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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 186 di giovedì 11 giugno 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 10.

GIANPIERO BOCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Balocchi, Bonaiuti, Borghesi, Bossi, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Crimi, Crosetto, Fitto, Gregorio Fontana, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Lo Monte, Lucà, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Meloni, Migliavacca, Milanato, Mura, Nucara, Pescante, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vietti e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 867.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la sottoindicata Commissione ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
alla VII Commissione (Cultura):
VANNUCCI ed altri: «Istituzione del premio annuale "Arca dell'arte - Premio nazionale Rotondi ai salvatori dell'arte"» (867).

(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,30.

Pag. 2

Seguito della discussione del disegno di legge: Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (A.C. 1415-A); e delle abbinate proposte di legge: Jannone; Contento; Tenaglia ed altri; Vietti e Rao; Bernardini ed altri (A.C. 290-406-1510-1555-1977).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica alla disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche; e delle abbinate proposte di legge di iniziativa dei deputati Jannone; Contento; Tenaglia ed altri; Vietti e Rao; Bernardini ed altri.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa l'illustrazione degli ordini del giorno e che il rappresentante del Governo ha espresso il parere.

Sull'ordine dei lavori (ore 10,31).

ALESSANDRA MUSSOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ALESSANDRA MUSSOLINI. Sull'ordine dei lavori, signor Presidente, o su quello che vuole lei.

PRESIDENTE. Non su quello che voglio io, ma su quello che permette il Regolamento, onorevole Mussolini. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, ieri si è verificato un fatto estremamente grave. In sede di Commissione affari costituzionali del Senato c'è stato un attacco gravissimo a tutte noi donne elette, da parte di una persona che io considero ciarpame. Chiedo, pertanto, che ognuna di noi sia audita presso la Commissione affari costituzionali del Senato in merito ai nostri progetti di legge e al nostro impegno, dal momento che anche in campagna elettorale qualcuno ha detto che noi non contiamo niente.
Ieri qualcun altro, il parlante, nonché Grillo, si è permesso di usare una parolaccia tremenda, che ci insultava. Pretendiamo quindi di essere ascoltate, perché non è possibile che in una Commissione così importante come la Commissione affari costituzionali sia invitato chicchessia a insultare le donne che sono in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori) e che lavorano in nero, perché noi facciamo ancora un lavoro nero!
Che siamo belle o brutte, non ce ne importa nulla, ci dovete lasciare stare e farci lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Quindi il Presidente della Commissione affari costituzionali del Senato, Vizzini, si deve scusare per avere invitato il grillo parlante e ci deve sentire tutte, maggioranza e opposizione, senza gli uomini (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Onorevole Mussolini, mi pare che il suo intervento abbia riscosso il successo voluto.

ANGELA NAPOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, intervengo anch'io sull'ordine dei lavori. Ritengo davvero grave quanto sta accadendo in riferimento alle valutazioni che vengono espresse sulle donne di questo Parlamento. Ritengo che si sia oltrepassato il limite, che si sia oltrepassata qualsiasi decenza. Concordo sulla proposta della collega Mussolini: chiediamo di essere audite dalla Commissione affari costituzionali del Senato. Pag. 3
Ritengo altresì - dopo le accuse che sono state rivolte non soltanto ieri dal definito grillo parlante, ma persino in campagna elettorale, dal Presidente Casini, nei confronti delle donne parlamentari - che sia giunto il momento che anche i Presidenti della Camera e del Senato prendano atto, una volta per tutte, della serietà con la quale noi donne parlamentari, tutte, indipendentemente dall'appartenenza, dalla coalizione o dal partito politico, espletiamo la nostra attività, ponendo a rischio anche la nostra incolumità di fisica, a causa di tale serietà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del Partito Democratico).
Non possiamo più consentire di essere considerate lo zimbello d'Italia: se gli italiani ci hanno mandato qui, con il loro consenso, pretendiamo rispetto soprattutto da chi è a capo delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del Partito Democratico).

ANNA PAOLA CONCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA PAOLA CONCIA. Signor Presidente, molto brevemente voglio dire che il nostro è un Paese particolarmente misogino, e ce ne siamo accorte noi donne in questi ultimi tempi, tuttavia credo che siamo arrivati a livelli che non sono più sopportabili. Siamo uno dei Paesi, cari colleghi e colleghe, in cui la presenza delle donne nelle istituzioni e nella vita pubblica è la più bassa. Noi siamo quelle che dobbiamo essere sempre più brave, dobbiamo sempre dimostrare di essere più brave rispetto agli uomini quando operiamo nella vita pubblica e abbiamo incarichi pubblici.
Chiedo alla Presidenza della Camera e, in particolare, alla Presidenza del Senato, dove questo episodio è avvenuto, che prendano posizione e che anche i miei colleghi uomini dimostrino che questo Parlamento comincia a cambiare rotta per quanto concerne il rispetto delle donne. Infatti vi ricordo che anche qualche altro nostro collega recentemente ha parlato delle donne dicendo che non sono influenti nel Parlamento. Non faccio nomi per rispetto, ma credo che anche noi qui dentro dobbiamo cambiare, e mi associo alle parole delle mie colleghe Napoli e Mussolini. Credo che vada fatto un grande ragionamento su questo punto perché deve finire questa misoginia italiana (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ho dato la parola a due rappresentanti del gruppo del Popolo della Libertà, adesso ha chiesto di parlare l'onorevole Argentin e le darò la parola nonostante abbia già parlato l'onorevole Concia. Successivamente darò la parola a rappresentanti dei gruppi che non sono intervenuti, ma non ad altri esponenti dello stesso gruppo, altrimenti si aprirebbe una questione. Credo che gli interventi che sono stati svolti dalle colleghe...

SOUAD SBAI. Signor Presidente, è importante!

PRESIDENTE. Sì. È importante, ma penso che siano stati interventi abbastanza forti nei quali ci possiamo riconoscere tutti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, vorrei soltanto aggiungere alcune osservazioni che secondo me sono fondamentali. Beppe Grillo può aver detto quel che crede, al di là degli insulti, ma credo che non è certamente dando riconoscimenti alle sue kermesse che noi ci aiutiamo come donne ad avere il riconoscimento dei valori... signor Presidente, è impossibile parlare!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia, cominciamo a dimostrare che non condividiamo le parole insultanti che ci sono state rivolte ascoltando una collega che sta parlando. Prego, onorevole Argentin.

Pag. 4

ILEANA ARGENTIN. Dicevo che ciò che ritengo più da biasimare sia l'insulto, ma non credo che bisogna dargli rispetto e soprattutto riconoscimenti, perché altrimenti non ci sarebbe niente di più facile che parlare male delle donne per avere un riconoscimento nella comunicazione.
Credo, invece, che sia fondamentale ricordare che anche altri esponenti politici che siedono in questo Parlamento, o che addirittura capeggiano questo Parlamento, hanno parlato di donne di sinistra maleodoranti ed esteticamente non belle. Trovo che questo sia ancora più grave, perché quando si parla delle donne soltanto perché belle o odoranti credo che veniamo insultate maggiormente di quanto non siamo se un povero inetto, concedetemi questo termine, dice che noi siamo - uso per l'appunto la sua espressione - delle zoccole (lo dico perché ogni parola ha un senso).
Mi permetto di dire che è opportuno senz'altro fare una denuncia, ma ricordiamoci che per riconoscerci in quanto donne forse la battaglia non va fatta contro un qualunque Grillo, ma essendo più dell'idea che abbiamo la necessità di un rispetto maggiore soprattutto, lo ripeto, tra gli scranni di questo Parlamento, e anche da parte dell'opinione pubblica.
Si è parlato tanto ultimamente delle veline, e via dicendo. Devo anche dirvi questo, perché onestamente non ne uscirei serena: essere belle non può essere una colpa, come non può esserlo essere brutte. Non ci lagniamo contro chiunque è donna e quindi ha delle caratteristiche rispetto a un uomo.
Per cui, signor Presidente, anch'io le chiedo una denuncia verso Beppe Grillo, ma anche che ci sia una svolta culturale rispetto agli uomini e soprattutto a coloro che gestiscono il Governo di questo Paese.

ANTONINO LO PRESTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ANTONINO LO PRESTI. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Siamo già sull'ordine dei lavori, onorevole Lo Presti. Prego.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, le chiedo di riconsiderare la sua decisione di limitare il dibattito soltanto ad un rappresentante per gruppo. La questione sollevata dalle colleghe è una questione che merita un approfondimento da parte di tutta l'Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Non è possibile delegare ad un singolo rappresentante per gruppo un dibattito su una questione così delicata, e sulla quale le colleghe hanno perfettamente ragione, che ci deve vedere coinvolti tutti. Ciascuno di noi deve avere il diritto di esprimere attraverso la propria sensibilità quello che prova su un fatto di questo genere.
Quindi, signor Presidente, il mio intervento è sull'ordine dei lavori proprio in ragione di questa sua preannunciata decisione che spero possa essere revocata. Si stabilisca una sede, lo si faccia oggi, lo si faccia domani, ma non è più possibile andare avanti così.
Bisogna fare chiarezza su quelle che sono le prerogative, il ruolo e il rispetto dovuto soprattutto in quest'Aula, come nell'altra Aula del Parlamento, nei confronti delle nostre colleghe, verso le quali ovviamente (non voglio usare termini abusati) vanno tutta la nostra profonda solidarietà e considerazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Lo Presti, capisco l'importanza dell'argomento e mi farò parte diligente, anche perché interessata, nel far presente al Presidente la sottolineatura che giustamente c'è stata sulla gravità di quello che si è verificato al Senato. Credo che sarà il Presidente, magari convocando la Conferenza dei presidenti di gruppo, a decidere quale possa essere la procedura. Ricordo, inoltre, che tutto questo si è svolto nell'altro ramo del Parlamento e che esiste anche un problema di rispetto reciproco fra le due Camere, quindi rimetto il tutto al Presidente. Ricordo, altresì, che gli interventi Pag. 5che ci sono stati sono stati interventi forti e non credo che ci sia bisogno di aggiungere altre parole, perché in quelle che sono state pronunciate ci possiamo riconoscere tutti.
Riprenderei l'esame del punto all'ordine del giorno in discussione, anche per dimostrare come donna e come donne che sappiamo lavorare e non abbiamo bisogno, da questo punto di vista, di ulteriori difensori (Applausi).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1415-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C.1415-A).
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Garagnani n. 9/1415-A/1 e Nicola Molteni n. 9/1415-A/2, accolti dal Governo come raccomandazione, non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Brigandì n. 9/1415-A/3, accettato dal Governo, purché riformulato.

MATTEO BRIGANDÌ. Vorrei sentire la riformulazione.

PRESIDENTE. Onorevole Brigandì, può trovare la riformulazione proposta dal Governo sul resoconto stenografico della seduta di ieri...

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal Governo.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo all'ordine del giorno Realacci n. 9/1415-A/4, accolto come raccomandazione dal Governo.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, in relazione all'ordine del giorno Realacci n. 9/1415-A/4, nella seduta di ieri ho detto che era accolto come raccomandazione, perché il Governo è impegnato sui temi che sono descritti nella motivazione dell'ordine del giorno e non nel dispositivo. Però, rileggendolo, siccome si tratta di impegni già assunti dal Governo, accetto l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Realacci se insiste per la votazione del suo ordine del giorno.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, non insisto per la votazione. Voglio ringraziare il Governo, il sottosegretario Caliendo e il Ministro Alfano per aver accettato l'ordine del giorno e sottolineare la delicatezza della questione. Questo ordine del giorno era firmato da me, dal collega Granata e da altri colleghi parlamentari. Ve ne è un altro analogo (Granata n. 9/1415-A/74), per cui - anche se credo che lo farà il presentatore dopo - invito il Governo anche in questo caso a valutare il suo parere. La questione è che stiamo parlando dello smaltimento illegale dei rifiuti e di altri reati gravi dal punto di vista ambientale come gli incendi, il maltrattamento degli animali e così via.
Voi sapete che c'è una divisione in quest'Assemblea: il Governo ritiene che la norma che stiamo approvando non danneggerà indagini molto importanti per gli italiani; noi riteniamo invece che ci sia un pericolo di indebolimento della lotta nei confronti della criminalità e di reati particolarmente odiosi.
In questo caso, la vicenda è molto comprensibile a tutti. Prima che venisse introdotta una norma nel 2001 - che, voglio ricordarlo, fu introdotta al Senato mediante l'approvazione di un emendamento, come si suol dire, bipartisan il cui primo firmatario era un senatore di Forza Italia - era molto difficile contrastare in Italia lo smaltimento illegale di rifiuti, Pag. 6anche di quelli pericolosi, radioattivi e contenenti veleni che contaminano il territorio. Con l'introduzione di quella norma nel decreto cosiddetto Ronchi-bis - che poi ha cambiato numero e adesso è il n. 152 del 2006 - fu possibile utilizzare le intercettazioni contro questi reati.
Da allora, grazie a questa possibilità, le forze dell'ordine e la magistratura hanno portato avanti 131 inchieste, prodotto 841 arresti, che hanno visto coinvolto 574 aziende e una denuncia di quasi 2.500 persone. Si tratta, lo ripeto, di un reato particolarmente odioso, che in alcune aree del Paese - pensiamo alcune aree del sud e alla Campania - ha prodotto l'avvelenamento di interi territori e danni alla salute. Ricordo che fra la provincia di Caserta e quella di Napoli sono stati abbattuti 10 mila capi di bestiame perché la diossina presente nel latte era tale da dover far ritenere quel latte un rifiuto industriale.
Mentre nei mesi scorsi abbiamo approvato un reato che prevede di punire penalmente chi smaltisce un materasso in Campania, sarebbe bizzarro che indebolissimo la lotta contro un reato particolarmente odioso, sentito come tale dall'opinione pubblica, pericolosissimo per la salute e per l'ambiente, che in alcune regioni e in tutta Italia ha prodotto danni gravissimi. Noi riteniamo che questo rischio sia presente. Invitiamo il Governo - ringrazio di nuovo il sottosegretario per aver accolto questo invito - a vigilare perché non ci sia un indebolimento dovuto alla norma che approviamo nel contrastare questo fenomeno, che è assolutamente grave per il nostro Paese e per il suo futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Realacci non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1415-A/4.
Chiedo all'onorevole Valducci se accetti la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/1415-A/5.

MARIO VALDUCCI. Signor Presidente, se possibile vorrei conoscere la riformulazione.

PRESIDENTE. Onorevole Valducci, le riformulazioni sono contenute nel resoconto stenografico della seduta di ieri. Il Governo le ha annunciate ieri, quindi adesso non le possiamo ripetere. Dovevate essere in aula...

MARIO VALDUCCI. Chiedo al Governo se può ripetermi la riformulazione proposta.

PRESIDENTE. Colleghi, adesso il Governo ridirà la riformulazione, però siete pregati di andare a vedere il resoconto stenografico della seduta di ieri perché altrimenti si vanifica il lavoro che si è svolto ieri pomeriggio (Applausi). Prego, sottosegretario Caliendo.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, la riformulazione del dispositivo è: «a vigilare in modo che in fase di applicazione...» e il resto rimane uguale. Ho dato anche la motivazione nel senso che l'attuale disegno di legge, per come è disciplinato, già prevede, a nostro avviso, quanto qui è richiesto.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Valducci n. 9/1415-A/5, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rao n. 9/1415-A/6, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Compagnon n. 9/1415-A/7, accolto dal Governo come raccomandazione.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, vorrei rivolgermi al Governo per vedere se può, almeno in parte, rivedere questo suo parere e darne uno favorevole in quanto già ieri nel mio intervento avevo auspicato che gli incarichi delle intercettazioni fossero dati ai tecnici specializzati delle forze dell'ordine piuttosto che a ditte esterne, ma tant'è; sono stati dati e non si Pag. 7può mettere in difficoltà queste ditte perché le procure non le pagano. Le aziende hanno un credito di oltre 450 milioni di euro, in un periodo dove le difficoltà occupazionali sono note a tutti.
Avendo il Governo messo la fiducia ovviamente non abbiamo potuto incidere assolutamente sul miglioramento del testo. Questo ordine del giorno chiede soltanto al Governo «di adottare ogni iniziativa utile a garantire il saldo del credito vantato dalle aziende». Anche per serietà, nell'eventualità che il Governo non cambi parere, accetteremo la raccomandazione, proprio perché ritengo questo un aspetto delicato in un contesto del quale abbiamo già parlato. Richiamo però il Governo a prendere in considerazione il fatto di dare un parere favorevole, perché si tratta di un aspetto molto delicato al quale le procure, in nome e per conto dello Stato, devono rispondere in maniera chiara e certa. Se noi, avendo già la crisi economica che espelle dal posto di lavoro centinaia di migliaia di persone in questo periodo, continuano ad alimentare queste fuoriuscite, indubbiamente andiamo nel verso contrario di quello che è l'impegno che dovremmo prendere.
Mi rimetto alla volontà del Governo sperando che cambi il parere, diversamente accetto la raccomandazione e non chiedo la votazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, confermo che lo accolgo come raccomandazione perché i due ordini del giorno fanno riferimento ad una serie di problemi di carattere finanziario che saranno tenuti presenti dal Governo al fine di garantire il pagamento delle imprese, così come si è già realizzato per il 2008 negli ultimi giorni. Per tale ragione lo accolgo come raccomandazione, perché altrimenti non ci sarebbe la possibilità di dire che saranno pagate in quell'anno e in quel giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Compagnon n. 9/1415-A/7, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pezzotta n. 9/1415-A/8, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
Passiamo all'ordine del giorno Ferranti n. 9/1415-A/9.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, non so se risulti dal resoconto stenografico che sull'ordine del giorno Ferranti n. 9/1415-A/9 avevo detto che il parere è contrario alla parte motiva, mentre si accetta il dispositivo con quella riformulazione. Pertanto, tolta la parte motiva, resta il dispositivo riformulato.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Ferranti n. 9/1415-A/9, accettato dal Governo, purché riformulato.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, questo ordine del giorno fa riferimento all'introduzione di una nuova causa di astensione per il giudice e di una causa per cui si può togliere un'indagine a un pubblico ministero. Per il giudice l'astensione opera sulla base di semplici dichiarazioni, addirittura per il caso che abbia pubblicamente rilasciato dichiarazioni concernenti il procedimento, mentre un magistrato del pubblico ministero può essere sostituito per il fatto di essere soltanto iscritto nel registro degli indagati per il reato di rivelazione di segreti riguardanti gli atti di indagine.
Nella nostra relazione di minoranza avevamo suggerito di concretizzare, a garanzia, quelle garanzie di cui ieri si è fatto portavoce e ha ribadito anche l'onorevole Brigandì. Avevamo chiesto in questa fase Pag. 8che al pubblico ministero fosse sottratta l'indagine nel momento in cui è stato rinviato a giudizio o vi è richiesta di rinvio a giudizio. La mera iscrizione e le dichiarazioni riguardanti il procedimento si presteranno a gravi arbitri e strumentalizzazioni. Di qui questo ordine del giorno, in cui chiediamo al Governo un monitoraggio per verificare quante e quali inchieste siano state sottratte.
Preferivamo che il Governo ci desse anche la possibilità di capire quali procedimenti, sulla base di quali esposti e da chi fatti, ma prendiamo atto, in ogni caso, e vogliamo comunque acquisire questo dato. Accoglieremo, quindi, la riformulazione proposta dal Governo.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tenaglia n. 9/1415-A/10, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tenaglia n. 9/1415-A/10, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Traversa, Castagnetti, Baccini, Latteri, Mondello, Delfino, Lo Monte? Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 455
Astenuti 3
Maggioranza 228
Hanno votato
209
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i deputati Giammanco, Biava, Bernini Bovicelli e Castiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Melis n. 9/1415-A/11, non accettato dal Governo.

GUIDO MELIS. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO MELIS. Signor Presidente, intervengo per dire che le motivazioni con le quali ieri, a tarda sera, il senatore Caliendo ha respinto in blocco una serie di ordini del giorno, tra i quali anche il mio, mi sembrano opinabili.
Sappiamo tutti, senatore Caliendo, che il Ministro, nell'esercizio delle sue funzioni istituzionali, rende conto al Parlamento del funzionamento della giustizia anche con dati statistici, ma il senso del mio, come di altri ordini del giorno, era esattamente quello di stabilire un monitoraggio più puntuale, direi peculiare, ad hoc, sul rendimento di questa legge in materia di intercettazioni. Non credo che ciò bloccherebbe l'attività giurisdizionale o l'attività della giustizia in genere. Senatore Caliendo, abbiamo una seria preoccupazione, che si è espressa in molti momenti del dibattito su questo disegno di legge.
La prima sta nel fatto che con queste nuove norme modificate radicalmente e in senso, temo, irrimediabile tutta una prassi, un sistema di indagini che ha dato negli anni scorsi indubbi successi sul fronte del contrasto alla grande e alla piccola criminalità. È dunque più che giustificabile che adesso chiediamo un monitoraggio così attento della legge.
Vi è anche una seconda ragione, che mi preme molto e che ho illustrato nel presentare l'ordine del giorno: è quella che attiene al vulnus che si crea sul diritto di cronaca e di informazione, violando, a mio avviso, l'articolo 21 della Costituzione. Anche sotto questo profilo mi interesserebbe molto sapere, a distanza di qualche tempo, Pag. 9qual è lo stato dei diritti costituzionalmente garantiti dopo l'applicazione di questa legge.
Il mio ordine del giorno poi insisteva sui reati ambientali: non è necessario che spenda parole per dire la serietà di questo ambito, e la responsabilità in capo al potere pubblico; e quindi anche qui la necessità di un'attenta indagine sugli effetti della legge.
Non vi chiediamo con l'ordine del giorno in esame nulla di straordinario. Vi chiediamo di fare quello che deve sempre fare il Governo, una classe di Governo virtuosa: preoccuparsi degli effetti applicativi delle leggi, e se del caso modificarli dopo qualche tempo in base ai risultati di queste verifiche. Buonsenso, semplice onestà politica! Ma poiché avete fatto la legge in discussione, ahimè, soltanto per mettere il bavaglio alla stampa e per assicurare l'immunità a chi di dovere, naturalmente siete contrari. Chiedo dunque il voto sull'ordine del giorno in discussione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Melis n. 9/1415-A/11, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Castagnetti? Onorevole Latteri? Onorevole Delfino? Onorevole Cuomo? A posto. Onorevole Traversa? Onorevole Galletti? Onorevole Coscia, è riuscita? No. Avete votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 467
Votanti 464
Astenuti 3
Maggioranza 233
Hanno votato
213
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che i deputati Tullo e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Castiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Ciriello n. 9/1415-A/12, non accettato dal Governo.

PASQUALE CIRIELLO. Signor Presidente, noi abbiamo cercato di spiegare in tutte le sedi come il provvedimento in esame sia il risultato di un bilanciamento non riuscito fra due interessi di pari rilevanza: quello alla tutela della riservatezza personale e quello alla sicurezza dei cittadini. E dico non riuscito, perché questa volta un Governo e una maggioranza, che pure hanno fatto della tutela della sicurezza un'autentica bandiera, hanno anteposto il diritto alla riservatezza a qualsiasi altro, al di là di ogni corretta e ragionevole ponderazione.
Noi temiamo gli effetti della legge su una serie di reati. Uno di questi è sicuramente rappresentato dai reati di violenza sessuale. Premetto che questa tipologia di reato sembra essere rimasta del tutto indifferente, sia per il numero che per l'efferatezza degli eventi, al cambio di maggioranza, e sembra finora non essere stata per nulla scalfita dai tanti provvedimenti varati all'insegna della sicurezza. Noi chiediamo soltanto che il Governo tra un anno venga a riferire, dati statistici alla mano, sugli esiti dell'applicazione del nuovo regime delle intercettazioni ai reati di violenza sessuale, per poter decidere poi insieme l'eventuale introduzione di correttivi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ciriello n. 9/1415-A/12, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciriello n. 9/1415-A/12, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 10

Qualcuno provveda, perché gli onorevoli Castagnetti e Latteri da stamattina sono sempre in difficoltà! E anche l'onorevole Traversa. Anche l'onorevole Binetti, l'onorevole Moroni. Hanno votato tutti? Onorevole Coscia?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 467
Votanti 465
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato
214
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che il deputato Tabacci ha segnalato che non è riuscito a votare, che le deputate Goisis e Castiello hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Concia n. 9/1415-A/13, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Concia n. 9/1415-A/13, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Latteri, Coscia, Traversa, Vico?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 469
Votanti 466
Astenuti 3
Maggioranza 234
Hanno votato
213
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i deputati Tabacci e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Galati e Castiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Piffari n. 9/1415-A/14, non accettato dal Governo.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Sì, signor Presidente. Vorrei segnalare al Governo che con questo ordine del giorno si chiedeva semplicemente di tentare di accogliere - almeno in prospettiva - talune proposte che abbiamo provato a presentare in Aula, ma che poi la posizione della questione di fiducia ci ha impedito di esaminare. Invece, constato che di fatto si esclude qualunque possibilità di migliorare questo testo anche in futuro con interventi successivi. Insisto dunque per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Piffari n. 9/1415-A/14, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Latteri, Coscia, Delfino, Moroni, Traversa, Lovelli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 468
Votanti 464
Astenuti 4
Maggioranza 233
Hanno votato
211
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i deputati Genovese e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Castiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Madia n. 9/1415-A/15, non accettato dal Governo. Pag. 11
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Madia n. 9/1415-A/15, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Latteri, riprovi anziché tenere solo la mano alzata!
Onorevoli Castagnetti, Delfino, Galletti, Moroni, Traversa?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 468
Votanti 465
Astenuti 3
Maggioranza 233
Hanno votato
212
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i deputati Coscia e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Castiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Naccarato n. 9/1415-A/16, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Naccarato n. 9/1415-A/16, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Credo che si debba provvedere ai dispositivi degli onorevoli Latteri, Castagnetti, Moroni e Delfino, che oggi mi sembrano avere problemi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 469
Votanti 466
Astenuti 3
Maggioranza 234
Hanno votato
213
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che le deputate Mondello e Castiello hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Onorevole Gatti, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1415-A/17, non accettato dal Governo?

MARIA GRAZIA GATTI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, il fatto che il Governo non abbia accettato questo ordine del giorno e soprattutto la motivazione - il parere contrario espresso in blocco - mi preoccupano un po'. Non si coglie la specificità di questo ordine del giorno nell'ambito di applicazione. Vi sono sicuramente questioni generali che riguardano la rottura dell'equilibrio, cui faceva riferimento l'onorevole Ciriello prima o altri elementi dei quali ha parlato l'onorevole Melis.
Quello che succede, però, è che stiamo indebolendo uno strumento di indagine prezioso e che ha dato moltissimi risultati, facendo prevalere in modo esagerato la tutela del diritto alla riservatezza. Vengono inseriti però anche degli altri elementi, quale, ad esempio, il fatto che le intercettazioni potranno essere autorizzate soltanto in presenza di evidenti indizi di colpevolezza (e quindi prima si individua il colpevole e poi si dà la possibilità di intercettare).
In questa situazione, un elemento che mi sembra particolarmente grave - anche proprio in relazione all'ordine del giorno - è il fatto che gli investigatori possano utilizzare i risultati delle intercettazioni, una volta che queste siano state autorizzate, per un periodo limitato, al massimo di 60 giorni (mentre sappiamo che, per legge, le indagini possono continuare per un anno e mezzo). Pag. 12
Ma le assicuro, signor Presidente, che per i reati, le situazioni ed i processi di cui tratta l'ordine del giorno i tempi non sono sicuramente congrui.
Tutto questo mi preoccupa, oltre al fatto che si introduce una violazione del diritto di cronaca di cui abbiamo avuto segni evidenti anche osservando in questi giorni, per le strade di Roma, i tanti giornalisti in bicicletta.
Non sono d'accordo - dicevo - sul fatto che il Governo metta tutto assieme, perché questo ordine del giorno riguarda i processi relativi alle questioni del lavoro, in particolare quelli connessi agli incidenti sul lavoro.
Vi richiamo solo rapidamente alcune cifre: nei primi mesi di quest'anno si sono registrati 250 morti sul lavoro e, nonostante si registri negli ultimi due anni un leggero calo, l'incidenza di infortuni gravi e gravissimi rimane ancora molto alta per un Paese che vuol dirsi civile.
Ebbene, signor Presidente, in questo periodo, proprio in questi giorni, nell'XI Commissione siamo discutendo ed esaminando lo schema di decreto legislativo che reca disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo n. 81 del 2008 (quello che solitamente viene definito testo unico sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro).
Signor Presidente, al riguardo si stanno operando correzioni sulle quali sono intervenute autorevolissime cariche dello Stato (penso all'intervento del Presidente della Repubblica), soprattutto su un punto che mi sembra gravissimo, quello contenuto nell'articolo 10-bis.
In questo articolo si prevede, infatti, una sorta di inversione dell'onere e della responsabilità. L'articolo si riferisce in particolare all'obbligo di impedimento, ossia all'obbligo di responsabilità che il datore di lavoro ha in relazione agli articoli del codice civile, alle direttive europee nonché alla forma di costituzionalizzazione del diritto del lavoro che abbiamo in Italia.
Questo articolo reca una modifica che afferma esplicitamente che la responsabilità è del datore di lavoro solo se l'evento non può essere imputabile ad una serie di soggetti (e vi è poi tutta una catena che arriva anche fino al lavoratore): in questo modo si esonera nei fatti il datore di lavoro in caso di concorso di colpa.

PRESIDENTE. Onorevole Gatti, deve concludere.

MARIA GRAZIA GATTI. Speriamo che questo punto - e concludo, signor Presidente - venga modificato, ma ritengo che in una situazione così particolare e delicata un provvedimento del genere abbia bisogno di monitoraggio, proprio perché il combinato disposto di questi due provvedimenti potrà avere riflessi molto gravi per quel che riguarda le questioni inerenti agli infortuni sul lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti,
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gatti n. 9/1415-A/17, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Leo... onorevole Moles... onorevole Traversa... onorevole Delfino, se non telefona forse è meglio... onorevole Moroni... onorevole Simeoni... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 465
Votanti 461
Astenuti 4
Maggioranza 231
Hanno votato
208
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vassallo n. 9/1415-A/18, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti. Pag. 13
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vassallo n. 9/1415-A/18, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi... onorevole Traversa... onorevole Lussana... onorevole Coscia... onorevole Delfino... onorevole Latteri... onorevole Moroni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 458
Astenuti 6
Maggioranza 230
Hanno votato
205
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i deputati Lulli e Peluffo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Prendo atto, altresì, che i deputati Pagano e Antonio Pepe hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Bachelet n. 9/1415-A/19, non accettato dal Governo.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Sì, Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, l'ordine del giorno n. 9/1415-A/19 riguarda l'articolo 319-ter del codice penale. Tale articolo colpisce un reato molto odioso: la corruzione in atti giudiziari. Lo commette il testimone che, per denaro, giura il falso per salvare un colpevole o rovinare un innocente oppure il giudice che per denaro assolve un colpevole o condanna un innocente; e naturalmente lo commette anche chi ha comprato il testimone o il giudice. Una recente applicazione dell'articolo 319-ter del codice penale è la condanna con sentenza di primo grado a quattro anni e sei mesi di un avvocato inglese per corruzione in atti giudiziari. Il processo per la sua corruzione da parte di Silvio Berlusconi si era aperto con il rinvio a giudizio di entrambi nel 2006, ma la posizione di Berlusconi è stata poi stralciata per l'entrata in vigore del «lodo Alfano»: solo l'avvocato è stato, per ora, condannato. Un'altra applicazione dell'articolo 319-ter del codice penale riguarda la sentenza che qualche anno fa ha stabilito che la casa editrice Mondadori fu sottratta al controllo di Cir mediante la corruzione di un giudice, della quale Fininvest è stata mandante. Il giudice, riconosciuto colpevole in via definitiva, è stato condannato a due anni e otto mesi e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici; non è stato destituito solo perché si era dimesso spontaneamente prima. È utile ricordarlo al collega Brigandì, il quale in numerosi interventi in quest'Aula sostiene, invece, che i giudici non pagano mai per i loro errori.
La legge che oggi si discute limita in modo sconsiderato la possibilità di utilizzare le intercettazioni nel corso delle indagini, limitandola a reati legati alla criminalità organizzata e al terrorismo. Per gli altri reati cosiddetti comuni, incluso il gravissimo reato di corruzione in atti giudiziari, le nuove norme introducono ostacoli che impediscono l'efficace utilizzo di uno strumento investigativo che ha permesso di risolvere, anche di recente, casi importanti per la vita e la salute dei cittadini. Questa nuova legge non solo prevede che lo strumento dell'intercettazione sia autorizzabile solo in presenza di evidenti indizi di colpevolezza (norma palesemente irragionevole, che non necessita commenti), ma prevede anche che, nei rari casi in cui le intercettazioni siano autorizzate, gli investigatori possano utilizzarle solo per un periodo massimo di 60 giorni; un periodo brevissimo rispetto all'indagine che per legge può durare fino ad un anno e mezzo.
Per questo il Partito Democratico voterà a favore dell'ordine del giorno n. 9/1415-A/19 che impegna il Governo al monitoraggio, Pag. 14ad un anno dall'approvazione della presente legge, del numero di procedimenti legati alla corruzione in atti giudiziari nei quali le intercettazioni siano state prima ritenute necessarie ed autorizzate, malgrado i numerosi ostacoli frapposti dalla nuova legge, ma successivamente abbandonate a causa del limite temporale inverosimilmente breve di 60 giorni.

PRESIDENTE. Colleghi, chiedo scusa un attimo: apprendiamo da agenzie di stampa che tre militari italiani sono rimasti feriti, due in modo lieve, uno gravemente, in uno scontro a fuoco avvenuto poco fa a Farah, nell'ovest dell'Afghanistan. Lo hanno confermato all'ANSA fonti militari. La Presidenza sta seguendo l'evoluzione di questa triste vicenda. Noi intanto esprimiamo solidarietà e auspici di pronta guarigione ai nostri militari.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, intervengo in risposta a quanto è stato affermato dall'onorevole Bachelet. È certo che esprimo tutta la mia ammirazione a quasi tutta la magistratura, eccezione fatta per i magistrati di cui conosciamo i nomi. Vorrei spiegare che ha ragione l'onorevole Bachelet, nel senso che spesso i comportamenti dei magistrati hanno delle conseguenze, e ne cito uno. C'era un certo onorevole Bossi che è stato assolto dalla Corte d'appello di Milano per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, in quanto la Corte d'appello ha ritenuto che Bossi in quel momento stava difendendo il domicilio di un parlamentare. Ebbene, se questo è vero, ciò significa che qualcuno stava offendendo il domicilio di un parlamentare (sappiamo tutti che si tratta dell'ufficio dell'onorevole Maroni, che è stato messo a ferro e a fuoco), e in effetti il magistrato ha avuto una sanzione gravissima. Da procuratore della Repubblica è diventato procuratore generale di Brescia. Sto parlando di Papalia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bachelet n. 9/1415-A/19, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Castagnetti... onorevole Moroni... onorevole Mondello... onorevole Traversa... onorevole Delfino... onorevole Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 448
Astenuti 4
Maggioranza 225
Hanno votato
204
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che i deputati Mannino, Galletti e Tocci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Barbi n. 9/1415-A/20, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barbi n. 9/1415-A/20, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moroni... onorevole Delfino... onorevole Leo... onorevole Traversa... onorevole Rossi... onorevole Coscia... onorevole Pollastrini... l'onorevole Traversa ancora non ha votato? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 461
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato
210
Hanno votato
no 251). Pag. 15

Prendo atto che i deputati Ruggeri e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Barbaro e Consolo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Berretta n. 9/1415-A/21, non accettato dal Governo.

GIUSEPPE BERRETTA. Si, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, signor Ministro, il tema della sicurezza è stato uno dei principali nella scorsa campagna elettorale. Su di esso la destra si esercita in una irresponsabile galvanizzazione sentimentale delle masse, come direbbe Max Weber. In questo anno poi si è deciso di utilizzare l'esercito per le strade, di respingere in Libia dei disperati in fuga dalla fame e dalla persecuzione. Si vorrebbero le città presidiate da ronde di salute pubblica non meglio precisate e non meglio controllate. Al tempo stesso però si sono ridotte le risorse per le forze dell'ordine, per la giustizia, ed oggi si vuole limitare l'uso di un fondamentale strumento di indagine quali sono le intercettazioni.
Mi è sembrato calzante l'esempio e il paragone che mi è stato fatto con il tema della salute: è come se si imponesse ai medici di utilizzare strumenti di cura antichi e si impedisse loro di utilizzare strumenti di cura che la tecnologia oggi offre. È una scelta che sicuramente noi contrastiamo, abbiamo contrastato e proseguiremo a contrastare. Specificamente noi non neghiamo che vi possano essere stati abusi nell'uso e nella divulgazione delle intercettazioni e che tali abusi debbano essere sanzionati, ma il provvedimento in esame limita eccessivamente le attività investigative, va contro gli interessi dei cittadini comuni, mira a garantire l'impunità dei potenti. Per tale ragione contrastiamo il provvedimento e con l'ordine del giorno in esame chiedevamo semplicemente di poter monitorare gli effetti con riferimento ad un reato molto grave quale l'omicidio. È inutile spendere ulteriori parole con riferimento ad un reato tanto grave che necessita di un'indagine sempre più approfondita e non consente di limitarla in alcun modo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Berretta n. 9/1415-A/21, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia, ha votato? Onorevole Latteri... onorevole Traversa... onorevole Ravetto... onorevole Mondello... onorevole Moroni... l'onorevole Rampi è riuscita a votare... l'onorevole Moroni è riuscita a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 463
Astenuti 3
Maggioranza 232
Hanno votato
215
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che i deputati Ruggeri e D'Antona hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Andrea Orlando n. 9/1415-A/22, non accettato dal Governo. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Andrea Orlando n. 9/1415-A/22, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 16

Onorevole Coscia... onorevole Latteri... onorevole Carra Marco... onorevole Traversa... si è aggiunto anche l'onorevole Landolfi... l'onorevole Landolfi è riuscito a votare. Onorevole Moroni: stamattina proprio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 467
Votanti 464
Astenuti 3
Maggioranza 233
Hanno votato
215
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Boccuzzi n. 9/1415-A/23, non accettato dal Governo.

ANTONIO BOCCUZZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'elemento che sembra chiaro anche dai numerosi interventi ascoltati durante l'iter di questo provvedimento è che le intercettazioni telefoniche costano molto. È vero, ma sono strumenti di indagine essenziale. Sono strumenti utili per il contrasto a diversi fenomeni criminali e ancor di più necessari per le indagini sulla criminalità organizzata o finalizzata alla cattura dei latitanti in un periodo storico in cui il contributo dei collaboratori di giustizia è estremamente ridotto. In Italia i processi del settore civile avvengono ad una velocità che ci pone nella graduatoria dell'efficienza giudiziaria al posto 156 su un totale di 181, attestandosi così dopo Stati come l'Angola, la Guinea e Sao Tomè. La crisi della giustizia ha conseguenze che vanno aldilà dei costi e degli sprechi. Le conseguenze di questa grave crisi di giustizia si estendono alla fiducia dei cittadini, alla credibilità delle istituzioni, allo sviluppo e alla competitività del Paese.
Signor Presidente e onorevoli colleghi, il testo del disegno di legge su cui il Governo ha posto la questione di fiducia introduce norme molto dannose per la sicurezza dei cittadini. In nome di una falsa di tutela della privacy si indebolisce in modo smisurato uno strumento essenziale ed insostituibile per la ricerca della prova, uno strumento che in questi anni ha portato alla soluzione di numerosissimi casi, non solo legati alla criminalità organizzata ed al terrorismo.
Con il testo approvato si prevede che l'uso delle intercettazioni potrà essere utilizzato solo in presenza di evidenti indizi di colpevolezza. Si potrà quindi richiedere l'autorizzazione alle intercettazioni solo dopo che sia stato già individuato un colpevole. Si tratta di una palese contraddizione in termini, di una norma del tutto irragionevole, evidente applicazione di una ragionevolezza indispensabile quando si affrontano temi tanto importanti e delicati.
Signor Presidente, vorrei anche cogliere questa occasione per portare a conoscenza di tutta l'Assemblea ciò che sta accadendo in questi giorni nelle Commissioni XI e XII, in relazione al provvedimento di modifica della legge n. 81, che prevede, all'articolo 10-bis, numerose modifiche del codice penale, deresponsabilizzando i datori di lavoro a scapito dei lavoratori. Dopo i nostri numerosi solleciti e l'autorevole dichiarazione del Presidente della Repubblica, il Ministro Sacconi ha preso l'impegno di modificare tale articolo. Ad oggi non abbiamo ancora alcuna modifica, con gravi preoccupazioni anche per i processi in corso, in quanto una modifica di questo tipo, essendo di miglior favore per gli imputati, potrebbe avere gravi implicazioni nei processi in corso.
Quello che chiediamo, onorevoli colleghi della maggioranza, non riguarda quello che in questi giorni avete spesso e troppe volte asserito, sottolineando che vi sono stati vinti e vincitori: noi chiediamo solo e soltanto che questa volta vinca la giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 17

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boccuzzi n. 9/1415-A/23, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bocciardo? Onorevole Traversa? Onorevole Pagano? Onorevole Mosca? Onorevole Lussana? Onorevole Coscia?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 465
Votanti 462
Astenuti 3
Maggioranza 232
Hanno votato
216
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i deputati D'Incecco e Ruggeri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Barbareschi, Toccafondi e Consolo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Calvisi n. 9/1415-A/24, non accettato dal Governo. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Calvisi n. 9/1415-A/24, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sarubbi? Onorevole Traversa? Onorevole Mondello? Onorevole Graziano?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 467
Votanti 464
Astenuti 3
Maggioranza 233
Hanno votato
219
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Barbareschi, Sbai, Galati e Consolo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Cardinale n. 9/1415-A/25, non accettato dal Governo.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, signor sottosegretario e onorevoli colleghi, abbiamo presentato un ordine del giorno e non un emendamento perché avete scelto di imporre alla parte di cittadini che non vi ha votato la vostra visione ed il vostro modo di affrontare il tema della correttezza delle intercettazioni e della loro rinormazione.
Con il voto di fiducia avete esautorato i loro rappresentanti, con la tracotanza di chi ha la maggioranza (cento deputati in più in questa Camera), ma non vuole nemmeno impiegare - voi direste «perdere» - il proprio tempo ad ascoltare le proposte emendative dell'opposizione, che peraltro rappresenta una buona fetta di cittadini che nella nostra democratica nazione detengono la sovranità.
Non abbiamo avuto possibilità di parola, di concorrere alla realizzazione del bene comune di questo Paese mediante un fattivo e - riteniamo - utile e fruttuoso contributo alla stesura delle norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali.
Proprio ieri, Benedetto XVI, nel suo intervento del mercoledì, citava Giovanni Scoto Eriugèna, che affermava: «Nessuna autorità ti intimorisca o ti distragga da ciò che ti fa capire la persuasione ottenuta grazie ad una retta contemplazione razionale. Infatti, l'autentica autorità non contraddice mai la retta ragione, né quest'ultima può mai contraddire una vera autorità. L'una e l'altra provengono senza alcun dubbio dalla stessa fonte, che è la sapienza divina». Pag. 18
Quando parliamo di ricerca della verità, parliamo proprio della ricerca del bene comune attraverso la presa di coscienza razionale delle azioni e delle loro conseguenze. Sono e devono essere scelte approfondite e meditate, scelte rette, capaci di portare avanti una crescita condivisa e di non farci regredire in un vuoto regno di pochi.
Come è possibile far quadrare il cerchio, carissimi colleghi della maggioranza, rispetto alle affermazioni così significative espresse da una vera autorità morale, dal momento che non ci date possibilità di parola e la possibilità di concorrere alla realizzazione del bene comune di questo Paese? Avete imposto senza dialogo la vostra legge. Questo non è governare democraticamente un Paese. Avere la maggioranza non vuol dire regnare, ma avere una responsabilità in più, che dovrebbe portare ad una maggiore consapevolezza di quanto è importante giungere a scelte condivise in temi così determinanti per la vita democratica del Paese. L'autentica autorità non contraddice mai la retta ragione.
Avete scelto di perseguire la strada dell'arroganza e dell'ignoranza, di ignorare la nostra voce. Ad esempio, è così difficile comprendere che nel testo approvato si prevede che l'uso delle intercettazioni potrà essere autorizzato solo in presenza di evidenti indizi di colpevolezza? Anche nei casi rari e tassativi in cui le intercettazioni potranno essere autorizzate, gli investigatori potranno utilizzarle per un periodo di tempo limitato, al massimo per 60 giorni, un periodo che giudichiamo incongruo e assolutamente inadeguato ad indagine che può durare, per legge, anche più di un anno. Sono numerosi gli esempi di indagini in cui le intercettazioni hanno portato all'individuazione del colpevole molto oltre i 60 giorni previsti dal Governo e dalla maggioranza. Solo per citarne uno, si pensi che lo smaltimento illecito dei rifiuti in Campania è emerso quasi al terzo mese dall'avvio delle intercettazioni.
Chi ha scritto queste norme non conosce il protocollo di indagine elementare ma, ancor più, non sviluppa una retta ragione e contraddice, quindi, l'autentica autorità.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ROSA DE PASQUALE. Nonostante tutto ciò, sono qui a sollecitarvi ulteriormente e a chiedervi ancora ragionevolezza. Voglio sperare che, almeno a questo appello, non rimarrete sordi e che voterete a favore del presente ordine del giorno. Per questo motivo, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, vorrei solo precisare che il nome corretto è Scoto Eriugèna, e non Eriugèna. Dico questo, perché la prima parte di questo nome deriva dal nome celtico dell'Irlanda. Fino a quando si sarà attaccati ad una falsa cultura e ad un certo tipo di imprenditoria, credo che la sinistra possa rappresentare se stessa e non gli operai (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cardinale n. 9/1415-A/25, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello, onorevole Traversa, onorevole Coscia, onorevole Pecorella, onorevole Latteri, onorevole Consolo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 463
Votanti 460
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato
212
Hanno votato
no 248).

Pag. 19

Prendo atto che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Barbareschi e Consolo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Marco Carra n. 9/1415-A/26, non accettato dal Governo.

MARCO CARRA. Signora Presidente, mi consenta di sviluppare qualche rapida valutazione sul provvedimento in esame. Credo che quella che uscirà oggi dalla Camera sarà una pessima legge. Alla giusta necessità di contenere gli eccessi e gli abusi che si sono verificati in questi ultimi anni nella utilizzazione e nella pubblicazione delle intercettazioni telefoniche - necessità alla quale avrebbe dovuto accompagnarsi una diversa riforma della disciplina sulle intercettazioni -, la risposta che questa maggioranza offre è inquietante. È inquietante la tempestività con la quale viene approvata questa norma, ventiquattr'ore dopo il voto europeo e amministrativo, ma, soprattutto, cari colleghi della maggioranza, approvate una norma che non rappresenta una priorità per i cittadini italiani. Quello che infliggete oggi con l'approvazione di questo provvedimento è un duro colpo nei confronti di chi è quotidianamente in prima linea a tutelare la nostra sicurezza e a combattere la criminalità: mi riferisco, in particolare, ai magistrati e alle forze dell'ordine. Quello di oggi è un duro colpo alla sicurezza dei cittadini e tutto questo semplicemente in ragione di un patto scellerato consumato tra Bossi e Berlusconi.
Ai cittadini italiani avete venduto che con voi al Governo ci sarebbe stata maggior sicurezza: ebbene, non solo i reati non sono diminuiti in questo anno, ma avete indebolito gli strumenti per combattere la criminalità. Dopo i tagli ingenti che avete applicato alle politiche sulla sicurezza, tagli che rendono la vita degli operatori della pubblica sicurezza molto complicata, adesso introducete ostacoli che impediscono l'efficace utilizzo di questo importante strumento investigativo, che ha consentito la risoluzione di molti casi: omicidi, rapine, sfruttamento di minori e violenza sessuale, ed è questo, in particolare, il tema oggetto dell'ordine del giorno n. 9/1415-A/26. In questo caso - come, del resto, in molti altri -, non si potranno autorizzare le intercettazioni esplorative, quelle che, ad esempio, hanno portato all'arresto del branco degli stupratori di Guidonia.
Ho apprezzato e condiviso gli interventi delle colleghe che hanno preceduto l'apertura di questo dibattito; evidentemente, si avverte l'esigenza di sconfiggere culturalmente coloro i quali - e sono ancora troppi - offendono costantemente la dignità delle donne. Occorre, però, anche combattere e, soprattutto, colpire la violenza sessuale.
Questa norma rende la vita più facile gli stupratori, pertanto auspico che l'Assemblea approvi questo ordine del giorno quale segnale politico di attenzione nei confronti di questo drammatico problema; lo auspico, quanto meno, per ragioni di coerenza tra ciò che si dice, tra ciò che si è detto poco fa, e ciò che si intende fare concretamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marco Carra n. 9/1415-A/26, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Simeoni e onorevole Delfino? Onorevole Foti Antonino? Insiste l'onorevole Traversa... onorevole Latteri? Onorevole Antonino Foti, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 457
Astenuti 3
Maggioranza 229
Hanno votato
205
Hanno votato
no 252).

Pag. 20

Prendo atto che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cuomo n. 9/1415-A/27, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Antona. Ne ha facoltà.

OLGA D'ANTONA. Signor Presidente, il testo di legge sul quale il Governo ha chiesto la fiducia comporta una limitazione molto grave a uno degli strumenti di indagine che, fin qui, si è rilevato tra i più efficaci. In modo particolare, il fatto di prevedere le intercettazioni solo in presenza di evidenti indizi di colpevolezza (cioè quando il colpevole è già stato individuato) e il limite di sessanta giorni ci sembrano molto gravi. Chiediamo pertanto al Governo di riferire periodicamente a questo Parlamento quanti procedimenti siano stati interrotti a causa del raggiungimento del medesimo limite temporale.
Lo dico in modo particolare riferendomi a un fatto molto grave e di grande rilevanza avvenuto questa notte: sono stati infatti arrestati sei terroristi di cui uno sicuramente appartenente, in qualità di fiancheggiatore, alle vecchie BR. Pare che uno di questi sei terroristi arrestati a Genova, a Roma e a Milano, fosse coinvolto nell'omicidio di mio marito Massimo D'Antona.
Questo ci dimostra due cose: innanzitutto il rischio paventato di un ricongiungimento tra le BR ed il movimento indipendentista sardo, cosa temuta e finora non ancora realizzata, che sembra emergere da questi arresti. L'altro elemento ci dice che non è tempo per amnistie né per indulgenze, quale quella di cui ha usufruito Cinzia Banelli, attualmente agli arresti domiciliari e che certamente non ha detto tutto ciò che sapeva, e questi sei arresti lo dimostrano. Credo, a questo punto, che questo Parlamento abbia il diritto di chiedere al Ministro dell'interno, visto che alle 11 c'è stata una conferenza stampa, e al Governo di venire in quest'Aula a riferire su tali accadimenti, che riteniamo di grande rilevanza. Auspichiamo inoltre che questo sia stato utilissimo per sventare quello che era nelle loro intenzioni, e cioè un attacco terroristico per il prossimo G8 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cuomo n. 9/1415-A/27, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Latteri... onorevole Traversa... onorevole Coscia... onorevole Ciriello... onorevole Simeoni... onorevole Anna Teresa Formisano .... I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 447
Votanti 444
Astenuti 3
Maggioranza 223
Hanno votato
199
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che i deputati Galati e Ravetto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario, che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno De Biasi n. 9/1415-A/28, non accettato dal Governo.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 21

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, voglio cogliere l'occasione per dire che anche in questo caso è del tutto incomprensibile il parere contrario del Governo, che ha fatto di tutto per spiegare a questo Paese, con una maggioranza piegata ai suoi voleri, quanto fosse importante la repressione nel tema della sicurezza, quanto fosse importante solo ed esclusivamente il controllo sociale ad opera di meravigliose ronde nell'ambito della sicurezza. Dopo di che fa votare un testo che elimina la possibilità delle intercettazioni per i reati comuni, la criminalità, cioè tutto ciò che tocca quotidianamente la vita delle persone. Non soltanto semina paura, come piace ad alcuni in questo Parlamento, ma di fatto effettua atti che mettono a grave rischio la sicurezza dei singoli cittadini.
Io che ho subìto una rapina voglio dirvi che la certezza della pena sta anche nella possibilità di condurre le indagini, perché altrimenti la certezza della pena non ci sarà! E se non c'è la certezza della pena, cari signori, queste belle leggi che vi votate potete chiuderle in un cassetto alla fine delle campagne elettorali. Ciò che è ancora più grave è che il Governo si opponga ad un esame, ad una statistica, ad un osservatorio che mostrino chiaramente, secondo i dati delle procure della Repubblica, in quanti casi, come quello che ho appena citato, sono state interrotte le intercettazioni telefoniche, anche se le stesse avrebbero potuto portare a risultati positivi nelle indagini.
È chiaro che non posso e non ha un senso comune che io dica che il reato è contro ignoti perché non conosco la persona che mi ha rapinato e picchiato, perché, cari signori, vorrei che aveste presente che cos'è la paura, non quella che agitate in campagna elettorale, ma la paura vera delle donne di tornare a casa la sera da sole! Allora cosa faccio? Presento una denuncia contro ignoti perché siano predisposte delle intercettazioni nei miei confronti. Non ha senso comune, voi non sapete il danno che state arrecando al valore della sicurezza come libertà. Evidentemente vi piace così, almeno però cercate di dare delle spiegazioni sul fatto che non volete neanche che siano presentati dei dati statistici. La magistratura, quando vi fa comodo, deve essere aperta, alla luce del sole e sottoposta al potere politico, quando non vi piace evidentemente deve rimanere nel segreto dei suoi uffici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Biasi n. 9/1415-A/28, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Delfino... onorevole Coscia... onorevole Proietti... i colleghi hanno votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 448
Votanti 444
Astenuti 4
Maggioranza 223
Hanno votato
200
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Micheli n. 9/1415-A/29, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, anch'io devo dire che è veramente incredibile ed assurdo che, da parte del Governo, non ci sia la disponibilità ad accogliere almeno qualcuno di questi ordini del giorno. Essi alla fine non chiedono Pag. 22niente di più che, dopo un periodo di «rodaggio» e di applicazione di questo provvedimento, il Governo venga a riferire in Aula sulle effettive ricadute che esso potrà avere per quanto riguarda l'amministrazione della giustizia nel nostro Paese. Devo anche sottolineare che probabilmente, ancora una volta, questo Parlamento legifera sull'onda emotiva.
Evidentemente troppo spesso si legifera perché qualche volta ci sono le situazioni esagerate (probabilmente in qualche caso effettivamente c'è stato un uso distorto ed esagerato delle intercettazioni), ma da qui è stato impostato un provvedimento che esagera nel senso opposto. Si doveva fare uno sforzo per trovare un punto di equilibrio tra la necessità della tutela della privacy, e allo stesso tempo la garanzia della tutela della possibilità per le forze dell'ordine e la magistratura di perseguire i reati, soprattutto quelli che creano maggiore incertezza nell'opinione pubblica e nei cittadini.
Voglio anche sottolineare - l'hanno fatto anche altri colleghi - la contraddizione della posizione del gruppo della Lega Nord che agita sempre - qualche volta anche a ragione, lo riconosco - il tema della sicurezza, ma poi è disponibile a votare questo provvedimento che si aggiunge ad una serie di provvedimenti che hanno indebolito in questo Paese le forze dell'ordine e la magistratura. Pensiamo ai tagli delle risorse che hanno messo in condizioni talvolta di neanche potersi muovere le forze che sono chiamate alla lotta alla criminalità. Forse qualcuno pensa che queste carenze che si stanno manifestando in capo alle forze dell'ordine (non per colpa di esse, ma proprio per la carenza di mezzi) possano essere compensate dalle famose ronde.
Credo che da questo punto di vista la ricerca di una disciplina normativa più equilibrata doveva essere il frutto di un lavoro condiviso da questo Parlamento e dalle forze politiche. Infatti, i temi che riguardano la sicurezza dei cittadini e la tutela della riservatezza sono argomenti troppo importanti perché siano lasciati alla vicenda del conflitto politico che talvolta risente della propaganda, come abbiamo visto durante la recente campagna elettorale.
Aggiungo un'altra considerazione. C'è stata tutta una fretta per questo provvedimento e soprattutto per il suo contenuto perché ci è andato di mezzo il Premier, anche se in queste settimane - con un articolo che giudico vergognoso da parte del Ministro Carfagna sul Corriere della sera - per difendere il Premier si è gettato fango su tutto il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Mi dispiace che le colleghe precedentemente intervenute non abbiano ricordato anche questo aspetto, perché si è gettata un'ombra di scarsa credibilità su tutto il Parlamento da parte del Ministro Carfagna, che dovrebbe scusarsi perché ha assunto una posizione assolutamente inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Se c'è qualcuno che ha delle rimostranze faccia i nomi e i cognomi, ma non getti discredito su tutto il Parlamento.
Dicevo che si tratta di un provvedimento che risente sicuramente dell'emergenza che ha toccato il Premier. Questo non è amministrare la giustizia, ma è fare di volta in volta l'interesse di questa o quella situazione, di questa o quella persona, cioè l'esatto contrario di quello che è scritto nei principi della nostra Costituzione, ossia che la giustizia è uguale per tutti e soprattutto che il cittadino deve essere tutelato sotto tutti i punti di vista. Purtroppo, con questo provvedimento la sicurezza per i cittadini sicuramente non aumenterà, ma vi saranno dei rischi, anche per le donne, come qualcuno ha ricordato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Micheli n. 9/1415-A/29, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Mondello... onorevole Bernini Bovicelli... onorevole Pag. 23Centemero... onorevole Moles... onorevole Delfino... onorevole Latteri... onorevole Consiglio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 454
Astenuti 2
Maggioranza 228
Hanno votato
204
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che i deputati Ruggeri e Coscia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo all'onorevole Garavini se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1415-A/30, non accettato dal Governo.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, intervengo volentieri, e mi appello alla maggioranza. Quindi, chiedo ai colleghi particolare attenzione. Infatti, da un lato c'è lo stupore per il fatto che non sia stato accettato questo ordine del giorno, non soltanto perché «un ordine del giorno non si rifiuta a nessuno», ma perché uno degli esponenti più autorevoli della maggioranza, lo stesso Ministro dell'interno Maroni, proprio ieri con le sue dichiarazioni sui giornali nazionali ha condiviso il contenuto del nostro ordine del giorno. Lo ribadisco, il Ministro dell'interno Maroni si è preso addirittura l'impegno nei confronti del procuratore nazionale Grasso di tenere conto delle sue richieste, che sono le stesse che abbiamo inserito nel nostro ordine del giorno.
Concretamente chiediamo che si possa ricorrere alle intercettazioni in modo semplice, senza necessità di evidenti indizi di colpevolezza, anche per andare ad individuare tutta una serie di reati minori che, dal punto di vista teorico, non hanno nulla a che fare con la mafia, ma che dal punto di vista reale e concreto sono invece proprio quei reati di cui le criminalità organizzate si servono per i loro loschi affari.
Quindi, per questo ordine del giorno rivolgo proprio un appello alla maggioranza. Chi giustamente ogni giorno nei propri slogan e nei propri colloqui con l'elettorato (guardate che lo sappiamo bene, perché anche noi dell'opposizione lo facciamo) fa appello agli elettori proponendo sempre i temi della sicurezza, chi dice loro che per noi è importante il tema della sicurezza, come può poi votare una legge come questa che va, invece, a fare il favore e il gioco delle criminalità organizzate?
Lasciatemi citare l'Associazione nazionale magistrati, che definisce questa legge un favore ai peggiori delinquenti. Questa non è una rivendicazione soltanto politica di noi dell'opposizione, ma anche delle principali autorità, del procuratore nazionale antimafia e anche di diversi vertici delle forze dell'ordine, diversi generali che, ad esempio, abbiamo incontrato nel corso delle nostre audizioni in Commissione antimafia, così come pure di diversi esponenti della magistratura, come il Consiglio superiore della magistratura e, appunto, l'Associazione nazionale magistrati. Tante autorità si sono espresse e hanno dichiarato che, procedendo in questi termini, si va veramente a fare un favore alle mafie e alla criminalità organizzata. Quindi, invito gli esponenti della maggioranza ad esprimere voto favorevole a questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Garavini n. 9/1415-A/30, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 24

Onorevole Traversa... onorevole Latteri... onorevole Delfino... onorevole Coscia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 444
Votanti 440
Astenuti 4
Maggioranza 221
Hanno votato
199
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che i deputati Ruggeri, Dionisi, Vannucci e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che l'onorevole De Torre insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1415-A/31, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Torre n. 9/1415-A/31, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Delfino... onorevole Latteri... onorevole Concia... onorevole Antonino Russo... onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 449
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato
204
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che i deputati Nicolucci e Fucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Anna Teresa Formisano e Ruggeri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Farinone n. 9/1415-A/32, non accettato dal Governo.

ENRICO FARINONE. Signor Presidente, intervengo solamente per spiegare il motivo per cui insisto per la votazione di questo ordine del giorno. Mi sembra che la non accettazione in blocco, espressa ieri dal sottosegretario Caliendo, di questi ordini del giorno che ha presentato il Partito Democratico sia quantomeno curiosa. Credo che l'Esecutivo dovrebbe preoccuparsi degli effetti applicativi delle leggi che propone e i nostri ordini del giorno, questi in particolare, come ricordava prima l'onorevole Melis, hanno l'obiettivo di stabilire un monitoraggio rispetto al rendimento delle intercettazioni. Ecco quindi perché invito l'Aula a votare questo mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Farinone n. 9/1415-A/32, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Delfino, Traversa, Granata, Latteri, Coscia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 453
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato
206
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che il deputato Berardi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.Pag. 25
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fiorio n. 9/1415-A/33, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fiorio n. 9/1415-A/33, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Delfino, Traversa, Latteri, Coscia, Velo, Rampelli, Ministro Alfano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 455
Votanti 452
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato
206
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i deputati Castiello, Galati e Berardi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario, che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Froner n. 9/1415-A/34, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Froner n. 9/1415-A/34, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Delfino, Traversa, Latteri, Coscia, Russo, Murer.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 463
Votanti 460
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato
210
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che la deputata Castiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario, che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ginefra n. 9/1415-A/35, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ginefra n. 9/1415-A/35, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Delfino, Traversa, Latteri, Coscia, Moles, Lo Monte.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 457
Votanti 454
Astenuti 3
Maggioranza 228
Hanno votato
208
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e Ruggeri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che i deputati Traversa, Castiello, Rampelli e Proietti Cosimi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare. Pag. 26
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Gnecchi n. 9/1415-A/36, non accettato dal Governo.

MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, gli ordini del giorno e gli interventi dei colleghi del Partito Democratico ovviamente già dimostrano quale sia la nostra posizione. Voglio solo ricordare per esempio come Giovanni Bachelet, dall'alto della sua esperienza in termini di attivista dell'associazione Libertà e Giustizia, abbia citato esplicitamente le situazioni nelle quali le intercettazioni possono essere molto importanti. Mi sembra il caso quindi di ricordare l'articolo 319-ter del codice penale, richiamandone almeno il titolo: corruzione in atti giudiziari. Già il titolo esprime ed esplicita quali possano essere le situazioni nelle quali le intercettazioni possono avere veramente un ruolo fondamentale.
Ma mi sembra importante chiedere e invitare anche i colleghi della maggioranza a riflettere sui presupposti dell'autorizzazione nel disporre delle intercettazioni. L'attuale previsione ammette le intercettazioni sulla sussistenza di gravi indizi di reato; quindi, è già una situazione nella quale non si può assolutamente abusare di questo strumento.
Ma sostituire «gravi indizi di reato» con «evidenti indizi di colpevolezza» dimostra, ovviamente, come le intercettazioni possano addirittura diventare uno strumento inutile, perché, se la colpevolezza è già certa o comunque si ha già la quasi certezza di colpevolezza, non si vede perché aumentarla con le intercettazioni. Ci sembra veramente una palese contraddizione in termini; ci troviamo, quindi, di fronte a una norma, dal nostro punto di vista, assolutamente irragionevole.
Pensiamo che tutti questi nuovi strumenti, le intercettazioni e altri strumenti, vadano sicuramente regolamentati, perché è ovvio che si debba stare particolarmente attenti sull'uso delle intercettazioni e che vi sia e si garantisca anche un reale controllo rispetto alla pubblicazione di queste stesse intercettazioni, in particolare fino a quando il procedimento sia in corso.
Ma pensiamo anche ad altre formule nuove di ricerca: pensiamo alla ricerca sul DNA, ad esempio. Ammettiamo e possiamo immaginare che si faccia o si autorizzi la ricerca dell'esame del DNA solo se si è già accertata la colpevolezza? È ovvio che la ricerca sul DNA può essere uno strumento per dimostrare se un imputato sia colpevole o meno. Sarebbe praticamente come dire che in una sala parto si autorizza la ricerca del DNA tra la madre che ha appena partorito e il bambino, quando sappiamo benissimo che la ricerca del DNA può essere utile rispetto alla ricerca di paternità e non rispetto alla ricerca di maternità: mater semper certa est.
In sostanza, faccio questo paragone per far riflettere sul serio sul senso che questi nuovi strumenti possono avere nelle indagini. O questo senso lo si valorizza, e quindi si usano questi nuovi strumenti proprio per essere sicuri di trovare i colpevoli, altrimenti, se si mettono troppe limitazioni è evidente che diventano strumenti assolutamente inutili. Se pensiamo a reati come lo stalking o altri reati di questo tipo, che senso ha autorizzare le intercettazioni solo ed esclusivamente quando si sia già individuato un colpevole?
È evidente che con queste norme sarà veramente impossibile ricorrere allo strumento delle intercettazioni nelle indagini contro tutti i reati nei quali i responsabili risultano ignoti.
Siamo veramente contrari a questa impostazione e vorremmo che, come minimo, si presti particolare attenzione anche ad un monitoraggio sull'uso di questi nuovi sistemi. Richiamiamo veramente anche al fatto che il Parlamento venga informato d'ora in avanti su come si modificheranno gli interventi e i reati rispetto a questo nuovo sistema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pag. 27Gnecchi n. 9/1415-A/36, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Traversa, Palumbo, Latteri?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 464
Astenuti 2
Maggioranza 233
Hanno votato
212
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che i deputati Lo Monte e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto, che i deputati Misiti e Ruggeri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Pelino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Graziano n. 9/1415-A/37, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colombo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Colleghi, scusate! Per favore! Prego, onorevole Colombo, ha facoltà di parlare.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, un'ombra mafiosa scende oggi sulla giustizia e sulla libertà dell'informazione italiana (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà): d'ora poi nelle aule dei nostri tribunali, invece della scritta «La legge è uguale per tutti», potremo scrivere: «Nessuno deve sapere». È un'umiliazione al mondo dei magistrati. Conoscete, nel mondo libero, una norma che prescriva l'anonimato del magistrato, alla Orwell? Potete nominare un Paese nel quale i magistrati devono restare anonimi (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)? Potete valutare, da una decisione di questo genere, la gravità dell'offesa che viene recata all'opinione pubblica? L'umiliazione che viene recata alla stampa e ai media (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)? Nel mondo democratico, in cui non si può non ricordare la frase di Jefferson: «Meglio la stampa senza Governo, che il Governo senza la stampa».
Noi abbiamo un Governo che è capace di creare questa sequenza, signor Presidente: il cosiddetto pacchetto sicurezza; il taglio dei fondi alle forze di polizia; l'istituzione delle ronde di Stato, che sono in sé un istituto contro lo Stato; il reato di clandestinità, che è l'istituzione del razzismo di Stato; la proibizione delle intercettazioni, che è l'impossibilità di realizzare una politica della sicurezza; l'isolamento e anonimato e umiliazione dei magistrati, che non si deve sapere che stanno indagando, e in cui l'indagato non deve sapere il nome del magistrato che si sta occupando di lui: è una cosa da Il Fornaretto di Venezia! È una cosa dai momenti peggiori del passato autoritario della storia italiana! Persino il fascismo aveva pensato bene di istituire i tribunali speciali, piuttosto che i tribunali anonimi! Siamo in un grado inferiore, molto più vicino al silenzio mafioso, di quanto la Resistenza ha distrutto del mondo del fascismo!
È un percorso liberticida quello che ho descritto, signor Presidente, ma è anche il percorso di un pazzo, perché ognuna delle cose che ci hanno fatto votare qui contraddice l'altra: la seconda rende impossibile la prima, la terza nega la seconda, la quarta nega la prima, la terza e la seconda! È una situazione assolutamente al di fuori del buonsenso, dell'intelligenza, e anche di quella cura delle istituzioni che dovrebbe essere tipica di chi governa. Il blocco delle intercettazioni è un grande regalo alla malavita, e la malavita, signor Presidente, sa come ringraziare, sa in quali giorni esprimere il proprio ringraziamento.
Il blocco telematico, in particolare, è una follia che va al di fuori e al di là della scienza e conoscenza dei fatti: vi sono processi in corso che sono fondati sull'analisi dei reperti ricavati dai computer! Pag. 28Vi sono situazioni aperte, basate sull'evidenza che si è potuta avere dai computer! Per non parlare dei reati più ignobili, che vengono compiuti attraverso i computer!
Signor Presidente, è facile obiettare: i cittadini questo disastro lo premiano. Vorrei ricordarvi, colleghi del centrodestra e colleghi che di quella che un tempo era una destra, che un giorno, tornati liberi, i cittadini italiani sapranno valutare il disastro che state compiendo per la Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Graziano n. 9/1415-A/37, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Delfino? Traversa? Lo Monte? Paolo Russo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 461
Votanti 455
Astenuti 6
Maggioranza 228
Hanno votato
205
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che i deputati Mariani, Zinzi e Ruggeri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Laratta n. 9/1415-A/38, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Laratta n. 9/1415-A/38, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Delfino? Traversa? Coscia?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 465
Votanti 462
Astenuti 3
Maggioranza 232
Hanno votato
214
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare, che la deputata Milanato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che i deputati Zinzi e Ruggeri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lenzi n. 9/1415-A/39, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siragusa. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, sono gravissime le preoccupazioni che ci colgono sulla sicurezza degli italiani e delle italiane. Questo disegno di legge colpisce gravemente la possibilità che chi ha compiuto un reato possa essere assicurato alla giustizia e che possa essere fatta giustizia nei confronti di coloro che hanno subito reati. Stiamo parlando dei reati più generali, quelli che avvengono quotidianamente nella vita delle persone, quelli che a parole la maggioranza e soprattutto la Lega indicano come priorità nella loro azione: le rapine in villa, gli scippi, i furti in casa, gli stupri, le violenze, tutto quello che colpisce quotidianamente - purtroppo - i nostri concittadini. Proprio contro questi reati si tolgono ai magistrati e alle forze dell'ordine strumenti importantissimi di ricerca della prova, in nome di una falsa tutela della privacy. Certo, il monopolio della maggioranza, del Governo e di Berlusconi sulla stampa e sui mass-media dà la possibilità, almeno in un primo momento, di far credere ai cittadini e alle cittadine che si Pag. 29tratti di tutela della loro privacy. Poi però, sulla loro pelle i nostri concittadini scopriranno che si tratta in realtà dell'impossibilità che chi compie un reato possa essere assicurato alla giustizia.
A chi non è capitato di subire un reato? Io ho subito un furto in casa la scorsa settimana: dei ladri sono entrati, hanno divelto la porta blindata, hanno portato via tutto quello che potevano portare via. L'equiparazione delle riprese audio-video alle intercettazioni, su cui pure si erano posti problemi da parte dei colleghi del Comitato dei nove, e che invece viene sancito tout court dal maxiemendamento, fa sì che, in casi come quelli che sono capitati a me, se per caso vi fosse una ripresa effettuata da una banca con un sistema di riprese a sua tutela, essa non potrebbe essere utilizzata.
Cosa si dirà ai cittadini quando scopriranno che strumenti utili, essenziali come questi, che potrebbero portare a scoprire e ad assicurare alla giustizia chi ha commesso questi reati, sono oggi resi del tutto inefficaci? Io credo che gli italiani e le italiane se ne accorgeranno, purtroppo, sulla loro pelle, e ben presto. Non devo ricordare che lo stesso procuratore nazionale antimafia ha espresso gravissime preoccupazioni sull'applicazione di questo disegno di legge anche a reati contro talune organizzazioni di stampo mafioso. Ma penso non solo ai grandi reati, ma anche ai piccoli: quelli che subisce ciascuno di noi.
Infine, devo dire che il parere negativo espresso dal Governo su questo ordine del giorno mi sembra assolutamente inutile: i dati sui procedimenti archiviati - che saranno sicuramente molto più numerosi di quelli di prima dell'approvazione di questo disegno di legge - saranno per forza di cose a conoscenza dei cittadini e di questo Parlamento.
Almeno avremmo potuto discutere per tornare indietro sulle aberrazioni più gravi che oggi stiamo - state - compiendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lenzi n. 9/1415-A/39, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Latteri... onorevole Traversa... onorevole Ravetto... onorevole Coscia... onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 453
Votanti 451
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato
206
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che i deputati Rigoni e Delfino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lo Moro n. 9/1415-A/40, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bossa. Ne ha facoltà.

LUISA BOSSA. Signor Presidente, lo stalliere Mangano usava il termine «cavalli» per indicare i carichi di droga che dal sud raggiungevano il nord. Il mafioso Brusca parlava di «pizze». Il camorrista Schiavone, detto «Sandokan», diceva: «portategli i fiori» quando voleva ordinare un omicidio ai killer del suo clan: mafiosi, camorristi, usurai, trafficanti, corrotti hanno sempre avuto la preoccupazione di essere intercettati, di essere ascoltati, hanno sempre usato mille precauzioni per continuare a parlare tra di loro e non essere capiti.
Nei giorni scorsi, da un'indagine della procura antimafia di Napoli si è saputo che il capo del clan degli scissionisti di Pag. 30Secondigliano, Raffaele Amato, aveva ordinato a tutta la piazza di spaccio da lui controllata di non fare uso dei cellulari. I ragazzi del rione che controllano le strade e che spacciano, però, amavano troppo parlare al telefonino ed inviarsi sms e continuavano a farlo.
Il boss allora ogni sera, quando la piazza di spaccio cominciava la sua attività, faceva passare con le moto alcuni gregari del clan a ritirare con la forza i cellulari. Da domani queste precauzioni saranno meno necessarie: gli spacciatori potranno stare più tranquilli, nessun magistrato potrà mettere quei telefonini sotto controllo se non in presenza di evidenti indizi di colpevolezza personale, e comunque non oltre 60 giorni e solo se è avanzato qualche soldo.
Le intercettazioni diminuiranno drasticamente, i trafficanti potranno parlare con maggiore disinvoltura, gli usurai potranno dirsi al telefono le cose con chiarezza, gli spacciatori potranno pattuire prezzi e quantità e lo stesso potranno fare corrotti e corruttori senza il timore di quell'orecchio fastidioso che ti ascolta.
Ieri ho ricordato qui le parole di Antonino Ingroia, il PM antimafia di Palermo; oggi è già stata ricordata la preoccupazione del procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, che in Commissione ci ha messo in guardia.
Non basta escludere i reati di mafia e di terrorismo da questa nuova legge per salvaguardare le indagini; alla mafia, così come al terrorismo, spesso si arriva per gradi, ci si arriva indagando su altri reati come l'omicidio comune, l'usura, la droga, la prostituzione, i reati economici.
La mafia è una rete, e se tagliamo uno strumento investigativo così importante questa rete in sede di indagine non la si comporrà più. Questo disegno di legge aiuta infatti la mafia, i delinquenti, i corrotti. Ma come si fa ad essere sordi a tutti gli appelli che sono venuti da tante parti? Avete tagliato le risorse alle forze dell'ordine: ma che importa, abbiamo le ronde! Tagliate le intercettazioni: ma che importa, abbiamo il reato di immigrazione clandestina!
La verità è che state demolendo, un pezzo alla volta, l'idea della legalità diffusa, per sostituirla con l'idea della repressione dura dell'emarginato e della protezione degli affari di chi conta.
Concludo questo intervento, ricordando due frasi che tornano spesso nei miei ricordi di infanzia. Come forma di cautela e di protezione spesso ci veniva detto: taci il nemico ti ascolta, ma come reazione la mia famiglia mi insegnò a dire: «male non fare, paura non avere» (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lo Moro n. n. 9/1415-A/40, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Paolini... onorevole Lo Monte... onorevole Guzzanti... onorevole Delfino... onorevole Rossi... onorevole Granata... onorevole Nirenstein.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 454
Votanti 451
Astenuti 3
Maggioranza 226
Hanno votato
210
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che i deputati Barbareschi e Granata hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario, che il deputato Galletti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto, altresì, che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marrocu n. 9/1415-A/41, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti. Pag. 31
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marrocu n. n. 9/1415-A/41, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Delfino... Onorevole Coscia... Onorevole Bocciardo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 449
Astenuti 2
Maggioranza 225
Hanno votato
208
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Piccolo n. 9/1415-A/42, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Piccolo n. 9/1415-A/42, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 450
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato
208
Hanno votato
no 242).

Prendo atto che i deputati Ruggeri, Galletti e Coscia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto, altresì, che i deputati Barbareschi, Bocciardo e Lunardi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Mastromauro n. 9/1415-A/43, non accettato dal Governo.

MARGHERITA ANGELA MASTROMAURO. Sì, Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARGHERITA ANGELA MASTROMAURO. Signor Presidente, vorrei sottolineare preliminarmente come questo disegno di legge sulle intercettazioni non solo avrà delle conseguenze gravissime, limitando fortemente l'attività investigativa, impedendo di fatto che nella stragrande maggioranza dei casi si arrivi all'accertamento dei fatti e all'individuazione dei colpevoli, ma soprattutto mette in evidenza l'incoerenza, il forte opportunismo di questa maggioranza di Governo, che da un lato propone le ronde, fa intere campagne elettorali cavalcando l'onda degli stupri, annuncia misure restrittive contro chi delinque e mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini, dall'altra impedisce, di fatto, alla magistratura di investigare. La riforma delle intercettazioni va nel senso diametralmente opposto rispetto alla tutela della sicurezza del Paese ed è grottesco, anzi preoccupante, che venga formulata da una maggioranza di Governo che dice di mettere la sicurezza dei cittadini tra la priorità della sua agenda. È una contraddizione in termini, ma soprattutto a me pare una scelta dettata solo da calcoli e interessi personali e personalistici, cui questa maggioranza, purtroppo, non è nuova, e lo dobbiamo dire in tutta verità. Chi tiene realmente alla sicurezza del Paese, non solo a fini elettorali, non avrebbe mai partorito una riforma così Pag. 32irragionevole, che permette le intercettazioni solo nei confronti dei colpevoli già accertati; non avrebbe mai formulato una riforma che impedisce le riprese visive per identificare gli autori di rapine in banca, lo spaccio di stupefacenti nelle piazze, la violenza negli stadi.
Mi domando se questa maggioranza si sia interrogata sulle conseguenze di questa riforma, su quanto questa riforma inficerà la lotta alla criminalità, su quanti criminali potranno farla franca e quanti non potranno mai essere individuati. Mi domando se questa maggioranza si sia resa conto che, senza le intercettazioni, i colpevoli degli stupri di Roma, quegli stupri attorno ai quali il centrodestra ha imbastito un'intera campagna elettorale, non sarebbero mai stati individuati. Noi temiamo che questo sarà molto presto il Paese dei criminali a piede libero, mentre riteniamo che questo sia già il Paese di una maggioranza di Governo irresponsabile che ce la sta mettendo tutta per indebolire la giustizia, a discapito del sacrosanto diritto dei cittadini di essere difesi e tutelati.
Con questo ordine del giorno noi affrontiamo il tema delicato dei provvedimenti contro ignoti, per i quali il disegno di legge del Governo prevede che le intercettazioni possano avvenire solo su richiesta della persona offesa. Ora, soprattutto nei procedimenti particolarmente seri e delicati, come il caso del sequestro di persona o delle estorsioni, la persona offesa in quanto minacciata e intimidita potrebbe essere indotta a non richiedere l'intercettazione della sua utenza, anche perché il suo interesse primario non è quello di individuare il colpevole ma di liberare il proprio familiare o di evitare che l'estorsore si accanisca.
Lo strumento delle intercettazioni, indispensabile per individuare l'autore del reato e che deve essere messo in campo dal giudice autonomamente sotto la sua responsabilità, diviene uno strumento discrezionale il cui utilizzo avviene su responsabilità della persona minacciata e offesa, che non solo è mossa da interessi diversi - come abbiamo detto - ma si espone così a ulteriori rischi per la sua incolumità o per quella del familiare sequestrato. È per questo che vi è da parte nostra il fondato timore che molti più procedimenti contro ignoti saranno archiviati per non aver potuto individuare gli autori del reato, ed è per questo che chiediamo al Governo di dare conto a questo Parlamento fra un anno (dopo un anno dall'approvazione della legge) del numero dei processi contro ignoti archiviati comparandoli con i dati relativi all'anno precedente. Si tratta di dare al Parlamento la possibilità di fare una valutazione oggettiva delle conseguenze derivanti dall'applicazione di questo disegno di legge, che noi dell'opposizione faremo in ogni caso indipendentemente dall'approvazione dell'ordine del giorno in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mastromauro n. 9/1415-A/43, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Lo Monte... onorevole Murer, onorevole Coscia... onorevole Rampelli, onorevole Lunardi... onorevole Tommaso Foti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 449
Votanti 446
Astenuti 3
Maggioranza 224
Hanno votato
203
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che i deputati Garavini, Barbato, Ruggeri e Oliverio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Pag. 33
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Meta 9/1415-A/44, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, ringraziando l'onorevole Meta per questo ordine del giorno, vorrei aggiungere la mia firma allo stesso e chiedere al Governo di riconsiderare il proprio parere. Capisco che non possono piacergli le premesse, ma certamente, limitandoci al dispositivo, in fondo noi chiediamo semplicemente che, entro un anno dall'approvazione di questo provvedimento, il Governo comunichi al Parlamento gli effetti che si sono prodotti; in particolare in ordine ad un articolo, il 609-bis del codice penale, che si riferisce alla violenza sessuale, poiché con questo provvedimento si rischia il verificarsi di effetti devastanti. Come è noto noi siamo molto preoccupati degli effetti che questo provvedimento possa avere sull'efficacia delle indagini, soprattutto su reati di questa fattispecie.
Signor Presidente, più in generale, anche in questo caso, di fronte ad un problema reale, non lo neghiamo: esiste l'uso distorto delle intercettazioni e l'implicazione con la libertà, il privato delle persone, per il quale siamo intervenuti nella precedente legislatura e anche su questo abbiamo presentato una nostra proposta di legge, articolata, che sarebbe stata molto più efficace per evitare abusi. Cosa si fa? Si individua una soluzione sbagliata e addirittura controproducente. In questo caso si indebolisce il sistema investigativo e, di riflesso, si mette a rischio la sicurezza degli italiani per ben altri interessi. Si crea con una grande macchina comunicativa il problema e gli si fornisce una risposta diversa da quella che avrebbe dovuto essere per altri interessi.
Tuttavia, signor Presidente, dal momento che ho la facoltà di parola, voglio testimoniarle il mio sconcerto per la ripresa del dibattito in quest'Aula dopo la pausa delle elezioni europee su questo provvedimento. Mi aspettavo francamente che fosse proposto un calendario che contenesse i temi che si sono posti nella campagna elettorale, ad esempio, signor Presidente, che il Governo fosse venuto a spiegare come intende tutelare i precari (dal momento che in campagna elettorale si è detto che vengono tutelati, mentre si è confusa la tutela con l'elemosina) o che in questa sede si fosse presentata la maggioranza per essere coerente con quanto affermato in campagna elettorale rispetto alla riduzione dei parlamentari (visto che non abbiamo visto in giro gazebo per raccogliere firme per la proposta di legge di iniziativa popolare) o che si fosse venuti qui a fare il punto sul terremoto in Abruzzo e con questo concludo, signor Presidente.
Infatti, il Presidente del Consiglio Berlusconi ha dichiarato ad una televisione - mi sembra Gold TV - che non si vuole ripetere in Abruzzo l'esperienza di Marche e Umbria dove, dopo dodici anni, vi sarebbero ancora persone nelle tende. Voglio invece ricordare che nel terremoto delle Marche e dell'Umbria dopo ventuno giorni la gente ha cominciato ad uscire dalle tende e dopo sessanta giorni nelle tende non c'era più nessuno come invece sta avvenendo scandalosamente in Abruzzo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Meta n. 9/1415-A/44, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Meta n. 9/1415-A/44, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Delfino... onorevole Coscia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 34
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 455
Votanti 451
Astenuti 4
Maggioranza 226
Hanno votato
209
Hanno votato
no 242).

Prendo atto che la deputata Garavini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che i deputati Pagano e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Miglioli n. 9/1415-A/45, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Miglioli n. 9/1415-A/45, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Traversa... onorevole Granata... onorevole Ciriello... onorevole Murer...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 454
Astenuti 4
Maggioranza 228
Hanno votato
212
Hanno votato
no 242).

Prendo atto che i deputati Golfo e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mosca n. 9/1415-A/46, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mosca n. 9/1415-A/46, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Coscia... onorevole Girlanda... onorevole Lo Monte.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 455
Votanti 452
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato
209
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che i deputati Delfino, Vico e Ruggeri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Barbareschi e Golfo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Murer n. 9/1415-A/47, non accettato dal Governo.

DELIA MURER. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con l'ordine del giorno in oggetto si vuole chiedere di portare tra un anno in questo Parlamento una relazione in ordine a ciò che è accaduto ai reati rimasti senza soluzione grazie al fatto che non si sono potute disporre le intercettazioni.
Vorrei ricordare a tutti gli altri colleghi un episodio che è successo di recente: la squadra mobile veneziana è riuscita in una brillante operazione, anche grazie alle intercettazioni. Si trattava di un'operazione che ha stroncato un traffico di immigrazione clandestina proveniente dall'Iraq e dall'Afghanistan, un'operazione che è durata due anni e che ha portato in carcere Pag. 35grandissimi delinquenti, non solo nel nostro Paese, ma su scala internazionale.
Vorrei farvi riflettere: quelle persone hanno organizzato un traffico che era un traffico contro persone che hanno pagato tantissimo e hanno dovuto viaggiare stipati in tir; alcune di queste persone sono state rinvenute morte nel porto di Venezia e grazie anche alle intercettazioni l'operazione è riuscita.
Mi chiedo con quale coraggio questo Parlamento privi le forze dell'ordine di una possibilità di questo genere.
Vorrei anche ricordare che il maxiemendamento, equiparando le riprese televisive delle videocamere con il reato di intercettazioni, mette ulteriormente in difficoltà amministrazioni locali che hanno investito su questo e forze dell'ordine.
Abbiamo parlato molto di sicurezza, abbiamo votato secondo me provvedimenti che non aumentano la sicurezza e anche il provvedimento in esame, con questo maxiemendamento, sarà un ulteriore colpo alla sicurezza dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Murer n. 9/1415-A/47, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino? Onorevole Lo Monte? Onorevole Coscia? Onorevole Vico? Onorevole D'Incecco?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 449
Votanti 446
Astenuti 3
Maggioranza 224
Hanno votato
208
Hanno votato
no 238).

Prendo atto che i deputati D'Incecco, Garavini e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto altresì che i deputati Barbareschi e Lisi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/1415-A/48, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Oliverio n. 9/1415-A/48, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino? Onorevole Lo Monte? Onorevole Coscia? Onorevole Vico? Onorevole Cesario? Onorevole Calvisi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 456
Astenuti 3
Maggioranza 229
Hanno votato
212
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Peluffo n. 9/1415-A/49, non accettato dal Governo.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente e colleghi deputati, intervengo in fase di dichiarazione di voto sul mio ordine del giorno in esame perché questo è l'unico spazio a disposizione dell'Aula nell'esame sul disegno di legge riguardante le intercettazioni, vista la scelta del Governo di porre e imporre la questione di fiducia, imporla a questo Parlamento e imporla anche alla sua maggioranza considerate le tante differenze e i tanti motivi di disagio rispetto al provvedimento in esame. Pag. 36
Sulle ragioni per cui siamo fermamente contrari al provvedimento in esame sono intervenuti altri colleghi del Partito Democratico; io voglio soffermarmi sugli effetti del disegno di legge in esame per quanto riguarda la persecuzione dei reati. Infatti, noi dovremmo porci questa domanda: cosa accadrà una volta che il provvedimento in esame verrà approvato, se verrà approvato nel corso di questa giornata?
Per questo motivo, il mio ordine del giorno impegna il Governo, entro un anno dall'approvazione della presente legge, a comunicare al Parlamento quanti procedimenti siano stati archiviati per essere rimasti ignoti gli autori del reato, comparandoli con i dati relativi all'anno precedente all'entrata in vigore della legge, con particolare riferimento al reato di cui all'articolo 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
Signor Presidente, cogliendo l'occasione data dallo svolgimento, due giorni fa, della Giornata europea per l'innovazione, vorrei ricordare a quest'Assemblea che il testo approvato estende anche ai siti informatici (così come vengono definiti) le procedure di rettifica delle informazioni ritenute non veritiere o lesive della reputazione dei soggetti coinvolti, finora applicate ai mezzi di informazione tradizionali.
L'utilizzo dell'espressione generica «siti informatici» desta particolare preoccupazione, in quanto sembra comprendere non solo coloro che producono contenuti - siano essi operatori professionali (ad esempio, le testate giornalistiche on-line), oppure semplici utenti (come, per esempio, i blogger amatoriali - ma anche le piattaforme che ospitano questi contenuti (come ad esempio, i motori di ricerca), le piattaforme di contenuti creati dagli utenti (come Youtube, My Space) e i social network (come Facebook).
Penso che ai gestori di siti, pagine web e blog amatoriali non dovrebbero essere richiesti adempimenti propri riguardo ai mezzi di informazione professionale e, quindi, sproporzionati rispetto alle attività di tipo amatoriale o, comunque, non lucrative. Allo stesso modo, le piattaforme di accesso ai servizi e ai contenuti digitali non possono essere ritenute responsabili per i contenuti generati dagli utenti.
Segnalo anche che il parere della Commissione di merito - la IX Commissione - con riferimento al decreto in oggetto, ha riconosciuto chiaramente le criticità legate al riferimento generico ai siti informatici, suggerendo che l'obbligo di rettifica riguarda solamente i giornali e i periodici diffusi per via telematica. Figure come il blogger non professionista, il fornitore della connessione, il soggetto che mette a disposizione la piattaforma telematica per ospitare i contenuti realizzati dagli utenti, non possono essere assimilate a chi gestisce la comunicazione sui media tradizionali. Per loro bisognerebbe prevedere regole diverse, tutela dei diritti di tutti, ma anche, e soprattutto, del mantenimento di Internet come spazio di espressione libero e aperto.
Anche di questo avrebbe dovuto parlare quest'Assemblea, ma la fiducia, posta ed imposta dal Governo al Parlamento e alla sua maggioranza, lo ha impedito per nascondere le divisioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Peluffo n. 9/1415-A/49, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino, Onorevole Osvaldo Napoli, onorevole Mondello, onorevole Nola, onorevole Coscia, onorevole Graziano, onorevole Bocciardo, onorevole Rampelli? I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 455
Astenuti 3
Maggioranza 228
Hanno votato
214
Hanno votato
no 241). Pag. 37

Prendo atto che i deputati Barbareschi e Traversa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Chiedo all'onorevole Pes se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1415-A/50, non accettato dal Governo.

CATERINA PES. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CATERINA PES. Signor Presidente, quando un anno fa si apprese del disegno di legge di riforma delle intercettazioni, venne criticato da subito dagli addetti ai lavori. Soprattutto, appariva inaccettabile la scelta di limitare nel tempo, e per poche categorie di reati, un così importante strumento investigativo. Di più: erano molto preoccupati in riferimento ai rilievi che venivano introdotti riguardo la libertà di stampa e il diritto di informazione.
Il disegno di legge in oggetto è stato approvato in Commissione giustizia. Una volta approdato in quella sede, speravamo che venisse migliorato. Invece, oggi, ci troviamo di fronte ad un testo drammaticamente peggiorato. Riteniamo, innanzitutto, irrazionale la previsione di gravi indizi di colpevolezza a carico dell'indagato.
In realtà, si tratta dello stesso grado di prova che abilita il pubblico ministero a chiederne la cattura, quindi non si capisce cosa cambi.
Ancora, il periodo di massima durata delle intercettazioni scende da due a tre mesi. Allora (permettetecelo), la domanda è: come si concilia l'azzeramento dello strumento più efficace per scoprire assassini, spacciatori, stupratori e ogni tipo di criminali con la centralità che la sicurezza ha assunto in ogni intervento del Governo, o che il Governo sostiene debba assumere? Non sarebbe forse più serio - e decisamente molto più coerente - assumersi oggi la responsabilità politica (e sottolineo politica) di abrogare l'istituto delle intercettazioni, piuttosto che trasformarle in un semplice strumento non più utilizzabile? Poiché a noi non sembra che questa volontà politica vi sia, chiediamo un monitoraggio di quanto state andando ad approvare e chiediamo che, entro un anno dall'approvazione della legge che vi accingete a votare, si comunichi al Parlamento quanti procedimenti siano stati archiviati per essere rimasti ignoti gli autori del reato, comparandoli con i dati relativi all'anno precedente. Dimostrateci la volontà politica di lavorare per l'interesse del Paese e della sua sicurezza e non, come invece pensiamo, per gli interessi di pochi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pes n. 9/1415-A/50, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Delfino, Lo Monte, Coscia, Vico, Proietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 450
Votanti 446
Astenuti 4
Maggioranza 224
Hanno votato
210
Hanno votato
no 236).

Prendo atto che i deputati Traversa, Rivolta, Crosio, Barbareschi e Moffa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/1415-A/51, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Touadi n. 9/1415-A/52, non accettato dal Governo. Pag. 38
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Touadi n. 9/1415-A/52, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lo Monte e Coscia? Onorevole Proietti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 443
Votanti 440
Astenuti 3
Maggioranza 221
Hanno votato
200
Hanno votato
no 240).

Prendo atto che i deputati Rampi, D'Incecco, Sarubbi e Braga hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Cavallaro n. 9/1415-A/53, non accettato dal Governo.

MARIO CAVALLARO. Signora Presidente, nell'ordine del giorno che reca la mia firma abbiamo cercato di dar conto, nella parte motiva, delle problematiche dovute alla necessaria sintesi tra il diritto alla riservatezza e quello che è anch'esso un diritto, quello alla sicurezza dei cittadini e all'esercizio in maniera efficace dell'azione penale e delle forme di repressione criminale.
Come concluderemo nel dispositivo, rileviamo come questo provvedimento, che è stato oggetto di una inutile ed anzi perniciosa fiducia, non tenga conto della necessità di una sintesi equilibrata fra i diritti costituzionalmente protetti. Esso ha, invece, strumentalmente fatto pendere l'ago della bilancia sul diritto alla riservatezza, anteponendolo non soltanto al diritto dei cittadini alla sicurezza, ma anche ad un altro diritto, quello di cronaca, che in una grande democrazia rappresenta sicuramente uno dei diritti fondamentali. Segnaliamo quanto sia pericoloso ed inquietante scivolare verso una singolare empatia nei confronti di satrapie orientali o slave, nelle quali - non a caso - il diritto di cronaca o di critica si opacizza, finendo per intaccare anche i diritti umani e il rispetto della persona.
Riteniamo, pertanto, che il modello cui dobbiamo ispirarci, quello delle grandi democrazie occidentali, quello dell'Inghilterra anche dei fatti recenti, sia quello nel quale anche la persona pubblica ha il dovere di rendere nota la sua vita e le sue contraddizioni personali, perché è diritto dei cittadini conoscere non i fatti privati ma la coerenza e la trasparenza del progetto individuale con quello dichiarato come progetto pubblico. È per queste ragioni che abbiamo segnalato, infine, anche la contraddizione della ricerca di mezzi di prova che poi vengono ad evaporare proprio nei confronti di quella parte dell'attitudine criminogena che, pure, prende larga parte nel nostro Paese, che non necessariamente si sostanzia nell'attività della criminalità organizzata ma che può esservi contigua e strumentale. Per questo, tra l'altro, nel dispositivo, avevamo chiesto e chiediamo comunque, con forza, che il Governo voglia apprestare un monitoraggio e venga qui, entro un anno, a riferirci quali saranno stati gli effetti del provvedimento in esame su reati quali, per esempio, la rapina, l'estorsione e tutta quella condotta che, nelle città, è il preludio dell'attività della criminalità organizzata (per esempio quell'attività opaca che è tipica dei mercati finanziari e che poi produce i crack e i dissesti più gravi). Chiediamo che il Governo a queste domande di trasparenza e di verità dia risposta e qui venga a riferire quali effetti avranno avuto questi provvedimenti - temiamo saranno devastanti - che saranno sicuramente adottati.
È per questo, signora Presidente, che non solo raccomando il voto a favore di Pag. 39questo ordine del giorno ma mi auguro che, rapidamente, il Governo voglia ascoltare il grido non di dolore ma di esasperata impotenza che giunge dalle forze dell'ordine, dalla magistratura, dalla stampa e da tutti coloro che sono chiamati ad attuare, nel nostro Paese, la democrazia sostanziale e il diritto sia dei cittadini ad essere sicuri che della comunità ad essere adeguatamente informata di quello che accade (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cavallaro n. 9/1415-A/53, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia, onorevole Lo Monte, onorevole Delfino, onorevole Traversa, onorevole Calgaro, onorevole Lanzillotta, onorevole Rampelli, onorevole Antonino Foti, l'onorevole Rampelli insiste, onorevole Mondello, onorevole Calgaro.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 447
Votanti 444
Astenuti 3
Maggioranza 223
Hanno votato
209
Hanno votato
no 235).

Prendo atto che i deputati Sbai e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Calgaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Cari colleghi, il paracadutista della Folgore rimasto ferito gravemente questa mattina, sotto l'ascella in un conflitto a fuoco nell'area di Farah, non è in pericolo di vita. Lo hanno confermato fonti militari, spiegando che la famiglia è già stata avvertita (Generali applausi cui si associano i membri del Governo). Altri due soldati italiani sono rimasti feriti nello scontro a fuoco ma le loro condizioni non sono preoccupanti. Naturalmente ci rallegriamo di questo e auguriamo comunque pronta guarigione.
Prendo atto che i presentatori dei successivi ordini del giorno, Mattesini n. 9/1415-A/54, Codurelli n. 9/1415-A/55 e Cuperlo n. 9/1415-A/56, non accettati dal Governo, insistono per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mattesini n. 9/1415-A/54, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa, onorevole Lo Monte, onorevole Razzi, onorevole Lanzillotta... il Ministro ha votato... onorevole Porfidia... i colleghi hanno votato? Onorevoli ritardatari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 448
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato
214
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che i deputati Barbareschi, Simeoni e Sammarco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Codurelli n. 9/1415-A/55, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Lo Monte, D'Antona, Traversa, Lanzillotta, Proietti Cosimi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 40
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 448
Votanti 445
Astenuti 3
Maggioranza 223
Hanno votato
210
Hanno votato
no 235).

Prendo atto che i deputati Barbareschi, Berardi, Simeoni e Sammarco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Delfino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cuperlo n. 9/1415-A/56, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino... onorevoli Traversa, Lo Monte, Latteri... onorevole Rampelli... onorevole Lo Monte... onorevole Lanzillotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 448
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato
213
Hanno votato
no 235).

Prendo atto che i deputati Viola e Cambursano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Barbareschi, Simeoni e Sammarco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Sbrollini n. 9/1415-A/57, non accettato dal Governo.

DANIELA SBROLLINI. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELA SBROLLINI. Signor Presidente, mi rivolgo in modo particolare sia al Ministro Alfano che al Ministro Carfagna. Questo provvedimento su cui avete posto la questione di fiducia colpirà, a mio avviso, in modo particolare la lotta alla pedofilia: centinaia di casi giudiziari di pedofilia e pedopornografia, se fosse stata già vigente la legge Alfano, non sarebbero mai venuti alla luce.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 13,10)

DANIELA SBROLLINI. Il disegno di legge, intervenendo in maniera così radicale su uno strumento di indagine prezioso come le intercettazioni, rischia di dare un colpo mortale alle tante inchieste sulla pedofilia, sulla pedopornografia e sulle violenze, anche di natura familiare, che ogni giorno colpiscono i bambini. Con questa riforma cade il presupposto dei gravi indizi di reato e si chiede al pubblico ministero di procedere ad intercettazioni solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza.
Come è noto a tutti, però, soprattutto in certe inchieste giudiziarie, la ricerca della verità è un lavoro complesso e minuzioso. Prima che si arrivi ad identificare un soggetto come gravemente indiziato di colpevolezza sappiamo che occorre tempo e questo vale per tutti i reati, ma a maggior ragione per quelli che hanno a che fare con la violenza sui bambini.
Sappiamo bene quanto sia difficile, in queste circostanze, ricostruire la verità dei fatti: ci sono blocchi di natura psicologica, ostacoli culturali, barriere familiari. Lo strumento dell'intercettazione serve, in questi casi, per strappare il velo, per scoprire verità che non si vogliono confessare. Se in una vicenda di pedofilia o di violenza familiare sui bambini si aspetta di avere in mano un grave indizio di colpevolezza a carico di un soggetto per poter procedere, di fatto si mette la parola fine al lavoro dei magistrati. Pag. 41
Quello che più mi colpisce e che mi indigna, prima di tutto come cittadina e poi come parlamentare, ma anche come componente della Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, è che proprio voi, come centrodestra, che avete fatto della sicurezza una bandiera, arrivando persino a chiedere le ronde di cittadini, parlando di castrazione chimica, poi in Parlamento non dite la verità neanche ai vostri elettori. Varate norme che riducono il potere d'azione dei magistrati e aumentano quella terribile sensazione di fragilità delle categorie più esposte alla violenza criminale.
Ecco perché chiedo, anche dopo le critiche piovute dall'Associazione nazionale magistrati - ma anche dall'Ordine dei giornalisti, allarmato per i grossi limiti che il disegno di legge mette al lavoro informativo sulle inchieste giudiziarie - di rivedere anche in questo caso il parere contrario che avete espresso su questo ordine del giorno.
Credo che su alcuni aspetti di questa legge, in modo particolare sulla pedofilia, la pedopornografia e la violenza in famiglia, occorra davvero pensare in maniera diversa. Non c'è colore politico su temi così importanti, e purtroppo la realtà e la verità che leggiamo sui giornali ogni giorno ci inducono a fare una riflessione seria su questo tema. Ecco perché chiedo davvero un impegno a un ripensamento, a partire proprio da questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sbrollini n. 9/1415-A/57, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Osvaldo Napoli... onorevole Pugliese... onorevole Iapicca... onorevole Bosi... onorevole Lanzillotta... onorevole Porfidia...Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 442
Votanti 439
Astenuti 3
Maggioranza 220
Hanno votato
209
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Simeoni e Sammarco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Avverto che il gruppo del Partito Democratico ha esaurito i tempi a disposizione. Essendone stata fatta richiesta la Presidenza, conformemente alla prassi, concede tempi aggiuntivi in ragione di un terzo del tempo complessivamente assegnato al gruppo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Sarubbi n.9/1415-A/58, non accettato dal Governo.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, chiedo perdono all'onorevole Bongiorno che ha già sentito questi contenuti ieri pomeriggio, così come l'onorevole Giachetti. Eravamo pochi intimi qui alla Camera, ma credo che il tema sia piuttosto importante e per questo ve lo ripropongo brevemente.
Parliamo, per l'appunto, di pedofilia e di pedopornografia. Come fa la polizia postale a prendere un pedofilo su Internet? Normalmente viene allestito un sito civetta (un sito finto) di foto di bambini e chi cade nella rete poi viene preso. Chiaramente sono persone - questo lo dice proprio l'unità per la lotta al crimine informatico della Polizia di Stato - che nella vita di tutti i giorni non sarebbero mai sospettabili, che conducono una vita Pag. 42del tutto normale e spesso non si rendono neanche conto di quanto sia grave quello che fanno.
Non sono persone a cui carico esistono evidenti indizi di colpevolezza. Così fa la polizia postale, ma così rischiamo di non fargli fare con questo bavaglio. In pratica, se non si può fare neanche un'intercettazione telematica (un po' a strascico, come direbbe l'onorevole Brigandì, ma è così: questo è l'unico modo per prendere i pedofili su Internet) è il sistema delle indagini ad entrare in difficoltà.
Quindi, con l'ordine del giorno da me presentato, che è inserito in una serie di ordini del giorno che avete bocciato, vi chiediamo un'attenzione particolare al fenomeno, venendoci a riferire ogni anno se le indagini nel campo della pedofilia stanno andando bene oppure no. Chiedo l'aiuto del collega Barbareschi, che ha una fondazione per la lotta alla pedofilia, della presidente Mussolini, che purtroppo non vedo in Aula in questo momento, del collega Pagano e di tanti altri del Popolo della Libertà che si sono impegnati in questo campo, perché questo ordine del giorno è un po' diverso rispetto agli altri e quindi forse richiede anche un'attenzione diversa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbareschi. Ne ha facoltà.

LUCA GIORGIO BARBARESCHI. Signor Presidente, intervengo sentendomi chiamato in causa e volevo fare comunque un ringraziamento per aver citato la fondazione. Credo che il meccanismo del controllo sia importante, per cui mi auguro che su questa legge si possa lavorare ancora e si possano fare degli interventi. Infatti, credo che la polizia postale abbia il diritto e il dovere di indagare e avendo parlato personalmente con il dottor Vulpiani, che segue la mia fondazione, senza l'aiuto in queste indagini delle intercettazioni si può fare ben poco per lavorare contro la pedopornografia in rete.
Per tale motivo appoggio l'intervento dell'onorevole Sarubbi (che ringrazio) e mi auguro che, visto che sono anche firmatario di un progetto di legge su cui siamo lavorando in sede di Comitato ristretto in maniera bipartisan proprio sul fenomeno della pedofilia, si possa fare qualcosa.
Dubito che si possa fare qualcosa senza lavorare seriamente anche sulle intercettazioni. Questo, infatti, è un aspetto che dobbiamo assolutamente approfondire.
Vero è anche però che bisogna pensare che le intercettazioni fino ad oggi spesso in altri campi sono state utilizzate in maniera sconsiderata. Quindi, un conto è lavorare sulle intercettazioni, un conto è trasformare il Paese in una sorta di Novella 2000, in modo che qualsiasi vita privata venga sbeffeggiata sui giornali perché, altrimenti, la privacy, cui tutti abbiamo diritto, non ha più legittimità.
Credo che in questi anni, se noi siamo arrivati ad una legge così restrittiva, è perché in qualche modo vi è stato un abuso dell'utilizzo delle intercettazioni e in maniera pubblica. Peraltro, c'è una legge che non è mai stata rispettata: i giornali non rispettano le regole che ci sono già da anni nello Stato italiano. Credo che questo sia importante. Detto questo, insisto: speriamo di poter lavorare in questa direzione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, molti di noi si domandano - e si sono domandati nel corso del tempo - il senso di questi dibattiti sugli ordini del giorno. Credo che, più andremo avanti, più continueremo a farne, ponendoci questa domanda. Forse se ogni tanto una risposta possiamo darcela, è grazie al fatto che, nel parlarci e nel confrontarci, ascoltando anche quello che si dice da una parte e dall'altra, potrebbero nascere delle occasioni nelle quali non sarà certo un ordine del giorno a cambiare l'ordine delle cose, ma forse si potrebbero raccogliere degli elementi che emergono non in forma ideologica, ma ragionando sulle questioni si Pag. 43potrebbe (mi rivolgo al sottosegretario e, in particolare, al Ministro) aiutare a dare un qualche senso a quello che stiamo facendo, magari cogliendo degli aspetti che dal dibattito emergono e cambiando un'opinione su un ordine del giorno, che non rivoluzionerà la storia di questo Paese e neanche le conseguenze di questo provvedimento. Però forse così si potrebbe dare un po' di dignità, visto l'argomento, a quello che diciamo, al confronto che facciamo e anche un minimo di senso alle giornate, che, diversamente, tutti quanti quando torniamo a casa ci domandiamo fino a che punto arriva.
Onorevole sottosegretario, si tratta un ordine del giorno, su questioni sulle quali ha potuto ascoltare il parere dell'opposizione, ma anche di un autorevole esponente della maggioranza, di persone che all'argomento hanno dedicato anche con passione molto del loro lavoro. Forse potrebbe valere la pena quanto meno riconsiderare il parere e non lasciare che anche questo voto vada nel conto dei «no» che sono stati espressi su tutti gli altri ordini del giorno, perché la materia potrebbe forse dare una mano a fare un passo in avanti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sarubbi n. 9/1415-A/58, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta... onorevole Delfino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 422
Astenuti 7
Maggioranza 212
Hanno votato
205
Hanno votato
no 217).

Prendo atto che la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che i deputati Simeoni e Sammarco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che l'onorevole Tidei insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1415-A/59, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tidei n. 9/1415-A/59, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Incecco... onorevole Lanzillotta... onorevole Duilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 431
Votanti 429
Astenuti 2
Maggioranza 215
Hanno votato
206
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che i deputati Testoni, Simeoni e Sammarco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che l'onorevole Rossomando insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1415-A/60, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rossomando n. 9/1415-A/60, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Razzi... onorevole Buonanno... Ministro Alfano... onorevole Lanzillotta... onorevole Murer... onorevole Ciriello... onorevole Oliverio... Pag. 44
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 433
Votanti 431
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato
206
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che i deputati Nizzi, Simeoni e Sammarco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Braga n. 9/1415-A /61, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Braga n. 9/1415-A /61, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lanzillotta, Razzi, Corsaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 434
Votanti 432
Astenuti 2
Maggioranza 217
Hanno votato
204
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che il deputato Paladini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Simeoni e Sammarco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Samperi n. 9/1415-A /62, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Samperi n. 9/1415-A /62, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lanzillotta, Razzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 432
Votanti 430
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato
200
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che i deputati Simeoni e Sammarco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Tocci e D'Incecco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vaccaro n. 9/1415-A /63, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vaccaro n. 9/1415-A /63, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Buonanno, Mazzuca, Migliori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 437
Votanti 435
Astenuti 2
Maggioranza 218
Hanno votato
203
Hanno votato
no 232).

Prendo atto che i deputati Simeoni e Sammarco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Pag. 45
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tocci n. 9/1415-A /64, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tocci n. 9/1415-A /64, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino, Mazzuca, Polledri, Buonanno, Speciale, Mazzoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 442
Votanti 440
Astenuti 2
Maggioranza 221
Hanno votato
205
Hanno votato
no 235).

Prendo atto che i deputati Berardi e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zaccaria n. 9/1415-A /65, non accettato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Schirru. Ne ha facoltà.

AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, ci troviamo ancora una volta costretti ad assistere impotenti ad un ennesimo esproprio del dibattito parlamentare, fermo restando l'ultimo ascolto che c'è stato da parte dell'opposizione. Un provvedimento tanto importante per la sicurezza pubblica e il buon corso della giustizia, come quello oggi in esame sulle intercettazioni, viene bloccato con l'ennesima richiesta di fiducia, impedendo così la necessaria e articolata discussione che è compito proprio del Parlamento.
Cosa si vuole fare? Il Governo mira da un lato a reprimere il dibattito e a mortificare le funzioni del Parlamento, dall'altro tenta di porre un bavaglio alla stampa e, di conseguenza, alla magistratura. Qui non si vogliono arginare personalismi, di cui abbiamo sentito, o la loro sovrapposizione mediatica; qui si vuole colpire al cuore la libertà di informazione e di giustizia, mascherandosi sotto il rispetto della riservatezza o addirittura sotto gli enormi costi che tali intercettazioni comporterebbero. Le intercettazioni, signor Ministro, si pagano da sole, anche con la sola indagine portata a buon fine.
Il divieto di pubblicazione e diffusione dell'inchiesta da parte della stampa di questo Paese, quella che ancora è indipendente e democratica, viene annientato su reati quali la pedofilia, lo spaccio di droga, la violenza sessuale, i maltrattamenti sui minori, impedendo le intercettazioni se non in caso di comprovata colpevolezza.
Mi chiedo cosa significhi questo rispetto ai reati contro le donne, ad esempio. Significa forse che prima la donna subisce violenza e solo in seguito il colpevole potrà essere arrestato? Tutto ciò ci fa francamente impallidire, soprattutto dopo tante crociate sulla sicurezza di cui il Governo si è fatto orgogliosa bandiera.
Colleghi, il velo scuro che si vuole porre con questo provvedimento annulla il diritto di tutti i cittadini a formarsi una propria opinione attraverso l'accesso ad un'informazione libera, critica, comparabile su più fonti, democratica e moderna. Penso, così come hanno richiamato altri colleghi, al ruolo di Internet, al giornalismo dal basso fatto dai cittadini, alla funzione dei blog. Ponendo a tacere i giornalisti si nega un contributo fondamentale che può essere dato al lavoro della magistratura. Quante indagini, infatti, hanno trovato una svolta grazie ad un serio giornalismo di cronaca o d'inchiesta? Quanti casi sono stati risolti?
Penso, infatti, ad episodi criminosi come il sequestro di persona o il banditismo in Sardegna o a quelli tragici delle morti sul lavoro, nei quali il lavoro accurato della stampa locale ha giocato un ruolo importante anche per la sensibilizzazione e informazione delle persone. Oggi ci troviamo di fronte ad un grave atto Pag. 46contro chi vuole lavorare al servizio del Paese. Si minacciano i media, si avvilisce la magistratura, si annebbia l'informazione da somministrare all'opinione pubblica e, cosa più grave, non si forniscono quegli strumenti adeguati per riformare in modo serio e preciso la materia in esame.
Per questi motivi, esprimiamo ancora un parere non favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zaccaria n. 9/1415-A/65, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato
191
Hanno votato
no 226).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tullo n. 9/1415-A/66, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tullo n. 9/1415-A/66, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pollastrini, D'Incecco, Cicu, Renato Farina, Proietti Cosimi, Ciriello, Delfino? Ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato
192
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che i deputati Barbareschi e Taddei hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Velo n. 9/1415-A/67, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Velo n. 9/1415-A/67, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli D'Incecco, Pollastrini, Proietti Cosimi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 428
Votanti 426
Astenuti 2
Maggioranza 214
Hanno votato
196
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Margiotta n. 9/1415-A/68, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 47giorno Margiotta n. 9/1415-A/68, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo? Onorevole Zampa?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 422
Astenuti 2
Maggioranza 212
Hanno votato
193
Hanno votato
no 229).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zampa n. 9/1415-A/69, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zampa n. 9/1415-A/69, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bossi? Onorevole Mazzuca? Onorevole Bocciardo? Onorevole Granata? Onorevole Cicu? Ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 427
Astenuti 2
Maggioranza 214
Hanno votato
193
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/1415-A/70, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/1415-A/70, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rossi? Onorevole Granata? Onorevole Berardi? Onorevole Bellanova?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 431
Votanti 429
Astenuti 2
Maggioranza 215
Hanno votato
194
Hanno votato
no 235).

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/1415-A/71, non accettato dal Governo.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, il nostro ordine del giorno chiede al Governo di rivedere una normativa che è stata semplicemente ribadita, non introdotta da esso: una normativa secondo la quale, al momento attuale, lo Stato interferisce di fatto nella libera testimonianza di qualsiasi confessione religiosa, e di quella cattolica in particolare. Noi crediamo che lo Stato non debba interferire nelle vicende religiose; pretendiamo il rispetto della libertà religiosa, fondamento degli Stati democratici: non vogliamo che vi sia da parte dello Stato il tentativo di razionalizzare il mistero della fede.
Parimenti, noi riteniamo di non poter accettare che venga «misticizzato», che venga riportato ad altro che a legge dello Stato un comportamento delittuoso. Questa norma infatti prevede un particolare riguardo, nel caso in cui l'azione penale sia esercitata nei confronti di un ecclesiastico Pag. 48o di un religioso del culto cattolico, prevedendo che l'informazione sia inviata all'ordinario della diocesi a cui appartiene l'imputato. Quali sono le conseguenze, che abbiamo già visto, di questa norma?
Purtroppo mi dispiace, signor Ministro Alfano, che solo il Vaticano renda pubbliche le statistiche relative ai reati commessi da membri del clero, quasi fossero per lo Stato italiano oggetto di un segreto che non ha alcuna ragione. Come dicono le gerarchie vaticane, vi è un numero esiguo di membri del clero che commettono reati, ma il 99 per cento di quei reati sono dovuti a fatti di pedofilia, di violenze sessuali nei confronti di minori. Noi abbiamo letto, in questi giorni, pagine molto drammatiche e tragiche scritte dalla Conferenza episcopale irlandese in relazione a quanto è accaduto in quel Paese, e che è stato possibile rendere pubblico grazie a una commissione promossa dallo Stato irlandese, ma che ha visto il concorso della Conferenza episcopale irlandese; purtroppo nel nostro Paese sono le leggi dello Stato che impediscono di poter fare luce su questi episodi!
Abbiamo semplicemente le gerarchie ecclesiastiche che, magari a singhiozzo, riconoscono di volta in volta che vi sono dei problemi nella gestione, nel governo di questi reati. L'ultimo episodio, di alcuni mesi fa, ha visto addirittura l'imputazione di un vescovo: il vescovo di Como, infatti, poiché in virtù di questa legislazione era stato informato che un proprio sottoposto aveva commesso atti di pedofilia, ha fatto quello che umanamente non poteva non fare, cioè ha detto al prete che era indagato, ritrovandosi così imputato anche lui. Noi crediamo che sarebbe necessario da parte del nostro Stato molto più coraggio nella difesa delle leggi e della libertà religiosa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/1415-A/71, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Granata, Mondello, Bosi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 423
Votanti 417
Astenuti 6
Maggioranza 209
Hanno votato
183
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che il deputato Ruvolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Onorevole Di Biagio, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1415-A/72, accolto dal Governo come raccomandazione?

ALDO DI BIAGIO. No, signor Presidente, non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/1415-A/73, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/1415-A/73, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Granata.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 427
Votanti 425
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato
189
Hanno votato
no 236).

Onorevole Granata, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1415-A/74, accolto dal Governo come raccomandazione?

Pag. 49

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole Ministro, l'ordine del giorno al nostro esame, così come l'ordine del giorno n. 9/1415-A/4, che è stato firmato oltre che da me anche dall'onorevole Realacci, tendono a richiedere l'attenzione da parte del Governo nei confronti di talune questioni. Nel primo, come abbiamo sottolineato, si trattava del traffico di rifiuti, degli incendi boschivi e dello sfruttamento degli animali; in questo caso, si tratta della la possibilità di utilizzazione di impianti audiovisivi per contrastare l'azione delle mafie e del racket. È questo, come sappiamo sappiamo, un orientamento condiviso ampiamente del Parlamento e speriamo dunque anche dal Governo con un parere che possa divenire favorevole.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, per le stesse ragioni che ho indicato a proposito dell'ordine del giorno Realacci n. 9/1415-A/4, anche in questo caso l'ordine del giorno Granata n. 9/1415-A/74 viene accettato. Avevo parlato di raccomandazione solo perché non vi è un contenuto preciso.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Granata n.9/1415-A/74 accettato del Governo.
Prendo atto che l'onorevole Favia non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1415-A/75, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo altresì atto che l'onorevole Monai non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1415-A/76, accettato dal Governo.
Prendo atto ancora che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pisicchio n. 9/1415-A/77, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pisicchio n. 9/1415-A/77, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Granata.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato
187
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e Ruvolo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che l'ordine del giorno Porcino n. 9/1415-A/78 è stato ritirato.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Misiti n. 9/1415-A/79, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Misiti n. 9/1415-A/79, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello... onorevole D'Amico... onorevole Golfo... onorevole Polledri... onorevole D'Amico è riuscito a votare?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 415
Votanti 412
Astenuti 3
Maggioranza 207
Hanno votato
182
Hanno votato
no 230). Pag. 50

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati. Come convenuto, l'esame del provvedimento riprenderà alle ore 15, con lo svolgimento delle dichiarazioni di voto, con ripresa televisiva diretta, dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, cui seguirà il voto finale.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,40).

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, in relazione ai fatti avvenuti in Afghanistan che prima ha ricordato la Vicepresidente Bindi ed in merito, tra l'altro, all'intensificarsi degli eventi nell'area praticamente sotto il controllo italiano, specificatamente nell'area di Farah, ma anche nella zona di Bala Morgab (ricordiamo infatti che dai primi di maggio sono sette gli attentati nei confronti dei nostri militari e che ieri vi è stata una battaglia che ha portato anche all'attacco a due nostri Mangusta con altri feriti, per fortuna non gravi), chiediamo al Governo di venire rapidamente a riferire in Aula su quanto avvenuto e sull'intensificarsi degli attentati ai nostri militari nell'area sotto il nostro controllo, esprimendo ovviamente tutta la solidarietà e sapendo che il più grave dei feriti sembra ora essere in fase di miglioramento. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei, la sua richiesta sarà riportata sia alla Presidenza che al Governo.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, molto rapidamente volevo leggermente correggere il tiro di quanto è stato detto da parte dell'onorevole Lo Presti in ordine a quella dichiarazione su cui l'onorevole Mussolini ha già protestato in maniera vibrante.
Vorrei chiarire che su queste dichiarazioni non c'è da esprimere solidarietà, ma noi - ed io direttamente - ci sentiamo personalmente offesi in qualità di responsabili e membri del Parlamento: offendere le donne del Parlamento significa offendere il Parlamento, e da questo punto di vista non c'è solidarietà, ma piena partecipazione a tutti gli effetti a questo grave attacco all'immagine del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Partito Democratico).

FILIPPO ASCIERTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, esprimo la vicinanza e la solidarietà ai militari feriti ed alle Forze armate, e sottolineo come l'impegno nelle missioni internazionali sia estremamente difficile e delicato. Pertanto, ritengo che la vicinanza sia doverosa e che, se vi è la necessità di saperne di più, ben venga un intervento del Governo.

PRESIDENTE. Grazie. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brancher, Brugger, Cirielli, Cosentino, Crimi, Gregorio Fontana, Lo Monte, Milanato, Rotondi, Soro e Urso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta. Pag. 51
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1415-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller, a cui ricordo che ha a disposizione tre minuti di tempo. Ne ha facoltà.

KARL ZELLER. Signor Presidente, la Südtiroler Volkspartei esprimerà un voto finale di astensione sul provvedimento in esame. Il voto di astensione è motivato soprattutto dalla decisione del Governo di apporre la questione di fiducia. Nel merito l'esame della riforma in Commissione giustizia, a nostro parere, ha opportunamente consentito di porre soluzione ai problemi più controversi, correggendo talune rigidità ed eccessi presenti nel disegno di legge governativo. Non si impediranno quindi le intercettazioni ai fini delle indagini, ma se ne disciplina modalità, tempi e motivazioni ai fini delle esigenze processuali. È importante riconoscere le ragioni profonde avvertite dai cittadini che hanno imposto una riforma delle intercettazioni in ragione dell'esasperazione e degli eccessi che obiettivamente hanno stravolto i principi dello Stato di diritto e del giusto processo, ed inciso anche negativamente sui diritti della persona, non di rado - anzi frequentemente - sottoposta ad un giudizio mediatico di condanna anche quando le intercettazioni pubblicate siano state poi non parte di un provvedimento processuale. La difesa dei principi costituzionali a tutela della persona e del giusto processo, della libertà della stampa e dell'ordinamento giurisdizionale possono e debbono coesistere con un più consapevole e responsabile ricorso alle intercettazioni ai fini delle indagini senza che una più ferma disciplina debba essere ritenuta incompatibile con l'esercizio dell'azione penale.
Non possiamo - come già detto - invece condividere l'ennesimo ricorso al voto di fiducia da parte di un Governo che dispone di un'amplissima maggioranza in questa Aula. Per queste ragioni chi, come noi, è convinto della necessità di una riforma è costretto ad astenersi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baccini. Ne ha facoltà.

MARIO BACCINI. Signor Presidente, signor Ministro, in questo momento di crisi economica e sociale la priorità è quella di ristabilire un equilibrio armonioso e armonico in favore dei cittadini, e questo è possibile attraverso un'azione incisiva che miri al benessere e al bene comune nel rispetto della convivenza civile e delle regole democratiche, ma soprattutto nel rispetto dei cittadini e della loro privacy. Non dimentichiamo mai che, dietro ogni scelta politica e amministrativa, c'è una persona in carne ed ossa. Per questo riteniamo che questo disegno di legge voglia essere funzionale a questo scopo, ergendosi al di sopra della conflittualità tra i poteri dello Stato che, negli ultimi anni, hanno caratterizzato il dibattito politico e parlamentare, e che sicuramente non giova all'immagine del Paese, tanto meno alla democrazia. Io voglio premettere, signor Ministro, che l'uso delle intercettazioni è uno strumento di investigazione necessario nel nostro Paese, ma non è indispensabile. Occorre disciplinarne Pag. 52l'uso per rendere credibile che, dietro la politica, c'è l'interesse del cittadino.
Ritengo che in questi ultimi anni sia stata fatta politica giudiziaria e investigativa, anziché una giusta attività giudiziaria e investigativa. Tutto ciò per preparare l'opinione pubblica, probabilmente, a condividere teoremi che nulla hanno a che fare con i giusti processi e con l'attività investigativa. Questo credo che sia uno dei nostri problemi.
Sulla responsabilità dei giornalisti, signor Presidente Fini, credo che potevamo fare qualcosa di più: bastava dire, signor Ministro, che nessun cronista citasse il nome del pubblico ministero inquirente e buona parte del provvedimento in esame, probabilmente, sarebbe stato superfluo.
Su queste basi e su questi principi ritengo che si debba costruire un nuovo rapporto anche con il Parlamento.
Siamo convinti, per concludere, che sia giusto operare nel migliore dei modi per la tutela degli interessi degli italiani e per questo riteniamo opportuno sostenere tutte quelle iniziative che vanno in questo senso. Dunque, per queste ragioni, esprimeremo voto favorevole sul provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Belcastro. Ne ha facoltà.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Signor Presidente, a nome della componente politica del Movimento per l'Autonomia rinunciamo all'intervento in aula in diretta televisiva. Lo facciamo per lealtà verso la maggioranza alla quale apparteniamo e per evitare di esprimere posizioni dissonanti su un provvedimento che ci trova perplessi e sul quale non siamo stati, ancora una volta, coinvolti dal Governo e dai gruppi parlamentari alleati. È per questa stessa lealtà che il nostro gruppo esprimerà in aula un voto ancora favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Donadi. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, oggi una maggioranza irresponsabile e cinica sta per approvare una legge vergognosa, una legge che getta due macigni contro due pilastri del nostro Stato democratico.
Il primo è il macigno contro la libertà di stampa, quel poco, quei brandelli di libertà di stampa che ancora nel nostro Paese esistevano. Con l'approvazione del provvedimento in esame i reati che riguardano la politica, la finanza, l'industria, i reati insomma dei ricchi, dei forti, dei prepotenti e degli arroganti non potranno più nemmeno essere conosciuti dagli italiani. Non sarà più possibile per i giornali, neppure se fosse arrestato un parlamentare, un sindaco o un amministratore, nemmeno parlarne, nemmeno raccontare quali sono le ragioni e i fatti che hanno portato a tale arresto cautelare. Questo è il bavaglio finale su una stampa che già oggi era la meno libera d'Europa.
Il secondo macigno terribile che voi lanciate contro un altro pilastro della democrazia nel nostro Paese è quello con il quale cancellate le intercettazioni telefoniche. È inutile fare tanti giri di parole: voi le cancellate, perché quando si prevede che la condizione per fare intercettazioni telefoniche nel nostro Paese sia quella di aver già scoperto chi è il colpevole e di usare le intercettazioni per averne conferma, di fatto le si sono abolite.
Voi, abolendo le intercettazioni, abolite un pezzo, forse il più importante oggi, tra gli strumenti di indagine di cui la nostra magistratura dispone per contrastare il crimine in Italia, per arrestare i delinquenti, per fermare i malfattori. Voi disarmate lo Stato con questa legge infame!
Con questa legge d'ora in avanti creerete degli impedimenti con riferimento ad una molteplicità di reati. Soltanto per ricordarne alcuni che hanno particolarmente scosso la coscienza degli italiani in questi ultimi anni: da quelli orrendi della clinica Santa Rita, la clinica degli orrori, ai tanti stupri commessi e scoperti solo grazie alle intercettazioni, per passare ai tanti atti di violenza, a quella tratta di uomini scoperta grazie alle intercettazioni e della Pag. 53quale ieri, non un anno fa, il Ministro Maroni portava pubblico vanto, proprio per aver scoperto, grazie alle intercettazioni telefoniche, una rete che tra l'Italia e l'estero faceva tratta di schiavi, di uomini.
Tutto questo voi lo distruggete. Ciò che fate è qualcosa di più di una brutta legge, è togliere, pezzo dopo pezzo, la libertà agli italiani in ogni sua forma: la libertà personale, perché non vi è libertà in un Paese in cui voi cancellate la sicurezza personale; la libertà di informazione, perché non vi sarà più la stampa intesa come stampa libera capace di informare; la libertà fatta di conoscenza e consapevolezza, perché voi volete che gli italiani non sappiano che intorno a loro vi è solo il silenzio, un silenzio che, sempre più, sembra omertà.
Pertanto, questa - lo ribadisco - non è una brutta legge: è un vero e proprio atto eversivo. State compiendo un atto eversivo della Costituzione italiana. Voi siete un Governo che dovrebbe rispondere - semmai vi fosse un tribunale deputato a questo - della violazione, nella forma più profonda, dei valori e dei principi della nostra Costituzione.
Anche se questo disegno di legge è pronto da quattro mesi, non avete avuto il coraggio di portarlo in Aula prima delle elezioni, perché vi vergognate di ciò che state facendo. Sapete che nessun italiano vi avrebbe capito né giustificato. Con questa legge, infatti, amputate, in modo forse mortale, quella parte dell'organizzazione dello Stato che è deputata al contrasto della criminalità, a individuare i colpevoli, ad assicurarli alla giustizia, ad impedire che nuovi reati vengano commessi. Stabilite per legge l'impunità ai peggiori criminali e delinquenti in questo Paese e togliete garanzie di sicurezza ai cittadini. Questo state facendo.
Voi oggi tradite il Paese, tradite l'Italia, tradite gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! State abbandonando gli italiani al loro destino, soli e non più difesi contro il crimine. Da oggi, gli italiani dovranno avere paura, non sono più sicuri in nessun luogo. Dovranno avere paura nelle loro case, dovranno avere paura nelle strade, dovranno avere paura nei luoghi in cui lavorano, perché lo Stato li ha abbandonati e la criminalità organizzata sa che, da oggi, può affondare il colpo con garanzia di impunità. Ladri, stupratori, assassini, mafiosi, camorristi sanno che, da oggi, voi - voi di questa maggioranza, voi di questo Governo - avete disarmato lo Stato. Questo avete fatto.
In questo momento, è addirittura impossibile prevedere la vastità e l'enormità della devastazione che avete arrecato all'ordinamento dello Stato. È impossibile anche solo prevedere ed immaginare: si sa solo che saranno tanti, tantissimi, saranno migliaia, i reati che non sarà più possibile scoprire né identificare e i criminali che la faranno franca e che potranno, imperterriti, continuare ad imperversare con le loro azioni delittuose a danno degli italiani.
Ministro Alfano, mi rivolgo a lei con grande forza e con grande chiarezza: ogni morte che resterà impunita in questo Paese per colpa di questa legge, lei la porterà sulla coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

MATTEO BRIGANDÌ. Il tuo amico ne ha ammazzati sette!

MASSIMO DONADI. Ogni ladro che resterà impunito in questo Paese per colpa della sua legge, lei lo porterà per sempre sulla sua coscienza! Ogni stupro di cui sarà vittima una donna italiana e che resterà impunito per colpa della sua legge, lei lo porterà per sempre sulla sua coscienza (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). E insieme a lei lo porterà anche la Lega, che, per mesi, ha ingannato gli italiani, raccontandogli frottole sulle ronde e quant'altro e che, poi, per un piatto di lenticchie - cioè, la promessa di Berlusconi di affossare il referendum - ha venduto la sicurezza degli italiani. Come avete potuto scambiare per questo l'interesse, la sicurezza, la vita di tanti milioni di italiani? Pag. 54
Ma insieme a voi risponderà anche il Presidente del Consiglio. Risponderà non certo la sua coscienza, questo non lo chiediamo e non ce lo aspettiamo, ma risponderà la storia. Egli, finalmente, ha vinto la sua battaglia contro la giustizia ed ormai è impune a tutto, a ogni processo, a ogni indagine, anche alle possibili intercettazioni e, soprattutto, è sopra la legge, è sopra la morale, è sopra l'etica di questo Paese, ma lo fa a costo di aver distrutto la giustizia e di governare in un Paese coperto di macerie. Di questo risponderà e risponderete tutti voi davanti alla storia.
Non serve a niente quel velo di menzogne e di bugie che state stendendo, da anni, sopra il Paese, un velo fatto di controllo dell'informazione, di controllo delle televisioni, di bugie e di menzogne sistematiche. La verità prevarrà: questo velo verrà squarciato e la verità vi travolgerà.
La verità travolgerà questo Presidente del Consiglio che, alla fine, entrerà sì nei libri di storia, ma con poche righe, tutte scritte con il colore rosso, il colore rosso della vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, onorevole Ministro, purtroppo, ancora una volta, ci troviamo a dover votare un provvedimento senza poterlo discutere. Questa volta, però, il nostro dispiacere, direi il nostro disappunto, è ancora maggiore, perché condividevamo l'esigenza di una riforma della disciplina delle intercettazioni telefoniche. Proprio per questo, proprio per questa nostra disponibilità a mettere mano ad un intervento normativo, il ricorso al voto di fiducia, la forzatura e strozzatura di questo dibattito ci appaiono particolarmente intollerabili, perché impediscono a noi delle opposizioni di fornire un contributo costruttivo, ma impediscono anche ai colleghi della maggioranza di partecipare ad una discussione costruttiva su una materia di tale rilevanza.
Precisiamo subito che le intercettazioni telefoniche rimangono e devono rimanere uno strumento indispensabile di indagine, così come lo sono state fino ad oggi, in particolare per i reati più complessi e più sofisticati.
Ammettiamo anche - non abbiamo difficoltà a dirlo - che in questa materia siano stati commessi degli abusi e che si sia verificato un indebito utilizzo mediatico delle intercettazioni; intere pagine di giornali sono state dedicate alla trascrizione, in toni scandalistici, di intercettazioni, talvolta coperte da segreto, talvolta coinvolgenti persone estranee alle indagini e talvolta relative a fatti irrilevanti dal punto di vista investigativo. Questo - lo ripeto - fondamentale strumento di indagine certamente si è trovato a confliggere, in alcune occasioni, con il diritto alla riservatezza e con il diritto alla dignità e alla libertà personale degli intercettati. Era, dunque, questa una ragione che ci convinceva della necessità della riforma.
Si sono verificati anche abusi nell'utilizzo giudiziario delle intercettazioni, la cosiddetta pesca a strascico, per cui si partiva da un presunto titolo di reato per andare alla ricerca di altri eventuali ipotetici reati; è un sistema intollerabile. Questi abusi hanno determinato anche una crescita esponenziale del numero e del costo delle intercettazioni, come è ben dimostrato dal relativo capitolo di spesa del Ministero della giustizia che, come il Ministro ci ha ricordato in parecchie occasioni, è diventato un buco nero addirittura incontrollabile.
Per queste motivazioni, ci siamo confrontati in Commissione giustizia con uno spirito libero da qualunque pregiudizio di schieramento. In Commissione giustizia abbiamo consentito che il provvedimento venisse licenziato, dopo che - ne diamo atto al Governo e alla maggioranza - anche alcune proposte emendative dell'Unione di Centro sono state accolte: mi riferisco, in particolare, a quella relativa al budget assegnato per Corte d'appello e dalle Corti d'appello agli uffici di procura, non per limitare l'utilizzo delle intercettazioni, ma per applicare anche alle intercettazioni Pag. 55quel fondamentale principio di responsabilità che deve riguardare ogni spesa e dal quale non possono essere esonerati neanche i capi degli uffici giudiziari. Ci è stato detto in Commissione che l'approfondimento e il confronto sarebbe proseguito in Aula.
Arrivati in Aula, quattro mesi dopo che il provvedimento è uscito dalla Commissione, viene apposta la fiducia. Dunque, non sussistevano e non sussistono ragioni di urgenza, considerato che per quattro mesi il provvedimento è rimasto a giacere; parimenti, non sussistevano ragioni di ostruzionismo, perché il numero degli emendamenti presentati dalle opposizioni è assolutamente fisiologico.
Addirittura abbiamo sentito come unica giustificazione per il ricorso alla fiducia quella secondo cui si tratterebbe di un argomento importante per la maggioranza e per il Governo. Dunque saremo al paradosso che, di fronte ad argomenti considerati importanti, si elimina in radice la possibilità di discutere, di dibattere e di dare dei contributi costruttivi e si blinda il provvedimento con la fiducia.
Mi sembra un argomento francamente risibile anche perché, signor Presidente e onorevoli colleghi, rimanevano e rimangono dei nodi importanti da sciogliere in questo provvedimento.
Mi riferisco in particolare a due. Il primo è quello dei presupposti per ricorrere all'intercettazione: parlare di evidenti indizi di colpevolezza è, oltre che un'espressione tecnicamente assolutamente impropria ed inadeguata, anche una formula pericolosa.
Viene abbandonata la vecchia impostazione che faceva riferimento ai requisiti oggettivi, cioè i gravi indizi di reato, per spostarla sugli elementi soggettivi, gli indizi di colpevolezza. Così facendo si lascia completamente sguarnito tutto il campo che intercorre tra la notizia di reato, l'individuazione di soggetti potenzialmente responsabili e poi la specificazione di una o più responsabilità penali personali, queste sì suffragate da gravi indizi di colpevolezza.
L'onorevole Pecorella, con l'onestà intellettuale che lo contraddistingue, ha detto, in Commissione giustizia, che non sarà più possibile procedere con le intercettazioni quando l'autore di un reato è all'interno di un gruppo di persone o è uso frequentare una cerchia determinata o un certo luogo, ma non se ne conosce l'identità. Ebbene in questo caso non sarà possibile procedere con le intercettazioni per identificare questa identità.
Tuttavia, onorevoli colleghi, voglio lasciare almeno agli atti, se non all'attenzione di quest'Aula, un'ulteriore osservazione: con questa formula arriviamo al paradosso per cui prevediamo, per poter autorizzare le intercettazioni, lo stesso requisito o un requisito analogo a quello previsto per l'adozione dei provvedimenti cautelari o del rinvio a giudizio, innescando così un circuito perverso in cui l'ammissibilità delle intercettazioni rischia di diventare una condanna anticipata nei confronti del sottoposto alle indagini.
Dunque attenzione perché questa formula può diventare un boomerang pericoloso per quelli che pensano di aver scelto una strada più garantista: io temo che si sia imboccata, invece, una china pericolosa che rischia di trasformare il sottoposto ad intercettazione in un soggetto ad alto rischio di applicazione di misura cautelare.
Inoltre, colleghi, c'è l'esigenza di bilanciamento tra la privacy, la riservatezza, e la libertà di informazione. Il Governo ha fatto un timido passo abbassando il minimo di pena per gli operatori dell'informazione, ma rimangono dure pene pecuniarie per gli editori e in sostanza non cambia il pesante limite alla libertà di informazione.
Mi avvio a concludere, signor Presidente. Di tutti questi aspetti, non irrilevanti anche ai fini delle garanzie di uno Stato di diritto nei confronti dei cittadini indagati, avremmo voluto discuterne in quest'Aula e non abbiamo potuto farlo perché, ancora una volta, il Governo ha ostentato la sua pretesa di autosufficienza nei confronti dell'istituzione parlamentare, nei confronti dell'opposizione, anche di quella più disponibile al dialogo, e nei Pag. 56confronti della sua stessa maggioranza. Mi riferisco a quella maggioranza che, per bocca del Ministro Maroni, qualche giorno fa - evidentemente eravamo in campagna elettorale - aveva detto che il provvedimento andava modificato tenendo conto delle osservazioni del procuratore nazionale antimafia che aveva lanciato un allarme a proposito della diminuzione di garanzie nella lotta contro la criminalità.
Ebbene, è evidente che è prevalsa la logica del do ut des, dell'asse PdL-Lega diversamente assestatosi dopo le elezioni e di fronte a questo anche la Lega ha superato tutte le sue remore a fronte evidentemente di altre concessioni, quella sul referendum o forse della promessa di altre candidature.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Mi chiedo come farà questa maggioranza a continuare a dire che la sicurezza è tra le sue priorità quando approva un provvedimento che tutti giudicano come una caduta di efficacia delle indagini penali.
Per questa forzatura ingiustificata nel metodo, che si somma alle riserve di merito, il gruppo dell'Unione di Centro voterà contro questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, da parte delle opposizioni sentiamo la stessa trama catastrofica che abbiamo già vissuto approvando altri provvedimenti. Mi viene in mente il caso di un paio di anni fa quando abbiamo approvato la famosa legge sulle rogatorie internazionali. Non era altro che una legge che chiedeva che i documenti richiesti dai nostri tribunali e che dovevano arrivare dall'estero avessero un numero di protocollo.
Ebbene, anche allora, i soliti catastrofisti dissero che con quella legge si sarebbero bloccati i tribunali e i processi e che sarebbero usciti gli assassini, gli stupratori e così via. Non successe ovviamente assolutamente nulla di quanto previsto ed anzi l'OCSE (un'organizzazione internazionale) portò questa legge come esempio al resto dei Paesi europei (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
L'esigenza di modificare anche questa legge era sentita dal Governo Prodi ancora nel 2006, ma non se ne fece nulla perché avevano le idee annebbiate dagli indulti - giusto per ricordare di chi è la responsabilità se qualcuno ha le mani grondanti di sangue (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) - e l'abbiamo ripresa noi.
In un anno è stata spostata da una Commissione all'altra fino a che finalmente oggi si sta arrivando ad una sua approvazione. All'interno di questo provvedimento, contrariamente ai soliti catastrofisti, si continueranno ad intercettare tutti i reati, come avveniva prima, che prevedono pene superiori a cinque anni, come i reati contro la pubblica amministrazione, l'usura, il porto d'armi, le attività finanziarie illecite, le minacce, la pedopornografia, eccetera.
Si interverrà come al solito pesantemente contro la mafia e contro il terrorismo (anche quello internazionale) e maggior tutela ci sarà sulle indagini dei servizi segreti che devono lavorare per la sicurezza del nostro Paese. Allora qualcuno comincia ad agitarsi. Mi viene in mente, ad esempio, il giudice Forleo che confondeva i terroristi islamici con i guerriglieri romantici. Anche lei avrà qualcosa da dire contro di noi come abbiamo sentito finora.
Ricordo quando i servizi segreti, che erano sotto attacco della magistratura rossa di sinistra, non potevano indagare neanche i no-global che arrivavano da mezza Europa per distruggere le nostre città e quando magistrati iscritti alle solite correnti di sinistra attivavano a Napoli processi contro le nostre forze dell'ordine, salvo esserci un procuratore (persona per bene, tale procuratore Cordova) che quando si dissociò da questa «maramaglieria» rossa fu trasferito d'ufficio dal Pag. 57Consiglio superiore della magistratura (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà ). Di questo dovete vergognarvi voi!
Inoltre c'è gente che si agita all'interno della politica. La sinistra viene a fare le prediche agli uomini della Lega perché a suo avviso viene minata la sicurezza dei cittadini, ma ricordo che è stato votato - caro onorevole Donadi, servo di Di Pietro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) - con la tolleranza di Di Pietro, l'indulto.

SILVANA MURA. Noi no! Noi no!

LUCIANO DUSSIN. I 18 mila che sono usciti sono rientrati in carcere perché tutti recidivi e li avete sulla coscienza voi. Lasciate perdere gli uomini della Lega, è tempo perso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
E si agitano il Consiglio superiore della magistratura e l'Associazione nazionale dei magistrati. Il Consiglio superiore della magistratura lavora affinché la magistratura non funzioni perché deve garantire le correnti che ci sono all'interno della magistratura.
Il Presidente della Repubblica Ciampi li richiamò all'ordine perché per mettere a posto gli uomini con le tessere partitiche (al di là della terzietà ed imparzialità che dovrebbe avere la magistratura) bloccarono le nomine di centocinquanta alti funzionari all'interno del mondo della magistratura, mentre i cittadini stanno aspettando che qualcosa si metta in funzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Il Consiglio superiore della magistratura, guarda caso, oggi attacca l'attuale maggioranza perché secondo loro il reato di clandestinità che abbiamo introdotto bloccherà i lavori dei nostri tribunali. Che mandino la stessa nota ai tribunali inglesi, francesi, tedeschi dove il reato di clandestinità c'è da decenni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Con chi pensano di avere a che fare questi personaggi (impuniti tra l'altro)? Oggi ce l'hanno ovviamente con le intercettazioni telefoniche perché vogliono che il grande fratello che controlla tutti gli italiani continui a controllare chi fa comodo a loro e questo neanche va bene.
Quindi, c'è da chiedersi, a fronte di centinaia di migliaia di cimici che hanno disseminato in tutti i territori, come mai una schiera politicizzata così ampia di magistrati di sinistra non abbia avuto un secondo per mettere una cimice nell'ufficio del padrone della Parmalat che ha rubato 30 mila miliardi di lire alle famiglie italiane: neanche una ne hanno messa (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà). Quindi, Di Pietro si vergogni assieme alla sua compagine quando attacca gli uomini della Lega!
L'uso strumentale delle intercettazioni telefoniche lo conosciamo bene, perché riuscirono ad indignare addirittura l'allora Presidente della Camera, onorevole Violante, quando arrivò tale giudice Papalia, sempre impunito, che chiese e si inventò di poter utilizzare - in maniera postuma, tra l'altro - intercettazioni abusive nei confronti dell'onorevole Bossi, Calderoli, Maroni, Chiappori, Vascon (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà)! Bisognava tagliargli le mani in diretta quando chiedeva questi assalti alla Costituzione italiana (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Vergognoso, il Consiglio superiore della magistratura non lo ha mai punito una volta e chiedeva intercettazioni perché noi avevamo messo in campo le camicie verdi, un'organizzazione che ha terrorizzato il mondo intero e che vede oggi un sacco di quegli appartenenti eletti direttamente dai cittadini italiani a fare i sindaci e hanno cacciato a casa i vostri (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Quindi, servono regole chiare perché in questo Paese non si possono fare cinque volte tanto le intercettazioni telefoniche che ci sono in un paese civile e democratico come la Francia. Non si possono avere 500 milioni di euro di buco perché ci sono tribunali da soli che in questo Paese spendono il triplo di quello che viene speso Pag. 58negli Stati Uniti d'America per intercettare chi e che cosa, perché è facile aprire delle agenzie e collocare gli amici e i parenti, possibilmente i parenti, e gli amici del figlio del padrone di Donadi, Di Pietro, che ha raccomandato mezzo mondo, a far sì che le cimici vadano a rompere le scatole agli uomini della Lega. Non abbiamo paura di voi! (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Per quanto riguarda la criminalità, non abbiamo nulla da imparare, perché il nostro Ministro Maroni in un anno ha confiscato alla mafia 4 miliardi e 300 milioni di euro e voi non siete mai riusciti ad arrivare nemmeno ad una cifra del decimale di un importo come questo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Donadi, sei falso e bugiardo! Hai attaccato gli uomini della Lega e perderai sempre contro di noi. Abbiamo tagliato i fondi alla Polizia: altra bugia clamorosa da spot. Qui la maggioranza deve imparare a difendersi perché fu Prodi nel 2007 a tagliare un miliardo di euro al comparto sicurezza, nel 2008 tagliò 800 milioni. Nel 2009, il Ministro Maroni ha aggiunto due miliardi e mezzo: vuol dire che ha recuperato i vostri tagli e ha aggiunto altri 500 milioni. Non abbiamo nulla da imparare. Dobbiamo imparare a difenderci dalle bugie. Questo sì, ma quando le bugie partono da corpi umani animati da teste vuote come quelle di Donadi, noi andiamo a festa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Questo provvedimento noi lo votiamo in maniera convinta, perché abbiamo fiducia nel Ministro della giustizia Alfano (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà) che è persona preparata, corretta, che combatte la mafia anche a casa sua e che non ha amici da raccomandare, come il figlio di Di Pietro (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).
Votiamo a favore di questo provvedimento perché abbiamo fiducia nel Ministro Maroni, che è una persona perbene ed è inutile che continuiate a sbugiardarlo, perché mentre voi perdete voti noi ne porteremo a casa sempre un vagone di più di voi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà), perché la gente sa distinguere i bugiardi dalle persone oneste.

RENATO CAMBURSANO. Noi no! Noi li prendiamo i voti.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, penso di aver detto a sufficienza quello che avevo in mente (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gentiloni Silveri. Ne ha facoltà.

PAOLO GENTILONI SILVERI. Signor Presidente, colleghi, credo che la Camera non possa ignorare il clima che c'è fuori di quest'Aula su questo provvedimento. Dentro questa Aula ho sentito interventi sintomo di nervosismo, al fuori di qui ci sono molte preoccupazioni, addirittura allarme sul voto che ci accingiamo a fare. I magistrati parlano di morte della giustizia penale, di indagini delle forze dell'ordine vanificate; i giornalisti e gli editori - questa volta insieme - parlano di attentato alla libertà di informazione, di violazioni gravi della libertà di informazione. Credo che queste preoccupazioni vadano prese molto sul serio, non meritano soltanto slogan truculenti ma una discussione seria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Penso che vadano prese sul serio, come hanno fatto i gruppi dell'opposizione che certo usano accenti diversi; l'Unione di Centro, l'Italia dei Valori, il Partito Democratico unitariamente hanno denunciato al Presidente della Repubblica l'importanza di quello che stiamo per votare.
L'allarme che c'è nel Paese riguarda la rinuncia sostanziale ad uno strumento come quello delle intercettazioni, uno strumento che si è rivelato in questi anni molto importante, in alcune indagini forse lo strumento più importante ed efficace Pag. 59per individuare i colpevoli. Si tratta di una rinuncia, onorevoli colleghi, visto che le intercettazioni non potranno più essere usate per cercare i colpevoli dei reati. L'individuazione dei colpevoli dei reati andrà fatta con altri strumenti, con mezzi più antiquati, meno efficaci e soltanto una volta individuati i colpevoli dei reati si potranno utilizzare le intercettazioni. Insomma, si potrebbe dire che le intercettazioni non si potranno usare quando servono e si potranno usare quando non servono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Penso che nessuno possa sottovalutare le conseguenze di una decisione di questo genere. Dice oggi il procuratore aggiunto della procura di Milano: «gli omicidi irrisolti cresceranno incredibilmente, sarà più difficile salvare vite umane». Sarà più difficile salvare vite umane. Vedete, ieri per esempio, il Ministro Maroni ha rivendicato giustamente il successo di un'operazione che ha smantellato un'organizzazione transnazionale che organizzava il traffico di immigrati clandestini: lo smantellamento è avvenuto attraverso le intercettazioni, da domani non sarà più possibile.
Questa mattina l'onorevole Realacci ci ricordava l'importanza degli arresti avvenuti sullo smaltimento illegale dei rifiuti, che è un vero e proprio attentato alla nostra salute e all'ambiente. Quegli arresti sono avvenuti attraverso le intercettazioni, senza le intercettazioni da domani non saranno più possibili. Insomma, quanti rapinatori, quanti stupratori, quanti trafficanti di droga, quanti pedofili resteranno liberi e impuniti per colpa di questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?
Colleghi della maggioranza, lo dico senza alcun tono minaccioso, sappiate che noi terremo la contabilità di questi numeri; noi racconteremo in questo Parlamento, nelle piazze, nei quartieri più difficili delle nostre città i risultati di questa legge che indebolisce l'azione delle forze di polizia e delle forze dell'ordine e non basteranno, onorevole Luciano Dussin, le frasi truculente, né basteranno le sparate, che mi sembrano segno di nervosismo, a mascherare questa realtà di un Paese che abbassa la guardia sul terreno della sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
La motivazione di questo abbassamento di guardia, di questo intervento - si dice - è la tutela della privacy: è in nome della privacy che ci si propone di abbassare la guardia sulla sicurezza, ma per onestà dovremmo dire che non si tratta della privacy di tutti. Chi ascolta questo dibattito alla Camera e magari oggi pomeriggio telefonerà alla propria figlia o ad un negozio del quartiere oppure ad un ufficio pubblico non teme di essere intercettato e di finire su un giornale, teme, piuttosto, per la propria sicurezza, cari colleghi. Non è in gioco la privacy degli inquilini delle case popolari, ma quella degli inquilini delle stanze del potere e anche delle stanze di qualche «villa».
Questa legge, onorevoli colleghi, nasce per reazione ad alcuni abusi, come ricordava poc'anzi l'onorevole Vietti, ed è vero. È vero che ci sono stati abusi nell'utilizzo e nella diffusione delle intercettazioni; è vero che questi abusi sono stati particolarmente gravi e intollerabili quando hanno riguardato persone del tutto estranee ai fatti e agli episodi, ma questa reazione, chiunque lo può vedere, non è una reazione bilanciata, è del tutto sproporzionata, spropositata, non solo perché non si possono intercettare quelli che non sono già individuati con gravi indizi come colpevoli, ma perché le intercettazioni durano solo sessanta giorni. Inoltre, non si possono effettuare le intercettazioni ambientali a meno che non le si faccia nel luogo in cui si sta commettendo un crimine: ma ci pensate cosa vuol dire questo? Tu devi sapere prima che lì si sta commettendo un crimine e invece di mandare la polizia a fare una retata, metti una cimice la quale però ti serve per individuare i primi indizi di un crimine, non per colpire nel momento in cui hai già la certezza che c'è una situazione criminosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Pag. 60
Se si volevano colpire gli abusi bisognava allora lavorare su quelli, soltanto su quelli, e molto meglio di quanto si sia fatto e noi del Partito Democratico avevamo dato la piena disponibilità da questo punto di vista. Qui, invece, si azzerano le intercettazioni, ma non è detto, cari colleghi, che si azzerino gli abusi.
Penso alle limitazioni alla libertà di stampa: non si potrà pubblicare alcunché fino alla fine delle indagini preliminari. Ciò vuol dire (e non parliamo qui di gossip) che se si tratta di un'indagine che riguarda una clinica degli orrori o la famosa Parmalat di cui parlava prima l'onorevole Luciano Dussin, o un politico corrotto, di questa indagine non si può parlare sui giornali, il cittadino non deve sapere nulla fino alla fine delle indagini preliminari, ossia per anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Onorevoli colleghi, stiamo parlando di anni per come funziona la giustizia dalle nostre parti! È un blackout che viene affermato minacciando i giornalisti con il carcere e gli editori con multe di centinaia di migliaia di euro e, tra l'altro, così modificando - lo segnalo en passant - il rapporto tra i giornali e i loro editori perché qui - attenzione - si chiede agli editori di farsi controllori dei contenuti di quello che pubblicano i giornali, non più i direttori responsabili, ma gli editori che rischiano centinaia di migliaia di euro dovranno andare in redazione a verificare cosa si pubblica e cosa non si pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Non sarebbe stato meglio, colleghi, concentrarsi allora sulle modalità delle udienze di stralcio per impedire che i materiali che non hanno nulla a che fare con le indagini finiscano pubblicate? O magari concentrarsi sul diritto di rettifica che i giornali ancora molto spesso non danno in modo adeguato e soddisfacente?
In conclusione, cari colleghi, la posizione della questione di fiducia indubbiamente ha strozzato la nostra discussione. Si tratta di una discussione che è andata avanti a lungo alcuni mesi fa, poi il testo è stato cambiato e nella parte conclusiva non abbiamo avuto i modi e il tempo per una discussione seria. A questo punto ci si propone una scelta molto semplice, elementare e radicale. Da una parte, una protezione di pochi, che sconfina con l'immunità e, dall'altra, la sicurezza di tutti. Voi ci proponete la protezione di pochi, ma noi scegliamo la sicurezza di tutti e per questa ragione questo provvedimento non avrà il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, gli onorevoli Contento, Brigandì e poco fa Luciano Dussin hanno già chiarito che non si tratta di un provvedimento che smantella la lotta alla criminalità, ma di un provvedimento volto ad evitare gli abusi. Aggiungo anche che noi abbiamo discusso a lungo in Commissione. Infatti questo provvedimento è stato aggiornato in quella sede, prendendo atto di richieste che provenivano dalla opposizione; quindi, è un provvedimento che arriva in Aula avendo già avuto un periodo di approfondimento e di riflessione.
A proposito della polemica sulla richiesta di fiducia, se chiedere la fiducia significa mettersi fuori dall'ordinamento, allora il Governo Prodi è stato per ventisette volte fuori dall'ordinamento perché ha chiesto la fiducia quattordici volte alla Camera e tredici volte al Senato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Nella realtà noi dobbiamo fare i conti con una situazione molto grave, quella di un'alterazione del funzionamento del sistema giudiziario. Non a caso noi abbiamo dovuto fare il cosiddetto «lodo Alfano» e adesso questa legge sulle intercettazioni. Da un lato, vi è stato un settore della magistratura che ha realizzato un uso politico della giustizia, mettendo in crisi alla radice la divisione dei poteri e lo Stato di diritto. Dall'altro lato, è avvenuto che in Pag. 61Italia vi è stato un uso incredibile delle intercettazioni con cifre largamente superiori a quelle degli altri Paesi europei, con la frequente pubblicazione sui giornali di di esse, che servivano ad infangare anche persone estranee al processo, a pubblicare frasi al di fuori del contesto e a distruggere la vita personale delle persone; oppure, a realizzare quella che il procuratore Borrelli chiamò «la sentenza anticipata», ovvero quella che si realizza «sparando» addosso ad una persona un avviso di garanzia, qualche intercettazione e qualche articolo sui giornali e poi magari questa persona, qualche anno dopo, viene assolta nell'indifferenza più generale.
Che noi oggi ci troviamo di fronte ad una crisi di sistema per quello che riguarda la giustizia e il funzionamento del CSM non lo affermiamo noi, ma lo ha affermato pochi giorni fa in un bellissimo intervento davanti al CSM il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Egli ha detto che «tra i maggiori motivi di preoccupazione vi è quello della crisi di fiducia insorta nel Paese per effetto di un funzionamento gravemente insoddisfacente nel suo complesso dell'amministrazione della giustizia e per effetto anche dell'incrinarsi dell'immagine e del prestigio della magistratura, e non si può negare che tra i due fattori vi siano relazioni non superficiali».
Aggiungeva il Presidente: «tuttavia la magistratura non può non interrogarsi su sue corresponsabilità dinanzi al prodursi o all'aggravarsi delle insufficienze del sistema giustizia e anche su sue più specifiche responsabilità nel radicarsi di tensioni e opacità sul piano dei complessivi equilibri istituzionali. Tanto meno non può non interrogarsi su quanto abbiano potuto o possano nuocere alla sua credibilità tensioni ricorrenti all'interno della stessa istituzione magistratura». Aggiungeva, inoltre: «tra i punti più delicati, nell'interesse della riaffermazione dello stesso ruolo del Consiglio superiore della magistratura, c'è quello del rigore e della misura, dell'obiettività e dell'imparzialità, con cui il Consiglio deve esercitare le sue funzioni, senza farsi, tra l'altro, condizionare, nelle sue scelte, da logiche di appartenenza correntizia».
Questa preoccupazione non è presente soltanto nelle nostre file. In un periodo diverso, nel quale comparivano intercettazioni che riguardavano esponenti della sinistra, vi sono state dichiarazioni su cui il Parlamento deve riflettere. L'onorevole Fassino, nel 2005, dichiarò: «è una materia molto delicata, poiché le intercettazioni sono uno strumento prezioso per la giustizia - penso all'esperienza della lotta alla criminalità organizzata e non solo - tuttavia proprio la delicatezza della materia impone il massimo rispetto dei cittadini e della loro privacy. Credo che tutti debbano riflettere sull'allarme lanciato dal presidente dell'Authority sulla privacy, quando ha ricordato che in Italia, nel 2004 (poi le cifre sono aumentate), sono state autorizzate dalla magistratura ottantamila intercettazioni contro le venticinquemila autorizzate in Germania. È vero che da noi ci sono la mafia e la 'ndrangheta, ma io vorrei - sono sempre parole dell'onorevole Fassino - essere sicuro che la differenza tra ottanta e venticinque sia tutta attribuibile alla lotta alle cosche mafiose. Non ho la certezza che sia così e quindi penso che una normativa più adeguata sia necessaria».
Nello stesso periodo, l'onorevole Giuliano Amato affermava: «è una follia tutta italiana che qualunque cosa venga detta al telefono, se tocca incidentalmente un processo, esca, quale che sia la sua rilevanza. È chiaro che il sistema non funziona: non è possibile che dalle sedi giudiziarie esca tutta questa roba. Non abbiamo trovato ancora il modo di affrontare il problema».
Ebbene, noi il modo lo abbiamo trovato, lo affrontiamo perché non siamo né prigionieri o subalterni alla cultura delle manette dell'onorevole Di Pietro, né abbiamo al nostro interno un partito dei giudici. Lo affrontiamo con equilibrio, con l'equilibrio che c'è in questo provvedimento. L'onorevole Donadi ha detto solo una serie di bugie, le ha dette al Parlamento e all'opinione pubblica, perché non è affatto vero che si abbassa la guardia nei Pag. 62confronti della criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Rimane intatta tutta la parte che riguarda la criminalità organizzata - Donadi, tu sei un bugiardo! - e si regola l'altra parte, per evitare che ci sia una situazione nella quale privati cittadini vengano colpiti in un modo assolutamente indebito.
È previsto certo un sistema sanzionatorio, ma crediamo che non ci possa essere una legge che non preveda un sistema sanzionatorio, altrimenti si va incontro a un rilievo che ha fatto qualche tempo fa l'onorevole Violante, il quale ha sottolineato che in tutti questi anni di sistematiche violazioni del segreto istruttorio non è mai stato trovato un colpevole di esso all'interno del sistema giudiziario. È anche questo un andazzo che deve finire.
Un'ultima osservazione: ancora una volta il CSM ha debordato ed è intervenuto sindacando l'attività legislativa a proposito del reato di immigrazione clandestina. Voglio rispondere a questa osservazione del CSM con le parole dell'onorevole Costa: «il CSM, censurando il reato di immigrazione clandestina, fa autogol due volte, non solo perché si schiera contro la volontà quasi unanime degli italiani, che attribuiscono un forte disvalore sociale alla condotta di chi si introduce illegalmente nel nostro Stato, ma anche perché negli altri Paesi europei, che il CSM cita solo quando gli fa comodo, tale reato è previsto. In Francia, in Gran Bretagna, in Spagna esso ha fortemente contribuito a dominare gli ingressi illegali».
In sostanza, onorevoli colleghi, noi ci facciamo carico di preoccupazioni che erano presenti autorevolmente al vostro stesso interno, ma che non avete il coraggio e la coerenza politica di esprimere sul piano legislativo. Per queste ragioni votiamo a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale a nome dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.

LEOLUCA ORLANDO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, richiamo l'attenzione sua e dell'Aula e spero di riuscire a esprimere con l'efficacia possibile quello che credo sia un doveroso atto di rispetto a questa Assemblea.
Stiamo discutendo un provvedimento che registra in quest'Aula consensi e dissensi molto aspri e il dissenso espresso in quest'Aula fa parte del gioco parlamentare, ma abbiamo assistito, proprio qualche minuto fa, ad un intervento di attacco alle qualità personali del nostro capogruppo da parte dell'onorevole Luciano Dussin (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
È stato un attacco riferito alle qualità personali, non alle scelte politiche. In quest'Aula, signor Presidente, è consentito esprimere qualunque opinione. Non si può certamente e ripetutamente affermare essere «testa vuota» un collega che siede in quest'Aula parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).
Non si può, cioè, fare riferimento a qualità personali, confondendo il dissenso politico con l'insulto in termini personali. È per questo, signor Presidente, che mi rimetto a lei...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Leoluca Orlando. Il microfono è disattivato, quindi è del tutto inutile che lei continui a parlare. Le ho dato la parola per un richiamo al Regolamento. Lei ha utilizzato la possibilità che il Presidente le ha dato per un riferimento, se ho ben compreso, a quanto era stato detto da un altro collega in relazione all'intervento del suo collega capogruppo, onorevole Donadi.
È evidente a tutti i colleghi che è discrezione della Presidenza e risparmio la Pag. 63lettura della circolare che il Presidente Violante fece a suo tempo - valutare dove termina il confine del diritto di critica e di denunzia politica che deve essere garantito a tutti, e dove inizia il confine che obbliga al rispetto della correttezza e, parole mie, della buona educazione.
Non ho ravvisato né nell'intervento dell'onorevole Luciano Dussin né nell'intervento dell'onorevole Donadi né nell'intervento degli altri colleghi alcun elemento che potesse in qualche modo obbligare la Presidenza, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, a richiamare il collega che superava quel confine che, ripeto, è esclusivamente discrezionale (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti del deputato Leoluca Orlando). Onorevole Orlando!

(Coordinamento formale - A.C. 1415-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1415-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Avverto che il presidente del gruppo del Partito Democratico ha richiesto, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, del Regolamento, che la votazione finale abbia luogo a scrutinio segreto.
Al riguardo, ricordo che il provvedimento non è stato contingentato al momento della prima iscrizione nel calendario dei lavori, il che significa che la Presidenza già in tale circostanza ne aveva valutato la secretabilità.
Inoltre, le questioni pregiudiziali riferite al provvedimento, la cui votazione, secondo prassi, ha luogo con le stesse modalità previste per il voto finale, sono state votate a scrutinio segreto.
Tale quadro non è stato alterato dall'approvazione dell'emendamento 1.1000 del Governo, che riproduce il testo licenziato dalla Commissione giustizia, integrato con talune proposte emendative già presentate per l'Assemblea.
Poiché il contenuto di queste ultime risulta per la maggior parte sottoponibile a scrutinio segreto, le parti nuove non sono tali da indurre a mutare giudizio sul contenuto del provvedimento nel suo complesso.
Pertanto la richiesta di votazione a scrutinio segreto può essere accolta dalla Presidenza.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione finale segreta, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1415-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato tutti? Onorevole Pollastrini? Onorevole Barbi? Onorevole Bellotti, ha votato? Hanno votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche» (1415-A):

Presenti 543
Votanti 542
Astenuti 1
Maggioranza 272
Voti favorevoli 318
Voti contrari 224

Prendo atto che il deputato Bianconi ha segnalato che non è riuscito a votare.
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Pag. 64

Dichiaro così assorbite le abbinate proposte di legge n. 290-406-1510-1555-1977 (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Deputati del gruppo Italia dei Valori espongono cartelli recanti le scritte: «Libertà d'informazione cancellata!», «Vergogna!», «Oggi è morta la libertà d'informazione, uccisa dall'arroganza del potere», «PDL - Proteggiamo Delinquenti Ladri» - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Dai banchi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania si grida: «Buffoni!»).
Sospendo la seduta che riprenderà fra cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Sull'ordine dei lavori.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, mi dispiace che non vi sia più il Presidente Fini, ma sono certo che lei relazionerà con dovizia di particolari.
Il Presidente Fini ha creato poco fa un pericoloso precedente rispondendo all'onorevole Orlando. Le cito esattamente le parole dell'onorevole Luciano Dussin: «Bugiardo e falso sei, Donadi»; «Quando le bugie partono da teste vuote come quella di Donadi, andiamo a festa»; «Servo di Di Pietro».
Se io dicessi a lei, signor Presidente, o al Presidente Fini, «Lei è un falso e un bugiardo», «Quando le bugie partono da teste vuote come la sua, noi andiamo a festa», «Lei è un servo di Berlusconi», che cosa direbbe (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)?
Noi vogliamo che in quest'Aula siano ripristinate non soltanto la legalità e la correttezza, ma almeno un confronto civile e democratico.
Sappiamo che i modelli di comportamento che stanno prevalendo fanno riferimento ad altre esperienze, non propriamente democratiche come è nella tradizione dell'Italia, nata dalla resistenza antifascista; ma almeno vogliamo salvaguardare un livello di decenza nel confronto parlamentare.
Il Presidente Fini ha la responsabilità di questo: ieri, nel mio intervento, avevo apprezzato la sua serietà e il suo ruolo a difesa del Parlamento; spero che questo suo ruolo di serietà a difesa del Parlamento sia rivolto anche al decoro di ogni singolo deputato.

PRESIDENTE. La ringrazio. Non voglio entrare nel merito: naturalmente tutto quello che lei ha detto sarà riportato al Presidente. Non esistono precedenti pericolosi nel momento in cui un Presidente ritiene di attenersi a quella che è la sua... Insomma: la pericolosità del precedente non c'è mai stata. Ma era solo questo: nel merito non entro (Commenti del deputato Evangelisti).

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 16,12).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative ispettive in relazione all'inchiesta della procura della Repubblica di Torino concernente l'erogazione dei fondi per gli eventi alluvionali del 1994 e del 2000 - n. 2-00384)

PRESIDENTE. L'onorevole Barani ha facoltà di illustrare l'interpellanza Lehner n. 2-00384, concernente iniziative ispettive in relazione all'inchiesta della procura della Repubblica di Torino concernente l'erogazione dei fondi per gli eventi alluvionali Pag. 65del 1994 e del 2000 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmatario.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, signor sottosegretario, l'interpellanza che ho l'onore di sottoporle è da considerare qui interamente ripresa, poiché vi sono precisi contenuti tecnici che hanno rilevanza per quello che verrò a dire.
Premetto, altresì, che con essa non si intende recriminare sul comportamento del pubblico ministero nei confronti dei politici né si intende entrare nel merito di una vicenda che giudiziaria è e giudiziaria resta (la corte d'appello ha ritenuto totalmente infondata l'ipotesi di accusa pervenendo ad una piena assoluzione).
Si intende, invece, ricercare chiarezza del per come e del perché siano stati adoperati due pesi e due misure. Evidenziamo, quindi, taluni fatti ai quali occorre dare chiarezza: una chiarezza che, spero, non stia nel dire che vi sia stata ignoranza o che vi sia stata malafede; anche se, al momento, non riesco a trovare altra soluzione in una delle due.
Seguendo l'iter logico dell'interpellanza, veniamo ad illustrarla punto per punto.
In primo luogo, è pacifico, e trattandosi di dati normativi era pacifico allora, che era da considerarsi bi-alluvionato chi avesse percepito le provvidenze statali nel 1994. Ciò non solo emerge dalla lettera della circolare del dipartimento della protezione civile che mai venne abrogata, dalla circolare della regione che, seppur invalidata dal Tar, venne confermata dal Consiglio di Stato e, ciò è estremamente importante, della sentenza del Consiglio di Stato il PM ne ebbe piena conoscenza - tant'è che la produsse in giudizio; ancora tale elemento emergeva da tutte le determine del dirigente che espressamente diceva di non pagare proprio ed esclusivamente per non aver il soggetto percepito le provvidenze del 1994.
Se ciò è, il pubblico ministero deve spiegare come si possa vedere il reato di truffa su elementi diversi da quelli che la legge prevedeva per ottenere la qualifica.
Mi spiego. Era bi-alluvionato chi avesse preso i soldi nel 1994 e non chi avesse subito l'alluvione.
In termini concreti infatti - per usare i termini delle determine dirigenziali - chi, pur avendo subito danno dall'alluvione del 1994 non fosse poi stato rimborsato dallo Stato, non aveva diritto a tale qualifica e quindi al più significativo rimborso.
È come dire che uno chiede la qualifica di bi-alluvionato perché è alto 1 metro e 80 e poi si riveli alto 1 metro e 70. Questa è una semplice bugia che certo nulla ha a che vedere con l'impostazione tecnica di un reato di truffa, in quanto la bugia è irrilevante se induce in errore su elementi che nulla hanno a che vedere con gli elementi previsti dalla legge idonei a determinare una qualificazione giuridica.
Quindi, vorrei sapere da lei, eccellenza sottosegretario, per quale motivo il pubblico ministero ha valutato un elemento che certamente non c'entra con la truffa facendo spendere denari allo Stato. Si pensi che nel dibattimento si è ritenuto di valutare le inondazioni del Po dal 1600.
In secondo luogo, in questo processo kafkiano sono tante le cose che non si riescono a capire, ma una è davvero tanto incomprensibile quanto macroscopica. Il PM era sempre in contatto con il direttore, che era amico del maggiore della guardia di finanza capo della sua (del PM, ovviamente) squadra di PG. E del rapporto di amicizia il PM era perfettamente al corrente: infatti lo ammettono durante le testimonianze, dove si legge che le rispettive mogli erano compagne di scuola e si vedevano per le feste di Natale.
Ammesso e non concesso che siano vere le casualità che emergono dagli atti e che agli atti vi siano tutti i verbali, ovvero che tutto sia stato verbalizzato, avremo che il PM viene a conoscere che la regione avrebbe pagato e, oggettivamente, viene a conoscere tale fatto in anticipo.
Tanto era in anticipo che il pagamento, seppur, prima volta nella storia, viene effettuato il giorno dopo dell'atto amministrativo, è coevo all'ordinanza di sequestro. La consecutio temporum porterebbe a dire Pag. 66che il PM ne fosse a conoscenza piena prima dell'atto che disponeva il pagamento.
L'esattezza di questa affermazione si evince dalla sentenza della corte d'appello di Torino. La logica consequenziale è che tale pagamento fosse stato più o meno esplicitamente autorizzato dal PM, ma due considerazioni emergono in maniera palese.
La prima è: per quale motivo il pubblico ministero aspetta il verificarsi dell'evento? Quali interessi ha il pubblico ministero a portare il fatto fino alla sua consumazione per potere poi agire come ha agito?
La seconda è: come fa il pubblico ministero a ottenere la complicità della banca? Nel senso che, essendo la banca creditrice per cifre rilevanti nei confronti della società che ha percepito il denaro dalla regione, avrebbe dovuto ripianare le proprie ragioni creditorie e, ove il sequestro fosse giunto un momento dopo, restituire al PM il residuo ovvero, ove fosse giunto un momento prima, dichiarare che i soldi non erano sul conto.
In ogni caso emblematico resta il fatto che un pubblico ministero, invece d'interrompere l'azione, come suo dovere, riducendo il fatto ad un mero articolo 56 del codice penale (tentativo di delitto) non protegge, come suo dovere, il bene tutelato dalla norma. Egli, a questo punto in prima persona, si inserisce nel nesso causale per provocare l'evento.
In terzo luogo, se possibile ancora più gravi appaiono i fatti illustrati dall'interpellanza in tale punto. La commissione di inchiesta regionale ebbe tre relazioni che concordarono tutte sul numero di casi «irregolari», ove per irregolari si intende casi in cui non venne rispettata, in positivo o in negativo, la norma già citata.
Che vi fosse il problema, e della sua conoscenza a carico del PM, è stata rassegnata alla Camera ampia documentazione. È sufficiente riportare la testimonianza Palma e relativa relazione acquisita agli atti.
Per comodità espositiva questi casi si possono dividere in tre gruppi: uno è irrilevante al fine di quanto sto esponendo, ma è rilevante, eccome, per le finanze della Stato in quanto si parla di miliardi di vecchie lire che sono state date e mai revocate, come si sarebbe dovuto, quantomeno dal momento della pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato.
Ma vi sono altri casi che, se non fossero tragici, sarebbero comici. Due gruppi di casi, per usare un'espressione del direttore - cito testualmente - «in cui era conveniente da parte dell'ufficio e da parte della pubblica amministrazione» definire.
È proprio vero, eccellenza sottosegretario, che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, e i lapsus rivelano spesso delle evidenti verità. Infatti, da quando in qua la convenienza dell'ufficio è separata dalla convenienza della pubblica amministrazione? La risposta è semplice e non ve ne può essere altra. Da quando l'ufficio fa passare, sua sponte, il caso Fasti pagando oltre due miliardi: un caso su tremila in cui il direttore si comporta in maniera difforme da tutti gli alti casi.
Ancora, da quando la pubblica amministrazione, cioè l'assessore, promette in Assemblea, e poi mantiene, di pagare diciotto soggetti vercellesi, sempre con cifre miliardarie, e sempre in contrasto con il comportamento tenuto dal direttore in tutti gli altri casi?
Questo è passato, esattamente così, sotto gli occhi del pubblico ministero il quale ha girato la testa dall'altra parte, omettendo gli atti del proprio ufficio, proseguendo nella ricerca del «suo» colpevole, e tralasciando altri evidenti casi analoghi forse perché mediaticamente meno importanti, o verosimilmente meglio oggettivamente amici del suo maggior collaboratore.
Di più. I casi di Vercelli erano lì, sotto gli occhi di tutti e, quindi, non potevano non essere rilevati. La mancanza di rilievo è spiegabile solo con motivazioni politiche e, quindi, al momento irrilevanti.
Ma l'altro caso è ancora più grave ed emblematico. Il direttore non paga in un caso dove il soggetto ha prodotto l'assegno ricevuto dall'assicurazione per il danno subito nel 1994, mentre paga un soggetto Pag. 67dicendo che era stato risarcito, quando agli atti non ha nulla (e neanche ora vi è non solo l'assegno, ma nemmeno la quietanza). Di più. Dopo aver il direttore rigettato la richiesta di pagamento, come per tutti gli altri casi, poi la accoglie su mero ricorso dove non vi è né un documento nuovo né un'argomentazione nuova.
Ma è mai possibile che il pubblico ministero non abbia pensato a quello che tutti noi stiamo pensando? Un direttore riceve un'istanza per circa due miliardi e trecento milioni di vecchie lire, la rigetta, dopo di che viene ripresentata la stessa istanza e la accoglie pagandola integralmente. Più chiaro di così! Politici, per molto meno, sono stati arrestati ed imputati di corruzione: perché lo stesso pubblico ministero usa due pesi e due misure?
Inoltre, la legge - com'è noto - proprio per evitare che i politici avessero possibilità di sporcarsi le mani, ha fatto sì che questi avessero il potere esclusivo di dare indirizzi politici, lasciando ai dirigenti l'applicazione di tali indirizzi con piena e totale autonomia.
È evidente, quindi, che non si può pensare a un reato commesso dal politico senza il concorso del tecnico. La giurisprudenza della Camera ha sempre valutato in questo modo. Però, in base al principio amicus sum magistris, sed magis vera amica est veritas, verifichiamo questo discorso dal punto di vista meramente logico.
Se il politico vuole favorire un appalto per la costruzione di un ospedale egli potrà farlo esclusivamente determinando il presupposto, cioè la costruzione dell'ospedale. Ma, essendo il direttore totalmente libero, avendo questo autonomo potere di disporre secondo legge, solo quest'ultimo potrà individuare i terreni, comprarli, fare le gare d'appalto, il tutto nella più assoluta discrezionalità amministrativa.
Quindi, il politico non potrà che servirsi del direttore che, proprio per la sua autonomia, inevitabilmente concorrerà nel reato.
Venendo al caso di specie, la delibera finale fu a prima firma Ghigo e a seconda Brigandì; in tale delibera si dava mandato al direttore di fare una transazione, verificati i presupposti. Egli non verificò per averne conoscenza diretta e, a suo dire, i presupposti non c'erano.
Inoltre, egli ne era perfettamente a conoscenza. Lo sottolineo: ne era a conoscenza, perché conosceva l'area davanti alla quale passava tutte le mattine. Inoltre, aveva già precedentemente scritto che l'area non aveva subito alluvioni; e, nonostante ciò, paga!
Ammesso e non concesso che sia stato rilevante aver subito l'alluvione (ma abbiamo visto che tale rilevanza non c'era), come si può pensare di formulare un capo d'imputazione nei confronti di uno che non aveva alcun onere di controllo, senza estenderlo a un altro che aveva il dovere di verificare e non ha verificato, e che pagò, nonostante sapesse benissimo che lì l'alluvione non era mai arrivata?
Furono richieste e si ottennero misure tutelari nei confronti di chi certamente aveva fatto molto meno, ma non furono richieste nei confronti di chi aveva, materialmente, in piena ed assoluta autonomia, commesso il fatto di cui altri era imputato. Anzi, per la verità, non venne neanche ipotizzato alcun atto d'imputazione. Per la qual cosa non riesco a darmi altra spiegazione se non l'amicizia - con la A maiuscola - con l'ufficiale di polizia giudiziaria o verosimilmente il concorso dello stesso pubblico ministero.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Giacomo Caliendo, ha facoltà di rispondere.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, con l'atto di sindacato ispettivo in discussione vengono riferiti comportamenti illeciti riscontrati in relazione all'erogazione, da parte della regione Piemonte, delle provvidenze economiche previste per le vittime delle alluvioni del 1994 e del 2000.
In particolare, nel segnalare l'esistenza di un procedimento penale riguardante l'attribuzione di tali provvidenze a soggetti che non ne avrebbero avuto diritto, si Pag. 68sottolinea il mancato coinvolgimento nell'indagine, quale persona indagata, del dirigente regionale responsabile del relativo procedimento amministrativo.
Inoltre, rilevate alcune anomalie dell'attività investigativa - come l'oggetto della truffa individuata dal pubblico ministero, nonché la limitazione del sequestro delle somme destinate a pagamenti illeciti o il diverso trattamento riservato ai soggetti toccati dall'indagine - si adombra un comportamento parziale del magistrato inquirente, determinato da rapporti di amicizia con il suddetto dirigente regionale.
Si sollecita pertanto il Ministro della giustizia ad adottare iniziative in merito, non esclusa un'ispezione, onde accertare l'eventuale sussistenza di rilevanti omissioni o trattamenti immotivatamente differenziati addebitabili al pubblico ministero che si è occupato del caso.
Al riguardo, si segnala che alla luce di tali rilievi formulati dagli interroganti e tenuto conto della documentazione acquisita in proposito, il Ministro della giustizia, per il tramite del competente ispettorato generale, intende disporre accertamenti preliminari al fine di ricostruire compiutamente la complessa vicenda processuale riguardante l'erogazione delle provvidenze economiche previste per le vittime delle alluvioni del 1994 e del 2000 ed accertare l'eventuale ricorrenza di profili suscettibili di assumere rilievo disciplinare.
All'esito dei predetti accertamenti preliminari, valutate le risultanze degli stessi, il Ministro della giustizia assumerà le determinazioni di sua competenza.

PRESIDENTE. L'onorevole Barani, ha facoltà di replicare.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario: siamo soddisfattissimi.

(Rinvio dell'interpellanza urgente Palomba n. 2-00391)

PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta del presentatore e con il consenso del Governo, lo svolgimento dell'interpellanza urgente Palomba n. 2-00391, concernente intendimenti in merito alla permanenza del dipartimento della giustizia minorile, è rinviato ad altra seduta.

(Modalità di utilizzo dei voli di Stato da parte del Governo nn. 2-00396 e 2-00397)

PRESIDENTE. Avverto che le interpellanze urgenti Sereni n. 2-00396 e Di Pietro n. 2-00397, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente.
L'onorevole Mogherini Rebesani ha facoltà di illustrare l'interpellanza Sereni n. 2-00397 concernente modalità di utilizzo dei voli di Stato da parte del Governo (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmataria.

FEDERICA MOGHERINI REBESANI. Signor Presidente, nelle scorse settimane abbiamo letto le notizie pubblicate dai più diffusi quotidiani nazionali sulle modalità di utilizzo dei voli di Stato da parte di esponenti di Governo. I giornali raccontano di un uso che non corrisponderebbe alle finalità proprie dei voli di Stato, che come sappiamo sono quelle - cito testualmente - «di conferire certezza nei tempi e celerità nei trasferimenti delle autorità per consentire alle stesse di attendere efficacemente e concretamente allo svolgimento dei propri compiti istituzionali, ovvero ad assicurare loro un adeguato livello di tutela o il trattamento protocollare connesso al rango rivestito» (ho citato le finalità fissate nella direttiva del 25 luglio 2008, quindi meno di un anno fa, emanata da questo Governo, dal Presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi).
Organi di stampa hanno diffuso dati che ci paiono allarmanti, che raccontano di una crescita esponenziale dell'uso dei voli di Stato da parte di esponenti dell'attuale Governo, rispetto a quanto avveniva negli anni scorsi.
In sostanza, il numero di ore di volo sarebbe triplicato in appena un anno, con un aumento di spesa per lo Stato da 23 Pag. 69milioni di euro con il Governo Prodi ad oltre 60 milioni di euro con il Governo Berlusconi. È utile richiamare alcuni dati: a gennaio 2008 erano state effettuate 153 ore di volo dedicate al trasferimento di autorità, nel gennaio 2009 ne sono state fatte 370; a febbraio 2009 si passa da 176 ore a 468; a marzo, da 183 ore a 510; ad aprile, da 124 ore a 471. Infine, nello scorso mese di maggio, periodo denso di appuntamenti elettorali in tutta Italia, si sarebbero effettuate numerosissime missioni con voli di Stato, quasi fino al massimo dei limiti tecnici consentiti.
Le stesse fonti di stampa segnalano l'allarme del Ministero della difesa (non nostro, dell'opposizione), che è seriamente preoccupato dell'eventualità di proseguire fino alla fine dell'anno con questi ritmi, arrivando a registrare, a conclusione del 2009, la cifra macroscopica di oltre 5.600 ore di volo, più di 15 ore di volo al giorno: un vero record. La flotta del XXXI Stormo, impiegata con i voli di Stato, si sarebbe rivelata già insufficiente a fronte di una domanda così crescente. Si sarebbe, dunque, fatto ricorso, pare, anche ai bimotori executive, ordinariamente utilizzati per i collegamenti tra le basi dell'Aeronautica militare, il cui impiego di ausilio per i voli di Stato era stato negato dal Governo Prodi fin dall'inizio del 2008. Quest'anno, invece, si sarebbero registrate già 240 ore di volo per questi mezzi.
È bene ricordare, che la direttiva del 25 luglio 2008, emanata dal Governo Berlusconi, ha modificato la disciplina vigente in materia di voli di Stato, prima regolamentata dalle direttive del Governo Prodi, che avevano introdotto misure ben rigorose e stringenti, tra cui l'esclusione dall'uso dei voli di Stato di ministri, viceministri e sottosegretari. Queste misure avevano portato ad una forte riduzione delle ore di volo complessive (il 45 per cento in meno) e un taglio dei costi molto significativo, passando dai precedenti 51 milioni nel 2005, a 28 milioni nel 2007. Appare evidente, come le modifiche introdotte dal Governo Berlusconi alla disciplina sull'ammissione a bordo degli aeromobili di Stato di personale estraneo alla delegazione introduca una discrezionalità pressoché totale davvero scandalosa, perché, di fatto, consente di offrire, chiamiamoli, «passaggi istituzionali» a chiunque, e sottolineo a chiunque.
Questa prassi inaugurata dal Governo Berlusconi è esemplare di un'idea dell'uso della cosa pubblica, ed io aggiungo dell'uso dei soldi dei contribuenti. È esemplificativa di un'etica istituzionale e di una moralità pubblica che riteniamo davvero grave e preoccupante. Nel piano di una pesante crisi economica internazionale, nel momento in cui lo stesso Governo invoca risparmi e maggiore efficienza nella spesa pubblica, è davvero sorprendente come l'Esecutivo offra un così pessimo esempio di sperpero delle risorse pubbliche.
Le stesse dichiarazioni del Presidente del Consiglio a riguardo sono davvero sorprendenti, le cito da fonti di stampa. Il Sole 24 Ore del 6 giugno: «Di voli di Stato ne abbiamo fatti più del Governo precedente, perché ci siamo trovati in mezzo ad una crisi e siamo dovuti andare in giro per il mondo». Quanto alla presenza dei suoi ospiti personali sugli aerei di Stato, Berlusconi spiega, cito testualmente: «Quando ci sono spettacoli a villa Certosa per i Premier stranieri, alcuni artisti sono impegnati altrove e non c'è un volo di linea per far loro raggiungere Olbia in tempo, che male c'è se il passaggio lo dà il Presidente del Consiglio su un volo di Stato?». Intervistato da Sky Tg 24, sempre Berlusconi ha dichiarato: «Il Presidente del Consiglio ha l'assoluta libertà di invitare chi vuole a bordo».
In una nota stampa della Presidenza del Consiglio dei ministri, diffusa il 1o giugno scorso, per rivendicare la correttezza dell'uso dei voli di Stato da parte di esponenti del Governo, si legge che il Presidente del Consiglio avrebbe facoltà di offrire a persone estranee alla delegazione, cito di nuovo testualmente, «un passaggio sull'aereo di Stato assegnato al suo servizio». Questa posizione sarebbe sostenuta dall'argomento che imbarcare persone estranee alla delegazione non comporta aggravio degli oneri a carico dell'erario. Pag. 70
Quindi, l'uso degli aerei per le esigenze di Stato e di Governo, secondo le linee dettate dall'attuale disciplina, razionalizza - sempre secondo questa nota - l'impiego delle risorse per soddisfare, nell'ambito degli stanziamenti accordati, il maggior numero possibile di esigenze. Sostanzialmente, l'argomento usato da Palazzo Chigi è il seguente: visto che lo Stato deve sostenere ovviamente - e aggiungo, giustamente - i costi di trasporto del Presidente del Consiglio, su quegli stessi voli, è più che legittimo imbarcare chi si vuole, tanto non vi sono oneri aggiuntivi per l'erario.
È un'idea, però, dell'uso dello Stato, dei suoi mezzi e delle sue risorse in cui sfuma il confine tra pubblico e privato; è - aggiungerei - una visione proprietaria della cosa pubblica. Si verifica una commistione fra la funzione istituzionale del Capo del Governo e la dimensione della sua vita privata che è letteralmente inaccettabile, tanto più nel momento in cui comporta l'uso improprio di risorse e mezzi pubblici, che dovrebbero essere impiegate nell'esclusivo, lo ripeto, esclusivo interesse dello Stato e della generalità dei cittadini.
Il distacco dalle istituzioni, la sfiducia nella politica che cresce, purtroppo, tra i cittadini credo siano alimentati anche da queste pratiche, dall'uso improprio di risorse e mezzi che si hanno a disposizione nel momento in cui si ricoprono incarichi pubblici che chiamano, per l'appunto, a servire lo Stato e non ad usarlo.
Come è noto, la procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla vicenda dell'uso dei voli di stato, con particolare riferimento ai trasferimenti del Presidente del Consiglio da Roma ad Olbia, al fine di accertare se siano stati commessi comportamenti penalmente rilevanti o abusi; spetterà certamente al tribunale dei ministri la valutazione conclusiva dei fatti.
Al di là degli esiti della vicenda sul profilo strettamente giudiziario, riteniamo, però, doveroso che il Governo chiarisca in Parlamento aspetti significativi della disciplina generale dei voli di Stato e, in particolare: se sia vero che i voli di Stato della Presidenza del Consiglio dei ministri siano stati utilizzati per trasportare persone prive di incarichi pubblici, invitate a partecipare ad eventi privati - del tutto privati - sia prima, sia dopo l'emanazione della direttiva del 25 luglio 2008; quanti e chi siano i viaggiatori imbarcati negli aerei della Presidenza del Consiglio dei ministri negli ultimi dodici mesi che non siano membri del Governo o loro collaboratori istituzionali; quali siano i costi globali dei voli di Stato nell'ultimo anno; infine, quali siano i criteri che la Presidenza del Consiglio dei ministri ha adottato per determinare le nuove modalità dell'uso dei voli di Stato definite dalla direttiva del 25 luglio 2008, soprattutto in riferimento ai costi previsti per l'erario, ovvero per i contribuenti, ovvero per gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. L'onorevole Misiti ha facoltà di illustrare l'interpellanza Di Pietro n. 2-00397 (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmatario.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, l'intervento precedente, che trattava dello stesso argomento e che condivido, mi consente di essere brevissimo e, semmai, di replicare in seguito alla risposta del Governo.
In aggiunta a quanto è stato già illustrato, credo che si possa svolgere qualche considerazione, necessaria proprio in questo momento di crisi economica in cui, evidentemente, tutti risparmi sono benvenuti, quindi il risparmio di alcune decine di milioni di euro nelle spese dello Stato è assolutamente utile (in questo momento anche necessario) per trasmettere ai cittadini il messaggio che il Governo e le istituzioni si comportano nel modo più regolare possibile.
Con la presente interpellanza urgente chiediamo di conoscere quali siano stati i passeggeri non autorizzati. Come abbiamo appreso dalla stampa, si è svolta una festa il 24 maggio 2008, quando, nonostante fosse cambiato il Governo (era in carica il Governo presieduto dall'onorevole Berlusconi), Pag. 71vigeva una direttiva che non era stata ancora abrogata, né sostituita - come, invece, è avvenuto successivamente - dallo stesso Governo Berlusconi. Tale direttiva imponeva determinati obblighi e determinate limitazioni, che nell'occasione che abbiamo ricordato non erano state certamente rispettate, nonostante, come ho ricordato, la direttiva fosse ancora vigente; così facendo, il Governo Berlusconi ha trasgredito a quanto era giusto rispettare.
La direttiva del Governo Prodi trattava di una questione molto importante, vale a dire che coloro che ricevevano un passaggio in un aereo di Stato (come lo definisce il Presidente del Consiglio), in un aereo dell'Aeronautica militare che prestava servizio per la Presidenza del Consiglio, erano tenuti a versare un contributo di 300 euro per i voli nazionali, di 600 euro per i voli europei e di 900 euro per tutti gli altri. Questi contributi non sono stati versati, nonostante fosse vigente quella normativa.
Tali disposizioni chiaramente sono state poi cancellate dall'articolo 5 della direttiva Berlusconi, evidentemente emanata proprio ad personam per evitare, nel prosieguo, di incorrere nei dettami della direttiva del Governo Prodi.
Lo stesso avvocato, l'onorevole Ghedini nostro collega in quest'Aula e anche avvocato del Presidente del Consiglio, ha fatto i primi nomi di persone che certamente non possono avere passaggi, se non pagando, sugli aerei di Stato. In merito a quell'occasione, proprio il 24 maggio 2008, i nomi fatti dall'avvocato Ghedini sono quelli della cantante Maria Adelina, un'illustre sconosciuta, dell'attore Antonio Murro, del pianista Danilo Mariani e dell'onorevole Valentini che probabilmente era l'unico che poteva accompagnare il Presidente del Consiglio dando consigli politici e consigli istituzionali, mentre non credo che gli altri fossero dello staff del Presidente del Consiglio.
La procura, come ha ricordato la collega in precedenza, ha aperto un'inchiesta e naturalmente può acquisire la normativa che regola l'impiego dei voli a disposizione delle cariche istituzionali con la possibilità che si apra uno specifico fascicolo presso il tribunale dei Ministri.
Noi del gruppo di Italia dei Valori riteniamo che chi ricopre incarichi pubblici, a qualsiasi livello, debba saper mantenere sempre un comportamento adeguato alle proprie responsabilità. Chi ha l'onore e l'onere di rappresentare il nostro Paese ha il dovere di garantire la massima trasparenza e correttezza nel proprio operato. Il rispetto della legge deve essere un imperativo categorico per le massime cariche istituzionali del nostro Paese anche se le direttive della Presidenza del Consiglio non ci fossero.
In effetti l'aumento delle spese in questo ultimo anno è veramente abnorme e riteniamo che tale comportamento si sarebbe dovuto evitare proprio per la crisi, portata, invece, a giustificazione dal Presidente Berlusconi di tutti questi viaggi all'estero, come se la crisi si superasse facendo visita ai Capi di Stato, magari del Terzo mondo e in questo modo si contribuisse a risolvere la crisi e, quindi, questi voli fossero considerati investimenti a favore del superamento della crisi. Forse è possibile che sia veramente così, comunque non crediamo che all'interno di questi aerei debbano essere presenti attori, cantanti, attrici e quant'altro.
Per tale motivo riterremmo doveroso che il Governo oggi rispondesse a questa nostra interpellanza urgente, così come a quella presentata dai colleghi del Partito Democratico e ampiamente illustrata.
Riterremmo, inoltre, che bisognerebbe dichiarare non solo il numero dei soggetti che hanno beneficiato dei voli di Stato, ma anche i requisiti in base ai quali sia stato dato accesso ai medesimi e se si ritenga opportuno, come ha fatto il precedente Governo Prodi, intervenire per rendere più rigoroso l'utilizzo dei voli di Stato. Ciò al fine di evitare un inutile e offensivo spreco di risorse e denaro pubblico di fronte al grande aumento della disoccupazione, alla riduzione delle entrate delle famiglie e di fronte alla situazione di grave crisi economica del nostro Paese. Pag. 72
Non bisognerebbe, invece, partire dalla crisi per giustificare questi sprechi che noi riteniamo debbano essere oggetto di attenzione anche della stessa Corte dei conti (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la giustizia, Giacomo Caliendo, ha facoltà di rispondere.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, innanzitutto vorrei richiamare la questione che viene posta dagli interpellanti sulla direttiva del 25 luglio, che ha dato luogo al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, i cui criteri sono stati ritenuti congrui dal Consiglio di Stato soltanto qualche giorno fa.
È pur vero che sui voli di Stato della Presidenza del Consiglio sono state trasportate, oltre che persone collegate all'incarico del Presidente del Consiglio (quindi, persone che svolgevano determinate funzioni istituzionali), anche persone private che erano state invitate e incaricate di intrattenimenti in occasione di visite di Capi di Stato o di Capi di Governo ospitati dal Presidente del Consiglio a proprie spese nella villa Certosa in Sardegna.
I nominativi di tali persone sono stati tutti comunicati al procuratore della Repubblica procedente per cui, essendoci indagini in corso e per una valutazione corretta da parte dell'autorità giudiziaria, se sarà necessario e se il Parlamento vorrà conoscerli, dopo le indagini della procura della Repubblica la Presidenza del Consiglio comunicherà tali dati.
I costi sono stati comunicati al Copasir e vi è stato certamente un aumento dei costi dei voli di Stato, ma questo aumento deriva da un'intensa attività di Governo che è stata svolta in questo anno e nell'anno precedente per le attività collegate alla realizzazione del G8 e alla crisi economica globale e che si è verificata nel nostro Paese. Ciò ha determinato una serie di viaggi di diversi ministri in vari Paesi del mondo.
Questa è la situazione, che è documentata ed è stata trasmessa interamente al Copasir in modo che vi sia una valutazione effettiva dei costi e delle spese. Credo che una valutazione coerente dei criteri, valutati congrui dal Consiglio di Stato, e dei viaggi collegati di persone private soltanto in occasione di incontri con altri Capi di Stato o di Governo debba essere operata nella interezza di tale situazione e non attraverso una valutazione giornalistica che lasciamo ai giornali.
Infatti, la valutazione istituzionale da parte del Parlamento, del Governo e delle cariche istituzionali, ovviamente, deve rifarsi alle finalità effettive per le quali si verifica un volo di Stato e le persone che eccezionalmente vi sono ammesse.

PRESIDENTE. L'onorevole Mogherini Rebesani ha facoltà di replicare per l'interpellanza Sereni n. 2-00396.

FEDERICA MOGHERINI REBESANI. Signor Presidente, non siamo soddisfatti della risposta per diversi motivi. Innanzitutto, perché essa non ha fornito in realtà elementi aggiuntivi rispetto a quelli che già avevamo e che anzi avevo addirittura citato nell'illustrazione e, soprattutto, perché riteniamo che gli italiani abbiano diritto al massimo della trasparenza e al massimo del senso della responsabilità da parte di chi li governa.
Resta, invece, innanzitutto l'aumento delle ore di volo e dei milioni spesi (da 23 a 60 milioni di euro) e se questo aumento di costi è collegato ad un dubbio anche minimo - che sembra non essere minimo - sul fatto che queste risorse siano usate in modo proprio o improprio, è ovvio che ciò può alimentare un sentimento di frustrazione e di antipolitica nei cittadini italiani che credo danneggi tutte le istituzioni.
In secondo luogo, non ci riteniamo soddisfatti perché resta una confusione tra uso pubblico e uso privato delle risorse pubbliche, mentre gli italiani credo che abbiano diritto di avere la totale certezza che non ci sia mai, in nessun caso, un uso privato delle risorse pubbliche, che sono - lo ripeto - di tutti i cittadini italiani.
In terzo luogo, crediamo che ci sia un elemento di opportunità politica e istituzionale, Pag. 73forse addirittura etica o morale. Crediamo, in sintesi, che chi ricopre i massimi incarichi pubblici, soprattutto di Governo, abbia certamente il dovere di non abusare delle risorse pubbliche o di non alimentare il dubbio che ciò avvenga, ma anche - forse prima di tutto - un dovere di dare un esempio nel comportamento pubblico e nella gestione delle cose pubbliche. Si tratta di un dovere di sobrietà, trasparenza e rigore.
Vorrei ricordare qui che esattamente 25 anni fa moriva Enrico Berlinguer e che forse dalla sua lezione di rigore, trasparenza, austerità e sobrietà, purtroppo, in Italia abbiamo ancora molto da imparare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. L'onorevole Misiti ha facoltà di replicare per l'interpellanza Di Pietro n. 2-00397.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, sono profondamente insoddisfatto delle risposte, sia per il contenuto, sia perché non sono state fornite le risposte ad alcune delle domande che nella nostra interpellanza avevamo posto. È stato risposto, dal punto di vista del Governo, in merito alle ragioni che hanno determinato l'aumento, anzi la triplicazione, delle spese nel 2009 rispetto al 2008. Ovviamente, come ho già detto nell'introduzione, non condivido questa motivazione.
Invece, non ci è dato sapere chi siano i soggetti che ne hanno beneficiato. Perché, se sono già stati comunicati, non possono essere portati a conoscenza anche del Parlamento? Quali sono i requisiti con i quali si è dato accesso ai medesimi negli aerei di Stato? La domanda più importante che avevamo posto e alla quale non è stata data risposta è se, oltre ad abrogare ciò che ha approvato il Governo Prodi (cioè la direttiva e il decreto), non sia opportuno intervenire ancora per rendere più rigorosa la nuova normativa, che non ha regolamentato, anzi ha abrogato la regolamentazione. Infatti, si tratta del 25 luglio, quando ancora la crisi non era esplosa nei termini successivi.
Oggi abbiamo tutti la necessità di risparmiare! Dobbiamo risparmiare anche sul caffè, sulle spese del Presidente della Repubblica, che ha fatto un bilancio con un risparmio di un milione di euro quest'anno. Il Parlamento, Camera e Senato, si è dato da fare per ridurre le spese. I parlamentari contribuiscono alle spese anche dei servizi. Invece, il Governo, che si dimostra oggi stesso elemento non solo esecutivo, ma purtroppo anche legislativo dell'Italia, incrementa le spese e dice che può portare chi vuole con gli aerei, abrogando una normativa che mi sembrava opportuna. Certo che può portare chi vuole a Villa Certosa, ma i comici paghino per queste trasferte! C'era scritto chiaramente nella disposizione che aveva emanato il Governo Prodi.
Quindi, se questo tema non si vuole affrontare, non posso che essere insoddisfatto, perché il modo con cui si affrontano queste cose fa pensare all'opinione pubblica che le istituzioni, il Governo e il palazzo sono diversi rispetto alla situazione reale e la pensano in modo diverso e, quindi, sperperano il denaro che i cittadini versano con le tasse.
Quindi, ritengo che sia doveroso da parte del Governo rivedere la normativa, perché quella del 25 luglio era pre-crisi: oggi siamo in piena crisi e ne abbiamo visto gli effetti sulla disoccupazione e sugli stipendi. Allora, diamo un esempio, tagliamo anche qui e quindi rendiamo più rigoroso l'utilizzo di questi voli, onde evitare questo offensivo spreco di risorse che oggi viene praticamente fatto senza ritegno e senza dare una spiegazione completa all'opinione pubblica.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
Sospendo brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 16,55, è ripresa alle 17,04.

Pag. 74

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 15 giugno 2009, alle 16:

1. - Discussione della mozione Mogherini Rebesani ed altri n. 1-00174 concernente iniziative per il disarmo e la non proliferazione nucleare in vista del prossimo vertice del G8.

2. - Discussione del disegno di legge:
S. 1534 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile (Approvato dal Senato) (2468).
- Relatore: Tortoli.

La seduta termina alle 17,05.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1415-A ed abb. - odg 9/10 458 455 3 228 209 246 62 Resp.
2 Nom. odg 9/1415-A ed abb./11 467 464 3 233 213 251 61 Resp.
3 Nom. odg 9/1415-A ed abb./12 467 465 2 233 214 251 61 Resp.
4 Nom. odg 9/1415-A ed abb./13 469 466 3 234 213 253 61 Resp.
5 Nom. odg 9/1415-A ed abb./14 468 464 4 233 211 253 61 Resp.
6 Nom. odg 9/1415-A ed abb./15 468 465 3 233 212 253 61 Resp.
7 Nom. odg 9/1415-A ed abb./16 469 466 3 234 213 253 61 Resp.
8 Nom. odg 9/1415-A ed abb./17 465 461 4 231 208 253 61 Resp.
9 Nom. odg 9/1415-A ed abb./18 464 458 6 230 205 253 61 Resp.
10 Nom. odg 9/1415-A ed abb./19 452 448 4 225 204 244 61 Resp.
11 Nom. odg 9/1415-A ed abb./20 464 461 3 231 210 251 60 Resp.
12 Nom. odg 9/1415-A ed abb./21 466 463 3 232 215 248 60 Resp.
13 Nom. odg 9/1415-A ed abb./22 467 464 3 233 215 249 60 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/1415-A ed abb./23 465 462 3 232 216 246 60 Resp.
15 Nom. odg 9/1415-A ed abb./24 467 464 3 233 219 245 60 Resp.
16 Nom. odg 9/1415-A ed abb./25 463 460 3 231 212 248 59 Resp.
17 Nom. odg 9/1415-A ed abb./26 460 457 3 229 205 252 59 Resp.
18 Nom. odg 9/1415-A ed abb./27 447 444 3 223 199 245 59 Resp.
19 Nom. odg 9/1415-A ed abb./28 448 444 4 223 200 244 59 Resp.
20 Nom. odg 9/1415-A ed abb./29 456 454 2 228 204 250 59 Resp.
21 Nom. odg 9/1415-A ed abb./30 444 440 4 221 199 241 59 Resp.
22 Nom. odg 9/1415-A ed abb./31 452 449 3 225 204 245 59 Resp.
23 Nom. odg 9/1415-A ed abb./32 456 453 3 227 206 247 58 Resp.
24 Nom. odg 9/1415-A ed abb./33 455 452 3 227 206 246 58 Resp.
25 Nom. odg 9/1415-A ed abb./34 463 460 3 231 210 250 58 Resp.
26 Nom. odg 9/1415-A ed abb./35 457 454 3 228 208 246 58 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/1415-A ed abb./36 466 464 2 233 212 252 58 Resp.
28 Nom. odg 9/1415-A ed abb./37 461 455 6 228 205 250 58 Resp.
29 Nom. odg 9/1415-A ed abb./38 465 462 3 232 214 248 58 Resp.
30 Nom. odg 9/1415-A ed abb./39 453 451 2 226 206 245 58 Resp.
31 Nom. odg 9/1415-A ed abb./40 454 451 3 226 210 241 58 Resp.
32 Nom. odg 9/1415-A ed abb./41 451 449 2 225 208 241 58 Resp.
33 Nom. odg 9/1415-A ed abb./42 452 450 2 226 208 242 58 Resp.
34 Nom. odg 9/1415-A ed abb./43 449 446 3 224 203 243 58 Resp.
35 Nom. odg 9/1415-A ed abb./44 455 451 4 226 209 242 58 Resp.
36 Nom. odg 9/1415-A ed abb./45 458 454 4 228 212 242 58 Resp.
37 Nom. odg 9/1415-A ed abb./46 455 452 3 227 209 243 58 Resp.
38 Nom. odg 9/1415-A ed abb./47 449 446 3 224 208 238 58 Resp.
39 Nom. odg 9/1415-A ed abb./48 459 456 3 229 212 244 58 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/1415-A ed abb./49 458 455 3 228 214 241 58 Resp.
41 Nom. odg 9/1415-A ed abb./50 450 446 4 224 210 236 58 Resp.
42 Nom. odg 9/1415-A ed abb./52 443 440 3 221 200 240 58 Resp.
43 Nom. odg 9/1415-A ed abb./53 447 444 3 223 209 235 58 Resp.
44 Nom. odg 9/1415-A ed abb./54 451 448 3 225 214 234 58 Resp.
45 Nom. odg 9/1415-A ed abb./55 448 445 3 223 210 235 58 Resp.
46 Nom. odg 9/1415-A ed abb./56 451 448 3 225 213 235 58 Resp.
47 Nom. odg 9/1415-A ed abb./57 442 439 3 220 209 230 58 Resp.
48 Nom. odg 9/1415-A ed abb./58 429 422 7 212 205 217 58 Resp.
49 Nom. odg 9/1415-A ed abb./59 431 429 2 215 206 223 58 Resp.
50 Nom. odg 9/1415-A ed abb./60 433 431 2 216 206 225 58 Resp.
51 Nom. odg 9/1415-A ed abb./61 434 432 2 217 204 228 58 Resp.
52 Nom. odg 9/1415-A ed abb./62 432 430 2 216 200 230 58 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. odg 9/1415-A ed abb./63 437 435 2 218 203 232 58 Resp.
54 Nom. odg 9/1415-A ed abb./64 442 440 2 221 205 235 58 Resp.
55 Nom. odg 9/1415-A ed abb./65 419 417 2 209 191 226 58 Resp.
56 Nom. odg 9/1415-A ed abb./66 419 417 2 209 192 225 58 Resp.
57 Nom. odg 9/1415-A ed abb./67 428 426 2 214 196 230 58 Resp.
58 Nom. odg 9/1415-A ed abb./68 424 422 2 212 193 229 58 Resp.
59 Nom. odg 9/1415-A ed abb./69 429 427 2 214 193 234 58 Resp.
60 Nom. odg 9/1415-A ed abb./70 431 429 2 215 194 235 58 Resp.
61 Nom. odg 9/1415-A ed abb./71 423 417 6 209 183 234 58 Resp.
62 Nom. odg 9/1415-A ed abb./73 427 425 2 213 189 236 58 Resp.
63 Nom. odg 9/1415-A ed abb./77 419 417 2 209 187 230 58 Resp.
64 Nom. odg 9/1415-A ed abb./79 415 412 3 207 182 230 58 Resp.
65 Segr Ddl 1415-A ed abb. - voto finale 543 542 1 272 318 224 21 Appr.