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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 193 di giovedì 25 giugno 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 10.

DONATO LAMORTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Barbieri, Brancher, Brugger, Caparini, Casini, Cicchitto, Cirielli, Conte, Cota, De Biasi, Donadi, Gregorio Fontana, Gibelli, Jannone, Lo Monte, Lusetti, Mazzocchi, Migliavacca, Scajola, Soro, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2500 (ore 10,08).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
A norma del comma 1 dell'articolo 92 del Regolamento, propongo alla Camera che la seguente proposta di legge sia assegnata, in sede legislativa, alla VII Commissione (Cultura):
RUBEN ed altri: «Concessione di un contributo in favore della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea - CDEC - organizzazione non lucrativa di utilità sociale» (2500) - Parere delle Commissioni I e V.

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1441-ter-C) (ore 10,09).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato al Senato: Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia.
Ricordo che nella seduta del 24 giugno 2009 sono stati accantonati gli articoli 18, 27 e 30, e gli emendamenti agli stessi riferiti, ed è stato da ultimo approvato l'articolo 39.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di Pag. 2preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 10,30.

La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,30.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Avverto che le Commissioni I (Affari Costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione, sugli emendamenti della Commissione 18.100 (Nuova formulazione) e 27.100 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C). Avverto altresì che la Commissione ha presentato gli emendamenti 27.101 e 30.100, che sono già stati trasmessi ai gruppi e con riferimento ai quali il termine per la presentazione dei subemendamenti è stato fissato alle ore 11,15. Per dare ordine al prosieguo dei nostri lavori, chiedo al relatore se proponga di riprendere l'esame del provvedimento a partire dagli emendamenti riferiti agli articoli accantonati ovvero a partire dall'articolo 41.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, possiamo riprendere l'esame del provvedimento a partire dall'articolo 41.

PRESIDENTE. Sta bene.

(Esame dell'articolo 41 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 41 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Monai 41.4 e 41.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLO ROMANI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Monai 41.4. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

CARLO MONAI. No, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Monai, intende intervenire per dichiarazione di voto?

CARLO MONAI. No, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Constato l'assenza dell'onorevole Ferranti che aveva chiesto di intervenire per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbia rinunziato.
Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 41.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia ... onorevole Versace ... onorevole Barani. I colleghi hanno votato? Non mi riferisco a ritardatari. L'onorevole Ascierto ha votato.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 357
Votanti 339
Astenuti 18
Maggioranza 170 Pag. 3
Hanno votato
158
Hanno votato
no 181).

Prendo atto che i deputati Razzi, Cesare Marini, Mattesini, De Micheli e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che i deputati Valducci, Testoni, Antonino Foti, Caldoro, Fucci, Castiello, Di Caterina, De Nichilo Rizzoli e Pagano non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Sanga ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Monai 41.3 (parte ammissibile). Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 41.3 (parte ammissibile), non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Nannicini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 378
Votanti 358
Astenuti 20
Maggioranza 180
Hanno votato
167
Hanno votato
no 191).

Prendo ato che i deputati Galati, Testoni, Fucci, Castiello e Di Caterina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 386
Votanti 366
Astenuti 20
Maggioranza 184
Hanno votato
198
Hanno votato
no 168).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Sbai, Bernini Bovicelli, Mazzarella, Duilio, Girlanda, Castiello e Di Caterina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Galletti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 42 - A.C. 1441-ter-C )

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 42 e dell'unica proposta emendativa ad esso riferita (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione accetta l'emendamento del Governo 42.200.

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLO ROMANI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 42.200.

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, abbiamo lavorato intensamente in questi giorni, sia in Commissione sia in Aula, con la presenza del Viceministro e dei sottosegretari che seguono il provvedimento in esame. Ci sarebbe gradito eventualmente Pag. 4sapere da parte del Governo per quale ragione registriamo assenze per la conformità degli atti e dei pareri che non escludono il dovere dei sottosegretari che sono ovviamente presenti insieme al Ministro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 42.200 del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Zamparutti... onorevole Benamati... onorevole Ginoble... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 394
Maggioranza 198
Hanno votato
394).

Prendo atto che il deputato Galati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Mazzarella, Duilio, Rampi, Castiello, Di Caterina e Garavini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 42.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, annuncio il voto contrario della delegazione radicale all'articolo 42 a causa, in particolare, di quell'emendamento presentato dal Governo e approvato dal Senato in materia di biomasse. Infatti sostanzialmente cambia l'impianto normativo che deriva dalla direttiva europea 2001/77/CE la quale ha sempre riguardato gli incentivi a fonti di energia e non direttamente alle tecnologie utilizzate: l'emendamento approvato al Senato crea in questo modo una situazione in cui ottiene il massimo dell'incentivo un soggetto che acquista biomasse provenienti dal Terzo mondo, le gestisce con sistemi che producono oltre il 50 per cento di materiali di scarto e che rispetto all'energia caricata nel sistema ne trasforma meno del 20 per cento in energia utile. Mentre non ottiene di fatto alcun incentivo chi, invece, trasforma gran parte del materiale di scarto in biocombustibile senza produrre ulteriore inquinamento. È una misura che, di fatto, smantella quel sistema di filiera corta che, invece, è così importante da un punto di vista economico oltre che ambientale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 42, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bocciardo? Onorevole Benamati?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 402
Votanti 224
Astenuti 178
Maggioranza 113
Hanno votato
216
Hanno votato
no 8).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e Coscia hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi e che i deputati Pugliese, Castiello, Di Caterina e Garavini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Avverto che le Commissioni I (Affari Costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso il prescritto parere, che è in distribuzione, anche sugli emendamenti della Commissione 27.101 e 30.100 (vedi allegato A-A.C. 1441-ter-C).

(Esame dell'articolo 43 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 43 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C). Pag. 5
Ha chiesto di parlare l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, l'emendamento in esame è volto solo a dare un maggiore sostegno a chi installa impianti per autotrazione a GPL e metano, per un motivo: noi abbiamo un parco macchine che conosciamo ed è di un certo tipo; stiamo sostenendo molto e giustamente le case automobilistiche che installano proprio la produzione di questi impianti, però abbiamo bisogno anche di favorire la riconversione - sia per motivi ambientali sia per motivi energetici - anche delle vetture che sono già in possesso degli utilizzatori. Dunque, noi chiediamo un leggero aumento di questo contributo al fine di migliorare sicuramente l'ambiente, la qualità dell'aria e anche la bolletta energetica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento in esame, anche perché ripropone un tema che già l'Italia dei Valori aveva avanzato in occasione di altro provvedimento di legge, teso ad aumentare la rete di distribuzione del GPL che, diversamente, rende poco efficace la politica delle rottamazioni e dell'introduzione di veicoli ecocompatibili nel nostro sistema.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 43 e sull'unica proposta emendativa ad esso presentata, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro dell'emendamento 43.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLO ROMANI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'emendamento in esame e per invitare il relatore ed il Governo ad una riflessione: incentivare questo tipo di autoveicoli credo che sia importante, non solo per le questioni di sostenibilità ambientale che abbiamo di fronte, ma anche perché è un segmento del mondo della produzione in cui il nostro Paese ha un'eccellenza. Dunque, comprendo ovviamente i limiti di bilancio, però se vogliamo davvero aiutare l'innovazione e vogliamo aiutare la capacità produttiva del nostro Paese, che su tali questioni ha sicuramente una leadership mondiale, credo che un piccolo sforzo dovrebbe essere fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anna Teresa Formisano 43.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino? Onorevole Formisano? Onorevole Bocciardo? Onorevole Murer? Onorevole Pugliese? Onorevole De Micheli? Onorevole Goisis?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 418
Votanti 416
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato
197
Hanno votato
no 219).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Pag. 6
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 43.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Osvaldo Napoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 414
Votanti 413
Astenuti 1
Maggioranza 207
Hanno votato
412
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Pes, Cesare Marini, Abrignani e Lunardi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 44 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 44 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 44.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Osvaldo Napoli... onorevole Luciano Rossi... onorevole Proietti Cosimi... onorevole Misuraca... onorevole Benamati... onorevole Simeoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 425
Votanti 243
Astenuti 182
Maggioranza 122
Hanno votato
243).

Prendo atto che il deputato Pierdomenico Martino ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Gibiino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 45 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 45 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Albonetti 45.2 e 45.3, Monai 45.4, Margiotta 45.5 e 45.6, Monai 45.7, Margiotta 45.8, Monai 45.9 e Margiotta 45.10.

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLO ROMANI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Avverto che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Albonetti 45.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Albonetti. Ne ha facoltà.

GABRIELE ALBONETTI. Signor Presidente, svolgerò un unico intervento con riferimento agli emendamenti 45.2 e 45.3 a mia prima firma, che si propongono effetti perequativi di grande rilevanza rispetto all'articolo 45 del provvedimento in esame. Cercherò di spiegare, in breve, di cosa si tratta. Pag. 7
In Italia vengono estratti, annualmente, per concessione pubblica, circa dieci miliardi di metri cubi di gas: circa otto miliardi di questi dieci sono estratti a mare, solo due sono estratti a terra. Su questa attività concessionata, il decreto legislativo n. 625 del 1996, che viene citato nell'articolo in oggetto, impone quella che si chiama una royalty del 7 per cento, sia a terra che a mare, e la impone per ristorare l'interesse pubblico per l'uso e la commercializzazione di una risorsa del territorio. Ripeto: la percentuale della royalty è pari al 7 per cento ed è identica per tutte le attività di estrazione di gas metano, sia a terra, che a mare.
L'estrazione a mare, che viene fatta normalmente con piattaforme molto vicine alla costa, induce effetti molto impattanti sul suolo (in particolare, sulla subsidenza del suolo); spesso le citate piattaforme hanno a terra stazioni di pompaggio collegate; inoltre, la vicinanza alle coste determina uno skyline visivamente molto impattante per l'attività turistica di spiaggia. Non si comprende, dunque, perché con l'articolo 45 si proponga di aumentare la royalty dal 7 per cento al 10 per cento per le sole attività di estrazione a terra. In questo modo, si rinuncia all'aumento del 3 per cento sull'80 per cento dell'estrazione di gas, limitando tale aumento al solo 20 per cento.
Non capisco il senso di questa scelta. L'unica possibile motivazione che mi viene in mente è quella di determinare una minore penalizzazione per i grandi operatori che svolgono questa attività di estrazione, una specie di Robin Hood alla rovescia.
Questa scelta produce una forte sperequazione e penalizza quei territori e quelle regioni che sono prevalentemente interessati da concessioni per estrazione a mare. Si tratta della gran parte delle regioni adriatiche, sulle coste delle quali sta l'intero ammontare degli oltre 8 miliardi di metri cubi estratti a mare: quasi 6 miliardi di questi 8 miliardi sono in Emilia Romagna e 4,5 miliardi sono in provincia di Ravenna.
Per questa ragione, cinque giorni fa, - mi dispiace che stamattina non sia presente - all'assemblea degli industriali di Ravenna, di fronte a centinaia di imprenditori, di cittadini e ai rappresentanti dei cittadini che elevavano indignate rimostranze per questa discriminazione e sperequazione, il sottosegretario Saglia, intervenendo, ha riconosciuto la giustezza di queste osservazioni e ha detto che avrebbero rimediato, ottenendo naturalmente applausi scroscianti.
Ebbene, questa è l'ultima occasione per rimediare. Bisogna approvare l'emendamento in esame (o il successivo Albonetti 45.3, poiché hanno lo stesso effetto), perché è molto semplice aggiungere le parole «e in mare», molto più semplice che arrampicarsi sugli specchi di un eventuale successivo decreto, quando è possibile risolvere il problema in questo provvedimento.
Voglio sottolineare, concludendo, che tale proposta emendativa non porta il segno dell'opposizione politica e parlamentare, ma vuole semplicemente rappresentare un'esigenza di equità nelle scelte ed evitare la penalizzazione di alcuni territori nei confronti di altri, tant'è che l'emendamento non è firmato solo da un rappresentante dell'opposizione, ma anche da un rappresentante della maggioranza.
Chiedo al relatore ed al Governo di considerare queste ragioni, di essere coerenti con le dichiarazioni pubbliche che i rappresentanti del Governo fanno in giro per l'Italia nei territori, e mi rivolgo anche ai collegi che siedono qui e che sono stati eletti in tante regioni adriatiche che subirebbero un danno da questa norma molto rilevante, chiedendo anche a loro di fare la loro parte.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, ovviamente non entro nel merito politico della valutazione fatta or ora dal Pag. 8collega, però sento il dovere di rispondere tecnicamente sul perché ho formulato una richiesta di invito al ritiro.
La formulazione attuale dell'articolo 45 ne circoscrive l'applicazione alle estrazioni di terraferma, ovvero che partono da terraferma, ed è motivata dalla necessità di ristorare le popolazioni che subiscono i disagi derivanti dall'attività estrattiva ubicata sul territorio.
L'emendamento che citava prima il collega estenderebbe il beneficio anche con riguardo alle estrazioni in mare. Per questo va considerato quanto segue. In primo luogo, nel caso di estrazioni in mare non sussistono i disagi che gravano sulle popolazioni come nelle ipotesi di pozzi di terraferma.
In secondo luogo, i pozzi in mare, collocati fuori del limite delle acque territoriali, non sono in alcun modo attinenti alla sfera delle competenze regionali. L'emendamento avrebbe un impatto dirompente anche sull'assetto costituzionale dei rapporti tra Stato e regioni.
In terzo luogo, fatto a mio avviso ancor più rilevante, sotto il profilo pratico e gestionale si verrebbe ad estendere un beneficio che in concreto sarebbe quasi inapprezzabile da parte dei destinatari, considerati gli introiti dei pozzi marini e il numero degli abitanti su cui verrebbe esteso il beneficio, a fronte di costi gestionali elevati e non proporzionati. Questo è il motivo per cui rinnovo il mio invito al ritiro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, intervengo solo un momento a titolo personale per replicare al relatore. Intanto dire che i pozzi in mare non recano disagio mi pare un'affermazione piuttosto forte e tutta da comprovare e poi, come si vedrà nel seguito (ne parlerò più diffusamente sul mio emendamento 45.6), nell'articolo si pensa di ristorare anche le regioni in cui ci sono rigassificatori con soldi provenienti dalle royalty per estrazione petrolifera, però si escludono regioni - come quelle cui faceva riferimento il collega Albonetti - in cui le estrazioni petrolifere ci sono.
Siamo ad una contraddizione così grande e così marchiana che credo sia difficile poterla suffragare con tesi che ci convincano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, prendo la parola per ribadire innanzitutto il voto favorevole, in dissenso dal mio gruppo, su questo emendamento, che ho sottoscritto assieme al collega Albonetti. In secondo luogo per replicare, e mi dispiace, all'amico Enzo Raisi, relatore del provvedimento, per alcune inesattezze che ha voluto rendere in relazione a questo specifico emendamento.
Non è vero che l'impatto economico derivante dall'approvazione di questo emendamento risulterebbe residuale rispetto al complessivo: stiamo parlando di circa 120 milioni di euro che andrebbero distribuiti fra Romagna, Veneto e Marche; verosimilmente un 50 per cento in Romagna, un 40 per cento nel Veneto e un 10 per cento nelle Marche. La stragrande maggioranza dei pozzi che fanno estrazione di idrocarburi metaniferi sono, non al di là, ma all'interno delle acque territoriali. Non vi è nessun rischio, inoltre, di creare degli scontri di natura costituzionale nei rapporti tra Stato e regioni, perché per questo tipo di estrazioni e di royalty, che sono già pagate al 7 per cento, l'aumento andrebbe a ricadere semplicemente in un accordo già fatto fra Stato e regioni.
Per questi motivi sottoscrivo tutto ciò che è stato detto dal collega Albonetti, perché mi sembra un emendamento di assoluto buonsenso: non si capisce perché se ci sono delle sperequazioni fra terraferma e mare qualcuno le giustifichi semplicemente con il fatto che ci possano essere dei disagi maggiori a terra (quando in realtà a mare, soprattutto vicino alle Pag. 9coste e alle realtà turistiche, si crea anche il problema della subsidenza e quindi della scomparsa graduale di fatto delle zone costiere), e non ci debba essere anche per queste zone in qualche modo un riconoscimento del danno subito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, vorrei intervenire su un'affermazione del collega onorevole Raisi che mi ha lasciato un po' perplesso, perché non è vero che le estrazioni in mare non creano disagi alla popolazione. Dal punto di vista ambientale soprattutto le zone del ravennate, ma anche quelle del Veneto, hanno subito negli anni a causa, non solo ma soprattutto, dell'estrazione di idrocarburi ingenti danni per quanto riguarda il tema della subsidenza. Quindi, dire che quelle popolazioni non risentono di un danno e pertanto non sono giustificate queste royalty mi sembra abbastanza eccessivo.
Terrei, tra l'altro, a precisare che anche in precedenza, rispetto alla ripresa delle trivellazioni soprattutto nel golfo adriatico, noi avevamo esternato questa grande preoccupazione legata al fenomeno della subsidenza della costa. Desidero inoltre sottoscrivere l'emendamento in discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, sulla questione delle royalty non solo è necessario trattare allo stesso modo quelle su terra e quelle in mare, per gli argomenti che hanno adoperato i colleghi che sono intervenuti, ma è necessario sapere che questo 10 per cento è veramente pochissimo in quanto in tutto il mondo si adoperano percentuali che vanno dal 40 al 80 per cento. Quindi, mi sembra assurdo che si faccia resistenza a portarlo fino al 10 per cento, sia in mare che su terra. Io credo che bisogna lavorare successivamente per portarlo almeno al 40 per cento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, colleghi, intervengo per dire che quello che dice l'onorevole Raisi è falso perché se si realizzano le piattaforme in mare e si fanno le estrazioni in mare, le regioni come l'Abruzzo e le Marche che hanno istituito i parchi marini, le riserve marine, verranno danneggiate profondamente nella scelta di un turismo diverso e sostenibile, così come hanno è accaduto in altre realtà regionali.
Quindi, il terreno nel quale si è andato a cacciare il relatore Raisi mi sembra veramente accidentato, sapendo che questo non è assolutamente vero e che danneggerebbe fortemente una regione come l'Abruzzo, ma anche le Marche, nonché tutte quelle regioni che hanno a che fare con un turismo costiero che è assolutamente basato sulla qualità dell'intervento turistico ricettivo e non altro. Non mi dilungo oltre altrimenti potrei snocciolare una serie di dati che andrebbero contro tutte le tesi che il relatore ha voluto affermare nel suo intervento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

SANDRO GOZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'emendamento 45.2 del collega Albonetti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Viola. Ne ha facoltà.

RODOLFO GIULIANO VIOLA. Signor Presidente, intervengo per aggiungere anch'io la mia firma all'emendamento 45.2 del collega Albonetti e per dire anche che Pag. 10su questi temi, e in particolare sulla questione dei pozzi nell'Adriatico, lo scorso anno abbiamo già condotto una battaglia.
Non è pensabile che questo tema venga sottratto sostanzialmente all'attenzione delle popolazioni locali, come è stato fatto e come si continua a fare, considerando la forte protesta che è in atto in tutto il litorale adriatico a partire dalla Romagna, fino ad arrivare al Veneto rispetto al quale vi è la fortissima contrarietà anche della regione.
Pertanto, invito tutti i colleghi, anche quelli della Lega, a svolgere una riflessione e a capire che su questo tema il Governo accentra tutto il potere decisionale e mette in gravissima difficoltà le popolazioni, nonché tutto il sistema del litorale e del turismo che gravita su questo territorio.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, anche rispetto all'affermazione un po' forte che ha usato il collega dell'Italia dei Valori precedentemente, vorrei far notare che io posso aver detto cose che lui non condivide, ma il termine «false» mi sembra un po' abusato anche perché io ho svolto una lettura tecnica, non sono entrato nel tema politico.
Ho semplicemente posto dei problemi di carattere giuridico che esistono perché parliamo anche di pozzi in acque extraterritoriali, quindi effettivamente il tema ha una rilevanza giuridica e, come è stato sottolineato nel confronto svolto anche con gli uffici tecnici, sorgono queste problematiche. Pertanto, ho sottoposto all'attenzione dell'Assemblea la ragione per cui, come relatore, ho formulato un invito al ritiro dell'emendamento. Riguardo al «falso», lo ripeto, credo che sia un termine un po' troppo forte.
Rimango del parere che i rilievi tecnici svolti sono comprensibili, oltretutto, lo ripeto, stiamo parlando di territori in terraferma. Tutte le disquisizioni che sono state espresse sono legittime; io non ho voluto entrare nel merito politico delle varie opinioni anche perché il mio ruolo di relatore mi impone appunto di mantenere un atteggiamento certamente istituzionale, non politico. Ho svolto dei rilievi giuridici e questi rilievi, mi si consenta, nessuno li ha contestati se non opponendo questioni politiche.

PRESIDENTE. Onorevole Raisi, la prego di parlare di più nel microfono perché non sentiamo.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, dicevo che in relazione a questi rilievi tecnici-giuridici, in realtà, non ho sentito delle contestazioni da parte dei colleghi che sono intervenuti, ma dei rilievi di carattere politico che possono essere condivisibili, ma non riguardano la sottolineatura di quello che io ho posto sul tavolo, ossia elementi di carattere giuridico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, a rinforzo della tesi sostenuta dal collega Misiti, il problema che qui si pone è quello che il Governo sta indulgendo rispetto ai proclami di Robin tax ai petrolieri mantenendo un'aliquota per questi prodotti di idrocarburi liquidi e gassosi, che è stata portata dal 5 al 7 per cento, ma regalando, di fatto, delle royalty che in tutti gli altri Paesi del mondo sono ben più alte. Per esempio, in Libia la percentuale corrisposta è dell'85 per cento, in Indonesia è dell'83 per cento, in Russia è dell'80 per cento, in Alaska è del 60, in Venezuela è l'85, in Norvegia l'80, in Gran Bretagna il 50 per cento, così come in Canada.
Non si capisce perché rispetto a questa Robin tax che si doveva così imporre ai petrolieri rimanga così bassa l'aliquota, a prescindere dal beneficio o meno che possa derivare alle comunità locali. Qui si tratta di un'imposizione molto blanda che potrebbe essere inasprita a vantaggio del bilancio dello Stato.

Pag. 11

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Albonetti 45.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lunardi... Onorevole De Micheli... Onorevole Foti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 432
Votanti 410
Astenuti 22
Maggioranza 206
Hanno votato
188
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che i deputati Giulietti e Genovese hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che gli emendamenti Margiotta 45.8 e 45.10 sono stati ritirati dal presentatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Albonetti 45.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Albonetti. Ne ha facoltà.

GABRIELE ALBONETTI. Signor Presidente, sento la necessità di intervenire nuovamente su ciò che ha affermato il relatore. Relatore, se il problema fosse giuridico, ovvero se fosse vero che non si possono applicare a questi pozzi a mare delle royalty, lei mi deve spiegare perché già la legge del 1996 applica il 7 per cento di royalty. Noi siamo semplicemente in sede di aumento di quella royalty sulle stazioni, pozzi e piattaforme che già sono sottoposte alla legge e al pagamento delle royalty. Se lei vuole, sono perfino disponibile a prevedere ciò solo per le piattaforme che stanno nelle acque territoriali e non in quelle extraterritoriali, perché questo già accade. Quindi, accetto che si dica che non siete d'accordo, ma non utilizzate degli argomenti ultronei ed estranei all'argomento. Dite, invece, che non siete d'accordo per altre ragioni: immagino quali siano, ma voi non le avete spiegate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIANLUCA BENAMATI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, chiederei che fosse disabilitato il controllo delle impronte digitali della mia postazione, perché questa mattina, per problemi tecnici, evidentemente non riesco a votare.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Benamati. Chiedo che si provveda alla postazione dell'onorevole Benamati.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei far presente che questa mattina abbiamo iniziato i lavori con la maggioranza che non è autosufficiente (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Avete circa ottanta deputati in più in quest'Aula e stiamo discutendo uno dei più importanti collegati alla manovra finanziaria che purtroppo è stato fermo per quattro o cinque mesi al Senato. Ieri vi sono stati momenti di collaborazione importante tra maggioranza e opposizione e molte delle questioni che stiamo affrontando, soprattutto nel settore energetico, non possono non avere un'ottica di carattere bipartisan nell'essere affrontate. Quindi, signor Ministro, se noi dismettessimo in quest'Aula una logica di confrontation tra maggioranza e opposizione, indipendentemente dal merito, forse sarebbe meglio per tutti e potremmo procedere a varare il provvedimento nella giornata di oggi (presumibilmente) con una disponibilità Pag. 12della maggioranza e del Governo ad accogliere una serie di emendamenti tra cui questo in esame. Credo, infatti, che questa proposta emendativa sottoposto dal collega Albonetti - che non è di parte in quanto reca la firma anche di un collega della maggioranza - sarebbe un buon viatico per procedere ad una rapida discussione e conclusione dei lavori.
Diversamente credo che da parte dell'opposizione bisognerà trarre le conclusioni adeguate con la decisione di modalità diverse da quelle con cui fino ad oggi abbiamo affrontato questo provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Albonetti 45.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo...

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, un attimo! Chiedo di parlare!

PRESIDENTE. Sta bene! Revoco l'indizione delle votazione. Ne ha facoltà per un minuto.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, vorrei intervenire a titolo personale. Le chiedo scusa, ma ci tenevo ad intervenire sull'emendamento in esame, intanto per aggiungere la firma e ringraziare i colleghi Albonetti e Pini, rappresentando, con altri colleghi in questa Camera, la Regione Marche, che è fortemente interessata a questo provvedimento. Francamente, non si comprende come si possano aumentare le royalty per pozzi a terra e non invece in questo caso per lo sfruttamento a mare. Mi sembra che stiamo licenziando questa materia in modo troppo veloce e non necessariamente approfondito. Farei un ultimo appello a riconsiderare questo emendamento ed eventualmente ad accantonarlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Albonetti 45.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Margiotta... onorevole Murer... onorevole Naccarato... onorevole Bocciardo... onorevole Lo Monte... onorevole Pugliese... onorevole Toccafondi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 436
Votanti 435
Astenuti 1
Maggioranza 218
Hanno votato
211
Hanno votato
no 224).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 45.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. È stato appena bocciato un emendamento sacrosanto che era quello di aumentare la royalty dal 7 al 10 per cento anche per le estrazioni in mare. Ciò che propone l'emendamento 45.4 del collega Monai e degli altri nostri colleghi potrebbe sembrarvi una esagerazione, ma non è così! Infatti, mentre il 7 per cento e il 10 per cento rappresentano la royalty dovuta al fatto che c'è un disagio per l'estrazione del metano nei territori dei comuni limitrofi, è chiaro che passare al 50 per cento cambia totalmente il valore. Ciò perché non viene considerato solo il disagio: un tempo era stabilito di rifondere solo il disagio, in quanto l'estrazione avveniva ad opera di enti di Stato e quindi il metano apparteneva ad un luogo, si trovava in un certo luogo e veniva estratto dallo Stato, il quale lo utilizzava e lo commercializzava. Oggi invece questo bene del territorio è estratto da società private e quindi al disagio va aggiunto il valore di ciò che viene estratto. Mi riferisco al fatto che questo valore (in altri paesi non ha iniziato un'azienda di Stato ma il privato) è stato immediatamente pagato, in quanto Pag. 13l'estrazione ha comportato, oltre al disagio, anche il fatto che veniva dato a queste aziende private un bene pubblico.
Allora, questo passaggio al 50 per cento non solo andrebbe fatto, ma è uno dei minimi valori assegnato a queste royalty. Credo che vada preso in considerazione, perché le aziende che sfruttano il metano in Italia sono ormai tutte aziende private. Quindi dal 10 per cento bisogna passare al 40, al 50 o al 60 per cento, come avviene in tutti i Paesi. Come uffici della Camera, fate un'indagine e vedrete che la minima royalty in questo settore è del 40 per cento, perché ai danni si aggiunge anche il valore stesso dell'estratto. Perciò, penso che sia giusto che il Governo rifletta su questo emendamento, perché è qualcosa che potrebbe qualificare non solo la minoranza, se passasse, ma soprattutto la maggioranza e il Governo stesso di fronte al Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 45.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Portas...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 436
Votanti 250
Astenuti 186
Maggioranza 126
Hanno votato
25
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Margiotta 45.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, la struttura dell'articolo 45, persino nella scrittura, presenta delle contraddizioni profondissime, che già abbiamo riscontrato negli emendamenti precedenti, che noi abbiamo votato e che la maggioranza ha respinto. Insomma, di cosa si tratta? Il comma 1 è strutturato intorno alla costituzione di un fondo. Da esso si evince che gli unici contribuenti all'alimentazione del fondo sono gli estrattori, ovvero i concessionari di coltivazione, e si stabilisce in esso questa percentuale, questa royalty distribuita intorno al 10 per cento, con il 7 per cento per la regione o per l'area di riferimento ed il 3 per cento di contribuzione al fondo. La prima questione che si pone è se quella percentuale, così come indicata, sia obiettivamente equa. L'emendamento tende a dire che, rispetto alla lettura testuale del comma 1, la percentuale può essere spostata al 15 per cento. Insisto a fare riferimento alla lettura testuale del comma 1, perché nel comma 2 le cose tendono a complicarsi. Ci sono emendamenti successivi al mio che tenteranno di spiegare l'elemento di complicazione.
Nel comma 2 si continua a dire chi è il beneficiario, il che va bene, ma quando arriviamo al comma 3, agli alimentatori del fondo, inspiegabilmente si legge che alle erogazioni liberali potranno partecipare eventuali altri soggetti.
Onorevole rappresentante del Governo, innanzitutto la scrittura si presta a mille equivoci. L'unica certezza della scrittura, così come il testo ci viene presentato, è il comma 1: è sul comma 1, se si vuole superare ogni ambiguità, che bisognava intervenire.
A questo punto, il nostro primo emendamento, che succede a quello dell'onorevole Albonetti, prevede di spostare la quota del 10 per cento al 15 per cento, in coerenza con quello che il Governo e la maggioranza ci hanno proposto sull'articolo 25 a proposto delle centrali nucleari, e cioè che la compensazione è a carico dei produttori e dei realizzatori.
Sul versante della compensazione, invece, riscontriamo che il ricorso alla tariffa Pag. 14A2 o MCT sia una cosa perfettamente sbagliata. Vi chiediamo di condividere questo emendamento e di approvarlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Margiotta 45.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... onorevole Mondello... Di chi è quella luce accesa?...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 433
Votanti 410
Astenuti 23
Maggioranza 206
Hanno votato
183
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che i deputati Garavini e Realacci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Passiamo alla votazione dell'emendamento Margiotta 45.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, questo emendamento tende a risolvere un'altra contraddizione, francamente paradossale, dell'articolo 45. Tale articolo nasce dalla volontà di istituire un fondo che consenta di ridurre il prezzo dei carburanti alla pompa per i cittadini residenti nelle regioni interessate da estrazioni petrolifere.
In tale direzione sono andati ordini del giorno accettati dallo stesso Governo qui alla Camera, presentati da parlamentari dell'opposizione, così come della maggioranza. Per esempio, in Basilicata si è trovata una convergenza tra maggioranza e opposizione nel chiedere questo sconto sui carburanti (la Basilicata è interessata per il 70 per cento dalle estrazioni petrolifere che avvengono in Italia).
Vi era stata la promessa in campagna elettorale di dimezzare il costo della benzina alla pompa (a questo dimezzamento nessuno ci ha creduto molto). Questo articolo, che nel complesso ha delle sue positività, va verso la riduzione del prezzo.
Il paradosso è che il fondo per garantire tale sconto si costituisce aumentando le royalty dal 7 al 10 per cento, quindi ottenendo proventi in virtù delle concessioni petrolifere che si svolgono su alcuni territori regionali. Al Senato, però, è stato aggiunto un emendamento che estende i benefici di tale fondo anche alle regioni interessate dalle attività di rigassificatori.
Ora, che anche in quelle regioni vi debba essere una compensazione ambientale, nulla quaestio, ma che tale compensazione ambientale debba essere alimentata con i fondi che si producono da estrazioni petrolifere che colpiscono i territori interessati dalle stesse, è davvero un paradosso.
Succederà cioè, signor Presidente, ad esempio, che, con i finanziamenti da parte delle concessionarie petrolifere, ancora in maniera esigua, come è stato detto, perché l'aumento è solo dal 7 al 10 per cento, si lascerà, in virtù dello sfruttamento di risorse del sottosuolo di regioni quali la Basilicata, che si avvantaggino anche regioni che da tali estrazioni non sono interessate.
È veramente assurdo, un federalismo al contrario, ha detto prima Albonetti, un Robin Hood al contrario: si utilizzano soldi che derivano dallo sfruttamento di alcune regioni per ristorare i cittadini di altre, e magari poi, come si è visto sull'emendamento Albonetti, non si tiene neanche conto di quelle regioni dove lo sfruttamento petrolifero c'è.
Ecco perché abbiamo soltanto chiesto, molto umilmente, di risolvere questa contraddizione, e di dire che i soldi per le compensazioni ambientali rimangano laddove lo sfruttamento del territorio avviene, e il loro utilizzo non sia esteso anche ad altre regioni. È davvero un emendamento Pag. 15solo ed unicamente di buonsenso: sono molto stupito del fatto che il Governo (qui c'è l'autorevolezza del Ministro Scajola) non voglia considerare tale emendamento che è solo di giustezza, di legittimità, di assoluto equilibrio, e che tende ad eliminare un paradosso, per il quale succederà che con i soldi lasciati nella povera Basilicata sarà diminuito anche il costo della benzina a cittadini residenti in regioni molto ricche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, prendo la parola per sottoscrivere l'emendamento in esame, per le argomentazioni portate dal collega Margiotta. Invito il Ministro a riflettere su un dato: tutti abbiamo interesse che in Italia aumentino gli impianti di rigassificazione. Ve ne sono troppo pochi. I progetti interessano oramai tantissime regioni: è evidente che una formulazione di questo tipo renderebbe semplicemente ridicolo l'utilizzo di quei fondi, spalmati praticamente su più della metà del territorio della popolazione italiana, perché tale è il numero di cittadini che sono residenti in regioni in cui sono programmati impianti di rigassificazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Margiotta 45.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte, onorevole Torazzi, onorevole Bocciardo, onorevole Palumbo... qualcuno provveda per l'onorevole Torazzi, che non riesce a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 432
Votanti 412
Astenuti 20
Maggioranza 207
Hanno votato
188
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che avrebbe voluto astenersi, che il deputato Dima ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Schirru, Vannucci e Garavini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Monai 45.7
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, l'emendamento in esame non fa altro che prevedere che il Ministro dell'economia e delle finanze, prima di adottare il decreto con il quale sono stabilite le modalità di utilizzo da parte dei residenti dei benefici previsti dall'articolo, ottenga l'intesa con la regione interessata. Il rispetto del principio di leale collaborazione dovrebbe portare all'approvazione dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 45.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Virgilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 434
Votanti 431
Astenuti 3
Maggioranza 216
Hanno votato
185
Hanno votato
no 246). Pag. 16

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare, che il deputato Di Caterina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Garavini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 45.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sani, Peluffo, Concia, Pugliese, De Micheli, Marinello, Lo Monte, Mosca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 441
Votanti 423
Astenuti 18
Maggioranza 212
Hanno votato
192
Hanno votato
no 231).

Prendo atto che i deputati Compagnon, Garavini e Cambursano non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 45.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lo Monte, Foti, Mondello, Pugliese...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 443
Votanti 442
Astenuti 1
Maggioranza 222
Hanno votato
442).

Prendo atto che la deputata Garavini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 46 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 46 (Vedi l'allegato A - A.C.1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 46.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ciccioli, Giammanco, Portas...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 439
Maggioranza 220
Hanno votato
438
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Garavini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 48 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 48 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C.1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Monai 48.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLO ROMANI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 17

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Monai 48.1 formulato dal relatore.

CARLO MONAI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, questo articolo modifica l'articolo 13 del decreto-legge n. 223 del 2006, che prevede norme per la riduzione dei costi degli apparati pubblici regionali e locali e a tutela della concorrenza. In particolare, al fine di evitare distorsioni della concorrenza e del mercato e di assicurare la parità fra gli operatori, esso prevedeva che le società a capitale interamente pubblico o misto, costituite o partecipate dalle amministrazioni pubbliche regionali e locali per la produzione di beni e servizi strumentali alla loro attività, in funzione della loro attività, devono operare esclusivamente con gli enti costituenti o partecipanti o affidanti: non possono svolgere prestazioni a favore di altri soggetti pubblici o privati, né in affidamento diretto né con gara, e non possono partecipare ad altre società o enti. Con le modifiche apportate da questo articolo si sopprime l'obbligo per le suddette società pubbliche ad operare esclusivamente con gli enti costituenti, partecipanti o affidanti. Con il nostro emendamento ripristiniamo quanto era stato già disposto dall'articolo 13 del decreto-legge n. 223 del 2006.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 11,30)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, voglio solo ricordare che questo Governo, che si dice il Governo dei liberali, si dimostra ogni volta il meno liberale di tutti. Avevamo posto una serie di condizioni per rendere il mercato dei servizi più libero evitando che le società pubbliche distorcano la concorrenza, ma piano piano - prima grazie ai colleghi della Lega, che in un provvedimento precedente hanno permesso persino le gestioni in house, e adesso con la soppressione della parola: «esclusivamente» - facciamo di nuovo un favore al permanere di una situazione che carica sui cittadini tariffe più alte, dal momento che viene meno la concorrenza nel settore dei servizi pubblici.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 48.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Il nostro sistema di voto funziona perfettamente? L'onorevole Pugliese dice di no...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 436
Votanti 433
Astenuti 3
Maggioranza 217
Hanno votato
205
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che il deputato Occhiuto ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Della Vedova ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 48.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vella... onorevole Tommaso Foti... onorevole Pugliese...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ). Pag. 18

(Presenti 437
Votanti 266
Astenuti 171
Maggioranza 134
Hanno votato
241
Hanno votato
no 25).

Prendo atto che il deputato Sarubbi ha segnalato di avere erroneamente espresso voto favorevole, mentre avrebbe voluto astenersi. Prendo altresì atto che i deputati Abrignani, Narducci, De Pasquale e De Micheli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che il deputato Occhiuto ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Della Vedova ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 49 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 49 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Ferranti 49.1, Monai 49.2, Lo Presti 49.6 e Monai 49.3 e 49.4.

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLO ROMANI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Lo Presti 27.49 non è presente nel fascicolo n. 3 degli emendamenti in quanto nel corso della seduta di ieri per un fraintendimento ne è stato erroneamente annunciato il ritiro, mentre invece deve intendersi ritirato l'emendamento Lo Presti 49.6. L'emendamento Lo Presti 27.49 è in distribuzione e sarà posto in votazione dopo l'emendamento Monai 27.42.
Ricordo che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà comunque in votazione. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 49.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, francamente la notizia del ritiro da parte dell'onorevole Lo Presti del suo emendamento 49.6, sostitutivo dell'articolo 49 che modifica la class action, mi lascia molto perplessa e davvero me ne spiace.
Evidentemente l'onorevole Lo Presti non ce l'ha fatta a rappresentare ciò che in Commissione giustizia è stato espresso anche con vigore nel parere, le cui premesse sono state comunque da tutti condivise (non è stata invece condivisa la sua parte finale, laddove appunto era posto come osservazione, mentre il Partito Democratico e l'opposizione ritenevano dovesse essere posto almeno come condizione).
Sono contenta della presenza del Ministro, perché l'articolo 49 rappresenta un grave attacco alla democrazia ed alla tutela dei diritti dei cittadini, quei cittadini che tante volte la maggioranza (in particolare, ricordo ancora le affermazioni del Ministro della giustizia) vuole sempre porre al centro delle riforme, ma i cui diritti, in realtà, vengono sempre più schiacciati.
Ma qui è stato schiacciato anche il dibattito parlamentare. Ci troviamo di fronte ad un istituto, quello della class action, già previsto da una legge esistente, approvata nella precedente legislatura, che, con una serie di proroghe, non è stato mai fatto entrare in vigore. Evidentemente, erano grandi i timori di azioni collettive da parte dei consumatori vittime di crack - ricordo la vicenda Parmalat - che non hanno potuto far valere i propri diritti.
La Commissione europea ha più volte rappresentato come il singolo consumatore Pag. 19che è stato offeso magari non ha la forza e rinuncia a far valere le proprie azioni. Con la legge che era stata approvata, ma che non è entrata in vigore, esistevano i presupposti per garantire questa tutela, questa effettività, del diritto del consumatore leso da fatti illegittimi, compiuti dai grossi gruppi industriali che si affacciano sul mercato e ne traggono un illecito profitto. Cosa è successo? Attraverso un'azione di una gravità estrema è stato improvvisamente introdotto un emendamento al Senato che modifica la legge sulla class action. Non si è voluto tenere conto che alla Commissione giustizia vi era già un testo unificato, che doveva essere discusso, che attraverso gli emendamenti presentati prevedeva una modifica alla legge approvata durante il Governo Prodi (sicuramente i senatori erano stati informati di ciò dal sottosegretario alla giustizia che era sempre presente nella Commissione).
Si voleva perfezionare quel testo e cercare un percorso che avesse il coraggio di far entrare in vigore quella tanto auspicata e necessitata azione a tutela della massa di consumatori indifesi. A questo punto è avvenuto l'imprevisto, e da parte di chi ha presentato l'emendamento al Senato non vi è stato neanche il rispetto del dialogo avvenuto in Commissione giustizia anche con la maggioranza. Non avete tenuto conto nemmeno di quelli che erano gli elementi condivisi. Avete tirato fuori un tertium genus, avulso da qualsiasi contesto, che svuota di qualsiasi significato l'azione collettiva, soprattutto per due aspetti.

PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, la invito a concludere.

DONATELLA FERRANTI. Innanzitutto, si vuole che ciascun consumatore vada in proprio a presentare l'azione collettiva. Ma noi sappiamo che il consumatore da solo non lo farà, perché in questi contesti vi è bisogno di un ente esponenziale, di un comitato rappresentativo, che sia trasparente nella gestione e che rappresenti un certo gruppo di consumatori. Inoltre - ed è l'aspetto più importante - si è impedito che l'azione possa valere per il passato. Quindi, si è voluto che l'azione per gli illeciti commessi, che non si sono ancora prescritti, e che hanno leso i diritti dei cittadini che vogliono avere un risarcimento, non possano più essere esercitate. Si tratta di un grave attacco alla democrazia, e vorrei che almeno i colleghi della Commissione giustizia votassero come noi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, mi bastano solo poche parole per svolger il mio intervento, poi farò una dichiarazione di voto sull'articolo. So che sarà inutile, ma vorrei rivolgermi alla maggioranza e al Governo.
Questa modifica dell'azione risarcitoria collettiva significa la morte dell'azione risarcitoria collettiva in Italia. Voi, come Governo, vi apprestate anche a rinviare l'ulteriore entrata in vigore nel nostro ordinamento. Vorrei fare un appello: cerchiamo allora di stralciare questo articolo e di avviare, se è necessario, una riflessione più attenta su questo argomento, altrimenti vi assumete una gravissima responsabilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, l'intervento della collega Ferranti mi impone alcune precisazioni. Intendo spiegare quindi le ragioni per le quali ho ritirato l'emendamento sostitutivo dell'articolo 49. Lo ho ritirato perché abbiamo convenuto con il Governo sull'opportunità di un rinvio dell'entrata in vigore della class action, di questa class action, e sulla possibilità di rivedere, attraverso il pieno coinvolgimento delle Commissioni giustizia di Camera e Senato una materia così delicata sulla quale oggettivamente le opinioni dell'intera Commissione giustizia sono state convergenti. Infatti la class actionPag. 20così delineata dall'articolo 49 del testo oggi al nostro esame ovviamente non chiarisce in modo appropriato alcune questioni di fondo che sono state toccate in parte anche dalla collega Ferranti, che ha esagerato a mio avvio nel parlare di attacco alla democrazia nel momento stesso in cui noi oggi vogliamo approfondire gli aspetti di un'azione così importante che è opportuno introdurre nel nostro ordinamento. Ma il nostro ordinamento non è l'ordinamento statunitense, non è un ordinamento che può recepire un tipo di azione come quella oggi modulata dal testo al nostro esame, la quale riguarda la tutela di interessi e diritti non definiti nella loro reale portata. Ma c'è di più. Il testo al nostro esame prevede - questa è una delle ragioni di forte perplessità sulla reale applicabilità di questo provvedimento - con riferimento alla proponibilità della stessa azione nei confronti della pubblica amministrazione un giudice competente diverso da quello che è stato previsto dal disegno di legge Brunetta che è entrato in vigore qualche settimana fa. Allora dobbiamo capirci, signori del Governo: vogliamo attribuire la class action al giudice ordinario o al giudice amministrativo? Vi è un'evidente contraddizione e deve essere superata. Ecco perché questa norma non può oggi entrare in vigore e deve essere rinviata. È un dato oggettivo e il Ministro Brunetta lo potrà testimoniare. Questo è il primo elemento di crisi della norma. Non sono chiare poi le posizione tutelabili. Non è chiara la legittimazione ad agire. Non è chiaro nemmeno il ruolo del difensore perché è previsto addirittura l'esercizio dell'azione senza il ministero del difensore, o comunque è prevista la possibilità di escludere il difensore dall'esercizio dell'azione. È un testo - come dicevo - troppo ispirato al sistema statunitense, e fa una confusione oggettiva tra quelli che sono i diritti individuali omogenei e i diritti identici dei consumatori (questo, in fase di applicazione della class action, potrà portare ad una restrizione eccessiva delle posizioni tutelabili); inoltre esclude la retroattività, e questo è un problema che evidentemente è stato posto da chi teme che l'entrata in vigore di questa azione possa aprire la strada ad azioni risarcitorie per situazioni che si sono verificate qualche anno fa, ma noi non possiamo con una norma processuale escludere l'esercizio di diritti soggettivi che sono già maturati nel tempo. Questo è un principio cardine del nostro ordinamento che non può essere nemmeno violato con una norma che preveda la irretroattività dell'azione per posizioni già maturate; rischieremmo, in fase applicativa, di essere colpiti da censure di costituzionalità che renderebbero vano quindi il principio affermato.
Dunque ho ritirato l'emendamento 49.6 da me presentato perché anzitutto il Governo si impegnerà con un ordine del giorno a rinviare l'entrata in vigore dell'articolo 140-bis del codice del consumo che dovrebbe entrare in vigore il 1o luglio. Quindi con un coinvolgimento pieno, signor Ministro e signori del Governo, delle Commissioni competenti di Camera e Senato, deve svolgersi una valutazione concreta, ponderata ed efficace sul merito di questa tematica che non può essere lasciata all'improvvisazione.
Spiegate in questo modo le ragioni, spero di avere tranquillizzato la collega circa l'attacco alla democrazia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, vorrei esprimere alcune valutazioni a nome del gruppo dell'UDC sul provvedimento in esame. Voglio iniziare dando atto al collega Lo Presti della sua onestà intellettuale. Infatti ritengo che la dichiarazione che ha appena terminato sia caratterizzata da grande coerenza. D'altronde la proposta di legge che il collega aveva presentato sull'argomento è stata elegantemente sfilata ed inserita in questo provvedimento. Tale è il quadro normativo nel quale stiamo lavorando. Dunque, come gruppo, avevamo offerto ampia disponibilità perché si parlava di una proroga per attuare una riforma seria. Ma qui si è Pag. 21avuta un'involuzione, signor Presidente. Noi a questo gioco non ci stiamo, voglio dirlo chiaramente. Si tratta di cancellare completamente la tutela dei consumatori e su questo punto non ci stiamo perché di questo si tratta.
Dunque, signor Presidente, due considerazioni: che fine hanno fatto i proclami dell'attuale maggioranza quando si trattava di difendere i consumatori della Parmalat e quando tutti erano loro paladini? Che fine hanno fatto quelle dichiarazioni? Non si può cambiare idea a seconda del posto che si occupa in quest'Aula. I principi di politica, i principi di Governo dovrebbero - uso il condizionale - essere sempre gli stessi. Che fine hanno fatto, ancora una volta, tutte quelle belle parole del Governo Berlusconi a tutela dei più deboli? Consideriamo questo provvedimento la dimostrazione che si predilige la tutela dei più forti e si abbandona di fatto la tutela dei più deboli. Siamo assolutamente contrari (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, aggiungo soltanto poche parole a quelle della collega Formisano ma anche all'onesta analisi fatta dal collega Lo Presti. Abbiamo lavorato per molti anni su queste norme. Adesso il Governo ci presenta un testo che definire «all'acqua di rose» è volersi esprimere con un eufemismo: è molto pasticciato, sul piano tecnico, sotto il profilo della legittimazione soggettiva, dell'oggetto della domanda e persino di alcune stranezze come la sospensione dell'azione nel caso di pendenza di una qualunque indagine di un'autorità di garanzia. Anche la questione - devo dire - della cosiddetta retroattività dell'applicabilità di questa tutela a casi già maturati e in corso, alla luce del fatto che è stata sospesa una normativa processuale già approvata, è una scelta che direi assai grave. Mi unisco all'appello al Governo affinché vi sia un accantonamento, un ripensamento altrimenti dovremmo prendere atto che, come nota anche Catricalà, si continuano a promuovere politiche per le lobby e contro i consumatori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'articolo 49 in esame è stato surrettiziamente e a nostro giudizio assai indebitamente introdotto dal Senato. Sappiamo che vi sono «manine» che al Senato intervengono più o meno con il consenso del Governo e stravolgono poi tra l'altro l'opera, l'azione e l'attività che sta svolgendo la Camera dei deputati.
Siamo francamente sbalorditi di fronte a questa situazione: noi abbiamo sostenuto il parere della II Commissione giustizia presentato dall'onorevole Lo Presti, il quale sia in punto di merito sia in punto di metodo ha radicalmente demolito la possibilità della sopravvivenza dell'articolo 49 all'interno del provvedimento in esame. Lo ha demolito nel metodo perché ha censurato giustamente questo sistema, il quale prevede che le questioni riguardanti la Commissione giustizia siano sostanzialmente sottratte al proprio esame e affrontate in sede diversa, in sede impropria (è accaduto già per la cosiddetta «miniriforma» sul processo civile). Lo ha demolito per una serie di ragioni di merito, che hanno messo in evidenza come l'attuale articolo 49 in realtà finisca per non tutelare affatto i consumatori e sia una sostanziale resa di fronte ai poteri forti, di fronte ai grandi gruppi economici. È una sostanziale resa perché rende talmente difficile l'esercizio dell'azione collettiva, la sottopone a tanti vincoli, che praticamente essa viene resa assai difficile.
Dunque ci trovavamo di fronte a due possibilità di dare implementazione al parere della II Commissione giustizia: la prima è l'emendamento soppressivo, cioè togliere dal provvedimento in esame l'articolo 49 (è il sistema previsto dall'emendamento Ferranti e preannuncio già che voterò a favore). La seconda era il sistema Pag. 22seguito invece dal gruppo Italia dei Valori, cioè quella di inserire un emendamento sostitutivo dell'articolo 49, ripristinando il testo che era già stato approvato nelle sedi proprie.
Su tale emendamento sostitutivo e non soppressivo interverranno poi gli altri colleghi dell'Italia dei Valori, io dico soltanto questo: l'importante è spazzare via questo articolo 49, perché esso effettivamente rappresenta una pietra tombale sull'azione collettiva; né ci convince il ragionamento dell'onorevole Lo Presti, secondo il quale dovrebbe essere approvato l'articolo 49, poi si dovrebbe affidare il tutto ad un ordine del giorno, che non si nega mai nessuno, che non ha valore di legge, che ha solo il valore di un impegno generico e che non varrebbe a sostituire e comunque a modificare una disposizione che venisse oggi approvata.
Ecco la ragione per la quale noi comunque voteremo a favore dell'emendamento soppressivo in esame, fermo restando che se non passerà voteremo a favore del nostro emendamento sostitutivo.

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Italia dei Valori ha esaurito il tempo a sua disposizione. Essendone stata avanzata richiesta, la Presidenza, secondo la prassi, concede un ampliamento dei tempi per l'esame di questo provvedimento, in ragione di un terzo di quelli originariamente previsti dal contingentamento.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, a me sembra che la discussione sull'articolo in esame, che modifica l'articolo 140 del codice del consumo relativamente all'azione risarcitoria, cosiddetta class action, e che procede alla sostituzione integrale del testo precedentemente votato dal Parlamento e precedentemente votato da quest'Assemblea, abbia bisogno di un approfondimento di discussione e di trovare una sede propria, anche all'interno delle Commissioni competenti.
Credo che questo potrebbe favorire un'interlocuzione migliore anche con il Governo per evitare fraintendimenti. Stiamo, infatti, discutendo in un periodo di crisi molto profonda del Paese, che rischia di far precipitare anche i rapporti tra i consumatori, gli utenti e tutti coloro che hanno utilizzato il proprio risparmio per acquistare azioni e per creare disponibilità finanziarie al fine di sostenere le richieste di autofinanziamento delle aziende. In questo ambito, vi è la necessità di trovare un accordo complessivo.
A mio avviso, la discussione relativa alla class action che si è svolta questa mattina - e in questo momento - in Aula, abbia trovato voci diverse all'interno sia della maggioranza che dell'opposizione, che richiedono una rivisitazione della norma, così come è stata trasmessa dal Senato.
Pertanto, se fosse possibile, chiederei al relatore e, soprattutto, al Governo e al Ministro Scajola, la disponibilità a procedere allo stralcio dell'articolo in oggetto, in modo che vi sia da parte di maggioranza e opposizione l'impegno complessivo a trovare rapidamente la sede nella quale riscrivere la norma. Ciò attraverso un cointeressamento sia del Parlamento, che del Governo, e non all'interno di uno scontro, che appare ideologico e che non tiene conto degli interessi di tutti coloro che, in questo momento, hanno necessità di adire alla class action e all'azione risarcitoria. Si tratta di molti cittadini: dobbiamo rispondere alle loro esigenze e non ad una discussione inficiata da condizionamenti di carattere ideologico o da preclusioni aprioristiche.
Pertanto, signor Presidente, se siamo d'accordo nel senso di trovare un intendimento comune su questo tema tra Parlamento e Governo, e tra maggioranza e opposizione, per far fronte immediatamente a problemi che sono reali e ai quali dobbiamo dare una risposta, non aprioristicamente dettata da esigenze di posizionamento di ciascuno e di ciascuna forza Pag. 23politica, per prescindere proprio da questi condizionamenti, credo che si possa evitare la votazione sull'articolo in oggetto e procedere al suo stralcio, con l'impegno comune a trovare immediatamente la sede nella quale riscrivere la norma.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, abbiamo già discusso, a lungo, in Commissione di questo aspetto. Credo che il tema sia anche quello proposto dal collega Lo Presti. Effettivamente, la tematica complessa riveste molte competenze. Tuttavia, vi è un problema di proroghe e di intervento su un «provvedimento ponte». Si è condiviso anche in Commissione, sia con il Parlamento che con il Governo, il fatto che è necessario riconsiderare la materia. Vi è un problema relativo alla proroga, che si esaurisce in tempi brevi.
In questo momento, la scelta della Commissione è stata quella di continuare sulla strada di dare una risposta immediata, in attesa di un provvedimento strutturale più forte da parte del Governo e del Parlamento su una materia che è molto delicata. Non si dimentichi - ci vuole anche un po' di memoria storica - che, nello scorso mandato legislativo, la questione fu affrontata in maniera intempestiva, senza i giusti ragionamenti e senza calcolare l'impatto. Inoltre, se a ciò si aggiunge che, nel frattempo, sul mercato mondiale è calata una crisi strutturale anche del mondo delle imprese, è evidente che si rischia di aggiungere danno al danno.
Nella piena condivisione che vi è un principio naturale - quello della salvaguardia del consumatore - è evidente che vi sono anche dei problemi di compatibilità giuridica con un sistema per il quale la class action rappresenta una novità. Ritengo che, da questo punto di vista, si possa procedere con l'impegno, in una fase successiva, di affrontare l'intervento - come diceva il collega Lo Presti - in modo più strutturale.

ANNA TERESA FORMISANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, volevo partire dal ragionamento del relatore Raisi. Capiamo che c'è un problema, ma vogliamo fare un'altra proposta: facciamo tutti quanti insieme una proroga del vecchio testo per tre o quattro mesi (lo stabiliamo insieme in Aula), dopo di che tutti insieme lavoriamo ad una proposta di modifica.
Se è vero l'obbiettivo di una necessaria proroga (questo lo capiamo), manteniamo in piedi la vecchia legge per due o tre mesi - ci si ragiona, non ci vuole niente a fare una proposta condivisa - e si va avanti. Questo significa, da parte dell'opposizione, fare una proposta costruttiva, altrimenti prendiamo atto che si tratta soltanto di una proposta che non è costruttiva.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende prendere posizione sulla proposta. Qualcuno chiede di parlare sulla proposta di stralcio testè avanzata?

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, il problema è che il collega Raisi con molta onestà ha confermato che il testo che oggi dovremmo approvare merita un approfondimento e quindi una rivisitazione futura, nello stesso momento in cui si va a rinviare l'entrata in vigore dell'articolo 140-bis del codice del consumo approvato nella scorsa legislatura in modo frettoloso e per questo da noi - maggioranza - contestato perché non aveva affrontato in modo appropriato le tematiche che classificano questa importante azione. Pag. 24
Se così è - mi rivolgo al relatore, al signor ministro e al signor viceministro - con molta serietà e opportunità dovremmo stralciare questo testo, prorogare l'entrata in vigore dell'articolo 140-bis, coinvolgere la Commissione giustizia della Camera e la Commissione giustizia del Senato e, dovunque voi vogliate, discutere di questo argomento, ma coinvolgendo chi evidentemente, nelle Commissioni competenti, può approfondire questa tematica delicatissima con riguardo a tutti gli aspetti che sono stati sollevati e dei quali noi ci siamo preoccupati per primi quando abbiamo sospeso l'entrata in vigore dell'articolo 140-bis nel testo vigente.
Ritengo che questa sia la strada più ragionevole. Infatti, diversamente, creeremmo un pasticcio rappresentato dal fatto che rinviamo l'entrata in vigore dell'articolo 140-bis, entrerà in vigore questo testo e poi dovremo intervenire per modificarlo. Il ministro Brunetta - che mi ha ascoltato poc'anzi quando sono intervenuto - dovrebbe per primo sollevare una questione con riguardo alla proponibilità della class action nei confronti della pubblica amministrazione o delle società che gestiscono servizi pubblici, perché nel testo vigente la class action ha motivazioni diverse, oggetto diverso e un giudice competente diverso.
Che facciamo? Quella legge è vigente e la delega la state esercitando; dopodiché entra in vigore una norma che prevede un giudice diverso da quello previsto nel suo testo, signor Ministro. Dovreste essere anche voi a coordinarvi un attimo e a stabilire a quale giudice affidare la class action in materia di servizi pubblici. Questo, ad esempio, è uno dei problemi che dovrebbero farci riflettere e meditare.
Dopo di che, per carità, il mio ordine del giorno va in questo senso, ossia di chiedere il coinvolgimento delle Commissioni competenti e quindi di affrontare con prudenza l'argomento, ma vorrei precisare, signor Presidente, che l'emendamento che ho ritirato era un emendamento sostitutivo e conteneva di fatto il testo che la Commissione giustizia della Camera avrebbe dovuto discutere, che non era altro che una sintesi appropriata, salvo qualche piccola modifica, dei testi presentati da tutti i partiti politici rappresentati in Parlamento.
Era un testo quasi condiviso, sul quale avremmo dovuto lavorare in fase emendativa.

PRESIDENTE. Adesso, ai sensi degli articoli 41 e 86, comma 7, del Regolamento, darò la parola ad un oratore che parla contro la proposta di stralcio. Poi metteremo ai voti la proposta di stralcio.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, lei parla contro? Mi pare strano.

ANTONIO BORGHESI. Sì, sono contro la proposta di stralcio.

PRESIDENTE. In tal caso prego, ha facoltà di parlare.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, noi pensiamo che sia ora di finirla con un Governo che prende in giro i consumatori, come sta facendo questo Governo (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Questo Governo su questo tema si è rivelato, fin dall'inizio, un Governo prono alle lobby, alle corporazioni e ai poteri forti dell'economia. Basta che Confindustria ordini: «no alla retroattività», e subito si provvede. Qui è ora che ognuno si prenda le sue responsabilità.
Noi pensiamo che questo intervento, così come quello già programmato (perché già si parla di un «mille proroghe» per rinviare anche l'entrata in vigore della cosiddetta class action nella pubblica amministrazione), siano la testimonianza di un Governo che non solo è illiberale, ma è anche contrario ai cittadini e ai consumatori. In questo provvedimento, e non solo in questo, ci sono altri articoli contro i consumatori: penso alla vergognosa reintroduzione delle polizze assicurative pluriennali per favorire gli amici di un'altra Pag. 25lobby, quella degli assicuratori. C'erano voluti 25 anni per cancellare questa cosa assurda che l'Unione europea ritiene inutile e dannosa per i consumatori e questo Governo l'ha reintrodotta. Ribadisco che è un Governo prono ai poteri forti, prono alle lobby, prono alle corporazioni. Allora si prenda le sue responsabilità.
La nostra è una proposta diversa, una proposta che non salva i Tanzi, i Cragnotti, ma i risparmiatori danneggiati dalla Cirio, i risparmiatori messi sul lastrico dalla Parmalat, i risparmiatori danneggiati da molte banche con dei prodotti finanziari assolutamente negativi e privi di contenuto e di rispetto nei confronti dei risparmiatori. A questo punto noi pensiamo che non ci sia nessuna proposta di stralcio da fare: questo Governo e questo Parlamento dicano se vogliono difendere i consumatori oppure no. Se si vuole difendere i consumatori si voti a favore di questo emendamento o in alternativa alla nostra proposta di class action. Credo che sia ora di finirla con le politiche dei rinvii a cui questo Governo ci ha abituato.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, intervengo solo per dire che noi accogliamo in linea di principio il desiderio di migliorare questo testo, anche alla luce di quello che il presidente Lo Presti diceva in riferimento ad un suo ordine del giorno che il Governo accoglierà. Riteniamo che questa sia già una buona base di partenza: il Governo è disponibile, ovviamente in corso d'opera in coordinamento con quello che farà il Ministro Brunetta, a migliorare ulteriormente il testo in esame affinché vi sia la più ampia convergenza possibile. Dico questo anche per portare serenità in quest'Aula e per consentire di procedere ulteriormente con un provvedimento così strategico per il nostro Paese.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo all'articolo 8 del Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, a seguito dell'intervento del collega Borghesi vorrei che ci fosse chiarezza al momento del voto, questo spetta a lei, signor Presidente, garantirlo. Il collega Borghesi ha fatto un intervento nel quale ha spiegato che per dimostrare che siamo d'accordo e vicino ai consumatori bisognerebbe approvare questo emendamento.
Sarebbe utile che fosse di cognizione del collega Borghesi e anche di tutto il Parlamento che noi non stiamo votando un emendamento di chicchessia, ma stiamo votando una proposta di stralcio che è un'altra cosa; quindi, la dichiarazione di voto sull'emendamento magari si svolge in una fase successiva.

PRESIDENTE. Proprio perché non sono dichiarazioni di voto su emendamenti, il Regolamento non prevede che si apra un dibattito in fase di votazione sulla proposta di stralcio.

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Donadi, io posso darle la parola per un richiamo al Regolamento, ma poi deve parlare per un richiamo al Regolamento perché siamo in fase di votazione di una proposta di stralcio. Un oratore ha parlato a favore, uno ha parlato contro, il Regolamento non prevede ulteriori interventi sul tema.

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, mi richiamo al Regolamento esclusivamente per precisare che evidentemente da parte dell'onorevole Borghesi è stato fatto un uso improprio del suo intervento a favore del voto e quindi contro lo stralcio, Pag. 26in quanto - ci tenevo a precisarlo - ciò rappresenta una sua posizione personale e non quella del gruppo dell'Italia dei Valori, che voterà per lo stralcio (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori, Partito Democratico e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Onorevole Donadi, tengo a precisare che in questa fase il Regolamento (Commenti)... onorevoli colleghi, vogliamo moderare un po' i toni! Tengo a precisare che il Regolamento in questa fase non prevede un ruolo specifico dei gruppi, ma che qualunque deputato chieda la parola per esprimere argomenti a favore o contro abbia titolo per parlare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di stralcio dell'articolo 49 del testo in esame.

(La Camera respinge).

Passiamo all'emendamento Ferranti 49.1. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 49.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda, onorevole Lanzillotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 433
Maggioranza 217
Hanno votato
206
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che i deputati Compagnon, Cesare Marini, Oliverio, De Pasquale e De Micheli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Monai 49.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, quello che ho detto prima vale esattamente anche rispetto a questo emendamento, che propone una diversa formulazione della class action e, soprattutto, non prevede la non retroattività, per cui questo permetterebbe a molti cittadini, a molti risparmiatori e consumatori truffati di poter ottenere ristoro per i danni che hanno subito a causa di comportamenti illeciti e truffaldini da parte di imprese, di banche e di assicurazioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale...

ANDREA LULLI. Presidente...!

PRESIDENTE. Colleghi, scusate, revoco l'indizione della votazione. Prego, onorevole Lulli, ha facoltà di parlare.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, vorrei cogliere l'occasione per mettere in risalto il modo con cui si sta legiferando. Se non sbaglio, uno degli impegni della maggioranza è la semplificazione legislativa. Vi è anche un Ministro competente - e mi rivolgo ai colleghi della Lega - e una delega su cui si è fatta una battaglia sul piano della semplificazione legislativa e del «disboscamento» delle leggi.
Oggi abbiamo assistito - e non è la prima volta - ad un modo di legiferare che sicuramente rappresenta un costo vero per la società italiana. Non solo, infatti, si fa una modifica alla class action che è devastante e che mette di fatto i consumatori alla mercé dei poteri forti (Parmalat ma anche Alitalia, non lo dimentichiamo), ma addirittura mentre si approva questa modifica, si dice già che successivamente si modificherà. Mi dovete spiegare, cari colleghi della maggioranza e signori del Governo, qual è la coerenza rispetto agli impegni che voi avete assunto Pag. 27di fronte al corpo elettorale. Non solo nocete ai consumatori, ma complicate la vita a tutti i cittadini. Vorrei rivolgermi anche al collega Brunetta: semplificazione della vita? Questa è una vera e propria complicazione che voi imponete agli italiani. Anche per questo motivo credo che noi vi incalzeremo e non dubitate che su questi aspetti, come sulla class action, non vi faremo stare tranquilli (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 49.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Duilio, Galati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 428
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato
204
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che i deputati Compagnon, De Pasquale e De Micheli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che l'emendamento Lo Presti 49.6 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 49.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gatti, Mazzuca, Mondello, Lanzillotta, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 433
Votanti 432
Astenuti 1
Maggioranza 217
Hanno votato
205
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che la deputata Castiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario, che le deputate De Pasquale e De Micheli hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole e che il deputato Compagnon ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Monai 49.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere l'attenzione ai colleghi deputati, soprattutto del centrodestra, in quanto questa è una semplice proposta emendativa che però ha l'effetto di far caducare il principio della irretroattività della class action. Poco fa il collega Lulli ha ammonito sul concetto della coerenza che la maggioranza di centrodestra dovrebbe mantenere sul tema della tutela dei consumatori. Se vogliamo evitare che la class action rimanga una foglia di fico per nascondere le vostre vergogne sul tema della tutela dei consumatori, bocciate questo emendamento.
Se volete mantenere una certa coerenza su questo delicato settore e far sì che questa azione collettiva possa anche rimediare ai dissesti dei crack finanziari che hanno lasciato indeterminate vittime sul terreno dell'economia italiana, approvate l'emendamento che garantisce la retroattività della class action.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Presidente, intervengo adesso, anche se avevo chiesto di intervenire precedentemente sull'emendamento Ferranti 49.1, ma fa lo stesso. Pag. 28Vorrei l'attenzione del Ministro, se possibile, ma vedo che è impegnato in altro modo! È importante che mi ascolti, credo...

PRESIDENTE. Invito per favore i parlamentari a non cercare colloqui privati con i Ministri in sala. Esistono altri orari dai per questo!

CARMEN MOTTA. Ministro scusi, mi stavo rivolgendo a lei!

PRESIDENTE. Scusate! Per favore, l'ho pregata di allontanarsi dal banco del Governo e di lasciare che il Ministro possa seguire.

CARMEN MOTTA. Anche se è al telefono e quindi credo che non sarà comunque interessato.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Motta.

CARMEN MOTTA. Vorrei ricordare cortesemente al Ministro che, quando successe il crack Parmalat, era in carica il Governo Berlusconi. Conosco bene quei fatti perché provengo da quella città. Quando successe quel crack, signor Ministro, vennero a Parma e a Collecchio, sede della azienda Parmalat, Ministri dell'allora Governo Berlusconi, che assunsero impegni molto precisi, non solo perché questa azienda potesse continuare ad operare - e così è stato con l'ausilio di tutte le istituzioni, di tutto il territorio, dei sindacati dei lavoratori e dei consumatori, che hanno continuato ad acquistare i prodotti Parmalat -, ma il Governo si impegnò anche a tutelare quei consumatori che erano, come dire, stati traditi dalla vicenda Parmalat. I ministri assunsero l'impegno di introdurre già allora una norma che potesse tutelare, una class action, chiamiamola così, perché allora fu chiamata in questo modo. Ci sono voluti anni per introdurre nel nostro ordinamento questa previsione di legge (imperfetta, si può migliorare, ci mancherebbe altro!). Ricordo però che l'impegno allora fu molto determinante in questo senso. Parlo di centinaia e di migliaia di persone su tutto il territorio nazionale, persone anche non particolarmente abbienti, lavoratori, pensionati, ridotti all'impossibilità di ottenere un risarcimento, avendo perso tutti i loro risparmi. Credo, pertanto, che almeno questo emendamento debba essere approvato, perché restituisce un minimo di giustizia e non rappresenta un colpo di spugna su eventi drammatici, dai quali si è usciti con l'intento di guardare avanti. E hanno voluto guardare avanti anche quei consumatori che adesso voi, non accogliendo nemmeno questo emendamento, non operando lo stralcio di questo articolo, tradite definitivamente.
Io credo che i parlamentari dei territori che hanno subito crack come quello di Parmalat, indipendentemente dalla collocazione politica, abbiano il dovere di rappresentare sui propri territori che questo Parlamento non è stato in grado, per vostra esplicita volontà, non solo di migliorare la legge, ma neanche di accogliere l'appello bipartisan di questa mattina a riflettere su questo fatto, a fare lo stralcio dell'articolato e provare insieme a riscrivere una norma. Non avete voluto fare neanche questo. Credo che i consumatori se ne ricorderanno. E noi non mancheremo - almeno io senz'altro - di ricordarlo ai consumatori della mia città e del mio territorio.

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo del Partito Democratico ha esaurito il tempo a sua disposizione. Essendone stata avanzata richiesta, secondo la prassi, la Presidenza concede un ampliamento dei tempi per l'esame di questo provvedimento in ragione di un terzo di quelli originariamente previsti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 49.4 Monai, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... onorevole Mondello... onorevole Lanzillotta... Pag. 29
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 431
Votanti 430
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato
207
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che le deputate De Pasquale e De Micheli hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole e che il deputato Compagnon ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 49.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, poiché ritengo importante questo articolo, credo sia giusto svolgere alcune considerazioni, che sono già state svolte, ma che ritengo opportuno ribadire.
Di fatto, viene completamente svuotata la possibilità dello strumento dell'azione collettiva risarcitoria, destinato inizialmente a ridurre le asimmetrie del mercato ed a moralizzare i comportamenti e le pratiche commerciali nei confronti dei cittadini utilizzatori finali o consumatori, come si vogliono chiamare. Se dovesse passare la nuova versione, come purtroppo sta accadendo, la prima beffa sarà quella di avere una class action postdatata, visto che vengono esclusi dal campo di applicazione tutti i casi di danni subiti dai consumatori prima dell'entrata in vigore della nuova legge, quindi con l'esclusione dall'ipotetico risarcimento dei risparmiatori danneggiati dai grandi tracolli finanziari (Cirio, Parmalat, ma anche Alitalia).
Forse mi sbaglio, ma non vorrei che vi fosse qualche preoccupazione per alcune decisioni assunte dal Governo in merito a quanto è poi successo ai consumatori Alitalia. Non solo: se ne parla poco, ma ciò riguarda anche gli eventuali risarcimenti, magari di modesto valore per i casi di mancato rispetto delle norme sulle liberalizzazioni di più recente acquisizione. Mi riferisco, per esempio, alle spese per la portabilità e per l'estinzione anticipata dei mutui ipotecari, al mancato rimborso del credito residuo della telefonia, agli addebiti per spese di recesso nella telefonia e nelle televisioni.
Sono questi i veri interessi che il Governo sta tutelando? La beffa più grande riguarda il fatto che sarà il singolo consumatore a doversi far carico dell'azione giudiziaria di classe dinanzi al tribunale. Questo sarà un problema molto serio, perché in ogni caso egli dovrà presentare al tribunale la documentazione probatoria, mentre nel testo tuttora vigente del Governo Prodi, per quanto, come è stato detto, approvato in fretta, il singolo poteva aderire semplicemente per fax o mail tramite l'associazione dei consumatori, addirittura fino al momento del giudizio di appello.
Ma chi si farà carico dei costi di questa procedura per recuperare i 20 o 50 euro per soprusi o ingiustificate vessazioni che in serie vengono perpetuate nei confronti di migliaia di utenti dei servizi bancari, assicurativi e soprattutto telefonici? Probabilmente nessuno.
È ancora più beffarda la disposizione che prevede che, qualora il proponente, anche il singolo individuo, presenti un'azione manifestamente infondata oppure non sia in grado di curare adeguatamente gli interessi della classe, egli sia tenuto a pagare sia le spese di pubblicità della decisione di inammissibilità operata dal giudice, sia gli eventuali danni per responsabilità aggravata, quali quelli di immagine procurati all'impresa chiamata in giudizio.
Qui siamo all'assurdo: viene messa in campo un'ipotesi di danno punitivo come forte disincentivo per i consumatori all'attivazione di azioni collettive. Nel testo che tuttora è in vigore una critica da parte dei consumatori era invece di segno opposto, e cioè che sarebbe mancata l'ipotesi di danno punitivo per l'impresa soccombente.
Signori, vi assumete una grande responsabilità, lo voglio dire, non solo in danno dei consumatori, ma anche ritardando la qualità con cui le imprese devono Pag. 30competere in Italia e nel mondo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, non faremo mancare la nostra lealtà al Governo e quindi voteremo a favore del testo che è stato proposto per l'azione collettiva.
Lo faremo, sottolineando alla responsabilità del Ministro alcune questioni, perché, dopo l'intervento del sottosegretario Urso, crediamo che questi aspetti siano giustamente portati all'attenzione del Governo, ma non prima di aver fatto chiarezza circa un argomento che, in termini politici, viene usato contro il Governo e contro la maggioranza.
Dai banchi dell'opposizione si sostiene che il fatto di non aver consentito l'irretroattività dell'azione collettiva nella proposta del Governo lascerebbe senza tutela i consumatori. Niente di più falso! I consumatori possono rivolgere in giudizio tutte le azioni che sono previste dal nostro ordinamento (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Non utilizziamo, quindi, argomenti insensati, ma occupiamoci delle questioni di merito e di metodo che sono importanti. Signor Ministro, mi permetto di dirle che, come Popolo della Libertà, avremmo preferito un emendamento al Senato che avesse inserito una delega.
La delega avrebbe consentito a lei di esercitare in termini rapidi l'intervento che si è proposto, ma, contemporaneamente, avrebbe consentito a noi di collaborare alla stesura, rappresentandole alcuni aspetti critici che in questa norma vi sono e sui quali brevemente mi trattengo.
La prima questione: la mancanza di trasparenza per i comitati o le associazioni che promuovono l'azione collettiva. Nella nostra discussione, in sede di Commissione, avevamo chiesto che questa trasparenza fosse sancita (mi riferisco a chi raccoglie i fondi, a cosa servono) e che vi fosse, quindi, un bilancio delle operazioni collegato alla responsabilità dell'azione collettiva anche e soprattutto in caso di soccombenza.
La seconda questione che questa norma non affronta è il numero dei proponenti l'azione collettiva. Astrattamente potremmo avere decine, centinaia di azioni collettive suddivise in pochi attori o in pochi ricorrenti, che, invece di perseguire il fine della semplificazione, graverebbero sui tribunali competenti.
La terza questione riguarda i tribunali individuati. Invece di prendere esempio da provvedimenti che i nostri Governi precedenti avevano adottato - mi riferisco alla situazione relativa all'istituzione dei tribunali e delle sezioni specializzate per la proprietà industriale e intellettuale - abbiamo fatto un ibrido: abbiamo scelto discrezionalmente dei tribunali, addirittura, signor Ministro, scegliendone alcuni che sono oberati da cause.
Questo, se mi consente, è un modesto errore che mi permetto di sottolineare alla sua attenzione, perché non so se quanto è stato discusso in Commissione giustizia è arrivato, e ne dubito, francamente e correttamente, alle sue orecchie.
Vi è un problema di rito: con questa norma ogni tribunale autonomamente sceglie quale deve essere il rito che si applica con un'ordinanza. Mi sembra, francamente, un po' troppo, perché rischieremmo di avere un rito per ogni tribunale di fronte a situazioni che hanno sicuramente una grossa complessità.
Sul piano politico, signor Ministro, ribadiamo non solo la fiducia al Governo - ci mancherebbe - ma anche la fiducia ad introdurre un'azione collettiva che sia a tutela dei consumatori, perché fa parte del nostro principio aumentare la concorrenza anche attraverso queste misure, ma, contemporaneamente, le ribadiamo il senso di responsabilità con cui le affidiamo questi argomenti.
Infatti, il tempo è poco e, se vi fosse stato consentito di avere con lei un chiarimento in precedenza, sicuramente questa norma sarebbe uscita anche con il conforto del Popolo della Libertà in Commissione Pag. 31giustizia e, se mi consente, probabilmente anche con una formulazione migliore (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Per dare ordine ai nostri lavori, desidero comunicare ai colleghi che, secondo le intese intercorse fra i gruppi, le votazioni avranno termine alle ore 13,30. La seduta riprenderà quindi nel pomeriggio, a partire dalle ore 15,30, con lo svolgimento di interpellanze urgenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, l'intervento dell'onorevole Contento mi impone di prendere la parola e di chiarire una questione. Da un lato, state muovendo l'accusa al Governo di aver scippato alla Commissione giustizia un testo di modifica, che tra l'altro avevate portato avanti voi; dall'altro, volete dare una visione falsa in ordine alla possibilità per i cittadini consumatori di agire, perché nel vostro stesso parere, che avete approvato voi, avete scritto voi (lo ha illustrato il collega Lo Presti in Aula), emerge che non è condivisibile la scelta di escludere la retroattività della disciplina, disponendo che l'esercizio dell'azione sia ammesso solo per illeciti compiuti dopo l'entrata in vigore. Ed è questo il punto: i consumatori potranno portare avanti la loro azione, ma con quale procedura, visto che la class action che è stata approvata non è mai entrata in vigore? È quindi questa la vergogna: non si vuole consentire ai consumatori e ai risparmiatori, coloro che potevano utilizzare quello strumento, di utilizzarlo; lo si vuole confinare a posizioni individuali.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ferranti, il suo pensiero è chiarissimo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, faccio i complimenti al collega Contento, che ha dimostrato una volta di più di essere un abilissimo oratore, e politicamente anche molto corretto. Però a buon intenditor poche parole: penso che a nessuno sia sfuggito, e in primis al Governo, il pesante approccio critico che il collega Contento ha posto su questa stesura della class action.
Il fatto che si dica: la votiamo, ma ci turiamo il naso, ci tappiamo gli occhi e le orecchie, non mi pare un'entusiasmante dimostrazione del fatto che state facendo un buon lavoro per il Paese e per i consumatori. Se queste sono le segnalazioni che confidano in una modifica sostanziale di tale articolato (non si capisce quando mai dovrà avvenire, se è vero che questa proposta emendativa è stata adottata al Senato, al di là e al di sopra di qualunque discussione con le associazione dei consumatori piuttosto che con il Governo, e ci troviamo qui a doverla avallare, senza poter neanche sperare in una quarta lettura, perché una volta che questo testo viene approvato in tal modo dalla Camera non potrà essere neppure posto di nuovo in discussione al Senato), mi domando quando mai il Governo, invocato dall'onorevole Contento, potrà mettere mano a queste storture, a queste discrepanze, e direi anche a questa incostituzionalità rispetto al principio del giudice naturale precostituito per legge.
Se è vero infatti che è irragionevole aver indicato nel tribunale di Venezia la competenza per la regione Friuli Venezia Giulia, così come quella di Torino per la Valle d'Aosta, senza un riferimento alle sezioni specializzate piuttosto che ad altri criteri ragionevoli per spostare una competenza naturale, è altrettanto vero che non trovo spazi di manovra legislativa, se non postumi, rispetto all'entrata in vigore di un abominio giuridico come quello che stiamo discutendo.
Da questo punto di vista il mio, appello è di bocciare la proposta contenuta nell'articolo 49, in modo tale che rimanga in vigore la vecchia stesura e si possa provvedere, magari con un'ulteriore proroga del termine di entrata in vigore di quella versione, a mettere mano, in maniera coordinata e compatibile con la Costituzione, Pag. 32e confacente agli interessi dei consumatori, a questo che, diversamente, diventa uno sberleffo alle associazioni di categoria dei consumatori, ai cittadini italiani e al vostro stesso programma, con il quale vi siete presentati alle elezioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, trovo sinceramente sempre molto apprezzabili le considerazioni e i toni dell'onorevole Contento e mi sforzo di cercare di percepirne il valore, al di là degli schieramenti opposti in cui ci troviamo. L'onorevole - giustamente, dal suo punto di vista - ha svolto talune critiche rispetto alla strumentalità di posizioni dell'opposizione. Ma, dal momento che è una persona intellettualmente onesta, deve riconoscere che i tre quarti del suo intervento sono stati dedicati a smontare la proposta al nostro esame, con argomentazioni - sempre perché l'onorevole Contento è una persona intellettualmente onesta - che sono un poco fragili, soprattutto perché questo provvedimento viaggia fra Camera e Senato da più di sei mesi, è stato debitamente alla Camera per il periodo necessario, se non è stato mandato alla Commissione giustizia che, concordo con lei, era una sede in cui doveva passare, non credo lo si possa imputare alla Camera o all'opposizione. Dunque, e concludo, non ci dica, onorevole Contento, che domani accadrà qualcosa di nuovo. Martedì approverete questo provvedimento e la festa è finita: tutte le sue considerazioni rimarranno buone intenzioni ma non produrranno nulla.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 49.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Delfino, Strizzolo, Lo Monte, Latteri, Castellani...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 427
Votanti 425
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato
228
Hanno votato
no 197).

(Esame dell'articolo 50 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 50 (Vedi l'allegato A - A.C.1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 50.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Lo Monte, Calvisi, Peluffo, Dima...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 425
Votanti 227
Astenuti 198
Maggioranza 114
Hanno votato
227).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Mussolini e Lehner hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 51 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 51 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C). Pag. 33
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Lulli 51.1 e Monai 51.2 e sull'emendamento Lulli 51.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ricordo che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà comunque in votazione.
Passiamo alle votazioni degli identici emendamenti Lulli 51.1 e Monai 51.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, evidentemente si continuano a smantellare le liberalizzazioni. Vorrei chiedere al relatore e al Governo per quale ragione si pensa di rinviare l'applicazione della norma che obbliga gli impianti di distribuzione di carburante a rendere pubblici i prezzi alla pompa. Sinceramente non lo comprendo. Non so quale sia la ratio di questo tipo di ragionamento. So solo che anche su questo fronte si va contro il consumatore. Credo dunque che sarebbe opportuno l'accoglimento dell'emendamento soppressivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, rivolgo un appello al Ministro Brunetta per la semplificazione e la sburocratizzazione degli adempimenti che gravano il cittadino. Con questo articolo imponete infatti a ciascun distributore di benzina nel territorio nazionale di comunicare al Ministero tutti i prezzi che pratica alla pompa, per la pubblicazione su un fantomatico sito che ogni singolo automobilista potrebbe andare a consultare per capire se gli conviene fare benzina sotto casa piuttosto che al distributore del quartiere vicino.
Mi pare che non vi sia un rapporto costi-benefici tra l'onere che va a vessare tutti i singoli esercenti degli impianti di distribuzione e la prassi consolidata dell'abitudine dell'automobilista, che certamente non ha né tempo né voglia di navigare nella rete per capire se gli conviene per due centesimi in più o in meno approvvigionarsi di benzina presso un distributore piuttosto che un altro. Mi pare dunque che non sia né logico né ragionevole adottare tale sistema di comunicazione; ben più semplice sarebbe consentire una verifica immediata presso le autopompe della situazione dei prezzi, eventualmente in comparazione tra di loro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lulli 51.1 e Monai 51.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello... onorevole Lo Monte... onorevole Andrea Orlando... onorevole Lovelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 428
Votanti 425
Astenuti 3
Maggioranza 213
Hanno votato
201
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che i deputati Vannucci e Tocci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Pag. 34
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 51.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Patarino... onorevole Delfino... onorevole Sposetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 427
Votanti 425
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato
200
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 51.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... onorevole Latteri... onorevole Mondello... onorevole Rampelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 426
Astenuti 3
Maggioranza 214
Hanno votato
225
Hanno votato
no 201).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 52 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 52 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Anna Teresa Formisano 52.1 e Monai 52.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Anna Teresa Formisano 52.1.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anna Teresa Formisano 52.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... onorevole Rampelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 428
Votanti 426
Astenuti 2
Maggioranza 214
Hanno votato
203
Hanno votato
no 223). Pag. 35

Prendo atto che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Monai 52.2.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 52.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... onorevole Latteri... onorevole Mondello... onorevole Murer...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 430
Votanti 413
Astenuti 17
Maggioranza 207
Hanno votato
190
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che il deputato Mottola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 52.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 52.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rampelli... onorevole Ceroni... onorevole Mondello... onorevole Castellani... onorevole Aprea...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 433
Votanti 228
Astenuti 205
Maggioranza 115
Hanno votato
228).

Prendo atto che il deputato Zorzato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 53 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 53 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 53.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... onorevole Girlanda... onorevole Strizzolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 435
Votanti 232
Astenuti 203
Maggioranza 117
Hanno votato
231
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Zorzato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 54 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 54 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 54.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 36

Onorevole Girlanda... onorevole Lo Monte... onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 434
Votanti 230
Astenuti 204
Maggioranza 116
Hanno votato
230).

Prendo atto che il deputato Zorzato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Calderisi ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 55 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 55 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 55
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Caterina... onorevole Granata... onorevole Iapicca... onorevole Rampelli... onorevole Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 438
Votanti 434
Astenuti 4
Maggioranza 218
Hanno votato
232
Hanno votato
no 202).

Prendo atto che il deputato Bosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 56 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 56 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Monai 56.1

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Monai 56.1 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Avverto che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 56, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, innanzitutto, siccome in sede di replica il relatore è intervenuto rispetto ad un mio intervento avvenuto nella discussione sulle linee generali, sostenendo che ho citato delle testate che in realtà non riceveranno nulla, vorrei che fosse chiaro un particolare: questo articolo rinvia l'entrata in vigore di nuove norme, il che significa che fino a quando non entreranno in vigore le nuove norme, le testate acquisiranno i diritti in base alla vecchia normativa esistente.
Pertanto noi pensiamo che certamente vi siano delle realtà che hanno diritto e che hanno bisogno di un sostentamento, perché rappresentano iniziative che hanno dei riflessi culturali importanti, e così Pag. 37come lo Stato interviene in generale per la cultura è anche giusto che intervenga a favore di testate di elevato valore culturale che hanno lettori, giornalisti, persone preparate e professionalità, e che magari, per l'esiguo numero di lettori (ma che sono dentro il mercato culturale) vanno sostenute.
Tuttavia, la verità è che qui dentro, con le norme e ancor più con la normativa vecchia, c'è di tutto. Così, se salviamo testate come il Manifesto, come La Voce di Mantova, come La Padania, come Il Secolo, come Liberazione e L'Avvenire, vi sono certamente altre testate che non avevano bisogno di salvarsi ma prenderanno lo stesso un sacco di soldi. Parlo de Il Foglio, parlo di Libero, parlo anche de L'Unità. Ma poi vi sono testate che francamente non hanno più lettori e spesso neppure un qualche significato dal punto di vista culturale. Mi riferisco, per esempio, a Il Secolo d'Italia dell'ex Alleanza Nazionale, a Il Sole che ride degli ex Verdi, a L'Avanti dell'ex PSI, al Roma, al Borghese, a Linea dell'ex MSI, a La Voce Repubblicana, a Il Campanile di Mastella, a svariati corrieri strani (vi è persino quello canadese). Mi riferisco altresì al Dolomiten, al Zukunft in Südtirol. Stiamo parlando di testate che hanno semplicemente una natura di carattere politico (me ne scuso con gli amici altoatesini, ma è così). Addirittura vi sono il Primorski Dnevnic, il Sannio Quotidiano, il Globo. Ma oltre a questi vorrei citare alcune altre testate che ne fruiscono : Chitarre, Fare Vela, Il Salvagente (mi è stato detto che è un giornale di una rispettabile associazione di volontariato, ma - scusate - non cambia nulla), il Granchio (che sia collegato al mare e alla vela?), il Mare e monti (che a me sembrava una pizza, ma probabilmente anche lui è autorevole!), Luna nuova (non so se si chiama così perché è distribuito di notte!). Pensate, vi è una testata che si chiama Il Mucchio Selvaggio (non so se abbia qualche attinenza con le vicende di cui si parla molto in questi tempi!); Motocross; Cavalli e corse. Vi è poi una miriade di giornali parrocchiali, e altresì un giornale che ha un nome molto altisonante, non so di chi sia, ma chiunque sia il proprietario della testata non importa: La Verità, che da sola si pappa un milione di euro!
Credo che veramente questi siano costi della politica, e noi abbiamo il dovere, per rispetto dei cittadini e per la gente che paga i giornali e che vuole avere un'informazione libera, di evitare questo tipo di sperperi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giulietti. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, intervengo solo per segnalare che alcune delle questioni poste sono reali, ma vanno affrontate in un disegno di legge sull'editoria che il Governo ritarda. In quella sede si devono affrontare queste questioni. I soldi di cui parliamo riguardano il pregresso, cioè riguardano spettanze maturate da decine di testate, molte delle quali vitali, dei mondi più diversi: dell'associazionismo, dei movimenti dei consumatori, che rappresentano punti di vista altrove cancellati.
Se non dovesse passare quest'emendamento non sarebbe possibile pagare ciò che è stato maturato: manderemmo al macero decine di testate. Altra cosa è la battaglia per la questione morale: allora il Governo, in quella occasione, porti il provvedimento e lì si apra la discussione. Ci sono situazioni insostenibili. Se non passasse questo provvedimento tuttavia non ci sarebbe la possibilità di rispettare le leggi dello Stato, e travolgeremmo aziende che hanno maturato i diritti sulla base di leggi esistenti. Il fondo dell'editoria era stato largamente decurtato. Personalmente, avendo votato quella volta, non posso che confermare un voto a sostegno di questa presa di posizione unitaria della V Commissione (Bilancio).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 56.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).Pag. 38
Onorevole Cesare Marini... adesso ho votato... onorevole Lo Monte... onorevole Pollastrini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 425
Astenuti 4
Maggioranza 213
Hanno votato
414
Hanno votato
no 11).

Prendo atto che il deputato Brandolini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

MARIO PEPE (PdL). Secondo gli accordi presi...

PRESIDENTE. No, onorevole Mario Pepe, gli accordi presi dicono le 13,30. Il mio orologio dice 13,04: mi dispiace deluderla.

(Esame dell'articolo 57 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 57 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 57.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Lo Monte questa volta ha votato... onorevole Valentini... onorevole Servodio... onorevole Delfino ha votato... onorevole Mondello.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 428
Maggioranza 215
Hanno votato
428).

(Esame dell'articolo 58 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 58 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Misiti 58.1 e Meta 58.2 e sull'emendamento Monai 58.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ricordo che ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Misiti 58.1 e Meta 58.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, con l'esame degli emendamenti all'articolo 58 inizia l'esame di una serie di articoli, dal 58 al 63, riguardanti la materia ferroviaria. È come se in questo provvedimento, fosse stato introdotto durante la navetta tra Camera e Senato, un «pacchetto ferroviario» che risponde ai tre «pacchetti ferroviari» europei sui quali l'Italia o è in ritardo o è inadempiente. Il fatto che questa materia sia stata introdotta nel passaggio al Senato fa sì che ci troviamo ad esaminare questo articolo, come d'altronde i successivi, un po' impreparati e di soppiatto e ciò ha avuto una conseguenza, come lei sa, nella IX Commissione trasporti. Infatti la Commissione competente per materia si è trovata alla Pag. 39fine a porre in votazione un parere che non è stato votato dalla maggioranza della Commissione. È già questo un fatto politico da segnalare all'Assemblea perché nel fascicolo di questo provvedimento manca il parere della IX Commissione. Infatti non c'è stata la maggioranza per approvare il parere. La Lega Nord Padania sul parere si è astenuta. Questo già segnala il fatto che stiamo intervenendo in modo improvvisato dall'emanazione del decreto-legge n. 112 del 2008 in poi, da quando cioè si è fatto il primo intervento in materia di servizi ferroviari e servizi pubblici locali e infine giungiamo a questo provvedimento con l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, l'Antitrust, che è intervenuta in corso d'opera. È una vicenda che deve essere segnalata all'Assemblea in modo adeguato perché, oltre ad impedire un approfondimento chiaro, ci porta al risultato di produrre una cattiva legislazione, anche se ne capiamo la ratio alla luce degli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Soprattutto, si rendere un cattivo servizio alla concorrenza ed alla liberalizzazione dei servizi nel campo delle ferrovie e del trasporto pubblico locale e si rischia di rendere un cattivo servizio ai diritti dei consumatori, perché saranno e potranno essere penalizzati.
In sostanza, noi ci siamo trovati ad affrontare la materia in modo inadeguato, non nella Commissione competente e quindi a proporre emendamenti soppressivi, nell'impossibilità di svolgere un'azione di approfondimento che desse un risultato diverso. Naturalmente capiamo anche l'esigenza su cui il Governo si è mosso ed ha posto la nostra attenzione in questa materia, ma la conseguenza è che invece di sfruttare la normativa europea nell'interesse dei consumatori noi licenziamo una normativa che in sostanza rafforza il monopolio delle ferrovie dello Stato in materia e non apre il campo alla possibilità di intervento di altri operatori nell'interesse dei cittadini. Oltretutto, si crea una situazione per cui non è ben chiara la distinzione tra servizio commerciale e servizio universale, sia per quanto riguarda il trasporto pubblico locale sia per quanto riguarda il trasporto a media e lunga percorrenza e ciò porta a conseguenze che presumibilmente dovremo prossimamente esaminare, perché riguarda l'esigenza per il gruppo ferrovie dello Stato di ricapitalizzare Trenitalia, come è stato annunciato in questi giorni, per affrontare il piano dei mille treni per i pendolari.
In sostanza, questo è il senso del nostro intervento, che vale come ragionamento complessivo dall'articolo 58 al 63 e che chiede la soppressione dell'articolo 58 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Misiti 58.1 e Meta 58.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole Rampi? Onorevole Sanga? Onorevole Mondello? Onorevole Speciale?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 421
Votanti 417
Astenuti 4
Maggioranza 209
Hanno votato
192
Hanno votato
no 225).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 58.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Frassinetti? Onorevole Strizzolo? Onorevole Mondello?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 40

(Presenti 421
Votanti 419
Astenuti 2
Maggioranza 210
Hanno votato
193
Hanno votato
no 226).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 58.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Leo? Onorevole Mondello? Onorevole Speciale?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 425
Votanti 423
Astenuti 2
Maggioranza 212
Hanno votato
227
Hanno votato
no 196).

(Esame dell'articolo 59 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 59 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Misiti 59.1 e Bratti 59.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli identici emendamenti Misiti 59.1 e Bratti 59.2. non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Avverto che, poiché sono stati presentati soltanto due identici emendamenti interamente soppressivi dell'articolo 59, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, intervengo brevemente perché ho già espresso in precedenza le motivazioni complessive sulle nostre proposte emendative.
L'articolo al nostro esame è emblematico e contraddittorio, perché la direttiva europea 2007/58/CE scadeva il 4 giugno 2009. In questo caso, di fronte all'avvio di una procedura di infrazione, si interviene e si regolamenta la materia a partire dal 1o gennaio 2010. Tra l'altro, si opera un rinvio all'organismo di regolazione - previsto dal decreto legislativo n. 188 del 2003 - che, di fatto, è lo stesso Ministero. Vorrei sottolineare la contraddizione.
Vi è una proposta di legge del Partito Democratico, che è stata incardinata in Commissione trasporti - A.C. n. 1057 - di cui sono primo firmatario, che chiede di istituire l'Authority dei trasporti. È necessario considerare tutto, non solo pezzi di intervento. Questo è un pezzo di intervento, che tende a salvaguardare una situazione, senza, però, dare una soluzione.
Pertanto, ritengo che non si debba votare a favore di questo articolo, ma anzi, che si debba procedere alla sua soppressione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, è una vera anomalia: abbiamo tempo di approvare una legge specifica su questi argomenti, siamo sotto procedura di infrazione da parte dell'Europa, e approviamo, Pag. 41oggi, dopo che sono scaduti i termini della citata direttiva, un articolo che rimanda al 1o gennaio 2010 l'applicazione di tali norme, lasciando uno spazio vuoto. Da qui alla fine dell'anno, si potrebbe, invece, trattare l'argomento nella Commissione specifica, lavorarci sopra, in modo da non dover modificare questo provvedimento con un altro prossimo, perché vi siete sbagliati.
A nostro avviso, in questo momento, l'emendamento presentato dall'Italia dei Valori - identico a quello presentato dal Partito Democratico - è più opportuno proprio per il Governo. Infatti, se il provvedimento in esame fosse approvato, mantenendo l'attuale formulazione dell'articolo 59, il Governo farebbe proprio una figuraccia, poiché vi sarebbe tutto il tempo per migliorarlo ed anche per ridurre i tempi. Mancano molti mesi al 1o gennaio 2010: si potrebbe realizzare un provvedimento in due, tre mesi, un provvedimento specifico, elaborato dalla Commissione competente e presentato in Aula in modo da avere una vera maggioranza. In Commissione, non è stato possibile avere la maggioranza sugli articoli né è stato espresso un parere. Pertanto, quest'Assemblea dovrebbe respingere il tentativo di approvare l'articolo 59 ed accogliere, invece, gli emendamenti che sono stati presentati. Se ciò non fosse possibile, invitiamo, comunque, l'Assemblea a votare a favore dei nostri emendamenti interamente soppressivi dell'articolo 59 (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 59.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... onorevole Mondello... onorevole Pelino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato
225
Hanno votato
no 195).

Prendo atto che la deputata Samperi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 60 - A.C.1441-ter-C )

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 60 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Misiti 60.1 e Meta 60.2 e sull'emendamento Bratti 60.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Misiti 60.1 e Meta 60.2. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, naturalmente non siamo favorevoli al ritiro di questi identici emendamenti. Voglio dire brevemente che siamo di fronte ad un articolo che rischia, oltretutto, di risultare contraddittorio rispetto ad una norma che abbiamo approvato nella legge n. 133 del 2008: l'articolo 23-bis sui servizi pubblici Pag. 42locali che praticamente prevede la data del 2010 per l'entrata a regime della normativa da questo punto di vista.
Qui, invece, andiamo a modificare il decreto legislativo n. 422 del 1997 che ha introdotto meccanismi di concorrenza nel trasporto pubblico locale, andiamo ad intervenire sul Regolamento 1370/07/CE per quanto di competenza nazionale con una procedura che, alla fine, per il combinato disposto di altri provvedimenti di legge - mi riferisco in particolare alla legge n. 33 del 2009, il cosiddetto «decreto incentivi»-, prevede un affidamento che diventa di sei anni (più sei) alla fine dei quali sarà ancora possibile per le imprese affidatarie partecipare alle gare che si terranno alla fine di tale periodo.
Capite che siamo in presenza di una situazione che non solo non favorisce l'evoluzione di un mercato vero nel settore dei trasporti né di una concorrenza vera, ma tende a bloccare la situazione che attualmente esistente. In più, non essendo stata istituita un'autorità regolatoria terza (authority), la situazione rischia di essere veramente non controllata e fuori dall'interesse, oltre che delle imprese nazionali, anche e soprattutto dei consumatori e dei cittadini che usufruiscono dei servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, oltre alle considerazioni di carattere generale che abbiamo già svolto - perché il servizio ferroviario non è competenza di altre Commissioni se non della IX Commissione, che credo abbia tutto il diritto di approfondire questi aspetti e di dare un contributo all'Assemblea per poter deliberare su basi reali, concrete e anche utili per gli utenti - vorrei ribadire la nostra posizione.
L'articolo 60 sembra scritto a piazza della Croce rossa e non in Parlamento ed è un articolo che evidentemente agevola un tipo di monopolio quando invece sia l'Antitrust, sia ormai tutte le direttive europee, vanno nella direzione opposta.
Credo pertanto che tutto questo significhi che le tariffe non si abbasseranno e che gli utenti e i viaggiatori saranno danneggiati. Questa situazione, a mio avviso, viene affrontata da questo Governo sia nel settore ferroviario, sia nel campo della sicurezza stradale, in modo tale che in un provvedimento (che non c'entra niente con questi argomenti), vengono inseriti simili articoli, legiferando senza alcuna organicità.
Pertanto, ritengo che alla fine vi convincerete riguardo alla necessità di agire in modo diverso.
Bisogna presentare un disegno di legge, un decreto-legge, il Governo adotti anche uno strumento eccezionale, ma faccia qualcosa che possa essere organico e che favorisca la concorrenza, i cittadini e i viaggiatori.
Pertanto i problemi sono a monte, all'interno della holding Ferrovie dello Stato che oggi vede unite FSI e Trenitalia. Sappiamo benissimo cosa significa ciò, dobbiamo come Parlamento intervenire anche su questo, perché altrimenti c'è una confusione: i fondi pubblici vanno alla holding, la holding li distribuisce come ritiene più opportuno, coprendo buchi di gestione perché è questo che bisogna fare. Allora, in questo momento come Parlamento noi non possiamo essere complici di un'operazione che evidentemente contrasta con tutta le norme della liberalizzazione che porta avanti l'Antitrust e la Comunità europea (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Misiti 60.1 e Meta 60.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Speciale, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 43
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 403
Votanti 402
Astenuti 1
Maggioranza 202
Hanno votato
185
Hanno votato
no 217).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Bratti 60.3.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Bratti 60.3 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 60.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Strizzolo e Lovelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 401
Votanti 400
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato
185
Hanno votato
no 215).

Prendo atto che il deputato Rosso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 60.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 60.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rampelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 401
Votanti 400
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato
218
Hanno votato
no 182).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 61 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 61 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Misiti 61.1 e Lovelli 61.2, Bratti 61.3, Fava 61.4 e Viola 61.5, Bratti 61.6.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ricordo che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà comunque in votazione.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Misiti 61.1 e Lovelli 61.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vassallo. Ne ha facoltà.

SALVATORE VASSALLO. Signor Presidente, capisco che non è opportuno che io sia troppo lungo: sarò brevissimo. Mi consenta di iniziare con una brevissima citazione: «abbiamo in Italia ancora troppa Unione Sovietica nella nostra economia ancora in house». Forse sarebbe Pag. 44interessante se il Ministro Brunetta potesse ascoltare, perché si riconoscerebbe in queste parole.

PRESIDENTE. Scusate, posso ricordare l'invito a non interloquire con i Ministri al banco del Governo? Grazie.

SALVATORE VASSALLO. «Abbiamo in Italia ancora troppa Unione Sovietica nella nostra economia ancora in house, troppo poco mercato, troppa poca concorrenza. Miriadi di società di forniture (...) delle amministrazioni locali che non sono altro che luoghi della clientela. Per questo il Governo ha messo come punto centrale del programma il tema delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni».
Il Ministro Brunetta, se fosse stato attento, si sarebbe riconosciuto in queste parole, che ha dichiarato pochi giorni fa.
Personalmente, sulla base di una serie di fatti che forse possono essere considerati gossip, ho l'impressione che questa non sia la linea del Governo, non li citerò per brevità. Tuttavia, mi sia consentito riferire che il Presidente dell'Antitrust, nella sua ultima relazione annuale, afferma che è in atto uno stillicidio di iniziative volte a restaurare gli equilibri del passato a detrimento dei consumatori e che la stessa Autorità antitrust ha censurato l'articolo 61, ora in esame, per le medesime ragioni.
Ebbene, se ha ragione il Presidente Catricalà, l'articolo in esame è solo una conferma della politica anticoncorrenziale del Governo; se invece ha ragione il Ministro Brunetta, l'articolo 61 è una clamorosa svista, che va eliminata. Quindi, suggerirei anche i colleghi della maggioranza, nonostante l'ora, di provare a riflettere su questo aspetto.
L'articolo 61 usa strumentalmente il Regolamento comunitario n. 1370 del 2007 nel senso contrario a quello per il quale esso è stato emanato. Il Regolamento, infatti, vuole promuovere l'accelerazione della liberalizzazione in settori come i trasporti e quindi definisce dei vincoli che dovrebbero essere rispettati da quei Paesi che hanno «troppa Unione sovietica», che sono ancora troppo in ritardo nel processo di liberalizzazione. L'articolo 61 introdotto al Senato va, invece, esattamente nella direzione opposta: fa regredire il processo di liberalizzazione in Italia rispetto alla legislazione vigente.
Brunetta dice che in Italia c'è troppa Unione sovietica, che le amministrazioni pubbliche fanno troppo in house; in realtà, sulla base del decreto legislativo n. 422 del 1997 già questo non sarebbe possibile. L'articolo 23-bis della legge n. 133 del 2008, approvata poco tempo fa, ha riabilitato l'in house a certe condizioni; l'articolo che stiamo esaminando, attraverso il rinvio furbesco al Regolamento comunitario, reintroduce la gestione diretta e l'in house, con la sola rilevante condizione che le aziende non possano concorrere all'assegnazione di contratti di servizio altrove, cioè quelli che lavorano in house, ma peccato che anche questo vincolo viene eliminato.
Il decreto legislativo n. 422 del 1997 attualmente prevede che i servizi su rotaia siano tutti affidati mediante gara e fissa per i relativi contratti la durata massima di nove anni. Ad aprile, l'articolo 7 comma 3-ter della legge n. 33 del 2009 ha aggiunto che comunque il contratto di servizio ferroviario deve avere una durata minima di sei anni, rinnovabile di altri sei. Con questo articolo, con il solito rinvio furbesco al Regolamento comunitario, si consentirebbe di affidare direttamente, senza gara, i servizi ferroviari di carattere regionale, mentre il limite massimo di durata degli affidamenti verrebbe di fatto portato a quindici anni. Questa è la politica delle liberalizzazioni del Governo di cui fa parte l'onorevole Brunetta.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SALVATORE VASSALLO. Secondo il decreto legislativo n. 422 del 1997 il periodo transitorio sarebbe già scaduto, quello nel quale non si possono affidare servizi senza gara; l'articolo 23-bis della legge n. 133 del 2008 ha portato questa data al 31 dicembre 2010, con l'uso furbesco del Regolamento comunitario, con Pag. 45questa norma si porta al 3 dicembre 2019, cioè praticamente a mai più.
In questo articolo vi è una sospensione del processo di liberalizzazione nel settore del trasporto ferroviario; sappiamo chi ne è beneficiario, ne è beneficiaria in particolare Trenitalia, che viene sottratta a qualsiasi pressione competitiva. Se ne beneficeranno gli amministratori inefficienti che non sono stati fino adesso in grado di fare le gare e che non si abitueranno a farle, non impareranno ad usare i margini possibili del mercato per aumentare l'efficienza, per ridurre i costi e servire meglio i cittadini. Rimane da chiedersi dove stanno le liberalizzazioni e le privatizzazioni di cui parla Brunetta. Per questo invitiamo a votare per la soppressione dell'articolo. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MARIO PEPE (PdL). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (PdL). Signor Presidente, dopo l'intervento dell'onorevole Vassallo, che ha incrudelito su di noi, vorrei chiedere il rispetto degli accordi, anche perché il relatore Raisi ormai ha le batterie scariche, come tutti noi. La ringrazio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, utilizzo un po' dell'ora e 18 minuti che abbiamo a disposizione per interventi a titolo personale, abbiamo molti altri colleghi che vogliono intervenire e, come i colleghi della maggioranza sanno - altrimenti è bene che qualcuno glielo spieghi - ora si deve passare al voto. Quindi, vi consiglio di accomodarvi, stiamo qui altri 20-25 minuti e approfittiamo degli interventi a titolo personale (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)... state tranquilli, non c'è alternativa, questo dice il Regolamento.
Quando urlate e neanche ascoltate gli argomenti riportati, quando avete soltanto la «prescia» di andare a casa (e visto che non si riesce a mandarvici in altro modo, andateci per conto vostro), state tranquilli perché adesso abbiamo un'altra coda di un quarto d'ora-venti minuti. Così potete tranquillamente dare appuntamenti (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo è il primo degli interventi a titolo personale per aderire alle considerazioni del collega Vassallo e, soprattutto, per consigliare ai colleghi della maggioranza di stare tranquilli, perché ci hanno mandato qui anche per lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, capisco che c'è fretta, ma se la dovrebbero prendere con il Governo, che ha inserito una cosa molto seria in un provvedimento collegato alla manovra finanziaria.

PRESIDENTE. Onorevole Misiti, intervengo solo per ricordarle che parla utilizzando i tempi previsti per gli interventi a titolo personale perché il suo gruppo ha esaurito il tempo, quindi non posso darle più di un minuto. Prego, prosegua.

AURELIO SALVATORE MISITI. Continuerò a parlare per un minuto. Credo che bisogna sopprimere l'articolo 61 perché è in contraddizione netta con le direttive comunitarie. L'articolo rappresenta il contrario della liberalizzazione e, di conseguenza, tutto si svolge in house. Quando andremo a vedere come si fanno, purtroppo, gli appalti in Italia, vedremo che l'80 per cento si fa con l'affidamento diretto e anche nell'ambito delle ferrovie si continua allo stesso modo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, differentemente dal collega Giachetti, chiedo di intervenire sull'ordine Pag. 46dei lavori. Eventualmente altri colleghi, se lo riterranno opportuno, interverranno a titolo personale. Intervengo sull'ordine lavori, signor Presidente, perché da un giorno e mezzo si è lavorato con serietà su uno dei provvedimenti principali collegati alla manovra finanziaria. Si tratta di un provvedimento che interessa il Paese, il quale è rappresentato da una maggioranza e da un'opposizione, ma in questo momento pare qui rappresentato solo dai banchi dell'opposizione, in quanto la maggioranza ha fretta di andarsene.
Credo che bisogna avere, invece, il contegno, l'atteggiamento e il comportamento che necessariamente ciascuno deve al Paese e agli interessi dei cittadini che rappresenta. Al contrario, ci si alza dai banchi della maggioranza perché si sforano di cinque minuti gli accordi intrapresi per concludere entro le 13,30.
Tuttavia, quando si inizia la discussione su un articolo e su un emendamento, la discussione si deve concludere con un voto. Poiché non stiamo discutendo di bruscolini, bisogna avere la capacità di distinguere tra argomenti seri e ordinaria discussione da bar, e questo è un argomento che io intendo sottoporre alla sua attenzione, signor Presidente. La serietà, infatti, vorrebbe che i colleghi si sedessero ciascuno al proprio posto, ascoltassero le argomentazioni anche contrarie e critiche sull'operato e sulle proposte del Governo e della maggioranza, e poi votassero secondo gli accordi stabiliti.
La discussione è iniziata esattamente alle 13,28 su un emendamento soppressivo di un intero articolo che viene contestato dall'opposizione e dal Partito Democratico con argomentazioni riportate e con la serietà necessaria che è dovuta a quest'Aula. Altrettanto, vorrei e pretenderei che da parte della maggioranza si avesse un atteggiamento serio che è il modo migliore per onorare gli impegni e gli accordi che tra maggioranza e opposizione sono stati assunti sull'andamento dei lavori di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Vedo che si allunga la lista degli interventi sull'ordine dei lavori. Vorrei svolgere una precisazione, al termine della quale inviterò a rinunciare a questi interventi e a procedere alla votazione.
La precisazione è che gli accordi bonari che intervengono tra le forze politiche non prevalgono sul Regolamento. L'accordo prevedeva di concludere per le 13,30. Prima delle 13,30 abbiamo cominciato la discussione su questo articolo. La discussione si è prolungata e io non avevo alcuna possibilità di interrompere la discussione sull'articolo prima della votazione, per tener fede ad un accordo informale di quel tipo. Questa è la regola. Almeno, questo è il modo in cui io leggo il Regolamento e in cui intendo applicarlo. Mi sembra che, se questo chiarimento è sufficiente, l'ulteriore discussione sull'ordine dei lavori possa essere rimandata.

MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare (Commenti).

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Presidente, la sua interpretazione del Regolamento è ineccepibile. Alle 13,28 è cominciata una discussione e va portata fino in fondo. Ciò che non è ineccepibile e deliberatamente provocatorio è quanto ha detto l'onorevole Giachetti e su cui ha insistito l'onorevole Quartiani, che dà la sensazione di una maggioranza stracciona, che vuole fuggire, che non vuole sentire le argomentazioni, quando (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)... quando un accordo bonario (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)...

PRESIDENTE. Scusate! Per favore! Invito l'Aula ad un comportamento consono. Vi siete lamentati precedentemente per rumoreggiamenti assai inferiori a quelli avvenuti adesso...

Pag. 47

MAURIZIO BIANCONI. Dimostrate chi siete (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)! Con questi commenti, dimostrate chi siete! Un accordo bonario aveva determinato le 13,30 e l'opportunità richiedeva che quell'accordo fosse rispettato. Invece, l'onorevole Giachetti si è alzato, dandoci lezioni, e l'onorevole Quartiani ha insistito su questo punto! Non ci stiamo! Non facciamo più accordi con voi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Non è la prima volta! Chi siete, lo abbiamo capito! Non è la prima volta! Voi siete inattendibili anche nelle minutaglie: questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Ora stiamo qui e votiamo!

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. È vero che ciò che lei ha detto, signor Presidente, è regolare: lei ha iniziato la discussione, c'erano degli accordi che non prevalgono. Quello che conta però è il contenuto di questo articolo nel contesto del provvedimento. Anche per quanto riguarda il nostro gruppo, noi volevamo e vorremmo intervenire a fondo su questo e la discussione credo sia seria e debba produrre qualcosa di positivo. Per cui, anche alla luce di queste contrapposizioni che non aiutano ad approfondire bene il contenuto dell'articolo, credo che si possa andare oltre anche il Regolamento, se siamo tutti d'accordo, e riprendere la discussione nel merito, anche dei primi due emendamenti, la prossima settimana. Se chiudiamo qui, facciamo un favore all'Aula intera riprendendo la discussione in termini seri e costruttivi al di là delle posizioni. Se no, va a finire che qui stiamo qui uno contro l'altro a scapito dei contenuti del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Onorevole Compagnon, se questa è una proposta di rinvio del seguito dell'esame, a termini di Regolamento io devo metterla ai voti. È questo il senso della sua proposta?

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Può darsi che io non abbia capito. Mi sembrava che la proposta dell'onorevole Compagnon, peraltro di buon senso, fosse quella di procedere all'ultimo voto e rimandare gli altri punti, così come mi pare che tra l'altro che fosse l'intesa, a martedì prossimo.

PRESIDENTE. Scusate, io avevo capito diversamente. Onorevole Compagnon ci vuole spiegare?

ANGELO COMPAGNON. La mia proposta è di non votare nulla, e chiedo un voto dell'Assemblea in tal senso, rinviando l'esame dell'articolo e dei suoi emendamenti a martedì, quando più pacatamente affronteremo anche questi due punti. Credo che così possa andare bene un po' per tutti. Nessuno deve vincere in questo momento. È quello che qualcuno aveva chiesto di fare alle 13,28 (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. In tal caso, sulla proposta dell'onorevole Compagnon di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta successiva darò la parola ad un oratore contro e ad uno a favore.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, so che quello che sto per dire potrà dispiacere a qualcuno, ma trovo assurdo questo modo di lavorare. Non solo terminerei l'esame dell'articolo, ma mancano addirittura tre voti per la conclusione dell'esame di tutti gli articoli non accantonati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Trovo incomprensibile lavorare in questo modo. Per carità, se il clima deve essere questo, mi inchino, però credo che un'organizzazione seria dei Pag. 48lavori sarebbe chiudere questa parte, in modo tale da riprendere martedì l'esame degli articoli accantonati. Lo dico con buonsenso, poi decidete come volete.

PRESIDENTE. Questo era un modo per uscire da questa difficoltà. Se il relatore insiste, faccio una proposta di mediazione, che riprende quanto detto prima dall'onorevole Baldelli: potremmo proseguire fino alla votazione di questo emendamento, che mi pare ampiamente discusso.
Prendo, però, atto che l'onorevole Compagnon insiste per la votazione della sua proposta.
Su tale proposta darò quindi la parola ad un oratore a favore e ad uno contro (Commenti).
Scusate, non ho capito la reazione. Se l'onorevole Compagnon insiste nella sua proposta, bisogna mettere ai voti la sua proposta, a termini di Regolamento. Che si rumoreggi poco o molto, penso che nessuno sia così ingenuo da poter pensare di intimidire il Presidente di questa Assemblea.

GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, costretto dagli eventi, mi dichiaro favorevole alla proposta, basta che chiudiamo questo discorso (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). È un discorso che è iniziato unicamente (Commenti) perché questa parte politica aveva concluso un gentleman agreement. L'agreement c'è stato, i gentleman si vede che non ci sono.

PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare contro, pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta formulata dall'onorevole Compagnon.

(È approvata).

Il seguito dell'esame del provvedimento è pertanto rinviato alla seduta di martedì 30 giugno 2009.

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo e sull'ordine dei lavori (ore 13,50).

LUCIA CODURELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, mi rivolgo a lei in quanto garante di questa istituzione, chiedendole di farsi parte diligente verso il Presidente del Consiglio, affinché non si sottragga ad un preciso dovere, ad una risposta alla mia interrogazione del 9 giugno scorso, n. 4-03224.
È un'interrogazione sottoscritta anche da altri colleghi sul gravissimo episodio avvenuto durante una cerimonia ufficiale a Lecco da parte della Ministra, onorevole Brambilla.
La risposta che le sto sollecitando, signor Presidente, non può essere considerata alla stregua di un atto burocratico. Le ricordo che la settimana scorsa molti colleghi sono intervenuti in Aula, chiedendone conto. Si tratta di un atto lesivo della nostra Costituzione da parte di un Ministro che ha prestato giuramento sulla stessa.
Signor Presidente, le giustificazioni fornite ai giornali dalla stessa, vorrei sottolinearlo, non ci riguardano affatto, non riguardano questo Parlamento. Pertanto, le chiedo una sollecitazione per una risposta immediata e non in tempi lunghi, perché qualcuno, in qualche modo, vorrebbe così rendere l'idea di accantonare il tutto, di volersi sottrarre ad un preciso dovere istituzionale verso il Parlamento e verso i cittadini tutti, lo dico ancora, quei cittadini e questo Parlamento che devono avere a cuore questa Repubblica fondata sulla nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Codurelli, la Presidenza provvederà a segnalare al ministero competente le sue giuste rivendicazioni.

Pag. 49

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo per un sollecito a un'interrogazione a risposta scritta che è stata presentata a mia prima firma il 4 agosto 2008 e che ancora non ha ricevuto risposta, che riguarda in particolare il parco dei Monti Lucretili e la situazione che si è determinata sul Monte Gennaro. È una questione che riguarda soprattutto il Ministero delle comunicazioni.
Le sarei grato se provvedesse a sollecitare il ministero competente per una risposta nel merito.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, la Presidenza provvederà a sollecitare la risposta del ministro competente.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo in relazione ai fatti e alle notizie che continuano a giungere dall'Iran per chiarire che l'applauso convinto che il nostro gruppo ha tributato ieri all'intervento del presidente Casini significa una piena e assoluta adesione a quella che era la richiesta, cioè che il Governo assuma una posizione molto dura e molto precisa in relazione ai fatti che si stavano verificando e che si stanno, ahimè, continuamente verificando in Iran.
Ieri era il giorno in cui si festeggiava l'indipendenza della Scozia. Il regime iraniano ha aperto il fuoco, tentando di reprimere la folla e la piazza con la forza. Questo, come ha già autorevolmente detto il presidente Stefani, di cui condividiamo assolutamente anche le dichiarazioni in data odierna, testimonia come al nostro gruppo la questione interessi e chiediamo ancora con forza una posizione ben precisa del Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, volevo dirle che è stato stabilito in Conferenza dei presidenti di gruppo che, mercoledì prossimo, abbia luogo una seduta congiunta delle Commissioni affari esteri di Camera e Senato con una relazione del Ministro Frattini.
In quella sede, credo si potrà definire più chiaramente la risposta del Governo italiano, che tutti ci auguriamo energica, in difesa dei valori di libertà e democrazia che animano la nostra Repubblica.

SIMONETTA RUBINATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta ad un'interrogazione. Ho infatti visto che, secondo l'ordine del giorno di oggi dell'Aula, il Ministro Matteoli dovrebbe dare risposta ad un'interpellanza urgente presentata dal collega Roberto Cota, relativa ad una vertenza fra Trenitalia e un'impresa della città di Castelfranco, la FERVET Spa. Si tratta di un'interpellanza urgente che era stata preceduta circa un mese prima da una mia interrogazione a risposta scritta sul medesimo argomento. La mia interrogazione poi affrontava anche un altro tema: molto probabilmente, il venir meno della commessa di Trenitalia può comportare purtroppo anche un duro colpo che potrebbe essere assestato al sistema ferroviario metropolitano regionale del Veneto, perché si tratta di commessa relativa a vagoni Intercity anche per il suo completamento.
La ringrazio per avermi dato la parola; solleciterei i Ministri interrogati a dare risposta all'interrogazione del 30 aprile 2009, più precisamente la n. 4-02908, visto che oggi il Ministro Matteoli risponderà sul medesimo argomento ai colleghi della Lega Nord.

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 50

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, anch'io prendo la parola per sollecitare un'interrogazione, che ho presentato mesi or sono, relativamente a vittime che vi sono state, e purtroppo pare vi siano ancora, relativamente all'uso di uranio impoverito durante le missioni del nostro esercito all'estero. Siccome è un argomento che sta purtroppo tornando di attualità, perché vi sono notizie di altre persone che stanno rischiando la vita in conseguenza dell'uso di tale sostanza, la prego di sollecitare il Governo a dare una risposta alla mia interrogazione.

PRESIDENTE. La Presidenza provvederà a sollecitare il Ministro della difesa.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30 con lo svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15,35.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Bonaiuti, Brancher, Brunetta, Colucci, Cossiga, Cota, Donadi, Gregorio Fontana, Gibelli, La Russa, Lo Monte, Mazzocchi, Mura, Romani, Scajola, Soro, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Misure a favore delle imprese impegnate nella ristrutturazione di carrozze intercity di Trenitalia - n. 2-00394)

PRESIDENTE. L'onorevole Luciano Dussin ha facoltà di illustrare l'interpellanza Cota n. 2-00394, concernente misure a favore delle imprese impegnate nella ristrutturazione di carrozze intercity di Trenitalia (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmatario.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, sottosegretario, il testo dell'interpellanza è molto chiaro. In esso si discute di imprese che lavorano nel settore del trasporto ferroviario e che da tantissimi anni costituiscono una risorsa quasi insostituibile per il Paese.
Gli investimenti di cui necessita l'apertura di tali realtà produttive sono ingenti ed esigono una continuità di lavoro. Prova ne è il fatto che anche nei decenni scorsi, proprio per garantire tale continuità di commesse, queste aziende sono state messe in rete ed hanno lavorato come consorzi e come raggruppamenti di imprese in modo da suddividersi i vari appalti e continuare a creare ricchezza e posti di lavoro nei luoghi in cui operano; di conseguenza, la necessità di chiarire questo aspetto che le sta coinvolgendo negativamente interessa praticamente tutto l'arco territoriale del Paese.
Molte delle imprese che operano nel settore del trasporto ferroviario sono attualmente in crisi a causa di una scelta posta in essere da Trenitalia, che all'inizio aveva commissionato oltre 900 carrozze intercity per poi, a lavori iniziati e ad appalti aggiudicati, ridurre a metà tale commessa. Ovviamente la conseguenza inevitabile è stata il ricorso alla cassa integrazione, con costi insopportabili, perché i magazzini nel frattempo si erano riempiti del materiale occorrente per sviluppare quanto previsto dall'appalto.
Ci si trova dunque in una situazione estremamente difficoltosa, sia perché esse stanno operando in un momento in cui l'economia non tira, sia per le difficoltà Pag. 51stesse che incontrano nel rapportarsi con gli istituti bancari. Rischiamo quindi di veder sparire alcune realtà produttive (nella fattispecie ne ho citata una in particolare, ma il ragionamento va ovviamente esteso anche alle altre).
Ad esempio, a Castelfranco Veneto abbiamo oltre 400 operai in cassa integrazione senza prospettive, mentre quella ditta da quasi un secolo ha creato in quella realtà lavoro e posti di lavoro. Sarebbe pertanto oltremodo negativo giungere alla chiusura di quell'impianto, che rappresenterebbe una perdita per l'intero Paese e non solo per quel territorio.
Il senso della nostra richiesta è quindi quello di sapere come il Governo, che sicuramente è a conoscenza delle situazioni segnalate, sta operando o se abbia qualche notizia positiva e rassicurante da poter riportare nei territori interessati.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Nicola Cosentino, ha facoltà di rispondere.

NICOLA COSENTINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, con l'interpellanza n. 2-00394 gli onorevoli Cota e Luciano Dussin chiedono iniziative a favore delle imprese che operano nel settore delle carrozze ferroviarie. Al riguardo, la società Ferrovie dello Stato Spa ha comunicato che il progetto «ristrutturazione di 901 carrozze» è stato autorizzato dal consiglio di amministrazione di Trenitalia il 12 giugno 2002, con un costo, comprensivo di revisione prezzi e di ogni altro onere, di 282 mila euro per carrozza, a fronte di un programma di completamento entro il 2007.
Per la realizzazione del progetto è stata esperita una gara internazionale a procedura negoziata, rivolta ai soggetti iscritti al sistema di qualificazione dei costruttori di materiale rotabile. L'appalto è stato assegnato in data 14 aprile 2003 all'unico offerente, costituito dal raggruppamento temporaneo di imprese a cui partecipavano AnsaldoBreda, in qualità di mandatario, Firema, Keller, Ferrosud ed il consorzio Corifer (Fervet, Magliola, Ferrosud, OFV, RSI). Tale raggruppamento comprendeva, di fatto, tutte le imprese iscritte al sistema di qualificazione dei costruttori di materiale rotabile, tranne due.
L'aggiudicazione è stata perfezionata con un ribasso d'asta dello 0,0001 per cento sul prezzo a base di gara, per un importo complessivo di 303 milioni di euro.
La commessa in oggetto ha registrato, nel corso degli anni, degli scostamenti rilevanti in termini di costo e di tempi; inoltre, la qualità del prodotto consegnato rende lo stesso inaccettabile.
Per quanto riguarda i tempi di consegna, alla data del 31 dicembre 2008 erano state consegnate solo 360 carrozze ed altre 90 erano in officina, con un ritardo, quindi, di oltre tre anni sul programma.
Con riferimento ai costi, secondo l'ultima stima effettuata, il costo di 522 mila euro per carrozza, rappresenta un incremento dell'85 per cento rispetto a quanto autorizzato inizialmente. Oltre al sostanziale raddoppio dei costi e dei tempi, l'entrata in esercizio delle carrozze consegnate ha evidenziato gravi carenze nella climatizzazione e nelle porte, con evidenti conseguenze sulla clientela e ingenti danni per l'immagine di Trenitalia.
La scarsa qualità del prodotto fornito, l'allungamento dei tempi e l'esplosione dei costi hanno alterato tutto il quadro di sostenibilità economica e di attrattività del progetto, per cui, in data 13 ottobre 2008, il consiglio di amministrazione di Trenitalia ha autorizzato il recesso dal contratto in essere e la riduzione del numero complessivo delle carrozze da sottoporre a ristrutturazione, fino ad un massimo di 450.
Per quanto concerne la manutenzione dei treni intercity, la società Ferrovie dello Stato ha precisato che la stessa viene regolarmente svolta secondo le scadenze prestabilite e non ha alcuna connessione con il citato progetto di ristrutturazione delle carrozze. Sulla questione, il Ministero dello sviluppo economico ha comunicato di aver affrontato la problematica degli effetti della riduzione delle commesse Pag. 52da parte di Trenitalia con alcune delle aziende maggiormente coinvolte (Keller, Ansaldo e Ferrosud) e si è dichiarato disponibile ad aprire un tavolo di confronto con Trenitalia e le imprese di produzione di materiale ferroviario.
Per quanto riguarda le problematiche occupazionali che coinvolgono i lavoratori del settore degli appalti ferroviari, il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, ha comunicato, per gli aspetti di competenza, che le stesse potranno essere risolte, sotto il profilo del mantenimento temporaneo dei livelli occupazionali, con il ricorso al trattamento straordinario di integrazione salariale, ai sensi della normativa a regime (legge n. 223 del 1991), o eventualmente in deroga alla normativa vigente nell'ipotesi in cui le aziende in argomento non rientrino nel campo di applicazione della normativa a regime relativa alla cassa integrazione guadagni straordinaria.
Con il decreto ministeriale n. 45209 del 2 marzo 2009 sono state stanziate risorse pari a 7 milioni di euro, per il periodo 1o gennaio 2008-31 dicembre 2008, per gli ammortizzatori sociali in deroga, ai sensi dell'articolo 2, commi 521 e 522, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, in favore delle imprese operanti nel comparto delle pulizie ferroviarie, così suddivisi: trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria ai dipendenti delle imprese che non sono in possesso dei requisiti per accedere alla legge n. 223 del 1991; contratti di solidarietà e procedura di mobilità in favore dei dipendenti delle imprese che non sono in possesso dei requisiti per accedere alla più volte citata legge n. 223 del 1991 e dei lavoratori delle cooperative ex lege n. 602 del 1970 operanti nel comparto.
Nell'ambito delle risorse finanziarie destinate per il 2009 alla concessione in deroga alla vigente normativa di trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria, di mobilità e di disoccupazione speciale, anche per il settore in questione è necessario stipulare un accordo presso il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
Per quanto concerne, infine, le problematiche occupazionali relative alla Fervet Spa il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche ha precisato di aver ricevuto un'istanza con cui la suddetta società in data 18 maggio 2009 ha richiesto un trattamento straordinario d'integrazione salariale per la causale di crisi aziendale per il periodo dal 14 aprile 2009 al 13 aprile 2010 e che la suddetta istanza è in fase di istruttoria.

PRESIDENTE. L'onorevole Luciano Dussin ha facoltà di replicare.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario, ma devo segnalare una preoccupazione. Ho sentito che c'è stata una serie di lamentele per la lievitazione dei costi e per la bassa qualità del prodotto, però mi viene anche da pensare che si stanno imputando delle negatività a delle aziende che comunque operano da decenni e decenni nel territorio del nostro Paese. Mi sembra una situazione tirata per i capelli, quasi come una scusa per ottenere chissà cos'altro. Mi riferisco all'intenzione di incriminare un settore che finora aveva comunque dato delle riposte. Sembra che si tratti di dilettanti allo sbaraglio che di punto in bianco hanno dimenticato tutte le loro competenze operative.
Io andrei ad indagare in maniera più approfondita su quanto è stato riportato e che sembra essere all'origine del taglio delle commesse. Fatto sta che un impegno deve esserci e mi auguro che si prosegua nell'intento costruttivo e propositivo del Governo, perché deve prevalere la logica secondo la quale comunque nel sistema stesso dei costi dello Stato molto spesso è meno dispendioso far lavorare le nostre aziende che non tenerle chiuse con gli operai in cassa integrazione, anche perché perdiamo capacità produttive, lavoro, eccetera. Magari dopo si scopre, a sei mesi dalla chiusura di un'attività, che c'era bisogno di una nuova commessa, ma l'attività non c'è più e si crea disagio, degrado e disoccupazione.
Mi auguro comunque che il Governo continui ad interessarsi a questa vicenda Pag. 53perché - lo ripeto - non è solo di interesse localistico, ma riguarda a livello nazionale tutto un settore e un comparto che finora hanno dato dei risultati e probabilmente ha avuto una défaillance. Quindi continuiamo a tenere sotto controllo questa vicenda, perché ne va della vita di migliaia e migliaia di famiglie ancora prima delle attività in essere.

(Iniziative per elevare il rimborso a favore degli obbligazionisti Alitalia e misure a favore degli azionisti Alitalia - n. 2-00405)

PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00405, concernente iniziative per elevare il rimborso a favore degli obbligazionisti Alitalia e misure a favore degli azionisti Alitalia (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, signor sottosegretario, la nostra interpellanza riguarda gli obbligazionisti e gli azionisti Alitalia e la loro situazione.
In particolare, per quanto riguarda gli obbligazionisti ricordo che la recente legge 9 aprile 2009, n. 33, ha previsto un parziale rimborso delle loro ragioni di credito basato, peraltro, sul valore dei bond negli ultimi trenta giorni di scambio prima della sospensione, per il 50 per cento del valore: significa in pratica circa un terzo del loro valore nominale.
Dobbiamo ricordare che più volte il Presidente del Consiglio dei ministri aveva dichiarato - cito in modo testuale - che non saranno abbandonati i piccoli risparmiatori che in Alitalia hanno creduto investendo in titoli azionari ed obbligazionari. La stessa dichiarazione è stata più volte ripetuta dal Ministro Tremonti. Più volte è stato ribadito questo concetto nel tempo.
Ora, il 3 luglio - sarebbe il 10 luglio, ma gli intermediari chiedono che il termine sia il 3 - gli obbligazionisti dovrebbero decidere se accettare questo minirimborso. Con l'accettazione del minirimborso rinunciano a qualunque altra pretesa nei confronti di Alitalia.
Per quanto riguarda gli azionisti, anche per questi è stata prevista la possibilità di accedere ad una sorta di risarcimento attraverso il Fondo per la tutela del risparmio alimentato dai cosiddetti conti bancari dormienti. Vi è da rilevare che, da un lato, questi fondi sono assai più limitati di quanto previsto dal Governo - sono 800 milioni di euro contro i 2 miliardi che erano stati stimati - e che inoltre questo fondo è stato già utilizzato a più riprese dal Governo attraverso vari provvedimenti nei riguardi dei risparmiatori, delle vittime delle frodi finanziarie, dei possessori di obbligazioni della Repubblica argentina, per la ricerca scientifica e persino per la social card e pertanto, di fatto, gli azionisti dell'Alitalia praticamente non hanno alcuna possibilità di venire rimborsati.
La nostra domanda al Governo è che cosa intende fare in particolare di fronte a questa scadenza molto ravvicinata che riguarda gli obbligazionisti.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Nicola Cosentino, ha facoltà di rispondere.

NICOLA COSENTINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, con l'interpellanza urgente n. 2-00405 l'onorevole Borghesi ed altri chiedono se il Governo intenda elevare le misure di intervento statale già disposte a favore degli obbligazionisti Alitalia, per assicurare un rimborso almeno parziale per gli stessi azionisti anche in considerazione dell'esiguità dei fondi disponibili tramite il cosiddetto Fondo dei conti dormienti.
Al riguardo, si fa presente che l'articolo 7-octies del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, ha disposto un indennizzo in favore dei titolari di obbligazioni convertibili Alitalia 7,5 per cento 2002-2010, mediante assegnazione, agli stessi, di titoli di Stato per un controvalore di concambio calcolato sulla base del Pag. 54prezzo medio di borsa dell'ultimo mese di negoziazione delle obbligazioni convertibili Alitalia, ridotto del 50 per cento e con un limite massimo di 100 mila euro per ciascun obbligazionista.
Al fine di assicurare una maggiore tutela ai piccoli risparmiatori sono in corso di definizione ipotesi di modifica della normativa vigente.

PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di replicare.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, considerato che il Governo non ha risposto, sono assolutamente e del tutto insoddisfatto.
I giornali riferiscono le ipotesi che riguardano il prossimo Consiglio dei ministri, in cui si eleverebbe al 70 per cento la percentuale di rimborso. Se così fosse, saremmo di fronte ad un intervento assolutamente inaccettabile, perché si tratta di risparmiatori che spesso erano gli stessi dipendenti di Alitalia e spesso in questo modo sono state pagate le loro indennità di cessazione del rapporto di lavoro. In altri casi si tratta di pensionati che hanno investito i loro risparmi in un'azienda di proprietà dello Stato e che, dunque, ritenevano sicura e che ora si trovano, anche se venisse forse leggermente elevata questa percentuale, a ricevere in cambio una minima parte di quanto avevano investito mettendo da parte risparmi di anni di sacrifici.
Ancora peggio per gli azionisti: siamo di fronte, signor sottosegretario, me lo consenta, ad una truffa dello Stato ai danni dei creditori di Alitalia e, all'interno dei creditori, a danno dei risparmiatori, degli azionisti e degli obbligazionisti.
Lo dico perché con consapevolezza questo Governo ha creato una bad company, dove ha messo tutti i debiti e tutte le passività, per cedere la parte positiva a pochi azionisti, spesso molto chiacchierati, per salvare un azionista come quello di Air One, Toto, molto vicino al Governo e molto vicino al Presidente del Consiglio, che si trovava in gravissima difficoltà e che, tra l'altro, aveva una piccola medaglia anche lui, come altri azionisti della CAI, cioè quella di essere stato condannato per corruzione.
Dunque, ci siamo trovati di fronte al fatto che per favorire questi pochi, questo pacchetto di azionisti, si sono andati a danneggiare tutti i creditori, i normali fornitori e in particolare gli obbligazionisti, oltre che gli azionisti, per effetto di questa sciagurata decisione del Governo, che non ha accolto l'offerta Air France, che garantiva a questi obbligazionisti più di quanto garantisca oggi il Governo.
Quindi, si tratta di creditori che sono stati truffati due volte: in primo luogo, sono stati truffati in quanto contribuenti, perché questa vicenda costerà ai contribuenti italiani qualcosa come tre o quattro miliardi di euro; inoltre costoro, questi piccoli risparmiatori, spesso dipendenti di Alitalia, che in molti casi hanno pure perso il loro posto di lavoro a causa di questa vicenda, oltre a partecipare in quanto contribuenti al salvataggio della parte buona di Alitalia, che è stata regalata ad alcuni speculatori (infatti non sono imprenditori del settore aereo), si troveranno a pagare doppiamente, perdendo di fatto il frutto dei loro risparmi, spesso conseguiti e realizzati in anni di attività. Infatti, ribadisco che molti di costoro erano pensionati, che oggi si trovano quasi sul lastrico di fronte a questo comportamento inaccettabile del Governo e dello Stato.

(Iniziative concernenti la disciplina sulle fasce di reperibilità relative alla visita fiscale da applicare ai lavoratori affetti da malattie oncologiche, patologie renali, disturbi psichiatrici e psicologici - n. 2-00404)

PRESIDENTE. L'onorevole Murer ha facoltà di illustrare l'interpellanza Livia Turco n. 2-00404, concernente iniziative concernenti la disciplina sulle fasce di reperibilità relative alla visita fiscale da applicare ai lavoratori affetti da malattie oncologiche, patologie renali, disturbi psichiatrici e Pag. 55psicologici (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmataria.

DELIA MURER. Signor Presidente, l'interpellanza urgente in esame parte dal fatto che l'amministrazione dello Stato dispone il controllo per le malattie dei propri dipendenti con fasce orarie che vanno dalle ore 8 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 20. Questa modalità si applica anche ai malati oncologici, alle persone affette da disturbi psichiatrici, alle persone affette da patologie renali e che, quindi, necessitano di trattamento di dialisi.
L'applicazione di queste modalità di reperibilità è in molti casi incompatibile con il tipo di terapie e anche con i consigli medici, che portano a dover avere un tipo di vita non necessariamente legato al fatto di stare in casa, ma al fare, all'essere positivi, e ad uno stile di vita che non sia solo quello delle cure, ma anche portato all'attività, alla socialità e al fare.
Sappiamo che il Governo con una propria circolare, attraverso il dipartimento della funzione pubblica, ha cercato di porre un accento su questo tema, soprattutto per i malati oncologici, ma ci pare che non sia rimosso il problema che la legge prevede. Quindi, chiediamo quanti siano i lavoratori della pubblica amministrazione affetti da tali patologie, con problemi relativi alla reperibilità obbligatoria, e se il Ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione non ritenga opportuno emanare direttive affinché tale normativa sia rimodulata per questi soggetti.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Nicola Cosentino, ha facoltà di rispondere.

NICOLA COSENTINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, l'onorevole interpellante chiede di conoscere quanti siano nella pubblica amministrazione i lavoratori affetti da malattie oncologiche, patologie renali, disturbi psichiatrici e psicologici come ansia e depressione, e se per questi lavoratori il Ministro non ritenga opportuno emanare delle direttive, affinché l'attuale normativa sulle fasce di reperibilità, relative alla visita fiscale, sia rimodulata per dare la possibilità ai lavoratori affetti da malattie oncologiche, patologie renali, disturbi psichiatrici e psicologici, di poter conciliare la loro malattia con le esigenze di controllo da parte dell'amministrazione.
Nella predisposizione della disciplina delle assenze per malattia dei dipendenti pubblici, le problematiche prospettate dall'interpellante, relative ai lavoratori affetti da gravi patologie, sono state oggetto di attente riflessioni da parte del Governo. Nell'ambito delle disposizioni recate dall'articolo 71 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, volte ad introdurre misure più stringenti in materia di assenze per malattia e di permessi retribuiti, si è, infatti, ritenuto opportuno riservare particolare attenzione alle assenze per malattie connesse a patologie gravi che richiedono terapie salvavita.
La norma citata, infatti, fa salvo il trattamento più favorevole eventualmente previsto dai contratti collettivi o dalle specifiche normative di settore per le assenze per malattia dovute ad infortunio sul lavoro o a causa di servizio, oppure a ricovero ospedaliero o a day hospital, nonché per le assenze relative a patologie gravi che richiedono terapie salvavita.
A tale intervento normativo hanno fatto seguito, come ricordato dall'interpellante, alcune circolari del dipartimento della funzione pubblica che, resosi disponibile ad esaminare le eventuali criticità riscontrate dalle amministrazioni nell'attuazione della citata disposizione, ha fornito utili indicazioni in ordine all'applicazione della nuova normativa. In occasione dell'emanazione di tali circolari, non si è, peraltro, mancato di rimarcare l'estrema delicatezza e l'assoluta rilevanza della materia, in quanto afferente sia alla sfera privata dei dipendenti pubblici, sia alla correttezza dei loro rapporti con l'amministrazione, con i colleghi e con i cittadini.
Si consideri, in particolare, la circolare n. 1 del 2009 del Ministro per la pubblica Pag. 56amministrazione e l'innovazione, concernente, nello specifico, l'applicazione della disciplina sulle fasce di reperibilità ai casi di assenze per patologie gravi. Va segnalato che detta circolare è nata da sollecitazioni pervenute da associazioni che operano a favore dei malati oncologici (in particolare, la FAVO, Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia), ed è il risultato di un intenso lavoro di confronto con le associazioni stesse, che si sono fatte portatrici delle istanze e delle esigenze dei lavoratori della pubblica amministrazione costretti a confrontarsi con malattie oncologiche.
Con la predetta circolare si sono volute offrire indicazioni circa le modalità di espletamento del controllo dell'assenza per malattia tramite richiesta di visita del medico fiscale, evidenziando come l'amministrazione, nei casi di assenza dal servizio per sottoposizione a cicli di cure oncologiche, possa valutare l'opportunità di procedere alla richiesta di visita fiscale solo se sussistano effettive necessità di verifica.
Su esplicita richiesta delle associazioni - che hanno sottolineato come, in molti casi, sia importante per il dipendente colpito dalla malattia non uscire dal ciclo produttivo e continuare a prestare la propria attività lavorativa nelle forme e con le modalità consentitegli dalla patologia sofferta - la circolare ha, inoltre, richiamato l'attenzione delle amministrazioni pubbliche sulle norme di legge e contrattuali già esistenti, che permettono ai dipendenti affetti da patologie oncologiche che ne facciano richiesta di accedere a forme flessibili di lavoro, come il part-time e il telelavoro.
Poiché le associazioni hanno, infatti, lamentato come le amministrazioni, a volte, frappongono ostacoli e ritardi nel rispondere positivamente ai dipendenti che chiedono la trasformazione del loro orario di lavoro, il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione ha voluto invitare ad una più attenta considerazione delle esigenze dei lavoratori ed alla corretta e sollecita applicazione delle norme di miglior favore già presenti nell'ordinamento.
Le indicazioni fornite dal dipartimento della funzione pubblica sono state raccolte con estremo favore dalla medesima Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia (FAVO), che ha pubblicamente affermato che i chiarimenti contenuti nella circolare sopra richiamata «sono evidentemente finalizzati ad evitare inutili quanto costosi e inaccettabili controlli medici nei casi di patologie gravi come quella oncologica» e che «il richiamo all'utilizzo di forme di lavoro flessibile come il part-time e il telelavoro deve essere letto come facoltà del lavoratore pubblico ad accedervi senza che gli vengano posti ostacoli e non certo come obbligo a lavorare ad ogni costo e in qualsiasi condizione psicofisica». Infine, la Federazione ha sottolineato che il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione ha accolto la richiesta dei pubblici dipendenti che, benché malati, vogliono continuare ad essere utilmente inseriti nel loro contesto sociale e lavorativo.
Al riguardo, per completezza, si evidenzia che dalla ricognizione delle disposizioni contenute nei contratti collettivi non risulta essere stata prevista in tale ambito una disciplina più favorevole per i dipendenti affetti da patologie gravi, salvo che per la parte afferente il trattamento economico spettante in caso di assenza (disciplina, quest'ultima, fatta espressamente salva dall'articolo 71, comma 1, del decreto-legge n. 112 del 2008).
Passando ad illustrare le ulteriori iniziative che il Governo intende intraprendere in materia, occorre innanzitutto far riferimento al disegno di legge collegato alla finanziaria per il 2009, recante norme in materia di lavoro pubblico e privato, già approvato dalla Camera dei deputati. Tale provvedimento - attualmente in corso di esame presso le Commissioni riunite 1a e 11a del Senato - contiene, infatti, una disposizione (articolo 20) volta a modificare il citato articolo 71, prevedendo, in particolare, l'abrogazione del comma 5. Pag. 57
L'intervento abrogativo risulta opportuno in ragione della circostanza che la norma in questione, nel prevedere la non assimilazione delle assenze per malattia alla presenza in servizio ai fini della distribuzione delle somme dei fondi per la contrattazione integrativa, risulta suscettibile di ingenerare incertezze applicative tali da poter determinare l'effetto opposto a quello che la disposizione stessa si prefigge, consentendo, cioè, di premiare la mera presenza in servizio, senza tenere conto della produttività o del conseguimento di risultati da parte del personale.
Per quanto riguarda, infine, la richiesta di conoscere il numero dei lavoratori affetti da patologie gravi nella pubblica amministrazione, appare di tutta evidenza che le informazioni in questione, in quanto relative a dati sensibili ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera d), del decreto legislativo n. 196 del 2003 (codice della privacy), non possono essere raccolti dal dipartimento della funzione pubblica. D'altra parte, per la stessa ragione, con provvedimento del Garante della protezione dei dati personali, si è determinato che, in caso di assenza per malattia, vanno consegnati all'amministrazione certificati medici privi di diagnosi e con la sola indicazione della data di inizio e di durata dell'infermità. Se il lavoratore produce documentazione in cui è presente anche la diagnosi, l'ufficio deve astenersi dall'utilizzare queste informazioni e deve invitare il personale a non produrre altri certificati aventi le stesse caratteristiche.
Da quanto esposto risulta, dunque, evidente l'attenzione che il Governo ha voluto riservare alle questioni in esame che saranno, comunque, oggetto di ulteriori approfondimenti. Si intende, infatti, portare avanti le iniziative già avviate con il disegno di legge S. 1167, al fine di far convergere la normativa vigente per il settore pubblico con la disciplina del lavoro privato; ciò anche con riferimento, così come richiesto dall'interpellante, alle fasce di reperibilità relative alle visite fiscali.

PRESIDENTE. L'onorevole Binetti, cofirmataria dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, mi sembra che la risposta sia ricca di informazioni, anche se, in realtà, non soddisfa il senso stesso del quesito posto dall'interpellanza, che riguardava come trattare i pazienti affetti da patologie molto gravi (pazienti oncologici, pazienti in dialisi renali e pazienti psichiatrici con una patologia sicuramente rilevante).
In questo tipo di casi, l'ansia, per gli uni e per gli altri, da visita fiscale, legata sostanzialmente al sospetto che qualcuno possa dubitare della reale consistenza e gravità di questa patologia, diventa di per se stessa un elemento di incertezza e di ostilità, nella percezione del contesto in cui viviamo, impedendo di vivere il sistema sociale come un sistema amichevole che - come anche lei ha detto - tende a valutare nel lavoro non tanto la dimensione della produttività quanto quella che potremmo definire ergoterapeutica.
Sappiamo infatti che questi pazienti lavorano perché il lavoro fa anche bene a loro. In un contesto di questo tipo, in cui il lavoro acquisisce una dimensione totalmente diversa, mettere l'accento sul sospetto che il paziente possa imbrogliare, quindi possa usufruire di un permesso senza averne realmente bisogno, è veramente offensivo: genera la sensazione che la pubblica amministrazione viva in modo fiscale, non perché si manda la visita fiscale, ma perché il sistema sociale è estraneo ai bisogni del paziente. Stiamo parlando quindi di pazienti per i quali, in un certo senso, facciamo una scelta a monte, ovvero diciamo che è possibile il part-time o un orario flessibile, perché riconosciamo che ad essi, in un certo senso, il lavoro allunga la vita, perché dà senso alla vita e a quello che stanno facendo.
Credo che questo tema sarebbe molto più semplicemente risolto se potessimo far ricorso ad un altro strumento che sta diventando particolarmente importante, anche perché la stessa Corte costituzionale Pag. 58gli attribuisce un rilievo enorme, che è quello della cosiddetta alleanza medico-paziente, per cui il medico che predispone il periodo di sosta dal lavoro o che avalla la prospettiva che il paziente possa avvantaggiarsi di un orario flessibile, è lo stesso medico che assume su di sé l'onere dei tempi di gestione della malattia. Insisto, stiamo parlando di pazienti in dialisi, di pazienti oncologici gravi, che sono ancora nel ciclo di chemioterapia, stiamo parlando di una situazione totalmente diversa da quella che potrebbe essere la prospettiva del furbo.
Si chiede realmente di emanare una direttiva, stiamo chiedendo se non si ritenga opportuna l'emanazione di una direttiva che potrebbe orientarsi semplicemente al fatto di riconoscere che, per questi pazienti, vale quello che dice quel medico (in questo caso si tratta del medico che se ne prende cura e che, nel farlo, stabilisce che, per un determinato periodo di tempo, il paziente possa godere di un orario flessibile), in modo che non ci sia bisogno della fiscalità di un controllo esterno perché, oltretutto, il paziente fa già la visita quando si sottopone alla chemioterapia o alla dialisi, ed è già lì che viene controllato.
Se poi il Ministro volesse controllare l'azione dei medici per essere certo che la qualità e l'intensità del servizio prestato ai malati siano declinate sempre ai massimi livelli possibili, su questo non vi sarebbe problema. Ciò non può tuttavia ricadere sul paziente, soprattutto in questo momento e in questo contesto della sua vita. Non possiamo essere noi a contribuire, con quelle che possiamo definire molestie burocratiche, ad aggravare una condizione di vita che già di per se stessa è molto difficile e che, insisto, il Sistema sanitario nazionale già controlla in altri modi e in altri tempi, nei day hospital e nei servizi di dialisi.
Quindi, quando chiediamo la direttiva, chiediamo semplicemente di ratificare un principio, peraltro, signor sottosegretario, a costo zero, perché risparmieremmo persino sulla visita fiscale, dal momento che riconosceremmo al medico che ha in carico il paziente la responsabilità di definire, insieme a lui, quel percorso di cura di cui il lavoro è parte integrante, e gli permetteremmo di modularlo secondo un principio di responsabilità e di lealtà verso il paziente e verso l'istituzione.

(Iniziative urgenti in merito all'evoluzione della situazione relativa al sequestro del rimorchiatore oceanico italiano Buccaneer e del suo equipaggio, avvenuto nel Golfo di Aden in Somalia - n. 2-00400)

PRESIDENTE. L'onorevole Ginoble ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00400, concernente iniziative urgenti in merito all'evoluzione della situazione relativa al sequestro del rimorchiatore oceanico italiano Buccaneer e del suo equipaggio, avvenuto nel Golfo di Aden in Somalia (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

TOMMASO GINOBLE. Signor Presidente, signor sottosegretario, colleghi, questa interpellanza urgente rivolge lo sguardo ad una questione tanto delicata quanto drammatica. Credo che sia agli onori della cronaca e a conoscenza di tutti che lo scorso 11 aprile 2009, nel Golfo di Aden in Somalia, un'imbarcazione di proprietà della Micoperi, con sede a Ravenna e base logistica ed operativa ad Ortona, veniva bloccata da un gruppo di pirati, presumibilmente di origine somala, con sequestro della nave e dell'equipaggio.
Sul rimorchiatore oceanico denominato Buccaneer, che si stava dirigendo in Italia per fare dei lavori di adeguamento nella sede di Ortona, si trovano dieci italiani (quasi tutti di Torre del Greco e abruzzesi), un croato e cinque rumeni. Dunque, il sequestro riguarda non solo un importante numero di persone, ma in questo caso riguarda, in modo particolare, l'Italia, sia per l'elevato numero di ostaggi, sia per la proprietà della nave e sia per i risvolti di carattere internazionale che in questo caso fanno capo al nostro Paese.
Da subito il Ministero degli affari esteri ha chiesto ai familiari di tenere un comportamento Pag. 59che possiamo definire di «basso profilo» per evitare che l'evento mediatico potesse compromettere le operazioni di salvataggio. Ai primi di maggio una nostra collega, l'onorevole Margherita Boniver, nominata inviato speciale per le emergenze umanitarie dal Ministro Frattini, fu incaricata di trovare una soluzione per questa vicenda.
Al rientro in Italia l'onorevole Boniver rese delle dichiarazioni molto incoraggianti e annunciò anche che avrebbe riferito presto a Roma e al Governo i risultati di quella missione che non poteva essere più completa.
Purtroppo, però, le recenti notizie di questi giorni parlano di un'evoluzione preoccupante, se non drammatica, della situazione, con separazione degli ostaggi portati fuori dall'imbarcazione e carenza di viveri e di medicinali, e, dunque, non si conosce l'attuale condizione dell'equipaggio.
Questo getta nello sconforto i familiari delle vittime del sequestro, che ricevono allarmanti comunicazioni dai propri cari, per paura, intimidazioni e vessazioni.
Per quanto detto e visto lo stato delle cose ed il lungo tempo trascorso - siamo a due mesi e mezzo dall'evento e a un mese e mezzo dalla missione umanitaria dell'onorevole Boniver - si chiede se il Ministro degli affari esteri non ritenga di fornire ogni informazione utile con una certa urgenza sul sequestro, sullo stato delle trattative e sull'esistenza, nel caso vi fosse, di una richiesta di riscatto.
Si chiede, inoltre, quali iniziative il Ministro degli affari esteri intenda adottare affinché sia fatto tutto il possibile per restituire i connazionali in ostaggio e il resto dell'equipaggio all'affetto dei propri cari e delle loro cittadinanze.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Nicola Cosentino, ha facoltà di rispondere.

NICOLA COSENTINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo segue con la massima attenzione il problema della pirateria al largo della Somalia e ha sviluppato ogni utile coordinamento per prevenire e rispondere agli attacchi che colpiscono navigli italiani.
Per quanto riguarda il caso evocato dall'onorevole interpellante, già nella giornata del sequestro del rimorchiatore Buccaneer, l'11 aprile 2009, l'unità di crisi della Farnesina ha preso contatto con la società proprietaria della nave, la Micoperi di Ravenna, ed ha avvertito direttamente tutte le famiglie per informarle dei passi intrapresi.
Inoltre, già nella prima mattinata della giornata di Pasqua, l'unità di crisi ha tempestivamente convocato una riunione tra i vertici delle istituzioni interessate, mentre il Ministro della difesa ha disposto l'immediato ritorno sotto comando nazionale della Fregata Maestrale, assegnata alla missione europea «Atalanta» di scorta ai convogli del Programma alimentare mondiale. L'unità è stata inviata nell'area del sequestro per fornire ogni utile assistenza. In seguito, essa è stata sostituita dalla nave San Giorgio, tuttora presente nel Golfo di Aden, il che ha consentito di riassegnare la Fregata Maestrale alla missione «Atalanta».
Parallelamente, l'unità di crisi ha mantenuto, fin dal primo momento, un contatto stretto e quotidiano con i familiari dell'equipaggio del Buccaneer. Tutte le famiglie sono state invitate a più riprese presso il Ministero degli esteri per aggiornamenti diretti. Altrettanto costanti sono stati i contatti con i Governi di Romania e Croazia, attraverso le ambasciate in Roma, per fornire loro continui aggiornamenti ed elementi di informazione.
Il nostro ambasciatore presso il Governo di transizione della Somalia ha avviato dei contatti con i referenti in loco per ottenere ogni appoggio nella risoluzione della vicenda. Tali contatti sono stati ulteriormente approfonditi grazie alla missione dell'onorevole Boniver dal 1o al 3 maggio 2009 in Kenya e Somalia, in particolare nel Puntland. Pag. 60
In occasione della recente riunione a Roma del gruppo internazionale di contatto sulla Somalia (9-10 giugno 2009), lo stesso Ministro Frattini ha sollecitato una soluzione in un apposito colloquio con il Primo Ministro della Somalia, Omar Abdul Rashid Ali Sharmanke, al quale ha domandato ogni appoggio in vista di una liberazione senza rischi per le vite degli ostaggi.
Il Governo italiano continua ad esercitare ogni pressione politica, diplomatica e militare per giungere ad un esito positivo del sequestro e, anche d'intesa con la società Micoperi, si sta adoperando per assicurare nel frattempo condizioni di vita accettabili all'equipaggio del Buccaneer tramite la fornitura di acqua e viveri a bordo.
Anche in questa occasione, come nei recenti casi di sequestri, abbiamo attirato l'attenzione dei media sull'esigenza di mantenere il riserbo sulla vicenda, per agevolare l'azione istituzionale mirata al rilascio dell'equipaggio in sicurezza ed in tempi quanto più possibile rapidi.

PRESIDENTE. L'onorevole Ginoble ha facoltà di replicare.

TOMMASO GINOBLE. Signor Presidente, signor sottosegretario, credo di poter comprendere il riserbo e la riservatezza che il caso merita. Questa interpellanza voleva servire ad aumentare l'attenzione su questo caso. Lei dice che ci sono dei contatti quotidiani: ciò sarà avvenuto nei primi tempi, ma negli ultimi tempi anche le notizie fornite ai familiari diventano sempre più sporadiche.
La prego di comprendere che in quelle zone, che conosco personalmente, dato che vi provengo, si sta vivendo un vero dramma. Le notizie sono sempre più preoccupanti e pertanto mi auguro che il Governo aumenti e acceleri la sua capacità per cercare di riconsegnare, nel più breve tempo possibile, queste persone al proprio Paese e ai propri cari.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Programma dei lavori dell'Assemblea per il periodo luglio-settembre 2009 e calendario per il mese di luglio 2009 (ore 16,15).

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto il seguente programma dei lavori per il mese di luglio 2009, che coincide con il seguente calendario (ovviamente, il programma ed il calendario riguardano anche il mese di agosto, ove i lavori dovessero protrarsi anche nella prima settimana di quel mese):

Martedì 30 giugno (antimeridiana):

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
n. 2450 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo internazionale del 2006 sui legni tropicali (Approvato dal Senato);
n. 2072 - Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale adottate con le risoluzioni del Consiglio dei Governatori n. 63-2 del 28 aprile e n. 63-3 del 5 maggio 2008, nonché aumento della quota di partecipazione dell'Italia.

Esame della mozione Vico ed altri n. 1-00151 concernente misure a favore del comparto siderurgico.

Martedì 30 giugno (votazioni dalle 14,30 alle 20,30), mercoledì 1o (votazioni dalle 9,30 alle 14 e dalle 16 alle 21) e giovedì 2 luglio (votazioni dalle 9,30 alle 14,30, con eventuale prosecuzione nella giornata di venerdì 3 luglio, con votazioni dalle 9,30 alle 14):
Seguito dell'esame degli argomenti previsti per la settimana 22-26 giugno e non conclusi (disegno di legge n. 1441-ter-B - Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (collegato alla manovra di finanza pubblica) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);Pag. 61mozioni Villecco Calipari ed altri n. 1-00182, Saltamartini ed altri n. 1-00193, Di Giuseppe ed altri n. 1-00194 e Capitanio Santolini ed altri n. 1-00195 concernenti iniziative per l'affermazione dei diritti delle donne e per la parità di genere in vista del prossimo vertice del G8).

Seguito dell'esame dei disegni di legge:
n. 2450 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo internazionale del 2006 sui legni tropicali (Approvato dal Senato);
n. 2072 - Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale adottate con le risoluzioni del Consiglio dei Governatori n. 63-2 del 28 aprile e n. 63-3 del 5 maggio 2008, nonché aumento della quota di partecipazione dell'Italia.

Seguito dell'esame della mozione Vico ed altri n. 1-00151 concernente misure a favore del comparto siderurgico.

Martedì 30 giugno, pomeridiana, al termine delle votazioni, avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2511 - Conversione in legge del decreto-legge 15 giugno 2009, n. 61, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto alla pirateria (da inviare al Senato - scadenza: 15 agosto 2009) (ove concluso dalle Commissioni). Il seguito dell'esame avrà luogo da mercoledì 1o luglio. Ove le Commissioni non ne concludano l'esame, la discussione sulle linee generali potrà avere luogo lunedì 6 luglio ed il seguito dell'esame da martedì 7 luglio.

Lunedì 6 luglio (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione congiunta sulle linee generali del conto consuntivo della Camera dei deputati per il 2008 e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per il 2009.
Discussione sulle linee generali della proposta di modifica dell'articolo 12 del Regolamento (e conseguenti norme transitorie e sull'entrata in vigore) (Doc. II, n. 13).
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 611 ed abbinati - Disposizioni in materia di violenza sessuale.

Martedì 7 (votazioni dalle 14,30 alle 20,30), mercoledì 8 (votazioni dalle 9,30 alle 14 e dalle 16 alle 21) e giovedì 9 luglio (votazioni dalle 9,30 alle 14,30 con eventuale prosecuzione nella giornata di venerdì 10 luglio, con votazioni dalle 9,30 alle 14):
Seguito dell'esame congiunto del conto consuntivo della Camera dei deputati per il 2008 e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per il 2009.
Seguito dell'esame della proposta di modifica dell'articolo 12 del Regolamento (e conseguenti norme transitorie e sull'entrata in vigore) (Doc. II, n. 13).
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 611 e abbinati - Disposizioni in materia di violenza sessuale.
Nel corso della settimana avrà luogo l'eventuale seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Da lunedì 13 a venerdì 31 luglio, con possibile prosecuzione nei giorni successivi e nella prima settima di agosto, secondo un'articolazione dei lavori che sarà definita in una successiva riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo:

Esame dei seguenti argomenti:
Documento di programmazione economico-finanziaria;
disegni di legge di conversione di decreti-legge che saranno presentati dal Governo nei prossimi giorni o trasmessi dal Senato;
proposta di legge S. 1397 - Legge quadro in materia di contabilità e finanza pubblica nonché delega al Governo in materia di adeguamento dei sistemi contabili, Pag. 62perequazione delle risorse, efficacia della spesa e potenziamento del sistema dei controlli (Approvato dal Senato - ove concluso dalla Commissione);
eventuali progetti di legge approvati dalla Camera, ove modificati dal Senato;
mozione Oliverio ed altri n. 1-00196 concernente misure a favore del settore agroalimentare e della pesca;
mozione Maran ed altri n. 1-00140 concernente iniziative volte a sostenere il processo di riconciliazione nazionale in Somalia;
mozione Buttiglione ed altri n. 1-00192 concernente iniziative volte a contrastare l'uso dell'aborto come strumento di controllo demografico.

Potrà essere altresì inserito nel calendario per il mese di luglio l'esame del disegno di legge n. 2434 - Riconoscimento della personalità giuridica alla Scuola per l'Europa di Parma, ove non si verifichi la sussistenza dei presupposti per il trasferimento alla sede legislativa.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (antimeridiana); lo svolgimento di interpellanze urgenti il giovedì o il venerdì, secondo l'andamento dei lavori.

L'organizzazione dei tempia per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al Resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi relativi all'esame della proposta di legge n. 611 e abbinati sarà pubblicata successivamente, sulla base del testo che verrà licenziato dalla Commissione.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti che saranno inseriti in calendario nel periodo 13-31 luglio sarà pubblicata a seguito della definizione della relativa articolazione dei lavori.

È stato altresì predisposto il seguente programma dei lavori per il mese di settembre 2009:

Esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 2449 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009 e del Doc. LXXXVII, n. 2 - Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2008;
disegni di legge di rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2008 e disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009, se presentati, ove trasmessi dal Senato in tempo utile;
disegno di legge n. 1741 - Delega al Governo per il riordino della legislazione in materia di gestione delle crisi aziendali;
disegno di legge n. 2260 - Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare;
proposta di legge n. 1090 - Delega al Governo per la riforma della disciplina delle persone giuridiche e delle associazioni non riconosciute, di cui al titolo II del libro primo del codice civile; Pag. 63
proposta di legge n. 1672 e abbinate - Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per la lotta contro la pedofilia e lo sfruttamento sessuale dei minori, nonché per la tutela dei minori nei procedimenti penali;
proposta di legge costituzionale n. 1990 e abbinate - Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120, 132 e 133 della Costituzione, in materia di soppressione delle province;
proposta di legge n. 457 e abbinate - Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza;
proposta di legge n. 2325 - Modifiche all'articolo 191 del codice civile e all'articolo 3 della legge 1o dicembre 1970, n. 898, in materia di scioglimento del matrimonio e della comunione tra i coniugi (ove concluso dalla Commissione).

È previsto lo svolgimento di atti del sindacato ispettivo e potrà aver luogo l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Avverto da ultimo che il Governo riferirà sulla situazione in Iran presso le Commissioni congiunte Affari esteri della Camera e del Senato mercoledì 1o luglio, alle ore 14,30.

Sull'ordine dei lavori (ore 16,27).

SOUAD SBAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SOUAD SBAI. Signor Presidente, voglio richiamare la vostra attenzione sulla delicata questione del presunto finanziamento per la costruzione della moschea di Torino.
Recentemente il sindaco di Torino, Chiamparino, ha dichiarato pubblicamente che una somma di 2 milioni di euro è stata stanziata dalle autorità marocchine per il progetto della costruzione di una moschea, ma qualche giorno fa, un importante quotidiano nazionale marocchino, Assabah, uno dei più importanti, ha smentito nettamente il coinvolgimento delle autorità marocchine e ha messo anche in dubbio questo flusso di denaro. Anzi, ha reso noto che vi è un'indagine in atto avviata dalla direzione generale per gli studi e la documentazione dell'intelligence marocchina all'estero.
Questi soldi sarebbero stati versati sul conto personale di un'associazione, l'UMI, il cui presidente si chiama Khounati.
La cronaca di questi ultimi anni ci ha già mostrato quale pericolo possono rappresentare questi «imam fai da te»; egli è stato il viceimam di quell'imam Bouchta che è stato espulso dall'Italia. Ciò dimostra quale pericolo possano rappresentare questi «imam fai da te» in termini di sicurezza nazionale e internazionale e non possiamo permettere che venga lasciato loro libero gioco.
Il sindaco Chiamparino spero che abbia detto il vero, ma qui c'è una smentita da parte di un giornale più importante del Governo e anche il Governo non ci dà risposte ormai da dieci giorni. Noi chiediamo da dove vengono questi soldi, questi 2 milioni di euro, quanti ne sono stati stanziati, quanti ne sono stati dati ad un'associazione e non al Governo italiano. Siamo preoccupati di tale questione, che mette tutti in uno stato di forte apprensione.
Chiedo al Ministro degli affari esteri e al Ministro Maroni di intervenire, di darci una risposta, di indagare e di istituire una piccola commissione di indagine che ci dia delle risposte chiare su questa costruzione. Non siamo contro la moschea, ci mancherebbe altro. La moschea è un posto dove un fedele e una persona pregano tranquillamente. Non è la moschea che mi preoccupa, ma chi la mantiene, da chi arrivano i finanziamenti e se questi ultimi possono andare in altre parti. Pag. 64
Quindi, chiedo veramente che venga risposto con urgenza per sapere solo la verità. Noi non denunciamo nessuno e ciò non rappresenta una denuncia verso qualcuno, ma voglio sapere quali sono le associazioni che hanno ricevuto 2 milioni di euro, che non sono pochi. Sono 2 milioni di euro e qualcuno dice che la metà è già stata spesa. Ma dove? Nei convegni, negli incontri, nel finanziare altri piccoli gruppi che possono lavorare in modo incontrollato?
Sono preoccupata in quanto onorevole e da marocchina, perché mi occupo da anni di questi problemi e di controllare questa situazione. Questo signor Khounati dice di aver ricevuto questi soldi dal Governo, ma il Governo smentisce. Allora, la mia domanda (che è solo una piccola domanda) è da chi li ha ricevuti e se è possibile che l'inchiesta fornisca tutta la documentazione. Poi, se tutto è in regola, si può costruire la moschea tranquillamente.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sbai. La materia del suo intervento è da atto di sindacato ispettivo. Abbiamo, infatti, verificato che lei ha già depositato un'interrogazione in proposito. La Presidenza si farà cura di sollecitare il Governo perché venga a rispondere ai suoi interrogativi.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 30 giugno 2009, alle 11:

1. - Discussione dei disegni di legge (per la discussione sulle linee generali):
S. 1439 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo internazionale del 2006 sui legni tropicali, con Allegati, fatto a Ginevra il 27 gennaio 2006 (Approvato dal Senato) (2450).
- Relatore: Picchi.
Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale adottate con le risoluzioni del Consiglio dei Governatori n. 63-2 del 28 aprile e n. 63-3 del 5 maggio 2008, nonché aumento della quota di partecipazione dell'Italia (2072).
- Relatore: Stefani.

2. - Discussione della mozione Vico ed altri n. 1-00151 concernente misure a favore del comparto siderurgico (per la discussione sulle linee generali).

(ore 14)

3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1441-ter-C).
- Relatore: Raisi.

4. - Seguito della discussione delle mozioni Villecco Calipari ed altri n. 1-00182, Saltamartini ed altri n. 1-00193, Di Giuseppe ed altri n. 1-00194 e Capitanio Santolini ed altri n. 1-00195 concernenti iniziative per l'affermazione dei diritti delle donne e per la parità di genere in vista del prossimo vertice del G8.

5. - Seguito della discussione dei disegni di legge:
S. 1439 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo internazionale del 2006 sui legni tropicali, con Allegati, fatto a Ginevra il 27 gennaio 2006 (Approvato dal Senato) (2450).
- Relatore: Picchi.
Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale adottate con le risoluzioni del Consiglio dei Governatori Pag. 65n. 63-2 del 28 aprile e n. 63-3 del 5 maggio 2008, nonché aumento della quota di partecipazione dell'Italia (2072).
- Relatore: Stefani.

6. - Seguito della discussione della mozione Vico ed altri n. 1-00151 concernente misure a favore del comparto siderurgico.

(p.m., al termine delle votazioni)

7. - Discussione del disegno di legge (per la discussione sulle linee generali) (ove concluso dalle Commissioni):
Conversione in legge del decreto-legge 15 giugno 2009, n. 61, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto alla pirateria (2511).

La seduta termina alle 16,35.

Pag. 66

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Ddl n. 2450 - Ratifica accordo internazionale sui legni tropicali

Tempo complessivo: 2 ore

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 17 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 23 minuti
Popolo della Libertà 22 minuti
Partito Democratico 23 minuti
Lega Nord Padania 11 minuti
Unione di Centro 10 minuti
Italia dei Valori 9 minuti
Misto: 8 minuti
Movimento per l'Autonomia 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 2 minuti
Pag. 67

Ddl n. 2072 - Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale

Tempo complessivo: 2 ore

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 17 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 23 minuti
Popolo della Libertà 22 minuti
Partito Democratico 23 minuti
Lega Nord Padania 11 minuti
Unione di Centro 10 minuti
Italia dei Valori 9 minuti
Misto: 8 minuti
Movimento per l'Autonomia 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 2 minuti

Mozione n. 1-00151 - Misure a favore del comparto siderurgico

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 19 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 18 minuti
Partito Democratico 1 ora e 7 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 29 minuti
Misto: 18 minuti
Movimento per l'Autonomia 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 68

Ddl n. 1441-ter-B - Disposizioni in materia di imprese ed energia (collegato)

Seguito dell'esame: 12 ore e 30 minuti. (*)

Relatore 30 minuti
Governo 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 57 minuti (con il limite massimo di 17 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 8 ore e 23 minuti
Popolo della Libertà 2 ore e 19 minuti
Partito Democratico 2 ore e 23 minuti
Lega Nord Padania 1 ora e 12 minuti
Unione di Centro 59 minuti
Italia dei Valori 56 minuti
Misto: 34 minuti
Movimento per l'Autonomia 16 minuti
Liberal Democratici - MAIE 6 minuti
Minoranze linguistiche 6 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 6 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nelle sedute del 24 e del 25 giugno 2009.

Mozione n. 1-00182 e abb. - Iniziative per l'affermazione dei diritti delle donne e per la parità di genere in vista del prossimo vertice del G8

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*)

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 19 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 18 minuti
Partito Democratico 1 ora e 7 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 29 minuti
Misto: 18 minuti
Movimento per l'Autonomia 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 23 giugno 2009.

Pag. 69

Conto consuntivo e bilancio della Camera
Esame congiunto

Tempo complessivo: 15 ore, di cui:

  • discussione generale: 7 ore e 30 minuti;
  • seguito esame: 7 ore e 30 minuti.
  Discussione generale Seguito esame
Deputati questori 1 ora e 30 minuti 40 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 4 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 13 minuti (con il limite massimo di 11 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 46 minuti 5 ore e 12 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 17 minuti 1 ora e 34 minuti
Partito Democratico 1 ora e 8 minuti 1 ora e 21 minuti
Lega Nord Padania 40 minuti 43 minuti
Unione di Centro 36 minuti 37 minuti
Italia dei Valori 35 minuti 35 minuti
Misto: 30 minuti 22 minuti
Movimento per l'Autonomia 15 minuti 10 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 4 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 4 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 5 minuti 4 minuti
Pag. 70

Doc. II, n. 13 - Modifica articolo 12 del Regolamento

Tempo complessivo: 9 ore, di cui:

  • discussione generale: 5 ore;
  • seguito esame: 4 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 49 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 40 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 3 ore e 46 minuti 2 ore e 50 minuti
Popolo della Libertà 50 minuti 51 minuti
Partito Democratico 46 minuti 44 minuti
Lega Nord Padania 35 minuti 24 minuti
Unione di Centro 33 minuti 20 minuti
Italia dei Valori 32 minuti 19 minuti
Misto: 30 minuti 12 minuti
Movimento per l'Autonomia 15 minuti 6 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 5 minuti 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. ddl 1441-ter-C - em. 41.4 357 339 18 170 158 181 77 Resp.
2 Nom. em. 41.3 378 358 20 180 167 191 77 Resp.
3 Nom. articolo 41 386 366 20 184 198 168 75 Appr.
4 Nom. em. 42.200 394 394 198 394 74 Appr.
5 Nom. articolo 42 402 224 178 113 216 8 74 Appr.
6 Nom. em. 43.1 418 416 2 209 197 219 74 Resp.
7 Nom. articolo 43 414 413 1 207 412 1 74 Appr.
8 Nom. articolo 44 425 243 182 122 243 74 Appr.
9 Nom. em. 45.2 432 410 22 206 188 222 71 Resp.
10 Nom. em. 45.3 436 435 1 218 211 224 71 Resp.
11 Nom. em. 45.4 436 250 186 126 25 225 71 Resp.
12 Nom. em. 45.5 433 410 23 206 183 227 71 Resp.
13 Nom. em. 45.6 432 412 20 207 188 224 71 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 45.7 434 431 3 216 185 246 71 Resp.
15 Nom. em. 45.9 441 423 18 212 192 231 71 Resp.
16 Nom. articolo 45 443 442 1 222 442 71 Appr.
17 Nom. articolo 46 439 439 220 438 1 71 Appr.
18 Nom. em. 48.1 436 433 3 217 205 228 71 Resp.
19 Nom. articolo 48 437 266 171 134 241 25 71 Appr.
20 Nom. em. 49.1 433 433 217 206 227 71 Resp.
21 Nom. em. 49.2 429 428 1 215 204 224 70 Resp.
22 Nom. em. 49.3 433 432 1 217 205 227 70 Resp.
23 Nom. em. 49.4 431 430 1 216 207 223 70 Resp.
24 Nom. articolo 49 427 425 2 213 228 197 69 Appr.
25 Nom. articolo 50 425 227 198 114 227 69 Appr.
26 Nom. em. 51.1, 51.2 428 425 3 213 201 224 69 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 51.3 427 425 2 213 200 225 69 Resp.
28 Nom. articolo 51 429 426 3 214 225 201 69 Appr.
29 Nom. em. 52.1 428 426 2 214 203 223 69 Resp.
30 Nom. em. 52.2 430 413 17 207 190 223 69 Resp.
31 Nom. articolo 52 433 228 205 115 228 69 Appr.
32 Nom. articolo 53 435 232 203 117 231 1 69 Appr.
33 Nom. articolo 54 434 230 204 116 230 68 Appr.
34 Nom. articolo 55 438 434 4 218 232 202 68 Appr.
35 Nom. mantenimento articolo 56 429 425 4 213 414 11 68 Appr.
36 Nom. articolo 57 428 428 215 428 68 Appr.
37 Nom. em. 58.1, 58.2 421 417 4 209 192 225 68 Resp.
38 Nom. em. 58.3 421 419 2 210 193 226 68 Resp.
39 Nom. articolo 58 425 423 2 212 227 196 68 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 43)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. mantenimento articolo 59 421 420 1 211 225 195 68 Appr.
41 Nom. em. 60.1, 60.2 403 402 1 202 185 217 68 Resp.
42 Nom. em. 60.3 401 400 1 201 185 215 68 Resp.
43 Nom. articolo 60 401 400 1 201 218 182 68 Appr.