Legislatura: 17Seduta di annuncio: 66 del 06/08/2013
Primo firmatario: TERROSI ALESSANDRA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/08/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 ANTEZZA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 ANZALDI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 COVELLO STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 FERRARI ALAN PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 MARROCU SIRO PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 PALMA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 TENTORI VERONICA PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 VALIANTE SIMONE PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013 VERINI WALTER PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 06/08/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 07/08/2013 Resoconto TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO RISPOSTA GOVERNO 07/08/2013 Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI) REPLICA 07/08/2013 Resoconto MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE IL 07/08/2013
SVOLTO IL 07/08/2013
CONCLUSO IL 07/08/2013
TERROSI, OLIVERIO, LUCIANO AGOSTINI, ANTEZZA, ANZALDI, CARRA, CENNI, COVA, COVELLO, DAL MORO, FERRARI, FIORIO, MARROCU, MONGIELLO, PALMA, SANI, TARICCO, TENTORI, VALIANTE, VENITTELLI, ZANIN e VERINI. —
Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
il settore agroalimentare è uno dei comparti produttivi nazionali più colpiti dalla contraffazione; i produttori stranieri di formaggio, di pomodoro e di pasta sfruttano la cultura gastronomica italiana per produrre alimenti che ricordano i prodotti italiani nella presentazione del contenuto, usando foto stilizzate del Duomo di Milano, del Colosseo e del Vesuvio, nel packaging o nella pubblicità e nomi come «Spicy thai pesto» statunitense; «Parma salami» del Messico; «salami calabrese» prodotto in Canada; «barbera bianco» rumeno; «provolone» del Wisconsin;
la forma più diffusa di contraffazione del made in Italy è il cosiddetto italian sounding ovvero la pirateria agroalimentare internazionale che utilizza denominazioni, marchi, parole o simboli che richiamano l'Italia per pubblicizzare e commercializzare prodotti che non appartengono alla realtà nazionale;
a contraddistinguere tali prodotti evocativi di una provenienza italiana non è certo la qualità dei prodotti agroalimentari made in Italy, ma il volume di affari di oltre 60 miliardi di euro che vi ruota intorno, a discapito dell'economia italiana;
l'8 luglio 2013, sul Corriere dell'Umbria, è stato pubblicato un articolo dal titolo «Clonato» il nome di Parrano per battezzare un formaggio, che racconta l'insolito caso di omonimia tra una località geografica umbra, il comune di Parrano, e il formaggio Parrano, prodotto in Olanda dalla Uniekaas (Paesi Bassi);
già il 20 maggio 2013, il sindaco del piccolo comune di Parrano di 600 abitanti (Terni), Vittorio Tarparelli, in una lettera indirizzata a diverse autorità indicava come il caso di omonimia fosse del tutto indipendente da un rapporto politico – culturale tra il comune di Parrano e l'azienda produttrice del formaggio olandese;
è volontà dell'azienda l'esplicito richiamo all'italianità del prodotto, presentato con etichetta tricolore, nome italiano e generica descrizione degli ingredienti senza alcuna specificazione della loro provenienza (articolo 7, n. 1, lettera g) del regolamento (CE n. 207 del 2009);
infatti, il formaggio olandese, che risulta commercializzato in particolare nel Regno Unito e negli Stati Uniti, viene pubblicizzato con la chiara intenzione di disorientare il consumatore inducendolo all'acquisto di un formaggio che di italiano ha soltanto il nome, violando l'articolo 2 della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 20 marzo 2000, 2000/13/CE, relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti l'etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità;
nel sito internet www.parrano.com, interamente dedicato al prodotto, si specifica che il Parrano presenta le caratteristiche e le qualità tipiche di un parmigiano stagionato miscelato al formaggio olandese Gouda. Sebbene prodotto in Olanda, secondo l'azienda, il formaggio Parrano costituisce la personificazione dello stile di vita italiano «Parrano is an unforgettable cheese with a distinctly Italian temperament. It has the alluring nutty flavor and buttery aroma of a fine aged Parmigiano-Reggiano with the smooth creamy texture of a young Dutch Gouda» –:
se il Governo sia a conoscenza del fatto esposto in premessa relativo al formaggio olandese Parrano spacciato per prodotto italiano e se non ritenga urgente intervenire per mettere fine a tale frode a tutela dei prodotti nazionali e se si stia adoperando affinché la Commissione europea dia efficacia nei tempi più brevi possibili all'estensione ad altri alimenti dell'etichettatura di origine obbligatoria per la quale il Regolamento 1169 del 2011 definisce una procedura per ciascun alimento da concludere entro il mese di dicembre 2014. (5-00864)
Il settore agroalimentare è il comparto produttivo nazionale più famoso al mondo come eccellenza Made in Italy e, per questo motivo, è anche il più colpito dalla contraffazione da parte dei produttori esteri, attraverso l'uso ingannevole di etichette, materiali pubblicitari e di confezionamento che evocano simboli, immagini e denominazioni con esplicito riferimento al nostro Paese, traendone in modo fraudolento vantaggi economici a danno dei veri prodotti italiani.
Il caso riferito dagli onorevoli interroganti sull'uso del termine «Parrano» da parte della ditta olandese, Uniekaas, per etichettare un formaggio con il nome del comune umbro è un esempio evidente di concorrenza sleale a danno delle produzioni italiane autentiche.
Tale prodotto caseario circola nel mercato unico, ad esempio in Gran Bretagna, e nei mercati terzi, soprattutto negli Stati Uniti d'America, ed è palese l'intento di indurre in errore i consumatori sulla reale origine, anche con riferimento alle disposizioni dell'articolo 2, paragrafo 1, lettera a) della direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 marzo 2000, relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti l'etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità.
Ciò premesso, si precisa che la citata direttiva europea è stata recepita nel nostro ordinamento con il decreto legislativo 23 giugno 2003, n. 181, e che, in attuazione di tutte le disposizioni, comunitarie e nazionali, attualmente vigenti, le attività anticontraffazione sono da sempre svolte in modo continuativo dalle autorità italiane, anche a livello internazionale e con azioni congiunte con le autorità degli altri Paesi.
Tuttavia, non può essere disconosciuto che, per una più efficace protezione del Made in Italy, siano necessari ulteriori strumenti giuridici ed operativi soprattutto per contrastare il dilagante fenomeno dell’Italian sounding.
In ambito internazionale, il necessario rafforzamento delle sinergie contro la concorrenza sleale e le contraffazioni è collegato al buon esito dei negoziati internazionali che, nel momento di stallo delle trattative multilaterali della WTO (Organizzazione mondiale del commercio) a Ginevra, si concentrano su iniziative bilaterali per le quali è massima l'attenzione di tutti i Ministri coinvolti in relazione alle specifiche competenze.
In ambito europeo, anche in considerazione del caso specifico del «Parrano», un passo avanti è rappresentato dalla prossima entrata in vigore del Regolamento (CE) n. 1169/2011, la cui efficacia dipenderà dalle modalità applicative che dovranno essere concrete ed uniformi in tutti i Paesi membri dell'Unione europea.
Al momento, dalle informazioni disponibili, risulta che non vi è particolare attenzione né da parte delle autorità dei Paesi Bassi, dove ha sede la Uniekaas, né da parte di quelle inglesi dove circola il loro prodotto e, pertanto, le segnalazioni per un'attivazione a riguardo stanno avvenendo attraverso i canali diplomatici.
Inoltre, data anche l'assonanza tra le parole Parrano e Parmigiano, il Ministero intende procedere in sinergia con il Consorzio di tutela riconosciuto ai sensi del legge n. 526/1999 cui è anche affidato il compito della tutela giuridica della denominazione.
Al contempo, nell'ambito dell'applicazione del Regolamento (CE) n. 1169/2011, l'Amministrazione si adopererà presso la Commissione europea affinché sia possibile estendere l'etichettatura obbligatoria anche ai formaggi.
Infine, faccio presente che al momento non risulta essere stato depositato né registrato il termine in questione come marchio comunitario, ai sensi del Regolamento (CE) n. 207 del 2009.
EUROVOC :regolamento CE
formaggio a pasta dura
prodotto alimentare
produzione nazionale
ravvicinamento delle legislazioni
contraffazione
denominazione di origine
etichettatura