ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/04394/020

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 778 del 11/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: SANTERINI MILENA
Gruppo: DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 11/04/2017


Stato iter:
11/04/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE GOVERNO 11/04/2017
Resoconto MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
PARERE GOVERNO 11/04/2017
Resoconto MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 11/04/2017

DISCUSSIONE IL 11/04/2017

ACCOLTO IL 11/04/2017

PARERE GOVERNO IL 11/04/2017

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 11/04/2017

CONCLUSO IL 11/04/2017

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/04394/020
presentato da
SANTERINI Milena
testo di
Martedì 11 aprile 2017, seduta n. 778

   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13 prevede all'articolo 1 l'istituzione di 26 sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea; questa disposizione, come di fatto varie altre presenti nel decreto, è volta a potenziare la capacità e l'efficienza del sistema con l'obiettivo di comprimere i tempi per la definizione della posizione giuridica dei cittadini stranieri e avviare rapidamente i migranti in arrivo verso le forme di accoglienza previste ovvero verso le misure necessarie per il rimpatrio;
    molte e significative sono le competenze attribuite alle ricordate sezioni specializzate: mancato riconoscimento del diritto di soggiorno sul territorio nazionale in favore di cittadini Ue; impugnazione del provvedimento di allontanamento nei confronti di cittadini Ue per motivi di pubblica sicurezza; riconoscimento della protezione internazionale; mancato rilascio, rinnovo o revoca del permesso di soggiorno per motivi umanitari; diniego del nulla osta al ricongiungimento familiare e del permesso di soggiorno per motivi familiari; accertamento dello stato di apolidia;
    si tratta, evidentemente, di questioni importanti che introducono misure per la semplificazione e l'efficienza delle procedure davanti le Commissioni territoriali preposte al riconoscimento della protezione internazionale e di integrazione dei richiedenti, oltre a quel che riguarda la semplificazione e l'efficienza dei provvedimenti giudiziari di riconoscimento dello status di persona internazionalmente protetta e degli altri procedimenti giudiziari connessi all'immigrazione;
    al riguardo desta tuttavia preoccupazione la possibile riduzione degli standard di garanzia dei richiedenti asilo qualora la sezione specializzata respinga la richiesta di protezione internazionale;
    si ricorda altresì che nel 2016 le richieste d'asilo in Italia sono aumentate del 47,2 per cento rispetto all'anno precedente, in un quadro internazionale che vede l'aumento generale dei rifugiati. Nel 2016 è stato respinto il 53 per cento delle richieste d'asilo, una richiesta su due; la maggior parte delle persone che ricevono una risposta negativa da parte delle commissioni territoriali presenta un ricorso in tribunale: dal 2014 al 2016 sono stati presentati 53.438 ricorsi e nel 70 per cento dei casi sono stati accolti;
    l'opzione relativa alla mancata previsione del secondo grado di giudizio (e affievolimento del diritto di difesa) fa dunque prevedere un aumento delle persone in condizione di irregolarità sul territorio italiano; il disegno prevede che gli attuali CIE (Centri di identificazione ed espulsione) vengano ripensati e la loro rete estesa: diventeranno Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR), ve ne sarà uno in ogni regione per un totale di venti centri sparsi per tutto il territorio nazionale. Secondo le rassicurazioni del Ministro, i centri ospiteranno un totale di 1600 persone. Anche non considerando le condizioni di vita di chi vi sarà recluso – che pure destano forti preoccupazioni – appare evidente come questa misura non potrà rispondere a tutte le persone che saranno spinte nelle condizioni di irregolarità: tale inefficacia sarà dovuta ai numeri del fenomeno, ai costi del sistema detentivo e di rimpatrio, alla lunghezza delle procedure burocratiche e alla scarsa collaborazione di alcuni paesi;
    l'effetto principale sarà dunque il possibile aumento degli irregolari presenti nel nostro paese. In molti casi si tratterà di profughi da anni accolti in Italia, per cui lo Stato ha speso dei soldi pubblici, che hanno avviato un percorso di integrazione nel nostro paese che sarà messo a dura prova dalla nuova condizione di irregolarità. Le ricerche scientifiche infatti mostrano come la condizione di irregolarità ostacoli l'inserimento nel tessuto locale. Lo studio Clicking on Heaven's Door: The Effect of Immigrant Legalization on Crime realizzato dall'Università Bocconi, mostra come gli stranieri che ottengono il permesso di soggiorno sono del 50 per cento in meno propensi a commettere reati economici gravi rispetto a chi non ha potuto mettersi in regola. Secondo il Viminale gli stranieri regolari hanno dati di criminalità in linea con gli italiani, mentre crescono drasticamente tra chi è senza permesso;
    un recente documento della Commissione europea «Action plan on the integration of third country nationals» mostra come l'inserimento lavorativo dei beneficiari di protezione internazionale potrebbe innalzare il PIL europeo dello 0,23 per cento entro il 2020;
    non ci sono stati sviluppi in merito a una revisione – che sarebbe invece auspicabile – dell'Accordo di Dublino III, pensato come risposta a una realtà differente rispetto ai flussi di richiedenti asilo iniziati nel 2013. Intanto, a marzo 2017, Maslah Mohamed, diciannovenne somalo respinto in Italia in base all'Accordo di Dublino, si è suicidato nel Cas di Pomezia. La scarsa collaborazione degli altri paesi Ue per i richiedenti asilo bloccati in Italia è mostrata dai dati insoddisfacenti delle relocation effettivamente applicate: soltanto 3.200 coloro che sono stati trasferiti dall'Italia in altri Paesi europei;
    al contempo continua de facto l'assenza di vie legali per l'ingresso in Italia, alternative alla richiesta di protezione internazionale. Gli ingressi legali in Italia per ragioni economiche sono possibili per numeri molto bassi: il decreto flussi 2017 prevede nuovi ingressi per solo 17.000 lavoratori stagionali (e 3.000 lavoratori di categorie specifiche);
    occorre sempre più coinvolgere e valorizzare la società civile nei processi di integrazione e di accoglienza ai profughi. Tra le tante, particolarmente utili appaiono le iniziative di apertura dei corridoi umanitari, un'eccellenza italiana che fa scuola in Europa, cioè una via legale, sicura, rispettosa della vita umana, di contrasto ai trafficanti, che potrebbe essere implementata dagli Stati europei;
    andrebbe quindi considerato – almeno per le controversie in materia di riconoscimento della protezione umanitaria nei casi di cui all'articolo 32, comma 3, del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25 – anche il positivo percorso di inserimento sociale, sostenuto in molti casi da associazioni ed istituzioni, compiuto dal ricorrente nel periodo successivo alla proposizione della domanda,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di valorizzare forme di riconoscimento del percorso di integrazione svolto dai profughi ospiti delle strutture italiane d'accoglienza, quali lo svolgimento di un'attività lavorativa o l'acquisizione della lingua italiana ai fini di permesso di soggiorno provvisorio.
9/4394/20. (Testo modificato nel corso della seduta) Santerini.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

libera circolazione delle persone

diritto di soggiorno