Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 195 di mercoledì 1 luglio 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 9,20.

SILVANA MURA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Brancher, Brugger, Buonfiglio, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Cota, Donadi, Gregorio Fontana, Gibelli, Leo, Leone, Lo Monte, Ravetto, Romani, Scajola, Soro e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Informativa urgente del Governo sul tragico incidente ferroviario occorso presso la stazione di Viareggio.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sul tragico incidente ferroviario occorso presso la stazione di Viareggio.
Prima di dare la parola all'onorevole Ministro, desidero ribadire nuovamente, a nome di tutta l'Assemblea, il cordoglio dell'intera Assemblea per i familiari delle vittime, per i feriti e per l'intera cittadinanza di Viareggio.
Avverto che, dopo l'intervento del rappresentante del Governo, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevoli colleghi, appena appresa la notizia, mi sono recato a Viareggio e ho potuto verificare personalmente la gravità del disastro e ciò che era stato fatto nelle prime dieci ore.
Le finalità che sono state perseguite sono tre: la prima è stata quella di assistere e mettere in salvo i feriti e di recuperare le salme. Posso assicurare che questo compito è stato svolto in maniera encomiabile da parte della Protezione civile. A tale proposito, desidero fornirvi soltanto due dati: alle ore 2 della notte erano già giunti sul posto 300 vigili del fuoco e dopo solo cinque ore tale numero ha raggiunto le 600 unità. I feriti gravi sono stati trasportati in ospedali specializzati per grandi ustioni di Torino, Milano, Firenze, Cesena, Parma e Roma.
La seconda finalità è stata quella di garantire il territorio da possibili rischi da inquinamento del prodotto fuoriuscito, evacuando un'ampia area ubicata nei dintorni della zona del disastro. Pag. 2
La terza finalità è stata volta a ripristinare la linea ferroviaria trasbordando il GPL presente nei carri; mentre vi parlo, questa attività si sta svolgendo con le massime precauzioni.
Oggi, dopo appena 30 ore, siamo in possesso del primo rapporto informativo relativo allo svio del treno 50325 a Viareggio, il giorno 29 giugno 2009, prodotto dall'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e di una serie di informazioni fornite dalle Ferrovie dello Stato. Vado a leggere i dati e le informazioni che ho ricevuto.
Il giorno 29 giugno, alle ore 23,49, il treno 50325 di Trenitalia Spa, divisione cargo, composto da 14 carri cisterna trasportanti butano (codice di pericolo 23/1965) e con massa totale di 80 tonnellate massimo, trainato da locomotiva elettrica E 655, proveniente dalla stazione di Trecate e diretto alla stazione di Gricignano, sviava sul binario dispari all'ingresso della stazione di Viareggio.
In tale punto sono state riscontrate tracce di scavalco sulla rotaia destra, senso marcia treno, e dopo 15 traverse (circa nove metri) la ruota sinistra, senso marcia treno, è caduta all'interno del binario.
A seguito dello svio del primo carro in composizione al treno (numero di servizio 338078182106, di proprietà della società Gatx Rail austriaca Gmbh, ed immatricolato presso la rete statale tedesca), lo stesso ha urtato il marciapiede del binario dispari. Il treno ha poi proseguito per tutta la stazione di Viareggio, fino a fermarsi, circa 200 metri dopo il marciapiede, con le prime cinque cisterne in composizione ribaltate verso sinistra, senso marcia treno. In totale, il treno ha percorso, dopo essere sviato, circa 500 metri.
L'incendio è stato causato dalla fuoruscita del gas dalla cisterna del primo carro e dalla sua successiva deflagrazione. Sono in corso accertamenti sull'integrità della struttura delle cisterne ribaltate.
Il treno, come già ricordato, era trainato da una locomotiva Trenitalia. Il primo carro, quello sviato, così come gli altri dodici successivi, è immatricolato presso le ferrovie tedesche, Deutsche Bahn, mentre il quattordicesimo presso le ferrovie polacche, PKP.
I primi cinque carri cisterna della composizione sono ribaltati, il sesto e il settimo sono sviati ma ancora in asse e i restanti ultimi sette verso coda sono rimasti sul binario. Tutti i carri cisterna sono muniti di ruote monoblocco. È stata rilevata una sala montata che è stata attribuita essere, dal primo carrello senso marcia treno, del primo carro in composizione, avente l'assile tracciato poco prima della sezione di calettamento della boccola. La sezione di vettura ha evidenziato una cricca esterna che ha portato la sezione esistente a ridursi notevolmente fino al totale cedimento. La superficie di vettura presenta un aspetto liscio con tracce di ruggine.
Signor Presidente, mi permetterò poi di lasciare agli uffici una foto, un disegno su cosa è avvenuto, affinché i colleghi parlamentari possano prenderne visione.
In presenza dell'autorità giudiziaria, è stato aperto il coperchio della boccola distaccatasi, per rilevare la sigla presente sulla testata del fusello, relativo agli ultimi ultrasuoni eseguiti sull'assile. Anche in questo caso, c'è una foto che mi permetterò, signor Presidente, di lasciare agli uffici.
Di seguito è riportata una lista di veicoli: ai fini della lettura si fa presente che l'ordine dei veicoli è invertito, pertanto, il primo carro a sinistra, marcia treno, risulta essere il quattordicesimo della lista.
Il controllo effettuato sui carri dai tecnici della verifica in partenza da Trecate, secondo quanto riferito da Trenitalia, non aveva evidenziato alcuna anomalia. Il carro, come ho detto prima, non era del gruppo Ferrovie dello Stato, ma appartiene alla società privata Gatx Rail, americana con sede europea a Vienna cui spettano, secondo le direttive comunitarie, anche le attività di revisione e di manutenzione ed è stato ammesso a circolare dall'Agenzia per la sicurezza ferroviaria tedesca. Il carro in questione è stato sottoposto alla prevista revisione il 2 Pag. 3marzo 2009. Le attività di revisione, che vengono disposte dal proprietario del carro, sono state eseguite presso la società Cima, di Bozzolo (MN).
Da segnalare infine che anche il peso del carro era in regola con le prescrizioni recentemente emesse con una lettera dell'Agenzia per la sicurezza ferroviaria tedesca, inviata lo scorso 28 maggio, alle imprese proprietarie dei carri e delle aziende ferroviarie. Il documento prescriveva un peso complessivo massimo di 80 tonnellate, limite rispettato per il carro in questione secondo quanto certificato dalla documentazione di accompagnamento. Sono in corso ulteriori approfondimenti per accertare la regolarità delle operazioni di manutenzione effettuate sul carro.
Inoltre, si stanno svolgendo ulteriori accertamenti per verificare l'opportunità di intervenire sui carri cisterna per trasporto gas e compressi liquefatti o disciolti, della serie Zags e Zakks, immatricolati presso le reti estere. Il Rid, il regolamento per il trasporto di merci pericolose viene, a livello comunitario, aggiornato ogni due anni. L'ultimo, approvato nel 2007, scadeva il 30 giugno 2009 e, se non approvato dai singoli Paesi con decreto legislativo, diventa automaticamente operativo. Si precisa che l'ultimo testo aggiornato non comporta variazione per la merce pericolosa GPL.
Sono in contatto, sin da ieri, con il commissario Tajani, affinché nel prossimo Consiglio dei ministri europei venga posto all'ordine del giorno l'approfondimento degli strumenti che garantiscono la circolazione delle merci pericolose.
A causa dell'incidente di Viareggio la circolazione ferroviaria sulla direttrice tirrenica è interrotta tra la stazione di Pisa e Forte dei Marmi. Il gruppo Ferrovie dello Stato ha subito adottato provvedimenti di circolazione alternativi per i treni interessati: i convogli della direttrice Torino-Genova-Roma potranno subire ritardi, deviazioni di percorso e possibili cancellazioni. I convogli del trasporto regionale provenienti dal sud verranno attestati nella stazione di Pisa, quelli provenienti dal nord, invece, a Forte dei Marmi e i treni regionali provenienti da est sosteranno a Lucca. Un servizio di bus sostitutivi garantirà i collegamenti tra queste tre località e le stazioni intermedie.
I convogli della media e lunga percorrenza poi subiranno alcune modifiche di percorso. Alcuni treni diretti dal sud a Torino, arrivati a Pisa, verranno deviati a Firenze per poi proseguire verso Bologna, Piacenza, Alessandria e Torino. Altri convogli della direttrice tirrenica verranno attestati a La Spezia, se provenienti da Torino, e a Pisa, se provenienti da Roma, ed in questo tratto di linea saranno garantiti i collegamenti con autobus sostitutivi.
In sintesi, per quanto riguarda i treni a media e lunga percorrenza al momento sono dodici quelli deviati, diciassette i convogli che hanno subito limitazioni di percorso e sostituiti parzialmente con autobus e sette quelli cancellati.
I ritardi per i convogli diretti dal sud verso Torino sono compresi tra i 60 e i 240 minuti e questo perché i treni, una volta giunti a Pisa, vengono deviati in direzione Firenze per poi continuare verso Bologna, Piacenza, Alessandria e Torino.
I treni della direttrice tirrenica che servono la Liguria e il Piemonte meridionale subiscono ritardi medi di sessanta minuti in quanto i convogli della lunga percorrenza provenienti da Torino vengono attestati a La Spezia e quelli in arrivo da Roma a Pisa. Tra Pisa e La Spezia sono gli autobus sostitutivi a garantire la mobilità.
È stato attivato, inoltre, il numero verde gratuito 800892021 per tutte le informazioni sulle modifiche del percorso dei treni. Ulteriori informazioni costantemente aggiornate saranno disponibili sui media del gruppo Ferrovie dello Stato, FS News radio e FS News, che daranno ampio spazio ai provvedimenti di circolazione alternativi.
Fin dal primo momento il gruppo Ferrovie dello Stato ha istituito l'unità di crisi nazionale che coordina costantemente i centri operativi dislocati sul territorio in sintonia con i provvedimenti adottati dalla Protezione civile. Pag. 4
Dopo questa dettagliata e, chiedo scusa, anche tecnica relazione (ma mi pareva opportuno che i colleghi fossero informati quanto me), intendo aggiungere alcune ulteriori informazioni e considerazioni.
Nella nottata di ieri ho nominato subito una commissione di inchiesta formata dagli ingegneri Branciamore, Loreto e Lucani. Il Presidente Berlusconi arrivato sul posto nelle prime ore del pomeriggio di ieri ha assicurato l'impegno del Governo nel garantire tutto ciò che è necessario per superare le emergenze ed ha assicurato che il Governo ricostruirà a proprie spese gli edifici e le strutture che sono andate distrutte.
Ho letto alcune dichiarazioni rilasciate da politici e da colleghi parlamentari in merito alla responsabilità dell'attuale management delle Ferrovie dello Stato. Voglio ricordare che i vertici delle Ferrovie dello Stato sono stati nominati dal passato Governo e godono oggi della stima dell'attuale Governo.
In merito, poi, alle azioni che il Governo ha intrapreso a livello precauzionale per evitare il ripetersi di inconvenienti nel comparto ferroviario relativo al trasporto merci, posso assicurarvi che l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie è sempre intervenuta tempestivamente con azioni mirate, come ultimamente nell'incidente avvenuto alla stazione di Prato, dove ha disposto, in data 23 giugno, una serie di controlli straordinari su circa cento carri cisterna analoghi a quello oggetto dello svio, allo scopo di verificare la presenza di eventuali anomalie.
Altri parlamentari hanno ribadito che quanto è accaduto è da addebitare alla limitatezza delle risorse destinate alle Ferrovie dello Stato dal Governo per la manutenzione e la sicurezza della rete, una scelta, secondo quanto dichiarato, per garantire investimenti solo nella rete ad alta velocità. Posso assicurarvi che tale asserzione non risponde al vero. Chi vi parla ha sempre, dico sempre, privilegiato essenzialmente la sicurezza della rete e degli impianti e ciò è ampiamente testimoniato dalle risorse destinate per tale finalità nei piani delle Ferrovie dello Stato.
Questa serie di informazioni e di precisazioni è legata a quanto ho potuto conoscere in queste prime trenta ore; sarà mia cura, a richiesta del Presidente, una volta acquisiti ulteriori dati, tornare in questa sede per trasferirvi, in modo più compiuto e dettagliato, i risultati degli ulteriori accertamenti.
Le vittime accertate al momento sono sedici; molti dei ventisette feriti sono gravi. Colgo l'occasione per esprimere ai familiari delle vittime, ai feriti e a tutti coloro che in questo momento stanno vivendo momenti difficili un sentimento di forte solidarietà e cordoglio e voglio dire loro che il Governo è vicino.
Un ringraziamento particolare consentitemi di farlo ai vigili del fuoco, che ancora una volta hanno dimostrato efficienza e abnegazione. Quello che hanno fatto a Viareggio anche in questa circostanza merita sicuramente di essere evidenziato perché il loro lavoro è stato duro, ma efficiente (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania, e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi, ai quali ricordo che il tempo a loro disposizione è di cinque minuti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bergamini. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio a nome di tutto il Popolo della Libertà il Ministro delle infrastrutture per l'esauriente e dettagliata relazione sui tragici fatti di Viareggio. Il rischio di apparire retorica oggi non mi spaventa, anzi, è un rischio che corrono volentieri per cercare di esprimere con compiutezza quello che ho provato, e che provo tuttora, nel vedere la mia città in ginocchio, mortificata da un secondo maledetto, da una di quelle falle tecniche che soltanto un'arrogante pretesa Pag. 5di controllo può immaginare di eliminare dal nostro orizzonte storico (Commenti).
C'è un orrore che raccontano le immagini che ho visto ieri nella mia città che nessuno scorcio televisivo e nessun resoconto giornalistico possono consegnare: le case squarciate e annerite e all'interno la vita cancellata, nell'assurdo di un ordine rimasto di quotidianità, il silenzio, l'odore di bruciato, l'oppressione del grigio del fumo e della cenere.
Lo faccio non come un gesto necessario e dovuto, non come un obbligo formale, ma come un atto immediato ed istintivo, l'unico che in questo momento so avere verso chi non c'è più e chi porterà per sempre con sé il ricordo di questa tragedia. A nome del mio partito, e sono certa di tutto il Parlamento, esprimo la più totale solidarietà e vicinanza ai familiari delle vittime, a chi ha perso affetti, amori, pezzi della propria vita in un dramma caotico, dove la fatalità si mescola alla necessaria ricerca di eventuali responsabilità. Ho visto la città avvolta in un dolore incredulo, l'ho vista come se fossi nata a L'Aquila, non nella mia Viareggio, ed è in questo filo di dolore che lega il dramma abruzzese alla tragedia di Viareggio che si svela quella straordinaria reazione di solidarietà e di efficienza e con essa il vero senso della nostra appartenenza comune.
Quella di cui parlo e che cerco non è la retorica del pianto e della pietas religiosa, anche se sarebbe così pertinente di fronte a drammi come questo; mi riferisco, piuttosto, alla retorica (e ben venga) che ruota attorno a ciò che noi chiamiamo senso dello Stato, un concetto svalutato, qualche volta incompreso nella moderna crisi di una politica che, spesso, viene relegata a stereotipi e a contenuti vuoti.
Intendo pertanto qui ringraziare coloro che hanno dimostrato con i fatti, dall'Abruzzo alla Toscana, la presenza efficace e forte di questo nostro Stato, con un esempio che prima ricordava il Ministro delle infrastrutture: dopo due ore dal deragliamento del treno merci, nel cuore della città e nel cuore della notte, già 300 erano i vigili del fuoco provenienti da varie province toscane, tutti insieme al lavoro nelle operazioni di soccorso e con loro carabinieri, polizia, protezione civile, i volontari, tutte le istituzioni locali (dalla provincia di Lucca, alla regione toscana, ai sindaci dei comuni vicini).
Tutti hanno saputo dare concreto seguito a quel sentimento di comunità nazionale, raccordando una rete di aiuti e di collaborazione concreta attorno al lavoro encomiabile del sindaco di Viareggio, Luca Lunardini, e dei suoi collaboratori. A questo si aggiunga la prontezza con cui il Governo ha risposto attraverso la presenza immediata sul terreno dei suoi massimi rappresentanti.
Questo significa vivere in un Paese civile, un Paese che non abbandona i propri cittadini in nessuna circostanza, perché è capace di formare e mettere in moto organizzazioni di ordine e di soccorso tra le più ammirate a livello internazionale, e modificare le relative priorità economiche, garantendo, nel dramma dello stato di emergenza, equità e giustizia sociale. L'impegno che già ieri il Presidente del Consiglio ha preso di decretare nel prossimo Consiglio dei Ministri lo stato di emergenza e di fornire le risorse economiche necessarie alla ricostruzione completa delle case distrutte dimostra tutto questo.
Un Paese civile, dicevo, perché tanto forte ed indipendente da poter ricercare le cause e le responsabilità di un avvenimento così doloroso istituendo subito una commissione di inchiesta che senza preclusioni di sorta - cito le dichiarazione di ieri del nostro Ministro dell'interno - dovrà forse accertare la validità di quelle norme europee sul trasporto commerciale che hanno fatto dell'Europa un mercato unico, ma (guarda caso retorica e dolore che tornano) non ancora forse uno Stato unico, garante attivo dell'uniformità degli standard di sicurezza e manutenzione.
Vivere in un Paese civile, dicevo, un Paese che riconosce con compostezza, ma con determinazione, le propria qualità e le proprie radici, ancora capace di pretendere il rispetto per sé e per le istituzioni tutte che lo rappresentano democraticamente, Pag. 6ricordando che il rispetto è un bene tanto prezioso quanto volatile, sottoposto a continue verifiche.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DEBORAH BERGAMINI. Certo questa retorica, che ritengo così necessaria, potrebbe anche essere ribaltata nel nome della «tragedia annunciata», una perifrasi subdola coniata qualche volta per fomentare il dubbio dell'incapacità, se non addirittura della malafede o della corruzione politica e morale. Di solito è usata per invocare la gogna senza colpevoli né responsabilità accertate, ma strisciata ieri pomeriggio fra le dichiarazioni della sinistra oramai extraparlamentare.

PRESIDENTE. Onorevole Bergamini, la prego di concludere.

DEBORAH BERGAMINI. Si tratta di una perifrasi che in questa legislatura e in questo giorno di lutto, grazie all'alto senso dello Stato e della politica mostrato anche degli amministratori toscani del Partito Democratico sono certa non sentiremo nei banchi di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Meta. Ne ha facoltà.

MICHELE POMPEO META. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, abbiamo ascoltato con attenzione la ricostruzione della dinamica di Viareggio attraverso le parole del signor Ministro. Sulla base di tale ricostruzione intendo anch'io, a nome del gruppo del Partito Democratico, portare un contributo diretto, ma innanzitutto noi come Partito Democratico vogliamo rinnovare anche in questa sede i più sentiti sentimenti di cordoglio e di vicinanza alle famiglie delle vittime, all'intera zona di Viareggio, alla Versilia, a Viareggio città, alla Garfagnana, ai toscani, ai colleghi di quest'Aula espressione di quella regione e anche a lei signor Ministro, che so essere un conterraneo dei nostri colleghi.
Vogliamo anche ringraziare per il lavoro svolto tutti i soccorritori, gli amministratori locali, la protezione civile nazionale e regionale, le Ferrovie dello Stato che si sono impegnate al massimo per garantire i primi soccorsi e la prima assistenza in uno scenario davvero raccapricciante. Si tratta di uno scenario che abbiamo avuto modo di vedere con i nostri occhi insieme ad alcuni colleghi ieri che si sono recati in missione. Voglio citare le colleghe Velo e Mariani, ma anche i colleghi di altri gruppi.
L'incidente di Prato prima e la tragedia di Viareggio oggi, signor Ministro, dimostrano che sul tema della sicurezza in Italia ci sono ancora molte zone d'ombra, che necessitano di essere rimosse immediatamente. Infatti, lei ricorderà che numerosi erano stati i campanelli di allarme negli ultimi mesi, in particolar modo nel trasporto delle merci, ma non dimentichiamo neanche i problemi che abbiamo avuto nel trasporto regionale (i pendolari), laddove, anche in questo caso, il materiale rotabile ha un'età media di 20 anni.
Anche in questa sede voglio dire che le ferrovie italiane garantiscono, per merito dell'azienda e dei lavoratori, standard di sicurezza tra i più elevati in Europa. Questo lo sappiamo, basta scorrere le statistiche sul numero degli incidenti e su quelli più gravi. Grazie a Dio, in questo caso siamo nel gruppo di testa insieme alle civilissime Francia e Germania. Però l'incidente di Viareggio richiama tutti noi ad una responsabilità precisa e ad attente riflessioni che vogliamo iniziare a svolgere anche in questa sede.
La prima è che la liberalizzazione del trasporto ferroviario delle merci, cari colleghi, sta procedendo in modo parallelo al processo di allargamento dell'Unione europea ai nuovi soggetti statali. Dobbiamo coniugare meglio liberalizzazioni e sicurezza, rivisitando le norme, facendo uno screening attento, proprio come diceva ieri l'onorevole Tajani. Dobbiamo mettere a nudo le criticità e tutta l'opacità delle responsabilità nella gestione dei sistemi di Pag. 7trasporto diversi con standard che sono sicuramente qualitativamente molto differenti.
Il convoglio deragliato ed esploso alla stazione di Viareggio, infatti, ne è l'emblema. Si tratta, infatti, di materiale rotabile soggetto a livelli diversi ed autonomi di controllo. La locomotiva è di proprietà delle Ferrovie dello Stato, il carro merci di una società americana con sede in Austria, ma - a quanto sembra - immatricolato in Polonia e in Germania, il GPL rifornito in una raffineria italiana.
Lo scenario che avremo di fronte, con la liberalizzazione dal 2011, sarà identico per il trasporto passeggeri sulle ferrovie italiane, con i rischi relativi ad una confusa normativa per via dei ritardi nell'attuazione delle direttive europee ed una frammentazione di responsabilità sui controlli e sulla manutenzione dello stesso materiale rotabile: una prospettiva da scongiurare quindi, signor Ministro.
Bisogna vigilare con la dovuta prudenza affinché non ci sia un abbassamento dell'asticella dei controlli al momento del delicato passaggio all'offerta di mercato. Noi, signor Ministro, siamo qui a sollecitare il varo operativo dell'Agenzia per la sicurezza che il Governo Prodi istituì. L'Agenzia è sulla carta ma non ha mezzi e non ha neanche strumenti. Chiediamo inoltre che nell'agenda della maggioranza e dell'Esecutivo arrivi la proposta di legge che come Partito Democratico abbiamo avanzato...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MICHELE POMPEO META. Concludo, signor Presidente, una proposta di legge per l'istituzione dell'Authority del trasporto in generale. Chiediamo anche che sui materiali rotabili si investa di più, perché come diceva la presidente Marcegaglia, le risorse investite per la sicurezza sono risorse produttive.
Infine, e chiudo davvero signor Presidente, per quanto concerne gli impegni assunti dal Governo ieri a Viareggio, noi siamo qui per sollecitare davvero la dichiarazioni dello stato di emergenza, sapendo che non è una calamità naturale, ma sapendo che potrebbero esserci dei contenziosi ed il Governo deve vigilare perché le famiglie siano garantite (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montagnoli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, signor Ministro, a nome del gruppo della Lega Nord Padania porto il cordoglio a tutte le famiglie delle vittime, con la speranza anche che non ce ne siano delle altre e con l'augurio pertanto ai feriti di guarigione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 9,50)

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Vedendo le immagini sulle stampa e in televisione di quello che è successo di ieri penso che esse si commentino da sole ed è triste sentire le solite polemiche all'italiana. Invito tutti i colleghi a vedere le foto di quel bambino e pensare a quello che possiamo fare per evitare queste tragedie, questi disastri che purtroppo capitano nel nostro Paese come negli altri Paesi europei.
Ringrazio il Governo per la tempestiva presenza sul posto, con i vigili del fuoco, con Bertolaso; penso che abbiamo dimostrato che l'Italia è pronta anche quando ci sono questi disastri, come è capitato per il terremoto, come ieri a Viareggio. Sicuramente sta cambiando la politica dei trasporti, questo Governo sta investendo, noi però come Lega chiediamo di fare di più, signor Ministro: investire sulle infrastrutture, investire nel sistema ferroviario, ci sono molte problematiche soprattutto per chi tutti giorni usa questi mezzi; c'è poi il settore importante delle merci, sembra che siano 35 i treni che quotidianamente circolano sulle nostre linee ferroviarie.
C'è un problema evidente di normativa europea: soprattutto con l'allargamento ai Pag. 8nuovi Stati il concetto generale di sicurezza, non solo ferroviaria ma anche stradale, penso che sia fondamentale. Ci devono essere delle regole uguali in tutti i Paesi che devono essere rispettate, non solo alla fonte, ma in tutto l'iter e in tutti i Paesi europei.
Noi chiediamo che si faccia chiarezza su quanto è successo a Viareggio, ma rivolgiamo anche un invito alle Ferrovie dello Stato a investire di più sulla sicurezza. Al nostro Governo, anche in sede di revisione dei progetti che a breve si faranno a livello comunitario, chiediamo di investire sulla nuova realtà dell'alta velocità. C'è anche una proposta agli atti del Partito Democratico: si può valutare l'istituzione di un organo unico che vada a verificare questo settore importante e fondamentale per il nostro Paese.
Sicuramente in questo caso ci sono delle proprietà tedesche e un vagone è della Polonia, perciò, considerato che la normativa in alcuni Paesi è senza dubbio carente rispetto a quella dello Stato italiano, come ha detto ieri anche il commissario europeo ai trasporti Tajani e come è emerso nelle audizioni che si sono svolte nella nostra Commissione, deve essere fatta una verifica urgente con i Ministri europei per un'armonizzazione rapida anche delle sanzioni che sono diverse a livello comunitarie. Infatti, mentre chiediamo alle nostre imprese e alle nostre ditte di rispettare le regole, sappiamo che non è così negli altri Paesi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Se siamo entrati in Europa dobbiamo farne parte chiedendo il rispetto delle regole da parte di tutti: questo è l'invito che noi della Lega Nord, Ministro, rivolgiamo da più tempo. Il Governo e lei, Ministro, ha tutto il nostro pieno appoggio, ma sicuramente le chiediamo un impegno anche sul piano della tempistica e di sburocratizzare in alcuni casi le normative per investire a favore dei cittadini in tutti questi settori che sono fondamentali nel nostro sistema Paese, soprattutto in una zona, come il Nord d'Italia e la Padania, che è il motore dello sviluppo del Paese. Pertanto, andiamo avanti con questi progetti di investimento fondamentali, ma soprattutto facciamo in modo che la tutela della sicurezza sia alla base dell'impegno del nostro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, anche da parte del gruppo dell'Unione di Centro manifestiamo il cordoglio nei confronti delle vittime in questo difficile momento e la vicinanza alle famiglie e alle persone ferite che purtroppo sono ancora molte.
Il disagio prevale quando siamo costretti ad intervenire in quest'Aula per disastri come quello che è avvenuto a Viareggio e la preoccupazione sale perché, purtroppo, troppo spesso siamo chiamati ad affrontare i problemi quando i fatti sono già avvenuti senza avere la possibilità di cercare di capire in che modo agire per evitarli, per prevenirli. Pertanto, da parte nostra, in questo intervento non vi è alcuna polemica né rivalsa, ma soltanto una riflessione per cercare veramente di portare un contributo alla discussione e di creare le condizioni affinché si privilegino interventi ed azioni volte a prevenire disastri come questo.
È certo che la prevenzione deve passare attraverso azioni e leggi che hanno sicuramente la priorità su tante altre e questo dovrebbe farci riflettere. Pensiamo all'Europa allargata che in questo momento ha creato le condizioni di una circolazione liberalizzata delle merci pericolose e che sicuramente meritano un'attenzione maggiore sotto il profilo delle iniziative a salvaguardia dell'incolumità dei cittadini.
La gestione liberalizzata dei servizi significa, infatti, capire in che modo garantire più sicurezza. Ieri alcuni nostri colleghi sono andati a Viareggio e si sono resi conto di persona dell'accaduto. La concomitanza di soggetti come Trenitalia, Ferrovie dello Stato che insieme ad una società americana gestiscono un trasporto attraverso dei mezzi che sono collaudati alcuni in Germania e uno in Polonia Pag. 9indubbiamente ha creato condizioni più difficili di controllo o forse (ciò sarebbe ancora peggio) non si è stati sufficientemente attenti ad approfondire come coniugare tutte queste situazioni.
Peraltro, devo dire che quello che è accaduto va anche sottolineato per la capacità immediata d'intervento da parte dei soccorsi. Anch'io mi unisco all'apprezzamento nei confronti dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine, del sindaco e degli amministratori oltre che del prefetto. Le emergenze indubbiamente dimostrano che il nostro Paese nei suoi gangli importanti c'è e dà risposte immediate, ma bisogna andare anche ad accertare la responsabilità, bisogna avere il coraggio di andare fino in fondo e capire effettivamente quali sono e da dove provengono le responsabilità.
La sicurezza è fondamentale sul posto di lavoro, ma anche quotidianamente. Credo che questo debba essere un obiettivo che tutti noi dobbiamo mettere al primo posto: prima di tutto la sicurezza, costi quel che costi. Soprattutto, dobbiamo capire che per l'ennesima volta non si può dire che la responsabilità non è di nessuno. Allora, mi fa presente lo smantellamento delle officine di grandi riparazioni e materiale rotabile a Firenze che non si sa come saranno rimpiazzate e altre situazioni di questo tipo devono farci riflettere e molto.
Vorrei avviarmi verso la conclusione perché credo che in momenti come questi la responsabilità debba prevalere. Cerchiamo di evitare, signor Ministro e signori del Governo, al di là del primo giorno le passerelle e i trionfalismi in ordine a ciò che si deve ancora fare. Cerchiamo di capire, invece, quello che possiamo fare oggi. Ci vuole un po' più di umiltà e di responsabilità perché le dobbiamo al rispetto delle vittime, dei feriti e delle loro famiglie oltre che alla comunità di Viareggio. Cerchiamo, dunque, in questo caso di dare subito una risposta in termini di responsabilità e di sicurezza. Credo, purtroppo, che questa sia un'altra lezione che il nostro Paese subisce, ovvero una disgrazia ulteriore, ennesima ed eccessiva. Io mi auguro che questa, sperando sia l'ultima, serva a far valere una responsabilità da parte di tutti e a farci muovere affinché si prendano le decisioni necessarie al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signor Ministro, conosco la situazione perché mi sono trovato nei suoi panni prima di lei, quindi so bene che in casi come questi non possono esserci né comportamenti di sciacallaggio, ma neanche di deresponsabilizzazione; né passerelle, ma neanche menefreghismo. Per questo motivo, noi dell'Italia dei Valori ribadiamo che le responsabilità ci sono eccome e devono essere raffrontate ai vari livelli. Certamente ci sono responsabilità tecniche ed amministrative che dobbiamo lasciare alla commissione d'inchiesta che lei prontamente ha formato e di cui le diamo atto. Comunque, facciamo formale richiesta affinché mano a mano che la commissione d'inchiesta produce risultati li porti a conoscenza della Commissione competente, quindi del Parlamento. Ci sono anche le responsabilità penali (se e in quanto ci sono), delle quali se ne deve occupare la magistratura e vogliamo che solo essa se ne occupi, senza che altri «vi mettano il cappello sopra» né da una parte, né dall'altra (soprattutto sul piano politico).
Ci sono, inoltre, delle responsabilità politiche che non possono essere ascritte a questo Governo o al precedente, perché davvero la responsabilità politica in questo caso va oltre il nostro Paese e il tempo di una legislatura. Si tratta di responsabilità politiche che attengono alle regole del gioco scritte nel corso degli anni da varie amministrazioni e a vari livelli a seguito delle liberalizzazioni. Qui ribadiamo ancora una volta il nostro appoggio alle liberalizzazioni e la nostra contrarietà che a queste segua la deregulation, ovvero la deregolarizzazione dei controlli. È un problema che deve essere affrontato soprat Pag. 10tutto a livello europeo e a livello internazionale.
Per questo motivo, signor Ministro e signori del Governo, vi preghiamo di farvi promotori per conto dell'Italia presso l'Unione europea e presso la comunità europea e internazionale affinché vi sia una regola chiara: che con le liberalizzazioni non si liberalizzano anche i controlli, bensì il mercato, mentre i controlli devono rimanere sempre in mano pubblica, o comunque in mano terza.
Veniamo ora al problema italiano oltre che europeo. Ricordiamoci, infatti, che a livello europeo manca un authority indipendente addetta ai controlli e alle verifiche di ciò che succede nel campo dei trasporti. Si tratta di un sistema di controlli che troppo spesso viene lasciato in mano al gestore e così capita in Italia. Le Ferrovie dello Stato, infatti, sono ad un tempo gestori come società privata che fa mercato (quindi si mette in competizione con gli altri gestori del mercato) e nello stesso tempo fa controllo, regolazione e verifica.
È evidente che non si può essere ad un tempo controllori e controllati. Questo è un problema che deve essere affrontato, ma certamente - torno a ripeterlo - non è questa la sede per fare sciacallaggio chiedendosi perché non avete provveduto, altrimenti dovrei chiedere perché non abbiamo provveduto noi, non hanno provveduto gli altri e gli altri ancora. Forse è il caso che in Italia affrontiamo un tema serio, che è quello dei servizi in regime di monopolio, che allo stesso tempo operano sul mercato ed esercitano anche il controllo su ciò che fanno loro e gli altri. Quindi, c'è bisogno di un intervento normativo che regolarizzi questa posizione, anche a livello europeo laddove, proprio con riferimento al sistema dei trasporti, abbiamo la necessità di stabilire chi deve fare i controlli. Quest'idea di delegare il controllo a ciascun Paese, con sistemi diversi da un Paese all'altro e non con un sistema codificato dei controlli (come, ad esempio, avviene in alcuni casi per il sistema aeronautico, ossia a livello europeo) è un problema che dobbiamo affrontare.
Ecco perché noi dell'Italia dei Valori, oltre ad esprimere tutta la nostra solidarietà alle famiglie, in questo momento ci sentiamo in obbligo e in dovere di proporre cosa fare, piuttosto che arrampicarci sugli specchi per stabilire chi ha più colpa rispetto ad un altro.
Riteniamo che si debba intervenire sul sistema specifico e sulla normativa, affinché si facciano le verifiche sulle ore di lavoro effettivo e non sugli anni di attività. Riteniamo che in Italia si debba distinguere il ruolo di gestore dell'attività privata delle Ferrovie dello Stato dalla titolarità dei controlli, che si debba separare, una volta per tutte, il sistema dei controllori dal sistema dei controllati, e che bisogna destinare più soldi e più fondi per il servizio di manutenzione delle Ferrovie dello Stato rispetto a quanto avviene attualmente. Quando dico attualmente, non lo dico con riferimento a questa legislatura, ma con riferimento a vent'anni di attività, perché molto spesso, per cercare fondi per fare nuove cose, si finisce per togliere risorse dove c'è necessità che ci siano.
Allora, concludo il mio intervento ribadendo la posizione dell'Italia dei Valori. A seguito di questa esperienza emerge la necessità di intervenire immediatamente sulla legislazione italiana e sulla quella europea: sulla legislazione italiana, per dividere la funzione del controllore da quella del controllato; su quella europea, per proporre al più presto l'istituzione di un'authority indipendente che si occupi del sistema dei controlli, laddove la liberalizzazione ha prodotto un sistema di deregolarizzazione totale in mano a privati, che molto spesso, per i profitti personali, mettono da parte la sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, i Pag. 11parlamentari del Movimento per l'Autonomia si stringono intorno ai familiari di coloro che hanno perso la vita e seguono con trepidazione l'evoluzione della condizione clinica di coloro che sono feriti gravemente.
Questo grave incidente ferroviario, questa terribile vicenda che non sarebbe dovuta accadere, dimostra ancora una volta come il nostro Paese, al di là di qualche nota stonata, riesca ad unirsi e a ritrovare momenti di grande solidarietà quando i nostri cittadini, a causa di una tragedia, che non doveva accadere e che forse si poteva evitare, perdono la vita.
Signor Ministro, la ringraziamo per la relazione che lei ha fornito al Parlamento, per aver seguito gli interventi che sono stati effettuati dalla Protezione civile, che sono stati efficaci ed efficienti. Ancora una volta ringraziamo il sottosegretario Bertolaso, la Protezione civile, i vigili del fuoco e tutti coloro che sono intervenuti sul luogo della tragedia. Così come ringraziamo il Presidente del Consiglio Berlusconi, che si è recato rapidamente sul luogo del disastro, garantendo la presenza dello Stato e assumendo l'impegno di garantire interventi rapidi, immediati ed efficaci.
Però, signor Ministro, dobbiamo prendere atto che nel nostro Paese, come in altri, i livelli di sicurezza evidentemente non sono adeguati e sufficienti.
Voglio leggere quello che ha dichiarato l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Moretti: «Non posso escludere che carri appartenenti ad altre società estere possano avere una manutenzione imperfetta. Bisogna verificare che quel carro sia stato effettivamente sottoposto a manutenzione. Nel caso fosse stato eseguito un controllo a regola d'arte, allora occorrerà guardare la normativa europea per cambiarla ed eventualmente migliorarla. Bisogna far sì che le procedure siano rispettate da tutti».
Allora, signor Ministro, è veramente incomprensibile che vi sia una normativa che non garantisca l'effettiva sicurezza. Seguiremo le vicende e i lavori della commissione d'inchiesta e ci associamo alla richiesta, che anche altri gruppi hanno fatto, di informare periodicamente il Parlamento sull'evoluzione di questi lavori.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1441-ter-C).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la fase di illustrazione degli ordini del giorno ed il rappresentante del Governo ha espresso il prescritto parere.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C). Pag. 12
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Aracu n. 9/1441-ter-C/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/1441-ter-C/2 e Burtone n. 9/1441-ter-C/3, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Di Biagio n. 9/1441-ter-C/4 e Cosenza n. 9/1441-ter-C/5, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/1441-ter-C/6, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Reguzzoni n. 9/1441-ter-C/7, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Stucchi n. 9/1441-ter-C/8, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Contento n. 9/1441-ter-C/9, formulato dal Governo.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, volevo approfittare della presenza del Ministro: in realtà questo ordine del giorno chiede al Governo di verificare soltanto l'opportunità di una rivisitazione dei tribunali competenti per l'azione collettiva, anche sulla base dell'intervento che facemmo in sede di dichiarazione di voto per quanto concerne l'articolo relativo.
Per questo, mi rivolgo al Ministro Scajola e gli chiedo se sia possibile, eventualmente, accogliere questo ordine del giorno come raccomandazione; mi accontenterei anche di questo.

CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, riteniamo che quanto segnalato dall'onorevole Contento sia meritevole di attenzione, quindi il Governo lo accoglie come raccomandazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Contento n. 9/1441-ter-C/9, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cenni n. 9/1441-ter-C/10, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che gli ordini del giorno Bonino n. 9/1441-ter-C/11 e Rondini n. 9/1441-ter-C/12 sono stati ritirati.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Allasia n. 9/1441-ter-C/13, Torazzi n. 9/1441-ter-C/14 e Lo Presti n. 9/1441-ter-C/15, accettati dal Governo, purché riformulati.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno De Micheli n. 9/1441-ter-C/16 formulato dal Governo.

PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente, approfitto della presenza del Ministro per chiedere di cambiare parere. Questo è un ordine del giorno piuttosto importante, perché nel provvedimento in esame si cambiano le maggioranze relativamente ai voti condominiali per gli investimenti relativi alle questioni energetiche.
Nell'ordine del giorno si chiede solo di valutare gli effetti del provvedimento ed eventualmente di rimetterci mano successivamente. Siccome penso che il rischio che corriamo è che in pochi, nei condomini, decidano per tanti, ritengo che sia un minimo impegno da parte del Governo quello di compiere un'analisi sulle eventuali conseguenze di questa normativa. Pertanto, signor Ministro, le chiedo di cambiare parere; in caso contrario, insisterei per la votazione.

Pag. 13

CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO SCAJOLA, Ministro dello sviluppo economico. Lei, onorevole De Micheli, mi ha convinto; per cui ritengo che si possa accogliere come raccomandazione l'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Micheli n. 9/1441-ter-C/16, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Porfidia n. 9/1441-ter-C/17 e Landolfi n. 9/1441-ter-C/18, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Pedoto n. 9/1441-ter-C/19, Livia Turco n. 9/1441-ter-C/20 e Miotto n. 9/1441-ter-C/21, accolti dal Governo come raccomandazione.
Onorevole Ceccuzzi, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-ter-C/22, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato?

FRANCO CECCUZZI. Signor Presidente, mi rivolgo al Governo, perché la riformulazione propone di espungere dal testo la parola «tempestive»: a mio avviso la tempestività nel provvedimento in esame di norme che si regolino le emissioni della geotermia è assolutamente adeguata. Inviterei dunque il Governo ad un ripensamento, perché la parola «tempestive» è appropriata in questo caso, come è dimostrato anche dall'attività che ha svolto unitariamente la Commissione ambiente della Camera, con sopralluoghi anche nei territori in cui sono ospitate le centrali.

PRESIDENTE. Invito i parlamentari a non a recarsi nei banchi del Governo per conferire con i ministri. Onorevole Biasotti, per favore. Il Governo?

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo mantiene la proposta originaria di riformulazione.

PRESIDENTE. Onorevole Ceccuzzi, insiste dunque per la votazione del suo ordine del giorno?

FRANCO CECCUZZI. Signor Presidente, accogliamo la riformulazione e non insistiamo per la votazione, pur riservandoci di presentare ulteriori atti.

PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Codurelli n. 9/1441-ter-C/23, non accettato dal Governo.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, domanderei al Ministro di rivedere questa posizione. Cito solo due questioni affrontate dall'ordine del giorno. Da un lato, si parla di ricerca di idrocarburi; dall'altro, si parla di un parco che è uno dei più grandi polmoni verdi del Lecchese. Si chiede semplicemente che, prima che il Ministero compia le sue scelte, tenga conto dei pareri degli enti locali, del parco stesso e dei cittadini. Questo è un invito particolare affinché non si intervenga in luoghi protetti, dei polmoni verdi, prima di aver acquisito il parere del territorio.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, dal momento che il tema posto dall'onorevole Codurelli è serio e delicato, desidero soffermarmi un momento su di esso.
Nelle premesse, questo ordine del giorno segnala in effetti una problematica locale; nella parte dispositiva, però, esso chiede di assumere impegni a livello di Pag. 14quadro normativo. Al di là del fatto che sarebbe una forzatura da parte del Governo assumere impegni di questo tipo, va detto, da un lato, che il Governo ha già espresso un giudizio sulla questione di Lecco e della Valle del Curone, e si tratta di un giudizio di attesa, dal momento che fino ad oggi non vi sono state richieste di autorizzazione; ma, dall'altro lato, esso non può invece introdurre una normativa che renda vincolante il parere degli enti locali su tutte le richieste di coltivazione degli idrocarburi in Italia. Si capisce infatti bene che ciò significherebbe introdurre un precedente ingestibile nella prassi quotidiana del sistema autorizzativo, nel quale peraltro vi è sempre un coinvolgimento e un'intesa, quando è possibile, con gli enti locali.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Codurelli n. 9/1441-ter-C/23, non accettato dal Governo.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 10,20, è ripresa alle 10,35.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Codurelli n. 9/1441-ter-C/23, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Latteri... onorevole Madia... onorevole Lanzillotta... onorevole Commercio... onorevole Valentini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 417
Maggioranza 209
Hanno votato
183
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che i deputati Galati, Traversa, Sbai, Fucci, Caldoro e Antonino Foti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Cesare Marini, Misiti, Miotto, Mazzarella e Schirru hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Margiotta n. 9/1441-ter-C/24, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Margiotta n. 9/1441-ter-C/24, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Lanzillotta... onorevole Mariarosaria Rossi... onorevole Tassone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 431
Votanti 411
Astenuti 20
Maggioranza 206
Hanno votato
189
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Miotto, Schirru e Brandolini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che i deputati Sbai, Traversa, Delle Vedove, Fucci, Galati e Antonino Foti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e Pag. 15che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bratti n. 9/1441-ter-C/25, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bratti n. 9/1441-ter-C/25, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tassone... onorevole Cristaldi... onorevole Sisto... onorevole Latteri... onorevole Lanzillotta... onorevole Capano... onorevole Coscia... onorevole Traversa....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 441
Maggioranza 221
Hanno votato
211
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che i deputati Schirru e Cesare Marini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Ricordo che l'ordine del giorno Orsini n. 9/1441-ter-C/26 è stato dichiarato inammissibile.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fava n. 9/1441-ter-C/27, accettato dal Governo.
Prendo altresì atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Biasotti n. 9/1441-ter-C/28, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Piffari n. 9/1441-ter-C/29, non accettato dal Governo.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, ieri ero in missione e, quindi, non ho potuto illustrare il mio ordine del giorno. Pertanto, chiedo un po' di attenzione al Governo. In quest'Aula abbiamo approvato tutti, con molta disponibilità ed entusiasmo, il provvedimento sul federalismo. Si continua ad affermare che devono essere i territori a scegliere. Tuttavia, in questo caso, attraverso provvedimenti legislativi si torna a scavalcare le regioni e a creare un conflitto fra le regioni e lo Stato centrale nell'individuazione delle aree per i siti delle centrali elettriche. In questo caso, sappiamo che ciò è stato fatto per scavalcare una normativa della regione Veneto concernente la centrale di Porto Tolle. Se questa regola diventasse una regola comune, significherebbe che quanto è stato fatto in materia di riforma costituzionale non serve a niente, perché, ogni volta, lo Stato vuole riprendersi l'autorità a livello centrale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Piffari n. 9/1441-ter-C/29, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Traversa... onorevole Lanzillotta... onorevole Porcino... onorevole Benamati... onorevole Tassone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 449
Maggioranza 225
Hanno votato
196
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i deputati Schirru e Cesare Marini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, Pag. 16che il deputato Cristaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che l'onorevole Favia insiste per la votazione del suo ordine del giorno Favia n. 9/1441-ter-C/30, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Favia n. 9/1441-ter-C/30, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Lanzillotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 456
Maggioranza 229
Hanno votato
222
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che il deputato Milo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cimadoro n. 9/1441-ter-C/31, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo all'onorevole Borghesi se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-ter-C/32, non accettato dal Governo.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, chiedo al Ministro un momento di attenzione. Leggo testualmente il dispositivo del mio ordine del giorno, perché mi sembra impossibile che sia stato espresso un parere contrario. L'ordine del giorno impegna il Governo a valutare - quindi, non a fare - l'opportunità e la necessità di intervenire in maniera organica per stimolare nel nostro sistema produttivo la concorrenza - mi viene da pensare che sia contrario alla concorrenza - attuando un piano coerente di liberalizzazioni, e ad intervenire altresì per rendere effettiva e coerente la disciplina della class action, e in particolare per disciplinare in maniera coerente la concorrenza anche attraverso la risoluzione del conflitto di interessi in cui spesso il sistema imprese italiano si viene a trovare. Vorrei capire se il Governo sia contrario a tutto ciò, perché allora dovrei concludere che il Governo è contrario all'economia di mercato, alle liberalizzazioni e alla tutela dei consumatori.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, vorrei solo sottolineare che non vi è alcuna volontà da parte del Governo di contrastare le norme sulla concorrenza. Tuttavia, l'impegno che viene chiesto al Governo, attraverso il presente ordine del giorno, riguarda il tema della class action, sul quale vi è una discussione in corso molto delicata.
Il Governo ha recentemente ritenuto di rinviarne l'entrata in vigore per poter studiare meglio la norma. Va da sé che un impegno perentorio su questo tema non sarebbe stato serio nei confronti del proponente, nella misura in cui ne stiamo discutendo. Comunque, per sgombrare il campo da ogni equivoco e poiché non siamo contrari né alla concorrenza, né a una forma il più possibile approfondita di class action, possiamo modificare il nostro parere, accogliendo l'ordine del giorno come raccomandazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/1441-ter-C/32, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Paladini n. 9/1441-ter-C/33, non accettato dal Governo. Pag. 17
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paladini n. 99/1441-ter-C/33, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Servodio... onorevole Cesare Marini... onorevole Porcino... onorevole Cenni... onorevole Fogliardi... è possibile fare una verifica, poiché vedo alcune luci accese senza nessuno che voti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 462
Astenuti 2
Maggioranza 232
Hanno votato
224
Hanno votato
no 238).

Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Zazzera n. 9/1441-ter-C/34, non accettato dal Governo.

PIERFELICE ZAZZERA. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire che il fatto che il Governo abbia deciso di non accettare questo ordine del giorno deve preoccupare un po' tutti, anche i cittadini. Il Governo decide di non adeguare i limiti previsti per il rilascio di sostanze quali l'acido solfidrico. Penso soprattutto alla diossina e al caso di Taranto, dove l'ILVA continua a immettere nell'aria tonnellate di diossina, trasformando Taranto in una delle città più inquinate d'Europa. Questo Governo decide di non adeguare tali limiti ai livelli che impongono la Comunità europea e l'Organizzazione mondiale della sanità, e ciò significa che questo è un Governo che se ne infischia della salute dei cittadini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zazzera n. 9/1441-ter-C/34, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... onorevole Cesaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato
224
Hanno votato
no 240).

Prendo atto che i deputati Cesa, Naro e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che il deputato Ruben ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Misiti 9/1441-ter-C/35, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Misiti n. 9/1441-ter-C/35, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi... onorevole Mazzucca... onorevole Antonino Foti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 460
Astenuti 2
Maggioranza 231
Hanno votato
224
Hanno votato
no 236). Pag. 18

Prendo atto che i deputati Nirenstein e Ruben hanno segnalato che non solo riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Cesa, Nero e De Poli hanno segnalato che non sono risulta ed esprimere solo favorevole.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Garagnani n. 9/1441-ter-C/36, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Sanga n. 9/1441-ter-C/37, non accettato dal Governo.

GIOVANNI SANGA. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI SANGA. Signor Presidente, ho registrato su questo ordine del giorno consensi e pareri favorevoli anche nell'altro schieramento, ed è per questo che mi stupisce la contrarietà del parere al riguardo, in particolare sulla questione dei correttivi agli studi di settore. I correttivi che sono stati introdotti non sono adeguati e non rispondono alla crisi che è in corso. Ne sanno bene qualcosa i nostri contribuenti, ovvero gli imprenditori che in questi giorni stanno facendo le dichiarazioni dei redditi, che possono rilevare come il lavoro che è stato fatto determini il pagamento di tutta una serie di imposte ulteriori, mentre gli utili non ci sono. Ne consegue la necessità di rivedere questo meccanismo, fino alla sospensione dell'applicazione degli studi stessi per alcune categorie e comparti dell'economia che soffrono particolarmente della crisi in atto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sanga n. 9/1441-ter-C/37, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barbato... onorevole Sardelli... onorevole Latteri... onorevole Grassi... onorevole Abrignani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 464
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato
225
Hanno votato
no 239).
Prendo atto che i deputati Naro, De Poli, Cesa, Rosato, Ciocchetti e Oliverio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Libè n. 9/1441-ter-C/38, non accettato dal Governo.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, mi rivolgo al signor Ministro, perché è stato espresso un parere contrario su questo ordine del giorno. Stiamo discutendo da mesi sulla volontà di rientrare nel nucleare, voi continuate a raccontare al Paese che la vostra volontà è già una decisione. Vi chiediamo solo di presentare un piano dettagliato entro tre mesi, perché ci sembra un tempo congruo rispetto a tutte le dichiarazioni fatte dal Governo, a partire dal Presidente del Consiglio dei ministri, circa la volontà del Governo stesso su questo tema. Il fatto che esprimiate un parere contrario vuol dire che quella volontà è solo una chiacchiera e non una realtà. Capiamo che magari avete bisogno di un po' più di tempo e siamo disposti anche a rivedere la tempistica, sempre che si tratti di una tempistica congrua, ma dire di no a questo ordine del giorno vuol dire sconfessare in toto la politica fatta da quando siete al Governo.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

Pag. 19

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, anche in questo caso non c'è un'ostilità da parte del Governo o un'opinione negativa rispetto all'impegno che ci si chiede. Pensiamo che il Governo possa esaudire questo impegno con gli strumenti messi a disposizione dal disegno di legge: nel momento in cui, cioè, stabiliamo, all'interno del medesimo disegno di legge, che entro sei mesi saranno emanati i decreti legislativi, sia per le regole sia per l'individuazione dei siti, va da sé che i medesimi i decreti verranno poi sottoposti alle Commissioni parlamentari alle quali verrà chiesto un parere. Non c'è quindi nessun motivo per cui il Governo non voglia creare un procedimento trasparente. Se però l'onorevole Libè, che conosciamo come persona attenta a queste problematiche, ci chiede un impegno non con una temporalizzazione ma con la necessità che si presenti al Parlamento uno stato di avanzamento delle decisioni che verranno assunte a prescindere dagli interventi legislativi, contenente, quindi, anche gli impegni e le azioni amministrative che si costruiscono, nulla in contrario, ma non vorremmo avere una scadenza che oggettivamente non sarebbe serio assumere, perché non la rispetteremmo.

PRESIDENTE. Onorevole Libè, accetta la riformulazione?

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, mi scusi ma faccio fatica a capire. Se il Governo è così convinto, mi dica che ci vuole un anno, ma i decreti legislativi prevedono già un termine di sei mesi. Scusate, io vorrei ribadire un principio, che può essere condiviso o non condiviso: se siamo convinti che i tempi siano stretti, è stato predisposto un provvedimento, che andiamo a votare oggi definitivamente, il quale pone dei termini precisi.
Mi sembra quasi lapalissiano che nulla osta a dire che non vanno bene tre mesi, né sei mesi ma sia necessario un anno. Non credo, però, che con i tempi che il Governo continua ad annunciare al Paese, si possa dire che non ci vogliamo imbrigliare in tempi prestabiliti. Dovete darci dei tempi!

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo rimane sulla sua posizione e non intende mutare il proprio parere e che il presentatore insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Libè n. 9/1441-ter-C/38, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Grassi? Onorevole Sardelli? Onorevole Conte? Onorevole Girlanda? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 475
Votanti 299
Astenuti 176
Maggioranza 150
Hanno votato
37
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che i deputati Cesa, Naro e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che l'ordine del giorno Ruggeri n. 9/1441-ter-C/39 è stato ritirato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Poli n. 9/1441-ter-C/40, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Poli n. 9/1441-ter-C/40, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Conte? Onorevole Corsini?
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 20
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 475
Votanti 467
Astenuti 8
Maggioranza 234
Hanno votato
225
Hanno votato
no 242).

Prendo atto che i deputati Cesa, Naro e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Galletti n. 9/1441-ter-C/41, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Compagnon n. 9/1441-ter-C/42, accolto dal Governo come raccomandazione.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, premetto che in ogni caso non insisto per la votazione indipendentemente dalla risposta del Governo, tuttavia l'abrogazione delle norme in questione apre la possibilità di mettere sul mercato apparecchiature e elettrodomestici che non rispettano lo standard qualitativo di tutela dell'ambiente. Per questo motivo il dispositivo dell'ordine del giorno in oggetto impegnava il Governo a prevedere misure di sostegno all'immissione nel mercato di apparecchiature dotate di migliori sistemi a basso impatto ambientale.
Chiedo, quindi, se sia possibile per il Governo modificare il parere accettando il mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende mutare il proprio parere e che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Compagnon n. 9/1441-ter-C/42, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Anna Teresa Formisano n. 9/1441-ter-C/43, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Servodio n. 9/1441-ter-C/44, non accettato dal Governo.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, vorrei rivolgere una preghiera al Ministro Scajola che è stato con noi in Commissione proprio quando si è discusso del tema delle agroenergie.
In questo ordine del giorno proponiamo gli orientamenti sui quali tutti i gruppi stanno lavorando riguardo alle agroenergie. Vogliamo che i piccoli impianti, che l'agricoltura abbia un ruolo e che sia rispettata in questa funzione.
Pertanto, pregherei il Ministro di rileggere l'ordine del giorno che credo sia condiviso dalla stragrande maggioranza dei componenti della Commissione agricoltura.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, vorrei solamente dire che sugli ordini del giorno Servodio n. 9/1441-ter-C/44, Zamparutti n. 9/1441-ter-C/45 e Marco Carra n. 9/1441-ter-C/46 che vertono su materie analoghe, cioè sulle agroenergie, ci esprimeremo dopo. Ad ogni modo la formulazione che ci sembra più corretta è quella dell'ordine del giorno Zamparutti n. 9/1441-ter-C/45. Vorrei sottolineare che da parte del Governo c'è la volontà di incentivare di più gli impianti della filiera corta e ovviamente gli impianti non di grandi dimensioni.
Però credo che con l'ordine del giorno successivo potremmo accogliere una sensibilità che riguarda un po' tutto il Parlamento.

GIUSEPPINA SERVODIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 21

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, non vorrei che un voto contrario sul mio ordine del giorno precludesse l'accettazione da parte del Governo del successivo ordine del giorno Zamparutti n. 9/1441-ter-C/45, pertanto lo ritiro.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'ordine del giorno Servodio n. 9/1441-ter-C/44 è stato ritirato.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Zamparutti n. 9/1441-ter-C/45, non accettato dal Governo.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno Zamparutti n. 9/1441-ter-C/45 in virtù di quanto emerso anche nell'ambito della discussione sulle linee generali che si è tenuta all'interno di questa Camera dove la maggior parte dei gruppi ha trovato una convergenza direi quasi totale sul fatto che si debba incentivare la filiera corta e, in tema di agroenergie, si debbano andare ad incentivare questo tipo di sistemi.
Quindi abbiamo scelto di apporre la nostra firma all'ordine del giorno Zamparutti n. 9/1441-ter-C/45. Abbiamo discusso a lungo con il Governo e mi auguro che il Governo, come credo di aver già capito, abbia intenzione di rivedere il proprio parere sulla scorta anche del ragionamento che prende spunto da quello che ci siamo detti in questa sede.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario per lo sviluppo economico. Signor Presidente, alla luce delle considerazioni fatte, ed anche del ritiro dell'ordine del giorno precedente, intendiamo far convergere la nostra opinione favorevole su questo ordine del giorno e, modificando il parere espresso, il Governo accetta l'ordine del giorno Zamparutti n. 9/1441-ter-C/45.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zamparutti n. 9/1441-ter-C/45, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Marco Carra n. 9/1441-ter-C/46, non accettato dal Governo.

MARCO CARRA. Signor Presidente, invito il Governo a modificare il parere perché anche questo ordine del giorno (come quello dell'onorevole Servodio) si colloca nel dibattito che in Commissione agricoltura stiamo tenendo e che vede tutti gli schieramenti condividere il tentativo di privilegiare gli interessi dell'agricoltura e quindi gli interessi della filiera corta.
Da questo punto di vista, lo ripeto, mi auguro davvero che il Governo voglia modificare il parere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non modifica il parere sull'ordine del giorno Marco Carra n. 9/1441-terC/46.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marco Carra n. 9/1441-ter-C/46, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Golfo... onorevole Bocciardo... onorevole Nirenstein... onorevole Latteri... onorevole Stanca... Ci siamo tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 478
Maggioranza 240
Hanno votato
234
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare. Pag. 22
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/1441-ter-C/47, accettato dal Governo, purché riformulato.

MARIO PEPE (PdL). Signor Presidente, sono una vittima delle riformulazioni. Credo sia giunto il momento di porre fine a questo rito logoro ed inutile degli ordini del giorno, anche perché il Governo, con la formula magica «a valutare l'opportunità di» li rende tutti inefficaci. Per cui mi appello a lei, signor Presidente, che presiede la Giunta per il Regolamento, affinché possa accelerare la mia proposta di modifica del Regolamento, per l'abolizione degli ordini del giorno (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Mario Pepe (PdL), non presiedo - ahimè - la Giunta per il Regolamento, ma egualmente cercherò di aiutare l'iter della sua proposta.
Prendo atto che l'onorevole Mario Pepe (PdL) accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-ter-C/47, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/1441-ter-C/48, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Scarpetti n. 9/1441-ter-C/49, accettato dal Governo.
Chiedo all'onorevole Quartiani se insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-ter-C/50, accolto come raccomandazione dal Governo.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ringrazio il Governo per la buona volontà che ha dimostrato nell'accogliere come raccomandazione questo ordine del giorno, anche se credo che si potrebbe fare un passo in più. Infatti, come sanno l'onorevole Saglia e il signor Ministro, la questione dell'Agenzia per la sicurezza nazionale è uno snodo fondamentale e decisivo al fine di avviare una fase - come è scritto nella norma - di reintroduzione del nucleare civile nel nostro Paese. Quindi, non vedo perché non si possa trasformare il parere che ha pronunciato l'onorevole Saglia in un accettazione piena di ordine del giorno, il quale recita semplicemente che c'è l'impegno del Governo a garantire all'Agenzia nazionale adeguata autonomia e congrue risorse finanziarie.
Penso che questo sia un ordine del giorno che possa essere accolto pienamente dal Governo.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Quartiani n. 9/1441-ter-C/50.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Quartiani n. 9/1441-ter-C/50, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Conte... Onorevole Latteri... Onorevole Frassinetti... Onorevole Romele...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato
233
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Federico Testa n. 9/1441-ter-C/51 e Zunino n. 9/1441-ter-C/52, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fluvi n. 9/1441-ter-C/53, non accettato dal Governo. Pag. 23
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fluvi n. 9/1441-ter-C/53, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... Onorevole Repetti... Onorevole Bocciardo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 478
Maggioranza 240
Hanno votato
234
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare, che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Fava e Bellotti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Boccia n. 9/1441-ter-C/54 e Motta n. 9/1441-ter-C/55, accolti come raccomandazione dal Governo.

CALOGERO MANNINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CALOGERO MANNINO. Signor Presidente, desidero apporre la mia firma all'ordine del giorno Boccia n. 9/1441-ter-C/54.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mastromauro n. 9/1441-ter-C/56, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mastromauro n. 9/1441-ter-C/56, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Garagnani, Sardelli, Latteri, Bratti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 480
Maggioranza 241
Hanno votato
205
Hanno votato
no 275).

Prendo atto che i deputati Misiti, Bratti e D'Incecco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marantelli n. 9/1441-ter-C/57, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo, inoltre, atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ginoble n. 9/1441-ter-C/58, accettato dal Governo, purché riformulato.
Ricordo che gli ordini del giorno Braga 9/1441-ter-C/59 e Realacci 9/1441-ter-C/60 sono stati ritirati.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Froner 9/1441-ter-C/61 e Vico n. 9/1441-ter-C/62, accolti dal Governo come raccomandazione.
Onorevole Benamati, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-ter-C/63, non accettato dal Governo?

GIANLUCA BENAMATI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, in questo caso non chiedo al Governo di rivedere il parere, ma che l'ordine del giorno sia messo in votazione. Mi pare che qui il problema sia semplice: l'articolo 61, Pag. 24che abbiamo discusso ieri, fa regredire la concorrenza nel settore del trasporto pubblico locale in aperto contrasto con quanto il Governo ha previsto per i servizi pubblici locali. L'ordine del giorno era elementare, chiedeva una norma di raccordo, era molto semplice. Non capisco ovviamente la posizione del Governo, ma a questo punto credo che sia il caso che l'Aula si pronunci su questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intendo apporre la mia firma a questo ordine del giorno e dichiarare il voto favorevole anche perché si tratta di uno dei passaggi fondamentali del provvedimento e uno dei passaggi fondamentali per dare corso alle liberalizzazione nel settore dei trasporti pubblici locali.

CARMEN MOTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Benamati 9/1441-ter-C/63.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Benamati n. 9/1441-ter-C/63, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Iannarilli, Benamati, Touadi, Grassi, Bocciardo, Toccafondi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
237
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che il deputato Toccafondi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lulli n. 9/1441-ter-C/64, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Calearo Ciman n. 9/1441-ter-C/65, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Calearo Ciman n. 9/1441-ter-C/65, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Foti, Sardelli, Girlanda, Grassi, Benamati, D'Incecco.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato
236
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marchioni n. 9/1441-ter-C/66, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ferranti n. 9/1441-ter-C/67, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti. Pag. 25
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferranti n. 9/1441-ter-C/67, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Foti... onorevole Girlanda... onorevole Conte... onorevole Nizzi... onorevole Cicu... onorevole Grassi... onorevole Cesa... onorevole Ciccanti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 486
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato
238
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che la deputata Pelino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lo Monte n. 9/1441-ter-C/68, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Iannaccone n. 9/1441-ter-C/69 formulato dal Governo.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, volevo solo segnalare al Governo la particolare situazione in cui versano i nuclei industriali che sono stati realizzati con i fondi della legge n. 219 del 1981, sulla ricostruzione delle aree terremotate della Campania e della Basilicata; si tratta di nuclei industriali che possono creare nuovi posti di lavoro e, quindi, dare occupazione. L'ordine del giorno invitava il Governo a realizzare nuove forme di intesa con le regioni.
Accedo all'invito al ritiro formulato dal Governo però la questione, signor sottosegretario, rimane e invito ancora una volta il Governo a seguire con particolare attenzione la situazione in cui versano questi nuclei industriali della Campania e della Basilicata, che potrebbero essere suscettibili di nuovi interventi per poter dare occupazione ai giovani meridionali.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che l'ordine del giorno è ritirato.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Belcastro n. 9/1441-ter-C/70 formulato dal Governo.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. No, signor Presidente, non accediamo all'invito al ritiro e chiediamo che il nostro ordine del giorno venga votato. Ci aspetteremmo dal Governo dei segnali di un cambiamento di rotta in favore di un Sud che è sempre più in agonia.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Belcastro n. 9/1441-ter-C/70, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda... onorevole Benamati... onorevole Grassi ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 482
Astenuti 10
Maggioranza 242
Hanno votato
63
Hanno votato
no 419).

Prendo atto che il deputato Margiotta ha segnalato di aver espresso un voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario, che la deputata Pelino ha segnalato di non essere riuscito Pag. 26ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Commercio n. 9/1441-ter-C/71, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bobba n. 9/1441-ter-C/72, non accettato dal Governo.

LUIGI BOBBA. Signor Presidente, chiederei al Governo di riconsiderare questo parere contrario perché mi sembra singolare che, da un lato, il Governo proceda a passo di carica da bersagliere nella volontà di costruire nuove centrali e, invece, cammini - cammini si fa per dire -, proceda con un passo da lumaca per quanto riguarda l'individuazione del sito unico delle scorie nucleari.
È come dire che si vogliono costruire nuove centrali, ma non si mette mano definitivamente all'individuazione del sito anche per allocare in particolare le scorie già presenti nel nostro Paese. Il mio ordine del giorno sottolinea in modo particolare le scorie presenti nella quantità del 75 per cento (scorie nucleari liquide) nel sito di Saluggia dove è stato autorizzato un deposito permanente che rischia di diventare temporaneamente permanente. Quindi, chiedo di rivedere il parere, altrimenti insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende intervenire.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bobba n. 9/1441-ter-C/72, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli, onorevole Mondello, onorevole Causi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato
241
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che la deputata Pelino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Albonetti n. 9/1441-ter-C/73, Occhiuto n. 9/1441-ter-C/74, Mariani n. 9/1441-ter-C/75, Pili n. 9/1441-ter-C/76, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Palomba n. 9/1441-ter-C/77, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno De Pasquale n. 9/1441-ter-C/78, accolto dal Governo come raccomandazione.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, si tratta di un ordine del giorno che riguarda un argomento molto importante (quello di una cultura nuova che possiamo introdurre nelle nostre scuole), chiedo al Governo se non voglia riconsiderare l'opportunità, al limite anche con una riformulazione, di accettare l'ordine del giorno.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, trattandosi di materia non di competenza di questo Ministero, cautelativamente condividiamo la proposta e l'impegno che ci chiede il presentatore e avevamo deciso di accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione. Chiedo una riformulazione nel senso di sostituire le parole: «ad avviare su tutto il territorio nazionale Pag. 27e a sostenere con apposite risorse un piano di edilizia scolastica che venga realizzato secondo gli standard ecosostenibili» con le seguenti: «ad utilizzare nell'ambito del piano di edilizia scolastica standard ecosostenibili». Con questa riformulazione possiamo accettare l'ordine del giorno per la parte che ci riguarda. Poi la parte relativa al Ministero dell'istruzione dovrà essere da esso validata.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno De Pasquale n. 9/1441-ter-C/78, accettato dal Governo, purché riformulato.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, accetto la riformulazione e non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sani n. 9/1441-ter-C/79, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Nola n. 9/1441-ter-C/80, accettato dal Governo, purché riformulato.

CARLO NOLA. Signor Presidente, mi rivolgo al Ministro. Questo ordine del giorno segnala una sperequazione che non ha alcuna motivazione, ovvero una discriminazione che colpisce paradossalmente gli imprenditori agricoli che per primi si sono adeguati agli indirizzi comunitari e nazionali. Per questo motivo accetto la riformulazione, ma confido in un impegno quanto prima e a breve del Ministro. Si tratta, infatti, di aziende che producono energia elettrica da materie di provenienza agricola e da due anni non hanno modo di realizzare alcun reddito, ma sono in perdita (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Nola, non ho capito se insiste per la votazione del suo ordine del giorno.

CARLO NOLA. Accetto la riformulazione e non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ciccanti n. 9/1441-ter-C/81, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Realacci n. 9/1441-ter-C/82, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, il Movimento per l'Autonomia voterà a favore del disegno di legge recante disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia, meglio noto al Paese come disegno di legge sviluppo.
Ne condividiamo l'approccio strutturale delle misure in esso contenute, destinate a dare una risposta all'esigenza di rilancio della competitività e del sistema produttivo. Con la previsione all'articolo 3 di una delega al Governo, che sarà chiamato a configurare le reti di impresa, si favoriranno quelle forme di coordinamento evidentemente indispensabili al sistema produttivo. Così facendo, inoltre, si potrà affermare una maggiore sinergia tra le aziende, pur salvaguardando l'individualità delle stesse, che manterranno comunque una loro piena autonomia. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo provvedimento ci convince anche perché, durante l'iter al Senato, ha recepito alcune proposte che già avevamo avanzato in quest'Aula, che sono state successivamente accettate dopo la presentazione di emendamenti Pag. 28del gruppo del Movimento per l'Autonomia al Senato. Stando alle stime dell'ufficio statistico dell'Unione europea, nel 2005 il PIL per abitante nel Mezzogiorno era pari al 70 per cento della media dell'Unione europea a ventisette, con un lieve arretramento rispetto al 71 per cento dell'anno precedente.
Nell'intervallo 2004 e 2005, tra i vecchi Stati membri, Francia, Grecia, Olanda e Irlanda migliorano la propria collocazione, mentre peggiora la Gran Bretagna. Il Mezzogiorno è superato ormai non solo da Spagna, Grecia e Portogallo, ma anche da alcuni Paesi di nuovo accesso, come Repubblica Ceca, Slovenia, Malta e Cipro. Tra le regioni meridionali, i valori più bassi sono registrati da Sicilia, Campania, Calabria e Puglia, le quattro regioni dell'obiettivo convergenza e gli alti tassi di sviluppo dei nuovi Paesi membri fanno prevedere un ulteriore peggioramento del posizionamento relativo del Mezzogiorno.
Sono ben dodici, signor Ministro, i punti che separano il tasso di occupazione del Mezzogiorno e quello medio italiano, punti che diventano venti se il confronto viene fatto con l'Italia settentrionale. In questo senso, una norma che prevede l'attribuzione al Ministero dello sviluppo economico del compito di predisporre un piano che individui le priorità, le opere e gli investimenti strategici di interesse nazionale, da attivare urgentemente, indica la particolare situazione nella quale versano i territori dell'obiettivo convergenza, che comprende la Campania, la Calabria, la Puglia, la Sicilia e la Basilicata. Abbiamo anche apprezzato l'introduzione di meccanismi di fiscalità di sviluppo, che noi, con un nostro ordine del giorno, abbiamo richiesto al Governo di avviare al più presto. Il Movimento per l'Autonomia condivide anche il ritorno al nucleare del nostro Paese, ma raccomandiamo in modo particolare al Governo di sviluppare le fonti di energia rinnovabile.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Movimento per l'Autonomia considera quindi questo provvedimento utile e necessario per il Paese e conferma l'incisività dell'operato del Governo in materia economica.
Il Governo vara un provvedimento che va nella direzione del risanamento economico e dello sviluppo, e, per quanto ci riguarda, notiamo i segnali chiari, evidenti e concreti di un cambiamento di rotta in relazione all'attenzione nei confronti delle regioni meridionali.
Pur tuttavia, chiediamo ancora una volta al Governo di garantire concretamente al Sud la possibilità di ridurre il divario che lo separa dal resto del Paese, consentendo alla sua economia di concorrere ad armi pari con le aree più avanzate dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 11,30)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, questo provvedimento, che nelle premesse e nell'enunciazione poteva alludere ad un'iniziativa positiva da parte del Governo, recando norme sullo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia, ha nei contenuti, ma anche nella forma, delle numerose criticità, che abbiamo cercato di eliminare con il lavoro in Commissione e in Aula, ma che ha visto frustrare questo impegno con la bocciatura della stragrande maggioranza degli emendamenti proposti non solo dall'Italia dei Valori, ma anche dagli altri gruppi di opposizione.
Il metodo seguito dal Governo è contestabile proprio perché, essendo un collegato alla finanziaria, abbiamo ritrovato in questo tessuto normativo una serie di disposizioni caotiche e disordinate, compresa la novella ai codici civile, penale e processuale, che, in qualche modo, dovrebbero essere approcciati con metodiche più organiche, riflettute e condivise. Pag. 29
Viceversa, in un provvedimento omnibus, avete introdotto, come dicevo, importanti modifiche ai codici che ho citato, a tutto scapito della certezza del diritto e alle spalle del Ministro per la semplificazione, che dovrebbe, invece, proprio essere attento e sentinella sulle modalità del drafting legislativo e della certezza del diritto.
Ancora, nell'ambito di questo provvedimento ben poche sono le disposizioni che avranno immediata attuazione, essendovi una serie quasi infinita di deleghe legislative che demandano al Governo l'attuazione di questi provvedimenti o demandano ai singoli dicasteri dei decreti ministeriali attuativi. Le proroghe, le deroghe e le deleghe si contano in misura eccessiva e avete anche introdotto una rara avis: il decreto legislativo delegando.
Dal punto di vista del sistema delle fonti sappiamo che, in via normativa, il Governo può emanare dei provvedimenti aventi forza di legge sia come decreti-legge sia come decreti legislativi delegati.
Ebbene, in questo provvedimento, nel momento in cui avete ipotizzato l'emanazione di una legge annuale sul tema delle contraffazioni, avete stabilito che questa legge annuale debba contenere, a sua volta, i decreti legislativi delegati, uno o più. Anche qui, avete introdotto, in qualche modo, una sorta di decreto legislativo delegando, nuova figura istituzionale che ancora non mi pareva essere arrivata all'attenzione dei costituzionalisti.
Ma, al di là del metodo e delle forme, vi sono dei sostanziali ostacoli per condividere questo intervento da parte dell'Italia dei Valori: innanzitutto, questa opzione sull'energia nucleare, che abbiamo contrastato e contestato proprio perché fa fare un passo indietro, anziché in avanti, al nostro Paese in tema di energia, soprattutto se rapportata all'orientamento dell'Unione europea sul tema dell'energia.
Il «20-20-20», le opzioni tese al risparmio energetico e all'efficienza energetica: non avete considerato questi dettami come vincolanti e prioritari.
Noi avevamo avanzato delle proposte in questo senso: prendiamo atto che la vostra decisione è quella di compulsare sulla testa dei cittadini, calpestando gli enti locali e disinteressandosi dell'opinione delle regioni, l'installazione di nuove centrali nucleari (nuove per modo di dire, perché in realtà quando verranno realizzate saranno già obsolete).
Avete così titolato l'articolo 21 «Iniziative a favore dei consumatori e della trasparenza dei prezzi» e avete ammesso una sorta di assicurazione per le assicurazioni, introducendo una modifica al codice civile che consente alle assicurazioni (a differenza di quanto aveva fatto il Governo Prodi con il secondo pacchetto Bersani, che aveva imposto la recedibilità annuale per i consumatori assicurati) la possibilità di una polizza quinquennale dalla quale si possa recedere solo al sesto anno; con un intervento quindi di lobby assicurativa assolutamente in contrasto con l'enunciazione di questo articolo, che viceversa volevate fosse a tutela dei consumatori.
Avete incrementato i fondi della cosiddetta «legge mancia», e avete effettuato una sorta di balletto delle coperture finanziarie, che non abbiamo stigmatizzato solo noi, se è vero, come è vero, che una nota del Ministero dell'economia e delle finanze aveva denunciato in Commissione la difficoltà di individuare le coperture.
Abbiamo già ricordato che all'articolo 2, in cui proponete di stipulare accordi di programma per risollevare i distretti industriali in crisi, di fatto prevedete delle coperture finanziarie che avete già speso, perché quelle risorse sono state impiegate a copertura della legge sulle rottamazioni; a proposito dell'articolo 54, che stabilisce con gli stessi fondi un'implementazione delle risorse per l'Istituto nazionale per il commercio estero, c'è da dubitare che ciò possa avvenire, se è vero, come è vero, che i fondi che avete ipotizzato già non esistono perché destinati ad altro comparto.
Avete imposto una sorta di class action che non ha convinto neppure i vostri stessi deputati di centrodestra: ricordo l'intervento accorato del collega Contento, che paradossalmente voi stessi avete scontentato, tanto che mi sembra che il suo Pag. 30ordine del giorno n. 9/1441-ter-C/9, che cercava in qualche modo di invocare le correzioni e le mende a questioni che egli stesso aveva denunciato nel suo intervento, non era stato accolto e mi pare vi fosse un invito al ritiro.
Avete ipotizzato una tutela della proprietà industriale, inasprendo le norme sulle sanzioni legate ai brevetti, ma questa tutela è rimasta sulla carta perché avete introdotto l'elemento della conoscibilità del brevetto come condizione di punibilità del reo: anche qui le denunce e le segnalazioni di incongruenza di questa normativa, proposte dall'Italia dei Valori e dal collega Lulli, non hanno trovato che un Governo sordo e una maggioranza piegata.
Per tutti questi motivi, signor Ministro, noi non possiamo approvare la norma in discussione. Avremmo voluto e abbiamo cercato di dare il nostro contributo per una politica energetica nazionale che potesse andare nella direzione dell'efficienza energetica, della tutela del cittadino e della tutela del sistema delle piccole e medie imprese; prendiamo atto che il vostro approccio è stato diverso e quindi noi non possiamo che esprimere il nostro voto contrario rispetto al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, parlare del provvedimento in esame dopo qualche mese, perché ne abbiamo discusso in Aula alla fine dell'anno scorso, ci sembra avvenga un po' in ritardo; la questione dei tempi l'abbiamo ricordata ed enfatizzata fin dal primo giorno.
Vi sono motivi di condivisione, ma vi sono purtroppo lacune e gravi errori politici: lo vogliamo evidenziare perché nel nostro DNA c'è una modalità di fare politica che dovrebbe rispondere a quanto, durante le campagne elettorali, diciamo al Paese e agli impegni che prendiamo con gli elettori.
Il nostro impegno - ma è stato anche il vostro - è stato quello di riportare l'Italia ad un sistema più efficiente, non solo nel campo energetico ma, ad esempio, anche in quello delle liberalizzazioni. Su questo tema, l'articolo 61 del provvedimento lascia un grande senso di amaro in bocca, poiché, anziché fare passi in avanti rispetto a quanto si è fatto nelle legislature passate, si sbandierano le liberalizzazioni ma poi nei fatti si torna sempre a porre vincoli e agevolazioni, ad esempio, per gli enti locali che procedono con l'affidamento diretto. Così, non creiamo un sistema di garanzie effettivo e nella sostanza torniamo indietro.
Così come torniamo indietro anche nel campo della tutela dei consumatori. Vorrei chiarire che io sono fra coloro che anche al Senato hanno votato contro il provvedimento esaminato nel corso della passata legislatura, ma non si può passare da un eccesso all'altro fibrillando: il Governo aveva il dovere di venire in quest'Aula con le idee chiare, non semplicemente affermando: sospendiamo tutto e nei prossimi mesi vedremo cosa fare!
Vi è poi un'altra questione, quella del commissariamento della Sogin. Noi restiamo convinti che non si può fare politica con le incoerenze e con le vendette. La Sogin è una società che, a detta di tantissimi esponenti della maggioranza, ha funzionato bene: anzi, se vi è stata qualche critica, è venuta dall'opposizione. Oggi, invece, vi ritrovate vincolati ad un obbligo di qualcuno, all'interno della Lega, che ha voluto lasciare in un vuoto normativo e senza una testa un ente che avrebbe avuto un consiglio di amministrazione che sarebbe durato ancora dieci, quindici o venti giorni (a meno che le valutazioni non fossero diverse, ma non voglio riportarle in quest'Aula).
Abbiamo parlato della questione dei tempi: signor sottosegretario, siamo in ritardo. Questo disegno di legge ha avuto tempi lunghi e non già per merito o colpa dell'opposizione, ma a causa di incomprensioni all'interno della stessa maggioranza. Tutto ciò avviene in un Paese che ha bisogno di un sistema energetico moderno, che preveda un impegno vero e forte sulle fonti rinnovabili, un incentivo a Pag. 31chi vuole produrre «pulito» e non a chi vuole produrre «sporco» e poi acquistare i certificati da chi produce pulito; un Paese che ha bisogno di più mercato, certamente di controlli reali, veri e forti, ma anche di mercato e di concorrenza; un Paese che ha bisogno di rientrare in tempi rapidi nel settore del nucleare, ma deve trattarsi di una scelta vera.
Lo abbiamo detto già quattro mesi fa e poi in questi giorni di discussione, ma lo ripetiamo oggi: deve trattarsi di un nucleare che ci deve vedere con la schiena dritta. Se il Paese è convinto delle proprie scelte, deve avere il coraggio di compiere gli atti che riportino il nucleare sul suo territorio: altrimenti, non è un Paese che ha la schiena dritta e il Governo dovrebbe dire chiaramente che non vuole fare questo ma qualcosa d'altro.
Se permettete, signor Ministro, alla fine della discussione degli ordini del giorno ci resta qualche dubbio che, contrariamente a quello che continuiamo a chiedere, non vi sia una volontà vera di rientrare nel nucleare. Noi abbiamo votato contro su tanti emendamenti dell'opposizione che vi ponevano vincoli aggiuntivi, perché non vogliamo darvi alibi, anche perché crediamo che il ritorno al nucleare non debba essere operato d'imperio; del resto, ciò non è possibile, poiché - vorrei ricordarlo a tutti - la riforma del Titolo V è pregiudiziale all'ingresso nel nucleare. Nessuno ne parla, ma si tratta di una questione vera: senza quella riforma, il Governo non ha gli strumenti necessari per fare altro che essere ricattato.
Abbiamo chiesto garanzie per i cittadini con l'unica formula che secondo noi era giusta: la vera autonomia per un'agenzia che ha moltissimi poteri. In proposito, è stata una scelta sbagliata quella di ridurre il tempo durante il quale i membri cessati dall'incarico non possono svolgere funzioni in concorrenza.
Il Governo, ad esempio, oggi ha sbagliato a dire «no» ad un ordine del giorno del PD con il quale si chiedevano risorse forti e certe per l'autonomia di questa Agenzia.
Mi permetta inoltre, signor Ministro, ma facciamo fatica a digerire il «no» al nostro ordine del giorno, perché - lo ripeto - esso sanciva con dei punti fermi la nostra e la vostra volontà di rientrare veramente nell'utilizzo di questo tipo di energia, che riteniamo sicura e competitiva. Abbiamo chiesto dei termini: potevano essere troppo ristretti, si potevano raddoppiare o quadruplicare, ma non si poteva andare oltre i tempi che chiedevamo. Se il Governo è così convinto di darci delle risposte in tempi rapidi, poteva e doveva accettare questo ordine del giorno: il fatto di non averlo accettato credo sconfessi una politica che ha fatto dichiarazioni e ci ha anche un po' illuso circa la volontà del Paese di andare veramente verso la modernità, come si conviene ad un Paese serio e coerente.
Ci asterremo perché rimaniamo convinti che l'opzione nucleare e quella sull'efficientamento energetico siano importanti per questo Paese, così come lo è l'opzione a favore degli incentivi alle fonti alternative.
Chiediamo, però, un Governo serio e coerente rispetto a quello che dichiara; la nostra opposizione è seria e coerente e continuiamo a dimostrarlo. Vogliamo un Paese vero e libero, nel quale la libertà si concili con i controlli, ma dove si possa veramente affrontare l'ingresso nel futuro a testa alta e con le carte in mano: per ora, abbiamo solo carte bianche (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Torazzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, colleghi, la Lega Nord Padania voterà a favore di questo provvedimento. Abbiamo ascoltato gli interventi dei colleghi dell'opposizione, alcuni anche molto critici.
Chiariamo subito un punto: il presente disegno di legge, collegato alla manovra finanziaria per il 2009, è necessario per affrontare alcune problematiche strutturali rimaste bloccate nei due anni dell'Esecutivo Pag. 32Prodi (non parliamo di interventi minori, in quanto le aree interessate sono strategiche per il rilancio durevole della nostra economia).
Gli argomenti erano inizialmente riferibili a tre grandi settori: lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle PMI, la tutela della proprietà industriale e la lotta alla contraffazione, l'adozione di nuove strategie energetiche nazionali.
Il percorso parlamentare ha ampliato l'articolato non sempre con la dovuta linearità e coerenza; in particolare, auspichiamo che il Governo riprenda e migliori le norme sulla class action, che nella formulazione attuale rischiano di degradarne l'efficacia. Avremo inoltre gradito l'approvazione dell'emendamento a prima firma dell'onorevole Fava, che aumentava i fondi a disposizione per la lotta alle frodi, così come di quello che limitava la possibilità di partecipazione ad appalti per le aziende di trasporti locali a maggioranza pubblica unicamente al loro ambito territoriale, evitando così distorsioni della concorrenza e pericolose chine amministrative.
Tuttavia, nell'insieme il risultato rimane fondamentale e positivo per la nostra economia. Molti sono i passaggi di qualità e necessari contenuti nel provvedimento: pensiamo al sostegno alle PMI o alla valorizzazione delle reti di impresa, alla promozione del made in Italy o al sostegno alla ricerca e all'innovazione, utile non soltanto alle PMI padane ma, in generale, all'apparato produttivo nazionale.
Ricordo infine la semplificazione normativa, perché non è possibile che chi in questo Paese lavora e produce debba farlo superando non solo la concorrenza, ma spesso sopportando anche il carico di una burocrazia inutile, quando non ostile.
Si mette finalmente mano al rilancio del settore energetico, rimuovendo la politica dei veti e delle strumentalizzazioni, logiche che nessuna forza politica seria e responsabile dovrebbe tollerare e che, invece, per troppi anni hanno tenuto in ostaggio questo Paese.
Questo è un cambio epocale per la Repubblica, questo è uno dei motivi per cui la maggioranza e, in particolare, la Lega in Padania continuano ad aumentare il proprio consenso: esse risolvono i problemi.
Nell'ambito dei provvedimenti sul comparto energetico, il ritorno al nucleare rilancerà la creazione del valore dell'azienda-Italia, senza abbandonare le fonti di energia alternative.
A tale riguardo voglio ricordare che pochi mesi fa il Governo è dovuto intervenire per finanziare l'incentivo fiscale del 55 per cento a favore del fotovoltaico.
Lo ha dovuto fare perché chi in quel momento ci accusava nelle piazze e dalle pagine dei giornali di non sostenere il fotovoltaico non aveva provveduto a farlo.
Noi non abbiamo abbandonato le famiglie e man mano che il Governo procede, nonostante le drammatiche condizioni economiche internazionali, si vede sempre più la marcata differenza tra due modi di intendere la politica: chi chiacchiera e chi lavora, chi fa promesse e chi le promesse le mantiene.
Non possiamo quindi che esprimere la nostra soddisfazione: il Governo e il Parlamento non sono più d'intralcio al Paese ma, pur nelle ristrettezze del bilancio, operano fianco a fianco con i suoi lavoratori, le sue imprese e i suoi cittadini.
Prima di concludere vogliamo però ricordare che, al di là del presente provvedimento, il rilancio duraturo dell'economia, non solo in Padania e in Italia, ma nell'intero continente, non può prescindere dall'introduzione di regole globali su ambiente e diritti dei lavoratori. Non possiamo continuare a tollerare regole - o meglio illegalità - imposte da lobby internazionali del commercio, che consentono l'importazione nel nostro Paese di manufatti prodotti sfruttando lavoratori schiavi e distruggendo l'ambiente. A tal fine, la minaccia o l'introduzione dei dazi darebbe finalmente la spinta a negoziati seri, che in quanto tali non possono non considerare, a fianco degli interessi del capitale e del Pag. 33commercio, il diritto al lavoro e i diritti dei lavoratori, dei cittadini e quindi dell'ambiente.
La Lega Nord Padania ringrazia il Governo, il relatore e il presidente della Commissione per il lavoro svolto. Siamo certi che lo stesso giudizio è condiviso dai cittadini e dalle categorie produttive (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, è abbastanza raro giungere al voto finale di un provvedimento senza che lo stesso sia stato sottoposto al voto di fiducia. Ciò è avvenuto ed è bene che sia stato così, perché si restituisce al Parlamento il suo ruolo tante volte vilipeso in questo scorcio di legislatura.
Tuttavia, devo sinceramente dichiarare che dal 5 giugno alla scorsa settimana abbiamo temuto che anche stavolta si determinasse il ricorso al voto di fiducia, non per l'ostruzionismo delle opposizioni, ma per le tensioni palesi che si sono registrate tra il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero dello sviluppo economico, plasticamente certificate da carteggi irrituali e da emendamenti inusuali. La stesura finale del provvedimento ci ha convinti che è intervenuta un'azione di sanatoria nella maggioranza: il Governo ha sancito evidentemente il dominio totale del Ministero dell'economia e delle finanze, fino alla sussunzione totale del Ministero dello sviluppo economico.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, veniamo al merito: il disegno di legge in esame, già per come è uscito dal Senato, può definirsi il figlio legittimo di un bicameralismo imperfetto, la cui paternità certa è da assegnare al Governo in carica, che è stato capace di portare a 64 articoli il collegato, 47 in più rispetto al testo originario, che era partito in prima lettura proprio da quest'Aula.
Il Governo ha introdotto nuovi e inopportuni argomenti come le norme che disciplinano la class action, le disposizioni sul trasporto ferroviario, sul trasporto pubblico locale, sulla rivalutazione contabile dei titoli: insomma, l'originario disegno di legge è divenuto un provvedimento omnibus, dal profilo molto sommario, talvolta negligente, in alcuni articoli da manifesto elettorale e, come sempre, di debole costituzione finanziaria.
Signori del Governo, colleghi della maggioranza, noi voteremo contro il disegno di legge in esame. Voteremo contro perché le risorse finanziarie per la riforma della reindustrializzazione e degli incentivi non vi sono: i 785 milioni di euro di revoche dalla legge n. 488 Tremonti li ha già impegnati sul decreto-legge rottamazione e per il rifinanziamento del fondo di garanzia.
Alla fine, il Ministero dello sviluppo economico deciderà discrezionalmente le aree dei distretti industriali dove dirottare le risorse disponibili.
Voteremo contro, perché non vi sono più gli ulteriori fondi per le zone franche urbane. E che dire del Fondo per la tutela dell'ambiente? Si spostano le stesse risorse, come faceva il duca di York, da una parte all'altra: in questo caso, dal Fondo di solidarietà per i cittadini meno abbienti. Voteremo contro la delega in bianco sul nucleare. Non ci piace come affrontate il tema dell'energia nel nostro Paese. Alla fine, forse, costruirete le centrali in Albania o in Montenegro. Inoltre, la disciplina delle localizzazioni degli impianti nucleari, gli impianti di fabbricazione del combustibile, i sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato, i rifiuti produttivi e i sistemi per il deposito escludono le regioni e gli enti locali interessati, sia nella fase di adozione dei decreti legislativi, sia, successivamente, nella fase di localizzazione. L'esclusione di qualunque intesa con le autonomie locali è contraria alla sentenza della Corte costituzionale n. 383 del 2005, che ha stabilito che si effettui, sempre e comunque, la cosiddetta «chiamata in sussidiarietà».
Signori del Governo, vi annunciamo che noi saremo convintamente accanto alle regioni e agli enti locali per far valere Pag. 34i loro e i nostri diritti democratici. Voteremo contro, perché avete voluto modificare l'assetto e le funzioni di Sogin e di Enea. Quando farete il decommissioning, dato che occorrono quattro miliardi di dollari? Abbiamo avuto l'impressione che, nelle norme che ci avete sottoposto, foste impegnati solo allo spoil system.
Voteremo contro, perché sulla class action avete voluto sancire la morte dell'azione risarcitoria collettiva, umiliando il consumatore. Signori del Governo, provate ad imitare, una volta tanto, quello che accade negli Stati Uniti. Inoltre, sulle polizze assicurative, avete dato un'altra picconata alle tasche dei consumatori con l'introduzione della poliannualità. Ovviamente, avete deciso di stare dalla parte delle compagnie assicurative e non dell'utente finale (da non confondersi con l'utilizzatore finale!).
Signori del Governo, onorevoli colleghi, in tutto il mondo la parola d'ordine di chi ha in mano le leve della politica economica è definire una strategia di uscita dalla crisi. Per il nostro Governo, invece, la parola d'ordine è sempre stata, e continua ad essere, un'altra: guadagnare tempo e negare, sempre e comunque, l'evidenza della crisi. Vi auguriamo un prossimo rinsavimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.

IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, il provvedimento che, tra pochi minuti, approveremo in terza lettura - che solo per alcuni necessari emendamenti tecnici dovrà passare nuovamente, ma velocemente, al Senato, per diventare legge nel prossimo mese di luglio - è uno di quei provvedimenti che possiamo definire «di legislatura», e non solo. È uno di quei provvedimenti che incideranno profondamente nel tessuto industriale, nel tessuto energetico e, in conseguenza, nel tessuto civile del nostro Paese.
Prima di entrare nel merito di questo, vorrei svolgere alcune considerazioni di metodo, riprendendo anche quanto detto, poco fa, dall'onorevole Vico. Un provvedimento così importante e così pieno di novità, da aver avuto bisogno, tra Camera e Senato, di circa mille votazioni, arrivando ad oggi in un confronto, a volte, anche aspro con l'opposizione (ad esempio, sulla class action), affronterà la veloce lettura al Senato, senza la necessità di ricorrere al voto di fiducia.
Pertanto, dobbiamo dare atto al Ministro Scajola, a cui va intitolato questo provvedimento, di aver avuto coraggio nell'affrontare il Parlamento, con tematiche nuove e di riforma - come quelle sugli incentivi, sulle camere di commercio e sul nucleare - dialogando con i gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione, in un gioco delle parti ove Governo e Parlamento insieme costruiscono le basi per legiferare, nel rispetto reciproco dei rispettivi ruoli.
Un grazie, pertanto, a chi ha permesso al Parlamento e alle Commissioni di entrare nei meccanismi delle norme, di entrare nel merito delle stesse, di emendarle e di votarle una per una, insomma, di svolgere fino in fondo il loro lavoro.
Nello stesso tempo, non possiamo non rilevare che questo provvedimento, così importante per il Paese, è stato inviato dal Governo alle Camere nel luglio 2008, ossia più di un anno fa. Regolamenti evidentemente superati, richieste di pareri alle altre Commissioni da parte della Commissione di merito - anche su emendamenti tecnici - e l'intervento della Commissione bilancio su ogni norma hanno impantanato questo provvedimento per circa sei mesi al Senato. Se un provvedimento così seguito dal Ministro e così necessario al Paese ha bisogno di oltre un anno di tempo per essere approvato, vuol dire che siamo giunti al capolinea e che vi è necessità urgente di riforma dei Regolamenti parlamentari, ma anche di prevedere ruoli distinti per Camera e Senato, oggi inutilmente sovrapposte. Questo provvedimento è servito anche a ciò: al di là Pag. 35delle dichiarazioni di principio, occorre subito mettere mano a tali riforme, ormai indifferibili.
Nel merito, voglio citare solo i titoli delle norme di cui è pieno questo provvedimento e dal lungo elenco capirete da soli il senso delle parole «provvedimento teso a cambiare il tessuto stesso del nostro Paese». Non entrerò in profondità nelle singole norme, perché ci porterebbe troppo avanti, ma forse una va citata.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Abrignani, chiedo ai colleghi la cortesia almeno di consentire al Presidente di ascoltare l'intervento del collega.

IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, signor Presidente. Dicevo che la norma che forse dà il maggior imprinting a questo provvedimento è quella in materia nucleare. Dopo venti anni l'Italia torna nel campo dei grandi Paesi industriali adottando l'energia nucleare. Ricordo ancora con emozione l'approvazione della norma del decreto-legge n. 112 del giugno 2008, che prevede che il Ministro per lo sviluppo economico individui i siti per la costruzione di centrali nucleari in Italia.
Molte norme sono entrate nel corpo della legge: la procedura per la scelta delle tipologie degli impianti, i criteri per la costituzione dei consorzi per la costruzione di centrali nucleari, le misure compensative per le popolazioni interessate, ma soprattutto - e diamo atto anche dell'impegno dell'opposizione - l'Agenzia per la sicurezza nucleare. Inoltre, si prevedono la riforma degli incentivi, le reti di imprese, le norme sull'internazionalizzazione delle nostre imprese, l'incentivazione per la produzione di energia elettrica pulita, la riforma del sistema camerale e l'azione collettiva risarcitoria, la cosiddetta class action.
Potrei continuare ad elencare gli altri provvedimenti contenuti nel testo - elenco, peraltro, non esaustivo -, ma non dobbiamo considerarli come parti a sé: essi costituiscono un unico progetto complessivo, composto di singole sezioni, che in una visione completa costituiscono un progetto Paese, volto a rendere le nostre aziende più competitive, a meglio indirizzare i nostri incentivi, a razionalizzare e semplificare i settori interessati e ad abbassare il costo dell'energia. Oggi le nostre aziende pagano l'energia elettrica il 30 per cento in più rispetto alle loro sorelle europee. L'efficienza energetica, il nucleare e i rigassificatori servono a questo, lo ripeto, in un progetto complessivo.
A questo punto, noi abbiamo fatto la nostra parte; ora tocca al Governo - in particolare a lei, Ministro Scajola - far sì che questo provvedimento si traduca in norme attuative e in decreti, cioè in atti concreti attraverso i quali rendere il nostro Paese più moderno e più competitivo.
Avviandomi a concludere, signor Presidente, non posso non rilevare l'atteggiamento dell'opposizione. L'altro ieri il Presidente Napolitano ha pronunciato parole chiare. Io voglio andare oltre. In questo provvedimento, sia alla Camera, sia - per quanto ci è stato riferito - al Senato, i deputati e i senatori del Partito Democratico e dell'Unione di Centro hanno tenuto un atteggiamento responsabile, costruttivo e senza pregiudiziali. Questa è l'opposizione che ci piace, quella del confronto serio e franco, nel quale si possono giustamente recepire giuste osservazioni. Ci auguriamo che dal Parlamento arrivi questo messaggio e che un'opposizione sempre più fattiva e di confronto democratico sia quella presente nel nostro Paese.
Gli uffici ministeriali sono stati per tutti di grande conforto - con particolare efficacia quello maggiormente interessato, ossia quello del Ministero dello sviluppo economico - così come gli uffici della X Commissione, guidati con capacità e buonsenso dal presidente Gibelli, cui va il nostro plauso e ringraziamento.
Mi permetta, però, signor Presidente, di concludere con una citazione per una persona che oggi non siede più tra questi banchi, un mio amico, un amico del Ministro Scajola ma anche di moltissimi colleghi, un deputato che nella prima lettura di questo provvedimento, qui alla Camera, ha lavorato moltissimo in Commissione Bilancio insieme al presidente Pag. 36Giorgetti per superare i numerosi ostacoli che ne rallentavano la marcia. Se oggi il provvedimento è qui ed è questo, è anche merito dell'onorevole Gaspare Giudice (Applausi). Ed è anche per lui, che con il suo sguardo benevolo ci guarda da lassù, che dichiaro il voto favorevole del Popolo della Libertà a questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mereu. Ne ha facoltà.

ANTONIO MEREU. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare che il mio sarà un voto diverso da quello del gruppo, non tanto perché ci sono divergenze tra me e il gruppo, nel modo più assoluto, ma solo ed esclusivamente perché in questo provvedimento sono contenute delle norme importanti per il mio territorio, per la nostra Sardegna: alludo all'articolo 39, commi 9 e 10, e all'articolo 38, comma 4, che riguardano normative e agevolazioni tariffarie elettriche nonché la ripresa della miniera di carbone nel Sulcis.
Sono problemi per i quali personalmente mi sono sempre battuto nel territorio e in Parlamento sino dal 2001. A riguardo abbiamo adottato ben tre provvedimenti - come ho già avuto modo di dire nel corso della discussione sulle linee generali - che purtroppo però hanno trovato un'Europa che ne ha rallentato il corso. Questo è un ultimo tentativo al quale non intendo sottrarmi, pertanto confermo il mio voto, perché ritengo che si tratti di normative indispensabili in un territorio che oggi è in una situazione veramente deprecabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, la delegazione radicale vota contro questo provvedimento, che impedisce la definizione di una strategia energetica nazionale, come scelta tra le opzioni possibili, nell'interesse della collettività, strategia che il Paese attende da quando, grazie al referendum e al grande dibattito pubblico che l'accompagnò, creammo le condizioni per procedere in questo senso, senza che la partitocrazia sia però stata in grado, fatto salvo il primo anno, di cogliere queste condizioni. L'approccio laico e liberale del confronto costi-benefici dimostra che il nucleare che aprioristicamente imponete è antieconomico, a differenza dell'efficienza energetica. Insomma, si tratta di una politica illiberale sul piano interno, come dimostra la retromarcia rispetto alle liberalizzazioni di Bersani nel settore assicurativo, che fa il paio con la drammatica e tragica nostra collocazione geopolitica, giocata in primis da Berlusconi a partire dalle scelte energetiche, che ci stringe sempre di più tra Putin e Gheddafi (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Correzioni di forma - A.C. 1441-ter-C)

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Scilipoti 26.3, propongo all'Assemblea le seguenti correzioni di forma: all'articolo 26, comma 1, le parole: «previa consultazione con la» devono intendersi sostituite dalle seguenti parole: «previo parere della» e le parole: «la quale dovrà esprimersi entro e non oltre sessanta giorni dalla richiesta; trascorso tale termine il parere si intende acquisito» sono soppresse.
Conseguentemente, al medesimo comma 1, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «La Conferenza unificata si esprime Pag. 37entro sessanta giorni dalla richiesta, trascorsi i quali il parere si intende acquisito».
Colgo l'occasione per ringraziare per il lavoro svolto. Faccio presente che questo provvedimento in prima e terza lettura è stato approvato alla Camera in sei settimane, tra la prima e la terza lettura, a fronte dei sette mesi della seconda lettura del Senato. Ciò grazie a un ottimo confronto avvenuto in Commissione, con un lavoro di istruttoria molto importante e determinante, credo, anche per lo svolgimento dei lavori, per cui colgo l'occasione per ringraziare il presidente e tutti i componenti della X Commissione e il personale degli uffici che ci ha coadiuvato in questo lavoro (Applausi).

PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la proposta di coordinamento formulata dal relatore ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento si intende accolta dall'Assemblea.
(Così rimane stabilito).

(Coordinamento formale - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C.1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n.1441-ter-C, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Se ci sono colleghi che hanno problemi lo segnalino. Onorevole Conte, onorevole Mondello, onorevole Nicodemo Nazzareno Oliverio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

«Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia» (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1441-ter-C):

Presenti 484
Votanti 459
Astenuti 25
Maggioranza 230
Hanno votato 254
Hanno votato no 205

(La Camera approva - Vedi votazionia ). (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

Prendo atto che i deputati Vincenzo Antonio Fontana, Stradella, Scalera, Papa, Ruben, Bellotti e Mottola hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che i deputati De Torre, Lo Moro e Boccia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Rao ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

Discussione delle mozioni Villecco Calipari ed altri n. 1-00182, Saltamartini ed altri n. 1-00193, Di Giuseppe ed altri n. 1-00194 e Capitanio Santolini ed altri n. 1-00195 sulle iniziative per l'affermazione dei diritti delle donne e per la parità di genere in vista del prossimo vertice del G8 (ore 12,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame delle mozioni Villecco Calipari ed altri n. 1-00182, Saltamartini ed altri n. 1-00193, Di Giuseppe ed altri n. 1-00194, Capitanio Santolini ed altri n. 1-00195 sulle iniziative per l'affermazione dei diritti delle donne e per la parità di genere in vista del prossimo vertice del G8 (Vedi l'allegato A - Mozioni). Pag. 38
Ricordo che nella seduta del 23 giugno 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali delle mozioni all'ordine del giorno.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro per la pari opportunità, Maria Rosaria Carfagna, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministro per le pari opportunità. Signor Presidente, prima di esprimere il parere svolgerò una breve replica agli interventi della discussione sulle linee generali.
Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, mi corre l'obbligo di precisare che già da tempo opera nel senso auspicato dai proponenti un gruppo di lavoro presso il Ministero degli affari esteri, cui partecipano il Ministero della difesa e il Ministero per le pari opportunità, con il compito di elaborare un piano d'azione nazionale ai sensi della risoluzione dell'ONU n. 1325 del 2000.
Il principio ispiratore inserito nella parte introduttiva del piano d'azione è quello della tolleranza zero nei confronti non solo dei diversi gruppi etnici, militari e ribelli locali, ma anche del personale militare e civile che possa abusare sessualmente di donne e bambini nelle aree di conflitto.
Per l'elaborazione del piano d'azione nazionale sono individuati specifici obiettivi al fine di rafforzare la partecipazione delle donne nelle missioni di pace e negli organi decisionali. A livello nazionale il primo obiettivo individuato è quello di accrescere la presenza delle donne nelle Forze armate e negli organi di polizia statale, in quanto si ritiene necessario privilegiare l'inserimento delle donne nelle missioni di pace al fine di garantire una loro presenza, non solo a livello esecutivo, ma anche a livello decisionale.
A livello internazionale è stato inoltre previsto di rafforzare la collaborazione con il committee of women nelle forze NATO per far conoscere e diffondere tra i rappresentanti delle diverse nazioni NATO il piano d'azione nazionale, soprattutto in considerazione della presidenza del comitato da parte dell'Italia, nonché di promuovere l'inclusione della prospettiva di genere in tutte le attività di peace building.
Un ulteriore aspetto, non trascurato dal piano di azione in preparazione, è volto ad assicurare un training specifico per il personale partecipante alle missioni di pace, soprattutto tenendo conto dei differenti aspetti della risoluzione n. 1325 del 2000 su donne, pace e sicurezza e della risoluzione n. 1820 approvata dal Consiglio di sicurezza dell'ONU del giugno 2008 che condanna l'uso dello stupro come arma di guerra.
Il Ministero della difesa al riguardo assume l'impegno di inserire specifici approfondimenti nei corsi svolti presso istituti o enti di formazione al fine di sensibilizzare il personale sui contenuti e sulle tematiche connesse alle medesime risoluzioni ed ai risvolti che le stesse implicano. In particolare, verrà data attenzione all'identificazione di tutte le possibili violenze a carattere sessuale commesse durante i conflitti armati come crimini di guerra, crimini contro l'umanità o comunque atti che afferiscono al genocidio.
Al fine di proteggere i diritti umani delle donne nelle aree di post-conflitto e realizzare la partecipazione femminile ai processi di negoziazione negli accordi di pace è previsto inoltre, per le donne vittime di tali violazioni, l'accesso a strutture nazionali per il recupero psicofisico. Sono altresì previste azioni per prevenire le mutilazioni genitali femminili e malattie come l'HIV, l'AIDS ed altre sessualmente trasmissibili.
Signor Presidente, è difficile riuscire a concentrarsi con una tale confusione.

PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi un po' di attenzione. Prego, signor Ministro.

MARIA ROSARIA CARFAGNA, Ministro per le pari opportunità. Per quanto concerne invece la possibilità per il personale Pag. 39femminile di occupare posizioni di rilievo in seno alla difesa, si osserva che allo stato attuale la mancanza di donne in posizioni chiave dipende dal fatto che nell'ambito delle Forze armate il personale femminile non ha ancora maturato l'anzianità, ovvero non ha ancora assolto i precipui vincoli di impiego utili per ricoprire incarichi di rilievo sia in patria che in ambito internazionale.
Tuttavia, attualmente una carica prestigiosa in ambito NATO è stata conferita, a far data dallo scorso 5 giugno 2009, ad un ufficiale donna dell'Esercito italiano. Si tratta della presidenza della Nato Committee on Gender Perspective, organo consultivo dell'Alleanza. Altra posizione di rilievo in seno al citato Comitato è quella di delegato nazionale, al momento ricoperta da un ufficiale donna dell'Aeronautica militare.
La mozione investe anche, più in generale, il tema delle empowerment delle donne e dell'uguaglianza di genere. Alle donne va riconosciuta la libertà da ogni forma di abuso ed il rispetto della loro dignità. Purtroppo, in molti Paesi ciò non accade. Penso alle donne africane e alle donne arabe vittime di discriminazioni basate su pratiche tradizionali fortemente radicate e a tutte le donne e alle bambine vittime di violenza.
Il Governo, ed in particolare il Ministero per le pari opportunità, anche attraverso la presenza all'interno di organismi internazionali, si è occupato e si occupa della tutela e della promozione dei diritti delle donne sia a livello nazionale che a livello internazionale. La conferenza che il Ministero per le pari opportunità sta organizzando...
Dispiace molto che il tema della violenza contro le donne susciti sempre scarsa attenzione da parte di questa Assemblea (Applausi). Io ringrazio gli onorevoli proponenti perché, invece, hanno avuto il merito di porre all'attenzione di quest'Aula un tema il cui contrasto è stato prioritario nell'azione di questo Governo.
La conferenza che il Ministero per le pari opportunità sta organizzando nell'ambito del G8, che avrà ad oggetto proprio la tematica della violenza contro le donne, va in questa direzione e le ragioni di questa scelta sono molte e rilevantissime. La violenza contro le donne è legata a macrofenomeni che non riguardano solo la psiche umana e gli specifici rapporti tra uomo e donna, ma l'insieme dei rapporti politici e sociali.
Per comprendere l'immensità del problema è sufficiente guardare alle sue molteplici manifestazioni, come già hanno fatto gli onorevoli proponenti: la violenza domestica, tristemente universale, che può sfociare in forme particolarmente odiose come i matrimoni forzati, la violenza sulla salute, l'aborto selettivo e la violenza contro le bambine.
Ne è un esempio la pratica delle mutilazioni genitali femminili, che costituisce il primo anello di una catena di violenze che segna l'esistenza di troppe donne nel mondo. L'elenco potrebbe tristemente proseguire.
Il tema della violenza sulle donne si lega anche a quelli posti in evidenza dalle mozioni presentate. Si tratta della violenza contro le donne nei conflitti armati e nelle situazioni di emergenza. A tal proposito nel giugno 2008 questo Governo è stato impegnato in prima linea nei negoziati che hanno portato all'adozione della risoluzione n. 1820 del Consiglio di sicurezza sulla violenza sessuale in situazioni di conflitto armato, per il riconoscimento a livello internazionale del nesso tra violenza sessuale e sicurezza internazionale. Si tratta di una risoluzione che rende giustizia a migliaia di donne, ragazze e bambine vittime di stupri.
Il pronunciamento della risoluzione citata delle Nazioni unite non solo rende giustizia alle donne, ma è anche un invito a tutti i Paesi per adottare iniziative finalizzate a garantire la certezza e l'inasprimento della pena ed in questa direzione è innegabile che questo Governo fino ad oggi ha fatto molto.
Nella consapevolezza di quanto sia importante un confronto a livello internazionale di tematiche così rilevanti, ho ritenuto non solo necessario, bensì doveroso, affrontare il tema della violenza contro le Pag. 40donne in un consesso internazionale quale il G8, uno scenario che può influenzare il futuro del mondo. La protezione e la promozione dei diritti umani delle donne costituiscono l'occasione per analizzare le complesse dinamiche sociali di discriminazione che ne sono alla radice.
Lo spazio dedicato dal G8 alle pari opportunità servirà a riflettere, analizzare e sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale sui diritti delle donne che vengono ancora sistematicamente violati in molti paesi del mondo e per individuare le azioni positive in grado di realizzare il pieno riconoscimento dei diritti umani delle donne. Verrà assicurata la presenza di tutte le possibili protagoniste e responsabili politiche delle tematiche femminili e i temi sui quali si dibatterà investiranno in particolare la violenza in famiglia e nella vita quotidiana, le mutilazioni genitali femminili, il ruolo degli organismi e del diritto internazionale, la violenza nei conflitti armati e nelle situazioni di emergenza.
La conferenza, che si terrà a Roma nel mese di settembre, avrà quindi come obiettivo principale quello di focalizzare l'attenzione della comunità internazionale su un tema di rilevanza generale e di urgenza globale che riguarda le realtà del nord e del sud del mondo intero e sul quale il nostro Paese non intende voltare lo sguardo dall'altra parte.
Venendo ai pareri il Governo esprime parere favorevole a tutti i documenti presentati dagli onorevoli proponenti, sia per quanto riguarda le premesse, che per quanto riguarda gli impegni richiesti al Governo (Applausi).

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Ministro Carfagna, il Movimento per l'Autonomia voterà a favore della mozione Saltamartini ed altri n. 1-00193, che abbiamo firmato, e conseguentemente al parere da lei espresso, anche alle mozioni che hanno presentato gli altri gruppi. Il vertice del G8 che si terrà a L'Aquila a partire dall'8 luglio costituisce un'opportunità per portare all'attenzione di tutta la comunità internazionale il tema della violenza contro le donne.
La Presidenza italiana, inoltre, offre la concreta possibilità di inserire al centro dell'agenda politica il problema della libertà delle donne da ogni forma di abuso e dal rispetto della loro dignità: un problema di vastissime dimensioni e con diverse sfaccettature. Facciamo riferimento alla violenza familiare al mobbing sul lavoro, alla prostituzione forzata, che costituisce una nuova forma di schiavitù, agli stupri di massa. Per altri contesti internazionali pensiamo alle morti per assenza di assistenza medica durante il parto e poi alle mutilazioni genitali e ai matrimoni forzati.
Questa è la ragione per la quale abbiamo ritenuto di contribuire a redigere la mozione che stiamo discutendo e che ci accingiamo a sostenere con il nostro voto favorevole.
Occorre dare atto al Governo di aver già dimostrato una particolare attenzione nei confronti di questo tema. Recentemente, infatti, è stato approvato un disegno di legge fortemente voluto dal Ministro Carfagna che ha introdotto il reato di stalking nel nostro ordinamento giuridico. Ricordo inoltre che il Governo ha firmato un protocollo di intesa con l'Arma dei carabinieri che ha messo a disposizione un'unità di personale che dovrà perseguire concretamente chi opera qualsiasi forma di violenza sulle donne, in particolare attraverso i metodi ora considerati reato dalla normativa citata.
Credo valga la pena ricordare anche la mozione a firma Cicchitto, Cota, Iannaccone, approvata da quest'Aula, con la quale il Governo si è impegnato a porre alla Consulta islamica la problematica della violenza sulle donne e a sollecitare la Pag. 41redazione di un documento che condanni in modo inequivocabile tutte le violazione della libertà individuale della donna in nome di precetti dogmatici e religiosi.
Con la mozione oggi in discussione la coalizione che sostiene il Governo continua a perseguire con ostinata determinazione la piena tutela delle donne, chiedendo all'esecutivo di fare in modo che le conclusioni raggiunte nell'ambito del convegno internazionale sulla violenza contro le donne, che si terrà a Roma il 9 e 10 settembre 2009, divengano parte integrante degli impegni che la comunità internazionale ha assunto nel prossimo G8 che si terrà a L'Aquila. Anche il gruppo parlamentare del Movimento per l'Autonomia è convinto che si tratti di una battaglia di grande civiltà e che il nostro Paese, non solo perché guiderà il prossimo G8, debba farsene promotore ad ogni livello.
Registriamo con estremo favore che tutte le mozioni sono state accettate dal Ministro Carfagna e dal Governo. Noi le voteremo tutte e mi auguro che tutti i gruppi parlamentari votino conseguentemente e coerentemente, per dare più valore a questa battaglia, tutte le mozioni che sono state presentate in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, le mozioni di cui stiamo discutendo, pur con delle sensibilità diverse, pongono l'attenzione su una straordinaria opportunità che si apre per il nostro Paese e per il Governo italiano. Come è stato ricordato, nella città de L'Aquila, infatti, a partire dal prossimo 8 luglio si svolgerà sotto la Presidenza italiana il Vertice del G8: occasione importantissima, vetrina internazionale, per discutere dei diritti delle donne su scala globale e in particolare per affrontare il tema della violenza contro le donne.
Abbiamo fatto bene, penso, come Parlamento italiano a sottolineare questo tema, quello della violenza contro le donne che, bisogna ricordarlo ogni volta che si affrontano discussioni come questa, è ancora la prima causa di morte per le donne nel mondo fra i 16 e i 44 anni. La violenza contro le donne uccide purtroppo più delle guerre, più delle carestie. Quindi, deve essere un'occasione importante per discutere anche contro ogni forma di discriminazione e per il raggiungimento degli obiettivi di libertà, uguaglianza e difesa dei diritti umani e civili delle donne.
Parlare di diritti delle donne vuol dire anche discutere e riflettere non solo di discriminazioni che oggi, come è stato ricordato, le donne ancora subiscono, purtroppo, nelle varie parti del mondo. Ci sono ancora discriminazioni nella vita privata, nella vita pubblica, nel deficit di rappresentanza nei vari livelli istituzionali, così come ha ricordato il Ministro nelle Forze armate. Ma potremo anche discutere in positivo di quello che può essere il contributo delle donne ad esempio al sistema del welfare: molte volte un contributo sommerso, non quantificato, ma ugualmente importante, ovvero del contributo per una maggiore partecipazione delle donne anche nel mondo produttivo e del lavoro, in particolar modo in un periodo di crisi internazionale.
Ad esempio, recentemente ho avuto modo di leggere in uno studio economico che, se anche l'Italia, il nostro Paese, raggiungesse l'obiettivo di Lisbona o comunque la parità tra uomini e donne nell'accesso al mondo del lavoro, ciò potrebbe comportare un aumento del nostro prodotto interno lordo di ben il 12 per cento. Quindi, è importante anche parlare di questo, così come del contributo che le donne possono dare in quanto elemento fondamentale nella pacificazione e, soprattutto, nell'aspetto importantissimo della prevenzione e della risoluzione dei conflitti a livello internazionale, come è stato evidenziato anche dalla risoluzione delle Nazioni unite n. 1820 del 19 giugno 2008.
In un contesto di programmazione delle politiche internazionali come quello del G8, il tema delle pari opportunità riveste dunque un'importanza strategica in linea con l'obiettivo prioritario della Presidenza Pag. 42italiana, che è quello di avvicinare maggiormente le istituzioni globali ai cittadini concentrandosi sui problemi reali.
È chiaro che nel nostro Paese, quando si affronta il problema delle pari opportunità, tante volte magari si pecca di avere un approccio un po' superficiale. Infatti, è facile ragionare seguendo uno schema mentale che dà per assodato un elementare rispetto dei diritti fondamentali, inquadrando la problematica delle discriminazioni di genere in un contesto civilizzato e democratico. Nessuno da noi mette in discussione l'eguaglianza formale fra uomo e donna, ma quando si riporta questo argomento in uno scenario internazionale ci si accorge immediatamente che la questione deve essere affrontata a trecentosessanta gradi, senza trascurare o dare per scontato alcun risvolto esplicito o implicito che può essere collegato a tale tematica.
Se in Italia, in Europa, c'è ancora molto da fare e il passo ulteriore da compiere sarà quello di fare in modo che questo diritto alla pari opportunità non sia solo riconosciuto per legge, ma sia effettivamente esercitato e riguardi tutti gli aspetti della vita, quello politico, economico, sociale e culturale, purtroppo, in molte parti del mondo il principio di uguaglianza fra uomo e donna ancora viene negato. La discriminazione sessuale a discapito del mondo femminile è un capitolo ancora aperto, infatti, in tre quarti del pianeta, una discriminazione che si configura addirittura come crimine in quei Paesi, dove il passare del tempo non ha aperto le porte al progresso della civiltà e della democrazia.
In molti Paesi, ancora oggi, la rivendicazione dei diritti da parte delle donne può costare la libertà, l'incolumità fisica o la vita stessa. Quindi, per affrontare in modo sistematico la parità fra donne e uomini, devono essere prioritariamente prese in considerazione le discriminazioni multiple e i pregiudizi fondati sulla razza, sul colore, sulle origini etniche e sociali, sulla lingua, la religione, le opinioni politiche, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, la disabilità, l'età, lo stato economico e sociale, nonché l'appartenenza a culture particolari.
La povertà, l'emarginazione, la discriminazione, lo sfruttamento nel mondo, oggi, sempre più, si tingono, purtroppo, di colore rosa: le donne, infatti, rappresentano l'80 per cento delle persone che vivono in condizioni di povertà assoluta, quasi i due terzi degli 850 milioni di analfabeti adulti nel mondo sono donne. Sono le donne che si fanno carico della famiglia, che soffrono in modo particolare nei conflitti armati. È stato ricordato, a tal proposito, che lo stupro è utilizzato come arma di guerra, una vergognosa arma di guerra. Le donne, soprattutto quando affrontano il momento del parto, sono coloro che subiscono e che patiscono più degli altri la mancanza di medicina.
Tuttavia, l'umiliazione più grande verso le donne è di essere vittima delle tratte di persone, vendute e comperate per essere usate come merce. La tratta di esseri umani, e in particolare di donne e minori, è diventata un vero business mondiale che produce un fatturato annuale che arriva fino a 32 miliardi di dollari. Nessun Paese può considerarsi estraneo a questo fenomeno giacché, purtroppo, sono in gioco ingenti interessi e guadagni.
La prostituzione non è un fenomeno nuovo; ciò che è nuovo è questo commercio globale e complesso che sfrutta la situazione di povertà e di vulnerabilità di tante donne immigrate. Un recente rapporto dell'ONU parla di 4 milioni di donne e minori trafficati da una nazione all'altra.
Potremmo anche aprire uno scenario su come vengono vissuti i diritti delle donne nelle varie parti del mondo. In Ruanda, ad esempio, le donne sono vittime di violenza inaudita da parte di singoli e di gruppi; in Cina le donne sono considerate cittadine di serie B ed è tanto se riescono a sopravvivere al momento della nascita; in Perù il Governo utilizza la violenza sulle donne per raggiungere scopi politici (sterilizzazioni di massa, aborti forzati e matrimoni imposti); in Guatemala le bambine non vanno a scuola; in Nicaragua le donne incinte sono costrette Pag. 43a dimettersi o ad abortire; in Afghanistan le donne sono vittime di violenza domestica e sfigurate con l'acido perché colpevoli di rifiutare le proposte sessuali dei parenti, o perché non accettano di interrompere gli studi; in Turchia (la Turchia che qualcuno vorrebbe che entrasse in Europa) le donne sono costrette a sposarsi da bambine con conseguente alto tasso di gravidanze precoci e problemi di salute per le giovani puerpere e per il nascituro.
Quindi, affrontare in modo serio tale tema significa soffermarsi sul significato intrinseco del concetto, a volte troppo evanescente, di pari opportunità, ragionare seriamente su quali strategie la politica a livello mondiale debba perseguire e far sì che possano essere garantiti in tutto il mondo quei diritti che debbono essere riconosciuti in quanto declinazione di principi irrinunciabili. Mi riferisco alla dignità della persona, alla tutela della vita, al sostegno alla famiglia come nucleo fondamentale della società, al sostegno ai soggetti deboli (bambini, anziani e diversamente abili).
Per tutte queste ragioni crediamo che sia fondamentale che il Governo italiano si impegni nel vertice internazionale del G8, affinché il tema delle pari opportunità, dei pari diritti tra uomini e donne e il tema della violenza contro le donne abbiano un ruolo e un rilievo primario nelle discussioni che potranno anche essere prodromiche alla conferenza nel mese di settembre annunciata dal Ministro. Il Governo italiano e questo Parlamento hanno già fatto molto ed è stato ricordato l'impegno contro le mutilazioni genitali femminili (addirittura con una legge assolutamente innovativa approvata nel 2006); il decreto cosiddetto antistupri e la lotta contro la violenza sessuale domestica e non solo (la prossima settimana in Parlamento discuteremo di una proposta di legge contro la violenza sessuale); la nuova legge contro lo stalking, quindi contro le molestie insistenti. Ora si tratta di tradurre quanto fatto a livello nazionale in un impegno internazionale, perché di questi temi i Governi del mondo devono interessarsi.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CAROLINA LUSSANA. Concludo, signor Presidente. Vogliamo che le donne di tutto il mondo abbiano le stesse opportunità degli uomini e prima tutto che sia data loro la possibilità di scegliere, in una parola, la possibilità di studiare, di essere libere e di vivere la loro vita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, ancora una volta stiamo discutendo i problemi che riguardano le donne e debbo anch'io lamentare una certa indifferenza dell'Aula e un certo atteggiamento distratto dei colleghi quando si parla di questi temi. Evidentemente o si considerano superati, o non si considerano abbastanza importanti. In ogni caso siamo qui a votare delle mozioni che accendono i riflettori ancora una volta su un tema che periodicamente torna in Aula. La prossima settimana, infatti, avremo la proposta di legge sulla violenza sulle donne (almeno così dovrebbe essere), quindi ancora una volta torneremo su questi temi.
Il problema della violenza sulle donne e il problema della difficoltà che le donne hanno ad avere riconosciuti i loro diritti e le pari opportunità rispetto agli uomini è cosa antica come il mondo. Sembra che negli anni 2000 dobbiamo essere ancora qui, in un'aula parlamentare e non solo, a cercare di superare questa distanza che separa il mondo delle donne da quello degli uomini. La meta è ancora lontana ed è per questo motivo che siamo qui a cercare di portare questo tema addirittura a livello del G8.
Come sappiamo, il problema è prima di tutto, a mio avviso, di tipo culturale, poi sociale e politico che va affrontato su tutti questi tre livelli e non semplicemente da uno di questi punti di vista.
Il problema culturale è un problema antropologico, di visione dell'uomo, dei rapporti e delle relazioni tra un uomo e una donna, di visione completa e chiara di Pag. 44cosa significhi essere in due sessi, un uomo e una donna, complementari e reciproci. Il problema politico - lo sappiamo - riguarda tutti i documenti e le prese di posizione che chi ha responsabilità decisionali deve assumere nei confronti di questo tema. Ci sono un livello politico, che si traduce in risoluzioni, documenti e raccomandazioni a livello nazionale e internazionale, ed un livello sociale, che riguarda come la società affronta questi problemi, come li accoglie, li condivide, li stigmatizza e promuove. Dunque, questi livelli devono essere affrontati in maniera diversa e ognuno si deve assumere le proprie responsabilità. Qui siamo a un livello di politica importante, perché queste parole e queste mozioni dovrebbero arrivare al G8, se il Ministro Carfagna - come sicuramente farà - si impegnerà davvero ad una presa di posizione seria ed impegnativa nei confronti di questi temi a livello di G8.
Voglio ricordare in questa sede che anche l'Unione europea ha tracciato una sorta di road map e di strategia per combattere le disparità tra gli uomini e le donne e prevede addirittura che ci sia una revisione dell'intera legislazione comunitaria sull'uguaglianza tra i sessi. Addirittura, questo documento dell'Unione europea prevedeva che questa revisione dell'intera legislazione avvenisse entro il 2010. La data del 2010 mi sembra un sogno che rimarrà nel cassetto, ciò non toglie che noi abbiamo anche questa strada da percorrere e mi sembra importante che il discorso dell'Unione europea e questa road map siano presi in seria considerazione.
Tra le varie priorità che questa road map prevede, c'è quella della pari rappresentanza delle donne nel processo decisionale. Vorrei evidenziare, appunto perché siamo in una sede politica e quindi non ci occupiamo in questo momento dell'aspetto culturale o sociale, che cosa significa a livello politico mettere tra le cose urgenti da fare la pari rappresentanza nei processi decisionali. Intanto, significa che questa pari rappresentanza non c'è, altrimenti non sarebbe stata messa all'ordine del giorno. Questo non significa solo una mera questione di facciata o semplicemente dare un contentino a chi fa queste richieste. Pari rappresentanza non significa sedersi agli stessi tavoli o avere uno stesso numero di rappresentanti, ma, a mio avviso, molto di più: dovremo superare determinati stereotipi, ma anche promuovere nei fatti concreti questa pari rappresentanza. È vero, come hanno ricordato il Ministro Carfagna e le colleghe che sono intervenute, che la presenza delle donne ad alti livelli, in tutti gli strati sociali, in tutti i Paesi e in tutte le condizioni, è ridotta veramente al lumicino.
Dunque, credo che sia necessario agire non solo nei confronti dei G8, ma anche nei confronti degli Stati membri dell'Unione europea, perché noi continuiamo a denunciare queste disparità, l'Unione europea ne prende atto, ma non mi pare che ci siano degli interventi per rivedere addirittura, come è stato detto, l'intera legislazione comunitaria. A che punto siamo sotto questo profilo? Abbiamo votato per l'Europa, a breve ci sarà la seduta di apertura del Parlamento europeo, quindi ci saranno tutti i nostri nuovi rappresentanti, mi auguro che anche questo - il Ministro se ne dovrebbe fare carico - dovrebbe essere presente nel futuro cammino che il Parlamento europeo si appresta a fare.
Non riprendo quello che le colleghe hanno fatto come elenco di questioni che vanno affrontate nei confronti delle donne, perché è un elenco esaustivo, e quindi mi associo a quello che hanno dichiarato e richiamato per renderci conto di quanti siano i problemi ancora da affrontare.
Ringrazio il Ministro per avere fatto queste precisazioni e per avere comunicato quello che intende fare e come agirà a livello di G8. Mi preoccupo, però, non solo delle questioni politiche, ma - dovremo affrontarlo non in questa sede - anche dell'aspetto culturale e sociale, che non vanno assolutamente trascurati: basta vedere quello che scrivono i giornali, basta guardare quello che si vede in televisione, basta che si ascoltino alcuni dibattiti per capire quanto ancora dobbiamo fare a Pag. 45livello di opinione pubblica, a livello culturale, a livello sociale, a livello di mezzi di comunicazione di massa.
Nell'auspicare che davvero vi sia un'inversione di tendenza e vi sia il tentativo serio di puntare i riflettori su questioni così importanti come queste, ovviamente auspichiamo che l'Italia sia tra i primi nel combattere tutte le violenze che ci sono nei confronti delle donne.
Facendo questo auspicio, dichiariamo che voteremo a favore della mozione del Popolo della Libertà e ci asterremo sulle mozioni del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori, perché ci sembra che vi siano delle ambiguità, che non condividiamo, ma comunque auspichiamo di andare tutti nella stessa direzione e di ottenere dei risultati efficaci e buoni per le donne (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, noi dell'Italia dei Valori riteniamo sia necessario, anzi prioritario, affermare una nuova cultura solidale, ispirata chiaramente ai principi della pari dignità di uomini e donne, in cui vi siano le opportunità per una partecipazione alla vita politica delle donne, ma soprattutto alla vita sociale, economica e culturale.
Ma non solo: siamo tenuti a fare molto di più, perché chi è più debole e vive in condizioni disagiate certamente deve essere messo in condizioni di vivere in condizioni di vita uguali a quelle degli altri cittadini e deve essere aiutato ad ottenere un trattamento che lo ponga realmente in condizione di parità, e sottolineo il «realmente». Nel nostro Paese, nonostante la Costituzione italiana affermi l'uguaglianza e la parità sociale fra i sessi, sono ancora molti quei soggetti che pongono la donna un gradino più in basso rispetto all'uomo.
Questo non ci permette di competere alla pari, di giungere agli stessi traguardi, che per noi donne sono, oltretutto, facilmente raggiungibili. Accade persino, signor Ministro, che negli stessi ambiti lavorativi i redditi delle donne siano ancora inferiori rispetto a quelli degli uomini o che, addirittura, durante i colloqui di lavoro, venga chiesto se vi è l'intenzione di avere dei figli a breve termine, come se desiderare un figlio per una donna fosse addirittura un danno.
Non dimentichiamo, poi, che le donne, già all'inizio del ventesimo secolo, protestavano contro lo sfruttamento del lavoro femminile, contro le terribili condizioni di vita, di lavoro soprattutto, e la mancanza di misure di sicurezza alle quali erano sottoposte.
Certo, oggi dei passi avanti sono stati fatti, ma su un percorso che noi donne riteniamo sempre troppo in salita e sempre tanto difficile. In Italia, signor Presidente, è vietata, certo, ogni discriminazione tra uomini e donne nell'accesso al lavoro, ma allora ci chiediamo: perché mai l'occupazione femminile rasenta percentuali così basse e molte donne sono costrette a lasciare posti di lavoro in caso di maternità?
C'è anche da aggiungere che sono carenti i servizi pubblici come gli asili nido, o addirittura nei piccoli paesi le scuole per l'infanzia, che potrebbero agevolare la donna nello svolgimento del proprio lavoro. Se poi nei Paesi occidentali lo stupro e la violenza sono puniti come reato, perché allora sono ancora tanto diffusi? E poi: si dice che in Europa non esiste la discriminazione di genere; perché allora sono così pochi i posti di rilievo assegnati a noi donne? E una riflessione come questa forse non basta: è necessario lo sviluppo di una politica adeguata, determinata, mirata a sancire la parità uomo-donna.
Ed è poi un nostro dovere istituzionale, ma non da meno etico, porre l'attenzione su quegli Stati in cui le donne vivono condizioni di estrema soggezione e umiliazione. Le violenze contro le donne, comprese quelle domestiche, sono da considerarsi un elemento integrante del modello culturale di molti Paesi, e c'è da rilevare anche che fra questi Paesi non tutti sono necessariamente arretrati. Se i Pag. 46diritti umani sono universali, anche la violenza sulle donne rappresenta un abuso su scala universale: donne di continenti, Paesi diversi, di religioni, culture sociali differenti, istruite e non, ricche o povere, sia che vivano la guerra o meno, sono legate dal filo comune della violenza. E se volgiamo lo sguardo indietro, Ministro, ci accorgiamo che le donne, consapevoli dell'ingiustizia che stavano subendo, nel corso degli anni si sono organizzate per chiedere giustizia: hanno reclamato affinché i loro diritti venissero rispettati, protetti e realizzati; e grazie all'impegno di queste donne sono state raggiunte alcune conquiste sicuramente importanti in termini di trattati, di meccanismi internazionali, nelle leggi e nelle promesse; che tuttavia rimangono spesso tali, cioè soltanto ed esclusivamente delle promesse.
Per questo è necessaria, signor Presidente, un'attività di Governo che faccia pressione sulle scelte politiche degli Stati non occidentali, per chiedere loro di ratificare senza riserve la Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna. Bisogna promuovere l'abolizione di leggi che discriminano le donne, e che permettono la violenza contro di loro. Il coinvolgimento anche degli Stati non occidentali dev'essere quindi prioritario a nostro avviso, per sostenere programmi che permettano alle donne di vivere al sicuro dalla violenza.
Per questi motivi noi dell'Italia dei Valori abbiamo voluto impegnare il Governo a sostenere economicamente le iniziative di cooperazione internazionale che hanno come obiettivo la difesa e la promozione dei diritti delle donne in Paesi esterni al mondo occidentale; a sostenere i governi laici e moderati dei Paesi arabi che desiderano aprirsi ad una progressiva secolarizzazione della società e delle sue istituzioni; a promuovere nel prossimo G8 una specifica azione di confronto che definisca le linee guida di un intervento, anche in relazione alle missioni internazionali, per affermare la pari dignità tra uomini e donne; a intervenire presso le Nazioni Unite per fare in modo che vengano attuate misure di intervento comune contro quei Paesi che continuano a discriminare le donne. Se i diritti umani sono condizione essenziale per produrre uguaglianza e protezione reale, è doveroso allora impegnarsi fortemente ed efficacemente per rendere i diritti umani una sicurezza per tutte le donne. C'è bisogno di azioni che mirino alla parità dei sessi in tutti i Paesi del mondo, interventi indirizzati ad un cambiamento culturale della società, e ciò è fondamentale: una società che ormai dev'essere pronta all'eguaglianza di genere; credo che ormai sia il momento dell'uguaglianza di genere.
Ebbene, a nostro avviso, è fondamentale realizzare accordi anche in vista del prossimo G8 per avviare una serie di relazioni mondiali per definire una dignità paritaria fra uomini e donne. Le Nazioni unite devono intervenire su quei Paesi che continuano a mostrare un atteggiamento ostile nei confronti di noi donne.
Dunque, bisogna fare in modo che la donna possa essere protagonista della società. Siamo infatti certi, signor Ministro, che in qualsiasi momento e in qualsiasi Paese del mondo una donna venga stuprata o violentata, avremo fatto un passo indietro per quel che riguarda il rispetto dei diritti e della dignità di noi donne e ci sentiremo ancora fortemente sconfitte.
Per questo, noi dell'Italia dei Valori voteremo a favore non solo della nostra mozione, ma anche delle altre mozioni presentate, poiché su tale questione secondo noi la voce deve essere unanime, deve essere unica e non vi deve essere appartenenza politica che tenga.
Le avevamo chiesto un resoconto dell'operato del suo Ministero: la ringraziamo per averlo fatto, ma ci auguriamo che su questo argomento venga fatto sempre di più e sempre meglio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villecco Calipari. Ne ha facoltà.

Pag. 47

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, come gruppo del Partito Democratico prendiamo atto con una certa soddisfazione dell'accoglimento da parte del Ministro della mozione nei suoi punti sostanziali.
Uno dei nodi centrali della nostra mozione era proprio l'empowerment delle donne. Su questo, le chiedo, signor Ministro, di dare al Governo tempi più stretti e precisi. Ne abbiamo bisogno non solo come Italia, ma anche come Europa.
Si pensi che lo scorso 11 marzo 2009, fra i primi ordini esecutivi firmati dal neo-Presidente Barack Obama, vi è anche quello che istituisce un'Agenzia governativa, la White House Council on Women and Girls, con l'esplicito scopo di promuovere in modo attivo politiche per valorizzare la valenza femminile in ogni aspetto nazionale, a cominciare dalla sicurezza economica.
Cinque giorni prima, Hillary Clinton e Barack Obama avevano nominato un'ambasciatrice itinerante sulle questioni femminili globali: evento senza precedenti nello State department. Il 3 marzo 2009, sempre il Presidente Obama aveva inaugurato il mese della storia delle donne, con una particolare attenzione a cinque figure esemplari dell'ecologia moderna.
Questo è il metodo dello smart power, che sinergizza elementi come maggiore visione di lungo periodo, maggiore capacità di pianificazione e programmazione, maggiore resistenza alla tensione prolungata, maggiore capacità di gestione strategica della negoziazione. Per ottenere questi risultati, bisogna considerare la componente femminile sociale alla stregua di un fattore di potenza strategica e valorizzarlo di conseguenza.
La strada da percorrere secondo noi è questa. Ecco perché abbiamo espresso apprezzamento nei suoi confronti, Ministro, e dell'accoglimento della mozione, ma anche soddisfazione per le mozioni presentate dagli altri gruppi parlamentari, sulle quali auspichiamo che vi possa essere un voto bipartisan. Credo, infatti, che sia giusto e coerente che il Parlamento condivida un impegno unico, perché sia più forte ed efficace lo slancio che il Governo italiano potrebbe dare all'imminente G8, in un momento fondamentale e cruciale per le implicazioni che la crisi economica sta manifestando su scala mondiale e per la necessità di ripensare gli strumenti e le istituzioni della governance globale.
Vi sono però peculiarità e differenze nei nostri approcci al tema che credo sia utile saldare e mettere in comune per quel lavoro che mi auguro parta da oggi in vista dei prossimi appuntamenti internazionali. Per noi è essenziale che, già nel vertice del G8, nell'analisi dei problemi più urgenti e nel prospettare le possibili soluzioni, si prendano in considerazione le differenze di genere e i diritti delle donne, sia quali attrici determinanti il cambiamento, sia quali destinatarie specifiche di politiche perseguite.
Agire secondo noi in questo momento è oltremodo necessario, è un'urgenza che ha i nomi e i volti - sconosciuti per lo più - delle tante donne che in ogni parte del mondo lottano per la tutela dei diritti. Oggi uno di questi volti - vogliamo ricordarlo in quest'Aula - è quello di Neda Soltan (Applausi), la giovane iraniana uccisa durante una manifestazione sabato a Teheran mentre insieme a centinaia di migliaia di coetanei manifestava contro Ahmadinejad: Neda è già un simbolo della resistenza iraniana e del coraggio delle donne che ad ogni latitudine si schierano in difesa della libertà e dei diritti umani.
Sia chiaro che ricordare ora Neda non significa dimenticare le migliaia di vittime senza nome, bensì concentrarne in uno solo, nel suo, l'esperienza del conflitto vissuto dalle donne. Esse sono la parte più consistente del numero di vittime civili delle guerre odierne (sono - lo voglio ricordare - il 90 per cento); sono da sempre obiettivo privilegiato di abusi e violenze sessuali, lo sono state e lo sono diventate in conflitti che noi tutti ricordiamo, dai fatti orrendi della Bosnia all'Iraq, all'Afghanistan. Le colpiscono in quanto custodi del futuro di gruppi e di etnie, con conseguenze devastanti in termini Pag. 48di salute mentale e fisica e con un forte impatto a livello economico e sociale per quei Paesi.
Da queste sofferenze molte donne, spesso rimaste sole, sono costrette a fuggire con i loro figli, costituendo l'80 per cento dei rifugiati e degli sfollati nel mondo.
Il ruolo delle donne nei conflitti, però, non è solo di chi subisce violenza; esse sono anche portatrici di aiuti, sono promotrici di processi di pace e di riconciliazione, sono capaci di agire strategicamente sui diversi elementi della struttura del conflitto favorendone la trasformazione in maniera costruttiva (esperienze diverse che hanno, come denominatore comune, la condivisione dei bisogni e la socializzazione della sofferenza).
Quello della condizione femminile è un nodo fondamentale, capace di dare una svolta nelle relazioni sociali all'interno di ogni Paese, anche di quelli più chiusi e tradizionali che lei, Ministro, ha ricordato (pur se hanno, ovviamente, tempi diversi).
Le donne possono fare molto per cambiare mentalità e imprimere una profonda scossa ad equilibri tradizionali; in nome di quelle donne che stanno combattendo la loro battaglia per una vita dignitosa e normale, credo che sia giusto mantenere e implementare i nostri impegni per la ricostruzione sociale, economica e politica dei territori colpiti dai conflitti.
Per questo motivo, la nostra mozione nasce con un impegno forte a cui lei poco fa, signor Ministro, ha dato una parziale risposta. Abbiamo trovato importante proprio che venga rappresentato all'interno del G8 per dare un indirizzo politico molto netto attraverso, in particolare, due atti concreti. Il primo, signor Ministro, è quello della proposta di istituzione, nell'ambito delle Nazioni Unite, di un'agenzia unica che promuova proprio diritti ed uguaglianza (è un punto che va, in quella sede internazionale, posto all'attenzione degli altri Paesi partecipanti).
Nel contempo lei ci ha in qualche modo aggiornato sul fatto che in questo momento vi è un gruppo di lavoro di cui fanno parte tre Ministeri (difesa, affari esteri e pari opportunità) per l'implementazione del piano nazionale della risoluzione n. 1325. Ricordiamo a tutti che essa costituisce il paradigma delle tre «p»: prevenzione nei conflitti, protezione specifica e partecipazione delle donne in tutto il ciclo.
Riteniamo che non basti la partecipazione - per quanto importante - dei tre Ministeri, ma che sia altrettanto rilevante la partecipazione delle organizzazioni della società civile già impegnate nell'elaborazione, nella realizzazione e nel monitoraggio di politiche di settore.
Al più presto è fondamentale - e con lei mi auguro che il Governo possa mandare avanti questo impegno - introdurre la prospettiva di genere nell'elaborazione e nell'attuazione delle politiche per quanto riguarda il settore sicurezza e difesa, con particolare attenzione alla formazione del personale che si invia nelle missioni internazionali, proprio alla luce di quel fattore di capacità negoziale, strategica e di riconciliazione che le donne in quei settori potrebbero rivestire.
Signor Ministro, le chiediamo di sostenere anche finanziariamente le organizzazioni della società civile: penso in primis alle 70 ONG e associazioni afgane già impegnate in quell'area e a tutte le altre, italiane e straniere, che operano nei vari teatri di guerra per l'assistenza, la promozione e la protezione delle donne. È un punto centrale, secondo noi, che non può non essere messo al centro delle politiche del Governo, anche dal punto di vista della politica estera: tale sostegno si potrà rendere visibile anche all'interno del prossimo decreto di proroga delle missioni internazionali.
Riteniamo che, accanto all'impegno militare e al sostegno umanitario, sia fondamentale che si attivino sempre più forme di aiuto e di cooperazione, che coinvolgano le donne politicamente nella realizzazione di programmi e progetti volti allo sviluppo di una sensibilità civile diffusa nei confronti delle condizioni di vita e di lavoro femminili e all'adozione di politiche di genere e di pari opportunità. Indispensabile poi, secondo noi, è riconoscere la Pag. 49partecipazione delle donne alla vita politica locale, nazionale e internazionale: nei Paesi in via di sviluppo è uno strumento irrinunciabile, anche per il raggiungimento dei cosiddetti obiettivi del millennio. Da qui l'esigenza di intraprendere un'azione coordinata con gli altri Paesi partecipanti al vertice del G8, per l'elaborazione e l'introduzione di meccanismi per rimuovere gli ostacoli che ne limitano di fatto l'effettiva partecipazione alla vita politica, economica e sociale del proprio Paese.
Infine - concludo, signor Presidente - ricordo l'ultimo punto, che vorrei richiamare all'attenzione perché non è meno rilevante: è una peculiarità della nostra mozione ed è proprio una riflessione che andrebbe fatta nell'ambito del G8, ossia quella sulla necessità, in presenza di una grave crisi economica, di stimolare la creazione di indicatori alternativi del welfare che, permettendo di contabilizzare a livello statistico anche il lavoro non retribuito, possano fornire una stima più attendibile di quelle attività (come il lavoro domestico e di cura) che contribuiscono significativamente al prodotto interno lordo, ma che non sono appunto contabilizzate.
Auspico che tutti i gruppi politici possano insieme esprimere un voto bipartisan, perché quell'impegno che in quest'Aula parlamentare si può prendere in maniera unanime può rendere più forte l'iniziativa e anche quel coraggio che forse in questo momento il Governo ha bisogno di poter esprimere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pollastrini. Ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI. Signor Presidente, ho ascoltato parole molto importanti in quest'Aula da parte di tutti gli schieramenti e da parte della Ministra e credo sia una giornata significativa. Infatti, trovare un filo comune su un tema essenziale, che disegnerà i profili del mondo, come quello di come si estendono i diritti umani, i diritti civili, le opportunità delle donne del mondo, in Europa e nel nostro Paese, è un fatto significativo e importante.
Se mi permetto di aggiungere qualcosa, lo faccio quindi proprio nel profondo rispetto per gli interventi che ho ascoltato e naturalmente per gli interventi di tutte le colleghe e certamente di Maria Rosa Villecco Calipari. Ma vedete, proprio perché ho dedicato una vita - come tante - all'impegno per i diritti umani e civili delle donne, credo che non sarei rispettosa nei confronti innanzitutto di me stessa e delle colleghi e dei colleghi che hanno la gentilezza di ascoltarmi se non facessi rilevare, per ragionarne tutte e tutti insieme, che l'impegno che abbiamo assunto oggi, così significativo, non troverà al G8 quella risonanza, quell'autorevolezza e quella credibilità che tutti quanti vorremmo vi trovasse, proprio perché in Italia, in questi giorni e in questi mesi, vi è qualcosa che è stata ferita: l'immagine pubblica e la cultura del rispetto nei confronti delle donne.
Mi sono domandata se dire questo in un'Aula abbastanza distratta, ma penso che costruire anche qualche atto comune non possa prescindere dalla consapevolezza pubblica ed istituzionale, che tutti insieme dobbiamo avere, fra quanto ci proponiamo - e, cioè, la cultura del rispetto per le donne - e l'immagine pubblica che del rispetto delle donne viene data oggi in Italia proprio dal Presidente del Consiglio. Scusate, ma mi sentivo di doverlo affermare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Signor Presidente, quanto abbiamo discusso in quest'Aula già la scorsa settimana (quando sono state presentate le mozioni da parte di tutti i partiti) fa emergere come, purtroppo, ancora oggi, nel terzo millennio, dobbiamo assistere nel mondo a troppe diversità, a troppe situazioni disomogenee, Pag. 50a troppe ingiustizie, a troppi abusi, a troppe violenze, che, purtroppo, sono quasi sempre a danno di donne e di bambini. Si tratta di ostacoli, penalizzazioni di tipo economico, barriere sociali, discriminazioni professionali e pregiudizi culturali, che, sempre più spesso, si accompagnano, o si intrecciano, a violenze di carattere fisico, sessuale o psicologico, sia all'interno della famiglia, sia nei luoghi di lavoro, sia nella spirale dello sfruttamento della criminalità organizzata.
Si tratta di una situazione che rischia di essere ulteriormente aggravata in un momento di recessione, quale quello che stiamo vivendo. Sappiamo, infatti, che, in tempi di crisi, le donne sono il soggetto maggiormente vulnerabile e, dunque, anche più esposto ad un potenziale aumento della violenza familiare, ma, soprattutto, della violenza sociale.
Per non parlare, poi - come il Ministro e tutti gli interventi che mi hanno preceduto hanno già ribadito - della situazione delle donne nei Paesi interessati dai conflitti armati, dove gli stupri di massa - lo sappiamo bene - rappresentano un fenomeno drammaticamente diffuso ed un'orribile, umiliante e devastante arma di guerra, come l'ONU stesso l'ha definito.
Come non parlare delle violenze che tante ragazze e tante bambine subiscono, vere e proprie barbarie, attraverso l'umiliante e terribile pratica delle mutilazioni genitali? Di bambine costrette a matrimoni forzati in base a convenzioni sociali o religiose incivili ed inaccettabili? Come non pensare, inoltre, a quanto riportato dall'ultimo rapporto dell'UNICEF sulla salute materna e neonatale, rispetto alla gravissima piaga delle morti per parto, che coinvolge, ogni giorno, 1500 donne al mondo?
Sono queste violenze perpetuate nei confronti di donne di ogni età e in ogni parte del globo, che fanno ben comprendere quanto sia ambiziosa ed urgente la sfida che abbiamo di fronte. Una sfida, però, che non può esser affrontata dai singoli Stati. Guardate, l'Italia in questo è uno Stato veramente avanti rispetto alla legislazione e alla serietà con cui ha voluto affrontare, nel corso della sua storia, il tema della violenza contro le donne.
Siamo consapevoli che questa sfida vada affrontata insieme a tutti gli Stati internazionali ed è per questo che l'occasione del G8 rappresenta per noi un'occasione storica, come è stato detto anche dalla collega Lorenzin del Popolo della Libertà, che ha presentato una mozione la scorsa settimana. È un'occasione storica perché, in quella sede, con il Ministro Carfagna e con il Governo tutto, potremo ribadire con forza che, senza una reale e libera partecipazione delle donne nella società, non vi può essere sviluppo.
Siamo convinti che l'Italia possa essere capofila in questa sfida e lo siamo perché questo Governo, fin dal suo inizio, grazie alla caparbietà e all'autorevolezza degli interventi che abbiamo messo in campo, ha saputo dimostrare di essere veramente impegnato su questo fronte.
In particolare, vorrei rivolgere un grazie al Ministro Carfagna che, con tenacia, ha portato avanti, tra le tante iniziative, quella sullo stalking. Una legge innovativa, che ci pone all'avanguardia anche rispetto all'America, tante volte citata in alcuni interventi.
Non dobbiamo imparare nulla da quel continente, perché in Italia siamo molto, molto più avanti.
Per concludere, credo che su questi argomenti non servano tante parole, ma occorrano fatti, e i fatti sono, cara collega Pollastrini, che l'Italia, anche nella conferenza che ha promosso per il 9 e il 10 settembre, ha deciso di impegnarsi in prima fila per combattere la disparità di genere. La disparità di genere si combatte insieme, come giustamente lei ha sottolineato, ma si combatte innanzitutto guardandosi negli occhi e capendo che in alcuni momenti è bene stare insieme e non dividersi su temi che nulla hanno a che fare con quello di cui oggi in questa sede stiamo dibattendo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Questo è l'impegno che noi donne del Popolo della Libertà, tutto il gruppo del Popolo della Libertà - perché è una Pag. 51battaglia che combattiamo insieme, uomini e donne, di tutto l'arco parlamentare, e non soltanto del Popolo della Libertà - vogliamo portare avanti. È una battaglia prioritaria, perché dove non ci sono diritti e dove non vengono osservate le condizioni minime di rispetto non può esserci democrazia.
Noi in questa battaglia, Ministro Carfagna, ci siamo sempre state. Quest'Assemblea si è contraddistinta anche per un altro voto importante, pochi mesi fa, quello sulla violenza sessuale che ci ha visto tutte insieme, addirittura firmatarie di un'unica mozione. Mi auguro di poter ritrovare l'unità di allora ancora oggi, ma, soprattutto, di poterla ritrovare domani, quando, dopo il G8, nella conferenza di settembre, saremo chiamate a far diventare fatti le parole. Credo sia questo l'impegno più importante e la ringrazio, caro Ministro, perché lei oggi, con la sua condivisione su tutte le mozioni, ha dato dimostrazione che a volte bisogna mettere da parte posizioni precostituite e ideologiche per guardare al bene della società, e non c'è bene della società se non c'è bene per le donne (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, vorrei svolgere una riflessione di carattere generale a titolo personale. Quando si parla di condizioni delle donne, al di là delle declaratorie e delle considerazioni di carattere generale, sono poi i fatti che contano, e chi vi parla ha avuto l'opportunità di dimostrarlo con i fatti, quando ho avuto la responsabilità di un governo come quello della regione Lazio.
Le mozioni sono tutte condivisibili e sono tutte da prendere in seria considerazione, soprattutto quando si parla di violenza alle donne e di discriminazione nei confronti delle donne. Chi vi parla viene da una terra dove le ferite ancora bruciano per quello che è successo durante il secondo conflitto mondiale (basta pensare al film La ciociara). Quando, pertanto, a me si parla di questo tipo di violenze perpetrate nei confronti delle donne in tempo di guerra, si sfonda una porta spalancata, senza il bisogno di ricordarcelo solo quando parliamo di problemi legati alle donne.
Vorrei invitare le colleghe - se non lo hanno ancora fatto - a leggere un libro di una donna che è anche candidata al premio Nobel per la pace. Mi riferisco a Mam Somaly, una donna che ha combattuto una battaglia, rischiando la propria vita, per far uscire delle bambine da un giro micidiale di prostituzione, istituendo una fondazione, e che oggi vive sotto scorta per questo motivo. Il libro si intitola Il silenzio dell'innocenza e inviterei le colleghe a leggerlo, perché descrive una situazione veramente straordinaria e allucinante.
Signor Presidente, lo sforzo è stato quello di tentare di unire tutte le mozioni, però, da alcuni interventi che ho ascoltato, sento ancora dei distinguo di carattere politico che, francamente, cozzano con quella che dovrebbe essere l'unitarietà di intenti su un tema unico e importante per tutti. Per questo motivo, e poiché non vedo, accanto a queste mozioni, alcun impegno forte di risorse economiche da destinare a questo tipo di intervento, personalmente mi asterrò dal voto (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Villecco Calipari ed altri n. 1-00182, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 52

Ministro Gelmini... onorevole Servodio... onorevole Sposetti... onorevole Mastromauro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 412
Astenuti 40
Maggioranza 207
Hanno votato
411
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Abrignani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Saltamartini ed altri n. 1-00193, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Servodio ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 431
Astenuti 21
Maggioranza 216
Hanno votato
430
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione di Giuseppe ed altri n. 1-00194, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Conte... onorevole Mondello... onorevole Pelino... l'onorevole Servodio ha votato... l'onorevole Pes ha votato....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 454
Votanti 397
Astenuti 57
Maggioranza 199
Hanno votato
396
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato La Loggia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Capitanio Santolini ed altri n. 1-00195, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Valentini... l'onorevole Moffa ha votato... l'onorevole Causi ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 263
Astenuti 189
Maggioranza 132
Hanno votato
262
Hanno votato
no 1).

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. Ricordo che alle ore 16 avranno luogo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di contrasto alla pirateria e l'esame degli altri punti all'ordine del giorno.

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta Pag. 53immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i beni e le attività culturali, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative per il rilancio del settore dello spettacolo dal vivo - n. 3-00571)

PRESIDENTE. L'onorevole Scandroglio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cicchitto n. 3-00571, concernente iniziative per il rilancio del settore dello spettacolo dal vivo (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

MICHELE SCANDROGLIO. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, vorrei premettere che le quattordici fondazioni lirico-sinfoniche cui lo Stato e gli enti locali erogano contributi sono in una fase di crisi gestionale dimostrata, tra l'altro, anche dai recenti commissariamenti e che la crisi è evidenziata anche da alcuni numeri utili a comprenderne meglio le dimensioni.
Sono infatti 353 i milioni erogati nel 2007 a queste fondazioni; 5.531 i dipendenti fissi (e tra questi vi è anche il personale tecnico), a cui si aggiunge un numero imprecisato di orchestrali e tecnici. Questo porta il costo del personale vicino al 100 per cento delle risorse disponibili, con un costo medio a professore intorno ai 70-80 mila euro, a cui si devono aggiungere le trasferte ed una media di rappresentazioni di 80, rispetto alle 100 della Germania.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MICHELE SCANDROGLIO. Ci troviamo quindi di fronte ad un modesto rapporto quantità-prodotto.
Chiediamo, dunque, al Governo in che modo intenda affrontare tale crisi e se non ritenga utile razionalizzare la distribuzione delle risorse attraverso un'efficace politica atta a rilanciare un settore di importanza straordinaria per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro per i beni e le attività culturali, Sandro Bondi, ha facoltà di rispondere.

SANDRO BONDI, Ministro per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, desidero innanzitutto ringraziare gli onorevoli interroganti e, in particolare, l'onorevole Scandroglio, perché hanno sollevato una questione importante, seria ed urgente. Da tempo, infatti, sostengo che è necessaria e non più rinviabile una riforma del settore delle fondazioni lirico-sinfoniche, che è invocata anche dagli stessi amministratori delle città interessate e delle quattordici fondazioni lirico-sinfoniche.
Per rendersi conto della gravità del problema, basti considerare che la spesa per il personale assorbe circa il 70 per cento del finanziamento pubblico. A ciò si aggiungano un deficit di 160 milioni di euro, accumulato da tredici fondazioni liriche (con esclusione del teatro Petruzzelli) dal 2002 ad oggi e, nello stesso periodo, debiti iscritti nello stato patrimoniale che superano i 290 milioni di euro, nonostante il finanziamento pubblico statale rappresenti quasi la metà del Fondo unico per lo spettacolo.
Occorre, quindi, prendere atto che la riforma degli enti lirici ha sostanzialmente fallito il suo obiettivo. È vero che con tale riforma si volevano responsabilizzare gli amministratori conferendo ai teatri una veste giuridica privatistica; la realtà, tuttavia, è stata ben diversa. La privatizzazione è risultata solo sulla carta, mentre la gestione non è stata affatto improntata allo spirito di imprenditorialità voluto dalla riforma.
È giunto quindi il momento di prendere di petto questa situazione, introducendo una riforma radicale e coraggiosa del settore. Occorre dare fiducia agli amministratori capaci, ma bisogna dare lustro al settore, coinvolgere sempre più persone e, nello stesso tempo, fare in Pag. 54modo che il pubblico tradizionale apprezzi l'innovazione e la ricerca di nuovi talenti, sfuggendo anche alla logica del cosiddetto star system.
Ovviamente il ruolo dei finanziatori privati può essere decisivo e ciò naturalmente richiederebbe e richiede una politica fiscale maggiormente incentivante. È necessario anche, infine, migliorare più in generale il sistema di finanziamento degli organismi di spettacolo dal vivo, tenendo conto delle attività già svolte e rendicontate, dei livelli quantitativi, dell'importanza culturale della produzione svolta, della regolarità gestionale degli organismi, nonché degli indici di affluenza del pubblico.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SANDRO BONDI, Ministro per i beni e le attività culturali. Onorevole Scandroglio, della necessità e dell'urgenza di tale riforma ho avuto modo di informare anche il Presidente del Consiglio e l'intero Governo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. L'onorevole Scandroglio ha facoltà di replicare.

MICHELE SCANDROGLIO. Signor Presidente, signor Ministro, mi dichiaro molto soddisfatto e la ringrazio dell'attenzione sua e del Governo.
In quanto ligure posso solo confermare quanto lei ha detto: ho avuto modo di approfondire questo tema facendo alcune verifiche sulla fondazione lirica del Carlo Felice. Leggo per i colleghi e per il Governo dei dati assolutamente esemplificativi di quello che lei ha detto e che confermano la giustezza della strada presa. Nel 2008 i costi del teatro Carlo Felice sono stati 30 milioni di euro, l'introito da biglietteria 2,8 milioni di euro, i contributi dello Stato 15 milioni di euro. I contributi degli enti locali sono ammontati a: un milione dalla regione, 100 mila euro dalla provincia e 5 milioni dal comune di Genova, quelli dai privati 1,9 milioni, poi vi sono state varie sponsorizzazioni per 500 mila euro, un numero di spettatori paganti pari a 122 mila, con un costo medio per biglietto di 23,35 euro e un costo per spettatore di 245 euro reali.
Emerge chiaramente che oggi una situazione del genere è ancora più grave perché la crisi è avanzata, l'incertezza dei finanziamenti pubblici è più forte e quella dei privati praticamente azzerata. Pertanto, l'intervento da lei illustrato e che ha sottoposto al Presidente del Consiglio e al Governo è esattamente opportuno ed è quanto chiedevamo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Chiarimenti in merito ad un incontro cui avrebbero partecipato, tra gli altri, il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia e due giudici della Corte costituzionale - n. 3-00572)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00572, concernente chiarimenti in merito ad un incontro cui avrebbero partecipato, tra gli altri, il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia e due giudici della Corte costituzionale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signor Ministro della giustizia - anche se non c'è -, vogliamo sapere da lei perché ha partecipato ad un incontro riservato e carbonaro tra lei, il Presidente del Consiglio e due giudici della Corte costituzionale: Luigi Mazzella, promotore della cena galeotta, e Paolo Maria Napolitano.
Lei sa bene che il Presidente del Consiglio è un plurinquisito, nei cui confronti i giudici italiani non possono procedere proprio perché lei, Ministro Alfano, ha promosso e ottenuto una legge che permette a Berlusconi l'impunità durante tutto il suo mandato. Lei dovrebbe capire che così facendo ha compromesso la credibilità della Corte, perché la Corte stessa dovrà decidere il 6 ottobre sul lodo Alfano.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, la prego di concludere.

Pag. 55

ANTONIO DI PIETRO. Per questo vogliamo sapere: se si rende conto della gravità e della scorrettezza istituzionale da lei promossa; per quale ragione avete organizzato e realizzato quella cena; se non ritenga doveroso a questo punto ed ora che la tresca è stata scoperta dimettersi dal suo incarico per restituire dignità al suo ufficio e a quello della Corte costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, per la correttezza e il rispetto profondo che il Governo nutre nei confronti del Parlamento, naturalmente farò riferimento al testo scritto e presentato dall'onorevole Di Pietro e dagli altri deputati del gruppo dell'Italia dei Valori e non risponderò alle affermazioni che sono state rese poco fa in Aula.
Gli onorevoli interroganti, riprendendo un articolo del settimanale L'Espresso, chiedono di sapere di un incontro presso l'abitazione privata del giudice della Corte costituzionale Luigi Mazzella dove, nello scorso mese di maggio - a dire degli interroganti e dell'articolo citato - si sarebbe svolta, testualmente, «una delle più sconcertanti e politicamente imbarazzanti riunioni organizzate dal Governo Berlusconi».
L'articolo citato, secondo quanto ripreso ed evidenziato dagli interroganti, nella parte relativa a quello che sarebbe stato il contenuto della riunione organizzata dal Governo Berlusconi, fa poi frequenti e generici riferimenti ad espressioni del tipo «più fonti concordano», «sembra» e a interlocuzioni che, nello stesso testo in esame, riportano mere congetture ed ipotesi disparate.
In ordine a quello che nel testo viene indicato - come ho detto - come un fatto certo, «una delle più sconcertanti e politicamente imbarazzanti riunioni organizzate dal Governo Berlusconi» va subito chiarito, onorevole Di Pietro, che il Governo Berlusconi, che mi onoro in questa sede di rappresentare, non ha organizzato presso l'abitazione del giudice Mazzella alcuna riunione.
Molte settimane prima del mese di maggio di quest'anno, il Presidente Silvio Berlusconi, unitamente al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dottor Gianni Letta, al Ministro della giustizia onorevole Angelino Alfano, al senatore Carlo Vizzini e al giudice costituzionale Paolo Maria Napolitano e alle loro rispettive consorti (molto prima, quindi, delle date da lei indicate, molte settimane prima del mese di maggio) riceveva un invito ad una cena organizzata presso la propria abitazione dal giudice costituzionale professor Luigi Mazzella. Tale incontro conviviale, che è naturale conseguenza di un rapporto di conoscenza e stima risalente nel tempo (peraltro riconosciuto nello stesso articolo citato dagli interroganti), che lega il padrone di casa e i suoi ospiti, si è svolto nella prima metà del mese di maggio.
L'incontro dunque ha avuto luogo, onorevole Di Pietro, in ogni caso rispetto alle congetture e alle ipotesi disparate citate, in un'epoca antecedente al 26 giugno scorso, giorno nel quale il presidente della Corte costituzionale ha fissato per il prossimo 6 ottobre la data di inizio della discussione sul lodo Alfano ed ha indicato nel giudice Gallo il relatore della medesima discussione.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Se permette, signor Presidente, vista anche la delicatezza del tema, la trattengo per pochi secondi ancora.
Per quanto concerne quello che tra i «sembra» e i «si dice» sarebbe stato il contenuto della discussione della serata, è appena il caso di osservare che l'incontro non ha avuto in alcun modo ad oggetto temi che riguardassero l'agenda della Corte costituzionale, né ipotesi di riforma del Titolo IV della parte seconda della Costituzione, la cui iniziativa - come si spera gli onorevoli interroganti sappiano Pag. 56bene - appartiene esclusivamente al Parlamento, su impulso anche del Governo, organo al quale è conferito dalla legge costituzionale e al popolo, essendo invece competenza della Corte giudicare delle eventuali controversie.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Concludo tranquillizzando gli onorevoli interroganti, dicendo che le iniziative del Governo sul piano legislativo in materia di giustizia saranno rispondenti al programma presentato di fronte al corpo elettorale e che da esso hanno ricevuto il pubblico consenso.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di replicare.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, la risposta è insoddisfacente e inaccettabile, e lei consentirà anche a me qualche secondo in più, come ha consentito al rappresentante del Governo.
La Corte costituzionale - ricordo a me stesso - è un organo costituzionale talmente indipendente che non dovrebbe in alcun modo essere oggetto di interferenze, né da parte del Governo, né da parte di altri organi costituzionali. A maggio dell'anno scorso già c'era il lodo Alfano e già c'erano le richieste dei giudici di Milano e di Roma di valutare la costituzionalità della legge.
Un Ministro della giustizia che si fa promotore, insieme al Presidente del Consiglio - lui inquisito nei processi che riguardano proprio i fatti per cui deve giudicare il giudice della Corte costituzionale -, di un incontro, mina la credibilità della Corte stessa. Con il vostro concorso e con il concorso di quei due giudici spregiudicati, voi avete infangato la sacralità della Corte ed oggi, noi che abbiamo a cuore la sua imparzialità e la sua indipendenza, la vediamo totalmente minata. Ora non sapremo mai se qualsiasi decisione sarà presa il 6 ottobre sarà frutto di una valutazione assunta in totale indipendenza o se invece sarà il frutto di una cena carbonara e piduista realizzata quella sera (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

SALVATORE CICU. Presidente, come si può permettere di usare questi termini!

ANTONIO DI PIETRO. A noi non resta perciò che ribadire: primo, la sfiducia totale a questo Governo; secondo, la deplorazione di questi comportamenti; terzo, la richiesta formale di dimissioni, oltre che dei due giudici della Corte costituzionale che si sono prestati al gioco, o quantomeno la loro astensione, le dimissioni sue, Ministro della giustizia, perché lei per il ruolo e la funzione che svolge non doveva permettere, non dover accettare, non doveva farsi promotore di una riunione in cui si discute di quella legge da parte di quei giudici che mettono in discussione la legge di cui lei si è fatto promotore.

ROBERTO TORTOLI. Sei l'unico reo confesso qua dentro!

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO DI PIETRO. A noi non rimane altro, pertanto, che ribadire l'impegno, come Italia dei Valori, del referendum e della validità di quel referendum affinché le firme già raccolte, quel milione di firme, si trasformino poi in un referendum che cancelli quella legge truffa di cui lei, Ministro Alfano, e lei, Presidente del Consiglio, vi siete fatti promotori. Oggi avete anche infangato la Corte costituzionale e le valutazioni che dovrà svolgere (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

SANDRO BONDI, Ministro per i beni e le attività culturali. È solo lei che infanga l'Italia, si vergogni! È solo lei che infanga l'Italia, si vergogni (Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

FEDERICO PALOMBA. Presidente, il Governo non si deve permettere di minacciare i deputati!

Pag. 57

(Iniziative volte a valorizzare l'autonomia regionale in materia di diritto allo studio universitario - n. 3-00573)

PRESIDENTE. L'onorevole Goisis ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00573, concernente iniziative volte a valorizzare l'autonomia regionale in materia di diritto allo studio universitario (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colleghi, il diritto allo studio universitario è sancito dalla Costituzione, che lo prevede per gli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi. Questo diritto, a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione, è di competenza esclusiva delle regioni, però, tuttora è regolamentato dallo Stato dalla legge n. 390 del 1991. Lo Stato regolamenta sia la consistenza delle borse di studio (4 mila 500 euro) sia il reddito (18 mila 559 euro) e i crediti necessari (25 crediti per il primo anno e così via).
Tuttavia, tali previsioni non tengono conto delle differenziazioni socioeconomiche esistenti nelle varie regioni. Ciò comporta una disparità di trattamento notevole se è vero, com'è vero, che non tutti gli studenti possono accedere alla borsa di studio, che il numero degli idonei, a parità di condizioni, è differenziato - cito solo un esempio: a fronte del 22,5 per cento in Basilicata abbiamo solo il 6 per cento in Lombardia - e nemmeno il requisito del merito viene sempre mantenuto.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

PAOLA GOISIS. Concludo, signor Presidente, riservandomi di intervenire successivamente in sede di replica.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, desidero ringraziare l'onorevole Goisis per questa interrogazione, che certamente affronta un tema davvero importante, quello del diritto allo studio, che riguarda una competenza esclusiva delle regioni, ma che credo meriti un approfondimento a tutti i livelli di governo, perché alla crisi si risponde implementando e rafforzando il diritto di studio e sostenendo gli sforzi di tanti studenti, ma anche di tante famiglie che faticano nel mantenere i propri figli all'università.
Pertanto, il Governo si è mosso in questa direzione: innanzitutto rivedendo un'offerta formativa che troppe volte appare pletorica e autoreferenziale: 5.500 corsi di laurea, 170 mila insegnamenti attivati, più di 90 università e 300 sedi distaccate. È chiaro che questa realtà impiega moltissime risorse e libera pochi finanziamenti per il diritto allo studio.
Noi vogliamo cambiare questa impostazione, vogliamo cambiare i criteri della spesa; ci siamo imposti un risparmio sui corsi di laurea cercando di valutare quelli davvero importanti ed efficaci per poi per trovare occupazione e per dare un futuro ai nostri giovani e vogliamo liberare risorse sul merito e sul diritto allo studio.
Alcuni obiettivi sono stati raggiunti: sono stati stanziati 135 milioni di euro per garantire a tutti i ragazzi meritevoli del nostro Paese, ancorché privi di mezzi, di poter accedere ad una borsa di studio, nonché 65 milioni di euro per creare 1.700 nuovi posti letto, e quindi per colmare quella lacuna che, purtroppo, il nostro Paese registra in materia di residenze universitarie, e soprattutto per contrastare il caro affitti che nelle grandi città universitarie è un problema molto serio.
Tuttavia, è chiaro che questi passi, ancorché importanti, non sono sufficienti: la legge quadro di riforma resta una priorità.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Sono convinta che occorre uno Pag. 58sforzo comune tra il Governo e le regioni e ne ho parlato anche con il Ministro Fitto che presiede la Conferenza unificata perché quella è la sede dove procedere in materia di diritto allo studio per superare i grovigli, i veti che ci hanno indotto oggi a prorogare regole scarsamente efficaci, anziché costruirne di nuove.
La presentazione della riforma universitaria sarà la sede dove presentare una proposta di legge delega in materia di diritto allo studio.
Occorre discuterne con gli studenti, con il consiglio nazionale degli studenti universitari e con tutte le realtà interessate, perché è questo il momento giusto per cambiare la rotta dei nostri finanziamenti, per andare a verificare effettivamente i corsi di laurea necessari e per liberare, invece, risorse sul merito e sul diritto allo studio per aiutare gli studenti e le loro famiglie.

PRESIDENTE. L'onorevole Goisis ha facoltà di replicare.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, chiaramente sono soddisfatta per quanto riguarda l'impegno che il Ministro ha dimostrato di voler attuare, proprio perché se non pensiamo al futuro dei nostri giovani, il futuro non sarà certamente roseo. Tuttavia, volevo chiedere al Ministro se mentre si definiscono tutte queste intenzioni, non ritiene che sia anche importante riconoscere alle regioni la possibilità di utilizzare, ad esempio, il fondo integrativo per la concessione dei prestiti d'onore e per le borse di studio e di usufruire anche della tassa regionale sul diritto allo studio universitario. Ciò per poter meglio suddividere risorse che, come sappiamo, sono sempre irrisorie nonostante gli sforzi, e anche per eliminare degli sprechi.
In ordine al merito, c'è il problema di consegnare borse di studio magari a studenti non meritevoli. Ad esempio, tanti studenti arrivano al primo anno conseguendo la borsa di studio per il primo anno, però poi non sono più in grado di continuare. Allora, queste risorse consegnate in tale modo diventano spreco di risorse. Forse la regione, che è più vicina ai propri studenti e alle proprie università, può essere in grado di regolare meglio e con più positività la consegna delle risorse. Quindi, mi aspetto da lei, signor Ministro, in quanto so che è molto attenta su tale aspetto, un'attenzione per quanto riguarda la capacità della regione stessa.

(Iniziative per la corresponsione dei fondi già destinati per le annualità 2007 e 2008 in relazione a eventi calamitosi a favore di aziende agricole calabresi - n. 3-00574)

PRESIDENTE. L'onorevole Brandolini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Oliverio n. 3-00574, concernente iniziative per la corresponsione dei fondi già destinati per le annualità 2007 e 2008 in relazione a eventi calamitosi a favore di aziende agricole calabresi (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

SANDRO BRANDOLINI. Signor Presidente, signor Ministro, l'agricoltura subisce totalmente gli effetti dei cambiamenti climatici da un punto di vista strutturale, perché all'aumento delle temperature aumentano i costi (ad esempio per l'acqua), ma ciò impone anche di cambiare le stesse produzioni. L'agricoltura subisce ciò da un punto di vista congiunturale, perché il cambiamento climatico nel nostro Paese ha accresciuto notevolmente le calamità naturali, che incidono sulle produzioni agricole. A tal proposito, voglio sottolineare in particolare le produzioni frutticole che danno un unico frutto all'anno, e le calamità spesso portano alla perdita totale del reddito dei coltivatori italiani. In questi anni sono aumentati notevolmente i decreti ministeriali a seguito di calamità. Nel 2008 sono stati trentasei, mentre quest'anno sono ancora di più. Non ci sono però i finanziamenti.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SANDRO BRANDOLINI. Concludo, signor Presidente. Noi non vogliamo dire Pag. 59(perché non è così): «piove, Governo ladro»; ma vogliamo dire che compete al Governo dare i finanziamenti che servono per risarcire i coltivatori che non hanno altra possibilità per poter far fronte alle perdite notevoli che subiscono in seguito alle calamità.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, occorre innanzitutto premettere, onorevole Brandolini, che gli interventi del fondo di solidarietà nazionale nelle aree agricole colpite da calamità naturali ed avversità atmosferiche sono disposti con decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, a seguito delle proposte che gli vengono formulate dalle regioni e dopo la delimitazione delle aree colpite effettuate dagli uffici tecnici regionali.
È comunque opportuno ancora precisare che l'emanazione di tali decreti è subordinata evidentemente alla valutazione dell'evento climatico avverso, alla sua intensità, alla gravità dei danni prodotti alle aziende agricole e all'incidenza percentuale del danno rispetto ai bilanci delle imprese colpite. È impossibile, quindi, nell'ambito degli interventi di soccorso, mantenere o anche individuare un possibile criterio di formale equità di distribuzione territoriale del fondo stesso, attesa appunto la diversità degli eventi calamitosi.
Comunque, in particolare per i dati in ordine ai quali lei ha richiesto chiarimenti da parte del Governo, per l'utilizzo del fondo negli anni 2007, 2008 e 2009, con particolare riferimento alla regione Calabria, per il 2007, con il fondo citato, è stata ripartita la somma di quasi 50 milioni di euro (49,104 milioni), di cui alla regione Calabria è stata trasferita la somma di quasi 5 milioni di euro.
Nel 2008, è stata ripartita originariamente la somma di 48 milioni di euro, successivamente però ridotta a 16 milioni di euro, in sede di variazione di bilancio disposta dal Ministero dell'economia e delle finanze, in attuazione della legge n. 244 del 2007. Alla regione Calabria è stata, comunque, assegnata la somma di 5,148 milioni di euro, accreditata nello scorso mese di maggio. Nel 2009, la disponibilità del fondo è di oltre 37 milioni di euro.
Naturalmente, l'impegno del Governo e del Ministro Zaia è teso a garantire con tempestività un aiuto reale e concreto per superare con efficacia le criticità che anche lei ha puntualmente definito, in modo che tali aiuti ai settori colpiti nel nostro Paese possano giungere puntualmente. Per tale ragione, signor Presidente, colleghi, qualora le risorse non fossero sufficienti a fronteggiare i danni subiti dalle imprese agricole calabresi o da altri territori del nostro Paese, occorre poter assicurare, quindi, un idoneo sostegno economico, per l'eventuale incremento dello stanziamento del capitolo 7411, che al momento è costituito a valere sulle risorse del fondo di Protezione civile. Naturalmente, il Parlamento potrà, con il contributo fattivo del Governo, provvedere con apposita disposizione legislativa, per la quale evidentemente occorrerà reperire, ai sensi della normativa contabile vigente, una nuova copertura finanziaria.

PRESIDENTE. L'onorevole Oliverio ha facoltà di replicare.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, nonostante l'impegno dialettico del Ministro Vito, abile oggi ad arrampicarsi sugli specchi, le argomentazioni ascoltate non ci convincono. Del resto, ci lasciano perplessi il silenzio e anche l'assenza odierna del Ministro Zaia. Il Governo finora si è contraddistinto solo per i rilevanti tagli alle risorse di tutto il comparto agroalimentare e per la completa assenza di misure per fronteggiare la grave crisi, contrariamente a quanto è stato fatto in altri Paesi, come la Francia, che ha deciso di sostenere gli agricoltori con 250 milioni di euro. In Italia, invece, quest'anno non è stato previsto alcun finanziamento al fondo per le assicurazioni Pag. 60in agricoltura. I Ministri Zaia e Tremonti usano la tecnica del poliziotto buono e del poliziotto cattivo, per ingannare gli agricoltori.
La Commissione agricoltura aveva chiesto l'assegnazione in sede legislativa sul fondo, avendo ricevuto rassicurazioni, in sede di conversione del decreto-legge sulle quote latte, sulla copertura finanziaria, che però stranamente è venuta successivamente meno in Commissione bilancio.
Signor Presidente, è innegabile: nessun impegno assunto con gli agricoltori e con le loro rappresentanze è stato mantenuto. Basti pensare - ma non si tratta solo della regione Calabria - che, nonostante gli stanziamenti previsti dal precedente Governo, nonostante la ripartizione delle risorse deliberata dalla Conferenza Stato-regioni e l'impegno formale assunto dal Ministro Zaia, in risposta ad un'interrogazione del Partito Democratico, i finanziamenti per le calamità naturali sono stati ridotti di due terzi. Il Governo farebbe bene a restituire il maltolto a questi agricoltori. Per questo, signor Presidente, la risposta del Ministro non ci convince. Non possiamo far ricadere i danni delle calamità sulle spalle degli agricoltori, ormai stanchi delle tante promesse non mantenute ed in gravi difficoltà, a causa di una crisi che il Governo spera di superare, purtroppo, solo a colpi di ottimismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative per verificare se aziende che risultino indicate come coinvolte in un'indagine giudiziaria abbiano richiesto la rateizzazione dei debiti derivanti dai mancati pagamenti del prelievo latte - n. 3-00575)

PRESIDENTE. L'onorevole Libè ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00575, concernente iniziative per verificare se aziende che risultino indicate come coinvolte in un'indagine giudiziaria abbiano richiesto la rateizzazione dei debiti derivanti dai mancati pagamenti del prelievo latte (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, signor Ministro, vedendo quello che è uscito sui giornali nei giorni scorsi - è stato reso noto quello che sta avvenendo relativamente a un'inchiesta che negli ambienti conoscevamo da tempo - e cioè che la procura di Milano ha scoperto la più grande truffa sulle quote latte e ha verificato che vi è una serie di società che sono accusate di non aver pagato per anni, ripetutamente, le multe dovute allo sforamento (parliamo di una cifra di 330 milioni sottratti alle casse dell'erario), abbiamo presentato questa interrogazione per chiedere al signor Ministro se aziende sotto procedimento hanno titolo a partecipare alla rateizzazione e al riparto delle quote aggiuntive, visto che abbiamo contestato ripetutamente sia il decreto sulle quote latte sia le modalità che, all'interno dello stesso decreto, prevedevano una specie di sanatoria a favore di tutte queste aziende che hanno sforato ripetutamente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Libè per aver posto con la sua interrogazione una delicata questione e per consentirmi di dire che vi è la massima attenzione rispetto alle vicende da lui segnalate da parte del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e dell'intero Governo.
In particolare, onorevole Libè, l'amministrazione competente sta svolgendo delle puntuali verifiche su quelle situazioni relative ai numerosissimi primi acquirenti che hanno in corso procedure fallimentari, anche a carattere esecutivo, per le quali, per il tramite delle regioni, è prevista l'attivazione delle procedure di insinuazione al passivo fallimentare al fine di ovviare al mancato versamento del prelievo dovuto. Pag. 61
Naturalmente, signor Presidente, non farò riferimento in questa sede ai casi espressi che sono stati citati dall'onorevole Libè, anche perché vi sono indagini in corso. Le indagini sono comunque in corso nelle regioni Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Piemonte e riguardano diverse imprese, ma, per quanto riguarda il profilo oggetto dell'interrogazione dell'onorevole Libè, posso assicurare innanzitutto che, per quanto attiene all'accertamento relativo ad aziende produttrici per le quali sono in corso indagini, il termine di sessanta giorni prescritto dalla legge n. 33 del 2009 al fine della presentazione della domanda di rateizzazione non è ancora scaduto. Tale termine, in base alle intimazioni in corso di notifica, è previsto per i primi giorni del prossimo mese di agosto. In tal senso, quindi, non è possibile materialmente fornire il dato richiesto.
Per concludere, onorevole Libè, le attività amministrative relative alla gestione del regime delle quote latte sono svolte secondo quanto disposto dalla legge n. 119 del 2003 dalle regioni e dalle province autonome competenti per territorio e, qualora interessati da organi di magistratura sia contabile sia penale, tali enti sono in grado di gestire, con l'ausilio informatico anche dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), le diverse situazioni che possono ancora presentarsi.

PRESIDENTE. L'onorevole Libè ha facoltà di replicare.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, signor Ministro, noi ci dichiariamo parzialmente soddisfatti, in quanto la risposta non ci è stata data (anche perché non è ancora possibile, come lei ha detto, fornire una risposta completa). La legge, lo abbiamo rimarcato nel momento della discussione (e avremmo avuto piacere di avere anche il Ministro, non per mancanza di rispetto verso di lei, ma perché il Ministro su tale legge ha messo direttamente la faccia, e, lo dico chiaramente, ha costretto parte della maggioranza, con la richiesta della fiducia, a votarla), non prevede un passaggio formale per dire «no» a chi ha abusato nei suoi comportamenti.
Dunque, noi metteremo molta attenzione per controllare, e speriamo che il Governo ne metta altrettanta, perché ad oggi non ci sentiamo rassicurati, perché non c'è formalmente una norma chiarificatrice che vincola il Governo a lasciare fuori (a parte tutta la vicenda giudiziaria) da un riparto e da una partecipazione alla rateizzazione le aziende che hanno truffato, come viene riportato da queste inchieste (e sappiamo che sono tante, e altre potrebbero rientrare, secondo quanto dice la procura).

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MAURO LIBÈ. Noi chiediamo al Governo - lo abbiamo fatto con l'interrogazione a risposta immediata che abbiamo presentato - di mantenere il rispetto delle regole: noi crediamo che tutti gli agricoltori che lavorano ancora quotidianamente, duramente, e sono la stragrande maggioranza, alzandosi la mattina presto, faticando e rispettando le regole, debbano essere aiutati (e molte volte non lo abbiam fatto) e rispettati, prima di tutto, dallo Stato italiano.

PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.

MAURO LIBÈ. Noi continueremo dunque a vigilare; chiediamo al Governo che si faccia parte attiva, in prima persona, per difenderci da ciò. Non dobbiamo sapere dalla magistratura, ma dovrebbe già essere lo stesso Governo che dice: staremo attenti e faremo in modo che l'agricoltura onesta di questo Paese abbia sostegni e possa lavorare per lo sviluppo vero (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Pag. 62
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,35, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Bocci, Bonaiuti, Bongiorno, Brancher, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Colombo, Cota, Evangelisti, Fitto, Gregorio Fontana, Gelmini, Gibelli, Jannone, Lucà, Menia, Mura, Saglia, Scajola, Soro, Stefani, Urso, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 15 giugno 2009, n. 61, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto alla pirateria (A.C. 2511) (ore 16,06).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 15 giugno 2009, n. 61, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto alla pirateria.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali e che i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2511)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 2511).
Avverto che l'unica proposta emendativa presentata si intende riferita agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A - A.C. 2511).
Avverto altresì che l'unica proposta emendativa presentata è stata ritirata dal presentatore.
Ricordo che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2511).
Avverto inoltre che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2511)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2511).
L'onorevole Corsini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2511/1. Di cosa vuole parlare? Della metafisica dei costumi?

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, la ringrazio della sollecitazione poiché ciò incontrerebbe la situazione dello spirito pubblico e dell'etica pubblica di questo Paese. D'altra parte, ella è notoriamente un filosofo di vaglia e dunque la discussione con lei sarebbe estremamente stimolante.
Volevo semplicemente illustrare l'ordine del giorno che, unitamente ad altri colleghi, abbiamo presentato in relazione a questo provvedimento: un ordine del giorno che peraltro è l'esito di una ampia e approfondita discussione nell'ambito della Commissione affari esteri, anche alla luce di alcune significative audizioni che sono state condotte.
L'ordine del giorno procede dalla constatazione che il Governo keniota, attraverso uno scambio di lettere con l'Unione europea, si è impegnato ad assicurare precise garanzie in ordine al trattamento delle persone ad esso consegnate dai responsabili della missione Atalanta e al procedimento giurisdizionale cui le stesse saranno sottoposte. Tali «garanzie minime», conformemente al diritto internazionale applicabile, e in particolare al Pag. 63diritto internazionale, mirano ad assicurare che nessuno sia sottoposto alla pena di morte, alla tortura o a qualsiasi altro trattamento crudele, inumano o degradante, e che vi sia la possibilità per le agenzie umanitarie nazionali e internazionali di visitare, su loro richiesta, le persone trasferite.
Da questo punto di vista, l'ordine del giorno sollecita un'attenzione particolare, una vigilanza circa l'effettiva applicazione della tutela inerente il trattamento delle persone trasferite, improntato al rispetto da parte del Kenya dei diritti umani e delle regole democratiche peraltro contenute nella decisione n. 2009/293/PESC del Consiglio europeo. Ciò con particolare attenzione affinché venga rispettato il divieto della pena di morte.
Vi è un secondo problema rispetto al quale il nostro ordine del giorno richiama l'attenzione dell'Assemblea. Nello scambio di lettere cui ho fatto riferimento mancano alcune disposizioni atte a garantire una effettiva applicazione, con particolare riguardo alla previsione di norme più stringenti in tema di controversie e di disposizioni attuative. La risoluzione di eventuali controversie viene infatti affidata esclusivamente alla via diplomatica e ciò potrebbe non essere sufficiente, in vista di eventuali mancati adempimenti o adempimenti non conformi alla decisione stessa; mentre le disposizioni attuative sono demandate ad una futura e incerta regolamentazione concordata dalle due parti. Ciò assume un particolare significato in quanto esse ineriscono a questioni particolarmente importanti, come l'individuazione delle competenti autorità del Kenya a cui l'Eunavfor potrà trasferire le persone e l'identificazione dei luoghi di detenzione.
L'ordine del giorno invita il Governo ad attivarsi in sede di Consiglio europeo al fine di prevedere intese tra l'Unione europea e il Kenya per la costituzione di comitati paritetici con la specifica finalità di assicurare procedure di arbitrato e di conciliazione, capaci di risolvere l'emergere di eventuali controversie in sede di attuazione delle disposizioni inerenti il trasferimento oggetto dello scambio di lettere fra le due parti.
A noi pare che, anche alla luce del clima collaborativo che si è stabilito in Commissione in ordine ai temi che abbiamo sollevato, l'ordine del giorno - questo è il nostro auspicio - possa essere accettato.

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo accetta gli ordini del giorno Corsini n. 9/2511/1 e Follegot n. 9/2511/2.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Corsini n. 9/2511/1 e Follegot n. 9/2511/2, accettati dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2511)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, è difficile non condividere il contenuto di questo provvedimento. Esso sostanzialmente recinta e limita la giurisdizione italiana in caso di intervento dei nostri militari in aree determinate, quelle cioè dell'operazione Atalanta o quelle previste dalle Convenzioni internazionali, non più a tutte le persone che si sono rese responsabili o sono sospette di atti di pirateria in relazione alle quali vi sia stato l'intervento dell'autorità italiana, ma soltanto a quelle persone che si sono rese responsabili di atti di pirateria in danno dello Stato o di cittadini italiani o di beni dello Stato italiano. Pag. 64
In precedenza, con la modifica del comma 4 dell'articolo 5 si prevedeva la giurisdizione italiana nei confronti di tutti gli imputati per tutti i reati ravvisati dopo l'intervento dell'autorità italiana; ora l'abbiamo ridotta, dopo che il Kenya ha accettato di accogliere tutti quegli imputati o sospetti di atti di pirateria dei quali gli Stati che hanno esercitato gli interventi o gli Stati danneggiati non vogliono o non possono occuparsi. Ma non vorremmo che si trattasse di una semplice dismissione anche umanitaria, nel senso che non vorremmo che le persone sospette di atti di pirateria fossero gettate in una fossa di serpenti. Riteniamo che un provvedimento di questo genere sia molto angusto, con una visione domestica delle cose: come a dire, occupiamoci soltanto di coloro che hanno fatto del male a noi, mentre degli altri non ci importa niente. È una visione estremamente limitata (statica la definiva il collega Tassone, intervenendo nella discussione sulle linee generali); pensiamo invece che bisogna avere la consapevolezza di quali sono gli aspetti problematici, gli aspetti interni e quelli esterni, e crediamo che di questi il Governo si debba comunque fare carico.
Non abbiamo presentato emendamenti perché riteniamo che il provvedimento sia congruo, né abbiamo presentato ordini del giorno, ma con questo intervento, l'Italia dei Valori vuole comunque rappresentare al Governo l'esigenza di considerare alcuni altri aspetti.
Gli aspetti interni sono i seguenti: quali giurisdizione viene applicata in Kenya? In modo particolare, quali sono le ipotesi di reato? Sono quelle dello Stato che è intervenuto, quelle dello Stato danneggiato o quelle dello Stato cui appartiene il sospetto degli atti di pirateria? Le fattispecie criminose come sono punite? Quali sono le pene? A quale ipotesi di reato il Kenya si deve rapportare? Quali sono le procedure? Quali sono le garanzie? Sappiamo che negli ordinamenti civili esistono delle garanzie importanti, essenziali per la giurisdizione, come il diritto di difesa, il diritto di contraddittorio e di impugnazione. Sappiamo, soprattutto, che nei Paesi civili occidentali esistono organi giurisdizionali indipendenti come quelli previsti dalla nostra Costituzione. Tutte queste garanzie sono state verificate o accertate? Possiamo non occuparci di questi aspetti generali soltanto perché gli atti nei confronti dei quali siamo intervenuti non riguardano i danni compiuti nei nostri confronti?
Vi è un altro punto da sottolineare: il Kenya è un Paese in cui vige ancora la pena di morte e anche se non viene applicata, ed esistono impegni a non applicarla, bisogna ricordarsi che si tratta di un Paese ancora instabile. Bisogna far procedere l'interlocuzione e l'approfondimento degli aspetti, per verificare la possibilità e l'opportunità che l'Unione europea stabilisca degli accordi precisi con il Kenya e che l'Italia possa concludere degli accordi bilaterali con il Kenya: non possiamo non occuparci degli aspetti più generali del fenomeno, compresi quelli della giurisdizione.
Il secondo punto riguarda degli aspetti per così dire esterni al problema della giurisdizione, ovvero quelli che riguardano la necessità di affrontare il fenomeno globalmente. Non possiamo limitarci ad accettare ed a sopportare di partecipare ad operazioni di carattere internazionale, cercando di limitare gli effetti e i fastidi - anche dal punto di vista giurisdizionale - al minimo. Credo che nei confronti di questo fenomeno di carattere così generale, che sta assumendo un'importanza sempre maggiore, il nostro Paese abbia il dovere di affrontare il problema in maniera globale, per cercare di risolverlo. Vi sono molti aspetti che riguardano la repressione, come le operazioni che si pongono in essere con regole di ingaggio, ma vi sono anche aspetti che riguardano la prevenzione: ad esempio, bisognerebbe cercare di capire dove nasce questo fenomeno, se esistono delle centrali internazionali che l'organizzano e dove si trovano. Sotto questo profilo, il nostro Paese dovrebbe utilizzare tutti gli strumenti a propria disposizione, come quelli dell'intelligence e dei satelliti con i quali oggi si riesce a individuare dove si trova una Pag. 65moneta di un euro. Non si può escludere, inoltre, che vi possano essere anche degli accordi dell'Unione europea e dell'Italia con la Somalia, che è un Paese in estrema difficoltà, instabile, molto povero, che alimenta questi fenomeni.
L'Italia dei Valori, con questo intervento, non ha voluto dissociarsi dal provvedimento - sul quale voterà a favore - ma ha voluto offrire al Governo una serie di elementi di valutazione per affrontare degli aspetti ulteriori che in questo provvedimento non sono previsti e che sono i problemi di carattere umanitario, attinenti alla giurisdizione e al modo con il quale il fenomeno deve essere affrontato globalmente per cercare in tutti i modi di estirparlo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, cercherò solo di svolgere delle valutazioni e di portare delle argomentazioni su ciò che hanno illustrato i relatori e su quanto da me espresso in sede di discussione delle linee generali del provvedimento.
Faccio un'osservazione (è un concetto che ho sempre avuto modo di evidenziare in questa Aula). Quando si parla di finanziamento o di rifinanziamento di missioni all'estero - in questo caso non c'è solo tale aspetto, perché si va oltre il contenuto del decreto-legge n. 209 del 2008 e vi è l'adempimento rispetto a misure contenute nella decisione PESC del 2009 successiva allo scambio di lettere tra il Kenya e l'Unione europea - occorre sentire la necessità di capire come si articolano queste missioni, e di capire qual è il lavoro svolto e gli obiettivi raggiunti. Questa è una missione, per dire la verità, un po' dimenticata. Ogni tanto sui giornali appare la notizia di atti di pirateria; ci sono ostaggi e poi non sappiamo che fine hanno fatto questi ostaggi. Ma vi è un problema che riguarda una parte dell'Africa, che riguarda la Somalia, e concerne anche la missione fallita Restore hope del 1992, e la relativa situazione di bande armate. Chi non ricorda i signori della guerra? Questi signori della guerra e le loro bande si stanno sempre più trasferendo verso le vie marittime, verso la navigazione marina, quindi dispongono di altri strumenti per lucrare profondamente, con atti criminosi estremamente preoccupanti.
Vi è un dato che ho rilevato ieri sera, signor Presidente, e che voglio rilevare anche questa sera: non è possibile non capire o non sapere, quando affrontiamo questi temi, che tipo di azione è contemplata da questa missione, che tipo di azioni svolgono le nostre navi, che tipo di azione porta avanti l'Unione europea. Sembra che vi sia una staticità, un immobilismo, tant'è vero che noi diamo vita a questo provvedimento semplicemente per affrontare e per razionalizzare l'aspetto giuridico. Noi interveniamo soltanto per quanto riguarda i reati commessi ai danni del nostro personale o dei nostri beni; poi c'è la questione del trasferimento in Kenya per quanto riguarda i responsabili, ma non vi è una visione concreta rispetto ai temi e agli argomenti diretti ad un contrasto forte della criminalità che si organizza sempre di più via mare. Lo ripeto ancora una volta: c'è un immobilismo. Pensavo che il sottosegretario di Stato per gli affari esteri - che non è presente - potesse illustrare, in conclusione, una valutazione già espressa presso le Commissioni congiunte II e III, quando ha fatto riferimento all'accordo internazionale che coinvolgeva anche la NATO. Infatti, sulle procedure o sui fatti giurisdizionali - come ha detto il collega Palomba - possiamo anche essere d'accordo, ma vi sono anche i problemi che riguardano la difesa, vi è ovviamente il tema dei diritti umani, vi è il problema della pena di morte (abbiamo presentato degli ordini del giorno che vanno in questa direzione). Ma non vi è dubbio che vi è una situazione estremamente precaria, così come tutta la vicenda dell'Africa sfugge ad una visione d'insieme e di attenzione sia da parte del Governo sia, di conseguenza, da parte del Parlamento. Pag. 66
Del Darfur parliamo semplicemente quando abbiamo contezza degli eccidi, ma vi sono tanti eccidi. Accanto alla pirateria vi sono eccidi e massacri di cui noi non conosciamo la portata. Noi ci fermiamo semplicemente all'aspetto giuridico, ci limitiamo ad un commento rispetto alle norme, ma non abbiamo certamente contezza e una visione forte - che noi dovremmo avere - rispetto all'impegno dell'Europa per quanto riguarda le nuove povertà che si evidenziano sempre di più in un continente abbandonato.
Siamo alla vigilia del G8 e certamente ciò poteva rappresentare l'occasione per affrontare la questione ed aprire un dibattito serio sulla politica estera, per capire quali sono le linee e gli strumenti di contrasto e di controspinta alla criminalità organizzata, quale è il ruolo che dobbiamo ricoprire, perché non si può sconfiggere la pirateria marittima, senza un supporto delle forze anche di terra. È necessario che vi sia un combinato, come si suol dire, un'interrelazione, una sinergia tra forze che sono presenti nel mare e forze che sono presenti via terra. Non sappiamo realmente quali sono le regole di ingaggio, ma queste indicano una certa immobilità, come dicevo poc'anzi, e una certa staticità che certamente non ci appassiona.
Possiamo, dunque, anche discutere, ma un discorso di questo genere conveniva anche dal punto di vista economico. L'assunzione di un impegno internazionale è un fatto positivo, come ho rilevato positivamente anche ieri a proposito del coinvolgimento dell'Unione europea in ordine alla missione Atalanta. Ma la missione Atalanta dà un senso e un ruolo dell'Europa o semplicemente l'Europa dà gli strumenti e qualche nave soltanto per perlustrare, senza agire per bonificare l'area?
Il problema, dunque, è di capire se vi è l'intenzione di bonificare l'area attraverso un'azione dinamica o vi è soltanto una posizione di attesa. Ritengo che su tale elemento debba incentrarsi il dibattito, altrimenti si tratta semplicemente di un adempimento procedurale e burocratico. Non possiamo dire di «no» a questo provvedimento. Non possiamo dire di «no» alla modifica dell'articolo 5 del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, dopo lo scambio di lettere richiamato ieri dai relatori e dai colleghi intervenuti questa sera.
Signor Presidente, ritengo che, al riguardo, il Governo debba spendere una parola. Ieri il Governo si è riservato di intervenire nel prosieguo: voglio capire perché non c'è la replica del Governo; perché non c'è una valutazione del Governo; perché non c'è una considerazione del Governo; perché non c'è uno scampolo o un segmento di politica estera che viene affrontata e portata alla nostra attenzione. Sarebbe un atto doveroso per evitare di far scadere il Parlamento semplicemente ad un fatto burocratico. In questo momento, in Parlamento non si evidenziano a sufficienza le situazioni che emergono in Somalia, in questo teatro, che mette in luce situazioni di pericolosità, nonché in Africa, che certamente avrebbe bisogno di una nuova strategia e di una nuova politica complessiva da parte del Governo.
Per tali motivi, signor Presidente, malgrado queste riserve di fondo e con la speranza che il Governo intenda replicare anche al dibattito che abbiamo svolto ieri sera (non so se è a norma di Regolamento, ma ritengo che il Governo potrebbe anche intervenire), esprimiamo una posizione favorevole nei confronti del provvedimento in esame, con un certo rammarico: ci viene presentato come un fatto rituale e liturgico per una ratifica, grossomodo, lo scambio di lettere ma certamente non si esprime un'indicazione forte per quanto riguarda la missione, considerato che abbiamo impegnato uomini, forze, energie e risorse. Abbiamo diritto di capire qual è il nostro impegno, qual è la nostra politica, qual è la nostra strategia, qual è il nostro progetto (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, il provvedimento in esame è importante e Pag. 67fondamentale e si inserisce in un quadro di lotta alla pirateria che il nostro Governo e il nostro Paese sta portando avanti con scrupolo e grande attenzione. La pirateria si configura ormai come un crimine particolarmente diffuso e, quindi, l'attenzione del nostro Paese deve essere un'attenzione particolarmente incisiva e attenta all'interno di un quadro di riferimento internazionale ed europeo.
Devo dire che il provvedimento in esame si indirizza proprio in questa direzione e va nell'ottica di contrastare in maniera seria e determinata il fenomeno che ancora oggi è all'attenzione del nostro Paese e della visione generale e complessiva della problematica.
Il lavoro, che si è svolto all'interno delle due Commissioni di merito, la II Commissione e la III Commissione, ha dimostrato lo scrupolo e l'attenzione con cui si è voluto seguire il provvedimento in esame; quindi, senza aggiungere null'altro rispetto a ciò che è già stato dichiarato dai nostri componenti all'interno della Commissione, confermo il voto favorevole della Lega alla conversione del decreto-legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Touadi. Ne ha facoltà.

JEAN LEONARD TOUADI. Signor Presidente e onorevoli colleghi, il provvedimento che ci accingiamo a votare affronta la questione della pirateria, che si configura come un crimine internazionale che rientra tra i cosiddetti treaty crimes, cioè tra i comportamenti che la comunità internazionale percepisce come reati e che sono classificati alla stregua di crimini attraverso appositi trattati, come ha ricordato nella sua relazione l'onorevole Maran.
In particolare, la tradizionale posizione di intolleranza degli Stati sovrani verso i pirati ha costituito spesso, almeno formalmente, un elemento di concordanza internazionale e di intesa, tanto che la pirateria risulta essere il più antico illecito classificato tra le ipotesi dei cosiddetti crimina iuris gentium.
La pirateria è oggi dettagliatamente qualificata dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 1982, firmata a Montego Bay, agli articoli 100 e seguenti, che riproducono, salvo alcune varianti, gli articoli 14 e seguenti della Convenzione di Ginevra del 1958. È un tema quindi che sembra evocare tempi lontani, ma che parla dell'oggi e di un'area del mondo in drammatica effervescenza. Stiamo parlando di un Paese, la Somalia, e di un'area del mondo segnati da eventi drammatici e sconvolgenti per la stabilità del pianeta e per il destino delle popolazioni martoriate da decenni di guerra, di carestie e, soprattutto, da una totale frantumazione della struttura statale.
In Somalia, signor Presidente e cari colleghi, non siamo in presenza di una statualità debole o fragile: siamo in presenza di una statualità assente, evaporata. Infatti, nel gergo degli studiosi di geopolitica il termine «somalizzazione» sta ad indicare i caratteri di un territorio senza più istituzioni formalmente costituite, con il Paese ormai in preda ai signori della guerra, che controllano pezzi di territorio e lo sfruttano, seguendo logiche di appartenenza clanica o neoclanica.
Questo è il contesto di cui dobbiamo tener conto per comprendere ciò che sta accadendo nell'area e in Somalia. La comunità internazionale purtroppo non è riuscita a pacificare questo Paese, dopo il clamoroso fallimento dell'operazione Restore Hope del 1992. Eppure, quella è un'area vitale per il mondo, anche di fronte alle nuove minacce di penetrazione di integralismo islamico attraverso le corti islamiche, ma anche minaccia di instabilità per il continente africano in generale, proprio in quell'area, dove si sta sperimentando la geopolitica del cinismo, ossia quei conflitti dove gli attori non sono più gli Stati, ma veri e propri potentati economici, che si fanno la guerra attraverso i warlord, i quali si sono ritagliati per sé il ruolo di intermediari d'affari tra quei territori martoriati e gli interessi esterni. Pag. 68
Pertanto, questa zona del mondo è entrata in una specie di caos, che l'ha trasformata in una specie di pattumiera mondiale, zona di attività illecite, pesca selvaggia e rifiuti tossici, che sono venuti a galla in occasione dell'ultimo tsunami. Ecco perché è importante che la comunità internazionale torni ad occuparsi della Somalia, a partire dal provvedimento in esame e al di là di esso, con l'intelligenza di portare avanti un'iniziativa globale di stabilizzazione e di normalizzazione.
Il nostro Paese può e deve giocare un ruolo importante, anche in considerazione delle sue responsabilità storiche in Somalia e nell'area.
Per dare operatività ai nuovi accordi internazionali di cui l'Italia fa parte, abbiamo cercato di recintare la nostra giurisdizione per quanto riguarda la pirateria in danno di beni e uomini, con la limitazione della giurisdizione italiana ai soli casi in cui i fatti siano commessi a danno dello Stato, di cittadini o di beni italiani in alto mare o in acque territoriali altrui e accertati nell'area in cui si svolge la missione Atalanta. Ciò mediante la modifica dell'articolo 5 del decreto-legge n. 209 del 2008, concernente proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali.
Fuori dai casi di giurisdizione italiana, così come limitata dalle modifiche di cui al comma 4 dell'articolo 5 del provvedimento in oggetto, si fa quindi rinvio alle disposizioni contenute negli accordi internazionali di cui altri oratori hanno parlato.
Infine, mi preme parlare della disposizione transitoria. Il presente decreto-legge prevede che sia data immediata applicazione alle nuove norme concernenti il trasferimento di persone sospettate di aver commesso atti di pirateria in base alle suddette azioni. Ebbene, noi del Partito Democratico vogliamo attirare l'attenzione del Governo e di quest'Aula sul nostro partner, il Kenya, il partner da noi scelto per l'azione di giudizio e di detenzione di coloro che dovessero rendersi responsabili di atti di pirateria.
Il Governo del Kenya, in questo momento, conosce un'instabilità al vertice: il primo Ministro e il Presidente stanno rompendo gli accordi stabiliti dalla mediazione di Kofi Annan. Ecco perché riteniamo fondamentale inserire una clausola meno generica a garanzia e tutela dell'importante accordo firmato tra l'Unione europea e il Kenya, il quale si è dichiarato pronto a rispettare i diritti dei detenuti, a non praticare la tortura o a non praticare trattamenti disumani e soprattutto si è impegnato a non eseguire la pena di morte, lo ricordo, formalmente non abrogata in Kenya.
Questa lettera di accordo prevede che i contenziosi siano risolti attraverso la via diplomatica; si tratta di una voce, la più bassa del diritto internazionale; l'ordine del giorno da noi presentato chiede maggiori tutele e garanzia per i detenuti affinché nessuno possa subire in Kenya trattamenti disumani, tortura o peggio ancora la pena di morte.
Con questa fondamentale precauzione voteremo a favore di questo provvedimento perché anche noi siamo consapevoli dei pericoli che corrono le nostre navi nell'area.
L'onorevole Tullo ha presentato in tal senso un'interrogazione al Ministro per sapere quali misure si intendevano intraprendere. Ebbene, votando questo provvedimento mi sia consentito infine signor Presidente, esprimere a nome del gruppo del Partito Democratico la nostra solidarietà e vicinanza ai marinai della nave italiana Buccaneer in mano ai privati somali da molti, troppi lunghi mesi, auspicando per loro e per i loro familiari una pacifica e veloce risoluzione della vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, per i profili generali di questo provvedimento non posso che rimandare alla puntuale relazione del collega Cassinelli contenuta a pagina 93 del resoconto stenografico del 30 giugno. Pag. 69
Credo che questo provvedimento abbia un altro valore; è una cartina di tornasole che il Parlamento esprime in linea con quello che è un metodo assolutamente corretto di legiferare. Voglio essere più chiaro sul punto per giustificare come la metodologia seguita in questo frangente sia particolarmente indicativa di correttezza.
Innanzitutto, vi è un grande livello di attenzione perché, pensate, modifichiamo l'articolo 5 del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, con un'approvazione puntuale sulla scorta di una deliberazione del Consiglio del febbraio 2009 originata da un semplice scambio di lettere fra l'Unione europea e il Kenya.
Quindi, occorre fare attenzione ai livelli delle modifiche normative e soprattutto alla grande modernità. Infatti, è ovvio che una forma di cooperazione internazionale ha senso se avviene, come in questo caso, nel rispetto della tradizione giuridica e dei principi del nostro sistema.
Non si tratta di una dismissione incontrollata, ma di una scelta ragionevole in favore di principi giuridici profondamente presenti nel tessuto connettivo del nostro sistema. Allora, se in qualche modo l'efficienza si manifesta - è questo il terzo spunto - unitamente all'attenzione ed alla modernità, con l'immediata applicazione di questo pacchetto, dobbiamo concludere che non si tratta di una mera ricezione, né di un atteggiamento passivo, ma di una scelta che, con una rinuncia intelligente e modulata, ha avuto modo di esprimersi.
Mi ha particolarmente colpito positivamente il parere favorevole del Governo sugli ordini del giorno. Questa è la prova che la formazione del convincimento non nasce soltanto da input di carattere normativo, ma trova una giusta integrazione nelle Aule del Parlamento, laddove il Governo immediatamente prende atto che, quando gli spunti servono per dare corposità, intelligenza, maggiore affabilità dal punto di vista del feeling con la popolazione, anche con riferimento al funzionamento di una norma, immediatamente assume ad integrazione delle proprie scelte gli spunti che provengono dagli ordini del giorno.
Se il modello scelto è capace di rappresentare una scelta aperta a tutti i contributi, dobbiamo rilevare che il provvedimento in esame costituisce una sorta di bonsai, una sorta di prova piccola e generale ed una sorta di macroscopio affinché si possa prendere atto di come, anche nelle piccole cose, la metodologia è assolutamente corretta.
Concludo, anticipando ovviamente il voto favorevole del gruppo che rappresento per dire che il nostro è un modo moderno e democratico di legiferare (e così ho scritto) che pone in buon equilibrio dinamico le esigenze dello Stato che, mantenendo la saldezza dei principi, rafforzano le prospettive di coerenza e di crescita a livello internazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervento anch'io, come ha affermato il collega Tassone, per sottolineare l'importanza di questo provvedimento che costituisce un passo che va nella giusta direzione. Tuttavia, vorrei anche sottolineare una sensibilità, in vista di un prossimo dibattito che certamente avverrà sullo stesso tema. Infatti, oramai è da più di qualche anno che accadono atti di pirateria in quella zona particolare dell'Africa.
Negli Stati Uniti si sta riflettendo su come integrare gli impegni internazionali attraverso una cosiddetta opera di bonifica del territorio. Infatti, uno dei tanti problemi legati alla pirateria è che - come è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto - in questo territorio non c'è un'autorità. Se viene fondata un'autorità, alcuni ministri vengono accoppati, come è successo qualche settimana fa; le forze di intervento internazionali, se non riescono a bloccare gli atti di pirateria, non sono nemmeno poi adeguatamente preparate Pag. 70per andare a recuperare le navi con i passeggeri.
Incidentalmente, ricordo che vi sono in quel territorio undici italiani e forse questo dibattito, seppur breve, poteva rappresentare un'occasione per illustrare all'Aula i grandi sforzi che sta facendo la nostra diplomazia così come, tra l'altro, una nostra collega. Dico tutto ciò per ripetere che la direzione è quella giusta, ma che però bisognava avere più coraggio perché la situazione deve essere affrontata con maggiore incisività anche dalla comunità internazionale.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LUCA VOLONTÈ. Speriamo che la prossima occasione sia quella di affrontarla con quel coraggio di cui c'è bisogno non solo per i mercantili internazionali, ma anche per quella popolazione.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2511)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 2511, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... Onorevole Mondello... Onorevole Gottardo... Onorevole Di Virgilio... Onorevole Savino... Onorevole Grassi... Onorevole Graziano... Onorevole Barbato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).
(Conversione in legge del decreto-legge 15 giugno 2009, n. 61, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto alla pirateria) (2511):

(Presenti e votanti 358
Maggioranza 180
Hanno votato
356
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Malgieri ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1439 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo internazionale del 2006 sui legni tropicali, con Allegati, fatto a Ginevra il 27 gennaio 2006 (Approvato dal Senato) (A.C. 2450).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo internazionale del 2006 sui legni tropicali, con Allegati, fatto a Ginevra il 27 gennaio 2006.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2450)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2450), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... Onorevole Mondello... Onorevole Di Caterina... Onorevole Barbato... Pag. 71
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 366
Maggioranza 184
Hanno votato
365
Hanno votato
no 1).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2450), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Golfo... Onorevole Peluffo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 365
Maggioranza 183
Hanno votato
365).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2450), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda... Onorevole Margiotta... Onorevole Di Caterina... Onorevole Delfino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 365
Maggioranza 183
Hanno votato
365).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2450)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare il nostro voto favorevole a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Intervento molto efficace, onorevole Volontè.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, rinvio a quanto già dichiarato dal collega onorevole Evangelisti in sede di discussione sulle linee generali ed annuncio il voto favorevole dell'Italia dei Valori sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borghesi, vedo che anche lei è stato molto applaudito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsini. Ne ha facoltà.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, anch'io mi rifaccio al mio intervento che ho tenuto in sede di discussione sulle linee generali e preannuncio il voto favorevole del mio gruppo sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, anch'io mi rifaccio all'intervento di ieri e preannuncio il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Pag. 72

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2450)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2450, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Barani, Nicolucci, Bellotti, Torrisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(S. 1439 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo internazionale del 2006 sui legni tropicali, con Allegati, fatto a Ginevra il 27 gennaio 2006 (Approvato dal Senato) (2450):

(Presenti 372
Votanti 371
Astenuti 1
Maggioranza 186
Hanno votato
371).

Seguito della discussione del disegno di legge: Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale adottate con le risoluzioni del Consiglio dei Governatori n. 63-2 del 28 aprile e n. 63-3 del 5 maggio 2008, nonché aumento della quota di partecipazione dell'Italia (A.C. 2072) (ore 16,55).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge di ratifica: Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale adottate con le risoluzioni del Consiglio dei Governatori n. 63-2 del 28 aprile e n. 63-3 del 5 maggio 2008, nonché aumento della quota di partecipazione dell'Italia.
Ricordo che nella seduta del 30 giugno 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2072)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2072), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Barani, Centemero, Speciale...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 371
Maggioranza 186
Hanno votato
371).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2072), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nizzi, Moles, Mondello, Pianetta.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 370
Maggioranza 186
Hanno votato
370).

Pag. 73

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2072), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Speciale... onorevole Rosso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 370
Maggioranza 186
Hanno votato
370).

Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 2072), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi... onorevole Golfo... onorevole Mondello... onorevole Poli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 372
Maggioranza 187
Hanno votato
372).

Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 2072), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 374
Maggioranza 188
Hanno votato
374).

Prendo atto che il deputato Ascierto ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Compagnon e Galati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A - A.C. 2072), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... onorevole Moles... onorevole Grassi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 380
Maggioranza 191
Hanno votato
380).

Prendo atto che il deputato Ascierto ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati D'Incecco, Volontè e Galati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2072)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, vorrei solo dire che possiamo essere orgogliosi come Parlamento italiano perché Pag. 74solo una settimana fa, lo può ben dire il presidente della delegazione di questo ramo del Parlamento, l'onorevole Vitali, il Consiglio d'Europa aveva invitato i Parlamenti nazionali ad approvare provvedimenti come questo che aumentassero gli stanziamenti come l'Accordo dei Governatori oggi ci dimostra, per rendere più flessibile e operativo, capace cioè di incidere efficacemente nella crisi economica, il Fondo monetario internazionale. È un motivo di pregio per tutti noi e, quindi, esprimo un ringraziamento e una conferma del nostro voto favorevole a questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Narducci. Ne ha facoltà.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole del Partito Democratico e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto, che riprende ampiamente il mio intervento di ieri.

PRESIDENTE. Onorevole Narducci, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori rinviando per le motivazioni all'intervento svolto nella discussione sulle linee generali che ha avuto luogo ieri.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2072)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2072, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi... onorevole Latteri... onorevole Girlanda... onorevole Carlucci... onorevole Vitali...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale adottate con le risoluzioni del Consiglio dei Governatori n. 63-2 del 28 aprile e n. 63-3 del 5 maggio 2008, nonché aumento della quota di partecipazione dell'Italia) (2072):

(Presenti e votanti 382
Maggioranza 192
Hanno votato
382).

Prendo atto che il deputato Ascierto ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Barbato, Mariani e Galati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione delle mozioni Vico ed altri n. 1-00151, Cimadoro ed altri n. 1-00198, Vignali, Fava, Iannaccone ed altri n. 1-00199 e Pezzotta ed altri n. 1-00200 concernenti misure a favore del comparto siderurgico (ore 17).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Vico ed altri n. 1-00151, Cimadoro ed altri n. 1-00198, Vignali, Fava, Iannaccone ed altri n. 1-00199 e Pezzotta ed altri n. 1-00200 concernenti misure a favore del comparto siderurgico (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.

Pag. 75

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni presentate.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, in ordine alle mozioni in esame il Governo è impegnato ad affrontare la crisi del settore siderurgico ritenendo importante questo settore sia dal punto di vista del contributo che dà all'occupazione, sia dal punto di vista del contributo che dà alla crescita del prodotto interno lordo. Sulle mozioni presentate dai colleghi il parere del Governo è il seguente.
Sulla mozione Vico ed altri n. 1-00151 si condividono, quindi è possibile accogliere, gli impegni contenuti nel dispositivo dal secondo al quinto capoverso; mentre per l'impegno contenuto nel primo capoverso, relativo al patto di stabilità degli enti locali, il Governo ritiene di essere già intervenuto attraverso il provvedimento sugli incentivi. Quindi, il Governo ritiene che il primo capoverso del dispositivo non sia accoglibile. Se i presentatori dovessero ritirare l'impegno contenuto nel primo capoverso, il Governo accetterebbe gli altri quattro.
Per quanto riguarda la mozione Cimadoro ed altri n. 1-00198, il Governo esprime parere favorevole sugli impegni contenuti nei primi quattro capoversi del dispositivo; mentre in ordine al quinto capoverso vi è la necessità di precisare che quanto richiesto deve essere costruito nei limiti del rispetto della normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato. Se questa riformulazione del dispositivo venisse accettata, il Governo esprimerebbe un parere favorevole sugli altri impegni.
Il Governo esprime un parere favorevole sui dispositivi delle mozioni Vignali, Fava, Iannaccone ed altri n. 1-00199, nonché Pezzotta ed altri n. 1-00200.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, mi adeguo al clima della giornata e cercherò di contenere al massimo il mio intervento che si articola sostanzialmente sulla necessità da parte del gruppo della Lega Nord di ribadire alcuni punti in ordine a quella che ha rappresentato nella storia dei nostri territori una delle attività produttive più importanti che hanno costruito l'ossatura del nostro sistema industriale padano, ovvero la siderurgia e l'industria metallurgica legata alla siderurgia.
La grande difficoltà attraversata dal comparto nell'ultimo periodo è un fatto ciclico per chi conosce questo mercato e per chi lo conosce bene come noi. È un fatto ciclico che, però, stavolta ha delle caratteristiche che lo rendono straordinario in quanto a intensità. Il nostro mercato a cui eravamo abituati è dalle facili oscillazioni. Non dimentichiamoci che nell'ultimo periodo, tra il 2005 e il 2007, il sistema siderurgico del Paese ha vissuto anche momenti molto positivi da diversi punti di vista.
Quindi, con questa mozione abbiamo inteso ribadire alcuni concetti che vanno nel solco del giudizio positivo che esprimiamo anche nei confronti del Governo e dell'ultimo provvedimento del Governo di venerdì scorso, ovvero il decreto-legge che ci troveremo ad affrontare nelle prossime settimane in quest'Aula. Ciò soprattutto per quanto concerne alcuni aspetti che riteniamo fondamentali ai fini della soluzione del problema.
Noi consideriamo che il tema energetico non sia secondario. L'industria siderurgica è per definizione l'industria energivora del Paese e il fatto di aver dato la possibilità di avere delle prospettive di medio e lungo periodo, attraverso l'approvazione del provvedimento che ci ha visti impegnati stamattina, da un certo punto di vista ci rincuora, ma non risolve il problema nel breve termine. Il Governo, con il ritorno alla tariffazione ridotta, con il meccanismo del cosiddetto gas release, introduce un principio di cui dovrebbero Pag. 76beneficiare, sostanzialmente dal punto di vista del costo energetico (del costo della bolletta), soprattutto le aziende che hanno difficoltà a competere su un mercato globale come quello attuale.
L'ultima questione che poniamo all'attenzione di quest'Aula, che non è secondaria e riguarda i contenuti della mozione stessa, concerne il fatto che si debba arrivare sostanzialmente a forme di protezione del nostro mercato nei confronti dei mercati esteri che non rispettano le nostre identiche regole in materia di tutela del lavoro e di tutela ambientale. Questo è necessario, perché in questo momento le nostre imprese si trovano a dover competere in un mercato globale, nell'ambito del quale la competizione non avviene alla pari. Per fare questo, noi riteniamo che ci siano grandi opportunità da parte del Governo e chiediamo che istituisca un tavolo di crisi nel settore siderurgico in tempi rapidi e che, alle risposte che già sono state date, ne vengano aggiunte rapidamente altre, che possano consentire il mantenimento dei livelli occupazionali e di una struttura industriale che - lo ripeto - ha caratterizzato la storia del nostro Paese e dei nostri territori (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, esprimo soddisfazione per l'accoglimento della nostra mozione, soprattutto perché ci troviamo di fronte ad un settore che sta attraversando notevoli difficoltà a livello nazionale, per quanto riguarda la sua riorganizzazione e ristrutturazione, anche perché ci sono alcuni adempimenti da compiere in fretta, soprattutto per quanto riguarda la piattaforma di Genova.
Occorre, però, anche intervenire, affinché alcuni elementi di social dumping, che potrebbero essere messi in campo dall'intervento della Cina, possano essere contenuti. Credo, inoltre, che vadano sottolineate l'esigenza e la necessità di un confronto con le multinazionali siderurgiche che operano in Italia, perché non diano luogo a ulteriori processi di delocalizzazione o di deindustrializzazione.
Credo che il Governo debba agire con severità, anche per evitare che gli elementi di tensione sociale presenti nei diversi stabilimenti possano assumere una caratteristica di accentuazione. Pertanto, accolgo con soddisfazione quanto il sottosegretario ha dichiarato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, voglio ringraziare il Governo per l'attenzione e l'accoglimento della nostra mozione. Accetto la proposta di riformulazione, ma vale la pena fare un paio di raccomandazioni. Questa crisi di settore è importantissima e non riguarda solo il nostro Paese, ma ha coinvolto tutta l'Europa. I problemi del comparto vanno risolti sicuramente con l'aiuto dell'Europa, senza la quale probabilmente faremmo una strada a metà e non il percorso finito. Credo che sia una cosa da fare immediatamente, quindi sollecito il Governo affinché questa mozione abbia da subito una risposta legislativa o, comunque, degli aiuti che diano la possibilità a queste imprese di mantenere la professionalità e l'occupazione. È importante un'attenzione all'ambiente, perché le immissioni in atmosfera riguardano questa struttura industriale. Su questo punto, la defiscalizzazione di queste aziende, che andrebbero ad inquinare e porterebbero sicuramente nocumento alla salute, se fatta, dovrebbe sicuramente essere tassata. Ciò detto, ringrazio ancora il Governo.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che l'onorevole Cimadoro accetta la riformulazione proposta dal Governo della sua mozione n. 1-00198.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, il sottosegretario Saglia ha proposto un'ipotesi Pag. 77di soppressione del primo capoverso del dispositivo a partire dalle parole: «prevedendo la possibilità per gli enti, quali comuni...», e così via. Se ho inteso bene la proposta del Governo, accetto la riformulazione e apprezzo contemporaneamente l'opinione che il Governo ha inteso rendere sulla mozione del Partito Democratico.
Svolgerò alcune brevi considerazioni. Siamo dentro a un settore le cui dimensioni di difficoltà sono più grandi, in assoluto, di quanto si pensi. Vorrei fare un solo esempio: il solo settore dei laminati piani (rotoli a caldo, a freddo, zincati, banda stagnata, lamiere da treno) ha come mercati di sbocco principali il settore delle costruzioni, la meccanica, i cantieri navali, i tubi, gli elettrodomestici, l'auto.
Per dare la dimensione, in questa prima riflessione, dell'occupazione siderurgica in difficoltà e degli utilizzatori finali - mai fu preciso questo termine come in questo caso! - stiamo parlando di 3 milioni di lavoratori e di lavoratrici. Vorrei segnalare questo aspetto e vorrei segnalare come le difficoltà sul versante del lavoro siano, allo stato, terribili.
Onorevoli colleghi, solo nei principali siti siderurgici italiani il quadro approssimativo al 30 aprile è il seguente: nello stabilimento di Taranto 6.000 siderurgici in cassa integrazione e 4 mila dell'indotto; a Terni 700 siderurgici in cassa integrazione e 500 dell'indotto; a Piombino 1.400 siderurgici in cassa integrazione e 600 dell'indotto; a Genova 1.000 siderurgici; a Brescia 2.500 siderurgici; a Bergamo 1.500 siderurgici più 400 dell'indotto; a Trieste 400 siderurgici e circa 200 dell'indotto. Questa è solo la parte dei siti siderurgici.
Quanto a questo, siamo nelle condizioni di rilevare che il superamento della situazione congiunturale interna per quanto riguarda il consumo apparente, ma soprattutto i livelli di produzione - con la mozione abbiamo voluto sollecitare il Parlamento e il Governo - può realizzarsi a seguito di una ripresa delle attività produttive, particolarmente in due grandi settori: le costruzioni e la produzione industriale.
Onorevoli colleghi, l'andamento degli ordini nel settore automobilistico, anche a seguito degli incentivi all'acquisto, non si è ancora massivamente trasmesso al settore siderurgico, anche a causa delle scorte che erano state accumulate in tutti i gradini della catena produttiva.
Per quanto riguarda gli interventi nelle costruzioni, si nota come la maggior parte di questi non sia ancora cantierata o cantierabile nel breve termine e gli effetti delle misure del Governo fin qui adottate potrebbero essere assolutamente insufficienti, e questo comporterebbe una possibilità di riscontro negativo anche nel 2010.
A ciò si aggiunge il rischio di un forte incremento delle importazioni da parte di quei Paesi che hanno posto in essere misure di protezionismo interno. L'offerta di prodotti a prezzi fuori mercato da parte di operatori commerciali che trattano prodotti siderurgici importati dai Paesi terzi, principalmente dalla Cina, possono essere un ulteriore aggravio della situazione.
Il rischio di dumping commerciale e di invasione di prodotti cinesi in tutti i segmenti della produzione siderurgica nazionale sono un fenomeno legato alla sovracapacità produttiva di quel Paese, e al sistema di sussidi che caratterizza tutti i fattori economici e finanziari della produzione. Insomma, si tratta in estrema sintesi di una concorrenza sleale che distorce questo settore del mercato globale.
La nostra mozione va dunque nella direzione di due grandi obiettivi, importanti se non decisivi, e apprezziamo che il Governo li abbia accolti. Il primo: un'iniziativa del Governo, che ponga attenzione seria al problema del dumping commerciale, e ciò significa proporre nelle sedi opportune misure di contrasto e attuare maggiori controlli del materiale in fase di importazione dal punto di vista dei requisiti qualitativi, di sicurezza e di denominazione commerciale. Voglio essere convinto che il Governo, accogliendo la nostra mozione ma anche quella degli altri colleghi, muoverà un'iniziativa sicura in direzione Pag. 78dell'Unione europea, per l'apertura di un tavolo operativo sulla crisi del sistema siderurgico europeo.
Il secondo grande obiettivo è la realizzazione delle opere pubbliche. Lì c'è un nodo che si collega ai debiti verso le imprese da parte della pubblica amministrazione. Lì c'è il nodo, secondo i dati che abbiamo appreso anche dalle dichiarazioni del sottosegretario Nicola Cosentino e della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: il debito complessivo della pubblica amministrazione italiana verso le imprese ammonta a circa 50-60 miliardi di euro. Noi pensiamo che nei decreti dei prossimi mesi, delle prossime settimane, questo sia anche un problema da affrontare.
Con questo spirito, e con l'ulteriore apprezzamento per il parere favorevole del Governo sulla mozione del Partito Democratico, vogliamo essere certi che affrontiamo con un approccio di settore questa grave crisi, affinché il 2009 non chiuda come l'ISTAT ed altri centri studi ci indicano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, intervengo per precisare che quanto dichiarato dall'onorevole Vico corrisponde all'opinione del Governo: la riformulazione del primo capoverso del dispositivo è quella di espungere il riferimento al Patto di stabilità, ma di lasciare la prima parte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente (Commenti)...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Vignali. Vorrei invitare ad ascoltare, e do un avvertimento: se non sarà possibile ascoltare gli interventi sospenderò la seduta, e la riprenderemo quando vi saranno le condizioni per farla svolgere in modo adeguato (Applausi).

RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, preannunciando la richiesta di autorizzazione alla pubblicazione dell'intervento, vorrei svolgere soltanto alcune brevi considerazioni.
In primo luogo, non noi, ma gli operatori del settore siderurgico danno atto al Governo di aver fatto molto in questi mesi, e di star facendo ora (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Tanti degli interventi che il Governo ha messo in atto vanno anche evidentemente a beneficio di questo importante settore.
In secondo luogo, con questa mozione chiediamo sinteticamente l'accelerazione dell'esecuzione dei provvedimenti già adottati, che sono molti, e chiediamo che ci si faccia carico in Europa e nelle sedi internazionali di combattere la concorrenza sleale e di mantener fede alle posizioni prese anche in tema di emissioni (su questi temi, la posizione presa dal Governo dà alle nostre imprese possibilità migliori di quelle precedentemente previste).
Chiediamo, infine, l'istituzione di un tavolo presso il Ministero per il settore siderurgico, anche se ci giunge notizia che il Ministro Scajola si è già attivato in questa direzione. Ciò non può che suscitare il nostro applauso nei confronti del Governo, che si conferma così il Governo dei fatti e della sussidiarietà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Vignali, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

Pag. 79

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vico ed altri n. 1-00151, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Margiotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 376
Votanti 375
Astenuti 1
Maggioranza 188
Hanno votato
374
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cimadoro ed altri n. 1-00198, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Girlanda, Latteri, Pes...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 379
Votanti 378
Astenuti 1
Maggioranza 190
Hanno votato
378).

Prendo atto che i deputati Mastromauro e Crosio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vignali, Fava, Iannaccone ed altri n. 1-00199, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Girlanda, Latteri, Mondello, Rossomando, Mastromauro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 383
Maggioranza 192
Hanno votato
383).

Prendo atto che la deputata Boniver ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pezzotta ed altri n. 1-00200, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Razzi, Andrea Orlando, Latteri, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 385
Votanti 381
Astenuti 4
Maggioranza 191
Hanno votato
379
Hanno votato
no 2).

Approvazioni in Commissione (ore 17,25).

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di oggi, mercoledì 1o luglio 2009, sono stati approvati in sede legislativa i seguenti progetti di legge:

Dalla IV Commissione permanente (Difesa):
Sen. CANTONI: «Modifica dell'articolo 6 del decreto legislativo 28 febbraio 2001, n. 82, in materia di arruolamento dei congiunti di appartenenti alle Forze armate vittime del dovere» (approvato dalla 4a Commissione permanente Difesa del Senato della Repubblica) (2120), Pag. 80con l'assorbimento della seguente proposta di legge CIRIELLI: «Modifica dell'articolo 6 del decreto legislativo 28 febbraio 2001, n. 82, in materia di arruolamento per chiamata diretta nominativa nel ruolo dei volontari di truppa in servizio permanente in favore di congiunti delle vittime del dovere» (1896), che pertanto sarà cancellata dall'ordine del giorno;

Dalla XII Commissione permanente (Affari sociali):
MUSSOLINI ed altri: «Modifica della denominazione e delle competenze della Commissione parlamentare per l'infanzia di cui all'articolo 1 della legge 23 dicembre 1997, n. 451» (1800); CAPITANIO SANTOLINI: «Modifica della denominazione e delle competenze della Commissione parlamentare per l'infanzia di cui all'articolo 1 della legge 23 dicembre 1997, n. 451» (1914), in un testo unificato e con il titolo: «Modifica della denominazione e delle competenze della Commissione parlamentare per l'infanzia di cui all'articolo 1 della legge 23 dicembre 1997, n. 451» (1800-1914).

Sull'ordine dei lavori.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, volevo cogliere l'occasione dei dieci anni della morte di un grande amico mio personale, nonché parlamentare della Repubblica, l'onorevole Giovanni Panetta, morto dieci anni fa il 3 luglio del 1999 durante una campagna elettorale, per ricordarlo a quest'Aula e ricordarne le virtù, l'impegno e soprattutto il grande affetto che ha lasciato in molti di noi, penso anche in molti di quelli che lo hanno conosciuto al di là della formazione politica a cui noi apparteniamo. Giovanni era una persona dotata di grandissima generosità, di notevole acume politico e - allora come oggi - ne piangiamo la scomparsa e lo ricordiamo con tante affetto. Grazie (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Volontè, mi unisco al suo ricordo. Gianni Panetta è stato anche un mio grande amico personale e ha lasciato un ricordo indelebile: una grande promessa che il mistero della vita - o il mistero di Dio, per chi ci crede - ci ha portato via. Grazie di averlo ricordato.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 2 luglio 2009, alle 9,30:

Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 17,30.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO FRANCO NARDUCCI SUL DISEGNO DI LEGGE N. 2072

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la crisi economico-finanziaria che si è manifestata con drammaticità negli ultimi mesi ha reso evidente l'esigenza di un'azione concertata degli Stati al fine di trovare soluzioni comuni e garantire una più efficace governance dell'economia mondiale. Si sono moltiplicate le iniziative concertate all'interno dei fora internazionali all'uopo destinati, anche al fine di valutare l'adeguatezza delle principali istituzioni multilaterali a far fronte ai crescenti squilibri globali. In tale prospettiva un ruolo di primo piano è svolto dal Fondo monetario internazionale (FMI) di cui discutiamo la modifica dello Statuto per aumentarne l'efficacia. Il tutto per costruire Pag. 81quel sistema istituzionale capace di svolgere un ruolo non solo di prevenzione e di gestione del rischio finanziario ma anche di allarme preventivo (early warning), all'interno di un network internazionale dotato di regole e di strumenti d'intervento appropriati. A livello internazionale e nei vertici del G7/8 finanziario si è avviata una discussione sulla riforma delle istituzioni finanziarie internazionali, anche intervenendo con riforme strutturali, al fine di renderle capaci di fare fronte alla promozione della crescita economica globale e alla riduzione della povertà e di realizzare una maggiore rappresentatività delle economie emergenti ed una più moderna funzione di sorveglianza potenziando il Fondo monetario internazionale.
Il Vertice del G20 del 2 aprile scorso a Londra, dal canto suo, ha affermato il principio della responsabilità intergenerazionale nel rilanciare la crescita globale secondo un preciso modello di «economia mondiale aperta, basata sui principi del mercato, regolazione effettiva e forti istituzioni globali». È chiaro di fronte alle evidenze dei fatti che le misure concertate dai Governatori che portano alla modifica dello statuto del FMI sono ormai superate dagli eventi ma rappresentano un primo indispensabile passo per una riforma congrua di tale Istituzione. Quindi il disegno di legge in questione assume una importanza fondamentale per fronteggiare la crisi economica e finanziaria di fronte alla quale ci troviamo.
Il disegno di legge in votazione presenta due gruppi di disposizioni che rispondono ad esigenze diverse. Il primo gruppo prevede alcune modifiche allo statuto del FMI finalizzate, tra l'altro, ad aumentare il potere di voto e a rafforzare la rappresentanza dei «Paesi a basso reddito». Si tratta di disposizioni necessarie considerato lo scenario geo-politico fortemente mutato rispetto a quello dell'immediato dopoguerra che vede l'affermarsi sulla scena internazionale di economie emergenti. Il nuovo contesto richiede un nuovo sistema di rappresentanza e di decisione nel FMI, istituzione finanziaria che fino ad oggi ha adottato un criterio che attribuisce un peso decisionale proporzionale alla quota di capitale sottoscritto con un sistema molto simile a quello delle società per azioni.
Il secondo gruppo di disposizioni prevede un aumento della quota italiana di partecipazione al Fondo che risulterà pari al 3,31 per cento, sostanzialmente in linea con il livello precedente (3,25 per cento). Tale misura rientra in una iniziativa di revisione ad hoc delle quote per meglio commisurare le quote di partecipazione dei singoli Stati membri al loro peso economico. Anche questa è una misura «ordinaria» di adattamento dello statuto del FMI alla situazione economica degli Stati che ne fanno parte.
Il disegno di legge in votazione recepisce modifiche statutarie approvate più di un anno fa dal Consiglio dei Governatori del Fondo. Si tratta di interventi che letti alla luce dell'attuale crisi economico finanziaria assumono un rilievo ancora più significativo. I recenti vertici finanziari del G8 e del G20, infatti, hanno evidenziato all'unisono la necessità di intervenire con riforme strutturali delle istituzioni finanziarie internazionali e con misure macroeconomiche, nel rispetto del principio della responsabilità intergenerazionale nel rilanciare la crescita globale, rafforzando altresì la dotazione finanziaria del Fondo monetario internazionale e delle banche di sviluppo multilaterali. È quindi un dovere morale oltre che un impegno politico e una forma di responsabilità per l'Italia che, tra l'altro, detiene la presidenza di turno del G8 e che si prepara ad accogliere tra pochi giorni a L'Aquila i rappresentanti degli Stati più industrializzati per discutere anche della soluzione ai problemi economici e finanziari globali, che si dia piena ed intera esecuzione nell'ordinamento interno alle modifiche allo statuto del FMI concordate a livello internazionale.
Per queste ragioni, signor Presidente, i deputati del Partito Democratico votano a favore di questo disegno di legge.

Pag. 82

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO RAFFAELLO VIGNALI SULLE MOZIONI CONCERNENTI IL COMPARTO SIDERURGICO

RAFFAELLO VIGNALI. Onorevoli colleghi, tutti siamo consapevoli dell'importanza del settore siderurgico nel sistema produttivo italiano ed europeo.
Le nostre imprese siderurgiche producono il 15 per cento dell'acciaio europeo, collocandosi per quota di produzione al secondo posto in Europa dopo la Germania.
La crisi economica che ha colpito soprattutto le imprese che operano nel settore dei beni durevoli, come l'automobile e la casa, è rimbalzata inevitabilmente sulle intere filiere. Nei mesi scorsi, secondo le stime dei produttori, la produzione è scesa del 40,8 per cento nel primo trimestre, del 42,9 per cento ad aprile e del 49,7 per cento a maggio.
Questa situazione di difficoltà, dovuta al calo della domanda a livello globale, è aggravata da due minacce: il protezionismo di diversi Paesi, che colpisce le nostre esportazioni, e anche l'aggressività sui mercati di Paesi, come Cina e India, che registrano una sovraproduzione di proporzioni enormi. Sappiamo anche che tale aggressività è resa possibile da strumenti di dumping commerciale, favorito da fenomeni a monte di dumping sociale, ambientale e concorrenziale.
Cosa chiediamo oggi al Governo? Chiediamo innanzitutto di intensificare e di velocizzare una azione che è già in atto da tempo.
Noi non accettiamo la propaganda di chi vorrebbe fare credere al Paese che il Governo Berlusconi non stia facendo nulla! Non l'accettiamo perché è solo propaganda, ma soprattutto perché non corrisponde alla realtà dei fatti! Il Governo Berlusconi ha messo in campo misure concrete e soldi veri! Sì, soldi veri!
Gli 8 miliardi per gli ammortizzatori sociali, gli incentivi per auto e moto, il decreto-legge approvato dal Governo venerdì scorso che accelera i pagamenti della pubblica amministrazione, gli interventi per garantire la continuità del credito, così come la prossima approvazione del «piano casa», che secondo le associazioni di settore mobiliterà circa 60 miliardi di euro - pari a 4 punti del PIL -, sono interventi che vanno tutti a beneficio anche del settore siderurgico. E questo lo riconoscono tutte le associazioni del settore. Anche il via libera dal CIPE alle risorse per le infrastrutture, l'Abruzzo e l'edilizia scolastica vanno in questa direzione.
Cosa chiediamo, dunque, oggi? Chiediamo di accelerare al massimo l'esecuzione dei provvedimenti già adottati. E confidiamo nel fatto che a livello locale non prevalgano i «no». Anche nel dibattito sull'A.C. 1441-ter-C concluso or ora, in particolare in tema di energia nucleare, abbiamo sentito interventi di deputati dell'opposizione che minacciavano: «Scordatevi di fare questo o quello a casa nostra!».
A questi colleghi diciamo che non si può fingere di avere a cuore il sistema industriale e siderurgico in quest'aula e poi cavalcare e fomentare i veti alle infrastrutture per la mobilità e a quelle per l'energia! Gli italiani sanno vedere con i propri occhi e sanno giudicare! Così come le imprese sanno chi è dalla loro parte!
Quello che chiediamo al Governo è dunque di intensificare a livello internazionale la propria azione. Chiediamo di mantenere ferma la posizione già sostenuta in Europa sulle emissioni!
Chiediamo di intensificare i controlli sulle importazioni extraeuropee per bloccare materiali non conformi agli standard tecnici e di chiedere ai paesi europei di fare lo stesso!
Chiediamo di farsi carico a livello europeo e di organizzazione mondiale del commercio di una regolazione comune basata sul principio di reciprocità.
Chiediamo, infine, di convocare un tavolo sulla siderurgia presso il Ministero dello sviluppo economico al fine di individuare ulteriori misure specifiche e per portarne gli esiti in sede europea. Chiediamo, cioè, al Governo Berlusconi di Pag. 83continuare ad essere il Governo dei fatti e della sussidiarietà, che è quello che interessa a noi ed al Paese.
Noi, propaganda e nostalgie stataliste le lasciamo volentieri ad altri!

ERRATA CORRIGE

Nel resoconto stenografico della seduta del 30 giugno 2009, a pagina 47, seconda colonna, ventunesima riga, le parole: «la V Commissione (Bilancio)», si intendono sostituite dalle seguenti: «il Bilancio».

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1441-ter-C - odg 9/1441-t-C/23 417 417 209 183 234 69 Resp.
2 Nom. odg 9/1441-ter-C/24 431 411 20 206 189 222 69 Resp.
3 Nom. odg 9/1441-ter-C/25 441 441 221 211 230 68 Resp.
4 Nom. odg 9/1441-ter-C/29 449 449 225 196 253 68 Resp.
5 Nom. odg 9/1441-ter-C/30 456 456 229 222 234 68 Resp.
6 Nom. odg 9/1441-ter-C/33 464 462 2 232 224 238 68 Resp.
7 Nom. odg 9/1441-ter-C/34 464 464 233 224 240 68 Resp.
8 Nom. odg 9/1441-ter-C/35 462 460 2 231 224 236 68 Resp.
9 Nom. odg 9/1441-ter-C/37 466 464 2 233 225 239 67 Resp.
10 Nom. odg 9/1441-ter-C/38 475 299 176 150 37 262 67 Resp.
11 Nom. odg 9/1441-ter-C/40 475 467 8 234 225 242 67 Resp.
12 Nom. odg 9/1441-ter-C/46 478 478 240 234 244 66 Resp.
13 Nom. odg 9/1441-ter-C/50 480 479 1 240 233 246 66 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/1441-ter-C/53 478 478 240 234 244 66 Resp.
15 Nom. odg 9/1441-ter-C/56 480 480 241 205 275 66 Resp.
16 Nom. odg 9/1441-ter-C/63 487 486 1 244 237 249 66 Resp.
17 Nom. odg 9/1441-ter-C/65 485 485 243 236 249 66 Resp.
18 Nom. odg 9/1441-ter-C/67 488 486 2 244 238 248 66 Resp.
19 Nom. odg 9/1441-ter-C/70 492 482 10 242 63 419 66 Resp.
20 Nom. odg 9/1441-ter-C/72 493 493 247 241 252 65 Resp.
21 Nom. Ddl 1441-ter-C - voto finale 484 459 25 230 254 205 55 Appr.
22 Nom. Moz. Villecco Calipari e a - 1-182 452 412 40 207 411 1 53 Appr.
23 Nom. Moz. Saltamartini e a. - 1-193 452 431 21 216 430 1 53 Appr.
24 Nom. Moz. Di Giuseppe e a. - 1-194 454 397 57 199 396 1 53 Appr.
25 Nom. Moz.Capitanio Santolini e a- 1-195 452 263 189 132 262 1 53 Appr.
26 Nom. Ddl 2511 - voto finale 358 358 180 356 2 73 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. Ddl 2450 - articolo 1 366 366 184 365 1 73 Appr.
28 Nom. articolo 2 365 365 183 365 73 Appr.
29 Nom. articolo 3 365 365 183 365 73 Appr.
30 Nom. Ddl 2450 - voto finale 372 371 1 186 371 73 Appr.
31 Nom. Ddl 2072 - articolo 1 371 371 186 371 73 Appr.
32 Nom. articolo 2 370 370 186 370 73 Appr.
33 Nom. articolo 3 370 370 186 370 73 Appr.
34 Nom. articolo 4 372 372 187 372 73 Appr.
35 Nom. articolo 5 374 374 188 374 73 Appr.
36 Nom. articolo 6 380 380 191 380 73 Appr.
37 Nom. Ddl 2072 - voto finale 382 382 192 382 73 Appr.
38 Nom. Moz. Vico e a. - 1-151 rif. 376 375 1 188 374 1 74 Appr.
39 Nom. Moz. Cimadoro e a. - 1-198 rif. 379 378 1 190 378 74 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 41)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. Moz. Vignali, Fava e a. - 1-199 383 383 192 383 74 Appr.
41 Nom. Moz. Pezzotta e a. - 1-200 385 381 4 191 379 2 74 Appr.