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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 199 di mercoledì 8 luglio 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 9,35.

GIUSEPPE FALLICA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 2 luglio 2009.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Brancher, Brugger, Buttiglione, Castagnetti, Cirielli, Colucci, Conte, Cota, Donadi, Duilio, Gregorio Fontana, Gibelli, Leo, Lo Monte, Lombardo, Lulli, Lusetti, Mazzocchi, Migliavacca, Milanato, Palumbo, Pescante, Ravetto, Soro, Stucchi, Valducci e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 1446.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la I Commissione (Affari costituzionali) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
BONIVER ed altri: «Modifica della denominazione e delle competenze del Comitato parlamentare di cui all'articolo 18 della legge 30 settembre 1993, n. 388» (1446).

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,38).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 10.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10.

Pag. 2

Seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge: De Corato ed altri; Caparini ed altri; Lussana; Prestigiacomo; Angela Napoli; Pollastrini ed altri; Pelino ed altri; d'iniziativa del Governo; Saltamartini ed altri; Pelino e Sbai; Carlucci; Cosenza: Disposizioni in materia di violenza sessuale (574-611-666-688-817-924-952-1424-2142-2167-2194-2229-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge di iniziativa dei deputati De Corato ed altri; Caparini ed altri; Lussana; Prestigiacomo; Angela Napoli; Pollastrini ed altri; Pelino ed altri; d'iniziativa del Governo e dei deputati Saltamartini ed altri; Pelino e Sbai; Carlucci; Cosenza: Disposizioni in materia di violenza sessuale.
Ricordo che nella seduta del 6 luglio si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica mentre la relatrice vi ha rinunziato.

(Esame degli articoli - A.C. 574-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato della Commissione.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 574-A ed abbinati).
Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato il subemendamento 0.6.500.600 (Vedi l'allegato A - A.C. 574-A ed abbinati), che è in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 574-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 574 ed abbinati).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, prima che si svolgano gli interventi sul complesso delle proposte emendative, vorrei farle presente che sia nei banchi dell'opposizione, che in quelli della maggioranza, vi è l'assenza di un certo numero di deputati, dovuta probabilmente al fatto che sono ancora in corso i lavori di una serie di Commissioni.
Non sono aduso a sottolineare tali circostanze (compito che, tra l'altro, dovrebbe spettare ad un segretario o a un delegato d'Aula della maggioranza), ma siccome il tema di cui dobbiamo discutere rappresenta una questione che ci interessa in modo bipartisan, forse, sarebbe meglio svolgere una verifica prima della ripresa della discussione, in modo anche che sia consentito a tutti i colleghi di partecipare alle votazioni.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, sarà svolta una verifica immediata e se sono in corso dei lavori nelle Commissioni, chiederemo che vengano sconvocate. Possiamo comunque procedere agli interventi sul complesso delle proposte emendative.
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Biasi. Ne ha facoltà.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, credo che dobbiamo considerare importante la legge che stiamo per votare, perché consente al dramma della violenza sessuale di avere alcune regole più certe...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia un po' di silenzio. Prego, onorevole De Biasi.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. La ringrazio. Dicevo che si tratta di un provvedimento che consente di andare nella direzione della certezza della pena, anche se, complessivamente, la legge potrebbe essere ulteriormente migliorata in quanto la prevalenza dell'inasprimento delle pene rispetto al tema della prevenzione, che noi consideriamo centrale, è eccessiva. Ritengo che possa essere possibile trovare un punto di equilibrio attraverso gli emendamenti e gli ordini del giorno, perché penso Pag. 3che oggi siano maturi i tempi per cominciare a trattare in modo differente il tema della prevenzione della violenza.
Il primo elemento che vorrei mettere in luce riguarda i compiti della scuola. Ne abbiamo discusso in Commissione cultura durante la discussione per l'espressione del parere consultivo e abbiamo trovato molti punti di unione.
Personalmente ritengo che la strada per la scuola sia quella dell'affermazione di una cultura del rispetto, ma che cosa significa cultura del rispetto?
Cultura del rispetto significa considerare... Presidente, capisco che siamo tutti in arrivo però...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, chi non è interessato può anche non ascoltare, ma per cortesia... Prego, onorevole De Biasi, speriamo di farcela.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, capisco la situazione, tuttavia è molto difficile intervenire con un brusio così forte, quindi pregherei i colleghi, per favore, di essere cortesi e di lasciarmi terminare l'intervento.
Parlavo di cultura del rispetto che, a mio avviso, per la scuola significa impostare nei programmi una vera e propria nuova educazione civica. Non mi riferisco soltanto, ovviamente, all'insegnamento della Costituzione - come ci siamo detti -, ma anche all'affermazione della cultura del rispetto delle persone e alla possibilità di far comprendere che non può esistere una logica di sopraffazione degli uomini sulle donne.
Accanto a questo aspetto, vorrei aggiungere che dobbiamo superare il dibattito antico tra informazione sessuale ed educazione sessuale nelle scuole per approdare ad una concezione più moderna, che è quella del ragionamento e della consapevolezza di una sessualità responsabile. Credo che ciò sia molto importante perché nelle aule scolastiche e nelle scuole lo stesso fenomeno del bullismo incentiva una cultura della sopraffazione, che vede naturalmente purtroppo nelle donne ancora un soggetto debole, un soggetto che è oggetto di una violenza e di un'idea proprietaria del corpo delle donne.
In secondo luogo, credo che incentivare la prevenzione significhi studiare una rete di servizi, che oggi già esiste, ma che va incrementata e finanziata. Penso ai centri antiviolenza e a tutte quelle modalità, come l'SDS della Clinica Mangiagalli di Milano, ovvero a luoghi dove sia possibile prestare la prima accoglienza alle donne che subiscono violenza e adottare misure di protezione.
Voglio ricordare solo il caso della donna che a Milano è stata uccisa davanti a una scuola con il bambino. Se fosse stata protetta, questo non sarebbe successo, perché la violenza stava arrivando e questa donna era oggetto di molestie continuative.
In terzo luogo, ciò significa formare gli operatori delle forze dell'ordine, perché nel primo impatto valutino la dignità delle donne.
In quarto luogo, ciò significa lavorare sui trattamenti per i violentatori. Ci sono progetti che vanno finanziati e che tendono ad un diritto più mite e alla considerazione che è possibile controllare i propri impulsi, uscendo dalla logica del mostro per entrare nella logica drammatica della normalità che dobbiamo considerare un elemento che può essere soggetto al cambiamento.
Sorvegliare e punire, nel nostro Paese e non solo, non ha mai voluto dire migliorare automaticamente le cose. Sono convinta che ci sia bisogno dell'affermazione di un'altra cultura e di strumenti sociali adatti a ricostruire i termini di una convivenza tra uomini e donne che sia fondata sul reciproco riconoscimento, su una parità culturale ed esistenziale, oltre che naturalmente legislativa.
Il tema è davvero molto ampio e molto delicato. Peraltro, mi permetto anche di sollevare il problema relativo al finanziamento dell'Osservatorio contro la violenza. Vorrei sapere dal Governo - non vedo presente il Ministro Carfagna e mi dispiace davvero tanto perché, come si è detto, questo è uno dei punti su cui si terrà anche il G8 delle donne - se questo Pag. 4osservatorio è effettivamente finanziato come si era promesso e come si era deciso in questa Aula, o se (secondo voci che rimbalzano nei corridoi) l'Osservatorio non sarà più finanziato. Ecco, io credo, Presidente, che oggi voteremo una legge che aiuterà, ma che non è risolutiva.
Nel concludere il mio intervento, ricordo infine che vi è un altro problema molto grande di cui non ci si occupa mai, ossia il ruolo dei mezzi di informazione, del sistema mediatico. Non è più sopportabile...
Non è più sopportabile che i giornali, le televisioni e le radio diano un'immagine delle donne fondata esclusivamente sul corpo. Non è possibile, abbiamo una mente! Non siamo uno Stato fondamentalista, ma esiste un'etica dell'informazione che va ripresa. Lancio un messaggio forte al mondo dell'informazione perché ci aiuti in questa campagna per ristabilire la dignità delle donne. Non è possibile che le copertine dei giornali, che tutti i servizi informativi e che il gossip mediatico siano incentrati solo ed esclusivamente sull'idea di un corpo da usare e sfruttare, nella vita privata così come nella politica. Ritengo che vi sia bisogno di una nuova etica della politica. Le donne in questo Paese hanno bisogno di dignità e di libertà, non certamente di essere considerate oggetti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative riferite all'articolo 1.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Di Pietro 1.3 e sull'emendamento Ferranti 1.206. La Commissione, invece, esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 1.200.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, non si sente niente!

PRESIDENTE. Chiedo scusa, colleghi, non si sente niente! Per favore, colleghi! Prego, onorevole Lussana, prosegua.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Contento 1.201 e sull'emendamento Brigandì 1.12.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'articolo aggiuntivo Concia 1.05 ed esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 1.0200. La Commissione infine raccomanda l'approvazione del proprio articolo aggiuntivo 1.0600, mentre esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Di Biagio 1.01.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro 1.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, intervengo su questo primo emendamento facendo presente che il mio intervento riguarderà una serie di analoghi emendamenti che noi abbiamo proposto per l'inasprimento delle sanzioni. Non si tratta di inasprimenti smisurati, come abbiamo visto in altri emendamenti, ma riteniamo che sia opportuno dare un segnale di reazione sociale di fronte a fatti così gravi anche attraverso il mezzo e lo strumento dell'aumento delle sanzioni.
Riteniamo che affrontare questo problema richieda interventi globali di prevenzione culturale e di prevenzione criminale, ma riteniamo altresì che un'adeguata sanzione, l'efficacia della pena, l'inesorabilità e la severità della stessa siano strumenti importanti da offrire alla valutazione dell'opinione pubblica per un trattamento più severo di questi delitti. Pertanto, per questo e per altri analoghi emendamenti chiediamo l'approvazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

Pag. 5

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il nostro voto contrario ad un ulteriore aumento e aggravamento delle pene perché, nell'ambito della Commissione, durante l'esame del testo unificato è stato congruamente e in maniera proporzionata valutato l'aumento della pena base e l'aumento riferito alle circostanze aggravanti. Riteniamo, dunque, che l'inasprimento delle pene non sia l'unica via e tutti gli altri emendamenti dimostreranno quale sia la via percorsa dal Partito Democratico.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei chiedere se sia possibile votare sull'emendamento Di Pietro 1.3 con votazione segreta.

PRESIDENTE. Prendo atto che vi è una richiesta di votazione a scrutinio segreto. La richiesta è ammissibile perché la materia incide sull'articolo 25 della Costituzione.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico? Onorevole Traversa? Onorevole Mazzuca? Onorevole Bellotti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 408
Maggioranza 205
Voti favorevoli 29
Voti contrari 379).

Prendo atto che i deputati Veltroni, Cosenza, Pini e Volontè hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Avverto che l'emendamento Brigandì 1.12 è stato ritirato dal presentatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.206.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossomando. Ne ha facoltà.

ANNA ROSSOMANDO. Signor Presidente, si tratta di un emendamento che sostituisce la parola «inferiorità» con la parola «minorazione» con riferimento ai fatti di abuso delle condizioni fisiche o psichiche della persona offesa. Riteniamo appunto che questo termine «minorazione» sia più rispondente alla tutela delle persone offese e non introduce un termine che potrebbe far riferimento a un giudizio di valore, che non avrebbe niente a che vedere con le condizioni specifiche della persona che si intende tutelare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.206, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia? Onorevole Luciano Rossi? Onorevole Veltroni? Onorevole La Malfa? Onorevole Lanzillotta? Onorevole Latteri? Onorevole Traversa? Onorevole Vico? Onorevole Garagnani? Onorevole Montagnoli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 415
Maggioranza 208
Voti favorevoli 164
Voti contrari 251).

Prendo atto che i deputati Pini e Volontè hanno segnalato che non sono riusciti a votare. Pag. 6
Avverto che anche sull'emendamento Contento 1.200 è stata avanzata richiesta, da parte del gruppo del Partito Democratico, di votazione a scrutinio segreto. Tale proposta emendativa incide - le motivazioni sono sempre uguali - sulla materia di cui all'articolo 49 del Regolamento e la richiesta è pertanto accolta.
Passiamo dunque ai voti.
Avverto pertanto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 1.200, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa? Onorevole Luciano Rossi? Onorevole Latteri? Onorevole Veltroni? Onorevole Vico? Onorevole Cristaldi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 420
Maggioranza 211
Voti favorevoli 407
Voti contrari 13).

Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Contento 1.201 formulato dal relatore.

MANLIO CONTENTO. Sì, signor Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Ricordo, come annunciato poc'anzi, che l'emendamento Brigandì 1.12 è stato ritirato.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... Onorevole Mazzuca... Onorevole Lanzillotta... Onorevole Veltroni... Onorevole Cristaldi... Onorevole Vico... Onorevole Dima... Onorevole Osvaldo Napoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 417
Maggioranza 209
Voti favorevoli 402
Voti contrari 15).

Prendo atto che i deputati Volontè e De Micheli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Concia 1.05.

ANNA PAOLA CONCIA. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA PAOLA CONCIA. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo nasce da due grandi necessità. Abbiamo deciso di rimettere le mani su una legge come quella sulla violenza sessuale perché tutti riteniamo che questo sia un reato gravissimo. Infatti, lede la dignità e l'autodeterminazione di una donna e ciò, appunto, è gravissimo. Di fronte a tale reato la comunità tutta deve dare un segnale forte. Voi dite che bisogna solo aumentare le pene, noi vi diciamo che ci sono altri modi. Uno di questi è scritto in questa proposta emendativa cari colleghi e care colleghe: chi commette uno stupro è momentaneamente fuori dalla cittadinanza, gli vengono sospesi i diritti civili. Sarebbe strano che voi vi rifiutaste di dare un segnale come questo, proprio voi che propagandate la linea dura. Pag. 7
Chiedo, quindi, cari colleghi e care colleghe, agli uomini e alle donne di buonsenso nel centrodestra, a quelli e quelle che vogliono davvero costruire una società migliore di dare un segnale a chi violenta una donna in questo Paese: tu per noi hai commesso un reato molto grave e sei fuori dalla cittadinanza.
Lo sapete, lo sappiamo tutti che solo con l'aumento delle pene non costruiremo questa consapevolezza. Diamo un segnale in più, un segnale profondo, che la dignità della donna è qualcosa che sta a cuore a tutti. Capisco che in questo momento per voi dire una cosa del genere è molto difficile, ma proprio per questo vi chiedo di uscire da questo ingorgo.
La seconda parte dell'articolo aggiuntivo fa una proposta semplice. Tutti sappiamo che i sex offender sono quelli che reiterano più di tutti i reati, vogliamo costruire un sistema per cui chi commette questo reato sia messo nelle condizioni di non commetterlo più? Ci interessa tutto questo? Ci interessa la nostra comunità? Allora la loro libertà condizionale deve essere ammessa solo se partecipano ad un percorso di recupero nei centri di igiene mentale; la libertà condizionale, care colleghe e cari colleghi, deve essere legata all'inserimento e al recupero per evitare che reiterino questi reati. Vi sembrano proposte fuori dal buon senso? Come tutte le nostre proposte, tutte quelle che vi stiamo facendo sono fuori dalla propaganda, per il bene delle donne e della nostra comunità.
Uscite dalla propaganda, ve ne prego, anche perché in questo momento fare propaganda sulla vita delle donne per voi è davvero impossibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere questo articolo aggiuntivo e molto brevemente rivolgere un appello intanto al relatore e al presidente della Commissione per rivedere il parere su questa proposta emendativa, ma anche a tutti i colleghi della maggioranza perché credo davvero che in questo articolo aggiuntivo ci sia soltanto del buon senso.
Si tratta, infatti, di non limitarsi - è quello che ci sentiamo dire e ci diciamo tante volte - quando ci sono reati di questo tipo, che sicuramente sono anche frutto probabilmente di deviazioni culturali e sociali, esclusivamente al ruolo che può svolgere la pena, ma anche creare le condizioni per cui queste persone possano seguire un percorso ed essere reinserite nella società.
Credo che sia una cosa normale, naturale e di buonsenso e davvero non riesco a capire perché siate contro una proposta emendativa che chiede semplicemente che, oltre alla pena, ci sia la possibilità di portare a una rieducazione di chi ha commesso reati così brutti e poter fare in modo che si reinserisca nella società (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tenaglia. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma a questo articolo aggiuntivo che non fa altro che prevedere, dopo una condanna, una serie di pene accessorie che sono necessarie sia per favorire il percorso di prevenzione di ulteriori reati, sia per consentire il reinserimento e la rieducazione di chi ha commesso questi gravi reati.
Veramente non capisco la vostra contrarietà, quando all'articolo 6 (del quale poi discuteremo) in una fase precedente, quella delle indagini, prevedete meccanismi di prevenzione quali l'affissione delle foto del soggetto, neanche indagato, ma per il quale si procede per questi reati, nei luoghi pubblici o sui mezzi di trasporto.
Allora o si è coerenti - e questa proposta emendativa è nella coerenza che noi abbiamo sempre sostenuto di prevenzione Pag. 8e di recupero di aiuto delle vittime del reato - oppure no. Quindi la vostra contrarietà è veramente inspiegabile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Concia 1.05, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta... Onorevole Traversa... Onorevole Vico... Onorevole Porcino... Onorevole Coscia... Onorevole Delfino... Onorevole Bocciardo... Onorevole Veltroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 432
Votanti 431
Astenuti 1
Maggioranza 216
Voti favorevoli 210
Voti contrari 221).

Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Di Pietro 1.0200. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, giustamente questo articolo aggiuntivo non è stato ritenuto precluso, né inserito in quello precedente. Esso riguarda un'ipotesi più ridotta rispetto a quella che abbiamo visto, perché si limita ad alcune pene accessorie e riteniamo che queste pene accessorie sia assolutamente necessario che vengano comminate.
Esse tendono, in modo particolare, a sanzionare gravemente, con l'interdizione dai pubblici uffici, i comportamenti di funzionari pubblici che hanno abusato della loro funzione per costringere taluno o per indurre taluno a prestazioni sessuali. Non siamo nell'ipotesi della concussione, ma siamo in un'ipotesi diversa, in cui cioè la prestazione sessuale sia procurata con forza o con violenza ovvero sia procurata con una induzione.
Qui veramente le idee che ci possono venire sono tantissime (ed anche l'attualità diciamo che ce le richiama all'attenzione), come quando una persona dotata di grande autorità la utilizzi per indurre taluno a delle prestazioni sessuali in cambio delle quali si promette o si dà chissà cosa (iscrizione nelle liste elettorali, candidature, oppure addirittura elezioni certe e sicure).
Noi riteniamo che questa norma sia assolutamente da approvare, perché tende a sanzionare gravemente, con l'interdizione dai pubblici uffici, i comportamenti di coloro che sono investiti di autorità pubblica e usino questa stessa autorità per costringere o indurre a prestazioni sessuali, dove l'induzione può essere determinata da tanti fattori.
Noi perciò chiediamo al Parlamento un voto coerente con questa esigenza di etica che la collettività nazionale e la Chiesa richiedono e, quindi, crediamo che il Parlamento voglia aderire a questa richiesta votando favorevolmente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 1.0200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... Onorevole Veltroni... Onorevole Vico... Onorevole Mazzuca... Onorevole Lanzillotta... Onorevole Bellotti... Onorevole Mondello... Onorevole Delfino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). Pag. 9

(Presenti 436
Votanti 434
Astenuti 2
Maggioranza 218
Hanno votato
207
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito a votare, che il deputato Misiti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Traversa e Taddei hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere parere contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.0600 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo che la Commissione alla fine ha votato è il frutto, sia pure parziale, dell'accoglimento con parere favorevole della relatrice e del Governo di quella proposta emendativa, che è stata prima illustrata dalla onorevole Concia e da altri colleghi, dove abbiamo cercato comunque di individuare delle ulteriori pene accessorie che rappresentano un ulteriore e forse più incisivo deterrente a seguito di una condanna per violenza sessuale.
Attualmente è prevista soltanto la perdita della potestà dei genitori e l'interdizione perpetua dall'ufficio di tutore e curatore. Questo articolo aggiuntivo, che riporta soltanto due parti della nostra proposta emendativa precedente, prevederà, se approvato dall'Assemblea, l'interdizione dai pubblici uffici per tutti i condannati che abbiano abusato delle proprie funzioni e del proprio ruolo ponendo in essere la violenza sessuale e la sospensione dall'esercizio di una professione o di un'arte. Quindi, il nostro voto sarà sicuramente favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.0600 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... Onorevole Vico... Onorevole Lo Monte... Onorevole Stradella... Onorevole Armosino... Onorevole Berardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 443
Votanti 441
Astenuti 2
Maggioranza 221
Hanno votato
435
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che il deputato Traversa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito a votare.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Biagio 1.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... onorevole Latteri... onorevole Gatti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 445
Maggioranza 223
Voti favorevoli 20
Voti contrari 425).

Prendo atto che i deputati Volontè, Traversa e Della Vedova hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

Pag. 10

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 574-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 574-A ed abbinati).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sugli emendamenti Paglia 2.212 e Di Pietro 2.1 ed esprime parere contrario sull'emendamento Ferranti 2.207. La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Ferranti 2.7 e Contento 2.200, formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sull'emendamento Delfino 2.204 (in quanto è sostanzialmente simile ai precedenti), ed esprime parere contrario sull'emendamento Di Pietro 2.2.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sugli emendamenti Lorenzin 2.5 e Delfino 2.206 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 2.203. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sugli emendamenti Contento 2.201 (in quanto è assorbito dal parere favorevole sull'emendamento Contento 2.200), Di Pietro 2.205 e Paglia 2.208 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 2.202. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sugli emendamenti Paglia 2.209, Paglia 2.210 e Paglia 2.211.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Comunico che la richiesta di voto segreto è accolta su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 2.
Passiamo all'emendamento Paglia 2.212.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Paglia 2.212 formulato dal relatore.

GIANFRANCO PAGLIA. Signor Presidente, non sarò qui a chiedere un'elemosina al Governo, in quanto ho avuto tutto il tempo per pensare cosa sia meglio fare su questo emendamento. Non chiederò il voto, perché so che il Governo sicuramente andrebbe sotto, perché sfido chiunque in quest'Aula a votare contro un emendamento che preveda l'inasprimento della pena nei confronti di chi si diverte a fare violenza nei confronti di minori.
Sono un soldato, abituato ad eseguire gli ordini, e quindi ritirerò l'emendamento, anche perché quando non mi sono attenuto alle disposizioni ne ho pagato le conseguenze, conseguenze abbastanza visibili a tutti. Ritiro l'emendamento con la speranza domani di potermi ancora guardare allo specchio, ma soprattutto di poter guardare negli occhi mia figlia, e spero che lo possano fare anche il rappresentante del Governo e i rappresentanti del Comitato dei nove. Ritiro l'emendamento (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare l'onorevole Formisano, ma l'emendamento è stato ritirato, quindi non posso darle la parola su questo.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 2.1.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Di Pietro 2.1 formulato dal relatore.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula su questo emendamento che tende a colpire più severamente il delitto di pedofilia, cioè di atti sessuali commessi nei confronti di persone di età minore di dieci anni. Credo che un minimo aumento di pena possa essere dall'Aula ritenuto compatibile con la necessità di inviare un Pag. 11messaggio molto chiaro e molto forte all'opinione pubblica. Il messaggio è questo: le donne non si toccano se non sono consenzienti e i bambini non si toccano mai, neanche se sono apparentemente consenzienti.
Bisogna cioè mandare un messaggio chiaro che la pedofilia va spesso oltre l'obbrobrio e la depravazione, nel senso che toccare un bambino significa davvero minare le basi di una società.
Ecco perché noi facciamo appello alla sensibilità dell'Aula perché approvi questo emendamento che prevede un minimo aumento della sanzione, ma invia un messaggio molto chiaro all'opinione pubblica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, credo che in uno Stato democratico, in uno Stato che sia consapevole della finalità della repressione penale, ossia della pena e della sua esecuzione, occorra calibrare le pene stesse ai fatti e vorrei che tutti si rendessero conto che non è che si viene in Aula e si presenta un emendamento con cui si pensa di aumentare la sanzione facendo leva sul sentimento comune incline all'inasprimento.
Questo testo unificato già nasce con un inasprimento severo delle pene, soprattutto con riferimento ai minori, ed è stata anche elevata l'età del minore per il quale subentra la circostanza aggravante. Tra l'altro, è in corso di approvazione presso la Commissione giustizia, ma deve essere confrontato anche con il disegno di legge relativo alla Convenzione di Lanzarote, un testo specifico contro la pedofilia. Quindi, ritengo che una buona legge deve inasprire le pene, ma anche prevedere una serie di interventi che, come abbiamo visto prima, si muovano poi nella direzione delle pene accessorie, della prevenzione, nonché degli interventi specifici volti anche all'accertamento di quelle pene che altrimenti divengono scatole vuote.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, intervengo brevemente per fare chiarezza con l'Aula e riprendendo l' intervento dell'onorevole Ferranti. La scelta della Commissione è stata quella di dare un segnale chiaro di durezza con questo testo unificato nei confronti di reati particolarmente gravi e odiosi come la violenza sessuale e la violenza sui minori. Il tema della violenza sui minori verrà affrontato con un provvedimento che è già all'esame della Commissione e che riguarda in modo specifico la lotta alla pedofilia e alla pedopornografia.
Vorrei però ricordare, considerato anche che da parte di qualche gruppo si è parlato dell'eccessivo inasprimento di pena voluto fortemente in questo testo unificato, che noi già stiamo aumentando di molto la pena rispetto al testo attuale del nostro codice penale. Infatti, attualmente si parla di circostanze aggravanti con una pena base che va da sei a dodici anni, mentre noi la portiamo da sette a quindici anni e, inoltre, estendiamo la tutela nei confronti del minore dai quattordici ai sedici anni. Quindi, se vogliamo giocare sull'emotività facciamolo, ma questo è un testo che inasprisce, e di molto, le pene attuali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO. Signor Presidente, intervengo ora brevemente evitando poi di ritornare su questo argomento.
Vorrei che si evitassero, da tutte le parti, rincorse demagogiche che poi innescano una corsa a chi, giustamente, cerca di sanzionare ancora in maniera più forte reati che sono evidenti agli occhi perché particolarmente odiosi e che scatenano da parte dell'opinione pubblica una serie di reazioni anche violente, di pancia.
In Italia già c'era un provvedimento sulla violenza sessuale che era un buon provvedimento; recentemente abbiamo varato un provvedimento sullo stalking che Pag. 12già, di fatto, aveva svuotato anche il senso di queste disposizioni in materia di violenza sessuale anticipandone buona parte dei contenuti. Abbiamo deciso in Commissione di andare avanti, ci siamo prodotti soprattutto sull'inasprimento delle pene in diverse circostanze raggiungendo, anche grazie al lavoro della relatrice, del presidente, di tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione un intento comune che va in una direzione abbastanza univoca e chiara per dare un segnale al Paese su reati di particolare allarme sociale.
Alcuni aspetti ci vedranno distinti, alcuni emendamenti ci vedranno votare in maniera diversa, però cerchiamo di evitare da tutte le parti una rincorsa alla demagogia, a chi mette ancora di più l'accento e aggrava maggiormente le pene perché altrimenti questa rincorsa non si fermerebbe più. Soprattutto, non ci sarebbe un'equiparazione perché oggi ci concentriamo sulla violenza sessuale, ma non guardiamo a tutti gli altri delitti egualmente gravi e forse in alcuni casi, addirittura (sembra strano dirlo) anche più gravi, che poi nel codice ci troveremo in qualche modo ad affrontare. Comunque il nostro voto su questo emendamento, per i motivi che ho esposto, sarà contrario (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... Onorevole Traversa... Onorevole Mazzuca... Onorevole Vico... Onorevole Latteri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 449
Votanti 448
Astenuti 1
Maggioranza 225
Voti favorevoli 43
Voti contrari 405).

Prendo atto che i deputati Volontè e Vessa hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Ferranti 2.207.

DONATELLA FERRANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per motivare il ritiro di questo emendamento, in quanto il numero 7) dell'aggravante che adesso fa riferimento genericamente alla inferiorità fisica o psichica sarà poi sostituito (in quanto sono favorevoli anche i pareri della relatrice e del Governo) dal riferimento a persona con disabilità di cui alla legge n. 104 del 1992.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione di gli identici emendamenti Ferranti 2.7 e Contento 2.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, questi due identici emendamenti differiscono dal mio emendamento 2.204 sia perché fanno un puntuale riferimento all'articolo 3 della legge del 5 febbraio 1992, n. 104, sia perché sopprimono comunque le parole previste dal numero 7): «in condizione di inferiorità fisica o psichica». Noi siamo sicuramente favorevoli agli emendamenti in esame, però ritenevamo che l'emendamento 2.204 risultasse più onnicomprensivo. È vero, infatti, che la disabilità così come indicata dall'articolo 3 nel suo complesso è sufficientemente ampia, ma sopprimere anche il riferimento alla persona in condizione di inferiorità Pag. 13fisica o psichica potrebbe nel concreto determinare la situazione in cui vi è una persona che si trova in queste condizioni, ma non ha ancora la certificazione ai sensi della legge e subisce la violenza.
Per questo motivo noi avevamo presentato una formulazione più ampia e contenuta nell'emendamento 2.204, anche in relazione al dibattito che su questo tema avevamo svolto nella Commissione XI (Lavoro). Ovviamente siamo favorevoli agli identici emendamenti Ferranti 2.7 e Contento 2.200, quindi preannuncio il ritiro del successivo emendamento; tuttavia mi pare che la configurazione del nostro emendamento garantisse in ogni caso anche le persone che non erano ancora in possesso della dichiarazione di inabilità ai sensi della legge n. 104 e che potevano subire la violenza. Comunque, se la Commissione di merito ritiene di non accogliere la mia proposta emendativa, credo che possiamo tranquillamente aderire agli identici emendamenti in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, mi rivolgo al Comitato dei nove. Non vorrei far mio in modo strumentale questo emendamento, ma ciò che ha detto il collega dell'UdC rappresenta realmente un problema oggettivo. Vi è moltissima gente, soprattutto in provincia e nei paesi del Sud e del Nord più lontani da un sistema civile, che non sempre si trovano ad avere una documentazione in base alla legge n. 104 del 1992. Quindi, sarebbe opportuno e mi permetto di suggerire di non fare riferimento alla norma n. 104, ma di far riferimento soltanto alle persone disabili.
Questo perché in modo generico potrebbe comprendere tutti, mentre invece, come sappiamo, molte volte la legge n. 104 del 1992 non prevede solamente persone con forti ritardi mentali, cognitivi, fisici o sensoriali. Infatti, nel tempo si è creata la brutta consuetudine di equiparare ai disabili gravi e gravissimi anche persone che hanno solo l'ernia del disco. Per carità, se c'è violenza questi devono essere puniti come gli altri, però non deve essere un escamotage o un'aggravante secondo la forza del giudice che abbiamo davanti. Pertanto, chiedo al Comitato dei nove una genericità migliore oppure sarò costretta a far mio l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, approfitto di questa occasione per spiegare. Noi abbiamo formulato queste disposizioni, in particolare l'aggravante del numero 7), sulla base di un precedente che Camera e Senato hanno votato recentemente, che è stato inserito proprio in relazione alle cosiddette molestie insistenti. Ora, sarebbe abbastanza singolare che noi, a fronte di una riforma appena varata, utilizzassimo concetti normativi in materia penale più o meno elastici quando diamo al magistrato il compito di applicare la norma secondo principi di tassatività. Quindi, abbiamo ritenuto - il confronto in Commissione è stato effettuato in questo senso - di utilizzare una disposizione che è già norma di legge, evitando una distinzione generica che rischierebbe, qualora fosse accettata, di non applicare la disposizione e rimetterebbe ad un'eccessiva discrezionalità del magistrato la valutazione di queste condizione di inferiorità. Quindi, ci siamo occupati - e concludo - di questa vicenda sotto il profilo tecnico-giuridico, facendo quello che già questa Camera, e conseguentemente il Senato, ha fatto in un'altra occasione, trovando quindi quella descrizione normativa che è già parte del nostro ordinamento giuridico. Quindi, inviterei i colleghi a non far proprio l'emendamento ed a concentrarsi sul voto degli emendamenti che hanno ricevuto il parere favorevole della relatrice e del Governo.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Chiedo di parlare.

Pag. 14

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, chiaramente non ripeto le motivazioni già espresse dall'onorevole Contento relative alla ragione per cui la Commissione ha utilizzato questo tipo di formulazione in riferimento alla legge n. 104 del 1992. Per rispondere, comunque, all'onorevole Delfino, già abbiamo previsto, comunque, la possibilità di sanzionare chi commette violenza sessuale nei confronti di persona che in quel momento è in condizione di inferiorità fisica o psichica, quindi c'è già la tutela della persona offesa. Con riferimento invece alla persona disabile, proprio con i parametri previsti dall'articolo 3 della legge n. 104 del 1992, si prevede un'aggravante specifica proprio nel caso di persone effettivamente disabili. Quindi, la copertura di entrambe le condizioni in cui la persona offesa si può venire a trovare è garantita e riconosciuta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Avverto che con l'eventuale approvazione degli identici emendamenti Ferranti 2.7 e Contento 2.200 risulterebbe assorbito l'emendamento Contento 2.201.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferranti 2.7 e Contento 2.200, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Vico, Traversa, Pollastrini, Volpi, Gianni Farina...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 458
Maggioranza 230
Voti favorevoli 435
Voti contrari 23).

Prendo atto che i deputati Volontè e Vessa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto.
Prendo atto che l'emendamento Delfino 2.204 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro 2.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, con questo emendamento introduciamo un'ulteriore ipotesi di aggravante, quella che consiste nel fatto di aver commesso il delitto nei confronti della persona della quale il colpevole sia il coniuge, il convivente o, comunque, la persona che sia o sia stata legata da stabile relazione affettiva.
Abbiamo discusso molto di questa ipotesi anche in tema di stalking, di molestie persistenti, e abbiamo rilevato che questi sono dei casi molto gravi: spesso sono quelli più silenziosi, nel senso che non vengono all'attenzione dell'opinione pubblica, perché sono consumati all'interno delle mura domestiche, ma non per ciò sono meno gravi, perché spesso sono il frutto di un'esasperazione di rapporti e di dominio e di potere da parte, solitamente, del maschio nei confronti della persona legata da stabile relazione affettiva.
Crediamo che questo emendamento risponda, tra l'altro, ad un orientamento comune nella nostra coscienza sociale. A questo proposito, vorrei replicare un attimo a quanto è stato detto prima, quando siamo stati descritti come persone che, demagogicamente, vogliono l'aumento della pena. Vorrei rispondere dicendo che non è vero che questo provvedimento all'esame dell'Aula aumenti di molto le sanzioni: le aumenta di un anno nel minimo, da cinque a sei anni. Quando proponiamo da sei a sette anni, credo che siamo all'interno di questa cornice, di questo quadro di compatibilità della misura della pena rispetto al danno sociale che viene prodotto.
Vorrei anche dire questo: la misura della pena non la stabilisce né Dio né un'altra autorità sopra di noi; siamo noi sovrani nel determinare la misura della pena adeguata a seconda della sensibilità sociale. Non siamo quelli che vogliono Pag. 15assolutamente e ad ogni costo la repressione, perché abbiamo proposto anche delle misure di prevenzione, che spero siano accolte, ma riteniamo che la pena debba essere adeguata alla gravità del fatto e alla coscienza sociale, in modo particolare quando si devono sanzionare comportamenti violenti nei confronti delle donne e, soprattutto, nei confronti di bambini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 2.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Traversa, Latteri, Lovelli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 455
Votanti 431
Astenuti 24
Maggioranza 216
Voti favorevoli 193
Voti contrari 238).

Prendo atto che il deputato Ciccanti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Vessa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Lorenzin 2.5 formulato dal relatore.

BEATRICE LORENZIN. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Delfino 2.206 formulato dal relatore.

TERESIO DELFINO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, non ritiriamo questo emendamento, perché fa riferimento, anche qui, ad un'approfondita discussione che si è avuta in sede di formulazione del parere da parte della XI Commissione permanente. In quella sede, avevamo auspicato, anche in relazione al dibattito già svolto presso la Commissione di merito, che venisse inserita nel testo una fattispecie molto dettagliata e specifica rispetto alla persona che subiva la violenza e all'autore del reato.
A me pare che - anche in relazione a quanto diceva la relatrice, onorevole Lussana, su un altro emendamento, in questo caso l'emendamento successivo, Contento 2.203, che in qualche misura accenna ad analoghe fattispecie - non abbia però la pregnanza, la specificità, l'esigenza di vedere puntualmente colto il particolare aspetto che invece noi focalizziamo con l'emendamento Delfino 2.206, là dove vi è un rapporto di lavoro economicamente dipendente, qualora l'autore del reato approfitti di una situazione di oggettiva prevaricazione dal punto di vista psicologico nell'ambito del lavoro. Credo che, proprio per la delicatezza della materia, per la specificità di tale proposta, vi debba essere da parte della relatrice e dell'Assemblea una valutazione che tende a recepire anche - e concludo, signor Presidente - la puntuale indicazione che veniva dall'XI Commissione permanente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, in Commissione giustizia si è tenuto conto anche dei pareri espressi dalle varie Commissioni, dalla Commissione lavoro. Oltre ad aggiungere la firma anche all'emendamento successivo, come avevo detto già in Commissione, vorrei rappresentare Pag. 16il fatto che l'emendamento Delfino 2.206 ci sembra un po' restrittivo nel suo ambito, perché riguarda solo il rapporto di lavoro dipendente, anche se fa riferimento all'abuso e all'approfittarsi; ciò è invece previsto nell'ulteriore emendamento, Contento 2.203, laddove si fa riferimento anche alla prestazione di lavoro autonomo, e quindi comunque alla relazione e al rapporto di lavoro con l'aggravante di una violenza sessuale. Faccio dunque dichiarazione di voto contrario, perché si tratta di una visione riduttiva del rapporto di lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, prendo la parola anche in questo caso per fare chiarezza.
Noi siamo intervenuti con questa aggravante su suggerimento della collega Lorenzin, che se ne è occupata prima in Commissione e poi, con alcuni emendamenti, anche in Aula. Abbiamo già una circostanza aggravante, che punisce tutte le fattispecie che sono state riportate negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto: è quella prevista dal codice penale, all'articolo 61, numero 11, dove si fa riferimento all'abuso di relazioni di ufficio o di prestazioni d'opera. La giurisprudenza ha sempre interpretato tale articolo proprio così come chi mi ha preceduto ha chiesto: che questa norma aggravi le sanzioni per la violenza sessuale. Avremmo potuto tranquillamente lasciare l'operatività della circostanza aggravante prevista dal codice penale, all'articolo 61, numero 11, ma abbiamo voluto - lo ripeto, sulla base dell'insistenza della collega Lorenzin - diversificare il caso in cui tale abuso di relazioni di ufficio e di prestazione avvenga direttamente nei luoghi di lavoro, quindi quando la violenza viene consumata non soltanto con quelle relazioni o con quella situazione di «approfittamento», così è stato definito, di cui si è detto: al di fuori dei luoghi di lavoro opererà comunque l'aggravante prevista dall'articolo 61, numero 11 del codice penale; se invece - ed è questa la caratteristica di tale aggravante specifica - la violenza viene consumata con abuso, ma sui luoghi di lavoro, automaticamente il magistrato sarà chiamato ad applicare la sanzione che prevede pene molto più gravi, come quelle di cui stiamo trattando. Spero di aver contribuito a fare chiarezza sulla questione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 2.206, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia? Onorevole Mazzuca? Onorevole Bruno? Onorevole Paolo Russo? Onorevole Traversa? Onorevole Latteri? Onorevole Lo Monte? Onorevole Vico? Onorevole De Micheli? Ci siamo? Onorevole Rampelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 453
Maggioranza 227
Voti favorevoli 47
Voti contrari 406).

Prendo atto che i deputati Vessa, Vannucci e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 2.203.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, lo ha già detto l'onorevole Ferranti, ma vorrei ricordare agli uffici di aggiungere la firma dell'onorevole Ferranti Pag. 17a questo emendamento, poiché esso è il frutto di una condivisione che si è raggiunta in Commissione.

PRESIDENTE. Ne prendo atto. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 2.203, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gatti, Traversi, Vico, Cicu, Latteri, Martella.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 458
Votanti 457
Astenuti 1
Maggioranza 229
Voti favorevoli 430
Voti contrari 27).

Prendo atto che i deputati Vessa, Zinzi, Anna Teresa Formisano e Peluffo hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Ricordo che il successivo emendamento Contento 2.201 risulta assorbito.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Di Pietro 2.205 formulato dal relatore.

FEDERICO PALOMBA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, questo emendamento risponde all'esigenza di punire più severamente i comportamenti commessi in condizioni particolari «di tempo e di luogo tali da ridurre la capacità di difesa della vittima». Esso è una conseguenza dell'osservazione di quello che sta accadendo in questo periodo. Ad esempio, negli ultimi delitti di violenza sessuale commessi a Roma, solitamente la vittima viene accostata nel buio, in ore notturne, in luoghi ove la gente solitamente rincasa (come garage, eccetera). Crediamo pertanto che questo comportamento debba essere sanzionato maggiormente con una ulteriore aggravante.
Per inciso, vogliamo ricordare che negli ultimi periodi i delitti di violenza sessuale - quelli conosciuti, ma ancor più se si calcolano quelli non conosciuti, che restano nel «nero» - sono aumentati vertiginosamente. E sono aumentati malgrado le dichiarazioni di tolleranza zero che avevano fatto vincere a Roma il sindaco Alemanno e a livello nazionale il centrodestra sulla base del senso della sicurezza. Dunque, questo sentimento di sicurezza sulla base del quale il centrodestra ha vinto le elezioni e che era stato promesso in sede elettorale è stato clamorosamente mancato, poiché i casi di violenza sessuale sono profondamente aumentati.
Dunque, come ho già detto in sede di discussione sulle linee generali, coerenza vorrebbe che i responsabili, sia il sindaco di Roma, sia il Ministro dell'interno, traggano le conclusioni e si dimettano. Altrimenti, se la prevenzione non è fatta come si deve e la repressione non consegue i suoi obiettivi, è chiaro che noi legislatori siamo indotti a cercare altri strumenti quali l'appesantimento delle sanzioni, la ricerca di ulteriori aggravanti e di pene accessorie: una strumentazione giuridica che serve a far fronte al fatto che non sono stati mantenuti gli impegni assunti in campagna elettorale e che dunque il sentimento di insicurezza dei cittadini è sempre più profondo. Ecco dunque una delle ragioni di questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 2.205, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 18

Onorevoli Tommaso Foti, Lo Monte, Lorenzin...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 460
Votanti 459
Astenuti 1
Maggioranza 230
Voti favorevoli 211
Voti contrari 248).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo all'emendamento Paglia 2.208. Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.

DOMENICO SCILIPOTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Se è sull'emendamento Paglia 2.208, le ricordo che è stato ritirato e che non posso concederle la parola.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, l'emendamento Paglia 2.208 porta due firme, Paglia e Scilipoti, ed io non sono disponibile a ritirarlo e lo faccio mio integralmente.

PRESIDENTE. A me risulta solo la firma dell'onorevole Paglia.

DOMENICO SCILIPOTI. No, signor Presidente, mi dispiace, ma circa venti minuti fa ho portato al tavolo della Presidenza anche la mia disponibilità a firmare l'emendamento Paglia. Perciò, l'emendamento Paglia 2.208 deve intendersi a firma Paglia e Scilipoti; io non lo ritiro e chiedo che venga posto in votazione. Questo emendamento infatti, signor Presidente, se lei mi da la possibilità di intervenire, è molto importante...

PRESIDENTE. Le chiedo un attimo di pazienza, mi faccia accertare come stanno le cose. Onorevole Scilipoti, essendo lei il secondo e non il primo firmatario in quanto ha aggiunto la sua firma questa mattina in itinere, il mantenimento dovrebbe essere richiesto dal suo presidente di gruppo, che dovrebbe in buona sostanza farlo proprio.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, facciamo nostro l'emendamento Paglia 2.208.

PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, ritengo che questo emendamento debba essere valutato da parte di tutti i componenti di questa Camera, i quali debbono capire e rendersi perfettamente conto della gravità di quello che può accadere con riguardo alla circostanza in cui si fa e si usa violenza ai danni di una bambina.
L'emendamento si riferisce infatti, in modo particolare, alla necessità di inasprire le pene nei confronti di coloro che abusano di bambini, perché quando si parla di un'età inferiore ai quattordici anni ci si riferisce ad età di otto, nove, dieci anni. Sostenere questo emendamento significa quindi lanciare un messaggio all'esterno e dire che non è possibile né concepibile, non solo in una società democratica ma in una società civile, poter abusare di una bambina: il messaggio che vorremo mandare attraverso questo emendamento è quello di inasprire la pena per coloro che abusano di bambini, elevandola da dieci a venti anni. Questo è un fatto importante di cui il Parlamento dovrebbe prendere coscienza e consequenzialmente votare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

Pag. 19

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 2.208, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo dell'Italia dei Valori, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... onorevole Grassi... onorevole Capano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Voti favorevoli 67
Voti contrari 394).

Prendo atto che i deputati Berardi e Mannino hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Contento 2.202, sul quale mi risulta un invito al ritiro.

MANLIO CONTENTO. No, signor Presidente, il parere era favorevole!

PRESIDENTE. Il relatore intende precisare?

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, non so se c'è stato un errore, ma sull'emendamento Contento 2.202 il parere della Commissione è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, anche il parere del Governo è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 2.202, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Lo Monte... onorevole Sardelli... onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Voti favorevoli 443
Voti contrari 22).

Prendo atto che la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo all'emendamento Paglia 2.209.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Paglia 2.209 accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Prendo atto, altresì, che l'onorevole Borghesi lo fa proprio a nome del gruppo Italia dei Valori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, forse non sono stato chiaro nel mio precedente intervento e vorrei, quindi, esserlo ora. Vi chiedo se è concepibile che si possa abusare di una bambina di quattro o cinque anni e se la pena di dieci anni è giusta oppure se bisognerebbe intervenire più energicamente nei confronti di chi si comporta in maniera non maldestra, ma incivile, di chi ha un comportamento non umano e violenta bambini al di sotto di 14 anni, ovvero dei bambini di 3, 2 o 5 anni (Applausi del deputato Souad Sbai). Esiste una giustificazione per sostenere una pena di dieci anni e non una di 20 o di 30? Qual è la logica all'interno del nostro cervello che ci fa sostenere che una pena di 20 anni è Pag. 20eccessiva nei confronti di coloro i quali violentano dei bambini di 3, 4, 5 o 6 anni?
Invito cortesemente l'Assemblea non a stabilire una pena che sia il doppio di 20 anni - anche se per me dovrebbe essere di trent'anni -, ma ad aumentarla, per dare un segnale chiaro a coloro che dovrebbero essere emarginati da una società civile e democratica (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, quanto dice l'onorevole Scilipoti risponde ad un sentimento di sdegno comprensibile, ma sotto il profilo tecnico si finisce per ottenere l'effetto contrario. Infatti, se per un determinato reato si alza eccessivamente la pena, fino a raggiungere i limiti previsti, ad esempio, per l'omicidio, chi compie quel reato sa che paga tanto lasciando in vita quanto uccidendo l'ostaggio. La contemperazione della pena serve, quindi, anche a non aggravare i reati.
Un precedente, sotto il profilo tecnico, è avvenuto - lo ricordo a tutti - negli Stati Uniti. Dopo il sequestro Lindbergh fu prevista la pena di morte per i sequestri di minori e il risultato fu che di minori rapiti a casa non ne tornavano più, perché tanto valeva ucciderli. Quindi, la pena più bassa non va a vantaggio di coloro che compiono il reato, ma va a vantaggio della possibilità di elidere le conseguenze più perniciose del reato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo soltanto per spiegare all'Assemblea che in realtà abbiamo inserito una norma che va esattamente nella direzione che viene rivendicata, perché l'aggravante prevede che la pena, per tutte le ipotesi di reato che sono state individuate, non possa, comunque, essere inferiore a otto anni se dal fatto è derivata alla persona offesa una lesione personale grave, e a dieci anni, se dal fatto deriva alla persona offesa una lesione personale gravissima.
Tutto ciò significa che abbiamo agito rovesciando il concetto: abbiamo posto un limite al giudice nel gioco che si fa con il bilanciamento tra circostanze attenuanti e aggravanti.
Abbiamo in sostanza determinato un limite per il magistrato, il quale, a fronte di questa situazione, non potrà comunque scendere al di sotto di tale limite. Ma è sufficiente ricordare che, anche nei confronti dell'esempio che è stato fatto (se c'è una bambina), possono ricorrere una o più aggravanti, anche generiche, per cui la pena può essere aumentata fino a un terzo. Si può arrivare a pene che sono sufficientemente sanzionatorie dei fatti che noi tutti stigmatizziamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, l'onorevole Scilipoti ha fatto un intervento che mi ha colpito anche dal punto di vista personale, perché io ho due bambine piccole e l'ultima ha otto mesi. Quindi, è chiaro che è sentito questo problema. Per me non c'è pena minima applicabile, deve essere applicata la pena massima possibile.
Tuttavia, l'intervento del collega Contento - prima mi ero recato a parlare anche con il relatore, perché l'intervento mi aveva davvero colpito - le spiegazioni private del relatore e soprattutto l'intervento dell'onorevole Bianconi, che è stato chiarissimo, ci fanno capire che contro un criminale serve una strategia, che non è fatta di un solo emendamento, ma è fatta dal provvedimento che stiamo votando.
Per cui, pur condividendo quanto è stato detto, invito a votare contro l'emendamento in esame e ad attenersi alla strategia che stiamo adottando, che mi sembra la migliore.

Pag. 21

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 2.209, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo dell'Italia dei Valori, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... onorevole D'Incecco.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 460
Votanti 459
Astenuti 1
Maggioranza 230
Voti favorevoli 65
Voti contrari 394).

Prendo atto che il deputato Contento ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Genovese ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che il presentatore dei successivi emendamenti Paglia 2.210 e 2.211 li ritira.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gasbarra... onorevole Golfo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Voti favorevoli 437
Voti contrari 27).

Prendo atto che il deputato Genovese ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 574-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 574-A ed abbinati).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Ferranti 3.201, Vietti 3.3 e Di Pietro 3.1, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Contento 3.200. Il parere è, altresì, contrario sugli articoli aggiuntivi Di Pietro 3.02 e 3.04.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 11,25)

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Avverto che la richiesta di votazione a scrutinio segreto è accolta su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 3.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.201.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente l'articolo 3 introduce il reato di molestie sessuali e io vorrei invitare il Governo e anche la relatrice a prestare attenzione al motivo per cui abbiamo voluto specificare l'elemento della corporeità nel nostro emendamento. Pag. 22
Infatti, il reato di violenza sessuale previsto dall'articolo 609-bis è circoscritto alle sole ipotesi in cui vi sia una qualsiasi forma, anche se lievissima, di contatto fisico. Non sono inclusi i comportamenti come gli atti di esibizionismo o di autoerotismo praticati in presenza di altri soggetti costretti ad assistervi. Questi ultimi sono tutti comportamenti inidonei ad intaccare la sfera della libertà sessuale della vittima, comportano, tuttavia, offesa alla libertà morale.
Poiché l'elemento della corporeità è ciò che discrimina l'inserimento di un fatto all'interno della fattispecie della violenza sessuale o all'interno delle molestie sessuali e, quindi, diventa un elemento assolutamente importante, con il nostro emendamento abbiamo voluto specificarlo mentre nella previsione dell'articolo 3 non c'è alcun riferimento alla corporeità.
Esiste una giurisprudenza abbondantissima della Cassazione, una giurisprudenza che ormai fa testo, che individua proprio nell'elemento della corporeità questa differenza. Riteniamo che anche per le interpretazioni e per evitare confusioni sia utile che tale elemento sia specificato e il nostro emendamento è orientato in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, intendo intervenire su questo emendamento perché, a mio parere, quello delle molestie sessuali è un argomento che dovrebbe per davvero farci riflettere tutti. Probabilmente in questa Camera, sia nella formulazione dell'emendamento, sia nella formulazione dell'articolo, non sarebbero pochi coloro che dovrebbero percepire l'attenzione della nostra magistratura.
Infatti, se qualcuno vuole prestare attenzione, vi leggo l'emendamento Ferranti 3.201: «Chiunque arreca molestia a taluno mediante un atto o un comportamento a contenuto esplicitamente sessuale, che tuttavia non coinvolge la corporeità sessuale della persona offesa, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni o con la multa da 1.000 a 3.000 euro». Qui perlomeno si usa l'espressione «o con la multa» mentre nell'articolo 3 si dice: «con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da euro 1.000 a 3.000». Davvero mi viene da dire: facciamo attenzione! Le nostre carceri già scoppiano con la presenza di detenuti e, con le fattispecie di reato che vengono qui previste, rischiamo letteralmente di vedere un Paese in galera.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, intervengo semplicemente per rispondere brevemente all'onorevole Samperi. L'introduzione di questa fattispecie ad hoc è stata voluta dalla Commissione e dal Governo per colmare una lacuna e, quindi, per sanzionare in maniera specifica una molestia sessuale, che deve essere tuttavia letta in coordinamento, onorevole Samperi, con la fattispecie prevista dall'articolo 609-bis del nostro codice e con l'interpretazione data dalla giurisprudenza della Corte di cassazione, che lei stessa ha citato, su cosa debba intendersi per atti sessuali.
Se noi citiamo, ad esempio, la Cassazione penale, sezione III, 23 luglio 2008, n. 30851, si chiarisce che per atti sessuali debba intendersi ogni forma di congiunzione carnale, qualsiasi atto che, risolvendosi in un contatto corporeo tra soggetto attivo e soggetto passivo, ancorché fugace ed estemporaneo, sia formalizzato. Quindi, la corporalità rientra nell'articolo 609-bis. Qui stiamo parlando di una fattispecie diversa e per questo l'emendamento è superfluo e indeterminato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale: non vorrei che con l'introduzione dell'articolo Pag. 23in esame si inibisse la capacità di corteggiare una ragazza. Infatti, da adesso in avanti non sappiamo più come comportarci o comunque i ragazzi già non hanno più questa possibilità, perché hanno superato questa fase: introducendo l'articolo in esame, se solo mettiamo una mano dove non dobbiamo metterla o paghiamo 1.000 euro di multa o ci asteniamo.
Credo che sia una cosa abbastanza eccessiva (Applausi della deputata Dal Lago).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti, onorevole Tassone.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 447
Maggioranza 224
Voti favorevoli 206
Voti contrari 241).

Prendo atto che i deputati Berruti, Argentin e Consolo hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 3.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO. Signor Presidente, cercando di andare prudentemente ancora una volta controcorrente, facendo mie anche le osservazioni che hanno svolto prima di me la collega Samperi e anche la collega Bernardini, e cercando di non seguire l'onda emozionale e di non farci comunque travolgere da essa, cerchiamo di capire cosa dice il nostro emendamento. L'articolo 3 del testo unificato introduce la fattispecie di molestie sessuali, punendo chiunque arreca molestia a taluno mediante atti o comportamenti a contenuto sessuale.
Ferma restando l'assoluta opportunità, a nostro giudizio, dell'introduzione di una fattispecie che possa sanzionare quelle situazioni intermedie tra la ben più grave violenza sessuale, da cui il nuovo delitto si distingue per l'assenza di violenza o minaccia, e la più modesta ipotesi contravvenzionale delle generiche molestie ex articolo 660 del codice penale, l'espressione «atti o comportamenti a contenuto sessuale» appare infatti troppo ampia, non essendo agevole, in particolare in relazione al principio costituzionale di tassatività e determinatezza, attribuire alla locuzione ipotizzata un contenuto univoco. Quindi, vogliamo segnalare che la fattispecie non sembra porre alcuna relazione finalistica o causale tra gli atti o comportamenti a contenuto sessuale, da una parte, e la molestia arrecata, dall'altra.
In ipotesi - faccio soltanto questo esempio - si potrebbe quindi porre il caso in cui una persona offesa riceva molestia, secondo quanto dice il testo, ad esempio per una sua particolare sensibilità, da un atteggiamento a contenuto sessuale che l'agente abbia sì voluto porre in essere, ma magari non indirizzare alla persona offesa. Per questo chiediamo il voto sul nostro emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 3.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte? Onorevole Bocciardo? Onorevole Cuperlo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Voti favorevoli 220
Voti contrari 228).

Pag. 24

Prendo atto che i deputati Berruti e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro 3.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'emendamento in esame tende ad adeguare la sanzione prevista per il delitto di molestie sessuali portandola nel minimo e nel massimo ad una misura più adeguata. Noi riteniamo che, se questo delitto deve essere inserito ed introdotto come anticipazione della difesa sociale, rispetto ad un comportamento che può essere prodromico o preparatorio o che comunque può sfociare in atti di violenza sessuale, la deterrenza deve essere adeguata.
Punire nel minimo con sei mesi un atto di molestia sessuale ci sembra una sanzione davvero inadeguata. Per tale motivo proponiamo un aumento, non eccessivo, ma comunque più adeguato ad un'efficacia deterrente della pena. Ecco perché crediamo che l'Assemblea possa accogliere questo nostro emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, vorrei spiegare perché esprimeremo voto contrario su questa proposta emendativa. Ritengo che in queste occasioni in cui si valuta una legge molto importante che riguarda la tutela della libertà sessuale di donne, uomini e minori, dobbiamo prestare attenzione a non farci prendere la mano da strumentalizzazioni che possono essere soltanto demagogiche.
Infatti in realtà, se abbiamo capito bene la ratio di questa norma, sia in relazione ai lavori preparatori in Commissione, sia in relazione alle dichiarazioni rese dalla relatrice, sia dalla spiegazione che comunque è venuta fuori anche dall'intervento dell'onorevole Samperi riguardo alla precedente proposta emendativa, sappiamo che si tratterà soltanto di comportamenti residuali che non comportano in ogni caso contatto corporeo. Quindi, si tratta di molestie a contenuto sessuale che non potranno nemmeno rientrare nell'ambito dello stalking che è punito fino a quattro anni altrimenti qui andremmo a parificare, quanto alla pena, una violenza reiterata e persecutoria ad un atto di molestia grave, ma comunque sempre in un ambito più ridotto. Credo che il legislatore debba sempre mantenere un equilibrio e dosare la pena in relazione alla gravità delle fattispecie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 3.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bocciardo... Onorevole Scilipoti... Onorevole Bellotti... I colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 454
Maggioranza 228
Voti favorevoli 43
Voti contrari 411).

Prendo atto che i deputati Argentin e Mazzarella hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Contento 3.200 formulato dal relatore.

MANLIO CONTENTO. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro e non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto. Pag. 25
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda... Onorevole La Loggia... I colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 460
Maggioranza 231
Voti favorevoli 425
Voti contrari 35).

Prendo atto che i deputati Argentin e Mazzarella hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Avverto che è stato ritirato l'articolo aggiuntivo Di Pietro 3.02.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, pensavo fossimo giunti all'esame dell'articolo 4 comunque vorrei anticiparle lo stesso che, avendo fatto una rapida consultazione con gli esponenti degli altri gruppi, vorremmo fare, se fosse possibile, per nostre esigenze, un quarto d'ora di interruzione dei lavori verso mezzogiorno. Ovviamente sarà lei, Presidente, a decidere.

PRESIDENTE. Mi sembra di capire che questa proposta ha ottenuto un vasto consenso nell'Aula quindi l'accolgo.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 3.04, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda... Onorevole Strizzolo... Onorevole Benamati... Onorevole Cicu... I colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 455
Votanti 454
Astenuti 1
Maggioranza 228
Voti favorevoli 39
Voti contrari 415).

Prendo atto che le deputate Argentin e Castiello hanno segnalato che non sono riuscite a votare.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 574-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 574-A ed abbinati).
Avverto che l'articolo aggiuntivo Di Pietro 4.020 è precluso dall'approvazione dell'articolo aggiuntivo 1.0600 della Commissione e pertanto non verrà posto in votazione.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Vietti 4.5 e Di Pietro 4.201. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sui successivi emendamenti Angeli 4.200, Di Pietro 4.1, Di Pietro 4.2, Paglia 4.202, 4.203 e 4.204.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli articoli aggiuntivi Di Pietro 4.01, 4.0200 e 4.02.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 26

PRESIDENTE. Ricordo che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Comunico che la richiesta di votazione segreta è accolta anche per tutte le votazioni relative all'articolo 4.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Vietti 4.5 e Di Pietro 4.201. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO. Signor Presidente, in questo caso l'emendamento Vietti 4.5 è esattamente identico all'emendamento proposto dai colleghi dell'Italia dei Valori. Si tratta di una questione tecnica, ma nostro giudizio è importante. L'articolo 609-octies nella nuova formulazione intende punire chiunque partecipa ad atti di violenza sessuale di gruppo. Questa è definita a sua volta, sia dal testo in vigore che da quello proposto, quale partecipazione da parte di più persone riunite ad atti di violenza sessuale.
In sostanza si punisce la partecipazione ad una partecipazione e per questa ragione la formula che abbiamo proposto (sostituire «partecipa» con «concorre») ci sembra più indicata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, la violenza sessuale di gruppo è un reato particolarmente odioso. Spesso nella legislazione precedente molti, che pure hanno fatto parte del gruppo che ha violentato una vittima qualsiasi, si sono appellati al fatto che non avevano concorso materialmente per essere esenti da qualsiasi sanzione.
Noi crediamo che la violenza di gruppo, essendo ormai un comportamento che si va diffondendo, vada assolutamente sanzionata, intanto dal punto di vista del costume e della morale e poi dal punto di vista dei comportamenti di fatto.
Quindi già il semplice fatto di partecipare ad un branco, ad un gruppo che violenta qualcuno concretizza l'ipotesi di reato, poi c'è una diminuente (perché c'è la pena diminuita) per il partecipante la cui opera abbia avuto minima importanza, ma il semplice fatto di far parte di quel gruppo deve configurare il reato. È questo il motivo per cui siamo contrari alla proposta emendativa in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, vorrei anch'io aggiungere una considerazione molto breve sull'emendamento che ha illustrato l'onorevole Rao.
In effetti se noi continuiamo ad usare la parola «partecipazione», la partecipazione può essere assolutamente passiva dello spettatore, mentre il «concorso» ad una violenza ha un valore molto più preciso e importante. Non vorrei che poi quando le norme «cadono» nelle aule dei tribunali e si deve procedere ad una valutazione dei singoli comportamenti sicuramente parlare di «concorso» è molto più certo e preciso che non genericamente alludere ad una «partecipazione nella partecipazione», che è davvero un concetto molto discutibile e astratto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, intervengo per aggiungere qualche considerazione sempre in punto tecnico. «Partecipare» ad atti di violenza sessuale vuol dire che concretamente si compiono atti di violenza sessuale oppure significa anche che viene punito ad esempio il giovanotto che mette a disposizione la casa perché poi il branco si scateni (ma lui non compie nessuna attività di ordine sessuale) o può significare anche che in una scuola quello che tiene chiusa la porta perché nessuno entri, mentre gli altri compiono violenza sessuale di gruppo, partecipa ad Pag. 27un atto di violenza sessuale? Non è meglio dire che «concorre» ad un atto di violenza sessuale, dal momento che in senso tecnico il concorso è qualunque attività che comunque favorisce o è determinante o importante per la commissione del reato?
Attenzione: se noi lasciamo «partecipa» possiamo interpretare nel senso che tutte quelle altre persone che pongono in essere un comportamento utile o necessario alla commissione del reato sono escluse dalla commissione del reato stesso. Quindi, noi ci limitiamo a svolgere una considerazione di carattere tecnico. Non vorremmo che voi teneste fuori dall'imputazione o dalla condanna per un delitto di violenza sessuale di gruppo chi non compie atti sessuali, ma concretamente li rende possibili o addirittura li faciliti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, su questo punto il termine «partecipare» già esiste ed è già compreso nell'attuale configurazione della violenza di gruppo, che prevede che la violenza sessuale di gruppo consiste nella partecipazione da parte di più persone ad atti violenza sessuale. La novità del nuovo testo non è tanto nel prevedere la partecipazione come ovviamente partecipazione attiva. Anche chi mette a disposizione la casa e sa che lì si compierà una violenza concorre e partecipa, anche se materialmente non ha partecipato alla violenza, ma questo fa parte dei principi generali.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DONATELLA FERRANTI. La novità è che attualmente si fa riferimento a chiunque commetta atti di violenza (quindi, materialmente compie la violenza). Invece, nel nuovo testo si è voluto dare peso anche all'attività proprio di partecipazione ad atti di violenza attraverso condotte estranee all'atto di violenza in sé, ma che comunque contribuiscono a rendere più forte l'aggressione del gruppo nei confronti della vittima.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Vietti 4.5 e Di Pietro 4.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... Onorevole Lo Monte... Onorevole Brigandì... Onorevole Papa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 458
Votanti 456
Astenuti 2
Maggioranza 229
Voti favorevoli 68
Voti contrari 388).

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Angeli 4.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi... Onorevole Lo Monte... Onorevole Capano... Onorevole Agostini... Onorevole Briguglio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 454
Votanti 451
Astenuti 3
Maggioranza 226
Voti favorevoli 27
Voti contrari 424).

Prendo atto che i deputati Mazzarella, Realacci e Biava hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 4.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 28
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi... Onorevole Strizzolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Voti favorevoli 44
Voti contrari 417).

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 4.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Strizzolo... Onorevole Lo Monte... Onorevole Tullo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Voti favorevoli 40
Voti contrari 425).

Prendo atto che il deputato Rugghia ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i successivi emendamenti Paglia 4.202, 4.203 e 4.204 sono stati ritirati dal presentatore.
Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Grassi... Onorevole Lo Monte... Onorevole Porcino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 463
Votanti 462
Astenuti 1
Maggioranza 232
Voti favorevoli 423
Voti contrari 39).

Prendo atto che i deputati Dima e Ferranti hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Di Pietro 4.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, abbiamo capito che in quest'Aula si vuole combattere la violenza sessuale ma poco poco, cioè quel tanto che basta per mettere le cose a posto. Noi non siamo di questa opinione, noi riteniamo che di fronte a delitti di tale gravità la pena deve essere effettiva, severa, efficace e deve essere poi eseguita. Ricordo difatti che nel decreto-legge sulla violenza sessuale noi votammo a favore della modifica dell'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario in questo senso.
Noi crediamo che bisogna dare dei segnali, non solo quelli che rispondono ad un'esigenza dell'opinione pubblica che è tale da mettere alla gogna o comunque da ricorrere ad atteggiamenti vessatori e contrari, in ogni caso, a chi è imputato o indagato per reati di violenza sessuale, ma riteniamo che le sanzioni debbano essere effettive.
Ora in quest'Aula ho sentito più volte rimarcare un fatto, ossia che ci sarebbe una sorta di lassismo da parte della magistratura soprattutto nell'applicazione dell'articolo 62-bis del codice penale che riguarda le attenuanti generiche. Noi riteniamo che sarebbe un segnale importante per l'opinione pubblica dire che per questo tipo di delitti senza bisogno di aumentare la pena, come alcuni dicono (ma per noi un minimo aumento di pena sarebbe importante) si esclude la possibilità di Pag. 29applicare le attenuanti generiche. Questo potrebbe essere un segnale importante, cioè un segnale di maggiore rigore, di maggiore reazione sociale a delitti che sono odiosi, turpi e contrari al sentimento comune. Ecco perché riteniamo che questo emendamento debba essere approvato.
Sappiamo che ci sono le vestali del «vogliamoci bene», però qui le scelte devono essere molto chiare: se vogliamo sanzioni effettive, efficaci, allora dobbiamo mettere in campo tutte le azioni conseguenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, francamente ritengo un po' fuori dal contesto parlare qui di esecuzione della pena quando, in realtà, si tratta di impedire al giudice di valutare la personalità di chi ha commesso il fatto. Quindi, occorre compiere una scelta che non può valere solo per i reati di violenza sessuale, ma una scelta più ampia e considerare se queste attenuanti cosiddette generiche devono essere riconosciute o meno e vagliate dal giudice, magari anche per un omicidio.
Pertanto, ritengo che sia fuori luogo parlare qui di vestali o di altro; forse bisogna cercare di ricordare che si sta legiferando in maniera astratta per tutti i reati che verranno commessi, che già esistono delle circostanze aggravanti che quindi avranno anche un peso differente rispetto a una circostanza attenuante che non potrà essere concessa se non ne ricorreranno i presupposti per l'applicazione.
Lasciamo all'attività giurisdizionale il compito di valutare, come prevede il nostro ordinamento, i fatti, i luoghi, la personalità e la pericolosità del soggetto, altrimenti sostituiamo un notaio al giudice. Queste sono le ragioni che motivano il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Onorevole Presidente, vorrei respingere al mittente il discorso che qui si vogliono si vuol punire questo tipo di reato con una sanzione piccola piccola. In realtà, tale reato esiste e questo testo di legge, come linea generale, prevede un aggravamento di pena, quindi una considerazione normativa più seria. Ciò che mi pare che qui da molte parti si voglia fare è far vedere che si è bianco o più bianco e invece di lavare biologicamente si lava «triologicamente».
Abbiamo sentito prima che in mancanza della norma un soggetto che fornisce la casa dove si commette uno stupro non ne risponde, ma qualcuno ha abrogato l'articolo 110 e seguenti del codice penale senza dirci nulla? Noi oggi siamo nella situazione reale che se una persona vede uno stupro di gruppo, si ferma e assiste al fatto senza dire nulla risponde per concorso morale perché rafforza la volontà delittuosa e ci vengono a dire queste cose? Per favore, finiamola. Non perdiamo del tempo a dire delle cose che non stanno né in cielo né in terra rispetto alla costruzione giuridica penalistica di questo Paese.
Di cosa stiamo parlando? Di togliere un principio generale tutelato dalla Costituzione relativo alle attenuanti generiche? Dal mio punto di vista le attenuanti dovrebbero essere cancellate: sia quelle generiche positive, sia quelle negative. Evidentemente al giudice si dà un lasso (in questo caso da sei a dodici anni) che è più che sufficiente per valutare tutto quello che si vuole. Tuttavia, pensare a questa cosa è veramente fuori dal mondo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 4.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Porcino... Onorevole Lo Monte... Pag. 30
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 463
Votanti 462
Astenuti 1
Maggioranza 232
Voti favorevoli 38
Voti contrari 424).

Prendo atto che la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita a votare.
Colleghi, sono le 12,03 e penso di dover accogliere la richiesta di una pausa nei lavori, quindi riprendiamo alle 12,20.
La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,03, è ripresa alle 12,25.

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta era stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo Di Pietro 4.01.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Di Pietro 4.0200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, non so a quale Aula parlo.

PRESIDENTE. Onorevole Palomba inizi pure, tanto i colleghi stanno arrivando.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, iniziamo a parlare di amenità, perché se chi deve votare deve esprimere un giudizio consapevole credo che almeno debba essere in Aula e debba essere seduto e in condizione di sentire, ammesso che voglia sentire.
Signor Presidente, gli interventi precedenti hanno dimostrato quanto avevo affermato prima, ossia che a parole si vuole combattere contro la violenza sessuale, ma poi, quando si tratta di prendere delle decisioni conseguenti, dalla maggioranza e dall'opposizione ci sia ritrae nettamente.
Vorrei ricordare che le attenuanti dell'articolo 62-bis del codice penale non sono un diritto, perché ci sono le altre attenuanti normali, quindi queste in certi casi non devono essere necessariamente concesse o si può escludere che possano essere concesse, anche perché la gradazione della pena avviene ai sensi dell'articolo 133 del codice penale. Sorvolo sulle disquisizioni che non condivido sulla partecipazione e sul concorso e vengo a parlare di questo articolo aggiuntivo. Questa proposta emendativa tende ad escludere il giudizio di comparazione tra attenuanti ed aggravanti e tende a fare in modo che ciascuna delle circostanze operi per conto proprio, nel senso che si forma la determinazione della pena e sulla base di questa poi vengono...
Signor Presidente, non so se lei mi sta ascoltando e se mi sta ascoltando, come credo, le sono grato...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, sta parlando l'onorevole Palomba. Nel frattempo, è bene che ciascuno prenda il proprio posto, perché poi passeremo alle votazioni. Onorevole Palomba, prego.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, con questo articolo aggiuntivo proponiamo che le circostanze attenuanti e le circostanze aggravanti abbiano un esito proprio, nel senso che si determina la pena e sulla base di questa poi si applicano per ultime le aggravanti. Non è un procedimento nuovo: è nella stessa formulazione attuale introdotta dall'attuale maggioranza nel 2005, che esplicitamente prevede che ci siano situazioni nelle quali non è possibile formare il giudizio di comparazione, nelle quali alcune aggravanti debbono essere poi applicate autonomamente.
Quindi, non ci si venga a dire che è una novità all'interno del panorama giuridico. Vorrei soltanto dire una cosa, signor Presidente, qui si sono formati degli a priori, nel senso che i colleghi del Partito Democratico si sono detti contrari all'aggravamento della pena. Allora, ci devono spiegare perché hanno accettato che questo testo preveda un aggravamento di pena rispetto al precedente e ci debbono dire se c'è qualcuno sopra di noi che dice che Pag. 31cinque anni sono meglio di sei o sei sono meglio di cinque o sette sono meglio di sei. Qui non ci sono ordalie o giudizi divini che ci impongono di dire se una sanzione sia più adeguata di un'altra. Siamo noi che dobbiamo saper mediare la coscienza e la sensibilità sociale, per dire se sei è meglio di cinque o sette è meglio di sei.
All'interno di questo ragionamento dobbiamo stare, non all'interno di ragionamenti aprioristici per cui ci si dice che vogliamo sempre puntare soltanto sull'aggravamento della sanzione.
Non siamo stati d'accordo su aggravamenti di sanzione che non fossero adeguati, che sfuggissero a un criterio di proporzionalità e di adeguatezza, ma ci si deve dire, per favore, sui fatti, nel merito, perché si è favorevoli o contrari a determinare in sette o in sei o in cinque anni una sanzione, perché di questo si tratta; altrimenti, veramente qui siamo nella più piena e totale incoerenza.
Ecco perché riteniamo di mandare un ulteriore messaggio alla coscienza sociale, nel senso di dire che, per questi gravi reati di violenza sessuale, ci deve essere il calcolo della pena normale e poi, su questo, devono essere applicate le aggravanti. Spero che un'Aula attenta e consapevole possa recepire questo suggerimento e questa proposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Follegot. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Signor Presidente, ci sembra che anche questo articolo aggiuntivo, presentato dagli onorevoli Di Pietro e Palomba, sia un articolo di facciata e, come quelli precedenti, sia diretto ad aumentare la pena, nonostante sia già previsto un aumento sensibile della pena per questi gravi reati.
Ora, con questo articolo aggiuntivo, si tende anche a scardinare il sistema generale, correndo il rischio di modificare delle norme generali che sono state costruite da una giurisprudenza e da una sensibilità giuridica millenaria.
Credo che quanto è stato previsto e quanto è già stato votato, per quanto riguarda anche l'aumento di pena, sia largamente sufficiente, perché, altrimenti, si corre il rischio veramente di scardinare la gradualità della pena, che è un insieme estremamente importante all'interno di un sistema giuridico più complesso.
Con queste proposte emendative, che chiedono sempre un qualcosa in più, si corre veramente il rischio che non si faccia assolutamente il bene di questa legge, anzi, che si peggiori non solo questa legge, ma anche il sistema giuridico previsto dall'insieme delle norme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 4.0200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Lo Monte, Di Biagio, Pagano, Papa, Gianni Farina?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 426
Maggioranza 214
Voti favorevoli 34
Voti contrari 392).

Prendo atto che i deputati Sbai, De Micheli e Genovese hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Di Pietro 4.02.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo è per noi un po' la madre di tutte le battaglie su questo tema (Commenti). Sì, capisco che per altri non lo è, ma con questo articolo aggiuntivo vogliamo introdurre nel nostro ordinamento giuridico il delitto di adescamento di minorenni. Pag. 32
L'adescamento è un'attività preparatoria alla violenza sessuale e consiste nel comportamento di chi utilizza la rete Internet o altre reti o mezzi di comunicazione, per esempio i messaggini, che sono frequentissimi mezzi di adescamento, per indurre un minorenne a stabilire una relazione, per cui, sulla base della seduzione, si spera comunque di violarne la libertà sessuale o l'integrità sessuale.
La cronaca ci ha riportato episodi drammatici di persone adulte, di professionisti che hanno continuativamente mandato SMS o e-mail a giovanissimi, a bambine di dieci, undici o dodici anni, e che con un'azione martellante le hanno indotte ad incontri e poi a delle relazioni sessuali; i genitori se ne accorgono in ritardo, e questa è una grave colpa educativa, ma noi legislatori abbiamo il dovere di ribadire che comportamenti di questo genere, che oggi non lo sono, devono essere gravemente e severamente puniti e sanzionati. Non vedo proprio chi possa essere contrario alla punizione di comportamenti così gravi, che turbano profondamente l'anima di tanti adolescenti e di tanti bambini, nei confronti dei quali gli adulti approfittano di situazioni di superiorità di tutti i generi per sedurli e per indurli a comportamenti di carattere sessuale.
Signor Presidente, non ci si può venire a dire che si vorrebbe che questo delitto fosse inserito nel nostro ordinamento giuridico, che si è favorevoli alla sanzione di tali comportamenti, e che però bisogna rinviare tutto ciò a fasi successive. Vorrei solo ricordare una cosa: il Governo ha «sfilato» parte del provvedimento sulla violenza sessuale, che era in corso di discussione alla Camera, e lo ha anticipato, inserendolo nel decreto-legge sulla sicurezza, sullo stalking: una parte delle norme sulla violenza sessuale sono già diventate legge. Ed allora quale obiezione di principio vi è, a dire che questo è un reato gravissimo, che questo è un reato che pone gravemente in pericolo, se non distrugge completamente, la personalità di tanti giovani? Si può benissimo anticipare questa norma! Se vi saranno poi altri provvedimenti normativi di carattere più organico, si baseranno anche sulla sua esistenza.
Noi, signor Presidente, vogliamo dire in conclusione una cosa molto seria: se omettiamo di punire da subito questi comportamenti malvagi, depravati, deprecabili e gravissimi, ci porteremo la responsabilità di tutti i fatti commessi dal momento in cui la Camera avrà rifiutato di punire tale delitto. Noi, signor Presidente, questa responsabilità non ce la vogliamo prendere: noi non avremo, non vogliamo avere sulla coscienza i ritardi del legislatore nel sanzionare e nel punire comportamenti così gravemente intrusivi nei confronti dei bambini.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, dopo l'intervento dell'onorevole Palomba è doveroso motivare il parere della Commissione, che ha invitato l'Italia dei Valori a ritirare l'emendamento in esame.
La nostra non è una contrarietà - e l'onorevole Palomba lo sa bene - nel merito: in Commissione è emersa la volontà pressoché unanime di tutti i gruppi parlamentari di andare a sanzionare e di creare una nuova fattispecie che punisca in modo specifico l'adescamento di minorenni tramite l'utilizzo dello strumento telematico, tramite l'utilizzo di Internet.
Però, l'onorevole Palomba sa bene che la commissione Giustizia ha avviato con più provvedimenti un programma di rafforzamento della tutela penale nei confronti delle donne e delle vittime dei reati di violenza sessuale: vi è questo testo unificato che fa seguito al decreto-legge cosiddetto anti-stupri (che peraltro ha recepito anche le norme anti-stalking); vi è un provvedimento che stiamo discutendo che tratta in modo specifico pedofilia e pedo-pornografia; vi è un disegno di legge presentato dal Governo che ratifica la Convenzione internazionale di Lanzarote, Pag. 33che prevede una tutela rafforzata per quanto riguarda i minori, con l'adeguamento delle norme interne del nostro ordinamento penale e con la previsione proprio di una fattispecie autonoma di reato di adescamento. L'onorevole Palomba sa dunque bene che tutti i gruppi, tranne l'Italia dei Valori, hanno deciso di affrontare in quella sede l'introduzione dell'adescamento nel nostro codice penale: del resto, quando ieri la Commissione era quasi addivenuta alla possibilità di recepire il testo del Governo, l'onorevole Palomba stesso ha fatto presente che vi dovevano essere dei distinguo. Sia i gruppi di maggioranza che il Partito Democratico hanno dunque chiesto espressamente di discuterne la questione in un provvedimento ad hoc, anche perché altrimenti andremmo ad includere una fattispecie penale scoordinata con il resto delle norme che dovremo adeguare in base alla Convenzione di Lanzarote.
Dunque, non è che noi non condividiamo lo spirito di questa nuova fattispecie di reato. Quella del gruppo dell'Italia dei Valori - mi si consenta di dirlo - è una scelta eccessiva e che segue il filo della demagogia anche per quel che riguarda la questione dell'anticipazione dell'entrata in vigore della norma. L'onorevole Palomba ha infatti parlato di un decreto-legge, ed è vero che un decreto-legge entra in vigore immediatamente; ma questa è una proposta di legge di iniziativa parlamentare, che mi auguro che noi approveremo fra breve qui alla Camera dei deputati, ma che, prima di entrare in vigore, dovrà passare per il Senato. Non sappiamo dunque quali saranno i tempi rispetto al disegno di legge del Governo che recepisce la Convenzione di Lanzarote, e dunque non sappiamo quale norma entrerà in vigore per prima. Pertanto quella dell'effetto anticipato dell'entrata in vigore è una falsa motivazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Il Governo desidera ancora intervenire?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, avevo chiesto di intervenire prima che parlasse l'onorevole Lussana, che mi ha anticipata. Desidero dunque solo dire all'onorevole Palomba che l'argomentazione mi ricorda quel che si disse quando fu convertito il decreto-legge che riguardava gli atti persecutori e la violenza sessuale: allora, molti fecero un processo alle intenzioni, sottolineando che si abbandonava il progetto sulla violenza sessuale, che invece stiamo esaminando oggi. La stessa questione credo che non si possa sollevare per la ratifica della Convenzione di Lanzarote. Per tale ragione mi associo a quanto ha detto l'onorevole Lussana.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 4.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Papa, Cesare Marini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 462
Votanti 304
Astenuti 158
Maggioranza 153
Voti favorevoli 36
Voti contrari 268).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 574-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 574 ed abbinati).
Avverto che tutti gli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 5 saranno votati a scrutinio segreto e che saranno invece votati a scrutinio palese l'emendamento Di Pietro 5.200, nonché l'articolo 5. Pag. 34
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Di Pietro 5.200, nonché sugli articoli aggiuntivi Ferranti 5.0201 e Di Pietro 5.0200.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 5.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini... onorevole Papa... onorevole Casini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato
20
Hanno votato
no 446).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Papa... onorevole Grassi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 465
Votanti 463
Astenuti 2
Maggioranza 232
Hanno votato
462
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Motta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ferranti 5.0201. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo in esame è molto esteso ma spero che la spiegazione sarà sintetica ed efficace, così come spero che vi possa anche essere un ripensamento da parte della relatrice e del Governo perché questa, a nostro avviso, è una delle soluzioni, una delle strade di effettività della tutela dei minori vittime di violenza sessuale.
Abbiamo ascoltato oggi che si è cercato in qualche modo di introdurre pene esorbitanti (e non perché il reato non sia grave), pene che però poi lasciano il tempo che trovano se non si individua il percorso processuale adatto per far sì che il pedofilo o il violentatore subisca poi un processo giusto ma certo, nel quale il minore - e soprattutto il minore di quattordici anni ed il minore infradiciottenne - abbia un trattamento di tutela proprio in quanto è la parte debole del processo.
In questa risistemazione delle norme che riguardano l'audizione protetta dei testimoni vulnerabili e l'incidente probatorio abbiamo suggerito al Governo un atto di coraggio, nel senso di estendere l'applicazione della sentenza Pupino della Corte di Strasburgo secondo cui è necessario tutelare non solo i minori vittime di violenze sessuale, ma anche i minori vittime di reato nella loro audizione come testi vulnerabili che hanno difficoltà a cicatrizzare quella ferita gravissima che si realizza attraverso l'atto di violenza, che può consistere in una violenza sessuale, in un maltrattamento in famiglia o comunque in un abuso dei ruoli di superiorità nei confronti di un minore, che può avvenire nei luoghi di lavoro, di studio o nei luoghi dello sviluppo della loro personalità. Pag. 35
Con questo emendamento, che si articola su tre basi, chiediamo allora che il minore venga sentito sempre dal giudice, possibilmente anche in prima battuta, e solo in via d'urgenza -un'urgenza che deve essere motivata - dal pubblico ministero, e che non venga sentito nemmeno dalla polizia giudiziaria; e vogliamo evitare ciò non per una sfiducia nei confronti delle forze di polizia, soprattutto di chi svolge attività di polizia giudiziaria.
Vogliamo evitare questi passaggi successivi nell'acquisizione della testimonianza, che spesso possono portare a costruire altre verità. Occorre tutelare il minore che molto spesso è l'unico testimone dei fatti che gli sono accaduti, e bisogna evitargli di assistere, successivamente alle misure cautelari, a delle assoluzioni che lasciano traccia nei minori e nelle famiglie di coloro che gli stanno vicino; tracce che si portano dietro per tutta la vita. Il nostro era uno sforzo teso verso un intervento processuale più ampio (e su questo ho compreso il parere contrario del Governo), ma rappresentava anche un segnale sicuramente più significativo del mero aumento delle pene, che appare quasi un rialzo senza limite. Il minore di dieci anni o quello che comunque non ha compiuto i diciotto anni, e le donne vittime di violenze, devono essere tutelate nella acquisizione della prova, sia nella testimonianza, sia nelle ricognizioni, nei riconoscimenti, attraverso un percorso che porta anche alla tutela dei diritti della difesa dell'indagato, ma che garantisce il supporto nell'acquisizione della prova di un esperto, di uno psicologo, che possa coadiuvare nell'esame. Confidiamo, quindi, che questo articolo aggiuntivo possa essere approvato con un ripensamento nella maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rossomando. Ne ha facoltà.

ANNA ROSSOMANDO. Signor Presidente, intervengo per rispondere a qualche addebito che ci è stato rivolto come gruppo del Partito Democratico sull'approccio al problema e alla legge. Credo che proprio come legislatori, il nostro primo dovere sia quello di analizzare il problema in concreto e stabilire quali siano i rimedi giusti. L'innalzamento delle pene non ancorato ad alcun criterio non è un rimedio giusto e sicuramente non è sufficiente. Invece, il punto vero sui fatti di violenza sessuale, in particolar modo in riferimento ai minori, è la tutela e il sostegno alle vittime del reato nell'acquisizione delle prove necessarie per arrivare ad un processo che accerti la verità e stabilisca chi è colpevole, soprattutto con riferimento alla tutela della correttezza processuale.
Se vogliamo essere seri, se vogliamo essere legislatori, credo che veramente questo sia l'approccio corretto ed invito la maggioranza a un ripensamento per una risposta concreta per rendere effettiva questa legge, che punisce fatti gravissimi di violenza sessuale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ferranti 5.0201, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte...onorevole Casini...onorevole Causi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 463
Maggioranza 232
Voti favorevoli 226
Voti contrari 237).

Prendo atto che i deputati Antonino Foti e Rugghia hanno segnalato che non sono riusciti a votare. Pag. 36
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Di Pietro 5.0200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, noi abbiamo votato a favore del precedente emendamento testé respinto per soli nove voti. Ne proponiamo un altro che in parte richiama quello precedente, ed è quello che riguarda l'audizione protetta dei minori. Gli studi vittimologici compiuti da criminologi e da psicologi hanno dimostrato che le vittime soprattutto dei delitti di maltrattamenti o di violenza sessuale hanno già subito dei danni importanti. Il problema è di come evitare una seconda vittimizzazione, quella che deriva da processo.
Il processo - lo sappiamo - è già una sofferenza, come dicevano i nostri antichi. Allora vi è il problema di fare in modo che, con tutte le garanzie che sono concesse al diritto di difesa, le vittime non vengano ad essere, una seconda volta, vittimizzate nel processo e a cagione del processo.
Questo emendamento che proponiamo mira perciò a tutelare il minore che è stato vittima di questi delitti, nel senso di esporlo il meno possibile alle conseguenze dannose del fatto di dover ricordare episodi sgradevoli. Noi ne proponiamo l'audizione protetta, nel senso che lo vogliamo sottrarre alle normali dialettiche del processo, quelle che sono proprie del processo accusatorio, nel quale le parti naturalmente sono contrapposte l'una con l'altra e nel quale spesso la dialettica processuale è aspra e dura.
Perciò non vediamo le ragioni per le quali questa Assemblea possa respingere questo emendamento che tende evitare ai minori nuove, ulteriori e, forse, non meno gravi sofferenze.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 5.0200, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Voti favorevoli 227
Voti contrari 242).

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, intervengo per proporre l'accantonamento dell'articolo 6 e il passaggio all'articolo 7 del provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, l'articolo 6 è accantonato.

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 574-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 574-A ed abbinati).

MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intendo ritirare l'emendamento a mia prima firma 7.200.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto. Pag. 37
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello...onorevole D'Antoni...onorevole Nicola Molteni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Voti favorevoli 440
Voti contrari 27).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 574-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 574-A ed abbinati).
Avverto che tutte le proposte emendative riferite all'articolo 8 saranno votate a scrutinio segreto.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Contento 8.100 e 8.200, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 8.600. La Commissione, altresì, formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Contento 8.202 (versione corretta) e 8.201.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Contento 8.100 formulato dal relatore.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, annuncio il ritiro di tutti gli emendamenti da me presentati all'articolo 8, dal momento che il testo dell'emendamento 8.600 della Commissione accoglie il rilievo interpretativo che avevo fatto sulla disposizione, ragione per cui non hanno più motivo di esistere gli emendamenti a mia prima firma.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.600 della Commissione.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.600 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato? Onorevole Lo Monte... l'onorevole Migliori ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Voti favorevoli 442
Voti contrari 23).

Prendo atto che i deputati Argentin e Porcu hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Avverto che anche la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 38

L'onorevole Osvaldo Napoli ha votato... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Voti favorevoli 448
Voti contrari 17).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 574-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 574-A ed abbinati).
Avverto che tutte le relative votazioni avranno luogo a scrutinio palese.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Schirru 9.200. Il parere è, invece, favorevole sull'emendamento 9.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Fucci 9.17 e 9.1 e Schirru 9.201, ed esprime parere favorevole sull'emendamento 9.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Ferranti 9.07 e 9.06.
Il parere, invece, è favorevole sull'articolo aggiuntivo Concia 9.0205. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'articolo aggiuntivo Pelino 9.015. La Commissione esprime parere contrario sugli identici articoli aggiuntivi 9.010 Ferranti e Di Pietro 9.0201, sugli articoli aggiuntivi Livia Turco 9.01 e Ferranti 9.0206, sugli identici articoli aggiuntivi Murer 9.02 e Di Pietro 9.0203 e sugli articoli aggiuntivi Samperi 9.03 e Angeli 9.0200.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 9.0600 e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici articoli aggiuntivi Ferranti 9.08 e Di Pietro 9.0202 (dal momento che la Commissione ha presentato l'articolo aggiuntivo 9.0600) e sugli articoli aggiuntivi Pelino 9.016 e Concia 9.013.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo articolo aggiuntivo 9.0601, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'articolo aggiuntivo Lorenzin 9.0101. Il parere, invece, è contrario sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 9.0204. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, e proponendo di trasferirne il contenuto in un ordine del giorno, sull'articolo aggiuntivo Cenni 9.0207. Il parere, invece, è contrario sull'articolo aggiuntivo Ferranti 9.09.
La Commissione infine formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'articolo aggiuntivo Pelino 9.020.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Lussana, è stato espresso parere favorevole sull'articolo aggiuntivo «Concia» 9.0205?

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Si tratta dell'articolo aggiuntivo Ferranti 9.0205, relativo a statistiche sulla violenza, sul quale la Commissione esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Infatti alla Presidenza risulta che la prima firmataria dell'articolo aggiuntivo 9.0205 sia l'onorevole Ferranti e non l'onorevole Concia.
Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Schirru 9.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Schirru. Ne ha facoltà.

Pag. 39

AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, finora abbiamo affermato che alle vittime della violenza va garantito il diritto ad una tutela penale e sopratutto alla certezza della pena, da definire in tempi brevi, ma noi chiediamo un sostegno e un aiuto speciale dopo l'evento del reato. Spesso infatti ci troviamo a dover affrontare difficoltà che le persone vivono perché non si ritrovano quei servizi di informazione, aiuto e sostegno speciale che un evento così drammatico richiede, sopratutto per le vittime che si trovano in condizioni di disabilità fisica, soggezione psicologica o dipendenza economica rispetto all'autore del reato.
Noi siamo convinti che la legge deve garantire anche tutti quegli interventi di informazione, prevenzione e sostegno che devono poi diventare parte della cultura del nostro Paese, ad iniziare dalla prima educazione scolastica, così come è stato richiamato. Con l'emendamento in esame, infatti, chiediamo di sostituire ed estendere l'articolo 9, in cui si parla appunto di misure di informazione e assistenza sociale, con una serie di indicazioni che devono essere date alle autorità pubbliche, affinché per esempio ciascuna di loro, nella propria competenza, adotti intanto un percorso di programmazione, che preveda una serie di cicli di attività formative comuni per offrire (in particolar modo agli operatori, alle forze dell'ordine, agli avvocati, ai giuristi e a quant'altri trattano il problema) gli strumenti di analisi e di lettura del contesto, ma soprattutto gli strumenti capaci di fornire ascolto, adeguata accoglienza e sostegno alle vittime. Tutto ciò deve avvenire in tutto il territorio nazionale, perché oggi vi è una disparità e una disomogeneità tra le regioni.
Un altro punto su cui vogliamo richiamare l'attenzione di voi tutti è quello delle istituzioni, che si devono occupare in modo capillare delle campagne di informazione e di sensibilizzazione che la legge deve prevedere in favore delle vittime di violenza. Infatti, sovente succede che, proprio per mancanza della conoscenza dei loro diritti e dei servizi messi a loro disposizione, le persone vittime di violenza si rifugiano nella paura e nel silenzio. Invece c'è bisogno di dare loro e di ricostruire per loro una rete di servizi informativi che siano riconoscibili, consultabili e utilizzabili, in modo da dare la possibilità alle donne e in particolar modo alle famiglie di sapersi muovere in quei percorsi di denuncia e di richiesta di tutela, oltre che di accoglienza. Penso soprattutto ai minori e ai servizi antiviolenza esistenti nel territorio.
Si tratta, in poche parole, di garantire e superare frammentarietà che oggi esiste tra i diversi servizi di sostegno e di accoglienza, specialmente dei minori abusati, presenti sul territorio e che, però, come ci indicavano ieri alcuni esperti nella Commissione bicamerale per l'infanzia, agiscono in modo disordinato. Spesso non comunicano tra loro per intervenire con servizi di sostegno e accoglienza e sono tuttavia capaci di allontanare dalle famiglie i minori, che poi vengono dimenticati in istituto fino alla maggiore età, per diventare in seguito o rischiare di diventare essi stessi artefici di reati di violenza.
Per tale motivo suggeriamo, con questa proposta emendativa, anche nuove modalità di intervento, di controllo e raccordo soprattutto tra i tribunali e i servizi del territorio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Schirru 9.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... Onorevole Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato
221
Hanno votato
no 245).

Pag. 40

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Porcino... Onorevole Calderisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato
467
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fucci 9.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Porcino... Onorevole Lo Monte... Onorevole Golfo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato
227
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fucci 9.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Boccuzzi... Onorevole Lo Monte... Onorevole Sardelli... Onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 473
Votanti 470
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato
225
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che il deputato Paladini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Schirru 9.201.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Codurelli. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, con questa proposta emendativa chiediamo che il Dipartimento delle pari opportunità, la Presidenza del Consiglio, i Ministeri dell'interno, della giustizia, del lavoro e delle politiche sociali e dell'istruzione lavorino, di concerto con la Conferenza delle regioni e delle province autonome, affinché si riesca a promuovere e favorire procedure ed iniziative omogenee sul territorio.
Riteniamo indispensabile tutto questo, e perciò chiediamo ripensamento, se consapevoli che una donna su tre nella vita è almeno una volta vittima di violenza fisica, sessuale o psicologica.
Il 70 per cento delle donne assassinate muore per mano dei parenti e questo bisogna ribadirlo ancora vista la caccia sempre e solo allo straniero.
Si è consapevoli, altresì, che il fenomeno ha una rilevanza anche sociale. Non possiamo quindi che leggerlo e affrontarlo come tale - so di dire una cosa scontata Pag. 41- agendo prevalentemente in due direzioni: quella culturale e quella dei servizi.
Sulla prima delle due direzioni - vorrei sottolinearlo perché niente è scontato - la profonda e per certi aspetti drammatica crisi economica che stiamo attraversando può costituire un costo assai pesante per le donne e per la società intera se non si trovano le risorse in questo senso. Il livello basso (mai raggiunto) per la dignità e per il rispetto della persona, e delle donne in particolare, impone poi il perseguimento con determinazione di progetti culturali che aiutino un rapporto di consapevolezza delle rispettive libertà.
Per quanto riguarda invece i servizi per le vittime della violenza, penso ci siano già tutti i presupposti per renderli operativi. Bisogna solo avere la volontà politica e il coraggio per trovare le risorse adeguate. Ecco perché il Dipartimento delle pari opportunità, di concerto con i Ministeri indicati nell'emendamento, è fondamentale che assuma questo impegno, proprio perché non si può discutere una volta l'anno in questo consesso o in altri istituzionali quando si tratta della giornata internazionale contro la violenza delle donne. Come già abbiamo avuto modo di sottolineare in quest'Aula ha e assume un significato culturale diverso se si tratta di un rendiconto dell'impegno dei Governi e del nostro Governo e di tutte le istituzioni nel quadro delle azioni messe in campo con le regioni, le province e comuni. Questi soggetti agiscono anche attraverso operatori pubblici e non, volontari e non, credo però che spetti all'istituzione pubblica raccogliere, sistematizzare e creare moduli operativi e normativi affinché il servizio sia avanzato, continuo ed accessibile alla donna maltrattata e violentata che trova il coraggio, magari con tante difficoltà, di costruire un altro percorso di vita.
Deve avvertire forte che il progetto che la assiste è capace, affidabile ed in grado di tutelare la sua sicurezza, nonché essere presente per il tempo necessario. Ecco perché riteniamo che questo emendamento sia indispensabile che venga accettato, affinché sia completato questo lavoro e la prevenzione e l'aiuto ci siano nel concreto veramente dappertutto sul territorio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Schirru 9.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... Onorevole Porcino ... Onorevole Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 463
Maggioranza 232
Hanno votato
217
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, l'emendamento 9.301 è uno di quei casi di cui abbiamo discusso anche in altri passaggi nelle nostre discussioni parlamentari su alcuni provvedimenti per i quali la Commissione bilancio si richiama all'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Come sappiamo questo è un richiamo assai forte che viene fatto al Parlamento e alla Camera in questo caso.
Infatti, è la condizione che la Commissione bilancio pone anche di carattere non Pag. 42solo regolamentare, ma di richiamo costituzionale, al fine di dare un parere favorevole al provvedimento medesimo o ad alcuni passaggi dello stesso.
Signor Presidente, mi riferisco anche al precedente richiamo, sempre all'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento, relativo all'emendamento 9.300, che si è già votato. Dico semplicemente che non è possibile che ci si trovi spesso di fronte ad una trasformazione di un'indicazione contenuta in un passaggio di un momento legislativo di formazione della legge, per cui si usa un tempo indicativo di un verbo congruo e giusto. Mi sto riferendo al fatto che, relativamente all'articolo 9 (in questo caso nella fattispecie «misure per l'informazione e l'assistenza sociale delle vittime di violenza»), si dica che, a norma dell'articolo 86 (cioè con un richiamo che riguarda le leggi di bilancio e finanziaria), la Commissione bilancio è d'accordo solo a condizione che quel verbo si trasformi in «possono» promuovere. Cioè tutti i soggetti che la legge indica come coloro che hanno la disponibilità di mettere in atto misure per l'informazione e l'assistenza sul tema di cui stiamo discutendo sostanzialmente non hanno la facoltà di farlo. Hanno la facoltà semplicemente di deciderlo, ma in sostanza non possono farlo.
Credo che un passaggio di questo genere non possa essere assunto, perché si riscrive una norma nel merito e non c'è un richiamo dal punto di vista della legislazione vigente per quanto riguarda il bilancio e la legge finanziaria che reggono la legislazione italiana. Semmai questo è un richiamo che dovrebbe venire da altre parti, ad esempio dal Comitato per la legislazione. Credo da questo punto di vista che i colleghi del Comitato per la legislazione dovrebbero fare in modo che questioni di questo genere venissero al limite dalla Commissione bilancio sottoposte alla Commissione ma non certamente direttamente dalla Commissione bilancio portate in Assemblea e poste in discussione come se si trattasse di una normale condizione legata al bilancio. Non è così perché la conseguenza che si determina è che, anziché un dovere di legge, diventa una possibilità ed è altra cosa.
Se poi questa possibilità si trasforma nell'emendamento 9.301, che è il richiamo di cui stiamo discutendo adesso e sui cui dobbiamo votare adesso, avremo che l'attuazione di tutto l'articolo avviene nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e comunque senza maggiori oneri per la finanza pubblica; in sostanza si potrebbe prendere l'articolo e cestinarlo. È una sorta di grida manzoniana contro la peste che nessuno osserva. Infatti, il richiamo potrebbe essere così sostanzialmente inteso: se non ci sono i soldi a legislazione vigente è inutile chiederne.
Quindi, io vorrei chiedere anche al Governo - che sta discutendo con i componenti del Comitato di nove e non è al suo posto, ma glielo chiedo ugualmente e pregherei la Presidenza di fare in modo che il Governo, se intende, risponda, anche perché non credo che sia una questione peregrina quella che sto ponendo - a legislazione vigente quali sono le risorse disponibili per dare attuazione ad un articolo importante che concerne misure per l'informazione e l'assistenza sociale delle vittime di violenza. Infatti, se non ci sono i soldi è inutile che votiamo un emendamento di questo genere. Dica il Governo che non ci sono i soldi e non votiamo l'intero articolo. Votiamo contro l'articolo o lo stralciamo in attesa che ci siano altri passaggi di legge che ci consentano di fare un'informazione seria e di garantire alle istituzioni che dovrebbero farlo di poter adeguatamente informare i cittadini e avviare un percorso di assistenza sociale alle vittime della violenza stessa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Quartiani, le sue osservazioni sono non prive di fondamento e credo che possano costituire oggetto di riflessione, oltre che da parte del Governo, anche da parte della Commissione bilancio e del Comitato per la legislazione. Tuttavia, come lei ben sa, in questa seduta non possiamo che attenerci al parere già espresso. Sollecito il rappresentante Pag. 43del Governo ad intervenire: sottosegretario, sono invitata a sollecitarla ad intervenire. Prego.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, credo che quando si approva una norma come quella contenuta in questo emendamento, nel quale si fa riferimento alle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, non vi è una specifica copertura di questa normativa, ma vi sono una serie di normative. In questo momento onestamente non sono in grado di dire in termini esatti qual è la possibilità di interventi economici da parte del Governo.
Certamente abbiamo una serie di interventi e di norme che disciplinano singoli settori che attengono all'infanzia, alla tutela della riservatezza, alla tutela delle donne, che possono essere utilizzati per la copertura di questi articoli e di quelli che andremo ad esaminare tra poco, i quali ovviamente potranno essere valutati in relazione proprio a questi emendamenti. Con il bilancio dello Stato, da valutare da Camera e da Senato, si verificherà la congruità di quella somma rispetto agli oneri che sono imposti dalla nuova legislazione. Credo quindi che non è possibile oggi fare una previsione sulla base di un futuro impegno del Governo e del Parlamento su quelle che saranno le somme necessarie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, la risposta del sottosegretario è abbastanza incongruente perché se la Commissione bilancio dal suo canto, come le compete, ha segnalato che quell'articolo non aveva la copertura finanziaria e pertanto ci ha richiamato ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, è altrettanto vero che il Governo in questa sede ci dice cose sulle quali la Commissione bilancio ha detto che non c'è copertura!
All'articolo 9 si dice: «(...) promuovono campagne di sensibilizzazione e di informazione sulle misure previste dalla legislazione vigente in favore delle vittime (...)»; che «I servizi sociali garantiscono alle persone vittime di violenza le cure, le soluzioni di emergenza e il sostegno necessario ai fini di un loro totale recupero». Ma il relatore e il Governo ci propongono di dire: tutte queste cose si fanno senza un euro, ma agendo con le risorse umane già eventualmente disponibili e senza oneri per la finanza pubblica.
Poiché questa scena l'abbiamo già vista la settimana scorsa con l'A.C. 1441-ter-C e con lo stesso provvedimento, abbiamo il dovere di dire all'Aula, al relatore e ai colleghi della maggioranza che ci troviamo dentro il cosiddetto sottovuoto spinto. Non ci sono soldi neanche per la campagna di informazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non entro nel merito delle considerazioni perché credo che il collega Vico, e ovviamente anche il collega Quartiani, abbiano precisamente indicato la questione. Le vorrei dire, però, signor Presidente, riprendendo le parole del collega Vico, che non è la prima volta che ci troviamo nella medesima situazione, anzi è la terza volta, ed ogni volta il Presidente di turno dice che questo non è il momento per affrontare la questione, nonostante le considerazioni svolte non siano prive di fondamento.
Pertanto, innanzitutto, la pregherei di indicare in una fascia temporale da qui a quando deciderà lei, un momento nel quale queste considerazioni fondate, o non del tutto infondate, possano trovare una valutazione, anche con riferimento al ruolo della Commissione bilancio che interviene in base al Regolamento. La pregherei però, signor Presidente, riguardo al merito delle questioni sollevate dall'onorevole Pag. 44Vico su questo aspetto specifico, visto che siamo arrivati alle 13,30, di prendere in considerazione la possibilità di utilizzare questa pausa per svolgere un approfondimento perché non c'è dubbio che le considerazioni del Governo mettono in discussione la formula che in modo ambiguo era stata trovata per consentire che questo emendamento in qualche modo passasse.
Il Governo, infatti, dice esattamente che non c'è una lira e che non è neanche in grado di stabilire altro poiché questo è un testo di iniziativa parlamentare che ha avuto un suo corso; tuttavia, siccome non penso che le analisi e i conti li faccia direttamente il sottosegretario, credo che non sia impossibile fare una valutazione di stima e magari indicarci dove è possibile prendere a legislazione vigente questi soldi, salvo che, invece, non si voglia dire: facciamo finta che troveremo questi soldi, ma tanto non li troveremo mai, esattamente come abbiamo fatto finta per tanti altri provvedimenti precedenti.
Quindi la pregherei, signor Presidente, considerato che siamo arrivati alle 13,30, di prendere in considerazione l'ipotesi di utilizzare la pausa per valutare se è possibile trovare una soluzione che in qualche modo ci faccia uscire anche da quella non infondatezza delle considerazioni del collega Quartiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, anche noi ci associamo a questa richiesta. Francamente se l'articolo 9 prevede una cosa seria, cioè un programma vero di informazione a favore delle vittime e interventi dei servizi sociali, è evidente che questo ha un costo. Allora, la foglia di fico che la Commissione bilancio introduce dicendo che queste attività si realizzano senza spendere evidentemente ha un'unica alternativa, quella di cancellare l'articolo 9 perché le due cose insieme non possono stare, altrimenti facciamo norme manifesto che prendono in giro noi stessi e i cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, ci rendiamo perfettamente conto dell'annotazione testé espressa dai colleghi che mi hanno preceduto, ma intanto voglio precisare che l'inciso voluto dalla Commissione bilancio è dettato assolutamente dal buonsenso e dal valore assolutamente prudenziale.
Inoltre, voglio aggiungere che esiste un principio che dovrebbe animare non solo il legislatore, ma soprattutto la buona, la sana amministrazione, quello della riqualificazione della spesa: non è detto che una nuova norma debba sempre e comunque essere caratterizzata da un aumento della spesa pubblica, e quindi da una relativa posta in bilancio. Nell'ambito delle norme già esistenti è possibile una riqualificazione della spesa che vuol dire essenzialmente orientare al meglio le somme già inserite in bilancio o comunque le strutture già esistenti dell'amministrazione pubblica e utilizzarle al meglio finalizzandole, nel caso specifico, per l'attuazione dell'articolo 9 (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, intervengo per ribadire il concetto espresso dall'onorevole Marinello. Nel momento in cui si invita il Governo ad avere rigore è evidente che anche la Commissione bilancio si esprime con un criterio prudenziale, ma da qui a dire che non sarà fatta alcuna campagna di informazione credo che ce ne passi. Ricordo a me stesso e anche ai colleghi che esiste il principio di scelta.
Ora rammento che qualche tempo fa il comune di Roma spese circa 30 mila euro per una campagna pubblicitaria per imparare ad usare bene le creme solari. Noi diciamo magari di evitare campagne pubblicitarie di questo tipo o a volte insensate. Pag. 45Il criterio del testo di legge è che vi è una priorità per l'educazione e l'informazione, quindi sacrifichiamo magari i 20 mila euro della campagna sulle cremine e facciamo una campagna più indicata a favore della prevenzione della violenza sulle donne (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, a mio avviso vi è un po' di confusione rispetto al finanziamento di questo nuovo intervento. È vero che c'è la possibilità di rimodulare la spesa, ma è pur vero che questi finanziamenti vengano dati dallo Stato alle regioni. Le regioni autonomamente, per quante leggi facciamo in quest'Aula, potrebbero anche decidere di non mettere nessuna posta di bilancio per questo tipo di intervento. Allora, se l'intenzione del Governo va in questa direzione, facciamo un ordine del giorno nel quale si dica che nello stanziamento del Ministero delle politiche sociali a favore delle regioni per questo tipo di iniziative una quota venga stabilita per le attività su cui oggi stiamo legiferando. Allora sì che daremo una risposta.

PRESIDENTE. Chiedo alla relatrice se a questo punto non ritenga opportuno un eventuale accantonamento dell'emendamento in esame.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, non lo ritengo opportuno anche perché mi sembra che siano state date le risposte richieste anche dai componenti della Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione, volevo rassicurare l'onorevole Giachetti che sarà mia cura sollecitare il Presidente a stabilire il termine che lei chiedeva su questo aspetto. Naturalmente, come lei sa, è il Presidente che solleciterà una riflessione più approfondita sull'argomento in senso generale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, è la terza volta in questa legislatura che vengono immessi nel fascicolo emendamenti ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Non se ne ha memoria nella precedente legislatura.

MANLIO CONTENTO. Ma come non se ne ha memoria!

MASSIMO VANNUCCI. La Commissione bilancio dà un parere ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione al quale la Commissione competente si deve rifare. L'emendamento viene immesso nel fascicolo ai sensi l'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento quando la Commissione non si adegua e, quindi, scarica in qualche modo le proprie responsabilità sulla Commissione bilancio. Quindi, non è giusto che il relatore se la cavi così e dica che i membri della Commissione bilancio hanno già espresso il proprio parere.
La Commissione competente, invece, con il Governo avrebbe dovuto recuperare eventualmente le risorse, in quanto la Commissione bilancio non poteva dire diversamente e, quindi, ha ragione l'onorevole Marinello. Tuttavia, questo è un caso del tutto eccezionale nel momento in cui la Commissione competente non recepisce il parere o non modifica l'impostazione. Quindi, rimangono le responsabilità della maggioranza e del Governo che gli onorevoli Vico e Quartiani hanno bene richiamato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, in replica a quanto affermato dall'onorevole Vannucci vorrei specificare che alla Commissione giustizia non è arrivato da parte della Commissione bilancio Pag. 46alcun parere nella fase dei nostri lavori in Commissione, perché altrimenti si sarebbe potuto provvedere in maniera diversa. Questa è una condizione che ci arriva adesso in Aula, ovvero un parere sul testo in Aula. Quindi, è chiaro che noi ci adeguiamo al parere posto come condizione dalla Commissione bilancio.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che questo valga come un precedente a memoria futura di altri passaggi parlamentari. Può oggi capitare ad una maggioranza o a un Governo di un certo segno; può domani capitare ad una maggioranza e a un Governo di un altro segno.
Stiamo discutendo una questione che non è secondaria e non è nemmeno tutta ricompresa nel merito al quale si riferisce l'emendamento. È anche una questione di carattere regolamentare e di funzionamento dei nostri lavori, in relazione all'attuazione del nostro Regolamento vigente. È del tutto evidente che in questo momento ci si trova a discutere di una questione che mette in difficoltà anche la Commissione di merito, perché non ha, come giustamente ha ricordato la relatrice Lussana, avuto la possibilità di discutere in sede di Commissione o di Comitato dei nove della vicenda di cui è fatta menzione nell'emendamento che qui ci ha proposto la Commissione bilancio. Non è neanche, signor Presidente, una questione che può essere ricondotta in termini di accusa alcuna nei confronti della Commissione bilancio, dei suoi presidenti o dei suoi membri, perché si tratta di una vicenda sulla quale probabilmente il Governo, come ci ha detto il sottosegretario, non ha avuto la possibilità di verificare se ci siano le disponibilità, a legislazione vigente, per fare in modo che la norma che stiamo proponendo e votando possa, a legislazione vigente, quindi con le condizioni di bilancio attuali, senza alcuna euro in più, avere attuazione. Tant'è vero che la Commissione bilancio è stata obbligata a proporre questa formula. Occorre un chiarimento da parte del Governo, perché questo è il tema, che ci rimanda anche a una questione di rapporto e di informazione relativamente alle disponibilità di bilancio tra il Governo e il Parlamento. Ora, nemmeno la Commissione bilancio è in grado di usare la classica formula: senza alcun aggravio per la finanza pubblica. Infatti, la formula che qui si usa è doppia ed è rafforzativa. Essa dice: senza alcun aggravio, quindi usando le risorse a legislazione vigente, e comunque, nel caso in cui non ve ne fossero, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Quindi, è del tutto evidente, signor Presidente, che siamo di fronte all'incertezza. Il Parlamento non può, di fronte all'incertezza delle conoscenze e della cognizione delle disponibilità all'interno del bilancio pubblico e dello Stato, sul quale anche il Parlamento e non solo il Governo ha responsabilità, deliberare e decidere, se non si compie un passo ulteriore di chiarificazione. Credo che si possa utilizzare il tempo da qui alla ripresa dei lavori per vedere se è possibile fare un passo avanti e comprendere, da parte del Governo, se sussistano, nelle more del bilancio attuale, disponibilità di bilancio utilizzabili oppure se questa formulazione debba essere forzatamente più chiara, dal punto di vista delle deliberazioni che dobbiamo assumere (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, credo che abbiamo affrontato il problema da tutti i punti di vista. Io non posso che mettere in votazione questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Lo faccio, ma senza applausi, rinviando la discussione su questo argomento ad altra sede appropriata. Infatti, di fronte all'indisponibilità del relatore, alle dichiarazioni dei vicepresidenti della Commissione bilancio e alle precisazioni del Governo, nel merito ci sarà la possibilità di verificare nelle sedi deputate la questione, che, come dicevo prima, Pag. 47ritengo non priva di fondamento. Però, in questo momento, non possiamo che mettere in votazione l'emendamento.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, D'Incecco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 360
Maggioranza 181
Hanno votato
207
Hanno votato
no 153).

Prendo atto che il deputato Zaccaria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Come concordato tra i gruppi, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16,30, dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta e immediata.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea (ore 13,45).

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata definita la seguente organizzazione dei lavori per il periodo 13-31 luglio 2009:

Lunedì 13 luglio (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali delle mozioni:
Oliverio ed altri n. 1-00196, Beccalossi ed altri n. 1-00197 e Delfino ed altri n. 1-00205 concernenti misure a favore del settore agroalimentare e della pesca;
Maran ed altri n. 1-00140 concernente iniziative volte a sostenere il processo di riconciliazione nazionale in Somalia;
Buttiglione ed altri n. 1-00192 concernente iniziative volte a contrastare l'uso dell'aborto come strumento di controllo demografico;
Ghizzoni ed altri n. 1-00204 concernente misure a favore della scuola pubblica;
Borghesi ed altri n. 1-00203 concernente iniziative per l'estensione degli ammortizzatori sociali ai lavoratori precari.

Martedì 14 (votazioni dalle 14,30 alle 20,30), mercoledì 15 (votazioni dalle 9,30 alle 14 e dalle 16 alle 21) e giovedì 16 luglio (votazioni dalle 9,30 alle 14,30, con eventuale prosecuzione nella giornata di venerdì 17 luglio):
Eventuale seguito dell'esame della proposta di legge n. 574 e abbinati - Disposizioni in materia di violenza sessuale, ove non concluso.

Seguito dell'esame delle mozioni:
Oliverio ed altri n. 1-00196, Beccalossi ed altri n. 1-00197 e Delfino ed altri n. 1-00205 concernenti misure a favore del settore agroalimentare e della pesca;
Maran ed altri n. 1-00140 concernente iniziative volte a sostenere il processo di riconciliazione nazionale in Somalia;
Buttiglione ed altri n. 1-00192 concernente iniziative volte a contrastare l'uso dell'aborto come strumento di controllo demografico;
Ghizzoni ed altri n. 1-00204 concernente misure a favore della scuola pubblica;
Borghesi ed altri n. 1-00203 concernente iniziative per l'estensione degli ammortizzatori sociali ai lavoratori precari.

Pag. 48

Lunedì 20 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni):
Esame del disegno di legge n. 2561 - Conversione in legge del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, recante provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali (da inviare al Senato - scadenza: 30 agosto 2009) (per lo svolgimento della discussione sulle linee generali e l'avvio del seguito dell'esame).

Martedì 21 (votazioni dalle 14,30 alle 20,30), mercoledì 22 (votazioni dalle 9,30 alle 14 e dalle 16 alle 21) e giovedì 23 luglio (votazioni dalle 9,30 alle 14,30, con eventuale prosecuzione pomeridiana e nella giornata di venerdì 24 luglio):
Seguito dell'esame disegno di legge n. 2561 - Conversione in legge del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, recante provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali (da inviare al Senato - scadenza: 30 agosto 2009).

Nel corso della settimana avrà luogo l'eventuale seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 27 luglio (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali del documento di programmazione economico-finanziaria (in corso di presentazione).

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge n. 2553 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra gli Stati membri dell'Unione europea relativo allo statuto dei militari e del personale civile distaccati presso le istituzioni dell'Unione europea, dei Quartieri generali, e delle Forze che potrebbero essere messi a disposizione dell'Unione europea nell'ambito della preparazione e dell'esecuzione dei compiti di cui all'articolo 17, paragrafo 2 del Trattato sull'Unione europea, comprese le esercitazioni, nonché dei militari e del personale civile degli Stati membri messi a disposizione dell'Unione europea per essere impiegati in tale ambito (SOFA UE), fatto a Bruxelles il 17 novembre 2003; b) Accordo tra gli Stati membri della Unione europea relativo alle richieste di indennizzo presentate da uno Stato membro nei confronti di un altro Stato membro per danni causati ai beni di sua proprietà o da esso utilizzati o gestiti o nel caso in cui un militare o un membro del personale civile dei suoi servizi abbia subito ferite o sia deceduto nell'ambito di un'operazione dell'UE di gestione delle crisi, firmato a Bruxelles il 28 aprile 2004 (Approvato dal Senato - ove concluso dalla Commissione);
disegno di legge n. 2554 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di lotta alla criminalità tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno dell'Arabia Saudita (Approvato dal Senato - ove concluso dalla Commissione);
proposta di legge n. 2555 - Legge di contabilità e finanza pubblica (Approvata dal Senato - ove conclusa dalla Commissione).

Martedì 28 (votazioni dalle 14,30 alle 20,30), mercoledì 29 (votazioni dalle 9,30 alle 14 e dalle 16 alle 21) e giovedì 30 luglio (votazioni dalle 9,30 alle 14,30, con eventuale prosecuzione nella giornata di venerdì 31 luglio):

Seguito dell'esame degli argomenti previsti per la settimana precedente e non conclusi.

Seguito dell'esame del documento di programmazione economico-finanziaria (in corso di presentazione).

Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 2553 - Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra gli Stati membri dell'Unione Pag. 49europea relativo allo statuto dei militari e del personale civile distaccati presso le istituzioni dell'Unione europea, dei Quartieri generali, e delle Forze che potrebbero essere messi a disposizione dell'Unione europea nell'ambito della preparazione e dell'esecuzione dei compiti di cui all'articolo 17, paragrafo 2 del Trattato sull'Unione europea, comprese le esercitazioni, nonché dei militari e del personale civile degli Stati membri messi a disposizione dell'Unione europea per essere impiegati in tale ambito (SOFA UE), fatto a Bruxelles il 17 novembre 2003; b) Accordo tra gli Stati membri della Unione europea relativo alle richieste di indennizzo presentate da uno Stato membro nei confronti di un altro Stato membro per danni causati ai beni di sua proprietà o da esso utilizzati o gestiti o nel caso in cui un militare o un membro del personale civile dei suoi servizi abbia subito ferite o sia deceduto nell'ambito di un'operazione dell'UE di gestione delle crisi, firmato a Bruxelles il 28 aprile 2004 (Approvato dal Senato - ove concluso dalla Commissione);
disegno di legge n. 2554 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di lotta alla criminalità tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno dell'Arabia Saudita (Approvato dal Senato - ove concluso dalla Commissione);
proposta di legge n. 2555 - Legge di contabilità e finanza pubblica (Approvata dal Senato - ove conclusa dalla Commissione).

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario la deliberazione in ordine alla dichiarazione d'urgenza sulla proposta di legge n. 2555 - Legge di contabilità e finanza pubblica (Approvata dal Senato).

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (antimeridiana); lo svolgimento di interpellanze urgenti il giovedì o il venerdì, secondo l'andamento dei lavori.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al Resoconto stenografico della seduta odierna.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, una domanda di chiarimento su quanto ha testè detto: la prima settimana di agosto la Camera svolge la sua attività, o si intende che si finisce con il 31 luglio? Forse questa è la domanda di cui tutti vorremmo conoscere la risposta, per organizzarci un attimo.

PRESIDENTE. Rispondo volentieri da quanto capisco dal testo che ho letto. «Calendario del periodo 13-31 luglio»: si suppone ad oggi che il 31 luglio i nostri lavori saranno terminati. Il dottor Guido Letta mi fa notare in maniera molto diligente e professionale che questo è il calendario di luglio: consideriamo che se vi sono dei decreti-legge in arrivo da convertire, il Presidente si riserva di inserirli, come dice, entro questo calendario; altrimenti la Conferenza dei presidenti di gruppo deciderà il da farsi. È evidente che la sua domanda contiene un auspicio che posso pure condividere, ma sul quale non sono in grado di dare una risposta.
Pag. 50
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 15,30 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative per salvaguardare e incrementare la produzione ed i livelli occupazionali degli stabilimenti FIAT di Termini Imerese - n. 3-00588)

PRESIDENTE. L'onorevole Commercio ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-00588, concernente iniziative per salvaguardare e incrementare la produzione ed i livelli occupazionali degli stabilimenti FIAT di Termini Imerese (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Onorevoli colleghi, è oramai noto che i vertici della FIAT hanno annunciato un piano di riconversione dello stabilimento di Termini Imerese che sostanzialmente prevede, a partire dal 2011, la cessazione della fabbricazione di auto nell'impianto siciliano.
A parere dell'interrogante l'azienda torinese è ricorsa all'eufemismo della riconversione industriale per indicare il ridimensionamento - se non addirittura la chiusura - del suddetto stabilimento, evento quest'ultimo che rappresenterebbe un colpo durissimo per l'industria siciliana, che vede proprio nel sito di Termini Imerese - che, lo ricordo, conta oltre 2 mila addetti - la sua espressione più significativa.
L'incertezza del futuro assetto di Sicilia FIAT continuerà a generare inevitabilmente forti malesseri sociali e a minare la serenità degli operai e delle loro famiglie, che nel frattempo hanno manifestato con assemblee e scioperi tutta la loro preoccupazione se si dovesse procedere alla suddetta riconversione che potrebbe assumere caratteristiche traumatiche, oltre che per lo stabilimento, anche per l'intero territorio.

PRESIDENTE. Onorevole Commercio, deve concludere.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Oggi si vuole sapere dal Governo, nell'ambito della trattativa in corso tra lo stesso, la FIAT e i sindacati, quali misure intenda intraprendere al fine di scongiurare il declassamento o, peggio, la dismissione dello stabilimento FIAT di Termini Imerese.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, voglio innanzitutto rassicurare l'onorevole Commercio e il gruppo dell'MpA circa il fatto che la situazione specifica dello stabilimento FIAT di Termini Imerese è all'attenzione del Governo Berlusconi e che, come ha ricordato l'onorevole Commercio, proprio in queste ore si sta tenendo una riunione presso il Ministero dello sviluppo economico alla quale partecipano naturalmente le parti sociali, i rappresentanti dell'azienda ed il Governo.
Evidentemente però, onorevole Commercio, la crisi del settore auto con le ricadute in termini occupazionali ha costituito uno dei momenti principali della crisi economica internazionale che sta attraversando anche il nostro Paese. Il Governo con il sostegno del Parlamento è intervenuto con apposite iniziative normative Pag. 51in materia di incentivi alla rottamazione e al rinnovo del parco auto. Questi interventi e queste iniziative legislative hanno consentito di far aumentare il sostegno alla domanda attraverso l'adozione degli ecoincentivi, e i dati di giugno sulla ripresa delle immatricolazioni sono saliti del 12,3 per cento.
Nel nostro Paese, comunque, il gruppo FIAT, al quale ha fatto riferimento l'onorevole interrogante, non ha denunciato eccedenze strutturali ed ha fatto ricorso esclusivamente allo strumento della cassa integrazione ordinaria (ricordo invece che in altri Paesi altre aziende hanno fatto massicciamente ricorso anche ad un taglio totale dei posti, come ad esempio in Francia).
Per quanto riguarda ancora lo stabilimento di Termini Imerese, esso ha potuto beneficiare di un aumento degli ordini della vettura Ypsilon, in particolare della versione a GPL. L'amministratore delegato del gruppo, nella riunione del 18 giugno scorso, ha comunicato al Governo che la produzione di tale autovettura proseguirà fino al 2011, anche con nuovi motori. Vi è il fermo intendimento, pertanto, di mantenere la presenza industriale del gruppo FIAT a Termini Imerese anche, come lei faceva riferimento, con produzioni diverse da quelle automobilistiche (ma comunque mantenendo anche l'autovettura alla quale ho fatto riferimento).
L'incontro che è in corso tra Governo, parti sociali e azienda ha la finalità di approfondire il piano industriale e di individuare ulteriori strumenti ancora più idonei a garantire lo sviluppo industriale e il consolidamento occupazionale nell'ambito territoriale di Termini Imerese. Naturalmente, sul prosieguo degli sviluppi e degli incontri il Governo riferirà puntualmente alle interrogazioni che proverranno dal Parlamento.

PRESIDENTE. L'onorevole Commercio ha facoltà di replicare, per due minuti.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, ribadisco che esistono oggi tutte le condizioni per mantenere una presenza produttiva di automobili a Termini Imerese per la sua collocazione strategica nel contesto del Mediterraneo, alla luce dell'enorme potenzialità di mercato che sempre più si apre nell'area del libero scambio che coinvolgerà i Paesi in cui la crescita della domanda di automobili, da dati statistici, incrementerà notevolmente nei prossimi anni.
L'idea di una riconversione industriale è stata esplicitamente, e fortemente, respinta anche dal governo della regione siciliana che, schierandosi dalla parte dei lavoratori, ha stanziato 250 milioni di euro per il rilancio del sito produttivo (grazie a dei fondi già destinati ad un vecchio piano poi arenatosi a causa di una lunga inerzia) che avrebbe dovuto rendere più funzionali le infrastrutture. Il governo della regione era convinto che, con interventi finanziari, la FIAT avrebbe trovato conveniente rafforzare e mantenere la sua presenza nell'isola.
D'altra parte, la stessa FIAT appena un anno e mezzo fa aveva sottoscritto con il Governo regionale un duplice piano di rilancio dello stabilimento di Termini Imerese. Con il primo avrebbe dovuto allocare la produzione di tre nuovi modelli di auto, con un'ampia espansione dell'indotto e del ciclo produttivo degli stampanti e delle presse; successivamente con il secondo, avrebbe dovuto avviare nello stabilimento di Termini Imerese una missione produttiva finalizzata sempre al settore delle automobili con una parte di investimenti e di nuova occupazione (per quanto non della stessa portata della precedente). Come mai, allora, oggi si assiste ad una inversione di rotta? C'è da chiedersi quali fossero le ragioni che appena un anno fa spinsero la FIAT a non abbandonare, anzi a rilanciare, lo stabilimento di Termini Imerese.
La definitiva approvazione lo scorso 26 giugno del CIPE del progetto preliminare dell'Interporto di Termini Imerese, già incluso tra gli hub portuali nei programmi delle infrastrutture strategiche varati nel 2001 e il relativo stanziamento di 80 milioni di euro debbono rappresentare un potente Pag. 52volano in grado di ridare fiato a tutta l'economia regionale e a sostenere l'occupazione.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Sarebbe deprecabile che il grave stato di incertezza della FIAT, alle prese con la grande operazione del suo riposizionamento industriale in ambito internazionale, trascini con sé anche il destino dei lavoratori di un territorio.

(Orientamenti del Governo in materia di intercettazioni - n. 3-00589)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-00589, concernente orientamenti del Governo in materia di intercettazioni (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO DI PIETRO. Signor Ministro della giustizia che non c'è, nelle scorse settimane, la Camera ha approvato, ricorrendo ad un ingiustificabile voto di fiducia, un disegno di legge da lei presentato che, di fatto, limitando le intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, blocca l'attività investigativa delle forze di polizia e dei magistrati, impedendo così di contrastare efficacemente anche la peggiore criminalità che riguarda stupri, omicidi, rapine, spaccio di droga, corruzione e così via. Inoltre, lo stesso disegno di legge impedisce agli organi di formazione di far conoscere in tempo utile ai cittadini i possibili autori dei reati e quali sono gli elementi specifici di prova.
Abbiamo appreso ora che, a seguito dell'autorevole richiamo del Capo dello Stato, che qui ringraziamo per l'intervento, sareste, forse, disponibili a rivedere questa improvvida e scellerata normativa.
Non vogliamo però che ciò sia solo fumo negli occhi e per questo le chiediamo, signor Ministro della giustizia che non c'è, di indicarci in modo chiaro e senza infingimenti quali sono le modifiche che intende apportare al disegno di legge in questione.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, come dovrebbe essere noto agli onorevoli interroganti, e come forse ricorderà anche l'onorevole Di Pietro, il problema dalla modifica delle norme che disciplinano la materia delle intercettazioni era stato già avvertita dal precedente Governo (Governo del quale l'onorevole Di Pietro faceva parte), che proprio nella scorsa legislatura aveva presentato alle Camere il disegno di legge n. 1638 «Disposizioni in materia di intercettazioni telefoniche, ambientali e pubblicità degli atti di indagine». Si tratta, dunque, di un'esigenza avvertita da tempo e da tutte le parti politiche. Il disegno di legge presentato dal Governo Berlusconi in Parlamento in questa legislatura ha subito i necessari approfondimenti sulle norme in esso contenute, ed è stato approvato dalla Commissione giustizia in un testo molto diverso da quello originariamente presentato dal Governo.
La necessità di ricorrere al voto di fiducia, onorevole di Pietro come lei sa, si è resa necessaria proprio per consentire il passaggio all'altro ramo del Parlamento, dopo che le valutazioni della Camera si erano potute ampiamente esprimere sul testo originario del Governo per quasi un anno. Il disegno di legge era stato, infatti, licenziato il 13 giugno del 2008, presentato alla Camera il 30 giugno 2008, esaminato dalla Commissione fino al 19 febbraio 2009, e ha potuto essere licenziato da questo ramo del Parlamento l'11 giugno 2009, esattamente un anno dopo il varo del Consiglio dei ministri.
In questo testo erano contenute anche diverse modifiche proposte dai gruppi dell'opposizione. Proprio considerando che l'ampiezza dei contributi dell'opposizione ha fatto registrare in sede di voto finale, che è stato possibile esercitare attraverso Pag. 53il voto segreto legittimamente richiesto, un numero di consensi superiore a quello della maggioranza che sostiene il Governo, non corrisponde a verità, quindi, l'affermazione dell'onorevole Di Pietro per la quale la pratica dell'Esecutivo è stata quella di negare il dibattito parlamentare.
D'altra parte non era mai stata prospettata la necessità di porre la questione di fiducia immediatamente anche nell'altro ramo del Parlamento né alcun rappresentante del Governo aveva parlato di immodificabilità del disegno di legge. Si era semplicemente auspicato che, dopo un esame così approfondito da parte della Camera, il Senato potesse anche in questo caso esprimere le sue valutazioni e valutare anche la possibilità di introdurre le modifiche in tempi diversi, proprio perché l'esigenza di introdurre modifiche sul tema era stata già avvertita nella precedente legislatura.
Quindi, signor Presidente, voglio rassicurare sul fatto che il Governo auspica che un clima di maggiore serenità e di costruttive valutazioni possa far giungere all'approvazione di un testo definito con il consenso della più ampia maggioranza possibile, tenuto conto delle esigenze di approfondimento che si sono già manifestate in Commissione giustizia in questa Camera...

PRESIDENTE. La prego di concludere, Ministro Vito.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. ...e che l'Aula del Senato potrà, ove lo ritenga, opportunamente introdurre.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di replicare.

ANTONIO DI PIETRO. Non me ne voglia, signor Ministro, ma ci sentiamo presi in giro dalla risposta del Governo. Infatti, mai ci è venuto in mente di bloccare il ricorso all'uso delle intercettazioni. La vostra è una normativa criminogena, irragionevole, incostituzionale, gravemente dannosa per la lotta alla criminalità e fortemente restrittiva del diritto costituzionale di ognuno e di tutti di informare e di essere informati. Diciamolo senza mezzi termini: senza l'intervento del Capo dello Stato voi avreste realizzato anche questa volta l'ennesimo colpaccio di una legge ad personam. Questo disegno di legge va ritirato per palese abnormità rispetto ai principi costituzionali e al sistema processuale penale vigente. Non ha senso permettere di effettuare le intercettazioni soltanto quando vi sarebbero evidenti indizi di colpevolezza, vale a dire solo quando già si ha la certezza della colpevolezza di qualcuno e, quindi, solo quando non ve ne è più bisogno. Non ha senso mandare in galera i giornalisti e applicare supermulte agli editori solo perché esercitano il loro diritto - ma che dico? - il loro dovere di far conoscere all'opinione pubblica le ragioni per cui una certa persona è finita sotto inchiesta o è stata arrestata. Soltanto negli Stati assoluti e nei regimi fascisti si arrestano le persone senza che il popolo ne possa sapere la ragione. In questo modo voi avete decretato la morte della giustizia e la morte della democrazia nel nostro Paese. Voi volete fare questo ma noi, Italia dei Valori, ve lo impediremo finché sarà possibile all'interno di quest'Aula del Parlamento e ricorrendo al voto referendario dei cittadini elettori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Orientamenti del Governo in merito ad ipotesi di regolarizzazione di badanti e colf extracomunitari - n. 3-00590)

PRESIDENTE. L'onorevole Bressa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00590, concernente orientamenti del Governo in merito ad ipotesi di regolarizzazione di badanti e collaboratrici familiari extracomunitari (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, Ministro Vito, un suo collega, il Pag. 54sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla famiglia, Carlo Giovanardi, ha dichiarato: «le nuove norme sulla sicurezza saranno efficaci soltanto se accompagnate da un provvedimento indirizzato agli extracomunitari già in Italia con un rapporto di lavoro in essere che non possono trasformare in contratto di lavoro in quanto irregolari». Lo stesso chiede al Presidente del Consiglio dei ministri di mettere all'ordine del giorno un provvedimento di urgenza soprattutto per quanto riguarda l'emergenza colf e badanti. Ora si può e si deve - continua Giovanardi - risolvere questo problema che riguarda centinaia di migliaia di famiglie italiane e centinaia di migliaia di lavoratori extracomunitari.
A parte il fatto che ci sarebbe da chiedersi dove era il sottosegretario Giovanardi quando noi in quest'Aula paventavamo questo effetto disastroso della vostra legge, come mai il Ministro Calderoli, il Ministro Maroni, il Ministro La Russa hanno detto: mai una regolarizzazione? In questo panorama confuso, per non dire ottenebrato, qual è la posizione il Governo?

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, mi auguro di poter soddisfare le richieste di chiarimento dell'onorevole Bressa e della successiva interrogazione dell'onorevole Vietti, che verte sulla medesima questione. Perciò avrei organizzato così le risposte a nome del Governo (che parla sempre nella sua collegialità, onorevole Bressa): con la risposta alla prima interrogazione daremo alcuni dati sulle domande relative ai flussi dell'immigrazione e alle risposte che sono state date con i relativi decreti sui flussi - che sono atti amministrativi, come sa bene l'onorevole Bressa - e con la risposta alla seconda chiariremo l'impatto delle nuove norme e gli effetti che il Governo ritiene si possano anche assumere per il futuro, tenendo comunque in chiaro che il Governo non vuole assolutamente negare il rilievo sociale ricoperto dalle cosiddette badanti, che assicurano delicati compiti di sostegno ai soggetti anziani, disabili e alle famiglie che, per la loro condizione, sono bisognosi di particolari cure ed assistenza.
Il decreto sui flussi per l'anno 2007, onorevole Bressa, relativo alla programmazione transitoria dei flussi di ingresso, ha stabilito 170 mila quote di ingresso, articolate in base a quote destinate alle cosiddette regioni nazioni privilegiate (si fa riferimento alla provenienza da Paesi con cui esistono accordi bilaterali in materia di ammissione), quote per cittadini stranieri di altre nazionalità, quote relative a conversioni, quote destinate ai lavoratori formati all'estero e via dicendo. A fronte delle 170 mila quote disponibili sono state registrate domande fino al 31 maggio 2008 per oltre 700 mila richieste di ingresso. In base agli ultimi dati forniti dal Ministero dell'interno, le richieste di assunzione dei lavoratori stranieri nel settore del lavoro domestico e di assistenza alle persone sono stati complessivamente circa 420 mila, di cui 250 mila provenienti dalle nazioni privilegiate a cui ho fatto riferimento.
Per l'anno 2008 è stato invece adottato un decreto di programmazione dei flussi di ingresso che ha autorizzato 150 mila ingressi e che, proprio per dare riscontro alle richieste presentate nell'ambito del decreto flussi 2007, ha avuto particolare riguardo, con una massima prevalenza, riservando le assunzioni proprio al settore del lavoro domestico e di assistenza alle persone.
Con le quote stabilite dal decreto flussi 2008 si ritiene di poter dare riscontro a tutte le richieste di assunzione nel settore del lavoro domestico e di assistenza alla persona presentate fino al 31 maggio 2008, con particolare riferimento ai lavoratori appartenenti alle cosiddette altre nazionalità. Potrebbe quindi restare scoperto solo un numero di quote relativo ai lavoratori riguardanti le cosiddette nazionalità privilegiate e comunque, a fronte del numero complessivo di richieste di assunzione di lavoratori stranieri da impiegare nel settore Pag. 55del lavoro domestico e di assistenza alle persone, finora sono stati già rilasciati circa 95 mila nulla osta al lavoro. Probabilmente occorreranno alcune altre riflessioni, ma che non potranno essere assolte in materia di decreto flussi che, come dicevo prima, è un atto amministrativo.
Con la successiva risposta, se avrà la cortesia di attendere onorevole Bressa, potremo anche vedere quali sono gli effetti che il Governo presume possano avere o non avere le nuove norme in materia di sicurezza e come il Governo intende andare incontro alle esigenze delle famiglie.

PRESIDENTE. L'onorevole Bressa ha facoltà di replicare.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, nel manifestare perplessità per la singolarità di una risposta «a scatti», comunque accetto quello che è stato detto. Tuttavia non posso che dichiararmi profondamente insoddisfatto, sostanzialmente per la reticenza e per non aver centrato il problema della nostra interrogazione.
Vi avevamo messo in guardia: solo adesso vi accorgerete dell'effetto devastante dell'introduzione del reato di clandestinità? Voi eravate in qualche modo ubriacati dalla vostra propaganda e continuate ad essere ubriachi di propaganda: non vi rendete conto di quale sia la realtà del nostro Paese. La realtà è che l'irregolarità nel nostro Paese è la normalità, perché la legge Bossi-Fini, consentendo di entrare in Italia per lavorare solo su chiamata, ha ridotto a pochissimi casi questa fattispecie. Per non parlare poi dei ragazzi che sono nati in Italia e che, al compimento del diciottesimo anno d'età, diventano automaticamente irregolari. Quante sono in Italia le persone che si trovano in questa situazione?
Signor Ministro, non imbrogli con le cifre: proprio sui dati del Ministero dell'interno riferiti al 2007 relativi alle richieste di permesso di soggiorno, noi sappiamo che le richieste inevase allora erano 420 mila, il che vuol dire che abbiamo almeno 420 mila irregolari. Quanti si saranno aggiunti a questi 420 mila, da allora ad oggi?
Quello che sappiamo per certo è che vi sono 420 mila anziani, famiglie, imprese che, per effetto di questa vostra orribile legge, che ha introdotto il reato di clandestinità e la possibilità del favoreggiamento della clandestinità, corrono il rischio di essere condannati fino a tre anni di reclusione per il semplice fatto che, presso la propria casa, hanno un lavoratore irregolare. Questa è la realtà drammatica del Paese. Voi come rispondete a questa realtà drammatica? In nessun modo.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIANCLAUDIO BRESSA. Non potete rispondere, perché siete capaci solo di fare la faccia feroce, capace solo di gracchiare, impotente, come impotenti siete voi su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Intendimenti del Governo circa l'ipotesi di adottare provvedimenti urgenti volti a regolarizzare la posizione di badanti e colf extracomunitari - n. 3-00591)

PRESIDENTE. L'onorevole Vietti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00591, concernente intendimenti del Governo circa l'ipotesi di adottare provvedimenti urgenti volti a regolarizzare la posizione di badanti e collaboratrici familiari extracomunitari (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, signor Ministro, certamente lei conosce la storia dell'apprendista stregone, il quale impadronendosi degli strumenti del maestro in sua assenza, scatenò una serie di spiriti maligni che, alla fine, gli presero la mano e produssero delle reazioni assolutamente incontrollabili.
Ho l'impressione che Governo e maggioranza abbiano fatto esattamente questo con l'introduzione del reato di immigrazione clandestina. Contro il parere dell'opposizione - ma pazienza - dei giuristi, dei magistrati, del CSM, dei sindacati di Pag. 56polizia, della Caritas, avete voluto fare questa forzatura, peraltro totalmente inutile dal punto di vista dell'efficacia.
Ebbene, oggi scopriamo che l'introduzione del reato di immigrazione clandestina espone ad un rischio di processi e di sanzioni penali, peraltro anche questi inefficaci, non soltanto quasi mezzo milione di badanti e di colf, ma anche quelle famiglie, quegli anziani, quei disabili che si avvalgono dell'attività di queste persone.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Vorrei che il Governo ci spiegasse come pensa di poter controllare e gestire questi effetti.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, vorrei rassicurare gli onorevoli interroganti che il nuovo reato di immigrazione clandestina, peraltro non ancora entrato in vigore, consentirà esclusivamente alle forze dell'ordine di dedicarsi con maggiore efficacia all'espulsione di quei soggetti in clandestinità che alimentano sul territorio forme di delinquenza criminale. Peraltro, esso non avrà alcun effetto sulla vita delle famiglie; anzi, il Governo ha allo studio dei percorsi - dei quali ora dirò - per andare incontro alle famiglie che intendono regolarizzare le proprie badanti, di qualunque nazionalità (anche italiana) esse siano.
È noto, infatti, che già la legislazione attualmente vigente in materia di immigrazione, onorevole Bressa e onorevole Vietti, prevede che il lavoratore straniero possa essere ammesso nel nostro Paese solo in presenza di un contratto di lavoro; che solo in presenza di un contratto di lavoro possa essere rilasciato il visto di ingresso prima, e il permesso di soggiorno, dopo; e che il cittadino straniero, una volta entrato regolarmente in Italia, debba recarsi, entro otto giorni, allo sportello unico per l'immigrazione per sottoscrivere il contratto di soggiorno e di lavoro subordinato.
Sono norme già attualmente in vigore, che già hanno dato buona prova, e che hanno dato vita a quei dati sui flussi a cui ho fatto prima riferimento.
Preciso ancora che è il Patto europeo sull'immigrazione e l'asilo approvato il 16 ottobre 2008 a vietare esplicitamente il ricorso a regolarizzazioni indiscriminate e di massa, prevedendo esclusivamente regolarizzazioni, caso per caso, per motivi umanitari ed economici.
Il Governo intende attenersi a tale Patto europeo sull'immigrazione, anche ipotizzando, con la collaborazione del Parlamento, un percorso di valutazione concernente il contratto di lavoro, il versamento di ogni tipo di contributi previsti per legge, l'assenza di pendenze giudiziarie e di processi a carico dell'immigrato, per superare le criticità che si sono registrate e per poter andare incontro ad esigenze delle famiglie che avessero bisogno, già oggi in base all'attuale legislazione, di assumere delle badanti in maniera definitiva.
Tali norme, che il Governo potrà solo proporre all'attenzione del Parlamento e che auspica che possano trovare il massimo consenso del Parlamento, tra l'altro, potrebbero avere anche degli effetti positivi dal punto di vista del contrasto al lavoro nero.
Si stimano, infatti, per le casse dell'INPS entrate pari a circa 11 miliardi di euro, che possono derivare dalla regolarizzazione di persone che attualmente possono essere coinvolte, in base alle concrete esigenze delle famiglie che intendano avvalersi di persone che non destino alcun allarme sociale e che, naturalmente, rispettino le doverose e legittime esigenze generali di sicurezza e di ordine pubblico.
In tal caso, si potrà riconoscere dignità in favore di chi realmente assicura assistenza alle persone più deboli, senza alcun pregiudizio ideologico di sorta sulla nazionalità di queste persone.
Ciò potrà avvenire indipendentemente dalle normative contenute nel cosiddetto pacchetto sicurezza, che, come ricordato Pag. 57prima, si pongono tutte altre finalità di contrasto all'immigrazione e alla criminalità clandestina.

PRESIDENTE. L'onorevole Vietti ha facoltà di replicare.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Ministro, non ho ben capito la sua risposta, lo confesso, probabilmente è una mia debolezza. Nella prima parte, mi è parso che lei sostenesse che il problema non esiste, nel qual caso la pregherei di riferirlo al sottosegretario Giovanardi e al Ministro La Russa: il primo ha chiesto una regolarizzazione di badanti e colf, il secondo ha chiesto la regolarizzazione delle sole badanti, ma comunque l'ha chiesta.
Vorrei anche che lo spiegasse al Ministro dell'interno, che si oppone strenuamente alla regolarizzazione, o che si rivolgesse al Ministro Bossi, il quale ha risposto facendo una valutazione sui gusti dell'onorevole Giovanardi, a proposito delle badanti dell'est, che si sintonizza sul cattivo gusto che ormai connota anche il dibattito politico.
Se così è, sono assolutamente insoddisfatto. Non è vero che l'introduzione del reato di immigrazione clandestina riguarda soltanto i delinquenti: riguarderebbe, colpirebbe e coinvolgerebbe in maniera rovinosa proprio quei tanti lavoratori - sì irregolari, ma lavoratori comunque - che oggi svolgono l'attività di badanti e colf e li inserirebbe in modo assolutamente vizioso nel circuito giudiziario che, come sappiamo, è già un circuito completamente intasato.
Vorrei, quindi, sapere se il Governo ha valutato cosa succederà quando dovrà contestare questo reato attraverso la polizia giudiziaria e poi fare i processi: quali saranno i pubblici ministeri? Quali i giudici di pace? Quali le aule? Quali i sistemi di trascrizione attraverso cui verranno fatti i processi per infliggere una sanzione pecuniaria che è assolutamente inefficace e che, tra l'altro, da sola e di per sé non serve a dissuadere persone che vanno via dai loro Paesi di provenienza perché muoiono di fame?
Il Governo ha poi valutato il coinvolgimento che questa norma - che stabilisce una sanzione penale, seppure irrisoria, introdotta in questo circuito infernale giudiziario - ha nei confronti dei datori di lavoro? Quali nei confronti del sistema sanitario? Quale ricaduta ha sul sistema di assistenza ad anziani e bambini?
Non solo il Governo non ha introdotto alcuna norma a favore delle famiglie, neanche nel cosiddetto decreto anticrisi, ma, attraverso queste perniciose norme, punisce gravemente anche le famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

(Iniziative volte ad assicurare adeguate risorse umane e strumentali presso gli uffici del giudice di pace - n. 3-00592)

PRESIDENTE. L'onorevole Nicola Molteni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00592, concernente iniziative volte ad assicurare adeguate risorse umane e strumentali presso gli uffici del giudice di pace (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, signor Ministro, la presente interrogazione ha ad oggetto la figura e il ruolo del giudice di pace e, in generale, della magistratura onoraria, alla luce delle nuove competenze e delle nuove attribuzioni che le sono state riservate sia attraverso la recentissima riforma del codice di procedura civile e il conferimento di nuove competenze per valore e per materia, sia attraverso la nuova legge sulla sicurezza e l'introduzione del reato di immigrazione clandestina, quindi di soggiorno e di permanenza illegale nel territorio dello Stato.
Le nuove competenze e le nuove funzioni recano, conseguentemente, una valorizzazione importante di questa parte fondamentale della nostra magistratura, che ricopre un ruolo fondamentale per il funzionamento, per l'efficacia e l'efficienza del sistema giustizia nel Paese.

Pag. 58

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 16)

NICOLA MOLTENI. Alla luce di queste nuove competenze e di questo nuovo ruolo, ancor più importante, che viene attribuito alla magistratura onoraria e ai giudici di pace, con la presente interrogazione a risposta immediata vogliamo chiedere al Ministro quali iniziative intenda adottare per far fronte alle nuove incombenze di questa parte fondamentale della magistratura e per consentirle di esercitare con compiutezza tali attività, che sono assolutamente fondamentali per il funzionamento della nostra giustizia.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole collega che mi consente anche di precisare che, ad esempio, al giudice di pace saranno demandati anche tutti i procedimenti che faranno riferimento al nuovo reato di immigrazione clandestina.
Il Governo valuta che le recenti nuove disposizioni sul processo civile, contenute nella legge del 18 giugno 2009, n. 69, che sono entrate in vigore il 4 luglio scorso, non creeranno problemi di applicazione.
Innanzitutto, esse fanno riferimento ai soli giudizi instaurati successivamente alla data di entrata in vigore, ad eccezione delle disposizioni sulla motivazione della sentenza che, invece, si applicano anche ai giudizi in corso; ma, in tal caso, le norme, consentendo una concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione, accelereranno il lavoro del giudice di pace.
È previsto un aumento della competenza per valore del giudice di pace. Si tratta di una disposizione introdotta principalmente per aggiornare il limite di competenza al deprezzamento del valore della moneta che è indiscutibilmente avvenuto dal 1995 ad oggi. Tale aumento della competenza per valore non dovrebbe causare effetti significativi sul carico di lavoro complessivo del giudice di pace.
Né si ritiene che potrà avere un effetto negativo il trasferimento al giudice di pace delle cause relative agli interessi o oneri accessori da ritardato pagamento di prestazioni previdenziali e assistenziali, trattandosi di questioni che fanno riferimento a delle semplici variazioni tecniche che non presentano particolari complessità giuridiche.
Come già ricordato, comunque, onorevole, il processo davanti al giudice di pace, rispetto al rito ordinario di cognizione davanti al tribunale, si caratterizza per un maggiore snellezza e semplificazione delle procedure, caratteristiche queste che sono state accentuate con la riforma recentemente approvata dal Parlamento che mira a migliorare l'efficienza degli uffici giudiziari.
Per quanto riguarda poi le sue giuste preoccupazioni rispetto alla consistenza del personale amministrativo negli uffici del giudice di pace, l'amministrazione della giustizia fa presente che, oltre a quello dei ruoli, risultano attualmente in servizio ulteriori 497 unità di personale comunale comandato ai sensi della legge 24 novembre 1999, n. 468. Tale personale, che opera o che ha operato per almeno due anni presso gli uffici di conciliazione alla data di entrata in vigore della legge, continuerà a prestare servizio nella medesima posizione, presso l'ufficio del giudice di pace.
Sono, inoltre, presenti altre 76 unità di personale, comandate da altre amministrazioni.
Si ritiene, pertanto, che la percentuale complessiva di scopertura dell'organico sia pari ad appena il 2,49 per cento, inferiore decisamente alla media nazionale relativa a tutti gli uffici giudiziari.
Comunque, intendo rassicurare lei e il suo gruppo circa il fatto che da tempo sono state avviate dal Ministro della giustizia lavori preparatori per una revisione organica della disciplina e delle funzioni della magistratura onoraria, nel chiaro intento di riconoscere la sempre maggiore professionalità di questa importante categoria Pag. 59ed attuare un più razionale impiego delle risorse umane e strumentali disponibili.

PRESIDENTE. L'onorevole Molteni ha facoltà di replicare.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, posso definirmi assolutamente soddisfatto della risposta appena fornita dal Ministro. Devo dire che si mostra grande attenzione verso questo comparto fondamentale della giustizia del nostro Paese.
L'impegno e la sollecitazione ulteriori che noi vogliamo muovere sono proprio nell'ottica di poter sviluppare, nel più rapido tempo possibile, una riforma organica della magistratura onoraria e sappiamo che, in tal senso, il Ministro Alfano, nei confronti del quale esprimiamo la massima stima e fiducia, si sta già attivando.
C'è un termine di scadenza che è quello del 31 dicembre 2009. Dobbiamo dare dignità alla magistratura onoraria che è una parte assolutamente fondamentale del nostro sistema giustizia, proprio per poter dare giustizia in maniera efficiente ed efficace al nostro Paese.
La magistratura onoraria, i giudice di pace, come abbiamo più volte detto, non sono magistrati di serie B: essi hanno una propria dignità, una propria professionalità e, quindi, in tal senso, penso debba essere garantita.
Pertanto, con questa interrogazione rivolgiamo un ulteriore sollecito con riferimento a questa riforma organica, che è particolarmente sentita non soltanto dagli addetti ai lavori ma anche dei cittadini stessi (perché dobbiamo ricordare che la giustizia è esercitata ed espletata in modo particolare in nome e nell'interesse dei nostri cittadini). Per avere una giustizia efficiente, efficace, celere e che funziona dobbiamo mettere gli attori del sistema giudiziario nelle condizioni di operare ed espletare la propria funzione al meglio.
So che l'impegno del Governo in tal senso è particolarmente sviluppato e, quindi, il nostro invito è quello di continuare su questo percorso dove ci saranno sicuramente un appoggio e un impegno importante da parte della Lega.

(Iniziative per la realizzazione dell'aeroporto di Agrigento - n. 3-00593)

(Si veda anche la rettifica comunicata nel resoconto stenografico del 14 luglio 2009, pag. 22)

PRESIDENTE. L'onorevole Vincenzo Antonio Fontana ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00593, concernente iniziative per la realizzazione dell'aeroporto di Agrigento (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

VINCENZO ANTONIO FONTANA. Signor Presidente, signor Ministro, premetto che la realizzazione dell'aeroporto della provincia di Agrigento è assolutamente indispensabile per fermare l'isolamento di tutta l'area centro-meridionale della Sicilia e che, a tal uopo, la AVT (Azienda Aeroporto Valle dei Templi) Spa, a suo tempo costituita dalla provincia e dalla Camera di commercio di Agrigento, ha provveduto, negli anni, alla realizzazione di un progetto con l'individuazione del sito, nonostante le numerose difficoltà del territorio dal punto di vista geologico, archeologico e paesaggistico.
La regione siciliana ha inserito l'opera nel piano regionale dei trasporti prevedendone la realizzazione con priorità ed esattamente nella fascia temporale entro il 2013. A tal fine, è stato già disposto dalla regione siciliana un finanziamento di 35 milioni di euro pari al 50 per cento del costo dell'intera opera, mentre la provincia di Agrigento è stata individuata come ente attuatore.
Le valutazioni finora espresse dall'ENAC nel progetto dell'aeroporto...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

VINCENZO ANTONIO FONTANA. ...non hanno evidenziato motivazioni tali da pregiudicare la validità di una progettazione preceduta da uno studio molto Pag. 60attento che ha vagliato le diverse ipotesi di allocazione dell'opera.

PRESIDENTE. Grazie.

VINCENZO ANTONIO FONTANA. Chiedo, pertanto, quali siano i motivi che hanno finora impedito il pronunciamento definitivo sul progetto dell'aeroporto di Agrigento e quali eventuali modifiche possano consentire di non vanificare ...

PRESIDENTE. Grazie.

VINCENZO ANTONIO FONTANA. ...il lungo lavoro fin qui svolto per non compromettere definitivamente le risorse già stanziate...

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

VINCENZO ANTONIO FONTANA. Chiediamo se è intendimento di questo Governo...

PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere. Prego, signor Ministro.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il Governo è consapevole che la questione da lei sollevata, onorevole Fontana, attiene certamente alla concreta possibilità di incrementare lo sviluppo economico, turistico e infrastrutturale della provincia di Agrigento, con particolare riferimento ai poli di Sciacca e di Lampedusa, incremento che avverrebbe proprio grazie alla realizzazione del nuovo aeroporto.
A tal fine, lei ha correttamente ricordato che l'amministrazione provinciale di Agrigento ha trasmesso all'Ente nazionale per l'aviazione civile, già nel mese di luglio dello scorso anno, un progetto in tal senso.
Come lei ben sa, però, per ragioni esclusivamente tecniche (questa è la ragione, ma poi le dirò anche gli aggiornamenti che ci sono), sotto un profilo esclusivamente tecnico riguardante la pianificazione aeroportuale, secondo i dati forniti dall'ENAC, il bacino di utenza individuato dagli studi per le province di Agrigento e Caltanissetta non è in grado di sviluppare una domanda di trasporto aereo tale da giustificare la costruzione del nuovo scalo.
Queste considerazioni tecniche relative alla struttura economico-produttiva e alle previsioni di traffico illustrate nel progetto presentato dalla provincia di Agrigento sembrano, ad una prima analisi, non coerenti con le complessive previsioni tecniche elaborate dall'ENAC in materia di sviluppo del traffico aereo nazionale e regionale e, quindi, tali da comportare la non realizzazione della nuova infrastruttura aeroportuale.
Tale orientamento sembrerebbe anche avvalorato alla luce dei relativi e prevedibili costi di costruzione e di gestione e ulteriori problematiche sembrerebbero scaturire da alcune carenze e implicazioni sotto il profilo della capacità infrastrutturale, dell'utilizzabilità della pista e sotto il profilo costruttivo.
Va ancora ricordato che il 30 giugno scorso, presso l'assessorato turismo comunicazione e trasporti della regione siciliana, ha avuto luogo una riunione convocata al fine di verificare tutti i profili connessi alle attività necessarie per la realizzazione di un nuovo scalo.
In tale riunione l'ENAC ha dato notizia, e si è impegnata in tal senso, del varo di uno studio sullo sviluppo delle infrastrutture aeroportuali quale elemento strategico dell'organizzazione del territorio il cui risultato sarà quanto prima presentato alle autorità di governo della regione Sicilia.
Lo studio in questione terrà conto non solo degli aspetti di carattere tecnico al quale ho già fatto riferimento, ma prenderà in debita considerazione anche nuovi elementi e contributi che gli enti locali presenteranno.
In esito alla nuova istruttoria il Governo naturalmente si ritiene impegnato a fornire compiutamente nella sede parlamentare quando sarà richiesto e tutti gli elementi del caso che dovessero emergere in proposito a conforto dell'intendimento degli onorevoli interroganti.

Pag. 61

PRESIDENTE. L'onorevole Vincenzo Antonio Fontana ha facoltà di replicare per due minuti.

VINCENZO ANTONIO FONTANA. Signor Presidente, signor Ministro, sono parzialmente soddisfatto della risposta, però devo assolutamente evidenziare, perché nei miei dieci anni di presidenza della provincia mi sono dedicato proprio a questa realizzazione e conosco bene il problema, che, per quanto riguarda l'aspetto della sostenibilità dell'opera, al di là delle indagini che sono state fatte (tra l'altro parallele, perché sono stati presentati due studi ed entrambi affermavano con certezza che la sostenibilità dell'opera esisteva e c'è ancora oggi) abbiamo ritenuto di realizzare l'opera con la partecipazione dei privati, ossia attraverso un avviso con una manifestazione di interesse e saranno i privati a stabilire se l'opera sia sostenibile o no.
Avremmo portato avanti un bando pubblico per la realizzazione e la gestione della stessa opera e pertanto la sostenibilità l'avrebbero certamente stabilita i privati che intendevano partecipare alla gara, quindi questo mi sembra assolutamente superato.
Per quanto riguarda invece i rilievi che aveva fatto l'ENAC rispetto agli aspetti tecnici, essi sono altrettanto superati dalle risposte che sono state fornite all'ENAC. Credo invece che da parte dell'ENAC vi sia una volontà politica di non realizzare quest'opera, poiché ritiene che in Sicilia non sia assolutamente necessario realizzare un ulteriore aeroporto.
Le faccio solo un esempio e concludo: se lei si mette una cartina geografica davanti ed indica con dei puntini rossi gli aeroporti che sono distribuiti nel nostro Paese vedrà che c'è una concentrazione di puntini rossi del centro nord e che, man mano che si scende, si vanno diradando fino a scomparire completamente proprio nella fascia centromeridionale della Sicilia dove trova soltanto i due puntini rossi che sono rappresentati dall'aeroporto di Catania (con il costruendo aeroporto di Comiso che è a due passi da Catania) e, dall'altra parte, l'aeroporto di Palermo con a 60 chilometri - tra l'altro collegato anche da un'autostrada abbastanza veloce - l'aeroporto di Trapani, mentre tutta la fascia centrale della Sicilia è totalmente scoperta.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

VINCENZO ANTONIO FONTANA. Pertanto, non so come nel piano nazionale degli aeroporti che l'ENAC sta per redigere non si preveda invece questa opera che per noi sarebbe importantissima...

PRESIDENTE. Deve concludere.

VINCENZO ANTONIO FONTANA. ...anche perché rappresentiamo l'estremo lembo dell'Europa e abbiamo maggiore necessità di altri di un collegamento veloce con il resto del Paese e con il resto dell'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Congratulazioni).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta che riprenderà alle 16,30 con il seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge recanti disposizioni in materia di violenza sessuale.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brugger, Cicchitto, Cirielli, Cossiga, Cota, Donadi, Gregorio Fontana, Leo, Lo Monte, Lucà, Milanato, Pescante, Romani, Soro, Stucchi, Valducci e Vitali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto, i deputati in missione sono complessivamente ottantuno, come risulta Pag. 62dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

In morte dell'onorevole Oddo Biasini.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, comunico che nella giornata di ieri è deceduto l'onorevole Oddo Biasini, già deputato nelle legislature V, VI, VII, VIII e IX.
Ricordo che l'onorevole Oddo Biasini è stato Vicepresidente della Camera dei deputati nella IX legislatura, dal 19 luglio 1983 al 1o luglio 1987, dopo avere svolto le funzioni di vicepresidente della Commissione istruzione nella V e nella VI legislatura.
Sempre nella VI legislatura è stato presidente della Giunta per l'esame delle domande di autorizzazione a procedere in giudizio, mentre nella VIII legislatura ha assunto la presidenza della Commissione parlamentare di inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro e l'assassinio di Aldo Moro e sul terrorismo in Italia.
Segretario del Partito repubblicano negli anni Settanta, è stato in più occasioni a capo del gruppo parlamentare del suo partito. Anche a livello governativo ha ricoperto diversi significativi carichi. È stato, infatti, Ministro dei beni culturali e ambientali nel secondo Governo Cossiga e nel Governo Forlani e sottosegretario alla pubblica istruzione nel primo e nel terzo Governo Rumor e nel primo Governo Colombo.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Ha chiesto di parlare l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero pronunciare alcune parole, dopo quelle da lei dette, per ricordare...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia...

GIORGIO LA MALFA. ...la figura di Oddo Biasini che, come lei ha ricordato, fu deputato al Parlamento per cinque legislature, fra il 1968 e il 1987 e fu Vicepresidente della nostra Assemblea fra il 1983 e il 1987. Oddo Biasini, scomparso nella nottata di oggi, era nato a Cesena, la sua città, il 13 maggio 1917. Aveva, quindi, compiuto 92 anni.
Egli aveva partecipato alla Resistenza come vicecomandante del gruppo Mazzini. Dopo la Liberazione era stato amministratore della sua città e poi assessore, negli anni Cinquanta con un grande sindaco repubblicano di Cesena, che fu Tonino Manuzzi. Divenne deputato nel 1968 e fu rieletto nelle successive quattro legislature. Sottosegretario più volte alla pubblica istruzione, fu Ministro per i beni culturali e Vicepresidente dell'Assemblea. Fu segretario del Partito repubblicano italiano fra il 1975 e il 1979 in anni fra i più drammatici e difficili della Repubblica. In quell'incarico diede prova di grande equilibrio e saggezza politica.
Con Oddo Biasini scompare l'ultima grande figura del repubblicanesimo storico del dopoguerra, dopo Oronzo Reale e Randolfo Pacciardi. Biasini era una figura tipica della tradizione romagnola del Partito repubblicano, quella da cui provennero alcuni grandi esponenti repubblicani fra la fine dell'Ottocento e il secondo dopoguerra, come Giuseppe Gaudenzi, Ubaldo Comandini, Cino Macrelli, ed era in particolare legato alla tradizione di Cesena, che ha sempre rappresentato con Ravenna e Forlì, il fulcro del repubblicanesimo romagnolo.
Biasini aveva le dotti tipiche di quella tradizione mazziniana italiana: una passione politica intensissima, un assoluto disinteresse personale, il senso del dovere verso le istituzioni, un legame indissolubile con il Partito repubblicano, il senso che la politica è prima di tutto, come aveva insegnato Mazzini, apostolato popolare.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, in un periodo come questo che noi viviamo con angoscia, dove troppo spesso la politica appare priva di riferimenti ideali, un gioco scoperto di interessi di parte, se non Pag. 63individuali, che prescindono dagli interessi nazionale, dove la Chiesa stessa è costretta a rivolgere un monito severo ai politici per i loro costumi, figure come quella di Oddo Biasini possono costituire - ed anzi dovrebbero costituire, onorevoli colleghi - un esempio ed un riferimento per una politica che voglia recuperare il senso ideale di alta magistratura civile e di generoso servizio verso le istituzioni e verso la comunità nazionale.
Spero che la nostra Assemblea vorrà ricordare in una seduta, in una occasione più formale, questo suo componente nobile e autorevole (Applausi).

Sull'ordine dei lavori (ore 16,38).

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, vorrei intervenire sulla scia degli interventi dei miei colleghi dei giorni precedenti - l'onorevole Giulietti, il presidente Casini, l'onorevole Carlucci - per segnalare alla Presidenza, e la prego di farsene interprete presso il Presidente della Camera, una preoccupazione davvero molto grande che riguarda il mondo della cultura, in particolare per ciò che concerne lo spettacolo, il cinema, il teatro, la musica, gli enti lirici, la danza, lo spettacolo viaggiante, i circhi e gli artisti di strada. Tutto questo si trova sotto il capitolo del Fondo unico per lo spettacolo che è stato tagliato l'anno scorso di 200 milioni all'anno per tre anni e che quest'anno non vede nessun miglioramento.
Signor Presidente, il problema è molto serio: questo è un mondo che di fatto vive sul credito bancario, i finanziamenti arrivano a colmare i debiti degli anni precedenti. Non credo che si possa andare avanti in questo modo e lo sforzo generoso che si sta facendo in Commissione cultura per varare una legge unitaria e bipartisan sullo spettacolo dal vivo è totalmente vanificata da un Fondo unico per lo spettacolo che è arrivato ai livelli del 1985 e che rientra nel campo dello 0,1 per cento del prodotto interno lordo per la cultura investito, o per meglio dire speso, da questo Governo.
Credo che sia arrivato il momento che il Ministro Bondi venga per essere audito in Commissione, ma anche in quest'Aula del Parlamento, e che il Ministro Tremonti ci dica per quale motivo umilia la cultura italiana. Vi sono tantissimi appelli del mondo della cultura, li avete letti sui giornali: c'è oggi l'appello dei musicisti, ieri c'è stato quello degli attori, c'è la mobilitazione dell'AGIS, c'è la mobilitazione delle organizzazioni dei lavoratori, si tratta di 200 mila lavoratori e di seimila fra grandi, piccole e medie imprese.
Non facciamo morire la cultura in questo Paese, vorrei che l'Aula ne fosse consapevole, pur nelle difficoltà. Pertanto signor Presidente, sono qui a dire che abbiamo presentato una risoluzione e che cercheremo di fare di tutto, in modo unitario. Certamente se la cultura viene così tanto umiliata e azzerata nel nostro Paese non vi sarà possibilità di crescita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Si riprende la discussione (ore 16,40).

PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 6.600, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 574-A ed abbinati).
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'emendamento 9.301.

(Ripresa esame dell'articolo 9 - A.C. 574-A)

PRESIDENTE. Passiamo quindi alla votazione dell'articolo 9, nel testo emendato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato. Pag. 64
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Dell'Elce... onorevole Sarubbi... onorevole Boccuzzi... onorevole Vincenzo Antonio Fontana...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 370
Maggioranza 186
Hanno votato
369
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Bruno, Della Vedova, De Pasquale, Bellotti e Mottola hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Romano ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell' articolo aggiuntivo Ferranti 9.07.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, attraverso la modifica del Codice delle pari opportunità, questo articolo aggiuntivo tende ad intervenire a tutela delle vittime di violenza, privilegiando un terreno diverso da quello dell'inasprimento delle pene, anche per scongiurare il rischio di tornare poi su questo testo di legge, dopo quasi quindici anni, facendone sostanzialmente un'appendice di un pacchetto sulla sicurezza.
Con questo articolo aggiuntivo si chiede, infatti, che venga formato il personale sanitario che deve accogliere le vittime di violenza. Non è una cosa irrilevante, non stiamo parlando di corsi di formazione tanto per farli, ma stiamo parlando di come si convince la vittima ad assumere come interlocutore il mondo esterno, a non chiudere tutto il dolore dentro di sé e sappiamo che il primo luogo con cui una vittima entra in relazione, soprattutto nei casi di violenza più efferata, è proprio il pronto soccorso e, in generale, i presidi della medicina sul territorio.
Non è indifferente che lì la vittima venga accolta da personale che conosca un linguaggio, che sappia come si parla con le donne che vanno a dichiarare semplicemente di essere cadute, quando è noto che non si tratta di un incidente domestico, ma molto spesso di una violenza familiare. Se quel personale è formato, quel personale è anche più capace di ricevere una denunzia e questa norma non ha problemi di bilancio perché non richiede ulteriori spese, ma la modifica dei programmi di formazione del personale sanitario.
Tuttavia, questo articolo aggiuntivo non si ferma qui. Esso prova a coinvolgere anche le politiche di sostegno alle vittime e a chiedere politiche previdenziali e, soprattutto, politiche di comunicazione. Abbiamo visto prima nell'esaminare l'articolo 9 quale sia il problema: vorrei ricordare all'Aula che le risorse per queste politiche sono state tolte all'inizio per finanziare il mancato gettito dell'ICI, ben 30 milioni di euro. Eppure sappiamo che senza comunicazione non è possibile far crescere in questo Paese un'altra cultura della sessualità intesa come libertà e responsabilità e non come dominio o merce di scambio, come purtroppo le vicende di questi giorni, a prescindere da chi ne sia coinvolto, testimoniano.
Occorre, quindi, diffondere una cultura tra le donne e tra gli uomini, lo ripeto, tra le donne e tra gli uomini e per questo noi, oggi, non possiamo dividerci; dovremmo avere il coraggio che si è avuto nel 1996, visto che stiamo modificando proprio quella legge che conobbe una discussione nel Paese che durò circa vent'anni, ma che poi si concluse con un gesto unitario.
È una norma che non costa nulla, ma che chiede di non lasciare soltanto al momento repressivo il contrasto a questo fenomeno. Dunque, sulla base di ciò credo che dovremmo richiamare il senso di responsabilità politica di ciascuno di noi. Mi auguro, quindi, che nonostante il parere contrario del relatore e del Governo, anche la maggioranza possa votare questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 65

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mastromauro. Ne ha facoltà.

MARGHERITA ANGELA MASTROMAURO. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo Ferranti 9.07.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ferranti 9.07, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Porcino..onorevole Papa...onorevole Berardi...onorevole Palumbo...onorevole Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 408
Votanti 406
Astenuti 2
Maggioranza 204
Hanno votato
192
Hanno votato
no 214).

Prendo atto che i deputati Graziano, De Pasquale, Pes e Bossa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Romano ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ferranti 9.06.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Froner. Ne ha facoltà.

LAURA FRONER. Signor Presidente, innanzitutto vorrei sottolineare ancora una volta l'importanza di mettere in atto tutto ciò che è possibile nell'ambito della prevenzione di qualsiasi forma di violenza fisica, sessuale e psicologica e dell'educazione al rispetto ed alla pari dignità uomo-donna. In secondo luogo, intendo evidenziare il peso che può essere dato dall'immagine della donna diffusa dai media - e in questo senso, come ha ricordato la collega, soprattutto di quanto scritto e detto negli ultimi mesi, di cui non possiamo sicuramente andare fiere - e dalla pubblicità. A proposito di quest'ultima ricordo che il messaggio subliminale può essere ancora più influente rispetto a quanto dichiarato in modo esplicito.
Quindi, con la nostra proposta emendativa proponiamo di riconosce il ruolo positivo che il sistema di comunicazione potrebbe svolgere per promuovere un atteggiamento antidiscriminatorio. Nel contempo, stabiliamo il divieto di usare l'immagine della donna in modo vessatorio e discriminatorio a fini pubblicitari, prevedendo che possa essere richiesto l'intervento dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato per inibire la pubblicità in contrasto con tale divieto.
Infine, nell'ambito della tutela dalla pubblicità discriminatoria e per le relative sanzioni, si propone di applicare l'articolo 27 del codice di consumo, che prevede possa essere inibita la continuazione degli atti di pubblicità ingannevole o di pubblicità comparativa ritenuta illecita, ricorrendo ad organismi volontari e autonomi di autodisciplina. Ricordo che si tratta di una modifica che non costa nulla, ma che tanto può influire in positivo (o in negativo) sulla nostra cultura e sulla formazione dei giovani. Quindi, alla vostra responsabilità il voto di conseguenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, con il sostenere questa proposta emendativa e la logica che la ispira mi permetto di dire che è chiaro a tutti i colleghi che non bastano le misure penali e il maggior rigore, che con il provvedimento in esame vogliamo indicare al Paese e alla società, contro questi odiosi crimini di violenza sessuale. Abbiamo aumentato le pene per alcune fattispecie (per le Pag. 66violenze di gruppo, per i reati di violenza sessuale in generale e per i reati specifici contro i disabili e i minorenni).
Larga parte di questa materia è importantissima anche dal punto di vista dei diritti umani fondamentali e della parità di genere. Ci si affida esattamente anche all'attività culturale e formativa delle coscienze, dunque è molto importante la proposta emendativa sulla non discriminazione nella televisione, nella comunicazione, nei programmi, nell'immagine che in genere si dà della donna.
Avevamo trattato anche un punto più specifico, che vorrei non fosse perduto, che è quello di una diffusa immagine che c'è nella pornografia, che è un genere ammesso, evidentemente con limiti, che nessuno vuole censurare, ma che troppo spesso, in troppe pubblicazioni, associa l'idea stessa di piacere sessuale con l'idea di violenza individuale o di gruppo fatta sul corpo femminile. È un tema che può apparire singolare e aperto a vario tipo di «censure», ma non è sotto questo profilo che lo considero, ma sotto quello di un'immagine diffusa e molto deviante della stessa formazione dei giovani, che finiscono spesso, soprattutto i più deboli, per associare l'idea di piacere sessuale all'idea di una violenza praticata senza il consenso. Su questo tema, che riguarda la questione più generale delle libertà di stampa e dei compiti del Garante dell'informazione, credo che in altra sede dovremo tornare, senza scopi censori, ma anzi con un occhio concreto all'effettività e alla pervasività di certi modelli sulle distorsioni formative, soprattutto dei giovani maschi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ferranti 9.06, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Porcino, Papa, Marantelli, Merloni, Cuperlo, Misuraca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 419
Votanti 412
Astenuti 7
Maggioranza 207
Hanno votato
191
Hanno votato
no 221).

Prendo atto che i deputati De Pasquale e Volontè hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ferranti 9.0205.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pollastrini. Ne ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI. Signor Presidente, mi permetta una brevissima premessa, prima di sostenere la proposta emendativa. Come ho avuto modo di dire in quest'Aula, quando si tratta di diritti umani e di contrasto alla violenza, per noi essere di parte significa stare dalla parte delle donne. Con questo spirito, come gruppo, siamo sempre intervenuti con serietà e passione, perché l'urgenza del fare una legge non rinunciasse all'ambizione morale di dare, però, al Paese una buona legge, una norma - come fu, lo ricordava prima l'onorevole Capano, per la prima storica legge del 1996 - in grado di alimentare una consapevolezza diffusa e di trasformare un'indignazione collettiva, i dolori e gli strazi personali, in un'educazione civile permanente. Per questo, abbiamo insistito dall'inizio perché l'ispirazione della legge tenesse insieme, in modo indissolubile, prevenzione, tutela della vittima, adeguamento e certezza della pena.
Per noi ciò significa investire nella formazione fino dai banchi della scuola, nell'immagine della donna e della sua dignità; insomma, in un'idea di società improntata al valore sacro del rispetto della persona. Vuole dire investire su centri, case, associazioni di donne, sui servizi pubblici alla persona, sulla tutela effettiva e concreta della vittima. Pag. 67
Voi avete scelto di percorrere un'altra strada: quella di frazionare una grande questione sociale e culturale in diversi provvedimenti, dallo stalking all'omofobia, fino alla tutela dei minori. Ma in questo modo ancora una volta - questo è il punto - viene rimossa la scelta di un piano d'azione integrato contro la violenza capace di aggredire le cause di questa piaga, e soprattutto dotato di un vero e proprio fondo, vale a dire di risorse certe per vincere questo dramma. Ecco perché le obiezioni sollevate stamane in Aula dai colleghi Quartiani, Vico e Giachetti non hanno solo un serio fondamento tecnico, ma sono obiezioni politiche, che il Governo ha voluto ignorare. Ora il rischio per milioni di donne è di avere una legge-manifesto depurata degli strumenti essenziali, vale a dire le risorse per poter funzionare, cioè per essere per davvero una legge dalla parte delle donne.
Qualcosa è stato recepito delle nostre proposte, come nel caso dell'articolo aggiuntivo in esame, sull'obbligo per il Governo di riferire al Parlamento sui risultati conseguiti dalla legge nella sua applicazione. Ma il punto rimane: voi faticate a leggere questo dramma per ciò che esso è davvero, una frontiera di civiltà, di rispetto verso la figura femminile come condizione del rispetto di tutti. Voi rischiate di fatto di ridurre alla sola repressione una questione che è allo stesso tempo culturale, e quindi eminentemente politica. Lo ripeto affinché non vi siano equivoci: noi siamo d'accordo sull'obiettivo dell'adeguamento e della certezza delle pene, non lo riteniamo secondario; ma davvero, da solo non basta. Speravo, intervenendo, di poter dire che quello di oggi era un primo passo; ma certo la vostra reticenza sul tema decisivo del fondo e delle risorse rende questo primo passo quanto meno incerto e assai ambiguo.
Questo Parlamento credo avesse il dovere di fare di più. Noi continueremo ad incalzare il Governo affinché alle parole seguano quei fatti, che purtroppo nella legge oggi in esame sono ancora carenti. Le donne non hanno bisogno di promesse: le donne capiscono, hanno bisogno di coerenze, risorse, dignità. Noi, come sempre, siamo impegnati e continueremo a combattere per questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 9.0205, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Papa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 432
Votanti 428
Astenuti 4
Maggioranza 215
Hanno votato
426
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Pelino 9.015.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

PAOLA PELINO. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Ferranti 9.010 e Di Pietro 9.0201, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi... onorevole Ascierto... onorevole Papa... Pag. 68
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 431
Votanti 430
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato
204
Hanno votato
no 226).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Livia Turco 9.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà.

LIVIA TURCO. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo prevede di generalizzare un'esperienza molto positiva che la regione Lombardia sta portando avanti insieme alla clinica Mangiagalli di Milano, così come l'esperienza che l'ospedale Sant'Anna di Torino sta portando avanti con la regione Piemonte, vale a dire quella degli sportelli antiviolenza all'interno del pronto soccorso.
Vorrei chiedere ai colleghi di porre attenzione a questa esperienza perché il pronto soccorso è il luogo cui la vittima o la persona che subisce violenza si rivolge, e rappresenta quel momento in cui tante volte una donna o un minore che vivono un'esperienza di violenza non sono ancora in grado di raccontarla, di decifrarla e di dire che si tratta di una violenza subita in famiglia o di una violenza sessuale. Il rapporto con i medici di primo aiuto del pronto soccorso può essere dunque molto importante per analizzare in profondità l'esperienza di violenza ed attivare un percorso di reale presa in carico. Si tratta, ripeto, di esperienze avviate al pronto soccorso della clinica Mangiagalli di Milano e dell'ospedale di Sant'Anna di Torino sostenute da due regioni che hanno situazioni politiche diverse, esperienze importanti che sono davvero di tutela delle vittime in un momento particolarmente delicato.
Chiederei quindi ai colleghi ed alle colleghe di avere considerazione rispetto ad un'esperienza che ha aiutato molte donne e anche minori ad essere presi in carico in modo adeguato, perché il pronto soccorso rappresenta il momento in cui si può meglio aiutare, mentre quando si arriva dopo, l'aiuto può essere meno efficace.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia prima all'articolo aggiuntivo che vede come prima firmataria la collega Livia Turco e per sostenere le ragioni di tale proposta emendativa. Onestamente non si comprende il parere contrario del Governo, perché all'interno degli ospedali basterebbe emanare una circolare per stabilire che in ogni pronto soccorso sia presente una situazione dedicata alle vittime di questo tipo di violenza.
Addirittura qualche anno fa, signor Presidente, si parlava di un pronto soccorso specifico per i bambini, perché molte volte i bambini a seguito di incidenti si trovano a fianco persone che nulla hanno a che vedere con il loro mondo (e ciò, a maggior ragione, quando parliamo di vittime di violenza). Invito, quindi, il Governo a rivedere la sua posizione, perché l'articolo aggiuntivo in esame costituisce un segno di grande civiltà e sarebbe un segnale importante per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Livia Turco 9.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Papa... l'onorevole Nizzi ha votato... onorevole Mondello... prego, onorevole D'Antona, vuole riprovare? Pag. 69
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 435
Votanti 431
Astenuti 4
Maggioranza 216
Hanno votato
206
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che i deputati De Pasquale, Realacci e Mattesini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ferranti 9.0206.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pedoto. Ne ha facoltà.

LUCIANA PEDOTO. Signor Presidente, francamente mi sorprendo che abbiamo dovuto presentare questo articolo aggiuntivo, perché l'articolo 9 impegna l'autorità pubblica nel compito di sensibilizzare ed informare i cittadini sulle misure previste in favore delle vittime di violenze e maltrattamenti.
Mi chiedo come sia possibile rendere credibili le istituzioni. Come facciamo a porre in essere una campagna di sensibilizzazione ed informazione se non riusciamo a definire le specifiche competenze degli enti preposti all'accoglienza e al sostegno delle vittime di violenze e di maltrattamenti? Se volevamo fare una semplice legge deterrente, sarebbe stato sufficiente limitarci ad innalzare le pene e le sanzioni (così come mi sembra sia avvenuto nella maggior parte delle misure previste nel provvedimento). Ma se vogliamo individuare gli impegni dello Stato a tutela delle vittime e dei maltrattamenti dobbiamo impegnare le istituzioni nelle azioni volte a questo fine. Per questo motivo credo sia necessario il coordinamento di tutte le professionalità già coinvolte in questo tipo di assistenza.
L'istituzione di unità di soccorso specializzate per la prima accoglienza possono garantire sostegno alle vittime. Vi sono medici, psicologi, ginecologi, psichiatri, anche del servizio psichiatrico materno infantile, che possono agire secondo modelli già codificati e già noti, che hanno sensibilità affinate, diversificate a seconda delle caratteristiche della vittima e che possono essere di supporto al corretto svolgimento delle indagini, anche nella raccolta delle prove, senza dare la sensazione alle vittime di subire un interrogatorio. Si tratta di situazioni complesse che non possono essere sempre demandate alla sensibilità del singolo medico che si trova nel pronto soccorso durante il primo soccorso.
Chiedo, quindi, che questo articolo aggiuntivo venga approvato e possa trovare applicazione, anche perché, come le precedenti proposte emendative, non richiede l'impiego di risorse aggiuntive; non chiediamo soldi, né posti di lavoro, né assunzioni. Si tratta di funzioni che già rientrano nelle competenze delle ASL e nelle funzioni di pubblica sicurezza. Si tratta semplicemente di un'azione di coordinamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ferranti 9.0206, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Antona...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 432
Votanti 430
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato
208
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita ad Pag. 70esprimere voto favorevole e che la deputata Rivolta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi Murer 9.02 e Di Pietro 9.0203.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Murer. Ne ha facoltà.

DELIA MURER. Signor Presidente, gli articoli aggiuntivi in questione, al contrario, chiedono risorse per programmi a tutela delle vittime di violenza e di discriminazione. In sostanza, le proposte emendative prevedono che le regioni, gli enti locali ed i centri antiviolenza possano presentare progetti per il finanziamento da parte dello Stato di programmi di accoglienza, di ospitalità, di intervento precoce, di protezione nelle case rifugio per l'accoglienza temporanea, di reintegrazione personale e sociale delle vittime di violenza. Riteniamo che sia molto importante offrire questa possibilità perché sappiamo che la rete dei centri antiviolenza nel nostro Paese è esigua e, molto spesso, svolge attività che si basano soltanto sul finanziamento degli enti locali. Questi finanziamenti potrebbero rinvenirsi nel fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità e, quindi, credo che sarebbe un segno serio di volontà da parte di questa Camera compiere una scelta di questo genere, approvando questo articolo aggiuntivo.
Vorrei anche ricordare che rischiamo di votare una legge che inasprisce le pene ma non offre strumenti concreti né per essere a fianco delle vittime né per aprire ad una cultura del rispetto nel Paese attraverso un'opera di sensibilizzazione nelle scuole. Credo che ciò sia molto grave perché affrontiamo in termini monchi il problema. Anche la Commissione XII aveva suggerito di prestare attenzione in questa direzione. Chiederei dunque di ripensare il parere ed esprimere un voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Murer 9.02 e Di Pietro 9.0203, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Antona, onorevole Mazzuca... Onorevole Berardi, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 428
Maggioranza 215
Hanno votato
205
Hanno votato
no 223).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Samperi 9.03.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, anche l'articolo aggiuntivo 9.03, a mia prima firma, tende ad ampliare la sfera della prevenzione della tutela delle vittime del reato di violenza e si rivolge in modo particolare alle lavoratrici autonome che non hanno alcun tipo di copertura assicurativa per i rischi di malattia.
Con questa proposta emendativa si prevede l'esonero dal versamento dei contributi e dei premi per un periodo massimo di sei mesi. Riteniamo che questa legge, per essere completa, per essere efficace, per incidere su un problema così complesso come quello della violenza sessuale che è anche un problema culturale, abbia bisogno di un sistema che, da un lato, renda più consistente la prevenzione e, dall'altro, dia un maggiore sostegno alle vittime del reato.
Per tale motivo, nonostante alcuni emendamenti che vanno in questa direzione siano stati accolti, continuiamo ad insistere perché riteniamo questa parte emendativa, che riguarda prevenzione e sostegno alla vittime, quella più qualificante di tutto il disegno di legge.

Pag. 71

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Samperi 9.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Antona, onorevole Foti Tommaso, onorevole Colaninno, onorevole Cera...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 428
Votanti 421
Astenuti 7
Maggioranza 211
Hanno votato
197
Hanno votato
no 224).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Angeli 9.0200, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Antona, onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 428
Votanti 427
Astenuti 1
Maggioranza 214
Hanno votato
200
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che i deputati Laura Molteni e Pizzolante hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Di Biagio ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 9.0600 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghizzoni. Ne ha facoltà.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, intervengono in dichiarazione di voto per esprimere la soddisfazione del Partito Democratico nei confronti dell'articolo aggiuntivo in esame, del quale siamo stati promotori. Scopo del protocollo è quello di implementare il sistema di relazioni ed interazioni già in atto tra i diversi soggetti istituzionali e del volontariato, coinvolti nel contrasto al fenomeno della violenza alle donne e, sulla base della condivisione delle esperienze, rendere più efficaci le specifiche politiche di monitoraggio, di prevenzione, di formazione e di informazione orientate anche nei confronti della scuola.
Altro motivo di soddisfazione sta poi nel fatto di veder approdare a legge nazionale, facendone un punto qualificante, una buona prassi nata nel territorio e mi riferisco alla volontà locale di affrontare il problema. Infatti, il protocollo previsto nell'articolo aggiuntivo in esame fa riferimento a quello nato nel 2007 nella provincia di Modena, sotto il coordinamento della prefettura.
Signor Presidente, come poco fa ricordava anche l'onorevole Turco, siamo di fronte ad un bell'esempio della cosiddetta funzione nazionale dei territori, che arricchisce e sostanzia il federalismo solidale, su cui il Parlamento si è espresso pochi mesi fa. Nei due anni di attività, il protocollo modenese è stato particolarmente attivo nella formazione degli operatori socio-sanitari e delle forze dell'ordine per affrontare le diverse tipologie di violenza contro le donne (la violenza domestica, la violenza sessuale, quella fisica, lo stalking) e in particolare per far riconoscere agli operatori i fattori di rischio, denominati eventi sentinella della violenza.
Un altro punto qualificante dell'attività promossa dal protocollo sono stati gli incontri formativi ed informativi svolti nelle scuole superiori, durante i quali tanto Pag. 72i docenti quanto gli studenti si sono confrontati direttamente con i pregiudizi e con i luoghi comuni che pervadono i rapporti di genere, i rapporti tra uomini e donne e anche gli episodi di violenza, scoprendo con sorpresa di non esserne immuni.
I risultati conseguiti in questi due anni sono stati importanti: oltre al netto avanzamento della conoscenza del fenomeno da parte degli operatori e dei soggetti coinvolti sul territorio, si registra anche un miglioramento della capacità di ascolto, di assistenza degli operatori socio-sanitari e delle forze dell'ordine che, come ricordava la collega Capano, sono i primi che incontrano le donne che subiscono violenza.
Ho trovato importante l'aumento del numero di donne che si rivolgono alle istituzioni ed ai centri antiviolenza per denunciare i casi di violenza subita: lo fanno con minor paura, lo fanno con più convinzione, con più coraggio e con più sicurezza. Questo è un aspetto rilevante, che non va taciuto, soprattutto per la dignità delle donne.
Si è inoltre provveduto alla creazione di reti di servizio a supporto delle vittime di violenza.
Infine, ricordo l'intervento di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e, in particolare, dei giovani, per sollecitare una forte sanzione sociale nei confronti di chi usa violenza di qualsiasi tipo - psicologica, fisica e sessuale - verso le donne. Una sanzione sociale che, purtroppo, non è ancora senso comune, perché si confronta nel Paese con una radicata e diffusa cultura della sopraffazione e del non rispetto delle donne come persone.
Vorrei dire - e concludo - che questi sono risultati importanti per quanto riguarda l'informazione e l'assistenza sociale delle vittime di violenze. Sono risultati importanti di cui beneficia il mio territorio - il territorio di Modena - da due anni e con l'approvazione del presente articolo aggiuntivo potrà beneficiarne tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.0600 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Antona, onorevole Stanca, onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 429
Votanti 428
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato
425
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato La Loggia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
A seguito dell'approvazione dell'articolo aggiuntivo 9.0600 della Commissione risultano assorbiti anche gli identici articoli aggiuntivi Ferranti 9.08 e Di Pietro 9.0202.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Pelino 9.016.
Chiedo all'onorevole Pelino se acceda all'invito al ritiro del suo articolo aggiuntivo 9.016, formulato dal relatore.

PAOLA PELINO. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo Concia 9.013.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Concia 9.013, formulato dal relatore.

ANNA PAOLA CONCIA. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo a mia prima firma, 9.013, perché è stato accolto in sostanza dalla Commissione e, quindi, anche grazie a noi, finalmente, come dicevano le mie colleghe, si inizia a parlare di prevenzione nella scuola.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 73
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.0601 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello, onorevole Paglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 429
Votanti 427
Astenuti 2
Maggioranza 214
Hanno votato
426
Hanno votato
no 1).

Risulta, pertanto, assorbito il successivo articolo aggiuntivo Lorenzin 9.0101.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Di Pietro 9.0204.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo si inserisce tra quelli che riguardano la prevenzione e si rifà alle dottrine sociologiche e criminologiche più accreditate, che sostengono e hanno accertato che la migliore prevenzione è quella che ciascuno fa da solo nella propria vita privata.
In altri termini, è necessaria un'educazione all'autocontrollo e alla selezione dei comportamenti e delle situazioni in presenza dei quali i reati possono essere commessi in termini più numerosi e con maggiore danno.
Sulla base delle ricerche realizzate anche a livello di Unione europea e di Nazioni Unite, risulta accertato che i programmi che aiutano le persone ad essere consapevoli di ciò che è opportuno fare e delle situazioni che è opportuno evitare rappresentano un grande aiuto per la prevenzione del crimine.
Abbiamo ritenuto opportuno che questi corsi, questi programmi, questi aiuti e queste sensibilizzazioni nei confronti delle persone siano predisposti a livello del Ministero dell'interno, perché sono parzialmente diversi da quelli già previsti, attribuiti al Ministero per le pari opportunità e al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Sono parzialmente diverse perché attengono, in generale, agli strumenti di autodifesa e agli strumenti di autotutela. Ecco perché non abbiamo capito le ragioni per le quali questo articolo aggiuntivo è stato ritenuto non opportuno ed è stato espresso un parere contrario. L'Assemblea, però, può rimediare esprimendosi con un voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 9.0204, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... Onorevole Stradella, ha votato? Onorevole Boccuzzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazioni).

(Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato
200
Hanno votato
no 220).

Prendo atto che il deputato Antonino Foti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Cenni 9.0207.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, su questo articolo aggiuntivo è stato formulato Pag. 74dalla relatrice un invito al ritiro, con una proposta di trasformazione in ordine del giorno. Accetto questo invito, pertanto l'articolo aggiuntivo verrà trasformato in ordine del giorno.
Desidero, però, sottolineare un solo aspetto: Basilicata, Calabria, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Sardegna e Toscana, tra il 2007 e il 2009, hanno tutte varato leggi regionali in materia di contrasto alla violenza di genere. Buona parte di queste leggi opera e norma il funzionamento della rete dei soggetti pubblici e privati e del volontariato, che richiede una relazione forte con politiche e linee guida concertate con il Governo.
Mi auguro, quindi, che l'ordine del giorno sia poi preso sul serio dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ferranti 9.09.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amici. Ne ha facoltà.

SESA AMICI. Signor Presidente, molti anni fa quest'Aula è stata luogo di una straordinaria approvazione di una legge contro la violenza sessuale delle donne, frutto di uno straordinario movimento nel Paese dovuto alla soggettività politica delle stesse, come ha ricordato anche la collega Lorenzin.
La storicizzazione sarebbe assai importante e per molte di noi - ma soprattutto per le giovani generazioni -, andrebbe rivisto quel film inquietante, Processo per stupro, dove veniva avanti una certa immagine degli operatori della giustizia e delle forze dell'ordine e dove la vittima della violenza veniva spesso irrisa all'idea della stessa condizione con cui aveva potuto determinare atteggiamenti violenti. A quell'immagine nessuno di noi vuole più tornare indietro.
Proprio per questo abbiamo corretto questa legge, rispetto a tanti anni fa, perché sono maturate due condizioni. La prima è che le donne vogliono la certezza della pena, ma, insieme alla certezza della pena, vi chiedono rispetto e anche la consapevolezza che non basta solo reprimere.
L'esperienza dei tanti centri delle donne, della nuova cultura che è maturata anche tra gli operatori della giustizia e della polizia, richiede anzi, da questo punto di vista, un impegno straordinario, fatto di formazione e della necessità di continuare a lavorare sulle coscienze, perché il rispetto della persona possa essere il punto centrale nell'affrontare un tema così complesso, che continua ad interrogare non solo le donne, ma gran parte del mondo maschile.
È veramente singolare - e mi rivolgo alla relatrice e al Governo - che verso questa legge abbiamo avuto un atteggiamento paradossale: su tutta la prima parte, relativa all'innalzamento delle pene, il Governo ha mostrato grande sensibilità; ma quando alla legge è dovuto seguire un impianto di ordine politico, culturale e istituzionale, questo Governo, rispetto agli articoli aggiuntivi, ha continuato ad esprimere solo pareri contrari o inviti al ritiro.
C'è qualcosa che non va e lo hanno detto non solo le colleghe parlamentari dell'opposizione che mi hanno preceduto, ma lo diranno anche le donne di questo Paese, perché è questo il senso della nostra battaglia politica.
Questo è tanto più vero che la proposta emendativa che sto illustrando richiede una cosa di grande buon senso, ossia che nella programmazione dei corsi di aggiornamento delle forze dell'ordine e dei magistrati ordinari, possa e debba essere previsto un corso di aggiornamento proprio per le forze di polizia giudiziaria intorno a due questioni: quella del contrasto alla violenza sessuale, a quella domestica e soprattutto alla nuova fattispecie di reato che abbiamo introdotto, quella dello stalking.
Non si sta chiedendo null'altro che non applicare l'idea che la violenza si combatte con la repressione; ma, ancora di più, per sconfiggerla definitivamente, abbiamo bi Pag. 75sogno che alla vittima venga corrisposto un atteggiamento di dignità nel momento in cui viene colpita da un atto così violento. È per questo che vi chiedo di approvare questa proposta emendativa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e del deputato Sbai).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ferranti 9.09, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini... Ha votato. Onorevole Lazzari... Onorevole Mondello... Onorevole Sisto... Gli onorevoli Lazzari e Mondello hanno votato. Onorevole Berardi... Onorevole Amici...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazioni).

(Presenti 417
Votanti 415
Astenuti 2
Maggioranza 208
Hanno votato
199
Hanno votato
no 216).

Prendo atto che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Pelino 9.020.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Pelino 9.020 formulato dal relatore.

PAOLA PELINO. Si, Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 574-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 574-A ed abbinati).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Di Pietro 10.200.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 10.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Casini... Faccia con comodo... Onorevole Cesare Marini... Ha votato. Onorevole Berardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazioni).

(Presenti 416
Votanti 415
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato
197
Hanno votato
no 218).

Prendo atto che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Pag. 76
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ghizzoni... L'onorevole Mondello ha votato. Onorevole Speciale ... Onorevole Boccuzzi ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva. (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato
411
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati De Poli, Cambursano e Gibiino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 574-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 574-A ed abbinati), che erano stati accantonati nella parte antimeridiana della seduta.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ferranti 6.203, mentre invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario dell'emendamento Ferranti 6.204 in quanto recepito dal successivo emendamento della Commissione.
La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Di Pietro 0.6.500.2, mentre raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.6.500.600.
La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Di Pietro 0.6.500.1, accetta l'emendamento 6.500 del Governo e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 6.600 proponendo, però, che le parole «del soggetto» vengano sostituite con le seguenti: «dei soggetti».

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole relatore, a quale emendamento si sta riferendo?

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Mi riferisco all'emendamento 6.600 della Commissione.

PRESIDENTE. Prego, prosegua.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. La Commissione esprime, infine, parere favorevole sull'emendamento Mariarosaria Rossi 6.200.

PRESIDENTE. Qual è il parere sull'emendamento 6.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento?

CAROLINA LUSSANA, Relatore. La Commissione sull'emendamento 6.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, esprime un parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un chiarimento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi sono sicuramente distratto, tuttavia il relatore ha citato due emendamenti della Commissione che non vedo nel fascicolo.

PRESIDENTE. Si riferisce forse al subemendamento 0.6.500.600 della Commissione?

Pag. 77

ROBERTO GIACHETTI. Si trattava di due proposte emendative della Commissione.

PRESIDENTE. Sì, c'è anche l'emendamento 6.600 della Commissione: sono entrambi inseriti nel fascicolo aggiuntivo.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei rafforzare la richiesta, già formalizzata dal mio gruppo, relativa alla modalità di votazione segreta su queste proposte emendative e, laddove la Presidenza lo ritenga opportuno, del medesimo articolo.
L'emendamento soppressivo Ferranti 6.203 e l'emendamento Ferranti 6.204 volto a migliorare il testo, a nostro modo di vedere possono sicuramente ricondursi a quanto previsto dall'articolo 49, comma 1, del nostro Regolamento. Sappiamo che questo prevede che possano essere effettuate a scrutinio segreto le votazioni riguardanti le persone nonché, quando ne venga fatta richiesta ai sensi dell'articolo 51 - ed è questo il caso - quelle che incidono sui principi e sui diritti di libertà.
Il Regolamento, in proposito, ci rinvia ad alcuni articoli della Costituzione tra i quali vorrei rammentare l'articolo 13 che, al secondo comma, ci ricorda che «non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge».
Il contenuto dell'articolo al nostro esame, signor Presidente, è tale da conferire al questore la facoltà di disporre la collocazione dei rilievi fotografici su tutto il territorio di cui egli è responsabile, cioè sul territorio di sua competenza. Tali rilievi possono essere collocati in tutti i luoghi, in tutti gli esercizi pubblici, nonché in tutti i mezzi di trasporto e riguardano tutte quelle persone che possono ritenersi latitanti e che percorrono quel territorio con quel mezzo di trasporto e nei confronti dei quali si procede per i delitti previsti dagli articoli 609-bis, 609-quater e 609-octies.
Si aggiunge la frase «quando vi sia il sospetto». Quindi il questore, semplicemente in nome di un sospetto, determina una condizione che non è solo riferita all'ipotetico sospetto latitante che circola nel territorio ma, attraverso i rilievi fotografici, questa norma interviene persino su altre persone che potrebbero non essere assolutamente interessate dalla fattispecie della presenza di un latitante sul territorio.
Quindi, si insiste doppiamente su una questione che riguarda libertà costituzionali relativamente a una fattispecie di possibile reato o di possibile condizione di permanenza sul territorio di chi abbia commesso gravi reati contro lo Stato e contro la società, ma contemporaneamente si interviene su persone del tutto al di fuori delle specifiche condizioni che la norma prevede.
Quindi, signor Presidente, da questo punto di vista, le chiedo in modo particolare su questi passaggi una ulteriore attenzione (che la Presidenza ha avuto sino a questo momento su tutti gli altri articoli) e, quindi, di garantire che per quanto riguarda le votazioni sugli emendamenti Ferranti 6.203 e 6.204 (ed eventualmente su tutti gli altri emendamenti riferiti all'articolo 6 e anche sull'articolo 6, ove lo ritenga opportuno) si proceda con votazioni a scrutinio segreto. Ciò anche perché qui si tratta di una norma che viene introdotta e che non può essere considerata a questo punto nemmeno eccezionale, ma rischia di diventare un comportamento delle autorità di sicurezza che non passa attraverso una disposizione dell'autorità giudiziaria, che sarebbe il caso nel quale si potrebbe operare una valutazione differente ed al quale l'articolo 49 del Regolamento rinvia, cioè l'articolo 13 della Costituzione.

PRESIDENTE. La ringrazio anche delle puntuali motivazioni poste a supporto Pag. 78della richiesta. Debbo dire che la Presidenza non avrebbe difficoltà ad accogliere la sua richiesta, così come non l'ha avuta in altri casi in cui l'ha accolta. Però, proprio la tassatività dei richiami operati dall'articolo 49 del Regolamento in ordine alla possibilità di concessione del voto segreto porta alla necessaria esclusione dell'accoglimento della sua richiesta.
Il richiamo all'articolo 13 della Costituzione è relativo alla libertà personale, non alla libertà legata alla cosiddetta violazione della privacy che non è prevista in alcuno degli articoli della Costituzione o dei casi previsti dall'articolo 49 del Regolamento. Tra l'altro, quanto lei diceva a proposito delle foto è relativo ad un aumento dei poteri dell'autorità di pubblica sicurezza legato alla realizzazione delle finalità previste dalla legge. Pertanto, non ritengo di poter accedere alla sua richiesta.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ovviamente la sua decisione è insindacabile e mi rendo conto che poggia su un'analisi, ma la pregherei di valutare un'ipotesi. Stiamo affrontando una fattispecie che non credo abbia precedenti perché tocca anche il problema della privacy, ma non solo, e rischiamo oggi, con una decisione in corso d'opera, di precludere magari un approfondimento sulla materia che invece sarebbe utile, anche alla luce delle normative che hanno in qualche modo innovato la materia.
Quindi la pregherei, se rimane la sua decisione di non concedere il voto segreto, quanto meno di fare in modo che tale decisione non costituisca precedente e magari vi sia la possibilità in Giunta per il Regolamento o in altra sede di valutare se, con un'analisi un po' più approfondita, che non è possibile fare adesso (non per sua volontà), non ricorra invece la necessità di riconsiderare anche questa fattispecie all'interno dell'articolo 13 della Costituzione.

PRESIDENTE. La ringrazio di questa ultima osservazione, onorevole Giachetti. Come lei ben ha precisato, l'articolo 49 del Regolamento è di stretta interpretazione per cui la Presidenza ha «le mani legate». Comunque una modifica del Regolamento può essere proposta nel senso da lei auspicato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 6.203.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tenaglia. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, credo che su questo articolo e su questo emendamento si potrà discutere e decidere in maniera serena e libera, perché discutiamo di principi fondamentali della persona e credo che, quando vengono in gioco questi principi costituzionali, si debba prescindere dalle valutazioni politiche e dalle scelte che il proprio schieramento in quel momento ha effettuato, per far richiamo solo alla propria coscienza e al rispetto dei principi nei quali si crede, che si praticano e si difendono giornalmente nei propri ambiti di responsabilità e nelle proprie professioni.
Penso che in questo caso ciò sia particolarmente vero ed importante e da pensare ed esaminare con particolare attenzione. Una buona legge sulla violenza sessuale, che è quella più cruda sulla persona umana, deve fare quattro cose: prevenire, reprimere, dare effettività al processo e alla pena, tutelare la vittima e diffondere una cultura di difesa della vittima, della donna, del minore, della persona offesa. Questa norma cerca di migliorare e di fare queste cose, grazie al contributo e al lavoro di maggioranza e opposizione. L'abbiamo fatto su tanti punti, ma stiamo cadendo su questo.
Questo articolo prevede che un soggetto ancora assistito dalla presunzione di innocenza e, quindi, dal sacro principio costituzionale del garantismo venga sottoposto - fuori da una valutazione definitiva dell'autorità giudiziaria - ad un'attenzione pubblica che può essere definita una gogna moderna, senza nessuna possibilità di contraddittorio e di garanzia. Ciò avviene Pag. 79con la pubblicazione delle foto. Non vorrei che questa norma si ponesse nel solco del reato di clandestinità e delle ronde, cioè della privatizzazione della sicurezza. Nell'impossibilità di rispondere al bisogno di sicurezza con l'unico strumento che è utile ed efficace - ovvero quello dell'intervento dello Stato - si privatizza la sicurezza, scaricando il controllo del territorio sui cittadini. Non dobbiamo farlo, perché in questo caso la gogna porterebbe degli effetti terribili.
Insomma, ci siamo dimenticati del rumeno innocente - lo ripeto, innocente - riconosciuto come colpevole? Se avessimo affisso le foto e quel ragazzo fosse andato in giro per Roma inconsapevole, sarebbe stato linciato! Che ne avremmo fatto dei nostri principi e della nostra Costituzione? Venti giorni fa ho partecipato insieme all'ex Ministro Castelli alla presentazione di un libro che dovremmo leggere tutti: Rapita dalla giustizia. Un padre è stato accusato del peggiore reato possibile: la violenza nei confronti di una figlia. È stato arrestato e riconosciuto innocente dopo anni per un puro caso...

PRESIDENTE. Onorevole Tenaglia, la prego di concludere.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, mi rimetto naturalmente alla sua discrezionalità, ma è una questione rilevante, come lei può capire. Se mi concede altri cinque minuti, cerco di concludere.

PRESIDENTE. Dura lex.

LANFRANCO TENAGLIA. In questo caso rischiamo forse di farne una ancora più dura.
Ebbene, quel padre è stato riconosciuto innocente. Sappiamo, ci sono tanti avvocati tra di noi, quanto siano scivolose le prove, i riconoscimenti personali e le testimonianze in materia di violenza. Noi affidiamo a questa fase di valutazione sommaria una decisione così importante che ricade così decisamente sulla privacy e sulla libertà personale.
Sulle intercettazioni un mese fa abbiamo votato un testo che impedisce la pubblicazione del contenuto delle intercettazioni, anche se inserite in un'ordinanza di custodia cautelare. Va benissimo, c'è il garantismo, c'è la tutela della privacy. Qui facciamo il contrario! Non si può, guardate, non si può in nome dei principi costituzionali. Continuo a preferire ad un innocente in galera un colpevole fuori (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LANFRANCO TENAGLIA. Ci vuole un po' di coerenza. Se questi sono i principi, non entriamo nel far west, rimaniamo nell'ambito del recinto dettato dalla nostra Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stracquadanio. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, intervengo solo per dire, da una posizione di assoluto garantismo, che il collega Tenaglia non può ribaltare su una disposizione di norma gli errori della magistratura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO. Signor Presidente, siamo arrivati praticamente all'ultimo capitolo di questa legge che ha visto anche momenti di convergenza da parte di tutte le forze politiche: un grande lavoro fatto in Commissione da maggioranza e opposizione, come non si era visto in precedenza sullo stalking perché abbiamo dovuto recuperare il testo dal Governo all'ultimo momento.
È difficile rispetto a queste vicende essere contrari e anche argomentare quando le motivazioni sono che bisogna mettere in campo ogni mezzo per fermare la violenza contro le donne e i bambini. Lo capiamo Pag. 80da soli, le foto segnaletiche, i wanted, vanno in questa direzione secondo il comune sentire. Si tratta di reati odiosi, di atti odiosi, su cui si scatenano le paure e, purtroppo, a volte anche le psicosi. E quindi i vantaggi sono sotto gli occhi di tutti, ma io vorrei parlare dei rischi. Condivido non tutto, ma diverse argomentazioni che ha fatto il collega Tenaglia e che sono state svolte anche in Commissione da altri colleghi.
La giustizia sommaria è un rischio, la giustizia «fai da te» è un rischio. Anche il nuovo e a nostro giudizio inutile istituto delle ronde può rischiare di cadere in questa giustizia «fai da te» e a quel punto più che inutile diventerebbe un istituto dannoso quello delle ronde. E poi le foto segnaletiche saranno foto chiare, grandi, a colori, dai tratti somatici simili? Non si rischia una generalizzazione di persone che, magari, a prima vista possono essere simili per una barba, un taglio di capelli, un colore dei capelli o il colore della pelle? Rischiamo di cadere in errore e questo errore sarebbe molto grave perché non ci potrebbe essere rimedio.
A Roma, dopo gli ultimi stupri a Tor Carbone, cresce il panico. Su Facebook, scrivono i giornali di oggi, sono già nati tre o quattro gruppi dal titolo: «uccidete il maniaco sessuale». Spiace dirlo in questo momento, ma cosa si fa per reati anche più gravi, o di uguale o maggiore pericolosità sociale: parliamo di efferati omicidi. Ora noi voteremo a favore dell'emendamento soppressivo proposto dal Partito Democratico e già diciamo comunque che, per fortuna, gli emendamenti successivi concordati in Commissione mutano profondamente il testo originario che prevedeva l'uso dei manifesti già in presenza di sospetti e senza alcuna autorizzazione da parte del giudice.
Grazie alle proposte correttive dell'opposizione l'affissione dovrà essere adesso, secondo l'emendamento del Governo e della maggioranza, conseguente ad una valutazione del giudice e ad una riconosciuta ed effettiva pericolosità sociale. Abbiamo fatto dei passi avanti, grazie all'opposizione e anche alla disponibilità del Governo in tutte le direzioni, ma questo aspetto della norma non ci convince. Alla fine del provvedimento voteremo a favore, perché lo consideriamo una riduzione del danno (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, c'è ancora un elemento che non è stato considerato con riferimento a questa norma che prevede l'affissione anche sui mezzi di trasporto delle fotografie dei latitanti, ossia il danno che possono subire le altre persone che sono coinvolte nell'indagine. Faccio un esempio: immaginate una foto segnaletica di un padre che si è reso latitante e che è responsabile di violenza sui figli, pensate alla situazione in cui possono trovarsi quei figli di fronte alla foto del padre affissa sugli autobus di una città come Roma.

PRESIDENTE. Onorevole Bernardini, deve concludere.

RITA BERNARDINI. Quindi, può capitare che la diffusione di queste foto segnaletiche sui mezzi di trasporto e nei locali pubblici rischi seriamente di mettere in difficoltà i testimoni o le vittime del reato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, credo che vada chiarita quale sarà la norma che alla fine, a giudizio del Popolo della Libertà e della maggioranza, dovrebbe entrare in vigore. Non escludo che alcuni dei rilievi che il collega Tenaglia ha effettuato possano essere suggestivi e anche corretti; mi chiedo, però, nei casi e con i riferimenti che ha citato, se non ci si scandalizzi quando, ad esempio, nel caso di un rumeno ingiustamente additato come responsabile, le foto finiscano tranquillamente Pag. 81su tutti i giornali che le pubblicano oppure, a proposito della presunzione di innocenza, come mai non ci si scandalizzi quando interi processi, nonostante non vi sia una sentenza di condanna, siano riprodotti per giorni, per settimane, addirittura su speciali, con foto di persone che magari non sono neanche oggetto di provvedimenti restrittivi della libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Allora, sulla base di obiezioni che sono state mosse, la maggioranza ha ritenuto di accogliere, e voteremo gli emendamenti che vanno in questa direzione, alcune correzioni che prevedono - sarà questo il risultato della norma finale - che sia il magistrato procedente, in questo caso il pubblico ministero, a ritenere quando, per la gravità del fatto o comunque per la pericolosità del soggetto, questa iniziativa possa essere utile ad assicurare una persona alla giustizia, non alla gogna mediatica!
Qui stiamo parlando di provvedimenti adottati dai magistrati. Allora se i magistrati sbagliano, poniamoci il problema di come devono rispondere dei loro errori, prima di tutto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) e dopo poniamoci il problema di norme che sono rivolte esattamente, caro Tenaglia, a raccogliere quei suggerimenti di cui lei parlava.
Prevenire? Bene, se noi avessimo le foto di questo stupratore che gira per Roma potrebbero servire a prevenire magari certe situazioni. Reprimere? Cosa c'è di più corretto di reprimere sulla scorta di un'iniziativa che è volta ad assicurare alla giustizia il colpevole perché venga celebrato il processo? La certezza della pena? Non è collegato alla certezza della pena il fatto che si possa assicurare alla giustizia una persona che è dotata di un difensore e che affronterà il processo?

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MANLIO CONTENTO. Concludo, signor Presidente. Quanto al fatto della gogna mediatica, vorrei ricordare a me stesso, come si usa dire, che le norme penali puniscono ogni forma di violenza, quindi, chi pensa di utilizzare la fotografia o la riproduzione per dire che questo potrebbe in qualche modo istigare la violenza nei confronti di una persona dimentica che siamo in un Paese democratico, che ci sono le istituzione e che ognuno risponde delle proprie azioni.
Allora non credo che, a fronte di questo confronto, si possa dire che il risultato finale sia criticabile.
Accetto le critiche, ma ritengo che con onestà vada ricordato che questa norma viene migliorata e l'utilizzo da parte del questore delle riprese fotografiche rimesso all'intervento dell'autorizzazione della magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, siccome io mi scandalizzo esattamente come l'onorevole Contento anche delle altre questioni, ovvero quando vengono pubblicate fotografie o altre cose dai giornali, il problema è capire come arrivano ai giornali e non quello della loro pubblicazione. Tuttavia, non credo, onorevole Contento, che facciamo un buon servizio se noi aggiungiamo a cose che non vanno altre cose che non vanno.
Innanzitutto, lei sa perfettamente che quanto previsto dall'articolo 6 ha luogo su iniziativa dei questori, dopodiché voi prevedete con degli emendamenti una correzione. Tuttavia, l'iniziativa è dei questori e non della magistratura che si basa su un'inchiesta, su indizi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 18)

ROBERTO GIACHETTI. Noi sappiamo quanto ciò può incidere sulla vita delle persone che si trovano coinvolte e ne abbiamo visti alcuni casi. Onorevole Contento, se questo strumento diventa autorizzato Pag. 82per legge, pensi a quante volte verrà utilizzato e a quanti errori si potranno commettere in questo senso. Per quel che mi riguarda basta che una persona finisca in una certa situazione (come è già accaduto) a rendere tutto molto più grave.
Riflettiamo perché questo è nella logica delle ronde. Noi stiamo mettendo in campo una serie di norme che portano la gestione della sicurezza e della giustizia anziché alle istituzioni, ai cittadini. Non ci sarà dubbio che, se una foto fosse affissa e se qualcuno per sbaglio pensasse di aver riconosciuto l'aggressore o il violentatore, succederanno guai.
E perché dobbiamo occuparci di queste cose con le critiche che lei accetta solo dopo che il verificarsi dei fatti, come sta accadendo sulle ronde? Forse questo ce lo potremmo risparmiare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mussolini. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, sono napoletana ma italiana, voi neanche quello (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Negli Stati Uniti c'è la megan's law: si danno informazioni anche nel quartiere dai centri di polizia quando vi è stata una sentenza passata in giudicato per reati a sfondo sessuale: ripeto, quando c'è stata una sentenza passata in giudicato. Allora, noi siamo giustamente ipergarantisti e tutti quanti noi abbiamo partecipato e parteciperemo al provvedimento sulle intercettazioni: ebbene, non si possono fare le intercettazioni, ma si possono affiggere sugli autobus le foto di persone che non sono neanche state condannate, perché, al di là della pericolosità, il processo deve ancora iniziare.
Si rende soggetta in modo esponenziale la vittima a possibili ritorsioni proprio sul quartiere e nel territorio e di questo dobbiamo parlare. Quindi, noi da una parte siamo ipergarantisti, ma dall'altra estremamente forcaioli. Sono contraria a questi rilievi fotografici e, peraltro, vi è una discriminazione tra la vittima che riconosce e quella che non riconosce. Immaginatevi ciò che può accadere sull'autobus quando i tratti somatici ricordano una persona: è una cosa assurda. Ci deve essere perlomeno un inizio, un processo che è stato fatto, un primo grado di giudizio, altrimenti diventa veramente un'anarchia e una cosa allucinante, senza che ciò tuteli, peraltro, neanche la vittima. Chi le va a prendere queste foto, le ronde? Se le mettono in tasca, vedono la foto e poi magari saranno le ronde a fare il controllo del territorio, ovvero ciò che invece deve fare lo Stato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori - Applausi del deputato Mario Pepe (PdL)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Perina. Ne ha facoltà.

FLAVIA PERINA. Signor Presidente, mi associo alle osservazioni dell'onorevole Mussolini. Francamente ritengo che iniziative di questo genere rischino di segnare un ulteriore imbarbarimento della nostra società e della convivenza civile nelle città e non significhino nulla per la tutela delle donne. Credo che uno Stato serio trova la maniera di tutelare, soprattutto nelle realtà metropolitane, le sue componenti più deboli senza dover...

PRESIDENTE. Colleghi scusate, fate silenzio. Prego onorevole, continui.

FLAVIA PERINA. ...senza dover evocare l'idea del far west, che è un'idea che non credo debba essere associata ad una società e ad una civiltà di antica storia come la nostra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

Pag. 83

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, credo che non sia possibile tollerare una discussione che non ha nessun aggancio con la realtà. Non è possibile parlare di ronde e di privatizzazione della sicurezza, specialmente da parte di chi ha partecipato ai lavori della Commissione e sa benissimo che, in Commissione, il Governo e il relatore hanno espresso parere contrario su questa norma. Quindi, la realtà è questa. Dopodiché, l'onorevole Contento vi ha invitato a discutere non della norma che è stata approvata in Commissione e che è oggi all'esame, ma di quella che è stata oggetto di rivisitazione in sede di Comitato dei nove, con l'apporto anche di chi oggi chiede la soppressione dell'articolo. È questa la realtà. Allora, discutiamo con calma, da un punto di vista tecnico, della nuova norma cui ha fatto riferimento l'onorevole Contento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Malgieri. Ne ha facoltà.

GENNARO MALGIERI. Signor Presidente, dalla discussione alla quale sto assistendo, mi domando soltanto una cosa: in che Paese ho vissuto finora e in che Paese mi accingo a vivere nei prossimi anni? Pongo una domanda a quest'Assemblea, della quale faccio parte, chiedendo a ciascuno dei miei colleghi e a ciascuna delle mie colleghe chi ci impone che l'Italia debba per forza, e non soltanto per questo episodio, diventare necessariamente un far west. A voi la risposta (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, capisco che anche il sottosegretario si sia appassionato al dibattito, però consiglierei al Governo di essere meno censore nei confronti del libero dibattito nell'Aula parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico), anche perché, onorevole sottosegretario, il collegamento con le ronde non è frutto della nostra fantasia. Un quotidiano di oggi riporta tra virgolette la dichiarazione del proponente di questo emendamento, che dice: «Ho insistito per aiutare le forze dell'ordine e per favorire i volontari delle ronde» (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico). Quindi, non abbiamo dovuto fare molti sforzi di fantasia. Peraltro, onorevole Presidente, credo che, anche alla luce del dibattito che abbiamo svolto, la Presidenza possa rivalutare l'opportunità di concedere su questo emendamento il voto segreto. Infatti, non c'è dubbio che stiamo parlando di una norma che incide sulla libertà personale: stiamo parlando di latitanti e di una norma che, in qualche modo, prevede, seppure in via analogica, una sanzione accessoria, perché stiamo parlando di una messa al pubblico ludibrio di queste persone. Quindi, credo che ci siano certamente valori costituzionali in gioco, sia sotto il profilo della pena, sia sotto il profilo della libertà personale. Dunque le chiediamo, signor Presidente, di rivalutare la decisione di concedere il voto segreto su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Franzoso. Ne ha facoltà.

PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, chiedo e mi chiedo cosa c'entri questa norma con ciò che stiamo approvando. Non penso che questa sia una società in cui si debba portare il senso della barbarie sul piano giuridico, perché qui chiediamo di apporre nei locali pubblici i rilievi fotografici di chi è latitante, ma non ha avuto una condanna di primo grado.
Mi chiedo, e chiediamoci: se questo soggetto risulterà innocente, perché accusato per un'omonimia, o per qualcosa di Pag. 84diverso, quali danni si arrecheranno a quella famiglia, ai figli di chi è stato pubblicizzato con tutte le foto, quali disagi psicologici si porteranno alla sua famiglia, ai suoi figli?

PRESIDENTE. La invito a concludere.

PIETRO FRANZOSO. Ecco perché ritengo che si tratti di una norma che va attentamente (lo condivido in pieno) valutata, se riportarla o meno nel provvedimento in esame; credo, infatti, che non c'entri un bel niente con l'impianto generale della legge stessa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, colleghi, prendo la parola semplicemente per rimarcare un fatto. Va bene che c'è il dibattito politico, che ognuno può prendere la parola e dire ciò che vuole: questo è il Parlamento, quindi uno può anche parlare di cose che non c'entrano niente, è libero di farlo; però vorrei anche dire ai colleghi che sono intervenuti, al collega Vietti e agli altri, che noi abbiamo il dovere di svolgere degli interventi appropriati. Vorrei allora rimarcare il fatto che l'articolo in esame non c'entra niente con le ronde, quindi, per cortesia, smettiamola (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...sì, gli articoli di giornale...siamo in Parlamento, o siamo alla Biblioteca della Camera, dove si leggono i giornali, si commentano i giornali, con tutte le cavolate che scrivono i giornali e che riportano i giornali? Siamo in un'Aula del Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Presidente Cota...

ROBERTO COTA. Siccome questo argomento non c'entra niente con le ronde, per serietà chiedo ai colleghi di parlare delle cose di cui stiamo discutendo!

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Signor Presidente, il dibattito che si è sviluppato in Aula riflette anche un po' quanto è accaduto in Commissione, dove, inizialmente con il parere contrario del Governo, come è stato ricordato, e del relatore sull'introduzione dell'articolo in esame, è prevalsa la volontà di inserire i rilievi fotografici. È vero anche che molti colleghi stanno affrontando la questione rifacendosi a quello che era il testo originariamente approvato dalla Commissione, che è stato molto modificato a seguito di un emendamento del Governo e di una riflessione che si è aperta nella sede del Comitato dei nove. Adesso non è infatti più - e lo dico anche all'onorevole Giachetti - il questore che dispone, ma è il pubblico ministero, e su ciò vi era un esplicito ed espresso (Commenti)...scusi, signor Presidente...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Veramente non capisco tutta questa vivacità.

CAROLINA LUSSANA, Relatore. Su ciò vi era anche un emendamento presentato dal Partito Democratico. Visto però che la questione è rilevante, e anche in Aula mi sembra che si sia aperto un dibattito sull'eventuale limitazione della possibilità dell'autorità giudiziaria di autorizzare l'esposizione di questi rilievi fotografici solo per i condannati in via definitiva, e non per quei latitanti che si sottraggono ad un ordine di custodia cautelare, proporrei, visto che i nostri lavori sono già programmati per andare alla settimana prossima, un accantonamento, un ritorno al Comitato dei nove per una riflessione sul punto (Applausi).

PRESIDENTE. Mi sembra una saggia proposta da parte della relatrice.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dima. Ne ha facoltà.

Pag. 85

GIOVANNI DIMA. Signor Presidente, vorrei dire che dopo l'intervento del relatore sono più sicuro e più sereno, per cui va benissimo.

PRESIDENTE. Accogliendo la proposta del relatore, il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,15).

SANDRA ZAMPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, magari se potessimo chiedere un po' più di silenzio...

PRESIDENTE. Onorevole Zampa, a fine seduta si corre sempre un po'questo rischio. I colleghi sono pregati di lasciare l'Aula in silenzio.

SANDRA ZAMPA. Intanto proverò ad alzare un po' la voce, così magari si sente.
Vorrei richiamare l'attenzione di quest'Aula nel giorno in cui si apre a L'Aquila il G8 degli otto grandi della Terra. Credo sia doveroso per noi accogliere l'appello per l'infanzia che una grande organizzazione indipendente internazionale ha rivolto, appunto, ai potenti della Terra. Tra le tante violazioni dei diritti ed i crimini che affliggono l'umanità e che interpellano le nostre coscienze...si può avere un po' di silenzio?

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Prego, onorevole Zampa.

SANDRA ZAMPA. Credo che, tra i tanti crimini che interpellano le nostre coscienze e la violazione dei diritti umani, particolarmente grave sia quello che riguarda l'infanzia. Save the Children ci ricorda che, nei giorni del G8, moriranno circa 75 mila bambini e chiede al G8 ed ai potenti della Terra di fare in modo che vengano garantite le condizioni per la loro sopravvivenza. Sono 40 milioni i bambini che non hanno ancora accesso all'istruzione a causa della guerra; per mantenere le promesse fatte, e cioè ridurre la mortalità infantile di due terzi entro il 2015, occorre che gli otto grandi della Terra e gli altri Paesi che concorrono agli aiuti internazionali raddoppino le somme stanziate, fino a raggiungere almeno 7 miliardi di dollari entro il 2012: se il trend degli aiuti all'infanzia resta quello attuale, l'obiettivo verrà raggiunto soltanto nel 2045.
Credo che da qui oggi potremmo, dovremmo e siamo chiamati ad appoggiare e a condividere l'appello che viene rivolto a quanti, in questo momento, hanno aperto i loro lavori a L'Aquila per salvare i bambini nel mondo, i figli di tutti. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 18,18).

GABRIELLA MONDELLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, intervengo unicamente per sollecitare la risposta alla mia interrogazione a risposta scritta n. 4-03334 riguardante il riconoscimento dei benefici previdenziali per esposizione all'amianto alla categoria dei marittimi.

PRESIDENTE. Onorevole Mondello, non mancherò di sollecitare il Governo in proposito.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 9 luglio 2009, alle 10:

Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 18,20.

Pag. 86

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Mozione n. 1-00196 e abb. - Settore agroalimentare e pesca

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 19 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 18 minuti
Partito Democratico 1 ora e 7 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 29 minuti
Misto: 18 minuti
Movimento per l'Autonomia 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Mozione n. 1-00140 - Processo di riconciliazione nazionale in Somalia

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 19 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 18 minuti
Partito Democratico 1 ora e 7 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 29 minuti
Misto: 18 minuti
Movimento per l'Autonomia 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 87

Mozione n. 1-00192 - Iniziative volte a contrastare l'uso dell'aborto come strumento di controllo demografico

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 19 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 18 minuti
Partito Democratico 1 ora e 7 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 29 minuti
Misto: 18 minuti
Movimento per l'Autonomia 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 88

Mozione n. 1-00204 - Misure a favore della scuola pubblica

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 19 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 18 minuti
Partito Democratico 1 ora e 7 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 29 minuti
Misto: 18 minuti
Movimento per l'Autonomia 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Mozione n. 1-00203 - Estensione degli ammortizzatori sociali ai precari

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 19 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 18 minuti
Partito Democratico 1 ora e 7 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 29 minuti
Misto: 18 minuti
Movimento per l'Autonomia 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti
Pag. 89

Documento di programmazione economico-finanziaria

Tempo complessivo: 10 ore.

Relatore per la maggioranza 30 minuti
Eventuali relatori di minoranza 20 minuti (complessivamente)
Governo 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 35 minuti (con il limite massimo di 14 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 6 ore e 50 minuti
Popolo della libertà 2 ore e 3 minuti
Partito Democratico 1 ora e 46 minuti
Lega Nord Padania 57 minuti
Unione di Centro 49 minuti
Italia dei Valori 46 minuti
Misto: 29 minuti
Movimento per l'Autonomia 14 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 5 minuti
Pag. 90

Ddl di ratifica nn. 2553 e 2554

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 17 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 23 minuti
Popolo della Libertà 22 minuti
Partito Democratico 23 minuti
Lega Nord Padania 11 minuti
Unione di Centro 10 minuti
Italia dei Valori 9 minuti
Misto: 8 minuti
Movimento per l'Autonomia 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 2 minuti
Pag. 91

Pdl n. 2555 - Legge di contabilità e finanza pubblica

Tempo complessivo: 23 ore, di cui:

  • discussione generale: 7 ore;
  • seguito esame: 16 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   2 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 7 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 2 ore e 26 minuti (con il limite massimo di 19 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 3 minuti 10 ore e 24 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 25 minuti 3 ore e 9 minuti
Partito Democratico 1 ora e 14 minuti 2 ore e 43 minuti
Lega Nord Padania 42 minuti 1 ora e 27 minuti
Unione di Centro 37 minuti 1 ora e 15 minuti
Italia dei Valori 35 minuti 1 ora e 11 minuti
Misto: 30 minuti 39 minuti
Movimento per l'Autonomia 15 minuti 18 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 7 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 7 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 5 minuti 7 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Segr T.U. 574 ed abb. - A - em. 1.3 408 408 205 29 379 75 Resp.
2 Segr em. 1.206 415 415 208 164 251 75 Resp.
3 Segr em. 1.200 420 420 211 407 13 75 Appr.
4 Segr articolo 1 417 417 209 402 15 75 Appr.
5 Segr articoloagg. 1.05 432 431 1 216 210 221 74 Resp.
6 Nom. articoloagg. 1.0200 436 434 2 218 207 227 72 Resp.
7 Nom. articoloagg. 1.0600 443 441 2 221 435 6 70 Appr.
8 Segr articoloagg. 1.01 445 445 223 20 425 70 Resp.
9 Segr em. 2.1 449 448 1 225 43 405 70 Resp.
10 Segr em. 2.7, 2.200 458 458 230 435 23 70 Appr.
11 Segr em. 2.2 455 431 24 216 193 238 70 Resp.
12 Segr em. 2.206 453 453 227 47 406 69 Resp.
13 Segr em. 2.203 458 457 1 229 430 27 69 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Segr em. 2.205 460 459 1 230 211 248 69 Resp.
15 Segr em. 2.208 461 461 231 67 394 69 Resp.
16 Segr em. 2.202 465 465 233 443 22 69 Appr.
17 Segr em. 2.209 460 459 1 230 65 394 68 Resp.
18 Segr articolo 2 464 464 233 437 27 68 Appr.
19 Segr em. 3.201 447 447 224 206 241 68 Resp.
20 Segr em. 3.3 448 448 225 220 228 68 Resp.
21 Segr em. 3.1 454 454 228 43 411 68 Resp.
22 Segr articolo 3 460 460 231 425 35 68 Appr.
23 Segr articoloagg. 3.04 455 454 1 228 39 415 68 Resp.
24 Segr em. 4.5, 4.201 458 456 2 229 68 388 68 Resp.
25 Segr em. 4.200 454 451 3 226 27 424 68 Resp.
26 Segr em. 4.1 461 461 231 44 417 68 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Segr em. 4.2 465 465 233 40 425 68 Resp.
28 Segr articolo 4 463 462 1 232 423 39 68 Appr.
29 Segr articoloagg. 4.01 463 462 1 232 38 424 68 Resp.
30 Segr articoloagg. 4.0200 426 426 214 34 392 67 Resp.
31 Segr articoloagg. 4.02 462 304 158 153 36 268 67 Resp.
32 Nom. em. 5.200 466 466 234 20 446 67 Resp.
33 Nom. articolo 5 465 463 2 232 462 1 67 Appr.
34 Segr articoloagg. 5.0201 463 463 232 226 237 67 Resp.
35 Segr articoloagg. 5.0200 469 469 235 227 242 67 Resp.
36 Segr articolo 7 467 467 234 440 27 67 Appr.
37 Segr em. 8.600 466 465 1 233 442 23 67 Appr.
38 Segr articolo 8 465 465 233 448 17 67 Appr.
39 Nom. em. 9.200 467 466 1 234 221 245 67 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 9.300 468 468 235 467 1 67 Appr.
41 Nom. em. 9.17 474 473 1 237 227 246 67 Resp.
42 Nom. em. 9.1 473 470 3 236 225 245 67 Resp.
43 Nom. em. 9.201 463 463 232 217 246 67 Resp.
44 Nom. em. 9.301 360 360 181 207 153 66 Appr.
45 Nom. articolo 9 370 370 186 369 1 77 Appr.
46 Nom. articoloagg. 9.07 408 406 2 204 192 214 75 Resp.
47 Nom. articoloagg. 9.06 419 412 7 207 191 221 75 Resp.
48 Nom. articoloagg. 9.0205 432 428 4 215 426 2 74 Appr.
49 Nom. articoloagg. 9.010, 9.0201 431 430 1 216 204 226 74 Resp.
50 Nom. articoloagg. 9.01 435 431 4 216 206 225 74 Resp.
51 Nom. articoloagg. 9.0206 432 430 2 216 208 222 74 Resp.
52 Nom. articoloagg. 9.02, 9.0203 428 428 215 205 223 74 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 60)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articoloagg. 9.03 428 421 7 211 197 224 74 Resp.
54 Nom. articoloagg. 9.0200 428 427 1 214 200 227 74 Resp.
55 Nom. articoloagg. 9.0600 429 428 1 215 425 3 74 Appr.
56 Nom. articoloagg. 9.0601 429 427 2 214 426 1 74 Appr.
57 Nom. articoloagg. 9.0204 421 420 1 211 200 220 74 Resp.
58 Nom. articoloagg. 9.09 417 415 2 208 199 216 74 Resp.
59 Nom. em. 10.200 416 415 1 208 197 218 74 Resp.
60 Nom. articolo 10 412 412 207 411 1 74 Appr.