ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05840

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 445 del 18/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: RIZZO GIANLUCA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2015
BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2015
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2015


Commissione assegnataria
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 18/06/2015
Stato iter:
15/10/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/10/2015
Resoconto ROSSI DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA)
 
REPLICA 15/10/2015
Resoconto FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/06/2015

SOLLECITO IL 11/09/2015

DISCUSSIONE IL 15/10/2015

SVOLTO IL 15/10/2015

CONCLUSO IL 15/10/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05840
presentato da
RIZZO Gianluca
testo di
Giovedì 18 giugno 2015, seduta n. 445

   RIZZO, CORDA, BASILIO e FRUSONE. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
   si apprende da organi di stampa che lo scorso marzo si sono svolte le operazioni navali Mare Aperto, «dopo un anno di fermo per lo svolgimento dell'attività Mare Nostrum», lasciando intendere, con tale affermazione del generale Graziano, che a causa dell'attività di concorso al soccorso nel Canale di Sicilia, la Marina Militare abbia dovuto rinunciare alla sua attività istituzionale di difesa nazionale;
   sempre da notizie di stampa, si apprende che la Guardia costiera avrebbe a disposizione sette navi della classe CP900 e una cinquantina di motovedette della classe CP300, tutte costruite utilizzando fondi dell'agenzia europea Frontex, da impegnare nel recupero dei migranti nei mediterraneo;
   per quanto è di conoscenza agli interroganti, nel porto di Lampedusa, operano in turnazione, solo 3 o 4 motovedette della suddetta classe CP300 dotate di bordi in gomma per evitare il ribaltamento dei barconi e le lungaggini nelle operazioni di trasbordo come avviene per le navi di stazza maggiore;
   le navi e le motovedette della Guardia costiera sono in grado di accogliere diverse centinaia di naufraghi e risultano essere più veloci e più economiche in termini di costo di navigazione rispetto alle navi impiegate nelle stesse operazioni dalla Marina Militare; in considerazione anche del diverso impiego di equipaggi che, nel caso delle motovedette è di soli 25/40 membri, mentre sulle fregate della Marina è di 200 marinai che godono, comunque, di indennizzi di missione per le operazioni in mare;
   oltre le operazioni di ricerca e soccorso, la Guardia Costiera si è sempre adoperata anche per le attività di sabotaggio delle imbarcazioni, successivamente al trasbordo dei naufraghi. Non a caso, riferendo a notizie della stampa, una loro motovedetta, lo scorso febbraio venne minacciata con armi da fuoco da parte di scafisti affinché i «Guardia Coste», dopo le operazioni di soccorso, non mettessero fuori uso il barcone;
   le navi della Guardia costiera di lunghezza pari a circa 100 metri, secondo quanto noto agli interroganti, dovrebbero avere un costo di circa 70 milioni di euro, mentre quelle di 60 metri di 15 milioni di euro. Le motovedette classe 300 «soltanto» 2 milioni. Mezzi decisamente più economici rispetto alle nuove navi «dual use» che la Marina Militare ha recentemente commissionato e che verranno consegnate nel prossimo decennio che nella migliore delle ipotesi al netto dei sistemi d'arma verrebbero a costare almeno 200 milioni di euro –:
   quante «ore di moto» sono state svolte dalle navi della Marina Militare negli anni 2013, 2014 e quante esercitazioni navali in navigazione siano state svolte nel 2013 e nel 2014;
   se si intenda ridurre al minimo e al solo concorso l'attività navale di soccorso e contrasto all'immigrazione clandestina già egregiamente svolta da Guardia di Finanza e Guardia costiera, al fine di salvaguardare le navi della Marina che secondo quanto dichiarato più volte dal Capo di Stato Maggiore Ammiraglio De Giorgi non sono più all'altezza della situazione, per fronte alle crisi e al mantenimento degli equilibri internazionali. (5-05840)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 15 ottobre 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione IV (Difesa)
5-05840

  Prima di rispondere ai singoli quesiti posti dall'interrogante, si reputa opportuno precisare alcuni aspetti evidenziati in premessa all'atto.
  Innanzitutto, nell'ambito del contrasto all'immigrazione clandestina, le Unità della Marina Militare svolgono un'attività di presenza e di sorveglianza nell'area del Mediterraneo centrale, finalizzata alla deterrenza e al contrasto delle organizzazioni criminali dedite ai traffici illeciti di esseri umani, prevedendo anche specifiche misure per impedire il recupero dei natanti utilizzati, mentre quelle della Capitaneria di Porto intervengono per attività di Ricerca e Soccorso (Search and Resene – S.A.R.).
  In caso di emergenza, tuttavia, le Unità della Marina Militare sono chiamate a partecipare a operazioni di soccorso per la salvaguardia della vita umana in mare, come stabilito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS).
  Fermo restando, poi, che le Unità della Marina Militare e quelle della Capitaneria di Porto non sono fra loro comparabili per le diverse missioni cui sono istituzionalmente destinate, per quanto concerne i costi delle «nuove navi dual use che la Marina militare ha recentemente commissionato», le nuove Unità vanno inquadrate in un processo di razionalizzazione delle risorse che porterà a conseguire una riduzione delle navi di prima linea in servizio di circa il 60 per cento nell'arco di un decennio, perseguendo ulteriori risparmi grazie all'efficientamento del correlato ciclo logistico e alla possibilità, propria delle nuove tecnologie, di impiegare equipaggi quantitativamente ridotti rispetto al passato.
  Queste nuove navi hanno un orizzonte d'impiego di 25/30 anni e saranno utilizzate in tutte le missioni istituzionalmente previste per la Marina Militare (tra le quali potranno rientrare anche quelle di soccorso) comprese quelle in alto mare, dove la Forza armata può operare per periodi prolungati, in condizioni meteorologiche avverse e garantendo, al contempo, una adeguata cornice di sicurezza.
  Per quanto riguarda, conclusivamente, gli specifici quesiti posti, le Unità della Squadra Navale hanno svolto, nel corso del 2013, 75.856 ore di moto, di cui 25.311 per attività addestrativa (pari al 33 per cento delle ore totali), mentre, nel 2014, le ore di moto sono state 100.466, di cui 15.533 per attività addestrativa (pari al 15,5 per cento delle ore totali).
  In merito, invece, alla possibilità di «ridurre al minimo» l'attività di soccorso da parte della Marina militare, si osserva che l'intervento della Forza armata si è reso necessario per la situazione di emergenza e di straordinarietà che, come noto, si protrae nel Mediterraneo centrale; al riguardo, sembra perfino superfluo evidenziare come, in caso di emergenza, risulti giuridicamente obbligatorio l'intervento delle Unità interessate dalla Capitaneria di Porto.
  L'immane flusso di migranti e il traffico di esseri umani è stato tale, infatti, da indurre l'Unione europea all'avvio della missione «Eunavformed», in aggiunta alla missione «Triton» che opera sotto la responsabilità dell'Agenzia Europea Frontex e al dispositivo di sorveglianza e sicurezza marittima «Mare Sicuro», il cui scopo è anche quello di garantire la protezione dei mezzi nazionali, inclusi quelli della Guardia Costiera, impegnati in attività di SAR nel Mediterraneo centrale, oltre che assicurare la salvaguardia degli interessi nazionali nell'area.
  Peraltro, anche le attività che non rientrano tra quelle addestrative, consentono di mantenere elevata la preparazione del personale, imprescindibile per conseguire il massimo stato di efficienza, requisito fondamentale per l'assolvimento dei compiti istituzionali.
  Relativamente al numero delle esercitazioni navali condotte negli anni 2013 e 2014, sono state effettuate, rispettivamente, 26 e 8 attività addestrative.
  È il caso di rilevare, infine, che sebbene la nostra flotta sia in parte obsoleta ciò non ha comunque impedito, di fatto, alla Marina Militare di svolgere i propri compiti istituzionali in modo pregevole, garantendo sempre la prontezza operativa richiesta.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

nave

personale di bordo

sorveglianza marittima