ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04976

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 389 del 11/03/2015
Abbinamenti
Atto 5/04967 abbinato in data 26/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: COLLETTI ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 11/03/2015
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 11/03/2015


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 11/03/2015
Stato iter:
26/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/03/2015
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 26/03/2015
Resoconto SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 11/03/2015

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/03/2015

DISCUSSIONE IL 26/03/2015

SVOLTO IL 26/03/2015

CONCLUSO IL 26/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04976
presentato da
COLLETTI Andrea
testo di
Mercoledì 11 marzo 2015, seduta n. 389

   COLLETTI, VACCA e DEL GROSSO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   da fonti di stampa si è appreso che lunedì 2 marzo 2015 due pescatori italiani, Sandro De Simone, 52 anni, e Massimo Liberati, cinquantenne, sono finiti in carcere in Gambia, dopo una decina di giorni in stato di fermo, per la presunta violazione delle dimensioni delle maglie di una rete del loro peschereccio «Idra Q.», finito sotto sequestro;
   Massimo Sabati, responsabile della società armatrice Italfish ha denunciato la mancanza di cibo in carcere e le precarie condizioni fisiche e mentali dei due pescatori. Ha poi raccontato così l'accaduto: «La nostra compagnia pesca da tanti anni lungo le coste atlantiche, ma una cosa del genere non ci è mai capitata. In Gambia lavoriamo da poco più di un mese, ma abbiamo tutti i permessi e operiamo con a bordo un osservatore incaricato dalle autorità locali. Quando la loro motovedetta ci ha fermato e i militari sono saliti a bordo sembrava tutto a posto. Il pescato nelle stive era di dimensioni regolari e le autorizzazioni per l'attività all'interno delle acque territoriali erano assolutamente a posto. Per fermare la barca e obbligare il nostro equipaggio a seguirli nel porto di Banjul, la capitale si sono appigliati ad una rete appesa in coperta. Era lì da un mese al sole, ma loro l'hanno misurata con un righello e hanno segnato a verbale una larghezza delle maglie di soli 68 millimetri contro i 70 consentiti. Insomma per due millimetri di differenza di una rete non utilizzata e probabilmente ristrettasi stando al sole ci ritroviamo con il peschereccio sequestrato, il comandante e il suo vice incarcerati, e Vincenzino Mora, un terzo italiano sottufficiale della provincia di Teramo, guardato a vista dai sei militari saliti sulla nave»;
   la moglie di Sandro De Simone ha chiesto l'intervento da parte del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro degli affari esteri preoccupata per le sorti del marito, ritenuto in pericolo di vita;
   risulta che proprio il 10 marzo sia stato liberato solo il macchinista del peschereccio –:
   se il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale sia a conoscenza dei fatti in premessa e quali azioni diplomatiche intenda intraprendere per riportare i due pescatori in Italia;
   se il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale non intenda ripensare le eventuali donazioni bilaterali verso il Gambia, sino alla definitiva liberazione dei membri dell'equipaggio;
   se il Governo non intenda porre il problema degli eventuali aiuti al Governo del Gambia anche a livello di Unione europea. (5-04976)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 26 marzo 2015
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-04976

  Desidero innanzitutto segnalare la grande attenzione con cui sin dall'inizio la Farnesina, anche tramite l'Ambasciata a Dakar e il Console Onorario a Banjul, ha seguito la vicenda che ha visto coinvolti il motopeschereccio IDRA – Q ed i connazionali Sandro De Simone, Massimo Liberati e Vincenzino Mora. La nostra azione è stata incessante (anche se in Gambia, come saprete, non abbiamo un'Ambasciata) e si è fortunatamente conclusa con la scarcerazione dei connazionali Liberati (il 9 marzo) e De Simone (il 17 marzo), inizialmente condannati a un mese di reclusione e al pagamento di una multa per presunte irregolarità nelle maglie delle reti da pesca.
  Non appena informata dell'accaduto, l'Ambasciata si è immediatamente attivata, prendendo contatto con Federpesca, con l'armatore di stanza a Dakar e con il rappresentante di quest'ultimo a Banjul e consigliando un legale in loco che potesse seguire la vicenda. Il 3 marzo il Console Onorario ha tenuto una riunione a Banjul con i rappresentanti locali dell'armatore e, insieme al legale individuato, è stato deciso di contestare la sentenza di condanna chiedendone la revisione.
  Per quanto riguarda i passi diplomatici compiuti dalla nostra Sede a Dakar, l'Ambasciatore Luzzi ha tempestivamente inviato due lettere alla Ministro degli Affari Esteri del Gambia per auspicare un'equa e rapida soluzione del caso e per chiedere che il nostro Console onorario potesse, nel più breve tempo possibile, visitare i connazionali presso il penitenziario. Tali richieste sono state ribadite con forza dal Vice Ambasciatore Fornara, che si è recato in missione a Banjul e ha incontrato la Ministro degli Affari Esteri del Gambia, chiedendole altresì di intercedere con il Ministro dell'Interno affinché fossero garantite le migliori condizioni detentive possibili. Analogo passo è stato svolto anche presso il Segretario Generale del Ministero dell'Interno.
  In merito alle azioni intraprese a tutela dell'incolumità dei nostri connazionali, il Vice Ambasciatore Fornara e il nostro Console onorario, a seguito dei predetti passi, hanno potuto effettuare alcune visite consolari ai nostri connazionali, con lo scopo primario di accertarsi delle loro condizioni di detenzione e di salute e di fornire loro ogni utile informazione. L'Ambasciatore Luzzi ha inoltre contattato le mogli dei due connazionali per aggiornarle personalmente sulla situazione.
  Per ciò che concerne la questione posta dall'onorevole Rizzetto in merito al rinnovo degli Accordi in materia di pesca con Marocco, Mauritania, Senegal e Guinea Bissau, desidero segnalare che gli Accordi con i Paesi extra UE sono negoziati e conclusi dalla Commissione per conto dell'UE, che esercita così la propria competenza ai sensi dei Trattati. Tali Accordi internazionali consentono ai pescherecci dell'UE di pescare gli stock eccedenti nelle zone economiche esclusive dei citati Paesi, in condizioni regolamentate. In tale contesto giuridico, l'Italia sostiene, in sede europea, gli sforzi e l'impegno delle istituzioni UE per la conclusione ed il rinnovo di tali Accordi internazionali con i Paesi terzi.
  La Farnesina, per il tramite dell'Ambasciata a Dakar e del Console Onorario a Banjul, continuerà a seguire con il massimo impegno la vicenda processuale dei connazionali De Simone, Liberati e Mora, mantenendosi in contatto con le famiglie, i legali e l'armatore. Non mancherà inoltre di intervenire altrettanto tempestivamente qualora casi analoghi dovessero accadere ad altri pescherecci italiani.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

acque territoriali

cooperazione internazionale

personale di bordo