Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 189 di mercoledì 17 giugno 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 9,05.

EMILIA GRAZIA DE BIASI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Aprea, Brancher, Casero, Cicchitto, Cicu, Cirielli, Colucci, Cota, Donadi, Gregorio Fontana, Leone, Lo Monte, Lombardo, Mazzocchi, Milanato, Molgora, Leoluca Orlando, Romani, Ronchi, Soro, Villecco Calipari e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1534 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile (Approvato dal Senato) (A.C. 2468) (ore 9,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile.
Ricordo che nella seduta del 16 giugno 2009 è stato da ultimo respinto l'emendamento Lolli 4.13. Dovremmo quindi passare all'emendamento Lolli 4.15.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,11).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta avranno luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

In ricordo dell'onorevole Massimo Caprara.

RENATO FARINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO FARINA. Signor Presidente, colleghi, Massimo Caprara è deceduto ieri Pag. 2a Milano all'età di ottantasette anni. L'Assemblea, con le parole del Presidente Buttiglione, ha espresso il cordoglio per la scomparsa di questa grande figura della vita italiana. Qui vorrei adempiere il compito di illustrare in poche parole la nobiltà e la profezia testimoniate dal suo percorso di intellettuale e di politico.
Questi due mestieri, l'intellettuale e il politico, oggi spesso nominati con disprezzo, sono stati in lui illuminati, anche e specialmente nei suoi tardi anni, dalla giovinezza della coscienza, purificati dal coraggio di scelte che talvolta gli hanno scarnificato l'anima. La coscienza, questa strana dotazione dell'essere umano, gli ha imposto la ricerca della verità a qualsiasi prezzo, anche quello della perdita di affetti e di amicizie.
Nato a Napoli da una famiglia borghese, talento letterario che sin dalla prima giovinezza frequentava la bottega di Benedetto Croce, ebbe l'incontro decisivo e in fondo tragico della sua vita nel 1944, quando fu esaminato e scelto da Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista italiano che arrivava da Mosca avvolto dall'aura del mito, come suo segretario particolare e dirigente reale del Partito.
Ebbe una sorte simile e alla fine molto diversa Giorgio Napolitano, di lui più giovane di alcuni anni. Ieri il Presidente della Repubblica gli ha dedicato, inviandolo alla famiglia, alla donna della sua vita, Iolanda, un commosso messaggio che leggo: «Apprendo con grande tristezza la dolorosa notizia della scomparsa di Massimo Caprara. Condivisi con lui le prime esperienze culturali e politiche nella Napoli degli anni di guerra e nello stesso lontano 1953 entrammo insieme in Parlamento. Nel ricordo dei lunghi anni del suo impegno politico, del suo personale e complesso percorso critico nella politica italiana, della sua intensa attività di giornalista e di scrittore invio le più sentite condoglianze a tutti i familiari ai quali pure sono stato lungamente legato».
Come scrive il Presidente Napolitano, entrò in Parlamento nel 1953 e divenne deputato comunista per quattro legislature. Fu sindaco di Portici, ebbe altri importanti incarichi nel Partito e nelle istituzioni, ma la sua vita fu una totale immersione nel cuore del secolo scorso. Era una cosa sola con Togliatti fino a rinunciare - disse - quasi alla sua personale identità: «Non sono più io che vivo, ma il partito, ma Togliatti che vive in me».
Fu giornalista di Rinascita, continuò la sua ricerca letteraria. Erano tempi in cui politici di questa fatta parlavano in latino.
Poi, dopo la morte di Togliatti, è come se improvvisamente la coscienza di Caprara si fosse liberata da un macigno che le impediva di vedere e respirare. Si emancipò molto prima della caduta del muro del 1989 dalla prigione della ideologia e lo fece paragonando i fatti che aveva vissuto e la giustificazione che ne forniva l'apparato con la sete di umanità che aveva e con il desiderio di piena giustizia che sentiva. Si ricordò di tante cose, anche di Stalin. L'incontro che ebbe con lui nel gelo di un giardinetto è un capolavoro di letteratura: mentre Nilde Iotti fece in tempo ad infilarsi la pelliccia di zibellino e Togliatti il pastrano, lui rimase in giacchetta. Piangeva dal freddo, letteralmente; Stalin la scambiò per commozione e gli disse: «Courage, camarade», in francese. Il primo strappo fu con il manifesto e i compagni comunisti che misero sotto accusa la linea del partito dopo l'invasione di Praga...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

RENATO FARINA. Mi avvio alla conclusione, poi consegnerò l'intervento. In seguito, non gli bastò nemmeno l'essere ateo dopo essere uscito dall'ideologia comunista. Recuperò la figura di Gramsci su cui scrisse libri bellissimi e come lui percorse una via verso il cristianesimo: non un cristianesimo ideologico, ma un abbandono ad altri incontri che lo condussero all'abbraccio del Nazareno. Sono certo che ora ci guarda con la sua coscienza giovane e piena di umanità. Il suo ultimo libro si intitola Riscoprirsi uomo e credo che sia il suo insegnamento (Applausi).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce Pag. 3al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Renato Farina, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Sospendo la seduta che riprenderà alle 9,30.

La seduta, sospesa alle 9,15, è ripresa alle 9,30.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2468)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Lolli 4.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tenaglia. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo di aumentare la dotazione per il ripristino delle infrastrutture e delle opere pubbliche danneggiate dal sisma, con particolare riguardo a quelle inserite nei centri storici. Chiediamo che questa spesa sia autorizzata per 50 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011.
Questo emendamento tiene conto di due esigenze. La prima è connessa all'ampiezza delle distruzioni e alla necessità di ricostruire immediatamente i centri storici, in particolare quello dell'Aquila, di ridare subito, in un tempo ragionevole, in un arco di tre anni, al centro storico dell'Aquila la possibilità di ricominciare a vivere. Se il centro storico dell'Aquila non viene messo nelle condizioni di ripartire quella città non sarà mai più la stessa.
La seconda necessità è quella di consentire ai comuni, alla provincia, agli enti locali, di avere la certezza sulle dotazioni sulle quali possono far conto, di non stare ogni anno con il cappello in mano a pietire questa o quella ordinanza dal commissario di turno. Credo che questo lo dobbiamo agli enti locali, ai sindaci e ai presidenti delle province, ai gestori delle società municipalizzate, perché sono loro che hanno l'immediato contatto con la popolazione, la responsabilità della gestione dei servizi e, quindi, sono in grado di far fronte immediatamente a queste esigenze, e anche per alleviare la pressione sulle ordinanze e sull'attività del commissario, che invece ci sarebbe necessariamente e inevitabilmente ad ogni occasione e ad ogni vicenda di ricostruzione di un'opera pubblica o di un edificio pubblico danneggiato dal sisma.
Forse solo l'edificio della Banca d'Italia nel centro storico dell'Aquila è agibile immediatamente o con pochi interventi. Pensiamo agli edifici dell'amministrazione economica, al tribunale, che è di proprietà della provincia, che ha sede dove ha sede anche la Corte d'appello. Vedete che c'è una necessità di interventi a trecentosessanta gradi, che non può che essere assistita da una previsione di certezza e di massiccio stanziamento di fondi come questa, altrimenti non sarà consentita una prospettiva di sicurezza e soprattutto non partirà subito la ricostruzione di quel tessuto istituzionale e di attività pubblica che è la spina dorsale di una città capoluogo di regione e capoluogo di provincia, come L'Aquila.
Credo che questo sia un emendamento indispensabile e necessario, una risposta che dobbiamo alle popolazioni abruzzesi, ai tanti abruzzesi, ai tanti terremotati, che in questi mesi hanno sopportato disagi enormi con grande dignità e grande senso delle istituzioni, anche il più umile dei cittadini. Questa è una circostanza che è stata notata e apprezzata da tutti. Spero che questo Parlamento si comporti come si sono comportate le popolazioni abruzzesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lolli 4.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Pag. 4Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa, non riesce a votare? Onorevoli Castagnetti, Concia? Calma, non c'è fretta. Onorevole Concia, si sieda tranquilla e infili la scheda. Onorevoli Sardelli, Lanzillotta? Onorevole Concia, adesso arrivano i soccorsi tecnici. Qualche assistente può vedere la postazione dell'onorevole Concia? L'onorevole Concia non riesce a votare? Disattiviamo il sistema dell'onorevole Concia, che vota con la vecchia procedura, in modo tale che chiudiamo la votazione. Ha votato? Perfetto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 355
Votanti 354
Astenuti 1
Maggioranza 178
Hanno votato
163
Hanno votato
no 191).

Prendo atto che i deputati Mariani, Sarubbi e Ria hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che i deputati Picchi, Galati, Barbareschi, Ruben, Castiello e Di Caterina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Micheli 4.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 351
Maggioranza 176
Hanno votato sì 164
Hanno votato
no 187).

Prendo atto che i deputati Mariani, Boffa, Sarubbi, Codurelli e Ria hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che i deputati Picchi, Sbai, Barbareschi, Galati, Mazzuca, Ruben, Castiello e Di Caterina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lolli 4.19.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lolli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, in questo caso siamo di fronte ad un'evidente svista, a un errore, a una sciocchezza, perché può capitare, scrivendo un decreto-legge così impegnativo, di scrivere qualcosa di evidentemente sbagliato.
Vorrei che faceste mente locale: stiamo parlando delle scuole. Perché vi rendiate conto esattamente di quanto sia importante questa partita, tutte le scuole dovranno rifunzionare per settembre. Ieri il sottosegretario ha detto che l'80 per cento degli edifici scolastici sono agibili.
Naturalmente, egli sa bene che la gran parte di questo 80 per cento sarebbe agibile solo dopo lavori: si tratta infatti di fabbricati classificati B o C. Quelli non agibili devono invece essere sostituiti con strutture provvisorie. Una simile complessa attività deve però avvenire entro luglio e non entro settembre, poiché - come forse saprete - entro luglio il Ministero dell'istruzione deve disporre la dislocazione degli organici: e se non è certo dove si trovano gli edifici scolastici e come sono ubicati questa operazione non si può fare e dunque le scuole de L'Aquila non riapriranno.
Dunque, chi è che può fare questo lavoro di individuazione e di ricostruzione delle scuole che debbano essere ricostruite? La logica direbbe che debbono farlo i proprietari, e dunque le province e Pag. 5i comuni. Per una bizzarria totalmente incomprensibile, invece, in questo decreto viene scritto che i soldi, che peraltro sono pochi, sono messi dalla regione, mentre l'ente attuatore - pensate! - è il provveditorato interregionale alle opere pubbliche, cioè una struttura che si occupa di ponti, strade e aeroporti, che si deve occupare in questa fase di tante cose, ma mai si è occupata di scuole e che peraltro ha già fatto sapere tramite i propri rappresentanti che non ha nessuna competenza e voglia di farlo.
Ora, abbiamo già perso un mese. La cosa più logica sarebbe stato dire che i soldi sono messi dalla regione ma che gli enti attuatori sono provincia e comune. Se non lo facciamo, temo che per vizi burocratici e lentezze ci troveremo di fronte all'impossibilità di riaprire le scuole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lolli 4.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 387
Maggioranza 194
Hanno votato
184
Hanno votato
no 203).

Prendo atto che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito a votare, che i deputati Castiello, Di Caterina e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Oliverio e Ria hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantini 4.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 382
Maggioranza 192
Hanno votato
176
Hanno votato
no 206).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e Ria hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Barbareschi, Di Caterina e Castiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lolli 4.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 390
Maggioranza 196
Hanno votato
184
Hanno votato
no 206).

Prendo atto che i deputati Ria e Cesare Marini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Castiello, Di Caterina e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Passiamo alla votazione dell'emendamento Coscia 4.27
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Torre. Ne ha facoltà.

MARIA LETIZIA DE TORRE. Signor Presidente, l'emendamento proposto è finalizzato a destinare risorse reali, cioè Pag. 6risorse aggiuntive rispetto a quelle già stanziate, per l'edilizia scolastica in Abruzzo. Nel testo del Governo, all'articolo 4, comma 4, si cita l'articolo 18 del decreto legge n. 185 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2. A tali riferimenti si appoggiano le delibere 3 e 10 della seduta del CIPE del 6 marzo 2009, relative all'utilizzo per l'edilizia scolastica rispettivamente di 1.000 e di 489.083 milioni di euro provenienti dai fondi FAS del MIUR. Per comprendere il senso del presente emendamento, è bene precisare che dette delibere, adottate lo scorso 6 marzo, erano indirizzate a finalizzare interventi per l'edilizia e la messa in sicurezza degli edifici scolastici in situazione precaria in larga parte del Paese. In proposito, ricordiamo ancora tutti il tragico incidente al liceo Darwin di Rivoli in cui, nel novembre dello scorso anno, perse la vita uno studente.
Il terremoto de L'Aquila avvenne il 6 aprile, cioè esattamente un mese dopo la riunione del CIPE. Il Ministro Gelmini, dopo la seduta del Consiglio dei ministri del 23 aprile 2009, presentò in conferenza stampa i provvedimenti urgenti a favore di scuole e università e in particolare precisò che almeno 110 milioni del fondo CIPE di un miliardo per l'edilizia scolastica sarebbero stati destinati alla ricostruzione del convitto nazionale Domenico Cotugno de L'Aquila e delle scuole colpite dal sisma.
Sulla base delle affermazioni del Ministro e senza le indispensabili precisazioni vi è il rischio che, contrariamente a quanto impongono la gravità della situazione, il buonsenso e la decenza, a favore dell'Abruzzo non vengano stanziate risorse autentiche, cioè aggiuntive rispetto a quei 1.000 e a quei 489 milioni di euro, ma si utilizzino invece per l'Abruzzo proprio quegli stessi fondi (fondi che, già in prima battuta sottratti al sud in una perversa ripetizione del primo scippo, verrebbero ora sottratti alla costruzione e alla messa in sicurezza delle scuole del Paese, e quindi anche quelle dell'Abruzzo ne risulterebbero proporzionalmente decurtate).
Va precisato che, dato che le delibere del CIPE citate non sono mai state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale, quasi a nessuno è noto che tali delibere azzerano completamente i fondi FAS del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per le scuole, e questo ci pare un fatto grave.
Dopo queste premesse è evidente il motivo per cui il Partito Democratico considera indispensabile che nella legge si indichi con precisione che lo stanziamento di 110 milioni di euro deciso dal Consiglio dei ministri per la ricostruzione del convitto nazionale «Domenico Cotugno» de L'Aquila e delle scuole colpite dal sisma nella seduta del 23 aprile sia aggiuntivo rispetto a quelli approvati con la delibera del CIPE del 6 marzo, e si riferisca esclusivamente ai fondi previsti per il 2009 non estendendosi ad un periodo illimitato di tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Coscia 4.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Sposetti ha votato... onorevole Cesare Marini?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 404
Maggioranza 203
Hanno votato
194
Hanno votato
no 210).

Prendo atto che i deputati Codurelli, Ferranti e Ria hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Barbareschi, Castiello, Di Caterina, Latteri e Scandroglio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Pag. 7
Passiamo alla votazione dell'emendamento Coscia 4.31. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Coscia. Ne ha facoltà.

MARIA COSCIA. Signor Presidente, colleghi, sottosegretario Menia, con questo emendamento vogliamo dare un contributo costruttivo per migliorare il provvedimento in discussione sul tema rilevante del diritto all'istruzione per i bambini e per i ragazzi colpiti dal terremoto. È un emendamento che parte dalla consapevolezza di quanto sia fondamentale il ritorno alla normalità, alla normale routine quotidiana, per queste popolazioni così duramente colpite.
Pensate quanto sia importante per queste famiglie - che continuano a vivere sulla loro pelle le conseguenze drammatiche del terremoto - poter riprendere a scandire il tempo dei loro figli con la ripresa del normale tempo della scuola, e quindi poter ritenere possibile a settembre un puntuale e regolare inizio dell'anno scolastico 2009-2010.
Il collega Lolli, nel suo intervento durante la discussione sulle linee generali, ha giustamente sottolineato che la VII Commissione ha avanzato e condiviso all'unanimità delle proposte proprio su questo tema, che sono anche oggetto di questo emendamento (tutto questo dopo che una delegazione della Commissione nelle settimane scorse si è recata a L'Aquila, dove ha potuto constatare lo stato di assoluta precarietà ed incertezza in cui vivono gli studenti, dai più grandi ai più piccoli, ed i loro insegnanti).
In sintesi, le attività didattiche si svolgono in pluriclassi ed in tende caldissime ove è impossibile non solo svolgere una normale attività didattica, ma anche resistere fisicamente più di qualche minuto. I docenti, con grande spirito di servizio, passione civile e competenza, ogni giorno riadattano programmi, inventano contenuti, innovano metodi di insegnamento per poter svolgere un minimo di attività didattica e per poter tenere impegnati i bambini e i ragazzi.
Siamo dunque ancora in una situazione di grande emergenza e purtroppo di quest'anno scolastico potrà essere salvato ben poco (e c'è poco tempo da utilizzare per salvare il prossimo anno scolastico, come ricordava poco fa il collega Lolli).
Per questo chiediamo di definire urgentemente un piano straordinario finalizzato a realizzare una serie di interventi e di azioni urgenti per consentire a settembre il regolare inizio e svolgimento dell'anno scolastico.
Si tratta di proposte che riguardano il personale e le strutture: in particolare chiediamo la sospensione per i territori colpiti dal terremoto delle disposizioni relative alla riduzione degli organici, l'immissione in ruolo del personale docente e ATA fino alla copertura totale dei posti di turn over e la conferma degli incarichi a tempo indeterminato.
Tutto ciò per dare immediate certezze e poter così individuare e assegnare il personale alle scuole in tempo utile per l'inizio dell'anno scolastico. Così come è fondamentale - l'ha ricordato poco fa la collega De Torre - avere da subito il quadro degli edifici scolastici agibili o che possono essere resi agibili in tempo breve. Inoltre, occorre che si definisca al più presto lo stato degli edifici scolastici il cui recupero, o l'eventuale ricostruzione, richiede tempi più lunghi, in modo da mettere in atto soluzioni temporanee dignitose.
Il sottosegretario Menia ci ha detto che circa l'80 per cento degli edifici scolastici sarebbe agibile, ma per la gran parte di questi si tratta di agibilità condizionata da lavori di ripristino e di vera e propria ristrutturazione, i cui tempi di realizzazione variano da brevi a lunghi in relazione ai danni subiti. Ecco perché proponiamo che sia attribuito al presidente della provincia dell'Aquila, in accordo con i sindaci dei comuni interessati (le istituzioni competenti in materia di edilizia scolastica), il potere di definire e realizzare il piano straordinario, e che venga destinato a tal fine una somma di 200 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 8

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, sento il dovere di dire pochissime parole perché il gruppo dell'UdC nel contrarre il numero degli emendamenti ha rinunciato ad emendamenti simili a questo, proprio sul delicato tema dell'attività scolastica. Devo veramente richiamare l'attenzione dei colleghi sulla serietà di questi temi che sono stati posti, non solo perché è di tutta evidenza che senza la ripresa regolare dell'attività scolastica non vi è ripresa nell'insediamento e nella vita della città dell'Aquila, ma anche per l'urgenza che hanno le famiglie nella difficile programmazione della propria esistenza. Le famiglie hanno la necessità di avere dei riferimenti temporali certi e di conoscere i plessi scolastici che saranno riaperti (il liceo Cotugno è stato il mio liceo e certamente se vi sarà un impegno di quella natura, che può e deve essere visto all'interno delle attività infrastrutturali, ne sarei felice).
Insomma, i conti li farà meglio il Governo, non vogliamo qui entrare nelle singole partite, ma quello che deve essere certo è che vi deve essere un punto di riferimento nella vicenda della riapertura delle scuole. Questo punto di riferimento non può che essere quello istituzionalmente competente ovvero la provincia dell'Aquila. Attorno alla provincia dell'Aquila naturalmente è giusto che si creino dei momenti di collaborazione, di informazione, di scambi di decisione e di coordinamento. Per la vostra sordità, ma anche per la vostra arroganza, tutti gli emendamenti saranno respinti. Mi auguro, tuttavia, che sugli ordini del giorno comuni che presenteremo su questo tema, vi sia un impegno formale votato dal Parlamento e impegnativo del Governo affinché il coordinamento delle attività istituzionali relative alla scuola torni nelle mani del soggetto competente ovvero la provincia dell'Aquila.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Coscia 4.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Latteri... Onorevole Moroni... onorevole Calderisi... onorevole Leo... onorevole Giammanco non riesce?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 424
Maggioranza 213
Hanno votato
199
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che i deputati Ria, Codurelli e Ciccanti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni 4.36. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzarella. Ne ha facoltà.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, l'emendamento che proponiamo muove dalla necessità di riconsiderare in modo significativo le risorse minime per un intervento di una qualche efficacia per il ripristino della piena funzionalità dell'università de L'Aquila. La visita della Commissione cultura alla città e l'incontro con il rettore dell'ateneo e una rappresentanza dei suoi vertici istituzionali ha fatto riscontrare oltre ogni dubbio quello che già si sapeva, il ruolo insostituibile e centrale dell'ateneo per il tessuto socio-economico della città e di tutta la sua provincia. L'università per L'Aquila non è solo una funzione strategica per lo sviluppo del territorio, come in tante altre realtà del Paese, ma è l'asse portante del suo tessuto socio-economico. Metà dei residenti Pag. 9della città sono studenti, di questi la metà (15 mila) sono studenti fuorisede provenienti da diverse regioni del Paese. È facile intuire l'indotto economico che ne deriva, in proporzione, per l'economia della città. Ma la peculiarità di questa residenzialità, vissuta eminentemente nel centro storico, distrutto, de L'Aquila è il problema principale da affrontare se si vuole ridare un destino all'università e al futuro della città. A L'Aquila si va a studiare in un campus che è la città storica, è questa la sua reale attrattività, che se venisse meno farebbe venir meno la composizione sociale e il tessuto economico stesso della provincia, anzi è facile prevedere che l'assenza degli studenti provenienti da altre sedi porterebbe ad una minore attrattività anche per gli studenti residenti, del loro ateneo; uno spopolamento di massa di giovani, questo sarebbe il risultato se all'università de L'Aquila non venisse restituita al più presto, insieme alla funzionalità scientifica e didattica dei suoi laboratori e delle sue aule, certo fondamentale, l'attrattività storico-culturale dell'insediamento universitario aquilano, funzione diretta e non surrogabile del suo centro storico monumentale. Mi spingo a dire che non affrontare questo problema nella ricostruzione dell'ateneo potrebbe rendere vana ogni altra pur generosa previdenza del Governo per tenerlo in vita, come quella benemerita di sovvenire sul fondo di finanziamento ordinario alle tasse degli studenti per alcuni anni.
Non ci sarebbe motivo per scegliere L'Aquila rispetto ad altri atenei se l'università dovesse venire allocata nella sua generalità in un'anonima edilizia universitaria, per quanto curata ed attendibile essa possa essere, e se la residenzialità degli studenti perdesse l'humus tradizionale del centro storico monumentale. Questo allarme ci è stato lanciato in tutta la sua drammaticità nella visita della Commissione cultura alla città disastrata, e tutta la Commissione ha potuto verificare in sede di relazione sulla visita quanto esso sia fondato. E questo allarme, con tutta la sua urgenza, è necessario riproporre all'Aula e al Governo perché ne tengano debito conto, approvando questo emendamento, che probabilmente neanche è sufficiente ai fini su esposti, ma almeno inquadra i termini del problema e propone un parziale sollievo alla situazione che si è venuta a creare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 4.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 427
Maggioranza 214
Hanno votato
207
Hanno votato
no 220).

Prendo atto che i deputati Vico e Ria hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Barbareschi, Berardi e Reguzzoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Avverto che l'emendamento Realacci 11.10 è stato ritirato dal presentatore. Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Stanislao 4.42. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, riprendo il discorso del collega che mi ha preceduto perché tutti sanno e tutti gli aquilani dicono che l'università rappresenta un volano importante per l'economia locale. Abbiamo sentito che ben 10 mila studenti, e forse più, provengono da fuori e pernottano, vivono, consumano e operano nel comune de L'Aquila. Immaginiamo che cosa può accadere ora se non esiste una prospettiva di ripresa immediata Pag. 10dei corsi universitari: infatti è evidente che coloro che venivano da fuori sicuramente saranno tentati di cambiare università. Dunque è necessario salvare questo volano dell'economia locale e intervenire rapidamente per permettere di riattivare sin da subito i corsi, così come è necessario riattivare immediatamente residenzialità degli studenti che vengono da fuori anche attraverso formule da individuare, magari per mezzo di caserme disponibili, attraverso edifici disponibili. Qualcuno dirà che ci vogliono i quattrini per farlo: ecco, noi li abbiamo trovati. All'interno del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 è contenuto un provvedimento che consideriamo davvero poco nobile e che la gente ha ribattezzato «legge mancia», dove sono contenuti i quattrini che saranno dispersi in mille rivoli, senza l'idoneità di incidere realmente in qualche modo sulle realtà alle quali saranno destinati. Dunque con il presente emendamento invitiamo a sottrarre 30 milioni di euro dal finanziamento di quella legge ignobile e spostiamoli per un fine nobile come quello che permette all'università de L'Aquila di riprendere immediatamente a funzionare mantenendo i 10 mila studenti che vengono da fuori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Stanislao 4.42, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Moroni non riesce a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 428
Maggioranza 215
Hanno votato
208
Hanno votato
no 220).

Prendo atto che i deputati Gibiino e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Ria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Stanislao 4.41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, restiamo in tema: la maggioranza ha respinto in questo momento la possibilità di un intervento destinato ad un fine tanto importante come quello di permettere all'università di riprendere a lavorare e agli studenti provenienti da fuori di poter continuare ad operare e a rappresentare un importante volano per l'economia de L'Aquila. La vostra maggioranza ha respinto questo emendamento: ricordatelo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Vi è un'altra questione, signor Presidente, altrettanto importante ed è quella che ricordavo prima: molti studenti saranno tentati di non re-iscriversi in un'università della quale non si conosce il destino, perlomeno nel prossimo anno accademico. Dunque, diamo almeno una spinta, una promozione perché invece questo possa avvenire e invitiamo ad intervenire sulle tasse universitarie, sulle tasse di iscrizione all'università; facciamo in modo che vi sia l'esonero dalla seconda rata delle tasse per l'anno accademico 2008-2009 nonché l'esenzione dal pagamento delle tasse universitarie per l'anno accademico 2009-2010 e per i due anni accademici successivi. È un piccolo intervento che tuttavia può convincere gli studenti a continuare ad iscriversi a L'Aquila anche in una situazione tanto difficile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Stanislao 4.41, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 11
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 413
Votanti 408
Astenuti 5
Maggioranza 205
Hanno votato
193
Hanno votato
no 215).

Prendo atto che i deputati Zucchi, Paladini, Ventura, D'Incecco, De Micheli, De Torre, Mereu e Ria hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Barbareschi, Di Centa, Lunardi e Berardi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Prendo altresì atto che la deputata Zampa ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni 4.34.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siragusa. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. L'emendamento in questione è più importante probabilmente di quanto possa apparire. Vorrei richiamare, signor Presidente, l'attenzione del Governo sul fatto che mentre al momento del sisma molto saggiamente il Governo ha sospeso il pagamento delle tasse universitarie e dell'accademia delle belle arti e del conservatorio, non si è tenuto conto del fatto che queste tasse universitarie costituiscono una parte non irrilevante delle entrate delle università e dell'alta formazione artistica e musicale.
Vi è un rischio molto concreto: mentre le tasse sono sospese e quindi l'università, l'accademia e il conservatorio non introitano questa parte di fondi che servono loro per il funzionamento, il Governo non ha previsto il rimborso delle minori entrate derivanti dalla sospensione del pagamento delle tasse. Il rischio quindi è che, mentre si fa un atto sicuramente positivo e utile per la cittadinanza, cioè quello di non gravare di un'ulteriore spesa le famiglie che si trovano nella terribile situazione dovuta al terremoto, per altro verso si precostituisce una situazione per cui l'università, l'accademia ed il conservatorio ad un certo potuto non saranno più nelle condizioni di funzionare.
Con l'emendamento in esame - che peraltro è stato discusso e condiviso anche nella Commissione cultura - il gruppo del Partito Democratico chiede che sia lo Stato a far fronte a queste minori entrate, per consentire proprio il normale funzionamento dell'università e dell'alta formazione artistica e musicale. Ci sembra un emendamento di buonsenso, che consente sia all'università sia all'accademia di proseguire il loro lavoro.
Peraltro aggiungo che ci risulta che, in una trattativa tra Governo e università, in un protocollo sia stato previsto questo rimborso - ecco perché pensavamo anche che l'emendamento in esame potesse ottenere un parere favorevole - mentre invece in quel protocollo di intesa non si tiene conto dell'accademia delle belle arti e del conservatorio.
Noi riteniamo che sia l'università sia l'alta formazione artistica e musicale de L'Aquila debbano essere messe nelle condizioni di continuare al meglio possibile la loro attività per i ragazzi e quindi chiediamo che sia lo Stato a farsi carico di queste minori entrate, confidando in un ripensamento da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Coscia. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARIA COSCIA. Signor Presidente, come già diceva la collega Siragusa, si tratta di un emendamento di buonsenso, su cui peraltro lo stesso Governo in più occasioni si era impegnato. Infatti, se da un lato, come è giusto che sia, si prevede di esentare gli studenti dal pagamento delle tasse, proprio per poter convincere ancora di più i ragazzi a rimanere iscritti a questa università (come è stato più volte detto è assolutamente fondamentale per la città che l'università possa riprendere la sua regolare attività), è altrettanto vero Pag. 12che è fondamentale che all'università sia data la possibilità di recuperare queste risorse. Dunque, l'emendamento in esame impone di prevedere il rimborso all'università attraverso il fondo, l'FFO, che viene dato appunto alle università. Questo è l'obiettivo dell'emendamento in esame e invitiamo tutti a votarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarella. Ne ha facoltà, per un minuto, con la preghiera però di segnalare tempestivamente alla Presidenza la richiesta di parola.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, ritorno sul tema perché è fondamentale: il destino degli istituti superiori a L'Aquila decide dell'economia della città. Il tentativo di reintegrarlo nel tessuto culturale, storico e monumentale della città è funzionale all'efficacia dei provvedimenti. Tutto il resto rischia veramente la retorica, al di là della buona volontà. Se non si decide di reinvestire su un'asse portante dell'economia della provincia aquilana, vi sarà ben poco da fare: rischia veramente di essere vano qualsiasi altro sforzo che si possa fare. È un problema di ottimizzazione della spesa: vi è una massa critica di investimenti sul territorio, tramite l'università e l'indotto della formazione superiore, e se non viene assolta, se non si raggiunge questa massa critica, non si raggiungerà alcun risultato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 4.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moroni, questa volta, aspettiamo che possa votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 439
Maggioranza 220
Hanno votato
212
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Mariani, Oliverio, Ria, D'Incecco, De Pasquale, De Micheli e Mereu hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo, altresì, atto che i deputati Centemero e Latteri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Coscia 4.32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Pasquale. Ne ha facoltà.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, ieri, all'ingresso di Palazzo Montecitorio, mi sono imbattuta in uno striscione sostenuto da alcuni ragazzi abruzzesi, che recitava: «Case, scuole, università. Subito. Contro la speculazione, ricostruzione dal basso». Permettetemi di comunicarvi una brevissima riflessione che non vuole assolutamente sollevare polemiche, perché, come ha affermato l'onorevole Lolli nei giorni scorsi, siamo qui per dare il senso di uno Stato e non vogliamo fare speculazione politica sul terremoto. Tuttavia, in quello striscione, a mio avviso, in maniera sintetica, sono espresse le emergenze che maggiormente ognuno di noi ha a cuore quando si viene a trovare in situazioni di grandi difficoltà. Sono tre parole: «Case, scuole e università».
Questa linea indica che, innanzi al crollo, si riparte con le case. Esse, infatti, non sono solo un luogo dove siamo al riparo dalle intemperie, ma rappresentano anche il luogo dell'intimità, del ritrovarsi di affetti, il luogo dove è possibile trasformare le tante affermazioni che si chiedono «cosa possiamo attenderci, oggi, dalla vita?», in «cosa attende la vita da noi?». Immediatamente dopo questa trasformazione, Pag. 13che mi auguro verrà efficacemente sostenuta attraverso una tempestiva ricostruzione, occorre dare spazio al «cosa attende la vita da noi». E quali soggetti possono realizzare ciò, se non la scuola e, di seguito, l'università?
Carissimi colleghi, con l'emendamento in esame chiediamo di rimodulare e di riconsiderare - anche alla luce di quanto i nostri carissimi concittadini abruzzesi ci confermano attraverso le loro richieste - i tagli al nostro futuro, i tagli al «cosa la vita attende da noi», i tagli alla scuola, all'università e alla ricerca. Diventa impossibile pensare che questi forti tagli continuino ad essere perpetrati nella regione abruzzese, che è stata già così pesantemente colpita al cuore della propria comunità.
La scuola è davvero, non solo simbolicamente, il cuore di una comunità, sia perché intorno e nella scuola sono rappresentate e si ritrovano tutte le diverse generazioni, sia perché la scuola rappresenta la crescita, l'evoluzione, il futuro della comunità stessa. Essa concorre fortemente alla costruzione di questo futuro.
Se siamo convinti di questo, non possiamo permettere che la scuola, l'istruzione e l'università vengano deprivate di risorse, tanto più in una regione nella quale la popolazione e la sua storia sono state già duramente colpite. Consentiamo al popolo abruzzese di non subire anche il gravissimo danno di vedere ridotto il proprio organico di personale docente e di personale ausiliario tecnico-amministrativo, che, ora più che mai, deve essere numeroso, motivato, presente dovunque, attivo, unitamente a tutti coloro che operano sul territorio per ricostruire fiducia, speranza, lavoro, case, comunità.
Per questo motivo, colleghi, invito tutti a votare a favore di questo emendamento, che prevede la sospensione degli effetti del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, con riferimento alla dotazione organica del personale docente ed ATA della provincia de L'Aquila e della regione Abruzzo per l'anno scolastico 2009/2010. Ciò è stato chiesto fortemente anche dal presidente Chiodi (che, peraltro, rappresenta la maggioranza di Governo), intervenendo ieri presso l'VIII Commissione, Ambiente (che sta lavorando in sede referente), in occasione di un'audizione. Questo ha chiesto: la sospensione dei citati provvedimenti.
Tale sospensione dovrà essere prorogata anche per gli anni scolastici successivi, in relazione allo stato di avanzamento degli interventi di edilizia scolastica ed alla normalizzazione della situazione organizzativa delle attività didattiche nei territori interessati. In particolare, quest'ultima condizione risponde alla necessità di ricominciare la scuola, a settembre, in situazioni tanto logisticamente, quanto didattiche, sociali e psico-emotive particolarmente difficili e dispersive, condizioni che sarebbero ulteriormente aggravate e, probabilmente, rese non sostenibili, dalla dissennata applicazione della legge n. 133 del 2008.
Colleghi, almeno questo lo dobbiamo alla gente d'Abruzzo, che abbiamo l'obbligo di aiutare ad uscire da questa grande difficoltà e non di porre in una più grave situazione di problematicità. Onorevoli colleghi, la sofferenza dei nostri concittadini, e la sofferenza in genere, rivela il suo carattere di conquista, che ha mosso Rilke ad esclamare: «Quante cose abbiamo da soffrire? In effetti, vi fu per noi molto dolore da assumere...

PRESIDENTE. Onorevole de Pasquale, la prego di concludere.

ROSA DE PASQUALE. Concludo, signor Presidente. «Era dunque necessario guardare le cose, quel cumulo di dolori, per così dire, negli occhi, nonostante il pericolo di diventare "fiacco", di cedere, qualche volta, alle lacrime» - aggiungo -, per comprendere, per capire e per tornare ad essere veri cittadini, cittadini sovrani, uomini accanto a uomini. Questo dobbiamo tornare a fare insieme ai nostri concittadini abruzzesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

Pag. 14

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, se mi è consentito rivolgermi irritualmente a lei, che so che non può cambiare il corso dell'andamento di questo provvedimento, né del voto che stiamo per esprimere, il senso di questo emendamento è abbastanza chiaro. La gran parte dei comuni colpiti dal terremoto sono piccoli comuni, nei quali - come lei sa, poiché ha pronunciato delle parole importanti nel corso di una recente iniziativa tenuta a Scansano - il mantenimento dei servizi essenziali, a cominciare dagli edifici scolastici, già in condizioni normali è una condizione chiave per la vivibilità e per la scommessa sul futuro. È chiaro che se nel terremoto viene messa a rischio la sopravvivenza delle scuole, sia dal punto di vista del loro consolidamento antisismico, sia dal punto di vista del personale, si apre una ferita che è difficile sanare. Questo è il senso di questo emendamento: evitare una ferita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lolli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, vorrei cercare di spiegare la questione in poche parole, qui stiamo considerando qualcosa di molto concreto. Il decreto-legge n. 112 del 2008 ha una sua logica, che può essere giusta o sbagliata (secondo noi è sbagliata, mentre secondo voi è giusta): quella di accorpare le classi e di aumentare il numero degli studenti. Nel caso specifico de L'Aquila, dove bisognerà organizzare le scuole nelle tendopoli e nelle strutture provvisorie in un modo molto più flessibile, è del tutto illogico accorpare. Per questo motivo, non l'opposizione, ma l'intera Commissione VII ha chiesto di sospendere per un anno l'applicazione del decreto-legge n. 112 del 2008, non per motivi ideologici, ma per motivi pratici e concreti. Si tratta di una scelta di buonsenso che tradurremo anche in un ordine del giorno. Speriamo che, se non dovesse passare questo emendamento, sia almeno il Ministro Gelmini a poterla attuare, altrimenti sarà difficile far ripartire la scuola.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarella. Ne ha facoltà.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, vorrei riprendere quanto ha testè richiamato l'onorevole Lolli. La sospensione del decreto-legge n. 112 del 2008 non ha nulla del tentativo artato di frenare la programmazione del Ministro Gelmini, ma è solo il tentativo di prendere atto realisticamente della difficoltà della situazione, anche con un elemento di equità.
Forse su questo aspetto sarete più sensibili, colleghi della maggioranza, ma, in generale, in un territorio dove accade quanto è accaduto a L'Aquila, si cerca di sostenerne il reddito dei piccoli imprenditori con misure di sostegno e di sgravio fiscale. È chiaro che per l'impiego pubblico si tratta non solo di far funzionare le istituzioni scolastiche, ma anche di sostenere il reddito sul territorio in un momento in cui l'economia è già depressa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Incecco. Ne ha facoltà.

VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, intervengo per rafforzare l'accorato appello della collega De Pasquale e per sostenere la richiesta del presidente Chiodi della mia regione, l'Abruzzo, di sospendere i provvedimenti del Ministro Gelmini riguardo ai tagli dei docenti e degli ATA per la scuola abruzzese. Infatti, signor Presidente, ci troviamo in un momento così delicato e particolare che la situazione è già precaria e difficile. Cerchiamo, colleghi, di usare buonsenso, con spirito costruttivo e concreto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Levi. Ne ha facoltà.

RICARDO FRANCO LEVI. Signor Presidente, con le votazioni precedenti abbiamo visto quanto poco sia l'interesse a Pag. 15sostenere la ricostruzione degli edifici scolastici in Abruzzo. Con questo emendamento, però, si tratta di venire incontro ad una questione di stretta gestione. Il Ministro Gelmini, che spesso ha ricordato e ha riportato logiche aziendalistiche nella gestione della scuola, dovrebbe comprendere bene - e così dovrebbe fare pure la maggioranza - che qui si tratta di garantire flessibilità e capacità di rispondere alle esigenze delle scuole così colpite dal sisma e consentire per l'appunto una gestione flessibile del personale scolastico. Mi auguro, quindi, che questo emendamento possa essere accolto.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 10,25)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, faccio una riflessione sotto il profilo politico che a mio giudizio è molto importante. È stato detto in Commissione, da parte della maggioranza e del Governo, ed è stato sostenuto all'interno di quest'Aula in altre occasioni, che era opportuno ritirare molte delle proposte emendative presentate in Commissione per accelerare il provvedimento in esame e per far sì che tutto ciò che veniva fatto fosse realizzato nell'interesse della collettività e del Paese. Si era altresì parlato con grande cordialità e si era detto che sarebbero state accettate e verificate tutte le proposte emendative che fossero nell'interesse della collettività.
Non ho visto, tuttavia, sia da parte del Governo che della maggioranza, disponibilità alcuna. Oggi, in Aula, è in discussione una proposta emendativa che potrebbe essere interessante sotto il profilo degli interessi collettivi del Paese: non capisco perché questa maggioranza non debba prendere coscienza di tale argomento e votarlo insieme. Infatti, la disponibilità non si dà esclusivamente nelle parole, mancando nella realtà, ma si dà nelle parole e poi nei fatti.
Oggi, alla vostra attenzione, cari colleghi parlamentari e caro rappresentante del Governo, viene portata una proposta emendativa importantissima, come è stato sostenuto da moltissimi colleghi, non per creare confusione o per sostenere tesi stravaganti, ma per sostenere tesi nell'interesse del Paese e del popolo abruzzese. Perché non prenderla in considerazione e votarla? Non si sta chiedendo niente dell'altro mondo, ma soltanto di collaborare e voler contribuire a ricostruire un territorio che è stato distrutto, a superare i momenti difficoltà e a fare in modo che si emanino provvedimenti nell'interesse della collettività. Questo è quello che voi avete sostenuto in sede di Commissione, facendo ritirare molte proposte emendative, dicendo che occorreva portare all'attenzione le più importanti per discuterle e approvare insieme quelle che fossero nell'interesse del Paese e degli abruzzesi.
Perché oggi non si vuole discutere di proposte che potrebbero essere nell'interesse del Paese? Questo è un rapporto di collaborazione, questo è il Parlamento del rispetto della maggioranza e della minoranza, questo è ciò che andiamo predicando nell'interesse della collettività?
Allora oggi desidero richiamare alla vostra attenzione l'invito dei colleghi che mi hanno preceduto ad attenervi all'impegno assunto in sede di Commissione, che le proposte emendative cioè fossero discusse per verificare quelle che risultassero essere nell'interesse del Paese e votarle.
Allora, vi prego, parlamentari, di intervenire seriamente e concretamente nell'interesse del Paese...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DOMENICO SCILIPOTI. ...e non esclusivamente nell'interesse di parte, per dire chi è primo e chi è secondo: non ci sono né primi né secondi in momenti di grande difficoltà, c'è soltanto una coalizione che dovrebbe agire nell'interesse della collettività (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

Pag. 16

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Torre. Ne ha facoltà.

MARIA LETIZIA DE TORRE. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per sostenere quanto è stato fin qui richiesto e per precisare che, se venisse accolta la richiesta di non diminuire insegnanti e personale ATA nel bacino sismico della regione Abruzzo, ciò non deve avvenire a scapito di altre regioni italiane, ma devono essere previste risorse aggiuntive.
Aggiungo che mi sorprendono tutte le lucette rosse della maggioranza: mi chiedo se questa non conosca il merito del provvedimento del Governo o se non abbia a cuore la scuola dell'Abruzzo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, il decreto legge n. 112 del 2008 di per sé non è stato un grande decreto-legge e di miglioramenti alla scuola di certo non ne ha apportati. Ora stiamo tutti dicendo che L'Aquila ha bisogno di ripartire e siccome riteniamo che la scuola sia il motore della società, facciamo in modo che possa ripartire anche dalla sua scuola, che è luogo di formazione e di competenze.
Ho tenuto il conto: si è votato contro tutte le proposte emendative presentate dall'opposizione, tuttavia l'emendamento al nostro esame è molto importante per quei paesi colpiti dal sisma e la razionalizzazione di per sé è stata deleteria per tutte le scuole, per la chiusura delle scuole dei piccoli paesi.
Facciamo, quindi, in modo che le scuole dei piccoli paesi colpiti dal sisma, invece, possano andare avanti e seguire il corso normale, nell'ambito della formazione, per tutti i ragazzi de L'Aquila.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pes. Ne ha facoltà.

CATERINA PES. Signor Presidente, vorrei semplicemente aggiungere il mio sostegno a questo emendamento. La scuola è il luogo dove si può ricostruire la civiltà di un popolo e a maggior ragione di un popolo così drammaticamente colpito come quello dell'Abruzzo. È anche il luogo dove si può ricostruire il senso di appartenenza di questi giovani, bambini e ragazzi dell'Abruzzo.
Pertanto, questo Governo, che afferma di voler tanto investire sulla ricostruzione della regione, deve poterlo fare anche con la flessibilità che la questione della scuola richiede, perché ciò è l'interesse della collettività intera. Allora, il senso di appartenenza, il senso del progetto del futuro, la possibilità di costruire il proprio orizzonte di senso devono passare anche per un investimento sulla scuola in questi termini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Coscia 4.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Se ci sono problemi segnalateli. L'onorevole Napoli ha votato. Onorevole Moroni? Onorevole Berardi? Onorevole Bocciardo? Onorevole Cesare Marini? Ha votato! Onorevole Sanga? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato
220
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che la deputata D'Antona ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Pag. 17
Comunico all'Assemblea che, per dare ordine ai nostri lavori, tra le ore 11 e le 11,30, così come concordato con i presidenti di gruppo, ci sarà una sospensione delle votazioni.
Ricordo che la seduta antimeridiana avrà termine alle 14,30 e che lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata inizierà alle ore 15,30. Pertanto, dopo la pausa delle 11,30 si proseguirà con le votazioni fino alle 14,30.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lolli 4.37.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lolli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, noi de L'Aquila non vorremmo apparire un po' ingordi, però qui si parla di un problema specifico fra i tanti che abbiamo. Infatti, tra i tanti effetti negativi di questo sisma così tremendo, c'è stato anche un effetto indotto sulle nostre attività turistiche. Forse sapete che attorno alla città de L'Aquila vi sono tre località di turismo invernale molto importanti.
Si tratta di Campo Felice, la Magnola e il Gran Sasso, che ha due versanti, quello aquilano e quello teramano.
Dovete sapere che, pur se queste località non sono state interessate dal sisma in un modo significativo per quanto riguarda le strutture (anche se, ad esempio, la funivia del Gran Sasso è stata chiusa e ad oggi ancora non è stata riaperta perché necessita di verifiche strutturali importanti), tuttavia ne hanno gravemente risentito: dal 6 aprile, infatti, il turismo lì si è completamente bloccato.
Pertanto, nell'emendamento in esame si propone di dare un sostegno di 5 milioni di euro, quindi parliamo di una cifra irrisoria, a queste località per dare loro un po' di respiro. Tenete presente che nell'economia di quel territorio il turismo montano rappresenta una leva essenziale, importantissima. Anche questa proposta mi sembra assolutamente di buon senso e che certamente non sconvolge le finanze pubbliche del nostro Paese - 5 milioni di euro ce li possiamo ancora permettere - e che, invece, per le strutture di quelle zone rappresenterebbe una boccata di ossigeno importantissima.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giulietti. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, nell'appoggiare questo emendamento presentato dal collega Lolli, vorrei solo richiamare la sua attenzione su un rischio. Abbiamo espresso tutti un ringraziamento a lei e al Presidente della Camera per aver garantito la possibilità di un dibattito non soffocato dal voto di fiducia; tuttavia, avverto il rischio che qui si tratti di un voto di fiducia camuffato. Infatti, in una materia così delicata, persino sulle parti condivise del provvedimento, c'è una tale preoccupazione di non aprire un varco che il dibattito viene soffocato e ciò mi pare pericoloso per tutti, per il Governo, per la maggioranza. È come se ci fosse un soggetto esterno che dice: non aprite la discussione, decideremo dopo; ma questo avvilisce il ruolo del Parlamento compreso il ruolo della maggioranza.
Signor Presidente, la questione qui sollevata dal collega Lolli, in realtà, è già stata discussa anche nella sede della Commissione cultura e fu affrontata all'epoca del terremoto dell'Umbria e delle Marche, quando si pose il problema del rischio che la comunità internazionale avesse visto le immagini della morte, delle ferite e del disastro e immaginasse che l'intero Paese fosse una comunità spenta. Questo aspetto psicologico e mediatico rischia di trascinare nella crisi anche realtà economiche vicine alle zone terremotate e che avrebbero bisogno, invece, di ricevere un grande accompagnamento e di far conoscere che esistono ancora luoghi di vita.
Signor Presidente, la Presidenza del Consiglio ha dei fondi presso il sottosegretario Bonaiuti per realizzare campagne di Pubblicità progresso che vanno concordate con le amministrazioni locali e che possono diventare un elemento a bassissimo costo di richiamo sull'intero territorio. Non è una cosa di poco conto: è la Pag. 18capacità di utilizzare anche i mezzi della cultura e della comunicazione per aiutare la ricostruzione; è una spesa bassissima con un grandissimo rientro, sia dal punto di vista civile, sia da quello delle attività collaterali.
Signor Presidente, colleghi, su questo aspetto c'è un consenso anche del Dipartimento dell'editoria e della Commissione cultura; è un segnale minimo, ma su questo possiamo votare assieme. Si può dare la sensazione che almeno sulle materie condivise il Parlamento voti con serenità e con tranquillità? Penso che sia un aiuto concreto all'Abruzzo.
Presidente, chiedo a lei e al Governo di ascoltarmi. Visto che parliamo di comunicazione, sarebbe bene fare un comunicato anche per dire che non esistono restrizioni per i cronisti che vogliono fare il loro mestiere anche nei campi, che non si tratta di una zona protetta militarmente, che non è possibile che esistano disposizioni speciali per le assemblee. Presidente, in tutti i Paesi nei quali si spengono i riflettori nei momenti della crisi non si costruisce presto e meglio, ma peggio e consentendo anche ad elementi di oscurità e di malaffare di operare nel silenzio. Almeno su questo credo che potremmo votare tutti quanti assieme (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti dell'istituto di istruzione superiore «Arangio Ruiz» di Augusta, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune e che oggi partecipano all'ultima giornata di formazione a Montecitorio (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, questo emendamento è anche l'occasione per sottolineare l'importanza davvero notevole dell'impatto del terremoto sul turismo in Abruzzo. Non solo sul turismo montano, ma anche su quello costiero che è stato il primo investito ad ospitare gli sfollati o i «diversamente alloggiati» come con qualche ironia e autoironia amano dire gli aquilani di se stessi. I numeri sono noti: sono circa 35 mila (ora un po' meno), comunque più di 30 mila, gli aquilani alloggiati presso gli alberghi della costa. Ciò ha determinato un danno molto serio per le prenotazioni, i contratti in corso e, soprattutto, ha determinato la perdita di quel ciclo turistico che lavora attraverso le agenzie e i rapporti internazionali e che, una volta dirottato verso altri lidi, è difficile recuperare.
Su questi temi anche come Osservatorio parlamentare per il turismo abbiamo provato a provocare una prima riflessione d'accordo con l'assessore al turismo dell'Abruzzo, Di Dalmazio. Tuttavia, ci vorrebbe un po' più di politica nazionale e abbiamo richiamato il tema anche all'attenzione della neo Ministra Michela Brambilla. Comunque, ripeto che questo emendamento e il suo accoglimento sarebbero almeno un primo segnale che sottolinei l'assoluta necessità di politiche non solo legislative (anche in via amministrativa e di Governo), ma di politiche concrete per il rilancio della ricettività turistica dell'Abruzzo gravemente compromessa da questi mesi di ospitalità degli sfollati. Occorrono, infatti, misure di parziale defiscalizzazione e di promozione produttiva e industriale e occorre anche, come alludeva poc'anzi il collega Giulietti, una campagna straordinaria d'informazione per la stagione turistica 2010 in Abruzzo.
Sono impegni che marginalmente sono stati assunti anche dal Premier che ha colto questa necessità, forse più di un mese fa, dicendosi personalmente impegnato in spot a favore della ripresa del turismo in Abruzzo. Tuttavia, è tempo di trasformare questa intuizione e questi impegni in misure politiche, di Governo che possono dare anche un filo di fiducia agli operatori abruzzesi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ginoble. Ne ha facoltà.

TOMMASO GINOBLE. Signor Presidente, ho chiesto la parola per sottolineare Pag. 19ancora di più l'importanza di questo emendamento e credo che le parole dei colleghi Lolli, Mantini e Giulietti abbiano rappresentato il vero problema di questo momento politico. Su un argomento così importante e serio ci si è rifugiati nel rifiuto del confronto su alcune questioni importanti come quella del turismo. Abbiamo assistito in questi giorni a dichiarazioni che tendevano tutte a mettere in evidenza i momenti di supporto per la ripresa di quella regione e di quella provincia dal punto di vista di una ricostruzione che non deve essere solo abitativa e residenziale, ma anche di tutti i mondi imprenditoriali e quella del turismo per l'Abruzzo non è l'ultimo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lolli 4.37, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino... onorevole Moroni... onorevole Cicchitto... onorevole Strizzolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 457
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato
220
Hanno votato
no 237).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lolli 4.103.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lolli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, come i colleghi della Commissione ambiente sanno bene, qui si tratta di una richiesta che ci ha rivolto il presidente della regione, Gianni Chiodi, insieme ad altre, però egli ha sottolineato che questa è una richiesta particolarmente delicata, utile e importante per l'Abruzzo e per L'Aquila.
Voi sapete certamente che l'Abruzzo è una delle cinque regioni il cui debito sanitario è andato fuori scala, per la quale quindi si è negoziato con il Governo un piano di rientro particolarmente oneroso, pesante e difficile. Sapete che la situazione è stata resa particolarmente acuta da quell'altra specie di terremoto che c'è stato in Abruzzo alcuni mesi fa, un terremoto che chiamiamo giudiziario, che su queste vicende ha avuto il proprio perno.
Ebbene, il presidente Chiodi ha fatto una richiesta ragionevole, quella di rimodulare il piano di rientro del debito sanitario dell'Abruzzo. In seguito, visto che questo poteva avere un impatto particolarmente complesso, ha fatto una proposta ancora più restrittiva, chiedendo almeno di rimodulare la parte del piano di rientro che riguarda l'ASL dell'Aquila. Voi capite bene che l'ASL dell'Aquila si trova in condizioni veramente molto difficili: vi è un solo ospedale pubblico che si trova nelle condizioni che, probabilmente, avrete visto e seguito dai giornali e dalla televisione. Quindi, si tratta di una proposta molto importante e seria. Dobbiamo ricostruire quell'ospedale. Per fortuna, possiamo usufruire di un rimborso assicurativo, ma le spese e gli oneri cui andrà incontro la regione Abruzzo sono comunque molto importanti. Se si caricano questi oneri sul piano di rientro, la situazione diventa molto complessa.
Quindi, ancora una volta, si tratta di una proposta di buon senso, oggetto di una richiesta che viene da tutte le forze politiche di quella regione, e vi pregherei di tenerne conto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la situazione è differente rispetto all'anno scorso, quando, in occasione dell'emergenza rifiuti, il Governo Pag. 20Berlusconi si trovò di fronte ad una serie di momenti contingenti favorevoli, perché il commissario precedente, Di Gennaro, e il Governo Prodi avevano da poco finito i lavori per realizzare le discariche di Savignano, Sant'Arcangelo e Serre, creando le condizioni, con l'avvento del Governo Berlusconi, per la messa in funzione e la normalizzazione della regione Campania in ordine all'emergenza rifiuti.
Quest'anno, invece, malauguratamente, abbiamo avuto il disastro del terremoto in Abruzzo. Per il terremoto in Abruzzo, il Governo non aveva trovato né un Governo Prodi né chi aveva lavorato prima per i cittadini italiani, per risolvere i problemi, e quindi doveva fare qualcosa di suo. Il Governo Berlusconi doveva fare qualcosa di vero, qualcosa per gli italiani. Ebbene, stiamo vedendo, invece, come questo Governo e questa maggioranza siano una maggioranza di plastica, del nulla, dell'inutilità. Come si vede, noi siamo all'inizio della fine, al crepuscolo di un'illusione, al crepuscolo del berlusconismo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Rispetto a quello che sta succedendo in questi giorni, si grida che è un complotto, ma non lo è, perché non è stato l'onorevole Di Pietro o l'onorevole Veltroni o l'onorevole Franceschini a creare qualche complotto contro il Governo Berlusconi o lo stesso Berlusconi, ma viene giù la maschera: è finito il momento in cui si sta nascosti dietro la maschera, perché, quando bisogna fare le cose vere, c'è il nulla. Questo è solo l'inizio, perché siamo solo all'inizio di quello che deve ancora succedere e venir fuori.
Siamo, infatti, di fronte ad un Governo e ad un Presidente del Consiglio che pensa di stare al di sopra della morale e al di sopra della legge. Questo non vale per la Repubblica italiana, qui non siamo nella «repubblica delle banane», caro Presidente Berlusconi!

UGO LISI. Ma che dici? Ma che ne sai!

FRANCESCO BARBATO. Abbiamo bisogno, invece, di un Governo serio, di un Governo che intervenga per i cittadini. Gli italiani vi hanno dato già un messaggio nelle scorse elezioni europee, dove avete visto che il più votato, l'europarlamentare più votato è De Magistris (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), proprio perché in questo Paese vi è un cambiamento e una sete di legalità, di cambiamento, di buongoverno.
L'altra sera abbiamo visto chi si contrapponeva a De Magistris: avete contrapposto Mastella, il vecchio, il fradicio della politica italiana, del malgoverno e del malaffare. Questo è quello che sta venendo fuori, finalmente!
Anche sul terremoto in Abruzzo, ieri, ci avete fatto vivere il momento più triste: gli amici e gli abitanti dell'Abruzzo sono venuti qui, davanti a Montecitorio. Era l'ultima cosa che ci saremmo aspettati. Anche i cittadini dell'Abruzzo stanno vedendo come li state prendendo per i fondelli, come li state prendendo in giro, come siete i soliti venditori di fumo, come non affrontate i problemi del Paese.
È il momento di voltare pagina, di pensare al dopo Berlusconi, è il momento che le forze progressiste e riformiste di questo Paese, le forze del buongoverno, le forze che vogliono un'Italia diversa comincino a lavorare per il dopo Berlusconi e per l'Italia dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lolli 4.103, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Calearo, Cesare Marini? Vada, vada, onorevole Cesare Marini. L'onorevole Cicchitto ce l'ha fatta. Non vedo nessun altro.
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 21
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato
221
Hanno votato
no 236).

Prendo atto che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ghizzoni 4.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghizzoni. Ne ha facoltà.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo proposto ha per oggetto i beni culturali, in particolare i beni culturali mobili, completamente trascurati dal provvedimento, benché siano stati fortemente colpiti dal sisma, a partire da quelli conservati nelle molte chiese lesionate e anche nello stesso museo nazionale d'Abruzzo.
Ugualmente, sono stati danneggiati molti archivi e molte biblioteche. Si tratta di un patrimonio di cui si è poco parlato nell'enormità della tragedia, però è bene ricordare, almeno in questa sede, che i dipinti, le opere d'arte, gli oggetti d'arte, le collezioni bibliografiche e i fondi archivistici rappresentano pezzi fondamentali della nostra storia e della nostra identità culturale.
Si tratta di beni mobili che, ancora in questi giorni, si stanno recuperando dalle sedi lesionate o distrutte per poterli trasferire in depositi provvisori.
Credo che non sfugga all'Assemblea che reperire le sedi provvisorie alternative per questi patrimoni, organizzarne il trasporto, predisporne la ricognizione, il restauro e la restituzione alla fruizione pubblica costituiscano operazioni di grande impegno tecnico e finanziario, per le quali è doverosa una particolare attenzione del legislatore e un adeguato stanziamento di risorse.
Di fronte a queste operazioni, ad oggi, si trovano in una desolante solitudine il personale e gli organi del Ministero per i beni e le attività culturali e degli enti ecclesiastici pubblici responsabili della tutela e conservazione dei beni culturali.
Sono soggetti responsabili di strutture, ripeto, in gran parte colpite dal sisma, tanto da rendere impossibile il proseguimento delle attività nelle sedi originarie, anche perché è andata perduta, in parte o completamente, la strumentazione e la documentazione di lavoro.
Per far fronte a questa situazione, abbiamo presentato l'emendamento in parola: in esso si individua un adeguato finanziamento per consentire la riattivazione delle strutture e delle capacità operative degli istituti culturali, anche attraverso l'opera di restauro e ricostruzione del patrimonio danneggiato e della sua restituzione alla fruizione. L'emendamento prevede poi che il coordinamento degli interventi sui beni culturali, sia mobili che immobili, sia in capo, in modo formale e stabile, a una figura di vicecommissario appositamente delegato con poteri autonomi.
Infine, con l'emendamento in esame si intende risolvere un problema finora scarsamente considerato: quello dell'afflusso dei volontari che si offrono per il recupero dei beni culturali mobili, per esempio restauratori, archivisti, bibliotecari, che non sono inquadrati nell'organizzazione delle squadre di protezione civile. Risulta infatti che numerose offerte di opera volontaria da parte di questi esperti non siano accolte a causa della mancanza di specifiche strutture organizzative, per ospitarli e avviarli agli istituti che necessitano del loro intervento. Pertanto, riteniamo utile un'apposita misura di stimolo e di sostegno.
Con i colleghi della VII Commissione, con i colleghi di maggioranza, abbiamo lavorato con profitto e spirito costruttivo, soprattutto sulla scorta di una missione a L'Aquila, nelle zone terremotate: un'esperienza importante per chi ha potuto parteciparvi, che ha guidato le nostre scelte condivise su un provvedimento che impone alla politica di accantonare le divisione pregiudiziali per definire soluzioni certe, Pag. 22eque e realmente rispondenti alle istanze delle popolazioni di quel territorio martoriato. Così come è accaduto per la scuola e per l'università, anche su questo tema, dei beni culturali mobili e immobili, la VII Commissione ha condiviso la posizione esposta negli emendamenti dell'opposizione; come testimonia peraltro un ordine del giorno unitario, che è già stato depositato, che porta la firma di tutti i presidenti di gruppo.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MANUELA GHIZZONI. Ho concluso, signor Presidente. Vorrei però rivolgere un appello ai colleghi di maggioranza, almeno della VII Commissione, perché questo è il momento della verità e dobbiamo decidere da che parte stare: se dalla parte delle parole, o dalla parte dei fatti, e dei fatti a vantaggio di quell'area terremotata. Vi invito quindi a votare il nostro emendamento, con senso di responsabilità e per onestà intellettuale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Granata. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, in modo specifico sull'emendamento in esame e sulla ricostruzione che ne ha fatto la collega Ghizzoni, in effetti vi è stata una piena condivisione in VII Commissione di questo sforzo, che peraltro non comporta dei costi aggiuntivi ma una metodologia, un metodo specifico del recupero di questo importante patrimonio culturale. In questo spirito, ovviamente a titolo personale, annuncio il mio voto favorevole all'emendamento (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, prendo la parola a titolo personale solo per ringraziare il collega della maggioranza, e per significare al Governo (ma l'ha detto chiaramente il collega che è intervenuto) che questo è uno di quegli emendamenti - e torno a parlare su ciò perché è significativo - che non comportano nessun aumento di spesa. Si tratta quindi solo di scelte, che vengono incontro anche a delle esigenze di razionalità. Francamente credo che questa potrebbe essere un'occasione nella quale non solo (e lo ringraziamo) il collega che è appena intervenuto, ma altri colleghi della maggioranza potrebbero tranquillamente prendere in considerazione l'ipotesi di esprimere un voto favorevole a un emendamento che non modifica i tetti finanziari, ma, lo ripeto, dà solo un po' di razionalità alle norme.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarella. Ne ha facoltà, per un minuto.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, com'è evidente anche dall'intervento dell'onorevole Granata, i pochi emendamenti proposti dai deputati del PD, nati nell'ambito della Commissione cultura, sono del tutto coerenti col documento unitario steso dalla presidente Aprea successivo alla visita della Commissione a L'Aquila. Ma qui siamo alle solite: nel merito dei problemi in Commissione cultura ci troviamo spesso d'accordo; poi si arriva in Aula, e ragioni della maggioranza travolgono le intese che pure pensavamo di avere raggiunto. Purtroppo le ragioni della maggioranza non sono le ragioni della città de L'Aquila, come emerge ancora questa volta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ghizzoni 4.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Pag. 23
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Vella, Moroni, Bocchino, Colucci, Scandroglio, Marini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 464
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato
224
Hanno votato
no 240).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantini 5.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, questo emendamento tende semplicemente a differire di qualche mese il termine di sospensione per gli adempimenti processuali giudiziari, che sono stati sospesi fino al 31 luglio con il poi ovvio aggancio alla sospensione feriale. Mi riferisco ai processi civili, amministrativi e penali e degli adempimenti giudiziari di tipo processuale nel distretto del tribunale de L'Aquila. È del tutto chiaro, alla luce dell'esperienza di queste settimane e di questi mesi che la situazione di difficoltà e i danni assai più seri di quelli inizialmente avvertiti nel palazzo di giustizia, la difficoltà stessa di rintracciare i fascicoli processuali sia in tribunale che presso gli studi professionali degli avvocati crollati, tutto ciò ha determinato una difficoltà ancora maggiore rispetto alle previsioni e alle attese. Il consiglio dell'ordine degli avvocati de L'Aquila, che si è riunito con il consiglio nazionale forense il 29 maggio nella città, nel valutare le diverse emergenze, ha posto anche questa esigenza: un differimento di almeno tre mesi, appunto come si propone con l'emendamento, al 31 ottobre 2009, dei termini processuali e degli adempimenti giudiziari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tenaglia. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, l'articolo 5 riguarda la sospensione dei termini processuali ed è stato oggetto di lavoro sin dal primo momento successivo al terremoto. Dopo due giorni a Pescara si è riunita l'assemblea dei magistrati e degli avvocati abruzzesi ed aquilani e con un lavoro comune si è pervenuti alla individuazione dei problemi ed alle soluzioni che sono trasfuse in questo articolo, compresa la fissazione del termine al 31 luglio (scelta individuata da tutti, in questo momento, come la più ragionevole per consentire sia l'aggancio alla sospensione feriale sia, immediatamente dopo la sospensione feriale, la ripresa immediata di tutte le attività). Ciò sia perché L'Aquila è sede di Corte di appello e quindi tratta cause in entrata che provengono anche da contenziosi che non vedono coinvolte parti colpite dal terremoto, sia per consentire agli avvocati aquilani una ripresa dell'attività il più possibile ampia ed a pieno ritmo.
Alla luce di ciò e della volontà comune espressa dagli avvocati e dai magistrati abruzzesi, il Partito Democratico ritiene che allo stato il termine inserito nell'articolo 5 sia quello più congruo ed utile e dunque si asterrà sulla votazione dell'emendamento al nostro esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantini 5.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Moroni ha votato... onorevole Cesare Marini... onorevole Delfino... onorevole Dionisi... onorevole Sanga... bene, hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 24
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 468
Votanti 274
Astenuti 194
Maggioranza 138
Hanno votato
29
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che la deputata Mussolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11,30 con votazioni.

La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,35.

Sull'ordine dei lavori.

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, abbiamo appreso, tra ieri e oggi, dai mezzi di stampa, dell'esistenza di un accordo intervenuto tra il Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, e il Presidente Obama, per il trasferimento in Italia di un certo numero, ancora non definito esattamente, di detenuti di Guantanamo. Ci pare che intorno a questa vicenda aleggi ancora molta incertezza, che non si sia definito il numero, l'identità, non siano definite le condizioni personali dei soggetti accusati di terrorismo che verranno in Italia. Non sappiamo se questi soggetti verranno in Italia a piede libero, né se verranno immediatamente incarcerati in quanto già imputati di reati in Italia e, quindi, fatti oggetto di provvedimenti di restrizione personale. Non ci è dato sapere in base a quali strumenti giuridici avverrà questo trasferimento e, soprattutto, abbiamo registrato con apprensione la preoccupazione del Ministro Maroni relativamente ai suoi dubbi in merito a questioni di ordine pubblico che potrebbero essere collegate a questo trasferimento.
Per tutte queste ragioni, riteniamo che sia assolutamente doveroso da parte del Governo venire quanto prima, e senza indugio, in Aula per spiegare esattamente al Parlamento e, quindi, a tutti gli italiani, in cosa consiste questo accordo.

PRESIDENTE. Onorevole Donadi, informerò il Presidente di quanto da lei chiesto e ci attiveremo di conseguenza.

Si riprende la discussione (ore 11,37).

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2468)

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione è stato, da ultimo, respinto l'emendamento Mantini 5.1.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Tenaglia 5.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tenaglia. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, questo emendamento riguarda la ricostruzione degli uffici giudiziari. In Abruzzo vi sono due sedi giudiziarie, l'Aquila e Chieti, che a causa del terremoto hanno avuto la totale, o parziale, inagibilità degli edifici giudiziari. La sede de L'Aquila è completamente inagibile, tant'è vero che gli uffici giudiziari sono provvisoriamente alloggiati in una caserma dismessa della guardia di finanza; si tratta di una sistemazione provvisoria, non sufficiente, anche perché come sapete L'Aquila è sede di Corte di appello. L'Aquila, quindi, è per competenza destinata a ricevere le cause in appello di tutto l'Abruzzo. Non solo, gli uffici giudiziari de L'Aquila sono anche competenti per i processi penali che riguardano fatti di criminalità organizzata. È necessario, quindi, ridare subito funzionalità a quegli uffici.
Per il tribunale di Chieti si pone un problema analogo, perché a causa dell'evento sismico l'immobile nel quale è ubicato il tribunale di Chieti è stato dichiarato Pag. 25inagibile. È di venerdì scorso la visita del funzionario delegato del Ministro della giustizia Alfano, il dottor Birritteri, agli uffici giudiziari di Chieti, per verificare questa inagibilità e individuare una sede provvisoria alternativa. Come capite esiste un problema serissimo di ricostruzione che riguarda tutti gli uffici pubblici, ma soprattutto quelli giudiziari che hanno una funzione nevralgica nel momento della ricostruzione, anche per il controllo della legalità su quella che sarà l'opera di ricostruzione. Noi prevediamo che sul Fondo previsto dall'articolo 14 vengano individuati 30 milioni di euro da destinare specificatamente a questa necessità.
Ora noi ci rendiamo conto di quello che sta succedendo in questa Aula in cui vengono respinti tutti gli emendamenti, ma questa è una necessità che dovrebbe essere avvertita da tutti, sia dalla maggioranza sia dall'opposizione. Mi rendo conto che anche questo emendamento probabilmente sarà respinto, però chiedo al Governo, dando la disponibilità al ritiro della proposta emendativa, di impegnarsi a dare priorità nella destinazione del fondo previsto per la ricostruzione degli edifici pubblici alla necessità della Corte d'appello e degli uffici giudiziari de L'Aquila e degli uffici giudiziari di Chieti; a tal proposito formulerò successivamente un ordine del giorno che impegni il Governo in questo senso. Se c'è questa disponibilità del relatore e del Governo credo che la finalità di questo emendamento sia comunque raggiunta, e così faremo un buon servizio per la giustizia italiana, in particolare per la giustizia abruzzese, e soprattutto per la trasparenza e legalità dell'opera di ricostruzione.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, onorevole Tenaglia, accetto volentieri il senso del suggerimento che emerge dal suo intervento, dunque la invito a ritirare l'emendamento in esame e trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno che accolga, per l'appunto, il senso di quanto lei ha detto.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Tenaglia 5.7 lo ritirano.
Passiamo all'emendamento Lolli 5.8...

LANFRANCO TENAGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, si tratta di un emendamento successivo, perché limitato ai soli uffici giudiziari de L'Aquila, ma è superato da quanto prima preannunciato.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lolli 5.8 lo ritirano.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lolli 6.33. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ginoble. Ne ha facoltà.

TOMMASO GINOBLE. Signor Presidente, questo emendamento presenta anch'esso una natura reale, pratica, concreta. Mi riferisco ad una situazione di questo tipo. Voi sapete che i comuni che sono entrati nel cratere possono derogare al patto di stabilità. Noi più volte abbiamo insistito in questi giorni affinché ci fosse un'ulteriore perimetrazione che servisse a far sì che altri territori contigui al cratere che sono stati toccati dall'evento sismico potessero avvalersi di alcuni principi e di alcune agevolazioni. Faccio un esempio molto pratico. I due edifici della provincia di Teramo e della provincia di Chieti sono stati dichiarati inagibili e si è dovuto procedere al trasferimento. Queste due amministrazioni provinciali hanno le risorse e le vogliono utilizzare per poter provvedere a rendere agibili le loro strutture, ma non possono farlo perché con la Pag. 26normativa vigente andrebbero fuori dal patto di stabilità. Mi si dovrebbe spiegare perché questo non è possibile. Infatti in merito a questo emendamento ci lagniamo quando non abbiamo i soldi, e quando invece sussistono le risorse non le facciamo spendere con questi lacci e lacciuoli. Credo che questo emendamento possa rappresentare una proposta di buon senso, necessaria per due amministrazioni pubbliche, tale da far avere anche da un punto di vista fisico un luogo che faccia passare dalla sensazione della straordinarietà a quella dell'ordinarietà.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lolli 6.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini... onorevole Moroni... onorevole Bocciardo... onorevole Tenaglia... onorevole Ginoble.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 435
Maggioranza 218
Hanno votato
216
Hanno votato
no 219).

Prendo atto che i deputati Scandroglio, Goisis e Pelino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario, che il deputato Boccia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Mogherini Rebesani e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Stanislao 6.40.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, l'emendamento in questione è in sintonia con quello precedente e chiede l'estensione dell'esclusione dal Patto di stabilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.

CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, penso di avere tutto il diritto di parlare con la mia voce (Commenti - Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Vorrei riflettere un pochino sul percorso del decreto-legge in esame. Ho apprezzato la battaglia che sta facendo l'opposizione, in particolare il collega Giovanni Lolli, che con grande incisività e nella logica della legittima posizione dell'opposizione sta cavalcando alcuni problemi che l'opposizione stessa ritiene sussistano. Onorevoli colleghi, qual è talvolta il dramma di battaglie serie? Quando è intervenuto il vostro collega Barbato (Dio non me ne voglia, ché ho grande rispetto anche del collega Barbato) ha oggettivamente demolito un percorso di lavoro e di incisività dell'opposizione non condivisibile da noi della maggioranza, ma oggettivamente legittimo. Infatti, amici, è vero che ieri fuori c'erano circa un migliaio (chi dice cinquecento, chi dice qualcuno di più) cittadini abruzzesi che protestavano, ma se è vero che vivere nelle tende non è facile, quale sarebbe stata l'alternativa? Le baracche che comunque sono ugualmente calde durante l'estate e fredde d'inverno. Per noi che come Commissione ambiente, e io come abruzzese, siamo stati a visitare la città de L'Aquila dove abbiamo visto di persona le fotografie e le piantine di quelle case in legno, dignitose, agevoli, importanti, in cui poter vivere in attesa della ricostruzione della città de L'Aquila e dei Paesi del cosiddetto cratere, sentir dire, amici miei - come ha fatto l'onorevole Barbato - che non sia stato fatto nulla da parte di questo Governo, da parte del Presidente del Consiglio e da parte della protezione civile, è un'offesa non soltanto a quest'Aula ma è un'offesa a tutti gli abruzzesi. Infatti, ricordo al collega Barbato che nelle ultime elezione europee - lasciate Pag. 27perdere le amministrative dove abbiamo stravinto, sia nelle elezioni provinciali sia nelle comunali - dove il voto è squisitamente politico, il Popolo della Libertà ha riportato il 44,52 per cento e a L'Aquila, città fortemente colpita dal terremoto, cinquantacinque elettori su cento di quanti hanno potuto votare hanno espresso la maggioranza del consenso al Governo e al Presidente del Consiglio come gratificazione per il lavoro già svolto, ma soprattutto come gesto di fiducia per l'impegno futuro di quanto Governo e Parlamento potranno fare per tutti gli abruzzesi.
Dunque rispetto il lavoro dei colleghi dell'opposizione, il loro compito, il loro ruolo e credo che lo stiano svolgendo anche in maniera egregia, ma sarebbe opportuno - lo dico all'onorevole Lolli - far sì che anche gli interventi dell'opposizione avessero una consistenza per rispetto agli abruzzesi, per rispetto alle famiglie abruzzesi, ma soprattutto per rispetto alle vittime abruzzesi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente e colleghi, noi qualche giorno fa in Commissione avevamo detto di non fare le divisioni tra maggioranza e opposizione rispetto al provvedimento in esame e vi era anche disponibilità da parte di chi vi parla, dell'Italia dei Valori e anche delle altre opposizioni. Tuttavia, a fronte di un impegno che poi non è stato mantenuto, evidentemente qualcosa si è rotto nell'incantesimo che veniva portato avanti dal Presidente del Consiglio.
Ricordo che in data 29 maggio l'ultima dichiarazione del Presidente del Consiglio diceva testualmente: «La ricostruzione delle seconde case nei centri storici sarà pari al cento per cento a carico dello Stato. Per quelle che sono fuori dai centri storici faremo l'inventario e decideremo se poter intervenire per la totalità». Noi siamo qui oggi per capire e cercare di individuare un percorso che ci rimetta insieme, ma vediamo che il decreto-legge in esame è stato completamente disatteso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Stanislao 6.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moroni? Onorevole Marini? Onorevole Centemero? Onorevole Delfino? Onorevole Sanga? Onorevole Strizzolo? Hanno votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ) (Commenti).

(Presenti e votanti 463
Maggioranza 232
Hanno votato
230
Hanno votato
no 233).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lolli 6.41.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ginoble. Ne ha facoltà.

TOMMASO GINOBLE. Signor Presidente e colleghi, l'emendamento in esame segue un po' quello precedente relativo al patto di stabilità, che in maniera particolare era riferito alle province di Chieti e di Teramo.
Signor Presidente, circa un mese fa il commissario Bertolaso, insieme con tutti i sindaci d'Abruzzo, in un grande teatro di Pescara discusse delle misure necessarie per fare ripartire quella regione nel periodo post-terremoto. C'erano tutti i sindaci, senza alcuna distinzione di appartenenza politica. Tra le varie richieste, tutti sindaci furono concordi su una: quella di Pag. 28far sì che per un periodo post-terremoto il Patto di stabilità per l'intero Abruzzo fosse posto in deroga.
Credo che tale Patto di stabilità, soprattutto nella nostra regione, stia creando danni abbastanza rilevanti. Basta pensare, signor Presidente, che metà degli investimenti pubblici sono a carico degli enti locali ed è indubbio - l'ANCE stesso ha fatto rilevare ciò - che mettere in campo questa serie di risorse e queste opere pubbliche produrrebbe un effetto volano sull'economia di grande rilievo.
È per questo che noi, attraverso l'emendamento in esame, abbiamo voglia ed intenzione di continuare a far riflettere quest'Aula sulla necessità, oltre che di alcuni interventi che sono già previsti, di aggiungerne altri. Infatti, i danni di quella regione devono trovare sollievo con una serie più complessiva, più completa e più ricca di interventi.
Quello contenuto in questo emendamento potrebbe esserne uno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, immagino che gli abruzzesi che ieri erano qui fuori si siano domandati come stiamo lavorando per arrivare alla conversione in legge del decreto-legge in esame. Essi avranno immaginato una fervida discussione in Parlamento. Questa fervida discussione non c'è. Devo dire che mi meraviglia in modo desolante l'intervento svolto poco fa dalla collega, che ci ha ricordato che agli abruzzesi piace Berlusconi. Ma noi non stiamo discutendo di questo! Stiamo discutendo della legge sul terremoto! Stiamo discutendo di come si possano aiutare i nostri concittadini. Noi non diciamo «la nostra gente», perché tutti gli italiani sono la nostra gente, in questo momento gli abruzzesi di più.
Mi meraviglia il silenzio, il disinteresse, la monotona e monolitica attitudine con la quale non intervenite, non avete niente da dire, non lasciate passare un solo emendamento, perché non importa, è così e basta. Questo è penoso ed è a detrimento dell'immagine del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Angelis. Ne ha facoltà.

MARCELLO DE ANGELIS. Signor Presidente, intervengo solo per rassicurare il collega Colombo sul fatto - lo dico come abruzzese e aquilano - che la maggior parte degli aquilani, più che essere rassicurati sul fatto che qui si discuta, vorrebbero essere rassicurati sul fatto che questo decreto-legge venga convertito in legge al più presto possibile, per sbloccare i fondi necessari per la ricostruzione. Come hanno detto anche alcuni colleghi dell'opposizione, a L'Aquila non stiamo aspettando le chiacchiere, ma i soldi per la ricostruzione.
Di conseguenza, onorevole Colombo, stia tranquillo: la maggior parte degli aquilani che vive sotto le tende - che non era qui fuori a protestare - e che ha dato il 54 per cento dei voti al Popolo della Libertà, aspetta da questo Parlamento risposte immediate e non chiacchiere lunghissime (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti del deputato Colombo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lolli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, vorrei solo ricordare al collega e amico De Angelis che questo decreto-legge è già legge, perché essendo un decreto-legge si tratta soltanto di convertirlo. Pertanto, i soldi che possono arrivare, già arrivano. Non c'è problema (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lolli 6.41, non accettato dalla Commissione Pag. 29né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Caparini, onorevole Moroni, onorevole Cesare Marini, onorevole Lo Monte, onorevole Lovelli? Hanno votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 473
Maggioranza 237
Hanno votato
231
Hanno votato
no 242).

Prendo atto che i deputati Livia Turco e Oliverio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, noto che un certo numero di colleghi (non dico di quale parte, perché non è importante), una volta abilitato il meccanismo di votazione, votano e, poi, tolgono le mani e la luce rimane accesa. Vorrei capire se qualcuno ha avuto un passi particolare, o se sia lecito utilizzare qualche strumento per questo scopo, perché, a questo punto, vorremmo utilizzarlo tutti.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, verrà effettuata questa verifica.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ginoble 6.43.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ginoble. Ne ha facoltà.

TOMMASO GINOBLE. Signor Presidente, con la proposta in oggetto si intende escludere per gli anni 2009 e 2010 - in linea con quanto è previsto per gli enti locali abruzzesi, con riferimento all'esclusione di questi ultimi dal Patto di stabilità - le Camere di commercio abruzzesi dall'applicazione delle norme relative alle riduzioni di spesa, soprattutto quelle per la manutenzione e il ripristino di immobili, previsti dalla legge finanziaria per il 2008, per interventi e operazioni connessi con gli eventi sismici.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ginoble 6.43, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Marini... Onorevole Moroni, Barani e Vella... onorevole Giammanco... onorevole Lo Monte... l'onorevole Giammanco ha votato. Onorevole Barani, provi ancora. L'onorevole Lo Monte ha votato... l'onorevole Pes ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato
235
Hanno votato
no 244).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lolli 6.52.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lolli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, ancora un emendamento pratico, concreto e di buon senso che spero possa essere accolto. Opportunamente, sono state rinviate a una data compresa tra novembre e dicembre le elezioni amministrative provinciali e comunali nella provincia de L'Aquila che si sarebbero dovute svolgere la settimana scorsa. Alle elezioni europee, che invece non potevano essere rinviate, Pag. 30ha votato il 28 per cento degli aventi diritto, circa 16 mila persone, di cui 1.500 sono militari o personale della Protezione civile dislocati in zona, tanto per capirci.
Ora si chiede di votare per le elezioni provinciali a novembre. Tenete presente due considerazioni. Sapete come funziona il sistema per le elezioni delle amministrazioni provinciali, è un sistema per collegi. Nella città de L'Aquila ci sono quattro collegi che, semplicemente, non esistono più. Ci troveremo nella fase in cui - me lo auguro, naturalmente, e lavoreremo perché così sia - staremo riportando la gente a casa (in periferia, non in centro), in parte la staremo dislocando in queste famose casette, che non sono ubicate esattamente dove si trovavano le case degli abitanti, ma sono distribuite nel territorio. Per modificare i collegi occorrerebbe varare una legge ed evidentemente non c'è alcuna possibilità di farlo, pertanto sarà assolutamente impossibile definire questi quattro collegi.
La seconda considerazione è che la provincia de L'Aquila è composta da tre macro-zone: una è l'aquilano, la zona colpita dal terremoto, un'altra è la Marsica e la terza è la Valle Peligna. L'aquilano rappresenta circa il 40 per cento dell'intera provincia. La scelta di chi sarà il presidente e di quale sarà la giunta provinciale verrà completamente squilibrata, perché gli aquilani, in queste condizioni, andranno a votare in una percentuale inevitabilmente molto bassa; pertanto le scelte verranno determinate dagli elettori degli altri due territori, dove il terremoto o è stato leggero, o non è stato avvertito affatto, con il rischio che, oltre ad avere già subito il terremoto, ai cittadini de L'Aquila verrà anche ridotta la possibilità di scegliere chi li dovrà governare nei prossimi anni. Per questo motivo, ritengo ragionevole rinviare di alcuni altri mesi le elezioni, per aspettare che la situazione si stabilizzi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale, come ho fatto in altre occasioni, per ricordare al collega Menia e anche agli altri colleghi, che, poiché c'è sempre il fantasma di Tremonti che incombe nella nostra Aula, limitando anche la nostra libertà di azione nelle scelte emendative, questa è una delle occasioni nelle quali il fantasma di Tremonti non compare, nel senso che non abbiamo il problema della copertura finanziaria. Mi sembra un emendamento ragionevole, che mira ad agevolare la condizione delle popolazioni dell'Abruzzo, anche in relazione all'esercizio di diritti come sono quelli elettorali. Penso che sia una di quelle occasioni nelle quali il vincolo che, immagino, la maggioranza ha avuto nella blindatura di questo decreto-legge possa essere superato, perché l'emendamento non prevede ulteriori costi ed aggravi per le casse dello Stato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, vorrei rivolgermi in modo particolare al Ministro Vito perché la questione potrebbe anche trovare esito in un ordine del giorno condiviso ma vorrei che egli davvero si facesse carico di questo tema presso il Ministro dell'interno.
Per il vero, devo segnalare pacatamente, ma con una certa fermezza, che le cose non sono andate bene neanche in occasione del voto per le europee. Mi ero permesso, una settimana prima del voto, di segnalare con forza al Ministero dell'interno - ho ricevuto poi risposta dalla prefettura de L'Aquila - la questione dell'istituzione, che all'epoca mi sembrava la soluzione più logica, di alcuni seggi speciali lungo la costa: parlo delle elezioni per le europee. Sta di fatto che il diritto di accesso al voto è un diritto costituzionale, com'è noto, che va garantito in condizioni di parità ai sensi dell'articolo 51 della Costituzione. Così non è avvenuto in occasione delle recenti elezioni, perché era per lo meno fantasioso immaginare questi torpedoni Pag. 31elettorali di sfollati o diversamente alloggiati sulla costa, cittadini che dovevano prendere un pullman e tornare appositamente tra le macerie, non solo materiali ma che psicologiche, solo per andare a votare, facendo 200 chilometri.
Non siamo in Transnistria o in luoghi disgraziati di alcun tipo e forse è possibile garantire la parità di accesso al voto secondo la Costituzione anche ai cittadini dell'Aquila e del terremoto. È un punto pratico e concreto, come tutti intendete, e anche un po' simbolico, perché nel momento in cui si cominciano a togliere o a depotenziare i diritti costituzionali fondamentali, ci sente inevitabilmente cittadini di serie B. Sta di fatto che, per le scorse elezioni, con quell'organizzazione che il Ministro Maroni ha voluto confermare e che ha penalizzato il voto anche di molti volontari della Protezione civile, cui non è stato concesso di votare in seggi speciali in loco estendendo la normativa per i militari, ha votato solo il 27 per cento degli aquilani, cioè meno della metà della media dei votanti.
Dunque, affinché tutto questo non si ripeta, non necessariamente deve esserci un ulteriore rinvio di alcuni mesi del voto, possono esserci, però, e devono esserci per tempo provvedimenti del Ministro dell'interno sia di ridefinizione dei collegi, sia di eventuale istituzione di seggi speciali nei luoghi dove gli aquilani votanti sono sfollati. Se il Governo si facesse carico del tema saremmo più tranquilli.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, mi pare che le argomentazioni dell'onorevole Mantini siano assolutamente serie. Non posso assumere impegni che competono al Ministro Maroni, ma posso recepire quanto da lei affermato, pregando quindi di ritirare questo emendamento e di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno all'interno del quale porre queste riflessioni, che sarà anche mia cura trasmettere al Ministro Maroni.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lolli 6.52 accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantini 6.59.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, il gruppo dell'UdC ha presentato questo emendamento che, come lei ha ricordato, reca anche la firma del collega Libè, perché vorremmo immaginare quelle poche misure utili e con scarso impatto dal punto di vista fiscale per le attività produttive.
Con questo emendamento, si propone la defiscalizzazione almeno del 40 per cento degli oneri sociali per un periodo di tre anni a favore delle attività imprenditoriali, professionali e commerciali insediate sui territori colpiti dal terremoto. È una misura parziale, ma costituisce un segnale di attenzione verso la ripresa produttiva, segnale che manca clamorosamente sia nella disciplina della zona franca, come vedremo tra un attimo, sia negli indennizzi - direi in modo clamoroso - per gli immobili produttivi che, ad oggi, non hanno ancora garanzie di indennizzo.
Dunque, direi che almeno questo emendamento potrebbe essere il segnale di attenzione per la ripresa produttiva, che naturalmente è il motore del futuro che tutti auspichiamo in quei territori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, vorrei brevemente sottolineare il fatto che, come spiegato dal collega poc'anzi, questo emendamento ha proprio lo scopo di fare in modo che le attività produttive possano Pag. 32determinare nel più breve tempo possibile una vera ripresa economica di questo territorio così duramente colpito.
Pertanto, contiamo e speriamo che questa proposta emendativa possa essere accolta perché, in un momento di crisi che colpisce tutto il Paese e che vede, in particolare, le piccole e medie imprese in grave difficoltà, dobbiamo pensare che quel territorio (che ho avuto modo di visitare, seppure in un tempo limitato, lunedì, recandomi in delegazione con altri colleghi) ha assoluto bisogno di essere sostenuto e che, in particolare, deve vedere il sostegno di quelle realtà produttive che possono far ripartire l'economia e quindi dare un senso di normalità.
Pensiamo, quindi, che con questo emendamento ci possa essere un segnale importante. Non si chiedono cifre esorbitanti, si chiede una cifra di 100 milioni di euro annui che possano essere un sostegno nel tempo, ma anche un segnale concreto per fare in modo che le aziende, soprattutto le piccole e medie imprese di questo territorio, possano vedere concretamente, da parte del Parlamento, un segnale per capire che possono rimettersi in moto, ridare speranza al territorio e soprattutto che possano fungere da volano di ripresa, non solo economica, ma anche sociale de L'Aquila e dell'intero territorio aquilano.
Penso davvero che questo emendamento possa essere oggetto di attenzione da parte di quest'Aula e spero che tutti i colleghi voteranno a favore, perché sarebbe davvero un segnale, a fatti e non a parole, di sostegno concreto all'economia del territorio de L'Aquila (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantini 6.59, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moroni? Onorevole Bocchino? Ha votato! Onorevole Cota? L'onorevole Moroni non ha votato. Onorevole Vico? Onorevole Tempestini? Onorevole Tenaglia? Provi ora, onorevole Tenaglia! Gli onorevoli Vico e Tempestini hanno votato. Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato
233
Hanno votato
no 246).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Giovanelli 6.67.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, questo emendamento tocca un altro argomento importante nella dinamica della ricostruzione in questo momento in atto in Abruzzo e riguarda gli enti locali, la provincia de L'Aquila e i comuni del cratere.
Tali enti locali, in difficoltà finanziarie, sono tenuti non solo a far fronte allo straordinario impegno connesso alla ricostruzione e dunque a tutto ciò che da esso deriva, ma contemporaneamente anche a garantire l'ordinaria amministrazione e quindi a garantire tutti i servizi (dalla raccolta dei rifiuti, ai servizi scolastici, a quelli socio assistenziali). Gli enti locali in questione debbono fare ciò con disponibilità finanziarie esigue, ridotte anche dal fatto che, da un lato, c'è la sospensione dei tributi e, dall'altro, l'impossibilità di pagarne alcuni: si pensi all'ICI, che non sarà più pagata dai cittadini che hanno la casa distrutta. Tali enti locali, da un lato, devono far fronte alla straordinarietà e all'ordinarietà degli impegni istituzionali ad essi devoluti, dall'altro, hanno meno entrate di quelle necessarie persino a fare fronte all'ordinario.
Si può risolvere il problema in molti modi e questo emendamento ne suggerisce uno assolutamente ragionevole e di buonsenso: esso prevede che tutti i trasferimenti Pag. 33erariali relativi al 2007 e agli anni precedenti che lo Stato è comunque tenuto a trasferire a tali enti locali siano resi immediatamente disponibili, siano liquidati immediatamente ed entrino a far cassa nelle disponibilità degli enti locali.
Come si vede, non c'è neanche una richiesta di finanziamenti ulteriori, ma solo quella di mettere a disposizione immediatamente soldi che sono nei diritti di tali enti locali. Mi pare davvero il minimo che lo Stato debba fare per l'Abruzzo, ossia almeno trasferire subito quanto dovuto all'Abruzzo stesso per gli anni 2007 e precedenti.
È veramente sconveniente dover sentire che la nostra battaglia politica è condotta per strumentalizzazioni o altro, perché questa nostra battaglia nelle aule del Parlamento, come è già stato in Commissione, ha un solo obiettivo: quello di migliorare le condizioni disagiate dei cittadini Abruzzo e di lavorare per migliorare questo disegno di legge nel solo interesse di tali cittadini, anche attraverso emendamenti assolutamente di buonsenso, qual è quello che ho in questo momento terminato di illustrare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente, intervengo per sostenere le tesi del collega che sono rappresentate nell'emendamento in esame che, oltre ad essere di buonsenso, dimostra la consapevolezza da parte dell'opposizione della reale situazione che c'è in Abruzzo in questo momento. Molti di noi in questi giorni si sono recati a L'Aquila e si sono resi conto che anche le minime funzioni amministrative degli enti locali sono in straordinaria difficoltà.
Questo emendamento non costa tanto, siamo nell'ordine di 45-50 milioni di euro e consentirebbe, anche in funzione dei vostri progetti rispetto all'Abruzzo, di far ripartire le macchine amministrative che in questo momento sono solo supportate da attività volontarie di coordinamento di altre province o di altri comuni. È poca cosa ma è straordinariamente importante per i cittadini e per gli enti locali dell'Abruzzo. Quest'Aula su questi emendamenti di buonsenso dovrebbe svolgere una riflessione ulteriore e votare a favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, intervengo per chiedere di apporre la mia firma a questo emendamento e per ribadire quanto già sottolineato dall'onorevole Margiotta.
Con questo provvedimento stiamo assumendo delle misure di carattere urgente per gestire l'emergenza. Credo che l'attenzione che in una pluralità di emendamenti abbiamo sottolineato e sollecitato da parte del Governo rispetto all'azione fondamentale e determinante degli enti locali possa passare anche attraverso il pieno riconoscimento di risorse che sono già attribuite e che, pertanto, chiediamo di mettere immediatamente a disposizione degli enti locali e delle amministrazioni per garantire la continuità di servizi di primaria importanza per i cittadini. Credo che su questa proposta, che è veramente di buonsenso, il Governo e la maggioranza intera dovrebbero prestare la dovuta attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giovanelli 6.67, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte, onorevole Moroni, onorevole Lovelli. Onorevole Coscia, Pag. 34l'aspettiamo, non si preoccupi. L'onorevole Concia è riuscita a votare. Onorevole Galletti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
233
Hanno votato
no 248).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Lolli 6.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tenaglia. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, credo che tutti oramai siamo consapevoli dell'entità della distruzione e del disastro che ha colpito L'Aquila e i paesi limitrofi. Siamo consapevoli, inoltre, della necessità di un intervento massiccio e straordinario delle istituzioni dello Stato per ricostruire e per ricostituire il tessuto sociale e le istituzioni. Tuttavia, questo decreto-legge omette questa parte e il «gratta e vinci» e gli altri stanziamenti sono tutto sommato inferiori rispetto a quelli necessari per far fronte alla ricostruzione, che durerà vari anni. Crediamo che questi fondi debbano essere già adesso reperiti per fare fronte alle esigenze dei prossimi anni.
Per questo motivo, chiediamo con questo articolo aggiuntivo di istituire un contributo di solidarietà per i redditi superiori a 120 milioni di euro, ovvero per i redditi molto significativi. Si tratta di un contributo di solidarietà che si giustifica sulla grande spinta alla solidarietà e alla vicinanza alle popolazioni abruzzesi che c'è stata sia in Italia, sia all'estero. Credo che questo tipo di intervento sarebbe non solo compreso dai destinatari dello stesso, ma anche apprezzato e condiviso e aiuterebbe molto l'opera di questo Parlamento e delle istituzioni nella fase di ricostruzione.
Questo è un passo che prima o poi bisognerà compiere. Credo invece che si dica «no» a questa proposta emendativa soprattutto perché si vuole rinviare una scelta. Tuttavia, il problema delle risorse da destinare alla ricostruzione lo avremo di fronte prima o poi come responsabilità politica. Ora la state omettendo, ma nel prossimo futuro dovremo riaffrontarla e magari questa scelta che probabilmente adesso sarebbe compresa e condivisa, nel prossimo futuro potrà rilevarsi un boomerang.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lolli 6.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moroni, onorevole Parisi, onorevole Di Caterina, onorevole Cesare Marini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato
230
Hanno votato
no 247).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Stanislao 7.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moroni, onorevole Lo Monte, onorevole Vico, onorevole Cosentino, onorevole Cesare Marini, onorevole Di Pietro.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato
229
Hanno votato
no 248).

Pag. 35

Prendo atto che il deputato Borghesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Nirenstein ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ginoble 7.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ginoble. Ne ha facoltà.

TOMMASO GINOBLE. Signor Presidente, credo che sia patrimonio comune e convincimento di tutti i ringraziamenti che abbiamo in questi giorni rivolto alla Protezione civile per quello straordinario mondo e sia per la straordinaria opera che ha compiuto nell'immediatezza, sia per quella che giornalmente svolge.
Questo emendamento riguarda il centro funzionale della regione Abruzzo. Chi ha conoscenza di questo mondo sa quanto esso rappresenti il vero centro nevralgico della protezione civile. Mi permetto di dire che conosco la protezione civile abruzzese in maniera particolare, avendola guidata fino all'anno scorso. Ci sono circa dieci o quindici ragazzi preparati che hanno fatto una selezione pubblica e sono stati assunti con contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Lo scopo di questo emendamento è chiedere una deroga, affinché la regione Abruzzo, qualora lo voglia - e sono sicuro che lo vorrà, vista l'alta preparazione professionale di questi ragazzi - possa trasformare questi contratti in contratti a tempo indeterminato, il che aprirebbe la speranza di un futuro lavorativo più certo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, vorrei chiamare l'attenzione della maggioranza e del Governo sull'atteggiamento assunto dai lavoratori precari durante l'emergenza rifiuti a Napoli, con i decreti-legge sulla Campania. In quel caso il sottosegretario Bertolaso ha voluto stabilizzare una serie di lavoratori precari in seno alla protezione civile, proprio a vantaggio di quell'emergenza. Credo che questa sia un'emergenza molto più grande dei rifiuti di Napoli e sarebbe importante inserire questi lavoratori all'interno della regione, per l'informatizzazione e il recupero delle strutture informatiche, a livello dell'erogazione dei servizi e dei comuni, del settore della cultura e, non ultimo come importanza, delle infrastrutture. Credo che nei prossimi anni la regione Abruzzo avrà tanto da fare in forma straordinaria rispetto all'ordinario e, conseguentemente, avrà bisogno di questi lavoratori, cui dovremmo dare delle certezze.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, il collega Piffari ha ragione: penso che non si possono fare differenze tra lavoratori che stanno prestando la loro opera in una condizione particolarissima. Sono giovani, sono persone che hanno già collaborato e stanno collaborando con la regione Abruzzo. Penso davvero che con questo emendamento non si obblighi nessuno, ma semplicemente si dà un'indicazione, nel caso in cui la regione Abruzzo fosse disponibile - e io penso che lo sarà -, ad avvalersi dell'opera di collaboratori, di persone, che hanno prestato fino adesso la loro attività e che sono assolutamente essenziali per continuare quel lavoro indispensabile per la regione, per il territorio aquilano, per L'Aquila stessa, per uscire da questa grande emergenza. Qui non si tratta di fare assistenza, ma di considerare importante il contributo di lavoratori che vedono ancora precaria la loro posizione. Spero che i colleghi vogliano aderire a questo invito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

Pag. 36

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, colleghi, intervengo solo per segnalare che in Abruzzo vi sono 1.900 beni monumentali e artistici, di cui 1.700 sono andati in frantumi. Presso la giunta regionale erano stati assunti, con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, una serie di giovani presso i beni culturali, che attualmente potrebbero far comodo per la ricostruzione e per indirizzare alcune scelte che solo loro possono conoscere, in quanto abruzzesi e avendo lavorato in questi anni. Credo che, utilizzando queste risorse, in questi termini e in questi modi, si possa dare una risposta concreta, facendo leva sul patrimonio, di competenze e di esperienze, presente in Abruzzo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ginoble 7.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Moroni, Vella, Giammanco, Costa, Lo Monte?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato
225
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Reguzzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Villecco Calipari 7.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, è noto sia al Governo sia alla Protezione civile, ma soprattutto agli enti locali abruzzesi, in quale condizione di criticità funzionale si trovino i gruppi del Genio campale che stanno operando in questo momento in Abruzzo ovvero nelle zone colpite dal terremoto.
In verità, mi permetterò di dire che la stessa situazione esiste a Pratica di Mare per i gruppi del Genio che stanno eseguendo i lavori per il G8 e a Taranto per i lavori del Piano Brin.
Tuttavia, essendo noto come le Forze armate dispongano per l'esecuzione di lavori di specifico interesse dei gruppi del Genio campale del 27o di Vicenza, dell'8o di Ciampino e del 16o di Bari, che sono in grado di operare sia sul territorio nazionale sia fuori area, questi reparti, come è noto soprattutto al sottosegretario, che ha avuto momenti di sensibilità in tutti questi giorni di lavoro sulla questione del terremoto, per svolgere la loro funzione assumono cosiddetti operai occasionali con contratti di diritto privato.
Si tratta di lavoratori edili per l'esecuzione di lavori di amministrazione diretta. Ora, nell'ambito dei rapporti di lavoro a tempo determinato, il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, ha esteso al settore pubblico il limite di 36 mesi dell'ultimo quinquennio, introdotto per i privati con analoga disposizione di cui alla legge n. 247 del 2007.
Contrariamente a quanto stabilito per i privati, per le amministrazioni pubbliche, quindi, è in atto un dispositivo normativo che impedisce ai gruppi del Genio campale dell'aeronautica di poter operare continuando ad avvalersi di mano d'opera sperimentata, qualificata nelle peculiari lavorazioni che vengono richieste e in possesso dei necessari requisiti di sicurezza.
Con questo emendamento, largamente condiviso in Commissione, persino con un parere favorevole della Commissione difesa, e con un interessante ordine del giorno, simile per contenuto all'emendamento presentato in Commissione in sede referente dagli onorevoli De Angelis e Cirielli, ci permettiamo di riproporre, per la sensibilità che è stata già espressa, la necessità che i contratti a tempo determinato dei lavoratori assunti dal Genio campale Pag. 37in corso nel 2009 possano essere almeno prorogati o rinnovati fino al 31 dicembre 2009 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villecco Calipari 7.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario .
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gava, Leo, Lo Monte?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato
225
Hanno votato
no 252).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Villecco Calipari 7.10.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, la materia è sostanzialmente la stessa dell'emendamento appena votato. È questo il motivo per cui volevo chiedere di ritirare questo emendamento, anche perché è già stato presentato un ordine del giorno in tal senso sul quale anticipo una valutazione positiva.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Villecco Calipari 7.10 formulato dal Governo.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rosato 7.07.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 12,35)

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo su un emendamento che riguarda i vigili del fuoco e chiedo al Governo e a quest'Aula di ricordare le parole spese durante l'emergenza del terremoto, durante le prime ore, durante le settimane che sono succedute fino a tutte le visite che il Presidente del Consiglio e i ministri hanno fatto nei luoghi colpiti dal sisma.
Ricorderei gli impegni assunti per gli organici, per gli straordinari, per riuscire a colmare quei vuoti di organico che sono dettati dal numero consistente di vigili del fuoco che nella fase più difficile, ma ancora oggi, sono impegnati nei luoghi dell'emergenza. Vorrei ricordare questo per impegnare il Governo nella concretezza delle risorse, per imporre un piano di assunzioni che vada a coprire quei vuoti di organico che nell'ultimo anno e con l'ultima legge finanziaria non si è andati a coprire, a parziale impegno assunto rispetto alle parole spese in questi mesi.
Rispetto a ciò, quindi, credo che sia corretto che l'Aula risponda, con un voto a favore, ad un impegno che il Governo ha assunto in più occasioni pubbliche, e che oggi ha l'occasione per trasformare in legge.

PRESIDENTE. Salutiamo l'associazione di volontariato «La Casa di Michela», di Quinto di Treviso, che svolge un'opera meritoria a sostegno dei diversamente abili (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pag. 38Rosato 7.07, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moroni? Bene. Possiamo chiudere la votazione?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato
219
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che i deputati De Girolamo, Brigandì e Giacomoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Lolli 7.011.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lolli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, parlerei per l'articolo aggiuntivo in esame e per i due successivi, che sono collegati tra loro. Si tratta di una questione che probabilmente non è la più importante per il terremoto, ma - credetemi - è quella alla quale tengo di più, da aquilano e da terremotato.
Si tratta della condizione di lavoro dei vigili del fuoco. È vero, abbiamo tutti quanti riconosciuto al sistema complessivo della Protezione civile di aver fatto un lavoro straordinario, ed è esattamente così; ma all'interno di esso vi è stato un reparto che ha svolto, sta svolgendo e svolgerà nei prossimi mesi una funzione veramente incredibile, dal punto di vista del rischio che si è assunto. Segnalerei - lo sapete forse - che un vigile del fuoco purtroppo ha perso la vita nei primi giorni, portando soccorso ai terremotati. Ma anche la professionalità incredibile che questo Corpo sta mostrando: vi è il recupero della cupola della chiesa delle Anime Sante, che sta avvenendo con una tecnica che è la prima volta nel modo che si applica, ed è veramente un'azione svolta con grandissima capacità e con grandissimi rischi.
Con i vigili del fuoco, secondo me con grande sensibilità, il Ministro Maroni, che è venuto più volte a L'Aquila, ha preso l'impegno di venire incontro alle loro pesanti esigenze, ed i presidenti di gruppo al Senato del Popolo della Libertà e della Lega hanno presentato degli emendamenti che poi sono stati ritirati. Opportunamente, per iniziativa del Governo, è stato inserito un comma aggiuntivo, nel quale è previsto uno stanziamento di un milione e mezzo nel primo anno, e poi di 8 milioni per gli anni successivi, a favore del sistema della Protezione civile e dei vigili del fuoco.
Visto che quindi una copertura c'è, con i tre articoli aggiuntivi in esame propongo tre cose specifiche. La prima riguarda il turn over. Dovete sapere che i vigili del fuoco hanno un ritardo di turn over di circa 3 mila 500 unità. Propongo, con l'articolo aggiuntivo, di cominciare con mille assunzioni per quest'anno, per poi colmare tale ritardo nel biennio, e di partire, per fare ciò, dai cosiddetti discontinui, cioè dai vigili del fuoco precari che sono in prima linea e che svolgono egregiamente la loro attività.
Con la seconda proposta emendativa, propongo un adeguamento della parte accessoria del salario utilizzando l'indennità festiva e notturna, solo per adeguarla all'indennità, peraltro - devo dire - modesta, che è riconosciuta ai corpi di polizia e ai carabinieri.
Con il terzo articolo aggiuntivo propongo infine di potenziare i mezzi dei vigili del fuoco, che si trovano purtroppo alle prese con un ritardo nelle manutenzioni e nel sostegno ai propri strumenti.
Si tratta di tre proposte per le quali avevo previsto determinate coperture; ma, avendo discusso in Commissione con il sottosegretario, credo che esse possano essere coperte dal comma aggiuntivo inserito dal Governo al Senato. Pag. 39
Su questo aspetto avrei avuto grande piacere che potessimo esprimere in quest'Aula un voto unitario: come potete capire, lo sento come un dovere per tutto quello che i vigili del fuoco hanno fatto per la mia città e per i miei concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Unione di Centro).

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, apprezzo il senso di quanto dice l'onorevole Lolli e proprio per questo vorrei chiedergli di ritirare questi tre articoli aggiuntivi. Posto infatti che, com'è chiaro, noi chiederemo alla maggioranza di respingerli, va detto che, come ha ricordato anche lo stesso onorevole Lolli, in Senato noi abbiamo già aggiunto un comma 4-bis all'articolo 7, che prevede lo stanziamento di un fondo per l'anno corrente di un milione e mezzo e per gli anni successivi di 8 milioni. In questo quadro, le sue proposte possono diventare argomento in sede di ordini del giorno: la invito pertanto a ritirare questi tre articoli aggiuntivi.

PRESIDENTE. Onorevole Lolli?

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, accedo all'invito, a testimonianza dell'atteggiamento che anima in questa discussione i nostri gruppi e me personalmente. Colleghi della maggioranza, voi capite che se qualcuno volesse fare della politica sarebbe conveniente far bocciare questi articoli aggiuntivi per poi andare sul territorio a dirlo ai vigili del fuoco. Ma siccome lo stato d'animo non è assolutamente questo, ma è piuttosto quello di provare - se è possibile insieme - a risolvere i problemi, se queste proposte, trasformate in ordini del giorno, potranno avere anche la firma dei colleghi, sicuramente accedo all'invito del sottosegretario.

PRESIDENTE. Onorevole Lolli, pertanto lei ritira i suoi articoli aggiuntivi 7.011, 7.012 e 7.013?

GIOVANNI LOLLI. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.

CARLA CASTELLANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa, onorevole? L'articolo aggiuntivo è stato ritirato.

CARLA CASTELLANI. Solo per preannunciare che apporrò la mia firma sui tre ordini del giorno che recepiranno il contenuto di questi articoli aggiuntivi.

PRESIDENTE. Potrà certamente farlo, onorevole.

MARCELLO DE ANGELIS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa, onorevole?

MARCELLO DE ANGELIS. Solo per preannunciare anche io che apporrò la mia firma sui tre ordini del giorno.

PRESIDENTE. Potrà certamente farlo anche lei, onorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Stanislao 8.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo brevemente solo per ricordare che con questo emendamento proponiamo di introdurre un termine certo per l'erogazione dell'integrazione al reddito alle categorie che ne sono rimaste sprovviste, dai piccoli artigiani, ai commercianti, a quant'altro. Il termine sarebbe dunque posto quanto meno alla ripresa delle loro attività.

Pag. 40

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Stanislao 8.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Leo, Lo Monte, Delfino, De Micheli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato
222
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i deputati Barbareschi, Iapicca, Sbai, e Giacomoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lolli 8.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tenaglia. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, con questo emendamento si prevede la sospensione dei termini relativi agli adempimenti ed ai versamenti tributari con riferimento ai comuni individuati all'articolo 1, comma 2. L'articolo 8 del provvedimento in esame contiene una serie di interventi che favoriscono la ripresa delle attività e sospendono alcuni pagamenti, ma mi pare che anche in questo caso si debba convenire sul fatto che si tratta di un emendamento assolutamente necessario e che in altri casi, in altre ipotesi ed in altre vicende simili che hanno riguardato eventi sismici è stata disposta analoga misura. Non comprendiamo, pertanto, come mai in questa circostanza tale previsione non debba essere accolta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lolli 8.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Luciano Rossi... onorevole Mosca... onorevole Nizzi... onorevole Cazzola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato
219
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che i deputati Barbareschi, Sbai e Giacomoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Ruvolo, Mattesini, Vannucci e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Lolli 8.01. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lolli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, anche in questo caso credo che possiamo colmare quella che voglio definire una svista che il testo del decreto-legge, per la fretta probabilmente, anche nel corso della discussione al Senato ha omesso di inserire. In occasione di tutti gli altri terremoti, anche, ad esempio, dell'ultimo del quale ci siamo dovuti purtroppo occupare, quello del Molise, alle vittime del terremoto (cioè ai morti), agli invalidi ed agli infortunati è stata riconosciuta l'equiparazione agli infortunati, agli inabili e alle vittime sul lavoro. In questo modo si è potuto assicurare una forma (ovviamente, per quanto riguarda le vittime assolutamente insufficiente, come possiamo tutti immaginare), che rappresenta tuttavia un gesto importante di risarcimento. Pag. 41
Questo articolo aggiuntivo naturalmente prevede che tutto ciò avvenga a carico degli istituti previdenziali (ma stiamo parlando di uno sforzo economico di dimensione tale da non creare alcuno sconvolgimento alle casse dell'INPS o dell'INAIL). Si tratta ovviamente di equiparare i terremotati - e soprattutto le vittime del terremoto abruzzese e aquilano - a quanto previsto per le vittime di altri terremoti: se facciamo ciò, saniamo quello che - ripeto - voglio chiamare un errore che è stato compiuto nella stesura del decreto-legge e compiamo un atto di umanità e di serietà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo - che tutti i colleghi possono avvertire come sia, direi, di fondamentale giustizia - già trova il consenso unanime della Commissione. L'equiparazione delle vittime del terremoto alle vittime sul lavoro è un atto dovuto, sul quale tutti in Commissione siamo d'accordo - e forse il relatore Tortoli prenderà la parola sul punto - così come siamo d'accordo su alcuni altri ordini del giorno fondamentali (tra cui quello precedente sui vigili del fuoco, quello che abbiamo già ascoltato in materia elettorale e alcuni altri ancora).
Si tratta di ordini del giorno rafforzati - mi permetto di rendere palese questo impegno dinanzi all'Aula, su proposta dello stesso presidente della Commissione ambiente, onorevole Alessandri - che vorrebbero trovare e trovano l'unanimità di tutti i componenti e di tutti i gruppi della Commissione. Tra questi vi è quello riguardante l'equiparazione delle vittime del terremoto alle vittime sul lavoro.
Credo che in questo senso dovremmo predisporci per avere un esito positivo e, soprattutto, impegnativo, da parte del Governo su questi ordini del giorno.

ROBERTO TORTOLI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO TORTOLI, Relatore. Signor Presidente, intervengo per confermare quanto detto dall'onorevole Mantini: si tratta molto probabilmente di una svista e credo che si possa intervenire su questo argomento con la prossima legge finanziaria.
Invito, quindi, il Governo ad accettare un ordine del giorno condiviso su questo tema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, noto che ha chiesto la parola anche il collega Lolli, tuttavia voglio sottolineare lo stesso che su questi temi ci deve essere un'assoluta attenzione; questo Parlamento deve essere credibile. Dopo aver ascoltato quanto detto dal collega Tortoli, invito la maggioranza ad assumersi questo impegno. Su un tema di questo genere non ci possono essere differenze, valutazione differenti, stiamo parlando di casi drammatici di persone che hanno perso la vita, di persone che magari hanno perso l'unico sostentamento familiare.
Ritengo che possiamo rimediare a questa svista, ci vuole un'intesa comune, un impegno. Penso che da parte del Governo non ci si possa sottrarre a questo impegno, perché faremmo alle popolazioni de L'Aquila un torto che non dimenticherebbero mai per i prossimi anni a venire.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. C'eravamo già intesi a cenni con il relatore: il Governo è, quindi, disponibile ad accettare un ordine del giorno che vada in questo senso.

Pag. 42

PRESIDENTE. Onorevole Lolli accetta l'invito al ritiro formulato dal Governo?

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, era il caso di modificare questo decreto-legge: lo avremmo semplicemente aggiustato. Comunque, come avvenuto in precedenza, ritiro l'articolo aggiuntivo e lavoreremo per un ordine del giorno.

AUGUSTO DI STANISLAO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, ma non su questo articolo aggiuntivo che è stato ritirato.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, siccome un ordine del giorno non si nega mai a nessuno, vorrei capire se vi è un impegno formale del Governo affinché nella nuova legge finanziaria siano contenuti gli impegni e le cifre, altrimenti parliamo di pie intenzioni e le risposte non si continuano a dare.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariani 9-bis.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mariani. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, questo emendamento riguarda un argomento che sta completamente al di fuori delle competenze del «decreto Abruzzo», tant'è che al Comitato per la legislazione è stato indicato come un argomento non riferibile gli obiettivi complessivi del decreto-legge in esame. Si tratta, infatti, della sostituzione del Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche con una Commissione.
Signor Presidente, questo atteggiamento da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (mi dispiace doverlo sottolineare in presenza del sottosegretario che è l'unico che si è occupato del decreto-legge con grande sensibilità) è stato reiterato in molti provvedimenti. Si è deciso scientemente di modificare l'organizzazione di parti importanti del Ministero (che in questo caso riguardano la vigilanza sull'uso delle risorse idriche e dei rifiuti) attraverso dei provvedimenti che niente hanno a che vedere con gli argomenti trattati in questi sparuti emendamenti. A me sembra che questo sia un atteggiamento poco serio il quale, tra l'altro, ripropone la prassi che sta diventando una prassi consolidata in questa legislatura di definire in maniera poco chiara quelli che sono gli obiettivi legislativi delle tematiche ambientali. Dal nostro punto di vista, questi obiettivi dovrebbero essere più coerenti e integrati, perché sappiamo quanto è importante e delicato occuparsi in maniera più coerente di tutto ciò.
Faccio alcuni esempi. In questa legislatura ci siamo più volte occupati di riorganizzazione, ma noi dovremmo definirla come mera ridefinizione delle cariche, dei componenti dei vari comitati in più occasioni. Faccio riferimento all'ISPRA che ha sostituito l'APAT, faccio riferimento alle commissioni VIA, VAS e AIA, faccio riferimento al COVIS; in tutte queste occasioni si è stabilito di rinominare, ridefinire le commissioni con l'unico scopo di rifare la nomina dei componenti. Noi vorremmo che, per serietà rispetto alla popolazione dell'Abruzzo e anche considerato il fatto che non vi è stato modo di modificare il provvedimento su nessun argomento coerente con il decreto, con le tematiche strettamente collegate alla vita, alla ricostruzione e alla prevenzione dal terremoto, si avesse il coraggio di sopprimere questa disposizione, e che si avesse il coraggio di dar luogo ad una discussione più completa e più definita nella delega ambientale che il Governo ha chiesto poche settimane fa in un altro provvedimento, quello della legge comunitaria, che non trattava completamente l'argomento.
Questo modo di procedere, che non offre appunto la possibilità al Parlamento di entrare negli argomenti e di definire gli obiettivi, ma che, in modo molto farraginoso e dissociato, affronta le questioni in maniera - secondo noi - sprovveduta, deve terminare. Al Senato in occasione dell'esame di un altro provvedimento si era già stabilito di realizzare questa operazione, Pag. 43e per una incomprensione tra il Presidente del Senato e il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare questo blitz fu sventato. Oggi ce lo ritroviamo in un provvedimento che assolutamente non dovrebbe offrire lo spazio per questo tipo di operazioni. Pensiamo che riproporre questa prassi nel nostro Parlamento sia veramente un'offesa per chi vuole fare il proprio lavoro coerentemente e correttamente e vuole dare un contributo. Parlare di commissione che si occuperà della vigilanza delle risorse idriche significa parlare di servizi pubblici locali, significa parlare di argomenti che attengono al controllo, alla verifica del sistema di depurazione, di adduzione, e Dio solo sa quanto vi sia bisogno in questo momento di rivedere un'organizzazione che ha molte pecche che ci vengono segnalate ogni anno nel rapporto che tra l'altro il Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche invia al Parlamento. Sarebbe serio e corretto che potessimo discutere di questi temi in un luogo più adatto. Per questo chiediamo la soppressione del comma indicato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, credo che la collega Mariani sia stata molto chiara. Come tutti i colleghi hanno ben capito noi stiamo bocciando (cioè la maggioranza e il Parlamento) molti emendamenti che sono condivisi e che servono alle popolazioni abruzzesi, e che invece vengono respinti nonostante impegni che sono stati anche presi dal Presidente del Consiglio. Questo comma che noi chiediamo di abrogare è un comma invece che non c'entra assolutamente nulla. Vi cito il suo contenuto. Si fa riferimento al garantire l'efficienza degli impianti per la gestione dei servizi idrici e la salvaguardia delle risorse idriche del territorio nazionale ai fini della prevenzione e del controllo degli effetti di eventi sismici. In altre parole la strumentalità è evidente, non c'entra nulla la gestione degli impianti idrici con gli eventi sismici; in questa maniera potremmo abrogare anche l'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Si cambia nome ad un organismo (da comitato in commissione) e si rinominano tutti i membri di questo organismo. Non è una maniera seria di tener conto degli interessi del Paese e di legiferare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, continuo sulle questioni già enunciate da chi mi ha preceduto. Infatti questo comportamento riguardo alle politica ambientali tenuto dal Ministero competente ormai è una prassi.
Veniva ricordato prima il tema dei commissariamenti dell'ISPRA all'interno del decreto-legge cosiddetto rifiuti. Vorrei ricordare anche lo spoil system effettuato sulla commissione per la valutazione dell'impatto ambientale e l'autorizzazione ambientale integrale. Voglio ricordare il fatto di aver inserito la revisione del decreto legislativo n. 152 del 2006 all'interno di un provvedimento che riguardava le disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione e la competitività, nonché in materia di processo civile. Voglio ricordare la riconversione della centrale a carbone di Porto Tolle nel decreto-legge che riguardava le quote latte. Ritengo che vi siano tutti gli elementi per acquisire il fatto che le politiche ambientali del Governo non esistono perché, data la maggioranza che c'è, basterebbe emanare un provvedimento unico che ci consentirebbe di discutere tutte le questioni. Pertanto, come ricordava l'onorevole Realacci, questo articolo non c'entra assolutamente niente con le vicende del terremoto e ne chiediamo quindi la soppressione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, la collega Mariani e poi i Pag. 44colleghi Realacci e Bratti hanno spiegato diffusamente - sia pure gli ultimi due in un solo minuto - quanto questo comma sia assolutamente avulso dalle questioni che stiamo discutendo. Mentre cerchiamo di migliorare un testo con riferimento ai problemi del terremoto in Abruzzo, il Senato introduce, su sollecitazione del Ministro, una cosa che non c'entra assolutamente niente e che sfiora anche un po' il ridicolo. Leggo testualmente: «La denominazione "Commissione nazionale per la vigilanza sulle risorse idriche" sostituisce, ad ogni effetto, la denominazione "Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche" (...)». Ma è possibile che nelle leggi possano essere scritte cose di questo tipo? C'è bisogno di fare una legge per arrivare a risultati assolutamente ininfluenti, oltretutto in un contesto tanto delicato e importante quale quello del sisma in Abruzzo? Per davvero c'è da rimanere senza parole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 9-bis.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cassinelli... c'era un grido di dolore, ma non ho capito da dove venisse. Onorevole Giammanco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato
221
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole, che i deputati Barbareschi e Giacomoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Scilipoti 9-bis.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, con grande serenità ricordo quando, all'interno della Commissione, ho chiesto al sottosegretario Menia circa l'argomento Coviri se nel testo era contenuto un emendamento soppressivo che faceva scomparire il Coviri, e istituiva un nuovo comitato. Lui mi rispose che non ne era a conoscenza. Ritengo che allora fosse in buona fede, ma se questo non dovesse essere, potrei pensare che vi è grande scorrettezza dal punto di vista politico. Senza voler creare confusione né voler creare difficoltà nei rapporti tra maggioranza e minoranza, vorrei svolgere una semplice riflessione: è la stessa cosa, signor rappresentante del Governo e illustri esperti all'interno della maggioranza di politica parlamentare, non votare un emendamento e dire all'opposizione che in seguito ci rifaremo con un ordine del giorno? Dal punto di vista formale e sostanziale è la stessa cosa? Ritengo che non sia la stessa cosa. Pertanto, a mio giudizio, sarebbe stato opportuno tenere in giusta considerazione gli emendamenti presentati da parte dell'opposizione, da parte delle minoranze e cercare di farne tesoro per contribuire a creare quel clima che avrebbe dovuto portare ad una legge che poteva essere sicuramente migliorativa nei confronti del Paese e del popolo abruzzese. Ma ciò non c'è stato. Siamo invitati a non sostenere i nostri emendamenti e a trasfonderne il contenuto in ordini del giorno: è stato anche detto all'interno della Commissione ambiente, invitandoci a ritirare gli emendamenti per poi trovare e parlare insieme di alcuni ordini del giorno che anche la maggioranza farà propri e voterà. Pag. 45
Tuttavia, signor rappresentante del Governo e colleghi parlamentari, molti colleghi parlamentari non hanno grande responsabilità. Questa soppressione del Coviri non c'entra niente con quello che stiamo discutendo all'interno di quest'Aula, è un argomento che non c'entra assolutamente niente, perché la stessa operazione era già stata fatta al Senato per quanto riguardava la presentazione del disegno di legge sullo sviluppo ed è stata ritirata, ma la stessa operazione viene fatta al Senato, facendo sì che si sopprima il Coviri e si metta un comitato di garanzia, che sarà nominato direttamente al 90 per cento dal Ministro e che dovrebbe garantire ma non garantirà più niente.
In altre parole, significa un comitato che viene nominato quasi integralmente dal Ministro. Oggi il Ministro è dalla parte vostra, del centrodestra, ma domani potrebbe essere del centrosinistra. Questo non garantirà nessuno, perché questo atto non rispetta le regole del Parlamento e non rispetta le regole della democrazia. Non lo dico per amore di polemica, ma per una riflessione e per ricordare ciò che è successo all'interno di questo Parlamento e far sì che resti agli atti ciò che dicono i parlamentari. Noi diciamo che in un periodo che riguarda il 2008, nel mese di agosto, si vara un altro provvedimento in merito al problema delle risorse idriche dove, con un atto di forzatura all'interno di una legge, ossia la legge n. 133 del 2008, di conversione del decreto-legge n. 112 del 2008, predisposto dal Ministro Tremonti, si introduce l'articolo 23-bis, con cui si stabilisce che la gestione dei servizi idrici sia sottomessa alle regole dell'economia capitalistica. In altre parole, ragioniamo in termini veramente assurdi e parliamo un linguaggio che diventa incomprensibile. Non diventa incomprensibile quando all'ordine del giorno oggi mettiamo la soppressione del Coviri.
Noi abbiamo proposto un emendamento che vorrebbe quanto meno ripristinare le regole della democrazia. Tale emendamento prevede che i membri che vengono nominati non dovrebbero essere nominati dal Ministro, ma dovrebbero essere attenzionati dal Ministro e dovrebbero votarli le commissioni competenti, per dare possibilità alle commissioni di poter decidere e vagliare attentamente. Se ciò non dovesse essere attuato, potremmo accusare effettivamente il Governo; infatti la responsabilità dei parlamentari in questo momento è molto minore, sin quando poi non interverranno con il voto e si assumeranno la responsabilità, attraverso il voto, di portare avanti qualcosa che è veramente antidemocratico.
Mi rivolgo ai parlamentari e al Governo affinché accettino l'emendamento in esame e si attengano alle regole parlamentari nel votare gli emendamenti, senza dire che gli emendamenti possono essere sostituiti con ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mariani. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, l'emendamento in esame ci darà modo di entrare ancora di più nello specifico. Nel comma 7 dell'articolo 9-bis si fa riferimento alla copertura finanziaria necessaria per il programma di vigilanza sulle risorse idriche e il Governo dà appunto una copertura che fa riferimento alla riduzione dei membri della neoindicata commissione per la vigilanza. A noi sembra molto strumentale.
Ora, abbiamo fatto una discussione sulle coperture, dicendo che spesso non era possibile venire incontro alle esigenze anche dell'opposizione, in quanto la difficoltà dell'indicazione delle coperture è una difficoltà reale. Tuttavia ora, prevedere che un programma per quella regione che intenda seriamente la vigilanza e l'organizzazione delle risorse idriche possa trovare copertura con la riduzione di due membri della commissione di vigilanza a noi sembra veramente una presa in giro.
Riteniamo che l'articolo in esame vada soppresso, come avevamo già sottolineato, perché questa è una costruzione che non sta in piedi né dal punto di vista formale né dal punto di vista economico. Dovremmo Pag. 46essere più seri e dire che in quel caso, rispetto a tutto l'apparato e alla ricostruzione di un sistema di vigilanza delle risorse idriche, è necessario ritornare sull'argomento con un maggiore approfondimento e con le risorse necessarie e utili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, anche in questo caso, intervengo, purtroppo, molto brevemente. Come si può capire, l'argomento della gestione dell'acqua meriterebbe una discussione assolutamente più approfondita. Pertanto, si parte da un aspetto, che è appunto quello del Comitato di vigilanza, ma in realtà, la discussione dovrebbe riguardare tutto il ciclo delle acque.
Dispiace dover svolgere questa discussione in un contesto in cui si parla di altro, ma purtroppo, siamo costretti a farlo, anche a causa ciò che abbiamo sottolineato in precedenza, cioè del fatto che il Governo continua ad inserire le questioni all'interno di contenitori che non vi sono.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ALESSANDRO BRATTI. Sono d'accordo anch'io che sarebbe più importante sopprimere la norma in esame, alla luce del fatto che esiste una proposta di iniziativa popolare, che riguarda appunto la gestione dell'acqua, che stiamo discutendo in Commissione, ed anche alla luce di quanto prevede il famoso articolo 23-bis della legge n. 133 del 2008, che prima o poi, spero, discuteremo.
Quindi, ancora una volta, riteniamo che sia stato un errore - un errore grossolano e macroscopico - proporre questa questione all'interno del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scilipoti 9-bis.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte, onorevole Martinelli, onorevole Valentini? Abbiamo votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 472
Maggioranza 237
Hanno votato
218
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che il deputato Tabacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
È presente in tribuna una delegazione di studiosi, che fanno parte della Commissione internazionale per la storia delle istituzioni rappresentative parlamentari, che si trovano a Roma per un convegno di studio e che sono in visita alla Camera dei deputati. A loro il saluto della Presidenza e dell'Assemblea (Applausi).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ginoble 10.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, il Capo III del provvedimento in esame affronta una questione importantissima, quella relativa agli interventi per lo sviluppo socio-economico delle zone terremotate.
È di tutta evidenza, che la ricostruzione non può significare unicamente la ricostruzione degli edifici, degli involucri architettonici e dei beni culturali, di cui ieri abbiamo discusso a lungo. La ricostruzione Pag. 47di quei territori parte evidentemente e passa fortemente attraverso il ristoro ed il rilancio delle attività produttive in senso lato, diciamo di tutte quelle attività di lavoro autonomo che costituiscono, anche in Abruzzo, la spina dorsale dell'economia locale. Mi riferisco alle piccole e medie imprese, alle aziende che operano nel turismo, a quelle che operano nel commercio e nell'agricoltura, agli studi professionali, al terziario; in generale, mi riferisco a coloro i quali producono servizi.
È necessario che la legge dia risposte a tutto questo mondo che ha subito una ferita gravissima dal terremoto. In parte ciò accade, visto che nell'articolato del provvedimento in esame esiste una serie di norme ben chiare, come, ad esempio, l'articolo 10.
Tuttavia, l'articolo 10, al comma 1, prevede che con decreto del Ministro dello sviluppo economico può essere stabilita l'istituzione di un'apposita sezione destinata alla concessione gratuita di garanzie sui finanziamenti bancari a favore delle piccole e medie imprese. Con il nostro emendamento chiediamo di cambiare la strana espressione «può essere stabilita». Se il Governo ritiene importante agire su questi settori, anche attraverso concessioni gratuite di garanzie bancarie, come appare dal fatto che ha previsto questa norma, perché, poi, indebolirla con l'espressione «può essere stabilita», e non, invece, rafforzarla, come chiediamo, dicendo semplicemente che «è istituita» una sezione relativa alle garanzie bancarie di questo tipo?
Sembra veramente strano, veramente paradossale che si preveda «la possibilità di», si preveda «l'eventualità di» e invece non si voglia dare certezza fin da subito attraverso una legge, attraverso quel che significa una legge per i cittadini, e non si voglia dar loro sicurezza immediata del fatto che tale sezione sia istituita, che ci siano queste garanzie sui prestiti bancari, che sia possibile, attraverso questa misura, rivitalizzare i comparti dell'economia produttiva della regione Abruzzo, senza la rinascita dei quali ogni vera ricostruzione, ogni vero rilancio dell'economia della società e del tessuto produttivo e abitativo abruzzese rimarrebbero monchi.
In questo emendamento chiediamo una piccola variazione, chiediamo di passare dal prospettare un'ipotesi al concretizzare l'ipotesi stessa. Ancora una volta, si tratta di un emendamento concreto, che certamente va nella direzione delle stesse - mi auguro - volontà del Governo. Non viene accettato perché si è deciso di non voler modificare questo decreto-legge, anche laddove era assolutamente necessario farlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ginoble 10.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte...non vedo accendersi la luce dell'onorevole Casini...ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 460
Maggioranza 231
Hanno votato
211
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che il deputato Barbaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bocci 10.101.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bocci. Ne ha facoltà.

GIANPIERO BOCCI. Signor Presidente, l'argomento è lo stesso che è stato toccato più volte dai colleghi in questa giornata di discussione: parliamo di agevolazioni per lo sviluppo economico e sociale. Già ieri abbiamo avuto modo di sottolineare come Pag. 48questo provvedimento non dia una risposta positiva non soltanto alle giuste e legittime attese delle popolazioni, ma anche a quelle delle imprese, che accanto a un danno diretto e materiale che hanno subito, registrano un danno indiretto che nel tempo risulterà molto più pesante di quello diretto.
Per questo motivo, ieri abbiamo insistito più volte nella necessità di approvare alcune proposte emendative che andavano incontro alle esigenze del tessuto delle imprese, soprattutto delle piccole imprese. All'articolo 10 il provvedimento del Governo dimentica una parte delle imprese molto significativa e molto importante, quella delle imprese artigianali. L'articolo in questione si sofferma su alcune imprese, quelle turistiche e quelle commerciali. Con la proposta di emendamento che sto presentando si chiede di aggiungere, dopo quelle commerciali, anche le imprese artigianali. Credo che un emendamento di questo tipo non possa non trovare la responsabilità del Governo, perché significherebbe dare alle imprese dell'Abruzzo e della zona colpita dal terremoto quella giusta risposta che più volte abbiamo sottolineato in questi giorni di discussione e di dibattito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, colleghi, credo che la zona franca sia una risposta concreta in termini di disponibilità di risorse e di individuazione dell'area per poter rilanciare completamente l'economia di tutta la città e il territorio de L'Aquila e del suo comprensorio. Ho la convinzione, però, che le somme messe in campo non rendano giustizia della capacità e della voglia di rilancio e di riscatto dell'intera comunità, sottolineandone alcuni aspetti fondamentali.
È vero che in quell'area, così come in tutta Italia, la spina dorsale è fatta da piccole e medie imprese e dalle micro-imprese, ma lì abbiamo una serie di insediamenti talmente forti e importanti che ci stanno ad indicare un percorso di certezza, un parco scientifico-tecnologico e un complesso industriale importante. Nel frattempo, è successo qualcosa di ben più grave, ovvero che alcune aziende multinazionali hanno licenziato, in questa fase, oltre 400 dipendenti, ai quali bisogna dare una risposta, dal momento che queste multinazionali hanno approfittato del sisma per poter mettere in cassa integrazione gli operai. Allora, su questo dato, bisogna intervenire con una zona franca che abbia dei requisiti importanti e che tenga conto delle specificità dell'area del comprensorio aquilano: per essa non bastano 45 milioni di euro, che sono una somma risibile, ma bisogna pensare di spalmare oltre 70-80 milioni di euro ogni anno, per più annualità, affinché nei bilanci di previsione e nella parte di competenza vi siano risorse certe. Chiedo, pertanto, al Governo di impegnarsi per dare piena e concreta disponibilità affinché nella finanziaria individui le risorse e le metta effettivamente in campo, dal momento che stiamo parlando di rilancio vero e concreto e di migliaia e migliaia di piccoli operatori economici, turistici, commerciali, artigianali e agricoli che hanno bisogno di risposte. Chiedo al Governo che impegni direttamente, in questa fase, tutta quanta la maggioranza e che indichi un percorso certo e importante di risorse che calcolo nella media degli 80-100 milioni ogni anno, affinché vi sia una prima risposta concreta e si dia piena attuazione al rilancio dell'economia de L'Aquila e del suo comprensorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, al di là delle considerazioni condivisibili dell'onorevole Di Stanislao, volevo spiegare ai colleghi questo emendamento, che è stato illustrato dall'onorevole Bocci: esso è molto semplice e invita ad aggiungere al testo del decreto-legge la cui conversione in legge stiamo per approvare, Pag. 49laddove si parla di imprese commerciali, agricole e turistiche, la parola «artigianali». Come potete ben capire, si tratta di una zona dove ci sono tantissime imprese artigianali di straordinaria qualità. Cito per esempio - e invito chi non avesse avuto modo di conoscerle ad andarle a visitare - le ceramiche di Castelli, che è nell'area del cosiddetto cratere, che sono tra le ceramiche più belle d'Italia. È chiaro che una dimenticanza che non comprenda le imprese artigianali tra quelle meritevoli di attenzione impoverirebbe la risposta in questo territorio ferito sul terreno economico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bocci 10.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato
207
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che i deputati Rampelli e Barbaro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariani 10.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lolli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, vorrei provare ad argomentare perché questo davvero è un punto importantissimo. È stato un successo ed è una cosa seria che al Senato sia stata prevista la possibilità della zona franca, tuttavia vorrei che seguiste con un po' di attenzione il tema di cui stiamo parlando. L'articolo 10 è scritto bene, premetto questo. Esso prevede due alternative possibilità, nel comma 1-bis la zona franca urbana e nel comma 1-ter un'altra forma molto più intensa, che possiamo chiamare zona franca non urbana e che opzionalmente si possa scegliere, dopo aver negoziato tutto con l'Unione europea, com'è naturale. Qualora si scegliesse la zona franca urbana, bisogna che i colleghi sappiano esattamente di cosa stiamo parlando, perché nelle popolazioni aquilane e perfino nelle altre dell'intera provincia si è ingenerata un'aspettativa, da parte di chi sente le cose ma non conosce le norme.
La zona franca urbana, per la quale qui giustamente e opportunamente si deroga perché altrimenti potrebbe riguardare solo 30 mila abitanti di una città, offre una serie di agevolazioni importanti solo per microimprese o piccolissime imprese che nella versione europea rientrano nella categoria di imprese al di sotto dei 50 dipendenti. Tuttavia si tratta solamente di nuove imprese nel territorio ed è un aspetto importante, ma sicuramente, come capirete, non così decisivo. Per le microimprese di quella fattispecie che già operano in quel territorio è possibile l'utilizzo della zona frasca nei limiti del de minimis.
Dal momento che qui già si opera una deroga, con l'emendamento al nostro esame si invita il Governo, nel negoziato che già sta portando avanti con la Comunità europea, a chiedere che si deroghi sul de minimis qualora si tratti di imprese che già operano sul territorio. Altrimenti questa norma, nella sua formulazione di zona franca urbana, diviene estremamente leggera e poco efficace.
Se invece - ma mi riferisco ad emendamenti successivi - si opta per la seconda ipotesi, davvero la copertura finanziaria diventa qualcosa - scusate il termine un po' forte - di risibile: parliamo di 45 milioni di euro in quattro anni. Mi sono divertito, cari colleghi, a calcolare quante tasse paga una sola impresa aquilana ed ho preso come esempio una banca, la Pag. 50cassa di risparmio. Solo quest'anno la Cassa di risparmio de L'Aquila ha pagato sui propri utili tasse per 10 milioni di euro. Quindi, visto che i 45 milioni si devono dividere per quattro anni e che, quindi, si potrebbe contare su circa 11 milioni l'anno, ciò significherebbe che una sola azienda assorbirebbe l'intera copertura finanziaria, qualora scegliessimo la seconda opzione, quella più importante da voi prevista.
Pertanto, come vi suggeriremo con emendamenti successivi, le due cose da fare in una norma scritta comunque bene sono derogare sul de minimis nel caso si scelga la zona franca e comunque aumentare le dotazioni finanziarie, altrimenti diventa un bel sogno assolutamente irrealizzabile perché non ha una copertura finanziaria neanche lontanamente degna di rispondere alle aspettative che suscita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, sulla base di quanto affermato dal collega Lolli chiedo al Governo se in questo momento potesse darci alcune indicazioni rispetto ad un incontro che si è tenuto il 4 giugno a Roma tra il Governo e la regione Abruzzo, nel quale si doveva ricontrattare il POR 872b e la zona franca. Vorrei capire in che modo il Governo si sia organizzato e quali richieste la regione Abruzzo ha formulato per poter dare alcune risposte immediate del tipo la zona franca e l'872b. Infatti evidentemente queste sono le tre direttrici all'interno delle quali si può muovere concretamente la regione Abruzzo, e segnatamente L'Aquila e il suo comprensorio, per potersi rilanciare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 10.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bocciardo, onorevole Mazzuca, onorevole Rampelli, onorevole Speciale. Ci siamo tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 448
Votanti 447
Astenuti 1
Maggioranza 224
Hanno votato
206
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che il deputato Iapicca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Scilipoti, Agostini e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lolli 10.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, effettivamente gli articoli 10, 11 e 13, che stiamo esaminando e che esamineremo, ci richiamano realisticamente agli articoli 14 e 18 che ineriscono alle coperture finanziarie.
Prima di entrare nel merito della natura specifica dell'emendamento, desidero qui richiamare - penso con grande onestà intellettuale - che la struttura del decreto-legge è costruita in maniera abbastanza irrituale per due aspetti.
Il primo aspetto è che l'intervento è già operativo ed è consegnato fondamentalmente ad una procedura ordinamentale, quella delle ordinanze; il secondo è che le modalità di copertura degli articoli 14 e 18 ci diranno, anche quando il decreto-legge sarà convertito, che le risorse sono indefinite, non qualificate né, tanto meno, sufficienti rispetto alla struttura del decreto stesso, non alle dichiarazioni a mezzo stampa che spesso sono provenute Pag. 51da Palazzo Chigi o in tutte le occasioni in cui il Governo ha inteso recarsi a L'Aquila.
Allora, si pongono alcuni problemi proprio con riferimento alla struttura del provvedimento. Innanzitutto, va chiarita la relazione tra la Presidenza del Consiglio, la Protezione civile e le autonomie locali. Ritengo che qui siamo di fronte a un problema, non so in quale sede dovremo esaminarlo con serietà (credo quella del Parlamento) al fine di chiarire qual è la funzione del Governo, qual è il ruolo della Protezione civile in via di esaurimento, per la natura strutturale di quell'ente e di quell'istituto, nonché qual è la funzione, che è stata richiamata nel dibattito di ieri, ma anche in Commissione, di regioni, province e comuni.
Per quanto riguarda il ricorso alle risorse, ho già detto che sono insufficienti e indefinite. Richiamo l'articolo 14, che prevede un importo compreso da 2 a 4 miliardi di euro di risorse del FAS. Colleghi, questa previsione significa tutto e niente rispetto alla struttura di copertura; significa che possono essere 4, ma possono anche essere anche 2. Noi con questo emendamento, giustamente - tra l'altro io sono anche un meridionale - proponiamo di passare da 2,3 a 4,3 miliardi di euro con una motivazione che è rara nella struttura del decreto-legge.
Infatti, onorevole Presidente, onorevoli colleghi, quando parliamo delle zone franche urbane il comma 1-bis dell'articolo 10 è incompiuto e non è in linea con altri provvedimenti che sono in corso di approvazione e con altri che il CIPE ha deliberato non più tardi di maggio. Le questioni che si pongono sono tre. La prima è che nel comma 5 dell'articolo 3 del collegato alla manovra di finanza pubblica di cui al disegno di legge 1441-ter-B, che sarà all'esame dell'Aula la prossima settimana, è previsto un finanziamento di 50 milioni di euro per le zone franche urbane, mentre nel comma 1-bis dell'articolo 10 del provvedimento in esame se ne annunciano 45.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LUDOVICO VICO. Concludo, signor Presidente. Con riferimento ai 45 milioni di euro che si annunciano, nella sostanza, con le deliberazioni di maggio, il CIPE avrebbe potuto benissimo, in vigenza del decreto-legge, acquisire L'Aquila come il 23o comune dopo i ventidue che ha licenziato in tale mese, ma ciò non è avvenuto. Poiché ancora mancano due decreti attuativi del Ministero dell'economia e del Ministero del lavoro, in ordine alle deroghe per il de minimis e per gli aiuti alle imprese, che sono indispensabili affinché l'Unione europea autorizzi sia gli aiuti alle imprese sia il de minimis (perché si tratta anche di questo), mi chiedo se non sia necessario un riordino nella decretazione, nei collegati, nella legislazione e nella spesa per non avere quelle coperture o infine per un richiamo, come è avvenuto nello stesso decreto-legge, che non ci ha impressionato solo per il FAS, ma anche per l'ipotesi che si potesse provvedere alla copertura con le risorse dello scudo fiscale che, come sapete, non è una legge in vigore nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lolli 10.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Molteni, onorevole Ravetto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato
210
Hanno votato
no 240).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. Pag. 52
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantini 10.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo emendamento riprende esattamente il ragionamento prima condotto dal collega Lolli e da altri sulla cosiddetta zona franca e sui due modelli di zona franca. È del tutto evidente, però, che non ci si può accontentare solo del modello che porta verso il de minimis e non ci si può accontentare solo della soluzione, peraltro oggi ancora precaria, del sostegno alle imprese e alla microimpresa locale. Bisogna sposare una visione più attuale di questo regime agevolato di detassazione che riguardi anche la capacità di attrarre investimenti e progetti industriali.
Se ci pensiamo bene, questa è anche un'occasione per una politica anticiclica, in grado di favorire lo sviluppo economico, la ripresa del tessuto produttivo e anche l'innovazione industriale dal punto di vista delle misure utili a contrastare la crisi. Su un piano generale non si dica che questa è una battaglia impossibile da condurre con l'Europa, perché sono assai mutati i paradigmi degli aiuti di Stato. Questi ultimi già prima in Europa erano piuttosto ambigui e basati su alcune fictio, mentre ora è assai più evidente che, nel momento in cui lo Stato interviene direttamente nell'economia (a sostegno dell'Opel o delle banche), immaginare un regime di agevolazione fiscale a sostegno della ripresa economica produttiva di una zona colpita da un sisma di tale gravità è facilmente un obiettivo assolutamente, a mio avviso, sostenibile e condiviso da tutte le forze politiche in Italia e anche un obiettivo da perseguire con energia in sede europea.
Dunque, dobbiamo pensare ad un modello di zona franca più ampia che valga per il sostegno delle imprese locali e anche come misura incentivante per attrarre progetti industriali e investimenti. Da questo punto di vista, l'emendamento del gruppo dell'UdC presenta conseguentemente una richiesta di copertura finanziaria diversa rispetto a quelle previste attualmente dall'articolo 10. L'emendamento, fermo mantenendo la copertura dei 45 milioni di euro per il primo anno, introduce una proposta di copertura di 100 milioni di euro per gli anni 2010, 2011 e 2012. Mi sembra che sia piuttosto certo che la maggioranza non voterà questo emendamento, ma mi sembra abbastanza ineludibile che ci si metta gradualmente - a partire magari dagli ordini del giorno per quel che riguarda la seduta odierna e soprattutto l'impegno serio del Governo - lungo questa strada. La ripresa produttiva, infatti, non solo è dovuta ai cittadini abruzzesi per i danni subiti, ma un'occasione di rilancio produttivo ed economico sul piano nazionale deve essere sostenuta da un'adeguata copertura finanziaria della zona franca.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantini 10.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Foti, onorevole Capano, onorevole Agostini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 448
Votanti 447
Astenuti 1
Maggioranza 224
Hanno votato
203
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che i deputati Antonio Pepe e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto altresì che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Pag. 53

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lolli 10.17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mariani. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, questo emendamento ha una duplice finalità. Noi lo abbiamo presentato allo scopo di promuovere la realizzazione di interventi di reindustrializzazione e di risanamento ambientale in riferimento ad alcuni siti già classificati di interesse regionale e ad altri di interesse nazionale della regione Abruzzo.
I tre siti di interesse regionale da bonificare, rispetto ai quali vorremmo ci fosse un'attenzione specifica da parte del Governo, sono quelli di Pile, di Bussi e di Avezzano. Faccio poi riferimento a due siti, di Fiume Saline e di Alento, che invece sono stati inseriti da sempre nell'elenco dei siti di interesse nazionale.
In Commissione ambiente, siamo arrivati più volte a discutere di questo argomento, in riferimento al fatto che pochi mesi fa, prima del terremoto in Abruzzo, era stata rivista la distribuzione delle risorse dei fondi FAS ai siti di interesse nazionale e regionale da bonificare. La delibera n. 166 del 2007 del CIPE aveva destinato 3 miliardi di euro sui fondi FAS per la bonifica dei siti industriali di interesse nazionale e regionale. Queste risorse, che si ritenevano indispensabili per la ripartenza di alcune aree industriali strategiche per il nostro Paese, erano state distribuite in tutto il territorio nazionale.
Il CIPE, il 6 marzo, prima quindi del terremoto in Abruzzo, ha soppresso la destinazione dei 3 miliardi di euro alla bonifica dei siti industriali e ha lasciato alla completa scelta della Presidenza del Consiglio la destinazione delle risorse ad alcuni siti da bonificare, secondo procedure molto più libere, ossia esclusivamente sotto l'organizzazione della Presidenza del Consiglio. Prima ancora del terremoto, sono state presentate interrogazioni, sia al Ministro dello sviluppo economico sia a quello dell'ambiente, che chiedevano i criteri nella scelta delle priorità per l'individuazione dei siti da bonificare in questo anno di legislatura. Tra l'altro, di tutti i siti individuati, solo tre avevano trovato una piccola copertura economica e questo aveva destato grande preoccupazione in tutto il Paese. Si tratta di aree che, oltre ad essere delicate dal punto di vista ambientale, richiedono anche il riavvio veloce e celere dell'attività economica e produttiva. Rispetto alla richiesta sui criteri seguiti, la risposta abbastanza imbarazzata del Ministero dell'ambiente rimetteva ad un'individuazione dei criteri da parte della Presidenza del Consiglio.
Oggi ci troviamo a chiedere per la regione Abruzzo, che ha una quantità notevole di siti da bonificare per essere una regione limitata (tre di interesse nazionale e tre di interesse regionale), la destinazione di risorse di un fondo che esiste ancora, cui sono state sottratte ingenti risorse prima del terremoto a causa della grave crisi economica e finanziaria che ci ha colpiti. Noi chiediamo, comunque, che, nell'individuazione delle priorità, che a questo punto rimangono nella libera scelta della Presidenza del Consiglio, si voglia tener conto di queste sei aree, che, oltre a rappresentare una necessità complessiva per il sistema economico e produttivo di quella regione, rappresentano anche aree che, nella ristrettezza della distribuzione del territorio così colpito, anche strategicamente devono far ripartire le imprese locali e le imprese importanti che in quel territorio avevano una collocazione.
Per questo chiediamo alla Presidenza del Consiglio e al Governo tutto - in questo senso intervengono sia il Ministero dello sviluppo economico che il Ministero dell'ambiente - di voler assolutamente prendere in considerazione come priorità queste sei aree (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, come ha spiegato con chiarezza la collega Mariani, le risorse ci sono. Non stiamo Pag. 54parlando della necessità di reperire nuove risorse, ma di indirizzare in maniera privilegiata verso i territori abruzzesi, che già hanno diritto di accesso a queste risorse, i fondi che sono destinati alle bonifiche ambientali e a far ripartire le attività industriali.
In alcuni di questi siti il Parlamento, la Commissione ambiente, già nella passata legislatura, vi si era recata. Ricordo alla collega Pelino, per esempio, che tutti andammo nella zona di Bussi sul Tirino a garantire che vi sarebbe stato un impegno della politica, del Parlamento e delle istituzioni in quelle aree. È il momento di far seguire alle parole i fatti e di utilizzare le risorse che ci sono per aiutare quei territori.

ROBERTO TORTOLI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO TORTOLI, Relatore. Signor Presidente, volevo avvertire i colleghi che è stato presentato dall'onorevole Scelli un ordine del giorno su questo tema dei siti abruzzesi. Volevo chiedere loro se non ritenessero di ritirare questo emendamento e di sottoscrivere quell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, mentre si decide il da farsi, volevo fare un'ulteriore puntualizzazione, che non so se è riportata nell'ordine del giorno proposto. Credo che oggi abbiamo uno strumento ulteriore, perché abbiamo fatto una discussione rispetto alla possibilità di transazione nel caso di situazioni che riguardano i siti contaminati.
Credo assolutamente che ci sia lo strumentario per poter affrontare, vieppiù in una situazione di emergenza, la questione dei siti contaminati che venivano ricordati prima, perché, ripeto, oltre agli strumenti tradizionali legislativi, oggi ne abbiamo uno ulteriore in campo, che abbiamo discusso un paio di mesi fa, che è quello del termine della transazione riguardo al danno ambientale.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Lolli 10.17 formulato dal relatore.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, onestamente non posso accedere all'invito al ritiro e spiego perché. Mi sono sforzato di fare questo emendamento - credo di non rivelare nessuna verità particolarmente occulta - sulla base di una sollecitazione che mi è venuta dai dirigenti del Ministero. Lo abbiamo scritto insieme, perché questa cosa non sconvolge niente, ma serve semplicemente ad intervenire in siti ubicati su comuni terremotati.
Tra l'altro, in particolare, i 12 milioni che servono per il sito di Pile e quello de L'Aquila permettono la reindustrializzazione di quel sito; è una cosa che ha costruito con pazienza, con attenzione e con tenacia il Ministero da voi presieduto, quello dello sviluppo economico.
Francamente, chiedo di votare l'emendamento, dopodiché immagino che sarete lo stesso impegnati a risolvere questo problema, però, francamente, non mi sento di tradurlo in un ordine del giorno; è una cosa troppo chiara e troppo semplice perché non la possiate accettare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, con lo stesso spirito con cui abbiamo costruito altre mediazioni, chiederei ancora una volta all'onorevole Lolli di ritirare il suo emendamento per un duplice ordine di motivi. Il primo motivo è che non è che si debba necessariamente aderire ad ordini del Pag. 55giorno scritti da altri, ma ve ne possono essere due di uguale o simile tenore che riportano anche cose differenti.
Come le è noto, tra l'altro, la non approvazione di un emendamento preclude anche che si possa poi presentare un ordine del giorno che riproduca le stesse tematiche; sarebbe, quindi, abbastanza illogico.
A proposito di quanto lei dice, a parte le sollecitazioni di dirigenti del Ministero nei suoi confronti (che comunque sono misteriose: non so chi siano questi dirigenti, ma potrebbero anche riferire ad altri; tutto ciò attiene comunque ad altre questioni), questa è una sollecitazione che è arrivata anche dagli enti locali, dal presidente della regione, dai sindaci, com'è del tutto evidente. Motivo per il quale riterrei più utile il ritiro dell'emendamento in esame, la presentazione di un ordine del giorno che sia anche sufficientemente indicativo e complesso, che illustri una serie di strade che mi pare siano abbastanza condivise, ripeto, tanto da realtà locali quanto dal Ministero stesso: sinceramente sarebbe più utile, come soluzione alla questione.

PRESIDENTE. Onorevole Lolli, accede dunque all'invito al ritiro?

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, non vorrei mettere in imbarazzo nessuno. Non sono avvenute nei miei confronti: ovviamente sono avvenute nei confronti delle istituzioni locali, cioè del presidente della regione e del sindaco de L'Aquila. Io mi sono semplicemente limitato a tradurle in un emendamento; che comunque, mi dispiace, con tutto l'affetto, la simpatia, questa volta chiedo che venga votato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei dire anche io al sottosegretario Menia che ovviamente è fuori discussione la cortesia e la stima, che sono reciproche, e anche il rispetto alla conduzione del dibattito; ma, onorevole Menia, qui stiamo configurando - lo dico anche all'onorevole Vito, che è un esperto statista e conoscitore delle vicende della Camera dei deputati - una situazione nella quale diamo per acquisito il fatto che esistono dei decreti-legge immodificabili, e che tutte le cose giuste che vengono riconosciute all'opposizione avvengono attraverso una tecnica legislativa che è impropria, e che non è soprattutto cogente, perché un ordine del giorno, lei sa perfettamente, ha un valore diverso.
Quello che colpisce però (ed è la riflessione che le rivolgo, e che rivolgo anche ai colleghi della maggioranza) è che voi state continuando a riconoscere che su alcuni argomenti le questioni che vengono sottoposte sono non solo reali, ma identificano dei problemi veri che sono presenti nel decreto-legge; e per delle ragioni assolutamente incomprensibili, atteso che sappiamo perfettamente che non vi sono problemi di tempo, impedite che tali correzioni avvengano nel modo più naturale, cioè attraverso delle modifiche al decreto-legge, e cercate di utilizzare uno strumento un po' tortuoso, che è quello dell'ordine del giorno, per far sì che poi si possa trovare una scappatoia per mettere una pezza a qualcosa.
Siccome stiamo approvando un decreto-legge che ha una valenza straordinaria (uno dei pochi che ha effettivamente valenza straordinaria, perché riguarda una situazione straordinaria, un dramma che si è verificato, e anche la programmazione, la progettazione del futuro di tante persone), noi abbiamo dato disponibilità su alcuni emendamenti a trasformarli in ordini del giorno, per dimostrare ancora volta che non vi era da parte nostra nessuna volontà di fare muro contro muro, ma non possiamo accettare che voi continuate a riconoscerci la giustezza di alcune questioni poste, addirittura la cogenza dal punto di vista del vulnus legislativo di alcune questioni, e poi ci dite che la soluzione è un'innovazione legislativa che passa attraverso degli ordini del giorno, con cui poi voi farete chissà che cosa. Ciò non può essere. Pag. 56
Ringraziamo il sottosegretario ovviamente per la disponibilità, ringraziamo l'onorevole Scelli e tutti i colleghi della maggioranza che prontamente si sono messi a disposizione per firmare gli ordini del giorno, ma le leggi sono le leggi, gli ordini del giorno sono gli ordini del giorno, così come, lei sa perfettamente, che le ordinanze sono le ordinanze. Ragioni per le quali è dall'inizio di questo dibattito che stiamo implorandovi di produrre delle modifiche vere al decreto-legge, perché con le ordinanze e con gli ordini del giorno non si va da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lolli 10.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Abbiamo votato tutti? No. Onorevole D'Incecco? Ha votato. L'onorevole Delfino invece non ha votato. Onorevole Leo? L'onorevole Delfino ha votato, l'onorevole Leo ha votato. Abbiamo votato tutti. Onorevole Cazzola, non è la macchina che non funziona, è lei che è in ritardo! Ci siamo? Onorevole Della Vedova, si segga, altrimenti non vedo se l'onorevole Cazzola ha votato. Ha votato? Va bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 444
Votanti 443
Astenuti 1
Maggioranza 222
Hanno votato
199
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariani 11.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mariani. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, con questo emendamento si richiama la necessità che esplicitiamo al punto 4 del testo: quella cioè di una collaborazione fra il Dipartimento della protezione civile, gli enti locali e le regioni nella realizzazione di interventi volti alla riduzione del rischio sismico per immobili e infrastrutture, a partire prioritariamente dall'Appennino centrale e dalle aree ad esso contigue.
In questi mesi abbiamo assistito ad una discussione che è partita dalla necessità di porre un limite alle infinite deroghe all'applicazione della nuova disciplina sismica, mentre oggi si confronta con il problema della gestione di questa nuova normativa fra il Dipartimento della protezione civile e le regioni. Ora, nella discussione al Senato si è interrotta l'applicazione di una collaborazione leale fra le regioni e il Governo. In proposito, avevamo supplicato che in sede di Conferenza Stato-regioni si potesse prevedere una modalità condivisa per partire non solo dalle aree dell'emergenza sismica e quindi dall'Abruzzo, ma anche dalle altre regioni ad alto rischio sismico: tutte quelle dell'Appennino, soprattutto quelle confinanti con l'Abruzzo, che contengono numerose e molto grandi città ed aree vastissime del territorio italiano. È necessario che su questo fronte si venga ad una leale collaborazione, come spesso richiede la Corte costituzionale.
Con questo decreto-legge noi ci troviamo di fronte all'applicazione della nuovissima normativa sismica, fino a questo momento destinata solo alle opere strategiche, a tutti gli immobili e a tutte le infrastrutture; eppure, resta ancora inapplicata l'organizzazione di molti degli enti locali e delle regioni. Pag. 57
Dal nostro punto di vista quello che chiedevamo e chiediamo con questo emendamento da parte degli enti locali e delle regioni è poco: è la possibilità di avere da parte del Governo la comprensione che l'applicazione di una nuova norma deve trovare un'organizzazione complessiva negli apparati regionali e locali. Si parla di organismi tecnici che devono perlomeno avere omogeneità di preparazione e di aggiornamento, e che devono trovare poi un corretto dialogo con i professionisti e le imprese. Si tratta quindi di rivedere tutto il sistema di progettazione - come è corretto che sia in zone a medio alto rischio sismico -, ma questo comporta anche una modalità di controllo e di verifica che, da oggi in poi, sarà molto differente.
Fino ad oggi nelle zone a rischio elevato ci trovavamo ad avere controlli a campione organizzati dal genio civile delle regioni, mentre questo nuovo meccanismo di applicazione della normativa sismica impone una verifica molto più ampia, in quanto lascia ai professionisti la capacità di dimostrare che con la nuova progettazione si possano raggiungere livelli di sicurezza maggiore. Si definiscono meccanismi prestazionali nella progettazione ingegneristica delle infrastrutture, ma questo richiede che l'ente che fa il controllo possa avere un'organizzazione tale per poter verificare che questi meccanismi siano stati correttamente applicati.
Noi imploriamo il Governo perché tutto questo possa accadere nei tempi e nei modi giusti, ancorché graduali, da prevedere con la protezione civile. Questo è un aspetto importante: noi ci troviamo sempre a fare un bilancio delle calamità naturali e ad osservare che molte delle leggi del nostro Paese non sono applicate, non solo ordinanze, ma anche leggi. Vorremmo invece che vi fosse in tutto il Parlamento la consapevolezza che è inutile cambiare con ordinanze anche meccanismi così delicati di verifica e di controllo - soprattutto in termini di messa in sicurezza dei fabbricati, penso alle scuole, ma si può parlare anche di molti edifici strategici e degli immobili - e poi dover verificare che gli enti locali e le regioni non hanno avuto i mezzi per poter applicare questa nuova norma.
Questo è un argomento di buonsenso che richiede però anche una grande sensibilità ed una grande accortezza nei confronti delle nostre regioni che vogliono applicare le leggi nazionali e le normative che le nuove direttive pongono, ma che devono anche poter disporre dei mezzi per farlo.
In questo senso, è proprio necessario rivolgere un appello al Ministro Brunetta e al Presidente del Consiglio affinché tale meccanismo si olii velocemente e si possa assicurare alle regioni l'opportunità di partire immediatamente con le verifiche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, l'onorevole Mariani che mi ha preceduto ha già ampiamente illustrato qual è la nostra proposta di disegno e di strategia per le verifiche e gli interventi in ordine alla riduzione del rischio sismico, un rischio del quale prendiamo coscienza solo a fronte di eventi gravi e tragici come quelli che hanno colpito il territorio abruzzese.
Vorrei però portare all'attenzione del Governo e dell'Aula l'ultimo comma della nostra proposta emendativa, quello cioè relativo ad un intervento straordinario per far fronte ai fenomeni di dissesto idrogeologico nel territorio della regione Abruzzo.
Abbiamo discusso più volte in questa sede e in Commissione dell'emergenza idrogeologica che interessa il nostro Paese, e credo che un'attenzione esplicita in tal senso debba essere presa seriamente in considerazione dal Governo anche in questo provvedimento, che si propone di far fronte non solo alla gestione dell'emergenza, ma anche alla prevenzione di ulteriori danni che in questo momento non sono assolutamente accettabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 58

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 11.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico? Abbiamo votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 434
Maggioranza 218
Hanno votato
196
Hanno votato
no 238).

Prendo atto che i deputati Barbareschi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariani 11.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, questo emendamento, come altri riferiti all'articolo 11, riveste a mio parere una particolare importanza. Prevenire è sempre meglio che curare: quando si tratta di terremoti questa verità è ancora più cogente.
Il nostro Paese nell'ultimo trentennio ha raggiunto certamente un buon grado di efficienza nella risposta immediata alle sciagure e la Protezione civile funziona. Che differenza tra quanto accaduto in Abruzzo e quel che accadde appunto trent'anni fa quando, nel 1980, un fortissimo terremoto colpì la Basilicata, regione dalla quale provengo, e due giorni dopo, in assenza totale di soccorsi, l'allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, andò in televisione per dire che lo Stato non esisteva.
In trent'anni invece, quanto a Protezione civile e a prima risposta, questo Paese ha fatto grandi passi in avanti. Ma se è vero questo, altrettanto vero è il fatto che siamo ancora totalmente al palo per quanto riguarda la prevenzione sismica e l'adeguamento preventivo degli edifici.
Con questo emendamento chiediamo che venga posto in essere un serio programma di studio su tutti gli edifici pubblici e le infrastrutture strategiche delle regioni più esposte potenzialmente al rischio sismico (si tratta dell'Appennino centro-meridionale) che, quando si verificano tali fenomeni, causa grandissimi costi in termini di vite umane oltre che di distruzione del patrimonio edilizio.
Ricordo - lo sappiamo tutti - che in Abruzzo sono crollati il tribunale, la prefettura, l'ospedale e la casa dello studente, con conseguenze facilmente intuibili. Questo è il senso dell'emendamento: si ponga in essere in tutto il territorio maggiormente esposto al rischio sismico una seria rilevazione dello stato dell'arte degli edifici pubblici e delle infrastrutture strategiche.
Si veda quali di essi necessitano di interventi immediati, e quali devono essere addirittura sfollati per non essere più adibiti alle funzioni che oggi svolgono. Si veda quali manufatti necessitano di ripristino, di messa in sicurezza. Si faccia tutto ciò e immediatamente dopo si rediga un programma di interventi a cui lo Stato, di anno in anno, possa far fronte anche con la partecipazione diretta finanziaria degli enti interessati.
Questo emendamento va nel senso di incentivare la cultura della prevenzione; ve ne è molto bisogno in questo Paese. La cultura della prevenzione, certo, costa, anche questo emendamento ha un costo e anche i programmi successivi ne avrebbero, però certamente costerebbe infinitamente meno che dover provvedere ogni volta a ripristinare gli edifici quasi crollati e, soprattutto, costa infinitamente meno in termini di vite umane perché purtroppo in Italia ogni disastro lo si paga moltissimo in termini di vite umane a differenza di quello che accade in tanti altri Paesi. Ecco il senso di questo emendamento e di altri che lo seguiranno: uscire dalla cultura dell'emergenza per andare seriamente in Pag. 59direzione di una cultura della prevenzione; l'unica che possa salvare vite umane e il nostro patrimonio edilizio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 11.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca...onorevole Nola...onorevole Vico...onorevole Leo...onorevole Sanga. Chi manca ancora? Onorevole Delfino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 428
Maggioranza 215
Hanno votato
193
Hanno votato
no 235).

Prendo atto che i deputati Argentin e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Realacci 11.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, si afferma spesso - ed è un'affermazione giusta - che non bisogna legiferare sotto l'onda dell'emozione e dell'emergenza. Non bisogna, però, neanche fare l'errore opposto: dimenticare la lezione dei fatti, dimenticare le parole che si sono dette dopo che sono accadute delle tragedie e fare come se nulla fosse accaduto. So bene che gli emendamenti in esame avrebbero dovuto essere esaminati dal Parlamento indipendentemente dalla vicenda abruzzese, perché tutti sappiamo che il nostro Paese ha nel rischio sismico, nella delicatezza del nostro territorio, uno dei punti di sofferenza maggiori. Lo sappiamo tutti che non vi è nessuna regione italiana, tranne la Sardegna, che non ha pagato nel corso degli anni passati un prezzo pesante in termini di danni, di lutti, di vite umane; sicuramente il sottosegretario Menia e il Ministro Vito lo sanno in quanto vengono da regioni che hanno pagato un prezzo salato, carissimo e doloroso per i terremoti e per quello che i terremoti comportano. Il sottosegretario Bertolaso più volte ci ha ricordato - lo sappiamo - che i morti non sono prodotti dai terremoti, ma del fatto che gli edifici non resistono ai terremoti. È doloroso qui ricordare che molte delle vittime che sono state contate, purtroppo, nel terremoto che ha colpito l'Abruzzo avrebbero potuto essere evitate se quegli edifici fossero stati costruiti in maniera diversa. Gli emendamenti precedenti che sono stati illustrati dai colleghi Mariani e Margiotta hanno sottolineato quanto è necessario fare sul fronte della valutazione di questi rischi nell'azione di messa in sicurezza delle infrastrutture, degli edifici pubblici essenziali: le scuole, gli ospedali. Abbiamo avanzato delle proposte, sicuramente in questa direzione, e per queste spese, si sarebbe potuto rivedere il patto di stabilità (alcune province hanno i fondi per mettere in sicurezza questi edifici, ma non possono impiegarli).
Ma vi è un problema molto importante e molto più vasto, che è quello delle abitazioni private. Se oggi terremoti come quelli che ci sono stati nel passato - che purtroppo colpiranno ancora il nostro Paese (spero ovviamente che ciò accada in un tempo il più lontano possibile e non nelle nostre vite) - colpissero ancora il nostro Paese (mi riferisco ad esempio a quello drammatico che colpì l'area dello stretto circa cento anni fa) oggi avremmo un prezzo di vite umane drammatico perché una buona parte delle case che sono state costruite non reggono a questi terremoti. Vi è stata poca prevenzione dal punto di vista antisismico, vi sono norme arretrate, molto più arretrate di quelle di altri Paesi, ed è necessario mettere in sicurezza non solo le nuove abitazioni ma anche le abitazioni che esistono. Come fare? Questo non può essere fatto a carico dello Stato. Lo Stato non avrà mai le Pag. 60risorse per agire in questa direzione. L'emendamento che noi proponiamo invita a utilizzare lo strumento del credito di imposta, che si è già rivelato efficace per quanto riguarda, per esempio, l'azione sulla manutenzione degli edifici, attraverso lo strumento del 55 per cento, sull'azione di risparmio energetico. In questa maniera si potrebbe avviare - come è chiesto da tutte le regioni, di ogni segno politico - un'azione straordinaria che offre sicurezza al futuro dei cittadini, rilancia l'edilizia, le piccole e medie imprese sul terreno della qualità, mette in sicurezza gli edifici, protegge la vita dei nostri cittadini, costruisce un futuro migliore. Dovrebbe essere questo il compito della politica. Questa potrebbe essere l'occasione per avviare questa azione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Realacci 11.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Leo... onorevole Berardi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 427
Maggioranza 214
Hanno votato
193
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che i deputati D'Antona e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Froner 13.4. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Froner. Ne ha facoltà.

LAURA FRONER. Signor Presidente, lo scopo dell'emendamento che ho presentato è quello di proporre una riformulazione del comma 2 dell'articolo 13 diretta a rendere compatibile quanto vi è previsto con il quadro statutario di riferimento, nel rispetto delle finalità dell'intervento normativo statale. Mi spiego meglio. L'articolo 13 di questo disegno di legge prevede interventi di contenimento della spesa farmaceutica territoriale finalizzati a realizzare economie nel settore della sanità da destinare alla copertura degli oneri previsti per gli interventi urgenti a favore della regione Abruzzo.
In particolare per le regioni a statuto speciale e per le province autonome che non accedono ai trasferimenti dal Fondo sanitario nazionale il comma 2 dell'articolo 13 dispone il versamento al bilancio dello Stato delle economie di spesa derivanti dall'attuazione della norma di contenimento della spesa farmaceutica territoriale. Per quanto riguarda la provincia di Trento lo statuto di autonomia del Trentino Alto Adige attribuisce alla regione potestà legislativa esclusiva in materia di ordinamento degli enti sanitari ed ospedalieri, e alle province autonome la potestà legislativa in materia di organizzazione dei propri uffici e del relativo personale, nonché di igiene e sanità, ivi compresa l'assistenza sanitaria ospedaliera e la corrispondente potestà amministrativa. Il titolo VI dello statuto attribuisce autonomia finanziaria alla provincia di Trento; in particolare l'articolo 9 del decreto legislativo n. 268 del 1992 disciplina le ipotesi di ricorso da parte delle leggi dello Stato alla cosiddetta formula della riserva all'erario, limitando tale facoltà a ipotesi determinate che si riferiscono esclusivamente a maggiorazioni di aliquote o all'istituzione di nuovi tributi. In relazione all'assetto statutario delle competenze, come descritto, l'articolo 34, comma 3, della legge n. 724 del 1994 prevede che le province autonome di Trento e di Bolzano provvedano al finanziamento del Servizio sanitario nazionale nei rispettivi territori senza alcun apporto a carico del bilancio dello Stato, utilizzando prioritariamente le entrate derivanti dai contributi Pag. 61sanitari e dalle altre imposte sostitutive e, ad integrazione, le risorse dei propri bilanci.
Ecco quindi il motivo per cui propongo una riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Froner 13.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lupi, anche lei! Adesso va bene. Onorevole Martinelli... onorevole Berardi...onorevole Speciale...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato
193
Hanno votato
no 229).

Prendo atto che i deputati Mazzuca e Della Vedova hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Livia Turco 13.6. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà.

LIVIA TURCO. Signor Presidente, questo emendamento, come gli altri due che seguono, riguarda l'organizzazione dell'assistenza sanitaria a L'Aquila e in provincia de L'Aquila. Mi rivolgo in particolare ai colleghi della Commissione affari sociali ed in particolare all'onorevole Castellani che conosce benissimo la situazione de L'Aquila e che anzi ringrazio per il modo puntuale con cui ci ha coinvolto nella Commissione.
Richiamo la vostra attenzione prima di tutto sullo stato dei servizi sanitari in provincia de L'Aquila. Il terremoto ha avuto due effetti molto negativi: il primo riguarda la messa in situazione di inagibilità del presidio ospedaliero San Salvatore che è il più importante, il secondo è il fatto che ha messo in discussione le strutture sanitarie della provincia.
Faccio presente che la provincia de L'Aquila ha una organizzazione sanitaria che presenta sotto parecchi profili delle carenze, accentuate anche dall'aspetto del territorio (il fatto di essere paesi di montagna, la difficoltà di accedere ad alcuni presidi sanitari ospedalieri o di assistenza domiciliare).
Gli strumenti che hanno a disposizione il Governo nazionale e quello regionale per governare la sanità sono due: uno è il piano di rientro, che fu definito dal Governo di centrosinistra e che vedo con favore è stato proseguito dal Governo di centrodestra ed apprezziamo che nel decreto-legge sia rimodulato il piano di rientro e siano previsti 40 milioni di euro.
L'altro strumento - su questo richiamo la vostra attenzione ed in particolare quella dell'onorevole Castellani e di tutti i componenti della Commissione affari sociali - è l'accordo di programma che la regione stipula con il Governo per l'utilizzo delle risorse del cosiddetto «ex articolo 20». Si tratta di risorse destinate all'ammodernamento delle strutture ospedaliere, degli ospedali e delle apparecchiature.
La regione ha fatto questo accordo di programma a partire da una delibera addirittura del 2002 (che perfezionammo poi durante il 2007) e poi vi è una proposta di assegnazione di stanziamento di risorse che risale al 2008. Queste risorse stanziate però non sono state ancora assegnate. Mi riferisco alle risorse stanziate e non assegnate per la provincia de L'Aquila.
Il rischio è che, sia sulla base delle procedure complesse dell'«ex articolo 20» e dunque della normativa vigente, sia per il fatto che nella finanziaria 2007 le risorse per l' «ex articolo 20» sono state drasticamente ridotte, le risorse stanziate per la provincia de L'Aquila, ma ancora non assegnate, per le due cose che ho detto prima, possano essere destinate in altro modo. Pag. 62
Il testo che qui vi proponiamo obbliga in qualche modo a utilizzare per le strutture sanitarie della provincia de L'Aquila le risorse che sono state - lo ripeto - previste e programmate, ma ancora non assegnate.
Quindi, vi chiedo di prendere in considerazione questo aspetto perché credo che sia una misura che va a favore dell'assetto sanitario che, come sappiamo, è particolarmente rilevante per la vita delle persone e di quella provincia in questo delicatissimo momento.

PRESIDENTE. Onorevole Livia Turco, la prego di concludere.

LIVIA TURCO. Rivolgo questo appello e questa richiesta di attenzione anche avendo presente la dedizione con cui gli operatori sanitari, i medici si sono prodigati per affrontare l'emergenza che si è determinata e perché proprio sulla sanità vi è stato uno spirito di collaborazione particolarmente importante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 13.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Bocciardo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 420
Votanti 419
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato
188
Hanno votato
no 231).

Prendo atto che i deputati Lunardi e Della Vedova hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Livia Turco 13.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà.

LIVIA TURCO. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo prosegue quanto detto prima - mi dispiace che non sia stata presa in considerazione la preoccupazione - e concentra la sua attenzione sul presidio ospedaliero San Salvatore. Vorrei partire dal ricordare in quest'Aula le cifre dei danni subiti da tale presidio ospedaliero. Sono stati persi 460 posti letto, 8 sale operatorie, 2 sale operatorie di ginecologia. Con un impegno straordinario del direttore dell'azienda, dei medici in particolare, del Governo regionale, dei volontari e di tutti gli altri oggi sono stati recuperati 116 posti letto e 2 sale operatorie. È previsto il recupero di altri 80 posti letto con una convenzione con l'ospedalità privata e 50 posti letto dovrebbero essere recuperati attraverso l'ospedale da campo previsto dal G8. Inoltre, è stato previsto, attraverso un impegno del Governo, dell'azienda, dei comuni e della regione il recupero di altri 110 posti letto per settembre.
È stato fatto un buon lavoro. Vi è stata una buona gestione dell'emergenza. Tuttavia, chi è andato a L'Aquila a visitare l'ospedale sa quanto - nonostante l'abnegazione, la competenza, la disponibilità dei medici, dei volontari, anzi voglio cogliere l'occasione proprio per ringraziare quei medici e quel volontariato - essere ricoverati in una struttura da campo è particolarmente disagevole.
Quindi, occorre fare modo che l'emergenza ospedaliera si concluda il più rapidamente possibile e che l'ospedale sia messo nelle condizioni di riprendere la sua normale attività. Per fare ciò però il lavoro che deve essere fatto è notevole a fronte dei danni che qui vi ho testè richiamato. Vanno recuperati e ripristinati posti letto, reparti, sale operatorie e tecnologie. Chi è in loco e dirige l'azienda - e anche medici - ci ha sollecitato e anche informato del fatto che è stato svolto uno studio sulle Pag. 63risorse necessarie per rimettere l'ospedale e il presidio ospedaliero nelle condizioni di accogliere l'utenza e di entrare pienamente in funzione.
La valutazione che è stata fatta è che occorrono risorse aggiuntive e che la rimodulazione del piano di rientro con 40 milioni in più che è stata prevista - e che noi apprezziamo - non sarà sufficiente. È stata fatta una stima di 35 milioni e noi qui proponiamo la costituzione di un Fondo straordinario, individuando anche il recupero delle risorse attraverso due modalità che vorrei fossero prese in considerazione dai colleghi. Il primo è il riutilizzo delle risorse dell'ex articolo 20, risorse già stanziate e non utilizzate, quindi non parliamo neanche di risorse aggiuntive. Poi si propone l'utilizzo di un fondo, l'ONAOSI, un fondo di assistenza finanziato dai medici le cui risorse potrebbero essere utilizzate per finanziare questo Fondo.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LIVIA TURCO. Si tratta quindi di una proposta che si fa molto carico del fatto che non basta stanziare risorse aggiuntive, bisogna anche reperirle. Qui noi reperiamo queste risorse meglio utilizzando quelle che sono stanziate. Soprattutto vorrei che i colleghi, in particolare quelli dell'Abruzzo, tenessero presente che la finanziaria che è stata votata da questo Governo sul capitolo sanitario ha ridotto le risorse per i livelli essenziali di assistenza ed ha pesantemente ridotto le risorse per l'ammodernamento degli ospedali e per gli investimenti.

PRESIDENTE. Deve concludere.

LIVIA TURCO. Dunque, se non c'è un capitolo adeguato c'è il rischio che quei presidi ospedalieri non abbiano la possibilità di essere messi a regime (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sento un po' di malumore da parte di alcuni miei colleghi della maggioranza. Vorrei rinfrancarli, dicendo che oltre alle esigenze parlamentari tutti noi abbiamo anche delle esigenze politiche. In ragione delle esigenze parlamentari e delle esigenze politiche abbiamo cercato di strutturare i nostri lavori e la nostra presenza in modo tale che tutto possa essere contenuto. Queste urla sono un po' sgradevoli, non vorrei che ci mettessero di malumore e magari ci dovessimo trovare a dover far saltare degli accordi (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Quindi state calmi, abbiamo ancora del tempo da lavorare, vi fa bene ascoltare quello che diciamo. Se vi agitate troppo possiamo tranquillamente fare un ulteriore passo in avanti e stiamo più felicemente tutti insieme ad occuparci di cose importanti anche nelle prossime ore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà.

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, come vede, onorevole Giachetti, noi non ci ritiriamo e non ci nascondiamo dietro i tempi. Voglio replicare all'onorevole Livia Turco, di cui apprezzo l'intervento. Noi ci uniamo all'apprezzamento per quello che hanno fatto i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari dell'ospedale. Vogliamo dire che l'articolo 13 di questo decreto-legge prevede un finanziamento ben preciso per le necessità della ricostruzione e dell'avviamento di nuove strutture dell'ospedale de L'Aquila. Tuttavia non possiamo accettare così passivamente la proposta dell'onorevole Livia Turco di attingere ai fondi dell'ONAOSI. L'ONAOSI non ha certamente bisogno della mia difesa, guardate (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Pag. 64
Ma quella che propone è una guerra tra poveri, onorevole Livia Turco. In primo luogo, si metterebbe in crisi l'ONAOSI che offre un'assistenza agli orfani dei medici; l'ONAOSI, come le risulterà, ha già dato una sua giusta donazione liberale per l'ospedale de L'Aquila; ha offerto le proprie strutture per accogliere famiglie eventualmente terremotate. Non mi sembra questa la soluzione quando il decreto-legge prevede, come lei ha accennato, intanto un intervento di 40 milioni di euro per il piano di risanamento sanitario della regione Abruzzo - che ha operato pessimamente negli anni passati - e poi ben 380 milioni ben precisamente codificati e prestabiliti da norme sulla farmaceutica.
Quindi mi sembra che non c'è nessuna necessità di penalizzare un ente che offre un'assistenza adeguata e che non provvederebbe nella maniera più assoluta a sanare quel Fondo straordinario che lei vuole istituire (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Livia Turco 13.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico...onorevole Berardi... onorevole Ventucci...onorevole Nizzi...tutti hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 426
Votanti 408
Astenuti 18
Maggioranza 205
Hanno votato
171
Hanno votato
no 237).

Prendo atto che il deputato Giulietti ha segnalato che non è riuscito a ad esprimere voto favorevole.
Il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato al prosieguo della seduta.

Assegnazione a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge ai fini dell'abbinamento ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento.

PRESIDENTE. Nella seduta del 27 maggio 2009 sono state assegnate alla IX Commissione (Trasporti), in sede legislativa, le proposte di legge n. 44 e abbinate, recanti disposizioni in materia di sicurezza stradale.
Per consentire alla stessa Commissione di procedere all'abbinamento richiesto dall'articolo 77 del Regolamento è quindi assegnata in sede legislativa anche la proposta di legge Bratti e Motta: «Modifiche al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di tutela dell'utenza debole e per il miglioramento della sicurezza della mobilità ciclistica e pedonale» (2480) (con il parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VIII, XII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali), vertente su materia analoga a quella delle proposte di legge sopraindicate.

Sull'ordine dei lavori (ore 14,30).

DAVID FAVIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, intervengo a fine seduta, come previsto dal Regolamento, su un fatto che è comunque abbastanza attinente con le questioni che oggi abbiamo dibattuto. Nel comune di Fabriano, nella mia regione - ritengo che i mezzi di informazione non abbiano colto appieno il problema - è presente un problema quasi di ordine pubblico. Se i membri del Governo ascoltano, chiedo alla Presidenza del Consiglio, venuta a conoscenza dei fatti attraverso di me, di farsene interprete presso il Governo e presso la Presidenza del Consiglio. È cessato il termine di sospensione per il pagamento della fiscalità e dei contributi dopo il Pag. 65terremoto che ha colpito le Marche e l'Umbria. Purtroppo gli uffici non avevano approntato i dati da comunicare agli utenti e questi ultimi, che si sono visti richiedere improvvisamente il saldo della contribuzione, si sono trovati a dover accedere a questi uffici in grande quantità, come prima ricordavo, con evidenti problemi di ordine pubblico che l'amministrazione statale non ha saputo gestire né sotto il profilo dell'ordine pubblico né sotto il profilo di una risposta agli utenti.
Quindi le chiederei, signor Presidente, di rendersi interprete presso il Governo affinché la sospensione venga prorogata, come abbiamo più volte richiesto o che, quantomeno, gli uffici si attrezzino e abbiano un po' di tolleranza nei confronti degli utenti affinché ognuno possa sapere quanto deve pagare e abbia il tempo di effettuare questi pagamenti senza che l'amministrazione finanziaria addivenga alle procedure esecutive che sarebbero veramente odiose in una comunità che ha subito danni notevoli e ancora li sta patendo a causa dell'evento sismico che l'ha interessata.

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Favia. La Presidenza provvederà ad interessare l'organo competente del Governo.

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Intervengo per una cosa minuta. Signor Presidente, lei avrà notato, presiedendo oggi, che è più lungo del solito il tempo in cui durante le votazioni la gente non è a posto perché abbiamo i polpastrelli più sudati e fa caldo e molti strumenti vanno in tilt.
Mi domando: posto che vi è l'identificazione personale e posto che in ogni votazione sia accertata l'identità, perché non si può fare come a Strasburgo - lei lo sa - dove una volta che si è votato il voto è espresso, mentre occorre tenere dentro il dispositivo di votazione il dito per tutto il tempo? Bisogna tenerlo per diversi minuti, la volta successiva è più sudaticcio, se per caso ti sposti magari perdi il voto: una volta che il voto è espresso è espresso, tanto è stato identificato.
Secondo me, dal punto di vista tecnico tale problema potrebbe essere risolto. Mi sembra una cosa intelligente. Tanto se uno vuole cambiare basta che schiacci l'altro tasto, e si cambia il voto. Suggerisco che porti questo suggerimento all'attenzione del signor Presidente, perché, come ripeto, mi sembra una cosa sciocca, ma anche molto pratica.

PRESIDENTE. Onorevole Zacchera, il suo suggerimento non manca di buonsenso. Non so però quali sono le strumentazioni tecniche applicate qui, forse sono diverse da quelle dell'aula di Strasburgo, comunque provvederò a portare all'attenzione del Collegio dei Questori la sua sensata osservazione.
Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 14,35, è ripresa alle 15,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali ed il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Orientamenti del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali con riguardo al ruolo della formazione universitaria in relazione all'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro - n. 3-00553)

PRESIDENTE. L'onorevole Misiti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00553, concernente orientamenti del Pag. 66Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali con riguardo al ruolo della formazione universitaria in relazione all'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, il 13 giugno, il Ministro Sacconi, di fronte ai giovani di Confindustria, ha espresso un'opinione sul lavoro dei giovani, anche laureati. In questo periodo di crisi economica, egli ha consigliato ai laureati di accettare qualsiasi lavoro, anche da operai, come gli imbianchini. A nostro avviso, ciò potrebbe essere apprezzato in seguito alla crisi.
Sappiamo che l'Italia è un Paese che investe poco in ricerca scientifica, con un'università che laurea un numero di giovani molto inferiore rispetto alla media europea (e, certamente, rispetto alla media americana e giapponese). È necessario cercare di incrementare il numero dei laureati e di farli lavorare con il proprio livello, anche in un periodo di crisi: da tale crisi, infatti, si può uscire proprio se si eleva il livello della qualità dei prodotti della nostra industria.
Pertanto, chiediamo di sapere quali sono le intenzioni del Governo su questo, rettificando anche la frase che il Ministro Sacconi ha pronunciato a Santa Margherita Ligure.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, in primo luogo, ricordo all'interrogante che l'Unione europea considera giovani coloro che si collocano nella fascia di età tra i 15 e i 25 anni. In questo ambito, invero, si ritrovano in Italia bassi tassi di scolarizzazione, di occupazione, bassi tassi di semplice esperienza lavorativa e bassi tassi di mobilità sociale.
Proprio oggi l'OCSE ha presentato un rapporto, alla presenza del Ministro Gelmini, in cui si rilevano le carenze del sistema scolastico italiano che, peraltro, presenta un costo più elevato rispetto alla media degli stessi Paesi OCSE. Il rapporto insegnante per studente è del 50 per cento in più rispetto a questa media. Quindi, spendiamo di più, soprattutto dal punto di vista del rapporto tra insegnanti e studenti, ma la qualità che viene rilevata da questa ricerca è particolarmente bassa.
È necessario rilevare, per fortuna, che nel corso degli ultimi tre anni, si sono prodotti 300 mila laureati aggiuntivi. Quindi, in una certa misura, il percorso educativo tende a dare qualche risultato quantitativo in più. Tuttavia, se guardiamo alle competenze e alle conoscenze - che la stessa organizzazione internazionale rileva con il «metodo Pisa» (il metodo, cioè, che valuta a campione ciò che effettivamente sanno i nostri giovani) - concernenti la scienza, la matematica e la tecnologia, purtroppo, si riscontrano dati molto sconfortanti.
A ciò si deve aggiungere un fenomeno tutto italiano, che un bravo demografo, nonché parlamentare dell'opposizione, il professor Livi Bacci, descrive come il fenomeno dei «giovani vecchi». Purtroppo, nel nostro Paese, per responsabilità che non sono dei giovani, ma che sono, in parte di famiglie spesso distratte, e in parte riconducibili al sistema educativo (basti pensare anche all'eccesso di offerta di corsi di laurea che determina disorientamento), i giovani pospongono, più che altrove, le scelte responsabili di vita, compresa quella - innanzitutto quella - di ingresso nel mercato del lavoro.
Ecco perché stiamo lavorando affinché si anticipi questo primo contatto con l'esperienza lavorativa. Anzi, il lavoro deve essere parte del processo educativo. È meglio attendere il lavoro desiderato, comunque, nell'attività, piuttosto che nell'inattività.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. In questo modo, si accresce anche la cultura della responsabilità nei nostri giovani. Pag. 67
Il Ministro Gelmini ha voluto 135 milioni di euro per sostenere le borse di studio degli studenti meritevoli; il precedente Governo Berlusconi ha avviato quei nuovi contratti di apprendistato che consentono di recuperare l'abbandono precoce del percorso scolastico, di rafforzare la professionalità nel passaggio dalla scuola al lavoro e di raggiungere, addirittura, titoli universitari attraverso esperienze lavorative in aziende convenzionate con le università.

PRESIDENTE. L'onorevole Misiti ha facoltà di replicare.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, sembrerebbe che, in fondo, la responsabilità della mancata immissione nel mondo del lavoro dei laureati sia dei giovani e delle università. A me sembra, invece, che occorra fare qualcosa in più da parte dell'Esecutivo. Voglio ricordare che l'Italia affronta la crisi dopo un periodo di 15 anni in cui si è verificato il fenomeno di graduale riduzione della competitività del sistema Paese. Molti studiosi attribuiscono questo fenomeno alla mancata immissione nel mondo del lavoro di un numero più elevato di specialisti laureati.
Il Governo, forse, non lo ha voluto affrontare, oppure non ha chiaro il concetto che il problema dell'Italia è quello di uscire dalla crisi proprio elevando il livello culturale nelle imprese per avere prodotti competitivi. È ovvio, allora, che in questo momento non possiamo non chiedere al Governo uno sforzo ulteriore rispetto ai periodi in cui la crisi non c'era. I fenomeni descritti dal Ministro Sacconi ai giovani industriali, cioè il fatto che i laureati fanno gli imbianchini, avvengono negli Stati Uniti, perché lì il numero dei laureati è tre volte superiore a quello dei laureati italiani, e una parte non si inserisce subito nel mondo del lavoro al proprio livello. Da questo punto di vista, noi, paradossalmente, siamo favoriti, perché abbiamo un minor numero di laureati, ma non possiamo pensare che questo minor numero non debba entrare subito nel mondo del lavoro.
Dobbiamo fare qualcosa a questo fine, il Governo deve fare qualcosa, atti concreti che, ad esempio, possono significare anche voucher di sperimentazione nelle imprese, in modo da favorire le convenzioni tra università, territorio e imprese, ma anche enti pubblici, così da consentire ai giovani laureati di entrare nel mondo del lavoro al livello che compete loro, non certamente partendo dallo stato di operai.

(Misure per il recupero del potere d'acquisto del reddito dei lavoratori dipendenti e delle famiglie italiane, anche in relazione all'attuale crisi economica ed occupazionale - n. 3-00554)

PRESIDENTE. L'onorevole Delfino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Vietti ed altri n. 3-00554, concernente misure per il recupero del potere d'acquisto del reddito dei lavoratori dipendenti e delle famiglie italiane, anche in relazione all'attuale crisi economica ed occupazionale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, nel question time dello scorso 20 maggio avevamo segnalato al Ministro Sacconi il progressivo declino dei salari in Italia, rispetto ai Paesi europei, certificato dall'OCSE. Oggi è l'ISTAT che segnala l'erosione del potere d'acquisto dei salari dei lavoratori, in conseguenza di un aumento dei salari inferiore al tasso di inflazione. La detassazione degli straordinari, citata più volte e, peraltro, temporanea, non è stata adeguata a tutelare il reddito, soprattutto per le famiglie con figli, le più penalizzate da questa erosione del potere d'acquisto del salario.
Oggi le famiglie aspettano ancora il quoziente familiare che avevate preannunciato in campagna elettorale e i lavoratori e le imprese aspettano la diminuzione della pressione fiscale e previdenziale. Chiediamo al Ministro come il Governo intenda affrontare questa problematica, perché non c'è più tempo, signor Ministro, per gli spot e per le promesse.

Pag. 68

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, per completezza di informazione ricordo che l'andamento dei salari registrato nell'ultimo trimestre è influenzato, in modo particolare, dalla caduta, rispetto al trimestre precedente, dei salari nel settore del credito e dell'assicurazione, ove, un anno fa, si erano registrati importanti aumenti contrattuali, inclusi pagamenti di arretrati e anche una tantum. Il dato è, altresì, influenzato l'andamento dell'industria, nel quale, ovviamente, sono cadute le ore di straordinario, come, ragionevolmente, i premi di produzione.
La considerazione, peraltro, circa i bassi salari in Italia trova assolutamente il Governo consenziente, tant'è che, fin dal primo giorno di questa legislatura, esso ha voluto sollecitare le parti sociali finalmente a cambiare il modello di contrattazione collettiva, in modo che i salari non siano più frenati dalla contrattazione centralizzata ma, anche grazie alla detassazione delle parti variabili decise nella dimensione aziendale, possano crescere sulla base di accordi aziendali in modo da riflettere l'andamento di quell'azienda, della sua produttività e i suoi stessi risultati.
Per quanto riguarda la famiglia, vorrei ricordare che, pur in un anno straordinariamente difficile come quello che abbiamo vissuto, essa ha potuto beneficiare dell'abolizione dell'ICI sulla prima casa, per quanto riguarda quella parte di famiglie particolarmente disagiate della carta acquisti per gli 80 euro a bimestre, soprattutto quando vi siano figli di età inferiore a tre anni e in contesti di basso reddito o quando vi siano anziani ultrasessantacinquenni. Ricordo ancora il bonus famiglia, erogato all'inizio di quest'anno, che ha consentito erogazioni tra 200 e 1000 euro, in base alla composizione del nucleo familiare, in quella fascia di reddito compresa tra i 15 mila e i 22 mila euro, soprattutto quando magari ci siano, in quel nucleo, familiari non autosufficienti. Ricordo infine il sostegno in conto interessi a favore dei titolari di mutui sulla prima casa o ancora gli interventi sulle tariffe del gas e dell'energia elettrica per le fasce sociali più disagiate.
L'impegno che noi ora ribadiamo è quello di ritornare ad una tassazione che tenga conto della composizione del nucleo familiare, come fece il Governo Berlusconi con le deduzioni per carichi familiari, che rendevano il reddito netto rispetto ai medesimi carichi, nel momento in cui veniva tassato dalle regioni e dai poteri locali. Poi, il Governo Prodi volle, invece, introdurre le detrazioni al posto delle deduzioni, lasciando lordo il reddito rispetto alla tassazione locale, con penalizzazione per i nuclei più numerosi.
Il nostro impegno è quello di lavorare in questa direzione: certo, un onere per miliardi di euro quale, ragionevolmente, è quello connesso a questa riforma, pur giusta e per la quale confermiamo l'impegno, richiede condizioni di finanza pubblica e di andamento dell'economia migliori di quelle presenti.

PRESIDENTE. L'onorevole Delfino ha facoltà di replicare.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, onorevole Ministro, abbiamo con lei una frequentazione che ci consente di parlare con estrema franchezza. Riconosciamo che, delle motivazioni che lei ha elencato, la caduta dei salari sia pienamente comprensibile, però dobbiamo attenerci alla realtà e la realtà è che, pur comprendendo le difficoltà contingenti, riteniamo che occorrano fin da subito risorse fresche per sostenere il reddito e la domanda, senza la quale ogni ripresa è destinata a perdere slancio e a restare ferma ai blocchi. Questa è la prima considerazione.
La seconda considerazione è che a me dispiace dover sottolineare che adesso non vorremmo che, dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto sul nuovo modello di contrattazione - che è di là da venire come elemento di applicazione e dinamico di Pag. 69crescita dei salari - il Governo, in attesa di questa prospettiva, lasci le cose come stanno.
Mi spiace ancora dover dire che, tra la molte misure che lei ha richiamato - credo sia stato un lapsus - lei abbia ricordato l'esenzione dall'ICI sulla prima casa quale elemento a favore delle famiglie in difficoltà. Lei sa benissimo che l'esenzione dall'ICI sulla prima casa, per tutte le fasce reddituali medio-basse, era già stata operata prima di questo Governo e le altre misure - dalla social card a quelle che lei ha ricordato - purtroppo hanno avuto un impatto inadeguato.
Quando richiamiamo con forza l'esigenza di immettere risorse fresche, vuol dire che dobbiamo aggredire fin da subito quella busta paga che in termini generali è molto onerosa per le imprese e i lavoratori, ma che nelle tasche dei lavoratori lascia oggi una quantità di reddito disponibile assolutamente inadeguata.
Credo che lei, onestamente, al di là della sua riconosciuta capacità, ne debba convenire, per cui concludo non formulando un'accusa ma constatando che questo Governo fa troppe promesse che poi è incapace di mantenere.

(Intendimenti del Governo in ordine all'erogazione per l'anno 2009 della cosiddetta «quattordicesima dei pensionati» - n. 3-00555)

PRESIDENTE. L'onorevole Damiano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00555, concernente intendimenti del Governo in ordine all'erogazione per l'anno 2009 della cosiddetta «quattordicesima dei pensionati» (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, signor Ministro, come lei sa il protocollo del luglio 2007 ha definito con le parti sociali, dopo un lungo confronto, importanti risultati di miglioramento del sistema pensionistico.
La domanda è molto concreta e relativa a norme e clausole già operative, una delle quali riguarda l'incremento delle maggiorazioni sociali delle pensioni e degli assegni sociali al fine di garantire al pensionato solo un reddito di 580 euro oppure il passaggio, nel triennio 2008-2010, dal 90 al 100 per cento della indicizzazione.
Per quanto riguarda la cosiddetta «quattordicesima» che va a vantaggio dei pensionati a basso reddito, abbiamo avuto una prima erogazione nell'ottobre 2007 per una spesa complessiva di 926 milioni di euro e per un importo medio di 300 euro, ed una seconda erogazione nel luglio 2008 per un importo di 1 miliardo e 200 milioni di euro con un importo medio di circa 400 euro.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CESARE DAMIANO. La domanda è quando verrà erogata la nuova mensilità nel 2009, vale a dire in quale mese, quanti saranno i pensionati e le pensionate coinvolte e a quanto ammonterà l'importo complessivo stanziato.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, dal 1o luglio dell'anno in corso verrà erogata questa integrazione su base annuale per i pensionati come descritti dall'interrogante per quanto riguarda i criteri di selezione degli stessi beneficiari.
Il numero complessivo sarà di 3.426.383 persone, per un importo medio di 380,84 euro e quindi un onere complessivo di euro 1.304.905.374,84 per l'esattezza.
Si tratta, quindi, di un intervento, come ho detto, su base annua e questi 380 euro corrispondono ad un'intera annualità; ciò mi consente di ricordare che, peraltro, 1.058.299 pensionati di età variabile tra i sessanta agli oltre settant'anni percepiscono un'integrazione mensile. Mi riferisco a quella che il secondo Governo Berlusconi aveva avviato e che ora arriva a Pag. 70garantire un reddito di 516 euro mensili, con integrazioni mensili che arrivano fino 123,77 euro. Ciò ha lo scopo di garantire a tutti gli anziani un reddito minimo che deve corrispondere ad esigenze vitali, che ovviamente devono essere garantite.

PRESIDENTE. L'onorevole Damiano ha facoltà di replicare.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, signor Ministro, sono molto soddisfatto perché questa risposta dimostra che il protocollo del 2007 è in piena funzione e porterà dei grandi benefici a tre milioni e mezzo di pensionati, con un'erogazione una tantum media di 380 euro.
Vorrei fare il paragone con la social card che sicuramente porta meno risultati rispetto alle promesse: qui c'è una piena coincidenza tra quanto stabilito e quanto viene annualmente attuato.
Naturalmente vorrei che tutte le parti di questo protocollo fossero applicate.
Come lei sa, Ministro, noi abbiamo anche fatto un intervento per le carriere discontinue, per i lavoratori precari, con coperture figurative piene, abbiamo garantito la totalizzazione dei contributi, un più favorevole riscatto della laurea, un aumento delle aliquote dei lavoratori parasubordinati per avere un risultato pensionistico adeguato, e la realizzazione, che voi avete fatto, già contenuta nel protocollo, del cumulo tra reddito da lavoro e reddito pensionistico.
Ci auguriamo che l'efficacia del protocollo, dimostrata da queste cifre e dalla spesa complessiva di 1 miliardo 304 milioni nel corso del 2009, venga completata anche con un'altra normativa contenuta nel protocollo stesso, finora non attuata da questo Governo, relativa ai lavori usuranti, che consentirebbe di dare al sistema pensionistico quella caratteristica di equità che permetta ai lavoratori, in questo caso, di andare prima in pensione, quando trascorrono una vita accanto a lavori faticosi e usuranti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative per garantire la sostenibilità del sistema sanitario e adeguati servizi e livelli di assistenza per il cittadino - n. 3-00556)

PRESIDENTE. L'onorevole Scalera ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cicchitto n. 3-00556, concernente iniziative per garantire la sostenibilità del sistema sanitario e adeguati servizi e livelli di assistenza per il cittadino (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

GIUSEPPE SCALERA. Signor Presidente, un sistema sociale si legittima solo per il valore che genera e la sanità, in questo contesto, è indiscutibilmente un parametro fondamentale di riferimento per un welfare autenticamente sostenibile. Però, la reale sostenibilità del sistema e adeguati servizi e livelli di assistenza si muovono indiscutibilmente oggi, come il Ministro sa, in una trincea difficile e complessa, segnata da una grave congiuntura economica e soggetta, soprattutto in alcune regioni del centro-sud, al difficile labirinto dei piani di rientro. Oggi c'è quindi la necessità di invertire il trend economico negativo, mantenendo standard qualitativi elevati e potando i rami secchi di un sistema che troppo spesso si è manifestato come clientelare e che vive ancora di localismi e di egoismi fin troppo esasperati.

PRESIDENTE. Onorevole Scalera, la prego di concludere.

GIUSEPPE SCALERA. Ecco perché, conoscendo il pragmatismo di questo Governo, abbiamo chiesto al Ministro Sacconi quali siano le iniziative assunte nel merito.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

Pag. 71

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, questo Governo ha subito voluto segnalare il profondo divario tra l'area centro-settentrionale e l'area centro-meridionale, che comprende cioè la regione Lazio a scendere, comprendendo la gran parte delle regioni del Mezzogiorno, per quanto riguarda l'efficienza dei servizi socio-sanitari e assistenziali.
A questa inefficienza, che caratterizza l'area centro-meridionale, corrisponde una maggiore onerosità di questi servizi. Insomma, si spende molto di più e si dà molto di meno, al punto che cresce la spesa privata, quella di tasca propria, e cresce soprattutto nel Mezzogiorno. La stima di una crescita complessiva è del 15 per cento. Se poi guardiamo ai tassi di mobilità dalle regioni inefficienti, vediamo che, se l'indice di fuga dalla Lombardia è del 3,8 per cento, diventa del 14,86 in Calabria, del 6,84 in Campania o del 10,29 in Abruzzo. Quindi, spendere di più per dare di meno.
È difficile chiedere al Paese intero, alle sue aree più efficienti, di sostenere questa inefficienza, che non sarebbe solidarietà verso i cittadini, che come abbiamo visto sono penalizzati da questa cattiva organizzazione dei servizi socio-sanitari. È invece doveroso, già dai prossimi mesi, verificare se le regioni che sono sotto osservazione sono in grado da esse di promuovere i nuovi programmi di riorganizzazione con rapidi effetti di cambiamento o se, invece, è necessario procedere ad ulteriori commissariamenti, dopo quelli già realizzati in Abruzzo e nel Lazio.
Si tratta soprattutto di programmi di riorganizzazione che devono sviluppare quei servizi territoriali che attraverso la promozione della prevenzione, della diagnostica precoce, dell'assistenza e della cura primaria, della riabilitazione, dell'assistenza domiciliare agli anziani, dello sviluppo delle residenze e delle soluzioni semiresidenziali per anziani, dovrebbero garantire alle persone soluzioni più appropriate al loro bisogno, evitando invece l'uso improprio dell'ospedale. Spesso poi, come rileva l'interrogante, l'ospedale è perfino pericoloso, quando pretende di avere una caratteristica generalista e un numero di letti inferiore a 20, come accade in alcune regioni. Insomma, è giunto il momento dell'assunzione di responsabilità da parte delle regioni sotto osservazione, in modo particolare Molise, Campania e Sicilia.

PRESIDENTE. Deve concludere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Per non dire della Calabria, per la quale occorrono decisioni tempestive, anche perché la contabilità di molte di queste regioni non è per nulla affidabile.

PRESIDENTE. L'onorevole Scalera ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE SCALERA. Signor Presidente, non posso non esprimere il mio assenso all'impostazione strategica del Governo, e conseguentemente alla risposta formulata dal Ministro Sacconi. Il percorso che ci attende - lo sappiamo tutti - è sicuramente complesso, per molti versi accidentato, ma si muove su indicatori che sono chiari ed espliciti: un potenziamento dei controlli di appropriatezza per le prestazioni sanitarie, una nuova strategia per la centralizzazione di acquisti e servizi, una profonda riorganizzazione della rete ospedaliera, come giustamente ha rilevato il Ministro, una cabina di regia a livello regionale per il controllo della spesa, una rimodulazione e, solo in casi documentati e comprovati, una riduzione dei posti letto dei singoli ospedali; realtà che non tutte le regioni, purtroppo, sono riuscite in questa fase a mettere in atto.
In alcuni casi infatti, a nostro avviso, le relazioni di natura tecnico-finanziaria appaiono ancora limitate, carenti, e rappresentano spesso un modo improprio per guadagnare tempo, per prolungare quella che è un'agonia di natura economica che produce gravissime ripercussioni finanziarie su un sistema sanitario che appare già oggi sufficientemente fragile. Pag. 72
In questo senso, signor Ministro, non posso non riaccendere il periscopio della sua attenzione sul caso Campania, la realtà forse più emblematica del settore. Qui, di fronte alla necessità di recuperare gli sbilanci di natura contabile, di sviluppare un chiaro riordino di natura strutturale, le risposte appaiono ancora incerte e confuse, le scelte in molti casi non appaiono chiaramente dettate dall'esigenza di una razionalizzazione autentica, ma sembrano spesso figlie di egoismo e lassismo, in qualche caso anche di un sofisticato clientelismo: eliminare, ridurre, rimodulare per favorire primariati politicamente vicini, al di là di ogni più logica riprogrammazione.
È una valutazione della quale tener conto, in vista delle prossime mosse del Governo. Dopo il commissariamento della sanità dell'Abruzzo e del Lazio, la valutazione sul commissariamento della sanità campana, sulla quale anche lei, Ministro Sacconi, ha espresso in questi mesi forti accenti, appare un dato cui guardano con attenzione tutto il sistema sanitario e l'opinione pubblica del Mezzogiorno.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIUSEPPE SCALERA. E se un sistema sanitario - concludo, signor Presidente - si legittima solo per il valore che genera in alcune regioni del Paese, questa legittimità appare già oggi fortemente indebolita e compromessa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Misure a favore dei territori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia colpiti dalla recente ondata di maltempo, con particolare riferimento al territorio di Riese Pio X (Treviso) - n. 3-00557)

PRESIDENTE. L'onorevole Guido Dussin ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00557, concernente misure a favore dei territori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia colpiti dalla recente ondata di maltempo, con particolare riferimento al territorio di Riese Pio X, in provincia di Treviso (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, signor Ministro, una tromba d'aria il 6 giugno 2009 ha devastato il territorio di Riese Pio X, in modo particolare la frazione di Vallà, con una forza simile ad un terremoto, creando numerosi feriti, scoperchiando case e colpendo attività produttive, infrastrutture pubbliche viarie e reti, infrastrutture necessarie alla sopravvivenza di ogni momento, capannoni e quant'altro. Duecento sono gli sfollati. Chiediamo quali iniziative il Governo intende assumere per assicurare i finanziamenti necessari a far fronte ai danni, in particolare con riguardo alla ricostruzione del territorio di Riese Pio X, nonché ai danni subìti dal settore dell'agricoltura nelle province di Treviso, Vicenza e Pordenone.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, posso assicurare agli onorevoli interroganti che il Governo ha ben presente la gravità degli eventi che si sono verificati lo scorso 6 giugno nei territori cui si è fatto riferimento e del quale l'onorevole Guido Dussin è sicuramente interessato attivamente da anni, e che il Governo intende intervenire prontamente, per quanto è di sua competenza, al fine di alleviare i danni alla popolazione e di ripristinare le infrastrutture che sono state danneggiate.
La regione Veneto ha fatto pervenire al dipartimento della protezione civile la richiesta di poter deliberare da parte del prossimo Consiglio dei ministri lo stato di calamità, il che potrà consentire ad esso di stabilire i primi interventi utili in favore delle province e delle regioni interessate, e anzitutto dei comuni di Riese Pio X e di Castelfranco Veneto, cui si è fatto riferimento.
Per quanto riguarda poi le due questioni specifiche - quella dei danni ai Pag. 73settori agricoli e quella dei danni nei confronti degli edifici pubblici - saranno naturalmente necessarie apposite iniziative legislative che il Governo auspica possano essere attivate rapidamente dal Parlamento, da una parte per ristabilire il fondo delle spese impreviste e dall'altra per ristabilire, rispetto ai danni che vi sono stati nel settore agricolo, il fondo che era stato previsto dal Governo Berlusconi due legislature fa e che era stato poi azzerato.
In particolare, il Governo auspicherebbe una sollecita approvazione da parte del Parlamento della proposta di legge a firma del presidente Paolo Russo (Atto Camera 2353), che riprende analoghe proposte emendative, anche di iniziativa governativa, presentate ad alcuni provvedimenti che non avevano potuto trovare un iter conclusivo.
Intendo dunque assicurare all'onorevole Guido Dussin l'impegno e l'attenzione del Governo volti a fronteggiare gli effetti che si sono registrati sul territorio cui egli ha fatto riferimento.

PRESIDENTE. L'onorevole Guido Dussin ha facoltà di replicare.

GUIDO DUSSIN. Signor Presidente, personalmente e a nome dei colleghi presenti intendo dichiarare che siamo soddisfatti per la risposta, anche se comprendiamo che per quanto riguarda i danni all'agricoltura bisogna aspettare un provvedimento legislativo. Per quanto riguarda i danni subìti nel comune di Riese e in particolare nella frazione di Vallà, ove si trovano 200 sfollati, sia con questa interrogazione sia con un ordine del giorno al disegno di legge di conversione del decreto-legge sul terremoto in Abruzzo, chiediamo che anche per queste popolazioni venga ripristinato un fondo apposito da parte della Protezione civile. Il dottor Bertolaso ha assunto con me personalmente e con i colleghi della Commissione ambiente e lavori pubblici l'impegno di venire a svolgere un sopralluogo. Sicuramente, dunque, speriamo, questa settimana verrà; già ci aveva dato assicurazioni che sarebbe venuto sabato scorso.
Confidiamo infine che da parte del Governo già venerdì prossimo venga previsto un provvedimento che faccia da copertura per le ingenti spese e per i gravi danni subìti dal territorio di Riese Pio X e da queste province.

(Recente proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali in tema di destinazione per il 2010 delle risorse derivanti dall'applicazione dell'articolo 68 del regolamento CE 73/2009, relativo ai cosiddetti «sostegni specifici» in agricoltura, con particolare riferimento agli effetti sulle aziende agricole del Meridione - n. 3-00558)

PRESIDENTE. L'onorevole Sardelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00558, concernente recente proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali in tema di destinazione per il 2010 delle risorse derivanti dall'applicazione dell'articolo 68 del regolamento CE 73/2009, relativo ai cosiddetti «sostegni specifici» in agricoltura, con particolare riferimento agli effetti sulle aziende agricole del Meridione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, la recente proposta del Ministero delle politiche agricole di destinazione per il 2010 dei cosiddetti «sostegni specifici» in agricoltura risulta fortemente penalizzante per gli agricoltori e gli allevatori meridionali, rappresentando per l'intero comparto un vero e proprio scippo, quantificabile in 30-40 milioni di euro; la stessa proposta comporta una diversa riallocazione delle risorse, spostandole dal Mezzogiorno a tutto vantaggio del nord del Paese.
Noi del Movimento per l'Autonomia ricordiamo che gli agricoltori e gli allevatori del Mezzogiorno finirebbero per godere di benefici assolutamente marginali, pur essendo i principali finanziatori del fondo, che per il 50 per cento servirebbe a finanziare gli interventi sulle assicurazioni Pag. 74e solo per una minima parte ritornerebbe alle aziende agricole del Meridione.
Chiediamo quindi al Ministro se non ritenga che, in sede di rinegoziazione con la Conferenza unificata Stato-regioni, debba aprirsi un confronto per una distribuzione territoriale più equa dei finanziamenti, com'è nello spirito della norma, affinché questa opportunità rappresenti un'occasione per migliorare la qualità e la commercializzazione dei prodotti agricoli meridionali.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Sardelli, il Governo naturalmente non mancherà di valutare - agli effetti di una diversa definizione dei contributi ai quali lei ha fatto riferimento - il contenuto della sua interrogazione. Per adesso posso dirle che in favore degli agricoltori delle regioni del Mezzogiorno, e specificamente di questi agricoltori, sono già disponibili specifici sostegni (ad esempio, i sistemi di certificazione della qualità delle carni bovine che sono ampiamente utilizzati nel comparto zootecnico del Mezzogiorno d'Italia, misure a favore del settore ovicaprino nonché misure a sostegno della produzione dell'olio di oliva di qualità e per talune produzioni di tabacco).
Naturalmente, come lei ha fatto riferimento, la quantificazione finanziaria di tali misure deve essere sempre oggetto di definizione in sede di Conferenza Stato-regioni. In particolare, come da lei evidenziato, l'articolo 68 del regolamento CE del Consiglio n. 73 del 19 gennaio 2009 prevede la possibilità di erogare un sostegno specifico gli agricoltori, ma nel rispetto di determinate condizioni di ammissibilità.
Il Governo - in particolare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, onorevole Zaia - ha presentato un pacchetto volto al sostegno ed al miglioramento della qualità dei prodotti agricoli, all'incentivazione di pratiche virtuose nelle regioni meridionali, al contributo finanziario a favore degli agricoltori che stipulano polizze assicurative.
La scelta dei settori e delle singole misure di intervento è stata effettuata tenendo conto degli obiettivi e delle priorità nazionali, ma cercando anche di garantire una proporzionale distribuzione territoriale delle risorse disponibili. Sarà nella sede cui lei ha fatto riferimento che il Governo cercherà di poter trovare un'ulteriore, migliore compensazione delle diverse esigenze e delle varie zone del nostro territorio senza penalizzare il Mezzogiorno d'Italia.

PRESIDENTE. L'onorevole Sardelli ha facoltà di replicare.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, sono soddisfatto della risposta del Governo, non posso però non ricordare che con l'apertura nel 2010 dell'area di libero scambio euro-mediterranea avremo delle difficoltà per alcuni settori, soprattutto per quelli della produzione agricola mediterranea del nostro Paese (quali l'olivicoltura, la viticoltura, l'ortofrutta, la produzione di agrumi), che soffriranno di una concorrenza sul prezzo particolarmente violenta da parte dei Paesi del nord Africa. Sollecitiamo quindi il Governo alla massima attenzione per la valorizzazione dei nostri prodotti, per la rintracciabilità, per la sicurezza alimentare, per la qualificazione della produzione agricola e quindi per una migliore redditività della produzione stessa.
Ricordo - e concludo - che il settore agricolo allargato, intendendo con questa espressione anche l'agroindustria, è una delle forze trainanti del made in Italy, rappresenta oltre il 15 per cento del prodotto interno lordo ed è uno di quei settori che non va incontro a crisi congiunturali. Sollecitiamo pertanto il Governo alla massima attenzione, nonché all'investimento in termini di risorse nel settore stesso (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).

Pag. 75

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,30 con il seguito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante interventi urgenti in favore dell'Abruzzo.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Bongiorno, Brancher, Brunetta, Caparini, Casero, Cicchitto, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Donadi, Gregorio Fontana, Gibelli, Alberto Giorgetti, Jannone, La Russa, Lo Monte, Mazzocchi, Migliavacca, Milanato, Molgora, Leoluca Orlando, Romani, Soro, Stefani e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Convalida di un deputato proclamato nella XXIV circoscrizione Sicilia 1.

PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta odierna, ha verificato non essere contestabile l'elezione del deputato Giacomo Terranova, proclamato nella seduta del 29 aprile 2009 in sostituzione del deputato Gaspare Giudice per la lista n. 15 - Popolo della Libertà nella XXIV circoscrizione Sicilia 1, e, concorrendo nell'eletto le qualità richieste dalla legge, ha deliberato di proporne la convalida.
Do atto alla Giunta di questa proposta e dichiaro convalidata la suddetta elezione.

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di oggi, mercoledì 17 giugno 2009, la VII Commissione permanente (Cultura) ha approvato, in sede legislativa, il seguente progetto di legge: VANNUCCI ed altri: «Istituzione del premio annuale Arca dell'arte - Premio nazionale Rotondi ai salvatori dell'arte» (867).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2468)

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione è stato, da ultimo, respinto l'articolo aggiuntivo Livia Turco 13.01.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Livia Turco 13.03.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà.

LIVIA TURCO. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo segue le due proposte emendative precedenti, che ho visto non essere state prese minimamente in considerazione dal Governo sebbene fossero di buon senso e di aiuto per le popolazioni locali, e prevede uno stanziamento di risorse per l'ospedale da campo in occasione del vertice del G8.
Voglio cogliere l'occasione per dire all'onorevole Di Virgilio che sono d'accordo con lui nel sottolineare il ruolo di una realtà come l'ONAOSI. Ne ho talmente considerazione che quando ero Ministro ho varato un decreto per salvare questa fondazione. Tuttavia, l'articolo aggiuntivo in esame non configura una guerra tra poveri. Sono talmente estimatrice dell'ONAOSI, che sono convinta che il Parlamento avrebbe potuto chiedere un contributo. Mi preme dire all'onorevole di Virgilio e all'Aula: per favore non veniteci a raccontare che all'interno del decreto-legge vi sono le risorse per la messa in Pag. 76funzione del presidio ospedaliero de L'Aquila e per la messa a regime delle strutture sanitarie della provincia de L'Aquila che sono state colpite dal terremoto. Questo semplicemente non è vero! I 40 milioni di euro che sono stati stanziati, sono stati stanziati per rimodulare il piano di rientro. Siccome da Ministro ho realizzato quel piano di rientro (che riguarda la riorganizzazione del sistema sanitario della regione Abruzzo, per migliorarlo, per combatterne le inefficienze, per ridurre la sanità privata e per modificare l'assistenza territoriale), so bene che voi proseguite con quanto avevamo avviato: il governo regionale non l'ha messo in discussione.
La rimodulazione del piano di rientro vuol dire che quella azione di cambiamento della sanità e anche quell'azione di tagli che sono previsti hanno una modulazione diversa. Questo non significa che i quaranta milioni sono dedicati all'ospedale de L'Aquila. Per la messa in sicurezza di quell'ospedale e - secondo i dati che ho citato stamattina - per il ripristino nello stesso dei molti posti letto, dei molti reparti, delle molte sale operatorie e della molta strumentazione tecnica, oggi non vi è la copertura, perché quei quaranta milioni sono finalizzati alla rimodulazione del piano di rientro. Quindi, vorrei che almeno tra di noi ci fosse l'onestà di dire le cose come stanno e di dire le cose che sono scritte nel provvedimento.
Rimodulare il piano di rientro non significa che ci sono le risorse che noi lì abbiamo quantificato per rimettere in sesto l'ospedale, il presidio ospedaliero, de L'Aquila. Siccome martedì vi sarà - vivaddio dopo molto ritardo - una delegazione della Commissione affari sociali che andrà a L'Aquila, si sentirà dire quello che io, l'onorevole Lolli e l'onorevole D'Incecco abbiamo sentito in un lavoro di ascolto che abbiamo svolto (senza i media e senza nessuno che ci riprendesse, ma questo lavoro di ascolto lo abbiamo fatto): martedì vi sentirete dire che per rimettere in funzione quell'ospedale ci vogliono molte risorse che in questo decreto-legge non ci sono.
Noi molto onestamente avevamo individuato una modalità per recuperare queste risorse, facendoci carico del fatto che le risorse non sono infinite, quindi indicando la strada di un corretto utilizzo di risorse già impegnate nell'ex articolo 20, e che rischiano di non essere utilizzate in modo appropriato, e soprattutto rischiano di non essere utilizzate per L'Aquila e per la provincia de L'Aquila. Tutto qui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà.

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, è semplice replicare all'onorevole Livia Turco che si arrampica un po' sugli specchi e fa un processo alle intenzioni. Io la invito a leggere perfettamente quello che contiene l'articolo 13, ma voglio prima aggiungere che quando lei dice «l'ONAOSI faccia e dia un contributo» le faccio notare che io ho annunciato (l'ho verificato) che già ha dato un contributo così liberale per aiutare le popolazioni colpite dal sisma.
L'articolo 13 prevede misure volte per il 2009 al recupero a favore del Servizio sanitario nazionale da destinare per 380 milioni di euro al finanziamento degli interventi necessari derivanti dagli eventi sismici avvenuti in Abruzzo, e per un massimo di 40 milioni di euro a favore delle misure previste dal piano di rientro dai disavanzi sanitari della regione Abruzzo. Inoltre, si prevede in particolare come recuperare queste somme.
Pertanto, appena il decreto-legge sarà convertito, il Governo destinerà questi fondi in maniera precisa a quanto previsto dall'articolo 13. Quindi non si tratta di arrampicarsi sugli specchi. Non sono dei progetti, sono delle realtà, sono degli impegni precisi che il Governo prende e manterrà, e se saranno necessarie ulteriori risorse provvederemo anche per queste.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 77
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Livia Turco 13.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Stanca... Onorevole Madia... Onorevole Delfino... Onorevole D'Ippolito Vitale... Onorevole Naro... Onorevole Nicolucci... Onorevole Tempestini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 384
Maggioranza 193
Hanno votato
183
Hanno votato
no 201).

Prendo atto che deputati Zamparutti, De Pasquale e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Mistrello Destro, Galati, Abrignani, Di Caterina, Golfo e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Del Tenno ha segnalato che non è riuscito a votare.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 16,45)

PRESIDENTE. Saluto gli studenti dell'Università Villanova di Philadelphia (USA), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Palomba 14.15. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'emendamento in esame introduce un tema estremamente doloroso per tutta la comunità sarda. Esso vuole essere il primo che esprime l'indignazione del popolo sardo per lo scippo che è stato perpetrato a proprio danno, portando via la manifestazione del G8 dalla Maddalena all'Abruzzo.
Voglio dire subito che non abbiamo niente nei confronti della popolazione dell'Abruzzo ed anzi sentiamo soltanto sentimenti di solidarietà e non avremmo consentito che un euro venisse sottratto a questa comunità in favore della Sardegna, ma qui il problema non è una guerra tra poveri.
Gli abruzzesi poveri erano e poveri restano con il decreto-legge in esame che non dà loro le risorse necessarie per uscire fuori da questa drammatica crisi. Alla Sardegna, per cui si apriva uno spiraglio per uscire da una crisi drammatica, avete tolto cinicamente anche questa possibilità, facendola tornare indietro rispetto alle sue aspettative e quindi riconsegnandola ad una prospettiva di povertà.
Lo avete fatto cinicamente, strappando di dosso ad un intera comunità un evento che essa stava lungamente preparando. Non solo, ma in questo modo avete lasciato incompiute delle opere, avete sottratto dei fondi, avete fatto dei danni enormi alle imprese che avevano investito su questo, agli albergatori, ai piccoli commercianti e agli artigiani che avevano investito sulla possibilità che quell'evento si svolgesse. Poiché tale evento non si svolgerà avete creato dei danni enormi.
Ecco che allora abbiamo alcune richieste importanti da fare. Siccome non possiamo opporci alla vostra prepotenza e al vostro cinismo, la nostra richiesta è questa: almeno riducete i danni che avete procurato e garantite che siano previsti fondi per tutte le opere che erano previste nel decreto presidenziale del novembre 2007 (ciò lo abbiamo scritto in questo emendamento).
Dovete garantire che ci siano questi fondi. Non ci fidiamo delle vostre promesse perché siete inaffidabili ed ecco perché vi abbiamo chiesto, con questo emendamento, che entro il 30 giugno vi presentiate per specificare qual è la situazione di tutte le opere. Ne vedremo delle belle, anzi delle brutte, bruttissime, e vedremo che effettivamente tutti i fondi che Pag. 78avevate investito ve li siete portati via per portarli chissà dove, ma non certo in Abruzzo purtroppo.
Con questo emendamento vi chiediamo anche un'altra cosa: di garantire i finanziamenti che erano stati previsti per la Sardegna e di garantirli a totale carico dello Stato. Invece avete preso il 90 per cento dei fondi - che erano dei fondi FAS (fondi per le aree sottoutilizzate) - ve li siete incamerati e li avete portati chissà dove. Questo comportamento è assolutamente cinico e purtroppo viene perpetrato nell'assoluto silenzio delle autorità regionali, che avrebbero dovuto difendere la Sardegna, e nell'assoluto di silenzio di chi anche in quest'Aula e in questo Parlamento dovrebbe difendere gli interessi della Sardegna e invece non si spende in questo senso.
Quindi, se la maggioranza e il Governo dovessero respingere questo emendamento, vorrà dire che effettivamente è vero quello che noi stiamo dicendo e cioè che avete strappato i fondi alla comunità sarda per darli altrove e non certo per darli in Abruzzo. Se invece lo accogliete vorrà dire che le nostre lamentele e la nostra giusta indignazione erano assolutamente motivate (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 14.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Caterina... Onorevole Mazzuca... Onorevole Del Tenno... Onorevole Bratti...
L'onorevole Vico ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 423
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato
203
Hanno votato
no 220).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Golfo e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Boccia 14.101.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, l'emendamento che abbiamo sottoposto al Governo e all'Assemblea in qualche modo ci consente di dare certezza ad un principio che in quest'aula è stato più volte sbandierato, ma puntualmente disatteso. Signor sottosegretario, le rileggo ancora una volta l'emendamento perché mi auguro che lei cambi idea insieme al sottosegretario Casero. Infatti, ho la sensazione che non si siano valutati fino in fondo gli effetti di una non modifica dell'attuale impianto normativo che regola l'intero provvedimento.
Noi chiediamo che, al fine di assicurare il rispetto del principio di solidarietà nazionale, fermo restando che l'attuale consistenza del Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale e del Fondo infrastrutture attribuibile - come lei sa - per l'85 per cento alle regioni del Mezzogiorno e per il 15 per cento al centro-nord, venga salvaguardato questo principio e chiediamo che non avvenga esattamente l'opposto.
Se non interveniamo su questo provvedimento, nel meccanismo di prelievo dall'ex Fondo per le aree sottoutilizzate, ribattezzato Fondo per lo sviluppo economico, che è la quota di competenza della Presidenza del Consiglio dei ministri, di fatto il prelievo verrebbe fatto per l'85 per cento a carico delle regioni del Mezzogiorno e il 15 per cento a carico delle regioni del centro-nord. In altre parole, notifico al collega De Angelis - che questa Pag. 79mattina si affannava nel chiedere anche opportunamente soldi veri - che gli unici soldi veri di questo provvedimento di fatto verrebbero messi a disposizione dalle regioni del Mezzogiorno.
Quindi, con questo emendamento che cosa vi chiediamo? La simulazione che noi le proponiamo, signor sottosegretario le chiedo di essere smentito in aula, è che se dal Fondo dovessero essere prelevati 3 miliardi di euro, 2 miliardi e 550 milioni verrebbero sottratti alle regioni del Mezzogiorno, in particolar modo a Campania, Puglia, Calabria e Sicilia e 450 milioni verrebbero sottratti alle regioni del centro-nord. Le chiedo di essere smentito su questo, ma lei ovviamente non potrà farlo. La proposta che vi facciamo - in linea con tutte le altre proposte che il collega Lolli ha avanzato su questo provvedimento - è di inserire che al presente decreto-legge è imputato dal CIPE per il 50 per cento a ciascuna delle due macro aree geografiche la quota fino alla concorrenza spettante al centro-nord e al centro-sud.

PRESIDENTE. Onorevole Boccia, la prego di concludere.

FRANCESCO BOCCIA. Concludo, signor Presidente, ribadendo che la nostra proposta emendativa consente a questo Parlamento di far sì che il prelievo avvenga in valori assoluti in maniera assolutamente equa: il 50 per cento dalle regioni del centro-nord, e il 50 per cento dalle regioni del centro-sud e del sud in particolar modo.
Se dovesse essere bocciato anche questo emendamento non ci saranno più principi che tengano, perché significherà che le cose che vengono propagandate sono assolutamente diverse da quelle che vengono di fatto realizzate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boccia 14.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesaro, Rampelli, Grassi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 431
Votanti 430
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato
202
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che i deputati Tocci, Mogherini Rebesani e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che i deputati Golfo e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata De Girolamo ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantini 14.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, proseguendo il tema svolto egregiamente dal collega Boccia e in modo, se vogliamo, ancora più diretto e semplice, il gruppo dell'Unione di Centro ha ritenuto, in presenza di carenze di coperture e di necessità evidenti, di presentare un emendamento che, al fine di garantire maggiori risorse per gli interventi di ricostruzione e per le altre misure previste dal decreto-legge, autorizza il CIPE ad assegnare agli stessi interventi una quota aggiuntiva di 1.000 milioni di euro a valere sulle risorse disponibili di cui al Fondo strategico per il Paese previsto dal decreto-legge n. 185 del 2008.
Lo avevamo pensato naturalmente prima di questo atteggiamento di assoluta chiusura manifestato nel corso dell'iter parlamentare e anche per dare una forbice diversa rispetto a quella distanza tra 2-4 miliardi assegnati nella disponibilità Pag. 80del CIPE; volevamo rendere questa forbice più stretta, 3-4 miliardi, in modo da aumentare la copertura minima. Può sembrare un emendamento fuori luogo, dinanzi all'atteggiamento manifestato e a questi chiari di luna. Eppure, più che un emendamento segnato da ottimismo è in realtà segnato da realismo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, ho affermato nel precedente intervento che, quando saremmo giunti all'esame dell'articolo 14 (vi è ancora l'articolo 18 da esaminare), il quale recita «ulteriori disposizioni finanziarie», saremmo entrati nella cosiddetta area dell'ignoto. Adesso sono in grado di argomentare questo ignoto: noi siamo in presenza ormai di un consolidato meccanismo di scatole cinesi dove le risorse finanziarie sono comunque e sempre inesistenti.
Desidero informare quest'Aula, come esponente del gruppo del Partito Democratico in Commissione Attività produttive, che siamo ormai agli effetti collaterali. Infatti, stiamo discutendo in parallelo l'A.C. 1441-ter, più noto come il disegno di legge per lo sviluppo e l'internazionalizzazione, nonché in materia di energia, e ci è pervenuta poche ore fa dal Ragioniere generale dello Stato un'informativa che definirei parziale, ma che tuttavia è utile.
In tale informativa ci viene riferito che, per quanto concerne i fondi FAS, di cui parlava l'onorevole Boccia, impegnati per il fondo strategico ai fini dello sviluppo e dell'internazionalizzazione, quei fondi sono da riservarsi esclusivamente al terremoto d'Abruzzo. Mi permetto cioè di segnalare che nel provvedimento riguardante il terremoto si stanziano da 2 a 4 miliardi di euro per il terremoto. Nel disegno di legge per lo sviluppo, l'internazionalizzazione e l'energia si impegnano altre cifre sempre prelevandole dai FAS e sempre attraverso quest'altra procedura magica di utilizzare un nuovo lessico per le stesse cose: il fondo strategico istituito presso la Presidenza del Consiglio, quantificato in 9 miliardi di euro, rappresenta un'esclusiva quota del fondo FAS impegnata sino al 2012. I due miliardi o quattro da impegnarsi per il terremoto non sono nemmeno qualificati rispetto all'annualità cui vanno riferiti. Noi stimiamo per le annualità 2012-2013 ma il problema che per tutti noi si pone è sempre uno: le scatole cinesi non affrontano i problemi di questo Paese così come il ricorso ai FAS o l'idea di aggiungere un'ulteriore spesa e di evitare di qualificarla come avviene in questo provvedimento. Ribadisco il concetto iniziale che ci è stato chiaro: si adotta un decreto-legge e si determina tutto con le ordinanze. I grandi esclusi sono le autonomie locali e rispetto a tutto questo vi è una cassa che funge da bancomat virtuale a questo punto, perché, ormai, siamo all'esaurimento della quota di FAS nazionale che era quantificata in 27 miliardi di euro. Dunque gli emendamenti che abbiamo fatto precedere, compreso l'emendamento Mantini 14.5, tendono a segnalare una gestione che appare sempre più inconcludente nei confronti dei reali problemi che in questa circostanza vengono affrontati dalle popolazioni dell'Abruzzo e de L'Aquila ma soprattutto rispetto alla sua concreta fattibilità che ci sembra essere sempre più lontana dagli interessi di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà per un minuto.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, intervengo soltanto per sottolineare che, alla luce delle considerazioni espresse dal collega Boccia e dal collega Vico e del silenzio del Governo, è ufficiale ormai che in questo Paese i deboli aiutano i deboli e si finanziano i lavori di ricostruzione del terremoto con i soldi di altri deboli, cioè di coloro che sono colpiti dalla crisi e dal sottosviluppo. Ritengo che questo dovrebbe farvi vergognare: pensateci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia dei Valori)!

Pag. 81

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantini 14.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Stagno D'Alcontres ... l'onorevole Del Tenno ha votato... l'onorevole Pelino ha votato... onorevole Galletti... onorevole Stagno D'Alcontres...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 441
Votanti 440
Astenuti 1
Maggioranza 221
Hanno votato
211
Hanno votato
no 229).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Barbaro e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

Passiamo alla votazione dell'emendamento Boccia 14.102.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, resto in attesa di una risposta del sottosegretario, che temo non arriverà alla fine della discussione sul provvedimento in esame e neppure nei prossimi mesi, quindi do per scontato che ufficialmente le risorse fresche, quelle vere per coprire i costi del terremoto in Abruzzo, vengono di fatto chieste alla parte più debole del Paese. Come in qualche modo indirettamente dice anche l'emendamento in esame, anziché provare a costruire un'imposta di scopo che noi proponiamo venga applicata a patrimoni con valore catastale superiore al milione di euro, noi non solo preleviamo dai territori più poveri, ma poi chiediamo agli italiani meno solidi - a quelli che in qualche modo tentano la fortuna e che come noto non la tentano né in via Condotti né in via Montenapoleone, caro Presidente, ma nei bar di periferia - di aumentare le entrate attraverso il gioco, attraverso il lotto, attraverso la fortuna ed evitiamo di chiedere risorse a chi invece un'imposta di scopo una tantum avrebbe potuto pagarla nel nostro Paese.
La cosa più grave è che in quest'aula non sentiamo il parere di una parte del Parlamento e non sentiamo soprattutto il parere di tutti quei deputati del Popolo della Libertà che hanno avuto una delega un po' più pesante anche nelle ultime elezioni e che fanno finta di non veder ciò che sta accadendo col provvedimento in esame.
Un'ultima richiesta al Governo: si smetta di imputare all'incapacità di tutte le regioni del nord, del sud, del centro e delle isole, le responsabilità sul mancato utilizzo del Fondo per le aree sottoutilizzate. Infatti, stiamo parlando da mesi della quota di competenza del Governo centrale e il Governo deliberatamente, in totale autonomia, ha deciso di destinare ad altro quelle risorse. Evitiamo di raccontare agli italiani la favoletta che, poiché le regioni non sono capaci, allora ci pensa qualcun altro, perché qualcun altro ci ha già pensato, ma indipendentemente dalle capacità delle regioni. Le risorse stanziate per le regioni e per i progetti regionali resistono ancora temo per qualche mese, poi saranno oggetto di aggressione da parte di un Governo incapace di una programmazione economica e finanziaria. Per il momento, dopo 14 mesi, sono sparite le risorse che erano un tempo di competenza centrale e che evidentemente sono state utilizzate per altro.
Con l'emendamento in esame vi chiediamo un'assunzione di responsabilità e cioè di chiedere di contribuire alla parte più abbiente, alla parte che è in grado di Pag. 82dimostrare, attraverso le nostre agenzie delle entrate, un patrimonio superiore per i valori catastali (e tutti sanno cosa significa il valore catastale, che è di quattro, cinque o sei volte inferiore al valore reale di mercato). Noi vi chiediamo la possibilità di istituire una tassa una tantum, che in qualche modo ci consenta di evitare l'utilizzo delle risorse in maniera impropria delle regioni più deboli, rispetto alle quali non vi abbiamo chiesto di cancellare le risorse prelevate al centro-sud; vi abbiamo chiesto di far sì che il centro-nord versi lo stesso contributo del centro-sud: non 2,550 miliardi al sud e 450 milioni di euro al nord. Ma nello stesso tempo vi stiamo chiedendo di istituire una tassa di scopo - e ho concluso - che si sostituisca di fatto alla pessima idea di potenziare il gioco e la propensione alla scommessa degli italiani, che normalmente non scommettono perché sono abbienti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boccia 14.102, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Paglia? Hanno votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 447
Votanti 445
Astenuti 2
Maggioranza 223
Hanno votato
215
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che i deputati Abrignani e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lolli 14.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lolli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, colleghi, un po' di pazienza, è l'ultimo emendamento sul quale interverrò. Potrebbe sembrare un emendamento di dettaglio, ma come sapete, vi sono dettagli che cambiano la vita delle persone e, quindi, vi pregherei di tenere presente quanto dico.
L'emendamento in esame concerne il comma 5-bis dell'articolo 14 (inserito al Senato), che, a mio avviso, è positivo e giusto. In tale articolo, tra le altre cose, si attribuisce al sindaco, d'accordo con il vicecommissario ai beni culturali, in caso di specifici e particolari interessi paesaggistici e artistici, la possibilità di stanziare risorse per ricostruire anche i beni monumentali privati che sono stati interessati dal sisma.
In questo modo, si è voluto, giustamente, provare a rispondere ad un problema di cui abbiamo tanto parlato in questa sede: nella città vi sono centinaia e centinaia di beni monumentali, spesso di palazzi, che sono di proprietà privata e che rappresentano un valore importante.
Naturalmente qui si specifica... Vorrei che il sottosegretario mi ascoltasse, se fosse possibile... ma non fa niente, rimarrà agli atti, così si potrà capire ciò che voglio dire.

PRESIDENTE. Sottosegretario Menia, per cortesia...

GIOVANNI LOLLI. Nella citata previsione, si specifica che questo deve avvenire «tenuto conto della situazione economica individuale del proprietario». Capisco e condivido ciò che si vuole dire, ma era necessario scrivere diversamente. Bisognava scrivere: «tenendo presente la situazione del reddito del proprietario». Scritto in questo modo, si fa riferimento al patrimonio.
Si provi ad immaginare. Il patrimonio del signore che possiede un palazzo è Pag. 83determinato anche dal medesimo palazzo: più è grande e più è importante, più l'asset patrimoniale cresce. Tuttavia, sono proprio i beni più importanti quelli che dovremmo cercare di riparare. Quindi, il bene di questo signore finisce per escludere esso stesso la possibilità che sia remunerato.
Pertanto, nel comma in oggetto è necessario scrivere non «tenuto conto della situazione economica», ma «tenuto conto del reddito», altrimenti temo che quando si faranno delle interpretazioni, si faranno dei pasticci. Tutto ciò sempre nel senso di migliorare il decreto-legge in esame, affinché, poi, possa essere applicato positivamente, anche cogliendo lo spirito di quanto è scritto (anche se immagino che questo emendamento, come gli altri, ahimè, verrà da voi bocciato). Lavoriamo tutti, affinché, poi, nelle ordinanze interpretative, si forzi questo punto e si eviti che si possa andare incontro a qualche pasticcio interpretativo o, magari, a qualche contenzioso. È necessario riparare esattamente quei palazzi monumentali in cui non abitano famiglie di principi, ma signori che, certamente, non hanno le risorse per pagare la riparazione per conto proprio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lolli 14.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ministro Meloni? Onorevole Bocchino? Hanno votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 435
Votanti 434
Astenuti 1
Maggioranza 218
Hanno votato
206
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che i deputati Paladini, Naro, Monai e De Micheli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Stanislao 15.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, chiedo al rappresentante del Governo di prestare un po' di attenzione: questa è l'ultima delle diciotto proposte emendative che abbiamo voluto mantenere in discussione in Aula rispetto al centinaio presentate. Non è un emendamento che ha dei costi, signor sottosegretario. In questo caso apprezziamo la riformulazione introdotta al Senato, che conferisce mandato agli enti locali di monitorare e verificare l'andamento dei lavori di ricostruzione. Nello stesso tempo, esso sancisce il principio che eventuali risorse che arrivassero dall'Europa non debbano andare a sottrarre quelle che già mettiamo in campo, ma si aggiungano ad esse.
Ebbene, signor sottosegretario (è l'ultimo intervento, chiedo un po' di attenzione...), vorremmo solo che il Governo - in questo caso il commissario delegato - si assumesse l'impegno di rendere più trasparente e di comunicare all'esterno l'utilizzo delle risorse che giungono dalle donazioni liberali. Infatti, è importante garantire a tutti i cittadini e a tutte le imprese, italiane ed estere, che danno risorse per la ricostruzione dell'Abruzzo che queste vadano a buon fine. Chiediamo solo che il Governo ne diventi garante e che renda questa comunicazione di trasparenza alla comunità. Gradirei ricevere una risposta dal sottosegretario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico sostiene questo emendamento del collega Pag. 84Di Stanislao, che è teso a garantire la trasparenza sulla gestione dei fondi derivanti dalle donazioni liberali. Anche questa volta, gli italiani hanno dimostrato la loro generosità - e non solo gli italiani - e dobbiamo concorrere a che la gestione dei fondi sia il più trasparente possibile.
A conclusione del dibattito, signor Presidente, approfitto - anche perché rimanga agli atti dei nostri lavori - per riprendere un tema che, a mio avviso, non è stato affrontato a sufficienza nel dibattito di questo decreto-legge.
Sono passati oltre 60 giorni dal sisma e abbiamo ancora migliaia di persone nelle tende. Personalmente, come ho sostenuto in più di una occasione, considero un tragico errore aver pensato di scavalcare la fase dei prefabbricati leggeri. È un tragico errore, un'ambizione azzardata pensare di lasciare la gente nelle tende fino a che avrà una destinazione abitativa vera e propria. Andava assolutamente sfruttata la fase dei prefabbricati leggeri.
Le zone abitative provvisorie che avete previsto arriveranno, secondo le ambizioni e le aspirazioni del Governo, dopo centottanta giorni dal sisma, cioè dopo sei mesi. Secondo la realtà, arriveranno dopo nove mesi. Il cronoprogramma delle opere è pubblicato oggi sui giornali sulla base di fonti della Protezione civile. Può essere stata soltanto la folle esaltazione iniziale a farvi tentare questo colpo di teatro.
Intervenendo stamattina l'onorevole Castellani ha cercato di minimizzare, ha banalizzato il fatto e ha detto: ma cosa cambia se passano da una tenda a una baracca? Cambia, è sostanzialmente diverso! La vita in una tenda è impossibile, ci sono situazioni di coabitazione. La vita in un modulo prefabbricato che si piazza su traversine, che si apre in pochi giorni è completamente diversa per l'intimità, per l'igiene, per i bagni e per il rumore, e voi pensate ancora di non modificare questo provvedimento. Oggi avevate un'occasione per modificarlo, poiché è parziale e insufficiente; la state mancando, soprattutto in questi casi che incidono così pesantemente sulla vita delle persone (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Stanislao 15.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Non vedo segnalazioni. Onorevole Simeoni... Onorevole D'Ippolito, provi. L'onorevole D'Ippolito non riesce a votare. Provi adesso. Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 436
Votanti 435
Astenuti 1
Maggioranza 218
Hanno votato
208
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che i deputati Dionisi e De Micheli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fadda 17.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fadda. Ne ha facoltà.

PAOLO FADDA. Signor Presidente, onorevoli colleghi comprendiamo che, di fronte ai drammi che le popolazioni abruzzesi stanno vivendo e che con grande passione e competenza sono stati descritti in quest'Aula dai colleghi dell'opposizione, il contenuto di questo emendamento possa apparire, ad una lettura superficiale, non opportuno. Credo, tuttavia, che occorra dare atto del grande senso di responsabilità e generosità che i sardi hanno dimostrato nei confronti degli abitanti abruzzesi.
Con questo emendamento stiamo semplicemente proponendo in norma un impegno che il Presidente Berlusconi assunse Pag. 85quando il Consiglio dei Ministri decise, senza neanche avvisare il presidente Cappellacci, lo spostamento del G8 in Abruzzo. Il nostro statuto prevede non solo che dobbiamo essere avvisati, ma che debba partecipare lo stesso presidente della regione ai lavori del Consiglio dei Ministri quando siano interessati problemi della nostra isola.
Il trasferimento della sede del G8 dalla Sardegna all'Abruzzo conferma, ancora una volta, in che modo questo Governo affronti i problemi della nostra isola.
Chiediamo, con questo emendamento, che la Sardegna, l'isola de La Maddalena, rimanga la sede del vertice mondiale dell'ambiente che si dovrà tenere entro la conclusione della Presidenza italiana del G8. Ecco perché non comprendiamo il parere contrario del Governo e del relatore, rispetto a un provvedimento che è stato pensato, ideato, annunciato, propagandato e venduto dallo stesso Presidente Berlusconi per compensare, almeno in parte, il danno che ci è stato procurato con lo spostamento del G8.
Invito, pertanto, il Governo a modificare il proprio parere. Se questo non dovesse avvenire, invito almeno i colleghi sardi ad unirsi con un voto favorevole al nostro, affinché il Presidente del Consiglio mantenga gli impegni che ha assunto dinanzi a tutta la Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nizzi. Ne ha facoltà.

SETTIMO NIZZI. Signor Presidente, i colleghi sardi del centrosinistra non potevano non cogliere un'occasione così ghiotta - secondo loro naturalmente - per fare un po' di battage pubblicitario per la coalizione alla quale appartengono, prendendo spunto dallo spostamento del G8 da La Maddalena a L'Aquila. Non possono e non devono, secondo me, dimenticare che sia il precedente Governo Prodi che lo stesso governo regionale della Sardegna del dimenticato presidente Soru avevano senza dubbio indicato ne La Maddalena la sede nella quale si sarebbe dovuta tenere l'importantissima riunione politica del G8, ma - ahinoi - avevano dimenticato una cosa di poco conto, ossia di inserire in finanziaria, l'ultima a loro attribuibile, le dotazioni finanziarie necessarie alla realizzazione dell'evento. Non avevano dimenticato niente, a parte i soldi e le opere collaterali infrastrutturali programmate di concerto con la regione, mentre il presidente della regione si era superato, in questa fase, dimettendosi giustamente prima di approvare la finanziaria regionale.
Gli italiani hanno fatto sì che il centrodestra vincesse le elezioni politiche nel 2008 e che Soru perdesse malamente la competizione elettorale e, fortunatamente per noi sardi, è scomparso.
Vorrei ricordare ai colleghi che è stato il Governo Berlusconi a deliberare gli ingenti finanziamenti affinché molte delle opere infrastrutturali dirette o indirette alle finalità dell'evento potessero iniziare ed alcune essere ultimate.
Tutto si poteva pensare in questo periodo tranne che la natura potesse ancora una volta sconvolgere la vita di migliaia di nostri connazionali con la perdita di circa 300 vite umane e che un'importante porzione del territorio italiano andasse distrutta con danni ad oggi incalcolabili.
Da sardo non posso sottacere il dispiacere che il G8 non possa aver luogo nella nostra bellissima isola. Penso però, con serenità d'animo, che abbia fatto bene il Presidente Berlusconi ad indicare la città de L'Aquila come sede definitiva del G8, occasione unica per dare maggiori risposte e slancio alla già brillante opera di ricostruzione messa in piedi dall'attuale Governo in quei territori devastati.
Mi rammarico ancora oggi per l'esclusione della stragrande maggioranza delle imprese sarde dagli appalti principali delle opere del G8 in Sardegna, ma vi chiedo: dove eravate voi e, soprattutto, dov'era il presidente Soru quando il mondo imprenditoriale sardo e le organizzazioni di categoria, Confindustria ed altri, richiedevano Pag. 86a gran voce di essere inserite tra le aziende che avrebbero dovuto realizzare le opere programmate?
Oggi con la proposta di conversione del decreto-legge n. 39 del 2009, all'articolo 17, ci troviamo di fronte a due grossi problemi di ordine amministrativo e politico.
Il primo pone la data del 1o marzo come termine ultimo per il pagamento degli oneri accessori delle riparazioni (accelerazioni, doppi turni, e via seguitando) anche per le imprese che abbiano sostenuto tali oneri sino al 30 aprile 2009.
Il secondo contiene la promessa che le opere programmate già iniziate verranno ultimate con i fondi regionali e degli enti locali.
La Commissione ed il Governo hanno espresso parere contrario su tutti gli emendamenti relativi a questo articolo e presentati sia dall'opposizione che da esponenti di maggioranza, tra i quali chi vi parla. Tuttavia, ritengo che, riguardo al primo punto, né il Governo, né tanto meno i dirigenti e i funzionari ministeriali che hanno sottoscritto i contratti con le imprese interessate alle lavorazioni possano pensare di rischiare in prima persona eventuali danni da rifondere alle stesse, non riconoscendo diritti acquisiti alle imprese che hanno concretamente svolto il compito loro assegnato a seguito di un contratto regolarmente sottoscritto.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SETTIMO NIZZI. Il secondo punto riguarda l'impegno del Presidente Berlusconi, uomo d'onore che ha sempre mantenuto la parola data e gli impegni assunti (e più volte ribaditi, anche solennemente, come in questo caso) di portare a termine tutte le opere programmate concordate con la regione sarda (Commenti dei deputati dei gruppo Partito Democratico).
Egli ha più volte ribadito che avrebbe trovato i fondi necessari alla realizzazione degli interventi programmati e per nessun motivo al mondo farà mancare anche stavolta il suo sostegno alla sua isola adottiva.
Chiedo, pertanto, a nome mio e di tutti colleghi, sardi e non, che vorranno condividere questa proposta, che la Commissione parlamentare e il Governo esprimano questa volta un parere favorevole sugli ordini del giorno che abbiamo presentato, onde formalizzare l'impegno solenne assunto dal Presidente Berlusconi nei confronti della comunità sarda.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SETTIMO NIZZI. Infine, ritengo che il Fondo da istituirsi presso il Ministero dell'economia e delle finanze che accolga eventuali economie della lavorazione in Sardegna non debba servire come fondo indistinto, ma debba invece servire come fondo per contribuire al finanziamento delle opere già programmate (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'onorevole Nizzi ha svolto un intervento molto garbato; egli, d'altra parte, proviene dal territorio della Gallura e non sa come barcamenarsi. Tuttavia, il suo è anche un intervento desolato, dispiaciuto per le stesse ragioni per le quali siamo dispiaciuti noi.
Il punto è che ha confermato drammaticamente che abbiamo ragione: egli afferma che non c'erano soldi, noi diciamo che c'erano e non ci sono adesso. Comunque, ha riconosciuto che adesso i soldi non ci sono e, quindi, ha confermato che facciamo bene noi a dire che i soldi che c'erano sono stati tolti.
D'altra parte, voglio ricordare una marcia di protesta e di indignazione bipartisan organizzata anche da vasti settori del centrodestra.
Tra questi vi era il parlamentare e collega esimio Carmelo Porcu, e hanno protestato contro la soppressione dei fondi destinati alla strada Sassari-Olbia.
D'altra parte, Nizzi non può limitarsi a dirsi dispiaciuto per i danni alle imprese. Pag. 87Noi abbiamo presentato un emendamento tendente alla costituzione di un fondo per il ristoro alle imprese danneggiate dalla mancata celebrazione del G8, alle imprese che avevano svolto lavori e che si aspettavano un guadagno. Noi su questo punto notiamo, ancora una volta, la reticenza dei colleghi del centrodestra.
La realtà è una sola: il Presidente Berlusconi non ha mai amato la Sardegna, neanche in questo caso. Casomai, l'ha utilizzata, ma per finalità sue (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, vorrei rispondere al collega Nizzi, che è stato sindaco della mia città e del quale mi confesso anche amico.
Voglio ricordare che il Governo Prodi e la giunta Soru avevano stanziato 834 milioni di euro. Il Governo Berlusconi prima li ha confermati con un'ordinanza del mese di agosto, poi li ha eliminati con un decreto-legge nel mese di ottobre. Questi soldi non sono più rientrati. Questa è la verità, tutto il resto è propaganda.
Registro anche che prima era il Presidente del Consiglio Berlusconi a dichiarare che si sarebbero fatte le opere collaterali nel nord Sardegna e a La Maddalena, poi il Ministro Matteoli, poi il Ministro Scajola, adesso sono il sottosegretario Miccichè e i parlamentari sardi del Popolo della Libertà. Il livello si sta abbassando e, quindi, noi siamo molto preoccupati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fadda 17.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sposetti, Sbrollini, Rossi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 430
Votanti 429
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato
205
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che il deputato Libè ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Berardi e Berruti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Marrocu 17.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marrocu. Ne ha facoltà.

SIRO MARROCU. Signor Presidente, ritengo che temi come quello che stiamo dibattendo stasera si prestino poco a strumentalizzazioni. Stamani, alcuni colleghi hanno ricordato come la Sardegna sia l'unica regione d'Italia che non è stata mai interessata da fenomeni sismici, anche se in verità varie calamità le abbiamo avute e non solo naturali.
Con questo emendamento, noi vogliamo però ridurre gli effetti collaterali che in questo momento stanno interessando la Sardegna ed io mi auguro che lo stesso possa essere accolto dal Governo, perché non determina aggravi di costi né stravolge la norma.
Noi proponiamo di sopprimere le parole: «nei limiti delle risorse rese disponibili dalla regione Sardegna e dagli enti locali». Non riusciamo a capire perché l'ordinanza si applichi per le opere che devono essere completate, per le opere che sono state già programmate e per le opere che potranno essere programmate, però solo esclusivamente se sono programmate con risorse regionali o di enti locali.
Sopprimere queste parole non significa garantire che ci saranno obbligatoriamente risorse dello Stato, ma non lo esclude; mentre, con questa dicitura, l'articolo sembrerebbe escludere la possibilità Pag. 88che lo Stato possa e debba intervenire in quel territorio per programmare ulteriori opere.
La Sardegna fu scelta come sede del G8, perché - lo vorrei ricordare - è la regione che dà i due terzi delle servitù militari nazionali, che l'arcipelago de La Maddalena era occupato da basi militare con sommergibili a testata nucleare e che è stato smilitarizzato. Quindi, attraverso la scelta della Sardegna e in particolare de La Maddalena, si voleva mandare e proiettare nel mondo un messaggio di pace. È stato poi deciso lo spostamento in Abruzzo.
Non vi è stata in Sardegna alcuna protesta, e ha fatto bene il collega Paolo Fadda a ricordarlo, per la solidarietà che i sardi hanno sempre dimostrato verso quelle popolazioni, e che stanno dimostrando ancora oggi, tutti i giorni, con i volontari sardi che stanno operando concretamente in Abruzzo. Però non vorremmo neppure che da questa situazione (tra l'altro l'Abruzzo sicuramente non ha bisogno di una vetrina, ma di case) si abbia un danno alla Sardegna. Sopprimere queste parole ridurrebbe gli effetti negativi collaterali per il nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marrocu 17.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sposetti, onorevole Pes, onorevole Foti, onorevole Saltamartini, onorevole Calgaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 423
Votanti 422
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato
200
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che i deputati Paladini, Vannucci e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, e che il deputato Berruti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Calvisi 17.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, le confido un certo imbarazzo, mio e dei colleghi sardi, nell'intervenire su questo tema, perché davvero per noi la priorità della discussione sul provvedimento in esame è l'Abruzzo, perché stiamo parlando di ricostruzione, stiamo parlando di interventi per alleviare le sofferenze di chi ha avuto morti in casa, di chi ha perso la casa, di chi ha perso il luogo di lavoro; stiamo parlando di un provvedimento che deve cercare di dare speranze nel futuro ad una realtà del territorio nazionale colpita da questa immane tragedia. Anche per noi sardi la priorità del provvedimento è dunque l'Abruzzo. È sbagliato mettere in contrapposizione le ragioni della Sardegna con quelle dell'Abruzzo; però tant'è, in questa situazione ci ha messo il provvedimento del Governo.
Signor Presidente, noi continuiamo a contestare la scelta dello spostamento del G8 dalla Sardegna all'Abruzzo, perché è un'azione che toglie molto alla Sardegna e dà poco all'Abruzzo. La ricostruzione dell'Abruzzo non è legata al G8 che si svolgerà nel mese di luglio: l'organizzazione del G8 non è la priorità dell'Abruzzo, semmai può essere, come ci dicono sottovoce anche i colleghi della maggioranza dell'Abruzzo quando parliamo con loro, anche un intralcio per alcuni processi di ricostruzione importanti che lì si stanno avviando. Basta vedere, signor Presidente, il ruolo marginale che ha avuto l'esame dell'articolo 17 in Commissione, e anche nella discussione sulle linee generali in Aula. Non è una priorità quindi per Pag. 89l'Abruzzo, è una priorità sicuramente per l'immagine del Governo.
Noi vogliamo essere un può più realisti del collega Nizzi, e proponiamo che gli impegni che il Presidente del Consiglio e i deputati della PdL hanno preso sulla stampa siano tradotti in legge, per fare le opere programmate nell'isola della Maddalena e nel nord Sardegna con fondi regionali, utilizzando i fondi FAS: furono il Governo Prodi e la Giunta Soru a destinare quelle risorse alla Maddalena e al nord Sardegna per fare opere importantissime, tra cui la Olbia-Sassari. Chiediamo che questi impegni siano tradotti in legge e siano sanciti da un emendamento approvato dalla Camera.
Noi siamo convinti che in questo modo vi siano le condizioni per fare quello che lo stesso Governo dice di voler fare, però non vogliamo essere più presi in giro. Vorrei ricordare una cosa: le strade, le opere, quelle relative alla ricostruzione delle case del centro storico dell'Aquila e quelle da fare nell'isola della Maddalena e nel nord Sardegna non si fanno con i comunicati stampa né di Palazzo Chigi, né dei colleghi parlamentari della PdL o di qualche sottosegretario: si fanno con i provvedimenti di legge, si fanno con i decreti-legge, si fanno con atti aventi forza giuridica vincolante per tutti.
Questo noi chiediamo. Chiediamo che il tempo delle promesse volga definitivamente al termine e che per la Sardegna vengano presi impegni concreti (non a discapito dell'Abruzzo, poiché con questo nostro emendamento all'Abruzzo noi non togliamo niente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calvisi 17.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lehner, onorevole Mazzuca, onorevole Bianconi, onorevole Vico, onorevole Lussana, onorevole Delfino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 428
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato
204
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che la deputata Garavini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che la deputata Golfo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Melis 17.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melis. Ne ha facoltà.

GUIDO MELIS. Signor Presidente, il collega D'Antoni diceva poc'anzi che in questo Paese i deboli aiutano i deboli. Questo è un caso un po' anomalo, poiché qui i deboli si sacrificano, ma il frutto del sacrificio non arriva agli altri deboli. La Sardegna perde il G8 ma, com'è stato detto dai miei colleghi, il G8 in questi termini non serve a nulla all'Abruzzo: significa soltanto una perdita netta per un'altra regione del Paese.
Noi non siamo qui a fare una lotta fra le regioni e tanto meno fra i poveri, ma voglio fare rapidamente la storia di questa sciagurata scelta, che io chiamo lo scippo del G8, che - badate - non è iniziato col terremoto dell'Abruzzo, ma molto prima. Molto prima del terremoto, nel novembre scorso, noi deputati sardi presentammo un'interpellanza urgente, chiamando il Governo a rispondere delle prime avvisaglie. Infatti, mentre durante il periodo elettorale le promesse sono state molte, da quel momento in poi abbiamo cominciato a sentire qualche sinistro scricchiolio: ci si è ritirati dalla Sardegna, dopo averla occupata in periodo elettorale e dopo averla inondata di promesse. E questo non ha riguardato solo il G8, ha riguardato anche altri campi: la chimica, le promesse di parlare all'amico Putin che avrebbe salvato Pag. 90la Eurallumina, la strada Sassari-Olbia e tante altre cose che erano state promesse solennemente in campagna elettorale. Fra di esse, il G8 è solo l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. È stato fatto gratuitamente, senza alcun vantaggio per l'Abruzzo, ed è una tragedia per la Sardegna.
Dunque con questi nostri emendamenti cerchiamo di riparare almeno a qualcuno dei pessimi effetti di questa scelta. L'emendamento che sto illustrando, in particolare, ha solo il fine di reinserire le imprese del subappalto, che sono le vere vittime di questo provvedimento, poiché invece i grandi appaltatori troveranno altrove soddisfazione, forse nella stessa ricostruzione abruzzese, mentre invece i piccoli subappaltatori sardi, che sono quelli che garantivano un po' di occupazione in Sardegna, sono disperati, e ce lo dicono continuamente.
Sono latore di messaggi che provengono dalle associazioni professionali, dalla stessa Confindustria del nord della Sardegna. Parlo a nome anche di questi ceti e non solo dei lavoratori. La Sardegna è una regione che ha mille problemi in questo momento, poiché sta vivendo in maniera drammatica gli effetti della crisi che attanaglia tutto il Paese, e questo provvedimento, questo scippo del G8, peggiora questa situazione.
Con questo emendamento si prevede che, nel caso che si debba riconvertire i contratti, almeno si stabilisca che la quota attualmente prevista dal testo del decreto, pari al 50 per cento, scenda al 20 per cento, così che sia garantita una parte almeno delle risorse impegnate, che le imprese possano concludere almeno in parte il loro lavoro e che si possano portare a compimento opere che altrimenti resteranno drammaticamente incompiute (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Melis 17.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sposetti, onorevole Delfino, onorevole Iapicca, onorevole Bocciardo, onorevole Brunetta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 428
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato
204
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che l'onorevole Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Melis 17.9. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melis. Ne ha facoltà.

GUIDO MELIS. Signor Presidente, questa volta mi limiterò ad una battuta perché le argomentazioni sono sostanzialmente le stesse. Questo emendamento mira a dilazionare il termine previsto dal decreto-legge per l'interruzione del versamento delle percentuali di corrispettivo in favore degli appaltatori: quello che proponiamo è un piccolo beneficio, un piccolo correttivo (molto piccolo, giacché non credo che esso graverebbe in alcun modo drammatico sulla situazione generale delle finanze, tanto più che tutto ciò è già ampiamente previsto e bilanciato).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Melis 17.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... gli onorevoli Mazzucca e Scilipoti hanno votato... onorevole Pag. 91Mariarosaria Rossi... l'onorevole Delfino ha votato... onorevole Berardi... onorevole Oliverio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 427
Votanti 426
Astenuti 1
Maggioranza 214
Hanno votato
204
Hanno votato
no 222).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Schirru 17.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, intervengo al posto dell'onorevole Schirru, che, essendo intervenuta sul complesso degli emendamenti, non può intervenire in sede di dichiarazione di voto. Si tratta dello stesso principio richiamato dall'onorevole Melis e prima ancora dall'onorevole Nizzi: noi riteniamo che la rinegoziazione per produrre quei risparmi che il Governo auspica dallo spostamento del G8 dalla Maddalena all'Aquila non debba avvenire in forma retroattiva, ma alla data di entrata in vigore del provvedimento.
Gli stessi colleghi della maggioranza hanno presentato un analogo emendamento che è stato poi ritirato (e probabilmente da loro ci saremmo aspettati maggior coraggio), e un autorevole esponente della maggioranza di levatura nazionale ha presentato un analogo emendamento: è il Vicepresidente della Camera, onorevole Lupi.
Ci richiamiamo quindi a quanto presentato assieme anche ai colleghi della maggioranza e chiediamo che il termine per la rinegoziazione venga spostato dal 31 marzo alla data di entrata in vigore del provvedimento, recependo un'indicazione ed una richiesta avanzate dalla Confindustria della Sardegna, che parla proprio di palese irregolarità giuridica se venisse confermato in legge questo principio.
Facciamo dunque appello ai colleghi della maggioranza affinché votino questo emendamento che risponde ad un'analoga proposta emendativa che hanno presentato i parlamentari sardi del Partito Democratico, dell'Italia dei Valori e del Popolo della Libertà; e a lei, signor Presidente, chiediamo di non votare contro se stesso.

PRESIDENTE. Grazie per l'autorevole consiglio!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'Italia dei Valori esprimerà un voto favorevole su questo emendamento non solo perché risponde ad un criterio di carattere generale, ma anche perché ne avevamo presentato uno analogo che abbiamo ritirato soltanto per generosità, quando abbiamo dovuto falcidiare tutti i nostri emendamenti. Ne avevamo presentato anche un altro il cui contenuto abbiamo poi trasfuso in un ordine del giorno. Proponevamo l'istituzione di un fondo di solidarietà per il ristoro dei danni ricevuti dagli imprenditori per i lavori fatti o per il mancato guadagno in conseguenza della diversa destinazione del G8 strappato via dalla Sardegna e portato altrove.
La realtà, signor Presidente, è una sola: con un gioco di prestigio, di quelli che oramai non ingannano più nessuno, perché non ci lasciamo cogliere impreparati di fronte agli illusionisti, ci è stato fatto credere che lo spostamento del G8 all'Aquila fosse un gesto di generosità. La realtà è che si voleva coprire un drammatico e incolmabile ritardo nella realizzazione delle opere; questa è, purtroppo, la triste realtà. Il Governo non ha voluto ridurre il danno che aveva fatto, e di questo credo dovrà rispondere, e in parte ha già cominciato a rispondere, di fronte agli elettori sardi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Schirru 17.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 92
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Carlucci... onorevole Bocciardo... l'onorevole Carlucci ha votato... ha votato anche il presidente Valducci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 431
Votanti 430
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato
206
Hanno votato
no 224).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Melis 17.14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melis. Ne ha facoltà.

GUIDO MELIS. Signor Presidente, il testo della norma prevede che qualora le imprese interessate al G8 non si accordino sulla base di quanto viene loro proposto, i corrispettivi dovuti per le prestazioni d'opera professionali sono ridotti del 50 per cento rispetto al compenso originariamente pattuito. È un modo di affrontare la contrattualità abbastanza singolare. Capisco bene che vi è stato un evento nuovo. Non si svolge più la grande manifestazione internazionale e, dunque, si deve tornare indietro; lo capisco. Mi sembra, tuttavia, che questa norma sia abbastanza iugulatoria nei confronti di coloro che si sono fidati della parola del Governo, che hanno fatto una programmazione, che hanno preso i loro impegni, che hanno stabilito i loro piani di lavoro e che hanno assunto personale. Di fronte a tutto ciò, noi chiediamo semplicemente - ci pare di chiedere il minimo - che questo 50 per cento venga ridotto al 20 per cento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Melis 17.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giachetti... onorevole Vico... onorevole Bocciardo... onorevole Delfino.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 423
Votanti 422
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato
200
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che i deputati Ruvolo e Boccuzzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Antonino Foti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Calvisi 17.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, il senso di questo emendamento è molto chiaro. Il Governo ritiene che dallo spostamento del G8 dalla Maddalena all'Aquila si possa ricavare un risparmio sugli interventi e si possano spostare delle risorse dalla Sardegna all'Abruzzo. Noi non contestiamo questo principio: è chiaro che non facendo più il G8 alla Maddalena e spostandolo all'Aquila, quello che si doveva spendere alla Maddalena si spenderà per L'Aquila; questo è un punto che non contestiamo, talmente ci sembra ovvio.
Quello che chiediamo con questo emendamento è che se si deve realizzare un risparmio, questo avvenga sulle risorse destinate all'organizzazione dell'evento, sulla cosiddetta parte corrente, e non anche sulle opere pubbliche e le infrastrutture della Maddalena e del nord della Sardegna. Vogliamo che questo principio venga sancito dalla legge, con un nostro emendamento, perché sicuramente non ci basta né un comunicato stampa, né un ordine del giorno.

Pag. 93

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor presidente, siamo al penultimo emendamento, al penultimo voto, e io concludo oggi il digiuno di dialogo iniziato mercoledì scorso e ringrazio le 108 persone che dall'Abruzzo e oltre hanno aderito ad esso. Il dialogo c'è stato, ma purtroppo è stato proprio a senso unico.
Il gruppo dell'Unione di Centro naturalmente proseguirà il suo impegno coerente - annunciato e rappresentato bene dal presidente Casini qui in Aula - in modo sempre costruttivo, ma anche molto rigoroso e intransigente sulle questioni dell'Abruzzo. Su una maglietta degli sfollati aquilani vi è scritto: lasciamo il pessimismo a tempi migliori.
Ecco, pur con molto pessimismo, però confidiamo in tempi migliori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calvisi 17.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Delfino... onorevole Bocciardo... onorevole Mazzuca... onorevole Sposetti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 420
Votanti 419
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato
199
Hanno votato
no 220).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Pes 17.19. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pes. Ne ha facoltà.

CATERINA PES. Signor Presidente, cercherò di essere breve. In questi giorni stiamo celebrando il dramma di due popolazioni. La prima evidentemente (doverosamente prima) è la popolazione dell'Abruzzo, che in ogni caso naturalmente vive il risultato e le conseguenze di un grande evento come quello sismico. Però l'altro dramma che stiamo vivendo è anche quello della popolazione della Sardegna. Il Presidente del Consiglio Berlusconi negli ultimi mesi e anche in campagna elettorale è riuscito nella duplice missione di scontentare, a fasi alterne, entrambe le popolazioni. La prima è evidentemente quella dell'Abruzzo. Non a caso ieri noi abbiamo assistito a migliaia di abruzzesi che hanno protestato davanti a questo Palazzo perché si teme che le promesse che sono state fatte rimangano tali. La popolazione dell'Abruzzo ha tutta la nostra solidarietà, ha la solidarietà di tutti i sardi - lo abbiamo già detto - gli stessi sardi che nel momento del bisogno (lo vorrei sottolineare) hanno aperto per primi le braccia alla popolazione napoletana sconfitta dai rifiuti due anni fa. Qui mi riferisco anche e soprattutto ai miei colleghi sardi che sanno bene cosa è successo in quei giorni. Tuttavia in questa situazione e in questa vicenda del G8 si respira un altro tradimento bruciante... (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Scusi onorevole Pes. Siamo all'ultimo emendamento e l'onorevole Pes ha il diritto di intervenire. Peraltro hanno chiesto di intervenire altri colleghi. Mi sembra che le urla che sento non siano degne di quest'Aula. Prego, onorevole Pes.

CATERINA PES. Probabilmente dà fastidio che si ricordino alcuni eventi. Noi in Sardegna, due anni fa, abbiamo aperto per primi le porte ai rifiuti di Napoli. Non ci si può accusare - evidentemente mi riferisco al governo regionale guidato dal tanto esecrato presidente Soru, che poco fa è stato citato dal collega Nizzi - e non si può pensare che in questo caso non Pag. 94siamo solidali; lo siamo, e lo siamo anche molto. Il problema è che La Maddalena è un posto, un'isola che ha vissuto per decine di anni in mezzo alle servitù militari, e noi abbiamo pensato tutti quanti (al momento in cui si è pensato il G8 a La Maddalena) che in questo modo si risarcisse un debito che tutta l'Italia aveva nei confronti di questa isola.
Era un modo per aiutare quest'isola a diventare (insieme a La Maddalena anche la Sardegna) un presidio di pace e di lavoro. Ebbene, a tutto questo si è mancato ed oggi ci troviamo a pagare un tributo pesantissimo. Il G8 in questo senso sarebbe stato per noi un anticipo importante di risarcimento.
Tuttavia non ci siamo opposti, nel momento in cui questo si è verificato, allo spostamento del G8 in Abruzzo. Sentiamo il fatto che in questo momento la questione abruzzese ha la priorità rispetto a tutto il resto, però chiediamo che non si dimentichi che sono state intraprese in Sardegna una serie di opere che sono ora rimaste interrotte, che non sono più finanziate dallo Stato, che si chiede che la regione finanzi, i cui fondi sono stati scippati ed insieme a queste sono state attivate una serie di imprese e bloccate una serie di esercizi turistici, come quelli alberghieri, i cui posti sono stati espropriati per tutto il periodo di giugno e di luglio e che adesso naturalmente si trovano con le stanze vuote.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CATERINA PES. Chiediamo a tutti ed anche ai colleghi della Sardegna del Popolo della Libertà che in questo siano solidali con noi (perché la popolazione della Sardegna a tutti noi si sta rivolgendo) e che non si tirino indietro rispetto a questo tema.
Rischiamo veramente in questo momento centinaia di licenziamenti anche perché le attività alberghiere, turistiche e le imprese locali non riescono a far fronte a quanto promesso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.

MAURO PILI. Signor Presidente, non avevo pensato di intervenire su questo provvedimento, ma sento però il dovere di farlo chiedendo anche scusa ai colleghi dell'Abruzzo perché forse la vicenda del G8 è marginale rispetto ad un tema così rilevante come quello della ricostruzione di quella regione (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Vorrei parlare anche a nome dei sardi di buonsenso, quelli che non hanno scatenato guerre demagogiche sulla vicenda, perché credo che davvero sia inaccettabile oggi sentire molti colleghi che rivendicano la soluzione dei problemi di La Maddalena e della Sardegna con tre giorni di G8; non è pensabile e non è accettabile (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Ma colleghi, vorrei dire che il G8 è vero è stato deciso dal centrosinistra in Sardegna, ma è stato deciso per un'altra ragione: non per valorizzare la Sardegna e La Maddalena, ma per scaricare le tensioni e le proteste nell'isola dell'isola e non certamente per favorire lo sviluppo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Vorrei dire anche che i colleghi che mi hanno preceduto si sono dimenticati di dire che Prodi, destinando alla Sardegna il G8, aveva pensato di comprarsi una Ferrari, ma aveva stanziato soltanto i soldi per una bicicletta e fu il Governo Berlusconi quattro mesi fa a stanziare definitivamente le risorse necessarie per realizzare tutte le opere che si stanno completando a La Maddalena e quindi quel merito è tutto del Governo Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Vorrei aggiungere che forse i colleghi non hanno letto il provvedimento, perché il provvedimento che stiamo per approvare prevede che si continuano ad applicare tutte le ordinanze dei Presidenti del Consiglio dei ministri (compresa quella di Prodi) Pag. 95e tutte le opere in corso di realizzazione e quelle programmate (come vi è scritto) saranno completate definitivamente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Questo è scritto nel provvedimento; tutte le altre sono chiacchiere che respingiamo al mittente! Credo sia assolutamente necessario anche richiamare quei fondi. Qualcuno ha detto che sono soldi scippati alla Sardegna. No, colleghi, sono soldi restituiti alla Sardegna, perché il Governo di centrosinistra di Soru ha mandato in perenzione quelle risorse finanziarie e il Governo Berlusconi li ha riassegnati totalmente alla Sardegna.

EMANUELE FIANO. Facci vedere le fotocopie!

MAURO PILI. Quindi, credo, colleghi, che sia assolutamente necessario ribadire che sulla Sassari-Olbia, che voi avete richiamato, il Presidente Berlusconi e il Governo (e nessun altro) hanno stanziato le risorse. Non a caso le gare d'appalto sono partite ad agosto del 2008 e cioè con il Governo Berlusconi. Tutte le altre insinuazioni demagogiche non appartengono ad un Parlamento che avrebbe il dovere oggi di approvare, nel più breve tempo possibile, questo provvedimento nell'interesse delle popolazioni dell'Abruzzo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà per un minuto.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, l'intervento del collega Pili mi ha fatto sorgere alcuni interrogativi, anche perché la collega Pes aveva in maniera assolutamente tangibile richiamato alcuni impegni e doveri che il Governo Berlusconi ha rispetto alla Sardegna. Nei pochi secondi che ho a disposizione porrei due questioni. La prima è che speriamo e confidiamo di non vedere le abitazioni per i cittadini abruzzesi restati senza casa arrivare con la stessa rapidità delle infrastrutture promesse per la Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Altrimenti ci troveremo di fronte ad un dramma umano di condizioni e di ampiezza ancora più grande.

PRESIDENTE. Onorevole Rosato, la prego di concludere.

ETTORE ROSATO. La seconda questione e concludo: la domanda e la curiosità riguardano tutti quei cittadini abruzzesi che sono ospitati nelle residenze private del premier. Ricorderei la promessa che era stata fatta anche a questo proposito dal Presidente Berlusconi. Mi chiedo quanti sono e dove sono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà per un minuto.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, ringrazio anch'io il collega Pili, che ha dato lo spunto per una breve riflessione che vuole richiamare alla memoria, dal momento che sono passati un po' di anni ma ci sono dei colleghi in quest'aula che non hanno sicuramente dimenticato. Visto che siamo in tema di promesse e di tempi di realizzazione, il Presidente Berlusconi ha promesso alle popolazioni dell'Abruzzo: dalle tende alle case. Ricordo che era lo stesso slogan con il quale gruppuscoli estremisti di sinistra andavano a sobillare nelle tende in Friuli dopo il terremoto del 6 maggio 1976.

PRESIDENTE. Onorevole Strizzolo, la prego di concludere.

IVANO STRIZZOLO. In quella occasione eravamo contro questa falsa demagogia, infatti poi i fatti hanno dimostrato che si ricostruisce solo prendendo impegni e tempi seri e non con il populismo e la propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 96

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, gli interventi dei colleghi del Popolo della Libertà hanno portato una drammatica conferma di quello che già sapevamo: a loro va bene quello che è stato fatto e cioè che il Governo abbia deciso di togliere e di strappare alla comunità sarda il G8 e di portarlo altrove, senza neanche consultare il presidente della regione che è del loro stesso schieramento, senza neanche minimamente consultare le comunità locali. A loro sta bene che il Governo abbia deciso di togliere i fondi (perché di questo si tratta e di questo si è lamentata anche la parte più onesta del Popolo della Libertà), che abbia deciso di togliere quella possibilità di sviluppo de La Maddalena e della Sardegna che è richiamata nel preambolo del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 novembre 2007, che allocava presso l'isola de La Maddalena lo svolgimento del G8.
La realtà è questa: loro debbono difendere l'indifendibile, ma facendo questo non possono ergersi certo a difensori né della Sardegna, né di tutte quelle imprese che sono state drammaticamente danneggiate dal fatto che il G8 sia stato inopinatamente e senza il consenso delle popolazioni interessate trasferito altrove.
Con ciò vogliamo anche noi - lo abbiamo già fatto - esprimere la massima solidarietà nei confronti delle popolazioni abruzzesi. Se avessimo potuto rinunciare anche a tutti i fondi a noi attribuiti per portarli nell'Abruzzo, credo che tutti i sardi, che sono generosi, lo avrebbero fatto, ma purtroppo non è così. Gli abruzzesi sono poveri e saranno ancora più poveri nonostante il G8, anzi forse anche a causa del fatto che esso si svolgerà presso di loro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, intervengo solo per esprimere rammarico per le parole utilizzate dall'onorevole Pili. A me dispiace che i sardi si dividano in quest'Aula invece di fare battaglie comuni. Voglio solo dire una cosa perché rimanga agli atti: in quello che ha detto l'onorevole Pili non c'è niente di nero, dalla prima all'ultima parola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Il Governo Berlusconi alla Sardegna non ha dato niente, ha tolto prima l'Olbia-Sassari, 522 milioni di euro destinati dalla giunta Soru e dal Governo Prodi, e poi ha tolto il G8. Vuole regalarci una centrale nucleare, ma noi non la vogliamo e faremo una battaglia dura contro questo «bel regalo» che ci vuole fare il Governo Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nizzi (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Ne ha facoltà per un minuto.

SETTIMO NIZZI. Signor Presidente, l'unica cosa che sapete fare bene è dire le bugie. Gli italiani se ne sono accorti talmente bene che vi hanno «picchiato» ancora una volta durante la competizione elettorale... (Commenti della deputata Dal Lago) Oh, sta zitta che quando faddi tu faddi sempre, io mi so' stato zitto (Commenti)!

PRESIDENTE. Onorevole Nizzi, parli al Presidente. Per cortesia, mancano trenta secondi, prego.

SETTIMO NIZZI. Presidente, soltanto per dire che l'ex presidente della regione, il compianto Soru, assieme all'assessore regionale ai lavori pubblici non avevano presentato il PAR e non avevano messo le carte in regola per avere i finanziamenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fadda. Ne ha facoltà.

Pag. 97

PAOLO FADDA. Signor Presidente, chiedo scusa ma se si vuole iniziare una sfida a chi termina per ultimo con gli interventi noi siamo disponibili a rimanere sino a tardi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ecco, l'onorevole Nizzi ha chiesto scusa. Prego, onorevole Fadda.

PAOLO FADDA. Ero convinto che il collega Nizzi quando si rivolgeva al compianto presidente si riferiva al presidente Pili che è qui presente, perché credo che i sardi abbiamo dato un giudizio ben preciso su quello che è stato il suo operato nei cinque anni in cui è stato alla presidenza. Quindi onorevole Pili, non dica che non si era preparato, lei si era preparato per fare l'ultimo intervento per raccontarci bugie come ho fatto tante volte in Sardegna con i sardi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pes 17.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nizzi, venga a votare. Onorevoli De Girolamo, Fadda, Calvisi, Melis, Strizzolo, Pes, Barbato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 411
Votanti 409
Astenuti 2
Maggioranza 205
Hanno votato
190
Hanno votato
no 219).

Avverto che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,10).

MARINA SERENI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARINA SERENI. Signor Presidente, leggo in un'agenzia di pochi minuti fa: «l'UDC si dimostra l'unione delle clientele».
Con queste parole il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intervistato da Teleuniverso, commenta l'apparentamento del partito di Pier Ferdinando Casini con la sinistra in vista del ballottaggio per la provincia di Frosinone. Mi sembrano parole gravissime che tradiscono una idea della politica... (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). ..scusate, potete uscire! Mi sembrano parole gravissime. Voglio esprimere la solidarietà al partito di Pier Ferdinando Casini (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Non siamo alleati da tutte le parti. Non ci viene in mente, a noi del Partito Democratico, di insultare questo partito laddove ha compiuto scelte diverse dall'apparentamento e dall'alleanza con noi e questo mi sembra uno dei tanti episodi che testimonia una concezione padronale della politica, per la quale in politica si è bravi se ci si fa comprare o magari si è bravi se si dice sempre di «sì» al padre-padrone: non è la nostra concezione della politica!

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Sereni. Peraltro il segretario del mio partito ha già provveduto a rispondere adeguatamente al Pag. 98Presidente del Consiglio che noi invece capiamo perché è in uno stato di nervosismo comprensibile! Per quanto ci riguarda è fin troppo ovvio che le offese in politica non sono un metodo che perseguiamo e che si qualificano per chi le usa e non per chi le riceve (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori)!

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo ancora sull'ordine dei lavori ma su un altro fatto non meno grave. Oggi su molte agenzie e soprattutto su YouTube e sui siti Internet viene riproposto un video in cui il neo Ministro per il turismo Brambilla, al termine dell'inno d'Italia, esibisce un saluto fascista. Questo momento era già stato fotografato. L'onorevole Brambilla aveva negato trattarsi di un episodio di saluto romano. Il video sembra assolutamente qualificare tale gesto. Chiediamo che il Ministro quanto meno chiarisca e neghi di aver voluto fare un saluto romano. In caso contrario, dovrebbe dimettersi perché l'antifascismo è un valore fondante della Repubblica italiana fondata sulla Resistenza da cui è nata la Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

LUCIA CODURELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo? Infatti c'è già stata un'eccezione nel senso che gli interventi sull'ordine dei lavori dovrebbero essere svolti a fine seduta poiché dobbiamo passare all'illustrazione degli ordini del giorno.

LUCIA CODURELLI. Mi scusi, signor Presidente, vorrei intervenire brevemente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, il collega dell'Italia dei Valori ha sollevato questo problema. Vorrei dire che la sottoscritta l'ha posto all'attenzione della Camera. Spero che il Presidente del Consiglio risponda al più presto. Vorrei sollecitare una risposta immediata rispetto a questo argomento testé sollevato dal collega.

Si riprende la discussione (ore 18,15).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2468)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2468). Per dare ordine ai nostri lavori, avverto che nel corso della seduta odierna avrà luogo soltanto l'illustrazione degli ordini del giorno presentati, nonché l'espressione del parere da parte del rappresentante del Governo sui medesimi.
Avverto che gli ordini del giorno Marinello n. 9/2468/18 e n. De Girolamo 9/2468/24 sono stati ritirati dai presentatori.
Avverto inoltre che sono in distribuzione le nuove formulazioni degli ordini del giorno Madia n. 9/2468/13, Guido Dussin n. 9/2468/22 e Tenaglia n. 9/2468/70.
L'onorevole Madia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/13 (Nuova formulazione).

MARIA ANNA MADIA. Signor Presidente, l'ordine del giorno in oggetto dovrebbe essere accettato dal Governo anzitutto perché è stato presentato non soltanto dall'opposizione ma ci sono autorevoli sottoscrizioni di colleghi del Popolo della Libertà - penso all'onorevole Cazzola, all'onorevole Di Biagio e anche ad altre - e inoltre perché non accoglierlo metterebbe in seria contraddizione il Ministro Brunetta rispetto ad alcune sue affermazioni espresse in Commissione lavoro, presentando i risultati del monitoraggio della pubblica amministrazione. In breve, qual è il contenuto dell'ordine del giorno? Stiamo parlando di centinaia di Pag. 99lavoratori precari che lavorano all'INGV, un ente di ricerca pubblico che, per capirci, si occupa anzitutto di fare ricerca sulle mappe di rischiosità rispetto agli eventi sismici, provincia per provincia e regione per regione.
Quindi, si tratta del più evoluto punto della scienza rispetto a quella che può essere per noi oggi la modalità di difenderci dagli eventi sismici: non impossibili previsioni, ma risposte concrete rispetto ai luoghi dove è meglio costruire in determinati modi le case.
Questi ricercatori dell'INGV sono coloro che danno alla Protezione civile la certezza degli epicentri degli eventi sismici entro due minuti da quando si verificano; quindi, basta ciò a capire l'importanza di queste centinaia di lavoratori, non soltanto per la loro vita, ma per l'intera collettività nazionale. Queste centinaia di lavoratori sono precari, lo sono da diversi anni, hanno maturato tutti i requisiti richiesti per la stabilizzazione e allora qual è il problema, perché non vengono stabilizzati? Perché non ci sono i soldi? No, ci sono anche i soldi, c'è sia la volontà dell'ente di stabilizzarli sia i soldi per farlo.
Peraltro, l'ente INGV è un ente virtuoso, che viene finanziato in parte dal MIUR ma che ha anche molte commesse esterne e che spende meno dell'80 per cento in stipendi. Quindi, vi sono i requisiti, vi è la volontà dell'ente, vi sono i soldi, ma manca un pezzo di carta, cioè l'allargamento della pianta organica per questo ente.
Il Ministro Brunetta in Commissione lavoro ha detto pubblicamente, rispetto al precariato nella pubblica amministrazione e negli enti pubblici di ricerca, che chi ha la volontà e chi ha le risorse può stabilizzarli. Eppure, qui vi è la volontà, vi sono le risorse, ma per mancanza di un pezzo di carta che sancisca l'allargamento della pianta organica è impossibile stabilizzare queste centinaia di lavoratori precari che sono così preziosi per tutti noi e ce ne siamo resi conto ancor di più in questo periodo, in cui abbiamo vissuto una tragedia come quella dell'Abruzzo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Razzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/1.

ANTONIO RAZZI. Signor Presidente, premetto che il comma 5-ter dell'articolo 14 del decreto-legge in esame precisa che le eventuali risorse economiche che saranno destinate dall'Unione europea all'Italia per il sisma del 6 aprile 2009 devono considerarsi aggiuntive rispetto a quelle già stanziate dal Governo italiano.
Il principale strumento finanziario dell'Unione europea per rispondere alle calamità naturali, sostenendo la ricostruzione delle regioni colpite, è il fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE), istituito con Regolamento (CE) n. 2012 del 2002 del Consiglio dell'11 novembre 2002. L'intervento del fondo consente di coprire una parte delle spese pubbliche sostenute dallo Stato beneficiario per attuare i seguenti interventi di emergenza: in primo luogo, il ripristino immediato delle infrastrutture e delle attrezzature nei settori dell'elettricità, delle condutture idriche e fognarie, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell'istruzione; in secondo luogo, la realizzazione di misure provvisorie di alloggio e organizzazione dei servizi di soccorso destinati a soddisfare le necessità immediate della popolazione; in terzo luogo, la messa in sicurezza immediata delle infrastrutture di prevenzione e misure di protezione immediata del patrimonio culturale; infine, la ripulitura immediata delle zone danneggiate, comprese le zone naturali.
Il FSUE dispone di una dotazione annuale di un miliardo di euro, un quarto della quale deve rimanere a disposizione il primo ottobre di ogni anno per far fronte ad eventuali esigenze fino alla fine dell'anno. Secondo notizie di stampa la Commissione europea - se sarà confermata la stima di 10 miliardi di euro di danni nelle zone colpite dal sisma - erogherebbe 480 milioni di euro dal fondo di solidarietà, Pag. 100pari quindi al 5 per cento dell'ammontare complessivo dei danni.
L'ordine del giorno impegna il Governo ad adoperarsi, per quanto di competenza, per garantire che le zone colpite dagli eventi sismici beneficino del massimo ammontare possibile di aiuti finanziari erogati dal Fondo di solidarietà dell'Unione Europea di cui al regolamento (CE) n. 2012/2002 del Consiglio dell'11 novembre 2002; promuovere un incremento della dotazione finanziaria complessiva del fondo, al fine di incrementare, nell'ipotesi di catastrofi naturali, l'intervento dell'Unione europea a favore delle zone colpite, in coerenza con il principio di solidarietà su cui si fonda la costruzione europea (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. L'onorevole Cazzola ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/3.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, intervengo brevemente per illustrare questo ordine del giorno, che ha raccolto anche le firme di alcuni colleghi eletti nella regione Abruzzo.
L'ordine del giorno in discussione invita il Governo a tenere conto, senza che questo comporti particolari oneri né particolari interventi normativi, dell'attività dell'agenzia del lavoro della regione Abruzzo, Abruzzolavoro, che è un ente pubblico e strumentale della regione. Abruzzolavoro, da tempo - io stesso ho avuto occasione, nel settembre scorso, di partecipare ad un suo interessante convegno - sta lavorando sulla sicurezza e sulla salute del lavoro, un tema di grande attualità. Peraltro, la Commissione lavoro sta formulando il parere sul decreto legislativo correttivo presentato dal Governo nelle scorse settimane.
Abruzzolavoro, in questo campo, ha una mission, quella di contribuire alla costituzione di una rete informativa, che formi un network intelligente dei diversi sistemi informativi degli organismi pubblici e privati che hanno competenza in materia di sicurezza del lavoro.
Credo, quindi, che il Governo possa favorire lo sviluppo e il consolidamento della piattaforma informatica per la sicurezza del lavoro e l'emersione del lavoro irregolare, predisposta da Abruzzolavoro, nel contesto delle iniziative che vedranno interessata la regione Abruzzo nei processi di ricostruzione di quelle zone, che, indubbiamente, porranno anche molti problemi per quanto riguarda l'impiego di manodopera in condizioni di massima sicurezza.

PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/43.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, questo ordine del giorno non è specifico, non riguarda un aspetto particolare del problema, più vasto, che è il terremoto, ma guarda - e, per quanto mi riguarda lo fa con molta preoccupazione - alla mancanza di sensibilità generalizzata rispetto ai problemi dei terremoti.
Come ho avuto modo di dire ieri durante la discussione sul complesso delle proposte emendative, riscontriamo, a livello nazionale, un certo rilassamento generale, senza colpe per nessuno, rispetto a questi avvenimenti, una volta che sono passati, che si sono create le condizioni per la ricostruzione e che tutta la macchina - complessivamente, dalle istituzioni ai privati - si è messa in moto.
Pertanto, l'ordine del giorno in oggetto - che non so come né in quale modo verrà interpretato dal Governo, ma mi rivolgo, soprattutto, al sottosegretario Menia, che conosco essere persona molto sensibile - tende ad impegnare non solo il Governo, in questo caso, ma un po' tutti a creare le condizioni di una capacità etica del terremoto. Tende, cioè, ad impegnare tutti (insieme ad una squadra di legislatori) a creare le condizioni, affinché tutte le strutture istituzionali, e non, siano messe nella condizione di responsabilizzarsi e di essere sempre, ogni giorno, in grado di cogliere cosa fare rispetto ad avvenimenti così gravi, che avvengono senza preavviso.
L'impegno è da assumersi un po' con tutti, in stretta collaborazione, un impegno Pag. 101che non è oneroso, che non è normativo, ma che lo potrà diventare, vedendo tutti impegnati, a 360 gradi.
Questo ordine del giorno nasce dal fatto che, avendo vissuto, qualche anno fa in Friuli, l'esperienza del terremoto direttamente sulla mia pelle, come cittadino e come legislatore, ho notato poi, negli anni, dei cali di tensione rispetto a questi avvenimenti. Esso vuole essere un segnale di preoccupazione, ma, nello stesso tempo, di buona volontà nei confronti del Governo e di tutte le istituzioni, dei privati e di tutti gli altri, affinché si creino le condizioni per una presenza più responsabile e più etica in tutti i passaggi che portano alla ricostruzione o alla costruzione ex novo delle strutture abitative e di ciò che occorre per lo sviluppo del nostro Paese.
Mi auguro che il Governo possa farsi carico di accettare questo ordine del giorno, che rappresenta un impegno che si può accettare e che si può portare avanti tutti insieme, cominciando proprio dal nostro ruolo in quest'Aula, come ho detto pochi giorni fa, con una squadra di legislatori «eticamente antisismici», un'espressione che può dire poco, ma che potrebbe dire molto se la responsabilità prevalesse in coloro che, come noi (in primis il Governo), ricoprono ruoli istituzionali e verso i quali il nostro Paese guarda, soprattutto nel momento del bisogno. Cerchiamo di non farlo solo in quel momento, ma anche quando il bisogno non c'è, magari riuscendo anche a prevenire le disgrazie che colpiscono indiscriminatamente a 360 gradi (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. L'onorevole Polledri ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/64.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, onorevole colleghe, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, la strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni. Tali sono le intenzioni di chi norma, da destra e da sinistra, in materia di gioco. Sbuca sempre qualche gioco nuovo, sbuca sempre qualche forma di gioco coinvolgente: ricordo Visco e Bersani in proposito; il gioco su Internet, il gioco di abilità e il gioco a distanza e anche il Governo precedente qualcosa ha fatto, tutto per diffondere una cultura del gioco responsabile e limitare le disastrose conseguenze economiche e sociali che il gioco può provocare nelle fasce deboli. L'intenzione, quindi, è sempre ottimale, ma il risultato, purtroppo, «no».
Ricordo che Cavour parlava del gioco come della tassa sui poveri. È vero, è innegabile. Anche in questo provvedimento vi è una buona intenzione sul gioco, da una parte quella di fare cassa e, dall'altra, quella di limitarlo. Però - non lo tacevamo quando ci trovavamo all'opposizione e non lo tacciamo adesso che ci troviamo nella maggioranza - c'è una percentuale di dipendenza dal gioco che è spaventosa.
Solamente nella provincia di Varese abbiamo cinquemila drogati di gioco che si recano al bar, nelle sale bingo e non trovano l'eroina, ma trovano una macchinetta. Come i drogati queste persone si rovinano la vita, perché ci mettono lo stipendio, ci mettono gli effetti, a casa negano e trovano gli strozzini, entrando così in una spirale che tutti conosciamo.
Questa spirale non ci può trovare insensibili; non ci trova insensibili nei confronti della contiguità che spesso esiste nei confronti della malavita, della mafia, e molte volte anche di alcuni partiti, che hanno partecipazioni dirette.
Non abbiamo dimenticato, ad esempio, i 70 miliardi non di vecchie lire ma di euro di evasione di alcuni ex concessionari governativi di varie macchinette, sollecitati dal procuratore della Corte dei conti Pasqualucci.
Dunque, con questo ordine del giorno, chiediamo quanto meno al Governo, di poter adottare, con questo provvedimento, una riduzione del danno, di limitare il numero di nuove concessioni per l'esercizio e la raccolta sul territorio sullo Stato, stabilendo distanze minime tra i punti di raccolta e anche procedimenti di assegnazione delle concessioni ad evidenza pubblica onerosa per gli assegnatari. Ciò perché, sebbene molte volte sia giusto in Pag. 102qualche modo riconoscere una percentuale, ricordiamoci che stiamo parlando di soldi soprattutto della povera gente. Gli Agnelli non vanno a giocare al bar, ci vanno l'operaio, il pensionato, l'impiegato pubblico.
Diciamo, quindi, che una parte di questi soldi dovrebbe essere assegnata a una campagna di informazione. Non possiamo esimerci dall'invitare il Governo, quindi, all'accoglimento di questo ordine del giorno non perché sia risolutivo, ma perché deve far parte di una cultura non di uno Stato etico, ma di uno Stato e di un Governo che in qualche modo si attiene alle ragioni di un esercizio parsimonioso del gioco e che poi, in futuro, possa riconsiderarlo pesantemente.

PRESIDENTE. L'onorevole Zamparutti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/33.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, praticamente illustrerò tutti gli ordini del giorno presentati dalla delegazione radicale e, quindi, chiederei anche un po' di tolleranza riguardo al tempo che mi è concesso.
Gli ordini del giorno che abbiamo presentato partono dalla considerazione che la catastrofe che ha colpito l'Abruzzo sia stata soprattutto la conseguenza delle gravissime mancanze della politica urbanistica edilizia degli ultimi 60 anni, che ha prodotto nel nostro Paese una pesante sovra-urbanizzazione e che pone anche la necessità di distinguere tra quel patrimonio immobiliare costituito da 30 milioni di vani storici che sono beni unici e irriproducibili rispetto agli altri 90 milioni di vani che sono stati appunto costruiti nel periodo post-bellico e che sono in gran parte privi di qualità e di criteri antisismici. Infatti - questo è il particolare oggetto della richiesta contenuta nel mio ordine del giorno 9/2469/33 - noi chiediamo che la ricostruzione in Abruzzo sia improntata, da un lato, alla salvaguardia integrale dei centri storici e, dall'altro, alla rottamazione di tutta quell'edilizia post-bellica che, come dicevo prima, è priva di qualità e di criteri antisismici, in modo tale da fare dell'esperienza della ricostruzione abruzzese un esempio da poter poi riproporre sul piano nazionale.
Quanto alle informazioni che ci aveva fornito ieri il sottosegretario Menia riguardo la schedatura degli edifici in corso in Abruzzo, chiediamo che venga realizzata una banca dati fruibile on-line del censimento di tutti gli immobili, a partire da quelli storici e che venga istituito anche il fascicolo del fabbricato come documento che, sostanzialmente, attesti la salute dell'edificio. Ciò, ancora una volta, partendo dall'Abruzzo, perché possa essere poi una positiva esperienza da riprodurre sul piano nazionale.
Sempre nel mio ordine del giorno n. 9/2468/33 c'è un punto molto importante che parte dalla constatazione che il 67 per cento dei comuni italiani è collocato in zona sismica e rispetto a ciò riteniamo che si debba avviare una politica di razionalizzazione della spesa pubblica che comprenda anche una legge organica per la copertura finanziaria dei danni causati da calamità naturali.
Siamo, infatti, l'unico Paese europeo a non avere una legge in proposito.
Con questo decreto-legge si è compiuta una scelta di gestione centralizzata della fase emergenziale e anche di quella relativa alla ricostruzione. Si tratta di una scelta discutibile: personalmente avrei preferito un'impostazione di maggior decentralizzazione come, ad esempio, il modello adottato in Friuli.
Tuttavia, proprio in virtù di questa forte centralizzazione, è ancora più necessaria una compensazione con una massima trasparenza dei processi decisionali e gestionali della fase della ricostruzione che noi chiediamo sia realizzata anche attraverso il recepimento della proposta radicale dell'istituzione dell'anagrafe degli eletti e dei nominati.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Questo è quanto chiediamo con l'ordine del giorno Bernardini n. 9/2468/35. Pag. 103
Con l'ordine del giorno Farina Coscioni n. 9/2468/40, invece, rispetto all'attribuzione al piano del commissario di un potere di variante degli strumenti urbanistici vigenti, chiediamo che sia fatta chiarezza circa la natura e gli effetti giuridici di questo potere d'intesa con la regione Abruzzo. Infatti, altrimenti si rischia di contrastare con le competenze in materia urbanistica come sancite dalla Costituzione.
Concludo cercando di illustrare anche il contenuto dell'ordine del giorno Beltrandi n. 9/2468/42, con il quale chiediamo la predisposizione di piani di riconversione delle aree agricole e pubbliche acquisite ai piani regolatori, ma occupati per gestire l'emergenza. Ciò al fine di evitare di compromettere quel patrimonio che queste aree costituiscono. Chiediamo di farlo, anche in questo caso, con il coinvolgimento degli enti locali nella speranza che sappiano, però, elaborare proposte di segno diverso rispetto, ad esempio, a quanto fatto dal comune de L'Aquila con alcune delibere richiamate in questo ordine del giorno che consentono l'occupazione in maniera incondizionata delle aree agricole.

PRESIDENTE. L'onorevole Laura Molteni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/41.

LAURA MOLTENI. Signor Presidente, questo provvedimento tratta misure e interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo del mese di aprile. Si tratta di popolazioni che a testa alta, con grande dignità, compostezza e coraggio hanno subìto ed affrontato l'infausto evento calamitoso, persone alle quali manifestiamo tutta la nostra solidarietà.
L'articolo 13 di questo provvedimento esprime una riforma del sistema di remunerazione dei farmaci erogati dal Servizio sanitario nazionale, riforma questa finalizzata ad eliminare alcune anomalie del sistema vigente, anomalie che hanno costituito ampio oggetto di confronto con le categorie produttive coinvolte.
Tuttavia, almeno in una prospettiva di lungo periodo, la soluzione ratificata nell'articolo 13 lascia delle perplessità legate ad una differenziazione dei cosiddetti «farmaci equivalenti» rispetto ai cosiddetti «farmaci di marca».
Come gruppo Lega Nord Padania, in particolare, esprimiamo perplessità sulla soluzione che introduce una netta differenziazione tra farmaci equivalenti e specialità farmaceutiche in merito al rispetto delle quote di spettanza a carico dei diversi soggetti della filiera.
Infatti, a parer nostro, l'introduzione del sistema sanzionatorio a carico dei soli farmaci equivalenti rischierebbe di produrre «effetti distorsivi» della concorrenza nel mercato farmaceutico, in quanto rimane confermata per i farmaci coperti da brevetto e commercializzati come specialità farmaceutiche la possibilità di applicare i cosiddetti «extra-sconti».
Da questo deriverebbe poi anche la conseguente incidenza negativa sulla spesa pubblica nel settore farmaceutico. Vi spiego perché: il rischio sotteso è che, continuando a legittimare i cosiddetti «extrasconti» per i farmaci di marca, si venga a creare una situazione paradossale per cui, per le categorie coinvolte, possa risultare più conveniente vendere un farmaco di marca rispetto ad un generico. Questa è una situazione che appare oggettivamente paradossale in quanto gli ulteriori sconti applicati alle specialità farmaceutiche non determinano alcun risparmio di spesa per il Servizio sanitario nazionale, venendo interamente «introitati» nelle diverse categorie coinvolte (le aziende, i distributori, i farmacisti).
Se, infatti, da un lato, ben si comprende appieno l'importanza di dare una risposta tempestiva alle esigenze legate alla ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto, dall'altro è altresì evidente l'opportunità di ripensare alcune delle disposizioni introdotte dall'articolo 13 in esame, promuovendo una riforma organica dei meccanismi di rimborso dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale.
Ponderare queste esigenze, tutte meritevoli di tutela, ci porta quindi ad invocare Pag. 104la riattivazione di un nuovo tavolo di concertazione che, attraverso il coinvolgimento delle regioni, vere protagoniste delle politiche sull'assistenza farmaceutica, e delle associazioni di categoria interessate, possa consentire un ripensamento rispetto a quanto oggi esposto nell'articolo 13 in esame.
Questa, è un'esigenza che si pone in linea con quanto rilevato dalla stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato in una lettera inviata ai due rami del Parlamento nel maggio scorso. Questo lettera evidenzia la necessità di tenere in maggiore considerazione le esigenze di promozione e diffusione dei farmaci generici, auspicando una politica di settore mirata a favorire lo sviluppo del comparto oltre all'adozione di specifici interventi regolamentari.
Se diamo uno sguardo al contesto europeo rileviamo che i generici per il nostro Paese rappresentano ancora solo il 5,9 per cento dei farmaci venduti in Italia. Soprattutto in questo particolare momento economico del nostro paese e delle nostre famiglie (indebitate con «debiti al consumo»), ritengo di grande importanza e civiltà la presenza e l'attestazione sul nostro mercato dei farmaci equivalenti al pari delle altre realtà europee.
Concludendo, con questo ordine del giorno si vuole perseguire anche l'obiettivo volto ad evitare che il mercato farmaceutico venga ad essere distorto a favore del consumo dei farmaci cosiddetti di marca, scoraggiando l'utilizzo dei farmaci equivalenti, che invece possono consentire ampi risparmi di spesa a favore del Servizio sanitario nazionale.
In particolare, si intende evitare che solo per i farmaci equivalenti siano fissate quote fisse di spettanza sul prezzo del farmaco, mentre le aziende produttrici di medicinali non equivalenti potrebbero continuare ad applicare i cosiddetti «extrasconti».
Chiediamo, infine, che il Governo si impegni a promuovere la riattivazione di un tavolo di concertazione con le regioni e le associazioni di categoria coinvolte, per procedere ad una revisione organica del sistema di remunerazione dei farmaci erogati a carico del Servizio sanitario nazionale.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Laura Molteni, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
L'onorevole De Camillis ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/16.

SABRINA DE CAMILLIS. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, con il mio ordine del giorno voglio porre all'attenzione del Governo una questione che riguarda l'area del cratere sismico delle regioni Molise e Puglia, a proposito del terremoto che avvenne il 31 ottobre del 2002.
In effetti, con il decreto-legge oggi in esame e anche con le normative che riguardarono il sisma dell'Umbria e delle Marche, vengono definite in modo specifico le sospensioni dei contributi consortili. Ci tengo naturalmente a precisare che i contributi consortili rientrano nella categoria generale dei tributi, ai sensi dell'articolo 23 della Costituzione.
A seguito degli eventi sismici che si sono verificati nel Molise e nella Puglia, con un susseguirsi di normative, sono stati previsti anche per quei territori le sospensioni per il pagamento dei tributi e dei contributi, sospensioni che sono state prorogate fino al 30 giugno 2008.
Poi, con il decreto-legge n. 185 del 2008, convertito dalla legge n. 2 del 2009, si è provveduto anche a stabilire le modalità e i tempi di restituzione dei tributi e dei contributi sospesi, nonché l'abbattimento dell'ammontare complessivo, pari al 60 per cento, così come era già stato definito per le regioni Umbria e Marche.
Con lo stesso decreto-legge n. 185 si è data anche copertura finanziaria, sia alla sospensione che all'abbattimento. Alla luce di queste norme, molti consorziati del Consorzio di bonifica integrale larinese, Pag. 105che è il consorzio di bonifica insistente nel territorio dell'area del cratere sismico, hanno deciso di avvalersi di tale sospensione, e quindi di non versare i contributi consortili. Il Consorzio di bonifica integrale larinese, per non incorrere in un dissesto finanziario derivante dalle minori entrate dovute alle sospensioni e al successivo abbattimento dei tributi non versati dai consorziati, si è visto costretto ad intimare il pagamento dei contributi nei confronti dei consorziati, che invece ritenevano di poter usufruire delle sospensioni previste dalle normative vigenti. A tali consorziati ha dato ragione anche la commissione tributaria provinciale di Campobasso, che con la sentenza n. 73/02 del 2009 specifica che, a seguito dell'ordinanza di sospensione del pagamento dei tributi, non si poteva richiedere il pagamento dei contributi consortili nel periodo de quo; ne deriva che gli atti di intimazione di pagamento emessi sulla base delle cartelle di pagamento notificate ai contribuenti sono nulli, per violazione dei termini di sospensione.
Pertanto, si chiede al Governo di chiarire con proprio provvedimento che in effetti i contributi dei consorzi di bonifica erano sospesi, e di provvedere a dare copertura finanziaria alle mancate entrate da parte del Consorzio di bonifica integrale larinese facendo riferimento alle risorse indicate nel decreto-legge n. 185 del 2008 proprio a questo scopo.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Stanislao ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/44.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, colleghi, L'Aquila e il suo territorio, sede delle istituzioni comunali, provinciali, regionali, statali e delle strutture connesse, sono state devastate e azzerate nell'uso e nella disponibilità dal drammatico evento del 6 aprile. Le personalità politiche, amministrative, universitarie aquilane hanno segnalato per tempo la necessità forte ed urgente di far ripartire i servizi di quotidiano bisogno, quali uffici burocratici, amministrativi, corsi e servizi universitari.
Tra le richiesta avanzate a livello istituzionale, quella del rettore de L'Aquila riveste a tutti gli effetti un carattere di urgenza e di emergenza, perché tesa a non disperdere l'enorme patrimonio umano e professionale, un vero e proprio giacimento di conoscenze da non potersi mortificare, di cui è depositaria l'intera università, e da tutti riconosciuto anche a livello nazionale.
Il rettore ritiene che per far partire al più presto le attività didattiche ed amministrative dell'ateneo universitario de L'Aquila sia indispensabile l'utilizzo nei tempi e nei modi dovuti della caserma «Pace» di Sulmona e della caserma «Pasquali» de L'Aquila.
Giova ricordare a tutti quanti noi che l'università de L'Aquila è tra le prime università italiane per qualità nell'offerta formativa e per numero di studenti: prima del sisma erano attivati ben 49 corsi di laurea per oltre 27 mila studenti.
Pertanto, con l'ordine del giorno in esame si vuole impegnare il Governo ad assegnare immediatamente, per le esigenze e i motivi sopra descritti, con modalità da concordare con il rettore de L'Aquila, la caserma «Pace» di Sulmona per le attività connesse alla facoltà di economia dell'università de L'Aquila, e la caserma «Pasquali» da utilizzare per le attività didattiche, amministrative e burocratiche sempre dell'Università degli studi de L'Aquila.

PRESIDENTE. L'onorevole Realacci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/66.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, il tema che viene posto da questo ordine del giorno - e in parte anche da quello che illustrerà in seguito l'onorevole Mariani - costituisce un tema chiave per la sicurezza della vita dei nostri cittadini e per il futuro del nostro Paese.
Noi sappiamo che il nostro Paese è molto delicato dal punto di vista della stabilità sismica: poche sono le aree in sicurezza e al tempo stesso, a causa di errori che sono responsabilità di tutti (in qualche caso dovuti anche alla sregolatezza Pag. 106della crescita del patrimonio edilizio italiano, poiché sicuramente le case abusive sono costruite peggio di quelle legali), abbiamo in realtà larga parte del nostro patrimonio edilizio - anche di quello pubblico - che non è in grado di resistere ai terremoti che purtroppo sicuramente colpiranno in futuro altre parti del nostro Paese. È chiaro che la soluzione a questo problema non è un colpo di bacchetta magica: da un lato richiede un investimento a seguito di una verifica della stabilità degli edifici pubblici; dall'altro richiede anche l'attivazione di un meccanismo che consenta con i tempi necessari (che però siano i più rapidi possibile) di attivare la messa in sicurezza anche degli edifici privati, poiché è chiaro che sugli edifici privati non sarà mai possibile da parte dello Stato intervenire direttamente.
Come si può fare? Con questo ordine del giorno, come in altre occasioni, noi sollecitiamo il Governo - una sollecitazione analoga peraltro è venuta nelle settimane passate anche dalla Conferenza delle regioni e da tutte delle regioni - a realizzare, oltre che un'azione di censimento e di prevenzione, anche uno strumento che nel nostro Paese ha già dimostrato la sua efficacia: quello del credito di imposta concesso ai privati. Nel caso specifico, si può pensare di estendere anche per il consolidamento antisismico il credito di imposta del 55 per cento che viene concesso a coloro che mettono in ordine la propria abitazione dal punto di vista energetico introducendo misure di risparmio energetico e fonti rinnovabili. Si tratta di una misura che attiva energie consistenti dal punto di vista del tessuto economico e delle imprese, che qualifica la nostra edilizia e che ha un formidabile impatto anche dal punto di vista anticiclico. Soprattutto - è quel che in questa sede ci interessa di più - questa è l'iniziativa che ci pare più adeguata per avviare un discorso sul risanamento del nostro patrimonio edilizio che ci consenta di guardare con meno preoccupazione al prezzo pesante in termini di vite umane che il nostro Paese è chiamato a pagare - e lo abbiamo visto, purtroppo, in occasione del terremoto abruzzese - al fatto che abbiamo edifici che non reggono alle scosse di terremoto.
Signor sottosegretario - ma so che anche il Presidente è sensibile a questo tema -, spesso quando si va in occasioni pubbliche, magari in trasmissioni televisive, dopo tragedie di questa natura tutti dicono che bisogna voltare pagina (e in effetti ho sentito dichiarazioni in questo senso da più parti, anche da esponenti del Governo: ad esempio il sottosegretario Bertolaso ha sollevato più volte questo problema). Ma bisogna che una volta iniziamo. Poiché questa presa in giro che facciamo come politici e come istituzioni, in maniera per così dire indivisa, nei confronti dei cittadini e del futuro del nostro Paese è foriera, purtroppo, di futuri danni e di futuri lutti. Non abbiamo una soluzione magica, perché il problema è complicato (stiamo parlando di un problema che interessa milioni e milioni di abitazioni oltre che decine di migliaia di edifici pubblici), ma ci pare che le soluzioni che noi prospettiamo con questo ordine del giorno possano consentire di avviare una risposta efficace a questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Di Biagio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/11.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento, relativo al riconoscimento delle garanzie e concessioni agli immobili di proprietà di cittadini italiani iscritti all'anagrafe dell'AIRE.

PRESIDENTE. Onorevole Di Biagio, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.

PRESIDENTE. L'onorevole Mantini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/62.

Pag. 107

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, il gruppo dell'UdC ha già illustrato con l'onorevole Compagnon un ordine del giorno per lo sviluppo e la ripresa della politica antisismica, e quindi non ripeterò le considerazioni sul punto. Abbiamo anche ritenuto, come gruppo dell'UdC, di condividere ordini del giorno con primi firmatari di diversi gruppi, su impegni condivisi nati nell'ambito del lavoro in Commissione con il presidente e con il relatore Tortoli, ordini del giorno tutti realistici ma che si occupano di temi molto delicati (dall'estensione delle indennità per le vittime del terremoto e dalla loro equiparazione alle vittime ed ai morti sul lavoro, alle indennità per i vigili del fuoco, alle misure necessarie per i beni culturali e per le istituzioni scolastiche, e ad altri temi ancora).
In modo particolare desidero però illustrare il mio ordine del giorno n. 9/2468/62, perché esso insiste in modo molto semplice e lineare su uno dei punti davvero essenziali che hanno occupato il nostro dibattito, ossia il tema della ricostruzione dei centri storici e delle cosiddette seconde case o case dei non residenti. Su questo tema l'ordine del giorno - richiamato in premessa l'impegno sulla ricostruzione già espresso dallo stesso Governo e confermato con nota del 15 giugno - impegna il Governo a porre in essere tutte le misure necessarie alla garanzia di tale obiettivo, comprendendo negli indennizzi le case dei non residenti e le seconde case.
Abbiamo preferito una dizione molto pulita ed essenziale, perché l'impegno del Governo su questo punto deve essere esattamente il più preciso ed essenziale possibile, dal momento che non si tratta di un punto eludibile. Ne abbiamo spiegato le ragioni a lungo nel corso dell'esame del provvedimento e del dibattito in Aula. Esse sono più che chiare così come, una volta in più, devo dire che poco chiara al riguardo è la stessa nota della Presidenza del Consiglio dei ministri, perché in essa si riassume sì l'impegno alla ricostruzione del centro storico, ma sostanzialmente si dice che saranno a carico dello Stato le riparazioni o ricostruzioni dei soli immobili vincolati dal punto di vista storico-artistico o ritenuti dai sindaci e dalle sovrintendenze di interesse storico e paesaggistico.
Questa è una limitazione molto forte, che esclude buona parte dei centri storici - come peraltro la stessa nota ammette - e che inoltre confonde due categorie: la categoria della ricostruzione a pieno carico dello Stato e la categoria degli indennizzi. Potranno anche esservi degli immobili non perfettamente ricostruibili, in ragione di oneri di carattere urbanistico, tuttavia a quei soggetti e a quei cittadini vanno riconosciuti gli indennizzi. Non vi è un'equivalenza tra la ricostruzione a carico dello Stato e gli indennizzi, perché l'immobile può essere anche di interesse storico-artistico ma non ricostruito per ragioni - ripeto - urbanistiche o anche di economia di mercato, ma a quei soggetti deve essere garantito comunque l'indennizzo, anche per un elementare criterio di eguaglianza sul piano costituzionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Giuseppe ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/45.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, con questo ordine del giorno il gruppo dell'Italia dei Valori vuole chiarire alcune disposizioni emanate con riguardo al sisma del 2002, che colpì i territori del Molise e delle Puglie. Sul disegno di legge di conversione in discussione noi dell'Italia dei Valori abbiamo avuto un atteggiamento costruttivo e propositivo, proprio perché non si può essere contrari a provvedimenti e interventi a favore delle popolazioni abruzzesi colpite dal sisma.
Abbiamo, però, constatato che non è stato altrettanto costruttivo l'atteggiamento del Governo, che ha respinto tutti gli emendamenti proposti dall'opposizione (questa è soltanto una considerazione).
A distanza di sette anni, nelle zone del Molise e della Puglia colpite dal sisma del novembre 2002 e del gennaio 2003, esiste ancora una palese confusione sulle misure relative allo stato di emergenza. Ci sono stati tanti richiami governativi, regolamenti Pag. 108disposti da diversi enti, esiste, quindi, tanta confusione e veramente scarsa chiarezza. Riteniamo che sia urgente proprio fare chiarezza su quello che riguarda la sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi assicurativi disposta a seguito di calamità naturali. È necessario specificare che la disposizione opera ex lege e non è sottoposta ad alcuna autorizzazione o istanza preventiva. La suddetta sospensione - vogliamo chiarirlo - è destinata a tutti i soggetti che alla data degli eventi sismici del 2002 avevano il requisito richiesto della residenza anagrafica, della sede legale, o della sede operativa, nei territori più colpiti dal sisma, a prescindere dall'attività svolta, assunta, o modificata, antecedentemente o successivamente a quella data; questa disposizione non è vincolata o subordinata ad alcuna autorizzazione o istanza preventiva.
Noi dell'Italia dei Valori, con questo ordine del giorno, desideriamo impegnare il Governo a prendere le opportune iniziative in maniera tale che in breve tempo venga chiarito che la sospensione dei versamenti, dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi assicurativi disposta a seguito delle calamità naturali in queste zone del Molise e della Puglia, non sia sottoposta ad alcuna autorizzazione o istanza preventiva. Invitiamo anche il Governo a chiarire a quali soggetti la sospensione è destinata, le modalità che ne regolano la disciplina e il periodo per cui è stata disposta.
Ci auguriamo veramente, signor sottosegretario, che non si ripeta per l'Abruzzo la storia infinita dei territori molisani e pugliesi, che oggi, a distanza di sette anni, vedono ancora lontano il ritorno alla normalità e che sono tuttora alle prese con normative e regolamenti che creano molta confusione. Sappiamo che occorrono agevolazioni a supporto dello sviluppo economico e sociale, contributi e finanziamenti, ma soprattutto che occorre una ricostruzione che abbia un inizio e una fine. Auspichiamo che si riesca a costruire nel più breve tempo possibile e che non ci siano lungaggini. Facciamo in modo, signor sottosegretario - se mi vuole ascoltare -, che non avvenga quello che i manifestanti abruzzesi hanno scritto su uno degli striscioni: verba volant, sisma manent (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. L'onorevole Motta ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n.9/2468/78.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, abbiamo presentato questo ordine del giorno a seguito del ritiro dell'articolo aggiuntivo Lolli 8.01. La discussione che si è sviluppata intorno a quella proposta emendativa e la richiesta che è stata fatta dal Governo di ritirarlo per trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno, hanno consentito la presentazione di questo ordine del giorno, che illustrerò brevemente e che spero il Governo voglia accettare integralmente, così come è stato presentato. Si tratta di un ordine del giorno che riguarda la condizione di molti uomini e molte donne aquilani, che sono stati colpiti e che, purtroppo, hanno riportato gravi segni sul proprio fisico a seguito dell'evento sismico.
Si tratta di persone colpite doppiamente: hanno perso la propria casa, hanno perso il lavoro e, a seguito di questi tragici eventi, risultano inabili, dunque con una situazione personale fortemente aggravata da problemi di salute. Come dicevo prima, ad un dramma (quello di avere perso tutto) si aggiunge un altro dramma, che è quello della perdita dell'integrità fisica.
Penso che questa situazione - è per questo che avevamo presentato un articolo aggiuntivo - richiedesse e richieda da parte del Governo una presa in carico delle conseguenze che hanno subìto queste persone a seguito dell'evento sismico. Chiediamo quindi, in sostanza, l'equiparazione delle vittime del terremoto alle vittime del lavoro, ovviamente previo accertamento da parte delle unità sanitarie locali competenti della reale situazione di queste persone, perché noi assommiamo - lo diciamo con grande chiarezza - al rigore di questi accertamenti anche la Pag. 109richiesta di una forte tutela delle persone colpite.
Chiediamo questa misura anche perché essa è già prevista per casi analoghi, in tutti gli altri casi in cui si è verificato un terremoto che ha provocato vittime e lesioni a cose e a persone. Crediamo che le persone che sono state colpite nella provincia dell'Aquila e che hanno riportato gravi infermità e inabilità debbano essere sostenute con il massimo impegno, con tutto quanto peraltro prevede già la legge. Sappiamo che l'INAIL può affrontare questo onere finanziario perché vi sono le risorse.
Sostanzialmente noi prevediamo di impegnare il Governo su queste tre fattispecie: un riconoscimento per coloro che hanno subìto un'invalidità a seguito del terremoto o che hanno avuto un aggravamento della loro invalidità in quanto già invalidi; la corresponsione di una rendita per tutti quei cittadini che in conseguenza dell'evento sismico risultano permanentemente invalidi; l'equiparazione dei superstiti di cittadini che sono deceduti o dispersi ai superstiti di lavoratori deceduti sul lavoro o per malattia professionale, in quanto magari questi superstiti hanno perso l'unico familiare in grado di garantire il reddito.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 19,10)

CARMEN MOTTA. Chiediamo inoltre che il Governo si impegni a riconoscere ai cittadini temporaneamente inabili - perché c'è anche questa condizione - il trattamento economico di malattia per un periodo di sei mesi, ovviamente sempre previa certificazione. Spero e auspico che il Governo, con l'impegno che ha assunto durante la discussione, possa accettare integralmente, così come ho succintamente rappresentato, l'intero contenuto dell'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Scilipoti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/50.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo questa intensa giornata di attività parlamentare, nella quale vi è stato un serrato confronto fra l'opposizione e la maggioranza, e nella quale la maggioranza e il Governo hanno recepito gran parte degli emendamenti portati all'attenzione del Governo, siamo veramente soddisfatti del lavoro svolto nel corso della seduta odierna. Con grande rammarico devo dire che ciò che si è verificato oggi all'interno di quest'Aula non è che gratifichi tantissimo il Parlamento, né i parlamentari della maggioranza né il Governo. Infatti, mi riferisco a quanto era stato detto in Commissione, che aveva determinato la possibilità di recepire, nel senso più nobile, da parte della minoranza quanto chiesto e quanto detto più volte sia dal rappresentante del Governo sia dal rappresentate della maggioranza al fine di ritirare alcuni emendamenti per accelerare l'iter e per far sì che questo provvedimento diventasse legge nel più breve tempo possibile, nell'interesse della collettività. Ebbene, ciò non si è verificato.
Non si è verificato perché all'interno di questo Parlamento sia la maggioranza, sia il rappresentante del Governo hanno continuato a sostenere e dare battaglia nel dire che gli emendamenti sono importanti, ma possono essere sostituiti da ordini del giorno. Questo mi dispiace, signor Presidente e rappresentante del Governo, poiché è veramente offensivo. È offensivo perché dai banchi del Governo un suo collega si era permesso di dire in altri momenti (quattro o cinque mesi fa) che un ordine del giorno non si nega a nessuno e non ha nessun valore. Ora, dobbiamo prendere per buono quanto detto dal suo collega o ciò che dice lei?
Signor rappresentante del Governo, crediamo ancora nella correttezza ed anche nelle parole che si usano e pensiamo che quando le parole vengono fuori dalla bocca esse hanno un significato chiaro e nobile che sta nel collaborare e prendere impegni che poi devono essere rispettati.
Il fatto che si assumano atteggiamenti all'interno della Commissione e di questo Pag. 110Parlamento che poi non si rispettano è veramente un fatto che lascia un grande dolore e una grande difficoltà di interpretare simili atteggiamenti.
Abbiamo presentato questi ordini del giorno per cercare di dare un contributo, per quello che possano valere, ma da parte della maggioranza non c'è la disponibilità. Tale disponibilità non c'è perché molti colleghi non conoscevano gli emendamenti che stavamo andando a discutere, né gli argomenti messi all'ordine del giorno. Votavano perché c'era l'indicazione a votare da parte di qualcuno a favore o contro.
Questo lascia un grande rammarico e una grande tristezza e ci fa capire che da parte del Governo e anche da parte della maggioranza non c'è la disponibilità vera di dialogare nell'interesse del Paese e di coloro che soffrono, ma vi è solo l'interesse di essere i primi della classe e di dire che molte cose devono essere risolte da costoro.
Ma questa è la società che voi avete costruito, ossia la società degli individualisti e della produttività ad ogni costo e non la società della solidarietà e del rispetto degli altri. Il mio ordine del giorno prevede qualcosa che il Governo e la maggioranza dovevano già avere insito nella propria mente, nel proprio cuore e nel proprio modo di agire.
Abbiamo fatto una grande battaglia all'interno di quest'Aula parlamentare sostenendo che lo sbarramento al 4 per cento non era importante, perché si doveva dare legittimità e si doveva dare all'interno di questo Parlamento rappresentanza anche ai partiti inferiori al 4 per cento. Tale proposta non è passata, ma è stata varata una legge dove è previsto lo sbarramento al 4 per cento.
C'erano degli emendamenti che sostenevano che i contributi e i rimborsi elettorali dovevano essere dati ai partiti che non raggiungevano il quoziente del 4 per cento, bensì quello dell'1,5 o del 2,5 per cento, ma si affermava all'interno di questo Parlamento che non dovevano essere dati i contributi a questi partiti perché c'era un risparmio di denaro.
Però il risparmio di denaro non c'è stato; le cifre che allora si prevedevano devono essere rimborsate ai partiti che hanno raggiunto il 4 per cento in Italia per la competizione elettorale. Allora, se effettivamente da parte della maggioranza e da parte del Governo, quando sostenevano questa battaglia, c'era veramente la volontà di prendere in seria considerazione quanto stavano affermando, si faccia in modo che queste cifre, che debbano essere decurtate e date ai partiti che hanno raggiunto il 4 per cento, vengano stornate nell'interesse dell'Abruzzo.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DOMENICO SCILIPOTI. Si faccia in modo di non dare i rimborsi elettorali, ma che tali risorse possano essere stornate per la regione Abruzzo, come prevede la riduzione dei rimborsi di cui all'articolo 1 della legge 3 giugno 1999, n. 157, in relazione alle spese elettorali.

PRESIDENTE. Deve concludere.

DOMENICO SCILIPOTI. Concludo dicendo che questo ordine del giorno sicuramente (spero di sbagliarmi) sarà bocciato come tutti gli altri.
Però mi auguro e spero ancora per qualche giorno, fino a martedì, quando ci sarà... (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Scilipoti.
L'onorevole Mariani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/92.

RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, in questo ordine del giorno chiediamo al Governo un impegno organizzativo nella terza fase, quella che nel decreto-legge è indicata come quella della ricostruzione, quando, dopo l'uscita dalla prima emergenza, una volta passata l'emergenza ordinaria, dovrebbe in pratica andare ad individuare le politiche per la ricostruzione delle abitazioni e delle strutture Pag. 111pubbliche e anche delle opere infrastrutturali e degli impianti produttivi.
Abbiamo provato a chiedere attraverso emendamenti, ora lo facciamo con un ordine del giorno, che si possa autorizzare il Dipartimento della protezione civile, d'intesa con le regioni, a costruire un piano effettivamente cogente per tutto il territorio nazionale, in particolare per le regioni a maggior rischio sismico, affinché possa essere attuata una normativa sismica. Vi sono stati diversi interventi normativi negli ultimi anni a partire dalla applicazione delle prime leggi antisismiche - mi riferisco al 1971, circa quarant'anni or sono - allorquando una specifica disciplina delle costruzioni in cemento armato rese obbligatori alcuni tipi di norme per la messa in sicurezza dei fabbricati e delle infrastrutture.
A partire da quel periodo e continuando nelle legislazioni successive, si è fatto riferimento ad una normativa sismica (dalla legge n. 64 del 1974 per arrivare poi alle ultime ordinanze che hanno fatto seguito agli eventi calamitosi del Molise e della Puglia) che modificava le costruzioni e le infrastrutture per arrivare ad una maggiore ed omogenea e anche più rispondente alle esigenze applicazione della normativa.
Dal nostro punto di vista è possibile fare ciò. Oltre che rendendo più semplice la legislazione (di questo spesso si è parlato anche in questa legislatura), vorremmo che si organizzassero anche fatti in questo senso, perché, se è stata più volte sottolineata la necessità di modificare la norma, si è spesso dovuto assistere anche alla scarsità delle verifiche e dei controlli, in merito a leggi che dovevano in qualche modo mettere in sicurezza fabbricati e, quindi, garantire ai cittadini una maggiore tranquillità.
Oggi noi ci troviamo, invece, a discutere di polemiche che riguardano, oltre che le previsioni in ordine alla prevedibilità della catastrofe allorquando si verificano eventi come quelli dei terremoti ultimi, ad esempio il crollo di fabbricati di recente costruzione. È accaduto così purtroppo anche in riferimento al terremoto dell'Abruzzo. Ci siamo chiesti per quale ragione alcuni edifici costruiti alcuni anni fa, pubblici ma anche privati, che avrebbero dovuto essere progettati e costruiti in modo sicuro nel rispetto della normativa vigente, non hanno resistito al sisma e non hanno avuto le caratteristiche tali da resistere ad accelerazioni che i sismi hanno provocato.
Ciò significa che manca qualcosa nella applicazione della normativa. Molto spesso c'è stato detto che era difficile per tutte le nostre regioni. L'Italia è lunga, in alcune situazioni si è verificato quanto fosse difficile mettere a punto un meccanismo in loco di verifica, di rilievo e anche di puntuale controllo sanzionatorio, anche rispetto alla progettazione e al collaudo di molte delle strutture sia private che pubbliche. Credo sia giunto il momento di provare a dare una svolta a questo meccanismo. Noi ci appelliamo al Governo - e chiudo signor Presidente - perché si possa prevedere, questa volta d'intesa con le regioni, nei tempi necessari e anche gradualmente, un meccanismo di verifica e di controllo.
Auspichiamo che il Dipartimento della Protezione civile, insieme alle regioni, possa guidare questa applicazione prevedendo di considerare le risorse umane: è un problema di professionalità, di aggiornamento dei tecnici, di rapporto con le categorie professionali e con le imprese. Tutto questo comporta un lavoro che sicuramente, anche in via sperimentale, può iniziare da una tragedia così importante e così grave. Noi auspichiamo che questo ordine del giorno possa trovare accoglimento, anche con l'aiuto della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Messina ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/47.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, il 13 giugno scorso sono state selezionate sedici aziende per realizzare i new village per il dopo terremoto: avranno a disposizione 316 milioni di euro e tempi molto Pag. 112stretti per il montaggio dei prefabbricati e delle strutture che saranno collocati in 20 aree del comune de L'Aquila. Una parte consistente delle opere è stata affidata a tre aziende abruzzesi che realizzeranno 8 lotti su 30, per un totale di 84 milioni di euro di lavori. Queste ditte sono il consorzio Consta, la Maltauro e Taddei ed i fratelli Frezza.
Rispetto a questo credo che debba essere fatta chiarezza ed ecco il motivo dell'ordine del giorno. Non si può affidare la ricostruzione ai soggetti che hanno contribuito ai drammi che il terremoto in Abruzzo, questa tragedia, ha evidenziato, con strutture che sono crollate, sebbene ristrutturate da poco, probabilmente senza il pieno rispetto delle norme antisismiche.
Vorrei citare due di queste aziende, in primo luogo la Taddei, quanto meno per quanto riguarda lo spregio dei controlli. Ci sono delle dichiarazioni specifiche fatte dal titolare della Taddei nel momento in cui si discuteva dell'intervento del sindacato degli edili per i controlli. Credo che queste aziende debbano essere controllate con attenzione, ma non perché noi non vogliamo che vengano fatti i lavori, ma al contrario perché vengano realizzati rapidamente, bene e senza nuovi crolli. Taddei a proposito di questo diceva con chiarezza, leggo tra virgolette: «non ho nulla contro i sindacati, vengo dalla gavetta, ma nella mia azienda di sindacato non c'è bisogno». Dicendo questo accennava anche ad un altro fatto, anche questo importante: «il margine di profitto è molto basso e le penali altissime». Non si può speculare in questo senso, margini bassi probabilmente comportano anche delle distrazione forti e drammi futuri che possono essere evitati.
La seconda delle aziende che voglio citare è quella dei fratelli Frezza. Si tratta dell'azienda che ha ristrutturato l'ospedale San Salvatore de L'Aquila, quello che abbiamo visto crollare durante il terremoto in maniera drammatica. Il direttore dei lavori, l'ingegnere Sergio Angelini, il 29 marzo ha espressamente dichiarato che in quell'appalto di ristrutturazione non solo ci sono state delle carenze nella realizzazione dei lavori, ma c'è stato anche un eccesso di ricarico rispetto ai guadagni. Per intenderci, nell'appalto sono stati accorpati lavori edili alle forniture di apparecchiature; la legge consente un margine fino all'11,74 per cento, mentre invece i prezzi relativi all'acquisto dei macchinari sono stati gonfiati del 49,95 per cento, sostanzialmente con un danno per l'amministrazione di qualche milione di euro. Casualmente la fratelli Frezza è la stessa società che ha scavato sotto il palazzo di via XX Settembre, dove sono morte diverse persone, un parcheggio sotterraneo che sicuramente ha minato la stabilità dell'edificio. Non vado oltre.
La ricostruzione deve essere fatta, ma deve essere fatta bene e nel rispetto dello Stato di diritto. Nel momento in cui si discute di ricostruzione non si può considerare zona franca la zona terremotata dove ogni controllo è precluso; anzi, proprio perché si sono verificati gravissimi fatti, i controlli devono essere maggiori. Io vengo da una terra che ha avuto un dramma, quello del Belice in Sicilia; ebbene il terremoto del Belice è avvenuto nel 1968 e ancora oggi, dopo quarant'anni, ci sono ancora degli effetti. Questo a dimostrazione che vanno controllate le cose.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

IGNAZIO MESSINA. Il commissario Bertolaso tuttavia nel rispetto della legge deve controllare e non omettere il controllo. Questo è l'oggetto dell'ordine del giorno da me presentato: si impegna il Governo a prevedere garanzie per la partecipazione alle gare di ditte che non abbiano contribuito allo sfascio, che non abbiano collusioni mafiose e che siano serie; ad eliminare la possibilità di subappalto; ad intensificare i controlli per garantire che i lavori si svolgano nel rispetto delle regole. Per intenderci, si controlla un micropalo nel momento in cui lo si inserisce non certamente quando l'edificio è stato realizzato: lì non controlli più niente. Una volta per tutte: se veramente questo Governo vuole ricostruire l'Abruzzo, lo faccia ma lo faccia per i cittadini, per le popolazioni colpite e non per qualche Pag. 113amico costruttore (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. L'onorevole Margiotta ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/73.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, non essendo stato possibile, purtroppo, modificare il decreto-legge nei molti punti in cui esso necessitava di essere modificato a tutto vantaggio delle popolazioni abruzzesi e aldilà di ogni contrapposizione politica, abbiamo inevitabilmente affidato agli ordini del giorno una serie di aspirazioni, di opzioni, di richieste che non solo speriamo che il Governo voglia accettare, consentendo l'approvazione dell'ordine del giorno medesimo, ma soprattutto che poi agisca in maniera concreta in modo da tener fede agli impegni in tal modo assunti.
Tra gli ordini del giorno per noi importanti è compreso quello che sto per illustrare, nel quale ci si pone un problema dimenticato, poco approfondito, e che invece può diventare molto serio per moltissime famiglie in Abruzzo. Si tratta del tema degli affittuari: vi sono molte persone in affitto in immobili che hanno subito danni. Può accadere e non capita di rado - ne ho esperienza per il terremoto che colpì la mia regione moltissimi anni fa - che i proprietari degli immobili abbiano un atteggiamento inerziale rispetto alla stessa concessione di contributi e che non si attivino: a questo punto gli affittuari si troveranno in una casa non agibile, magari saranno anche costretti a pagarne il fitto e non sapranno dove andare.
L'ordine del giorno chiede al Governo di attivarsi per trovare idonee soluzioni a fattispecie del tipo sin qui considerato. Quali soluzioni? Riteniamo anzitutto che non debba essere computato nel corso del contratto di locazione tutto il periodo intercorrente tra il 6 aprile e la data di ritorno all'agibilità e al ripristino dell'immobile. Inoltre, chiediamo che i contratti che scadono nel 2009 siano automaticamente rinnovati per lo stesso periodo di tempo del contratto precedente e agli stessi prezzi e condizioni e soprattutto, in ogni caso, che si trovi una soluzione idonea per tutti quegli affittuari di immobili i cui proprietari decidano sostanzialmente di non ripristinare gli stessi appartamenti. Tali affittuari in buona sostanza non sapranno neanche dove andare, non troveranno facilmente una nuova abitazione in un momento di totale riduzione dell'offerta scaturente dall'inagibilità di moltissimi fabbricati.
Ancora una volta un tema che avremmo potuto ben più significativamente risolvere attraverso emendamenti; un tema che avrebbe potuto portare ad un arricchimento e al miglioramento dello stesso decreto-legge. Purtroppo la posizione che abbiamo trovato del Governo e della maggioranza di non accoglimento di nessuna delle nostre proposte non lascia che agli ordini del giorno la speranza, che ci auguriamo non resti disattesa, che il tema sia affrontato e soprattutto risolto nei modi necessari per evitare ulteriori disagi ai cittadini che già stanno vivendo dal 6 aprile ad oggi una situazione di dramma personale, di dramma sociale e di dramma umano.

PRESIDENTE. L'onorevole Evangelisti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/53.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, il decreto-legge in vigore e che noi oggi siamo chiamati a trasformare in legge, seppure in parte leggermente migliorato nel passaggio al Senato (purtroppo non siamo riusciti ad ottenere migliorie in questa discussione che vi è stata alla Camera) mantiene, a nostro avviso, inalterata una criticità di fondo, perché spicca l'estrema genericità e fumosità degli impegni e degli interventi per la difficile opera di ricostruzione.
Noi abbiamo ritenuto e abbiamo pensato che sia stato giusto che il commissario straordinario abbia gestito la primissima emergenza, ovvero la delicata fase in cui è fondamentale la massima rapidità di intervento, dai soccorsi alle prime opere di messa in sicurezza, ma superato quel Pag. 114momento, a nostro avviso, è assolutamente indispensabile che gli amministratori locali diventino i soggetti protagonisti della ricostruzione e l'unità nella gestione complessiva diventa essenziale. Invece, a nostro avviso l'idea che coltiva il Governo è che non per alcuni mesi, ma per i prossimi anni la gran parte delle funzioni di Governo nei territori colpiti dal terremoto sia nelle mani di un'istituzione monocratica quale quella del commissario.
Il decreto-legge in esame è sostanzialmente una delega in bianco al sottosegretario Bertolaso, di cui ovviamente non discutiamo in questa sede e in questo momento le qualità e le competenze. Quella che si sta varando è una legge prevalentemente di principi, che saranno poi concretizzati in piena discrezionalità e autonomia dalle ordinanze del Presidente del Consiglio, ovviamente facendo perno sul dottor Bertolaso.
Dunque, con l'ordine del giorno in esame intendiamo impegnare il Governo affinché preveda almeno il parere, il previo consenso, il coinvolgimento degli enti locali interessati nell'emanazione delle previste ordinanze, che finiscono, come ho detto e ripeto, per rappresentare il principale strumento attuativo del decreto-legge in esame. Infatti - lo vogliamo sottolineare - nella normalità democratica non vi è bisogno di luogotenenti presidenziali, ma di amministratori locali coerenti, concreti, onesti e capaci.
Del resto, anche il Governo poggia sul sostegno insostituibile di quella Lega che, del federalismo e della valorizzazione delle autonomie locali, fa la propria bandiera e qualche volta anche la propria retorica; pertanto non abbiamo dubbi che vi sarà un'espressione di parere favorevole ed un conseguente impegno del Governo rispetto al nostro ordine del giorno in esame (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei valori).

PRESIDENTE. L'onorevole Lolli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/74.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, parlo per i pochi deputati presenti e soprattutto per il sottosegretario. Siccome oggi è stata una giornata lunga e mi avete sentito parlare una quantità di volte forse eccessiva e soprattutto su questo tema che ripropongo con l'ordine del giorno in esame, me la caverò con due battute: ci abbiamo provato, non solo in questi due giorni, ma direi in questi ultimi dieci giorni. Do atto intanto ai membri della Commissione ambiente poi al sottosegretario, che ha seguito con grande passione, serietà e competenza tutto il nostro lavoro, prima di tutto di aver ascoltato gli argomenti che io ed altri abbiamo cercato di portare all'attenzione. Do atto di aver provato a tradurre questi argomenti, almeno quelli che ritenevate ragionevoli, nel provvedimento in esame e diciamo che non ci si è riusciti (uso questa espressione personale).
A questo punto naturalmente vi devo dire che come cittadino aquilano, peraltro coinvolto persino personalmente dagli effetti del decreto-legge in esame, mi sento molto preoccupato sull'avvenire. Tuttavia, l'ordine del giorno in esame non fa altro che raccogliere gli impegni che sono stati assunti pubblicamente e più volte dal Presidente del Consiglio e da molti di voi - da ultimo con la nota di cui abbiamo tanto discusso della Presidenza del Consiglio - e tradurre tutto ciò in un ordine del giorno.
So bene che un ordine del giorno non offre alcuna garanzia formale né istituzionale. Siamo ormai vecchi della politica e sappiamo come vanno queste cose. Tuttavia, spero che questo ordine del giorno, insieme alla comprensione che mi sembra essere riuscito a suscitare in voi in relazione agli argomenti che ho portato, possa contribuire ad attenuare la mia preoccupazione per il futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Monai ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/55.

CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, questo ordine del giorno, in qualche modo, Pag. 115è la piccola consolazione che ci rimane dopo la bocciatura di alcuni emendamenti tesi a rimpinguare i fondi destinati ai vigili del fuoco. Questi ultimi sono stati appellati come gli «angeli» del terremoto, quasi a sottolineare la funzione eccezionale di soccorso che hanno saputo offrire anche in questa emergenza, scavando, magari, con le nude mani, nel tentativo, spesse volte fruttuoso, di strappare alla morte potenziali vittime di questa immane tragedia.
Il Corpo dei vigili del fuoco, che rimane uno di quelli più genuini, dedicati al sostegno dell'emergenza e al soccorso, è penalizzato da una politica che questo Governo sembra non voler mutare, tesa a ridimensionare i fondi destinati a questo Corpo e ad evitare che l'organico non venga adeguato alle reali esigenze (vorrei ricordare che le persone che sono in sotto organico sono ben tremila, come è emerso dall'emergenza dell'Abruzzo). Una politica tesa a non garantire quella manutenzione dei mezzi e quell'adeguamento, anche del trattamento economico, delle maestranze e delle professionalità impiegate nel citato Corpo. Ciò è reso evidente dalla bocciatura degli emendamenti che il Governo non ha voluto assecondare.
Pertanto, ci rimane questa voce chiamante nel deserto, questo appello di rimediare, magari nei prossimi interventi futuri, a questa grave carenza, a questa dimenticanza, a questa indifferenza. Ci auguriamo che il presente ordine del giorno possa essere accettato, non come mera raccomandazione, ma come un impegno preciso che il Governo potrebbe assumere, per provvedere, ad esempio, in sede di assestamento della legge finanziaria, nelle prossime settimane, piuttosto che in un'ulteriore iniziativa legislativa, tesa a garantire a questa importante e nevralgica struttura della sicurezza pubblica, le risorse adeguate.
È contraddittorio, se mi permettete, amici del Governo, declamare la sicurezza, farne uno slogan della campagna elettorale - sia delle politiche, sia delle recenti elezioni europee - e, poi, declinare provvedimenti così vessatori e così penalizzanti per il sistema della sicurezza pubblica, che i vigili del fuoco, in maniera molto eccellente, stanno dando al Paese.
Non penso che sia opportuno attribuire a questi risultati solo il riconoscimento, sia pur simbolico ed importante, di una medaglia, come spesse volte è avvenuto in passato. C'è bisogno di concretezza, c'è bisogno di fondi per garantire ai vigili del fuoco la dignità di ruolo e la funzionalità a cui tutti auspichiamo si possa tendere.
Quindi, l'auspicio è che il sottosegretario possa accogliere questo ordine del giorno in maniera molto ferma e convinta. Sapremo, comunque, essere vigili sentinelle, affinché queste esigenze vengano rispettate e ci faremo promotori di ulteriori iniziative, tese a far diventare legge quello che oggi legge non può essere (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Fontanelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/77.

PAOLO FONTANELLI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno intendiamo impegnare il Governo a rinviare le elezioni del presidente della provincia e del consiglio provinciale e le elezioni comunali nella provincia de L'Aquila, già spostate dalla fine di quest'anno alla primavera, inizio estate, dell'anno prossimo, cioè al 2010. Credo che le ragioni siano evidenti e comprensibili.
Non solo sono legate - come è avvenuto durante la prima fase - a insormontabili difficoltà di carattere organizzativo e logistico, che non sappiamo se saranno recuperate o superate nei prossimi mesi, ma sono legate anche ad alcune difficoltà che hanno una valenza più generale. Infatti, considerato che le elezioni provinciali si svolgono per collegi definiti, è assai difficile immaginare che per la fine di quest'anno si sarà ritornati alla normalità e alla stabilità della presenza territoriale degli abitanti e degli elettori. Si rischia una doppia alterazione rispetto al momento elettorale, perché avremo sicuramente una parte dei cittadini terremotati Pag. 116che si troverà ancora in una situazione molto precaria: ci sarà chi avrà trovato una sistemazione nelle nuove casette, chi - ci auguriamo di no - vivrà ancora nei campi e chi vivrà negli alberghi. Questo creerà una situazione di dispersione del corpo elettorale che renderà difficile anche la possibilità di un corretto svolgimento delle elezioni sulla base dei collegi provinciali.
La seconda alterazione è il rischio che, poiché la provincia dell'Aquila per una parte ha subìto il terremoto, pertanto si trova in una situazione di totale precarietà, per un'altra non lo ha subìto, quindi si trova in una condizione di stabilità (perché nessuno si è mosso, i cittadini abitano nelle loro case), anche dal punto di vista dell'effetto delle elezioni si abbiano dei riverberi non positivi. È, infatti, evidente, come abbiamo già visto, che la possibilità di partecipazione alle elezioni di chi si trova in una condizione precaria, è lontano o ha difficoltà di mobilità, non è la medesima di chi si trova in condizione di stabilità.
Pensiamo, quindi, che per evitare questo doppio rischio sia giusto e sia un elemento di buon senso ragionare sulla possibilità di accorpare la scadenza elettorale con quella del 2010, ricavandone, probabilmente, anche un risparmio, perché una parte di quei comuni sarebbe egualmente interessata alla scadenza elettorale del rinnovo dei consigli comunali del 2010. Giudichiamo la nostra una proposta di buonsenso e ci auguriamo che il Governo si renda disponibile a questa richiesta.

PRESIDENTE. L'onorevole Zazzera ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/56.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, questo provvedimento avrebbe potuto rappresentare un'occasione per ritrovare l'unità di intenti, per superare le divisioni e sentirsi tutti impegnati, opposizione e maggioranza, ad affrontare una catastrofe nazionale come quella che si è verificata in Abruzzo.
Credo, però, che sia stata un'occasione mancata, perché, ancora una volta, anche nella seduta odierna, questo Governo ha dimostrato di non voler dialogare, di non voler aprire un confronto attraverso segni tangibili, come poteva essere l'accoglimento di alcuni emendamenti dell'opposizione.
Attraverso il nostro ordine del giorno cerchiamo di rompere un'idea, uno schema che, a nostro giudizio, è portato avanti dal Governo. Esattamente come non intende aprire un dialogo in un'occasione positiva, non lo ha fatto neppure nel momento della ricostruzione, affidando questa delega in bianco al commissario centrale, al commissario di Governo, e mortificando - lo affermano ormai le numerose dichiarazioni della manifestazione in corso - quegli enti locali che, invece, avrebbero dovuto essere coinvolti ed essere soggetti attivi dei vari passaggi legati alla ricostruzione.
La ricostruzione certamente va fatta, va fatta rapidamente, e vanno messi a disposizione i soldi. A nostro giudizio, gli organi centrali, il commissario del Governo centrale, devono garantire che il flusso di denaro che arriverà sulla terra di Abruzzo vada a finire nella direzione giusta, che venga controllato con trasparenza, che venga utilizzato ai fini di una ricostruzione da realizzare in tempi rapidi e nell'utilità dei cittadini abruzzesi.
Pertanto, crediamo che non si possa pensare ad una ricostruzione dell'Abruzzo riconducendo tutto ad una decisione centralistica, senza ascoltare e senza coinvolgere i comuni, le province e la regione.
Attraverso questo ordine del giorno, chiediamo al Governo - e ci auguriamo che accolga tale proposta - di costituire insieme al Commissario del Governo centrale una cabina di regia composta dal presidente della regione Abruzzo, dal presidente della provincia e dal sindaco del comune de L'Aquila, in maniera da poter controllare, con un vero coinvolgimento e una partecipazione diretta, tutti i passaggi della ricostruzione che, ci auguriamo, Pag. 117possa avvenire in tempi molto rapidi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. L'onorevole Coscia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/80.

MARIA COSCIA. Signor Presidente, con questo ordine del giorno vogliamo ancora una volta richiamare l'attenzione del Governo sul problema di garantire il diritto allo studio e all'istruzione dei bambini e dei ragazzi colpiti dal terremoto perché, purtroppo, abbiamo la piena consapevolezza delle difficoltà che già hanno vissuto in questo ultimo scorcio di anno scolastico.
La stessa delegazione della VII Commissione cultura che si è recata a L'Aquila ha potuto riscontrare le condizioni drammatiche nelle quali si è tentato almeno di svolgere un minimo di attività scolastiche, in tende caldissime dove assolutamente non era possibile non solo svolgere attività didattica, ma neanche soggiornare per pochi minuti.
Siamo, quindi, preoccupatissimi anche per il prossimo anno scolastico: a settembre, i bambini e i ragazzi dovrebbero poter tornare a scuola. Per far questo occorre si realizzino almeno due condizioni: la certezza del personale e la certezza di avere le sedi dove poter svolgere le attività didattiche.
Sulla prima questione avanziamo una proposta ragionevole, quella di sospendere i tagli che il Governo ha deciso di portare avanti in tutta Italia, tenuto conto della situazione abbastanza speciale ed eccezionale presente in quella realtà.
La seconda questione è quella di dare certezza anche per quanto riguarda la stabilizzazione del personale, perché siamo di fronte a persone che non solo hanno perso la casa, ma che rischiano di perdere anche il lavoro, in vista di garantire anche gli incarichi annuali.
Ciò non solo allo scopo di dare risposte ai docenti ma anche di avere, da subito, certezze sugli insegnanti e i docenti sui quali poter contare, al fine di assegnarli alle scuole. Siamo, infatti, già in forte ritardo perché, più o meno, le procedure di assegnazione del personale sono già state da tempo avviate in tutta Italia.
L'altra questione, forse la più importante, è quella di avere certezza sui luoghi nei quali svolgere le lezioni. In proposito, ancora permane una situazione molto incerta: è vero che è stata effettuata una serie di valutazioni sull'agibilità o meno degli edifici scolastici, ma a una buona parte di questi è stata riconosciuta l'agibilità ponendo una serie di condizioni, ossia realizzare lavori di ristrutturazione molto impegnativi al fine di garantire la stabilità e la sicurezza degli edifici; e questi lavori e, quindi, l'accessibilità ai medesimi edifici possono variare in relazione alla complessità delle opere da effettuare.
Bisogna, quindi, avere la certezza che questi lavori si possano effettuare in tempo utile e, qualora ciò non fosse possibile, occorre approntare soluzioni di emergenza tali da consentire una normale attività didattica e non come, purtroppo, è avvenuto quest'anno, ospitare i bambini e i ragazzi in tende caldissime, realizzando all'impronta delle pluri-case dove poi, in realtà, si è svolta prevalentemente un'attività di intrattenimento.
Non vorremmo, quindi, che si corra il rischio di perdere anche il prossimo anno scolastico. Per tale motivo con questo ordine del giorno chiediamo al Governo di assumere degli impegni sotto questo profilo, sapendo che esiste un impegno dello stesso Ministero ad andare in questa direzione.

PRESIDENTE. L'onorevole Paladini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2468/46.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, premetto che la realizzazione delle opere e degli interventi emergenziali di cui al presente decreto legge - anche a causa dei tempi necessariamente rapidi per consentire una prima sistemazione delle famiglie rimaste senza casa prima del pervenire dei rigori climatici invernali caratteristici Pag. 118delle zone interne appenniniche - necessita di un'attenta attività di controllo per assicurare il rispetto delle norme sul trattamento dei lavoratori e sulla sicurezza e sui cantieri.
Si dovrebbe evitare l'assegnazione degli appalti pubblici al massimo ribasso e scegliere, viceversa, il metodo dell'offerta economicamente più vantaggiosa, correlando strettamente l'indicazione dei costi per la sicurezza alla tipologia dell'opera e alle caratteristiche dei cantieri, in modo da risultare congrui e verificabili.
Sarebbe, altresì, opportuno prevedere meccanismi premiali, sia dal punto di vista economico che per il raggiungimento dei requisiti necessari per la partecipazione alle gare, per le imprese che facciano registrare comportamenti positivi nei confronti della sicurezza. Un esempio è l'assenza di infortuni gravi nei propri cantieri, indici di gravità e/o di frequenza più bassi rispetto alla media, formazione certificata, utilizzo degli enti paritetici, coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza e delle rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza territoriali.
Bisogna assicurare il coordinamento a livello regionale e territoriale di tutti i soggetti della prevenzione, nonché il potenziamento delle funzioni di vigilanza con lo sviluppo di strategie integrate. Pur mantenendo, ognuno, l'autonomia e le prerogative delle proprie funzioni, una vera risorsa è rappresentata dalle RLS, dalle RLST e dal sistema paritetico. Ispettorati del lavoro e ASL potrebbero così maggiormente concentrarsi sui casi che necessitano di una particolare attenzione e soprattutto su coloro che vivono all'esterno dei sistemi nei quali è previsto l'intervento contrattuale. Si deve prevedere l'intensificazione dei controlli per garantire il rispetto delle norme sul trattamento dei lavoratori e sulla sicurezza dei cantieri da parte delle regioni, di intesa con gli ispettori provinciali e regionali del lavoro e l'INPS.
Concludo chiedendo un impegno al Governo a potenziare le dotazioni organiche degli ispettorati del lavoro nonché degli ispettori dell'INPS e a prendere le opportune iniziative per obbligare le amministrazioni comunali e i soggetti privati, nell'affidare i lavori per interventi di ricostruzione e di ripristino, a richiedere alle imprese, incluse quelle subappaltatrici, copia dei versamenti contributivi, previdenziali ed assicurativi relativi ai lavoratori impegnati nelle attività di ricostruzione.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire chiedo ai rappresentanti del Governo quale sia il parere sugli ordini del giorno presentati?

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il Governo ha già fatto qualcosa riguardo l'impegno richiesto dall'ordine del giorno Razzi n. 9/2468/1, ed infatti abbiamo annunciato ieri che ci verranno assegnati 493 milioni. Dunque, il Governo accetta l'ordine del giorno Razzi n. 9/2468/1, anche se si tratta di un impegno che sta già onorando.
Il Governo non ha effettuato una valutazione negativa su alcuno dei successivi ordini del giorno, anche se molti, a mio modo di vedere, sono fuori tema, e pertanto c'è un invito al ritiro del Governo su tutti quegli ordini del giorno che non afferiscono strettamente alla questione. Per questo motivo, il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Catanoso n. 9/2468/2.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, fatta la sua premessa, che mi sembra importante, in modo che sia chiaro anche agli atti, per i colleghi che non sono presenti e che leggeranno il resoconto, se ho ben capito, il parere del Governo è orientativamente favorevole per quanto riguarda gli ordini del giorno che attengono alla materia, mentre per quelli che non sono direttamente attinenti alla materia, in linea di massima, vi è un invito al ritiro o il parere è contrario. Quindi, procediamo con un ordine del giorno per volta.

Pag. 119

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Dunque, il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Catanoso n. 9/2468/2, accetta l'ordine del giorno Cazzola n. 9/2468/3, non accetta l'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/2468/4, perché prevede impegni troppo pressanti, invita al ritiro dell'ordine del giorno De Angelis n. 9/2468/5 ed accetta l'ordine del giorno Pelino n. 9/2468/6, che in realtà prevede quanto disposto dall'articolo 14, comma 5-bis, del provvedimento.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Caparini n. 9/2468/7, nonché l'ordine del giorno Cicu n. 9/2468/8, a condizione che sia riformulato premettendo nel dispositivo le parole: «a verificare l'opportunità di». Analogamente, accetta l'ordine del giorno Aracu n. 9/2468/9, a condizione che sia riformulato premettendo nel dispositivo le parole: «a valutare l'opportunità di » ed invita al ritiro dell'ordine del giorno Tommaso Foti n. 9/2468/10.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Di Biagio n. 9/2468/11 e Angeli n. 9/2468/12, nonché l'ordine del giorno Madia n. 9/2468/13 (Nuova formulazione), a condizione che sia riformulato premettendo nel dispositivo le parole: «ad adottare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, ulteriori iniziative» ed eliminando la parola «normative», così il campo è anche più ampio.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Aprea n. 9/2468/14, a condizione che sia riformulato premettendo nel dispositivo le parole: «a valutare l'opportunità di», eliminando le parole: «entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore», sopprimendo il terzo capoverso, cioè le parole da «ad interpretare in sede applicativa il medesimo articolo 4» fino al termine della lettera b), ossia fino alle parole: «con contratto a tempo determinato».
Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Lupi n. 9/2468/15, a condizione che sia riformulato prevedendo nel dispositivo le parole «a valutare l'opportunità di», invita al ritiro dell'ordine del giorno De Camillis n. 9/2468/16, che riguarda i consorzi di bonifica di Campobasso ed accetta l'ordine del giorno Gibiino n. 9/2468/17, a condizione che sia riformulato prevedendo nel dispositivo le parole: «a valutare l'opportunità di». Accetta l'ordine del giorno Villecco Calipari n. 9/2468/19, a condizione che sia riformulato sempre prevedendo nel dispositivo le parole: «a valutare l'opportunità di assumere ogni possibile iniziativa che consenta (...)», accetta l'ordine del giorno Pili n. 9/2468/20, nonché l'ordine del giorno Toto n. 9/2468/21, a condizione che sia riformulato sopprimendo tutte le parti che fanno riferimento alla revoca del commissario ad acta, che è un impegno che naturalmente non posso prendere; quindi, nella parte motiva, sono soppresse le parole da «e revocare la nomina» alla fine, mentre nel dispositivo è soppresso l'ultimo capoverso.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Guido Dussin n. 9/2468/22 (Nuova formulazione), che nella nuova formulazione già recepisce alcune osservazioni del Governo.

PRESIDENTE. Direi che la nuova formulazione ha recepito le indicazioni ante litteram del Governo. C'è profonda sintonia tra Governo e Parlamento.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Rainieri n. 9/2468/23. L'ordine del giorno De Girolamo n. 9/2468/24 è stato ritirato.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/2468/25, a condizione che venga eliminato il primo capoverso del dispositivo, dalle parole: «a destinare le risorse» fino alle parole: «provvedimenti in corso di attuazione», mentre nell'ultimo capoverso la parola «introdurre» venga sostituita dell'espressione: «valutare la possibilità di introdurre».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Luciano Dussin n. 9/2468/26 e Lanzarin n. 9/2468/27.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Togni n. 9/2468/28.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Caldoro n. 9/2468/29, a condizione che il Pag. 120dispositivo venga così riformulato: «impegna il Governo a valutare la possibilità, nell'ambito delle competenze del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in tema di dissesto idrogeologico, di riconoscere priorità, a causa degli eventi sismici dell'aprile 2009 e dei successivi fenomeni alluvionali verificatisi, agli interventi da effettuarsi nei territori abruzzesi necessitati dallo stato di pericolo per i centri abitati e le infrastrutture».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Barani n. 9/2468/30.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Castellani n. 9/2468/31, a condizione che nel dispositivo la parola «ad individuare» venga sostituita dalle parole: «a verificare l'opportunità di individuare».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Vanalli n. 9/2468/32, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di aggiungere, prima della parola «garantire», le parole: «a valutare la possibilità di».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zamparutti n. 9/2468/33, a condizione che vengano eliminati il secondo, terzo e quarto capoverso del dispositivo, da «a realizzare, a partire dal centro storico dell'Aquila» sino alla fine del dispositivo.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/2468/34, a condizione che venga eliminata la seconda parte del dispositivo, dalle parole: «lasciando comunque» fino alla fine.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Bernardini n. 9/2468/35 e Laffranco n. 9/2468/36.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Scelli n. 9/2468/37, a condizione che nel dispositivo, dopo la parola: «ad adottare», venga introdotta l'espressione «, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica,».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Girlanda n. 9/2468/38, e accetta l'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/2468/39.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Farina Coscioni n. 9/2468/40.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Laura Molteni n. 9/2468/41, a condizione che, nel dispositivo, la parola «a promuovere», venga sostituita dalle parole: «a valutare l'opportunità di promuovere», e l'espressione: «superamento degli effetti distorsivi» venga sostituita dall'espressione: «superamento di possibili effetti distorsivi».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Beltrandi n. 9/2468/42, mentre accetta l'ordine del giorno Compagnon n. 9/2468/43.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/2468/44, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/2468/45 (si parla di Molise e Puglia).
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Paladini n. 9/2468/46.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Messina n. 9/2468/47, qualora esso sia riformulato nel senso di sostituire il primo capoverso del dispositivo con il seguente: «a valutare l'opportunità di assumere iniziative affinché l'opera di ricostruzione sia affidata a soggetti e imprese che garantiscano massimo rigore e affidabilità».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Piffari n. 9/2468/48.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Palomba n. 9/2468/49, qualora il primo capoverso del dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere, dopo le parole: «recuperare le risorse necessarie», le parole: «compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Scilipoti n. 9/2468/50; formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Misiti n. 9/2468/51 (poiché il finanziamento della ristrutturazione delle strade è già previsto dall'articolo 4); accoglie come raccomandazione Pag. 121l'ordine del giorno Borghesi n. 9/2468/52; non accetta l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/2468/53.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/2468/54 qualora il dispositivo sia riformulato nel senso di eliminarne il primo capoverso: da «a prevedere il parere vincolante» fino a «moduli abitativi».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Monai n. 9/2468/55, qualora il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere le parole: «compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Zazzera n. 9/2468/56.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Tortoli n. 9/2468/57, qualora il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire le parole «a prevedere» con le seguenti: «a valutare la possibilità di prevedere».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Conte n. 9/2468/58, qualora il dispositivo sia riformulato nel senso di inserire le parole: «compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Leo n. 9/2468/59; accetta l'ordine del giorno De Girolamo n. 9/2468/60; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Narducci n. 9/2468/61.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Mantini n. 9/2468/62 qualora esso sia così riformulato: nel secondo capoverso della premessa, sostituire le parole: «a totale carico» con le seguenti: «a parziale o totale carico», poiché sono previste entrambe le opzioni; al termine del dispositivo, dopo le parole: «le seconde case», aggiungere le seguenti: «di valore storico e artistico, nonché gli immobili che, a giudizio dei sindaci e della sovraintendenza, hanno rilievo ambientale e paesaggistico».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Libè n. 9/2468/63.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Polledri n. 9/2468/64, qualora il dispositivo sia così riformulato: «a valutare tutte le misure utili affinché le nuove concessioni per l'esercizio della raccolta sul territorio dello Stato possano essere assegnate con procedura di evidenza pubblica, destinando importanti quote di introiti a campagne di informazione e ad interventi di prevenzione della dipendenza che il gioco può provocare».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Marsilio n. 9/2468/65, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di inserire alla terza riga, dopo le parole «città de L'Aquila», le seguenti: «nonché a valutare se e come prevedere - sin dal prossimo anno accademico - adeguate forme».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Realacci n. 9/2468/66, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di premettere le parole: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Lo Monte n. 9/2468/67. Il Governo accetta l'ordine del giorno Mecacci n. 9/2468/68, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di inserire alla prima riga, dopo le parole: «le opportune iniziative», le seguenti: «d'intesa con il dipartimento della Protezione civile per la finalità del servizio nazionale».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fedi n. 9/2468/69, mentre accetta l'ordine del giorno Tenaglia n. 9/2468/70 (Nuova formulazione), che riprende un emendamento ritirato e sul quale vi era un'intesa.

PRESIDENTE. Vale la pena che riveda se la nuova formulazione ha recepito le indicazioni suggerite.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, bisognava aggiungere la parola: «prioritariamente», ma era stata già inserita a penna.

PRESIDENTE. Prendo atto, quindi, che il Governo accetta l'ordine del giorno Tenaglia n. 9/2468/70 (Nuova formulazione).

Pag. 122

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Anche su questo ero stato preveggente! Il Governo non accetta l'ordine del giorno Ginoble n. 9/2468/71, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Duilio n. 9/2468/72, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel senso di sostituire alle parole: «di presentare al Parlamento, entro un anno» le seguenti: «assicurando adeguata conoscenza dei risultati», ma niente di più; con questa riformulazione il Governo lo accoglie come raccomandazione.
Il Governo, altresì, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Margiotta n. 9/2468/73, mentre non accetta l'ordine del giorno Lolli n. 9/2468/74.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Amici n. 9/2468/75, esso nel dispositivo afferma anche cose condivisibili, però tutte le premesse spiegano quanto è fatto male il decreto-legge e, dunque, è inevitabile che il Governo non accetti tale ordine del giorno.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Bressa n. 9/2468/76, a condizione che sia riformulato nel senso di eliminare il secondo capoverso della parte motiva di inserire nel dispositivo, dopo le parole «impegna il Governo a stanziare», le seguenti: «compatibilmente con le esigenze di bilancio». Il Governo accetta l'ordine del giorno Fontanelli n. 9/2468/77, a condizione che il dispositivo venga riformulato inserendo, dopo le parole «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Motta n. 9/2468/78, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a verificare la possibilità di:» e poi ognuno dei capoversi diventa, però, un punto connesso alla verifica di possibilità (e quindi: la possibilità di prevedere per i primi due capoversi, e la possibilità di riconoscere per il terzo).
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Lulli n. 9/2468/79, a condizione che il dispositivo venga riformulato inserendo, dopo le parole «impegna il Governo», le seguenti: «a verificare l'opportunità di». Il Governo, altresì, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Coscia n. 9/2479/80, a condizione che il dispositivo venga riformulato inserendo, dopo le parole «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di» e a condizione di eliminare il secondo capoverso della premessa, in cui si afferma che le misure presenti nel provvedimento sono largamente insufficienti. Anche per quanto riguarda l'ordine del giorno De Pasquale n. 9/2468/81, il Governo lo accetta, a condizione di eliminare il primo capoverso della premessa, in cui si afferma che le misure sono insufficienti.

PRESIDENTE. Quindi il parere del Governo sull'ordine del giorno De Pasquale n. 9/2468/81 è favorevole?

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Sì, a condizione però che nella premessa vengano soppresse le parole sopra citate.

PRESIDENTE. Mi scusi, è una raccomandazione o un parere favorevole?

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è favorevole. Il Governo accetta l'ordine del giorno De Torre n. 9/2468/82, a condizione di eliminare il primo capoverso della premessa, in cui si afferma che le misure sono insufficienti, e di riformulare il dispositivo sopprimendo le parole: «aggiuntive» ed «immediata».

PRESIDENTE. Onorevole Sottosegretario, sintetizzando: il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Coscia n. 9/2468/80 purché riformulato, mentre accetta gli ordini del giorno De Pasquale n. 9/2468/81 e De Torre n. 9/2468/82, purché anche essi siano riformulati.

Pag. 123

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il Governo accetta l'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/2468/83, purché venga riformulato, sopprimendo il primo capoverso della premessa. Il Governo accetta l'ordine del giorno Siragusa n. 9/2468/84 purché il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere, dopo le parole: «in garanzia al diritto allo studio a» le parole: «valutare la possibilità di».
Il Governo invita al ritiro degli ordini del giorno Sereni n. 9/2468/85, Vannucci n. 9/2468/86 (si tratta in questo caso di Umbria e Marche), mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Livia Turco n. 9/2468/87.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Calvisi n. 9/2468/88 a condizione che il dispositivo sia così riformulato: nel primo capoverso sostituire la parola «considerare» con le seguenti: «valutare la possibilità di considerare»; nel secondo capoverso sopprimere le parole: «quanto prima tutte»; si propone inoltre una riformulazione del terzo capoverso nel senso di verificare quali atti adottare in favore delle imprese operanti nei servizi alberghieri.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bocci n. 9/2468/89.
Il Governo accoglie l'ordine del giorno Braga n. 9/2468/90 se il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere, dopo le parole: «ad individuare», le parole: «compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica». Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Mastromauro n. 9/2468/91 e Mariani n. 9/2468/92, in quanto, quest'ultimo è quanto prevedeva la formula originale dell'articolo 11 che poi è stato cancellato non per volontà del Governo. Il Governo accetta l'ordine del giorno Costa n. 9/2468/93, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Parisi n. 9/2468/94, Toccafondi n. 9/2468/95 e Palmieri n. 9/2468/96.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Picchi n. 9/2468/97.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Minardo n. 9/2468/98, mentre accetta l'ordine del giorno Mazzoni n. 9/2468/99.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Versace n. 9/2468/100, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere, dopo le parole: «ad adottare», le seguenti: «compatibilmente con le esigenze di finanza pubbliche» e, dopo le parole: «attraverso l'assunzione di», le seguenti: «un congruo numero di vigili», espungendo l'espressione: «almeno 600 vigili», così come ogni altro riferimento numerico. Sostituire, pertanto, le parole: «almeno 10 milioni di euro» con le seguenti: «ulteriori fondi» e le parole: «lo stanziamento di 15 milioni di euro» con le seguenti: «altro stanziamento».
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Catone n. 9/2468/101 e Servodio n. 9/2468/102.
Governo accetta l'ordine del giorno Palumbo n. 9/2468/103, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire la parola: «risolvere» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di risolvere».
Il Governo accetta, infine, l'ordine del giorno Antonino Foti n. 9/2468/104.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Giachetti abbiamo un dubbio per quanto riguarda l'ordine del giorno Madia n. 9/2468/13, in quanto l'onorevole Madia ha presentato una nuova formulazione dell'ordine del giorno. Le chiedo pertanto, sottosegretario, se il suo parere favorevole con riformulazione è riferito alla nuova formulazione.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, vediamo cosa cambia rispetto al testo originario dell'ordine del giorno. Qui è indicata la scadenza «entro il 31 luglio 2009». A me sta bene la formulazione originaria, a condizione che il dispositivo sia riformulato inserendo, dopo le parole «ad adottare», le seguenti: «compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica» ed eliminando Pag. 124la parola «normative». Quindi, senza questo riferimento alla data. Per ma va bene la riformulazione che avevo proposto prima.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi pare di capire che, siccome la versione sarà quella riformulata, il sottosegretario afferma che, per quanto lo riguarda, nella riformulazione si deve ritornare al testo originario con le considerazioni svolte, e quindi togliendo le parti che sono state riformulate nella seconda versione.

PRESIDENTE. Esattamente.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, rubo soltanto un secondo per un chiarimento sull'ordine del giorno Amici n. 9/2468/75, visto che ho ascoltato le sue parole, sottosegretario. Lei ha affermato che il dispositivo sarebbe accettabile, ma le premesse sono talmente negative che le fanno esprimere un parere contrario.
Siamo dunque di fronte a due possibilità: mi chiedo se lei propone una riformulazione che sostanzialmente annulla le premesse, fermo restando il dispositivo (in tal modo, a quel punto, si tratterebbe di un parere favorevole, a condizione che sia accolta tale riformulazione); oppure mi chiedo se, in caso di votazione per parti separate, qualora vengano respinte le premesse, sul dispositivo eventualmente vi sarebbe un parere favorevole da parte del Governo.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Onorevole Giachetti, avevo lavorato su tale aspetto, e potrei proporre anche questa riformulazione. Nella premessa dell'ordine del giorno Amici n. 9/2468/75, il primo capoverso va bene; per quanto riguarda il secondo capoverso, propongo la seguente riformulazione, eliminando la parola «però»: «dal decreto legge in esame anche per la fase della ricostruzione dei comuni abruzzesi colpiti dal sisma emerge un modello fortemente centralizzato di definizione e gestione degli interventi». Mi fermo qui (poiché il fatto che il modello sia centralizzato risponde al vero) e propongo di cassare tutta la parte restante della premessa, fino all'impegno.
Per quanto riguarda la parte dispositiva, propongo la seguente riformulazione: impegna il Governo a definire per la fase della ricostruzione una forma di governance (espungendo la parola «nuova») che preveda un forte e diretto coinvolgimento (...); nel secondo capoverso del dispositivo propongo di eliminare le parole «nel primo provvedimento utile». Se riformulato nel modo testé illustrato, il Governo può accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Amici n. 9/2468/75, purché i presentatori accolgano la riformulazione testé illustrata.
Il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato ad altra seduta.
Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative per il disarmo e la non proliferazione nucleare in vista del prossimo vertice del G8, previsto all'ordine del giorno della seduta odierna, avrà luogo in altra seduta.

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 20,23).

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, le chiedo di sollecitare il Governo a rispondere ad una mia interrogazione a risposta scritta datata 2 dicembre 2008, la Pag. 125n. 4-01784, relativa al concorso a 500 posti per magistrato ordinario che si sta svolgendo.
Siccome il 19 novembre si è svolta la prova scritta e, in particolare su qualche quotidiano (mi riferisco a Il Riformista del 26 novembre 2008), sono state denunciate situazioni che certamente non aiutano a rafforzare la credibilità e la fiducia verso le istituzioni e la pubblica amministrazione, io nell'interrogazione chiedevo una risposta e un chiarimento su quei fatti. La prego, signor Presidente, di far presente la sollecitazione.

PRESIDENTE. Onorevole Strizzolo, sarà premura della Presidenza sollecitare il Governo alla risposta all'interrogazione da lei presentata.

Modifica nella costituzione di una Commissione permanente.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta odierna la V Commissione permanente (Bilancio) ha proceduto alla elezione del deputato Giuseppe Francesco Maria Marinello a vicepresidente, in sostituzione del deputato Gaspare Giudice, deceduto.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 18 giugno 2009, alle 9,30:

Svolgimento di una interpellanza urgente.

La seduta termina alle 20,25.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO RENATO FARINA IN RICORDO DELL'ONOREVOLE MASSIMO CAPRARA

RENATO FARINA. Signor Presidente, colleghi, Massimo Caprara è deceduto ieri a Milano, all'età di 87 anni. L'Aula, con le parole del Presidente Buttiglione, ha espresso il cordoglio per la scomparsa di questa grande figura della vita italiana. Qui vorrei adempiere il compito di illustrare in poche parole la nobiltà e la profezia testimoniate dal suo percorso di intellettuale e di politico. Questi due mestieri, l'intellettuale e il politico, oggi spesso nominati con disprezzo, sono stati in lui illuminati, anche e specialmente nei suoi tardi anni, dalla giovinezza della coscienza, purificati dal coraggio di scelte che talvolta gli hanno scarnificato l'anima. La coscienza, questa strana dotazione dell'essere umano, gli ha imposto la ricerca della verità a qualsiasi prezzo, anche quello della perdita di affetti e di amicizie.
Nato a Napoli da una famiglia borghese, talento letterario, che sin dalla prima giovinezza frequentava la bottega di Benedetto Croce, ebbe l'incontro decisivo e in fondo tragico della sua vita nel 1944, quando fu esaminato e scelto da Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista italiano, che arrivava da Mosca avvolto dall'aura del mito, come suo segretario particolare e dirigente reale del Partito. Ebbe una sorte simile e alla fine molto diversa, Giorgio Napolitano, di lui più giovane di alcuni anni. Ieri il Presidente della Repubblica gli ha dedicato, inviandolo alla famiglia, ed in particolare alla signora Jolanda, un commosso messaggio che leggo: "Apprendo con grande tristezza la dolorosa notizia della scomparsa di Massimo Caprara. Condivisi con lui le prime esperienze culturali e politiche nella Napoli degli anni di guerra, e nello stesso lontano 1953 entrammo insieme in Parlamento. Nel ricordo dei lunghi anni del suo impegno pubblico, del suo personale e complesso percorso critico nella politica italiana, della sua intensa attività di giornalista e di scrittore, invio le più sentite condoglianze a tutti i familiari, ai quali pure sono stato lungamente legato".
Come scrive il Presidente Napolitano entrò in Parlamento nel 1953, e divenne deputato comunista per quattro legislature, fu sindaco di Portici, ebbe altri incarichi. Pag. 126
Ma la sua vita fu una totale immersione nel cuore del secolo scorso. Era una cosa sola con Togliatti, fino a rinunciare - disse - quasi alla sua personale identità. Non sono più io che vivo ma il Partito, ma Togliatti che vive in me.
Fu giornalista di Rinascita, continuò la sua ricerca letteraria. Erano tempi in cui i politici di questa fatta parlavano in latino.
Poi dopo la morte di Togliatti è come se improvvisamente la coscienza di Caprara si fosse liberata da un macigno che le impediva di vedere e respirare.
Si emancipò, molto prima della caduta del muro del 1989, dalla prigione dell'ideologia. Lo fece paragonando i fatti che aveva vissuto, la giustificazione che ne forniva l'apparato, con la sete di umanità che aveva, con il desiderio di piena giustizia che sentiva.
Si ricordò di tante cose. Anche di Stalin. L'incontro che ebbe con lui, nel gelo di un giardinetto, mentre stava in giacchetta è memorabile.
Mentre Nilde Iotti fece in tempo a infilarsi la pelliccia e Togliatti in pastrano, lui rimase in giacchetta. Piangeva dal freddo, letteralmente. Stalin la scambiò per la commozione di trovarsi davanti a lui, e gli disse: «Courage, camarade». Poi gli parlò di Capri.
Il primo strappo fu con il Manifesto, e i compagni comunisti che misero sotto accusa la linea del Partito dopo l'invasione di Praga da parte delle truppe del Patto di Varsavia.
Insieme agli altri non fu espulso dal Partito, fu molto più radicalmente «radiato». 1969. Negli ultimi anni della sua vita, a me che lo frequentavo, mostrò ancora la pena per quella prova. Il patimento umano. La sofferenza non si era rimarginata. Non ero stato espulso ma radiato. L'evento è ben raffigurata da questo episodio per il quale non c'è bisogno di far nomi.
«Appena fui radiato dal Pci, lo incrociai in Transatlantico a Montecitorio. Procedeva sulla passatoia rossa con l'incedere solenne di un alto dignitario. Giunto a un palmo da me, schivò la mia mano tesa. Per scansarmi, fece un'impercettibile deviazione, senza una parola, né uno sguardo, né un sussulto. Semplicemente proseguì, come se fossi trasparente. Non fu solo l'annientamento di un rapporto che era stato affettuoso, ma una deliberata ingiuria. Mi sentii lo scarafaggio della Metamorfosi di Kafka, un ciottolo, un inciampo. Il gesto simbolico era un mostruoso anticipo di quella cancellazione dell'altro, tipica del comunismo, che prelude a ogni tipo di violenza»- e furono gli anni settanta.
In seguito non gli bastò nemmeno l'essere un ateo, libero pensatore, vagheggiante utopie.
Scrisse libri su quella sua esperienza. Fu un percorso di grandi lacerazioni. E attacchi a lui e alla sua persona. Non gli si rimproverava il cambio di prospettiva, ma il suo dichiararlo in pubblico, il suo rinnegamento senza filtri di moderazione di quella che era stata la sua vita, il suo tutto, il comunismo. Gli domandai anch'io il perché di quel grido dai tetti. Mi disse: «Io non mi assolvo. Non ho il diritto di tacere». Ora questo diritto gli è stato dato dalla morte. Ma bisogna che la sua esperienza continui a parlare.
Recuperò la figura di Gramsci, su cui scrisse libri bellissimi, e come lui percorse una via verso il cristianesimo, non un cristianesimo ideologico, non una cultura cristiana senza credere, ma un abbandono ad alcuni incontri che lo condussero all'abbraccio del Nazareno. Prima attraverso la lettura del Vangelo poi grazie alla figura di don Luigi Giussani. Sono certo che ora ci guarda, con la sua coscienza giovane e piena di umanità. Il suo ultimo libro si intitola «Riscoprirsi uomo». Credo sia il suo insegnamento.

TESTO INTEGRALE DEGLI INTERVENTI DEI DEPUTATI LAURA MOLTENI E ALDO DI BIAGIO IN SEDE DI ILLUSTRAZIONE DEGLI ORDINI DEL GIORNO RIFERITI AL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 2468

LAURA MOLTENI. Questo provvedimento tratta misure e interventi urgenti in Pag. 127favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo di questo aprile. Popolazioni che a testa alta, con grande dignità, compostezza e coraggio hanno subito ed affrontato l'infausto evento calamitoso, persone alle quali manifestiamo tutta la nostra solidarietà.
L'articolo 13 di questo provvedimento esprime una riforma del sistema di remunerazione dei farmaci erogati dal Servizio sanitario nazionale, riforma questa finalizzata ad eliminare alcune anomalie del sistema vigente, anomalie che hanno costituito ampio oggetto di confronto con le categorie produttive coinvolte.
Tuttavia, almeno in una prospettiva di lungo periodo, la soluzione ratificata nell'articolo 13 lascia delle perplessità legate ad una differenziazione dei cosiddetti «farmaci equivalenti» rispetto ai cosiddetti «farmaci di marca».
Come gruppo, in particolare, esprimiamo perplessità sulla soluzione che introduce una netta differenziazione tra farmaci equivalenti e specialità farmaceutiche in merito al rispetto delle quote di spettanza a carico dei diversi soggetti della filiera.
Infatti, a parer nostro, l'introduzione del sistema sanzionatorio a carico dei soli farmaci equivalenti rischia di produrre «effetti distorsivi» della concorrenza nel mercato farmaceutico, in quanto rimane confermata per i farmaci coperti da brevetto e commercializzati come specialità farmaceutiche la possibilità di applicare i cosiddetti «extrasconti».
Il rischio sotteso è che, continuando a legittimare i cosiddetti «extrasconti» per i farmaci di marca, si venga a creare una situazione paradossale per cui, per le categorie coinvolte, possa risultare più conveniente vendere un farmaco di marca rispetto ad un generico. E, questa è una situazione che appare oggettivamente paradossale in quanto gli ulteriori sconti applicati alle specialità farmaceutiche non determinano alcun risparmio di spesa per il servizio sanitario nazionale, venendo interamente «introitati» nelle diverse categorie (le aziende, i distributori, i farmacisti) coinvolte.
Si tratta, evidentemente, di logiche complesse e non facili da regolare, che però richiedono da parte del legislatore una particolare attenzione, proprio perché destinate a produrre ricadute su una pluralità di interessi e di soggetti (le esigenze di contenimento della spesa pubblica del servizio sanitario nazionale; l'opportunità di una politica sensibile alla tutela della produzione farmaceutica nazionale, soprattutto in un periodo di crisi; la necessità di garantire un'effettiva soddisfazione ai bisogni sanitari dei cittadini).
Se, infatti, da un lato ben si comprende appieno l'importanza di dare una risposta tempestiva alle esigenze legate alla ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto, da un altro lato è altresì evidente l'opportunità di ripensare alcune delle disposizioni introdotte dall'articolo 13 in esame, promuovendo una riforma organica dei meccanismi di rimborso dei farmaci a carico del servizio sanitario nazionale.
Ponderare queste esigenze, tutte meritevoli di tutela, ci porta quindi ad invocare la riattivazione di un nuovo tavolo di concertazione che, attraverso il coinvolgimento delle regioni (vere protagoniste delle politiche sull'assistenza farmaceutica) e delle associazioni di categoria interessate, possa consentire un ripensamento dell'articolo 13, comma 1, lettera b) in esame.
Questa, è un'esigenza che si pone in linea con quanto rilevato dalla stessa Autorità per la concorrenza ed il mercato in una lettera inviata ai due rami del Parlamento nel maggio ultimo scorso, nella quale a chiare lettere si evidenziava la necessità di tenere in maggiore considerazione le esigenze di promozione e diffusione dei farmaci generici, auspicando una politica di settore mirata a favorire lo sviluppo del comparto oltre all'adozione di specifici interventi regolamentari.
Tale politica, infatti, è destinata a produrre effetti positivi sia sul livello dei prezzi e sulla differenziazione dell'offerta di farmaci a brevetto scaduto, sia sugli Pag. 128investimenti nella ricerca e nello sviluppo di nuovi farmaci soggetti a copertura brevettale.
Inoltre, se diamo uno sguardo al contesto europeo rileviamo il consumo nazionale di farmaci equivalenti, continua, infatti, ad attestarsi su cifre nettamente inferiori a quelle ormai consolidate negli altri paesi europei. Dal 2001 ad oggi, infatti i farmaci equivalenti hanno registrato un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 40 per cento in termini di volumi, grazie alla progressiva scadenza dei brevetti che in Italia avevano visto un prolungamento notevole rispetto al resto d'Europa. A dispetto di questo tasso di crescita, tuttavia, i generici rappresentano ancora solo il 5,9 per cento dei farmaci venduti in Italia (percentuale, questa, di lungo inferiore a quella della media europea);
Personalmente, e soprattutto in questo particolare momento economico del nostro paese e delle nostre famiglie (indebitate con «debiti al consumo»), ritengo di grande importanza e civiltà la presenza e l'attestazione sul nostro mercato dei farmaci equivalenti al pari delle altre realtà europee.
Una politica sensibile al corretto utilizzo dei farmaci generici può anche poi consentire significativi risparmi di spesa. Infatti, ad oggi i risparmi annuali apportati dal ricorso ai farmaci generici hanno oscillato, rispettivamente, dai 200 milioni di euro del 2001 agli oltre 500 milioni del 2008.
Inoltre, nella prospettiva della definizione dei costi standard, secondo quanto previsto dalla legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale, la corretta gestione della spesa farmaceutica rappresenterà uno strumento fondamentale per il rispetto dei limiti economici e per continuare a garantire il più ampio accesso alle cure.
Concludendo, con questo ordine del giorno si vuole perseguire anche l'obiettivo volto ad evitare che il mercato farmaceutico venga ad essere distorto a favore del consumo dei farmaci cosiddetti «di marca», scoraggiando l'utilizzo dei farmaci equivalenti, che invece possono consentire ampi risparmi di spesa a favore del servizio sanitario nazionale. In particolare, si intende evitare che solo per i farmaci equivalenti siano fissate quote fisse di spettanza sul prezzo del farmaco, mentre le aziende produttrici di medicinali di classe a) non equivalenti potrebbero continuare ad applicare i cosiddetti «extrasconti».
Considerato infine che in questo senso, la disciplina introdotta all'articolo 13, comma 1, lettera b) rischia anche di limitare gli spazi di manovra riconosciuti alle regioni dal decreto legge n. 347 del 2001 nella modulazione delle politiche di distribuzione del farmaco, con questo ordine del giorno vogliamo impegnare il Governo a promuovere la riattivazione di un Tavolo di concertazione con le regioni e le associazioni di categoria coinvolte per procedere ad una revisione organica del sistema di remunerazione dei farmaci erogati a carico del Servizio sanitario nazionale, che si ponga come obiettivo prioritario il superamento degli effetti distorsivi introdotti dall'articolo 13, comma 1, lettera b) in esame, in linea con quanto rilevato dalla lettera dell'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato.

ALDO DI BIAGIO. Ci tengo a richiamare l'attenzione di tutti voi su un ordine del giorno che ha una rilevanza significativa per i tanti connazionali iscritti all'Aire di origine abruzzese.
Sono molti i connazionali iscritti all'Aire dei comuni colpiti dagli eventi sismici dello scorso 6 aprile, molti di questi sono emigrati in tempi lontani ed il loro legame con questa terra di appartenenza prende le forme di un piccolo immobile di proprietà, riferimento territoriale e familiare.
L'attenzione nei confronti di questi connazionali e le loro case distrutte durante il terremoto deve essere forte.
Con l'ordine del giorno presentato e sottoscritto dai colleghi eletti all'estero della PdL intendiamo proprio confermare questa attenzione.
I nostri connazionali abruzzesi hanno manifestato una profonda e sincera solidarietà Pag. 129nei confronti dei loro conterranei colpiti dalla tragedia.
Hanno organizzato campagne di solidarietà e di sensibilizzazione, raccogliendo fondi ed attivandosi ove fosse possibile.
Ragion per cui riteniamo ancor più significativa l'attenzione che il Governo vorrà dedicare alla questione.
La comunicazione della Presidenza del Consiglio nella quale si specifica che anche le seconde case ubicate nel centro storico dell'Aquila e degli altri comuni colpiti dal sisma saranno ricostruite a spese dello Stato, rappresenta una rassicurazione importante in questo senso.
Considerando che il provvedimento intende dare un sostegno a chi in questa tragedia ha perso molto e fa fatica a poter ricominciare, in questo aiuto da parte dello Stato non esistono differenze tra residenti e non, e tra gli italiani.
L'aiuto alla ricostruzione dovrà riguardare tutti.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2468 - em. 4.15 355 354 1 178 163 191 67 Resp.
2 Nom. em. 4.16 351 351 176 164 187 67 Resp.
3 Nom. em. 4.19 387 387 194 184 203 66 Resp.
4 Nom. em. 4.26 382 382 192 176 206 65 Resp.
5 Nom. em. 4.25 390 390 196 184 206 65 Resp.
6 Nom. em. 4.27 404 404 203 194 210 65 Resp.
7 Nom. em. 4.31 424 424 213 199 225 64 Resp.
8 Nom. em. 4.36 427 427 214 207 220 63 Resp.
9 Nom. em. 4.42 428 428 215 208 220 63 Resp.
10 Nom. em. 4.41 413 408 5 205 193 215 64 Resp.
11 Nom. em. 4.34 439 439 220 212 227 63 Resp.
12 Nom. em. 4.32 450 450 226 220 230 62 Resp.
13 Nom. em. 4.37 458 457 1 229 220 237 60 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 4.103 457 457 229 221 236 59 Resp.
15 Nom. articolo agg. 4.01 466 464 2 233 224 240 58 Resp.
16 Nom. em. 5.1 468 274 194 138 29 245 58 Resp.
17 Nom. em. 6.33 435 435 218 216 219 57 Resp.
18 Nom. em. 6.40 463 463 232 230 233 56 Resp.
19 Nom. em. 6.41 473 473 237 231 242 55 Resp.
20 Nom. em. 6.43 479 479 240 235 244 55 Resp.
21 Nom. em. 6.59 479 479 240 233 246 54 Resp.
22 Nom. em. 6.67 482 481 1 241 233 248 52 Resp.
23 Nom. articolo agg. 6.01 477 477 239 230 247 52 Resp.
24 Nom. em. 7.25 477 477 239 229 248 52 Resp.
25 Nom. em. 7.15 477 477 239 225 252 51 Resp.
26 Nom. em. 7.9 477 477 239 225 252 51 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo agg. 7.07 464 464 233 219 245 50 Resp.
28 Nom. em. 8.2 468 468 235 222 246 50 Resp.
29 Nom. em. 8.12 466 466 234 219 247 49 Resp.
30 Nom. em. 9-bis.4 474 473 1 237 221 252 49 Resp.
31 Nom. em. 9-bis.2 472 472 237 218 254 48 Resp.
32 Nom. em. 10.1 460 460 231 211 249 47 Resp.
33 Nom. em. 10.101 448 448 225 207 241 47 Resp.
34 Nom. em. 10.4 448 447 1 224 206 241 47 Resp.
35 Nom. em. 10.7 450 450 226 210 240 47 Resp.
36 Nom. em. 10.8 448 447 1 224 203 244 47 Resp.
37 Nom. em. 10.17 444 443 1 222 199 244 47 Resp.
38 Nom. em. 11.2 434 434 218 196 238 47 Resp.
39 Nom. em. 11.9 428 428 215 193 235 47 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo agg. 11.01 427 427 214 193 234 46 Resp.
41 Nom. em. 13.4 422 422 212 193 229 46 Resp.
42 Nom. em. 13.6 420 419 1 210 188 231 46 Resp.
43 Nom. articolo agg. 13.01 426 408 18 205 171 237 45 Resp.
44 Nom. articolo agg. 13.03 384 384 193 183 201 65 Resp.
45 Nom. em. 14.15 424 423 1 212 203 220 60 Resp.
46 Nom. em. 14.101 431 430 1 216 202 228 60 Resp.
47 Nom. em. 14.5 441 440 1 221 211 229 60 Resp.
48 Nom. em. 14.102 447 445 2 223 215 230 60 Resp.
49 Nom. em. 14.10 435 434 1 218 206 228 60 Resp.
50 Nom. em. 15.8 436 435 1 218 208 227 60 Resp.
51 Nom. em. 17.1 430 429 1 215 205 224 58 Resp.
52 Nom. em. 17.3 423 422 1 212 200 222 58 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 59)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 17.7 429 428 1 215 204 224 58 Resp.
54 Nom. em. 17.8 429 428 1 215 204 224 58 Resp.
55 Nom. em. 17.9 427 426 1 214 204 222 58 Resp.
56 Nom. em. 17.12 431 430 1 216 206 224 58 Resp.
57 Nom. em. 17.14 423 422 1 212 200 222 58 Resp.
58 Nom. em. 17.18 420 419 1 210 199 220 58 Resp.
59 Nom. em. 17.19 411 409 2 205 190 219 58 Resp.