ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00854

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 66 del 06/08/2013
Firmatari
Primo firmatario: SCUVERA CHIARA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/08/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FIANO EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 06/08/2013


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE delegato in data 06/08/2013
Stato iter:
22/10/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/10/2013
Resoconto DELRIO GRAZIANO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE)
 
REPLICA 22/10/2013
Resoconto SCUVERA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 06/08/2013

DISCUSSIONE IL 22/10/2013

SVOLTO IL 22/10/2013

CONCLUSO IL 22/10/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00854
presentato da
SCUVERA Chiara
testo di
Martedì 6 agosto 2013, seduta n. 66

   SCUVERA e FIANO. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   sul territorio nazionale si sono verificati diversi casi di esclusione dei minori da servizi scolastici e, in particolare, da quello della mensa, motivati dai comuni che hanno posto in essere le relative deliberazioni con le difficoltà di bilancio determinate dalla rigidità del patto di stabilità;
   uno dei casi più eclatanti è stato quello del comune di Vigevano che, con una decisione che è balzata all'attenzione dell'opinione pubblica nazionale, ha deliberato di risolvere il problema degli insoluti di tali mense non solo, come sarebbe normale, con procedure esecutive nei confronti delle famiglie morose, ma escludendo il minore appartenente a tali nuclei familiari dall'accesso al servizio, per arrivare poi all'eliminazione della fascia di esenzione, prima applicata tramite presentazione di ISEE, ai redditi inferiori a 22,000 euro annui; ciò ha portato, nell'anno scolastico 2012-13, all'esclusione dai servizi di ristorazione di circa 150 bambini, circa la metà dei quali (84) fino all'anno scolastico precedente aveva avuto diritto alla gratuità della mensa;
   nel caso citato addirittura si sono allestiti appositi locali, riservati ai bambini esclusi, in cui poter consumare un panino e niente di riscaldato, tant’è che ancora oggi si parla di classi «ghetto»;
   tale discriminazione — già contraria all'articolo 3 della nostra Costituzione — inoltre va contro l'articolo 3 della convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989 e ratificata dall'Italia nel 1991 secondo il quale «in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l'interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità»;
   tale decisione del comune di Vigevano, inoltre, è in contraddizione con le «Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica» stabilite dal Ministero della salute secondo cui: «Un'alimentazione equilibrata e corretta, ma anche gradevole ed accettabile, costituisce per tutti un presupposto essenziale per il mantenimento di un buono stato di salute e, in età evolutiva, per una crescita ottimale. A scuola, una corretta alimentazione ha il compito di educare il bambino all'apprendimento di abitudini e comportamenti alimentari salutari. L'alimentazione del bambino deve essere considerata in un contesto più ampio, quale quello dell'ambiente, inteso non solo in senso fisico, ma anche socio-culturale e psicologico. (...) Il menù deve essere elaborato secondo i principi di una alimentazione equilibrata dal punto di vista nutrizionale, utilizzando anche alimenti tipici al fine di insegnare ai bambini il mantenimento delle tradizioni alimentari –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei casi in esame, o se non ritenga di avviare un apposito monitoraggio per verificare se siano garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale i diritti civili e sociali ai sensi dell'articolo 117, comma 2 lettera m) della Costituzione con particolare riferimento ai minori.
(5-00854)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 22 ottobre 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-00854

  Con riguardo alla interrogazione a risposta in Commissione atto Camera 5/00854, presentata dalla onorevole Scuvera Chiara (Partito democratico), si comunica che, sulla base delle verifiche compiute dall'amministrazione competente in materia di istruzione, risulta che l'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia – Ufficio XIX – Pavia, con circolare in data 15 ottobre 2012, in relazione a segnalazioni pervenute sul servizio di refezione scolastica nelle scuole della provincia di Pavia, ha posto in rilievo che il momento delle refezione, come ogni altro periodo della frequenza scolastica, è occasione di formazione e di convivenza e come tale deve rispondere alle finalità generali dell'istruzione.
  Nella circolare si ricorda che il Documento d'indirizzo per la sperimentazione dell'insegnamento di «Cittadinanza e Costituzione» del 4 marzo 2009, ha richiamato la necessità di sviluppare «significati e azioni della pari dignità sociale, della libertà e dell'uguaglianza di tutti i cittadini» e di «riconoscere situazioni nelle quali non si sia stati trattati o non si siano trattati gli altri da persone umane; riconoscere valori che rendono possibile la convivenza umana e testimoniarli nei comportamenti familiari e sociali» e infine di «conoscere e rispettare la funzione delle regole e delle norme; nonché il valore giuridico dei divieti; partecipare consapevolmente al processo di accoglienza e di integrazione tra studenti diversi all'interno della scuola».
  Nessun momento della vita scolastica può diventare occasione di discriminazione tra alunni anche per motivi riconducibili alle inadempienze delle loro famiglie.
  Sempre nella circolare, ferma restando l'autonomia delle istituzioni scolastiche, è raccomandato quanto segue:
   gli alunni non dovrebbero essere separati nel momento della refezione; nei limiti del possibile tutti dovrebbero poter usufruire del medesimo servizio, sviluppando anche adeguate forme di solidarietà;
   le scuole, in accordo con i Comuni e con le imprese che gestiscono il servizio di refezione, possono eventualmente organizzare spazi per quanti, su richiesta delle famiglie, intendano rimanere nei locali scolastici senza usufruire del servizio di refezione, nei limiti delle condizioni strutturali e igienico-sanitarie; diversamente, quanti non si avvalgono del servizio dovrebbero essere riaffidati ai genitori nell'orario destinato alla refezione;
   le istituzioni scolastiche, nei limiti del possibile, non dovrebbero essere coinvolte negli adempimenti relativi al pagamento delle rette del servizio di refezione; questi ultimi andrebbero eseguiti dagli enti locali e dalle imprese che gestiscono il servizio direttamente con le famiglie, anche per salvaguardare il diritto alla riservatezza di queste ultime;
   per quanto riguarda le scuole primarie che prevedono un'offerta formativa di tempo pieno, il comma 7 dell'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89, prevede che «le classi a tempo pieno sono attivate, a richiesta delle famiglie, sulla base di specifico progetto formativo integrato e delle disponibilità di organico assegnate all'istituto, nonché in presenza delle necessarie strutture e servizi»; pertanto, nel richiedere il tempo pieno, le famiglie debbono impegnarsi a sostenere l'onere del servizio di refezione e il Comune deve essere in grado di sostenere l'organizzazione del medesimo pur in previsione delle possibili morosità, garantendo a tutti gli alunni la frequenza del momento di refezione per tutto l'anno, anche con adeguate esenzioni; diversamente si dovrà provvedere ad autorizzare, per il prossimo anno scolastico, un adeguato numero di sezioni di tempo normale;
   eventuali situazioni di morosità dovrebbero essere affrontate dagli enti locali e dalle società di gestione direttamente con le famiglie, nei limiti del possibile, attraverso le ordinarie modalità di recupero dei crediti e senza una diretta rivalsa sugli alunni.

  La circolare si conclude con l'invito ai dirigenti scolastici ad attivare da subito un confronto con i rispettivi enti locali per verificare la possibilità di garantire nel prossimo anno scolastico un servizio di refezione coerente con i principi sopra richiamati e senza modifiche nel corso dell'anno, informando tempestivamente le famiglie già all'atto dell'iscrizione.
  Da parte dell'amministrazione dell'istruzione si è segnalato che il monitoraggio avviato dal Comune di Vigevano per individuare, l'entità del problema ha evidenziato una situazione di morosità limitata solo ad alcuni elementi in alcune classi, rendendosi così impossibile l'istituzione di sezioni a tempo normale, e che, per l'anno scolastico che va a cominciare, la preventiva assicurazione da parte dei genitori di farsi carico del servizio mensa fornita al momento dell'iscrizione dovrebbe ridurre ulteriormente il fenomeno.
  Sulla problematica della ristorazione scolastica, il Ministero della salute ha rilevato che i bambini che non possono accedere alla mensa scolastica spesso consumano panini o piatti freddi, che mettono a rischio l'adeguatezza della dieta, poiché non sempre in grado di coprire i fabbisogni nutrizionali. Tale situazione contrasta con le raccomandazioni sull'importanza dell'adozione di abitudini alimentari corrette in grado di prevenire le patologie cronico-degenerative di cui l'alimentazione non adeguata è uno dei principali fattori di rischio.
  Al riguardo, si rappresenta che il Ministero della Salute ha elaborato le Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica che focalizzano l'attenzione su diversi aspetti, in particolare quello nutrizionale, e contengono, inoltre, indicazioni per fornire un pasto adeguato ai fabbisogni per le diverse fasce di età. È stato predisposto dal Ministero della Salute, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, un questionario per realizzare un'indagine conoscitiva, destinata agli istituti scolastici. Ciò al fine di verificare l'impatto in termini di miglioramento della qualità del servizio e del grado di soddisfazione dell'utenza. I risultati dell'indagine potranno fornire una base di partenza ed essere utilizzati anche come strumento per interventi diretti e indiretti utili a contrastare eventuali criticità.
  Nel concordare quindi sull'opportunità che da parte delle competenti amministrazioni siano delineate forme di monitoraggio per verificare sistematicamente se siano garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale i diritti civili e sociali ai sensi dell'articolo 117, comma 2 lettera m) della Costituzione con particolare riferimento ai minori in particolare come gli enti locali garantiscano un servizio di refezione coerente con i principi sopra elencati.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

industria della ristorazione

diritti del bambino

prestazione di servizi

fanciullo

abitudine alimentare

minore eta' civile