Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 262 di lunedì 4 gennaio 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 12,10.

PRESIDENTE. Augurando a tutti i colleghi presenti i migliori auguri per l'anno che è appena iniziato, invito il segretario di Presidenza a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

DONATO LAMORTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 22 dicembre 2009.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brambilla, Brunetta, Crimi, Maroni e Tremonti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio della presentazione di disegni di legge di conversione e loro assegnazione a Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza, con lettera in data 30 dicembre 2009, i seguenti disegni di legge, che sono stati assegnati, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni:

alla II Commissione (Giustizia):
«Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2009, n. 193, recante interventi urgenti in materia di funzionalità del sistema giudiziario» (3084) - Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria) e XI;

alle Commissioni riunite I (Affari Costituzionali) e V (Bilancio):
«Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative» (3085) - Parere delle Commissioni II, III, IV, VI (ex articolo 73 comma 1-bis, del Regolamento), VII, VIII, IX, X, XI (ex articolo 73, comma 1- bis del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;

alla VIII Commissione (Ambiente):
«Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, recante disposizioni urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella regione Campania, per l'avvio della fase post emergenziale nel territorio della regione Abruzzo ed altre disposizioni urgenti relative alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed alla protezione civile» (3086) - Parere delle Commissioni I, II, IV, V, VI (ex articolo 73 comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis Pag. 2del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

I suddetti disegni di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, sono stati altresì assegnati al Comitato per la legislazione.

Sull'ordine dei lavori (ore 12,15).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per approfittare della presenza del Governo, in occasione di questa seduta che riguarda ovviamente la presentazione di alcuni provvedimenti dell'Esecutivo. Mi rivolgo ad esso a nome del gruppo del Partito Democratico per chiedergli, nei limiti della situazione in cui siamo, di venire prima possibile a riferire circa quello che sta accadendo in Iran. Tutti sanno che sono riprese le proteste in quel Paese - mi riferisco al cosiddetto «movimento verde» - e a seconda delle fonti (essendo difficile avere delle notizie certe da quel Paese) si parla già di un numero di morti che oscilla tra gli otto e i quindici, mentre sono certamente alcune migliaia gli arrestati. Tra l'altro, tra le morti vi è anche quella del nipote di Mousavi, leader dell'opposizione, il cui corpo non è stato ancora restituito ai familiari. Vi sono arresti che riguardano molti dirigenti riformisti, collaboratori non solo di Mousavi, ma anche dell'ex Presidente Khatami.
In un'intervista il Ministro degli affari esteri Frattini - se non erro sul Corriere della sera del 30 dicembre scorso - affermava che è sbagliato chiudere tutte le porte al regime di Teheran e che è necessario tendere la mano ancora per poco. Ovviamente il Ministro degli affari esteri avrà tutti gli elementi per fare queste dichiarazioni. Ovviamente, per quel che ci riguarda, ci interessa sapere quale sarà la linea di condotta del Governo, che cosa sta facendo il Governo e quali iniziative intenda prendere. Questa richiesta avverrà anche attraverso un atto di sindacato ispettivo (che depositeremo oggi) rivolto al Ministro degli affari esteri per fare in modo che singolarmente o anche in sede europea vi siano iniziative che tendano ad interrompere il massacro che si sta verificando in Iran.
Quindi, in questo senso e al di là degli atti del sindacato ispettivo, auspico che il Governo trovi modo di venire a riferire in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Giachetti. Credo di poter dire che la Presidenza condivide la preoccupazione che lei ha espresso, così come credo la condivida tutto il Parlamento. Il Governo, con la sua sensibilità, provvederà ad informare il Parlamento in modo da poterne anche ascoltare la valutazione su questa drammatica situazione.

SESA AMICI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SESA AMICI. Signor Presidente, la scorsa notte nella città di Reggio Calabria è stata posta una bombola a gas che ha fatto saltare il portone della procura di Reggio Calabria. È un atto di una gravità inaudita verso una procura impegnata nella lotta contro la mafia e la criminalità organizzata. Dai vertici dello Stato, ad iniziare dal Presidente della Repubblica e dai Presidenti di Camera e Senato, e da parte dell'intera nazione, si è già sentito il richiamo alla solidarietà piena ai magistrati e alle forze dell'ordine, in una regione che oggi è così impegnata nella lotta alla criminalità organizzata.
Proprio alla luce di questo atto e di questo salto di qualità così grave ed allarmante, non solo per la regione di Reggio Calabria ma per l'intero Paese, come gruppo del Partito Democratico crediamo Pag. 3che sia necessario non solo che il Governo trovi la forza di reagire nel modo più incisivo possibile (come sta già avvenendo in questi giorni), ma anche che dia conto delle notizie in proprio possesso e delle iniziative che intenda assumere, venendo al più presto a riferire in Parlamento su questo gravissimo attentato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Amici. Anche su questo aspetto credo di dover dire che la Presidenza e tutti i parlamentari condividano quanto lei ha detto. Si tratta di un atto gravissimo di intimidazione rivolto contro lo Stato e lo Stato deve saper affrontare questa sfida con straordinaria determinazione. Forse è un segnale che là dove cresce la qualità della sfida contro lo Stato, può crescere anche la qualità della risposta.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, per la verità mi ero illuso, in quanto nei giorni scorsi, seguendo la disperazione dei lavoratori della FIAT di Pomigliano d'Arco, avevo lanciato un appello ed un invito al Presidente della Camera affinché venisse posta all'ordine del giorno, subito, all'inizio di gennaio 2010, la questione relativa a questi lavoratori. Anche sui giornali era già comparsa la richiesta di un incontro da parte dei trentotto lavoratori licenziati il 31 dicembre dalla Fiat di Pomigliano D'Arco con il Presidente della Camera. Pensavo che stamani, nelle comunicazioni del Presidente, vi fosse qualcosa che potesse riguardare la drammatica situazione di questi lavoratori.
In data 28 dicembre una lettera della FIAT Group Automobiles Spa recita: «In riferimento alla nostra del 27 febbraio 2009, le confermiamo che il suo rapporto di lavoro a tempo determinato con FIAT Group cessa in data 31 dicembre 2009. Il suo trattamento di fine rapporto e ogni altra sua spettanza le saranno liquidati a far data dal 29 gennaio 2010, tramite l'accredito sul conto corrente già utilizzato per l'accredito delle sue spettanze mensili». La lettera prosegue: «La documentazione inerente la cessazione del suo rapporto di lavoro le sarà inviata direttamente al suo domicilio. Ringraziandola per la collaborazione prestata, porgiamo distinti saluti. La direzione della FIAT Group Automobiles Spa».
Ebbene, questo è semplicemente l'ultimo bollettino di guerra, anzi l'ultimo bollettino di licenziamenti che si stanno verificando lì giù in Campania, nel Mezzogiorno d'Italia. Ci sono, infatti, già 2 mila lavoratori che hanno perso il posto di lavoro in questi ultimi giorni e che hanno mandato una lettera al Capo dello Stato Napolitano, denunciando la loro situazione di non avere più un futuro.
Essi cercano solo dignità e lavoro, non vogliono assistenzialismo, non vogliono essere assistiti ed essere trattati come della merce. Scrivendo al Capo dello Stato, affermano di non aver ottenuto tale riconoscimento, e questo lo dicono i lavoratori della Melpem Srl del gruppo IPM di Arzano, in provincia di Napoli, i lavoratori della birra Peroni di Miano a Napoli, i lavoratori della ICMI di San Giovanni a Teduccio e della Cablauto di Mariglianella, sempre a Napoli, i lavoratori della Bitron, un'azienda che si trova a Morra de Santis, in provincia di Avellino, e i lavoratori della Scai Sud di Oliveto Citra, in provincia di Salerno. Da ultimo, la settimana scorsa si sono aggiunti anche i lavoratori del settore alimentare, di qualcosa, cioè, che si consuma sempre come la pasta; infatti, i lavoratori del pastificio Russo di Cicciano e di Pomigliano d'Arco sono senza lavoro.
Ebbene, tutti questi lavoratori hanno inviato un'accorata lettera al Capo dello Stato dicendo che ormai sono senza reddito da molto tempo e ancora non si riesce a definire la loro situazione. Essi ricordano che nel 2008 non è stata riconosciuta la mobilità in deroga, perché non erano sufficienti le risorse messe a disposizione dal Governo, mentre nel 2009 tali risorse sono state stanziate, anche se molto in ritardo.

Pag. 4

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Barbato.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, qui c'è una situazione gravissima. Il Sud crolla a pezzi e non parlo solo di fabbriche e di operai, del classico Cipputi, ma anche di ingegneri, di camici bianchi e di tecnici, come quelli di Eutelia, addirittura di chi lavora indossando il doppiopetto. Nel settore assicurativo, le compagnie di assicurazione hanno chiuso centinaia di agenzie nel Sud e i grandi gruppi come la Fonsai, la Milano assicurazioni e l'Ugf del gruppo Unipol e anche piccole compagnie come la Navale assicurazioni. La Progress assicurazioni è una compagnia che lo scorso anno aveva 170 agenzie in Italia: da questo mese ne ha poco meno di 40. Inoltre, per ogni agenzia ci sono partite IVA che si chiudono, cioè sono coinvolti anche lavoratori autonomi e liberi professionisti.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Barbato.

FRANCESCO BARBATO. Vado alle conclusioni, signor Presidente.
Non si danno delle risposte precise, forti e autorevoli che sarebbero necessarie in questo momento. L'unica cosa che sento dire è che il Governo la prossima settimana, il 7 gennaio, darà altri due nuovi posti, destinati a due nuovi sottosegretari, la Santanchè e Viceconte. Vi sembra davvero questo il modo di salvare i posti di lavoro? Gli unici posti che si creano sono destinati alla casta, al potere e per tutelare la Santanchè e Viceconte. Penso che questa sia veramente una provocazione e diffido il Presidente Berlusconi dal nominare questi nuovi sottosegretari, altrimenti davvero ci sarà la rivolta nel Paese, davvero si tirerà giù palazzo Chigi, perché queste nomine, in un momento così difficile e di disperazione della gente e di esasperazione dei cittadini non sono le risposte adatte.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbato...

FRANCESCO BARBATO. Concludo dicendo che la politica oggi non sta facendo il suo dovere, perché sta perdendo di vista gli obiettivi che in questo momento sono rappresentati dal lavoro, dalla salvaguardia dei posti di lavoro e dai tempi, poiché bisogna intervenire da oggi, 4 gennaio, dall'inizio dell'anno. È di questo che dobbiamo parlare, mentre vedo che oggi la politica si trastulla e pensa al metodo Ghedini, alla bozza Violante e alla riforma costituzionale. Ma che gliene frega agli italiani di tutto questo? Gli italiani vogliono il lavoro, vogliono avere un'occupazione, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, dove se perdono il loro posto di lavoro hanno come alternativa un unico altro datore di lavoro, la camorra, la criminalità organizzata. Cosa volete fare, trasformare le persone che perdono il posto di lavoro in estorsori, rapinatori e spacciatori di droga?
È questo il motivo per il quale intervengo in questa sede e vi dico che in questo momento occorre una sola riforma: la politica deve tornare ad occuparsi del vero problema del Paese...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbato...

FRANCESCO BARBATO. ... il lavoro, e io resterò qui in Aula, occuperò l'Aula...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbato. Il dramma della disoccupazione è sentito profondamente da tutti. Non si tratta soltanto di alcune situazioni di crisi aziendale, ma ancora più grave è la situazione dei tanti artigiani, dei tanti commercianti che chiudono la loro attività e poiché occupano una, due, tre o quattro persone nessuno se ne accorge, ma la perdita complessiva è grave.
Il Governo, per la verità, ha presentato dei provvedimenti; la inviterei a intervenire quando vi sarà la discussione, che si avvia adesso in Commissione, sui più recenti provvedimenti del Governo, ed eventualmente a fare uso degli strumenti del sindacato ispettivo e della mozione parlamentare per impegnare l'Aula parlamentare Pag. 5ed il Governo in una discussione su un tema che è drammaticamente sentito da tutti.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, è tardi! Io resto qui in Aula!

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, devo dirle anche che è meglio evitare, anzi, a termini di Regolamento, bisogna evitare l'ostentazione nell'Aula parlamentare di simboli, quali che siano. Le magliette con le scritte vanno bene sulle spiagge, ma non vanno bene nell'Aula parlamentare.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, questo è il lavoro che non si deve toccare e che si deve difendere. Per questa ragione resto qui!

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, prendo atto del significato politico delle sue affermazioni. Naturalmente, lei comprenderà che la Presidenza ha il dovere di garantire l'ordine della seduta e, in generale, l'ordine all'interno delle sedi della Camera.
Le propongo di desistere dall'intenzione da lei manifestata e invito comunque i deputati questori a provvedere agli adempimenti di competenza.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 11 gennaio 2010, alle 15:

1. - Discussione del disegno di legge:
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Sede tra il Governo della Repubblica italiana e il Network internazionale di Centri per l'Astrofisica Relativistica in Pescara - ICRANET, fatto a Roma il 14 gennaio 2008 (2815-A).
- Relatore: Narducci.

2. - Discussione delle mozioni Bernardini ed altri n. 1-00288 e Vietti ed altri n. 1-00240 concernenti la situazione del sistema carcerario italiano.

3. - Discussione della mozione Ghiglia ed altri n. 1-00269 concernente iniziative per la riduzione delle emissioni di gas-serra, con particolare riferimento allo sviluppo delle reti di ricarica dei veicoli elettrici sul territorio nazionale.

4. - Discussione delle mozioni Iannaccone ed altri n. 1-00265 e D'Antoni ed altri n. 1-00300 concernenti iniziative per favorire l'occupazione nel Mezzogiorno.

La seduta termina alle 12,30.