ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03348

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 284 del 08/01/2020
Firmatari
Primo firmatario: DE CARLO SABRINA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/01/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MACINA ANNA MOVIMENTO 5 STELLE 08/01/2020


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 08/01/2020
Stato iter:
09/01/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/01/2020
Resoconto DE CARLO SABRINA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 09/01/2020
Resoconto CRIMI VITO CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
REPLICA 09/01/2020
Resoconto DE CARLO SABRINA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/01/2020

SVOLTO IL 09/01/2020

CONCLUSO IL 09/01/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03348
presentato da
DE CARLO Sabrina
testo di
Mercoledì 8 gennaio 2020, seduta n. 284

   SABRINA DE CARLO e MACINA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in Friuli Venezia Giulia il fenomeno dei flussi dei richiedenti asilo non accenna a diminuire e la rotta balcanica settentrionale continua ad essere utilizzata dai migranti che arrivano al confine italiano a piedi; da alcuni articoli di stampa, sembra che siano 4789 gli stranieri irregolari rintracciati dalla polizia di frontiera; tuttavia, la mancata pubblicazione sul sito del Ministero dell'interno dei dati relativi agli arrivi via terra non permette di avere la sicurezza dei numeri sovraesposti;

   le strutture di trattenimento per stranieri irregolari sono state introdotte nel testo unico immigrazione con il DL n. 13/2017, i centri d'identificazione ed espulsione attualmente hanno assunto la denominazione di Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr);

   attualmente i Cpr operativi sono 8; il 15 dicembre 2019 è stato riaperto anche il centro di Gradisca (ex CIE), che in soli 15 giorni risulta già al completo, ma che ancora non è del tutto funzionante in quanto ha disponibilità di accogliere 66 persone su 150;

   nella stessa struttura, nel 2014, ha riaperto il Cara; la coesistenza di entrambi i centri in un unico luogo (uno dedicato all'accoglienza dei migranti e l'altro al solo trattenimento finalizzato all'espulsione) potrebbe non essere ottimale e causare nuovamente i problemi già verificatisi in passato, mettendo a rischio sia coloro che sono ospitati dai centri, sia gli abitanti di Gradisca e delle zone limitrofe;

   a seguito dell'apertura del Cpr di Gradisca, è stata avanzata la richiesta di apertura di nuovi centri in Friuli Venezia Giulia e i sindaci dei capoluoghi hanno proposto alcuni luoghi che potrebbero essere adatti a tale scopo, come ad esempio la caserma di Monte Cimone di Banne a Trieste la Cavarzerani ad Udine (Cara da riconvertire in Cpr), l'ex caserma Monti a Pordenone e infine, in provincia di Gorizia, l'ex caserma della Guardia di finanza –:

   se il Ministro interrogato confermi i fatti esposti in premessa e se non ritenga opportuno valutare di assumere iniziative di competenza, anche normative, per l'elaborazione di strategie volte a rafforzare l'accoglienza diffusa dei migranti e la chiusura di uno dei due centri che coesistono nella stessa struttura a Gradisca, al fine di poter garantire il rispetto della dignità della persona e non creare problemi per la sicurezza e l'ordine pubblico valutando quindi la reale funzionalità dei Cara e dei Cpr.
(5-03348)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 9 gennaio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione I (Affari costituzionali)
5-03348

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati, per quanto riguarda la situazione di Gradisca d'Isonzo, nel compendio demaniale dell'ex caserma Ugo Polonio sono, al momento, operativi due centri, uno dedicato all'accoglienza dei richiedenti asilo, l'altro destinato a centro di trattenimento.
  Come evidenziato nell'interrogazione, con il decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, al fine di assicurare la più efficace esecuzione dei provvedimenti di espulsione dello straniero, è stato previsto l'ampliamento della rete dei centri per il rimpatrio (CPR).
  Ciò ha consentito, grazie anche ad un'apposita convenzione con il Ministero della Difesa, la realizzazione di lavori di ripristino della funzionalità del CPR di Gradisca d'Isonzo ed il miglioramento delle misure di sicurezza.
  A conclusione degli interventi, si è provveduto ad assicurare un nuovo ed esclusivo accesso alla zona del CARA, con una netta separazione logistica tra le strutture del CARA e del CPR.
  Tale accorgimento consente oggi di poter gestire le due attività in modo completamente autonomo e non interferente l'una con l'altra, anche in considerazione della diversa tipologia di servizi assicurati all'interno delle stesse strutture.
  Alla data di ieri i migranti accolti nel CARA di Gradisca d'Isonzo risultano 120, a fronte di una capacità ricettiva di 202 posti, mentre nel CPR sono presenti 64 migranti su una capienza di 66 posti.
  Nonostante il calo dei flussi migratori registrato nel corso degli anni 2018 e 2019, permane il fenomeno dei transiti terrestri provenienti dal confine del nord-est.
  Ciò rende necessario assicurare la disponibilità, in ambito regionale, di posti per l'accoglienza dei migranti, nei confronti dei quali – ove ricorrano le circostanze di legge – può essere svolta la procedura di esame della domanda di asilo accelerata, introdotta dal decreto-legge n. 113 del 2018, da parte della competente Commissione territoriale di Trieste.
  Un'eventuale chiusura del CARA non consentirebbe di gestire il fenomeno dell'accoglienza per i richiedenti la protezione internazionale in modo efficace, esponendo la provincia di Gorizia al rischio di non disporre di posti sufficienti per fronteggiare eventuali emergenze connesse ad una non improbabile ripresa dei flussi migratori nel territorio di confine.
  Alla luce delle richiamate esigenze di accoglienza, un'eventuale chiusura della struttura del CARA potrà essere valutata nell'ipotesi in cui, mediante procedure di gara, la Prefettura di Gorizia individui soluzioni alternative efficaci sul territorio e comunque sufficienti a soddisfare le esigenze legate all'andamento dei flussi migratori terrestri.
  Si conferma, inoltre, l'importanza strategica del CPR di Gradisca d'Isonzo, quale seconda struttura di trattenimento operativo nell'intera Italia settentrionale (dopo il CPR di Torino) e unica struttura per il contrasto dell'immigrazione irregolare del «nord-est». Nell'anno 2019, infatti, nelle 4 province del Friuli Venezia Giulia sono stati emessi complessivamente 675 provvedimenti di espulsione.
  In relazione al dato numerico, riportato nell'interrogazione, relativo agli stranieri irregolari rintracciati e riportato dalla stampa, evidenzio che lo stesso è stato fornito alla stampa dalla 4a Zona di Polizia di frontiera e riguarda i cosiddetti «rintracci in ingresso sul territorio nazionale», effettuati dal predetto Ufficio in tutta l'area di competenza. Quest'ultima ricomprende i confini del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e del Trentino Alto Adige, con la Slovenia, l'Austria e la Svizzera, inclusi anche i porti e gli aeroporti del territorio coinvolto.
  Il dato riguardante il solo confine del Friuli Venezia Giulia, invece, è di 3.568 stranieri irregolari rintracciati, in ingresso, nel corso del 2019.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

migrazione illegale

politica migratoria

asilo politico