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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 159 di lunedì 6 aprile 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 13,35.

GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 1o aprile 2009.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Angelino Alfano, Aprea, Balocchi, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Amico, Donadi, Fassino, Fitto, Frattini, Galati, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leo, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lucà, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Milanato, Molgora, Osvaldo Napoli, Leoluca Orlando, Pescante, Polledri, Prestigiacomo, Razzi, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tassone, Tremonti, Urso, Vegas, Vitali, Vito e Volontè sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sugli eventi sismici verificatisi la scorsa notte in Abruzzo.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Onorevoli colleghi, come purtroppo sapete, questa notte, alle ore 3,30 circa, si è registrata una forte scossa di terremoto dell'intensità di circa 6 gradi della scala Richter con epicentro in Abruzzo a circa un chilometro da L'Aquila.
Secondo quanto risulta dalle notizie ufficiali finora pervenute, le vittime accertate sono al momento oltre 50, i feriti diverse centinaia e gli sfollati cinquantamila, secondo le prime valutazioni della Protezione civile. Numerosissimi sono gli edifici crollati completamente o in parte e ancor più numerosi - circa quindicimila, secondo una prima stima - quelli lesionati e inagibili. Alcuni paesi della zona sono stati distrutti pressoché totalmente.
Desidero esprimere alle famiglie delle vittime di questa terribile tragedia, facendomi interprete del sentire di tutti i componenti dell'Assemblea, il più vivo e sincero cordoglio e la più profonda partecipazione al loro dolore. Esprimo, altresì, a nome dell'Assemblea, la più intensa vicinanza e solidarietà a tutti coloro che sono stati colpiti dal sisma e che vivono in queste ore gravi difficoltà materiali e profondi momenti di apprensione e di sconforto.
Desidero, inoltre, ricordare il prezioso e febbrile lavoro del personale della Protezione civile, dei vigili del fuoco, dell'Esercito, delle Forze dell'ordine, della Croce rossa, del personale sanitario e di tutti i volontari che sono accorsi sui luoghi del terremoto e che con la loro opera generosa si stanno prodigando per prestare i primi soccorsi. Sono certo che la Pag. 2forza d'animo, la tenacia e la costanza, che da sempre contraddistinguono la popolazione abruzzese, li aiuteranno a superare anche questo difficile momento.
È dovere dello Stato e di tutte le istituzioni far sì che non manchi la fattiva azione di sostegno e di supporto, non solo - come sta accadendo - nella fase dell'emergenza, ma anche in quella, altrettanto delicata e importante, della ricostruzione.
In queste ore di trepidazione e di dolore l'Italia intera, rappresentata in questa Assemblea, si stringe unita e commossa intorno ai nostri connazionali colpiti dalla tragedia. A loro va tutta la nostra solidarietà e partecipazione. Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio). Grazie.
Ho chiesto al Governo di rendere un'informativa urgente, fornendo al Parlamento gli ultimi aggiornamenti sulla situazione. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Vito, interverrà dopo la conclusione dell'esame del decreto-legge in materia di sostegno dei settori industriali in crisi, pertanto verso le ore 18.

Su un lutto del deputato Giampiero Catone.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Giampiero Catone è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.
Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 10 febbraio 2009 n. 5, recante misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi (A.C. 2187-A) (ore 13,42).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 10 febbraio 2009 n. 5, recante misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi.
Ricordo che, come già comunicato ai gruppi, la ripresa televisiva diretta dello svolgimento delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto non avrà luogo.
Ricordo, altresì, che nella seduta del 2 aprile scorso sono stati svolti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno e che il rappresentante del Governo ha espresso i prescritti pareri.

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, intervengo solo per comunicare ai colleghi del Governo che noi, vista anche la straordinaria situazione in cui ci troviamo dopo il terremoto - ci associamo a questo proposito alle sue parole - rinunciamo ad intervenire sugli ordini del giorno per favorire la rapida approvazione di questo provvedimento che pure, come lei sa, contrastiamo. In un momento come questo il Governo ha tutta la nostra solidarietà e, per quanto ci riguarda, ha carta bianca - come credo sia giusto - nell'affrontare una drammatica situazione (Applausi).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, in linea con la richiesta che abbiamo avanzato come gruppo del Partito Democratico di rinunciare alla diretta televisiva e con la comunicazione, che questa mattina ho rivolto direttamente al sottosegretario Alberto Giorgetti, annuncio che anche noi abbiamo proceduto a ritirare le nostre richieste di intervento sugli ordini del giorno. Procederemo, per Pag. 3quanto ci riguarda, solo con le votazioni e poi, ovviamente, con il voto finale (Applausi).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 13,44).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2187-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno. (Vedi l'allegato A - A.C. 2187-A). Si intende che i presentatori dell'ordine del giorno Proietti Cosimi n. 9/2187-A/1, accettato dal Governo purché riformulato, abbiano accolto la riformulazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Biagio n. 9/2187-A/2, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cazzola n. 9/2187-A/3, accettato dal Governo. La Presidenza autorizza, sulla base dei criteri costantemente seguiti, la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo dell'intervento dell'onorevole Giammanco, che ne ha fatto richiesta, e prende atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giammanco n. 9/2187-A/4, accolto dal Governo come raccomandazione.
Si intende che l'ordine del giorno Vignali n. 9/2187-A/5, sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro sia stato ritirato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Saglia n. 9/2187-A/6, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/2187-A/7, non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Avverto che è stata richiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14,05, con immediate votazioni.

La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 14,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/2187-A/7, non accettato dal Governo.
Colleghi, vi prego di affrettarvi.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Avete votato tutti? Le operazioni di soccorso come procedono? Onorevole Bocciardo sta arrivando il soccorso, abbia fiducia!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 353
Maggioranza 177
Hanno votato
157
Hanno votato
no 196).

Prendo atto che i deputati Calearo Ciman, Rota, Palomba e Mantini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che i deputati Rampelli, Abrignani, Antonino Foti, Golfo e Pag. 4Vincenzo Antonio Fontana hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Di Stanislao ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che l'onorevole Caparini, presentatore dell'ordine del giorno n. 9/2187-A/8, accede all'invito al ritiro formulato dal Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ceccacci Rubino n. 9/2187-A/9, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Meta n. 9/2187-A/10, accettato dal Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Velo n. 9/2187-A/11, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Zamparutti n. 9/2187-A/12 è stato ritirato.
Onorevole Beltrandi, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/13 accolto dal Governo come raccomandazione?

MARCO BELTRANDI. No, signor Presidente, non insisto.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Milanese n. 9/2187-A/14, accettato dal Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lo Monte n. 9/2187-A/15, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Milo n. 9/2187-A/16 e Latteri n. 9/2187-A/17, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Commercio n. 9/2187-A/18, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Iannaccone n. 9/2187-A/19 accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Lombardo n. 9/2187-A/20, Sardelli n. 9/2187-A/21 e Belcastro n. 9/2187-A/22, accolti dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pelino n. 9/2187-A/23, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Burtone n. 9/2187-A/24 e Gaglione n. 9/2187-A/25, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Cuomo n. 9/2187-A/26 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cuomo n. 9/2187-A/26, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Brandolini! Ma va bene, perché dice che non va bene? Non va bene? Soccorso per l'onorevole Papa. Va bene!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 388
Maggioranza 195
Hanno votato
174
Hanno votato
no 214).

Prendo atto che il deputato Di Stanislao ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Ceccuzzi n. 9/2187-A/27 e Nola n. 9/2187-A/28, accolti dal Governo come raccomandazione.
Chiedo se i presentatori insistano per la votazione dell'ordine del giorno Vannucci n. 9/2187-A/29, accolto dal Governo come raccomandazione.

Pag. 5

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, intervengo molto sobriamente solo per sapere se vi sia un'ipotesi di ripensamento, da parte del sottosegretario Giorgetti, per cambiare il parere del Governo da raccomandazione a favorevole. Chiedo se vi sia questa possibilità. In caso contrario accetto che l'ordine del giorno n. 9/2187-A/29, di cui sono il primo firmatario, sia accolto dal Governo come raccomandazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma di accogliere l'ordine del giorno Vannucci n. 9/2187-A/29 come raccomandazione e che i presentatori non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Fogliato n. 9/2187-A/30 (Nuova formulazione), Paolo Russo n. 9/2187-A/36 (Nuova formulazione), Servodio n. 9/2187-A/65 (Nuova formulazione), Di Giuseppe n. 9/2187-A/112 (Nuova formulazione), Ruvolo n. 9/2187-A/124 (Nuova formulazione) e Marinello n. 9/2187-A/128 (Nuova formulazione), con un identico impegno nel dispositivo, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fava n. 9/2187-A/31, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bragantini n. 9/2187-A/32, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Allasia n. 9/2187-A/33, Negro n. 9/2187-A/34 e Rainieri n. 9/2187-A/35, accolti dal Governo come raccomandazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/2187-A/36 (Nuova formulazione) è stato già esaminato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Tullo n. 9/2187-A/37, Motta n. 9/2187/38, Lovelli n. 9/2187-A/39, Mosca n. 9/2187-A/40 e Narducci n. 9/2187-A/41, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Damiano n. 9/2187-A/42, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Codurelli n. 9/2187-A/43 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Codurelli n. 9/2187-A/43, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Si affretti onorevole! L'onorevole Sarubbi non riesce a votare. Per favore, qualcuno vuole andare a sostegno dell'onorevole Sarubbi? Rimane il problema dell'onorevole Sarubbi. A posto onorevole Sarubbi? Perfetto!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 399
Votanti 396
Astenuti 3
Maggioranza 199
Hanno votato
180
Hanno votato
no 216).

Prendo atto che il deputato Di Stanislao ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Brancher ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gatti n. 9/2187-A/44, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Fioroni n. 9/2187-A/45 formulato dal Governo.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in Pag. 6calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Ghizzoni, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fioroni n. 9/2187-A/45, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

C'è qualcuno in difficoltà? Onorevole Cassinelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 397
Votanti 396
Astenuti 1
Maggioranza 199
Hanno votato
179
Hanno votato
no 217).

Prendo atto che il deputato Di Stanislao ha segnalato che non è riuscito a votare, che i deputati Cassinelli e Centemero hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Giulietti e Miotto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/2187-A/46 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/2187-A/46, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole Perina... onorevole Cassinelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 399
Maggioranza 200
Hanno votato
180
Hanno votato
no 219).

Prendo atto che il deputato Di Stanislao ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Barbato ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Coscia n. 9/2187-A/47, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Siragusa n. 9/2187-A/48, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Siragusa n. 9/2187-A/48, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Il presidente Cicchitto è in difficoltà, qualcuno vada ad aiutarlo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 399
Votanti 383
Astenuti 16
Maggioranza 192
Hanno votato
166
Hanno votato
no 217).

Prendo atto che i deputati Rampelli e Di Stanislao hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Barbato ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno De Pasquale n. 9/2187-A/49 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti. Pag. 7
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Pasquale n. 9/2187-A/49, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ascierto... onorevole Consolo...onorevole Duilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 403
Maggioranza 202
Hanno votato
184
Hanno votato
no 219).

Prendo atto che i deputati Di Stanislao e Bosi hanno segnalato che non sono riusciti a votare, che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Paolo Russo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Federico Testa n. 9/2187-A/50, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Vico n. 9/2187-A/51 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vico n. 9/2187-A/51, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Oliverio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 406
Votanti 405
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato
186
Hanno votato
no 219).

Prendo atto che il deputato Di Stanislao ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata Boniver ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Fluvi n. 9/2187-A/52 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fluvi n. 9/2187-A/52, non accettato dal Governo...

ANNA TERESA FORMISANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione, onorevole Formisano, ha facoltà di parlare.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'ordine del giorno Fluvi n. 9/2187-A/52.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fluvi n. 9/2187-A/52, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dov'è che non funziona? Onorevole Consolo, di nuovo! L'onorevole Consolo ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 404
Maggioranza 203
Hanno votato
188
Hanno votato
no 216). Pag. 8

Prendo atto che i deputati Rampelli, Cristaldi e Di Stanislao hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Froner n. 9/2187-A/53 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Froner n. 9/2187-A/53, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Consolo? Va bene: un po' per volta.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato
186
Hanno votato
no 219).

Prendo atto che il deputato Di Stanislao ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Causi n. 9/2187-A/54, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Benamati n. 9/2187-A/55, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno De Micheli n. 9/2187-A/56, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Fogliardi n. 9/2187-A/57 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fogliardi n. 9/2187-A/57, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Chi è in difficoltà? Non è vero che è in difficoltà, onorevole, prima controlli!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 409
Maggioranza 205
Hanno votato
186
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Colaninno n. 9/2187-A/58 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colaninno n. 9/2187-A/58, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Possiamo chiudere la votazione?
Onorevole Lussana... ha votato. Onorevole Cristaldi, prego ...... di nuovo l'onorevole Consolo...... La votazione è già chiusa.
Annullo la votazione. Ogni deputato presente ha il diritto di votare soltanto per se stesso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colaninno n. 9/2187-A/58, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Petrenga, per favore ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 418
Votanti 417
Astenuti 1
Maggioranza 209
Hanno votato
193
Hanno votato
no 224). Pag. 9

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Lulli n. 9/2187-A/59, accolto dal Governo come raccomandazione, Zunino n. 9/2187-A/60, accettato dal Governo, Oliverio n. 9/2187-A/61, accettato dal Governo, Marrocu n. 9/2187-A/62, accettato dal Governo, Fiorio n. 9/2187-A/63, accettato dal Governo e D'Antoni n. 9/2187-A/64, accolto dal Governo come raccomandazione.
L'ordine del giorno Servodio n. 9/2187-A/65 (Nuova formulazione) è già stato esaminato in precedenza insieme ad altri ordini del giorno.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Sani n. 9/2187-A/66 e Cenni n. 9/2187-A/67, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marco Carra n. 9/2187-A/68, accolto dal Governo come raccomandazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marco Carra n. 9/2187-A/68, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 418
Maggioranza 210
Hanno votato
191
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zucchi n. 9/2187-A/69, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Brandolini n. 9/2187-A/70 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brandolini n. 9/2187-A/70, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello, è a posto? Onorevole Paolo Russo?
Dichiaro chiusa la votazione (Commenti).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato
191
Hanno votato
no 221).

Prendo atto che la deputata Melandri ha segnalato che non è riuscita a votare. Prendo atto che i deputati Renato Farina, Paolo Russo, Girlanda, Rampelli e Mondello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Bernardini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Invito gli uffici a non chiudere la votazione prima che io la dichiari chiusa.

RENATO FARINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO FARINA. Signor Presidente, si ripete o no la votazione? Stavolta poiché c'ero io non si ripete! Non capisco.

PRESIDENTE. Ripeto che invito gli uffici a non chiudere le votazioni prima che io ufficialmente le dichiari chiuse.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Lusetti n. 9/2187-A/71 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lusetti n. 9/2187-A/71, non accettato dal Governo. Pag. 10
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moffa... ha votato. Onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 419
Maggioranza 210
Hanno votato
192
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che la deputata Melandri ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Agostini n. 9/2187-A/72 e Dal Moro n. 9/2187-A/73, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Trappolino accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/74, accettato dal Governo purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Mariani n. 9/2187-A/75 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mariani n. 9/2187-A/75, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Boniver? Ha votato. Onorevole Jannone? Va bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato
194
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che il deputato Sposetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Melandri ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Bratti n. 9/2187-A/76 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bratti n. 9/2187-A/76, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Abbiamo votato tutti? L'onorevole Renato Farina ha votato. Posso chiudere la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 420
Votanti 419
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato
192
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che la deputata Melandri ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pezzotta n. 9/2187-A/77, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Galletti n. 9/2187-A/78 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Galletti n. 9/2187-A/78, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 11

Onorevole Mondello, onorevole Di Virgilio... I colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 416
Votanti 415
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato
191
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che la deputata Melandri ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Poli n. 9/2187-A/79, Nunzio Francesco Testa n. 9/2187-A/80, Ruggeri n. 9/2187-A/81 e Capitanio Santolini n. 9/2187-A/82, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Ciccanti n. 9/2187-A/83 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciccanti n. 9/2187-A/83, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gli onorevole Mazzuca e Minasso non riescono a votare ... Bene, ora ci sono riusciti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 420
Votanti 250
Astenuti 170
Maggioranza 126
Hanno votato
23
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che il deputato Tenaglia ha segnalato che avrebbe voluto astenersi, che il deputato Scandroglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Coscia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Prendo altresì atto che la deputata Melandri ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cera n. 9/2187-A/84, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Calearo Ciman n. 9/2187-A/85 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Calearo Ciman n. 9/2187-A/85, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Laffranco, onorevole Mondello... anche l'onorevole Boniver è in difficoltà. Onorevole Lo Moro, onorevole Romele... Questa è una votazione sfortunata, tante macchine si inceppano. Attendo fiducioso. Perfetto, ci siamo tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 420
Votanti 400
Astenuti 20
Maggioranza 201
Hanno votato
174
Hanno votato
no 226).

Prendo atto che i deputati Melandri e Proietti Cosimi hanno segnalato che non sono riusciti a votare, che il deputato Scandroglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Livia Turco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Pag. 12
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zinzi n. 9/2187-A/86, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Occhiuto n. 9/2187-A/87 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Occhiuto n. 9/2187-A/87, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Laffranco, onorevole Poli... Anche l'onorevole Porcu...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 420
Maggioranza 211
Hanno votato
194
Hanno votato
no 226).

Prendo atto che i deputati Melandri e Proietti Cosimi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Porcino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Anna Teresa Formisano n. 9/2187-A/88, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Compagnon n. 9/2187-A/89, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ciocchetti n. 9/2187-A/90, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Libè n. 9/2187-A/91 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Libè n. 9/2187-A/91, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gli onorevoli Mondello, Martinelli e Marchignoli sono in difficoltà. L'onorevole Mondello ha votato. Abbiamo votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato
197
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Melandri e Proietti Cosimi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Peluffo n. 9/2187-A/92 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Peluffo n. 9/2187-A/92, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gli onorevoli Martinelli e Boniver sono in difficoltà.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 423
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato
196
Hanno votato
no 227). Pag. 13

Prendo atto che i deputati Proietti Cosimi e Melandri hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori dell'ordine del giorno Strizzolo n. 9/2187-A/93 se accedano all'invito al ritiro formulato dal Governo.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Strizzolo, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Strizzolo n. 9/2187-A/93, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Gli onorevoli Paolo Russo e Martinelli sono in difficoltà. Abbiamo votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 425
Votanti 424
Astenuti 1
Maggioranza 213
Hanno votato
197
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che i deputati Tabacci, Piffari e Rigoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Proietti Cosimi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Toccafondi n. 9/2187-A/94 accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cosenza n. 9/2187-A/95, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mura n. 9/2187-A/96, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Barbato n. 9/2187-A/97, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Palagiano n. 9/2187-A/98, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Razzi n. 9/2187-A/99, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pisicchio n. 9/2187-A/100, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Porcino n. 9/2187-A/101, accolto dal Governo come raccomandazione.
Onorevole Cimadoro, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/102, accolto dal Governo come raccomandazione?

GABRIELE CIMADORO. Signor Ministro, non intendo far perdere tempo all'Assemblea. Il contenuto di quest'ordine era il tema di un'interrogazione a cui ha risposto il Ministro Vito, che in Aula ci aveva detto che ci sarebbe stato un emendamento del Governo che avrebbe risolto il problema. Se modificasse il proprio parere, per due motivi importantissimi (la crisi del settore e l'aggiornamento e la sicurezza di tutti i macchinari agricoli), signor rappresentante del Governo, le sarei grato.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende modificare il proprio parere. Pag. 14
Onorevole Cimadoro, insiste per la votazione del suo ordine del giorno?

GABRIELE CIMADORO. No, signor Presidente, non insisto.

PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/2187-A/103 formulato dal Governo.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, la norma che riguarda i distretti, ed in particolare gli effetti fiscali applicabili alle imprese distrettuali, a nostro avviso apre e genera una situazione che potrebbe portare ad una forte elusione di carattere fiscale, con conseguente perdita di gettito da parte dell'erario e con meccanismi dai contorni ancora incerti, che rendono possibili delle forme che, alla fine, vanno a scapito della chiarezza di quanto dovuto dalle imprese sul reddito prodotto, perché si tratta di cosa ben diversa dal gruppo. Il gruppo ha un legame di natura giuridica tra tutte le imprese; quindi, in quel caso, si capisce che vi è un unico soggetto economico al quale si riferiscono le operazioni. Non avviene così, invece, nell'ambito delle imprese distrettuali.
A noi sembrava, di fronte a fenomeni vasti di elusione fiscale nel settore bancario - ne ho citato uno la settimana scorsa, che ha permesso a Unicredit e Intesa, con una sola operazione, di evitare il pagamento di 30 milioni di euro di imposte, cioè una cosa rilevantissima - che chiedere al Governo di valutare la possibilità di prevedere che le imprese che hanno pendenze tributarie in essere o per le quali vi sono già stati accertamenti di evasione fiscale fossero escluse da questo meccanismo, fosse una cosa assolutamente minimale, perché chiedevamo al Governo di valutarla, non chiedevamo un impegno a farlo.
Ci sembra che il Governo avrebbe potuto accogliere un impegno rivolto a combattere non solo l'evasione, ma anche l'elusione fiscale, che è un fenomeno grave che riguarda il nostro Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2187-A/103, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello? Onorevoli Bocciardo, Martinelli, Rampelli? Chi manca ancora? Onorevole Martinelli? Ci siamo tutti. Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 422
Votanti 414
Astenuti 8
Maggioranza 208
Hanno votato
162
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che la deputata Golfo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Palomba n. 9/2187-A/104 formulato dal Governo.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, non ho capito le ragioni dell'invito al ritiro: quando non capisco, non mi adeguo e, se non mi adeguo, non ritiro. Vorrei illustrare brevemente le ragioni di questo ordine del giorno.
Si tratta di distretti produttivi, che, per noi, sono una realtà di straordinaria importanza per lo sviluppo del Paese; difatti, ai distretti produttivi vengono attribuite rilevanti funzioni in materia fiscale, contabile, amministrativa e finanziaria, e anche sul piano fiscale e contributivo sono previste delle conseguenze importanti.
Un problema serio è quello che riguarda anche la mutualità tra i soggetti interessati nella ripartizione del carico tributario, che necessiterebbe, evidentemente, di specifiche regole per essere interpretata. Pag. 15
Signor Presidente, il punto è questo: i distretti produttivi erano previsti dalla legge finanziaria per il 2006 ed erano previsti dei decreti attuativi. Senza i decreti attuativi, è impossibile dare vita e far camminare delle realizzazioni così importanti.
Signor Presidente, il problema che poniamo è questo: abbiamo chiesto al Governo di valutare la possibilità di sospendere l'attuazione delle disposizioni sui distretti produttivi fino a quando non saranno state emanate le norme di attuazione con un decreto ministeriale, che è previsto, peraltro, nella normativa attuativa.
Signor Presidente, ci sembra logico che cose così importanti vengano fatte nascere da subito in tutte le condizioni migliori, oppure vogliamo costruire la casa cominciando dal tetto e non dalle fondamenta? Vorrei invitare il Governo a non fare come quei cavalieri che per la fretta partirono al galoppo ma in tutte le direzioni, non sapendo dove andare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palomba n. 9/2187-A/104, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Abbiamo votato tutti? Onorevole Perina? Ha votato, bene. L'onorevole Mondello ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 421
Votanti 281
Astenuti 140
Maggioranza 141
Hanno votato
31
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che l'onorevole Paladini non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/105, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Di Stanislao non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/106, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Misiti accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/107 accettato dal Governo purché riformulato.
Prendo atto che l'onorevole Evangelisti accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/108 accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Di Pietro n. 9/2187-A/109 formulato dal Governo.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, vorrei invitare ancora una volta il Governo a riflettere sulla grave crisi che investe l'Ittierre. L'Ittierre è un'industria tessile molisana, ma il problema si ripercuote anche su sulle 1.200 aziende che ruotano attorno ad essa, e che danno lavoro a circa 30 mila persone. Il problema quindi non investe solo il Molise, ma tutto il territorio nazionale. Vi sono imprese che fatturano, pagano l'IVA allo Stato, ma purtroppo non incassano: lo abbiamo già espresso in precedenti atti di sindacato ispettivo, e probabilmente inviteremo il Governo ancora a riflettere su questa grave situazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Pietro n. 9/2187-A/109, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Abbiamo votato tutti? Onorevole Di Virgilio? Onorevole Polidori? Mi pare che l'onorevole Polidori abbia votato. L'onorevole Pag. 16Bonciani ha votato. L'onorevole Ascierto ha votato. Abbiamo votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 427
Votanti 265
Astenuti 162
Maggioranza 133
Hanno votato
32
Hanno votato
no 233).

Prendo atto che l'onorevole Cambursano accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/110 accettato dal Governo purché riformulato.
Prendo atto che l'onorevole Favia accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/111 accettato dal Governo, purché riformulato.
Ricordo che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/2187-A/112 (Nuova formulazione) accettato dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Rota non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/113, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Leoluca Orlando non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/114, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Piffari non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/115, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Zazzera non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/116, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Monai non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/117, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Aniello Formisano non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/118, accettato dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Donadi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/119, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Scilipoti non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/120, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Messina non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/121, accettato dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Giulietti non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/122, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Drago non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/123.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Drago n. 9/2187-A/123, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Abbiamo votato tutti? Prendo atto che l'onorevole Martinelli ha votato. Sbloccate la macchina dell'onorevole Mazzuca. Prendo atto che ora anche l'onorevole Mazzuca è riuscito a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 423
Votanti 422
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato
196
Hanno votato
no 226).

Prendo atto che la deputata Braga ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Mazzuca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Pag. 17
Ricordo che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ruvolo n. 9/2187-A/124 (Nuova formulazione) accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione dell'ordine del giorno Naro n. 9/2187-A/125.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Naro n. 9/2187-A//125, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Abbiamo votato tutti? L'onorevole Mondello ha sempre dei problemi. Prendo atto che ora anche gli onorevoli Caparini e Mondello sono riusciti a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 420
Votanti 289
Astenuti 131
Maggioranza 145
Hanno votato
64
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Di Caterina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pisacane n. 9/2187-A/126.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pisacane n. 9/2187-A/126, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Abbiamo votato tutti? Prendo atto che anche gli onorevoli Foti e Sposetti sono riusciti a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 427
Maggioranza 214
Hanno votato
200
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che il deputato Versace ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tassone n. 9/2187-A/127.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tassone n. 9/2187-A/127, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Abbiamo votato tutti? Onorevole Martinelli? Prendo atto che gli onorevoli Jannone e Romele sono riusciti a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 428
Maggioranza 215
Hanno votato
200
Hanno votato
no 228).

Ricordo che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marinello n. 9/2187-A/128 (Nuova formulazione) accettato dal Governo.
Prendo, altresì, atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pagano n. 9/2187-A/129. Pag. 18
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pagano n. 9/2187-A/129, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sempre l'onorevole Martinelli è in difficoltà. Invito ad aggiustare la macchina dell'onorevole Martinelli. Ci siamo tutti? Prendo atto che ora anche l'onorevole Martinelli è riuscito a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 425
Votanti 230
Astenuti 195
Maggioranza 116
Hanno votato
17
Hanno votato
no 213).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Mario Pepe (PDL) n. 9/2187-A/130 e Bernardo n. 9/2187-A/131, accolti come raccomandazione dal Governo e che l'onorevole Giancarlo Giorgetti non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2187-A/132, accettato dal Governo.
Prendo altresì atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Delfino n. 9/2187-A/133, accolto come raccomandazione dal Governo, e che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione dell'ordine del giorno Dionisi n. 9/2187-A/134.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dionisi n. 9/2187-A/134, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca? Onorevole Mariarosaria Rossi? Onorevole Mondello? Onorevole Perina? Adesso ci siamo tutti? Prendo atto che l'onorevole Coscia è riuscita a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 421
Maggioranza 211
Hanno votato
196
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo e insistono per la votazione dell'ordine del giorno Carella n. 9/2187-A/135.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carella n. 9/2187-A/135, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Abbiamo votato tutti? Onorevole Sposetti? Onorevole Vico? Onorevole Boniver? Hanno votato tutti. Onorevole Rampelli? Posso dichiarare chiusa la votazione?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 425
Maggioranza 213
Hanno votato
199
Hanno votato
no 226).

Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Zamparutti n. 9/2187-A/136, accolto come raccomandazione dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati. Pag. 19
Dovremmo ora passare alle dichiarazioni di voto finale. Sulla base di intese intercorse tra i gruppi, le stesse avranno inizio alle ore 17.

Sull'ordine dei lavori (ore 14,59).

GIORGIO JANNONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, approfitto di questa sede solo per dire che la protezione civile di Alzano Lombardo, che è la prima protezione civile in Italia, fondata dal fondatore stesso della cartiera da cui prende il nome, è a disposizione del Ministero dell'interno per partire immediatamente con alcune apparecchiature in grado di ritrovare eventuali persone sepolte. Mi chiedono di poter esprimere in Aula la loro disponibilità a partire immediatamente.

PRESIDENTE. Grazie. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 17.

La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 17.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2187-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà, per sei minuti.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, avvertiamo tutti l'angoscia ed un grande senso di smarrimento per quanto è accaduto in Abruzzo. Ancora una volta piangiamo morti e soffriamo per quello che è accaduto ai nostri fratelli abruzzesi. A me, personalmente, vengono alla memoria i tragici giorni del 23 novembre 1980, quando un terremoto terribile, per intensità e durata, distrusse interi paesi di Campania, Basilicata e, in modo particolare, dell'Irpinia.
Conosco le indicibili sofferenze delle popolazioni colpite e ritengo, signor Presidente, che tutto il Paese si debba stringere ed unire in un grande sforzo di solidarietà, che dovrà durare fino a quando ogni traccia, almeno materiale, non sarà cancellata.
Voglio testimoniare a lei la disponibilità del Movimento per l'Autonomia a tutte quelle iniziative, anche a titolo personale, che la Camera dei Deputati dovesse assumere per esprimere una solidarietà concreta e tangibile alle popolazioni che sono state colpite.
Il Governo ha adottato una serie di provvedimenti necessari ad affrontare la difficile congiuntura economica, coniugando la garanzia del nostro sistema creditizio e del risparmio degli italiani con un supporto concreto alle famiglie in difficoltà e ai lavoratori che hanno perso il posto di lavoro.
Per una questione di tecnica parlamentare, il decreto-legge a sostegno dei settori industriali in crisi è stato accorpato al decreto-legge concernente le cosiddette quote latte, che le opposizioni hanno impedito di approvare ricorrendo all'ostruzionismo. Vorrei ricordare, ancora una volta, ciò che ha detto, qualche giorno fa, il presidente Violante: non è indice di democrazia consentire ad una minoranza di impedire di approvare un decreto-legge.
Il Movimento per l'Autonomia ha espresso forti perplessità sul decreto-legge relativo alle quote latte, perché è rivolto ad una platea di allevatori del tutto minoritaria. Signor Ministro, ribadisco che non lo avremmo votato. Pertanto, chiediamo a lei, Ministro Zaia, a cui riconosciamo competenza ed impegno, di elaborare per l'agricoltura italiana - siamo convinti che abbia i mezzi, gli strumenti e la volontà di farlo - e, in modo particolare, Pag. 20per l'agricoltura del Mezzogiorno che soffre più di altri la concorrenza dei Paesi in via di sviluppo, provvedimenti più organici e in grado di dare risposte più generali ed efficaci.
A parere del Movimento per l'Autonomia, con il decreto-legge recante misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi, l'Esecutivo compie un ulteriore passo in avanti finalizzato, questa volta, a stimolare la crescita e l'occupazione, promuovendo, allo stesso tempo, un programma di interventi di tutela ambientale. Il decreto-legge in oggetto, infatti, prevede una serie di incentivi volti al rinnovo accelerato del parco auto circolante, attraverso la rottamazione di autovetture inquinanti, e la loro sostituzione con automobili Euro 4 ed Euro 5, a ridotto, ridottissimo, impatto ambientale.
Anche un Paese profondamente liberista come gli Stati Uniti, ha scoperto l'utilità degli incentivi alla rottamazione. Credo che, in questo contesto, valga la pena sottolineare un aspetto positivo: l'auspicio pubblicamente espresso dal Presidente Obama, affinché la Chrysler trovi rapidamente un'intesa con la Fiat, verso la quale lo stesso Presidente Obama ha avuto parole di vivo apprezzamento, segno tangibile che il nostro Paese ha punte di assoluta eccellenza.
Inoltre, va evidenziato che la stessa Unione europea attraverso il commissario all'industria Verheugen ha avuto modo di sottolineare che non si tratta di un revival delle politiche sugli aiuti di Stato, ma della necessità di misure mirate agli obiettivi di salvaguardia ambientale. Siamo convinti, pertanto, che il decreto-legge sia perfettamente in linea con le indicazioni date dall'Unione europea.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Movimento per l'Autonomia si è battuto con determinazione affinché il Mezzogiorno potesse subire effetti meno negativi da questa crisi, tuttavia il grave deficit infrastrutturale e il divario che lo separa dal resto del Paese lo penalizza fortemente e si ripercuote sui livelli occupazionali.
Siamo convinti, pertanto, che le misure adottate dal Governo debbano essere maggiormente concentrate sulle aree dove si registrano i maggiori incrementi di disoccupazione.
È per questo motivo che noi chiediamo al Ministro Sacconi di varare un piano straordinario per l'occupazione a favore dei giovani meridionali. Per queste ragioni il Movimento per l'Autonomia voterà a favore del decreto-legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi e membri del Governo, innanzitutto esprimo una parola di conforto e di solidarietà verso le popolazioni colpite dal sisma in Abruzzo. Lo dico anche a titolo personale venendo dal Friuli-Venezia Giulia che, come ricorderete, nel 1976 fu colpito da un'analoga disgrazia da cui si è risollevato presto e bene grazie alla solidarietà dell'Italia e degli altri Paesi.
La protezione civile della mia regione - che è stata un po' la precorritrice delle buone pratiche della protezione civile nazionale - so essere già in Abruzzo a lavorare in ausilio alle popolazioni colpite. Mi permetto di interpretare il sentimento di tutti annunciando che, come Associazione parlamentare donatori di sangue, domani saremo a Palazzo San Macuto a fare il nostro dovere donando il sangue per i feriti.
In ordine al tema in discussione, giovedì scorso l'Italia dei Valori ha già espresso, con il suo fermo «no» alla richiesta di fiducia su questo provvedimento, le ragioni della sua opposizione. Voglio sintetizzarle nuovamente: si tratta di ragioni di metodo e di merito.
Quanto al metodo, in primo luogo, con l'imposizione del voto di fiducia il Governo ha soffocato il dibattito parlamentare, ricacciando indietro tutti gli sforzi che i deputati (badate bene di entrambi gli schieramenti) avevano prodotto, da una parte, per contribuire a migliorare il decreto-legge Pag. 21anticrisi, il quale rischia di restare un provvedimento molto settoriale dedicato al mercato automobilistico piuttosto che al sistema delle piccole e medie imprese e degli altri settori merceologici colpiti da questa crisi; dall'altra, quegli sforzi che avevamo compiuto soprattutto per rimediare alle enormi iniquità contenute nel decreto-legge cosiddetto quote latte che fanno pagare agli agricoltori onesti o a tutti i contribuenti i costi della ribellione di quella minima frangia di splafonatori che per le regioni padane cavalcate da una parte politica oggi trovano tutele insperate nel Governo.
In secondo luogo, siamo contrari alla proliferazione dei decreti-legge. Dall'inizio della legislatura questi provvedimenti del Governo hanno occupato pressoché l'intera agenda dei lavori parlamentari e a ciò aggiungasi che il Premier Berlusconi ha annunciato l'ultima volta a Napoli di voler trasformare questo strumento legislativo emergenziale in una sorta di prassi ordinaria per il suo Governo, dimostrando così ben poco rispetto giuridico per l'articolo 77 della Costituzione.
Voglio ricordare, inoltre, la storica sentenza n. 171 del 2007 con cui la Corte costituzionale sancì la non sanabilità da parte della legge di conversione della mancanza di presupposti di straordinarietà che devono presiedere all'emanazione dei decreti-legge.
Il Governo ha dimostrato anche assai poco rispetto istituzionale e politico verso lo stesso Parlamento del quale il Premier è divenuto il principale assenteista con buona pace, permettetemi una nota, del Ministro Brunetta e dei suoi declamati sforzi per garantire una maggiore presenza nei pubblici uffici.
In terzo luogo, siamo a denunciare le forzature regolamentari che hanno consentito al decreto-legge sulle quote latte - che proprio oggi decade per la mancata conversione in legge - di rivivere dalle proprie ceneri, come un'araba fenice, sotto forma di maxiemendamento del Governo al decreto-legge sulle rottamazioni, in palese violazione al divieto di reiterazione dei decreti-legge non convertiti. Anche qui, lo storico insegnamento della sentenza n. 360 del 1996 della Corte costituzionale sembra aver visto un Governo sordo e un Parlamento disattento.
In quarto luogo, siamo amareggiati nel vedere che, alle ferme prese di posizione di autorevolissimi esponenti della stessa maggioranza, tese a ribadire la centralità del Parlamento e la necessità che il Governo ne rispetti prerogative e competenze, seguono poi atteggiamenti di supina e rassegnata obbedienza al Premier rispetto alle citate violazioni della Costituzione e delle leggi che disciplinano l'attività del Governo - cito per tutte l'articolo 15 della legge n. 400 del 1988 - con forzature del nostro stesso Regolamento interno, sia per avere ammesso questa palingenesi di norme decadute, sia per l'annunciata ghigliottina della discussione parlamentare, degna alternativa consona allo strapotere della vostra maggioranza.
Come dicevo, le ragioni del nostro dissenso sono anche legate al merito. Con il provvedimento sulle quote latte il Governo avalla l'idea distorta che questo Paese non sia - come noi, invece, crediamo - una grande nazione di lavoratori, di donne e di madri attive, di cittadini onesti, di giovani impegnati, di intelligenze operose e di catene di solidarietà: no, con i vostri provvedimenti insinuate il tarlo di una «Italietta» in cui sono i furbi e i disonesti a trovare sempre, anche quando sono scoperti, una comoda via d'uscita.
Lo avete fatto con l'indulto, quando anche Alleanza Nazionale, insieme all'Italia dei Valori, ne osteggiò il provvedimento, ma che oggi nel Popolo della Libertà vi vede tutti, di fatto, corresponsabili; lo avete fatto con i condoni fiscali, lo avete fatto per garantire i vostri interessi personali di casta nel precedente Governo Berlusconi con la legge sul falso in bilancio, con la «salva Previti», con il lodo Schifani e oggi con il decreto-legge «salva Retequattro» e con il lodo Alfano, tanto per citare degli esempi. Lo fate anche qui, adesso, con le quote latte che avete regalato ai disonesti e con la rateizzazione - Pag. 22che temiamo virtuale fino a nuovi condoni - per le multe dovute dagli splafonatori.
Avete chiesto e ottenuto la fiducia su questo provvedimento, ma non avete - e lo sapete bene - la fiducia della stragrande maggioranza degli agricoltori, che vi hanno fatto sentire il loro civile dissenso, senza spargimento di letame sulle autostrade, come pochi altri hanno fatto in passato; infatti, forse oggi dubitano sul voto che, magari, proprio loro vi hanno concesso lo scorso anno.
Anche il provvedimento «anticrisi», quello sulle rottamazioni, che in alcune parti avremmo potuto condividere, presenta delle grosse lacune e delle grandi contraddizioni. Se il settore automobilistico, come si diceva, è determinante per il PIL italiano, queste misure ne ripropongono altre già precedentemente sperimentate dal Governo Prodi. La semplificazione delle procedure per gli ammortizzatori sociali e l'aumento del Fondo di garanzia potevano essere sostenuti e migliorati, ma siete rimasti sordi alle proposte che anche l'Italia dei Valori ha avanzato con senso di responsabilità e spirito collaborativo.
Non è possibile da parte nostra, che in un momento di crisi così stringente venga rimpinguato il Fondo della cosiddetta legge mancia - quello che serve a finanziare senza regole gli amici degli amici dei parlamentari -, che in un momento di crisi delle famiglie, delle piccole e medie imprese e del lavoro ci pare misura ancor più odiosa.
Per tutti questi motivi e per altri che ho già esposto nel mio intervento dello scorso giovedì, il nostro voto sarà contrario e confidiamo che il Paese abbia anche in questo Parlamento rappresentanti più responsabili rispetto alla crisi che ci imporrebbe scelte più condivise e una regia più integrata nel provvedimento che ci attendiamo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, prima di intervenire, a nome mio personale e dell'intero gruppo dell'Unione di Centro, esprimo vicinanza e sentimenti di profonda solidarietà alle popolazioni dell'Abruzzo che in questo momento sono alle prese con problemi di emergenza forse ben più gravi di quelli che stiamo esaminando.
Ovviamente, dichiariamo la nostra piena disponibilità su ogni iniziativa il Parlamento volesse adottare in favore di quelle popolazioni, con l'auspicio che siamo tutti vigili, da oggi ma anche domani e dopodomani, perché, troppo spesso, in questo Paese abbiamo dimenticato, il giorno dopo l'emergenza, quello che era successo.
Fatta questa dovuta considerazione, vorrei tornare al tema rappresentato dal decreto anti crisi e quote latte o per lo meno da questo pot-pourri, cui forse non eravamo abituati, ma al quale, purtroppo, dovremo abituarci. Si tratta di un voto di fiducia chiesto, ancora una volta, su un provvedimento sul quale si stava lavorando da settimane nelle due Commissioni congiunte, la X Commissione (Attività produttive) e la V Commissione (Bilancio), mentre i colleghi contemporaneamente stavano lavorando in Commissione per quanto riguarda il problema delle quote latte. Non si è trovata la quadra, come al solito, e si ricorre, come al solito, al voto di fiducia, questa volta ancora più folkloristico, perché parliamo di due argomenti completamente diversi e distanti, che vengono uniti in un unico calderone, perché la maggioranza non è stata in grado di trovare la quadratura del cerchio. Abbiamo assistito ad un percorso tortuoso fatto di ghigliottine minacciate e trapianti di decreti-legge che, con un palese ...

PRESIDENTE. Pregherei di non disturbare i rappresentanti del Governo.

ANNA TERESA FORMISANO. La ringrazio, signor Presidente. Con un palese aggiramento del divieto della reiterazione hanno inaugurato la stagione da noi definita «dei decreti matrioska», di interpretazioni Pag. 23molto elastiche - per usare un eufemismo - sull'ammissibilità degli emendamenti, che ha aperto la strada a qualunque assimilazione tra materie eterogenee di veti e contro veti, tutti interni alla maggioranza.
Dopo l'ennesima fiducia, ci accingiamo a licenziare definitivamente un provvedimento che ha poche luci e molte ombre e rispetto al quale l'opposizione aveva dato la sua disponibilità ad un atteggiamento non pregiudizialmente ostile e costruttivo che nei fatti è stato vanificato. Descrivendo il provvedimento, si è fatto riferimento alla mitologia greca, evocando la figura del Minotauro per sottolineare come ad un testo, che conteneva misure, a nostro parere, insufficienti, ma, comunque, positive per fronteggiare la difficile contingenza economica della nostra industria, si sia aggiunta - passatemi il termine - una parte animale, quella cioè relativa alle quote latte, mettendoci in condizione di dover dire di «no» al testo del maxiemendamento. Avete sciupato un'occasione preziosa, a nostro avviso, per sfruttare un'ampia condivisione su un provvedimento necessario, inchinandovi ad interessi particolari.
In questi mesi di crisi, i dati economici dovevano indurre a provvedimenti più decisi, più consistenti e soprattutto più tempestivi: il calo della produzione industriale e dell'esportazione, nonché i corrispondenti aumenti dei licenziamenti, delle chiusure delle aziende e delle ore di cassa integrazione non sono apparsi improvvisamente e dovevate tenerne conto.
Vi è stato anche un momento in cui le parole del Premier avevano fatto presagire un'inversione di tendenza, una fase nuova di dialogo e collaborazione per trovare insieme le soluzioni possibili e migliori per affrontare la crisi. Alla fine, così non è stato: la fiducia ha tarpato le ali a questa speranza ed indotto le opposizioni a marcare la differenza su un provvedimento che, pure, qualche risultato positivo lo ha conseguito. Ciò, leggendo i dati sulle immatricolazioni delle automobili, dopo che la produzione era calata fino al 50 per cento tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009. Noi fummo facili profeti dal canto nostro: già nel mese di ottobre del 2008 avevamo sollevato il problema ma ci era stato risposto che in quel momento non era opportuno intervenire.
Certamente questo non basterà ad annullare il ricorso alla cassa integrazione o a rendere meno critica la situazione nell'anno più terribile per il settore automobilistico, ma, in attesa di nuovi interventi, dobbiamo accogliere per lo meno quello contenuto nel provvedimento.
Ci siamo trovati di fronte ad un testo che è profondamente mutato rispetto alla sua versione originaria, la quale ha subito profondi cambiamenti soprattutto per effetto dell'opera emendativa del Governo. Alcune modifiche sono condivisibili (penso alle misure per semplificare le procedure per gli ammortizzatori sociali e a quelle sul Patto di stabilità) anche se noi ne avevamo proposte di più incisive e di sostegno ai comuni che, è bene ricordarlo, svolgono da sempre una funzione di stimolo per gli investimenti.
Per fronteggiare l'attuale crisi economica e rilanciare l'attività di investimenti, infatti, secondo noi non basta mettere a disposizione un fondo di risorse limitato per consentire ai comuni di non computare, ai fini del saldo del patto 2009, i pagamenti per le spese relative agli investimenti per la tutela della sicurezza pubblica e oggi una riflessione suppletiva su ciò va fatto.
Per gli interventi temporanei e straordinari di carattere sociale destinanti a lavoratori e imprese avremmo gradito, su tale fronte, una maggiore apertura del Governo che ha dovuto tener conto dei veti imposti dalla sua stessa coalizione. Come non possiamo, poi, non stigmatizzare l'ennesimo saccheggio dei fondi FAS usati come un bancomat per esigenze non riconducibili allo sviluppo del Meridione?
Si tratta, come dicevo, di interventi condivisibili, probabilmente insufficienti a far fronte alla crisi generale che stiamo attraversando, ma che accogliamo con favore anche se avremmo auspicato ulteriori modifiche. Il fatto che la posizione della questione di fiducia non abbia consentito Pag. 24la discussione e l'accoglimento di qualche nostra proposta emendativa ovviamente non ci lascia soddisfatti.
Ritenevamo e riteniamo, per esempio, che qualcosa di più poteva essere fatto in tema di ammortizzatori sociali e per le fasce deboli e gli anziani a basso reddito, per i quali dovevano essere messe in campo misure più vicine a quelle che sono le loro esigenze, piuttosto che pensare, e lo vogliamo sottolineare, a come facilitare l'acquisto di decoder digitali.
Tutto questo forse sarebbe stato anche superabile se non fosse stato introdotto il vero vulnus ad un provvedimento già di per sé debole: l'innesto del cosiddetto provvedimento sulle quote latte nel decreto-legge contenente le misure urgenti per settori in crisi è stato un atto di forza incomprensibile, non giustificabile, che non trova precedenti parlamentari e soprattutto è un'ingiustizia nei confronti di chi ha rispettato la legge.
Si è andato avanti nonostante la protesta della stragrande maggioranza degli allevatori onesti che, attraverso le loro associazioni, hanno manifestato anche davanti a Montecitorio nei giorni passati, dimostrando tutta la loro contrarietà ad un condono che ha premiato - sarebbe opportuno dire: «i furbetti della stalla», ma, siccome sono una signora, dico: «i furbetti del poderino» - e penalizzato chi, pur di rispettare la normativa sulle quote e restare nella legalità, ha fatto grandi sacrifici, soprattutto economici, per l'acquisto e l'affitto di quote latte, mentre molti non si sono adeguati ed hanno operato al di là della legge, conducendo una reale concorrenza sleale.
Al Governo sono mancati il coraggio e la forza di approvare un testo coerente con i principi di legalità e di equità, preferendo a questi principi costituzionali la logica di coalizione.
Vorrei svolgere un'ultima osservazione prima di concludere: il tentativo del Governo di inserire in extremis nel testo su cui è stata posta la questione di fiducia un emendamento con il quale si voleva imporre il pensionamento ad un numero elevato di lavoratori e congelare le liquidazioni dei dipendenti pubblici fino al 2013 avrebbe provocato un improvviso impoverimento dei ruoli in termini di esperienza e professionalità, contraddicendo peraltro i progetti dell'Esecutivo.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANNA TERESA FORMISANO. Concludo, Presidente. Ci auguriamo che, dopo il fallimento di questo blitz, il Governo non voglia riproporre questa misura iniqua.
Per questi motivi il gruppo Unione di Centro esprimerà voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, colleghi, ci rendiamo conto che, in un momento come questo, si fa fatica a svolgere, in maniera ordinaria, il dibattito parlamentare, ossia a parlare e ad entrare nel merito dei singoli provvedimenti, perché è ovvio che anche da parte nostra - e qui vorrei ribadirlo - il pensiero corre alle vittime in seguito a ciò che è accaduto in Abruzzo. Il nostro pensiero ed il nostro sostegno morale - e, se possibile, anche materiale - va a coloro, i quali sono impegnati nell'opera di soccorso, prima di tutto, e poi anche di intervento e di ricostruzione.
A questo proposito, vorrei dire che, al di là di quelle che possono essere i comunicati o le dichiarazione a mezzo stampa, vi sono tanti dei nostri sindaci già all'opera ed in prima linea che stanno stanziando fondi, che stanno organizzando interventi concreti di aiuto alle popolazioni colpite e va, a nome del gruppo della Lega Nord, il ringraziamento a questi amministratori locali che, ancora una volta, sono in prima linea (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Spero che il Governo trovi anche il modo di dare loro la possibilità di intervenire, per esempio pensando alle regole e alle norme sul Patto di stabilità, perché è Pag. 25evidente che, se hanno le risorse necessarie per poter intervenire, devono poi poter gestire anche queste risorse all'interno, complessivamente, del Patto di stabilità.
Dicevo che, in questo momento, si fa fatica. Tuttavia, il dovere ci impone di andare avanti e di entrare anche nel merito di questo provvedimento che per noi è molto importante. Ci accingiamo a votare due decreti-legge e li votiamo insieme, perché, altrimenti, le pastoie del dibattito e dei Regolamenti parlamentari, più che altro, avrebbero messo a rischio la loro validità e, praticamente, essi sarebbero decaduti. Pertanto, abbiamo accettato di mettere insieme questi due provvedimenti, perché abbiamo ritenuto inaccettabile, da un punto di vista politico, che i due provvedimenti corressero il rischio di decadere. Proprio per questo motivo ci accingiamo a votarli dopo aver posto la questione di fiducia. Non ci piace strozzare il dibattito parlamentare e, quindi, avremmo preferito votarli in maniera scorporata e avremmo anche preferito non porre la questione di fiducia. Tuttavia, se lo facciamo è per senso di responsabilità. A tale proposito, vorrei richiamare tutti alla necessità di aggiornare i Regolamenti parlamentari e di fare in modo che questa Camera sia in grado di dare, in tempi certi, le risposte ai bisogni della gente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), senza dover ricorrere poi ad escamotage e a strumenti quali l'accorpamento di due decreti-legge o il ricorso al voto di fiducia.
Dicevo che, in questo unico provvedimento, ci occupiamo di due aspetti ossia di introdurre delle misure urgenti a favore dei settori industriali in crisi. Voglio rimarcare come questo provvedimento in origine era stato concepito come un provvedimento a sostegno soltanto del settore dell'automobile. In seguito, progressivamente e grazie ad un lavoro che è stato svolto prima in sede di Consiglio dei ministri e poi anche in sede di dibattito parlamentare dalla Lega Nord, questo provvedimento è diventato un po' più ampio. Ci occupiamo non solo di automobili ma anche di elettrodomestici, di mobili, di settore tessile e calzaturiero. Per quanto riguarda il calzaturiero e il tessile ci siamo riusciti in parte, a livello di realizzazione di un Fondo di garanzia. Però, si tratta di un fatto molto positivo. Vorrei aggiungere che non possono e non devono esservi settori di serie A e di serie B (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), né aziende di serie A e di serie B, né deve passare più il principio della privatizzazione degli utili e della socializzazione delle perdite quando si attraversano i momenti di difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Inoltre, si parla di incentivi, ma si dovrebbe parlare più spesso, Presidente e colleghi, di lavoro. Noi vogliamo difendere il lavoro e proprio per questo ci siamo battuti per introdurre in questo decreto-legge una norma che stabilisce un principio chiaro, ma importante: stop agli incentivi per chi delocalizza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Non abbiamo potuto farlo anche per quanto riguarda la delocalizzazione all'interno dell'Unione europea, ma soltanto con riferimento ai paesi extracomunitari, perché l'Europa non ce lo ha permesso, ma questo è un principio importante: basta con chi prende gli aiuti e poi trasferisce gli stabilimenti. Questo è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Inoltre, abbiamo lavorato sul Patto di stabilità, affinché, dietro autorizzazione della regione, per i comuni virtuosi vi fossero delle possibilità in più per spese di investimento, per la sicurezza e per il pagamento dei fornitori. Abbiamo anche recuperato dei fondi: altri 150 milioni per quanto riguarda la sicurezza. Certo, la crisi è globale e, per quanto riguarda questa crisi, dobbiamo ragionare affinché vi sia la riscrittura delle regole di questa economia che, fino ad oggi, è stata «dopata» ed è stata caratterizzata dalla globalizzazione senza regole, che poi ci ha presentato il conto.
Allora, bisogna avere il coraggio di pensare ad una nuova economia fondata sulla produzione, sul lavoro, nonché - Pag. 26anche qui vorrei dirlo - sull'incrocio tra domanda ed offerta sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Non abbiamo bisogno di nuovi immigrati e non abbiamo bisogno che continui questa invasione di prodotti di bassa qualità ed a basso costo. Se avessero ascoltato la Lega, forse, anzi certamente, non ci saremmo trovati in queste condizioni. Sì, è così!
Ma c'è un'altra parte del provvedimento che ci interessa molto ed è quella che riguarda le quote latte. Colleghi, mettiamo fine - vorrei ringraziare il Ministro Zaia a nome di tutto il gruppo della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) - all'annosa questione delle quote latte, situazione che si era creata quando, nel lontano 1984, un Ministro democristiano (vorrei ricordarlo: il Ministro Pandolfi) era andato in Europa a negoziare un accordo impraticabile, oltre che ingiusto, che prevedeva che i nostri allevatori potessero produrre soltanto il 58 per cento del fabbisogno.
Da allora questa legge ingiusta è stata vissuta come tale da tutto il mondo agricolo e sono partiti gli splafonamenti che sono, è vero, violazioni delle regole, ma che sono stati necessitati e in qualche modo generalizzati. Vorrei anche ricordare che alcune associazioni di categoria, che oggi protestano, hanno sempre lasciato intendere che la situazione avrebbe dovuto essere risolta dallo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) e oggi, anno dopo anno, ci ritroviamo ancora a dover gestire il problema delle quote latte.
Si tratta di un problema delicato; tuttavia, fanno male certe affermazioni che sono state svolte per superficialità e per strumentalizzazione. Onorevole Casini, lei non è presente in Aula, perché non c'è la diretta televisiva e quindi forse non ha ritenuto opportuno di dover intervenire (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), ma, onorevole Casini, stiamo parlando di gente che lavora e che ha lavorato nelle stalle e non ha passato la vita a «trastullarsi» nei palazzi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Quindi, lei non si deve più permettere - e voi non vi dovete più permettere - di definirli dei farabutti.
Il problema è complesso perché c'è chi non ha sforato e chi non ha pagato e ci vuole giustizia, oltre che il rispetto dei parametri europei, per evitare altre infrazioni. Il disegno di legge che oggi approviamo rende giustizia e cioè riassegna nuove quote grazie ad un nuovo accordo sottoscritto dal Ministro Zaia per gestire la situazione fino al 2015, quando la produzione verrà liberalizzata.
Questa liberalizzazione ci dà anche la misura di quanto fosse ingiusta quella privazione che abbiamo dovuto subire nel 1984 (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) e concede anche una rateizzazione ad un interesse in media del 6-6,5 per cento.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROBERTO COTA. Mi avvio verso la conclusione.
Inoltre, si prevede che, in caso di non pagamento di una sola rata, ci sia la revoca della rateizzazione anche dell'assegnazione di nuove quote. Per questo motivo, non è un colpo di spugna, né un favore che viene fatto a pochi. Alla gente dobbiamo spiegare questo e anche un'altra cosa.

PRESIDENTE. Onorevole Cota, la prego di concludere.

ROBERTO COTA. Concludo. Siamo di fronte al mantenimento di un impegno, che noi della Lega, insieme al nostro Ministro Zaia, abbiamo onorato: avevamo detto che non avremmo abbandonato gli allevatori e siamo qui al loro fianco (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Per questo motivo, la Lega Nord Padania voterà a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fluvi. Ne ha facoltà.

Pag. 27

ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il pensiero, come hanno già detto altri colleghi prima di me, va prima di tutto alla tragedia che si è abbattuta sull'Abruzzo. Le notizie che arrivano da L'Aquila e dai comuni della regione, le immagini che da questa mattina scorrono sulle televisioni danno l'idea di quello che è successo questa notte e di quanto forte sia stata la scossa di terremoto. Per tutta la giornata tutti noi abbiamo sperato che le parole che questa mattina il sottosegretario Bertolaso ha detto - e cioè che siamo di fronte alla peggiore tragedia del millennio - fossero false o quantomeno ridimensionate. Purtroppo non è stato così.
Ci sono momenti, signor Presidente, in cui l'unità prevale sullo spirito di parte. Questo è sicuramente uno di quelli e, oltre alla solidarietà ed alla vicinanza verso le popolazioni colpite dal sisma, prevale in queste ore il sostegno a quanti si sono da subito mobilitati per portare aiuto in quelle terre. Alla protezione civile, alle forze dell'ordine, alle associazioni di volontariato va il nostro sostegno in queste ore di difficile e duro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Signor Presidente, questo atteggiamento di responsabilità non ci impedisce, tuttavia, di guardare in maniera critica a questo provvedimento. Si tratta di una valutazione negativa che si somma ad un giudizio severo per la decisione del Governo di utilizzare questo decreto-legge come veicolo per farvi «salire» quello sulle quote latte. Si tratta di un'operazione - è inutile nasconderlo - che suscita forti perplessità per il fatto che, così facendo, si aggira il dettato costituzionale dei 60 giorni per la conversione dei decreti-legge.
Oltre a ciò, c'è un giudizio di merito che non possiamo tacere. Grazie all'impegno dell'opposizione e del Partito Democratico sono state cancellate le norme più controverse, ma rimane un vulnus per noi inaccettabile, che è rappresentato dal fatto che lo Stato sta abdicando alla sua funzione di garante della legalità. Che cosa andremo a dire alla stragrande maggioranza degli allevatori che hanno rispettato la legge, se il messaggio che mandiamo è quello contenuto in questo decreto-legge, che cioè si può sforare perché tanto alla fine un Governo amico riesce a «mettere una toppa»? All'onorevole Cota vorrei dire che anche coloro in regola hanno lavorato e lavorano nelle stalle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Signor Presidente, con cadenza sempre più ravvicinata le più autorevoli organizzazioni internazionali aggiornano le loro previsioni sull'andamento dell'economia. La settimana scorsa è toccato all'OCSE rivedere al ribasso le stime di crescita del prodotto interno lordo per l'anno in corso e per i prossimi anni. Quella scattata dall'OCSE è la fotografia di un'economia in forte difficoltà, che fatica a trovare la strada per superare una crisi difficile, per molti versi inedita.
Non sono interessato ad inquadrare i diversi interlocutori fra le categorie dei catastrofisti e degli ottimisti. Sono convinto che il compito di tutta la classe dirigente sia uno solo, ovvero guardare in faccia la realtà per quello che è e non per come vorremmo che fosse. Dire la verità agli italiani è il presupposto per chiamare a raccolta tutte le forze endogene di cui questo Paese dispone e di questo c'è bisogno per provare ad arginare una crisi economica difficile e dura, che ancora temo non abbia dispiegato per intero i suoi effetti.
Ed invece si preferisce la strada degli annunci e degli spot, ma mai come oggi la distanza fra gli annunci e la realtà si fa così evidente. Provate per esempio a chiedere, nonostante i Ministri e il Presidente del Consiglio annuncino in televisione interventi per miliardi di euro, come mai i lavoratori in cassa integrazione non riescano a riscuotere l'indennità, o per esempio come mai le imprese vedano ridurre i loro affidamenti bancari, incontrino difficoltà a farsi scontare le fatture o a vedersi concedere prestiti.
Noi diamo un giudizio negativo sul decreto-legge al nostro esame, lo giudichiamo inadeguato ed anche in quelle parti che condividiamo è incomprensibile Pag. 28il ritardo con il quale sono state emanate le norme. Volete spiegare, per esempio, il motivo del ritardo con il quale avete approvato gli incentivi sulla rottamazione? Non era più semplice prorogare, come noi avevamo richiesto, gli incentivi sin da gennaio? Sicuramente non avremmo assistito al crollo del mercato dell'auto nei primi mesi dell'anno, certamente ci saremmo risparmiati migliaia di ore di cassa integrazione.
Francamente, stentiamo a comprendere il motivo di questo atteggiamento del Governo: si adottano provvedimenti a ripetizione che affrontano alcuni aspetti del problema, ma mai nessuno va al cuore dello stesso. Eppure l'opposizione, il Partito Democratico, non si è mai tirato indietro, anzi ha sempre reclamato il confronto. Sicuramente non c'è la stessa lettura della profondità della crisi eppure anche voi vivete sul territorio, avete rapporti con i lavoratori e con le imprese e non potete non vedere che rispetto al passato vi è una novità rilevante: non siamo di fronte alla crisi di alcuni settori, che può essere compensata da altri che vanno bene, ma siamo di fronte ad una crisi orizzontale, generale, ad una crisi che sta mettendo in seria difficoltà l'intero apparato produttivo del Paese.
A differenza del passato stanno entrando in crisi i territori: è lì che si sta scaricando la crisi e, se questo è vero, vorrei dire ai colleghi della maggioranza che, se la risposta ai territori è la fiscalità di distretto, allora svegliatevi, non è questa la risposta; questa norma non ha alcuna possibilità di essere tradotta in realtà. Mi dite come facciamo a fare il consolidato fiscale, qual è l'azienda disposta a pagare di più perché un'altra paghi di meno? Noi non ci sottrarremo al confronto, purché abbia basi solide. Alla norma che avete scritto preferiamo quella della detassazione degli investimenti.
Mi avvio a chiudere, signor Presidente. Noi pensiamo che occorra guardare in faccia la realtà e guardare in faccia la crisi significa in primo luogo porsi il problema della tutela del reddito e degli investimenti. Ecco perché noi diciamo che, prima di tutto, a tutti coloro che perdono il posto di lavoro occorre garantire un assegno mensile, indipendentemente dal rapporto di lavoro. Così come abbiamo proposto di incrementare, attraverso un contributo di solidarietà del 2 per cento sui redditi che superano i 120 mila euro, il fondo di sostegno alla povertà. Dobbiamo aver chiaro, colleghi, un punto: da questa crisi o si esce tutti insieme o non si esce. Negli ultimi anni le differenze di reddito fra chi ha e chi non ha si sono accentuate e se non si introduce maggiore equità e maggiore solidarietà il rischio è quello di produrre maggiori lacerazioni sociali.
Infine, e chiudo, ribadiamo la necessità di allentare il patto di stabilità interno per liberare risorse che sono già nelle disponibilità dei comuni e per aprire un cantiere diffuso di opere pubbliche in tutto il Paese e permettere a migliaia di piccole imprese di continuare a lavorare.
Signor Presidente, il voto di fiducia ha strozzato il dibattito, ci ha impedito di confrontarci in Aula e di migliorare il provvedimento.
Noi voteremo contro questo decreto-legge; ciononostante continueremo a ricercare il confronto in quest'Aula e nel Paese, ad incalzarvi con le nostre proposte, a portare il nostro contributo per aggirare una crisi difficile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polidori. Ne ha facoltà.

CATIA POLIDORI. Signor Presidente, signori deputati, signori del Governo, nell'annunciare con convinzione il voto favorevole del gruppo PdL su questo provvedimento, pur con il peso nel cuore del lutto che ha colpito l'Italia e con la commozione, per cui il cordoglio è sicuramente unanime, vorrei ricordare principalmente agli italiani e poi ai colleghi dell'opposizione, che tanto si sono stracciati le vesti in questi giorni per essere il più possibile visibili, che stiamo assistendo ad un'ennesima e importante azione di Pag. 29questo Governo superando, ancora una volta, il solito stanco, trito e ritrito coro di niet che voi dell'opposizione non avete fatto altro che pronunciare fino ad oggi.
La crisi colpisce l'economia italiana, prevalentemente attraverso il crollo del commercio internazionale e una crisi di fiducia che inceppa il passaggio del risparmio da chi lo genera a chi lo usa per attività produttive. Le uniche soluzioni passano per il rafforzamento della domanda interna e la salvaguardia della sua struttura produttiva nelle sue componenti di capitale umano e fisico. Dahrendorf sostiene che la crisi è mondiale e non globale, nel senso che colpisce tutti i Paesi, ma con problemi diversi e che quindi richiede soluzioni diverse, soluzioni nazionali: ciò è vero solo in parte perché dietro le diverse strategie vi sono, infatti, diverse politiche monetarie, ma è fortemente responsabile che, mentre si discute e si cercano coerenze e regole internazionali, i Governi nazionali si facciano carico della crisi e agiscano tempestivamente.
È quel che il Governo italiano sta facendo impegnandosi su tre chiare direttrici: rafforzare ed estendere gli strumenti di sostegno ai redditi colpiti dalla crisi, mobilitare la domanda interna in grado di rimettere in moto i settori determinanti, aumentare la competitività del sistema, superando il gap infrastrutturale e l'inefficienza della pubblica amministrazione, il tutto - lo ripeto - il tutto senza aumento di spesa pubblica, ma ricomponendo la spesa stessa e, soprattutto, affrontando un rivoluzionario e coraggioso mutamento delle regole.
Il senso rilevante di questo provvedimento sta nell'aver considerato centrale il ruolo delle PMI, l'indotto delle grandi aziende che vivono, pur tra mille difficoltà strutturali, di innovazione, di competenza, di sudore quotidiano, ben lontane dall'aderire alle mirabolanti e moderniste proposte di quotazione in borsa e agli innovativi strumenti di finanza speculativa. Occorreva aiutare le famiglie, dar loro speranza e fiducia, sostenere la domanda e le imprese, aiutare le banche sane che vogliono continuare a fare il proprio mestiere. Con una legge finanziaria per il triennio basata sul presupposto di una crisi in intensificazione, con particolare attenzione alla tutela del risparmio assumendo il principio e il dovere costituzionale che identifica nel risparmio popolare un bene pubblico, con un fondo finalizzato alle imprese, con una riorganizzazione e il sostegno alla internazionalizzazione, con la banda larga, le semplificazioni, con il primo piano energetico dopo vent'anni, con il riordino degli incentivi - non più soldi ai programmi, ma ai progetti - la detassazione degli straordinari, la riduzione del carico fiscale sulla prima casa e tanto altro, questo Governo sta tenendo fede agli impegni presi in campagna elettorale.
Con un decreto-legge non connotato da carattere protezionistico, caratterizzato dalla significativa volontà di non regalare i soldi dei contribuenti, ma di legare l'erogazione di contributi ad imprese virtuose ci fornisce un'altra risposta alla crisi prevedendo incentivi all'acquisto di veicoli ecologici, detrazioni per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici, agevolazioni fiscali in favore delle imprese. Credo che il Governo in questi mesi abbia agito con il coraggio di scelte impopolari e con prudenza, una prudenza necessaria sia in considerazione del nostro debito pubblico - aumentarlo significherebbe gravare ulteriormente sulle giovani generazioni - sia anche per realismo: bruciare anzitempo le risorse, poche per la verità, che abbiamo a disposizione non sapendo ancora quali saranno i confini di questa crisi sarebbe stato un atteggiamento assolutamente irresponsabile.
Da più parti quest'azione di Governo, finalizzata ad adottare quei provvedimenti che, di volta in volta, la situazione richieda, è stata giudicata tra le migliori in Europa. È l'adattamento al sistema e alle sue rinnovate condizioni, a chi anticipa l'onda, creando il cambiamento, piuttosto che subirlo.
Signor Presidente, quando sento che tutto ciò è insufficiente ed inadeguato alla crisi che stiamo vivendo - è vero oggi non è il giorno della polemica -, permettetemi di Pag. 30ripensare, con oggettività e leggendo i fatti, alle manovre economico-finanziarie della scorsa legislatura. Ogni anno, più o meno il 2 novembre, si parlava del bilancio dello Stato e partivano le litanie delle manovre, con le categorie ad alzare altolà sugli effetti perniciosi che quel Governo intendeva perseguire. Non presentavano alcuna logica di sviluppo, alcuna dimensione economica, ma si cercava solamente di mettere insieme tutto e il contrario di tutto, per intercettare qua e là i voti necessari per sopravvivere. Intanto, dedicavamo ogni anno alcuni mesi ai duelli tra la visione economica di destra e quella di sinistra, mentre il resto del mondo andava avanti.
Con una di quelle invenzioni politico-lessicali, che fanno unica l'Italia, si cominciò a parlare di «tesoretto». Si aveva il coraggio di parlare di «tesoretto» nel Paese seduto sulla più alta montagna di debito pubblico che sia mai stata accumulata nella storia delle democrazie occidentali.
Le scorse settimane abbiamo sentito toni pesanti, usati a sproposito, da continua campagna elettorale. Vorrei ricordare a quest'Assemblea i tempi in cui il Parlamento e il Governo precedente presentava maxiemendamenti, senza alcuna relazione tecnica, in cui non avveniva, come è avvenuto molto spesso, anzi quasi sempre in quest'Aula, che il Governo ponesse la fiducia sul testo elaborato dalle Commissioni o sul testo approvato dal Senato.
Da questo punto di vista, forse, un pochino più di onestà intellettuale avrebbe giovato al dibattito che volevate. Ad ora, siamo entrambi a quattordici fiducie in undici mesi, ma il Governo Prodi ne pose sette in settantacinque giorni. Il tutto solo perché questo Governo è passato, da quello che Foucault condensò nel famoso binomio «sorvegliare e punire», a sostenere un Paese che ha bisogno di rimettersi in cammino: dal furore ideologico della sinistra al senso di responsabilità, dal nascondere dietro la debole bandiera dell'etica la propria incapacità di governare, al coraggio di accettare una sfida seria e importante, quale quella che l'attuale congiuntura di mercato ci sta imponendo.
Crediamo che questo Paese non meriti una classe dirigente litigiosa e appare gravemente scorretto oscillare tra il trionfalismo dell'analisi, quando si è al Governo, e il catastrofismo, quando si è all'opposizione. L'economia italiana, in effetti, ha punti forti e punti deboli, attraversa una situazione grave - è vero, perché gravissima è la situazione internazionale - ma non è certo alla catastrofe. È di ieri la notizia che la Goldman Sachs ha dato ossigeno all'immagine del nostro Paese, tracciando i contorni di una realtà macroeconomica meno fragile di quanto voglia la vulgata comune. È stato addirittura indicato, nell'accordo con la nostra FIAT, nel suo bagaglio di tecnologia nelle vetture compatte e nella capacità del suo management, la via per rafforzare la solidità finanziaria di Chrysler, salvaguardando molti posti di lavoro. Questo non significa che la notte sia alle spalle.
Oggi più che mai, ci vengono chiesti un Governo ed una maggioranza parlamentare efficienti, grintosi e convinti di voler far bene, che non lasceranno di certo i terremotati dell'Abruzzo nelle baracche per decenni. Dobbiamo creare alle spalle di questo Paese una situazione che non determini la realtà contraddittoria che abbiamo vissuto nel passato. È per questa serie di ragioni, quindi, che noi voteremo a favore di questa scelta di Governo. Lo sosteniamo nel suo impegno e gli chiediamo di essere coerente nella sua linea, nonché di proporre e di proporsi un indirizzo, che oggi operi questa ristrutturazione del sistema economico italiano e che domani riprenda il percorso della riduzione della pressione fiscale e dello sviluppo del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2187-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato. Pag. 31
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Ha chiesto di parlare il presidente della Commissione attività produttive, onorevole Gibelli. Ne ha facoltà.

ANDREA GIBELLI, Presidente della X Commissione. Signor Presidente, proprio in ragione dell'invito che ci ha appena rivolto, faccio presente che, nel testo del maxiemendamento, all'articolo 7-quinquies, il comma 11 fa riferimento all'articolo 3, comma 4-ter del medesimo maxiemendamento, comma dichiarato inammissibile dalla Presidenza. Tale riferimento deve conseguentemente intendersi espunto. Chiedo, quindi, alla Presidenza di provvedere in merito, in sede di coordinamento formale del testo.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Gibelli. Prego i colleghi di prendere posto perché dobbiamo procedere alla votazione.
Prima di indire la votazione, permettetemi una comunicazione: la Presidenza della Camera, d'intesa con il Collegio dei questori e in analogia con quanto già previsto dal Senato della Repubblica, ha deciso di promuovere una sottoscrizione all'interno della Camera in favore delle popolazioni colpite dal sisma (Applausi). Sono certo che il vostro applauso si tradurrà anche in un concreto esempio da parte di ogni collega.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2187-A )

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 2187-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Invito tutti i deputati ad attivare il terminale di voto. Sono tutti attivati? Onorevole Porcu... onorevole Frattini...onorevole Mondello...onorevole Lazzari...onorevole Ciccioli...gli onorevoli Frattini e Porcu sono a posto. Sono tutti attivati? Onorevole Romele...è a posto, onorevole Ciccioli? Onorevole Ciccioli, il nuovo sistema è già disattivato, quindi può votare con il vecchio sistema. Prego di esprimere il voto. Non funziona? Onorevole Ciccioli, si sposti, in via del tutto eccezionale, rispetto al suo posto. Ecco, adesso è attivato. Prego i colleghi di esprimere il voto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

«Conversione in legge del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, recante misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi» (2187-A):

Presenti 449
Votanti 448
Astenuti 1
Maggioranza 225
Hanno votato 251
Hanno votato no 197
(La Camera approva - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Vedi votazionia ).

Prendo atto che il deputato Alessandri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Sull'ordine dei lavori (ore 18).

GIANNI MANCUSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, ho chiesto di parlare per una comunicazione molto veloce. Nella mia veste di coordinatore dell'Intergruppo parlamentare donatori di sangue, avendo ricevuto molte sollecitazioni da parte di colleghi relativamente al fatto che possa essere Pag. 32utile raccogliere qualche sacca di sangue in più, vorrei segnalare che, pur con le difficoltà dell'urgenza, avremmo pensato di organizzare una donazione straordinaria dopodomani, quindi mercoledì mattina, dalle 8 alle 10, presso la terapia d'urgenza (dietro l'emiciclo, al primo piano, nei pressi dell'infermeria) (Applausi).
Per informazioni, sono contattabile alla mail della Camera, e ci si può rivolgere anche presso la terapia d'urgenza e l'infermeria. Questa comunicazione modifica quella che ha fatto poco fa il collega Monai, che parlava di domani. Domani, quindi, non vi sarà alcuna attività, ma la donazione di sangue avrà luogo mercoledì mattina dalle 8 alle 10.

Informativa urgente del Governo sul terremoto in Abruzzo (ore 18,02).

PRESIDENTE. Avrà ora luogo lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sul terremoto in Abruzzo.
Dopo l'intervento del Ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Vito, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Ministro per i rapporti con il Parlamento)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Elio Vito.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, naturalmente il Governo ha immediatamente aderito alla richiesta del Parlamento di rendere la doverosa informativa sull'evento di questa notte in Abruzzo. Lo farò per quanto possibile...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Vito. Prego almeno in questa circostanza di ascoltare e di non colloquiare con i rappresentanti del Governo, almeno in questa circostanza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro). Prego, signor Ministro.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Lo farò, naturalmente, per quanto possibile con le informazioni in questo momento in nostro possesso, e riferirò sull'immediata attivazione del sistema nazionale di Protezione civile e sulle iniziative che il Governo ha assunto e sta assumendo, non prima naturalmente di dare una breve descrizione dell'evento.
Il fenomeno sismico dannoso e violento di magnitudo 5,8 della scala Richter che stamane alle ore 3,32 ha colpito il territorio della provincia dell'Aquila e di altri comuni della regione Abruzzo, seguito da successive scosse di forte intensità, ha purtroppo provocato crolli diffusi in numerosi comuni della provincia e in altri della regione Abruzzo, causando la perdita di numerose vite umane, numerosi feriti e, data l'estensione dell'evento, il conseguente sgombero di numerosissimi immobili.
Signor Presidente, per quanto riguarda la cifra che a noi tutti più sta drammaticamente, tragicamente a cuore, quella della perdita di vite umane, il dato ufficiale in questo momento in possesso del Governo è di 91 persone decedute; purtroppo, però, dobbiamo annunciare che è prevedibile che tale dato sia destinato nelle prossime ore ad aumentare.
A seguito della comunicazione dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia delle ore 3,57 relativa all'evento sismico, sono state immediatamente contattate le sale operative delle strutture operative presenti nella sala Situazione Italia del dipartimento nazionale della Protezione civile per acquisire tutte le informazioni necessarie. Dalle prime verifiche effettuate sul territorio sono stati registrati crolli, in particolare, nel centro storico del capoluogo de L'Aquila, e anche in numerosi centri minori limitrofi, tra i quali Paganica, Fossa e Poggio Picenze. Successivamente si è avuta notizia della rovina quasi totale del centro storico di Onna. Pag. 33
Alle ore 4 della giornata odierna è stato immediatamente convocato il comitato operativo della Protezione civile, presieduto dal dottor Guido Bertolaso, al quale hanno partecipato tutti i rappresentanti delle componenti e delle strutture operative di Protezione civile. Il comitato si è riunito alle ore 4,40, ed è tuttora ininterrottamente attivo.
Nel corso delle prime ore della mattinata sono partiti nove nuclei di Protezione civile diretti nelle località maggiormente colpite, e sono state attivate le colonne mobili dei Vigili del fuoco da tutte le regioni italiane, ad eccezione, per ovvie ragioni, di quelle della Sicilia e della Sardegna. Sul posto è stata istituita la direzione comando e controllo presso la sede della scuola della Guardia di finanza dell'Aquila.
Alle ore 7,30 è stata effettuata una prima ricognizione in elicottero sulle aree interessate dallo stesso dottor Bertolaso, accompagnato dal vicecapo della polizia, dal commissario della Croce rossa italiana, dal capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e da un ulteriore team del dipartimento nazionale della Protezione civile, e sono stati attivati i primi interventi di assistenza alla popolazione così drammaticamente colpita.
Nel campo sportivo de L'Aquila il dipartimento nazionale della Protezione civile ha organizzato la distribuzione di circa 6 mila pasti ed ha inviato 500 tende, cui si sono aggiunte altre 500 messe a disposizione dal centro approvvigionamento pronto intervento del Ministero dell'interno. Sono stati successivamente installati oltre 100 bagni chimici.
Alle ore 12,30 la città di Pescasseroli ha messo a disposizione 4 mila posti letto in alberghi e campeggi per gli abitanti della provincia de L'Aquila. La società ENEL ha messo a disposizione 30 gruppi elettrogeni, che possono alimentare una tendopoli di circa 10 mila persone. Sono quindi partite le colonne mobili del Lazio, dell'Umbria, del Molise e delle Marche, e sono state attivate quelle della Lombardia, dell'Emilia-Romagna, della Liguria, della Toscana, della Calabria, della Campania, del Friuli Venezia Giulia e del Veneto. Il comune di Roma ha messo a disposizione i mezzi della propria colonna mobile.
Alle ore 15 risultano operativi cinquecento volontari delle associazioni nazionali di protezione civile, ma già entro stasera si prevede il raggiungimento delle mille unità impegnate (a queste naturalmente si aggiungono i volontari che fanno riferimento alle singole colonne mobili regionali delle regioni che ho prima elencato).
Dalle prime ore del mattino sono inoltre in prontezza operativa 59 mezzi aerei, a cui sono da aggiungere 9 mezzi aerei già operativi. Per quanto riguarda i servizi essenziali, sulla rete elettrica de L'Aquila la situazione è sotto controllo. Risultano disalimentate attualmente solo circa 4 mila utenze, mentre al momento si segnalano criticità ancora relativamente alla capacità telefonica della rete mobile, che però si sta provvedendo a ripristinare con interventi di riparazione e di potenziamento finalizzati ad aumentare sensibilmente la capacità di traffico telefonico, anche attraverso l'installazione di numerosissimi impianti trasportabili (questo per fare fronte alle evidenti, giustificate necessità della popolazione di mettersi in contatto con i propri familiari).
Sono stati inoltre predisposti mezzi mobili sostitutivi dei servizi postali, in quanto 51 degli uffici postali presenti nel cratere dell'evento sono in fase di verifica di agibilità post-sisma, pronti comunque ad essere inviati in loco laddove risulti necessario.
L'evento in questione ha determinato - com'è noto - anche delle carenze idriche in tutti i comuni del teramano a nord del comprensorio gestito dall'azienda acquedottistica locale, mentre la rete del gas è stata prontamente disalimentata su richiesta dei vigili del fuoco.
Per quanto riguarda la viabilità sono ancora in corso accertamenti in particolare sulla A24, che è stata interdetta ai mezzi superiori ai 7,5 quintali tra Roma e L'Aquila e completamente chiusa per ragioni di sicurezza al traffico tra Tornimparte Pag. 34e Assergi, mentre la A25 è stata interdetta invece nel tratto tra Pratola e Bussi-Popoli.
Si sono inoltre registrate gravi lesioni strutturali sulla strada statale 5 Tiburtina Valeria, dove il traffico è stato interdetto nei pressi del comune di Raiano e tra i comuni di Molina e Goriano. La strada statale 5, inoltre, è interrotta dal chilometro 160,900 al chilometro 169 e poi dal chilometro 176 al chilometro 176,400. Sulla strada statale 696 e su quella 80 il traffico risulta evidentemente rallentato per la presenza di massi sulla carreggiata.
Le Ferrovie dello Stato ci hanno comunicato che è tuttora interrotto il traffico ferroviario sulla linea da Sulmona e per L'Aquila, mentre per le ore 20 posso annunciare che sarà ripresa la tratta dei collegamenti fra Roma e L'Aquila.
Inoltre, la Rete ferroviaria italiana ha messo a disposizione otto carrozze letto attualmente stazionate a Terni e una carrozza ferroviaria per la preparazione di pasti caldi, nonché due treni con una capienza di circa 400 passeggeri ciascuno attualmente situati uno a Pescara e l'altro a Roma.
Questo per quanto riguarda le iniziative che sono state assunte e, personalmente, a nome del Governo intendo ringraziare non solo il capo del Dipartimento della Protezione civile, ma tutti gli operatori che da questa mattina stanno lì, come ho detto, ininterrottamente operando e anche i volontari che lo stanno facendo e che si stanno in questi minuti recando nelle zone colpite dal sisma (Applausi).
Per quanto riguarda poi le iniziative assunte dal Governo, e verrò alla parte conclusiva del mio breve intervento, constatata la necessità di intervenire tempestivamente ed immediatamente per fornire ogni tipo di assistenza alle popolazioni colpite dagli eventi sismici, nonché di assicurare la funzionalità della circolazione sulle reti di trasporto del territorio nazionale anche al fine di favorire l'arrivo nelle zone colpite delle colonne di soccorso mobile, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per salvaguardare l'incolumità dei cittadini coinvolti e per favorire il repentino ritorno alle loro normali condizioni di vita ha nominato il capo del Dipartimento della Protezione civile commissario delegato per l'adozione di ogni indispensabile iniziativa (questo è avvenuto ancor prima che sia stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale, che avverrà solo nei prossimi minuti con la riunione di emergenza del Consiglio dei Ministri).
Questo provvedimento è stato assunto ai sensi dell'articolo 3 del decreto-legge 4 novembre 2002, n. 245, convertito dalla legge n. 286 del 2002. Tale disposizione infatti prevede che in casi di assoluta necessità, ove vi sia una reale compromissione dell'incolumità dei cittadini, il Presidente del Consiglio dei Ministri disponga con proprio decreto, anche prima della dichiarazione dello stato di emergenza, il coinvolgimento delle strutture operative nazionali del Servizio nazionale della protezione civile (ed è quanto appunto il Presidente del Consiglio ha fatto questa notte, anche per queste ragioni rinviando l'impegno internazionale che prevedeva la sua presenza a Mosca).
Il commissario delegato - a cui è stato assegnato il compito di assicurare ogni forma di tutela degli interessi pubblici primari delle popolazioni interessate, nonché ogni misura idonea al superamento del contrasto emergenziale per la salvaguardia innanzitutto delle vite umane - ha già emanato un'apposita ordinanza commissariale, con la quale ha disposto i primi interventi urgenti conseguenti agli eventi sismici.
Tra l'altro, il provvedimento commissariale ha autorizzato il presidente della regione d'Abruzzo ed i sindaci dei comuni interessati ad avviare tutte le attività urgenti, per garantire il necessario sostegno alla popolazione e un'adeguata sistemazione a tutti quei cittadini impossibilitati a rientrare nelle loro abitazioni.
Presso ciascun comune, inoltre, sono stati già costituiti gruppi di rilevamento per censire lo stato di inagibilità degli edifici pubblici e privati, composti da tecnici qualificati appartenenti ad amministrazioni ed enti pubblici. Pag. 35
Come annunciavo prima, signor Presidente, è stato convocato il Consiglio dei Ministri tra pochi minuti, alle ore 19, che procederà alla dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge n. 225 del 1992.
Sono naturalmente allo studio tante altre iniziative che verranno assunte tempestivamente e comunicate al Parlamento dal Governo nelle prossime ore, per definire ulteriori interventi necessari alla riconduzione alla normalità della vita dei cittadini coinvolti nell'evento sismico (Applausi).

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Elce. Ne ha facoltà. Gli ricordo che ha cinque minuti di tempo a disposizione.

GIOVANNI DELL'ELCE. Signor Presidente, volevo parlare «a braccio» come politico, ma sono molto emozionato. Sono soprattutto un deputato dell'Abruzzo e parlare della mia regione in questo momento veramente mi blocca e non riesco più ad andare avanti a parlare. Quindi, seguirò una traccia di discorso che ho abbozzato prima di intervenire.
Signor Presidente, quando si verifica un evento tanto drammatico quanto imprevedibile è difficile esprimere i sentimenti, le emozioni, i pensieri che tanta devastazione sollecita. Una tale condizione è resa ancora più ardua per chi non deve semplicemente commentare un fatto così devastante come il terremoto che si è verificato in Abruzzo, ma concretamente operare per la soluzione dei problemi e delle grandi questioni che esso propone.
Tuttavia non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo sottrarci dall'esprimere la forte e convinta solidarietà dei deputati del Popolo della Libertà nei confronti delle donne e degli uomini colpiti da questa terribile sciagura (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). È una solidarietà che sollecita il più totale e convinto impegno, per quanto compete la nostra attività, al fine di collaborare alla soluzione dei molti e gravissimi problemi che abbiamo ora di fronte.
Una tragedia tanto grande postula risposte adeguate ed in questo senso esprimo il nostro plauso ed il nostro sostegno all'azione forte e pronta del Governo, che ha operato e sta operando con tempestività e risolutezza per affrontare la prima emergenza e predisporre le basi per gli interventi successivi.
La presenza stessa del Presidente del Consiglio sui luoghi della tragedia ha costituito una forte e significativa testimonianza, di alto profilo istituzionale ed umano, testimonianza rafforzata dalla stessa presenza di altri membri del Governo.
Straordinaria per tempestività e sostanza di intervento è stata la risposta della nostra protezione civile, guidata da Bertolaso, che, operativa nei tre minuti dopo l'evento sismico, ha mirabilmente predisposto le azioni necessarie per affrontare l'emergenza e le sue conseguenze.
L'Italia intera è stretta intorno all'Abruzzo. Le forze politiche stesse hanno mostrato unità di intenti nel sostenere l'azione del Governo. È importante che a questi primi segnali segua la costanza di un tale atteggiamento, che può - per questo sì - costituire un importante punto di partenza per le difficoltà attuali e la ricostruzione successiva. Una democrazia matura e consapevole è più forte quando è sorretta da un simile responsabile atteggiamento.
In un momento tanto difficile, va anche sottolineato l'impegno forte e costruttivo dei cittadini e dei loro amministratori. Come non pensare, ad esempio, al sindaco, al nostro ex collega, Massimo Cialente, che ha saputo rispondere, in termini concreti ed efficienti, e con grande lucidità, nei primi momenti di sconcerto e di paura. I deputati del Popolo della Libertà desiderano rivolgere un ringraziamento alle regioni che hanno collaborato immediatamente, con aiuti concreti e grande generosità, per sostenere il nostro popolo abruzzese.

Pag. 36

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIOVANNI DELL'ELCE. L'Abruzzo, il mio Abruzzo, ha subìto una ferita lacerante, sconvolgente. Mai come in questo momento, siamo convinti che l'azione forte del Governo e l'unità della gente della mia terra sapranno superare questa tragedia.
Si dice che nella difficoltà si misura la forza degli uomini: credo che tutti noi siamo pronti a dimostrare che questo è vero (Applausi).
Signor Presidente, vorrei anche ringraziare i Carabinieri, la Polizia e le Forze armate, che stanno collaborando in questo momento (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Franceschini. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, innanzitutto, vorrei ringraziare il Ministro Vito per l'informativa non solo formale, ma capisco in questo momento la più analitica possibile, dei fatti che sono accaduti questa notte e nella giornata di oggi.
È difficile trovare le parole giuste per affrontare una tragedia di questo tipo, di fronte alle immagini che abbiamo visto, e ai segnali che ci sono arrivati, delle vittime che, purtroppo, per la costituzione di quel territorio - fatto di tanti piccoli borghi e centri - sembrano destinate a crescere e a non essere censite così facilmente. Abbiamo visto il dolore: esprimiamo, in questa sede, la vicinanza di tutti i deputati del Partito Democratico.
Vi è l'emergenza da affrontare: l'emergenza di coloro che devono affrontare la notte, che non sanno come fare e che vedono aggiungere al dolore, il disagio materiale e morale.
Questo è il momento dell'azione, è il momento della solidarietà. L'Italia, come sempre in queste situazioni, si sta mobilitando spontaneamente dappertutto, dal nord al sud: si stanno mobilitando le istituzioni, le associazioni ed i cittadini.
Di fronte a persone che hanno perso la vita e di fronte al dolore delle persone che hanno perso i familiari, mentre ancora si lotta per salvare delle vite dalle macerie, si accantona lo scontro politico. Il Governo deve agire con la massima tempestività possibile: in poche ore, deve trovare alloggi, trovare cibo e consentire di superare le prime difficoltà, come l'assistenza sanitaria. Ma anche l'opposizione deve fare la sua parte: proveremmo vergogna anche solo pensando di imboccare la strada della speculazione politica di fronte ad un disastro di questo tipo. Questa è stata subito la scelta che ha fatto il Partito Democratico: un'opposizione che si assume la sua parte di responsabilità e che cerca di fare la sua parte.
Abbiamo condiviso la scelta del Presidente del Consiglio di recarsi immediatamente a L'Aquila per coordinare i soccorsi e per capire come sia la situazione.
Ho telefonato al Presidente Berlusconi dando la disponibilità del Partito Democratico con le sue strutture, le sedi dei suoi circoli, con i suoi militanti e con la propria organizzazione a fare tutto ciò che è possibile. Abbiamo messo la nostra rete capillare a disposizione delle strutture della Protezione civile, naturalmente perché sono le strutture della Protezione civile che ci devono dire in che modo e in che forma è utile un aiuto che si aggiunge a quello dello Stato. Ci sono già stati contatti tra i nostri dirigenti di partito e i funzionari della Protezione civile, abbiamo dato la disponibilità e stanno già andando in Abruzzo volontari e militanti che possono offrire volontariamente la loro professionalità come medici e infermieri, ma anche muratori e idraulici.
Sempre sotto l'indicazione della Protezione civile stiamo spostando in Abruzzo quella cosa molto bella e volontaria che sono le cucine da campo delle nostre feste di partito che andranno ad aiutare materialmente le persone che in queste ore hanno anche esigenze materiali. I nostri amministratori sono stati sollecitati, anche se non ce n'era assolutamente bisogno, perché tutti si sono spontaneamente mobilitati (sindaci e presidenti delle province Pag. 37e delle regioni) nel massimo modo possibile. Poi verrà il tempo dell'analisi dei fatti e quello della ricostruzione.
Voglio dire qui che, anche per il futuro, in un Paese ad alto rischio sismico noi siamo pronti in modo aperto ad un confronto per migliorare il nostro sistema di prevenzione dei rischi sismici, per intervenire nella costruzione di nuovi edifici, affinché come elemento obbligatorio e dovuto questi edifici siano sempre in grado di affrontare il rischio che nel nostro Paese vi sarà sempre. Siamo anche pronti ad individuare insieme come mettere maggiore organizzazione e maggiori risorse al nostro sistema della protezione civile.
Un Paese moderno deve fare così. Vi sono la dialettica tra maggioranza e opposizione e la durezza dello scontro politico, ma di fronte all'emergenza e alla sofferenza viene il tempo di unire le forze. Oggi tutti insieme, tutti noi insieme siamo lo Stato. Oggi la politica, tutta la politica, ha un unico dovere: fare presto e fare bene (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

MARCO RONDINI. Signor Presidente, sarebbe un grave errore oggi prestarsi ad inutili polemiche nel tentativo di rintracciare responsabilità difficilmente riscontrabili. Sarebbe un'operazione di sciacallaggio politico alla quale non ci prestiamo e non vogliamo assolutamente prestarci. Di fronte ad eventi traumatici di questo tipo, che segnano indelebilmente coloro che ne sono travolti, più corretto ed onesto sarebbe rispettare il silenzio, un silenzio che deve accompagnare gli interventi necessari ad aiutare la popolazione colpita.
Il gioco de «io l'avevo preannunciato» è il gioco sterile di chi in termini politici cerca di lucrare sulla vita delle persone. A chi piace esercitarsi in questo gioco vale la pena di ricordare che alla fine di marzo, a seguito di alcune scosse registrate in zona, la Commissione grandi rischi presieduta da Franco Barbera su mandato del dottor Guido Bertolaso aveva escluso il rischio di un aggravarsi della situazione. In questi giorni ero in Abruzzo per seguire sul territorio la campagna di tesseramento che abbiamo avviato e questa notte ero a L'Aquila. Posso testimoniare personalmente che l'intervento della Protezione civile è stato tempestivo.
A ciò va aggiunto che verranno dispiegati in Abruzzo per affrontare l'emergenza, grazie all'impegno del Governo, millecinquecento uomini per la Protezione civile, cento agenti di polizia e cento carabinieri che aumenteranno l'organico sul territorio. Questa emergenza dimostra, se ve ne fosse bisogno, che il volontariato coinvolto dalla Protezione civile è un elemento fondamentale per il controllo del territorio, così come lo sarà applicato all'ambito della sicurezza.
Infine, siamo sicuri che molti sindaci vorranno concretizzare la propria solidarietà attraverso donazioni e di ciò abbiamo già riscontro. Ora però chiediamo al Governo di impegnarsi affinché queste donazioni non vadano ad incidere negativamente sul Patto di stabilità degli enti locali che interverranno a favore di quelli colpiti.
Ancora, i nostri simpatizzanti abruzzesi - e non solo - interverranno fornendo la propria disponibilità alla Protezione civile, ma il loro aiuto non sarà anticipato da roboanti comunicati stampa, non porteranno medagliette al collo per farsi riconoscere, perché condividere il progetto politico della Lega Nord vuol dire, prima di ogni altra cosa, essere parte di un popolo senza strumentalizzarne il dolore a fini politici (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e di deputati del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Desidero anch'io ringraziare il Ministro Vito per l'informativa puntuale che ha reso. Signor Presidente, non è il momento delle parole o, peggio, delle polemiche: è il momento della solidarietà nazionale. Per l'Unione di Centro, il Governo e il Presidente Berlusconi Pag. 38hanno carta bianca nell'affrontare l'emergenza terremoto. Esprimiamo solidarietà alle popolazioni colpite, in particolare alle famiglie che hanno perso congiunti, penso in particolare ai bambini. Esprimo al Presidente della Camera la disponibilità del mio gruppo, per questa settimana, ad accelerare i lavori, come segno tangibile del nostro spirito di unità nazionale (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, l'Abruzzo è una città-regione - un milione 300 mila abitanti - dove tutti si conoscono e dove non esistono periferie. In questo momento, oltre al detto per il quale «l'abruzzese è forte e gentile», viene fuori anche un abruzzese con grande, grandissima dignità.
È questo il momento del lutto, del cordoglio partecipato e condiviso, della vicinanza morale e civile, non della polemica sterile. Bisogna stringersi tutti intorno al Governo, alla Protezione civile, alle forze in campo e ai volontari e, insieme a questi, dobbiamo far sentire forte e chiaro agli abruzzesi, ai cittadini e alle zone aquilane lo spirito di solidarietà e di unità nazionale che muove dal Parlamento.
Si poteva e si doveva fare di più - e anche meglio - in chiave preventiva e organizzativa? Lasciamolo, questo punto interrogativo. Lo ripeto, non è questo il momento, ma è e sarà certamente questa la sede di un approfondimento e di un dibattito che non va lasciato cadere, ma solo rinviato. Si tratta di un dibattito e di una riflessione che interrogano il Governo non solo e non tanto sul profilo tenuto e su quello da tenere, bensì sul piano delle scelte.
È più urgente - mi chiedo e vi chiedo - e strategicamente più importante la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina o la messa in sicurezza di scuole e ospedali? È più importante annunciare o concretizzare? Bisogna fare politica e - passatemi il termine, perché in questo momento me lo posso permettere - non la si può fare sulla pelle dei cittadini: a tutto c'è un limite. Bisogna scrivere il futuro e, soprattutto, bisogna scriverlo in comune, basandolo sulla credibilità delle opzioni, senza effetti speciali. Atti, fatti e comportamenti testimoniano oggi un ritardo forse incolmabile da parte di questo Governo. In situazioni come queste, dove è in ballo la credibilità delle istituzioni e di intere classi dirigenti, tutti stanno vedendo che il re è nudo. Anche e soprattutto per il bene del Paese e dell'Abruzzo, siamo qui pronti ad aiutarvi, ma è un aiuto condizionato, perché non devono essere poi dilazionati nel tempo l'intervento, l'utilizzo delle risorse e la capacità di dare risposte alle persone.
In questo momento l'Italia dei Valori sta attivando, a livello nazionale, una serie di iniziative con fondi di solidarietà e campagne che mettono in campo una grande quantità di persone con la volontà di partecipare in maniera solidale e sta cercando di coordinare tali iniziative e di far sentire l'Abruzzo un pezzo forte di questa Italia, poiché, pur essendo piccola, oggi dimostra di essere una grande regione. Infine, non va taciuto un aspetto: io sono un cittadino abruzzese che in questo tratto della vita è impegnato a fare il parlamentare e che non vuole, tornando in Abruzzo, vergognarsi di averlo fatto (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, voglio anch'io ringraziare il Ministro Vito per l'informativa che ha reso al Parlamento ed esprimere la nostra condivisione della scelta compiuta dal Presidente del Consiglio Berlusconi di affidare a Bertolaso la responsabilità di coordinare gli interventi in questa prima fase di emergenza.
Voglio ricordare ancora una volta le vittime di questo terremoto ed esprimere il cordoglio di tutti i parlamentari del Pag. 39Movimento per l'Autonomia. Purtroppo, quando accade un evento così drammatico come un terremoto, la vita di intere popolazioni viene completamente sconvolta.
L'ho già ricordato prima nel mio intervento, sono testimone del terremoto dell'Irpinia: quelle popolazioni stentano ad uscire fuori da quella drammatica vicenda, i segni sono ancora evidenti ed ancora non si è completata la fase della ricostruzione. Abbiamo avuto modo di apprezzare la tempestività dei soccorsi, la competenza con la quale la Protezione civile, il volontariato organizzato, le forze dell'ordine e l'Esercito stanno organizzando questa prima fase d'emergenza e siamo grati al sottosegretario Bertolaso che, con la solita competenza, li sta coordinando egregiamente.
Signor Ministro, conclusa la fase dell'emergenza, mi auguro che non accada come per il passato ovvero che bisognerà aspettare alcuni giorni prima di dare soccorso a chi è imprigionato dalle macerie. Bisognerà adoperarsi per garantire a chiunque abbia perso la propria abitazione di poterla ricostruire. Evitiamo quello cui personalmente ho assistito ovvero prima la collocazione nelle tende, poi nei container o nei prefabbricati leggeri e poi nei prefabbricati pesanti e infine in abitazioni definitive. Superata questa prima fase di emergenza, facciamo in modo che ci sia una ricostruzione che possa dare ai cittadini che hanno perso la casa, un'abitazione definitiva ed intervenire sul tessuto economico per evitare che il terremoto sia un'ulteriore spinta all'emigrazione per una regione come l'Abruzzo che, nel contesto delle regioni meridionali, accusa difficoltà.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sul terremoto in Abruzzo.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Lorenzo Ria, già iscritto al gruppo parlamentare del Partito Democratico, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,35).

PRESIDENTE. Per quanto riguarda i lavori della giornata odierna, avverto che la Commissione V (Bilancio) è convocata alle ore 19,30 per esprimere il parere sugli emendamenti riferiti al decreto-legge in materia di sicurezza (A.C. 2232-A). Tenuto conto di tale circostanza, il seguito dell'esame del suddetto provvedimento dovrà necessariamente slittare alla giornata di domani, a partire dalle ore 9.

DOMENICO DI VIRGILIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, sono abruzzese, sono nato e vissuto in Abruzzo nei primi anni della mia gioventù, ho lì ancora molti affetti e conosco quindi il popolo abruzzese che è forte, umile, coraggioso e sicuramente si rimboccherà le maniche.
Tuttavia questo non è sufficiente: occorre che il Governo, come abbiamo ascoltato e ne diamo atto al Ministro Vito, faccia il suo dovere tempestivamente affinché queste ferite siano sanate al più presto. Parlo naturalmente delle ferite sanabili perché i lutti e le sofferenze non lo saranno mai.
Sono lieto della sua iniziativa della sottoscrizione di un fondo di solidarietà come quella di donare il sangue per le vittime ed i feriti abruzzesi, sono contento di questa sua iniziativa e volevo far sentire la mia voce vicina a tutti gli abruzzesi con i quali ho condiviso tante sofferenze e tante gioie.

GIULIANO CAZZOLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 40

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, credo che dobbiamo tutti darle atto che con il «macchinino» che abbiamo qui davanti, al banco, lei ha risolto un problema che sembrava irrisolvibile, quindi devo complimentarmi con lei per la determinazione con cui ha portato a termine questa operazione antipianisti e antiassenteisti.
Tuttavia la settimana scorsa su Il Corriere della sera, autorevolissimo quotidiano italiano, un autorevole editorialista e giornalista ha fatto un servizio sulla questione gli assistenti parlamentari descrivendo una situazione che non ha avuto smentite e che, anche se fosse soltanto esagerata, sarebbe negativa per questa Camera.
Pertanto, faccio appello a lei perché utilizzi la determinazione che ha dimostrato nel risolvere questo problema dell'assenteismo anche per affrontare e risolvere il problema degli assistenti parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Cazzola la questione che lei ha sollevato sarà oggetto dell'attenzione dell'Ufficio di Presidenza nella prima riunione successiva alle vacanze pasquali.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Martedì 7 aprile 2009, alle 9:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori (2232-A).
- Relatore: Lussana.

2. - Seguito della discussione delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-00109, Cicchitto, Cota, Milo e Conte n. 1-00143, Vietti ed altri n. 1-00144 e Fluvi ed altri n. 1-00145 concernenti iniziative relative al sistema creditizio italiano, con particolare riferimento alla riforma delle fondazioni bancarie e delle banche popolari quotate.

La seduta termina alle 18,40.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO GABRIELLA GIAMMANCO SUL SUO ORDINE DEL GIORNO N. 4 RIFERITO AL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 2187-A

GABRIELLA GIAMMANCO. Presidente, onorevoli colleghi, in un momento di crisi come quello che sta investendo il nostro Paese, l'ordine del giorno da me presentato si pone l'obiettivo d'incentivare l'adozione da parte del Governo di misure volte a favorire l'innovazione e l'internazionalizzazione delle piccole e medie aziende.
Le difficoltà nel sistema della concorrenza globale risiedono non solo nel caratteristico sottodimensionamento delle imprese italiane ma anche nella scarsa presenza di competenze in grado di gestire le sfide dei mercati internazionali all'interno delle stesse imprese. Pertanto, accanto ad iniziative che favoriscano l'aumento della dimensione aziendale, è necessario attuare politiche di sostegno alla diffusione di competenze manageriali.
È necessario, quindi, agevolare quelle imprese che, in una congiuntura economica come quella attuale, invece di comprimere la produzione e ridurre il personale decidono di puntare sul loro sviluppo attraverso piani d'innovazione e d'internazionalizzazione di processo e di prodotto assumendo dirigenti privi di occupazione capaci di dare un apporto significativo in termini di know-how all'impresa stessa, in questo modo contribuendo tra l'altro a sostenere i livelli occupazionali del paese.
A questo proposito va ricordato che ogni anno alcune migliaia di dirigenti perdono il posto di lavoro, dissipando una ricchezza di competenze, professionalità ed esperienza. Pag. 41
Con la legge 7 agosto 1997 n. 266, il legislatore ha disposto una serie di benefici a favore dei datori di lavoro che assumono nuovo personale con particolari tipologie contrattuali o in possesso di determinati requisiti.
In particolare, si è stabilito che alle imprese con meno di 250 dipendenti che assumono, anche con contratto di lavoro a termine, dirigenti privi di occupazione, spetta per ciascuno dei predetti lavoratori, un contributo pari al 50 per cento della contribuzione complessiva dovuta agli istituti di previdenza per una durata non superiore a 12 mesi.
Negli anni l'applicazione di questo provvedimento ha avuto un buon riscontro. Circa 1.800 imprese si sono dotate di risorse manageriali ma la riduzione del fondo di cui all'articolo 20 della predetta legge prevista nella legge finanziaria del 2006 ha contribuito, di fatto, a paralizzare i positivi effetti finora prodotti dalla norma.
Pertanto quest'ordine del giorno impegna il Governo a valutare l'adozione di idonei provvedimenti legislativi per il rifinanziamento di detto fondo per quelle imprese che abbiano presentato piani aziendali finalizzati all'innovazione e all'internazionalizzazione della loro attività, tenuto conto che sulla base di tali piani di sviluppo aziendale è necessario che la durata del contributo sia elevata a ventiquattro mesi.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO DEI DEPUTATI MANUELA GHIZZONI E IVANO STRIZZOLO IN SEDE DI ESAME DEGLI ORDINI DEL GIORNO RIFERITI AL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 2187-A

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, non stupisce l'invito al ritiro (che se non accolto si trasforma in un parere contrario) espresso dal Governo all'ordine del giorno n. 45 presentato dal Partito Democratico a firma Fioroni.
Questa decisione non coglierà di sorpresa nemmeno le migliaia di precari della scuola che sono al centro del nostro ordine del giorno e nei confronti dei quali il Governo ha previsto, già con la finanziaria estiva di Tremonti, per il triennio 2009-2011, l'espulsione della scuola: in particolare per 87.300 docenti e 44.500 tra amministrativi, tecnici e ausiliari (i cosiddetti ATA).
Un progetto insostenibile di depauperamento sistematico del nostro sistema pubblico di istruzione.
E sebbene i documenti parlino asetticamente di «riduzioni di organico» tutti noi sappiamo che dietro a questi numeri ci sono persone in carne ed ossa, prevalentemente donne; sui 40 anni, il cui reddito è fondamentale per l'economia famigliare, professionisti che hanno istruito, cresciuto ed educato i nostri figli e che hanno svolto questo delicato compito mediamente per dieci anni senza alcuna certezza, sopperendo con competenza alla assenza di continuità didattica.
A queste migliaia di persone nel luglio scorso voi avete detto «non ci servite più». E glielo avete ribadito con cinismo venerdì scorso con il decreto interministeriale sugli organici per il prossimo anno nel quale avete confermato il taglio di 42.102 posti di docenti e, ripeto, solo per il solo prossimo anno.
Una scellerata cura dimagrante imposta non per conseguire un migliore progetto didattico, che è completamente assente dai vostri piani, ma solo per far cassa sulle spalle della scuola pubblica, al contrario di quanto deciso da tutti gli altri Paese europei.
Con il nostro ordine del giorno chiediamo al Governo di compiere un passo indietro e di assumere un impegno di buon senso, tanto sotto il profilo didattico educativo quanto occupazionale.
Un impegno teso a completare il piano di stabilizzazione dei precari della scuola avviato dal Governo Prodi e mai abrogato e, data l'inaudita e difficile congiuntura Pag. 42economica, a prevedere un'indennità di disoccupazione biennale al 60 per cento della retribuzione per il personale scolastico a cui non verrà rinnovato l'incarico a partire dal prossimo anno scolastico.
Chiediamo insomma che si dia seguito alle parole pronunciate dal Presidente del Consiglio da Praga, che a proposito della situazione economica ha affermato: «Uno Stato quando c'e una crisi deve pensare prima di tutto ai suoi concittadini, perché la cosa più importante è che si mantenga la pace e la coesione sociale e che nessuno sia lasciato indietro».
Ma non è ipocrita lanciare rassicuranti appelli alla coesione sociale e prodursi in esortazioni al dovere di far fronte alla crisi e poi negare l'impegno del nostro ordine del giorno che va esattamente in quella direzione? Le parole di Berlusconi hanno fatto ben sperare, ma ora non ci si può limitare alle enunciazioni, bisogna agire.
E sia ben chiaro a tutti: noi non chiediamo alla scuola di fare da ammortizzatore sociale, chiediamo un impegno al Ministro e all'Esecutivo per stabilizzare il personale necessario per un'offerta scolastica di qualità in grado di innovare i processi di apprendimento, per garantire la continuità didattica, per consentire a tutti gli studenti italiani il conseguimento delle competenze indispensabili ad affrontare consapevolmente il loro futuro personale e professionale.
Si tratta di un obiettivo possibile, a fronte delle richieste delle famiglie che in modo inequivocabile nella scuola primaria si sono orientate per il tempo pieno e per il modulo a 30 ore e in considerazione delle numerose richieste di pensionamento e delle migliaia di posti in ruolo ancora vacanti (poiché il ministro Gelmini a luglio scorso ha assunto solo per la metà esatta dei posti previsti dalla Finanziaria 2007 e realmente vacanti).
Chiediamo anche una misura sociale, un impegno a non ignorare l'esistenza dei precari, della loro professionalità e dei loro diritti. Un impegno affinché alle migliaia di loro - almeno 30.000 stando a stime prudenziali - a cui non verrà rinnovato alcun incarico dal prossimo settembre sia concessa l'indennità di disoccupazione, per un periodo più lungo e per un assegno meno esiguo rispetto alle condizioni attuali.
Si tratta di un atto di equità e di giustizia sociale per persone che da anni lavorano nella scuola, contribuendo alla sua qualità, e che sull'impegno nella scuola hanno costruito la propria vita professionale e familiare.
Questi gli impegni espressi nel nostro ordine del giorno. Impegni degni di un paese civile. E il Governo è ancora in tempo per modificare il suo parere per il futuro della scuola e la vita di tante famiglie.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, prima di esprimere la dichiarazione di voto sull'ordine del giorno in esame, desidero associarmi a quanto già detto in apertura di seduta sulla gravissima tragedia che ha colpito larga parte della popolazione della Regione Abruzzo. Vengo da una Regione che ha vissuto una simile tragica e dolorosa esperienza e, pertanto, il pensiero va alle vittime e alle famiglie e comunità locali così duramente provate.
Sono certo che non mancherà la solidarietà dell'intero Paese a una popolazione laboriosa e di grande dignità come quella abruzzese cui il Friuli è particolarmente legato. La Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia, con i suoi primi tecnici ed esperti, in queste ore si trova già nelle zone devastate dal terremoto della scorsa notte.
Fatta questa doverosa e particolarmente sentita riflessione, aggiungo l'amarezza e la delusione per il parere contrario dato dal Governo su questo ordine del giorno che vuole sia fatta chiarezza sulla destinazione delle risorse a suo tempo stanziate per la bonifica dei siti industriali inquinati, tra cui la Laguna di Grado e Marano e l'area degli ex depositi petroliferi a Trieste. Pag. 43
Il nostro, signor Presidente e signor Rappresentante del Governo, è un ordine del giorno assolutamente costruttivo perché qui sono in discussione circa mille posti di lavoro, tra diretto e indotto, ed è in ballo il futuro del terzo polo chimico italiano situato nella Bassa Friulana a Torviscosa, centro industriale storico che ha un grande rilievo economico e sociale per l'intera Regione Friuli-Venezia Giulia.
Comunque, la preannunciata bocciatura dell'ordine del giorno non fermerà l'impegno dei parlamentari del Partito Democratico a fianco dei lavoratori della Chimica Caffaro e dell'azienda Safilo che ha messo a rischio nei Comuni di Martignacco e di Precenicco - sempre nella Provincia di Udine - altri ottocento posti di lavoro.
Né rinunceremo a incalzare il Governo affinché modifichi il suo atteggiamento.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2187-A - odg 9/2187-A/7 353 353 177 157 196 61 Resp.
2 Nom. odg 9/2187-A/26 388 388 195 174 214 60 Resp.
3 Nom. odg 9/2187-A/43 399 396 3 199 180 216 60 Resp.
4 Nom. odg 9/2187-A/45 397 396 1 199 179 217 60 Resp.
5 Nom. odg 9/2187-A/46 399 399 200 180 219 60 Resp.
6 Nom. odg 9/2187-A/48 399 383 16 192 166 217 60 Resp.
7 Nom. odg 9/2187-A/49 403 403 202 184 219 60 Resp.
8 Nom. odg 9/2187-A/51 406 405 1 203 186 219 60 Resp.
9 Nom. odg 9/2187-A/52 404 404 203 188 216 60 Resp.
10 Nom. odg 9/2187-A/53 405 405 203 186 219 60 Resp.
11 Nom. odg 9/2187-A/57 409 409 205 186 223 59 Resp.
12 Nom. Votazione annullata Annu.
13 Nom. odg 9/2187-A/58 418 417 1 209 193 224 59 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/2187-A/68 418 418 210 191 227 59 Resp.
15 Nom. odg 9/2187-A/70 412 412 207 191 221 59 Resp.
16 Nom. odg 9/2187-A/71 419 419 210 192 227 59 Resp.
17 Nom. odg 9/2187-A/75 422 422 212 194 228 58 Resp.
18 Nom. odg 9/2187-A/76 420 419 1 210 192 227 58 Resp.
19 Nom. odg 9/2187-A/78 416 415 1 208 191 224 58 Resp.
20 Nom. odg 9/2187-A/83 420 250 170 126 23 227 58 Resp.
21 Nom. odg 9/2187-A/85 420 400 20 201 174 226 58 Resp.
22 Nom. odg 9/2187-A/87 420 420 211 194 226 58 Resp.
23 Nom. odg 9/2187-A/91 422 422 212 197 225 58 Resp.
24 Nom. odg 9/2187-A/92 424 423 1 212 196 227 58 Resp.
25 Nom. odg 9/2187-A/93 425 424 1 213 197 227 58 Resp.
26 Nom. odg 9/2187-A/103 422 414 8 208 162 252 58 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 36)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/2187-A/104 421 281 140 141 31 250 58 Resp.
28 Nom. odg 9/2187-A/109 427 265 162 133 32 233 58 Resp.
29 Nom. odg 9/2187-A/123 423 422 1 212 196 226 58 Resp.
30 Nom. odg 9/2187-A/125 420 289 131 145 64 225 58 Resp.
31 Nom. odg 9/2187-A/126 427 427 214 200 227 58 Resp.
32 Nom. odg 9/2187-A/127 428 428 215 200 228 58 Resp.
33 Nom. odg 9/2187-A/129 425 230 195 116 17 213 58 Resp.
34 Nom. odg 9/2187-A/134 421 421 211 196 225 58 Resp.
35 Nom. odg 9/2187-A/135 425 425 213 199 226 58 Resp.
36 Nom. Ddl 2187-A - voto finale 449 448 1 225 251 197 39 Appr.