ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06664

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 502 del 14/10/2015
Firmatari
Primo firmatario: VALENTE SIMONE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 14/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 14/10/2015
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 14/10/2015
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 14/10/2015
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 14/10/2015
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 14/10/2015
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 14/10/2015
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 14/10/2015


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 14/10/2015
Stato iter:
15/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 15/10/2015
Resoconto VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 15/10/2015
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 15/10/2015
Resoconto VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 15/10/2015

SVOLTO IL 15/10/2015

CONCLUSO IL 15/10/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06664
presentato da
VALENTE Simone
testo di
Mercoledì 14 ottobre 2015, seduta n. 502

   SIMONE VALENTE, VACCA, D'UVA, LUIGI GALLO, DI BENEDETTO, MARZANA, BRESCIA e SIBILIA. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   l'Italia è tra i Paesi europei con la tassazione universitaria più alta e con il numero di laureati più basso: solo il 23,7 per cento degli italiani tra 30 e 40 anni ha una laurea, contro la media europea del 37,9 per cento. La differenza è così abissale, che per l'Italia sarà impossibile raggiungere l'obiettivo del 40 per cento nel 2020, come richiesto dall'Europa;
   è innegabile la stretta relazione tra accesso allo studio (favorito da borse di studio e tassa di iscrizione bassa) e numero di laureati: alte tasse e l'assenza di un adeguato sostegno finanziario disincentivano il proseguimento degli studi;
   le misure di sostegno in questione trovano il loro fondamento nell'articolo 34 della Costituzione, che, per assicurare a tutti il diritto allo studio, sancisce che «i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi», prevedendo, altresì, che le borse di studio, gli assegni alle famiglie e le altre provvidenze necessarie per rendere «effettivo questo diritto» siano attribuite per concorso;
   la giurisprudenza costituzionale, sentenza 215/1987, nell'interpretare il diritto all'istruzione di cui all'articolo 34 della Costituzione ha sottolineato che «Statuendo che “la scuola è aperta a tutti”, e con ciò riconoscendo in via generale l'istruzione come diritto di tutti i cittadini, l'articolo 34, primo comma, della Costituzione pone un principio nel quale la basilare garanzia dei diritti inviolabili dell'uomo “nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità” apprestata dall'articolo 2 della Costituzione trova espressione in riferimento a quella formazione sociale che è la comunità scolastica. L'articolo 2 poi, si raccorda e si integra con l'altra norma, pure fondamentale, di cui all'articolo 3, secondo comma, che richiede il superamento delle sperequazioni di situazioni sia economiche che sociali suscettibili di ostacolare il pieno sviluppo delle persone dei cittadini. Lette alla luce di questi principi fondamentali, le successive disposizioni contenute nell'articolo 34 palesano il significato di garantire il diritto all'istruzione malgrado ogni possibile ostacolo che di fatto impedisca il pieno sviluppo della persona. L'effettività dell'istruzione dell'obbligo è, nel secondo comma, garantita dalla sua gratuità; quella dell'istruzione superiore è garantita anche a chi, capace e meritevole, sia privo di mezzi, mediante borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze (terzo e quarto comma). In tali disposizioni, l'accento è essenzialmente posto sugli ostacoli di ordine economico, giacché il Costituente era ben consapevole che è principalmente in queste che trova radice la disuguaglianza delle posizioni di partenza e che era perciò indispensabile dettare al riguardo espresse prescrizioni idonee a garantire l'effettività del principio di cui al primo comma»;
   il MoVimento 5 Stelle con l'AC n. 1159 ha presentato già a maggio 2013 una proposta di legge per modificare la disciplina sulle tasse universitarie anche istituendo una «NO tax area»; ovvero una fascia di reddito (medio bassa) che prevede l'esenzione dal pagamento della tassa di iscrizione all'università. Nonostante il lavoro della Commissione VII, Governo ad avviso degli interroganti ha colpevolmente ignorato il tema. Ad ottobre 2014, a seguito di numerose richieste della Commissione di una relazione tecnica al Governo, l'ufficio legislativo del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha inviato una comunicazione scritta pervenuta allo stesso dal capo dipartimento dell'università in cui si legge «non sono disponibili le informazioni relative alle condizioni reddituali dei singoli studenti, necessarie per poter effettuare delle stime sull'impatto finanziario che deriverebbe dalle proposte normative»;
   la situazione complessiva sul diritto allo studio è aggravata da una contrazione delle risorse stanziate dal Governo, dalla modifica dei parametri per accedere al diritto allo studio e dal nuovo metodo di calcolo ISEE;
   in tutto il mese di settembre 2015 sono state numerosissime le associazioni studentesche universitarie che hanno protestato apertamente contro le politiche dei Governo;
   i costanti tagli che il Governo riserva al settore universitario, le modifiche legislative sulla tassazione universitaria, i nuovi parametri sull'ISEE, il taglio dell'FFO gravano sulle spalle delle famiglie, anche meno abbienti, degli studenti –:
   se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative per modificare la normativa sulle tasse universitarie, rendendole meno onerose per le famiglie al fine di facilitare l'accesso agli studi e garantire il diritto allo studio incrementando il numero di borse e così rimediando alle problematiche relative al nuovo ISEE.
(5-06664)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 15 ottobre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-06664

  Ritengo preliminare chiarire che, anche se apparentemente assimilabili, la questione delle tasse pagate dagli studenti universitari deve essere distinta concettualmente dal tema delle borse per il diritto allo studio.
  Mentre le prime, infatti, nel rispetto di criteri generali di riferimento per l'intero sistema universitario, rientrano nell'ambito dell'autonomia universitaria, il diritto allo studio, oltre ad essere costituzionalmente sancito, attiene alla competenza di Stato e regioni.
  Con specifico riferimento alle tasse universitarie, si conferma che i dati reddituali delle famiglie degli studenti fanno parte del patrimonio informativo delle singole università e che per una parte di essi, ovvero gli studenti che non comunicano la situazione reddituale, l'importo massimo della tassa è una conseguenza della mancata presentazione della dichiarazione reddituale e patrimoniale all'università stessa.
  Complessivamente l'andamento delle entrate dichiarate dagli atenei e riportate nei bilanci per tasse universitarie, al netto dei rimborsi agli studenti nell'ultimo quadriennio, ha registrato un aumento di circa 45 milioni di euro passando da 1,690 miliardi di euro del 2011 a 1,735 miliardi di euro del 2014.
  Questo quadro si inserisce nell'ambito di un andamento del Fondo di Finanziamento Ordinario che ha seguito dinamiche molto diverse di effettiva riduzione passando dai 7,3 miliardi di euro del 2011 ai 7 miliardi del 2014. Va quindi evidenziato che la riduzione del Fondo di finanziamento ordinario non è stato compensato da alcun aumento del gettito delle tasse universitarie ma, molto più semplicemente, da un automatico aumento del rapporto tra tasse e FFO che è cosa ben diversa.
  Detto questo, è indubitabile invece l'esigenza di un intervento organico sul tema del diritto allo studio che rappresenta ancora oggi un problema soprattutto in alcune parti del Paese. Infatti solo alcune regioni contribuiscono in modo adeguato all'obiettivo della copertura del 100 per cento delle borse di studio.
  A tale proposito, voglio però precisare che l'impegno finanziario dello Stato negli ultimi anni è aumentato, passando da circa 100 milioni di euro del 2011 a circa 160 milioni di euro del 2014, consolidati nel 2015.
  L'impegno del Ministero è quello di portare a termine la riforma prevista dalla legge n. 240 del 2010 e contenuta nei sui principi generali nel decreto legislativo n. 68 del 2012, attraverso l'adozione, in tempo utile per l'anno accademico 2016/17, del decreto ministeriale sui Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) che dovrebbe assicurare una maggiore equità nell'attribuzione delle borse di studio in base al reddito e al merito e, compatibilmente con le risorse disponibili, adeguare l'importo delle borse.
  È auspicabile che le regioni concorrano al perseguimento di questi obiettivi, in modo da realizzare una riforma in grado di rispondere integralmente alle aspettative del Paese. Come Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca riteniamo che questo sia un obiettivo prioritario.
  In merito alle problematiche sollevate dal nuovo calcolo isee e dagli effetti negativi sul calcolo delle fasce per le borse di studio, il Ministero ha convocato proprio per il 16 ottobre, un tavolo tecnico con le parti interessate: MIUR, rappresentante andisu, rappresentante cnsu e rappresentante regioni. Intanto per avere dati sulla platea beneficiari e platea esclusi e poi per mettere in campo eventuali soluzioni adesso per l'emergenza e possibili vie per il lungo periodo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto all'istruzione

diritto dell'individuo

prestazione familiare