ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/05714/002

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 739 del 22/01/2013
Firmatari
Primo firmatario: ALESSANDRI ANGELO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 22/01/2013


Stato iter:
22/01/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 22/01/2013
FANELLI TULLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 22/01/2013

PARERE GOVERNO IL 22/01/2013

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 22/01/2013

CONCLUSO IL 22/01/2013

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/05714/002
presentato da
ALESSANDRI Angelo
testo di
Martedì 22 gennaio 2013, seduta n. 739

   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame prevede, tra l'altro, specifiche misure volte ad evitare il verificarsi di pericolose soluzioni di continuità nelle attività dirette a superare le emergenze ambientali in essere nei comuni campani di Giuliano (Napoli) e laghetti di Castelvolturno (Caserta), attualmente gestite da un commissario delegato;
    si dispone in particolare la prosecuzione delle attività commissariali nei territori dei predetti comuni colpiti da crisi ambientale, in deroga al divieto di proroga o rinnovo di cui all'articolo 3, comma 2, del decreto-legge 15 maggio 2012, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2012, n. 100;
    tali attività concernono gli interventi di messa in sicurezza e bonifica posti in essere dalla gestione commissariale e che devono avvenire con la partecipazione delle relative amministrazioni locali;
    proprio per favorire un effettivo recupero ambientale di queste aree e contestualmente creare le condizioni per stimolare una conservabile ripresa economica dei relativi terreni rurali con la nascita di nuove attività agroindustriali ed agroenergetiche garantite da un marchio di qualità sanitario adottato dalla Asl di Caserta con deliberazione n. 488 del 2009, il 15 settembre 2011 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa volto all'approvazione e all'attuazione di un progetto di ricerca e sviluppo denominato «REAPT» i cui fini sono la rinaturalizzazione e la messa in sicurezza delle aree della regione Campania a rischio, con produzione di energia da fonti rinnovabili, nonché la tutela e la sostenibilità dell'ambiente, delle produzioni territoriali e dei redditi degli agricoltori;
    al progetto partecipano, tra gli altri, la provincia di Caserta, la Asl di Caserta, la città di Aversa, l'autorità di bacino del Liri-Garigliano e Volturno, l'unione dei comuni Caserta Sud-Ovest, l'Ordine degli ingegneri della provincia di Caserta, le associazioni di categoria e sindacali provinciali dei settori dell'industria, dell'artigianato e dell'agricoltura, l'università del Piemonte orientale e la seconda università degli studi di Napoli, oltre altri numerosi partner privati segnatamente la Seko SpA di Curtarolo (PD);
    il progetto in questione interessa anche e soprattutto i territori in crisi ambientale dei due comuni campani oggetto del decreto-legge n. 1 del 2013;
    lo scopo operativo del progetto, anche al fine di evitare il ripetersi delle emergenze già verificatesi nel 2003 e nel 2008 a causa della contaminazione di foraggi, terreni, latte e prodotti a base di latte (bovino, bufalino, ovicaprino), consiste nell'avvio e ottimizzazione operativa di un sistema efficiente, efficace ed ecologico di fito-estrazione (bio-remediation), mediante un innovativo «Land Farming», grazie alla messa a dimora di piante fito-estrattive appositamente preparate con biotecnologie sostenibili di inoculo dell'apparato radicale con micorrize e/o batteri rizosferici in specifiche aree colpite da crisi ambientali della provincia di Caserta e della provincia di Napoli;
    il progetto REAPT si basa sulla preventiva caratterizzazione e successivi interventi di rinaturalizzazione dei suoli attraverso la piantagione di colture che «accumulano» gli inquinanti (cosiddetti fitorimediatori) e che vengono utilizzate per la produzione di energie da fonti rinnovabile mediante l'attivazione dei processi di fitorimediazione grazie ad appositi vegetali (fito-estrattori) capaci di assorbire dal terreno i contaminanti organici (esempio cloro derivati) e/o inorganici (esempio metalli pesanti) nell'arco di 5-10 anni senza interferenze con la preesistente biodiversità vegetale, animale e microbiologica;
    la biomassa ottenuta da tali colture vegetali viene utilizzata insieme alle deiezioni zootecniche degli allevamenti presenti nel territorio, per produrre biogas da fermentazione anaerobica con resto di digestato. Quest'ultimo materiale, privato della frazione liquida, viene sottoposto come matrice solida a trattamento di termolisi molecolare ad alta temperatura tramite pirogassificazione da cui, alla fine del processo, residuano in maniera concentrata le ceneri degli agenti inquinanti sottratti ai terreni di provenienza della biomassa;
    gli altri prodotti ottenuti a valle della digestione anaerobica e della pirolisi sono frazioni liquide o solide rispettivamente, ma prive di inquinanti e perciò restituibili come fertilizzanti ai terreni di provenienza;
    il biogas proveniente dalla biodigestione anaerobica della biomassa ed il syngas ottenuto con il processo di pirogassificazione sono destinati ad alimentare specifici impianti a fonte rinnovabile per generare energia elettrica o energia termica ove necessaria;
    il 1° marzo 2011 il progetto in questione è stato presentato, per un preventivo giudizio di condivisione e di assenso sui relativi obiettivi, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, segnatamente alla direzione generale per la tutela del territorio e delle risorse idriche. In tale sede è stato deciso di sottoporre il progetto all'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), allo scopo di ottenerne una validazione tecnico-scientifica;
    ad oggi, purtroppo, ancora alcuna risposta è stata fornita dalla predetta ISPRA ai presentatori istituzionali del progetto,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di intraprendere le necessarie e tempestive iniziative volte a favorire e sostenere l'attuazione del progetto REAPT descritto in premessa, volto alla rinaturalizzazione e alla messa in sicurezza delle aree della regione Campania a rischio ambientale, in particolare per quanto riguarda i territori dei comuni di Giuliano (Napoli) e laghetti di Castelvolturno (Caserta), in tale ambito attivando, altresì, le azioni di competenza affinché l'ISPRA valuti la fattibilità del medesimo progetto esprimendovi il proprio parere di merito.
9/5714/2Alessandri.