello che è il percorso che dovrebbe essere seguito. Alcune specie non sono sufficientemente tutelate, inoltre non ho capito le ragioni di questo rifugiarsi nell'ISPRA, quando credo che il legislatore avrebbe un percorso molto netto e preciso da seguire. È per queste ragioni che ritengo ci siano molti equivoci e molta ambiguità, pertanto, a titolo personale, mi asterrò dal voto (Applausi di deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto e quello degli onorevoli Paladini e Pag. 45Piffari - spero anche di qualcun altro del mio gruppo - a favore di questo articolo, che per la prima volta è riuscito a trovare un senso di mediazione fra destra, sinistra e centro.
Dico questo anche perché sicuramente avremo bisogno di ritornare ancora sulla legge n. 157 del 1992, per cercare di trovare un accordo con il mondo ambientalista, che non è quel mondo che qui in Aula viene esaltato, perché abbiamo assistito ieri alla manifestazione di nove associazioni del mondo ambientalista, fuori da Montecitorio, composta da 42 persone. Probabilmente, se il mondo venatorio avesse organizzato la stessa manifestazione avrebbe portato quarantamila persone qui fuori, perché non sono l'uno per cento (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Comunque, credo che il mondo venatorio abbia dimostrato la disponibilità e la sensibilità a discutere anche con il mondo ambientalista.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 43, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo Ciman... onorevole Traversa... onorevole Vico... onorevole Oliverio... ancora l'onorevole Vico... onorevole Moffa... onorevole Cristaldi... onorevole Leone... onorevole Antonione... onorevole Antonione, mi dia un segno se è riuscito a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 463
Votanti 448
Astenuti 15
Maggioranza 225
Hanno votato
432
Hanno votato
no 16).

Prendo atto che i deputati Vannucci e Rigoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e, a partire dalle ore 16, con il seguito dell'esame del disegno di legge comunitaria 2009 e degli altri argomenti all'ordine del giorno.

La seduta, sospesa alle 13,55 è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della giustizia e il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Elementi in merito agli effetti prodotti da recenti provvedimenti in materia di giustizia e iniziative per la progressiva riduzione dell'arretrato e della durata del processo civile - n. 3-01024)

PRESIDENTE. L'onorevole Brigandì ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-01024, concernente elementi in merito agli effetti prodotti da recenti provvedimenti in materia di giustizia e iniziative per la progressiva riduzione dell'arretrato e della durata del processo civile (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata) di cui è cofirmatario. Ricordo all'onorevole Brigandì che per l'illustrazione ha a disposizione un minuto.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, eccellenza Guardasigilli, abbiamo una situazione processuale civile che è disastrosa in aggiunta ai problemi penali che, anche quelli, aggravano il nostro contenzioso e sopratutto la nostra giustizia. Pag. 46
Abbiamo un arretrato di circa 5 milioni di cause e questo ha ovviamente dei risvolti innegabili anche dal punto di vista commerciale. Infatti, è sotto gli occhi di tutti che per investire in Italia o si hanno delle certezze economiche di ritorno o, nel caso di una lotta davanti alla magistratura, si sa che i soldi si prenderanno, come si suol dire, a babbo morto, e questo incide sui rapporti commerciali, specie con l'estero.
La riforma che ella, signor Ministro, ha portato avanti ha dato grossi risultati nell'immediato, nel senso che nel 2008 sostanzialmente c'è una sorta di pareggio tra i processi in ingresso e quelli in uscita.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MATTEO BRIGANDÌ. Ci dica come intende il Ministro ragionare in politica giudiziaria nel futuro, per capire come si possa arrivare a far diminuire questo arretrato.

PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

ANGELINO ALFANO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, onorevole Brigandì, rispondo con ciò che abbiamo già fatto e con ciò che abbiamo intenzione di fare. Inizio, in primo luogo, con quanto abbiamo fatto e quando lo abbiamo fatto. Mi riferisco, cioè, all'intervento di riforma del processo civile, che è stata la prima riforma proposta dal Ministero della giustizia e dal Governo nello stesso arco temporale in cui abbiamo approvato le norme antimafia. Il nostro mandato è cominciato, dunque, con norme antimafia e riforma del processo civile.
Abbiamo quattro pilastri su cui erigere la fondazione della nuova casa della giustizia civile italiana. Il primo è la riforma del processo civile con una serie di norme che prevedono sostanzialmente il dimezzamento dei termini, che prevedono il filtro in Cassazione, che prevedono il fatto che dentro il processo sia prevista una sanzione che arriva fino all'estinzione della causa per le parti che giocano ad allungare i tempi del processo.
In secondo luogo, abbiamo già esercitato la delega che il Parlamento ci ha concesso sulla mediazione civile, affermando con questa il principio che non tutto e non sempre deve finire di fronte al giudice, ma che un potenziale contenzioso si può dirimere prima attraverso soluzioni che passino dalla mediazione finalizzata alla conciliazione.
Il terzo aspetto è quello che riguarda la digitalizzazione del sistema giustizia. Abbiamo già degli esempi di buon funzionamento che ci permettono di affermare che, laddove il tempo per l'evasione di un decreto ingiuntivo telematico era di 40 mesi, adesso è diventato di poche settimane, un investimento che non è solo di risorse, ma anche normativo. Abbiamo fatto entrare in vigore la posta elettronica certificata per decreto e abbiamo ottenuto l'immediato risultato della sua pronta attuazione.
Tutto ciò ci porta ad essere soddisfatti di ciò che abbiamo fatto e di come sta andando il sistema della giustizia civile in termini di acquisizione delle riforme che noi abbiamo proposto. Tuttavia, siamo consapevoli del fatto che, se per un verso l'input e l'output del sistema quasi coincidono, cioè entrano nel sistema processuale civile italiano, in linea di massima, lo stesso numero di procedimenti che il sistema civile riesce a smaltire, è altrettanto vero che il sistema del processo civile italiano ha sulle proprie spalle lo zaino di piombo degli arretrati che si sono accumulati in venticinque anni.
Ecco, in quest'Aula ribadisco allora la volontà di procedere all'approvazione di un piano straordinario di smaltimento dell'arretrato civile da sottoporre al Parlamento contando sul fatto che su materie come queste si possa trovare una larga condivisione. Inoltre, ribadisco che stiamo lavorando all'esercizio di un'altra delega molto importante che il Parlamento ci ha concesso, che è quella relativa alla semplificazione dei riti. Il processo civile italiano è una giungla procedimentale, ci Pag. 47sono tra 27 e 30 riti; contiamo di disboscare questa giungla facendo sì che il processo civile italiano possa avere regole agili, snelle e più chiare per i cittadini.

PRESIDENTE. L'onorevole Brigandì ha facoltà di replicare.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta che è stata certamente esaustiva. Credo che l'importanza del processo civile nell'ordinamento italiano sia basilare perché serve a tutti, specialmente alle piccole e medie imprese per avere dei rapporti commerciali corretti. Dobbiamo anche pensare, signor Ministro, a verificare la possibilità di dare qualcosa, come dire, in premio, cioè delle valutazioni positive o quant'altro, ai magistrati perché siano un po' più presenti sul loro posto di lavoro. Vi sono, infatti, magistrati che lavorano poco, magistrati che arrivano quando vogliono arrivare e vanno via quando vogliono andare via.
A Torino c'è un famoso giudice che celebra i processi del lavoro esattamente nei tempi previsti dalla legge, cioè in sessanta giorni, pur avendo lo stesso carico di lavoro di tutti gli altri che, invece, lo svolgono in due anni. Allora questo vuol dire che rispettare i tempi è possibile.
Pertanto, oltre alle strade che lei, signor Ministro, ha suggerito, credo che vi sia anche quella della «monetarizzazione» dell'attività dei magistrati affinché siano più presenti sul loro posto di lavoro e, soprattutto, affinché svolgano le loro funzioni con la diligenza dovuta. La legge ha imposto dei paletti temporali che - guarda caso - per gli avvocati sono sempre indefettibili, mentre per i magistrati sono meramente ordinatori, cioè possono essere non rispettati. Signor Ministro, la prego, dunque, di voler porre attenzione a questa situazione nei suoi prossimi provvedimenti.

(Iniziative concernenti l'esecuzione da parte dell'Italia delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo - n. 3-01023)

PRESIDENTE. L'onorevole Ria ha facoltà di illustrare l'interrogazione Vietti n. 3-01023, riguardante iniziative concernenti l'esecuzione da parte dell'Italia delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata) di cui è cofirmatario.

LORENZO RIA. Signor Presidente, signor Ministro, secondo quanto riportato dalla stampa appena qualche giorno fa, appartiene al nostro Paese il primato negativo delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo non ancora eseguite. Come infatti risulta dal terzo rapporto sull'esecuzione delle sentenze, divulgato qualche giorno fa dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa sono ben 2.471 i casi aperti.
Ci troviamo ormai di fronte ad un paradosso: non solo siamo sanzionati per la durata irragionevole dei processi, ma anche per la lentezza nell'indennizzare i cittadini vittime dei lunghi processi. Lo Stato pertanto, paga il pedaggio due volte: ai costi della lentezza dei processi, si aggiungono quelli per il risarcimento del danno e più i tempi si allungano, più aumenta il numero dei litiganti, in una spirale perversa che alimenta l'inefficienza del nostro sistema giudiziario e che ha gravissime ripercussioni sullo sviluppo economico del Paese.
Allora, rispetto a questa che è una vera e propria emergenza strutturale, chiediamo quali misure intenda adottare il Governo al fine di restituire alla giustizia italiana un minimo di dignità e di rispondenza ai parametri europei.

PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

ANGELINO ALFANO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Ria per la sua interrogazione che è intimamente connessa con il quesito che mi è stato posto poc'anzi dall'onorevole Brigandì, quindi per una parte mi rifaccio alla risposta precedente. Pag. 48
Voglio preliminarmente affermare che, nell'ambito della riforma del processo civile, ho trovato nell'UdC un'interlocuzione assolutamente concreta, di merito e positiva che ha consentito di varare, in quest'Aula, una riforma che ha la prospettiva di dare una concreta accelerazione. Lo stesso mi prefiggo di fare in un rapporto di collaborazione con il vostro gruppo parlamentare e con il vostro partito per quanto riguarda i temi del riordino delle professioni e gli enti no profit. Su questa premessa le dico che siamo assolutamente consapevoli del nocumento che reca il ritardo nell'erogare giustizia intesa in quanto servizio.
Solo per fare una cifra, ho promosso 90 azioni disciplinari per il ritardo nel deposito dei provvedimenti giurisdizionali. Quindi, ben 90 interventi attraverso gli ispettori per sanzionare il fatto che la giustizia va erogata entro termini certi. Servono mezzi, uomini e norme che siano finalizzate a questo scopo, allora le prime scelte hanno riguardato l'investimento normativo. Abbiamo fatto la riforma del processo civile e abbiamo investito in informatica. Se riusciremo nei tempi previsti, come io sono certo, a varare la delega sulla semplificazione dei riti e a lanciare la mediazione - per far sì che nel nostro processo civile entrino meno cause perché qualcuna si risolverà prima attraverso la mediazione e funzionerà il piano di smaltimento dell'arretrato - possiamo puntare ad un obiettivo grandemente ambizioso.
L'obiettivo di questa legislatura è di invertire la tendenza. Da circa 25 anni, infatti, si determina un accumulo di procedimenti penali pendenti. Questo accumulo, determinatosi in più di un quarto di secolo, porta oltre cinque milioni di procedimenti civili pendenti. Spero che, con l'impegno di tutto il Parlamento e con le iniziative del Governo, potremo riportare il segno meno, cioè un ingresso inferiore allo smaltimento delle cause che vengono ad essere trattate nel sistema processuale civile. L'inversione della tendenza è un risultato eccellente, se lo riusciremo a centrare.
Penso, altresì, che funzionerà lo sforzo di responsabilizzare tutti gli uffici giudiziari, perché se c'è un qualcosa di inspiegabile ai cittadini è proprio ciò. Mi riferisco al fatto che, a parità di sofferenze sul personale, a parità di sofferenze sulle condizioni economiche degli uffici giudiziari, a parità di sofferenze riguardanti gli organici amministrativi e dei giudici, alcuni uffici funzionano bene ed altri meno bene.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANGELINO ALFANO, Ministro della giustizia. Concludo dicendo che questa osservazione è la prova ulteriore del fatto che non si può considerare il sistema giustizia come un'organizzazione complessa che veda come estranea la variabile umana. L'abilità dei leader degli uffici è determinante per il buon funzionamento degli uffici stessi.

PRESIDENTE. L'onorevole Ria ha facoltà di replicare.

LORENZO RIA. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio, anche per il riconoscimento che ha voluto fare al gruppo dell'Unione di Centro per l'apporto che abbiamo voluto dare alle cose giuste proposte dal Governo in carica. Tuttavia, dall'insieme delle risposte, visto che ha voluto legare questa risposta anche alla precedente, viene fuori l'inadeguatezza della politica che avete portato avanti in questi anni; la farraginosità del sistema che è al limite; una produzione legislativa, cui ha fatto riferimento, che è alluvionale; i superficiali tentativi di semplificazione; il fiume di riti (anche nel processo civile) previsti dal legislatore che rende più difficile l'individuazione della procedura da seguire che non la risoluzione della questione controversa; la scarsità delle risorse, cui ha fatto riferimento.
Se questi sono i problemi, è evidente che le risposte che si attendono devono venire dalla politica, diversamente da quello che si è verificato in questi primi due anni di legislatura. In questo siamo Pag. 49quasi all'anno zero. Oltre che nei processi, c'è lentezza anche nel voler cambiare le cose, il che significa avere paura del nuovo. Negli ultimi anni, abbiamo perso troppo tempo - avete perso troppo tempo - dietro norme inutilmente ad personam. Noi dell'Unione di Centro, è vero, abbiamo voluto collaborare senza atteggiamenti pregiudizievoli, ma questa maglia nera (quella a cui ho fatto prima riferimento) è un fragoroso campanello d'allarme che ci ricorda le priorità e le riforme davvero urgenti ed indifferibili per il nostro sistema giustizia.
Dal Governo continuiamo a registrare tanti annunci e tanti obiettivi, ma pochissimi traguardi. Il Paese, invece, è in attesa della terapia, che non può che essere, signor Ministro, il processo breve: nei termini in cui il Governo vuole proporlo, è un taglio netto ai processi...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LORENZO RIA... ma non è la soluzione al problema: così molte vittime dei reati rischiano di non avere giustizia. È così difficile avviare un'azione riformatrice finalmente organica e condivisa, che segua la stella polare di una giustizia giusta, utile ai cittadini e conforme alla Costituzione? È questo quello che vogliamo, signor Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

(Iniziative di competenza in relazione alla recente sentenza della Corte costituzionale relativa alla disciplina del gratuito patrocinio per la difesa di soggetti già condannati con sentenza definitiva per il reato di associazione di tipo mafioso - n. 3-01025)

PRESIDENTE. L'onorevole D'Ippolito Vitale ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-01025, concernente iniziative di competenza in relazione alla recente sentenza della Corte costituzionale relativa alla disciplina del gratuito patrocinio per la difesa di soggetti già condannati con sentenza definitiva per il reato di associazione di tipo mafioso (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, signor Ministro, come è noto, con sentenza del 24 marzo la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 73, comma 4-bis, del testo unico in materia di spese di giustizia, laddove nega il beneficio del gratuito patrocinio a quanti, con sentenza passata in giudicato, risultino condannati per taluni gravi reati, quali quelli di mafia.
Posto che l'articolo 24 della Costituzione riconosce tale beneficio ai non abbienti, la maggiore possibilità per i soggetti di cui in premessa di avvalersi di coperture soggettive e di strumenti di occultamento di beni e denaro provenienti da illecite attività aveva opportunamente orientato il legislatore a negare il gratuito patrocinio in base alla presunzione di reddito e non all'effettivo accertamento, ma tale presunzione, per il giudice costituzionale, viola il principio di ragionevolezza e il diritto di difesa.
Da ciò la pronuncia citata, che vanifica, però, il valore morale della norma introdotta dal Governo Berlusconi. Per questo motivo gli interroganti chiedono quali siano le iniziative del Governo a garanzia di tale valore, altresì in ordine agli inevitabili effetti di tale pronuncia sulla durata dei processi e sulle tasche dei contribuenti.

PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

ANGELINO ALFANO, Ministro della giustizia. Onorevole D'Ippolito Vitale, il Governo, attraverso la persona del Ministro della giustizia, ha espresso il proprio rammarico per la sentenza della Corte costituzionale da lei citata, poiché il Governo stesso, con un provvedimento di urgenza, ha abolito il patrocinio gratuito per i boss mafiosi, bloccando la strada a coloro i quali, dopo avere commesso reati gravissimi, dichiarandosi nullatenenti, avevano Pag. 50anche la possibilità di avvalersi dell'avvocato gratis da parte dello Stato.
Il Governo ha compiuto una scelta ulteriore: dopo avere eliminato la possibilità di avere l'avvocato gratis per i boss mafiosi, ha attivato il patrocinio gratuito - ossia la possibilità di avere l'avvocato pagato dallo Stato - per le vittime della violenza sessuale.
L'intervento della Corte costituzionale non confuta la bontà della nostra azione e non contraddice l'intento del legislatore, ossia del Parlamento, che ha recepito anche le indicazioni del Governo, ma realizza una trasformazione, ossia muta in semplice presunzione relativa quella che noi avevamo pensato come presunzione assoluta, introducendo la possibilità per il boss, anche se condannato per reati a favore della mafia - per reati, quindi, di forte valenza criminale -, di essere ammesso al patrocinio dello Stato, purché indichi e documenti «concreti elementi di fatto dai quali possa desumersi, in modo chiaro e univoco, l'effettiva situazione economico-patrimoniale, oltre che il suo allontanamento dal contesto criminale di maturazione del fatto», così dice testualmente la Corte costituzionale.
Il fine, in teoria, è ineccepibile, ma il mezzo usato per attuarlo è, a nostro avviso, foriero di ulteriori problematiche, perché spetterà al giudice, sempre secondo la Corte, il compito di procedere ad una valutazione rigorosa di questi dati. Non va sottovalutata, infatti, l'estrema difficoltà legata all'accertamento in modo oggettivo del reddito proveniente dalle attività delittuose della criminalità organizzata che, come è noto, non sempre rilascia fattura.
Non può essere non considerata, altresì, la possibilità, decisamente maggiore, per gli affiliati alle varie associazioni, di avvalersi di coperture soggettive e di strumenti di occultamento delle somme di denaro e dei beni occultati.
Noi vogliamo, però, prendere il buono che viene da questa sentenza della Corte costituzionale, che in qualche modo traccia la strada di un possibile nostro intervento, laddove non esclude la possibilità di inserire nell'ordinamento una presunzione di abbienza in senso tecnico, cioè di essere titolari dei mezzi e delle risorse per pagarsi l'avvocato, per coloro i quali vengono condannati per reati di mafia e di criminalità organizzata, purché supportata dalla presenza - tale presunzione - della ammissibilità della prova contraria. Pertanto, per tali pericolosi criminali, a differenza di quanto previsto per quanti formulino l'istanza di accesso al patrocinio gratuito, potrebbe non essere più sufficiente l'autocertificazione da parte dell'interessato per vincere la presunzione di abbienza e anche in questo delicato settore potrebbe essere amplificato il contrasto dello Stato alla criminalità organizzata, così come abbiamo fatto fin qui.

PRESIDENTE. L'onorevole Lo Presti, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, signor Ministro, il suo intervento in questa sede chiarisce in modo esaustivo questioni e dubbi che la sentenza della Corte costituzionale aveva suscitato nell'opinione pubblica, nel momento in cui è stata sanzionata con l'incostituzionalità una norma così importante, richiesta e voluta dal Governo e dal Parlamento come un ulteriore mezzo di contrasto nei confronti della criminalità mafiosa. Ovviamente, il suo intervento di oggi rende ancora più chiaro ciò che a chi è addetto ai lavori è già stato chiaro fin dall'inizio, cioè che la Corte costituzionale non ha mai inteso colpire e sanzionare con l'incostituzionalità un principio affermato, come lei ha ribadito, che colpisce il mafioso, che come tale non può e non deve mai avvantaggiarsi di alcunché lo Stato possa erogare in favore di altri soggetti che scontano una pena o che si trovano a confrontarsi con la giustizia e con il nostro ordinamento.
Quindi, lei qui oggi ha chiarito all'opinione pubblica quanto andava chiarito: che ci sarà un intervento normativo che sposterà dal principio di presunzione assoluta a quello di presunzione relativa l'accertamento del reddito, che introduce e Pag. 51dà la possibilità a chi è condannato per mafia di poter eventualmente beneficiare del gratuito patrocinio.
È con vera soddisfazione, quindi, che la ringrazio per questo intervento, che è in linea con una politica di rigore e di contrasto senza sconti alla criminalità mafiosa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Iniziative ispettive presso il tribunale di Bassano del Grappa in relazione a procedimenti concernenti la realizzazione di un complesso industriale nel comune di Rosà (Vicenza) - n. 3-01026)

PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01026, concernente iniziative ispettive presso il tribunale di Bassano del Grappa in relazione a procedimenti concernenti la realizzazione di un complesso industriale nel comune di Rosà (Vicenza) (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, signor Ministro, una volta si diceva che la Corte di cassazione fosse un grande porto delle nebbie, ma nel nostro Paese di porti delle nebbie minori ce ne sono anche da altre parti. È il caso che le ho segnalato oltre due anni fa, senza peraltro ricevere risposta, del tribunale di Bassano e della procura della Repubblica dove vengono adottati provvedimenti che, per non dire altro, definisco strani, sempre a favore degli imprenditori e a danno di cittadini e lavoratori. Il caso riguarda la Zincheria Valbrenta Srl, che è un'industria insalubre di prima classe in un centro abitato.
Ci sono procedimenti penali per i quali le indagini vengono affidate ad un ispettore di guardia forestale che risulta praticante nello studio legale del difensore della ditta. Il tribunale di Bassano decide per un'oblazione di una difformità edilizia, giudicata essenziale e non sanabile dalla giustizia amministrativa. Il responsabile del comitato dei cittadini viene brutalmente aggredito, restando in coma per un mese e dopo quattro anni non si ha nessun risultato e non viene neppure audito, nonostante sia stato richiesto. Vi sono periti nominati che ricevono minacce e non si indaga. Io le ho chiesto come mai non sia stata ancora mandata un'ispezione per casi come questi.

PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

ANGELINO ALFANO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, onorevole Borghesi, l'ispezione è stata inviata il 19 gennaio, ha concluso i lavori il 17 febbraio ed il resoconto di quanto è stato accertato dagli ispettori è attualmente al vaglio della competente articolazione ministeriale. Quindi, quando sarà completato questo lavoro su ciò che è stato accertato, mi determinerò, assumendo le conseguenti decisioni.
Ciò premesso e in riferimento concreto a quanto da lei da ultimo affermato, compatibilmente con la complessità dell'argomento e con i tempi di questo question time, tengo a rappresentare che tutti i fatti da lei descritti sono stati oggetto di una puntuale disamina.
Preciso al riguardo che sul tema sono state investite le competenti articolazioni ministeriali e che per le notizie non di competenza del Ministero della giustizia è stato interpellato il Ministero dell'ambiente.
Quest'ultimo ha riferito che il TAR Veneto, con la sentenza n. 414/03, ha dato atto della regolarità dell'azione amministrativa svolta nella predisposizione e realizzazione dello strumento urbanistico piano insediamenti produttivi n. 49. La sovrintendenza archeologica per il Veneto, inoltre, ha dato il proprio nulla osta per gli aspetti relativi al sito archeologico, mentre dai rilievi effettuati dall'Agenzia regionale per l'ambiente è emerso che la situazione afferente alla denunciata presenza di materiali inquinanti è risultata conforme ai parametri di legge.
Venendo agli specifici ed ulteriori punti in discussione, comunico che il procedimento Pag. 52penale n. 1780/01, instaurato dinanzi al tribunale di Bassano del Grappa nei confronti della Zincheria Valbrenta srl, risulta archiviato il 26 settembre del 2002 dal GIP in sede su conforme richiesta del PM per infondatezza della notizia di reato, con conseguente inutilità dell'audizione di testimoni.
Riaperto nuovamente, anche per verificare le accuse rivolte all'ispettore Camino, il procedimento in questione è stato nuovamente archiviato in data 4 marzo 2004, non essendo emerso nulla di rilevante e precisandosi, in merito al rapporto professionale tra la società Zincheria e l'avvocato difensore presso cui l'ispettore Camino risultava svolgere la pratica forense, che il rapporto professionale era sorto in epoca successiva alla conclusione delle indagini.
Quanto al procedimento penale instaurato per il reato di cui all'articolo 44 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2003, successivamente dichiarato estinto per oblazione, va segnalata l'insussistenza di anomalie attesa la natura contravvenzionale del reato contestato, che consentiva agli imputati di definire il giudizio tramite oblazione e senza accordo delle parti.
A ciò si aggiunga che nessuna osservazione è stata effettuata dalla parte civile, comitato di San Pietro in Paerno, estromesso soltanto dopo la valutazione di ammissibilità della richiesta degli imputati ed in relazione all'allegazione di una copia dell'atto costitutivo del comitato, da cui si evinceva che lo stesso era stato istituito in data 19 ottobre 2004.
Analogo discorso per il procedimento n. 1633 del 2005, definito con archiviazione motivata del 17 agosto 2007 su conforme richiesta della procura. Quanto all'aggressione subita dal presidente del predetto comitato, riferisco che la stessa è stata oggetto di approfondite indagini, che sono tuttora in corso, anche perché dirette a verificare non solo il reato di tentato omicidio, ma anche i possibili collegamenti con le minacce denunciate da un perito nominato in un altro procedimento a carico della società Zincheria.
Per quanto concerne, poi, il procedimento cautelare ex articolo 700 del codice di procedura civile n. 1976 del 2004, instaurato per accertare la natura delle sostanze depositate nel terreno sottostante l'edificio industriale realizzato dalla Zincheria, preciso che lo stesso, dopo l'espletamento di numerosi accertamenti peritali e molteplici richieste di rinvio avanzate dalla parte ricorrente, è stato definito in data 26 giugno 2008 con sentenza di estinzione per rinuncia agli atti del giudizio.

PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di replicare.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, prendo atto con soddisfazione che finalmente un'ispezione non viene inviata soltanto quando c'è qualche interesse, magari diverso, del Presidente del Consiglio (non l'ho detto io, ma lo ha detto il governatore della Sicilia che normalmente le ispezioni si mandano solo se interessano il Presidente Berlusconi) e che sia stata avviata un'iniziativa anche in questo senso.
Signor Ministro, la prego di far verificare alcune delle cose che lei ha affermato, perché ho fornito documentazione precisa del fatto che ciò che è stato dichiarato, in qualche caso, è addirittura falso.
Infatti, vi è, ad esempio, il caso della non ammissione come parte civile del comitato: risultava, invece, esattamente che quel comitato era assolutamente in regola ed era stato costituito in tempo.
Ma voglio dirle che sotto la competenza di quel tribunale vi sono altri casi che ho portato a sua conoscenza. Vi è il caso di Tezze sul Brenta, dove c'è Tricom, un'azienda dove 21 operai sono morti, pare, in qualche caso, per avvelenamento da cromo. È chiaro che non lo chiedo a lei, però, anche in questo caso, vi sono stati rinvii a giudizio delle stesse persone, ma quando a giudicare e indagare erano altre preture competenti; in quel caso sono stati condannati.
Guarda caso, quando i fatti accadono direttamente sotto la competenza di quel Pag. 53tribunale, si trova il modo di archiviare; addirittura, nel caso del cromo, si è arrivati a dire che gli operai erano morti perché fumavano.
La questione è stata riaperta anche in questo caso, ma la verità è che si tratta della stessa situazione: vi sono degli imprenditori inquinatori, alcuni assessori sono stati arrestati, ma da magistrati che non hanno quella competenza, da magistrati di Vicenza.
Vi sono poi altri casi come questi. Le ho segnalato quello di Rossano Veneto, dove pure vi è una fonderia, e dove persino i NOE hanno chiesto il sequestro di condotte interrate alla procura di Bassano, senza che nulla avvenisse.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

ANTONIO BORGHESI. E gliene presento un altro: a Mussolente, altro comune della zona, dove pure vi è una situazione di gravissimo inquinamento, con reati ambientali molto gravi, accertati dall'ARPA, e rispetto ai quali non vi è stato ancora alcun intervento da parte della magistratura competente (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Iniziative per il rapido ripristino del collegamento ferroviario nella tratta tra Panni (Foggia) e Montaguto (Avellino), in relazione a recenti eventi franosi - n. 3-01027)

PRESIDENTE. L'onorevole Ginefra ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bordo n. 3-01027, concernente iniziative per il rapido ripristino del collegamento ferroviario nella tratta tra Panni (Foggia) e Montaguto (Avellino), in relazione a recenti eventi franosi (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

DARIO GINEFRA. Signor Presidente, onorevole Ministro, com'è noto il 10 marzo 2010 una frana in località Montaguto ha invaso il tratto della strada statale n. 90, determinandone l'interruzione, nonché il tratto della ferrovia tra Panni e Montaguto: un tratto importantissimo, una direttrice fondamentale, come lei sa, signor Presidente, nei collegamenti tra la Puglia e la capitale, che ha limitato il diritto alla mobilità dei cittadini pugliesi verso di essa e viceversa, nonché ha comportato un notevole peso per l'economia della regione Puglia.
Con l'interrogazione a risposta immediata in esame, sottoscritta dai colleghi campani e pugliesi del Partito Democratico, chiediamo al Governo con quali interventi, dal punto di vista strutturale, e quindi al di là dell'ordinanza con la quale nella giornata di venerdì si è provveduto a decretare lo stato di emergenza, si intenda procedere affinché non vi siano ulteriori problemi nel futuro di questa importante direttrice, e nello stesso tempo quale ruolo il Governo assumerà nel ristabilire politiche tariffarie che tengano conto di tale disservizio.
Vorrei aggiungere un'ultima considerazione. È chiaro che l'occasione è ghiotta per ricordare al Ministro Vito un impegno straordinario per l'alta capacità Bari-Napoli...

PRESIDENTE. Deve proprio concludere, onorevole.

DARIO GINEFRA. ...ricorda l'ultima interrogazione in Aula sui fondi CIPE? Attendiamo ancora una risposta positiva.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, anche in questo, caso come altre volte, non posso che rispondere al testo scritto, depositato, dell'interrogazione a risposta immediata n. 3-01027 a prima firma dell'onorevole Bordo, testè illustrata dall'onorevole Ginefra, il quale ha correttamente ricordato che un importante movimento franoso interessa un versante del fiume Cervaro, sul quale corrono parallelamente ed a Pag. 54breve distanza sia la strada statale n. 90 che la linea ferroviaria Foggia-Napoli. L'evento franoso è stato oggetto più volte di dichiarazioni di stato di emergenza a partire dal luglio 2006, con proroghe sino al 31 dicembre 2009; e lo scorso 16 aprile, come ha ricordato anche in Aula l'onorevole Ginefra, contrariamente a quanto scritto nella sua interrogazione, su richiesta della regione Campania, il Consiglio dei ministri ha deliberato il relativo nuovo stato di emergenza sino al 30 aprile 2011.
Si chiede quali interventi sono in atto. Rispondo volentieri che, al fine di assicurare l'immediato ripristino della circolazione e per necessari interventi di messa in sicurezza, operano complessivamente 20 mezzi seguiti dai tecnici dell'Autorità di bacino, delle Ferrovie dello Stato, dell'ANAS, della regione e della provincia, oltre che del genio militare, nonché un team del Dipartimento della protezione civile. Una volta completato lo sgombero del materiale di frana, verrà subito avviata l'attività di ricostruzione dell'infrastruttura ferroviaria necessaria alla riattivazione della circolazione ferroviaria.
Secondo quanto ci è stato comunicato dalle Ferrovie dello Stato, al momento la riattivazione della linea può essere collocata nella prima decade di giugno del 2010, salvo, evidentemente, evoluzioni purtroppo particolarmente sfavorevoli del fenomeno franoso che è tuttora in atto. Comunque, allo scopo di assicurare la continuità delle comunicazioni, sono stati attivati, per i collegamenti diurni, i servizi sostitutivi con autobus sulla tratta Benevento-Foggia, e per quelli notturni, sulla linea Roma-Bari, sono stati istituiti dei servizi di bus sostitutivi.
Sin dall'inizio dell'interruzione sono state comunque intraprese le necessarie iniziative informative, tra le quali anche l'istituzione di un apposito numero verde. Si chiede ancora quali iniziative sono state adottate sulla riduzione tariffaria: sin dal 16 aprile scorso Trenitalia sta applicando una riduzione media di circa il 20 per cento dei prezzi dei biglietti sulle tratte interessate dall'interruzione.
Assicuro, comunque, gli onorevoli Bordo, Ginefra, e gli altri onorevoli interroganti, che sono stati attivati tutti gli altri necessari interventi per il ripristino della circolazione nella zona interessata dalla frana, naturalmente, per attenuare quei disagi ai viaggiatori che sono, purtroppo, inevitabili in questi casi.

PRESIDENTE. L'onorevole Bordo ha facoltà di replicare.

MICHELE BORDO. Signor Presidente, signor Ministro mi permetterà in sede di replica di svolgere alcune considerazioni su quanto lei ha detto in risposta alla nostra interrogazione. Penso che il Governo, e non solo il Governo, i diversi soggetti protagonisti di questa storia, abbiano sottovalutato l'entità della frana e i disagi che avrebbe provocato. Infatti, trovo assurdo che il Consiglio dei ministri, per esempio, abbia dichiarato lo stato di emergenza 40 giorni dopo la frana, nonostante il tema dell'emergenza sia stato posto all'indomani dell'interruzione dei collegamenti. Insomma, se ci fossimo attivati, e se il Governo avesse dichiarato lo stato di emergenza subito dopo, molto probabilmente oggi, o comunque tra qualche giorno, i collegamenti sarebbero già stati ripristinati. Aggiungo anche che il problema che abbiamo di fronte per quella frana non è solo, o tanto, l'emergenza, ma come programmare gli interventi strutturali per evitare il rischio di ritrovarci tra qualche mese nelle stesse condizioni in cui ci siamo trovati in queste settimane. Per cui abbiamo bisogno, e avremmo voluto che lei avesse detto questo nella sua risposta, di risorse certe e sufficienti, a partire, per esempio, da quelle dei FAS, che sono già disponibili e che il Governo deve subito mettere a disposizione della Puglia e della Campania.
Concludo, infine, sollevando il tema degli incentivi e dei rimborsi che bisognerà garantire, per esempio, ai passeggeri di Trenitalia, al netto degli interventi che sono stati già previsti dal governo della regione Puglia, che hanno pagato per intero il biglietto, nonostante i disagi. Pag. 55
Su tutte queste richieste e sugli impegni che lei si è assunto in questa sede, saremo attenti e vigili per evitare che in futuro la Puglia e la Campania possano essere nuovamente isolate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Dismissione di immobili da parte di Ferrovie dello Stato Spa nella regione Sicilia - n. 3-01028)

PRESIDENTE. L'onorevole Lo Monte ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01028, concernente la dismissione di immobili da parte di Ferrovie dello Stato Spa nella regione Sicilia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

CARMELO LO MONTE. Signor Presidente, signor Ministro, negli anni scorsi le Ferrovie dello Stato hanno avviato un processo di dismissione di linee, stazioni ed immobili di vario tipo, tra i quali appartamenti, case cantoniere, aree e stazioni inutilizzate. In particolare, nel 2008 e nel 2009, le Ferrovie, tramite la Ferservizi, nella regione Sicilia, ha messo all'asta circa 50 immobili, gran parte dei quali erano appartamenti e terreni, ma tra questi figurano anche stazioni al completo. Le decisioni in merito alle dismissioni assunte dalle Ferrovie delle Stato violano chiaramente lo Statuto regionale siciliano. Infatti, l'articolo 32 dello statuto recita testualmente: i beni del demanio dello Stato, comprese le acque pubbliche esistenti nella regione, sono assegnati alla regione, eccetto quelli che interessano la difesa dello Stato o i servizi di carattere generale. Quindi, appare più che legittima l'aspettativa da parte della regione siciliana ad avere restituiti dalle Ferrovie dello Stato i beni non più utilizzati per i compiti propri di quell'ente che sono stati incautamente messi all'asta.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CARMELO LO MONTE. Siamo quindi a chiedere al Governo se sono previste nel 2010 e negli anni a seguire ulteriori dismissioni di immobili (e quali le loro obbligazioni), ma in particolare siamo interessati a sapere se, in relazione alle dismissioni stesse, siano stati interessati gli enti locali, e per quali motivi gli immobili non siano stati assegnati al demanio regionale siciliano, tenuto conto, appunto, dell'articolo 32 dello Statuto.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, spero di riuscire a rispondere in maniera esaustiva all'interrogazione e ai quesiti plurimi dell'onorevole Lo Monte, che - come ha correttamente illustrato - ha presentato un'interrogazione a risposta immediata riguardante procedimenti di vendita di beni immobili posti in atto da Ferrovie dello Stato nella regione Sicilia.
Innanzitutto ricordo, onorevole Lo Monte (anche se so che nel suo caso non ce n'è bisogno), che è la legge n. 210 del 1985 a disciplinare i procedimenti di vendita in questione, stabilendo che l'amministrazione statale e in subordine le regioni e gli enti territoriali hanno la facoltà di richiedere, con preferenza sui terzi, la cessione a titolo oneroso dei beni che sono ritenuti idonei al soddisfacimento di esigenze pubbliche.
In merito ai fabbricati espressamente richiamati nella sua interrogazione, nel rispetto di quanto previsto dalla legge, la Ferservizi - Polo territoriale di Palermo, in qualità di mandataria di Ferrovie dello Stato Spa, ha interessato i sindaci dei rispettivi comuni di Santa Ninfa e di Margonia (Naro), indicando che i beni erano posti in vendita con pubblicità sui maggiori quotidiani, e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ci ha comunicato che agli atti di Ferservizi non risulta che per entrambi i beni i rispettivi comuni abbiano esercitato la facoltà attribuita dalla legge. Se ciò fosse avvenuto, i beni sarebbero stati aggiudicati alle amministrazioni locali al valore raggiunto Pag. 56dalla massima offerta pervenuta. Comunque le procedure di vendita riferite alle ex stazioni di Santa Ninfa e di Margonia non hanno ancora trovato conclusione.
Altra domanda che è stata posta: nel biennio 2008 - 2009 sono stati venduti nella regione Sicilia quaranta alloggi e undici immobili diversi, sostanzialmente con le procedure ordinarie previste dalla legge.
Infine, l'onorevole Lo Monte ci chiede di conoscere i programmi operativi previsti per la regione Sicilia nel 2010: ebbene, questi riguardano circa quindici immobili non residenziali e circa cento unità residenziali tra occupate e libere. Tali beni dovranno però essere sottoposti preventivamente ad attività patrimoniali, catastali e di due diligence sullo stato urbanistico e sullo stato manutentivo prima di poter essere introdotti nei procedimenti di vendita.

PRESIDENTE. L'onorevole Lo Monte ha facoltà di replicare.

CARMELO LO MONTE. Signor Ministro, la sua risposta non è sicuramente convincente (mi dispiace dovermi pronunciare in questo senso), perché la legge ordinaria cui fa riferimento (la n. 210 del 1985, lei l'ha richiamata proprio adesso nel suo intervento) deve fare salve le prerogative dello Statuto speciale della nostra regione, che ha la stessa dignità della nostra Costituzione. Spesso questo Parlamento ha dimenticato questo aspetto. Ma ci viene in soccorso una sentenza della Corte costituzionale. Una volta tanto la Corte costituzionale ribadisce le prerogative statutarie siciliane, perché negli ultimi tempi sta demolendo la nostra autonomia. Con la sentenza n. 383 del 1991 dichiarava ad esempio, e nel concreto, che l'immobile (una ex caserma dei Carabinieri) per il quale la regione Valle d'Aosta aveva sollevato conflitto di competenza con lo Stato era di esclusiva pertinenza del demanio della regione Valle d'Aosta, in quanto riteneva, in relazione all'ampiezza dell'autonomia speciale, che erano da ritenersi compresi nel trasferimento anche i beni per i quali la causa di esclusione venisse a cessare in un momento successivo all'entrata in vigore dello Statuto.
Per quanto riguarda le Ferrovie, rientriamo perfettamente in questa pronuncia della Corte costituzionale e vorrei sperare che il Governo si faccia carico di stoppare queste aste e di aprire un tavolo con la regione siciliana, perché sono tutti beni che, come ribadito dalla sentenza della Corte costituzionale che ho appena richiamato, debbono essere compresi nel demanio della regione siciliana.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16 con il seguito della discussione del disegno di legge comunitaria.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Bocci, Bongiorno, Brancher, Brugger, Brunetta, Bruno, Caparini, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Conte, Cota, Gregorio Fontana, Franceschini, Gibelli, Jannone, La Russa, Lo Monte, Lo Presti, Mantini, Martini, Mazzocchi, Menia, Migliavacca, Migliori, Molgora, Nucara, Paniz, Pescante, Prestigiacomo, Ravetto, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Ruben, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Urso, Valducci, Vegas, Vito e Zaccaria sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Pag. 57

Sull'ordine dei lavori (ore 16,12).

SANDRA ZAMPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, in queste settimane è stato scritto che aprile è il mese più crudele per il popolo armeno e lo è certamente: è crudele per il ricordo della tragedia che l'ha straziato tra l'aprile del 1915 ed il 1917 e che ha fatto un milione e mezzo di vittime. Ma è tanto più crudele perché non vi è, da parte delle autorità turche, quel doveroso riconoscimento di ciò che accadde in tutta la sua inumanità.
L'allora ambasciatore americano in Turchia, Morgenthau, per far comprendere a Washington quello che stava accadendo in Turchia in quei giorni dell'aprile del 1915, utilizzò l'espressione «sterminio razziale». Non esisteva infatti ancora la parola «genocidio», che purtroppo è entrata nel vocabolario corrente nel 1943. Tuttavia, quando fu posta in uso (nel 1943 appunto), per descrivere cosa significava «genocidio» si faceva riferimento al dramma vissuto dal popolo armeno. Quegli uomini erano stati uccisi, ma si voleva che la stessa traccia della loro presenza nella storia anch'essa fosse cancellata. Furono così distrutte le chiese, le opere e perfino i libri di scuola degli armeni.
Poche settimane fa la Commissione affari esteri del Senato americano e poi il Parlamento di Svezia hanno detto chiaro e forte che quel dramma ha il profilo del genocidio. Il pronunciamento si aggiunge a quello di tante istituzioni. Cito semplicemente le risoluzioni del Parlamento europeo del 2005, del Parlamento tedesco, del Parlamento di Francia e, nel 2000, anche di quest'Aula, che ha approvato una mozione in tal senso, alla quale però non ha fatto analogo seguito un pronunciamento da parte del Senato.
Nei giorni scorsi l'intergruppo parlamentare «Amici dell'Armenia», di cui mi onoro di essere alla presidenza, ha trasmesso a tutti voi colleghi un accorato appello delle associazioni e delle istituzioni degli armeni d'Italia, un appello che ci arriva da cittadini italiani di origine armena. Loro ci chiedono di proclamare e di ricordare durante una seduta parlamentare la giornata di commemorazione del genocidio e ci chiedono di osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime di quello che loro hanno sempre chiamato «Il Grande Male» (Metz Yeghern).
Noi crediamo - e lo abbiamo già mostrato nel 2000 approvando, in quest'Aula, la citata mozione - che questo sia un atto doveroso. Rispettare la memoria nella sua verità e la storia delle donne e degli uomini non è solo un dovere: è un atto che sta all'origine della pacificazione, è una precondizione della pacificazione. Non vi è pace, infatti, senza giustizia, e non vi è giustizia senza verità (Applausi).

GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, ringrazio la collega Zampa per il suo intervento. Vorrei soltanto ricordare a quest'Assemblea che, nel 1994, con una mozione a prima firma dell'onorevole Pagliarini, essa ha compiuto il primo riconoscimento del genocidio degli armeni. Sono orgoglioso che, in seguito, nel 2000, quest'Assemblea abbia voluto ribadire quanto è accaduto novantacinque anni fa.
Sono orgoglioso anche di appartenere a questa Camera dei deputati, perché, se ognuno di noi si reca a Jerevan, presso il tempio dove sono ricordati i morti del genocidio, in quel mausoleo, vedrà una teca in cui è contenuta la risoluzione votata nel 1994, scritta su carta intestata della Camera dei deputati. Gli armeni lo hanno fatto a ricordo del primo Parlamento in Europa che ha voluto tendergli la mano.
Pertanto, anche noi ci associamo alla richiesta che il 24 aprile si possa commemorare il genocidio degli armeni, e penso che il Presidente della Camera farà di tutto affinché ciò avvenga (Applausi).

Pag. 58

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Maurizio Turco, per il suo gruppo ha già parlato l'onorevole Zampa, tuttavia, concederle un minuto mi sembra doveroso. Prego, ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, in un minuto riuscirò a dire ben poco. Vorrei semplicemente ricordare che sono in corso delle discussioni tra la Repubblica turca e la Repubblica armena rispetto a fatti storici, con riferimento ai quali, già nel mese di ottobre, è stato raggiunto un accordo tra le due Repubbliche.
Ritengo che inserire in questo modo un dibattito fittizio sulla vicenda del genocidio armeno, non solo non serva a noi, né alle discussioni e ai rapporti in corso tra la Repubblica armena e la Repubblica turca, ma non serva nemmeno ai cittadini armeni residenti in Italia. Credo che vi sia un distacco profondo tra le necessità diplomatiche e la necessità di fare giustizia.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MAURIZIO TURCO. Pertanto, se dobbiamo affrontare un dibattito su questo tema, è bene che sia fatto nella sede più appropriata: se riteniamo che tale sede debba essere l'Aula, è bene che sia un dibattito organizzato.

MARCELLO DE ANGELIS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCELLO DE ANGELIS. Signor Presidente, vorrei esprimere la mia convinzione che quanto ha appena affermato l'onorevole Maurizio Turco è assolutamente condivisibile: la memoria dei morti assolutamente non deve rischiare di inficiare i progressi positivi che sono in corso, sia per l'accertamento della verità storica, sia per il miglioramento dei rapporti tra le due comunità.

Si riprende la discussione (ore 16,20).

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-C).
Avverto che è in distribuzione una nuova formulazione dell'ordine del giorno Realacci n. 9/2449-C/4.
Nessuno chiedendo di intervenire, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Il Governo accetta l'ordine del giorno Froner n. 9/2449-C/1, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Farinone n. 9/2449-C/2 e non accetta l'ordine del giorno Gozi n. 9/2449-C/3.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Realacci n. 9/2449-C/4 nella nuova formulazione che tuttavia non ho ancora a disposizione.

PRESIDENTE. Sta bene, accantoniamo per un attimo l'esame dell'ordine del giorno Realacci n. 9/2449-C/4 (Nuova formulazione). Prego, vada avanti.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Bratti n. 9/2449-C/5 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/2449-C/6.
Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/2449-C/7, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, mentre non accetta l'ordine del giorno Piffari n. 9/2449-C/8.
Il Governo accoglie, altresì, come raccomandazione l'ordine del giorno Borghesi Pag. 59n. 9/2449-C/9, mentre accetta l'ordine del giorno Di Caterina n. 9/2449-C/10, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a valutare gli aspetti applicativi del suddetto comma al fine di tenere presenti anche le esigenze legate al settore turistico».
Il Governo, inoltre, non accetta gli ordini del giorno Catanoso n. 9/2449-C/11 e Nola n. 9/2449-C/12, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Lovelli n. 9/2449-C/13 e accetta l'ordine del giorno Cosenza n. 9/2449-C/14.
Il Governo, infine, non accetta l'ordine del giorno Mereu n. 9/2449-C/15, mentre accetta gli ordini del giorno Carlucci n. 9/2449-C/16 e Pini n. 9/2449-C/17.

PRESIDENTE. Dobbiamo, quindi, ritornare all'ordine del giorno Realacci n. 9/2449-C/4 (Nuova formulazione): invito il rappresentante del Governo a confermare il parere sul testo nella nuova formulazione.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Il Governo, dunque, accetta l'ordine del giorno Realacci n. 9/2449-C/4 nella nuova formulazione, il cui dispositivo recita: «impegna il Governo a dare attuazione a quanto previsto dalla legge n. 388 del 2000 recuperando i ritardi nell'erogazione delle risorse economiche destinate alle regioni e alle altre istituzioni delegate ai fini del miglioramento della gestione dell'ambiente, del territorio e della fauna selvatica». Con questa formulazione, il parere del Governo è favorevole.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Froner n. 9/2449-C/1, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Farinone n. 9/2449-C/2, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gozi n. 9/2449-C/3, non accettato dal Governo.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gozi n. 9/2449-C/3, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Saltamartini... onorevole Di Caterina... onorevole Paolo Russo... onorevole De Angelis... onorevole Berardi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 394
Maggioranza 198
Hanno votato
195
Hanno votato
no 199).

Prendo atto che i deputati Occhiuto, Zinzi e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che i deputati Di Biagio, La Loggia, De Girolamo, Fucci e Castiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo al presentatore se insiste per la votazione dell'ordine del giorno Realacci n. 9/2449-C/4 (Nuova formulazione), accettato dal Governo.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, vorrei spiegare ai colleghi che con questo ordine del giorno nella nuova formulazione, il Governo si impegna ad attuare una legge che i vari Governi che si sono succeduti finora non hanno attuato. Si tratta della legge che prevede che il 50 per cento delle tasse che gravano sull'attività venatoria vengano restituite alle regioni per attuare i piani di salvaguardia ambientale, il controllo della fauna e, in ogni caso, il miglioramento dell'ambiente. È una richiesta che viene anche dalle associazioni venatorie ed è Pag. 60positivo che il Governo l'accolga: ovviamente sarebbe ancora più positivo se poi la rispettasse.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che l'onorevole Realacci non insiste per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bratti n. 9/2449-C/5, non accettato dal Governo: magari riesce a convincere il Governo.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, non so se riuscirò a convincere il Governo, ma chiederei al Ministro di riconsiderare questo ordine del giorno anche mediante riformulazione. Nessuno ovviamente è contrario al fatto che si debba recepire la direttiva per la qualità dei nostri prodotti, ma le nostre industrie di trasformazione rischiano in questo breve tempo di andare a trovarsi in difficoltà. Si chiede, quindi, di rendere evidente una situazione che normalmente si verifica, al fine di consentire poi a queste industrie di mettersi in regola con le direttive europee. Ci sono forti sollecitazioni dal mondo dell'imprenditoria in tal senso, quindi chiedo davvero al Ministro di riconsiderare questo ordine del giorno, anche mediante un accoglimento come raccomandazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma il proprio parere sul presente ordine del giorno. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bratti n. 9/2449-C/5, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Girolamo, l'aspettiamo... onorevole Sposetti, ancora non funziona? Onorevole Paglia, l'attendiamo... onorevole Tassone... onorevole Capitanio Santolini... onorevole Mogherini Rebesani... l'onorevole Reguzzoni ha votato... chi è che deve votare? Onorevole La Loggia... onorevole Ciriello... onorevole Leo, ha votato? Onorevole Bellotti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 437
Votanti 436
Astenuti 1
Maggioranza 219
Hanno votato
214
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che i deputati Fucci e Castiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/2449-C/6, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/2449-C/7, accettato dal Governo limitatamente al primo capoverso del dispositivo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Piffari n. 9/2449-C/8, non accettato dal Governo.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, chiedo al Ministro e al Governo di accogliere questo ordine del giorno anche solo come raccomandazione, perché di fatto il suo intento è certamente quello di lavorare per lo stoccaggio del biossido di carbonio, ma nello stesso tempo è quello di evitare che si perda l'obiettivo principale, vale a dire quello di sostenere le fonti rinnovabili e quindi di evitare di produrre all'origine il biossido di carbonio quando abbiamo bisogno di energia. Chiedo, quindi, che venga accolto anche solo come raccomandazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma il proprio parere sul presente ordine del giorno. Passiamo dunque ai voti. Pag. 61
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Piffari n. 9/2449-C/8, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gottardo... onorevole Della Vedova... onorevole Lunardi... onorevole Mazzuca... onorevole Calearo Ciman... onorevole Pili... onorevole Sposetti... onorevole Villecco Calipari, ha votato... onorevole Briguglio... onorevole Moffa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 455
Maggioranza 228
Hanno votato
228
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che i deputati Scalia, Fucci e Castiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/2449-C/9, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Caterina n. 9/2449-C/10, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Catanoso n. 9/2449-C/11, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Catanoso n. 9/2449-C/11, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Catanoso, onorevole Ghiglia, onorevole Calearo Ciman, onorevole Ruvolo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ) (Commenti del deputato Giachetti).

(Presenti 451
Votanti 450
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato
222
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che il deputato Soro ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Fucci e Castiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Si odono commenti signorili, ma lasciamo perdere.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Nola n. 9/2449-C/12, non accettato dal Governo.

CARLO NOLA. Signor Presidente, chiedo al Governo di rivedere il parere, anche perché l'ordine del giorno fa riferimento ad un principio, quello di equiparare il calendario agli altri Paesi europei, che sostanzialmente è passato nella versione dell'articolo 43 che abbiamo approvato solo poche ore fa.
È il principio di tenere in considerazione il fatto che ci sono delle forti mutazioni climatiche e che, così come cambiano le culture e i metodi colturali, cambiano le abitudini della fauna selvatica. Ricordo che quando ero piccolo la vendemmia a casa mia si faceva ad ottobre, adesso si fa alla fine di agosto e quindi anche le migrazione e tutte queste cose cambiano.
Per questo gli altri Paesi europei hanno trovato il modo di adeguare i loro calendari. Chiederei, visto che la richiesta è di prendere in considerazione queste premesse e di valutarle, che il Governo riveda il parere, accogliendo il mio ordine del giorno anche solo come raccomandazione, perché questo processo di analisi anche seria è già cominciato oggi in quest'Aula.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma il suo parere sull'ordine del giorno Nola n. 9/2449-C/12.

Pag. 62

CARLO NOLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO NOLA. Signor Presidente, obtorto collo, lo ritiro.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'ordine del giorno Nola n. 9/2449-C/12 è stato ritirato dal presentatore.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Lovelli n. 9/2449-C/13, accolto dal Governo come raccomandazione.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, insisto per la votazione perché la raccomandazione è certamente un impegno che il Governo si prende, ma si tratta di un ordine del giorno molto preciso, che chiede al Governo di venire a riferire in Parlamento in merito all'attuazione del contratto di programma di Poste italiane con lo Stato che non è più rinnovato dal 2008.
Inoltre, esso chiede al Governo di venire a riferire in merito agli indirizzi strategici sul futuro di Poste, visto che dal 1o gennaio 2011 entra in vigore la liberalizzazione prevista dalla direttiva europea.
Si tratta di un impegno che il Governo deve prendere senza passare da una raccomandazione che poi non si sa che fine faccia. Quindi insisto per la votazione, se il Governo non modifica il suo parere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non modifica il parere sull'ordine del giorno Lovelli n. 9/2449-C/13 e che i presentatori insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lovelli n. 9/2449-C/13, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti, onorevole Caparini, onorevole Di Stanislao, onorevole Moffa, onorevole Garavini, onorevole Gasbarra, onorevole Toccafondi, onorevole Gibiino.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 478
Maggioranza 240
Hanno votato
236
Hanno votato
no 242).

Prendo atto che i deputati Castiello e Toccafondi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cosenza n. 9/2449-C/14, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mereu n. 9/2449-C/15, non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mereu n. 9/2449-C/15, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Della Vedova, Pili, Frassinetti, Germanà, Andrea Orlando, Costa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 475
Votanti 456
Astenuti 19
Maggioranza 229
Hanno votato
34
Hanno votato
no 422).

Prendo atto che i deputati Rota e Messina hanno segnalato che non sono riusciti a votare mentre avrebbero voluto Pag. 63astenersi e che la deputata Castiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i seguenti presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Carlucci n. 9/2449-C/16 e Pini n. 9/2449-C/17, accettati dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, di norma, sia nella passata legislatura sia nell'attuale, quando l'Italia dei Valori ha dovuto esprimere il suo voto finale su leggi comunitarie ha sempre ritenuto di dare un voto favorevole poiché spesso si tratta di dare attuazione a direttive per le quali è prevista un'infrazione, e quindi ci è sembrato giusto agevolare sempre, indipendentemente dal Governo e dal fatto di essere maggioranza od opposizione, il fatto che il nostro Paese si adeguasse alle direttive dell'Unione europea.
Anche questo provvedimento contiene in molti casi degli interventi che vanno nel senso prospettato che è quello dell'attuazione delle direttive e anche della risposta ai procedimenti di infrazione. Non posso dimenticare che siamo uno dei Paesi che ha il numero più elevato di infrazioni alle direttive dell'Unione europea. Tuttavia, all'interno di questo provvedimento vi è il vulnus che abbiamo segnalato più volte, cioè il fatto che si è utilizzato l'adeguamento ad una normativa comunitaria, che aveva tutt'altro scopo, prevalentemente quello di preservare, proteggere la fauna, in modo irrituale per modificare una norma sulla quale, molto tempo fa, si era raggiunto un certo equilibrio dal punto di vista della protezione e degli interessi che hanno anche coloro che svolgono un'attività di caccia.
Come abbiamo ribadito più volte, noi non siamo contrari al fatto che esista un'attività come quella della caccia, ma pretendiamo che ci siano dei paletti rigorosi che vengano osservati da parte di coloro che la esercitano. Sappiamo anche che ci sono casi rilevanti di bracconaggio ancora presenti ed è chiaro che quei casi si commentano da sé e che sono al di fuori delle regole, ma credo che interventi destinati a rendere quelle regole più flessibili, come quello dell'estensione del calendario venatorio, semmai potevano nascere da una revisione complessiva di quella legislazione, e non da un intervento una tantum all'interno della legge comunitaria.
Per questi motivi, valutando gli aspetti positivi e questo che consideriamo un vulnus grave, il nostro gruppo si asterrà nel voto finale sul provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Prendo atto che non è in Aula.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consiglio. Ne ha facoltà.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo e onorevoli colleghi, la promozione in terza lettura del disegno di legge comunitaria 2009 costituisce una tappa importante nell'adeguamento del nostro ordinamento a quello europeo. Si contribuisce all'ulteriore riduzione delle procedure d'infrazione nei confronti dell'Italia, che da qualche settimana sono scese a 139 circa in confronto alle 170 pendenti all'inizio della legislatura. È un dato che voglio sottolineare con forza, avendo avuto anche modo, quale Presidente del Comitato per il monitoraggio sull'attuazione della politica dell'Unione europea - costituito in seno alla XIV Commissione anche grazie alla sensibilità del nostro presidente Pescante - di verificare, nell'arco di questi primi due anni di legislatura, l'efficacia degli sforzi del Governo e delle Camere nella riduzione del contenzioso con le Pag. 64istituzioni dell'Unione europea. Si tratta di progressi non solo quantitativi ma anche qualitativi: non ci siamo limitati a una pedissequa e notarile trasposizione di direttive e di atti normativi, o al passivo accoglimento delle contestazioni mosse dalla Commissione europea. Abbiamo, invece, attuato questi obblighi tenendo sempre conto delle specificità giuridiche, economiche, sociali e territoriali del nostro Paese. Abbiamo negoziato, ove necessario, insieme alle Camere e con le istituzioni europee soluzioni di compromesso avanzato.
È in questo dato distintivo nella nostra azione in materia europea che intendiamo, come Lega Nord Padania, svilupparci ulteriormente nel corso della legislatura. Sappiamo che noi siamo stati anche tacciati ogni tanto di essere antieuropeisti, ma l'abbiamo fatto sempre nel senso di apportare qualcosa di positivo. Tuttavia, abbiamo votato, come tutti sappiamo, la ratifica del Trattato di Lisbona, nonostante alcune imperfezioni. Abbiamo anche capito che, se interpretato correttamente, il Trattato può costituire per la Lega Nord lo strumento per affermare concretamente i nostri valori e i nostri interessi anche verso il nord. La posizione critica, di cui siamo stati tacciati alcune volte, si è giustificata anche con la percezione che ci fosse troppa Europa dove non serviva e poca Europa, invece, dove ci sarebbe stato bisogno.
Tornando al disegno di legge comunitaria, abbiamo affrontato con lo stesso spirito anche le questioni relative all'articolo 43 sulla disciplina della caccia. Nel corso dell'esame in Commissione alla Camera, abbiamo tentato di raggiungere una soluzione che accogliesse pienamente undici rilievi mossi dalla Commissione europea in un ricorso dinanzi alla Corte di giustizia. Si è tenuto, allo stesso tempo, conto dell'assetto nazionale delle competenze in materia e, segnatamente, di quelle conferite alle regioni dall'articolo 117 della Costituzione.
Lo stralcio o la soppressione dell'articolo 43, chiesto secondo noi responsabilmente da più parti, avrebbe determinato una sicura sentenza di condanna nei confronti dell'Italia. Purtroppo, nel corso dell'esame in Aula la sterile retorica ambientalista e le non poche mistificazioni che hanno accompagnato il dibattito, dentro e fuori le mura del Parlamento, hanno portato all'approvazione di modifiche all'articolo 43 che pregiudicano in parte il lavoro svolto. Non tornerò sul merito di questa problematica, già ampiamente illustrata e che verrà illustrata da altri colleghi. Devo, tuttavia, ribadire che si è persa un'occasione preziosa per un riassetto organico della materia, rispettoso dell'ordinamento europeo e, al tempo stesso, della Costituzione, con il rischio che a breve si ripropongano conflitti e contenziosi con l'Unione europea.
Voglio, infine, osservare che l'esperienza di questo disegno di legge comunitaria ripropone con forza l'esigenza di adeguare, attraverso le opportune modifiche regolamentari e legislative, l'attuale disciplina del disegno di legge comunitaria e degli altri strumenti per l'applicazione della normativa europea nel nostro ordinamento.
La Lega Nord, nonostante i distinguo che è stata capace di apportare e di proporre in Aula, ha concorso sempre in misura determinante all'ammodernamento del quadro normativo nazionale in materia. Non è un caso che la legge attualmente vigente in materia, la legge n. 11 del 2005, porti il nome del nostro collega Stucchi, il che dimostra una lungimiranza sotto l'aspetto temporale della capacità di organizzarci come movimento.
L'esperienza sinora maturata e l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona evidenziano la necessità di ulteriori modifiche a questa legge, come è emerso anche dalle indagini conoscitive che sono state svolte all'interno del Comitato da me presieduto. Abbiamo presentato, a questo scopo, una proposta di legge a prima firma Stucchi che concorrerà con le altre tre proposte di iniziativa parlamentare, presentate con il disegno di legge del Governo, a migliorare non solo le nostre capacità di Pag. 65attuazione della normativa europea, ma soprattutto il nostro intervento nella sua formazione.
La Lega Nord Padania ha già concorso, con il proprio voto favorevole, all'inserimento, nel corso dell'esame del disegno di legge comunitaria alla Camera, sia in prima sia in terza lettura, di una prima serie di modifiche inerenti alla legge Stucchi, pienamente condivise da maggioranza e opposizione. Si tratta di modifiche che accresceranno in misura significativa il ruolo del Parlamento proprio nella fase di formazione della normativa europea. Si tratta di un atteggiamento che abbiamo elaborato come gruppo in modo positivo: cercheremo di far sì che questo avvenga in Aula e in Commissione. Pur ribadendo le nostre perplessità e preoccupazioni per la vicenda relativa all'articolo 43, preannuncio, a nome del gruppo Lega Nord, il voto favorevole sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini, più volte evocato. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, vengo da un altro importante collegio della nostra Camera e quindi ho qualche giustificazione.
Onorevoli colleghi, la legge comunitaria al nostro esame ha avuto qualche difficoltà, innanzitutto perché, come spesso capita, è densa di contenuti anche eterogenei e, quindi, di una certa complessità. Inoltre, come abbiamo rilevato, è stata licenziata dalla Camera, in prima lettura, con 25 articoli ed è stata restituita dal Senato con 56 articoli: già questo indica, per l'appunto, il lavoro delle due Camere intorno a temi eterogenei. Questa complessità e questa difficoltà ci fanno riflettere sulla necessità di pensare a un modo per recepire le direttive comunitarie e la produzione di normativa comunitaria più moderno e, francamente, più attento anche alle indicazioni che provengono dal Trattato di Lisbona. Si tratta di un punto che abbiamo considerato all'interno del nostro esame proprio in relazione al contributo che i Parlamenti sono chiamati a fornire ai sensi e nel rispetto dell'articolo 8 C del Trattato europeo nella fase ascendente della produzione normativa europea.
In merito a tale aspetto sono state presentate alcune proposte emendative che, francamente, forse potevano essere meglio considerate dall'Aula nel suo insieme. Mi riferisco, in particolare, all'emendamento Gozi 9.1, che il gruppo UdC ha sostenuto, così come sostiene una revisione dei meccanismi di adeguamento da parte del Parlamento agli obblighi comunitari. Sosteniamo tali obiettivi anche attraverso una proposta di legge che ha come primo firmatario l'onorevole Buttiglione e con l'attenzione che la Commissione XIV (Politiche dell'Unione europea) ha sul tema della revisione e dell'ammodernamento della legge n. 11 del 2005.
La realtà è che la recente classifica della Commissione ci vede ancora al penultimo posto, dinanzi alla Grecia, sotto il profilo del recepimento delle direttive comunitarie. Con questo spirito costruttivo, abbiamo profuso il dovuto impegno in questo disegno di legge, cercando di affrontare i diversi temi.
Qui noi rileviamo, infine, da una parte, il buon lavoro fatto e, dall'altra, qualche criticità che abbiamo segnalato anche nel corso dell'esame. In particolare, forse poteva essere meglio affrontato il tema della remunerazione degli amministratori delle società quotate, che è certamente di livello globale, che riguarda i rapporti con la finanza e il tema dell'equità nelle remunerazioni, su cui pure sono state avanzate, non solo certo da noi, proposte ragionevoli, che non hanno trovato accoglimento in questo esame. L'idea di legare la parte variabile delle retribuzioni dei manager delle società quotate ai risultati, con criteri predeterminati e misurabili, è un'idea che continueremo a sostenere, così come la necessità di meccanismi di distacco temporale per le valutazioni del success fee. Insomma, si tratta di tutte quelle misure, compreso un ruolo più attivo del Comitato per le remunerazioni, nel rispetto della raccomandazione n. 385 del 2009, che Pag. 66orientino questo organismo in direzione dell'indipendenza di giudizio, dell'evitare i conflitti di interesse e dell'adeguatezza delle remunerazioni a quelle realmente erogate per altri incarichi, anche al fine di riferirlo agli azionisti.
Si poteva forse fare un po' di più e meglio in tema di regolazione dei servizi postali, che con alcuni emendamenti si è proposto di affidare intanto all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, fermo il ruolo del Ministro dello sviluppo economico nel programma di servizio con il gestore principale.
A fronte di una liberalizzazione utile dei servizi postali, è evidente che questo processo deve svolgersi però in presenza di un'autorità di garanzia, per evitare che le liberalizzazioni si traducano in privatizzazioni o peggio in un piccolo far west, di cui non si giovano né le famiglie, sotto il profilo dell'efficienza e delle tariffe, né le imprese sul piano dei principi di concorrenza.
Si sarebbe forse potuto migliorare anche il punto relativo all'energia, dove pure sono stati fatti passi in avanti. Noi abbiamo sostenuto anche l'articolo relativo alla DIA, per esempio, per i piccoli impianti di produzione di energia rinnovabile.
Anche in tema di caccia, che per largo verso è stato l'argomento centrale di questo provvedimento, si è raggiunto alla fine un buon equilibrio, direi una terza via tra le pretese venatorie pur legittime dei cacciatori e quelle di chi è più attento ad una sostenibilità del prelievo venatorio e dell'esercizio della caccia con gli altri interessi. Non si tratta solo di interessi riducibili, come pur qualcuno ha detto, all'affetto per il proprio gatto o ad una retorica ambientalista, ma ad esigenze che riguardano l'agricoltura, il turismo e l'effettiva pratica venatoria, secondo calendari organizzati con una certa e limitata autonomia da parte delle regioni, ma con principi certi anche dal punto di vista scientifico, che il parere ormai vincolante dell'ISPRA garantisce.
Dunque è stato fatto un buon lavoro, sia pure con qualche criticità, che abbiamo segnalato e continueremo a porre all'attenzione del Parlamento nelle successive occasioni. Questa valutazione finale giustifica il voto di astensione del gruppo dell'Unione di Centro sulla legge comunitaria al nostro esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, questa doveva essere una legge comunitaria snella e veloce, light and fast, potremmo dire; ci siamo trovati, invece, di fronte a una legge comunitaria extra large e molto slow, molto lenta.
Stiamo, infatti, battendo tutti i record con una legge comunitaria 2009 ancora da approvare in terza lettura alla Camera nell'aprile del 2010. Sono stati ricordati i 18 mesi su una fantomatica legge comunitaria Bonino: vorrei ricordare che in 20 mesi il nostro Governo ha fatto approvare due leggi comunitarie e abbiamo avviato i lavori, accelerando anche con un Governo dimissionario, per una terza legge comunitaria, che poi il Ministro Ronchi ha ripreso.
Diciamo, quindi, che questa è veramente una delle leggi comunitarie più lente nella storia della Repubblica, ma anche una delle più ampie. Infatti, voi della maggioranza e del Governo, disattendendo gli impegni che ci avevate chiesto, come opposizione, di prendere in seconda lettura qui alla Camera, avete utilizzato la legge comunitaria come un treno a cui agganciare qualsiasi tipo di vagone e di carico.
Diciamo che la legge comunitaria, così com'era stata concepita, doveva essere un treno ad alta velocità, che ci permette di adempiere rapidamente agli obblighi comunitari e di fare più e meglio politica europea. Avete, invece, ridotto questa legge comunitaria a un treno regionale: ci siete saliti e vi avete messo di tutto e, spesso, il contrario di tutto. Basta pensare alle profonde divisioni che sono emerse all'interno della maggioranza e tra la maggioranza alla Camera e quella al Senato su tante questioni. Pag. 67
Ne ricordo solo alcune, su cui tornerò tra un attimo: la caccia, il tetto ai bonus dei manager, l'energia, l'ambiente, e in particolare lo stoccaggio di ossido di carbonio, i servizi postali, gli aspetti istituzionali.
Il testo risulta raddoppiato nel numero di articoli e cambiato in modo molto ampio nel suo contenuto rispetto a quello iniziale presentato dal Governo, carico contraddittorio e improprio, perché tante modifiche hanno ben poco o nulla a che fare con il contenuto e le finalità proprie della legge comunitaria, così com'era stata concepita.
È evidente, dunque, la necessità, che vogliamo ribadire oggi qui in Aula, di intervenire per evitare tali distorsioni, per impedire questo uso improprio e strumentale della legge comunitaria e per approdare a una riforma organica, il più possibile condivisa, della legge n. 11 del 2005.
Per questo ci asterremo; ci asterremo per questi motivi e anche perché, per alcuni aspetti specifici di questa legge comunitaria, siete passati, dal Senato alla Camera, da un estremo all'altro: dalla volontà di disciplinare per legge gli stipendi dei manager delle società quotate in borsa all'opposizione alle nostre proposte, basate sulle raccomandazioni della Commissione europea, volte ad evitare che i meccanismi dei bonus e delle stock option spingano i dirigenti delle società finanziarie quotate in borsa ad assumere rischi eccessivi e ad affermare il principio fondamentale per cui la struttura della remunerazione deve essere fondata sui risultati conseguiti dalle società e che siano misurabili su una strategia a lungo termine.
Anziché inviarci testi di sue lezioni su etica e mercato, il Ministro Tremonti potrebbe cominciare a fare qualcosa di più concreto per favorire veramente più etica e più responsabilità sociale in questa società, e accogliere i nostri emendamenti sarebbe stato un passo avanti.
E cosa dire delle vostre acrobazie sulla caccia, colleghi della maggioranza? Al Senato e nella prima lettura alla Camera avete letteralmente preso in ostaggio la legge comunitaria sul tema della caccia. Noi abbiamo sventato il rischio di una deregolamentazione totale, che avrebbe trasformato questa legge comunitaria in una legge comunitaria di contrabbando, o meglio, visto il tema, in una legge comunitaria di frodo.
Credo che la lezione di questa legge comunitaria debba essere che non va utilizzata per disciplinare un tema come quello della caccia. Non si interviene a rate, non si interviene su un tema del genere saltando da una legge comunitaria all'altra, con ripetuti colpi di mano.
Noi abbiamo tenuto una posizione lineare e coerente: la nostra mediazione consente una gestione più flessibile solo per alcune specie, e vincola le regioni all'ISPRA; senza toccare peraltro il calendario venatorio, che - lo vorrei ricordare - non era oggetto dei vari rilievi della Commissione europea.
Credo che l'altra lezione da ricavare sia che, su un tema come questo, debbano essere evitate le divisioni ideologiche, le guerre di religione; e quando si cerca di fare delle forzature, come voi in questa lettura alla Camera avete tentato di fare e come avete fatto in Senato, tutto va a pezzi. Il problema per voi, però, è che non siamo andati in pezzi noi: è andata in pezzi la maggioranza, visto il voto così contrastante tra Lega e PdL, ed è andato in pezzi il PdL.
Credo allora che la nostra linea sia coerente e sia sempre stata volta a garantire un equilibrio positivo; e che questa debba essere la linea, anziché dare il via, tentando delle forzature, a degli opposti estremismi.
Vi è una questione, sulla quale in Commissione agricoltura abbiamo presentato delle proposte di legge. La questione vera, il nodo essenziale in questa materia, è la questione dei danni da fauna selvatica all'agricoltura: il nostro invito, dopo la mediazione che con grande fatica e grandi divisioni nel vostro campo avete accettato, è di cominciare i lavori in Commissione su questo punto.
Quindi «no», cari colleghi della maggioranza, noi non ci rassegniamo: non ci Pag. 68rassegniamo ad un vostro atteggiamento che mira sempre e comunque a strumentalizzare la legge comunitaria, ed a strumentalizzare l'Europa per rispondere agli interessi delle lobby, per rispondere agli interessi di questo o quell'altro gruppo, senza tenere mai conto dell'interesse generale. Non ci rassegniamo al fatto che, in questo modo, state tagliando tutti i veri legami con l'Europa: l'abbiamo visto durante i lavori della legge comunitaria in esame, ma l'abbiamo visto anche rispetto a quanto è successo in questi giorni, durante i lavori della legge comunitaria, per quanto riguarda alcune questioni relative alle nomine a Bruxelles. Vedo il presidente Cota oggi presente in Aula: gli vorrei dire che la sua opposizione, l'opposizione di Roberto Cota alla permanenza di Mercedes Bresso alla presidenza del Comitato delle regioni, è una cosa inaccettabile che va contro l'interesse nazionale di questo Paese, perché, in questo modo, rischiamo di perdere l'unica presidenza di un organo che ci sia rimasta nell'Unione europea. E rischiamo di farlo per ragioni faziose, di parte, localistiche, che ben poco hanno a che fare con il nostro interesse nazionale.
Devo purtroppo constatare, dopo l'esperienza che abbiamo fatto in terza lettura alla Camera sulla legge comunitaria ed alla luce delle vicende che hanno accompagnato la legge comunitaria, e che hanno riguardato i rapporti tra Italia ed Europa, che, dopo le elezioni regionali, più Lega in Italia significa meno Italia in Europa. Vi rendete conto che state danneggiando l'intero Paese, senza trarre un concreto vantaggio per voi stessi? E perché, in casi di questo genere, il Governo rimane inerte? Perché sta in silenzio, perché avalla posizioni così contrarie al nostro interesse nazionale? E perché il PdL sta a guardare, rimane passivo, salvo sforzarsi all'ultimo minuto di trovare soluzioni su cui poi si divide al proprio interno?
Signor Presidente, cari colleghi, questo Paese ha un crescente problema di credibilità e di influenza in Europa. Ed è facile capirne il perché: basta osservare cosa è successo questa mattina, nella faticosa mediazione su un provvedimento che, in gran parte, non doveva neppure essere contenuto nella legge comunitaria.
Signor Presidente, vorrei concludere, dicendo una cosa molto semplice. Si tratta di un invito che ho già rivolto ai colleghi di maggioranza, che voglio ancora rivolgere e che spero che questa volta abbia un qualche impatto positivo: se noi in Parlamento, se noi in questo Paese, tra Parlamento e Governo, non prendiamo più seriamente l'Europa e l'Unione europea, sarà molto difficile che l'Europa ci prenda più sul serio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, l'attenzione mediatica sull'articolo 43 (su ciò convengo con l'onorevole Gozi) ha posto in secondo piano l'importanza della legge comunitaria, per il ruolo che ha assunto soprattutto alla luce dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona.
È una legge che va riconsiderata per l'importanza che ha. Si pone la necessità della riforma della legge n. 11 del 2005, anche alla luce del Trattato, ma non solo per questo, per rendere più veloce e razionale la legge comunitaria. Sono al vaglio della XIV Commissione quattro proposte di legge di tutti i gruppi: è urgente arrivare all'approvazione della riforma della legge n. 11 del 2005. Con questa legge comunitaria (non a caso per il 2009 e, quindi, in ritardo per le ragioni che spiegavo e non certo per questioni di ordine politico) rientriamo di 30 o 40 infrazioni che l'Italia aveva a carico. Scendiamo a 150 infrazioni rispetto alle 180 di inizio legislatura, ma rimangono 150 infrazioni, e recepiamo circa 80 tra direttive e regolamenti comunitari. Credo che questa legge diventi fondamentale rispetto al vivere civile di un Paese che è ordinato al proprio interno non solo dalle leggi dello Stato e dall'ordinamento regionale e locale; apparteniamo, infatti, ad una comunità Pag. 69europea nella quale l'Unione si dà delle regole e delle direttive che l'Italia contribuisce a costruire e a scrivere. Mi pare che questo sia il dato fondamentale che deve sovrintendere alla nostra cultura nel legiferare e nello stabilire delle regole che molto spesso vengono rivendicate a parole e che ognuno vorrebbe scrivere per gli altri, ma che poco alla fine vengono accettate come regole del vivere civile da tutti. Questo è tanto più necessario alla luce dell'articolo 117 della Costituzione, alla luce di una potestà concorrente tra regioni e Stato, che deve comunque svolgersi senza prescindere da quello che è prima ancora il principio fondamentale: l'appartenenza all'Unione europea.
Non entro nel merito di molte delle affermazioni che ho ascoltato dal collega Gozi e da altri colleghi. Non solo il Popolo della Libertà non si è spaccato su questa legge, non solo il Governo non è uscito impotente rispetto alla necessità di adempiere al suo compito fondamentale con la legge comunitaria, ma gli obiettivi sono stati colti in pieno. Rivendichiamo la nostra capacità di trovare, comunque, alla fine una coesione importante rispetto agli obiettivi che il Governo si era prefissato, anche su punti molto difficili e delicati per la maggioranza. Cito l'esempio dell'articolo 43 (lo cito volutamente perché è diventato la dimostrazione di una «palestra»): si è detto che la questione della difesa della fauna e della caccia non doveva essere affrontata nella legge comunitaria. Invece, abbiamo risolto delle questioni che da trent'anni non venivano risolte, proprio perché si sono affrontate e risolte all'interno della legge comunitaria. L'errore che si compie è di pensare che il Parlamento possa legiferare solo quando le parti in causa, o interessate, che sono comunque una minoranza rispetto al sentire del Paese, trovino tra loro un accordo, facendo rinunciare il Parlamento alle sue fondamentali prerogative di creare regole nell'interesse di tutta la comunità e dell'ordinamento a cui prima facevo riferimento.
Nella legge comunitaria abbiamo risolto queste questioni annose e di civiltà proprio perché questa volta ci siamo posti fino in fondo (con la determinazione che altre volte non è stata usata) il recepimento della direttiva comunitaria nel suo complesso che ha come obiettivo la salvaguardia della fauna, dell'habitat, e quindi la regolamentazione dell'attività venatoria, di quella industriale e di quella civile - non solo quindi quella venatoria - rispetto a quelle che sono le regole fondamentali di tutela della fauna. Questo è fondamentale dirlo e precisarlo. Quindi, si è fatto bene ad affrontare tale questione e va rivendicato - voglio che di questo sia cosciente tutto il Parlamento - il fatto che abbiamo raggiunto dei traguardi impensabili, fondamentali. Io non appartengo - colleghi, se mi consentite una battuta personale - né al mondo venatorio (perché non sono mai stato un cacciatore, né mai lo sarò), né appartengo all'ambientalismo ideologico. Appartengo però a quella categoria di cittadini che ha molto apprezzato la lettera di Benedetto XVI prima di Natale, nella quale il Santo Padre ha richiamato tutte le persone responsabili a porsi il problema della salvaguardia del creato, che non è solo un problema della caccia, è un problema più complessivo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Io appartengo a quella categoria di cittadini che ha quella sensibilità, quindi - da relatore in Commissione Agricoltura - ho affrontato questa questione senza mai pormi - mai, lo ripeto - l'obiettivo di trovare la mediazione tra ambientalismo ideologico e mondo venatorio.
L'unico obiettivo che mi sono posto sempre è che era un fatto di civiltà che l'Italia recepisse pienamente la direttiva comunitaria negli aspetti che noi abbiamo concorso a costruire e che erano sacrosanti. Vorrei dire ai colleghi, tutti, che con questa legge comunitaria abbiamo finalmente stabilito che la caccia è vietata nei periodi in cui le specie vanno verso il luogo di nidificazione, durante la nidificazione e durante la dipendenza delle creature che sono nate dalle loro madri che le devono portare da mangiare. Questo non è un problema Pag. 70tra cacciatori e ambientalisti, questo è un problema tra cittadini responsabili (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Vorrei vedere chi può mettere in discussione questo concetto. È da chiedersi come mai fino ad oggi il Parlamento non abbia sancito questo principio. Di fronte a chi mi dice che la legge n. 157 del 1992 è una specie di Moloc che non si deve toccare, mi chiedo perché nella legge n. 157 non sono inserite norme fondamentali di questo tipo. Noi oggi le abbiamo inserite e sono orgoglioso perché ritengo che noi oggi apparteniamo meglio ad una comunità che ha a cuore la civiltà delle regole e della sopravvivenza del creato. Se mi è consentito quindi, si tratta di un fatto di metodo: la legge comunitaria non può essere e non può diventare solo il recepimento di ciò che è accettato dalle parti in causa. La legge comunitaria ha come riferimento una convivenza civile dentro un assetto giuridico che detta le regole di questo ordinamento civile. Un aspetto che abbiamo sancito con questa comunitaria, rispetto anche all'articolo 117 della Costituzione, è che la fauna appartiene allo Stato. Fino adesso abbiamo dato luogo ad un contenzioso fra le regioni e lo Stato che ha fatto venir meno un principio di leale collaborazione nell'attuazione dell'articolo 117. Finalmente con un decreto del Presidente della Repubblica si stabiliscono le linee guida alle quali le regioni e lo Stato si attengono. Mi sia consentito sottolineare anche un argomento fondamentale. Abbiamo recepito l'articolo 9, lettera a) - concludo Presidente -, della direttiva in questione e quindi si è stabilito che in questo Paese vengono finalmente regolamentati la sicurezza aerea e il diritto delle coltivazioni agricole e dell'agricoltura di avere un impatto compatibile con lo sviluppo della fauna e della flora.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ISIDORO GOTTARDO. Credo che oggi il Parlamento, anche con l'approvazione di questo articolo 43 (e ringrazio tutti i gruppi politici per aver avuto una capacità di azione su questo aspetto) faccia veramente un passo in avanti. Pertanto, il voto del Popolo della Libertà è, in modo pieno e convinto, a favore di questa legge comunitaria (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PESCANTE. Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, intervengo per il rituale ringraziamento ai membri della Commissione, al Comitato dei nove, ai colleghi di altre Commissioni e ai funzionari, oltre che al Ministro Ronchi e ai suoi collaboratori.
Permettetemi, tuttavia, signor Presidente, in questa circostanza, non a nome di una parte politica ma interpretando i sentimenti della Commissione, di rappresentarvi il disagio e l'imbarazzo per una situazione che si è verificata questa volta, e non soltanto, ma che in genere sembra perpetrarsi nei tempi. È vero abbiamo recepito oltre 80 direttive. Tuttavia, ancora una volta il disegno di legge comunitaria in questo caso del 2009 viene approvato in terza lettura al di là e ben oltre l'anno di riferimento. Ora saremo in quarta lettura al Senato e, pertanto, vi sarà un'ulteriore dilatazione dei tempi. La terza lettura poi è stata aggravata e caratterizzata dalla presentazione di oltre 200 emendamenti spesso non riferibili neanche indirettamente all'attuazione di obblighi comunitari. Cito alcuni esempi, se vuole anche banali: invocare l'inquinamento acustico per proibire gare olimpiche, la disciplina delle uova e la cova, la disciplina dei rifugi di montagna, un insieme di questioni settoriali e microsettoriali. Questa situazione, caro Presidente e amici e colleghi dell'Assemblea, scusate se adopero un termine severo, non è più sostenibile. La legge comunitaria Pag. 71non può essere utilizzata, come accade per la conversione dei decreti-legge mille-proroghe, come contenitore omnibus di disposizioni eterogenee. È in gioco l'autorevolezza della nostra partecipazione al processo di integrazione europea soprattutto ora dopo il Trattato di Lisbona.
Concludo, signor Presidente, con un'annotazione positiva. In queste due giornate di severo impegno, abbiamo spesso trovato intese al di là degli schieramenti politici e a dimostrazione che, quando c'è un comune sentire nel nostro caso favorevole a rafforzare i legami tra il nostro Parlamento e l'Europa e al nostro impegno per consolidare le istituzioni comunitarie, è possibile scavalcare le divisioni di partito (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Coordinamento formale - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2449-C)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2449-C, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vella... onorevole Mazzuca... onorevole Pelino... onorevole Paglia... onorevole Giammanco... onorevole Di Virgilio... onorevole Villecco... l'onorevole Binetti ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009» (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (2449-C):

Presenti 508
Votanti 259
Astenuti 249
Maggioranza 130
Hanno votato 257
Hanno votato no 2
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Discussione della relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata del deputato Paolo Corsini per la IV circoscrizione Lombardia 2 (Doc. III, n. 1).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame della relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata del deputato Paolo Corsini per la IV circoscrizione Lombardia 2 (Doc. III, n. 1).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
La Giunta delle elezioni propone l'annullamento per motivi di ineleggibilità dell'elezione del deputato Paolo Corsini e la proclamazione in suo luogo del candidato Enrico Dioli.

(Esame - Doc. III, n. 1)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Il relatore, onorevole Orsini, ha facoltà di svolgere la relazione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vogliate consentire al relatore in premessa di confessare un certo imbarazzo e disagio nell'affrontare una materia come questa, sulla quale oggi l'Assemblea è chiamata a pronunciarsi. Pag. 72È un disagio personale e insieme un disagio politico-istituzionale: è un disagio personale per la stima che mi lega al collega Corsini, che va al di là dell'appartenenza ad uno schieramento diverso; è un disagio politico-istituzionale perché oggi è in discussione l'eventualità di modificare il plenum dell'Assemblea, così come stabilito dal voto degli elettori.
La proposta della Giunta delle elezioni che mi accingo ad illustrare si tradurrebbe nella sostituzione di un parlamentare eletto dal popolo con il primo dei non eletti della stessa lista. Saremmo dunque di fronte ad un'eventuale modifica, per quanto giustificata dalle leggi vigenti, dell'espressione diretta della sovranità popolare. Credo che su questo sia doverosa una grande prudenza. A tale criterio si è attenuto d'altronde il comitato per l'ineleggibilità che ho l'onore di coordinare e poi l'intera Giunta delle elezioni, che è pervenuta ad una deliberazione unanime, ma non per questo meno sofferta, al termine di un lungo e approfondito lavoro istruttorio.
L'istruttoria da parte del comitato permanente per l'incompatibilità, l'ineleggibilità e le decadenze, istituito in seno alla Giunta, prendeva avvio nella riunione del 16 luglio 2008, sulla base di taluni esposti presentati dall'avvocato Enzo Trabucchi e da altri cittadini, nei quali si segnalava la condizione di ineleggibilità dell'onorevole Corsini, ai sensi dell'articolo 7, primo comma, lettera c), del testo unico del 30 marzo 1957, n. 361.
Ricordo ai colleghi che l'articolo 7 del testo unico in materia elettorale prevede che il sindaco di una città con popolazione superiore ai ventimila abitanti che intende presentarsi alle elezioni politiche ha l'obbligo di presentare le dimissioni da sindaco entro sette giorni dalla data di pubblicazione del decreto di scioglimento delle Camere, qualora si tratti di elezioni anticipate (i termini sono diversi nel caso invece si sia giunti alla scadenza naturale della legislatura).
In occasione delle elezioni politiche 2008, lo scioglimento anticipato delle Camere è stato disposto con il decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 2008, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo stesso 6 febbraio. Ne deriva quindi che l'onorevole Corsini, all'epoca dei fatti sindaco in carica della città di Brescia, volendosi candidare alle elezioni avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni da sindaco entro il 13 febbraio 2008. Al contrario, le dimissioni dell'onorevole Corsini risultano depositate soltanto l'8 marzo 2008, il giorno stesso dell'accettazione della candidatura alla Camera. È necessario a questo proposito ricordare che in tale data sarebbe comunque decaduto d'ufficio dalla carica di sindaco, per effetto dello stesso articolo 7 del testo unico.
Si pone a questo proposito una questione interpretativa complessa e che sono costretto ad illustrare brevemente. Vi è chi sostiene - ed è una tesi ripresa tra l'altro dallo stesso onorevole Corsini durante l'istruttoria in contraddittorio - che la mera astensione da ogni atto inerente l'ufficio di sindaco nel periodo successivo al termine fissato dalla legge sia sufficiente a sanare la causa di ineleggibilità. Questa tesi non trova riscontro nel quarto comma dell'articolo 7 del testo unico, che richiede invece esplicitamente che l'astensione dalle funzioni di sindaco sia preceduta dalla formale presentazione delle dimissioni. In altri termini, dunque, è un onere che grava interamente a carico dell'interessato, il quale è tenuto a cessare dalle funzioni sia materialmente sia formalmente, per scelta spontanea, senza quindi attendere la decadenza dalla carica, che costituisce causa di ineleggibilità ex lege.
In ogni caso, tale ipotesi mal si applicherebbe al caso di specie, avendo compiuto l'onorevole Corsini alcuni atti propri della funzione di sindaco (per esempio, la partecipazione all'assemblea della società A2A) anche dopo il 13 febbraio.
Signor Presidente, al termine di un'approfondita attività istruttoria e dopo avere ascoltato l'onorevole Corsini, il comitato, nella riunione del 1o ottobre 2009, formulava le proprie osservazioni; la Giunta delle elezioni in sede plenaria, nella seduta del 10 dicembre 2009, approvava la proposta del comitato di accertamento dell'ineleggibilità Pag. 73e di conseguente contestazione dell'elezione. Veniva quindi fissata per mercoledì 20 gennaio un'udienza pubblica prevista dal regolamento della Giunta delle elezioni.
In tale data, si costituivano l'onorevole Paolo Corsini e il candidato primo dei non eletti, dottor Enrico Dioli. Entrambi nominavano propri rappresentanti nelle persone dell'avvocato senatore Giovanni Pellegrino per l'onorevole Corsini e dell'avvocato Ezio Trabucchi per il candidato Dioli, il quale presentava anche nuove deduzioni.
Nella seduta pubblica del 20 gennaio, aveva, quindi, luogo il dibattimento. In estrema sintesi, il candidato Dioli, nel suo intervento, sottolineava il dato normativo incontrovertibile a sostegno della tesi dell'ineleggibilità dell'onorevole Corsini, formulando l'auspicio che la Camera non si sottragga al principio fondamentale del rispetto delle regole.
L'onorevole Corsini, da parte sua, precisava che la sua partecipazione all'assemblea della società A2A, avvenuta in data successiva a quella a partire dalla quale avrebbe dovuto astenersi da ogni funzione, era stato soltanto un atto dovuto in rappresentanza del comune di Brescia, azionista della società.
Nel suo intervento, l'avvocato Trabucchi, rappresentante dal candidato Dioli, dopo aver dato atto alla Giunta di grande trasparenza istituzionale nel compimento dell'iter istruttorio, giudicava ben articolata sotto il profilo giuridico e compiutamente motivata la contestazione delle elezioni.
Prendeva, quindi, la parola l'avvocato Giovanni Pellegrino, rappresentante dell'onorevole Corsini, il quale argomentava, tra l'altro, che il formale obbligo di dimissioni per rimuovere l'ineleggibilità varrebbe solo nel caso della cessazione della legislatura per scadenza naturale. In caso di scioglimento anticipato delle Camere, rimarrebbe, invece, sufficiente - a giudizio dell'avvocato Pellegrino - la mera astensione da ogni atto attinente l'ufficio rivestito.
L'avvocato Pellegrino formulava, inoltre, in subordine, la richiesta che la Giunta sollevasse la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 7, primo comma, lettera c) del testo unico n. 361 del 1957 per violazione dell'articolo 3 della Costituzione, in considerazione dell'irragionevole disparità di trattamento fra titolari di cariche elettive non nazionali sotto il profilo dell'eleggibilità in Parlamento. Chiedeva, quindi, che la Giunta sospendesse il giudizio di contestazione sino alla decisione della Corte costituzionale.
Chiusa l'udienza pubblica, la Giunta si riuniva, quindi, in Camera di consiglio. In tale sede, si conveniva, in via preliminare, sull'inammissibilità per la Giunta di deliberare la remissione alla Corte costituzionale di questioni di legittimità costituzionale. Da un lato, infatti, la Giunta non può essere qualificata come autorità giurisdizionale in senso proprio, dall'altro lato, sarebbe paradossale che fosse la Camera, primo organo legislativo, a sollevare la questione di legittimità costituzionale di norme che essa stessa ha approvato e che avrebbe potere, ove lo ritenesse, di modificare.
Da un punto di vista più strettamente procedurale, inoltre, la Giunta è organo referente nei confronti dell'Assemblea. Pertanto, anche ove si attenesse la possibilità di investire la Corte costituzionale, vi dovrebbe, semmai, procedere l'Assemblea quale sola istanza abilitata a rappresentare definitivamente la volontà della Camera dei deputati nei rapporti con gli altri organi costituzionali.
La Giunta, quindi, superata la questione preliminare, si è espressa nel merito, proponendo all'Assemblea l'annullamento, per motivi di ineleggibilità, dell'elezione dell'onorevole Corsini per la IV Circoscrizione Lombardia 2 e la proclamazione, in suo luogo, per la lista del Partito Democratico, del candidato Enrico Dioli.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, questa decisione è stata assunta all'unanimità, dopo un confronto serio ed approfondito Pag. 74che, come doveroso, non ha tenuto conto delle appartenenze politiche dei componenti della Giunta.
Il criterio al quale ci siamo doverosamente attenuti e sul quale tutti hanno convenuto, è che questa materia, coinvolgendo diritti fondamentali come quelli elettorali, non può essere che di stretta applicazione delle norme vigenti. A tale criterio, la Giunta, d'altronde, si è sempre attenuta in questa come nelle precedenti legislature, ogni volta che ha dovuto pronunciarsi in materia di ineleggibilità e di incompatibilità. Tuttavia, la materia richiede qualche riflessione ulteriore, di cui la Giunta stessa si è fatta carico, ancora una volta, esprimendo unanimità di valutazioni che ritroviamo nel dispositivo della deliberazione.
La disciplina legislativa in materia di ineleggibilità dei sindaci comuni con popolazione superiore ai ventimila abitanti e dei presidenti di provincia è nata in altra epoca e presenta, ormai, elementi di incoerenza dei quali è necessario tenere conto.
La ratio delle cause di ineleggibilità per i titolari di cariche o di uffici pubblici risiedeva, infatti, nella necessità di evitare che la titolarità dell'ufficio pubblico generasse un metus publicae potestatis negli elettori. Era una cautela saggia e prudente, quando le elezioni politiche si svolgevano con il sistema delle preferenze: serviva ad evitare che funzioni come quelle di sindaco o di presidente della provincia venissero utilizzate ai fini del consenso elettorale personale e, quindi, ad evitare fenomeni di cattiva amministrazione, clientelismo e corruzione.
Con i successivi cambiamenti della legge elettorale, questo aspetto ha progressivamente perso significato. Negli anni nei quali si votava con il sistema dei collegi uninominali, la norma aveva ancora una ratio, a patto che il sindaco fosse candidato in un collegio corrispondente con il suo comune.
Con la legge elettorale vigente, nella quale non è previsto il voto di preferenza e i collegi elettorali sono molto vasti - nel caso specifico parliamo di ben sei province molto popolose - il rischio di captatio benevolentiae personale è, sostanzialmente, annullato.
Di più, le norme vigenti e la giurisprudenza parlamentare prevedono di considerare compatibili con il mandato parlamentare le cariche di sindaco di comune superiore a ventimila abitanti e di presidente di provincia, ove siano assunte da un deputato in corso di legislatura. Ancora recentemente, nella seduta del 27 gennaio di quest'anno, la Giunta per le elezioni ha confermato questo criterio, sul quale, tra l'altro, il relatore personalmente e pienamente concorda.
È mio dovere richiamare, dunque, l'attenzione dell'Aula sull'effetto-paradosso che si determinerebbe qualora l'Assemblea accogliesse la proposta di annullamento dell'elezione dell'onorevole Corsini: ne deriverebbe che il sindaco di Brescia attualmente in carica, il collega e tra l'altro amico Adriano Paroli, potrebbe continuare - come è giusto che sia - a far parte della Camera dei deputati, mentre l'ex sindaco di Brescia, per effetto di un breve ritardo nelle dimissioni, verrebbe escluso da questa Assemblea.
Il problema, onorevoli colleghi, sta nel fatto che i fenomeni di stratificazione normativa, da un lato, e i processi di innovazione istituzionale dall'altro, hanno fatto emergere talune situazioni di irragionevole disparità di trattamento. Si tratta di una disparità di trattamento che oggi, per esempio, appare in tutta evidenza se si considera che i sindaci dei comuni superiori a ventimila abitanti sono ineleggibili, mentre i presidenti di regione sono eleggibili, salvo dover poi optare per effetto dell'incompatibilità.
Evidentemente, non è irragionevole pensare che il presidente della regione Lombardia o della regione Emilia Romagna abbia un potere di condizionare il comportamento dell'elettorato superiore a quello del sindaco di un comune di ventimila abitanti.
Del resto, il complessivo assetto normativo potrebbe già ora consentire di pervenire ad una interpretazione di ordine sistematico diversa. Ci si potrebbe chiedere, Pag. 75per esempio, se possa sussistere ineleggibilità quando siano, nel frattempo, sopravvenuti nell'ordinamento mutamenti tali da far insorgere il dubbio che vi sia una lesione dei princìpi di eguaglianza dei cittadini nell'accesso alle cariche elettive, come sancito nell'articolo 51, primo comma, della Costituzione.
Ancora, ci si potrebbe chiedere se possa sussistere ineleggibilità quando nuove norme abbiano intaccato il necessario nesso di corrispondenza che dovrebbe, invece, sempre intercorrere tra formula elettorale e disciplina delle ineleggibilità. Questo è proprio quello che è avvenuto con la riforma elettorale del 2005.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell'avviarmi alla conclusione voglio sottolineare che tutti quelli che ho enunciato sono argomenti importanti, ma la Giunta per le elezioni ha ritenuto di non poter procedere per via interpretativa su materie così delicate. Sono convinto che la Giunta abbia fatto il suo dovere con il massimo scrupolo, con il più severo rigore e con le più chiare garanzie per tutte le parti in causa.
In tal senso, desidero esprimere un ringraziamento non formale - oltre che per la preziosa collaborazione degli uffici, dei funzionari e di tutto il personale della Giunta - al presidente Migliavacca e a tutti i colleghi di ogni schieramento politico, per la grande serenità ed equilibrio con i quali è stato possibile affrontare queste ed altre questioni.
La Giunta per le elezioni ha dimostrato in questa legislatura di saper svolgere in modo coerente la sua funzione di organo di garanzia, svincolata da logiche di appartenenza e avendo come unico obiettivo la tutela del diritto.
Il grande principio dell'autodichia, della sovranità esclusiva di ogni Camera nel giudicare sui titoli di appartenenza dei suoi membri, che è fondamentale garanzia per la libertà del Parlamento, ha trovato in questa legislatura un'applicazione serena ed equilibrata, che fa giustizia delle critiche semplicistiche e pregiudiziali che venivano talora rivolte a questo istituto.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 17,30)

ANDREA ORSINI, Relatore. Ora, onorevoli colleghi, la parola spetta all'Aula, che, sola, ha il potere di decidere in materia, accogliendo o non accogliendo la proposta della Giunta. Ho tentato come relatore di dare conto, in maniera per quanto possibile approfondita, degli argomenti a sostegno dell'una dell'altra tesi. Alla coscienza di ogni collega spetta ora prendere in piena libertà una decisione su una materia oggettivamente difficile e controversa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, il mio gruppo ha libertà di coscienza perché certamente la relazione della Giunta, qui esposta, suscita interrogativi diversi in molti colleghi, per cui ciascuno si regolerà come ritiene opportuno con il suo senso istituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, a nome del gruppo intendo esprimere innanzitutto la mia solidarietà personale al parlamentare e al collega Corsini. Intendo esprimerla in quanto, sul piano personale io lo conosco, lo rispetto e lo stimo. Inoltre, so che se si è candidato cinque giorni dopo che la legge gli consentiva di farlo, lo ha fatto perché qualcuno gli ha chiesto di restare lì, ancora, in «naftalina», ad aspettare decisioni che dovevano essere prese.
Ma io ho una responsabilità e ho voluto prendere la parola proprio io, a nome del Pag. 76mio gruppo, perché mi trema la voce: ho la responsabilità politica di un partito che fa parte di una coalizione con cui vuole costruire - e ribadisce di voler costruire - un futuro politico e ho la necessità di rispettare la legge. La legge è legge e lo è anche quando non ci piace.
Ora il problema è e resta questo. Quando una legge non va bene, si cambia oppure si chiede alla Corte costituzionale di verificare se è incostituzionale, ma decidere che una legge non si applica in un determinato caso perché conviene, vuol dire comportarsi allo stesso modo in cui si denuncia che altri a volte si comportano.
Io mi sento angosciato, perché ho rispetto e stima per il collega Corsini; mi sento angosciato perché intendo ribadire la mia appartenenza a questa coalizione come singolo e come partito, ma ho il dovere, per il lavoro che ho svolto e per quello che svolgo, che in quest'Aula non si commetta un abuso e non si violi la legge per interessi di parte o di partito, e nemmeno per interessi nobili.
Io dico che uno strumento c'era e forse c'è ancora, se vogliamo ragionarci. Io dico che lo strumento c'è ed è quello che è stato già adottato in altri casi, anche in questa legislatura e anche nei confronti di altri parlamentari, anche Ministri: quello di rimettere la legge alla Corte costituzionale, questo doveva avvenire. Gli unici due modi per risolvere il problema erano questi: o si cambiava la legge o si investiva della questione la Corte costituzionale affinché ne verificasse la disparità di trattamento e la ragionevolezza. Non ha senso, infatti, dire che il parlamentare può essere candidato alla carica di sindaco, ma il sindaco non può essere candidato alla carica di parlamentare: o è l'una o è l'altra, e se va bene l'una, va bene anche l'altra (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Non ha senso prevedere una legge così monca, così irrazionale e così irragionevole. Un provvedimento di questo genere avrebbe dovuto essere inviato alla Corte costituzionale, o meglio ancora, avrebbe dovuto essere risolto in via legislativa da questo Parlamento. Non si può risolvere il problema caso per caso semplicemente perché interessa a qualcuno, ma bisogna risolverlo in via generale, perché la legge deve essere uguale per tutti e deve essere rivolta a tutti, e non solo ad una persona, anche se questa persona è un amico o un fratello.
Ecco perché ho voluto prendere la parola, perché chiedo ancora se non sia possibile tornare indietro con le lancette dell'orologio e riportare questo documento alla Giunta affinché venga valutata la possibilità di approvare una legge oppure di mandare la questione davanti alla Corte costituzionale.
In assenza di questo, però, non resta che applicare la legge, perché, collega Corsini, lo so che tu lo hai fatto in buona fede, lo so, ma proprio perché lo ha fatto sapendo quello che facevi, sapevi che stavi violando la legge. Lo hai fatto in buona fede, ma non può essere accettato da questo Parlamento che la legge venga violata.
Mi dispiace, ma l'Italia dei Valori ha costruito la sua storia politica sulla sua coerenza nel rispetto della legge e ogni volta che la legge non è piaciuta ha cercato di cambiarla, magari con un referendum, ma non ha mai cercato di violarla, e per queste ragioni non la violeremo neanche questa volta (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.

ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, vorrei rassicurare l'onorevole Di Pietro che non stiamo violando alcuna legge e ci richiamiamo in modo particolare a ciò che prevedono gli articoli 65 e 66 della Costituzione. L'articolo 66 della Costituzione afferma chiaramente che «ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità».
Rinviando ad una legge del 1957, condivido appieno ciò che ha affermato il relatore. Egli si è soffermato su ciò che ha Pag. 77stabilito il legislatore nel 1957 con una legge prevista nel quadro di un sistema proporzionale con indicazione delle preferenze e con circoscrizioni piccole.
Se vogliamo dire quali sono le contraddizioni e le incoerenze, ritengo anche incoerente che una Camera che può legiferare si rivolga alla Corte costituzionale.
Quindi su questo invito il Parlamento a fare una riflessione. Non voglio parlare di legge elettorale, ma credo sia possibile, in tempi rapidi, togliere le incoerenze contenute nella legislazione. Vedo l'onorevole Bruno, presidente della I Commissione, che mi fa segno di assenso rispetto a questa impostazione.
Individuo altre incoerenze - concludo subito il mio intervento - anche rispetto al testo unico della legge comunale, perché è prevista la decadenza. Il nostro collega è decaduto. Si andava a votare nel 2008, non voleva rischiare la presenza del commissario (senza finestre autunnali) e avrebbe potuto prorogare per un anno il commissario del comune di Brescia.
Lo ritengo un peccato veniale, un peccato fatto nel rispetto delle istituzioni e per questo con convinzione dico di respingere (o di non accogliere) - condivido appieno quanto è stato detto dal relatore - e di votare contro sull'ineleggibilità del collega Corsini, non certo perché amico, ma perché credo che in piena coscienza l'Assemblea possa decidere un evento di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, intervengo per una semplice dichiarazione. Non mi sento di accogliere il parere della Giunta per le elezioni, anche se ne comprendo perfettamente la interpretazione formale, semplicemente per il fatto che la stessa Giunta nel corso di questi anni ha consentito ad una quindicina di parlamentari di fare il presidente della provincia e i sindaci di città capoluogo, quindi non posso convenire per questa motivazione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Prima di passare al voto devo fare una domanda all'onorevole Di Pietro. Non ho capito bene dal suo intervento se lei chiede il rinvio in Giunta per un ulteriore approfondimento oppure cos'altro suggerisce praticamente per realizzare ciò che lei ha detto.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, ho chiesto se sia possibile rinviare il documento in Giunta per permetterne la valutazione, come è successo in altri casi anche in questa legislatura, di mandare le carte alla Corte costituzionale per valutarne l'irragionevolezza e la disparità di trattamento rispetto ad altri fatti (Commenti). Basta votare «no», senza fare tanta polemica, perché è un fatto personale che può riguardare ed ha riguardato parlamentari di uno schieramento e dell'altro. Forse è il caso che ci assumiamo la responsabilità di cambiare questa legge e non farla così irragionevole (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Vietti, prima che inizi l'intervento, il suo è uno dei due interventi (non so se a favore o contro) sulla proposta dell'onorevole Di Pietro?

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. No, signor Presidente, è un intervento sull'ordine dei lavori, o lo qualifichi lei come vuole.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, credo che la proposta dell'onorevole Di Pietro meriti di essere presa in considerazione perché la relazione della Giunta, se fosse una sentenza, si chiamerebbe una sentenza suicida. Infatti, praticamente svolge una motivazione a favore della non decadenza dell'onorevole Corsini e poi conclude con un dispositivo per la Pag. 78decadenza, quindi c'è un'evidente contraddizione, che peraltro è emersa in modo palese anche dalla relazione che ha svolto il relatore.
Pertanto, credo che questo sistema per cui la Giunta scarica sull'Assemblea la responsabilità di ribaltare la propria decisione per cui la Giunta ne esce con il rispetto formale delle regole, ma chiedendo poi all'Assemblea di contraddirla, esponendo una motivazione a sua volta contraddittoria tra motivazione e dispositivo, francamente ci metta tutti in grande imbarazzo.
Quindi, forse, un rinvio in Giunta o per sollevare la questione del conflitto di attribuzione o di incostituzionalità, o meglio, quanto meno per modificare le motivazioni, sarebbe estremamente opportuno (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Vietti, mi sembra che il suo è stato un intervento a favore della proposta di rinviare gli atti alla Giunta delle elezioni.
Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Soro. Ne ha facoltà.

ANTONELLO SORO. Signor Presidente, a me sembra che il richiamo al conflitto di attribuzione non abbia alcun appiglio dal punto di vista della Costituzione vigente. Esiste un consolidato campo di autodichia per cui la Camera su questa materia ha sempre deciso, avendo pieni poteri di decidere e di interpretare correttamente le attuali leggi e l'attuale giurisprudenza.
Voglio richiamare questo aspetto perché la Giunta delle elezioni, circa sette-otto anni fa, in un clima non proprio unitario, ha introdotto una nuova giurisprudenza, cioè ha stabilito che i deputati sono compatibili con la carica di sindaco e di presidente della provincia, perché la legge disciplina solo l'ineleggibilità. Come ha ricordato abbondantemente l'onorevole Orsini, le leggi elettorali sono state modificate, il sistema politico italiano è cambiato, ma è rimasta in piedi una condizione di ineleggibilità che è del tutto anacronistica. Voglio anche aggiungere che a suo tempo ho presentato una proposta per modificare quella legge, ciò che è ancora possibile fare e credo che oggi sarebbe giusto modificare la normativa relativa all'ineleggibilità, anche se personalmente ritengo, invece, che si dovrebbe approvare una legge che stabilisca l'incompatibilità, cioè esattamente il contrario di quello che oggi avviene.
Tuttavia, allo stato degli atti, in quest'Aula e nell'altro ramo del Parlamento abbiamo decine di parlamentari che svolgono la funzione di sindaco e di presidente della provincia. Mi pare davvero singolare che oggi stabiliamo che debba decadere l'unico deputato che non è più sindaco e che incorre in questa condizione, e che, invece, in attesa di nuove procedure legislative, debbano rimanere in carica 15-20 sindaci o presidenti di provincia.
Per queste ragioni credo che oggi dobbiamo assumerci la responsabilità di contraddire le decisioni della Giunta delle elezioni, che non è una novità, perché è una responsabilità che ci siamo assunti in molte occasioni, anche in materia analoga a questa. Per tali motivi riteniamo di confermare il giudizio che ha appena espresso l'onorevole Nannicini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. A norma dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento della Camera possono parlare, dopo il proponente della richiesta di rinvio in Giunta, soltanto un oratore contro ed uno a favore, cosa che è avvenuta. Altre domande di intervento verranno soddisfatte dopo la votazione.
Porrò dunque in votazione per alzata di mano la proposta di rinvio in Giunta, avvertendo che in caso di reiezione si procederà alla votazione della proposta della Giunta. Aggiungo che la proposta è di rinviare in Giunta per svolgere un approfondimento, perché il Regolamento non prevede che l'Assemblea possa dare alla Giunta un mandato su ciò che poi quest'ultima dovrà fare. Si tratta, dunque, Pag. 79di un rinvio in Giunta per un approfondimento del tema e la Giunta liberamente poi deciderà cosa fare.
Per agevolare il voto, procediamo con il procedimento elettronico senza registrazione di nomi.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio alla Giunta degli atti relativi alla richiesta di deliberazione di cui al documento III, n. 1.
(È respinta).

(Votazione - Doc. III - n. 1)

PRESIDENTE. Essendo stata respinta la proposta di rinvio alla Giunta, dobbiamo procedere alla votazione di merito.

MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Le dichiarazioni di voto sono esaurite, quindi le darò la parola immediatamente dopo la votazione.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, avevo chiesto la parola un quarto d'ora fa!

PRESIDENTE. Siamo in fase di votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di annullare l'elezione del deputato Paolo Corsini per motivi di ineleggibilità, con conseguente decadenza dal mandato parlamentare.
Avverto che, in caso di reiezione di tale proposta, l'elezione del deputato Corsini si intenderà convalidata. Per maggiore precisione, aggiungo che chi vuole votare per l'annullamento dell'elezione dell'onorevole Corsini deve votare: «sì», mentre chi vuole votare per la convalida dell'elezione dell'onorevole Corsini deve votare: «no».
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Vedi votazioni).

(Presenti 486
Votanti 475
Astenuti 11
Maggioranza 238
Hanno votato
21
Hanno votato
no 454).

Dichiaro, pertanto, convalidata l'elezione del deputato Paolo Corsini nella IV Circoscrizione Lombardia 2.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Damiano ed altri, Miglioli ed altri; Miglioli ed altri; Bellanova ed altri; Letta ed altri; Donadi ed altri: Misure straordinarie per il sostegno del reddito e per la tutela di determinate categorie di lavoratori. (A.C. 2100-2157-2158-2452-2890-3102-A) (ore 17,47).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge Damiano ed altri, Miglioli ed altri; Miglioli ed altri; Bellanova ed altri; Letta ed altri; Donadi ed altri: Misure straordinarie per il sostegno del reddito e per la tutela di determinate categorie di lavoratori.
Ricordo che nella seduta del 19 aprile 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che è intervenuto in sede di replica il relatore, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, vorrei chiederle per favore di richiamare l'Aula ad un'accettabile attenzione a questo intervento, non tanto perché parlo io, ma perché parliamo di lavoro.

Pag. 80

PRESIDENTE. Cari colleghi, l'onorevole Damiano ha delle informazioni importanti da dare, che possono riguardare l'ordine dei lavori. Invito, quindi, ad ascoltarlo con attenzione. Prego, onorevole Damiano.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, chiedo di intervenire sul complesso delle proposte emendative e chiedo anche di avere un'accettabile attenzione da parte dell'Aula, non tanto perché parlo io, ma perché una volta tanto si parla di lavoro. Dato che tutti i partiti qui presenti fanno del lavoro il tema fondamentale, per coerenza bisognerebbe, le poche volte che se ne discute, stare a sentire quali sono i problemi dei lavoratori, invece di avere questo atteggiamento di indifferenza e di disprezzo su un tema fondamentale che riguarda le famiglie e la crisi di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Quindi, chiedo di avere, per favore, un po' di attenzione e coloro che non sono interessati possono uscire dall'Aula, visto che questo argomento è di difficile...

PRESIDENTE. Onorevole Damiano, lei ha chiesto di intervenire sul complesso delle proposte emendative. Prima, però, dobbiamo dare alcune indicazioni all'Aula.

(Esame degli articoli - A.C. 2100-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato della Commissione.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 2100-A ed abbinate).
In particolare, la Commissione bilancio ha formulato una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, che sarà posta in votazione a norma dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento l'emendamento Poli 1.7, non previamente presentato in Commissione, che concerne le modalità di stabilizzazione dei lavoratori di pubblica utilità da parte delle pubbliche amministrazioni. Tale proposta emendativa è da considerarsi estranea rispetto agli argomenti già considerati nel testo o negli emendamenti presentati e giudicati ammissibili in Commissione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2100-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2100-A ed abbinate).

SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire perché stiamo per affrontare un tema molto delicato, sul quale la Commissione ha lavorato nei giorni scorsi, trovando su alcuni punti un'intesa e su altri, evidentemente, lasciando ancora aperta la possibilità di qualche altro approfondimento.
Tra l'altro, la Commissione bilancio si è anche pronunciata su alcune questioni che erano state poste all'attenzione della Commissione stessa.
Signor Presidente, anche avendo sentito i colleghi della Commissione e del Comitato dei nove, credo che sia opportuno un ulteriore approfondimento, anche per alcune questioni che sono state sollevate dalla Commissione bilancio e che richiedono qualche messa a punto specifica. Sarei dell'avviso, pertanto, ovviamente se i colleghi concordano, che sarebbe necessario rinviare alla prossima settimana l'esame complessivo del provvedimento e delle relative proposte emendative.

CESARE DAMIANO. Chiedo di parlare.

Pag. 81

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, concordo con la proposta dell'onorevole Moffa. Mi sembra saggio, a questo punto, rimandare a martedì della prossima settimana l'esame degli articoli e del complesso delle proposte emendative presentate, in modo tale che si possa compiere un confronto che sia di merito e di sostanza su un tema così importante.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, anche per evitare quanto è accaduto oggi, ossia che i rinvii vengano stabiliti di ora in ora, credo che la proposta del presidente Moffa sia seria e permetta a quest'Aula di intraprendere il percorso sul provvedimento in esame e di ultimarlo in una sola volta, a partire dalla prossima settimana. Per questo motivo, anche da parte nostra, esprimo parere favorevole sulla proposta del presidente Moffa.

PRESIDENTE. Se sulla proposta testé avanzata dal presidente Moffa non vi sono obiezioni, il seguito dell'esame del provvedimento si intende rinviato alla seduta di martedì 27 aprile.

Modifica nella composizione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica la deputata Maria Piera Pastore, in sostituzione del deputato Roberto Cota, dimissionario.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 22 aprile 2010, alle 10,30:

Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 18.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2449-C - em. 16.1, 16.50 515 515 258 248 267 44 Resp.
2 Nom. em. 16.100 519 276 243 139 276 44 Appr.
3 Nom. em. 16.51 522 519 3 260 239 280 42 Resp.
4 Nom. articolo 16 522 481 41 241 272 209 42 Appr.
5 Nom. em. 17.4 519 309 210 155 305 4 42 Appr.
6 Nom. em. 17.8 518 516 2 259 247 269 42 Resp.
7 Nom. em. 17.200 519 484 35 243 273 211 42 Appr.
8 Nom. subem. 0.17.102.100 518 273 245 137 270 3 42 Appr.
9 Nom. em. 17.102 520 515 5 258 268 247 42 Appr.
10 Nom. em. 17.210 526 520 6 261 517 3 41 Appr.
11 Nom. em. 17.53 511 311 200 156 44 267 41 Resp.
12 Nom. em. 17.202 525 486 39 244 271 215 40 Appr.
13 Nom. em. 17.100 523 522 1 262 520 2 40 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 17.203 525 488 37 245 273 215 40 Appr.
15 Nom. em. 17.54 530 530 266 257 273 38 Resp.
16 Nom. em. 17.1 524 522 2 262 256 266 38 Resp.
17 Nom. em. 17.55 517 516 1 259 244 272 37 Resp.
18 Nom. em. 17.15 514 513 1 257 244 269 37 Resp.
19 Nom. subem. 0.17.101.100 517 312 205 157 309 3 37 Appr.
20 Nom. em. 17.101 520 506 14 254 505 1 37 Appr.
21 Nom. em. 17.204 525 524 1 263 305 219 37 Appr.
22 Nom. em. 17.205 521 486 35 244 270 216 37 Appr.
23 Nom. em. 17.2 516 516 259 251 265 37 Resp.
24 Nom. em. 17.206 526 525 1 263 525 37 Appr.
25 Nom. em. 17.52 518 511 7 256 509 2 36 Appr.
26 Nom. articolo 17 521 275 246 138 275 36 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 43.32 527 305 222 153 20 285 35 Resp.
28 Nom. em. 43.39 526 326 200 164 18 308 35 Resp.
29 Nom. em. 43.200 526 517 9 259 504 13 35 Appr.
30 Nom. em. 43.54 527 331 196 166 21 310 35 Resp.
31 Nom. em. 43.101 527 518 9 260 518 35 Appr.
32 Nom. em. 43.55 530 304 226 153 22 282 35 Resp.
33 Nom. em. 43.58 516 296 220 149 21 275 35 Resp.
34 Nom. em. 43.102 507 475 32 238 349 126 34 Appr.
35 Nom. em. 43.61 504 326 178 164 25 301 34 Resp.
36 Nom. subem. 0.43.100.2 460 287 173 144 46 241 33 Resp.
37 Nom. subem. 0.43.100.1 489 479 10 240 22 457 33 Resp.
38 Nom. subem. 0.43.100.4 488 285 203 143 17 268 33 Resp.
39 Nom. em. 43.100 486 479 7 240 476 3 33 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 49)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 43.65 490 282 208 142 17 265 33 Resp.
41 Nom. articolo 43 463 448 15 225 432 16 33 Appr.
42 Nom. odg 9/2449-C/ 3 394 394 198 195 199 65 Resp.
43 Nom. odg 9/2449-C/5 437 436 1 219 214 222 63 Resp.
44 Nom. odg 9/2449-C/ 8 455 455 228 228 227 62 Appr.
45 Nom. odg 9/2449-C/ 11 451 450 1 226 222 228 62 Resp.
46 Nom. odg 9/2449-C/ 13 478 478 240 236 242 60 Resp.
47 Nom. odg 9/2449-C/ 15 475 456 19 229 34 422 59 Resp.
48 Nom. ddl 2449-C - voto finale 508 259 249 130 257 2 49 Appr.
49 Nom. Doc. III, n. 1 486 475 11 238 21 454 47 Resp.