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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 244 di mercoledì 11 novembre 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 9,35.

RENZO LUSETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

Sul processo verbale (ore 9,38).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi avvalgo della facoltà concessami dall'articolo 32, comma 3, del Regolamento, ricordando a me stesso che è una facoltà unilaterale di un deputato poter chiarire il proprio pensiero e, ovviamente, ciò non dà luogo a dibattito, ma semplicemente alla presa d'atto di qualcosa che debba rimanere a verbale e che rappresenta, ripeto, unilateralmente il pensiero di un deputato. Il bisogno di chiarire il mio pensiero rispetto ad alcune fasi della seduta di ieri nasce dal fatto che vorrei che emergesse chiara la mia preoccupazione rispetto allo svolgimento di alcune parti della seduta in modo che noi sempre, in quest'Aula, ci possiamo trovare nella condizione di rispettare il nostro Regolamento.
Ieri, in sostanza, ho sollevato due questioni. Una è relativa al fatto che, dopo aver posto in votazione un emendamento, la votazione è stata sospesa per un presunto ritiro dell'emendamento stesso da parte del proponente. Il Presidente giustamente mi ha invitato a controllare il resoconto stenografico; l'ho controllato e non risulta agli atti che l'emendamento sia mai stato ritirato dal proponente. Quest'ultimo, infatti, ha rinunciato all'intervento, ma l'emendamento era vivo e vigente, poi il relatore Leone ha sottolineato che era stato ritirato.
L'articolo 50, comma 3, del Regolamento parla chiaro e lei, signor Presidente, rispondendo al collega Baldelli, ha spiegato anche che esisterebbe una discrezionalità del Presidente a sospendere la votazione e a concedere la parola. Io penso che queste siano delle eccezioni che, ovviamente motivate, possono accadere ma che non possono trasformarsi in prassi e, soprattutto, non possono essere considerate come una discrezionalità della Presidenza. Ovviamente è il mio pensiero che mi interessa chiarire rispetto a questo primo punto.
Il secondo punto, signor Presidente, è relativo alle proposte emendative dell'onorevole Lanzillotta e voglio semplicemente rappresentare il mio pensiero. Non appena lei ha dichiarato decaduto l'emendamento dell'onorevole Lanzillotta, mi sono alzato in Aula per sottoscriverlo, come riportato agli atti, affinché fosse posto in votazione. Preciso che quando non parlo a nome del gruppo lo spiego, mentre nel momento in cui parlo come segretario d'Aula, finché lo sono, parlo a nome del gruppo. Quindi, ho chiesto che questo emendamento potesse essere sottoscritto e posto in votazione. Mi è stato risposto, signor Presidente, non che non avevo titolo a fare ciò (come è successo dopo), ma che avrei dovuto farlo prima. Allora, mi sono interrogato, le dico la verità, tutta la notte, per capire che cosa significa il termine «prima», ovvero quale fosse il momento «prima» in cui io avrei potuto esercitare questo diritto di segretario d'Aula: dieci minuti prima, un giorno Pag. 2prima, prima della presentazione? Era anche difficile immaginare di poter sottoscrivere prima questo emendamento, atteso che nell'esame e nel voto di altre proposte emendative della stessa onorevole Lanzillotta questo tema non era stato posto. Quindi, ho potuto preoccuparmi di questa problematica esclusivamente nel momento in cui è accaduto che lei, dopo alcuni voti su altre proposte emendative dell'onorevole Lanzillotta e resasi conto che la collega non era in Aula, ha dichiarato di voler far decadere l'emendamento.
Lei ha detto successivamente all'onorevole Soro che l'emendamento non poteva essere sottoscritto, ma doveva essere fatto proprio dal gruppo. Tuttavia, io ho difficoltà a capire bene quale sia la differenza e attraverso quale sistema, se non quello della sottoscrizione da parte del delegato del presidente, sia possibile fare proprio un emendamento, se non appunto sottoscrivendolo e chiedendo che sia messo in votazione. Difficilmente penso che l'entità di un gruppo rispetto all'esigenza di sottoscrivere un emendamento possa risultare agli atti. Non mi risulta che possa esserci un emendamento firmato dall'onorevole Lanzillotta e dal gruppo del Partito Democratico. Ovviamente c'è un emendamento firmato dall'onorevole Lanzillotta e non essendo presente la collega, la prassi (quindi la regola generale) in quest'Aula è sempre stata che, a prescindere dalla presenza o meno del deputato, i documenti venivano messi in votazione. Sicuramente ci sono delle eccezioni anche in questo caso, ma è del tutto evidente che, affinché il gruppo potesse fare proprio l'emendamento, era necessario che qualcuno lo sottoscrivesse e ne chiedesse la votazione. Questo è ciò che è accaduto, mentre sulla coda della seduta di ieri non ho nulla da chiarire perché quello che ho detto per me è molto chiaro e lo sottoscrivo. Quindi, era soltanto una chiarificazione rispetto al mio pensiero relativo alla parte precedente del dibattito.
Concludo semplicemente ricordando e sottolineando che queste sono mie dichiarazioni, che vorrei restassero agli atti. È un diritto che mi è riconosciuto dal comma 3 dell'articolo 32 del Regolamento. Chiedo che venga preso atto di ciò che dico, affinché rimanga semplicemente agli atti della Camera, senza aprire una discussione.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, come vede, infatti, lei ha potuto esprimere, a norma dell'articolo 32, comma 3, del Regolamento, il suo pensiero. A me non resta che ripetere che le osservazioni rivolte a lei e la mia replica di ieri sera vengono ribadite e risottolineate in ogni parola.
Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bergamini, Bernini Bovicelli, Brugger, Cesario, Cicchitto, Cota, De Biasi, Donadi, Frassinetti, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Lo Monte, Lucà, Lupi, Martini, Messina, Milanato, Molgora, Mura, Pescante, Romani, Soro, Stucchi, Tenaglia, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito l'onorevole segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

RENZO LUSETTI, Segretario, legge:
GIUSEPPE CATANZARO, da Tricesimo (Udine), chiede:
che l'Italia sia risarcita per i danni subiti al termine della seconda guerra Pag. 3mondiale, a causa della firma del Trattato di pace del 10 febbraio 1947 (761) - alla III Commissione (Affari esteri);
MATTEO LA CARA, da Vercelli, chiede:
l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla cartolarizzazione dei beni immobili degli enti previdenziali (762) - alla VI Commissione (Finanze);
misure per il blocco degli sfratti in favore degli inquilini di alloggi pubblici (763) - alla VIII Commissione (Ambiente);
l'istituzione del Ministero per gli italiani nel mondo (764) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede:
l'innalzamento del limite massimo di velocità sulle autostrade, contestualmente all'adozione di misure volte ad aumentare la sicurezza della circolazione autostradale (765) - alla IX Commissione (Trasporti);
iniziative affinché la Svizzera, la Repubblica di San Marino e lo Stato della Città del Vaticano contribuiscano alle spese sostenute dallo Stato italiano per la protezione delle frontiere (766) - alla III Commissione (Affari esteri);
l'eliminazione di ogni forma di tassazione gravante sulle imprese (767) - alla VI Commissione (Finanze);
misure concernenti l'abbigliamento dei lavoratori e degli studenti, volte a ridurre il rischio di incidenti (768) - alle Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro);
iniziative per limitare l'uso di espressioni scurrili nei mezzi di comunicazione (769) - alla VII Commissione (Cultura);
l'eliminazione dell'insegnamento religioso nelle scuole e il potenziamento dell'insegnamento dell'educazione civica (770) - alla VII Commissione (Cultura);
misure per la tutela dei cittadini nello svolgimento di interviste televisive in luoghi pubblici o aperti al pubblico (771) - alla VII Commissione (Cultura);
provvedimenti per contrastare la diffusione e la pubblicazione dei documenti processuali riservati (772) - alla II Commissione (Giustizia);
norme per garantire che il divieto di fumo sia rispettato anche nelle trasmissioni televisive (773) - alla XII Commissione (Affari sociali);
misure per assicurare l'accesso al credito da parte delle imprese che subiscono ritardi nei pagamenti dovuti dalle pubbliche amministrazioni (774) - alla VI Commissione (Finanze);
ALESSANDRO MARIA VIOTTO, da Stresa (Verbano-Cusio-Ossola), chiede nuove norme in materia di sottrazione di minori e loro trattenimento illecito all'estero (775) - alla II Commissione (Giustizia);
MARINO SAVINA, da Roma, chiede:
l'eliminazione delle deroghe al divieto, per i pubblici dipendenti, di svolgere attività professionali, previste, in favore del personale sanitario, dal decreto legislativo 2 ottobre 2009, n. 153 (776) - alla XII Commissione (Affari sociali);
iniziative per impedire l'applicazione della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che vieta l'esposizione del Crocefisso nelle scuole italiane (777) - alla I Commissione (Affari costituzionali).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 1397 - d'iniziativa dei senatori Azzollini ed altri: Legge di contabilità e finanza pubblica (Approvata dal Senato) (A.C. 2555-A); e dell'abbinata proposta di legge D'Antona ed altri (A.C. 659).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, d'iniziativa dei senatori Azzollini ed Pag. 4altri: Legge di contabilità e finanza pubblica e dell'abbinata proposta di legge d'iniziativa dei deputati D'Antona ed altri.
Ricordo che nella seduta del 10 novembre 2009 è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo Cambursano 11.01.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,49).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,10.

La seduta, sospesa alle 9,50, è ripresa alle 10,10.

PRESIDENTE. Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Contento 12.50.
La Commissione accetta l'emendamento del Governo 12.600.
La Commissione, infine, esprime parere contrario sull'emendamento Lanzillotta 12.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, tenendo presente che l'emendamento Lanzillotta 12.1 nella sostanza richiede la fornitura di dati che è impossibile avere; si tratta quindi di un motivo di semplice razionalità.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Contento 12.50.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, non posso che aderire alla richiesta di ritiro dell'emendamento, anche perché ho visto che in seguito al lavoro effettuato in Commissione, e all'apporto del relatore, è stato inserito all'articolo 12 il comma 7, che prevede che il Ministro dell'economia e delle finanze presenti alle Camere entro il mese di aprile di ogni anno la Relazione generale sulla situazione economica del Paese per l'anno precedente.
Credo che in effetti le questioni relative all'indebitamento delle famiglie e delle imprese nel sistema abbiano una rilevanza ai fini degli interventi che si possono adottare sotto il profilo legislativo, e anche degli interventi del Governo; ritengo però che l'invito al ritiro possa essere in questo caso perfettamente accolto in quanto giustificato, soprattutto se la Relazione cui ho fatto cenno potrà eventualmente tener conto anche di tali ordini di grandezza, mettendoli a disposizione del Parlamento.
Sulla scorta di ciò credo quindi di poter ritirare il mio emendamento, ed eventualmente trasformarlo in un ordine del giorno che impegni il Governo a far figurare gli aspetti relativi all'indebitamento nella Relazione cui ho fatto cenno.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che l'onorevole Contento accede all'invito al ritiro del suo emendamento 12.50 formulato dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 12.600 del Governo (Commenti). Ho Pag. 5capito, stanno distribuendo le tessere, però avevo dato il preavviso di venti minuti, e abbiamo anche sospeso la seduta.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.600 del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mariarosaria Rossi... onorevole Coscia... onorevole Rampi... onorevole Duilio... onorevole Nirenstein... onorevole Calderisi... onorevole Andrea Orlando... onorevole Burtone... onorevole De Camillis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 423
Maggioranza 212
Hanno votato
423).

Prendo atto che i deputati Ruvolo, Binetti, Rigoni e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Zinzi e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Lanzillotta 12.1. Constato l'assenza dell'onorevole presentatore, pertanto tale proposta emendativa è da ritenersi decaduta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Virgilio... onorevole Coscia... onorevole Cesare Marini, onorevole Fogliardi, onorevole Ruvolo... onorevole De Pasquale... onorevole Rosso... onorevole Traversa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 435
Maggioranza 218
Hanno votato
435).

Prendo atto che i deputati Oliverio e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Zinzi e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Borghesi 13.3, Cambursano 13.6, sugli identici emendamenti Cambursano 13.4 e Ciccanti 13.5, sull'emendamento Fontanelli 13.58, sugli identici emendamenti Cambursano 13.50, Ciccanti 13.52 e Graziano 13.54, sull'emendamento Cambursano 13.7, sugli identici emendamenti Borghesi 13.8 e Andrea Orlando 13.56, sugli identici emendamenti Cambursano 13.51, Ciccanti 13.53 e Graziano 13.55.
La Commissione esprime invece parere favorevole sull'emendamento Duilio 13.57 a condizione che sia riformulato come segue: Al comma 4, aggiungere in fine, il seguente periodo: «Con il medesimo decreto di cui al comma 3, possono essere stabilite le modalità di ripartizione delle risorse tra le amministrazioni preposte alla realizzazione della banca dati».

PRESIDENTE. Onorevole Leone, qual è parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi Cambursano 13.01 e Causi 13.02?

ANTONIO LEONE, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Cambursano 13.01 e Causi 13.02.

Pag. 6

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 13.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, intervengo unitariamente sugli emendamenti Borghesi 13.3 e Cambursano 13.6 e 13.4 che tendono complessivamente da una parte a sopprimere l'articolo 13, cioè ad eliminare la norma che istituisce, presso la Ragioneria generale dello Stato, la banca dati delle amministrazioni pubbliche poiché la legge sul federalismo fiscale aveva già previsto la costituzione della medesima banca presso la commissione tecnica paritetica nell'ambito della Conferenza unificata, come evidenziato nell'emendamento Cambursano 13.6.
Per quanto concerne l'emendamento Cambursano 13.4 poniamo un problema di coordinamento con la legge 5 maggio 2009, n. 42, che già individua nella commissione tecnica di cui all'articolo 4 e nella Conferenza di cui all'articolo 5 in particolare alla lettera g) del comma 1, le sedi di condivisione tecnica e politico-istituzionale dei dati finanziari. Essa prevede altresì l'istituzione di una banca dati comprendente indicatori di costo, di copertura e qualità dei servizi. Si ritiene pertanto a nostro avviso necessario che vi sia una stretta correlazione tra il lavoro di raccolta dati che la commissione tecnica sta avviando con quella che sarà, a regime, la sede fisica, il soggetto istituzionale che dovrà gestire e implementare la banca dati. Mi preme ancora sottolineare che, per quanto riguarda l'attuazione del federalismo fiscale, permane l'esigenza di assicurare trasparenza e parità nella lettura, elaborazione e gestione delle informazioni finanziarie. Ecco perché chiediamo al Governo e alla maggioranza un ripensamento rispetto a questi tre emendamenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, non mi pare per nulla condivisibile un emendamento soppressivo dell'articolo 13 - quello che istituisce la banca dati delle amministrazioni pubbliche - perché evidentemente uno degli elementi caratterizzanti il provvedimento al nostro esame è proprio la costituzione, presso il Ministero dell'economia e delle finanze, di una banca dati delle amministrazioni pubbliche per la leggibilità, l'accomunabilità, l'armonizzazione e l'omogeneizzazione dei bilanci delle varie pubbliche amministrazioni.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, avvicini il microfono; per cortesia, colleghi, non riusciamo ad ascoltare l'onorevole Baldelli. Prego, onorevole Baldelli.

SIMONE BALDELLI. Fare questo evidentemente significa estrapolare e sopprimere una parte del provvedimento che risulta essere sostanziale, proprio perché, come abbiamo affermato anche nel corso della discussione sulle linee generali, uno degli elementi virtuosi dello stesso - oltre alla modifica del meccanismo della sessione di bilancio e alla sostanziale riscrittura delle regole della sessione di bilancio nel rapporto tra Governo e Parlamento e tra Parlamento, amministrazioni locali ed Unione europea - è anche quello di fornire a coloro che ne abbiano la necessità, ivi intendendosi non solo il Parlamento e le Commissioni competenti ma anche il cittadino contribuente, un quadro di insieme delle spese, delle uscite e delle entrate, insomma un quadro della finanza pubblica di tutte le pubbliche amministrazioni.
È chiaro che, in assenza di una banca dati nella quale siano presenti e confrontabili tutti questi elementi, siffatto quadro di confronto viene pressoché negato, e un emendamento soppressivo di tale misura evidentemente snaturerebbe il provvedimento. Pag. 7
Considero dunque assolutamente comprensibile il parere contrario su di esso espresso dal relatore e dal Governo. Pertanto il gruppo del PdL voterà secondo l'indicazione data dal Governo e dal relatore, proprio perché evidentemente questo elemento risulta al centro del provvedimento e la sua soppressione ne snaturerebbe una parte consistente nonché quel principio di trasparenza che il provvedimento stesso induce.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 13.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Servodio, Coscia, Pecorella, Nizzi, Strizzolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 428
Astenuti 28
Maggioranza 215
Hanno votato
189
Hanno votato
no 239).

Prendo atto che i deputati Zinzi e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cambursano 13.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Siracusa, Nizzi, Oliverio, Nannicini, Murer, Vico, Zamparutti, Murgia, Casini, Zinzi, De Micheli...l'onorevole Oliverio ancora non è riuscito a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 431
Astenuti 28
Maggioranza 216
Hanno votato
192
Hanno votato
no 239).

Prendo atto che i deputati De Girolamo e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cambursano 13.4 e Ciccanti 13.5, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Coscia, Oliverio, Zinzi, Galletti, Miglioli, Porfidia, Vico, Damiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato
221
Hanno votato
no 241).

Chiedo scusa all'onorevole Servodio, ma non mi era stata segnalata la sua difficoltà di voto.
Prendo atto che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fontanelli 13.58.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fontanelli. Ne ha facoltà.

PAOLO FONTANELLI. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire in Aula qual è il senso di questo emendamento, che sicuramente non è stravolgente l'impianto del provvedimento che stiamo approvando, ma è integrativo e coerente agli atti e alle riforme, che con grande rilievo e importanza riconosciuta da tutti, questo Parlamento ha già adottato. L'obiettivo di Pag. 8questo emendamento è quello di raccordare l'istituzione di una banca dati con quanto già previsto in ordine ai compiti della commissione tecnica per l'attuazione del federalismo fiscale. Questo consente di avere una banca dati aperta anche al sistema degli enti locali e, quindi, in grado di socializzare le conoscenze, ma anche le responsabilità, sul piano di una corretta gestione della finanza pubblica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontanelli 13.58, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Cesare Marini, Servodio, Sposetti, Coscia, Miglioli, Pecorella, Strizzolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 472
Maggioranza 237
Hanno votato
229
Hanno votato
no 243).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cambursano 13.50, Ciccanti 13.52 e Graziano 13.54.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, chiedo di votare a favore di questo mio emendamento, che si fa carico di una richiesta del sistema delle autonomie, soprattutto ai colleghi deputati della Lega, perché con esso vengono definite le modalità di accesso alla banca dati delle amministrazioni pubbliche. Questa modalità di accesso viene richiesta attraverso delle intese. È necessario che il sistema delle autonomie possa accedere alle banche dati con la stessa possibilità che hanno altri soggetti pubblici, soprattutto il Parlamento. Oggi il sistema di tipo federale della gestione dei conti pubblici, l'asse portante di questa riforma che stiamo discutendo, così come è stato impostato, induce a ritenere sullo stesso piano gli organismi statuali e quelli del sistema delle autonomie, in forza proprio dall'articolo 114 della Costituzione che li rende equiordinati.
Se il Parlamento è la sintesi di tutto questo sistema di soggetti pubblici che intervengono a definire e a concorrere agli obiettivi di finanza di pubblica è anche giusto che il governo dei dati sia condiviso, perché se si chiede a comuni, province e regioni di condividere gli obiettivi di finanza pubblica essi devono avere gli stessi strumenti di tutti i soggetti che vi concorrono. Quindi, vi ringrazio se voterete, in coerenza con chi ha votato il federalismo fiscale, anche questa norma.

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, l'argomentazione dell'onorevole Ciccanti è in parte condivisibile, però l'emendamento in esame andrebbe modificato perché così come è scritto sicuramente modifica la struttura della banca dati. Allora lo stesso emendamento dovrebbe essere riformulato nel seguente modo: «Con apposita intesa da raggiungere in sede di Conferenza unificata vengono definite le modalità di accesso alla banca dati delle amministrazioni pubbliche e dei soggetti di cui al comma 2». Ovviamente l'intesa riguarderebbe solo le amministrazioni pubbliche territoriali, quindi dopo le parole «amministrazioni pubbliche» bisognerebbe inserire la parola «territoriali» (mantenendo altresì le parole: «e dei soggetti di cui al comma 2»). Poi vanno cancellate le parole: «la medesima intesa stabilisce altresì il contenuto della banca dati unitaria», perché questo ovviamente non è materia disponibile. Resterebbe poi il periodo che inizia con le parole «Con decreto», però andrebbero soppresse le Pag. 9due parti conseguenziali. Se vi è accordo su tale riformulazione il parere può cambiare in favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole Ciccanti e onorevole Cambursano, chiedo al relatore al quale - come sapete - spetta la facoltà di proporre la riformulazione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la riformulazione proposta dal Governo convince il relatore, per cui chiedo ai proponenti se siano d'accordo con tale proposta di riformulazione che avrebbe il parere favorevole della Commissione.

PRESIDENTE. Per chiarezza di tutti, chiedo se fosse possibile brevissimamente accantonare l'esame di tali identici emendamenti al fine di predisporre una riformulazione scritta. Tali proposte emendative sarebbero esaminate prima della votazione dell'articolo 13. Giusto per la precisione dei nostri lavori.

ANTONIO LEONE, Relatore. Va bene.

PRESIDENTE. Colleghi, poiché gli uffici mi segnalano che tali proposte emendative hanno effetti sui commi successivi, chiederei che la riformulazione sia fatta immediatamente.

AMEDEO CICCANTI. Chiedo di parlare

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, oltre all'accoglimento di tale proposta di riformulazione nell'occasione potremmo dare attenzione anche agli identici emendamenti Cambursano 13.51 Ciccanti 13.53 e Graziano 13. 55 - mi riferisco al Governo e al relatore - perché anche qui la questione è strettamente connessa.

PRESIDENTE. Vediamo...

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, in attesa di conoscere la riformulazione in esame mi pare corretto riconoscere la disponibilità del Governo ad accogliere, pur con una riformulazione, gli identici emendamenti Cambursano 13.50, Ciccanti 13.52 e Graziano 13.54. Va da sé che decadrebbero per assorbimento gli emendamenti Cambursano 13.7, Borghesi 13.8 e Andrea Orlando 13.56. Se poi, come ricordava adesso il collega Ciccanti, si volesse inserire anche la rappresentanza delle associazioni degli enti territoriali in un colpo solo potremmo evidentemente eliminare la necessità di mettere ai voti l'elenco di proposte emendative che ho appena fatto.
Mi preme anche qui ricordare - concludo per davvero, signor Presidente - che a questo punto, se questi emendamenti vengono approvati, in qualche modo si giustificherebbe - ma è una battuta che faccio nei confronti del relatore che in questo momento è disattento - la necessità di risorse aggiuntive. Mi riferisco alle risorse di personale di cui si è parlato ieri sera nell'interruzione. Tuttavia ne riparleremo al momento debito.

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, poiché l'onorevole Cambursano ha chiesto un ripensamento sugli identici emendamenti Cambursano 13.51, Ciccanti 13.53 e Graziano 13.55, sottolineo che una cosa sono i soggetti istituzionali, altra cosa sono gli organismi rappresentativi che sono soggetti privati che non mi sembra il caso di riconoscere in questa legge.

PRESIDENTE. Se la riformulazione degli identici emendamenti Cambursano 13.50, Ciccanti 13.52 e Graziano 13.54 è Pag. 10pronta, possiamo procedere, altrimenti siamo costretti a sospendere la seduta per qualche minuto.

MARCO CAUSI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, mi auguro che il lavoro che sta facendo il Viceministro Vegas con gli uffici abbia un esito positivo per la riformulazione di questi emendamenti. Infatti si verrebbe ad incidere su una questione importante, vale a dire sul fatto che la banca dati non è proprietà esclusiva di un dipartimento governativo ma è proprietà condivisa non soltanto del dipartimento della ragioneria generale dello Stato ma anche di altri enti governativi come l'ISTAT e il CNIPA ed è costituita con la piena intesa della Conferenza Stato-autonomie. Anche il Partito Democratico ritiene che se la riformulazione sarà positiva e accettabile si supererà un problema rilevante. Ritireremo i restanti nostri emendamenti all'articolo 13 e potremmo anche modificare il nostro giudizio complessivo sull'articolo 13. Aspettiamo questa riformulazione per chiudere questa valutazione.

PRESIDENTE. Il relatore è pronto per la riformulazione? La possiamo leggere? Altrimenti sono costretta a sospendere per cinque minuti.
Sospendo la seduta per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 10,40, è ripresa alle 10,50.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Leone, ha facoltà di parlare.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la formulazione ha questo tenore: al comma 1, primo periodo, dopo le parole «presente legge», aggiungere «con apposita intesa in conferenza per il coordinamento della finanza pubblica sono definite le modalità di accesso alla banca dati degli enti territoriali».

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettano la riformulazione.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, va benissimo, così come concordato.

PRESIDENTE. Prendo atto che anche gli altri presentatori, il Comitato dei nove ed il Governo concordano sulla riformulazione.
Onorevole relatore, «Conseguentemente: al comma 2, secondo periodo, sopprimere la parola anche; al comma 3 sopprimere il primo periodo»: resta o viene soppresso?

ANTONIO LEONE, Relatore. Viene soppresso.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cambursano 13.50, Ciccanti 13.52 e Graziano 13.54, nel testo riformulato, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Leo? Onorevole Zinzi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato
462).

Prendo atto che la deputata Mastromauro ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cambursano 13.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani? Onorevole Golfo?
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 11
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato
221
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che il deputato Speciale ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Burtone e Codurelli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Borghesi 13.8 e Andrea Orlando 13.56, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Frassinetti? Onorevole Bonanno? Onorevole Lo Monte? Onorevole Rosso?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato
230
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che il deputato Burtone ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cambursano 13.51, Ciccanti 13.53 e Graziano 13.55.

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, anche a nome dei presentatori, annuncio il ritiro dei tre emendamenti in oggetto.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Duilio 13.57.
Prendo atto che l'onorevole Duilio accetta la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duilio 13.57, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Ippolito... presidente Palumbo... onorevole Ciccioli... onorevole Martella... onorevole Murer...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato
481).

Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Burtone ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Damiano... onorevole Nannicini... onorevole Lo Monte... onorevole Rosso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 254
Astenuti 233
Maggioranza 128
Hanno votato
254).

Prendo atto che il deputato Burtone ha segnalato che non è riuscito a votare. Pag. 12
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Cambursano 13.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Murer... onorevole Gava... onorevole Duilio... onorevole Oliverio... onorevole Pecorella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
238
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che il deputato Burtone ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che il presentatore dell'articolo aggiuntivo Causi 13.02 lo ritira.

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 14.500 e 14.501, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Nannicini 14.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Murer... onorevole Vico... onorevole Compagnon... onorevole Donadi... onorevole Zinzi... onorevole Nannicini... onorevole Lo Monte... onorevole Vietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato
489
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Burtone ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.501 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Lo Monte... onorevole Latteri... onorevole Follegot...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato
489
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Burtone ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nannicini 14.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 13

Onorevole Murer... onorevole Ghizzoni... onorevole Romele... onorevole Armosino... onorevole Lo Monte... onorevole Formisano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 493
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
242
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che il deputato Burtone ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Mazzuca... onorevole Sbrollini... onorevole Losacco... onorevole Sardelli... onorevole Girlanda... onorevole Gava... onorevole Nirenstein.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

Presenti e votanti493
Maggioranza 247
Hanno votato
492
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Capitanio Santolini e Fugatti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Burtone ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 15.500.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, tenendo presente che questa parte è andata a confluire nel decreto-legge cosiddetto «salva infrazioni» che costituisce una sede impropria, però è già normata e, quindi, trattandosi qui di una norma transitoria, si può anche espungere.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Patarino... onorevole Negro... onorevole Mura... onorevole Pizzolante... onorevole Follegot.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato
496.

Prendo atto che il deputato Burtone ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato. Pag. 14
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Nannicini... onorevole Miglioli... onorevole Romele... onorevole Lo Monte... onorevole De Micheli... onorevole Giammanco.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 492
Maggioranza 247
Hanno votato
492.

Prendo atto che il deputato Burtone ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Romele... onorevole Lo Monte... onorevole Scilipoti... onorevole Barani... onorevole Bianconi... onorevole Cicchitto... onorevole Palumbo... onorevole De Micheli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato
493.

Prendo atto che il deputato Burtone ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessun chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Ventura 17.50 e Causi 17.51, e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 17.500; il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Borghesi 17.7 e 17.6, sugli identici emendamenti Ciccanti 17.2 e Cambursano 17.5, nonché sugli emendamenti Lanzillotta 17.9 e 17.8.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore, con qualche piccola precisazione. L'articolo 17 è uno degli articoli fondamentali di questo provvedimento, perché riguarda l'attuazione concreta dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, relativo alla copertura finanziaria delle leggi. Si vorrebbe evitare che in futuro possano verificarsi dei casi nei quali leggi sottostimate portino poi buchi mostruosi nel bilancio dello Stato. In tal senso, basta ricordare la famosa legge n. 336 del 1970 relativa alle pensioni in favore degli ex combattenti: da quel momento in poi abbiamo raggiunto quel livello di debito pubblico che ancora ci portiamo dietro.
Il testo in esame è un compromesso, però è molto rigoroso, e consente anche di introdurre una nuova clausola di salvaguardia per evitare che nel corso dell'applicazione delle leggi si verifichino degli sfondamenti che possano pregiudicare le ragioni dei contribuenti e della salvezza della finanza pubblica. Vi è una questione relativa ai cosiddetti diritti soggettivi, cioè Pag. 15ai diritti conferiti con leggi di spesa, però è ovvio che questi diritti devono trovare una mediazione anche con i diritti soggettivi dei contribuenti, che non sono diritti minori rispetto alla concessione di benefici da parte del legislatore.
Credo che il testo approvato dalla Commissione rappresenti un compromesso non solo ragionevole, ma soprattutto rigoroso che consente di salvaguardare gli interessi di tutti, innanzitutto quello dei contribuenti a non vedersi aggravato, oggi o domani, il loro carico tributario, e ciò - sapendo poi come vanno a finire gli aumenti di tassazione - soprattutto a vantaggio delle classi più deboli dei contribuenti italiani.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ventura 17.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, intervengo, con termini un po' più espliciti, anche a nome della Commissione bilancio, atteso che, come precisava il Viceministro Vegas, questo è un articolo fondamentale, poiché riguarda l'articolo 81, quarto comma, della Costituzione e la questione della copertura finanziaria.
Se i colleghi hanno prestato attenzione avranno avuto modo di apprezzare la capacità dialettica del Viceministro Vegas, il quale, sostanzialmente, ha affermato che su questo articolo vi è un problema che attiene alla copertura finanziaria e il Governo ha inserito una clausola di salvaguardia. È vero che esiste un problema in merito ai diritti soggettivi dei cittadini, però tali diritti devono in qualche modo conciliarsi con i diritti soggettivi dei contribuenti. Conseguentemente, quando un diritto è acclarato dal punto di vista eminentemente giuridico, bisogna comunque prestare attenzione alla borsa e ai conti, altrimenti, se si sfonda, i cittadini dovranno pagare più tasse.
Credo che questa «religione» delle tasse stia portando, secondo l'approccio dialetticamente molto sofisticato del Viceministro Vegas, a un tradimento dei principi fondamentali della Costituzione del nostro Paese. Infatti, non si può affermare che se un cittadino vanta un diritto soggettivo che deve essere tutelato, dobbiamo comunque tener conto dei limiti di spesa, ragione per cui, oltre un certo limite di spesa, quel diritto soggettivo non può più essere tutelato, altrimenti si sfondano i conti e occorre far pagare più tasse.
Questo vostro approccio al problema degli sfondamenti sta diventando una questione «teologica». Poiché essa sta a cuore anche a noi, signor Viceministro Vegas, vorrei ricordarle - lei era presente in Parlamento - di quando ci «massacravate» su questo problema mentre noi cercavamo di mettere a posto i conti, perché sembrava che il problema non esistesse nella scorsa legislatura.
Ora abbiamo presentato un emendamento, l'emendamento Ventura 17.50, il quale fa presente la necessaria accortezza nella tenuta dei conti pubblici, esattamente nei termini che lei espone, tutelando però i diritti soggettivi dei cittadini: lo ribadisco, tutelando i diritti soggettivi dei cittadini. Per questa ragione non capisco, sinceramente, il motivo per cui sia in Commissione, sia in Aula continuate ad esprimere parere contrario su questo emendamento, asserendo un principio sul quale, spero che, sia in questa sede, sia successivamente, si voglia tornare, principio che reputo, come ho già detto, un poco assurdo, per il quale qualsiasi diritto soggettivo si deve inchinare di fronte alla partita doppia, per così dire.
Mi sembra, obiettivamente, che stiate eccedendo e, comunque, senza trascurare le esigenze di bilancio, credo che il nostro emendamento vada nella direzione, che questo Parlamento dovrebbe accogliere, di tener conto delle esigenze del bilancio, tutelando comunque i diritti soggettivi.
È espressamente indicato, infatti, nell'emendamento Ventura 17.50 cosa bisognerebbe fare per assicurare la copertura finanziaria, vale a dire che il Ministro competente viene in Parlamento e dice quali sono le misure che intende adottare affinché si possa assicurare la copertura. Dopo di che, se non c'è «trippa per gatti», Pag. 16nonostante quello che si dice, ossia che tutto va bene, che siamo nel paradiso terrestre e così via, si farà quello che la politica deve fare in presenza di alcuni vincoli, cioè si compiono delle scelte rispetto alle quali i diritti soggettivi di alcuni vengono prima dei diritti di altri. Per questa ragione insisto affinché questo emendamento venga accolto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, colleghe e colleghi, questo è un punto fondamentale della proposta di legge in esame, nonché dello stesso processo di bilancio. Io sono stato testimone, e ve ne do qui contezza, di tutte le audizioni che abbiamo svolto in Commissione bilancio, e a partire dalla Corte dei conti, dall'ISTAT, tutti gli esperti che abbiamo audito hanno detto di fare attenzione perché questa interpretazione automatica della clausola di salvaguardia può comportare dei problemi. Infatti, se stiamo sforando un limite di impegno per una legge sulla base della quale si stanno pagando prestazioni connesse a diritti soggettivi non inesigibili, e quindi a diritti soggettivi non comprimibili, la clausola di salvaguardia automatica può comportare gravi problemi per la gestione stessa dell'amministrazione, oltre che per i possibili contenziosi che i portatori di questi diritti potranno poi avviare nei confronti dell'amministrazione.
Quindi, come il Viceministro sa, noi abbiamo proposto un emendamento molto di compromesso rispetto a quelli più estremistici che avevamo presentato in Commissione. Con tale emendamento prevediamo che l'automatismo valga temporaneamente, poi diamoci un tempo: se quindici giorni sono pochi, mi rivolgo al Viceministro e al relatore, proponeteci voi una riformulazione, ma stabiliamo un termine entro il quale questa temporaneità finisce e a quel punto il Parlamento, su indicazione del Ministro dell'economia, d'accordo con il Ministro competente, mette mano al problema dando priorità ai diversi diritti da salvaguardare, quelli connessi al bilancio e quelli soggettivi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, questa non è una questione di ordinaria amministrazione. Il problema che ha sollevato il collega Duilio è particolarmente importante perché qui siamo in presenza di diritti soggettivi che spesso sono diritti sociali, diritti fondamentali. Allora, la Corte costituzionale ha affermato in maniera molto chiara, perentoria, che i diritti sociali fondamentali non sono regredibili, cioè che non possono andare indietro per condizioni di bilancio. Una volta che quei diritti sono riconosciuti, la tutela deve essere assoluta; quindi il bilanciamento a cui si fa riferimento in questa sede non ha alcun senso.
Colleghi, noi potremmo mettere da parte un problema oggi e trovarci ad affrontarlo domani in dimensioni molto rilevanti; è accaduto, infatti, che la Corte costituzionale abbia dovuto poi gravare sul bilancio dello Stato in misura rilevante. Pertanto, io appoggio totalmente la proposta del collega Duilio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, intervengo innanzitutto per sottoscrivere l'emendamento Ventura 17.50 e per sostenerlo con argomentazioni, riprendendo quello che è già stato detto, ma dando maggior forza anche con la condivisione dell'intero gruppo dell'Italia dei Valori. Credo che occorra davvero tutelare quei diritti soggettivi, in particolare quelli delle persone più deboli, quelli che, come ricordava adesso il collega Zaccaria, sono riferiti soprattutto a soggetti socialmente esposti, che non sono quindi regredibili e che non possono essere messi in discussione semplicemente perché vengono a mancare Pag. 17le risorse finanziarie. Quindi, prevedere una clausola automatica di salvaguardia può creare sì dei problemi all'amministrazione, ma è certo che ne provoca soprattutto a quei soggetti che ne erano stati in qualche modo preventivamente titolari e garantiti, ecco quindi la contraddizione.
Noi richiediamo con forza sia al Governo, sia al relatore un ripensamento sul parere contrario così come è stato espresso, perché altrimenti rischiamo davvero molto presto di trovarci a dover fare i conti con ricorsi che metterebbero ancora più in difficoltà l'amministrazione pubblica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, è stata una preoccupazione anche dell'Unione di Centro prestare attenzione al fatto che, laddove ci sono norme che prevedono diritti soggettivi, questi non fossero sottoposti ai tetti di spesa. Per tale motivo, superato un certo limite magari per sottostima dello stanziamento come ricordava il Viceministro, sarebbero potuto essere compromissioni anche di carattere giudiziario. Infatti, quando si tratta di diritti soggettivi, gli stessi soggetti fanno valere in sede di giurisdizione ordinaria i propri diritti.
Questa problematica in qualche modo è stata superata perché, per quanto riguarda i diritti soggettivi, le norme di spesa riguardanti i diritti soggettivi stessi non prevedono il tetto di spesa. Quindi, è possibile rimodulare sullo stesso stanziamento e vedremo meglio in seguito altre norme su questo aspetto. Ciò è ancora più possibile soprattutto con la flessibilità data sulla gestione dei programmi da parte dei centri di spesa. Comunque, credo che su questo aspetto non si debba ergere una «linea Maginot», perché in qualche modo si è trovato un equilibrio in Commissione per salvaguardare i diritti soggettivi. Era un tema posto dall'onorevole Lanzillotta e sul quale si è incentrata notevolmente la discussione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, mi riallaccio all'intervento del collega Ciccanti che ha fatto un poco di chiarezza nella discussione. Ringrazio i colleghi che hanno portato l'attenzione su un aspetto delicatissimo ed essenziale di questo provvedimento, ma c'è stato un «travaso» tra il diritto soggettivo e ciò che rappresenta una clausola di salvaguardia.
Ha ragione l'onorevole Ciccanti: per i diritti soggettivi non c'è nessun tetto di spesa. Quindi, la preoccupazione posta giustamente dal collega Duilio, dal collega Zaccaria e dagli altri colleghi non esiste. Tra l'altro, il problema è stato talmente sviscerato che siamo arrivati addirittura al punto di dire che non si poteva, neanche come tecnica legislativa, legiferare in modo diverso rispetto al compromesso raggiunto in Commissione. Non c'è nessun pericolo di blocco automatico e sarà il Parlamento a decidere nel momento in cui ciò avverrà ai fini del bilanciamento. La clausola di salvaguardia esiste, i diritti soggettivi sono tout court protetti, quindi il compromesso raggiunto - e ringrazio i colleghi anche per l'approfondito esame che vi è stato su questa materia - ritengo che possa essere sufficiente all'efficacia e alla valenza della norma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ventura 17.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ghizzoni, Sani, Russo Antonino, Murer, Nannicini, Fugatti, De Micheli, Benamati, Cavallaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 18

(Presenti 497
Votanti 463
Astenuti 34
Maggioranza 232
Hanno votato
210
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che la deputata Mattesini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Causi 17.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino, Coscia, Murer, Granata, Berardi, Buonanno, Lo Monte, Traversa, Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 497
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato
246
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Murer, Coscia, Benamati, Nannicini, Montagnoli, Conte, Berardi, Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
498
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Murer, Coscia, Cesare Marini, Miglioli, Cesaro, Romele, Fioroni, Giacomelli, Lo Presti, Garavini, Ruben...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 508
Maggioranza 255
Hanno votato
253
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Portas ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 17.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, gli emendamenti Borghesi 17.6 e Cambursano 17.5, che è ripreso anche dal 17.2 del collega Ciccanti, sostanzialmente affermano che, nel caso in cui la copertura sia determinata mediante la riduzione di autorizzazioni di spesa precedenti, il Governo presenta una relazione tecnica o addirittura anche una nota del Ministero dell'economia e delle finanze che, per Pag. 19quanto riguarda quanto previsto nell'emendamento Borghesi 17.6, spieghi le ragioni del mancato utilizzo delle risorse rispetto alle finalità che erano state originariamente indicate. Mi pare corretto che il Parlamento sappia perché alcune risorse, che erano già state destinate ad uno scopo originario, non siano state utilizzate e vengano diversamente destinate. La ragione ci deve essere e il Parlamento deve sapere. Chiediamo questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gioacchino Alfano. Ne ha facoltà.

GIOACCHINO ALFANO. Signor Presidente, condivido le riflessioni del collega Cambursano, però credo che questa precisazione all'articolo 17 non mantenga in equilibrio il principio che lo stesso articolo vuole realizzare. Non posso sostituirmi al Governo e al relatore e chiedere di ritirare tutti questi emendamenti, che non vanno incontro alle precisazioni contenute nell'emendamento della Commissione che abbiamo approvato due votazioni precedenti. Quindi, chiedo se sia possibile rivedere le proposte emendative all'articolo 17, per valutare se insistere nella votazione o ritirarle.
Ripeto, abbiamo fatto un lavoro in Commissione, come abbiamo detto più volte, e l'emendamento 17.500 della Commissione, che abbiamo votato, racchiude tutte le preoccupazioni dei presentatori degli emendamenti successivi.

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, ritiro l'emendamento Borghesi 17.6, mentre rimane fermo il mio emendamento 17.5.

PRESIDENTE. Sta bene, l'emendamento Borghesi 17.6 è ritirato.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ciccanti 17.2 e Cambursano 17.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, questo emendamento è diverso dal precedente perché esclude la nota del Ministro dell'economia e delle finanze. Quando vi è la relazione tecnica, credo che il Parlamento debba ritenersi in qualche modo soddisfatto. Se il Parlamento autorizza una spesa e poi, per necessità, questa spesa viene ridotta e l'autorizzazione viene ridimensionata, è chiaro che il Parlamento deve sapere quali sono le ragioni sopravvenute per cui si restringe lo stanziamento.
È soltanto una relazione tecnica - ne abbiamo parlato prima - a fini di trasparenza. Dobbiamo sapere perché una determinata spesa viene ridotta, anche per capire poi come questa riduzione potrà essere eventualmente compensata con altre riduzioni di autorizzazioni di spesa di altre leggi. Consentiteci, quindi, di avere questa trasparenza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ciccanti 17.2 e Cambursano 17.5, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Murer, Coscia, Cesare Marini, Velo, Nannicini, Capodicasa, Golfo, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 504
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato
249
Hanno votato
no 255). Pag. 20

Prendo atto che i deputati Galletti, Portas e Mastromauro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lanzillotta 17.9. L'onorevole Giachetti ha comunicato, a nome del gruppo del Partito Democratico, che fa proprio l'emendamento Lanzillotta 17.9.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento...revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, mi scuso per il ritardo con cui le ho chiesto la parola, ma l'emendamento in oggetto mi consente di fare un'osservazione relativamente al comma 10, che mi pare importante svolgere anche perché mi sembra che questo articolo lasci alcuni buchi interpretativi e determini alcuni poteri impropri relativamente ad alcuni soggetti. In questo caso, nel comma 10 mi sembra che si determinino alcuni poteri impropri in capo alla Ragioneria generale dello Stato quanto alla verifica del raggiungimento dei limiti di spesa che dovrebbero essere autorizzati relativamente ad alcuni provvedimenti legislativi.
La scrittura di un comma come questo non ci aiuta ad uscire fuori da alcune difficoltà come quelle che, ad esempio, stiamo vivendo in questo periodo. Come sappiamo, non riusciamo a portare avanti iniziative legislative di carattere parlamentare e discutiamo e votiamo solo iniziative legislative di carattere governativo proprio perché non si riesce a dare le coperture sufficienti e il Governo non si assume la responsabilità politica sufficiente per poter coprire, ad esempio, le norme che giacciono in discussione e che sono già incardinate nelle Commissioni. Quest'Aula, in realtà, è bloccata da un anno e mezzo e non è in grado di varare iniziative di legge di iniziativa parlamentare proprio perché il Governo non si assume le responsabilità politiche.
Al comma 10 si attribuisce in realtà ad un organo tecnico, attraverso un decreto dirigenziale del dipartimento della Ragioneria dello Stato, la responsabilità di stabilire se le norme possono essere coperte o non coperte. Il Governo, la politica devono assumersi la propria responsabilità nel momento in cui legiferano. Credo che occorra ridurre il danno del comma in esame, e sarebbe un danno di un certo rilievo anche sull'attività legislativa del Parlamento, non solo sulle responsabilità del Governo relativamente alla verifica del raggiungimento dei limiti di spesa quanto a provvedimenti legislativi in realizzazione o in via di realizzazione. E siccome si afferma che quando si raggiungono i limiti di spesa le disposizioni recanti autorizzazioni di spesa perdono la loro efficacia, vuol dire che, anche quando si dovesse legiferare, e poi si dovesse verificare, non da parte della politica, ma di un organo tecnico, che le norme non erano sufficientemente coperte, le stesse norme di fatto diventerebbero inefficaci.
Signor Presidente, non è con la tecnica, e non è con una procedura di questo tipo che si impedisce alla politica di adempiere in Parlamento alla propria responsabilità di rispondere alle esigenze di questa Italia e dei suoi cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 17.9 fatto proprio dal gruppo Partito Democratico, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini... onorevole Murer... onorevole Scilipoti... onorevole Migliori... onorevole Porfidia... onorevole Mariani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 21
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 506
Maggioranza 254
Hanno votato
252
Hanno votato
no 254).

Faccio presente che l'emendamento Lanzillotta 17.8 è stato fatto proprio a nome del gruppo Partito Democratico dall'onorevole Giachetti, segretario d'Aula.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 17.8 fatto proprio dal gruppo Partito Democratico, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Mariani... onorevole Marani... onorevole Mannucci... onorevole Zacchera... onorevole Migliori... onorevole Murer... onorevole Foti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 510
Astenuti 1
Maggioranza 256
Hanno votato
254
Hanno votato
no 256).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini... onorevole Murer... onorevole Migliavacca... onorevole Migliori... onorevole Buttiglione... onorevole Strizzolo... Onorevole De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 293
Astenuti 215
Maggioranza 147
Hanno votato
293).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare e che la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Causi 18, perché una previsione in termini percentuali di riserva sui fondi speciali è limitativa del potere del Parlamento di incidere sugli stessi. Mi rivolgo quindi ai colleghi sottoscrittori e li invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, invito caldamente i presentatori al ritiro di questo emendamento perché, onorevoli colleghi, o il Parlamento ha ancora potere legislativo, quindi è perlomeno coordinato o pari grado rispetto al Governo, o altrimenti questo emendamento sostanzialmente non fa altro che «ghettizzare» il potere legislativo del Parlamento, prevedendo che possa decidere entro una percentuale limitata in quanto il resto è materia riservata al Governo. Ciò al Governo attuale potrebbe anche andar bene, ma sotto il profilo dell'equilibrio dei poteri mi sembra rappresenti un errore marchiano, perché significherebbe cedere il potere del Parlamento e precostituire un potere flessibile rispetto ad un altro che invece dovrebbe essere coordinato. Francamente, Pag. 22quindi, anche se è suggestiva l'estetica dell'emendamento la sostanza sarebbe pessima.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Causi 18.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, Viceministro Vegas, relatore, a questo punto devo dire che questa interpretazione politica non solo è sbagliata nel merito, ma soprattutto nel metodo perché all'origine di questo emendamento c'è una vicenda politica che l'intero Paese ha vissuto negli ultimi giorni e che ancora questa Camera non ha chiarito bene: perché questa Camera è stata chiusa per una settimana? È stato detto, anche dal Presidente Fini, in interviste televisive e articoli apparsi sui giornali, che ciò si è verificato perché c'erano alcuni provvedimenti di legge da esaminare in Aula ma mancava la copertura finanziaria. La Presidenza della Camera ha - credo legittimamente e giustamente - posto un problema politico: per quanto piccolo sia, quale può essere un fondo garantito ai progetti di legge di iniziativa parlamentare? Di questo stiamo parlando.
Certo, è chiaro, Viceministro Vegas, che questo emendamento non è limitativo: il Parlamento ha e avrà con il bilancio riorganizzato per programmi - ed anzi, di questo le do atto - più potere per intervenire all'interno delle leggi, dei programmi e delle spese rimodulabili, per trovare copertura finanziaria alle sue norme. Questo emendamento non prevede che il Parlamento possa finanziare solo con quella riserva ma, se l'emendamento in oggetto verrà approvato, esso potrà, fin dall'inizio dell'anno, sapere che c'è una riserva, per quanto piccola, per i progetti di legge d'iniziativa parlamentare.
Quindi non si tratta, da parte dei proponenti di questo emendamento (e cioè di tutti i membri della Commissione Bilancio del Partito Democratico), né di un tentativo di dare la stura alla spesa pubblica né di un tentativo di limitare il potere del Parlamento, ma è invece molto più semplicemente, ma in modo politicamente rilevante e significativo, il tentativo di dire a tutti noi, colleghi e colleghe di questo Parlamento, che è questo il modo per risolvere il problema che ha generato la chiusura della Camera dei deputati per una settimana. Ci potrebbero essere altri modi, ovvero una mera trattativa per ottenere da parte del Governo qualche marginale risorsa finanziaria, ma questo emendamento risolverebbe il problema in modo strutturale e permanente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale evocando le competenze della Commissione Bilancio, che è poi il «tribunale», se così posso dire, che sancisce lo stop a qualsiasi progetto di legge nel momento in cui non ci sono sufficienti risorse. In virtù di questa peculiarità dei nostri compiti, ribadisco l'importanza del mio emendamento 18.1. Peraltro segnalo al Viceministro Vegas che è stato l'autorevole Presidente della Camera che sostanzialmente ha suggerito l'esigenza di interrompere l'attività della Camera dei deputati per mancanza di risorse che possano assicurare la copertura finanziaria dei disegni di legge.
Nell'emendamento in oggetto proponiamo che una parte dei fondi speciali - ovvero una quota non inferiore al 30 per cento dei medesimi - sia riservata a supportare i progetti di legge e cioè sostanzialmente l'attività dei parlamentari, affinché essa possa trovare esplicazione e non sia bloccata dalla carenza di fondi.
Non mi sembra che questa sia una richiesta particolarmente scandalosa, anzi mi permetto di sottoporla al Viceministro Vegas, a meno che lui, che ha grandi doti non solo dialettiche, ci prometta per il futuro che queste risorse verranno assicurate - e ci dica come - in modo tale che non si verifichi ciò che il Presidente Fini Pag. 23ha dovuto fare, ossia chiudere il Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cazzola. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per ristabilire la verità in quest'Aula; infatti, la settimana scorsa avremmo potuto benissimo votare sulla proposta di legge ora in discussione e sul disegno di legge che propone lo scorporo del Ministero della salute dal Ministero del welfare, provvedimenti che non avevano alcun problema di copertura e che erano assolutamente pronti per essere portati all'esame dell'Aula. Inviterei quindi i colleghi dell'opposizione a cessare questa polemica, che mi pare essere strumentale.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, la verità deve rispecchiare i fatti non può essere solo un'interpretazione unilaterale delle condizioni in cui ci si trova. Poiché ho partecipato alla Conferenza dei presidenti di gruppo della scorsa settimana vorrei che fosse chiaro che il Presidente della Camera, che è garante di tutti noi, ci ha fatto presente che non era possibile lavorare in Aula su alcuni provvedimenti che erano già stati elaborati dalle Commissioni perché ancora non erano state date le necessarie coperture, le quali costituiscono la condizione fondamentale per poter realizzare la nostra iniziativa di carattere legislativo. Sto quindi non alla parola, ma alle conoscenze reali del lavoro delle Commissioni e, dentro le Commissioni, per quanto riguarda la Commissione bilancio e il Governo, delle coperture date alle iniziative di legge di cui è a conoscenza il Presidente della Camera.
Non contraddico dunque ciò che il Presidente della Camera ha detto e sostenuto, ma qui il problema non è solo quello della chiusura di una settimana. Il problema è che da un anno e mezzo, ma anche per il futuro, questo Parlamento non è in grado di lavorare se non sui decreti-legge, attraverso voti di fiducia, ed eventualmente su qualche disegno di legge d'iniziativa governativa, mentre nelle condizioni date i progetti di legge di iniziativa parlamentare non potranno mai vedere la luce e passare all'esame dell'altra Camera per poter poi diventare leggi effettive se il Governo non assume la responsabilità di dare la copertura e di dire chiaramente che alcune leggi non si possono fare, perché manca la copertura, mentre altre leggi si possono fare, indicando qual è la copertura.
È del tutto evidente che se ragioniamo in questo modo facciamo un ragionamento utile per tutti i parlamentari, di qualsiasi gruppo politico e appartenenza, piuttosto che ragionare ciascuno indicando la responsabilità dell'altro. Non è infatti colpa dell'opposizione se da un anno e mezzo facciamo solo mozioni per la parte di un quinto del calendario che compete alle opposizioni, perché i gruppi dell'opposizione non hanno mai avuto la disponibilità del Governo a fornire la copertura finanziaria per le proposte di legge di iniziativa parlamentare che giacciono presso le Commissioni. Questo è un problema che riguarda noi, ma riguarda anche proposte di legge della maggioranza che giacciono presso le Commissioni e alle quali il Governo non ha dato e non intende dare copertura: il Governo si assuma la responsabilità dovuta, perché qui la politica la deve fare da padrona (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, sono fortemente indignato perché, dopo una settimana di inattività della Camera dei deputati, da deputato della Repubblica avevo formalizzato una richiesta alla Presidenza della Camera, richiesta Pag. 24che oggi ritorna di grande attualità ma che non viene presa in considerazione né rispettata.
È una richiesta che, ex articolo 29 del nostro Regolamento, meritava quanto meno una risposta, e vi spiego perché. Non voglio dare ad un GIP o ai magistrati i tempi della politica e, per questa ragione, se ieri intorno alle ore 15 è arrivata una richiesta di arresto per il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, l'onorevole Cosentino, e questa mattina è stata prontamente convocata la Giunta per le autorizzazioni a procedere, io vi domando: perché mi volete far fare il profeta in quest'Aula?
In epoca non sospetta, vi ho detto che in questa Aula vi sono dei parlamentari che, oggi vediamo, sono parte integrante del tessuto camorristico in Campania (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Allora, vi ho chiesto, signor Presidente, la convocazione...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, glielo dico preventivamente: la prego di usare una terminologia adeguata. Proceda onorevole Barbato, ha ancora due minuti.

MARCELLO DI CATERINA. Signor Presidente, lo faccia smettere!

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, sto parlando in italiano e senza dire parolacce e con tono anche pacato...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, già il suo intervento doveva essere svolto alla fine dei lavori.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, lo dirò con voce ancora più bassa: ho chiesto la convocazione di una seduta monotematica della Camera dei deputati sui rapporti tra camorra e politica, perché qui noi dobbiamo darci una regola una volta per sempre. A me non sta neanche bene, glielo dico con grande franchezza, che oggi si trovi nella persona dell'onorevole Cosentino il capro espiatorio su cui scaricare tutto. Io non faccio il difensore dell'onorevole Cosentino, ma poiché la situazione è molto più grave, in quanto la politica in Campania è totalmente inquinata dalla camorra e dalle infiltrazione camorristica, allora perché...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, lei riprenderà il suo intervento alla fine dei lavori.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, chiedo che mi si dia una risposta.

PRESIDENTE. Le verrà data alla fine dei lavori (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Partito Democratico).
Onorevole Stracquadanio, prego anche lei di intervenire alla fine dei lavori, glielo chiedo per cortesia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Causi 18.1, e ne spiego anche le ragioni, perché ne condivido tutta la rilevanza e l'importanza. È stata ricordata prima l' enorme massa di provvedimenti legislativi proposti da colleghi parlamentari, ovvero delle proposte di iniziativa parlamentare, che dovrebbero essere sottoposte all'attenzione dell'Aula del Parlamento. Mi rivolgo al collega Cazzola che credo si sia pentito dell'intervento che ha svolto. Intanto, questa questione, constatando come stanno andando i lavori, sta dilatando il tempo di discussione di questo emendamento. Inoltre il suo intervento è stato un autogol perché stato chiarito, fino in fondo, quanto successo la scorsa settimana: le sedute previste nei giorni della scorsa settimana non si sono potute tenere perché i provvedimenti in discussione erano, sì di iniziativa parlamentare, ma, è stato constato dallo stesso Presidente della Camera, che erano privi di copertura finanziaria ai sensi dell'articolo 81, comma quarto, della Costituzione. Con questo provvedimento vogliamo costituire un fondo dal quale attingere nei tempi previsti dal medesimo emendamento. Non c'è Pag. 25nulla di particolare, nulla di strano. È anche vero che avremmo potuto anticipare alla scorsa settimana il provvedimento che stiamo esaminando, ma la competenza di stabilire l'ordine del giorno, come sa il collega Cazzola, è della Conferenza dei presidenti di gruppo, non certo dalla Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, mi attengo al merito del provvedimento. Gli interventi dei colleghi Causi, Duilio e Quartiani, hanno posto una questione che non mi pare sia stata compresa nella risposta che ha fornito il Viceministro. La domanda che voglio fare al relatore è: se l'argomento in questione è considerato un argomento degno di essere preso in considerazione.
Infatti è evidente che se voi confermate il parere contrario o vinciamo perché abbiamo un voto in più, ma è contro la maggioranza, o perdiamo e il tema va a sparire. Se invece il relatore considera questo un argomento degno di essere affrontato, indipendentemente dalla soluzione formale che qui viene proposta, allora possiamo trovare le strade che consentono che non vada perso il tema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, intendo attenermi al merito dell'emendamento in esame. I fondi speciali - chiariamo bene il significato - sono degli stanziamenti che vengono predisposti per attuare dei programmi che il Governo si è dato e che il Parlamento in qualche modo ha riconosciuto nell'approvazione dei documenti finanziari che precedono la legge finanziaria, che si chiamerà legge di stabilità. Detto questo, le prenotazioni sui fondi speciali, per coprire spese previste da iniziative legislative riconducibili alle finalità che sono state stabilite nella programmazione finanziaria, è possibile che le faccia il Parlamento a prescindere dal 30, dal 40, dal 50 per cento. Teoricamente il Parlamento può prenotare il 100 per cento di questi fondi speciali, purché ovviamente si attengano alla programmazione che il Parlamento (nella sua maggioranza ovviamente, quella che si definisce) ha approvato già. E va rispettato in qualche modo l'indirizzo che il Parlamento ha preso, perché per starci con i fondi speciali significa che c'è stato già un voto che li ha definiti e collocati per quelle finalità. Se noi stabiliamo che ci deve essere una riduzione dei poteri del Parlamento - alla fine di questo si tratta - e il Parlamento stabilisce che il 30 per cento di quei fondi, che lo stesso ha approvato, vengono poi decisi nelle prenotazioni, qual è il criterio con cui poi queste prenotazioni dovrebbero essere fatte? Attraverso, come dire, un accordo che si fa nella Commissione bilancio, che ovviamente deve dare il parere di copertura? Oppure vi è uno scambio?
Credo che questo non vada a favore di quella trasparenza e di quell'ordine contabile che ci siamo dati. Il ciclo della programmazione definisce - è vero - una scansione di adempimenti, ma definisce anche una trasparenza nelle procedure dove il Parlamento in qualche modo si può inserire. Se la settimana scorsa c'erano dei provvedimenti con cui si volevano prenotare i fondi speciali la maggioranza del Parlamento poteva benissimo farlo, e se non è stato fatto non è perché non vi è stata l'autorizzazione del Governo, è perché è mancata la maggioranza del Parlamento che avrebbe potuto autorizzare quelle prenotazioni. Riportiamo la verità nella discussione politica per evitare di rimanere impigliati in un conflitto istituzionale che non trova sicuramente nessuna ragione nei fatti concreti.

ANTONIO LEONE, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 26

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, devo dire che anche questa volta - la cosa non mi preoccupa - mi trovo d'accordo con quanto detto dal collega Ciccanti. Forse l'errore - mi rivolgo al collega Baretta e poi risponderò alla domanda che mi ha fatto - è quello di calare in questo provvedimento una situazione che è sotto gli occhi di tutti in questo momento. Se noi con questo provvedimento tendiamo, come siamo d'accordo tutti quanti, a fare chiarezza sui conti, trasparenza, possibilità di accesso ai conti da parte del singolo parlamentare per poter usufruire di quella chiarezza ai fini di una proposta di legge, mi dite per quale motivo dovremmo fare un'aberrazione giuridica dicendo che il Parlamento ha il 30 per cento a disposizione per poter fare le leggi?
Il Parlamento ha a disposizione il 100 per cento una volta che ha la contezza e la chiarezza dei conti; ciò diversamente da quanto è stato sino ad ora: è questa la differenza. Non dobbiamo farci prendere la mano da quanto sta accadendo ed è accaduto la settimana scorsa rispetto a quanto stiamo costruendo d'accordo tutti insieme. Ecco perché dico che ha ragione il collega Ciccanti sul fatto che il problema c'è sicuramente e adesso vogliamo tentare di metterlo non solo in evidenza, come abbiamo fatto, ma anche di dire al Governo: guardate che non vogliamo che si ripeta quanto è accaduto sinora. Dunque dico che l'attenzione c'è e inviterei i colleghi sottoscrittori di questo emendamento a ritirarlo e a presentare un ordine del giorno compiuto e ben preciso su quello che si indica al Governo di dover fare al fine di evitare che in futuro si ripeta quanto accaduto.
Devo dire che nella natura di questo provvedimento il problema potrebbe essere già risolto perché abbiamo trovato una soluzione a tutta una serie di carenze che oramai erano sotto gli occhi di tutti. Chiudo con una chiosa legata anche al fatto che i fondi speciali sinora c'erano e il fatto che ce li siamo mangiati o se li sono mangiati - scusatemi la parola troppo forte -concerne il problema vero della diminuzione di quei fondi. Naturalmente anche questo fatto è legato alla contingenza del momento e alla prassi che si è instaurata. Per questo sono favorevole eventualmente ad invitare i colleghi a ritirare questo emendamento e a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per dire al collega Ciccanti e al collega Leone che l'oggetto del contendere non è ovviamente la competenza e la possibilità del Parlamento di decidere su tutto, essendo questa Assemblea sovrana. Stiamo semplicemente dicendo che, poiché tutti affermiamo che a prescindere dai Governi, questo in modo particolare, c'è, una totale sottrazione delle risorse nell'esame dei provvedimenti da parte del Governo rispetto alle coperture finanziarie e che l'iniziativa parlamentare (per essere chiari anche nella risposta a chi dice che noi non lavoriamo) è minata e in qualche modo condizionata non dalla decisione delle Commissioni di non lavorare o dalla scarsa voglia di lavorare dei deputati, ma dalla mancata copertura finanziaria. Noi stiamo dicendo che, nell'ambito dei fondi speciali, un 30 per cento almeno sia destinato per il Parlamento all'iniziativa parlamentare. Questo è il tema di cui stiamo discutendo per far sì che accada anche per l'iniziativa parlamentare quanto è evidente nella procedura prioritaria per i provvedimenti del Governo. Penso a tante iniziative che sono ferme perché non c'è la copertura finanziaria.

PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, è evidente che quanto è accaduto la settimana scorsa rende più calda la discussione. Però è altrettanto evidente che Pag. 27il tema posto anche adesso dal collega Giachetti prescinde dalla congiuntura che abbiamo avuto i giorni scorsi e quindi mi sembra che sia necessario che il tema resti aperto. Ora poiché il relatore Leone nella sua replica ha colto l'importanza del tema, accolgo il suo invito a trasfondere il contenuto dell'emendamento in esame in un ordine del giorno nei termini precisi e compiuti che lui stesso ha ricordato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Causi 18.1 lo ritirano.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato
504).

Prendo atto che i deputati D'Antona, Oliverio, De Micheli e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda... onorevole Caparini... onorevole Calgaro... onorevole Cesario... onorevole Villecco Calipari... onorevole Antonino Russo...... onorevole Pizzolante... onorevole Migliori... onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 517
Maggioranza 259
Hanno votato
517).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pizzolante? Onorevole Osvaldo Napoli? Onorevole Barani? Onorevole Migliori? Onorevole Misiani? Onorevole Russo Antonino? Onorevole Garavini? Onorevole Martinelli? Onorevole Girlanda?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 517
Maggioranza 259
Hanno votato
517).

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A). Pag. 28
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Boccia 21.50 e Cambursano 21.2. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 21.500.
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Lanzillotta 21.3 e Lanzillotta 21.4, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 21.501.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, però esprimo un caldo invito ai presentatori a ritirare l'emendamento Boccia 21.50, francamente incomprensibile, perché sostanzialmente torniamo al sistema di votazione precedente rispetto a quello adottato dal precedente Governo. In altre parole, nel precedente Governo il Ministro Padoa Schioppa ha introdotto di fatto, ancorché non normato, un meccanismo di votazione per programmi e missioni, superando il vecchio sistema dell'unità previsionale di base, ed ora che si norma con legge la stessa parte politica chiede di tornare ex ante. Mi sembra francamente se non altro una contraddizione logica e politica, quindi ritiratelo per favore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Boccia 21.50.
Chiedo all'onorevole Boccia se accoglie l'invito al ritiro formulato dal Governo.

FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, insistiamo per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boccia 21.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani? Onorevole Foti Tommaso? Onorevole Romele? Onorevole Nannicini? Onorevole Orlando Andrea? Onorevole Lo Monte? Onorevole Vassallo... Colleghi, che mi dite? Si astiene, l'onorevole sarà libero di astenersi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia - Commenti).

(Presenti 519
Votanti 518
Astenuti 1
Maggioranza 260
Hanno votato
258
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che i deputati Pini, Ciccanti e Dal Moro hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cambursano 21.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barbato, voleva intervenire sull'emendamento... ormai ho dichiarato aperta la votazione. Le chiedo scusa, le do la parola dopo. Chiedetela prima la parola.
Onorevole Ghiglia? Onorevole Della Vedova? Onorevole Scilipoti? Onorevole Sardelli? Onorevole Orlando Andrea? Onorevole Berretta? Onorevole Evangelisti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro - Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato
263
Hanno votato
no 259).

Pag. 29

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Ghizzoni... onorevole Murer... onorevole Andrea Orlando... onorevole Berardi... onorevole Martinelli... onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato
520
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 21.3, fatto proprio dal gruppo del Partito Democratico, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Cesare Marini... onorevole Miglioli... onorevole Andrea Orlando... onorevole Benamati... onorevole Duilio... onorevole Perina... onorevole Bianconi... onorevole Pizzolante... onorevole Cicchitto...(Commenti)...tranquilli chiamiamo tutti! Onorevole Lo Monte... onorevole Martinelli... onorevole Osvaldo Napoli... ancora onorevole Benamati... ancora onorevole Bianconi... (Commenti)... onorevole Bianconi...

MAURIZIO BIANCONI. Presidente! È da mezz'ora che sto segnalando che non riesco a votare!

PRESIDENTE. Onorevole Bianconi, le leggo il risultato della votazione, così almeno lo segnaliamo.

MAURIZIO BIANCONI. Non mi interessa! Protesto! Voglio il mio voto elettronico!

PRESIDENTE. Immagino che l'onorevole Bianconi intendesse votare contro.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato sì 262
Hanno votato no 259.

Ai 259 voti contrari, aggiungendo il voto contrario dell'onorevole Bianconi, i voti contrari sarebbero 260. La Camera approva (Vedi votazionia - Commenti).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 21.4, fatto proprio dal gruppo del Partito Democratico, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione - Commenti)

Onorevole Murer... onorevole Barani... onorevole Cuperlo... onorevole Miglioli... onorevole Martinelli... onorevole Simeoni... onorevole Roberto Rosso... onorevole Lo Monte... onorevole Munerato... onorevole Bordo... onorevole Cesario... onorevole Simeoni... onorevole Martinelli... onorevole Chiappori... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia -Commenti).

(Presenti e votanti 530
Maggioranza 266
Hanno votato
265
Hanno votato
no 265).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.501 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 30

Onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Giachetti... onorevole Martinelli... onorevole Montagnoli... onorevole Cuperlo... onorevole Lo Monte... onorevole Ravetto... onorevole Migliori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 525
Maggioranza 263
Hanno votato
522
Hanno votato
no 3).

Passiamo alla votazione dell'articolo 21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, intervengo per motivare il voto favorevole e convinto del Partito Democratico su questo articolo.
Il nuovo bilancio di previsione sarà molto più trasparente di quanto lo fossero gli schemi di bilancio del passato. In Commissione abbiamo introdotto alcune modifiche rilevanti ai bilanci rispetto a come li conosciamo. Innanzitutto, dentro ciascun programma saranno definite e conoscibili le spese rimodulabili; in secondo luogo, verranno ammesse delle schede illustrative per tutti i capitoli recanti fondi settoriali e i grandi fondi governativi.
Gli ultimi emendamenti che sono stati approvati arricchiscono il testo su un versante minore, se volete, che è quello del raccordo tra la legge n. 15 del 2009, di riforma della pubblica amministrazione e la riforma della contabilità, quindi dei sistemi indicatori degli obiettivi della spesa pubblica e delle pubbliche amministrazioni.
Con il presente articolo 21, pertanto, avremo un bilancio più trasparente e più leggibile, quindi voteremo in modo convinto a favore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Gasbarra... onorevole Marchignoli... onorevole Damiano... onorevole Martinelli... onorevole Paolo Russo... onorevole Pizzolante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 527
Maggioranza 264
Hanno votato
525
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Di Stanislao ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Damiano... onorevole Scilipoti... onorevole Martinelli... onorevole Angeli... onorevole Scilipoti... onorevole Letta, ha votato? Onorevole Migliori... onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 523
Maggioranza 262
Hanno votato
523).

Pag. 31

(Esame dell'articolo 23 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Martinelli... onorevole Ghiglia... onorevole Migliori... onorevole Armosino... onorevole Ghiglia... onorevole Cicchitto... onorevole Oliverio...
Dichiaro chiusa la votazione.
L'onorevole Girlanda non ha votato.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato
521).

Onorevole Ghiglia, anche lei non ha votato? Vi chiedo scusa, ma quando vi chiamo ripetutamente immagino che qualcuno provveda. Lo stesso vale per l'onorevole Mura, chiedo scusa.

(Esame dell'articolo 24 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Capodicasa... onorevole Mura... onorevole Osvaldo Napoli... onorevole Martinelli... onorevole Iannaccone... onorevole Traversa... onorevole Latteri... onorevole Girlanda... onorevole Cesario... l'onorevole Capodicasa ancora non è riuscito a votare... onorevole Piso... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 528
Maggioranza 265
Hanno votato
527
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Piso ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 25 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Cambursano 25.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Cambursano ritira il suo emendamento 25.3.
Passiamo dunque alla votazione dell'articolo 25.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 32

Onorevole Armosino... onorevole Girlanda... onorevole Patarino... onorevole Martinelli... onorevole Nannicini... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 529
Maggioranza 265
Hanno votato
529).

(Esame dell'articolo 26 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 12,20)

PRESIDENTE. I colleghi hanno votato? Onorevole Toccafondi... onorevole Mosca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 525
Maggioranza 263
Hanno votato
525).

(Esame dell'articolo 27 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Martinelli... onorevole Perina... onorevole Simeoni... onorevole Migliori... onorevole Leo... onorevole Murer... onorevole Benamati... onorevole Marini... onorevole Castagnetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 521
Astenuti 1
Maggioranza 261
Hanno votato
521).

Prendo atto che il deputato Nizzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 28 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Martinelli, non riesce a votare... onorevole Cesare Marini... onorevole Conte... onorevole Migliori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 525
Maggioranza 263
Hanno votato
525).

(Esame dell'articolo 29 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative. Pag. 33
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, l'articolo 29 istituisce il Fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa. Io le chiedo se tra queste autorizzazioni di cassa ci sono anche altre autorizzazioni di altre casse che venivano aperte per pagare il clan dei Casalesi o il clan La Torre... (Commenti).

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la prego, non mi costringa a toglierle la parola.

FRANCESCO BARBATO. Assolutamente, Presidente, però ci fa piacere, poiché stiamo trattando una norma che parla di bilancio, di denaro pubblico, e poiché io apprezzo moltissimo soprattutto il suo esempio, le sue indicazioni, perché davvero la rispetto non solo quale Presidente della Camera, ma soprattutto per il suo profilo, anche politico, quando ci dice che dobbiamo prendere le distanze da alcuni candidati, da alcuni personaggi che se anche ci portano qualche voto, poi inquinano la politica...

PRESIDENTE. La ringrazio,onorevole Barbato, le tolgo la parola.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Siliquini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato
521).

Prendo atto che i deputati Cuperlo e Boniver hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 30 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A) ossia l'emendamento 30.500 della Commissione sul quale prendo atto che il Governo esprime parere favorevole.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 30.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte? È riuscito a votare. Onorevole Martinelli... Onorevole Palumbo non riesce a votare? Onorevole De Camillis, onorevole Marini ... Onorevole Palumbo, la vedo, quindi si impegni, l'aspetto, ecco, è riuscito a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 527
Maggioranza 264
Hanno votato
527).

Prendo atto che il deputato Paladini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rosso, onorevole Lo Monte, onorevole Russo, onorevole Miglioli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 525
Maggioranza 263
Hanno votato
525).

Pag. 34

(Esame dell'articolo 31 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Speciale, onorevole Traversa, onorevole Scilipoti, onorevole Lo Monte, onorevole Murer... L'onorevole Miglioli ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato
522).

Prendo atto che il deputato Vico ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 32 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Martinelli, onorevole Girlanda, onorevole Murer, onorevole Oliverio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 525
Maggioranza 263
Hanno votato
525).

(Esame dell'articolo 33 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Martinelli, Girlanda, De Micheli, Cesare Marini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 527
Maggioranza 264
Hanno votato
527).

(Esame dell'articolo 34 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Conte, Marini, Galletti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 525
Maggioranza 263
Hanno votato
525).

(Esame dell'articolo 35 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).Pag. 35
Nessuno chiedendo di parlare, invito il Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 35.500 della Commissione.

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 35.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Misiani, Scilipoti, Donadi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 529
Maggioranza 265
Hanno votato
529).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani... pregherei i tecnici di disattivare temporaneamente il pulsante dell'onorevole Martinelli e dell'onorevole Scilipoti... onorevole Benamati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 528
Maggioranza 265
Hanno votato
528).

(Esame dell'articolo 36 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Martinelli, Simeone, Miglioli, Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 526
Maggioranza 264
Hanno votato
526).


(Esame dell'articolo 37 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Miglioli, Maria Rosaria Rossi, Conte, Girlanda, Cesario, De Camillis, Benamati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 528
Maggioranza 265
Hanno votato
528).

Prendo atto che i deputati Galletti e Tullo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 38 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative. Pag. 36
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Foti, Boniver...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 528
Maggioranza 265
Hanno votato
528).

Prendo atto che i deputati di Cagno Abbrescia e Tocci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 39 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Cambursano 39.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cambursano 39.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Conte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 527
Maggioranza 264
Hanno votato
263
Hanno votato
no 264).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 521
Astenuti 1
Maggioranza 261
Hanno votato
521).

Prendo atto che la deputata D'Ippolito Vitale ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 40 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 40 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessun chiedendo di parlare, invito il Governo ad esprimere il parere.

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo accetta gli emendamenti 40.500 e 40.501 della Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 37

Onorevoli Barani, Migliori, Martinelli, Girlanda, Scilipoti, Andrea Orlando, Vella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 524
Maggioranza 263
Hanno votato
524).

Prendo atto che il deputato Lulli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 40.501 della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 40.501, con una piccola correzione di forma: sostituire le parole «ai rispettivi», con le seguenti «agli», e inserire dopo le parole «di previsione» le seguenti: «di rispettivo interesse».

PRESIDENTE. Sta bene.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, per quanto mi riguarda è chiaro che si tratta di una riformulazione rispetto alla quale è obbligatorio che il Comitato dei nove prima si pronunci.

PRESIDENTE. L'importante è che sia chiaro quello che il presidente Leone ha letto.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. È chiarissimo, infatti le sto chiedendo che il Comitato dei nove si riunisca.

PRESIDENTE. Il Comitato dei nove è in grado di pronunciarsi seduta stante?

ANTONIO LEONE, Relatore Signor Presidente, il Comitato dei nove concorda sul testo modificato.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.501 della Commissione, nel testo modificato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Foti, D'Antona, Latteri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 526
Maggioranza 264
Hanno votato
526).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 40, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Girlanda, Latteri, Oliverio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 528
Maggioranza 265
Hanno votato
528). Pag. 38

(Esame dell'articolo 41 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 41 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Virgilio, Traversa, Strizzolo, Buonanno, Villecco Calipari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 525
Maggioranza 263
Hanno votato
525).

(Esame dell'articolo 42 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 42 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 42.500.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 42.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Codurelli, Rossi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 527
Maggioranza 264
Hanno votato
527).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 42, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Strizzolo, Ciccioli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 524
Votanti 499
Astenuti 25
Maggioranza 250
Hanno votato
498
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 43 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 43 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 43.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 39
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 513
Astenuti 3
Maggioranza 257
Hanno votato
513).

Prendo atto che i deputati Piffari e Cimadoro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 44 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 44 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 44.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti... Onorevole Follegot...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato
522).

Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 45 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 45 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 45.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato
516).

Prendo atto che le deputate Argentin e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riuscite a votare e che i deputati Vessa e Mondello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 46 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 46 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 46.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Duilio... onorevole Vitali... onorevole Scilipoti... onorevole Mura... onorevole Armosino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 519
Maggioranza 260
Hanno votato
519).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

Pag. 40

(Esame dell'articolo 47 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 47 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 47.500.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 47.500 della Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 47.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti, non riesce proprio? Pregherei gli uffici di disattivare temporaneamente la postazione dell'onorevole Scilipoti. Adesso ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 525
Maggioranza 263
Hanno votato
525).

Prendo atto che i deputati Ravetto e Renato Farina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 47, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Virgilio, non riesce? Onorevole Palumbo... Onorevole Sani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 526
Maggioranza 264
Hanno votato
526).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 48 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 48 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 48.500.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 48.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 41

Onorevole Latteri... Onorevole Cesario...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 524
Maggioranza 263
Hanno votato
524).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 48, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 510
Maggioranza 256
Hanno votato
510).

Prendo atto che i deputati Traversa, Zamparutti, Gasbarra, Enzo Carra, Mattesini e Latteri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

LINO DUILIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per segnalare una questione, in particolare, all'attenzione del relatore, del Governo e del presidente della Commissione, che ci ha intrattenuto con un intervento relativo alla disciplina dei collegati e più complessivamente alla sede regolamentare nella quale inquadrare le innovazioni di questa legge di stabilità. Poiché stiamo per concludere, in un minuto desidero richiamare una questione sulla quale il Governo si era riservato di dire qualcosa, accantonando la proposta della quale abbiamo discusso in Commissione e che poi, purtroppo, non è stata ripresa. Si tratta della possibilità che venga presentata una nota di aggiornamento alla Decisione di finanza pubblica alla quale, nell'ipotesi, credo debba seguire l'emanazione di provvedimenti collegati alla manovra di finanza pubblica.
In altre parole, quando viene presentata la nota di aggiornamento alla Decisione di finanza pubblica, sarebbe bene che il Governo adotti il conseguente provvedimento attraverso lo strumento del disegno di legge collegato, che investe il Parlamento e lo qualifica, dal momento che vogliamo riprendere la centralità del Parlamento. Presenterò un ordine del giorno poiché, purtroppo, in sede di Comitato dei nove, la questione non è stata riesaminata. Sottoporrei la questione alla sensibilità particolare del Presidente, sensibilità che si è già manifestata con l'intervento precedente.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, credo che le argomentazioni dell'onorevole Duilio siano condivisibili e potranno naturalmente integrare le considerazioni che ho svolto ieri a nome della Commissione circa i Regolamenti parlamentari. Naturalmente, auspico che il Governo accolga l'ordine del giorno e quindi lo faccia proprio.

(Esame dell'articolo 49 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 49 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).

PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare.

Pag. 42

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, intervengo per ritirare l'emendamento Lanzillotta 49.2.

PRESIDENTE. Onorevole Baretta, si tratta di un emendamento a firma dell'onorevole Lanzillotta, non può ritirarlo lei.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, avendo in precedenza fatto nostro l'emendamento Lanzillotta 49.2, è chiaro che su suggerimento dell'onorevole Baretta, in base agli esiti della discussione, a questo punto riteniamo doveroso ritirarlo, perché è ininfluente ai fini degli obiettivi che ci eravamo posti.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 49.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 518
Maggioranza 260
Hanno votato
518).

Prendo atto che le deputate Armosino e Argentin hanno segnalato che non sono riuscite a votare.

(Esame dell'articolo 50 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 50 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 50.500.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 50.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bonanno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato
516).

Prendo atto la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Girlanda ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 50, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 508
Maggioranza 255
Hanno votato
508).

Pag. 43

Prendo atto che le deputate Armosino e Argentin hanno segnalato che non sono riuscite a votare e che il deputato Girlanda ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 51 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 51 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 51.500.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 51.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda... onorevole Armosino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 514
Maggioranza 258
Hanno votato
514).

Prendo atto che i deputati Nizzi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 51, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 511
Maggioranza 256
Hanno votato
511).

Prendo atto che i deputati Nizzi, Argentin e Armosino hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Trappolino e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 52 - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 52 (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 52.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 512
Maggioranza 257
Hanno votato
512).

Prendo atto che i deputati Realacci e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Samperi, Froner, Torazzi, Petrenga e Girlanda hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Pag. 44

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2555-A).
Avverto che l'ordine del giorno Caparini n. 9/2555-A/1 è stato ritirato.
Nessuno chiedendo di intervenire per illustrare gli ordini del giorno presentati, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli stessi.

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo accetta gli ordini del giorno Cambursano n. 9/2555-A/2, Contento n. 9/2555-A/3 e Causi n. 9/2555-A/4. Il Governo accetta l'ordine del giorno Baretta n. 9/2555-A/5 a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di sostituire le parole: «ad articolare» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di articolare». Il Governo accetta l'ordine del giorno Melis n. 9/2555-A/6 a condizione di sostituire nel dispositivo le parole: «trenta giorni» con le seguenti: «novanta giorni». Il Governo accetta altresì l'ordine del giorno Duilio n. 9/2555-A/7 a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di aggiungere nel dispositivo dopo la parola: «utilizzando» le parole: «di norma». Il Governo infine accetta gli ordini del giorno Cazzola n. 9/2555-A/8, Gioacchino Alfano n. 9/2555-A/9 e Ventura n. 9/2555-A/10.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Cambursano n. 9/2555-A/2, Contento n. 9/2555-A/3 e Causi n. 9/2555-A/4, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Baretta n. 9/2555-A/5, Melis n. 9/2555-A/6 e Duilio n. 9/2555-A/7, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Cazzola n. 9/2555-A/8, Gioacchino Alfano n. 9/2555-A/9 e Ventura n. 9/2555-A/10, accettati dal Governo. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, colleghi, «la riforma della contabilità e della finanza pubblica è destinata ad incidere in profondità sull'assetto dei rapporti tra Parlamento e Governo e concorre in modo determinante a definire il ruolo svolto dallo stesso Parlamento nel sistema politico-istituzionale»: così ieri ha sottolineato il presidente della Commissione bilancio. Siamo totalmente d'accordo, ecco perché l'Italia dei Valori ha contribuito seriamente alla definizione di questa legge.
La necessità di una riforma della legge n. 468 del 1978 nasce dall'espansione del ruolo delle autonomie territoriali, dalla riforma del Titolo V della Costituzione, dai vincoli imposti dall'Unione europea (il Patto di stabilità e di crescita e il conseguenziale Patto di stabilità interno), ma anche dalla riforma federalista con il relativo patto di convergenza quale strumento per realizzare l'obiettivo, per l'appunto, della convergenza dei costi e dei fabbisogni standard dei vari livelli di governo, nonché degli obiettivi di servizio ai livelli essenziali delle prestazioni e delle funzioni fondamentali.
L'assalto alla diligenza prima e lo stravolgimento della legge finanziaria poi, da parte dei Governi, con la presentazione di maxiemendamenti e il conseguente voto di fiducia che azzera il ruolo del Parlamento, hanno manifestato i limiti di un cortocircuito decisionale che non è riuscito a garantire una procedura adeguata ad un Pag. 45dibattito parlamentare ordinato. Venendo meno questo è venuta meno anche la trasparenza delle procedure decisionali relative all'indirizzo politico-finanziario sotteso alla manovra di bilancio. L'abnorme ampliamento delle dimensioni e dei contenuti normativi della legge finanziaria si è manifestato anche attraverso la prassi di affiancare alla legge finanziaria uno o più decreti collegati, che hanno reso più complessi e confusi i procedimenti parlamentari, di indirizzo prima, ma anche di controllo poi. Così com'è stata pressoché impossibile un'analisi approfondita della quantità e della qualità della spesa storica e dei nodi strutturali che governano gli squilibri di finanza pubblica. A loro volta, i vincoli europei hanno fatto scattare l'esigenza di mettere un freno alla spesa con strumenti di intervento di contenimento automatico e trasversale attraverso i tagli lineari, non selettivi, delle dotazioni di bilancio. Questa legge dovrebbe dare una soluzione all'ipertrofia della legge finanziaria e anche all'opposta carenza di contenuto decisionale del bilancio, aprendo la via verso un più ampio processo di revisione della spesa pubblica.
Il lavoro svolto da questo ramo del Parlamento ha parzialmente corretto alcuni veri e propri scivoloni riscontrati nel testo arrivato dal Senato. Per primo, l'insufficiente raccordo tra il testo e il dettato dell'articolo 119 della Costituzione, così come attuato dalla legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale. Il successo della riforma federalista dipenderà molto dall'operazione di standardizzazione dei costi, dei fabbisogni e dei prelievi, essenziale per la determinazione delle risorse da assicurare alle regioni e agli enti locali, mediante risorse proprie, compartecipazioni e quote del Fondo di perequazione per i territori con minore capacità fiscale. Permane ancora, a nostro avviso, una sostanziale centralizzazione delle procedure che entra in collisione con l'autonomia di entrata e di spesa prevista dall'articolo 119 della Costituzione.
L'eccessiva concentrazione degli strumenti di Governo centrale e i tempi della loro presentazione e discussione in Parlamento sono un altro limite. Nonostante la positiva correzione apportata da quest'Aula, riteniamo ancora troppo presente il tentativo di appropriazione di spazi decisionali non conformi alle esigenze di programmazione e coordinamento della finanza pubblica. Questo disegno di legge non tiene ancora in sufficiente conto che una parte consistente delle competenze in materia di spesa sono ormai trasferite alle regioni e, per la concreta gestione amministrativa ai comuni, alle città metropolitane, alle province. Questi livelli di Governo sono tenuti ad esercitare tali funzioni con autonomia di entrata e di spesa, come previsto dalla legge n.42 del 2009.
La banca dati istituita presso il Ministero dell'economia e delle finanze e alimentata dalle amministrazioni pubbliche, con l'obiettivo di semplificare le procedure e di ridurre gli oneri per le amministrazioni, è un significativo passo avanti nella direzione di un maggior coinvolgimento delle autonomie. Tuttavia, la concentrazione presso la Ragioneria generale dello Stato e il semplice obbligo di «sentire» l'ISTAT e la Conferenza unificata ci lasciano ancora insoddisfatti. Al fine di rendere più trasparente il processo di programmazione, più efficiente l'allocazione delle risorse ed effettivo il controllo obiettivo dei risultati, dovevano essere maggiormente assicurati tutti i presupposti per l'interscambio dei dati tra i livelli istituzionali.
Riteniamo inoltre ancora insufficiente la previsione relativa all'introduzione del sistema di contabilità economico-patrimoniale accanto a quella finanziaria, in quanto è prevista solo in via sperimentale e per finalità conoscitiva. La gestione per competenza giuridica è attraversata da contraddizioni distorsive e non risponde a sufficienza all'esigenza di fornire un quadro sistematico delle obbligazioni delle amministrazioni e dell'impatto economico di medio periodo delle scelte di bilancio. Infine riteniamo che sia stata posta insufficiente attenzione al ruolo degli enti decentrati nel procedimento di formazione della Decisione di finanza pubblica così come è previsto dalla legge n. 42 del 2009. Pag. 46Infatti è previsto esclusivamente un parere della Conferenza unificata su un documento semplificato contenente le linee guida per la ripartizione degli obiettivi di finanza pubblica.
Concludo - Presidente - ricordando che questa nuova legge di contabilità non è l'approvazione di una legge per l'oggi, né per questa legislatura, né per questa maggioranza o per questo Governo, ma per il domani, per altre maggioranze e per altri Governi. In buona sostanza è una nuova legge per il Paese che coinvolge in pieno sia i Governi sia i Parlamenti; una nuova legge di bilancio che passa da risorse suddivise in base alla natura delle spese ad una logica di obiettivi e di risultati, una nuova manovra finanziaria che assicura un positivo apporto del Parlamento. Ecco quindi che diciamo «no» a decreti omnibus, così come abbiamo visto nel recente passato, mentre occorrono disegni di legge assegnati per materia alle competenti Commissioni.
Il Parlamento deve essere sempre messo nelle condizioni di svolgere il proprio ruolo di legislatore e quindi di valutare compiutamente i profili finanziari dei propri provvedimenti legislativi. Per consentire al Parlamento e alle proprie articolazioni di svolgere questo importante e delicato compito istituzionale la nuova legge di contabilità e di finanza pubblica potrà manifestare compiutamente i propri effetti solo se i comportamenti dei Governi e i Regolamenti parlamentari ne avranno valorizzato i profili innovativi.
L'impegno dell'Italia dei Valori ad avviare e a portare a compimento una riforma regolamentare in questo ambito preciso, cioè quello della sessione di bilancio, è pieno e totale. Solo così il Parlamento potrà assolvere con successo il ruolo che il provvedimento in votazione gli assegna. Mi riferisco all'intreccio tra procedura di finanza pubblica e procedura di attuazione del federalismo fiscale delineato dalla legge n. 42 di questo anno, che la Commissione si è impegnata a meglio coordinare.

PRESIDENTE. Deve concludere.

RENATO CAMBURSANO. La nuova articolazione - concludo Presidente - dei provvedimenti che costituiscono la manovra di finanza dovrà tutelare il Parlamento da incursioni del Governo e le Camere dovranno essere messe in condizione di lavorare con consapevolezza, che è proprio il compito del legislatore. È con questo presupposto e con queste condizioni che il gruppo dell'Italia dei Valori esprimerà voto favorevole su questo provvedimento di riforma della contabilità dello Stato e di finanza pubblica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, l'Unione di Centro vota favorevolmente questa riforma della contabilità della finanza pubblica, e ritiene utile e significativa l'iniziativa parlamentare che è stata assunta dal Senato anche con la firma dell'Unione di Centro. Questa riforma guarda al Paese. Questa riforma è scritta perché ciascun cittadino possa leggervi all'interno come vengono utilizzati i propri tributi. Non è una legge che guarda al «palazzo», che parla al «palazzo», che parla agli uffici, che parla alla burocrazia.
È una legge appunto che vuole mettere al centro il contribuente. Essa non ha fatto e non fa notizia sulla stampa ma costituisce il DNA dell'attività del Governo, del Parlamento e di tutto il sistema delle autonomie. Non secondario è considerare anche il sistema diverso dagli enti territoriali: mi riferisco al settore allargato di tutta la pubblica amministrazione. Questa legge disciplinerà l'attività legislativa e amministrativa di una spesa che costituisce il 50 per cento di quella pubblica, ossia la spesa del sistema delle autonomie territoriali.
Alla vecchia centralizzazione dei conti pubblici e della finanza pubblica si era opposto un federalismo fiscale che rischiava una pericolosa disarticolazione nel controllo dei conti pubblici. Questa legge riannoda i fili del sistema delle autonomie locali e del settore pubblico allargato e delle pubbliche amministrazioni in una Pag. 47logica di unità nazionale della finanza pubblica. In tal senso è stato meglio puntualizzato il testo del Senato che forse aveva troppo sottovalutato le contraddizioni della legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale e con il provvedimento stesso.
In sede di armonizzazione e di coordinamento questo testo qualifica i decreti attuativi come principi fondamentali ai sensi dell'articolo 117 e 119 della Costituzione superando l'impostazione della legge n. 42 che rivendicava a se stessa la esclusività di stabilire i principi fondamentali del coordinamento di finanza pubblica.
Riteniamo soddisfacente la riscrittura del ciclo della programmazione economico-finanziaria. Rimane aperto il problema dei disegni di legge collegati. Possono essere presentati da novembre a febbraio dell'anno successivo. Essi hanno un contenuto proprio di omogeneità e sono finalizzati ad introdurre misure organiche in specifici comparti della pubblica amministrazione. Lo scopo di avere collegati alla legge di stabilità, già legge finanziaria, che possono essere discussi dalle Commissioni di merito in un tempo limitato, tre o sei mesi, con corsie preferenziali per essere approvati a data certa, così come già prevede per le proprie deliberazioni il Regolamento del Senato, è un passo avanti per riaffermare il ruolo centrale del Parlamento senza alibi per il Governo. Sinora ci siamo trovati di fronte alle esigenze del Governo che metteva l'accento sulla necessità della decisione a danno del ruolo del Parlamento che rivendicava il potere di indirizzo.
In una maggioranza fidelizzata, in un Parlamento di nominati la partita si è sempre chiusa a favore del Governo che imponeva decreti-legge omnibus su cui innestava voti di fiducia su maxiemendamenti. Da queste opposte esigenze siamo usciti garantendo tempi di decisione certi e brevi del Parlamento: qualcosa di più dei decreti-legge ma anche qualcosa in meno delle normali procedure parlamentari a volte annuali.
Questa riforma determina anche una limitazione al Governo nel ricorso alla decretazione d'urgenza in maniera di controllo di conti pubblici, salvo casi particolari. Qualcuno voleva anche disciplinare i casi particolari, ma la questione è rinviata ai Regolamenti parlamentari. In tal senso riteniamo l'invito che il presidente della Commissione bilancio, Giorgetti, ha fatto a margine dell'articolo 7: un intervento molto importante e significativo, fatto interpretando la volontà di tutta la Commissione bilancio, in particolar modo dell'Unione di Centro che in tale direzione l'aveva sollecitato.
Riteniamo questa dichiarazione, per i punti che mette all'ordine del giorno della discussione per la riforma dei Regolamenti, condivisibile e sostenibile. Siamo consapevoli che il ciclo della programmazione e del controllo dei conti pubblici non si possa esaurire con questa nuova legge di contabilità, che per essere operativa ed applicabile ha necessità che sia modificato il Regolamento. Sono convinto anche che sia un bene che in questa fase di dichiarazioni di voto finale sia presente anche il Presidente Fini, perché si dovrà far carico, signor Presidente, di questa unanime e condivisa esigenza.
Nel nostro calendario, oltre all'approvazione entro l'anno di questa legge di contabilità, è prevista nel primo trimestre del prossimo anno l'approvazione della riforma dei Regolamenti, limitatamente alla parte relativa alla sessione di bilancio, senza dover condire, signor Presidente, questa riforma dei Regolamenti di altre questioni, pure importanti, altrimenti questa è una legge che rimane nel cassetto e sarà impraticabile.
In questa riforma si è cercato di capire qual è il baricentro delle quote di concorrenza di tutti i soggetti della pubblica amministrazione per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica. Si è cercato di capire qual è l'incidenza dell'accordo Governo, regioni ed enti locali, sul Governo e altri soggetti della pubblica amministrazione. Mentre è in qualche modo auspicabile e comunque ovvio che gli altri soggetti della pubblica amministrazione Pag. 48si debbano raccordare con gli obiettivi di finanza pubblica, questione molto più complessa è quando questi soggetti sono gli enti territoriali, soprattutto le regioni, che hanno autonomia legislativa e addirittura, in materia di contabilità pubblica, hanno un potere di legislazione concorrente. Il Parlamento, con questa riforma, torna invece ad essere centrale, perché nel ciclo della programmazione si stabilisce che con le «linee-guida» la Conferenza unificata valuta preventivamente la quota di concorrenza degli enti territoriali alla definizione degli obiettivi finanziari da stabilire poi nella Decisione di finanza pubblica.
Noi dell'Unione di Centro volevamo l'intesa fra sistema delle autonomie e Governo, ma la maggioranza - mi si consenta di sottolinearlo - con la Lega, non ha voluto questa intesa. È un errore: un'intesa avrebbe potuto meglio indirizzare la volontà del Parlamento, soprattutto in una fase in cui il federalismo fiscale sarebbe andato a regime. Avremmo potuto creare i presupposti politici per la futura Camera delle regioni. La Camera dei deputati si sarebbe meglio predisposta al dialogo col sistema delle autonomie, si sarebbe abituata. Signor Presidente, si tratta di poter coniugare le esigenze del sistema delle autonomie con il patto di convergenza ed il patto di stabilità.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Ciccanti.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, a conclusione di questo mio intervento devo esprimere il compiacimento per il modo con cui il relatore, onorevole Leone, il presidente della Commissione ed il Viceministro Vegas hanno saputo dialogare con l'opposizione (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente ed onorevoli colleghi, la proposta di legge in esame qui in Assemblea è frutto di tutti i gruppi rappresentati in Commissione, che hanno convenuto a larga maggioranza sull'impianto della riforma, contribuendo a modificare ed integrare il testo approvato al Senato. Voglio quindi, in via preliminare, ringraziare, oltre al relatore Leone, il presidente Giorgetti, il Viceministro Vegas, i colleghi ed i funzionari della Commissione bilancio per l'importante lavoro svolto.
La proposta di legge contiene un'articolata riforma dell'impianto normativo, alla luce dei principi dettati dalla legge delega in tema di riforma della pubblica amministrazione e della nuova disciplina prevista dalla legge delega in materia di federalismo fiscale. Tra i principi direttivi della delega diventa fondamentale l'adozione di regole contabili uniformi e di un comune piano dei conti integrato e di comuni schemi di bilancio articolati in missioni e programmi.
Occorre ricordare che, al fine di raccordare i contenuti della suddetta delega con quelli recati dalla delega prevista per l'attuazione del federalismo fiscale, l'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio di comuni, province, città metropolitane e regioni è demandata al Governo in sede di adozione dei decreti legislativi di attuazione dell'articolo 119 della Costituzione.
Signor Presidente, una riforma della legge di contabilità e di bilancio era necessaria per i nostri contribuenti, per dar loro maggiore trasparenza e controllo sulla spesa pubblica attraverso il ruolo del Parlamento. Maggiore trasparenza nei conti pubblici, perché ogni cittadino possa capire perché deve pagare imposte e tasse allo Stato da destinare alla collettività, e questo può essere fatto se vi è un effettivo controllo da parte del Parlamento.
Avere gli strumenti per effettuare una buona pianificazione finanziaria è fondamentale nel privato, ma ancor più nel pubblico, per poter adeguare la nostra politica economica agli obiettivi europei sul contenimento della spesa pubblica.
Tra questi nuovi strumenti abbiamo la banca dati unitaria delle pubbliche amministrazioni, deputata a raccogliere i dati, Pag. 49compresi quelli necessari a dare attuazione al federalismo fiscale, ed altre informazioni utili per l'attuazione del provvedimento. La banca dati sarà accessibile da parte di tutte le amministrazioni che concorrono ad alimentarla, con apposita intesa in sede di Conferenza per il coordinamento della finanza pubblica.
Inoltre, al fine di verificare l'attuazione della riforma, il Ministro dell'economia e delle finanze presenta alle Camere un rapporto sullo stato di attuazione della riforma per i tre esercizi successivi all'entrata in vigore della legge. Le Commissioni parlamentari competenti svolgono qui la loro attività istruttoria e di controllo. Il controllo parlamentare si svolge, in particolare, attraverso il monitoraggio degli andamenti di finanza pubblica, con riferimento a specifici indicatori di performance.
Signor Presidente, la riforma potenzia anche il sistema informativo e dei controlli delle pubbliche amministrazioni, implementando le funzioni della Ragioneria generale dello Stato e del Dipartimento delle finanze. La prima dovrà predisporre una nuova relazione mensile sul conto consolidato di cassa, riferito alle amministrazioni pubbliche, da presentare alle Camere tre volte l'anno, con eventuale aggiornamento delle stime anche relativamente alla consistenza del debito pubblico. Al Dipartimento delle finanze è demandato il monitoraggio dell'andamento delle entrate tributarie e contributive e degli effetti finanziari delle principali misure adottate in materia tributaria.
Una svolta epocale si avrà anche con il passaggio dal sistema «per competenza» a quello «per cassa». Certamente, è una scelta che si avvicina alla contabilità economica di tipo aziendalistico, ma a dire il vero, su questo punto - cioè, sull'introduzione di un bilancio di sola cassa - abbiamo manifestato, insieme ai colleghi della Commissione, forti perplessità sulla reale applicazione e convenienza nell'abbandonare il doppio binario della cassa e della competenza.
Signor Viceministro, il rischio potrebbe essere che le amministrazioni siano spinte verso un ulteriore differimento dei pagamenti verso i fornitori privati, al fine di rispettare il Patto di stabilità interno.
Un'importante svolta è quella relativa alle modifiche al ciclo e agli strumenti di programmazione, che diventano: la relazione economica della finanza pubblica, da presentare alle Camere entro il 15 aprile di ogni anno; la Decisione di finanza pubblica, che sostituisce il DPEF, da presentare alle Camere entro il 15 settembre; il disegno di legge di stabilità, l'ex legge finanziaria, da presentare entro il 15 ottobre di ogni anno; il disegno di legge di bilancio dello Stato, da presentare alle Camere entro il 15 ottobre di ogni anno; i disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica; l'aggiornamento del programma di stabilità, da presentare al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea.
La legge di stabilità e la legge di bilancio sono i provvedimenti di cui consta la manovra triennale di finanza pubblica, e questa è una delle novità più rilevanti della proposta in esame e definisce, per il triennio di riferimento, le misure qualitative e quantitative necessarie a realizzare gli obiettivi programmatici di politica economica indicati nella Decisione di finanza pubblica.
Ed ancora, la proposta di riforma mette a regime le innovazioni già apportate alla struttura di bilancio. L'articolazione in missioni e programmi del bilancio di previsione dello Stato è già stata introdotta, come ricordiamo, nel bilancio del 2008.
Inoltre, relativamente alla procedura di formazione del bilancio, viene introdotta una maggiore autonomia e semplificazione per i Ministeri, la quantificazione delle risorse necessarie al raggiungimento degli obiettivi dei Ministeri competenti, che possono proporre la rimodulazione delle risorse tra programmi appartenenti alla stessa missione di spesa, con assoluto divieto, però, di previsioni basate sul mero calcolo della spesa storica; anche per l'attuazione di deleghe legislative, la proposta in esame ribadisce il principio che devono Pag. 50esserci i mezzi di copertura finanziaria necessari per l'attuazione dei relativi decreti.
Signor Presidente, lo spirito della riforma che stiamo approvando mira innanzitutto a consentire ai singoli Ministri ed alle Commissioni parlamentari di riferimento di riappropriarsi del proprio ruolo, dei propri stati di previsione e di analizzare e valutare il settore di spesa di loro interesse, ponendoli nella condizione di impostare politiche improntate a princìpi di riqualificazione e di efficienza della spesa pubblica.
Ed è il federalismo fiscale che richiede di procedere a tale azione di coordinamento, nel rispetto dell'autonomia di entrata e di spesa costituzionalmente garantita alle regioni ed agli enti locali in base al principio della leale collaborazione tra i diversi livelli di governo e non tramite imposizioni del sistema centrale.
Concludendo, la riforma in esame potrà dirsi effettivamente completata ed idonea a perseguire gli obiettivi che le sono propri solo una volta intervenuta una coerente e conseguente modifica dei Regolamenti parlamentari - come è stato richiamato sia ieri che oggi un po' da tutti - ed è questo l'impegno politico che esprimiamo come Lega Nord Padania. Solo la modifica del Regolamento, attraverso la Giunta, consentirà, infatti, al Parlamento di assolvere con successo il ruolo che il provvedimento al nostro esame gli assegna.
Va da sé che la riforma della contabilità pubblica di oggi è alla base di una stagione di riforme strutturali che il Paese aspetta da tempo. Il cittadino deve sapere dove vanno le risorse che gli vengono richieste, deve sapere come sono utilizzate e questo concetto è alla base di una buona e corretta amministrazione, anche al fine di garantire il livello necessario ed essenziale delle prestazioni.
Il federalismo fiscale in fase di attuazione, nonché il federalismo istituzionale che è sempre più necessario porteranno ad una maggiore autonomia degli enti locali e, soprattutto, ad una maggiore responsabilizzazione degli amministratori.
Ed ancora, la riforma del Codice delle autonomie, nonché la riforma della pubblica amministrazione, consentiranno di arrivare ad un maggior controllo della spesa pubblica, che passa attraverso una concreta riduzione del peso dello Stato.
Sono i quasi 9 milioni di partite IVA, di cui 3,5 milioni di imprese individuali, e tutti i loro dipendenti, che mantengono la pesante macchina statale e tutto il Paese. Sono le nostre aziende che - nonostante la crisi, la concorrenza cinese, un'Europa che non difende le nostre qualità di eccellenza e le banche che non danno credito - continuano ad andare avanti e ad investire in innovazione e sviluppo, ma non si salveranno a lungo senza queste riforme.
La stagione delle riforme è iniziata: sta a noi portarla avanti (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, nell'annunciare il voto favorevole del Partito Democratico alla legge di riforma del bilancio dello Stato, voglio sottolineare che quanto è avvenuto in questa occasione è la dimostrazione che quando si vuole un confronto e si sceglie la ricerca condivisa di soluzioni, anche ovviamente di mediazione, i risultati non mancano e sono sempre produttivi.
Come ben sappiamo, la formazione delle decisioni di finanza pubblica occupa un posto speciale nella missione di indirizzo e controllo che le Costituzioni assegnano ai Parlamenti moderni. Sappiamo però che, da alcuni anni, nel nostro Paese questa missione si è offuscata a causa di una distorta visione del ruolo della sessione di bilancio, che ha trasformato il periodo dell'avvento, tempo liturgico dell'attesa, nel tempo politico della spesa.
A questa prassi i Governi, condizionati dalle ristrettezze dei conti pubblici e dalle esigenze di consenso, hanno risposto con i maxiemendamenti dell'ultima ora o con un reiterato ricorso al voto di fiducia. Si è così prodotta una progressiva sterilizzazione Pag. 51dell'originaria funzione programmatica e regolatrice della funzione di bilancio. Che bisognasse, dunque, procedere ad una riforma è diventato patrimonio e coscienza comune di entrambi i rami del Parlamento e di tutti i gruppi.
Sono molti, dunque, i motivi di soddisfazione che accompagnano l'approvazione di questa legge. Innanzitutto, come ha ripetuto più volte il relatore, l'onorevole Leone, si tratta di una legge di iniziativa parlamentare; in secondo luogo, entrambi i rami del Parlamento hanno espresso un voto favorevole.
Il fatto che anche il nostro gruppo al Senato si sia espresso a favore è stato un buon viatico, ma non ci ha ingessato e deresponsabilizzato, sicché, pur rispettando l'ingegneria complessiva della legge del Senato, ci siamo mossi per migliorarla nelle strutture portanti e nei non secondari allestimenti, a cominciare dal mancato raccordo fra la riforma del bilancio e la riforma federale.
Possiamo, in sostanza, affermare che, se la legge n. 42 del 2009 aveva di fatto ignorato le conseguenze che il federalismo inevitabilmente produce sulle regole di finanza pubblica, la nuova legge di bilancio, nella versione uscita dal Senato, aveva clamorosamente omesso di confrontarsi con le novità introdotte dalla legge sul federalismo. A questo limite abbiamo provveduto introducendo un coordinamento tra i due percorsi e avviando un'armonizzazione dei bilanci a tutti i livelli molto più stringenti che nel passato.
Ci è parso necessario, inoltre, migliorare la trasparenza e l'efficacia nella formazione e nella gestione del bilancio. Anche a ciò si è provveduto adottando definitivamente, in forma semplificata, la procedura per programmi e missioni e introducendo il passaggio alla gestione di cassa, nella prospettiva di adottare un sistema basato sulla competenza economica e non su quella giuridica attualmente in vigore.
Un aspetto centrale della nostra iniziativa che ha trovato una rispondenza nelle scelte della maggioranza e l'accoglienza da parte del Governo ha riguardato il cuore della questione, ovvero i rapporti tra il Governo e il Parlamento. La risposta che abbiamo dato a questo cruciale aspetto è che la nuova finanziaria, che assume il significativo titolo di legge di stabilità, si concentri nella seconda metà dell'anno. Si riduce, così, quella litania di aggiustamenti continui in corso d'anno e si realizza una maggiore concentrazione del lavoro parlamentare, ma anche una migliore agibilità nell'azione del Governo.
Al contempo, il Governo si impegna, ogni qual volta si prefiguri un'azione che modifichi i quadri di riferimento finanziario, i saldi e gli obiettivi, a presentarsi in Parlamento con una nota di aggiustamento preventiva a qualsiasi intervento specifico.
Non sfugge a nessuno l'importanza di questa norma, attraverso la quale, integrata dall'ordine del giorno accolto oggi, si abbatte drasticamente la discrezionalità del ricorso ai decreti-legge, piaga ancora non riparata della politica economica di quest'anno. Il ruolo del Parlamento ne esce oggettivamente rafforzato e ciò è un bene per tutti.
Signor Presidente, il varo di questa legge, dunque, modernizza la struttura e le procedure del bilancio pubblico, si inserisce cioè - o meglio precede, data la lentezza generale - in quel percorso di riforme istituzionali che debbono rendere più agevoli ed efficaci i compiti dei rappresentanti del popolo e dei governanti.
È questo il punto chiave politico che determina il successo di questa legge e segna un criterio più generale. Il dibattito politico-istituzionale, infatti, ruota da troppo tempo intorno allo squilibrio attuale dei poteri e ne ricerca uno nuovo. Questo squilibrio è influenzato dalle stagioni politiche e, più o meno, è esaltato dalla maggioranza di turno, ma esso è strutturale. Troppi, infatti, sono i cambiamenti intervenuti in questi ultimi anni negli assetti della politica e della società: il federalismo fiscale e istituzionale e gli effetti che le innovazioni economiche hanno comportato sulle regole finanziarie e contabili della società e degli enti locali e dunque, perché no, dello Stato. Pag. 52
Questo squilibrio strutturale si può ovviare individuando con chiarezza i tre cardini di un nuovo equilibrio. Essi sono: il Governo nazionale, le autonomie locali e il Parlamento. Tutti questi poteri agiscono in nome e per conto del popolo italiano e concorrono a far procedere la vita pubblica. Se nelle materie economiche, se nelle logiche finanziarie, se nelle regole contabili non si realizza un'armonizzazione effettiva tra questi poteri lo Stato è destinato a non funzionare. Se cioè il Governo non ha un'adeguata agibilità, se gli enti locali non possiedono una vera autonomia, se infine e non ultimo il Parlamento non ha validi strumenti di controllo, indirizzo e ratifica la contabilità pubblica si aggroviglia, diventa incomprensibile e l'effetto negativo si diffonde in tutta l'azione legislativa e di governo.
Con questa legge, proseguendo in coerenza e migliorando il tracciato predisposto dal Senato, si individua un nuovo soddisfacente, ancorché inevitabilmente non perfetto, equilibrio.
In conclusione, signor Presidente, mi associo volentieri al ringraziamento verso tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato importante, vale a dire il relatore, il presidente e i componenti della Commissione bilancio. Persino il Governo merita un sincero riconoscimento in questa situazione. Questa mi sembra anche la giusta occasione per ringraziare i funzionari della Camera e della Commissione bilancio e, in particolare, l'ufficio legislativo del nostro gruppo. Senza il loro apporto culturale - e non solo tecnico - questo provvedimento non avrebbe avuto alcuna prospettiva di riuscita nella versione condivisa che oggi approviamo.
Resta ora un compito che non potevamo svolgere ma che affidiamo a lei, signor Presidente, alla Giunta per il regolamento e all'Assemblea. Si tratta di un passaggio decisivo per il buon funzionamento della legge, ossia mettere mano da subito, con urgenza e responsabilità, alla riforma dei Regolamenti parlamentari. Ha detto bene ieri il presidente della Commissione bilancio, l'onorevole Giancarlo Giorgetti, e pertanto mi limito a sottolineare quanto sia urgente che questa Camera migliori il suo lavoro. Signor Presidente, cari colleghi, il bene pubblico - e non le convenienze di parte - ci ha mosso nell'affrontare questa discussione. Se è pur vero che si può sbagliare, anche all'unanimità, è certamente vero che se si arriva, dopo una così serrata discussione, ad essere in buona fede tutti d'accordo su un argomento così delicato, possiamo presumere che si sia svolto un buon lavoro e confidare sul fatto che sia prevalso davvero l'interesse generale (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ceroni. Ne ha facoltà.

REMIGIO CERONI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Camera si sta apprestando a votare una riforma importante, portata avanti in un clima sereno, costruttivo e di positivo dialogo. È doveroso, pertanto, ringraziare la Presidenza per la costante attenzione mostrata, il rappresentante del Governo, il Viceministro Vegas, per il suo approccio determinato, competente ed appassionato, i gruppi di opposizione che hanno contribuito all'elaborazione del testo in modo concreto e responsabile, come ha sottolineato poc'anzi l'onorevole Beretta, il personale del servizio bilancio della Camera, i soggetti auditi come la ragioneria dello Stato, l'ISTAT, l'ANCI e la Corte dei conti per i preziosi consigli con i quali è stato migliorato il testo di legge, il presidente della Commissione bilancio, l'onorevole Giancarlo Giorgetti, che ha stilato il documento condiviso che impegna tutti i gruppi parlamentari a completare la riforma del bilancio con la riforma dei Regolamenti parlamentari. Un ringraziamento particolare va anche al relatore, il vicepresidente Leone, che con la sua disponibilità e attenzione ha saputo accogliere e rendere preziosi i contributi di tutti.
Oggi votiamo un provvedimento profondamente innovativo e necessario alle esigenze del Paese. La revisione della disciplina di finanza pubblica costituisce una questione politica di prima grandezza. Pag. 53Più volte i Parlamenti e i Governi delle precedenti legislature hanno tentato una riforma senza risultati concreti. Il fatto, dunque, che la legge n. 468 del 1978 dopo 31 anni non venga modificata, ma sostituita da una nuova legge è significativo e indicativo della volontà riformatrice di questa maggioranza, del Governo e di tutto il Parlamento.
Il provvedimento, che ci accingiamo ad approvare, nasce dalla necessità di assicurare un governo più unitario della finanza pubblica, atto a contemperare la perdurante esigenza di risanamento dei conti pubblici con la contestuale riqualificazione della spesa, volta a migliorare l'efficacia, l'efficienza e l'economicità dei servizi pubblici offerti ai cittadini e alle imprese. Inoltre, il provvedimento consentirà una gestione più chiara, semplice e trasparente dei conti pubblici.
Molti sono gli aspetti positivi della legge. Il primo è proprio la trasparenza. Viene messo a regime il sistema approvato dal precedente Governo sulla suddivisione del bilancio per missioni e programmi. Questo è molto importante perché determina una maggiore chiarezza delle scelte.
Nell'ambito del programma verranno indicate quali saranno le risorse rimodulabili e non rimodulabili; sarà quindi più facile responsabilizzare i singoli gruppi politici sulle scelte. Sarà possibile capire con maggiore facilità e comprensione dove sono allocate le risorse in più e come sono ripartite ovvero su quali capitoli avverranno i tagli e su quali capitoli verranno allocate le spese aggiuntive.
Un altro aspetto importante è la previsione di un orizzonte temporale pluriennale, cioè la triennalizzazione della manovra finanziaria realizzata congiuntamente dalla legge di stabilità - così si chiamerà la nuova legge finanziaria - e dalla legge di bilancio. In pratica, con tale innovazione si formalizza e si inserisce organicamente tra le norme positive quanto già introdotto con il decreto-legge n. 112 del 2008 e utilizzato per la legge finanziaria per il 2009. La dimensione temporale di medio periodo risulta più prossima a quella necessaria alla concretizzazione degli effetti economici delle misure predisposte. Inoltre, nel perseguimento delle politiche fiscali risulta facilitato il compito del Governo il quale può impegnarsi in un percorso predefinito nell'ambito di uno scenario pluriennale.
Un altro aspetto preso in considerazione riguarda la decisione di conferire maggiore profondità temporale alla Decisione quadro di finanza pubblica, il vecchio DPEF: per un Paese che ha uno Stato indebitato come il nostro si tratta di un'acquisizione vitale. L'asfitticità temporale dell'orizzonte della decisione di bilancio è nemica fondamentale del risanamento; con il grande debito pubblico che abbiamo necessariamente bisogna fare un piano di lungo periodo per il suo servizio e per superare la situazione. In questo senso la profondità temporale della Decisione di bilancio è una condizione vitale.
Un altro aspetto importante è la rimodulazione dei tempi previsti per i vari adempimenti in maniera da rendere le azioni più tempestive e pregnanti rispetto alla reale situazione. La Decisione di finanza pubblica slitta da giugno, come era previsto per il vecchio DPEF, al 30 settembre. Il disegno di legge in esame vieta, inoltre, l'inserimento nella legge di stabilità di norme ordinamentali ovvero organizzatorie. Nella sostanza, l'esclusione di norme di delega e di norme a carattere ordinamentale ovvero organizzatorio determina l'esclusione dal contenuto della legge di stabilità di tutte le disposizioni prive di effetti nei saldi, come sperimentato dalla legge finanziaria per il 2009.
Una norma molto importante contenuta nel provvedimento è poi il passaggio al bilancio di cassa, che il relatore ha definito una norma epocale. Il passaggio ad una redazione dei bilanci pubblici in termini di cassa si fa carico dell'esigenza di assicurare una concreta realizzazione dei programmi di spesa autorizzati. Si evidenzia come, a livello europeo, assumono rilevanza centrale i parametri dell'indebitamento netto e del fabbisogno che prendono a riferimento la massa spendibile Pag. 54dalle amministrazioni pubbliche, i dati di cassa sono fondamentali ai fini del controllo del debito pubblico.
Tuttavia, questo passaggio al bilancio di cassa sarà preceduto da una congrua fase sperimentale che consentirà di valutare le possibili problematiche che emergeranno in sede applicativa e potrà costituire la base per il passaggio ad una contabilità di carattere economico che consenta un'efficace valutazione delle performance delle diverse amministrazioni.
Infine, occorre sottolineare il potenziamento delle attività di monitoraggio, verifica e valutazione della spesa pubblica; degna di nota è l'attenzione prestata nei confronti del controllo parlamentare in modo da rafforzare il ruolo di indirizzo di quest'ultimo dotando le Camere di nuovi strumenti di conoscenza che consentono al parlamentare una maggiore partecipazione all'attività che gli è propria e per la quale è stato eletto.
Quelli indicati sono alcuni dei passaggi innovativi che, peraltro, collegano strettamente il disegno di legge in esame con le norme sulla base delle quali il Parlamento ha varato, poco meno di un anno fa, la manovra finanziaria relativa all'anno in corso e successivamente la legge n. 42 del 2009, sul federalismo fiscale, con la quale il provvedimento di oggi si salda inscindibilmente. Con questo provvedimento il Parlamento dà una risposta seria ed eloquente ai problemi finanziari dell'Italia.
Questa riforma si è resa indispensabile, ovviamente accompagnata anche da una riforma dei Regolamenti parlamentari che se non avverrà vanificherà tutto lo sforzo fatto, al fine di introdurre nel sistema normativo disposizioni che possono assicurare maggiore rigore e maggiore sviluppo in un Paese che necessariamente ha bisogno di regole certe e sicure per attivare quei procedimenti virtuosi di utilizzo della spesa pubblica non più rinviabili.
L'approvazione del presente provvedimento, che vede un'ampia e sostanziale convergenza dei gruppi parlamentari non solo di maggioranza, rappresenta un importante passo avanti verso la necessità di coniugare il ruolo del Governo, responsabile del rispetto dei vincoli finanziari imposti dalla comunità europea, con il ruolo del Parlamento e l'autonomia degli enti territoriali chiamati a partecipare e a concorrere alle decisioni. Questo provvedimento mette un tassello significativo nel processo di ammodernamento della pubblica amministrazione. Per questo motivo il voto del gruppo del Popolo della Libertà non può essere che molto favorevole (Applausi).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

ANTONIO LEONE, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, parlo anche a nome del presidente Giorgetti per quanto riguarda, questa volta non in maniera formale, i ringraziamenti agli uffici della Camera dei deputati, che hanno dimostrato un'alta professionalità durante la stesura e l'approvazione del provvedimento. Ringrazio anche i colleghi, non solo quelli seduti al banco del Comitato dei nove, che hanno contribuito in maniera determinante al confezionamento di questa riforma. Inoltre, mi rivolgo a lei, Presidente, in quanto avrà sicuramente preso atto e contezza della dichiarazione fatta dal presidente Giorgetti. È una dichiarazione fatta a nome dell'intera Commissione e continuo a rivolgere a lei l'appello, perché il completamento di questa grande riforma è legata solo e soltanto ad una riforma regolamentare. Una grande riforma slegata da quella che deve essere non solo la snellezza, ma la capacità di controllo che viene fuori da questo provvedimento del Parlamento - non solo sugli atti dell'Esecutivo, ma sull'intero andazzo della finanza pubblica nazionale - non può essere una riforma efficace. Per questo motivo mi rivolgo a lei e non solo ringrazio i colleghi, ma anche lei per l'attenzione che già da tempo porta proprio su questi argomenti (Applausi).

Pag. 55

PRESIDENTE. La ringrazio presidente Leone. Ho preso atto non soltanto di quanto da lei testè dichiarato, ma avevo avuto modo di ascoltare l'intervento dell'onorevole Giorgetti a nome di tutta la Commissione. Ne condivido pienamente lo spirito e il contenuto e sarà cura della Presidenza interessare quanto prima la Giunta per il Regolamento al fine di giungere a quelle modifiche del nostro Regolamento indispensabili per rendere la riforma che verrà approvata da qui ad un attimo operativa anche nella prassi dei nostri lavori parlamentari (Applausi).
La Vicepresidente onorevole Bindi mi ha chiesto una precisazione sui lavori di stamani. Proclamando il risultato della votazione dell'emendamento 21.3, la Vicepresidente Bindi ha fatto riferimento al risultato che si sarebbe registrato ove si fosse computato anche il voto dell'onorevole Bianconi. Il riferimento aveva il solo scopo di evidenziare che l'eventuale voto del collega non avrebbe, comunque, inciso sull'esito della votazione. Il risultato ufficiale della votazione, come prassi assolutamente univoca e consolidata, è quindi quello proclamato originariamente - non può essere altrimenti - e il voto risulta dal tabellone elettronico delle votazioni che sarà pubblicato nei resoconti.

(Coordinamento formale - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2555-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 2555-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Latteri, Armosino, Cesario...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1397 - «Legge di contabilità e finanza pubblica» (Approvata dal Senato) (2555-A):

Presenti 469
Votanti 467
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato 467
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Rugghia, Barbato, Barbareschi e Giacomoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
È quindi assorbita la proposta di legge n. 659.
Ricordo che la seduta riprenderà alle 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. Le votazioni avranno luogo dalle ore 16, con il seguito della discussione della mozione Realacci, Granata, Misiti ed altri n. 1-00252.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,45).

MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, prendo atto della precisazione, che sotto il profilo regolamentare mi pare ineccepibile, essendo il voto che scaturisce dalla votazione elettronica l'unico che può far testo. Pag. 56
D'altro canto, qui si impone una questione: avendo segnalato io, come altri colleghi, talvolta, il mancato funzionamento del sistema, la Presidenza dovrebbe garantire e accertare che, prima di dichiarare la chiusura della votazione, il sistema abbia consentito a tutti deputati di esercitare un diritto-dovere soggettivo, quale l'espressione del voto, anche quand'esso sia ininfluente ai fini della votazione finale, il che attiene ad un'altra valutazione rispetto all'espressione soggettiva del diritto-dovere di voto.
Se mi è possibile suggerire una questione, laddove ci siano colleghi che denunciano il mancato funzionamento del sistema e questo non sia stato soddisfacente ai fini di una votazione completa, quella votazione è ontologicamente invalida. Non può essere validata solo perché il sistema non ha funzionato per un solo deputato. La votazione è valida quando tutti i presenti in Aula hanno esercitato il loro diritto-dovere. Allora, prego la Presidenza di prendere in considerazione la possibilità che, tutte le volte che un collega dichiara di non aver potuto votare, la votazione vada ripetuta, perché tutti abbiamo il diritto-dovere di esprimere il nostro voto. Signor Presidente, pongo, infine, una questione di merito: se quel voto fosse stato determinante, avremmo avuto l'abnormità di una votazione ufficiale da Regolamento non corrispondente alla reale volontà dell'Aula, con effetti sostanziali. Quindi, invito a provvedere quanto meno rispetto a questa questione di fatto, affinché, se qualche collega non ha potuto esercitare il diritto di voto, pur essendo presente in Aula, la votazione non abbia efficacia alcuna e sia ripetuta (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Bianconi, sottoporrò all'Ufficio di Presidenza le valutazioni che lei ha testé svolto in Aula.
Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro per i rapporti con il Parlamento e il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.

(Iniziative per l'effettiva applicazione delle disposizioni ministeriali concernenti l'obbligatorietà dell'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche e iniziative in merito alla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo in materia - n. 3-00760)

PRESIDENTE. L'onorevole Luciano Dussin ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00760, riguardante iniziative per l'effettiva applicazione delle disposizioni ministeriali concernenti l'obbligatorietà dell'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche e iniziative in merito alla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo in materia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

LUCIANO DUSSIN. Signor Ministro, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha sancito che la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche è una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni. La sentenza è in contrasto con la storia del nostro Paese e ha suscitato un diffuso sconcerto nei cittadini, oltre che negli ambienti cattolici.
A tale riguardo, la magistratura italiana in più occasioni si è pronunciata sostenendo che il crocifisso non deve essere rimosso dalle nostre scuole. Sulla stessa linea sono intervenute delle direttive ministeriali precise e puntuali, che indicavano ai dirigenti scolastici di dare attuazione Pag. 57all'esposizione dei crocifissi nelle scuole. Le chiediamo quali siano le azioni che il Governo intende adottare per contrastare la decisione della Corte europea che abbiamo citato in premessa.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, come sottolineato dall'onorevole interrogante, la Corte europea dei diritti dell'uomo, accogliendo un ricorso presentato da una cittadina italiana di origine finlandese, ha stabilito in una sentenza che la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche rappresenterebbe una violazione del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e, addirittura, una violazione della libertà di religione degli alunni.
Il crocifisso in aula - cito ancora la sentenza - potrebbe essere incoraggiante per gli studenti religiosi, ma fastidioso per i ragazzi che praticano altre religioni. La Corte aggiunge, infine, che non è in grado di comprendere come l'esposizione di un simbolo che può essere ragionevolmente associato con il cattolicesimo possa servire al pluralismo educativo.
Noi, come Governo, non condividiamo affatto tale assunto. Riteniamo, invece, che la presenza del crocifisso non sia in contrasto con la possibilità di esplicare la libertà di religione degli adulti. Esso è un simbolo delle nostre radici, della nostra tradizione e della nostra cultura; è un simbolo fondamentale, impregnato di valori civili quali l'accoglienza, la solidarietà, l'uguaglianza, l'inviolabilità dei diritti umani, che sono alla base del nostro ordinamento.
In tal senso, vi sono varie pronunce di ordine consultivo e giurisdizionale: ricordo, fra le altre, il parere emesso nel 1988 dal Consiglio di Stato, il quale non ha riscontrato alcuna violazione dei principi costituzionali nell'esposizione del crocifisso nelle aule.
Ciò in considerazione del fatto che il crocifisso non è di per sé simbolo esclusivo della cultura cristiana, ma esprime un valore universale, indipendente da una specifica confessione religiosa. Quanto alle pronunce giurisdizionali, se ne sono succedute molte, nelle quali è stato sottolineato come il crocifisso sia un simbolo idoneo ad esprimere l'elevato fondamento dei valori civili, che sono poi i valori che delineano la laicità nell'attuale ordinamento dello Stato.
A questi valori, peraltro, si ispira anche la legge delega n. 53 del 2003, concernente la definizione delle norme generali sull'istruzione. Pertanto, dopo il pronunciamento della Corte di Strasburgo, il Governo italiano è sceso in campo, annunciando ricorso contro la sentenza; una sentenza che non possiamo né accettare né condividere, nonostante non vi siano vincoli e nonostante non vi sia alcuna coercizione che ci impedisca di tenere i crocifissi nelle aule. Difendere il crocifisso significa difendere la nostra tradizione.
Vorrei anche ricordare un fatto: nel nostro Paese vi è il rispetto di tutte le confessioni religiose, ma vorrei sottolineare che il 91 per cento degli studenti italiani sceglie l'ora di religione cattolica. Credo che questo dato sarà pur significativo, vorrà pur dire qualche cosa.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Proprio in virtù del fatto che il crocifisso rappresenta l'identità italiana, sono fermamente convinta che difenderlo nelle scuole significa difendere la nostra tradizione, ma anche favorire l'integrazione.

PRESIDENTE. La prego, Ministro.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Concludo sottolineando che non è eliminando il crocifisso dalle aule scolastiche che si rafforza l'identità dell'Unione europea (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

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PRESIDENTE. L'onorevole Luciano Dussin ha facoltà di replicare.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro per la risposta. Per noi una società è giusta quando garantisce la libertà di espressione ai propri cittadini, e si può definire anche democratica quando rispetta i sentimenti e la volontà della maggioranza di chi è chiamata a governare. Sulla vicenda dei crocifissi, che qualcuno voleva farci togliere, tre tribunali italiani, ispirati a questi principi, hanno negato ai richiedenti l'espulsione del crocifisso dalle nostre scuole: altrimenti non poteva essere. Contrariamente si è espressa la Corte europea dei diritti dell'uomo, tribunale che si trova a 2 mila chilometri di distanza da noi, e che dopo il suo pronunciamento, per la grande maggioranza degli italiani, si trova ora a 4 mila chilometri di distanza; quindi bene ha fatto il Governo ad impugnare questa lontana sentenza, possiamo definirla tranquillamente così.
Spiace ricordare che la Lega Nord fu l'unica a bocciare in Parlamento la proposta di una Costituzione europea senz'anima, senza i riferimenti alle nostre radici cristiane, e, guarda caso, questo è stato un motivo che ha ispirato la sentenza della Corte europea.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

LUCIANO DUSSIN. Invece, conforta assistere alla reazione in difesa dei nostri sentimenti e del nostro credo che si è diffusa, anche spontaneamente, nell'intero Paese.
A questo lontano tribunale proponiamo un suggerimento, prima di un suo ennesimo fallimento: in futuro, tenga giù le mani anche dalla famiglia naturale, perché noi siamo pronti ad altrettante reazioni decise. Nessuno può imporci un mondo che non sia il nostro, perché ne va della nostra dignità e dei valori che i nostri genitori ci hanno trasmesso. Per questi motivi ringraziamo il signor Ministro, e anche il Governo, per la disponibilità e la prontezza nel reagire nei modi adeguati a quanto abbiamo testè annunciato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

(Valutazioni e iniziative del Governo in relazione alla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo sull'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche - n. 3-00761)

PRESIDENTE. L'onorevole Garagnani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00761, concernente valutazioni e iniziative del Governo in relazione alla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo sull'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, signor Ministro, l'interrogazione a risposta immediata in esame scaturisce dalla preoccupazione comune del sottoscritto, del collega Baldelli e di gran parte dei componenti del gruppo PdL per una sentenza, come è già stato detto, come è stato evidenziato anche da lei, che ha turbato l'opinione pubblica, della quale noi non possiamo non farci carico con estrema preoccupazione. Innanzitutto perché, in un momento di crollo dei valori, di determinati valori, credo che il crocifisso in quanto tale - l'ha detto anche lei - rappresenta per l'Europa soprattutto, oggi che si parla dell'Europa, e per il nostro Paese un elemento di fortissima identità, un elemento che ha una carica fondamentale per l'appartenenza ad una comune civiltà; senza con questo discriminare altre civiltà, altre culture, credo che noi, oggi come oggi, dobbiamo rivendicare l'appartenenza ad una tradizione culturale che ha condizionato lo sviluppo della storia, della socialità, direi di tutte le forme di civiltà che hanno caratterizzato il continente e il nostro Paese.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FABIO GARAGNANI. Di qui questo atto di sindacato ispettivo, che si preoccupa Pag. 59di chiedere al Governo quali misure intenda adottare soprattutto nel settore della scuola, in presenza anche di situazioni estremamente variegate nell'ambito scolastico, che fanno riferimento a responsabilità precise del Ministero e della dirigenza (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, come ho già evidenziato nella risposta precedente, la Corte europea di Strasburgo ha valutato offensiva la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. Ebbene, noi riteniamo offensivo quel pronunciamento, che traduce l'Europa non nell'Europa dei popoli, ma delle burocrazie e che sicuramente la indebolisce proprio perché toglie un simbolo che ha un grande valore religioso, ma anche un grande valore unificante. È proprio alla luce di questa considerazione, del fatto che ci sono almeno sette o otto i Paesi che hanno nella loro bandiera la croce, che noi riteniamo doveroso fare ricorso contro un pronunciamento del tutto insensato che offende i popoli e le nostre tradizioni.
All'interno della scuola c'è stato un dibattito molto vivace attorno a questo tema. Mi fa piacere constatare che, sia da parte dei cattolici ma anche dei laici, si sia levato un sentimento di indignazione diffuso e ciò forse ha reso ancora più forte, più pregnante e più significativa la presenza di quel crocifisso, che dalle aule delle scuole del nostro Paese non è stato assolutamente tolto. Tengo a sottolineare che il crocifisso, in molti istituti dove addirittura non era presente, è stato affisso nelle aule e nei laboratori, proprio in segno di sdegno rispetto a un pronunciamento irrazionale e a difesa di quei valori della cristianità che permeano la nostra cultura (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. L'onorevole Garagnani ha facoltà di replicare.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro perché ha risposto in termini precisi e opportuni alle domande fondamentali che erano sottese al nostro atto di sindacato ispettivo. Soprattutto ritengo anch'io che questo pronunciamento sia offensivo non tanto nei confronti della coscienza cristiana d'Europa quanto di una dimensione umana che in quel crocifisso è rispecchiata. Quel crocifisso, è stato detto, rappresenta i drammi dell'uomo in quanto tale e non c'è nulla di più offensivo che respingerlo o ancorarlo a presupposti che sono inesistenti. È stato detto, lo ribadisco, perché proprio i settori dei quali ci occupiamo, ovvero la scuola e l'istruzione, che rendono evidente, ad ogni piè sospinto, quanto l'ancoraggio a quel simbolo sia fondamentale per la nostra cultura. Fra un po' ricorreranno le festività natalizie; direi che non c'è nulla di più significativo di quella ricorrenza, soprattutto nella scuola primaria. Occorre però dire, in questa sede, che il suo intervento è stato quanto mai opportuno, signor Ministro...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FABIO GARAGNANI....perché accanto a tentativi ed iniziative di risposta a questa sentenza incredibile della Corte europea dei diritti dell'uomo si sono registrati, in questi anni, tentativi di gruppi minoritari, se si vuole, ma particolarmente ideologizzati, anche della dirigenza scolastica e del corpo docente, nel vanificare questa tradizione e questo simbolo. Concludo anche io ricordando lo spirito dei padri fondatori dell'Europa - vorrei richiamare Schuman, De Gasperi e Adenauer, tanto per citare coloro che più furono caratterizzati da uno spirito europeista alla fine della Seconda guerra mondiale - i quali sicuramente volevano un Europa che è diversa da quella che si sta manifestando ai giorni nostri che è, come è stato detto anche da lei, signor Ministro, chiusa in alcune istanze, riparata dall'opinione pubblica e Pag. 60dove burocrati molto spesso gretti assumono, in nome dei popoli, decisioni che non hanno riscontro nella civiltà dei popoli medesimi. Pertanto, signor Ministro, la ringrazio e auspico veramente che il Governo continui sulla strada da lei enunciata (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della libertà e Lega Nord Padania).

(Dati relativi alle richieste di iscrizione di associazioni di osservatori volontari per la sicurezza negli elenchi prefettizi e iniziative normative per l'abrogazione delle disposizioni che istituiscono le cosiddette ronde - n. 3-00762)

PRESIDENTE. L'onorevole Palomba ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00762, concernente dati relativi alle richieste di iscrizione di associazioni di osservatori volontari per la sicurezza negli elenchi prefettizi e iniziative normative per l'abrogazione delle disposizioni che istituiscono le cosiddette ronde (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, signor Ministro, siamo qui per chiedere conto al Governo dello stato di salute delle ronde che avete pudicamente chiamato «associazioni di volontari per il presidio del territorio», nome pomposo ma patetico. Siamo lontanissimi dalle organizzazioni dei volontari per la libertà che hanno liberato l'Italia dalla dittatura nazifascista. Qui siamo al molto meno, all'infinitamente evanescente, al quasi ridicolo.
Noi dell'Italia dei Valori le abbiamo combattute in quanto inutili, dannose e di facciata, ma il Ministro dell'interno no, lui le ha intensamente volute, ha imposto la fiducia per paura dei compagni di maggioranza e ne ha fatto il nuovo verbo in tema di modello di sicurezza: puntare su baldi giovanotti o su attempati nostalgici in divisa e contemporaneamente togliere fondi, mezzi e personale alle forze di polizia, anche se sono queste che devono fronteggiare la criminalità comune ed organizzata in una visione unitaria dello Stato e in una visione anche internazionale.
A noi risulta per le ronde una certa crisi di vocazioni, ma come vanno veramente le cose, Ministro, ce lo dica lei: l'Italia dei Valori ve lo chiede anche a nome degli italiani.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Palomba, che consente al Governo di avere l'opportunità di fornire alcune informazioni e alcuni chiarimenti rispetto a questa innovazione che, come è stato ricordato, è stata recentemente voluta dal Parlamento su una proposta del Governo.
Naturalmente, onorevole Palomba, come lei ben sa, siamo in una fase di sperimentazione di questa norma che scadrà solo nel febbraio del 2010, per cui sarebbe corretto e opportuno per poterne valutare appieno gli effetti e l'efficacia attendere che questa fase di sperimentazione si concluda, anche per vedere il livello di adesione che i sindaci hanno dato (la nostra norma, condivisa dal Parlamento, ha infatti voluto dare questa opportunità non tanto alle associazioni dirette dei cittadini, ma ai sindaci).
Tale possibilità, come lei ha giustamente ricordato, è stata introdotta dall'articolo 3 della legge n. 94 del 2009 proprio per prevenire il fenomeno delle cosiddette ronde «fai da te» e per introdurre ordine tra le associazioni che già operavano su tutto il territorio nazionale e che spesso erano disciplinate con regole tra di loro differenti (ad esempio, in Emilia Romagna la legge regionale già dal 2003 prevedeva l'ausilio di associazioni nel settore della sicurezza urbana con oneri a carico dell'amministrazione).
Successivamente all'entrata in vigore della legge, come prevedeva la legge stessa, il Ministero dell'interno ha emanato un decreto attuativo al quale hanno fatto Pag. 61giustamente riferimento gli onorevoli interroganti, che ha previsto regole più severe per impedire la formazione di gruppi spontanei ed una sperimentazione appunto di sei mesi durante i quali i sindaci possono comunque continuare ad avvalersi delle associazioni preesistenti anche se queste non hanno nel frattempo ancora formalizzato l'iscrizione.
A quanto risulta all'Amministrazione dell'interno, dall'entrata in vigore del decreto attuativo, oltre a quelle esistenti, nuove associazioni si sono iscritte negli appositi registri di diverse prefetture; nel contempo si è evidenziata la tendenza di molti sindaci a continuare ad avvalersi, come dicevo prima, attualmente e provvisoriamente, dei gruppi di volontari della sicurezza urbana che già in precedenza svolgevano compiti di collaborazione con gli stessi (cito per tutti l'esempio del comune di Milano, dove continua a svolgersi un servizio riguardante la sicurezza urbana regolato da un bando di gara che ne disciplina lo svolgimento).
Ritengo che l'obiettivo, che il Governo ha inteso che fosse condiviso dal Parlamento - e credo che, ad di là delle polemiche, sia condiviso anche da lei, onorevole Palomba -, sia proprio quello di regolamentare un fenomeno già esistente e di offrire ai sindaci uno strumento in più per prevenire e contrastare eventi che possono arrecare danno alla sicurezza urbana e situazioni di disagio sociale.

PRESIDENTE. L'onorevole Palomba ha facoltà di replicare.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, non sappiamo se dirci più insoddisfatti per l'inconcludente e - mi consenta, Ministro - anche imbarazzata risposta, che non ha fornito neanche un numero (a noi risulta che quelle nuove non siano più delle dita di una mano), o essere più soddisfatti per il fallimento di un esperimento funambolico, estraneo alla nostra cultura e all'impianto della Costituzione, che affida la sicurezza esclusivamente alle strutture dello Stato.
Fino a questo momento si sarebbe dovuto pensare che vi fosse una pressione alle porte degli uffici dei sindaci e dei prefetti per l'iscrizione di queste associazioni, la realtà è invece totalmente un'altra: fino a questo momento dobbiamo registrare un clamoroso flop, un altro dei tanti che questo Governo ha realizzato.
Da questa disfatta traiamo alcune considerazioni. Innanzitutto i leghisti e i nordisti - che erano ritenuti anche sicuri «rondisti», mi si consenta il neologismo - hanno tradito il loro Ministro dell'interno (Commenti del deputato Chiappori): non ne hanno voluto sapere di fare le ronde, come il resto della gran parte degli italiani intelligenti.
Non vi sono state folle alle porte dei sindaci e dei prefetti. Vi siete descritti un'Italia «machista» e «forzuta» che non esiste. Per fortuna l'Italia è più intelligente. Ma l'aspetto più preoccupante è che puntando su una sicurezza alternativa, ma improbabile, avete demolito ed umiliato le forze dell'ordine che capiscono di non avere la fiducia del loro Governo e del loro Ministro. Le forze della polizia votatesi al rispetto della legge, al contrasto della criminalità e alla difesa dei cittadini vi hanno gridato, anche nelle piazze, la loro rabbia per essere state lasciate sole, senza mezzi e impossibilitate a svolgere le funzioni per le quali avevano giurato. Avete tagliato selvaggiamente stanziamenti, unità e mezzi, perfino per la benzina delle volanti.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FEDERICO PALOMBA. Ora, anche se il Ministro dell'interno dimostrasse tardiva resipiscenza, non gli darebbero nuovi mezzi perché il Capo di questo Governo, Berlusconi, non vuole che funzionino le agenzie di controllo della legalità, dalla polizia, alla magistratura, alla Corte dei conti.
L'Italia dei Valori ha un'alternativa di governo, e uno dei punti fondamentali della nostra alternativa è proprio quello di potenziare fortemente la magistratura e le forze dell'ordine, riconoscendone la dignità (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti di deputati del gruppo Lega Nord Padania).

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PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per favore (Commenti del deputato Chiappori). Onorevole, per cortesia, le conviene rispettare il richiamo della Presidenza.

(Iniziative per un'efficace campagna di comunicazione e prevenzione in relazione al virus influenzale A/H1N1 - n. 3-00763)

PRESIDENTE. L'onorevole Vaccaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00763, concernente iniziative per un'efficace campagna di comunicazione e prevenzione in relazione al virus influenzale A/H1N1 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

GUGLIELMO VACCARO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, interveniamo come gruppo del Partito Democratico al question time in corso per porre una questione che riguarda tutte le famiglie italiane, in particolare in questi giorni. Siamo tutti attenti a quanto sta accadendo. Le televisioni e i giornali nazionali, parlano continuamente di questo virus e cercano di farci capire, a volte in maniera puntuale, spesso in maniera generica, cosa sia più utile fare in caso di affezione virale per uno dei componenti delle nostre famiglie.
È opportuno parlarne oggi e richiamare il Governo alle sue responsabilità. In questi momenti vi è bisogno di voci chiare, di indicazioni lineari, puntuali e di definitive prese di posizione. Il crescere dell'attenzione mediatica deve fare il paio con una campagna puntuale che nei prossimi mesi - l'inverno non è ancora iniziato e sarà lungo - possa riequilibrare le fonti di informazione. Se non vi è questo, vi sarà una psicosi collettiva, una difficoltà da parte delle famiglie a decidere cosa sia opportuno fare. Noi ci aspettiamo delle risposte puntuali su tutto questo.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, anche in questo caso il Governo ringrazia dell'opportunità d'intervenire su un tema che investe grande sensibilità presso l'opinione pubblica. Naturalmente non è la prima volta che il Governo interviene su questo tema: il Viceministro Fazio, la settimana scorsa, è stato presso le competenti Commissioni parlamentari e, comunque, il Governo è a disposizione per fornire ulteriori informazioni quando il Parlamento lo riterrà opportuno, con quello spirito di collaborazione che serve, come ha ricordato l'onorevole Vaccaro, ad evitare di diffondere l'allarme sociale che evidentemente è un obiettivo comune.
Darò alcuni dati generali, e alcuni più specifici, rispetto alle domande che sono state oggetto dell'interrogazione. Tali dati, naturalmente, sono stati tratti di intesa con il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, con il Ministro Sacconi e con il Viceministro Fazio, che ringrazio anche per essere qui presente.
Per quanto riguarda il quantitativo di dosi di vaccino acquistato, segnalo che è stato stipulato un apposito contratto per l'acquisto di 24 milioni di dosi di vaccino; 10 milioni sono già in corso di consegna, e saranno consegnate entro il 31 dicembre di questo anno, la rimanente quota nei primi mesi del 2010. Secondo quanto previsto da un'apposita ordinanza del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, la vaccinazione è offerta, innanzitutto, alle persone addette a servizi pubblici essenziali e, contestualmente, alle donne al secondo e terzo mese di gravidanza e a tutti i soggetti dai 6 mesi a 65 anni con patologie croniche. Successivamente, è prevista un'ulteriore tranche di vaccinazioni per i soggetti di età compresa tra i 6 mesi e i 27 anni non inclusi tra le precedenti categorie.
Gli onorevoli interroganti hanno posto alcune questioni specifiche sulla situazione della regione Campania. La distribuzione dei vaccini nella regione Campania è stata programmata dall'unità di crisi insieme al Coordinamento interregionale della prevenzione. Tutte le decisioni sono state comunicate puntualmente alle regioni interessate Pag. 63e, d'intesa con esse, sono state assunte le relative azioni ed iniziative.
Preciso comunque, per evitare anche qui equivoci, che i virus si diffondono sulla base di focolai e che attualmente l'incidenza del virus nella regione Campania è sostanzialmente pari a quella di altre regioni, ad esempio la regione Lombardia. Il quantitativo di dosi di vaccino distribuite in anticipo rispetto ai tempi previsti (il 15 novembre) è stato concordato nell'ambito dell'unità di crisi e con l'assessore alla salute della regione Campania. Inoltre, il rinforzo per l'unità di crisi in Campania è stato fornito aderendo alle specifiche informazioni pervenute dalla stessa regione. Il piano di assistenza ambulatoriale è stato realizzato in stretta collaborazione con tutte le regioni e - fornisco anche quest'altro dato - fino ad oggi sono state vaccinate circa ottantamila persone.
Infine - e concludo - per quanto riguarda lo specifico quesito posto dall'interrogazione affinché vi sia una più efficace informazione a livello nazionale sui rischi del contagio del nuovo virus preciso che, sin dal 28 aprile 2009, da parte del competente Ministero, sono state emanate comunicazioni giornaliere relative alle misure per fronteggiare la diffusione della patologia, per prevenirla insieme agli operatori sanitari e per assumere nuovi criteri diagnostici, per la notifica dei casi accertati, con una campagna di comunicazione per la prevenzione della diffusione della pandemia. È comunque attivo fin dal mese di giugno il numero di informazione 1500 al quale rispondono addetti del Ministero e operatori appositamente informati.

PRESIDENTE. L'onorevole Livia Turco, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

LIVIA TURCO. Signor Presidente, come ha detto l'onorevole Vaccaro e come ben sa il Viceministro Fazio, noi riteniamo che su un tema come questo (quello dell'influenza A), che riguarda così da vicino i cittadini, non ci possa essere distinzione tra maggioranza e opposizione e non ci possa essere un uso politico di un tema così rilevante. Detto questo noi prendiamo atto delle informazioni che ci ha dato il Ministro Vito, informazioni già ampiamente note peraltro, e vogliamo far rilevare che non a caso l'onorevole Vaccaro nella sua interrogazione a risposta immediata ha posto l'attenzione sulla comunicazione.
Infatti, il sollecito che rivolgiamo al Governo è proprio quello di migliorare la comunicazione nel senso di superare quell'elemento di schizofrenia che vi è stato e che ha creato disagio tra i cittadini e le cittadine, così come l'altro elemento di critica che in modo propositivo abbiamo rivolto al Governo è stato che l'accordo Stato-regioni, forse, doveva essere fatto un po' prima. Ma sopratutto ciò che ha nuociuto è stato un andamento schizofrenico della comunicazione, per cui noi, mentre diciamo molto tranquillamente che sull'individuazione delle categorie a rischio, sulla definizione delle priorità, sull'appello fatto a rivolgersi ai medici di famiglia siamo totalmente d'accordo, chiediamo che questi messaggi siano comunicati nel modo più efficace possibile, sollecitando i cittadini (noi da questo punto di vista faremo la nostra parte) a fidarsi delle istituzioni.
Quindi, affinché i cittadini si fidino delle istituzioni, vi raccomandiamo che nel prossimo periodo vi siano poche ma chiarissime, univoche indicazioni che ci pare di aver capito: rivolgersi ai medici di famiglia; le categorie a rischio sono quelle che devono rivolgersi ai servizi pubblici; i minori. Mi pare - Viceministro Fazio - che queste siano le questioni che avete messo fortemente al centro. Vi chiediamo di migliorare ulteriormente la comunicazione per rendere davvero chiari ed univoci questi messaggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Misure per fronteggiare la crisi in cui versano le imprese agricole italiane - n. 3-00764)

PRESIDENTE. L'onorevole Mannino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Vietti n. 3-00764, concernente misure per fronteggiare Pag. 64la crisi in cui versano le imprese agricole italiane (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

CALOGERO MANNINO. Signor Presidente, signor Ministro, assieme ad altri deputati dell'Unione di Centro abbiamo ritenuto opportuno richiamare l'attenzione e sollecitare l'impegno del Ministro attorno ai problemi dell'agricoltura, che per la terza volta di seguito in questo anno segna una crisi congiunturale gravissima.
L'interrogazione sottolinea alcuni dati e vorrei richiamarli con molta semplicità: i prezzi dei cereali hanno subito un crollo del 39 per cento, l'ortofrutta del 13 per cento, il vino del 23 per cento, il latte del 14 per cento. Questa crisi congiunturale, che come ripeto si svolge per il terzo anno di seguito, sottolinea la portata strutturale della crisi dell'agricoltura italiana.
Noi riteniamo che sia estremamente indispensabile ed urgente adottare alcuni provvedimenti che sono indicati nell'interrogazione, ma riteniamo che il Governo debba essere impegnato in una fase di grande ripensamento della politica agricola, in considerazione di ragioni che magari svilupperò nell'intervento successivo.

PRESIDENTE. Il Ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia, ha facoltà di rispondere.

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, ho letto con attenzione l'interrogazione in esame e devo dire che condivido i dati riportati. Del resto Ismea, che è la nostra azienda che appunto si occupa dei regolamenti e dei prezzi in agricoltura ed è un po' il nostro braccio operativo, ci dà come dato importante un calo dei prezzi agricoli del 12,2 per cento su base annua. Purtroppo abbiamo recuperato un altro 4 per cento nell'ultimo trimestre, per cui questo pesa ancora di più. Abbiamo grosse difficoltà e del resto gli interroganti le elencano nella loro interrogazione. Vi è da dire che queste difficoltà poi si traducono sostanzialmente in costi di produzione agricoli che sono di gran lunga al di sopra dei prezzi di vendita. Per esempio, abbiamo avuto un crollo del prezzo delle susine del 60 per cento, delle pesche nettarine del 45 per cento rispetto all'anno scorso; un chilo di pesche veniva pagato l'anno scorso in Campania 45 centesimi, oggi 18 centesimi; non ultimi i problemi del comparto lattiero caseario, dal quale partirei per dare questa risposta.
Il comparto lattiero caseario ci vede oggi attori a livello comunitario fianco a fianco con il collega francese Bruno Le Maire in un documento che è stato sottoscritto da 21 dei 27 Stati membri per presentare alcune richieste alla Commissione europea. Queste richieste sono molto semplici: l'aiuto privato all'ammasso dei formaggi (partita alla quale non vogliamo rinunciare) e l'etichettatura. Ricordo che l'Italia, per mio tramite, è oggi portabandiera di questa grande battaglia sull'origine dell'etichettatura. In Italia si producono 11 milioni e mezzo di tonnellate di latte, se ne importano 8 milioni e i cittadini italiani anche in questo momento non sanno se stanno consumando latte italiano oppure straniero. Ovviamente in tutta la partita del comparto lattiero caseario chiediamo anche di poter avere premi ulteriori, premi per l'abbandono e soprattutto partecipiamo a questo intervento finanziario straordinario dell'Europa di 280 milioni di euro.
Per quanto riguarda il comparto dell'ortofrutta, sappiamo che dell'OCM ortofrutta, come da regolamento comunitario, sono responsabili le nuove organizzazioni dei produttori. Ovviamente noi stiamo parlando con loro e stiamo parlando con Agea e «parlare» significa mettere in piedi un piano operativo e non ultimo un banco alimentare per ritirare dal mercato circa 90.000 tonnellate di frutta che oggi non trovano acquirenti e destinarle, anche in questo caso, agli indigenti.
Anche il comparto viticolo enologico oggi è in grande difficoltà; ricordo ad esempio i prezzi: si spuntano 20 o 30 euro ad ettolitro per il vino, il che significa sostanzialmente non coprire neanche i Pag. 65costi di produzione. Da qui quindi l'applicazione dell'OCM, con le vendemmie verdi, con le promozioni presso i paesi terzi ed ovviamente anche le distillazioni. Ricordo sempre che rispetto all'agricoltura siamo riusciti a far anticipare per 300.000 aziende agricole il 75 per cento dei premi PAC al 16 ottobre.

PRESIDENTE. Grazie, signor Ministro.

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Concludo, signor Presidente. Infine, ricordo che stiamo per presentare un documento strategico per l'agricoltura, nel quale ovviamente verrà anche menzionato il Fondo di solidarietà nazionale, che per noi significa assicurazione in agricoltura. Sono 250.000 aziende agricole, vi è già un emendamento approvato nel disegno di legge «etichettatura» alla Camera, che prevede una copertura pari a 122 milioni di euro, in maniera tale da coprire l'annualità 2009.

PRESIDENTE. L'onorevole Mannino ha facoltà di replicare.

CALOGERO MANNINO. Signor Presidente, non perché il mio gruppo è all'opposizione, devo dichiarare, pur apprezzando la risposta del Ministro, la mia insoddisfazione. Essa è determinata dalla consapevolezza che tutte le iniziative che il Ministro ha assunto hanno anche un loro valore ed una loro validità e, tuttavia - mi permetto di richiamare l'attenzione del Ministro -, non sono sufficienti ad aggredire il nodo del problema per quello che è.
Signor Ministro, lei proviene da un partito territoriale, cioè da un partito popolare: il tema dell'agricoltura dovrebbe esserle particolarmente caro, come è caro al partito nel quale milito personalmente. Si tratta di partiti che hanno una tradizione popolare e contadina. L'Italia sta vivendo una stagione in cui l'agricoltura è passata non in seconda linea, ma è passata in terza e quarta linea.
La politica comunitaria, inaugurata nel 1992 sotto la stretta delle restrizioni della spesa agricola, ha obbligato l'agricoltura europea - ma, in particolar modo, l'agricoltura italiana - ad incanalarsi in una via che si sta rivelando decisamente pregiudizievole per la propria sopravvivenza.
Oggi occorrerebbe uno sforzo di ripensamento, come è avvenuto - mi dispiace fare ricorso ad esempi del passato - negli anni Cinquanta, con il primo e secondo Piano verde, e dopo il 1956, con una politica comunitaria che ha visto l'Italia particolarmente attiva, in un rapporto triangolare con la Francia e la Germania, per porre il tema della riconsiderazione dei risultati condotti dall'attuale Commissario, che sono da ridiscutere profondamente.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

CALOGERO MANNINO. Signor Ministro, mi auguro che la presentazione del documento strategico da lei riferita sia l'occasione non soltanto per trovare la soluzione ad alcuni problemi congiunturali, che pure è indispensabile affrontare, ma sia anche l'occasione per aprire una riflessione sulla proposta, che l'Italia deve avanzare, di riconsiderazione della politica agricola comune. Quella attuale, infatti, è una politica senza strategia. È una politica - faccio un ultimo esempio - che ha visto nel 2007 una crisi dei cereali e, al tempo stesso, una riduzione dei loro prezzi, al punto tale, signor Ministro - lo saprà certamente -, che quest'anno almeno 100 mila ettari non verranno più coltivati a grano, soprattutto nel Meridione d'Italia.
È questo il punto di attacco di una nuova politica che deve impegnare, io spero, nel confronto, tutte le forze politiche.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

Pag. 66

La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Amici, Brugger, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Colucci, Cossiga, Cota, Donadi, Duilio, Fitto, Gregorio Fontana, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, Leo, Lo Monte, Lucà, Martini, Mazzocchi, Milanato, Molgora, Leoluca Orlando, Pescante, Romani, Rotondi, Saltamartini, Soro, Stucchi e Vegas sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

ALDO DI BIAGIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi preme richiamare l'attenzione di quest'Assemblea su una vicenda alquanto critica e, a mio dire, imbarazzante che necessita di una riflessione condivisa da parte nostra.
In occasione del Festival di Venezia è stato proiettato un film del regista romeno Paunescu, prodotto dalla società Fandango, nel quale sono state messe in bocca alla protagonista dei chiari ed estremamente offensivi insulti rivolti all'onorevole Alessandra Mussolini e al sindaco di Verona Flavio Tosi.
La società Fandango, all'indomani della diffida, ha giustificato gli epiteti triviali citati nel film come espressione del diritto di critica e di cronaca in un'opera cinematografica di fantasia, facendo appello a quanto disposto dalla nostra Costituzione, affermando che le presunte osservazioni diffamatorie, in quanto espresse nell'ambito di un film d'autore e di qualità, non sarebbero configurabili come tali e quindi non perseguibili e non deprecabili.
Onorevoli colleghi, la questione è aberrante e ciò che sottende a tale vicenda è che, se dovesse passare il principio secondo cui le diffamazioni nell'ambito di opere di ingegno non sono tali, si creerebbe un precedente tale da legittimare opere e prodotti artistici in cui si susseguono insulti e accuse contro questo o quel personaggio politico e istituzionale.
Non si tratta di una difesa personale, ma dell'esigenza di salvaguardare gli aspetti logici e normativi che emergerebbero dalla vicenda. Pertanto è nostro dovere impedire che vi possano essere strumentalizzazioni di un diritto imprescindibile sancito dalla nostra Costituzione e che queste manovre possano essere legittimate al fine di infangare l'immagine di un referente istituzionale e con lui dell'intero Paese.

PRESIDENTE. Onorevole Di Biagio, non posso che esprimere solidarietà nei confronti dell'onorevole Mussolini e poi lasciamo agli atti il suo intervento.

Seguito della discussione delle mozioni Realacci, Granata, Misiti ed altri n. 1-00252 e Ghiglia, Belcastro ed altri n. 1-00258 concernenti iniziative relative alla presenza di navi con carichi di rifiuti tossici affondate in prossimità delle coste italiane.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Realacci, Granata, Misiti ed altri n. 1-00252 e Ghiglia, Belcastro ed altri n. 1-00258 concernenti iniziative relative alla presenza di navi con carichi di rifiuti tossici affondate in prossimità delle coste italiane (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta del 26 ottobre 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali. Pag. 67
Avverto che le mozioni all'ordine del giorno sono state ritirate dai firmatari e che contestualmente è stata presentata la mozione Realacci, Ghiglia ed altri n. 1-00267 (vedi l'allegato. A - Mozioni), il cui testo è in distribuzione.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, onorevole Roberto Menia, che esprimerà altresì il parere sulla mozione presentata.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il rinvio o meglio la sospensione della trattazione delle mozioni originarie che erano all'ordine del giorno è stato assolutamente utile, perché nel corso di queste ultime settimane si sono chiariti i contorni della vicenda.
Ricordo di essere stato una ventina di giorni fa proprio in quest'Aula per riferire su quanto si sarebbe fatto al largo di Cetraro con la nave Mare Oceano. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con la procura di Catanzaro, aveva messo in piedi quell'operazione, coordinata dalla task force che prontamente il Ministero aveva costituito, per dare conto, subito e con trasparenza, per quanto possibile, riguardo alla verità e ai fatti reali concernenti la vicenda della cosiddetta nave dei veleni.
Ricordo che in una delle mozioni presentate, ad esempio, si dava per scontato che il mercantile o, meglio, il relitto oggetto delle nostre indagini fosse il relitto della Cunsky, che secondo un cosiddetto pentito avrebbe trasportato un carico di rifiuti pericolosi e radioattivi e sarebbe stato inabissato dalla 'ndrangheta, appunto, al largo di Cetraro.
Grazie a Dio questa vicenda è stata risolta in termini positivi. Infatti, il relitto localizzato è stato indagato attraverso l'ausilio di apparecchiature robotizzate che sono riuscite a leggere sulla poppa il nome della nave: si è desunto che questa imbarcazione fosse la Catania e, quindi, una nave affondata nel corso della Prima guerra mondiale, nel 1917. Con ciò si è anche fatta immediatamente chiarezza su quale fosse la natura di quel relitto.
Avere fatto chiarezza sulla natura di quel relitto ha comportato anche un fatto risolutivo in termini positivi a favore dell'economia della zona. Infatti, vi sono stati evidenti danni sia alla pesca sia al turismo nel momento in cui si era supposto che al largo di Cetraro vi fosse una nave contenente fusti con rifiuti radioattivi. Quindi, sotto questo profilo il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - e lo rivendico - ha svolto un'azione (tra l'altro coordinata con la magistratura) che ha potuto far luce sulla natura di quel relitto ma, soprattutto, ha potuto rassicurare, in termini di salute pubblica, la popolazione del luogo.
È vero che però la vicenda delle cosiddette navi dei veleni è ancora da investigare, occorre continuare a indagare. In questi giorni, per esempio, la stessa nave che ha operato le ricerche e i rilievi al largo di Cetraro è impegnata al largo di Palinuro e Maratea, in Basilicata, per verificare la presenza di altri relitti ed accertare cosa essi contengano.
Al largo delle coste di Livorno la nave scuola Scialoja, dotata fra l'altro di apparecchiature per il tracciamento dei fondali, sta verificando quale sia la natura di una massa ferrosa che è presente in profondità; quindi, vi è in questo momento uno stretto raccordo fra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, le diverse procure e la Direzione nazionale antimafia che svolgono un'opera - lo ripeto - coordinata di indagine al largo delle nostre coste che si riferisce proprio alla vicenda delle cosiddette navi dei veleni.
Il testo della mozione oggi presentata di fatto si riferisce a questo. Il dispositivo, infatti, affida proprio al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare questa opera di coordinamento che - lo rivendico - stiamo già svolgendo. Pag. 68Pertanto, sta bene che vi sia pure questa spinta in più ma, ripeto, penso che, da questo punto di vista, il Governo e questo Ministero, in particolare, abbiano fatto bene ciò che gli era stato richiesto di fare.
Ci viene chiesto di intraprendere ogni opportuna iniziativa capace di rafforzare le misure poste a tutela della salute dei cittadini e anche questo è un fatto che riaffermo e che, ovviamente, ci trova totalmente e responsabilmente favorevoli.
Stiamo garantendo, lo ripeto, analogo sostegno a tutte le altre procure. Dicevo che oggi stiamo lavorando con la Mare Oceano al largo di Maratea e di Palinuro, aree di competenza della procura di Lagonegro, e stiamo avviando anche i necessari accertamenti per verificare se tuttora e a tutt'oggi organizzazioni criminali pratichino l'affondamento a mare di rifiuti tossici e altro ancora.
Su questo, come è evidente, c'è concordia totale ed è positivo, tra l'altro, che il Parlamento si sia ritrovato alla fine a sintetizzare in una mozione unica e sottoscritta da tutti questo comune impegno a tutela dell'ambiente e della salute pubblica. Quindi, in chiusura (e brevemente), non posso che esprimere un parere convintamente favorevole sull'impegno che nasce da questa mozione.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho ascoltato con molta attenzione quanto ha dichiarato testè il sottosegretario Menia, che ringrazio. Questa mozione, sottoscritta da tanti colleghi, fa un po' il riepilogo della vicenda che passa sotto il nome di nave dei veleni o, meglio ancora, dei rifiuti tossici, una sintesi che richiama anche fatti pregressi e situazioni che sono rimasti nascosti sotto la nebbia e che sono stati consegnati all'oblio.
Però, vorrei anche dire al sottosegretario che le dichiarazioni rese sulla nave Cunsky non chiudono - come giustamente anch'egli ha indicato alla fine del suo intervento - la vicenda, ma anzi, le dichiarazioni del pentito, o collaboratore di giustizia, o sedicente tale - mi riferisco al Fonti - hanno riaperto lo squarcio di una realtà che molti di noi hanno sempre vissuto: il traffico dei rifiuti. Certo, la mozione si riferisce all'ambiente, ma si riferisce al Governo nel suo complesso.
Infatti, non si tratta tanto di andare a scandagliare i nostri mari, come è giusto fare, continuamente e con forza, visto e considerato che l'ammiraglio Branciforte parla di cinquantaquattro navi inabissate e che nel passato si sono perse le tracce di una serie di imbarcazioni a cui fa riferimento anche la mozione, ma vi è l'esigenza di capire quello che è avvenuto e sta avvenendo per quanto riguarda il traffico dei rifiuti nocivi o tossici, non soltanto nella regione calabrese, ma in tutto il Paese.
Bisogna capirlo e, allora, non è tanto il Ministero dell'ambiente che deve fare certamente la sua parte, ma chiediamo, almeno per quanto mi riguarda, che vi sia una forte azione e una grande presa di coscienza del Governo nel suo complesso.
Il traffico dei rifiuti nocivi fa parte di una voce di arricchimento della criminalità organizzata; c'è il traffico della droga, il traffico delle armi, il traffico degli organi, il traffico di rifiuti e ci sono anche altri traffici.
Allora, non c'è dubbio che, se quella nave non è la Cunsky, ci sono altre navi inabissate, ci sono anche molte «navi a perdere» (come si suol dire) che hanno portato sotto il mare il loro carico drammaticamente pericoloso, non soltanto per il territorio calabrese, ma per tutto il Paese.
La pratica non si è chiusa, sottosegretario Menia, con la dichiarazione del Ministro dell'ambiente e del procuratore nazionale antimafia, tant'è vero che sia la Commissione di inchiesta sui rifiuti, sia la Commissione antimafia stanno continuando nella loro azione per capire di più, Pag. 69visto e considerato che le procure di Paola e di Catanzaro si sono mosse, a mio avviso, positivamente.
Inoltre, i rifiuti sono anche quelli che sono sotterrati nel territorio calabrese: c'è la vicenda di Serra d'Aiello, c'è la vicenda di Crotone, c'è una situazione quindi estremamente preoccupante ed estremamente dolorosa per alcuni versi. E sarebbe scarsamente sensibile, oserei dire irresponsabile, se tutti noi ci affidassimo semplicemente all'apparenza.
I robot hanno consentito di stabilire che quella nave è la Catania, non è la Cagliari (prima si era parlato della Cagliari, prima ancora si era parlato della Cunsky), per cui tutto è tranquillo, possiamo essere tranquilli per una vicenda particolare. Ma non si è tranquilli per quella che è una situazione drammatica, dove certamente la criminalità organizzata controlla gran parte del territorio.
Non abbiamo risolto assolutamente il problema di Crotone, e siamo lungi dall'affrontarlo e dal risolverlo, e sono lontani gli interventi per altri siti e per altri territori della nostra regione. Ma siamo anche lontani dal capire qual è il collegamento e qual è il traffico, quale lo snodo tra il nord Italia, il nord Europa e il sud. Ci sono dei misteri che ancora rimangono per intero, come la vicenda della Jolly Rosso, ad esempio, che si è interrata nelle aree calabresi nel Mezzogiorno. Ci sono degli interrogativi molto profondi che noi ci poniamo.
La mozione ha certamente un senso: è una presa di coscienza del Parlamento e il Governo l'accoglie. Ma poi cosa facciamo, la mozione la dimentichiamo oppure ci sarà un'azione continua perché questi obiettivi che vengono indicati dalla mozione vengano poi perseguiti?
Non è un problema settoriale, ma riguarda la salute e l'economia di quella regione, come lei giustamente ha riconosciuto, signor sottosegretario, quando ha fatto cenno alla riduzione degli introiti delle attività economiche e commerciali dei pescatori e, soprattutto, per quanto riguarda il turismo. Abbiamo un mare inquinato per il quale ci sono responsabilità diffuse che provengono anche dal territorio - questo non ce lo dobbiamo nascondere - ma c'è bisogno di una forza attiva.
Nella nostra mozione si parla di una task force, ma è sufficiente? Qui siamo in presenza di eventi veramente drammatici sui quali c'è bisogno - ripeto ancora il concetto iniziale - di una grande presa di coscienza del Governo in termini corali ed esaustivi. Ecco perché c'è il riferimento all'Europa e al livello internazionale: non è, infatti, una vicenda che riguarda semplicemente una parte d'Italia o l'Italia, ma riguarda il Mediterraneo e anche i traffici internazionali sui rifiuti tossici. Riguarda, inoltre, l'esigenza di capire quali sono state le connivenze, perché ci sono state connivenze e coperture. Pertanto non è un problema di un settore, il Ministero dell'ambiente chiude la sua pratica e andiamo avanti; è un problema che riguarda la presa di coscienza del Governo nel suo complesso.
Ritengo che il Parlamento in questo momento chiami il Governo della Repubblica alla proprie responsabilità per l'oggi e per il domani (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà per dieci minuti.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, onorevole rappresentante del Governo, siamo riusciti finalmente ad arrivare ad una mozione condivisa, ma ciò era già nei propositi. Nessuno di noi, anche nella discussione che si è svolta la settimana scorsa, chiedeva una contrapposizione; anzi in queste situazioni di emergenza, che purtroppo si trascinano da anni, bisogna assolutamente trovare tutte le forze politiche e territoriali unite affinché si faccia chiarezza. O, perlomeno, è necessario aiutare con adeguate risorse le procure interessate e le capitanerie di porto per lavorare affinché si diano delle risposte concrete non a dei dubbi, ma a delle certezze.
Il fatto che i Lloyd's di Londra abbiano corrisposto diversi indennizzi per navi affondate Pag. 70è una certezza: vorrei ricordare la motonave Nicos 1, partita nel luglio del 1985 da La Spezia e mai arrivata al porto di Lomé in Togo; la nave Mikigan, partita dal porto di Marina di Carrara e affondata nel Mar Tirreno calabrese nell'ottobre 1986; la Rigel, naufragata nel 1987 al largo del Capo Spartivento sulla costa jonica reggina; la Four Star 1, partita da Barcellona e diretta in Turchia, scomparsa nello Jonio nel dicembre 1988; la motonave Anni, affondata nell'alto Adriatico nel 1989; la Rosso, spiaggiata nel 1990 ad Amantea; la Alessandro I, colata a picco nel 1991 al largo di Molfetta; la Marco Polo, di cui si perdono le tracce nel Canale di Sicilia nel 1993. Insomma, effettivamente non possiamo avere dubbi sulla quarantina di navi affondate nei mari italiani, ma non solo: ricordiamoci i disastri causati anche in Somalia o sulla costa libica, che alcuni gravi interventi criminosi, purtroppo, ci ricordano, come gli omicidi dei giornalisti RAI in Somalia.
Tuttavia, per una serie di circostanze, abbiamo considerato questi atti forse con troppa leggerezza, pensando che siano una questione limitata all'azione criminale di chi affonda le navi nel mare per fare lucro, dimenticandoci che il lucro lo fanno anche le industrie. In questi casi, sono stati trovati alcuni prodotti, come i minerali tossici rinvenuti sulla costa e sul terreno calabrese, provenienti da industrie sicuramente del Nord d'Italia, dal resto d'Europa o dal mondo occidentale. Quindi, l'azione criminale è condotta anche da industrie sane del nostro territorio. Probabilmente, non abbiamo risposto, anche se nel frattempo la normativa europea c'è venuta incontro, all'esigenza di un severo controllo sullo smaltimento dei rifiuti. Forse, la normativa europea ci aiuta a mettere un freno all'origine dei rifiuti tossici, ma questo non vuol dire che non dobbiamo trovare una soluzione alla quantità e alla qualità dei rifiuti purtroppo affondati nei nostri mari.
Quindi, realizzare maggiore coesione fra le varie strutture dello Stato, creare delle task force affinché agiscano in tal senso era assolutamente necessario e mi fa piacere che il Governo confermi che la nave non ha finito la ricerca nel mare della Calabria e che sta continuando un'azione in collaborazione con le procure e naturalmente con le regioni, attraverso le ARPA, nei nostri mari italiani.
Il danno economico è davanti a tutti quando poi esplode un problema come questo, anche se non certificato, ma solo ventilato, come è accaduto per la questione della nave dei veleni a Cetraro: danni alla pesca, all'economia turistica, danni consistenti su tutto il territorio e il tessuto amministrativo.
Noi, sottosegretario, vorremmo invitare il Governo ad includere in questa task force anche quegli operatori specializzati che in una riorganizzazione degli istituti, quale l'ISPRA, abbiamo un po' accantonato; in particolare, vi sono dei precari professionalmente preparati che possono essere coinvolti per operare in modo più approfondito la ricerca di questi veleni sia in mare, sia, purtroppo, anche in terraferma.
Quindi, preannunzio il voto a favore di questa mozione che ha visto il Parlamento convergere e rimarcare in modo assoluto la necessità di non abbandonare all'oblio questa ricerca che non deve essere in capo solo alla procura, ma, lo ripeto, a tutta la società, dunque agli enti locali, alle regioni, alle ARPA, e ai Ministeri, che in questo momento sono coadiuvati dal Ministero dell'ambiente, come la nostra mozione sollecita e, se questo sta avvenendo, ne siamo contenti.
Ma non vorremmo che tra qualche mese ci si dimenticasse ciò che ormai si sta inseguendo da oltre trent'anni. Quindi, saremo i primi a fare i complimenti se, oltre alla certezza in quest'azione, porremo in essere atti che restituiranno qualità e tranquillità ai nostri cittadini e ai nostri mari (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto per nove minuti. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la discussione di Pag. 71oggi prende le mosse da un episodio, ovvero il ritrovamento di un relitto nel mare Mediterraneo; tuttavia dovremmo considerare che la discussione di oggi deve prendere le mosse da una questione e non solo da un episodio. Se, infatti, questa discussione fosse stimolata da quell'episodio, come ha detto il sottosegretario, atteso che i rilevamenti compiuti dal Governo e dalla nave Mare Oceano hanno dimostrato che quel relitto non è quello della Cunsky, ma di un'altra nave, ovvero non è il relitto di una nave dei veleni, se così fosse, la discussione di oggi sarebbe inutile, persino grottesca, ovvero non a livello della dignità di quest'Aula e non in linea con il rigore delle discussioni che debbono impegnare il Parlamento.
Il punto è che la mozione oggi in discussione vuole affrontare non quell'episodio, ma la questione più volte accertata da diverse procure relativa all'affondamento di rifiuti tossici e radioattivi e all'interramento di quei rifiuti in varie realtà del nostro territorio negli anni in cui una vera coscienza ambientale su questo problema non c'era. Per cui era molto più semplice smaltire dei rifiuti che poi provocassero danni straordinari alla salute delle popolazioni e delle generazioni future nei luoghi dove venivano smaltiti i rifiuti stessi.
Vorrei che fosse chiaro che oggi non discutiamo più del problema, in quanto ormai è superato e ne siamo contenti; tuttavia siamo preoccupati del fatto che sia stato superato con qualche ritardo da parte del Governo. Vorrei ricordare che quel relitto fu scoperto dalla procura di Paola, che chiese alla regione di fotografare il contenuto dello stesso. La regione lo fece a proprie spese e dalle foto disposte dalla procura e dalla regione sembrò che il contenuto di quella nave consistesse in fusti e bidoni potenzialmente pericolosi e nocivi.
La procura, la regione, i giornali e le televisioni nazionali diedero grandissima enfasi a quella notizia. Vennero riportate alla luce le dichiarazioni di pentiti e di collaboratori di giustizia - ne faceva prima cenno l'onorevole Tassone - che avevano confermato anche le denuncie di Legambiente, la quale aveva sostenuto che decine e decine di navi fossero state affondate nei fondali del Mediterraneo.
Questa notizia ha fatto il giro del mondo e ha occupato anche le pagine di giornali nazionali, arrecando un danno straordinario - lo diceva il sottosegretario - anche all'economia del luogo, che è povera e si fonda sul turismo. Questa notizia è intervenuta mentre i tour operator dovevano comprare anche i posti letto nelle zone interessate al ritrovamento di questo diritto. È un'economia che si fonda sulla pesca e, quindi, questa notizia e questo episodio hanno già provocato un danno straordinario.
Ora, noi non vorremmo che, accertato che questo relitto non è la nave dei veleni, calasse una cortina di silenzio sul problema, che invece continua ad esserci anche nelle regioni del sud, in Campania e in Calabria. Vorrei ricordare che nella provincia di Crotone su alcuni siti radioattivi sono stati costruiti caserme e asili. Sono fatti accertati dalle procure del luogo. Allora, se non vogliamo utilizzare questa occasione per compiere un rito che sarebbe anche grottesco dopo gli accertamenti del Ministero, dobbiamo assumere l'impegno a continuare nella direzione di stroncare questo odioso traffico di rifiuti radioattivi, di rifiuti nocivi, spesso avvenuto con la complicità della mafia, che quando è complice di queste cose dimostra di essere ancora peggio di quello che spesso sembra, perché non si limita ad uccidere, ma uccide il territorio, la speranza e la vita anche delle generazioni future.
L'auspicio è che il Governo voglia davvero onorare gli impegni contenuti nella parte dispositiva della mozione. Vorrei ricordare - lo dico senza fare polemiche - che gli accertamenti sulla natura di questo relitto sono avvenuti dopo oltre un mese dal ritrovamento del relitto stesso, che su questa vicenda il Governo non ha avuto la stessa attenzione che ha dimostrato su altre questioni, come per esempio per i rifiuti di Napoli. I rifiuti tossici e radioattivi - l'ho detto sempre in quest'Aula Pag. 72in un'altra occasione - forse sono meno antiestetici, perché non si vedono, sono interrati o sott'acqua, sicuramente non sono maleodoranti, ma sono più pericolosi, perché uccidono. Allora, ci saremmo aspettati un intervento più veloce da parte del Governo e ci aspettiamo anche una presa di posizione collegiale dello stesso. Questa non è un'attività - lo diceva Tassone - che può riguardare solo il Ministero dell'ambiente. Non c'è più la Cunsky, quella nave non è la nave dei veleni, ma continuano ad esserci dei casi irrisolti in questo Paese. Mi riferisco all'omicidio di Ilaria Alpi, alla morte sospetta del capitano De Grazia, a tutte quelle inchieste che hanno verificato come pezzi deviati dello Stato, dei servizi segreti, negli anni passati abbiano contribuito, insieme ai poteri criminali, a fare in modo che questi rifiuti fossero dolosamente, colpevolmente, in maniera criminale, smaltiti dove mai avrebbero dovuto essere smaltiti (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava per dieci minuti. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, il tema delle navi e dei carichi di rifiuti ci ha visto sinceramente un po' scettici e freddi sin dall'inizio della discussione in quest'Aula. Intatti, abbiamo avuto qualche perplessità sia rispetto al meccanismo nell'ambito del quale si è formato questo tipo di ragionamento, sia anche e soprattutto in merito alle fonti che hanno favorito la fuga di queste notizie. Da subito, abbiamo ritenuto che le procure italiane che avevano giudicato il collaboratore di giustizia Francesco Fonti un soggetto inattendibile, al quale avevano revocato il servizio di protezione, dovessero essere prese in considerazione, che non si poteva banalmente pensare che, negli ultimi quindici anni di testimonianze rese dallo stesso, a vario titolo, alle varie procure, tutte le prove che oggettivamente non avevano mai trovato riscontro fossero da ascriversi al caso.
Il pentito - lo ripetiamo - è giudicato inattendibile. Noi abbiamo insistito sul fatto che la giustizia avesse legittimamente valutato le deposizioni, che avesse scientificamente avuto la possibilità di verificare che non esistevano riscontri oggettivi rispetto alle testimonianze fornite.
Se si parte da questo presupposto, è chiaro che, nell'ambito di un ragionamento politico, come quello che vi è stato, e del dibattito che è seguito nei giorni successivi a questa situazione, che definiamo di procurato allarme, un forte allarme sociale, perché siamo anche andati a verificare cosa è successo sul territorio, abbiamo ritenuto di mantenere un atteggiamento sempre molto distaccato, un pochino disincantato rispetto all'emotività che aveva suscitato questa notizia, alla quale aveva fatto seguito il ritrovamento di un relitto che poi abbiamo avuto modo tutti di scoprire non essere il relitto della Cunsky, bensì una nave passeggeri abbandonata in quel tratto di mare in epoca molto lontana.
Questo ha fatto sì che il nostro gruppo abbia scelto di non sottoscrivere nessuna delle due mozioni che gli altri gruppi, in particolare il PdL e il PD, avevano prodotto per l'Aula in occasione della discussione di due settimane fa. Avevamo scelto di non sottoscrivere nessuna mozione perché ci eravamo ripromessi di discutere nell'ambito dell'Aula quelli che sarebbero stati gli sviluppi.
E gli sviluppi sono stati tali che oggi ci troviamo a discutere di una cosa diversa. Dico che per fortuna il nostro atteggiamento ha fatto sì che l'emotività non avesse il sopravvento e non abbiamo approvato mozioni che contenevano una serie di sciocchezze dal punto di vista delle premesse, perché davano per scontato dati che nella realtà non erano confermati da nessuna parte, e che, soprattutto, contenevano una serie di impegni da parte del Governo che abbiamo giudicato da subito inaccettabili (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Il fatto di pensare che si potessero sostanzialmente distribuire, come chiedeva la mozione del PdL, risorse a titolo di risarcimento in modo indistinto a tutte le popolazioni che lì intorno avevano subito Pag. 73un danno in seguito ad un evento che non c'è, non lo avevamo ritenuto - ha ragione il collega Realacci, sto parlando della mozione del PdL - assolutamente lecito, legittimo e tanto meno una soluzione intelligente.
Amiamo ricordare a questa Assemblea che il tema dei siti contaminati, delle bonifiche ambientali, delle aree da riconvertire, è un tema che interessa tutto il Paese, non solo la Calabria. È un tema che interessa la gran parte dei siti produttivi dismessi anche del centro-nord e, in una situazione di difficoltà della finanza pubblica, tale per cui anche i 26 siti di interesse nazionale in questo momento non trovano la possibilità di essere oggetto di finanziamento specifico da parte dei ministeri competenti per carenza di risorse, troviamo che sia assolutamente illogico pensare che si debbano inseguire delle emergenze create ad arte da soggetti che ovviamente avevano interessi diversi. Sapete bene cosa c'è dietro il regime ed i sistemi di protezione rispetto ai cosiddetti pentiti o collaboratori di giustizia, perché da lì siamo partiti e lì siamo tornati, purtroppo.
Diciamo che, prima di arrivare a prendere decisioni precise all'interno di un'Assemblea come questa, le questioni di cui dibattiamo devono essere confortate dal punto vista della realtà. Ben venga che questo periodo ci abbia dato la possibilità di avvalorare le convinzioni che avevamo fin dall'inizio, ossia che eravamo di fronti ad una bufala colossale.
Ben venga per due ordini di motivi: innanzitutto, ovviamente, perché credo che le popolazioni locali di quel territorio, che ho avuto modo di visitare direttamente, abbiano appreso con grande sollievo la notizia che in quella nave sul fondo del mare, in quello spicchio, tra l'altro molto bello, di territorio del nostro Paese, non si nascondeva quel mefitico mezzo di trasporto che avrebbe dovuto, secondo il pentito Fonti, nascondere chissà quali materiali inquinanti; addirittura, si era avventurato ad ipotizzare un percorso che avrebbe portato lì materiali radioattivi, quindi non è che stiamo parlando di questioni semplici. Ciò dovrebbe essere stato appreso con grande sollievo e entusiasmo dalle popolazioni.
In subordine, pensiamo che, pur essendo assolutamente consci del fatto che sia necessario un approfondimento dal punto di vista politico di queste tematiche in generale, non abbiamo mai creduto che valesse la pena investire la Camera di una singola specifica situazione.
La Camera si occupa di questioni di interesse generale, non di questioni di interesse particolare. Quando all'interno della Camera si annidano anche soggetti che, con ogni probabilità, cercano di sfruttare queste situazioni per un proprio tornaconto diretto speculativo sul territorio dal quale provengono, ed è il dramma al quale abbiamo assistito in queste settimane, credo che il nostro tentativo di respingere queste modalità sia assolutamente legittimo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

Nella giornata di ieri abbiamo inteso sottoscrivere la mozione Realacci ed altri n. 1-00252, che del resto era stato argomento di intese informali e verbali nei giorni scorsi, perché riteniamo che in essa finalmente si introducano degli elementi di valutazione generale, che assolutamente condividiamo e che aprono nuovi scenari nell'ambito dei quali sarà giusto ed opportuno fare chiarezza al fine di tutelare effettivamente la salute e l'incolumità pubbliche.
Sappiamo che vi sono altre questioni aperte, che non riguardano la vicenda specifica di Cetraro: ad esempio ricordo la vicenda riportata in una mozione molto recente che riguarda fatti criminosi con ogni probabilità realizzatisi a largo dell'isola d'Elba, in periodi molto vicini a noi, e che sono stati oggetto di riprese cinematografiche che saranno interessanti, credo, per i soggetti inquirenti che dovranno occuparsene.
In questo momento, avendo dato un taglio decisamente nuovo e più generalista rispetto alla questione che ritenevamo specifica e speciosa, la mozione ha avuto la nostra sottoscrizione, mia e del collega Togni, in particolare. Credo, tuttavia, che Pag. 74essa alla fine potrà ottenere il voto unanime da parte del gruppo della Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà, per dieci minuti.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, diverse cose sono state dette; penso che sul tema delle «navi a perdere», alla fine la mozione cui siamo giunti garantisca una certa attenzione, sia da parte del Parlamento che del Governo, su un tema molto complesso, che non è solo di carattere ambientale e calabrese, come dirò dopo; credo che abbiamo fatto bene a discuterne oggi e faremo bene anche nel futuro a non abbassare la guardia.
Noi abbiamo detto da subito che sull'operato del Governo abbiamo qualche opinione diversa. Seppur sia vero che quarantasette giorni sono un tempo non troppo lungo, crediamo anche che fin da subito si potevano dare indicazioni e notizie più precise, al fine anche di determinare una discussione più serena: ricordo infatti che all'inizio, su richiesta dell'onorevole Realacci durante un question time, si sbagliò addirittura il nome della nave da parte di un rappresentante del Governo; ricordo che all'inizio si disse che sarebbe partita una nave della Saipem da Cipro per svolgere delle verifiche, a titolo gratuito, ma così non fu, perché poi cambiò la situazione. Vi è stata insomma un po' di confusione e di disorganizzazione, che avrebbero potuto essere evitate.
Detto questo, credo che nelle rassicurazioni e nella relazione che svolse il sottosegretario Menia sul tema specifico (mi riferisco all'ipotetica nave Cunsky), una serie di chiarimenti sono stati dati.
Devo anche ricordare che la posizione del Partito Democratico tenuta in Aula da tutti i suoi componenti, sia attraverso strumenti di sindacato ispettivo, sia attraverso richieste di informativa, ha sempre puntato ad interventi sul caso specifico, che chiedevano esplicitamente di verificare se le indicazioni, non necessariamente legate alle dichiarazioni del pentito Fonti, ma che emergevano dalle testimonianze dei pescatori del posto, potessero avere un riscontro.
Abbiamo sempre detto che era necessario capire che cosa vi fosse a quella profondità: tra l'altro, un relitto era stato segnalato anche durante i lavori della Commissione bicamerale presieduta dall'onorevole Paolo Russo fin dal 2006; quindi pensiamo che degli accertamenti fossero doverosi. Oggi, proprio per intervento della procura (non so se l'ha detto il sottosegretario Menia), a largo di Maratea si sta verificando la presenza di un eventuale altro relitto (si pensa che potrebbe essere probabilmente l'Yvonne A), per cercare di capire anche in questo caso se alcune indicazioni corrispondono al vero.
Il tema che stiamo trattando non concerne solo la Calabria, per quanto importante. Vedete bene che in una relazione della direzione marittima di Reggio Calabria si parla di ben quarantaquattro navi, delle quali trentasei sono note, ossia relitti che riguardano ciò che è capitato nella prima e nella seconda guerra mondiale o comunque relitti accertati, ma ce ne sono alcune segnalate a volte con indicazioni marittime non precise e che necessitano di ulteriori approfondimenti. Si tratta di dati ufficiali che non derivano dalle dichiarazione di un pentito, ma che sono riportati dalla direzione marittima di Reggio Calabria sui quali forse vale la pena fare un chiarimento.
Tra l'altro, abbiamo fortemente approfondito tutta questa discussione all'interno della Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti, dove siamo arrivati a proporre due decreti di sequestro: uno riguardava un ipotetico bidone, l'altro, a mio avviso interessante, riguardava invece una parte del campione dei fondali marini perché, per fugare qualsiasi tipo di dubbio, crediamo che tutta una serie di accertamenti, anche di carattere ambientale, attorno alla nave in questione - mi riferisco al relitto di Cetraro - dovessero essere fatti.
Dicevo però che non si tratta solo di un problema ambientale, perché il tema delle Pag. 75«navi a perdere» si intreccia con vicende della politica alla fine degli anni Ottanta e all'inizio degli anni Novanta, che vedevano intrecciati servizi segreti, traffico d'armi e di rifiuti radioattivi. Tali vicende sono state oggetto di approfondimento anche all'interno di alcune commissioni bicamerali, ma non vi sono mai state risposte né chiarimenti certi. Credo pertanto che la mozione di oggi serva anche a tenere in vita l'attenzione, necessaria anche per poter ricercare verità che non sono mai emerse rispetto a fatti oscuri di un periodo importante della politica nazionale.
Non si può quindi assolutamente abbassare la guardia. Noi crediamo anche che non necessariamente la ricerca di questi relitti sia un problema esclusivamente nazionale. È per questo che abbiamo insistito perché nella mozione si facesse un appello a livello di Unione europea e si chiedesse anche un intervento delle Nazioni Unite, perché il tema del traffico del materiale radioattivo di quel periodo non riguarda unicamente i rifiuti prodotti nel nostro Paese, ma anche i rifiuti radioattivi che molto probabilmente erano prodotti in altre strutture e in altri Paesi europei.
Un'altra questione che abbiamo voluto fortemente segnalare è quella dei siti contaminati e della necessità di approfondire tutta una serie di situazioni che sono state segnalate in alcune località calabresi, in relazione - è stato ricordato da alcuni colleghi - alla presenza eventuale dei rifiuti radioattivi. Abbiamo anche approfittato di questa mozione per introdurre il tema più generale dei siti contaminati, che ci preoccupa da tanti punti di vista, in particolare perché agli oltre cinquanta siti di interesse nazionale sono stati sottratti dei finanziamenti specifici destinati alla loro messa in sicurezza e bonifica.
Il tema ci interessa anche, da un lato, perché sui siti di interesse nazionale spesso ha operato una criminalità più o meno organizzata provocando il problema ambientale, dall'altro lato, perché oggi è noto che in alcuni casi si verificano infiltrazioni rispetto ad imprese che si dovrebbero occupare della decontaminazione e che sono fortemente collegate alla malavita più o meno organizzata. È quindi opportuno anche su questo aspetto condurre una politica più organica.
Oggi si dice che meno dell'1 per cento dei cinquantasette siti di interesse nazionale è stato messo in sicurezza o bonificato, a differenza per esempio dei siti contaminati di interesse regionale, dove le percentuali sono molto più interessanti. È anche per questo che abbiamo proposto, insieme agli altri colleghi della maggioranza e dell'opposizione, che ci sia un coordinamento forte anche con i livelli regionali per poter lavorare insieme su questioni così importanti e delicate che, da un lato, rappresentano un gravissimo problema ambientale e, dall'altro, potrebbero costituire anche una grandissima opportunità dal punto di vista imprenditoriale per rilanciare la nostra economia e per contribuire alla cosiddetta green economy.
Da ultimo - questa è una raccomandazione che rivolgo al sottosegretario -, visto che comunque il lavoro di accertamento è stato già compiuto, è opportuno che l'informazione nei confronti dei cittadini e della cittadinanza, soprattutto di quella interessata, sia puntuale ed esaustiva. Oggi si registra una forte richiesta che proviene dagli amministratori di quelle zone, in cui sono presenti ancora un forte dibattito e forti perplessità. Chiediamo quindi - lo abbiamo chiesto prima in Commissione bicamerale al Ministro Prestigiacomo, ma lo chiediamo anche al sottosegretario - la possibilità di andare giù in Calabria a spiegare esattamente ciò che è stato fatto rispetto a quella situazione specifica.
Chiediamo anche - e concludo - che vi sia un collegamento affinché tutte quelle situazioni che abbiamo indicato dover essere seguite, monitorate ed attuate da parte del Governo, siano poi oggetto di un'informazione continua che deve realizzarsi tra l'Esecutivo e il Parlamento nelle sue varie Commissioni.
Il tema - lo ripeto - non è solo di carattere ambientale, ma investe tutta la politica internazionale e deve aiutarci a fare luce su tantissime domande alle quali Pag. 76non siamo mai stati in grado di dare una risposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbareschi. Ne ha facoltà, per dieci minuti.

LUCA GIORGIO BARBARESCHI. Signor Presidente, vorrei fare un discorso che è legato non solo, ovviamente, al problema dell'inquinamento e di ciò che sta accadendo nei nostri mari, ma anche a un problema di responsabilità politica, che va affrontato in maniera assolutamente bipartisan.
Per anni abbiamo giocato su un'economia che vedo propagandata poi in tutto il mondo come la terza più importante e virtuosa, ma non possiamo negare che questa economia è stata costruita in parte anche sul malaffare; tutti noi conosciamo infatti qual è il prodotto di mafia, 'ndrangheta e camorra, e se questo Paese forse sta in piedi, è grazie al fatto che esiste un enorme giro d'affari e di liquidità che proviene da un'attività illecita.
Ho fatto questa premessa perché in quest'Aula, dove spero vi sia un'attenzione su tale tema, abbiamo tutti una responsabilità, quella di pensare se nei prossimi venti, trenta, quaranta anni l'eredità che lasceremo ai nostri figli e a questo Paese sarà quella di un'economia basata su un'attività lecita o su un'attività illecita. Se pensiamo di costruire un Paese sull'attività illecita, qualsiasi competizione politica che affronteremo nei prossimi anni sarà del tutto inutile e di facciata.
Ma entro nel merito della questione. Il problema delle navi e dell'inquinamento nel Mediterraneo è serio, ma non è un problema italiano, è un problema internazionale. Non possiamo avere dei siti italiani, delle isole italiane che sono patrimonio dell'UNESCO e non avere un atteggiamento responsabile verso qualcosa che non è più patrimonio solo nostro; non possiamo pensare di costruire una nuova economia non avendo nessuna grande multinazionale italiana e nessun futuro dal punto di vista economico e sapendo che l'unica vera possibilità di crescita economica è quella del turismo, della cultura e dell'ambiente, creando però problemi all'ambiente.
Ho approfondito, pur non essendo materia della mia Commissione, il tema delle navi cariche di veleni. Il problema è molto serio e mi auguro che le indagini che stiamo compiendo non siano eseguite pensando solo alle prossime elezioni regionali, altrimenti otterremmo un piccolo fatturato politico con un disastro nel futuro.
Abbiamo parlato di allarme e di grande problema nazionale a proposito dell'Abruzzo; è vero, vi è stato il terremoto con un problema di emergenza nazionale, ma credo che forse in questo momento dobbiamo parlare di emergenza nazionale anche per ciò che riguarda il Mediterraneo, perché i dati che abbiamo (che non sono solo quelli di un pentito che, come giustamente qualcuno prima diceva, forse è attendibile, forse non è del tutto attendibile) sono anche dati internazionali pubblicati su grandi quotidiani internazionali, che riportano dati molto precisi.
Mi chiedo, allora, se la questione non vada affrontata a livello europeo in maniera molto più profonda di quanto non sia andare a svolgere delle analisi su un relitto che non sappiamo neanche quale sia (le mie informazioni sono che quel relitto non è uno dei tanti relitti, indicati da varie fonti, che stanno spargendo veleni nel Mediterraneo). Mi chiedo quale sia, oggi, l'atteggiamento della politica italiana, se abbiamo un atteggiamento così superficiale.
Vedo tutti i giorni nei giornali un Paese reale, costituito da industriali che tentano virtuosamente di far crescere questo Paese, che fatica, e vedo, allo stesso tempo, un Paese che costruisce la propria economia sul malaffare, sullo spaccio, sul riciclo dei rifiuti tossici. Questo è sotto gli occhi di tutti. Però sembra che tutte queste notizie si fermino sui giornali e che in questa sede le questioni non vengano mai affrontate in maniera definitiva.
Dalle informazioni in mio possesso, mi risulta che le navi non sono solo al sud. Esiste una concentrazione di attenzione Pag. 77sulla Calabria, ma il problema delle navi è anche del nord: pare che ve ne siano in Liguria, in Toscana e in altre zone del Mediterraneo. Forse, allora, è il caso di pensare ad una grande task force finanziata anche dall'Europa, perché il Mediterraneo è un patrimonio dell'Europa, della Francia, della Spagna, è quel grande bacino di cui tutti parliamo. Vi è la necessità di una strategia geopolitica importante, perché non possiamo pensare di far crescere questo Paese senza avere una relazione virtuosa con il nord dell'Africa e noi non possiamo essere quelli che inquinano il nord dell'Africa. Questa è stata la politica scellerata attuata dagli anni Ottanta in poi, come giustamente qualcuno faceva notare, la politica che buttava la polvere sotto il tappeto e aspettava di vedere quello che sarebbe successo nel futuro.
In questo periodo colgo dei segnali molto pericolosi: un'assenza di attenzione sugli sviluppi tecnologici, come la banda larga, e sulle innovazioni che dovrebbero cambiare il Paese, e avverto un tentativo di insabbiare le attività di malaffare. Dobbiamo renderci conto che qualcuno, presto, con un'accelerazione molto più veloce di quello che possiamo lontanamente immaginare, cambierà le sorti di questo Paese. Siamo indietro su tutto, stiamo diventando, per varie ragioni, la barzelletta del mondo; la barzelletta per mancanza di responsabilità, una responsabilità del singolo politico: ognuno di noi ha una responsabilità, è stato eletto con un voto e con la coscienza di dare il proprio aiuto per il benessere e il miglioramento di questo Paese. In questo senso ci dobbiamo muovere. Non è possibile vedere che altri Stati, che prima del crollo del muro di Berlino non avevano la banda larga ed erano in mano al malaffare, oggi ci hanno superato. Siamo indietro rispetto all'Estonia ad esempio, che è un Paese dotato di banda larga e ripulito dal malaffare. Fino a quando continueremo a giocare con il fuoco? Cosa ci dicono i telegiornali? Vediamo tutti i giorni sui telegiornali dei bambini uccisi dalla camorra e dalla 'ndrangheta, e poi lasciamo che camorra e 'ndrangheta si muovano in maniera libera in questo Paese; ma cosa sono i telegiornali? Sono fiction? Sono un film per prendere in giro il «parco buoi», come si dice in termini borsistici, ovvero il pubblico italiano? Oppure questo è un luogo di rappresentatività, dove dobbiamo assumerci delle responsabilità?
Leggo i dati medici ed è molto pericoloso quello che sta accadendo. L'ambiente è una questione fondamentale. Parliamo del Protocollo di Kyoto, andiamo a fare le riunioni in tutto il mondo per vedere come ridurre gli effetti dei gas, l'effetto serra, e poi, nel nostro territorio, non siamo capaci di gestire i luoghi dove deve essere organizzato l'accumulo dei rifiuti pericolosi.
Sono contento che questa mozione sia bipartisan e spero che continueremo a collaborare insieme. Forse esiste una parte virtuosa di questo Parlamento che ha più a cuore il futuro di questo Paese che gli interessi personali, che vedo, per il breve tempo trascorso in Parlamento, essere numerosi, particolari e legati al singolo.
Chiedo veramente che ci sia un movimento, una responsabilità d'insieme in questo Paese. Io ho dei figli - immagino ne abbiate anche voi - ma ho sentito dire da dei miei colleghi in Commissione: il mare si riprende tutto. Questa è una sonora imbecillità. Il mare non si riprende tutto. I rifiuti tossici hanno bisogno di centinaia e centinaia se non di migliaia di anni per essere riassorbiti. Cosa diremo noi ai nostri figli i prossimi anni? Questo è quello che volevo dire, Presidente (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, signor sottosegretario rappresentante del Governo, questa è una di quelle questioni che - devo dire - qualche volta ci ha trovato uniti e ci sta trovando uniti. Noi l'abbiamo detto e lo ripetiamo, non siamo per le polemiche, però siamo sicuramente Pag. 78per la chiarezza, siamo per le soluzioni, e in questa mozione che ci vede, perlomeno su quanto scritto, uniti vediamo proprio un impegno formale non per il passato, altrimenti - come ha detto il mio collega Occhiuto in precedenza - di polemiche avremmo da aprirne (e non vogliamo farlo), ma per il futuro. Noi non vogliamo dare giudizi ma vogliamo lavorare su una vicenda - questo bisogna dirlo perché lo sappiamo tutti, principalmente i parlamentari calabresi, ma anche gli altri parlamentari di tutto il Paese - che non è chiusa. È chiusa per quanto riguarda un piccolo particolare, l'evento che ha fatto più scalpore, ma come è già stato ricordato prima, sappiamo che tra certezze e sospetti sono innumerevoli le questioni aperte purtroppo nei nostri mari. Dunque con questa mozione tutti insieme chiediamo un impegno al Governo e uno a noi stessi, un impegno a non dimenticare. Infatti - lo dico al sottosegretario che conosce benissimo la nostra stima, che abbiamo ribadito già varie volte - il dubbio sul fatto se la nave sia quella oppure no esiste ancora per un motivo. Quell'aspetto è stato accertato, però le verifiche nei dintorni (dando atto al Governo per l'impegno che ha preso nell'andare avanti nelle ricerche) bisogna continuare a farle perché bisogna dare delle certezze vere. Infatti qui si parla di tutela della salute, e abbiamo parlato a lungo anche delle tutele delle attività economiche, delle attività che sono indispensabili se noi vogliamo parlare di un rilancio del sud e del nostro Paese. Ricordiamoci - l'ho già detto quando lei è venuto in questa Aula alcune settimane or sono - che a questa vicenda è legato tutto un sistema che riguarda la questione della giustizia, e invito la Commissione bicamerale di inchiesta - della quale faccio parte - a continuare l'attività. Infatti è lì che si deve verificare e controllare come si sono svolti i fatti, verificare che poi si trovino anche i colpevoli. Però bisogna andare avanti e ridare una certa sicurezza e stabilità, una certa aspettativa per il futuro a delle regioni che - lo diciamo sempre tutti - dovrebbero diventare anche un po' il motore, con un cambio di mentalità rispetto agli argomenti che trattiamo in quest'Aula, perché il turismo si può fare partendo da quelle regioni, e il turismo è l'unica attività economica non delocalizzabile. Dunque abbiamo tante priorità ma abbiamo anche questa necessità economica per far le cose giuste. Abbiamo delle questioni, che sono riportate, che non riguardano solo l'affondamento delle navi, e abbiamo tutta una serie di vicende che sono aperte. Infatti, signor sottosegretario, proprio perché lei si è sempre impegnato con grande chiarezza su questi temi chiediamo a lei (in rappresentanza del Governo) di garantirci, perché questa mozione deve portarci a guardare al futuro, per continuare a indagare, a fare le verifiche, a bonificare. Noi dobbiamo dare tante e tante certezze a quei cittadini, e sappiamo bene cosa comporta bonificare; anche indagare e verificare, ma bonificare ancora di più comporta la necessità di risorse.
Ne parleremo ancora domattina, riguardo ad altre questioni, però il Ministero dell'ambiente e tutto il Paese hanno bisogno di risorse per guardare con tranquillità al futuro, per investire su un futuro produttivo. È una questione che, se mi permettete, va oltre la questione calabrese, investe tutto il Paese e tutto il Paese su questo - naturalmente partendo da chi ha subito in modo più grave tali problematiche - ha bisogno di avere un segnale di operatività continua.
Infatti, vogliamo e dobbiamo sapere quando e come saranno avviate le bonifiche, perché vogliamo ricordare che questa mozione, che trova il parere favorevole del Governo, all'ultimo punto chiede l'informazione periodica al Parlamento su tutte le attività poste in essere (ed io mi riferisco soprattutto alle attività per riportare alla normalità la situazione del nostro territorio). Dunque si tratta di una mozione che ci ha trovato uniti, perché badate che si tratta di una questione - lo abbiamo visto all'inizio - che ognuno poteva tentare di spendere a seconda dei propri interessi: il Governo cercare di minimizzare o scaricare magari sulla regione, Pag. 79la regione scaricare da altre parti, i vari partiti per i ruoli diversi che rivestono.
Invece oggi questa votazione, che mi auguro sarà unitaria, ci deve portare ad un aumento della nostra responsabilità e ad un aumento della responsabilità del Governo, perché qui prende con noi un impegno, ma anche ad un aumento della responsabilità di questo Parlamento su tali temi. Infatti la mia preoccupazione sulle questioni che vengono decise unitariamente è che poi uno pensi: «Tanto ci pensano gli altri». No: qui dobbiamo, ognuno di noi, continuare su questo impegno per il futuro. Dobbiamo continuare a ricordare a noi stessi, agli altri gruppi, agli altri parlamentari ed al Governo che bisogna tenere acceso quel riflettore. Infatti, sarebbe stupido e demenziale - parlo per me prima di tutto - dimenticarci di questa vicenda e risvegliarci, come capita spesso nel nostro Paese, quando succederanno - e speriamo non succedano - altre vicende gravi. Dunque l'impegno che prendiamo noi come Unione di Centro, ma credo che lo prenderemo insieme come Parlamento, è quello di non distrarsi su questa vicenda, per ridare una prospettiva al Paese, che significa investire e tutelare per poter competere realmente.
Concludo proprio su questo, perché competere vuol dire portare tanta gente dagli altri Paesi e non avere paura della competizione dei Paesi emergenti, perché sul turismo possiamo veramente essere in competizione, portare risorse e possiamo augurarci, come dovrebbe essere, che nessuno ce lo possa rubare (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, i più grossi business che fanno gola alla criminalità organizzata sono innanzitutto la sanità ed i rifiuti. Naturalmente la criminalità organizzata non poteva non adoperarsi per prendere in mano la grossa fetta dei rifiuti, ma soprattutto con una modalità: con il traffico illecito di rifiuti. Dalla fine degli anni Ottanta la camorra in particolare ha capito che era molto redditizia questa attività, perché serviva per creare un servizio alle industrie per lo smaltimento di rifiuti tossici, nocivi, velenosi, radioattivi. Dunque si usavano tutte le strade per poter tenere in piedi questo grande business: oggi con una nave da affondare, domani con interi autotreni carichi di rifiuti velenosi e radioattivi, che addirittura venivano interrati in alcuni territori della Campania.
Pertanto, oggi, a distanza di anni, vi sono delle parti della Campania dove la terra bolle, perché vi è una reazione di tutta quella porcheria che hanno interrato, e che crea veramente morte sui nostri territori.
Questo è il punto. Noi vogliamo che si dia una parola ben precisa, perché la criminalità organizzata, la 'ndrangheta, la camorra e la mafia, hanno potuto tenere in piedi questo traffico illecito di rifiuti, perché hanno avuto una grande complicità: la complicità della politica, perché è la politica che ha reso possibile queste operazioni e questa attività criminale.
Abbiamo visto cosa è successo. I fatti, ormai, vengono alla luce del sole, con le implicazioni e la compromissione di politici e di parlamentari. In Campania, lo abbiamo visto oggi, ancora una volta: addirittura, vi erano pattuglie di parlamentari che aiutavano il traffico illecito di rifiuti, i bacini di consorzio Eco4.
Non bisogna criminalizzare solo una persona, perché si tratta di un sistema. Lo dicevo lo scorso anno - è vero, lo riconosco, vi sono tante persone perbene nel Popolo della Libertà - che vi sono alcuni territori in cui, per fare carriera nel Popolo della Libertà, si deve fare praticantato con la camorra. Ecco perché, oggi, vediamo i nomi degli onorevoli Landolfi, Cosentino, Bocchino, Coronella (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), persone che ci hanno portato qui in Parlamento...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la richiamo al rispetto dell'Aula e dei colleghi. Pag. 80La terminologia e le accuse che lei rivolge...

FRANCESCO BARBATO. Ma io non accuso nessuno! Sto dicendo quello che è successo in Italia! Se, poi, volete mettere una museruola a quelli che dicono queste cose (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la prego.

FRANCESCO BARBATO. È su tutti i giornali, è su tutte le pagine della cronaca! Ma perché deve essere ancora ipocrita la politica?

PRESIDENTE. Onorevole Barbato...

FRANCESCO BARBATO. Perché non dobbiamo chiamare le cose con il loro vero nome? Perché il Parlamento non deve essere qualcosa di pulito e di serio che, davvero, voglia prendere delle iniziative serie sulla nave dei veleni, sulla camorra, sulla 'ndrangheta, che ha aiutato il traffico illecito dei rifiuti (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)? Perché non vogliamo dire nomi e cognomi delle persone e dei parlamentari che hanno aiutato il traffico illecito dei rifiuti? Perché bisogna nascondere ed essere complici? Io non voglio essere complice! L'Italia dei Valori non vuole essere complice (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, le tolgo la parola e la richiamo all'ordine.

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, temo che nell'appassionata difesa che lei sta facendo del decoro di quest'Aula, che è assolutamente apprezzabile, vi sia, però, un rischio di precedente, nel senso di limitare la libertà del deputato (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). La prego, abbiamo così poche libertà in questo Paese (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) e una restrizione continua nel Paese, in cui riceviamo gli editoriali di Minzolini e le notizie nascoste dai telegiornali della televisione di Stato! La prego, ci lasci liberi di parlare in quest'Aula (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico e dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, come lei sa, ho avuto modo di esprimere critiche nei confronti dell'editoriale del direttore del TG1. Quindi, penso che trovi una mia grande sensibilità. Tuttavia, ritengo che vi sia la possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero, senza accusare i colleghi che sono in quest'Aula di fare carriera attraverso le connivenze con la mafia.

FRANCESCO BARBATO. Presidente, è scritto qui (mostra la copia di un giornale)!

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, citi il giornale.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signora Presidente, lei sa quanto noi apprezziamo il suo lavoro ed il suo equilibrio, tuttavia, nel caso di specie, oggi, mi sembra che vi sia stato un elemento arbitrario nel togliere la parola al collega Barbato.

PRESIDENTE. Aveva terminato il tempo, onorevole Evangelisti.

FABIO EVANGELISTI. Se gli ha tolto la parola perché aveva esaurito il tempo io mi taccio: lei mi dice che è stato solo perché aveva esaurito il tempo?

PRESIDENTE. Le dico che aveva esaurito il tempo e che stava svolgendo un intervento usando dei termini che non sono consoni.

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FABIO EVANGELISTI. Rassegna stampa della Camera dei deputati: «Cosentino, stop da Fini. Ma il premier: tieni duro», «Il PdL difende Cosentino, stop di Fini: impossibile candidarlo alle regionali». È aperta una discussione nel Paese e in quest'Aula. A me non interessa, per me Cosentino è innocente sino a sentenza passata in giudicato, va bene? Però voglio il diritto e reclamo il diritto di poter discutere di Cosentino così come di Furio Colombo e così come di lei, signor Presidente, nell'esercizio dell'articolo 68 della Costituzione.
Detto questo, per tornare al punto, non c'è stato alcun intervento, ma l'Italia dei Valori un anno fa ha presentato in quest'Aula una mozione con la quale si chiedevano, in termini politici e non giudiziari, le opportune dimissioni dell'onorevole Cosentino dalla carica di sottosegretario al Ministero dell'economia, affinché potesse affrontare in un'aula di tribunale le accuse infamanti che gli venivano rivolte e per cui egli ha il dovere di difendersi. È diritto di Cosentino quello di difendersi, è diritto dei parlamentari quello di reclamare le sue dimissioni ed è doveroso per l'Italia dei Valori compiere questo tipo di azione anche in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

GIANCARLO LEHNER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, non sono solito scendere in campo per fare delle polemiche. Ringrazio il Presidente che sta cercando con generosità di riportare quest'Aula alla civiltà e alla serietà.
È caduto il muro nel 1989, che era soprattutto un muro di menzogna e di disinformazione. Da certi banchi seguita a provenire la disinformazione. È stata citata come pietra dello scandalo e della corruzione in Campania la società Eco4. La verità storica, che credo meriti rispetto da parte di tutti, ci dice che la società Eco4 ricevette l'appalto dal vostro alleato Antonio Bassolino e questo andrebbe detto. Se è vero che la società Eco4 è un covo di camorristi e di corrotti, allora abbiate il coraggio morale e politico di dire che la Eco4 ebbe l'appalto dal commissario straordinario che all'epoca era Antonio Bassolino.
Insisto ancora su un altro argomento. Antonio Bassolino, vostro alleato, è stato incriminato nel 2003; siamo nel 2009 e non abbiamo ancora avuto il piacere di avere un giorno di dibattimento in aula. A questo punto, le perplessità sulla giustizia credo che abbiano fondamento.

MANUELA DAL LAGO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, onorevole Dal Lago, però la prego di contenersi. Credo di avere già preso una decisione.

MANUELA DAL LAGO. Signor Presidente, ho l'abitudine di contenermi nel modo di parlare e anche di essere molto breve. Desidero però ringraziarla per aver tolto la parola all'onorevole Barbato e desidero invitarla a farlo più spesso, perché siamo in questo Parlamento per lavorare e per approvare dei provvedimenti e nemmeno la Costituzione sancisce la libertà di offesa che spesso sentiamo utilizzare da quella parte dell'Aula. Chiediamo, quindi, il rispetto di tutti i parlamentari.
Devo anche aggiungere, signor Presidente, che non possiamo accettare lezioni di libertà di stampa da chi ci dice che se Minzolini esprime le sue opinioni quella non è libertà di stampa perché non corrispondono alle sue opinioni, onorevole Colombo...

FURIO COLOMBO. Legga la Padania!

MANUELA DAL LAGO. ...se invece le esprime la Repubblica, questa è libertà di stampa.
Credo che sia ora di finirla di essere solamente di parte.
Credo che sia ora di finirla di essere faziosi. Credo che sia ora di cominciare Pag. 82seriamente a lavorare e forse - parlo per l'Italia dei Valori - di andare a vedere i vostri problemi, a casa vostra, che sono molto più grandi, credo, di quelli attuali, sia nel Popolo della Libertà sia in tutto il centrodestra. Avete tanto da pensare, da valutare, da discutere e da vergognarsi delle cose vostre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà per cinque minuti.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, la mozione che ha come primo firmatario l'onorevole Realacci e che vede le firme di tanti colleghi di tutti gli schieramenti ha, intanto, il merito di essere una mozione unitaria, che vede tutti i partiti coinvolti, ma anche il merito di tratteggiare, in maniera chiara e netta, un quadro generale inquietante di ciò che è accaduto in questi anni in Italia, con l'impegno di tanti uffici giudiziari e con la relazione della Commissione bicamerale del 2001 che individua ben 39 navi cariche di fusti radioattivi o tossici affondate e alcune morti sospette.
Abbiamo una buona notizia in questi giorni: la nave affondata a Cetraro non è la Cunsky, ma la ben più inoffensiva nave passeggeri Catania. Così ha detto la nave Mare Oceano e di questo ci rallegriamo.
Tuttavia, l'attenzione non può essere allentata né diminuita perché vi sono anche dati allarmanti, ad esempio quelli che riguardano le località tra Aiello Calabro e Serra d'Aiello, lungo il greto del fiume Oliva, dove sono stati individuati valori di radioattività da tre a sei volte quelli normali e dove è stata individuata, inequivocabilmente, la presenza del cesio 137. È molto probabile che in quelle località dell'entroterra calabro siano stati trasportati fusti rivenienti dalla nave Jolly Rosso, spiaggiata nel 1990 in località Formiciche.
A me interessa - e il sottosegretario ne ha fatto cenno - anche fare riferimento a Maratea. Ancora, il pentito Fonti sostiene di avere affondato egli stesso la nave Yvonne A, carica di 150 fusti radioattivi. La nave Astrea dell'Ispra ha rilevato la presenza di un relitto a 13 miglia al largo e a 800 metri di profondità.
Il procuratore di Lagonegro, Francesco Greco, ha chiesto al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di mettere a disposizione anche lì la nave Mare Oceano, per andare a verificare di cosa si tratti. In questi giorni la Mare Oceano è a Maratea.
Occorre fare presto, molto presto. Non solo stiamo parlando di una splendida località della mia regione, ma di una vera e propria perla del Mediterraneo, posta in questi giorni a repentaglio per notorietà ed appeal turistico da queste voci e da questi eventuali ritrovamenti in una regione, quella lucana, che appare essere stata in questi anni crocevia di attività internazionali illecite. È di qualche giorno fa l'archiviazione, da parte della direzione distrettuale antimafia, di un'indagine durata venti anni con motivazioni che non escludono la possibilità che siano stati commessi reati, ma in cui si afferma che, a causa del tanto tempo trascorso, è difficile provare tali reati.
Si parla della presenza all'interno della Basilicata e, in particolare, nelle zone calanchive - è ancora affermazione del pentito Fonti - di fusti radioattivi. Attorno al centro della Trisaia di Rotondella vi sono state attività inquietanti, tra cui la presenza di stagisti pachistani e iracheni che, secondo la procura della direzione distrettuale antimafia, erano lì non solo per studiare, ma probabilmente anche per approvvigionarsi di materiale. Ricordo che negli anni scorsi a Rotondella vi è stato il riprocessamento del ciclo uranio e torio e vi sono ancora 64 elementi di combustibile irraggiato provenienti dal reattore nucleare Elk River.
Insomma, questo quadro inquietante ci rimanda ad una situazione grave e preoccupante e ad una necessità di impegno, da parte del Governo, che sia all'altezza della situazione e della gravità delle circostanze che si sono verificate.
Da questo punto di vista, che oggi si riesca ad approvare la mozione all'unanimità Pag. 83è cosa, a mio parere, molto importante. È fondamentale che il Parlamento impegni il Governo in tal senso.
Ci auguriamo poi, però, che tali impegni siano assolutamente assunti, fatti propri e soprattutto concretizzati da questo Governo.
Intanto, oggi il Parlamento scriva una pagina di unità su un tema così delicato ed importante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angela Napoli. Ne ha facoltà.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, la ringrazio per aver accolto una mozione unitaria prodotta da questa Aula, così come sento di dovere ringraziare lei e tutto il Governo per il tempestivo intervento che (anche se qualcuno lo ha considerato dilatato) è stato sicuramente tale rispetto a quello mancato da parte dei Governi precedenti. Infatti, mentre sono contenta anche del fatto che sia stata data una certa tranquillità al settore economico della zona, non vorrei però che venisse sottaciuto tutto quello che nel merito è stato sottaciuto dai precedenti Governi negli anni scorsi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 17,30)

ANGELA NAPOLI. Infatti, del tema delle navi dei veleni e dell'emergenza ambientale in Calabria se ne parla da anni. Allora, il mio intervento, che sicuramente è di ringraziamento per quanto fatto finora, vuole anche essere propositivo, nel senso che non potrà essere il solo Ministero dell'ambiente ad assumersi la responsabilità di quello che continuerà ad essere fatto o di quello che sarà necessario fare in Calabria, in particolare nel settore dell'emergenza ambientale.
Non può essere il solo Ministero dell'ambiente perché, fino ad oggi, sono mancate delle risposte che riguardano altri settori e da parte di altri settori, né può essere una risposta, caro sottosegretario, da parte della magistratura calabrese quella della presenza del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso alla conferenza stampa indetta dal Ministro Prestigiacomo.
Lo dico perché la direzione nazionale antimafia, che non ha certamente poteri investigativi, bensì di coordinamento, dovrebbe dire a tutta l'Italia, e alla Calabria in particolare, che fine hanno fatto le indagini partite negli anni precedenti, e comunque dal 2005, dopo la deposizione del memoriale del collaboratore di giustizia Fonti proprio presso la Direzione nazionale antimafia.
È inutile pensare di addebitare le responsabilità o l'assunzione di impegni per arrivare all'accertamento delle verità solo ed esclusivamente al Ministero dell'ambiente.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANGELA NAPOLI. Concludo, Presidente. Al di là degli impegni, e di questo rinnovo la mia gratitudine, che lei come rappresentante del Governo ha inteso assumere questa sera con la condivisione e l'approvazione di questa mozione, deve assumere un impegno di coinvolgimento dell'intero Governo e delle altre istituzioni per arrivare davvero all'accertamento della verità.
Concludo davvero, onorevole sottosegretario, una cosa è certa: dietro tutto questo c'è la criminalità organizzata. Allora non basta rassicurare la gente, perché non vorrei che di questa rassicurazione se ne avvantaggiasse proprio la criminalità organizzata per continuare a gestire i suoi affari illeciti in questo settore (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cesare Marini. Ne ha facoltà.

CESARE MARINI. Signor Presidente, vorrei innanzitutto rivolgere una preghiera Pag. 84al sottosegretario presente. Ho presentato un'interrogazione quando nacque la vicenda della cosiddetta nave dei veleni, e gradirei una tempestiva risposta, non perché vi siano dei motivi particolari, ma perché l'allarme, le preoccupazioni, i timori delle popolazioni sono altissimi, né sono stati fugati, sottosegretario, dalle comunicazioni ufficiali a seguito delle rilevazioni fatte dalla nave Oceano e quindi dalle fotografie che sono emerse. Anche perché sembrerebbe - dico sembrerebbe perché ormai non c'è certezza di nulla in tutta la vicenda - che le fotografie scattate dall'ultimo robot della nave Oceano non corrispondono a quelle fatte in precedenza; secondo le denunce che hanno fatto alcuni giornali locali (dico «secondo le denunce» perché è bene che su questo ci sia sempre l'ombra del dubbio e mai certezze) pare che non corrispondano le lunghezze delle due navi. Ciò significa non che siano false le rilevazioni, ma che vi sono più scafi nella zona prospiciente Cetraro.
Il punto qual è? Intanto è avvenuto un episodio gravissimo che è la conoscenza resa pubblica di alcuni scafi che conterrebbero sostanze radioattive. A questo si aggiungono dei fenomeni già conosciuti, quale l'interramento di sostanze radioattive, o comunque nocive, a Serra d'Aiello e quelle che sono state interrate a Crotone per smaltire dei rifiuti della ex Pertusola. Questi sono dati certi.
Ci sembra che qui nasca un problema: la Calabria è stata scelta per lo smaltimento dei rifiuti tossici e non è una novità, perché già erano avvenuti episodi a Cerchiara di Calabria. E già nel 1998, mi pare, in occasione della scoperta di sostanze nocive a Cerchiara di Calabria nella Sibaritide, rispetto ad una richiesta avanzata all'allora Ministro dell'ambiente Ronchi, il quale si attivò subito per capire cosa stesse succedendo, lo stesso mi disse che erano stati trovati due fusti radioattivi nella Sila e che quindi il fenomeno era già stato posto sotto osservazione e sotto sorveglianza.
Questo ci fa capire che il problema c'è ed è serio, ma la vicenda che viene fuori dalla rivelazione di Fonti è ancora più inquietante perché dimostra che c'è un intreccio tra corpi dello Stato, delinquenza organizzata, burocrazia, manager di industrie di Stato e manager privati. Quello che è peggio, ed è ancora più inquietante, è che sembrerebbe che ci sono di mezzo i servizi segreti, sia quelli regolari che quelli deviati.
Nella mia interrogazione chiedevo al Governo di sapere qual è il ruolo dei servizi segreti in Calabria, visto che non è la prima volta che emerge questo problema nella nostra regione. Infatti, già era avvenuto un altro episodio, quello del commercio delle armi fatto dalla 'ndrangheta verso le altre organizzazioni delinquenziali che esistono in Italia, la mafia, la camorra e via di seguito.
Qual è il compito che hanno questi servizi segreti e, inoltre, si tratta di servizi segreti regolari oppure deviati? Credo che a questa domanda dobbiamo avere una risposta come calabresi, come meridionali, e comunque come cittadini dobbiamo sapere qual è il compito che viene affidato ad un servizio essenziale, lo capisco, per il mantenimento della democrazia e degli interessi nazionali, però a condizione che non vi siano deviazioni al riguardo.
Ecco che allora questa vicenda si è colorata di una serie di dubbi, di questioni inquietanti sulle quali non si può né ritardare nel dare risposta, né far finta di niente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, non voglio giustificare l'intervento dell'onorevole Barbato o il suo atteggiamento quando interviene in Aula. Più di una volta mi sono raccomandato a lui perché intervenisse, magari svolgendo nel contenuto la stessa considerazione, ma con espressioni diverse.
Credo anche, però, a giustificazione del collega, che Barbato a volte dica delle verità e che qualcuno in quest'Aula può dire cose peggiori, con un'eleganza maggiore, Pag. 85esprimendo fino alla fine il suo concetto. Molto spesso, invece, Barbato, non riesce neanche ad arrivare alla fine del concetto perché il Presidente lo interrompe. Dunque, tutte le considerazioni, le interruzioni che ha fatto la Presidente Bindi nei confronti di Barbato prima sono comunque da discutere.
Detto questo, ringrazio comunque il Governo per aver accettato in toto la mozione. Credo che l'avrebbe fatto anche se una mozione di questo tipo fosse stata presentata solo da una minoranza.
Ritengo anche che su questa vicenda si possa aprire un capitolo importante o comunque che lo Stato, il Governo e questa maggioranza debbano prestare un'attenzione particolare a questo problema perché abbiamo capito tutti che non è solo un problema calabrese, ma è un problema nazionale.
L'Italia ha 3 mila chilometri di coste, credo che sia difficile monitorare o riscontrare adesso quello di cui il collega Piffari ha parlato prima nel suo intervento: venti navi abbandonate o di cui comunque si ha la certezza che siano affondate nei nostri mari.
Credo che l'attività delle navi (due, tre o quattro) che il Governo è stato in grado, a mio avviso in ritardo, di impiegare per monitorare il nostro mare o comunque per verificare se ci siano delle soluzioni per recuperare quelle affondate sia insufficiente, ma credo anche che si debba mettere in campo una politica di prevenzione importante, perché la criminalità sicuramente non si fermerà di fronte a queste prime avvisaglie di barriera rispetto al loro malaffare.
Ritengo anche che ci siano oggi dei mezzi di contrasto - è vero che nella mozione ciò non è previsto - per limitare o quanto meno controllare questi sistemi, queste navi, o comunque una parte del territorio che è più sospetta. Credo che ci siano dei sistemi satellitari che uno Stato avanzato come il nostro dovrebbe avere per monitorare il territorio ventiquattr'ore su ventiquattro, trecentosessantacinque giorni all'anno, con delle apparecchiature che oggi sono in commercio. Questa è la forza che il nostro Governo dovrebbe avere per prevenire atti che sicuramente continueranno e danneggeranno la salute pubblica dei nostri cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dima. Ne ha facoltà, per due minuti.

GIOVANNI DIMA. Signor Presidente, vorrei sottolineare almeno tre aspetti positivi di questa vicenda.
Il primo è che stiamo esaminando una mozione unitaria, che significa che evidentemente su temi così importanti il Parlamento non si divide.
Il secondo aspetto è un forte impegno del Governo non solo nel tentare subito di dare una risposta per quanto riguarda la vicenda di Cetraro, ma anche in relazione al fatto che il lavoro, l'impegno da parte del Governo in questi giorni prosegue in direzione nord rispetto alla Calabria, nel momento in cui siamo a conoscenza del fatto che una nave sta effettuando dei controlli nell'area di Maratea e di Capo Palinuro.
Il terzo aspetto è che si è aperta una discussione ampia rispetto a questo problema, che è rilevante e che riguarda non solo la regione Calabria ma l'intero Paese. Tuttavia, vorrei, visto che ho soltanto due minuti, far osservare all'Aula, alla Presidenza e ai colleghi - in primo luogo al collega Realacci e in seconda battuta al collega Granata - che la Calabria nella fattispecie è, come dire, un porto aperto, nel senso che le sue caratteristiche geografiche, fisiche e morfologiche la rendono anche su questo versante vulnerabile: 753 chilometri di costa, un territorio, in gran parte, caratterizzato da montagna e da colline, quindi fortemente aperto a determinate incursioni. Non foss'altro perché abbiamo avuto la certezza che, al di là delle vicende delle navi dei veleni, in Calabria si è accertata negli anni l'esistenza di una serie di siti inquinati che hanno reso questa nostra regione ancora una volta fortemente vulnerabile e, soprattutto, fortemente oggetto di discussione. Pag. 86
In conclusione, signor Presidente, la mia proposta mira, da un lato, a come nei prossimi mesi incentivare un'azione per recuperare sul piano dell'immagine collettiva il settore del turismo in Calabria, che è in ribasso e sicuramente danneggiato da quest'ultima vicenda, dall'altro, nell'immediatezza, Presidente, a come dare ristoro ai pescatori del Tirreno cosentino che hanno visto la loro autonomia, abbastanza contenuta, fortemente in crisi ed in discussione. Questo deve essere un elemento di valutazione del Parlamento e, quindi, deve essere anche accolto dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Moro che ha a disposizione cinque minuti di tempo. Ne ha facoltà.

DORIS LO MORO. Signor Presidente, prendo la parola come ho già fatto in altre occasioni su questo argomento perché vorrei sottoporre all'attenzione dell'Aula e del sottosegretario presente alcune considerazioni. Questa vicenda è scoppiata in tutta la sua gravità e in tutta la sua importanza sessanta giorni fa, il 12 settembre, con il rinvenimento di un relitto che oggi si dice non era la nave Cunsky. Sono trascorsi sessanta giorni e oggi discutiamo e votiamo una mozione (presumibilmente la voteremo tutti) unitaria. Vorrei, però, dire con grande lealtà che questa vicenda non ha lasciato la Calabria e spero che le cose siano andate anche oltre alla Calabria.
Io ero presente ad Amantea il giorno in cui è stato intitolato il lungomare al capitano De Grazia ed ero presente alla manifestazione. Ho visto con quanta consapevolezza, non solo con quanta rabbia, vi hanno partecipato i cittadini e con quanta consapevolezza è stata organizzata dal comitato De Grazia. Ho letto insieme a tutti voi i fiumi d'inchiostro scritti su questa vicenda; sono stati scritti anche dei libri pubblicati con molta tempestività anche da editori coraggiosi. È stato pubblicato addirittura il memoriale di un pentito, di Fonti, e anche quello da un editore calabrese. È una di quelle vicende su cui dire che una mozione chiude la discussione sarebbe ardito, anche perché il tenore della mozione non è quello di chiudere una discussione, ma di arrivare ad una condivisione (ovviamente rivolta al futuro) che però richiede una cosa precisa, ovvero attenzione e anche coordinamento delle forze del Governo e dei dipartimenti governativi.
Attenzione significa, sottosegretario, che noi l'abbiamo vista in Calabria. Mi riferisco proprio a lei che è stato in Calabria e ha discusso anche con i cittadini e con i sindaci calabresi nei momenti caldi, ma la vorremmo rivedere in Calabria a parlare con i sindaci in un momento che continua ad essere caldo anche davanti alla notizia positiva che quella non è la Cunsky. Vorremmo un'interlocuzione del Governo con quel territorio e non si dica che non serve e che le interlocuzioni di questo livello appartengono ad altri livelli istituzionali. C'è, infatti, una responsabilità dello Stato sul mare e sul suo controllo e, quindi, è giusto (e io mi aspetterei che lei avverta la sollecitazione giunta dai sindaci e dall'ANCI nei giorni scorsi) essere presente sul territorio, non in maniera difensiva, ma per capire insieme cosa c'è da fare per guardare in avanti.
L'altra cosa che, nonostante l'unitarietà della mozione, vorrei sottolineare è che per la verità oggi potremmo dichiarare la soddisfazione davanti al dato acquisito che non si tratta della Cunsky, ma non potrei avvertire nessuna soddisfazione davanti al fatto che il Ministero dell'ambiente si è occupato di questa vicenda. In particolare, se ne è occupato lei, che l'ha seguita anche in Aula con molta attenzione e che ci ha ascoltato; a volte ci ha dato risposte più soddisfacenti, altre volte meno, ma ci ha risposto. C'era anche quando vi era da assumersi delle responsabilità, ma le domande inquietanti che ha sollevato questa vicenda non sono state risolte. Nessuno ha fornito le risposte esaustive sul piano giudiziario rispetto al coinvolgimento, che è stato pure paventato, dei servizi segreti, rispetto a tutti quei dati che erano stati Pag. 87diffusi e rispetto ai quali bisognava operare un controllo. Allora, oggi votiamo una mozione, ma vorremmo avere - lo dico da calabrese - la tranquillità che non cada la tensione, come - ha ragione Angela Napoli - è successo anche nel passato, che da questa storia si capisca che non si può tornare indietro, che non è stato invocato invano il nome di Ilaria Alpi o del capitano De Grazia, che non sono nati invano i movimenti sul territorio che hanno lanciato l'allarme su quello che stava succedendo o su quello che si temeva potesse succedere.

PRESIDENTE. Onorevole lo Moro, la prego di concludere.

DORIS LO MORO. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Questo per più di una questione: innanzitutto perché sul territorio il pericolo ancora oggi c'è e lei lo sa bene. Infatti, sostanze radioattive sono state trovate nell'entroterra e questa è una cosa da cui non possiamo tornare indietro. Inoltre, ha ragione Dima quando dice che il mare calabrese è un porto aperto, ma ciò non soltanto per una questione geografica, ma perché spesso lo Stato non è presente e non esercita in maniera costante il suo controllo. Il controllo, invece, lo esercita la 'ndrangheta, quella 'ndrangheta che sarebbe stata coinvolta nell'affondamento delle navi. Allora, riappropriarsi del mare significa anche questo: impedire alla 'ndrangheta, alla cattiva amministrazione, alla cattiva politica, di fare ancora del male e di danneggiare ulteriormente la Calabria e il resto del Mediterraneo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà per tre minuti.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, stiamo discutendo all'interno di quest'Aula un problema riguardante i rifiuti tossici affondati in prossimità delle coste italiane. Ma è l'unico problema che ci sta affliggendo? Lo ribadiva insieme a me anche il collega Saverio Romano nella riflessione complessiva che ponevamo all'attenzione non soltanto dei colleghi, ma anche del Governo.
Signor Presidente, rappresentante del Governo, in Italia, oltre alla problematica delle navi affondate, che non è un problema recente, ma che denunciamo da anni, abbiamo il problema delle discariche piene di amianto, dell'acqua potabile nella provincia del bergamasco, che è piena di cromo esavalente, come abbiamo denunciato più volte, di cui non si prende conoscenza e che è veramente a rischio per la cittadinanza di quella zona. Abbiamo denunciato l'alto tasso di diossina presente a Brescia, le alghe rosse presenti in dieci laghi in Italia, in modo particolare nel lago di Vico. Quando parliamo di questi argomenti, sembra che provengano dall'altra parte del mondo, dalla luna. Non provengono dalla luna, ma sono argomenti che dovrebbero essere affrontati dal Parlamento, ma anche dal Governo, seriamente e concretamente.
Ho avuto una risposta da parte sua in Commissione ambiente a proposito del triangolo della morte Priolo-Augusta-Melilli, in provincia di Siracusa, dove si è riscontrato un tasso altissimo di nati malformati, dove da anni si dice che si deve intervenire, ma non si interviene. Ho avuto una risposta per quanto riguarda la Valle del Mela, per la presenza di SO2, sostanza micidiale che uccide, rispetto alla quale rispondete che interverrete. Allora, non voglio addossare la responsabilità a lei, rappresentante del Governo, perché molte volte la responsabilità del Governo è minima. Vi sono responsabilità che vanno individuate in quelle persone che dovrebbero tutelare, ma che sono messe lì dalla politica, attraverso un sistema di partitocrazia, che non hanno la competenza di esercitare il ruolo di controllo nell'interesse dei cittadini.
È questa la responsabilità del Governo e dei parlamentari.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DOMENICO SCILIPOTI. La responsabilità, e concludo, del Governo e dei parlamentari Pag. 88molte volte non è diretta, ma indiretta: nel far sì che a controllare, garantire e osservare non vi siano persone qualificate, ma soltanto dei servi sciocchi che rispondono a logiche della partitocrazia.
Signor Presidente, concludo, dicendo che questi cittadini che muoiono giornalmente, e molti non hanno visibilità, sicuramente dovranno gravare sulla coscienza di qualcuno. E su chi dovranno gravare? Su coloro i quali hanno responsabilità e non esercitano il ruolo che dovrebbero esercitare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ippolito Vitale. Ne ha facoltà per cinque minuti.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi, voglio esprimere anch'io la soddisfazione espressa da altri colleghi per la maturità del Parlamento, che ha scelto la strada della mozione unica sulla questione rilevantissima che riguarda la salute dei cittadini, la salvaguardia di un bene prezioso e comune, l'ambiente, la denuncia e insieme la lotta a quanti, associazioni mafiose e incalliti speculatori, lucrano senza scrupolo attraverso traffici non solo illeciti, ma assai pericolosi e lesivi di diritti primari e costituzionalmente garantiti.
La vicenda della nave dei veleni, che ha portato di recente e tristemente alla ribalta anche la Calabria per alcuni ritrovamenti sospetti legati ad affondamenti di navi oggetto di controverse indagini e di non poche polemiche, costituisce, però, una questione nazionale e internazionale prima che locale, che ripropone la necessità di riprendere e dare forza ad indagini già avviate da molti uffici giudiziari (dalle procure di Reggio Calabria e Catanzaro a quelle di Potenza, La Spezia, Padova, Asti e Bari) e che rilancia la necessità di un'allerta permanente del Governo, del Parlamento, della magistratura come del Paese nel suo complesso.
La mia vuole essere una breve ma vibrata testimonianza, direi, anzi, un convinto appello perché si dia concreta attuazione a tutti i punti che la mozione propone come impegnativi per il Governo, perché il diritto a conoscere la verità sia garantito ai cittadini, ancor più il diritto a sentirsi sicuri e protetti in un Paese che ha, peraltro, nel nostro mare una delle sue maggiori risorse turistiche e produttive.
Un giusto e forte raccordo in sede europea e internazionale o strumenti normativi e di controllo stringenti, incalzanti e tecnologicamente avanzati costituiscono un percorso condiviso e senza timidezze da ascrivere insieme, senza distinzioni di casacche o di schieramento, per assicurare sicurezza e legalità non solo alla Calabria, che ne ha diritto, ma all'intero Paese.
Sono convinta che su questa strada non mancheranno il sostegno e l'attenzione del Governo, che ha già dimostrato di avere piena consapevolezza della gravità e dell'importanza del problema e di sapere attivare le giuste iniziative (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavini. Ne ha facoltà per quattro minuti.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, inizio il mio intervento, rispondendo all'onorevole Lehner, che prima, strumentalmente, ha sostenuto che il consorzio Eco4 appartiene al presidente della regione Campania Bassolino. Onorevole Lehner, lei sa molto bene che questa è una sporca strumentalizzazione, una vera e propria calunnia.
Le vorrei dire invece, e lei lo sa meglio di me, che il consorzio Eco4 è una società mista e lei sa bene che appartiene in maggior parte ai fratelli Orsi, vicinissimi al sottosegretario Cosentino.
Esistono intercettazioni nelle quali il sottosegretario, in relazione a questo consorzio, dice: «Eco4 sono io, Eco4 è roba mia». Così come pure esistono intercettazioni nelle quali Orsi, parlando di Cosentino, dice: «Tu sei il mio padrone». Quindi, prima di utilizzare quest'Aula per calunnie di questo tipo, la prego di documentarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Pag. 89
Proseguo il mio intervento, signor Presidente, per sottolineare a mia volta quanto già sostenuto precedentemente da altri colleghi, non soltanto dell'opposizione, ma anche della stessa maggioranza, mi riferisco ad esempio, all'onorevole Napoli e, ne sono sicura, anche al collega onorevole Granata (lo ha già fatto nei precedenti interventi che ha svolto su questo tema). Intervengo anch'io per sottolineare che non è assolutamente, come ci è stato rinfacciato, una questione di allarmismo, ma una questione invece che mette a repentaglio certe situazioni e sulla quale sono state già rese informazioni che dimostrano come ci troviamo di fronte ad un potenziale rischio. Tale rischio ha provocato già danni, anche dal punto di vista economico, alla regione Calabria, e ricordava nei giorni scorsi il collega Oliverio come ad esempio le vendite di pesci siano diminuite dell'80 per cento, così come si è rilevato un crollo dei prezzi del 60 per cento.
Ma questi sono danni che, per quanto gravi, potrebbero diventare ancora maggiori, perché questo allarme, del tutto giustificato, non si è limitato al nostro Paese, alla regione Calabria, ma è andato anche oltre. Io che risiedo in Germania vi posso raccontare che sono stati trasmessi diversi servizi dalle reti televisive, non soltanto tedesche ma anche di altri Paesi. Quindi, il potenziale di rischio, legato agli introiti della risorsa straordinaria del turismo, che appunto in linea diretta interessa la regione Calabria, ma in generale tutto il nostro Paese, può essere incalcolabile.
Dunque è dovere del Governo continuare a far sì che si faccia piena luce, che si faccia chiarezza. Non mi voglio adesso dilungare, ma vi sono delle grandi incongruenze tra i rilievi fatti nel corso del primo sondaggio sulla nave rispetto a quanto invece è emerso nel secondo, a poche settimane di distanza; tra l'altro, ricorrendo ad una nave privata, che è costata al nostro Paese la bellezza di 49 mila euro al giorno: verrebbe da chiedersi come mai non si sia invece fatto ricorso a navi di carattere pubblico, le quali avrebbero potuto limitare i costi in modo radicale. Più che altro rimangono però quesiti ancora aperti, e quindi occorre chiarire dove sono, come mai vi sono incongruenze anche nelle misure riscontrate.
Ma non mi voglio dilungare su ciò.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

LAURA GARAVINI. Ribadisco però l'obbligo del Governo di continuare a fare chiarezza, con l'appoggio alla magistratura, senza che vi siano rimbalzi di responsabilità tra un Ministero e l'altro, tra una Commissione e l'altra. È necessario che dia risposte, giuste, risposte chiare ai cittadini, in Calabria, in Italia e anche a livello internazionale, ad esempio in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Granata. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, i numerosi interventi che si sono susseguiti in Aula su questo tema fanno venire meno probabilmente non l'interesse, ma certamente la necessità di integrare questo dibattito. Vorrei subito dire e sottolineare con forza che è stato un dibattito all'altezza della migliore tradizione del Parlamento. Dobbiamo (lo hanno fatto altri colleghi, ed è importante che lo abbiano fatto soprattutto colleghi dell'opposizione, ma anche colleghi della maggioranza) ringraziare il Governo, ringraziare il sottosegretario Menia; e non soltanto per la passione con la quale ha seguito la vicenda in Aula, perché per certi versi questo era suo dovere, ma per la passione con cui ha seguito politicamente la vicenda, anche recandosi sul luogo, aprendo una procedura trasparente di monitoraggio delle questioni, cercando delle possibilità tecnologicamente avanzatissime per fare chiarezza sulla questione: vorrei ricordare che ciò che ha ottenuto il Governo, innanzitutto per la prima, piccola Pag. 90parte dell'inchiesta, che deve proseguire, che deve andare avanti, che deve dare chiarezza rispetto a questa vicenda decennale, è stato reso possibile grazie all'individuazione di un'apparecchiatura rarissima su tutto il pianeta, che è stata messa a disposizione addirittura dalla NATO.
Ma tutte le istituzioni, onorevole Presidente, hanno partecipato. Vorrei ricordare ciò che ha fatto la Commissione speciale d'inchiesta sui rifiuti, il presidente Pecorella, che è arrivato, con un atto per certi versi inedito, addirittura a sequestrare il primo dei bidoni che sono stati recuperati sui fondali, proprio per dare l'idea della volontà di fare chiarezza e trasparenza da parte della politica; vorrei ricordare ciò che stiamo portando avanti noi in Commissione antimafia, e soprattutto la grande e corale risposta del Parlamento su una questione che investe l'intera comunità nazionale.
Ho voluto fare una piccola statistica: è normale, sono parecchi i parlamentari di provenienza non soltanto calabrese, ma meridionale che hanno preso la parola. È giusto che così sia, attesa la forte volontà e la consapevolezza culturale che si tratta di temi sui quali si costruisce il tessuto connettivo dell'identità nazionale, partendo dal territorio. Ma si tratta di un grande problema nazionale e, come con l'onorevole Realacci avevamo sottolineato in una precedente mozione, che è stata totalmente assorbita per certi versi in quella in esame e ne affidiamo il coordinamento sapiente al Ministero dell'ambiente, è una problematica che coinvolge interessi importanti, nazionali e sovranazionali, sui quali dobbiamo essere intransigenti per capire i meccanismi, i percorsi e gli itinerari per fare finalmente luce, verità e giustizia su questo tema.
Concludo, signor Presidente, anticipando probabilmente i tempi a mia disposizione, affermando con forza che la Calabria, come tutto il meridione, non ha bisogno di ulteriori finanziamenti, di ulteriori fondi né di ulteriori rivendicazionismi rispetto a Roma. Ha bisogno di più Stato e di più classe dirigente, per arrivare ad uno sviluppo che tenga presente che la più grande infrastruttura dell'Italia, ma soprattutto del meridione d'Italia, è rappresentata dalla straordinaria storia ovvero dalla stratificazione storica, culturale, paesaggistica e ambientale sulla quale si può e si deve costruire uno sviluppo diverso, nel quale certamente questo grande business dei rifiuti legato alle mafie (insieme agli amici di Legambiente parliamo di 20 miliardi di euro l'anno e si tratta di stime per difetto) influenza poi pesantemente la politica nazionale e non soltanto quella del meridione.
Desidero allora ricordare una cosa e mi rivolgo all'onorevole Menia che certamente meridionale non è: i primi provvedimenti concernenti la tutela dell'ambiente e del paesaggio in Italia risalgono non a processi post-unitari, ma ai Borboni e al viceré Corsini. Nel 1935 furono sottoposti a tutela contemporaneamente il parco del Vesuvio, lo Stretto di Messina e il teatro di Taormina, a dimostrazione che questa sensibilità era presente nella parte meridionale della nazione ed è stata soltanto la partitocrazia successiva e gli interessi economici, spesso legati alla mafia, che l'hanno distrutta per certi versi e annientata con consapevolezza.
Si tratta dunque di una mozione importantissima e di un grande segnale di univocità - è presente il Ministro La Russa - e di identità nazionale pulita, la «faccia al sole» dell'Italia, attraverso non soltanto l'approvazione di questa mozione ma con la consapevolezza che il Parlamento e il Governo insieme andranno fino in fondo per arrivare a verità e giustizia su questo tema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà per tre minuti.

JOLE SANTELLI. Signor Presidente, vorrei soltanto suggerire ai colleghi una riflessione che penso sia necessaria. Quanto è accaduto in Calabria, soprattutto in relazione alla nave di Cetraro, deve indurci a riflettere su come spesso il facile allarmismo e le parole giornalistiche possano Pag. 91provocare dei danni che - come giustamente diceva prima la collega dell'Italia dei valori - si traducono anche in danni economici, provocati non tanto dai fatti quanto dalle strumentalizzazioni e dalle polemiche spesso inutili.
Vorrei cogliere ulteriormente l'occasione per sottolineare come, anche in questo caso, ci sia stato un giusto compendio tra il lavoro dell'Esecutivo e quello della magistratura. Aspetteremo e alcune verità, ovviamente, non potranno che venire dagli accertamenti giudiziari. Credo inoltre che abbia rappresentato un segno di serenità per tutti gli italiani la conferenza stampa promossa dal Ministero dell'ambiente e dallo stesso Procuratore nazionale antimafia.
Ne vorrei approfittare, infine, per rivolgere un ringraziamento di carattere veramente personale al sottosegretario Menia, non solo per il suo lavoro, come è ovvio, nel rispetto delle sue funzioni, ma perché - lo vorrei ricordare a tutti i colleghi e specialmente a quelli calabresi - egli è colui che più direttamente ha colloquiato con i rappresentanti degli enti locali, con i sindaci del territorio, spiegando le motivazioni tecniche e i vari passaggi, invitandoli a mantenere la calma e cercando di mantenere un colloquio equilibrato all'interno di stabili relazioni istituzionali. Credo che questo sia un esempio di buona politica (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà per sei minuti.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, questa non è certo una mozione che risolve le questioni che abbiamo davanti, ma penso che, come ricordava prima anche il collega Granata, il Parlamento oggi abbia fatto un buon lavoro.
Questa vicenda si trascina da molto tempo e quindi non riguarda questo o quel Governo, né non può essere usata come un argomento contundente: è una vicenda decennale, che riguarda una piaga del nostro Paese, ossia lo smaltimento illegale dei rifiuti, che è avvenuto in misura estesissima per terra. Ricordo che vi sono tante aree del nostro Paese contaminate, penso alla Campania e al Meridione, ma carsicamente emergono scandali gravi anche in Lombardia e in altri territori del nostro Paese. Parliamo di aree contaminate da rifiuti tossici e di un giro d'affari illegali pesantissimo che occorre contrastare e contro il quale non deve mai essere abbassata la guardia.
Ricordo in proposito ai colleghi che per fortuna non è passato ancora un provvedimento che limita l'utilizzo di alcuni strumenti giudiziari, come le intercettazioni telefoniche, per i reati ambientali, incluso lo smaltimento illegale di rifiuti tossici e nocivi: quel provvedimento renderebbe infatti più difficile contrastare tali fenomeni.
Ma in questo fenomeno vi è una punta dell'iceberg: noi non sappiamo quale entità abbia quanto è accaduto non solo nei mari italiani e nei mari del sud del Mediterraneo, ma spesso anche in altri Paesi, incrociandosi con vicende oscure. Lo stesso Governo Berlusconi tra il 2001 e il 2006 segnalò questo incrocio tra traffico di armi e traffico di rifiuti; a più riprese, vari organi del Parlamento se ne sono occupati (la Commissione bicamerale di inchiesta sui rifiuti, la Commissione antimafia, le Commissioni permanenti).
Vi è stato un traffico illegale di rifiuti con inabissamenti di navi e non sappiamo fino in fondo cosa contenessero, né quali danni abbiano provocato; ma tali vicende creano allarme, producono - lo ricordava pure la collega Garavini - un'azione di squalifica del nostro Paese e mettono in pericolo importanti attività economiche (non solo la pesca, ma anche le attività turistiche e, in generale, le attività economiche del nostro Paese, che sono sempre legate alla qualità del nostro territorio, della nostra convivenza e dei nostri prodotti).
Con questa mozione invitiamo l'insieme delle istituzioni a lavorare in maniera congiunta. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha svolto, credo, un lavoro serio (lo dico al Pag. 92sottosegretario Menia, che è persona seria), ma non bisogna avere invidia delle proprie competenze: la questione di cui stiamo discutendo riguarda il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ma anche i Ministeri dell'interno, della giustizia e della difesa, così come aspetti internazionali della nostra politica (riguarda, ne discuteremo dopo, anche l'istituendo Ministero della salute).
Vi è bisogno di un coordinamento dello Stato, dei Ministeri e delle procure che indagano in materia. Già mentre scrivevamo questa mozione se ne sono aggiunte altre. Voglio segnalare, poiché il fenomeno non è ancora terminato, che proprio nei giorni scorsi (tale fatto viene citato nella mozione) nell'arcipelago toscano una nave della NATO, l'Alliance, che lavorava per conto del Parco dell'arcipelago toscano ha individuato uno dei container che questa estate sono stati inabissati da una nave battente bandiera maltese che era stata denunciata da Legambiente e da una nave di ambientalisti tedeschi.
Si tratta, cioè, di un fenomeno in corso che dobbiamo contrastare con grande energia: questa mozione non lo risolve, però pone le condizioni perché vi sia una risposta dello Stato all'altezza della sfida, contrastando gli interessi locali, combattendo le eco-mafie, dando sicurezza ai cittadini per quanto riguarda l'ambiente e la salute.
È un fenomeno, ripeto, che lede gli interessi fondamentali del nostro Paese e che si incrocia con morti oscure che sono avvenute in passato (come quelle di Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, il capitano De Grazia).
Oggi compiamo un primo passo, ma bisognerà continuare a seguire la situazione tutti assieme, non solo i circa cento colleghi che hanno sottoscritto questa mozione, ma il complesso delle istituzioni. È una questione che non riguarda soltanto la sicurezza, la legalità e l'ambiente ma - lo ripeto - anche l'economia e l'onore del nostro Paese: oggi viene compiuto un primo passo, continuiamo in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghiglia. Ne ha facoltà, per dieci minuti.

AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, desidero innanzitutto fare i complementi, a nome del gruppo del PdL, al sottosegretario Menia e al Ministro Prestigiacomo per la tempestività dell'azione e dell'intervento. Devo, peraltro, ringraziare tutti i colleghi di quest'Aula, con i quali si è condiviso un percorso e si è addivenuti a un testo unitario.
Mi preme, tuttavia, il dovere di sottolineare alcuni aspetti perché, proprio nell'intento di svolgere una lotta seria, non ideologica e non strumentale, alle ecomafie e, quindi, per condurre una battaglia giusta a tutela dell'ambiente marino in particolare, se non fossimo arrivati a votare oggi, probabilmente questo Parlamento avrebbe commesso un drammatico errore. Infatti, sulla scorta dell'emotività, saremmo andati a chiedere tutta una serie di provvedimenti per bloccare gli effetti di un relitto inquinante che, a seguito degli approfondimenti promossi dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, tale si è rivelato non essere. Su questi temi, forse, al di là della passione che li deve animare, occorrerebbe anche un lavoro più silenzioso, meno da palcoscenico, ma sicuramente più serio e ponderato, come quello che viene svolto, ancora in queste settimane, dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che, come è stato già ricordato, in coordinamento con la procura di Lagonegro, ha mandato la nave oceanografica al largo di Maratea e Palinuro, proprio per studiare e valutare se anche in quelle zona esistono elementi di pericolo, come era stato segnalato.
Oggi abbiamo un po' esondato rispetto al tema, siamo scivolati, spesso anche giustamente, a parlare di ecomafie, e questo ha dato la possibilità a qualche collega di fare anche un po' di cabaret, spandendo un po' di calunnie, quasi fossero dei rifiuti tossici, in maniera autoreferenziale e autopropagandistica. Questo, forse, è il modo peggiore per affrontare in maniera unitaria Pag. 93i problemi, ma tant'è, ognuno ha la coscienza che ha e parla delle cose che sa, anzi, spesso parla anche delle cose che non sa. Una collega, ad esempio - occorre puntualizzarlo -, ha rimproverato il Governo di non aver usato navi pubbliche. Ora, non so bene quale sia il concetto di nave pubblica, so però che il Governo ha dovuto noleggiare una nave, perché neanche la NATO aveva un sottomarino con le caratteristiche di geostazionarietà tali da poter svolgere indagini di quel tipo.
Occorrerebbe, quindi, anche al di là dell'emotività, del palcoscenico, del cabaret, in cui si mescolano spesso argomenti che nulla hanno a che fare l'uno con l'altro, usare la fermezza, il rigore, lo studio e l'approfondimento. Questo è tutto ciò che il Governo sta facendo, anche su iniziativa dei partiti della sua maggioranza.
Su questo aspetto, desidero, per dovere di bandiera, svolgere una piccola sottolineatura anche al collega Fava, che, con grande intelligenza, è intervenuto in precedenza. Quando il gruppo del PdL aveva presentato alcune settimane fa la prima mozione, innanzitutto non aveva chiesto contributi per tutti, a pioggia e indistintamente, ma impegnava il Governo ad assicurare aiuti economici ai settori produttivi che hanno subito ingenti danni a causa della diffusione di notizie riguardanti le presunte navi dei veleni rivelatesi poi sbagliate, e certo non diffuse né dal Ministero, né del PdL, né dai politici della maggioranza.
Le notizie, grazie al cielo, si sono rivelate infondate, ma quelle attività i danni li hanno subiti davvero. Quindi credo che non solo il Popolo della Libertà, ma tutti noi, avessimo già allora il dovere di venire incontro alle esigenze di questi territori danneggiati dal terrorismo psicologico, strumentale e propagandistico che qualcuno aveva inteso fare.
Allora, proprio cercando di seguire questa linea di coerenza, ma anche di ragionamento, vorrei rivolgere un invito ai colleghi che hanno parlato di terre in ebollizione (un collega ha detto: c'è la terra che bolle in alcune zone del nostro Paese). Io non ho mai visto la terra bollire, ma se qualcuno sa che c'è un posto in Italia in cui la terra bolle, ha un solo modo per evitarlo: rivolgersi alla procura di competenza e denunciare questo fatto. Perché anche questo è importante: essere puntuali nelle denunce, non «general - generici». Certo ci sono tanti relitti in fondo ai mari di tutto il mondo. Occorre, come dice anche la mozione unitaria, collaborare con l'ONU, collaborare con l'Unione europea, indagare su come e quando le navi sono state affondate (è sacrosanto), ma occorrono anche delle denunce puntuali, perché tutti sappiamo che una ricerca indistinta in tutto quello che si potrebbe definire l'orbe acqueo e non terracqueo sarebbe impossibile, sarebbe insostenibile, sarebbe economicamente una follia. Allora, non si può fare ogni tanto qualche denuncia sparata o campata in aria, senza poi fondarla con degli elementi seri e di sostanza.
Esprimendo, in conclusione, il voto favorevole del Popolo della Libertà a questa mozione e rinnovando il ringraziamento al Governo e a tutta l'Assemblea per la profondità e l'importanza del dibattito che, salvo talune eccezioni che ho già citato, ha voluto svolgere, vorrei anche ricordare a tutti noi che il tema più generale delle ecomafie è un tema che mai come in questa legislatura, a mia memoria, è stato affrontato con continuità e con assiduità dal Governo, con un impegno che non ha precedenti. Il 7 ottobre del 2009, ad esempio, il Governo ha sottoscritto un protocollo con la Procura nazionale antimafia per assicurare un maggiore coordinamento informativo ed operativo delle risorse destinate alla lotta alle ecomafie; così come ci si sta preoccupando della bonifica di quegli 800 mila ettari di territorio interessati dall'inquinamento di rifiuti tossici, pericolosi, scorie e quant'altro. Credo che tutto si possa imputare a questo Governo tranne il fatto di non essere strenuamente, assiduamente e quotidianamente impegnato nella lotta alle ecomafie, quindi nella tutela dell'ambiente e anche nel cercare di preservare l'ambiente (an Pag. 94che quello marino) affinché anche solo certi allarmi non abbiano più a verificarsi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Realacci, Ghiglia ed altri n. 1-00267, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia, onorevole Cesare Marini, onorevole Giammanco, onorevole Sanga, onorevole Traversa, onorevole Castagnetti, onorevole Latteri, onorevole Lo Monte, onorevole Martella, onorevole Andrea Orlando, onorevole Casini, onorevole Rao.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato 490
(La Camera approva - Applausi - Vedi votazionia ).

Prendo atto che il deputato Delfino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1691 - Istituzione del Ministero della salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato (Approvato dal Senato) (A.C. 2766) (ore 18,25).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Istituzione del Ministero della salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato.
Ricordo che nella seduta del 9 novembre 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2766)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2766).
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
Constando il testo di un unico articolo, al fine di consentire una più ampia valutazione delle questioni poste dal provvedimento, la Presidenza ha ritenuto di ammettere alla discussione e al voto un numero maggiore di emendamenti, pari al doppio di quelli che sarebbero consentiti.
A tal fine il gruppo Italia dei Valori è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, abbiamo fatto una serie di valutazioni, che riporterò anche in questa occasione, sul provvedimento in esame. La valutazioni, che sono state fatte dal mio gruppo anche nel corso dei lavori nella I Commissione, ci riportano chiaramente all'inizio di questa legislatura, quando proprio la I Commissione fu chiamata ad esprimersi circa l'accorpamento del Ministero della salute nel Ministero del Lavoro. In quell'occasione, signor Presidente, avemmo modo di esprimere le nostre perplessità e chiarimmo certamente - o quanto meno tentammo che vi fosse un chiarimento - sul Pag. 95perché di questo accorpamento e quindi della scomparsa del Ministero della salute. Anche molti colleghi del mio gruppo nella Commissione affari sociali (l'onorevole Testa in particolar modo) hanno avuto modo anche di avere le stesse visioni e soprattutto le stesse perplessità.
Qui vi è da fare una valutazione di fondo: non so se ci troviamo di fronte ad un provvedimento tecnico-amministrativo, dove vi è l'accorpamento ed in questo caso lo scorporo del Ministero del lavoro, della salute e via dicendo, oppure vi è un'indicazione sul piano politico. Quando si cambia opinione dall'inizio della legislatura ad oggi non vi è dubbio che vi è stato anche un percorso e mi auguro che non sia soltanto tecnico, ma un percorso politico. In altre parole, la volontà dovrebbe essere ovviamente determinante in questa direzione ed esprimere chiaramente l'esigenza di avere un Ministero della salute con attribuzioni particolari e con indicazioni particolari. Altrimenti, se non è questo, si percorre semplicemente la strada tecnico-amministrativa e burocratica e si dà semplicemente l'alea o il rischio o quanto meno si sceglie la strada dell'aumento dei ministeri, cioè dell'aumento di un Ministro.
Prima, vi è stata l'istituzione del Ministero del turismo ed il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri è diventato Ministro. Non voglio entrare nel merito se l'attuale Viceministro della salute diventerà Ministro, non è un problema che mi pongo in questo particolare momento; se lo porranno certamente il Governo e la maggioranza nel suo complesso, ma, sullo sfondo, vi è qualche preoccupazione anche in questa direzione. Il Ministero della salute nasce, ma senza attribuzioni particolari. Pertanto, già vi è, di per sé, uno sforamento del numero dei membri del Governo: un Ministro e tre sottosegretari in più.
Mi domando e mi chiedo: perché si fa ciò solo per il Ministero della salute? Perché non per il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, scorporando i trasporti? Perché non per il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, scorporando l'università e la ricerca scientifica? Si sta andando a ritroso, smentendo una legislazione che andava verso l'accorpamento dei ministeri e che prevedeva anche la nascita di dieci Viceministri, dei sottosegretari con la qualifica di Viceministri. Essi avevano - ed hanno - responsabilità di parte dei ministeri composti, o compositi, con un ufficio di coordinamento legislativo. In seguito, tutto questo è via via scomparso e la figura del Viceministro è stata sempre più attutita ed affievolita nel suo significato.
Pertanto, ci troviamo di fronte a queste considerazioni di fondo. Non si evince dal testo in oggetto una chiara disciplina politica, né una determinazione, né l'individuazione di uno spazio forte del Ministero della salute. Questi elementi non vi sono. Si opera semplicemente una riorganizzazione tecnica e burocratica, ma poi vi è confusione, tanto per usare un eufemismo.
Il Ministero della salute diventa «un protettorato» del Ministero dell'economia e delle finanze. Infatti, se si legge il testo del provvedimento in esame, ogni atto del Ministro e del Ministero della salute deve passare attraverso il concerto del Ministero dell'economia e delle finanze. Come principio, non credo che questo possa scandalizzare più di tanto, ma credo che vi sia, sempre di più, l'individuazione di una subordinazione del Ministero della salute. Nel momento in cui si istituisce il Ministero della salute, non si comprende tale subordinazione: essa, infatti, non è solo una subordinazione tecnica, contabile ed amministrativa: il Ministero della salute è condizionato anche sul piano politico.
Il Ministero della salute non nasce come una grande autorità sanitaria, di forte coordinamento e di forte programmazione sul territorio nazionale, pertanto si possono anche valutare le competenze dello Stato e delle regioni. Vi è sempre un filo sottile, vi è sempre un'ambiguità fra le competenze del Governo centrale e quelle delle regioni. Non disdegnerei che vi fosse uno sforzo in questa direzione, anche attraverso una rivisitazione di ordine costituzionale. Pag. 96
O si parla seriamente il linguaggio della politica, anche con una previsione forte, oppure si istituisce semplicemente e tecnicamente il Ministero della salute, senza attribuirgli compiti e ruoli forti per quanto riguarda un settore così importante, così significativo e così forte, che concerne la prevenzione, la cura e la riabilitazione all'interno del nostro Paese. Sto parlando, infatti, di tre momenti che accompagnarono allora la legge di riforma della sanità: la prevenzione, la cura e la riabilitazione. Certamente, tutto questo non si è verificato. Non si è verificato nessuno di questi tre momenti in termini forti.
Tale situazione è stata sempre un po' scorporata - quanto meno, non armonizzata e non collegata - anche con riferimento all'università, lo diciamo con estrema chiarezza. Ed è stata una situazione sempre più scollegata, come impulso, anche per quanto riguarda il campo della ricerca scientifica. Non vi è stata una politica forte di coordinamento. La sanità, certamente, grava sul bilancio dello Stato e le regioni mostrano delle difficoltà - anche in questo caso, uso un eufemismo - molto forti, in ordine alla gestione e alla fornitura dei servizi ai cittadini.
Ritengo che esista un problema della sanità, ma questa risposta a tutti i problemi della salute, della sanità e della prevenzione nel nostro Paese non l'abbiamo data.
Poco fa abbiamo approvato una mozione, quella relativa alla cosiddetta nave dei veleni e ai rifiuti tossici, e ciò rappresenta un fatto importante, così come lo è la questione alimentare. Tutto questo richiederebbe una forte autorità di coordinamento, altro che programmazione sul piano della gestione dei fondi, altro che attività di impegno e di impulso contabile, su cui si chiede sempre un'azione di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze!
In questo quadro nutriamo delle grosse perplessità e lo diciamo con estrema chiarezza. Se non avessimo qualche preoccupazione in più e se fossimo portati a pensar male, diremmo che, tutto sommato, tutto ciò ha il sapore di voler istituire un Ministero soltanto per il Ministro. Non voglio neanche pensarle queste cose, perché sarebbero molto forti, a mio avviso. Tuttavia, c'è questo tipo di preoccupazione e di perplessità.
Il collega Mantini ed io, insieme ad altri come il collega Testa, abbiamo presentato delle proposte emendative, sia chiedendo la soppressione dell'attività di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, oppure la sua configurazione sotto un'altra formula e sotto un'altra dicitura, creando così un clima di rapporti in parte diversi fra i due Ministeri, sia preoccupandoci di andare ad individuare i problemi dei manager e della qualificazione professionale, che giudico importanti.
È sempre presente la volontà di disincagliare la sanità dal condizionamento politico, ma c'è anche un altro aspetto. Parlavo poc'anzi della legge di riforma della sanità. È possibile che questo Parlamento non affronti un tema forte? Quando istituì la figura del direttore generale, lo fece perché si voleva disincagliare la gestione degli enti ospedalieri dalle agenzie e dalla politica. Oggi con il direttore generale le aziende ospedaliere non sono soltanto condizionate dalla politica, ma anche da un personaggio della politica che condiziona la loro stessa vita e attività. Vi è poi un altro problema: non è possibile che un direttore generale possa essere onnicomprensivo e svolgere tutta una serie di compiti, dalla nomina dei primari fino alla gestione delle forniture. Ritengo che ci si trovi di fronte ad una situazione di grande squilibrio e di grande stortura, per alcuni versi.
Molti, lavorando sul territorio, con un confronto sempre forte e acceso, mi dicono che forse sarebbe meglio avere ancora i comitati di gestione, almeno lì esisteva un equilibrio, un bilanciamento e una vita democratica che oggi non esiste più.
Anche in questo campo i confini molto ristretti e molto limitati che indicavo poc'anzi tra i compiti delle regioni e i compiti del Governo centrale e del Parlamento richiedono la ricerca di uno spazio Pag. 97per restituire agli organi centrali la capacità di imprimere un impulso forte alla politica sanitaria del nostro Paese. Queste cose le pensiamo tutti, ne siamo tutti convinti, ma nessuno combatte le grandi battaglie. Forse l'esame di questo provvedimento avrebbe potuto essere l'occasione per porre tali questioni, rimesse all'esigenza di una politica forte di coordinamento a livello nazionale, dove il respiro e la prospettiva devono avere un'ampiezza e un'estensione molto più chiare e forti.
Signor Presidente, ritengo siano queste le preoccupazioni espresse nelle pochissime proposte emendative che abbiamo presentato. Non abbiamo voluto presentarne molte, non abbiamo voluto riempire il fascicolo di molti nostri emendamenti, ma non c'è dubbio che oggi abbiamo qualche perplessità. E se queste dichiarazioni non ricevessero una risposta? Mi rivolgo sempre con grande rispetto al Governo.
Il Governo ha seguito i nostri lavori in Commissione. Il Viceministro Fazio è stato sempre costantemente presente ovviamente per un atto di servizio disinteressato nei confronti del Parlamento e, quindi, del lavoro che svolgeva la Commissione. Tuttavia, non vi è dubbio che questo è anche il momento di riaprire e riaccendere il dibattito. Non credo che vi siano tempi ristrettissimi. Questo è un disegno di legge. Il problema vero è anche avere uno spazio per affrontare temi, argomenti e per capire se questo provvedimento, questo articolato e questa serie di norme siano funzionali ad una certa prospettiva e se siamo in grado di giustificare, soprattutto, la nascita del Ministero della salute.
Ciò detto, signor Presidente, non credo di avere nulla da aggiungere ma, soprattutto, di avere esaurito questo mio intervento con l'ultima richiesta che ho fatto. Auspico un chiarimento forte e mi auguro che questo possa emergere anche dagli interventi dei colleghi che prenderanno la parola dopo di me. Mi auguro che anche il Governo sia esaustivo in questa direzione, perché anche nella vicenda del vaccino abbiamo assistito ad una grande confusione tra competenze a livello centrale e a livello regionale. È brutto quando vi è uno scarico di responsabilità tra centro e periferia perché queste cose certamente non si giustificano né vengono comprese dal cittadino e dalle famiglie. Ma, soprattutto, vi è stata incertezza, mancanza di chiarezza e un'assenza di punti fermi nella vicenda del vaccino e del tipo di malattia. Ritengo che questi problemi vadano affrontati soprattutto in questo momento quando vi è questo percorso, questo treno rappresentato da questo disegno di legge. A mio avviso sarebbe esiziale o quantomeno miope se non cogliessimo questo momento per esprimere per intero la nostra visione, ma soprattutto, per tentare un approccio forte sulla politica della salute all'interno del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, con questo disegno di legge del Governo aumentiamo i ministeri e i sottosegretari ma, contemporaneamente, vengono attribuite al Ministero dell'economia e delle finanze nuove funzioni in materia di organizzazione e spesa sanitaria. Non era necessario questo incremento di funzioni a favore del Ministero dell'economia e delle finanze, non era per nulla necessario e questo non va bene. Pertanto, abbiamo presentato alcuni emendamenti all'articolo 1, secondo comma, del provvedimento in esame, tentando di ricondurre il provvedimento ad un criterio di maggiore razionalità.
Come è avvenuto dall'inizio di questa legislatura le proposte del Governo sono come un car-sharing. In sostanza, si approfitta di una legge che transita nel Parlamento - in questo caso l'istituzione del Ministero della salute - per infilare norme che rispondono a convenienze politiche della maggioranza e, in questo caso, il veicolo che passa serve per commissariare la sanità (altro che istituire il Ministero della salute), e la si commissaria Pag. 98attraverso il controllo della spesa sanitaria e attraverso questa si condizionano i livelli essenziali di assistenza.
Sia chiaro che conveniamo sulla opportunità di istituire il Ministero della salute, ma vorremmo un ministero vero e coerente con il modello istituzionale vigente. In realtà, così non è sotto un duplice profilo. In primo luogo a causa del contesto istituzionale. Abbiamo approvato da pochi mesi il federalismo fiscale, che è conseguente al titolo V della Costituzione, ma qui si continua a guardare indietro, al periodo precedente alla riforma del titolo V della Costituzione. Infatti, dopo la riforma del titolo V della Costituzione lo Stato ha legislazione esclusiva sulla determinazione dei livelli essenziali, mentre sono materie di legislazione concorrente, come è noto, quelle relative alle professioni e alla tutela della salute laddove tutte le funzioni organizzative sono di competenza esclusiva delle regioni.
Le regioni ci dicono che questo provvedimento è anacronistico e irragionevole. Non è pensabile che quest'Aula non si faccia carico di correggere, con gli opportuni emendamenti, un provvedimento che le regioni giudicano anacronistico e irragionevole. Perché è anacronistico e irragionevole?
In primo luogo, perché la programmazione sanitaria è di competenza del Ministero della salute, però con questo provvedimento si introduce una modifica alla programmazione e la si definisce come una programmazione tecnico-sanitaria. La parola «tecnico» evoca un riferimento ai modelli organizzativi e questi ultimi sono di competenza esclusiva delle regioni. Pertanto, questo provvedimento è contrario alla Costituzione in quanto contraddice il Titolo V.
In secondo luogo, sapete bene che indirizzo e coordinamento erano due termini validi prima della modifica del Titolo V della Costituzione e reintrodurli ora ci fa fare un passo indietro rispetto alle tappe già segnate dal modello federalista.
Peraltro, anche qui si dice che non solo le attività di indirizzo e coordinamento sono riportate in carico al Ministero della salute, ma queste funzioni riguardano le attività tecnico-sanitarie regionali, con una doppia lesione dell'autonomia poiché è chiaro che, dopo il nuovo Titolo V della Costituzione, le funzioni di indirizzo e coordinamento sono state sostituite con l'intesa tra Stato e regioni che, come tutti sanno, è ben diversa dalle funzioni di indirizzo di stampo centralista.
In terzo luogo, è stato introdotto il concerto con il Ministero dell'economia per tutti i profili attinenti al concorso dello Stato nel finanziamento del Servizio sanitario nazionale, compresi i piani di rientro e, ancora una volta, anche su questo versante si opera una lesione dell'autonomia regionale.
Per queste tre ragioni, con il provvedimento in esame abbiamo inflitto una lesione forte all'autonomia regionale.
Ma c'è un secondo profilo che interessa: il Ministero non è un Ministero vero, bensì dimezzato. La missione fondamentale del nuovo Ministero della salute è legata all'attuazione dell'articolo 32 della Costituzione, ossia quella di garantire a tutti il diritto alla salute in modo equo ed universale. Sappiamo che il sistema sanitario nazionale deve essere finanziariamente sostenibile, ma questo equilibrio tra, da un lato, bisogni che sono tendenzialmente infiniti e, dall'altro, risorse finanziarie che sono limitate lo troviamo nell'individuazione dei livelli essenziali, che costituisce il momento più importante nell'espressione della politica sanitaria di un Governo.
Sono i livelli essenziali che determinano il fabbisogno finanziario e non viceversa. Questo processo, dopo l'approvazione del federalismo fiscale, è integrato dalla individuazione dei costi standard. È chiaro che ogni altro condizionamento, al di fuori di questo processo, toglie autonomia al Ministero della salute. In verità, mi sento di dire che gli rimane la carta intestata e poco più, perché affida al Ministro dell'economia il via libera per ogni provvedimento.
In secondo luogo, di fatto viene contraddetto il federalismo fiscale, perché il Pag. 99Ministero dell'economia, in questo caso, ha il potere di veto sulle funzioni del Ministero della salute.
In terzo luogo, la conseguenza di tutto ciò è che si verifica una grave lesione delle autonomie regionali, che pagheranno il commissariamento del Ministero della salute operato dal Ministero dell'economia.
A che serve, a questo punto, creare un nuovo Ministero che guarda indietro, che è legato ad un processo legislativo che andava bene prima del Titolo V, che è in contraddizione con la Costituzione e che soprattutto non è in linea con il federalismo fiscale? Tutto questo lo possiamo correggere con gli emendamenti al comma 2.
Mi auguro che qui non venga fatta un'operazione di centralismo, da un lato, ma soprattutto di messa in discussione del diritto alla salute, che è ciò che ci interessa più di ogni altra cosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, vorrei approfittare di questa occasione intervenendo sul complesso degli emendamenti per esprimere innanzitutto un auspicio all'indirizzo del ministro Fazio (possiamo già chiamarlo così, se verrà approvato questo provvedimento), affinché una serie di questioni che si trascinano da tempo nel nostro Paese, grazie anche al fatto che si ricostituisce il Ministero della salute, possano trovare soluzione.
In particolare, mi riferisco ad alcune questioni di fondamentale importanza: la prima - pregherei il ministro, che so essere sensibile a questi temi, non solo di ascoltare ma anche di adoperarsi perché ci siano delle conseguenze - riguarda i livelli essenziali di assistenza.
A me piacerebbe se il ministro in questa sede volesse non solo ascoltare ma anche intervenire nel momento che riterrà opportuno affinché ci si dia una risposta, nella solennità dei lavori dell'Aula, per quanto riguarda il destino, chiamiamolo così, dei livelli essenziali di assistenza. Noi siamo intervenuti più volte in Commissione, il ministro sa benissimo che oramai le cose sono mature per il provvedimento relativo all'individuazione dei livelli essenziali di assistenza, che è di fondamentale importanza per risolvere alcune questioni vitali per migliaia di persone.
All'interno di questo provvedimento, peraltro, si colloca anche la problematica del nomenclatore delle protesi, che nel nostro Paese si trova fermo, per quanto riguarda le tariffe, al 1999: sono passati dieci anni e ci troviamo in una situazione in cui persone in grandissima difficoltà non riescono ad avere i migliori strumenti - che oggi sono molto sofisticati e che potrebbero consentire loro di migliorare la qualità della vita di relazione - perché si era rinviata a suo tempo al provvedimento sui livelli essenziali di assistenza la decisione di aggiornare il nomenclatore.
Si continua a tergiversare su questa questione, vi è stata una serie di interrogazioni in Commissione e io voglio sperare che l'istituzione del Ministero della salute coincida con una decisione, la più rapida possibile, che so bene in qualche modo dover rispondere al concerto (come si chiama l'accordo, detto in un italiano più semplice) con gli altri Ministeri, che fondamentalmente porti a risolvere una volta per tutte questo problema.
Peraltro segnalo in questa sede - credo che sia opportuno farlo - che la situazione si è talmente drammatizzata e trascinata per cui qualche collega, mi riferisco per esempio all'onorevole Coscioni, è attualmente anche in sciopero della fame perché alcune questioni si possano risolvere.
Non c'è, infatti, solo il problema relativo ai livelli essenziali di assistenza, ma si pone anche un'altra questione (che segnalo non solo al ministro ma anche al sottosegretario Martini) di cui si è parlato in Commissione affari sociali: mi riferisco agli ausili, ossia a degli strumenti molto sofisticati sul piano tecnologico. Abbiamo il paradosso che in Parlamento abbiamo già stanziato le risorse: ci sono 20 milioni di euro, 10 milioni in prima istanza più 10 in seconda istanza; si è anche acquisito (lo abbiamo saputo a seguito di una risposta Pag. 100in Commissione da parte del sottosegretario) l'elenco delle assegnazioni e della distribuzione per ogni singola regione.
Tuttavia, ci troviamo anche qui nel paradosso assurdo che o non c'è alcun cittadino italiano che si trovi in questa situazione, cioè di poter avere uno di questi strumenti che gli consenta di comunicare con il mondo, o comunque con certezza assoluta non siamo in grado di sapere nulla, non abbiamo alcuna notizia relativamente al fatto che anche solo un cittadino in Italia possa avere attinto a queste risorse per migliorare la sua vita di relazione.
Concludo esprimendo l'auspicio, come ho già detto prima, che non solo si ascolti, ma che solennemente, proprio affinché ci sia un battesimo relativo alla nascita di questo Ministero nella solennità dell'Aula, ci venga data rassicurazione affinché in tempi immediati possano essere risolti questi problemi drammatici che riguardano le persone più deboli del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DONATO BRUNO, Relatore. Signor Presidente, trattasi per la stragrande maggioranza di emendamenti soppressivi, pertanto la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutti gli emendamenti presentati.

PRESIDENTE. Il Governo?

FERRUCCIO FAZIO, Viceministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Avverto che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Favia 1.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, l'emendamento 1.1 di cui sono primo firmatario è soppressivo del comma 1 dell'articolo 1, in quanto noi siamo contrari a questo disegno di legge. Infatti, non vediamo l'esigenza di costituire un Ministero della salute poiché crediamo che, in questo momento di crisi, aumentare i ministeri di una unità e i sottosegretari di due unità (di fatto di tre unità, in quanto vi è il sottosegretariato dell'onorevole Bertolaso che, nella sostanza, è strutturale) sia un errore.
Riteniamo che ciò comporti una spesa superflua, perché anche se viene detto che la spesa non muta, nelle pieghe del provvedimento ci sono sicuramente spese maggiori. Le competenze in materia di sanità sono quasi al 100 per cento regionali, quindi quelle di questo nuovo Ministero sarebbero residuali, e dunque potrebbero continuare a essere gestite bene dal Viceministro del welfare.
Inoltre, c'è una sorta di commissariamento da parte del Ministero dell'economia, di cui parlerò nell'illustrazione di uno dei pochi emendamenti dell'Italia dei Valori che sono rimasti per l'esame dell'Assemblea, tanto che mi viene da dire che si poteva tranquillamente trasferire l'attuale Viceministro al welfare al Ministero dell'economia, in quanto questo nuovo Ministero non potrà fare nulla che non voglia il Dicastero dell'economia. Non vorremmo, e questa è una valutazione politica, che la ragione della costituzione di questo Ministero fosse altra rispetto ai motivi istituzionali.
Riteniamo, inoltre, in cauda venenum, anche se su questo interverrò in relazione agli emendamenti specifici, che il modo di finanziare questo disegno di legge sia veramente non condivisibile.
Per tutte queste ragioni sosteniamo l'emendamento in esame e chiediamo il voto favorevole perché è davvero inutile costituire oggi un nuovo Ministero con due nuovi sottosegretari.

Pag. 101

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, intervengo solo per dare conto dell'astensione del Partito Democratico su questo emendamento. Noi abbiamo sostenuto, sin dalla formazione del Governo, la necessità di avere un Ministro della salute. Ciò si poteva realizzare rimanendo nel tetto stabilito di dodici Ministri, magari rinunciando - non me ne voglia il titolare, faccio solo un esempio - al Ministro per l'attuazione del programma di Governo, ritenendo che il Ministero della salute fosse, invece, di interesse più generale.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Non c'entra con i dodici Ministri.

DONATA LENZI. Si potevano cioè compiere altre scelte. Questa scelta comporta un aumento di spesa, un aumento di ministri, un aumento di sottosegretari.
Tuttavia, in questi giorni e in queste ore è evidente a tutti la necessità e l'utilità di un intervento nazionale quando ci si trova di fronte ad epidemie. Se vi è un momento nel quale è evidente che occorre una programmazione e un coordinamento nazionale è quello che stiamo vivendo in questi giorni. Quindi, in forza di quel senso di responsabilità, a difesa della salute pubblica noi ci asterremo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, intervengo brevemente su questo emendamento per esprimere l'astensione dell'Unione di Centro e la non condivisione di una linea totalmente soppressiva dell'istituzione del Ministero della salute, perché in linea di principio noi riteniamo che tale Ministero della sanità o della salute, come ora è stato denominato, sia utile.
La maggior parte dei Paesi europei ha un Ministero della salute o della sanità, salvo alcune eccezioni che vedono un modello organizzativo unificato.
Di fronte al pericolo di pandemia, il pandemonio gestionale di questi giorni a proposito dell'influenza e dei vaccini ci conferma la necessità che vi sia un indirizzo di sanità nazionale, e non una quantità di voci prive di coordinamento a parlare anche sull'emergenza.
Pensiamo, inoltre, ai livelli essenziali di assistenza (LEA) che sono in attesa di determinazione da un anno e mezzo e pensiamo ad una serie di indirizzi di programmazione sanitaria che devono essere nazionali naturalmente nel rispetto del Titolo V e delle competenze gestionali delle regioni.
In verità, anche il tema di un maggiore controllo nazionale della spesa sanitaria è di tutto rilievo non solo di fronte ai pesantissimi deficit sanitari, e sappiamo che parliamo delle maggiori entità dal punto di vista finanziario, ma anche dal punto di vista dello squilibrio delle prestazioni.
Tuttavia, abbiamo alcune critiche da fare sul modo con cui è stato istituito questo Ministero della salute, in particolare sul fatto che vi è un commissariamento totale dell'istituendo Ministero della salute da parte del Ministero dell'economia e delle finanze.
Assistiamo ad una delle tante performance del Ministro Tremonti «Fregoli», quello che bacchetta le banche e la finanza creativa, ma poi è l'autore della stessa finanza creativa, dei bond e degli scudi fiscali per le banche. È il Tremonti liberal che, però, invoca il posto fisso e il Tremonti federalista che, però, fa l'accentratore e il commissario unico delle regioni.
Vi è dell'altro. Francamente, per un po' di rispetto per il Parlamento e per gli equilibri istituzionali sarebbe bene che, sebbene non sia in Costituzione una norma generale sull'ordinamento del Governo, questo non sia affidato ad un comma del disegno di legge finanziaria e neanche ad un provvedimento ad hocPag. 102come questo che non si perita solo di istituire un nuovo Ministero della salute, ma determina anche la composizione generale del Governo.
Il primo comma dell'articolo 1 diventa, in sostanza, la legge ordinamentale del Governo. Tale comma ci dice che vengono aumentati i membri del Governo a sessantatré senza titolo, quindi non sappiamo se saranno Viceministri o sottosegretari. Si ipotizza che ci voglia un nuovo sottosegretario al Ministero del lavoro e un altro al Ministero dei rapporti con il Parlamento, ma mi pare di capire che anche il neo Ministro Brambilla voglia un sottosegretario al turismo.
Insomma, senza una riflessione in Parlamento, il Governo autodispone Ministeri, sottosegretariati e relativi costi con norme puntuali inserite in un provvedimento come questo che ha valenza, però, sull'intero ordinamento del Governo.
Anche questo modo di procedere ovviamente non è accettabile; tuttavia - lo ripeto - se il profilo del Ministero della salute fosse più dedicato ai livelli essenziali, alla programmazione e ad un raccordo con le regioni, noi esprimeremmo un voto più convinto. Ora, ci limitiamo all'astensione anche sull'ipotesi abrogativa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Castagnetti, Coscia, Murer, Vico, Lo Moro, Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 274
Astenuti 220
Maggioranza 138
Hanno votato
20
Hanno votato
no 254).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Murer, Paolo Russo, Castagnetti, Andrea Orlando, Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato
240
Hanno votato
no 255).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 1.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Strizzolo, Orsini, Andrea Orlando, Cicchitto, Lo Monte, Buonanno, Benamati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 497
Maggioranza 249
Hanno votato
241
Hanno votato
no 256).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 1.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino, Lupi, Traversa, Buonanno, Lo Monte, Cesario, Oliverio, Coscia, Cicchitto, Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 103

(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato
239
Hanno votato
no 257).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Livia Turco 1.10 e Mantini 1.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, specificare nel disegno di legge che il Ministero della salute deve sempre agire di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze per certi versi può apparire pleonastico.
Infatti, il Consiglio dei ministri è un organo collegiale e quindi tale concerto è sempre previsto. Inoltre, se le preoccupazioni sono di tipo tecnico, ogni decisione è sempre sotto il controllo e le valutazioni della Ragioneria generale dello Stato.
Quindi, prevederlo nella legge sembra voler specificare una sostanziale dipendenza del Ministero della salute da quello dell'economia e delle finanze, che, nei fatti, rende davvero inutile l'istituzione del nuovo Ministero.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Livia Turco 1.10 e Mantini 1.11, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Murer, Giachetti, Nannicini, Duilio, Traversa, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato
241
Hanno votato
no 255).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Farina Coscioni 1.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, con questo emendamento vogliamo evidenziare una funzione sino ad oggi poco praticata nella sanità, e cioè quella della valutazione dei servizi sanitari, ospedalieri e ambulatoriali di cui i cittadini usufruiscono, e fornire loro le informazioni sui risultati della valutazione, affinché possano scegliere a ragion veduta i luoghi più idonei alla tutela della loro salute.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 1.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Bianconi, D'Ippolito Vitale...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 494
Maggioranza 248
Hanno votato
238
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Farina Coscioni 1.14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, con l'emendamento 1.14, insieme alle valutazioni già espresse nell'emendamento Livia Turco 1.10, si tenta di ridurre il danno della Pag. 104dipendenza del Ministero della salute da quello dell'economia e delle finanze, prevedendo che ciò avvenga per quanto di sua competenza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 1.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Nannicini, Cesaro, Vignali, Bucchino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato
238
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Livia Turco 1.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Naccarato. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO NACCARATO. Signor Presidente, l'emendamento propone di sopprimere la lettera e) del comma 2 dell'articolo. Infatti, questa è una delle parti peggiori del provvedimento per due motivi: il primo è che non considera l'evoluzione in senso federale del sistema sanitario italiano ed è un ritorno, di fatto, a prima del 2001, prima della riforma del Titolo V della Costituzione.
In particolare, si introducono due elementi, la programmazione tecnico-sanitaria e l'indirizzo, il coordinamento e il monitoraggio delle attività tecniche sanitarie regionali, che riguardano competenze delle regioni nell'organizzazione federale dello Stato. La scelta di attribuire tali funzioni al Ministero della salute contrasta con il federalismo, e ci riporta quindi indietro.
Il secondo argomento è che con questa lettera si assegna un ruolo spropositato, del tutto improprio, al Ministero dell'economia e delle finanze. Di fatto, a causa di questo aspetto, il Ministero della salute nasce commissariato dal Ministero dell'economia e delle finanze. Il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, il presidente della regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha posto con forza tale questione alle Commissioni parlamentari di merito, e trovo incredibile che su questo punto non vi sia stata una risposta adeguata né del Governo né dei gruppi parlamentari, che non hanno considerato assolutamente questo tipo di rilievi. Credo invece che siamo ancora in tempo per correggerlo: l'emendamento va in questa direzione e chiede di sopprimere la lettera e), attribuendo alle regioni le competenze esclusive che ad esse spettano; in particolare, utilizzando lo strumento dell'intesa e della leale concertazione, che in tempi in cui si parla tanto di federalismo sarebbe bene applicare ogni tanto, soprattutto quando a chiederlo sono le regioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, invito tutti ad una riflessione attenta sul tema. Sono un economista: quando un economista deve procedere in un'analisi dei costi, non può mai fare da solo. Se per esempio bisogna fare una valutazione di quanto costa un'infrastruttura, l'economista deve lavorare con l'ingegnere; se in un'impresa bisogna fare la valutazione del costo di un processo produttivo, l'analista finanziario deve lavorare con il fisico, con il chimico, con l'ingegnere. L'analista finanziario, che deve valutare i costi e i fabbisogni standard del Servizio sanitario nazionale, non potrà mai farlo da solo, chiuso a Via XX Settembre: dovrà farlo Pag. 105con gli esperti di sanità, con i tecnologi del sistema sanitario.

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARCO CAUSI. Credo quindi che l'emendamento in esame non stia difendendo una prerogativa settoriale dal Ministero dell'economia e delle finanze: penso che mettendoci dal punto di vista di quel Ministero, questo è proprio uno sbaglio, perché ci confiniamo ad un'analisi puramente finanziaria, ed esso non potrà mai fare da solo una vera analisi economica e di costi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 1.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Ghiglia ha votato. Onorevole Golfo, onorevole Traversa, onorevole Lo Monte, onorevole Codurelli... Ci siamo.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 494
Maggioranza 248
Hanno votato
240
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che la deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione emendamento Favia 1.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, noi chiediamo la soppressione dei numeri 1 e 2 della lettera e) del comma 2, in quanto crediamo che il dettato ambiguo di questa norma sia lesivo, specialmente in tempi di federalismo, delle attribuzioni delle regioni. Non si capisce infatti come la programmazione tecnico-sanitaria, l'indirizzo, il coordinamento e il monitoraggio delle attività tecnico-sanitarie regionali possano essere svolti senza interferire pesantemente con le competenze delle regioni, così come con l'organizzazione dei servizi sanitari, delle professioni sanitarie, dei concorsi, per di più con la perenne presenza del Ministero dell'economia e delle finanze. Ci sembra quindi un articolato ambiguo e forse incostituzionale, perché lede le competenze delle regioni. Ne chiediamo quindi la soppressione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia 1.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa, onorevole Barani, onorevole Murer, onorevole Coscia, onorevole Golfo, onorevole Rosso. Ci siamo?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 491
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato
238
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che la deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 1.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa, onorevole Patarino, onorevole Ravetto, onorevole Bonanno, onorevole Simeoni, onorevole Compagnon, onorevole Murer, onorevole Pag. 106Oliverio, onorevole Coscia, onorevole Sani. L'onorevole Oliverio ancora. L'onorevole Lo Monte ha votato. Onorevole Osvaldo Napoli, onorevole Galati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 491
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato
240
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che la deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, c'è una luce accesa senza che la postazione venga usata regolarmente! È il fantasma dell'Opera?

PRESIDENTE. Indico la votazione ...

FURIO COLOMBO. No, no, un momento!

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, mi dica qual è!

FURIO COLOMBO. L'ultima luce in alto a destra! Mentre si votava era perfettamente accesa mentre adesso no!

PRESIDENTE. L'ultima luce in alto a destra. Ma quale? Faremo attenzione anche noi, magari me lo segnalate prima.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 1.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

FURIO COLOMBO. Si è riaccesa la luce senza persona umana!

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Colombo, mi dica qual è, visto che sta gridando. Si è sbagliato, vero? (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico). Mi dica qual è!

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 492
Maggioranza 247
Hanno votato
238
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che i deputati Vico e Rubinato hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, se si spengono le luci del tabellone elettronico. L'onorevole Colombo non si è sbagliato. Su, nell'ultimo settore, in cima, ci sono tre colleghi. Prima ce n'erano due con tre luci accese (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Quindi il terzo si è materializzato adesso. Va bene.
Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 1.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Colleghi, calma. Onorevole Lo Monte, onorevole Bonanno, onorevole Rosso.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato
243
Hanno votato
no 253).

Pag. 107

Prendo atto che la deputata Golfo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Per dovere di chiarezza, l'onorevole cui si riferivano sia l'onorevole Evangelisti sia l'onorevole Colombo è l'onorevole Biava, che ha rilasciato le impronte.

FRANCESCO BIAVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BIAVA. Signor Presidente, ero piegato sotto il banco perché stavo prendendo una cosa nella borsa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Lei ha rilasciato le impronte?

FRANCESCO BIAVA. Ho rilasciato le impronte e non capisco qual è il problema (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, è una questione di chiarezza, mi era stato chiesto.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, penso che ci vorrebbe un po' di serietà. Personalmente, se lei si fida di me, sono stato zitto, ma ho visto il collega entrare dopo che il problema è stato sollevato. Facciamo finta di niente per quel caso...

PRESIDENTE. No, no! Non si fa finta di niente, mi dispiace...

ROBERTO GIACHETTI. Allora, signor Presidente, le posso garantire - e lo lascio agli atti - che il collega che ha testé parlato non stava sotto il banco, ma è entrato in Aula dopo che il collega Colombo ha sollevato il caso (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Lei sta dicendo che si votava pur essendoci le impronte?

ROBERTO GIACHETTI. Esattamente!

PRESIDENTE. Allora appureremo se è attivato o meno attivato il meccanismo.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Farina Coscioni 1.21.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, come lei sa da qualche mese nessuno più solleva tale questione perché le impronte hanno largamente risolto il problema.
Quello che non è piaciuto - perché può succedere a tutti di sbagliare - è stato il modo in cui lei si è rivolto all'onorevole Colombo, perché quello che abbiamo registrato noi di qua (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Va bene, va bene. Le tolgo la parola.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 1.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

FABIO EVANGELISTI. Non deve essere maleducato, mi ha capito? Non deve essere maleducato!

PRESIDENTE. Neanche con me lo si deve essere, onorevole Evangelisti, e lo è stato il modo in cui si è rivolto a me l'onorevole Colombo.

Pag. 108

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ha chiesto di parlare!

PRESIDENTE. Scusate, siamo in fase di votazione. Onorevole Quartiani, chi ha chiesto di parlare?

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. L'onorevole Farina Coscioni.

PRESIDENTE. Ha rinunciato, ha detto alla Presidenza che non intende intervenire più su nessun altro emendamento, altrimenti le avrei dato la parola, come ho fatto prima.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 494
Maggioranza 248
Hanno votato
238
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che la deputata Samperi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

Passiamo alla votazione dell'emendamento Livia Turco 1.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Prego i colleghi di prestare un attimo di attenzione su una questione di merito. Il testo proposto che ci accingiamo a votare prevede che la programmazione tecnico-sanitaria (e stiamo parlando dell'istituzione del Ministero della salute) si debba svolgere di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze. Riteniamo questo un precedente preoccupante. Proviamo ad immaginare la programmazione culturale, quella dei progetti di innovazione alle imprese, la programmazione nel settore ambientale, e via dicendo: in ogni settore potrebbe essere previsto il concerto con il Ministero, perché questo è il precedente che andiamo a costituire, e non sul tema delle risorse, dov'è doveroso, ma sui contenuti tecnici (ad esempio, quale vaccino, in quale modo, a quali categorie distribuirlo). Riteniamo questa un'invasione di campo non giustificata ed invitiamo pertanto l'Assemblea ad un esame attento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 1.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Frassinetti, Barani, Golfo, Coscia e Traversa.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato
237
Hanno votato
no 254).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Livia Turco 1.27 e Mantini 1.28, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Murer, Coscia e Vignali.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 492
Maggioranza 247
Hanno votato
238
Hanno votato
no 254).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Livia Turco 1.29.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo soltanto per richiamare l'attenzione, in Pag. 109particolare dei colleghi della Lega, sul merito di questi emendamenti e del provvedimento che stiamo votando, dal momento che la maggioranza respinge in modo blindato tutte le proposte emendative.
Vorrei che fosse chiaro che questo provvedimento è espressione di una politica assolutamente schizofrenica della maggioranza e del Governo. Pochi mesi fa, abbiamo votato, con grande enfasi da parte di una componente importante della maggioranza, un provvedimento che si chiamava «federalismo fiscale», ma che ambiva ad essere anche più che fiscale: voleva attribuire alle autonomie locali grandi competenze. Ebbene, stiamo parlando di una materia, la salute, in cui neppure ci sono da attribuire delle competenze, perché già sono attribuite alle regioni dal Titolo V della Costituzione. Le regioni hanno sul tema della salute una competenza che è concorrente con lo Stato, ma che nella materia specifica della sanità, in particolare sulla fissazione dei livelli essenziali di assistenza, hanno una competenza praticamente esclusiva.
Dopo aver festeggiato e stappato bottiglie di champagne per l'approvazione di questo federalismo, che dovrebbe valorizzare le competenze delle regioni e, fra queste, quelle sulla salute e sulla sanità, oggi siamo qui a votare, come se nulla fosse, senza che nessuno si ponga il problema della contraddizione dell'istituzione di un Ministero centralista (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico), statalista, che ritorna alla versione precedente alla revisione del Titolo V e che, anzi, rispetto al vecchio Ministero della sanità, è addirittura messo sotto la tutela del Ministero dell'economia e delle finanze, e che, quindi, non ha neppure una autonomia propria, ma rappresenta l'eccesso dello statalismo!
Ciascuno fa quello che vuole, ma per favore - lo dico soprattutto agli amici della Lega e della maggioranza - finiamola con le lezioni moralistiche sul federalismo! Oggi, stiamo celebrando l'epopea dello statalismo centralista e della dipendenza di questo neonato Ministero, che o non ha competenze o, se la ha, dipendono dal Ministero dell'economia e delle finanze (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, richiamo l'attenzione sull'intervento del collega Vietti che mi pare abbia posto, con grande rilievo, questo delicato passaggio.
Andiamo ad istituire un Ministero le cui competenze sono state trasferite alle regioni e non ci si pone neanche il problema di affrontare il nodo della qualità della sanità.
È di 106 miliardi di euro lo stanziamento previsto per la sanità, ma i cittadini non hanno la percezione che la sanità venga gestita in funzione degli stessi. Invece di costituire il Ministero, sarebbe stato molto più opportuno istituire un'autorità indipendente che valutasse i profili professionali degli amministratori delle ASL al fine di togliere le mani della politica dalla sanità! Questa era l'operazione da fare sul terreno istituzionale!
Ai colleghi della Lega vorrei spiegare una cosa molto semplice, che la qualità del servizio sanitario dal punto di vista della qualità morale non è migliore in Lombardia rispetto al resto del Paese (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). E non è il caso di accennare a vicende che sono in corso. Tenete conto di queste cose. Il giudizio che si deve dare è sulla qualità rispetto ai cittadini e i cittadini hanno l'impressione che la sanità non è in funzione dei medesimi quando sono malati, ma in funzione di quelli che vi operano e di una intermediazione politica che è insopportabile. Questi discorsi non li avete fatti, fate solo un'operazione che è all'interno dei vostri organigrammi (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

Pag. 110

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, parlando di un Ministero della salute in questo momento è difficile poter accettare da parte della maggioranza un discorso del genere, quando in questi giorni e in questi mesi si è dimostrata la grande confusione da parte di coloro che dovevano essere rappresentanti del Ministero della salute e che dovevano garantire i cittadini italiani.
Abbiamo visto quello che è successo in questi giorni e negli ultimi mesi a proposito di un argomento delicatissimo che ha creato confusione e panico nella nostra Italia. Mi riferisco al virus A-H1N1 e al vaccino di cui tutti parlano e che nessuno conosce. Ricordo le posizioni assunte dal Viceministro che rappresenta la sanità, il quale un giorno ci suggerisce che non c'è nessun tipo di preoccupazione, mentre un altro giorno (l'indomani) prende posizione dicendo: no, attenzione, il virus è altamente a rischio.
La confusione che si è ingenerata in questi giorni e in questi mesi è veramente - scusate lo dico tra virgolette - «vergognosa». È vergognosa perché si è dimostrato che non esiste un Ministero della sanità, che non esistono persone, che rappresentano il Ministero della sanità o lo pseudo - Ministero della sanità, competenti per poter esercitare il ruolo che dovrebbero esercitare! Questo è veramente un atto poco felice nei confronti dei cittadini italiani.
Mi rivolgo, in modo particolare, ai parlamentari che hanno sostenuto e continuano a sostenere con il silenzio questo atteggiamento, che è un atteggiamento - uso di nuovo le virgolette - altamente «mafioso», perché determina una confusione e, attraverso la confusione, sta creando delle situazioni che sono veramente inconcepibili!
Oggi come oggi le persone non sanno se vaccinare o non vaccinare i propri figli. Non conosciamo il rischio di questo virus, né conosciamo il rischio del relativo vaccino. Si tratta di un vaccino presentato come risolutore di tutti i mali, ma che contiene una delle più alte sostanze tossiche che possano esistere: lo squalene! Questa sostanza non viene utilizzata in America già da diversi anni.
Allora pongo a me stesso e a voi una riflessione: noi abbiamo parlato in queste ore di quella che dovrebbe essere la tutela della salute e del rispetto per l'essere vivente. Ma dov'è il rispetto per l'essere vivente quando un Governo e un rappresentante della sanità, che dice di essere Viceministro e futuro Ministro della sanità, non riesce ad avere una posizione chiara per garantire e per tranquillizzare gli italiani? E che senso ha, cari rappresentanti della maggioranza, colleghi parlamentari, parlare di un vaccino che verrà utilizzato nel periodo di gennaio e di febbraio, considerato che, per avere effetto, occorrono tre settimane?
Allora, il Ministro o Viceministro o futuro Ministro dichiara: utilizzeremo 6 milioni di dosi dal 15 di gennaio in poi, per entrare in funzione i primi di febbraio. Ma il picco massimo del virus vi sarà in Italia tra il 15 novembre ed il 30 novembre! Che senso ha? Che significato ha?
Dunque, cosa è importante: creare scatole di cartone vuote per persone che non hanno competenza e creare Ministeri che servono soltanto a sperperare denaro? Dovremmo invece cercare di fare una riflessione attenta e consapevole e mettere determinati servizi e Ministeri...

PRESIDENTE. Onorevole Scilipoti, deve concludere.

DOMENICO SCILIPOTI. ...nelle mani di persone competenti e qualificate, che dovrebbero difendere la vita dei cittadini italiani e difendere la reputazione di un Governo che si rispetti e di un Parlamento che ha parlamentari che sono al servizio del popolo e non al servizio di alcune lobby e di speculazioni, che sono contro l'essere vivente e contro quella che è la cosa primaria, la vita, che è sacra (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori, Partito Democratico e Unione di Centro)!

Pag. 111

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, accanto a tutte le cose che sono state segnalate finora, soprattutto con lo spostamento del dibattito da quello che doveva essere il federalismo fiscale applicato alla sanità a questo centralismo che viene in qualche modo rimesso in gioco dal disegno di legge in esame, volevo richiamare l'attenzione soltanto su una parola che è presente nell'emendamento soppressivo che abbiamo presentato: la parola «concorsi». Se vi è qualcosa che un po' tutto il Paese ci chiede in tema di sanità è la chiarezza e la trasparenza dei concorsi, che debbono essere giocati tutti esclusivamente sotto il profilo della competenza professionale e sottratti il più possibile alle influenze di tipo politico.
In questo caso e con questo articolo del disegno di legge, si allunga la filiera delle persone che possono intervenire nei concorsi, aggiungendo concretamente anche tutte le competenze del Ministero dell'economia e delle finanze, per tutto quel che riguarda problematiche di questo genere.
Mi sembra che invece di riavvicinare i cittadini a coloro che dovrebbero prendersi cura della loro salute, garantendone la competenza ed il profilo etico, si cerca semplicemente di dire che i passaggi intermedi saranno talmente più complicati da rendere ancora più problematico il garantire loro qualità dell'assistenza, competenza professionale ed eticità nei comportamenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà.

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, mi meraviglio dell'intervento dell'onorevole Scilipoti, perché è un medico e probabilmente, se non avesse perso la pazienza, avrebbe ragionato meglio. Ha lanciato un'accusa al nostro Viceministro che è inaccettabile, sia per il comportamento di Viceministro, sia perché si è mosso in maniera corretta secondo i dettami dell'Organizzazione mondiale della sanità (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Egli non ha agito di sua iniziativa, ma sempre in accordo con gli organismi internazionali.
Anche il vaccino non l'ha inventato il nostro Viceministro: è un vaccino che è stato già approvato nel Sudamerica, è stato sperimentato, contiene un adiuvante e sul quale non abbiamo dato alcun allarme, in alcun modo.
Quindi, invito l'onorevole Scilipoti ad essere più prudente e, siccome è una persona corretta, a chiedere scusa al nostro Viceministro.
In merito al fatto che la politica debba fare due passi indietro nei concorsi e nelle invadenze nella sanità, voglio ricordare a lui e a tutti i componenti della Commissione affari sociali che abbiamo approvato un provvedimento - che arriverà in aula prossimamente - sul governo clinico, proprio perché vi sia più chiarezza nei concorsi, affinché la politica faccia non uno, ma dieci passi indietro, e vi possa essere veramente un Servizio sanitario nazionale che vada incontro ai bisogni dei cittadini.
Quindi, onorevole Scilipoti, la prego onestamente, lei che è un collega corretto, a rivedere quanto ha detto: se lo legga e vedrà che è andato fuori dai gangheri muovendo accuse al nostro Viceministro che non merita, poiché ha agito sempre - lo ripeto - in accordo con gli organismi internazionali (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, onorevole Di Virgilio, sa che apprezzo quanto dice, tuttavia l'intervento dell'onorevole Scilipoti non mi sembrava insensato. Vi sono sicuramente delle contraddizioni, perché anche in campo medico esistono delle perplessità per quanto riguarda la distribuzione del vaccino e la Pag. 112necessità di riceverne due dosi. Sappiamo tutti che gli anticorpi cominceranno a formarsi non prima di 30-40 giorni.
I dati che vengono forniti dal neo Ministero e dal Viceministro della salute, indicano che oramai, siamo all'acme dell'infezione. Considerando che, per chi si vaccina oggi, cominceranno a formarsi gli anticorpi non prima di 40 giorni, e che sono necessarie, secondo le linee guida - come loro prescrivono -, almeno due dosi di vaccino per i bambini dai tre ai nove anni, perché sono quelli più a rischio, ovviamente vi sono delle perplessità.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANTONIO PALAGIANO. Ciò, visti i precedenti della Sars, dell'aviaria e dell'antrace, a cui è stato dato un grande risalto internazionale, ma per i quali vi è stato, poi, un nulla di fatto. Credo che vi siano delle perplessità.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANTONIO PALAGIANO. In Australia si è concluso l'inverno, con soltanto trecento morti e nessuno si è vaccinato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palagiano.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 1.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Ippolito... onorevole Coscia... onorevole Castagnetti... onorevole Traversa... onorevole Buonanno... onorevole Ravetto... onorevole Cesario... onorevole Casini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 492
Maggioranza 247
Hanno votato
238
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che la deputata Zampa ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mosella 1.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Ippolito... onorevole Coscia... onorevole Boniver... onorevole Brunetta... onorevole Castagnetti... onorevole Agostini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
239
Hanno votato
no 250).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantini 1.26.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, chiedo una cortesia ai colleghi, nonostante l'ora tarda. Con l'emendamento in oggetto, che sta molto a cuore all'Unione di Centro, proponiamo l'istituzione di un'agenzia nazionale per i manager della sanità che, con criteri di eccellenza e di indipendenza politica, curi i concorsi pubblici, di intesa con le regioni, per la nomina dei manager della sanità, cioè dei direttori sanitari.
Abbiamo detto mille volte, dinanzi ai disastri delle collusioni segnalati non solo dalle inchieste giudiziarie, ma anche dall'evidenza, che occorre separare la responsabilità politica, cui spetta la programmazione, l'indirizzo ed il controllo dei risultati, dalla gestione tecnica, amministrativa e finanziaria. In realtà, questo è un principio del nostro ordinamento, già scolpito Pag. 113nel decreto legislativo n. 29 del 1993 e in altre leggi, e, dunque, dovrebbe valere anche per la sanità.
La politica non deve occuparsi della nomina diretta dei direttori generali e, a cascata, dei direttori sanitari e dei primari; non deve essere la custode della gestione sanitaria, ma la gestione sanitaria deve dipendere da criteri di professionalità e di eccellenza valutati attraverso concorsi pubblici e metodi che certo non mancano. Vedo qui presente il Ministro Brunetta e non posso dubitare del suo voto favorevole a questo emendamento.
Si dirà che si può fare meglio e che si possono immaginare altre forme. Vi sono delle proposte in merito alla riforma del decreto legislativo n. 502 del 1992, ma questa è un'occasione straordinaria per fare oggi quello che da tanto tempo diciamo di voler fare, cioè separare le responsabilità della politica dalla gestione sanitaria e premiare la professionalità e il merito, anziché le clientele e gli amici degli amici.
Su questo punto chiedo con pacatezza, ma con molta decisione, che ciascun parlamentare esprima il suo voto sapendo, non populisticamente, che dinanzi a una occasione perduta ne risponderà non solo alla propria coscienza, ma anche ai cittadini vorrei persino dire all'elettorato, che giustamente non è più così tenero dinanzi alle molte collusioni, ai molti scandali, ai molti sperperi del denaro pubblico e anche alla manomissione dei sacrosanti diritti dei cittadini a una sanità gestita secondo efficienza e competenza. Inoltre, abbiamo un dovere nei confronti delle eccellenze e delle risorse della sanità, che meritano di essere rispettate sul piano nazionale e internazionale, non secondo le tessere dei partiti, ma secondo i meriti.
Confido, dunque, che questa idea e questa protesta dell'Unione di Centro incontri il vostro voto e il vostro consenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, intervengo per invitare l'onorevole Mantini e i firmatari di questo emendamento a ritirarlo, perché il suo contenuto è già inserito in un progetto di legge concernente il governo clinico che la Commissione affari sociali ha già approvato e ha inviato alle altre Commissioni per i prescritti pareri.
Esso dovrebbe essere calendarizzato in Aula i primi di dicembre e il contenuto, grosso modo (e il vostro autorevole collega Nunzio Testa sa perfettamente cosa è stato fatto in Commissione) è già una nostra volontà. Inserito in questo contesto, invece, è fuori luogo.
Vi invitiamo a fare in modo che questo progetto di legge venga calendarizzato quanto prima e siamo pronti, insieme a voi, ad approvarlo in un quadro che riveda tutta la sanità e il governo clinico della sanità italiana, in quanto condividiamo molte delle argomentazioni che sono state testè riportate. Qui, però, la questione non c'entra niente, in quanto è opportuno che venga affrontata in un progetto di legge generale che siamo pronti ad approvare prima della fine dell'anno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, avevamo qualche perplessità quando il collega Mantini ha illustrato l'emendamento, perché esso potrebbe avere anche un significato dirompente nell'attuale sistema con cui sono definite le dirigenze nelle ASL e che tanto clamore hanno causato, soprattutto dal punto di vista della cronaca giudiziaria. Certamente, però, non ci aspettavamo che la maggioranza, per stessa ammissione del collega che mi ha preceduto, avesse definito in un altro provvedimento quanto ha illustrato il collega Mantini.
A questo punto si può soltanto votare questo emendamento, anche da parte della maggioranza e di coloro che hanno lavorato a quel provvedimento, per risolvere anticipatamente quel problema che è stato posto (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

Pag. 114

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantini 1.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Murer... onorevole Coscia... onorevole Barani... onorevole Armosino... onorevole Traversa... onorevole Armosino...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 486
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato
234
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che la deputata Mondello ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.35.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, svolgerò un unico intervento sia sull'emendamento in esame sia sull'emendamento Borghesi 1.36 perché il loro contenuto è assolutamente analogo.
Il quadro economico-finanziario di questo provvedimento e le sue coperture sono assolutamente discutibili. È stato ben detto durante la discussione sul complesso degli emendamenti che questo nuovo Ministero è assolutamente commissariato dal Ministero dell'economia e delle finanze. A tale scopo basta dire che è attribuito al Ministero dell'economia e delle finanze il coordinamento della spesa pubblica e la verifica dei suoi andamenti nel settore della spesa sanitaria; inoltre, sono attribuiti al Ministero dell'economia e delle finanze, in materia di monitoraggio della spesa pubblica, tutti i profili attinenti al concorso dello Stato al finanziamento del Servizio sanitario nazionale, anche in quanto ai piani di rientro regionali; è previsto, infine, che la funzione di coordinamento del sistema sanitario nazionale, attribuita al Ministero della salute, avvenga con il concerto del Ministero dell'economia e delle finanze per tutti i profili di carattere finanziario. Non vi è la benché minima autonomia da parte del nuovo Ministero della salute.
Ma quello che riteniamo essere molto grave è la copertura. Questa operazione costa 460 mila euro per il 2009 e 920 mila euro all'anno a decorrere dal 2010. Le coperture, per una quota pari a 306 mila euro per il 2009, vengono trovate mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa per il contrasto alle emergenze di salute pubblica che sono legate prevalentemente alle malattie infettive e diffusive e al bioterrorismo. Lascio all'Assemblea valutare la gravità della riduzione di questo capitolo di spesa. Ma quello che è ancora più grave è che per il 2010, per una quota di circa 613 mila euro, la copertura avviene mediante la riduzione dell'autorizzazione di spesa per il monitoraggio sulle condizioni sanitarie del personale che presta o ha prestato servizio nei territori della Bosnia-Erzegovina o del Kosovo. Si tratta, sostanzialmente, del monitoraggio delle conseguenze legate all'uso di uranio impoverito.
Ebbene, con questi emendamenti cerchiamo di cambiare, quanto meno, il tipo di copertura perché ci sembra che andare ad incidere sul contrasto dell'emergenza di salute pubblica e sul monitoraggio delle conseguenze legate all'uso dell'uranio impoverito sia francamente scandaloso. Chiediamo il voto dell'Assemblea quanto meno sulla modifica della copertura finanziaria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.35, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale Pag. 115la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Romele... onorevole Traversa... onorevole Coscia... onorevole Sardelli... onorevole Golfo... onorevole Stagno d'Alcontres...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
233
Hanno votato
no 253).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani, onorevole Garagnani, onorevole Coscia, onorevole Lo Monte, onorevole Golfo, onorevole Rosso, onorevole Bucchino, onorevole Romele.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 276
Astenuti 212
Maggioranza 139
Hanno votato
23
Hanno votato
no 253).

Avverto che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dello stesso, ma direttamente alla votazione finale a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 2766)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 2766).
Qual è il parere del Governo sull'unico ordine del giorno presentato?

FERRUCCIO FAZIO, Viceministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Cazzola n. 9/2766/1.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cazzola n. 9/2766/1, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2766)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto, tuttavia vorrei sviluppare soltanto una considerazione.
Il Movimento per le Autonomie voterà a favore del disegno di legge A.C. 2766 per istituire il Ministero della salute perché riteniamo che, attraverso l'istituzione del Ministero della salute, si possa garantire la piena attuazione dell'articolo 32 della Costituzione che prevede la garanzia e la tutela della salute dei cittadini e, in modo particolare, la garanzia per i cittadini meno abbienti della gratuità delle cure.
Riteniamo anche che il Ministero della salute possa servire a superare un divario che esiste nel nostro Paese tra l'efficienza delle strutture sanitarie nel sud del Paese Pag. 116e quelle del nord. Quindi, onorevole Viceministro, affidiamo a lei, e a chi sarà eventualmente chiamato a guidare questo dicastero, la responsabilità di contribuire a superare questo divario intollerabile tra il sud e il nord del Paese.

PRESIDENTE. Onorevole Iannaccone, la Presidenza consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della sua dichiarazione di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, farò una brevissima dichiarazione di voto. Ovviamente il nostro voto sarà contrario, in quanto riteniamo inutile l'istituzione del Ministero della salute perché, come detto più volte, le competenze in questa materia sono quasi completamente regionali. Non ci sembra opportuno aumentare l'organico del Governo di un ministro e di due sottosegretari e non ci sembra opportuno con questo provvedimento aumentare la spesa così come viene aumentata.
Inoltre, non ci sembra un Ministero «serio» (non voglio ovviamente essere offensivo), in quanto si tratta di un Ministero che è una dépendance del Ministero dell'economia e delle finanze dal quale è assolutamente commissariato. Non ci sembra corretta, come abbiamo detto poc'anzi, nemmeno la copertura finanziaria, in quanto va a togliere danaro alla spesa per il contrasto dell'emergenza di salute pubblica e al monitoraggio sulle condizioni sanitarie del personale militare che ha operato all'estero.
Per cui ci sembra complessivamente un provvedimento assolutamente inutile, che inutilmente costa denaro all'erario, e quindi il nostro voto sarà assolutamente contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, anch'io brevemente rinnovo i motivi che portano l'Unione di Centro a questa astensione critica. Noi sappiamo che il diritto alla salute è un diritto soggettivo fondamentale, oltre che interesse della collettività, come è scritto nell'articolo 32 della Costituzione. Non ci fidiamo del tutto di un sistema esasperatamente federale: è bene che le regioni abbiano le loro autonomie gestionali, come ormai è anche scritto nella Carta costituzionale, ma è bene anche che vi sia una programmazione sanitaria e delle linee di indirizzo, perché i diritti fondamentali devono essere garantiti a livello nazionale.
Detto ciò non abbiamo dunque un'opposizione di principio, anzi avremmo visto sotto altra luce l'istituzione di questo Ministero della salute.
Oggi, però, prendiamo atto di una serie di errori e anche di un'impostazione di una certa gravità. Prendiamo atto del fatto che si tratta di un Ministero totalmente privo di autonomia finanziaria e gestionale, dove i poteri vengono in sostanza esercitati dal Ministro dell'economia e delle finanze con una doppia invadenza: sul neonato istituendo Ministero della salute e anche ovviamente sulle regioni.
Prendiamo atto del fatto che non si è voluto approfittare di questa occasione per una riforma essenziale, che è quella di separare la politica dalla gestione nella sanità premiando il merito e le professionalità, aprendo le speranze ai giovani e alle eccellenze che in campo sanitario sono numerose nel nostro Paese.
Si continua, invece, con un sistema che si dice a parole di voler riformare e su cui, però, intervengono solo le procure e la delusione degli italiani.
Si è persa anche questa occasione, e segnaliamo dunque la nostra opposizione con un voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per dichiarare il voto favorevole del gruppo della Lega Nord su questo disegno di legge, Pag. 117respingendo le lezioni di federalismo che qualche collega parlamentare ha rivolto al nostro gruppo.
Semplicemente ricordo pochissime cose, in particolare una notizia riportata da uno dei quotidiani più letti del Paese che si rifà ad uno studio relativo al motivo del contendere: ci ricorda che, se le spese sanitarie nel Paese seguissero l'andamento virtuoso che arriva dalla gestione della sanità di alcune regioni, si potrebbero spendere 11 miliardi di euro e mezzo in meno e dare migliori servizi ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
C'è stato un gruppo parlamentare che ha dichiarato di voler votare contro questo provvedimento; il presidente della regione Campania Bassolino, che fa riferimento a questo gruppo, probabilmente è il responsabile di quanto riporta sempre uno dei quotidiani di maggiore tiratura del Paese, che ci ricorda che in Campania si spreca un euro su tre per la spesa sanitaria.
L'istituzione del Ministero della salute è cosa doverosa, perché deve garantire i livelli essenziali a tutti i cittadini italiani. Dovrà lavorare di concerto con il Ministero dell'economia semplicemente perché questo Parlamento di recente ha approvato la legge sul federalismo che dovrà garantire il passaggio dalla spesa storica alla spesa standard.
Il Ministero dell'economia non dovrà far altro che dare attuazione a questi indirizzi che a regime, lo ricordo, daranno maggiori servizi ai cittadini con un risparmio equivalente a quasi 12 miliardi di euro l'anno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, è davvero scandaloso che, anziché ridurre i costi della politica, il Governo Berlusconi si preoccupi semplicemente di costruire nuove poltrone, di nominare un nuovo Ministro e nuovi sottosegretari. Anziché preoccuparsi della salute, della vita dei cittadini, sceglie, invece, una strada «castale», sta diventando il «Governo della casta». Infatti, noi per la Campania vi ringraziamo, vi ringraziamo soprattutto per questo record che abbiamo di morti che sono deceduti per il virus A-H1N1 (Applausi polemici del deputato Ciccioli). Allora oggi ringraziamo il Governo Berlusconi perché ha superato se stesso: stamattina, in una sola giornata, è passato dal «Governo della cosca» al «Governo della casta»; pertanto, a nome di tutti i napoletani e di tutti i campani vi diciamo jatevenne, jatevenne, jatevenne (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, il mio intervento è a titolo personale. Poiché condivido e avrei sottoscritto l'intervento del collega Vietti, non ritengo opportuno astenermi, ma voterò contro questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Moro. Ne ha facoltà.

DORIS LO MORO. Signor Presidente, è difficile parlare di questo argomento a fine serata con la confusione che si è generata in Aula. Mi trovo spesso a parlare in sede di discussione sulle linee generali con pochissime persone, pensavo che fosse meglio avere un uditorio, ma in questo momento penso di aver cambiato idea. Tuttavia, l'argomento è troppo importante e anche noi dobbiamo produrre la nostra dichiarazione di voto.
Dico subito che noi ci asterremo su questo provvedimento e che questa è un'astensione veramente sofferta, perché tutti i discorsi che abbiamo svolto sin qui, nella Commissione, in sede di discussione generale, di esame del complesso degli emendamenti, nonché delle singole proposte emendative, sembravano portare in Pag. 118un'altra direzione. In realtà abbiamo tentato di far capire alla maggioranza e al Governo che i nostri rilievi fortemente critici non erano dettati dall'intenzione di essere sempre contro qualcosa, ma nascevano, invece, da una grave preoccupazione.
Noi torniamo a parlare dell'organizzazione del Governo a distanza di un anno e mezzo e non ci siamo affatto scandalizzati di questo, perché in questo anno e mezzo abbiamo visto affannare questo Ministero che oggi si scorpora. Abbiamo visto che quella che era la nostra sensazione fin dall'inizio, cioè che la salute meritasse un Ministero autonomo, era nelle cose e diventava una necessità, perché - diciamo la verità - oggi il Governo una cosa la sta dicendo: il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, così come era organizzato, non è stato adeguato e non ha funzionato. Questo è un gesto di umiltà e di chiarezza che andava apprezzato fino in fondo.
Oggi, però, non ci troviamo di fronte alla nascita di un nuovo Ministero, al di là del fatto formale che ci sarà un Ministro della salute, perché in realtà scorporiamo questa materia così fondamentale, di rilievo costituzionale, della salute, dal lavoro e dalle politiche sociali, ma la mettiamo sotto tutela, perché la accorpiamo, di fatto, ad un altro Ministero, a quello dell'economia. Probabilmente, le cose potrebbero anche peggiorare e noi pensiamo che peggioreranno e che produrranno un nuovo cambiamento; ci aspettiamo anche che un nuovo disegno di legge, se questo non dovesse funzionare, come noi riteniamo, possa essere portato qui in Parlamento per una nuova discussione.
Cosa cambia in fondo? Qualcuno l'ha già detto: in sede di Consiglio dei Ministri bisogna lavorare insieme, la collegialità è un fatto necessario. Cosa cambia, allora, con questo provvedimento? Non avremo più il Ministro della salute, come siamo abituati, e lo dico da donna del gruppo del Partito Democratico che ha alle sue spalle e nella sua storia di donne che fanno politica, due Ministri di cui siamo state e possiamo essere fiere, il Ministro Bindi e il Ministro Turco. Dunque, cosa cambia? Non avremo un Ministro come riferimento quando si tratterà di discutere dei temi della sanità, ma avremo un Ministro dimezzato. Con chi dovranno discutere i malati di SLA che sono in sciopero? Con chi dovranno discutere coloro che si occupano di salute mentale, i familiari dei malati di mente? Con chi dovrà discutere il mondo delle associazioni?
Discuteranno con il Ministro della salute? Avrà questo l'autonomia di poter dire qual è la programmazione che ha in mente?
Poi, in questo provvedimento, c'è un vizio di fondo in cui si è inserito bene anche il collega Mantini. Questo è il motivo per cui, alla fine, abbiamo sostenuto l'emendamento dell'UdC che riguardava la gestione e le nomine dei direttori generali, perché delle due l'una: o decidete che il Ministero della salute si occupa di argomenti tecnici, o decidiamo che si occupa di argomenti politici. Noi siamo perché la programmazione sanitaria continui ad essere un argomento fortemente politico; siamo perché la politica esca dalla gestione; siamo perché i direttori generali, amministrativi e sanitari siano un'altra cosa dalla politica; siamo perché finalmente la politica levi le mani dalla sanità, ma siamo anche perché la politica programmi la sanità. Guai a una politica che rinunci alla programmazione e la faccia diventare un fatto tecnico. Ribadisco: con chi dovrà interloquire chi si occuperà di salute nel nostro Paese?
Ci asteniamo perché noi abbiamo sempre voluto fin dall'inizio il Ministero della salute e oggi non possiamo salutare come un fatto negativo in sé l'istituzione di questo Ministero. Non è questo il Ministero che volevamo, non con queste competenze e con questi limiti: non lo volevamo, non lo vorremmo e non lo vogliamo sotto tutela di nessuno; lo vorremmo autonomo ed autorevole.
Speriamo che nel prosieguo si possa andare in questa direzione e in questo senso la nostra astensione è di chi sta in attesa, ma anche rappresenta un monito di chi dice al futuro Ministro della salute di Pag. 119occuparsi sul serio di sanità, e di chi dice a questo Governo, che probabilmente ha dilatato in qualche modo le competenze del Ministro Tremonti, che non c'era bisogno di farlo, che già da adesso è eccessiva la competenza e l'invasione di campo di Tremonti. Non c'era bisogno di mettere così in discussione la sanità e in Italia bisogna discutere di sanità e anche di conti, ma innanzitutto, di fronte a problemi di salute, bisogna essere in grado di discutere non solo e non tanto di conti, ma di programmazione sanitaria. Tutto questo - lo ribadisco - non è affatto un fatto né solo economico, né solo tecnico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stracquadanio. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, al netto delle polemiche sull'influenza A (che potevano essere riservate agli strumenti di sindacato ispettivo) e delle polemiche demagogiche sul numero di Ministri, credo che il dibattito di questi giorni abbia registrato un'ampia convergenza e un ampio consenso sulla necessità di istituire questo Ministero.
L'unico oggetto di contrapposizione nella discussione è stato il concerto che stabilisce questo provvedimento tra il costituendo Ministero della salute e il Ministero dell'economia. Signor Presidente, abbiamo oggi approvato una legge generale di finanza pubblica all'unanimità, in quanto tutti riteniamo che ci sia un bene primario da tutelare e che sia il buongoverno del bilancio dello Stato con le risorse dei cittadini. Il concerto previsto ha una sola finalità, quella di garantire nelle more dell'approvazione del federalismo fiscale - quando le norme approvate oggi troveranno meno significato e necessità - che si tenda verso il federalismo fiscale. Così si garantisce la possibilità che i costi standard diventino una realtà prima di adesso e che si eviti di dover ripianare i deficit sanitari a piè di lista, sbilanciando ogni volta il bilancio dello Stato e il Patto di stabilità interno concordato tra il Governo, gli enti locali e le regioni secondo un disegno e un'architettura di finanza pubblica che è da tutti condivisa.
Per questo motivo, credo che queste osservazioni di neocentralismo non trovino il loro fondamento e che da qui al 2012 stiamo preparando, in realtà, una transizione nella quale anche le regioni potranno trovare, in questo provvedimento, una guida e un orientamento verso una migliore virtù di bilancio. Ciò non solo farà risparmiare le cifre dette prima dal collega Dussin, ma potrà rendere la sanità più efficiente, la salute meglio tutelata e forse le tasse più basse.
Per questa ragione il Popolo della Libertà voterà convintamente a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2766)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2766, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Coscia, Murer, Pelino, Armosino, Pili, Vitali, Traversa, Pizzolante, Sardelli, Benamati...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1691 - «Istituzione del Ministero della salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato» (Approvato dal Senato) (2766):

Presenti 471
Votanti 315
Astenuti 156
Maggioranza 158
Hanno votato 252
Hanno votato no 63
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Pag. 120

Prendo atto che il deputato Giancarlo Giorgetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto, altresì, che le deputate Samperi e Ferranti hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario.
Gli ulteriori argomenti all'ordine del giorno si intendono rinviati alla prossima seduta.

Modifiche nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettere in data odierna, i deputati Marco Calgaro e Donato Renato Mosella, già iscritti al gruppo parlamentare Partito Democratico, hanno dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risultano pertanto iscritti.

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di oggi, mercoledì 11 novembre 2009, la XI Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato) ha approvato, in sede legislativa, il seguente progetto di legge: senatori Sciascia ed altri: «Disposizioni concernenti l'assegno sostitutivo dell'accompagnatore militare per il 2009» (Approvato dalla 6a Commissione permanente del Senato della Repubblica) (2788).

Sull'ordine dei lavori (ore 20,25).

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, colgo l'occasione della presenza del Ministro Meloni per esprimere al Ministro stesso la nostra solidarietà di fronte al libro di questo personaggio, Alessio Spataro. Il libro non voglio nemmeno nominarlo, per non fare pubblicità. È un libro di presunta satira che, in realtà, scade in vero cattivo gusto. Lo dico da amico dell'onorevole Meloni, da deputato del Popolo della Libertà, ma anche da persona che un po' di satira nella sua vita l'ha fatta e la fa, dentro e fuori quest'Aula, e da ex vignettista. Credo che la satira sia bella e sana quando fa ridere, mentre, quando fa schifo, sia qualcosa di negativo. Quindi, esprimiamo per questi attacchi veramente antipatici, di cattivo gusto e volgari al Ministro Meloni la nostra solidarietà e il nostro affetto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. La Presidenza si associa.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, siccome la collega vicepresidente del mio gruppo, Sereni, e la collega Livia Turco hanno già, attraverso le agenzie, espresso solidarietà al Ministro Meloni, volevo dire che anche per quanto ci riguarda non solo sottoscriviamo le dichiarazioni delle nostre due colleghe, ma siamo d'accordo con le valutazioni fatte dal collega Baldelli. Ovviamente, prima che esca, approfittiamo per esprimere la nostra solidarietà al Ministro Meloni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, esprimiamo anche noi la nostra solidarietà al Ministro Meloni. Il mio richiamo è per sottolineare che oggi una delegazione di parlamentari pakistani ha incontrato molti di noi e ha sottolineato per l'ennesima volta come la legge approvata dal Parlamento pakistano qualche anno fa sulla blasfemia stia continuamente producendo un massacro, uno stillicidio e violenze inaudite nei confronti dei cristiani che, Pag. 121pure essendo una piccola minoranza, che comunque conta 4 milioni di fedeli, abitano in Pakistan.
Signor Presidente, volevo sottolinearle che apprezziamo molto l'impegno che il Ministro Frattini ha preso pubblicamente attraverso gli organi di stampa; l'impegno, cioè, che non solo l'Italia, ma anche i ministri degli esteri europei agiscano in maniera molto ferma nei confronti del Pakistan.
Ricordiamo questo aspetto perché riteniamo opportuno, nel sostenere l'azione del Governo italiano, che quest'ultimo informi il Parlamento proprio su un tema come questo, che troppo spesso è lasciato all'opinione pubblica per i suoi eccessi e per i suoi casi più evidenti, ma non viene contemplato quotidianamente, mentre invece meriterebbe di essere posto all'attenzione del Parlamento e del Governo italiano.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo solo per associarmi a quanto diceva l'onorevole Volontè e per esprimere, al contempo, solidarietà al Ministro Meloni.

FABIO GARAGNANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, volevo semplicemente confermare anche io quanto detto dai colleghi e ringraziare il Ministro Frattini per quanto sta facendo a tutela di una minoranza e, soprattutto, di elementari diritti umani, che devono essere rispettati in ogni Paese, nonostante una certa intellighenzia tenda ad attenuare, attutire o, addirittura, far dimenticare quanto sta avvenendo in certi Paesi.

MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, volevo preannunciare la presentazione di un atto di sindacato ispettivo. I giornali questa mattina riportano che è stata scoperta una microspia nell'ufficio del sindaco di Catanzaro. Egli è una persona perbene; non fa parte della mia area politica, ma devo riconoscere che opera in termini di grande correttezza.
Questo crea sempre più un clima molto preoccupante in una città di per sé già scossa da alcuni rigurgiti di violenza, che stanno caratterizzando questa stagione. Il fatto, di per sé, è molto grave; aggiungiamo, poi, che avviene in una città come Catanzaro, per cui si espande sempre più la preoccupazione e soprattutto il dramma anche di questa città.
Più volte ho avuto modo e occasione di evidenziare in quest'Aula che i livelli di sicurezza si sono sempre più abbassati e affievoliti. Un atto di sindacato ispettivo a suo tempo svolto in quest'Aula, presente il sottosegretario per l'interno, purtroppo non ha avuto grande esito. Ritengo che vi sia veramente una situazione estremamente difficile; ecco perché presenterò un'interpellanza - l'ho preannunciato - riguardando il fatto il sindaco di una città capoluogo di provincia e di regione.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 12 novembre 2009, alle 9:

1. - Informativa urgente del Governo sulle politiche relative all'assetto idrogeologico del Paese, anche con riferimento alla realizzazione di interventi infrastrutturali.

(ore 10)

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali Pag. 122da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (2836-A).
- Relatori: Rossi Mariarosaria, per la II Commissione; Antonione, per la III Commissione.

3. - Seguito della discussione dei disegni di legge:
S. 1574 - Adesione della Repubblica italiana al Protocollo di modifica della Convenzione del 1976 sulla limitazione della responsabilità in materia di crediti marittimi, adottato a Londra il 2 maggio 1996, nonché delega al Governo per la sua attuazione (Approvato dal Senato) (2720).
- Relatori: Scelli, per la II Commissione; Fedi, per la III Commissione.
S. 1672 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato, e la Confederazione svizzera, dall'altro, per lottare contro la frode ed ogni altra attività illecita che leda i loro interessi finanziari, con atto finale, processo verbale e dichiarazioni, fatto a Lussemburgo il 26 ottobre 2004 (Approvato dal Senato) (2723).
- Relatore: Pianetta.

S. 1769 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo marittimo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica Araba d'Egitto, fatto a Roma il 3 dicembre 2008 (Approvato dal Senato) (2851).
- Relatore: Malgieri.

S. 1770 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo addizionale alla Convenzione di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica argentina del 9 dicembre 1987, fatto a Roma il 31 marzo 2003 (Approvato dal Senato) (2852).
- Relatore: Farina Renato.

4. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare (2260-A).
e delle abbinate proposte di legge: COSENZA ed altri; d'iniziativa dei senatori: SCARPA BONAZZA BUORA ed altri (Approvata dal Senato) (2646-2743).
- Relatore: Beccalossi.

(al termine delle votazioni)

5. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 20,30.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO ARTURO IANNACCONE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 2766

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud voterà a favore del disegno di legge n. 1691, già approvato dal Senato della Repubblica, recante «Istituzione del Ministero della salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato».
I dati del divario (Censis). Solo pochi mesi fa il Censis ha posto in evidenza l'aumento del divario tra nord e sud in ambito sanitario. Vale la pena in questa sede ricordare i punti più importanti di questa ricerca che si basa su un'ampia serie di dati: dalla speranza di vita alla mortalità, fino agli stili di vita, la prevenzione e l'autopercezione del proprio stato di salute.
Ebbene, non solo l'offerta sanitaria ma anche la salute è peggiore nel Mezzogiorno: gli abitanti delle regioni meridionali presentano condizioni tendenzialmente più precarie di quelle rilevate nelle altre aree del Paese. Il Censis ha sottolineato, per giunta, la diversa composizione Pag. 123anagrafica della popolazione che vede nelle regioni del nord, paradossalmente, i tassi di invecchiamento più elevati.
I dati che sottolineano le disparità sotto il profilo sanitario sono numerosi. Tra questi spiccano quelli relativi alla prevenzione: è pari al 39,4 per cento la quota di donne over 40 residenti al sud e nelle isole che hanno svolto almeno una volta uno screening oncologico al seno, contro il 56,3 per cento della media nazionale (e il 68,5 per cento registrato al nord-est). Nei prossimi anni la situazione è destinata a cambiare radicalmente: la quota di over 65 nel sud, pari oggi al 17,8 per cento, raggiungerà nel 2030 la media nazionale (circa il 27 per cento), per superarla dal 2040 (quando sarà pari al 32,7 per cento), per raggiungere nel 2050 il 35,8 per cento. È evidente che si tratta di evoluzioni destinate a cambiare in maniera radicale le necessità della popolazione legate alla salute e a suggerire una modifica dell'offerta sanitaria. Ovviamente, puntando a una inversione di tendenza degli standard qualitativi.
Infatti, per il 50,8 per cento dei residenti del Mezzogiorno la qualità del servizio sanitario è inadeguata, contro il 26,9 per cento della media nazionale.
Tutte le articolazioni del servizio sanitario ricevono giudizi peggiori rispetto alle altre parti del Paese. Vediamo i dati: i servizi domiciliari sono considerati adeguati solo per il 16,8 per cento della popolazione meridionale contro il 30,7 per cento a livello nazionale; i servizi territoriali sono considerati adeguati per il 25,6 per cento della popolazione meridionale contro il 44,9 per cento a livello nazionale; il pronto soccorso è adeguato solo per il 51,5 per cento del popolo del sud contro il 69,9 per cento a livello nazionale.
Istituzione del Ministero della salute. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la ricerca del Censis dalla quale risulta la diversa efficienza, oggettiva e percepita, dei servizi sanitari nelle regioni italiane, sottolinea anche in questo campo quella radicale separazione tra nord e sud che il Movimento per le Autonomie ha sempre posto all'attenzione del Governo.
Quindi, l'istituzione del Ministero della salute e il conseguente aumento del numero dei sottosegretari non serva soltanto ad aggiungere un posto al tavolo del Governo ma sia utile a creare uno strumento che riunisca gli italiani sui diritti fondamentali connessi allo stato di salute e a sollecitare, anche nel Mezzogiorno, un nuovo modo di concepire la gestione della sanità.
Meritocrazia. Il nascente Ministero della salute, quindi, si adoperi affinché i conti pubblici particolarmente disastrati della nostra sanità possano tornare a quadrare.
Le promozioni e l'assegnazione di ruoli di dirigenza, avvengano, d'ora in poi, esclusivamente su base meritocratica, abbandonando i metodi partitocratici che hanno generato troppo spesso primari incapaci, incompetenti e in molti casi dannosi per la nostra gente.
Che non si assista più allo spettacolo di medici che, solo in ragione del sostegno di questa o quella formazione politica, sono stati in grado di ottenere promozioni e ruoli di responsabilità provocando frequenti casi di malasanità.
Si persegua, allora, sulla strada della valorizzazione delle eccellenze, della meritocrazia e della progressione di stipendio sulla base degli obiettivi ottenuti e degli standard di qualità raggiunti.
Il Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud continuerà a sollecitare il Governo affinché, anche sulla sanità, si adoperi per colmare l'odioso divario che rende i nostri cittadini bisognosi di assistenza sanitaria e di cure dei pazienti di serie B.
Questa situazione ormai intollerabile, ci impone sin d'ora di pretendere da chi guiderà il nascente dicastero della saluta di porre la sanità nel Mezzogiorno tra le questioni prioritarie.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 2555-A - em. 12.600 423 423 212 423 62 Appr.
2 Nom. articolo 12 435 435 218 435 61 Appr.
3 Nom. em. 13.3 456 428 28 215 189 239 59 Resp.
4 Nom. em. 13.6 459 431 28 216 192 239 59 Resp.
5 Nom. em. 13.4, 13.5 462 462 232 221 241 59 Resp.
6 Nom. em. 13.58 472 472 237 229 243 59 Resp.
7 Nom. em. 13.50, 13.52, 13.54 rif. 462 462 232 462 59 Appr.
8 Nom. em. 13.7 467 467 234 221 246 59 Resp.
9 Nom. em. 13.8, 13.56 477 477 239 230 247 58 Resp.
10 Nom. em. 13.57 rif. 481 481 241 481 58 Appr.
11 Nom. articolo 13 487 254 233 128 254 58 Appr.
12 Nom. articolo agg. 13.01 488 487 1 244 238 249 57 Resp.
13 Nom. em. 14.500 490 490 246 489 1 57 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 14.501 490 490 246 489 1 57 Appr.
15 Nom. em. 14.3 494 493 1 247 242 251 57 Resp.
16 Nom. articolo 14 493 493 247 492 1 56 Appr.
17 Nom. em. 15.500 496 496 249 496 56 Appr.
18 Nom. articolo 15 492 492 247 492 56 Appr.
19 Nom. articolo 16 493 493 247 493 56 Appr.
20 Nom. em. 17.50 497 463 34 232 210 253 54 Resp.
21 Nom. em. 17.51 498 497 1 249 246 251 54 Resp.
22 Nom. em. 17.500 500 499 1 250 498 1 54 Appr.
23 Nom. em. 17.7 508 508 255 253 255 54 Resp.
24 Nom. em. 17.2, 17.5 505 504 1 253 249 255 54 Resp.
25 Nom. em. 17.9 506 506 254 252 254 53 Resp.
26 Nom. em. 17.8 511 510 1 256 254 256 53 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo 17 508 293 215 147 293 53 Appr.
28 Nom. articolo 18 504 504 253 504 49 Appr.
29 Nom. articolo 19 517 517 259 517 49 Appr.
30 Nom. articolo 20 517 517 259 517 49 Appr.
31 Nom. em. 21.50 519 518 1 260 258 260 49 Resp.
32 Nom. em. 21.2 522 522 262 263 259 49 Appr.
33 Nom. em. 21.500 522 522 262 520 2 49 Appr.
34 Nom. em. 21.3 521 521 261 262 259 49 Appr.
35 Nom. em. 21.4 530 530 266 265 265 49 Resp.
36 Nom. em. 21.501 525 525 263 522 3 49 Appr.
37 Nom. articolo 21 527 527 264 525 2 49 Appr.
38 Nom. articolo 22 523 523 262 523 49 Appr.
39 Nom. articolo 23 521 521 261 521 49 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 24 528 528 265 527 1 49 Appr.
41 Nom. articolo 25 529 529 265 529 48 Appr.
42 Nom. articolo 26 525 525 263 525 49 Appr.
43 Nom. articolo 27 522 521 1 261 521 49 Appr.
44 Nom. articolo 28 525 525 263 525 49 Appr.
45 Nom. articolo 29 521 521 261 521 48 Appr.
46 Nom. em. 30.500 527 527 264 527 48 Appr.
47 Nom. articolo 30 525 525 263 525 48 Appr.
48 Nom. articolo 31 522 522 262 522 48 Appr.
49 Nom. articolo 32 525 525 263 525 48 Appr.
50 Nom. articolo 33 527 527 264 527 48 Appr.
51 Nom. articolo 34 525 525 263 525 48 Appr.
52 Nom. em. 35.500 529 529 265 529 48 Appr.
INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo 35 528 528 265 528 48 Appr.
54 Nom. articolo 36 526 526 264 526 48 Appr.
55 Nom. articolo 37 528 528 265 528 48 Appr.
56 Nom. articolo 38 528 528 265 528 48 Appr.
57 Nom. em. 39.1 527 527 264 263 264 48 Resp.
58 Nom. articolo 39 522 521 1 261 521 48 Appr.
59 Nom. em. 40.500 524 524 263 524 48 Appr.
60 Nom. em. 40.501 526 526 264 526 48 Appr.
61 Nom. articolo 40 528 528 265 528 48 Appr.
62 Nom. articolo 41 525 525 263 525 48 Appr.
63 Nom. em. 42.500 527 527 264 527 48 Appr.
64 Nom. articolo 42 524 499 25 250 498 1 48 Appr.
65 Nom. articolo 43 516 513 3 257 513 48 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. articolo 44 522 522 262 522 48 Appr.
67 Nom. articolo 45 516 516 259 516 48 Appr.
68 Nom. articolo 46 519 519 260 519 48 Appr.
69 Nom. em. 47.500 525 525 263 525 48 Appr.
70 Nom. articolo 47 526 526 264 526 48 Appr.
71 Nom. em. 48.500 524 524 263 524 48 Appr.
72 Nom. articolo 48 510 510 256 510 48 Appr.
73 Nom. articolo 49 518 518 260 518 48 Appr.
74 Nom. em. 50.500 516 516 259 516 48 Appr.
75 Nom. articolo 50 508 508 255 508 48 Appr.
76 Nom. em. 51.500 514 514 258 514 48 Appr.
77 Nom. articolo 51 511 511 256 511 48 Appr.
78 Nom. articolo 52 512 512 257 512 48 Appr.
INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. Pdl 2555-A - voto finale 469 467 2 234 467 44 Appr.
80 Nom. Moz. Realacci, Ghiglia e a. 1-267 490 490 246 490 54 Appr.
81 Nom. Ddl 2766 - em. 1.1 494 274 220 138 20 254 45 Resp.
82 Nom. em. 1.3 495 495 248 240 255 44 Resp.
83 Nom. em. 1.5 497 497 249 241 256 44 Resp.
84 Nom. em. 1.7 496 496 249 239 257 44 Resp.
85 Nom. em. 1.10 e 1.11 496 496 249 241 255 44 Resp.
86 Nom. em. 1.12 494 494 248 238 256 44 Resp.
87 Nom. em. 1.14 495 493 2 247 238 255 44 Resp.
88 Nom. em. 1.15 494 494 248 240 254 44 Resp.
89 Nom. em. 1.16 492 491 1 246 238 253 44 Resp.
90 Nom. em. 1.17 492 491 1 246 240 251 44 Resp.
91 Nom. em. 1.19 492 492 247 238 254 44 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 101)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 1.24 496 496 249 243 253 44 Resp.
93 Nom. em. 1.21 494 494 248 238 256 44 Resp.
94 Nom. em. 1.22 491 491 246 237 254 44 Resp.
95 Nom. em. 1.27 e 1.28 492 492 247 238 254 44 Resp.
96 Nom. em. 1.29 492 492 247 238 254 44 Resp.
97 Nom. em. 1.31 489 489 245 239 250 44 Resp.
98 Nom. em. 1.26 488 486 2 244 234 252 44 Resp.
99 Nom. em. 1.35 486 486 244 233 253 44 Resp.
100 Nom. em. 1.36 488 276 212 139 23 253 44 Resp.
101 Nom. Ddl 2766 - voto finale 471 315 156 158 252 63 45 Appr.