ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00251

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 28 del 04/06/2013
Abbinamenti
Atto 5/00252 abbinato in data 05/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: MARAZZITI MARIO
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 04/06/2013


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 04/06/2013
Stato iter:
05/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/06/2013
Resoconto MARAZZITI MARIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 05/06/2013
Resoconto GIRO MARIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 05/06/2013
Resoconto MARAZZITI MARIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 05/06/2013

DISCUSSIONE IL 05/06/2013

SVOLTO IL 05/06/2013

CONCLUSO IL 05/06/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00251
presentato da
MARAZZITI Mario
testo di
Martedì 4 giugno 2013, seduta n. 28

   MARAZZITI. — Al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
   il 28 maggio 2013 l'Unione europea ha deciso di non prorogare l'embargo sulle armi ai ribelli siriani, che scadeva il 1o giugno, pur impegnandosi a non inviare armi prima del 1° agosto per dare una chance alla conferenza di pace di Ginevra-2 proposta dagli Usa e dalla Russia;
   a seguito di tale decisione, la Coalizione nazionale dell'opposizione siriana ha invece chiesto all'Unione europea di velocizzare le procedure per inviare armi ai gruppi armati dell'Esercito libero con la motivazione di poter respingere gli attacchi condotti dalle forze del regime e dalle milizie Hezbollah e dall'Iran contro i civili;
   lo stop all'embargo ha avuto come immediata risposta la fornitura di un primo carico di missili terra-aria anti-aerei a lungo raggio S-300 dalla Russia come «misura di deterrenza» verso un intervento straniero sul suolo siriano, provocando subito uno scambio di minacce con il Governo israeliano;
   gli Stati Uniti da una parte hanno accolto positivamente la decisione dell'Unione europea di revocare l'embargo sulle armi in Siria, dall'altra hanno stigmatizzato rinvio da parte della Russia di sistemi di difesa anti-aerea, ritenendo che «dare armi al regime di Assad non ci avvicina alla transizione politica di cui la Siria ha bisogno»;
   più favorevole alla cessazione dell'embargo, e quindi probabilmente all'invio diretto di armi, sembra essere la posizione di Inghilterra e Francia, mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel ha escluso categoricamente un possibile invio di armamenti della Germania ai ribelli che combattono contro il regime del presidente Assad, a prescindere da ciò che faranno altri Paesi relativamente all'embargo;
   la decisione di altri Paesi, come Qatar, Turchia e Arabia Saudita di sostenere con mezzi e armamenti l'insurrezione in Siria non ha portato finora a una rapida transizione democratica, e non è estranea a una escalation di violenze e distruzioni che perdura dalla primavera del 2011 e mette a rischio l'integrità della società pluralista e della stessa Siria;
   è necessario trovare una soluzione politica alla situazione siriana prima che possa innescare definitivamente un conflitto regionale che incendierebbe tutto il Medio Oriente –:
   non ritenga di escludere perentoriamente la possibilità di invio di armamenti ai ribelli siriani da parte italiana e quali iniziative intenda predisporre per controllarne il rispetto. (5-00251)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 5 giugno 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-00251

  Come sottolineato dal Ministro Bonino in occasione della sua audizione programmatica, il Governo è convinto che l'unica soluzione reale e sostenibile della crisi siriana sia di carattere politico.
  Per questo sosteniamo l'iniziativa di Stati Uniti e Russia di riunire la Conferenza internazionale «Ginevra 2» mirata a definire una via d'uscita negoziata al conflitto in Siria, che favorisca la cessazione delle ostilità e l'avvio della transizione democratica nel Paese.
  Per contribuire al successo di questa iniziativa e alla soluzione della crisi, il Governo mantiene un dialogo costante con i nostri partner del Gruppo Amici della Siria, con i Paesi confinanti con la Siria minacciati in maniera crescente dagli effetti destabilizzanti del conflitto, e con la Russia. Il Ministro Bonino si recherà a Mosca il 15 giugno proprio per incontrare il suo omologo Lavrov.
  Siamo naturalmente consapevoli delle difficoltà sul terreno. La tempistica e lo stesso formato della Conferenza restano al momento incerti. Il governo russo, dal canto suo, assicura di star svolgendo azione di sensibilizzazione sul regime affinché invii suoi rappresentanti a Ginevra 2, sebbene anche a tal riguardo occorrerà mantenere alta la pressione su Assad, affinché accetti l'idea che il negoziato dovrà condurre ad una vera transizione politica nel Paese. L'Italia e i partner del Gruppo Amici della Siria si stanno adoperando per convincere la Coalizione Nazionale Siriana ad alleggerire le precondizioni per l'avvio del negoziato e ad aumentare la sua rappresentatività e quindi la sua credibilità al tavolo negoziale: a tal fine, dobbiamo al contempo rassicurarla sul perdurante sostegno politico e materiale da parte della comunità internazionale. In tal senso, l'Italia aderisce all'approccio del gruppo Amici della Siria, il quale postula che per indurre Assad a negoziare occorre modificare i dati in base ai quali ha sinora rifiutato di farlo, rafforzando le strutture organizzative dell'opposizione sul terreno e dando un forte segnale politico al regime, proprio in vista della Conferenza Ginevra 2. Al momento, tuttavia gli incontri della coalizione Nazionale siriana a Istanbul non hanno dato esisti particolarmente incoraggianti.
  Circa il formato, la Conferenza deve essere inclusiva e riunire tutti i Paesi che siano in grado di influenzare la crisi e possano poi contribuire all'attuazione delle intese che verranno auspicabilmente decise. Pensiamo in particolare ai Paesi confinanti (Libano, Giordania, Iraq e Turchia) e i principali attori regionali, tra cui l'Arabia Saudita o l'Egitto. Riteniamo parimenti auspicabile mantenere agganciato al processo di Ginevra, in una formula che possa essere in qualche modo opportunamente definita, anche l'Iran che gioca un ruolo innegabile nella ricerca di una soluzione alla crisi.
  Il cammino è certamente lungo e irto di ostacoli. La Conferenza di Ginevra sarà l'inizio di un processo lungo e complesso. Se riusciremo a promuoverlo, sarà uno strumento che potrà generare in tempi rapidi benefici tangibili per le popolazioni civili coinvolte, in particolare profughi e sfollati prostrati da oltre due anni di conflitto.
  Circa la questione dell'embargo agli armamenti, sono noti gli esiti del Consiglio Affari Esteri del 27 maggio. Nonostante i ripetuti inviti del Ministro Bonino al senso di responsabilità, è prevalsa una polarizzazione che ha impedito il raggiungimento di una posizione comune europea giungendo ad una «non scelta». Si è quindi verificata una sostanziale «rinazionalizzazione» di questo tema di grande sensibilità politica, che aveva finora trovato in ambito europeo una sua trattazione unitaria basata sugli strumenti della politica estera e di sicurezza comune.
  Il venir meno del divieto di invio di armi alla Coalizione delle Opposizioni siriane non si traduce tuttavia automaticamente in un via libera immediato alla fornitura di equipaggiamenti da parte degli Stati membri che si sono impegnati in ogni caso per il momento ad attendere. Il primo agosto il CAE tornerà a valutare tale posizione sulla base di un rapporto che l'Alto Rappresentante Ashton redigerà, anche in funzione degli sviluppi dell'iniziativa Ginevra 2.
  Per quanto riguarda l'Italia, confermo che una decisione in materia compete al Governo su un piano collegiale; che al momento le conclusioni del Consiglio Affari Esteri vincolano politicamente gli Stati membri a non procedere alla vendita di armi; e che, come dichiarato dai Ministri Bonino e Mauro, non siamo favorevoli alla fornitura di armi.
  L'Italia rimane fortemente impegnata anche sul fronte umanitario. Il nostro Paese è intervenuto fornendo immediato sostegno in Siria e nei Paesi confinanti (Giordania, Libano e Turchia). Secondo le attuali stime delle Nazioni Unite, la crisi siriana ha causato oltre 90.000 vittime, oltre 4 milioni di sfollati interni alla Siria e 1 milione e mezzo di rifugiati siriani, riparati nei paesi limitrofi (Giordania, Libano, Turchia, Iraq ed Egitto). In questo contesto, la Cooperazione sta finalizzando, di concerto con le autorità giordane, un ulteriore aiuto per i profughi siriani in Giordania con la donazione di un centro sanitario da realizzarsi all'interno di un nuovo campo localizzato alla frontiera con l'Iraq del valore di circa 1 milione euro.
  Alla Conferenza dei donatori di Kuwait City, l'Italia ha annunciato un impegno complessivo di 22 milioni di euro per il 2013 (secondo contributo a livello europeo dopo la Gran Bretagna), che vanno ad aggiungersi ai 7,5 milioni del 2012. Oltre la metà delle risorse sono destinate alle fasce più deboli della popolazione, in particolare bambini e donne. Agiamo sia sul piano bilaterale sia d'intesa con le Agenzie ONU. Stiamo in particolare realizzando operazioni di aiuto umanitario con il trasporto attraverso la frontiera turca di generi sanitari e di prima necessità per le popolazioni rifugiate nelle aree liberate, oltre che inviando kit sanitari per i profughi ospitati nei campi in Giordania.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

restrizione all'esportazione

Siria

partito politico

sanzione internazionale