ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00239

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 28 del 04/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: CAUSI MARCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/06/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 04/06/2013
Stato iter:
05/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/06/2013
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 05/06/2013
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 05/06/2013
Resoconto CAUSI MARCO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 05/06/2013

SVOLTO IL 05/06/2013

CONCLUSO IL 05/06/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00239
presentato da
CAUSI Marco
testo di
Martedì 4 giugno 2013, seduta n. 28

   CAUSI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   La Banca del Mezzogiorno è una realtà bancaria prevista dalla legge n. 191 del 23 dicembre 2009, controllata totalmente da Poste Italiane s.p.a. – società con socio unico, il cui assetto proprietario vede la partecipazione totalitaria del Ministero dell'economia e delle finanze;
   la missione di Banca del Mezzogiorno è quella di sostenere i progetti di sviluppo delle piccole e medie imprese con l'offerta di prodotti di finanziamento a medio e lungo termine attualmente distribuiti attraverso alcuni uffici postali abilitati;
   l'istituto, inoltre, avendo assorbito il Mediocredito centrale, gestisce per conto del Governo il fondo centrale di garanzia, di cui è intenzione del Governo raddoppiare l'entità, nell'ambito delle misure di contrasto al razionamento del credito, in particolare verso le piccole e medie imprese;
   secondo alcune agenzie di stampa sembrerebbe che, ultimamente, la Banca del Mezzogiorno stia deliberando stanziamenti senza un piano organico, e di entità decisamente ridotte rispetto ai piani di sviluppo prefissati;
   i crediti verso la clientela, a fine anno, erano 175 milioni di euro, di cui 140 milioni nell'ambito della «nuova operatività» della banca, rispetto ai 131 milioni di fine 2011;
   dei 750 milioni di euro di finanziamenti messi a budget dalla Banca del Mezzogiorno per il 2013 (il quintuplo del 2012) solo 100-150 milioni, pari al 20 per cento, sono destinati alle piccole e medie imprese (obiettivo 9 mila aziende); 400 milioni (il 53 per cento) sono rivolti a circa 400 grandi imprese; e i restanti 200 milioni (il 27 per cento) sono per erogare mutui e prestiti con cessione del quinto dello stipendio ai dipendenti delle Poste;
   i finanziamenti ai dipendenti delle Poste avrebbero lo scopo di abbattere il rischio di credito (+17,5 per cento le sofferenze bancarie in un anno, secondo i dati della Banca d'Italia), riponendo l'investimento nella certezza del quinto dello stipendio (il margine di guadagno della banca sarebbe del 10 per cento sulla cessione del quinto e del 3 per cento sui mutui);
   ciò, tuttavia, sembra allontanare l'istituto bancario pubblico dall'originario progetto, in base al quale ne era stata autorizzata la nascita per effetto di precise norme di legge, volte a sostenere lo sviluppo delle piccole e medie imprese, in particolare nelle aree svantaggiate del Paese;
   dei 2.500 sportelli che avrebbero dovuto distribuire i finanziamenti della nuova banca ne sarebbero stati autorizzati appena un decimo, mentre la partecipazione delle banche di credito cooperativo e delle banche popolari al progetto non si è ancora realizzata;
   in base a notizie di stampa, sembra siano sorte divergenze di vedute fra il Ministero dell'economia e delle finanze e la Banca del Mezzogiorno, e da tali divergenze, sempre secondo notizie di stampa, abbiano origine le dimissioni, in data 7 marzo 2013, dei componenti dell'organo di amministrazione della banca designati dallo stesso Ministero;
   non si può non rilevare la delicatezza della situazione, se tali notizie dovessero essere confermate, alla luce dell'obiettivo del Governo di potenziare il fondo di garanzia centrale, che la Banca gestisce per conto dello Stato;
   tra le linee di possibile evoluzione della Banca si starebbe esaminando la possibilità che la Cassa depositi e prestiti rilevi una quota della Banca del Mezzogiorno al fine di poter operare su tre fronti: 1) le agevolazioni alle imprese, con il Mediocredito centrale e il Fondo centrale di garanzia; 2) i prestiti alle aziende del Sud; 3) il nuovo business, i finanziamenti diretti e le garanzie per le imprese impegnate in iniziative di internazionalizzazione, nel quadro del progetto di costituzione di una Exim Bank italiana –:
   come si intendano superare le divergenze che sembrerebbero emerse con la dirigenza della banca pubblica, incaricata della gestione del fondo centrale di garanzia e istituita per sostenere lo sviluppo delle piccole e medie imprese del Meridione, divergenze le quali, a loro volta, sembrano legate ad un progressivo allontanamento della Banca del Mezzogiorno dalle missioni alla stessa originariamente assegnate. (5-00239)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 5 giugno 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-00239

  Con l'interrogazione a risposta immediata in Commissione l'onorevole Causi pone quesiti in ordine all'attività della Banca del Mezzogiorno, ritenendo che l'attuale operatività dell'istituto di credito non corrisponda agli originari obiettivi ispiratori del progetto.
  Al riguardo, sentita anche la Banca d'Italia tramite la Segreteria del Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio, si fa presente che Poste Italiane a seguito dell'acquisizione di MedioCredito Centrale nell'agosto 2011, d'intesa con la Banca d'Italia, aveva deciso un avvio graduale dell'operatività della Banca del Mezzogiorno, tenuto conto della complessità degli interventi di adeguamento organizzativo e gestionale richiesti dalle nuove linee di business.
  Gli obiettivi di crescita originariamente individuati si sono poi rivelati difficilmente perseguibili anche in conseguenza del rapido deterioramento del contesto economico, a cui si associa, oltre alla debolezza della domanda di credito, anche un elevato rischio di adverse selection che impone l'adozione di severi criteri di valutazione del merito creditizio.
  D'intesa con l'azionista, il management ha quindi puntato su due ulteriori ipotesi di sviluppo operativo:
   1) credito finalizzato a sostenere gli investimenti nel meridione di grandi gruppi industriali nazionali e public utilities (tra questi ad esempio Fiat, Astaldi, ENAV, Enel), in linea con la mission assegnata per legge alla banca;
   2) finanziamenti (mutui e prestiti contro cessione del quinto dello stipendio) a dipendenti di PI, nel rispetto del vincolo di prevalenza dell'attività rivolta al sostegno del tessuto imprenditoriale del sud imposta ex lege.

  La banca ha, inoltre, recentemente annunciato l'avvio di diversi progetti per promuovere un più deciso sviluppo del credito alle PMI.
  Con specifico riferimento agli assetti di governance dell'intermediario – di cui è cenno nell'atto parlamentare – si fa presente che il ricambio intervenuto recentemente nell'organo amministrativo sarebbe riconducibile all'assunzione di altri incarichi da parte di almeno due dei tre consiglieri dimissionari.
  Per quanto riguarda, infine, il presunto coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti S.p.A., quest'ultima ha precisato che, nell'ambito dell'attività a sostegno dell'economia nazionale, è da tempo impegnata nel supporto alle imprese di piccole e media dimensione, utilizzando strumenti di debito, in collaborazione con il sistema bancario, e di private equity, in partnership con altri investitori pubblici e privati.
  Con specifico riferimento, invece, alla presunta trattativa per rilevare quote del capitale di Banca del Mezzogiorno – MedioCredito Centrale S.p.A., Cassa Depositi e Prestiti ha precisato che non è in corso alcuna operazione in tal senso, né sono all'esame della Società iniziative di tale natura. Peraltro, la citata ipotesi porrebbe problematiche di natura regolatoria e di vigilanza.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

aiuto allo sviluppo

piccole e medie imprese

banca

credito industriale

Mezzogiorno