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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 198 di martedì 7 luglio 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 16,35.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aprea, Balocchi, Bonaiuti, Bongiorno, Brancher, Brugger, Buonfiglio, Caparini, Capitanio Santolini, Cirielli, Conte, De Biasi, Evangelisti, Gregorio Fontana, Frassinetti, Goisis, Jannone, Lo Monte, Mazzarella, Melchiorre, Menia, Migliavacca, Migliori, Molgora, Mura, Nucara, Pecorella, Pescante, Rivolta, Scajola e Stucchi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,37).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito l'onorevole segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge:
SANTO QUATTROCCHI, da Gangi (Palermo), e numerosi altri cittadini chiedono interventi urgenti al fine di migliorare la viabilità a Gangi e nelle Alte Madonie (692) - alla VIII Commissione (Ambiente);
MAURIZIO SCALABRIN, da Montecchio Maggiore (Vicenza), e numerosi altri cittadini chiedono l'approvazione di una legge che vieti l'esercizio della prostituzione lungo le strade (693) - alla II Commissione (Giustizia);
RINALDO DI NINO, da Cuneo, chiede l'introduzione del divieto di pubblicizzare le bevande alcoliche di qualsiasi gradazione (694) - alla XII Commissione (Affari sociali);
MARIO LUIGI CONVERTINI, da Cisternino (Brindisi), e numerosi altri cittadini chiedono interventi per la salvaguardia del patrimonio storico-culturale costituito dai beni appartenuti ai padri costituenti Pasquale e Nicola Lagravinese (695) - alla VII Commissione (Cultura); Pag. 2
ALESSANDRO ROCCHI, da Roma, chiede:
la riforma della legge elettorale (696) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
nuove norme in materia di autorizzazione a procedere nei confronti dei parlamentari (697) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
norme per contrastare la diffusione, da parte di esponenti politici, di notizie non veritiere nei programmi della televisione pubblica (698) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
la riduzione delle indennità dei parlamentari che non partecipano ai lavori dell'Assemblea e delle Commissioni (699) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
MARINO SAVINA, da Roma, chiede l'abrogazione degli articoli 3 e 4, primo comma, del regolamento per la procedura dinanzi alle sezioni giurisdizionali del Consiglio di Stato, di cui al regio decreto 17 agosto 1907, n. 642 (700) - alla II Commissione (Giustizia).

Sull'ordine dei lavori (ore 16,40).

DOMENICO SCILIPOTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, onorevole Scilipoti. Le do il bentornato (Applausi).

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi coglie l'obbligo di porgere i miei più sentiti ringraziamenti per la grande sensibilità che l'intero consesso ha manifestato in occasione del malore che ha colto il sottoscritto lo scorso mercoledì 24 giugno.
Come ben saprete, durante quella sessione parlamentare, a causa di un dolore retrosternale e di una sudorazione profusa, vedevo mancare progressivamente le forze e finivo per perdere coscienza, accasciandomi al suolo. Ebbene, grazie al pronto intervento del servizio medico interno alla Camera e, in particolare, grazie alla celere attività e cura dell'unità cardiologica, ricevevo i primi accertamenti del caso e quindi le prime cure, per poi venire trasportato al Policlinico «Gemelli» di Roma dove si procedeva, anche nei giorni immediatamente seguenti, ad uno screening complessivo per verificare i motivi alla base del cedimento.
Ulteriori controlli dovranno essere effettuati nelle prossime settimane ma, sin d'ora, sento il dovere di ringraziare apertamente tutti coloro che si sono prestati, con solerzia, per aiutarmi in quelle concitate fasi. Grazie ai medici della Camera, a tutti i commessi, a tutti coloro in servizio a palazzo Montecitorio, che hanno mostrato un indiscutibile senso di umanità, professionalità e partecipazione. Tali ringraziamenti non possono che essere estesi a tutti voi, carissimi colleghi, che avete dimostrato, da subito, tutto l'affetto di cui siete capaci nei confronti del sottoscritto.
Grazie a tutti voi, ed in particolare grazie all'onorevole Leone (Applausi), Vicepresidente durante quella seduta, che ha prontamente sospeso, e si è subito attivato affinché il soccorso del caso venisse prestato.
Grazie, infine, al Presidente della Camera, onorevole Gianfranco Fini (Applausi), che si è premurato di contattarmi nei giorni seguenti per conoscere le condizioni del mio stato di salute, un gesto che va al di là del mero protocollo e che testimonia, semmai ce ne fosse bisogno, che al di là delle posizioni politiche, al di là dei contrasti, al di là delle bandiere, intercorrono rapporti umani ed un'esperienza di vita che ci accomuna e ci lega nel più profondo, puro ed intimo senso della natura umana. Grazie ancora, grazie di cuore (Applausi).

MARGHERITA ANGELA MASTROMAURO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARGHERITA ANGELA MASTROMAURO. Signor Presidente, l'Assemblea Pag. 3della Camera dei deputati, nella seduta di martedì 30 giugno 2009, ha proseguito e concluso l'esame degli emendamenti presentati al disegno di legge Tremonti in materia di impresa ed energia (A.C. 1441-ter-C), già approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Intervengo per dichiarare che, purtroppo, da parte del nostro gruppo vi è stata una errata interpretazione dell'emendamento Fallica 27.47 al suddetto provvedimento. In base a questa proposta emendativa, noi ritenevamo - e lo avevamo dichiarato - che il ruolo del Comitato nazionale per la gestione delle attività di progetto del Protocollo di Kyoto fosse rafforzato e trasformato da semplice comitato di gestione a vero e proprio supporto operativo del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Al contrario, da un successivo approfondimento, abbiamo constatato che l'approvazione dell'emendamento in questione ci porta ad una situazione nella quale il Comitato, per quanto riguarda i meccanismi di Kyoto, è un soggetto completamente subordinato al Ministero dell'ambiente e ha come unica facoltà quella di proporre al Ministero delle iniziative.
Infatti, in base all'emendamento 27.47, il Comitato nazionale per la gestione della direttiva europea 2003/87/CE avrà sede presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e opererà a supporto della gestione delle attività di progetto Protocollo di Kyoto, mentre in precedenza gestiva direttamente le attività di progetto del Protocollo di Kyoto; sarà solo autorità nazionale per la gestione della direttiva 2003/87/CE, mentre in precedenza era anche punto di contatto per le attività joint implementation e autorità nazionale designata per le attività clean development mechanism (CDM); infine proporrà al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare interventi al solo scopo del coordinamento di alcune attività, mentre precedentemente operava direttamente per tali attività.
Alla luce di quanto detto, ci auguriamo che nel successivo passaggio al Senato del provvedimento si possa rimediare a questo vero e proprio colpo di mano compiuto dalla maggioranza per declassare il Comitato nazionale per la gestione delle attività del Protocollo di Kyoto, che ci vedrebbe colpevolmente arretrare rispetto agli altri Paesi europei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, chiedo un attimo di attenzione perché l'argomento che sto per affrontare non è uno dei più semplici.
Su «Il Giornale» di domenica 5 luglio è apparso un articolo dal titolo «Se tocchi l'islam muori. Su Internet le minacce a chi denuncia gli estremisti». Ci sono i nomi degli obiettivi: sono nomi di persone coraggiose come Magdi Cristiano Allam, l'avvocato Loredana Gemelli e ultimo, ma non da ultimo, l'onorevole Souad Sbai, che è seduta vicino a me e alla quale invito l'Aula a rivolgere un fragoroso applauso (Applausi). Infatti, l'onorevole Sbai viene indicata con gli occhi coperti e una scritta sulla pancia: «È una musulmana nemica di tutti i musulmani»; «Ha tutta l'aria - commenta il giornalista - di essere la foto di un obiettivo».
All'onorevole Sbai va tutta la solidarietà mia personale, del gruppo al quale ho l'onore di appartenere, il Popolo della Libertà, e sono convinto dell'intera Assemblea. Ritengo sia il caso di portare avanti una Commissione di inchiesta per valutare, a livello parlamentare e senza volersi sovrapporre alla magistratura, la gravità di questo fenomeno, che coinvolge anche - lo vediamo oggi su Libero - il Presidente Berlusconi (che non poteva mancare come obiettivo da parte di questi «signori») e il Ministro dell'interno Maroni.
A tutti esprimo la solidarietà del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

Pag. 4

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, è apparso su Internet un video che ritrae il collega Matteo Salvini della Lega cantare, di fronte ad un boccale di birra e insieme ad altri amici o commensali, una canzone che il giornalista che la riporta su Repubblica.it virgoletta - io ho visto il video - così: senti che puzza, scappano anche i cani, sono arrivati i napoletani; son colerosi, terremotati, con il sapone non si sono mai lavati. La canzone prosegue con frasi di questo tipo.
Ritengo che queste frasi vergognosamente ingiuriose nei confronti di una parte della popolazione italiana non siano compatibili con il ruolo di parlamentare della Repubblica italiana (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Penso che quest'Aula rappresenti tutti gli italiani, a prescindere dal luogo dove sono nati, a prescindere dal colore della pelle, a prescindere dal dialetto che parlano, a prescindere dalla latitudine in cui sono nati i loro genitori. Credo che questo collega, l'onorevole Salvini, ora anche parlamentare europeo, dovrebbe presentare le proprie scuse per questo documento che è uscito e che lo ritrae mentre proferisce queste parole ingiuriose e che non ho paura a definire razziste nei confronti dei napoletani (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Penso che ci sia consapevolezza tra tutti noi che in questo Paese c'è una Costituzione, che tutti gli italiani sono chiamati a rispettare, che prevede ovviamente l'eguaglianza per tutti i cittadini italiani e che, a maggior ragione, un parlamentare della Repubblica italiana o un parlamentare italiano che ci rappresenta in Europa dovrebbe rispettare.
Chiedo, signor Presidente, che la Presidenza della Camera valuti tale questione. Credo che sarebbe doveroso da parte del collega Salvini scusarsi per quanto è accaduto, per le parole che ha proferito e testimoniarci con certezza che in lui c'è il rispetto ovvio per la nostra Costituzione che, invece, in maniera inqualificabile, la canzone che gli abbiamo sentito cantare calpesta (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

RITA BERNARDINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, già nella giornata di ieri, nella discussione generale che si è svolta sul bilancio interno della Camera, ho rilevato come poca attenzione si sia attribuita al dibattito che ci porterà ad approvare un atto fondamentale, cioè come si spendono i denari dei cittadini per il funzionamento di questo ramo del Parlamento.
Devo dire che il fatto di aver scelto come prima giornata della discussione generale la giornata di lunedì, quando si sa che la stragrande maggioranza dei deputati non ha raggiunto e non raggiunge Roma, sia stata già di per sé un'indicazione della poca importanza che si attribuisce a questo dibattito, tant'è vero che oggi sui giornali vediamo solamente due trafiletti riguardanti il dibattito di ieri ed anche questo credo sia significativo.
Ma la seconda questione che volevo sollevare, signor Presidente, onorevoli colleghi, è che nel bilancio che ci è stato presentato mancano alcuni allegati che ritengo fondamentali. In primo luogo, non c'è l'allegato con l'elenco dei fornitori. Credo che un bilancio serio di una istituzione seria e che voglia essere trasparente debba contenere, al fine di renderlo pubblico, l'elenco delle ditte fornitrici di beni e servizi.
Allo stesso modo, ritengo che debba essere fornito, in primo luogo ai parlamentari e in secondo luogo a tutti i cittadini, l'elenco dei consulenti ai quali facciamo riferimento e il rimborso che questi ricevono. Quindi, chiedo ufficialmente che tutti questi dati - io l'ho fatto come accesso agli atti - siano disponibili per tutti i deputati, oltre che per tutti i cittadini che si collegano al sito Internet della Camera dei deputati (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

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PRESIDENTE. Onorevole Bernardini, sulle altre questioni le risponderanno i questori, però lei non mancherà di ricordare che la giornata di lunedì è dedicata a tutte le discussioni sulle linee generali. Non si è scelto di incardinare la discussione sulle linee generali del bilancio interno nella seduta del lunedì, perché - tant'è - doveva andarci de plano e di suo.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, quello che noi deputati campani e napoletani abbiamo visto su YouTube e sul sito di Repubblica - lo possiamo dire - è vergognoso! C'è il disprezzo nei confronti dei napoletani e, quindi, io sarò molto breve, perché non servono le scuse: isso s'adda sciacquà 'a vocca quando parla 'e nuie (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico e Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). E per dirglielo, signor Presidente, porterò al suo scranno il disinfettante e i fazzoletti (L'onorevole Mussolini si dirige verso i banchi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania recando un contenitore di disinfettante e dei fazzoletti)...

PRESIDENTE. Onorevole Mussolini, la prego! Per cortesia, i commessi possono, gentilmente, farsi consegnare dalla collega Mussolini quel barattolo non ben identificato? (I commessi ottemperano all'invito del Presidente).

ALESSANDRA MUSSOLINI. Non lo voglio menare, ma solo consegnargli una bottiglia di disinfettante!

PRESIDENTE. La prego, onorevole Mussolini! Che lei non lo volesse menare non si vedeva molto, per la verità...

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, sarò lapidario perché ho più volte espresso al collega Fiano che non condivido che su fatti di minor conto vengano create delle situazioni di allarmismo, perché poi questo produce di per sé altri problemi. L'ho detto in almeno tre o quattro occasioni e risulta traccia dai resoconti.
Questa volta ha fatto l'ennesimo errore, perché si tratta di un fatto privato.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Non è un fatto privato!

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Quella canzone io non la conosco, ma potrei citarla a memoria perché l'ho sentita cento volte negli stadi. Non posso citare a memoria le canzoni che parlano, ad esempio, dei milanesi o dei polentoni.
Tuttavia, quello che è importante sono gli atti che vengono compiuti e la legittimazione a un parlamentare della Repubblica, onorevole Fiano, onorevole Mussolini, la danno gli elettori, non certo le discussioni all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi appello all'articolo 8 del Regolamento, e in particolare alla sua responsabilità in quest'Aula. Io considero molto grave ciò che ha detto il deputato Salvini, ma considero molto più grave quello che ha affermato adesso il collega che ci ha «deliziato» con le sue parole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Credo che lei, che è il Presidente di turno in questo momento della Camera, seppur non si esprime su quello che ha Pag. 6fatto il deputato Salvini fuori da quest'Aula, debba però dire qualcosa perché non è pensabile che qualcuno si possa permettere qua dentro di sostenere che affermazioni come quelle fatte dal collega Salvini siano cosa di poca rilevanza, perché probabilmente non si rende neanche conto di quello che dice (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Una voce dai banchi della Lega Nord Padania: Siete ridicoli!)

ROBERTO GIACHETTI. Ridicoli siete voi!

LUISA BOSSA. Vergognatevi! (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Una voce dai banchi del gruppo Partito Democratico: Buffoni!)

PAOLO GRIMOLDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Grimoldi, vuole intervenire sempre sullo stesso argomento?

PAOLO GRIMOLDI. Sì, Presidente, ma le rubo solo un secondo...

PRESIDENTE. Onorevole Grimoldi, la prego, ci sono stati già interventi di altri gruppi. Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 16,55, è ripresa alle 17.

Seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2008 (Doc. VIII, n. 3); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2009 (Doc. VIII, n. 4).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2008 e Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2009.
Ricordo che nella seduta del 6 luglio 2009, dopo la relazione del questore, onorevole Colucci, ha avuto luogo la discussione congiunta e da ultimo ha replicato il questore, onorevole Albonetti.

(Esame degli ordini del giorno - Doc. VIII, n. 4)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - Doc. VIII, n. 4).
Avverto che per mero errore tipografico l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/20 risulta sottoscritto dall'onorevole Di Biagio ed altri deputati, anziché dall'onorevole Moroni.
Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibile l'ordine del giorno Marinello n. 9/Doc. VIII, n. 4/21, relativo ai criteri di ammissibilità degli atti di sindacato ispettivo, che non riguarda le attribuzioni dell'Ufficio di Presidenza e del Collegio dei questori.
Invito il questore, onorevole Mazzocchi, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Signor Presidente, mi permetta, prima ancora di addentrarci nei pareri relativi agli ordini del giorno, di cogliere l'occasione per esprimere soprattutto un grazie a tutto il personale della Camera, soprattutto al Segretario generale, ai vicesegretari generali e ai capi servizio, per la collaborazione da essi prestata per l'istruttoria di tutti i documenti di bilancio al nostro esame, ma anche e soprattutto - me lo consentirete - per l'intelligente e fattiva opera da essi svolta in ogni fase della nostra vita amministrativa.
Sono ormai alcuni anni che il Collegio dei questori propone e sostiene una rigorosa politica di contenimento delle spese per il funzionamento della struttura amministrativa.
Si tratta di una scelta doverosa, che anche in sede di presentazione del bilancio per l'anno 2009, ha guidato il nostro lavoro. E tuttavia, è altrettanto doveroso Pag. 7ricordare a tutti i colleghi che tale scelta incontra un limite nell'esigenza di garantire sempre la piena funzionalità dell'amministrazione. Questa è una precisa responsabilità del Collegio dei questori.
È dunque necessario sottolineare che sotto determinati livelli di spesa non si potrà scendere, senza determinare o una rinuncia a specifici settori di attività, o una inevitabile perdita di qualità dell'azione amministrativa, che non potrà continuare a garantire quelle risposte di eccellenza delle quali l'istituzione parlamentare ha necessità e che sono state riconosciute da tutti gli intervenuti nel corso della discussione di ieri.
In ultima analisi, tutti gli ordini del giorno che abbiano l'obiettivo di determinare un contenimento dei costi di bilancio sono certamente positivi - ringraziamo per questo tutti i colleghi - purché non determinino conseguenze tali da incidere sulle esigenze di funzionalità sopra richiamate.
L'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 4/1 chiede che le procedure relative agli atti di sindacato ispettivo, nonché alle proposte di legge, abbiano inizio dal file formato word che li contiene e che deve essere trasmesso all'ufficio a cura del deputato primo firmatario.
Al riguardo, si osserva che l'obiettivo descritto dall'ordine del giorno si iscrive in quello della dematerializzazione documentale da tempo già perseguito. In questo quadro, un significativo contributo sarà offerto dal nuovo portale Intranet della Camera dei deputati, nel quale confluiranno una serie di servizi informatici. Tramite il portale, infatti, si potrà definire la possibilità di operare transazioni on-line con gli uffici della Camera, che, tra l'altro, porteranno a ridurre ulteriormente l'uso della carta. Alcune misure connesse all'introduzione del portale, peraltro, potranno essere assunte in tempi rapidi, mentre per altre sarà necessario un periodo più ampio. Si sottolinea come l'introduzione di un processo di produzione e trasmissione di documenti in forma elettronica - utilizzando, tra l'altro, la firma digitale e un sistema di gestione dei documenti che consenta di registrare le diverse fasi del procedimento amministrativo - presuppone la definizione di alcuni aspetti procedurali, regolamentari ed organizzativi.
Per questi motivi l'ordine del giorno viene accettato nei termini sopra indicati.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/2, presentato dai colleghi Borghesi e Mura, è volto ad estendere l'applicazione dei criteri di calcolo dell'assegno vitalizio, così come determinati per i parlamentari eletti per la prima volta a decorrere dalla corrente legislatura, anche ai deputati eletti per la prima volta a decorrere dal 1o gennaio 1994.
Si ricorda che la riforma dei vitalizi approvata dall'Ufficio di Presidenza della Camera in data 23 luglio 2007 ha modificato sensibilmente l'istituto in questione, prevedendo una serie di norme incisive e volte a conseguire un significativo contenimento della spesa.
Quanto alla rimodulazione dei criteri di calcolo del vitalizio, la cui entità, come è noto, sarà compresa per i deputati eletti a decorrere dalla presente legislatura tra il 20 e il 60 per cento dell'indennità in luogo di quella previdente, compresa tra il 25 e l'80 per cento, si precisa che un'eventuale applicazione anche agli ex deputati eletti successivamente al 31 dicembre 1993 comporta questioni di natura tecnico-giuridica.
Se, infatti, è corretta, collega Borghesi, l'osservazione che l'assegno vitalizio non è propriamente una pensione, tuttavia l'applicazione della disciplina regolamentare sugli assegni vitalizi dà luogo senz'altro a situazioni giuridiche di diritto soggettivo. Per tale motivo, non appare possibile incidere sulle posizioni già in corso, modificando il quantum di vitalizi il cui diritto è già stato perfezionato sia sotto l'aspetto contributivo sia sotto quello anagrafico.
In conclusione, allo stato attuale non ci sono le condizioni giuridiche per accogliere l'ordine del giorno. Resta però l'impegno, collega Borghesi, che il Collegio dei Questori opererà, d'intesa con il Senato, nel quadro di una complessiva riforma della condizione dei parlamentari in carica Pag. 8e dei cessati dal mandato in chiave di risparmio. Si invitano, pertanto, i presentatori a ritirare l'ordine giorno; diversamente, il parere è contrario.
Con l'ordine del giorno Borghesi e Mura 9/Doc. VIII, n. 4/3, collegato all'ordine del giorno Bernardini ed altri 9/Doc. VIII, n. 4/11, si richiede un impegno a procedere all'abolizione o, quanto meno, alla riduzione delle varie fattispecie di rimborsi spese previste per i deputati cessati dal mandato; si fa presente che il Collegio dei deputati Questori ha già individuato alcune misure di razionalizzazione e contenimento delle spese in questione.
Per garantire una sostanziale uguaglianza di trattamento degli ex parlamentari tra Camera e Senato, l'applicazione di tali misure è stata comunque subordinata all'acquisizione delle opportune intese con l'altro ramo del Parlamento.
Peraltro, quest'ultimo ha a sua volta già adottato alcune decisioni sul tema in questione, che comunque entreranno in vigore a decorrere dal 1o gennaio 2010. In questo senso, il Collegio dei Questori intende rinnovare i contatti con il Collegio dei Questori del Senato, anche alla luce di quanto recentemente deliberato in materia da quel ramo del Parlamento.
L'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 4/3 è pertanto accettato nel senso della riduzione dei rimborsi spese per i deputati cessati dal mandato, mentre l'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/11 è accettato a condizione che il dispositivo sia sostituito dal seguente: «a deliberare sulla riduzione dei rimborsi indicati in premessa».
Con l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/4, a firma degli onorevoli Borghesi e Mura, i colleghi chiedono di valutare che la diaria di soggiorno sia erogata sulla base dei costi effettivamente sostenuti e documentati e non in modo forfetario, come avviene in base alla normativa in vigore.
La diaria di soggiorno è disciplinata dall'articolo 2 della legge n. 1261 del 1965, che ne rinvia agli Uffici di Presidenza delle due Camere la concreta determinazione sulla base di 15 giorni di presenza per ogni mese; possono, inoltre, essere stabilite modalità per le ritenute da effettuarsi per ogni giorno di assenza.
Si tratta di modalità di calcolo che sottendono una misura forfetaria di rimborso, ed in effetti, fin dall'entrata in vigore della citata legge n. 1261, gli Uffici di Presidenza dei due rami del Parlamento hanno sempre dato attuazione alla stessa legge mediante l'attribuzione di una somma forfetaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma.
Tale modalità, peraltro, si riscontra anche nella maggior parte dei principali Parlamenti in Europa, anche se con l'eccezione della Gran Bretagna. A prescindere dall'opportunità di adottare un sistema di rimborso piuttosto che un altro, un'eventuale modifica, nel senso indicato dai proponenti dell'ordine del giorno, potrebbe richiedere una modifica legislativa.
In conclusione, allo stato attuale non vi sono le condizioni per accogliere l'ordine del giorno; resta però l'impegno del Collegio dei questori ad operare, d'intesa con il Senato, nel quadro di una complessiva riforma della condizione dei parlamentari in carica e dei cessati dal mandato in chiave di risparmio. Si invitano pertanto i presentatori a ritirare l'ordine del giorno, diversamente il parere è contrario.
Passiamo agli ordini del giorno Quartiani n. 9/Doc. VIII, n. 4/5 e Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/17. L'ordine del giorno Quartiani n. 9/Doc. VIII, n. 4/5 chiede di verificare l'utilizzo e i costi di affitto degli spazi di Palazzo Marini e delle altre sedi della Camera destinati alle attività parlamentari, per giungere ad una loro razionalizzazione, dei servizi e dei costi di gestione. Esso chiede altresì di completare, anche d'intesa con l'Agenzia del Demanio, l'istruttoria per l'acquisizione di nuove sedi al fine di ridurre i costi degli affitti per la Camera ed un'utile razionalizzazione degli spazi.
L'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/17 chiede di perseguire la scelta delle acquisizioni in luogo delle locazioni. Al riguardo si osserva che i costi delle locazioni sono verificati mediante Pag. 9l'acquisizione delle valutazioni dell'Agenzia del Demanio; le verifiche sull'utilizzazione degli spazi nella disponibilità della Camera sono effettuate e sono alla base dell'attribuzione degli spazi stessi, fermo restando, per quanto riguarda i Palazzi Marini, che la distribuzione degli spazi è effettuata a favore dei gruppi parlamentari, che in proprio ne determinano la destinazione ai singoli deputati. In materia di acquisizioni immobiliari la Camera si è già attivata nel senso prospettato nel corso della precedente legislatura; in questa stessa direzione perseguirà l'attività di verifica della possibilità di sostituzione progressiva degli immobili in locazione con altri in proprietà. Le attività sollecitate dagli ordini del giorno corrispondono sostanzialmente a quelle poste in essere dalla Camera, e pertanto gli ordini del giorno Quartiani n. 9/Doc. VIII, n. 4/5 e Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/17 sono accettati.
L'ordine del giorno Giachetti n. 9/Doc. VIII, n. 4/6 chiede di valutare l'opportunità di verificare la qualità dei servizi presso Palazzo Marini e di valutare, a parità di spesa, l'opportunità di rendere accessibili ai deputati gli uffici, i locali e le sale riunioni di Palazzo Marini, garantendone al contempo ogni utile servizio attraverso una riorganizzazione del lavoro del personale, anche nelle fasce orarie non coincidenti con i lavori delle Commissioni permanenti o dell'Assemblea, consentendo in tal modo una piena fruibilità della struttura dei servizi,
Al riguardo si osserva che, quanto al tema dei servizi presso i Palazzi Marini, si ribadisce che l'amministrazione è in costante contatto con la proprietà dei palazzi, e continuerà a verificare i servizi stessi al fine di esigere la massima qualità nella loro erogazione, fermo restando che le segnalazioni degli utenti rafforzano l'efficacia di tale costante verifica. Quanto all'uso degli uffici, dei locali e delle sale per le riunioni ubicate nel complesso dei Palazzi Marini, si fa presente che esso è già possibile anche in orari nelle quali le Commissioni permanenti e l'Assemblea non abbiano seduta. In particolare, gli uffici parlamentari sono sempre accessibili, anche in orari notturni e in giornate festive; limitazioni temporali sono invece previste per l'uso delle sale aperte al pubblico, sede di convegni ed iniziative culturali connesse all'attività parlamentare, in relazione alle quali si richiede anche il coinvolgimento delle forze dell'ordine e in alcuni casi del presidio dei vigili del fuoco. Quanto prospettato dall'ordine del giorno corrisponde alle attività già poste in essere, e pertanto l'ordine del giorno Giachetti n. 9/Doc. VIII, n. 4/6 è accolto come raccomandazione.
L'ordine del giorno Osvaldo Napoli n. 9/Doc. VIII, n. 4/7 chiede la proroga della validità della graduatoria del concorso per segretario parlamentare e di avviare le necessarie procedure per la graduale assunzione di tutti e 19 gli idonei. Si assicura la disponibilità a procedere a un'ulteriore proroga di un anno della validità della graduatoria in questione; tale proroga consentirà un adeguato approfondimento, anche in relazione alla possibile graduale assunzione degli idonei non ancora assunti. Infatti, dalla data di ingresso alla Camera dei vincitori di concorso in oggetto, ossia dal 1o febbraio 2007 ad oggi, il numero dei segretari parlamentari in servizio si è ridotto, passando 496 a 460 unità. Peraltro, appare opportuna una riformulazione del secondo capoverso del dispositivo nei seguenti termini: «valutare la possibilità di avviare le necessarie procedure per lo scorrimento della graduatoria del concorso per segretari, ai fini delle relative assunzioni». Per cui l'ordine del giorno è accettato, subordinatamente, onorevole Osvaldo Napoli, a tale riformulazione.
Con l'ordine del giorno Brigandì n. 9/Doc. VIII, n. 4/8, i colleghi chiedono di proseguire la politica di blocco del turnover per tutte le categorie di dipendenti della Camera dei deputati, e di rendere pubblico, tramite il sito web «Camera.it», un chiaro prospetto retributivo del personale della Camera dei deputati.
Si condivide l'esigenza di proseguire nel blocco del turnover, precisando altresì che tale blocco va inteso in modo selettivo, nel Pag. 10senso che il Collegio dei Questori e l'Ufficio di Presidenza possono procedere a quelle assunzioni di personale necessarie per non compromettere il corretto funzionamento delle strutture amministrative.
Per quanto attiene alla richiesta di pubblicare un prospetto retributivo del personale della Camera, si ricorda preliminarmente che già da tempo sono pubblicati sul sito della Camera i dati relativi alle retribuzioni iniziali nette onnicomprensive del personale dipendente, individuati sulla base delle distinte categorie professionali. Inoltre, a fronte di richieste al riguardo pervenute all'amministrazione, sono stati resi disponibili agli organi di stampa fin dalla scorsa legislatura i dati relativi agli stipendi di tutti i dipendenti della Camera, divisi anche in questo caso per categorie professionali e con riferimento alle diverse fasce di anzianità.
Certamente, questo ordine del giorno costituisce l'occasione per un'ulteriore riflessione in tema di trasparenza amministrativa, particolarmente attuale anche alla luce del fatto che nei giorni scorsi è entrata in vigore una legge che dispone l'obbligo per tutte le pubbliche amministrazioni di pubblicare sul proprio sito Internet le retribuzioni annuali dei dirigenti, legge cui probabilmente l'ordine del giorno si ispira. Si tratta peraltro di realtà profondamente differenti. Gli incarichi dirigenziali di livello generale delle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, sono infatti conferiti a termine per un periodo non inferiore a tre anni e non superiore a cinque anni, con un provvedimento che fissa l'oggetto dell'incarico e gli obiettivi da conseguire. Tale provvedimento è accompagnato da un contratto individuale di natura privata con il quale è definito il corrispondente trattamento economico. Le retribuzioni così determinate sulla base di contratti individuali possono quindi consistere in trattamenti economici anche molto differenziati tra loro, e comunque non sono onnicomprensivi. Da ciò deriva particolarmente l'esigenza di uno specifico controllo di trasparenza. Per tutti i dipendenti della Camera, ivi compresa la dirigenza, invece, la situazione è radicalmente diversa, giacché tutti sono dipendenti di ruolo assunti per pubblico concorso, con una retribuzione onnicomprensiva rigidamente predeterminata e che non può essere oggetto di contrattazione individuale. Le disposizioni contenute nei regolamenti interni, nonché le modalità di effettuazione del servizio non consentono inoltre ai dipendenti della Camera l'assunzione di incarichi esterni di consulenza tecnico-professionale o di partecipazione a consigli di amministrazione di enti o società a fini di lucro. Poiché peraltro è in corso una comune valutazione con gli organi costituzionali avente ad oggetto le modalità attraverso le quali pervenire alla possibile pubblicazione in forma omogenea dei dati relativi al personale dipendente, l'ordine del giorno può essere accolto come raccomandazione nei limiti e con le precisazioni sopra effettuate.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/9, presentato dai colleghi Fava e Stefani, chiede di porre in essere una verifica generale dei compiti e delle funzioni interni, anche modificando, ove necessario, la pianta organica, dando copertura a servizi oggi carenti, senza ricorrere a personale esterno, nonché di conseguire un livello significativamente più basso, rispetto a quello previsto nel bilancio 2008, nel rapporto tra spesa complessiva per il personale - comprensiva del trattamento retributivo, del trattamento previdenziale e pensionistico, nonché degli oneri indiretti - e spesa complessiva iscritta nel bilancio di previsione per il 2009.
Al riguardo, si ricorda anzitutto che l'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati, nella seduta del 19 febbraio 2009, ha dato mandato all'amministrazione di procedere ad una analisi organizzativa diretta a verificare il funzionamento dei principali processi di lavoro a supporto delle attività istituzionali. L'amministrazione ha svolto un'approfondita attività istruttoria, le cui risultanze sono in corso di definizione. Quanto alla spesa complessiva per il personale, si osserva come sia preoccupazione costante degli organi di direzione politica di mantenere Pag. 11sotto controllo il rapporto fra spesa per il personale e dati complessivi di bilancio, come risulta dalla recente politica in materia di contrattazione. D'altra parte, tale rapporto sconta gli interventi di riduzione della spesa discrezionale adottati nell'ultimo biennio. Le problematiche relative alla spesa per il personale che non hanno natura discrezionale sono peraltro comuni a tutte le amministrazioni pubbliche. Proprio con la finalità di raggiungere l'obiettivo di un contenimento strutturale della spesa per il personale, la Camera ha scelto la strada della progressiva riduzione del numero dei dipendenti, sia attraverso un blocco selettivo del turnover, sia mediante quella attività di riorganizzazione dei processi di lavoro cui si è fatto precedentemente cenno. Con queste precisazioni, l'ordine del giorno può essere accolto come raccomandazione.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Stefani n. 9/Doc. VIII, n. 4/10, che chiede di adottare i provvedimenti necessari al fine di sopprimere il servizio interno di barberia di Montecitorio, il tema della soppressione della barberia è stato ricorrente nel corso delle varie discussioni; vi è da precisare che le tariffe a carico degli utenti sono state adeguate a quelle praticate negli esercizi commerciali limitrofi e che il servizio riveste utilità, specie nei momenti di più intensa attività parlamentare. Comunque, appare opportuna una riformulazione del dispositivo nei seguenti termini: «a valutare la possibilità di nuove modalità per l'organizzazione del servizio barberia, compatibili con le esigenze richiamate in premessa». Con questa riformulazione, l'ordine del giorno può essere accettato.
Per quanto riguarda gli ordini del giorno Bernardini n. 9/Doc.VIII, n. 4/12 e n. 9/Doc.VIII, n. 4/13, che si riferiscono allo status del deputato e trovano corrispondenza in analoghi istituti previsti al Senato, si deve innanzitutto osservare che proprio in virtù del comune riferimento degli istituti in oggetto alla condizione del parlamentare, sarebbe opportuno e auspicabile che eventuali interventi volti a modificare le modalità di erogazione dei rimborsi, quale ad esempio il passaggio da un regime forfetario ad un regime a piè di lista, dovranno essere concordati con l'altro ramo del Parlamento. Va inoltre osservato che tali interventi potrebbero comportare un significativo aggravamento delle procedure correlate sia per il deputato sia per gli uffici della Camera, come è noto interessati al blocco del turnover; pertanto invitiamo i colleghi al ritiro dei suddetti ordini del giorno, altrimenti il parere è contrario.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/14, che chiede di inserire il rimborso delle spese accessorie di viaggio nella base imponibile e di non riconoscere detto rimborso a chi dispone di auto di servizio, qualora si volesse inserire il rimborso delle spese accessorie di viaggio nella base imponibile occorrerebbe che gli Uffici di Presidenza dei due rami del Parlamento, posto che non sarebbe possibile sul punto una disciplina differenziata dal punto di vista fiscale, ne mutassero la natura di rimborso spese che invece gli è propria; tra l'altro, la disciplina fiscale del rimborso spese in oggetto è conforme a quanto stabilito dall'articolo 52 del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986.
Quanto alle auto di servizio, si rileva anzitutto che non vi sono auto riservate al singolo deputato, ma che i deputati che ricoprono incarichi istituzionali hanno la possibilità di accedere ai servizi dell'autorimessa prevalentemente per far fronte agli impegni istituzionali all'interno del comune di Roma; in ogni caso, restano a loro carico le spese sostenute fuori dalla città di Roma. Si invitano pertanto i colleghi al ritiro dell'ordine del giorno, altrimenti il parere è contrario. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/15, che chiede all'Ufficio di Presidenza di portare in Aula i documenti di bilancio unitamente agli allegati analitici dei capitoli di bilancio entro il mese di marzo e di pubblicare anche gli allegati sul sito Internet (mi sembra che la collega Bernardini ne abbia fatto, anche poco fa, motivo di un suo Pag. 12intervento), si osserva che l'inserimento della discussione sul bilancio interno nel calendario dell'Assemblea è una decisione di competenza della Conferenza dei presidenti di gruppo. Sui tempi di approvazione del bilancio è comunque allo studio un'ipotesi di modifica del Regolamento di amministrazione e contabilità tesa ad anticipare al mese di marzo il termine per la deliberazione da parte dell'Ufficio di Presidenza del progetto del bilancio e del conto consuntivo.
Si ricorda che da alcuni anni, e in attuazione di ordini del giorno, il progetto di bilancio è deliberato dall'Ufficio di Presidenza entro il mese di dicembre, con un netto anticipo rispetto alla prassi precedente. Pertanto, con le precisazioni sopraesposte, l'ordine del giorno può essere accolto come raccomandazione.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/16, che mira ad ampliare le informazioni disponibili sul sito della Camera pubblicando numerosi dati (da quelli relativi all'attività degli eletti all'iter legis dei lavori parlamentari, dalle dichiarazioni dei redditi e degli interessi finanziari di ogni singolo deputato alle spese elettorali sostenute e al bilancio interno), si osserva che molti di questi dati sono già disponibili sul sito, che sta peraltro progressivamente ampliando i suoi contenuti, come riconosciuto dalla stessa presentatrice dell'ordine del giorno: ad esempio, sono già disponibili sul sito i documenti di bilancio interno, gli atti di iniziativa parlamentare e il loro iter, la diretta delle registrazioni delle sedute dell'Assemblea, i dati sulle votazioni, mentre altre informazioni saranno disponibili in un prossimo futuro.
Per quanto riguarda le altre richieste, possiamo dire che il Collegio si impegna a proseguire l'ampliamento delle informazioni disponibili sul sito Internet, compatibilmente con le disposizioni di legge, i regolamenti e con l'esigenza di tutela della riservatezza. Pertanto, l'ordine del giorno viene accolto come raccomandazione.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Bachelet n. 9/Doc. VIII, n. 4/18, il collega Bachelet chiede la rendicontazione delle spese relativamente al rimborso spese eletto/elettore, nonché il riconoscimento della tipologia contrattuale (Commenti)...

ROBERTO GIACHETTI. Non si sente!

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Se cortesemente, si parla un po' di meno...

PRESIDENTE. Un po' di silenzio da parte dei colleghi. Prego, onorevole questore.

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Come stavo spiegando, l'ordine del giorno Bachelet n. 9/Doc. VIII, n. 4/18 chiede la rendicontazione delle spese relativamente al rimborso spese eletto/elettore, nonché il riconoscimento della tipologia contrattuale cui il deputato può ricorrere nel disciplinare il rapporto con il proprio collaboratore, la fissazione di un ammontare retributivo minimo ed in più, in generale, l'adozione di un modello analogo a quello in vigore presso il Parlamento europeo. Quanto alle questioni sui collaboratori dei parlamentari, è necessario premettere che, come è noto, la Camera non instaura un rapporto giuridico con tali collaboratori, in quanto tale rapporto, di carattere strettamente fiduciario, intercorre esclusivamente tra questi ultimi e i singoli parlamentari né esso è privo di regolamentazione, in quanto sono applicabili sotto la responsabilità delle parti - in particolare, dei deputati - quanto agli oneri retributivi e previdenziali le vigenti norme che regolano i rapporti di lavoro. Pertanto, a seconda degli accordi tra le parti potranno risultare applicabili le norme che riguardano il lavoro subordinato, parasubordinato, ovvero autonomo. Peraltro, si ricorda che le somme attribuite a titolo di rimborso spese eletto/elettori possono essere utilizzate dai deputati per qualsiasi spesa inerente tale ambito e quindi anche, ma non necessariamente, per la retribuzione dei collaboratori. Per quanto riguarda la rendicontazione delle spese si rinvia alle considerazioni svolte già per quanto riguarda l'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/12. Pag. 13
Pertanto invito i presentatori al ritiro dell'ordine del giorno in esame, altrimenti il parere sullo stesso è contrario.
Con l'ordine del giorno Di Biagio n. 9/Doc. VIII, n. 4/19 si chiede di valutare norme più rigorose e idonee ad assicurare un trattamento adeguato e opportune misure a tutela del profilo professionale del collaboratore parlamentare, fermo restando il rapporto fiduciario che lo lega al singolo deputato. Il tema è da tempo all'attenzione degli organi di direzione politica e amministrativa. Infatti, l'Ufficio di Previdenza, e anche al fine di tutelare la posizione dei collaboratori, è più volte intervenuto in questa materia. Da ultimo, l'Ufficio di Presidenza ha reso più vincolante la normativa sui permessi di accesso alle sedi della Camera - unico profilo che non ricade nella responsabilità esclusiva del deputato - stabilendo che tali permessi possano essere rilasciati soltanto a collaboratori che abbiano stipulato con il deputato un contratto di lavoro retribuito e conforme alla normativa vigente, come attestato anche da un consulente del lavoro o da un altro professionista qualificato. Tanto premesso, l'ordine del giorno in esame è accolto come raccomandazione.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Moroni n. 9/Doc. VIII, n. 4/20 - che ringrazio per questo ordine del giorno - su un centro per l'infanzia presso la Camera dei deputati, si tratta di una questione - collega Moroni, lei lo sa - che abbiamo preso in esame già da due legislature - nel corso della XIV e della XV - come Collegio dei questori. Comprendiamo l'ordine del giorno, però il Collegio dei questori ritiene di accoglierlo come raccomandazione nel senso di impegnarsi a valutare ulteriormente la complessiva fattibilità del progetto, attivando un confronto serio e concreto - me lo consenta - con il Comitato per le pari opportunità, anche al fine di coinvolgere nelle valutazioni complessive il personale della Camera.
L'ordine del giorno Baldelli n. 9/Doc. VIII, n. 4/22 chiede di verificare se sia possibile modificare l'avviso a display del ricevente per le chiamate telefoniche provenienti da numeri interne alla Camera: questo ordine del giorno è accettato. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/Doc. VIII, n. 4/23, che vuole reintrodurre la classificazione degli argomenti per gli articoli della rassegna stampa interna, è inutile dire che è accettato all'unanimità.

PRESIDENTE. Colleghi, prima di continuare l'esame dei documenti, considerato che stiamo trattando di questioni interne, ricordo che nella mattina di domani il gruppo dell'Unione di Centro ricorderà con una Santa messa che si terrà nel Palazzo di Vicolo Valdina, il compianto collega Gianni Panetta nel decennale della morte. Chi è interessato potrà partecipare. Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 4/1 se insistono per la votazione.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, devo dire che francamente nella concitazione non ho capito il parere sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/1, a mia prima firma.

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. È stato accettato.

ANTONIO BORGHESI. Se è stato accettato, desidero ringraziare e spiegare in breve ai colleghi soltanto di cosa si tratta.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 17,30)

ANTONIO BORGHESI. Ritengo che vi siano ancora dei margini di miglioramento e, quindi, di riduzione dei nostri costi, delle nostre spese di funzionamento, e questo è uno dei casi. Mi riferisco a tutti gli atti che noi parlamentari presentiamo sia ai fini del sindacato ispettivo sia come proposte di legge: l'ordine del giorno in questione chiedeva ai questori di provvedere ad una procedura che permetta di acquisire dai colleghi parlamentari non soltanto la copia cartacea relativa al provvedimento con la loro firma, ma anche di Pag. 14acquisire il relativo file in formato Word - infatti tutti ormai utilizziamo questo tipo di formato - in modo da evitare una duplicazione di lavoro presso gli uffici che, allo stato attuale, prendono il documento cartaceo e meramente riscrivono in formato Word quanto noi abbiamo scritto. Poiché si tratta di un'attività che comunque impegna parecchio tempo rappresenterebbe un consistente vantaggio in termini di costi. Ringrazio comunque i colleghi per aver accettato il mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VII, n. 4/1, accettato.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 4/2.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, su questo ordine del giorno abbiamo invece una posizione diversa. Vorrei brevemente spiegarne la motivazione. È chiaro che nel corso del tempo si sono succeduti interventi da parte dell'Ufficio di Presidenza per porre restrizioni al conseguimento e all'entità di questo assegno vitalizio, non chiamiamolo pensione.
Vi è tuttavia da dire che in passato le procedure e le regole esistenti hanno dato luogo a situazioni che in qualche modo sono da considerare almeno discutibili. Vorrei ricordare che vi sono tra l'altro quattro ex deputati che hanno passato qui dentro soltanto un giorno, perché si sono dimessi il primo giorno in cui sono entrati in questo Parlamento, e che percepiscono ciascuno 3.108 euro al mese di assegno vitalizio. Vi sono altri ex colleghi - tra cui un banchiere varesino, del quale non faccio il nome - che è stato al Senato per 68 giorni, dovendo poi dimettersi per incompatibilità e che, dopo 68 giorni di incarico, anche egli percepisce ogni mese un assegno di 3.108 euro. Dall'autunno del 2000 la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, perché subentrò a Camere già sciolte al senatore Morlino morto per infarto, e che, quindi, non è mai entrato in Parlamento, percepisce un assegno vitalizio di reversibilità. Non voglio poi ricordare altri casi eclatanti: faccio qui il nome di Tony Negri, uno che di terrorismo forse qualcosa conosce, che è stato parlamentare 64 giorni, ma ha partecipato a nove sedute in tutto e che dal 1993 riscuote 3.108 euro al mese di assegno. Non parliamo poi di casi di colleghi che hanno terminato il mandato nel 2006, a 42 anni e che percepiscono ogni mese 8.455 euro in base alle vecchie regole, ancora esistenti. Dico dunque che la Corte Costituzionale ha già chiarito che non si tratta di una pensione. Ha parlato di assimilazione all'assicurazione ma è un'assicurazione invero strana questa!
Avrebbe un significato se ciò che noi ogni mese paghiamo per questo vitalizio andasse ad essere concentrato in un fondo gestito dall'INPS e poi, al termine dei mandati, venisse trasformato eventualmente in un qualche vitalizio agganciato alle somme che sono state versate. Ma così non è: è un'assicurazione - permettetemi - un po' particolare, perché permette di recuperare quasi sempre in un solo anno tutti i premi che sono stati pagati nel corso della carriera. Quindi non vi è veramente alcuna relazione tra la controprestazione ricevuta ed il corrispettivo che è stato versato. Dunque credo che occorra un intervento serio, tanto più che non si può parlare di diritti quesiti.
Capisco bene l'osservazione dei Questori, i quali affermano che ci troveremmo sicuramente di fronte a contenziosi che però, dal punto di vista del risultato, sono opinabili, stante la partenza, cioè la definizione che di questo assegno e del suo significato ha dato la Corte costituzionale.
Pertanto noi ci permettiamo di insistere e chiediamo dunque che si voti l'ordine del giorno in esame, perché sarebbe un'opera di grande significato far valere le attuali regole per tutti, anche per gli ex parlamentari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mario Pepe (PdL). Ne ha facoltà.

Pag. 15

MARIO PEPE (PdL). Signor Presidente, ieri ho portato in quest'Aula la voce degli ex parlamentari non perché condivida i loro privilegi, ma perché un risparmio di poche migliaia di euro su un bilancio di un miliardo di euro è come limare le zampe alle mosche! Ora l'onorevole Borghesi vorrebbe risanare il bilancio della Camera mettendo le mani in tasca alle vedove che percepiscono la reversibilità, perdendo di vista il vero obiettivo, che è la riforma del Parlamento: riduciamo il numero dei parlamentari, così il questore Colucci non avrà più problemi di bilancio! Pertanto voterò contro l'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, credo che l'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori sia la scelta più saggia, nel senso che se si parla di questo problema citando Tony Negri o altri colleghi che sono stati eletti nel 1983, nel 1987, nel 1992 o forse anche prima e poi nell'ordine del giorno in esame si chiede di estendere agli ex parlamentari eletti successivamente al 1993 il sistema in vigore, evidentemente vi è un problema di tempi, il quale fa sì che quanto è stato detto prima non collimi con l'obiettivo che si vuole raggiungere. Tanto più che, se analizziamo il nuovo sistema e prendiamo ad esempio il caso di colleghi eletti per la prima volta nel 1996, tali colleghi con l'attuazione del nuovo sistema proposto dal collega Borghesi dopo due legislature percepirebbero il 40 per cento dell'importo lordo della nostra indennità, mentre oggi percepiscono il 38 per cento. Dopo tre legislature percepirebbero il 60 per cento della nostra indennità al posto dell'attuale 53 per cento. Vi sarebbe un aggravio di spesa per la Camera. Quindi, se vogliamo fare i moralisti, facciamolo almeno conoscendo i dati e le regole che determinano la vita della nostra Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Signor Presidente, ringrazio il collega Stucchi per la precisazione fatta. Ho invitato il collega Borghesi a un eventuale ripensamento dicendo che vi è un impegno da parte del Collegio dei questori, d'intesa col Senato, a rivedere mediante una riforma la condizione dei parlamentari in carica e di quelli cessati dal Parlamento perché, come diceva giustamente il collega Stucchi, non ho i dati qui, ma grazie a dati ormai in fieri le posso assicurare che il suo principio di voler far risparmiare la Camera non fa risparmiare: noi andiamo ad aumentare ulteriormente, forse diamo alcuni privilegi ad alcune persone e ad alcuni eletti, come diceva giustamente il collega Stucchi.
Pertanto, onorevole Borghesi, la inviterei ad accedere all'invito al ritiro dell'ordine del giorno a sua prima firma, per consentire anche al Collegio dei questori di procedere in collaborazione con gli uffici del Senato. Se non vuole, procediamo con la votazione.

PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che i presentatori dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 4/2 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 4/2, non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Cristaldi... onorevole Castagnetti... onorevole Coscia... onorevole Casini... onorevole Vico... onorevole Lanzillotta... onorevole Duilio... I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Pag. 16Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 472
Astenuti 8
Maggioranza 237
Hanno votato
18
Hanno votato
no 454).

Prendo atto che i deputati Misuraca, D'Incecco e Di Staso hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Rota e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 4/3, accettato dal Collegio dei questori nei termini indicati.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc. VIII, n. 4/4, formulato dal Collegio dei questori.

ANTONIO BORGHESI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, inviterei anche i colleghi questori a portare dati dettagliati. Non è affatto vera l'affermazione del collega Stucchi relativa al fatto che il ripristino vada realizzato a partire dalla data indicata, perché prima di quella data è impossibile farlo. Se si fanno i conti sulle date successive, garantisco che il vantaggio c'è ed è rilevante, al di là delle affermazioni del collega.
Qui la questione è diversa e credo che anche altri colleghi abbiano presentato un ordine del giorno in questo senso. Anche nel caso del rimborso delle spese di soggiorno a Roma, pur comprendendo alcune riserve che sono state espresse dai questori, crediamo che, anche in questo caso, sarebbe un segno di rispetto nei confronti dei contribuenti e degli elettori, se il rimborso delle spese, nell'ambito di quel tetto, avvenisse sulla base di spese effettivamente sostenute e documentate.
Pertanto, insisto nel chiedere la votazione anche dell'ordine del giorno in oggetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, il presente ordine del giorno è simile ad un altro che abbiamo presentato come delegazione radicale.
Il questore che prima è intervenuto nell'esprimere parere contrario a questo ordine del giorno ha affermato che la documentazione delle spese non esiste negli altri Paesi europei, ad eccezione della Gran Bretagna. Bene. Riteniamo questa eccezione importante e, proprio per lo spirito, intendiamo copiare le cose migliori del sistema anglosassone, come quella di documentare le spese che vengono sostenute per il soggiorno a Roma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, poiché ho intenzione di votare a favore dell'ordine del giorno in esame, vorrei un chiarimento. Se si sta parlando di spese di rimborso e, quindi, di spese di rimborsi elettorali, vorrei sapere se vengono tagliati anche i rimborsi elettorali ove non servano per fini elettorali, ma per acquistare degli appartamenti in proprio (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, vorrei un chiarimento. Mi sembra di aver capito dall'esposizione dell'onorevole questore, che gli stessi provvedimenti, favorevoli o non favorevoli, nel bene o nel male, rispetto alle richieste che sono state avanzate, vengono, poi, adeguati al Senato. Pag. 17
Vorrei che fossero gli stessi, vorrei cioè che se la Camera approva un certo provvedimento, il Senato facesse altrettanto seguendo gli stessi principi e gli stessi metodi, se possibile. Questo è quanto ho capito, ma vorrei una conferma.

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Signor Presidente, non a caso, ormai già da tre mesi ci incontriamo continuamente con il Collegio dei questori del Senato, nel tentativo di trovare una normativa uniforme.
A tal proposito, però, anche rispondendo alla collega Bernardini, ritengo che si debba sempre di più responsabilizzare la figura del parlamentare, non possiamo responsabilizzare l'amministrazione. Rispetto ad una spesa forfettaria, è il parlamentare che si deve assumere la responsabilità, davanti all'amministrazione e davanti ai propri elettori, di affermare il vero, non possiamo scaricare questa responsabilità sull'amministrazione e non a caso così prevedeva la legge n. 1261 del 1965. Ecco perché stiamo collaborando con il Senato e vedremo come modificarla, ma non è assolutamente pensabile di scaricare le responsabilità di un parlamentare sull'amministrazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/Doc.VIII, n. 4/4, non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Castagnetti... onorevole Lanzillotta... onorevole Tassone... onorevole Traversa... onorevole Cristaldi... onorevoli Oliverio e Vico.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 482
Astenuti 4
Maggioranza 242
Hanno votato
39
Hanno votato
no 443).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Quartiani n. 9/Doc.VIII, n. 4/5, accettato dal Collegio dei questori.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giachetti n. 9/Doc.VIII, n. 4/6, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
Prendo atto, altresì, che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Osvaldo Napoli n. 9/Doc.VIII, n. 4/7, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo solo per sottoscrivere questo ordine del giorno, ma ritengo che esso debba valere anche nei confronti dei 25 mila dipendenti precari delle poste.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Brigandì n. 9/Doc.VIII, n. 4/8 e Fava n. 9/Doc.VIII, n. 4/9, accolti dal Collegio dei questori come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Stefani n. 9/Doc.VIII, n. 4/10, accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.
Pag. 18
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc.VIII, n. 4/11 accettato dal Collegio dei questori, purché riformulato.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, se ho ben compreso, la riformulazione ci chiede di trasformare la parola «cessazione» (riferita a «tali privilegi») con «riduzione». Se è così, si tratta di un passo avanti, pertanto accogliamo la proposta che ci viene avanzata dai Questori. Ho ben compreso?

PRESIDENTE. I Questori confermano, pertanto prendo atto che non insiste per la votazione dell'ordine del giorno.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc.VIII, n. 4/12 formulato dal Collegio dei questori.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, questo ordine del giorno, come gli altri, chiede semplicemente che vengano documentate le spese. Non capisco perché tutto questo non possa essere fatto e perché, ad esempio, non si debba documentare davanti all'opinione pubblica se i 4.190 euro che vengono riconosciuti a titolo di rimborso forfettario vengono usati per i rapporti con il collegio o se vengono direttamente intascati dal deputato.
Non è molto complicato farlo e un invito che rivolgo a tutti è quello di andarsi a guardare il sito www.radicali.it, perché gli eletti radicali nelle liste del Partito Democratico hanno ivi pubblicato come vengono spesi questi soldi, quanto viene dato al partito e quanto viene speso per i collaboratori. Tutto questo è visibile, documentato e dichiarato. Mi chiedo quindi come mai, anche ai fini del rapporto corretto e di trasparenza con gli elettori, lo stesso non possa essere fatto da tutti (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che i presentatori dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/12, non accedono all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori ed insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/12, non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Castagnetti... Onorevole Coscia... Onorevole Vico... Onorevole Lanzillotta... Onorevole Scilipoti... Onorevole Traversa... Onorevole Livia Turco... Presidente Casini... I colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 477
Astenuti 7
Maggioranza 239
Hanno votato
49
Hanno votato
no 428).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi, che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/13, formulato dal Collegio dei questori.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, noi come delegazione radicale insistiamo anche per la votazione di questo ordine del giorno. Anche l'anno scorso accadde che furono votati e respinti - ci fu un'ecatombe - di tutti i nostri ordini del giorno. Tuttavia, vediamo che, passato un anno, qualcosa viene accolto. Insistiamo pertanto per la votazione. Mi piacerebbe anche avere in questa sede una risposta a quella domanda molto semplice che ho posto all'inizio della seduta ovvero come mai Pag. 19non venga messo a disposizione dei cittadini e dei deputati l'elenco dei fornitori della Camera dei deputati. Credo sia un elemento di trasparenza molto importante e non capisco perché questa risposta non venga data chiaramente a noi che siamo in quest'Aula e a coloro che ci ascoltano oppure che leggono i resoconti.

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Signor Presidente, collega, forse me ne sono dimenticato e le chiedo scusa. Lei sicuramente saprà che esiste una normativa europea per quanto riguarda le ditte fornitrici e i relativi nominativi che impone determinate regole. Dobbiamo attenerci a queste regole pertanto quanto lei prospetta, anche se può essere qualcosa di positivo, non è contemplato dalle norme europee.

RITA BERNARDINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, mi scusi, si tratta di interna corporis quando ci pare. Comunque non mi risulta che le norme europee vietino di pubblicare la lista dei fornitori. In ogni caso io l'ho chiesta, ho avanzato un'istanza di accesso agli atti e mi farò carico - lo dico qui, subito - di farla conoscere a tutti gli elettori e quindi anche ai deputati (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/13, non accettato dal Collegio dei Questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Castagnetti... Onorevole Coscia... Onorevole Traversa... I colleghi hanno votato? L'onorevole Castagnetti ancora non riesce... L'onorevole Tenaglia ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 473
Astenuti 10
Maggioranza 237
Hanno votato
48
Hanno votato
no 425).

Prendo atto che il deputato Mannino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/14 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Collegio dei questori.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/14, non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... Onorevole Castagnetti... Onorevole Lanzillotta... Onorevole Vico... Onorevole Traversa... visto che ce l'ha fatta? L'onorevole Cristaldi ha votato. I colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 434
Astenuti 53
Maggioranza 218
Hanno votato
48
Hanno votato
no 386).

Prendo atto che la deputata Motta ha segnalato di essersi astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole. Pag. 20
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n.4/15, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/16, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, chiedo di intervenire perché questo ordine del giorno riguarda fondamentalmente l'anagrafe pubblica degli eletti, che noi richiediamo ad ogni livello istituzionale.
Proprio in questi giorni, per esempio, il comune di Milano ha approvato una proposta avanzata dai radicali in loco proprio per fare in modo che tutto quello che riguarda la vita degli eletti nelle istituzioni sia disponibile on line.
È vero, come ci ha detto il questore, che molti dei dati che abbiamo elencato sono disponibili, ma è vero anche che molti altri di questi dati mancano e che dobbiamo fare in modo che ci siano. Mi riferisco, ad esempio, alla dichiarazione dei redditi. Sappiamo tutti che quest'ultima, per un periodo limitato nel tempo - una o due settimane - è pubblica, dopo di che viene rapidamente tolta dalla circolazione, perché altrimenti - si dice - stimolerebbe la morbosità degli elettori.
Credo che quanto a morbosità ci siano altre cose di cui occuparci e comunque, poiché mi sembra un atto di trasparenza molto importante, chiedo che ciò sia fatto.
Lo stesso dovrebbe accadere - e qui veramente c'è bisogno di un attimo di attenzione - per il lavoro svolto nelle Commissioni, che è un lavoro fondamentale e che in realtà trova pochissima documentazione sui siti. È vero: anche da questo punto di vista si sono fatti dei passi avanti, però mi chiedo perché non può essere disponibile la registrazione audio o perché non possano essere redatti resoconti stenografici integrali.
Altro elemento che manca è, ad esempio, avere a disposizione le proposte emendative a tutte le proposte di legge. Credo si tratti di elementi che servono a noi per il nostro lavoro e che servono anche ai cittadini per controllarci e magari, in alcuni casi, per suggerirci di evitare di commettere errori.
Un'ultima cosa che chiediamo sia messa on line e quindi a disposizione di tutti in questa anagrafe pubblica è il bilancio dei gruppi parlamentari. Ci sono deputati - io ad esempio sono tra questi - che non sanno quale sia il bilancio del loro gruppo parlamentare e come vengono spesi i denari dello stesso. Perché non renderlo pubblico a tutti? Ecco un altro passo che ci può indirizzare verso una trasparenza maggiore che credo possa avere un solo esito, ossia di avvicinarci agli elettori (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, chiedo intanto di poter sottoscrivere l'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/16, e contemporaneamente chiederei al Collegio dei questori, se possibile, di rivedere il parere espresso, accettando questo ordine del giorno salvo quelle parti che eventualmente l'Amministrazione non dovesse essere in grado di rispettare immediatamente e che quindi necessitino di un'attuazione cadenzata nel tempo.
Però penso, signor Presidente, che l'anagrafe degli eletti sia una misura di modernizzazione della pubblica amministrazione e delle alte istituzioni dello Stato. Si tratta di una misura, peraltro, che riguarda la trasparenza e quindi un miglioramento del rapporto tra eletti ed elettori e tra istituzioni ed elettori.
Per questo motivo penso anche che quelle contenute in questo ordine del giorno siano misure dovute da parte delle istituzioni. Semmai, possiamo verificare quali possano essere i tempi di attuazione di tali misure, ma certo non possiamo utilizzare i tempi e le difficoltà di attuazione per motivare un accoglimento non pieno dell'ordine del giorno in esame. Pag. 21
Quindi, a fronte di una eventuale disponibilità del Collegio dei questori ad una leggera riformulazione, si potrebbe accantonare momentaneamente l'ordine del giorno per dare tempo, a conclusione delle votazioni, al Collegio dei questioni di rivederlo. Diversamente, se si votasse, è chiaro che, anche a nome del mio gruppo, dichiaro già una disponibilità a votare a favore dell'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarubbi. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, intervengo anch'io per apporre la mia firma all'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/16 e per ricordare quanto accade negli Stati Uniti, dove il Presidente è obbligato a denunciare tutti i doni che riceve di valore superiore a 200 dollari (quindi circa 150 euro). Direi che questo lo dobbiamo ai nostri elettori e ai cittadini per quello che rappresentiamo e per l'immagine che loro hanno della politica che, in questo momento, purtroppo, non è la migliore possibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Signor Presidente, accolgo l'invito del collega Quartiani, per cui possiamo accantonare l'ordine del giorno in esame, tenendo presente però, collega Quartiani, che lei sicuramente più di me conosce la legge istitutiva dell'anagrafe patrimoniale degli eletti e quello che dice; non possiamo approvare ordini del giorno contra legem, ma ordini del giorno che, caso mai, chiariscano maggiormente la legge. Per cui, sono d'accordo con lei e con il collega sull'accantonamento, per vedere come sia possibile riformulare un testo che trovi completezza nelle varie istanze presentate.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/17, accettato dal Collegio dei questori.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Bachelet n. 9/Doc. VIII, n. 4/18, formulato dal Collegio dei questori.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, vorrei chiedere al Collegio dei questori di riconsiderare il parere espresso, perché la motivazione con cui è stato formulato l'invito al ritiro mi pare fosse riferita al fatto che la Camera non ha un rapporto di lavoro con i nostri collaboratori, ma questo non figura da nessuna parte nel mio ordine del giorno.
Il mio ordine del giorno semplicemente invita l'Ufficio di Presidenza ed il Collegio dei questori a regolamentare il riconoscimento del rimborso spese ispirandosi a certi criteri. Uno di questi, contenuto anche in altri ordini del giorno dei nostri colleghi radicali e che ho già sottoscritto, è la rendicontazione delle spese. Penso sia un principio importante.
È una delle cose che più mi ha meravigliato l'anno scorso diventando deputato. Per alcune spese, giustamente, come quelle dei treni o degli aerei, chi fa politica (cioè viaggia e spende) spende, chi non fa politica non spende. Viceversa, con il rimborso forfetario, c'è un premio inverso: meno si lavora e si spende per la politica, più soldi vanno a finire nel nostro stipendio. È un risultato paradossale che la rendicontazione contribuirebbe almeno in parte a mitigare.
L'altro aspetto non riguarda affatto la richiesta di creare un rapporto di lavoro fra la Camera dei deputati e i collaboratori dei deputati stessi, bensì di aiutare i colleghi con alcune linee guida a comportarsi correttamente, riconoscendo alcune tipologie con le quali si può assumere un collaboratore, ad esempio, non come badante o come pilota aereo, ma secondo due o tre contratti che vengono consigliati. In generale, augurare che si possa adottare Pag. 22in futuro un modello analogo a quello in vigore al Parlamento europeo non sembra un fatto particolarmente increscioso.
Quindi, chiederei che venisse rivisto questo parere, perché ritengo che questo sia semplicemente l'auspicio di una migliore regolamentazione di un punto che, nella coscienza di noi parlamentari e anche di molti elettori, non funziona. Si tratta di un privilegio al quale non corrisponde nessun chiaro vantaggio per la nostra attività politica e che con pochi sforzi si potrebbe invece spiegare e motivare rispetto alle nostre vere attività sul territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per apporre la mia firma su questo ordine del giorno.
Voglio però precisare che alcune indicazioni ci vennero fornite proprio all'inizio di questa legislatura da parte degli uffici sulle tipologie di contratti alle quali ci potevamo attenere. Quindi, alcune informazioni ci sono arrivate, poi è chiaro che c'è chi le ha seguite, chi non lo ha fatto e chi, magari, ha ritenuto di dover tenere «in nero» i suoi collaboratori, cambiandoli ogni sei mesi.

FEDERICA MOGHERINI REBESANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICA MOGHERINI REBESANI. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere di aggiungere la mia firma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, anch'io vorrei aggiungere la mia firma. Vorrei inoltre chiedere un ulteriore chiarimento, se magari i colleghi questori sono in grado di dare una risposta. Infatti, recentemente era stato segnalato con una loro circolare un cambiamento rispetto al passato in base al quale (mi pare di ricordare che al 30 giugno, quindi pochi giorni fa) veniva a scadere l'eventuale pass dato a quei collaboratori per i quali i colleghi non avessero depositato una delle forme contrattuali indicate. Chiederei se sono in grado di dirci quanti di questi pass sono stati bloccati perché i colleghi non hanno adempiuto alla richiesta del Collegio dei questori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, visto che ci riferiamo spesso per analogia o per comparazione a quanto avviene anche in altri parlamenti, compreso quello inglese, forse sarebbe bene chiarire quanto in lingua inglese si chiama misunderstanding. Probabilmente, i colleghi che hanno sottoscritto questo ordine del giorno sostengono una questione che per alcuni aspetti ha una ragione di un certo rilievo, tant'è che la Presidenza della Camera, il Collegio dei questori e anche l'Assemblea, in occasione dell'approvazione degli scorsi bilanci, ha avuto modo, attraverso ordini del giorno specifici, di richiamare i singoli deputati affinché, nel momento in cui avviano un rapporto di lavoro di dipendenza o autonomo o di altro tenore con dei collaboratori, questo sia non solo trasparente, ma legalmente avviato e agito, e che questa sia la condizione per poter lavorare nell'ambito dell'istituzione parlamentare da parte dei collaboratori.
Altra cosa è ricondurre la questione dei collaboratori alla vicenda del fondo di rimborso per il cosiddetto rapporto eletti-elettore, il quale non può essere ascrivibile, né lo è, esclusivamente ad una questione che un ventennio fa era nata effettivamente come riguardante il cosiddetto rapporto con i portaborse (cattiva e brutta parola, che è bene non usare mai).
Ora, se noi mischiamo le due cose, rischiamo di non venire a capo della Pag. 23questione. Poi tutto è riformabile, persino le modalità che, al momento, dal punta di vista regolamentare e delle norme di funzionamento che autonomamente ci siamo dati, attengono alla vicenda del Fondo che viene stanziato per il funzionamento del rapporto tra eletti ed elettori.
Pertanto, chiederei ai colleghi di tenere conto di questa osservazione non già perché io abbia qualcosa da insegnare, ma semplicemente perché rammento che questa è l'evoluzione effettiva che nel tempo (almeno nelle ultime tre legislature) abbiamo avuto modo di discutere e di verificare nella nostra discussione. Semmai si tratta a questo punto di chiedere la disponibilità ai questori a monitorare meglio la vicenda che riguarda l'utilizzo del Fondo eletti-elettori e, ove del caso, anche a ridefinirne meglio l'ambito di applicazione e i criteri che lo informano.
Detto questo, spero di aver dato un contributo ad una discussione che rischierebbe di diventare un dibattito nel quale parliamo lingue diverse, mentre qui dentro, invece, la consonanza con molti colleghi, compresi - credo - tutti coloro i quali hanno sottoscritto questo ordine del giorno (da parte mia la consonanza è anche personale), è tale per cui credo che sarebbe opportuno fermarsi un attimo a riflettere attorno a questa vicenda e chiedere eventualmente al Collegio dei questori, anche con riferimento a questo argomento, non di riformulare l'ordine del giorno, ma di dichiarare in maniera esplicita, a conclusione della nostra discussione sugli ordini del giorno, la disponibilità del Collegio stesso a monitorare la vicenda che riguarda il Fondo eletti-elettori ed a presentare nel prossimo preventivo una proposta più precisa anche relativamente ai criteri e ai risultati di questo monitoraggio.

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Signor Presidente, ringrazio il collega Quartiani per il contributo che ha dato a questa problematica, che credo sia sentita da tutti, per quanto riguarda il fondo cosiddetto forfetario che concerne il rapporto fra eletto ed elettori.
Condivido le preoccupazioni della collega Bernardini, nonché quelle del collega che ha parlato prima del collega Quartiani; si tratta, infatti, di preoccupazioni che abbiamo tutti affinché ci sia una trasparenza sempre maggiore nel rapporto fra eletto ed elettori e con i propri collaboratori. Non a caso, l'Ufficio di Presidenza, anche per impulso del Presidente Fini, ha già preso la decisione per cui coloro che prima non avevano un contratto con i vari parlamentari non potranno più entrare alla Camera di deputati.
Senza dubbio occorre chiarire maggiormente questo discorso, ha ragione il collega Quartiani. L'impegno che possiamo assumere noi - ecco il motivo per cui l'ho detto dall'inizio e non per prendere tempo - è che come Collegio dei questori stiamo considerando insieme al Senato il modo per lavorare sinergicamente per predisporre una regolamentazione sempre più trasparente. Quando vi ho invitato a ritirare qualche ordine del giorno, non l'ho fatto perché non li condivido, io li condivido.
Collega Bernardini, le sue preoccupazioni sono le mie preoccupazioni però, come dice l'onorevole Quartiani, affrontiamo insieme questa problematica che è molto complessa. L'impegno che noi come Collegio dei questori possiamo assumere è che quanto prima riferiremo su questi contatti presi con il Senato e sul modo in cui poter risolvere queste problematiche. Pertanto, vi invito nuovamente, in uno spirito di collaborazione, a ritirare questi ordini del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Bachelet, accede all'invito al ritiro dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/18 formulato dal Collegio dei questori?

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, sinceramente se questo è il pensiero, la preoccupazione di dare una maggiore trasparenza al fondo che attiene alla rendicontazione e che, come ha detto Pag. 24adesso il nostro collega questore, comporta una migliore revisione della figura dei collaboratori che abbiamo visto nella regolamentazione degli accessi, non riesco a cogliere il motivo dell'invito al ritiro.
Mi pare che quest'ordine del giorno abbia esattamente il senso che lo sforzo del Collegio dei questori gli ha dato, quindi tenderei a mantenerlo, a meno che le parole non abbiano il loro senso.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bachelet n. 9/Doc. VIII, n. 4/18, non accettato dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Castagnetti... Onorevole Cristaldi... Onorevole Patarino... Onorevole Coscia... Onorevole Armosino... Onorevole Mondello... Onorevole Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 461
Astenuti 24
Maggioranza 231
Hanno votato
91
Hanno votato
no 370).

Prendo atto che il deputato Zucchi ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Di Biagio n. 9/Doc. VIII, n. 4/19, accolto come raccomandazione dal Collegio dei questori.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, l'auspicio è che non rimanga solo una raccomandazione. Vorrei ringraziare, in ogni caso, i deputati questori e l'Ufficio di Presidenza per l'attenzione a quest'ordine del giorno e a tutta la categoria dei collaboratori parlamentari.
Se mi è concesso, vorrei apporre la mia firma all'ordine del giorno Moroni n. 9/Doc. VIII, n. 4/20.

PRESIDENTE. Prendo atto, dunque, che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Biagio n. 9/Doc. VIII, n. 4/19, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
Prendo atto, altresì, che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Moroni n. 9/Doc. VIII, n. 4/20, accolto dal Collegio dei questori come raccomandazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Marinello n. 9/Doc. VIII, n. 4/21 è inammissibile.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Baldelli n. 9/Doc. VIII, n. 4/22, accettato dal Collegio dei questori.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/Doc. VIII, n. 4/23, accettato dal Collegio dei questori.
Ricordo che l'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/16 è stato accantonato. Chiedo al Collegio dei questori se sia pervenuto ad una proposta di riformulazione e ad un nuovo parere su tale ordine del giorno, altrimenti dobbiamo sospendere la seduta per qualche minuto.

ANTONIO MAZZOCCHI, Questore. Signor Presidente, il Collegio dei questori accetta l'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/16, nel senso di impegnarsi a rendere fruibili sul sito Internet tutte le informazioni relative all'attività, alla condizione patrimoniale dei deputati, in vista della formazione di una sorta di anagrafe dei deputati, compatibilmente con il rispetto delle vigenti disposizioni legislative e regolamentari.

PRESIDENTE. Onorevole Bernardini?

RITA BERNARDINI. È un piccolo passo nella direzione giusta.

PRESIDENTE. Prendo atto, dunque, che i presentatori accettano la riformulazione Pag. 25e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/Doc. VIII, n. 4/16, accettato dal Collegio dei questori purché riformulato.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto - Doc. VIII, nn. 3 e 4)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul conto consuntivo che, per prassi, avranno luogo congiuntamente a quelle sul progetto di bilancio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire quanto ho detto nella seduta ieri circa i documenti al nostro esame. Sono documenti che perseguono una filosofia corretta, che è quella del contenimento delle spese, del rispetto dei fondi pubblici e dei risultati positivi per quanto riguarda i nostri lavori, in termini di servizi che ci vengono offerti per poter operare al meglio. Per questo, il mio ringraziamento va ai questori per il lavoro che hanno svolto, a tutto l'Ufficio di Presidenza e al personale della Camera, per la collaborazione che presta a tutti noi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, il gruppo Italia dei Valori voterà a favore del progetto di bilancio. Come già espresso dalla collega Mura, in sede di discussione sulle linee generali, noi abbiamo apprezzato e apprezziamo lo sforzo che il Collegio dei questori sta facendo per razionalizzare e ridurre le spese di questo ramo del Parlamento.
Voglio dire di più: poiché alcuni di loro erano questori anche nella passata legislatura, guardo non soltanto a questo ultimo anno, ma a quanto avvenuto dal 2006 in avanti, e vorrei ricordare che, fin dal bilancio del 2007, vennero prese una serie di misure rilevanti anche sotto la richiesta pressante da parte del mio gruppo. Fummo tra i primi a chiedere, ad esempio, il blocco degli automatismi delle indennità dei parlamentari. Voglio anche ricordare che, in quella sede, venne accolto un nostro ordine del giorno che, da un lato, chiedeva una riduzione del 10 per cento della spesa per beni e servizi calcolata a politiche invariate per il 2008 e faceva, altresì, una richiesta che oggi ritrovo in un ordine del giorno della collega Bernardini, che riguarda l'anticipazione dell'approvazione del bilancio, in modo da evitare e da ridurre al minimo l'esercizio provvisorio. Addirittura, in quell'occasione, chiedemmo con quell'ordine del giorno, che venne accettato, che venisse presentato entro la fine dell'anno e l'Ufficio di Presidenza della Camera, puntualmente, approvò il provvedimento del bilancio di previsione per il 2008 nel mese di dicembre, addirittura con una previsione di riduzione in termini nominali, cosa che non capitava da 45 anni.
Anche qui, abbiamo un provvedimento che in questo senso appare innovativo, al punto che, presentando per tre anni l'invarianza delle entrate, determina una situazione che non si registrava più dal 1960; questo, ovviamente, depone a favore del lavoro che i questori stanno facendo per razionalizzare. Naturalmente, è evidente che la razionalizzazione avrà dei limiti insormontabili, perché è chiaro che le retribuzioni e le pensioni dei dipendenti saranno, a un certo punto, un limite che non può essere superato, così come, se non si interviene, gli assegni vitalizi diventeranno un limite insuperabile.
Adesso mi verrebbe voglia, per il collega Stucchi, di dare lettura di una serie di nomi di persone, di parlamentari che sono andati in «pensione» dopo la citata data del 1992, che vedrebbero fortemente ridotto il loro assegno, se si utilizzassero le regole attualmente vigenti.
Non lo faccio, ma naturalmente è a sua disposizione, per capire... (Commenti del deputato Stucchi). Vogliamo cominciare a leggere? Cominciamo: Rino Piscitello, 47 anni; Antonio Martusciello, 46 anni; Pecoraro Scanio, Pag. 2649 anni; Boselli, 51 anni. Vuoi che faccia l'elenco (Commenti del deputato Stucchi)? No, c'è anche qualcuno della Lega, caro collega!
Forse è per quello che voi, mentre una volta su queste questioni avevate determinati rigori e comportamenti, oggi, forse proprio perché c'è anche qualcuno di voi, iniziate...

GIACOMO STUCCHI. Noi siamo seri, non siamo pagliacci come te!

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, credo che il termine «pagliaccio» in quest'Aula vada evitato e, siccome prima, invece che «pagliaccio», è stata usata, addirittura, una parola molto più pesante, la pregherei di invitare i colleghi ad un contegno almeno nei rapporti tra di noi qui dentro, perché ritengo che siano vergognose le affermazioni che il collega Stucchi ha fatto prima ancora di più e adesso nuovamente.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, continui il suo intervento.

ANTONIO BORGHESI. Vado avanti, lo stavo ultimando. Dicevo che, se non si interviene sul vitalizio, è evidente che vi sarà un punto al di là del quale non si riuscirà più a farlo, e per forza di cose il bilancio annuale della Camera avrà nuovamente degli aumenti. Non credo che ciò sia accettabile da parte degli elettori, da parte dei cittadini, da parte di quanti fanno fatica oggi ad arrivare alla fine del mese, e che sia necessario porre rimedio a tale situazione complessiva. Sarebbe per me più facile accettare l'idea che i versamenti che noi facciamo andassero a determinare un fondo, ed esso fosse la base sulla quale assegnare poi gli eventuali vitalizi ai colleghi, perché allora - e ho finito - vi sarebbe un legame tra la prestazione che noi forniamo e il suo ritorno. Concludo ribadendo comunque che il mio gruppo voterà a favore del bilancio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, svolgerò una dichiarazione molto breve per quanto riguarda le valutazioni che fa il mio gruppo, e quindi anche l'atteggiamento che esso assumerà nel voto finale.
Signor Presidente, noi votiamo a favore del bilancio in esame; però una considerazione di un fondo la debbo fare, a lei, signor Presidente, al Collegio dei questori, e anche ai colleghi. Queste occasioni rischiano di essere un po' ripetitive: chi è da qualche tempo in quest'Aula ha potuto registrare la reiterazione di alcune problematiche che vengono sottoposte all'attenzione dei questori. Noi non abbiamo proposto alcun ordine del giorno: abbiamo evitato di farlo, anche perché, signor Presidente e colleghi questori, credo che alcuni temi e argomenti siano ben noti, e anche perché in altre occasioni abbiamo avanzato attraverso ordini del giorno delle valutazioni e abbiamo sollecitato delle soluzioni.
Certo un dato importante è quello che viene evidenziato anche in alcuni ordini del giorno. Il problema è uno: o il bilancio viene ad essere assunto come un fatto tecnico puramente amministrativo, oppure viene considerato anche sul piano di una valutazione politica complessiva del ruolo del Parlamento e dei parlamentari. Questo dato appare molto chiaro in alcuni ordini del giorno presentati dall'Italia dei Valori, dove certamente la ricollocazione del parlamentare fa da sponda ad alcune valutazioni negative nei confronti del ruolo non del parlamentare, ma del Parlamento nel nostro Paese. Ritengo che questo è il dato su cui avremmo dovuto soffermarci, svolgendo una valutazione molto attenta; non faccio ovviamente colpa ai colleghi questori, ma credo che vi sia nel dibattito in corso qualcosa di frettoloso, di ambiguo e di ipocrita. È infatti la prima volta che noi discutiamo del bilancio dopo che vi è stata una grande polemica sul ruolo e sulla centralità del Parlamento, e non è con degli ordini del giorno, che sottopongono all'attenzione del Parlamento una rivisitazione dei cosiddetti benefici, che si raggiunge l'obiettivo: ritengo che vi era bisogno di considerare non soltanto lo statusPag. 27del parlamentare, ma soprattutto di confermare il ruolo del parlamentare, l'impegno del parlamentare, la strategia del Parlamento e del rafforzamento della democrazia rappresentativa all'interno del nostro Paese.
Altrimenti, non si capirebbero taluni ordini del giorno, sia per quanto riguarda gli ex parlamentari, sia per quanto riguarda i benefici. Assistiamo ad una deriva: si raccolgono le polemiche e si assume così un obiettivo molto forte e stringente - come oggi noi vediamo - per cui il Parlamento non viene più ad essere considerato nella sua centralità, ma, così come altre istituzioni, viene ad essere visto come uno strumento importante da rivedere per risparmiare e abbattere i costi della politica. Questo a me non piace nella maniera più assoluta: non mi piacciono le polemiche che sono state fatte e non mi piacciono gli obiettivi che qualche formazione, sia all'interno sia soprattutto all'esterno del Parlamento, ha in animo di portare avanti.
Ma vi è un altro dato. Certo, sono state raggiunte alcune situazioni ottimali, anche per quanto riguarda il funzionamento degli uffici e la razionalizzazione dei nostri lavori. Ma vi sono anche aspetti sui quali avremmo potuto spendere una parola in occasione di questo momento di confronto sul bilancio. Non si tratta di aspetti semplicemente tecnici: non si tratta solo del problema della barberia o solo del problema dell'esternalizzazione dei servizi. Vi è un problema di maggior rilievo. E forse è vero che sarà materia di rivisitazione del Regolamento, ma il Regolamento prevede, ad esempio, che vi sia il sindacato ispettivo. Il fatto è che le attività delle Commissioni sono svolte soltanto nei ritagli di tempo. Questa è la condizione del parlamentare! Il ruolo del parlamentare viene così ad essere ridimensionato e manomesso perché non vi è più grande spazio per quel che riguarda il sindacato ispettivo e gli atti di indirizzo parlamentare. Questi sono temi e argomenti che certamente avrebbero potuto trovare una loro collocazione e una loro legittimazione anche in questo dibattito.
Come dicevo poc'anzi, noi non abbiamo presentato ordini del giorno anche perché nella passata legislatura ne avevamo presentato uno - mi sembra a firma dell'onorevole Ronconi - con il quale chiedevamo un'equilibrata eguaglianza di trattamento tra Camera e Senato, in nome di un bicameralismo perfetto che certamente non è stato alterato. Su queste cose non abbiamo contezza. Non è che si chiedesse di più o di meno: si chiedeva di salvaguardare il bicameralismo all'interno del nostro Paese.
Ma vi sono tanti altri argomenti, come quello da me più volte richiamato che riguarda gli spazi della stampa e dei parlamentari. Vi è una convivenza che diviene sempre più difficoltosa: vi è un'occupazione sempre più ampia e pericolosa che sicuramente non dà il senso e il significato della salvaguardia forte del ruolo del parlamentare rispetto ad alcune intromissioni che certamente non possiamo accettare. Certo, questo argomento è difficile perché rischia di essere impopolare: ma me ne assumo la responsabilità. Ecco perché parlavo di una ipocrisia e di una ambiguità che non mi esaltano, non mi rinfrancano e non mi fanno stare tranquillo.
Ovviamente, secondo riti ripetitivi noi approviamo questo bilancio. E dal momento che questo bilancio è ripetitivo di altri bilanci, e dal momento che abbiamo votati gli altri bilanci, annuncio che ancora una volta l'UdC voterà questo bilancio; ma con questa raccomandazione - signor Presidente - che sottopongo all'attenzione dei collegi deputati e soprattutto dei colleghi del Collegio dei questori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, vorrei dire all'onorevole Tassone che non mi sembra poi così secondario sottoporre all'attenzione dell'Aula gli ordini del giorno e farli approvare o meno. È infatti proprio grazie ad un ordine del giorno che fu approvato nella precedente legislatura Pag. 28che il voto che noi esprimiamo oggi in quest'Aula è finalmente un voto vero e legale. Poiché nella passata legislatura fu approvato un ordine del giorno presentato da Sergio D'Elia che richiedeva l'introduzione del voto attraverso le impronte digitali: proprio la soluzione cui si è arrivati e che fa sì che finalmente in quest'Aula non vi siano più votazioni falsate.
Devo dire che in occasione di questo dibattito sono stati sicuramente compiuti - a mio avviso, per quanto riguarda la delegazione radicale all'interno del Partito Democratico - dei passi in avanti, però spiego i motivi per i quali noi ci asterremo sul bilancio interno della Camera.
I motivi sono due: innanzitutto, riteniamo di non avere avuto a disposizione come deputati e come componenti di quest'Aula alcuni allegati che ritengo essenziali (come quello, ripeto, della lista dei fornitori, che spero mi verrà consegnata il più presto possibile); il secondo dato che trovo mancante è poi quello dell'elenco dei consulenti, dei loro stipendi e dei rimborsi che si vedono assegnati per svolgere determinati lavori ritenuti essenziali per lo svolgimento del nostro impegno in quest'Aula.
Questi sono i due motivi che riteniamo tuttora di mancanza o attenuazione della trasparenza in quest'Aula e che ci portano ad esprimere un voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, oggi siamo chiamati a votare il bilancio e il rendiconto della Camera dei deputati, il che significa parlare del funzionamento dell'organo costituzionale sede della rappresentanza politica. Sebbene altri organi costituzionali ambiscano a svolgere una funzione anche rappresentativa (pensiamo al Capo dello Stato ove esso sia eletto direttamente), solo il Parlamento ha continuato a costituire la sede preminente della rappresentanza politica, nel quale si persegue l'interesse generale, che è l'unico che può consentire di qualificare la rappresentanza come rappresentanza politica.
Ecco perché oggi non parliamo solo di numeri, ma stiamo discutendo della funzionalità dell'istituzione, a garanzia di un modello di democrazia in cui riconoscerci. E dovremmo essere grati al Collegio dei questori per il consuntivo e per il bilancio di previsione che ci hanno consegnato: grati perché è la dimostrazione che un lavoro serio, profondo e lontano dalla ribalta consente di ottenere risultati veri, a fronte invece di un populismo chiacchierone, capace solo di agitare ma non di risolvere problemi reali. C'è un che di tribale nell'esibire totem mediatici per rimuovere chissà quali tabù politici! Questo è un progetto di bilancio buono e rigoroso, che rappresenta una linea di continuità con la gestione precedente, del Presidente Bertinotti. Il consuntivo del 2008 è il frutto di un lavoro bipartisan a cavallo tra due amministrazioni e tra due Presidenze della Camera, e già nella previsione per il 2008 per la prima volta calava la spesa, già nel preventivo.
Il risultato del consuntivo del 2008 presenta un ulteriore avanzo di 35 milioni: questo è un risultato straordinario, è soprattutto un risultato reale, sono fatti concreti, sono cose che possono essere toccate con mano, a differenza di tante affermazioni gridate. Ma la cosa più importante è che per i futuri bilanci non verrà chiesto l'aumento della dotazione da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, e questo è un altro straordinario risultato che deve essere messo nella bacheca delle cose vere con cui confrontare invece le cose strillate. È un risultato importantissimo perché si è dimostrato che si possono ridurre i costi senza ridurre la funzionalità del Parlamento. Ci sono delle scelte importanti nel progetto di bilancio che ci viene presentato, come il blocco del turnover, che ha prodotto un risultato straordinario (siamo alla dotazione del personale del 1987, a quella cioè di venti anni fa).
Dobbiamo cercare di mantenere questo blocco per garantire ulteriori performance perché queste ulteriori performance saranno quelle che obbligheranno a procedere a una riorganizzazione dei servizi per Pag. 29stabilire che cosa dovrà essere esternalizzato. È un lavoro importante di razionalizzazione quello che sta facendo il Collegio dei questori. Così come è importante mettere sotto esame l'altra grande partita, quella della gestione del patrimonio, per uscire da quella sorta di morsa micidiale degli affitti e per arrivare ad un incremento della dotazione patrimoniale della Camera, anche in accordo con l'Agenzia del demanio. Tutto questo ha a che fare con un tema molto importante e molto grande, che è ancora lontano nell'orizzonte, ma che dobbiamo cominciare ad affrontare adesso, quello della convenzione con Palazzo Marini, che scade nel 2015, ma che già oggi dobbiamo cominciare a porci come problema di prospettiva. Queste sono le partite vere, non il trattamento degli ex deputati che garantirebbe il risparmio di qualche centinaia di migliaia di euro. Questo dobbiamo dirlo se non vogliamo continuamente sguazzare nell'ipocrisia. L'altro dato importante e fondamentale di questo bilancio e del conto consuntivo che ci vengono presentati è che l'80 per cento delle spese è destinato all'attività parlamentare in senso stretto: questa è una garanzia di democrazia. Vedete, si parla spesso di restituire centralità al Parlamento; questo significa tante cose, significa la riforma del bicameralismo, significa avere un'unica Camera politica e una Camera di rappresentanza territoriale, significa ridurre il numero dei parlamentari, così come significa anche modificare il modo di scelta del parlamentare. Guardate che la riduzione del numero dei parlamentari e la legge elettorale per sceglierli sono le condizioni per restituire dignità all'articolo 69 della Costituzione. Perché non è mai stato contestato il fatto che vi fosse un'indennità parlamentare - che ne so - ai tempi di De Gasperi o di Togliatti?
Perché allora De Gasperi e Togliatti venivano percepiti come una scelta vera. Oggi, colleghi, quello che fa questo Parlamento non è diverso da quello che facevano De Gasperi e Togliatti. È la modalità di selezione di questo Parlamento che è indecorosa. Ecco perché allora bisogna lavorare su questo fronte e non sul fronte della demagogia. Centralità del Parlamento vuol dire anche rimettere in discussione il procedimento legislativo, la riforma dei Regolamenti, il decisivo rapporto tra il Governo e il Parlamento, l'altrettanto decisivo rapporto tra legislazione nazionale e legislazioni regionali. Su tutto questo possiamo avere opinioni diverse, è arrivato però il momento di confrontarle sul serio misurandoci sui testi, perché questa sarebbe la risposta vera al populismo e al qualunquismo che invece ancora oggi la fanno da padrone, anche nell'Aula di Montecitorio quest'oggi. Ma mentre la politica annaspa e non riesce ancora a confrontarsi su testi veri, i questori, per fortuna, no. I questori gestiscono e razionalizzano, riorganizzano e riclassificano, senza intaccare la forza, l'operatività e la dignità del Parlamento. Il voto favorevole oggi è quindi un voto di approvazione del loro operato, di consenso alle loro strategie, ma è anche e soprattutto un voto politico di rinnovata fiducia all'istituzione parlamentare contro ogni cedimento a un troppo facile e corrivo populismo di facciata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbieri. Ne ha facoltà.

EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, partirò, nel motivare il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà al progetto di bilancio, dalle considerazioni - credo molto serie - svolte nella giornata di ieri durante il dibattito dal collega Baldelli, ma mi preme anche sottolineare come nella dichiarazione di voto dell'onorevole Bressa riecheggino considerazioni che mi sento di fare mie. Vorrei dare atto al Collegio dei questori, non solo a questo Collegio dei questori ma anche al Collegio dei questori che ha preceduto questo, e - devo dire - a quello ancora antecedente (per essere concreti, alle Presidenze Casini, Bertinotti e Fini), di aver applicato una politica di rigore che è già stata impostata da alcuni anni a questa Pag. 30parte, e che credo ci veda in primo piano anche rispetto ad altre istituzioni. Non avvio considerazioni polemiche - lo feci lo scorso anno - a questo riguardo, ma devo dire che da questo punto di vista la Camera, per quanto riguarda le istituzioni, sta dando un proficuo esempio.
Crescita zero per le dotazioni 2010-2011. È già stato ricordato che non accadeva dal lontano 1960. È questa una scelta che dobbiamo fare - ringrazio a nome del gruppo del Popolo della Libertà il Collegio dei questori - proprio tenuto conto della situazione di crisi che questo Paese sta attraversando. Guai se noi dessimo un segnale di tipo diverso!
Ma l'aspetto significativo che va rimarcato è che il contenimento della spesa non avviene a scapito dell'attività parlamentare. Mi pare che sia un fatto molto significativo - lo ricordava anche il collega Stucchi - perché se avessimo compresso le spese e avessimo di fatto avviato un'azione di ridimensionamento dell'attività parlamentare, avremmo compiuto un grosso errore: così non è. A nostro giudizio, tutte le risorse devono essere impegnate a potenziare l'attività della Camera anche attraverso l'utilizzo di mezzi tecnologici all'avanguardia nel supporto all'attività del parlamentare e all'attività del personale e, in modo particolare, solo su questo aspetto, mi sento di condividere alcune considerazioni fatte dalla collega Bernardini riguardo all'attività delle Commissioni. Infatti, il lavoro vero di questa Camera si svolge nelle Commissioni e quindi è giusto che il Collegio dei questori avanzi proposte tese ad implementare il lavoro delle Commissioni. La relazione dei questori, da questo punto di vista, è molto importante.
Il personale diminuisce anche grazie al perdurare del blocco selettivo del turnover. Condivido molto quanto ha detto ieri nel suo intervento l'onorevole Quartiani. Era un auspicio dello scorso anno. Chiedo al Collegio dei questori - la risposta è già stata data in modo positivo - che si vada nella direzione di una sostanziale sintonia tra il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati anche per quanto riguarda lo status del singolo parlamentare. Infatti, mi sembra che questo possa essere addebitato come un fatto positivo nella direzione di riuscire ad evitare che le diversificazioni che potevano esistere quando era in vigore la vecchia legge elettorale oggi obiettivamente non hanno ragione di esistere e, quindi, vanno superate.
Mi permetto di ricordare al Collegio dei questori una considerazione molto interessante, sottolineata ieri da parte del collega Mario Pepe (PdL) in sede di discussione sulle linee generali. Vorrei fare mia la sua richiesta, poiché sono uno di coloro che è stato colpito da un infarto, ha il pacemaker e due stent. È necessario che per davvero - ha ragione Mario Pepe (PdL) - dotiamo ogni piano di Palazzo Montecitorio di defibrillatori automatici, che consentano una più efficace e tempestiva assistenza sanitaria. Non ho bisogno di argomentare su tale questione. Sono tra i firmatari di una proposta di legge che tende a fare in modo che in una serie di luoghi molto frequentati e, quindi, anche la Camera dei deputati, questa regola diventi una legge.
In conclusione, ringrazio di nuovo il Collegio dei questori. Dico che il voto del Popolo della Libertà è favorevole ad entrambi gli atti e, a nome del gruppo del Popolo della Libertà, mi sento anche in dovere di ringraziare il Segretario generale, i suoi collaboratori, tutti i dipendenti della Camera, tutti i settori dell'Amministrazione perché in questo ramo del Parlamento possiamo contare su personale qualificato che si sacrifica per fare in modo che il nostro lavoro possa essere un lavoro efficace e teso al raggiungimento degli obiettivi per i quali siamo stati qui mandati dal popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
Prima di porre in votazione il conto consuntivo e il progetto di bilancio avverto che subito dopo queste due votazioni avranno luogo altre votazioni, per le quali è richiesta la maggioranza assoluta. Desidero anch'io, certa di interpretare la volontà Pag. 31di tutta la Presidenza, cogliere l'occasione dell'approvazione del bilancio della Camera per ringraziare il Segretario generale, tutta l'amministrazione della Camera e tutto il personale, perché con il loro servizio e la loro alta professionalità consentono a tutti noi di svolgere il servizio nell'interesse del Paese (Applausi).

(Votazioni - Doc. VIII, nn. 3 e 4)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Doc. VIII, n. 3, di cui si è testé concluso l'esame. Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole Castagnetti? Onorevole Ghiglia? Onorevole Traversa?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2008 (Doc. VIII, n. 3)»:

Presenti 460
Votanti 449
Astenuti 11
Maggioranza 225
Hanno votato
449

(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Anna Teresa Formisano, Poli e Pionati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Doc. VIII, n. 4, di cui si è testé concluso l'esame. Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole Traversa? Onorevole Scilipoti? Onorevole Lo Monte? Onorevole Porcino? Onorevole Mariarosaria Rossi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2009» (Doc. VIII, n. 4):

Presenti 468
Votanti 458
Astenuti 10
Maggioranza 230
Hanno votato
458

(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Motta, Giacomoni e Pionati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,53).

PAOLO FADDA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, anche se facciamo un piccolo strappo alla regola, onorevole Fadda.

PAOLO FADDA. Signor Presidente, in pochissimi secondi chiedo a nome del gruppo del Partito Democratico, che il Governo venga a riferire in aula sulla drammatica situazione che si sta verificando in Sardegna, dopo la grande provocazione che i vertici dell'ENI hanno fatto nei confronti della Sardegna stessa. Infatti, stasera è stata annunciata da parte dei vertici dell'ENI la chiusura del cracking di Porto Torres. Vorrei ricordare che si tratta non solo di una provocazione, ma anche di una grandissima sfida. È una provocazione nei confronti di questo Parlamento: solo una settimana fa la Commissione attività produttive ha fatto un sopralluogo, erano presenti dirigenti nazionali dell'ENI e non ci è stato comunicato nulla. Solo ieri è stato comunicato dal Governo che il 17 luglio prossimo venturo vi sarà il confronto Stato-regioni e uno dei temi principali è proprio quello del settore chimico.
L'altra provocazione: venerdì prossimo 10 luglio vi è uno sciopero generale del Pag. 32l'industria in Sardegna e credo che mai si sia visto, nella storia della nostra autonomia, che a due giorni da uno sciopero generale in Sardegna un ente di Stato provochi i sardi e l'Italia annunciando la chiusura del cracking in Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Fadda, sarà cura di questa Presidenza sollecitare la presenza del Governo.

Seguito della discussione del documento: Proposta di modificazione degli articoli 12, 153-ter e 154 del Regolamento (Modifica della disciplina dei ricorsi in materia di tutela giurisdizionale) (Doc. II, n. 13) (ore 18,55).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del documento: Proposta di modificazione degli articoli 12, 153-ter e 154 del Regolamento (Modifica della disciplina dei ricorsi in materia di tutela giurisdizionale).
Ricordo che nella seduta del 6 luglio 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore è intervenuto in sede di replica.

(Esame delle proposte di principi e criteri direttivi - Doc. II, n. 13)

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate, a norma dell'articolo 16, comma 3-bis, del Regolamento, due proposte di principi e criteri direttivi per la riformulazione del testo della Giunta (Vedi l'allegato A - Doc. II, 13).
Avverto altresì che la Giunta per il Regolamento ha riformulato il testo del Doc. II, n. 13, che è stato stampato e che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - Doc. II, n. 13).
Ha chiesto di intervenire il relatore, onorevole Leone, per illustrare il nuovo testo della Giunta. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, la Giunta, convocata oggi per l'esame delle proposte di principi e criteri direttivi - direi emendativi - presentati, si è riunita ed ha deliberato la presentazione all'Assemblea di una riformulazione del Doc. II, n. 13, al fine di adeguarne il testo ad esigenze di carattere tecnico e di coordinamento, almeno per alcuni punti.
In particolare, al comma 6 dell'articolo 12 è stata inserita una precisazione che conferma esplicitamente l'attuale regime secondo cui gli organi giurisdizionali sono composti da deputati in carica.
Inoltre, come avevo preannunziato ieri in Aula nella discussione sulle linee generali, è stata riformulata la norma sull'entrata in vigore (articolo 153-ter del Regolamento), al fine di richiamarvi l'intero contenuto della proposta e di evitare qualunque dubbio sull'effettiva data di entrata in vigore dell'intero complesso normativo. Si tratta di un accorgimento tecnico, al fine di evitare un vuoto regolamentare.
Su questi punti la Giunta è stata concorde, trattandosi di una riformulazione meramente tecnica.
La Giunta ha, poi, esaminato le due proposte di principi e criteri direttivi presentate dai colleghi dell'Italia dei Valori.
La prima attiene all'estensione dell'incompatibilità con l'incarico di componente degli organi di tutela giurisdizionale anche ai presidenti di gruppo ed ai presidenti di Commissioni permanenti, speciali, bicamerali e d'inchiesta, data la peculiare posizione di tali soggetti, come ha spiegato l'onorevole Favia nella seduta di ieri, quando ha sottolineato, in particolare, il ruolo di vertice politico proprio dei presidenti di gruppo.
Sul merito, ho avuto modo di sottolineare più volte come l'incompatibilità relativa ai membri dell'Ufficio di Presidenza discenda dalla coincidenza fra soggetti titolari di poteri normativi e amministrativi interni e titolari di funzioni giurisdizionali: proprio questa coincidenza ha condotto alla sentenza di condanna della Corte europea dei diritti dell'uomo. Il medesimo presupposto che giustifica l'espressa previsione dell'incompatibilità Pag. 33nel Regolamento maggiore non è riscontrabile né riguardo ai presidenti di gruppo, né ai presidenti di Commissione, né ai titolari di altre cariche interne.
Cercando di raccogliere lo spirito della proposta, avevo formulato una proposta di «mediazione» alla Giunta, nel senso di introdurre nel comma 6 dell'articolo 12 un periodo aggiuntivo che rimettesse ai cosiddetti regolamenti minori l'eventuale previsione di ulteriori cause di incompatibilità, ferma restando l'esigenza di non ridurre eccessivamente il bacino dal quale attingere ai fini della nomina.
Su questa proposta di riformulazione, si è, però, aperto un interessante dibattito che ha visto esprimere, da parte di tutti gli altri colleghi presenti in Giunta, un orientamento fermamente contrario, sia per ragioni di opportunità e di merito, sia con riferimento al profilo del più corretto utilizzo delle fonti del diritto parlamentare, ritenendo preferibile mantenere la disciplina di questa materia alle prassi ed alle convenzioni parlamentari.
In mancanza del necessario consenso sulla mia proposta, l'ho perciò ritirata e, sul punto, la Giunta mantiene il testo originario del Doc. II, n. 13.
La seconda proposta emendativa chiede che il Regolamento della Camera contenga una norma specifica che individui il sorteggio come modalità di nomina dei componenti degli organi giurisdizionali. La proposta chiede di prevedere nella fonte maggiore quanto già stabilito nel regolamento per la tutela giurisdizionale dei dipendenti, con riferimento alla Commissione giurisdizionale per il personale, ossia che i membri degli organi giurisdizionali interni vengano sorteggiati a partire da liste preparate, già preconfezionate, dal Presidente della Camera, dal Segretario generale e dalle organizzazioni sindacali del personale.
Ho manifestato la mia contrarietà, invitando al ritiro del criterio direttivo, sia perché ritengo che la sede propria di esame di una simile proposta non possa che essere l'Ufficio di Presidenza nell'ambito della discussione dei regolamenti minori, sia per ragioni sistematiche, posto che un riferimento di questo genere nel Regolamento della Camera renderebbe necessario prevedere nello stesso Regolamento, i requisiti di cui devono essere titolari i deputati, tra i quali operare il sorteggio.
Così facendo, però, si trasferirebbe nel Regolamento maggiore una serie di norme analitiche la cui sede naturale, invece, è quella dei regolamenti minori, che sono, peraltro, materia di confronto sindacale.
Mi soffermo, poi, sulla motivazione addotta dal collega Favia per sostenere la sua proposta, il fatto che, cioè, la sentenza della Corte di Strasburgo avrebbe espresso, nella ben nota sentenza depositata il 28 aprile 2009, un significativo apprezzamento per questa modalità di nomina. In realtà, la sentenza non ha espresso una preferenza per il sistema del sorteggio ai fini della nomina dei membri degli organi giurisdizionali, ma ha solo preso atto che tale sistema è utilizzato per la nomina dei membri dell'organo giurisdizionale di primo grado; il punto della sentenza a tale riguardo è il 103, che è inutile richiamare.
Ho constatato che questa mia posizione è stata condivisa dalla quasi totalità dei membri della Giunta, tranne ovviamente dall'onorevole Favia, al quale ribadisco, quindi, l'invito a non insistere per il voto della proposta di criteri direttivi n. 2.
Consegno, in conclusione del dibattito, il nuovo testo del documento n. 13 della Giunta, che confido possa essere approvato con la più ampia maggioranza, che auspico possa comprendere - dato il contenuto assolutamente necessitato del provvedimento - anche i presentatori delle proposte di principi e criteri direttivi.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori di principi e criteri direttivi se insistono per la votazione.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, come ha correttamente illustrato il relatore, siamo in presenza di un provvedimento della Corte europea dei diritti dell'uomo che, in buona sostanza, boccia l'appartenenza all'organo giudiziario di secondo Pag. 34grado (che giudica sugli appelli relativi ai dibattiti interni e alla giurisdizione interna nei confronti dei dipendenti ed altro) dei membri dell'Ufficio di Presidenza. Esso conferma, invece, la validità del sorteggio per quanto riguarda l'appartenenza all'organo di primo grado.
Con il collega Borghesi ci siamo permessi di avanzare due proposte di principi e criteri direttivi per la riformulazione del testo della Giunta, nel senso di prevedere, oltre alla incompatibilità sancita dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, anche l'incompatibilità...

PRESIDENTE. Onorevole Favia, le chiedo scusa: prego i colleghi di ascoltare chi sta intervenendo, anche perché la materia richiede un minimo di attenzione. Con questo brusio continuo è un po' difficile farlo. Prego, onorevole Favia.

DAVID FAVIA. Come dicevo, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha bocciato la composizione dell'organo di secondo grado, affermando che non ne possono far parte i membri dell'Ufficio di Presidenza, poiché essi sarebbero chiamati, al tempo stesso, a formulare le norme regolamentari e poi a giudicare sulle norme da loro stessi promulgate.
Ci eravamo ripromessi di andare a vedere se potessero essere riscontrate altre incompatibilità e le avevamo individuate nei presidenti di gruppo e nei presidenti delle Commissioni permanenti e della Commissioni speciali, bicamerali e d'inchiesta. A seguito di un più produttivo dibattito, però, si era arrivati alla proposta del presidente Leone di rinunciare a questa proposta - che sarebbe andata a finire nel cosiddetto Regolamento maggiore - e di prevedere soltanto che all'Ufficio di Presidenza fosse consentito di prevedere nel Regolamento minore, emanato nell'ambito delle proprie competenze, un'altra eventuale serie di incompatibilità.
Questa proposta del presidente Leone che eravamo disposti ad accettare, rinunciando alle nostre proposte emendative, è stata bocciata dagli altri colleghi della Giunta per il Regolamento sulla base di un principio per il quale, poiché sussistono delle convenzioni parlamentari che già proteggono le ipotesi di incompatibilità, tale previsione sarebbe inutile ed anzi dannosa.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DAVID FAVIA. Mi permetto di leggere, da un testo sicuramente autorevole, il Di Ciolo-Ciaurro, alcune righe che dicono che le convenzioni parlamentari possono definirsi regole liberamente create dagli operatori parlamentari mediante accordi più o meno taciti e sono liberamente mutabili anche per volontà di uno solo dei soggetti interessati. Per questa ragione si dice che le convenzioni non sono regole giuridiche, proprio perché non sono coercibili giuridicamente da parte da un'autorità distinta rispetto agli operatori politici interessati. Si dice poi che è possibile che una regola vissuta a livello di convenzione per alcuni anni dia luogo, ad un certo momento, ad una norma scritta, identica o diversa quanto a contenuto rispetto alla regola convenzionale. Un esempio è rappresentato dal già citato articolo 116 del nuovo Regolamento della Camera che ha modificato, almeno in parte, la precedente convenzione esistente in materia.
Detto questo, quindi ritenendo ingiustificata la bocciatura dello sforzo che era stato fatto dal Presidente Leone, noi rinunciamo alla proposta n. 2, ovvero a quella di riformulazione del cosiddetto «Regolamento maggiore», nel senso di prevedere che i membri degli organi di tutela giurisdizionale interna vengano tutti sorteggiati. Accogliamo, infatti, l'eccezione del Presidente Leone che ci segnala che in questo modo si impedirebbe alle organizzazioni sindacali di trattare il cosiddetto «Regolamento minore» cioè quello che viene redatto, proposto e adottato dall'Ufficio di Presidenza. Per questo motivo riteniamo di ritirare la proposta n. 2, perché è bene che la formulazione sia stabilita d'accordo tra l'Ufficio di Presidenza e le organizzazioni sindacali. Ci permettiamo, invece, di insistere perché venga accolta la proposta dell'onorevole Pag. 35Leone, che ci sembrava un'ottima proposta di mediazione, nel qual caso siamo ancora disponibili (ovviamente se ce ne fosse la possibilità, sospendendo la seduta e riunendo ancora la Giunta), altrimenti chiediamo la votazione. Ci sembrano, infatti, del tutto pretestuose le motivazioni sulla base delle quali la nostra proposta è stata bocciata, una proposta, lo ripetiamo, che va nel senso di prevedere soltanto - all'indomani dell'incompatibilità sancita dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, per i membri dell'Ufficio di Presidenza, a far parte dell'organo giurisdizionale interno di secondo grado - che il medesimo Ufficio di Presidenza possa individuare altre eventuali incompatibilità, non che lo debba fare, ma che lo possa fare.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DAVID FAVIA. Non farsi carico di questa possibilità, chiamando in causa le convenzioni parlamentari e dando loro un ruolo che non hanno nella gerarchia delle fonti, a noi sembra un non volersi occupare di un problema concreto (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Favia, prima di dare la parola all'onorevole Bressa ed eventualmente, per una precisazione, al relatore, tengo a precisare che la Giunta per il Regolamento potrebbe riunirsi solo nel caso in cui il principio direttivo da lei formulato venisse accolto, ovviamente e non nel caso contrario perché, come lei ben sa, è già stato preso in esame dalla stessa Giunta.

GIANCLAUDIO BRESSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, mi rendo conto che una discussione sull'articolo 12 del Regolamento, in questo momento, possa sembrare quanto meno anacronistica, in quanto il mondo ha problemi probabilmente più urgenti. Non si tratta, tuttavia, di una questione banale: è una questione di principio molto importante che deve consentirci di non commettere errori.
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha rilevato che l'incompatibilità relativa ai membri dell'Ufficio di Presidenza discende dalla coincidenza tra soggetti titolari di poteri normativi e amministrativi interni e titolari di funzioni giurisdizionali. Questo è il rilievo della Corte europea dei diritti dell'uomo.
Questa coincidenza ha condotto alla sentenza di condanna della Corte europea dei diritti dell'uomo in quanto l'organo giurisdizionale di appello sarebbe identificabile con l'organo titolare dei poteri normativi interni della Camera.
Quindi si tratta di un caso patente ed evidente di conflitto di interessi: non vi è una separazione netta tra i poteri in gioco.
L'incompatibilità che la Corte europea dei diritti dell'uomo ha sollevato è un'incompatibilità tra organi titolari di funzioni, da una parte un organo titolare di una funzione normativa e amministrativa, dall'altro un organo titolare di una funzione giurisdizionale. Il rilievo non è riferito ai singoli deputati, non è riferito a singole persone o al ruolo che all'interno del Parlamento queste assolvono.
L'emendamento del gruppo Italia dei Valori sposta completamente l'asse perché porta il problema da un conflitto tra organi, e quindi tra organi e funzioni, a un conflitto tra persone in quanto dicono che l'incompatibilità non deve essere limitata solo ai componenti dell'Ufficio di Presidenza - i quali sono incompatibili non perché singoli deputati, ma proprio per la funzione che ricoprono in quel momento - e vogliono allargare questa incompatibilità ai capigruppo, ai presidenti di Commissione, ai segretari d'Aula e via dicendo. Tutto questo non rileva perché il rilievo della Corte è altra cosa.
C'è un che di tribale, lo dicevo prima con riferimento al bilancio e lo ripeto ora, nel voler esibire delle proposte come dei totem che non si capisce quali tabù debbano rimuovere.
È profondamente sbagliato tentare di mettere le brache al mondo quando si Pag. 36parla delle consuetudini parlamentari anche perché, onorevole Favia, il problema non è quanto lei ha ricordato citando Ciaurro di convenzioni parlamentari, qui siamo di fronte a vere e proprie convenzioni costituzionali.
Mi limito a citarle un brano - avrei potuto portargliene decine, ma gliene cito uno solo - tratto da un autorevolissimo testo, dal Paladin, il quale dice che le convenzioni costituzionali strettamente intese - è questa una di quelle - sono quelle il cui fondamento non può considerarsi contingente, ma consiste nel sistema desumibile dalla Costituzione. A questi canoni si attaglia l'assunto dottrinale che essi rientrino nel campo delle norme giuridiche ovvero delle fonti normative. Di questa opinione non è solo Paladin, ma anche Mortati, Elia, Reposo, Pizzorusso e potrei citare anche Crisafulli se non corressi il pericolo di essere, anche questa volta, frainteso da qualche scrittore siciliano.
Ciò che è importante è che le fonti consuetudinarie debbono venire concepite come fatti normativi e quindi produttivi di nuovo diritto, sia pure nel senso di integrare la Costituzione scritta, ma ciò non toglie che essi entrino a far parte del sistema costituzionale anziché avere una ratio di tipo extra giuridico, come nel caso di molte regole frequentemente incluse tra quelle convenzionali.
Cito, e questo taglia la testa al toro, Carlo Esposito: la funzione delle consuetudini risiede, appunto, nell'integrazione delle lacune e nella stabilizzazione dei principi dell'ordinamento.
Esiste una sentenza fondamentale della Corte costituzionale, la n. 129 del 1981, che ha ragionato di principi non scritti manifestatisi e consolidatesi attraverso la ripetizione costante di comportamenti uniformi.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

GIANCLAUDIO BRESSA. Di questo stiamo parlando: consuetudini costituzionali che derivano da sessant'anni di consuetudini parlamentari, non stiamo parlando di atteggiamenti casuali e non si capisce perché, di fronte a sessant'anni di consuetudini costituzionali conformi, dobbiamo, lo ripeto, mettere le brache al mondo e prevedere delle ipotesi ulteriori di incompatibilità, non avendo nemmeno la capacità di descriverle tutte. Non possiamo infatti descriverle perché la Corte europea ha stabilito esclusivamente l'incompatibilità tra i due organi: il Consiglio di Presidenza nella sua funzione normativa, regolamentare e amministrativa e il Consiglio di Presidenza nella sua funzione giurisdizionale. Questo è ciò che dobbiamo cambiare e la proposta della Giunta per il Regolamento per l'articolo 12 questo dice, questo fa e questo voteremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

ANTONIO LEONE, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, intervengo per fare una precisazione. Infatti, il collega Favia ha detto di ritornare un po' a quella che era stata la proposta di mediazione che avevo fatto in Giunta per il Regolamento, ma quella proposta non esiste più perché siamo venuti con il vecchio testo quindi, o il principio direttivo indicato dal collega Flavia, una volta messo in votazione, stravolge l'iter e si deve ritornare necessariamente in Giunta, altrimenti rimane così com'è, con l'approvazione. Mi associo ad alcune considerazioni di natura tecnica che il collega Bressa ha svolto.

DAVID FAVIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Le do la parola in via eccezionale. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, la ringrazio ma c'è quasi un fatto personale. Voglio solo dire che il dotto intervento dell'onorevole Bressa sulle convenzioni parlamentari e sulla loro rilevanza costituzionale ha affrontato temi che non ci sono ignoti, nel senso che le convenzioni parlamentari sono una specie del genus delle convenzioni costituzionali.
Pag. 37
Tuttavia, come diceva prima l'onorevole Bressa, sono sessant'anni che ci sono queste convenzioni. Ebbene, nulla vieta di cambiarle con una norma scritta. Questo è assolutamente inconfutabile. Ovviamente il Parlamento è libero di farlo o di non farlo, ma non siamo in presenza di un totem immodificabile. È assolutamente modificabile.
Non c'entra nulla il rilievo della Corte, perché è vero che non ha fatto un rilievo su questo, ma credo che in questa occasione sarebbe opportuno occuparsi di tantissime altre incompatibilità quali potrebbero essere quelle insite nel ricoprire ruoli di rilevanza politica che, in re ipsa, potrebbero essere in conflitto di interessi o palesemente incompatibili. Dopodiché, quello che contesto all'onorevole Bressa è il sancire la inviolabilità di queste convenzioni poiché ciò assolutamente non è.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di principi e criteri direttivi Favia n. 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Cristaldi... onorevole Piccolo... onorevole Vico... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 446
Votanti 444
Astenuti 2
Maggioranza 223
Hanno votato
20
Hanno votato
no 424).

Prendo atto che il deputato Casini ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario e che il deputato Giacomoni ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione della proposta di principi e criteri direttivi Borghesi n. 2.
Ricordo che per l'approvazione delle modificazioni del Regolamento è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti della Camera, a norma dell'articolo 16 comma 4 del Regolamento.

(Coordinamento formale - Doc. II, n. 13)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione ed approvazione - Doc. II, n. 13)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della proposta di modificazione degli articoli 12, 153-ter e 154 del Regolamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Doc. II, n. 13, nel testo riformulato dalla Giunta ed illustrato dal relatore.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello... onorevole Traversa... onorevole Cristaldi... onorevole Vico... onorevole Lo Monte... onorevole Porcino... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Proposta di modificazione degli articoli 12, 153-ter e 154 del Regolamento (Modifica della disciplina dei ricorsi in materia di tutela giurisdizionale)» (Doc. II, n. 13):
Presenti 445
Votanti 425
Astenuti 20
Maggioranza 316
Hanno votato 425
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Pag. 38

Prendo atto che i deputati Giacomoni, Mattesini, Ruben e De Angelis hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Monai ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Dovremmo passare ora al seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge concernenti disposizioni in materia di violenza sessuale. Tuttavia, è stata manifestata alla Presidenza l'esigenza di iniziare il seguito dell'esame del provvedimento nella seduta di domani.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge (ore 19,18).

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della prossima seduta l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione permanente, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:
alla I Commissione (Affari costituzionali):
BONIVER ed altri: «Modifica della denominazione e delle competenze del Comitato parlamentare di cui all'articolo 18 della legge 30 settembre 1993, n. 388» (1446).

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,19).

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per segnalare a lei, agli onorevoli colleghi e, di conseguenza, al Ministro dei trasporti che si sta verificando in Puglia una situazione alquanto grave per ciò che attiene diverse centinaia e centinaia di addetti negli appalti di pulizia delle attività ferroviarie (ovviamente si tratta di contratti con Trenitalia), che fino ad ora hanno solo ricevuto un acconto di stipendio di 600 euro nello scorso mese di maggio ed è annunciato il mancato pagamento dei salari nei prossimi mesi.
Desidero, inoltre, segnalare che queste centinaia di lavoratori sono stati anche privati dalle loro aziende di riferimento dei rinnovi contrattuali e degli aumenti che ne rivengono dagli stessi. Queste centinaia di lavoratori di Taranto, Bari, Lecce e Foggia sono in agitazione da ormai diversi mesi e la vertenza avviata presso il Ministero del lavoro continua a non aver alcun successo. Il successo in questo caso riguarda esclusivamente che chi lavora deve essere pagato! Noi siamo in presenza ormai di centinaia di lavoratori che da tre mesi - sono appalti Trenitalia - continuano a lavorare senza percepire un euro di stipendio. Questa è la segnalazione che volevo rendere alla Camera dei deputati e la ringrazio per avermi dato la parola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

SALVATORE CICU. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Cicu, colgo l'occasione per formularle il mio rammarico per il disguido che c'è stato nella comunicazione, per cui la Presidenza non conosceva l'argomento del suo intervento. Se lo avesse conosciuto, le avrebbe dato la parola insieme all'onorevole Fadda, perché credo che l'argomento sia il medesimo sollevato dall'onorevole Fadda stesso. Prego, onorevole Cicu, ha facoltà di parlare.

SALVATORE CICU. Signor Presidente, debbo sottolineare che - nonostante gli impegni assunti dall'ENI e sottoscritti dall'amministratore delegato Scaroni con il Governo e, in maniera particolare, con l'attenzione del Ministro dello sviluppo economico Scajola - si era garantita una Pag. 39prosecuzione del sistema della chimica in Sardegna e degli impianti, in maniera particolare di Porto Torres. L'ENI, stravolgendo qualsiasi accordo, in un momento particolarissimo e drammatico per il sistema sardo, che sta combattendo per ottenere precondizioni di esistenza, ha annunciato la chiusura degli impianti di Porto Torres. Ciò è inaccettabile e intollerabile. Noi non possiamo assistere ad un dramma sociale di queste proporzioni.
Signor Presidente, si tratta di migliaia di lavoratori che si trovano nell'incertezza più assoluta.
Noi vogliamo e dobbiamo garantire, come sistema parlamentare, questa realtà richiamando ancora una volta l'attenzione del Governo che è sempre stato presente e che ha sempre assicurato il mantenimento del sistemo chimico italiano, ma partendo da Porto Torres perché Porto Torres significa Assemini, significa l'intero sistema sardo. Pertanto, rivolgiamo in maniera forte l'invito al Governo affinché incontri la regione sarda per invitare ad un tavolo l'ENI e per ottemperare a quegli accordi che sono stati assunti non più di due mesi fa. La ringrazio, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

LANFRANCO TENAGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, voglio segnalare alla Presidenza la necessità che nei tabulati che riportano il voto elettronico, nel caso in cui il deputato non abbia potuto esprimere il voto per il blocco del sistema o per un altro motivo, venga riportata un'indicazione che rinvia al resoconto stenografico nella parte in cui il deputato stesso ha espresso la propria volontà di voto ai resocontisti presenti in Aula. Oggi ciò non avviene e questa situazione può dare luogo a degli spiacevoli equivoci come è accaduto a me in occasione delle votazioni sul decreto-legge riguardante l'Abruzzo.
L'impossibilità di esprimere il voto su un emendamento, sul quale addirittura avevo espresso una dichiarazione di voto a nome del mio gruppo, ha portato i comitati cittadini de L'Aquila ha ritenermi favorevole o assente e ad essere indicato nei resoconti giornalistici e in gigantografie affisse per le strade de L'Aquila fra i deputati che, invece, avevano sostenuto la posizione Governo. Quindi, per questo fraintendimento, la mia volontà politica è stata completamente travisata.
Credo che un semplice accorgimento tecnico, una sigla di rinvio possa evitare per il futuro il ripetersi di questi spiacevoli inconvenienti e ritengo che la Presidenza se ne possa far carico abbastanza semplicemente.

PRESIDENTE. Onorevole Tenaglia, valuteremo le sue richieste e le sue indicazioni.

MATTEO MECACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO MECACCI. Signor Presidente, intervengo per richiamare l'attenzione dell'Aula e poi, attraverso la Presidenza della Camera, anche del Governo perché nella giornata di domenica nella regione cinese dello Xinjiang ci sono state delle manifestazioni che sono state represse nel sangue da parte delle autorità cinesi che hanno provocato, ad ora, oltre 150 morti, oltre 800 feriti e migliaia di arresti.
Ora noi, come Italia, ci troviamo in una condizione particolare perché il nostro Paese ha la presidenza del G8 e nella giornata di ieri abbiamo avuto in questo edificio, alla Camera, il Presidente cinese che ha anche visitato il Quirinale dove gli è stata ricordata la necessità di garantire il rispetto dei diritti umani in Cina. Grazie alla disponibilità del presidente del Comitato dei diritti umani, Furio Colombo, domani pomeriggio (probabilmente intorno alle 15,30) avremo per il momento un incontro informale, però con un importante rappresentante del Congresso mondiale degli Uiguri perché è un dovere Pag. 40per le istituzioni del nostro Paese, per il Parlamento e per il Governo, in questa situazione in cui il nostro Stato ha anche una responsabilità internazionale, mantenere alta l'attenzione su quanto sta avvenendo.
Lo dico a tutti i colleghi, anche della maggioranza: questa non è un'iniziativa dell'opposizione, è un'iniziativa del Parlamento che ha adottato dei documenti vincolanti anche a livello politico sul tema del rispetto dei diritti umani in Cina e credo che non si debba far passare l'occasione di avere nel nostro Paese il Presidente cinese per far sentire la voce del Parlamento e, speriamo, anche del nostro Governo che avrà contatti continui con le delegazioni dei più importanti Governi del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

LUCIA CODURELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, circa un mese fa sollecitai una riflessione in quest'Aula per la morte di una donna pugliese immigrata irregolare perché non si era recata a curarsi.
La settimana scorsa vi è stata un'altra donna, nel napoletano. Vorrei che questo Parlamento registrasse queste morti che si susseguiranno, assumendosi tutte le responsabilità, perché ha votato una legge tanto vergognosa che costringe le persone di fatto a morire. Questo non vuol dire assolutamente essere per la vita, ma avere sulla coscienza queste persone a causa di questa legge.
Un'altra cosa che sollecito a lei stasera è una mia interrogazione, affinché il Governo venga a rispondere sulla tratta ferroviaria Sondrio-Milano, perché si proceda con la regione Lombardia alla firma dell'accordo di programma e si intervenga per superare i forti disagi che aumentano sempre di più ogni giorno. A dicembre, il Governo rispose che i disagi erano causati dalle forti nevicate. In questi giorni, i pendolari denunciano che probabilmente è per la pioggia. Sollecito affinché si venga a rispondere e si intervenga su disagi ormai insostenibili per i pendolari.

SOUAD SBAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SOUAD SBAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in un giorno di lutto come quello che si è tenuto oggi a Viareggio in ricordo delle vittime del disastro ferroviario, alte devono elevarsi la voce e lo sdegno della comunità magrebina in Italia, disgustata dalla tracotanza, dall'arroganza e dall'usurpazione compiuta da Nour Dachan davanti ai feretri delle vittime.
Nour Dachan, esponente dell'Ucoii, la comunità musulmana in Italia, famoso per le sue uscite molto integraliste, estremiste e filoterroriste, era presente a titolo personale al funerale, dove non solo ha preso la parola a nome della comunità magrebina, presentandosi come loro presunto portavoce, ma ha approfittato del cordoglio e della buona fede di tutti i presenti e di quanti, con loro, oggi soffrono per la scomparsa dei propri cari, spacciandosi per il leader designato dalla moschea di Roma, Wahid el Fihiri.
Dachan ha dunque mentito pubblicamente, spacciandosi per un'altra persona, consapevole di farlo, così rendendo falsa testimonianza e offendendo una volta di più la città di Viareggio, le istituzioni ecclesiastiche, gli esponenti dell'amministrazione locale e del Governo e, in ultima analisi, tutti gli italiani. Vorrei ricordare che in giornata è stato diffuso dall'associazione della comunità marocchina di Viareggio un duro comunicato in cui ha definito il sedicente Imam Nour Dachan uno sciacallo che, con atto di forza e di prepotenza, si è appropriato del microfono per riuscire ad intervenire. L'associazione ha ribadito di non conoscerlo e di non sentirsi rappresentato da questo soggetto.
A nome delle comunità, che mi hanno anche mandato questo breve comunicato, cari colleghi, voglio qui ribadire tutto il mio sdegno per un grave episodio perpetrato Pag. 41da un presunto filo-terrorista, che mira a delegittimare pubblicamente quanti, come noi, portano avanti da tempo una lunga e annosa battaglia per l'affermazione di una cultura moderata, osteggiata da dubbi personaggi.
In questa occasione, vorrei portare in quest'Aula le mie condoglianze a tutta la città di Viareggio.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo per associare il gruppo della Lega a quanto è stato detto dal collega dei radicali in merito a quanto sta accadendo in Cina.
Si tratta di un piccolo popolo, di un popolo che chiede una maggiore autonomia e la risposta del regime cinese è una risposta sanguinosa e violenta. Credo che la risposta a un'istanza di indipendenza non possa mai essere la forza. Ma intervengo anche per stigmatizzare il fatto che il Governo cinese è sempre pronto a parlare di avvicinamento ai valori filo-occidentali di cultura democratica; lo fa, però, solo in termini economici, solo quando è in ballo l'apertura dei nostri mercati a un regime senza regole di concorrenza.
Questo è sbagliato: diciamo che l'apertura dev'essere anche subordinata all'accettazione di alcune regole di convivenza civile; tra queste, vi è il fatto che non bisogna far lavorare i bambini nelle fabbriche, non bisogna applicare in maniera indiscriminata la pena di morte, bisogna rispettare i trattati sull'ambiente, insomma bisogna essere filo-occidentali anche nei fatti e non solo a parole. Il sentimento di solidarietà nei confronti di questo popolo, che è massacrato ed è oggetto di un intervento durissimo, non può che essere pieno e totale, nella convinzione che mai, mai e mai la risposta ad un'istanza di indipendenza può essere la forza.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta a una delle tante interrogazioni che ho presentato sull'emergenza rifiuti in Sicilia. Lo faccio, ancora una volta, a nome del Partito Democratico, sapendo che su questo tema siamo stati per diversi mesi ignorati, quasi derisi. Siamo stati ignorati anche dal Ministro dell'ambiente, che non poteva non sapere del dramma che man mano si stava definendo in Sicilia sul tema dei rifiuti.
Oggi tutti devono prendere atto di questa grande emergenza, dovuta al fallimento degli ATO, dei mostri che hanno soltanto alimentato il potere del centrodestra. Non possiamo sperare nell'azione della regione siciliana, che ha visto nascere un nuovo Governo, purtroppo sempre diviso e per nulla orientato a risolvere i problemi della Sicilia.
Il nostro auspicio è che in quest'Aula possa venire il Ministro a discutere dell'emergenza rifiuti in Sicilia, un'emergenza purtroppo molto più grave rispetto a quella che si era determinata in Campania.

PRESIDENTE. Hanno chiesto di parlare gli onorevoli Giulietti, Froner e Ascierto. Visto che abbiamo terminato i nostri lavori con un po' di anticipo, do la parola a tutti.
Colleghi, naturalmente è evidente che la Presidenza si farà carico di sollecitare il Governo per la risposta a interrogazioni e quant'altro da voi è stato richiesto. Ho evitato di chiosare ogni intervento, come solitamente facciamo, anche perché questa sera il numero è particolarmente abbondante. Onorevole Giulietti, ha facoltà di parlare.

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, cercherò di non abusare della sua gentilezza. Intervengo solo per porre una questione anche in Aula, altrimenti i dibattiti avvengono tramite agenzie. Pag. 42
Come lei sa, vi è stato un documento allarmatissimo di tutte le associazioni del mondo della musica, del cinema, del teatro e dello spettacolo. Lo dico perché in questa sede spesso si parla dell'Italia come grande impresa della cultura, e quindi come grande risorsa economica, sociale e culturale, a tal punto che alcuni colleghi del centrodestra - non ne faccio una questione di parte -, i colleghi Barbareschi e Carlucci, hanno fatto un'iniziativa ieri con tutte le associazioni, ponendo la drammatica questione dell'esaurimento del Fondo unico per lo spettacolo, più volte tagliato.
Si prospetta la possibilità che numerose opere, alcune opere dell'ingegno, tra l'altro, più raffinato della cultura italiana musicale, teatrale e cinematografica, non abbiano la possibilità di essere portate ad esecuzione entro la fine dell'anno. Quel fondo rischia di essere tagliato e lo stesso Ministro dei beni culturali lo ha detto in più occasioni. Ricordo che addirittura davanti al Presidente Napolitano il Ministro Bondi disse che l'emergenza sarebbe stata affrontata immediatamente.
Il Presidente della Repubblica si congratulò per queste affermazioni. Ora, noi facciamo opposizione: non vorremmo che, alla fine, fosse una discussione tutta interna al Governo e alla maggioranza che non contemplasse la discussione in Aula e nelle Commissioni parlamentari.
Non è una questione privata, un braccio di ferro tra Ministri. L'eventuale sconfitta su questo terreno credo che sarebbe una ferita verso la gran parte dell'industria culturale italiana e verso molti colleghi, di qualunque schieramento, che seguano questi temi.
Tutto questo per dire, signor Presidente, che sarebbe urgente un'audizione del Ministro Bondi all'interno dell'Aula o della Commissione competente, più volte sollecitata, per sapere qual è la situazione, e quali provvedimenti vogliamo assumere alla vigilia di grandi appuntamenti per il cinema, il teatro e la cultura italiana. Mi rendo conto che è un argomento che si usa per prendere magari qualche voto in campagna elettorale, ma non stiamo parlando di tre amici registi e autori, bensì di una delle più grandi industrie italiane, che sarebbe forse il caso di trattare come una grande impresa che produce senso comune, che si rivolge all'opinione pubblica, e che talvolta può anche determinare un nostro modo di essere più attento non solo all'uso dei congiuntivi, ma anche alla capacità di descrivere, di raccontare e di crescere. Ho posto tale questione, signor Presidente, perché è questione di pochi giorni e di poche ore: se ne parla ovunque meno che nelle aule della Camera. Conto sulla sua attenzione e di quella della Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

LAURA FRONER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA FRONER. Signor Presidente, cercherò di essere concisa. Intendo, con questo mio intervento, sollecitare la risposta del Governo all'interrogazione, a prima firma mia e di altri colleghi del Trentino Alto Adige, relativa alle sorti dell'Airbus in volo da Rio de Janeiro a Parigi. Ricordo che più di un mese fa, esattamente cinque settimane, vi fu il disastro dell'A330 dell'Air France che precipitò nell'Atlantico la notte tra il 31 maggio e il 1° giugno scorsi. Il bilancio fu molto tragico, di 228 vittime tra le quali 10 italiani; in particolare ricordo i 3 trentini e i 3 bolzanini.
Ritengo che sappiamo ancora troppo poco sulle cause e sulle circostanze della sciagura: dai media abbiamo appreso che il 27 giugno le autorità brasiliane hanno interrotto le ricerche dei corpi, e anche quelle delle scatole nere non avevano dato alcun riscontro, alcun esito positivo. A questo punto quindi ritengo che, anche per rispetto verso i familiari delle vittime, sarebbe quanto mai necessaria una risposta ufficiale da parte del Governo.

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 43

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, chiedo scusa ai colleghi se li anticipo: domando solo trenta secondi. Ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Giulietti. Quello dei fondi per lo spettacolo è un tema annoso, poiché purtroppo si tratta di un processo che non è cominciato oggi. L'erosione sistematica, finanziaria dopo finanziaria, di questo capitolo del bilancio dello Stato ha messo gli operatori del settore in una condizione di grandissima difficoltà. Probabilmente, dunque, il Ministro Bondi si trova oggi ad avere il peso di una responsabilità che ha ereditato anche per scelte pregresse. Io sono convinto che il Ministro non si sottrarrà a questa verifica in sede parlamentare, anche per la sensibilità che, pur nei diversi ruoli, tutti gli riconosciamo. Anch'io, come Giulietti, sono convinto che qui non si tratta di fare un dibattito solo fra maggioranza e opposizione, ma di dare tutti assieme maggiore forza al Governo e allo stesso Ministro Bondi nel rivendicare quegli spazi che sono essenziali per un settore fondamentale per l'attività dello Stato e per l'identità culturale del nostro Paese. Mi associo dunque con grande serenità e grande costruttività per vedere se è possibile realizzare un impegno comune anche nella direzione del Ministro Bondi perché non vengano come al solito tagliate sempre più le risorse del fondo per lo spettacolo (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

FILIPPO ASCIERTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, parlo anch'io di spettacolo: ma dello spettacolo indegno che stanno fornendo all'Italia i giovani che stanno continuando ad assaltare le forze dell'ordine nelle piazze. Desidero esprimere la mia vicinanza e solidarietà a coloro che stanno servendo il Paese attraverso l'ordine pubblico, e desidero stigmatizzare queste manifestazioni di solidarietà nei confronti di persone arrestate perché riconosciute colpevoli e identificate per gravi atti e reati commessi ai danni proprio delle forze dell'ordine. Nell'esprimere invece la sana e giusta solidarietà nei confronti di chi serve lo Stato, auspico che, prima o poi, chi si macchia di atti di violenza invece di esprimere liberamente le proprie idee ne paghi le conseguenze, non solo con il carcere, ma anche con la chiusura dei centri sociali. Ritengo infatti che sia arrivato il momento di chiudere questi centri di illegalità.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 8 luglio 2009, alle 9,30:

(ore 9,30 e al termine del punto 3)

1. - Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 1446.

2. - Seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge:
DE CORATO ed altri; CAPARINI ed altri; LUSSANA; PRESTIGIACOMO; ANGELA NAPOLI; POLLASTRINI ed altri; PELINO ed altri; D'INIZIATIVA DEL GOVERNO; SALTAMARTINI ed altri; PELINO e SBAI; CARLUCCI; COSENZA: Disposizioni in materia di violenza sessuale (574-611-666-688-817-924-952-1424-2142-2167-2194-2229-A).
- Relatore: Lussana.

(ore 15,30)

3. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Pag. 44

PROPOSTA DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

alla I Commissione (Affari costituzionali):
BONIVER ed altri: «Modifica della denominazione e delle competenze del Comitato parlamentare di cui all'articolo 18 della legge 30 settembre 1993, n. 388» (1446).

La seduta termina alle 19,45.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 10)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Doc. VIII, n. 4 - odg n. 2 480 472 8 237 18 454 65 Resp.
2 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/ 4 486 482 4 242 39 443 62 Resp.
3 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/ 12 484 477 7 239 49 428 62 Resp.
4 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/ 13 483 473 10 237 48 425 62 Resp.
5 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/ 14 487 434 53 218 48 386 62 Resp.
6 Nom. odg 9/Doc. VIII, n. 4/ 18 485 461 24 231 91 370 62 Resp.
7 Nom. Doc. VIII, n. 3 - voto finale 460 449 11 225 449 62 Appr.
8 Nom. Doc. VIII, n. 4 - voto finale 468 458 10 230 458 62 Appr.
9 Nom. Doc. II, n. 13 - proposta n.1 446 444 2 223 20 424 62 Resp.
10 Nom. Doc. II, n. 13 allegato 445 425 20 316 425 62 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.