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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 218 di martedì 22 settembre 2009

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 11,05.

EMILIA GRAZIA DE BIASI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 17 settembre 2009.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Balocchi, Brancher, Brugger, Donadi, Fallica, Gregorio Fontana, Giancarlo Giorgetti, Lo Monte, Lupi, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Milanato, Molgora, Nucara, Pescante, Scajola e Stucchi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni (ore 11,07).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

(Iniziative per garantire la piena operatività del reparto di volo della Polizia di Stato di Bologna - n. 3-00096)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Michelino Davico, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Barbieri n. 3-00096, concernente iniziative per garantire la piena operatività del reparto di volo della Polizia di Stato di Bologna (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, la sede del reparto di volo della Polizia di Stato di Bologna è stata effettivamente afflitta, per un periodo, da problemi di manutenzione relativi a difetti originari di alcuni impianti. Posso assicurare comunque che tali disagi sono ormai superati in quanto la competente direzione centrale del dipartimento di pubblica sicurezza ha segnalato l'avvenuto completamento, nello scorso mese di maggio, dei lavori di straordinaria manutenzione per il ripristino delle tubazioni dell'impianto di riscaldamento del predetto reparto di volo.
Tuttavia, l'operatività del reparto e gli standard minimi di sicurezza e di igiene non sono mai venuti meno: la linea antincendio perfettamente funzionante ha continuato a garantire la sicurezza di tutti i luoghi di lavoro (palazzina, hangar e linea di volo) ed ha alimentato il funzionamento dei servizi igienici per tutto il personale che, facendosi carico dei disagi conseguenti, ha dimostrato un elevato spirito di servizio.

PRESIDENTE. L'onorevole Barbieri ha facoltà di replicare.

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EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, sono soddisfatto e il Governo, checché ne dica qualcuno, ha dimostrato anche in questa occasione di essere efficiente.

(Iniziative di competenza in merito al regolare conferimento di incarichi da parte del comune di Pero (Milano) - n. 3-00411)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Michelino Davico, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Grimoldi e Rondini n. 3-00411, concernente iniziative di competenza in merito al regolare conferimento di incarichi da parte del comune di Pero (Milano) (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, da accertamenti eseguiti per il tramite della prefettura di Milano si evince innanzitutto che il comune di Pero, dal 2002, è stato interessato da importanti progetti infrastrutturali e di trasformazione del territorio di rilevanza regionale quali quelli riguardanti la realizzazione di un nuovo polo fieristico, del prolungamento della linea 1 della metropolitana milanese, della tratta Torino-Milano della TAV Torino-Venezia, della costruzione di un termovalorizzatore con relativa rete di teleriscaldamento, nonché dei conseguenti interventi di riprogettazione della viabilità e di mitigazione ambientale.
Ritenendo di dover adeguatamente gestire tali trasformazioni del territorio, il comune di Pero ha avviato una revisione del proprio regolamento dell'organizzazione degli uffici e dei servizi, predisponendo una struttura organizzativa articolata in ambiti, settori, unità di progetto, e prevedendo il direttore generale solo se nominato ai sensi di legge. Il medesimo regolamento ha previsto, qualora non venga nominato il direttore generale, che spettino ai dirigenti, con il coordinamento del segretario generale, le funzioni di direttore generale.
Sulla base di tale presupposto, il comune di Pero ha ritenuto di individuare due ambiti di riferimento: quello delle «risorse e servizi» e quello della «amministrazione e territorio», scegliendo le figure di dirigenti tra i dipendenti già in servizio presso l'ente, poiché ritenuti in possesso dei requisiti, della competenza e dell'esperienza necessari per l'espletamento degli incarichi medesimi. Il comune ha ritenuto di non incorrere nella violazione della disposizione dell'articolo 110, comma 2, del decreto legislativo n. 267 del 2000, in quanto l'affidamento di incarichi dirigenziali a tempo determinato a personale dipendente di categoria D è previsto dalla dichiarazione congiunta n. 1, in calce al contratto collettivo nazionale di lavoro dell'area della dirigenza sottoscritto il 22 febbraio 2006.
Quest'ultimo, rinviando allo strumento regolamentare, dispone che nel caso di conferimento di incarichi dirigenziali, secondo le modalità indicate dall'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, il dipendente sia collocato in aspettativa senza assegni per tutta la durata dell'incarico.
I compensi sono stati determinati applicando il contratto collettivo nazionale di lavoro (area «dirigenza» del comparto «regioni ed enti locali»). I predetti incarichi, stipulati per la durata del mandato del sindaco, sono stati prorogati per assicurare la continuità della gestione delle funzioni comunali sino all'adozione da parte del sindaco subentrante dei provvedimenti di conferimento dei nuovi incarichi di direzione che hanno confermato l'assetto organizzativo delineato. Le funzioni di vicesegretario sono state attribuite ad uno dei dirigenti incaricati, con riferimento a quanto disposto dell'articolo 32 dello statuto e dall'articolo 16 del regolamento di attuazione vigente. Alla luce di quanto detto, il comune di Pero ha evitato di incorrere nel divieto di cui all'articolo 108 del decreto legislativo n. 267 del 2000, non avendo nominato un direttore generale.
Da quanto riferito dalla prefettura di Milano, infine, risulta che il comune, terminata la fase degli interventi sul territorio, Pag. 3ha provveduto ad una razionalizzazione della propria dotazione organica conclusasi con il ridimensionamento del ruoli direttivi e delle posizioni organizzative. Pertanto, secondo la prefettura non sembrano sussistere i presupposti per l'esercizio dei poteri di cui agli articoli 141 e 142 del decreto legislativo n. 267 del 2000 invocati dall'onorevole interrogante e attivabili per le ipotesi tassativamente previste, non coincidenti con il caso di specie.

PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà di replicare.

MARCO RONDINI. Signor Presidente, non siamo soddisfatti perché riteniamo che, anche se è vero che forse non possono essere applicati gli articoli cui faceva riferimento il sottosegretario, sia troppo elevato il costo di questi due dirigenti per una collettività di un comune come quello di Pero. Si tratta di un costo che arriva fino a 200 mila euro l'anno; un costo decisamente alto per il bilancio di un comune come quello di Pero che non conta neppure 15 mila abitanti.

(Verifiche in merito alle operazioni di scrutinio e alla compilazione dei verbali in relazione alle elezioni comunali di Firenze svoltesi nel mese di giugno 2009 - n. 3-00568)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Michelino Davico, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Bosi n. 3-00568, concernente verifiche in merito alle operazioni di scrutinio e alla compilazione dei verbali in relazione alle elezioni comunali di Firenze svoltesi nel mese di giugno 2009 (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

MICHELINO DAVICO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, da accertamenti esperiti per il tramite della prefettura di Firenze è emerso che, nel corso delle operazioni relative alle recenti elezioni comunali, l'ufficio centrale elettorale avente sede presso il tribunale competente alla proclamazione dei risultati ufficiali della consultazione ha effettivamente rilevato e verbalizzato alcuni errori nella compilazione dei verbali da parte di alcuni presidenti di seggio. Tali errori sarebbero stati determinati dalla mancata trascrizione nei verbali, in alcuni casi, di voti riportati nelle tabelle di scrutinio.
Peraltro, secondo quanto dichiarato dal presidente dell'ufficio centrale, i predetti errori «non erano in misura maggiore di quanto non si sia verificato in precedenti elezioni e comunque sono risultati irrilevanti sia per quanto riguarda l'elezione del sindaco sia per quanto riguarda la composizione del consiglio comunale, in considerazione della notevole differenza di voti tra i due schieramenti maggiori e tutti gli altri».
Va evidenziato che il compito di provvedere alla verbalizzazione delle operazioni del seggio, ivi compresa la trascrizione dei risultati, è affidato al segretario del seggio stesso, che viene scelto dal presidente fra gli iscritti nelle liste elettorali del comune, in possesso del titolo di studio non inferiore al diploma di istituto di istruzione secondaria di secondo grado (articolo 2 della legge 21 marzo 1990, n. 53).
Quanto ai requisiti di capacità e competenza per la nomina dei presidenti degli uffici elettorali di sezione, essi sono già richiesti in base alla legislazione vigente, in particolare dall'articolo 20 del decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, e dall'articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361. Tali norme attribuiscono ai presidenti delle corti d'appello il compito di designare i cittadini ai quali assegnare le relative funzioni, prevedendo che i presidenti degli uffici elettorali di sezione debbano essere individuati nell'ambito di alcune categorie di funzionari statali e di professionisti ed anche tra quei cittadini ai quali tale ufficio non sia precluso da specifiche disposizioni e che, a giudizio dei presidenti delle corti d'appello, siano idonei all'incarico.
L'articolo 1, quarto comma, lettera e), della legge 21 marzo 1990, n. 53, prevede Pag. 4che i presidenti delle corti d'appello, con riferimento ai rispettivi ambiti territoriali di competenza, nel mese di gennaio di ogni anno dispongano, tra l'altro, la cancellazione dall'albo apposito di coloro che hanno presieduto seggi le cui operazioni sono state annullate con decisione del giudice amministrativo anche non definitiva.
Evidenzio peraltro che la direzione centrale dei servizi elettorali del Ministero dell'interno, nella prospettiva di assicurare al massimo grado che le operazioni elettorali si svolgano nell'assoluto rispetto delle leggi e della volontà del corpo elettorale, in occasione di tutte le consultazioni elettorali e referendarie provvede comunque a sensibilizzare i presidenti delle corti d'appello affinché siano designati a tale incarico gli elettori che per i loro requisiti di capacità e competenza, o per aver assolto precedenti incarichi nell'ambito di seggi elettorali, garantiscano la massima professionalità ed efficienza. A tale riguardo viene infatti richiamata l'attenzione dei presidenti delle corti d'appello sul fatto che la nomina a presidente di seggio di persone qualificate e idonee costituisce presupposto indispensabile per un corretto e regolare svolgimento delle operazioni presso i seggi. Viene anche chiesto agli stessi presidenti delle corti d'appello di valutare l'opportunità che nel notificare l'avvenuta nomina a presidente di seggio venga richiamata l'attenzione dei designati sulla necessità di attenersi scrupolosamente alle disposizioni di legge e alle relative istruzioni ministeriali, evidenziando contestualmente le responsabilità di natura penale cui gli stessi possano andare incontro.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Bosi rinunzia alla replica.

(Iniziative presso Trenitalia per garantire un adeguato servizio di trasporto ferroviario in Sicilia, con particolare riferimento alla provincia di Ragusa - n. 2-00306)

PRESIDENTE. L'onorevole Causi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00306, concernente iniziative presso Trenitalia per garantire un adeguato servizio di trasporto ferroviario in Sicilia, con particolare riferimento alla provincia di Ragusa (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

MARCO CAUSI. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Sta bene. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevole interpellante, in riferimento ai collegamenti ferroviari della provincia di Ragusa, va innanzitutto rilevato che la programmazione dei collegamenti ferroviari a carattere regionale è di competenza delle singole regioni, i cui rapporti con Trenitalia sono regolati da specifici contratti di servizio nell'ambito dei quali vengono stabiliti, fra l'altro, il volume e la tipologia dei collegamenti da effettuare, sulla base delle risorse economiche rese disponibili. Nel caso della Sicilia, non essendo state ancora completate le procedure di trasferimento alla regione delle competenze in materia, i relativi servizi ferroviari sono ricompresi nel contratto di servizio con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Ciò premesso, si fa presente che con l'orario in vigore dallo scorso 14 dicembre alcuni treni che presentavano (e presentano) frequentazioni estremamente esigue sono stati soppressi e per la maggior parte sostituiti con un servizio di autobus che effettua il medesimo percorso e le medesime fermate. In particolare, tale intervento ha interessato complessivamente diciotto treni regionali (sulle relazioni di Caltanissetta-Gela-Ragusa-Modica-Siracusa), dieci dei quali sono stati sostituiti, completamente o parzialmente, con bus, quattro soppressi e quattro limitati al percorso maggiormente utilizzato dai viaggiatori. Nel contempo, sempre con l'orario del dicembre scorso, è stato anche attuato Pag. 5il potenziamento di alcuni collegamenti, attraverso l'istituzione di due nuovi treni e il prolungamento di altri quattro già esistenti, per i quali i volumi di traffico avevano evidenziato un'esigenza in tal senso.
Relativamente alla prossima apertura dell'aeroporto Pio La Torre di Comiso - a cui fa cenno l'onorevole interpellante - è opportuno sottolineare che Trenitalia si è resa da tempo disponibile ad affrontare, di concerto con gli enti locali, le problematiche legate al potenziamento dell'offerta ferroviaria in funzione del migliore e più ampio utilizzo dell'aeroporto, elaborando anche una proposta di riorganizzazione dell'offerta ferroviaria e di coordinamento di tutti i vettori che assicurano la mobilità dell'area, che è attualmente alla valutazione degli stessi enti locali.
Va infine segnalato che, ai fini di promuovere e valorizzare il patrimonio artistico e culturale dei territori ragusano e siracusano, Trenitalia, nell'ambito di Maratonarte ed in accordo con la Regione siciliana, sta effettuando dal 14 giugno e sino a fine settembre, un «treno museo» che, allestito con materiale rotabile d'epoca, percorre un itinerario da Siracusa a Ragusa con fermate ed escursioni a Noto e Modica.

PRESIDENTE. L'onorevole Causi ha facoltà di replicare.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la risposta puntuale e colgo l'occasione per formulare due auspici. Il primo auspicio è che il passaggio dei contratti di servizio in capo alle regioni, in questo caso alla Regione siciliana, non implichi un totale disinteresse da parte dello Stato e del Governo nazionale. Ritengo che in tutte le regioni, anche in quelle a statuto speciale, occorra garantire fabbisogni e standard minimi dei servizi essenziali, come abbiamo stabilito nella legge 5 maggio 2009, n. 42, riguardante il federalismo fiscale. Il comparto del trasporto pubblico fa parte di tali servizi. Auspico dunque che, d'accordo con Stato e regioni, anche nel caso della Regione siciliana vi sia una procedura di condivisione di fabbisogni standard e adeguate capacità di monitoraggio, di stimolo, di impulso alla Regione siciliana da parte del Governo nazionale.
Il secondo auspicio che formulo è il seguente. Con questa risposta il Governo nazionale sembra quasi lavarsi le mani affidando alla Regione siciliana, com'è giusto peraltro in base alla distribuzione attuale dei poteri, la soluzione di tutte le problematiche. Tuttavia, dal momento che in quella zona la difficoltà di esercizio del trasporto ferroviario dipende da una precisa condizione - il fatto che vi sia poco traffico è la conseguenza di uno scarso investimento infrastrutturale - auspico che nelle decisioni infrastrutturali relative sia alla spesa dei fondi aggiuntivi FAS e dei fondi strutturali di tipo regionale sia alla programmazione CIPE e nella programmazione nazionale, l'investimento infrastrutturale in quel quadrante sia considerato una priorità. È un quadrante nel quale non c'è soltanto turismo ma anche molta attività produttiva, e quindi investire sulla competitività del trasporto via rotaia e, quindi, su un trasporto meno costoso e più ecocompatibile rispetto al trasporto via gomma, ha a che vedere anche con le prospettive di sviluppo economico di un intero territorio.
Quindi spero che questi due auspici, caro sottosegretario, possano portare il Governo nazionale ad un atteggiamento attivo e non soltanto passivo nei confronti della Regione siciliana.

(Iniziative in materia di codice della strada con particolare riferimento alla dislocazione e alla funzionalità degli autovelox - n. 2-00426)

PRESIDENTE. L'onorevole Garagnani ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00426, concernente iniziative in materia di codice della strada con particolare riferimento alla dislocazione e alla funzionalità degli autovelox (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, questa interpellanza, pur mantenendo Pag. 6un'intatta validità, è stata presentata prima dell'emanazione del provvedimento del Ministro Maroni, parzialmente correttivo di alcuni veri e propri abusi posti in essere dagli enti locali. L'interpellanza trae origine dall'utilizzo sempre più indiscriminato e privo di una logica funzionale degli autovelox, collocati a distanza ravvicinatissima, anche se in teoria in molti casi rispondente ai limiti di legge ma, direi, rispondente proprio in termini minimi, con una mancanza di logica totale, e funzionale soltanto all'obiettivo di introitare risorse per gli enti locali, come tra l'altro è stato affermato da molti sindaci e presidenti di provincia. Nel mio caso, nella provincia di Bologna, dalla provincia oltre che dagli altri enti locali sono collocati autovelox in tutte le strade provinciali a distanza ravvicinatissima, che impediscono un ordinato flusso degli automezzi anche in momenti significativi del traffico, anche a distanza dal centro abitato.
A prescindere dall'efficacia degli strumenti, che non sono sufficientemente monitorati e che creano spesso più disagio che prevenzione, siamo tutti d'accordo che occorra prevenire ed evitare incidenti e sanzionare chi ha responsabilità gravi in termini precisi. Ma questa resta la questione fondamentale: sono necessari provvedimenti precisi, che evitino questo vero e proprio abuso e questo modo di tassare i cittadini al di fuori della legge, servendosi di uno strumento che in teoria ha tutt'altri obiettivi e tutt'altre finalità.
Gli autovelox a postazione fissa, anche per come sono configurati, di fatto, oggi rispondono non all'obiettivo di evitare incidenti, ma soprattutto, in modo prioritario, a quello di aumentare gli introiti degli enti locali.
Alla luce di questo, credo che spesso manchi anche la diretta comunicazione con gli interessati: le foto e le comunicazioni prescindono anche da ogni rapporto di causa-effetto con gli automobilisti. A questi ultimi, spesso e in modo reiterato, vengono recapitate raccomandate e segnalazioni che comportano una riduzione dei punti della patente, creando un disagio assolutamente non riconducibile alla necessità giusta - lo ribadisco - di adottare tutti gli strumenti atti ad evitare incidenti veri e propri.
Questo è l'elemento fondamentale della mia interpellanza. Credo che sia necessario distinguere fra la guida in uno stato vero e proprio di ebbrezza, allargo il settore della mia interpellanza, gli atti di vera e propria pirateria, che devono essere sanzionati anche in modo estremamente rigido (forse, più di quello previsto, ma non è questo il problema) e la guida che, molto spesso, viene posta in essere dal veicolante in condizioni non di ebbrezza, ma di normalità. Mi riferisco, ad esempio, all'assunzione di bevande alcoliche: chiunque di noi si può trovare a cena e bere in modo parco, ma assolutamente non rispondente ai criteri troppo rigidi della normativa in vigore.
Credo che il Governo e chiunque si faccia carico della salute pubblica non debba cedere all'emozione del momento e alle sollecitazioni dell'opinione pubblica a seguito di determinati incidenti, i cui autori - lo ripeto, a scanso di equivoci - vanno sanzionati in modo rigidissimo, ma debba provvedere con una logica che miri ad evitare incidenti. Allo stesso tempo, è necessario non causare disagi - più che disagi, vere e proprie situazioni fallimentari - a persone che non hanno particolari colpe. Mi riferisco a coloro che svolgono professioni direttamente attinenti all'utilizzo dell'automobile, per cui il sequestro della medesima (insieme a tutta un'altra serie di disposizioni) crea veramente, molto più del previsto, disagi economico-finanziari alle famiglie.
Pertanto, è necessario contemperare l'esigenza della pubblica sicurezza e della necessaria severità nei confronti di chi delinque con quella - che, a mio modo di vedere, è altrettanto sentita - di evitare brutali (uso proprio questo termine) interferenze degli enti locali in questa materia, che mirano soltanto - come dicevo all'inizio del mio intervento - ad aumentare gli introiti fiscali.
In secondo luogo, è necessario dotare gli agenti di pubblica sicurezza (polizia, Pag. 7carabinieri e vigili urbani, nel caso dei vari comuni) di quegli strumenti di necessaria flessibilità - insisto, necessaria flessibilità - che consentano al tutore della legge di distinguere chi veramente delinque da chi, invece, si trova in una situazione di oggettiva difficoltà, o di culpa levis, come si diceva una volta.
Credo che tutto questo manchi negli attuali provvedimenti, che pure sono stati giusti, ma sono stati assunti in un momento di particolare emozione: ritengo, quindi, che dovrebbero essere ulteriormente graduati.
All'inizio del mio intervento, ho fatto riferimento alla circolare del Ministro Maroni - emessa, mi sembra, in agosto - che viene parzialmente incontro a queste esigenze. L'interpellanza in oggetto era stata presentata prima, ma, in ogni caso, devo farmi carico di un disagio che mi è stato rivolto da molti concittadini e molti utenti, perché alcuni problemi rimangono.
Il controllo delle prefetture dovrebbe essere esercitato maggiormente: mi riferisco alla mia provincia, Bologna, e all'Emilia Romagna. Ritengo che tale controllo dovrebbe essere esercitato nei confronti dei comuni attraverso un'attenta opera di monitoraggio degli autovelox a postazione fissa, soprattutto, dal punto di vista della fornitura di questi mezzi, in modo che siano calibrati adeguatamente. Credo che sia compito del Governo fornire alle prefetture gli strumenti per venire incontro a questa esigenza.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, caro onorevole, penso che questa legislatura possa essere definita come una legislatura della sicurezza stradale, perché abbiamo assunto diversi provvedimenti in materia, a partire dal decreto-legge sulla sicurezza dello scorso anno per arrivare al dibattito e al lavoro della XI Commissione (Trasporti) della Camera dei deputati (che ha approvato in sede legislativa all'unanimità un testo importantissimo, costituito da 45 articoli sulla sicurezza stradale, testo che oggi è all'esame della Commissione lavori pubblici del Senato) e ad altri provvedimenti e ad altre circolari che lei stesso ha citato. Pertanto, questa, a mio avviso, potrà diventare una legislatura della sicurezza stradale.
È ovvio che, all'interno di questo lavoro, alcuni elementi possono essere perfezionati. Forse, è irrituale dirlo in risposta ad un'interpellanza, ma, se nel dibattito sul testo di legge relativo alla sicurezza stradale che si svolge in Commissione al Senato verranno introdotti alcuni correttivi e alcune precisazioni, quando poi il testo ritornerà alla Camera potremo completare meglio il lavoro, tenuto conto anche delle osservazioni dell'onorevole interpellante.
Va preliminarmente osservato che il pubblico ufficiale che l'onorevole Garagnani cita, nell'espletamento delle proprie funzioni di accertamento delle violazioni al codice della strada, è tenuto ad applicare le sanzioni dallo stesso codice previste e non anche applicando una personale discrezionalità che esulerebbe dalle proprie prerogative, andando a violare il disposto della norma.
A dimostrare la sensibilità del Governo nei confronti della tematica rappresentata, si fa presente che il testo unificato recante disposizioni in materia di sicurezza stradale, approvato dalla IX Commissione (Trasporti) della Camera in sede legislativa ed attualmente al Senato, interviene sulla questione della rilevazione delle violazioni all'articolo 142 del codice della strada a mezzo di tali strumenti automatici.
Infatti, l'articolo 18, comma 1, lettera d) introduce il comma 12-bis dell'articolo 142: lo scopo è quello di far sì che l'utilizzo degli apparecchi e dei sistemi di rilevamento della velocità, ovvero gli strumenti di rilevazione a distanza delle violazioni alle prescrizioni in materia di limiti di velocità, sia fatto effettivamente a fini di prevenzione e sicurezza stradale e non di cassa. Pag. 8
Pertanto, onde evitare l'affollamento di più apparecchi sul medesimo tratto stradale, è previsto che, a prescindere da chi sia l'ente proprietario della strumentazione, i proventi delle contravvenzioni elevate siano destinati all'ente proprietario della strada. Solo una quota di tali proventi è destinata al proprietario delle attrezzature, a titolo di rimborso spese. La destinazione al proprietario della strada è finalizzata ad aumentare la sicurezza in termini di infrastrutture: dal manto, alle barriere e così via.
Inoltre, sempre al medesimo fine di impedire un uso distorto dei dispositivi di cui trattasi, in specie per realizzare business, l'articolo 45 detta limitazioni ben precise in relazione alle condizioni alle quali gli strumenti in parola possono essere nella disponibilità degli enti locali (proprietà o leasing) e in ordine all'impiego di personale dedicato (solo dei corpi e dei servizi di polizia stradale).
Per quanto riguarda, invece, la dislocazione, la funzionalità e la distanza fra i dispositivi misuratori della velocità, sono attualmente vigenti i criteri dettati dall'articolo 4 del decreto-legge n. 121 del 2002, dal successivo decreto-legge n. 117 del 2007 e dal decreto dei Ministeri delle infrastrutture e dell'interno del 15 agosto 2007.
Il coordinamento dei servizi di Polizia stradale, da chiunque espletati, tra i quali è ricompreso anche l'accertamento delle violazioni ai sensi dell'articolo 11, comma 1, lettera a) del nuovo codice della strada, spetta al Ministero dell'interno che, come lei ricordava, con la sua direttiva dello scorso 14 agosto, ha nuovamente richiamato l'attenzione sulla necessità di un maggiore sforzo organizzativo e operativo per assicurare la tutela della sicurezza stradale e la riduzione degli incidenti.
La direttiva del 14 agosto affida ai prefetti il compito di monitorare il fenomeno degli eccessi di velocità e di pianificare l'attività di controllo, rimettendo, altresì, a tale autorità provinciale di pubblica sicurezza e agli organi di polizia la disciplina dell'utilizzo degli autovelox.
I prefetti si avvarranno delle Conferenze provinciali permanenti, distribuendo i servizi di controllo tra le diverse forze di polizia e le polizie locali, evitando anche la duplicazione dei rilevamenti sul medesimo tratto di strada.
Inoltre, anche in base alla disponibilità di risorse, si è ritenuto che l'attività di rilevamento degli eccessi di velocità non possa essere lasciata alla discrezionalità degli operatori, ma debba essere adeguatamente pianificata, per quanto riguarda sia la localizzazione delle postazioni di controllo sia gli orari di effettuazione dei servizi, al fine di perseguire meglio l'obiettivo della tutela della sicurezza stradale e della riduzione di incidenti e vittime.
Tale pianificazione sarà realizzata su base provinciale, tenendo conto di una serie di criteri. Mi riferisco innanzitutto all'individuazione, in base a dati statistici riferiti al biennio precedente, dei tratti e dei punti stradali maggiormente critici per la circolazione ed anche al rilevamento selettivo della velocità in modo da differenziare l'intervento, incidendo così più efficacemente sui conducenti che superano ampiamente i limiti di velocità e rappresentano un reale pericolo per la sicurezza. Ulteriori criteri sono quelli della contestazione immediata della violazione accertata soltanto quando vi siano tutte le garanzie per la sicurezza della circolazione degli operatori e del coordinamento territoriale tra le Forze di polizia e le polizie locali per evitare che siano effettuati più rilevamenti sullo stesso tratto di strada nello stesso orario.
Come vede, gli sforzi che Governo e Parlamento stanno portando avanti per garantire, attraverso l'applicazione corretta delle norme, la sicurezza della circolazione stradale è l'obiettivo prioritario dell'amministrazione pubblica.
Occorre far passare il messaggio agli automobilisti - e questo nel disegno di legge sulla sicurezza approvato dalla Commissione trasporti è ben individuato - che l'eccesso di velocità, specie se accompagnato da guida in stato di ebbrezza da alcool e dall'uso di droghe, costituisce la Pag. 9prima causa di incidenti spesso con conseguenze drammatiche. È stato calcolato che incide per il 75 per cento.
La funzione di controllo effettuata dai diversi soggetti sulle strade italiane ha proprio questa funzione di dissuasione e di prevenzione e le nuove disposizioni cui ho fatto cenno garantiscono ulteriormente la non discrezionalità dell'applicazione delle sanzioni e pertanto la certezza che ogni sforzo viene effettuato per assicurare la sicurezza.

PRESIDENTE. L'onorevole Garagnani ha facoltà di replicare.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, prendo atto e mi dichiaro soddisfatto della risposta del sottosegretario perché ho notato anche che alcune preoccupazioni che ho espresso sono state fatte proprie dal Governo.
L'ho detto all'inizio e lo ribadisco: ritengo che lo strumento dissuasivo contenuto nel recente provvedimento licenziato dalla Commissione trasporti (provvedimento sul quale ho manifestato perplessità, tra l'altro mi trovavo in una diversa Commissione in quel momento e non ho avuto la possibilità di presentare l'emendamento che avevo predisposto) sia importante se, tuttavia, si tiene conto, come per ogni sanzione prevista, dell'entità della responsabilità di colui che eventualmente viene sanzionato.
Certe pene previste come massimo edittale devono essere graduate a seconda della gravità del reato commesso. Detto ciò, ho citato l'esempio del consumo di alcool, perché, in ogni caso, credo che debba essere diversificata la guida in stato di ebbrezza da alcool dalla guida, invece, in condizioni di normalità. In proposito, ho citato l'esempio, e mi perdoni la banalità, di chi va a cena e beve due bicchieri di vino.
Non credo che un pubblico ufficiale debba agire legibus solutus; tuttavia, da parte del sottoscritto è auspicabile un margine di ulteriore discrezionalità prevista per legge che consenta di diversificare la responsabilità dell'autista e mi auguro che di ciò il Senato si faccia carico. Infatti, vi sono casi di persone, tra cui anche agenti di commercio, che si sono visti sequestrare la macchina per un mese o ritirare la patente non per la guida in stato di ebbrezza ma perché si trovavano in una situazione al limite di quella prevista dalla legge. Si tratta di molti più casi di quanto non si creda. Mi rendo conto dell'impossibilità del legislatore di prevedere tutti i casi, ma credo che la giusta severità debba essere commisurata ad un'applicazione della legge che non penalizzi troppo anche chi non ha responsabilità.
Detto questo, ho apprezzato molto l'accenno del Governo alla necessità di evitare la duplicazione di strumenti di rilevazione (non è infatti possibile che, a distanza di un chilometro, vi siano due autovelox a postazione fissa) e soprattutto alla ratio del provvedimento che stabilisce che i proventi di queste sanzioni debbano essere destinati alla tutela e alla sicurezza del cittadino (manto stradale e tutto quanto concerne la circolazione) e non ad altre finalità degli enti locali che non rientrano assolutamente tra quelle appena citate.
Pertanto, con queste precisazioni e con queste ulteriori riflessioni, mi auguro - non per addossare ulteriore lavoro al Governo - che il Senato apporti qualche miglioramento e che il provvedimento ritorni in Commissione.
Mi dichiaro soddisfatto, pur auspicando che i lavori delle prefetture procedano sollecitamente e che queste siano dotate dei mezzi necessari proprio per garantire a tutti i cittadini la tutela della propria vita (ci mancherebbe), della propria incolumità ma anche la tutela e il rispetto della necessaria libertà che deve garantire tutti noi: se è giusto - lo ripeto - essere tutelati, tuttavia credo che nessuno di noi possa concepire uno Stato opprimente che lo vincoli in tutti gli aspetti della propria vita. Occorre equilibrio in questo e non si deve cedere alle emozioni né, ovviamente, cedere al garantismo assoluto per cui chiunque può fare ciò che vuole e può danneggiare il proprio simile con danni evidenti.

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(Iniziative di competenza in merito alla decisione di Trenitalia di escludere le stazioni di Lamezia Terme e di Cosenza dall'elenco degli scali ferroviari per il trasporto merci - nn. 3-00376, 3-00387, 3-00665 e 3-00666)

PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni D'Ippolito Vitale n. 3-00376, Occhiuto n. 3-00387 e Laganà Fortugno n. 3-00665 e n. 3-00666, concernenti iniziative di competenza in merito alla decisione di Trenitalia di escludere le stazioni di Lamezia Terme e di Cosenza dall'elenco degli scali ferroviari per il trasporto merci, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).
Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, gentili onorevoli, in relazione alla situazione relativa al trasporto ferroviario merci nella regione Calabria, si premette che in tutta Europa, già da alcuni anni, l'esigenza di efficientare e specializzare i servizi ferroviari ha determinato l'avvio di un processo di razionalizzazione e concentrazione del traffico ferroviario delle merci, in particolare, per il traffico diffuso, che è quello a carro singolo o gruppi di carri. Pertanto, anche nel nostro Paese, Trenitalia ha avviato su tutto il territorio nazionale un programma di riorganizzazione del sistema di offerta ferroviaria merci per il traffico diffuso.
Ciò risponde alla necessità sia di creare un modello di offerta più aderente alle esigenze della clientela sia di realizzare un servizio più efficiente, che consenta una migliore utilizzazione delle risorse disponibili e, quindi, economicamente sostenibile per l'azienda.
A quanto sopra si aggiunge purtroppo, nell'ultimo periodo, una sensibile contrazione della domanda conseguente alla nota situazione di congiuntura economica e la riduzione, nel 2009, dei contributi statali al trasporto merci, previsti dal contratto di servizio pubblico con Trenitalia.
In funzione dell'obiettivo di concentrazione del traffico diffuso per il quale si intende mantenere, comunque, tutte le attuali destinazioni dei trasporti, è stata definita una nuova modalità complessiva di inoltro al cliente, che prevede l'attestamento ferroviario di questo tipo di trasporti su alcune piattaforme logistiche dalle quali è possibile attuare soluzioni alternative per la presa e la riconsegna nelle località di origine e di destinazione con accordo con le aziende di autotrasporto locali, creando, quindi, lavoro. In tal senso, ad esempio, Cosenza diventa un hub nel quale arrivano le merci nelle condizioni di cui ho parlato e poi da lì vengono consegnate da un'azienda di autotrasporto locale con cui le Ferrovie dello Stato si collegano e punto di ricevimento della merce che parte dalle varie aziende, consegnata dall'autotrasporto locale alla stazione di Cosenza.
Pertanto, Ferrovie dello Stato garantisce che non è in programma alcuna chiusura di scali merci, bensì una rimodulazione dell'offerta per adeguarla al volume e alle caratteristiche della domanda e renderla economicamente sostenibile per Trenitalia.
In particolare, per la regione Calabria la concentrazione dei traffici a carro singolo per tutte le merceologie è stata individuata nella piattaforma logistica di Cosenza, mentre nessuna modifica organizzativa è in programma per il traffico a treno completo, che continua ad essere effettuato in tutti gli impianti precedentemente serviti.
Per quanto concerne l'aspetto relativo al personale della divisione cargo di Trenitalia, si pone in rilievo che tale divisione è attualmente interessata da una complessiva riorganizzazione, sia in funzione delle modifiche dei processi operativi che relativamente agli impianti connessi all'attuale crisi congiunturale.
Al riguardo, va comunque sottolineato che l'eventuale adozione di provvedimenti di ricollocazione del personale della divisione cargo viene attuata solamente mediante Pag. 11una esplicita «manifestazione di interesse», espressa volontariamente dal personale interessato.
Relativamente alla rete ferroviaria, si fa presente che il territorio della Calabria è interessato da un intenso programma di potenziamento infrastrutturale e tecnologico. Rete Ferroviaria Italiana è impegnata in numerosi progetti, oggi a diversi stadi di avanzamento, destinati ad aumentare e migliorare la capacità e la funzionalità della rete nella regione.
Tali interventi sono riassumibili nei seguenti punti: in primo luogo, nel potenziamento infrastrutturale e tecnologico della linea Battipaglia-Reggio Calabria. Gli interventi di potenziamento infrastrutturale e tecnologico della linea Battipaglia-Reggio Calabria serviranno per elevare gli standard prestazionali, la velocità commerciale, sia per il traffico passeggeri sia per quello merci, e per migliorare il sistema di trazione elettrica.
Nel 2003 è stata elaborata la progettazione preliminare conseguendo, nel 2005, i necessari nullaosta da parte delle regioni Calabria e Campania interessate dai lavori. A luglio del 2008 è stata avviata la realizzazione dell'intervento di adeguamento della galleria Coreca e gli altri interventi programmati sono previsti per fasi, con conclusione delle attività entro il 2015. Il contratto di programma include il progetto in tabella A con un costo di 230 milioni di euro.
In secondo luogo, vi è l'alta velocità/alta capacità Battipaglia-Paola-Reggio Calabria. Lo studio di fattibilità sviluppato nel 2005 ha individuato una prima fase funzionale dell'intervento, costituito da una variante di tracciato nella tratta più accidentata della linea, tra Ogliastro e Sapri, e da interventi di upgrading e velocizzazione della linea Battipaglia-Reggio Calabria.
Tale fase funzionale consentirebbe di percorrere la distanza da Roma a Reggio Calabria in circa 4 ore e 15 minuti con un livello prestazionale analogo a quello del collegamento Milano-Roma. Il costo della variante Ogliastro-Sapri ammonta a 3.270 milioni di euro. Il contratto di programma include il progetto in tabella A per la progettazione preliminare, con un costo di 7 miliardi, ed in tabella C, per il completamento progettuale e la realizzazione, con un costo di 3.263 milioni di euro.
La soluzione «a completamento», che prevede un investimento stimato in 18.730 milioni di euro, è inserita nella tabella D relativa alle opere previste a completamento del piano. La pianificazione dell'intervento è condizionata dall'effettiva disponibilità delle risorse finanziarie necessarie alla sua realizzazione.
In terzo luogo, vi è il potenziamento dell'itinerario Gioia Tauro-Sibari-Metaponto-Taranto-Bari. Il progetto di potenziamento è finalizzato a realizzare un corridoio dedicato per il traffico merci che mette in collegamento il porto di Gioia Tauro con Taranto e Bari e quindi, attraverso la direttrice adriatica, con la linea del Brennero, asse fondamentale di penetrazione dal sud dell'Italia nel nord del Paese e in Europa.
Esso ha l'obiettivo di realizzare una infrastruttura dalle prestazioni omogenee (sagoma, peso assiale, velocità) per alimentare i traffici marittimi da e per i porti di Gioia Tauro e Taranto utilizzando treni porta container di grandi dimensioni. Sono stati previsti interventi articolati in fasi. Gli interventi di prima fase, che hanno previsto un primo intervento per l'adeguamento del peso assiale della linea tra Rosarno e Taranto e la velocizzazione dei tratti di linea Sibari-Cosenza e Sibari-Metaponto, di fatto sono stati tutti conclusi e sono ancora in corso solo lavori di completamento, la cui ultimazione è prevista entro il 2009.
Tra gli interventi di seconda fase è stato sviluppato uno studio di fattibilità promosso dal CIPE nel 2002, che ha consentito poi di elaborare anche la relativa progettazione preliminare. L'intervento ha un costo di 792 milioni di euro, di cui 340 riguardanti la tratta Metaponto-Taranto e 452 quella Metaponto-San Lucido. Il contratto di programma include il progetto in tabella D e la pianificazione dell'intervento Pag. 12è condizionata dall'effettiva disponibilità delle risorse finanziarie necessarie alla realizzazione.
Come si vede da questi interventi, l'intenzione è quella di migliorare i collegamenti perché la linea strategica è quella di valorizzare i trasporti e, in particolare, quelli su rotaia. Queste iniziative troveranno una sede importante di verifica nel lavoro che porterà la Consulta dei trasporti e della logistica ad aggiornare il Piano nazionale della logistica approvato nel 2006. In ogni caso, stamane Ferrovie cargo mi ha confermato di essere disponibile ad un incontro con gli onorevoli interroganti nel mio ufficio per verificare quanto è stato esposto oggi.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Ippolito Vitale ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00376, per cinque minuti.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, ringrazio il rappresentante del Governo per la ricca nota informativa che ci ha fornito oggi sul programma di intervento di Trenitalia in relazione alla regione Calabria. Certamente apprendo con soddisfazione della possibilità di un incontro con i parlamentari dei responsabili di divisione. Ciò permetterà di approfondire i punti molto ricchi ed articolati dell'informativa che il rappresentante del Governo ci ha fornito e renderà, quindi, possibile anche verificare le specifiche questioni poste dalle varie interrogazioni.
Nel caso di specie, la mia interrogazione pone al centro la città di Lamezia Terme. Si tratta di una città strategica per lo sviluppo della Calabria, che naturalmente ha registrato con allarme l'annunciata decisione di Trenitalia di un'eventuale esclusione per l'anno 2009 - o meglio dell'esclusione per l'anno 2009 - di Lamezia Terme dall'elenco degli scali abilitati alla gestione del trasporto merci.
Avevamo già avuto notizia delle ragioni alla base di decisioni della divisione merci di Trenitalia. Intanto, vi è la necessità di un piano di razionalizzazione che in realtà è già cominciato, se è vero che dal 2000, dei più di mille scali, ad oggi se ne contano soltanto 199. Certamente i tagli nella legge finanziaria dei fondi statali rendono urgente un processo di organizzazione (o di riorganizzazione) che escluda gli sprechi. Non possiamo che essere d'accordo rispetto a questa logica di «efficientizzazione» e di migliori servizi alla collettività, ma per la responsabilità che ci appartiene - e non mi riferisco solo alla responsabilità del Parlamento, ma anche a quella del Governo - trovo necessario sottolineare l'importanza di un potenziamento della rete ferroviaria e di alcuni scali strategici all'interno della rete logistica della Calabria, proprio rispetto all'impegno del Governo in direzione di un adeguato dello sviluppo di una regione che sul fronte delle infrastrutture appare sicuramente in ritardo.
Una eliminazione o una riduzione drastica della possibilità di trasporto su rotaia delle merci comporterebbero un incremento del trasporto autostradale in una regione dove il sistema viario è ancora in ritardo. Non c'è una messa a sistema della rete viaria calabrese. L'autostrada soffre ancora. Quindi, le interruzioni frequenti renderebbero certo congestionato e carente un servizio su gomma che finirebbe per penalizzare l'economia dell'intera regione.
Con riferimento, in particolare, allo scalo di Lamezia, voglio ricordare la posizione centrale di tale scalo e della città e della sua infrastruttura all'interno della regione Calabria. Si tratta di una posizione strategica e baricentrica, con la vicinanza dell'autostrada e dell'aeroporto, che rende necessario un collegamento adeguato per favorire proprio lo sviluppo di quelle attività economiche ancora in ritardo che, però, l'area lametina auspica di veder finalmente realizzato.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Ho concluso, signor Presidente. Quindi, da una parte vi è un apprezzamento al rappresentante del Governo per la puntualità della risposta e dall'altra naturalmente la soddisfazione di Pag. 13vedere finalmente delineato un impegno articolato sull'intero territorio regionale, con l'adeguamento della rete ferroviaria ai livelli di efficienza di altre regioni d'Italia.
Naturalmente insieme a questo, vi è l'auspicio che Trenitalia non investa solamente sui dieci nodi annunciati, la maggior parte dei quali si trova nell'Italia del nord e che certamente non vedono la Calabria protagonista. L'appello al Governo è che eserciti nelle sedi opportune, non esclusa la Conferenza Stato regioni, quel giusto ruolo di controllo e di input a garanzia di pari opportunità per una regione che ha bisogno di maggiore attenzione per esprimere potenzialità oggettive ma non ancora espresse.

PRESIDENTE. L'onorevole Occhiuto ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00387.

ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole sottosegretario per la dettagliata risposta, nonostante la quale però non posso dirmi soddisfatto, anzi non lo sono affatto. Sono preoccupato perché lei ha argomentato nella sua risposta che quanto sta accadendo nel sistema dei trasporti del Mezzogiorno e della Calabria, in particolare, fa parte di un'opera di razionalizzazione che Trenitalia sta compiendo, peraltro in sintonia con quanto avviene a livello europeo.
È vero che a livello europeo si razionalizza, ma nella direzione di investire nella rete di trasporto su rotaia. Vorrei ricordare che a livello europeo la razionalizzazione non comporta solo una diminuzione dei costi, come nel caso che abbiamo rappresentato attraverso le interrogazioni, ma la razionalizzazione è seguita anche ad un aumento degli investimenti. A livello europeo c'è un programma chiamato «Marco Polo» che finanzia proprio interventi che vanno nella direzione di spostare porzioni di traffico su gomma su altre direttrici, su rotaia o sulle autostrade del mare. A me pare, invece, che la logica che sta seguendo Trenitalia sia quella di razionalizzare tagliando soltanto. Ritengo che ciò sia sbagliato in assoluto perché, come lei giustamente evidenziava, c'è la necessità di spostare quote consistenti di traffico su gomma verso altre direttrici, come il traffico ferroviario, e questo piano di razionalizzazione certamente non consegue questo obiettivo.
In particolare, inoltre, ritengo che ciò sia sbagliato quando questi tagli intervengono in regioni che già sono carenti sul piano infrastrutturale, come quelle del Mezzogiorno. Lei ha citato gli impegni di RFI sulle infrastrutture ferroviarie, però vorrei ricordare che stiamo parlando di regioni del Mezzogiorno che, alla fine del 2008, hanno avuto solo il 7,5 per cento delle risorse destinate alle infrastrutture ferroviarie dalla legge obiettivo e approvate dal CIPE. Stiamo parlando di regioni dove, per esempio, la percentuale di chilometri ad alta velocità è il 7,8 per cento rispetto alla rete nazionale. Si tratta dunque di regioni dove è assolutamente necessario un intervento straordinario per colmare questo gap infrastrutturale.
Questa non è la rivendicazione di parlamentari del Mezzogiorno che rappresentano un problema che riguarda il loro territorio. Per quanto mi riguarda, per esempio, onorevole sottosegretario...

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Ho la soddisfazione, da torinese, di aver sbloccato i fondi per l'autostrada del mare. Abbiamo cominciato finalmente a pagare...

ROBERTO OCCHIUTO. Questo le fa onore, gliene diamo atto, ma chi parla in questo momento, onorevole sottosegretario, appartiene ad una provincia, che è quella di Cosenza. Potrei dirmi pienamente soddisfatto della sua risposta, perché lei ha detto che la stazione di Cosenza sarà un hub di livello regionale, ma il nostro intento non è quello di rivendicare investimenti per i singoli territori. Ci rendiamo conto che lo sviluppo si deve leggere in una logica complessiva altrimenti non si realizza. Proprio la stazione di Cosenza è posizionata a nord della Calabria: lei è sottosegretario alle infrastrutture e sa che Pag. 14il tratto più problematico dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria è quello che va da Cosenza a Reggio Calabria.
Perciò, se ho ben capito, nel programma di Trenitalia cargo, Cosenza diventa un hub per cui, in sostanza, il trasporto su gomma collega poi l'hub ferroviario di Cosenza con le altre realtà; ebbene, non so fino a che punto questo intervento vada nella logica di razionalizzare il sistema.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROBERTO OCCHIUTO. Per il resto, anche io sono grato al sottosegretario per essersi fatto parte attiva presso Trenitalia cargo per organizzare un incontro con i vertici di quest'ultima, al fine di rappresentare le giuste istanze che credo siano state rivolte al Governo non solo dalla mia interrogazione, ma anche da quelle presentate dagli altri colleghi.

PRESIDENTE. L'onorevole Laganà Fortugno ha facoltà di replicare per le sue interrogazioni n. 3-00665 e n. 3-00666.

MARIA GRAZIA LAGANÀ FORTUGNO. Signor Presidente, signor sottosegretario, la ringrazio per la puntuale risposta, ma nello stesso tempo mi ritengo insoddisfatta. La risposta fornita dal sottosegretario, infatti, è lacunosa per quanto ha esplicitato anche il collega che mi ha preceduto, in quanto il problema degli scali merci in Calabria si inserisce nel contesto più generale di un sistema ferroviario e stradale che presenta livelli di inaccettabilità per un Paese che pretende di essere considerato tra i più avanzati economicamente e industrialmente.
È, infatti, ben nota a tutti - la sottolineavano prima i colleghi - la situazione disastrosa in cui versano tuttora non solo l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, ma anche le strade statali jonica e tirrenica, nonché gran parte delle altre vie di comunicazione provinciali e comunali, soggette molto spesso ad interruzioni, deviazioni e lavoro di emergenza per ripristinare la già difficoltosa viabilità. A tale riguardo, segnalo che è proprio di ieri la notizia dell'ennesimo incidente verificatosi nel tratto autostradale di Cosenza, nel quale hanno perso la vita due fratelli proprio per le chiusure continue di tratti della stessa autostrada.
È fuori dubbio che la presenza di numerosi tratti con carreggiata a doppio senso di circolazione, la mancanza quasi generalizzata di una corsia di emergenza e la presenza di guard rail molto bassi e di non ultima generazione rendono più elevato il rischio di possibili incidenti; tuttavia, se questa è la gravità della situazione della rete viaria, non si può nascondere che ancor peggiore è quella della rete ferroviaria e dei relativi mezzi ed infrastrutture. Le locomotive e le vetture che viaggiano al sud, e in particolare quelle che attraversano la Calabria, sono per la quasi totalità vetuste e molte presentano addirittura condizioni di degrado, per ruggine ed inefficienze varie, che talvolta perdurano nel tempo prima di essere risolte.
Il trasporto ferroviario di persone, che dovrebbe favorire sia il movimento dei lavoratori pendolari sia quello dei turisti, che potrebbero essere richiamati dalle favorevoli condizioni climatiche e dalle indiscusse bellezze naturali della linea di costa e delle propaggini montuose, non fornisce risposte adeguate alle varie esigenze della popolazione. Il sistema del trasporto merci su rotaia, che dovrebbe essere l'unico da privilegiare per ridurre i costi e rendere meno pericolose le strade, diminuendo il numero dei TIR in circolazione, è ancora più limitato nella rete, sia nei mezzi sia, soprattutto, negli scali che, come abbiamo sentito, vengono ancor più ridotti nel numero.
Se si vuole che la Calabria riesca ad uscire dalle condizioni di abbandono, di degrado e di sottosviluppo in cui si trova, che peraltro favoriscono la sopravvivenza, se non lo sviluppo, delle attività delle organizzazioni criminali, è quindi necessario che sia esercitato uno sforzo maggiore innanzitutto nel settore delle infrastrutture e dei trasporti ferroviari, ed era Pag. 15in questo senso che ho voluto sollecitare il Governo con le mie due interrogazioni.
Anche perché, signor sottosegretario, ho ascoltato con molta attenzione la sua relazione e non credo che, se andiamo a chiedere oggi ai calabresi se sono soddisfatti della linea e delle ferrovie in genere, sia in materia di trasporto merci sia di persone, la pensino alla stessa maniera.
Queste interrogazioni sono state presentate a febbraio. Lei, giustamente, ci ha fatto un programma, ma siamo a settembre e nulla di questo si è verificato, anzi, la situazione in Calabria è ancora peggiorata. Apprendo, però, con soddisfazione dell'incontro che i responsabili di Trenitalia e di Cargo vogliono avere con noi deputati interroganti, e sono disponibile e vi aderisco.

(Iniziative in merito all'interpretazione della norma prevista dalla legge finanziaria per il 2008 in materia di contenziosi relativi alla cumulabilità delle riduzioni contributive previste dalla legge n. 67 del 1988 e dal decreto-legge n. 536 del 1987 - n. 3-00219)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Cenni n. 3-00219, concernente iniziative in merito all'interpretazione della norma prevista dalla legge finanziaria per il 2008 in materia di contenziosi relativi alla cumulabilità delle riduzioni contributive previste dalla legge n. 67 del 1988 e dal decreto-legge n. 536 del 1987 (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, con l'interrogazione che passo a discutere l'onorevole Cenni chiede di conoscere quali urgenti iniziative si intendano assumere affinché l'INPS riveda il proprio orientamento in merito all'interpretazione delle disposizioni di cui all'articolo 2, commi 506 e 507, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, concernente modalità agevolate di definizione dei contenziosi insorti in ordine alla non cumulabilità di benefici contributivi per il settore agricolo.
In proposito, sulla base delle informazioni acquisite presso i competenti uffici dell'Amministrazione che rappresento, dell'INPS e del Ministero dell'economia e delle finanze, faccio presente quanto segue.
L'articolo 44, comma 1, del decreto-legge n. 269 del 2003, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 328 del 2003, ha previsto, in via di interpretazione autentica, che le agevolazioni di cui all'articolo 9, comma 5, della legge n. 67 del 1988, concernente sgravi contributivi per le imprese agricole site nei territori montani o in zone agricole svantaggiate, non sono cumulabili con i benefici di cui all'articolo 1, commi 5 e 6, del decreto-legge n. 536 del 1987, convertito con modificazioni dalla legge n. 48 del 1988, in materia di fiscalizzazione del contributo di malattia in favore delle imprese agricole tout court. In ordine a detta norma di interpretazione autentica è stata sollevata questione di legittimità costituzionale, dichiarata non fondata dalla Corte costituzionale con sentenza n. 274 del 3 luglio 2006.
Successivamente, l'articolo 2, comma 506, della legge n. 244 del 2007 ha previsto la possibilità per l'INPS di definire in via stragiudiziale i contenziosi pendenti in materia, stabilendo in particolare: per i soggetti con contenzioso in atto che non hanno restituito le agevolazioni impropriamente godute il recupero dell'indebito avviene per l'intero importo, senza sanzioni, con possibilità di rateizzazione fino a venti rate annuali con aggravio di interessi legali; ai soggetti che in pendenza di giudizio hanno già restituito all'INPS le agevolazioni impropriamente godute è riconosciuto un credito previdenziale pari al 40 per cento delle somme restituite, maggiorato di interessi legali calcolati dalla data di restituzione fino alla data di entrata in vigore della citata legge n. 244 del 2007, vale a dire il 1o gennaio 2008. L'articolo 2, comma 507, della predetta legge n. 244 del 2007 ha poi previsto che le disposizioni Pag. 16concernenti la definizione agevolata di cui al comma 506 si applicano anche alle cooperative sociali che hanno un numero non superiore alle 15 unità tra soci e lavoratori dipendenti.
L'INPS, nell'attuare la predetta norma, ha dato disposizioni operative alle proprie sedi periferiche, in particolare con la circolare del 5 marzo 2008, n. 27, nel senso di limitarne l'applicazione solo ai contenziosi ancora aperti: «l'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (finanziaria 2008), al comma 506 autorizza l'Istituto a definire in via stragiudiziale i giudizi pendenti in materia di cumulo delle agevolazioni per fiscalizzazione e agevolazioni previste per zone montane o svantaggiate».
Al riguardo, mi sembra di poter concludere che le disposizioni operative in materia, trasmesse dall'INPS alle proprie sedi con la predetta circolare al fine di definirne l'ambito applicativo, risultano coerenti con le previsioni di cui al citato articolo 2, commi 506 e 507, della legge n. 244 del 2007 nei termini sopra esposti e che eventuali ampliamenti dell'ambito applicativo delle disposizioni in questione necessitano di interventi da valutare in un quadro di compatibilità e sostenibilità finanziaria.

PRESIDENTE. L'onorevole Cenni ha facoltà di replicare.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario, francamente sono non solo insoddisfatta, ma anche piuttosto sorpresa della risposta che mi viene data. Sorpresa, perché l'interrogazione in esame è stata presentata nell'ottobre di un anno fa. Non è che in questo anno non sia accaduto niente, sono accadute molte cose. Sono state approvati da quest'Aula all'unanimità ordini del giorno in data 13 novembre, in data 24 febbraio e in data 9 aprile; il tema era stato assunto ed approvato, ancora volta all'unanimità, in Aula sul decreto-legge sull'agroalimentare n. 171 del 2008; e tutto ciò che il sottosegretario mi ha detto era a mia conoscenza già un anno fa.
Il tema è un altro, sottosegretario, non possiamo far finta che non sia un altro, perché è stato discusso ripetutamente, in Commissione agricoltura e in quest'Aula: sancito che queste agevolazioni non potevano essere cumulate, e sancito che alle cooperative che hanno beneficiato di tale possibilità viene richiesto di restituire le risorse considerate non dovute, già nella legge finanziaria del 2008, ancora una volta con unanimità di voto dell'Aula, era stata prevista la possibilità di restituire il dovuto all'INPS in forma rateizzata con tanto di interessi di mora. L'INPS sta disattendendo questa decisione con una sua propria interpretazione, che è stata negata più di una volta dall'Aula, lo ripeto, con scelte che sono comprese nella normativa e con ordini del giorno che impegnavano il Governo. A me sembra quindi che lei abbia risposto ad un'interrogazione che porta la data di almeno un anno fa come se non fosse accaduto niente in questo anno. Francamente, mi ritengo dunque profondamente insoddisfatta.

(Iniziative per evitare la chiusura dello stabilimento militare di Baiano di Spoleto - n. 3-00055)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Volontè n. 3-00055, concernente iniziative per evitare la chiusura dello stabilimento militare di Baiano di Spoleto (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, l'interrogazione in discussione prende in esame l'attuale situazione dello stabilimento militare munizionamento terrestre di Baiano di Spoleto, che, in esito alla ristrutturazione dell'area tecnico-industriale disposta con il decreto legislativo n. 459 del 1997, è stato affidato all'Agenzia industrie difesa (AID), ai fini della sua riorganizzazione, di pro Pag. 17muoverne il rilancio produttivo e di pervenire ad una sua gestione economica.
La predetta Agenzia, infatti, ha a tale scopo avviato un processo di riorganizzazione con la definizione, per ciascun stabilimento ad essa affidato, ivi compreso quello in parola, di un piano industriale e l'elaborazione di piani operativi annuali, ciascuno dei quali è stato vagliato attraverso un bilancio di previsione e controllato sulla base dei risultati di un bilancio consuntivo, i quali sono stati sottoposti all'approvazione del collegio dei revisori dei conti.
In tale quadro, le attività produttive dello stabilimento in parola hanno fatto registrare una significativa ripresa soltanto nel 2007, anche se sono ancora in corso alcuni interventi infrastrutturali, mentre altri dovranno essere eseguiti.
Al riguardo, si fa osservare che nonostante le limitazioni derivanti dagli effetti dell'esplosione del 10 aprile 2005, correlate sia ai danni subiti, sia al protratto sequestro dell'area interessata da parte della magistratura, ma anche alla necessità di attendere le conclusioni degli accertamenti della competente direzione generale dei lavori e del demanio circa la rispondenza della configurazione dello stabilimento ai fini della sicurezza, l'AID ha promosso diverse azioni, tese alla piena ripresa delle attività.
In particolare, essa ha disposto un programma di investimenti ed ha fornito il proprio concorso economico anche in alcuni interventi di ripristino e adeguamento infrastrutturale, compresi quelli di contenuto antinfortunistico individuati da un apposito gruppo di lavoro, ritenuti prioritari ai fini della ripresa delle attività produttive in piena sicurezza.
A tal riguardo, sulla base degli elementi informativi forniti dall'AID, si fa rilevare che il programma di risanamento degli effetti del noto incidente e degli adeguamenti infrastrutturali sta seguendo un preciso percorso che tiene conto sia delle esigenze di sicurezza, sia di quelle produttive. La rispondenza di tale percorso, peraltro, può essere ragionevolmente attestata dai dati di bilancio, che, nel consuntivo 2007, hanno fatto registrare un incremento del valore della produzione, passando da circa 1,6 milioni di euro del 2006 ad oltre 5 milioni di euro.
In buona sostanza, in ordine alle preoccupazioni espresse dall'onorevole interrogante, si assicura che sia l'AID, in stretto coordinamento con il Dicastero della difesa, sia la direzione dello stabilimento in parola stanno seguendo con costante e notevole attenzione la ripresa produttiva, la quale, seppure con alcune difficoltà e condizionamenti, sta procedendo secondo una cadenza prestabilita e con ragionevole gradualità, tenuto altresì conto della necessità di portare a compimento i menzionati interventi di adeguamento infrastrutturale secondo gli standard previsti.
La ripresa produttiva è risultata sostanzialmente confermata nell'esercizio 2008. Proprio con riferimento al «rischio di vedere lo stabilimento cessare la sua attività» ed alla «capacità di operare secondo criteri di economicità nella gestione» entro i termini di legge, il precedente termine del 31 dicembre 2009 è stato prorogato al 31 dicembre 2011 con il decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito dalla legge n. 14 del 2009.
Si rappresenta, infine, che il direttore generale dell'Agenzia ha presentato al Ministero vigilante una relazione sulla situazione economica delle unità produttive. Tale relazione evidenzia, per ciascuna unità, le soluzioni percorribili, che non ricalcano necessariamente i vecchi modelli ma si proiettano verso nuove forme associative in grado di aprirsi efficacemente in direzione di nuovi settori produttivi compatibili con le capacità professionali esistenti, che assicurino quei ritorni economici indispensabili al mantenimento in servizio delle strutture industriali affidate alla gestione AID, così come prescritto dalla vigente normativa.

PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha facoltà di replicare.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, spendo solo poche parole per dichiararmi molto soddisfatto da questa attenzione e Pag. 18da questa risposta: ciò che temevamo era, appunto, che vi fossero il silenzio e la disattenzione nei confronti di questo importante stabilimento di Baiano di Spoleto. Il sottosegretario con la sua risposta ci ha dimostrato invece che vi è un processo di riorganizzazione ed un piano industriale, ma soprattutto i dati di una significativa ripresa nel 2007-2008 hanno indotto l'AID e lo stesso Ministero a proseguire nella direzione di piani di investimento nei confronti dello stabilimento di Baiano di Spoleto.
Da questo punto di vista, raccogliamo con soddisfazione il fatto che la nostra preoccupazione è stata non solo accolta ma, con l'annuncio della proroga dei termini dal 2009 al 2011, completamente soddisfatta.
Infine, le ultime righe della risposta del Governo ci fanno ben sperare, perché l'attenzione da parte della direzione dello stabilimento ad individuare nuove forme che non solo diano piena soddisfazione alle maestranze ma che riescano anche a sviluppare fino in fondo tutte le capacità produttive dello stabilimento di Baiano di Spoleto, va nella direzione da noi richiesta. Certamente non spegneremo le luci su questo importante sito produttivo e sappiamo fin d'ora che anche il Ministero pare abbia la stessa intenzione.

PRESIDENTE. Ringrazio il signor sottosegretario, anche per averci accompagnato lungo tutta la seduta.
È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 14.

La seduta, sospesa alle 12,20, è ripresa alle 14,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bocci, Bongiorno, Bruno, Caparini e Mura sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009 (A.C. 2449-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009.
Ricordo che nella seduta del 14 settembre 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali, svolta congiuntamente a quella relativa alla Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2008, e che il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione.
Avverto che la Commissione ha presentato l'articolo aggiuntivo 7-quater.0200, che è in distribuzione e con riferimento al quale il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 14,30.
Avverto che, per quanto riguarda l'esame in Assemblea della legge comunitaria, il regime di ammissibilità degli emendamenti si basa su una prassi applicativa - risalente alla XIII legislatura - derivante dalla particolare natura della legge comunitaria stessa, quale principale strumento a cadenza annuale della cosiddetta fase discendente del diritto comunitario. In virtù di tale prassi è riconosciuta Pag. 19la possibilità di presentare direttamente in Assemblea emendamenti nuovi, purché riconducibili, ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 4, all'oggetto proprio della legge comunitaria come definito dalla legislazione vigente, che consiste, tra l'altro (ai sensi dell'articolo 9 della legge n. 11 del 2005), di disposizioni volte a «dare attuazione ad atti del Consiglio o della Commissione delle Comunità europee», ovvero «modificative o abrogative di disposizioni vigenti oggetto di procedure di infrazione».
La Presidenza, in conformità ai predetti criteri di ammissibilità, non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 89 e 126-ter, comma 4, del Regolamento, le seguenti nuove proposte emendative, non riconducibili all'oggetto proprio della legge comunitaria, come definito dall'articolo 9 della legge n. 11 del 2005, e pertanto non configurabili quali attuazione di obblighi comunitari: Pini 6.031, volto a modificare alcune disposizioni sanzionatorie già introdotte, in applicazione del regolamento CE n. 2081/92, dal decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 297, in materia di protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli e alimentari; Pini 6.033, recante disposizioni per l'utilizzo degli aiuti comunitari relativi alla politica agricola comune; Barani 7-octies.036, in materia di trattamento domestico delle acque potabili; Pini 7-octies.037, che detta disposizioni in materia di contratto di soccida; 7-octies.0201 della Commissione, volto ad estendere alla pesca e all'acquacoltura la disciplina degli aiuti di Stato del settore agroalimentare, al fine di dare seguito ad una decisione comunitaria che, tuttavia, per sua natura, non necessita di alcun atto interno di recepimento; 7-octies.0202 della Commissione, recante una delega al Governo per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura.
La Presidenza non ritiene altresì ammissibili le seguenti nuove proposte emendative che, riguardando direttive in relazione alle quali la recente legge comunitaria 2008 ha già definito la procedura di attuazione, non sono dirette a colmare un vuoto normativo corrispondente ad un obbligo comunitario ma ad integrare la relativa disciplina di recepimento: Valducci 7-octies.032 e Pini 7-octies.033, che novellano l'articolo 36 della legge comunitaria 2008, integrando i criteri di delega per l'attuazione della direttiva comunitaria 2008/51/CE relativa al controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi; Conte 7-octies.034, volto a rimuovere il divieto di svolgere altre attività per le società di revisione contabile, dettando direttamente una disciplina parzialmente attuativa della direttiva comunitaria 2006/43/CE.
In base ai medesimi criteri deve, invece, considerarsi ammissibile l'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.030 in materia di attività venatoria, in quanto tale proposta emendativa, in base alle valutazioni proprie del vaglio di ammissibilità - che non possono, ovviamente, investire il merito del testo - è da considerarsi riferibile, secondo parametri enunciati dalla Presidenza della Camera a partire dalla seduta del 26 luglio 2000, a norme per le quali sono in corso procedure di infrazione.
Sul punto sono stati trasmessi alla Presidenza, con distinte lettere inviate dall'onorevole Zamparutti e dal Ministro del turismo, onorevole Brambilla, taluni rilievi ai quali ho testé inteso fornire risposta in Aula, come avvenuto in analoghe precedenti occasioni, quando la questione è stata posta prima della dichiarazione di inammissibilità.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, trovo insoddisfacente questa risposta alla lettera che le avevo rivolto perché, a mio avviso, questa risposta è un puro escamotage, che tuttavia ammette alla discussione ciò che per Regolamento non dovrebbe essere consentito. Questo emendamento, infatti, è estraneo alla materia del disegno di legge comunitaria oltre che per le ragioni che ho espresso nella lettera, anche perché, a differenza della legge Pag. 20comunitaria 2008 che avevamo discusso la scorsa estate, in questo testo non vi è neppure un articolo concernente la materia della caccia.
Dunque ritengo che dietro a questa debole e inconsistente motivazione tecnica (questo lei l'ha detto: non è una valutazione di merito) in realtà a questo punto si misurerà la consistenza della maggioranza che in maniera surrettizia, attraverso un vero e proprio blitz, si assume la responsabilità di una riforma della legge sulla caccia con modalità diverse rispetto a quelle su cui si era impegnata l'estate scorsa durante la discussione della legge comunitaria 2008 (quando era stato assunto un impegno a procedere in sede di riforma della legge sulla caccia) e peraltro con modalità che determineranno nuove infrazioni su questa materia e che saranno anche in contrasto con la volontà generale sul tema dell'opinione pubblica, delle associazioni ambientaliste e - devo dire - anche delle associazioni venatorie animate da un minimo di ragionevolezza, le quali giudicano, quindi, sfavorevolmente questo emendamento.

PRESIDENTE. Come ho testé ricordato, la Presidenza nel valutare l'ammissibilità o meno degli emendamenti non entra minimamente nel merito dei medesimi e, come ho testé ricordato, l'ammissibilità è la diretta conseguenza di quanto coerentemente affermato dalla Presidenza sin dal 2000 e ribadito in occasione dell'esame dei successivi disegni di legge comunitaria. In particolare, rilevo che nell'ambito della citata procedura di infrazione, nel ricorso presentato dalla Commissione il 22 dicembre 2008 è indicata tra i vari motivi di doglianza la mancata previsione nella legislazione vigente del divieto di svolgere attività venatoria durante il periodo di nidificazione e di riproduzione degli uccelli.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,14).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Borghesi 1.2 e Gozi 1.30.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Abrignani 1.33, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Gozi 1.31.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 14,35.

La seduta, sospesa alle 14,15 è ripresa alle 14,40.

PRESIDENTE. Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) Pag. 21hanno espresso i prescritti pareri che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Ricordo che, prima della sospensione della seduta, il relatore e il rappresentante del Governo hanno espresso il parere sulle proposte emendative riferite all'articolo 1.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, prima di passare all'esame dell'emendamento, è necessaria una considerazione di metodo preliminare in relazione all'esame del disegno di legge comunitaria 2009.
L'esame del provvedimento conferma la bontà del lavoro svolto dal Governo e dalla maggioranza che hanno assicurato un dibattito ampio e approfondito, accogliendo anche i suggerimenti dell'opposizione, senza alcuna pregiudiziale politica o ideologica. L'apertura del Governo a un confronto serio e articolato con il Parlamento era, del resto, già stata testimoniata proprio dalle quattro letture cui il disegno di legge comunitaria per il 2008 è stato sottoposto prima dell'approvazione definitiva da parte della Camera nello scorso giugno.
È dunque alla luce di questo atteggiamento di apertura al dialogo che va considerato l'emendamento al nostro esame, ciò al fine di evitare malintesi e incomprensioni che potrebbero generare spaccature ingiustificate, soprattutto in una materia, quella dei rapporti con l'Unione europea, in cui dovrebbe, invece, prevalere uno spirito collaborativo e bipartisan; in caso contrario ne risulterebbe compromessa la credibilità stessa del nostro Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prego gli onorevoli colleghi di affrettarsi.
I colleghi hanno votato? Onorevole De Torre, ha votato? Onorevole Pizzolante, ha votato? Onorevole Mazzuca, ha votato? Onorevole Mazzuca, non riesce? Ecco, ora ha votato. Onorevole Pizzolante, non riesce assolutamente? Se i tecnici possono aiutare l'onorevole Pizzolante... onorevole Pizzolante, è riuscito?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 353
Votanti 352
Astenuti 1
Maggioranza 177
Hanno votato
155
Hanno votato no 197).

Prendo atto che i deputati Rivolta, Barbareschi, Rampelli, Bernini Bovicelli, Gava, Sardelli e Belcastro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto, altresì, che i deputati Vannucci, Ruvolo, Genovese e Gianni Farina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Pisacane e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Gozi 1.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, obiettivamente facciamo molta fatica a capire la linea e la coerenza del Governo e della maggioranza in merito a questo emendamento. Vorrei spiegare che con questo emendamento cerchiamo semplicemente di completare un lavoro lasciato incompleto dal Governo, che ha recepito solo una delle disposizioni della direttiva rimpatri, quella in cui si prevede la permanenza sino a sei mesi nei centri di identificazione ed espulsione (CIE) da parte dei clandestini, senza però recepire tutto il resto. Vorrei ricordare anche che per fare questo il Governo ha posto la Pag. 22fiducia e, in un caso, è stato messo in minoranza in quest'Aula. Al momento abbiamo una situazione in cui di quella direttiva rimpatri - che, tra l'altro, la maggioranza di Governo ha fortemente voluto a Bruxelles - stiamo recependo solo una disposizione specifica, che è quella relativa ai centri.
Secondo noi quella direttiva non è pienamente soddisfacente; cerchiamo almeno di riequilibrare la situazione, dato che la direttiva in questione, nel disciplinare i rimpatri clandestini, oltre che dare la possibilità ai governi di prevedere una permanenza fino a 18 mesi, fissa una serie di condizioni relative al trattenimento, al principio di non respingimento, alla salute dei migranti, allo spazio minimo che ogni clandestino deve avere nei centri di identificazione ed espulsione (CIE) e condizioni specifiche per quanto riguarda i minori che si trovano nei centri.
Da una parte, quindi, con un voto di fiducia avete preso quello che più vi faceva comodo della direttiva 2008/115/CE, al fine di attuare una politica che continua unicamente a criminalizzare l'immigrazione, dall'altra, non avete recepito tutti quegli aspetti che avrebbero potuto aiutarvi a essere più rispettosi delle norme comunitarie e delle regole del diritto internazionale, soprattutto in materia di asilo oltre che di immigrazione clandestina.
Tra l'altro, vorrei ricordare che, in quella direttiva che non volete recepire salvo che per i centri, vi è un protocollo allegato, firmato dal Governo in carica, che impegna gli Stati membri a non modificare in senso più restrittivo la normativa nazionale eventualmente più favorevole sulla scorta della direttiva. Ed è esattamente quello che avete fatto: avete aumentato - inutilmente tra l'altro ma abbiamo già avuto modo di ricordarlo in quest'Aula in altra sede - il tempo di permanenza nei centri, non avete previsto tutte le altre condizioni, principi e modalità e lo avete fatto, contraddicendo quel protocollo. Infatti, avete inasprito un aspetto della disposizione nazionale senza che la direttiva vincolasse a farlo, perché quel limite era previsto dalla direttiva non tanto per il caso Italia, ma per i casi di Paesi membri in cui non era previsto alcun limite al tempo di permanenza nei CIE.
Pertanto, non solo avete preso la parte che più vi faceva comodo, ma avete creato una situazione particolarmente squilibrata per cui tutto il resto della direttiva risulta non recepita.
Per noi, signor Ministro, questo è un aspetto fondamentale per quanto riguarda la nostra posizione su questa legge comunitaria. Riteniamo infatti che, alla luce dell'attualità politica interna, degli sviluppi comunitari, della necessità di costruire una vera e propria politica comune in materia di immigrazione in tutti i suoi aspetti - di cui certamente uno è quello dei rimpatri anche se non è il solo - avere una situazione in cui nel nostro ordinamento applichiamo, recepiamo un articolo di una direttiva così rilevante, senza recepire tutto il resto, è una situazione assolutamente squilibrata.
Non ci avete pensato voi, ma ci abbiamo pensato noi a proporre, con un emendamento, il recepimento della direttiva, indicando anche tutta una serie di principi e criteri direttivi ed obiettivamente non capiamo perché il Governo e la maggioranza a Bruxelles votino a favore di una direttiva e a Roma ne recepiscano solo un articolo, lasciando da parte tutto il resto.
Inviterei, quindi il Governo e la maggioranza a rivedere la loro posizione espressa in Commissione su questo punto che per noi è uno dei punti fondamentali anche per stabilire la nostra posizione sull'intero provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Farinone. Ne ha facoltà.

ENRICO FARINONE. Signor Presidente, vorrei solamente ribadire l'importanza dei concetti già sottolineati dall'onorevole Gozi, perché vi era un'occasione, un'opportunità con questa legge comunitaria, quella di recepire interamente la Pag. 23direttiva 2008/115/CE sui rimpatri. Lo si poteva fare e non lo si è voluto fare e, come ho già rilevato nella discussione sulle linee generali, vorrei chiedere al Ministro perché non lo si è voluto fare. Tanto più che la medesima direttiva è stata utilizzata un po' come supporto per il decreto-legge sulla sicurezza per quanto riguarda il prolungamento nei tempi di permanenza nei centri di identificazione ed espulsione.
Si sarebbe potuta utilizzare la legge comunitaria, ma non è stato fatto e noi riteniamo che questo sia un fatto estremamente negativo ed abbiamo voluto porvi rimedio con questa nostra proposta emendativa che chiediamo all'Aula di approvare, perché è nell'interesse del nostro Paese e credo che sia anche nell'interesse del Governo.

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma a questo emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene.

ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, vorrei prima chiedere un'informazione: stiamo esaminando l'emendamento Gozi 1.31?

PRESIDENTE. Onorevole Buttiglione, stiamo esaminando l'emendamento Gozi 1.30.

ROCCO BUTTIGLIONE. In tal caso, interverrò successivamente.

PRESIDENTE. Lei guarda lontano. Ne parleremo tra poco.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gozi 1.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato? Onorevole Tremaglia, prego... l'onorevole Tremaglia ha votato. L'onorevole Castagnetti ha votato. L'onorevole Boccuzzi ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 410
Votanti 409
Astenuti 1
Maggioranza 205
Hanno votato
183
Hanno votato no 226).

Prendo atto che i deputati Rampelli e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario; prendo, altresì, atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Pisacane e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, poiché le proposte emendative Abrignani 1.33, Pini 6.032, 7.033 e Brugger 7-octies 0.31 hanno ricevuto parere contrario da parte della V Commissione (Bilancio). A questo punto, chiedo se si possa procedere ad un nuovo esame di tali proposte emendative, avendo la Commissione di merito espresso parere favorevole.

PRESIDENTE. Sta bene.
Non essendovi obiezioni, l'emendamento Abrignani 1.33 si intende accantonato. Pag. 24
Passiamo alla votazione dell'emendamento Gozi 1.31.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, mi dispiace anticipare il collega Gozi che immagino vorrà intervenire sull'emendamento in esame, ma si tratta di una proposta che ha un'oggettiva grande rilevanza. Trattiamo della direttiva 2009/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009, che introduce norme minime relative alla lotta contro il lavoro nero. Questa norma ci consente di fare anche un'operazione di revisione, secondo linee che lei stesso, signor Presidente, in più di un'occasione ha indicato, del difficile problema del lavoro nero degli immigrati in Italia e ci dà la possibilità di lottare contro il lavoro nero nazionale e contro quello che proviene da altri Paesi.
In particolare, vi è un punto che ritengo sia particolarmente importante. Si tratta della norma che prevede la non applicazione delle sanzioni della direttiva a carico di quei datori di lavoro che scelgono di autodenunciarsi e sono disposti a regolarizzare la posizione dei lavoratori impiegati clandestinamente. Ciò comporta la regolarizzazione dei lavoratori perché questi sono illegali solo formalmente in quanto hanno un lavoro e anche un datore che è disponibile a trasformare il rapporto di lavoro clandestino (che è clandestino solo perché la legge oggi non consente l'emersione) in un rapporto di lavoro nazionale.
Questi individui sono tanti e rappresentano il vero grande problema della nostra politica dell'immigrazione. Possiamo avere un reato di clandestinità? Io dico di sì, ma lo possiamo avere se colpisce una massa di persone, le quali sono qui chiaramente per fini non chiari e per delinquere, come avviene in altri Paesi. Ma possiamo applicare le sanzioni previste dal reato di clandestinità a un milione di persone che sono qui e lavorano, che hanno dei datori di lavoro che li vogliano regolarizzare, che sono disponibili a regolarizzarsi e che potrebbero inserirsi fruttuosamente nella vita della nostra nazione? Vorrei invitare i colleghi della maggioranza a riflettere su questo punto.
Abbiamo l'occasione di ritoccare in modo umano una questione che ha un impatto terribile sulla vita della nostra nazione, altrimenti necessariamente rigettiamo nell'illegalità tante persone che potrebbero essere, prima, buoni residenti e, dopo, magari, anche buoni cittadini. Ringrazio il collega Gozi per avere proposto questo emendamento. Credo di avere dato il via a questa discussione a suo tempo in Commissione e chiedo di apporre anche la mia firma all'emendamento Gozi 1.31 (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, la direttiva che con questo emendamento proponiamo di recepire, relativa alle sanzioni ai datori di lavoro, anche se di recente approvazione, è stata tra l'altro già esaminata da questo Parlamento in fase ascendente dalla Commissione politiche comunitarie. È anche questa una direttiva che deve essere recepita in tempi brevi, soprattutto se vogliamo - come il Governo dice di volere - costruire una politica comune in materia di immigrazione.
Infatti, siamo di fronte ad una contraddizione palese e ad un'incoerenza evidente da parte del Governo e della maggioranza. Da una parte, ogni volta che si parla di immigrazione e di integrazione europea, sentiamo dal Governo la necessità di sviluppare una politica comune a livello europeo. Sentiamo attacchi contro l'Europa perché non è sufficientemente presente, perché non è sufficientemente solidale con l'Italia nell'affrontare alcuni aspetti dell'immigrazione, cioè quelli legati alla clandestinità. Poi, però, quando proponiamo di recepire una serie di direttive sulle quali tra l'altro il Governo in Consiglio dei Ministri a Bruxelles ha espresso voto favorevole, la maggioranza è riluttante, Pag. 25anzi, semplicemente è contraria al recepimento di queste direttive.
Tra l'altro, nella fattispecie, la direttiva che stiamo esaminando, come diceva l'onorevole Buttiglione, è importante proprio perché - questo non possiamo nascondercelo signor Ministro - è proprio la certezza per i clandestini di trovare lavoro in nero in Italia che rappresenta uno dei principali motori di attrazione per quelle persone che hanno ben poco da perdere nel loro Paese d'origine.
Recepire questa direttiva con i meccanismi e le modalità che abbiamo, tra l'altro, discusso in Commissione e che riproponiamo nel nostro emendamento, vorrebbe dire avere un approccio molto meno illogico e molto più pragmatico alla questione del lavoro nero per quanto riguarda gli immigrati irregolari.
L'onorevole Buttiglione è intervenuto oggi, ma era intervenuto in Aula anche in occasione dell'approvazione della scorsa legge comunitaria ed aveva affermato una cosa che a mio parere è molto condivisibile. Abbiamo l'impressione che il mancato recepimento di questa direttiva equivalga in sostanza a sancire il fatto che a noi italiani e allo Stato italiano faccia comodo avere clandestini e irregolari che lavorano in nero.
Forse ci fa comodo perché sono invisibili, perché sono meno onerosi e perché sono totalmente privati dei loro diritti. I principi e i criteri direttivi che abbiamo previsto recepiscono l'accurato lavoro che abbiamo svolto in Commissione; cercano di coniugare l'esigenza di regole certe per quanto riguarda la lotta contro il lavoro nero e la responsabilizzazione dei datori di lavoro con, però, un buon grado di flessibilità che deve ovviare anche all'eccessiva rigidità formalistica dell'attuale legislazione sull'immigrazione vigente in Italia, modulando in maniera progressiva e nel tempo le sanzioni ed anche prevedendo una serie di eccezioni, come del resto è ragionevole in una democrazia e in uno Stato di diritto.
Signor Ministro, è evidente che vi state mettendo in una posizione difficile sia a Roma che a Bruxelles. Infatti, a Bruxelles invocate più interventi da parte della Commissione europea e dei Governi per costruire una politica dell'immigrazione, a Roma o non recepite le direttive in materia di immigrazione, o recepite solo la parte che più vi fa comodo per una politica unicamente volta a criminalizzare l'immigrazione.
Tutto quello che riguarda il collegamento tra immigrazione e mercato del lavoro, la possibilità di introdurre eventualmente delle quote a livello europeo, il collegamento tra immigrazione e cooperazione con i Paesi terzi, una maggiore flessibilità per quanto riguarda il rapporto tra datori di lavoro e dipendenti extracomunitari negli Stati membri, tutto questo continuate a non volerlo recepire. Siete in forte contraddizione.
Lo ripetiamo di nuovo: queste direttive permetterebbero di far compiere un grande passo in avanti alla legislazione in materia di immigrazione vigente nel nostro Paese; inoltre, ci manterrebbero ai livelli europei, rendendoci, signor Ministro, ancora più credibili (o forse dovrei dire un po' più credibili) nel momento in cui pretendiamo giustamente maggior solidarietà da parte dell'Europa per contrastare i flussi di clandestini nel Mediterraneo.
Quindi, anche su questo aspetto noi insistiamo, perché - essendo una direttiva che non è stata votata da una maggioranza precedente, ma voluta e votata da questa maggioranza, discussa in questo Parlamento - non capiamo la ragione per la quale nelle due leggi comunitarie che stiamo discutendo quest'anno non si siano trovati né la volontà, né lo spazio per recepire questa direttiva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per dichiarare, a nome del gruppo dell'Italia dei Valori, che il sottoscritto e gli onorevoli Aniello Formisano e Antonio Razzi apponiamo la nostra firma alla proposta emendativa in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 26
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gozi 1.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino... Onorevole Castagnetti... Onorevole Leo... Onorevole Tassone... Onorevole Boccuzzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 422
Votanti 421
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato
189
Hanno votato
no 232).

Prendo atto che il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Pisacane e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Essendo stato accantonato l'esame dell'emendamento Abrignani 1.33, occorre di conseguenza accantonare la votazione dell'articolo 1.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nola... Onorevole Luciano Rossi... Onorevole Leo... Onorevole Boccuzzi... Onorevole Fogliardi... Onorevole Margiotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 427
Votanti 422
Astenuti 5
Maggioranza 212
Hanno votato
262
Hanno votato
no 160).

Prendo atto che i deputati Pisacane e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Galletti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 413
Votanti 412
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato
410
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati Paladini, Delfino, Antonione, Sbai, Galletti e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Pisacane, Argentin e D'Antona hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

Pag. 27

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Boccuzzi... Onorevole Delfino... Onorevole Paladini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 433
Maggioranza 217
Hanno votato
432
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Pisacane, Argentin e D'Antona hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Cimadoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 dell'articolo aggiuntivo ad esso presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Farinone. Ne ha facoltà.

ENRICO FARINONE. Signor Presidente, credo che qui vi sia un fattore molto significativo e importante dell'attività del Parlamento e del rapporto che il Parlamento deve avere con il Governo, anche con riferimento alla relazione sull'attività dell'Italia nell'Unione europea.
Noi abbiamo rilevato, sia nella discussione generale, sia in Commissione, come la relazione curiosamente non contenga il riferimento ad alcuni temi, quali, ad esempio, la riforma del bilancio dell'Unione europea e la connessa riforma della politica di coesione. Lo dico per sottolineare che, guardando soprattutto all'immediato futuro - che ricordo sarà contraddistinto, come tutti speriamo, dal Trattato di Lisbona e, quindi, da una pregnanza maggiore dei parlamenti rispetto all'attività e alla vita dell'Unione - sarà opportuna una capacità comunicativa e informativa da parte del Governo nei confronti del Parlamento molto maggiore rispetto a quella che c'è stata storicamente: non mi riferisco infatti semplicemente a questo Governo in modo particolare, ma in generale al rapporto che storicamente c'è stato su questi argomenti fra l'Esecutivo e il Parlamento.
Il Parlamento assumerà con il Trattato di Lisbona un profilo e un rilievo assolutamente maggiori e quindi dobbiamo migliorare la comunicazione tra Governo e Parlamento; non lo dico per astratti motivi formali, ma, al contrario, per utilizzare al meglio le competenze, le conoscenze e le qualità di ordine tecnico e politico del nostro Parlamento, lavorando al meglio in modo da far operare sinergicamente, nell'interesse del Paese, il Governo e il Parlamento, l'attività dell'opposizione e quella della maggioranza, come talvolta ci riesce in quest'Aula e anche in Commissione.
Questo è uno dei motivi - ne stiamo discutendo in XIV Commissione e lo si dice da tempo - per cui riteniamo sia opportuno introdurre una sessione comunitaria della fase cosiddetta ascendente, ossia per discutere i temi che si affronteranno in Europa, potendo parlarne qui prima, e da svolgersi all'inizio di ogni anno, in modo da discutere sulle questioni di carattere generale e su quelle più specifiche, almeno su quelle più significative, abbinando sin dall'inizio l'esame del programma legislativo della Commissione europea e degli altri strumenti di programmazione dell'Unione con quello della relazione annuale sulla partecipazione italiana alla stessa Unione. Insomma, dobbiamo far vivere maggiormente l'Unione europea dentro quest'Aula, che costituisce il punto di riferimento per il dibattito nel Paese. Non dimentichiamo che tutti abbiamo interesse, il sistema Pag. 28Paese e tutte le forze politiche, che i cittadini italiani comprendano sempre meglio cosa significhi, in termini positivi, la costruzione dell'Unione europea.
Ecco perché, come avviene nei principali Paesi europei, credo che anche il Parlamento italiano dovrà ricevere puntuali e sistematiche informazioni e note esplicative di fonte governativa in merito ai contenuti, al quadro negoziale, all'impatto normativo ed economico e alle posizioni assunte dal Governo nelle diverse istituzioni europee, almeno per i temi più significativi e più rilevanti. Ciò dovrebbe servire anche alle Camere per selezionare le questioni più rilevanti da esaminare nella fase ascendente, ossia di formazione delle norme, che più di ogni altro sarà il futuro dell'Europa.
In questo senso, ci siamo attivati con un emendamento chiedendo al Governo di assicurare che la posizione rappresentata dall'Italia nel Consiglio dei Ministri europei e nelle relazioni con le altre istituzioni dell'Unione tenga conto degli indirizzi che vengono definiti dalle Camere, in modo da creare questa sinergia assolutamente fattiva e positiva nel nostro rapporto. Credo che ciò vada al di là dello specifico tema del quale stiamo parlando questo pomeriggio e includa più propriamente la grande questione dei rapporti tra l'Esecutivo e il Parlamento...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ENRICO FARINONE. Concludo immediatamente, signor Presidente. Sicuramente ritengo che la comunitaria 2009 (tra l'altro finalmente discussa nel 2009) e l'imminente approvazione del Trattato di Lisbona rappresentino l'occasione per puntualizzare questo aspetto che, come ben sa il Presidente della Camera, tornerà presto nel nostro dibattito.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino, onorevole Boccuzzi, onorevole Lanzillotta; Gli onorevoli Delfino e Boccuzzi hanno votato. L'onorevole Lanzillotta non riesce... Onorevole Galletti? Ha votato. Onorevole Portas? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 446
Votanti 445
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato
445).

Prendo atto che il deputato Gibiino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Pisacane e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo Gozi 5.01.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Gozi 5.01, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: alla lettera a), capoverso 4-bis, sostituire le parole: «se sia coerente con gli» con le seguenti: «tenga conto degli» e sopprimere il capoverso 4-quater, e sopprimere le lettere b) e c).

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal relatore.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal relatore e sottolineo quanto diceva anche in precedenza l'onorevole Farinone sull'importanza per il lavoro di questa Camera, Pag. 29oggi e soprattutto nella prospettiva, che tutti auspichiamo, di entrata in vigore del Trattato di Lisbona, di rafforzare i rapporti di politica europea tra Parlamento e Governo.
Con questo articolo aggiuntivo stiamo, in sostanza, esplicitando un dettato costituzionale, ossia che il Parlamento può impartire indirizzi di politica estera, e nello specifico di politica europea, al Governo e che quest'ultimo deve tenerne conto ed eventualmente motivare alle Camere le ragioni per cui nel negoziato comunitario non ne abbia tenuto pienamente conto o abbia tenuto una posizione parzialmente diversa.
Riteniamo, inoltre, che esso serva moltissimo per quell'impegno comune, condiviso tra maggioranza e opposizione, volto a rafforzare il ruolo di questa Camera in materia di politica europea. Occorre rafforzare, da una parte, il rapporto Governo-Parlamento, che vuol dire rafforzare il dialogo di politica europea tra Governo e Parlamento, soprattutto prima dei grandi appuntamenti comunitari (mi riferisco al Consiglio europeo, ma anche ad importanti riunioni del Consiglio dei ministri) e, dall'altra, nella prospettiva che noi auspichiamo, una revisione del regolamento per quanto riguarda la politica europea e un adeguamento della legge n. 11 del 2005, al fine di tenere conto degli sviluppi del dialogo politico tra le istituzioni comunitarie e i Parlamenti nazionali che si sono realizzati dal 2005 e, soprattutto, di sfruttare pienamente il potenziale del Trattato di Lisbona per ciò che concerne il ruolo dei Parlamenti nazionali. Pertanto, riteniamo che questo articolo aggiuntivo sia un passo in avanti molto importante, quindi - lo ripeto - certamente accettiamo la riformulazione del relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, mi rallegro con i presentatori dell'articolo aggiuntivo in esame e con la maggioranza per l'accordo che hanno raggiunto su questo tema. Non posso, però, non esprimere la mia profonda insoddisfazione, perché la legge n. 11 del 2005 ha bisogno di essere modificata molto più profondamente.
Quali sono i problemi che andrebbero affrontati e che questo emendamento purtroppo non affronta? Avete visto come abbiamo votato in fretta gli articoli dall'1 al 5? Sapete perché? Non mi sono preparato per l'intervento di oggi, ma credo di poter dire che ricalcano esattamente la legge comunitaria precedente, quella ancora precedente e quella precedente ancora, e così sarà per un certo numero di articoli successivi.
Noi avremmo bisogno di consolidare i criteri generali di delega, sottraendoli al variare delle leggi comunitarie, per dare una certezza a coloro che lavorano per la trasposizione della normativa comunitaria in modo da potere, immediatamente dopo l'approvazione di una direttiva, iniziare il lavoro di trasposizione legislativa.
Avremmo bisogno di rafforzare il tavolo tecnico del CIACE con l'istituzione di nuclei di lavoro presso ognuno dei Ministeri che siedono in un Consiglio dei Ministri europeo e che seguono sia la fase ascendente che quella discendente, affinché ci possa essere una continuità di lavoro che ci permetta di recuperare il grave ritardo che abbiamo nella trasposizione della normativa comunitaria.
Avremmo bisogno, inoltre, di toccare il nodo dolente della rappresentanza italiana a Bruxelles, ponendola, signor Ministro, alle sue dipendenze funzionali, ovvero alle dipendenze funzionali del Dipartimento per le politiche comunitarie, in modo da dare impulso all'attività di coordinamento che è la chiave del successo di ogni politica europea. Io capisco, infatti, che noi vogliamo rafforzare il ruolo del Parlamento e meritoriamente ciò viene fatto, ma la vera chiave che ci manca è rafforzare il ruolo di coordinamento del Ministero se vogliamo avere una politica europea effettivamente capace di incidere nelle decisioni comunitarie e di recuperare il ritardo normativo italiano su quelle decisioni. Pag. 30
Rispetto a questi problemi reali della nostra politica comunitaria, mi aspettavo che una volta che si toccasse la legge n. 11 del 2005, si andasse a fondo delle vere questioni, ma di ciò, invece, non vi è traccia. Noi ovviamente voteremo a favore dell'articolo aggiuntivo, ma consentite che io esprima la mia delusione e mi auguri che in altre occasioni si torni ad affrontare i veri nodi del necessario miglioramento della legge n. 11 del 2005.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gozi 5.01, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi? Ha votato. L'onorevole Delfino ha votato. Onorevole Volpi? Onorevole Carlucci? Ha votato. Onorevole Calderisi? Ha votato. Onorevole Nicolucci, non riesce? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 450
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato
450).

Prendo atto che i deputati Argentin e Pisacane hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 5-bis - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5-bis e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 5-bis.30.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 5-bis.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nizzi... Onorevole Bianconi? Ha votato. Onorevole Romele, onorevole Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 420
Astenuti 31
Maggioranza 211
Hanno votato
179
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che i deputati Pisacane e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5-bis.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta? Ha votato. Onorevole Mura? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 453
Votanti 452
Astenuti 1
Maggioranza 227
Hanno votato
452).

Pag. 31

Prendo atto che i deputati Argentin e Pisacane hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Distaso e Consolo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 5-ter - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5-ter (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5-ter.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino, non riesce? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 451
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato
450
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Paladini e Consolo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Borghesi 6.2 e Damiano 6.30, nonché sull'emendamento Borghesi 6.1.
Il parere è, altresì, contrario sugli articoli aggiuntivi Damiano 6.030, Paladini 6.02, 6.03 e 6.04. L'articolo aggiuntivo Pini 6.032 è una delle proposte emendative da sottoporre nuovamente all'esame della Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Quindi, si intende accantonato. Sta bene.
Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Borghesi 6.2 e Damiano 6.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampi. Ne ha facoltà.

ELISABETTA RAMPI. Signor Presidente, l'articolo 6 del disegno di legge in esame riguarda le prescrizioni minime relative all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici e, attraverso la richiamata direttiva, differisce al 30 aprile 2012 l'entrata in vigore delle disposizioni di cui al titolo VIII, capo IV, del decreto legislativo n. 81 del 2008, il testo unico sulla sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro che il Paese ha atteso per oltre trent'anni e che, a fine legislatura, il Governo Prodi ha varato per riunire, armonizzare e riformare tutte le principali norme di una materia tanto delicata e complessa, segnando un passo molto importante verso la più avanzata civiltà del lavoro e dando così attuazione all'articolo 32 della Costituzione, che riconosce nella salute un diritto fondamentale di ogni individuo.
Questa legge fondamentale è stata recentemente modificata dal Governo in carica. Signor Ministro, signori colleghi, abbiamo presentato questo emendamento Pag. 32soppressivo al fine di evitare l'ulteriore proroga dei termini per l'attuazione delle norme in materia di protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione ai campi elettromagnetici. La delicatezza dell'argomento, attinente alla salute e alla sicurezza, ci impone di dare pronta attuazione alle disposizioni comunitarie; invece, apparentemente con un intervento di tipo formale, si sposta di fatto in modo sostanziale l'entrata in vigore di una norma di tutela del lavoro, che slitterebbe così al 2012.
Il senso del nostro emendamento è la tutela e la sicurezza dei lavoratori esposti ai rischi e ai pericoli, per cui assume molta importanza l'adozione del principio di precauzione. Numerosissimi sono gli studi che riguardano i rischi relativi ai campi elettromagnetici di frequenza molto diversa e quindi con interazione differente con gli organismi biologici. Il tema della pericolosità dei rischi per la salute connessi all'esposizione ai campi elettromagnetici ha suscitato e suscita grande interesse nell'opinione pubblica, sempre più sensibile a questi temi ed occorre, inoltre, rilevare che studi approfonditi dimostrerebbero la pericolosità dell'esposizione.
Per questo, non possiamo scordare come in passato il procedere senza cautela e attenzione ai possibili danni alla persona e all'ambiente abbia creato disastri che ancora oggi paghiamo. L'amianto è il tragico esempio di come la noncuranza e la negligenza, uniti alla sottovalutazione del problema, anche purtroppo da parte del legislatore, abbiano permesso ciò che oggi è sotto gli occhi di tutti.
Una proroga non è giustificata. Inoltre, quanto disposto dall'articolo 6 del provvedimento in esame è un peggioramento di quanto previsto dal recente decreto legislativo n. 106 del 3 agosto 2009 ed è l'ennesimo episodio in cui dobbiamo rilevare un intervento del Governo purtroppo frammentario e ancora una volta caotico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Borghesi 6.2 e Damiano 6.30, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Rivolta...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 426
Astenuti 32
Maggioranza 214
Hanno votato
182
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 6.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta... onorevole Delfino... onorevole Boccuzzi... onorevole Cesario...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 450
Votanti 418
Astenuti 32
Maggioranza 210
Hanno votato
180
Hanno votato no 238).

Prendo atto che i deputati Antonione e Galati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. Pag. 33
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Boccuzzi... onorevole Delfino... onorevole De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 453
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato
270
Hanno votato
no 183).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Damiano 6.030. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, con questo articolo aggiuntivo chiediamo di specificare i criteri con cui il Governo dovrebbe adottare la legge delega relativa alla direttiva che dà le indicazioni sul lavoro interinale. È importante precisare quali sono le linee direttive con cui applicare la delega, proprio perché l'Unione europea mantiene criteri sufficientemente larghi per permettere l'adeguamento alla legislazione dei diversi Paesi, e noi, in questo particolare campo, il lavoro interinale, abbiamo veramente una situazione molto bizzarra.
Vede, signor Presidente, da noi il lavoro interinale si chiama lavoro in somministrazione e vi è stata una così cattiva interpretazione che noi, per tutto un periodo, abbiamo avuto la somministrazione a tempo determinato e la somministrazione a tempo indeterminato, utilizzando proprio questa sorta di scarto di tipo terminologico.
Sarà il caso che la direttiva e l'applicazione della direttiva prevedano nel nostro Paese, per esempio, l'utilizzo del termine lavoro interinale per intendere quello che si intende in Europa, compreso il fatto della temporaneità di questo tipo di rapporto di lavoro.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 15,27)

MARIA GRAZIA GATTI. Vorrei illustrare altri due punti rapidamente (ve ne sono altri, ma su cui vi sarebbe tutta la disponibilità a discutere). Abbiamo una direttiva europea che ci dice una cosa precisa: questi lavoratori, che lavorano con questo tipo di contratto, devono essere conteggiati per il raggiungimento dei limiti per poter eleggere le rappresentanze di tipo sindacale oppure i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Pensiamo che questo sia importante da sottolineare, perché nel nostro Paese esistono anche indicazioni di tipo diverso.
E poi, signor Presidente, abbiamo nella legislazione che in questo momento definisce il lavoro in somministrazione un articolo preciso, che è assolutamente in contrasto con la direttiva europea di cui si chiede l'applicazione. La direttiva prevede esplicitamente che sono nulle le clausole che vietano o che abbiano effetto di impedire la stipulazione di un contratto di lavoro o l'avvio di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato tra l'impresa utilizzatrice e il lavoratore tramite agenzia interinale al termine della sua missione. In questo momento, nel nostro Paese, se un lavoratore viene «somministrato» ad un'azienda, e questo lavoratore ha un rapporto a tempo indeterminato con l'agenzia interinale, che quindi gli paga un'indennità nei periodi di non lavoro, questo lavoratore non può essere assunto a tempo indeterminato dall'azienda che lo sta utilizzando alla fine della missione. Questo l'Unione europea pensa che sia una situazione di svantaggio per i lavoratori interinali nel nostro Paese, ed è per questo che viene chiesta la clausola di nullità. Penso che l'accoglimento di una clausola di questo tipo nella nostra legislazione sia assolutamente determinante, ed è per questo Pag. 34che vi chiedo di votare l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Damiano 6.030, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta? Onorevole Pollastrini? Onorevole Rampi? Onorevole Garagnani, ha votato non riesco a vedere il suo... Ha votato. Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 461
Votanti 433
Astenuti 28
Maggioranza 217
Hanno votato
188
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che il deputato La Loggia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Paladini 6.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino? Onorevole Lanzillotta, di nuovo? Onorevole Ceccuzzi? Onorevole Martignoni? Onorevole Romele? Onorevole Boccuzzi? È una votazione particolarmente sfortunata. Ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 427
Astenuti 29
Maggioranza 214
Hanno votato
186
Hanno votato no 241).

Prendo atto che il deputato La Loggia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Paladini 6.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Di nuovo l'onorevole Delfino... Onorevole Lanzillotta? È abbonata questa volta, onorevole Lanzillotta! Onorevole Boccuzzi? Anche lui. Onorevole Paladini? C'è una new entry. Onorevole Calvisi? Onorevole Cicchitto? Onorevole Cicchitto, pure lei! Ecco, adesso ha votato. Va bene. Allora ci siamo? Onorevole Cesaro, ancora. Onorevole Renato Farina?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 428
Astenuti 30
Maggioranza 215
Hanno votato
185
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che il deputato Lulli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Cesaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Pag. 35
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Paladini 6.04, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia? Onorevole Miglioli? Onorevole Versace? Onorevole Romele? Ci siamo? Perfetto. No, ancora chi c'è? Onorevole Torazzi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 463

Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato
214
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Pini 6.031 è stato dichiarato inammissibile. Ricordo che essendo stato richiesto il riesame da parte della V Commissione, l'articolo aggiuntivo Pini 6.032 è stato accantonato.

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e degli articoli aggiuntivi ad esso presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A). Constato l'assenza dell'onorevole Farinone che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbia rinunziato. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Misiani... onorevole Tommaso Foti... onorevole Portas... onorevole Palumbo... onorevole De Michelis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 463
Maggioranza 232
Hanno votato
463).

Prendo atto che i deputati Antonione, Burtone, Samperi e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che la deputata Bossa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi all'articolo 7.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Pini 7.030, mentre l'articolo aggiuntivo Pini 7.033 deve intendersi accantonato per il riesame. Signor Presidente, credo che sull'articolo aggiuntivo Pini 7.030 vi sia una proposta di riformulazione da parte del Governo.

PRESIDENTE. Signor Ministro, le chiedo il parere sugli articoli aggiuntivi all'articolo 7, e magari anche la proposta di riformulazione dell'articolo aggiuntivo Pini 7.030.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Pini 7.030, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: all'articolo 7.1, premettere il comma 01 volto a sostituire al comma 1 dell'articolo 11 della legge n. 88 del 2009 le parole «sei mesi» con le seguenti: «dodici mesi ». Inoltre, all'articolo 7.1, al comma 1, aggiungere alla fine le seguenti parole: «e la corretta esecuzione dei lavori a regola d'arte asseverata da un tecnico abilitato».

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore concorda con la riformulazione testé illustrata dal Ministro. Chiedo al presentatore Pag. 36se accetti la riformulazione dell'articolo aggiuntivo Pini 7.030, testé illustrata dal Ministro.

GIANLUCA PINI. Si, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pini 7.030, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Boccuzzi... onorevole La Malfa... onorevole Agostini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato
462).

Ricordo che l'emendamento Pini 7.033 è stato accantonato.

(Esame dell'articolo 7-bis - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7-bis e dell'unico emendamento ad esso riferito (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Nessuno chiedendo di parlare invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, raccomando l'approvazione dell'emendamento 7-bis.200 della Commissione.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Il Governo lo accetta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7-bis.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pollastrini... l'onorevole Coscia ha votato... onorevole Giachetti, non aveva votato, perché ha alzato la mano? Onorevole Stagno D'Alcontres... onorevole Casini, si affretti... onorevole Bressa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato
464).

Prendo atto che i deputati Burtone, Samperi, Capodicasa e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Rosato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7-bis, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Nessuna mano alzata, come mai? No, ecco: onorevole Rossi Luciano... onorevole Coscia... l'onorevole Latteri ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato
464).

Prendo atto che i deputati Burtone, Samperi, Capodicasa e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Pag. 37

(Esame dell'articolo 7-ter - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7-ter e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 7-ter.30, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 7-ter.200.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 7-ter.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 461
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato
190
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che i deputati Capodicasa, Samperi, Burtone, e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto, che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Brigandì ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7-ter.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Vitali... onorevole Buonanno... onorevole Cicchitto... onorevole Latteri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato
462).

Prendo atto che i deputati Samperi, Capodicasa, Burtone e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7-ter, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... l'onorevole Buonanno ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato
460
Hanno votato
no 5).

Prendo atto che i deputati Samperi, Capodicasa, Burtone e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

Pag. 38

(Esame dell'articolo 7-quater - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7-quater e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 7-quater.30.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 7-quater, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 7-quater.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ricordo che stiamo votando il mantenimento dell'articolo 7-quater. Quindi, chi è favorevole a che l'articolo venga mantenuto dovrà votare a favore, mentre chi vuole sopprimerlo dovrà votare contro.
Onorevole Latteri... onorevole Cicchitto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato
252
Hanno votato
no 214).

Prendo atto che il deputato Lisi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Samperi, Capodicasa, Burtone e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

Avverto che non essendo giunto il parere della Commissione bilancio, l'articolo aggiuntivo 7-quater.0200 della Commissione deve essere accantonato.

(Esame dell'articolo 7-quinquies - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7-quinquies e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 7-quinquies.200.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7-quinquies.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Latteri... onorevole La Malfa, lei rappresenta la tecnologia più avanzata in Italia e non riesce a votare? Onorevole Nicolais? Hanno votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato
464). Pag. 39

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati la Malfa, Capodicasa, Burtone e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7-quinquies, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi... onorevole Coscia... onorevole Miglioli... onorevole Ciccanti... onorevole Girlanda... onorevole Portas... onorevole Benamati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato
466).

Prendo atto che i deputati Della Vedova e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Samperi, Capodicasa, Burtone e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 7-sexies - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7-sexies e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 7-sexies.200.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7-sexies.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Centemero...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 459
Maggioranza 230
Hanno votato
459).

Prendo atto che i deputati Monai e Cesaro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Anna Teresa Formisano, Barbareschi, Capodicasa, Burtone e Samperi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7-sexies, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino... onorevole Portas... onorevole Miglioli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato
468).

Prendo atto che i deputati Capodicasa, Burtone, Samperi e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Lisi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Pag. 40

Passiamo all'esame dell'articolo 7-octies e delle proposte emendative ad esso presentate.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Zeller 7-octies.32 e sull'emendamento Brugger 7-octies.31, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Contento 7-octies.30.

La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Pini 7-octies.07 e chiede che il suo contenuto venga trasfuso in un ordine del giorno...

PRESIDENTE. Questo lo vedremo dopo, onorevole Formichella.
La ringrazio per i pareri, ma dobbiamo ancora esaminare l'articolo 7-septies nel sul complesso.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, sull'emendamento 7-octies.31 il Governo si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Sta bene, i pareri raccolti ci torneranno utili tra breve, però adesso dobbiamo ancora passare all'articolo 7-septies.

(Esame dell'articolo 7-septies - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7-septies (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7-septies.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Miglioli, onorevole Palumbo... hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato
467).

Prendo atto che i deputati Samperi, Burtone e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, poiché è intervenuto il Ministro Ronchi sugli emendamenti all'articolo 7-octies e poi siamo tornati indietro, potremmo avere dei chiarimenti? Io ho capito che il Governo si rimette all'Assemblea su un emendamento, quale?

PRESIDENTE. Adesso passeremo all'esame dell'articolo e chiederemo nuovamente l'espressione dei pareri.

(Esame dell'articolo 7-octies - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7-octies e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Invito nuovamente il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Pini 7-octies.32 Pag. 41e sull'emendamento Brugger 7-octies.31, mentre è contrario sull'emendamento Contento 7-octies.30.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento Pini 7-octies.32, si rimette all'Assemblea sull'emendamento Brugger 7-octies.31, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Contento 7-octies.30.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pini 7-octies.32, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia, onorevole Miglioli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Onorevole Oliverio, mi dispiace, la votazione era già chiusa.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 470
Votanti 284
Astenuti 186
Maggioranza 143
Hanno votato
284).

Prendo atto che i deputati Burtone, Capodicasa, Oliverio e Samperi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Pizzolante ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brugger 7-octies.31, accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Avete votato tutti? Onorevole Monai... onorevole Andrea Orlando ha votato? No? Occorre che voti! Bene ora ha votato!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 474
Votanti 472
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato
472).

Prendo atto che i deputati Samperi, Burtone, e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 7-octies.30.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, non ho difficoltà a ritirare l'emendamento a mia firma, ma vorrei che fosse chiara la situazione normativa che viene fuori da questo incrocio di articolati riferiti alla vendita di alcolici o superalcolici.
Attualmente abbiamo l'articolo 14 della legge 30 marzo 2001, n. 125, che vieta la vendita al banco di bevande superalcoliche nelle aree di servizio lungo le autostrade dalle 22 alle 6. Abbiamo poi l'articolo 6-bis della legge 27 giugno 2003, n. 151, che vieta, negli esercizi commerciali e nei locali pubblici con accesso sulle strade classificate ai sensi del codice della strada, per capirci le autostrade, la somministrazione di bevande superalcoliche.
Abbiamo, ancora, l'articolo 6 del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, che avverte titolari e gestori dei locali con spettacoli e intrattenimento che devono interrompere, sotto pena di sanzione, la somministrazione di bevande alcoliche dopo le 2 di notte.
Come se non bastasse oggi ci accingiamo a modificare l'articolo 14-bis della legge 30 marzo 2001, n. 125, che al comma 1 attualmente vigente afferma che Pag. 42la somministrazione di alcolici ed il loro consumo sul posto - ennesima nozione - dalle ore 24 alle ore 7 può essere effettuato esclusivamente negli esercizi muniti della licenza prevista dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.
Ora inseriamo un comma in cui si afferma che, con le modifiche appena votate, non solo si prevede una sanzione pecuniaria per chi somministra -e anche per chi vende. Quindi la lettura del comma che stiamo per approvare definitivamente afferma che non solo la somministrazione sul posto, ma anche la vendita è vietata dalle 24 alle 7 sotto pena di sanzione (ripeto, non solo la somministrazione), ma con un'eccezione. Qual è l'eccezione? Non solo quella giusta e da tutti rivendicata delle fiere, dei mercati e via dicendo, ma anche quella degli esercizi che vendono bevande alcoliche su aree pubbliche da parte di operatori commerciali autorizzati ai sensi delle pertinenti discipline di settore. Tutto ciò significa che la vendita di questo tipo non rientra nel divieto che abbiamo appena votato e questi soggetti potranno naturalmente vendere tranquillamente durante gli orari considerati.
Non so quale sia la filosofia di questa costruzione giuridico normativa ma mi chiedo, signor Ministro: secondo lei un imprenditore commerciale, un imprenditore che gestisce l'esercizio pubblico è in grado di raccapezzarsi in mezzo a queste disposizioni? Un cittadino che chiede la vendita di un alcolico al banco oppure la somministrazione sul posto presso l'esercizio pubblico, è in grado di capire quali siano i divieti e quali le sanzioni previste? Io ho qualche dubbio.
Ritiro in ogni modo il mio emendamento ma credo che andrebbe fornito qualche chiarimento su queste disposizioni contraddittorie e complicate. Forse sarebbe meglio, quanto meno, accantonare la disposizione e chiarirsi definitivamente le idee con una norma chiara, precisa e che contempli questi divieti che sono attualmente di difficile comprensione per tutti (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, ho ascoltato ed apprezzato l'appassionato intervento dell'onorevole Contento, che ci ha convinto. Pertanto, come gruppo dell'Italia dei Valori facciamo nostro l'emendamento in esame e chiediamo di porlo in votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo anche io per esprimere il voto favorevole, su questo emendamento, del gruppo del Partito Democratico. In particolare, vorrei segnalare all'onorevole Contento che il suo intervento era chiaramente a favore del suo emendamento. L'invito che rivolgo alla maggioranza e magari anche al Governo che si è rimesso all'Assemblea sull'emendamento precedente... Ministro, abbiamo aspettato una settimana per poter affrontare questo provvedimento perché lei aveva dei problemi. Ora che è qui, se ci ascoltasse, ci farebbe anche un favore.
Stavo invitando la maggioranza, se possibile, di interrogarsi sulla qualità dell'intervento dell'onorevole Contento e di valutare se questa non sia l'occasione per prendere in esame alcune considerazioni, che vengono da quella parte e che appaiono di buon senso, e esprimere così un voto diverso. Adesso che il Ministro mi ascolta, dato che prima era distratto, mi domando se, visto che si è rimesso all'Assemblea sull'emendamento precedentemente votato, non sarebbe opportuno, da parte del Ministro, sentite queste considerazioni, rimettersi all'Assemblea anche su questo emendamento.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende cambiare parere. Pag. 43
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, faccio la stessa riflessione. L'emendamento del collega Contento mi sembrava di buonsenso ma, sicuramente, la soddisfazione di farlo nostro non porta nessun risultato. Pertanto, ritengo che l'indicazione espressa dal collega Contento di accantonarlo e prenderlo in considerazione successivamente sia la più seria.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non chiede la parola e, pertanto, non intende chiedere l'accantonamento dell'emendamento in esame.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 7-octies.30 fatto proprio dal gruppo dell'Italia dei Valori, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Chi deve votare ancora? L'onorevole Capitanio Santolini ha votato... onorevole Mondello... onorevole Galati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori) (Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 457
Astenuti 7
Maggioranza 229
Hanno votato
237
Hanno votato
no 220).

Prendo atto che i deputati Capodicasa, Samperi e Burtone hanno segnalato che non sono riusciti a votare, che i deputati Cardinale e Ferranti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Barbareschi e Stagno d'Alcontres hanno segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimerne uno contrario.
Prima di passare alla votazione dell'articolo 7-octies voglio ricordare che la Presidenza dichiara chiusa la votazione quanto tutti i parlamentari hanno votato e non secondo l'opportunità di questa o quella parte politica.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7-octies, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Latteri... onorevole Stagno D'Alcontres...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 463
Votanti 462
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato
461
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che i deputati Capodicasa, Burtone e Samperi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi all'articolo 7-octies.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.07 e sull'articolo aggiuntivo Zeller 7-octies.035 con richiesta di trasfonderne il contenuto in ordini del giorno.

PRESIDENTE. Qual è il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.030?

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è Pag. 44contrario, sull'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.030. Ricordo che l'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.031 è stato accantonato per essere sottoposto nuovamente al parere della V Commissione. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo articolo aggiuntivo 7-octies.0200 ed esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.037.

PRESIDENTE. Ricordo, tuttavia, che l'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.037 è inammissibile.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.07. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, aderisco all'invito al ritiro anche in virtù di quello che è appena accaduto, che lascia l'amaro in bocca per il modo, perché comunque questa materia, come diceva correttamente il collega Contento prima, è troppo frammentata e presenta la necessità di essere rivista complessivamente.
Aderisco, pertanto, all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo 7-octies.07 e ritiro anche il mio successivo articolo aggiuntivo 7-octies.035, chiedendo però chiaramente che venga approvato un ordine del giorno che vada nella direzione auspicata anche dal collega poco fa, nonostante l'incidente di percorso che non ha nessuna valenza politica, trattandosi soltanto di uno sfizio tecnico.
Mi auguro che questo chiarimento tecnico-normativo - auspico che il collega Contento mi ascolti perché siamo nella stessa direzione e lo scriverò anche nell'ordine del giorno che presenterò - in materia di vendita di alcolici e superalcolici venga affrontato già in seconda lettura sul codice della strada che attualmente giace al Senato, in modo da arrivare alla stagione invernale con regole chiare e condivise, soprattutto evitando le distorsioni del mercato negli orari di somministrazione di alcolici e superalcolici (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Per mia migliore comprensione, ha ritirato l'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.07 ed anche l'articolo aggiuntivo Zeller 7-octies.035, mentre non ha ritirato l'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.030, è esatto?

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, per chiarezza, stavamo trattando di un argomento che era la vendita e la somministrazione di alcolici e superalcolici cui si riferivano due proposte emendative. Riguardo all'articolo aggiuntivo 7-octies.030 mi permetto di rubare qualche minuto in più perché riguarda un tema delicato, purtroppo affrontato in maniera sbagliata (evidentemente, forse anche dal sottoscritto, non lo so).
Stiamo parlando di caccia. Non sono un cacciatore, come qualcuno invece cerca di dipingermi, semplicemente cerco di svolgere al meglio il ruolo assegnatomi all'interno della Commissione politiche dell'Unione europea.
Al di là dei commenti pretestuosi e molto superficiali, che sono stati fatti su questo articolo aggiuntivo, esso andrebbe letto per quello che dice veramente e non per quello che non dice. Il 22 dicembre 2008 abbiamo subìto - e sottolineo subìto - per negligenza un ricorso presentato dalla Commissione delle Comunità europee perché non abbiamo attuato correttamente la direttiva a protezione della fauna migratoria. Ci sono 11 rilievi all'interno di questo ricorso, che - se non affrontato in maniera adeguata in questo momento - rischia di portare ad una condanna e, quindi, a delle sanzioni. Lei, per il ruolo che ha svolto, sa bene che cosa, in termini economici, queste sanzioni contemplino per lo Stato italiano.
Senza voler andare a smuovere i rilievi più delicati, questo articolo aggiuntivo Pag. 45sana di fatto cinque rilievi e mi permetta di leggerne alcuni per chiarire che questo non è un articolo aggiuntivo, come qualcuno lo aveva definito, per la caccia no limits, ma è a tutela della fauna selvatica. Faccio un esempio: uno dei rilievi posti dalla Commissione riguarda la mancata attuazione del comma 5 degli articoli 5 e 6, paragrafo 1, della direttiva che tutela la fauna, definendo in maniera chiara l'impossibilità di compiere determinati atti fra cui la distruzione dei nidi, la caccia durante il periodo migratorio, la caccia durante la riproduzione. Si tratta di norme adesso non contemplate nella legge n. 157 del 1992. Quindi, se questa è una proposta emendativa che vuole distruggere la fauna selvatica, io invito i colleghi - soprattutto quelli che non hanno letto l'articolo aggiuntivo - a leggerselo attentamente e puntualmente.
Infatti, questa è una proposta per adempiere agli obblighi comunitari e ringrazio l'ufficio di presidenza per aver sbugiardato chi ha cercato di far passare come incostituzionale un adempimento di un obbligo comunitario, sancendo l'ammissibilità di questo articolo aggiuntivo già in Assemblea senza bisogno di un ricorso alla Commissione competente. È chiaro che il clima non è dei migliori per trattare di questo argomento. Però, per evitare ulteriori scivoloni e delle contestazioni pretestuose e superficiali (lo ripeto), posso accettare tranquillamente l'invito al ritiro di questo emendamento, a patto che ci sia da parte del Governo l'impegno chiaro, attraverso un ordine del giorno, di inserire immediatamente questo articolo aggiuntivo nel testo che giace ora al Senato e che riguarda la riforma complessiva del settore della caccia. Non mi sto riferendo alla lettura del Senato del disegno di legge comunitaria ora al nostro esame, ma al progetto di riforma del settore della caccia.
Infatti, se in XIII Commissione (Agricoltura) è stato deciso che quella è la sede deputata, va bene. Ritenevo che, per risolvere delle infrazioni, fosse questa la sede adatta, perché questo è quello che dice la legge n. 11 del 2005 sull'adempimento degli obblighi comunitari. Tuttavia, se vogliamo essere più realisti del re e vogliamo spostarlo sulla modifica della legge n. 157 del 1992, va bene. Se il Governo mi dà un cenno di assenso relativamente a questa procedura, ritiro questo articolo aggiuntivo e deposito un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Il Governo dà il suo assenso, quindi l'articolo aggiuntivo è ritirato.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, occorre chiarire su cosa chiede la parola: se lei vuole parlare su una delle proposte emendative ritirate posso darle la parola solo se a nome del suo gruppo lei la fa propria, altrimenti lei non ha titolo per parlare.

ROBERTO GIACHETTI. Esattamente, signor Presidente. Peraltro, ho visto che prima il Ministro si è un po' agitato, ma io mi ero permesso solo di dargli un consiglio: bastava accoglierlo e probabilmente si sarebbe evitato questo «problemino» all'interno della maggioranza. Mi permetto di dargliene un altro parlando anche all'onorevole Pini.

Noi non stiamo prendendo delle decisioni per andare comunque contro il Governo, ma entriamo nel merito. Nella fattispecie, signor Presidente, delle tre proposte emendative ritirate facciamo nostro soltanto l'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.07. Vorrei dire al collega Pini e ai colleghi della Lega che noi riteniamo l'argomento di particolare importanza; le parole del collega Contento sono importanti e a nostro avviso devono trovare una traduzione non per vie traverse, con ordini del giorno o altre forme, ma attraverso la forma più semplice che è quella di proposte emendative ideate, pensate e ragionate da rappresentanti della maggioranza Pag. 46che è giusto porre all'attenzione dell'Aula senza ritirarle, perché per noi sono importanti.
In questo senso vorrei informare il collega Pini che a me dispiace ma è chiaro che lo facciamo nostro e chiediamo che sia votato. Sappia il collega Pini, e sappiano i colleghi della Lega e della maggioranza, che purtroppo l'ordine del giorno non ci sarà, perché se questo articolo aggiuntivo verrà respinto non sarà possibile presentare sullo stesso argomento un ordine del giorno. Avete una opportunità e penso che dovreste coglierla in ragione della motivazione che anche lei dava. Noi chiediamo di votare questo articolo aggiuntivo che formalmente facciamo nostro, ma riconosciamo che è stato voluto e presentato dai colleghi della Lega.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, pertanto lei fa proprio solo l'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.07.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, anche noi facciamo nostro l'articolo aggiuntivo 7-octies.07 e anche l'articolo aggiuntivo 7-octies.035, questo non soltanto per ragioni di merito ma anche per ragioni di metodo. Io credo che sia opportuno, oltre a predicarlo in ogni occasione, che si dia concretamente al Parlamento l'opportunità di discutere liberamente dei testi normativi e nel discutere liberamente ci sta la facoltà dei deputati della maggioranza e dell'opposizione di proporre liberamente proposte emendative che vengono sottoposte al libero voto dell'Aula. Questo deve avvenire senza che il Governo vada a rimproverare, come è appena avvenuto, i deputati della maggioranza che hanno presentato la proposta emendativa e che poi, probabilmente per una malintesa disciplina di partito, l'hanno ritirata; e per il solo fatto di averla presentata vengono messi alla berlina. Credo che questo non faccia bene alla libertà della nostra discussione e per questo noi facciamo nostri gli articoli aggiuntivi (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

BASILIO CATANOSO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BASILIO CATANOSO. Signor Presidente, intervengo per conoscere l'atteggiamento del Governo, perché non ho capito se accetta o meno quanto ha chiesto il collega Pini: vale a dire, l'articolo aggiuntivo si trasforma in ordine del giorno o si accetta di andare al Senato con quella riformulazione? Per capire come atteggiarsi su questo punto.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Catanoso, accetto la formulazione dell'onorevole Pini anche perché il Ministero dell'agricoltura ci ha fatto sapere, come certamente lei saprà, di avere in cantiere un riordino complessivo della materia. Pertanto, come coerentemente abbiamo fatto nella comunitaria 2008, questa è una materia che sarà legiferata in un documento apposito.

PRESIDENTE. Signor Ministro, non ho capito. L'articolo aggiuntivo adesso vive perché è stato fatto proprio da due gruppi, pertanto lei ci deve dire il parere sull'articolo aggiuntivo. L'ordine del giorno non è più riproponibile, perché dopo che l'articolo aggiuntivo è votato ed eventualmente respinto l'ordine del giorno non può essere più proposto.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, ho risposto all'onorevole Catanoso. Il parere è contrario.

Pag. 47

GABRIELE CIMADORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Valgono le regole precedentemente esposte.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, vorrei dire all'onorevole Pini che si tratta di un'occasione persa, sprecata, per l'ennesima volta. Avevamo la possibilità su indicazione dell'Unione europea di insistere, nonostante il Ministro.
Il collega avrebbe dovuto insistere nonostante il parere espresso dal Ministro perché se questo era il parere risultante dall'esame della Commissione, il collega avrebbe dovuto portare avanti la sua proposta emendativa, non riportarla adesso nel quadro generale delle modifiche.
Avremmo potuto fare chiarezza su una situazione di confusione che esiste in tutte le regione ed il collega Pini è consapevole di questa difficoltà, forse era la volta buona. Noi a questo punto non facciamo nostro l'articolo aggiuntivo, lo fanno proprio l'UdC e il Partito Democratico, ma sicuramente non verrà approvato e non avremo risolto niente perché l'ordine del giorno non serve, è acqua calda.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, colleghi, intervengo solo per ricordare la slealtà di comportamento rispetto al lavoro che è stato svolto su queste proposte emendative in Commissione agricoltura - i colleghi me ne daranno atto - quando invitammo i proponenti a ritirare gli emendamenti e all'unanimità avevamo convenuto sull'opportunità di trattare questa materia non nell'ambito del disegno di legge comunitaria, bensì in uno specifico provvedimento.
Ringrazio il collega Pini che per lealtà verso questo atteggiamento della Commissione agricoltura ha ritirato le sue proposte emendative, non perché rinuncia a credere in esse e nelle questioni che deve sostenere, ma per lealtà nei confronti della Commissione agricoltura che all'unanimità, insieme con il Governo, si è espressa per consentire che questa materia venisse affrontata nella sede apposita, ossia nell'ambito delle modifiche alla legge n. 157 del 1992. Pertanto, prendiamo atto del fatto che di fronte a questo atto di correttezza della maggioranza, e in particolare di un componente della maggioranza, vi è poi chi maldestramente fa proprie queste proposte emendative venendo meno all'atteggiamento convenuto unitariamente in Commissione agricoltura (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei chiede la parola per la seconda volta sullo stesso tema?

ROBERTO GIACHETTI. Siccome credo che dovremo votare l'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.07 vorrei fare una dichiarazione di voto a favore. Posso?

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi aiuterà a spiegare all'onorevole Gottardo che ci sono delle procedure previste dal nostro Regolamento e se non è più consentito neanche che l'opposizione eserciti i propri diritti, ci dica lui cosa ci autorizza a fare e cosa no per avere un comportamento che non sia maldestro. Si mettano meglio d'accordo nella maggioranza, magari gli emendamenti possono essere ritirati prima e il problema non si pone in Aula. È un altro consiglio che do e che magari potrebbe essere seguito.
Considerato che non si parla semplicemente degli emendamenti di competenza della Commissione agricoltura, ma che la prima proposta emendativa che abbiamo all'ordine del giorno è l'articolo aggiuntivo 7-octies.07, vorrei ribadire che questa è l'unica proposta emendativa che il gruppo del Partito democratico fa propria e sulla quale esprime un parere favorevole. Sic Pag. 48come ho avuto la sensazione che la questione sia un po' confusa ripeto che in questo caso non c'è alibi di ordini del giorno o di altri appelli: deve essere chiaro che se si vota contro questo articolo aggiuntivo si mette la parola fine sull'argomento che non è stato avanzato dall'opposizione, ma dalla maggioranza.
Quindi, mi auguro che con la stessa serenità e predisposizione ad un voto, come dire, libero dentro quest'Aula, come è accaduto prima sull'emendamento presentato dall'onorevole Contento, anche su questo articolo aggiuntivo, che è di buonsenso ed è utile a migliorare il testo del disegno di legge (certo non la stravolge) i colleghi della maggioranza esprimano un voto che ci faccia fare un passo avanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, intervengo per dire che probabilmente l'onorevole Gottardo, con le sue espressioni, è andato al di là - spero - delle sue intenzioni perché parlare di slealtà in questo caso mi sembra obiettivamente fuori luogo, soprattutto perché, come ha già ricordato il collega Giachetti, l'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.07 non c'entra nulla con la Commissione agricoltura.
In ogni caso, anche per la proposta emendativa successiva, se ci fosse stato un accordo in Commissione per il ritiro degli emendamenti evidentemente gli emendamenti non sarebbero stati riproposti per l'Aula. Nel momento in cui vengono riproposti per l'Aula a termini di Regolamento ovviamente ciascuno è libero di farli propri; quindi, pregherei il collega Gottardo di misurare le sue parole (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

PRESIDENTE. In verità anche il successivo articolo aggiuntivo Zeller 7-octies.035 non mi sembra che tratti di materia agricola. L'unica proposta emendativa che interessi tale materia è il successivo articolo aggiuntivo Pini 7-octies.030 che, tuttavia, è stato ritirato e non fatto proprio da nessun gruppo per quello che a me risulta in questo momento.

SUSANNA CENNI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, chiedo di intervenire sull'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.030, ma se è stato ritirato ovviamente non intervengo.

PRESIDENTE. Onorevole Cenni, non le posso dare la parola perché l'articolo aggiuntivo in questione è stato ritirato dal presentatore e non fatto proprio da alcun gruppo.
Ricordo, inoltre, che la votazione di una proposta emendativa preclude la possibilità successiva di presentare ordini del giorno di analogo contenuto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.07, ritirato dai presentatori e fatto proprio dai gruppi del Partito Democratico e dell'Unione di Centro, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Galletti... Onorevole Lanzillotta... Onorevole Boccuzzi... Onorevole Cicchitto... Ministro Ronchi... Onorevole Guzzanti... Onorevole Osvaldo Napoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato
224
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che il deputato Ruvolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere Pag. 49voto favorevole e che i deputati Burtone, Samperi e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Zeller 7-octies.035, ritirato dai presentatori e fatto proprio dal gruppo dell'Unione di Centro, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Centemero... Onorevole Pizzolante... Onorevole Versace...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 469
Votanti 296
Astenuti 173
Maggioranza 149
Hanno votato
50
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i deputati Burtone, Samperi e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Cesaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.031 è stato accantonato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7-octies.0200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi... Onorevole Coscia... Onorevole Sarubbi... Onorevole Boccuzzi... onorevole Ciccioli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234

Hanno votato466
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Oliverio, Burtone, Capodicasa e Samperi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ferranti 8.30.

PRESIDENTE. Il Governo?

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 8.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Leo, onorevole Petrenga...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato
188
Hanno votato
no 274).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che i deputati Samperi, Burtone e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti a votare. Pag. 50
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato
470
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Ravetto ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno a favore e che la deputata Pedoto ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che i deputati Capodicasa, Samperi e Burtone hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Lanzillotta, Miglioli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato
469).

Prendo atto che i deputati Sanga, Burtone, Capodicasa e Samperi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che la deputata Pedoto e De Pasquale hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Invito il relatore ad esprimere il parere sull'unico articolo aggiuntivo riferito all'articolo 9, vale a dire sul 9.0200 della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo articolo aggiuntivo 9.0200 con la seguente riformulazione: nell'ultimo capoverso della proposta emendativa, le parole da «nonché» fino alla fine del periodo sono soppresse.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo lo accetta. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.0200 della Commissione, nel testo riformulato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Latteri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato
446
Hanno votato
no 29).

Prendo atto che i deputati Burtone, Samperi e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
A questo punto, dobbiamo sospendere la seduta per consentire alla Commissione bilancio di esprimere il parere sugli emendamenti sui quali il relatore ha chiesto il riesame e sull'articolo aggiuntivo 7-quater.0200 della Commissione.
Chiedo al presidente della Commissione bilancio di quanto tempo abbia bisogno per tale adempimento.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, ci dia almeno dieci minuti o un quarto d'ora.

Pag. 51

PRESIDENTE. Onorevole Giorgetti, siamo generosi e vi diamo mezz'ora di tempo.
La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 17.

La seduta, sospesa alle 16,30, è ripresa alle 17,25.

PRESIDENTE. Avverto che la Commissione bilancio ha espresso il parere sulle proposte emendative Abrignani 1.33, Pini 6.032, 7.033 e 7-octies.031, accantonate nel corso della seduta, nonché sull'articolo aggiuntivo 7-quater.0200 della Commissione.
Tale parere reca talune condizioni, che la XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ha recepito mediante la presentazione dei subemendamenti 0.1.33.200, 0.7.033.200 e 0.7-quater.0200.200.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo, quindi, l'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il prescritto parere.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.1.33.200 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Abrignani 1.33.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.33.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sanga? Adesso ha votato. Onorevole Cuomo? Onorevole Lo Monte? I ritardatari si affrettino! Onorevole Traversa? Come, onorevole Traversa, era molto tempo che lei votava sempre! Speriamo che non ricominci la serie sfavorevole. Onorevole Giacomoni? Si affretti l'onorevole Minniti. Onorevole Mondello?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 423
Maggioranza 212
Hanno votato
423).

Prendo atto che i deputati Miotto, De Poli, Iannaccone, Sani e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Abrignani 1.33. Invito il relatore e il rappresentante del Governo a ribadire il parere, per maggior sicurezza.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Abrignani 1.33.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Abrignani 1.33 nel testo subemendato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Si affretti, onorevole Bosi. Ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 426
Votanti 260
Astenuti 166
Maggioranza 131
Hanno votato
260). Pag. 52

Prendo atto che i deputati Boniver, Fava, Taddei, Bosi e Mondello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire per ribadire le motivazioni per cui noi voteremo contro l'articolo 1. Voteremo contro a causa del mancato recepimento, della mancata approvazione da parte della maggioranza di due emendamenti che noi consideriamo di grandissima importanza, non solo per il rapporto tra Italia e Unione europea, ma per lo sviluppo di una politica di immigrazione più coerente.
Lo voglio ricordare di nuovo, la maggioranza ha respinto, il Governo ha dato parere contrario rispetto a due emendamenti che tendevano a mettere in regola e a far avanzare l'Italia in due settori, di grande rilevanza: in materia di immigrazione con la direttiva cosiddetta rimpatri e la direttiva sulle sanzioni contro i datori lavoro per il lavoro nero dei lavoratori extracomunitari. La situazione è particolarmente grave per i precedenti, per come è stato recepito un unico articolo nel nostro ordinamento della direttiva cosiddetta rimpatri: l'articolo relativo ai CIE.
Io in questa Aula voglio ricordare che per ben due volte su questo specifico articolo - è l'unico articolo che noi recepiamo con la direttiva - il Governo era stato messo in minoranza nel tentativo di estendere prima a diciotto mesi e poi a sei mesi il tempo di permanenza nei CIE, ed è dovuto ricorrere ad un ulteriore voto di fiducia per poter ottenere un risultato non voluto, subìto da una buona parte della stessa maggioranza. Ora rispetto alla «direttiva rimpatri» siamo in una situazione totalmente squilibrata; avevamo l'occasione di riequilibrarla con il nostro emendamento, ma non l'avete voluto fare. Voglio ricordare che con quel voto di fiducia, in occasione del quale avete ulteriormente negato la possibilità di dibattito vero, in una materia così rilevante, in sede al Parlamento, avete esteso inutilmente - perché tutti lavori che sono stati fatti sui centri lo dimostrano - il tempo di permanenza nei CIE fino a sei mesi, ma, non recependo la direttiva, non avete adottato un solo provvedimento, previsto nella direttiva e da noi proposto, che si preoccupi di garantire che all'interno dei CIE vengano assicurati tutti quei diritti previsti dalla direttiva stessa, i quali rafforzano o introducono diritti che non sono ancora riconosciuti nel nostro ordinamento. Mi riferisco a quello di avere un interprete, un rapporto diretto con il proprio avvocato, un rapporto diretto con i propri familiari. Volete raddoppiare il numero dei CIE nel nostro Paese, ma non volete adottare e non avete adottato - anzi avete rifiutato oggi di adottare - una sola norma che, ad esempio, garantisse effettivamente ai minori nei centri spazi ricreativi idonei alla loro età e alle loro esigenze, come richiesto dalla «direttiva rimpatri», e come da noi proposto con il nostro emendamento.
E respingendo quella direttiva non avete previsto alcuna norma che migliori le condizioni di vivibilità dei centri al loro interno, anche ad esempio prevedendo - come la direttiva prevede - un numero di metri quadri minimo da garantire a ciascun emigrato trattenuto. Sono queste le ragioni per cui noi avevamo presentato questo emendamento volto al recepimento della direttiva, un emendamento necessariamente - come si deve rispetto a delle direttive così importanti - corredato da principi e criteri direttivi ben dettagliati, non perché riteniamo la direttiva rimpatri di per sé sufficiente a rispondere all'esigenza di una politica comune europea sull'immigrazione, né perché la consideriamo - a differenza di quanto voi avete dichiarato a Bruxelles nei negoziati in seno al Consiglio dei Ministri - la migliore possibile, ma perché quella direttiva nel suo complesso - non certo recependone solo un articolo - prevede incentivi ai rimpatri volontari, garanzie minime che debbano accompagnare il trattenimento o l'espulsione, garanzie del tutto ignorate dal Governo respingendo questo emendamento. Pag. 53Stesso discorso vale per quanto riguarda la «direttiva sanzioni contro il datore di lavoro» e per questo - lo ribadisco, signor Presidente - noi voteremo contro l'articolo 1 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, volevo riportare l'attenzione, a proposito di questo articolo, anche sulla direttiva che riguarda i cambiamenti climatici. C'è un'agenzia di pochi minuti fa secondo la quale al vertice dell'ONU Obama, poco fa, ha esattamente detto che il mondo rischia una catastrofe, e finalmente anche la posizione della Cina è una posizione riflessiva, di collaborazione, di volontà, di non opposizione a politiche che vadano contro l'innalzamento del clima. L'Unione europea ha su questi temi una leadership; l'obiettivo del 20-20-20 è conclamato, e addirittura l'Europa spera di poter scendere al 30 per cento di riduzione di emissioni di anidride carbonica; l'Italia deve fare la sua parte, non la sta facendo fino in fondo, nelle politiche dei trasporti, nel riciclo dei rifiuti, e non la sta facendo rispetto a tutti gli obiettivi di Kyoto. È necessario che ciò avvenga, e la prossima conferenza di Copenhagen dovrà vedere anche il Governo italiano partecipare - noi lo speriamo - con una posizione avanzata e al passo con i tempi e con l'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino... onorevole Simeoni... onorevole Tassone... onorevole Galletti... l'UdC è particolarmente colpita in questa votazione! Ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 446
Votanti 443
Astenuti 3
Maggioranza 222
Hanno votato
264
Hanno votato
no 179).

(Ripresa esame dell'articolo aggiuntivo riferito all'articolo 6 - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo aggiuntivo Pini 6.032 precedentemente accantonato (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, poiché su questo articolo aggiuntivo la V Commissione ha espresso parere contrario, la Commissione formula un invito al ritiro.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo concorda. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Pini 6.032 formulato dal relatore.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo 6.032 a mia prima firma, così come accedo all'invito al ritiro di un altro articolo aggiuntivo sul quale annuncio che allo stesso modo la Commissione Bilancio ha espresso parere contrario per difficoltà di coordinamento del testo, vale a dire l'articolo aggiuntivo 7.octies.031 a mia prima firma, riportato a pagina 30 del fascicolo degli emendamenti. Lo dico anche per ragioni di economia dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Pini 6.032 lo ritira.

Pag. 54

(Ripresa esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 7 - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 7 accantonati. Passiamo alla votazione del subemendamento 0.7.033.200 della Commissione su cui il governo esprime parere favorevole.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.7.033.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Il presidente Casini! Onorevole Mura... onorevole Delfino... l'onorevole Delfino ha votato... onorevole Leo... l'onorevole Casini ha votato... l'onorevole Mura ha votato... hanno votato tutti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 447
Maggioranza 224
Hanno votato
447).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Pini 7.033. Invito l'onorevole relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Pini 7.033, nel testo subemendato, purché sia riformulato aggiungendo alla lettera a), rigo secondo, riportata alla pagina 21 del fascicolo degli emendamenti, dopo la parola «mare», le seguenti parole: «nonché laddove previsto dalle amministrazioni locali competenti».

PRESIDENTE. Onorevole Pini, accetta la riformulazione proposta dal relatore?

GIANLUCA PINI. Sì, signor Presidente accetto la riformulazione, in quanto integrazione migliorativa.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Federico Testa. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole all'articolo aggiuntivo Pini 7.033 e motivarlo, a maggior ragione nel momento in cui la riformulazione accoglie un principio a noi caro, che è quello del coinvolgimento delle amministrazioni locali interessate in questo tipo di decisioni. Anche di recente, in occasione della discussione del disegno di legge in tema di nucleare, abbiamo sottolineato l'importanza di non illudersi che l'equilibrio del nostro assetto energetico, indubbiamente squilibrato sul gas, possa avvenire attraverso una sola strada. È invece necessario utilizzare tutte le leve disponibili e quindi, anzitutto, il risparmio energetico e l'efficienza ma poi anche guardare al futuro, alla ricerca ed all'innovazione che ci possono consentire di superare alcune difficoltà anche tecnologiche nel quadro attuale. In questo senso l'articolo aggiuntivo in esame si propone di sostenere e sviluppare la sperimentazione in tema di cattura e stoccaggio del biossido di carbonio. Il buon esito di tali processi potrebbe infatti portare a rendere ambientalmente sostenibile l'utilizzo a fini energetici del carbone che dal punto di vista della disponibilità e della localizzazione territoriale presenta indubbi vantaggi rispetto alle altre fonti fossili. Per questi motivi esprimiamo il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pini 7.033 come riformulato, nel testo subemendato, accettato dalla Commissione e dal Governo. Pag. 55
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta... onorevole Delfino... onorevole Lo Monte... onorevole Latteri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 446
Votanti 445
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato
445).

Prendo atto che le deputate Ferranti e Coscia hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.

(Ripresa esame dell'articolo aggiuntivo riferito all'articolo 7-quater - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo aggiuntivo riferito all'articolo 7-quater precedentemente accantonato e della proposta emendativa ad esso riferita (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.7-quater.0200.200.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Onorevole Formichella, intende esprimere il parere anche sull'articolo aggiuntivo 7-quater.0200 della Commissione?

NICOLA FORMICHELLA, Relatore. Sì, signor Presidente. Solo per una ragione formale, la Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 7-quater.0200, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione. Alla fine della lettera a) del punto 1, sopprimere le parole: «del Regolamento (CE) n. 1198/2006 del 27 luglio 2006 del Consiglio»; alla fine della lettera b) del punto 1, sopprimere: «del Regolamento (CE) n. 1198/2006 del 27 luglio 2006 del Consiglio».

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo concorda con la riformulazione espressa dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.7-quater.0200.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... onorevole Lanzillotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 447
Maggioranza 224
Hanno votato
447).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7-quater.0200 della Commissione, nel testo riformulato accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... onorevole Coscia... onorevole Pelino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato
451).

Pag. 56

Ricordo che l'articolo aggiuntivo Pini 7-octies.031 è stato ritirato.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 17,45)

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2449-A).
Ricordo che l'ordine del giorno Buttiglione n. 9/2449-A/7 è stato ritirato.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto alla materia oggetto del provvedimento in esame, l'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/2449-A/1, riguardante l'ingresso della Turchia nell'Unione europea ed il referendum per la riunificazione dell'isola di Cipro.
L'onorevole Piffari ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2449-A/2.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, abbiamo presentato un paio di ordini del giorno. Il primo, il presente n. 9/2449-A/2 tratta della direttiva europea 2009/28/CE in materia di energia proveniente da fonti rinnovabili, uno degli obiettivi che ci siamo posti con il pacchetto clima ed energia. Tale direttiva è stata pubblicata il 5 giugno del 2009.
Sappiamo tutti degli obiettivi 20-20-20, in particolare del ricorso alle fonti energetiche alternative. Il Governo, però, con alcuni recenti provvedimenti del luglio 2009, di fatto ha compiuto la scelta strategica di puntare sulla produzione di energia nucleare. L'obiettivo di arrivare al 20-20-20 entro l'anno 2020 vedrà la propria scadenza nello stesso periodo in cui, probabilmente, avremo la prima energia nucleare.
Si precisa che con il ricorso all'energia nucleare non riusciremo sicuramente ad abbattere il gap che ci porta ancora a non rispettare gli impegni assunti in sede europea e internazionale sul 20 per cento di fonti rinnovabili.
Purtroppo, non abbiamo trovato alcuna risorsa finanziaria stanziata per sostenere questo settore. Per raggiungere degli obiettivi bisogna avere anche il coraggio di realizzare degli investimenti. Se dobbiamo credere a questo obiettivo, dobbiamo avere il coraggio di stanziare delle risorse e siamo ancora in tempo, visto che il disegno di legge finanziaria sarà in discussione nei prossimi giorni.
Noi chiediamo, quindi, di valorizzare ed incentivare ulteriormente tutte le misure di risparmio e di efficienza energetica, in modo da poter raggiungere tale obiettivo nel 2020, di prevedere, fin dalla prossima legge finanziaria, lo stanziamento di ulteriori risorse finanziarie e, in particolare, di non prorogare con ulteriori norme quello che era già previsto con il decreto-legge n. 207 del 2008, già visto più volte - purtroppo - in questo Parlamento.
Se mi è possibile, signor Presidente, vorrei illustrare velocemente anche l'ordine del giorno Scilipoti n. 9/2449-A/4, che tratta del recepimento di una nuova direttiva europea, la 2009/33/CE, relativa alla questione del trasporto urbano.
È inutile che continuiamo a proporre obiettivi in termini di risparmio energetico e di minore emissione nell'aria di CO2 e di sostanze inquinanti, se poi, in realtà, per delle logiche di sostegno all'industria o ad altre fonti, incentiviamo sì l'industria dell'automobile e del trasporto, ma senza avere ben presenti tali obiettivi.
Nel caso del trasporto pubblico, che incide per il 16 per cento sul totale ed è quasi completamente gestito da aziende pubbliche, sarebbe anche facile raggiungere questi obiettivi. Bisogna credere - e quindi emanare dei provvedimenti - alla materia degli appalti verdi, con i quali, anche attraverso il rispetto della direttiva europea poc'anzi richiamata, si punta innanzitutto a fissare specifiche tecniche in materia di prestazioni energetiche; si suggerisce, poi, di integrare la disciplina dell'acquisto delle macchine e dei mezzi di trasporto con l'impatto energetico e l'im Pag. 57patto ambientale e, infine, si suggerisce di adottare metodologie che trasformano in valore monetario questi risparmi, in particolare distribuendoli nell'arco di tutto il periodo di ammortamento dell'intero investimento per l'acquisto dei mezzi. Di fatto, gli enti pubblici, se indirizzati lungo questa strada, possono realizzare un significativo miglioramento nel campo delle emissioni inquinanti.
Il Ministro dell'ambiente ha cofinanziato in Puglia, nel 2008, impianti di distribuzione che erogano idrometano e idrogeno.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SERGIO MICHELE PIFFARI. È necessario, signor Presidente, puntare anche su queste nuove forme. Pertanto, impegniamo il Governo a porre in essere ogni atto di sua competenza finalizzato ad attuare questa direttiva in particolare incentivando impianti di distribuzione di idrometano e di idrogeno su tutto il territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. L'onorevole Monai ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2449-A/3.

CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, intervengo per illustrare l'ordine del giorno a mia firma che riguarda il tema della sicurezza stradale.
La legge comunitaria del 2009 prevede, entro il 19 dicembre 2010, il recepimento della direttiva 2008/96/CE che contiene appunto norme finalizzate a ridurre l'incidenza degli incidenti stradali collegata alla carente infrastrutturazione stradale. Sotto questo profilo, dunque, essa impegna gli Stati membri a dotarsi di una serie di buone prassi che riguardano dal punto di vista precettivo sia la rete transeuropea dei trasporti sia le strade nazionali.
In particolare, si prevede che la progettazione, la fattibilità e l'esercizio delle infrastrutture stradali vengano sottoposti ad un controllore indipendente dotato di idonea formazione professionale che rediga una relazione di controllo per quelli che sono gli aspetti critici legati alla sicurezza stradale.
Vi è tutta una disciplina finalizzata a monitorare l'incidenza di questi avvenimenti sinistrosi così come una politica tesa a migliorare la sicurezza stradale e l'infrastrutturazione in cui queste situazioni critiche sono più frequenti.
Da questo punto di vista auspichiamo che il Governo adotti tutti gli atti di sua competenza finalizzati ad un'attuazione celere e puntuale di questi principi. Ciò anche perché, voglio ricordarlo, il nostro Paese dagli anni Novanta in poi ha subito un andamento crescente della statistica dei sinistri stradali tant'è che è andato in controtendenza rispetto al dato statistico europeo.
In questo panorama assai poco edificante voglio citare anche il dato della mia regione, il Friuli Venezia Giulia, che risulta la seconda regione italiana per maggior numero di morti ogni centomila abitanti nel quinquennio 2000-2004. A tal proposito voglio ricordare che anche in sede regionale sono state attuate iniziative: a sua volta la legge n. 25 del 2004, di cui fui anch'io protagonista nell'ambito del Consiglio regionale, adottò misure specifiche legate al piano regionale della sicurezza stradale ed in questo senso anche la legge nazionale, la n. 144 del 1999, all'articolo 32, prevedeva l'attuazione del piano nazionale della sicurezza stradale.
Sotto questo profilo dunque il monito della Commissione europea e dell'Unione europea deve essere accolto con particolare attenzione e con particolare sollecitudine dallo Stato italiano proprio per fermare questa lacuna ed eliminare questo divario che provoca ogni anno lutti sulle strade, getta famiglie nella disperazione e crea una sicurezza stradale sempre più precaria.
È questo l'auspicio: che il Governo non rimanga ad indugiare su questi temi, ma ponga in essere tutte le iniziative atte al recepimento tempestivo e sollecito di questa direttiva (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

Pag. 58

PRESIDENTE. L'onorevole Cenni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2449-A/12.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, vorrei illustrare brevemente l'ordine del giorno a mia firma. Sarei intervenuta sulla proposta emendativa, poi ritirata dal collega Pini, in materia di caccia e poiché è presente un ordine del giorno su questi temi che riprende in parte alcuni degli intenti dell'emendamento mi sento di dire, illustrando l'ordine del giorno a mia firma, che solo in parte i concetti che il collega Pini ha esposto corrispondono, a mio parere, al vero. Infatti vorrei ricordare che noi siamo davvero sotto la procedura di infrazione da parte della Comunità europea.
Credo che, ancora una volta, abbia prevalso il buon senso e che il ritiro sia stato un atto apprezzabile. Tuttavia, ritengo anche che opportunamente la Camera - e invito il Governo a prendere in considerazione questa possibilità - possa procedere velocemente ed utilmente, anche per contribuire alla fase del dibattito che si è aperta al Senato, a compiere due attività già previste dalla normativa. In primo luogo, la predisposizione della relazione sullo stato di attuazione della legge n. 157 del 1992; in secondo luogo, è altrettanto rilevante la riapertura di un tavolo con tutte le parti in causa, vale a dire le associazioni venatorie, quelle agricole e quelle ambientaliste.
Credo che francamente siano due richieste assolutamente condivisibili che anche la maggioranza può condividere e far proprie e, pertanto, chiedo che il Governo accetti l'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Piffari n. 9/2449-A/2 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Monai n. 9/2449-A/3.
L'ordine del giorno Scilipoti n. 9/2449-A/4 viene accettato a condizione che nel dispositivo siano espunte le parole da «in particolare» sino ad «idrogeno».
L'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/2449-A/5 viene accettato a condizione che nel dispositivo siano sostituite le parole «soprattutto quello agricolo» con le parole «compreso quello agricolo».

PRESIDENTE. Dunque l'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/2449-A/5 è accettato a condizione che sia riformulato.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Il Governo accetta gli ordini del giorno Cosenza n. 9/2449-A/6, Pini n. 9/2449-A/8 e Zeller n. 9/2449-A/9. Il Governo non accetta l'ordine del giorno Vietti n. 9/2449-A/10 anche in vista dell'attesa dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona.
Il Governo, infine, accetta l'ordine del giorno Pili n. 9/2449-A/11 e non accetta l'ordine del giorno Cenni n. 9/2449-A/12.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Piffari n. 9/2449-A/2, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, capisco che all'interno di questo ordine del giorno vi è un richiamo alla scelta del nucleare ma l'obiettivo che chiediamo nel dispositivo è di stanziare risorse sulle fonti di energia rinnovabili e non solo enunciarlo. In caso contrario, da qui al 2020 non solo non raggiungeremo questo impegno assunto con l'Europa, ma non daremo risorse all'industria che in Italia potrebbe rispondere e creare nuovi posti di lavoro su questo obiettivo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Piffari n. 9/2449-A/2, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 59

Onorevole Lo Monte... onorevole Delfino... onorevole Cesario... onorevole De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 444
Votanti 439
Astenuti 5
Maggioranza 220
Hanno votato
205
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Monai n. 9/2449-A/3, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Scilipoti n. 9/2449-A/4, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/2449-A/5, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Cosenza n. 9/2449-A/6, Pini n. 9/2449-A/8 e Zeller n. 9/2449-A/9, accettati dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Vietti n. 9/2449-A/10, non accettato dal Governo.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, mi stupisce che il Ministro abbia dato parere contrario a questo ordine del giorno che, peraltro, esprime una preoccupazione diffusa anche dell'avvocatura italiana e, in particolare, delle camere penali che sul punto hanno fatto un documento con una presa di posizione molto esplicita.
Vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi sul contenuto. Stiamo parlando del settore nevralgico delle politiche del cosiddetto terzo pilastro, in cui ci sono la politica criminale e la politica giudiziaria. Crediamo che questi settori debbano essere frutto di un confronto dialettico fra le componenti parlamentari. Viceversa, si assiste sempre più ad un tentativo degli Esecutivi, sia a livello europeo, sia a livello nazionale, di impadronirsi di questa materia, da cui il profluvio di leggi delega e di decreti legislativi in materia penale che ha subito anche la normativa italiana.
Chiediamo semplicemente di riaffermare la centralità del Parlamento nel recepimento degli strumenti normativi dell'Unione europea che incidono sulla materia del diritto penale sia sostanziale, sia processuale, perché riteniamo sia necessario che i Parlamenti si riapproprino del proprio ruolo in questo settore così delicato.
Questo, per quanto riguarda il nostro Paese, attiene anche a profili di costituzionalità rispetto all'articolo 76 della nostra Carta costituzionale. Per questo chiedere al Governo che si impegni affinché l'attuazione delle decisioni quadro in questa materia sia riservata a disegni di legge da discutere in Parlamento in via ordinaria ci sembra un principio di buon funzionamento delle Camere e di buon rapporto fra le istituzioni, tra il potere legislativo e il potere Esecutivo ed anche un buon esempio nei confronti del Parlamento europeo e dei suoi rapporti con la Commissione europea.
Pertanto, se il Governo non ritiene di cambiare il parere, sarei curioso di sapere quali sono le ragioni della sua contrarietà, se non voler mantenere la riserva di utilizzare le deleghe senza confronto parlamentare, ma vorrei che i colleghi parlamentari, indipendentemente dalle posizioni di maggioranza e di minoranza, mostrassero sensibilità su questo argomento che riguarda prima di tutto le loro attribuzioni (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere un Pag. 60dettaglio: stiamo discutendo di decisioni quadro, non di direttive. Le decisioni quadro sono un impegno politico che non è sostenuto da una immediata valenza giuridica e che non ha i termini di scadenza delle direttive e toccano i temi della libertà.
In altre occasioni ricordate quando la Lega, per esempio, si è opposta a riconoscere immediatamente alle decisioni quadro lo status di una direttiva. Mentre è comprensibile che si dia una delega al Governo con più facilità sulle direttive, le decisioni quadro sono per loro natura strumenti molto ampi.
La delega data al Governo senza una direttiva di esecuzione forte è qualcosa che effettivamente sottrae al Parlamento il diritto di legiferare sulla libertà degli italiani. Inviterei tutti i parlamentari, e prima di tutto il signor Ministro, a riflettere su questo aspetto (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vietti n. 9/2449-A/10, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta... onorevole Delfino... onorevole Mondello... onorevole Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 449
Maggioranza 225
Hanno votato
215
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pili n. 9/2449-A/11, accettato dal Governo.
Prendo, altresì, atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cenni n. 9/2449-A/12, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cenni n. 9/2449-A/12, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... onorevole Delfino... onorevole Ravetto... onorevole Galletti... onorevole Bressa...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 447
Maggioranza 224
Hanno votato
216
Hanno votato
no 231).

Prendo atto che il deputato Speciale ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, la nostra richiesta di intervento era relativa alla risoluzione Centemero ed altri n. 6-00030. Comunque, preannuncio il voto favorevole del Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud al provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, la legge comunitaria rappresenta - Pag. 61o meglio dovrebbe rappresentare - sempre più un momento centrale nel recepimento e nell'attuazione delle normative comunitarie, così come per il pieno rispetto dei vincoli fissati in seno all'Unione europea. In questo procedimento il Parlamento ha - o, meglio, dovrebbe avere - una funzione fondamentale in quanto soggetto istituzionale, che a pieno titolo è parte del processo di integrazione europea, adottando e riportando alle specificità dell'Italia le direttive e gli altri provvedimenti che contengono prevalentemente principi da rispettare e finalità da raggiungere.
Tuttavia, questo Governo - anche in questa materia - ha la tendenza a comprimere sempre più gli spazi di intervento da parte del Parlamento, arrivando fino a mortificarne il ruolo. Al contrario, tale ruolo dovrebbe essere valorizzato specie se dovesse passare - come noi ci auguriamo - il nuovo referendum irlandese, che si terrà tra pochi giorni, sul Trattato di Lisbona che, come in altre occasioni abbiamo avuto modo di ripetere, comporterà la necessità di ridisegnare l'impalcatura costituzionale dell'Unione europea.
Per questo, diciamo che contro l'invadenza del Governo andrà sempre più valorizzata la centralità del Parlamento, superando i profili di criticità che riguardano le procedure di recepimento e approvazione della legge comunitaria. Cito un problema per tutti: il Comitato interministeriale per gli affari comunitari ed europei, soprattutto per la scarsa frequenza delle sue riunioni a livello ministeriale di comitato tecnico e per la concentrazione su pochissimi temi, non esercita quel generale e sistematico ruolo di coordinamento della formazione della posizione italiana in materia di Unione europea che invece gli è attribuita dalla legge n. 11 del 2005. Ciò genera una ricaduta a cascata di difficoltà e problemi di varia natura, i cui effetti negativi finiscono in ultima istanza per riversarsi sul Parlamento.
Già da domani, invece, grande attenzione dovrà porsi sulla proposta delle istituzioni comunitarie di costruire una nuova architettura della vigilanza europea in materia finanziaria e bancaria. Viene, infatti, prevista la costituzione di nuove authority con poteri vincolanti, la prima con compiti di supervisione macro-prudenziale che avrà il compito di lanciare allarmi contro i rischi sistemici ed emettere raccomandazioni non vincolanti agli Stati membri. È, inoltre, prevista l'istituzione di altre tre authority con compiti di supervisione micro-prudenziale in materia di banche, assicurazioni, fondi pensione e mercati strumenti finanziari. Si tratta di autorità con poteri molto ampi che spogliano di poteri le authority nazionali.
Trattandosi quindi di un quadro di estrema importanza il Governo deve coinvolgere il Parlamento senza cercare invece di limitarne il ruolo e la funzione decisionale.
A questi argomenti e a queste questioni, che richiedono un approfondimento in merito all'opportunità di intraprendere iniziative sul piano legislativo e regolamentare, si affianca l'annosa questione del contenzioso comunitario. Il Governo Berlusconi si compiace di indicare una flessione dei procedimenti aperti nei confronti dell'Italia, ma c'è poco da essere contenti, lo dico cercando l'attenzione del Ministro Ronchi. Il numero totale delle procedure di infrazione a carico dell'Italia si attesta a 155, di cui 130 riguardano casi di violazione del diritto comunitario e 25 attengono alla mancata trasposizione di direttive nell'ordinamento italiano. Sono dati pubblicati dal Ministero delle politiche economiche lo scorso 10 luglio. Di queste ben 35 sono in campo ambientale e ben 28 in materia di fiscalità.
Queste sono le ragioni complessive per cui il gruppo dell'Italia dei Valori non può esprimere un voto favorevole sul provvedimento nel suo complesso, per cui non potremo andare oltre un'astensione sul complesso di questo provvedimento che comunque abbiamo contribuito a migliorare anche facendo nostra la proposta emendativa di buonsenso che aveva ritirato l'onorevole Contento. Come gruppo dell'Italia dei Valori abbiamo cercato di portare un contributo non soltanto qui in Pag. 62Aula ma già nel dibattito in Commissione, dove purtroppo non è stato del tutto raccolto.
In ogni caso siamo contenti perché con i nostri emendamenti, con quelli di altri colleghi e con il contributo della stessa Commissione Ambiente abbiamo ad esempio ottenuto che in questo disegno di legge fosse almeno inserito il recepimento di importanti direttive in materia di ambiente, di energia, di riduzione dell'inquinamento, il cosiddetto pacchetto clima e energia che il Governo originariamente aveva lasciato fuori. La scelta ci era apparsa infatti come un'ennesima occasione mancata in campo ambientale e in questo senso c'è anche da sottolineare come la Ministra Prestigiacomo, che fin qui non ha certo brillato per iniziativa ed incisività, nemmeno si è affacciata in Aula nel corso di questa discussione. So già qual è la risposta: è impegnata al vertice sul clima a New York.
Quella del Governo ci appare la classica posizione di chi - come ad esempio ha fatto l'amministrazione Bush per lunghi otto anni - non solo non vuole risolvere il problema ma addirittura si dimostra disinteressato a farlo. La cosa non ci sorprende più di tanto perché in questa materia, in campo ambientale come anche in altri campi, il Governo Berlusconi si era già distinto e si distingue ogni giorno in sede europea per non aiutare il cammino di queste direttive. Voglio sperare che la visione del film The age of stupid possa illuminare la mente dei nostri cari colleghi Ministri.
Ricordo in proposito che l'articolo 7 della legge n. 133 del 2008, di fatto la finanziaria dell'anno scorso, aveva previsto la convocazione di una conferenza nazionale dell'energia e dell'ambiente ai fini dell'elaborazione di una strategia energetica nazionale anche da parte del Ministro dello sviluppo economico. Quella conferenza non è mai stata convocata, ovviamente non si è tenuta, né è stata varata alcuna strategia nazionale in merito, né davvero è stato impostato un rilancio della ricerca. Quello che si è fatto, invece, è stato rilanciare il processo nucleare.
Signor Presidente, le chiedo scusa: potrebbe invitare i colleghi intorno a non disturbare?

PRESIDENTE. Ce l'ha con il suo capogruppo? Colleghi, per cortesia.

FABIO EVANGELISTI. A cominciare da lui e dal collega Cimadoro. Grazie.
Al solito questo Governo si distingue per la reiterata, consolidata e deprecabile politica degli annunci. L'atteggiamento del Governo, in questa cruciale fase di attuazione in sede nazionale del pacchetto energia e clima, si è contraddistinto per l'estemporaneità degli interventi, mai inseriti in un quadro unitario e globale, per un'attenzione limitata al settore delle fonti rinnovabili, e più in generale per una scarsa fiducia nelle politiche di efficienza energetica come opportunità di sviluppo e prerogativa nazionale per la riduzione dei gas serra.
La mancanza di iniziativa da parte del Governo sui temi dell'efficienza energetica, a partire dai trasporti, rende evidente che è in atto uno squilibrio molto pericoloso per il Paese in questa delicata fase di raccordo con il pacchetto comunitario. Soltanto la miopia di questo Governo poteva voler tenere fuori dal recepimento le direttive del citato pacchetto clima-energia, volte a conseguire gli obiettivi che l'Unione europea si è fissata per il 2020, ossia gli obiettivi conosciuti come Accordo 20-20-20 ovvero: riduzione del 20 per cento dell'emissione del gas ad effetto serra, aumento del 20 per cento del risparmio energetico e aumento del 20 per cento del consumo di fonti rinnovabili. Questi obiettivi, coerenti con la strategia europea per aumentare l'efficienza e la sicurezza energetica del nostro continente, tengono conto contestualmente della necessità di diminuire le emissioni inquinanti, della necessità di promuovere l'incentivazione degli investimenti e delle azioni mirate all'incremento del contributo di energia da fonti rinnovabili e al miglioramento dell'efficienza energetica.
Si tratta di direttive molto articolate che comprendono, solo per citare i provvedimenti Pag. 63più importanti, sia la nuova direttiva sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, sia quella di revisione del sistema comunitario di commercio delle quote di emissione ETS (Emission trading scheme) che in pratica interessa i settori industriali cosiddetti energivori (il termoelettrico, la raffinazione, la produzione di cemento, di acciaio, di carta, di ceramica, di vetro), senza dimenticare la decisione effort sharing riguardante, invece, la ripartizione dello sforzo tra gli Stati membri degli impegni di riduzione delle emissioni di gas serra nei settori non ETS ovvero nei trasporti, nell'edilizia, nei servizi e nell'agricoltura per quanto riguarda i rifiuti e i piccoli impianti industriali.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Evangelisti.

FABIO EVANGELISTI. Concludo, signor Presidente. Aggiungo soltanto che per questi motivi, oltre che per quelli che avevo sin qui illustrato, l'Italia dei Valori in questa fase non può andare oltre un voto di astensione
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna di considerazioni integrative della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zinzi. Ne ha facoltà.

DOMENICO ZINZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'approvazione della legge comunitaria annuale rappresenta un momento importante e qualificante per la partecipazione italiana all'Unione europea, in quanto dovrebbe consentire, da una parte, di porre le basi per un puntuale adempimento degli obblighi comunitari e, dall'altro, di realizzare un ampio confronto in Parlamento sulle politiche comunitarie e sul ruolo dell'Italia.
Negli ultimi anni l'Unione di Centro ha contribuito con convinzione alla definizione di strumenti per rafforzare il ruolo del Parlamento e compensare il deficit democratico del sistema istituzionale dell'Unione europea, un ruolo importante, tanto nella fase di formazione, quanto in quella di attuazione del diritto comunitario. La legge n. 11 del 2005, ad esempio, è frutto dell'attento lavoro dell'allora Ministro Rocco Buttiglione e contiene procedure che, se applicate correttamente, consentirebbero al Parlamento di dare un apporto democratico allo sviluppo delle attività dell'Unione europea, un apporto che è chiamato a dare anche in virtù dei Trattati.
Lo spirito europeista che ispira la nostra azione guida un ruolo proattivo del nostro Paese che non deve mai prescindere da una presenza costante e da un indirizzo delle istituzioni democratiche rappresentative. L'Italia deve contribuire alla costruzione dell'Europa e non subire la politica europea, deve poter offrire un apporto di valori al processo di costruzione di una nuova dimensione europea. Dobbiamo, però, registrare che anche dal dibattito odierno emergono difficoltà non solo per il recepimento delle direttive comunitarie, ma per l'organizzazione di tutte le procedure che consentono a questo Parlamento di esprimere il suo apporto tanto nel processo decisionale, quanto nell'attuazione delle norme e, più in generale, nell'adempimento del complesso degli obblighi che derivano dalla partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
Per questo ritengo opportuno formulare alcune considerazioni richiamando l'attenzione dell'Assemblea su questioni che, pur essendo da tempo trattate, non hanno purtroppo trovato risposte adeguate.
Il Governo ha imposto la legge comunitaria annuale utilizzando quasi esclusivamente lo strumento della delega legislativa per il recepimento delle direttive in scadenza e, questione ancora più delicata, delle decisioni quadro adottate nell'ambito della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale. Il Governo non ha Pag. 64ritenuto di doversi avvalere degli altri strumenti previsti dalla legge n. 11 del 2005, alcuni dei quali hanno il vantaggio di semplificare le procedure nel rispetto della Costituzione. Infatti, non si prevede l'utilizzo della delegificazione e non vi sono disposizioni che individuano i principi fondamentali di riferimento per l'attuazione da parte delle regioni e delle province autonome. Così facendo non solo non si utilizzano le opzioni previste dalla legge n. 11 del 2005 ma si rischia di tornare indietro di quasi vent'anni, quando il Ministro Antonio La Pergola, con l'iniziativa che portò all'approvazione della legge n. 86 del 1989, intese interrompere le emergenze delle cosiddette leggi tampone con cui si recepivano in ritardo le direttive conferendo delega al Governo.
Preoccupante è la delega legislativa prevista nel disegno di legge per l'attuazione del diritto interno di quattro decisioni quadro del Consiglio sulla lotta contro le frodi e la falsificazione di mezzi di pagamento diversi dai contanti; sul rafforzamento del quadro penale per la repressione del favoreggiamento dell'ingresso, del transito e del soggiorno illegale; sulla fissazione di norme minime relative agli elementi costitutivi dei reati e alle sanzioni applicabili in materia di traffico illecito di stupefacenti relativo alla lotta contro la criminalità organizzata.
Sono questioni che l'UdC ha da sempre sollevato in quest'Assemblea e che riteniamo di dover riproporre anche in questa sede. Si tratta di atti particolari e adottati in base al cosiddetto Terzo pilastro dell'Unione europea che riguarda la cooperazione tra forze di polizia e giudiziaria in materia penale. Tali atti necessitano di misure di attuazione ma presentano caratteristiche peculiari in quanto sono adottati all'unanimità in Consiglio e in caso di mancata attuazione nel termine, a differenza delle direttive, non possono avere efficacia diretta per espressa previsione del Trattato. Tale limite sottolinea l'inopportunità di trattare questioni attinenti, tra l'altro, alla sfera della libertà dei cittadini in un provvedimento omnibus come la legge comunitaria annuale che non consente un approfondito esame dovendo essere approvata nell'anno di riferimento.
Inoltre, non appare possibile spogliare completamente il Parlamento in assenza di stringenti principi e criteri di delega delle proprie funzioni, facendo venir meno il controllo democratico sull'operato dei Governi. Sarebbe stato opportuno intervenire con uno specifico disegno di legge al di fuori della legge comunitaria annuale. Lo stesso vale per le deleghe al Governo per stabilire le sanzioni penali per le violazioni delle direttive comunitarie: le formulazioni sono troppo generiche per intervenire in materia penale.
Tali osservazioni che da tempo facciamo non hanno trovato riscontro mentre gli effetti, purtroppo negativi, di questa prassi hanno portato a posizioni molto nette nella società civile nelle sue istanze rappresentative, come dimostra la posizione della giunta dell'Unione delle Camere penali del 17 settembre 2009 che ripropone questioni da tempo evidenziate in quest'Assemblea, auspicando una modifica dell'articolo 76 della Costituzione affinché sia riservato al procedimento legislativo ordinario ogni intervento in ambito penale. Queste ed altre criticità dello strumento dovrebbero essere eliminate, ma desidero anche richiamare la delega di ulteriori ventiquattro mesi dall'entrata in vigore dei decreti delegati per le correzioni. La previsione rischia di ridurre la portata del vincolo costituzionale del termine e si presta ad aumentare la confusione. Riteniamo, invece, positivo, come già sottolineato in sede di discussione sulle linee generali, il tentativo di ridefinire il contenuto e le modalità di presentazione della relazione della partecipazione dell'Italia all'Unione europea. Le modifiche proposte dovranno essere necessariamente accompagnate da una modifica del Regolamento della Camera che riveda le procedure per l'esame della relazione, strutturando meglio la cosiddetta sessione comunitaria.
Ma quello che è più importante è che ci sia un impegno del Governo per qualificare meglio le azioni previste dalla legge Pag. 65n. 11 del 2005, in modo da fornire gli elementi al Parlamento che consentano di intervenire sia in fase ascendente che discendente. In conclusione, onorevoli colleghi, la tradizione di pensiero che rappresentiamo e i ritardi ancora una volta accumulati ci impongono di non ostacolare l'approvazione dell'atto, auspicando maggiore apertura al dialogo per il futuro e, comunque, una forte attenzione del Governo alla fase di controllo parlamentare dell'esercizio delle deleghe. Onorevoli colleghi, esprimo il voto favorevole del gruppo dell'Unione di Centro sul disegno di legge, auspicando che si possano, anche attraverso la sua sollecita approvazione, portare a regime al più presto le procedure previste dalla legge n. 11 del 2005, sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, e le modifiche del Regolamento della Camera, che creino le condizioni di un'effettiva partecipazione del Parlamento italiano al processo democratico di unificazione europea (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, la legge comunitaria 2009, si è presentata già in Commissione come un provvedimento poco ambizioso, in tono minore. Va detto anche che è frutto di un sistema inadeguato ad affrontare alcuni nodi irrisolti del sistema di recepimento della legislazione europea. Penso ai tempi, ai modi e al ruolo del Parlamento. È un tema di cui discutiamo da tempo e sul quale è tempo di intervenire con un adeguamento della legge Stucchi-Buttiglione e del Regolamento della Camera. In Commissione e anche in Aula, abbiamo tentato di proporre integrazioni e miglioramenti, che in parte sono stati accolti nel lavoro di Commissione e hanno dato un po' più corpo a questa legge comunitaria. Nel suo complesso, però, la legge resta incompleta su alcuni profili di grande rilevanza e, per questo motivo, signor Presidente, noi ci asterremo.
È certamente importante l'azione che abbiamo svolto in Commissione su alcuni aspetti, come ad esempio il recepimento di alcune direttive del pacchetto clima. L'assunzione di impegni in tema di riduzione dei gas serra per l'Italia è molto rilevante, anche in vista della prossima Conferenza mondiale sul clima di Copenhagen. Peraltro, sul tema dei cambiamenti climatici, la maggioranza e il Governo dovrebbero chiarire la posizione che intendono seguire: se quella che è emersa alla Camera o quella espressa, ad esempio, prima della pausa estiva al Senato, con l'approvazione di una mozione, dalla quale sembra emergere una posizione di assoluta retroguardia, secondo la quale i cambiamenti del clima sarebbero da ricollegarsi ad un mero fenomeno naturale.
Il Governo dovrebbe spiegarci poi che posizioni intenda assumere nei prossimi negoziati comunitari e in materia di recepimento di alcune direttive, visto che al suo interno - penso, ad esempio, ai contrasti tra i Ministri Scajola e Prestigiacomo e nella maggioranza - troviamo diversi atteggiamenti tra loro molto contrastanti e che il tema costituirà un punto decisivo nei prossimi appuntamenti europei e internazionali, oltre che alla già ricordata conferenza di Copenhagen.
Similmente, rivendichiamo come contributo positivo la proposizione di un emendamento sulle procedure della stessa legge comunitaria, che certo non basta a risolvere le varie questioni aperte, ma che, recuperando i rilievi fatti sia dalla maggioranza che dall'opposizione sin dall'inizio della legislatura, rende l'articolo 5 del provvedimento in esame maggiormente in linea con il dettato costituzionale e soprattutto rafforza il ruolo effettivo del Parlamento in politica europea. Ciò è importante anche nella prospettiva dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Grave, invece, è l'assenza in questa legge comunitaria del tema immigrazione, un nodo male affrontato dal Governo, che pure è al centro dell'agenda politica nazionale, fonte di tensioni continue con l'Unione europea, ma su cui il Governo naviga a vista e la maggioranza è sempre Pag. 66più divisa. Mi chiedo ad esempio - forse c'è anche questo dietro il vostro rifiuto di recepire i nostri due emendamenti - come potete conciliare le posizioni della Lega Nord e del Ministro Maroni con quelle che sembrano ispirare il Presidente della Camera in materia. Da parte nostra, noi abbiamo contestato, sin dall'inizio, l'approccio unicamente repressivo che le maggioranze di centrodestra in Europa hanno portato.
È un approccio che ha spinto i Governi, in particolare sotto la Presidenza francese, a concentrarsi unicamente sul fenomeno dell'immigrazione clandestina, rinunciando, nei fatti, ad una politica comune più ampia sui vari aspetti dell'immigrazione in Europa, si tratti della programmazione dei flussi, di quote collegate a un'analisi integrata dei mercati del lavoro europei o a un più forte legame fra politiche dell'immigrazione e della cooperazione allo sviluppo.
Abbiamo, cioè, alcune prime convergenze insufficienti in Europa sull'immigrazione illegale e permanenti divergenze su quella legale, che sono emerse anche ieri al Consiglio Giustizia e Affari Interni, nel quale, ancora volta, ci siamo distinti per esserci fatti respingere alcune proposte come Governo italiano. Del resto, anche il piano francese che è emerso ieri sulla partnership con i Paesi terzi, sul rafforzamento di Frontex per il controllo delle frontiere esterne e sulla salvaguardia dei diritti di asilo - salvaguardia dei diritti di asilo, lo voglio sottolineare - è solo un primo passo in avanti, insufficiente rispetto alle nostre esigenze.
Anziché adoperarsi con convinzione per rilanciare una politica migratoria comune, il Governo italiano ha finito per adottare in questi mesi degli atti che ci hanno per lo più contrapposto frontalmente all'Europa. Forse l'esempio più eclatante della vostra inefficacia ed incoerenza è stato rappresentato proprio dalla direttiva rimpatri - è stato confermato di nuovo oggi - recepita in modo del tutto parziale ed incoerente.
È con grande stupore che dobbiamo prendere atto del fatto che, nonostante siano già state adottate normative nazionali nel pacchetto sicurezza, giustificate pubblicamente, anche in quest'Aula, dalla necessità di recepire quanto stabilito dalla direttiva rimpatri, la direttiva nel suo insieme non è stata inserita neppure in questa legge comunitaria.
Avete, in sostanza, strumentalizzato questa direttiva e lo avete fatto nonostante vi sia un protocollo allegato alla medesima, firmato dal Governo in carica, che impegna gli Stati membri a non modificare in senso restrittivo la normativa nazionale eventualmente più favorevole rispetto alla direttiva europea. Era il caso - lo voglio ripetere - dei centri di identificazione ed espulsione.
Ciò è molto grave, soprattutto perché la direttiva in questione, nel disciplinare i rimpatri degli immigrati clandestini, pone anche una serie di paletti sulle condizioni del trattenimento, sul rispetto del principio di non respingimento, sulle condizioni di salute dei migranti e così via.
Voi invece, ancora una volta, avete con prontezza e con il voto di fiducia, forzando la naturale dinamica parlamentare, preso ciò che dell'Europa vi faceva comodo, ciò che della direttiva vi serviva per portare avanti una politica di criminalizzazione, violando, talvolta, non solo le norme comunitarie, ma anche le più elementari regole del diritto internazionale in materia di asilo.
Il dibattito che si è aperto al vostro interno su questo punto dimostra quanto siate voi stessi divisi e poco convinti della linea unicamente repressiva del vostro Governo. Analogo discorso deve essere svolto per ciò che riguarda la direttiva relativa alle sanzioni ai datori di lavoro, che, seppure di recente approvazione a livello comunitario, era già stata esaminata in maniera molto approfondita da questo Parlamento nella XIV Commissione durante la cosiddetta fase ascendente.
Anche questa direttiva deve essere recepita in tempi brevi, specie in considerazione del fatto che proprio la certezza, direi la garanzia, di trovare un lavoro in nero nel nostro Paese rappresenta uno dei Pag. 67principali motori di attrazione per clandestini che hanno ben poco da perdere nel loro Paese d'origine.
Anche molti di voi lo stanno dicendo ormai apertamente: la legge Bossi-Fini è inadeguata, va superata, sta solo producendo irregolarità e devianza; si basa sulla finzione che si venga in Italia con un contratto di lavoro, mentre tutti sappiamo che ciò non accade. Recepire la direttiva sulle sanzioni ai datori di lavoro avrebbe significato avere un approccio meno ideologico alla questione dell'immigrazione.
Lo voglio ripetere (lo ha già sottolineato anche l'onorevole Buttiglione): il mancato recepimento di questa direttiva equivale a sancire il fatto che al Governo italiano fanno comodo i clandestini che lavorano in nero; fanno comodo perché sono invisibili, perché sono meno onerosi e perché sono totalmente privati dei loro diritti. Onorevoli colleghi, le lacune, le mancanze e le scelte sbagliate, che abbiamo segnalato e proposto, senza successo, di correggere, ci portano ad astenerci su questo provvedimento.
La politica europea sta assumendo un'importanza sempre più grande: sempre di più la legge comunitaria non è un atto tecnico di semplice recepimento della legislazione comunitaria, ma un atto con crescente valenza politica, che vive in un dibattito politico italiano ed europeo e che deve basarsi sul ruolo che vogliamo giocare in Europa. Noi siamo certamente disponibili a lavorare a favore dell'interesse nazionale, ma il Governo deve cambiare radicalmente atteggiamento rispetto all'Europa.
Tornerò su questo punto nella discussione sulle risoluzioni. Mi limito ora a constatare con molta amarezza che nonostante la buona cooperazione in Parlamento, oggi di nuovo il rapporto alternante e contraddittorio tra la maggioranza e soprattutto il nostro Presidente del Consiglio e l'Europa è tornato a volgere al peggio, con grave danno per la nostra immagine ed i nostri interessi nazionali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi limiterò alla dichiarazione di voto. Il voto sarà naturalmente favorevole al provvedimento in esame, al quale noi abbiamo contribuito in maniera fattiva ad inserire degli elementi di novità per il panorama normativo italiano, soprattutto per quello che riguarda la materia dell'energia, dell'edilizia e di tanti altri aspetti che regolano la quotidianità, e che per fortuna sfuggono alle polemiche politiche come quelle che il collega Gozi ha cercato di infilare, infarcire all'interno del testo.
Il collega Gozi sa benissimo, perché è un esperto della materia comunitaria, che non vi era nessun rischio di infrazioni non inserendo la direttiva cosiddetta rimpatri, perché essa scade il 24 dicembre 2010. Noi non abbiamo sollevato per eleganza, quell'eleganza che oggi non vi ha contraddistinto in Aula, problemi di ammissibilità dell'emendamento Gozi 1.30; potevamo farlo, perché l'articolo 86 del Regolamento vietava di fatto di discutere l'inserimento di quella direttiva nel testo, in quanto non vi erano ragioni di urgenza, non vi erano ragioni di infrazioni impellenti.
Non l'abbiamo fatto perché comunque siamo disposti al dialogo, se esso ha una base non di ipocrisia ma di concretezza. Invece purtroppo voi avete proseguito in tale atteggiamento, pur sapendo che la direttiva cosiddetta rimpatri necessita, come ha già detto più volte il Ministro Maroni, di un provvedimento ad hoc per essere recepita, perché comunque ha un impatto sul complesso delle norme riguardanti non solo l'immigrazione, ma anche un settore del mondo del lavoro enorme; dev'essere introdotta ad hoc, non può essere inserita semplicemente all'interno di una legge delega, che è quella comunitaria.
Però, nonostante ciò, noi non neghiamo la nostra disponibilità al dialogo; abbiamo apprezzato invece altri atteggiamenti, come la condivisione dell'emendamento Pag. 68sull'inquinamento acustico, o quello strategico sulla possibilità di sperimentare finalmente anche in Italia, senza troppi vincoli burocratici, lo stoccaggio geologico di biossido di carbonio, proprio per arrivare a quegli obiettivi che si sentivano citare prima da alcuni colleghi, cioè il 20-20-20. Ci auguriamo che già dal dibattito - che purtroppo non sarà in Commissione XIV, e non ne capiamo i motivi - sul decreto cosiddetto «salva infrazioni», si torni ad una collaborazione un po' più fattiva e meno ideologizzata e politicizzata. Lo stesso anche all'interno di una componente della maggioranza, quando si parla di caccia. Ho ritirato il mio emendamento perché ho visto che non vi erano le condizioni per svolgere serenamente un dibattito che avrebbe portato a delle soluzioni, non a dei problemi, come qualcuno voleva far credere.
La responsabilità allora di una forza di maggioranza è anche questa: fare un passo indietro serenamente, sapendo che comunque vi è un impegno del Governo, che è stato confermato con l'ordine del giorno, per poi andare su un altro provvedimento. Ma sia chiaro che se, nel provvedimento al Senato, ciò che il Governo ha accettato come impegno non verrà poi concretizzato, noi immediatamente ci attiveremo, e questa volta senza indugi, per inserire la richiesta di adeguamento della legge n. 157 del 1992 alle direttive comunitarie già dal decreto cosiddetto «salva infrazioni». Perché noi manteniamo la parola, e chiediamo che venga fatto lo stesso dai nostri colleghi, tanto di maggioranza quanto di opposizione, nel momento in cui si prendono degli accordi.
Signor Presidente, non vado oltre, mi preme solo ringraziare per il lavoro svolto tutti i colleghi della Commissione, in particolare il relatore, che era alla sua prima relazione con una legge così difficile, cui va veramente un grande applauso; se c'è stato qualche scivolone lo si deve alla giovane età e all'inesperienza ma sono proprio quelle le cose che formano (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la legge comunitaria è per sua natura una straordinaria occasione per un Paese come l'Italia per creare coesione rispetto all'Unione europea e rispetto ad un ordinamento democratico che noi ricordiamo innanzitutto nel suo essere come unione di valori. Non è indifferente rinnovare questo aspetto e questa vocazione dell'Europa rispetto ad un'Europa che nel tempo aveva perso il valore della sussidiarietà, l'attenzione ai popoli per quanto riguarda le loro peculiarità e le loro identità e al fatto che l'Europa è un'unione di diversità, e per questo è un grande valore.
La legge comunitaria sussiste proprio perché tende a recepire e recepisce un ordinamento che emana in direzione di ogni Paese in materia di uniformazione dei mercati, dei comportamenti, dei diritti, e di estensione della democrazia. Però ciò che noi contestiamo è l'idea secondo la quale chi recepisce in modo automatico e in modo non critico ciò che l'Unione europea propone sia un europeista convinto, sia il vero europeista. Siamo diversamente convinti che l'Europa abbia bisogno invece di Parlamenti che discutano, che, grazie al trattato di Lisbona e ai trattati che si sono succeduti, siano attenti all'allerta precoce, che abbiano attenzione rispetto al tema della sussidiarietà, e che abbiano un atteggiamento critico rispetto ad una Europa che non sempre è stata governata dalla politica e molto spesso ha lasciato il passo.
Da qui nasce l'insoddisfazione dei cittadini (che poi si è manifestata nella ratifica dei trattati) rispetto ad un'Europa nella quale loro non si riconoscevano. Credo che europeisti veri siano coloro che, condividendo i valori e incarnando quei valori, abbiano un atteggiamento proprio nei Parlamenti e nel recepimento delle normative quadro e delle direttive responsabilmente critico, nel senso di rappresentare fino in fondo quelle che sono le Pag. 69aspirazioni delle nostre popolazioni e dei nostri cittadini. Signor Presidente, è quello che noi abbiamo fatto, è quello che è stato fatto dal Governo (e ringraziamo il Ministro), ed è quello che è stato fatto dalla XIV Commissione, che ha avuto all'interno un confronto leale; è ciò che con molta serietà e preparazione ha fatto il relatore, onorevole Formichella.
Credo che dobbiamo anche respingere l'idea che questa legge comunitaria sia una legge insufficiente perché non affronta adeguatamente, in base a quello che abbiamo sentito, i temi dell'immigrazione. Vedete, vi è una strana idea: noi saremmo la maggioranza dei condoni perché saremmo coloro che fanno rientrare i capitali dall'estero, e quindi penseremmo ai ricchi che devono far rientrare i capitali e non ai poveri. Niente di più demagogico, ovviamente, e di più falso, soprattutto in un momento di crisi.
Mentre gli altri, la sinistra, esercitano la cultura del condono e negli emendamenti presentati, che per fortuna sono stati respinti dalla maggioranza, abbiamo visto l'apertura al condono nei confronti dell'immigrazione clandestina. Se leggiamo nel merito l'emendamento riguardante i lavoratori in nero abusivi presso le aziende e le modalità con cui verrebbero sanate queste situazioni, cogliamo proprio come ancora oggi questa sinistra e questa opposizione, spiace dirlo, sia pervasa dalla cultura del condono, che reca danno soprattutto alle popolazioni più deboli. Mi spiace dover ribattere al collega Buttiglione quando afferma che l'essere regolarizzato e quindi avere il permesso di soggiorno per un lavoratore che già lavora in nero non reca danno a nessuno. Invece non è escluso che proprio quel lavoratore in nero clandestino tolga lavoro ai nostri cittadini che invece rispettano le regole e vivono secondo le regole (Commenti dei deputati del gruppo del Partito Democratico). Credo che tali questioni debbano essere illustrate perché abbiamo appena sentito nella dichiarazione dell'onorevole Gozi tante affermazioni contro questa maggioranza e contro questa legge comunitaria che avrebbe il torto ancora una volta di non andare in direzione del recepimento dei diritti fondamentali del cittadino, degli spazi di libertà, delle garanzie nei confronti dei minori. È una storiella che ormai stufa e stanca e ritengo che stanchi soprattutto chi tutti i giorni è costretto a fare i conti con una realtà ben diversa. Allo stesso modo la storiella di questo Governo, di questo Presidente del Consiglio e di questa maggioranza che all'estero perderebbe credibilità: non perde credibilità, ma abbiamo evidentemente una militanza continua nelle sedi istituzionali in Europa tese a screditare l'azione del Governo, come l'ultima iniziativa nel Parlamento europeo che vorrebbe far credere che questo è un Paese a forte rischio di democrazia e di libertà di stampa. Per queste ragioni il nostro voto alla legge comunitaria è un voto favorevole, convinto e riteniamo che con l'approvazione di questa legge comunitaria il Governo abbia dato un impulso giusto nella giusta direzione alla coesione dell'Italia nell'Europa (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, non tolgo la ribalta all'ottimo relatore, il collega Formichella, associandomi anch'io ai complimenti del vicepresidente Pini e della Commissione. Signor Presidente, cari colleghi, prima di passare al voto soltanto due parole. Vorrei sottolineare positivamente il clima di collaborazione che si è instaurato durante lavori sia in Commissione sia in Aula. L'approvazione dell'odierno disegno di legge segna il termine di una maratona - così l'ho definita qualche giorno fa - iniziata lo scorso aprile che ci ha consentito di recuperare il ritardo con cui si era proceduto all'approvazione Pag. 70di due leggi comunitarie, quella del 2008 e quella del 2009. Comunque, francamente, nonostante il recupero, ritengo che non vi sia molto da compiacersi, tenuto conto che l'approvazione nel 2009 della legge comunitaria l'anno precedente e l'approvazione praticamente a fine anno della legge comunitaria 2009 sono segnali non positivi per un Parlamento che dovrebbe considerare la legge comunitaria non un adempimento burocratico ma un provvedimento che costituisce uno dei passaggi di maggiore importanza per la nostra partecipazione al processo di integrazione europeo. Per concludere mi auguro pertanto che in futuro la maratona di oggi si trasformi in una gara di velocità che ci consenta di approvare sin dall'inizio dell'anno la legge comunitaria 2010.

PRESIDENTE. La prego di concludere, presidente Pescante: le ho dato la parola soltanto per un ringraziamento.
Ciò premesso, vorrei esprimere il più vivo compiacimento per il modo produttivo ed equilibrato con il quale si sono svolti i lavori.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pescante.

(Coordinamento formale - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, siamo in fase di dichiarazione di voto, non può parlare, lo farà dopo il voto.

FURIO COLOMBO. Devo parlare, è un mio diritto!

PRESIDENTE. Se vuole cambiare il Regolamento lo cambi, interverrà dopo. A che titolo chiede di parlare? È attinente al provvedimento?

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, non può parlare sull'ordine dei lavori. Potrà intervenire dopo il voto.
Indìco...

FURIO COLOMBO. Presidente! Chiedo di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale!

PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione.
Onorevole Colombo, le dichiarazioni di voto a titolo personale sono terminate.

FURIO COLOMBO. Ma è attinente al provvedimento!

PRESIDENTE. Prego, ha un minuto.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, l'onorevole Gottardo ci ha fatto una lezione curiosissima: nel momento in cui l'Europa sta giudicando questa Italia e questo Parlamento nel modo in cui sta facendo (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, questa è l'attinenza?

FURIO COLOMBO. ...ha paragonato il condono del rientro dei capitali - spiegandoci che sono i poveri, e non i ricchi, a far rientrare i capitali - con la situazione dei clandestini, dicendo che i clandestini sono il vero pericolo per la crisi italiana (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Prego i colleghi di lasciarlo parlare.

Pag. 71

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, si tratta di affermazioni indegne, che almeno questa parte del Parlamento intende rifiutare (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2449-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2449-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Napoli... onorevole Latteri... onorevole Pelino... onorevole Galletti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009» (2449-A)

Presenti 442
Votanti 267
Astenuti 175
Maggioranza 134
Hanno votato 267

(La Camera approva - Vedi votazionia - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

Prendo atto che i deputati Monai e Tenaglia hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi e che il deputato Arturo Mario Luigi Parisi ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le do atto di aver consentito all'onorevole Colombo di prendere la parola per dichiarazione di voto a titolo personale, dopo che aveva indetto la votazione, come è accaduto in qualche altra occasione. Tuttavia, ciò che ritengo non tollerabile è che conceda il diritto di parola all'onorevole Colombo e che, poi, egli non sia in grado di esprimere il suo pensiero in quest'Aula, perché l'Assemblea gli si rivolta contro. Questo non è accettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Lei può assumersi la responsabilità di non dargli la parola - e la ringrazio, perché probabilmente, ha capito che era utile (come è accaduto altre volte) - ma che lei gli conceda la parola e, poi, non venga consentito a un deputato di parlare in quest'Aula, è molto grave (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, molte volte non dipende dalla Presidenza.

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, anzitutto, rispetto molto il suo lavoro, perché conosco le difficoltà in cui opera. Sinceramente, avevo chiesto di parlare esattamente per la stessa ragione, non quella dell'onorevole Colombo, ma quella dell'onorevole Giachetti.
Non è accettabile quanto è accaduto. Mi rivolgo anche ai colleghi: si discute, vi è animazione, magari, a volte, ci si interrompe, è tutto fisiologico, però quando (Commenti)...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore...

PIER FERDINANDO CASINI. Onorevoli colleghi, mi dispiace, questa è la sostanza del Parlamento. Quando si parla Pag. 72e si esprime anche la posizione più sgradita possibile, ci deve essere il rispetto da parte nostra verso tutti i colleghi.
Questo è un problema di principio su cui non sono possibili deroghe. Mi dispiace che non tutti lo comprendano, ma questo è sale della centralità del Parlamento in una democrazia con la Costituzione che abbiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Italia dei Valori e di deputati del Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Grazie Presidente, il suo intervento era sull'ordine dei lavori, lo ha legato lei stesso a quello del collega Giachetti.

Seguito della discussione della Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2008 (Doc. LXXXVII, n. 2) (ore 18,55).

PRESIDENTE. Passiamo ora alla relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
Ricordo che nella seduta del 14 settembre 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali, svolta congiuntamente a quella sul disegno di legge comunitaria 2009, e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
Ricordo, altresì, che, nel corso della stessa seduta del 14 settembre, sono state presentate le risoluzioni Gozi ed altri n. 6-00029 e Centemero ed altri n. 6-00030 (Vedi l'allegato A - Risoluzioni).

(Parere del Governo - Doc. LXXXVII, n. 2)

PRESIDENTE. Chiedo quindi al rappresentante del Governo quale risoluzione intenda accettare.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo accetta la risoluzione Centemero ed altri n. 6-00030.

(Dichiarazioni di voto - Doc. LXXXVII, n. 2)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, non vi parlerò dell'Italia, ma dell'Europa; non dell'Europa di ieri e di oggi, ma di quella di domani, di quell'Europa che vogliamo ideare, preparare e costruire.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono passati tanti anni da quando Alcide De Gasperi, nell'immediato dopoguerra, delineava con lungimiranza e lucidità i contorni di quella che sarebbe diventata l'Unione europea. Dopo più di mezzo secolo di storia, il processo di integrazione europea ha attraversato un periodo di crisi. In questa sede, in occasione della presentazione della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, occorre interrogarsi su quale sia la strada da percorrere per andare oltre le difficoltà degli ultimi anni.
Proprio perché consapevoli del ruolo svolto dal nostro Paese nella costruzione dell'Europa unita, abbiamo il dovere di perseverare sul sentiero dell'integrazione con la medesima tensione ideale che caratterizzò gli anni che videro maturare l'intuizione di Alcide De Gasperi, di colui che possiamo considerare, senza tema di smentita, il padre nobile dell'attuale integrazione europea.
Ancora oggi, la politica del nostro continente deve sapersi affidare a chi ha a cuore la causa dell'Europa, in particolare della sua integrazione politica. Non possiamo immaginare, quindi, che le difficoltà sorte dopo il Trattato di Lisbona possano in qualche modo inficiare il processo di integrazione politica dell'Unione. Un Trattato, questo, che ha perseverato e mantenuto i progressi istituzionali già contenuti nel Trattato di Roma del 2004. Purtuttavia, è evidente che la bocciatura della Costituzione europea, conseguita alle consultazioni Pag. 73referendarie in Olanda e in Francia, abbiano rappresentato un colpo di freno sul processo di avvicinamento politico delle democrazie europee.
Noi del Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud ci battiamo per l'affermazione in Italia di una struttura istituzionale realmente federale. Siamo convinti che l'Europa non possa rinunciare alla costituzionalizzazione, che resta una prospettiva pienamente federale dalla quale non si può prescindere se non si vuole snaturare il progetto di De Gasperi e Spinelli, ma, soprattutto, se si vuole garantire ai Paesi che ne fanno parte di essere all'altezza dei tempi, delle sfide politiche, della globalizzazione e dell'evoluzione economica. Un'Europa che si fondi sulla sola integrazione economica e che non scelga l'integrazione federale e politica è un soggetto destinato ad avere un ruolo marginale nel contesto mondiale e a rinunciare al ruolo che le è proprio per la sua collocazione strategica tra le Americhe, i Paesi del Medio Oriente e l'Asia.
L'Europa, cari colleghi, torni quindi a puntare sulla codificazione della sua identità. Quanti hanno sostenuto la tesi che nella Costituzione europea dovesse essere omesso il riferimento alle origini cristiane dei popoli hanno compiuto un mastodontico errore di valutazione. In effetti, si tratta del più grave equivoco nel quale potessero incorrere le classi dirigenti europee quello di non essere riusciti, insieme all'affermazione dell'identità economica, a prendere atto e a codificare la comune e sentita identità dell'Europa che scaturisce, evidentemente, dalle comuni radici cristiane. Cosa è l'Unione europea senza radici? È una fredda area di libero scambio, un gigante senza identità, un continente e un popolo senza anima.
Tutto ciò aiuta a fare dell'Europa un soggetto capace di esercitare il ruolo che gli è proprio nello scenario mondiale. È grazie alla mancanza di identità se l'Europa riesce ad aprirsi ad altri popoli che pur avendo una connotazione religiosa diversa vogliono inserirsi nel progetto di integrazione europea. Non è così, anzi è proprio da un'identità certa, forte e ben definita che scaturisce il dialogo con altre realtà culturali e religiose che, come il popolo turco, si affacciano e bussano alle porte dell'Unione.
Proprio al riguardo è nostra intenzione esprimere in questa sede, signor Ministro, l'apprezzamento del Movimento per l'autonomia Alleati per il Sud per l'opera svolta a Bruxelles da lei e dal Governo Berlusconi al fine di favorire l'ingresso della Turchia in Europa.
Non sono condivisibili d'altronde le posizioni di chi ritiene che la Turchia in Europa possa determinare una sorta di islamizzazione del nostro continente. Sono già in molti i musulmani che per varie ragioni sono presenti in Europa e non sarà certo l'ingresso della Turchia a compromettere la nostra identità di popolo con la sua cultura e le sue tradizioni.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, il nostro Paese ha il dovere di continuare a percorrere il sentiero dell'integrazione europea. Da parte nostra come parlamentari abbiamo a disposizione una serie di strumenti che ci consentono di incidere in maniera determinante e di contribuire all'implementazione del processo di integrazione.
A tal fine il provvedimento legislativo previsto dalla legge n. 11 del 4 febbraio 2005 recante norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo comunitario e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari costituisce uno strumento di particolare importanza attraverso il quale il Parlamento viene messo in condizione di contribuire al processo di adeguamento delle leggi italiane al diritto comunitario e di partecipare alla vita dell'Unione. Si tratta di una normativa che tra l'altro impegna il Governo a presentare una relazione annuale al Parlamento sull'operato dell'Unione.
Tuttavia il Movimento per l'autonomia ha ritenuto opportuno sottoscrivere la risoluzione Centemero affinché sia approvata per contribuire a rendere più efficace questo strumento. La risoluzione prevede infatti che il Governo si impegni ad elaborare una relazione che esponga in modo più sistematico ed organico gli orientamenti Pag. 74che il Governo stesso intende assumere in modo da rendere, anche adottando criteri relazionali omogenei, una agevole distinzione tra il resoconto delle attività svolte e le indicazioni e gli orientamenti per il futuro.
Abbiamo condiviso molto l'intento di assicurare una partecipazione sistematica dei rappresentanti del Governo alle sedute degli organi parlamentari in cui si discuta di progetti, di atti dell'Unione europea o di altri temi europei in modo da assicurare un confronto politico approfondito ed adeguato e la volontà di impegnare il Governo ad avviare, in stretto rapporto con le Camere, la predisposizione delle disposizioni legislative e degli altri adempimenti necessari per dare attuazione alle previsioni del trattato di Lisbona.
Per questi motivi il Movimento per l'autonomia Alleati per il Sud voterà a favore della risoluzione Centemero e continuerà a spendersi per impedire che il processo di integrazione europea possa, per qualsiasi ragione, registrare altre battute di arresto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, pochi secondi per annunciare, a nome del gruppo Italia dei Valori, il voto contrario sulla risoluzione presentata dall'onorevole Centemero ed il voto favorevole sulla risoluzione presentata dall'onorevole Gozi.
Faccio queste poche considerazioni perché non sarà certo il voto di oggi sulla legge comunitaria e su questa risoluzione a definire il grado di europeismo del nostro Paese e di questa Aula.
Nei giorni scorsi un giornale ha dedicato ampio spazio a quello che è stato definito «il cimitero blu» ovvero alla strage di vittime innocenti nel canale di Sicilia. Probabilmente, anzi quasi certamente, 600 persone sono affogate in quel tratto di mare perché hanno dovuto fare ricorso al viaggio clandestino preda dei trafficanti di esseri umani. In proposito abbiamo presentato una mozione, che alla prossima Conferenza dei Presidenti di gruppo chiederemo di mettere in calendario per poterla discutere in questa sede, su quale sia l'attinenza tra le norme italiane e la normativa europea.
Intanto ieri sono stati il vicepresidente dell'Unione europea, Jacques Barrot, e l'Alto Commissario ONU per i rifugiati, Antonio Gutierrez, a condannare le scelte del nostro Governo in occasione della riunione dei Ministri dell'interno europei a Bruxelles, perché i respingimenti verso la Libia sono contro la normativa europea e contro il diritto umanitario. Su questo davvero vi sarà il discrimine e si segnerà la linea di demarcazione tra chi ha il cuore e la testa in Europa e chi, invece, non ha cuore e nemmeno testa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consiglio. Ne ha facoltà.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, intervengo semplicemente per dichiarare che il gruppo della Lega Nord Padania voterà a favore della risoluzione presentata dall'onorevole Centemero e contro la risoluzione presentata dall'onorevole Gozi. Siamo un gruppo, comunque, che veramente pensa di avere sia cervello sia cuore. Questa è la nostra dichiarazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, sono favorevole ad entrambe le risoluzioni presentate e mi spiace che non si sia riusciti a raggiungere una risoluzione comune, perché entrambe riprendono alcuni temi importanti quali la sessione parlamentare comunitaria, da istituire per creare una connessione tra l'inizio della presidenza semestrale (ma all'inizio dell'anno), e il dibattito italiano in materia di Pag. 75questioni comunitarie, onde evitare lo scandalo che abbiamo registrato, di discutere in Assemblea indicazioni politiche da dare al Governo sulla gestione di semestri di presidenza che erano già trascorsi da un anno. Vi ricorderete quando demmo indicazioni al Governo su quello che avrebbe dovuto fare durante il semestre di presidenza francese che, peraltro, era appunto già trascorso da un anno.
Vedo che si riprendono indicazioni importanti per ciò che riguarda la riforma del Regolamento parlamentare e per quello che riguarda anche la necessaria integrazione della legge n. 11 del 2005. Riprendo brevemente quanto ho avuto già occasione di affermare più volte in quest'Aula, tra cui anche oggi stesso. Vi è un problema della costituzione di nuclei di lavoro comunitari presso i diversi Ministeri, vi è il problema di consolidare la prima parte della legge comunitaria in modo da dare istruzioni permanenti perché nei Ministeri si possa lavorare per i decreti attuativi. Una serie di aspetti sono stati recepiti e ne ho particolare gioia perché credo di essere stato il primo a proporre e a parlarne in Aula e in Commissione.
Devo dire, però, che non vi è un forte afflato politico per quello che riguarda, invece, le vicende europee, in ambedue le risoluzioni. Siamo testimoni di una politica energetica della Russia che mira a isolare i paesi dell'Est europeo, creando la possibilità di ricattarli e lo fa attraverso due oleodotti, di cui il primo a nord, il northern stream, e il secondo a sud, il southern stream, per avere la possibilità di far arrivare il gas nell'Europa centrale, saltando l'Ucraina e la Polonia e creando le condizioni per poterli ricattare un domani. Credo che sia stata una scelta fortemente sbagliata e un tradimento rispetto agli ideali dell'integrazione europea e alla politica del Governo, che ha dato il suo entusiastico consenso al southern stream. Credo che abbia sbagliato anche Angela Merkel nel favorire il progetto del northern stream. Dobbiamo trattare uniti come europei. Di cosa abbiamo paura? Siamo più forti noi della Russia. A chi vendono il gas se non lo vendono a noi? Però, ciò è vero se siamo uniti; se, invece, siamo divisi possono dire: «a te sì e a te invece no», creando condizioni pericolose per il futuro dell'Europa.
Vedo che non vi è una parola sulla politica agricola. Stanno smantellando, con il consenso del Governo italiano, la politica agricola comune. Avete visto gli agricoltori a Bruxelles che hanno inondato le piazze con il latte? E non per chiedere l'abolizione delle quote latte, amici della Lega. È vero quello che vi dissi a suo tempo, che quando vengono meno le quote - e avete dato l'assenso a far venir meno le quote - il nostro latte non lo vorrà più nessuno, perché non vi è produttore da noi che possa fare latte a meno di 32 centesimi al litro. In Polonia lo producono a 18 centesimi al litro.
Sedici Paesi hanno chiesto la revisione di questo indirizzo politico. Ho parlato del latte perché se n'è parlato tanto in Italia, ma si allarga a tutta la politica comune agricola europea. Sedici Paesi hanno chiesto di ripensare queste decisioni che portano verso lo smantellamento. L'Italia non c'era e non vi è stato neanche un dibattito in Italia su questi temi che sembra riguardino non centinaia di migliaia di lavoratori, che domani rischiano il posto di lavoro, ma non si sa chi.
Vengo alla questione sollevata dai colleghi dell'Italia dei Valori relativa al Mediterraneo, che è diventato un cimitero degli innocenti. Richiamo di nuovo quello che ho detto più volte in quest'Aula e che oggi, purtroppo, ci dobbiamo sentir dire dalle Nazioni Unite da Antonio Guterres e anche dall'Unione europea.
Bisogna raggiungere un accordo con la Libia, come proposi a suo tempo, per dare assistenza umanitaria in Libia ai rifugiati politici che arrivano dall'Eritrea, dalla Somalia e da tutti i Paesi in cui sono perseguitati per costringere la Libia ad aderire alla Convenzione di Ginevra del 1951, perché abbiano il riconoscimento lì dei loro diritti e poi la possibilità di venire Pag. 76da noi non sulle zattere, ma come esseri umani, non come animali portati al macello, ma come esseri umani.
Di tutte queste cose, purtroppo, non se n'è parlato, ma se non è politica europea questa cosa lo è? Devo dire che ne parla poco la risoluzione, anzi non ne parla, ed è stato un errore da parte dell'opposizione ed anche della maggioranza non aver posto simili questioni in quest'Aula. Mi auguro, comunque, che quando ci sarà una sessione europea adeguatamente regolamentata cominceremo a parlare di politica europea.
Infatti, le grandi questioni oggi si affrontato a livello europeo. La gente si appassiona alla politica quando vede che si parla delle cose che toccano veramente le viscere ed il cuore e queste si decidono a livello europeo. Quindi, sono favorevole a quanto è stato detto; credo che molto non sia stato detto e sarebbe stato giusto, opportuno e necessario dirlo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, l'onorevole Centemero ha già posto in evidenza con comprensibile cautela, ma in modo incisivo, numerosi aspetti critici in merito ai contenuti e alla redazione della relazione, punti da affrontare e proposte volte a migliorare il modo in cui viene elaborata e discussa la politica europea dell'Italia. Sono punti che ci trovano d'accordo e che noi stessi abbiamo in larga misura rilevato e sollevato.
Allo stesso modo, ci troviamo d'accordo sulle proposte volte a rafforzare le strutture di politica europea del Governo. Abbiamo detto più volte che siamo disposti a sostenere qualsiasi azione volta a rafforzare il ruolo del dipartimento delle politiche comunitarie, ma è la maggioranza a dover dimostrare altrettanta determinazione.
Ma questi sono, potremmo dire, problemi più di metodo che di merito, problemi che sono affrontati sia nella risoluzione della maggioranza, sia in quella che noi abbiamo presentato, punti su cui si registra sempre maggiore accordo tra maggioranza ed opposizione. Però - lo diciamo già dallo stesso anno - la relazione che stiamo discutendo deve essere soprattutto l'occasione per discutere del merito della politica europea del Governo e ciò che abbiamo constatato nelle ultime settimane e negli ultimi mesi è davvero preoccupante.
Nelle settimane scorse abbiamo assistito ad una serie di scontri verbali e politici con l'Europa tanto scomposti nel modo, quanto inefficaci rispetto agli obiettivi perseguiti. Il Presidente del Consiglio è arrivato addirittura a minacciare di bloccare con veto i lavori del Consiglio europeo. Perché? Non certo per ragioni come quelle che invocò negli anni Sessanta De Gaulle con la politica della sedia vuota, ma perché irritato dal fatto che la Commissione europea (istituzione indipendente) svolga il suo lavoro, ossia vegliare sul rispetto delle regole comuni e informare della sua attività i cittadini europei.
Peraltro, la Commissione non stava esprimendo giudizi, ma stava chiedendo chiarimenti nel pieno rispetto dei Trattati. Anzi, direi che sarebbe da criticare se facesse il contrario. Lo sta facendo per gli stessi motivi che avevamo sollevato in quest'Aula nella passata discussione. La nostra Costituzione, la Convenzione di Ginevra, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea ci impongono di accogliere chi ha diritto all'asilo e di non respingerlo in modo indiscriminato. Quanto accade nel Mediterraneo non è affatto chiaro. Da più parti vengono denunciate gravi violazioni del diritto di asilo e il Governo deve fare chiarezza.
Colleghi della maggioranza, a noi sembra che il Presidente del Consiglio non sia più abituato a rispondere ad autorità indipendenti come la Commissione, né a critiche sul suo operato.
Ha addirittura minacciato di chiedere le dimissioni dei commissari che non fanno tacere il loro portavoce. A Berlusconi Pag. 77ha risposto lo stesso Barroso, sì quel Barroso vostro alleato, che avete voluto assolutamente riconfermare alla testa della Commissione e che ha detto che questi comportamenti alla lunga sono distruttivi per l'Europa. Le accuse ingiuste minano l'Unione europea, ma soprattutto questo non è il modo di ottenere dall'Europa quelle azioni e quelle politiche che l'Europa stessa dovrebbe assumere e che sono il nostro interesse nazionale. Penso ai controlli alle frontiere nel sud del Mediterraneo o alla gestione più integrata, più solidale e più comune delle domande dei richiedenti asilo.
Come possiamo ottenere più solidarietà dall'Europa se il Governo italiano continua a insultare, attaccare e sbeffeggiare le istituzioni europee? L'Europa ha sollevato interrogativi importanti in materia di respingimenti: il Governo italiano sta o no seguendo le modalità necessarie per garantire un diritto fondamentale come il diritto d'asilo? Come funzionano i centri di raccolta in Libia? Siete sicuri che i migranti respinti non vengano inviati in Paesi in cui sono violati i più elementari diritti umani? Sono queste le richieste di chiarimenti che la Commissione europea ha rivolto al Governo.
Sembra che il Governo stia rispondendo a queste domande, ma di queste risposte dovremmo discutere anche in quest'Aula e per questo abbiamo chiesto, in un'interrogazione al Governo, di farci conoscere quali chiarimenti ha già fornito da Bruxelles. Sì, a Bruxelles, tra l'altro, dove proprio ieri al Consiglio giustizia e affari interni Gutierrez, l'alto rappresentante dell'ONU per i diritti umani, e la maggioranza dei Governi hanno respinto la vostra proposta di collocare in Libia un centro europeo di identificazione, perché non ritengono che vi siano le condizioni minime di rispetto dei diritti fondamentali, anzi le condizioni dei centri sono state definite dall'ONU terrificanti.
L'Europa non va affrontata con i proclami o gli attacchi spettacolari. Si ottiene solo l'effetto contrario, ci si isola e la situazione ora si sta aggravando: due giorni fa il rappresentante di un'altra organizzazione europea, l'OSCE, ricordando varie sentenze della Corte europea per i diritti umani, chiede al nostro Premier di ritirare le sue querele per diffamazione contro due quotidiani nazionali perché - cito - «il diritto d'informazione del pubblico include inevitabilmente il diritto dei media di fare domande e i dirigenti politici debbono accettare un livello di critica più alto rispetto agli altri cittadini a causa delle funzioni che ricoprono».
A questo si aggiunge un silenzio assordante del Governo o delle contraddizioni nella maggioranza su punti chiave della politica europea. Noi vorremmo capire quale è la vera posizione della maggioranza sull'allargamento all'Europa orientale e alla Turchia. Vorremmo capire che cosa sta proponendo il Governo per la revisione del bilancio dell'Europa. Vorremo capire per quale ragione non è stato ancora adottato un piano nazionale di attuazione del pacchetto europeo sul cambiamento climatico e se il Governo vuole o meno una politica comune europea dell'energia.
Sino ad ora su tutti questi punti l'azione dell'Italia si è concentrata molto di più sull'asse Mosca-Tripoli che su quello Roma-Bruxelles-Berlino e ciò è doppiamente sbagliato: in passato tutte le volte che il tandem franco-tedesco si bloccava, l'Europa veniva rilanciata grazia alla cooperazione tra Italia e Germania. Oggi sono evidenti a tutti le difficoltà di intesa tra Sarkozy e la Merkel, ma il nostro Governo non ha assunto nessuna iniziativa verso Berlino.
Nei prossimi 18 mesi tre Governi europeisti presiederanno il Consiglio dei ministri dell'Unione europea: Spagna, Belgio e Ungheria. Barroso, che avete votato, propone un'agenda per la trasformazione. Colleghi della maggioranza, prendiamo alla lettera il presidente Barroso: proponiamo forti iniziative per trasformare l'Europa in quei settori di interesse nazionale per l'Italia. Facciamolo, signor Ministro e colleghi della maggioranza. Noi siamo sempre pronti a cooperare per difendere Pag. 78i nostri interessi nazionali e rafforzare il ruolo dell'Italia in Europa, ma non mancheremo mai, anche in quest'Aula, di denunciare comportamenti, minacce e proclami privi di senso che umiliano il nostro Paese, lo espongono al ridicolo e lo isolano in Europa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Signor Presidente, farò una breve riflessione in quanto visto il clima di quest'Aula consegnerò il mio intervento. Ma voglio fare una riflessione sull'intervento che l'onorevole Gozi ha fatto poc'anzi: mi spiace, collega Gozi, perché c'era un clima di condivisione politica sul lavoro fatto insieme in Commissione, mentre vedo che lei, che sembrerebbe un conoscitore della materia che riguarda l'Europa, in quest'Aula è sceso su un terreno che appartiene alla sinistra, quello della diffamazione e della demagogia, ma non appartiene a noi, appartiene alla sua parte politica. Avremmo voluto sentire altro anche rispetto alla risoluzione che ci apprestiamo a votare adesso.
La mia è una breve riflessione che vuole evidenziare l'importanza della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2008 che rappresenta sicuramente un passaggio di grande importanza per il raccordo tra il Parlamento e il Governo in materia europea. Essa rappresenta infatti il primo vero documento di carattere generale che il Governo presenta alle Camere in questa legislatura al fine di un confronto articolato su tutte le politiche e le principali questioni relative all'Unione europea, nonché sugli strumenti e le procedure per l'intervento dell'Italia, in modo particolare del Parlamento, nella formazione della nuova normativa europea.
Questa Commissione ha deciso, in modo quanto mai opportuno, di privilegiare nell'esame della relazione per il 2008, la valutazione, sulla scorta delle indicazioni già formulate nella risoluzione Centemero ed altri, approvata lo scorso maggio alla Camera in modo unanime, in esito all'esame della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2007, in merito ad alcune linee generali per il riassetto del quadro normativo e regolamentare relativo all'intervento del Parlamento in materia europea. Le ragioni di questa scelta sono evidenti, sia per quanto riguarda i mutamenti istituzionali avvenuti, sia anche per quanto riguarda l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel breve periodo.
Alcune delle linee di riforma che sono state concordate nel corso dei lavori della Commissione hanno già trovato un'immediata applicazione nell'approvazione di emendamenti che sono stati approvati al disegno di legge comunitaria 2009 che hanno introdotto delle innovazioni importanti per quanto riguarda la legge n. 11 del 2005, recependo alcune indicazioni contenute nella risoluzione Centemero ed altri. In modo particolare, faccio riferimento all'emendamento che dispone la trasmissione su base trimestrale anziché semestrale, come previsto dalle relazioni della sentenza della Corte di giustizia relative l'Italia, con l'indicazione del relativo impatto finanziario sulle procedure di infrazione in materia di aiuti di Stato. Ebbene questa risoluzione Centemero ed altri ci fornisce indicazioni che, oltre a richiedere un puntuale adempimento da parte del Governo, andranno prese in considerazioni nell'esaminare, ormai sin dalle prossime settimane, la proposta di modifica della legge n. 11 del 2005 e del Regolamento della Camera.
Alla luce di queste considerazioni, ringraziando il lavoro svolto dalla relatrice Centemero, dagli altri, ma soprattutto dal lavoro che questa Commissione ha portato avanti, esprimo a nome del gruppo del Popolo della Libertà il voto favorevole sulla risoluzione Centemero ed altri, mentre annuncio il voto contrario alla risoluzione Gozi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Pag. 79
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna di considerazioni integrative del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Castiello, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.

(Votazioni - Doc. LXXXVII, n. 2)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Centemero ed altri n. 6-00030, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Fadda... onorevole Turco... onorevole Simeoni... onorevole Cota...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 424
Maggioranza 213
Hanno votato
258
Hanno votato
no 166).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Gozi ed altri n. 6-00029, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta, onorevole Lo Monte, onorevole Galletti, onorevole Mondello, onorevole Porta ...ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 426
Maggioranza 214
Hanno votato
193
Hanno votato
no 233).

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 23 settembre 2009, alle 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. - Seguito della discussione delle mozioni Galletti ed altri n. 1-00202, Borghesi ed altri n. 1-00233, Valducci, Bitonci, Iannaccone ed altri n. 1-00234 e Sereni ed altri n. 1-00236 concernenti iniziative per la liberalizzazione dei servizi pubblici locali.

2. - Seguito della discussione delle mozioni Casini ed altri n. 1-00224 e Evangelisti ed altri n. 1-00231 concernenti iniziative per il rispetto dei diritti umani e del diritto di difesa in Russia.

3. - Seguito della discussione delle mozioni Ghizzoni ed altri n. 1-00229, Leoluca Orlando ed altri n. 1-00232, Centemero, Goisis ed altri n. 1-00235, Capitanio Santolini ed altri n. 1-00237 e Lo Monte ed altri n. 1-00238 concernenti misure a favore del personale precario della scuola.

4. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Ratifica ed esecuzione del Protocollo V della Convenzione sulla proibizione o limitazione dell'uso di alcune armi convenzionali che possono essere considerate dannose o aventi effetti indiscriminati (Convention on Certain Conventional Weapons - CCW), fatta a Ginevra il 10 ottobre 1980, relativo ai residuati bellici esplosivi, fatto a Ginevra il 28 novembre 2003, nonché modifiche alla legge 7 marzo 2001, n. 58, recante istituzione del Fondo per lo sminamento umanitario (2675).

e dell'abbinata proposta di legge: SARUBBI ed altri (1076).
- Relatore: Narducci.

(ore 15)

Pag. 80

5. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 19,25.

CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO FABIO EVANGELISTI SUL DISEGNO DI LEGGE N. 2449-A

FABIO EVANGELISTI. I benefici di una politica improntata in maniera così netta all'innovazione e all'acquisizione di vantaggi competitivi per l'industria europea a livello globale dipenderanno proprio dalla capacità degli Stati membri di rispondere (tempestivamente) a questa sfida.
Con un insieme di scelte politiche attente non solo al rispetto degli obiettivi formali, relativi all'Italia e al suo territorio, ma anche alla creazione del massimo delle opportunità sociali, economiche e ambientali, molte delle quali riguarderanno la presenza dell'Italia sui mercati e nei contesti globali.
L'importanza economica di queste scelte in campo ambientale, contrariamente a quello che - con tutta evidenza - immagina il Governo, sono testimoniate anche dalle tante iniziative assunte nell'ultimo anno da parte del Governo degli Stati Uniti che hanno messo in atto un netto cambiamento di rotta confermando il carattere prioritario dei temi ambientali, anche durante la crisi economica, soprattutto a favore delle fonti rinnovabili di energia e di riduzione delle emissioni.
Tra le direttive del pacchetto c'è da ricordare quella sui limiti alle emissioni delle automobili, settore nel quale si intende stimolare (attraverso la direttiva 33/2009) il mercato di veicoli adibiti a trasporto su strada puliti e a basso consumo energetico e, soprattutto, a influenzare il mercato dei veicoli standard prodotti su larga scala - come autovetture, autobus, pullman e autocarri - garantendo una tale domanda di veicoli (il cui livello sia sufficientemente sostanzioso) da indurre i costruttori e le imprese a investire in questo settore e a sviluppare ulteriormente veicoli con costi ridotti in termini di consumo energetico, emissioni di CO2 e emissioni di sostanze inquinanti.
Ma il pacchetto «clima-energia» punta anche a incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, diversamente da come pare interessato a fare questo Governo che, invece, è tornato a rilanciare il nucleare, iniziativa che ci ha visto e ci vedrà sempre contrari.
L'Unione europea (con la direttiva 28/2009), infatti, mira a promuove il ricorso ai fondi strutturali regionali nel settore delle energia da fonti rinnovabili e fissa gli obiettivi nazionali che ciascun membro deve raggiungere.
In questo momento, la quota di energie rinnovabili - sul consumo totale di energia in Italia - è pari al 5,2 per cento mentre l'obiettivo nazionale fissato dalla Direttiva è del 17 per cento.
L'impegno dell'Italia dei Valori, tuttavia, si è speso anche nel settore dell'occupazione.
Con i nostri emendamenti, che sono stati (non a caso) respinti, avevamo chiesto di modificare la normativa italiana vigente (di cui al decreto legislativo n. 276 del 2003) in materia di lavoro interinale.
Quella che contiene al suo interno norme che dispongono esattamente il contrario di quanto, invece, richiesto dalla Direttiva 2008/104/CE, in materia di agenzie di lavoro interinale in ambito europeo, che il Governo è comunque chiamato a recepire.
La direttiva impone chiaramente «la nullità delle clausole che vietino o impediscano la stipulazione di un contratto di lavoro o l'avvio di un rapporto di lavoro tra l'impresa utilizzatrice e il lavoratore tramite agenzia interinale al termine della sua missione» e al contempo stabilisce che i lavoratori interinali debbono essere presi in considerazione, alle condizioni stabilite dagli Stati membri, per il calcolo della soglia sopra la quale si devono costituire gli organi rappresentativi dei lavoratori previsti dalla normativa comunitaria e nazionale o dai contratti collettivi in un'agenzia interinale. Pag. 81
Ancora una volta, dunque, il contrario di quanto invece previsto dalla normativa italiana che, al momento, esclude il prestatore di lavoro dal computo dell'organico dell'utilizzatore ai fini della applicazione di normative di legge o di contratto collettivo.
Così come prevede che possano esserci clausole che limitino la facoltà dell'utilizzatore di assumere il lavoratore al termine del contratto di somministrazione in cambio di una indennità.
Non accogliendo i nostri emendamenti il Governo ha così mostrato la sua scarsa attenzione verso il mondo del lavoro e in particolare il suo totale disinteresse nei confronti delle garanzie e della tutela dei lavoratori non a tempo indeterminato, che permangono in una situazione di scarsa protezione.
A favore dei tanti lavoratori a tempo determinato e interinali, e per assicurare loro una maggiore possibilità di permanere nell'impresa presso la quale sono stati occupati per un certo periodo, abbiamo ritenuto di ripresentare in Aula questi emendamenti nella speranza di una maggiore attenzione e di un maggiore ascolto.
Signor Presidente, noi non possiamo che pensare all'Europa come a quell'Istituzione cui il contributo dell'Italia deve essere sempre più deciso e proattivo per realizzare quel cammino di democrazia, efficacia e trasparenza che il Trattato di Lisbona ha definitivamente disegnato.
Per questo motivo il corretto e tempestivo recepimento delle Direttive europee deve essere sollecitato a gran voce nei confronti del Governo, specie a uno come l'attuale che nei confronti dell'Europa dimostra disaffezione opponendo spesso atteggiamenti di sfida.

CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO GIUSEPPINA CASTIELLO SUL DOC. LXXXVII, N. 2

GIUSEPPINA CASTIELLO. L'esame della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2008 ha costituito un passaggio di particolare importanza per il raccordo tra Parlamento e Governo in materia europea.
La relazione per il 2008 costituisce, infatti, il primo documento di carattere generale che il Governo presenta alle Camere in questa legislatura ai fini di un confronto articolato su tutte le politiche e le principali questioni relative all'Unione europea nonché sugli strumenti e le procedure per l'intervento dell'Italia - e specificamente del Parlamento - nella formazione della normativa europea.
La Commissione politiche dell'UE ha deciso, in modo quanto mai opportuno, di privilegiare nell'esame della relazione per il 2008 la valutazione - sulla scorta delle indicazioni già formulate nella risoluzione Centemero ed altri n. 6-00021, approvata lo scorso 19 maggio 2009 dalla Camera all'unanimità, in esito all'esame della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Ue nel 2007 - di alcune linee generali per il riassetto del quadro normativo e regolamentare relativo all'intervento del Parlamento in materia europea, in particolare al fine di rafforzarne l'intervento nella cosiddetta fase ascendente.
Le ragioni di questa scelta sono evidenti: per un verso, i mutamenti istituzionali intervenuti a livello europeo e nazionale hanno reso necessario un adeguamento degli strumenti legislativi e regolamentari per l'intervento delle Camere nell'attuazione e nella formazione delle politiche europee.
Per altro verso, le prospettive di entrata in vigore del Trattato di Lisbona a breve termine, forse il 1o novembre 2009 o il 1o gennaio 2010, rendono urgente l'adozione di disposizioni legislative e regolamentari attuative delle nuove prerogative che il medesimo trattato attribuisce ai parlamenti nazionali.
Alcune delle linee di riforma concordate nel corso dell'esame della relazione., hanno già trovato una immediata applicazione mediante l'approvazione di appositi emendamenti al disegno di legge comunitaria 2009, che hanno introdotto importanti innovazioni nella legge n. 11 del 2005, recependo indicazioni contenute nella richiamata risoluzione Centemero ed altri n. 6-00021. Pag. 82
Un primo emendamento, approvato presso la Commissione politiche dell'Unione europea, scinde in due diversi documenti l'attuale contenuto della relazione annuale: una relazione programmatica, da presentare entro il 31 dicembre di ogni anno, recante indicazione degli orientamenti che il Governo intende seguire a livello europeo nell'anno successivo; una di rendiconto, da presentare entro il 31 dicembre di ogni anno, delle attività svolte dal Governo nell'anno precedente con indicazione del seguito dato agli indirizzi del Governo. Questo documento potrebbe essere oggetto di un autonomo esame.
In tal modo si valorizzerà proprio il documento oggi al nostro esame, che assumerà un'importanza centrale nel raccordo tra Parlamento e Governo ai fini della definizione della posizione italiana nelle sedi decisionali dell'Unione europea.
Un secondo emendamento, approvato sempre nel corso dell'esame in Commissione, modificando l'articolo 15-bis della legge n. 11 del 2005, dispone la trasmissione su base trimestrale anziché semestrale, come previsto attualmente, delle relazioni del Governo sulle procedure di infrazione e in materia di aiuti di stato nonché delle sentenze della Corte di giustizia relative all'Italia con indicazione del relativo impatto finanziario. Per le procedure di infrazione relative alla mancata attuazione di sentenze della Corte, avviate ai sensi dell'articolo 228 del Trattato CE, il termine è ridotto ad un mese, in considerazione del rischio di adozione di sentenze di condanna ad ammende pecuniarie di ammontare sino a 700.000 euro.
Infine, abbiamo approvato in aula un emendamento del collega Gozi che - sempre dando attuazione ad orientamenti definiti nella risoluzione Centemero - ha introdotto l'obbligo per il Governo di rendere conto al Parlamento del seguito dato agli atti di indirizzo parlamentari e di giustificare eventualmente le ragioni per cui nel corso dei negoziati si è dovuto discostare dalle indicazioni parlamentari.
Il medesimo emendamento ha inoltre stabilito l'obbligo per il Governo di sottoporre alle Camere, prima della presentazione alla Commissione europea, il programma nazionale di riforma attuativo della Strategia di Lisbona.
L'approvazione di questi emendamenti, dimostra, anzitutto, la capacità della maggioranza e del Governo, con il concorso dell'opposizione, di fornire una risposta immediata e pragmatica all'obiettivo di rafforzare il ruolo del Parlamento in materia europea.
Rimangono indubbiamente ulteriori ed importanti adeguamenti da apportare alla normativa e alla prassi vigente: mi riferisco, in particolare, all'attuazione delle disposizioni di cui al Trattato di Lisbona, al miglioramento qualitativo dei flussi informativi dal Governo al Parlamento in materia di attività dell'Unione europea, al rafforzamento della struttura del CIACE e degli altri organismi governativi responsabili per la formazione e l'attuazione della normativa dell'Unione europea, alla sistematica presenza dei membri del Governo presso i competenti organi parlamentari quando sono in discussione atti o questioni di rilievo comunitario, alla promozione di un ulteriore incremento degli Esperti nazionali distaccati (END) presso le istituzioni dell'Unione europea.
Anche in merito a questi aspetti la risoluzione Centemero e altri n. 6-00030 che ci apprestiamo a votare fornisce indicazioni che - oltre a richiedere un puntuale adempimento da parte del Governo - andranno prese in considerazione nell'esaminare, sin dalle prossime settimane, le proposte di modifica della legge n. 11 del 2005 e del Regolamento della Camera.
Alla luce di queste considerazioni, ringrazio la relatrice Centemero e la Commissione politiche dell'Unione europea per il lavoro svolto ed esprimo a nome del gruppo Popolo della Libertà, il voto favorevole sulla risoluzione Centemero e altri n. 6-00030.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2449-A - em. 1.2 353 352 1 177 155 197 65 Resp.
2 Nom. em. 1.30 410 409 1 205 183 226 64 Resp.
3 Nom. em. 1.31 422 421 1 211 189 232 62 Resp.
4 Nom. articolo 2 427 422 5 212 262 160 62 Appr.
5 Nom. articolo 3 413 412 1 207 410 2 62 Appr.
6 Nom. articolo 4 433 433 217 432 1 62 Appr.
7 Nom. articolo 5 446 445 1 223 445 62 Appr.
8 Nom. articolo agg. 5.01 rif. 451 450 1 226 450 62 Appr.
9 Nom. em. 5-bis.30 451 420 31 211 179 241 62 Resp.
10 Nom. articolo 5-bis 453 452 1 227 452 62 Appr.
11 Nom. articolo 5-ter 452 451 1 226 450 1 62 Appr.
12 Nom. em. 6.2, 6.30 458 426 32 214 182 244 62 Resp.
13 Nom. em. 6.1 450 418 32 210 180 238 62 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 6 456 453 3 227 270 183 62 Appr.
15 Nom. articolo agg. 6.030 461 433 28 217 188 245 62 Resp.
16 Nom. articolo agg. 6.02 456 427 29 214 186 241 62 Resp.
17 Nom. articolo agg. 6.03 458 428 30 215 185 243 62 Resp.
18 Nom. articolo agg. 6.04 464 463 1 232 214 249 61 Resp.
19 Nom. articolo 7 463 463 232 463 61 Appr.
20 Nom. articolo agg. 7.030 462 462 232 462 60 Appr.
21 Nom. em. 7-bis.200 464 464 233 464 60 Appr.
22 Nom. articolo 7-bis 464 464 233 464 60 Appr.
23 Nom. em. 7-ter.30 462 461 1 231 190 271 60 Resp.
24 Nom. em. 7-ter.200 462 462 232 462 60 Appr.
25 Nom. articolo 7-ter 465 465 233 460 5 60 Appr.
26 Nom. mantenimento articolo 7-quater 466 466 234 252 214 60 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 7-quinquies.200 464 464 233 464 60 Appr.
28 Nom. articolo 7-quinquies 466 466 234 466 60 Appr.
29 Nom. em. 7-sexies.200 459 459 230 459 60 Appr.
30 Nom. articolo 7-sexies 468 468 235 468 60 Appr.
31 Nom. articolo 7-septies 467 467 234 467 60 Appr.
32 Nom. em. 7-octies.32 470 284 186 143 284 60 Appr.
33 Nom. em. 7-octies.31 474 472 2 237 472 60 Appr.
34 Nom. em. 7-octies.30 464 457 7 229 237 220 59 Appr.
35 Nom. articolo 7-octies 463 462 1 232 461 1 59 Appr.
36 Nom. articolo agg. 7-octies.07 471 471 236 224 247 57 Resp.
37 Nom. articolo agg. 7-octies.035 469 296 173 149 50 246 57 Resp.
38 Nom. articolo agg. 7-octies.0200 467 467 234 466 1 57 Appr.
39 Nom. em. 8.30 462 462 232 188 274 57 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 8 471 471 236 470 1 57 Appr.
41 Nom. articolo 9 469 469 235 469 57 Appr.
42 Nom. articolo agg. 9.0200 475 475 238 446 29 56 Appr.
43 Nom. subem. 0.1.33.200 423 423 212 423 55 Appr.
44 Nom. em. 1.33 426 260 166 131 260 55 Appr.
45 Nom. articolo 1 446 443 3 222 264 179 55 Appr.
46 Nom. subem. 0.7.033.200 447 447 224 447 55 Appr.
47 Nom. articolo agg. 7.033 rif. 446 445 1 223 445 55 Appr.
48 Nom. subem. 0.7-quater.0200.200 447 447 224 447 55 Appr.
49 Nom. articolo agg. 7-quater.0200 451 451 226 451 55 Appr.
50 Nom. odg 9/2449/2 444 439 5 220 205 234 54 Resp.
51 Nom. odg 9/2449/10 449 449 225 215 234 53 Resp.
52 Nom. odg 9/2449/12 447 447 224 216 231 53 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 55)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. Ddl 2449-A - voto finale 442 267 175 134 267 52 Appr.
54 Nom. Ris. Centemero e a n. 6-30 424 424 213 258 166 52 Appr.
55 Nom. Ris. Gozi e a n. 6-29 426 426 214 193 233 52 Resp.