ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00136

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 407 del 13/10/2020
Abbinamenti
Atto 6/00137 abbinato in data 13/10/2020
Atto 6/00138 abbinato in data 13/10/2020
Firmatari
Primo firmatario: MOLINARI RICCARDO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 13/10/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/10/2020
LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 13/10/2020
LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO 13/10/2020


Stato iter:
13/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 13/10/2020
Resoconto AMENDOLA VINCENZO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI)
 
INTERVENTO GOVERNO 13/10/2020
Resoconto AMENDOLA VINCENZO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 13/10/2020
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO-RADICALI ITALIANI-+EUROPA
Resoconto TASSO ANTONIO MISTO-MAIE - MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto ROSPI GIANLUCA MISTO-POPOLO PROTAGONISTA-ALTERNATIVA POPOLARE (AP)-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI)
Resoconto GEBHARD RENATE MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Resoconto FASSINA STEFANO LIBERI E UGUALI
Resoconto BOSCHI MARIA ELENA ITALIA VIVA
Resoconto TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto DELRIO GRAZIANO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto MOLINARI RICCARDO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto SGARBI VITTORIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Resoconto COSTA ENRICO MISTO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 13/10/2020
Resoconto AMENDOLA VINCENZO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 13/10/2020
Resoconto LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto COLANINNO MATTEO ITALIA VIVA
Resoconto DE LUCA PIERO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GUIDESI GUIDO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto BRUNETTA RENATO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/10/2020

NON ACCOLTO IL 13/10/2020

PARERE GOVERNO IL 13/10/2020

DISCUSSIONE IL 13/10/2020

RESPINTO IL 13/10/2020

CONCLUSO IL 13/10/2020

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00136
presentato da
MOLINARI Riccardo
testo di
Martedì 13 ottobre 2020, seduta n. 407

   La Camera,
   premesso che:
    la crisi economica derivante dalla pandemia da COVID-19 che ha colpito l'Italia è la più grave dal secondo dopoguerra. Nelle previsioni di luglio 2020 della Commissione europea si stima una contrazione del PIL nazionale dell'11,2 per cento per quest'anno, il dato peggiore tra tutti gli Stati membri UE, con un tasso di disoccupazione che da aprile a luglio ha visto un incremento del 2,4 per cento;
    l'adozione dei provvedimenti economici emergenziali, tesi al sostegno del tessuto socioeconomico nazionale colpito dall'attuale crisi economica, ha reso necessario un notevole incremento dell'indebitamento netto nazionale, previsto dalla Commissione europea all'11,1 per cento del PIL per il 2020, con un rapporto debito/PIL che dovrebbe attestarsi al 158,9 per cento nel 2020;
    il Consiglio europeo, nel luglio scorso, ha concordato un Quadro finanziario pluriennale di 1074,3 miliardi di euro, al quale ha associato il programma Next Generation EU (NGEU), un pacchetto di misure di 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi di sovvenzioni, e non più 500 come inizialmente proposto, e 360 miliardi di prestiti. Tali risorse sono destinate a far fronte alle conseguenze economiche della crisi sanitaria da COVID-19 e la Commissione europea è stata autorizzata a reperirle sul mercato attraverso emissione di titoli di debito garantiti dal bilancio europeo. Bilancio nei confronti del quale l'Italia è sempre stata contributore netto, con un saldo negativo di oltre 50 miliardi di euro negli ultimi dieci anni, e che vedrà innalzare il massimale annuo delle risorse proprie all'1,4 per cento del RNL dell'UE, con eventuale ulteriore innalzamento temporaneo dello 0,6 per cento, proprio al fine di garantire i debiti contratti per finanziare il programma NGEU;
    il NGEU si compone di sette programmi: il REACT-EU, da 47,5 miliardi di euro; InvestEU, da 5,6 miliardi di euro; Orizzonte Europa, da 5 miliardi di euro; Sviluppo rurale, da 7,5 miliardi di euro; Just Transition Fund, da 10 miliardi di euro; RescEU, da 1,9 miliardi di euro, ed infine lo strumento più importante, il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, costituito da 672,5 miliardi di euro, di cui 360 in prestiti e 312,5 in sovvenzioni;
    il Dispositivo per la ripresa e la resilienza è finalizzato al sostegno di investimenti e riforme degli Stati membri, che siano di impulso ad una rapida e duratura ripresa delle loro economie nazionali, con particolare attenzione alla transizione verde e digitale, incentivando altresì un modello di crescita e di sviluppo sostenibili. Con riferimento alle sovvenzioni del Dispositivo, queste dovrebbero essere impegnate per il 70 per cento nel 2021-2022 e distribuite sulla base dei criteri riguardanti la popolazione, l'inverso del PIL e il tasso medio di disoccupazione 2015-2019 rispetto alla media europea, mentre il restante 30 per cento verrebbe impegnato nel 2023, sostituendo il criterio relativo al tasso di disoccupazione con la perdita del PIL reale nel 2020 e la perdita cumulativa del PIL reale nel periodo 2020-2021. In base a questi parametri si stima per l'Italia una quota di sovvenzioni di 63,8 miliardi di euro, a fronte dei 127,6 miliardi di euro di prestiti attivabili dal nostro Paese;
    per accedere alle risorse stanziate dal Dispositivo gli Stati membri devono predisporre e presentare, entro il 30 aprile 2021, un Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) che definisca il programma nazionale di riforme e investimenti da finanziare, in coerenza con le priorità europee, con le finalità dello strumento, con i programmi nazionali di riforma, nonché con le raccomandazioni specifiche per paese approvate dal Consiglio, e che individui obiettivi specifici, quantificazioni dell'impatto macroeconomico e sociale atteso, nonché il dettaglio degli investimenti e delle riforme previste. Tale Piano deve essere poi valutato dalla Commissione, entro due mesi dalla presentazione, e successivamente approvato dal Consiglio, con la possibilità, per uno o più Stati membri, di potersi opporre alla valutazione positiva sulle richieste di pagamento qualora i traguardi intermedi e finali vengano ritenuti insoddisfacenti rispetto ai rispettivi target;
    il Governo, al fine di poter accedere all'anticipo per il 2021 del 10 per cento stimato dell'importo complessivo di sovvenzioni e prestiti previsti dal Dispositivo, che sarà pienamente operativo non prima della seconda metà del 2021, ha presentato al Parlamento le Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza definendone struttura e obiettivi. Il Piano sarà dunque teso ad affrontare quattro sfide: migliorare la resilienza e la capacità di ripresa dell'Italia; ridurre l'impatto sociale ed economico della crisi pandemica; sostenere la transizione verde e digitale; innalzare il potenziale di crescita dell'economia e la creazione di occupazione. Per affrontare queste sfide il PNRR sarà articolato in sei missioni: digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione, formazione ricerca e cultura; equità sociale, di genere e territoriale; salute. All'interno di ogni missione verranno individuate delle aree di intervento, divise in clusters, all'interno dei quali saranno raggruppati i singoli progetti da finanziare. Accanto a questa struttura, le Linee guida prevedono altresì delle riforme, definite come politiche di supporto, che si ritengono fondamentali per la corretta ed efficace attuazione del Piano, le quali interessano gli investimenti pubblici, la riforma della Pubblica Amministrazione, il settore della Ricerca e dello sviluppo, nonché le riforme del Fisco, della Giustizia e del Lavoro;
    considerato che:
     alle missioni individuate risulta indispensabile aggiungere o meglio specificare almeno anche le seguenti: ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi sismici, sicurezza, sostegno alla natalità, marchio Italia e riconversione industriale;
     con riguardo alle opportunità di rilancio socio-economico delle aree colpite dal sisma, appare necessario specificare già in questa fase che le risorse stanziate debbano essere utilizzate non solo per sostenere la ricostruzione dei beni pubblici e privati, ma anche per finanziare progetti di rilancio socio-economico che vertono su settori centrali come ricerca, sviluppo industriale, sostegno alle imprese, ambiente, turismo e cultura contenuti nel programma ReStart;
     con riferimento alla sicurezza, si ritiene necessario implementarla mediante strumenti mirati (quali, a titolo esemplificativo, l'incremento dell'installazione di dispositivi di illuminazione e videosorveglianza, sostegno alla videosorveglianza privata, incentivi all'apertura di attività nelle aree degradate, costruzione di nuove carceri);
     con riferimento alla crisi demografica risulta prioritaria l'esigenza di definire un piano organico di sostegno alla natalità e alle famiglie, in particolare quelle numerose, che le accompagni fino alla maggiore età dei figli, elevando parallelamente le tutele per i genitori lavoratori;
     relativamente al comparto produttivo si ritiene necessario favorire una riconversione della produzione in grado di valorizzare la forza del Marchio Italia, sfruttando il valore aggiunto universalmente riconosciuto alle produzioni appartenenti al Made in Italy, che rappresenta un asset strategico per l'economia nazionale;
     con riferimento alla missione Infrastrutture per la mobilità è fondamentale investire per connettere in maniera efficiente tutto il territorio italiano all'Europa concorrendo, così, a colmare il divario tra il Nord e il Sud della Nazione e potenziare il progetto «Italia porto d'Europa» che necessita di investimenti sulla dorsale Tirrenica e Adriatica con una sinergica connessione tra reti ferroviarie, viarie e infrastrutture portuali e aeroportuali;
    in questo ambito importanza fondamentale acquisisce inoltre lo sviluppo della cosiddetta «Blue Economy», cioè l'economia del mare in considerazione della grande estensione costiera e della posizione geografica privilegiata che l'Italia ha nel Mediterraneo;
    si ritiene, inoltre, fondamentale concentrare l'azione di policy e le relative risorse su interventi volti a valorizzare il tema della vulnerabilità territoriale, intesa quale esposizione al rischio elevato di calamità naturale, garantendo la sicurezza dei cittadini, mediante il miglioramento delle prestazioni sismiche delle abitazioni, delle scuole, degli uffici pubblici, e, più in generale, attivando politiche di tutela e di messa in sicurezza del territorio (dissesto idrogeologico), anche attraverso l'attuazione di processi di innovazione e l'utilizzo delle nuove tecnologie;
    riguardo alle prospettive di riforma del fisco, si ritiene necessario procedere alla riduzione della tassazione sul lavoro che grava sulle imprese anche tenendo conto del livello di imposizione esistente negli altri Paesi membri e, altresì, introdurre un sistema premiale basato sul principio «Più assumi, meno paghi», un sistema, cioè, che premi le imprese ad alta intensità di lavoro rispetto a quelle ad alta redditività ma che non favoriscono la ripresa occupazionale;
    è, infine, necessario aumentare le tutele in favore del mondo del lavoro atipico, del lavoro autonomo e delle partite IVA, istituendo un sistema universale e unico di ammortizzatori sociali in sostituzione di quello attuale incentrato sulla tutela dei lavoratori dipendenti tradizionali;
    la predisposizione da parte dell'Unione Europea del NGEU, che pure pare accennare ad un nuovo slancio solidaristico dell'Unione, rivela in realtà diversi aspetti critici, che ne ridimensionano la portata. In particolare si ritiene opportuno rilevare come la quota di sovvenzioni, ridotta sensibilmente rispetto alla prima proposta, sia comunque finanziata, da un lato, attraverso la sottrazione di risorse destinate ad altri programmi europei, quali la Politica Agricola Comune, Horizon e InvestEU, fondamentali per i settori dell'agricoltura, dell'impresa e della ricerca e sviluppo, dall'altro, attraverso il contributo dell'Italia al bilancio comunitario e soprattutto attraverso il riconoscimento di un potere impositivo diretto dell'UE, sottendendo sostanzialmente un implicito obbligo di rimborso delle risorse stanziate in capo ai Paesi membri;
    allo stesso modo, con riferimento ai 127,6 miliardi di prestiti attivabili nel contesto del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, pari al doppio delle sovvenzioni, si evidenzia, da un lato, come questi siano prestiti privilegiati, e in quanto tali idonei a determinare un incremento del costo del finanziamento con strumenti implicitamente subordinati, cioè gli ordinari titoli di Stato, e dall'altro, come non siano stati ancora specificati la durata e il tasso di interesse dei suddetti finanziamenti, elementi fondamentali per poterne valutare l'effettiva utilità, soprattutto alla luce delle forti condizionalità cui tali risorse sono soggette, anch'esse non ancora esplicitate in modo chiaro, ma che sembrano poter incidere non solo sulle scelte strategiche di sviluppo economico, ma anche su tematiche di tipo etico, strettamente connesse alla base culturale di ciascun Paese membro;
    la procedura di accesso alle risorse appare lenta e farraginosa, il che mette a serio rischio l'efficacia del programma;
    la stessa decisione della Commissione, comunicata lo scorso 19 settembre al Governo italiano, di prorogare per il solo 2021 la clausola di salvaguardia generale sui vincoli di bilancio del patto di stabilità, spingono ad una seria riflessione sull'idoneità di determinate regole tanto restrittive a consentire ai Paesi più duramente colpiti dalla crisi economica in atto ad intraprendere un percorso di ripresa e rilancio della propria economia;
    con specifico riferimento alle Linee guida oggetto di esame di questo ramo del Parlamento, non si può non evidenziare come queste, articolate in una complessa gerarchia di voci e sottovoci, manchino delle valutazioni e delle quantificazioni, anche approssimative, delle quote di risorse che si intendono destinare alle diverse missioni, rappresentandone in tal modo le priorità. Una impostazione che ha impedito un serio e approfondito esame delle Linee guida da parte di questo Parlamento;
    attraverso le politiche di supporto alla realizzazione dei programmi, per i quali vengono indicati approssimativamente i criteri di ammissibilità ed esclusione, il Governo intende altresì riformare in maniera strutturale e duratura alcuni settori vitali per il nostro Paese;
    alla luce del momento storico, politico ed economico che l'Italia sta attraversando e in considerazione della portata epocale delle risorse che questo Governo dovrà gestire per il suo rilancio, l'elaborazione e l'individuazione dei progetti da finanziare, così come l'impostazione delle riforme strutturali di supporto, non possono essere frutto di mera concertazione extraparlamentare tra le forze politiche di maggioranza e le rappresentanze delle categorie socioeconomiche, ma richiedono il pieno coinvolgimento dell'organo rappresentativo della sovranità popolare;
    in particolare, appare necessario che il Parlamento e gli enti territoriali vengano pienamente e concretamente coinvolti sia nella predisposizione del Piano che nella sua attuazione, partecipando alla selezione dei progetti in esso contenuti, nonché al monitoraggio della loro corretta esecuzione, e prevedendo che gli stessi progetti vengano sottoposti alla piena valutazione e al voto vincolante del Parlamento ancor prima di essere inviati alla Commissione europea;
    rilevato altresì che:
     tra le strade corrette per il finanziamento della ripresa potrebbe esserci quella di ricorrere in modo esplicito al sostegno della BCE, attraverso normali emissioni di titoli di Stato che stanno avendo mercato proprio perché la BCE si è impegnata a dare copertura estendendo il programma PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme), essendo l'intervento della BCE comunque essenziale anche nel collocamento dei titoli da parte della Commissione europea;
     il rilancio del Paese non può prescindere dalla realizzazione di una rete di infrastrutture, a partire dal ponte sullo Stretto di Messina, che possano ridurre il gap con il resto d'Europa, e dalla realizzazione di infrastrutture strategiche quali TAV e Pedemontana nella Pianura Padana al fine di migliorare l'impatto ambientale e lo sviluppo socio-economico;
     sarebbe opportuno, nell'utilizzo dei sussidi europei a fondo perduto, dare compimento a un piano di modernizzazione dell'Italia, sia del settore pubblico che di quello privato, non disperdendo le risorse in progetti troppo piccoli, ma concentrando l'azione dei centri di spesa in progetti mirati, dal valore pluriennale, concreti e tracciabili, promuovendo altresì il partenariato pubblico-privato;
     è quanto mai necessario tenere distinti i due piani di utilizzo dei fondi del PNRR: a) i prestiti, da cui deriveranno interventi che il governo potrà contabilizzare nella Legge di bilancio e in altri provvedimenti governativi; b) i sussidi, che devono essere utilizzati dalle amministrazioni destinatarie per finanziare a fondo perduto progetti aventi forte carattere innovativo;

impegna il Governo

   al coinvolgimento dell'intero arco parlamentare nella fase di predisposizione e di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, subordinando la trasmissione alla Commissione della bozza del Piano al Parlamento, e a farsi promotore altresì, in sede europea, di iniziative volte ad apportare dei correttivi al meccanismo di distribuzione, gestione e destinazione delle risorse provenienti dal NGEU, al fine di consentirne un utilizzo rapido, efficiente ed efficace;
   a dare attuazione alle richieste della Relazione, attraverso provvedimenti misurabili nell'impegno e nel risultato, indirizzati alla crescita dell'economia, ad innalzare le dinamiche della produttività, a favorire la conoscenza, la ricerca e l'innovazione, in un contesto di riforme strutturali, che, per colmare il gap con gli altri Paesi europei, comprendano un rilancio delle infrastrutture, mediante la realizzazione di opere adeguate e mezzi idonei, attraverso programmi che dovranno essere sottoposti alla piena valutazione e al voto vincolante del Parlamento;
   ad ampliare l'elenco delle sei missioni individuate dal Governo, aggiungendo come indicato in premessa, le seguenti: Ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi sismici, Sicurezza, Sostegno alla Natalità, Marchio Italia e Riconversione industriale;
   a investire sulle infrastrutture al fine di connettere in maniera efficiente tutto il territorio italiano all'Europa, destinando parte delle risorse del PNRR anche allo sviluppo della cosiddetta «Blue Economy» o economia del mare, con la finalità di realizzare una rete economica produttiva competitiva attraverso l'incremento degli investimenti con effetti sui livelli occupazionali e i volumi di esportazione;
   a definire, nell'ambito delle politiche fiscali e alle prospettive di riforma, un piano di interventi volto prioritariamente a ridurre il cuneo fiscale a vantaggio di lavoratori e imprese, a favorire ed incentivare l'occupazione anche mediante l'introduzione di meccanismi premiali per le imprese ad alta intensità occupazionale basata sul principio «più assumi, meno paghi», ad accrescere la competitività delle imprese italiane attraverso una adeguata comparazione con il livello di imposizione degli altri Stati membri dell'Unione Europea, al fine di evitare fughe verso Paesi che presentano una fiscalità di vantaggio e favorire il rientro in Patria delle imprese che negli ultimi anni hanno delocalizzato;
   a livello ambientale, a disporre misure volte alla riduzione delle bollette energetiche per imprese e famiglie e alla riduzione della dipendenza Energetica dall'estero, abbandonando l'analisi degli agenti clima alteranti solo allo scarico del mezzo, e considerando l'impronta di carbonio del sistema complessivo, cioè sul binomio veicolo-vettore energetico;
   ad introdurre adeguate forme di tutela in favore del mondo del lavoro atipico, del lavoro autonomo e delle Partite IVA, istituendo un sistema universale unico di ammortizzatori sociali in sostituzione di quello attuale incentrato sulla tutela dei lavoratori dipendenti tradizionali.
(6-00136) «Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi».