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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 34 di lunedì 14 luglio 2008

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 17,05.

GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 9 luglio 2008.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Crimi, Crosetto, Donadi, Fitto, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Meloni, Miccichè, Mura, Prestigiacomo, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Valducci, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sostituzione di un componente della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Iniziativa centro europea (INCE).

PRESIDENTE. Comunico che, in data 10 luglio 2008, il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della delegazione presso l'Assemblea parlamentare dell'Iniziativa centro europea (INCE) la senatrice Tamara Blazina, in sostituzione della senatrice Rita Ghedini, dimissionaria.

Su un lutto del deputato Paolo Russo.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Paolo Russo è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, e desideriamo rinnovare questa partecipazione ora davanti all'Assemblea e a nome di tutta l'Assemblea.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 692 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (Approvato dal Senato) (A.C. 1366) (ore 17,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica.
Ricordo che nella seduta dell'11 luglio scorso si è conclusa la discussione sulle linee generali e che i relatori e il Governo hanno rinunciato alle repliche.
Avverto che la Presidenza, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, Pag. 2non ritiene ammissibili le proposte emendative già dichiarate inammissibili in Commissione e ripresentate per l'esame in Assemblea. Il relativo elenco è in distribuzione e sarà pubblicato in calce al resoconto della seduta odierna.
Ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7 e dell'articolo 86, comma 1, del Regolamento, la Presidenza non ritiene ammissibili le seguenti ulteriori proposte emendative, non previamente presentate in Commissione: Minasso 4.100 e Maurizio Turco 5.100.
Prima dell'inizio della seduta sono state ritirate alcune proposte emendative: il relativo elenco è in distribuzione e sarà pubblicato in calce al resoconto della seduta odierna.
Avverto, inoltre, che il Governo stamane, con lettera, ha presentato l'emendamento Dis. 1.1 (Vedi l'allegato A - A.C. 1366), interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 92 del 2008 (Vedi l'allegato A - A.C. 1366), preannunziando l'intenzione del Governo di porre la questione di fiducia sul predetto emendamento (Per le modificazioni apportate dal Senato e per le proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge nel testo modificato dal Senato vedi l'Allegato A - A.C. 1366).
La Presidenza ne ha verificato l'ammissibilità: esso ricomprende - oltre al testo approvato dalle Commissioni per l'Assemblea - il testo degli emendamenti 2-bis.500 e 2-ter.500, presentati dal Governo per l'esame in Assemblea e valutati ammissibili dalla Presidenza.
Tale emendamento, il cui testo è in distribuzione, è stato esaminato dal Comitato dei diciotto delle Commissioni affari costituzionali e giustizia. Esso, inoltre, è stato trasmesso ai gruppi e alla Commissione bilancio, che ha espresso il prescritto parere.

(Posizione della questione di fiducia - Emendamento Dis. 1.1 del Governo - A.C. 1366)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro per i rapporti con il Parlamento. Ne ha facoltà.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. A nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti e senza articoli aggiuntivi, dell'emendamento Dis. 1.1, interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 92 del 2008 (A.C. 1366).
Come lei ha ricordato, signor Presidente, l'emendamento, pur essendo interamente sostitutivo, non apporta modifiche al testo esaminato dalle Commissioni e approvato dal Senato tranne che per quelle apportate agli articoli 2-bis e 2-ter. Sono modifiche che erano state preannunciate dal Governo nelle Commissioni competenti e che riprendono gran parte dei temi che sono stati sollevati nel corso dell'esame congiunto delle Commissioni.
Signor Presidente, come è noto l'esigenza di porre la questione di fiducia è dovuta al fatto che il Governo, apponendo queste modifiche, rende necessario un esame da parte dell'altro ramo del Parlamento delle modifiche stesse e dell'intero testo del decreto-legge che scade la prossima settimana. Inoltre, è stato già deciso del calendario dei lavori della Camera dei deputati, deliberato dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, di esaminare in questa settimana anche il decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008, recante disposizioni urgenti relative alla manovra finanziaria.
Pertanto, l'alto numero di emendamenti presentati e la convinzione del Governo che le modifiche apportate con il maxiemendamento vanno nella direzione del dibattito che si è svolto nelle Commissioni e quindi non possono offrire particolari argomenti di polemica o di contrapposizione politica hanno reso necessario porre la questione di fiducia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donadi. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, chiedo la parola per esprimere tutto il disappunto del gruppo dell'Italia dei Valori per la scelta, da parte di questo Governo, Pag. 3di porre ancora una volta la questione di fiducia. Purtroppo l'iter dei lavori, nell'ambito di un calendario già estremamente fitto di impegni e di attività di straordinaria importanza - non solo per questo Parlamento, ma per il Paese (come l'esame del DPEF e della manovra finanziaria) -, è stato costretto in spazi ristrettissimi dall'esigenza della maggioranza di prendere in esame, purtroppo, non le priorità del Paese, ma le proprie.
Ciò lascia intendere che vedremo una sorte analoga, ahimè - e faccio davvero in questo caso una previsione di poco conto -, tra un paio di giorni anche con riferimento alla manovra finanziaria. Credo che il Parlamento, giorno dopo giorno e in modo strisciante, ma alla fine sempre più netto e più marcato, stia vivendo un esproprio di ogni propria prerogativa, costretto in Commissione ad esaminare provvedimenti di importanza straordinaria in pochi giorni quando non in poche ore, e talora anche esaminandone più di uno contemporaneamente. Un dibattito di straordinaria importanza per il Paese come quello sulla sicurezza o quello che si svolgerà di qui a pochi giorni sull'indirizzo economico del Paese completamente sottratto a quest'Aula è una grande responsabilità che il Governo si sta assumendo anche al di là del contenuto stesso, degli obiettivi e delle questioni intrinseche rispetto ai provvedimenti trattati.
È l'immagine di un Governo che dimostra di non avere in alcuna considerazione il ruolo delle opposizioni, che di dialogo parla soltanto quando gli fa comodo, ma che poi in realtà non lo vuole nemmeno nelle forme più proprie e più istituzionali all'interno di quest'Aula.
È un Governo che ci ha costretti a sentire, non più di una settimana o dieci giorni fa nella Conferenza dei capigruppo, il presidente della Commissione bilancio dire, con riferimento alla manovra finanziaria: scegliete se volete avere il tempo per scrivere gli emendamenti o perché noi li possiamo leggere. Credo che quando l'opposizione si sente dire: scegliete, o vi diamo il tempo per scriverli oppure resta a noi il tempo per leggerli, sia veramente un momento difficile - non voglio usare parole più grandi di quelle che devono essere evocate in questo caso - per la vita e i rapporti democratici all'interno del Parlamento.
Non potremo che denunciare con forza una scelta che, ancora una volta, toglie letteralmente ogni possibilità di parola all'opposizione che, per quanto riguarda l'Italia dei Valori, non ha fatto, né intendeva in alcun modo fare attività ostruzionistica rispetto al decreto-legge in esame. Ovviamente, in questo caso non potrà che esprimere il proprio pieno dissenso con un voto contrario sulla questione di fiducia e tuttavia avevamo proposto un numero di emendamenti assolutamente fisiologico che saremmo stati anche pronti a ridurre ulteriormente proprio per consentire un dibattito sul merito di un provvedimento che in larga misura condividiamo, ma rispetto al quale esistono anche alcune e non secondarie perplessità o addirittura elementi di contrarietà.
Tutto questo oggi, ancora una volta, ci viene impedito da quella stessa coalizione parlamentare che non più di sei mesi fa non perdeva occasione per stigmatizzare il Governo di centrosinistra ogni volta che presentava una richiesta di fiducia su un provvedimento.
Credo che il Governo di centrosinistra non solo non abbia mai esautorato il Parlamento, ma abbia invece sempre consentito che si esprimesse con pienezza delle proprie intenzioni, idee e punti di vista.
In questo caso, non solo si sta realizzando un sistematico ricorso alla questione di fiducia, come mai si era visto in precedenza, ma siamo addirittura in presenza di un ricorso sistematico alla fiducia un attimo prima che l'esame del provvedimento abbia anche solo inizio.

PRESIDENTE. Onorevole Donadi, la prego di concludere.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, concludo. Credo sia veramente un abuso che tutte le opposizioni farebbero bene a non tollerare in silenzio. Sicuramente non Pag. 4lo farà Italia dei Valori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sostanzialmente compiamo un rito, cioè quello di contrapporre la nostra protesta alle parole del Governo che annuncia la fiducia.
Signor Presidente, perlomeno questa volta si desumeva un po' di pudore da parte del Ministro per i rapporti con il Parlamento quando faceva riferimento alla quantità di proposte emendative presentate al provvedimento in oggetto. Infatti, le reali ragioni per le quali il Governo pone la questione di fiducia, che non a caso sono state citate alla fine e en passant, sono diverse e sono quelle che l'onorevole Vito ha illustrato nella prima parte del suo intervento. Vi è l'esigenza di approvare rapidamente una serie di provvedimenti la cui natura è sotto gli occhi di tutti. Il problema è che noi siamo vittime dell'intenzione del Governo di modificare per le vie di fatto il normale svolgimento dei lavori parlamentari. Vorrei che fosse chiaro che questo non è il primo episodio o l'episodio dal quale partire. Abbiamo avuto un Governo che ci ha tenuti per un certo periodo a discutere del decreto-legge sicurezza nel quale c'era una norma contestata, sulla quale l'opposizione ha fatto ovviamente la sua parte. Proprio perché il Parlamento (e in particolare questa Camera) è considerato un po' come la bottega, abbiamo discusso fino ad un certo punto, poi si è improvvisamente convocata la Conferenza dei capigruppo e il Governo ha pensato di modificare il calendario delle priorità, anticipando un altro provvedimento (mi riferisco al cosiddetto «lodo Alfano»), che ovviamente avrebbe fatto discutere, non solo per la scelta di approvarlo con legge ordinaria anziché con legge costituzionale, ma per tutto ciò che lo ha accompagnato.
Ciò ha fatto perdere del tempo, non si sa bene a chi e all'agenda di chi, e poi il Governo si presenta per annunciarci che adesso vi è l'urgenza di approvare il provvedimento sulla sicurezza e, quindi, bisogna procedere ad un voto di fiducia senza neanche minimamente porsi il problema di quale fosse l'atteggiamento delle opposizioni a modifiche intervenute in corso d'opera.
Ma c'è di più, signor Presidente. Sappiamo perfettamente che la ragione è anche quella di procedere a tappe serrate nella ulteriore compressione dei diritti dei parlamentari, rispetto alla manovra economica. Su tale manovra è successo tutto e il contrario di tutto e temo chissà quanto dovrà ancora accadere. Se il Governo non si accontenta di annunciare le sue intenzioni per via postale e giornalistica, magari potremmo anche inaugurare la nuova usanza delle «fiducie complessive», nel senso che il Governo viene in Parlamento e ci annuncia la posizione di sei questioni di fiducia da qui alla fine del mese. Così possiamo anche programmare le vacanze!
Infatti, già sappiamo dai giornali che il Governo porrà la questione di fiducia, sappiamo dal dibattito, ancorché complesso, svoltosi nelle Commissioni la ragione di tale scelta del Governo. Governo che prima ha presentato un decreto-legge che era soltanto il frontespizio di una fotocopia e poi ha presentato un disegno di legge molto corposo a sua volta modificato da centinaia di pagine di emendamenti che hanno stravolto i due provvedimenti precedenti. Non si sa dove si va a finire: c'è o meno la Robin Hood tax? È stata modificata o è sempre quella? Alle dichiarazioni di Tremonti ne seguono altre. Ci troviamo in una situazione di assoluta confusione e questa è l'unica ragione per la quale il Governo pone la questione di fiducia.
La domanda che io mi pongo e che pongo al Presidente di turno (e la inviterei, se possibile, a trasmetterla al Presidente della Camera) è se questa sia la risposta che, per la parte che ci riguarda, il Presidente del Consiglio e il Presidente della Camera intendono dare a quella lettera Pag. 5che il Presidente della Camera ha avuto la gentilezza di leggere in Aula e nella quale il Presidente della Repubblica richiamava i due Presidenti delle Camere e il Presidente del Consiglio a vigilare affinché con l'ingolfamento che si era creato con i vari decreti, e che comportava inevitabilmente lo strozzamento del dibattito e dei diritti dei parlamentari, non vi fosse una lesione degli stessi. La risposta che matura con protervia ed arroganza nella forzatura che si fa sui calendari e nella presentazione delle fiducia a ripetizione...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROBERTO GIACHETTI. Ho concluso. La domanda che le faccio, e che le chiedo di rivolgere anche al Presidente Fini, è se questo sia il modo di rispondere e corrispondere a ciò su cui il Presidente della Repubblica ci aveva, soprattutto a loro, invitato a riflettere in ragione del periodo che ci rimane davanti per i lavori parlamentari prima della pausa estiva.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Giachetti, la sua domanda verrà doverosamente riportata al Presidente Fini. Lei ha detto che siamo qui per un rito; la democrazia è fatta anche di riti, che non sono inutili.

MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, anch'io concordo con lei: la democrazia è un rito, ci troviamo spesso in presenza della richiesta di voti di fiducia, anche con maggioranze diverse, e ci sono sempre le solite proteste e le solite considerazioni che si fanno in queste circostanze e in queste occasioni. Non ho mai visto una richiesta di voto di fiducia che non abbia avuto una coda di dibattito parlamentare, sia pure con un richiamo all'ordine dei lavori o al Regolamento.
Signor Presidente, il voto di fiducia è sempre un vulnus nell'iter legislativo per quanto riguarda i diritti dei parlamentari, questo lo dobbiamo dire con estrema chiarezza. È stato indicato anche in questa occasione quali possono essere le insufficienze dell'azione del Governo per quanto riguarda la praticabilità del dibattito e del confronto che dovrebbero essere assicurati nelle aule parlamentari. Noi, a dire la verità, abbiamo dedicato alcune ore all'esame degli emendamenti in sede di Commissioni riunite, per un confronto sul testo. Sono stati presentati molti emendamenti; per dire la verità, lo voglio dire anche a Giachetti, moltissimi emendamenti.
Noi, proprio per evitare che ci potesse essere un alibi per il Governo, abbiamo ridotto a dieci i nostri emendamenti, non perché non avessimo temi e argomenti, testi da emendare, opportunità e posizioni da far rispettare e da proporre con forza. Noi abbiamo presentato dieci emendamenti per evitare che ci potesse essere da parte del Governo la posizione della questione di fiducia. In fondo qualche giorno fa Casini aveva chiesto all'opposizione di ridurre il numero degli emendamenti. Bisogna riconoscere che è stato fatto un appello all'opposizione, se vogliamo essere costruttivi sotto questo profilo; però non c'è dubbio che rimane una mole di emendamenti - mi pare che si tratta di 1.200 emendamenti - e con un tale numero di emendamenti c'è una sola valutazione da fare: questo decreto, deve essere caducato? Devono trascorrere i sessanta giorni?
Eppure sugli articoli 2-bis e 2-ter c'è stato anche un confronto; non voglio dire che tipo di mediazione vi sia stata su questi articoli 2-bis e 2-ter, ma anche la modifica del calendario cui si riferiva qualcuno dianzi, non c'è dubbio che sia stata accompagnata e voluta attraverso un confronto e un patteggiamento di una certa parte dell'opposizione con la maggioranza.
Qui dobbiamo fare chiarezza. Allora, signor Presidente, sì che diventa rituale il confronto, sì che diventa rituale il dibattito dopo la richiesta e la posizione della questione di fiducia da parte del Governo, perché sappiamo come sono i fatti e le Pag. 6situazioni. Certamente il dibattito e il confronto sono artefatti e alterati più per l'esterno che per l'interno. Tuttavia, credo che un minimo di serenità, di chiarezza e di onestà intellettuale tra di noi ci dovrebbe essere.
Ecco perché, signor Presidente, ritengo che la maggioranza abbia certamente il diritto e il dovere di governare, così come la minoranza abbia il diritto e il dovere di fare l'opposizione; occorre però trovare un giusto equilibrio tra maggioranza e opposizione anche rispetto al Regolamento parlamentare, perché questi due momenti fondanti e fondamentali affinché una democrazia viva possano essere garantiti e assicurati.

PRESIDENTE. Onorevole Tassone, devo invitarla a concludere.

MARIO TASSONE. Ho concluso, signor Presidente. Questo è il nostro ragionamento. Ecco perché noi avevamo fatto lo sforzo di ridurre i nostri emendamenti e, forse, se gli altri avessero fatto uno sforzo eguale, alcune argomentazioni sarebbero state più credibili e ovviamente anche la tesi del Governo sul surplus di emendamenti presentati sarebbe decaduta.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, prendo la parola a nome del mio gruppo in questo dibattito che si svolge in coda alla posizione della questione di fiducia da parte del Governo sul provvedimento in esame.
Innanzitutto credo sia opportuno ringraziare per l'onestà intellettuale l'onorevole Tassone, che ricordava qualcosa cui il Governo solo en passant ha accennato, ossia il numero cospicuo ed importante di emendamenti (oltre 1190) che sono stati presentati al provvedimento, che chiaramente ha posto in forse la possibilità di convertirlo senza porre la fiducia, volendo dare - come il Governo stesso ha affermato - al Senato la possibilità di esaminarlo in un tempo almeno congruo.
Ricordo, peraltro, che sulla questione della sicurezza vi è stato già un precedente, durante il passato Governo, di un decreto-legge che è decaduto. Il provvedimento in esame riguarda un tema importante, posto all'ordine del giorno dell'agenda politica italiana, che forse è il primo tra quelli sentiti dalla popolazione, dai cittadini italiani. Il testo è stato sottoposto all'attenzione delle Commissioni riunite I e II e vi è stata una disponibilità espressa dal Governo sugli articoli 2-bis e 2-ter che sembra essere andata incontro, in maniera anche abbastanza sostanziale, ad alcune richieste dell'opposizione.
Signor Presidente, credo sia anche opportuno sottolineare il fatto che il Governo abbia ripreso il testo delle Commissioni. Ritengo che questa prassi - che peraltro non è un atto dovuto da parte del Governo, che ha facoltà di porre in un maxiemendamento ciò che più ritiene opportuno - e questa scelta del Governo di sottoporre all'Assemblea un maxiemendamento (su cui pone la questione di fiducia) che corrisponde al testo affrontato dalle Commissioni, siano una questione di sensibilità e di buonsenso. Peraltro, ciò è frutto di battaglie che noi stessi - in primo luogo l'onorevole Vito da deputato di opposizione - abbiamo condotto per lungo tempo per chiedere al Governo di adeguarsi e di rispettare il lavoro svolto dalle Commissioni. Non so quanto questo in futuro sarà possibile, ma ritengo che in questo caso debba essere una nota che, dal punto di vista parlamentare, non possa che essere in qualche modo apprezzata.
Vi è una «questione sicurezza» in questo Paese, abbiamo un decreto-legge da convertire, vi sono dei tempi che purtroppo sono stretti e sono state presentate da parte delle opposizioni - anche se non di tutte, come ricordava bene il collega Tassone - 1190 emendamenti. Credo che affrontare questo testo con 1190 emendamenti avrebbe significato far decadere il decreto-legge e rispondere alla richiesta di sicurezza dei cittadini italiani facendo decadere, Pag. 7per la seconda volta, un provvedimento in materia di pubblica sicurezza, non sarebbe stata la risposta opportuna.

PRESIDENTE. A seguito della decisione del Governo di porre la questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle ore 18 nella biblioteca del Presidente, per l'organizzazione del seguito del dibattito.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Signor Presidente, intervengo solo per svolgere alcune brevi considerazioni. Condividiamo naturalmente, nella situazione di grave emergenza e di assoluta necessità che sta vivendo la nostra nazione, la scelta del Governo di porre rimedio in termini brevissimi, con la posizione della fiducia, alla marea di emendamenti presentati. Condividiamo, quindi, la posizione del Governo.
Tuttavia, vorrei sollecitare il Governo, ogni qualvolta si affrontino problemi importanti (che spesso riguardano principalmente il nostro sud) affinché preliminarmente vi sia un incontro a livello politico, che possa consentire a noi di dare un contributo (sia pur modesto) nella stesura dei testi su cui poi sarà chiesta la fiducia, o che comunque, nel momento in cui presentiamo degli emendamenti (così come tanti altri), sia preso in considerazione ciò che di buono vi è nei nostri suggerimenti. Ciò non vale per il caso in esame, ma esistono altre problematiche che, ritengo, il Governo affronterà richiedendo la fiducia e che riguardano l'attuazione del programma, signor Ministro, specie con riferimento agli impegni assunti per il sud con il programma di Governo. Mi auguro, dunque, che si arrivi a concordare quel poco che è possibile concordare anche con una forza piccola piccola come la nostra.
La ringrazio, signor Ministro, per avermi prestato attenzione e vorrei che venisse prestata un pizzico di maggior attenzione al Movimento per l'Autonomia che rappresenta un alleato, mi creda, molto vicino e molto fedele al Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Onorevole Belcastro, il suo intervento, pur pregevole, non dà motivo di cambiare la decisione circa la convocazione alle 18 della Conferenza dei presidenti di gruppo.
Sospendo quindi la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta, sospesa alle 17,35, è ripresa alle 19,25.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Comunico che la Conferenza dei presidenti di gruppo si è testé riunita per definire l'organizzazione del dibattito conseguente alla posizione della questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'emendamento del Governo Dis. 1.1, interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge n. 1366 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (Approvato dal senato - scadenza: 25 luglio 2008).
Poiché la questione di fiducia è stata posta alle ore 17,15 di oggi, la votazione per appello nominale avrà inizio alla stessa ora di domani. Le dichiarazioni di voto, a norma dell'articolo 116, comma 3, del Regolamento, avranno inizio domani alle ore 16, con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentati dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è stabilito alle ore 16 di domani, martedì 15 luglio.Pag. 8
Al termine della votazione di fiducia avrà luogo la discussione sulle linee generali della mozione Vietti ed altri n. 1-00011 sull'introduzione nel sistema fiscale di misure a favore dei nuclei familiari, in relazione alla petizione popolare firmata da oltre un milione di cittadini.
Durante tale discussione le Commissioni potranno regolarmente riunirsi.
Nella seduta di mercoledì 16 luglio, a partire dalle ore 9, si procederà all'esame dei documenti di insindacabilità Doc. IV-quater, n. 1 (deputato Bossi); Doc. IV-ter, n. 1 (senatore Bondi, deputato all'epoca dei fatti); Doc. IV-quater, n. 2 (senatore Morri, deputato all'epoca dei fatti).
Si passerà, quindi, al seguito dell'esame del disegno di legge n. 1366 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (Approvato dal Senato - scadenza: 25 luglio 2008) per l'esame e la votazione degli ordini del giorno. A partire dalle ore 12 avranno luogo le dichiarazioni di voto finale di un rappresentante per ciascun gruppo e per le componenti politiche del gruppo Misto e la votazione finale del disegno di legge di conversione.
Si procederà, quindi, al seguito dell'esame della mozione Vietti ed altri n. 1-00011 sull'introduzione nel sistema fiscale di misure a favore dei nuclei familiari, in relazione alla petizione popolare firmata da oltre un milione di cittadini.
Dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time), previsto dalle 15 alle 16, avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1386 - Conversione in legge del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria (da inviare al Senato - scadenza: 24 agosto 2008).

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, come tutti sappiamo, anche se le ultimissime notizie parlano di un miglioramento per quanto riguarda il tempo e la diminuzione della pioggia, in Lombardia, in particolare nella provincia di Sondrio e in Valtellina, si è creato uno stato di gravi difficoltà.
Oltre trecento persone sono state evacuate mentre la statale n. 38 è ancora bloccata, così come la provinciale che, in provincia di Bergamo, conduce in Val Taleggio.
Si sono prodotti danni ingenti all'agricoltura e, sebbene i primi interventi abbiano ben funzionato, nella popolazione valtellinese è ancora molto presente il ricordo di quanto accaduto esattamente ventuno anni fa, nel luglio del 1987, con frane, inondazioni ed altro.
Intervengo solo per chiedere alla Presidenza di farsi carico di rappresentare al Governo la richiesta di venire a riferire in Aula su quanto accaduto, ma, soprattutto, sugli interventi che si intende predisporre per affrontare l'emergenza e per consentire che i danni vengano riparati.

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, ringrazio il collega che ha sollevato il problema. Mi associo in toto alle sue considerazioni che estendo, purtroppo, anche ad altri territori, come per esempio il novarese. La pregherei, signor Presidente, però di farsi carico di ricordare al Governo che, a parte le audizioni (è importante sapere quali sono le intenzioni, le iniziative che esso intende intraprendere, unitamente alle regioni, alle province e agli enti locali competenti), vi sono alcuni provvedimenti in programma, come lei ha rilevato, ricordando gli ordini del giorno delle prossime sedute, che sarebbero essenziali per un sostegno fattivo alle popolazioni colpite dall'alluvione. Vorrei ricordare che quelle colpite dalle recenti alluvioni, del 29 e 30 maggio, non hanno avuto Pag. 9ancora alcuna disponibilità in termini di risorse finanziarie da parte del Governo, e si tratta di risorse ingenti. Credo che si debba passare dalle parole ai fatti.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, è a tutti noi noto, anche perché la cronaca dei giornali e televisiva in queste ultime ore ce lo dimostra, quanto sia stato tempestivo l'intervento della Protezione civile e del Corpo nazionale soccorso alpino, i quali, in quelle realtà lombarde, si stanno prodigando a favore delle popolazioni che vivono in quelle valli, duramente colpite in questo momento dalle avverse condizioni climatiche. Prima ancora di chiedere che si discuta di tale argomento in Aula, credo si debba chiedere uno sforzo maggiore a tutti coloro che hanno nelle regioni responsabilità di protezione civile, anche a livello di Governo e di Stato nazionale, affinché siano garantiti al massimo grado l'accessibilità alla Valtellina e alle valli colpite e, naturalmente, l'assistenza alle popolazioni colpite. Inoltre, penso che forse, relativamente a questo aspetto, si potrebbe chiedere al Governo di programmare di riferire in aula non appena si siano concluse le votazioni sul voto di fiducia, la sera stessa di domani.

PRESIDENTE. Rappresenterò le richieste fatte al Presidente della Camera, che sicuramente le sottoporrà al Governo.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Martedì 15 luglio 2008, alle 16:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge (per la votazione della questione di fiducia previe dichiarazioni di voto):
S. 692 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (Approvato dal Senato). (1366)
- Relatori: Bruno, per la I Commissione e Bongiorno, per la II Commissione.

2. - Discussione delle mozioni Vietti ed altri n. 1-00011 e Lussana ed altri n. 1-00025 sull'introduzione nel sistema fiscale di misure a favore dei nuclei familiari, in relazione alla petizione popolare firmata da oltre un milione di cittadini (per la discussione sulle linee generali).

La seduta termina alle 19,35.

PROPOSTE EMENDATIVE DICHIARATE INAMMISSIBILI

Costantini 1.13 e 1.14, limitatamente alla parte consequenziale;
Palomba 1.18;
Palomba 1.01;
Mario Pepe (PdL) 2.1;
Palomba 2.5;
Palomba 2.01;
Palomba 2.02;
Palomba 2.04;
Di Pietro 2-bis.5;
Palomba 2-bis.6 (ammissibile solo per il capoverso articolo 144-bis);
Palomba 2-ter.6;
Palomba 2-ter.7;
Palomba 2-ter.9;
Di Pietro 2- ter.01;
Palomba 2-ter.02;
Palomba 3.1;
Brugger 4.8;
Zeller 4.03;
Costantini 5.6, 5.7 e 5.22, Di Pietro 5.21;
Di Pietro 5.8, 5.9 e 5.12, Costantini 5.10, 5.11 e 5.20;
Costantini 5.13 e 5.14;Pag. 10
Costantini 5.16, 5.17 e 5.18;
Costantini 5.19;
Costantini 5.23, 5.24 e 5.25;
Costantini 5.39 e 5.43;
Costantini 5.40 e 5.41;
Costantini 5.42;
Costantini 5.44;
Costantini 5.45;
Costantini 5.48 e 5.60 (già 5.03 in Commissione)
Costantini 5.49;
Costantini 5.50;
Costantini 5.51;
Costantini 5.52;
Zeller 5.53;
Costantini 5.01;
Palomba 5.02;
Barbato 7.1;
Barbato 7.2;
Costantini 9.4 e 9.6;
Palomba 12.02.

PROPOSTE EMENDATIVE RITIRATE PRIMA DELL'INIZIO DELLA SEDUTA

2-ter.11
2-ter.12
2-ter.13
2-ter.84
2-ter.85
2-ter.86
4.9
4.11
4.12
4.13
6.9
6.10
6.12
7-bis.14
7-bis.15
7-bis.17
7-bis.18
7-bis.19
7-bis.20
7-bis.21
7-bis.24
7-bis.25
7-bis.26
7-bis.30
7-bis.31
7-bis.32
7-bis.33