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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 239 di martedì 27 ottobre 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 11,20.

PRESIDENTE. Chiedo scusa per il ritardo nell'iniziare la seduta odierna, dovuto ad un ritardo dell'aereo che il rappresentante del Governo ha dovuto prendere per raggiungere il Parlamento. Mi auguro che la prossima volta possa prendere un aereo precedente.

EMILIA GRAZIA DE BIASI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 22 ottobre 2009.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brancher, Brugger, Capitanio Santolini, Cirielli, Galati, Lo Monte, Melchiorre, Migliavacca, Molgora, Nucara, Pescante, Scajola e Stucchi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni (ore 11,25).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

(Iniziative di competenza nei confronti di Ferrovie dello Stato per garantire il diritto alla mobilità e alla continuità territoriale nella regione Sicilia - n. 2-00367 e n. 3-00728)

PRESIDENTE. Avverto che l'interpellanza Garofalo n. 2-00367 e l'interrogazione Garofalo n. 3-00728, concernenti iniziative di competenza nei confronti di Ferrovie dello Stato per garantire il diritto alla mobilità e alla continuità territoriale nella regione Sicilia, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente (vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).
L'onorevole Garofalo ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00367.

VINCENZO GAROFALO. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Mantovani. La situazione del servizio ferroviario nel meridione, in Sicilia e, particolarmente, nel messinese, ha spinto me e tanti altri colleghi a presentare più atti ispettivi partendo da alcune considerazioni e constatazioni. La prima fra tutte è il diritto alla continuità territoriale, che si colloca nell'ambito della garanzia dell'uguaglianza sostanziale dei cittadini, ai quali deve essere consentito di spostarsi nel territorio nazionale con pari opportunità.
Da anni le Ferrovie dello Stato stanno attuando in maniera inesorabile e determinata una politica di disimpegno, di Pag. 2ridimensionamento e di assoluta esclusione dai piani di investimento nel territorio della Regione siciliana. Tale politica nell'ultimo decennio ha causato una riduzione dei flussi dei passeggeri del 30 per cento e delle merci del 40 per cento a favore (nel caso delle merci) del trasporto stradale che aggrava una situazione già insostenibile, sia per motivi infrastrutturali - l'autostrada Salerno-Reggio Calabria la conosciamo tutti - sia per la sicurezza e per gli effetti sull'ambiente.
La politica di disimpegno, tra l'altro, ha avuto un ulteriore effetto negativo in Sicilia nel settore occupazionale e proprio nella provincia messinese. Da 5.000 dipendenti in un decennio si è passati a 1.700 occupati con una riduzione del 75 per cento che, come si può immaginare, non è stato facile assorbire, e spesso lo si è fatto trasferendo altrove servizi che prima venivano svolti in Sicilia. Non vorremmo che questa politica continuasse anche con le officine meccaniche che si occupano della manutenzione.
Vi è una politica di costante e graduale dismissione in tutte le direzioni, compresa quella marittima, ormai affidata a navi vetuste, che spesso causano disservizi ai collegamenti ferroviari che sono facilmente documentabili. A tutto ciò le Ferrovie rispondono continuamente, con interviste sui giornali, che, per avere servizi migliori, ci vogliono più quattrini. Pertanto, se non saranno sborsati dallo Stato o dalle regioni più soldi ci dovremo tenere l'attuale servizio e, anzi, pure ringraziare perché il servizio esiste.
Desidero aprire una piccola parentesi in merito ai quattrini. Le Ferrovie dello Stato hanno chiuso l'ultimo bilancio con un risultato positivo - questo è un bene - ed è merito anche dei vertici, ma non è solo merito loro. Se i ricavi tra il 2006 e il 2008 sono cresciuti lo si deve pure all'aumento del contributo statale che è cresciuto negli stessi anni di 870 milioni di euro. Se l'aumento del contributo dello Stato è stato quasi del 25 per cento quello dell'offerta di treni non ha superato l'1 per cento, ossia è rimasta invariata. Quindi è stato un aumento bello e buono.
Se poi guardiamo alla lunga percorrenza l'aumento del contributo dello Stato è stato addirittura del 70 per cento, con un aumento dei servizi pari al solo 2 per cento. Quindi, gli aspetti economici francamente non ci lasciano ben sperare. Tra l'altro, sempre riflettendo sulla politica nei confronti del meridione, mentre al nord si investono denari nell'alta velocità - ed è un bene, anche se bisognerebbe chiedersi se la politica dei trasporti delle Ferrovie debba essere fatta in concorrenza con l'aereo o se invece debba essere una politica di integrazione dei trasporti - nel resto d'Italia che interventi si fanno?
Da Salerno in giù che tipo di investimenti intendono fare le Ferrovie? E aggiungo: è equo tutto questo? Credo proprio di no. Noi insistiamo nel sostenere che, affinché le Ferrovie possano avere entrate accettabili anche nel meridione, debbono investire.
Se il servizio scende di qualità, e anche di quantità e di offerta, è ovvio che si scoraggia l'uso del treno, è ovvio che si scoraggiano i cittadini a seguire questa modalità, anzi si discriminano e non si consente loro di prendere il treno. Peraltro, francamente sarei ben felice che qualcuno degli attuali vertici delle Ferrovie tentasse di prendere il treno al sud; si accorgerebbe non solo della qualità delle prestazioni trasportistiche, ma anche che non esistono pulizie adeguate, che non sempre funzionano il riscaldamento o il condizionamento dell'aria, si accorgerebbe che esiste un servizio ferroviario che non credo potrebbe ritenere accettabile. Quindi, senza investimenti che futuro ci può essere per le Ferrovie? La chiusura? Non è accettabile, e lo ribadisco.
In questi giorni ho voluto rileggere alcuni articoli di giornale. In alcuni di questi, si parla addirittura della qualità degli snack nell'alta velocità. Francamente pensate che chi abita nel Mezzogiorno d'Italia o in Sicilia e per percorrere 200 chilometri impiega cinque ore e mezzo possa accettare queste discussioni? Rispetto a tutto questo credo che sia doveroso e sono convinto che il Governo voglia dimostrare un'attenzione diversa, e Pag. 3senz'altro ritengo che stia a cuore all'Esecutivo lo sviluppo del nostro territorio e della nostra comunità, che non può non passare da uno sviluppo del sistema dei trasporti che deve essere intermodale, efficiente e in grado di garantire che le merci arrivino in tempi ragionevoli, ma anche con costi più bassi rispetto a quelli che può garantire il sistema dei trasporti stradale o di altro tipo.
Noi riteniamo, insieme agli altri colleghi, di dover vedere un'accelerazione nella realizzazione delle opere ferroviarie nel Mezzogiorno. Noi vorremmo vedere degli investimenti nella tratta Palermo-Catania-Messina, vorremmo vedere degli investimenti per la realizzazione della tratta Giampilieri-Fiumefreddo, vorremmo anche capire in che modo si estende la rete ferroviaria di Agrigento, e in questa direzione chiediamo quindi che il Governo ci dia una risposta (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Mario Mantovani, ha facoltà di rispondere.

MARIO MANTOVANI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, rinnovo le scuse per il ritardo. Rispondo agli atti di sindacato ispettivo n. 2-00367 e 3-00728 presentati dai deputati Garofalo e altri. Prima di passare ad esaminare le singole questioni evidenziate dai due atti concernenti i collegamenti fra le sponde dello Stretto di Messina, ritengo sia importante ricordare che il Governo Berlusconi ha messo fra le sue priorità proprio questo punto di snodo, che è stato ritenuto essenziale non solo per lo sviluppo delle regioni meridionali e della Sicilia in particolare, ma anche per consentire il completamento della linea di trasporto fra il nord e il sud del Paese.
Stiamo parlando della costruzione del ponte sullo Stretto, opera epocale che permetterà di interrompere il secolare isolamento che subisce ancora oggi la Sicilia. Lo sforzo, non solo economico, è enorme, ma è oramai chiaro a tutti che la direzione, che è stata così fortemente voluta dal Governo Berlusconi e che ha costituito un punto essenziale anche del programma elettorale, a cui si vuole a tutti i costi tenere fede, è oramai intrapresa e non avrà ripensamenti.
L'avvio, dopo 40 anni, della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina è la prova dell'impegno del Governo nei confronti dello sviluppo della Sicilia. È noto che a dicembre si darà avvio ai primi lavori complementari e ciò, dopo le interruzioni volute dai precedenti Governi che hanno drammaticamente rallentato quest'opera, costituisce anche un evento simbolo della volontà di questa maggioranza.
Entrando quindi nello specifico delle questioni sollevate negli atti di sindacato ispettivo, per quanto riguarda la paventata progressiva dismissione della flotta, va evidenziato che, pur tenendo conto del fatto che le richieste di Trenitalia possono essere soddisfatte con l'esercizio di due sole navi, alla dismissione della nave Sibari (la quale sarà venduta entro il prossimo mese di novembre portando a quattro il numero delle navi disponibili) corrisponde il rinnovo della nave Logudoru.
Quest'ultima, a seguito del ridimensionamento del servizio per la Sardegna, sarà destinata a Messina, dopo ingenti lavori di manutenzione straordinaria, dopo l'estate 2010. Inoltre è stato pubblicato il bando di gara europea per la costruzione di una nuova nave da destinare al trasporto nello Stretto di Messina della quale si prevede l'entrata in servizio nei primi mesi dell'anno 2012.
Per quanto riguarda il traghettamento veloce di passeggeri nell'area dello Stretto, la cosiddetta metropolitana del mare, si fa presente che la procedura di gara per l'espletamento del servizio per lo Stretto di Messina ha visto la sua definizione con l'emanazione del decreto direttoriale di aggiudicazione datato 12 novembre 2008, con l'assegnazione al consorzio Metromare dello Stretto dei servizi posti a gara. Tuttavia, in data 9 aprile 2009, il TAR ha accolto il ricorso della società SNAV annullando l'aggiudicazione della gara al predetto consorzio. Il Ministero delle infrastrutture Pag. 4e dei trasporti, d'intesa con l'Avvocatura dello Stato, ha proposto appello ricorrendo al Consiglio di Stato consapevole che le motivazioni della ricorrente destano perplessità e si ritengono obiettivamente non fondate. Il prossimo 28 ottobre si terrà un'udienza del Consiglio di Stato che, si auspica, possa consentire l'affidamento definitivo al consorzio Metromare dello Stretto del servizio messo a gara dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. In tal modo si potrà riuscire a dare sistemazione ad un segmento di traffico sul quale RFI ha subito rilevanti perdite economiche ed ha continuato a subirne solo nell'aspettativa di una favorevole pronuncia del Consiglio di Stato.
Relativamente al servizio ferroviario merci da e per la Sicilia va premesso che i servizi ferroviari merci da e per le isole - per la loro naturale struttura - tendenzialmente non solo risultano poco remunerativi, ma non consentono neppure la copertura dei costi di esercizio e pertanto rientrano nel cosiddetto servizio universale merci per il quale sono previsti contributi pubblici; in base alla normativa comunitaria vigente, infatti, gli oneri di servizio pubblico devono essere adeguatamente compensati.
La riduzione delle risorse pubbliche disponibili per il finanziamento degli obblighi di servizio merci operata dalle leggi finanziarie per gli anni 2008 e 2009 e la contrazione della domanda conseguente alla nota situazione di congiuntura economica hanno reso necessaria una riorganizzazione dei servizi ferroviari merci sulla base delle reali esigenze e dimensioni del mercato. Tale riorganizzazione emerge soprattutto per il traffico cosiddetto diffuso (quello a carro singolo o a gruppi di carri) per il quale in Sicilia, come in altre realtà territoriali, la nuova struttura d'offerta prevede l'attestamento ferroviario di questo tipo di trasporti su alcune piattaforme logistiche dalle quali è possibile attuare soluzioni modali alternative di inoltro alla destinazione finale per la presa o riconsegna nelle località di origine o di destinazione delle merci. Per la Sicilia dal 4 maggio scorso è attiva la piattaforma Nodo di Catania (Bicocca-Acquicella). Nessuna modifica commerciale o produttiva è invece attualmente prevista per i trasporti a treno completo. In tutta Europa, peraltro, già da tempo i principali operatori ferroviari hanno avviato iniziative di razionalizzazione e concentrazione del traffico ferroviario delle merci (in particolare per il traffico diffuso) finalizzate a rendere più efficiente il sistema e nel contempo ridurre i costi di gestione.
Riguardo invece al trasporto passeggeri, i collegamenti ferroviari di media-lunga percorrenza della Sicilia, avendo un conto economico negativo, sono stati inseriti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti tra i treni ammessi, nel 2008, al contributo pubblico (servizio universale) per consentirne il mantenimento. Attualmente è in corso di definizione in sede ministeriale il nuovo contratto di servizio nell'ambito del quale - sulla base delle risorse rese disponibili dallo Stato - verranno individuati tutti i treni del servizio universale, da effettuarsi con il contributo pubblico a partire dal 2009.
Nel frattempo, con il cambio orario del 14 giugno scorso, non è stata attuata alcuna variazione sostanziale relativamente ai treni di media-lunga percorrenza della Sicilia. In particolare, per alcuni collegamenti da Palermo-Siracusa verso Torino-Venezia, citati negli atti di sindacato ispettivo, è stata attuata solo una lieve rimodulazione degli orari di arrivo e di partenza.
Relativamente al rilievo avanzato circa la riduzione del servizio di trasporto regionale, Ferrovie dello Stato Spa ha fatto presente che con il nuovo orario in vigore dal 14 giugno non è stata attuata alcuna riduzione dell'offerta nell'area messinese. L'offerta è stata, invece, potenziata con l'attivazione della metro-ferrovia Giampilieri-Messina, sulla quale circolano 9 nuove coppie di treni, e da dicembre prossimo, d'intesa con la Regione siciliana, è programmata un'ulteriore implementazione del servizio con la frequenza di un treno ogni 40 minuti.
In conclusione, si ritiene di poter tranquillamente rassicurare gli onorevoli presentatori Pag. 5degli atti di sindacato ispettivo che gli sforzi che il Governo sta operando per lo sviluppo del Meridione, e della Sicilia in particolare, non stanno subendo rallentamenti e che è primario interesse di tutti consentire, attraverso adeguati interventi infrastrutturali e adeguate misure in materia trasportistica, lo sviluppo socioeconomico di questa regione.

PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà di replicare.

VINCENZO GAROFALO. Signor sottosegretario, la ringrazio, ma sono parzialmente soddisfatto, devo essere molto franco con lei. Sono soddisfatto che il Governo voglia riprendere e riprenda a investire nel Mezzogiorno con un'opera strategica come il ponte sullo Stretto, però tale opera, come sappiamo tutti, e soprattutto il suo Ministero, non può essere un'opera risolutiva qualora non si investa nel settore ferroviario. Si tratta del Corridoio 1, che è un asse soprattutto ferroviario, come tutti i corridoi. Quindi, credo che dovremo continuare a sostenere e anche a sollecitare il Governo affinché gli investimenti infrastrutturali ferroviari nell'alta velocità e nell'alta capacità, quelli che sono stabiliti negli accordi precedenti, vengano sviluppati insieme agli investimenti nell'infrastruttura del ponte.
Tra l'altro, recentemente, ho potuto ascoltare l'amministratore delegato Ciucci, il quale ha confermato che la strategia della costruzione di questa infrastruttura complessiva - non quindi del ponte come singolo manufatto, ma come insieme di opere - è un'operazione che si avvierà con il primo cantiere a terra il 23 dicembre a Cannitello, sulla sponda calabrese, e, successivamente, sulla sponda siciliana. Se non iniziamo ad investire nella rete ferroviaria, probabilmente rischieremmo di fare un'opera inutile, e so che il Governo non vuole assolutamente fare questo.
Sulla flotta devo esprimere preoccupazione per il fatto di dover attendere fino al 2012 per avere una nave nuova, capisco che i tempi di costruzione di una nave sono questi, però la pregherei, signor sottosegretario, di vigilare affinché il servizio funzioni. Non mi interessa avere navi nuove, mi interessa avere un buon servizio. Se poi, per un servizio corretto, giusto e puntuale, ci debbono essere navi nuove, questo avvenga, ma credo che anche con le attuali navi si possa garantire un servizio. Certo, se si toglie anche per una settimana al mese una nave dalla Sicilia per garantire la continuità del trasporto merci una settimana al mese tra Civitavecchia e Olbia, in quella settimana vi sarà un disservizio; altrimenti, vorrebbe dire che abbiamo navi in più, e lei ha detto che le navi in più, in questo momento, nel servizio non vi sono.
Sulla metropolitana del mare, sappiamo che vi è questo giudizio pendente e sappiamo che domani il Consiglio di Stato si riunirà: speriamo che si arrivi a una definizione e probabilmente andremo a una soluzione almeno di questo problema. Sulle merci e sui passeggeri mi sento di fare anche una proposta, e non solo di accettare la sua puntuale e precisa risposta.
Perché non pensare anche a dare spazio nel settore ferroviario a imprese che si propongono (e le farò avere una nota per essere anche propositivi) di continuare a mantenere un servizio tale che oggi segna il passo perché vi è un calo di traffico di merci, sia finite che materie prime; tuttavia, sappiamo che, finito il periodo della crisi, durante la ripresa si ritornerà ad un trend trasportistico positivo, e quindi dovremo attrezzarci tutti per avere un sistema trasporti efficiente. Così come per i passeggeri: è vero che non sono state ridimensionate le tratte di medio e lungo termine, ma, sottosegretario, francamente sentirsi dire che queste tratte, giacché sono in perdita, allora sono a totale finanziamento pubblico e fanno parte del servizio universale, è riconoscere che questo sistema oggi non è appetibile. Non sarà appetibile, quindi rimarremo in perdita e sarà intensificata qualora non si ammodernerà il sistema.
Noi non chiediamo un mantenimento, noi vogliamo - attenzione - un ammodernamento del sistema, anche, se sarà Pag. 6necessario, riducendo i percorsi, creando un sistema di tratte che sia razionale; ed è per questo che non abbiamo mai inteso andare contro una politica di riorganizzazione delle ferrovie, ma vogliamo essere considerati parti di tale politica.
Concludo sulla metroferrovia, dicendo che qualche notizia recente porta a dire che la società delle ferrovie probabilmente sospenderà questo servizio, perché non è remunerativo. Credo che resterà non remunerativo, e probabilmente si arriverà alla chiusura nonostante intese che porterebbero ad un accrescimento del servizio, perché anche in questo caso si ritiene di trattare un treno come una metropolitana. Un treno per essere uguale ad una metropolitana deve avere un sistema di costi, e quindi di tariffe che siano tali e quali a quelli di una metropolitana, perché altrimenti è uguale ad un treno pendolari; e sappiamo che ovviamente in quel caso i costi esorbitanti non consentiranno ai cittadini che risiedono nella zona sud della città di utilizzare questo servizio.

(Iniziative di competenza nei confronti di Ferrovie dello Stato per garantire un adeguato servizio intercity, con particolare riferimento alla tratta Firenze-Roma - n. 3-00511)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Mario Mantovani, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ceccuzzi n. 3-00511, concernente iniziative di competenza nei confronti di Ferrovie dello Stato per garantire un adeguato servizio intercity, con particolare riferimento alla tratta Firenze-Roma (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

MARIO MANTOVANI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, gli onorevoli interroganti fanno riferimento, nella loro interrogazione, a quanto richiesto al Governo con la risoluzione 8-00033 approvata lo scorso febbraio. Il Governo non ha lasciato passare questi mesi invano, e numerosi sono stati gli interventi volti proprio a sanare alcune delle situazioni che costituivano oggetto della risoluzione medesima.
Come noto, sono stati emanati i decreti interministeriali per l'attribuzione delle risorse stanziate all'articolo 25 del decreto-legge del 29 novembre 2008, n. 185, convertito poi dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2. Infatti i 480 milioni di euro stanziati per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011 al comma 2 dell'articolo 25 suddetto sono stati attribuiti interamente ai servizi regionali: 430 milioni alle regioni a statuto ordinario e 50 milioni per il contratto di servizio nazionale, da destinarsi ai servizi di trasporto regionale nelle regioni a statuto speciale.
Per quanto concerne le risorse di cui al comma 1 dell'articolo 25 (960 milioni di euro per il 2009, quale dotazione del Fondo per gli investimenti del Gruppo Ferrovie dello Stato Spa, istituito dalla disposizione in argomento), risulta che 500 milioni siano attribuiti a favore di Trenitalia Spa, di cui 425 milioni per l'acquisto di nuovo materiale rotabile per il trasporto regionale e locale e 75 milioni per la copertura dei costi afferenti al materiale rotabile per le esigenze di mobilità legate all'Expo 2015.
Le cifre testimoniano dunque il considerevole impegno del Governo per favorire lo sviluppo ed il miglioramento qualitativo dei servizi di trasporto regionali. Peraltro, è bene ricordare proprio l'impegno profuso dal Ministro Matteoli per mantenere l'offerta già sovvenzionata per il 2008 sulle tratte in questione e, in particolare, sulla linea intercity Firenze-Roma.
Per quanto riguarda le iniziative che assicurino, per gli anni 2010 e 2011, l'attuale frequenza e gli stessi tempi di percorrenza del servizio intercity tra Firenze e Roma, garantendone il passaggio sulla tratta strategica direttissima Firenze-Roma, così come richiesto dagli onorevoli interroganti, si fa presente che i criteri per l'instradamento nascono da un'esigenza di pianificazione dell'utilizzo dell'infrastruttura, per rispondere a finalità di ottimizzazione. Si tratta di una questione con Pag. 7elevato contenuto tecnico che necessita di un'approfondita analisi di compatibilità per evitare un inefficiente uso del sistema infrastrutturale ferroviario.
Relativamente, invece, all'impegno a confermare le fermate nelle stazioni di Arezzo, Chiusi, Orvieto, si fa presente che i servizi erogati sulla linea Firenze-Roma sono in massima parte deferiti alle autonome scelte dell'impresa ferroviaria. Di conseguenza, anche la fermata nelle diverse stazioni attiene alla declinazione del servizio, di competenza di Trenitalia SpA. Allo stato è in corso di definizione lo schema di contratto di servizio ivi incluso il relativo perimetro. Qualora sia confermata l'inclusione di alcuni servizi intercity sulla tratta in parola, sarà adeguatamente valutato il mantenimento delle fermate in tali stazioni.
Riguardo agli asseriti tagli apportati da Trenitalia agli intercity relativi, in particolare, alla tratta Roma-Firenze, si fa presente che all'inizio dello scorso mese di giugno il Ministero ha richiesto a Trenitalia di proseguire nell'erogazione dell'offerta sovvenzionata, nelle more della ridefinizione del contratto di servizio. Dunque, per quanto di competenza, non risulta che né con il cambio orario di giugno 2008 né successivamente, siano state apportate soppressioni al perimetro dei servizi contribuiti.

PRESIDENTE. L'onorevole Ceccuzzi ha facoltà di replicare.

FRANCO CECCUZZI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Mantovani per la risposta della quale, purtroppo, non posso dichiararmi soddisfatto, in particolare, su due passaggi che ha citato; quando declina, da parte del Governo, ogni sorta di potere di indirizzo e di responsabilità sull'uso della tratta direttissima Firenze-Roma e per quanto riguarda anche le fermate dei treni Eurostar nelle stazioni che abbiamo indicato che sono quella di Chiusi, Arezzo e Orvieto.
Ciò è in contrasto naturalmente con i contenuti della risoluzione approvata nel febbraio scorso in Commissione trasporti perché, evidentemente, non ci proponiamo di contare il numero delle fermate, di fissare l'orario e di contare i treni che passano sulla linea direttissima. Quello che ci interessa è un problema strategico di rilevanza nazionale. Abbiamo preso in considerazione ad esempio la Firenze-Roma ma potremmo citare qualsiasi altro servizio intercity che si svolge sul territorio italiano. Si tratta cioè di un servizio intermedio che si colloca tra il trasporto pubblico regionale e l'alta velocità. Intere province - in questo caso ne abbiamo prese in considerazione tre ovvero quella di Arezzo, di Terni con la stazione di Orvieto e di Siena - non hanno uno sbocco diretto all'alta velocità con i propri capoluoghi. In questo caso, il servizio intercity è un servizio cerniera che si colloca tra questi due tipi di trasporto ferroviario; vi è l'eventualità che i treni intercity vengano allontanati dalla linea direttissima per l'intensificarsi della frequenza del servizio dell'alta velocità che, è vero che si svolge in regime commerciale, ma è altrettanto vero che si svolge su tratte pubbliche sulle quali per il momento corre un solo gestore in regime di monopolio ma tra due anni correranno almeno due gestori in regime più concorrenziale. Lo Stato si riserverebbe una quota marginale del passaggio di queste tratte che sono della collettività e sulle quali i due gestori agiscono in regime commerciale ma sulla base di un contratto di servizio. Siamo in presenza di un conflitto di interessi mai sanato tra RFI, che gestisce l'infrastruttura di cui è proprietario lo Stato e sul quale il Governo non può declinare le proprie responsabilità e competenze e quindi i propri poteri, e Trenitalia che fissa la cadenza e la frequenza dei servizi.
Evidentemente espellere, come si sta cercando di fare, il servizio intercity significa marginalizzarlo sulle tratte lente, con la conseguenza che come sappiamo molto bene - in particolare sulla linea Firenze-Roma, a causa del congestionamento presente tra Orte e Roma - si andranno ad intasare linee che purtroppo già non sopportano il carico di traffico attuale. Pag. 8
In questo senso quindi continuiamo a chiedere - e lo faremo incessantemente - il rispetto della risoluzione. Per il 2010 e per il 2011 chiediamo perciò che i treni intercity della tratta Firenze-Roma possano partire da e arrivare a Termini, perché indiscrezioni che giungono da Trenitalia purtroppo ci parlano di intenzioni circa una loro marginalizzazione alla stazione Tiburtina (fatto che, evidentemente, comporterebbe un gravissimo disagio per i pendolari), di ulteriori tagli e di spostamenti di orario di circa un quarto d'ora.
Ciò, a nostro parere, è assolutamente inaccettabile perché l'infrastruttura è di proprietà dello Stato e quindi dei contribuenti, e su quella infrastruttura hanno diritto di correre anche i treni intercity (tra l'altro, si tratta di sei coppie di treni al giorno che non rappresentano certo un grosso ostacolo ai profitti di Trenitalia).
In questo senso abbiamo depositato anche una mozione in Assemblea e chiederò al nostro gruppo di interessarsi presso la Conferenza dei presidenti di gruppo al fine di calendarizzarla, dal momento che un'analoga iniziativa relativa ai treni intercity dell'Emilia-Romagna venne discussa ed approvata dall'Assemblea. Anche per la parte di territorio più a sud che riguarda la Toscana ed il Lazio, sarà dunque molto importante in questo senso l'approvazione di un atto di indirizzo da parte di quest'Aula volto ad impegnare il Governo, salvo evidentemente poi valutare l'adozione anche di altre iniziative.

(Problematiche inerenti alla convenzione stipulata dall'Enac con la Sogeaal spa relativa all'ampliamento dell'aerostazione, della centrale tecnologica, della viabilità e del parcheggio auto dell'aeroporto di Alghero-Fertilia - n. 3-00520)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Mario Mantovani, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Melis n. 3-00520, concernente problematiche inerenti alla convenzione stipulata dall'ENAC con la Sogeaal Spa relativa all'ampliamento dell'aerostazione, della centrale tecnologica, della viabilità e del parcheggio auto dell'aeroporto di Alghero-Fertilia (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

MARIO MANTOVANI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, con riferimento alla richiesta di sollecito per dare corso alla sanatoria del contenzioso Sogeaal-Air One, si rende noto che l'ENAC nel settembre 2008 ha istituito una commissione ad hoc che ha esaminato l'intera vicenda (dal suo inizio nel 2002), realizzando un verbale conclusivo.
In tale documento viene evidenziato che l'autorizzazione della Sogeaal allo svolgimento del servizio di handling è sancita dal provvedimento di anticipata occupazione del 1995 (provvedimento n. 134870 del 10 maggio) e che il rapporto di sub-concessione tra Sogeaal ed Air One risulta attestato da provvedimenti emanati dalla direzione aeroportuale.
Inoltre, per una migliore comprensione del verbale, in data 20 novembre 2008 la direzione aeroportuale di Alghero ha inviato all'Agenzia del demanio di Cagliari copia dei documenti aggiuntivi utilizzati dalla commissione dell'ENAC per svolgere la sua attività di controllo e rendicontazione.
Tuttavia, all'Agenzia del demanio di Cagliari risulta tuttora mancante il provvedimento concessorio che rende formale il passaggio delle superfici aeroportuali alla Sogeaal che, successivamente, sono state date in sub-concessione ad Air One. Tale mancanza dell'atto concessorio non ha tuttavia comportato un concreto danno erariale dalla sub-concessione ad Air One.
Per pervenire alla risoluzione della problematica riscontrata, l'ENAC ha disposto, con nota in data 21 ottobre 2009, inviata alla direzione aeroportuale di Alghero, l'adozione del provvedimento definitivo che formalizza la consegna alla Sogeaal dell'aerostazione dalla data della sua attivazione, comprendendo anche le aree sub-concesse dal gestore ad Air One per i banchi del check-in.

Pag. 9

PRESIDENTE. L'onorevole Melis ha facoltà di replicare.

GUIDO MELIS. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario e mi dichiaro soddisfatto anche se debbo dirle che non capisco il lungo periodo di tempo che è stato lasciato trascorrere da parte dell'ENAC.
Lei sa che è in corso una causa intentata da Air One alla Sogeaal davanti al tribunale di Chieti per la restituzione dei canoni versati nel periodo in cui sembrava che non si fosse a posto dal punto di vista della concessione. C'era (spero che adesso sia stata scongiurata da quest'ultimo provvedimento molto recente del 21 ottobre) una previsione di condanna della Sogeaal. Questo lungo ritardo, che si è protratto a partire almeno dal 2005, quando l'allora direttore ad interim dello scalo algherese eccepì l'inesistenza di uno specifico atto concessorio nei confronti di Sogeaal, mettendo in mora sostanzialmente tutto ciò che di fatto era avvenuto nel periodo precedente, è davvero inspiegabile; forse qualcuno ne dovrebbe anche rispondere.

Sull'ordine dei lavori (ore 11,55).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, temo che il mio intervento sarà un po' irrituale, ma le ruberò davvero solo un minuto. Noi in queste ore, ieri pomeriggio, e oggi con la votazione, stiamo discutendo e licenziando il decreto-legge n. 131 che permetterà di accorpare verosimilmente al 28 marzo (siamo in attesa del decreto formale da parte del Ministero dell'interno) tutte le consultazioni elettorali in un unico giorno, un election day, comprese le elezioni che avrebbero dovuto tenersi nel mese di novembre all'Aquila e in Abruzzo e che, purtroppo, per il terremoto che si è determinato, si è ritenuto opportuno rinviare alla primavera.
Non voglio agganciarmi all'attualità politica, ma probabilmente eventi sismici dal punto di vista politico si stanno registrando anche in altre situazioni. Le vorrei chiedere gentilmente, signor Presidente, di suggerire al Governo - visto che è l'unico organo preposto, ma lo faremo presente anche al presidente della Commissione e al comitato dei nove - di presentare un emendamento in cui si dica che le dimissioni del presidente della regione, della provincia e del sindaco, presentate tra il 1o novembre 2009 e il 21 gennaio 2010, sono efficaci ed irrevocabili dopo due giorni dalla loro presentazione al consiglio, ovviamente in una situazione assolutamente eccezionale, come eccezionale è il decreto-legge che stiamo discutendo. La ringrazio signor Presidente.

PRESIDENTE. L'irritualità l'ha rilevata lei stesso. Sa benissimo che non è questo il luogo demandato a raccogliere le sue indicazioni. Lei si riferisce al decreto-legge sul rinvio delle votazioni in Abruzzo; in sede di Comitato dei nove il suo intervento potrà essere sicuramente rappresentato validamente dal rappresentante del suo gruppo. La ringrazio, comunque, per aver sollevato il problema.

Si riprende lo svolgimento di interpellanze e interrogazioni (ore 12).

(Iniziative per provvedere alla copertura finanziaria dell'ordinanza dichiarativa dello stato di emergenza in relazione alle eccezionali avversità atmosferiche che hanno colpito il Friuli Venezia Giulia l'8 e il 9 agosto 2008 - n. 2-00139)

PRESIDENTE. L'onorevole Monai ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00139, concernente iniziative per provvedere alla copertura finanziaria dell'ordinanza dichiarativa dello stato di emergenza in relazione alle eccezionali avversità atmosferiche che hanno colpito il Friuli Venezia Giulia l'8 e il 9 agosto 2008 (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

Pag. 10

CARLO MONAI. Signor Presidente, interverrò qualche minuto soltanto, perché so che incombono i lavori della Commissione bilancio, per cui cercherò di sintetizzare al massimo. Innanzi tutto, voglio ringraziare il sottosegretario Mario Mantovani per l'attenzione che ha riservato alla mia interpellanza che pone un problema di uguaglianza sostanziale tra i cittadini che si trovano colpiti dai sempre - ahimè - più frequenti eventi alluvionali o calamità meteorologiche.
Il Friuli Venezia Giulia, nello specifico, è stato colpito l'8 e il 9 agosto, e successivamente il 7 settembre 2008 da un tornado e da eventi alluvionali che hanno portato non solo disastri dal punto di vista materiale, ma anche vittime umane (due turisti norvegesi, infatti, sono morti a Grado nella notte dell'8 agosto).
Da questo punto di vista ci riferiamo con preoccupazione alla situazione che si è verificata, all'esito della presentazione di questa interpellanza, con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 17 ottobre 2008 e con la successiva ordinanza del Commissario regionale alla Protezione civile, provvedimenti con i quali si è dato corso ad una sorta di indennizzo per i danni subiti dai beni immobili, ma non anche per i beni mobili registrati, che sono stati colpiti in maniera piuttosto incisiva, trattandosi di eventi che hanno colpito località balneari in un periodo di forte afflusso turistico (i danni quindi hanno interessato autoveicoli, camper, roulotte, natanti e imbarcazioni).
La discriminazione che abbiamo rilevato è relativa ad altre analoghe calamità che in passato, ma anche in concomitanza dell'evento citato, hanno visto atteggiamenti più disponibili da parte dei soggetti pubblici come la regione e lo Stato, che hanno riconosciuto una sorta di indennizzo, sia pur forfetario e quantificato con un ammontare standard, anche per i beni mobili registrati. Per esempio, è stato così per gli eventi alluvionali del novembre 2002, che hanno colpito il Piemonte, la Liguria, la Lombardia, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e l'Emilia-Romagna. Così è stato per gli eventi alluvionali del 14-17 settembre 2008, che hanno colpito le Marche, la Liguria e il Veneto. Anche in altre situazioni l'indennizzo ha esteso i benefici anche ai beni mobili registrati.
Intendo capire se vi siano le possibilità affinché queste provvidenze vengano estese anche ai turisti e ai cittadini che hanno subito danni da questi eventi e che in altre situazioni avrebbero avuto qualche sussidio, mentre in questa evenienza non hanno avuto alcun supporto.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Mario Mantovani, ha facoltà di rispondere.

MARIO MANTOVANI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, in riferimento all'atto di sindacato ispettivo presentato dalla signoria vostra onorevole Monai, si fa presente quanto segue.
Nei giorni 8 e 9 agosto 2008 la regione Friuli Venezia Giulia è stata interessata da un'ondata di maltempo di eccezionale intensità, caratterizzata da fenomeni temporaleschi diffusi e da trombe d'aria. L'evento meteorologico ha provocato ingenti danni alle infrastrutture pubbliche e private, causato l'allagamento dei centri abitati e l'abbattimento di alberi d'alto fusto, ha gravemente compromesso le attività produttive e turistiche e, inoltre, ha determinato la perdita di due vite umane.
In considerazione dell'entità dei danni e della grave situazione creatasi sul territorio regionale, nella seduta del Consiglio dei ministri del 28 agosto 2008 è stata deliberata la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, fino al 31 agosto 2009.
Successivamente, in data 17 ottobre 2008, è stata emanata l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3709 con la quale il Commissario delegato è stato autorizzato ad attuare tutti gli interventi urgenti volti ad assicurare il primo soccorso alle popolazioni colpite, nonché la messa in sicurezza dei territori e delle strutture interessate, per un ritorno alle normali condizioni di vita della popolazione. Pag. 11Inoltre, con l'articolo 6 è stato previsto l'utilizzo delle risorse all'uopo stanziate a valere sul Fondo regionale per la protezione civile, nonché a carico del Fondo della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, opportunamente integrato dal Ministero dell'economia e delle finanze per la copertura degli oneri in questione.
Nel predisporre l'ordinanza n. 3709 si è dovuto tener conto delle risorse finanziarie al momento disponibili. Infatti, sulla base della stima dei danni effettuata dalla regione Friuli Venezia Giulia, il Dipartimento della protezione civile ha chiesto al competente Ministero dell'economia e delle finanze l'emanazione di un apposito provvedimento volto all'integrazione del Fondo della protezione civile per una somma pari a 30 milioni di euro, attesa l'indisponibilità sul Fondo stesso dei finanziamenti necessari ad assicurare la copertura degli oneri derivanti dall'attuazione dell'ordinanza stessa.
Per quanto riguarda, poi, la concessione di contributi a favore della popolazione per il ristoro dei danni subiti dai privati ai loro beni mobili registrati, nonché per l'immediata ripresa delle attività turistiche danneggiate, cui fa riferimento l'onorevole interpellante, si fa presente che l'articolo 1, comma 4, lettera a), dell'ordinanza n. 3709 ha disposto che il commissario delegato provveda all'erogazione di contributi per la ripresa delle attività produttive in generale e per il ritorno alle normali condizioni di vita delle popolazioni interessate, demandando allo stesso commissario la definizione, con proprio provvedimento, delle modalità attuative di erogazione, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili.
In proposito si fa presente che il Dipartimento della protezione civile, con nota del 28 agosto 2009, ha richiesto al commissario delegato l'invio di una relazione circa lo stato di attuazione delle attività poste in essere ai sensi della sopra citata ordinanza e si è in attesa della predetta relazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Monai ha facoltà di replicare.

CARLO MONAI. Signor Presidente, signor sottosegretario, non sono soddisfatto di questa risposta, perché mi pare sinceramente un po' elusiva del problema, in quanto la signoria vostra ha richiamato una disposizione dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 ottobre 2008 nella quale si fa riferimento ai poteri che vengono delegati al commissario di stabilire tempi e modalità di tali contributi.
Per la verità, l'ordinanza in questione, che pone comunque il limite delle risorse disponibili, che, come si diceva, hanno previsto una copertura solo per i danni agli immobili, è ben diversa da altre ordinanze della Presidenza del Consiglio dei ministri che in situazioni analoghe hanno testualmente e puntualmente previsto l'erogazione di contributi proprio per venire incontro ai proprietari di beni mobili registrati distrutti o danneggiati (ad esempio, l'ordinanza n. 3548, che si riferiva agli eventi alluvionali verificatesi nella regione Marche nei giorni 14 e 17 settembre 2008, ha testualmente previsto tale destinazione dei contributi).
Pertanto il combinato disposto dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 ottobre 2008 con l'attuazione della delega da parte del commissario straordinario nella persona dell'assessore regionale alla protezione civile, fa sì che i fondi stanziati non siano stati sufficienti a coprire tali esigenze, introducendo quindi un elemento discriminatorio nel giudizio tra i trattamenti riservati ad altre situazioni analoghe o pressoché identiche nei confronti di altre comunità regionali o territoriali.
Da questo punto di vista, anche alla luce del monito che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, proprio due giorni fa, ha rivolto pubblicamente al Governo di una maggiore attenzione e di una priorità assoluta che il Governo deve dare al tema del dissesto idrogeologico, che nel nostro Paese continua a mietere vittime, a seminare disastri e causare Pag. 12disagi, mi aspetterei e ritengo opportuno che il Governo affronti con maggiore determinazione e con maggiore consapevolezza la necessità di un pari trattamento delle situazioni che si verificano, senza lasciare figlioli prodighi che non hanno benefici a differenza di altri che li hanno goduti.
Pertanto, non essendo sufficienti questi 30 milioni di euro, vi è l'auspicio che il Governo possa mettere mano ai cordoni della borsa e consentire al commissario straordinario di allargare la platea dei beneficiari.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15.

La seduta, sospesa alle 12,10, è ripresa alle 15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Buttiglione, Caparini, Gregorio Fontana e Leo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30 con votazioni.

La seduta, sospesa alle 15,05, è ripresa alle 15,35.

Trasferimento a Commissioni in sede legislativa delle proposte di legge nn. 326, 1010, 2032 e 717.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposte di legge a Commissioni in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa delle seguenti proposte di legge, delle quali le sottoindicate Commissioni hanno chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
alla X Commissione (Attività produttive):
STEFANI ed altri: «Modifiche all'articolo 25 del decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 251, concernente le sanzioni per la violazione della disciplina dei titoli e dei marchi di identificazione dei metalli preziosi» (326);
RAISI ed altri: «Nuova disciplina dei titoli e dei marchi di identificazione dei metalli preziosi» (1010);
MATTESINI ed altri: «Modifiche all'articolo 5 del decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 251, in materia di marchi di responsabilità per gli oggetti in metallo prezioso, e all'articolo 4 della legge 24 dicembre 2003, n. 350, in materia di contraffazione di prodotti nazionali, e altre disposizioni per la tutela del mercato dei prodotti di oreficeria, argenteria e gioielleria» (2032).
(La Commissione ha elaborato un testo unificato).

Se non vi sono obiezioni rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Pag. 13

alla XI Commissione (Lavoro):
FEDI ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di diritti e prerogative sindacali di particolari categorie di personale del Ministero degli affari esteri» (717).
(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1773 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 settembre 2009, n. 131, recante ulteriore rinvio delle consultazioni elettorali amministrative nella provincia di L'Aquila (Approvato dal Senato) (A.C. 2775-A) (ore 15,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 settembre 2009, n. 131, recante ulteriore rinvio delle consultazioni elettorali amministrative nella provincia di L'Aquila.
Ricordo che nella seduta del 26 ottobre 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che la relatrice ed il rappresentante del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2775-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 2775-A), approvato dal Senato (Vedi l'allegato A - A.C. 2775-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 2775-A).
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2775-A).
Avverto che non sono state presentate proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge né all'articolo unico del disegno di legge di conversione.
Avverto infine che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2775-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2775-A).
Avverto che l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/2775-A/2 è stato ritirato dal presentatore.
L'onorevole Mantini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2775-A/1.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, l'Unione di Centro ha condiviso e condivide naturalmente il testo del decreto-legge in esame: le ragioni di necessità e di urgenza sono assolutamente chiare a tutti.
Con l'ordine del giorno in oggetto, abbiamo sollevato, in sede di Commissione affari costituzionali, a seguito di una valutazione assolutamente comune - anche al Governo, che ringrazio - il tema (da affidare al Governo e, in particolare, al Ministero dell'interno) relativo al corretto svolgimento delle elezioni amministrative a L'Aquila, che con il decreto-legge in oggetto, com'è noto, vengono accorpate al turno elettorale di primavera.
La preoccupazione nasce dal fatto che, com'è noto, vi sono parti intere della città de L'Aquila - in particolare, il centro storico - che sono sottratte all'agibilità, perché pericolanti o, addirittura, chiuse all'accesso. Ciò incide sull'ordinario svolgimento delle elezioni, sia in relazione ai collegi tradizionali definiti per le elezioni provinciali, sia in relazione al fatto che circa un terzo della popolazione - soprattutto cittadini aquilani, ma anche di altri Pag. 14comuni colpiti dal gravissimo sisma del 6 aprile scorso - è, tuttora, localizzato e sfollato sulla costa oppure in comuni molto distanti dal capoluogo.
Nella scorsa tornata elettorale, in occasione delle elezioni europee, ha votato a L'Aquila solo il 27 per cento degli aventi diritto, cioè una media molto più bassa delle medie ordinarie. Questo fa sorgere la legittima preoccupazione che non sia garantito quel diritto costituzionale al voto in parità di condizioni come sancito dall'articolo 51 della Costituzione.
Con il presente ordine del giorno, pertanto, affidiamo questa preoccupazione al Governo, in particolare al Ministero dell'interno per competenza, affinché vengano adottate tutte le misure utili (d'intesa, ovviamente, con la prefettura de L'Aquila) affinché il fondamentale diritto di parità di accesso al voto sia garantito a tutti i cittadini, anche a quelli colpiti dal terremoto.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Mantini n. 9/2775-A/1, poiché si è già attivato e continuerà a farlo per garantire ai cittadini di L'Aquila la condizione di parità di accesso al fondamentale diritto al voto, anche favorendo il superamento di problemi logistici e organizzativi. Ricordo, a titolo di esempio, che in occasione delle elezioni europee del giugno 2009...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, se non ve ne siete accorti, abbiamo ripreso i nostri lavori.

MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. ...sono stati organizzati servizi di trasporto ai seggi per gli elettori alloggiati presso strutture collocate anche fuori provincia.
Signor Presidente, le chiedo qualche minuto per analizzare un terzo ordine del giorno che è stato presentato.

PRESIDENTE. Si tratta dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/2775-A/3.

MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Ci hanno consegnato il testo in questo momento, le chiedo due minuti per poterlo leggere.

PRESIDENTE. Sta bene.

MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il Governo non accetta l'ordine giorno Evangelisti n. 9/2775-A/3, in quanto il Governo non si può impegnare per i presidenti delle regioni, poiché la normativa è di competenza regionale e non del Governo. Il termine dell'efficacia delle dimissioni, come è normale, è stabilito dalla legge.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mantini n. 9/2775-A/1, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/2775-A/3, non accettato dal Governo.

FABIO EVANGELISTI. Sì, Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, capisco che l'ordine del giorno che propongo non è particolarmente interessante, se però fosse possibile avere un momento di attenzione da parte dei colleghi...

PRESIDENTE. Se ci riesce lei...

FABIO EVANGELISTI. Non ne ho né la pretesa, né la facoltà.
Ci tengo soltanto a sottolineare e ad evidenziare il senso e il carattere di questo ordine del giorno, rispetto al quale mi sembra un po' bizzarro il parere che è stato espresso o, meglio, le motivazioni che sono state addotte a giustificazione del Pag. 15parere contrario, vale a dire il fatto che vi è una normativa di carattere regionale che non si può discutere.
Credo che, di fronte all'eventualità che in qualche regione d'Italia si possano verificare le dimissioni di un presidente della regione, sia doveroso, da parte del Governo, valutare ed esprimersi in proposito. Questo perché oggi stiamo discutendo un decreto-legge che ha tra i suoi obiettivi il rinvio delle elezioni al 28 marzo, presumibilmente in attesa del decreto ministeriale di indizione delle elezioni (si sta cercando, appunto, di aprire una finestra che possa permettere di votare il 28 marzo) con particolare e specifico riferimento alle elezioni amministrative che non si sono potute svolgere a giugno, insieme a quelle europee, nella realtà de L'Aquila e nell'area del terremoto.
Pertanto, era stato emanato un primo provvedimento che spostava a novembre quella scadenza e oggi si presenta per la conversione un decreto-legge per posticipare a marzo la scadenza già prevista per novembre. La motivazione, che pure ha una sua ragionevolezza, è di non spendere né sprecare soldi a novembre quando la stessa consultazione si può svolgere fra cinque mesi. Non capisco perché oggi si dica di «no» ad un ordine del giorno che vuole soltanto ampliare la finestra e permettere a tutte le amministrazioni comunali, provinciali e regionali del nostro Paese, che si dovessero trovare da qui al 21 di gennaio nelle condizioni di dover rinnovare i propri consigli, di poterlo fare alla scadenza prevista del 28 marzo. In questo modo emerge e cresce il dubbio che, ancora una volta, si facciano delle leggi se non proprio ad personam quasi, ovvero si riducano i termini di efficacia di entrata in vigore delle dimissioni a soli due giorni anziché venti per permettere, magari a qualche sindaco o a qualche presidente di provincia, di candidarsi alle prossime elezioni regionali e si impedisce, invece, che la stessa facoltà sia data ad altri soggetti e ad altre figure perché hanno una responsabilità maggiore.
Davvero voglio invitare il Governo a riconsiderare questo parere o, quanto meno, ad accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione. Se proprio così non fosse, chiedo che l'ordine del giorno in esame venga posto in votazione e spero che l'Assemblea, all'unanimità, lo possa approvare.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, l'Assemblea è stata attentissima alla sua dichiarazione di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, innanzitutto colgo l'occasione, naturalmente, per ringraziare il Governo per aver accettato il mio ordine del giorno n. 9/2775-A/1. Tuttavia, devo esprimere, a nome del gruppo dell'Unione di Centro, un orientamento negativo sull'ordine del giorno Evangelisti n. 9/2775-A/3, perché si tratta, francamente, di una materia diversa che è fortemente imbrigliata dalla Costituzione (ossia le elezioni regionali) e perché, nonostante la tesi sostenuta dal collega Evangelisti, in questo caso l'intento sembra essere ben diverso da quello esposto. Infatti, sembra che si voglia estendere una norma tecnica, pensata esattamente per consentire in caso di accorpamento le dimissioni dei presidenti delle province interessate dal turno elettorale, anche al turno regionale. Francamente le motivazioni non sono condivisibili e l'ordine del giorno appare anche un po' curiosamente ad personam.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per esprimere anch'io, a nome del mio gruppo, la dichiarazione di voto contraria a questo ordine del giorno in forza della competenza regionale sulla materia e anche sulla base del fatto che non solo vi è una riserva costituzionale, ma che le regioni hanno (alcune di loro) adottato un proprio Statuto e fatto proprie leggi regionali. Pag. 16
Quindi in questo caso, perlomeno per la parte che riguarda le regioni, l'ordine del giorno in votazione, anche qualora dovesse essere approvato, sarebbe inapplicabile da parte del Governo. Per questo evidentemente il PdL non può che votare contro, in conformità al parere espresso dal sottosegretario agli interni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Evangelisti n. 9/2775-A/3, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Patarino, onorevole Golfo, onorevole Tassone, onorevole Coscia, onorevole Brandolini, onorevole Boniver, onorevole Casini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 490
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
21
Hanno votato
no 469).

Prendo atto che i deputati Traversa e Ciccioli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Paladini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2775-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, colleghi, è evidente che l'ulteriore rinvio delle elezioni amministrative in provincia di L'Aquila rappresenta per l'Italia dei Valori una scelta ovvia, la più giusta, la più precisa e puntuale delle scelte possibili, ma altre erano e permangono le urgenze a cui dare risposte. Sarebbe stato paradossale, signor Presidente, colleghi e Governo, e quanto mai contraddittorio chiamare alle urne ben 300 mila elettori ancora alle prese con l'emergenza abitativa, con l'emergenza occupazionale e con l'emergenza socio-economica.
Infatti, all'esterno si pensava (e si pensa ancora) di essere già nella seconda fase, quella della ricostruzione. Ci si sbagliava (e si sbaglia ancora) di grosso. Si è fatto - è vero - e si continua ancora a fare, ma non nella misura, nella qualità e nella quantità percepita dalla gente. Le risposte non sono direttamente proporzionali ai risultati raggiunti e soprattutto a quelli sbandierati. Lungi da me e dall'Italia dei Valori la polemica sterile e odiosa, ma tant'è.
A riprova di questo, signor Presidente, colleghi e Governo, abbiamo condiviso una mozione unitaria nella quale però abbiamo anche introdotto alcuni elementi forti di riflessione e soprattutto nella parte che riguarda le premesse si è condiviso con Italia dei Valori - che ha riportato interamente questo dato - che resta intatta, ancora aperta ed irrisolta una serie di problemi da affrontare nella loro complessità.
Permangono ancora fra le luci ed attività molte ombre. Lo stesso decreto-legge n. 131 del 2009, avente ad oggetto ulteriore rinvio delle consultazioni elettorali amministrative nella provincia di L'Aquila, motiva il rinvio ulteriore sul fatto che permane la straordinaria necessità ed urgenza, ma chiarisce ancora meglio, signor Presidente, colleghi e Governo, qual è lo stato dell'arte post sisma a L'Aquila, il relatore del provvedimento al Senato, un Pag. 17nostro conterraneo, il senatore Pastore quando dice (testuali parole) che il decreto-legge n. 131 del 2009 dispone l'ulteriore proroga dello svolgimento delle elezioni amministrative nella provincia di L'Aquila, rinviandole al turno annuale ordinario della primavera 2010.
Afferma inoltre (testuali parole) che il Governo ha ritenuto di agire in tal senso a causa del permanere di una situazione emergenziale nei territori colpiti dal terremoto. Attraverso questo richiamo alla memoria recente, a quanto detto e fatto in Senato dal Popolo della Libertà si vogliono evidenziare alcune contraddizioni.
La prima è il richiamo del relatore ad una situazione emergenziale: ciò significa che ancora non si esce da questa fase, ma ancor di più che non si è entrati di fatto e compiutamente nella seconda fase, quella della ricostruzione vera e propria in termini organici e sistematici. La seconda contraddizione si è evidenziata quando un altro senatore conterraneo del Popolo della Libertà ha affermato che le «elezioni avrebbero intralciato la gestione dell'emergenza in atto» e, ancora, che le stesse «sarebbero state alterate dalle tensioni sociali inevitabilmente presenti».
Con questi richiami alla realtà delle cose voglio dimostrare che il rinvio è direttamente collegato ad uno stato di emergenza tuttora presente, che attanaglia ancora la gran parte dei cittadini che non sono poca cosa (oltre 27.500) e che diverse migliaia di studenti (circa 8 mila) sono ancora in attesa di avere qualche risposta in ordine alla possibilità di avere un tetto ed un alloggio sempre a L'Aquila. Il rinvio era talmente ovvio che bisognava provvedere sin da subito e direttamente alla primavera 2010, senza questo inutile passaggio che, dietro il tecnicismo della denominazione (quasi banale un automatismo, ma che tale non è, ossia l'ulteriore rinvio delle elezioni amministrative nella provincia di L'Aquila), presuppone invece il persistere ed il permanere di situazioni individuali e collettive di grande disagio e grande delusione.
Questo è un provvedimento con il quale siamo lapalissianamente d'accordo, ne condividiamo la scelta, ma questo ulteriore rinvio impone talune riflessioni sfrondate da pregiudizi e da facili e anche sterili polemiche, che peraltro non ci appartengono. Questo rinvio ci dice che a L'Aquila e nei territori martoriati dal sisma si è ancora per molti versi in mezzo al guado. L'emergenza non è superata e questo ce lo ricorda il provvedimento in esame. La ricostruzione, positiva per molti aspetti, è sono alla fase di avvio e con molte zone d'ombra.
Attenzione, però colleghi: il lavoro fatto nella prima fase dalla Protezione civile, dai volontari, dalle Forze armate e dai vigili del fuoco è stato encomiabile, ma se, per esempio, l'azione della Protezione civile si dovesse protrarre oltre il 31 dicembre del 2009, ciò rappresenterebbe, di fatto, una anomalia tutta italiana, togliendo compiti e governance legittima alle istituzioni territoriali (parlo dei comuni e della provincia, con in testa la regione).
Non so se i ritardi appalesatisi si colmeranno, pur utilizzando il rinvio, così come non so se tale rinvio serve al ceto politico o alla comunità aquilana. Ecco, attraverso queste riflessioni e interrogativi l'Italia dei Valori intende mettere sotto la lente di ingrandimento il contesto post sisma e i disagi che permangono nella comunità aquilana nei suoi settori nevralgici (la scuola, l'economia locale, le imprese piccole e medie, l'artigianato, il commercio, le imprese edili locali tagliate fuori dai lavori di ricostruzione).
Resta ancora la questione fondamentale di L'Aquila e della sua economia, anche per quanto riguarda l'università. Ricordo che un anno fa vi erano 27.500 studenti iscritti e che ad oggi ve ne sono solo 3 mila, per cui credo che a questi bisogna dare delle risposte importanti ed urgenti. Credo anche che questo ulteriore rinvio evidenzi anche un ulteriore problema: 300 mila elettori che nel frattempo a tutto pensano meno che alle elezioni e che il tardare delle risposte concrete li pone nella necessaria condizione umana ed economica di pensare a se stessi e alle proprie famiglie. Questo sta di fatto comportando in Abruzzo un diverso ed im Pag. 18previsto riassetto del territorio ed un modello di sviluppo che sicuramente non era previsto. Molti rimarranno e stanno rimanendo nella costa scegliendo di non rientrare a L'Aquila, perché non vi sono più le condizioni minime oggettive per poter sopravvivere, non per potersi esprimere.
Quindi, voglio dire che questo atto doveva essere più lungimirante rispetto alla situazione aquilana, ma non solo: in questo lasso di tempo bisognava mettere in campo una serie di interventi strategici, organici e sistematici affinché tutta questa gente poi non rimanga sulla costa e crei uno squilibrio territoriale e un nuovo e diverso modello di sviluppo. Credo che rispetto a questo provvedimento sia stato fatto qualcosa in più e qualcosa in meno rispetto ai bisogni del territorio. Qualcosa in più che va verso il ceto politico, qualcosa in meno che va incontro alle risposte da dare al territorio.
Mi auguro che si affronti questo problema e che si dia anche la possibilità, perché è nella disponibilità del Governo, di mettere non solo a fuoco i problemi che abbiamo evidenziato nella mozione unitaria, ma che a quelle problematiche venga data una risposta puntuale, coerente e cogente da parte del Governo; infatti credo che da parte di ognuno di noi ci sia la volontà di spostare in avanti la disponibilità e la qualità della vita degli aquilani nei territori martoriati dal sisma. Però non credo siano questi i provvedimenti da prendere, o almeno che vadano presi eventualmente in maniera complementare: di pari passo con queste volontà si manifesti anche la disponibilità in termini di risorse economiche e finanziarie affinché alcuni problemi da noi evidenziati nella mozione unitaria abbiano finalmente risposta perché credo che questi siano veramente i problemi urgenti e immediati ai quali bisogna far fronte dando risposte agli aquilani.
Peraltro evidentemente su questo provvedimento siamo d'accordo e non c'è nessuna necessità di mettere in campo altre diverse strategie. Mi auguro che esso serva da sprone al Governo affinché alla data del 2010 alle domande contenute in quella mozione, in cui abbiamo messo molti contenuti e molto impegno noi dell'Italia dei Valori, siano state già date delle risposte e che soprattutto siano impiegate delle importanti risorse per risolvere i problemi degli aquilani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, non è questa la sede per diffondersi sui temi del terremoto a L'Aquila che già hanno occupato altre sessioni e che naturalmente resta una questione ben salda alla nostra attenzione. Il gruppo dell'Unione di Centro ha già annunciato il voto favorevole sul provvedimento che naturalmente confermiamo: esistono tutte le ragioni, come detto, di necessità e d'urgenza per il differimento delle elezioni amministrative nella provincia di L'Aquila, come già si era stabilito peraltro con la legge n. 77 del 2009. Ora viene precisato che queste elezioni si terranno a primavera limitatamente al turno annuale ordinario del 2010, tra il 15 marzo e il 15 giugno; in questo periodo si terranno anche le altre elezioni amministrative, nella data che sarà fissata dal Governo e dal Ministro degli interni. Anche in questo caso ovviamente ci sono dei precedenti, infatti l'election day o accorpamento risponde ad un criterio di buonsenso.
Le ragioni del rinvio su L'Aquila sono state illustrate e come ho detto non mi diffonderò su di esse. Però è del tutto evidente che vi è un centro storico sostanzialmente chiuso e inagibile; il «Progetto CASE» è ancora in via di ultimazione, sono stati consegnati solo alcune centinaia di alloggi. Si tratta di un progetto che risponde alle esigenze di circa meno di un terzo della popolazione sfollata; vi sono alcune migliaia di abitanti ancora nelle tende. Vi è soprattutto una grande attesa di misure economiche concrete perché la ricostruzione in termini di riparazione e messa in sicurezza degli immobili ancora di fatto non parte. Pag. 19
Siamo tutti molto attenti anche alle determinazioni in sede europea per la necessaria istituzione della zona franca che è un elemento essenziale per la ripresa dello sviluppo e della vita civile ordinaria. Tra questi elementi della vita civile ordinaria naturalmente vi è anche la piena partecipazione al voto elettorale in condizione di parità, come prevede la nostra Costituzione. Dunque confermiamo il voto favorevole al provvedimento da parte dell'Unione di Centro e con esso anche le ragioni che abbiamo illustrato nel nostro ordine del giorno affinché davvero si possa far quanto di meglio per evitare che si ripeta lo scarso, scarsissimo afflusso al voto elettorale che si è manifestato invece nella tornata relativa all'europee nel giugno 2009.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.

PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, come ormai è chiaro, siamo qui per provvedere all'approvazione di un ulteriore rinvio delle elezioni amministrative nella provincia di L'Aquila, rinvio che era già stato previsto in una prima fase, tra il 1o novembre e il 15 dicembre, con un apposito decreto-legge dell'aprile 2008. Poi chiaramente il persistere delle situazioni di necessità e di urgenza che hanno determinato il primo rinvio, ha portato ad un ulteriore rinvio di questo termine.
Sulle condizioni dell'evidente necessità ed urgenza penso non sia il caso di soffermarci perché il terremoto, con tutto quello che ne è seguito, è ancora lì, come dicevano i colleghi, a dimostrare le difficoltà di recupero che vi sono in queste zone, difficoltà di recupero soprattutto per la macchina amministrativa e per tutti gli apparati che dovrebbero lavorare per portare allo svolgimento delle elezioni in maniera proficua e corretta. Con riferimento a L'Aquila non vi è tanto da dimostrare quanto poco sia stato fatto in questo intervento post terremoto, perché su questo è evidente come, giustamente, la minoranza faccia il suo lavoro e veda sempre il bicchiere mezzo vuoto dagli interventi che sono stati svolti. Tuttavia, non posso non ricordare come in pochi mesi questo Governo, dalle indubbie capacità di programmazione e di attuazione del programma, anche sul piano delle modalità dell'attuazione stessa, abbia potuto dimostrare, per inciso, senza ulteriori aggravi di spesa a carico dei cittadini con nuove tasse che di solito vengono individuate ad hoc e sono poi poste in capo a tutti gli italiani, quanto in pochi mesi sia in grado di fare, anche con l'aiuto soprattutto delle capacità tecniche, di progettazione, di realizzazione dei nostri ingegneri e delle nostre imprese che intervenendo così celermente sul territorio hanno dato prova della loro potenzialità. È una potenzialità che è stata apprezzata non solo in Italia, ma anche all'estero tant'è vero che le tecniche che sono state messe in campo a L'Aquila in questo periodo sono oggetto di studi e sono anche prese ad esempio in altre Nazioni.
Riguardo alla possibilità di posticipare le elezioni per cause di questo tipo, abbiamo numerosi precedenti che si rifanno tutti ad interventi sotto aspetti prevalentemente di un procedimento elettorale; quindi non vanno ad incidere sull'aspetto della valutazione politica, non entrano nel merito se effettuare o meno le elezioni, ma per un motivo contingente altre volte hanno prorogato le elezioni per queste necessità.
Approfittando di questa occasione, si è anche pensato, per motivi economici, quindi per unificare in una sola giornata diverse elezioni realizzando un nuovo election day, di accorpare anche le elezioni regionali ed amministrative per l'elezione di presidenti di province e dei consigli provinciali, anticipando di un mese la data, la finestra delle elezioni annuali del 2010.
Naturalmente, visto che si sta parlando degli interventi che sono stati realizzati in Abruzzo e del motivo per cui vi è la necessità di posticipare di nuovo le elezioni, non voglio dimenticare, in questa occasione, tutti quelli che hanno prestato la loro opera di ricostruzione, di pronto Pag. 20intervento: tutti i volontari, le forze dell'ordine, i vigili del fuoco e la Protezione civile che, è vero, a fine anno dovrebbe, diciamo così, terminare il suo mandato, però per il modo in cui ha lavorato, per come si è proposta e per i risultati ottenuti credo che nessuno abbia da criticare qualora la Protezione civile intervenisse ulteriormente in queste zone.
Inoltre questa tipologia di intervento è da prendere ad esempio anche per eventuali - speriamo di no - altre calamità: un metodo di intervento che ha consentito di realizzare in maniera celere alloggi per gli abitanti lasciando da parte quella che era una caratteristica degli interventi principali, cioè appunto delle nuove tasse per andare subito a ripristinare gli edifici demoliti, lasciando vivere per anni nelle baracche e nelle tende gli abitanti. In questo caso si è preferito dare un tetto solido a chi ha perso la casa e poi occuparsi in un secondo tempo di tutte le strutture, di tutte le abitazioni che potranno essere recuperate. Anche in questo senso è la difficoltà di poter procedere a nuove elezioni perché non tutti gli edifici, anzi soprattutto gli edifici pubblici hanno avuto numerosi danni e quindi l'organizzazione pratica delle elezioni amministrative non è sicuramente facile in tale ambito.
In questo caso, quindi, per l'ennesima volta, perlomeno da quando, da un anno e mezzo a questa parte, c'è la possibilità di governare con questa maggioranza, si è data la dimostrazione, come per esempio dopo l'intervento sui rifiuti di Napoli, di come il Governo individui le priorità principali, intervenga e risolva le problematiche.
Quindi, questo aspetto particolare e di dettaglio, di posticipare le elezioni amministrative in provincia, penso che sia una cosa secondaria rispetto a tutto il bene che è stato fatto nei riguardi dei nostri conterranei de L'Aquila.
Naturalmente, il gruppo della Lega Nord non può che essere a favore di questo provvedimento ed eventualmente di tutti i provvedimenti che andranno ulteriormente a dare una mano a queste persone, che hanno subito questi eventi luttuosi, anche calamitosi, tenendo sempre presente che ciò che è stato fatto in questo ambito a L'Aquila dovrà essere fatto successivamente in altre occasioni.
Quindi, il voto della Lega Nord sarà favorevole al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lolli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, il mio intervento sarà brevissimo, anche perché non vorrei che i colleghi cominciassero a pensare che ho una sorta di mania, visto che continuo a tornare spessissimo sull'argomento. Voi capirete che è un argomento che mi tocca anche personalmente e quindi ci metto sempre un po' di enfasi.
In questo caso specifico, stiamo parlando di una norma - vorrei ricordarlo - sulla quale questo Parlamento è già intervenuto. Infatti, in occasione della discussione della legge sul terremoto, per effetto di un ordine del giorno, di cui io ero primo firmatario, ci fu un voto unanime del Parlamento, che chiedeva al Governo di rimandare le elezioni. Naturalmente, ringrazio il Governo e il Ministro dell'interno, ma permettetemi di ringraziare in modo particolare il prefetto de L'Aquila, che, come in altre circostanze, con grande saggezza, si è fatto parte diligente affinché questo rinvio ci fosse.
Stiamo parlando, cari colleghi, di una cosa di cui forse ci vorrebbe maggiore frequentazione tra di noi: il buonsenso. Si tratta di elezioni provinciali: immaginate come sarebbe stato possibile votare con quel sistema elettorale, cioè con i collegi, quando i collegi non ci sono più fisicamente. Quindi, è stato giustissimo rimandarle, come è altrettanto giusto e di buonsenso l'unificazione per quanto riguarda tutte le altre elezioni locali e comunali.
Nel caso specifico, questo rinvio nella provincia de L'Aquila si è esteso anche a tutti i comuni. Purtroppo, qui c'è stata una piccola controindicazione, perché ci sono Pag. 21quattro comuni commissariati fuori dal cratere, per i quali forse sarebbe stato utile invece che si andasse al voto subito.
Ho anche provato a suggerire un possibile emendamento, che è stato dichiarato inammissibile. Lo capisco e accetto che comunque si vada avanti bene in questo modo e in questa direzione.
Voglio solo fare un'annotazione finale, a proposito dell'intervento del collega della Lega, che ho appena ascoltato. Il collega della Lega prima ha detto, riferendosi - presumo - agli interventi del collega Di Stanislao, che l'opposizione in questi casi vede sempre il bicchiere mezzo vuoto, quando invece c'è anche un bicchiere mezzo pieno. Vorrei dire al collega della Lega che è esattamente così. Lì c'è mezzo bicchiere: possiamo considerarlo vuoto o pieno, ma il bicchiere purtroppo è mezzo, nel senso che non è vero che è stata data una casa a tutti. È vero, ahimè, che ci sono ancora migliaia di persone nelle tende. Naturalmente, questo non significa mettersi qui ad indicare colpe e responsabilità, ma semplicemente, come ha fatto il collega Di Stanislao, segnalare una situazione sulla quale è necessario intervenire.
Il segnale che diamo noi oggi qui unitariamente, per quanto riguarda questo aspetto, il segnale che abbiamo dato unitariamente con il voto sulla mozione e - vi prego, colleghi della maggioranza e del Governo - il segnale che voi dovete dare adesso è tradurre le misure che abbiamo indicato nella mozione in norme con la legge finanziaria. Infatti, se non lo farete, tutte queste indicazioni positive si potranno ritorcere esattamente nel loro contrario. Queste indicazioni positive possono essere un bel segnale e un aiuto a popolazioni che hanno ancora tanta sofferenza addosso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pelino. Ne ha facoltà.

PAOLA PELINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il rinvio delle elezioni provinciali a L'Aquila, abbinate alle regionali, è un atto giustificabile proprio per il tremendo e doloroso sisma che ha colpito il capoluogo abruzzese il 6 aprile.
È una scelta giusta, che oggi trova la convergenza di tutti noi proprio perché siamo ormai da mesi abituati a vedere che questo Governo, e ne abbiamo le dovute conferme, sta attuando delle scelte giuste, sta cercando di dare una tempistica e, con determinazione, sta portando avanti un progetto di ricostruzione, che oggi è sotto gli occhi di tutti.
Non è un caso che, anche pochi giorni fa, quest'Aula abbia votato all'unanimità un testo unico di una mozione dove tutti ci siamo trovati a dire a questo Governo di continuare così, come ha fatto dal 6 aprile ad oggi, mantenendo non solo le promesse (di questo abbiamo già avuto atto: basti ricordare la consegna delle case che sta avvenendo di settimana in settimana).
Sappiamo che allo stato attuale soltanto 2 mila e 500 persone si trovano ormai sotto le tende, ma diciamo anche che è per loro scelta: abbiamo, infatti, offerto loro la possibilità, intanto, di andare negli alberghi, ma ormai l'attaccamento a quella situazione e sicuramente il fatto di sapere che, di lì a poco, potranno anche loro acquisire una casa li lascia ancora lì.
È inutile ricordare tutti i passaggi che vi sono stati e che hanno determinato, ripeto, agli occhi del mondo intero un'acclarata azione da parte di questo Governo, della Protezione civile, di tutte le forze dell'ordine, dei vigili del fuoco e dei volontari.
Arrivati a questo punto, tutto quello che può venir fuori sono solo risultati positivi: ce lo dice l'esperienza e ce lo dice il Presidente Berlusconi, che periodicamente e sistematicamente si trova a L'Aquila; e tutte le polemiche sterili non servono a nulla.
Ancora una volta, voglio ribadire che iniziative intelligenti ci porteranno a riavere il nostro capoluogo di regione, punto importantissimo per il nostro Abruzzo. Voglio ribadire ciò, il fatto di avere Pag. 22fiducia in questo Governo. Ancora una volta, io che sono sempre stata orgogliosa di essere abruzzese, in questo momento lo sono ancora di più grazie proprio alle iniziative che questo Governo sta portando avanti.
Grazie, quindi, e sul provvedimento in esame preannuncio il voto favorevole del nostro gruppo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

BEATRICE LORENZIN, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN, Relatore. Signor Presidente, intervengo solo per ringraziare per la sensibilità dimostrata da tutti i gruppi presenti nella Commissione affari costituzionali, che hanno permesso in tempi brevissimi, anche dando un contributo attivo, di arrivare a questa soluzione e a questo risultato. Voglio, quindi, veramente ringraziare per il lavoro degli uffici e dei gruppi parlamentari.

(Coordinamento formale - A.C. 2775-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2775-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 2775-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi? Onorevole Traversa? Onorevole Cera? Onorevole Iannuzzi? Onorevole Fadda? Onorevole Boniver? Onorevole Sposetti? Ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1773 - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 settembre 2009, n. 131, recante ulteriore rinvio delle consultazioni elettorali amministrative nella provincia di L'Aquila» (Approvato dal Senato) (2775-A):

Presenti 510
Votanti 508
Astenuti 2
Maggioranza 255
Hanno votato 508.
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che la deputata Samperi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge Ascierto e Bertolini: Istituzione del «Giorno della memoria delle vittime di Nassiriya e di tutti i militari e civili italiani caduti in missioni internazionali» (A.C. 139-549-2799-A) (ore 16,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge Ascierto e Bertolini: Istituzione del «Giorno della memoria delle vittime di Nassiriya e di tutti i militari e civili italiani caduti in missioni internazionali».
Ricordo che nella seduta del 26 ottobre 2009 si è conclusa la discussione sulle Pag. 23linee generali ed ha avuto luogo la replica del rappresentante del Governo mentre il relatore vi ha rinunziato.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali), nella giornata odierna, ha deliberato di considerare la proposta di legge n. 2850 ricompresa nella relazione sui progetti di legge nn. 139, 549 e 2799.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bruno, presidente della I Commissione.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, vorrei rappresentare a lei e all'Assemblea che alle ore 15 sono stati presentati due subemendamenti, per cui la Commissione e il Comitato dei nove le chiedono un breve lasso di tempo per poterli valutare. Suggerirei una sospensione di dieci minuti o un quarto d'ora, chiedendo ai colleghi che fanno parte del Comitato dei nove di riunirsi presso la stanza della Presidenza del Consiglio.

PRESIDENTE. Ritengo che anche la Commissione bilancio debba esprimere poi il parere.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Esattamente.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non perché non abbia fiducia nel mio presidente, però, visto come vanno le cose, onde evitare di darci un appuntamento tra venti minuti e poi magari ci vuole mezz'ora e visto che si deve riunire anche la Commissione bilancio, soltanto dal punto di vista della nostra organizzazione, suggerirei direttamente una sospensione di qualche minuto in più, per evitare di ritornare e poi di dover sospendere di nuovo.

PRESIDENTE. Ogni suo desiderio è un ordine. Sospendo la seduta che riprenderà alle 17.

La seduta, sospesa alle 16,25, è ripresa alle 17,05.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 139-549-2799-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del testo unificato dei progetti di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 139-549-2799-A).
Avverto che sono stati presentati l'emendamento 1.10 della Commissione ed i subemendamenti Bosi 0.1.10.2 e Amici 0.1.10.1. Tali proposte emendative sono in distribuzione.
Avverto che l'emendamento Amici 1.1 è stato ritirato dal presentatore.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è distribuito in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 139-549-2799-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere parere della Commissione.

PIETRO LAFFRANCO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.10.
La Commissione esprime invece parere contrario sul subemendamento Bosi 0.1.10.2, sul quale la Commissione V (Bilancio) ha espresso parere contrario.
La Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Amici 0.1.10.1, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione, ovvero l'inserimento, dopo la parola «studenti», delle seguenti: «degli istituti superiori di secondo grado», nonché l'inserimento, dopo le parole «ad oggetto», delle seguenti: «i temi del sacrificio dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace». Infine, dopo il punto, si propone di aggiungere le seguenti parole: «I lavori possono consistere in saggi, componimenti e rappresentazioni artistiche».

PRESIDENTE. Onorevole Laffranco, dovrebbe rileggere tutto.

Pag. 24

PIETRO LAFFRANCO, Relatore. Rileggo dunque per intero la proposta di riformulazione del subemendamento Amici 0.1.10.1: All'emendamento 1.10 della Commissione, dopo il comma 2, aggiungere il seguente: «2-bis. In occasione della celebrazione della Giornata di cui al comma 1, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, premia i venti migliori lavori realizzati da studenti degli istituti superiori di secondo grado, ciascuno in rappresentanza di una regione italiana, ed aventi ad oggetto i temi del sacrificio dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, della fratellanza e della cooperazione fra i popoli. I lavori possono consistere in saggi, componimenti e rappresentazioni artistiche».

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
In relazione al subemendamento Bosi 0.1.10.2, preso atto delle considerazioni della V Commissione (Bilancio), il Governo chiede ai presentatori di voler considerare la possibilità di ritirare la proposta emendativa per trasfonderla in un ordine del giorno che possa, eventualmente, prendere in carico gli scopi finali del subemendamento.

PRESIDENTE. Onorevole Amici, accetta la riformulazione del suo subemendamento 0.1.10.1 proposta dal relatore?

SESA AMICI. Sì, Signor Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro del subemendamento Bosi 0.1.10.2, formulato dal Governo.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, non nascondo una certa meraviglia riguardo a questo parere contrario espresso dalla Commissione bilancio. È vero che in questi giorni si è molto parlato da parte del Ministro dell'economia e delle finanze dello stile ragionieristico, però, nel momento in cui il Parlamento si accinge, con un provvedimento avente dignità di legge, ad istituire il giorno della memoria di tutti i militari vittime delle missioni internazionali, è chiaro che il subemendamento da me presentato e sottoscritto dal presidente della Commissione difesa, il collega Cirielli, punta a dire e si limita a dire che gli enti menzionati «promuovono» - anziché, come nella formulazione della Commissione affari costituzionali, «possono promuovere» - le cerimonie in oggetto.
Francamente l'uso del termine «possono» suona davvero male, perché in fondo sembra che allo stato attuale delle cose, se non intervenisse questa legge, gli enti e le scuole non possono promuovere, il che rappresenterebbe un non senso assoluto.
Del resto, dove sta scritto e per quale motivo si deve sostenere la tesi per cui sostituire l'espressione «possono» con quella «promuovono» comporti automaticamente un incremento di spesa, quando invece in altre disposizioni di questo provvedimento legislativo, ivi compreso il subemendamento presentato dalla collega Amici sul quale è stato espresso parere favorevole, viene semplicemente previsto che non vi è un aggravio per il bilancio dello Stato?
Se gli enti locali e le scuole promuovono tali iniziative, ciò non sta a significare che si determina necessariamente un aumento di spesa: è evidente che si tratta di una concezione davvero molto scolastica e molto riduttiva, e se vogliamo è preoccupante anche il fatto che in un provvedimento di questa natura, che punta a celebrare e a coltivare la memoria dei sacrifici dei nostri militari, ci si soffermi su tali aspetti o, addirittura, si utilizzino termini per così dire problematici come quello, appunto, «possono» (quasi a dire che se non vogliono farlo, non lo fanno).
Del resto, nella formulazione sottoscritta da me e dal presidente Cirielli non Pag. 25si dice «debbono», bensì «promuovono»: è chiaro che non si tratta di un termine dispositivo, per cui non si configura un obbligo.
Insistere nel non accettare questo subemendamento rappresenta quindi un fatto che dispiace, perché si dà una versione molto singolare e riduttiva di un provvedimento che, invece, riveste un grande valore morale, ideale e politico.
Non credo comunque che per questo dovremmo accapigliarci e non ho difficoltà - qualora, come mi pare di capire dal relatore e dal Governo, risulti prevalente questa interpretazione fiscale ed apolitica della Commissione bilancio dettata probabilmente dalla Ragioneria - a ritirare il mio subemendamento 0.1.10.2, per non sottoporre l'Assemblea ad un voto che mi sembrerebbe davvero singolare ed inopportuno.
Non accetto nemmeno però, signor sottosegretario, di presentare - come lei mi suggerisce - un ordine del giorno che sarebbe per certi versi singolare, come a dire che si presenta un ordine del giorno che poi va a finire in qualche cassetto di non so quale Ministero, con il quale decidiamo che questi enti organizzano e promuovono, edulcorando così il termine «possono».

PRESIDENTE. Onorevole Bosi, la invito a concludere.

FRANCESCO BOSI. Non mi rendo disponibile, quindi, alla presentazione di un simile ordine giorno che non avrebbe assolutamente alcun valore, tanto più che discutiamo di un provvedimento che rischia davvero di assumere un valore ridotto.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che il subemendamento Bosi 0.1.10.2 si intende ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Amici 0.1.10.1 nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Paolo Russo... onorevole Garagnani... onorevole Latteri... onorevole Di Virgilio... onorevole Santagata... hanno votato tutti?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato
498).

Prendo atto che i deputati Barbareschi e Siliquini hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 della Commissione, nel testo subemendato e interamente sostitutivo dell'articolo 1, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Patarino... onorevole Cristaldi... onorevole Rossi, ha votato? Onorevole Murer...onorevole Frassinetti... onorevole Traversa... onorevole Casini... onorevole Garavini... onorevole Codurelli... onorevole Lombardo... onorevole Ciocchetti... onorevole Mario Pepe (PD)... onorevole Garavini... onorevole Ciocchetti, prego.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 506
Maggioranza 254
Hanno votato
506).

Prendo atto che i deputati Barbareschi e Bertolini hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Avverto che, consistendo il testo unificato dei progetti di legge di un solo Pag. 26articolo, non si procederà alla votazione dello stesso ma direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 139-549-2799-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 139-549-2799-A).
L'onorevole Di Stanislao ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/139-549-2799-A/1.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, colleghi, l'ordine del giorno è semplicissimo. In esso si chiede di finalizzare risorse chiedendo al Governo di promuovere nei tempi e nei modi le iniziative che ritiene opportune affinché per davvero vi sia la possibilità di creare una coscienza e una cultura rispetto agli adempimenti delle missioni presenti in giro per il mondo da parte degli italiani e, soprattutto, a ricordo delle nostre vittime. Ritengo che sia un aspetto molto importante perché parlare di principi senza poi concretizzarli all'interno di un impegno è un esercizio vuoto e vacuo. Ritengo peraltro opportuno e significativamente mirato il fatto che rispetto alle nuove generazioni, e in maniera particolare e specifica rispetto all'universo mondo della scuola di ogni ordine e grado, vi sia un intervento offrendo disponibilità. Infatti, è soltanto nella disponibilità del Governo la messa in campo di risorse che lo stesso può decidere come e quando spalmare. Ritengo che sia un atteggiamento necessario e importante finché non decada tutto quanto andiamo dicendo.
Peraltro, per non rompere il rapporto unitario e di armonia rispetto a quanto detto in I e poi in IV Commissione, mi sono ben guardato dal presentare emendamenti e subemendamenti. Per me, se c'è un impegno forte e importante dentro ad un dialogo competitivo con il Governo, posso non dico accontentarmi ma attribuire grande valore all'ordine del giorno, augurandomi che, come dice il collega dell'UdC, non venga posto in un cassetto. Altrimenti sarebbe un momento deprimente non per chi lo propone ma sicuramente per il Governo, che si assume impegni che poi non mette in pratica e non è conseguente rispetto ad impegni che prende in modo così solenne.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sull'unico ordine del giorno presentato?

GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, posso assicurare che gli ordini del giorno non vengono nascosti in un cassetto ma, anzi, in particolare il Ministero della difesa fornisce le dovute informazioni sulla loro attuazione al Parlamento. Comprendendo perfettamente le intenzioni dell'onorevole Di Stanislao, peraltro apprezzando che nell'impegno si sia voluta distinguere la parte relativa alla promozione delle iniziative al fine di reperire le risorse adeguate, propongo soltanto una piccola riformulazione ovvero di costruire l'impegno come: «impegna il Governo a promuovere tutte le iniziative tese al reperimento delle risorse per la messa in campo di progetti rivolti a giovani studenti affinché si possano praticare principi finalità presenti nella legge» collegandolo poi all'altra parte del dispositivo «al fine di attivare iniziative concernenti il ricordo e la memoria dei caduti nelle missioni di pace nelle scuole di ogni ordine e grado al fine di affermare in termini culturali e di maturità una memoria progressiva, individuale e collettiva e che tengano vivi nei giovani il valore e l'identità della nostra nazione» in modo da avere un solo impegno. Se così riformulato, il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/139-549-2799-A/1.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/139-549-2799/A/1, accettato dal Governo, purché riformulato. Pag. 27
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 139-549-2799-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente e colleghi, a sei anni di distanza da Nassiriya ciò che resta, oltre al ricordo ed al dolore, sono il dovere e la responsabilità. Si tratta di un'eredità pesante e difficile, che però non ammette alcun alibi ed impone al Paese un profondo rispetto per il senso del dovere e la responsabilità di chi ha sacrificato la propria vita per adempiere fino in fondo al proprio compito. Un compito difficile che, seppur nel caso iracheno ed in parte in quello afghano ci ha trovato forse discordi nei principi e nelle modalità, riteniamo non possa meritare indifferenza o avversione nei confronti dei nostri soldati. I soldati italiani caduti a Nassiriya sono morti nell'adempimento del proprio dovere, assumendosi fino in fondo le proprie responsabilità. È per questo che parlando di doveri e responsabilità non possiamo non pensare anche alle aspettative, ai sogni, agli affetti ed ai progetti di chi con coscienza e scrupolo ha perso la vita adempiendo al proprio compito e di chi in Italia ha perso i propri cari.
Tuttavia sarebbe solo retorica se ci fermassimo a queste parole. È di fondamentale importanza che le missioni internazionali - e in questo vi è il contributo dell'Italia dei Valori, che ha presentato in Commissione una propria proposta di legge sulle missioni internazionali - rappresentino un valido strumento per costruire pace e sicurezza, garantendo lo sviluppo socio-economico per le popolazioni interessate e, più in generale, per l'intera umanità. Per fare ciò serve un'adeguata politica di cooperazione e solidarietà internazionale, tesa a garantire diritti ed opportunità eque per tutte le popolazioni che ancora vivono in condizioni di povertà.
Ricordo all'Assemblea, che è un po' distratta rispetto a questo solenne impegno che sta prendendo, che l'Esercito italiano ha oltre 1.900 soldati nei Balcani, oltre 2.100 nel Libano, oltre 3.200 in Afghanistan, in parte a Kabul, ma per la stragrande maggioranza nella provincia occidentale di Herat. I soldati italiani sono al lavoro, tra l'altro, anche in Sudan, Malta e Marocco. A volte sono piccolissimi contingenti di sole cinque persone ma, in alcune missioni internazionali, i nostri soldati giocano spesso un ruolo chiave, come appunto in Libano. Sono oltre 8.000 i soldati impegnati in 30 missioni in 20 Paesi, sotto le bandiere dell'ONU, della NATO e dell'Unione europea, numeri che fanno dell'Italia, in termini assoluti, l'ottavo Paese fornitore di truppe alle Nazioni Unite per le operazioni di peacekeeping, mentre per le stesse esigenze è la prima nazione nell'ambito dell'Unione europea.
È per questo che l'Italia dei Valori ritiene che queste iniziative legislative debbano essere utilmente spese e tese non solo ad un richiamo rituale alla memoria, bensì debbano servire, attraverso il ricordo, a scrivere soprattutto il futuro; un futuro però poggiato su atti, fatti e comportamenti che siano esemplari, azioni educative da prendere ad esempio a livello individuale e collettivo, che dissodino e coltivino le coscienze, spesso sopite e a volte azzerate, tanto degli adulti quanto e soprattutto delle giovani generazioni, vere destinatarie di questi messaggi identitari e valoriali. Bisogna tenere vivo il ricordo a tutti i livelli istituzionali, non tanto e non solo come baluardo, nel timore di perdere pezzi di storia più o meno recenti, con dentro il dramma di giovani vite spezzate nell'adempimento del loro dovere, bensì come spinta propulsiva a creare le condizioni culturali, nella condivisione di Pag. 28scelte così complesse e difficili quali la partecipazione a missioni internazionali per la pace.
Bisogna tenere vivo il ricordo come ammonimento e come impegno a costruire un mondo e una realtà migliori, evitando che queste ed altre giornate così significative scadano nel puro e semplice anniversario, facendolo diventare vuota formalità. Bisogna celebrare questi fatti per promuovere la cultura della difesa dentro e fuori i nostri confini, attraverso la pace e la solidarietà, guardando ai giovani. La politica e le istituzioni devono tenere alta la guardia, senza divisioni e nella condivisione degli indirizzi da dare, con un profilo da alimentare quotidianamente con esempi positivi, dai quali i giovani e la comunità locale e nazionale possano attingere per tenere acceso il senso di una memoria proiettata a costruire su basi solide dal punto di vista etico e civile il nostro futuro.
Pertanto, non servono prediche né parole, bensì comportamenti nei quali riconoscersi e specchiarsi. Allora sì, che anche la giornata del ricordo dei caduti nelle missioni internazionali per la pace rappresenterà concretamente la sintesi di azioni quotidiane da cui approvvigionarsi ed alimentarsi senza retorica. Nessuno può e potrà sottrarsi dal fare la propria parte nella costruzione di un futuro condiviso, nel quale la memoria e il ricordo di comportamenti positivi rappresentano le fondamenta su cui poggiare una vera e convinta condivisione.
Queste ed altre proposte, per essere vere, attuabili e, soprattutto, assorbibili dalla comunità nazionale e, in primo luogo, dai giovani, devono prevedere un'adeguata copertura finanziaria. Altrimenti, resteranno i riti che, però, non attivano procedure tese alla conoscenza e alla condivisione, tanto delle missioni, quanto e, soprattutto, del sacrificio di tanti nostri concittadini in azioni di pace.
Signor Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, attraverso queste iniziative è necessario anche lavorare per costruire una memoria progressiva collettiva. Invece, in questi anni, si è consolidata - sbagliando - una memoria «a scatti», richiamata dalle celebrazioni, dagli ennesimi lutti e, quasi esclusivamente, da riti.
Credo che con questo ammonimento l'Italia dei Valori possa concludere il proprio intervento, significando che è in piena sintonia con il provvedimento in oggetto e con gli altri che ne hanno caratterizzato la sua conclusione. Credo, infatti, che i colleghi di ogni parte politica - di maggioranza e di opposizione - abbiano inteso unitariamente riconoscersi in un principio importante, in base al quale, nonostante in Italia vi siano oltre otto provvedimenti riguardanti la giornata del ricordo e della memoria, qualcuno, finalmente, intende fare qualcosa di rilevante.
Noi non ci sottrarremo al nostro compito. Dobbiamo dimostrare che non solo il Parlamento, ma l'intera nazione e l'Italia - attraverso tutte le sue diramazioni locali, provinciali e regionali, e tutte le scuole di ogni ordine e grado - devono ritrovarsi in questi principi. Credo, tuttavia, che sia necessaria un'azione più incisiva e forte del Governo per far diventare prassi questo dato - che è di natura culturale e solidaristica - affinché, anche attraverso la messa in campo di risorse spalmate nel tempo, possa trovare, finalmente, puntuale ricognizione attraverso iniziative importanti, non solo legate alla memoria, ma anche al presente e al futuro che andremo a costruire e a consegnare a molti giovani.
Credo che su questo noi dell'Italia dei Valori ci ritroviamo e abbiamo inteso dare il nostro contributo, ma non solo. Abbiamo inteso anche dare un grande contributo presentando in Commissione difesa una proposta originale (volta a diventare una proposta unitaria) in ordine alle missioni internazionali.
Stiamo facendo il nostro dovere, lontano dalle polemiche pretestuose. Stiamo cercando di costruire per quanto ci è possibile. Riteniamo che anche dall'opposizione possano arrivare degli elementi in grado di sviluppare competitività, di portare più avanti la nazione e di realizzare leggi importanti e, soprattutto, utili affinché Pag. 29l'intera collettività possa riconoscersi nei principi ai quali ognuno di noi deve ispirarsi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 17,27)

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i contingenti militari italiani impegnati all'estero si sono sempre distinti per la qualità e l'alta professionalità dei loro interventi, in particolare nelle missioni di peacekeeping. Specie in Medio Oriente, i nostri uomini impegnati in missioni umanitarie hanno dimostrato di essere garanzia di sicurezza e di sviluppo per le popolazioni martoriate dal fanatismo religioso, dal terrorismo e da conflitti civili, quasi sempre particolarmente cruenti, che, nella maggior parte dei casi, si ripercuotono sulle fasce sociali più deboli e su chi già vive il dramma della fame, della sete, della malattia e della povertà.
Il Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud, pertanto, coglie questa occasione per esprimere, ancora una volta, la gratitudine per l'opera svolta da questi uomini in situazioni di grande difficoltà, troppo spesso a costo della vita.
Signor Presidente, colleghi, il Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud voterà a favore del provvedimento in esame che istituisce il giorno della memoria delle vittime di Nassiriya e di tutti militari e civili italiani caduti in missioni internazionali, proposto dai colleghi Ascierto e Bertolini e scaturito da un'iniziativa del Governo.
Le motivazioni, come è facilmente intuibile, sono molteplici, ma soprattutto perché è forte in noi l'esigenza di rinnovare il ricordo di questi nostri diciannove eroi caduti a causa della violenza di chi attraverso il terrore vorrebbe interrompere il cammino verso la democrazia e la libertà di un popolo martoriato per decenni da una dittatura sanguinaria.
Inoltre, avvertiamo il dovere di fissare in maniera indelebile nella memoria del popolo italiano il sacrificio di queste vite e di tanti altri uomini e donne, caduti non solo per garantire la pace e la sicurezza, ma anche per assicurare interventi umanitari a popolazioni spesso affamate e prive di istruzione e di assistenza sanitaria.
L'istituzione della giornata della memoria è il minimo che dobbiamo alle famiglie che hanno subìto la perdita dei propri cari. Lo dobbiamo anche ai nostri giovani, per i quali avvertiamo l'ansia di formarli inculcando loro il senso delle istituzioni e dello Stato, l'amore per la libertà e per la democrazia e la convinzione che qualsiasi forma di terrorismo possa essere vinta e debba essere combattuta con rigore e assoluta fermezza. È per questo che auspichiamo che la giornata della memoria sia celebrata non solo in tutte le istituzioni del Paese, ma soprattutto nelle scuole di ogni ordine e grado.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Movimento per le autonomie - Alleati per sud ribadisce in questa sede i sentimenti di sgomento, di dolore e di totale solidarietà per i familiari delle vittime e per i militari tuttora impegnati nelle tante missioni internazionali. Il nostro è un sentimento di sdegno e rabbia di fronte a un atto che fu così vile. Ci sentiamo vicini ai nostri caduti, la maggior parte proveniente dal nostro sud, alle famiglie e ai tanti uomini che con impegno, onore e sacrificio continuano oggi ad adempiere a quanto il nostro Paese chiede (Applausi dei deputati del gruppo Misto - Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, votiamo convintamente un progetto di legge che, nella sua ultima formulazione, punta Pag. 30all'istituzione della giornata del ricordo dei militari e civili caduti nelle missioni internazionali di pace.
Credo che tutti gli italiani, senza distinzione di classe e di appartenenza politica, abbiano vissuto delle giornate di grande trepidazione, di grande emozione e di grande commozione tutte le volte che ci siamo riuniti nel ricordare i nostri caduti, in primis i caduti nella missione di Nassiriya, ma poi via via tutti gli altri che hanno perso la loro vita per rappresentare l'Italia in un contesto internazionale, finalmente come Paese che partecipa, non secondo a nessuno, alla difesa di un ordine internazionale fondato sulla libertà, sulla eguaglianza e sul rispetto dei diritti fondamentali della persona.
Quando abbiamo mestamente accompagnato questi caduti - ricordo il lunghissimo corteo che si è svolto per le vie di Roma - abbiamo visto negli occhi e nella faccia di una moltitudine di italiani la partecipazione, la commozione e la totale identificazione con questi nostri caduti. Il loro ricordo, il significato del loro ricordo non può che essere ulteriormente rafforzato mediante l'istituzione di questa giornata, che viene fissata per il 12 novembre.
Su questa davvero auspico e credo, al di là della polemica sull'accezione formale di questo ricordo, che le amministrazioni comunali, le scuole e gli enti debbano potersi fermare un attimo, riflettere e ricordare. Al di là di ogni retorica, non si tratta solo di ricordare e di rendere omaggio al sacrificio di tante vite umane (sia militari sia civili), ma anche di riflettere sull'ordine internazionale, cioè su ciascuno di noi, come persona, nell'ambito di un'idea che si deve avere della nostra patria, dell'Italia e del mondo al quale apparteniamo. Credo, infatti, che dobbiamo sempre riflettere sul fatto che non esiste un mondo per propria natura pacifico, dove vengono rispettate le libertà individuali e i diritti dei popoli. Si tratta, invece, di una conquista che costantemente deve essere realizzata con un ruolo attivo, con una presenza vigile e anche con il sacrificio di tante vite.
Certo, come avviene nel nostro Paese, con le forze dell'ordine che presidiano la sicurezza di tutti i cittadini, anche nell'ambito del contesto internazionale non possiamo tirarci fuori, ma dobbiamo essere presenti, per testimoniare l'attaccamento ai valori della tolleranza, della democrazia e della libertà. È questo che fa grande un popolo e una nazione. Non possiamo che ricordare e testimoniare, anche a favore della formazione delle coscienze delle nuove generazioni, che devono potersi conquistare giorno dopo giorno, attraverso l'assunzione e l'accettazione di questi valori, così riconquistando la propria libertà, la propria autonomia e i diritti fondamentali dei popoli e delle persone.
Ecco perché, signor Presidente, credo che in questo momento dobbiamo riconoscere e tributare alle nostre Forze armate, ai militari, ai civili e a tutti coloro i quali prestano la loro azione e il loro lavoro con passione, con abnegazione e con senso del dovere, un omaggio, cosa che ci accingiamo a fare con l'approvazione di questo provvedimento.
Certo, forse sarebbe stato necessario un po' più di coraggio e di determinazione perché anche questi stemperamenti del testo forse non sono stati propriamente adeguati all'importanza delle misure che ci accingiamo ad approvare. Allo stesso modo, credo che dobbiamo riconoscere, quando andremo a discutere i grandi provvedimenti sull'economia nazionale e il disegno di legge finanziaria, che spendere per la sicurezza internazionale e investire risorse a favore delle Forze armate e della difesa non significa gettare i soldi della finestra ma dare forza - morale, ma anche politica - ad un Paese che vuole svolgere nel proscenio internazionale un ruolo di riferimento e di guida per dare, anche noi, il nostro contributo generoso alle sorti di tanta gente che, senza queste missioni e senza la presenza vigile delle Forze armate, avrebbe davvero un destino amaro di fronte a sé.
Pertanto, è con grande convinzione, signor Presidente, signor rappresentante del Governo, che l'Unione di Centro esprimerà Pag. 31il proprio voto favorevole a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, colleghe, colleghi, nell'approvare oggi questo provvedimento compiamo un atto più importante che la semplice istituzione di un giorno di memoria. In questo Paese, dove ancora oggi non si riesce ad avere una memoria storica completamente condivisa, dove ancora le verità storiche non sempre coincidono e la comune trasmissione di valori è spesso mediata da faziosità, abbiamo oggi l'occasione di creare un momento condiviso da trasmettere alle prossime generazioni.
Nell'Italia delle divisioni, dei contenziosi politici, della decadenza della qualità del messaggio mediatico politico, possiamo, con uno sforzo, dare al Paese un momento comune di consapevole riflessione. Con questo provvedimento, onorevoli colleghi, passiamo dalla memoria singola, dal dolore privato, alla ricerca di una nuova forte memoria collettiva. Torniamo a mettere al centro dei nostri pensieri quel privato fatto di valori e sacrifici, distanziando con forza invece quel privato fatto di gossip e di morbose curiosità.
Portiamo all'attenzione del Paese la storia del nostro secolo, difficile e così diverso da quello scorso, un momento storico che necessita di un rinnovato pantheon valoriale a fronte di una complessa evoluzione della società e delle sue tensioni. Questo, colleghi, non è un provvedimento che chiede 60 milioni di lacrime, ma una comune consapevolezza di quello che siamo e di quello che possiamo essere, non per cercare nuovi eroi, ma per esaltare la forza morale di persone normali che dal loro sacrificio fanno esempio per il comportamento quotidiano di ognuno di noi.
Esaltiamo oggi, grazie a loro, anche un percorso lungo fatto dal nostro Paese per essere protagonista positivo delle vicende di un mondo martoriato. È una strada iniziata forse quel 10 agosto 1946, quando il Presidente del Consiglio dei ministri italiano De Gasperi a Parigi si rivolse alla Conferenza degli Stati vincitori in quel discorso difficile che tutti ricordate.
Iniziò, nel silenzio di quell'Aula, con queste parole: sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me. Ma finì dicendo, con un messaggio che oggi nella nostra Aula diventa attuale: è in questo quadro di pace generale che vi chiedo di dare respiro e credito alla Repubblica d'Italia; un popolo lavoratore di 47 milioni è pronto ad associare la sua opera alla vostra per creare un mondo più giusto e più umano.
Ecco quindi la genesi di una storia nuova, di un'Italia diversa che oggi noi a modo nostro celebriamo, istituendo questo momento di memoria. È un giorno da lasciare ai giovani delle scuole per dire che non si cresce con la prevaricazione ed il bullismo, un giorno per dire che la violenza non aiuta la democrazia e lo vogliamo dire forte anche a chi ancora oggi pensa che sia un mezzo lecito.
Ma è anche un giorno di sostegno a chi quotidianamente dà il suo apporto sentito e vitale in luoghi del mondo martoriati. E non importa, colleghe e colleghi, se lo fa su un blindato Lince, in un ospedale o distribuendo generi di prima necessità, perché in quel momento ci rappresenta tutti; rappresenta tutti noi. Non so se si possa esportare democrazia o, almeno, non so se si possa esportare il nostro modello di democrazia occidentale, ma so che si può cercare di preservare la pace, so che si può portare sollievo e che si deve fare di tutto per aiutare le popolazioni che vivono i drammi della guerra e delle dittature.
Ed allora se ognuno di noi si ricorderà un nome o un volto di quei militari o volontari ci ricorderemo di tutti loro, se ricorderemo un luogo ricorderemo tutti i luoghi del mondo dove si muore, se ricorderemo una data ci dovremo ricordare che tutti i giorni dell'anno ci sono nostri concittadini che prestano la loro opera nel mondo. Pag. 32
Votiamo convinti questo provvedimento e facciamolo tutti insieme, dandogli ancora più valore. Ancora prima di dire agli studenti e agli italiani di guardare questi esempi di coerenza etica, guardiamoli noi: un esempio di valore e di impegno senza condizioni da portare in ogni momento anche nel nostro lavoro parlamentare. La Lega Nord Padania dichiara il suo sentito voto favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rugghia. Ne ha facoltà.

ANTONIO RUGGHIA. Signor Presidente, intervengo per manifestare il consenso e il voto del gruppo del Partito Democratico al progetto di legge di istituzione del giorno della memoria delle vittime di Nassiriya e di tutti i caduti militari e civili impegnati in missioni internazionali. Poco più di un mese fa, quest'anno, sei militari italiani sono rimasti vittime di un attentato in Afghanistan contro i paracadutisti della Folgore. A poco più di un mese da questo sacrificio chiudiamo l'iter parlamentare di questa proposta di legge presentata inizialmente insieme ad alcune altre iniziative legislative volte a ricordare la strage di Nassiriya del 12 novembre 2003, nella quale persero la vita 19 nostri connazionali, 12 carabinieri, 5 militari del nostro esercito e due vittime civili.
Dalla strage di Nassiriya al sacrificio ultimo dei nostri militari paracadutisti della Folgore abbiamo avuto purtroppo altre vittime, abbiamo subito altre perdite nello svolgimento delle missioni internazionali. Quindi, penso che sia stato giusto, attraverso il concorso dei gruppi e anche l'impegno del Governo, estendere il ricordo di tutte le vittime militari e civili in questa giornata che inizialmente era stata pensata per ricordare il sacrificio di Nassiriya, che ha rappresentato il più grande tributo di vite umane che il nostro Paese abbia mai pagato in missioni fuori dai confini nazionali.
Esprimiamo, quindi, il nostro voto favorevole a questo progetto di legge, perché riteniamo che sia giusto e doveroso mantenere la memoria del sacrificio compiuto da chi ha perso la vita per corrispondere ad un mandato del Parlamento e del Paese in delicate e pericolose missioni internazionali. La memoria di questo sacrificio deve contribuire a formare la nostra identità nazionale nel rispetto dei principi costituzionali ed è bene ricordare come nella nostra Costituzione sia scritto l'impegno a ripudiare le guerre, insieme all'impegno ad evitare che i conflitti attraverso tutte le possibili iniziative politiche e diplomatiche.
Il nostro Paese ha sostenuto e sostiene un gravoso ed importante impegno internazionale, volto a risolvere conflitti e a ricercare la pace sulla scena internazionale. L'Italia ha partecipato a 114 missioni militari fuori dai nostri confini, 83 di queste condotte insieme alle organizzazioni internazionali alle quali partecipiamo, 9 in attuazione di risoluzioni dell'ONU, altre sulla base di accordi diretti. Noi partecipiamo tuttora a 31 missioni in corso e 2 missioni autorizzate dal Parlamento ancora non hanno avuto inizio.
Il nostro è un impegno grande e rilevante sulla scena internazionale. La nostra è una assunzione di responsabilità che ha comportato e comporta un notevole dispiegamento di uomini e mezzi, che ha permesso ai nostri militari, per loro professionalità ed umanità, di svolgere un servizio prezioso alle popolazioni colpite da immani tragedie. Ciò fa onore al nostro Paese. Purtroppo per garantire questo impegno abbiamo pagato un prezzo alto, per le tante vite umane che abbiamo perso fuori dal territorio nazionale, un alto tributo di vite umane, oltre che per le vittime militari, anche per quelle civili, per gli operatori della Croce Rossa, per i giornalisti, per gli uomini dello Stato impegnati in delicate operazioni di intelligence. A questo proposito, il nostro ricordo va immediatamente al sacrificio di Nicola Calipari.
È giusto ricordare i nostri connazionali caduti, non solo perché lo dobbiamo alle loro famiglie, al loro dolore, alla loro Pag. 33disperazione, ma anche perché, attraverso l'istituzione di questa giornata per la memoria, sarà possibile con tante iniziative in tutto il territorio nazionale rafforzare i sentimenti di coesione ed unità nazionale, il valore della pace e della cooperazione tra i popoli.
Sarà inoltre possibile trasmettere l'importanza di questi valori alle nuove generazioni. Anche per questo con il subemendamento che è stato proposto dall'onorevole Sesa Amici per il nostro gruppo noi abbiamo chiesto di legare la giornata della memoria a iniziative rivolte agli studenti italiani, anche istituendo un premio a favore delle scuole e delle università.
In conclusione, confermo il nostro voto favorevole e anche la nostra determinazione a fare in modo che questa giornata diventi una giornata di impegno solenne, di impegno civile, caratterizzata da una forte passione e da un impegno forte e concreto rivolto al futuro a favore della pace (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, in questi ultimi anni ho visto organizzare in ordine sparso manifestazioni per ricordare i caduti nelle missioni internazionali di pace, talvolta frutto della buona volontà di un'istituzione o dei familiari. Ebbene, oggi facciamo qualcosa di importante, stabiliamo che il ricordo di quanti sono caduti nelle missioni internazionali di pace, il ricordo dei nostri militari, avverrà il 12 novembre, una data scritta nel profondo dei nostri cuori e della nostra coscienza, quando la mano assassina si macchiò in un attentato dell'uccisione di carabinieri, di militari e di civili, una mano assassina che si è poi ripetuta nel tempo.
Allora trovammo un'unità nazionale nel riconoscere l'impegno e il sacrificio di questi uomini e oggi consacriamo attraverso un giorno della memoria un modo per poterli ricordare. Li ricorderemo nelle istituzioni, nella società e nelle scuole attraverso l'insegnamento che dobbiamo dare alle nuove generazioni. È fondamentale che il ricordo viva nelle giovani generazioni e attraverso questa giornata possiamo indicare un percorso da seguire tracciato dai nostri militari. Un percorso fatto di rispetto delle leggi, di spirito di sacrificio, di senso dell'onore, di amore per la patria: era tutto questo ciò che era nei cuori dei nostri militari; servivano la patria, l'Italia, nelle sue espressioni più nobili, quelle della solidarietà, dell'impegno per la pace tra i popoli e della democrazia.
Ricordo alcuni di questi uomini caduti, uno in particolare con cui ho trascorso un periodo della mia vita professionale. Mi raccontava di ciò che continuamente facevano nel corso della sua ultima missione, ad esempio l'episodio di un giovane di Nassiriya, Samil, che era rimasto ustionato dall'acqua bollente e non avendo trovato adeguata accoglienza e soprattutto cure sanitarie nel locale ospedale era stato accolto dagli uomini della nostra missione e curato. Mi raccontava della felicità della famiglia e dell'intera comunità irachena nel vedere l'opera dei nostri militari e carabinieri al servizio di quelle popolazioni. I nostri militari erano amati dalla popolazione ma odiati dall'integralismo più fanatico e becero, perché nel momento in cui si manifestava quel profondo sentimento di solidarietà si metteva in discussione l'azione che mirava a seppellire quel seme di libertà e di democrazia che invece stava germogliando.
Allora, questi nostri militari vanno ricordati ed è giusto istituire questa giornata e, ancor di più, individuarla nel 12 novembre che può accogliere tutti.
Voglio ringraziare la collega Bertolini per aver presentato un'analoga proposta di legge in materia di ricordo per i caduti nelle missioni internazionali di pace, il presidente Bruno della I Commissione e il presidente Cirielli della IV Commissione, nonché tutti i membri della I e della IV Commissione, in particolare il relatore, per non aver mai «mollato» su Pag. 34questa proposta di legge fino all'impegno del Governo che ha poi dato un nuovo impulso.
Ebbene, ritengo che questa giornata sia qualcosa di nuovo, di importante perché i caduti nelle missioni internazionali di pace, nei vari impegni internazionali non potevano essere messi sullo stesso piano dei caduti per atti di terrorismo a livello nazionale, né potevano essere commemorati con tutti gli altri caduti. Da oggi le vedove, a cui rivolgo il pensiero, credo non solo mio, ma di tutto il Parlamento, potranno rendere onore ai propri mariti, ai familiari, ai propri genitori nelle loro città di appartenenza e non devono stare ad aspettare l'iniziativa altrui perché da oggi questa legge dà la possibilità, in ogni parte dell'Italia, di poter celebrare questa ricorrenza.
Però, come dicevamo riguardo al subemendamento che poi è stato ritirato dal collega Bosi, non vorremmo che il termine «possono» si possa tramutare in scarsa sensibilità perché mi auguro che non ci siano professori che si offendono se il 4 novembre un tricolore sventola sulle scuole e che non ci siano professori insensibili nel ricordare il sacrificio di questi uomini, ma che all'interno dei nostri istituti vi sia quel messaggio di grande solidarietà e di grande civiltà che vede protagonisti i nostri militari (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Mi auguro che questi professori dicano alle nuove generazioni: guarda, ci sono stati degli uomini che hanno dato la vita per la propria patria, ci sono stati degli uomini che hanno onorato la propria bandiera in terre lontane portando solidarietà, aiuti e lo spirito, l'anelito di libertà e di democrazia, e quindi ama la tua patria, rispetta chi serve la patria, rendi onore ai caduti nelle missioni internazionali di pace (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rossa. Ne ha facoltà.

SABINA ROSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, prendo la parola a titolo personale per esprimere una mia perplessità. È certamente nei nostri occhi e in quelli di tutti gli italiani l'immagine della basilica di San Paolo con le bare dei nostri soldati caduti recentemente a Kabul ed è in tutti noi il desiderio di ricordarli, di onorari e di commemorarli. Non è ovviamente su questo che voglio esprimere la mia perplessità. Il mio dubbio è legato al fatto che questa Giornata del ricordo e della memoria in realtà già esiste: la legge 4 maggio 2007, n. 56, ha identificato il 9 maggio, giorno dell'assassinio di Aldo Moro, quale Giornata in memoria del terrorismo interno ed internazionale, comprendendo i caduti nelle missioni internazionali di pace.
Vorrei ricordare che nella scorsa legislatura, nella discussione sulle linee generali nell'ambito dell'esame della proposta di legge, furono indicate come possibili date molte altre, tutte ovviamente con pari dignità, compresa la data del 12 novembre, anniversario della strage di Nassiriya, ma alla fine le posizioni dei vari gruppi politici furono unanimi nell'indicare il 9 maggio quale data comprensiva, nel ricordo di tutti gli atti di terrorismo, inclusi i caduti militari e civili. Il testo della legge n. 56 del 2007 è molto esplicito e invita a organizzare manifestazioni pubbliche, momenti comuni di ricordo, dibattiti nelle scuole, al fine di conservare, rinnovare e costruire una memoria condivisa, in difesa delle istituzioni democratiche. Va detto che con la spinta data dal Presidente Napolitano questa giornata ha assunto una valenza che è andata oltre il ricordo e la commemorazione. Credo che su questi temi sia necessario concentrare le energie e non frammentare quello che deve essere il messaggio rivolto alle nuove generazioni con una sequenza di celebrazioni spesso lontane dai più. Credo sia importante, invece, costruire attorno ad una giornata momenti di forte e autentica riflessione sui valori della democrazia, per ricordare chi, per la democrazia e per la pace, ha dato Pag. 35la vita. Per questi motivi, il mio voto sarà di astensione (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fallica. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FALLICA. Signor Presidente, a completamento della dichiarazione di voto dell'onorevole Ascierto, che forse l'aveva dimenticato, mi piaceva sottolineare che esiste anche la proposta di legge abbinata Fallica-Cicu-Moles, che condivide le proposte già presentate e discusse.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo per dire che il mio sarà un voto di astensione, perché, pur riconoscendo l'importanza di una giornata come questa, ritengo che siano veramente troppe le giornate che noi continuiamo a dedicare e che siano poche, invece, le cose concrete che facciamo affinché ci siano meno morti possibili in guerra. Credo che per una volta vada presa una posizione forte. Chiaramente non voterò contro: la mia astensione non vuol dire essere contro i morti di Nassiriya, ma contro tutti quei politici, noi per primi, che continuano a mandare in guerra, a uccidere e, comunque, a creare tanti problemi a persone che non lo meritano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO. Signor Presidente, sono molto grato ai colleghi del Popolo della Libertà, che, comprendendo il mio stato d'animo nel rievocare in quest'Aula la tragedia del 12 novembre 2003, hanno ritenuto di non farmi intervenire sull'argomento. Ma io non posso sottrarmi a quello che sento come un mio profondo dovere morale. Signor Presidente, come lei sa, io quella tragedia l'ho vissuta in prima persona e non dimenticherò mai quella giornata. Nel grande dolore per quanto è accaduto mi è stato di straordinario conforto il comportamento dei colleghi prima del Senato e poi della Camera. Alla fine delle mie comunicazioni al Senato, tutti i senatori, di tutti i gruppi, nessuno escluso, si alzarono in piedi a battere le mani. Come giustamente ebbe a rilevare Giuliano Amato, non lo fecero per la mia persona, ma perché in quel momento l'Italia si sentiva unita, stretta accanto ai suoi militari, senza distinzioni politiche di sorta (Applausi).
Lo stesso accade qui poco dopo. Ricordo ancora che, nel tragitto da Palazzo Madama a Montecitorio, appresi la conferma che fra i caduti c'era il figlio del mio amico generale Ficuciello e lo comunicai alla Camera.
Anche in quella occasione tutta l'Aula applaudì, e non applaudivano certamente il sottoscritto. La collega del Partito Democratico, credo l'onorevole Rossa, ha ricordato la cerimonia dopo il rientro delle salme. In quel momento, nel dolore, ho sentito prorompente l'orgoglio di essere italiano.
In questo Paese, dove molte cose non vanno, ci conforti la consapevolezza che le nostre Forze armate sono davvero motivo di orgoglio profondo per tutti noi e che non è affatto giusto che una politica sedicente di rigore abbia penalizzato proprio il meglio dell'Italia (Applausi - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

PIETRO LAFFRANCO, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIETRO LAFFRANCO, Relatore. Signor Presidente, intervengo solo per ringraziare tutti coloro che hanno collaborato a questo provvedimento: i proponenti dei testi di legge, gli onorevoli Ascierto e Bertolini, il Governo, che ha dato sostegno politico alla proposta, tutti i colleghi della Commissione affari costituzionali di tutti i gruppi, la cui fattiva collaborazione ha Pag. 36promosso un testo oggi unanimemente condiviso. Il mio ringraziamento sincero, quindi, va anche agli uffici, la cui collaborazione è stata essenziale.

(Coordinamento formale - A.C. 139-549-2799-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 139-549-2799-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato dei progetti di legge n. 139-549-2799-2850A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Armosino, Garavini, Cesario, Sposetti... I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Ascierto, Bertolini, d'iniziativa del Governo, Fallica ed altri, «Istituzione del "Giorno della memoria delle vittime di Nassiriya e di tutti i militari e civili italiani caduti in missioni internazionali"» (139-549-2799-2850A):

Presenti 514
Votanti 492
Astenuti 22
Maggioranza 247
Hanno votato 492
(La Camera approva - Applausi - Vedi votazionia ).

Seguito della discussione delle mozioni Realacci, Granata, Misiti ed altri n. 1-00252 e Ghiglia, Belcastro ed altri n. 1-00258 concernenti iniziative relative alla presenza di navi con carichi di rifiuti tossici affondate in prossimità delle coste italiane (ore 18,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Realacci, Granata, Misiti ed altri n. 1-00252 e Ghiglia, Belcastro ed altri n. 1-00258, concernenti iniziative relative alla presenza di navi con carichi di rifiuti tossici affondate in prossimità delle coste italiane (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta di lunedì 26 ottobre 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali.
Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, su indicazione del Ministro Prestigiacomo, al fine di consentire una più ampia convergenza in relazione ai testi delle mozioni presentate, il Governo chiede un rinvio ad altra seduta della fase successiva, confermando, peraltro, l'interesse e l'impegno a che la ricalendarizzazione possa avvenire al più presto.

ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, vorrei un chiarimento dal Governo. Ho parlato anche con i colleghi della maggioranza, molti dei quali hanno peraltro sottoscritto la mozione Realacci ed altri n. 1-00252. Il senso di questa mozione è di produrre, se possibile, un punto di vista comune del Parlamento su una vicenda molto seria. Oggi sappiamo che vi sono notizie spero positive, che parlano del fatto che la nave che è al largo di Cetraro non sia la Kunsky, e si spera che il carico non sia contaminato; ma sappiamo che molte parti del territorio calabrese sono contaminate radioattivamente Pag. 37da rifiuti tossici, e che intorno alle coste di molte regioni italiane sono state affondata delle navi contenenti dei carichi inquinanti.
La richiesta della mozione è che, per una vicenda che si trascina da molti anni, e che quindi non è responsabilità di questo Governo (è dagli anni Novanta che se ne parla), vi sia una risposta all'altezza della sfida che la criminalità organizzata ha posto da parte dell'insieme dello Stato, e quindi dell'insieme del Governo. Vorrei capire bene dal sottosegretario - perché questo mi sembra che fosse il segnale che era venuto da parte della maggioranza - se il rinvio è legato alla concreta possibilità di arrivare rapidamente ad un testo condiviso, che parta della mozione presentata, e quindi il rinvio ha un senso; perché altrimenti, se si tratta di un rinvio volto, per così dire, a prendere tempo, non ha molto senso.

GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Confermo che questo è l'intendimento del Governo nel chiedere il rinvio.

GIOVANNI FAVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, vorrei unirmi al ragionamento portato avanti dal collega Realacci, col quale c'eravamo già confrontati precedentemente insieme anche al collega Ghiglia: con loro avevamo sostanzialmente condiviso, a prescindere dall'invito del Governo, la necessità di poter ragionare già nei prossimi giorni su un testo condiviso, che partisse da basi diverse rispetto ai testi che sono stati presentati, stante il fatto che vi sono importanti novità anche di tipo investigativo che sono emerse in questi giorni rispetto a tale intricata vicenda.
Noi come gruppo non abbiamo inteso sottoscrivere alcuna delle mozioni, e ci siamo ripromessi di portare il dibattito in Aula. A questo punto riteniamo forse sia utile che in tempi rapidissimi, già nel corso della giornata di domani, si possa cominciare ad abbozzare un testo, che possa essere condiviso, e che possa essere portato all'attenzione del Parlamento per poter dare delle risposte certe rispetto ad una vicenda che rischia di essere strumentalizzata (Commenti)...faccio fatica a parlare, signor Presidente, mi scusi.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, l'onorevole Fava ha tutte le ragioni. Prego, onorevole.

GIOVANNI FAVA. A questo punto, a nome del gruppo della Lega Nord, annuncio la disponibilità e la volontà di concordare con i colleghi del Partito Democratico e del PdL, che intendono produrre un documento unico, un testo che possa essere oggetto di una discussione, che mi auguro possa avvenire in Assemblea già nelle prossime settimane (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, ritengo che la richiesta del sottosegretario Cossiga vada valutata con molta attenzione. Egli è tramite, credo, di una richiesta, di un messaggio del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Ritengo però che bisogna anche avere contezza dell'urgenza dell'approvazione di tale atto di indirizzo parlamentare, e bisogna capire quando, perché poi unificare le mozioni non credo sia una grande fatica da compiere. Bisogna avere dunque anche una pianificazione.
Vi è poi un altro punto. Signor Presidente, questo non è un problema dell'ambiente: tale materia non può essere sequestrata da una parte.
Se valutiamo la gravità e la complessità della problematica di questa vicenda, ritengo Pag. 38ci debba essere un impegno ovviamente corale, visto e considerato che questo tema coinvolge certamente la sicurezza e la difesa dei territori e della vita.
Ci sono due Commissioni bicamerali che se ne stanno interessando, quella presieduta dall'onorevole Pecorella e la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere presso la quale, nel pomeriggio, è stato audito il Procuratore nazionale antimafia. Ritengo che un atto di indirizzo parlamentare sia urgente anche perché abbiamo avuto una comunicazione da parte del Governo - è venuto il sottosegretario Menia, che io ringrazio - ma ho il convincimento, anche a seguito della comunicazione di questa sera - non me ne voglia, sottosegretario Cossiga, lei sa che io la stimo - che il Governo abbia preso sotto gamba questa vicenda. L'ho detto in un'altra occasione e lo ripeto anche in questo momento. Si vede che c'è un Governo che sta valutando, certamente non lo nego, con attenzione questo tema ma lo prende come un iter, alla stregua di altre vicende e di altri temi che sono stati affrontati a livello parlamentare. Ritengo invece che esso debba essere considerato diversamente. Possiamo ovviamente concludere questo punto all'ordine del giorno ma vogliamo sapere quando ci ritroveremo in Aula per discutere queste mozioni ed eventualmente per approvarne altre condivise, attraverso una sintesi e uno sforzo che il Governo dovrà fare in questa direzione. Il Governo ci dica qualcosa in più, quando verrà, rispetto ai temi affrontati anche perché c'è stata una grande manifestazione qualche giorno fa ad Amantea, con una grande mobilitazione e partecipazione di popolo. Il mio partito c'è stato attraverso l'onorevole Occhiuto, tra gli altri, e alcuni consiglieri regionali, tra i quali il capogruppo alla regione, ma non c'è dubbio che c'è stata anche una grande presenza di gente comune e di amministratori comunali. C'è bisogno quindi di dare una risposta molto forte ed esauriente. Credo sia questo il senso del mio intervento: ci lasciamo ma desideriamo sapere quando e come riprenderemo questo tema.

AGOSTINO GHIGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, ringrazio il Governo, anche per l'opportunità che ci viene data di approfondire meglio questo argomento, astrarlo dall'emotività di questi giorni e anche da un eccesso di pressione mediatica che rischia di non fare un buon servizio ad alcuno.
Non dimentichiamoci che il problema non è tanto relativo alla cosiddetta «nave dei veleni» che, peraltro, questa mattina si è scoperta non essere quella, ma è più generale ed è quello dell'affondamento di navi che possono - lo ripeto, possono - contenere rifiuti nocivi o tossici. Esso va quindi affrontato con una visione un po' più allargata e meno attualistica che ci porti, se possibile, alla condivisione di un documento che vada un po' oltre rispetto alla strumentalità del momento politico, ma che tenga anche conto del fatto che ci troviamo ad affrontare, in alcune di queste mozioni, un problema almeno trentennale.
Rilevata anche da parte del PdL l'esigenza di fare in fretta, ritengo sia più opportuno fare bene. Una settimana in più o qualche ora in più non possono cambiare gli effetti, nel momento in cui la Camera riesce ad elaborare insieme al Governo un documento condiviso da tutti che ci possa anche dare una prospettiva di tutela del territorio, dell'ambiente e del mare che, lo ripeto, vada oltre le contingenze. Con questo spirito il PdL intende sedersi ad un tavolo con gli altri partiti e con il Governo proprio al fine di addivenire ad un testo che possibilmente possa essere non solo condiviso ma unanime (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Pag. 39

PRESIDENTE. Avverto che la Conferenza dei presidenti di gruppo deciderà in merito alla calendarizzazione delle mozioni concernenti le navi con carichi di rifiuti tossici, avendone chiesto il Governo un rinvio ad altra seduta (ovviamente al riguardo verranno tenute presenti le sollecitazioni formulate dai gruppi).
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, gli altri argomenti all'ordine del giorno si intendono rinviati alla seduta di domani, che avrà inizio alle ore 10,30.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,17).

STEFANO ALLASIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo brevemente per denunciare un fatto gravissimo avvenuto sabato scorso, 24 ottobre, alle ore 16 in piazza Castello a Torino, nel corso del quale si è deliberatamente, realmente attentato alla Costituzione. Un manipolo di anarchici e di facenti parte dell'area anarchica e dell'estrema sinistra hanno bloccato una manifestazione della Lega Nord e dei giovani padani, arrivando ad uno scontro feroce nonché, da parte di questi estremisti di sinistra, al lancio di pietre del genere (e il conto delle vittime all'interno di questo scontro è arrivato ad un numero copioso). Questa pietra è arrivata addosso ad uno dei giovani padani della Lega; ritengo quindi che di ciò occorra prendere atto e chiedo alla Presidenza che si faccia carico di riprendere l'operato del prefetto e del questore con i mezzi che meglio crede, ricordando che il Ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha già istituito un tavolo sulla sicurezza venerdì prossimo a Torino proprio per valutare il da farsi in accordo con il comune e gli enti locali.
Era nostra intenzione rendere noto alla Presidenza ed all'Assemblea il verificarsi di questi fatti gravissimi rispetto ai quali vediamo la città di Torino costantemente assediata, ed esprimiamo solidarietà ai giovani padani e a quei cittadini onesti che si vedono assediati da delinquenti che lanciano pietre di queste dimensioni ai propri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 18,20).

GIANLUCA BENAMATI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI. Signora Presidente, intervengo per sollecitare, se possibile, la risposta del Governo alla mia interrogazione a risposta scritta n. 4-03891, depositata il 30 luglio scorso nella seduta n. 212. L'interrogazione riguarda il tema della natura, della qualificazione e delle modalità di applicazione delle tecnologie antisismiche e dei dispositivi utilizzati nel progetto «Case» in Abruzzo. Il tempo intercorso dalla sua presentazione ad oggi può non sembrare lungo, ma sono già intervenute, su questo tema, inchieste televisive e giornalistiche, pronunce di esperti e numerosi altri interventi in materia. Chiedo quindi, tramite la Presidenza, se fosse possibile ricevere dalla Presidenza del Consiglio dei ministri una risposta certa alle tematiche sollevate in questa interrogazione.

PIERLUIGI CASTAGNETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI CASTAGNETTI. Signor Presidente, intervengo solo per sollecitare la risposta all'interpellanza n. 2-00481, che ho presentato assieme al collega Marchi, rivolta al Presidente del Consiglio ed ai Ministri dell'interno e della giustizia sul tema delle infiltrazioni camorristiche in Emilia-Romagna, in particolare nella provincia Pag. 40di Reggio Emilia. Al riguardo, segnalo l'urgenza di una risposta da parte del Governo.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Signor Presidente, anch'io intervengo per sollecitare la risposta all'interrogazione n. 4-01126, presentata al Ministro Alfano ancora il 24 settembre 2008 nella seduta n. 54. Si tratta di un'interrogazione che si riferisce ad un grosso problema relativo agli esami di Stato che devono essere sostenuti dai giovani laureati in giurisprudenza per l'abilitazione alla professione di avvocato. Mi pare che in momenti di difficoltà economica e di crisi, soprattutto per il mondo giovanile e soprattutto per quanto riguarda gli aspetti di giustizia e di legalità, tale questione debba avere una determinata attenzione come hanno già avuto molti altri aspetti da parte del Ministro. Auspico quindi che, a distanza di oltre un anno di tempo, il Ministro voglia rispondere alla suddetta interrogazione.

PRESIDENTE. La Presidenza si farà carico di sollecitare il Governo per la risposta a tutte le interpellanze e interrogazioni che sono state sollecitate a loro volta dai colleghi.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 28 ottobre 2009, alle 10,30:

(ore 10,30 e al termine dei punti 4 e 5)

1. - Seguito della discussione delle mozioni Soro ed altri n. 1-00256 e Borghesi ed altri n. 1-00259 concernenti iniziative per la verifica dei presupposti per l'impugnazione della legge approvata dalla regione Sardegna in materia di sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e interventi per lo sviluppo.

2. - Seguito della discussione dei disegni di legge:
S. 1500 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Emirati Arabi Uniti relativo alla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Dubai il 13 dicembre 2003 (Approvato dal Senato) (2552-A).
- Relatore: Stefani.

S. 1756 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Moldova sulla cooperazione nel campo della difesa, fatto a Roma il 6 dicembre 2006 (Approvato dal Senato) (2765).
- Relatore: Malgieri.

(ore 15)

3. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(ore 16)

4. - Discussione di documenti in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione:
Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del deputato Patarino (Doc. IV-ter, n. 10-A).
- Relatore: Zinzi.

Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, Pag. 41primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Gianantonio Arnoldi, deputato nella XIV legislatura (Doc. IV-ter, n. 11-A).
- Relatore: Sisto.

5. - Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di deliberazione del senatore Matteoli (deputato all'epoca dei fatti) sulla riferibilità all'articolo 96 della Costituzione di fatti oggetto di un procedimento penale pendente presso il tribunale di Livorno (Doc. XVI, n. 1).
- Relatore: Paniz, per la maggioranza; Samperi e Palomba, di minoranza.

La seduta termina alle 18,25.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 5)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. ddl 2775-A - odg n. 9/2775-A/3 492 490 2 246 21 469 66 Resp.
2 Nom. ddl 2775-A - voto finale 510 508 2 255 508 65 Appr.
3 Nom. t.u. pdl 139-A e ab.- sub.0.1.10.1 501 498 3 250 498 63 Appr.
4 Nom. em. 1.10 506 506 254 506 63 Appr.
5 Nom. t.u. pdl 139-A e ab. - voto finale 514 492 22 247 492 60 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.