BARETTA, PICCOLO e VICO. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
in considerazione del riacutizzarsi della crisi negli ultimi mesi, il Governo ha annunciato la scorsa settimana il pacchetto di iniziative che disciplina i rapporti di credito e debito tra Pubblica Amministrazione e imprese fornitrici, intervenendo, in tal modo, sull'annosa questione dei ritardati pagamenti alle imprese;
stime recenti quantificano i debiti della pubblica amministrazione in circa 70 miliardi di euro e, sulla scorta delle misure predisposte dal Governo e di quanto dichiarato dallo stesso Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, già entro la fine del 2012 dovrebbero essere pagati debiti per un ammontare di 20-30 miliardi di euro;
secondo quanto si legge nel comunicato, l'obiettivo del Governo è quello di fornire liquidità alle aziende mediante un meccanismo che, previa certificazione dei crediti scaduti da parte delle amministrazioni, consente alle imprese di compensare i crediti con i debiti iscritti a ruolo ovvero di rivolgersi al sistema bancario mediante la cessione pro-soluto o pro-solvendo del credito o l'anticipazione garantita dalla certificazione medesima;
in particolare, le misure previste intendono dare attuazione a numerose previsioni legislative e riguarderebbero: a) la certificazione dei crediti nei confronti di amministrazioni statali, enti pubblici nazionali, enti locali, regioni ed enti del servizio sanitario nazionale (articolo 9 del decreto legislativo n. 185 del 2008, e successive modificazioni); b) le regole per compensare i crediti con i debiti verso il fisco iscritti a ruolo alla data del 30 aprile 2012 (articolo 31 del decreto-legge n. 78 del 2010; c) l'utilizzo del Fondo centrale a garanzia delle anticipazioni dei cittadini che le aziende vantano nei confronti della pubblica amministrazione (articolo 39 del decreto legislativo n. 78 del 2011); d) la definizione dell'accordo tra Abi e associazioni degli imprenditori per la costituzione di un plafond del valore iniziale di 10 miliardi di euro, riservato alla mobilizzazione dei crediti verso lo Stato;
tuttavia, l'articolo 13, comma 1, della legge 12 novembre 2011, n. 183 (legge di stabilità per il 2012) modificando l'articolo 9 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009 n. 2, prevede che la certificazione dei crediti vantati nei confronti degli enti territoriali non possa essere rilasciata, a pena di nullità, dalle regioni sottoposte ai piani di rientro dei deficit sanitari e dagli enti locali commissariati;
tale esclusione rischia di pregiudicare fortemente l'efficacia della norma e vanificare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal Governo, in quanto molte imprese che vantano crediti nei confronti delle regioni sottoposte a piano di rientro dal deficit sanitario e dei comuni commissariati non potrebbero usufruire delle misure previste nei suddetti provvedimenti, con grave pregiudizio delle imprese stesse -:
se non ritenga di dover intervenire, con una norma di rango primario, al fine di porre rimedio a questa esclusione, prevedendo in particolare una modifica del citato articolo 9 del decreto-legge 185 del 2008, che consenta anche alle imprese che vantano crediti nei confronti dei comuni commissariati e delle regioni sottoposte a piano di rientro dal deficit sanitario di accedere all'istituto della certificazione.
(5-06944)