ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00097

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 262 del 14/03/2024
Abbinamenti
Atto 6/00096 abbinato in data 14/03/2024
Atto 6/00098 abbinato in data 14/03/2024
Atto 6/00099 abbinato in data 14/03/2024
Atto 6/00100 abbinato in data 14/03/2024
Atto 6/00101 abbinato in data 14/03/2024
Firmatari
Primo firmatario: SILVESTRI FRANCESCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 14/03/2024
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TORTO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024
COLUCCI ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024
D'ORSO VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024
RICCIARDI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024
PELLEGRINI MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024
FENU EMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024
CASO ANTONIO MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024
FONTANA ILARIA MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024
IARIA ANTONINO MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024
PAVANELLI EMMA MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024
BARZOTTI VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024
QUARTINI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024
CARAMIELLO ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024
SCUTELLA' ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024
SCERRA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 14/03/2024


Stato iter:
14/03/2024
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 14/03/2024
Resoconto FITTO RAFFAELE MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI, IL SUD, LE POLITICHE DI COESIONE E IL PNRR)
 
INTERVENTO GOVERNO 14/03/2024
Resoconto FITTO RAFFAELE MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI, IL SUD, LE POLITICHE DI COESIONE E IL PNRR)
 
DICHIARAZIONE VOTO 14/03/2024
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO MISTO-+EUROPA
Resoconto MARATTIN LUIGI ITALIA VIVA-IL CENTRO-RENEW EUROPE
Resoconto ROMANO FRANCESCO SAVERIO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto GRIMALDI MARCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto BONETTI ELENA AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE
Resoconto PELLA ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto SCUTELLA' ELISA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CANDIANI STEFANO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto PAGANO UBALDO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto PIETRELLA FABIO FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 14/03/2024

NON ACCOLTO IL 14/03/2024

PARERE GOVERNO IL 14/03/2024

DISCUSSIONE IL 14/03/2024

VOTATO PER PARTI IL 14/03/2024

RESPINTO IL 14/03/2024

CONCLUSO IL 14/03/2024

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00097
presentato da
SILVESTRI Francesco
testo di
Giovedì 14 marzo 2024, seduta n. 262

   La Camera,

   premesso che:

    1) udite le Comunicazioni del Governo in ordine allo stato di attuazione del PNRR;

    2) rilevato il ritardo con cui il Governo ha trasmesso al Parlamento la IV Relazione sullo stato di attuazione del PNRR, obbligo espressamente sancito dall'articolo 2, comma 2, lettera e), del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108, nell'ambito della disciplina della governance e dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    3) rilevato altresì che la disamina parlamentare di tale documento costituisce un'occasione ineludibile nell'ambito della dialettica parlamentare per fornire indicazioni al Governo sui profili sostanziali inerenti al processo di attuazione del PNRR ed al monitoraggio dei relativi traguardi e obiettivi, anche considerando che, come si apprende dalla IV Relazione citata, le modifiche approvate dalla Commissione in fase di revisione del Piano riguardano ben 145 misure nuove o modificate: si tratta di una sostanziale riscrittura del provvedimento;

    4) come noto, a seguito dell'approvazione, da parte del Consiglio Ecofin dell'8 dicembre 2023, della più ampia revisione del PNRR italiano, le risorse europee del Dispositivo di ripresa e resilienza destinate all'Italia sono aumentate da 191,6 a 194,4 miliardi di euro, in ragione dei 2,8 miliardi di euro in più di contributi a Fondo perduto assegnati all'Italia ai fini del finanziamento del capitolo REPowerEU. Le risorse già erogate all'Italia rappresentano, pertanto, il 52,4 per cento delle risorse europee del Dispositivo di ripresa e resilienza;

    5) va preliminarmente ricordato che il PNRR, così come modificato, contiene diverse revisioni testuali di misure, obiettivi o degli «Operational Agreements» (cioè le modalità tecniche definite dalla Commissione per la loro valutazione), e che i ritardi e le difficoltà evidenziate per un gran numero di misure del PNRR sono tali da giustificare uno slittamento temporale degli obiettivi concordati con la Commissione;

    6) le motivazioni alla base delle scelte per il definanziamento parziale o totale di misure già incluse nel Piano non appaiono invero del tutto chiare. Non appaiono evidenti, infatti, le circostanze che hanno portato al definanziamento di quelle specifiche misure e non di altre; tenendo conto che la ricognizione effettuata dal Governo nella III Relazione segnalava la presenza nel Piano di ben 83 interventi caratterizzati da elevate criticità, legate all'aumento dei costi e/o alla scarsità dei materiali e a ritardi nelle procedure amministrative, che non consentivano il rispetto dei target, di cui esse rappresentano solo una parte. Alla base dell'intervento di revisione sembrano mancare chiari criteri per la scelta degli interventi;

    7) prova ne sia che, nel riepilogo delle misure oggetto di revisione, nella IV Relazione, alle tabelle 6 e seguenti, si fa riferimento sistematicamente alla dizione «circostanze oggettive» per motivare le modifiche. In particolare, per le 103 misure già esistenti, le modifiche sono motivate con «circostanze oggettive» 74 volte, con «errori materiali» 18 volte, con «migliori alternative» 7 volte e con combinazioni delle precedenti per le residue 4 volte;

    8) perplessità desta altresì il ripetuto riferimento alle tempistiche di realizzazione degli interventi facenti capo ai comuni: dall'analisi presentata dall'ufficio Parlamentare di Bilancio al Senato il 5 dicembre 2023, in base ad una attenta ricognizione effettuata con la collaborazione dell'IRPET-Toscana, i comuni hanno procedure di gara avviate e aggiudicate maggiori della media del Piano;

    9) inoltre, nella sezione opendata del sito ufficiale del PNRR «Italia domani», non è ancora disponibile un quadro finanziario aggiornato del Piano che dia conto delle modificazioni intervenute, mentre apparirebbe indispensabile poter disporre di un documento ufficiale che fornisca una sistematica comparazione del Piano originario e di quello risultante dal processo di revisione, con misure, importi, target e scadenze;

    10) il 31 dicembre 2023 è giunto a scadenza il termine per il conseguimento dei traguardi e degli obiettivi connessi alla quinta rata del PNRR, i cui Fondi sono in attesa di erogazione da parte della Commissione europea: in particolare, lo slittamento in avanti degli obiettivi da raggiungere in ragione della revisione del Piano, ha avuto come conseguenza una diminuzione dei Fondi richiesti, passati, relativamente alla quinta rata, da 18 miliardi a 10,6 miliardi; è ragionevole ritenere che un fenomeno simile interesserà peraltro anche la sesta rata, legata al raggiungimento degli obiettivi di fine giugno 2024, che verrà pertanto probabilmente decurtata nell'ammontare delle risorse richieste;

    11) la realizzazione dei traguardi e degli obiettivi, cui è finalizzato ciascuno degli interventi del PNRR, è cadenzata temporalmente su base semestrale, a partire dal secondo semestre 2021 e fino al 31 dicembre 2026, data di conclusione del processo di attuazione del Piano; a tale riguardo, si rammenta che il numero di traguardi e obiettivi da conseguire, pari a 69 in base al PNRR originario, è stato ridotto a 52 in conseguenza della menzionata revisione del Piano approvata dal Consiglio Ecofin;

    12) permangono numerose difficoltà sistemiche generali che presidiano alla riuscita e attuazione del Piano, tra cui, in particolare, il ritardo generalizzato registrato nell'attuazione delle iniziative di investimento e di riforma rispetto alle scadenze concordate a livello europeo e di quelle con valenza meramente nazionale, nonché la perdurante impossibilità di accesso alle informazioni di monitoraggio degli investimenti sul territorio e il funzionamento del sistema Regis;

    13) al 31 dicembre 2023, dei 194,4 miliardi messi a disposizione per il nostro Paese a seguito della summenzionata revisione, da investire entro i prossimi due anni e mezzo, la spesa rendicontata del PNRR si è infatti attestata su quota 45,6 miliardi di euro, circa un quarto rispetto alla dotazione complessiva, ovvero il 23 per cento del totale, che scende al 22 per cento se si guarda al Piano così come è stato rimodulato;

    14) con la mozione 1-00146 e la risoluzione 6/00047, il Gruppo parlamentare «Movimento 5 Stelle» aveva peraltro già evidenziato il rischio di crescenti ritardi nell'attuazione dei PNRR a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi concordati, evidenziando al contempo l'esigenza di identificare immediatamente potenziali ritardi e problemi di attuazione e adottare misure tempestive per affrontarli;

    15) nonostante la revisione del Piano, restano infatti allarmanti i dati sullo stato attuale di avanzamento del PNRR: Come rilevato dall'ufficio parlamentare di bilancio nella sua analisi dello scorso dicembre, nel 2023 sono stati spesi appena 2,5 miliardi di Fondi PNRR, pari a circa il 7,4 per cento del previsto. Inoltre, il 75 per cento dei progetti esecutivi risulta in ritardo, con le fasi di progettazione e assegnazione considerate le più critiche. In particolare, la relazione dell'Upb riscontra ritardi nella fase di assegnazione degli appalti soprattutto nel Mezzogiorno;

    16) carenti sarebbero poi, sempre secondo la relazione dell'Upb, sia dal punto di vista della esaustività sia della tempestività, i dati presenti nella piattaforma Regis, considerati altresì poco coerenti sia internamente (tra le varie sezioni della piattaforma) che esternamente (confrontando ad esempio le informazioni contenute in altre banche dati);

    17) un altro elemento critico che emerge dall'analisi dell'Upb riguarda il fatto che i dati sulla spesa del PNRR risulterebbero «trainati» da quei progetti che non prevedono la realizzazione di opere da parte dei soggetti pubblici, in particolare di quelle misure che riguardano incentivi ai privati: 8,7 miliardi di euro sarebbero stati spesi, ad esempio, per interventi legati a Ecobonus e Sismabonus;

    18) va ricordato che la riduzione delle disuguaglianze territoriali è un elemento essenziale del Next Generation EU (NGEU) e quindi dei piani nazionali. A riguardo, il Dipartimento per le politiche di coesione deve verificare il rispetto dell'obiettivo di allocazione del 40 per cento nel Mezzogiorno attraverso apposite relazioni periodiche ma, nonostante le previsioni di legge, l'ultima Relazione disponibile risale a settembre 2022, con dati al giugno dello stesso anno;

    19) quello che emerge con chiarezza dai dati a fine 2022 è che la percentuale di allocazione delle risorse nel Mezzogiorno è molto diversa fra Ministeri, ed è particolarmente bassa per il Ministero delle imprese e del made in Italy (24,6 per cento), oltre che per il turismo. La grande rilevanza quantitativa della Misura Transizione 4.0, per quale non sono stati previsti dall'allora MISE vincoli di destinazione territoriale, pone il rischio che lo sviluppo industriale italiano si polarizzi ancora di più. Inoltre, se non si rafforza di molto la capacità produttiva al Sud, l'impatto di lungo termine del PNRR sarà molto minore, perché la domanda aggiuntiva si indirizzerà principalmente ad importazioni e non stimolerà la produzione locale;

    20) la garanzia dell'allocazione del 40 per cento è divenuta poi più incerta e preoccupante alla luce della revisione del PNRR, e di quanto previsto nel più recente decreto-legge n. 19 del 2024. Le analisi disponibili (fonte Svimez) mostrano infatti che senza dubbio la revisione renderà più difficile raggiungere l'obiettivo del 40 per cento: la quota nel Mezzogiorno degli investimenti esclusi dal Piano era significativa e maggiore della media (intorno al 52 per cento);

    21) nonostante infatti il citato vincolo di destinazione di almeno il 40 per cento delle risorse complessive a favore dei territori del Mezzogiorno previsto dal PNRR – che si aggiunge alle soglie del 37 per cento delle risorse per interventi per la transizione ecologica e del 25 per cento per la transizione digitale preoccupano inoltre i divari fra i territori a livello di macroaree e fra le regioni del Mezzogiorno che continuano a sussistere, mettendo in dubbio uno dei pilastri del Piano, la coesione territoriale;

    22) tale elemento è peraltro confermato anche dall'Upb, secondo il quale il comparto comunale risulta tra quelli con la maggior percentuale di avvio dei progetti (101 mila sono i soggetti attuatori), ma integra anche uno di quelli che presenta le maggiori fragilità. La quantità di passaggi burocratici a cui è necessario adempiere e la complessità della documentazione da fornire fa sì infatti che gli enti locali meno efficienti siano scoraggiati anche solo dal presentare le domande di finanziamento, con la conseguenza che rischiano di essere esclusi dai Fondi proprio quei territori che ne avrebbero più bisogno;

    23) per quanto attiene lo specifico profilo programmatico dell'utilizzo delle risorse del PNRR, così come rivisto dal Governo nei documenti di programmazione che si sono succeduti, la stessa Corte dei conti, nella Relazione sullo stato di attuazione del PNRR (marzo 2023), ha evidenziato come, rispetto alla programmazione iniziale, è stata prevista una traslazione in avanti delle spese originariamente assegnate al triennio 2020-2022, per oltre 20 miliardi complessivi, con il picco di spesa previsto nel biennio 2024-2025, e valori annuali che supereranno i 45 miliardi;

    24) se da un lato questo slittamento consente all'Italia di guadagnare tempo per completare gli affidamenti e realizzare i lavori, dall'altro non incide minimamente sulle ragioni dei ritardi finora accumulati. Se non si interviene sulle capacità burocratiche e amministrative degli enti locali, il rischio è comunque quello di arrivare al 2026 con una situazione estremamente critica;

    25) inoltre, nel Rapporto 2023 sul coordinamento della finanza pubblica (maggio 2023), la Corte dei conti, sulla base dei dati relativi all'avanzamento del Piano, ha analizzato l'ulteriore rivisitazione della pianificazione finanziaria con l'intensificazione della spesa nel biennio 2021 e 2022, rispettivamente per 1,6 e 2,7 miliardi, dovuta sostanzialmente al maggiore tiraggio dell'Ecobonus e Sismabonus e dei crediti d'imposta del Piano Transizione 4.0. Il Rapporto prevede un rallentamento della spesa nel 2023 e nel 2024 dovuto alla riduzione dell'impatto dei crediti d'imposta Transizione 4.0, il cui effetto è stato anticipato nei precedenti esercizi. Resta confermato che il picco di avanzamento finanziario annuale dovrà essere conseguito nel 2024 e 2025, con valori pari, rispettivamente, a poco meno di 44 miliardi e 48,8 miliardi;

    26) nella Deliberazione 29 febbraio 2024, n. 59/2024/G, sullo «Stato di attuazione degli interventi PNRR e PNC oggetto di controllo nel corso del 2023 da parte della sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato» la Corte dei conti ha evidenziato il permanere di uno scostamento fra spesa attesa e spesa sostenuta nonché come «lo iato fra adempimenti procedurali e spesa effettiva» resti ancora molto significativo;

    27) le istruttorie svolte dalla Corte dei conti hanno avuto ad oggetto 50 investimenti e 1 riforma di PNRR, oltre a 6 iniziative previste dal PNC; l'attività ha riguardato, in aggiunta alle misure previste nella programmazione per i controlli del 2023, anche 27 iniziative esaminate nel corso del 2022, allo scopo di monitorarne ulteriormente l'avanzamento finanziario, fisico e procedurale rispetto alle evidenze già riscontrate, nonché riguardo ai relativi Milestone e Target;

    28) l'organo di controllo ha rilevato altresì che con la revisione del piano l'indirizzo governativo sembra quella di ridurre il coinvolgimento dei comuni, non considerando che il loro ruolo rimane comunque centrale nella realizzazione degli obiettivi e che pertanto resta quindi cruciale che si implementino altri interventi per integrare, nelle amministrazioni comunali, le competenze tecniche necessarie a sostenere i processi amministrativi e burocratici richiesti;

    29) non meno preoccupanti sono poi i dati relativi al rispetto dei meccanismi di tutela previsti per alcune categorie di beneficiari del PNRR: secondo il rapporto del think tank Period, pubblicato in occasione dell'8 marzo 2024, il 65,5 per cento dei bandi del PNRR ha derogato ai meccanismi di tutela pensati per favorire l'inclusione di donne, giovani e persone con disabilità. Nello specifico, nel 2,7 per cento dei casi si tratta di una deroga parziale (viene derogata la quota femminile o la quota giovanile o entrambe), mentre nel restante 62,8 per cento dei casi si parla di una deroga totale. Se si considerano le deroghe totali, la missione con la maggior percentuale di bandi derogati totalmente è la missione 1 (digitalizzazione e innovazione) con il 69,4 per cento, seguita dalla missione 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica) con il 69,2 per cento;

    30) dall'analisi dei dati emerge pertanto un'assenza di trasversalità delle misure premiali e delle quote, confermando perlopiù una concentrazione in ambiti dove è già presente una significativa presenza femminile, come le infrastrutture sociali, la sanità, il turismo, e quote più basse proprio nelle missioni dove sono concentrate metà delle risorse economiche del PNRR, digitalizzazione e rivoluzione verde, con la conseguenza di far venire meno l'obiettivo del Piano di incrementare l'inclusione sociale, stimolando l'occupazione femminile, giovanile e delle persone con disabilità;

    31) la recente approvazione di un ennesimo decreto-legge da parte del Governo per l'attuazione del PNRR, il decreto-legge n. 19 del 2024, lascia in larga parte irrisolte le problematiche fin qui evidenziate. Se da un lato, infatti, il decreto contiene alcune indicazioni sulle risorse stanziate per portare comunque a compimento quei progetti rientranti in misure che sono state del tutto o in parte stralciate dal Piano a seguito della sua revisione, dall'altro, in assenza di un database aggiornato su tutti i progetti che saranno realizzati con i Fondi del Piano, non è possibile allo stato attuale decifrare con esattezza quali di questi progetti saranno portati a termine con altre fonti di finanziamento e quali invece saranno eliminati del tutto; inoltre, il decreto contiene nuove modifiche alla governance del Piano, che vedono un ruolo ancora più centrale della struttura di missione;

    32) per coprire i progetti definanziati e originariamente inclusi nel PNRR, vengono dirottate risorse da altri Fondi, principalmente il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) e il Piano nazionale complementare (PNC). In particolare, il Fondo complementare è una delle voci principali a cui il Governo ha scelto di attingere per finanziare i progetti rimossi dal Piano: per coprire i costi delle nuove misure vengono infatti tagliati 3,8 miliardi di investimenti del PNC, solo in parte compensati da un rifinanziamento che però arriverà in gran parte dal 2026;

    33) un primo fondamentale ambito di intervento è il PNC al PNRR: in particolare, il nuovo decreto interessa ben 23 dei 30 interventi previsti dal Piano e investe risorse per 3,8 miliardi, complessivamente operando una riduzione degli importi del PNC per quasi 1,2 miliardi di euro. Si consideri però che tale operazione non è completa, in quanto si prevedono ulteriori interventi di definanziamento entro l'8 aprile 2024, anche a seguito di un monitoraggio di avanzamenti da effettuare da parte delle competenti amministrazioni e poi ancora dopo la ridefinizione dei cronoprogrammi degli interventi;

    34) molte e articolate sono le misure contenute nel PNC e particolarmente significativi paiono gli interventi operati sul sistema sanitario: è ridotta per 510 milioni di euro la misura relativa agli interventi strutturali sugli ospedali (originariamente 1.450 milioni), nonché le misure relative agli ecosistemi innovativi per la salute e a «salute, ambiente, biodiversità e clima». Sebbene si disponga che per una quota di tali interventi si provvederà con il Fondo Ordinario per l'edilizia sanitaria, tuttavia talune amministrazioni regionali (ad esempio, quella della Puglia) fanno presente, da un lato, di avere già impegnati, per la costruzione di nuovi ospedali, le residue risorse, e di avere appalti in corso per 150 milioni di euro finanziati con le risorse ora non più disponibili del PNC, dall'altro, la circostanza che lo spostamento verso la nuova fonte finanziaria determinerebbe un notevole aggravio procedurale, chiedendo quindi di mantenere per questi interventi modalità semplificate. In sostanza, le modifiche per la sanità destano complessivamente preoccupazione sia per la certezza delle risorse disponibili, sia per la tempistica delle realizzazioni, specie ricordando che l'intera operazione del Next Generation EU nasce anche come reazione alla pandemia COVID-19;

    35) inoltre, lo sviluppo del PNC andrà attentamente monitorato in quanto dovrà «restituire al FSC» le risorse ora prelevate. Se i dati disponibili mostrano un preoccupante complessivo avanzamento del PNC, con un conseguimento molto parziale degli obiettivi, è anche vero che esso co-finanzia (per 11 dei suoi 30 miliardi di euro) interventi PNRR e determina importanti programmi di investimenti pubblici;

    36) non va peraltro trascurato che entrambi i Fondi, sia il PNC sia il FSC, sono utilizzabili con forti limitazioni: il primo, infatti, ha già creato obbligazioni giuridicamente vincolanti non definanziabili, se non rinunciando ad interventi già previsti per un valore equivalente; il secondo, come noto, impone di concentrare l'80 per cento delle 9 misure nelle regioni del Mezzogiorno;

    37) con questa logica di rimodulazione, a rimetterci saranno soprattutto i comuni che pagheranno le spese del dirottamento dei Fondi operato dal Governo per coprire le spese definanziate con la revisione del Piano: tra questi, quelli per investimenti, messa in sicurezza degli edifici ed infrastrutture. L'elenco dei tagli è molto lungo: meno risorse per gli investimenti e la messa in sicurezza di edifici e territori, meno risorse per le ferrovie regionali (-410 milioni), per il rinnovo delle flotte di bus, treni e navi verdi (-60 milioni); meno risorse per il rinnovamento degli ospedali (-500 milioni del Fondo complementare);

    38) con riferimento ai tagli ai Fondi per gli enti locali, altri 730 milioni arriveranno da riduzioni dell'autorizzazione di spesa per il 2026 e 2027 relativa ai contributi ai comuni per investimenti di messa in sicurezza degli edifici e del territorio. E sempre i sindaci dovranno rinunciare ad oltre 1 miliardo complessivo tra 2027 e 2029 a valere su un altro Fondo per investimenti istituto dalla legge di Bilancio per il 2020;

    39) da notare infatti che circa 1,8 miliardi di euro di risorse provengono dal definanziamento di due Fondi che mettevano a disposizione proprio risorse a favore degli enti locali: si tratta del Fondo istituito presso il Ministero dell'interno per investimenti a favore dei comuni (1,06 miliardi) e di quello per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio (734,5 milioni); altri tagli consistenti riguardano 900 milioni derivanti dal Fondo per l'avvio di opere indifferibili, i cui Fondi già assegnati, però, restano a disposizione anche per quei progetti che non rientrano più nel PNRR;

    40) come denunciato anche a livello regionale, tale riprogrammazione, a livello nazionale, su Fondi già ripartiti alle regioni, non tiene conto del diritto, esercitato dalle regioni, alla propria programmazione, già in atto, con una sovrapposizione alla programmazione regionale che presenta problemi di costituzionalità, nel rapporto Stato-regioni, quanto al rispetto delle specifiche competenze;

    41) le coperture dovrebbero essere individuate contestualmente alle spese da finanziare e non con un mero riferimento a Fondi a destinazione indistinta, bensì individuando, sebbene a grandi linee, le specifiche finalizzazioni di spesa da ridurre o sopprimere. Ciò consentirebbe una valutazione contestuale delle priorità di spesa, rendendo possibile al tempo stesso una prima verifica della coerenza del quadro generale di finanza pubblica;

    42) in particolare, desta preoccupazione il fatto che il rifinanziamento previsto sia avvenuto su Fondi che non prevedono scadenze e controlli puntuali, come invece previsto per la spesa dei Fondi del PNRR e che l'assenza di adeguati meccanismi di verifica, così come la mancanza della scadenza tassativa del 2026 prevista dal Piano, esponga al concreto rischio di ritardi nella spesa;

    43) il FSC 2020-2027, per la parte non ancora impegnata, pari a circa 42 miliardi, è soggetto a una programmazione che arriva al 2031 e l'Ammontare maggiore di risorse risulta concentrato nel quadriennio 2027-2030. Andrebbe quindi chiarito quali interventi esclusi dal PNRR si intende differire in modo così considerevole nel tempo;

    44) sempre con riferimento alla dimensione degli enti locali, nell'ottica di preservare la qualità degli interventi, tra gli elementi di criticità del Piano e della sua esecuzione va annoverata anche la capacità amministrativa: con la revisione del Piano, l'intento del Governo, confermato nel nuovo decreto PNRR, sembra infatti quello di ridurre il coinvolgimento dei comuni, nonostante il loro ruolo rimanga comunque centrale nella realizzazione degli obiettivi;

    45) a ciò si aggiunga che, ancora una volta, i comuni, diretti interessati nell'attuazione del PNRR, non sono stati adeguatamente coinvolti nella rimodulazione del Piano, né nelle valutazioni circa l'adozione del nuovo decreto e delle relative coperture finanziarie;

    46) destano dubbi, inoltre, gli effetti in termini di finanza pubblica delle rimodulazioni del Piano operate dal Governo: la revisione del PNRR, infatti, incide contemporaneamente su tre diversi profili, relativi rispettivamente ai Milestones e Targets, alle rate europee di rimborso e alla spesa effettiva per gli interventi; in particolare, restano da quantificare le esigenze di cassa che scaturiranno dalla revisione del profilo temporale delle rate, in particolare dalla riduzione degli importi che dovrebbero essere erogati nel 2024 (quinta e sesta rata);

    47) Critica rimane poi l'attuazione dal punto di vista dell'emanazione dei provvedimenti attuativi: il nuovo decreto PNRR, attualmente all'esame della Camera, rinvia infatti a 26 provvedimenti per rendere pienamente operative le misure previste dal testo, un numero che va ad aggiungersi ai 315 provvedimenti attuativi ancora da varare;

    48) nel complesso, non sembra trascurabile il rischio che la revisione complessiva del PNRR, che inserisce nuove spese nel Piano senza cancellare quelle già previste, ma «esternalizzandole» a carico del bilancio nazionale, generi un cospicuo aumento della spesa, salvo che l'impegno a mantenere la realizzazione delle spese originarie non vada inteso come meramente programmatico e privo di contenuto fattivo;

    49) non può infine sottacersi, come, in un'ottica di messa a terra del PNRR, nonché di continuazione nel reperimento delle risorse da esso derivate, sarebbe stato fondamentale mantenere inalterati quegli strumenti normativi di cui il nostro Paese si è dotato nei Governi Conte I e II, ed in particolare, la legge n. 3 del 2019, che ha predisposto un complesso sistema di contrasto ai fenomeni corruttivi, facendo ottenere il plauso all'Italia da parte del GRECO, il Gruppo di Stati contro la Corruzione in seno al Consiglio d'Europa;

    50) è notorio che la corruzione costituisca ormai una delle principali porte di ingresso della criminalità organizzata, ed in particolare, di quella di stampo mafioso, interessata sempre di più ad insinuarsi nella gestione delle risorse pubbliche e nella economia legale, con un costo per lo Stato di circa 60 miliardi l'anno, determinando, così, perspicue implicazioni economiche e sociali;

    51) da ultimo, un allarme sulle irregolarità che stanno caratterizzando l'attuazione del PNRR è stato lanciato anche dal Procuratore generale della Corte dei conti, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, con riferimento alle frodi e alle indebite percezioni delle risorse da parte dei soggetti attuatori, nonché alla realizzazione di opere senza seguire i progetti, generando così «uno sperpero» dei Fondi assegnati,

impegna il Governo:

   1) a trasmettere tempestivamente alle Camere, in ottemperanza alle scadenze previste, la V Relazione sullo stato di attuazione del PNRR, nel rispetto delle prerogative parlamentari e in ottemperanza all'obbligo espressamente sancito dall'articolo 2, comma 2, lettera e), del citato decreto-legge n. 77 del 2021, nell'ambito della disciplina della governance e dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, accompagnato da un documento ufficiale che fornisca una sistematica comparazione del Piano originario e di quello risultante dal processo di revisione, con misure, importi, target e scadenze;

   2) a garantire, per quanto di competenza, il coinvolgimento pieno e tempestivo del Parlamento nel processo di definizione delle eventuali ulteriori proposte di modifica del PNRR, assicurando di informare e chiarire in modo puntuale alle competenti Commissioni parlamentari quali siano i cambiamenti richiesti nonché le conseguenti previsioni in termini di effetti degli investimenti e di crescita del sistema Paese, così come nella definizione del capitolo dedicato al piano REPowerEU all'interno del PNRR, al fine di assicurare la coerenza dello stesso rispetto alla evoluzione dell'economia verso un modello sostenibile;

   3) a garantire altresì l'integrale, tempestivo ed efficiente utilizzo da parte dell'Italia dei Fondi del PNRR, in tempi rispettosi del cronoprogramma con riferimento alle scadenze concordate a livello europeo e di quelle con valenza nazionale, evitando il ricorso ad ulteriori riprogrammazioni temporali nell'utilizzo delle relative risorse che hanno come conseguenza solo quella di uno slittamento in avanti della spesa originariamente prevista, senza incidere in maniera effettiva e significativa sulle cause dei ritardi finora accumulati;

   4) a scongiurare altresì il rischio che con la rimodulazione dei fondi operata dal Governo per coprire progetti definanziati, originariamente inclusi nel PNRR, vengano dirottate risorse dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) e dal Piano nazionale complementare (PNC), con conseguente riduzione di risorse per il finanziamento di altri interventi in settori strategici quali salute, istruzione, diritto allo studio e ricerca, ambiente, biodiversità e clima, compreso l'efficientamento energetico, in assenza peraltro di scadenze, controlli puntuali e adeguati meccanismi di verifica, come invece previsti per la spesa dei fondi del PNRR, a danno soprattutto degli enti locali;

   5) ad assicurare massima priorità, nell'attuazione degli investimenti e degli interventi previsti nel PNRR relativamente al contenimento del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo, al contrasto alla povertà e all'esclusione sociale, all'equità e progressività del sistema fiscale, alla parità generazionale e di genere, all'istruzione, al diritto allo studio e alla ricerca nonché alla funzionalità piena del Servizio sanitario nazionale, in particolare costituendo dei consessi che, per settori e ambiti di competenza, con il coinvolgimento dei competenti organi parlamentari, provvedano alla valutazione e al monitoraggio delle fasi di attuazione del Piano;

   6) in particolare, a non vanificare la grande conquista di aver ottenuto le risorse utili per rafforzare la capacità del Servizio sanitario nazionale (Ssn) assicurando di evitare stasi o rallentamenti procedurali nel percorso volto al rispetto dei previsti milestone e target e per recuperare possibili ritardi accumulati e a vigilare, per quanto di competenza, affinché i progetti in corso di approvazione rispondano alle esigenze di funzionalità delle strutture sanitarie da realizzare, con riferimento ai contingenti di personale richiesti, ai servizi e alle opere infrastrutturali connaturate alle attività che verranno espletate all'interno delle stesse;

   7) a scongiurare la distrazione delle risorse del PNRR a favore del co-finanziamento dell'industria della difesa, in particolare per la produzione di armamenti, considerato che tali fondi rappresentano lo strumento principale di ripresa e rilancio dell'economia del Paese provato dalla recente pandemia;

   8) con specifico riguardo alla revisione del PNC, a rendere una tempestiva informativa alle Camere circa gli ulteriori interventi di definanziamento da definirsi entro l'8 aprile 2024, sì da garantirne un costante e accurato monitoraggio con riguardo agli investimenti pubblici previsti – di per sé negativo sia per l'impatto macroeconomico sia per il miglioramento delle condizioni del Paese per imprese e cittadini;

   9) sempre con riferimento alla dimensione degli enti locali e alla centralità del ruolo da essi ricoperto nella realizzazione degli obiettivi del PNRR, a sostenerne la capacità amministrativa, nonché ad adottare le necessarie misure per rafforzare il coinvolgimento dei comuni nell'attuazione del Piano, anche al fine di un migliore coordinamento nelle progettualità e negli investimenti in corso nel PNRR, assicurando alle amministrazioni comunali le competenze tecniche necessarie a sostenere i processi amministrativi e burocratici richiesti, nel rispetto dell'autonomia programmatoria di regioni e province autonome, in conformità al principio di leale collaborazione;

   10) ad assicurare il rispetto dei meccanismi di tutela previsti per alcune categorie di beneficiari del PNRR, tra cui donne, giovani e persone con disabilità, nonché il raggiungimento di obiettivi trasversali, come l'inclusione sociale e la sostenibilità economica, sociale e ambientale degli interventi, vigilando sul rispetto di tali vincoli da parte dei bandi di gara e stimolando a tal fine l'occupazione femminile, giovanile e delle persone con disabilità;

   11) a pubblicare celermente la Relazione istruttoria sul rispetto del vincolo di destinazione alle regioni del Mezzogiorno di almeno il 40 per cento delle risorse territorialmente allocabili, al fine di mantenere l'ambizione di riequilibrio territoriale del PNRR, nonché ad assicurare il rispetto della destinazione minima del 40 per cento dei finanziamenti dei PNRR al Sud ed il vincolo di concentrazione delle risorse nelle regioni del Mezzogiorno previsto dal Fondo di Sviluppo e Coesione, al fine di consentire, nell'ottica dell'obiettivo della coesione territoriale, il pieno superamento delle disuguaglianze e dei divari territoriali a livello di macroaree e fra le regioni del Mezzogiorno che rappresenta proprio uno degli obiettivi più qualificanti del PNRR;

   12) a rendere pienamente accessibili e aggiornate le informazioni relative al monitoraggio degli investimenti sul territorio, sia dal punto di vista della esaustività sia della tempestività, nonché ad assicurare l'effettivo funzionamento del sistema Regis e la coerenza dei dati ivi contenuti, sia internamente, tra le varie sezioni della piattaforma, sia esternamente con informazioni contenute in altre banche dati, evidenziando, anche alla luce della revisione del Piano, quali progetti saranno portati a termine con altre fonti di finanziamento e quali invece saranno eliminati del tutto;

   13) ad adottare iniziative volte a ripristinare e rafforzare, senza indugio e con provvedimenti normativi aventi carattere di urgenza, il controllo concomitante della Corte dei conti sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e sul Piano nazionale complementare;

   14) a porre al centro dell'azione di Governo tutte le ulteriori politiche necessarie alla predisposizione di un adeguato sistema di controlli, prevenzione e trasparenza delle somme di denaro derivanti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonché alla repressione degli eventuali reati conseguenti all'utilizzo irregolare delle ingenti somme relative ai progetti del PNRR, monitorando ed eventualmente modificando le norme dei decreti legge di attuazione del PNRR in vigore per una efficace gestione delle stesse risorse e un maggiore contrasto delle frodi e delle indebite percezioni da parte dei soggetti attuatori.
(6-00097) «Francesco Silvestri, Torto, Alfonso Colucci, D'Orso, Riccardo Ricciardi, Pellegrini, Fenu, Caso, Ilaria Fontana, Iaria, Pavanelli, Barzotti, Quartini, Caramiello, Scutellà, Scerra».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

relazione

investimento

finanziamento pubblico