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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 107 di giovedì 18 dicembre 2008

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 9,40.

LORENA MILANATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Buttiglione, Cesario, De Biasi, Frassinetti, Mussolini, Stucchi e Tenaglia sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1175 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 novembre 2008, n. 171, recante misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare (Approvato dal Senato) (A.C. 1961).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 novembre 2008, n. 171, recante misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare.
Ricordo che nella seduta di ieri sono inseriti gli interventi sul complesso degli emendamenti.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1961)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 1961) nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A - A.C. 1961).
Ricordo che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A - A.C. 1961).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cesare Marini. Ne ha facoltà.

CESARE MARINI. Signor Presidente, il decreto-legge che prevede misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare deve essere giudicato per quelli che, prevedibilmente, saranno gli effetti sul settore che prende in esame. Per poter giudicare il provvedimento dobbiamo fare una breve riflessione su quello che è lo stato del settore agricolo in Italia.
Siamo stati quasi tutti concordi nel ritenere che è un settore in grave crisi e ritengo che ciò sia dovuto al coagularsi di due tipi di problemi: vi sono problemi strutturali, che quindi vengono da lontano, e problemi di oggi, congiunturali. I primi riguardano le dimensioni aziendali che in buona parte delle aree del Paese, soprattutto al sud di Roma, sono minuscole e,Pag. 2quindi, non idonee a favorire la nascita dell'impresa. Vi è un eccesso di polverizzazione e di frammentazione della proprietà fondiaria che, credo, è un ostacolo non facile per determinare una politica di trasformazione da impresa individuale, a conduzione familiare, ad impresa moderna.
Vi è un'altra questione che da qualche anno si è affacciata ed è diventata un vero e proprio problema strutturale: lo sconvolgimento del clima. Sappiamo che il peggioramento generale dell'ecosistema ha avuto una ricaduta immediata sul settore agricolo, perché ne ha modificato i cicli produttivi. Sappiamo, inoltre, che cosa significa il ripetersi di fasi di siccità, come incide la siccità sull'irrigazione e, quindi, quale danno produce alle colture irrigue; sappiamo che cosa hanno significato le alluvioni che si ripetono con una certa frequenza a causa di questo sconvolgimento dell'ecosistema. Anche il passaggio repentino da stagione a stagione, senza le fasi intermedie, ha un effetto negativo sulle produzioni agricole.
A questi che sono veri e propri problemi strutturali si aggiungono - e in questo caso sono aumentati enormemente - i problemi congiunturali. Vi è una riduzione reale dei profitti alla quale si contrappone non una diminuzione dei costi ma un loro aumento, rispetto a qualche anno fa. Sono aumentati il costo dell'acquisto dei concimi, quello delle macchine e delle attrezzature ed è aumentato anche il costo del lavoro. Mi pare che il costo del prodotto alla fonte non abbia subito aumenti negli ultimi anni, mentre gli elementi che hanno determinato la produzione hanno subito fortissimi aumenti.
Anni fa, per la verità, avevo presentato (per ben tre legislature) un disegno di legge che era rivolto a creare un rapporto di solidarietà tra consumatori e produttori.
Il disegno di legge prevedeva l'obbligo di apporre, nel momento in cui si fosse verificata la vendita finale del prodotto, e quindi presso il venditore finale, il prezzo della merce pagata al produttore, cioè alla fonte. Questo per creare, lo ripeto, un rapporto di solidarietà e per far sì che il consumatore venisse a conoscenza dell'enorme aumento dei costi attraverso i vari passaggi per arrivare alla commercializzazione finale. In tal modo, si poteva creare quella condizione di affinità psicologica che favorisce le forme di vendita diretta del produttore verso il consumatore e la ricerca, da parte del consumatore, di arrivare alle fonti del prodotto. Come sempre avviene nei casi in cui si toccano grossi interessi, è iniziata al Senato la discussione di questo disegno di legge che, però, non è riuscito mai a decollare.
L'aumento del costo del denaro, che è un aumento reale soprattutto in alcune aree del Paese, incide molto sul settore agricolo. Non dobbiamo dimenticare che, soprattutto laddove vi è l'ortofrutta, la raccolta avviene una volta l'anno e quando si accede al credito bancario, per poter restituire il credito, bisogna aspettare la raccolta. Ne deriva un immobilizzo di circa dodici mesi che fa aumentare molto i costi di produzione e rende anche difficile il rapporto tra banca e creditore perché la banca, molte volte, desidera rientrare subito in quanto ha bisogno di favorire la circolazione continua del denaro, mentre con tipi di produzioni che comportano la raccolta annuale si determina, invece, una stasi del rapporto e quindi - lo ripeto - si crea un rapporto difficile.
Un altro problema di tipo congiunturale è relativo al rapporto produttore-mercato. Più ci si allontana dal mercato, più diventa difficile per il produttore accedere al mercato sotto due forme: per quanto riguarda i costi, che aumentano sensibilmente perché vi sono costi di trasporto maggiori, e per quanto riguarda poi il costo del marketing, che può fare solo la grande impresa, dato che per i medi e piccoli produttori risulta molto costoso.
Usano dire gli spagnoli, per esempio, che il consumatore va abituato al prodotto e, una volta abituato, sia che il prodotto sia buono, sia che non lo sia e anche se sul mercato vi è un prodotto migliore, abituato a quel certo gusto, il consumatorePag. 3finisce per prendere sempre lo stesso prodotto. Per cui bisogna stare attenti, secondo gli spagnoli, soltanto al colore del prodotto e alla dimensione uniforme.
Tutto questo, capite bene, quando si tratta di aggredire il mercato comporta, lo ripeto, costi enormi e non sempre le regioni e lo stesso Governo centrale hanno individuato in questo rapporto un elemento debole del settore agricolo e quindi non hanno agito attraverso forme di sollecitazione e di incentivazione del rapporto produttore-mercato.
Il costo del lavoro nella produzione è alto. Inoltre, vi è una sensibile differenza fra le aree del Paese. Infatti, nel nord, dove c'è soprattutto zootecnia e cerealicoltura, c'è poca incidenza di manodopera e quindi anche il costo elevato non incide molto sul prodotto; nel sud, dove invece la produzione agricola è orientata soprattutto verso l'ortofrutta, la manodopera incide molto. Si parlerebbe di 60-70 unità ad ettaro rispetto alle 4 o 5 o 6 ad ettaro del nord e quindi il costo del lavoro ha un incidenza forte nella produzione.
Qui si pone una questione alla quale il Governo dovrebbe dare una risposta. Vorrei pregare il sottosegretario di annotare questo punto che non è secondario e riguarda la risposta su come aiutare i produttori, laddove vi è una forte incidenza di manodopera nella produzione, per quanto riguarda gli oneri previdenziali. Adesso è prevista la proroga della possibilità di utilizzare la normativa europea per ridurre gli oneri previdenziali per le zone di montagna e le zone svantaggiate, ma non basta il 31 marzo e occorre arrivare al 31 dicembre.
Capisco che si tratta di un primo provvedimento e che successivamente il Governo troverà (credo) la copertura finanziaria per arrivare al 31 dicembre. Ma questo è un punto non secondario.
A tal proposito, signor sottosegretario, si pone un'altra questione sulla quale non si è mai riflettuto abbastanza. In agricoltura vi è un contratto nazionale e poi vi sono i contratti provinciali, che derogano a quello nazionale. Gli oneri previdenziali si pagano sui contratti che vengono applicati o si pagano sul contratto nominale? Purtroppo, l'INPS applica gli oneri derivanti dal contratto nazionale, che è di gran lunga più elevato. Nelle regioni in cui il contratto provinciale prevede una retribuzione minore rispetto a quello nazionale credo che si dovrebbe procedere attraverso una nuova definizione degli oneri previdenziali che vanno applicati in base al costo reale sopportato dalle aziende.
È una questione di cui non si è mai fatto carico nessuno. Il Governo ha sempre «nicchiato», ha dato origine in passato ad un'infinità di giudizi (migliaia e migliaia), che non so nemmeno come siano finiti (credo che con i vari condoni siano stati assorbiti). Certo è che si tratta di una questione che rimane proprio perché vi è il punto, che non va dimenticato, degli oneri previdenziali che costano molto nella produzione. Una cosa è certa: gli oneri previdenziali dell'agricoltura sono in Italia tra i più alti d'Europa, se non i più alti in assoluto. In merito alla PAC, che come sapete è l'accordo che riguarda i comportamenti sul mercato, dobbiamo stare molto attenti perché c'è il rischio di sacrificare alcune aree del Paese.
Abbiamo apprezzato, per esempio, lo sforzo che ha fatto il Ministro per quanto ha riguardato le quote latte e, quindi, l'ampliamento di tali quote per l'Italia, alla sola condizione - non abbiamo notizie esatte - che non ci sia stato uno scambio. Si è vociferato che ci sia stato un accordo in base al quale l'Italia ha avuto dei vantaggi sulle quote latte, ma ha dovuto rinunziare ad alcuni montanti compensativi dell'olio d'oliva, che è la maggiore risorsa di due regioni (la Puglia e la Calabria): se ciò fosse vero sarebbe disastroso. Su questo il Governo farebbe bene a tranquillizzare soprattutto le due regioni più interessate.
Vi è stata quest'altra bufera dell'ICI sui fabbricati rurali. Credo che la questione sarà sistemata perché è incredibile il fatto che fabbricati strumentali alla produzione agricola possano essere obbligati a pagare l'ICI. Signor sottosegretario, la disattenzione o la sottovalutazione del Governo verso il settore agricolo si ricava facilmentePag. 4dal fatto che ogni anno gli aiuti comunitari vengono corrisposti ai primi giorni di dicembre. Oramai è una consuetudine. Quest'anno ancora non sono stati corrisposti, ma la cosa grave sta nel fatto che gli aiuti comunitari funzionano attraverso un'anticipazione che fa il Tesoro degli Stati nazionali, i quali poi chiedono la restituzione.
Gli aiuti comunitari che vanno pagati sono pari a 3 miliardi 600 milioni. Il Ministero dell'economia e delle finanze ha messo a disposizione un miliardo 300 milioni e non si dice quando e come arriveranno gli altri. Ma è un dato certo che siamo a Natale e ancora non sono arrivati. Quindi, vi è un settore in crisi, che soffre enormemente per la situazione generale di recessione, al quale si nega anche un diritto, che poi è diventato non un aiuto da capitalizzare, ma serve per restituire i debiti bancari e per la gestione ordinaria. Rinviarlo oppure rimandarlo ai prossimi mesi significa danneggiare enormemente il settore.
Nel provvedimento tutto questo - mi consenta di dire, signor sottosegretario - non c'è, questi problemi non vengono trattati, se non di sfuggita. C'è un problema serio, per esempio quello della meccanizzazione. Oggi un'agricoltura che possa tenere il passo con i tempi ha bisogno della meccanizzazione e dell'innovazione tecnologica.
Ricordo che nella cosiddetta prima Repubblica si approvavano provvedimenti per l'innovazione tecnologica, aiuti, forme di prestiti agevolati per la meccanizzazione. Tutto questo oggi sparisce, che fine fa? Come fa un imprenditore, soprattutto se piccolo, senza la possibilità di accedere nemmeno al credito? Mi sarei anche aspettato per il rilancio del settore un impegno forte verso la ricomposizione fondiaria. Perché non si fa uno sforzo verso la ricomposizione fondiaria, ampliando la base dei prestiti per la ex piccola proprietà contadina che adesso è diventata ricomposizione fondiaria generica? Bisogna aumentare la dotazione finanziaria, fare uno sforzo forte perché solo in questo modo...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CESARE MARINI. Sto chiudendo, la ringrazio, finisco immediatamente.

PRESIDENTE. Lei ha ancora ventotto secondi a disposizione, su quindici minuti.

CESARE MARINI. Il paesaggio agrario è stato sconvolto, e non è una cosa secondaria visto che si lega al turismo. Sarebbe naturale creare una specie di sinergia tra agricoltura e turismo; ciò comporta però una difesa del paesaggio agrario, con la difesa delle produzioni arboricole tradizionali attraverso aiuti, attraverso il mantenimento di queste forme di cultura fondamentali. L'incentivo alla cooperazione: vorrei dire un'ultima cosa importante, signor sottosegretario, se lei mi ascolta un attimo.

PRESIDENTE. Il sottosegretario la ascolta - prego di lasciarlo ascoltare -, ma la avverto che ha terminato il tempo a sua disposizione da tredici secondi. La prego di concludere.

CESARE MARINI. Sta nascendo il mercato di libero scambio nel Mediterraneo, il mercato euromediterraneo: la Francia è partita in quarta, l'Italia come al solito dorme. I prodotti agricoli del Mezzogiorno avranno un danno perché arriveranno i prodotti del nord Africa: quali sono le proposte del Governo in ordine a questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Signor Presidente, le vorrei chiedere di valutare l'opportunità - comprendo l'irritualità dell'istanza che le sto formulando - di permettere la convocazione del Comitato dei nove per valutare le ultime sollecitazioni che sono venute dalla Commissione bilancio.

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PRESIDENTE. Presidente, quanto tempo le occorre?

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Circa quarantacinque minuti.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, per dare la possibilità al Comitato dei nove di lavorare sospendo la seduta che riprenderà (considerando inoltre che alle 11 è convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo) alle ore 11,15, così potremo anche conoscere le decisioni assunte dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta, sospesa alle 10, è ripresa alle 11,55.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Signor Presidente, mi scuso con la Presidenza e con i colleghi, ma il Comitato dei nove ha ancora necessità di un quarto d'ora di tempo. Lei sa che, talvolta, iniziare con un quarto d'ora di ritardo significa risparmiare tempo dopo. Mi perdonerà.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, nessuno mette in discussione le esigenze della Commissione, ma ciclicamente torna la nostra complessiva incapacità di programmare l'entità delle sospensioni. Poiché è stata avviata la fase degli interventi sul complesso delle proposte emendative e vi sono ancora molte richieste di parola, potremmo in via straordinaria, anche in relazione alle decisioni prese in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, proseguire la discussione sul complesso delle proposte emendative e consentire ai tanti deputati che ne hanno fatto richiesta di poter parlare.
Diversamente, temo che, in base agli orientamenti della Conferenza dei presidenti di gruppo, non riusciremo a farlo. Non so se regolarmente sia possibile, con un accordo generale, che si riunisca il Comitato dei nove contemporaneamente al dibattito. Non ci opporremo alla discussione se non è presente il Presidente della Commissione, ma almeno chiediamo di esercitare il nostro diritto di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, quanto lei chiede è inusuale, anche se ne comprendo pienamente le ragioni e, se mi posso esprimere nel merito, anche la ragionevolezza.
Qualora non vi siano obiezioni, fermo restando che ciò - lo sottolineo - non può in alcun modo costituire precedente, mi prendo la responsabilità di acconsentire alla sua richiesta, ma unicamente dopo aver verificato che non vi siano obiezioni, in particolar modo da parte del presidente della Commissione agricoltura.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. No, signor Presidente, non vi sono obiezioni in tal senso.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, proseguiremo, quindi, nel senso da lei ha auspicato.

Su un lutto del deputato Rosy Bindi.

PRESIDENTE. Comunico che il Vicepresidente onorevole collega Rosy Bindi è stata colpita da un grave lutto: la perdita del padre.
La Presidenza della Camera ha fatto pervenire alla collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

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Sull'ordine dei lavori (ore 11,57).

PRESIDENTE. Comunica che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che nella giornata odierna (con eventuale prosecuzione notturna) i lavori proseguiranno con il seguito dell'esame del disegno di legge n. 1961 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 novembre 2008, n. 171, recante misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare (Approvato dal Senato - scadenza: 3 gennaio 2009), fino alla votazione finale. Al termine delle votazioni, avrà luogo la discussione congiunta sulle linee generali dei disegni di legge n. 1713-B - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) e n. 1714-B - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 (e relative note di variazioni) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

Domani, venerdì 19 dicembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella mattinata di sabato 20 dicembre) (con votazioni), i lavori si articoleranno nel modo seguente:
seguito dell'esame dei disegni di legge n. 1714-B - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 (e relative note di variazioni) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) e n. 1713-B - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);
esame della domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Margiotta (Doc. IV, n. 3);
esame di documenti in materia di insindacabilità (Doc. IV-ter, n. 2 (Luigi Pepe, deputato all'epoca dei fatti); Doc. IV-ter, n. 3 (deputato La Loggia); Doc. IV-ter, n. 5 (senatore Giovanardi, deputato all'epoca dei fatti); Doc. IV-ter, n. 6 (Vittorio Sgarbi, deputato nella XIV legislatura); Doc. IV-quater, n. 3 (senatore Maurizio Gasparri, deputato all'epoca dei fatti); Doc. IV-quater, n. 5 (Franco Cardiello, deputato all'epoca dei fatti); Doc. IV-quater, n. 6 (senatore Fabrizio Morri, deputato all'epoca dei fatti); Doc. IV-quater, n. 7 (senatore Maurizio Gasparri, deputato all'epoca dei fatti); Doc. IV-quater, n. 8 (Katia Bellillo, deputato all'epoca dei fatti);
esame dei disegni di legge di ratifica:
n. 1927 - Convenzione basata sull'articolo K3 del Trattato sull'Unione europea, relativa alla mutua assistenza ed alla cooperazione tra le Amministrazioni doganali, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (Approvato dal Senato);
n. 1928 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America in merito alla conduzione di «ispezioni su sfida» da parte dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, ai sensi della Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione, immagazzinaggio ed uso di armi chimiche e sulla loro distruzione (Approvato dal Senato);
n. 1930 - Convenzione sull'Istituto forestale europeo (Approvato dal Senato);
n. 1908 - Adesione al Trattato del Nord Atlantico della Repubblica di Croazia, e del Protocollo di adesione al Trattato del Nord Atlantico della Repubblica di Albania (ove concluso dalla Commissione).

Lunedì 5 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e mercoledì 7 gennaio 2009 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di giovedì 8 gennaio) (con votazioni) avrà luogo il seguito dell'esame del disegno di legge n. 1966 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-leggePag. 710 novembre 2008, n. 180, recante disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca (Approvato dal Senato - scadenza: 9 gennaio 2009).

Le giornate di lunedì 22 e martedì 23 dicembre saranno dedicate ai lavori delle Commissioni.
Il programma si intende conseguentemente aggiornato.
L'organizzazione dei tempia degli argomenti inseriti sarà pubblicata in calce al Resoconto stenografico della seduta odierna.
Rivolgo un saluto particolare ai professori, alle ragazze e ai ragazzi del liceo classico e scientifico di San Giorgio del Sannio, in provincia di Benevento, che assistono ai nostri lavori (Applausi).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,58).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1961.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1961)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Scarpetti. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 11,59)

LIDO SCARPETTI. Signor Presidente, se da un lato è apprezzabile un intervento del Governo sul settore agricolo, dall'altro, nel provvedimento vi sono forti criticità. Ancora una volta, i problemi dell'agricoltura non hanno ricevuto risposte concrete, soprattutto per quanto riguarda la riduzione degli alti costi produttivi e dei pesanti oneri sociali a carico delle imprese agricole. La Commissione bilancio, inoltre, è stata costretta ad evidenziare l'insufficiente copertura finanziaria di alcune misure del provvedimento medesimo. Con questo provvedimento, il Governo dichiara di porsi l'obiettivo di rilanciare il settore agroalimentare, nel quale i redditi in Europa sono cresciuti del 15 per cento, mentre in Italia sono diminuiti del 3 per cento, con grave danno alla produzione ed alla salvaguardia dei livelli occupazionali. I costi...

PRESIDENTE. Onorevole Scarpetti, le chiedo scusa. Va bene l'irritualità, però vedo che non c'è neanche un rappresentante del Governo, quindi le chiedo di interrompere il suo intervento, nell'attesa che sia presente almeno un rappresentante del Governo. Non crea precedente, però non mi sembra rispettoso nei confronti dei deputati che devono parlare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro e di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Quindi, le chiedo di interrompere il suo intervento e, intanto, chiediamo ad un rappresentante del Governo di essere presente in Aula.
Sospendo la seduta per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 12,05.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Prima di dare nuovamente la parola all'onorevole Scarpetti, che avevo interrotto all'inizio del suo intervento, saluto gli allievi e i professori del liceo scientifico Carlo Levi di Tricarico, in provincia di Matera. L'Assemblea li saluta (Applausi).
Prego, onorevole Scarpetti.

LIDO SCARPETTI. Signor Presidente, grazie di nuovo. Signor sottosegretario, dicevo che, se da un lato, è apprezzabilePag. 8un intervento del Governo nel settore agricolo, dall'altro, però, vi sono nel provvedimento forti criticità. Ancora una volta, infatti, i problemi dell'agricoltura non hanno ricevuto risposte concrete, soprattutto sul fronte di una riduzione dei costi produttivi e dei pesanti oneri sociali a carico delle imprese agricole.
La Commissione bilancio, inoltre, è stata costretta ad evidenziare un'insufficiente copertura finanziaria di alcune misure di questo provvedimento. Con esso il Governo dichiara di porsi l'obiettivo di rilanciare il settore agroalimentare, nel quale i redditi sono cresciuti in Europa del 15 per cento; in Italia, invece, sono diminuiti del 3 per cento, con grave danno alla produzione ed alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
I costi sono praticamente triplicati ed i redditi sono ormai in caduta libera, in coda rispetto agli altri Paesi europei. Nello stesso tempo, si allarga, invece, la forbice tra prezzi al consumo e prezzi all'origine, con gravissimo danno per i produttori, da un lato, e per i cittadini consumatori, dall'altro.
Questa è una vecchia storia, rispetto alla quale si sentono spesso proclami relativi alla necessità di accorciare la filiera e di ridurre i costi impropri dell'intermediazione, ma ancora non si riesce a dare una risposta adeguata a questo problema.
Questo provvedimento, che modifica in negativo alcune disposizioni contenute nelle leggi finanziarie per il 2007 ed il 2008 della precedente legislatura, contiene misure totalmente insufficienti per il rilancio del comparto.
Per le imprese si prospetta, infatti, un futuro molto difficile, con il rischio di un ulteriore aggravamento della situazione del comparto primario.
Il decreto-legge, così come è stato licenziato al Senato, evidenzia un deficit di carattere strutturale e normativo, in quanto difetta dell'organicità e della sistematicità che una materia così importante richiederebbe. Molte delle misure adottate risultano slegate logicamente tra di loro e quasi mai emerge una coerenza di intenti e un'unitarietà degli obiettivi.
La mancanza in questo decreto-legge di un impianto normativo solido, organico ed in grado di fornire risposte concrete ed efficaci al settore è particolarmente grave, se consideriamo anche i pesanti tagli contenuti nel disegno di legge finanziaria per il 2009 e nel decreto-legge n. 112 del 2008.
Ci sono, dicevo, problematicità di particolare rilievo: la proroga dal 31 dicembre 2008 al 31 marzo 2009 degli sgravi contributivi per le aziende agricole nelle zone di montagna svantaggiate, all'articolo 1-ter, e lo stanziamento di 65 milioni di euro per l'anno 2008 al Fondo di solidarietà nazionale per gli incentivi assicurativi, all'articolo 1-bis, che, come evidenzia la Commissione bilancio, trovano coperture insufficienti e rappresentano una goccia nel deserto, soprattutto per la grave crisi economica e sociale in cui versa il settore.
Prolungare soltanto di un trimestre le agevolazioni contributive è una presa in giro, soprattutto per quelle imprese che avevano già aderito, con grande sacrificio, all'operazione di ristrutturazione dei debiti INPS, regolarizzando la propria posizione.
Dal 1o aprile 2009, infatti, a norma dell'articolo 1-ter del provvedimento in esame, gli aumenti saranno considerevoli, e per le aziende che già operano in condizioni di difficoltà produttiva le prospettive si fanno quanto mai drammatiche.
Per quanto riguarda ancora la dotazione del Fondo di solidarietà di 65 milioni di euro per l'anno 2008, occorre rilevare l'esiguità della dotazione ed il fatto che essa si riferisca al solo anno 2008: si tratta di un indicatore e rilevatore della prospettiva di brevissimo termine, che accompagna l'azione di questo Governo. Inoltre, va sottolineato che al relativo onere del Fondo di solidarietà si provvede mediante il corrispondente utilizzo delle residue disponibilità del Fondo per lo sviluppo della meccanizzazione agricola.
L'approvazione di un decreto-legge che contiene misure urgenti per il rilancio del settore agroalimentare, e che, contemporaneamente, sottrae risorse ad un fondo preposto all'innovazione ed alla modernizzazione delle imprese agricole, rasentaPag. 9l'assurdità: occorrerebbe invece incrementare in modo significativo e con risorse certe la dotazione del Fondo di solidarietà, riferendolo ad un arco temporale più lungo, almeno un triennio, anziché tagliare o tamponare qua e là. Di converso, il Governo dovrebbe adottare provvedimenti di carattere ordinario e straordinario in campo fiscale, contributivo, creditizio per l'innovazione, l'investimento e la razionalizzazione della troppo lunga, come dicevo, filiera agroalimentare, in grado di contrastare la congiuntura negativa, sostenere le aziende, ridurre i pesanti costi di produzione e gli oneri sociali.
Per quanto riguarda poi gli interventi nel settore della produzione agricola, va sottolineata la penalizzazione di un settore altamente competitivo ed innovativo, il vitivinicolo siciliano: dei 50 milioni di euro stanziati per il settore nella scorsa legislatura dal centrosinistra e sottratti dall'attuale Governo con la premessa di essere reintegrati a breve, sono stati ripristinati soltanto 10 milioni per l'anno 2008, da utilizzare per l'erogazione di risarcimenti per i danni ed il mancato reddito conseguenti alla malattia fungina peronospora della vite. Si tratta di una cifra assolutamente insufficiente per compensare le aziende vitivinicole danneggiate: le aziende operanti nel settore vitivinicolo siciliano rappresentano non solo famiglie di grandi produttori ma anche, a causa delle ridotte dimensioni dell'impresa agricola, piccoli e piccolissimi agricoltori che verrebbero fortemente penalizzati dalle conseguenze di quello che possiamo definire come un vero e proprio scippo.
Vi è poi ancora da rilevare la grave crisi del settore olivicolo-oleario, che ha messo in ginocchio intere regioni del Mezzogiorno, ma che non rientra nel piano degli interventi a favore del rilancio del comparto agroalimentare. L'impressione è che le regioni meridionali, a dispetto dei problemi governativi, sono destinate a scontare un deficit di programmazione nazionale, l'assenza di un modello di sostegno economico in situazioni di crisi, la carenza di interventi a favore dell'innovazione e degli investimenti delle aziende. Viene fra l'altro prevista l'esenzione dall'obbligo di certificazione per le navi ed i galleggianti adibiti alla pesca marittima: secondo l'articolo in questione, le navi ed i galleggianti adibiti alla pesca marittima che non toccano porti o territori di altri Stati sono esenti dall'obbligo di munirsi di certificazione relativa all'avvenuta derattizzazione o di esenzione dalla stessa. Si tratta di un intervento di semplificazione del settore della pesca, non c'è dubbio, ma è probabile che la sicurezza dei prodotti ittici (la sicurezza alimentare è uno dei problemi più attuali, anche in modo pesante di questi tempi) ne possa risentire.
Vengono poi colpevolmente depenalizzati i reati per frode alimentare e ciò viene evidenziato dalla stessa Commissione giustizia. L'articolo relativo modifica infatti la disciplina sanzionatoria prevista dalla legge n. 281 del 1963 in tema di preparazione e commercio dei mangimi. Per l'insieme di questi motivi, riteniamo quindi ampiamente insufficiente ed inadeguato un provvedimento che, invece, avrebbe potuto e dovuto servire al rilancio dello sviluppo e della competitività del comparto e del settore agroalimentare del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Codurelli. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Codurelli, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Marchignoli. Ne ha facoltà.

MASSIMO MARCHIGNOLI. Signor Presidente, la fase drammatica della crisi economica nazionale ed internazionale avrebbe richiesto in questa fase, da parte del Governo, una straordinaria capacità di programmazione e l'adozione di misurePag. 10eccezionali, dirette al rilancio produttivo del sistema agroalimentare, soprattutto sul piano degli investimenti, dell'innovazione e della modernizzazione del settore.
I contenuti della programmazione finanziaria del Governo, a partire dal DPEF dello scorso giugno e proseguendo con i provvedimenti della legge finanziaria per il 2009, non sono andati in questa direzione.
Anche il decreto-legge n. 171 del 2008 all'esame dell'Aula, dal titolo roboante di misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare, non si è discostato da questa tendenza di fondo.
Ancora una volta i problemi dell'agricoltura non hanno ricevuto risposte concrete, soprattutto sul fronte di una riduzione degli alti costi produttivi e dei pesanti oneri sociali a carico delle imprese agricole.
Di contro, una grande operazione di comunicazione mediatica ha presentato un provvedimento che avrebbe dovuto essere il toccasana dell'agricoltura italiana ma che così non sarà (e così è stato a tal punto che la Commissione bilancio è stata costretta ad evidenziare l'insufficiente copertura finanziaria di alcune misure).
Con questo provvedimento il Governo dichiara di porsi l'obiettivo di rilanciare il settore agroalimentare nel quale i redditi sono cresciuti in Europa del 15 per cento, mentre in Italia sono diminuiti del 3 per cento con grave danno alla produzione ed alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
I costi sono praticamente triplicati e i redditi sono ormai in caduta libera, in coda tra i Paesi europei; si allarga invece la forbice tra prezzi al consumo e prezzi all'origine, con gravissimo danno per i produttori e per i cittadini consumatori.
Questo provvedimento, che modifica in negativo alcune disposizioni contenute nelle leggi finanziarie per il 2007 ed il 2008, contiene misure totalmente insufficiente per il rilancio del comparto: per le imprese si prospetta infatti un futuro molto difficile e con il rischio di un ulteriore aggravamento della situazione.
Entrando ora nel merito, il decreto-legge in questione, così come è stato licenziato dal Senato, denota un deficit di carattere strutturale-normativo, in quanto difetta della organicità e della sistematicità che una materia così importante richiederebbe.
Molte delle misure adottate risultano slegate logicamente tra di loro e quasi mai emerge una coerenza di intenti ed una unitarietà di obiettivi.
La mancanza, in questo decreto-legge, di un impianto normativo solido, organico e in grado di fornire risposte efficaci al settore è particolarmente grave se consideriamo anche i pesanti tagli contenuti nel disegno di legge finanziaria per il 2009, che intendo ora soltanto sottolineare.
Il settore agricolo non è stato in alcun modo risparmiato dalle drastiche riduzioni di spesa operate sia con il decreto-legge n. 112 del 2008, sia con il taglio delle somme accantonate nella legge finanziaria per il 2007.
Infatti, al Ministero delle politiche agricole vengono assegnate per il 2009 risorse pari a 1.383 milioni di euro, con una diminuzione di stanziamenti di competenza di 459 milioni di euro (in sostanza un taglio secco del 25,6 per cento), e l'incidenza percentuale degli stanziamenti di competenza del Ministero, rispetto alla spesa finale del bilancio dello Stato, si riduce dallo 0,3 allo 0,2 per cento.
Se poi si procede all'analisi di alcuni singoli provvedimenti ed articoli diventa facile muovere al decreto-legge disappunti e critiche di particolare rilievo. La proroga al 31 marzo del 2009 degli sgravi contributivi per le aziende agricole per le zone di montagna svantaggiate, lo stanziamento di 65 milioni di euro per l'anno 2008 al Fondo di solidarietà (che tra l'altro, come evidenzia la Commissione bilancio, trovano una copertura insufficiente) rappresentano una goccia nel deserto, soprattutto per la grave crisi economica e sociale in cui versa il settore.
Prolungare soltanto di un trimestre le agevolazioni contributive assume, poi, i contorni di una grande presa in giro, soprattutto per quelle imprese che avevano già aderito, con grande sacrificio, all'operazione di ristrutturazione dei debiti INPS, regolarizzando la propria posizione.Pag. 11Dal 1° aprile 2009, a norma dell'articolo 1-ter del provvedimento, gli aumenti saranno considerevoli, e per le aziende che già operano in condizioni di difficoltà produttiva le prospettive si fanno quanto mai drammatiche.
Per quanto riguarda ancora la dotazione del Fondo di solidarietà nazionale di 65 milioni di euro per l'anno 2008, occorre svolgere alcune importanti considerazioni: va rilevato, innanzitutto, l'esiguità della dotazione ed il fatto che essa si riferisca al solo anno 2008. Si tratta di un indicatore e rilevatore della prospettiva di brevissimo termine che accompagna l'azione di questo Governo. Inoltre, va sottolineato che al relativo onere del Fondo di solidarietà si provvede mediante il corrispondente utilizzo delle residue disponibilità del Fondo per lo sviluppo della meccanizzazione dell'agricoltura.
Questa è una autentica perla dell'azione governativa, perché l'approvazione di un decreto-legge che contiene misure urgenti per il rilancio del settore agroalimentare e che contemporaneamente sottrae risorse ad un Fondo preposto all'innovazione e alla modernizzazione delle imprese, rasenta l'assurdità. Più che una seria programmazione governativa di rilancio di un comparto vitale per la economia italiana, sembra di assistere al cosiddetto gioco delle tre carte. La verità è che occorrerebbe incrementare, in modo significativo, e con risorse certe, la dotazione del Fondo di solidarietà, riferendola ad un arco temporale più ampio, almeno un triennio. Anziché tagliare, o tamponare qua e là, al contrario, il Governo dovrebbe adottare provvedimenti di carattere ordinario e straordinario in campo fiscale, contributivo, creditizio, di innovazione, di investimento e di razionalizzazione della troppo lunga filiera agroalimentare, in grado di contrastare la congiuntura negativa, sostenere le aziende, ridurre i pesanti costi di produzione e gli oneri sociali.
Per quanto, poi, riguarda gli interventi nel settore della produzione agricola, va sottolineata, una volta di più, la penalizzazione del settore altamente competitivo ed innovativo come il vitivinicolo, a cui il centrodestra non riesce a fornire risposte convincenti. Dei 50 milioni di euro stanziati per il settore nella scorsa legislatura dal centrosinistra (sottratti dall'attuale Governo, con la promessa di reintegrarli a breve) sono stati ripristinati soltanto 10 milioni di euro.
Vi è poi da rilevare ancora la grave crisi del settore olivicolo-oleario che ha messo in ginocchio intere regioni del Mezzogiorno, che non rientra nel piano degli interventi a favore del rilancio del comparto agroalimentare e che non è nelle priorità del Ministero. Vi è tra l'altro da aggiungere che il provvedimento in esame assomiglia sempre di più ad una sorta di macedonia, considerato che si passa da un settore all'altro senza colpo ferire. Insomma, questo provvedimento è simile a quelli ribattezzati omnibus, ma una sua originalità ce l'ha: in linea con la scia condonistica della maggioranza, vengono, infatti, depenalizzati i reati per frode alimentare, e ciò viene evidenziato dalla stessa Commissione giustizia della Camera.
A fronte di tutto questo, ed in considerazione della disponibilità al confronto più volte manifestata dal Partito Democratico, auspichiamo fortemente segnali di concreta apertura rispetto alle nostre proposte.
La parola agricoltura non è stata nemmeno menzionata nell'ultimo decreto-legge, cosiddetto «anti-crisi», in discussione in queste ore in Commissione.
Dobbiamo invece mettere al centro dell'azione di rilancio dell'economia italiana il grande comparto dell'agricoltura poiché questo è uno dei settori determinanti che può contribuire in maniera decisiva a consentire al nostro Paese di uscire da questa crisi drammatica, anche con politiche rivolte all'Europa, europeiste. Il Governo crede poco in quella dimensione, ma dovrebbe invece essere più forte e autorevole per dare all'Italia una cornice (un quadro complessivo) di politiche europee che consentano di concertare misure utili ad uscire dalla crisi.Pag. 12
È per questo che il Partito Democratico, su questo impianto, continuerà ad impegnarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, mi rivolgo a lei e agli onorevoli colleghi richiamando altresì l'attenzione del rappresentante del Governo. Il gruppo dell'Italia dei Valori in merito alla conversione di questo decreto-legge ha assunto una posizione trasparente e di grande responsabilità (me lo lasci dire, signor Presidente). Rispetto al merito del provvedimento noi vogliamo in primo luogo sottolineare che ci si trova di fronte ad una necessità, sostenere il settore agroalimentare. Attualmente, questa è certamente una necessità condivisa e condivisibile. Abbiamo come obiettivo il rilancio di un settore importante come quello agroalimentare e questo settore deve essere sostenuto non solo dal Governo italiano, ma anche da uno sforzo congiunto delle classi dirigenti, del Parlamento, dell'imprenditoria e degli enti locali. Soprattutto, anzi, tale sforzo congiunto deve essere sostenuto in sede comunitaria.
Si tratta di un settore strategico, e tale caratteristica del comparto agroalimentare deve essere chiara e acquisita definitivamente. Per il nostro Paese infatti, onorevoli colleghi, il settore agroalimentare è fondamentale e probabilmente è uno dei comparti chiave dello sviluppo del sistema Italia (del sistema Paese). Si tratta di una realtà tipica del nostro Paese; solo in Italia il comparto agroalimentare riveste un ruolo tanto importante da potersi definire appunto strategico per l'intero sistema nel suo complesso. Verrebbe da dire che, forse, in nessun altro Paese del mondo il comparto agroalimentare rappresenta un potenziale di ricchezza e sviluppo come da noi. È fondamentale dunque, proprio per questo, sostenere il comparto in particolare nelle sue eccellenze in termini qualitativi. Qualità del prodotto dunque, filiere corte a basso impatto ambientale, utilizzo come fonte energetica degli scarti, elevazione del livello dei controlli sulla rete di produzione, tipicizzazione del prodotto, sviluppo di sinergie sempre più strette con il settore turistico: sono questi gli aspetti sui quali a nostro avviso bisogna investire, passando da una logica di sostegno ad una logica di sviluppo.
Il comparto agroalimentare va messo nelle condizioni di produrre sviluppo e ricchezza e lo può fare puntando sugli aspetti che prima cercavo di ricordare. Bisogna intervenire per liberarlo dallo stato di necessità in cui spesso cade. Il comparto in Italia deve essere considerato, lo ribadisco, un'eccellenza e una fonte di ricchezza e di sviluppo. Per questo bisogna passare alla fase degli investimenti, e per questo servono delle politiche più intraprendenti e coraggiose.
Noi oggi finalmente dibattiamo in Aula di questioni che riguardano il conseguimento di norme efficaci di tutela dei prodotti agricoli italiani e credo che siamo tutti consapevoli che il made in Italy sotto lo sguardo internazionale deve fare i conti con la qualità e l'originalità del nostro sistema. Attualmente il comparto agroalimentare attraversa un momento di forte crisi strutturale che non può essere sottovalutato per la ricaduta che ha sulle famiglie e sull'economia nazionale. Rispetto a tale crisi è alla politica, alle istituzioni e al Governo che va conferito un mandato, il mandato di individuare una strategia di rilancio, un salto di qualità, un'azione fortemente riformatrice perché l'obiettivo finale sia soprattutto quello di valorizzare ed esaltare le molte potenzialità che il comparto agricolo può offrire all'economia nazionale e anche al superamento della crisi economica nazionale.
Noi dell'Italia dei Valori non intendiamo caratterizzarci con un'opposizione pregiudiziale, ma vogliamo valutare il merito delle questioni: proprio per questo motivo vogliamo rappresentare in questa sede le criticità che ravvisiamo nel provvedimento in esame.
Il testo iniziale del Governo, infatti, è stato profondamente modificato al Senato.Pag. 13Ma quello è risultato essere un passaggio insufficiente perché siamo tuttora ancorati - ripeto - alla logica del sostegno limitato e limitante e, peraltro, anche di natura discrezionale. Non si capisce, ad esempio, perché non si sia voluta valutare la necessità di sostenere adeguatamente la produzione saccarifera italiana. Noi lo avevamo proposto e lo proponiamo con i nostri emendamenti perché consapevoli che questa tipicità di produzione rischia di scomparire per sempre dal nostro territorio. Dunque ci chiediamo, e lo chiediamo con forza: perché perdere una tale potenzialità? Peraltro ritengo che valga la pena ricordare, ad esempio, che a Termoli la probabile chiusura dello zuccherificio potrebbe lasciare senza lavoro un indotto di circa quattrocento lavoratori, mettendo in grave difficoltà loro stessi e le loro famiglie. Perché allora non pensare, come abbiamo proposto, di sacrificare il rifinanziamento della cosiddetta «legge mancia», di cui è cambiato il nome ma non la sostanza, per aiutare questa realtà positiva produttiva e queste famiglie?
Abbiamo la possibilità di farlo oggi, qui in quest'Aula, e allora domando al Governo: perché non farlo? Ma il Governo è in tutt'altre faccende affaccendato, come vede anche lei, signor Presidente... ho rivolto una domanda al Governo, ma forse il Governo è in tutt'altre faccende affaccendato.

PRESIDENTE. Prego di non distrarre il rappresentante del Governo dall'ascoltare chi interviene.

FABIO EVANGELISTI. So di non dire cose originalissime, ma ho rivolto una domanda precisa e vorrei che, eventualmente, il Governo potesse replicare. Mi riferivo, signor sottosegretario, alla realtà di Termoli e allo zuccherificio del posto. Pertanto le chiederei di avere successivamente la cortesia e la compiacenza di rispondere su tale questione.
Più in generale il Governo in questi pochi mesi di attività e di fronte agli effetti della crisi economica in atto sembra aver acquisito la logica delle prebende, delle elemosine: prima la social card con i suoi quaranta euro al mese, adesso i sostegni all'agricoltura che non hanno la portata e la lungimiranza di un più generale sviluppo. Anzi, nel suo complesso il provvedimento pare viziato e, a nostro avviso, è viziato e condizionato da una logica limitata, da uno stato di necessità che sembra destinato a ripetersi in aeternum. Non siamo contrari a quello che si è fatto, ma certamente si poteva fare molto di più e, soprattutto, si poteva fare in modo diverso: puntare allo sviluppo, non all'assistenza. È quello che il Governo dovrebbe fare con riferimento al settore agroalimentare: stiamo parlando di un potenziale enorme, di un'eccellenza su scala mondiale che viene relegata ancora allo stato di necessità e sostegno. Abbiamo dunque bisogno di altro.
Non so dire se la luna di miele di questo Governo sia già finita o se finirà a breve, ma sicuramente gli italiani si stanno accorgendo ogni giorno di più delle logiche di prebenda e da spot elettorale.
Nella logica dunque del necessario passaggio da una politica di sostegno ad una di sviluppo per rendere sempre più autosufficiente il comparto, vi è un'altra ragione fondante della necessità di cui parlavo all'inizio del mio ragionamento. Voglio ricordare, infatti, che uno dei motivi principali del mantenimento del gap tra paesi industrializzati e Paesi poveri del mondo risiede proprio nei costanti e ripetuti aiuti di Stato al settore agroalimentare tipico dei primi. Se si passasse, invece, ad una logica di sviluppo si potrebbero destinare almeno parte degli attuali aiuti a sostenere anche i comparti agroalimentari dei Paesi più poveri con una condivisa e condivisibile unione di intenti per il governo della globalizzazione.
A questo proposito ritengo che valga la pena di ricordare che, dopo anni di costante crescita, l'economia cinese sta segnando un preoccupante rallentamento. Proviamo a immaginare cosa potrebbe accadere se un gigante come questo enorme Paese sostenesse con aiuti costantiPag. 14il proprio comparto agricolo, eventualmente per fini legati all'esportazione dei propri prodotti.
Questo è il senso degli emendamenti che abbiamo presentato: ci riserviamo ovviamente una valutazione finale. È riunito il Comitato dei nove. Siamo ansiosi di sentire quali saranno le determinazioni e le intese trovate in quella sede. Pertanto ci riserviamo di dichiarare la nostra intenzione di voto al termine, ovviamente, dell'esame degli emendamenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, esaminando il provvedimento sottoposto alla nostra attenzione, prima di tutto vale la pena sottolineare l'importanza strategica e, oserei dire, insostituibile del comparto primario, cioè del settore dell'agricoltura, non solo per una più ampia impostazione complessiva delle attività economiche e produttive del nostro Paese, ma anche perché tale settore, con le alterne vicende e con le difficoltà che lo hanno segnato, deve assolutamente essere sostenuto, con l'obiettivo di garantire una produzione sempre più qualificata e competitiva, ma soprattutto una produzione che sia poi anche accessibile a tutti e che abbia la garanzia non solo di qualità, ma anche di commestibilità.
Già altri colleghi hanno messo in evidenza la necessità comunque di integrare le disposizioni: appunto per questo motivo il gruppo del Partito Democratico ha presentato una serie di emendamenti che puntano ad integrare e migliorare il testo del provvedimento in esame, che in talune parti presenta qualche carenza. Ma devo rilevare che non solo i colleghi dell'opposizione, ma anche numerosi colleghi della maggioranza hanno presentato talune proposte emendative con il meritorio obiettivo, a mio avviso, di contribuire appunto ad un miglioramento del testo.
Per esempio, per quanto riguarda il sostegno ad alcuni particolari comparti dell'agricoltura - mi riferisco in particolare a quei settori che vantano produzioni cosiddette di nicchia, di alto pregio alimentare, ai diversi consorzi che sono nati sui territori del nostro Paese a sostegno e a promozione di particolari produzioni (penso alle produzioni di particolari qualità di formaggio o del prosciutto) -, ebbene, di fronte alla crisi che vi è in questi settori, il provvedimento in esame non fa passi in avanti per dare un adeguato sostegno.
Infatti, per esempio, non vi è la previsione di interventi che vadano nella direzione di un sostegno protratto nel tempo per almeno un triennio. Rispetto al Fondo di solidarietà, proponiamo e vorremmo che le misure, riferite ad un arco temporale brevissimo, fossero portate alla durata di almeno tre anni, per poter consentire interventi in campo fiscale, contributivo, creditizio, di innovazione e di investimento, per razionalizzare anche la sin troppo lunga filiera dell'agroalimentare, in maniera tale non solo da contrastare la congiuntura presente e sostenere le aziende riducendo costi di produzione e oneri sociali, ma anche da garantire un rapporto meno intermediato tra produttore e consumatore finale.
Ci rendiamo conto dell'esistenza di normative e direttive comunitarie e ci rendiamo altresì conto che in questo comparto purtroppo il numero degli addetti si è ulteriormente assottigliato. Qui si tratta, a mio modo di vedere, di sostenere invece un ritorno, soprattutto per quanto riguarda le giovani generazioni, ad un'attenzione per una possibile occupazione, con un livello qualitativo molto significativo, nel comparto dell'agricoltura.
Poi vi è un altro punto del provvedimento in esame. Devo riferirmi in particolare ad una norma introdotta nel passaggio al Senato, l'articolo 4-terdecies, in cui sostanzialmente si prevede una depenalizzazione di una serie di frodi alimentari.
A tale riguardo, mi sia consentito di dare atto al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali - che ringrazio perché non sempre e non tutti i Ministri sono presenti in Aula ad ascoltare il dibattito - di essere stato fra i più presentiPag. 15quando erano in esame provvedimenti afferenti al proprio Dicastero. Tuttavia, devo esprimere un'insoddisfazione circa una risposta che è stata data ad un'interrogazione da me presentata, inerente quelle frodi che erano state segnalate nel corso dell'estate, in particolare con articoli riportati dal quotidiano La Repubblica. Tali frodi hanno generato preoccupazioni, prima di tutto da parte dei consumatori, circa la effettiva garanzia che i prodotti che si trovano nei negozi e nei supermercati siano affidabili, commestibili e che non siano suscettibili di recare problemi alla salute dei cittadini. Ma vi erano preoccupazioni anche, forse, per una scarsità di controlli e, come stavo dicendo, con la mia interrogazione non si faceva altro che rappresentare, in maniera formale, l'esigenza di una richiesta di chiarimenti. Tuttavia, ho ricevuto una risposta di tipo burocratico perché, con una tabellina, si indicavano una serie di controlli eseguiti e la percentuale di regolarità riscontrate ma, francamente, mi sarei aspettato qualcosa di più, anche e soprattutto per dare il segnale che l'amministrazione pubblica è, con tutta la sua «filiera» di strutture, da quelle centrali del Ministero fino a quelle periferiche, in grado di garantire ai consumatori finali la qualità e la commestibilità dei prodotti. Nel caso di specie, tuttavia, vi è stata l'introduzione al Senato di una disposizione che, sostanzialmente, allenta il percorso di questi controlli e le loro ricadute sul piano dei provvedimenti, di natura sia amministrativa sia penale.
Con il provvedimento in esame, che sta diventando una sorta di provvedimento omnibus per quanto riguarda il settore dell'agricoltura, forse varrebbe la pena, nel momento in cui ci accingiamo a concluderne l'esame, di cogliere la disponibilità, da parte della maggioranza e del Governo, al contributo che l'opposizione, in particolare il gruppo del Partito Democratico, sta tentando di dare con una serie di emendamenti.
Certamente, servono maggiori risorse per questo comparto e ci rendiamo conto che la coperta, come sempre, è corta. Però, uno sforzo ulteriore per cercare di venire incontro alle difficoltà, che sono non solo congiunturali ma anche strutturali, del comparto agroalimentare del nostro Paese, significa non solo effettuare degli investimenti che garantiscano una migliore capacità attrattiva per creare nuova occupazione (soprattutto per le giovani generazioni) nel settore, ma anche dare una prospettiva di maggiore forza sul piano competitivo e della qualità dei prodotti italiani, che raggiungono livelli altissimi di eccellenza, ma che rischiano, proprio per le difficoltà contingenti, di essere messi in crisi.
Ed è per tale motivo che rivolgiamo di nuovo un appello al Governo e al signor Ministro, che ci ascolta in questo momento, affinché diano un segnale di disponibilità e valutino insieme alcuni - se non tutti, almeno alcuni - degli emendamenti presentati che hanno, lo ripeto ancora una volta, una finalità assolutamente costruttiva. Infatti, credo che sia un interesse generale del nostro Paese avere un comparto primario, quello dell'agricoltura con tutto ciò che ne consegue in termini di attività di trasformazione dei prodotti, in grado di rappresentare ancora qualcosa per il futuro del nostro Paese.
Credo che le tradizioni, soprattutto in alcune parti del territorio del nostro Paese e di alcune produzioni (quindi, si guarda non solo alla quantità, ma anche alla qualità), possano essere sicuramente valutate con maggiore attenzione così come taluni emendamenti - mi accingo a terminare, signor Presidente ed egregi colleghi - presentati dal gruppo del Partito Democratico in ordine a una revisione, un'accentuazione e un sostegno ulteriore alle produzioni di biogas attingendo, appunto, alle biomasse.
Anche in questo caso vi può certo essere qualche aspetto da rivedere, ma deve essere fatto uno sforzo per cercare di venire incontro, anche su questo terreno, ad una più certa possibilità per gli imprenditori del comparto dell'agricoltura, assieme ad attività che siano poste in essere in termini congiunti anche come aziende ed imprese che operano nel settore della produzione di energia, realizzandoPag. 16sinergie che possono, da una parte, aiutare a smaltire certi tipi di produzione agricola e, dall'altra, contribuire a ridurre il costo della bolletta energetica che, come sappiamo tutti, nel nostro Paese è ancora troppo salata.
Quindi, ci sono una serie di contributi e di proposte che vengono dal Partito Democratico che ci auguriamo, con uno sforzo ulteriore rispetto a quello che è stato fatto o che si sta facendo anche in questi minuti in sede di Commissione e di Comitato dei nove, possa consentire un miglioramento di questo provvedimento nell'interesse generale del nostro Paese e di un comparto che non deve essere abbandonato a se stesso e che deve essere preso nella giusta considerazione da parte dell'amministrazione pubblica del nostro Paese nei diversi livelli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnecchi. Ne ha facoltà.

MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, il decreto-legge n. 171 del 2008, atto Camera 1961, prevede misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare. Si tratta di un titolo altisonante e annunciatore di grandi eventi, almeno nella prima lettura, ma poi ricco di delusioni per il settore primario.
C'era una grande attesa da parte delle associazioni del settore (Confagricoltura e CIA) per una politica incisiva del Governo capace di rappresentare una vera svolta per questo comparto. Ancora una volta, invece, questo settore così importante per la nostra economia non ha ricevuto, a nostro avviso, quelle risposte concrete necessarie per rilanciare il comparto che rischia un aggravamento di una già precaria situazione di crisi. Certamente avremmo preferito un intervento più organico e strutturale, con tempi certi come questo settore meriterebbe.
Con riferimento alle proposte emendative vale la pena di ricordare e sottolineare che esistono vari gruppi di emendamenti (tutti con una propria dignità e una propria importanza) che tendono a creare quella sicurezza e quella determinazione per il sostegno di questo settore così particolare. Alcuni, in particolare, ci sembrano veramente interessanti.
È importante, ad esempio, il rifinanziamento da parte del Governo per garantire la fiscalizzazione degli oneri previdenziali per il triennio 2009-2011. Lo stesso dicasi sulla necessità di fare la dovuta chiarezza attraverso l'interpretazione in materia di ICI (emendamento all'articolo 1-ter) per i fabbricati rurali. È oltremodo importante estendere a tutto il territorio nazionale i contratti di filiera, al fine di favorire l'integrazione del sistema agricolo e agroalimentare e il rafforzamento dei distretti agroalimentari.
I distretti agroalimentari rappresentano una realtà molto particolare se consideriamo che le province a maggior valenza della filiera agroalimentare nella formazione del PIL sono tra quelle che hanno registrato, in termini di PIL pro capite, i più interessanti aumenti. Lo vediamo dallo studio dell'Unioncamere, istituto Tagliacarne, del dicembre 2003. Parliamo di province con un tessuto imprenditoriale formato da micro e piccole imprese con una spiccata vocazione agroalimentare di qualità e un'organizzazione produttiva sul territorio di tipo sistemico. Insomma, nelle prime 15 province d'Italia ben sette sono a forte vocazione agroalimentare.
Gli emendamenti all'articolo 2-bis riguardano la produzione di energia elettrica da biomasse.
La possibilità di autoprodurre energia rinnovabile è sicuramente un elemento vitale ed importante, se consideriamo quanto siano stati pesanti gli effetti del costo del petrolio nell'agricoltura. Se è vero che attualmente il prezzo del greggio è sceso a livelli accettabili, è comunque importante non solo per questo settore raggiungere un'autosufficienza energetica così come si sta facendo in altri Paesi dell'area dell'euro, ma ovviamente per tutti i settori.
Vediamo che anche con il decreto-legge n. 185 del 2008, invece, non si sostengono le spese delle famiglie, dei condomini, delle aziende per il risparmio energetico,Pag. 17per modificare caldaie e altri sistemi o per mettere pannelli solari e, quindi, per favorire le energie rinnovabili. Viceversa, il limitare o il far diventare quasi una lotteria la possibilità di detrazione fiscale e, addirittura, introducendo il rischio del silenzio-diniego, anziché normalmente - come siamo abituati - il silenzio-assenso, dimostra che questo Governo non ha capito quanto sia importante lavorare per il risparmio energetico, dare certezza alle aziende che lavorano su questo, alle famiglie, ai condomini e alle aziende e, quindi, rimettere in moto l'economia, dimostrando anche che rilasciare regolare fattura - quindi, lavorare contro il lavoro nero e l'evasione fiscale - possa portare effettivamente ad un risparmio fiscale.
È importante, poi, sempre essere favorevoli ad ogni semplificazione burocratica. Quindi, siamo per la semplificazione nella pubblica amministrazione, siamo per la semplificazione degli atti, siamo contro la burocrazia. Tuttavia, deve esistere un «però» quando si introducono semplificazioni. Quindi, non condividiamo alcuni emendamenti che prevedono l'introduzione di semplificazioni degli adempimenti a carico delle imprese agricole, sia per quanto riguarda i rifiuti che le visite mediche per il personale di bordo dei pescherecci. È cronaca di questi giorni, purtroppo, il processo alla Fincantieri per le morti dovute all'amianto. Ciò dimostra che bisogna evitare che la semplificazione rischi di diventare superficialità e mancanza di prevenzione, di lavoro rispetto alla sicurezza e mancanza di tutele anche per chi lavora in questi settori. Quindi, siamo sempre favorevoli alla semplificazione, ma occorre stare attenti che gli adempimenti richiesti e quelli che si chiede di stralciare non creino un rischio maggiore per il settore, per i lavoratori e le lavoratrici.
Purtroppo, l'oggettiva difficoltà degli enti proposti ad effettuare controlli comporta costi sociali non più sostenibili ed accettabili. Quindi, per ogni semplificazione bisogna stare attenti che non comporti un maggior rischio. Se penso alla nostra provincia di Bolzano e se posso portare in questa sede anche i relativi esempi e le best practices, dico che per sostenere l'agricoltura, oltre ad interventi diretti soprattutto per l'agricoltura di montagna e di alta montagna, abbiamo favorito l'agriturismo e, quindi, che i contadini e le contadine possano integrare il proprio reddito sia ovviamente per far apprezzare la montagna e la campagna a chi vive in città, ma anche perché offrendo ospitalità nei propri masi riescono a praticare una sorta di turismo eco-compatibile e, quindi, positivo, e nello stesso tempo ad avere un reddito ed un'entrata da questa forma di turismo.
Vorrei fare riferimento ad un'altra best practice nella nostra provincia che mi sembra veramente importante: abbiamo favorito con adeguata formazione il crearsi di masi-scuola e, quindi, la possibilità per contadini e contadine di ospitare alunni e alunne delle scuole elementari e medie, che - vivendo soprattutto in città - ormai non vedono la vita di campagna ed esistono anche bambini e bambine che non hanno mai visto una gallina, una pecora o una mucca.
Riuscire a far vedere ai ragazzi e alle ragazze come sia la vita in un maso e in un'atmosfera di agricoltura sana e vedere anche come si fa il formaggio e la trasformazione del latte riteniamo che sia importante per creare l'amore per il territorio, la voglia di rispettare la natura e per far capire, nello stesso tempo, che anche questo tipo di lavoro è molto nobile essendo alla base del famoso detto del «riuscire a produrre il pane quotidiano per tutti».
È importante riuscire a promuovere il settore agroalimentare sostenendo i contadini e le contadine. Da questo punto di vista, ritengo molto importante l'emendamento proposto dai colleghi Brugger, Zeller e Nicco che propone che per il triennio 2009-2011 nei territori montani particolarmente svantaggiati e nelle zone agricole svantaggiate si mantenga - provvedendovi mediante la riduzione in maniera lineare degli stanziamenti di parte corrente relativiPag. 18alle tabelle - quel vantaggio in termini previdenziali per i contadini e le contadine.
Vale la pena di sottolineare come sia importante migliorare le pensioni dei coltivatori diretti, dei coltivatori mezzadri e anche dei dipendenti delle aziende agricole. Va ricordato infatti che le loro pensioni sono sempre molto basse. In una situazione in cui si sta molto attenti alle crisi delle famiglie dobbiamo riconoscere che avere delle pensioni basse, in qualunque settore e per qualunque pensionato, è ovviamente un grave danno. Le pensioni dei contadini e delle contadine sono pensioni quasi sempre integrate al trattamento minimo, sappiamo cosa questo voglia dire. Mi sembra veramente importante ricordarsi che non bisogna far durare questi incentivi e queste riduzioni della contribuzione previdenziale solo fino al 31 marzo 2009, ma portarli al triennio 2009-2011.
Ancora una volta voglio ripetere che i problemi dell'agricoltura non hanno ricevuto risposte concrete, soprattutto sul fronte di una riduzione degli alti costi produttivi e dei pesanti oneri sociali a carico delle imprese agricole. Già la Commissione bilancio è stata costretta ad evidenziare l'insufficiente copertura finanziaria di alcune misure; con questo provvedimento il Governo dichiara di porsi l'obiettivo di rilanciare il settore agroalimentare nel quale i redditi sono cresciuti in Europa del 15 per cento e in Italia sono diminuiti del 3 cento, con grave danno alla produzione e alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
Chiudo dicendo che bisogna assolutamente ribadire che non vanno depenalizzate le frodi alimentari, proprio perché si tratta di un dato preoccupante; mi rifaccio alle identiche perplessità già manifestate sulla semplificazione. La fiducia nelle istituzioni da parte della popolazione si conquista anche attraverso un adeguato livello di capacità politica, sapendo affrontare tutti le situazioni di pericolo che mettono a rischio la salute e il benessere della popolazione. Il rischio di frodi alimentari nel settore agroalimentare - lo vediamo anche in questi giorni - mette a dura prova la fiducia dei consumatori e delle consumatrici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, la conversione in legge di questo decreto-legge nei termini previsti è fondamentale per il settore agricolo, non solo per le norme già contenute nel provvedimento che riguardano il settore agroalimentare, ma per quelle modifiche e integrazioni che la Commissione agricoltura propone all'Aula onde assicurare copertura al Fondo di solidarietà contro le avversità atmosferiche che, come sappiamo, è vitale per il settore, o la proroga dei contributi agevolati per le zone svantaggiate, anch'essa misura assolutamente indispensabile.
È con questo spirito che la Commissione agricoltura ha lavorato e voglio qui ricordare all'Aula, a tutti, il confronto molto serio ed approfondito che si è svolto tra il Governo, che ringrazio, la maggioranza e l'opposizione; è stato un confronto davvero serio, approfondito, responsabile e nell'interesse del settore agricoltura che, come è noto, forse più di altri sta attraversando davvero un momento molto difficile. Allora, la conversione del decreto-legge, la necessità per il Parlamento tutto di assicurare al comparto una legge fondamentale è nell'interesse di tutti, non solo del Governo, della maggioranza, ma anche dell'opposizione e, probabilmente, il dibattito che si è svolto in quest'Aula, con gli interventi che abbiamo ascoltato ieri ed oggi, non rispecchia il lavoro svolto per il modo in cui si è concluso in Commissione agricoltura, dove è terminato positivamente, con una condivisione delle misure assolutamente necessarie, anche se certamente insufficienti. I colleghi della maggioranza hanno dovuto ritirare emendamenti molto seri, indispensabili, per ragioni di copertura finanziaria e altrettanto hanno fatto i colleghi dell'opposizione che, pur mantenendo gli emendamenti in quest'Aula,Pag. 19hanno comunque fornito un contributo responsabile alla definizione delle misure che sarà possibile accogliere in Assemblea.
Signor Presidente, rispetto alle questioni che sono state introdotte, occorre svolgere alcune osservazioni. In questo momento di crisi, ad esempio, dell'olio d'oliva, avere introdotto una misura a sostegno della promozione e del suo consumo, ma solo per quello derivante dalle olive prodotte e trasformate nel territorio nazionale, è davvero un fatto estremamente importante e nuovo. Perciò ringrazio in questa sede il Governo, con il Ministro Zaia, che da questo punto di vista ha dato assicurazioni alla Commissione della volontà del Governo, che si pone in continuità con quella del precedente Governo, dell'allora Ministro Castro e degli altri, di ottenere per l'Italia la possibilità dell'etichettatura delle olive italiane. Colleghi, voi capite che con questo provvedimento stiamo introducendo non solo la promozione del consumo dell'olio di oliva in generale, ma quella di un prodotto autenticamente italiano, sia per quanto riguarda le olive, sia per quel che concerne la trasformazione delle stesse.
Ciò va sottolineato, al pari degli emendamenti proposti dalla collega Beccalossi, capogruppo in Commissione, a sostegno, ad esempio, di ciò che già è previsto nel decreto-legge per quanto riguarda la promozione del settore agroalimentare, non solo per le aziende di prodotto, ma anche per i loro consorzi. Anche ciò diventa fondamentale per assicurare più coesione, più trasparenza e più garanzia per il prodotto italiano destinato ad affermarsi nel mondo e all'estero.
Credo che tali questioni debbano essere sottolineate e per questo mi sono permesso di sottrarre un po' di tempo a quest'Aula per consentire ad una voce della maggioranza di esprimersi dopo tanti interventi critici dell'opposizione che, lo ripeto, non rispecchiano il lavoro svolto in Commissione. Si deve anche ricordare, signor Presidente - è bene dirlo e lo voglio sottolineare - che noi abbiamo ricevuto dal Senato un provvedimento per il quale è stato necessario trovare coperture finanziarie rispetto a provvedimenti che non avevano una copertura finanziaria idonea, come era stato sottolineato dalla Commissione bilancio. Abbiamo dovuto trovare, e stiamo trovando, il modo di sopprimere norme introdotte con riferimento a questioni concernenti l'inasprimento di pene che non erano assolutamente coordinate ed erano state oggetto di rilievi per la loro problematicità.
Quindi, la Commissione agricoltura della Camera ha dovuto assolutamente farsi carico di aggiustare un provvedimento che, per come era giunto dal Senato, presentava una serie di problemi. Voglio concludere dicendo che con questo provvedimento noi tamponiamo alcuni problemi relativi all'emergenza del mondo agricolo, introduciamo misure importanti in linea e coerenti con l'impostazione del Governo rispetto al settore agroalimentare, alla difesa, alla tutela e alla trasparenza del prodotto italiano in un mondo globalizzato che è carente di regole e che ha penalizzato il produttore italiano che punta alla qualità.
Tuttavia, è del tutto evidente che rimane fondamentale un impegno per il Governo e per la Commissione a provvedere ad una serie di altri problemi che rimangono assolutamente aperti e che sono stati coerentemente segnalati sia dalla maggioranza sia dall'opposizione.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ISIDORO GOTTARDO. Concludo, signor Presidente. Quindi, ciò rimane un impegno aperto che noi evidenzieremo anche attraverso gli ordini del giorno. Penso al problema dell'ammasso per i consorzi che devono stagionare i prodotti e ad un altro problema molto serio, la detrazione fiscale che sta a cuore a tutta la Commissione.
Credo, inoltre, che sia necessario avere una coerenza. Quando si svolge un dialogo in modo molto serio tra Governo, maggioranza e opposizione (come è avvenuto nella XIII Commissione) diventa incomprensibile che in Aula vi siano dei ritardiPag. 20nel procedere all'approvazione degli emendamenti, non perché i colleghi non abbiano il diritto di parlare, ma perché molto spesso si ha la sensazione che dietro vi sia una strategia per ritardare l'approvazione del provvedimento stesso. Ciò francamente non è nell'interesse degli agricoltori che, invece, è presente nello spirito di chi ha sostenuto e sosterrà questo provvedimento fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, vorrei rassicurare il collega che è appena intervenuto rivolgendomi a lei, dicendo che l'opposizione esercita il proprio diritto parlamentare alla parola, utilizzando gli strumenti adeguati e previsti, e che il dibattito parlamentare è un esercizio di democrazia. Mi sembra che la qualità degli interventi svolti dall'opposizione in quest'Aula sia tale da evitare il rischio che ci è stato appena prospettato.
In ordine al provvedimento in esame vorrei partire da un paio di elementi generali: il numero dei decreti-legge sottoposti al nostro esame. Ho perso il conto, ma siamo in una situazione veramente di ingorgo. Signor Presidente, le racconto cosa è avvenuto in Commissione lavoro su questo provvedimento. Noi siamo arrivati ad incardinare il provvedimento in una situazione in cui nella Commissione competente - che ha lavorato molto come ci ha ricordato il collega della maggioranza appena intervenuto - vi erano circa più di 100 emendamenti (di cui quasi un quarto della maggioranza), quindi con un testo che rischiava di essere assolutamente modificato. Abbiamo presentato il problema in Commissione e si è deciso di sospenderne l'analisi.
Signor Presidente, noi arriviamo alla discussione in Aula senza che la Commissione lavoro abbia potuto non solo esprimere il parere, ma nemmeno discutere del provvedimento. Ciò sottolinea la caratteristica dell'intervento legislativo di questo Governo che, secondo me, mette sempre più in discussione da una parte la prerogativa parlamentare e, dall'altra, quella delle Commissioni parlamentari. Quindi, io starei attenta a svolgere disquisizioni sull'ostruzionismo. C'è, infatti, un problema di funzionamento di quest'Aula, di dignità dei parlamentari e io sottolineo il disagio che noi parlamentari abbiamo ad operare in queste condizioni nelle Commissioni.
Riguardo alle caratteristiche generali del provvedimento in esame, il titolo va bene, ma, signor Presidente, si interviene come se la crisi non ci fosse e non fosse così profonda. Del resto, il decreto-legge cosiddetto anticrisi è assolutamente parziale, insufficiente e non in grado di delineare una prospettiva di uscita dalla crisi per il nostro Paese.
Signor Presidente, la crisi potrebbe essere per il nostro Paese l'occasione di effettuare finalmente modifiche strutturali e di sistema e per ridisegnare il profilo del Paese per il nuovo millennio: tutto il settore dell'agricoltura sarebbe essenziale per articolare questo tipo di intervento e per segnarne il profilo. Penso a tutte le questioni ambientali, relative al paesaggio e alla produzione agricola, a tutte le questioni della filiera corta, dei gas, dei mercati diretti, che sono entrate in modo così determinante e forte nel dibattito e nella vita degli italiani; penso anche a quanto il provvedimento in esame glissi su tali questioni. Ciò non avviene, però, per una responsabilità della Commissione parlamentare: il punto è che non ci sono risorse, non vengono investite risorse. «Con le chiacchiere stiamo a zero», si dice dalle mie parti. Ho imparato in quest'Aula - che permette, se non altro, di fare incontrare le diverse regioni e i diversi dialetti - che, piuttosto che niente, è meglio piuttosto. In emiliano non riesco a dirlo perfettamente e, quindi, non ci provo nemmeno. È questo lo spirito, asfittico, di questi provvedimenti e di tutta la serie di provvedimenti che stiamo analizzando in questa fine di anno.
Abbiamo, però, un problema grave, signor Presidente: abbiamo bisogno di parlarePag. 21al Paese per ridare fiducia, con una prospettiva di crisi così grossa. Il problema è comune: lo abbiamo come maggioranza e come opposizione. Inviterei tutti a riflettere sulle caratteristiche del voto in Abruzzo e sul grande astensionismo che si è registrato. Bisogna riuscire a rientrare in sintonia con i cittadini per dare loro fiducia. Questo è un elemento essenziale per uscire dalla crisi. Purtroppo, non è questo il profilo di questi provvedimenti e di quello in esame, in particolare.
Entrando nel merito del provvedimento, come Commissione lavoro abbiamo analizzato l'articolo 1-ter, il comma 5-ter dell'articolo 3 e l'articolo 4-octies. Con riferimento all'articolo 1-ter, siamo assolutamente convinti della necessità di prorogare le agevolazioni previdenziali. Conosciamo la situazione delle aziende agricole e le difficoltà che esse hanno e pensiamo che si tratti proprio di un intervento essenziale. Siamo così convinti che vi sia bisogno di questa proroga: nonostante, di solito, ci opponiamo alle proroghe dei provvedimenti, sosteniamo questa molto volentieri.
Vorrei sottolineare, però, che si tratta di un intervento essenziale che si effettua solo per tre mesi. La collega Cenni mi spiegava che la proroga non è nemmeno fino al 31 marzo 2009, ma fino al 25 marzo 2009. Mi chiedo, quindi, che programmazione possano fare le aziende agricole. Inoltre, non si tratta di risorse aggiuntive: siamo a posto con la copertura finanziaria? Mi rendo conto, infatti, di quanto sia difficile operare nelle Commissioni competenti, con il Servizio studi che sostiene che vi sono problemi di copertura e sottolinea che sarebbe il caso di approfondire il problema. Suppongo che sia assolutamente disagevole riuscire a lavorare in queste condizioni. Su tale aspetto abbiamo presentato alcune proposte emendative per allungare i tempi della proroga, perché questa ci sembra veramente una «toppa» rispetto a un problema fondamentale ed essenziale per il mondo agricolo.
Un'altra norma, sempre relativa al sottofinanziamento, è quella relativa al Fondo di solidarietà nazionale per gli incentivi assicurativi.
Dobbiamo partire da un dato: c'è stato un taglio su questo fondo e lo stanziamento di 65 milioni di euro solo per il 2008 (lo sottolineo), che è una goccia nel deserto, viene preso da un altro fondo, quello per lo sviluppo della meccanizzazione in agricoltura. Qui siamo a quello che Bersani chiama il gioco delle mucche di Mussolini, che si spostavano di volta in volta. Ed anche queste sono caratteristiche di tutti i procedimenti che stiamo affrontando in questa fase e di tutti i decreti-legge che ci presentate: mancanza di risorse, spostamento di risorse, mancanza di risorse fresche. Signor Presidente, l'opposizione si è dichiarata disponibile ad operare affinché questo Paese esca dalla crisi con una prospettiva di sviluppo concreta. Il nostro Ministro ombra ha incontrato il Ministro Tremonti per cominciare a riflettere e per presentare le proposte del Partito Democratico. C'è bisogno di più risorse e di risorse fresche. Questo non lo dice solo il partito dell'opposizione, ma lo dice l'Europa, quando permette ai Paesi membri di allentare il Patto di stabilità. Noi dobbiamo collettivamente, secondo me, assumerci la responsabilità di utilizzare questa strada e di aumentare il debito pubblico se è necessario, per fare interventi di rilancio che prospettino anche la possibilità di un aumento del PIL. Altrimenti, ci troveremo sempre qui a discutere di questi provvedimenti asfittici, assolutamente insufficienti e incapaci di affrontare la crisi. Vorrei sottolineare altre caratteristiche di questo provvedimento, che riguardano l'atteggiamento generale di questo Governo nei vari provvedimenti, in particolare l'atteggiamento verso il sud. Vediamo come sono state tagliate le risorse per i finanziamenti per il settore vitivinicolo nel sud e come sono stati praticamente ridotti da cinquanta a dieci milioni di euro gli interventi relativi al settore per quanto riguarda il problema della peronospora.

Pag. 22

PRESIDENTE. Onorevole Gatti, la prego di concludere.

MARIA GRAZIA GATTI. Un ultimo elemento, signor Presidente, e concludo, accogliendo il suo richiamo ai tempi. Questo provvedimento contiene elementi di deregolazione: si rimandano controlli che andavano fatti e si prevedono una serie di interventi che possono mettere in discussione ed a rischio, al limite, anche la salute dei cittadini. Su questo non siamo assolutamente d'accordo come - lo annuncio già qui - non siamo assolutamente d'accordo con la deregolazione che questo Governo sta tentando di fare nel mondo del lavoro e sulle proroghe che tenta di fare materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro con il decreto-legge n. 81 del 2008 e con il decreto-legge cosiddetto milleproroghe (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pompili. Ne ha facoltà.

MASSIMO POMPILI. Signor Presidente, signor Ministro, il decreto-legge in esame contiene misure che, se dovessimo seguire una logica di continuità amministrativa, non possono non essere condivisibili. Infatti, si tratta di interventi nati nella scorsa legislatura, che attendevano un completamento con l'adeguamento alle normative comunitarie per diventare operativi e permettere agli operatori del settore di usufruire di agevolazioni entro il 2008. Per fare degli esempi: così è per la misura che riguarda il credito di imposta per la promozione e i provvedimenti per la pesca, così è urgente l'assegnazione del biodiesel, defiscalizzato l'affinché gli operatori possano programmare i contingenti assegnati. La nostra non è, dunque, una contrarietà sulle singole misure.
Anzi, ne ravvisiamo e ne sottolineiamo il carattere di urgenza, tanto che noi stessi abbiamo proposto degli emendamenti per inserire nel decreto-legge provvedimenti che riguardano la tenuta del settore della pesca, che è in grande difficoltà: le agevolazioni previdenziali che riguardano le zone montane e le zone svantaggiate; il Fondo di solidarietà per gli incentivi assicurativi, il cui mancato rifinanziamento sta mettendo in ginocchio migliaia di imprenditori; altri emendamenti che riguardano incentivi attraverso crediti di imposta e, poi, l'imprenditoria giovanile e femminile.
Questo per dire e descrivere un atteggiamento di grande senso di responsabilità che il nostro gruppo ha assunto. Ma ciò nonostante - ecco il punto politico - rimane tra il Governo e l'opposizione un'incolmabile distanza: noi sosteniamo, con forza, che tra la situazione che il settore in questo momento sta vivendo e la risposta che il Governo sta dando si riscontra una forte inadeguatezza; inadeguatezza dello strumento e inadeguatezza dei provvedimenti che il Governo sceglie per affrontare la crisi di un settore che sta vivendo una delle fasi più difficili che abbia mai conosciuto.
Questo non lo sosteniamo solo noi, ma lo hanno detto i diretti interessati, migliaia di imprenditori ed operatori del settore che hanno manifestato nei giorni scorsi tutto il loro disagio, perché i segnali che arrivano dal mondo agricolo sono allarmanti, come, d'altra parte, è anche emerso dalla recente ricerca ISTAT sulla salute dell'agricoltura italiana.
La difficoltà è reale: i numeri raccontano di una situazione che sta arrivando al limite. Le imprese agricole a rischio di chiusura sono oltre 200 mila; il calo dell'occupazione del settore è di oltre il 10 per cento; un 25 per cento dell'agricoltura di qualità, che rappresenta l'eccellenza del nostro Paese, si potrebbe dire il made in Italy, è a rischio; vi è un livello di indebitamento delle aziende diffuso come non mai, e non per investire, ma per gestire l'esistente; i redditi sono in caduta libera e il loro calo è il più marcato tra i Paesi europei, tanto che ormai diverse aziende stanno producendo in perdita.
Un esempio emblematico di questa situazione difficilissima è che in una delle zone più ricche del Paese, la provincia di Reggio Emilia, la zona del parmigianoPag. 23reggiano, 120 aziende chiuderanno a cavallo tra il 31 dicembre e i primi mesi dell'anno prossimo.
Se questa è la situazione in una delle zone di cui conosciamo la capacità e il dinamismo produttivo, credo che non sia immaginabile cosa sta accadendo e potrebbe accadere in zone più deboli dell'Italia.
Le cause di tutto ciò consistono in un combinato disposto di contingenze negative, ovviamente: è l'impennata dei costi di produzione, cioè energia, carburanti, materie prime, mangime nella zootecnia, costo del lavoro, degli oneri sociali e delle assicurazioni; è la difficoltà di accesso al credito, reso più inagibile dalla crisi finanziaria, ma a ciò vanno aggiunte le condizioni internazionali, completamente modificate, che evidenziano come una crisi congiunturale diventi, a questo punto, una profonda crisi strutturale del settore.
Stiamo assistendo, signor Ministro, ad un cambio epocale, al quale le nostre aziende non possono far fronte da sole; non possono essere lasciate da sole, perché, per decenni, il reddito dell'azienda agricola si è formato in dipendenza di tre fattori: un mercato molto regolato, politiche di sostegno alle produzioni e tutela dei prodotti nel loro ingresso sul mercato.
Oggi lo scenario, come dicevo, è completamente cambiato: il recente accordo di Bruxelles ha sancito la chiusura di una fase per aprirne un'altra, che parla di liberalizzazioni, mercato e di garanzia di qualità del prodotto e di qualità ambientale. Vi sono quindi dei passaggi inediti per il settore, e la politica deve comprendere quanto sia forte la stretta di fronte alla quale ci troviamo: siamo passati dalla formazione del reddito in agricoltura in un contesto tutto sommato di garanzie, con un rischio di impresa mitigato, ad una fase nella quale l'impresa opera in un contesto di fortissima competizione internazionale, oltretutto in una realtà nazionale segnata da una preoccupante flessione dei consumi. Inoltre, le dinamiche dei mercati, la centralità della questione alimentare, le strette correlazioni tra la qualità dei prodotti e la qualità ambientale, la destinazione a fini energetici dei prodotti agricoli hanno cambiato la natura stessa della professione dell'agricoltura: si è passati da un produttore agricolo a cui si chiedeva solo di produrre, ad un imprenditore agroalimentare-ambientale che deve conoscere i mercati, deve creare valore con nuove strategie e con un riposizionamento flessibile della propria azienda, che deve tutelare l'ambiente, deve ricercare, deve innovarsi e utilizzare nuove tecnologie.
Anche questo comparto si pone, quindi, dentro le nuove responsabilità e le nuove sfide non solo europee ma addirittura globali. Ad una sfida di questa portata non si risponde solo con misure tampone, ma con una proposta strutturata, con politiche organiche, con una strategia finanziaria che mette al centro la questione alimentare, che sia capace di traghettare il settore dalla sua dimensione attuale ad un nuovo profilo di sistema produttivo. Occorrono misure ad un più alto livello di capacità complessiva per rispondere alle sfide dell'internazionalizzazione dei nuovi mercati. Occorrono misure che incentivino la crescita di nuova imprenditorialità, che significa ricambio generazionale, imprenditoria femminile, perché lì c'è il futuro; ma prima di tutto ciò, la precondizione, la condizione preliminare è la garanzia di un quadro di stabilità, perché solo in esso si possono sviluppare queste necessità e può nascere un'imprenditoria vera: sto parlando di garanzie, non di assistenzialismo.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MASSIMO POMPILI. Quindi, signor Presidente, signor Ministro, è per questo che noi abbiamo mantenuto un atteggiamento costruttivo nella dialettica tra maggioranza e opposizione in Commissione; è per questo che, però, al contempo, continuiamo a mantenere fermi gli emendamenti che abbiamo presentato, perché non abbiamo riscontrato un'apertura adeguata ed un avanzamento delle posizioni del Governo. Pertanto, anche in questo passaggio, continueremo ad impegnarci per modificare il provvedimento.Pag. 24
Concludendo, signor Presidente, credo che, se il Governo assumerà alcune delle nostre richieste, sicuramente la risposta non sarà esaustiva, però potremo tracciare un percorso per rimettere il settore su una direttrice di fiducia nel futuro e di sviluppo; diversamente, il Governo dovrà assumersi la responsabilità di aver messo ancora una volta delle «toppe», ma questa è una strada che non porta da nessuna parte e che non dà una risposta seria a quella che è la crisi, una crisi di grande portata del settore agroalimentare nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marchioni. Ne ha facoltà.

ELISA MARCHIONI. Signor Presidente, leggendo il titolo del provvedimento penso alle aspettative che si sono evidenziate in un settore e in un comparto che soffrono una situazione di crisi - mi riferisco in particolare alle piccole, piccolissime e medie imprese - la quale ha portato la redditività ad un calo del 3 per cento nel complesso del Paese (ma in alcune zone la crisi è anche più forte), a fronte, invece, di un aumento della redditività nell'Unione europea fino al 15 per cento.
Si tratta quindi di un settore che in questo momento vive in Italia una crisi particolare e di un settore già decurtato di risorse, considerato che per il 2009 le risorse assegnate al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali sono state decurtate già di 459 milioni di euro.
Il provvedimento in discussione dimostra, invece, un'assenza di strategia complessiva e si rivela inadeguato in ordine al quadro delle misure e delle risorse a sostegno proprio a fronte, viceversa, delle aspettative di un settore strategico per il nostro Paese. Esso si dimostra peraltro di corto respiro per quanto riguarda la progettualità che si ferma ad un anno soltanto (laddove sappiamo che per ogni azienda la necessità di programmare le attività si amplia sicuramente agli anni futuri, specie per quel che riguarda gli investimenti e le spese da sostenere in vista di un cambiamento che le faccia crescere, ammodernare e rendere più competitive anche a livello europeo), a fronte di una crisi che, come dimostrano le ricerche di questi giorni, vede calare anche i consumi alimentari nelle famiglie.
Si tratta quindi di settore che ha bisogno di un rilancio ampio e profondo. Chi investe sulla qualità non viene riconosciuto adeguatamente. Io provengo dall'Emilia-Romagna, che è una tra le quaranta regioni più avanzate nell'Unione europea, e dalla provincia di Rimini che vanta alcuni marchi DOP. Ricordo che l'Emilia-Romagna è la regione che in Italia ha più marchi DOC e DOP. Si tratta di marchi molti importati perché sono certificazioni che garantiscono la qualità e la filiera, assicurando quindi sia un'alta qualità del prodotto, sia i consumatori che ne fanno uso.
Mancano però nel provvedimento in esame risorse ed incentivi, considerato che realizzare marchi e far in modo che i propri prodotti abbiano una certificazione DOC e DOP ha un costo sia per mantenere una qualità di produzione molto alta, sia nei termini della burocrazia necessaria per poterli ottenere e sia al fine di mantenerli.
A volte vi sono aziende anche piccole e piccolissime - e nel mio territorio ne vedo diverse - con una produzione di altissima qualità che, tuttavia, faticano a spendere anche le poche migliaia di euro che di anno in anno servono per mantenere proprio i marchi di certificazione.
Aumentare le risorse per i consorzi e per le aziende che si certificano e dare un sostegno affinché esse ottengano e mantengano i marchi costituisce dunque un grande supporto per la produzione di qualità. È un sostegno che serve, ad esempio, anche per tutti i progetti di filiera corta (a chilometri zero) e dei gruppi di acquisto che valorizzano le produzioni locali, la freschezza dei prodotti nonché, nella conoscenza e nel rapporto diretto, una capacità di consumo consapevole che ormai abbiamo maggiore capacità di apprezzare.
In questo senso è molto importante proseguire la strategia degli sgravi contributivi,Pag. 25prorogare - come per gli altri settori - i differimenti dei termini per i pagamenti delle tasse e fornire tutte le forme di sostegno affinché tutte le nostre imprese e aziende agricole possano lavorare secondo alti termini di qualità.
Segnalo, da questo punto di vista, un'altra difficoltà: proprio perché viviamo un periodo di crisi con l'allargamento dell'Unione europea ad altri Paesi, come è accaduto per le quote latte, ci sarà un contingentamento anche delle produzioni di vino; per le aziende molto piccole che magari sono in difficoltà economica l'incentivo di 15-20 mila euro ad ettaro per eradicare le viti (e dunque per terminare la produzione di vino) può essere in qualche modo, in quest'epoca di crisi, appetibile e considerato come una prospettiva conveniente.
Pensiamo, però, non solo dal punto di vista della perdita del reddito, ma anche dal punto di vista del paesaggio, cosa sarebbe l'Italia senza viti; pensiamo a cosa sarebbero le nostre colline, senza il paesaggio che conosciamo, senza le colline pettinate a viti. L'Italia, che nella storia era l'Enotria, perderebbe una delle proprie caratteristiche, e non solo produttive: si andrebbe a penalizzare l'intero settore dell'agriturismo, del turismo e dell'intero ambiente. Si devono prevedere misure a sostegno di chi vuole continuare a fare il vino e che potrebbe vedere, in questo momento, nella crisi esistente, una prospettiva immediata di guadagno, mi riferisco all'eradicamento delle viti; sarebbe quindi molto importante sostenerli per non farglielo fare. Così come sarebbe importante cercare di contenere, in ogni modo, la forbice che si sta allargando tra i costi all'origine e i costi di vendita che produce crisi nell'agricoltura e nelle nostre famiglie.
Vorrei solo svolgere delle brevi considerazioni sul problema della pesca: sono importanti le procedure di semplificazione burocratica per fare in modo che tutti coloro che sono occupati in questo settore lavorino più serenamente; tuttavia, vi sono alcuni grandi temi, ad esempio, quello del caro gasolio, e del fermo pesca, che bisogna affrontare perché nel settore pesca si possa lavorare con serenità. Vi è, in Emilia Romagna, una grande crisi nel settore suinicolo e vi sono anche in questo settore dei problemi che devono essere presi in considerazione. Vorrei sottolineare i limiti, le assenze, le omissioni di tante emergenze in questo settore e noi non condividiamo il gioco al ribasso che avviene con la depenalizzazione dei reati di frode: è una questione che fa perdere di credibilità le istituzioni che devono, invece, tutelare sempre i consumatori.
Questo comparto chiede e merita misure complessive di ampio respiro per il credito agrario e la formazione di strategie strutturali al fine di consolidare e far crescere questo settore che noi continuiamo a ritenere strategico per il superamento della crisi economica e sociale del Paese.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Marchioni, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

CARLO NOLA. Relatore. Signor Presidente, vorrei svolgere una premessa: la XIII Commissione, nel momento in cui tutti i suoi componenti hanno ritirato i propri emendamenti, ha dato specifico mandato al relatore in sede di Comitato dei nove di trovare un accordo su una serie di temi comuni, ritenendo non confacenti al provvedimento in esame tutti gli emendamenti che non facessero capo a questo pacchetto. Per cui, a nome del Comitato dei nove, ho presentato una serie di emendamenti. Esprimerò il parere su ogni singolo emendamento, ma in linea di massima, al di là delle obiezioni della Commissioni bilancio (che non ho ancora a disposizione completamente), esprimerò parere contrario su tutti gli emendamenti tranne quelli presentati dalla Commissione.

Pag. 26

PRESIDENTE. Onorevole relatore, proprio a proposito di quello che sta dicendo, avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A -A.C. 1961).
Con riferimento al parere della Commissione bilancio, avverto che la condizione sul testo relativa alla soppressione dei commi 3-bis e 5-ter dell'articolo 3 è stata revocata ed è stato espresso parere di nulla osta sul testo dei commi 5-ter e 3-bis del medesimo articolo 3, a condizione che siano approvati, rispettivamente, gli emendamenti della Commissione 3.106 e 3.103, quest'ultimo con una modifica che la Commissione agricoltura ha recepito attraverso la presentazione del subemendamento 0.3.103.100.
Avverto, inoltre, che la Commissione bilancio ha formulato ulteriori condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma della Costituzione, sulle proposte emendative 1-bis.101, 4-terdecies.0100 e 4-terdecies.0101 della Commissione. Tali condizioni sono state recepite rispettivamente dai subemendamenti 01-bis.101.100, 0.4-terdecies.0100.100 e 0.4-terdecies 0101.100, testè presentati dalla Commissione. I predetti subemendamenti sono in distribuzione.
Avverto, infine, che la Commissione ha presentato l'emendamento 4-terdecies.101, soppressivo dell'articolo 4-terdecies, ha conseguentemente ritirato l'emendamento 4-terdecies.100 e ha, altresì, ritirato l'articolo aggiuntivo 4-terdecies.0.102.
Invito, dunque, il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

CARLO NOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sulle altre proposte emendative.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Colgo l'occasione, Presidente, per replicare agli interventi; anzi, replicare è un brutto termine, quindi intendo cercare di dare una risposta ai molti interventi che ho ascoltato in queste due giornate di discussione.
Sono qui, innanzitutto, a ringraziare tutti quelli che hanno lavorato per portare questo provvedimento in Aula, a partire ovviamente dal presidente della Commissione Paolo Russo, e tutti i commissari presenti in Commissione agricoltura, fino al presidente Giorgetti e a tutti coloro che nelle diverse dimensioni hanno lavorato sul provvedimento, non ultimo il relatore Nola.
Voglio dire che le misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare rappresentano per noi - ho ascoltato a tal proposito gli interventi - veramente una grande opportunità di intervenire nel comparto primario.
Stiamo attraversando una fase cruciale - questo ci è riconosciuto a livello internazionale - e stiamo passando da una economia virtuale (molto menzionata in questi giorni) ad una economia più reale, ovverosia quella della produzione, quella del comparto primario dove magari ci si spacca la schiena per produrre la produzione misurabile. Quindi, siamo passati da un contesto nel quale la speculazione e il giro delle carte vengono sostituiti da qualcosa di molto più concreto.
Innanzitutto, qual è il nostro punto di riferimento? Un made in Italy che fattura 24 miliardi euro l'anno, un made in Italy che cresce nonostante la crisi (più 13 per cento in Europa, più 11 per cento a livello extra UE), ma in un contesto nel quale i prezzi dei prodotti agricoli diminuiscono.
Noi abbiamo visto in questi mesi le grosse difficoltà che abbiamo affrontato, ad esempio, per il mais e i cereali. Mi riferisco ad un calo del 40 per cento - in più occasioni l'avete ricordato in questa discussione - del prezzo del mais e di quello del grano.
Ricordo che l'anno scorso durante la campagna il mais valeva 20 euro al quintale,Pag. 27mentre oggi vale 9 euro al quintale. Ricordo anche le difficoltà che abbiamo riscontrato in moltissime filiere. Mi riferisco alla carne di suino, che durante l'estate valeva 95 centesimi o un euro al chilo, e mi riferisco alla crisi imminente a causa di quella epidemia mediatica del suino alla diossina che ci porta ancora a dover intervenire nel comparto. Mi riferisco, altresì, al problema della carne di bovino, delle carni cunicole e a molto altro ancora, per non parlare del settore lattiero-caseario (è stato ricordato il problema del parmigiano reggiano in più occasioni).
A tal proposito, ricordo anche il nostro intervento per la mozzarella di bufala DOP piuttosto che gli altri interventi per il grana padano e per il pecorino romano. Sono tutti comparti che potrebbero sembrare riferiti a delle delizie e non a qualcosa di economicamente valido, ma invece hanno un grande peso. Vorrei ricordare che il solo comparto lattiero-caseario, visto come produzione di formaggi e con i trentaquattro prodotti DOP che abbiamo, pesa circa 6 miliardi di euro. Esportiamo il 22 per cento di questi comparti e il primo nostro importatore - spesso non lo si dice - è rappresentato da un grande cliente che è la Francia.
Infine, voglio ricordarvi anche le difficoltà che il comparto vive, ad esempio, rispetto al prezzo del latte, che oggi si chiude con gli accordi nazionali a 35, 36, o 37 centesimi al litro, ma che vede dei concorrenti agguerritissimi, fra l'altro facenti parte dell'Unione europea, che riescono a portare il latte in Italia a 23-24 centesimi (mi riferisco, ad esempio, al latte rumeno dei Paesi PECO).
In linea di principio deve anche essere ricordato che i nostri produttori agricoli pagano le forniture a prezzi molto più alti: un aumento dei fertilizzanti agricoli del 350 per cento, ad esempio, per gli azotati e del 30 per cento per i perfosfati. Ciò che vogliamo dire è in sostanza così traducibile: da un lato abbiamo un'Europa che non ci ha difeso in questi anni e, quindi, con il provvedimento in esame cerchiamo anche di dare un aggiustamento a questa linea di programmazione che ha sicuramente fallito. In Europa mancano le produzioni: non lo diciamo soltanto noi ma lo dice addirittura il Direttore generale della FAO, Diouf, che afferma che il cibo manca in molti contesti nel mondo e che per sfamare i sei miliardi di cittadini del mondo sarebbe necessario raddoppiare la produzione agricola.
D'altro lato, tuttavia, dobbiamo anche ricordare di chiedere all'Europa di riportare al centro delle discussioni la questione della produzione agricola, della produzione vera. Per questo motivo non posso non ricordare l'ultimo negoziato: infatti questa mattina si è parlato spesso di interventi spot e di interventi che non fanno parte di un progetto generale, ma vorrei ricordare che, ad esempio, l'ultimo negoziato europeo sugli aiuti agli indigenti ci permette di avere una disponibilità di 129 milioni di euro da dedicare proprio al ritiro di cibo dal mercato per destinarlo agli indigenti. Non è una questione di poco conto, visto e considerato che gli indigenti in Italia rappresentano l'11 per cento della popolazione che vive con meno di 600 euro al mese. Quindi abbiamo circa 7 milioni di cittadini che vivono con meno di 600 euro al mese ai quali comunque possiamo dare una risposta.
Ne approfitto perché sempre nei vostri interventi di queste due giornate da più parti è stata sollevata l'accusa secondo la quale il Governo penserebbe poco a politiche per il Meridione, per il sud: non è vero. Spesso si cita come esempio il fatto che il Governo con gli aiuti agli indigenti abbia acquistato, investendo 50 milioni di euro, 200 mila forme di parmigiano reggiano e grana padano. Vorrei ricordare che potevamo adottare una tale misura solo in questo modo perché l'Europa non ci autorizza, ad esempio, a ritirare l'olio, che pure avrebbe necessità di un intervento importante in tal senso. È una battaglia che stiamo conducendo a livello comunitario e che speriamo di vincere nel 2009. Ma ad oggi, con il regolamento comunitario sugli aiuti agli indigenti, l'Europa ci consente di ritirare i prodotti del settore lattiero-caseario, i cereali oppure il riso.Pag. 28
Mi permetto anche di ricordare che questa dimenticanza e questa volontà di non dare risposte al sud non è assolutamente presente, visto e considerato che l'unica campagna che abbiamo finanziato per la promozione di un prodotto tipico in questi setti mesi riguarda la mozzarella di bufala DOP: è l'unica campagna che il Ministero ha promosso per il tramite dei fondi del Consiglio dei ministri ed è oggi l'unica reale campagna che sia stata finanziata.
Infine, non posso non ricordare che nell'ambito di questo processo organico di riassetto del comparto primario si inserisce un disegno di legge, adesso in fase di negoziato comunitario - abbiamo ancora a disposizione sessanta giorni di tempo - per introdurre l'obbligatorietà dell'origine in etichetta di prodotti dell'agroalimentare. È una partita non di poco conto e sulla quale si sono sollevate polemiche che in molti casi si potevano evitare; infatti, si deve avere al riguardo la massima tranquillità. Non c'è la volontà di fare angherie o di entrare a gamba tesa nelle filiere; si vuole piuttosto concordare con le filiere stesse l'introduzione dell'origine in etichetta per dare tranquillità ai consumatori. Oggi il consumatore acquista olio d'oliva - questa mattina e anche ieri è stato ricordato - ma in quell'olio d'oliva che porta nomi altisonanti e forse tipicamente italiani, all'interno di quella bottiglia, non è contenuto olio extravergine di oliva delle nostre campagne ma olio d'oliva in ipotesi spagnolo o di qualche altra realtà. Quindi la volontà di inserire in etichetta l'origine ci permette comunque di stabilire che quel made in Italy del quale ci vantiamo tanto viene anche difeso con l'etichettatura obbligatoria. Questo tema ovviamente verrà affrontato filiera per filiera e lo consideriamo un progetto organico per il rilancio competitivo del settore primario.
È ovvio che per rilanciare è necessario anche difendere: la tolleranza zero che stiamo portando avanti in queste ore ci vede presenti con sequestri anche importanti. Abbiamo effettuato il più grande sequestro dei prodotti dell'agroalimentare cinese e abbiamo effettuato sequestri di vino prodotto con acqua e zucchero, di olio e di mozzarella scaduta ottenuta da latte tedesco in territorio italiano. Quindi i controlli si sono inaspriti con la volontà di difendere il consumatore sul fronte della sicurezza alimentare e il nostro produttore che ha diritto ad una difesa totale.
Non posso non ricordare il negoziato europeo, perché quando parliamo di rilancio del settore del comparto primario e di queste misure urgenti, non possiamo prescindere dal fatto che abbiamo appena chiuso un negoziato importante, che ci permette di stanziare ogni anno 4 miliardi di euro per il comparto primario da destinare alle aziende agricole - oltre un milione - presenti a livello nazionale. È un negoziato che ci permette, ad esempio, di fare qualcosa che spesso non viene ricordato: tutti ricordano le quote latte quando parlano del negoziato del 19 novembre scorso, però vorrei ricordare che con quel negoziato, ad esempio, per la prima volta nella storia, l'Italia recupera i sottoutilizzi comunitari. Questo significa recuperare tutti quei fondi che, inevitabilmente, sarebbero stati perduti e sono circa 200 milioni di euro all'anno che vengono reinvestiti nella filiera della politica agricola comunitaria.
Infine, il decreto. Il decreto cerca di operare in maniera organica. Al riguardo, ringrazio le Commissioni per il bel lavoro svolto, in particolar modo la Commissione agricoltura della Camera che, con visione molto solidale e anche corale, ha lavorato per un progetto emendativo, un progetto interessante, un progetto che oggi affronteremo nella discussione, emendamento per emendamento, valutando anche ordini del giorno che con molta intelligenza si sono voluti presentare, anche per dare una mano, forse, al Ministro - me lo dico da solo! - ad avere un po' più di forza e potere contrattuale in fase negoziale, magari proprio qui sul territorio nazionale.
Voglio ricordare che comunque, da qualche parte, si osservava che il provvedimento era un po' messo lì, privo di una visione organica, senza una progettualità, senza un vero e proprio piano industriale.Pag. 29Noi lo consideriamo un provvedimento urgente, che è necessario per l'agricoltura. Perciò si interviene con il credito di imposta, con l'internazionalizzazione, con la promozione dei nostri prodotti e del comparto dell'agroalimentare che, lo ripeto, fattura 24 miliardi di euro come made in Italy ed è un comparto che comunque va promosso, per i singoli prodotti. Il provvedimento introduce anche la proroga delle agevolazioni fiscali. Qualcuno prima giustamente le ricordava. Noi prevediamo questa proroga al 31 marzo, ma vogliamo ricordare che l'impegno del Governo c'è, non solo sui contributi SCAU, ma anche sul Fondo di solidarietà, un Fondo di solidarietà che ci ha già visto dovere intervenire con non poco imbarazzo, per sanare una situazione di competenza dell'anno finanziario 2008. Si tratta di una competenza che non spettava a noi, di un errore fatto nella programmazione dal passato Governo e cui noi oggi presentiamo una soluzione, ma ciò ci permette di dire di non andare più nelle aziende agricole, a fine anno, a chiedere il 70 per cento dei premi assicurativi, che avevano già sottoscritto durante l'annata agraria.
Poi prevediamo le discipline per l'assegnazione del contingente di biodiesel e gli altri temi che mi sono segnato: per esempio le procedure per l'agricoltura, semplificazioni in generale, i piani di gestione forestale, la possibilità delle imprese agricole, ad esempio, di poter sottoscrivere convenzioni con i consorzi di bonifica al pari degli enti pubblici, gli interventi per peronospora, anche qui un'istanza che viene dal sud e in particolar modo dalla Sicilia, con lo stanziamento di dieci milioni di euro. Poi, il riordino degli enti: voglio ricordare che questo riordino ci permette anche di avere una visione di maggiore economicità ed efficienza rispetto ai nostri enti.
Pertanto, evitando di dilungarmi (dato che poi potremo affrontare tutti i termini delle questioni, ad esempio quelli degli enti irrigui e molto altro ancora durante la discussione degli emendamenti), vi invito veramente a sostenere e approvare questo progetto, soprattutto in considerazione del fatto che tra breve esamineremo i singoli emendamenti.
Ve lo posso garantire: ho partecipato ai lavori della Commissione e molti emendamenti saranno ancora di maggiore completamento e di arricchimento, in maniera molto importante ed anche intelligente, del decreto-legge in esame (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato alla ripresa pomeridiana della seduta.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con la votazione degli emendamenti riferiti al decreto-legge di cui al disegno di legge di conversione in esame.

La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Casini, Giancarlo Giorgetti, Lombardo e Lusetti sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Convalida di deputati.

PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 17 dicembre 2008, ha verificato non essere contestabili le elezioni dei seguenti deputati nelle Circoscrizioni sul territorio nazionale e, concorrendo negli eletti le qualità richieste dalla legge, ha deliberato di proporne la convalida:
nella circoscrizione I (Piemonte 1): Allasia Stefano, Boccuzzi Antonio, BoniverPag. 30Margherita, Calgaro Marco, Crosetto Guido, Della Vedova Benedetto, Esposito Stefano, Fassino Piero, Ghiglia Agostino, Giulietti Giuseppe, Leo Maurizio, Lucà Mimmo, Maccanti Elena, Merlo Giorgio, Napoli Osvaldo, Pianetta Enrico, Porcino Gaetano, Portas Giacomo Antonio, Repetti Manuela, Rossomando Anna, Siliquini Maria Grazia, Togni Renato Walter, Vernetti Gianni, Vietti Michele Giuseppe;
nella circoscrizione II (Piemonte 2): Armosino Maria Teresa, Barbi Mario, Bobba Luigi, Buonanno Gianluca, Cambursano Renato, Costa Enrico, Cota Roberto, Damiano Cesare, Delfino Teresio, Fiorio Massimo, Fogliato Sebastiano, Lovelli Mario, Mancuso Gianni, Nastri Gaetano, Pastore Maria Piera, Rampi Elisabetta, Rosso Roberto, Ruben Alessandro, Simonetti Roberto, Stanca Lucio, Stradella Franco, Vegas Giuseppe, Zacchera Marco;
nella circoscrizione III (Lombardia 1): Aprea Valentina, Bocciardo Mariella, Bossi Umberto, Casero Luigi, Centemero Elena, Chiappori Giacomo, Cimadoro Gabriele, Colaninno Matteo, Colombo Furio, Colucci Francesco, Craxi Stefania Gabriella Anastasia, D'Amico Claudio, De Biasi Emilia Grazia, De Corato Riccardo, Di Giuseppe Anita, Duilio Lino, Farinone Enrico, Fiano Emanuele, Frassinetti Paola, Giorgetti Giancarlo, Grimoldi Paolo, La Russa Ignazio, Lanzillotta Linda, Lupi Maurizio, Mantini Pierluigi, Molteni Laura, Mosca Alessia Maria, Pecorella Gaetano, Peluffo Vinicio Giuseppe Guido, Pirovano Ettore Pietro, Pollastrini Barbara, Quartiani Erminio Angelo, Romani Paolo, Ronchi Andrea, Rotondi Gianfranco, Salvini Matteo, Stracquadanio Giorgio Clelio, Tabacci Bruno, Valducci Mario, Zaccaria Roberto;
nella circoscrizione IV (Lombardia 2): Angelucci Antonio, Beccalossi Viviana, Berruti Massimo Maria, Binetti Paola, Braga Chiara, Caparini Davide, Codurelli Lucia, Comaroli Silvana Andreina, Consiglio Nunziante, Crosio Jonny, Farina Renato, Ferrari Pierangelo, Fontana Gregorio, Gelmini Mariastella, Jannone Giorgio, Letta Enrico, Lusetti Renzo, Lussana Carolina, Marantelli Daniele, Maroni Roberto, Misiani Antonio, Molgora Daniele, Molteni Nicola, Palmieri Antonio, Paroli Adriano, Pezzotta Savino, Piffari Sergio Michele, Ravetto Laura, Reguzzoni Marco, Rivolta Erica, Romele Giuseppe, Rondini Marco, Rota Ivan, Saglia Stefano, Sanga Giovanni, Stucchi Giacomo, Tremaglia Mirko, Tremonti Giulio, Vanalli Pierguido, Vignali Raffaello, Volontè Luca, Volpi Raffaele;
nella circoscrizione V (Lombardia 3): Abelli Gian Carlo, Bernardo Maurizio, Carra Marco, Corsaro Massimo Enrico, Fava Giovanni, Formisano Anna Teresa, Gibelli Andrea, Moroni Chiara, Nola Carlo, Orsini Andrea, Pizzetti Luciano, Soro Antonello, Torazzi Alberto, Turco Maurizio, Zucchi Angelo;
nella circoscrizione VI (Trentino - Alto Adige): Bressa Gianclaudio, Brugger Siegfried, Di Centa Manuela, Del Tenno Maurizio, Froner Laura, Fugatti Maurizio, Gnecchi Marialuisa, Holzmann Giorgio, Zeller Karl;
nella circoscrizione VII (Veneto 1): Ascierto Filippo, Bellotti Luca, Bitonci Massimo, Borghesi Antonio, Bragantini Matteo, Brancher Aldo, Calearo Ciman Massimo, Dal Lago Manuela, Dal Moro Gian Pietro, De Luca Francesco, De Poli Antonio, Fogliardi Giampaolo, Ghedini Niccolò, Giorgetti Alberto, Goisis Paola, Lanzarin Manuela, Martini Francesca, Milanato Lorena, Miotto Anna Margherita, Mistrello Destro Giustina, Mogherini Rebesani Federica, Montagnoli Alessandro, Munerato Emanuela, Naccarato Alessandro, Negro Giovanna, Rao Roberto, Sbrollini Daniela, Stefani Stefano, Testa Federico, Zorzato Marino;
nella circoscrizione VIII (Veneto 2): Baretta Pier Paolo, Brunetta Renato, Callegari Corrado, Capitanio Santolini Luisa, Donadi Massimo, Dozzo Gianpaolo, Dussin Guido, Dussin Luciano, Forcolin Gianluca, Gava Fabio, Gidoni Franco, Martella Andrea, Murer Delia, Paniz Maurizio, PolidoriPag. 31Catia, Rubinato Simonetta, Tempestini Francesco, Urso Adolfo, Valentini Valentino, Viola Rodolfo Giuliano;
nella circoscrizione IX (Friuli-Venezia Giulia): Antonione Roberto, Compagnon Angelo, Contento Manlio, Farina Maria Antonietta, Fedriga Massimiliano, Follegot Fulvio, Frattini Franco, Gottardo Isidoro, Maran Alessandro, Menia Roberto, Monai Carlo, Rosato Ettore, Strizzolo Ivano;
nella circoscrizione X (Liguria): Balocchi Maurizio, Biasotti Sandro, Bonino Guido, Casini Pier Ferdinando, Cassinelli Roberto, Garofani Francesco Saverio, Melandri Giovanna, Minasso Eugenio, Mondello Gabriella, Nirenstein Fiamma, Orlando Andrea, Paladini Giovanni, Rossa Sabina, Scajola Claudio, Scandroglio Michele, Tullo Mario, Zunino Massimo;
nella circoscrizione XI (Emilia-Romagna): Albonetti Gabriele, Alessandri Angelo, Barbieri Emerenzio, Beltrandi Marco, Benamati Gianluca, Bernini Anna Maria, Bersani Pier Luigi, Bertolini Isabella, Biava Francesco, Brambilla Michela Vittoria, Brandolini Sandro, Bratti Alessandro, Castagnetti Pierluigi, Cazzola Giuliano, De Micheli Paola, Fini Gianfranco, Foti Tommaso, Franceschini Dario, Galletti Gian Luca, Garagnani Fabio, Ghizzoni Manuela, La Forgia Antonio, Lainati Giorgio, Lenzi Donata, Libè Mauro, Lunardi Pietro, Marchi Maino, Marchignoli Massimo, Marchioni Elisa, Mazzuca Giancarlo, Migliavacca Maurizio, Miglioli Ivano, Motta Carmen, Mottola Giovanni Carlo Francesco, Mura Silvana, Palagiano Antonio, Pini Gianluca, Pizzolante Sergio, Polledri Massimo, Rainieri Fabio, Raisi Enzo, Vassallo Salvatore, Zampa Sandra;
nella circoscrizione XII (Toscana): Barani Lucio, Bergamini Deborah, Bianconi Maurizio, Bindi Rosy, Bonaiuti Paolo, Bonciani Alessio, Bosi Francesco, Ceccuzzi Franco, Cenni Susanna, Cuperlo Giovanni, De Pasquale Rosa, Evangelisti Fabio, Faenzi Monica, Fluvi Alberto, Fontanelli Paolo, Gatti Maria Grazia, Giacomelli Antonello, Lulli Andrea, Mariani Raffaella, Martinelli Marco, Mattesini Donella, Mazzoni Riccardo, Migliori Riccardo, Nannicini Rolando, Paolini Luca Rodolfo, Parisi Massimo, Perina Flavia, Poli Nedo Lorenzo, Realacci Ermete, Rigoni Andrea, Sani Luca, Scarpetti Lido, Toccafondi Gabriele, Tortoli Roberto, Velo Silvia, Ventura Michele, Verdini Denis, Vito Elio;
nella circoscrizione XIII (Umbria): Bocci Gianpiero, Girlanda Rocco, Gozi Sandro, Laffranco Pietro, Rossi Luciano, Sereni Marina, Speciale Roberto, Trappolino Carlo Emanuele, Verini Walter;
nella circoscrizione XIV (Marche): Abrignani Francesco, Agostini Luciano, Baldelli Simone, Barbaro Claudio, Brigandì Matteo, Cavallaro Mario, Ceroni Remigio, Ciccanti Amedeo, Ciccioli Carlo, De Torre Maria Letizia, Favia David, Giovanelli Oriano, La Malfa Giorgio, Merloni Maria Paola, Pistelli Lapo, Vannucci Massimo;
nella circoscrizione XV (Lazio 1): Argentin Ileana, Baccini Mario, Bachelet Giovanni Battista, Bongiorno Giulia, Calabria Annagrazia, Carella Renzo, Ceccacci Fiorella, Cicchitto Fabrizio, Consolo Giuseppe, Coscia Maria, De Nichilo Rizzoli Melania, Di Virgilio Domenico, Dionisi Armando, Gasbarra Enrico, Gentiloni Silveri Paolo, Giachetti Roberto, Giacomoni Sestino, Giro Francesco Maria, Guzzanti Paolo, Lorenzin Beatrice, Madia Maria Anna, Marsilio Marco, Mazzocchi Antonio, Meta Michele Pompeo, Moffa Silvano, Morassut Roberto, Orlando Leoluca, Pescante Mario, Piso Vincenzo, Pompili Massimo, Proietti Cosimi Francesco, Recchia Pierfausto, Rossi Maria Rosaria, Rugghia Antonio, Sammarco Gianfranco, Simeoni Giorgio, Tidei Pietro, Tocci Walter, Touadi Jean Leonard, Veltroni Walter;
nella circoscrizione XVI (Lazio 2): Amici Sesa, Aracri Francesco, Ciocchetti Luciano, Conte Gianfranco, Crimi Rocco, Ferranti Donatella, Fioroni Giuseppe, Iannarilli Antonello, Marini Giulio, Mecacci Matteo, Meloni Giorgia, Rampelli Fabio, Roccella Eugenia Maria, Sposetti Ugo, Ventucci Cosimo;Pag. 32
nella circoscrizione XVII (Abruzzi): Adornato Ferdinando, Aracu Sabatino, Castellani Carla, Costantini Carlo, D'Incecco Vittoria, De Angelis Marcello, Dell'Elce Giovanni, Ginoble Tommaso, Lolli Giovanni, Pelino Paola, Scelli Maurizio, Tenaglia Lanfranco, Toto Daniele, Turco Livia;
nella circoscrizione XVIII (Molise): Berlusconi Silvio, De Camillis Sabrina, Di Pietro Antonio;
nella circoscrizione XIX (Campania 1): Alfano Gioacchino, Barbato Francesco, Bocchino Italo, Bossa Luisa, Caldoro Stefano, Castiello Giuseppina, Catone Giampiero, Cesario Bruno, Cesaro Luigi, Ciriello Pasquale, D'Antona Olga, Di Caterina Marcello, Formisano Aniello, Iapicca Maurizio, Laboccetta Amedeo, Mazzarella Eugenio, Melchiorre Daniela, Milo Antonio, Mosella Donato Renato, Mussolini Alessandra, Nicolais Luigi, Nicolucci Massimo, Paglia Gianfranco, Papa Alfonso, Piccolo Salvatore, Pisacane Michele, Russo Paolo, Santagata Giulio, Sarubbi Andrea, Scalera Giuseppe, Stasi Maria Elena, Taglialatela Marcello, Testa Nunzio Francesco;
nella circoscrizione XX (Campania 2): Biancofiore Michaela, Boffa Costantino, Bonavitacola Fulvio, Carfagna Maria Rosaria, Cirielli Edmondo, Cosentino Nicola, Cosenza Giulia, Cuomo Antonio, De Girolamo Nunzia, Formichella Nicola, Graziano Stefano, Iannaccone Arturo, Iannuzzi Tino, Landolfi Mario, Lehner Giancarlo, Malgieri Gennaro, Milanese Marco Mario, Pedoto Luciana, Pepe Mario (PD), Pepe Mario (PdL), Petrenga Giovanna, Picierno Pina, Pionati Francesco, Porfidia Americo, Pugliese Marco, Soglia Gerardo, Vaccaro Guglielmo, Vessa Pasquale, Zinzi Domenico;
nella circoscrizione XXI (Puglia): Barba Vincenzo, Bellanova Teresa, Boccia Francesco, Bordo Michele, Bruno Donato, Buonfiglio Antonio, Buttiglione Rocco, Calderisi Giuseppe, Capano Cinzia, Carlucci Gabriella, Cera Angelo, Cesa Lorenzo, Concia Anna Paola, D'Alema Massimo, Di Cagno Abbrescia Simeone, Distaso Antonio, Divella Francesco, Fitto Raffaele, Franzoso Pietro, Fucci Benedetto Francesco, Gaglione Antonio, Ginefra Dario, Grassi Gero, Lazzari Luigi, Leone Antonio, Lisi Ugo, Losacco Alberto, Mannucci Barbara, Mantovano Alfredo, Mastromauro Margherita Angela, Patarino Carmine Santo, Pepe Antonio, Pisicchio Pino, Ria Lorenzo, Ruggeri Salvatore, Sardelli Luciano Mario, Savino Elvira, Sbai Souad, Servodio Giuseppina, Sisto Francesco Paolo, Tanoni Italo, Vico Ludovico, Vitali Luigi, Zazzera Pierfelice;
nella circoscrizione XXII (Basilicata): Lamorte Donato, Luongo Antonio, Margiotta Salvatore, Moles Giuseppe, Taddei Vincenzo, Zamparutti Elisabetta;
nella circoscrizione XXIII (Calabria): Belcastro Elio Vittorio, D'Ippolito Ida, Dima Giovanni, Foti Antonino, Galati Giuseppe, Golfo Lella, Laganà Fortugno Maria Grazia, Laratta Francesco, Lo Moro Doris, Marini Cesare, Minniti Marco, Misiti Aurelio Salvatore, Napoli Angela, Nucara Francesco, Occhiuto Roberto, Oliverio Nicodemo Nazzareno, Pittelli Giancarlo, Santelli Jole, Tassone Mario, Traversa Michele, Versace Santo, Villecco Calipari Rosa Maria;
nella circoscrizione XXIV (Sicilia 1): Alfano Angelino, Capodicasa Angelo, Cardinale Daniela, Carra Enzo, Cristaldi Nicolò, D'Antoni Sergio Antonio, Fallica Giuseppe, Fontana Vincenzo Antonio, Giammanco Gabriella, Giudice Gaspare, La Loggia Enrico, Latteri Ferdinando, Lo Presti Antonino, Mannino Calogero, Marinello Giuseppe Francesco Maria, Martino Pierdomenico, Messina Ignazio, Miccichè Gianfranco, Misuraca Dore, Pagano Alessandro, Romano Francesco Saverio, Russo Antonino, Ruvolo Giuseppe, Scalia Giuseppe, Siragusa Alessandra;
nella circoscrizione XXV (Sicilia 2): Bernardini Rita, Berretta Giuseppe, Briguglio Carmelo, Burtone Giovanni, Catanoso Basilio, Causi Marco, Commercio Roberto Mario Sergio, Drago Giuseppe, Garofalo Vincenzo, Genovese Francantonio, Germanà Antonino Salvatore, GibiinoPag. 33Vincenzo, Granata Benedetto, Grimaldi Ugo Maria Gianfranco, Levi Ricardo Franco, Lombardo Angelo Salvatore, Lo Monte Carmelo, Martino Antonio, Minardo Antonino, Naro Giuseppe, Palumbo Giuseppe, Prestigiacomo Stefania, Saltamartini Barbara, Samperi Marilena, Scapagnini Umberto, Scilipoti Domenico, Stagno D'Alcontres Francesco, Torrisi Salvatore;
nella circoscrizione XXVI (Sardegna): Barbareschi Luca Giorgio, Calvisi Giulio, Cicu Salvatore, Cossiga Giuseppe, Fadda Paolo, Marrocu Siro, Melis Guido, Murgia Bruno, Nizzi Settimo, Oppi Giorgio, Palomba Federico, Parisi Arturo Mario Luigi, Pes Caterina, Pili Mauro, Porcu Carmelo, Schirru Amalia, Testoni Piero, Vella Paolo.

Il Presidente della Camera dà atto alla Giunta di questa comunicazione e dichiara convalidate le suddette elezioni.

MAURIZIO MIGLIAVACCA, Presidente della Giunta delle elezioni. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO MIGLIAVACCA, Presidente della Giunta delle elezioni. Signor Presidente, prendo brevemente la parola per ringraziare tutti i componenti della Giunta delle elezioni, i funzionari e il personale della Camera per l'intenso lavoro svolto in questi mesi. Si tratta di un lavoro che ha consentito alla Giunta prima e all'Assemblea oggi di concludere per la prima volta dal 1972 la verifica dei poteri su base nazionale entro lo stesso anno solare di inizio della legislatura e dunque con largo anticipo rispetto al termine di 18 mesi previsto dal Regolamento della Camera.
La rapidità nel condurre a termine questa fondamentale attività dipende sicuramente dal chiaro carattere del risultato elettorale, ma anche dal clima di collaborazione istituzionale che ha consentito al Parlamento di esercitare con tempestività le prerogative costituzionali ad esso riconosciute. Tutto questo consentirà alla Giunta delle elezioni, nel prosieguo dei lavori dell'attuale legislatura, di portare a compimento le restanti attività istituzionali, in particolare l'istruttoria sulle incompatibilità e le ineleggibilità e la verifica dei poteri nella Circoscrizione Estero.
Più complessivamente consentirà di dedicarsi ad una generale riflessione su una serie di questioni che attengono al procedimento elettorale, dalla fase preparatoria al controllo dei risultati, riflessioni che troveranno uno sbocco nell'elaborazione di una modifica del Regolamento della Giunta capace di rendere ancora più efficace e, se possibile, tempestivo il meccanismo di verifica dei poteri (Applausi).

ANDREA ORSINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI. Signor Presidente, intervengo brevemente solo per associarmi, come vicepresidente della Giunta delle elezioni, alle parole del presidente Migliavacca e ringraziare lui prima di tutti per la conduzione dei lavori portata al massimo equilibrio e serenità. Ciò ha consentito a tutta la Giunta di lavorare insieme serenamente in quello spirito di organo di garanzia, quindi non soggetto alla contrapposizione di parti e di schieramenti, che costituisce il senso di un organo di garanzia e del funzionamento dell'autodichia del Parlamento che è capace di valutare da solo la titolarità dei propri membri a farne parte.
Si tratta di un grande passo avanti rispetto al passato e alla scorsa legislatura, durante la quale non è neanche stato possibile completare la convalida degli eletti, ed è la dimostrazione che la legge elettorale è una legge che può funzionare molto bene, ma soprattutto è la dimostrazione del fatto che i parlamentari, i membri della Giunta di tutte le componenti politiche hanno saputo e sanno esercitare il loro ruolo con lo spirito di serenità e di dignità istituzionale che è giusto e doveroso in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Pag. 34

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1961.

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta il relatore ed il rappresentante del Governo hanno espresso i pareri sulle proposte emendative presentate.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1961)

PRESIDENTE. Ricordo che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.100 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Servodio. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, annunzio il voto favorevole del nostro gruppo sull'emendamento in esame perché lo abbiamo condiviso in Commissione. Colgo l'occasione per far presente ai colleghi che l'articolo 1 è molto importante, perché si passa, per la promozione dei prodotti agricoli nei Paesi terzi, dall'agevolazione della detassazione per gli investimenti in pubblicità ad una misura più favorevole, che è il credito di imposta nella misura del 50 per cento del valore degli investimenti.
Al Senato è stata apportata una modifica che condividiamo. Tale disciplina è stata estesa alle piccole e medie imprese. Con questo emendamento della Commissione specifichiamo che le imprese possano anche essere riunite in consorzi e riteniamo che questa sia una misura che aiuta e spinge le imprese su un campo vitale, non solo per il proprio interesse ma per tutto il settore agroalimentare del nostro Paese. Ricordo che tale beneficio - il credito di imposta - dovrà decorrere dal 2008, anche perché la Commissione europea ha indicato come durata del beneficio il periodo 2008-2010.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 417
Votanti 416
Astenuti 1
Maggioranza 209
Hanno votato
414
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati Landolfi, Di Pietro, Toccafondi, Maran, Minniti, Nunzio Francesco Testa e Mazzarella hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo infine atto che i deputati Vico, Distaso, Delfino, Rota, Gibiino, Germanà, Dal Moro, Graziano, Farina Coscioni, Evangelisti, Oliverio, Buonfiglio, Mussolini, Divella, Lazzari, Mosella, Rubinato, Argentin e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato
450
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Evangelisti e Mazzarella hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Di Caterina, Mussolini, Occhiuto, Rubinato, ArgentinPag. 35e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zucchi 1-bis.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucchi. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame torniamo sulla questione del Fondo di solidarietà per le calamità naturali, perché sappiamo che tale Fondo è insufficiente per l'anno 2008, ma soprattutto non vi è alcuna risorsa né è stanziato alcun importo per l'anno 2009.
Abbiamo dibattuto in Commissione e nel Comitato dei nove, sostenendo sia le nostre ragioni sia l'inadeguatezza del fondo, che è di 65 milioni di euro. Voglio informare l'Assemblea che, dopo due giorni di discussione, i 65 milioni di euro sono diventati 66. Pertanto, è stata aggiunta una risorsa assolutamente irrilevante.
Non serve sicuramente a risolvere i temi e i problemi che le organizzazioni agricole e gli imprenditori agricoli pongono. Voglio solo ricordare che questo fondo serve per incentivare il processo assicurativo delle imprese e che, in realtà, è un fondo che fa risparmiare lo Stato e serve anche per quelle calamità che non sono assicurabili.
In questi giorni ci saremo accorti tutti - se ne sarà accorto anche il Ministro - di quanto il maltempo abbia inciso drammaticamente sulle coltivazioni. Leggo solo qualche notizia di agenzia: maltempo, consentire dichiarazioni di calamità in agricoltura, sottolinea la Coldiretti; maltempo, danni all'agricoltura per centinaia di milioni di euro, rileva la CIA; maltempo, preoccupante situazione per l'agricoltura del Lazio; maltempo, preoccupazioni maggiori dovute alle piogge, spiega la Coldiretti del Piemonte; maltempo, la Confagricoltura di Torino chiede lo stato di calamità, e potrei continuare.
Questo dimostra il fatto che il settore agricolo naturalmente è particolarmente fragile di fronte alle calamità e ha bisogno di un incentivo e di un sostegno che in questo provvedimento non c'è. Si dice che, purtroppo, non ci sono le risorse. Naturalmente lo comprendiamo bene, perché è stata fatta una legge finanziaria che ha proceduto per tagli orizzontali e non ha quindi consentito di intervenire per evitare sprechi ed ottimizzare la spesa, ma ha finito col falcidiare anche le risorse che servono. Inoltre, in questo provvedimento è prevista una copertura per quei 66 milioni per il Fondo di solidarietà assolutamente contraddittoria perché si tolgono risorse alla dotazione del Fondo per la meccanizzazione in agricoltura.
Voglio solo ricordare che la meccanizzazione dell'agricoltura - per chi conosce un po' di imprenditoria - ha bisogno di un radicale ammodernamento. Non è questione di comprare solo trattori nuovi. Si tratta di una questione che riguarda anche la sicurezza dei lavoratori del settore, il miglioramento dell'efficienza e della redditività della produzione in agricoltura ed anche la riduzione dell'inquinamento.
Si tolgono risorse per la meccanizzazione (già poche) e vengono date (pochissime) al Fondo di solidarietà pensando di aver così varato un provvedimento che rilancia il settore agroalimentare. Troppo poco: roboante il titolo, ma assolutamente poco il contenuto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

CARLO NOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO NOLA, Relatore. Signor Presidente, mi permetto di ribadire l'invito al ritiro già formulato su tutti gli emendamenti relativi al Fondo di solidarietà nazionale, anche perché rimane quella divergenza di interpretazione sull'entità dei fondi necessari per concludere l'annata, per cui abbiamo previsto l'incremento della dotazione del Fondo stesso - condiviso anche dai colleghi che ora sono intervenuti - di un altro milione di euro. Il Fondo dovrebbe essere sufficiente e permane quindi l'invito al ritiro rivolto a tutti i presentatori dei relativi emendamenti,Pag. 36altrimenti il parere rimane contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, ho sentito l'intervento del collega Zucchi e quello del relatore della Commissione. Ritengo che la questione non possa trovare soluzione con un incremento di un milione di euro perché è un tema, come ha ben documentato la storia di questi anni, sul quale c'è stato un grande processo anche culturale da parte del mondo delle imprese agricole per arrivare ad un assetto di carattere assicurativo che desse garanzia alla tutela delle produzioni in campo.
Questa indicazione credo abbia consentito anche un approfondito dialogo con le organizzazioni professionali agricole e costituisce, a mio avviso, un elemento indispensabile di tutela e di garanzia per l'azienda agricola. Quindi, nel sottoscrivere l'emendamento, se i presentatori me lo consentono, ritengo che su questo tema il Governo non si possa fermare ad un approccio di carattere contingente.
Infatti, si tratta di un percorso che ha fatto dell'assicurazione e della tutela delle produzioni in campo (soprattutto di quelle pregiate) un elemento specifico dell'impegno della parte pubblica a favore dei produttori agricoli. Per queste ragioni, come sa bene il sottosegretario, che so essere sensibile, dobbiamo avere la forza, signor Ministro, di superare le difficoltà che possono venire dal Ministero dell'economia. Infatti, così come lei ha avuto grandi capacità e ruolo nella battaglia europea per l'allargamento della nostra capacità produttiva per le quote latte, noi anche per tutti gli altri comparti vorremmo vedere in campo un Ministro delle politiche agricole (materia sulla quale lei ha grande competenza ed esperienza) che dia una risposta strutturale mettendo a regime la tutela dalle calamità naturali delle nostre produzioni agricole pregiate.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zucchi 1-bis.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 449
Astenuti 2
Maggioranza 225
Hanno votato
198
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che i deputati Argentin, Aniello Formisano e Tremaglia hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo infine atto che i deputati Di Pietro, Rao, Porfidia, Rossomando, Razzi ed Evangelisti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Beccalossi, Di Caterina, De Girolamo e Boniver hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Avverto che l'emendamento Brugger 1-ter.30 è stato ritirato dai presentatori.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zucchi 1-bis.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiorio. Ne ha facoltà.

MASSIMO FIORIO. Signor Presidente, per chi non è avvezzo alle questioni di agricoltura, il Fondo di solidarietà è uno strumento immediatamente operativo per affrontare le difficoltà economiche che colpiscono le aziende agricole a seguito delle avversità atmosferiche che compromettono le raccolte e danneggiano le strutture produttive e le infrastrutture connesse a tale attività. Dopo la riforma del Fondo di solidarietà nazionale, già istituito nel 1970 a seguito di lotte degli agricoltori stessi, tale strumento è man mano passato a sostenere le coperture assicurative agevolate,Pag. 37anziché gli interventi compensativi delle perdite, dopo che sono avvenute le dichiarazioni regionali. Le coperture assicurative agevolate attraverso il piano assicurativo annuale permettono un contributo per i premi delle polizze. Tale strumento ha consentito negli anni un allargamento significativo della platea delle imprese che utilizzano le assicurazioni come strumento moderno per affrontare i rischi connessi ad una attività esposta, più di qualsiasi altra, alle avversità atmosferiche e climatiche.
Tale compensazione, fortemente voluta dalla Comunità europea, è un sistema che responsabilizza un settore troppo spesso considerato assistito. Per stabilire il piano annuale assicurativo è necessaria la certezza dei finanziamenti e delle coperture pubbliche. Se mancano queste risorse, i premi assicurativi aumentano, man mano diminuisce la platea degli assicurati e si ingenera una spirale in cui pochissimi saranno assicurati dai danni atmosferici. Il rischio è che, a seguito dei danni che in qualche parte del Paese stagionalmente avvengono per disagi causati da avversità, si chieda aiuto allo Stato di intervenire e che tali interventi di emergenza rappresentino un costo maggiore rispetto alla programmazione che può avvenire con il finanziamento del Fondo di solidarietà e la realizzazione dei piani assicurativi.
Quest'anno - lo ha ricordato il collega che mi ha preceduto - la legge finanziaria non ha stanziato nulla per questo strumento. Nel provvedimento oggi in discussione sono stati introdotti 66 milioni di euro per coprire in modo insufficiente, per il 60 per cento, l'anno corrente. Con questo emendamento, chiediamo di mettere a disposizione le risorse necessarie per coprire il 2008 e di stanziare le quote per il 2009. Esiste un problema di programmazione, che è necessario per sapere come comportarsi. Tutto ciò riguarda i consorzi di difesa che sottoscrivono gli accordi con le compagnie assicurative e riguarda i produttori, le aziende agricole del nostro Paese. Non bastano i 66 milioni di euro per il 2008 e chiediamo che vengano stanziate le risorse adeguate per il 2009 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zucchi 1-bis.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 473
Maggioranza 237
Hanno votato
208
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che il deputato Evangelisti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Oliverio 1-bis.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marco Carra. Ne ha facoltà.

MARCO CARRA. Signor Presidente, signor Ministro, onorevole colleghi, abbiamo già avuto modo di sottolineare nell'ambito della discussione sulle linee generali del provvedimento la sua totale inadeguatezza per affrontare la crisi strutturale che sta attraversando il sistema agroalimentare italiano. Si tratta di una crisi che deriva da una generazione generale molto difficile e che questo Governo non solo non ha saputo affrontare, ma semmai l'ha ulteriormente aggravata, tagliando in modo spregiudicato e dissennato risorse per il comparto agroalimentare. Basti ricordare il taglio agli stanziamenti di oltre il 25 per cento e la contrazione delle spese per investimenti di circa il 40 per cento.
In questi mesi questo Governo e lo stesso Ministro hanno a mio avviso abbandonato completamente l'agricoltura.Pag. 38Questo provvedimento in sostanza non è altro che una «pezza» per recuperare le devastazioni prodotte in questi mesi. Credo che talvolta la spavalderia del signor Ministro non corrisponda per nulla all'esigenza di mettere al centro dell'azione di Governo la questione agroalimentare. L'agricoltura non ha bisogno di assistenza, ma di stabilità, la quale dipende dai provvedimenti necessari che si assumono per garantirla. Per questa ragione ritengo che occorra quell'autorevolezza che probabilmente il Ministro non ha nel condurre una battaglia all'interno del Consiglio dei Ministri per rilanciare davvero il sistema agroalimentare. Mi pare che certi trionfalismi siano davvero fuori luogo.
Non sono completamente d'accordo con le considerazioni riportate poco fa dall'onorevole Delfino, perché per quanto riguarda la questione delle quote latte, per amore di verità, noi abbiamo ottenuto tutto ciò che anche gli altri Paesi europei hanno ottenuto: l'aumento è identico. Certo la differenza è che noi l'abbiamo ottenuto in unica soluzione - non è una differenza di poco conto, me ne rendo conto - ma questo risultato è stato ottenuto barattando la partita del tabacco e cancellando i contributi europei per l'ammasso, per la stagionatura dei formaggi DOP, in particolare il parmigiano reggiano e il grana padano.
Non c'è dubbio che quello delle quote latte sia un tema da trattare con grande delicatezza per evitare, signor Ministro, di scottarsi le dita. Mi pare che ieri durante il question time, nella risposta data dal signor Ministro su questo specifico tema, qualche passo avanti sia stato compiuto: il signor Ministro ha ricordato che per regolarizzare le posizioni di chi non è in regola, non avendo rispettato la legge, queste aziende dovranno pagare la loro multa. Attenderemo con ansia il decreto che il signor Ministro ha annunciato proprio ieri di volere varare, insieme all'Esecutivo, nella prima metà del mese prossimo.
Come dicevo, serve stabilità per l'agricoltura e credo che il Fondo di solidarietà nazionale rappresenti uno di questi elementi. Il fatto di non averlo previsto nemmeno in questo provvedimento - quindi non parliamo solo del taglio completo avvenuto con la legge finanziaria e con i provvedimenti economico-finanziari dei mesi scorsi - ha rappresentato io credo un fatto di estrema gravità. Da questo punto di vista, dobbiamo ringraziare il Partito Democratico e gli altri gruppi che al Senato hanno sostenuto questa battaglia per inserire almeno questi 65 milioni, oggi diventati 66. Ma ciò evidentemente non basta.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARCO CARRA. Questo emendamento si colloca nel solco dei due precedenti. Chiediamo per l'anno in corso un'integrazione e quindi di passare dallo stanziamento di 66 milioni a quello di 130 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Oliverio 1-bis.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato
207
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che il deputato Buonfiglio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Evangelisti, Federico Testa e Mariani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruvolo 1-bis.6.Pag. 39
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, questo emendamento è stato tenuto in vita per una ragione semplicissima; ricordo, infatti, agli onorevoli colleghi che non era prevista nessuna somma per il Fondo di solidarietà nazionale. Dal Senato è giunta tale la proposta che ha previsto per tale fondo una dotazione pari a 65 milioni di euro. Noi siamo fortemente convinti che questa somma non è assolutamente sufficiente.
Abbiamo presentato questo emendamento per raddoppiare la somma prevista e per far sì che un provvedimento così importante possa avere una copertura globale. Non è sufficiente avere inserito nell'emendamento 1-bis.101 della Commissione 1 milione di euro rispetto ai 65 milioni di euro precedenti. La ragione di insistere su questo aspetto è, lo ripeto, che i fondi per questo provvedimento non sono assolutamente sufficienti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, intervengo solo per condividere totalmente e dare piena adesione all'intervento del collega Ruvolo. C'è bisogno di un salto di qualità e di rendere strutturale e sicura la funzione del Fondo di solidarietà nazionale per la tutela della nostra produzione. Chiedo, inoltre, di aggiungere anche la mia firma a questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruvolo 1-bis.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 476
Maggioranza 239
Hanno votato
213
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che i deputati Evangelisti, Coscia e Pompili hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Giuseppe 1.bis.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, intervengo sulla comune questione del Fondo della solidarietà nazionale. In data 3 ottobre 2008 noi avevamo presentato un'interrogazione in Commissione proprio su questo aspetto. Avevamo la consapevolezza che con l'abolizione di questo Fondo si creava il rischio di mettere in forse i risultati positivi prodotti nel 2004, come l'ampliamento dell'ombrello assicurativo nei confronti di eventi atmosferici quali la grandine, le alluvioni, la siccità e quant'altro.
Bisogna, inoltre, sottolineare che negli anni passati non si era mai verificato che questo capitolo fosse privo di previsione per l'anno successivo. Quindi, le varie interrogazioni e gli ordini del giorno - noi abbiamo sottoscritto quello del collega Zucchi del PD - hanno fatto in modo che il Ministro Zaia accontentasse gli agricoltori.
Tuttavia, la cifra di 65 milioni di euro è irrisoria. Quindi, rilevata l'evidente urgenza di tutelare gli agricoltori chiediamo che tale Fondo sia incrementato sino a 100 milioni di euro. Se solidarietà deve essere, lo sia per davvero con una somma più adeguata alle esigenze degli addetti ai lavori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 1.bis.2, non accettatoPag. 40dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato
207
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che i deputati Coscia ed Evangelisti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Di Caterina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Ricordo che il parere della Commissione bilancio sull'emendamento 1-bis.101 della Commissione è di nulla osta a condizione che sia approvato, al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma della Costituzione, il subemendamento 0.1-bis.101.100 della Commissione.
Pertanto, poniamo in votazione il subemendamento 0.1-bis.101.100 della Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1-bis.101.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 468
Votanti 325
Astenuti 143
Maggioranza 163
Hanno votato
318
Hanno votato
no 7).

Prendo atto che i deputati Evangelisti, Taddei e Coscia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.

SUSANNA CENNI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, avevo semplicemente chiesto di intervenire per dichiarare il voto del mio gruppo sul subemendamento 0.1-bis.101.100 della Commissione: considerato che abbiamo già votato, è del tutto inutile. Le chiederei un po' di attenzione, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Cenni, per il suo gruppo l'onorevole Agostini aveva chiesto di parlare sull'emendamento 1-bis.101 della Commissione, che sto per porre in votazione. Comunque, le chiedo comunque scusa se non l'ho notata e non le ho dato la parola.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.101 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 472
Votanti 280
Astenuti 192
Maggioranza 141
Hanno votato
277
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato Evangelisti ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Favia ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ruvolo 1-ter.3 e Zucchi 1-ter.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

Pag. 41

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, l'emendamento 1-bis.101 della Commissione, che è stato approvato dall'Aula, riguardava il Fondo di solidarietà nazionale per l'anno 2008. Gli identici emendamenti Ruvolo 1-ter.3 e Zucchi 1-ter.6 prevedono la possibilità di incrementare, anche per il triennio 2009-2011, le risorse necessarie, che ammontano esattamente a 220 milioni di euro per anno.
Si tratta di emendamenti che vogliono dare certezza, futuro e speranza all'argomento del quale stiamo trattando, le calamità. In questo Paese, ormai, le calamità sono la cosa più certa, dalla siccità alle piogge a tutto quanto è inerente al sistema delle calamità stesse.
Molto ragionevolmente, vorrei invitare il Governo ad approvare gli identici emendamenti in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sani. Ne ha facoltà.

LUCA SANI. Signor Presidente, contrariamente a quanto ha dichiarato il Ministro, in ordine al fatto che saremmo nel rinascimento dell'agricoltura, questo settore sta vivendo una crisi profonda, forse la più pesante degli ultimi decenni: all'aumento dei costi di produzione si aggiungono il calo dei prezzi in campo e il crollo dei consumi. Rispetto a questa crisi, purtroppo, non c'è, né da parte del Governo né da parte della maggioranza, una risposta all'altezza. Anzi, fin qui sono stati effettuati solo tagli, che rischiano di aggravare ulteriormente queste difficoltà.
Si è parlato in precedenza del Fondo di solidarietà nazionale; un altro aspetto riguarda gli oneri sociali e previdenziali, che rischiano di comprimere ulteriormente l'operatività delle imprese agricole. Per questo motivo abbiamo presentato questo emendamento, che per le aree disagiate del Paese (dove produrre, soprattutto in agricoltura, è più difficile) propone la proroga per un triennio delle agevolazioni previdenziali. L'assenza di questa proroga rappresenterebbe un aumento di oneri insostenibile per moltissime aziende, con la loro conseguente chiusura o la perdita di molti posti di lavoro.
Per questo motivo, chiediamo la proroga di un triennio, per dare soluzioni stabili al settore e per diminuire il quadro di incertezza che, invece, sta caratterizzando l'agricoltura. La proroga di tre soli mesi, contenuta nel provvedimento, è una risposta insufficiente e inadeguata. Fino ad oggi la maggioranza e lo stesso Ministro hanno fatto un gran parlare di agricoltura, ma fin qui sono stati effettuati solo proclami e tagli: proclami sulla centralità dell'agricoltura nel sistema economico del Paese; con i decreti-legge n. 93 e n. 112 del 2008, però, sono stati effettuati solo tagli pesanti. Per il resto, solo briciole.
Da più parti, rispetto alla portata della crisi, si richiamano gli interventi in favore delle imprese.
Ebbene, se il quadro rimane questo in agricoltura avverrà l'esatto contrario. Con la scomparsa o il ridimensionamento delle misure a sostegno o con un aumento della pressione fiscale (ricordo che è ancora aperta la questione dell'ICI sugli immobili rurali, che potrebbe determinare un esborso da parte delle aziende agricole di circa 1 miliardo di euro) e l'aumento degli oneri sociali, questo Governo si caratterizzerà come il Governo delle tasse in agricoltura e per la diminuzione degli interventi di sostegno. Occorrono, quindi, nuovi provvedimenti che riescano a recuperare ciò che l'agricoltura ha perso il questa prima fase di legislatura, altrimenti non si comprende come si possa parlare, come prevede il titolo di questo provvedimento, di un rilancio competitivo del settore agroalimentare. Forse sarebbe utile da parte della maggioranza un emendamento per cambiare il titolo a questo testo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sardelli. Ne ha facoltà.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, questo emendamento, come altri che seguono, si propone l'obiettivo di prorogare le agevolazioni per i contributiPag. 42previdenziali oltre il marzo 2009. Ad onor del vero, debbo dire, per i colleghi che non erano presenti in Commissione e nel Comitato dei nove, che c'è stato un ampio dibattito ed un confronto con la V Commissione, il cui presidente, Giancarlo Giorgetti, ha dato la disponibilità, per il prossimo decreto-legge che si farà a gennaio, a reperire le risorse.
Sappiamo bene come è andato questo dibattito e conosciamo l'impegno del Ministro in questo senso, quindi da parte mia ritiro tutti gli emendamenti presentati relativi alla proroga dei contributi previdenziali per il triennio 2009-2011 e chiedo, comunque, al Ministro, che si è fortemente impegnato, e al Governo di assicurare, nel prossimo gennaio, la copertura di questo intervento assolutamente necessario per l'agricoltura italiana.

PRESIDENTE. Onorevole Sardelli, se ho ben capito, lei ritira gli emendamenti, a sua prima firma, 1-ter. 33, 1-ter. 31, 1-ter. 32. È corretto?

LUCIANO MARIO SARDELLI. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ruvolo 1-ter. 3 e Zucchi 1-ter. 6, non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 470
Votanti 468
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato
218
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che il deputato Zorzato ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Evangelisti, Mannino e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Cazzola, Vignali, Togni e Rondini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Ricordo che gli emendamenti Sardelli 1-ter.33, Brugger 1-ter.30, Sardelli 1-ter.31 e gli identici Brugger 1-ter.2 e Sardelli 1-ter.32 sono stati ritirati.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Oliverio 1-ter. 5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiorio. Ne ha facoltà.

MASSIMO FIORIO. Signor Presidente, la legge n. 81 del 2006 aveva introdotto, a valere per gli anni 2006, 2007 e 2008, la fiscalizzazione degli oneri sociali nelle zone svantaggiate e nelle zone montane, già costrette a confrontarsi con i pesanti incrementi dei costi degli altri fattori produttivi. Nella finanziaria per il 2009 non è prevista la proroga di tale provvedimento, che tanto ha contribuito nelle zone interessate a compensare il gap competitivo e a favorire la regolarizzazione dei rapporti di lavoro.
Infatti, un livello equilibrato e sostenibile dei costi contributivi realizza in modo concreto l'obiettivo di ampliare la platea dei contribuenti, con un notevole apporto alla trasparenza del mercato del lavoro in agricoltura. In altre parole, è una componente importante per rendere finalmente adulto un settore che oggi è più che mai imprescindibile nell'economia del nostro Paese. Vorrei fosse chiaro ai colleghi che lo strumento della fiscalizzazione degli oneri sociali nelle zone svantaggiate non è una gentile e graziosa concessione elargita a zone marginali. Molto spesso, in quelle aree si produce qualità, quella qualità che è una delle chance competitive del nostro Paese.
L'aumento del costo del lavoro che deriverebbe dalla cessazione degli sgravi contributivi alle aziende operanti nelle zone montane e collinari, dove spesso e volentieri si produce qualità, sarebbe unPag. 43duro colpo all'agricoltura provinciale. Le aziende agricole stanno vivendo un momento tra i più difficili della loro storia, caratterizzato da un continuo e pesante aumento dei costi di produzione e da una flessione pressoché generalizzata del prezzo di vendita dei prodotti agricoli.
Chiediamo, dunque, che sia assolutamente prorogata quella misura nel prossimo biennio e riteniamo che la limitazione al 31 marzo del 2009 sia insufficiente. Signor Ministro, ci chiediamo come le aziende possano organizzare una programmazione del lavoro in questo modo, come possano predisporsi a realizzare politiche di sviluppo della propria azienda, se i provvedimenti circa gli obblighi contributivi sono programmati praticamente di mese in mese. Più in generale, ci chiediamo come il Governo intende la programmazione e se pensa di procedere in questo modo, con proroghe brevissime (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, abbiamo condiviso, e condividiamo anche in questa legislatura, l'impegno che gli ultimi Governi, di centrodestra o di centrosinistra, hanno sempre posto verso il mondo agricolo, e, in particolare, sul tema della tutela della qualità delle nostre produzioni. Certamente, la qualità delle nostre produzioni trova nei territori montani e collinari, in tutte le latitudini del nostro Paese, una presenza molto significativa e articolata.
Pur sapendo quali sono le difficoltà, e pur prendendo atto di quanto lei, signor Ministro, ha affermato, questa mattina e ieri, sulla possibilità di varare un nuovo decreto-legge sulle quote latte (che spero contenga anche il recupero di alcune questioni che in questo provvedimento non sono trattate), credo che queste agevolazioni, previste per tutto il settore agricolo, e in particolare per le zone montane e collinari, sia un tema assolutamente prioritario.
Un tema sul quale si gioca la sicurezza e la garanzia del produttore che conosce quali sono i costi base dei prodotti agricoli in presenza - come ricordava anche lei questa mattina - di oscillazioni e di difficoltà dei prezzi. Riteniamo, quindi, che questa agevolazione debba andare oltre il termine previsto del 31 marzo 2009, e debba poter costituire un altro di quegli elementi su cui vi è una garanzia certa di un intervento condiviso, perché, durante tutti questi tantissimi anni di proroga, vi è sempre stata condivisione.
Nel sottoscrivere l'emendamento Oliverio 1-ter.5, e quello successivo del collega Ruvolo 1-ter.14, auspico veramente che il Governo, qualora non possa accettare queste proposte emendative per ragioni economiche e finanziere, voglia almeno assumersi l'impegno che nel prossimo provvedimento questa tematica trovi risposta positiva.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Oliverio 1-ter. 5, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
224
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che i deputati Evangelisti e Sbrollini, hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Gottardo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruvolo 1-ter.14.Pag. 44
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, l'emendamento in esame proroga il termine previsto durante l'esame del provvedimento al Senato. Ricordo che nel testo originale il termine per la proroga delle agevolazioni previdenziali per le aree svantaggiate non esisteva, mentre adesso si prevede una proroga fino al 31 marzo 2009. Per ciò che notoriamente rappresentano le aree svantaggiate, credo che bisogna garantire certezza a questo mondo agricolo affinché in modo da dare serenità almeno fino al 31 dicembre 2009; lo abbiamo previsto con grande senso di responsabilità.
Riteniamo di essere dalla parte della ragione, pur condividendo le dichiarazioni fatte dal Ministro in ordine all'impegno solenne da lui assunto. Prego il signor Ministro di ascoltarmi per un attimo su questo argomento. Il Ministro ci ha solennemente promesso che in ogni caso verrà coperto tutto il periodo fino al 31 dicembre 2009. Per noi questo rimane un impegno forte, soprattutto per quanto riguarda le aree svantaggiate.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruvolo 1-ter.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato
230
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che i deputati Evangelisti, Tassone, Mannino e Nunzio Francesco Testa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-ter.100 della Commissione.
Ricordo che il parere della Commissione Bilancio sul testo del provvedimento è favorevole a condizione che sia approvato, al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, l'emendamento 1-ter.100 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oliverio. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, la proroga al 31 marzo 2009 degli sgravi contributivi per le aziende agricole nelle zone svantaggiate rappresenta una goccia nel deserto soprattutto per la grave crisi economica e sociale in cui versa il settore.
Con questo provvedimento il Governo dichiara di porsi l'obiettivo di rilanciare il settore agroalimentare, comparto nel quale i redditi sono cresciuti in Europa del 15 per cento e in Italia sono diminuiti del 3 per cento con grave danno alla produzione e alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
Accanto a queste difficoltà ed alla più generale crisi che si trova ad affrontare il comparto in alcune aree del Paese, come quelle svantaggiate, per la prima volta gli agricoltori dovranno far pesare sui già poveri bilanci la mancanza delle agevolazioni fiscali delle quali finora hanno usufruito.
Prolungare soltanto di un trimestre l'agevolazione contributiva assume i contorni di una grande presa in giro, soprattutto per quelle imprese che avevano già aderito con grande sacrificio all'operazione di ristrutturazione dei debiti INPS regolarizzando la propria posizione.
Se il Governo non si attiverà dal 1o aprile 2009 gli aumenti saranno considerevoli, e per le aziende che già operano in queste condizioni di difficoltà produttiva le prospettive si faranno quanto mai drammatiche.
Più che a una seria programmazione governativa di rilancio di un comparto vitale per l'economia italiana sembra diPag. 45assistere al cosiddetto gioco delle tre carte. Anziché tagliare o tamponare qua e là, il Governo dovrebbe adottare provvedimenti di carattere ordinario e straordinario in campo fiscale, contributivo, creditizio, di innovazione, di investimento e di razionalizzazione della troppo lunga filiera agroalimentare, che siano in grado di contrastare la congiuntura negativa, sostenere le aziende e ridurre i pesanti costi di produzione e gli oneri sociali.
Questo dovrebbe avvenire ovunque ed in particolare nelle regioni del sud dove la mannaia del Ministro Tremonti si è abbattuta anche sulle infrastrutture.
Noi abbiamo chiesto con forza alla maggioranza ed al Governo un impegno ulteriore per prorogare le agevolazioni fiscali per tutto il 2009, non per venire incontro ad una esigenza dell'opposizione, ma per corrispondere adeguatamente ad una domanda che viene da tutto il mondo agricolo, oggi ancora più in difficoltà e che non ha né colore politico né appartenenza partitica.
Prendiamo atto che il Governo e la maggioranza non hanno trovato la forza ed il coraggio di buttare il cuore oltre l'ostacolo e di rispondere alle esigenze del mondo agricolo più in difficoltà.
Ciò considerato, esprimiamo la nostra astensione sia per consentire agli agricoltori di usufruire, già dal 1o gennaio, di questa agevolazione, sia per le assicurazioni che il Ministro ci ha fornito in più occasioni, e che mi auguro si espliciteranno nell'accoglimento di un apposito ordine del giorno del gruppo del Partito Democratico che impegna il Governo a reperire ulteriori risorse per prorogare tale agevolazione per tutto il 2009 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

CARLO NOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO NOLA, Relatore. Signor Presidente, avevo cercato di intervenire all'inizio dell'esame di questi emendamenti anche per precisare che non vi è contrarietà da parte della Commissione e ritengo anche della maggioranza a ritenere validi questi interventi previdenziali. Per noi è sufficiente la garanzia del Governo che questo primo intervento, con questa prima copertura finanziaria, serve a sopperire a periodi di urgenza.
Il tema è sicuramente all'attenzione della maggioranza e del Governo per cui vi invito a votare a favore di questo emendamento che prevede una nuova copertura finanziaria. È un tema all'attenzione: le vostre preoccupazioni in buona parte sono giuste e condivise, ma siamo sicuri che su questo argomento il Governo e la maggioranza porranno la propria attenzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 312
Astenuti 174
Maggioranza 157
Hanno votato
300
Hanno votato
no 12).

Prendo atto che i deputati Cimadoro e Ruvolo hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi e che le deputate De Torre, Rubinato e De Pasquale hanno segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Bellotti 2.2.

LUCA BELLOTTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 46

LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, l'emendamento in questione, come anche il successivo 2.3 e l'articolo aggiuntivo 2-bis.04 da me presentati, riguardano un tema assolutamente importante quale la defiscalizzazione del quantitativo di biodiesel.
Se dovessimo far esaminare questo provvedimento da una Commissione diversa, ad esempio dalla Commissione attività produttive, o da un osservatorio non tanto vicino al mondo dell'agricoltura quanto molto vicino al mondo dei trasformatori, dei petrolieri, esso apparirebbe assolutamente importante, valido ed efficace.
Purtroppo per il mondo dell'agricoltura, non è così. Mentre, infatti, ovviamente da parti diverse viene chiesto di poter potenziare il settore - prima, ad esempio, si parlava di 66 milioni del fondo per le calamità - la defiscalizzazione di questo provvedimento comporta oneri corrispondenti a circa 60-70 milioni di euro.
Purtroppo, tali benefici non corrispondono agli interessi del mondo dell'agricoltura perché piuttosto corrispondono a quantitativi di biocombustibili - chiamiamoli così - collegati a produzioni che non hanno niente a che fare con il nostro Paese, vale a dire produzioni di olio di palma che vengono trasformate esclusivamente nelle nostre raffinerie. Quindi, non producono un effetto benefico per le nostre campagne.
Dunque, se veramente vogliamo - e mi sembra una volontà comune - rafforzare il tema delle bioenergie, dei biocombustibili, territorio ormai comune e condiviso da entrambi gli schieramenti, dobbiamo mettere le mani a questa norma in modo assolutamente chiaro.
Pertanto, per evitare di mettere in evidente imbarazzo anche la maggioranza o il Governo, sono disponibile a ritirare questa proposta emendativa come le seguenti, qualora il Ministro su questo argomento esprima un suo rilievo in modo tale da poter correggere quella che ritengo ancora una grande anomalia per l'agricoltura italiana.

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione l'onorevole Bellotti e obiettivamente questi solleva un grosso problema che tutti abbiamo a cuore: la destinazione delle biomasse agricole della nostra agricoltura per la produzione di energia. Se approvassimo questi emendamenti, sicuramente saremmo soggetti alla procedura di infrazione comunitaria perché comunque l'Unione europea non contempla i limiti territoriali.
Vista la disponibilità a ritirare gli emendamenti, posso impegnarmi con l'onorevole Bellotti ad affrontare il problema con serietà soprattutto in vista del fatto che il disegno di legge sulle biomasse è in discussione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Bellotti?

LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, di fronte a questo annuncio assolutamente gratificante non solo credo dal mio punto di vista, ma anche da parte di tutti, annuncio il ritiro degli emendamenti 2.2 e 2.3 e dell'articolo aggiuntivo 2-bis.04 da me presentati.

PRESIDENTE. Prendo atto che gli emendamenti Bellotti 2.2 e 2.3 e l'articolo aggiuntivo Bellotti 2-bis.04 sono ritirati.

ANGELO ZUCCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, visto che vi è stato un intervento del Ministro, vorrei inserirmi in questa discussione. Noi riteniamo che l'onorevole Bellotti abbia posto un tema assolutamente vero. Cominciamo a parlare di biodiesel e di bioetanolo in questo Paese a seguitoPag. 47della chiusura degli zuccherifici e della riconversione della coltivazione delle barbabietole. Lo facciamo in maniera quasi emergenziale, nel senso che introduciamo alcune norme a partire dalle prime manovre finanziarie disponibili. Non abbiamo mai costruito un provvedimento organico, che ci consenta di approfondire il tema.
Le questioni cui faceva riferimento l'onorevole Bellotti, che riguardano naturalmente questioni di carattere ambientale, la necessità di incentivare le produzioni nazionali, la necessità di sostenere l'agricoltura, potranno trovare un'adeguata risposta anche nel disegno di legge sulle agroenergie giunto ormai al comitato ristretto in Commissione agricoltura. Infatti, questi temi possono trovare adeguata soluzione se in qualche modo ci mettiamo nelle condizioni di approfondirli.
Peraltro, in questo Paese vi sono già impianti che producono bioetanolo e che lo fanno anche attraverso l'attuale defiscalizzazione. È un tema che va approfondito e penso che quel disegno di legge in Commissione agricoltura possa essere utile per questo.

PRESIDENTE. Ricordo che le proposte emendative Bellotti 2.2, 2.3 e 2-bis.04 sono ritirate.

TERESIO DELFINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, anche a nome del gruppo dell'Unione di Centro vorrei commentare positivamente l'iniziativa del collega Bellotti, perché si pone in linea di continuità con l'impegno di precedenti Governi e anche con iniziative di proposte legislative dell'attuale legislatura (anche noi ne abbiamo presentata una su questo tema, così come altre forze politiche). Infatti, la questione va certamente nella direzione di recuperare tutte le potenzialità che abbiamo sulle biomasse.
Pertanto, apprendiamo con estremo favore l'impegno del Governo e del Ministro Zaia ad affrontare, come ha detto, con tempestività e serietà questa tematica e certamente riteniamo che questa legislatura possa costituire il tempo in cui finalmente, come diceva anche il collega Zucchi, riusciamo a dare una risposta positiva, rispondente agli interessi sia ambientali, sia energetici, sia del mondo agricolo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2-bis.100 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, anche l'emendamento in esame della Commissione, su cui mi pare vi sia un giudizio positivo, riprende il tema delle bioenergie applicate all'agricoltura, delle biomasse e del bioetanolo.
Vorrei dire al Ministro una cosa, riprendendo anche le considerazioni che prima svolgeva il collega Zucchi: questa è una materia di grande importanza e di grande delicatezza, che il mondo agricolo ed il Ministero dell'agricoltura devono gestire assieme al Ministero dello sviluppo ed al Ministero dell'ambiente.
In sede europea vi è una partita da aprire: l'Europa ha fortemente incentivato il biodiesel ed il bioetanolo. Si tratta di fare un ragionamento di filiera, perché è chiaro che, se questo biodiesel viene non solo importato da altri Paesi, ma prodotto con colture che richiedono più energia di quanta poi se ne ricavi dopo, è un gravissimo errore. Tanto per essere chiari: l'etanolo prodotto dal mais negli Stati Uniti richiede più energia, nella sua produzione, di quanta poi se ne ricavi, quindi è un errore, sia dal punto di vista energetico, sia dal punto di vista delle emissioni di CO2, sia anche dal punto di vista agricolo. Infatti, se poi alla fine per produrre il bioetanolo aumenta il prezzo delle tortillas messicane, non mi pare che abbiamo trovato una grandissima soluzione. Quindi, quello è un tema che in sede europea va affrontato e quella normativa va precisata nei suoi contorni.
Inoltre, vi è un problema nazionale. Ne abbiamo parlato più volte con i colleghiPag. 48della Commissione agricoltura (mi sembra che il comitato ristretto sia la sede idonea per affrontare il provvedimento) e ne abbiamo palato anche con il Ministro. Oggi, attraverso il tema delle bioenergie, vi è la possibilità non solo di fornire al mondo agricolo un ulteriore elemento di utilità al Paese e di reddito per le aziende agricole (utilizzando anche la partita dei certificati verdi), ma anche di affrontare alcune questioni irrisolte. Ne cito una per tutte di grande importanza, su cui, spesso, vi è stata l'attenzione anche da parte dei colleghi della Lega Nord: la questione dei nitrati.
Rispetto alla normativa comunitaria, l'Italia da tempo ha oltrepassato i parametri per quanto riguarda la produzione di nitrati che, alla fine - a valle - rappresentano uno degli effetti della concentrazione dei grandi allevamenti che sono presenti, soprattutto, nella Pianura padana e che rappresentano uno dei punti di forza del nostro sistema agroindustriale.
È possibile sicuramente, non solo ragionare con l'Europa di una fuoriuscita morbida e di un prolungamento dei termini a nostra disposizione, ma anche di una soluzione del problema, se si mettono assieme la produzione dei biogas e l'abbattimento dei nitrati. Se la questione viene controllata, producendo biogas, i nitrati vengono fortemente ridotti.
Pertanto, è necessario un piano che veda il Ministero dell'agricoltura ragionare con il Ministero dello sviluppo economico, con quello dell'ambiente e con le regioni, in modo da utilizzare la produzione di biogas non solo attraverso i certificati verdi, per dare un contributo alla riduzione di emissioni di CO2, ma anche per avviare l'abbattimento serio dei nitrati, che rappresentano una fonte di inquinamento molto pesante per le nostre falde. Credo che ciò sarebbe utile a tutti.
Credo che il lavoro avviato in Commissione agricoltura e in sede di comitato ristretto sia idoneo per affrontare ciò, tuttavia è necessaria un'azione di coordinamento istituzionale tra i Ministeri e con le regioni, che mi sembra non sia stata finora avviata in maniera seria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Servodio. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, vorrei intervenire solo per rendere cosciente l'Aula a proposito di un emendamento approvato al Senato - una disposizione concernente le vinacce esauste - con cui si è disposto che le vinacce esauste sono «biomassa combustibile».
Presso la Commissione agricoltura della Camera abbiamo condiviso l'emendamento che riconosce questa possibilità anche alle vinacce cosiddette vergini, anche perché sono considerate biomasse. Quindi, l'emendamento della Commissione in esame, su cui noi, come gruppo del Partito Democratico, voteremo a favore, rappresenta un riconoscimento anche delle vinacce vergini, ai fini del processo di combustione.

CARLO NOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO NOLA, Relatore. Signor Presidente, poiché per semplicità dei lavori abbiamo chiesto ad alcuni colleghi che hanno presentato emendamenti di ritirarli, vorrei dire che su questo tema saranno presentati ordini del giorno, che, quindi, amplieranno i temi contenuti negli emendamenti ritirati.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2-bis.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 49
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 489
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato
483
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che i deputati Di Pietro e Messina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Bellotti 2-bis.04 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Giuseppe 3.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, chiediamo la soppressione dei commi 1, 2, 3, 3-bis e 4-bis dell'articolo 3 del provvedimento in esame, per esprimere la nostra netta contrarietà, come gruppo dell'Italia dei Valori, al mantenimento dell'ente in oggetto, l'Eipli, proprio perché mettiamo in discussione la gestione dell'ente stesso.
È necessario considerare, infatti, che sin dal 2001, questo ente è interessato da una pesante situazione debitoria, circa 100 milioni di euro, e da un notevole contenzioso connesso ad azioni giudiziarie di pignoramento. Sono stati emanati vari provvedimenti, con cui sono state assegnate risorse finanziarie all'ente. La legge finanziaria per il 2007 del precedente Governo di centrosinistra prevedeva che il commissario straordinario dell'Eipli dovesse effettuare una ricognizione della situazione debitoria dello stesso ente e definire con i creditori un piano di rientro da trasmettere, poi, al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il provvedimento stabiliva anche le procedure amministrative e finanziarie per il risanamento dell'Eipli.
Si prevedeva anche che, dopo aver proceduto al risanamento dell'ente, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali avrebbe emanato, d'intesa con le regioni Puglia Basilicata e Campania, un decreto per la trasformazione dell'Eipli in società per azioni compartecipata dallo Stato e dalle regioni interessate. Al fine di concorrere alle esigenze immediate dell'Eipli, era assegnato allo stesso un contributo di 5 milioni di euro per l'anno 2007; successivamente, la legge finanziaria per il 2008 ha previsto la soppressione dell'ente entro il 30 giugno 2008. Con questi commi si chiede ora un ulteriore contributo all'ente di 5 milioni 600 mila euro. Noi non siamo d'accordo, proprio perché il Governo Prodi aveva deciso di non mantenerlo in vita e per questo motivo voteremo anche contro tutte le proposte emendative relative al mantenimento dell'Eipli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 3.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 420
Astenuti 78
Maggioranza 211
Hanno votato
154
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che i deputati Messina, Volontè e Adornato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Avverto che l'emendamento 3.300, da votare sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, non sarà posto in votazione in quanto relativo ad una condizione della V Commissione (Bilancio) successivamente revocata dalla medesima.
Avverto, inoltre, che il parere della V Commissione (Bilancio) sul testo del comma 3-bis dell'articolo 3 in esame è favorevole a condizione che sia approvato,Pag. 50al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, l'emendamento 3.103 della Commissione nel testo risultante dall'approvazione del subemendamento 0.3.103.100 della Commissione.
Pertanto, prima di porre ai voti l'emendamento 3.103 della Commissione, occorre procedere alla votazione del suddetto subemendamento 0.3.103.100 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento della Commissione 0.3.103.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
472
Hanno votato
no 19).

Prendo atto che i deputati Ferranti, Samperi, Ciccanti e Lehner hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.103 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Servodio. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, ho ascoltato con molta attenzione l'intervento della collega Di Giuseppe. Noi voteremo a favore di questa proposta emendativa, però vogliamo fare alcuni rilievi, signor Ministro. Certamente non intendiamo venire meno all'esigenza di andare incontro all'eccezionale esposizione debitoria che l'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia (Eipli) ha, anche perché garantisce un servizio pubblico essenziale di distribuzione dell'acqua. Per questo motivo, vogliamo interpretare la nostra adesione in questa direzione: l'Ente offre un servizio pubblico e abbiamo il dovere di andarvi incontro, però rimane tutta la questione politica, signor Ministro.
Ricordava la collega Di Giuseppe che con la legge finanziaria emanata dal Governo Prodi abbiamo messo questo Ente tra quelli da abrogare. Il Ministro ha nominato un commissario, il quale entro una certa data avrebbe dovuto attuare un monitoraggio, un piano, oltre che di risanamento, di rilancio e di trasformazione di questo Ente in una società per azioni. Dopodiché, signor Ministro, è arrivato il decreto-legge n. 112 con il suo articolo 26, che aveva il titolo «taglia-enti», e nell'elenco che esso riportava non abbiamo ritrovato l'Eipli.
Signor Ministro, noi veniamo incontro perché abbiamo un senso di responsabilità e diciamo «sì» a questo contributo straordinario, però penso che ci debba essere in quest'Aula il suo impegno a trasformare l'Ente e a considerare che le regioni Basilicata e Puglia hanno già avviato un interessante itinerario. Al di là delle esigenze che tale Ente ha soddisfatto in questi anni, crediamo che sul piano industriale e sul piano dell'ammodernamento dei servizi di cui la politica dell'acqua ha bisogno non solo in Puglia, ma anche in Basilicata, debba essere assunto da lei un impegno a che non ci sia un'ulteriore proroga.
Questo è il senso del nostro voto favorevole all'emendamento della Commissione. Tuttavia è forte la nostra richiesta di chiarezza da parte del Governo rispetto ad un orientamento che voi avete sbandierato nel decreto-legge n. 112 del 2008: possiamo utilizzare queste risorse in maniera diversa, avere il coraggio di chiudere con il passato e avviare una fase di grande innovazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamentoPag. 513.103 della Commissione, nel testo subemendato accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 490
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato
481
Hanno votato
no 9).

Prendo atto che i deputati Borghesi, Evangelisti, Monai, Rota, Aniello Formisano, Favia, Scilipoti, Cambursano, Costantini, Di Pietro, Giulietti, Messina, Donadi, Piffari, Zazzera, Palagiano, Razzi e Leoluca Orlando hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che le deputate D'Antona e Zampa hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cera 3.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, insisto con questo emendamento, dopo quanto dichiarato dai colleghi, per avere la certezza assoluta che non ci sia, in corso d'opera, qualche modifica. Ciò per una ragione semplicissima: l'articolo prevede di adeguare la tariffa degli usi agricoli a quella dell'uso industriale e potabile. Questo è un danno esclusivo per gli agricoltori pugliesi, lucani e tutti quelli che fanno parte di questo consorzio. Pertanto, con questo emendamento, noi vogliamo avere la certezza che mai verrà adeguata questa tariffa a quella degli usi potabili e industriali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cera 3.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 494
Astenuti 5
Maggioranza 248
Hanno votato
218
Hanno votato
no 276).

Prendo atto che i deputati Tremaglia e Messina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Zampa e Sbrollini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.104 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Servodio. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, non posso che condividere le motivazioni che poco fa sono state espresse dal collega Ruvolo. È evidente che nel protocollo di intesa che è intervenuto tra la regione Basilicata e la regione Puglia si è adottata una tariffa dell'acqua per uso industriale. Questo emendamento, dal momento che è stato bocciato l'emendamento appena votato Cera 3.4, da noi condiviso, almeno sposta il termine di decorrenza, con l'auspicio che l'acqua per uso irriguo, date le difficoltà del mondo agricolo, possa essere tenuta in considerazione. È dunque un auspicio che crediamo possa essere dato come mandato al Ministro, atteso che egli, sulla medesima materia, può intraprendere un'azione di promozione e di controllo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, intervengo per sottolineare il fatto che questa proroga al 30 giugno 2009 ci soddisfa ma ovviamente in modo molto, molto parziale. Ribadiamo ancora che l'agricoltura non può subire un similePag. 52aggravio di spesa. L'impegno è quello di lasciare tranquillo il mondo dell'agricoltura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Signor Presidente, sono il primo firmatario dell'emendamento appena respinto. Voglio dire ai colleghi pugliesi e agli amici dell'Irpinia e della Basilicata che il meccanismo di darci il «contentino», giustamente, per chiudere la partita con l'Ente, va bene. Tuttavia, il rischio che a pagare dopo siano i coltivatori, gli agricoltori è indegno. Stiamo attenti a ciò che avete già votato, perché il meccanismo è questo: quello di far pagare agli agricoltori, ma esattamente un attimo dopo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.104 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 496
Astenuti 3
Maggioranza 249
Hanno votato
492
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che l'emendamento Marinello 3.3 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.105 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Servodio. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, intervengo brevemente. Qui c'è una questione rispetto al codice ambientale di cui al decreto legislativo del 3 aprile 2006, n. 152: i consorzi di bonifica e irrigazione possono esser soggetti di produzione di energia idroelettrica e quindi di approvvigionamento anche di imprese produttive.
Con l'emendamento approvato al Senato, così come formulato, si metteva in discussione questa prerogativa degli enti e dei consorzi di bonifica. Abbiamo voluto rivedere la proposta emendativa del Senato per conferirle maggiore chiarezza e l'emendamento presentato dalla Commissione fornisce nuovamente credibilità istituzionale a questi consorzi di bonifica.
Colgo l'occasione, signor Ministro, per dirle che abbiamo una disciplina del consorzio di bonifica che avrebbe dovuto veramente impegnare le regioni in un processo di riordino e sono fiduciosa che lei possa farsi carico anche qui di un grande progetto di riforma. Alcune regioni lo hanno già avviato, ma ci sono altre regioni lente, ancora pigre. Certamente si tratta di una loro competenza, ma è evidente che il Ministro italiano si deve far carico di operare un processo all'interno della Conferenza Stato-regioni affinché, anche rispetto ai consorzi di bonifica, si possa aprire un processo di ammodernamento e di razionalizzazione di questi enti. Essi hanno avuto in passato grandi meriti, ma oggi hanno bisogno di essere immessi in un nuovo circuito innovativo rispetto ai problemi dell'ambiente e della politica dell'acqua.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.105 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 491
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato
477
Hanno votato
no 14).Pag. 53

Prendo atto che la deputata Castiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che il parere della Commissione V (Bilancio) sul testo del comma 5-ter, articolo 3, in esame è favorevole a condizione che sia approvato, al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81 quarto comma della Costituzione, l'emendamento 3.106 della Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.106 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
496
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Di Cagno Abbrescia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.102 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, ritengo che questo emendamento sia di portata notevole e do atto al Governo della sensibilità manifestata: concretamente si avvia un percorso nuovo, diverso rispetto al passato.
Tante volte è capitato nelle aree del Mezzogiorno di non poter attivare alcun finanziamento per mancanza di progetti, soprattutto nel comparto irriguo. Con l'approvazione di questo emendamento si dà la possibilità ai consorzi di bonifica e agli enti irrigui di poter avere un fondo disponibile per costruire un parco progetti essenziale e necessario soprattutto per i cambiamenti climatici che stiamo vivendo. Pertanto ritengo molto positivo che il Governo abbia apprezzato l'emendamento originario presentato dal sottoscritto e mi auguro che venga approvato all'unanimità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cuomo. Ne ha facoltà.

ANTONIO CUOMO. Signor Presidente, intervengo innanzitutto per dichiarare il voto favorevole del gruppo Partito Democratico, ma anche per esprimere una riflessione in merito all'emendamento condividendo innanzitutto quello che ha detto il collega Ruvolo.
Credo che il contenuto di questo emendamento - e pertanto ringrazio il Governo - abbia colto nel segno, perché nel tentare di favorire il completamento, l'ammodernamento e anche la realizzazione del piano irriguo, soprattutto nelle aree sottoutilizzate che sono quelle più svantaggiate, mette in condizione l'agricoltura di queste aree di poter essere più competitiva, anche rispetto ai Paesi europei.
Questo è un segnale positivo e mi auguro che, in prospettiva, il Governo in ordine a questi temi possa essere ancora più solerte. Pertanto, esprimerò voto favorevole sull'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 488
Astenuti 2
Maggioranza 245
Hanno votato
485
Hanno votato
no 3).Pag. 54

Prendo atto che i deputati Garagnani e Mogherini Rebesani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Speciale ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Ricordo che il parere della Commissione V (Bilancio) sul testo del provvedimento è favorevole a condizione che sia approvato l'emendamento 4.100 della Commissione al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.100 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Agostini. Ne ha facoltà.

LUCIANO AGOSTINI. Signor Presidente, siamo favorevoli all'approvazione di questo emendamento, così come riteniamo necessario dover chiudere il periodo 1994-1999 della programmazione dei fondi SFOP. Anzi, riteniamo che tale chiusura avvenga con molto ritardo e che, comunque, ci consenta di sfruttare tutte le risorse messe a disposizione dall'Europa.
Questi fondi, nel periodo di programmazione in cui hanno agito (1994-1999 e 2000-2005), hanno avuto un'importanza strategica per il settore soprattutto per il sostegno agli investimenti per le imprese di pesca, che hanno cercato innovazioni per le proprie imprese (sulle imbarcazioni e le relative tecnologie). Pertanto, tali fondi hanno potuto produrre risultati importanti.
Tra l'altro, molto efficaci sono state anche quelle misure che hanno consentito di realizzare le infrastrutture idonee non solo sulle imbarcazioni e sulle imprese, ma anche quelle che sono risultate idonee al ripopolamento della fauna ittica. Tuttavia, auspichiamo (poiché riteniamo che il settore sia in una fase di profonda crisi) che vi sia, da parte del Governo, una risposta dotata di maggiore organicità, con provvedimenti che vadano ad incidere sulla crisi strutturale del settore, perché per molti di questi aspetti i fondi prima SFOP (oggi FEP) non incidono o incidono in maniera del tutto parziale, come la riduzione dello sforzo pesca, la riconversione delle imprese con altre attività come quelle della pesca-turismo o delle attività di acquacoltura.
Per queste ragioni, pur ritenendo insufficienti i provvedimenti assunti per il settore, esprimeremo voto favorevole all'emendamento in esame che ci consente tra l'altro, come ricordavo all'inizio del mio intervento, di chiudere, anche se con molto ritardo, il periodo di programmazione SFOP 1994-1999. Infine, voglio ricordare che con questo emendamento la Commissione corregge la previsione del Governo con 50,6 milioni di euro.

PRESIDENTE. Saluto la delegazione della National Italian American Foundation di Washington negli Stati Uniti, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, ho chiesto la parola per preannunziare il mio voto favorevole su questo emendamento e anche per ribadire che questo emendamento non è altro che il pagamento, all'Unione europea, delle sanzioni per il periodo 1994-1999. Non vi è null'altro.
Avevamo presentato degli emendamenti molto corposi, per dare un aiuto alla pesca. Uno fra tutti era proprio quello del regime agevolato IVA per la pesca. Non è stato riconosciuto nessun emendamento da noi presentato e, ancora una volta, dobbiamo rassegnarci al fatto che la pesca non è all'attenzione di questo Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 55
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 490
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
490).

Prendo atto che i deputati Di Pietro e Garagnani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruvolo 4-ter.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, questo emendamento vuole solo mettere in evidenza e denunciare una situazione alquanto strana e anomala, cioè l'estensione delle procedure relative alle concessioni di acqua per uso di acquacoltura ed uso irriguo. La ragione è semplicissima: in molte aree del Paese vengono ancora, nonostante la legge Galli abbia definito con molta chiarezza quali sono le priorità degli usi (in ordine: uso potabile, uso irriguo ed uso industriale), rilasciate concessioni per la produzione di energia.
Sa cosa capita, signor Presidente? Che l'ENEL non produce energia e fa pagare ai consorzi di bonifica la mancata erogazione di produzione di energia. Questo è davvero un fatto scandaloso e drammatico. Lo dico con grande fermezza e con grande determinazione, perché occorre applicarsi su questo argomento. Non è possibile che alla fine paghino sempre i poveri agricoltori.
Si tratta solo di applicare una norma, di fare chiarezza, soprattutto in quelle regioni che ancora non hanno potuto fare il patto col diavolo, e di creare le condizioni per cui concessioni di questo tipo non siano più tollerabili. L'invito che rivolgo al Governo non è tanto relativo all'emendamento presentato, quanto volto ad approfondire seriamente la questione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruvolo 4-ter.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 495
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato
232
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che i deputati Motta e Damiano hanno segnalato di aver espresso erroneamente voto contrario, mentre avrebbero voluto esprimerne uno favorevole e che il deputato Garagnani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Ruvolo 0.4-ter.0100.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Presenti e votanti 498
Maggioranza 250
Hanno votato
236
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che la deputata Boniver ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4-ter.0100 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sani. Ne ha facoltà.

LUCA SANI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico rispetto a questo emendamento. Si tratta di un provvedimento atteso dal settore dell'acquacoltura, poiché estende le agevolazioni fiscaliPag. 56a tutte le imprese del settore e alle loro pertinenze per far fronte alle difficoltà del settore stesso.
È un provvedimento che rientra nell'ambito di quelle misure, su cui il Parlamento si è già pronunciato e su cui è avvenuto un dibattito a più riprese all'interno della Commissione agricoltura, che riguardano la crisi del settore della pesca. Si tratta, inoltre, di un elemento che contribuisce a semplificare gli adempimenti, poiché tutti i compendi delle imprese sono ricompresi all'interno dell'applicazione del canone a titolo ricognitorio. Questi sono i motivi che ci spingono a votare favorevolmente su questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4-ter.0100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 497
Astenuti 2
Maggioranza 249
Hanno votato
485
Hanno votato
no 12).

Prendo atto che i deputati Ferranti, Castiello, Maran, Pugliese, Bellanova, Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Marinello 4-ter.09 è stato ritirato dal presentatore.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Bellotti 4-quater.01, per la parte ammissibile.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellotti. Ne ha facoltà.

LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, intervengo per «accaparrarmi» non solo il favore del centrodestra, ma anche del centrosinistra, dicendo che questa è una norma che deve essere accolta. Basti pensare che è stata male interpretata una disposizione della Comunità europea in capo all'allora Ministro Pecoraro Scanio.
Quindi, questo meccanismo - invece di agevolare la raccolta dei rifiuti di produzione agricola - ne ha per certi aspetti penalizzato e sostanzialmente paralizzato la procedura di esecuzione. Molto spesso nelle campagne si producono dei rifiuti che sono dei sacchetti di plastica contenenti fitofarmaci e bottiglie: il fatto di impedire agli agricoltori di poterli trasportare qualche volta all'anno nelle isole ecologiche autorizzate crea un grosso problema in termini ambientali e credo sicuramente che questa Commissione, così come anche il Ministro, vorrà accettare questa proposta, che va comunque nella direzione prevista dalla Comunità europea e mira a correggere una norma eccessivamente restrittiva per gli agricoltori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bellotti 4-quater.01, per la parte ammissibile, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 504
Astenuti 3
Maggioranza 253
Hanno votato
244
Hanno votato
no 260).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-quinquies.100 della Commissione.

CARLO NOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 57

CARLO NOLA, Relatore. Signor Presidente, intervengo per una correzione formale (già esaminata nel Comitato dei nove), nel senso di sopprimere le parole «ed integra», dal momento che «sostituisce» è già sufficiente.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo concorda con il relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sani. Ne ha facoltà.

LUCA SANI. Signor Presidente, anche in questo caso intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico, in quanto questo emendamento serve a dare un piccolo contributo alla sburocratizzazione delle attività di queste imprese. Naturalmente, ciò non significa e non deve significare abbassare la guardia rispetto, invece, alla sorveglianza sanitaria sui luoghi di lavoro, in special modo per quanto riguarda le imbarcazioni che, come abbiamo detto già più volte, in molti casi sono vetuste e datate e richiedono, soprattutto dal punto di vista della medicina del lavoro, un'attenta sorveglianza. Comunque su questo emendamento dichiaro il voto favorevole del gruppo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-quinquies.100 della Commissione, nel testo corretto, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 498
Astenuti 2
Maggioranza 250
Hanno votato
489
Hanno votato
no 9).

Prendo atto che i deputati Di Giuseppe e Nola hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo, altresì, atto che la deputata De Nichilo Rizzoli ha segnalato di aver espresso erroneamente voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4-sexies.0100 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Agostini. Ne ha facoltà.

LUCIANO AGOSTINI. Signor Presidente, voteremo favorevolmente a questo emendamento della Commissione perché affronta, a nostro modo di vedere, uno degli aspetti fondamentali e strategici della crisi strutturale del settore ittico. Lo vogliamo affermare con una punta di orgoglio per aver contribuito, come gruppo del Partito Democratico in Commissione agricoltura, a fare inserire questo emendamento sugli accordi di filiera nel settore ittico, che era stato completamente dimenticato dal Governo con la presentazione di questo decreto-legge.
Riteniamo tale dimenticanza grave dal punto di vista politico, proprio perché all'interno dei vari provvedimenti che si sono susseguiti in Parlamento - dal decreto-legge n. 112 del 2008 alla legge finanziaria - non è passata inosservata la completa dimenticanza del settore agroalimentare ed ittico. Dopo tali dimenticanze, ci saremmo aspettati che su questi settori si fosse intervenuti da parte del Ministro e del Governo con un provvedimento organico che affrontasse con sistematicità la straordinarietà della crisi del settore, che certamente risente più di altri dell'aumento del costo delle materie energetiche e della crisi finanziaria.
Proprio per questo si ha bisogno di politiche di sostegno su tutta la filiera, con provvedimenti completi e sistematici. Ed invece, con nostro stupore, questo decreto-legge, che pure è stato migliorato, e molto, dal Senato, non contiene né provvedimenti, né risorse di cui il settore avrebbe bisogno.
Nonostante ciò abbiamo lavorato con le nostre proposte per migliorare il provvedimento. L'emendamento in esame introduce il sostegno agli accordi di filiera ePag. 58costituisce una dimostrazione del lavoro che abbiamo svolto, in maniera appassionata e convinta, in Commissione. Necessariamente abbiamo dovuto demandare al CIPE l'individuazione delle risorse - così come previsto dalla legge n. 289 del 2002 - e ad un decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali, da emanare entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione, la definizione dei criteri e delle modalità di attuazione delle iniziative derivanti dall'approvazione dell'emendamento.
Ecco perché siamo ancora a chiedere al signor Ministro e al Governo che si cambi rotta nel settore ittico; si colga anche l'occasione dell'approvazione di questo emendamento per segnare una forte discontinuità con l'indifferenza fin qui dimostrata nei confronti di questo settore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4-sexies.0100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 505
Maggioranza 253
Hanno votato
503
Hanno votato
no 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-septies.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 494
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato
494).

Prendo atto che i deputati Gnecchi e Vaccaro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruvolo 4-decies.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 508
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato
242
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che i deputati Abrignani e Traversa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruvolo 4-undecies.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, questo emendamento non fa altro che proporre di ripristinare quanto già era stato concesso nella scorsa legislatura ai viticoltori siciliani, in particolare a quelli dell'area del trapanese, del palermitano e dell'agrigentino. I loro vigneti erano stati aggrediti dalla peronospora e in quella circostanza il Governo di allora si impegnò a trovare delle risorse per 50 milioni di euro, ma durante la manovra per cancellare l'ICI sulla prima casa il Ministro Tremonti non pensò ad altro che a saccheggiare questo fondo e a farlo scomparire, mentre eravamo nella fase di erogazione dei contributi. Ci era stato promesso, con un solenne ordine del giorno accolto dal Governo, che il fondo sarebbe stato ripristinato.Pag. 59
Ricordo altresì che nel testo originario di questo decreto-legge non era stata prevista questa integrazione di 10 milioni di euro. Un emendamento del Senato ha permesso questa possibilità, che però ritengo assolutamente insufficiente, perché quando è stata quantificata la somma del danno ai viticoltori siciliani ciò è avvenuto attraverso gli strumenti della periferia, gli ispettorati agrari, che hanno certificato e quantificato il danno arrecato dalla peronospora.
Questo emendamento vuole solo ed esclusivamente ripristinare quello che è stato tolto. Noi ribadiamo con forza e determinazione che non è possibile assistere ancora una volta al taglio di fondi, soprattutto per le aree meridionali del Paese, e per la Sicilia in particolare. Faccio un appello all'Aula affinché con grande senso di responsabilità venga ripristinato questo fondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, mi rivolgo in maniera particolare, attraverso la sua persona, al signor Ministro e, quindi, al Governo. L'emendamento Ruvolo 4-undecies.3 e gli emendamenti successivi (due a mia firma e l'altro firmato dalla collega del Partito Democratico Siragusa) trattano il medesimo argomento.
Non svolgerò l'argomento e mi riservo di farlo in sede di dichiarazione di voto sui miei emendamenti. L'unica differenza tra questi emendamenti è relativa alla copertura dei medesimi: io ritengo che le coperture dell'emendamento Ruvolo 4-undecies.3 e dell'emendamento Siragusa 4-undecies.30 di fatto danno soldi ad un settore importante, ma li sottraggono ad un altro parimenti importante. Per questa ragione su questi due emendamenti (sull'emendamento Siragusa 4-undecies.30 non interverrò) mi asterrò, pur condividendone il merito, mentre mi riservo di intervenire sui miei emendamenti.
Colgo l'occasione per svolgere un'ulteriore riflessione. Poiché sull'argomento che concerne il riconoscere un ristoro ad una categoria ben specifica di agricoltori vi è un'ampia condivisione (non soltanto da parte dell'opposizione, ma anche da parte della maggioranza), sarebbe assolutamente saggia - e mi permetto di suggerirlo al signor Ministro e al Governo - una pausa di riflessione per vedere se esiste una possibilità mediana e se esiste una possibilità di una mediazione e di una proposta concreta, onde evitare possibili spaccature, anche della stessa maggioranza, con il voto d'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siragusa. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, insieme ai colleghi Samperi, Capodicasa, Russo Antonino, D'Antoni, Cardinale, Burtoni e Beretta abbiamo aggiunto le nostre firme a tutti gli emendamenti che trattano questo argomento. Così come già rilevato nel dibattito di ieri, i viticoltori siciliani (siamo parlando non di cose di poco conto, ma di produzioni di altissima qualità) hanno subito dei gravi danni dalla peronospora. I viticoltori hanno subito gravi danni anche dal fatto che lo stanziamento di 50 milioni di euro previsto per l'anno 2008 è stato sottratto a seguito dell'approvazione del decreto-legge sull'ICI. Quindi, ci sembra fondamentale riconoscere questa somma come sollievo per un grave danno e per una calamità naturale abbattutasi sul viticoltori siciliani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'emendamento Ruvolo 4-undecies.3, ma anche a quelli successivi relativi alla stessa materia. Come detto dai colleghi, i viticoltori siciliani sono stati presi in giro: avevano una somma messa a disposizione e questa somma è stata tolta, a vantaggio diPag. 60nessuno e a danno dell'agricoltura siciliana. Credo che sia fondamentale eliminare quello che è un abuso. Aggiungo anche la firma dell'onorevole Orlando all'emendamento Ruvolo 4-undecies.3.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sardelli. Ne ha facoltà.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, voglio sottolineare che nella presentazione delle proposte emendative anche noi avevamo sostenuto emendamenti simili. Vedendo che viene meno il vincolo di maggioranza e che alcuni deputati di maggioranza sostengono tali proposte, noi, ben comprendendo le ragioni dei viticoltori siciliani, sottoscriviamo come gruppo Misto-MpA tutti gli emendamenti in materia e voteremo a favore degli stessi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Siragusa 4-undecies.30 e per invitare la maggioranza e il Governo ad una riflessione attenta su questo tema, che può trovare un'ampia convergenza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruvolo 4-undecies.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 503
Astenuti 8
Maggioranza 252
Hanno votato
238
Hanno votato
no 265).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Marinello 4-undecies.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, avevo preannunciato il mio intervento nel merito. Le mie argomentazioni sono assolutamente in sintonia con quelle già esposte dal collega Ruvolo e dalla collega Siragusa. Come spiegavo nel precedente intervento, la differenza è nella copertura proposta: mentre gli altri emendamenti prendono copertura o dal Fondo di solidarietà nazionale o dal Fondo per lo sviluppo della meccanizzazione, nel mio emendamento 4-undecies.2 proponiamo che la copertura sia sul Fondo per le aree sottoutilizzate, così come, peraltro, avveniva per la copertura originaria di 50 milioni di euro, che erano già stati stanziati per queste voci e che sono stati cancellati al momento dell'approvazione del decreto-legge, poi convertito in legge, che prevedeva l'abolizione dell'ICI sulla prima casa.
Personalmente, ritengo che il Ministro e il Governo (anche perché allora erano stati presi precisi impegni dagli esponenti del Governo nel merito della questione), avrebbero dovuto svolgere una riflessione su un argomento di questo genere: sono ancora in tempo per intervenire, proponendo una possibile mediazione, che però non consista nei soliti ordini del giorno. Ne abbiamo presentati e sono stati accolti (tra l'altro, non come raccomandazione, ma pienamente e integralmente): finora, però, non hanno sortito alcun effetto.
Occorrerebbe una proposta concreta, che non può consistere nell'inserimento del provvedimento né nel decreto-legge cosiddetto «anticrisi» (sappiamo tutti che vi sarebbero problemi di ammissibilità), né nel decreto-legge sulle quote latte (perché mi prefiguro che anche con riferimento a quel provvedimento avremo problemi di questo genere). Se, però, nonostante questo,Pag. 61il Ministro e il Governo assumono ufficialmente, in Aula, un impegno serio e compiuto, mi riservo eventualmente la possibilità di ritirare i miei emendamenti. Se così non fosse, mio malgrado, sarò invece costretto ad insistere per la votazione e votare contro il Governo e la maggioranza.

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione l'intervento sull'emendamento Marinello 4-undecies.2. Ricordo che il taglio operato con il decreto-legge n. 112 del 2008, pari a 36 miliardi di euro, peraltro, ha interessato non solo la partita della peronospora della regione Sicilia, ma, sostanzialmente, molte partite dell'agricoltura. Ricordo anche, fra l'altro, che, nella previsione dei tagli e di dieta prevista per tutti i Ministeri, il mio Ministero ha una previsione di taglio del 48 per cento delle risorse al 2011. Ciò per risanare il nostro bilancio e per dare un segnale ai cittadini in un momento di grossa difficoltà.
Onorevole Marinello, la invito a considerare che 10 milioni sono già un grande segnale e la prego anche di accogliere la disponibilità a ragionarne, magari in occasione della discussione, in futuro, di qualche decreto-legge. Lei ha citato il decreto-legge cosiddetto «anticrisi» o quello sulle quote latte. Mi dispiace che non vi sia la disponibilità a ragionare su un ordine del giorno. Questo potrebbe darci, in una certa misura, buona tranquillità. Oggi, però, pensare di attingere ancora al FAS significherebbe comunque aggiungere disordine al disordine che concretamente c'è. Tra pochi istanti si riunirà il CIPE per discutere di questi problemi. Lei chiede una sospensione: ne possiamo parlare ben volentieri, ma la inviterei a ritirare il suo emendamento 4-undecies.2 (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore, pertanto, se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Marinello 4-undecies.2.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, svolgo un ragionamento e poi arrivo alle conclusioni. Il Ministro ha detto bene: i fondi da noi proposti non provengono dal bilancio del Ministero dell'agricoltura, ma da altra fonte. Poiché il FAS, finora, è stato utilizzato, ci sembrava e ci sembra assolutamente ovvio dare una finalizzazione che, a nostro avviso, sia assolutamente propria con riferimento sia alla finalità, sia, quanto meno, all'area territoriale interessata.
Se c'è un impegno formale del Governo in questa direzione (mi pare che ci sia), per quanto mi riguarda, sono pronto a ritirare il mio emendamento 4-undecies.2 ed anche quello successivo 4-undecies.1, sempre a prima firma mia.
Però, è evidente che qualora questo ragionamento non dovesse essere seguito da fatti concreti, per quanto mi riguarda, per quel poco che posso contare su questioni importanti, comprese le quote latte, la mia posizione sarà assolutamente consequenziale.

PRESIDENTE. Quindi, l'onorevole Marinello ritira i suoi emendamenti 4-undecies. 2 e 4-undecies. 1.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che la discussione che si sta svolgendo dia la dimensione di come, anche su questo decreto-legge, ci sia una buona dose di divaricazione all'interno della maggioranza. Però, non è questo che a noi interessa, anche perché, se avessimo voluto giocare sulle contraddizioni della maggioranza, questo decreto-legge probabilmente non avrebbe potuto essere convertito entro i termini di scadenza.Pag. 62
C'è stata una discussione che ha dato vita anche a votazioni unanimi su alcuni elementi di modifica dell'impianto originario del Governo e della maggioranza. A questo punto, se non si intende sospendere i lavori per consentire al Comitato dei nove di riformulare gli emendamenti presentati dagli onorevoli Marinello e Siragusa, nonché il contenuto del precedente emendamento Ruvolo 4-undecies. 3, che è stato respinto, e se manca la disponibilità e la volontà del Governo, del presidente della Commissione e del relatore di procedere ad una sospensione, che chiedo formalmente, per procedere a un tentativo di riscrittura dell'emendamento, l'emendamento ritirato dal collega Marinello viene fatto proprio dal gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Chiedo al relatore come intenda procedere, altrimenti, come l'onorevole Quartiani ha appena affermato, l'emendamento Marinello 4-undecies. 2, e credo anche il successivo Marinello 4-undecies.1, saranno fatti propri dal gruppo del Partito Democratico.

CARLO NOLA, Relatore. Signor Presidente, mi sembra che il Governo sia stato chiaro e abbia dimostrato, con questo primo intervento, che si tratta di un reintegro a rate. Quindi, pur lasciando la porta aperta noi non riteniamo...

PRESIDENTE. Sta bene.
Quindi, l'emendamento Marinello 4-undecies. 2 è fatto proprio dal gruppo del Partito Democratico.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, al di là di una valutazione sulle opinioni del Governo, che ovviamente arricchisce anche il contributo dell'Aula, mi rivolgo alla Commissione e al relatore. La richiesta avanzata era di sospendere i lavori per trovare una soluzione. Non ho capito se dovevamo intuire la conseguenza di ciò e quale sia la decisione della Commissione, ossia se ritenga utile, come io penso, rispetto a tanti altri casi passati, provare a trovare una soluzione. Non ho capito questo dal relatore, ma solo che ha apprezzato il Ministro, il che peraltro era anche abbastanza scontato.

PRESIDENTE. Allora, onorevole relatore, chiedete una sospensione o intendete procedere?

CARLO NOLA, Relatore. Signor Presidente, chiediamo solo una breve sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 17,10, è ripresa alle 17,35.

PRESIDENTE. Chiedo al presidente della XIII Commissione (Agricoltura) quali siano stati gli esiti della riunione del Comitato dei nove che, ricordo, era riferita all'emendamento Marinello 4-undecies.2, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo Partito Democratico.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Signor Presidente, il contenuto dell'emendamento, ritirato dal collega Marinello e fatto proprio dal gruppo del Partito Democratico, potrebbe essere trasfuso - lo chiediamo ai colleghi del PD - in un ordine del giorno, che sottoscriverebbero tutti i colleghi della Commissione, teso non solo a sollecitare un'attenzione ma anche una puntuale risposta rispetto alla vicenda relativa alla peronospora nella regione Sicilia. In questo senso mi pare che vi sia anche l'attesa che il Governo possa rispondere positivamente a questa utile sollecitazione.

IGNAZIO MESSINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Messina chiedo al rappresentante del Governo di esprimere il suo parere sulla proposta in esame.

Pag. 63

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, abbiamo analizzato approfonditamente la questione e vi è una possibilità, che io considero ragionevole, ovverosia di ritirare l'emendamento in esame e di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno, che il Governo potrebbe accogliere, nel quale sia previsto - finalmente, considerato che ancora oggi non si sa - di finanziare le domande che saranno presentate. Infatti, a tutt'oggi non abbiamo ancora alcuna richiesta di indennizzo.
Ricordo che questa procedura è stata attuata con la deroga comunitaria, in regime di de minimis, ed è una procedura ad hoc per la peronospora della vite in Sicilia. Ho anche rappresentato la difficoltà a dover dare risposte che noi oggi non riusciamo a dare ad altri comparti produttivi del settore viticolo, ad esempio, per quanto riguarda la flavescenza dorata, altra malattia della vite che interessa molte regioni italiane.

IGNAZIO MESSINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, premesso che le argomentazioni del Ministro sono sembrate sicuramente inadeguate al problema, e considerato che certamente non si dà soluzione al problema degli agricoltori siciliani nel momento in cui dice «tanto al mio Ministero hanno tagliato qualcosa», il problema è in quali casi il Ministro intende mantenere gli impegni e dove, al contrario, intende disattenderli. Molto spesso capita - dispiace dirlo - che vengano disattesi gli impegni nei confronti del meridione e degli agricoltori del sud d'Italia, in questo caso dei siciliani.
Aggiungo che non è vero che non vi siano le richieste di danni perché presso la regione siciliana giacciano decine, anzi migliaia di richieste di risarcimento. È chiaro che se non vengono stanziate le risorse, c'è poco da risarcire.
Per questo motivo il gruppo dell'Italia dei Valori fa proprio l'emendamento Marinello 4-undecies.2.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Quartiani, che a nome del gruppo del Partito Democratico aveva fatto proprio l'emendamento Marinello 4-undecies.2, se accetta di ritirarlo e di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente credo che dopo il pronunciamento del Governo sia opportuno ricapitolare quanto è accaduto per fare in modo che non vi siano misunderstanding (così dicono in un altro Parlamento).
È chiaro che siamo posti in una condizione per la quale la copertura prevista su un emendamento che si ripromette di intervenire su una situazione particolarmente difficile che ha creato emergenza, cioè la peronospora in alcune aree del Paese, deve essere rinvenuta in permanenza di una indisponibilità del Governo a reperire altre risorse all'interno del bilancio dato.
Peraltro, domani discuteremo della legge finanziaria, quindi probabilmente in sede di ulteriore verifica dei conti, in sede di bilancio, si potrebbe anche provvedere diversamente, qualora il Parlamento dovesse disporre in maniera diversa rispetto alle indicazioni del decreto-legge n. 112 del 2008.
È del tutto evidente, comunque, che siamo posti nella strana condizione per la quale le coperture, per poter ottenere un risultato su un'emergenza, rischiano di rendere più difficile una condizione su un altro fondo: che sia denominato x o y, cioè che si tratti di FAS o di fondo di solidarietà o di altro fondo, è del tutto evidente che si tratta di una sorta di partita di giro.
Quindi, è necessario intendersi: l'emendamento Marinello 4-undecies.2, così come presentato, era una sollecitazione mia e del mio gruppo al Governo affinché si trovasse una condizione di mediazione che non poteva consistere nella possibilità di trasfondere l'emendamento in un ordine del giorno: infatti, sarebbe stato inutile sospendere i lavori dell'Assemblea. Peraltro, la Commissione ha chiesto una sospensione di cinque minuti, ma in realtà siamo stati fermi mezz'ora; ciò significaPag. 64che c'è stata una discussione e che si trattava di una questione seria.
A questo punto, è del tutto evidente che, pur conoscendo la contraddittorietà della copertura rispetto all'obiettivo dell'emendamento, a fronte di un'indisponibilità del Governo e di una soluzione debole che è quella di un ordine del giorno (peraltro l'onorevole Marinello ha fatto presente che già su altri provvedimenti sono stati approvati ordini del giorno similari e il Governo è stato inadempiente), a fronte di una inadempienza del Governo (purché sia chiaro che la copertura è esclusivamente momentanea e può essere cambiata domani, in sede di discussione del disegno di legge finanziaria, o immediatamente l'anno prossimo in sede di proroga termini, dal momento che il Governo entro la fine di questo anno emanerà un decreto-legge di proroga di termini), pur trattandosi di una copertura inadeguata e per alcuni aspetti non condivisibile fino in fondo, quella del FAS è una copertura che ci consente di produrre un voto e un pronunciamento del Parlamento con l'intenzione di fare in modo che la copertura medesima rispetto all'obiettivo dell'emendamento venga modificata con un prossimo provvedimento del Governo e del Parlamento.

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Marinello 4-undecies.2, ritirato dal presentatore, fatto proprio dal gruppo del Partito Democratico.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, desideravo soffermarmi sulle dichiarazioni e le delucidazioni del signor Ministro. Di fatto, se non ho capito male, lei ha detto che questa risorsa di 10 milioni di euro è sufficiente per il solo fatto che ancora non esistono domande e richieste di risarcimento danni.
Se così è - non so quale sia la sua fonte - la prego anche di farci sapere quali sono le sue fonti per una ragione semplicissima: durante il periodo della cosiddetta peronospora, chi vi parla insieme a tanti colleghi della Commissione agricoltura della scorsa legislatura siamo stati a Marsala...

PRESIDENTE. Lasciate che il Ministro ascolti l'intervento dell'onorevole Ruvolo. Prego, onorevole Ruvolo, prosegua.

GIUSEPPE RUVOLO. Vorrei solo denunciare un fatto vissuto. In quel periodo la Commissione agricoltura della Camera della scorsa legislatura effettuò una visita proprio a Marsala perché la popolazione vitivinicola era in grande fibrillazione.
Lì abbiamo constatato con mano e verificato quali erano le proteste - anche in tavoli dove erano presenti amministratori e personalità politiche del luogo - e che il danno era esoso e andava risarcito. Apprendere adesso dal Ministro che non esiste neanche una richiesta o una domanda, faccio fatica a capirlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, prendo atto delle dichiarazioni e degli impegni assunti dal Ministro Zaia e, per quanto mi riguarda, non solo riconfermo di aver ritirato ambedue gli emendamenti, ma ovviamente io e anche i colleghi interessati alla questione non assicureremo più il voto favorevole, anche se gli stessi medesimi emendamenti dovessero essere votati dai colleghi dell'opposizione (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Pertanto, ringrazio preliminarmente il Governo per l'ipotesi di accoglimento di un ordine del giorno, che evidentemente attiene più alla questione politica della materia, e per quanto ci riguarda, riconoscendoci ovviamente in questa maggioranza, abbiamo piena fede negli impegni del Governo e del Ministro in particolare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

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SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, vorrei dire al Ministro che il taglio dei 50 milioni, da cui nasce tutta questa vicenda, non fu fatto in occasione del decreto-legge n. 112 del 2008, come egli ha in quest'Aula dichiarato, ma fu fatto per coprire l'ICI. Quindi, si presero soldi per investimenti e per venire incontro ad una categoria particolarmente colpita, per coprire una spesa corrente.
Questa è l'origine del caso, quindi non c'entra nulla la questione del decreto-legge n. 112 del 2008 e dei tagli: si è fatta una scelta politica. La scelta politica è stata quella di tagliare l'ICI con fondi che andavano ad una regione ed in particolare ad una categoria.
Venirci a dire, ora, che non si possono usare i fondi FAS, dopo che li avete massacrati in maniera incredibile in tutti questi mesi, è veramente incredibile!
Ho concluso, signor Presidente: a me dispiace per l'onorevole Marinello, che è persona che stimo, ma che ancora una volta egli si fidi di impegni che sono stati smentiti in quest'Aula mille volte, mi fa specie per l'onorevole Marinello (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Siracusa. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, naturalmente intervengo per preannunciare il nostro voto favorevole, come è stato già detto, e per dire una cosa molto semplice: si tratta di agricoltori di una parte della nostra nazione che sono stati colpiti da una calamità naturale.
Ho già ricordato, per esempio, che un altro problema analogo stiamo vivendo in questo momento nella medesima regione, che non nomino per evitare problemi in Aula, a causa di una crisi legata alla coltivazione degli agrumi, senza che l'assessore regionale (nonostante faccia parte, lo ricordo, della stessa maggioranza del Governo in carica) abbia ricevuto risposta da parte del Ministero.
La questione è la seguente: certo saremmo stati più contenti se si fosse ripristinato il fondo così com'era previsto. Nel frattempo, però, una cosa è certa: non possiamo immaginare di utilizzare i fondi FAS per tutto e per il contrario di tutto e non, poi, per una questione che riguarda aree depresse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garofalo. Ne ha facoltà.

VINCENZO GAROFALO. Signor Presidente, a differenza del collega Messina, vorrei invece ringraziare il Ministro, che ha voluto dare una risposta dopo la sospensione, sia tempestiva sia anche efficace.
Ritengo che il suo modo risolutivo di affrontare la questione possa lasciarci contenti. Come ha detto l'onorevole Marinello, avrei sottoscritto l'emendamento in discussione e, invece, voterò contro tale proposta emendativa, fatta propria dal Partito Democratico e dall'Italia dei Valori. Insieme agli altri colleghi, saremo fiduciosi, affinché l'ordine del giorno diventi operativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capodicasa. Ne ha facoltà.

ANGELO CAPODICASA. Signor Presidente, nell'incontro che la maggioranza ha avuto con il Ministro, mi chiedo quale possa essere stato l'argomento che il Ministro ha usato per convincere i colleghi della maggioranza che un ordine del giorno approvato oggi valga di più di un ordine del giorno approvato ieri.
Su questa materia, infatti - come l'onorevole Marinello ha testè dichiarato - non uno solo, ma più ordini del giorno erano stati approvati. Ciò nonostante, il Governo non ha dato corso agli impegni che erano stati assunti attraverso quegli ordini del giorno, benché abbia avuto tante possibilità, dalla legge finanziaria, alPag. 66decreto-legge n. 112 del 2008, fino ad arrivare al cosiddetto decreto-legge anticrisi, in cui non vi è traccia del ripristino dei fondi, che devono andare al Mezzogiorno, anche se, in questi mesi, il Ministro Tremonti ci ha abituato a ben altro.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANGELO CAPODICASA. Quindi, credo la retromarcia dell'onorevole Marinello abbia un significato solo politico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, vorrei cercare di capire se sia possibile una composizione molto serena di questa questione. Credo, infatti, che la copertura attraverso il fondo FAS, come aveva proposto l'emendamento a firma dell'onorevole Marinello, sia molto adeguata: diversamente da tanti altri casi, qui il fondo FAS verrebbe usato per un intervento che, certamente, torna al sud.
Già quando fu tagliato il citato fondo, in occasione del cosiddetto decreto-legge ICI, vi fu un impegno a ristorarlo attraverso un ordine del giorno, che ancora non è stato realizzato. Da questo punto di vista - invito a ragionarci - potremmo anche prendere una cifra più bassa di quella del ristoro integrale della somma (come, peraltro, già previsto dall'emendamento presentato dall'onorevole Siragusa) e realizzare la copertura attraverso il fondo FAS.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marinello 4-undecies.2, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo del Partito Democratico, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 480
Astenuti 16
Maggioranza 241
Hanno votato
213
Hanno votato
no 267).

Ricordo che l'emendamento Marinello 4-undecies.1 è stato ritirato.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, faccio mio, a nome del gruppo dell'Italia dei Valori, l'emendamento Marinello 4-undecies. 1 e chiediamo che sia messo ai voti.

PRESIDENTE. Sta bene.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, vorrei solo ricordare che abbiamo già fatto presente alla Presidenza che i successivi emendamenti, fino all'emendamento Siragusa 4-undecies.30 sono tutti sottoscritti anche dai colleghi Samperi, Capodicasa, Antonino Russo, D'Antoni, Cardinale, Burtone, Berretta, Siragusa e Causi.

PRESIDENTE. Sta bene.

IGNAZIO MESSINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, intervengo solo per evitare che, questa volta, si dimentichi di dire che l'emendamento in esame è fatto proprio anchePag. 67dall'Italia dei Valori. Poco fa, lo ha dimenticato e, pertanto, la invito a prestare più attenzione.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Messina, l'attenzione l'ho prestata benissimo. L'emendamento era già stato fatto proprio dal gruppo del Partito Democratico: lei, eventualmente, può sottoscrivere o aggiungere la propria firma ad un emendamento presentato dal gruppo del Partito Democratico. Questo per chiarezza. La ringrazio e la prego di svolgere il suo intervento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, l'ho detto e sono intervenuto due volte per ribadirlo. Quindi, su questo non credo che si possa equivocare...

PRESIDENTE. Ci siamo capiti, onorevole Messina. Prego.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, voglio ribadire che, rispetto all'emendamento in esame, credo che sia fondamentale una presa di coscienza e, pertanto, invito il Ministro e tutto il Parlamento a valutarlo con serietà. Se si fosse trattato di un problema di altre regioni, e non di una regione del meridione, cioè della Sicilia, mi domando se l'atteggiamento del Governo sarebbe stato lo stesso.
Certo, per depauperare i fondi FAS, per destinarli ad altre questioni, non avete guardato in faccia a nessuno: per gli agricoltori siciliani sì. Dovreste stare un po' più attenti!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marinello 4-undecies.1, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo Italia dei Valori, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 479
Astenuti 16
Maggioranza 240
Hanno votato
214
Hanno votato
no 265).

Passiamo all'emendamento Siragusa 4-undecies.30.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, dopo tante votazioni sullo stesso argomento, ritengo inutile questa votazione, quindi la proposta emendativa a mia prima firma è ritirata e il contenuto sarà trasfuso in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-undecies.100 della Commissione.
Avverto che il parere della V Commissione (Bilancio) sul testo del provvedimento è favorevole, a condizione che sia approvato, al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, l'emendamento 4-undecies.100 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cuomo. Ne ha facoltà.

ANTONIO CUOMO. Signor Presidente, interveniamo su questo emendamento che riteniamo di una particolare importanza e che riguarda il comparto bufalino, un comparto importante per l'economia della regione Campania e del Mezzogiorno, importante anche perché all'interno del comparto si colloca un prodotto, la mozzarella, che è diventata un prodotto di eccellenza a livello nazionale e internazionale.

Pag. 68

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Cuomo, stiamo esaminando l'emendamento 4-undecies.100 della Commissione a cui non è riferito il suo intervento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-undecies.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 484
Astenuti 5
Maggioranza 243
Hanno votato
482
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati Polidori e Bruno hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4-undecies.0100 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Caterina. Ne ha facoltà.

MARCELLO DI CATERINA. Signor Presidente, intervengo sull'articolo aggiuntivo della Commissione che prevede la separazione della produzione della mozzarella di bufala campana registrata come DOP ai sensi del Regolamento CEE n. 1107 del 1996 con delle considerazioni e con una proposta.
In effetti, l'articolo aggiuntivo in questione prevede un complesso processo di riorganizzazione delle aziende finalizzato nel tempo a garantire la qualità del prodotto e la certezza per i consumatori, quindi anche redditività alle imprese agricole campane del settore che producono latte di bufala secondo disciplina.
Ciò premesso, chiedo al signor Ministro una proroga di due anni volta a consentire l'adeguamento delle strutture e dei sistemi di produzione che implicano tale trasformazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Milo. Ne ha facoltà.

ANTONIO MILO. Signor Presidente, il 2008 è stato un anno drammatico per il settore della produzione della mozzarella di bufala campana. Si è assistito ad un crollo dei consumi pari a circa il 40 per cento e nel solo 2008 sono rimaste invendute cinquemila tonnellate di mozzarella di bufala.
Come se ciò non fosse sufficiente, vanno aggiunti il pesante pedaggio pagato con l'abbattimento di circa trentamila capi di bestiame negli ultimi due anni, a causa della lotta alla brucellosi, e le notizie assolutamente infondate relative alla presenza di diossina che, però, hanno avuto una vasta eco sulla stampa, comportando un danno d'immagine gravissimo.
Questi dati scarni in numeri segnalano la gravità della crisi del settore che andrebbe sostenuta con iniziative quali, ad esempio, la tracciabilità completa delle produzioni DOP.
La necessità prioritaria dovrebbe rivolgersi verso il sostegno delle aziende produttrici di bufala campana, che vivono una situazione di crisi economica insopportabile e che, anche in tale contesto, hanno dimostrato un senso di responsabilità encomiabile, quando si è trattato di bloccare la produzione per far luce sulla presenza di diossina, che oggi sappiamo inesistente. Oggi, invece di procedere all'indennizzo degli operatori nonché alla velocizzazione dei rimborsi dell'IVA per i produttori e i trasformatori, siamo chiamati ad approvare un articolo aggiuntivo presentato dalla Commissione il quale prevede, con decorrenza dal 1o gennaio 2011, che la produzione della mozzarella di bufala debba essere effettuata in stabilimenti separati da quelli nei quali ha luogo la produzione di altri tipi di formaggio.
Si tratta di un articolo aggiuntivo che vede il totale dissenso del Movimento perPag. 69l'Autonomia: approvarlo significa infatti far chiudere, da qui a qualche anno, centinaia di aziende che non potranno mai sostenere l'onere di avere due luoghi separati di produzione, uno dei quali destinato al DOP. La proposta emendativa fa esattamente il contrario di quanto si dovrebbe ed è stridente il confronto con il sostegno e le risorse che sono stati destinati al settore caseario - come, ad esempio, quelli riguardanti la produzione del parmigiano reggiano e del grana padano - benché legittimi e condivisibili.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO MILO. In realtà, se fosse approvato questo articolo aggiuntivo che viene proposto, si sosterrebbe la creazione di un'oligarchia di pochi soggetti - sto per concludere - in grado di produrre la mozzarella di bufala campana. Essi comprimerebbero, anche economicamente, gli attuali allevatori e i produttori di mozzarella di bufala campana.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANTONIO MILO. La proposta emendativa in questione rappresenta quindi un pesantissimo ed ingiustificato attacco a tutta la filiera e la sua approvazione rappresenterebbe l'ennesima beffa nell'ambito del settore agroalimentare, che è, in Campania, un comparto fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cuomo. Ne ha facoltà.

ANTONIO CUOMO. Signor Presidente, nell'annunciare il nostro voto sulla proposta di modifica avanzata dal collega Di Caterina, vorrei chiedere l'attenzione dell'Aula ma soprattutto del Governo, perché stiamo trattando - come dicevo prima - di un comparto, quello bufalino, che ha un'importanza fondamentale. Pertanto, nell'organizzarne il rilancio, io credo che la Commissione, ma soprattutto il Governo, debbano mettere in atto, oltre all'approvazione di questo articolo aggiuntivo, un'altra serie di iniziative, che possano tutelare le zone e soprattutto gli allevatori del territorio campano e del basso Lazio.
Per intenderci, i due soggetti fondamentali del comparto sono, da una parte, gli allevatori e quindi i produttori di latte e, dall'altra, i trasformatori, cioè i caseifici. Esiste uno squilibrio tra i due soggetti e noi, attraverso una politica nuova ed anche riformista rispetto al ruolo da essi occupato all'interno del consorzio di protezione che riguarda il DOP, dobbiamo mettere entrambi in condizione di sentirsi tutelati. Infatti, l'elemento fondamentale che inquina tale rapporto è rappresentato dal fatto che i caseifici, i cosiddetti trasformatori, si servono di latte proveniente anche da zone esterne al territorio della Campania e del basso Lazio. Questa è una cosa grave perché non garantisce la tracciabilità del latte e, quindi, la tutela del prodotto DOP.
Un'ultima cosa, signor Presidente e con questo concludo: l'aspetto cui vorremmo improntare nuove iniziative riguarda la messa in atto di una sorta di disciplinare che possa realizzare, in parte, quanto avviene per il parmigiano reggiano; garantirne l'applicazione consentirebbe di rendere uguale e paritario il rapporto tra i soggetti del comparto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà per un minuto.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per rilevare come sia stupefacente il fatto che la Commissione ripresenti una proposta emendativa che è stata già bocciata in Senato. È evidente che, con questo articolo aggiuntivo, si metterà definitivamente in ginocchio un settore che, come ha ricordato il collega Milo, è già gravemente in crisi e subisce la perdita di migliaia di posti di lavoro.
Non è difficile prevedere che sulle aziende che entreranno in crisi ci sarannoPag. 70forti interventi speculativi e possibili infiltrazioni di poteri criminali.
Per tale motivo esprimerò voto contrario su questo articolo aggiuntivo così come il gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Graziano. Ne ha facoltà.

STEFANO GRAZIANO. Signor Presidente, vorrei solo far presente che in realtà la Commissione agricoltura, che vorrei ringraziare per il lavoro straordinario svolto per elaborare questa proposta emendativa, ha ascoltato le tre organizzazioni sindacali.
Esprimo qualche perplessità per l'ulteriore proroga, mentre la sostanza della proposta, invece, è un segno virtuoso di inizio di conservazione delle eccellenze nel nostro territorio. Penso che si tratti di un dato molto positivo sviluppato dalla Commissione agricoltura e dal Governo nel suo complesso e penso che insieme dobbiamo iniziare questo percorso che porterà probabilmente l'Italia in linea con l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

CARLO NOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO NOLA, Relatore. Questo articolo aggiuntivo è stato elaborato dalla Commissione dopo quattro mesi di audizione con la filiera, sedici audizioni: anche per questo il Senato ha ritirato la proposta emendativa. La riflessione di stamattina del Comitato dei nove porta a fare mia, come relatore e come Commissione, la proposta di prorogare fino al 2013 la scadenza per dare alle aziende più tempo per adeguarsi. Quindi il Comitato dei nove ed io stesso in qualità di relatore proponiamo di prorogare al 2013 la scadenza ora prevista per il 2011.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, con grande serenità mi accingo ad intervenire e mi rivolgo in modo chiaro e forte al Ministro dell'agricoltura. Vorrei dirle, signor Ministro, che i colleghi in quest'Aula sono intervenuti uno dietro l'altro per segnalare una situazione, veramente sgradevole, che riguarda in modo particolare la regione Sicilia.
Cosa significa questo a mio giudizio? Vorrei che fosse chiaro: non è una presa di posizione da parte di coloro i quali rappresentano la regione Sicilia, ma dovrebbe essere uno stimolo per il Governo per riflettere su alcune situazioni drammatiche che la Sicilia ha vissuto.
Vede, signor Ministro e colleghi della maggioranza, non avete voluto tenere nella giusta attenzione e riflettere su quanto i colleghi hanno segnalato, non a favore di una regione, ma a favore del popolo italiano perché non esiste un Italia divisa in due. Quando parlavano di viticoltura e di peronospora si riferivano a questi dati, signor Ministro, che lei dovrebbe conoscere perfettamente. Nel 2007 la produzione di uva in Sicilia era di 4,5 milioni in provincia di Trapani ed è diminuita del 20 per cento a causa di calamità naturali. Nella provincia di Agrigento c'è stata una riduzione di circa un milione e mezzo di quintali di produzione di uva e così a seguire per la provincia di Catania, di Messina, di Siracusa e via dicendo.
Noi, però, non siamo intervenuti per dire che nella provincia di Lecco, di Como, di Sondrio, di Varese e di Bergamo venivano dati e riconfermati al comparto agropastorale dei finanziamenti perché riteniamo che l'Italia è una e deve essere gestita e governata in modo corretto. Questo significa responsabilità: responsabilità dei parlamentari che stanno al sud e di quelli che stanno al nord di prendere coscienza di quella che è la situazione e di intervenire seriamente.
Quando ci sono e si presentano delle proposte emendative, signor Ministro, siPag. 71presentano non per fare ostruzionismo, ma per far riflettere e per dare possibilità agli italiani affinché essi, sia al nord che al sud, possano stare discretamente e possano essere tutelati!
Certo diventa difficile, signor Ministro, per lei in modo particolare, visto che considera il vino in bottiglia uguale al vino nella bottiglia di plastica o nel tetrapack: è veramente un fatto gravissimo, che non dovrebbe essere né detto né pensato da un Ministro dell'agricoltura. Questo è un fatto gravissimo!
Che cosa significa, signor Ministro? Significa che tutti noi dovremmo essere molto più responsabili e ascoltare non soltanto ciò che proviene dalla maggioranza, ma anche ciò che viene proposto dai colleghi dell'opposizione. Aveva ragione ed ha ragione il collega Messina, come tutti gli altri colleghi responsabili che sono all'interno di quest'Aula, sia nella maggioranza sia nella minoranza, che ritengono e sono convinti che non vi sia un'Italia sulla carta e due tipi di italiani ma che vi sia solo un'Italia, con tanti italiani che vanno difesi nei loro diritti, che vanno difesi e sostenuti nei momenti di difficoltà.
Grazie signor Ministro. Spero che lei abbia recepito il messaggio di grande serenità e collaborazione e spero che lei e il suo Governo possiate fare altrettanto nei nostri confronti.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Signor Presidente, intervengo per ringraziare il relatore. Devo dire in ordine a questa specifica vicenda che essa ha un alto profilo di criticità e di sensibilità, perché pone all'attenzione dei colleghi della Camera due questioni. La prima è quella relativa alla sicurezza alimentare e alla tracciabilità di un prodotto che viene considerato uno degli biglietti da visita nel mondo del made in Italy, nonché la necessità, per i consumatori, di essere assolutamente certi e sicuri che quel prodotto sia quello esattamente formulato ai sensi del disciplinare. Inoltre, vi è anche la necessità di sostenere e di aiutare quelle imprese che hanno vissuto un momento di particolare criticità, misurato dalle due difficoltà, la brucellosi prima e la diossina dopo.
È in questo equilibrio che ho apprezzato i colleghi e il relatore allorché i colleghi Di Caterina e Cuomo, nonché gli altri colleghi delle varie espressioni politiche, hanno sollecitato la rimodulazione di un termine che sostanzia, ancora di più, la necessità di quella sicurezza e di quella certezza per il consumatore di avere un prodotto, in un certo senso, straordinariamente eccellente ma anche straordinariamente sicuro. E quella ragionevolezza e quella capacità di equilibrio hanno prodotto anche il risultato - come spero e immagino - di avere un lasso di tempo necessario per mettere in campo tutte quelle iniziative strumentali idonee a far sì che le imprese, quelle casearie, quelle vere, quelle serie, quelle che vogliono davvero rendere ulteriormente eccellente e tutelare questo prodotto - lo ripeto -, siano in grado di raggiungere un equilibrio (ma faccio presente che, in un certo senso, la criticità in questo momento è alta, anche dal punto di vista della sensibilità complessiva), nell'ambito di questo duplice contesto, che credo sia, ragionevolmente, quello proposto dal collega Di Caterina e utilmente accolto dal relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, è da parecchi anni che sono in quest'Aula e ogni qual volta si parla di problemi connessi all'agricoltura noto, con piacere, che tantissimi colleghi, pur non appartenendo alla Commissione competente per materia, intervengono. In tutti questi anni si sono sentiti, nei diversi momenti in cui sono stati toccati i vari argomenti relativi all'agricoltura, le più disparate tesi.Pag. 72
Tuttavia, vorrei sottolineare un punto. Come diceva il collega Scilipoti, tutte le fitopatie sono fitopatie dell'intera Italia perché - vorrei ricordarlo al collega Scilipoti - non esiste solamente la fitopatia della peronospora ma, sfortunatamente per i vitivinicoltori, ci sono altre fitopatie come (se non lo sapessero il collega Scilipoti o altri colleghi) la flavescenza dorata e non mi sembra che tra i vitivinicoltori le cui piante sono colpite da queste malattie (che, purtroppo, ingenerano delle gravi perdite di produzione) si debbano fare delle sperequazioni.
Pertanto, rivolgo un invito di solidarietà: dato che ci sono dei fondi inutilizzati da parte - questa volta - del sud, facciamo un gesto di solidarietà, visto che siamo tutti italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), di stanziare dei fondi per combattere le fitopatie che, purtroppo, colpiscono anche le regioni del nord.
Mi sembra una decisione equa a cui non penso si possano sottrarre i colleghi che sono intervenuti nel dibattito precedente. Facciamo una soluzione equa perché comunque questi danni, in ogni caso, li patiscono i nostri agricoltori e i nostri viticoltori. Quindi, quando si parla in quest'Aula ci vorrebbe un po' più di cognizione di causa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Il relatore ha proposto di riformulare la proposta emendativa nel senso di posticipare la data dal 1o gennaio 2011 al 1o gennaio 2013. Il Governo?

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il parere del Governo è favorevole alla proroga.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4-undecies.0100, nel testo riformulato, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 494
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
485
Hanno votato
no 9).

Prendo atto che la deputata Sbrollini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che la deputata Castiello ha segnalato di aver espresso erroneamente voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-duodecies.100 della Commissione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucchi. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, intervengo brevemente per dire che ormai abbiamo concorso alla stesura di questo emendamento. Vi abbiamo lavorato per trovare un punto di equilibrio all'interno della Commissione perché siamo convinti che sia necessario procedere ad un riordino complessivo delle società controllate e partecipate dal Ministero dell'agricoltura. Siamo anche convinti che questo emendamento vada nella direzione di una riduzione complessiva di costi e di oneri che sono attribuibili ai costi della politica.
Recepiamo le indicazioni che già con il Governo Prodi in qualche modo abbiamo dato nelle leggi finanziarie precedenti. Ridurre a cinque i numeri dei consigli d'amministrazione di tutte le società partecipate, ma soprattutto ridefinire entro il mese di aprile la loro missione per consentire una rivisitazione complessiva della loro effettiva funzione, è una delle cose sulle quali siamo d'accordo e riteniamo di impegnare il Ministro e il Governo in questa direzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamentoPag. 734-duodecies.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
479
Hanno votato
no 8).

Prendo atto che la deputata De Nichilo Rizzoli ha segnalato di essersi erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che il deputato Cassinelli ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-terdecies.101 della Commissione.

CARLO NOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO NOLA, Relatore. Signor Presidente, questo emendamento sottolinea le difficoltà che ci hanno portato ad esaminare in tempi brevi, conseguenti alla necessità della conversione del decreto-legge, una materia molto complessa. È un articolo sulle sanzioni penali per cui, anche alla luce delle osservazioni puntuali della Commissione giustizia, abbiamo ritenuto come Commissione competente di sopprimere l'articolo, anche perché la materia è garantita dalla normativa precedente e non vi sono lacune.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, abbiamo accolto con vero favore l'orientamento della Commissione che si è fatta carico di segnalazioni che sono arrivate dalla Commissione giustizia. Devo dire che c'è stato un dibattito e un parere sia pur favorevole della Commissione giustizia, espresso a maggioranza, e che lo stesso relatore ha sollevato varie problematiche, sia sulla tecnica legislativa abbastanza superficiale, sia sul contenuto delle scelte politiche e sull'abbassamento del livello di guardia che riguarda gli alimenti e, quindi, anche la preparazione dei mangimi e il loro commercio.
Non è la prima volta che con emendamenti al Senato vengono introdotti, soprattutto per quanto riguarda aspetti che, in qualche modo, riguardano ambiti sottoposti alla Commissione giustizia, modifiche che vanno ad incidere gravemente sui diritti dei cittadini. Quindi, ritengo che la materia andrà rivista, rivalutata e complessivamente analizzata.
Certo è che non lo si può fare con emendamenti dell'ultim'ora. Su questo punto la Camera e la Commissione agricoltura hanno mostrato una grande responsabilità accogliendo quelle indicazioni, evitando addirittura una depenalizzazione, con riferimento al consumo di prodotti e a prescrizioni relative a sostanze adulterate e vietate, per le quali si prevedeva un'ammenda ridotta. Sappiamo quanto il bene della salute sia inviolabile e, quindi, quando dobbiamo intervenire occorre farlo pensando a quello che si fa e al bene di tutti cittadini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-terdecies.101 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 489
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
480
Hanno votato
no 9).Pag. 74

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che l'emendamento 4-terdecies.100 della Commissione è stato ritirato.
Passiamo alla votazione del subemendamento 0.4-terdecies.0100.100 della Commissione.
Ricordo che il parere della Commissione bilancio sulla nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo 4-terdecies.0100 della Commissione è di nulla osta a condizione che sia approvato, al fine di garantire il rispetto da articolo 81, quarto comma, della Costituzione, il subemendamento 0.4-terdecies.0100.100 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.4-terdecies.0100.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
488
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che i deputati Ruvolo e Zucchi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4-terdecies.0100 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oliverio. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, il settore dell'olivicoltura del Mezzogiorno da tempo ha raccolto la sfida dei mercati internazionali puntando sulla qualità del prodotto olio extravergine di oliva. La grave crisi del comparto, però, sta determinando una situazione ormai insostenibile per le aziende, a causa del continuo ribasso delle quotazioni del prezzo dell'olio extravergine, degli aumenti dei costi di produzione ed anche a seguito della siccità straordinaria che negli ultimi mesi ha interessato l'intero territorio. La crisi sta producendo ricadute pesantissime sull'economia locale e sull'occupazione. Moltissimi agricoltori oggi producono in perdita, con l'aggravante di competere su mercati dove oltre tutto si registrano frodi e contraffazioni a danno anche dei cittadini consumatori.
In poche settimane il prezzo dell'olio è sceso di ulteriori 40 centesimi, sfiorando i 2,70 euro. Ancora più drammatico è il costo delle olive, sceso fino a toccare i 30 centesimi di euro al chilogrammo. A rendere la situazione ancora più preoccupante è anche l'aumento di oltre il 30 per cento delle importazioni di prodotti comunitari ed extracomunitari, con contestuale diminuzione delle esportazioni. La necessità di provvedimenti urgenti per il comparto si è fatta impellente negli ultimi dodici mesi. Infatti, sei famiglie italiane su dieci, a causa della crisi economica e dell'erosione del potere d'acquisto, hanno ridotto i consumi di pane, frutta, verdura e olio.
La situazione è chiara e presenta elementi di forte criticità. Non possiamo più attendere: gli operatori del comparto chiedono interventi ora, prima ancora che la crisi si aggravi e porti rapidamente in ginocchio le aziende, con nuove conseguenze negative per l'intero mondo dell'agricoltura, già penalizzato da altre problematiche che non sarebbe più in grado di sopportare. Al fine di fronteggiare tale crisi e di sostenere il settore olivicolo e oleario nazionale, abbiamo chiesto come gruppo del Partito Democratico nella Commissione di condividere un nostro emendamento che promuova una campagna istituzionale di promozione diretta a favorire il consumo dell'olio extravergine di oliva. Per questo votiamo favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

Pag. 75

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, a sostegno della necessità che il collega ricordava, la Commissione ha lavorato giungendo a conclusioni unanimi, e ringrazio anche i colleghi della maggioranza che si sono spesi per questo provvedimento.
Ma vorrei sottolineare una questione importante che il Governo sta affrontando: da un lato, nel negoziato europeo di 129 milioni c'è la richiesta di estendere, fra i beni acquistabili da destinare alle famiglie bisognose, anche l'olio, e quindi si crea uno spazio più ampio. Di questo ringrazio il Ministro, a dimostrazione del fatto che ha un'attenzione completa a tutti settori dell'agricoltura.
La seconda questione importantissima è che il negoziato sull'etichettatura del prodotto italiano dell'olio, iniziato con altri Governi e con determinazione portato avanti dall'attuale Governo, consentirà a questo provvedimento di promuovere il consumo dell'olio con etichettatura italiana, cioè con olive prodotte e trasformate sul territorio italiano. Se così non fosse questo provvedimento di promozione non avrebbe efficacia. Pertanto si coordina con l'attività del Governo, e questa mi pare che sia una risposta corale e condivisa molto forte, per la quale il Governo va assolutamente ringraziato, e anche, ovviamente, sostenuto per l'azione che sta facendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare l'astensione del mio gruppo su questo emendamento, per una ragione semplicissima: come abbiamo detto peraltro in Commissione, riteniamo che le risorse finanziarie su questo emendamento siano assai insufficienti. Pur apprezzando lo sforzo fatto dal Governo, perché di olio di oliva non si parlava né nel testo originario né nelle modifiche apportate al Senato, riteniamo davvero insufficienti 2,6 milioni di euro per l'anno 2008.
Ci sono due ragioni. Innanzitutto ci chiediamo come verranno spesi, visto che il 2008 è concluso di fatto, mancano dieci giorni. Come ho detto in Commissione, ma riprendo ancora il ragionamento: forse questo è un modo per dire che è stata messa qualcosa ma poi non si fa nulla? Ma volevo anche sottolineare, signor Ministro, se mi dà per un attimo ascolto (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Per cortesia... prego, onorevole Ruvolo, vada avanti.

GIUSEPPE RUVOLO. Parlavo direttamente al signor Ministro...

PRESIDENTE. Dovrebbe parlare al Presidente...

GIUSEPPE RUVOLO. ...per dire che le risorse sono assolutamente insufficienti. Ma c'è un'altra ragione: quando lei ha provveduto a mettere sulla bilancia circa 60 milioni di euro per il parmigiano reggiano e per il grana padano noi abbiamo non condiviso, ma in religioso silenzio abbiamo accettato. Adesso su comparti specifici non si possono dare delle risposte molto frammentarie e anche nebulose.
Invito il Governo ad assumere in questa sede un atto di responsabilità, perché ci sono altri prodotti che meritano molta attenzione. Parliamo dell'olio, che sta vivendo una crisi particolare, come anche degli agrumi, che stanno vivendo una crisi molto forte. Ci deve essere concertazione complessiva sui prodotti agroalimentari, non si possono privilegiare solo ed esclusivamente alcuni prodotti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4-terdecies.0100 (Nuova formulazione) della Commissione, nel testo subemendato, accettato dal Governo.
Scusate, non avevo visto che l'onorevole Scilipoti aveva chiesto di parlare.
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

Pag. 76

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, prima di iniziare la mia brevissima chiacchierata con lei e con i colleghi, vorrei ricordare al collega della Lega che vi è grande disponibilità. Tuttavia, il mio intervento era sull'argomento di straordinarietà, perché era un momento particolare del 2007. Ciò nonostante, vi è grande disponibilità per trovare una soluzione nell'interesse di tutti gli italiani, che non sono né del nord, né del sud.
Entrando nel merito della discussione, sentendo parlare in quest'Aula brillanti relatori e persone che hanno a cuore, e nel cuore, la politica agricola dell'Italia, e anche gli interessi di alcuni prodotti genuini, in modo particolare il Ministro che rappresenta l'agricoltura in Italia, mi viene quasi un dubbio, ma più che un dubbio una riflessione serena, che faccio a me stesso, e in questo momento la voglio rivolgere a tutti coloro che sono presenti in Aula e al Ministro (ma ritengo che quest'ultimo ne sia già a conoscenza e sa perfettamente di che cosa sto parlando).
Signor Ministro, oggi parliamo di olio extravergine d'oliva di altissima qualità, e poi lo vediamo imbottigliato all'interno di una volgare bottiglia di plastica derivata da pet, o da poletileno o da altre sostanze. Cosa fa la bottiglia di plastica? Non fa altro che rilasciare una delle sostanze più micidiali che possano esistere. All'interno di questa bottiglia esiste una sostanza che si chiama ftalato che è altamente tossica, perché si libera a contatto con i cibi oleosi o alcolici.
Allora, prima di affrontare su questo tema argomenti con il grande impulso che tutti noi abbiamo sia nell'anima che nella testa per difendere l'agricoltura italiana e la qualità, dovremmo porci alcuni problemi elementari. Dove viene imbottigliato questo benedetto olio d'oliva, quello che viene venduto nei comuni supermercati? Il 50 per cento viene imbottigliato in volgarissime bottiglie di plastica, che contengono ftalati che si rilasciano a contatto con l'olio (ovvero con sostanze oleose) e sono i precursori dell'alterazione cellulare e, conseguenzialmente, del tumore.
Perché vi è confusione quando parlo nel vostro interesse e nell'interesse dei vostri figli? Perché vi è confusione quando un deputato all'interno di quest'Aula segnala alcuni fatti che dovrebbero essere prioritari (in quanto la priorità è sulla vita), e li segnala ai parlamentari che non ne fossero a conoscenza, ma non al Ministro, perché quest'ultimo li conosce, e non capisco perché non interviene su tale argomento? Infatti, tutti i contenitori di plastica a contatto con le sostanze alcoliche (quale il vino) e alcoliche oleose (quale l'olio, e in modo particolare l'olio extravergine d'oliva) rilasciano una sostanza altamente micidiale, che si chiama ftalato. Tuttavia, siamo su tutti i giornali d'Italia perché diciamo che il vino deve essere industrializzato e commercializzato con dei contenitori che sono più agevoli. Mi riferisco a due contenitori: la plastica e il tetrapak.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4-terdecies.0100 (Nuova formulazione) della Commissione, nel testo subemendato, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 471
Votanti 448
Astenuti 23
Maggioranza 225
Hanno votato
441
Hanno votato
no 7).

Prendo atto che i deputati Oliverio, Cuomo e Braga hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Luciano Dussin e Cota hanno segnalato di aver votato contro mentre avrebbero voluto votare a favore.Pag. 77
Passiamo alla votazione del subemendamento 0.4-terdecies.0101.100 della Commissione. Ricordo che il parere della Commissione bilancio sulla nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo 4-terdecies.0101 della Commissione è di nulla osta, a condizione che sia approvato, al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma della Costituzione, il subemendamento 0.4-terdecies.0101.100 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.4-terdecies.0101.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 489
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
487
Hanno votato
no 2).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4-terdecies.0101 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, intervengo molto velocemente (mi rendo conto dell'ora tarda), semplicemente per rilevare l'importanza dell'articolo aggiuntivo in esame. Ricordo che sul tema del contenzioso tra INPS e cooperative (in modo particolare le cooperative forestali) è stato approvato anche un ordine del giorno da quest'Aula, in occasione della discussione sulla legge finanziaria. Con l'approvazione di questo articolo aggiuntivo si conclude una vicenda annosa e complessa che riguarda numerose cooperative italiane. L'entità di questo contenzioso, a livello nazionale, è di circa 40 milioni di euro. Voglio anche dare atto al Governo dell'impegno per giungere a conclusione di questa vicenda, del quale lo ringrazio. Ovviamente, preannunzio il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4-terdecies.0101 (Nuova formulazione) della Commissione, nel testo subemendato, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 494
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato
491
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che i deputati Ruvolo e Cuomo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4-terdecies.0102 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 499
Maggioranza 250
Hanno votato
498
Hanno votato
no 1).

Onorevole Sardelli, conferma di aver ritirato il suo articolo aggiuntivo 4-terdecies.034?

LUCIANO MARIO SARDELLI. Sì, signor Presidente, confermo di aver ritirato il mio articolo aggiuntivo 4-terdecies.034.

Pag. 78

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1961)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1961).
Avverto che l'ordine del giorno n. 9/1961/15 deve intendersi a prima firma Evangelisti.
Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/1961/1, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Pietro n. 9/1961/2. Riguardo a quest'ultimo, abbiamo costituito un tavolo per lo zuccherificio: il grosso problema è l'intervento di Finbieticola e la possibilità di avere ulteriori quote di lavorazione su circa 20 mila tonnellate in più.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/1961/3, mentre accetta gli ordini del giorno Rota n. 9/1961/4, Fogliato n. 9/1961/5 e Caparini n. 9/1961/6.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Faenzi n. 9/1961/7 e Beccalossi n. 9/1961/8. Il Governo accetta l'ordine del giorno Gottardo n. 9/1961/9.
Ne approfitto anche per dare una risposta compiuta all'onorevole Ruvolo, e agli altri che sono intervenuti, rispetto al tema degli aiuti agli indigenti. Il Governo, in questi primi sette mesi, oltre ad aver chiuso un negoziato da quattro miliardi di euro per l'agricoltura, porta a casa due risultati che riguardano questo comparto, ossia quello di utilizzare per la prima volta nella storia i sottoutilizzi comunitari, vale a dire quelle risorse che ogni anno perdevamo dall'agricoltura e che confluivano nelle casse europee: si tratta di 200 milioni di euro.
Ma soprattutto lasciatemi anche ricordare che i famosi aiuti agli indigenti - vi prego di ascoltare questo passaggio, perché spesso sento un tema che sta diventando una leggenda metropolitana - sono frutto di un negoziato in Europa del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, che nulla ha a che vedere con il negoziato generale. Tutti gli Stati negoziano gli aiuti per gli indigenti. Il regolamento comunitario prevede per legge che gli unici prodotti ritirabili dal commercio siano il riso, i cereali e i formaggi. I regolamenti non li scrivo io, ma sono vigenti da più di qualche anno. Per gli aiuti agli indigenti l'Italia porta a casa da quest'anno 129 milioni di euro, contro i 60 milioni di euro di ogni anno.

PRESIDENTE. Signor Ministro, dovrebbe esprimere il parere sugli altri ordini del giorno.

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, concludo, ma ho evitato di replicare a moltissimi interventi che mi chiamavano in causa. Ricordo solo che dei ventisette Stati membri al secondo posto c'è uno Stato come la Germania, con 20 milioni di euro. Ecco, abbiamo potuto utilizzare queste risorse per il ritiro delle forme di grana e parmigiano. Stiamo provvedendo, ed abbiamo già avviato la procedura per il pecorino romano. Posso anche anticiparvi che abbiamo chiesto l'intervento per l'olio, ma la Commissaria europea ci nega l'intervento per l'annualità 2008. Quindi, speriamo di poter avviare l'intervento per il 2009.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Barbieri n. 9/1961/10 e Montagnoli n. 9/1961/11, mentre accetta gli ordini del giorno Sardelli n. 9/1961/12 e Brugger n. 9/1961/13. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Vannucci n. 9/1961/14, mentre accetta l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/1961/15. Il Governo accogliePag. 79come raccomandazione l'ordine del giorno Sani n. 9/1961/16, mentre accetta l'ordine del giorno Cenni n. 9/1961/17. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Agostini n. 9/1961/18, Marrocu n. 9/1961/19 e Fiorio n. 9/1961/20, mentre accetta l'ordine del giorno Zucchi n. 9/1961/21.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Servodio n. 9/1961/22, mentre accetta gli ordini del giorno Cuomo n. 9/1961/23 e Brandolini n. 9/1961/24.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Marco Carra n. 9/1961/25 e Dal Moro n. 9/1961/26, mentre accetta l'ordine del giorno Trappolino n. 9/1961/27. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Oliverio n. 9/1961/28, mentre accetta gli ordini del giorno Vico n. 9/1961/29, Negro n. 9/1961/30 e Paolo Russo n. 9/1961/31. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Rosato n. 9/1961/32, mentre accetta l'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/1961/33. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Stradella n. 9/1961/34, mentre accetta gli ordini del giorno Ruvolo n. 9/1961/35 e Delfino n. 9/1961/36. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Tassone n. 9/1961/37, mentre accetta gli ordini del giorno Cera n. 9/1961/38, Bellotti n. 9/1961/39 e Rainieri n. 9/1961/40.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bordo n. 9/1961/41, mentre accetta gli ordini del giorno Di Biagio n. 9/1961/42, Marinello n. 9/1961/43, Siragusa n. 9/1961/44, Brigandì n. 9/1961/45 e Fugatti n. 9/1961/46.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/1961/1, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Di Pietro n. 9/1961/2, accolto come raccomandazione dal Governo.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signor Ministro, volevo segnalarle che il dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/1961/2, a mia prima firma, chiede - signor Ministro, ascolti bene - di: «valutare le opportune iniziative normative al fine di consentire la continuità operativa dello zuccherificio di Termoli». Perché mi preme ripeterglielo, signor Ministro? Perché l'ho copiato, pari pari, dalle dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio. L'onorevole Berlusconi, da parlamentare europeo, e da Presidente del Consiglio, è venuto in Abruzzo, allo zuccherificio di Termoli, ed ha detto: signori dell'azienda, signori della regione, signori lavoratori, mi impegno a valutare le opportune iniziative normative al fine di consentire la continuità operativa dello zuccherificio di Termoli.
In questo momento, la maggioranza deve sapere che sta votando contro il suo Presidente del Consiglio che già si era impegnato in questo senso. Chiedo, quindi, al Ministro di rivedere la sua posizione, d'altronde non chiediamo la luna...

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, ascoltiamo il Ministro.

ANTONIO DI PIETRO. ...altrimenti chiediamo che l'ordine del giorno sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Signor Ministro, l'onorevole di Pietro chiede di rivedere il parere precedentemente espresso sul suo ordine del giorno: da accolto come raccomandazione, in parere favorevole, altrimenti chiede che lo stesso sia posto in votazione: il Governo conferma il parere espresso?

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il Governo conferma che l'ordine del giorno Di Pietro n. 9/1961/2 rimane accolto come raccomandazione (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

Pag. 80

ANGELO CERA. Signor Ministro, preferirei all'accoglimento come raccomandazione - mi permetta - un suo impegno particolare perché la cultura relativa allo zuccherificio del Molise rappresenta per noi l'ultima bandiera di una produzione che scompare. In Capitanata avevamo il 40 per cento dell'intera produzione. Se non vi è il vostro impegno, credo che scompaia definitivamente la produzione. Ci rivolgiamo anche al Presidente del Consiglio perché quelle zone non hanno più voce, non vi sono parlamentari del Molise: è lui che dovrebbe rendersi, oggi, garante di questa operazione per il Molise. Chiediamo un po' di amor proprio, e soprattutto, un po' di voce per quelle popolazioni.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma il parere precedentemente espresso.
Prima di passare alla votazione, avverto che per un errore materiale è stato posto in votazione, ed approvato, l'articolo aggiuntivo 4-terdecies. 0102 della Commissione che era stato precedentemente ritirato, ritiro di cui, peraltro, la Presidenza aveva già dato conto nel corso della seduta. Trattandosi di un mero errore materiale, la Presidenza non può che procedere all'annullamento delle relativa votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Pietro n. 9/1961/2, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 483
Astenuti 7
Maggioranza 242
Hanno votato
211
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che i deputati Gottardo e Dima hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Cera ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/1961/3, accolto come raccomandazione dal Governo.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, a scuola quando qualche bambino va male, noi gli diciamo: mi raccomando, studia! È a scelta del bambino studiare o no. Noi ci auguriamo che queste raccomandazioni facciano parte di quei ragazzini che poi si mettono a studiare ovvero che la raccomandazione sia seria e valga a qualcosa (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Scusi onorevole Di Giuseppe, insiste quindi per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1961/3?

ANITA DI GIUSEPPE. No, signor Presidente, non insisto.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rota n. 9/1961/4, accettato dal Governo.

DOMENICO SCILIPOTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, colleghi parlamentari, forse è opportuno che prestiate qualche secondo di attenzione perché vi faccio un regalo per Natale. Vi farò un regalo di Natale visto che in questo ordine del giorno si parla di agricoltura biologica e di naturale. Siccome siamo a Natale è giusto che io vi faccia un regalo.
Intanto debbo ringraziare il Ministro per aver accettato l'ordine del giorno in esame, ma credo che per voi sia interessantePag. 81questo regalo natalizio, una riflessione che ognuno di voi dovrebbe tenere a mente in particolare nel corso delle prossime due settimane. Ormai manca qualcosa di importante, non soltanto in Italia ma nel mondo intero, qualcosa che tutti utilizziamo e di cui tutti parliamo. Quando parliamo ci riempiamo la bocca dicendo che l'etica non c'è più. Oggi in un ordine del giorno parliamo di agricoltura biologica e di naturale, eppure il Ministro dovrebbe sapere che quando si parla si agricoltura biologica e naturale ciò vuol dire che gli ingredienti all'interno, sia dei prodotti confezionati, sia di quelli artigianali, dovrebbero essere naturali.
Il regalo ve lo faccio subito per poi soffermarmi su altri argomenti. In questi giorni molti di voi andranno a comprare il panettone per portarlo in regalo e per dire agli amici: ti sto facendo un regalo, il panettone tradizionale. Molti di voi non vanno a comprare il panettone industriale ma quello artigianale, cioè quello che viene prodotto nei piccoli laboratori, perché ritengono che quel panettone artigianale è un prodotto puro, naturale e che non contiene nessuna sostanza tossica. Però vi debbo dire che il 60 per cento dei prodotti, in modo particolare dei panettoni che vengono consumati, contengono delle sostanze tossiche. Dov'è la sostanza tossica? Quando voi leggete gli ingredienti sul retro, e trovate scritta la parola aromi... (Commenti)

PRESIDENTE. Scusate, fate concludere l'onorevole Scilipoti. Prego, onorevole Scilipoti.

DOMENICO SCILIPOTI. ...e non «aromi naturali» significa che si tratta di aromi artificiali, cioè il rosso cocciniglia, acido ascorbico, e tante sostanze che sono altamente tossiche e nocive per la salute. Oggi è presente il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e ritengo che il mio lavoro parlamentare sia quello di segnalare tutto ciò che io conosco su determinati argomenti, non solo per la mia tutela, ma anche per quella di coloro che si trovano all'interno e fuori di quest'Aula. È, quindi, bene fare delle brevi riflessioni affinché il Ministro possa intervenire seriamente e concretamente. Vedete non siamo a scuola, però vi è una letterina, la lettera E, che significava nei banchi di scuola...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Scilipoti, la interrompo solo per chiedere conferma all'onorevole Di Giuseppe che non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rota n. 9/1961/4.

ANITA DI GIUSEPPE. No, signor Presidente, non insistiamo.

PRESIDENTE. Allora, onorevole Scilipoti, la prego di concludere.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, sono uno dei firmatari dell'ordine del giorno e chiedo che venga votato.

PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Scilipoti, volevo solo dirle che l'ordine del giorno Rota n. 9/1961/4, sottoscritto anche dall'onorevole Di Giuseppe - così risulta agli atti - ma al di là di questo, ai sensi del Regolamento, si può intervenire per dichiarazione di voto; ma se non si chiede il voto non si capisce dove sia la dichiarazione di voto. Giustamente le abbiamo consentito di intervenire però non bisogna neanche abusare della discrezione del Presidente e della pazienza dall'Assemblea. Grazie, onorevole Scilipoti.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Fogliato n. 9/1961/5 e Caparini n. 9/1961/6, accettati dal Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Faenzi n. 9/1961/7, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Beccalossi n. 9/1961/8, accolto dal Governo come raccomandazione.

VIVIANA BECCALOSSI. Signor Presidente, volevo sottoporre all'attenzione del Ministro e dell'Assemblea l'ordine delPag. 82giorno n. 9/1961/8, di cui sono prima firmataria, relativo alla deduzione di determinati oneri per quanto riguarda la stagionatura di prodotti DOP come il prosciutto crudo San Daniele piuttosto che il Parmigiano Reggiano.
Era contenuto in uno dei tanti emendamenti da me proposti, insieme all'intero gruppo che rappresento, e che è stato trasfuso in ordine del giorno con l'impegno da parte del Ministro non tanto di accoglierlo come raccomandazione ma di accettarlo proprio perché riguarda un principio fondamentale affinché i nostri prodotti siano davvero tutelati e soprattutto aiutati da questo Governo.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno n. 9/1861/8 purché il dispositivo sia riformulato sostituendo alle parole: «ad adottare» le seguenti: «a valutare l'opportunità di adottare».

PRESIDENTE. Onorevole Beccalossi, accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/1961/8, accettato purché riformulato?

VIVIANA BECCALOSSI. Sì, signor Presidente, e non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gottardo n. 9/1961/9, accettato dal Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Barbieri n. 9/1961/10 e Montagnoli n. 9/1961/11, accolti come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Sardelli n. 9/1961/12, Brugger n. 9/1961/13 accettati dal Governo, Vannucci n. 9/1961/14 accolto con raccomandazione ed Evangelisti n. 9/1961/15, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Sani n. 9/1961/16, accolto come raccomandazione dal Governo.

LUCA SANI. Signor Presidente, in breve non capisco perché di fronte alla richiesta di un impegno a chiarire definitivamente, il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/1961/16 da me presentato.
Rispetto alle preoccupazioni che questo tema sta generando nel mondo agricolo in quanto si parla di un intervento che chiede ai proprietari circa un miliardo, non si prende un impegno preciso. Il Ministro ci dica se su questo tema vuole chiarire definitivamente o no. Cosa raccomandiamo? Chiediamo con l'ordine del giorno in questione un impegno preciso, signor Ministro.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, non posso modificare il parere espresso anche perché il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Sani n. 9/1961/16. È stata emanata una sentenza della Corte di cassazione riguardante i fabbricati rurali e la loro assoggettabilità all'ICI. Pertanto, vi sono più indirizzi degli uffici dell'Agenzia delle entrate. Per questo motivo il Governo può soltanto accoglierlo come raccomandazione.

PRESIDENTE. Onorevole Sani, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1961/16, accolto come raccomandazione dal Governo?

LUCA SANI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sani n. 9/1961/16, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 83

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 495
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato
228
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cenni n. 9/1961/17, accettato dal Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Agostini n. 9/1961/18 e Marrocu n. 9/1961/19, accolti come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Fiorio n. 9/1961/20, accolto come raccomandazione dal Governo.

MASSIMO FIORIO. Signor Presidente, vorrei soltanto ricordare all'Assemblea che il decreto-legge in esame reca come titolo, tra l'altro, misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare. Abbiamo trascorso il pomeriggio a discutere di provvedimenti che sanavano una situazione che la finanziaria aveva lasciato per aria: Fondo di solidarietà, agevolazioni per le zone svantaggiate. Mi chiedo e pongo la questione all'Aula che cosa vi sia dentro questo provvedimento sul rilancio del settore agroalimentare. Ora un ordine del giorno che pone la questione di un settore in crisi e impegna il Governo «a valutare l'opportunità di » viene accolto come raccomandazione. Ritengo che al settore dell'agricoltura debba essere data qualche risposta in più.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il Governo ribadisce il parere espresso: accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Onorevole Fiorio, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1961/20, accolto come raccomandazione dal Governo?

MASSIMO FIORIO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fiorio n. 9/1961/20, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato
222
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che i deputati Mattesini e Mazzarella hanno segnalato che non sono riusciti a votare, che il deputato Brigandì ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Laganà Fortugno ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zucchi n. 9/1961/21, accettato dal Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Servodio n. 9/1961/22, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Cuomo n. 9/1961/23 e Brandolini n. 9/1961/24, accettati dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Marco Carra n. 9/1961/25, accolto come raccomandazione dal Governo.

MARCO CARRA. Signor Presidente, intervengo molto sinteticamente, visto che proprio ieri il signor Ministro - l'hoPag. 84ricordato poco fa - ha detto in quest'Aula che si sta preparando un decreto-legge per la redistribuzione delle quote latte, rispettando la legge n. 119 del 2003. Quindi, mi sembra ovvio che l'ordine del giorno in esame meriti una considerazione differente, cioè il pieno accoglimento.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. L'ordine del giorno resta accolto come raccomandazione, perché ieri non ho proprio detto così: ho detto che, se lei conosce bene - e immagino di sì - la legge n. 119 del 2003, questa non prevede la distribuzione in priorità a chi ha avuto splafonamenti o multe. Ho detto: «Dedichiamo un contingente di quota delle famose 640.000 tonnellate a questi signori e poi, a cascata, secondo la legge n. 119 del 2003».

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marco Carra n. 9/1961/25.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marco Carra n. 9/1961/25, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato
231
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Vaccaro ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Gottardo e Ruvolo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Dal Moro n. 9/1961/26, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Trappolino n. 9/1961/27, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/1961/28, accolto come raccomandazione dal Governo.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, signor Ministro, qui si tratta di agevolazioni fiscali per tutto l'anno e per gli anni successivi: non accetto una raccomandazione su questo, pertanto o poniamo il mio ordine del giorno in votazione oppure vi deve essere un ragionamento del Ministro che mi possa convincere.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Posso farle la stessa proposta che ho rivolto all'onorevole Beccalossi: se il testo resta immutato posso solo accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione. Oppure, posso accettare l'ordine del giorno purché il dispositivo sia riformulato aggiungendo, dopo le parole «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di».

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/1961/28, accettato dal Governo nel testo riformulato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Vico n. 9/1961/29, Negro n. 9/1961/30 e Paolo Russo n. 9/1961/31, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rosato n. 9/1961/32, accolto come raccomandazione dal Governo.Pag. 85
Prendo atto, altresì, che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/1961/33, accettato dal Governo e che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Stradella n. 9/1961/34, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ruvolo n. 9/1961/35 e Delfino n. 9/1961/36, accettati dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Tassone n. 9/1961/37, accolto come raccomandazione dal Governo.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, vorrei far presente al Ministro che con l'ordine del giorno in esame, valutando che a suo tempo non è stato espletato per intero il concorso a 119 posti per commissario del Corpo forestale dello Stato, si chiede un allargamento ed un incremento dell'organico del Corpo forestale dello Stato.
Non sfuggirà al Ministro quali sono i compiti che abbiamo affidato al Corpo forestale dello Stato: compiti di controllo del territorio e anche compiti di contrasto e di controspinta alla criminalità organizzata. Perciò, credo che questa dovrebbe essere una necessità avvertita dal Ministro.
Capisco che il Ministro lo abbia accolto come raccomandazione, ma per evitare di far passare un ordine del giorno come raccomandazione, cosa che varrebbe molto poco, possiamo riformularlo inserendo la formula: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare i provvedimenti».
Credo che si debba questo anche come attestato di una considerazione verso il Corpo forestale dello Stato, che si sta comportando con grande dignità e con grande apprezzamento, come verifico nella mia regione, la Calabria.
Dunque, la mia valutazione è in questo senso e credo che potrebbe anche essere considerato un ulteriore passo in avanti verso una ridefinizione dell'organico del Corpo forestale dello Stato.
Credo che, così com'è, con ottomila unità, non si possa andare avanti. Non credo che ottomila unità possano assicurare il controllo del territorio, che abbiamo affidato al Corpo forestale dello Stato.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Mi dispiace onorevole Tassone, ma anche dopo il suo intervento, le confermo che il suo ordine del giorno n. 9/1961/37 è accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Onorevole Tassone?

MARIO TASSONE. Signor Presidente, il Ministro non ha considerato quanto ho detto, perché avevo previsto anche una raccomandazione insita nel dispositivo. Queste erano la mia indicazione e la mia sollecitazione. Ovviamente, capisco il Ministro che, forse, non ha una sua agibilità in quest'Aula parlamentare (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Pertanto, chiedo la votazione. Si assuma la responsabilità...

PRESIDENTE. Colleghi, scusate l'onorevole Tassone sta chiedendo la votazione...

MARIO TASSONE. Sto parlando di un incremento del Corpo forestale dello Stato (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Colleghi, l'onorevole Tassone chiede di votare l'ordine del giorno...

MARIO TASSONE. Mi riferisco al Corpo forestale dello Stato...

PRESIDENTE. Onorevole Tassone, mi scusi, si rivolga alla Presidenza!

MARIO TASSONE. ...il Corpo forestale dello Stato, che dipende dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali!Pag. 86Il Ministro si è assunto la responsabilità e ne prendo atto. Voglio che anche l'Aula si assuma tale responsabilità attraverso il voto.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Tassone insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1961/37.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tassone n. 9/1961/37, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 468
Astenuti 20
Maggioranza 235
Hanno votato
210
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che la deputata Velo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che i deputati Paolo Russo e Gottardo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Cera n. 9/1961/38, Bellotti n. 9/1961/39 e Rainieri n. 9/1961/40, accettati dal Governo.
Chiedo all'onorevole Bordo se insista per votazione del suo ordine del giorno n. 9/1961/41, non accettato dal Governo.

MICHELE BORDO. Signor Presidente, chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE BORDO. Signor Presidente, per la verità, avevo sentito che su questo ordine del giorno il Ministro aveva espresso sì un parere favorevole, ma accogliendolo come raccomandazione. Non so se ho sentito male io...

PRESIDENTE. Onorevole Bordo, può essere che mi sia sbagliato, chiediamo una conferma al Ministro prima che lei intervenga. Chiedo, dunque, al Ministro di esprimersi, in merito all'ordine del giorno Bordo n. 9/1961/41, sulla conferma di Foggia quale sede dell'Autorità per la sicurezza alimentare. Prego, Ministro Zaia.

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, confermo un accoglimento dell'ordine del giorno come raccomandazione.

PRESIDENTE. Chiedo scusa all'onorevole Bordo e al Ministro.
Chiedo, dunque, all'onorevole Bordo se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1961/41, accolto come raccomandazione dal Governo.

MICHELE BORDO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE BORDO. Signor Presidente, non posso accettare che l'ordine del giorno a mia firma venga accolto come raccomandazione, per una ragione molto semplice. Signor Ministro, le sto chiedendo un atto dovuto. Le sto chiedendo di varare un decreto attuativo, che sia conseguenza di una legge approvata dal Governo di centrosinistra, che ha individuato Foggia come sede nazionale dell'Agenzia per la sicurezza alimentare, prevedendo anche i soldi per farla funzionare. Voglio capire da lei se intendete confermare quella previsione, oppure no. Basterebbe una risposta molto semplice. È evidente, che non mi posso accontentare di un accoglimento come raccomandazione.

PRESIDENTE. Onorevole Bordo, a questo punto, prendo atto che insiste per la votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

Pag. 87

ANGELO CERA. Signor Presidente, chiedo all'amico Bordo di non mettere in votazione l'ordine del giorno in oggetto. Tuttavia, voglio dire al signor Ministro e all'intero Governo, che su questo tema non ci scherzeremmo sopra, perché riteniamo chiusa definitivamente la partita di Foggia. Su Foggia non ci scherzate (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Bordo di confermare se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1961/41, accolto come raccomandazione dal Governo.

MICHELE BORDO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franzoso. Ne ha facoltà.

PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, vorrei pregare il Governo, e per esso il Ministro, di considerare che quello che si sta chiedendo è di rispettare un adempimento legislativo già consumato da quest'Aula e, quindi, da un'istituzione di questo Paese. Chiedo sommessamente al Governo di rivedere il suo parere accettando l'ordine del giorno, perché si tratta del rispetto di una legge.

PRESIDENTE. Il Ministro conferma di accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione?

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Confermo che è accolto come raccomandazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti).

PRESIDENTE. Scusate, basta chiedere di parlare e non ci sono problemi. L'onorevole Franzoso è già intervenuto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stracquadanio. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, un ordine del giorno è uno strumento parlamentare che impegna il Governo a compiere un atto che non è ancora previsto dalle norme, quindi non si può presentare un ordine del giorno per impegnare il Governo a rispettare norme che esistono già: è inammissibile dal punto di vista procedurale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitali. Ne ha facoltà.

LUIGI VITALI. Signor Presidente, sottoscrivo questo ordine del giorno e invito ancora una volta caldamente il Governo a tenerne conto.

PRESIDENTE. Credo che l'onorevole Franzoso voglia sottoscrivere questo ordine del giorno, è per questo che aveva chiesto di intervenire.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leone. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intervengo solo per fugare qualche inesattezza. La norma esiste; ciò che si chiede con il presente ordine del giorno è già esistente: c'è una norma che è stata varata dal Parlamento e che deve soltanto essere attuata. È chiaro che rispondere alla richiesta contenuta nell'ordine del giorno accogliendolo come raccomandazione non è in linea con il contenuto della richiesta stessa; si chiede soltanto l'attuazione, che è legata ad un atto che va oltre la legge stessa: la legge c'è e deve essere attuata. Lo dico per fornire un chiarimento, perché qualche collega sostiene che non si possa avanzare una tale richiesta al Governo.
Preannunzio il mio personale voto a favore di questo ordine del giorno, chiarendo che c'è questo tipo di excursus legato esclusivamente all'attuazione di una norma già esistente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marini. Ne ha facoltà.

Pag. 88

CESARE MARINI. Signor Presidente, voglio sottoscrivere questo ordine del giorno, però debbo dire in pochi secondi che noi come Parlamento non possiamo fare brutte figure. Esiste una legge: cosa si chiede con l'ordine del giorno? Di darvi attuazione, perché a tal fine occorre un provvedimento successivo, non basta la legge. Chiedere l'emanazione di un provvedimento successivo è ammissibilissimo. Prima di parlare, colleghi, riflettete, perché rischiamo di fare brutte figure.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, desidero sottoscrivere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Chiunque vorrà sottoscrivere l'ordine del giorno potrà farlo rivolgendosi agli uffici.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bordo n. 9/1961/41, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro - Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 479
Astenuti 16
Maggioranza 240
Hanno votato
352
Hanno votato
no 127).

Prendo atto che i deputati Paroli, Grimaldi e Pagano hanno segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario, che il deputato Gottardo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Rubinato ha segnalato di aver votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Di Biagio n. 9/1961/42, Marinello n. 9/1961/43, Siragusa n. 9/1961/44, Brigandì n. 9/1961/45 e Fugatti n. 9/1961/46, accettati dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1961)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sardelli. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, il provvedimento in questione interviene in un momento di grande difficoltà del settore dell'agricoltura.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Esso solleva problemi di ordine complessivo circa la politica del Governo rispetto ai bisogni e alle esigenze di territori diversi. Anche l'ultimo voto, su un ordine del giorno, ha significato che i problemi che abbiamo posto al Governo in questi mesi - concernenti l'equilibrio e le risorse dei territori, il riequilibrio della condizione economica e sociale del Mezzogiorno, i milioni di poveri che stanno emergendo nella regioni meridionali - richiedono risposte forti e diverse. Noi invitiamo il Ministro Tremonti a venire in Aula.

PRESIDENTE. Colleghi, scusate, ci sono le dichiarazioni di voto. Si può uscire, purché lo si faccia con calma.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Lo aspettiamo in Aula, perché deve considerare le sofferenze e le difficoltà di questo Parlamento rispetto alla questione sociale. Non può rimanere chiuso nel suo castello,Pag. 89non può pensare di legiferare al di fuori e al di sopra del Parlamento, ponendo problemi di ordine finanziario che però non tengono conto della sofferenza sociale che sta emergendo in questo Paese. La discussione in atto violenta, oserei dire, sopra le righe - mai si era verificato un momento come questo di divaricazione all'interno della maggioranza fra diversi territori - dovrebbe far riflettere fortemente il Governo sulla necessità...

PRESIDENTE. Onorevole, mi scusi. Colleghi, per favore, così non si riesce ad ascoltare neanche la dichiarazione di voto dell'onorevole Sardelli. Capite che non si può andare avanti in questo modo. Chiedo la cortesia a chi non è interessato all'intervento di uscire e di permettere, per rispetto dell'onorevole Sardelli, lo svolgimento della sua dichiarazione di voto.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, comprendo l'animosità che si è manifestata, tuttavia è un problema che stiamo sollevando da sei mesi: quello della questione sociale di larga parte del Mezzogiorno e di un equilibrio politico complessivo che il Governo deve garantire rispetto alle regioni del Mezzogiorno.
Torniamo a chiedere che il ministro Tremonti venga in quest'Aula e ascolti il sentimento del Paese che i parlamentari esprimono. I parlamentari non sono qui per partecipare ad un «votificio», non sono strumenti di scelte che non appartengono a quest'Aula.
Tornando alla dimensione strettamente tecnica del provvedimento in esame, esso è utile, è frutto di un lavoro importante che il Ministro ha portato avanti in sede di Commissione, affinché si forniscano risposte urgenti al mondo agricolo.
Alcune risposte le abbiamo date, signor Presidente, su alcuni problemi, quali il credito di imposta per i consorzi, il Fondo di solidarietà, alcuni interventi strutturali per gli enti irrigui quali il finanziamento delle progettazioni, una risposta parziale ma importante al problema della peronospora in Sicilia con alcune risorse reperite. Soprattutto, è importante il fatto che venga riconosciuta all'Agecontrol una funzione di verifica e di controllo delle esigenze del mondo agricolo e della filiera agricola: noi lo abbiamo sostenuto con un emendamento poi ritirato in cambio di un ordine del giorno, perché non ci può essere qualificazione dei prodotti agricoli italiani, del made in Italy, se non c'è uno strumento serio, certificato e forte di controllo delle filiere.
Mi riferisco in particolare all'olio d'oliva che viene purtroppo a subire la concorrenza scorretta di prodotti provenienti dalle aree nordafricane del Mediterraneo a prezzi assolutamente non competitivi e non remunerativi.
Pertanto noi del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia crediamo che aver affermato la necessità che finalmente ci sia un organismo di controllo sulla certezza dei prodotti e delle filiere costituisca un forte stimolo alla valorizzazione della produzione agricola italiana rispetto soprattutto, come dicevo prima, all'apertura delle frontiere nell'area del Mediterraneo a tutti prodotti agricoli che comporteranno una fortissima concorrenza per la nostra produzione se non opportunamente riconosciuta e qualificata.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 19,20)

LUCIANO MARIO SARDELLI. Vorrei concludere le mie valutazioni ricordando che in questo momento di crisi il Ministro Tremonti dovrebbe capire quanto è assolutamente fondamentale la rivalutazione del mondo agricolo e del made in Italy, perché il prodotto agroalimentare italiano non è assolutamente imitabile, non è possibile realizzarlo in altri Paesi, in altri territori e ad altre latitudini.
Pertanto questo prodotto è una ricchezza straordinaria per il Paese - non solo la produzione agricola, ma soprattutto quella agroalimentare e la trasformazione di prodotti agricoli - e induce indirettamente un movimento sul PIL (se pensiamo al settore dei pastifici, a quello lattiero-caseario, al settore dei salumi) chePag. 90è intorno al 10-12 per cento della ricchezza nazionale.
Il Ministro sta conducendo una battaglia equilibrata - al di là di questo incidente finale sull'ultimo ordine del giorno -, il Ministro sta difendendo con lungimiranza quello che è il sistema agricolo complessivo: gliene diamo atto. Tuttavia, nell'esprimere il voto favorevole al Governo, noi del gruppo Misto-Movimento per l'autonomia non possiamo non segnalare la grave disattenzione e il grave incidente occorso rispetto alla mozzarella di bufala, alla richiesta della normativa di creare entro quattro anni una struttura appropriata per la produzione di mozzarella di bufala, separata rispetto agli altri latticini. Non abbiamo condiviso assolutamente questa impostazione perché rischia di caricare di ulteriori oneri un settore già in difficoltà.
Siamo stati gli unici ad esprimere un voto contrario e ricordiamo che al Senato si è espresso un voto largamente maggioritario di segno opposto rispetto a quello che la Commissione e la maggioranza di quest'Aula hanno formulato. Siamo con i produttori della mozzarella di bufala e siamo, lo ripeto, con il mondo agricolo che complessivamente ottiene un ristoro da questo provvedimento, un mondo agricolo che, però, si aspetta risposte più forti, soprattutto da parte di chi tiene i cordoni della borsa e dal Ministro Tremonti al quale chiediamo, nel decreto-legge cosiddetto anticrisi, un'attenzione straordinaria per il mondo agricolo.
Con questa condizione esprimiamo un voto favorevole al provvedimento in esame ringraziando il Comitato dei nove, il Ministro ed il sottosegretario per il lavoro svolto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, siamo al giro di boa di questo provvedimento alquanto travagliato.
Il testo originario del Governo è giunto in forma assai deficitaria e poi è stato aggiustato, corretto e integrato da parte del Senato su due questioni in particolare, il Fondo di solidarietà e il Fondo per le aree sottoutilizzate, sulle quali, voglio ricordarlo ancora una volta, il Governo non aveva previsto alcuna somma e pertanto si sarebbe chiusa un'esperienza.
Ora con l'integrazione si riprende, in un certo senso, la speranza e dopo gli interventi del Ministro, sia in Commissione sia in Aula, possiamo affermare che siamo a metà dell'opera. Non siamo soddisfatti né assolutamente convinti che vi sarà un seguito. Tuttavia, lo auspichiamo per il bene dell'agricoltura.
Svolgerò un intervento breve, come ho peraltro promesso, ma vorrei soffermarmi su alcune questioni. Ancora una volta sulla questione della peronospora vi è stata una lunga e faticosa marcia per ripristinare quello che regolarmente era stato spazzato via dal Governo con il provvedimento - lo ricordo ancora - che eliminava l'ICI sulla prima casa. Nonostante le nostre determinazioni che erano, comunque, dirette a fare una battaglia, alla fine non è arrivato nulla di concreto.
Signor Ministro, le avevo detto poc'anzi (in occasione dell'esame degli articoli) che mi risultavano pervenute richieste e domande dei vitivinicoltori siciliani per essere risarciti dal danno della peronospora. Le confermo che ho saputo (telefonicamente e, pertanto, senza alcun supporto cartaceo) che giacciono, presso l'assessorato agricoltura della regione Sicilia - e forse sono state già trasmesse al Ministero -, le domande che devono solo ed esclusivamente essere liquidate, perché sono state già tutte istruite da parte degli ispettorati agrari di competenza. Pertanto, si può affermare che ha detto bene un collega che mi ha preceduto, perché in questo provvedimento di rilancio del settore agroalimentare non vi è nulla, completamente nulla! Siamo riusciti, attraverso un lavoro in sinergia con tutto il Comitato dei nove, a migliorare un po' questo provvedimento. Tuttavia, se oggi qualcuno ci dovesse chiedere, nel mondo imprenditoriale e agricolo, che cosa avete fatto a favore del settore agroalimentare,Pag. 91ahimè, l'unica risposta che potremmo dare è: «Nulla!». Questo è il dato vero e drammatico che viene fuori da questo provvedimento che, peraltro, è il primo sull'agricoltura.
Mi auguro, signor Ministro - e lo abbiamo detto in tante occasioni in Commissione agricoltura - che il prossimo disegno di legge annunciato dal Governo passi per la prima lettura alla Camera, per cogliere l'occasione vera per dare una risposta al mondo agricolo, al mondo della pesca e a quello della zootecnia. Questo è il problema di fondo che oggi non siamo riusciti a risolvere, se non dando qualche piccola risposta.
Relativamente alla questione dei forestali vi è stata una polemica con l'amico del mio gruppo, Mario Tassone. Ribadisco con certezza e con la prova di non essere smentito da alcuno che stamattina, in Commissione, il Governo ha presentato un emendamento che permetteva il ritorno al lavoro del personale già assunto. Improvvisamente, il Governo lo ha ritirato e ancora non ne comprendo le ragioni (l'ho già detto in Commissione e lo ribadisco qui in Aula). Oggi si vuole, in questo momento, fare una polemica e una provocazione nei confronti di chi intende sostenere questi lavoratori che, dal 1o gennaio, saranno certamente fra coloro che si iscriveranno nelle liste dei disoccupati. Siamo ancora pronti, a partire anche dal prossimo provvedimento che arriverà al nostro esame, a sostenere l'emendamento che il Governo aveva presentato e che noi avevamo anche sottoscritto.
Comunque, per evitare polemiche che non servono a nulla concludo affermando, signor Ministro, che la ringrazio per averci dato qualche risposta positiva (merito al merito, perché sono intellettualmente onesto), soprattutto per quanto attiene al tema del Fondo di rotazione per la progettazione delle opere irrigue nelle aree meridionali.
Lo confermo ancora una volta: per me è una speranza e spero che sia la speranza di tanti colleghi.
Pertanto, mi voglio appellare alla sua sensibilità: abbiamo assistito, ancora una volta, in un provvedimento sull'università alla previsione di tagli. So bene che sono stati fatti tagli in maniera orizzontale in tutti i Ministeri, ma l'unico Ministero che non doveva essere riguardato dai tagli era quello dell'agricoltura. Infatti, tutti conclamiamo che c'è la crisi del settore agroalimentare e del mondo dell'agricoltura per i costi che diventano davvero esponenziali ed i prezzi alla produzione che sono crollati, per cui sarebbe stato opportuno cogliere l'occasione di evitare di fare ancora un'ultima barbarie nei confronti del Ministero dell'agricoltura.
Quindi, facciamo un tentativo con la nostra forza e la nostra determinazione, soprattutto per dare speranza a un mondo che oggi sciopera. Il mondo dell'agricoltura è sempre stato un mondo silenzioso, mentre oggi sciopera con manifestazioni spontanee oltre a quelle organizzate dalle organizzazioni professionali. È quanto si vede in tutte le aree del Paese. Si tratta di una categoria che è stata abbandonata e ignorata da questo Governo. Non può essere più così. Dobbiamo cambiare rotta.
Per il suo grande senso di responsabilità il gruppo dell'UdC oggi annuncia il voto di astensione, sapendo che avrà una speranza nel futuro per il mondo dell'agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, sarò brevissima. Intervengo solo per esprimere il voto dell'Italia dei Valori che sarà un voto di astensione e per chiedere che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Di Giuseppe, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fogliato. Ne ha facoltà.

Pag. 92

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'importanza di questo provvedimento su cui siamo oggi chiamati ad esprimerci non risiede solo nei suoi contenuti, ma anche nel nuovo corso della politica agricola nazionale che con esso è stata inaugurata. Nel recente passato, per gli interventi di sostegno all'agricoltura, non vi era altro spazio se non quel poco che era ad essi riservato nell'ambito della legge finanziaria ed era proprio per cercare di ampliare quel poco spazio che, in Parlamento, si verificavano quegli assalti alla diligenza dei quali si era sempre parlato tutti gli anni in occasione di ogni manovra di bilancio.
Si trattava di assalti quasi sempre inutili perché, ancor prima di lanciarli, tutti quanti sapevano che la diligenza aveva le porte e i finestrini ben chiusi e che, soprattutto, era in corsa e non si sarebbe in nessun modo potuta fermare. In questa legislatura, grazie a questo Governo, queste cattive abitudini sono state finalmente fatte cessare. È finita l'era dell'approssimazione e degli assalti approssimati e si è aperta la stagione della programmazione degli interventi e dei provvedimenti programmati.
È in questa ottica che si deve valutare il significato e l'importanza di questo provvedimento che, come abbiamo detto, non costituisce un'iniziativa isolata, ma deve essere considerato come parte organica di un più ampio disegno programmatico in cui è inserito. Chi sostiene che il provvedimento in esame sia inadeguato rispetto ai problemi della nostra agricoltura e che sia espressione di una scarsa attenzione del Governo nei confronti del settore dimentica che con questo provvedimento, per la prima volta, il Governo dedica alla stessa agricoltura uno spazio apposito, dopo aver già provveduto a fornire soluzioni pronte con incentivi alle più pressanti esigenze cui era necessario rispondere.
Chi oggi critica questo provvedimento dimentica che, prima di esso, non vi è stata una sola norma di carattere economico generale che non avesse al suo interno delle disposizioni di carattere agricolo. Si è talmente disabituati all'idea che la politica agricola possa e debba integrarsi con la politica economica generale che nessuno si è accorto che questa integrazione la si è cominciata a realizzare per la prima volta in questa legislatura.
Se guardiamo a questo provvedimento nell'ottica di integrazione ora descritta, prenderemo piacevolmente atto che la politica del Governo in materia di agricoltura, a seguito di un percorso ben preciso, è a tutto improntato, fuorché alla disattenzione. Le misure per far fronte all'emergenza - dal rincaro dei carburanti al fermo biologico - anziché essere oggetto di specifici decreti-legge, come sempre avveniva in passato, sono stati inseriti in provvedimenti economici di carattere generale con un'efficienza legislativa che, tra le altre cose, ha determinato un apprezzabile risparmio di tempo per il Parlamento.
Le misure di riordino amministrativo e di razionalizzazione della spesa sono state ricomprese nell'ambito dei corrispondenti provvedimenti generali. Le disposizioni inerenti alle agevolazioni fiscali sono state propriamente inserite nella loro collocazione naturale, ossia nel disegno di legge finanziaria. Anche grazie a questa impostazione sicuramente più pragmatica che in passato è stato possibile raggiungere un obiettivo come la fissazione in via definitiva dell'aliquota IRAP all'1,9 per cento che il settore richiedeva da ben dieci anni. Si tratta di un obiettivo che sarebbe stato sicuramente più difficile raggiungere se, invece di dosare gli interventi agricoli nell'ambito di più provvedimenti, si fosse seguito il metodo del passato di concentrare tutti gli sforzi e tutte le norme nella sola legge finanziaria.
Se guardiamo a questo provvedimento avendo presente che cosa era già stato fatto in materia agricola nei mesi precedenti, dovrebbe essere evidente che di tutto si può parlare fuorché di disattenzione da parte del Governo. Anzi, appare vero l'esatto contrario. Questo decreto-legge ha, infatti, rappresentato la prova della particolare attenzione che il Governo ha nei confronti dell'agricoltura, alla qualePag. 93ha concesso non solo un provvedimento specifico in aggiunta a quanto già fatto in ambiti più vasti, ma anche uno spazio aperto al confronto parlamentare, affinché potessero le più diverse istanze manifestarsi o trovare possibile risposta.
Di ciò sono la prova sia le numerose modifiche introdotte dal Senato, sia l'ampio e proficuo dibattito dei relativi numerosi emendamenti messi a punto dalla XIII Commissione. Per questo, volevo ringraziare in particolare il presidente, onorevole Paolo Russo, per il sapiente lavoro che ha saputo condurre all'interno della XIII Commissione. Si tratta di una situazione francamente ben diversa dagli assalti alla diligenza del passato, anche perché - come abbiamo tutti ben potuto constatare - le tante modifiche approvate nel testo originario dimostrano che, semmai, se di diligenza si trattava era una diligenza con le porte ben aperte e con un conduttore ben disposto a far salire nuovi passeggeri lungo la strada.
Poiché abbiamo apprezzato ed apprezziamo questo nuovo corso della politica agricola fondato sulla complementarietà e l'integrazione con la politica economica generale e sappiamo che sono già pronti nuovi provvedimenti che daranno nuova ed ulteriore sostanza a questo modo di procedere, esprimiamo il nostro convinto voto favorevole al presente provvedimento da parte del gruppo della Lega Nord Padania. In particolare, vorrei ringraziare il Governo, rappresentato nella persona del Ministro Zaia, per il lavoro e la dedizione che ha dedicato a questo provvedimento e a tutti i colleghi della Commissione agricoltura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oliverio. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, a nome del Partito Democratico esprimiamo il nostro voto di astensione. Per le motivazioni, rinvio al testo integrale della mia dichiarazione di voto che chiedo la Presidenza ne autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna.

PRESIDENTE. Onorevole Oliverio, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beccalossi. Ne ha facoltà.

VIVIANA BECCALOSSI. Signor Presidente, per accelerare i lavori dell'Assemblea, che sono stati comunque proficui, ringrazio la Commissione agricoltura per come ha lavorato e il Governo che ha assistito negli ultimi due giorni punto su punto, al fine di raggiungere quello che mi pare un buon risultato sia dal punto di vista politico che da quello agricolo e confermo il voto convinto del gruppo del Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, per quanto riguarda le valutazioni e le considerazioni su questo disegno di legge di conversione, mi rifaccio alle dichiarazioni rese in sede di dichiarazione di voto da parte dell'onorevole Ruvolo.
Questo provvedimento certamente va in direzione di alcune esigenze avvertite nel comparto dell'agricoltura; c'è stato anche un impegno da parte dei colleghi della Commissione agricoltura che ne hanno migliorato il testo, con alcune previsioni che certamente sono importanti per il recupero di un settore in affanno e che avverte qualche cedimento.
Tuttavia ritengo che dal dibattito emerga qualche preoccupazione in più, che riguarda l'assenza, in questo provvedimento, di un disegno complessivo della politica agricola all'interno del nostro Paese. Questo è un provvedimento d'urgenza che aggredisce alcuni problemi e fronteggia alcune esigenze, ma ritengo che ci sia bisogno di avviare un discorso e, soprattutto, di fare intravedere una prospettiva complessiva per quanto riguarda l'agricoltura.
La gestione del provvedimento che sarà approvato mi lascia quanto mai interdetto,Pag. 94anche nel passato c'è stata un'assenza da parte del Ministero dell'agricoltura a livello europeo. Il nostro Paese sta giocando a livello europeo un ruolo di rimessa, un ruolo minimale e ridotto rispetto a quello che dovrebbe essere un ruolo preminente e incisivo in un comparto che in Europa gioca un fattore importante ed ha un significato rilevante.
C'è stato anche un altro dato che mi ha fatto comprendere l'inanità del Ministro rispetto ai problemi complessivi dell'agricoltura: mi riferisco alla confusione che hanno fatto il Ministro e il suo gruppo di appartenenza, che lo ha portato in quel posto, fra i forestali, i braccianti agricoli e il Corpo forestale dello Stato. Se lei vuole interloquire lo faccia in maniera diversa, non con i gesti, perché non è parlamentarmente corretto da parte sua.
C'è stata una confusione. Io le chiedevo una disponibilità per mettere allo studio un aumento dell'organico del Corpo forestale dello Stato a fronte di impegni istituzionali che questo Corpo forestale è chiamato ad assumere, sia per quanto riguarda il controllo del territorio, sia per quanto riguarda la lotta alle sofisticazioni, sia per quanto riguarda la lotta alla criminalità. Io l'avevo proposto correttamente, con molto rispetto, come ho molto rispetto per la sua persona; certamente non mi chieda di avere rispetto per la sua sensibilità, che è stata carente ed assente rispetto alle esigenze che venivano portate.
La sua sensibilità è venuta meno anche in Commissione. Come ricordava l'onorevole Ruvolo, un emendamento sull'aumento del personale è stato prima presentato dal Governo e poi ritirato. Questo sta a significare che esiste una grande confusione ma soprattutto, lo ripeto, signor Presidente, questo Ministero non ci dà fiducia sulla gestione dei provvedimenti che stiamo andando ad approvare: non ci dà fiducia per le sue debolezze, per la sua confusione, ma soprattutto per la sua inanità, lo ripeto, rispetto alle grandi questioni che riguardano un comparto così significativo e importante per l'economia del nostro Paese.
Per questo motivo, signor Presidente, io voto in dissenso rispetto al mio gruppo: voto contro questo provvedimento, come segno di sfiducia forte ed intensa nei confronti di questo signor Ministro (Applausi di deputati dei gruppi Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

CARLO NOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO NOLA, Relatore. Signor Presidente, intervengo anche per permettere ai colleghi di rientrare fra i banchi. Esprimo due considerazioni a margine di questo mio primo impegno di relatore in Aula, un impegno che ha delle connotazioni e delle riflessioni forse anche un po' amare, certo non per la gravosità dell'incarico (infatti si tratta di un impegno che non è stato solo sulle mie spalle, ma che è stato condiviso da tutti i componenti della Commissione agricoltura, prima, e poi da parte del Comitato dei nove) Ma è necessario fare alcune riflessioni, affinché restino a verbale.
Ciò dopo aver ringraziato tutti i componenti della Commissione che, anche nella diversità di vedute, hanno concordato sulla necessità di dare almeno queste prime misure ai nostri agricoltori entro la fine dell'anno, e quindi ci hanno aiutato a svolgere un lavoro importante nel definire gli emendamenti.
La prima riflessione è che questi provvedimenti entrati nel decreto-legge con gli emendamenti sono importanti, ma sono solo un primo intervento. Non dico niente di mio, ma faccio la sintesi dell'appassionato dibattito in Commissione e nel Comitato dei nove: è una richiesta al Ministro, affinché sia ristabilito (anche nell'ambito delle forze all'interno del Governo) quel ruolo che spetta al mondo agricolo. Il Ministro si sta già impegnando su questo e lo ringrazio, in quanto ha partecipato ai nostri lavori, così come il sottosegretario,Pag. 95che ha seguito tutti i lavori della Commissione e ci è stato vicino. Tuttavia, abbiamo bisogno di questo impegno ulteriore, affinché il settore dell'agricoltura ritrovi il suo vero ruolo all'interno del nostro sistema economico.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Presidente, ma questo che cos'è? Sta facendo un dibattito!

CARLO NOLA, Relatore. La seconda considerazione parte anche da un'amarezza e da un'umiliazione. Un relatore che si trova a dover proporre ai colleghi della Commissione e all'Aula un emendamento che abroga un articolo inserito dall'altro ramo del Parlamento, perché non abbiamo avuto il tempo, su una norma così delicata, di approfondire adeguatamente il tema, non è sicuramente un relatore soddisfatto.
Questo pone un altro tema: il sistema agricolo certamente è in crisi e soffre di una forte crisi mondiale, anche nel nostro Paese. Di conseguenza, il percorso veloce che la conversione di un decreto-legge offre rappresenta la tentazione per inserire tante misure nuove e comunque utili. Tuttavia, nel momento dell'esame di queste norme ci si trova a non avere il tempo di approfondirle come in sede d'esame di una legge ordinaria. Per questo motivo mi permetto, anche a nome di tutta la Commissione, di segnalare la necessità, fino a quando non vi saranno cambiamenti delle regole del gioco formali, di creare un equilibrio tra i due rami del Parlamento e che, quindi, si eviti un rimpallo di normative, con il rischio di un ingorgo istituzionale.
Questi erano i due messaggi che volevo lasciare a verbale, anche a nome della Commissione. Ringrazio anche il presidente della Commissione, che ha assicurato un ruolo e un equilibrio di garanzia importante, e tutti i colleghi che hanno condiviso questo duro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. È un intervento che è andato al di là dei limiti di un ringraziamento formale. Tuttavia, a chi gridava: «tempo, tempo», ricordo che, a termini di Regolamento, essendo questo un decreto-legge, ogni parlamentare ha titolo per parlare dieci minuti. Volevo ricordarlo, perché molti magari non lo sanno e, quindi, si contengono di più.

MANLIO CONTENTO. Quattordici minuti.

PRESIDENTE. Dieci, non quattordici. I tempi sono stati rigorosamente controllati.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Signor Presidente, sarò telegrafico, anche perché alle ore 20 nella sala della Regina ci aspetta un impegno di promozione e valorizzazione delle produzioni agroalimentari di due importanti regioni. Inoltre, i colleghi meglio di me hanno espresso ragioni, meriti e sensibilità. Consentitemi solo di ringraziare per la pazienza tutti voi colleghi, gli amici della Commissione, quelli del Comitato dei nove, il relatore che è stato paziente e straordinario, il Governo, il Ministro, il sottosegretario e, dulcis in fundo, i nostri straordinari uffici, sia quelli della Commissione che quelli dell'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

(Coordinamento formale - A.C. 1961)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Pag. 96

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1961)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 1961, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(S. 1175 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 novembre 2008, n. 171, recante misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare.) (Approvato dal Senato) (1961):

(Presenti 477
Votanti 265
Astenuti 212
Maggioranza 133
Hanno votato sì 258
Hanno votato no 7).

Inserimento all'ordine del giorno dell'Assemblea della discussione della domanda di autorizzazione ad eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Salvatore Margiotta (Doc. IV, n. 3-A) (ore 19,45).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, le ho chiesto la parola per chiedere di inserire all'ordine del giorno della seduta odierna, ai sensi dell'articolo 27 del Regolamento, l'esame della domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Salvatore Margiotta di cui al Doc.IV, n. 3-A.

PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, sulla richiesta testè avanzata dall'onorevole Quartiani di inserire all'ordine del giorno della seduta odierna l'esame di una domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Salvatore Margiotta (Doc. IV, n. 3-A), darò la parola ad un deputato contro e ad uno a favore.
Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Ricordo che, a norma dell'articolo 27, comma 2, del Regolamento, per deliberare su materie non iscritte all'ordine del giorno è necessaria una votazione palese mediante procedimento elettronico, con registrazione di nomi e la maggioranza dei tre quarti dei votanti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'inserimento all'ordine del giorno della seduta odierna, a norma dell'articolo 27, comma 2, del Regolamento, di una domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Salvatore Margiotta (Doc. IV, n. 3-A).
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 459
Astenuti 3
Maggioranza dei tre quarti dei votanti 342
Hanno votato
457
Hanno votato
no 2).

Discussione di una domanda di autorizzazione ad eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Margiotta (Doc. IV, n. 3-A) (19,50).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame di una domanda di autorizzazionePag. 97a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Salvatore Margiotta (Doc. IV, n. 3-A).
L'organizzazione dei tempia di esame è in distribuzione e sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

(Esame - Doc. IV, n. 3-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulla relazione della Giunta, che propone di negare l'autorizzazione.
Ha facoltà parlare il relatore, presidente della Giunta per le autorizzazioni, onorevole Castagnetti.

PIERLUIGI CASTAGNETTI, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'inchiesta nell'ambito della quale la domanda è stata avanzata dal GIP di Potenza riguarda il settore dell'estrazione petrolifera in Basilicata. Stipulato un protocollo di intesa con la regione Basilicata e altre due compagnie petrolifere, la Total Italia, filiale italiana della francese Total SA, ha bandito (con avviso pubblicato sulla Gazzetta ufficiale) la gara d'appalto per la realizzazione di un centro di raccolta e stoccaggio di oli minerali, il centro oli «Tempa Rossa».
Secondo l'autorità giudiziaria, i dirigenti della Total Italia avrebbero alterato illecitamente i risultati della gara in favore di un'associazione temporanea di imprese chiamata «Impresa Ferrara», facente capo a tale Francesco Rocco Ferrara. L'alterazione sarebbe avvenuta mediante lo scambio materiale delle buste con le varie offerte, in modo tale da far risultare quella dell'ATI Ferrara vincitrice in danno degli altri concorrenti. In pratica, l'amministratore di Total Italia, il signor Levha, avrebbe dato disposizioni ai suoi collaboratori di verificare in un luogo appartato, e in un momento anteriore alla loro formale legittima apertura, il contenuto delle buste dell'offerta.
Secondo gli inquirenti - si arriva, così, agli aspetti di più stretta competenza della Camera - il Ferrara si avvaleva, nell'esercizio delle sue attività imprenditoriali, di contratti e frequentazioni anche con il deputato Margiotta. Questi avrebbe incontrato il Ferrara in un'occasione, il 16 dicembre 2007, intrattenendo con lui una conversazione in strada di poco meno di un quarto d'ora. Tale incontro sarebbe stato chiesto e concordato tra il Margiotta e il Ferrara attraverso Donato Antonio Bochicchio.
Quest'ultimo risulterebbe aver parlato con Ferrara almeno due volte il 15 dicembre 2007, senza però mai fare esplicitamente il nome di Salvatore Margiotta, limitandosi a fare cenno a un comune amico che era a Roma. Altro elemento che la pubblica accusa adduce a carico di Margiotta è il riferimento a lui fatto in una conversazione del 21 dicembre 2007, intercettata tra il Ferrara e tale Elena Zippo, nel corso della quale il Ferrara non solo espone alla sua interlocutrice le modalità concrete dello svolgimento alterato della gara, ma le spiega anche che egli intende dare al Margiotta 200 mila euro. Per quanto riguarda le esigenze cautelari, il GIP di Potenza ritiene che il deputato Margiotta possa inquinare le prove. In particolare, il fatto che egli, secondo l'ipotesi accusatoria, sappia adoperare cautele e accortezze nell'uso del telefono e nell'organizzazione degli incontri sarebbe indice della capacità di alterazione del quadro probatorio (pagine 442 e 444 dello stampato). In definitiva, secondo l'autorità giudiziaria, questi elementi (definiti «triangolazioni telefoniche»), unitamente alle relazioni con amici e conoscenti, attesterebbero l'esistenza di un network che il Margiotta potrebbe usare per danneggiare la genuinità delle prove.
Il deputato Margiotta è stato sentito dalla Giunta nella seduta del 17 dicembre 2008. Egli ha sostanzialmente respinto l'addebito per cui l'impresa Ferrara gli avrebbe promesso denaro e ha sottolineato come lo spazio per l'intervento che lui avrebbe dovuto esperire sui soggetti che governavano la procedura (soggetti che appartenevano alla società Total, non ad un ente pubblico) fosse di meno di un mese (16 dicembre 2007-14 gennaio 2008)Pag. 98e che in parte di quel tempo egli era in vacanza all'estero. Egli ha anche sottolineato che, a suo avviso, sarebbe incongruo disporre e chiedere l'esecuzione di una misura cautelare solo sulla base di elementi raccolti de relato. Il dibattito presso la Giunta è poi proseguito e si è concluso nella seduta del 18 dicembre 2008, questa mattina.
L'oggetto della proposta della Giunta all'Assemblea concerne unicamente, come diversamente non potrebbe essere, la posizione del deputato Margiotta. Non si vuole qui disconoscere la gravità dei fatti imputati ad altri indagati né la meritoria attività delle forze dell'ordine e della magistratura nella repressione di episodi di preoccupante corruttela, avvenuti attorno alle attività estrattive in Basilicata, strategiche per lo sviluppo economico di tale regione e di tutto il Mezzogiorno.
Circa il collega Margiotta, mi rimetto alla relazione scritta per maggiore completezza, senza omettere di rilevare che quasi tutti i componenti hanno osservato che gli elementi a suo carico sono assai flebili e contraddittori. Il principale elemento su cui si basa la domanda è costituito da una conversazione tra il Ferrara e una tale Elena Zippo, in cui l'imputato dice all'interlocutrice che avrebbe intenzione di dare al deputato Margiotta 200 mila euro. Non vi sono altri elementi circostanziati. Quanto al profilo delle esigenze cautelari, il prevalente avviso della Giunta è che la sola osservazione che Salvatore Margiotta abbia adottato delle cautele telefoniche e sia stato molto prudente nell'organizzazione dei contatti con il Ferrara medesimo non consente il radicarsi di una convinzione circa il pericolo effettivo che la mancata limitazione della sua libertà personale possa incidere negativamente sul quadro indiziario e probatorio. In definitiva e in conclusione, onorevoli colleghi, l'indagine a carico del deputato Salvatore Margiotta sembra allo stato in una fase del tutto congetturale e ipotetica.
Occorre anche sottolineare con forza che la carenza degli indizi per le esigenze cautelari non rileva per attivare una forma di privilegio in favore di un parlamentare, ma per l'esigenza - questo è stato rilevato dalla Giunta stamattina - di affermare il principio che nessun cittadino - non parlo dei parlamentari - dovrebbe essere privato della libertà personale sulla base di elementi privi della consistenza necessaria (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Lega Nord Padania, Unione di Centro, Misto-Movimento per l'Autonomia, Misto-Minoranze linguistiche e Misto-Liberal Democratici-Repubblicani).
Per questi motivi, con un solo voto contrario, la Giunta propone all'Assemblea di negare l'autorizzazione richiesta (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Lega Nord Padania, Unione di Centro, Misto-Movimento per l'Autonomia, Misto-Minoranze linguistiche, Misto-Liberal Democratici-Repubblicani).

PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, come abbiamo sentito dal relatore, l'inchiesta della procura di Potenza non è affatto futile, ma è necessaria, ed è stata condotta - sono parole del relatore e della relazione approvata dalla Giunta - con una meritoria attività della magistratura e delle forze dell'ordine; questo è il dato di fatto.
Stiamo parlando cioè di un fatto per cui sta indagando un'autorità giudiziaria a cui questa Assemblea, nel riconoscere e nell'approvare la relazione del relatore, riconosce meritoria attività e ringrazia anche per ciò che sta facendo. Ebbene, quella procura di Potenza sta indagando su un gravissimo giro corruttivo in danno delle popolazioni locali. Voglio ricordare che il petrolio della Basilicata è il petrolio di tutto il Meridione, e anche dell'intera Italia, e che attorno alla sua estrazione si sono verificate, e si stiano verificando,Pag. 99episodi di inqualificabile mercimonio di funzioni pubbliche e private. Questo credo debba destare la preoccupazione di tutti, sia di noi in questa sede, sia di tutti coloro che hanno a cuore la legalità.
L'alterazione di cui stiamo parlando, ovvero la turbativa d'asta, per stessa ammissione del relatore e della relazione che ci accingiamo ad approvare, sarebbe avvenuta mediante lo scambio materiale delle buste con le varie offerte, in modo tale da far risultare quella della ATI di Ferrara vincitrice in danno di altri concorrenti; questo è il fatto.
Rispetto a questi fatti, si tratta di vedere non quali elementi di prova ci sono a carico dell'uno, o dell'altro, perché questo spetta alla magistratura, non spetta a noi. Se dovessimo accettare questo principio, l'affermazione fatta poc'anzi - nessun cittadino deve essere privato della libertà personale -, un principio sacrosanto, noi, oggi, per questa ragione, staremmo praticando una disparità di trattamento. Quel cittadino che è in mezzo a noi, può e non deve essere privato della libertà personale. Per gli stessi fatti, altri cittadini, su questa stessa inchiesta, vengono privati della libertà personale da una magistratura che voi stessi avete detto che sta conducendo, in questa indagine, una meritoria attività di cui gli va dato atto.

ANTONINO LO PRESTI. Ma che stai dicendo?

ANTONIO DI PIETRO. Innanzitutto, vorrei ricordare che, al di là della prassi di comodo che questo Parlamento sta portando avanti da diversi anni, l'articolo 68, secondo comma, della Costituzione, riserva la possibilità di non concedere l'autorizzazione alla limitazione della libertà personale solo quando vi è un fumus persecutionis, un intento persecutorio che va accertato, va dichiarato, va provato.
È difficile davvero individuare in questa relazione un'attività persecutoria della magistratura, se quella stessa magistratura viene chiamata, per questo stesso fatto, una magistratura che sta portando avanti una meritoria attività, essa e le forze dell'ordine.
La verità è molto semplice, signori colleghi, ed è che questo Parlamento, con riferimento ad alcuni cittadini italiani, sta applicando un principio diverso, vale a dire: per i parlamentari le valutazioni sugli elementi di prova non le fa soltanto il giudice ma le fa il Parlamento.

GIUSEPPE CONSOLO. C'è la Costituzione!

ANTONIO DI PIETRO. Vorrei ricordare che esiste un sistema endoprocessuale per far valere le proprie ragioni (il tribunale del riesame, il ricorso per Cassazione e quant'altro) e che in quella sede noi ci auguriamo che le istanze del deputato Margiotta possano essere prese in considerazione in modo positivo. Noi non dubitiamo che egli saprà difendere sé e il suo onore nelle sedi debite e competenti. Non accettiamo la regola per cui una sede diversa, soltanto perché un cittadino è parlamentare, possa stabilire una giurisprudenza diversa.
Non accettiamo il principio per cui gli elementi di prova, così come descritti nella relazione, possano essere e debbano essere valutati da questa Aula, perché questo non lo dice la Costituzione, perché la Costituzione invece dice che dobbiamo valutare soltanto gli elementi persecutori. Per questa ragione crediamo che in questo momento noi ci stiamo ponendo di fronte al Paese, ancora una volta, come una casta che vuole difendere se stessa (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Noi non prendiamo a cuor leggero la decisione di votare per la concessione degli arresti domiciliari del collega. Sappiamo quali sono le prerogative del parlamentare, ma sappiamo che è ora di mettere un punto fermo a questo principio, a questa prassi, a questa brutta abitudine che questo Parlamento ha preso da molti anni, tanto è vero che, nonostante molte volte siano state avanzate richieste di misure cautelari, questo Parlamento, ad eccezione di quattro volte, non le ha mai concessePag. 100alimentando così quel principio di disparità di trattamento, di possibilità di eludere il corso della giustizia. Noi crediamo che sia giunto il tempo di riflettere in modo pacato ma responsabile su quale sia il ruolo del parlamentare, e su quale sia il limite delle sue guarentigie. Io non credo che questo Parlamento debba continuare a valutare le prove, e a valutarle una volta come conviene ad una coalizione, un'altra volta come conviene all'altra coalizione, e poi trovare un incontro perché quel che succede ad una parte può succedere un domani all'altra parte.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Anche a te può succedere!

ANTONIO DI PIETRO. È giusto che, in caso dovesse succedere ad ognuno di noi, si corra dal giudice a far valere le proprie ragioni. Crediamo che sia il tempo di assumersi le proprie responsabilità di fronte alla legge e di fronte al Paese, e di interrompere questo metodo che finisce per togliere ogni credibilità alla nostra azione, al nostro ruolo e alla nostra funzione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 20,10)

ANTONIO DI PIETRO. Per questo, onorevoli colleghi, il gruppo dell'Italia dei Valori voterà per la concessione degli arresti domiciliari al deputato Margiotta (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paniz. Ne ha facoltà.

MAURIZIO PANIZ. Signor Presidente, caro onorevole Di Pietro, nessuno di noi, nessuno dei parlamentari del Popolo della Libertà si sogna di affermare che la magistratura non costituisca nel nostro Paese una realtà importante, una realtà da considerare, un ruolo assolutamente decisivo nella vita dei cittadini italiani.
Ma per noi, prima di tutto, vengono i principi che la Costituzione indica. Questa è la nostra «stella polare» (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del Partito Democratico). Fintanto che il popolo italiano non manderà in questa sede parlamentare o al Senato tanti parlamentari che possano cambiare la Carta costituzionale, a questa e soltanto a questa noi ispiriamo le nostre decisioni. È nella Carta costituzionale che c'è scritto in termini molto chiari quali sono i limiti attraverso i quali si deve passare per poter privare della libertà personale un parlamentare della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).
La libertà non è un problema che riguarda l'una o l'altra forza politica. Se oggi si discutesse di un parlamentare dell'Italia dei Valori, noi la penseremmo nello stesso identico modo (Una voce: non è vero!). Io la penserei nello stesso identico modo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Infatti ritengo che il valore della libertà prescinda dall'appartenenza all'una o all'altra forza politica ed è quello che ci ha ispirato nella decisione che abbiamo assunto con riferimento alla richiesta di arresto dell'onorevole Margiotta.
Mi sarebbe molto facile ricordare a quest'Aula le richieste che il dottor Woodcock ha già inoltrato in tempi molto recenti. Nel 2002 ha chiesto l'arresto dei parlamentari Luongo e Sanza e tutti noi sappiamo come è finita quell'inchiesta: nel nulla. Ha chiesto nel 2004 l'arresto dell'onorevole Blasi e tutti noi sappiamo com'è finita quell'inchiesta. Le persone non si arrestano per verificare se dall'arresto deriva una qualche eventuale responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Unione di Centro e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Lega Nord Padania). Le persone si arrestano solo quando negli atti esistono già le prove che possono far sì che quella persona sia privata della libertà personale.Pag. 101
A noi non compete in questa sede valutare il merito della vicenda. In questo concordiamo perfettamente. A noi compete però vedere se si possa ipotizzare un fumus persecutionis e la valutazione di questo passa certamente attraverso i due parametri fondamentali attraverso i quali la libertà può essere sottratta ad un individuo: pericolo di fuga o il pericolo di inquinamento delle prove.
Da questo punto di vista la richiesta pervenuta a questa Camera non contiene alcun elemento, neanche il più banale, neanche il più piccolo ma sarebbe troppo facile ricordare che siamo di fronte a fatti lontani nel tempo ormai circa un anno, rispetto ai quali le esigenze cautelari, proprio per il decorso del tempo, dovrebbero essere provate in maniera assolutamente precisa.
Il relatore ha ricordato, volendo entrare nel merito, quanto labili appaiano a prima vista gli indizi - sottolineo gli indizi - non le prove della colpevolezza. Ma la labilità degli indizi rimane comunque un elemento ultroneo rispetto ai due parametri fondamentali di riferimento. Oggi noi non abbiamo alcun elemento per dire che l'onorevole Margiotta possa violare il principio di rimanere in questo Paese e sottrarsi alle indagini giudiziarie o possa in qualche modo inquinare le prove, perché non è certo la disponibilità di un telefono, che tutti noi abbiamo, a costituire il punto di riferimento per valutare se una persona stia o non stia inquinando le prove.
Potrei andare anche oltre nella valutazione del merito, discutere subito se siamo di fronte ad un'asta fatta da soggetti pubblici o da soggetti privati, perché vi è una grande differenza, quand'anche i valori siano importanti, nel considerare se la Total sia o non sia un soggetto privato o pubblico. La risposta è troppo scontata per essere commentata. Non è questo il tema sul quale mi voglio trattenere. Il tema, invece, è quello che ho affrontato all'inizio: la libertà si toglie solo quando vi sono prove che possono confermare che è opportuno privare il cittadino della libertà e da questo punto di vista la valutazione attenta che ha fatto la Giunta per le autorizzazioni, l'approfondimento nella valutazione di tutte le carte che sono arrivate, le cinquecento pagine circa che ci sono state mandate, non ci porta da nessuna parte, non c'è nulla.
Allora, non si tratta di difendere un privilegio, non si tratta di decidere per proteggere una casta: si tratta di applicare un principio costituzionale e di rispettare una persona, un parlamentare, che è prima di tutto un cittadino e che ha diritto di vedere applicati nei suoi confronti i principi che un cittadino ha il diritto di reclamare ad alta voce.
È giusto che l'onorevole Margiotta difenda la sua posizione in quella sede, ma è altrettanto giusto che noi parlamentari valutiamo se vi è stata o non vi è stata una violazione dei principi che la Carta costituzionale indica. I principi che in questo caso ci dà sono tutti assolutamente univoci: non c'è nessuna ragione per la quale possa essere disposto l'arresto dell'onorevole Margiotta.
In questo senso, il Popolo della Libertà voterà convintamente a favore della decisione che la Giunta per le autorizzazioni ha già preso (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati dei gruppi partito Democratico, Lega Nord Padania e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Minniti. Ne ha facoltà.

MARCO MINNITI. Signor Presidente, devo manifestare la mia convinta condivisione della relazione che qui ha fatto il presidente Castagnetti. Penso anche che su vicende così delicate il Parlamento non debba avere né una posizione di chiusura pregiudiziale, né tantomeno quella di un'automatica ed acritica accettazione delle richieste che vengono fatte. È in questa posizione intelligente del Parlamento che deve fare riferimento lo spirito e la lettera dell'articolo 68 della Costituzione. A me dispiace sinceramente che l'onorevole Di Pietro abbia oggi, questa sera, manifestato una conoscenza approssimativa della nostra Costituzione (ApplausiPag. 102dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà e Unione di Centro).
Mi si consenta brevemente di leggerne il testo, come rinovellato, che tra l'altro è molto breve: «I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza di reato».
Nulla di tutto questo ha riferimento con le cose che lei ha detto: onorevole Di Pietro, quando lei avrà la maggioranza per cambiare la Costituzione in questo Parlamento la potrà cambiare. Oggi noi abbiamo il dovere di applicarla (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà e Unione di Centro).
Quando si fa una discussione di questo tipo, mi aspetto sempre che vi sia anche una valutazione molto attenta, perché parliamo delle libertà personali e, quindi, di persone in carne ed ossa. Penso che sia dovere del Parlamento lavorare e guardare con attenzione le carte che giungono dagli uffici giudiziari. Ritengo giusto che la Commissione ed il relatore abbiano detto con chiarezza che non vi è un problema che riguarda l'impianto complessivo delle indagini: si tratta di un impianto significativo che, sicuramente, è il risultato di un lavoro apprezzabile svolto dalle forze di polizia e dalla magistratura. Nessuno intende metterlo in discussione.
In questa sede, siamo chiamati a pronunciarci su una questione specifica e sulla posizione personale dell'onorevole Salvatore Margiotta. È su questo che dobbiamo discutere.
Penso che dobbiamo dirci con grande chiarezza, che il quadro accusatorio che emerge dalle carte trasmesse a questo Parlamento è fragilissimo. Direi, quasi, inesistente. E su questo il Parlamento non può e non deve discutere, onorevole Di Pietro, deve far finta di nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà)? Possiamo pensare veramente che il Parlamento sia soltanto il passacarte di ciò che viene mandato delle procure? Discutiamo, entriamo nel merito.
Mi si consenta di dire, con grande chiarezza, che tutto questo va affrontato con grande intelligenza e attenzione.
Onorevoli colleghi, signor Presidente, tutto ruota su un incontro della durata di tredici minuti, avvenuto per strada, ai contenuti del quale non vi è alcun riferimento, né a ciò che avrebbe detto il signor Ferrara, né a ciò che avrebbe detto l'onorevole Margiotta. Vi è soltanto un presunto riscontro, in una successiva conversazione telefonica, che avviene tra altre persone, tra il signor Ferrara ed un'altra persona. Inoltre, lì l'individuazione del soggetto è abbastanza vaga: non si parla mai dell'onorevole Margiotta, si parla di tale «Salvatò». E noi pensiamo che «Salvatò» possa identificare l'onorevole Salvatore Margiotta? Stiamo parlando di cose serie, stiamo parlando della libertà individuale di un cittadino italiano.
Mi si consenta anche di dire che si parla di passaggio e di impegno per una dazione di denaro. In quella telefonata si dice: «a Salvatò ho promesso che darò 200 mila euro». Bene, di quel passaggio di denaro non vi è alcuna traccia, nonostante l'appalto sia stato aggiudicato il 14 gennaio 2008 e la stipula della convenzione sia del 13 maggio 2008.
Passano otto mesi e, nonostante le persone indagate siano attentamente controllate (al punto tale che vengono, finanche, pedinate), non vi è traccia, nemmeno lontana, di un passaggio di denaro. Questa è una prova? Posso permettermi di chiedervi, colleghi dell'Italia dei Valori: questo è un indizio? Lo dico con fraternità. In questa sede, dobbiamo parlare di cose serie e non fare propaganda tra di noi.
Mi sarei aspettato che da parte vostra, su questi temi, non vi fosse solidarietàPag. 103astratta, ma la voglia di guardarsi le carte, non rifugiandosi dietro un principio astratto e, peraltro, non vero (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà e Unione di Centro)!
Se, poi, guardo alla ragione per la quale vengono richiesti gli arresti domiciliari, rimango assolutamente sbigottito. Penso che abbia fatto bene la Commissione, nella figura del presidente Castagnetti, a ricordarla testualmente.
Vorrei qui ripeterla, perché mi ha molto colpito: saper adoperare anche per i suoi studi (è ingegnere) cautele ed accortezze nell'uso del telefono. Rimango senza parole!

OSVALDO NAPOLI. Anche noi!

MARCO MINNITI. Rimango sinceramente senza parole, e vorrei chiedere perché anche voi non vi interrogate su queste carte.
Penso sinceramente e in tutta coscienza che un cittadino non può essere privato della libertà personale per queste motivazioni, e aggiungo un'altra cosa: non è vero, come si è detto in qualche dichiarazione fuori da qui (perché forse qui non si è avuto il coraggio di dirlo), che questo eventuale voto del Parlamento bloccherebbe le indagini: non si blocca nulla! Come voi sapete, colleghi dell'Italia dei Valori, le indagini possono e devono andare avanti. Qui si dà un parere negativo sulla limitazione della libertà personale, a meno che non si pensi che l'arresto sia uno strumento per fare le indagini, ma questo è fuori della civiltà giuridica del nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà, Unione di Centro, Misto-Movimento per l'Autonomia e di deputati della Lega Nord Padania).
Non si tratta di ribadire un privilegio, non si tratta di concedere alcun privilegio, ma di fare in questa sede una valutazione elementare e mirata di giustizia. Ecco perché, onorevoli colleghi, in tutta consapevolezza e con la coscienza serena voterò contro le richieste della procura di Potenza e a favore della proposta che è stata avanzata dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, colleghi deputati, avrei tante cose da dire, da osservare, da eccepire. Vorrei entrare nel merito della vicenda, provare a dimostrarvi inoppugnabilmente la mia totale innocenza ed estraneità, oltre che esprimervi la mia sorpresa per esservi stato coinvolto. Non lo farò: l'Aula non è un tribunale. Sarà quella la sede in cui, spero in tempi brevissimi, otterrò piena giustizia. Voglio qui dire soltanto una cosa: sono in quest'Aula dall'aprile 2006. Ho cercato di farmi apprezzare per impegno e competenza; vorrei che non dubitiate della mia correttezza e della mia onestà.
Quando su un uomo pubblico si abbatte un fulmine come questo, la preoccupazione, se si ha la coscienza a posto, non è sull'esito finale della vicenda giudiziaria, che non potrà che essere positivo. Il dolore, la sofferenza sono prodotti dall'onta che si subisce, dal discredito, dal disdoro e dallo sfregio alla propria immagine, che oggi mi appare irrimediabile. Io sono una persona onesta. Non è vero che un imprenditore mi abbia promesso soldi nel caso di vittoria di una gara d'appalto: non è vero, e non ho mai permesso ad alcuno anche solo di ipotizzare cose del genere. Comportamenti di questo tipo sono distanti dal mio modo di intendere la politica e la gestione della cosa pubblica. Mi fermo qui, è l'unica certezza che in questo momento così amaro vorrei riuscire a trasferirvi. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà, Unione di Centro, Misto-Movimento per l'Autonomia e di deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

Pag. 104

(Votazione - Doc. IV, n. 3-A)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che la proposta della Giunta è nel senso di negare l'autorizzazione agli arresti domiciliari, pertanto chi è contrario alla concessione dell'autorizzazione all'esecuzione della misura cautelare deve votare «sì», chi è favorevole alla concessione dell'autorizzazione all'esecuzione della misura cautelare deve votare «no».
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di negare l'autorizzazione a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Margiotta.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).
(Presenti 454
Votanti 451
Astenuti 3
Maggioranza 226
Hanno votato
430
Hanno votato
no 21).

Dovremmo ora sospendere brevemente la seduta.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo.

LUCIA CODURELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, al di là della discussione testé svoltasi nella quale è risuonata spesso la necessità di attenersi alla nostra Carta costituzionale, volevo porre un problema. Si tratta dell'atteggiamento veramente incomprensibile, quello del Ministro Sacconi, di vietare a tutte le strutture sanitarie del Paese di sospendere nutrizione e idratazione ai pazienti in stato vegetativo. Il Ministro Sacconi sembra proprio voglia mettersi alla testa di una crociata. L'Italia, a differenza della stragrande maggioranza degli altri Paesi europei, non ha una legge che riconosca, nel quadro dei principi costituzionali, libertà, dignità e responsabilità della persona. Con l'ultimo atto del Ministro della salute abbiamo la conferma dell'inadeguatezza e persino del cinismo che la politica sta dimostrando in questo momento. Chiedo amore vero e rispetto. Si tratta di una scelta gravissima per impedire, nei fatti, l'applicazione di una sentenza della Cassazione, confermata dalla Consulta e ancora ieri di nuovo confermata. Si sta producendo una lesione di un diritto fondamentale di un cittadino, diritto che lo Stato dovrebbe garantire.
Mi chiedo se il Ministro Sacconi abbia mai letto la Convenzione di Oviedo e se non renda ridicoli tutti noi, visto anche quanto affermato dal sottosegretario Roccella circa la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei disabili, quando proprio alla disabile Eluana si nega il diritto al rispetto della propria volontà, come sancito dalla magistratura.
Sarebbe veramente auspicabile - lo chiedo con forza, a gran voce e un po' di solerzia - considerare anche le tante vittime sul lavoro: si tratta di oltre tre omicidi al giorno, vite che non scelgono di andare a morire, ma che vogliono vivere. Dal Ministro apprendiamo invece che si sceglie la strada dell'ennesima proroga dell'applicazione della legge: ciò non è certamente a favore della vita. Oggi, ancora, un giovane immigrato di 23 anni, a Vicenza, è morto sul lavoro, due sono morti ieri e tanti altri, tanti che sono oltre mille.
Chiedo, pertanto, al Presidente di farsi portavoce presso il Ministro. Chiediamo coerenza e responsabilità: ne è giunto veramente il momento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Hanno chiesto la parola anche gli onorevoli Vignali, Polledri ePag. 105Compagnon. Preciso, in merito alla prosecuzione dei lavori, che la sospensione era prevista solo per permettere di defluire dall'Aula, per riprendere immediatamente con la discussione generale congiunta del disegno di legge finanziaria e del disegno di legge di bilancio. Visto che ci sono alcuni colleghi che desiderano intervenire a fine seduta sull'ordine dei lavori, non sospenderemo la seduta. Al termine degli interventi inizieremo la discussione generale congiunta del disegno di legge finanziaria e del disegno di legge di bilancio di previsione, così come stabilito dalla Conferenza dei Presidenti di gruppo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, in merito alle parole che ha appena pronunciato la collega Codurelli, vorrei far notare che da nessuna parte della nostra Costituzione è sancito il diritto ad essere uccisi o a suicidarsi che, peraltro, è un'attività condannata anche dal codice penale. Quanto ha compiuto ieri l'altro il Ministro Sacconi credo che, al contrario, debba avere tutto il nostro plauso (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) dal momento che le nostre strutture sanitarie sono fatte per curare e non per uccidere. È per questo che il Ministro Sacconi ha fatto bene a comportarsi in questo modo. Il diritto della persona è rispettato quando lo si rispetta integralmente, dall'origine alla morte naturale, e non in altro modo. Mi dispiace che l'onorevole Codurelli abbia usato queste parole, ma la invito sinceramente a rileggersi la nostra Costituzione e, possibilmente, anche il codice penale (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, non ho capito bene a cosa si riferisse l'onorevole Codurelli poiché ha parlato di Eluana Englaro, della legge europea sui diritti e poi, ancora, delle morti sul lavoro. Penso che siano tutti temi importanti che devono essere affrontati dalle Commissioni competenti e non riesco a capire quale sia il richiamo a provvedimenti o interrogazioni che abbia presentato.
Piuttosto vorrei soffermarmi, onorevole Presidente, visto che lei è stato attento testimone negli ultimi mesi di questo mio appassionato richiamo, a chiedere, per l'ennesima volta, tramite lei, al Ministro degli affari esteri di palesarsi. Ormai siamo arrivati a Natale, sono passati quattro mesi; vogliamo solamente confortarci con lui e rafforzare la sua azione sullo scacchiere africano. Ha iniziato a fare molte cose positive e pensiamo che, come accade negli altri Paesi europei, un dibattito possa contribuire a dare ancora più forza al nostro Governo, ad esempio, negli annunciati interventi con maggiori dislocazioni di forze nel Darfur o in Somalia, e nell'intenzione (che oramai è rimasta solo della Francia e a quanto pare anche, auspicabilmente, del Governo italiano) di inviare una forza di intervento per portare la pace in Congo.
Tutto questo in un contesto che si fa ogni settimana più inquietante e non a caso i giornali internazionali aprono ormai da una settimana sul disastro in Zimbabwe e sulla necessità che viene portata avanti dai Paesi europei e dalla stessa ONU di intervenire anche lì per salvare la popolazione colpita dalla carestia e dall'infezione della malaria.
Eppure, dopo tutto questo, siamo ancora in attesa, onorevole Presidente, che il Ministro degli affari esteri, o se non lui almeno il suo sottosegretario, si palesino in quest'aula. Francamente dopo cinque mesi ciò mi sembra inaccettabile. Può andare bene tutto, si può anche ritardare ad intervenire di qualche settimana, però è inaccettabile che da settembre a dicembre non si mostri un solo gesto di attenzione davanti a richieste che si moltiplicano, non per cocciutaggine, ma perché la situazione continua ad aggravarsi.Pag. 106
Mi rimetto a lei: spero che lei si faccia sentire nei confronti del Governo e del Ministero degli affari esteri in particolare.
Mi lasci solo aprire un'ultima parentesi: sono sessanta giorni che al Parlamento non è stata data neanche una minima notizia - nessuno di noi pretende di sapere cosa stia succedendo - ma neanche la minima notizia sulle sue due suore rapite. Nel contesto che ho descritto questa «ciliegina» mi sembra renda ancora più incomprensibile l'atteggiamento dell'Esecutivo nei confronti dell'Assemblea e del Parlamento. (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro, di deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Lega Nord Padania).

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, vorrei intervenire brevemente per sollecitare la risposta all'interrogazione a risposta scritta n. 4-01162 presentata dal collega Mannino (si renda conto della pochezza della richiesta: non entro nel merito delle ristrettezze del dibattito che ci sono in questa Aula dove non si risponde praticamente neanche alle interrogazioni) riguardante le iniziative che intende prendere il Governo nei confronti delle aziende che, pur avendo ottenuto dei finanziamenti sono impossibilitate a dar corso al previsto incremento occupazionale e conosciamo quali sono le difficoltà occupazionali per la crisi economica in questo momento.
Parliamo, pertanto, di un'interrogazione a risposta scritta, che è lo strumento più semplice che un parlamentare può utilizzare, presentata ormai da mesi, ed è quindi difficile poter pensare che non si possa e non si debba dare una risposta.
È questa la sollecitazione che le rivolgo, signor Presidente, affinché venga data almeno una risposta scritta.

PRESIDENTE. Onorevole Compagnon, la Presidenza solleciterà la risposta da lei richiesta.

MASSIMO POLLEDRI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per ricordare all'onorevole Codurelli che la decisione del Ministro Sacconi è stata collegiale, di tutto il Ministero. Per cui ad annunciare tale decisione sono stati anche i due sottosegretari, tra cui la sottosegretaria Martini della Lega.
Sono abbastanza stupito, però, che in quest'Aula trovi posto questo tono così recriminatorio e in qualche modo preoccupato in merito all'applicazione di un Trattato dell'ONU inerente ai diritti dei disabili. Infatti, la determinazione del Ministro Sacconi fa riferimento all'articolo 25 di tale Trattato, quindi ai diritti dei disabili, e sostiene semplicemente che l'acqua, l'idratazione e la nutrizione sono diritti inalienabili e che la loro sospensione è un atto di discriminazione. Da una forza politica che ha fatto del diritto di cittadinanza uno dei momenti fondamentali non ci si può aspettare di restringere il diritto di cittadinanza e non consentire all'essere umano, individuo, grave disabile, Eluana, di poter partecipare a questa parte di cittadinanza. Credo che tale fatto costituirebbe un grave atto discriminatorio. Pertanto, rivolgo il mio plauso personale (ma credo che esso provenga anche da parte del gruppo) al Ministro Sacconi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

Discussione congiunta dei disegni di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009) (A.C. 1713-B); Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 (e relative note di variazioni) (A.C. 1714-B) (Approvati dalla Camera e modificati dal Senato).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei disegni diPag. 107legge, già approvati dalla Camera e modificati dal Senato: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009); Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 (e relative note di variazioni).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 15 dicembre 2008.

(Discussione congiunta sulle linee generali - A.C. 1713-B e 1714-B)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione congiunta sulle linee generali.
Avverto che il Presidente del gruppo parlamentare Partito Democratico ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, su sollecitazione dei membri della Commissione bilancio è intervenuta, credo, un'intesa tra i gruppi per ordinare i nostri lavori in modo differente rispetto a quanto preventivato, in modo da svolgere, sostanzialmente, la discussione generale congiunta nella giornata di domani mattina, proprio all'inizio della seduta, e successivamente procedere alle votazioni sui pochi emendamenti presentati.
Naturalmente l'organizzazione dei lavori può anche in qualche modo prevedere (questa è la proposta del presidente) lo svolgimento delle relazioni da parte del relatore e, eventualmente, dell'intervento del Governo, questa sera. Il prosieguo della discussione, con gli interventi dei colleghi deputati, si potrebbe svolgere nella mattinata di domani, con, a seguire, le repliche. Questa è la mia proposta, se il Presidente e i gruppi convengono potremmo procedere in questo modo.

PRESIDENTE. Onorevole Giorgetti, come lei ha giustamente sottolineato vi è un programma dei lavori deciso dalla Conferenza dei presidenti di gruppo. Lei ha fatto una proposta e per accedere a tale proposta devo verificare se vi è l'accordo unanime da parte di tutti i gruppi.
Prendo atto che i rappresentanti dei gruppi parlamentari Unione di Centro, Partito Democratico, Italia dei Valori, Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e i rappresentanti delle componenti politiche del gruppo Misto non sollevano obiezioni.
Non essendovi obiezioni in ordine alla proposta presentata dal presidente Giorgetti, accogliamo tale proposta e stabiliamo di svolgere le relazioni dei due relatori e l'eventuale intervento del rappresentante del Governo e di rinviare il seguito della discussione congiunta dei disegni di legge a domani mattina, stabilendo sin da ora che l'orario di inizio della seduta è alle ore 9.
Il relatore sul disegno di legge n. 1713-B, onorevole Giudice, ha facoltà di svolgere la relazione.

GASPARE GIUDICE, Relatore sul disegno di legge n. 1713-B. Signor Presidente, sarò breve nella mia relazione, considerato che il Senato ha leggermente accresciuto la legge finanziaria così come uscita in prima lettura dalla Camera, portando i 43 commi approvati dalla Camera nella prima lettura ai 50 commi dell'articolo 2 che ci perviene dal Senato.
I commi aggiunti sono quelli dal 44 al 50. Il comma 44 non fa altro che, relativamente alla vicenda delle risorse del FAS, prevedere che la relazione da parte del Governo alle Commissioni permanenti competenti per i profili finanziari vada fatta anche per l'esercizio in corso 2008.
I commi 45 e 46 intervengono sul fondo per la valorizzazione e la promozionePag. 108delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale istituito presso la Presidenza del Consiglio dall'articolo 6, comma 7, del decreto-legge n.81 del 2007.
Il comma 47 prevede la definizione, con decreto del Ministero dell'istruzione - era già un impegno che il Governo aveva assunto con un ordine del giorno in occasione della prima lettura -, dei criteri per la distribuzione alle regioni delle risorse finanziarie (120 milioni con apposito emendamento al disegno di legge di bilancio) per la realizzazione del programma di interventi in materia di istruzione, entro trenta giorni dall'entrata in vigore della legge finanziaria.
Il comma 48 dispone la non applicazione agli enti locali delle sanzioni previste in caso di mancato rispetto del Patto di stabilità per alcuni comuni virtuosi in relazione alle spese dei nuovi interventi infrastrutturali. I commi 49 e 50 intervengono sull'assetto organizzativo della raccolta in rete fisica dei giochi e delle scommesse.
L'articolo 3, che viene aggiunto sempre nella lettura del Senato, riguarda gli strumenti finanziari derivati da parte degli enti territoriali.
Per quanto riguarda le tabelle, che nella lettura presso la Camera erano previste dall'articolo 3 e che con la lettura del Senato sono previste dall'articolo 4, il Senato ha modificato l'ammontare delle tabelle A e B relative ai fondi speciali, sia in quanto ha utilizzato le risorse a copertura degli oneri recati dalle nuove disposizioni introdotte nell'articolato, sia a seguito di emendamenti compensativi all'interno delle tabelle e tra le tabelle stesse recanti nuove finalizzazioni. La tabella C è stata interessata da un unico emendamento, che sostanzialmente dà attuazione all'articolo 28 del decreto-legge n.112 del 2008.
Credo che in questa maniera la legge finanziaria abbia mantenuto il suo aspetto di grande novità, perché è estremamente semplice e riportata nel triennio. Credo che avendo illustrato le novità introdotte dal Senato, posso considerare conclusa la mia relazione introduttiva.

PRESIDENTE. Il relatore sul disegno di legge n.1714-B, onorevole Moroni, ha facoltà di svolgere la relazione.

CHIARA MORONI, Relatore sul disegno di legge n. 1714-B. Signor Presidente, la ringrazio, anche per l'enfasi con cui mi ha dato la parola!

PRESIDENTE. In un'Aula così piena non può esserci altro che un'enfasi che riempia quest'Aula!

CHIARA MORONI, Relatore sul disegno di legge n. 1714-B. In un'Aula così piena cercherò di essere molto sintetica rispetto alle modifiche che l'esame del Senato ha apportato al bilancio di previsione per il 2009 e a quello pluriennale. Nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze le risorse destinate alle spese di organizzazione e funzionamento, nonché alle spese riservate per il sistema di informazione e sicurezza della Repubblica, sono state spostate dalla missione 25 «Fondi da ripartire» alla missione 5 «Ordine pubblico e sicurezza», in un nuovo programma «Sicurezza democratica», senza tuttavia variarne gli importi, che rimangono di 565,7 milioni di euro.
Una variazione in diminuzione riguarda l'UPB relativa agli organi costituzionali. In particolare, si tratta di una riduzione di stanziamento per la Presidenza della Repubblica, portando l'ammontare degli stanziamenti per il 2010 e il 2011 allo stesso livello di quelli previsti per il 2009 che non sono variati. È stato, inoltre, approvato un emendamento finalizzato alla corretta allocazione delle risorse relative alle assunzioni di personale da parte della Corte dei conti, dell'Avvocatura generale dello Stato e del Consiglio di Stato, riequilibrando le dotazioni di spesa.
Nella tabella 5 relativa allo stato di previsione del Ministero della giustizia sono state aumentate di 18,2 milioni diPag. 109euro le risorse destinate all'Amministrazione penitenziaria e di 300 mila euro le risorse per la giustizia minorile, al fine di ricollocare la quota di risorse confluite sul fondo sanitario nazionale relative all'assistenza sanitaria per gli istituti penitenziari ubicati nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome. L'intervento viene effettuato in attesa del recepimento della direttiva nazionale negli statuti delle predette regioni relativa al trasferimento delle funzioni in materia di sanità penitenziaria.
Per quanto riguarda lo stato di previsione del Ministero degli affari esteri, sono state aumentate di 8 milioni di euro le risorse destinate agli italiani nel mondo. In particolare, 6 milioni sono destinati alle spese per la tutela e l'assistenza dei connazionali e delle collettività italiane all'estero e dei cittadini dell'Unione europea nei Paesi terzi, nonché provvidenze in favore dei profughi italiani e 2 milioni sono contributi in denaro, libri e materiale didattico e relative spese di spedizione ad enti, associazioni e comitati per l'assistenza educativa, scolastica, culturale, ricreativa e sportiva dei lavoratori italiani all'estero e delle loro famiglie.
Di questi 8 milioni, 7 sono una redistribuzione interna al Ministero degli affari esteri e un milione viene invece dal fondo di riserva per le spese obbligatorie e d'ordine. Infine, un emendamento ha destinato 120 milioni di euro per la realizzazione delle misure relative al programma di interventi in materia di istruzione. Le risorse sono state allocate nel capitolo 1299/UPB 1.10.2 di nuova istituzione, nell'ambito del programma «Interventi in materia di istruzione», missione «Istruzione scolastica, nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, università e ricerca».
Secondo quanto stabilito dall'articolo 2, comma 47, del disegno di legge finanziaria 2009 tali risorse saranno ripartite tra le regioni con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro degli affari regionali e del Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza Stato-regioni. Alla copertura dell'onere si provvede a valere sul Fondo di riserva per le spese obbligatorie e d'ordine (questo per rispondere ad un impegno assunto anche alla Camera in materia di scuola paritaria).
La seconda nota di variazioni, recependo le modifiche al disegno di legge finanziaria disposte dal Senato, interessa anche gli stati di previsione del Ministero dell'ambiente relativamente al finanziamento dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e alla soppressione degli enti in esso confluiti, e del Ministero delle politiche agricole, relativamente al finanziamento dell'UNIRE, disposto dal decreto-legge n. 149 del 2008 (cosiddetto decreto giochi), che viene novellato dal disegno di legge finanziaria prevedendo un analogo finanziamento del CONI.
È stata, infine, introdotta una modifica al testo del disegno di legge di bilancio, aggiungendo il programma «Protezione sociale per particolari categorie» nella missione «Diritti sociali, politiche sociali e famiglia» tra i fondi che possono essere ripartiti, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, fra gli stati di previsione delle varie amministrazioni statali.
Le modifiche introdotte dal Senato non hanno determinato alcuna modifica sul saldo netto da finanziare, né sul ricorso al mercato. È invece migliorato di un milione di euro il risparmio pubblico passando da 12.747 a 12.748 milioni di euro. Infatti, alle maggiori entrate tributarie determinate dall'incremento del prelievo erariale unico sulle somme giocate con apparecchi per il gioco lecito collegati alla rete telematica dei monopoli di Stato, corrisponde un incremento delle spese correnti di 199 milioni e di un milione delle spese in conto capitale.
Concludendo, signor Presidente, vale la pena di notare - come del resto ho fatto nella relazione in Commissione - che a proposito della seconda nota di variazione (mi riferisco all'esame dei disegni di legge di bilancio e finanziaria al Senato e alla Camera) sarebbe interessante per il Parlamento - ovviamente non immediatamente,Pag. 110ma nei primi mesi del 2009 - avere una relazione rispetto all'andamento della finanza pubblica e all'influenza su di essa e sul bilancio di una serie di decreti collegati che sono in corso di approvazione da parte del Parlamento e che hanno evidentemente degli effetti finanziari (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Il seguito della discussione congiunta è rinviato alla seduta di domani. Sospendo brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 20,55, è ripresa alle 21,20.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Con riferimento all'organizzazione dei nostri lavori i rappresentanti di tutti i gruppi hanno convenuto che nella seduta di domani, dopo il seguito della discussione generale sui disegni di legge finanziaria e di bilancio, si proceda all'esame dei disegni di legge di ratifica già previsti all'ordine del giorno, nonché all'esame del disegno di legge di ratifica dell'Accordo tra la Comunità europea e il Tagikistan.
Si procederà successivamente all'esame degli articoli dei disegni di legge finanziaria e di bilancio e, infine, all'esame di documenti in materia di insindacabilità. L'organizzazione dei tempia relativa al disegno di legge di ratifica dell'Accordo tra la Comunità europea e il Tagikistan è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Venerdì 19 dicembre 2008, alle 9:

1. - Seguito della discussione congiunta dei disegni di legge (per il seguito della discussione sulle linee generali):
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009) (1713-B).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 (e relative note di variazioni) (1714-B).
(Approvati dalla Camera e modificati dal Senato)
- Relatori: Giudice, sul disegno di legge 1713-B e Moroni sul disegno di legge 1714-B.

2. - Discussione dei disegni di legge:
S. 1074 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione basata sull'articolo K3 del Trattato sull'Unione europea, relativa alla mutua assistenza ed alla cooperazione tra le Amministrazioni doganali, con allegati, fatta a Bruxelles il 18 dicembre 1997, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (Articolo 79, comma 15) (Approvato dal Senato) (1927).
- Relatore: Picchi.
S. 1128 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America in merito alla conduzione di «ispezioni su sfida» da parte dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, ai sensi della Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione, immagazzinaggio ed uso di armi chimiche e sulla loro distruzione, fatto a Roma il 27 ottobre 2004 (Articolo 79, comma 15) (Approvato dal Senato) (1928).
- Relatore: Zacchera.Pag. 111
S. 1132 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione sull'Istituto forestale europeo, fatta a Joensuu il 28 agosto 2003 (Articolo 79, comma 15) (Approvato dal Senato) (1930).
- Relatore: Corsini.
Ratifica ed esecuzione del Protocollo di adesione al Trattato del Nord Atlantico della Repubblica di Croazia, e del Protocollo di adesione al Trattato del Nord Atlantico della Repubblica di Albania, firmati a Bruxelles il 9 luglio 2008 (Articolo 79, comma 15) (1908).
- Relatore: Stefani.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato e di cooperazione tra le Comunità europee ed i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Tagikistan dall'altra, con allegati e Protocollo, fatto a Lussemburgo l'11 ottobre 2004 (Articolo 79, comma 15) (Approvato dal Senato) (1931).
- Relatore: Migliori.

3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 (e relative note di variazioni) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1714-B).
- Relatore: Moroni.

4. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1713-B).
- Relatore: Giudice.

5. - Discussione di documenti in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione:
Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Luigi Pepe, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 2-A).
- Relatore: Pionati.
Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato La Loggia (Doc. IV-ter, n. 3-A).
- Relatore: Brigandì.
Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del senatore Giovanardi, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 5-A).
- Relatore: Brigandì.
Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Vittorio Sgarbi, deputato nella XIV legislatura (Doc. IV-ter, n. 6-A).
- Relatore: Sisto.
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del senatore Maurizio Gasparri, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 3).
- Relatori: Paolini, per la maggioranza e Ferranti, di minoranza.
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Franco Cardiello, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 5).
- Relatore: Pionati.
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del senatore Fabrizio Morri, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 6).
- Relatore: Aniello Formisano.Pag. 112
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del senatore Maurizio Gasparri, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 7).
- Relatore: Paniz.
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Katia Bellillo, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 8).
- Relatore: Samperi.

La seduta termina alle 21,25.

TESTO INTEGRALE DEGLI INTERVENTI DEI DEPUTATI LUCIA CODURELLI ED ELISA MARCHIONI SUL COMPLESSO DEGLI EMENDAMENTI RIFERITI AL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 1961

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, a poco più di sette mesi dall'inizio della XVI legislatura l'agricoltura torna ad essere al centro del dibattito parlamentare, perché è un settore in grande difficoltà ed anche per le promesse spese in campagna elettorale da parte della destra (risolveremo i problemi dell'agricoltura: questo era il proclama perché i fatti ci dimostrano ben altro).
Credo che in questi giorni abbiamo la testimonianza evidente di quanto l'agricoltura italiana sia estranea dall'azione politica di questo Governo come ben dichiarato dal collega Carra venerdì scorso durante la discussione generale. Ma giustamente ha anche affermato, e condivido, che proprio estranea del tutto non lo è stata, grazie evidentemente ai pesanti tagli di cui è stata oggetto in questi mesi.
Nella legge finanziaria abbiamo registrato un taglio agli stanziamenti di circa il 25 per cento e una contrazione delle spese per gli investimenti di circa il 40 per cento.
È evidente che questi dati sono la conferma - ho già avuto modo di dirlo in quest'Aula proprio nel dibattito sulla legge finanziaria - della devastazione prodotta dalla destra ai danni dell'agricoltura.
Le proteste dei giorni scorsi di migliaia di imprenditori agricoli a Roma, in molte città italiane, rappresentano un segnale dello stato di pesante crisi del comparto.
La difficoltà è reale, i numeri preoccupano, le aziende stanno producendo in perdita e sono ormai decine di migliaia quelle a rischio di chiusura. È assai probabile - come già ricordavano i colleghi - che ci sia un calo dell'occupazione che può andare anche oltre il 10 per cento. Non parliamo poi delle aziende familiari che sono tante.
Questa situazione sta mettendo a rischio un intero sistema economico, vi è una disattenzione nei confronti del sud del Paese, ma questo dato lo ritroviamo anche nei confronti del nord. Certo, è vero, le cause sono di ordine più generale, ma proprio per questa ragione /non servono politiche una tantum, o peggio ancora, provvedimenti dannosi per l'agricoltura da parte di questo Governo che si aggiungono ad una crisi di sistema più generale.
Di fronte ad una crisi di queste dimensioni servono politiche, in questo settore come per gli altri, che mettano davvero al centro la questione agroalimentare con una proposta seria ed organica. Invece l'unica proposta che la destra ha formulato e praticato sono dei tagli paurosi all'agricoltura, aggiungendo danno a quello già prodotto da una crisi di ordine più generale, rappresentata da un forte calo dei consumi e dalle difficoltà, da parte delle nostre imprese, a reggere una fortissima competizione internazionale. Non capisco francamente in quali luoghi il Ministro si rechi a visitare le aziende e quali imprenditori stia incontrando per non raccogliere questo allarme. Forse davvero valeva la pena, come già ricordato, incontrare quegli imprenditori che qualche settimana fa hanno protestato davanti a Montecitorio.
Il PD ha proposto misure di sostegno alla crisi del settore suinicolo: 2 milioni di euro per l'anno in corso, 6 milioni di euro per l'anno prossimo. Ha proposto un emendamento relativo al sostegno dell'imprenditoriaPag. 113giovanile e femminile: 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011.
Penso sia possibile convenire che la strada intrapresa da tanti giovani e tantissime donne sia assai ardua e impegnativa, ma nel contempo rappresenta una scelta che, contrariamente a quanto comunemente si pensi, ritengo sia lungimirante e possa arricchire una progettualità di grande respiro socio-economico di cui il nostro Paese ha assoluto bisogno.
Mi spiego. In questi ultimi decenni non siamo riusciti ad articolare una politica industriale complessiva degna di questo nome, capace di supplire alla dismissione di alcuni grandi settori produttivi, quali la siderurgia e la chimica di base, e capace anche di condurci con una visione strategica verso attività innovative, quali l'informatica, la ricerca e l'applicazione di prodotti della bioingegneria, e così via. Mentre nel contempo masse enormi di risparmio non sono state impiegate al sostegno dell'economia reale, ma indirizzate ad un mercato finanziario speculativo e devastante, le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
In questo quadro sconfortante non ne ha tratto certo giovamento il settore agroalimentare, che è stato colpevolmente mortificato e ridotto ad una entità residuale nel contesto economico del Paese. Questo a fronte di una capacità professionale di antichissima tradizione e di una collocazione geoambientale tali da soddisfare le esigenze più diverse.
Pensiamo a cosa può rappresentare oggi in Italia il sostegno all'imprenditoria nel settore agroalimentare, assumendo, ovviamente, come prioritario l'obiettivo di giocare un ruolo forte nel contesto dell'Unione europea.
Puntare sul settore primario significa: rilanciare l'economia in aree importanti del nostro territorio nazionale, là dove gli insediamenti industriali non hanno conseguito i risultati attesi e che ora necessitano di riconversioni strutturali; riequilibrare la bilancia degli scambi agroalimentari; riqualificare terreni che hanno subito un lento degrado perché aspiravano ad ospitare insediamenti urbani non più realizzabili; attivare formazione e ricerca nel settore per rilanciare prodotti tradizionali e immettere nella filiera agroalimentare prodotti innovativi, entrambi con caratteristiche di qualità e genuinità certificate; contribuire con le attività agricole e forestali alla manutenzione dei suoli (prevenzione dei dissesti tanto frequenti nel nostro Paese), alla conservazione del paesaggio agrario di grande valore culturale e ambientale, ad un robusto sostegno alla sostenibilità ambientale, nonché alla produzione di energie rinnovabili (biomasse, biogas).
Probabilmente, tra le motivazioni che spingono dei giovani a fare questa scelta, c'è pure una forte componente ideale e di qualità della vita, che per le mie origini contadine ben comprendo e condivido ma che devono essere supportate per il coraggio che dimostrano. Anche con la sperimentazione della filiera corta che va sostenuta per più ragioni, di risparmio per le famiglie ma anche per la nostra salute e per l'ambiente tutto, anche perché potrebbero essere un modo per ridurre il riscaldamento a tutela dell'ambiente.
Inoltre i giovani oggi sono la speranza per l'agricoltura di montagna, almeno quella priva di forti risorse turistiche, che subisce da tempo una lenta erosione di popolazione residente e, quindi, di attività produttive: ciascuno dei due fenomeni alimenta l'altro. Una politica di contrasto, volta a fermare le persone o quanto meno a trattenere i residenti, incontra ostacoli, tra l'altro, nel frazionamento delle proprietà montane e nella notevole quantità di terreni incolti e inutilizzati. Queste terre potrebbero essere utilizzate (specie con il supporto di incentivi, molti dei quali già previsti), se fosse possibile però affidarle a persone che si impegnino a coltivarle, a insediarvi allevamenti, a installarvi piccole o medie attività produttive, delle quali la montagna ha grande bisogno. Occorrono però strumenti legislativi per fare tutto ciò, la sfida sta qua anche per il nostro territorio e la cura dell'ambiente È quindi necessario intervenire con apposite norme di legge a favore delle zone montane.Pag. 114
Occorre fare molto di più in questa direzione ma nulla è contenuto in questo provvedimento, significa non cogliere, non rispondere alla richiesta nuova che è in corso che significa risparmio e nel contempo valorizzazione dei nostri territori con la salvaguardia ambientale di cui tanto abbiamo bisogno.
Invece ci troviamo ancora con le quote latte, un tema che va trattato con delicatezza.
Sappiamo benissimo che all'interno della maggioranza esistono posizioni profondamente diverse tra la Lega ed il Popolo della Libertà, in particolare la componente di Alleanza Nazionale.
Il testo finale del compromesso raggiunto in sede europea afferma che questo incremento servirà per compensare coloro i quali non hanno rispettato la legge.
Questo accordo, se così è, ancora una volta premia chi non ha rispettato le regole a scapito di chi invece lo ha fatto e oggi si sente ancora una volta beffato, posizione per quanto ci riguarda inaccettabile, che aumenta ancora di più la sfiducia verso le Istituzioni e non va in quell'ottica che dicevo prima, che è quella dell'aiuto all'agricoltura per la salvaguardia del nostro territorio.
No, in questo modo si invia un messaggio negativo che è quello che delle regole non importa nulla! Atteggiamento gravissimo, per sistemare qualcuno le regole si possono stracciare.
Questo punto è una delle criticità più forti contenute nel provvedimento, oltre a quelli citati prima della mancanza di coraggio di andare oltre alla solita politica agricola, i problemi dell'agricoltura non hanno ricevuto risposte concrete, soprattutto sul fronte di una riduzione degli alti costi produttivi e dei pesanti oneri sociali a carico delle imprese agricole. La Commissione bilancio è stata costretta ad evidenziare l'insufficiente copertura finanziaria di alcune misure.
Con questo provvedimento, il Governo dichiara di porsi l'obiettivo di rilanciare il settore agroalimentare, nel quale i redditi sono cresciuti in Europa del 15 per cento e in Italia sono diminuiti del 3 per cento con grave danno alla produzione ed alla salvaguardia dei livelli occupazionali. I costi sono praticamente triplicati ed i redditi sono ormai in caduta libera, in coda tra i Paesi europei. Si allarga, invece, la forbice tra prezzi al consumo e prezzi all'origine, con gravissimo danno per i produttori e per i cittadini consumatori.
Questo provvedimento, inoltre modifica in negativo alcune disposizioni contenute nelle leggi finanziarie 2007 e 2008, del precedente Governo Prodi, contiene misure totalmente insufficienti per il rilancio del comparto. Per le imprese si prospetta, infatti, un futuro molto difficile e con il rischio di un ulteriore aggravamento della situazione.
Il decreto-legge, così com'è stato licenziato dal Senato, denota un deficit di carattere struttural-normativo, in quanto difetta della organicità e della sistematicità che una materia così importante richiederebbe.
Molte delle misure adottate risultano slegate logicamente tra di loro e quasi mai emerge una coerenza di intenti e una unitarietà di obiettivi. La mancanza in questo decreto-legge di un impianto normativo solido, organico e in grado di fornire risposte efficaci al settore è particolarmente grave, se consideriamo anche i pesanti tagli contenuti nel disegno di legge finanziaria per il 2009 e dal decreto-legge n. 112 del 2008, sì il famigerato n. 112, che non ha risparmiato nessun settore, proprio nessuno.
Ci sono problematicità di particolare rilievo: prima parlavo di aiutare chi resta in montagna e invece, come ha evidenziato la Commissione bilancio, queste problematicità trovano coperture insufficienti, rappresentano una goccia nel deserto, soprattutto per la grave crisi economica e sociale in cui versa il settore. Prolungare soltanto di un trimestre le agevolazioni contributive è una presa in giro, soprattutto per quelle imprese che avevano già aderito, con grande sacrificio, all'operazione di ristrutturazione dei debiti INPS, regolarizzando la propria posizione. Dal 1o aprile 2009, a norma dell'articolo 1-ter di questo provvedimento, gli aumenti saranno considerevoli e per le aziende chePag. 115già operano in condizioni di difficoltà produttiva le prospettive si fanno quanto mai drammatiche.
Per queste brevi considerazioni che ho svolto, mi appello affinché i nostri emendamenti vengano accolti al fine di poter migliorare il provvedimento in esame.

ELISA MARCHIONI. Signor Presidente, oggi è all'esame dell'aula della Camera il provvedimento che reca il titolo «Misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare». Viene da pensare a quanta aspettativa abbia potuto suscitare un simile titolo negli operatori di un settore che merita attenzione e che vive una crisi che le cifre raccontano chiaramente: a fronte di una crescita di redditività del settore fino al 15 per cento in Europa, in Italia il comparto agroalimentare ha perso invece redditività intorno al 3 per cento. Un calo più evidente in alcune zone d'Italia, meno in altre: un calo che però chiede di guardare a questo settore come ad un comparto che produce molte eccellenze del nostro made in Italy ma che risente della crisi, che va sostenuto, incoraggiato e aiutato a superare questo momento di difficoltà.
Anche gli acquisti di generi alimentari da parte della famiglie italiane sono in calo: è il segnale che la crisi ha toccato profondamente il tessuto economico del nostro Paese. La politica, noi tutti insieme, maggioranza e opposizione, non possiamo fare come se così non fosse: non possiamo ignorare questi segnali. La crisi tocca le famiglie, e tocca tutti i settori produttivi, nessuno escluso.
Il decreto che stiamo esaminando non risponde però all'esigenza di tutela e sostegno che l'economia chiede e si rende indispensabile per i settori di cui oggi ci occupiamo. Manca infatti di una strategia complessiva, strutturale; e se alcuni provvedimenti sono condivisibili - alcuni addirittura necessari per le sollecitazioni che ci vengono dall'Unione europea -, presenta l'evidente limite di un inadeguato approccio complessivo a problemi e difficoltà dei settori che esamina.
Le misure contenute sono disorganiche, mancano di un quadro complessivo della situazione, e affrontano singole e specifiche situazioni ignorandone completamente altre. Si parla di vino, si provvede alla produzione di vino in Sicilia, mai di produzione di olio.
Manca delle risorse indispensabili per dare slancio a questi comparti; già impoveriti dopo i tagli del decreto-legge n. 112, e della finanziaria per il 2009, che riduce di 459 milioni di euro su un miliardo e 200mila milioni la dotazione per il Ministero dell'Agricoltura. Un taglio del 25 per cento delle risorse destinate a questi settori che chiedono ali per volare più alto. È di corto respiro una progettualità che si ferma ad un solo anno (o anche meno) ad esempio, per gli sgravi fiscali, quando sappiamo che ogni azienda, per programmare la crescita, l'innovazione, la ricollocazione dei propri prodotti, necessita di una piano di investimenti per più anni. Chi lo farà, che deciderà di crescere e di proporsi sui mercati interni ed esteri con più strumenti, investendo in innovazione, sarà nell'incertezza di non sapere che tipo di supporto potrà avere dallo Stato.
Questo progettazione così 'corta' lascia molto soli i nostri imprenditori, tante volte capaci di realizzare prodotti di altissima qualità con aziende piccole e piccolissime. Li lascia soli a rischiare e mettersi in gioco.
E proprio chi investe sulla qualità è il primo a non trovare le risposte attese nel decreto: io vengo dall'Emilia-Romagna, riconosciuta fra le prime quaranta regioni più avanzate in Europa. È la regione che vanta più marchi di qualità «doc» e «dop» in Italia. I marchi tutelano la garanzia di un'alta qualità del lavoro, tutelano chi li produce e i consumatori, garantiscono la filiera mantenendo la produzione al livello migliore. Quindi, che ci siano più certificazioni e più qualità complessiva credo sia un obiettivo auspicabile per tutto il comparto agroalimentare. Ma mancano nel decreto risorse e incentivi, considerazione ancora più accorata davanti alle notizie di questi giorni, che prospettano la chiusura di 120 piccole aziende impegnate nella produzione caseariaPag. 116nella sola provincia di Reggio Emilia. Ottenere i marchi certificati costa: costa lavorare con qualità, e costa ottenerli, per l'impegno burocratico che richiedono, e per il costo di mantenimento. Anche le poche migliaia di euro che costa il mantenimento annuo delle certificazioni, per le aziende piccole e piccolissime di altissimo livello ma con quantità di produzione limitata, che ad esempio sono presenti sul territorio da cui provengo, la provincia di Rimini, possono rappresentare un problema. Sono molte, inoltre, le aziende nuove gestite da imprenditori giovani che puntano su produzioni innovative e qualificate. Sono cresciuti i riconoscimenti per le produzioni riminesi, la qualità dei vini e dell'olio (la provincia di Rimini produce gran parte dell'olio della regione Emilia Romagna, con una qualità, riconosciuta, molto alta): sono risorse per il territorio che vanno valorizzate e incoraggiate.
Quindi, auspichiamo con forza che siano reperite più risorse per consorzi e aziende per certificarsi, più sostegno per ottenere e mantenere i marchi che qualifichino in modo certo il lavoro di alto livello.
Inoltre, è necessaria una tutela delle caratteristiche e delle peculiarità della produzione italiana anche in sede europea. Il rischio infatti è che venga penalizzata proprio la produzione di qualità. Mi riferisco, ad esempio, al dibattito che è in corso in questo periodo a proposito dell'etichettatura dell'olio. La direttiva europea (1019/2002), che dà facoltà al produttore di indicare la provenienza delle olive da cui è spremuto l'olio, è integrata da quella italiana che obbliga ad indicare la provenienza delle olive e del luogo ove vengono spremute. Per garantire il made in Italy di qualità, occorre chiarezza delle regole, perché non accada che si acquisti un olio extravergine credendolo italiano ed è invece solo spremuto in Italia da olive di provenienza europea. La tracciabilità del prodotto ben evidenziato in etichetta garantisce consumatori e produttori, anche davanti ad allarmi come quelli cui abbiamo assistito in passato, e cui assistiamo in questi giorni, in merito alla pericolosità di carni e prodotti provenienti dall'estero.
A tutela dei consumatori e di una consapevolezza di consumo intelligente che è sempre più diffusa nella società, auspichiamo più sostegno per la valorizzazione dei progetti di consumo a «filiera corta», come i progetti del consumo a chilometri zero, la valorizzazione delle attività dei gruppi di acquisto solidale che acquistano direttamente da aziende del territorio, con un risparmio immediato sui prezzi a fronte di una qualità garantita dalla conoscenza diretta, con una tutela dell'ambiente e una minore spesa in trasporti, con conseguente minore inquinamento. In epoca di allarmi legati alla dubbia provenienza di carni alla diossina, valorizzare queste modalità di acquisto e consumo è collegato a questo aspetto, all'appetibilità dei territorio rurali per gli aspetti di ospitalità turistica e agrituristica, non va sottovalutato l'impatto che potrebbe avere la possibilità di eradicare le vigne in cambio di incentivi. Come per quote latte, anche la produzione di vino è soggetta ad una limitazione comunitaria dopo l'allargamento dell'Unione europea ai nuovi Paesi membri; per diminuire la produzione di vino e non rischiare «sforamenti», a chi dismette le viti sono offerti incentivi di 15/20 mila euro per ettaro. Può essere un'offerta appetibile per chi si trovi di fronte alla crisi e non veda aiuti alternativi, da parte dello Stato. Può essere un guadagno visto come certo e immediato. Ma oltre al mancato guadagno futuro, pensiamo a che impatto può avere una scelta come questa, qualora divenisse diffusa, sul nostro paesaggio: se il nostro Paese, anticamente denominato «l'Enotria», perdesse le colline pettinate dai filari di viti. Pensiamo a che danno per l'ambiente e il paesaggio.
Il settore agroalimentare necessita di strategie di sgravi contributivi; di prorogare il differimento dei termini per i pagamenti come già accade per altri settori. Necessita di maggiore controllo perché non si verifichi un ulteriore allargamento della forbice fra prezzi al consumo e alla produzione.Pag. 117
C'è anche un articolo che nel decreto si occupa del settore della pesca. Siamo favorevoli all'alleggerimento delle procedure burocratiche; con la garanzia che questo non comporti un abbassamento della qualità del lavoro. Bene quindi che non vi sia necessità del certificato che attesta la derattizzazione a patto che questo non si traduca in situazioni in cui non si controlla più la condizione igienica in cui viene conservato il pescato.
Ricordiamo inoltre che le difficoltà del comparto della pesca nascono dai costi elevatissimi del gasolio: a volte si risparmia a non uscire in mare; sarebbe utile provvedere ad incentivi che supportino le barche.
Cito solo per non allungarmi troppo, la crisi del settore suinicolo. Alcune produzioni pregiate della mia regione sono a rischio, e aziende finora prospere e all'avanguardia prospettano licenziamenti e contrazioni dell'attività.
Anche questo settore merita attenzione e specifica copertura.
In conclusione, signor Presidente, sottolineiamo i limiti, le assenze e le omissioni su tante emergenze del settore produttivo primario. Sottolineiamo anche di non condividere il gioco al ribasso, rappresentato dalla depenalizzazione dei reati di frode.
Questi comparti meritano misure complessive di ampio respiro per il credito agrario, la formazione, l'innovazione, le strategie strutturali per consolidare e far crescere questo settore che continuiamo a ritenere strategico per l'apporto che dà alla nostra economia, e per il ruolo che può rivestire nel superamento della crisi economica e sociale del Paese.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI ANITA DI GIUSEPPE E NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 1961

ANITA DI GIUSEPPE. L'Italia dei valori esprimerà un voto di astensione per questo decreto-legge n. 171.
Si sono presi in considerazione alcuni punti che certamente ci convincono relativi alla promozione del sistema agroalimentare italiano all'estero ed alla defiscalizzazione di un contingente di biodisel.
Si è previsto un Programma Sfop (Strumento finanziario di orientamento della pesca).
Non condividiamo, però, la decisione di tenere in vita l'EIPLI (ente per lo sviluppo dell'irrigazione e della trasformazione fondiaria della Puglia, Lucania ed Irpinia) che presenta un'esposizione debitoria altissima, al quale avete destinato la somma di 5 milioni e seicentomila euro. Ente per il quale il precedente Governo Prodi aveva disposto, prima il commissariamento e poi la soppressione.
Con il decreto, non avete predisposto misure, per il rilancio del settore agroalimentare, nonostante il decreto fosse stato organizzato per il raggiungimento di tale obiettivo. Non è stato tenuto in considerazione il complicato momento che sta attraversando l'agricoltura italiana, delle difficoltà che devono superare le imprese agricole del nostro paese, schiacciate dai costi di produzione e da pesanti oneri sociali.
È evidente che di fronte a tale situazione occorre una politica che investi nel settore maggiori risorse, ma purtroppo anche nell'agricoltura sono stati prodotti tagli, anche su di essa si è posata la forbice di Tremonti. E inutile ascoltare in Commissione le associazioni di categoria, che riportano la voce degli agricoltori, per poi non prendere in considerazione le loro richieste.
Da loro è pervenuta la richiesta di ristabilire il fondo di solidarietà, del potenziamento della tutela e della competitività dei prodotti a denominazione protetta, dell'estensione del credito d'imposta e dei contratti di filiera nel settore agroalimentare a tutto il territorio italiano e la promozione della produzione di energia elettrica da biomasse.
I tagli indiscriminati non produrranno tutto questo, il decreto offre solo misure che cercano di fermare la crisi, senza un'approfondita analisi della situazionePag. 118nella quale versa l'agricoltura italiana, che ha bisogno, al contrario, di investimenti che scaturiscano da scelte utili a risollevare il settore.
Da una valutazione attenta emerge che nel decreto-legge n. 171 del 2008 in molti punti, le proposte non vanno a vantaggio degli imprenditori agricoli, né tanto meno incidono sui costi di produzione.
In questo senso non si contribuisce a ridare competitività al settore primario in qualità di anello primordiale del settore agroalimentare.
Promuovere l'agricoltura, significa anche porre attenzione all'economia nel suo complesso ed agli interessi dei consumatori, permettendo all'agricoltura stessa di: compensare gli svantaggi legati a fattori ambientali e naturali a cui essa è soggetta rispetto agli altri settori economici; promuovere la gestione e la salvaguardia del paesaggio quale elemento culturale e ricreativo.
Cosa avremmo voluto trovare nel decreto? Risorse per incentivare la competitività delle imprese, per lo sviluppo delle filiere, dei settori agroalimentari e forestali, risorse per incentivare l'innovazione e la ricerca; una politica per incentivare le imprese e che le aiuti a combattere la sfida dell'internazionalizzazione, che favorisca il ricambio generazionale. Si sarebbe dovuta delineare una politica diretta a sostenere una agricoltura imprenditoriale e competitiva.
Lavoro, risanamento e aumento della credibilità del settore, questo chiedono gli addetti ai lavori, ma non mi pare che il decreto dia risposte alle loro richieste.
Avremmo desiderato delle misure rivolte, quindi alla competitività, attenta alle imprese e allo sviluppo. Ci sarebbe piaciuta una manovra forte e non superficiale nell'affrontare i temi importantissimi dell'agricoltura.
E con questo decreto gli agricoltori raccoglieranno davvero poco!
Ci saremmo aspettati risposte concrete per garantire un futuro alla nostra agricoltura. Gli imprenditori agricoli, agricoltori e allevatori, gli imprenditori ittici, sono stanchi di promesse e vogliono fatti.
L'agricoltura italiana è percorsa da una profonda crisi che investe i vari settori, da quello vitivinicolo a quello ortofrutticolo, da quello bieticolo-saccarifero a quello lattiero-caseario.
Per affrontare questa situazione occorrono interventi importanti, scelte strategiche ed invece il Governo si muove ancora nella logica degli interventi d'urgenza, che non riescono a dare risposte capaci di creare panorami positivi per l'agricoltura italiana. Un decreto che prevede interventi urgenti che cercano di rimediare alle conseguenze della crisi, ma che non riescono ad eliminare i motivi della crisi. Agli agricoltori, alle imprese agricole ai lavoratori del settore, grandi lavoratori, abituati a produrre, che meritano una giusta considerazione, che chiedono certezza, il Governo risponde con un decreto che considera solo in parte le loro esigenze.
Ci troviamo di fronte ad un provvedimento emergenziale, che cerca di chiudere qualche buco, ma che non contrasta i problemi dell'agricoltura nel nostro paese. Infine, c'è la difficoltà a trovare le coperture idonee a scelte politiche.
Il mago dell'economia, il Ministro Tremonti cosa ne pensa? È chiaro che la sottrazione di risorse determina, una risposta negativa da parte degli interessati ed accrescerà il loro pessimismo, reazione logica, dovuta alla mancanza di certezze nella quale si trovano ad agire.
È la logica dei provvedimenti tampone ai quali ci ha abituato l'attuale Governo, ormai non ci meravigliamo più!
Con molto senso di responsabilità noi ci asterremo però rileviamo che c'è stata, da parte del Governo, una forte chiusura, nonostante in Commissione agricoltura, e di questo ne faccio merito al presidente della Commissione stessa, si condividano molte scelte che portano al voto unanime.
Vi invitiamo a rileggere in modo approfondito il decreto e a chiedervi che cosa avete offerto all'agricoltura, quali migliorie avete apportato ad un settore così importante dell'economia italiana.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. La fase di recessione che sta colpendoPag. 119l'economia mondiale mette a nudo tutte le criticità e le debolezze del nostro sistema agroalimentare.
Lo scenario è oggi profondamente diverso rispetto a qualche anno fa. Il livello della competizione è cresciuto e nuovi grandi player, come la Cina e l'India, sono diventati protagonisti dei mercati mondiali.
In tale contesto dobbiamo prendere atto come nei primi mesi di Governo i provvedimenti adottati a sostegno del rilancio competitivo del settore sono stati parziali, inadeguati, timidi e senza il coraggio di chi vuole investire.
Nonostante i buoni propositi, gli atti non hanno, pertanto, fornito risposte efficaci alle domande degli agricoltori italiani.
La dimostrazione è stata l'assenza di una strategia politica sul settore all'interno del DPEF e del decreto-legge n. 112, in cui non hanno trovato collocazione interventi per lo sviluppo del comparto, tanto meno sono stati previsti stanziamenti.
Al contrario sono stati operati solo tagli, alcuni significativi in settori strategici per il sostegno alle imprese agricole, per l'innovazione e modernizzazione del settore e per contrastare l'impennata dei prezzi, che contrae il potere di acquisto delle famiglie (problema dei problemi che il Governo deve affrontare in fretta e concretamente) e riduce la domanda, creando le condizioni di una forte depressione economica.
Poi, con la legge finanziaria 2009, tornata in questi giorni in terza lettura alla Camera, sono stati messi a regime esclusivamente alcuni degli interventi richiesti a gran voce dal mondo produttivo.
Le agevolazioni fiscali relative all'aliquota IRAP all'1,9 per cento, la proroga per il 2009 delle agevolazioni per l'acquisto della proprietà coltivatrice e dell'accisa zero per il gasolio utilizzato nelle coltivazioni sotto serra. Provvedimenti importantissimi ma che riprendono, solo o in parte, il percorso avviato dal precedente Governo Prodi.
Arriviamo così al decreto-legge n. 171 sulla competitività del sistema agroalimentare nazionale, che al di là della pomposità del titolo non ha saputo, o potuto, pienamente rispondere alle esigenze del comparto.
Una grande operazione mediatica ha presentato un provvedimento che avrebbe dovuto essere il toccasana dell'agricoltura. In realtà, un provvedimento vuoto e senza concreti strumenti di intervento. Il Governo, tanto per restare in tema, evidentemente voleva fare le nozze con i fichi secchi!
Tutto ciò nel segno di una discontinuità con quanto era stato messo a punto nel corso della precedente legislatura.
Il testo iniziale del decreto si componeva di quattro articoli.
I primi due sul credito d'imposta per iniziative promozionali delle imprese agricole all'estero e sul programma di agevolazione del biodiesel (proroga dell'immissione in consumo e/o di miscelazione al 30 giugno 2009). Il terzo articolo prevedeva un contributo straordinario per EIPLI (Ente per l'irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia) e la proroga di un ulteriore anno dell'attività dell'Ente irriguo umbro-toscano. L'articolo 4, infine, risolveva un'emergenza di carattere finanziario e gestionale riguardante gli interventi cofinanziati dall'Unione europea nel settore della pesca e dell'acquacoltura.
Le modifiche introdotte in prima lettura al Senato sono state solo una goccia nel mare.
È il caso ad esempio del Fondo di solidarietà nazionale (incremento delle risorse al ribasso rispetto alle ultime due leggi finanziarie) e della proroga solo fino al 31 marzo delle agevolazioni contributive agricole nelle zone svantaggiate e di montagna.
In riferimento, poi, a questo ultimo punto, vorrei precisare che si tratta di un intervento limitato nel tempo e nelle risorse assegnate che, tra l'altro, sono state sottratte da importanti provvedimenti a favore del settore agricolo-alimentare; mi riferisco sia al credito d'imposta per gli agricoltori, sia ai certificati di controllo diPag. 120qualità delle produzioni alimentari, sia all'incremento per il Fondo del made in Italy.
Per tutte queste ragioni i deputati del gruppo PD in Commissione agricoltura hanno presentato una serie di proposte emendative con l'obiettivo specifico di attuare, per il settore, una strategia che avesse una prospettiva di medio-lungo termine e che sapesse attivare interventi strutturali e profondi.
Alcuni degli emendamenti presentati sono stati recepiti dalla Commissione agricoltura ed approvati da questa Aula.
Vorrei ricordare, tra gli altri: una nuova disciplina del canone ricognitorio; l'interpretazione autentica in materia di contenziosi con l'INPS, che crea le condizioni per far superare a molte cooperative agricole le difficoltà che hanno caratterizzato questa fase e che favoriranno il rilancio del settore; un intervento per la modernizzazione del settore ittico che favorisce la promozione della filiera; il divieto di attivare più linee produttive negli stabilimenti dedicati alla produzione della mozzarella di bufala campana, al fine di rendere efficace una maggiore tracciabilità; interventi sui piani irrigui e sulla disciplina delle biomasse; misure a sostegno dell'olio d'oliva per rispondere alla grave crisi che sta attraversando il comparto, anche a causa del crollo del prezzo. Tra queste, la realizzazione di una campagna istituzionale di promozione diretta a favorire il consumo dell'olio extravergine di oliva ottenuto a partire da olive prodotte e trasformate nel territorio nazionale.
Questo è il quadro della situazione e noi dobbiamo registrare che sono tante, e con pesanti conseguenze, le ombre, come un fondo di solidarietà dimezzato nelle risorse rispetto alla scorsa legislatura e con una sola annualità rispetto alle tre previste dal centrosinistra e richieste con i nostri emendamenti purtroppo bocciati; e come la proroga, solo fino al 31 marzo delle agevolazioni fiscali previste per gli agricoltori che operano nelle zone svantaggiate, mentre poche sono le luci, come le misure poco prima illustrate. Si tratta di piccoli segnali, comunque, che raccogliamo con speranza, anche perché senza questi due interventi, seppure limitati nel tempo e nelle risorse e sulle quali bisognerà intervenire dopo queste decisioni che riteniamo essere solo tampone, gli agricoltori avrebbero subito penalizzazioni già dalle prossime settimane.
Il dibattito svoltosi in aula, alla continua presenza del ministro, che ringraziamo per l'attenzione, ed il grande senso di responsabilità dimostrato dal gruppo del Partito Democratico sul ruolo centrale e determinante dell'agricoltura, tanto da non aver mai promosso azioni di ostruzione ma solo atteggiamenti positivi e propositivi, dimostrano l'intento comune di rilanciare il comparto, di renderlo più competitivo, eco-sostenibile e multifunzionale. Certo, la strada non è proprio quella giusta, ma noi vogliamo, ancora una volta, lasciare un'apertura di credito politico, nella speranza che i buoni propositi possano in fretta trovare riscontri. Ed è per questo che esprimiamo un voto di astensione sul provvedimento. Una decisione seria e responsabile, che va in una sola direzione, che è quella di guardare agli interessi esclusivi dei produttori ed alla salvaguardia dei livelli occupazionali. Tutto ciò al servizio del bene comune e delle tante famiglie italiane che oggi vivono in condizioni di estrema difficoltà e verso le quali questo Parlamento ha il dovere di dare, nel più breve tempo possibile, risposte vere e non solo belle parole.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEL DOC. IV, N. 3

Doc. IV, n. 3 - Domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Margiotta

Tempo complessivo: 3 ore (*).

Relatore 15 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 28 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 2 ore e 7 minuti
Popolo della Libertà 38 minuti
Partito Democratico 33 minuti
Lega Nord Padania 18 minuti
Unione di Centro 15 minuti
Italia dei Valori 15 minuti
Misto: 8 minuti
Movimento per l'Autonomia 4 minuti
Liberal Democratici - Repubblicani 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 10 minuti per il gruppo di appartenenza del deputato interessato.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DI ULTERIORI ARGOMENTI INSERITI

Ddl di ratifica nn. 1927, 1928, 1930, 1908 e 1931

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 19 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 21 minuti
Popolo della Libertà 23 minuti
Partito Democratico 23 minuti
Lega Nord Padania 11 minuti
Unione di Centro 9 minuti
Italia dei Valori 9 minuti
Misto: 6 minuti
Movimento per l'Autonomia 2 minuti
Liberal Democratici - Repubblicani 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1961 - em. 1.100 417 416 1 209 414 2 69 Appr.
2 Nom. em. 1.101 451 451 226 450 1 68 Appr.
3 Nom. em. 1-bis.3 451 449 2 225 198 251 65 Resp.
4 Nom. em. 1-bis.4 473 473 237 208 265 65 Resp.
5 Nom. em. 1-bis.5 469 469 235 207 262 65 Resp.
6 Nom. em. 1-bis.6 476 476 239 213 263 65 Resp.
7 Nom. em. 1-bis.2 471 471 236 207 264 65 Resp.
8 Nom. subem. 0.1-bis.101.100 468 325 143 163 318 7 65 Appr.
9 Nom. em. 1-bis.101 472 280 192 141 277 3 65 Appr.
10 Nom. em. 1-ter.3, 1-ter.6 470 468 2 235 218 250 65 Resp.
11 Nom. em. 1-ter.5 481 480 1 241 224 256 65 Resp.
12 Nom. em. 1-ter.14 491 490 1 246 230 260 65 Resp.
13 Nom. em. 1-ter.100 486 312 174 157 300 12 65 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2-bis.100 494 489 5 245 483 6 62 Appr.
15 Nom. em. 3.10 498 420 78 211 154 266 62 Resp.
16 Nom. subem. 0.3.103.100 493 491 2 246 472 19 62 Appr.
17 Nom. em. 3.103 493 490 3 246 481 9 62 Appr.
18 Nom. em. 3.4 499 494 5 248 218 276 62 Resp.
19 Nom. em. 3.104 499 496 3 249 492 4 62 Appr.
20 Nom. em. 3.105 494 491 3 246 477 14 63 Appr.
21 Nom. em. 3.106 499 498 1 250 496 2 61 Appr.
22 Nom. em. 3.102 n.f. 490 488 2 245 485 3 61 Appr.
23 Nom. em. 4.100 492 490 2 246 490 62 Appr.
24 Nom. em. 4-ter.1 497 495 2 248 232 263 61 Resp.
25 Nom. subem. 0.4-ter.0100.1 498 498 250 236 262 61 Resp.
26 Nom. articolo agg. 4-ter.0100 499 497 2 249 485 12 61 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo agg. 4-quater.01 507 504 3 253 244 260 61 Resp.
28 Nom. em. 4-quinquies.100 500 498 2 250 489 9 61 Appr.
29 Nom. articolo agg. 4-sexies.0100 505 505 253 503 2 61 Appr.
30 Nom. em. 4-septies.100 496 494 2 248 494 61 Appr.
31 Nom. em. 4-decies.2 509 508 1 255 242 266 61 Resp.
32 Nom. em. 4-undecies.3 511 503 8 252 238 265 62 Resp.
33 Nom. em. 4-undecies.2 496 480 16 241 213 267 60 Resp.
34 Nom. em. 4-undecies.1 495 479 16 240 214 265 60 Resp.
35 Nom. em. 4-undecies.100 489 484 5 243 482 2 61 Appr.
36 Nom. articolo agg. 4-undecies.0100 rif. 497 494 3 248 485 9 61 Appr.
37 Nom. em. 4-duodecies.100 488 487 1 244 479 8 61 Appr.
38 Nom. em. 4-terdecies.101 490 489 1 245 480 9 61 Appr.
39 Nom. subem. 0.4-terdecies.0100.100 493 491 2 246 488 3 60 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo agg. 4-terdecies.0100 n.f. 471 448 23 225 441 7 60 Appr.
41 Nom. subem. 0.4-terdecies.0101.100 492 489 3 245 487 2 60 Appr.
42 Nom. articolo agg. 4-terdecies.0101 n.f. 495 494 1 248 491 3 60 Appr.
43 Nom. Votazione annullata Annu.
44 Nom. odg 9/1961/2 490 483 7 242 211 272 60 Resp.
45 Nom. odg 9/1961/16 497 495 2 248 228 267 60 Resp.
46 Nom. odg 9/1961/20 484 484 243 222 262 60 Resp.
47 Nom. odg 9/1961/25 491 490 1 246 231 259 60 Resp.
48 Nom. odg 9/1961/37 488 468 20 235 210 258 60 Resp.
49 Nom. odg 9/1961/41 495 479 16 240 352 127 60 Appr.
50 Nom. ddl 1961- voto finale 477 265 212 133 258 7 58 Appr.
51 Nom. inserimento articolo 27 Regolam. 462 459 3 342 457 2 57 Appr.
52 Nom. Doc. IV, n. 3-A 454 451 3 226 430 21 57 Appr.